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STUDI
N EO C LA S S I C I
R I V I S TA I N T E R NA Z I O NA L E
i · 2012
PISA · ROMA
FABR IZIO S E R R A EDITO R E
MMXII
Volume Studi Neoclassici I 2012_Layout 1 12/10/12 15.02 Pagina 6
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S OM M A R I O
COMMITTENTI E COLLEZIONISTI DI CANOVA · 3
Atti dell’Ottava Settimana Internazionale di Studi
Bassano del Grappa - Possagno - Padova
24-27 ottobre 2006
A cura di Fernando Mazzocca e Giuliana Ericani
LO R D B R IS TOL M EC E NAT E D E L L E A RT I
E D E LL A S C U LT U RA M OD E RNA
Stefano Grandesso
Fig. 3. Mario Asprucci, Progetto per Ickworth, 1794-1795 circa, New York, Cooper-Hevitt Museum.
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Fig. 5. Hugh Douglas Hamilton, Lord Bristol con la nipote Caroline Chricton a Villa Borghese, 1790-1793, Dublino, National Gallery of Ireland.
(Bruto condanna a morte i figli; la Morte di Giulio Cesare) e James Firenze e Siena acquistò soprattutto dipinti di primitivi, in Ro-
Durno, il Compianto sul cadavere di Ettore, seguito da altri due ma sono documentati gli ordini di due statue a Falcioni, dal
soggetti omerici e due scene di soggetto shakespeariano. Co- soggetto non identificato, un busto di Adriano a Raggi, calchi
nobbe in quel momento More, definito da Reynolds come dall’antico a Filippo Albacini, inoltre copie di Old Masters e al-
«the best painter of air since Claude», al quale commissionò il tri dieci paesaggi a More, divenuto in seguito uno dei suoi
ciclo dei Quattro elementi, significati allegoricamente da altret- agenti artistici insieme a Robert Fagan, Alexander Day e Pie-
tante vedute italiane. La serie è dispersa e del pittore scozzese tro Camuccini.
è conservato a Ickworth solo un Paesaggio classico con Cicerone, Nel quinto viaggio, nel 1789, conobbe come si è detto la Vi-
la sua villa e gli amici, siglato nel 1780. Anche Jacob Philipp Hac- gée Lebrun, alla quale chiese anche la replica dell’Autoritratto
kert lavorava allora per lui eseguendo due grandi Capricci an- degli Uffizi, tuttora a Ickworth dove si conserva anche il grup-
cora visibili nella residenza inglese. po marmoreo della Furia di Atamante, commissionato l’anno
Il quarto viaggio in Italia ebbe luogo tra il 1786 e il 1788. A seguente a Flaxman (Fig. 7).
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lenza dell’Apollo, un calco del quale veniva esposto nello studio del tuo primo volo. Tu che hai fatto il viaggio di Dedalo, e non
dell’artista a paragone dell’opera finita. quello di Icaro. In caso che si fanno gessi di queste nuove sta-
Simili considerazioni valevano anche per la «detestable» Ve- tue, ti supplico di consegnarne a M. Pye».
nere Medici, dall’attitudine «d’une Coquette, ou d’une Putain». L’inventario appena ritrovato testimonia comunque solo
Consigliava all’artista di realizzare una Venere che esce dal bagno un’opera di Canova nelle raccolte romane di Hervey alla sua
priva di questi difetti. Anche in questo caso si nota che proprio morte, cioè un «bassorilievo di gesso rappresentante un ballo
in questa chiave iconografica Canova avrebbe più tardi risolto antico Alt. palmi sei lar. palmi dodici in due pezzi» che si può
il confronto con il modello conservato a Firenze. identificare con la Danza dei figli di Alcinoo del 1790-92 eseguita
Nella seconda lettera del 1794 Bristol rispondeva a una di come noto solo in gesso dall’artista che ne ricavò più versioni
Canova, scritta il 31 ottobre dell’anno precedente ma solo allo- per farne dono, insieme agli altri bassorilievi di soggetto ome-
ra ricevuta, dove si faceva riferimento a due statue per lui e al rico, virgiliano e platonico, ad amici e mecenati.
relativo impegno economico che avrebbero comportato. Il In altre lettere Bristol interrogava Canova sulla sua offerta
conte dichiarava senza giri di parole di non poter giungere a al pontefice di una statua di Marte, verosimilmente antica, la
soddisfare la richiesta dell’artista: «O caro Praxitele, caro in cui vendita era motivata probabilmente dalle difficoltà econo-
ogni senso, ma non è vero, non è vero che le sue opere non miche incontrate dopo la confisca della sua collezione, oppure
possono essere care, il perfetto non è mai caro, sarà la mia bor- gli raccomandava artisti come il già ricordato Francis Sandys,
sa che è povera». Sentenziava poi con arguzia: «Non conviene i pittori Pietro Saja e Jacques Berger, savoiardo da lui sostenuto
ad altro che Alessandro di comprare le opere di Praxitele. Par- attraverso l’elargizione di una pensione, e lo scultore Valerio
menione non ci arriva». Essendo costretto ad accontentarsi dei Villareale, definito «il di lei emulo». Infine Bristol commentava
gessi richiedeva quello di Dedalo: «Vorrei esser il possessore in modo curioso la statua «Royale» di Canova, verosimilmente
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Fig. 9. Francesco Massimiliano Laboureur, Giacinto, Fig. 10. Valerio Villareale, Perseo, 1808, già Londra,
Nantes, Musée des Beaux Arts. mercato antiquario.
re ordinate ma non ancora compiute, di cui si prevedeva la (Enea con lo scudo), Anastasi (Ulisse), Matuev (Veduta di Subiaco),
vendita una volta terminate. Tra loro erano circa 200 opere dei oltre a copie da Correggio, Giorgione, Leonardo e Barocci.
maestri antichi, dal Quattrocento al Seicento, distinte nelle I dati relativi a questa raccolta di pittura permettono alcune
classi della pittura di figura, che annoverava 150 dipinti, della considerazioni: il primato delle pitture moderne su quelle an-
veduta e dei paesi. Tra i 50 quadri moderni di figura, tra i quali tiche, dunque la prevalenza del mecenate sul collezionista; la
numerose copie, i dipinti degli autori più rappresentativi ap- presenza di numerose copie, che a scopo didattico avrebbero
partenevano a Benvenuti (Predicazione di S. Giovanni), Saja (S. colmato le lacune della collezione, infine la predilezione per la
Francesco Saverio, La morte di Ettore), Pistrucci (La morte di Mar- moralità degli exempla virtutis storici, preferiti ai soggetti ero-
cantonio), Berger (La Benedizione di Giacobbe, Il Diluvio universa- tico-mitologici.
le, La Carità), Rehberg (Sabino con la moglie e i figli, Caino, Omero Quanto alle sculture, la raccolta comprendeva sei statue an-
con la Musa, Didone agli Elisi), Fabris (Ulisse con Filottete), Stern tiche restaurate dai principali restauratori romani: Pacetti (che
(Sibilla), Head (Iride), Landi (Venere e Amore e Ritratto della can- per lui aveva scolpito anche la statua del fratello, in abito di
tante Pellegrini). C’erano poi 30 trenta vedute italiane di Ma- parlamentare, inviata in Irlanda per il suo sepolcro, come ri-
tuev, Boguet, Carlo Labruzzi, Koch, Wutcky, Campovecchio, corda Guattani nel terzo tomo delle «Memorie»), Laboureur e
Rosa Mezzera, e infine paesi (Hackert, Matuev, Mezzera, Wal- Cavaceppi, numerosi busti classici, e camini istoriati. Le statue
lis, Fidanza, Partini), per un totale di 50 circa. Tra le opere non moderne erano di Francesco Massimiliano Laboureur, allora
completate erano inseriti in catalogo dipinti di Camuccini (La impegnato nella statua togata all’antica del Primo Console e che
morte di Giulio Cesare, Venere e Amore), Benvenuti (Ettore e Pari- a Lord Bristol consegnò il Giacinto oggi a Nantes (Fig. 9), il
de), Saja (Virginia, La morte di Germanico, Priamo e Achille), Head gruppo citato di Pierantoni e un rilievo di Castore e Polluce di
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1 Sulle vicende, i viaggi e il collezionismo di Lord Bristol rimangono fon- a complete catalogue of his works with an introductory text, ed. and prepared by
damentali i due volumi, basati sulle testimonianze dei carteggi, di W. S. Chil- E. P. Bowron, Oxford, Phaidon, 1985; Viaggio in Italia di una donna artista. I
de-Pemberton, The Earl Bishop. The Life of Frederick Hervey, Bishop of Derry, “Souvenirs” di Elisabeth Vigée Le Brun, a cura di F. Mazzocca, note critiche di A.
Earl of Bristol, London, Hurst and Blackett, 1924; si vedano inoltre: M. King- Villari, Milano, Electa, 2004; Hugh Douglas Hamilton (1740-1808): a life in pictures,
Hall, The Edifyng Bishop. The Story of Frederick Hervey Earl of Bristol and Bishop catalogo della mostra (Dublino, National Gallery of Ireland), Dublin, Natio-
of Derry, London¸ P. Davies, 1951; B. Fothergill, The Mitred Earl. An Eighte- nal Gallery of Ireland, 2009; Annals of Thomas Banks scupltor Royal Academi-
enth Century Eccentric, London, Faber, 1974; J. Ingamells, A Dictionary of Bri- cian, ed. by C. F. Bell, Cambridge, The University Press, 1938; Thomas Banks
tish and Irish Travellers in Italy, 1701-1800, New Haven, Yale University Press, 1735-1805 Britain’s first modern sculptor, catalogo della mostra (Londra, The Soa-
1997, pp. 126-130. Tra i contributi più specifici, dedicati alla figura del collezio- ne Gallery) a cura di J. Bryant, London, Sir John Soane’s Museum, 2005; T.
nista e mecenate si vedano: H. Honour, Antonio Canova and the anglo-romans, Hodgkinson, Christopher Hewetson, an Irish sculptor in Rome, «The volume of
«The Connoisseur», 144 (1959), 582, pp. 225-231; 578, pp. 241-245; B. Ford, The the Walpole Society», 34 (1952/58), pp. 42-54; Thomas Jones (1742-1803) an artist
Earl-Bishop, an eccentric and capricious patron of the arts, «Apollo», 99 (1974), pp. rediscovered, catalogo della mostra (Cardiff, National Museum & Gallery;
426-434; P. R. Andrew, Jacob More and the Earl-Bishop of Derry, «Apollo», 124 Manchester, Whitworth Gallery; London, National Gallery), a cura di A.
(1986), pp. 88-94; M. Davis, The Beaufor visits to Downhill, in New perspectives: Sumner, G. Smith, New Haven, London, Yale University Press, 2003; P. R. An-
studies in art history in honour of Anne Crookshank, Dublin, Irish Academic drew, Jacob More: biography and a checklist of works, «The volume of the Wal-
Press, 1987, pp. 157-175; N. Figgis, The Roman property of Frederick Augustus Her- pole Society», 1989, pp. 105-196; A. D’Este, Memorie di Antonio Canova, Firen-
vey, 4th Earl of Bristol and Bishop of Derry (1730-1803), «The Volume of the Wal- ze, Le Monnier, 1864, ristampa anastatica a cura di P. Mariuz, Bassano del
pole Society», 55 (1989/1990), pp. 77-103; N. Strachey, The Pompeian room at Grappa, Istituto di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo, 1999; P.
Ickworth: the work of F. C. Penrose and J. D. Crace, «Apollo», 145 (1997), 422, pp. 8- Fogelman, P. Fusco, S. Stock, John Deare (1759-1798): a British neo-classical
12; inoltre le guide di Ickworth House: Ickworth, s.l., The National Trust, 1984; sculptor in Rome, «The Sculpture Journal», 4 (2000), pp. 85-126; M. R. Sforza,
Ickworth, s.l., The National Trust, 1998. Per l’ambiente artistico romano e la Gli ultimi anni della Roma di Pio VI: lo Sposino, “Scultore del Papa”, e i nobili in-
scultura tra i due secoli mi permetto di rinviare a S. Grandesso, La scultura glesi, «Neoclassico», 2004, 26, pp. 28-45; L. Fornasari, Pietro Benvenuti, Firen-
in Italia dal tardo Settecento al primato di Canova e Thorvaldsen, in L’Ottocento in ze, Edifr, 2004; A. Bertolotti, Esportazioni di oggetti di belle arti da Roma nei
Italia. Le arti sorelle. Il Neoclassicismo 1789-1815, a cura di C. Sisi, Milano, Electa, secoli xvi, xvii, xviii e xix , in Archivio storico, artistico, archeologico e letterario
2005, pp. 133- 161, con bibliografia. Per riferimenti alle opere e agli artisti citati della città e provincia di Roma, [Roma/Spoleto], [Tipografia Salviucci], i-iv,
nell’articolo si vedano: D. Irwin, John Flaxman. 1755-1826 Sculptor illustrator de- 1875-1880; D. Malignaggi, Valerio Villareale, catalogo a cura di D. Favatella,
signer, London, Studio Vista, 1979; Vincenzo Camuccini (1771-1844). Bozzetti e di- [Palermo], [Luxograph], 1976. Infine i periodici citati sono: «Memorie per le
segni dallo studio dell’artista, catalogo della mostra (Roma, Galleria Nazionale Belle Arti», 4 voll., 1785-1788; G. A. Guattani, «Memorie Enciclopediche Ro-
d’Arte Moderna) a cura di G. Piantoni, Roma, De Luca, 1978; Pompeo Batoni: mane sulle Antichità, Belle Arti, ec.», 6 voll., Roma 1806-1819.