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</p><p> -198-
</p><p><b>CAPITOLO 5

</b></p><p><b>IL CALCESTRUZZO ARMATO PRECOMPRESSO


</b></p><p></p><p><b><i>5.1 Considerazioni sulla presollecitazione delle strutture
</i></b><i></i></p><p>Nella vita quotidiana esistono diverse situazioni in cui si utilizzano
utensili la cui caratteristica
</p><p>principale è la presollecitazione dei componenti. Ad esempio la ruota di una
bicicletta, in cui i
</p><p>raggi vengono pre-tesi e di conseguenza il cerchione precompresso:
</p><p><b>FIGURA 5.1: </b>La presollecitazione nella ruota della
bicicletta.<b></b></p><p>Oppure si può vedere il caso di una lama:
</p><p><b>
FIGURA 5.2: </b>Presollecitazione in una lama. </p></div></div><div><div><p>
CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -199-
</p><p>Ancora, se si considera il caso di un barile in legno: le doghe vengono
preventivamente
</p><p>compresse in modo da aderire perfettamente le une le altre, mentre la striscia
metallica viene
</p><p>scaldata e poi posta sulla botte, per cui raffreddandosi rimarrà in trazione.
</p><p></p><p><b>FIGURA 5.3: </b>Presollecitazione nella botte<b>.
</b></p><p></p><p>Un ultimo esempio è quello di una pila di libri che in condizione
normali non ha resistenza a
</p><p>trazione, ma che precompressa grazie ad una cavo teso fissato alle estremità è in
grado di
</p><p>resistere a flessione.
</p><p><b>FIGURA 5.4: </b>Pila di libri<b>.
</b></p><p></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -200-
</p><p><b><i>5.2 Precompressione totale, limitata e parziale
</i></b></p><p>Gli scopi della precompressione sono quelli di impedire che l’elemento
strutturale, una volta
</p><p>messo in opera, si deformi eccessivamente o addirittura ceda a causa di un
eccessivo sforzo di
</p><p>trazione (a cui il calcestruzzo ha scarsa resistenza). Pertanto nella fase di
precompressione si
</p><p>cerca di instaurare nella struttura (si pensi ad esempio ad una trave) un momento
flettente
</p><p>opposto a quello di esercizio. In questo modo il momento necessario al cracking
sarà maggiore
</p><p>rispetto a quello di una trave di calcestruzzo non precompresso, in quanto si dovrà
dapprima
</p><p>compensare il momento flettente appositamente creato. Sarebbe come partire da una
trave
</p><p>ordinaria cui è stata imposta una rotazione opposta a quella di esercizio.
</p><p></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b>
FIGURA 5.5: </b>concio di trave precompressa<b>.
</b></p><p></p><p>Se il grado di precompressione è elevato o il carico è modesto può
accadere che in esercizio la
</p><p>trave si trovi al di sotto del momento di cracking, cioè che la trave non sviluppi
fessure di
</p><p>trazione, ma solo quelle dovute al fisiologico ritiro del calcestruzzo. In tali
condizioni se la
</p><p>sezione è tutta compressa si parla di <i>precompressione totale</i>; se invece la
sezione è in parte
</p><p>tesa, ma sempre al di sotto della tensione di rottura, si parla di <i>precompressione
limitata</i> (ed è
</p><p>quella considerata nella normativa). Inoltre può accadere che la precompressione
non sia
</p><p>sufficiente a scongiurare un cracking dell’elemento; quest’ultimo caso è designato
come
</p><p><i>precompressione parziale</i>.
</p><p>c c c
</p><p>c t &lt; fct t &gt; fct
</p><p>Precompressione
totale
</p><p>Precompressione
limitata
</p><p>Precompressione
parziale
</p><p><b>FIGURA 5.6: </b>Precompressione totale, limitata e
parziale.<b></b></p><p></p><p>Momento di
precompressione
</p><p>Stato iniziale

Precompressione </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO


PRECOMPRESSO
</p><p> -201-
</p><p>Nella figura seguente sono diagrammati i momenti flettenti di una trave “a doppio
T” in
</p><p>funzione delle rotazioni che questi provocano. Sono riportate diverse linee, ciascuna
delle
</p><p>quali rappresenta una diversa percentuale d’armatura. In particolare si consideri che
ogni trave
</p><p>ha la stessa quantità di armatura equivalente totale ρt
</p><p>p
sy
</p><p>pu
St f
</p><p>f
ρ⋅+ρ=ρ
</p><p>, e dal momento che l’armatura
</p><p>precompressa risulta essere sempre più resistente di quella lenta, è necessario
omogeneizzare
</p><p>la percentuale di armatura precompressa a quella totale:
</p><p></p><p>dove:
</p><p>• ρs
</p><p>• ρ
</p><p> indica la quantità di armatura per un calcestruzzo armato ordinario;
</p><p>p è la quantità d’armatura di precompressione; (si noti come ρp pesa “fpu/fsy” più
</p><p>volte di ρs
</p><p>• f
</p><p>).
</p><p>pu
</p><p>• f
</p><p> è la resistenza dell’armatura da precompressione;
</p><p>sy
</p><p>• M
</p><p> è la resistenza dell’armatura ordinaria;
</p><p>D
</p><p>• M
</p><p> è il momento d’esercizio;
</p><p>pcr
</p><p>• M
</p><p> è il momento a cui si verifica il cracking per una sezione che abbia ρs = 0;
</p><p>ccr è il momento di cracking qualora non vi sia armatura di precompressione;
</p><p><b>FIGURA 5.7: </b>Paragone tra i diversi acciai da
precompressione.<b></b></p><p><b>Mu </b></p></div></div><div><div><p>
CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -202-
</p><p>Si può osservare come a parità di momento di esercizio Ms,il calcestruzzo non
precompresso si
</p><p>deformi maggiormente rispetto a quello precompresso, per cui aumenta anche il
valore del
</p><p>momento di prima fessurazione Mcr. Il momento ultimo Mu, rimane però sempre lo
stesso dal
</p><p>momento che ciò che varia è la percentuale di armatura precompressa, ma il
quantitativo di
</p><p>armatura totale continua ad essere sempre lo stesso.
</p><p>Sempre dal grafico si nota come l’intercetta di ciascuna linea con l’asse dei
momenti non sia
</p><p>nulla in quanto rappresenta l’eventuale carico di precompressione (infatti la
rotazione è nulla).
</p><p><b><i></i></b></p><p><b><i>5.3 Caratteristiche dei materiali
</i></b><i></i></p><p><b><i>5.3.1 Calcestruzzo
</i></b></p><p>Il calcestruzzo utilizzato nelle strutture precompresse è caratterizzato da:
</p><p>300 kg/cm2 &lt; Rck &lt; 550 kg/cm2
</p><p>In ogni struttura precompressa si possono individuare due fasi successive: il tiro e la
fase di
</p><p>esercizio.
</p><p><i></i></p><p><i>5.3.1.1 Tensioni di esercizio nel conglomerato
</i></p><p>Le tensioni normali d’esercizio non devono superare a compressione i seguenti
valori limite:
</p><p>a) in ambiente poco aggressivo o moderatamente aggressivo:
</p><p>- per combinazione di carico rara: 0,60 fck;
</p><p>- combinazione di carico quasi permanente: 0,45fck [0,45∙0,83 Rck ≅ 0,38 Rck].
</p><p>b) in ambiente molto aggressivo:
</p><p>- per combinazione di carico rara: 0,50 fck;
</p><p>- combinazione di carico quasi permanente: 0,40 fck.
</p><p>Per ambienti poco o moderatamente aggressivi sono ammesse tensioni di trazione in
</p><p>combinazioni rare al massimo uguali a 0,07 fck [0,07∙0,83 Rck ≅ 0,06 Rck] a
condizione che
</p><p>nella zona siano disposte armature sussidiarie di acciaio ad aderenza migliorata,
</p><p>opportunamente diffuse, in misura tale che il prodotto della loro sezione
complessiva, per il
</p><p>tasso convenzionale di 175 N/mm2
</p><p>a) quando la fessurazione in esercizio per combinazioni rare compromette le
funzionalità
</p><p>della struttura;
</p><p>, corrisponda all’intero sforzo di trazione calcolato a sezione
</p><p>interamente reagente.
</p><p>Non sono ammesse tensioni di trazione ai lembi nei seguenti casi:
</p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -203-
</p><p>b) in tutte le strutture sotto l’azione del solo carico permanente (peso proprio e
</p><p>sovraccarico permanente), ove il sovraccarico variabile possa incrementare le
trazioni;
</p><p>c) nelle strutture site in ambiente aggressivo;
</p><p>d) nelle strutture costruite per conci prefabbricati, nelle quali non si possa
</p><p>sperimentalmente dimostrare che il giunto dispone di una resistenza a trazione
almeno
</p><p>equivalente di quella della zona corrente.
</p><p>Nel caso della precompressione parziale le tensioni del conglomerato compresso e
delle
</p><p>armature ordinarie sono calcolate prescindendo dal contributo a trazione del
conglomerato,
</p><p>come nelle sezioni pressoinflesse di conglomerato cementizio armato normale.
</p><p>Non è ammessa precompressione parziale nei casi a), c) e d) sopra elencati.
</p><p></p><p><i>5.3.1.2 Tensioni iniziali nel conglomerato
</i></p><p>All’atto della precompressione le tensioni non debbono superare a
compressione il valore di
</p><p>σc=0,60 fckj essendo fckj la resistenza caratteristica a compressione del
conglomerato e j i
</p><p>giorni di stagionatura [0,60∙0,83 Rckj ≅ 0,48 Rckj].
</p><p>Sono ammesse tensione di trazione σc = 0,10 fckj [0,1∙0,83 Rckj ≅ 0,08 Rckj]
fermo restando
</p><p>l’obbligo specificato al punto 5.3.1.1 di disporre armature metalliche come ivi
indicato, ma
</p><p>proporzionate al tasso convenzionale massimo di 215 N/mm2. Nelle travi ad
armature pre-tese
</p><p>sono ammesse tensioni di trazione iniziali pari a 0,05 fckj
</p><p>3,1
Rckj
</p><p>1,1
ckjf
</p><p>≅
</p><p> senza aggiunta di armatura
</p><p>sussidiaria purché l’armatura sia ben diffusa nella zona soggetta a trazione. Qualora
si
</p><p>ammettano tensioni iniziali elevate si dovrà considerare il rischio che le contro-
frecce
</p><p>assumano nel tempo valori eccessivi.
</p><p>Nella zona di ancoraggio delle armature si possono tollerare compressioni locali
prodotte dagli
</p><p>apparecchi di ancoraggio pari a:
</p><p></p><p><b><i>5.3.2 Acciaio da cemento armato precompresso
</i></b></p><p><i>5.3.2.1 Generalità
</i></p><p>Le prescrizioni seguenti si riferiscono agli acciai per armature da
precompressione forniti sotto
</p><p>forma di:
</p><p><i>Filo:</i> prodotto trafilato di sezione piena che possa fornirsi in rotoli; i fili
possono essere lisci,
</p><p>ondulati, con impronte, tondi o di altre forme; vengono individuati mediante il
diametro
</p><p>nominale o il diametro nominale equivalente riferito alla sezione circolare
equipesante. Non è
</p><p>consentito l’uso di fili lisci nelle strutture precompresse ad armature pre-tese;
</p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -204-
</p><p><i>Barra:</i> prodotto laminato di sezione piena che possa fornirsi soltanto in
forma di elementi
</p><p>rettilinei; le barre possono essere lisce, a filettature continua o parziale, con risalti;
vengono
</p><p>individuate mediante il diametro nominale;
</p><p><i>Treccia:</i> gruppi di 2 e 3 fili avvolti ad elica intorno al loro comune asse
longitudinale; passo e
</p><p>senso di avvolgimento dell’elica sono uguali per tutti i fili della treccia;
</p><p><i>Trefolo:</i> gruppi di fili avvolti ad elica in uno o più strati intorno ad un filo
rettilineo disposto
</p><p>secondo l’asse longitudinale dell’insieme e completamente ricoperto dagli strati. Il
passo ed il
</p><p>senso di avvolgimento dell’elica sono eguali per tutti i fili di uno stesso strato.
</p><p></p><p>0,2 %
</p><p>fp(0,2)k
</p><p>def
</p><p>sforzo
</p><p>fptk
</p><p><i>5.3.2.2 Tensioni limite per gli acciai da precompresso
</i></p><p>L’acciaio da precompressione è armonico: non si ha snervamento. Tuttavia una
parte della
</p><p>deformazione non viene restituita, e nel ciclo carico-scarico si ha una piccola
isteresi anche in
</p><p>campo elastico, come da figura:
</p><p></p><p><b>FIGURA 5.8</b> Grafico sforzo-deformazione.
</p><p></p><p>• fp(0,2)k
</p><p>• f
</p><p>: è quella tensione in corrispondenza della quale scaricando la barra, permane
</p><p>una deformazione residua dello 0,2 %;
</p><p>p(1)k
</p><p></p><p></p><p></p><p>: è quella tensione in corrispondenza della quale
scaricando la barra, permane una
</p><p>deformazione residua dell’ 1 %. </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5:
CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -205-
</p><p>Le tensioni devono essere limitate ai seguenti valori riferiti a quelli caratteristici
garantiti dal
</p><p>produttore:
</p><p>a) <i>per strutture ad armatura post-tesa:
</i></p><p>fili o trecce: σspi ≤ 0.85 fp(0,2)k; σsp ≤ 0.60 fptk
</p><p>trefoli: σspi ≤ 0.85 fp(1)k; σsp ≤ 0.60 fptk
</p><p>barre: σspi ≤ 0.85 fpyk; σsp ≤ 0.60 f
</p><p>b) <i>strutture ad armatura pre-tesa:
</i></p><p>ptk
</p><p>Nelle barre sono ammesse sovratensioni al lembi del 10%, indotte dalla curvatura.
Volendo
</p><p>conseguire raggi minori di quelli consentiti dai limiti suddetti si dovranno
performare le barre
</p><p>mediante piegatura a freddo.
</p><p></p><p>fili o trecce: σspi ≤ 0.90 fp(0,2)k; σsp ≤ 0.60 fptk
</p><p>trefoli: σspi ≤ 0.90 fp(1)k; σsp ≤ 0.60 fptk

</p><p>Il limite indicato per σsp è il massimo di cui è consentita la presa in conto per
valutare gli
</p><p>effetti favorevoli della precompressione in esercizio; σspi indica la tensione
dell’acciaio all’atto
</p><p>della precompressione.
</p><p>A causa dell’attrito, le tensioni possono tuttavia superare localmente tale limite; di
ciò si dovrà
</p><p>tenere conto là dove gli effetti della precompressione possano indurre condizioni di
lavoro più
</p><p>severo. Comunque non può superarsi il valore limite della tensione iniziale σspi
</p><p>Modo di fabbricazione
</p><p>.
</p><p>Nelle seguenti tabelle vengono descritti i principali acciai da precompressione, a
seconda del
</p><p>modo di fabbricazione e del tipo di prodotto:
</p><p></p><p>Tipo di prodotto ottenuto
</p><p>acciai ad alto tenore di carbonio patentati,
</p><p>incruditi a freddo, “stress relieved” o no
</p><p></p><p>filo, treccia, trefolo, in generale
</p><p>acciai laminati (stirati e rinvenuti) barra, in generale
</p><p>acciai legati, laminati e bonificati barra, in generale
</p><p></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -206-
</p><p><b>FIGURA 5.9: </b>Classificazione dell’acciaio di presollecitazione in base al
tipo di prodotto.<b></b></p><p></p><p>Si può osservare inoltre dalla figura seguente
come gli acciai da precompressione siano sì più
</p><p>resistenti, ma anche decisamente meno duttili.
</p><p><b>
FIGURA 5.10: </b>Grafico sforzo-deformazione.
</p><p><b></b></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -207-
</p><p><b><i>5.4 Tecniche di precompressione
</i></b><i></i>Si può distinguere fra:
</p><p> <b><i>strutture a cavi aderenti: </i></b><i></i>si suddividono in <b><i>pre-
tese e post-tese</i></b><i></i>, nelle quali i cavi sono
</p><p>inseriti direttamente nel calcestruzzo o sono fissati tramite apposite malte per cui
non
</p><p>possono più essere sostituiti.
</p><p> <b><i>precompressione esterna a cavi non aderenti</i></b><i></i>: nelle quali i
cavi possono essere sia
</p><p>interni che esterni alla trave, ma comunque non sono legati ad essa né dal
calcestruzzo
</p><p>né dalle malte per cui possono essere sostituiti successivamente per modificare la
</p><p>precompressione.
</p><p></p><p><b><i>5.4.1 Armature pre-tese
</i></b></p><p>Nella cassaforma si mettono le trecce. Esse vengono tese con una forza No
e ancorate
</p><p>all’esterno:
</p><p></p><p><b>
FIGURA 5.11: </b>Inserimento e messa in tensione delle
trecce.<b></b></p><p></p><p>All’interno delle casseforme entro le quali sono poste le
trecce d’ acciaio viene effettuato il
</p><p>getto di calcestruzzo;
</p><p></p><p><b>FIGURA 5.12: </b>Getto nella
cassaforma.<b></b></p><p><b></b>A indurimento avvenuto e quando si è ottenuta una
certa resistenza si liberano le armature che
</p><p>non potendo scorrere per aderenza nella massa di calcestruzzo trasmettono a
quest’ultimo una
</p><p>compressione all’incirca uguale alla trazione impressa all’acciaio
</p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -208-
</p><p><b></b></p><p><b>FIGURA 5.13: </b>Sforzo di compressione nella
trave.<b></b></p><p>Come illustrato nella figura la compressione si realizza agli estremi
della trave grazie
</p><p>all’aderenza trecce-calcestruzzo, e dunque non tutta la trave è precompressa allo
stesso modo.
</p><p>Inoltre il calcestruzzo e le trecce si accorciano di δ. Le trecce sono tese da una forza
N &lt; No a
</p><p>causa di perdite di tensione imputabili a cause diverse e che si esplicano in momenti
diversi,
</p><p>mentre il calcestruzzo è compresso dalla forza N. Per valutare N si può applicare il
metodo
</p><p>delle forze: il sistema principale è quello rappresentato nella figura seguente, in cui
l’incognita
</p><p>iperstatica è la variazione di forza ∆N nell’armatura:
</p><p><b></b></p><p><b>FIGURA 5.14: </b>Sforzi sulla trave precompressa.
<b></b></p><p>Osserviamo inoltre che vicino agli appoggi, per effetto del carico
concentrato, in basso si
</p><p>verifica trazione, e pertanto essi vanno armati opportunamente:
</p><p></p><p><b>FIGURA 5.15: </b>Sforzi vicino agli appoggi<b>.
</b></p><p>σc
</p><p>N
T
</p><p>R </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -209-
</p><p><b><i>5.4.2 Armature post-tese
</i></b></p><p>Una tecnica alternativa consiste nel gettare il calcestruzzo in casseforme
dotate di guaine
</p><p>avvolgenti i ferri. Una volta maturato il calcestruzzo i fili di acciaio, che sono
ancorati alle
</p><p>estremità, vengono tesi grazie a martinetti idraulici, in questo modo la trave viene
compressa:
</p><p><b></b></p><p><b>FIGURA 5.16: </b>Sistema a cavi pre-tesi in fase di
tesatura.<b></b>
Si valutino inoltre gli equilibri nel calcestruzzo, nello stantuffo, e nel corpo mobile:
</p><p></p><p></p><p><b>FIGURA 5.17: </b>Equilibrio delle forze sui diversi
componenti il sistema di
tesatura.<b></b></p><p></p><p></p><p></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO
5: CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -210-
</p><p>E’ possibile realizzare il sistema con cavi esterni, protetti dalla corrosione e
sostituibili.
</p><p>Inoltre l’ancoraggio sulla trave dovrà essere dotato di un’apposita armatura. Dato
che lo sforzo
</p><p>è esercitato in tutte le direzioni quella più adeguata è un’armatura ad elica. In
particolare la
</p><p>forza da far assorbire all’armatura sarà tra 0,15 e 0,25 volte N.
</p><p><b>FIGURA 5.18:
</b>Ancoraggio.<b></b></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p>
<p></p><p><b>FIGURA 5.19: </b>Sforzi
all’ancoraggio.<b></b></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><b></b></p><p><b></b
></p><p>compressione
</p><p>trazione </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -211-
</p><p><b><i>5.5 I carichi equivalenti della precompressione
</i></b><i></i></p><p>I carichi equivalenti della precompressione sono gli effetti sul
calcestruzzo della distorsione
</p><p>applicata al cavo. Prendiamo ad esempio una configurazione come in figura:
</p><p><b>FIGURA 5.20: </b>Cavo tesato dall’esterno passante sotto la
trave.<b></b></p><p>Sommando il momento dovuto alla presollecitazione al momento
dovuto ai carichi esterni
</p><p>otterremo il momento totale risultante:
</p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p>
<p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><b>FIGURA 5.21: </b>Sovrapposizione
degli effetti.<b></b></p><p>Momento di presollecitazione
</p><p>Momento dovuto ai carichi esterni
</p><p>Momento risultante
</p><p>Ncosα e
</p><p>Nsinα a + Ncosα e
</p><p>A B </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -212-
</p><p>Come si osserva il momento viene ridotto, diminuendo così gli sforzi di trazione.
Per trovare il
</p><p>valore del momento basta fare alcune osservazioni basate sugli equilibri sezionando
la trave
</p><p>nell’appoggio A:
</p><p><b>FIGURA 5.22: </b>Trave sezionata in A.
</p><p></p><p>Si ricava facilmente il momento calcolato in corrispondenza del baricentro
della sezione
</p><p>verticale per A:
</p><p>MA = N cosα ( a tanα + e) = N a sinα + N e cosα.
</p><p>Se il cavo fosse rettilineo si avrebbe che M = N.
</p><p></p><p>e
</p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b>
FIGURA 5.23: </b>Cavo rettilineo.<b></b></p><p></p><p>Un’altra situazione frequente
è legata alla presenza di un cavo parabolico:
</p><p>M
</p><p>e
NN
</p><p>M </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -213-
</p><p><b>FIGURA 5.24: </b>Cavo parabolico<b>.
</b></p><p></p><p>In questo caso il cavo tende a disporsi in posizione rettilinea,
esercitando sulla trave delle forze
</p><p>dirette verso l’alto che contrastano il carico esterno. Per il calcolo del momento si
considerano
</p><p>α e α piccoli per cui cosα ≅cos α ≅ 1 (figura 5.25).
</p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -214-
</p><p><b></b></p><p><b>FIGURA 5.25: </b>Cavo parabolico in
dettaglio.<b></b></p><p></p><p>Dai calcoli riportati in figura 5.24, si ha che il momento
è pari a N.e e che il taglio
</p><p>all’ancoraggio è N.
</p><p>Allo stesso risultato si può arrivare sfruttando il metodo dei carichi equivalenti:
</p><p>sinα.
</p><p>Se il cavo ha tracciato parabolico:
</p><p>y = A + Bx + CX2
</p><p>si ha che :
</p><p>1/R = curvatura ≅ y’’ = costante da cui deriva
</p><p>anche N/R è costante
</p><p>Essendo α piccolo
Si ha che
</p><p>( )
2
x
</p><p>⋅α−α≅
</p><p></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -215-
</p><p>( ) ( )
2
</p><p>x
R
NxNeN
</p><p>2
xxcos
</p><p>R
NxsinNecosNxM
</p><p>22
</p><p>⋅+⋅α⋅−⋅=⋅α′⋅+⋅α⋅−⋅α⋅= (6.5.1)
</p><p>ma ( ) xABR ≅=α−α⋅ da cui ( )α−α≅
xR perciò:
</p><p>( ) ( ) .eN
2
xxeNxM ⋅−=
</p><p>

⋅α−α−⋅α+−⋅−=
</p><p>Che coincide con quello trovato in precedenza.
</p><p>Calcolando il taglio con i carichi equivalenti si ottiene:
</p><p>( ) =⋅+α⋅−=⋅α⋅+α⋅−= x
R
NsinNxcos
</p><p>R
NsinNxT '
</p><p>( ) ( ) =α−α+α⋅−≅⋅α−α⋅+α⋅−= sinNsinNx
x
</p><p>NsinN <b></b></p><p>[ ] α⋅−≅α⋅α+α⋅α−α⋅−= sinNcossincossinsinN
<b></b>(ottenuta sempre considerando che 1coscos ≅α≅α ).
</p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p>
<p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p>
<b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b></b></p><p><b>
</b></p><p><b></b></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO
ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -216-
</p><p><b><i>5.6 Le perdite nel C.A.P.
</i></b></p><p><b><i>5.6.1 Cadute di tensione
</i></b></p><p>Le cadute di tensione possono essere di due tipi: <i>istantanee</i> e
<i>differite nel tempo</i>;
</p><p></p><p>1. Perdite di tensione ISTANTANEE che si verificano nel momento in cui
vengono messi
</p><p>in tensione i cavi e sono dovute a:
</p><p> perdite al martinetto di tesatura;
</p><p> perdite agli ancoraggi;
</p><p> attrito tra fili e guaine (negli elementi post-tesi);
</p><p> deformazioni elastiche (negli elementi pre-tesi).
</p><p></p><p>2. Perdite di tensione DIFFERITE NEL TEMPO che si verificano con il
passare del tempo
</p><p>e che si esauriscono solo dopo parecchi anni per cui sono le più insidiose dal
momento che è
</p><p>difficile quantificarle anche a causa dei molteplici fattori da cui dipendono:
</p><p> ritiro del calcestruzzo;
</p><p> viscosità del calcestruzzo;
</p><p> rilassamento dell’acciaio.
</p><p></p><p>E’ possibile definire un <b>rendimento </b>η<b>:
</b></p><p>.
N
N11
</p><p>00sp
</p><p>sp
</p><p>0sp
</p><p>sp
</p><p>0sp
</p><p>sp0sp =
ε
</p><p>ε∆
−=
</p><p>σ
</p><p>σ∆
−=
</p><p>σ
</p><p>σ∆−σ

</p><p></p><p>dove σsp0 è lo sforzo iniziale e σsp la perdita di sforzo, mentre N è la forza
finale ed 0 quella
</p><p>finale in opera.
</p><p></p><p><b><i>5.6.2 Perdite istantanee
</i></b></p><p><b>- Cavo baricentrico
</b></p><p><i>5.6.2.1 Perdita elastica iniziale al tiro (nelle strutture a fili aderenti)
</i></p><p>Si faccia riferimento ad una trave nella quale i cavi siano baricentrici. Sia β⋅Ν la
tensione
</p><p>iniziale agente sui cavi. Si supponga di riuscire a separare i due elementi:
</p><p></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -217-
</p><p><b></b></p><p><b>FIGURA 5.26: </b>Trave in sezione longitudinale e
trasversale.<b></b></p><p><b></b></p><p>Si voglia calcolare, una volta tolti gli
ancoraggi, l’azione X che effettivamente agisce sul
</p><p>calcestruzzo (la cui area è Ac) e sull’acciaio da precompressione (la cui area è Ap).
Sfruttiamo
</p><p>il metodo delle forze al sistema acciaio-calcestruzzo, utilizzando come equazione di
</p><p>congruenza: 0X 1011 =δ+⋅δ che esprime scorrimento relativo nullo, cioè perfetta
aderenza.
</p><p></p><p><b>FIGURA 5.27: </b>Sforzo iniziale per la situazione “cavo
baricentrico”.

Sfruttando la sovrapposizione degli effetti:<b></b></p><p>ccssccss


11 AE
</p><p>l
AE
</p><p>l
AE
l1
</p><p>AE
l1
</p><p>⋅
+
</p><p>⋅
=
</p><p>
</p><p>

</p><p>


</p><p>−−


</p><p>=δ
ss
</p><p>10 AE
lN
</p><p>⋅
⋅⋅β
</p><p>−=δ
</p><p>da cui si ricava:
</p><p>ssccss AE
lNX
</p><p>AE
l
</p><p>AE
l
</p><p>⋅
⋅⋅β
</p><p>=⋅

</p><p>

</p><p>

</p><p>+

</p><p>
ssccss
</p><p>sscc
</p><p>AE
NX
</p><p>AEAE
AEAE
</p><p>⋅
⋅β
</p><p>=⋅

</p><p>

</p><p>
⋅⋅⋅
⋅+⋅
</p><p></p><p>( ) NXn1 p ⋅β=⋅ρ⋅+ da cui: ( )pn1
NX
ρ⋅+
</p><p>⋅β
=
</p><p><b>Oss.
</b></p><p>- n è il vero rapporto tra i moduli di elasticità, e non il valore (n=15)
considerato dalla
</p><p>normativa: è un carico istantaneo;
</p><p>- al fine di avere poche perdite di carico non è opportuno mettere tanta armatura, ma
</p><p>piuttosto usarne poca con elevato modulo elastico;
</p><p></p><p>Ac
</p><p> Ap
</p><p>X
</p><p>X
</p><p>X
</p><p>X
</p><p>ρp n </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -218-
</p><p><b> - Cavo non baricentrico
</b></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><b></b></p><p><b>FIGURA 5.28:
</b>Sforzo iniziale per la situazione “cavo non baricentrico”.

L’equazione di congruenza sarà la medesima mentre:

</p><p>ccccss
11 JE
</p><p>lee1
AE
l1
</p><p>AE
l1
</p><p>⋅
⋅⋅⋅
</p><p>+


</p><p>+


</p><p>=δ e
ss
</p><p>10 AE
lN
</p><p>⋅
⋅⋅β
</p><p>−=δ
</p><p><b>NB.:</b>
ccc
</p><p>c
c JE
</p><p>eM
E⋅
</p><p>⋅
=
</p><p>σ

</p><p></p><p></p><p><i>5.6.2.2 Perdita per attrito
</i></p><p>Approssimiamo la situazione a quella di un cavo circolare:
</p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><b>FIGURA 5.29: </b>Sezione
longitudinale.<b></b></p><p>X
</p><p>X
</p><p>X
</p><p>X
</p><p> e
</p><p>M
</p><p>∆α
</p><p>α1
α0
</p><p>N0 N&lt;N0 </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO
ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -219-
</p><p><b>FIGURA 5.30: </b>Particolare.
</p><p><b></b>Nelle figura 5.30 Pn indica le forze di sospensione e Pt le forze tangenziali
(dovute all’attrito).
</p><p>Per ricavare la relazione tra N e N0
</p><p>( ) ( )
2
</p><p>dN2dRPn
α
</p><p>=α⋅α⋅α
</p><p>:
</p><p><i>1) si valuta l’equilibrio in direzione radiale:
</i></p><p> da cui ( ) ( )( )α
α
</p><p>=α
R
NPn
</p><p><i>2) si valuta l’equilibrio in direzione tangenziale:
</i></p><p>( ) ( ) ( ) ( )

</p><p>

αα+⋅
</p><p>

</p><p>
α⋅α+⋅⋅α=
</p><p>

</p><p>

α⋅α
</p><p>2
dcosdN
</p><p>2
dcosNdsfP
</p><p>2
dcosN n
</p><p>dove Pt<i></i>= Pn 1
2
</p><p>dcos ≅

</p><p>

α ∙ f (f = coefficiente d’attrito), .
</p><p></p><p>dsf
)(R
)(N)(dN ⋅
</p><p>α
α
</p><p>−=α ( )( ) ( ) dsR
f
</p><p>N
dN
</p><p>α
−=
</p><p>α
α per cui:
</p><p>( )
( ) α⋅−=α
</p><p>α df
N
</p><p>dN .
</p><p><i>3)si integra tra </i>α<i>0 ed </i>α<i>1 e tra N0
</i></p><p>( )
( ) ∫∫
</p><p>α
</p><p>α
</p><p>α⋅−=
α
α1
</p><p>00
</p><p>df
N
</p><p>dNN
</p><p>N
</p><p><i>ed N:
</i></p><p> ( )[ ] ( )01
0
</p><p>N
N fN
</p><p>NlnNln
0
</p><p>α−α⋅−==α
</p><p>( )
</p><p>0
</p><p>f
</p><p>N
Ne 01 =α−α⋅− ( )01f0 eNN
</p><p>α−α⋅−⋅=
</p><p>( )α∆⋅−⋅= f0 eNN <b></b></p><p>ottenendo così la relazione tra N e N0 nel caso
di scorrimento incipiente.
</p><p>Si osserva che N&lt;N0
 all’aumentare del coefficiente d’attrito <i>f</i>;
</p><p> in quanto l’esponenziale è minore dell’unità e che N diminuisce:
</p><p> all’aumentare dell’angolo ∆α.
</p><p>dα </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -220-
</p><p><i>5.6.2.3 Normativa: perdite di carico per attrito al tiro
</i></p><p>Il calcolo degli effetti dell’attrito si può realizzare come segue: la tensione σp0
applicata
</p><p>all’estremità del cavo, a causa dell’attrito, risulta, alla distanza x, ridotta al valore
σpx dato
</p><p>dalla relazione:
</p><p>σpx=σp0 e-f(α+βx)
</p><p>nella quale:
</p><p>f è il coefficiente di attrito dipendente dalle caratteristiche delle superfidi del cavo e
</p><p>dell’alloggiamento che si trovano a contatto;
</p><p>α è la somma dei valori assoluti delle deviazioni angolari di progetto del cavo nel
tratto di
</p><p>lunghezza x, espresse in radianti; nel caso di deviazione altimetrica e planimetrica
</p><p>concomitanti, i relativi angoli saranno
</p><p>pxσ
</p><p>composti geometricamente;
</p><p>β rappresenta la deviazione angolare convenzionale del cavo, espressa in rad/m, che
</p><p>tiene conto degli inevitabili contatti accidentale che,anche nel caso di cavo rettilineo
</p><p>correttamente realizzato, si verificano fra i vari elementi del cavo, l’alloggiamento e
gli
</p><p>eventuali dispositivi distanziatori.
</p><p></p><p>Salvo il caso di deformazione sperimentale, si adotteranno per f e β i valori
seguenti, validi
</p><p>nell’ipotesi che le armature non siano ossidate:
</p><p>Cavo su calcestruzzo liscio: f=0,5
</p><p>Cavo in guaina metallica:f=0,3
</p><p>β=0,01 rad/m
</p><p>Quando f(α+βx)&lt;0,25 , per il calcolo di si potrà adottare lo sviluppo in serie della
formula
</p><p>esponenziale limitato al secondo ordine:
</p><p>σpx=σp0
</p><p><b></b></p><p>[1-f(α+βx)]
</p><p><i></i></p><p><b></b></p><p>Nel caso illustrato in figura si ha, nell’ambito
dell’approssimazione predetta, supponendo di
</p><p>applicare in A la tensione σpA :
</p><p> σpB=σpA [1−f(α1+βl1)
</p><p> σ
</p><p>]
</p><p>Pc=σpB(1-fβl2
</p><p>martinetto
</p><p>)
</p><p>ancoraggio </p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO
ARMATO PRECOMPRESSO
</p><p> -221-
</p><p> σpD=σpC (1-fβl3)
</p><p> σpE=σpD[1-f(α2+βl4
</p><p><b>5.6.3 Perdite di tensione differite nel tempo
</b></p><p>)]
</p><p>Stabilità così la legge di variazione della tensione lungo il cavo, se ne può dedurre
</p><p>l’allungamento da ottenere in A suddividendo il cavo il tronchi, calcolando in
ciascun tronco la
</p><p>tensione media, e deducendo il corrispondente allungamento unitario del
diagramma sforzi
</p><p>allungamento dell’acciaio.
</p><p>L’assestamento iniziale del cavo deve essere valutato sperimentalmente. In taluni
casi, quando
</p><p>il cavo non venga preventivamente confezionato, questo effetto può assumere
particolare
</p><p>importanza: la sua valutazione può essere eseguita iniziando con la misura degli
allungamenti
</p><p>a partire da tensione sufficientemente elevata ed estrapolando fino all’asse delle
deformazioni
</p><p>la legge sforzi allungamenti rilevata a partire da tale prima della lettura.
</p><p></p><p><i>5.6.3.1 Perdite per rilassamento
</i>L’acciaio sottoposto a tensioni tende a rilassarsi determinando una riduzione della
tensione
</p><p>attesa (cfr. cap 4 relativo al materiale acciaio).
</p><p>La perdita di tensione dovuta a questo fenomeno si può così calcolare:
</p><p>∆σrinf=kσspi
</p><p>Dove se σspi =0,75 fptk
</p><p>• 0,15 per filo trafilato
</p><p> ( cioè con tensione iniziale del cavo pari al 75% della rottura) allora
</p><p>k vale :
</p><p>• 0,20 per treccia
</p><p>• 0,18 per trefolo
</p><p>• o,12 per barra
</p><p></p><p>Se il cavo non è tesato a 0,75 fptk
</p><p></p><p> allora k non assume dei valori precisi, ma il suo andamento è
</p><p>rappresentato da una parabola con due punti a tangenza orizzontale (figura 5.6.2).
</p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p> k
</p><p> 0,75σpsi 0,5fptk
</p><p></p></div></div><div><div><p> CAPITOLO 5: CEMENTO ARMATO
PRECOMPRESSO
</p><p> -222-
</p><p><i>5.6.3.2 Perdite di tensione per ritiro</i></p><p>Il calcestruzzo esposto all’aria
riduce le sue dimensioni per la perdita di acqua in relazione
</p><p>alla temperatura, all’umidità relativa, alla geometria della sezione, etc (cfr capitolo
5 relativo al
</p><p>materiale calcestruzzo).
</p><p></p><p><i>5.6.3.3Normativa: perdite di carico per ritiro
</i></p><p>In mancanza di sperimentazione diretta e quando non si ricorra ad additivi
speciali, si
</p><p>ammetteranno per il ritiro finale εcs (tinf,t0
</p><p>t
</p><p>) i seguenti valori:
</p><p>1) Atmosfera con umidità relativa di circa 75%
</p><p></p><p>α≤ 20 cm 0 α≥ 60 cm
1-7 giorni 0,26 x 10 0,21 x 10-3 -3
8-60 giorni εc 0,23 x 10 ε-3 c 0,21 x 10-3
&gt;60 giorni 0,16 x 10 0,20 x 10-3 -3
</p><p>
2) Atmosfera con umidità di circa 55%

</p><p>t α≤ 20 cm 0 α≥ 60 cm
1-7 giorni 0,43 x 10 0,31 x 10-3 -3
8-60 giorni εc 0,32 x 10 ε-3 c 0,30 x 10-3
&gt;60 giorni 0,19 x 10 0,28 x 10-3 -3
</p><p>
In cui:
</p><p>t0
</p><p>u
A2 c
</p><p>= età conglomerato a partire dalla quale si considera l’effetto del ritiro;
</p><p>α=dimensione fittizia= ;
</p><p>Ac = area della sezione del conglomerato
</p><p>u= perimetro della sezione di conglomerata a contatto con l’atmosfera.
</p><p>Per i valori intermedi si interpolerà linearmente.
</p><p>Per valutare la caduta di tensione nelle armature in c.a.p conseguente al ritiro del
calcestruzzo
</p><p>si terrà conto delle prescrizioni contenute nella relativa normativa, con:
</p><p>εc=εs ∆ σs=εs Es

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