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Roma 2006
INTRODUZIONE
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1
«Die Sanftmut des Königs entspricht einem wichtigen Zuge im Bild Jesu bei
Matthäus»: W. TRILLING, «Der Einzug in Jerusalem. Mt 21,1-17», 1963, 305.
2
Ci riferiamo allo studio di G. BORNKAMM – G. BARTH – H.J. HELD, ed., Über-
lieferung und Auslegung im Matthäusevangelium, 1960, 19654. Utilizziamo nel nostro
lavoro l’edizione inglese: Tradition and Interpretation in Matthew, 1963, 19822.
3
«Auffallen muß zunächst die starke Betonung, die die Niedrigkeit Jesu — bei aller
Steigerung seiner Hoheit — erfahren hat»: G. BARTH, «Das Gesetzesverständnis», 117.
4
Per una visione più generale di questa indagine terminologica, rimandiamo a G. DE
VIRGILIO, «La valenza teologica», 410-414.
5
Ancora 1x in 1 Pt 3,4 senza riferirsi a Gesù. Il sostantivo prau<thj — assente nei
Vangeli — è frequente nelle lettere paoline (8x), con qualche risonanza nelle altre
lettere del NT (3x). In 2 Cor 10,1 Paolo parla esplicitamente della mitezza (prau<thj) e
della mansuetudine (evpieikei,a) di Cristo.
6 «PERCHÉ IO SONO MITE E UMILE DI CUORE»
Cristo con una bella endiadi, prau<j kai. tapeino,j6, con una formula di
auto-rivelazione (11,29).
Partendo da questa indagine preliminare di tipo lessicale e andando
avanti nella ricerca, ci siamo trovati di fronte a dati che confermavano l’in-
tuizione iniziale. Nella più lunga citazione dei canti del servo di Jhwh che
si trovi nei Vangeli, Matteo presenta l’opera di Gesù prendendo a modello
il servo del Signore di Is 42,1-4 (cf. Mt 12,18-21). Questa citazione viene
inserita per giustificare il ritiro di Gesù dall’attività pubblica e la proibi-
zione, fatta ai guariti, di manifestarlo agli altri (12,16-17). L’aspetto insoli-
to di questo evento è che Matteo non ha, nel suo Vangelo, il dato teologico
del «segreto messianico» che si trova, invece, in Marco. Che funzione ha
dunque l’ordine di Gesù? L’ipotesi è che Matteo rilegga il segreto mes-
sianico di Marco alla luce dell’umiltà del Cristo, come aveva già intuito
G. Barth7. Il recente commentario di A. Mello ha ripreso il concetto: «il
segreto messianico diventa, in Matteo, una questione di mitezza e umiltà
(cf. 11,28-30)»8.
Questa visuale cristologica non poteva non avere ripercussioni nel
campo ecclesiologico perché, fra l’altro, nel Primo Vangelo, cristologia ed
ecclesiologia si corrispondono come in nessun altro Vangelo. Abbiamo,
così, proseguito nella ricerca e ci siamo resi conto che, in Matteo, la rivela-
zione del Regno è destinata ai praei/j (5,5) e ai nhpi,oi (11,25) — e non ai
sofoi, ed ai sunetoi, (11,25) — perché Gesù, prau<j kai. tapeino.j th/|
kardi,a|, costituisce il modello del primo destinatario della rivelazione
divina (cf. 11,27). E ancora: sebbene non sia stato Matteo il primo
evangelista che ha applicato al discepolato l’immagine del paidi,on (cf. Mc
10,15), certamente però è lui a caratterizzare il paidi,on come colui che si
abbassa (18,4). La tapei,nwsij in Mt caratterizza l’immagine dei discepoli
(18,4), perché essa qualifica anzitutto l’immagine di Gesù (11,29),
contraddistinguendo la comunità cristiana rispetto al modello farisaico
(23,12). In questo modo l’abbassamento e la piccolezza diventano una
condizione senza la quale è impossibile appartenere al Regno. Non è un
caso che, in Matteo, sia il sostantivo paidi,on che il verbo tapeino,w siano
rapportati all’ingresso dell’uomo nella basilei,a (Mt 18,3-4)9.
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6
In Paolo i due sostantivi corrispondenti si trovano insieme riferiti ai cristiani, ma
non a Cristo: Ef 4,2 e Col 3,12.
7
G. BARTH, «Understanding of the Law», 123, n. 2.
8
A. MELLO, Evangelo secondo Matteo, 1995, 222.
9
La Bibbia CEI (19973) traduce tapeino,w con «farsi piccolo».
INTRODUZIONE 7
2. Status quaestionis
Ci siamo resi subito conto che, nonostante i diversi e buoni studi
esistenti sull’uno o l’altro testo di Matteo, nessuno di essi offriva un’imma-
gine esaustiva dell’importanza che il Primo Vangelo conferisce alla catego-
ria teologica, cristologica ed ecclesiologica della mitezza.
Soprattutto negli ultimi dieci anni, sono stati spesso studiati ora l’uno ora
l’altro dei testi matteani che contengono il motivo della mitezza-umiltà di
Gesù, ma, per quanto ci risulta, non esiste finora una monografia con uno
studio comprensivo dell’argomento.
Negli anni ottanta D.J. Verseput ha pubblicato una monografia, dal titolo
The Rejection of the Humble Messianic King. A Study of the Composition
of Matthew 11-12, EHS.T 23, Frankfurt a.M 1986. Lo studio riguarda i cap.
11-12 del Vangelo di Matteo da un punto di vista redazionale. L’accento
dell’autore è sul dramma rappresentato dal rifiuto di Israele all’appello del
Salvatore misericordioso. Un rifiuto che comporta il giudizio su «questa
generazione» e l’assunzione dei discepoli di Gesù come la vera famiglia di
Dio (p. 8).
[…]
Titolo 2
Titolo 3
PRIMA PARTE
tiva e una discorsiva. Questa ipotesi è stata abbandonata, perché difficilmente si può
dimostrare che il vangelo di Matteo sia una nuova Torah scritta in polemica con il
giudaismo, e perché di fatto la struttura non rispetta il processo narrativo. La seconda
ipotesi, quella proposta da J.D. KINGSBURY, si basa su due cesure che si trovano in 4,17
e 16,21: VApo. to,te h;rxato o` VIhsou/j. Esse permettono di dividere l’opera matteana
in tre parti: I (1,1–4,16): Presentazione di Gesù nella storia delle origini; II (4,17–
16,20): Missione di Gesù; III (16,21–28,20): Passione, morte e risurrezione di Gesù.
Nonostante questa ipotesi sia criticata da alcuni studiosi (cf. DAVIES – ALLISON,
Matthew, I, 61), essa rispetta il processo narrativo e ci sembra fino ad oggi la più valida.
Noi la seguiremo e per le sue articolazioni ulteriori rimandiamo a M. GRILLI, «Matteo»,
2310-2311.
12
In passato la maggior parte degli esegeti consideravano i primi due capitoli, come
il prologo; ce ne sono altri che espandono il prologo fino al capitolo quattro. Cf. U. LUZ,
Theology, 22; J.D. KINGSBURY, Matteo, 53; E. KRENZ, «The Extent of Matthew’s
Prologue», 409-414.
13
Questi racconti sono denominati comunemente «vangelo dell’infanzia» (Mt 1–2;
Lc 1–2).
14
Cf. M. GRILLI, «Matteo», 2310.
15
Cf. b. San 97a-98a; SalSalom 17,21-35; 18,5-9; anche cf. Is 11,10; Ger 23,5;
33,15.
CAP. I: IL BANDITORE DEL REGNO AI POVERI 13
[...]
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16
Per enfatizzare questo fatto Matteo inserisce nella genealogia i quattro nomi delle
donne di origine straniera: Tamar, la Cananea o aramea; Rahab, la Cananea; Rut, la
Moabita; Bersabea, l’hittita. Anche i magi, nel racconto della nascita di Gesù, sono visti
in questa prospettiva. Matteo riprende questo motivo nella conclusione del suo Vangelo,
con la commissione del Messia esaltato e potente di fare discepoli tra tutti i popoli
(28,18-19).
17
Cf. U. LUZ, Matthew 1-7, 38; DAVIES – ALLISON, Matthew, I, 161-165.
SIGLE E ABBREVIAZIONI
[...]
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BIBLIOGRAFIA 289
[...]
INDICE DEGLI AUTORI
PREFAZIONE .................................................................................................. 7
INTRODUZIONE .............................................................................................. 9
1. Ragione e scopo della ricerca ................................................................... 9
2. Status quaestionis ..................................................................................... 11
3. Metodo e piano di lavoro ......................................................................... 12
3.1 Prima parte: analisi dei testi ................................................................... 13
3.2 Seconda parte: sintesi teologica ............................................................. 16
PARTE I
DALLA GALILEA A GERUSALEMME
IL CAMMINO DEL MESSIA MITE E UMILE DI CUORE IN MEZZO AL SUO POPOLO