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Legatura in occasione del battesimo

Quando si porta un neonato a battesimo, tra le fasce di esso si nasconde un ferro calamitato
di cavallo. Chi ne ha l’interesse, stando in disparte, attende che il sacerdote battezzatore
pronunzii il nome del neonato (si tratta di maschio, s’intende): ed allora pronunzia il nome
della persona alla quale vuol fare la legatura. Così il ferro calamitato è battezzato.

Questo ferro però "deve mangiare" e per mangiare lo si mette in mezzo alla limatura di
ferro, e si avvolge portandolo addosso. Ogni qualvolta si vuol avere o vedere la persona
amata, la si chiama, ed essa comparisce. (Palermo).

Sacchetto magico

Qui va notato un sacchetto dalla forma esteriore simile a quello "di li cosi santi," nel
capitolo degli Ex voto; ma ben diverso nel contenuto. In questo sacchetto è chiuso un nastro
giallo, composto a foggia di cavalluccio marino, uno spago con molti nodi, per legare a chi
porta il sacchetto le persone alle quali essa vuol bene; varî fili di seta a colori diversi, ai
quali di tratto in tratto sono raccomandati dei polizzini di carta con nomi di persone care; e
insieme con questi oggetti la seguente formula scongiuratoria:

Marcu, San Marcu,

Sangu di Cristu,

Hâ’ ’ttaccari a tutti comu un Cristu

Quannu iju a l’agunia;

Tri fila di capiddi di la Vergini Maria

Attacca a tutti

Cu’ havi a fari mali a mia.

Vampa d’amuri e ciamma d’amuri

 mè patruna e ô mè patruni,

A mia e a tutta quanta la cumpagnia.

Stilla di la vera luci:


Va nn’ ’â mè patruna e nu’ ’u mè patruni

E cci jetti tri buci:

Cu’ sa chi cci abbinni

Ca ancora nun vinni?

Rusidda ti cumanna

E tu mi l’hâ’ fari:

’U mè patruni e a’ mè patruna

Pi l’oricchia l’hâ’ pigghiari,

A li me’ peri mi l’hâ purtari.

Scongiuri Cilentano
April 29, 2010

La lunga serie di "scongiuri"sono retaggio della superstizione, ma anche dell'ultima traccia


del mondo pagano-medioevale. Le forze della Natura sono viste come maligne o benigne, a
seconda se arrecano malanni o portano bene. Queste ultime, che di solito si identificano coi
Santi protettori, sono invocate; le altre invece vengono allontanate per mezzo di oggetti
comuni (forbici, falce, olio, ecc.) sui quali si scarica la loro forza maligna. L'oggetto, di
solito un arnese legato alla coltivazione, viene scagliato lontano o bruciato o sotterrato; tre
momenti questi che racchiudono le simbologie classiche della Natura: la forza vitale che
viene dalla terra e che può arrecare danno, ad essa deve tornare mediante l'allontanamento
dallo spazio abitato (la casa) o la distruzione (fuoco, sotterramento).

Ecco lo scongiuro contro il malocchio (9) che serve ad individuare la presenza di una
"fattura". La pratica è diffusissima ancora oggi: si appresta un piatto con dell'acqua e in
esso si fanno cadere alcune gocce di olio prese col dito da una candela accesa. Mentre il
maluocchiàto (= colui che ha subito la fattura) tiene una mano sul piatto, si pronunziano
queste parole, scaraventando lontano le furfucèdde ( = forbici). <b>Se le gocce d'olio si
allargano, vuol dire che il malocchio c'è; allora si procede ad altre formule più segrete</b>,
(anche per noi) perché si crede che rivelandole vada perduto tutto il loro potere:
Uocchio, maluocchio,
furfucèdda all'uocchio:
schiatta la mmiria
e crepa lu maluocchio.
Uocchio, maluocchio,
chi tène mmiria pozza schiattaràre.
L'accètta ogni male annètta;
'a ronca ogni male stronca.
Santu Rumìnico àuto e forte
tre cose peggio cummannàva:
lu freddo, la frève
e la roglia re capo.
Re capo 'i pigliava
e nterra 'i ghittàva.
(si ripetono i primi sei versi e poi si conclude):
Dio ci liberi da ogni povero cristiano!

Ecco una variazione della precedente con la quale si invoca la fonte della Vita ed il
momento della nascita di Cristo per togliere il malocchio dal figlio (10):

A Bettellèmme è nato nu figlio,


senza rulùri l'ha fatto la mamma:
bella la mamma, bello lu figlio,
lèvami l'Uocchio ra coppa a stu figlio!

Gli scongiuri contro i malanni fisici giungevano ad essere specifici per ogni male; ecco
quello contro un comune mal di pancia nel quale vengono invocate tutte le forze naturali e i
legami più sacri, come quello del matrimonio (11):

Giesù passào, repòsa cerco;


buono marito, strèma muglièra;
acqua bagnata, Sacramento nturriàto
fa passà la panza a…
ca Giesù l'ha ccumpagnàta!

Ed ecco ora lo scongiuro contro la mmiria (= invidia) considerata la causa prima di ogni
malanno (12):

Fui, mmiria, uocchio sicco,


và vattìnne mbieri n'arbero sicco;
porto na sguarrèra e t'assìcco;
porto fàuci, accette e ronchi
pi taglià novi mali ntrùnchi.
Santo Francisco, monaco re Cristo,
salvati l'uocchio a chisto
cume salvasti li cinco piàe ri Gèsu Cristo.
Gièsu Cristo vivo, Gièsu Cristo morto,
Gièsu cristo resuscitato.

Le tempeste erano la disgrazia più grave per un contadino: la Tradizione Orale tramanda
molti racconti nei quali l'intero raccolto andava perduto (13). Allora la paura di una
punizione che veniva dal Cielo, era lenìta con invocazioni ai Santi e alle Forze Naturali.
Nello scongiuro contro la rattrumènta (= grande tempesta) viene invocato San giovannnnni,
l'autore dell'Apocalisse, e il sangue di San Gennaro (14):

San Giovanni mio nù dòrme,


nitri nuvole so asciute:
una r'acqua, n'auta re viento,
n'auta porta na rattrumènta.
Acqua, Viento e Rattrumènta
và vattìnne into a nu vosco scuro,
addùvi nù canta 'allo
e nù praticano fatiatùri.
Innàro mio ri Napuli,
sì ri Napuli uardiàno,
cu lu sangu ri la tua testa
Dio nci liberi ra ogni timpèsta!.

Infine ecco un brano che rappresenta un momento caratteristico della cultura contadina.
Durante i temporali il "pater familias " recitava questo scongiuro per allontanare la caduta
dei fulmini; la Madonna e santa Barbara, padrona dei fulmini, diventano qui divinità
personificate e umanizzate. La caratteristica forma di religiosità della prima parte, cede il
posto, negli ultimi versi, allo scongiuro vero e proprio affinché le Forze della Natura
scarichino la loro violenza in zone disabitate (15):

Santa Barbara jia pe mare,


nun se mbunnìa, nun se bagnava.
Le scuntào Santa Maria:
"ddu vaje, Barbara mia?".
"Vào accugliènno li tròna e li lampa,
ca Dio nce libara a tutti quanti!
Ca nun sia mai, avessero carère,
a ddu nù loce luna,
a ddu nù nce so piccole criatùre!".
Tròna e lampa fatti arràssa,
ciento miglia e ciento passi!.
9) Ascoltato a Cannicchio dalla voce della Sig.ra Olimpia Rascio; trad.:

"Occhio e malocchio / forbici all'occhio / crepi l'invidia / crepi il malocchio / Occhio


malocchio / chi ha invidia possa crepare / La scure ogni male taglia / la roncola ogni male
recide / San Domenico alto e forte / tre cose peggiori dominava / il freddo, la febbre / e i
forti mal di capo / Li afferrava dalla testa / e li restituiva alla terra".

10) Ascoltato a laureto dalla voce della Sig.ra Rosa Villano; trad.:

" A Betthelemme è nato un bambino / senza dolori l'ha partorito la madre / bella è la
mamma, bello è il figlio / togli il malocchio da questo mio figlio".

11) Ascoltato a laureto dalla voce della Sig.ra Maria Bianconelli Felicia; trad.:

"Gesù passò, riposo cercò / un buon marito, una cattiva moglie / acqua bagnata, Sacramento
esposto / fà passare il mal di pancia… / che Gesù l'ha accompagnata".

12) Ascoltato a Roccagloriosa dalla voce della Sig.ra Carmela Coraggio; trad.:

"Và via invidia, occhio malefico / vattene ai piedi di un albero secco / porto una grossa
falce e ti uccido / porto falci, scuri e roncole / per recidere nove mali decisamente / San
Francesco, monaco di Cristo / salvate la buona salute a costui / come riceveste le cinque
piaghe di Cristo / Gesù Cristo vivo, morto e resuscitato".

13)Vedi Viaggio nel Cilento, op. cit., alla voce "Orria".

14) Ascoltato a Roccagloriosa dalla voce della Sig.ra Carmela Coraggio; trad.:

" San Giovanni mio non dormire /


nere nuvole sono uscite / una che porta la pioggia, un'altra vento / e un'altra una tempesta /
Acqua, Vento e Tempesta / vattene in un bosco buio / dove non canta il gallo / e non vi
praticano lavoratori / Gennaro mio di Napoli / sei di Napoli il guardiano / con il sangue
della tua testa / Dio ci liberi da ogni tempesta".

15) Ascoltata ad Acciaroli dalla voce della Sig.ra Amina Fedulla; trad.:

" Santa Barbara andava per mare / non si bagnava, non si bagnava / La incontrò Santa
Maria : / " Dove vai Barbara mia?" / Vado raccogliendo tuona e fulmini / che Dio ci liberi
tutti quanti! / Che se dovessero cadere, non sia mai / (cadano) dove non canta il gallo / dove
non risplende la luna / dove non vi abitano bambini / Tuoni e fulmini allontanatevi / cento
miglia e cento passi".
http://www.ilpaeseonline.it/agosto2003/agosto25.htm

Rue
(s)congiuri

contro le scottature
April 27, 2010

Tutti li cani di la canarìa

Arderu ’u focu duminicarìa;

Lu Signuri passau,

Lu focu astutau.

Diu ti salvi, o Maria, vergini e pura!

La carni cotta hâ ddivintari crura!

Versione: Tutti i cani della canarìa – accesero domenica il fuoco. – Passò il Signore, –
spense il fuoco. – Dio ti salvi, o Maria, vergine e pura! – Possa la carne cotta diventare
cruda!

Si recita tre volte il giorno e per tre giorni di seguito, sputando ogni volta sulla parte
scottata. (Acicastello)

http://librarsi.comune.palermo.it/librarsi/cms/librarsi/polo/index.html

Rue
(s)congiuri

contro i mali d’occhi


April 27, 2010

Lucia, Lucia
Spiaggia spiaggia di mari jìa;
La scuntrau Gesù e Maria,
Cci dissi: – Dunni va’, Lucia?

– E dunni hê jiri, Maria?

Sugnu spersa e nun sacciu la via.

Havi tri jorna e tri notti,


Ch’haju duluri ’nta l’occhi,
Chi nun pozzu cuitari.

– Pirchì ’un vinivi unni mia?

– E cu’ lu sapia, Maria?

– Ti nni vai ’nta lu mè ortu,


Cogghi birbena e finocchi,
Cci passi ogni tri uri,
Chi ti passa lu duluri
Senza pinni e senza lizzu,
Tagghi purpu e pannarizzu.

E poi si fa il segno della croce sulla palpebra. (Mazzara).

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Rue
(s)congiuri

contro la febbre del pelo (pilu di minna).


April 27, 2010

a) San Giusippuzzu do ’n balcuni stava:

Passanu tri zitidduzzi ca jèvunu all’acqua.

– Ch’aviti ca riditi e strarriditi?

– Jabbu di la me varba vi faciti?


Un pilu d’ ’a mè schirma,

Si ni va d’’a vostra minna?

Non putiri ripusari,

Mancu ’i figghi saziari!

– Matri! non ridemu e mancu strarridemu,

Jabbu di la vostra varba non facemu,

– Annunca, putiri ripusari

E ’i figghi saziari.

Quindi, con un pettine, si finge di pettinare la mammella. <i>(Castiglione)</i>.

b) Si pronunziano sommessamente le parole che seguono:

Lu vecchiu Citranu pi lu munnu jia;

Tri parma era longu, e tri parma di varva avia,

Passanu du’ cummari,

Chi jianu a lavari,

Si nni rideru e si nni dirrideru,

E gabbu si nni faceru.

Iddru cci dici: – Vi nni riditi, e vi nni dirridi!

E gabbu vi faciti?

(Pi) un pilu di la varva mia,

Puzziri mòriri vui e la criatura!


– Niatri ’un ni nni ridemu,

E mancu ni nni dirridemu,

E mancu gabbu ni nni facemu.

– Giacchì ’un vi nni riditi,

E ’un vi nni dirriditi,

E mancu gabbu vi nni faciti,

Un pilu di la varva mia

Pozza cunfurtari vui e la criatura. (Mazzara).

Il potere salutare qui è attribuito ad un vecchio, che è straordinario e basso di statura, una
specie di nano barbuto; e si sa, che i nani sono uomini, che nell’infanzia furono cangiati da
fate. Chi sia questo vecchio "Citranu" non so, nè credo che possa essere un’alterazione
della parola "Gitano", quantunque gli zingari si prendano per i stregoni.

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Rue
(s)congiuri

contro la palpitazione di cuore


April 27, 2010

Fermati cori, — ca Diu ti voli!

Fermati arma, — ca Gesù Cristu ti cumanna!

E’ firmata st’arma cu stu cori.

Cincu angili su’ partuti pi sanari stu malatu.

Santa Marta, Santa Maddalena e San Damianu,

Ca è medicu supranu
Prima ci passa la sò e po’ la mà manu.

Si recita tre volte e per tre giorni di seguito, girando la mano attorno al cuore. (Acicastello).

Rue
(s)congiuri

contro la colica intestinale


April 27, 2010

Lu Signuruzzu di l’Innii vinia;

Ha passatu di nni l’omu bonu

Ha truvatu la donna ria,

Reschi di pisci cci desi a mangiari,

E vinu-feli cci desi a bivìri;

Cci cunzò un lettu di pagghia di ’mmogghiu,

E fuj, dogghia, ca non ti vogghiu!

Versione: Il Signoruzzo veniva dalle Indie; – passò dalla casa dell’uomo dabbene: – dove
trovò una triste donna. – Costei gli diede da mangiare lische di pesci; gli diè da bere vino
(amaro come) fiele; gli preparò un letto di paglia da involto (cattiva, a nodi ecc.) – (Ed ora)
fuggi, doglia, che io non ti voglio (più vedere qui)!

L’orazione si recita tre volte applicando il dito sull’ombelico del paziente e girandolo.

La medesima orazione si usa pel medesimo male delle bestie, ed il dito si applica per
qualunque parte nel loro corpo. (Acicastello).

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Rue
(s)congiuri
contro il meteorismo, ossia matruni
April 27, 2010

Nella tradizione popolare la voce matruni è molto indefinita, e rappresenta una sofferenza
di stomaco ambasciosa, non facile a comprendersi. In fondo in fondo è uno sviluppo di gas
nel ventricolo in soggetti e in accessi isterici, che però qualche volta si giudica conseguenza
di un verme molestissimo detto mascuni, costituente la verminazione.

Il nome di matruni, che è pure matrazza, viene da matri, utero.

La persona sofferente, che per lo più è una donna, si pone supina; la donna che deve
pricontare (scongiurare) il male posa verticalmente il mignolo sull’ombelico della paziente
e girandolo viene recitando:

Passai a ’na casa di bona donna,

Mi detti còzzula senza cirnuta,

Gaddina senza spinnata,

Pisci cu la resca,

Acqua ’n terra e tinu a moddu

Fuj, dogghia, chi non ti vocchiu!

Questa priconta fu lasciata detta dal Signore.

Se il matruni è doglia, il dito si scuote e duole; in caso diverso, nè si scuote, nè duole.


(Casalvecchio).

http://librarsi.comune.palermo.it/pitre/file/011/130/130MENU/131_158/144b.html#matruni

Rue
(s)congiuri

contro il mal di milza


April 27, 2010
Contro il tumore di milza per febbri miasmatiche ostinate:

a) Per tre mattine di seguito, in sul far dell’alba, si pricanta in questa maniera:

Un uomo sano o una donna sana che voglia guarire un altro, si volge verso l’oriente, e con
un’accetta in mano sulla parte ammalata viene segnando tante croci quanti sono i seguenti
versi; tenendo presente che all’ultimo verso debba lasciarsi cader di mano l’accetta. Il
pricantu è questo:

Ti salutu, bon’alba e bonu Ddiu

Tagghiatimi la mèusa supra lu corpu miu:

Lassatiminni un pizzuddu

Quantu mangiu e bivu.

Versione: Ti saluto buona alba e buon Dio. – Tagliate sul mio corpo la milza, –
lasciatemene [però] un pezzettino, – tanto che io possa mangiare e bere che io possa
continuare a vivere].

Per ciascuna delle tre mattine lo scongiuro si ripete tre volte. (Casalvecchio).

b) Squagghia, squagghia, mèusa mia,

Comu nesci lu suli d’Elia,

Sarbiminni quantu serbi a mia.

Versione: Squaglia, squaglia, milza mia, – come esce il sole d’Elia, – serbane per me
quanto ne ho di bisogno io.

Mentre si recita questo scongiuro si fa strofinando sul fianco sinistro una miscela di olio di
mattone, olio di cotone, succo di articolazioni di fichi d’India e farina di segala. (Acireale).

c) Si ha una variante dello scongiuro, ed è la seguente, nella quale la milza si vuol portarla
via intera:

Sona Santu, o campana pia.


Tagghia la mèusa sinu a la cima.

E tantu la pozza tagghiari,

Chi nun putissi nè crisciri nè ammancari (Mazzara).

Versione: Suona Santo, o campana pia, – taglia la milza [mia] fino all’alto, – e tanto tu
possa tagliarla – che essa non cresca ne diminuisca più!

Si mette in un piattello dell’olio e del sale, vi si bagnano le dita della mano diritta e si
poggia questa sul fianco ov’è il gonfiore, mettendovi sopra l’altra mano. In questa
posizione si fanno quattro strofinazioni rette, una ad ogni verso, ed in modo da formare due
croci, recitando la preghiera:

Quannu sona la prima campana

Avissi a passari sta mèusa ’n chinu;

Ni resta quantu ’na pinna di gaddina

Pri fari culazioni la matina.

Tutta l’operazione bisogna replicarla tre volte e per tre giorni di seguito. Se fatta di
mercoledì o di sabato basta un solo giorno.

Nel frattempo all’ammalato che sta supino si fa recitare un’ave e un pater alla Madonna, e
poi gli si raccomanda di fare per 8 giorni strofinazioni di olio e sale, di non mangiare pane
asciutto, e di tenersi a cibi leggieri.

Perché la preghiera riesca deve essere appresa la notte di Natale. (Acitrezza).

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Rue
(s)congiuri

contro i vermi
April 27, 2010

a) Vermi di la virmaria,
Vermi chi si mancia a tia!
Vermi virdi, vermi farcuni,
Va’ circannu ficatu e prumuni.

Pi lu mè cumannamentu
Vattinni a lu funnamentu.

S. Cosimu e Damianu,
Siti medicu e siti suvranu:

Fùstivu medicu di nostru Signuri:


Allibirati stu criaturi. (Mazzara).

Versione: Verme del vermicaio – verme che possa mangiare te! – Verme verde, verme
rapino (o anche: ladro) – vai in cerca di fegato e di polmone: – per comando mio – vattene
al c... (va fuori!).

b) Contro i mascuni.

Si fa un segno di croce, e mentre col pollice della mano destra si fanno segni di croce sullo
stomaco dell’ammalato si dicono le seguenti parole, apprese la notte di Natale in modo
segretissimo:

Virdi mascuni pi lu mari jia:


Di virdi quasava e di virdi vistia.

Passa Gesù e la Vergini Maria:

– Chi fai, virdi mascuni?

– Vaju ’nta sta casa a maschiari.

– No, virdi mascuni: patri e matri

Nun fari chianciri.

"La firmicula è senza sangu,


Lu pisci è senza prumuni:
Vattinni a mari, virdi mascuni" (Mazzara).

Versione: Il verde mascone andava pel mare: – calzava verde e vestiva verde. – Passa Gesù
e la Vergine Maria (e dice, o dicono): Che fai verde moscone? – Vado in questa casa a
mascheggiare [a portare il male del mascone]. – No, verde mascone: non far piangere padre
e madre [di questo povero ammalato]. – [Scongiuro:] La formica è senza sangue, – il pesce
è senza polmoni: – vattene a mare, verde mascone!"

c) Si pone in un piatto del sale e dell’olio, e presone un po’ col pollice e con l’indice si
applica sull’ombelico dell’ammalato: e tenendosi appuntato l’indice e girando a destra ed a
sinistra, si viene recitando:

Pi lu nnomu di Maria
Lu vermu caschiria!

Pi li nnomu di Gesù,
Lu vermu non torna cchiù.

Si fa seguire un’avemaria o un paternostro, e tutto si replica per altre due volte.


Ove occorra, la pratica si ripete anche la sera e la mattina seguente. (Acicastello).

d) Se ad un bambino, prima del battesimo, si mette in mano un bruco di campo, e lo si lega


con una fascetta, lasciandolo fino a che non sia morto, o che il bambino non venga portato
al fonte battesimale, solo che la mamma abbia cura di ripetere lo scongiuro:

’Sennu paganu, tinni vermu a manu,


Ora lu ’mmazzu, cà sugnu cristianu;
Essendo (mentr’ero) pagano, io tenni il verme in mano, – ora che son cristiano (battezzato)
lo uccido.

esso, il neonato, non solo sarà per tutta la vita libero dai vermi, ma anche avrà la facoltà di
liberarne gli altri. Occorrerà però che egli faccia alla occasione una croce sul ventre e ripeta
la nota orazione:

Lu Luni a ssantu cchiù,


Lu Marti a ssantu cchiù,
Lu Mercuri a ssantu cchiù,
Lu Jovi a ssantu cchiù,
Lu Venniri a ssantu cchiù,
Lu Sabatu a ssantu cchiù,
Lu jornu di Pasca
Lu vermi ti casca. Acicatena.
e) Mi ’ncontra Gesù cu la Vergini Maria:

– Chi hai, Rusulia,

Ca chiami pri la via?

– Mi scattiò ’a virmicciaria.

– Pirchì n’ê pricantavi?

– Matri mia, non appi a cui:

Supra a mia ci pinsati vui.

– "Lunidi santu è; e Martidì santu è, Merculidì santu è, Giovidì santu è, Venniri santu è, e
Sabatu santu è, Duminica c’ ’à matina di Pasqua, ’U vermu mori e ’n terra casca.

Santu Pantu, - medicu spantu,


San Sirvestru, - medicu destru,
Scìppici ’i vermi a sta criatura:
’I pigghi cu ’a mani destra
E ’i ietti cu ’a mani riversa.

Versione: M’incontra Gesù con la Vergine Maria, (e mi dice): Che hai Rosalia – che chiami
per la via? – Mi colpì [mi ha colpito: mi scatti˜] un vermicaio. – Perchè non li scongiurasti
tu [i vermi]? – Madre mia, – non ebbi chi me [li scongiurasse: perch] – a me ci pensate
voi [di me non prende cura altri che voi] – [Scongiuro] "Lunedì santo è ecc. Domenica ecc.
il verme muore, e cade per terra. – S. Panto (?), – medico che si prende di paura: – S.
Silvestro – medico destro, – strappa i vermi a questa creatura, – prendili con la mano destra
– e li getti via con la sinistra".

E si fa un segno di croce col pollice della destra sull’ombelico del paziente. (Castiglione).

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Rue
(s)congiuri

La jettatura e lo jettatore
June 25, 2012

La jettatura è una specie di fascino o di influsso malefico, esercitato per lo più da un uomo
a danno di chicchessia; il malocchio, invece, è un male che altri volontariamente produce o
cagiona col suo occhio, invidioso del bene altrui. Lo sguardo del jettatore è ben diverso da
quello di chi fa il malocchio; ma certo il povero jettatore molte volte nuoce senza volerlo,
senza saperlo, per una stella maligna che lo perseguita, per una fatalità che incombe a lui;
mentre poi, chi fa il malocchio nuoce sapendo e godendo di nuocere, onde l’assioma: Casa
’nvidiata, o iddu è porira o iddu è malata (casa invidiata, o povera o ammalata).

Comechessia, nella credenza volgare avviene una strana confusione dei due fascini; sicché
mal si potrebbe determinare i caratteri differenziali dell’uno e dell’altro, e dove quelli
finiscano e dove questi comincino. Una cosa però è certa: che il malocchio è una credenza,
un domma di fede specialmente delle femminucce dell’infima classe sociale, anche
mascolina, e la jettatura una credenza di quasi tutto "il dotto, il ricco, ed il patrizio vulgo",
del ceto civile, degli uomini e delle donne che in esso nacquero e vivono: il che non
significa già che anch’essi non si risentano delle fisime del malocchio, come le
donnicciuole ed i poveri di spirito, di quelle della jettatura.

Lasciamo stare la fotografia del jettatore, dal viso magro ed olivastro, dagli occhi piccoli ed
ingrottati, dal naso adunco, dal collo lungo ed arcuato: segni fisici preziosi per chi ci crede,
il quale avrà con essi modo di guardarsi.

La presenza del jettatore in un luogo, il sospetto che egli apparisca, il suo nome pronunziato
in una conversazione è causa di disastri pubblici e di danni privati. Se tu giuochi a carte ed
egli ti si avvicina e ti parla, la fortuna ti volta le spalle; se sei in vettura e lo incontri, il tuo
cavallo s’impenna, la vettura si capovolge, tu stesso ti sloghi un piede, o ti rompi la noce
del collo. Se in una adunanza devi leggere o cantare, la voce ti si affiochisce, ti si spengono
i lumi se di sera, ti si spalanca una finestra se di giorno, portandoti via o disordinandoti i
fogli, quando pure non ti assalga un malanno. Se sei amante riamato, il jettatore basta a
intiepidire il cuore della tua bella. Se un tuo affare importantissimo dipende da un amico,
costui si ammala proprio il giorno che n’hai bisogno, mentre fino a ieri egli era a tua
disposizione. Se hai una causa in tribunale, gli incartamenti tardano a giungere e, giunti, vi
manca un documento capitale, o il tuo avvocato è impedito, o un giudice – proprio quello
che avea capito la causa e ti era favorevole – è preso da una colica secca: e per via di
contrattempi, avvicinandosi le ferie, vieni condannato a danni, spese ed interessi. Si vuole
altro? Un negoziante, un venditore qualunque, cui il jettatore "prenda di mira", come dice il
popolino, a poco a poco vede disertare la sua bottega dagli avventori; un bambino, per
occulto, inesplicabile malore, viene intristendo; tutti i guai di questo povero mondo piovono
sulla casa, sulla famiglia guardata dal jettatore.

Tale essendo costui, chi non ne ha terrore? E da qui una gran cura per premunirsi da
possibili danni e per neutralizzare la sua "potenza di fare altrui male".
Una formola popolare passa a rassegna gli antidoti e gli amuleti contro la jettatura:

Corna curnicchia,
L’agghiu a tri spichia,
Lu gnuri ’ntra lu cocchiu
’N firettu dintra l’occhiu,
’Na cuda di firuni,
’Na zampa di liuni,
’Na ’rasta di zammara,
’N manicu di quartara,
’N curnicchiu di curaddu,
Lu ferru di ’n cavaddu,
Chiantata cu li spinguli la cucca,
E lu scunciuru sempre ’ntra la vucca. (Catania).

(Corni, cornicini, – l’aglio a tre spicchi – il cocchiere sul cocchio, – una forcina nell’occhio
(di chi vuol male a me), – una coda di fiera (delfino?), – una zampa di leone, – un testo con
agave, – un manico di brocca, – un cornicino di corallo, – un ferro di cavallo, – una civetta
(attaccata alla porta o altrove) con gli spilli, – e lo scongiuro sempre (pronto) in bocca).

Qual’è egli questo scongiuro senza del quale tutti gli oggetti antistregatorî di questo mondo
non avranno efficacia o l’avranno limitatamente? Io ne richiamo soltanto uno, perché chi ci
presta fede e ne ha bisogno lo reciti a suo beneficio e salvazione:

Cornu, gran cornu, ritortu cornu,


Russa la pezza; tortu lu cornu;
Ti fazzu scornu.

Vaju e ritornu,
Cornu! cornu! cornu!

http://librarsi.comune.palermo.it/pitre

Rue

fatture

Malefici
June 25, 2012
Sale sulle tegole

Certe donne del volgo si vendicano del loro nemico, lanciando sui tegoli della casa di lui un
piatto di sale di cucina. Come squaglia il sale così squaglierà lui. (Castiglione)

L'ovu di magarìa

Potentemente malefico è l’ovu di la magaría, uovo di gallina, nel quale è infilzato un


numero indeterminato di spilli (una sessantina) e dal lato superiore, un chiodo, legatovi un
nastro rosso. Esso è preparato dalle fattucchiere e si nasconde sui tetti, o in altri siti dove
non possa essere scoperto dalla persona contro la quale è diretto. Tanti spilli vi sono
infilzati altrettanti spasmi si possono produrre nella persona da maleficare. Per la intensità
dei dolori questa intristisce fino a morire. La morte avviene – sempre secondo la credenza
popolare – quando l’uovo già corrotto, rompe da tutte le parti il guscio. – Il chiodo sarebbe
il vero colpo di grazia. Il nastro rosso (questo colore non manca mai quando si tratta di
premunirsi da occulti malefici) vi è attaccato, perchè colei che prepara l’oggetto non resti
vittima del proprio maleficio.

Rue

fatture

Fatture d'amore
April 29, 2010

Years ago I was sent a collection of fatture. I do not know their original source. ~Rue

fattura d'amore

Nel primo quarto di Luna piena pungete il dito mignolo della mano destra, fate uscire tre
gocce di sangue e impastatele con sette peli di cui quattro presi da entrambe le ascelle e tre
dal pube. Mettete il tutto ad essiccare sulla piastra di un camino per poi ridurlo in polvere
da mischiare nel vino o nel cibo della persona amata dicendo queste parola: "Sangue del
diavolo attaccami a (nome) tanto lo devi legare che da me non si deve mai staccare!".

fattura dei tre fili:

Prendete un filo di cotone, uno spago di canapa ed un nastro di seta rossa. Unite il tutto
facendo piú nodi.

Quando incontrate l’oggetto del vostro amore, stringete forte i fili ottenuti pronunziando ad
alta voce il nome della persona. Dovreste ottenere il vostro scopo.

fattura del nome:

Scrivete su un foglio il nome della persona amata e ponetelo sotto il vostro cuscino.
Prendete il cuscino e stringetelo fortemente come se fosse la persona, ripetendone più volte
il nome. In quell’istante la persona desiderata sentirà un impeto d’amore verso di voi.

fattura della mela:

Un venerdí, all’alba, in un frutteto cogliete una mela. Sopra un pezzetto di carta scrivete
con il vostro sangue il vostro nome e quello della persona da affatturare. Cercate di
procurarvi tre capelli di quest’ultima che unirete a tre dei vostri.

Intrecciateli insieme, poi scrivete su un altro foglietto la parola magica “Scheva”. Tagliate il
pomo che avevate raccolto in due, togliete i semi ed al loro posto ponete i due bigliettini ed
i capelli intrecciati. Abbiate l’accortezza di fissare i bigliettini al frutto con due rametti di
mirto.

Ponete tutto in forno, avvolto con foglie di lauro e di mirto; quando tutto sarà seccato, si
mette l’amuleto sotto il capezzale del letto della persona, senza che essa se ne accorga.

In poco tempo l’amore sarà raggiunto.

fatture d'amore

Prendete 3 vostri capelli, 3 della persona amata e uniteli insieme con una fettuccia rossa di
30 cm circa, facendo 3 nodi e ripetendo per 3 volte ad ogni nodo queste parole: "Capelli di
(nome) e (nome) parte di corpo di (nome) e (nome). Anima sei e volontà piegabile, con
acqua e fuoco elementi di forte potenza. Trasformano e plasmano qualsiasi materia con tali
potenze, ti domino e comando a mia unica volontà!". Portate la fettuccia legata al polso
sinistro finché non se ne vedano i risultati, togliendola solo per le pulizie personali.

Durante una notte di luna piena pensate con intensità al vostro amore. Ripetete più volte il
suo nome e annodate con un filo di lana rossa un filo di paglia. Lasciatelo esposto alla luna
piena, poi avvolgetelo in una carte color argento. Nessuno deve vederlo, toccarlo o
sciogliere il nodo, altrimenti l'incantesimo sparirà.

Preparate due piccoli sacchetti di seta rossa a forma di cuore. Metteteci dentro foglie di
coriandolo e di cumino. Scrivete sopra un sacchetto il vostro nome e nell'altro quello
dell'amato/a, poi cuciteli insieme, nome contro nome. Teneteli all'altezza del cuore, finché i
due cuori resteranno uniti, lo sarete anche voi.

Per allontanare nuovi amori

Ogni martedì di notte prendete un bicchiere di vino rosso e fatelo bollire lentamente fino
alla sua completa evaporazione. Mentre è in ebollizione ponetevi davanti ad esso e dite le
seguenti parole: "Vapore che dissolvi e spandi disperdi con te, quello che legame può
esistere tra (nome) e (nome). Tu che dissolvi evaporando e poi goccia a goccia, cadi
disperso in miriadi di luoghi. Così diviso sia (nome) da (nome) per sempre così sia!".
Ripetete l'operazione ogni martedì finché non se ne vedano i risultati.

Per riconquistare la persona amata

Mettete in tasca una ghianda e dormite per tre notti consecutive con un rametto di quercia
sotto il vostro cuscino.

Mettete sotto il vostro cuscino delle radici di margheritina chiedendo al fiore di aiutarvi e
dicendo: "Fiore, fiore mio bello, bocciolo d'oro, petalo d'amore, fai che lui ritorni per
sempre al mio cuore". Ripetete il rito per sette giorni.

Per tre notti di venerdì, gettate sul fuoco un po' di sale dicendo: "Non è questo sale che
voglio che bruci, ma è il cuore del mio innamorato che io voglio che non abbia riposo, né
felicità prima che sia tornato e che mi abbia parlato".

Per sapere se il partner vi tradisce

Appoggiategli sulla fronte una foglia di mirtillo mentre dorme profondamente. Se è


infedele si sveglierà di soprassalto e chiederà cosa sta succedendo, mentre se è fedele si
desterà ma, rimanendo in una sorta di dormiveglia e di semi-incoscienza, quasi tra la veglia
e il sonno, tenterà di avvicinarsi a voi per abbracciarvi.

Preghiera della malvarosa

Chi vuol conquistare l'amore di un uomo o di una donna deve uscire prima che sorga la
Luna piena e trovare una pianta di malvarosa. Accertatevi che sia fiorita e recitate questa
preghiera: "In nome del Padre del Figliuolo e dello Spirito Santo. Ti ho cercato ti ho trovato
e ti comando. Malvarosa nei nomi santi di Dio di sottomettere alla mia obbedienza ogni
persona che bramo e tocco in modo che sia ai miei ordini in tutte le cose quando ti porto
nella mia bocca malvarosa fiat fiat amen".

------

La fattura che a continuazione vado a scrivere vá fatta per legare per sempre o far
ritornare a noi una persona che si ami fortemente e che sappiamo sia l'amore della
nostra vita.

Prendete 2 candele bianche e sistematele 1 a destra e l'altra a sinistra, in mezzo ad esse la


foto o la statua di San Antonio.
Adesso prendete un limone e lo sistemate davanti all'immagine del Santo, accendete
l'incenso liturgico invocandolo cosí:

IO VI INVOCO O GIGLIO IMMACOLATO, S.ANTONIO BENEDETTO, IO MI PENTO


DEL PECCATO E DA VOI L'AIUTO ASPETTO.
SANT' ANTONIO MIO BEATO PER AMORE DEL DIO BAMBINO CHE VI É A LATO
OTTENETEMI LA GRAZIA.

Battezzare il limone, spruzzandolo con dell'acqua santa (presa in una chiesa maschio) e con
del sale, dicendo:

IO TI BATTEZZO CREATURA LIMONE, CON I NOMI DI ...., NEL NOME DEL


PADRE + DEL FIGLIO + E DELLO SPIRITO SANTO + AMEN

Poi con un coltello vergine, tagliate il limone in 2 parti, all'interno inserite i testimoni delle
persone da legare o 2 foto piccole con insieme la figura del santo, chiuderlo con un nastro
rosso lungo 33cm, al quale si hanno fatto 9 nodi, dicendo ad ogni nodo:

OH GRAN SANTO DEI MIRACOLI, AMOROSISSIMO S.ANTONIO, CHE LA


MORTE, ORRORI, DISGRAZIE, LEBBRA E MALI SPIRITI FUGGONO DAVANTI AL
TUO NOME, CHE MARE E CATENE CEDONO, FATE CHE ...NON POSSA VIVERE,
NÉ RIPOSARE, NÉ MANGIARE E CHE SIA SEMPRE LEGATO A ...COME IL
VOSTRO CORPO E IL VOSTRO SPIRITO SONO LEGATI AL DIO BAMBINO CHE VI
É A LATO, E CHE ... NON POSSA OPPORSI AL MIO VOLERE SENZA CHE SENTI IL
PESO DELLA TUA MANO A CUI MARE E CADENE CEDONO. AMEN.

Recitare un CREDO e poi dite:

SANT ANTONIO DEI MIRACOLI TANTO LO DEVI LEGARE (fate il nodo)CHE


DI ...NON SI DEVE SCORDARE.

Terminata l'operazione dei 9 nodi, legare il nastro al limone per chiuderlo, poi sotterarlo in
aperta campagna o sotto un bel albero(o meglo ancora in casa della persona da legare) e
dire:

SANT ANTONIO MIO BELLO, PROTEGGI IL NOSTRO AMORE, TI SCONGIURO


PER LA TUA SANTA INTERCESSIONE POSSA ...LEGARSI A ME COME LO É IL
DIO BAMBINO CHE VI É A LATO. AMEN.

Poi recarsi in chiesa e lí, lasciare consumare le due candele bianche, rivolgendo una
preghiera al Santo.

.: Magia Bianca.
Sembra incredibile, però ci sono persone che hanno una forza ipnotica terribile e solo al
guardare ai bambini, gli feriscono il loro corpo vitale ed il risultato non si fa aspettare:
grandi occhiaie nere, febbre nella testa, vomiti, diarree. In alcune parti questo si conosce
come Malocchio.

.: Malocchio.
Per curarlo si accende una candela, e si realizzano passi magnetici intorno al corpo del
bambino, da sotto verso sopra, specialmente sopra la faccia e le palpebre con il proposito
fermo di eliminare i fluidi vitali negativi.

Al terminare si collocano le mani intorno alla candela affinché il fuoco elimini questi
fluidi.Nel fare i passi magnetici dobbiamo recitare il "Padre Nostro".

Dopo si esorcizza (facendo il segno della croce) il bimbo con un germoglio di…
matarratón.. o di basilico nella fronte, sul petto, nella testa e nella schiena.

Se il malocchio è forte, si deve ripetere varie volte. Nel fare i passi magnetici dobbiamo
recitare il "Padre Nostro".

Dopo si esorcizza (facendo il segno della croce) il bimbo con un germoglio di…
matarratón.. o di basilico nella fronte, sul petto, nella testa e nella schiena.

Se il malocchio è forte, si deve ripetere varie volte. Nel fare i passi magnetici dobbiamo
recitare il "Padre Nostro".

Dopo si esorcizza (facendo il segno della croce) il bimbo con un germoglio di…
matarratón.. o di basilico nella fronte, sul petto, nella testa e nella schiena. Se il malocchio è
forte, si deve ripetere varie volte.
Amuleti contro la jettatura ed il malocchio
June 24, 2012

Some are antidotes to one another. For instance, it is believed that the flyer and the agave
thorn can be used to inflict magic upon a victim and thus the red star made of yarn is the
antidote (for magic inflicted with the flyer). In the case of the agave thorn, the male key is
the antidote. ~Rue

(I'm almost certain this image is from Giuseppe Pitrè's work.)

Scaccia malocchio

Amuleti contro la jettatura ed il malocchio

Molti sono gli antidoti dell’una e dell’altro, ma i più efficaci si ritengono:

a) Stella di lana rossa; (star made of red wool)

b) Virtìcchiu, fusaiuola; (spinning wheel flyer)

c) Sacchetto di sale; che in Nicosia vuoi essere uogghi di sau cristallo di sale; (little sack of
salt)

d) Chiave mascolina, cioè senza buco; (male key, meaning without hole)

e) Aculeo dell’agave (agave americana di L.); (agave thorn)

O Testa d’agghia, aglio (alium sativum di L.); (head of garlic)


g) Ferro di cavallo usato, con una estremità rotta ed un nastro rosso legato. (used horse
shoe with one side broken off and a red ribbon tied on)

Ad accrescere l’efficacia di questi oggetti si uniscono le formule scongiuratorie che


sogliono recitarsi.

Rue

mal'occhio

L' orazione del Malocchio


September 28, 2011

It wasn't too long ago when one did an internet search on mal'occhio there was very little in terms
of video -nevermind actual text of the scongiuro. I was probably one of the first people to share my
nonna's scongiuro contro mal'occhio on the internet. Soon after, people emailed me sharing theirs.
Here is one of the most recent ones posted on You Tube. I've finally gotten around to posting it
here. I am not the author. ~Rue
L'antica formula per scacciare il malocchio, usanza ancora in pratica in qualche paese della Sicilia:

Prima di pronunciare l'orazione del malocchio si recita la preghiera Cattolica del Credo.
Poi viene recitata la formula del malocchio:

"In nome di lu patri, di lu figghiu e di lu spiritu santu Ti parru cu prutesta occhi bruttu Ti scunciuru
pi patti di Dio e di Maria e di la Santissima Trinità, si ......... (si dice il nome della persona a cui si sta
togliendo il malocchio) avi u malocchio a mari mi sinni va.

Scunciuru la 'nvidia, scunciuru lu mummuru, scunciuru lu malocchio, scunciuru li malilingue,


scunciuru la jettattura, scunciuru la mavaria, io ti scunciuru pi patti di Dio e di Maria e di la
Santissima Trinità, si ....... avi u malocchio a mari mi sinni va.

Cincu foru chi ti vittunu, quattru foru chi ti ducchiaru, tri foru chi ti luvaru U Patri, u figghiu, u
Spiritu Santu e la Santissima Trinità, si ....... avi u malocchio a mari mi sinni va.

Fora malocchio intra Maria, fora malocchio intra Maria, fora malocchio intra Maria, fora malocchio
intra Maria."

Traduzione: "Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo Ti parlo con disprezzo occhio
brutto Ti scaccio in nome di Dio e di Maria e della Santissima Trinità, se .....ha il malocchio che vada
a finire in mare.
Scaccio l'invidia, scaccio i mormorii, scaccio il malocchio, scaccio le malelingue, scaccio la jettatura,
scaccio la mavaria, io ti scaccio in nome di Dio e di Maria e della Santissima Trinità, se .....ha il
malocchio che vada a finire in mare. Cinque sono stati che ti hanno visto, quattro sono stati quelli
che t hanno adocchiato, tre sono stati quelli che ti hanno scacciato. Il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo e la Santissima Trinità, se .....ha il malocchio che vada a finire in mare.

Fuori il malocchio dentro Maria, fuori il malocchio dentro Maria, fuori il malocchio dentro Maria,
fuori il malocchio dentro Maria."

Mentre si pronuncia l'ultima frase si lasciano cadere dal dito mignolo 4 gocce di olio a forma di
croce, dentro un piatto riempito d'acqua. Se le gocce di olio si allargano significa che c'era il
malocchio, se le gocce restano ferme non c'era nessuna jettatura. Una volta finita l'orazione, in
presenza di malocchio, il piatto viene lasciato a riposare per un paio d'ore, di modo che l'olio di
possa allargare del tutto nel piatto, poi il contenuto viene buttato nello scarico in modo che possa
finire in mare e disperdersi.

Rue

mal'occhio

L'occhio... cattivo delle ammaliatrici


June 07, 2010

Sandro Cergno

La voce del popolo, 2 dicembre 2005

In un'intervista a Francesca Cuccurin (1924 - 2003, casalinga), alla domanda sul malocchio
e chi fossero le presunte ammaliatrici, l'interlocutrice risponde:

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Rue

mal'occhio

Italian folk magic amulets: Mano Figa


May 23, 2010

The mano fico, also called figa, is an Italian amulet of ancient origin. Examples have been
found from the Roman era, and it was also used by the Etruscans. Mano means "hand" and
fico or figa means "fig," with the idiomatic slang connotation of a woman's genitals. (An
English slang equivalent might as well be "pussy hand.") It represents a hand gesture in
which the thumb is thrust between the curled index and middle fingers in obvious imitation
of hetorsexual intercourse.

Whether made as an apotropaic gesture or worn as an amulet, the mano fico is used for
magical protection against the evil eye. In this it resembles other hand gestures and hand
images that ward off evil, including the hamsa hand, the eye-in-hand, the mano cornuta
(horned hand), and the interlocked thumb gesture. A regionally popular amulet, it is
primarily found in Italy and in America among descendents of Italian immigrants. It also
shows up on a Peruvian package amulet and in a South American charm vial, both
reflecting colonial European influences.

The mano fico shown here is a modern pewter reproduction of a 19th century silver amulet,
probably from the area around Naples, where such charms were extremely popular. Older
Neapolitan mano fico charms were also carved of blood coral.

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Rue

mal'occhio

Italian folk magic amulets: Mano Cornuto


May 23, 2010

THE MANO CORNUTO


(HORNED HAND)

The mano cornuto is an Italian amulet of ancient origin. Mano means "hand" and corno
means "horn." The charm represents a hand gesture in which the index and little fingers are
extended while the middle and ring fingers are curled into the palm. The reference is to the
horned head of an animal.

Whether made as an apotropaic gesture or worn as an amulet, the mano cornuto is used for
magical protection against the evil eye. In this it resembles other hand gestures and hand
images that ward off evil, including the hamsa hand, the eye-in-hand, the mano fico (fig
hand), and the interlocked thumb gesture. A regionally popular amulet, it is primarily found
in Italy and in America among descendents of Italian immigrants.

The mano cornuto shown here is a modern pewter reproduction of a 19th century silver
amulet, probably from the area around Naples, where such charms were extremely popular.
Older Neapolitan mano cornuto charms were also carved of blood coral.

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Rue

mal'occhio

Italian folk magic amulets: Corno


May 23, 2010
The cornuto, corno, or cornicello is an Italian amulet of
ancient origin. Corno means "horn" and cornicello means "little horn" -- these names refer
to a long, gently twisted horn-shaped amulet worn in Italy to protect against the evil eye.
Cornicelli are usually carved out of red coral or made of gold or silver. The type of horn
they are intended to copy is not a curled-over sheep horn or goat horn but rather like the
twisted horn of an African eland or something similar. Over the years they have become
rather stylized and now look less like a natural animal horn than they once did. A regionally
popular amulet, they are primarily found in Italy and in America among descendents of
Italian immigrants. You can buy cornicelli at any Italian jewelry store in New York to this
day.

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Rue

mal'occhio

Cos'è il malocchio?
May 23, 2010

Cos'è il malocchio?
Una spiegazione... tutta in guardiese

Rue

mal'occhio, media

Usi e costumi del Cilento: I riti funebri


May 23, 2010
(Emilio La Greca - Amedeo La Greca - Antonio Di Rienzo)

1) IL GIOCO E LA REALTA'
Un gioco di tanto tempo fa: un bambino con la mano aperta, palmo rivolto in giù, cercava
di afferrare l'indice della mano dei compagni; era il "Gioco della Morte" . Le parole
pronunciate suonavano così:
" A la lampa, a la lampa,
chi mòre e chi campa.
A la Nacca, a la Nacca,
male a chi nci ancàppo!"(1)

Nel gioco bastava un po' di agilità per non cadere nelle grinfie della Morte.
La Signora vestita di nero, che dalla fantasia popolare era raffigurata con la falce in
mano,mieteva impietosamente le sue vittime

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Rue

mal'occhio

to diagnose and cure mal'occhio


April 27, 2010

Historically the following is handed down or taught orally to the 'chosen few', on Christmas
Eve. There are as many versions as there are dialects in Italy. I assure you that learning it
from my website does not diminish the effectiveness of the cure. However, those who are
born with, and cultivate real power can do all this with just a mere 'thought'. ~Rue

To test if illness is from natural causes, pour 3 drops oil one atop the other in a bowl of
water. If they bead and remain distinctly seperate from the water: STOP. This is a negative
diagnosis and there is no mal'occhio present.

If the drops smear across the surface of the water or vanish (mix) into the water, then do as
follows: (because oil and water do not normally mix, right?)

Take two sewing needles and insert the tip of one into the eye of the other and say:

ammidia e malocchio
curnucille all`occhio
crepa l`ammidia e scoppia lu malocchio
n' nome di Di e d' Santa Mari
lu malocchio se n' pozza ye.
Lunedi Santo, Martedi Santo, Mercoledi Santo,Giovedi Santo, Venerdi
Santo, Sabato Santo, e Domenica di Pasqua,
In nome di Criste, crepa l'occhio triste!

Cross the water with the needle tips 3 times. Sprinkle 3 pinches of salt into the water. Jab
scissors into the water 3 times thru the water and oil. Take scissors and cut the air above the
bowl 3 times.
The spell is broken.

Finish with the prayer and make the sign of the cross three times with Holy Water or Holy
Oil on the forehead and nape of the neck of the person you cured. (If they are present)

San Michele Arcangelo,


difendici nella battaglia contro le insidie e la malvagità del demonio,
sii nostro aiuto.
Te lo chiediamo supplici che il Signore lo comandi.
E tu, principe della milizia celeste,
con la potenza che ti viene da Dio,
ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni,
che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen.

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