tt.

2018
Apr. - Se
N. 2-3

Anno LII - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma

svegliare il mondo,
illuminare il futuro! Domenica Guatteri pf

storia, del mondo…

Seme gettato nel buio del sepolcro e
risorto alla luce di un giorno che non co-
nosce tramonto.
Seme gettato per svegliare il mondo!
L’esperienza umana è semplicemente, ieri
come oggi, esperienza di Dio. Di un Dio
che si pianta nei solchi della vita, di ogni
vita, per risvegliare la pienezza della Vita,
della Luce, della Gioia.
La quercia disse al Mandorlo: Parlami di
Dio! E il mandorlo fiorì.
È la risposta dell’Amore all’Amore.
È la memoria di un Dio che si è fatto
Storia; è il presente di un Dio che si fa
Salvezza; è il futuro di un Dio che si farà
Incontro!
La vita di chi cerca Dio è cammino intri-
so di speranza, di audacia, di ardore, di
coraggio e, all’occorrenza, anche “d’inco-
scienza”, ma sempre è ricerca. Chi cerca
Dio, nella sua grande misericordia, ha svegliato il mondo, trova o si lascia trovare.
l’umanità, dormiente nella fragilità, inserendo nella real- Se l’uomo sale nel cielo, dice il salmista, lì incontra Dio;
tà della vita, una Parola, Gesù Cristo suo Figlio. se scende negli inferi, lì ancora lo trova. Se prende le ali
Seme gettato nel grembo di una Donna, nella casa di dell’aurora e va ad abitare oltre il male, l’ombra divina
Nazaret, nella mangiatoia di Betlemme, portato nella lo afferra.
casa di Elisabetta, presentato al tempio e adagiato nelle In poche parole, non c’è via di scampo!
braccia del vecchio Simeone e della anziana Anna… Il passato, il presente, il futuro sono il tempo di Dio: è
Seme gettato, passo dopo Cristo il tempo e lo spazio dell’uomo, la speranza dell’at-
SOMMARIO passo, nelle strade della tualità e l’attuazione della speranza. L’attesa dell’uomo è
BLOC-N OT ES vita, nel volto e nel cuore Cristo: venuto e ancora da venire, compimento dell’attesa
Ge ne ra le della sofferenza, della gio- e attesa di compimento.
2 XXV Capitolo
3 Lui amore fedele peruviana ia, della festa, dell’amicizia, Calandosi nella carne del tempo, Egli ha preso per sé la
4-5 Nell’Amazzonia essione della solitudine, del con- fragilità umana per offrire all’uomo la stabile esperienza
6-7 Perù: prima prof forto, della consolazione e divina.
8 Tu mi hai chiamato
9 Giorni di festa della tenerezza. “Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo con
LA ICA LE Seme gettato sul legno lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se
10-11 ASSOCIAZIONE
di una Croce, sulle croci lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà; se noi manchia-
12 PROFILI di tutti i crocefissi della mo di fede, egli però rimane fedele…” (2Tm 2,8)

PICCOLE FIGLIE 1 APR. - SETT. 2018

 un piccolo capitolo
di una grande storia
Plautilla Brizzolara pf

A Marola (RE) nel mese di luglio,
21 sorelle sono state convocate per la
celebrazione del XXV Capitolo Gene-
rale della Congregazione.
Diverse le età e i Continenti di pro-
venienza, unica la vocazione: seguire
nell’amorevole piccolezza Maria che
corre - in fretta - verso la cugina bi-
sognosa di aiuto. Si è respirata aria di
desiderio e di timore, mentre gli in-
contri assembleari e i gruppi di studio
mettevano a dimora, una ad una, le
tessere del mosaico congregazionale.
Non è stato né semplice né indolore,
come ogni discernimento che le com-
plesse situazioni ecclesiali, sociali e
di Istituto pongono all’attenzione di
chiunque desideri orientare i propri
passi sul cammino del Vangelo.
Al termine dei lavori le sorelle hanno
deliberato anche sulle persone che
dovranno condurre la Congregazione
per i prossimi sei anni. Sono state elet-
te sr Alfonsina Mazzi come superiora
generale al suo secondo mandato; sr
Monica Cognetti come vicaria, che
porta con sé una lunga e intensa espe-
rienza in Congo come incaricata della
formazione; sr Angela
Giubertoni che rico-
pre anche l’ufficio di
segretaria generale;
sr Alba Nani, già supe-
riora generale per 12
anni e nuovamente
eletta in Consiglio con
funzione anche di le-
gale rappresentante;
sr Pascasie Byamungu,
prima sorella congo-
lese a far parte del
Consiglio generale
della Congregazione. È infatti proprio
l’Africa (attualmente la Congrega-
zione è presente nella Repubblica
Democratica del Congo e in Tanzania)
a vivere la maggior espansione voca-
zionale. Nessuna sorella dell’America
latina in Consiglio, ma, con la delicata
funzione di economa generale, è sta-
ta scelta la cilena sr Erika Lopez.
La via tracciata parte da Nazaret, Casa
dello stupore che accoglie, e si iner-
pica per i monti di Galilea, fino alla
Casa dell’incontro e dell’abbraccio.
Auguriamoci che le poche pagine
scritte in quei giorni, siano un piccolo
Capitolo della Grande Storia che solo
il Signore sa scrivere.

I l XXV Capitolo Generale ha scel-

to come icona quella raccontata da
tre chiavi per entrare
nel magnificat
Luca all’inizio del suo evangelo: la
Visita di Maria ad Elisabetta che sfo-
cia nel canto. Tre sono state le chiavi
di lettura per accostarsi al profetico
Canto della Vergine, la parole Madre,
Memoria, Misericordia.
MADRE. Maria diviene Madre.
Questa la situazione nuova che la
mette in cammino, con premura.
Questa la grazia che le consente uno
sguardo nuovo su Dio e sul mondo.
Maria si sente “guardata” da Dio e
perciò guarda se stessa con gli occhi
di Dio. Il movimento di totale fiducia
che consegue a tale sguardo apre lo
spazio perché Egli possa fare grandi
cose.
MEMORIA. “La preghiera, proprio
perché si nutre del dono di Dio che
si riversa nella nostra vita, dovrebbe
essere sempre ricca di memoria. La
memoria delle opere di Dio è alla
base dell’esperienza dell’alleanza tra
Dio e il suo popolo... Guarda la tua
storia quando preghi e in essa trove-
rai tanta misericordia”. La sottoline- forma di Chiesa che papa Francesco ad ogni piccola figlia - proclama che:
atura che papa Francesco (GE 153) ci desidera: “La Chiesa ha la missione “Vi è uno stile mariano nell’attività
propone della preghiera è chiave di di annunciare la misericordia di Dio, evangelizzatrice della Chiesa. Perché
lettura sapiente per la comprensione cuore pulsante del Vangelo, che per ogni volta che guardiamo a Maria
dell’itinerario spirituale che il canto mezzo suo deve raggiungere il cuore torniamo a credere nella forza rivo-
del Magnificat ci invita a compiere. e la mente di ogni persona”(MV 12). luzionaria della tenerezza e dell’af-
MISERICORDIA. La Misericordia è la E il canto del Magnificat - così caro fetto” (EG288).

PICCOLE FIGLIE 2 APR. - SETT. 2018

 lui, amore sempre fedele…
la sua salvezza canterò
N ella Domenica della
Divina Misericordia, il
giorno 8 aprile, abbiamo
celebrato con esultanza
il nostro cinquantesimo
anniversario di Profes-
sione, rinnovando i Voti,
nello splendore della
Cattedrale, davanti al
popolo del Signore, al
Vescovo di Parma e alle
numerose Sorelle che ci
hanno accompagnato
in questo rendimento di
grazie.
Questo momento solen-
ne è stato preceduto da
alcuni giorni di preparazione, al cen-
tro dei quali abbiamo contemplato il
mistero che dalle origini ci avvolge il
cuore: “Gesù Cristo venne attraverso
l’acqua e il sangue”.
Quando abbiamo ripercorso, in mo-
menti di condivisione, tratti della
nostra storia personale, angolature
della nostra umanità, il tempo della
formazione e quello vissuto a servi-
zio dei poveri e dei piccoli, abbiamo
percepito, non un passato, ma come
N on dico: ”Dovunque andrai, io ti
seguirò!” perché sono debole. Ma mi
dono a te perché sia tu a condurmi
(J.H. Newman).
Sei sorelle: sr Anna Cerbini, sr Emilia
Bardelli; sr Mirta Redolfi; sr Christina
Lang; sr Rita Castagnetti; sr. Alba Na-
ni. Sei Sorelle: ciascuna ha raggiunto
questa meta in modo diverso, ma
tutte abbiamo attinto alla sorgente
della grazia, sperimentando la Divina
Misericordia, che ha tenuto conto
della nostra fragilità. Proprio per
questo è stato molto significativo
celebrare il cinquantesimo nel giorno
in cui la Chiesa celebra la Solennità
della Divina Misericordia.
Trovarci intorno all’Altare nella bel-
lissima Cattedrale di Parma, con il
nostro Vescovo mons. Enrico Solmi e
con numerosi Sacerdoti con parenti
Rita Castagnetti pf
alla nostra Famiglia reli-
giosa, noi Sorelle del 50°,
lo rivolgiamo ai nume-
rosi Sacerdoti presenti
alla Celebrazione, alle
Consorelle, agli amici, ai
nostri cari.
Grazie, in modo speciale,
alle giovani Sorelle chia-
mate dal Signore in di-
verse parti del mondo a
rispondere all’Amore col
dono di tutte se stesse.
Le invitiamo a cantare
con noi: il suo amore è
per sempre!
adesso, oggi, lo Spirito del Signore
opera in noi e per noi.
Anche con alcuni segni abbiamo
voluto rendere questa testimonian-
za: ponendo i nastri con incisa la
Parola, sul grande mappamondo
posto di fianco all’Altare, abbiamo
proclamato che il protagonista
della nostra esistenza è il Signore e
la nostra unica guida la sua Parola.
Ora , quel grazie poi pronunciato
dal Vescovo alla vita Consacrata e
mi dono a te perché
sia tu a condurmi
Christina Lang pf
e amici. Siamo sei
Sorelle che in mo-
do diverso hanno
incontrato molte
persone, famiglie,
giovani, malati,
anziani e tutti co-
loro che il Signore
stesso ci ha fatto
incontrare in un
intreccio di gioie e
di dolori condivisi
nella preghiera e
nel farci dono a
ciascuno di loro.
Un programma della Piccola Figlia condiviso con noi un tratto di strada,
è: “Con la tenerezza di Dio sulle un Grazie di cuore.
strade dell’uomo dal suo nascere fino Il giorno dopo la festa ci siamo recate
all’ultimo istante della vita” con l’a- in pellegrinaggio al vicino Santuario
more attinto dal Cuore di Gesù e dal della Madonna di Fontanellato.
Cuore di Maria. Vocazione stupenda, L’abbiamo ringraziata e Le abbiamo
molto impegnativa, ma altrettanto chiesto di continuare ad accompa-
arricchente. gnare il nostro cammino fino alla
Come è vero che ogni persona è meta, a quell’incontro gioioso con
“preziosa” e in modo diverso cia- Colui che ci ha chiamato per fare
scuno ti lascia una traccia indimen- di noi un’unica famiglia nel giorno
ticabile. Desideriamo dire a tutti e glorioso e gioioso che non conosce
specialmente a coloro che hanno tramonto, la patria del cielo.
PICCOLE FIGLIE 3 APR. - SETT. 2018
quanto son belli i piedi di coloro
che annunciano buone notizie!
D al 7 al 17 maggio ab-
biamo vissuto un’intensa
esperienza di missione
nella regione di Loreto,
nell’Amazzonia peruvia-
na, che ha come capitale
Iquitos.
Quando siamo arrivate ad
Iquitos sr Bintù, sr Gilda,
Maria (una giovane della
Berakhà) ed io, la prima
cosa che ci ha colpito è
stata la grande quantità di
moto e mototaxi che riem-
pivano le strade, insieme a
dei piccoli autobus dalla
struttura quasi artigianale
con carrozzerie in legno e
senza finestre.
Siamo arrivate in aereo
perché non ci sono acces-
si via terra alla città che
è circondata da fiumi e
laghi. Ci attendeva padre
Jacek, un sacerdote fidei
donum della Polonia, che
ci ha accolto nella sua
parrocchia, Santa Chiara
de Nanay.. La parrocchia
- abitata soprattutto da
persone della etnia Kuka-
ma - è formata da alcuni
settori urbani e da 37 co-
munità lungo la riva dei
fiumi Nanay, Chambira e
Pintuyacu.
Il Sacerdote ci aveva invitato ad ac-
compagnarlo in una delle missioni
che organizza periodicamente per
visitare i villaggi vicini alle rive dei
fiumi. Sapevamo che c’erano tante
zanzare in quella zona con il peri-
colo di contrarre la malaria, il zika
oppure il dengue, quindi abbiamo
deciso di andare con un abbiglia-
mento adatto.
Siamo partite di buon mattino il 7
maggio per arrivare, dopo 7 ore di
navigazione, fino all’ultimo villag-
gio del fiume Chambira.
Lungo il percorso abbiamo incro-
ciato tante piccole barche di legno
chiamate peke pekes , usate come
mezzo di trasporto quotidiano;
la gente ci salutava con cordialità
mentre ci fermavamo per avvisare
che presto avremmo fatto visita
alle comunità. Quando si arriva
ai villaggi i primi che ti vengono
PICCOLE FIGLIE 4 APR. - SETT. 2018
Katherina Gallardo pf
incontro sono i bambini
che poi non ti abbandona-
no più. Dopo cercavamo i
responsabili della comu-
nità per accordarci circa
l’alloggio, l’orario delle
catechesi e dell’Eucarestia.
Visitando i villaggi sen-
tivamo di rivivere l’espe-
rienza missionaria di San
Paolo: eravamo lì per
confermarli nella fede.
A volte ci hanno atteso
a braccia aperte ed altre
non c’era nessuno che ci
indicasse dove dormire;
a volte hanno condiviso
con noi il loro cibo, con
affetto e generosità, ed
altre abbiamo dovuto fare
ricorso a pane, acqua e
biscotti che portavamo
con noi. È stata una bella
esperienza di abbandono,
di austerità e di precarietà
vissuta con la gioia di por-
tare una buona notizia a
questi popoli: la bella e
buona notizia dell’amore
di Dio, conosciuto in Cri-
sto, suo Figlio.
Nei villaggi si vive dei
frutti della terra, della
generosità della natura
che non fa mancare la
frutta, e si vive di caccia e
pesca. Certo, non è una vita facile:
non c’è l’acqua potabile, né elettri-
cità. Il servizio sanitario arriva alla
soglia di primo soccorso ed il livello
educativo delle scuole (quando
funzionano) è molto basso. Tutti
gli abitanti appartengono a diverse
etnie amazzoniche ma si vergogna-
no di ciò e il desiderio comune è di
emigrare in città, cercando migliori
opportunità per la vita. La realtà
dell’Amazzonia è contraddittoria.
Da una parte ti colpisce la bellezza
dei paesaggi, la generosità della
natura, la ricchezza delle culture
amazzoniche... Ciò ti porta a rin-
graziare con facilità il Creatore che
provvede a tutto, con delicatezza
e tenerezza; e d’altra parte vedi
la povertà della gente, i popoli
sfruttati e indifesi, schiavizzati e
annientati, la tratta di persone, il
commercio sessuale, le mafie im-
pegnate nel traffico di droga, nello
sfruttamento del legname e dei mi-
nerali, la corruzione
nelle autorità ... e ti
viene voglia di met-
tere questo angolo
verde del pianeta,
dimenticato, in prima
pagina perché qual-
cuno faccia qualcosa.
Davanti a questo si
capisce meglio il mes-
saggio del Papa nella
Laudato Sii e la convocazione del
Sinodo Panamazzonico del 2019.
Ogni giorno visitavamo un villag-
gio e la dinamica era più o meno la
stessa: la visita ad alcune famiglie,
una catechesi alla sera per tutta
la comunità e specialmente per
coloro che volevano battezzare i
loro bambini e, presto alla mattina,
prima che le famiglie andassero a
lavorare, la celebrazione
dell’Eucarestia.
La maggior parte delle
persone dei villaggi visi-
tati erano cattoliche, ma
hanno poca formazione
e c’è molta difficoltà
per trovare catechisti
del posto che si facciano
carico dell’animazione
della comunità, della
liturgia domenicale e
della catechesi perché
pochi sanno leggere e
scrivere. Viaggiare fino
a Iquitos per la forma-
zione significa tre giorni di viaggio
lungo il fiume.
A questo si aggiunge la forte emi-
grazione verso la città che fa sì che
i più preparati lascino i villaggi.
Del sacramento del matrimonio
neanche si parla (anche se loro
lo desiderano) e non solo per la
poca stabilità delle famiglie ma
anche per le difficoltà di fare i do-
cumenti, non essendoci uffici del
governo vicini. Nonostante queste
PICCOLE FIGLIE 5 APR. - SETT. 2018
difficoltà abbiamo incontrato per-
sone aperte alla fede, desiderose di
ascoltare, di ricevere i sacramenti,
di cantare e lodare il Signore. Là ab-
biamo fatto esperienza dell’urgenza
di nuovi evangelizzatori che portino
la parola a tutti questi popoli, una
Parola di Vita, di Speranza, d’Amore,
di Libertà. Con Gesù preghiamo “il
padrone della messe che invii operai
alla sua messe” (Mt 9, 38)
Direttore Responsabile
Tilla Brizzolara pf
In Redazione
Angela Giubertoni pf, Domenica Guatteri pf
Hanno collaborato a questo numero
Rita Castagnetti pf
Cristina Lang pf
Katherina Gallardo pf
Gladys Lorca pf
Liliana Baraldi pf
Associazione Pro Hospice
Jan Barranza Sanchez
Beatrice Riccardi
Amministrazione
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
Tel. 0521.280311
Fax 0521.235753
Aut. Trib. di Parma n. 387 del 21.1.1986
Redazione:
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
e-mail: tilla@pfiglie.org
Progetto grafico:
Studio Zani (Parma)
Impaginazione e Stampa
Tipografia Pubbliprint Grafica
Traversetolo (Parma)
La Congregazione “Piccole Figlie”
esprime il suo più vivo ringraziamento
a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno
inviato offerte per il presente Giornalino,
l’Hospice, il Congo, il Perù e le tante
necessità a cui la carità ci spinge...
te doy gracias de todo corazón,
cantaré tus maravillas (sal 9,2)
“T i ringrazio con
tutto il cuore, canterò
le tue meraviglie“ con
la citazione di questo
salmo stampata sulla co-
pertina del libretto della
liturgia del 14 aprile (ma
anche sulla deliziosa
torta della festa della
professione religiosa di
Sr Gilda Abarca) deside-
ro iniziare la condivisio-
ne di un viaggio bello,
importante e diverso in
terra sudamericana dal
9 al 30 aprile 2018.
È stata la terza volta che insieme con
la Madre mi sono recata alla volta del
Sud America, ma questa volta, i motivi
erano principalmente di festa, per
una nuova professione nella nostra
Famiglia Religiosa e per cinque laici
che si sono aggregati alla Congrega-
zione.
Quest’anno 2018 è una ricorrenza
speciale per la missione del Perù, non
solo perché è la prima professione che
festeggiamo nel territorio incaico,
ma anche perché si è celebrata nel
20° anno di presenza in questa bella
e accogliente terra peruviana, una
missione tanto voluta, desiderata
e, per così dire, nata dalla missione
del Cile, come una figlia, così come è
successo per la Tanzania che quest’an-
no è nata dal Congo. È bello che la
missione oltre che a dare frutti con
nuove vocazioni, si apra a piantare la
sua tenda in altre terre, donando an-
che alcuni dei suoi membri, affinché
questo sogno si faccia realtà.
Un ulteriore motivo di gioia durante
questo viaggio è stato dato dal fatto
che, per la prima volta dopo 20 anni.
L'assemblea delle sorelle che sono
missionarie in America latina, si re-
alizza in Perù. La piccola Casa della
Speranza si è allargata per accogliere
la delegazione di quattro sorelle pro-
venienti dal Cile che - avendo vissuto
con la novizia Maria Gilda durante
tutto il tempo della sua formazione
iniziale - hanno voluto essere presenti
per la sua professione religiosa tem-
poranea. Gilda è la seconda giovane
peruviana che pronuncia il suo sì nella
nostra famiglia, (la prima è stata sr
Sofía Morales). È la più piccola di 8
fratelli e sorelle, di cui già due sono
suore in altre congregazioni.
La parrocchia San Corrado per la pri-
ma volta ha avuto la gioia di festeg-
giare una professione Religiosa, per
cui si è vissuto un clima molto festoso:
erano presenti cinque sacerdoti, per-
sone provenienti da Huacho (l’altra
nostra missione in Perù), amici del Cile
che hanno conosciuto Gilda quan-
do lavorava in Cile e hanno voluto
accompagnarla in questo momento
significativo della sua esperienza. C’e-
rano anche suore di varie congrega-
zioni, che hanno voluto condividere
questa nostra gioia di famiglia, come
pure i nostri fratelli laici del Perù.
Veramente la gioia per il sì di questa
nostra sorella è stata grande!
Ora in una sorta d’intervista vogliamo
capire da vicino come ha vissuto sr
Gilda questo tempo di grazia.
Sr Gilda, cosa è significato per te,
fare la professione religiosa nella
PICCOLE FIGLIE 6 APR. - SETT. 2018
Gladys Lorca pf
nostra Famiglia, dal
momento che avevi la
possibilità di sceglie-
re altre congregazio-
ni, ad esempio quelle
delle tue sorelle più
grandi?
È significato per me
un grande passo, come
un sogno che diventa
realtà, anche se da bam-
bina non lo avrei mai
pensato. Quando ero
piccola frequentavo la
casa delle Piccole Figlie,
mi piaceva il lavoro che facevano, am-
miravo il loro impegno, erano sempre
attente e gioiose.
Ho altre due sorelle più grandi che
sono suore in altre Congregazioni,
infatti sono stata invitata da loro, a
cercare altre congregazioni, includen-
do le loro, ma quando le frequenta-
vo, avevo la sensazione che loro mi
volessero nella loro congregazione,
e questo mi faceva sentire un po’
scomoda…Mentre quando ero con
le Piccole Figlie, questo aspetto era
meno marcato, erano prudenti e de-
licate nel farmi sentire bene, senza
costringermi.
Anche l’esperienza del gruppo della
Berakhà mi ha aiutato a prendere
una decisione e a fare il passo, che è
stato doloroso da una parte, perché
la separazione dai miei non è stata in-
dolore, ma è stato lì che ho intravisto i
segni che mi convincevano via via, che
questo era quello che Dio voleva per
me, con le Piccole Figlie, e oggi, quasi
non mi sembra vero dire che sono le
“mie sorelle”.
Come hai conosciuto le Piccole
Figlie e che cosa ti ha colpito di
loro?
Ho conosciuto la Congregazione
grazie alla mia sorella Cenina la qua-

le desiderava diventare religiosa e
allora andava dalle suore a pregare
ed anche per frequentare un corso
nella Casa chiamata della Speranza
(la stessa casa delle suore) dove si
offrivano dei corsi di parrucchiera,
cucina, taglio e cucito.
Mia sorella era l’incaricata di badare
a noi, le cinque sorelle più piccole,
per cui ci portava con lei, mentre noi
giocavamo o facevamo da modelle
per le pettinatrici. Alla fine anda-
vamo tutte con lei in cappella per
pregare i Vespri con le suore, le quali
mi incantavano con il loro canto dei
salmi e ricordo quanto ero ammirata
della loro preghiera comunitaria. Per
questo la cappella di questa casa è
diventata per me un luogo speciale
e familiare.
Poi, anche se non è una cosa essenzia-
le, lo stile blue dell’abito mi piaceva,
assieme al beige, per la semplicità e
la praticità per la pastorale. Infine,
la cosa più importante e che non si
dimentica è la generosità nel donarsi,
la gioia e la creatività nel modo di
fare la pastorale, sempre attente agli
altri, anche alla mia famiglia. Mi sono
sentita sempre bene con loro, infatti
mi dicevo: se fosse religiosa, sarei una
di loro.
A questo tuo appuntamento
speciale ti hanno accompagnata
le sorelle del Cile e amici con cui
hai condiviso esperienze signifi-
cative.
Sì, questo per me, prima di
tutto, è stato un bel dono
del Signore ed anche un
gesto di fraternità, di co-
munione e di affetto. Io de-
sideravo tanto che le sorelle
del Cile venissero in Perù e
tutto è stato fatto perché
ciò si rendesse possibile.
Sono stati pochi giorni ma
d’intensa gioia. In quanto
alle coppie dal Cile che mi
hanno accompagnata quel-
lo mi ha fatto vedere che
il carisma e la spiritualità
della nostra Famiglia reli-
giosa è viva ancora in Cile ed è senza
dubbio anche un bel segno di amicizia
e stima perché loro rappresentavano
tante persone che avrebbero voluto
essere presenti alla celebrazione, ma
che per diversi motivi non sono riusci-
te a venire. È stato bello anche perché
loro stessi sono stati coloro che, a loro
volta, mi hanno accolto in Cile e han-
no accompagnato il mio cammino fin
dai primi anni di esperienza a Puente
Alto (Santiago) e ho imparato tanto
con loro e da loro.
Cosa mantiene il fervore di una
vocazione oggi, nella chiesa del
Perù?
La fiducia nella Chiesa come Madre,
la fiducia nei suoi pastori, nei suoi
consacrati e nei fedeli laici. È senza
dubbio una fede radicata nella nostra
PICCOLE FIGLIE 7 APR. - SETT. 2018
storia e cultura e nella speranza, come
diceva il Papa Francesco nella sua visi-
ta al Perù. Aiuta anche il riconoscere
l’Amore di Dio nella propria vita, ve-
dere i bisogni degli altri e credere che
anch’io posso essere uno strumento di
Dio per portare consolazione e gioia
a coloro che ne hanno bisogno. È
importante anche il fatto che la reli-
giosità popolare venga accolta, capita
e accompagnata, ci sentiamo identifi-
cati con i nostri santi peruviani.
Quale messaggio vorresti dare
ai giovani, in questo anno del
Sinodo sui giovani, la fede ed il
discernimento?
Che non abbiano paura di conoscere
e rispondere a quello che la fede li
porta a sperimentare, a cercare qual-
cosa di più profondo che tocca i loro
cuori e il loro essere. “Che si lascino
incontrare, accompagnare e cura-
re” da Dio, per mezzo della Chiesa.
Perché Dio ci chiama tutti alla gioia
del­l’Amore, è la vocazione comune.
Quale cosa più bella possiamo cerca-
re? E come sapere se è la cosa giusta?
Il Papa ci lascia tre verbi che ci pos-
sono aiutare a discernere (scegliere)
bene: riconoscere, interpretare, sce-
gliere… sempre con l’aiuto di una per-
sona con esperienza con cui si abbia
confidenza.
Non abbiamo paura di rispondere
a Dio con libertà perché anche Lui
vuole la nostra gioia e ama la nostra
giovinezza. Coraggio! Lui non ci la-
scerà mai soli.
Lettera aperta
Alcuni anni fa è arrivata alla nostra
Comunità parrocchiale di Santa Maria
Maddalena una ragazza che aveva
tanta voglia di servire, di aiutare e
donarsi agli altri.
Era postulante nella Congregazione
delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di
Gesù e Maria e, con la sua umiltà, ha
guadagnato poco a poco i cuori di
molte persone, adulti e bambini. Il
suo servizio e donazione ha avuto dei
frutti e il 14 aprile scorso ha
fatto i suoi voti temporali
nella Parrocchia di San Cor-
rado, a Lima, in una bella e
gioiosa celebrazione.
Carissima Gilda, adesso già
sei parte di questa grande
Congregazione che tanto
bene fa ai più bisognosi.
Adesso sei la “Hermana
Gilda”.
Grazie perché ci hai resi
partecipi della tua gioia e
del tuo dono umile al Si-
gnore. Dal Cile, i tuoi amici
e fratelli nella fede, Josè e
Sandra
dal seno materno tu
mi hai chiamato
I l 1° maggio scorso
si è tenuto a Viggiano
(PZ) il simposio regio-
nale sul discernimen-
to rivolto a famiglie,
giovani, consacrati,
organizzato dagli Uffici
regionali della Basilica-
ta. Hanno partecipato
circa 500 persone tra
vescovi, presbiteri, laici
delle cinque diocesi in
Regione.
È stata invitata sr Liliana Baraldi che
ha portato la propria testimonian-
za sulla missione presso il Centro
Stella del Mattino a servizio delle
mamme e dei minori in condizione
di disagio.
Non sono stata programmata uma-
namente, ma unicamente per un
progetto di Dio, perché mia madre
e mio padre pensavano che non
era più l’età della fertilità. Il mio
concepimento era fuori dei ritmi del
tempo cronologico dell’età.
Dio aveva un suo progetto divino:
ultima di dieci figli di cui solo tre
viventi, era la somma di una mam-
ma che aperta alla vita, non quella
agiata, ma fatta di sacrifici, di stenti
e di semplicità, di saggezza umile e
dignitosa allo stesso tempo. Fami-
glia numerosa, radicata in una fede
semplice ma profonda, protetta nel
grembo dagli ultimi bombardamen-
ti della guerra. Fede e sacrificio,
rinuncia, povertà, sem-
plicità erano il contesto
formativo ed educativo;
con le sorelle maggiori
si spigolava il grano co-
ronando il frumento con
le decine di Ave Maria
del Santo Rosario. Era la
mamma celeste che mi
guidava nel mio mondo
interiore, portandomi ad
accogliere quel seme di
grano con la chiamata
alla sequela di Gesù.
Era la festa di Sant’Anto-
nio Abate, entrando in
chiesa per la preghiera
veniva proclamata la
Parola “ va’ vendi quello
che hai e seguimi!”, ma
Liliana Baraldi pf
dove ? Come? Cosa
devo vendere che
non ho nulla? (ma
molto, ugualmente,
c’era da lasciare). Al-
cune consacrate, che
vivevano in famiglia,
mi avevano rivolto
l’invito a seguire la
consacrazione nel
mondo, ma non ero
particolarmente at-
tratta, mentre, presso
l’ospedale del centro in cui abitavo,
Suzzara di Mantova, incontrai le
suore Piccole Figlie dei S.S. Cuori di
Gesù e Maria, da cui rimasi colpita
per la testimonianza della tene-
rezza, della dolcezza e dell’umile
stile di accostarsi alle persone, in
particolare agli ammalati.
Quest’incontro aveva suscitato in
me molti interrogativi, perché il mio
sogno era formare una bella fami-
glia, allevare ed educare dei figli,
donare tanto amore alla persona
che il Signore mi avrebbe posta
accanto. Amavo molto il bello della
vita, anche un sano divertimento,
tuttora mi piace la natura e tutto
ciò che la circonda. Io ero ad un
bivio: seguire l’amore umano o il
Vieni e Seguimi di Gesù, consacran-
do a lui tutta la mia vita.
Con la guida di un bravo diretto-
re spirituale, sono stata aiutata a
discernere quello che sempre più
PICCOLE FIGLIE 8 APR. - SETT. 2018
si andava delineando nella scelta,
direi quasi incosciente, di seguire il
Signore, concretizzando la chiama-
ta nella famiglia delle Piccole Figlie
di Parma, dove si prospettava ai
miei orizzonti la realizzazione della
mia vocazione religiosa.
Il mio fondatore Don Agostino
Chieppi ci ha lasciato una regola
profonda per il nostro vissuto: “
le mie figlie devono essere tutto
amore verso i nostri fratelli, amore
nel parlare, amore in casa, amore
fuori, amore in tutto, specie con i
più piccoli e più poveri”. Gli anni
della formazione mi hanno fatto
crescere nel cammino vocazionale,
cogliendo profondamente quello
stile evangelico a cui ero chiamata,
con la tenerezza di Dio sulle strade
dell’uomo, piegandomi sulle soffe-
renze umane, fisiche ma soprattut-
to morali. Il Signore ha benedetto
la mia femminilità con una mater-
nità che non ha eguali....”conta le
stelle del cielo...” dice il Signore ad
Abramo..., è cosi che con gli infiniti
passi evangelici ogni giorno sono
stata interpellata per concretizzare
la chiamata sul come essere accanto
ai piccoli, ai rifiutati...
“ quando anche una madre abban-
donasse un figlio, io non ti abban-
donerei mai”, come essere accanto
a una donna vittima di una cultura
e di un giudizio legalista “donna
nessuna ti ha condannata”,...
A tanti interrogativi, alla piccolezza
e fragilità umana la risposta ancora
oggi è: con la tenerezza di Dio sulle
strade della persona umana, con il
Vangelo su una mano e
con il Magistero del Papa
sull’altra, perché sempre
attuale e impregnante
è la chiamata, accom-
pagnata dall’urgenza di
una risposta quotidiana,
sempre nuova è la sua
Parola, scritta sul volto
dei suoi figli. L’oggi di
Dio chiede ancora grem-
bi aperti ad accogliere la
fecondità del suo Amore,
sul­l’esempio di Maria,
che è rimasta aperta
all’accoglienza del Ver-
bo: ”Eccomi sono la serva
del Signore, avvenga
di me quello che Tu hai
detto”.
 giorni
CONCERTO PRO HOSPICE ”Là ci darem la mano”
L’Associazione di Volontariato Clau-
dio Bonazzi pro Hospice Piccole
Figlie, il maggio scorso ha organiz-
zato un concerto presso il Nuovo
Teatro Pezzani di Parma dal titolo
“Là ci darem la mano”. Si sono esi-
biti in concerto vari cantanti lirici
CONCERTO PRO HOSPICE “Tén d’ascólt”
Come tutti gli anni, in estate, l’As-
sociazione di Volontariato Claudio
Bonazzi pro Hospice Piccole Figlie,
diretta da Mimma Petrolini e Anto-
nio Maselli, mette in programma il
concerto “Tén d’ascólt”nel parco
di Villa Chieppi in cui vengono
proposti, tra l’altro, pezzi musicali
INAUGURAZIONE CASA ANNA MICHELI A PANOCCHIA
A Panocchia (PR), nella casa in cui
per anni ebbe sede il Centro di
identità vocazionale della Congre-
gazione, sta fiorendo un “nuovo
germoglio” scaturito dalla “fanta-
sia della carità”.
Sabato 26 maggio scorso nell‘immo-
bile di Via Quercioli 152 di proprietà
della Congregazione, ceduto in
comodato gratuito alla Fondazione
di festa
in particolare il soprano Tania Bussi
e l’Ospite di onore, il basso Marco
Spotti, di fama internazionale,
oltre a diversi giovani studenti del
Conservatorio, di varie naziona-
lità, applauditissimi dal pubblico.
La coordinatrice e ideatrice dello
spettacolo è la prof. Lucetta Bizzi, questa iniziativa di beneficenza
docente del Conservatorio Arrigo volta a raccogliere fondi per finan-
Boito, soprano famoso nel mondo, ziare il servizio di fisioterapia, di
dove viaggia per tenere dei corsi. supporto psicologico e la formazio-
Anch’essa si è esibita con grande ne degli operatori operanti presso
successo. l’Hospice. Il pubblico ha apprezzato
Madre Alfonsina, all’inizio dello con entusiasmo la scelta dei brani
spettacolo, ha salutato e ringrazia- e l’ensemble dei professori del con-
to gli organizzatori e gli artisti che servatorio Arrigo Boito che hanno
si sono prestati gratuitamente per formato l’orchestra.
Medioli, virtuoso fisarmonicista
conosciuto anche in Inghilterra,
appartenenti al repertorio della Francia, Germania, Danimarca,
tradizione popolare, ideati per Svizzera, Pakistan, Yemen per i suoi
una orchestra di soli fiati, l’Antico concerti. Si è esibito anche il Coro
Concerto Cantoni (2 quartini, 1 o 2 “Novecentum” del CEM Lira di Par-
clarinetti, 2 trombe, 1 trombone, 1 ma, diretto dalla maestra Magda
bombardino, 1 basso tuba, 3 flicorni Palmieri. Tutti questi artisti si sono
e contrabbasso) per rallegrare con prestati titolo gratuito e il ricavato
valzer, polke e mazurche le feste dello spettacolo verrà utilizzato a
di ballo paesane. Il concerto si è beneficio dell’Hospice.
tenuto il 26 giugno con una par-
tecipazione numerosa e intensa di
oltre 700 persone. I protagonisti
del concerto, molto stimati dal
pubblico di Parma, sono il Maestro
Eugenio Martani (virtuoso solista
di quartino) e il Maestro Corrado
e conoscenti delle tre coppie che
hanno iniziato questo cammino:
Caritas di Parma, è Corrado e Alessia, Daniele e Clau-
stata inaugurata la dia, Pasqualino e Mary con i loro sei
“Casa Anna Miche- infaticabili bimbi.
li”, esperienza di
comunione di tre
famiglie fondata La decana delle Piccole
sul Vangelo per es-
sere “famiglie aper-
te e accoglienti an-
che verso i poveri”.
Una breve presentazione dell’espe-
rienza ha preceduto la celebrazione
eucaristica, presieduta dal Vescovo
Mons. Enrico Solmi e concelebrata
dal parroco don Fadani e da altri
presbiteri. La numerosa assemblea Auguri di cuore a sr Eurice che ha sof-
animata dal Coro della Parrocchia, fiato su ben 104 (non c’erano tutte!)
è stata vivacemente rallegrata da candeline, testimone di un cammino
numerose famiglie con bambini di fedeltà del Signore della Vita.
piccoli e da una schiera di amici
PICCOLE FIGLIE 9 APR. - SETT. 2018
 la famiglia cresce…
L’ anno 2018 si è rivelato un anno
fruttuoso per il ramo laicale della fami-
glia Religiosa non solo in Perù, che da
un po’ di anni ci sta abituando a questa
crescita, ma anche dall’Italia. Infatti il
Signore ha benedetto la nostra Associa-
zione con cinque nuovi membri dal Perù
che hanno fatto la loro aggregazione il
15 aprile nella Parrocchia di San Corrado
a Lima e con una nuova sorella dall’I-
talia, che ha fatto la sua aggregazione
nella sua Parrocchia di Noceto (PR), nella
festa del Cuore Immacolato di Maria il 9
giugno scorso. Tutte e due le celebrazio-
ni sono state occasione di gioia sia per
l’associazione sia per noi suore.
Diamo la Parola ad alcuni protagonisti di
questi eventi, perché siano loro stessi a
raccontarci questi due momenti di grazia
e di festa!
AGGREGAZIONE LAICALE
A LIMA
Juan Barraza Sanchez
È passato già un mese dalla Aggrega-
zione all’Associazione laicale alle Piccole
Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria che
ho fatto insieme a mia moglie e ad altri
tre fratelli, a Lima, il 15 aprile scorso.
Condivido con voi le motivazioni che
mi hanno portato ad assumere questo
impegno e di condividere con voi l’espe-
rienza di quella felice giornata. Quindi
mi metterò a scrivere quello che nasce
dal cuore e dalla memoria, cercando di
trascrivere con esattezza e tra-
sparenza quello che ho vissuto,
la mia esperienza personale.
Cosa mi ha portato ad abbrac-
ciare il carisma delle Piccole
Figlie? “Non siete voi che mi
avete scelto ma io o scelto voi”
(Gv 15, 16)
In ogni chiamata c'è prima e
risuona il mistero della volontà
di Dio e dell’amore di Dio per
ciascuno di noi. Penso che il “sì”
a questa chiamata è semplicemente un
lasciarmi abbracciare, un lasciarmi bacia-
re, un lasciarmi amare da Qualcuno che
trabocca in me, infinitamente, da Qual-
cuno che viene a me anche attraverso
altre persone, da Qualcuno che, parten-
do dal calore umano, da un legame, mi
chiama alla pienezza e alla felicità. Io
direi che è la bellezza dell’amicizia e di
una vita innamorata di Dio quello che
nel profondo mi ha sedotto.
Tu mi hai sedotto, Signore in una So-
rella Piccola della pastorale sociale che
mi donò una volta un golfino quando
soffrivo dal freddo sulla strada; Tu mi hai
sedotto, Signore, quando alcune sorelle
consacrate mi animavano e celebravano
il mio canto a Gesù nell’Eucarestia; Tu mi
hai sedotto, Signore, quando queste So-
relle si sono interessate alla mia
famiglia, alla mia vita, ai miei
figli; Tu mi hai sedotto, Signore,
nella grandezza dell’amicizia
convertita in solidarietà e aiuto;
Tu mi hai sedotto, Signore, per
i momenti di gioia, di vita, per
i piccoli dettagli di umili cuori,
dai gesti d’amore illuminato. E
io, ferito dalla freccia della bel-
lezza, ho intuito questa grande
verità sentita in tutto il mio es-
sere: nel fondo, il messaggio era
il messaggero che mi guardava
e mi parlava! Il messaggio era il
messaggero e questo messagge-
ro, alla fine, era lo stesso Cristo
trasfigurato, il Dio-con-noi! Il
messaggio erano gli occhi che
mi dicevano quanto ci amavano
e quanto importanti eravamo
per Lui, anche con i nostri limiti
e insufficienze.
Come ben mi diceva tempo fa
sr Gladys Lorca, in una delle sue
visite a Lima, questo era una
chiamata dentro la chiamata, al
di là dei miei impegni nel canto
liturgico, nella pastorale della
salute e i significativi scambi
con gli amici della parrocchia;
questa nuova chiamata mi in-
vita al calore di una comunità
concreta, ad un modo partico-
lare di vivere e di assaporare il
Vangelo attraverso una spiritua-
lità segnata dalla piccolezza, ad
imparare che l’amore traboccante del
Signore mi spinge alla crescita attraverso
altri fratelli con le loro particolarità e
diversità, ma come fratelli nell’amore
di Cristo.
Come direbbe Madre Eugenia “ricono-
PICCOLE FIGLIE 10 APR. - SETT. 2018
scendo la voce della mia propria vocazio-
ne” semplicemente e con gioia ho detto
sì, un felice “fiat” a un Dio che umilmen-
te mi chiama per baciarmi, abbracciarmi,
benedirmi, per farmi uno con Lui come
anima pressa dal suo amore!
Per tutto questo felice processo vorrei
ringraziare in modo speciale Suor Lu-
igia Bonatti, responsabile della nostra
preparazione all’Aggregazione. Lei ci
ha preparato e formato attraverso la
lettura di libri e di incontri formativi ma
quello che ha fatto con noi, forse anche
senza rendersi conto, è stato che ci ha
fatto sperimentare il Vangelo dell’In-
carnazione attraverso la sua pazienza,
tenerezza, energia, arte, sensibilità per
testimoniare quella fede della quale lei
stessa parla come quegli innamorati che
sono abbagliati da coloro che amano,
dal loro Amato!
Come ricordo il giorno della mia Aggre-
gazione? E videro la sua gloria e disse
Pietro a Gesù: Maestro, è bello per noi
restare qui. (Lc 9, 33)
Del giorno della nostra aggregazione,
la domenica 15 aprile di quest’anno, io
conservo il più vivo ed indimenticabile
ricordo. Sono quei giorni di fraternità
e celebrazione che ci dona il Signore
perché li ricordiamo come prova del suo
amore traboccante che ci fa cantare ed
esultare di gioia.
È stata una giornata tutta segnata dal
calore di una comunità che accompagna:
dalla lectio che ci ha preparato il cuore e
aperto l’intelligenza per abbracciare in
pieno l’Eucarestia; dal simbolismo di una
celebrazione liturgica con momenti pie-
ni di significato come la Aggregazione
stessa; dal bel canto alla nostra Madre
Maria chiedendole che possiamo, come
lei, accogliere il mistero di Gesù tra noi;
dal pranzo e dalla festa piena di entusia-
smo e generosa partecipazione di coloro
che hanno condiviso il meglio dei loro
doni e del loro servizio. Come dimenti-
care tutto ciò? I violini dei miei figli che
suonavano musica italiana, le colorite

danze fatte dai fratelli di Huacho, i canti
con musica folclorica peruviana e il ballo
improvvisato delle Piccole, il luminoso
pranzo preparato dalle nostre sorelle
con tanto amore e generoso spirito di
comunità. Come dimenticare il lavoro
nascosto e disinteressato dei nostri cari
fratelli e sorelle Aggregati?
Come dicevo una volta quando ho avuto
la possibilità di cantare in una Veglia Pa-
squale: La vita ci dona a volte momenti
che per la loro intensità e significato
sono indimenticabili e meravigliosi, mo-
menti pieni di fraternità nei quali il mi-
stero di Dio irrompe, abbraccia, rallegra,
ci “fa uno”; momenti che sono come
un lampo in cui la luce di Dio viene ad
illuminare le nostre fragili e precarie
esistenze, rivestendole della sua eternità
ineffabile. Momenti, giorni come quel
15 aprile pasquale, giorno della nostra
Aggregazione laicale alla famiglia delle
Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e
Maria. Giorno in cui il Signore ci ha ac-
colto, ci ha preso tra le sue braccia e ci
ha messo sul suo petto! Gloria a Te, mio
Dio, venga a noi il tuo Regno!
Dall’amore di Cristo.
CON UNA PROSPETTIVA
DIVERSA
Sabato 9 giugno 2018 nella
Parrocchia di Noceto (Parma),
nel giorno della festa del
Cuore Immacolato di Maria,
c’è stata l’aggregazione della
sig.ra Beatrice Riccardi.
Beatrice appartiene alla co-
munità di Noceto, è sposata
ed ha una bella famiglia.
Dopo aver conosciuto la no-
stra Associazione laicale ed
aver fatto un cammino di
preparazione, ha scelto di en-
trare a far parte della famiglia
delle Piccole Figlie come sorella laica.
Chiediamo a lei i motivi di questa scelta:
Come hai conosciuto l’Associazione
laicale delle Piccole Figlie?
Vorrei iniziare facendo riferimento alle
parole del fondatore, don Agostino
Chieppi: “È Dio che ci invita ed è a
nome del Signore che io dico a voi...
datevi interamente ad amare, e sull’ali
dell’amore, ad onorare il Cuore di Gesù
Cristo”. Credo che il Signore mi abbia
invitato a far parte di questa bellissima
famiglia quando, durante una visita
canonica nella mia parrocchia, ho cono-
sciuto la Madre Generale della Congre-
gazione delle Piccole Figlie, sr Alfonsina
Mazzi, insieme alla Vicaria suor Gladys
Lorca Miranda. In questa occasione ho
saputo dell’esistenza dell’Associazione
laicale delle Piccole Figlie.
Sono trascorsi due anni e mezzo da al-
lora e, durante questo periodo, ho fatto
un cammino di preparazione personale
attraverso meditazione su testi della
Bibbia e degli scritti del fondatore.
Ho condiviso incontri di spiritualità con
sorelle e fratelli laici e con le suore,
vivendo dei giorni molto intensi di pre-
ghiera agli Esercizi spirituali a Fornovo
(PR).
Per me è come aver trovato una famiglia
da cui mi sono sentita accolta fin dal
primo istante: non mi sono mai sentita
una sconosciuta, anche se nel mio cuore
da principio avevo paura di non meritare
tutto questo.
Ma in questo cammino ho capito che
Colui che mi ama stava preparando una
strada “disegnata” per me e che dovevo
solo lasciarmi amare da Lui e seguire il
percorso che mi stava indicando.
Che cosa ti ha colpito di più del Ca-
pace con me stessa e a sentire l’amore
risma delle Piccole Figlie?
di Dio per me. Così ho capito che que-
sta era la mia strada e ho continuato
Vorrei citare un passo tratto dalla let-
a proseguirla fino al giorno del rito di
tera ai Filippesi: Coltivate in voi questi
aggregazione. Vorrei poter riuscire a
sentimenti che furono anche in Cristo
spiegare, con queste mie parole, quanta
Gesù, il quale, essendo per natura Dio,
emozione e quanto amore verso Dio c’e-
non stimò un bene irrinunciabile l’esse-
rano in me il giorno dell’aggregazione!
re uguale a Dio, ma annichilì se stesso
prendendo natura di servo… Leggendo
Che cosa è cambiato nella tua vita
questo brano ho capito cosa non funzio-
con questa scelta?
nava nella mia vita. In quel momento ho
capito che spesso mettevo l’io davanti a
La mia vita è cambiata perché la guardo
Dio e per questo non ero mai soddisfatta
da una prospettiva diversa. Penso a Dio
ed ero piena di timori per me e per la
non solo come a un padre ma come a un
mia famiglia. Così in questo cammino ho
“papà” che mi ama incondizionatamen-
imparato anche l’umiltà e l’affidamento
a Dio e ho capito che, se chiedo miseri- te e che vuole starmi accanto, nonostan-
cordia a Dio, devo essere misericordiosa te tutti i miei errori e le mie mancanze.
con gli altri. Un papà che mi parla attraverso le
Scritture, che mi consola e mi consiglia.
Per quale motivo hai scel- Ho potuto riscoprire la bellezza di es-
to di fare l’aggregazione? sere figlia e di rivolgermi a Maria come
mamma e invocarla con la bellissima
Quando ho iniziato il cammi- preghiera del Rosario. Il mio proposito
no associativo, mi sono resa è quello di riuscire a dare agli altri tutto
conto che, al mio ritorno a ciò che Dio ha dato a me. Mi piacerebbe
casa, ero più gioiosa, serena, che altre persone, leggendo queste mie
come appagata da qualcosa parole, possano sentire il desiderio di
che non sapevo spiegare. avvicinarsi a questa famiglia religiosa.
Con l’esperienza degli Esercizi Vorrei concludere con un brano tratto
spirituali questa sensazione si dall’ultima esortazione apostolica di
è moltiplicata e ha trovato la Papa Francesco “Gaudete et exultate”,
risposta in Dio che, attraverso indicatami da sr Gladys, che io sento
la sua croce, trasforma il dolore in gioia. possa appartenermi: “Voglia il cielo
Sono riuscita finalmente a sentirmi in che tu possa riconoscere qual è quella
parola, quel messaggio di Gesù che Dio
desidera dire al mondo con la tua vita.
Lasciati trasformare, lasciati rinnovare
dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e
così la tua preziosa missione non andrà
perduta. Il Signore la porterà a compi-
mento anche in mezzo ai tuoi errori e
ai tuoi momenti negativi, purché tu non
abbandoni la via dell’amore e rimanga
sempre aperto alla sua azione sopranna-
turale che purifica e illumina”.
Ringrazio veramente con tutto il cuore
questa Famiglia di cui da oggi faccio par-
te. Sono sicura che dovrò ancora cammi-
nare tanto, ma sono anche convinta che
in questo cammino sono in compagnia
di tutti coloro che ne fanno parte.
PICCOLE FIGLIE 11 APR. - SETT. 2018
 PELLEGRINAGGIO
ASSOCIAZIONE LAICALE
ROMA
Domenica 13 maggio, giorno dedicato
alla Madonna di Fatima e festa della
mamma, abbiamo deciso di destinare il
pomeriggio a Maria nostra madre cele-
ste. Quale migliore idea se non quella di
visitare alcune Chiese Mariane?
Così in una Roma calda e assolata, in-
vasa da migliaia di turisti, ci siamo dati
appuntamento in Piazza Mignanelli
dove c’è la colonna dell’Immacolata
che l’8 dicembre di ogni anno riceve
l’omaggio del Santo Padre, secondo una
tradizione tanto cara al popolo romano.
Da lì, siamo andati a Sant’Andrea delle
Fratte, bellissima chiesa del Borromini
dove sono custoditi due bellissimi angeli
del Bernini. Lì si venera la Madonna del
Miracolo, così chiamata in seguito alla
prodigiosa apparizione dell’Immacolata
SR GIORGIA BELLEDI
Parma 25.05.1929
> Parma 27.05.2018
Sr Giorgia ha concluso il suo cammino
terreno la domenica della festa della
SS. Trinità. Era nata a Parma nel 1929
ed era entrata nella Congregazione
nel 1951. Fece la prima professione nel
1954. Diplomatasi all’Istituto Tecnico
Femminile presso la nostra scuola Casa
Famiglia, ha prestato servizio come
insegnante di sartoria e poi di educa-
zione tecnica nella stessa scuola Casa
Famiglia dal 1955 al 1962 poi a Roma,
presso la Scuola Anna Micheli dal 1962
al 1985. Trasferitasi a Parma, in Casa
Madre, dapprima come superiora e poi
dal 1991 come portinaia, vi è rimasta
fino al 2014, quando, per malattia, si è
trasferita a Villa Chieppi.
Persona di carattere piuttosto riser-
vato, gentile, amante della cultura,
precisa, è stata definita “una indimen-
ticabile insegnante” capace di “tra-
smettere con amore e passione”le sue
conoscenze.
L’ultimo periodo è stato segnato dalla
sofferenza, vissuta nella fede, con lu-
cidità fino alla fine. Nel 2009 scriveva:
“Gesù molti segni mi dicono che la ma-
lattia non è lontana… ti chiedo la forza,
tu conosci molto bene la mia estrema
debolezza, la mia incapacità a soffrire.
Aiutami, te lo chiedo attraverso Ma-
ria. Ti chiedo perdono di tutti i miei
peccati...
Madonna dell’Archetto, delizioso gioiel-
lo per gli occhi e per l’anima. Qui in un
clima di grande raccoglimento abbiamo
concluso con una preghiera a Maria
Santissima Causa Nostrae Laetitiae, il
piacevolissimo pomeriggio, trascorso
in armonia di amicizia e fratellanza fra
storia, arte e fede. Un grazie particolare
alla Presidente Rosanna e ad Alessandra
la nostra guida.
ad un ebreo convertitosi poi alla fede
cattolica. A poca distanza abbiamo rag-
giunto poi Santa Maria in Via, chiesa
dedicata alla Madonna del Pozzo. Que-
sto Santuario è considerato dai fedeli la
Piccola Lourdes per la presenza di una
fonte miracolosa.
Per finire, attraversando la maestosa
Piazza Fontana di Trevi abbiamo rag-
giunto il più piccolo Santuario Mariano
in Roma, la minuscola cappella della
Tu sei misericordia… Ti offro ogni istante SR GIOVANNA CAVATORTA
di sofferenza secondo le tue intenzioni Parma 00.00.1946
per la salvezza del mondo intero, che > Parma 00.00.2018
nessuno si perda. Amen”.
Sr Gladys Lorca testimonia: “Di sr Gior-
gia, mi ha colpito come abbia saputo
passare con tanta semplicità e umiltà
dal ruolo di responsabile, a quello di
portinaia……
Mi colpiva ancora la sua finezza e il suo
amore per la cultura e, a questo pro-
posito, ricordo che quando si trasferì
Nata a Parma nel 1946, dopo tre anni
a Villa Chieppi, benché la sua malattia
di “Scuola apostolica” (era un percorso
fosse abbastanza avanzata, chiese un
formativo-vocazionale per giovanissime
registratore perché aveva delle cassette
che prevedeva la convivenza in colle-
con ritiri spirituali, riflessioni, conferen-
gio presso la Casa Madre) era entrata
ze varie.
nella Congregazione nel 1961, a soli 15
All’inizio mi sorprese la richiesta, ma
anni. Seguiva così le orme delle sue due
poi ho capito: aveva trovato un modo
zie materne sr Carolina e sr Giuseppina
per coltivarsi, tenersi viva, anche nelle
Bacchi. Emise i voti temporanei nel
sue condizioni precarie di salute.
1964. Diplomatasi all’Istituto Magistra-
Sr Giorgia, come tante delle nostre
le nel 1968, ha prestato servizio come
sorelle, fa parte del ricco patrimonio
maestra di scuola elementare presso
di quella santità della porta accanto di
l’Istituto “Anna Micheli” a Roma dal
cui parla Papa Francesco in Gaudete et
1969 al 1982. La sua vita è poi stata se-
Exultate al n° 7, santità di quelli, cioè,
gnata da problemi di salute, per cui dal
che “vivono accanto a noi”.
1983 si è ritirata in Casa Madre dove si
Ricorderò di te sr Giorgia soprattutto
è dedicata a servizi interni alla comuni-
i tuoi occhi spalancati, belli, luminosi,
tà. Le sorelle attestano che era persona
quando il tuo corpo ormai era già con-
buona e disponibile, umile e semplice,
sumato dalla sofferenza, in quei occhi
riservata, amante della preghiera e del-
si coglieva l’abbandono e la fiducia, se
la lettura di testi di spiritualità. Colpita
poi, si sussurrava l’Ave Maria, specie
da ictus, dal 2009 si è trasferita a Villa
negli ultimi giorni, una lacrima li fa-
Chieppi dove è stata curata con amore
ceva ancora brillare più intensamente,
dalle sorelle, ricambiate dal suo sorriso
sembrava dicessero: ormai voglio solo
gioioso con cui accoglieva le cure e
andare in cielo”.
tutti coloro che andavano a trovarla. La
Ringraziamo il Signore per il dono di
affidiamo al Padre dei piccoli e poveri,
sr Giorgia, per la sua offerta silenziosa
perché la accolga nella gioia senza fine
in unione a Gesù. Ringraziamo anche
del suo Regno.
tutte le persone che in questi anni di
malattia l’hanno curata a Villa Chieppi ABITARE IL CIELO
con tanto amore e dedizione. Il Signo-
re tutti ricompensi e accolga questa > 18 febbraio 2018 muore Pavarelli Ines
mamma di sr Rosa Marmiroli
sua serva nel regno dei beati, come lei
ardentemente sperava. > 9 agosto 2018 muore Nelson Lorca Paredes
padre di sr Gladys, per anni
impegnato nel mondo del calcio
con la squadra O’Higgins FC che
gli ha reso omaggio prima della
partita.
PICCOLE FIGLIE 12 APR. - SETT. 2018