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Anno XIII - Sped. a. p. Comma 27 art. 2, Legge 549/95- n.

2/97 TO - Aprile 1997

N. 45

Contiene I. P.
2

“Sodalitium” Periodico - Organo Ufficiale dell’Istituto Mater Boni Consilii - Loc. Carbignano, 36.
10020 VERRUA SAVOIA (TO) - Telef.: 0161/839335; Fax: 0161/839334 - C/CP 24681108 -
Dir. Resp.: don Francesco Ricossa - Aut. Trib. di Ivrea n. 116 del 24-2-84 - Stampa: TECA - Torino

Sommario

Editoriale pag. 2
Aspetti contemporanei del Giudaismo: mondialismo, plutocrazia, massoneria pag. 3
“Il Papa del Concilio”: XXI puntata pag. 18
Gli errori di Sì Sì No No. Seconda Parte: il Magistero secondo l’abbé Marcille pag. 30
A proposito della recezione dei Documenti del Magistero e del dissenso pubblico pag. 50
L’Osservatore Romano pag. 54
Rassegna Stampa pag. 62
“Accetto la morte in nome di Gesù e della Chiesa”. Vita di S. Tommaso Becket… pag. 67
Recensioni pag. 73
Vita dell’Istituto pag. 74

Editoriale
do. Ora, Maximos V e il suo clero hanno af-
fermato che il primato del Papa deve essere
ridotto a come era interpretato nel primo
millennio cristiano, per cui, secondo lui,

“U
na nuova Pentecoste”. Con “non si può pensare di proporre agli orto-
questa immagine, Giovanni dossi come pre-condizione all’unità la di-
XXIII descriveva quelli che scussione su tutto ciò che i concili della
avrebbero dovuto essere gli effetti del Chiesa d’Occidente hanno definito nel se-
Concilio Vaticano II. C’era di che entusia- condo millennio, inclusa l’infallibilità del
smare le anime buone. A più di trent’anni Papa”. E aggiunge: “occorre riconoscere che
da allora, stiamo assistendo non a una nuova tutti i concili successsivi alla fine del primo
Pentecoste, ma a una grande apostasia. L’ul- millennio, compresi il Vaticano I e II, non
timo numero di 30 Giorni (n. 2, febbraio possono essere definiti ecumenici (...) essi
1997, pp. 16-20) racconta con entusiasmo vanno considerati come concili di una
(degno di miglior causa) l’apostasia della Chiesa particolare, la Chiesa di Occi-
Chiesa greco-cattolico melchita di Antio- dente...”. Questa dottrina aberrante, eretica
chia, che nel 1724 lasciò lo scisma per riunir- e scismatica, da dove viene? “Abbiamo solo
si a Roma. Il suo Patriarca, Maximos V preso sul serio alcuni passaggi delle due let-
Hakim, successore di quel Maximos IV che tere papali Orientale lumen e Ut unum
al Vaticano II intervenne costantemente sint...”. Cosa ne pensa Giovanni Paolo II? A
contro Roma e il papato e che perciò fu prendere sul serio il suo “magistero”, secon-
creato cardinale da Paolo VI, appoggia l’ini- do un Patriarca cattolico, non resta altro che
ziativa di Elias Zoghby, vescovo emerito di tornare... nella “chiesa ortodossa”!
Baalbek, consistente nel chiedere agli “orto- Ancora una volta, pertanto, l’attacco
dossi” di Costantinopoli di rientrare nella dell’eresia si dirige contro l’infallibilità del
loro comunione, senza separarsi (apparente- Papa ed il suo Primato. Per questo ritenia-
mente, almeno) da Roma. 25 vescovi mel- mo di estrema importanza confutare quanto
chiti su 27 si sono detti d’accordo. Più grave sostiene il teologo della Fraternità San Pio
ancora, Giovanni Paolo II si è detto d’accor- X, l’abbé Marcille, a proposito dell’infallibi-

In copertina: L’assassinio dell’arcivescovo san Tommaso Becket nella cattedrale di


Canterbury (vedi articolo pag. 67). Miniatura del XIII sec.
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lità e dell’autorità del magistero ecclesiasti-


co, di quello del Papa come di quello della
Chiesa. Sarebbe una catastrofe se proprio
quei cattolici che si oppongono al Vaticano
II si unissero al coro dei nemici del Papato e
del suo infallibile magistero. Opponendoci a
queste false dottrine, vengano esse dal neo-
modernismo trionfante come da un “tradi-
Maximos V zionalismo” sempre più anti-romano, non
Hakim, patriarca
greco-cattolico
pensiamo fare opera di divisione o di sterile
melchita di polemica, ma di amore alla Chiesa cattolica,
Antiochia l’unica vera e indefettibile Chiesa di Cristo.

La questione ebraica

ASPETTI CONTEMPO- da. Ma… che cos’è la comunione con il mondo


se non la comunione con Dio?» (3). L’Assoluto
RANEI DEL GIUDAISMO: e il mondo fanno, per il Giudaismo, una sola
MONDIALISMO, PLUTO- cosa; il Giudaismo nega l’autentica creazione
CRAZIA, MASSONERIA in quanto rifiuta proprio l’unico vero Dio, per-
sonale, distinto dal mondo e trascendente.
don Curzio Nitoglia L’Antico Testamento vive nell’adorazio-
ne di “Colui che è”, l’Essere stesso sussisten-
Il Giudaismo anticristiano: causa prima dei te. Le citazioni sopra riportate offrono la
mali odierni prova evidente ed apodittica che il Giu-
daismo anticristiano o talmudico ha rotto

I l professor Andrea Dalle Donne ha avuto


un’intuizione profonda quando ha detto:
«…l’alternativa di fondo è… quella fra il to-
con l’Antico Testamento, per imporre al suo
posto il farisaismo gnostico-panteistico della
Càbala spuria e del Talmùd, deformazione
mismo originario e l’umanesimo gnostico- esoterica della dogmatica e della morale.
immanentistico. Senonché tale combatti- Già il profeta Geremia esclamava: «Come
mento è spiritualmente partecipe di quello potete dire “Noi siamo savi e la legge del
che si sta rivelando davvero l’ultimo: ossia Signore è con noi?”. Essa infatti è stata falsifi-
quello tra l’unico cristianesimo di sempre e cata dalla penna ipocrita degli scribi» (4).
l’anticristianesimo più radicale» (1). Se per Orio Nardi la Càbala spuria è
“l’aberrazione della vera dottrina biblica”(5),
Panteismo giudaico contro creazionismo per Eugenio Zolli, l’ex gran rabbino di
cristiano Roma convertitosi al Cattolicesimo, «la op-
posizione tra ebrei e cristiani si riduce ad una
Edmondo Fleg ben riassume la concezione diversa interpretazione della Bibbia» (6).
giudaica di Dio e del cosmo: «Sono ebreo per- Israele, come si può leggere nei Libri
ché per Israele il mondo non è finito, lo finisco- santi, tendeva a formarsi un «Dio» a propria
no gli uomini; sono ebreo perché per Israele immagine e somiglianza, rinnegando quello
l’uomo non è creato, lo creano gli uomini» (2). personale e trascendente, distinto dal
Questa dichiarazione non è però un’opinione mondo, si foggiava una morale utile (talmu-
personale di Fleg, ma chiama in causa il dica) ed una verità contingente (cabalistica):
Giudaismo anticristiano nel suo insieme, per- «La nostra bocca e il nostro cuore non si mi-
ché «la spiritualità ebraica …è in fondo una sero mai d’accordo per adorare lo stesso
condizione dell’essere in cui… tra la comunio- Dio: quella acclamò sempre al Cielo, questo
ne con Dio e con il mondo è preferita la secon- fu sempre idolatra dell’oro e dell’usura» (7).
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Mosè, pertanto (come Adamo e i


Patriarchi), era cristiano perché credeva nel
Messia venturo, mentre il Giudaismo attuale
è anticristiano perché nega la divinità del
Cristo. L’ebreo Pèrgola, convertitosi al
Cristianesimo, ha scritto mirabilmente:
«Bisogna… distinguere fra il Giudaismo
profetico che servì di preparazione al Cri-
stianesimo ed il Giudaismo farisaico, profes-
sato tuttora dagli ebrei, che può dirsi
Giudaismo in quanto può derivare il suo
nome dal traditore Giuda Iscariota» (17).
Il dramma del popolo che fu eletto da
Dio per accogliere il Messia e per farlo co-
noscere ed amare dal mondo intero, è quello
di aver sostituito la fede in Dio con la fede
nel mondo, di aver preferito il vitello d’oro
all’Agnello senza macchia, il “dio”quat-trino
Riprovevole manifesto antiebraico. (Tratto da ELENA al Dio Trino.
ROMERO CASTELLO, “Gli ebrei e l’Europa,
2000 anni di storia” Fenice 2000, pag. 100)
I fratelli maggior-mente separati e la radica-
«Il Giudaismo non è ciò che la Torah ha lità dell’anticristianesimo giudaico
promulgato, …bensì ciò che il popolo giu-
daico oggi pensa della Torah… Il sistema Occorre precisare, come fa il professor
giudaico si identifica col farisaismo… Nel Dalle Donne, che è meglio chiamare il
Giudaismo non è rimasto nulla della predi- Giudaismo attuale un sistema piuttosto che
cazione dei Profeti; vi domina incontrastato, una religione, in quanto si è insediato nella
invece, l’indirizzo creato dai farisei» (8). storia per mezzo di una falsa tradizione (o
contro-tradizione) gnostica panteistico-cabali-
Gesù e il Giudaismo farisaico stica, tendente a soffocare l’unica vera
Tradizione divina (Antico e Nuovo Testa-
Nostro Signor Gesù Cristo, la Bontà stessa mento), e presentandosi come una sua alter-
infinita, ha accusato i giudei anticristiani chia- nativa esoterico-iniziatica. Tale sistema è volto
mandoli figli dell’inferno (9), e dicendo loro a corrompere la retta Tradizione o religione,
che avevano come padre il diavolo (10). Gli con una tradizione spuria o “gnosi”, trasmessa
Apostoli dal canto loro si esprimono in modo per via segreta e riservata ai soli iniziati.
analogo. San Paolo asserisce che i Giudei «Questa “tradizione” antichissima, sfocia pure
«hanno ucciso il Signore Gesù e i Profeti», e negli antichi misteri del paganesimo, infetta di
che «non piacciono a Dio e sono diventati i miti, magie, fantasie e pesanti aberrazioni mo-
nemici del genere umano» (11); San Pietro li ac- rali… che ne rivelano l’origine… satanica» (18).
cusa (tutti, capi e popolo, eccettuati i pochi La conoscenza alternativa alla Rive-
che hanno accettato Cristo) di aver crocefisso lazione divina (o gnosi) si è sviluppata pa-
Gesù (12) e San Giovanni condanna gli ebrei rassitariamente in seno al popolo eletto ed è
anticristiani come la “Sinagoga di Satana” (13). esplosa all’avvento del Messia quando ne ha
Contro chi afferma che il Giudaismo attua- decretato l’uccisione. Gesù predicava la di-
le è figlio dell’Antico Testamento, è facile di- stinzione tra Creatore e creatura, il Regno
mostrare il contrario, citando proprio l’Antico dei Cieli da conseguire per mezzo della fede
Testamento, a cominciare da Mosè e dai e delle buone opere, la conversione dal pec-
Profeti (14) fino ad Osea (15), dove il Signore cato, l’ascesi e la pratica delle virtù; la
accusa di malvagità estrema la maggioranza «gnosi», invece, predica l’identità tra Dio e
del popolo ebraico molti secoli prima dell’av- mondo, il paradiso nell’uomo stesso, la sal-
vento di Cristo. Nostro Signore stesso dice ai vezza mediante la mera conoscenza. Il
farisei: «Non crediate che io sia colui che vi ac- Giudaismo anticristiano è perciò la somma
cuserà dinanzi al Padre. C’è già chi vi accusa: più raffinata e completa della gnosi spuria,
…Mosè… Infatti se credeste a Mosè credereste che tende a deformare la Rivelazione. È una
anche a me, poiché egli ha scritto di me» (16). contro-religione e come dicevamo sopra, è
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definibile come un sistema piuttosto che fino alla fine del mondo per mezzo del Papa
come una Religione (che ha il compito di (successore di Pietro) ed i Vescovi (successo-
riunire, «religare» l’uomo a Dio). ri degli Apostoli), uniti a lui.
È bene a questo punto aggiungere ulte- Gesù, per mezzo dello Spirito Santo, con-
riori chiarimenti sull’intensità dell’odio con segnò anche una Rivelazione che, messa per
cui il sistema giudaico anticristiano perse- iscritto nel Nuovo Testamento, ci è stata con-
guita Gesù e la sua Santa Chiesa (19). segnata e tramandata dal Magistero della
«Chi… non gioca al Cristianesimo, in Chiesa romana (tradizione scritta). Il diavolo
quanto ci crede sul serio, è teologicamente ha sempre tentato di far sorgere tra gli uomi-
obbligato a riconoscere e a denunciare… che ni una conoscenza spuria o «gnosi», che è una
gli ebrei anticristiani, cioè la maggioranza, falsa tradizione o contro-tradizione, per ten-
sono i nostri fratelli maggior-mente separati: tare di corrompere la retta o vera tradizione.
separati da Dio Padre, da Dio Figlio, da Dio Abbiamo perciò una gnosi ebraica, con-
Spirito Santo» (20). La separazione e l’inimici- trapposta al Mosaismo, ed una gnosi sedicen-
zia giunge a meritare l’accusa di fondo: te “cristiana” che si contrappone alla predica-
«Preferendo il Vitello d’oro a Jahvé, Barabba zione o Tradizione apostolica ed al Magistero
a Cristo… e pervertendo in significato mate- della Chiesa. Questa gnosi sedicente «cristia-
rialista la sua altissima vocazione spirituale, na», ma in realtà anticristiana e anticristica,
l’Israele materialista si ostina in un peccato non è null’altro che una tradizione spuria e
immenso che gli viene ancor oggi rimprove- mendace, alternativa alla rivelazione divina,
rato dall’Altissimo: “Due mali ha commesso una tradizione eterodossa che tende a perver-
il mio popolo: hanno abbandonato Me, fonte tire la Rivelazione divina con supposizioni di
di acqua viva, per scavarsi delle cisterne… che esoterismo, magia, simbolismo, iniziazioni…
non tengono acqua” ( 21)» ( 22). E contro i La gnosi ebraica penetrò nel seno della
Giudei, definiti dal Mariani “figli del diavo- vera Sinagoga mosaica trasformandola in
lo” (23), tremenda è l’accusa di San Giustino Sinagoga talmudica e la gnosi sedicente “cri-
Martire: «La vostra mano è ancora levata, stiana” ha sempre cercato d’infiltrarsi nel
perché ancora dopo che avete ucciso il Cristo seno della Chiesa, con la vana ed orgogliosa
non vi siete pentiti, ma odiate e, quando ne pretesa di essere una “rivelazone” segreta,
avete il potere, uccidete anche noi» (24). esoterica, riservata agli spiriti più elevati (o
più gonfi d’orgoglio). Essa pretende addirit-
La Tradizione autentica e la contro-tradizio- tura di essere più perfetta di quella trasmes-
ne spuria saci dalla predicazione apostolica!
La reazione della Chiesa alla “gnosi” fu
Dio parlava ad Adamo come parlava con immediata; conosciamo la vicenda di Simon
gli angeli, e gli rivelava i misteri della sua Mago, contemporaneo di S. Pietro (26). La
vita intima, specialmente l’Unità e Trinità di gnosi sedicente “cristiana” perciò non è nul-
Dio e l’Incarnazione del Verbo (25). Lucifero, l’altro che una setta cancerosa, che cerca d’in-
per invidia e gelosia, fece cadere Adamo ed filtrarsi nel cuore del Cristianesimo, per sov-
Eva in peccato, ed essi così persero la grazia vertirlo diabolicamente. I massoni e i moder-
santificante e i doni preternaturali. Ma Dio nisti (figli del Giudaismo anticristiano) sono
nella sua infinita bontà accettò la loro peni- gli odierni iniziati o “gnostici” che cercano
tenza e perdonò il loro peccato. Ed ecco che d’insinuarsi all’interno della Chiesa e di giu-
Adamo trasmise oralmente ai suoi figli la daizzarla mediante la Càbala e l’esoterismo.
Rivelazione ricevuta da Dio, o tradizione
orale verace, giunse così fino ai Patriarchi e a Psicologia ebraica
Mosè (1900 a.C.), il quale ricevette a sua
volta una Rivelazione che mise per iscritto «Rientra nella psicologia ebraica… trar-
nel Pentateuco (tradizione scritta). Mosè re vantaggio da qualsiasi situazione» (27). La
consegnò tale Rivelazione scritta e orale a genialità ebraica è capace - talmudicamente
Giosuè e ai settanta saggi, che si era associa- - di costruire un “utile nemico” (28) per er-
to nel governo e fu così sino ai Profeti ed alla gersi a vittima ed ottenere così enormi van-
venuta del Verbo. A partire da quel momen- taggi, salvo poi abbattere il falso nemico, su-
to Nostro Signor Gesù Cristo consegnò la scitato “ad hoc”, una volta terminata la fun-
tradizione orale verace ai suoi Apostoli e zione assegnatagli, cioè quella di supporto al
specialmente al loro capo Pietro, e così sarà successo mondiale del popolo “perseguita-
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to”. La tattica insegnata dal Talmùd sussisteva negli Stati tradizionali e cristiani,
all’ebreo è quella di agire con prudenza ed specialmente nella Cristianità medievale) per
oculatamente, atteggiandosi sempre a vitti- la Rivoluzione non vi sarà certezza di vittoria.
ma innocente per suscitare simpatia e com- Essa infatti è la distruzione dell’ordine, cioè
miserazione, ed impadronirsi così delle leve della sottomissione dell’intelletto alla Verità,
di comando della società, e poterla poi go- della volontà al Bene, dei sensi all’intelletto e
vernare da dietro le quinte. alla volontà. Se l’uomo è ordinato a Dio, e alla
Si può dire che per certi versi il Giu- sua Legge immutabile, la Rivoluzione non
daismo anticristiano si avvale, in fatto di mo- potrà portare il disordine permanente e costan-
rale (29), della dottrina e soprattutto della pra- te nella società, ma sarà schiacciata da chi, pa-
tica della doppia verità, per precisi scopi tatti- drone di sé perché si è fatto schiavo di Dio (32),
ci, pragmatico-utilitaristici. Il Giudaismo, tra- non ammette alcun disordine o passione srego-
mite la Massoneria, predica per i gojim la de- lata che tenda ad allontanarlo da Lui. Solo Dio
mocrazia, l’uguaglianza, la libertà, la frater- sa quanto la nostra epoca, ormai quasi definiti-
nità, il pluralismo, il non-esclusivismo, men- vamente cabalizzata, sia dominata dal disordi-
tre applica a se stesso ben altri principi: ne, dall’egemonia delle passioni e degli istinti
l’esclusivismo razziale e razzista, l’imperiali- sull’intelletto e la volontà, dal piacere sulla sop-
smo affamato di dominio universale, il geloso portazione paziente del dolore, dalla ricchezza
isolamento all’interno degli stati. disordinata sull’amore della frugalità, dall’or-
Ma qual è il fine tattico di questa duplicità goglio sul disprezzo realistico di se stessi.
talmudico-farisaica? Semplicemente il domi- Ebbene alla fonte di questo disordine ri-
nio di Israele sul mondo intero. Infatti, men- troviamo le teorie che nel corso dei secoli
tre la “morale interna” del Giudaismo è de- nacquero dalla «gnosi», o falsa tradizione
stinata a rafforzare ed a mantenere integro e parassitaria, la quale ha sempre mirato a so-
saldo il Giudaismo, l’altra “morale”, quella stituirsi alla vera Religione, così come
“esterna” (o per i gojim), ha come fine di Satana, suo diretto ispiratore, ha sempre
spianare la via al dominio ebraico del mondo. cercato di farsi adorare come Dio.
La filosofia umanistica, illuminista ed Il diavolo, ispiratore del Giudaismo anti-
idealista (di derivazione gnostica, in quanto cristiano, secondo le parole di Gesù Cristo,
dottrina filosofica essoterica derivata dalla fi- è riuscito a far penetrare nelle nostre fami-
losofia esoterica ed occulta: la gnosi appunto) glie e nella società la più perniciosa corru-
è l’antecedente del Nuovo Ordine Mondiale. zione spirituale e morale, fino a narcotizzare
Israele si è valso dei concetti di «liberté, il senso etico dell’uomo moderno, reso tor-
égalité, fraternité» per arrivare lentamente pido ed incapace di una sana ed equilibrata
all’egemonia sui popoli cristiani che, a partire reazione al male che lo assale.
dall’Umanesimo neopagano, avevano iniziato Chi a fronte di tanto sfacelo pensasse poi
un processo di scristianizzazione. Tale egemo- che la situazione odierna possa essere sanata
nia, in questi nostri tristissimi tempi, è arrivata dalla vittoria di una falsa destra politica,
ad applicare la psicanalisi freudiana, di deriva- sbaglia e prende i suoi sogni per realtà.
zione cabalistica (30), in campo giuridico-pena- La «polis» è formata dalle famiglie e
le, per togliere allo Stato, una volta cristiano, dagli individui, e fino a quando l’individuo
anche il diritto alla legittima difesa. Le teorie non avrà ritrovato l’ordine con Dio ed in sé,
psicanalitiche infatti hanno impregnato di sé la la «polis» sarà in disordine o sottosopra: ri-
scuola, la musica, la letteratura, i mass-media voluzionata e rivoluzionaria.
(e fra questi, in particolare, la televisione, spes- È vero che Pio XII ha insegnato che
so strumento di vero e proprio lavaggio del cer- «dalla forma data allo Stato… ne deriva il
vello, soprattutto per i giovani), hanno reso le bene o il male per le anime (33)», ma Pio XII
persone ipersensibili, emotive, irrazionali, inca- sapeva anche che per mettere ordine nella
paci di dominare gli istinti e perciò pronte sem- società, per dare una buona forma alla so-
pre a giustificare il colpevole, e del tutto inca- cietà, composta di individui associatisi in
paci di assumersi le proprie responsabilità (31). vista di un bene comune, occorre prima di
Il diritto del singolo, dei genitori, dello Stato a tutto che il singolo sia in ordine e possa così
difendersi è stato conculcato nell’epoca attuale. portare il suo ordine interiore nella società
Il Giudaismo infatti sa che fino a quando stessa (“nemo dat quod non habet”).
l’uomo, la famiglia, la città avranno conservato L’etica naturale e cristiana, o sana filoso-
anche solo un’ombra di ordine (che una volta fia morale, insegna che prima viene l’indivi-
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duo e poi la società, per cui è molto ambigua Chiesa (se mai fosse possibile). Specialmente
e pericolosa l’affermazione “politique la democrazia, che per Aristotele e san
d’abord”, come è altrettanto pericoloso asse- Tommaso è una degenerazione della “politìa”
rire che il cristiano non deve occuparsi di po- o forma di governo nella quale la moltitudine
litica (tradizionalmente intesa come scienza [da non confondersi con la massa indetermi-
morale applicata alla società). La politica nata], la “sanior pars” del popolo (37), sceglie il
fino a Machiavelli era una scienza pratica capo al quale Dio dà il potere. Quest’ultimo
che si avvaleva della conoscenza per agire permane in lui abitualmente, tramite la molti-
rettamente, che aveva cioè come princìpi la tudine che ne è strumento o canale, ma nella
legge naturale e la legge divina; princìpi che quale il potere non resta; ed in tale forma di
applicava poi alle famiglie e alla città, perché governo ognuno, purché atto, può essere scel-
ognuno potesse conseguire un certo benesse- to a regnare. La democrazia moderna dice
re temporale, subordinato sempre a quello che il potere o l’autorità deriva dalla massa,
spirituale. Dio infatti ha voluto creare dal basso, dagli uomini e non viene da Dio;
l’uomo ed elevarlo all’ordine soprannatura- dice che il capo della società è solo un deputa-
le, senza lasciarlo nello stato di natura pura. to che rappresenta la massa che governa; dice
San Pio X, il cui motto era “Instaurare che la verità consiste nella maggioranza, qua-
omnia in Christo” diceva «Noi [il Papa e la lunque deliberazione prenda (38).
Chiesa] non possiamo non fare politica» e scri- La democrazia è voluta in vista della
veva: «per restaurare tutte le cose in Cristo, “monistica massificazione ebraica, la quale,
mediante… l’azione, è necessaria la grazia di- contro il Cristianesimo… finge demagogica-
vina, e l’apostolo non la riceve se non è unito a mente di valorizzare la persona, per asser-
Cristo. Soltanto quando avremo formato in virla al totalitarismo senza pari che è…
noi Gesù Cristo, potremo facilmente darlo alle quello dell’unità” (39). Il Talmùd sentenzia:
famiglie ed alla società» (34). Perciò “ santifica- «Bisogna seguire la maggioranza. Quando la
tion d’abord et ensuite politique”! Dom maggioranza dichiara che una cosa è per-
Chautard si domandava: «Donde verrà la sal- messa, lo è; e quando la maggioranza la di-
vezza della società? (…) Quando la Chiesa ot- chiara proibita, è proibita» (40). Questa tatti-
terrà il suo trionfo? È facile rispondere con le ca talmudica è voluta in vista del dominio
parole del Maestro divino: “Hoc genus dae- universale di Israele sul mondo intero, reso,
monorum non eicitur nisi per orationem et grazie alla democrazia, una massa informe
ieiunium” (Mt. XVII, 20). Quando dalle file ed amorfa; la stessa “tattica democratica” fu
del sacerdozio… usciranno una schiera di uo- sfruttata da Caifa per far crocifiggere Gesù
mini di mortificazione, che facciano risplende- quando disse che un solo uomo doveva mo-
re in mezzo ai popoli il mistero della Croce, al- rire (Nostro Signore Gesù Cristo) per il po-
lora questi popoli, contemplando nel sacerdo- polo (41). E Pilato, da buon demagogo «vo-
te… mortificato le riparazioni per i peccati del lendo accontentare il popolo [e conservare la
mondo comprenderanno la Redenzione ope- poltrona, n.d.r.] rimise… in libertà Barabba
rata dal Sangue di Gesù Cristo» (35). e consegnò Gesù » (42).
Anche ai laici compete il dovere di apo- «Ma quando mai Dio approvò la maggio-
stolato; come diceva S. Pio X ad un gruppo ranza in quanto tale?… la maggioranza… del
di cardinali francesi: «Qual’è… la cosa più popolo ebraico… avrebbe avuto ragione, in
necessaria oggi per la salvezza della società? quanto maggioranza, contro Gesù che era
(…) E di avere in ogni parrocchia un gruppo solo» (43). La verità però non è democratica,
di laici molto virtuosi… e veramente non dipende dalla maggioranza! Ma da dove
apostoli» (36). È quindi la santità personale, sorge questo “odio delle altezze” (come la
dei sacerdoti in primis e dei laici poi, a salva- chiamava il Giuliotti) tipicamente democrati-
re la società e ad aiutare gli uomini a vivere co? «Dalla fede nel mondo, per cui la sola
meglio in ordine al loro fine ultimo: sarebbe umanità osa erigersi… a “causa sui”, deifican-
perciò un pericoloso errore, soprattutto oggi, do quanto di più empio si possa escogitare» (44).
voler invertire l’ordine e cominciare dalla Anche attualmente il Giudaismo riprende la
politica (cioè dalla società) prescindendo massima talmudica secondo la quale la mag-
dalla santificazione personale dell’individuo. gioranza ha sempre ragione, anche contro il
La politica, o meglio partitica, moderna è volere di Dio, perché essendo l’uomo
fondata sulle idee rivoluzionarie forgiate dalla (l’ebreo) il complemento di Dio, Dio stesso
“gnosi” per distruggere la società cristiana e la deve prendere lezioni da lui.
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Interessante sull’etica e sulla risoluzione di Bisanzio, non molti anni dopo, a seguito
problemi attuali è la spiegazione che Shalom dell’espulsione dalla Spagna (1492) si rifu-
dà di una parabola: «Un rabbino (Eliezer) per giano gli ebrei che non esiteranno a dare
dimostrare la giustezza della sua opinione chie- «un forte incremento alla Marina turca con-
se ad un albero di carrube di spostarsi. Si spo- tro l’Occidente cristiano, fino alla battaglia
stò il carrubo e avvennero poi molti altri prodi- di Lepanto (1571). Da Bisanzio [e anche da
gi… Ma niente di questo fu accettato come Venezia] gli ebrei sviluppano le loro opera-
prova della sua ragione. Rabbi Eliezer non si zioni commerciali in Europa, facendo di
dette per vinto [e disse] “se la norma segue la Amsterdam (Paesi Bassi) la loro principale
mia opinione, che il cielo lo dimostri”. Si udì piazza finanziaria. Da Bisanzio… influenze-
una voce celeste che disse: “Che cosa avete da ranno le accademie rinascimentali di ispira-
dire contro Rabbi Eliezer? La norma va sem- zione anticristiana, diffondendo alla fine del
pre stabilita secondo la sua opinione!” Allora 1400 dottrine esoteriche (Càbala) che ali-
Rabbi Jehoshwa si alzò e disse: “La Torà non è menteranno i clan rosacrociani… Nel 1655
in cielo!”»… Commenta Shalom: questa para- Marrassch ben Israel, gran banchiere di
bola del Talmud, Bava’ Mezia’ 49b, significa Amsterdam, ottiene dal dittatore Olivier
che “nessun singolo (nemmeno Dio) può im- Cromwel che gli ebrei, espulsi tre secoli
porre la sua opinione. Stabilire le norme spetta prima siano riammessi a Londra, impegnan-
alla maggioranza” (45). Tuttavia, per la legge do l’alta finanza… di Amsterdam ad incenti-
della doppia verità che abbiamo visto più vare l’economia e la politica inglese. Grazie
sopra, questo principio vale solo per i pagani, all’appoggio ebraico, l’olandese Guglielmo
per poterli meglio corrompere tramite una III d’Orange conquista la corona inglese…
forma di governo nella quale la ragione anche Nasce a Londra la Massoneria inglese
contro Dio spetta alla maggioranza (così è suc- (1688) come strumento di espansione mon-
cesso con le leggi sul divorzio e sull’aborto). diale dell’imperialismo anglo-ebraico”» (47).
Diversa è la situazione per Israele, dove è il Risultano pertanto chiari i legami tra Giu-
rabbi ad imporre alla maggioranza le sue mire, daismo e Islàm in funzione anticristiana e quel-
magari illudendola che sia essa a decidere, li tra alta finanza e neopaganesimo rinascimen-
come avvenne, abbiamo visto, per la condanna tale. Determinante fu l’influsso dell’Ebraismo
a morte di Gesù, quando il popolo “liberamen- sull’alta finanza dei Paesi Bassi, che si serviro-
te” scelse di… fare quanto Caifa e il Sinedrio no della Massoneria per accrescere e consoli-
aveano già da tempo decretato. dare la potenza inglese in Europa, in opposi-
zione alla potenza della cattolica Spagna, e per
Che cosa dobbiamo aspettarci? servire al Giudaismo come strumento di
espansione mondiale e di cabalizzazione dei
Secondo Andrea Dalle Donne: «Siccome paesi cristiani. «Londra eclissò Amsterdam e si
la maggior parte dell’umanità odierna si fa avviò verso il suo destino di centro dell’alta fi-
sempre più schiava… di quegli intrusi, distrut- nanza mondiale. (…) L’Inghilterra doveva re-
tori e rivoluzionari, non c’è da aspettarsi altro stare fermamente attaccata ad Israele. Questo
che un castigo di gravità e proporzioni immani. connubio anzi avrebbe assunto dimensioni
I credenti… compassionano le varie allu- mondialiste, con l’alleanza anglo-americana
cinazioni intorno ad un risanamento della si- del nostro secolo» (48).
tuazione politica odierna sia mondiale sia La Massoneria inglese giocò un ruolo di
nazionale. Ai sogni… tali credenti sostitui- primo piano nella formazione ed afferma-
scono il pregare affinché la punizione plane- zione dell’Illuminismo massonico francese,
taria, inevitabile ed ormai pressoché immi- che fu uno dei motori principali della
nente, sia utilizzata da Dio per la conversio- Rivoluzione del 1789, una delle grandi tappe
ne della maggior parte dei peccatori. Altro della giudaizzazione dell’Europa cristiana.
che terzo millennio!» (46). Il ventesimo secolo segna poi lo sposta-
mento dell’epicentro dell’alta finanza da
Ultimi sviluppi della rivoluzione gnostica: Amsterdam-Londra a Wall Street (New
Giudaismo, alta finanza e mondialismo York), col cui appoggio Lenin poté realizza-
re la Rivoluzione bolscevica (1917). La
Il 29 maggio 1453, sotto la pressione dei prima e la seconda guerra mondiale «creano
Turchi (musulmani), cadde l’Impero Bizan- le condizioni per nuove concentrazioni di po-
tino o ex Impero Romano d’Oriente. A tere, e si delineano organismi soprannazio-
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nali di pressione ideologica e sociale mondia- c) il R.I.I.A.


lista» ( 49): basti pensare al Bildberg Club The Royal Institute of International Affairs
(1954) e alla Trilateral Commission (1975), sorse a Londra nel 1919, ed è noto anche
movimenti più o meno occulti, legati stretta- come Chatham House; il ramo americano
mente all’alta finanza il cui scopo recondito è dello stesso istituto inglese, prese il nome di
la formazione di una società multietnica, po- Council of Foreign Relations (C.F.R.). Queste
liticamente unita e religiosamente ecumenica istituzioni, assai influenti sulla politica anglo-
(50), cioè il Nuovo Ordine Mondiale che ri- americana, sono al centro di varie correnti,
chiama il Regno dell’Anticristo. «Il connubio quali lo “scozzesismo massonico”, l’“alta fi-
anglo-ebraico fa di Londra non solo il centro nanza mondialista” e la “società teosofica” di
del [super]-capitalismo internazionale, ma Annie Besant e della Blavatsky. Secondo
anche la loggia madre della Massoneria, de- Nardi «la Chatham House è il perno della po-
stinata a propagare l’ideale… della pluto- litica inglese» ( 54 ). Il Royal Institute of
democrazia moderna» (51). International Affairs ha i suoi diversi diparti-
menti: in Italia si chiama I.A.I. (Istituto Affari
Gli alti vertici del mondialismo: Internazionali) e I.S.P.I. (Istituto per gli Studi
di Politica Internazionale). L’I.A.I. fu creato
a) il Bildberg Club nel 1965 dalla fondazione Olivetti, dal-
Nel 1954 ebbero inizio in Olanda le con- l’Associazione di cultura politica “Il Mulino”
ferenze del Bildberg Club, così chiamate e dal Centro Studi “Nord-Sud”, su proposta
dall’albergo in cui si svolsero la prima volta. del deputato Altiero Spinelli (deputato
Anche se la stampa ne parla, tuttavia è P.C.I.), ma il suo primo patrono è Gianni
impossibile conoscere l’oggetto di tali di- Agnelli; vi esercitarono inoltre il loro influsso
scussioni, che rimangono segrete. Talvolta si Guido Carli e Arrigo Levi.
conoscono anche i nomi dei partecipanti (52),
che variano ogni anno, mentre immancabil- La Loggia P2
mente vi compaiono i rappresentanti dei
noti vertici economici (Rockfeller, Ford, La Loggia P2 fu fondata dal Gran
Rothschild…). Maestro del Grand’Oriente d’Italia Adriano
b) la Trilateral Commission Lemmi nel 1875. Fin dall’inizio ebbe lo
Già nel 1970 Brzezinski «abbozzava le scopo di occultare l’affiliazione massonica
grandi linee di una comunità delle nazioni dei suoi membri (oggi si direbbe una loggia
occidentali progredite, fondata sul triangolo coperta); dal 1961 al 1970 il Gran Maestro
[da qui il nome di trilaterale, n.d.a.] America Gamberini delegò Ascarelli come Gran
del Nord, Europa occidentale, Giappone» Maestro aggiunto che doveva procedere
(53). Nel novembre 1972 dopo una riunione all’ammissione dei membri della Loggia P2.
tra David Rockefeller, Max Konhstan e Nel 1967 Gamberini in persona dispose che
George Franklin, fu messo a punto il pro- Licio Gelli ( 55) passasse dalla Loggia Ro-
gramma definitivo della Trilateral. Il 23 otto- magnosi alla Propaganda 2 della quale, nel
bre 1973, a Tokyo, si ebbe la sua prima riu- 1975, venne nominato venerabile.
nione. La Trilaterale, tra i cui principali arte- «Non si può… assolutamente sostenere
fici si trova l’ex presidente francese Giscard che la Loggia P2 fosse solo una “ cosiddetta”
d’Estaing, organizza incontri abituali e rego- loggia massonica. Essa aveva tutte le caratte-
lari tra i dirigenti delle principali potenze ristiche necessarie delle altre 496 logge del
d’Europa, del Giappone e d’America. Grand’Oriente in Italia, ed inoltre aveva
In seno alla Trilaterale sono rappresentate anche un legame del tutto particolare con il
le più potenti organizzazioni e per l’Italia si pos- Gran Maestro, che per più di cento anni è
sono citare La Stampa, la Fiat, La Rinascente. I stato contemporaneamente Maestro venera-
grandi nomi della Trilaterale degli anni 70’ bile di questa loggia» (56). Nel marzo 1981 due
erano David Rockfeller, Henry Kissinger, giudici di Milano perquisirono (durante
Zbigniev Brzezinski, Edmond de Rothshild, un’inchiesta sul caso Sindona) la villa di
Olivier Giscard d’Estaing (fratello dell’ex presi- Lucio Gelli, nei pressi di Arezzo, dove scopri-
dente francese), e tra gli italiani i più famosi rono parte degli elenchi degli affiliati alla P 2
erano Giovanni Agnelli, Guido Carli, Umberto ( 57). Licio Gelli era un direttore generale
Colombo, Giorgio La Malfa, Arrigo Levi. La della Permaflex. Il 29 marzo 1965 fu inaugu-
rivista della Trailateral si chiama Trialogue. rato a Frosinone il nuovo complesso indu-
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striale della Permaflex cui erano presenti sensibile di tale situazione «possiamo pensa-
l’on. Andreotti, il sindaco e Licio Gelli. Il re ad una piramide il cui vertice è costituito
“padre spirituale” di Gelli era un certo Frank da Licio Gelli… [bisogna poi] ammettere
Gigliotti, cui era stato affidato dalla Mas- l’esistenza sopra di essa di un’altra piramide
soneria americana il compito di ricucire lo che, rovesciata, vede il suo vertice inferiore
strappo verificatosi nella Massoneria italiana nella figura di Licio Gelli. Questi infatti è il
tra la corrente di destra e quella democratica. punto di collegamento tra le forze ed i grup-
Gigliotti era un feroce anticomunista e Gelli, pi che nella piramide superiore identificano
ex-combattente della R.S.I., bussò proprio le finalità ultime e quella inferiore, dove
alla sua porta valendosi dell’amicizia con esse trovano pratica attuazione» (61). È bene
Andreotti e con alcuni prelati postconciliari. ricordare che dalla intersecazione di due pi-
Man mano che Gigliotti invecchiava e tra- ramidi o triangoli, nasce la stella di David.
montava, sorgeva l’astro di Gelli, che potrà Pier Carpi racconta, in un’intervista rila-
così continuare la carriera del suo padrino in- sciata ad Antonio Socci, che «…nel 1977
trattenendo legami con la “destra” america- Gelli crea l’Ompam (Organizzazione mondia-
na, come conferma la sua presenza alla festa le per l’assistenza massonica), che è una delle
di insediamento di Ronald Reagan (58). Nei cause dell’attacco alla P2. (…) L’organizza-
tabulati scoperti il 17 marzo 1981 a Castiglion zione… è riconosciuta dall’Unesco, dalla
Fibocchi vi sono i nomi di 950 iscritti alla P 2, FAO e l’ONU manda osservatori al primo
ma non tutti… ovviamente. congresso… [L’Ompam] ha posizioni decisa-
Tra i 950 figurano 52 alti ufficiali dei ca- mente anticomuniste… [Vi è] un protocollo
rabinieri, 50 dell’esercito, 37 della Guardia riservato, di guerra al comunismo, approvato
di Finanza, 29 della Marina, 11 questori, 5 a quel primo congresso del ‘77 in Brasile…
prefetti, 2 ex ministri, 38 deputati, 14 magi- [esso] finisce nelle mani del KGB che dà di-
strati. «Ma i più preoccupanti dei nomi pub- sposizioni di distruggere quella temibile orga-
blicati negli elenchi sono quelli che non co- nizzazione che poteva disporre di mezzi enor-
nosciamo: secondo la Commissione parla- mi, la P2 e la Massoneria. Si scatena così una
mentare di inchiesta l’elenco completo degli sotterranea guerra internazionale» (62).
iscritti alla P2 conteneva all’incirca 2500
nomi, ne mancano quindi 1650» (59). A rileg- Influsso mondialista del Giudaismo anticri-
gere il progetto politico della P2, il cosiddet- stiano
to “Piano di rinascita democratica” si ha
l’impressione che molti dei suoi punti si «Nella dispersione, che è la debolezza
siano realizzati ultimamente. Il progetto di della nostra stirpe - hanno ragione di dire gli
Licio Gelli prevedeva la creazione di uno ebrei - noi abbiamo trovato la nostra forza,
stato “autoritario” sul tipo di repubblica che ci ha portati alla soglia del dominio
presidenziale, l’assoggettamento della magi- mondiale» (63). Gli ebrei non sono restii ad
stratura (che pur recalcitra) al potere politi- ammettere la loro enorme influenza sul mo-
co, l’utilizzo di strumenti finanziari per la vimento sinarchico mondialista, che sta pre-
nascita di due movimenti, uno di sinistra o parando il Nuovo Ordine Mondiale e la
progressista e l’altro liberaldemocratico, Nuova Casa Europea.
tendente un po’ a “destra”. «Tali movimenti Già nel XVII secolo Jan Amos Kominsky
dovrebbero essere fondati da altrettanti (1592-1670) teorizzava una nuova società
clubs… promotori composti da uomini poli- poli-etnica, razziale, politico, religiosa, ten-
tici ed esponenti della società civile [i tecni- dente a superare il Cristianesimo nell’esoteri-
ci], in proporzione di uno a tre. Tutti i pro- smo. Le sue teorie alimentarono il Sionismo,
motori debbono essere tendenzialmente di- portando così all’“Alleanza Israelitica Uni-
sponibili per un’azione politica pragmatisti- versale”. Il gran Maestro della Massoneria
ca con rinuncia alle consuete e fruste chiavi Cremieux (ebreo) asseriva che «tale alleanza
ideologiche» (60). In un secondo tempo oc- non si ferma solo al nostro culto, ma si rivol-
correrà acquistare o far nascere alcuni setti- ge a tutti i culti. Essa vuol penetrate tutte le
manali di battaglia… infine le circostanze religioni… [mira a] far cadere tutte le barrie-
dovranno permettere di contare sull’ascesa re di ciò che un giorno deve essere unito» (64).
al governo di un uomo “politico” già in sin- Ancora Cremieux afferma che «…una Geru-
tonia con lo spirito del club [o della loggia salemme del Nuovo Ordine… deve soppian-
n.d.a.]. Qualora si volesse dare un’immagine tare il doppio sogno imperiale e papale.
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L’Alleanza Israelitica Universale è entrata perso la fede nella ricostruzione del Tempio,
solo ora in azione, ma già fa sentire da lungi nascondono sotto questa parola simbolica la
la sua influenza» ( 65). Nello stesso senso volontà di fare del mondo intero un tempio
Baruch Levi scriveva a Marx: «Il popolo gigantesco in cui i figli di Israele siano sacer-
ebraico (…) sarà egli stesso il suo proprio doti e re, in cui tutti gli uomini ridotti alla
Messia. La sua signoria sul mondo sarà rag- servitù dell’organizzazione capitalista, lavo-
giunta mediante l’unificazione delle altre reranno alla gloria di Jahvé » (70).
razze umane, l’eliminazione delle frontiere e Senza commento per la loro pregnanza
delle monarchie… e mediante l’istituzione di sono le parole di uno studioso ebreo: «Non
una repubblica mondiale» (66). esiste che un solo problema sulla terra: il pro-
Anche Isidoro Loeb, segretario dell’Al- blema di Israele » (71).
liance Israelite Universelle ammetteva che
«…certo è che con o senza Messia personale, Pericoli
gli ebrei costituiranno il centro dell’umanità,
intorno al quale si raggrupperanno, dopo la Da quanto esposto finora è evidente che
loro conversione, i non ebrei. I popoli si uni- l’umanità corre un grave pericolo: è perciò no-
ranno per prestare omaggio al popolo di stro dovere lanciare un grido di allarme. Con
Dio» (67). Molto realista è Zur Beer quando le ultime leggi approvate quasi dappertutto,
afferma che «senza essere stato assorbito, chiunque osi mostrare la malizia della religio-
oggi lo spirito ebraico domina là dove prima ne talmudica viene immediatamente accusato
era appena sopportato… Noi controlliamo il di antisemitismo e condannato. Qualora le
mercato dell’oro… lo spirito ebraico ha con- colpe imputate al Giudaismo risultassero ca-
quistato il mondo» (68). Jacob de Haas, par- lunnie, tale atteggiamento persecutorio sareb-
lando della Rivoluzione russa del 1917 affer- be giusto, ma se si riesce a dimostrare che la
ma che essa è una rivoluzione ebraica (69). J. “perfidia” (in senso teologico) della religione
Bidegain si espresse molto apertamente ri- giudaica post-biblica è reale, tali condanne do-
guardo alla Massoneria. «…La Massoneria, vrebbero incutere timore soltanto agli sciocchi
la quale è incontestabilmente d’origine giu- o ai vili. Nel 1970 Umberto Greco (sotto lo
daica, è per gli israeliti uno strumento d’azio- pseudonimo di Verminjon) scriveva: «Mi pro-
ne e di lotta di cui si servono segretamente. pongo di svelare i retroscena che non vedia-
Gli ebrei hanno creato la Massoneria al fine mo. L’umanità si trova già sull’orlo di un abis-
di arruolarvi gli uomini che non appartengo- so, a causa dell’Ebraismo manovrante nell’om-
no alla loro razza… Gli ebrei, che non hanno bra, che, qual burattinaio, ci muove» (72).

Cesare Romiti, Giovanni Agnelli con il Il pericolo giudaico-massonico


gran rabbino di Roma Elio Toaff
Il farisaismo è una ideologia animata da
desiderio di vendetta. Lo stesso rabbino capo
di Roma Elio Toaff dichiarava nel 1994 ad un
giornalista che gli domandava se non ci fosse
un limite di tempo al rancore: «Il limite del
rancore è la vita umana» (73). Tale rancore
che gli ebrei nutrono verso ogni “goj” (non
ebreo) e specialmente verso i cristiani (74) li
porta a vessarli con ogni sorta di soprusi.
Marcus Eli Ravage scriveva: «Noi siamo stati
la causa prima non solo dell’ultima guerra,
ma quasi di tutte le vostre guerre» (75).

Historia magistra vitæ

Prima dell’avvento di Gesù Cristo gli


Israeliti erano il popolo eletto da Dio, però si
dimostravano già fin da allora (tranne le rare
eccezioni dei Patriarchi e dei Profeti) un “po-
polo di dura cervice”, avido di denaro fino ad
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adorare il vitello d’oro. Ebbene fin dall’Antica (83), iniziando la sua penetrazione attraverso
Alleanza avevano la caratteristica - aggravatasi le classi altolocate e seducendo le classi pove-
con il deicidio - di “mettere a fianco di persone re con il marxismo e il bolscevismo.
che hanno mansioni altamente direttive, delle Comunismo e supercapitalismo non sono
mogli di stirpe giudaica” (76). Sotto i romani, perciò essenzialmente nemici, anche se sem-
l’imperatore Tiberio chiamò la comunità ebrai- brano esserlo o lo diventano accidentalmen-
ca romana “un pericolo per Roma” (77). L’im- te in alcune circostanze. In realtà sono tenta-
peratore Claudio li espulse da Roma. Seneca coli della stessa piovra, che mediante l’odio
pronunciò la storica frase: “judei victoribus victi di classe suscitato tra poveri e ricchi, detiene
legem dederunt” (gli ebrei anche se vinti detta- un ferreo potere su tutti, purché siano gojim.
rono legge ai vincitori) (78). Diocleziano emanò È nota l’origine ebraica di Marx, Trotzky e
leggi restrittive contro di essi. Cicerone, Lenin, e delle mogli di Stalin, e di Molotov, il
nell’Oratio pro Flacco, asserisce di aver timore quale proprio in virtù della parentela con la
della compattezza giudaica. Poppea, per esem- potente famiglia dei Karp, poté mantenere
pio, la moglie di Nerone era una convertita buoni rapporti con quella dinastia dell’alta
all’Ebraismo e proselite della porta (79). Ecco finanza giudaico-americana (84). Bolscevismo
che, da dietro le quinte, s’intravede l’ombra di e plutocrazia sono uniti al vertice dal
chi aizzava Roma a perseguitare i cristiani: Giudaismo: la contraddizione è solo appa-
conferma Tertulliano: «Sinagogæ Judeorum rente, perché la dittatura comunista nello
fontes persecutionum» (80). spogliare della proprietà privata i gojim, la
«L’influenza giudaica tra i Romani diven- rende allo Stato, unico supercapitalista o plu-
ne, ad un dato momento, così preponderante tocrate. Le masse proletarie sono usate in
che si vide per la prima volta, salire sul trono funzione antiborghese; spesso s’illudono
dei Cesari un imperatore di origine ebrea… d’instaurare un regime in cui figura la giusti-
Settimio Severo Africano… egli, messi a zia distributiva, mentre verranno spogliate
morte i suoi nemici introdusse una pericolosa della libertà e dei beni e poi vessate da una
novità: il servizio militare obbligatorio in dittatura o tirannia, quella dello Stato-padro-
tutto l’impero ad eccezione degli italici, ai ne (e super-capitalista). A capo di esso, ma-
quali invece era proibito. D’ora in poi essi gari celati dietro terze persone (basti pensare
erano in balia delle legioni straniere… prepa- al multimiliardario americano Hamer), vi
rato il terreno come si voleva, ebbe inizio… sono spesso gli ebrei i quali, nel trapasso ge-
un periodo d’anarchia e di disastri; Roma nerale delle proprietà, si impadroniscono
non tardò ad essere invasa dai barbari ed… ipso facto di tutti i beni dei non ebrei.
annientata. Si compiva così la vendetta della
Sinagoga per la distruzione di Gerusalemme Difficoltà
operata da Tito. Oggi vediamo ancora tro-
neggiare nel Foro romano l’uno contro l’altro Tuttavia all’attuazione di questo piano
due soli archi di trionfo: quello di Tito e quel- diabolico si oppone l’intelligenza dei goijm:
lo di Settimio Severo… Tengano presente i ecco allora che la Sinagoga talmudica cer-
posteri che se Roma ha vinto Israele, Israele cherà con ogni mezzo di abbassare il livello
ha distrutto Roma» (81). Non vi è stato popo- intellettuale dei popoli e, con esso, la capa-
lo nel passato presso il quale gli ebrei non cità di discernimento del pericolo imminen-
siano riusciti ad infiltrarsi, e che non abbia te; tutto diviene strumento per tale scopo,
sentito ad un certo punto la necessità di libe- dalla diffusione dell’immoralità che abbassa
rarsi e di difendersi da essi. L’unanimità di l’uomo al livello del bruto, alla stampa; dagli
reazione, come nota anche Bernad Lazare spettacoli inverecondi ed osceni alla droga;
(82), proviene dal fatto che la religione talmu- insomma ogni vizio è utile per togliere ai po-
dica è talmente malevola e pronta al delitto poli la facoltà di ragionare.
che gli altri popoli sono stati spinti a respin-
gerne l’oppressione, anche con la forza. USA e giudeo-massoneria

Giudaismo, bolscevismo e plutocrazia Beniamino Franklin (che pure era masso-


ne) diceva agli Americani nella Convenzione
Come abbiamo già visto, il Giudaismo ha Costituzionale di Boston del 1789: «Se gli
fondato la Massoneria per imporre il suo ebrei non sono esclusi dagli Stati Uniti… fra
“credo” al mondo intero, quello dei ‘gojim’ meno di cento anni ci governeranno e ci di-
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struggeranno… io vi avverto… se voi non eli- tutte le scuole di pensiero e le diverse confes-
minate [tramite costituzione o soluzione fina- sioni religiose è considerato sacrosanto anche
le geografica e non fisica n.d.a.] gli ebrei… i da una gran parte del clero (e prima ancora del
vostri figli e i figli di essi vi malediranno nelle Concilio Vaticano II). Purtroppo anche i catto-
vostre tombe. Le idee degli ebrei non sono lici in America hanno accettato la cultura pro-
quelle degli americani» (85). testante e massonica preesistente negli U.S.A.
E quando si parla di Americani non biso- e vi sono tenacemente attaccati. Hanno così
gna confondere il popolo americano, prima unito ciò che Dio aveva diviso: la Fede cattolica
vittima della giudeo-massoneria, con i gover- con il culto della libertà assoluta. Rivelare que-
nanti, per la maggior parte massoni ed ebrei. ste verità significa forse denigrare l’America?
Lascio la parola a don Sanborn (sacerdote
Il problema americano americano): «Vi è nel sistema americano qual-
cosa di assai imperfetto: essa è un Paese che
Tuttavia occorre sapere che in America vi è non professa pubblicamente e ufficialmente
un vero problema: il culto della libertà. La li- nessuna religione... Non è per nulla contrario
bertà, intesa non come facoltà con la quale si all’amore per la propria Patria, segnalare i suoi
sceglie il mezzo migliore per fare il bene, ma errori, particolarmente quelli sistematici...
come “licenza” o libertinaggio: il voler fare Nessuno mi convincerà mai che l’indifferenza
tutto ciò che piace, anche il male; la libertà di del Governo americano riguardo a Dio sia
religione, di culto o di espressione. «L’attacca- qualcosa che piaccia a Dio stesso» (87). Quanto
mento alla libertà [scrive un sacerdote america- siamo lontani da certi “cattolici” italo-brasiliani
no, n.d.a.] rappresenta... l’essenza della cultura che pur spacciandosi per “integristi” ci propon-
americana» (86). Tale idolatria non è solo ameri- gono come modello l’America, e il liberalismo
cana; purtroppo oggi tutte le democrazie euro- conservatore americano; qualcuno di essi è
pee sacralizzano la libertà. Il culto della libertà giunto persino a rivalutare la Massoneria ame-
è strettamente collegato con la Massoneria ricana perché tollerante in materia religiosa e,
(anche quella americana), che tende a liberare naturalmente, anticomunista e filo-latifondista!
l’uomo dalla “tirannia” della Chiesa cattolica e
di Gesù Cristo! La cultura americana è stata Chi governa l’America?
impregnata di princìpi contrari alla Fede catto-
lica, grazie all’influsso che hanno avuto in In verità la nazione più fortemente sotto-
America la Giudeo-massoneria e il Prote- messa agli interessi ebraici è oggi l’America,
stantesimo, prima che il Cattolicesimo potesse dove non sono i presidenti americani a gover-
impiantarvisi e prosperare. Anche il clero ame- nare quanto invece il Governo centrale ebrai-
ricano non è stato risparmiato da quest’influs- co o ‘Kahal’, che a sua volta dirige i governi
so. Nel XIX secolo il clero era diviso in due regionali o ‘Kehillah’, le logge e i governi.
tendenze: i cattolici-liberali e gli anti-liberali. I Paul Finley ha scritto: «Il primo ministro
primi facevano proprio il culto della libertà (o d’Israele ha molta più influenza sulla politica
meglio della “licenza”); mentre gli anti-liberali estera degli Stati Uniti in Medio Oriente, che
lo rifiutavano perché indeboliva la purezza nel suo Paese» (88). Alain Cotta: «Negli Stati
della Fede. Purtroppo furono i cattolici-liberali Uniti, dove vivono sei milioni di ebrei, il loro
a prevalere. Quindi il Cattolicesimo che si è svi- voto, può essere determinante perché la mag-
luppato in America ha fatto astrazione (nella gioranza elettorale... può essere raggiunta gra-
maggior parte dei casi, tranne le debite eccezio- zie ad uno scarto del 3 o 4%... Nel 1988 le ele-
ni) dal principio cattolico della sottomissione zioni americane per il Senato richiedevano
dello Stato all’unica vera Chiesa, quella fondata uno sforzo pubblicitario di 500 milioni di dol-
da Gesù Cristo, cattolica apostolica e romana. lari» (89). Wrofsky asserisce: «La lobby più po-
Essa solo ha diritto alla libertà (poiché solo la tente ufficialmente accreditata in Cam-
verità ha diritti, non l’errore); le altre confessio- pidoglio è l’American Israel Public Affairs
ni possono essere tollerate per impedire un Comitee» (90). L’ex primo ministro inglese
danno più grande, ma non sono soggetto di di- Clement Attlee fece a suo tempo questa di-
ritto. Gesù è Re, non solo del singolo fedele, chiarazione: «La politica degli Stati Uniti in
ma della società dalla quale riceve un culto Palestina era modellata dal voto degli ebrei e
pubblico, e questo culto è unicamente quello dalle sovvenzioni delle più grandi ditte ebrai-
che Lui ha istituito: il cattolico-romano. Invece che» (91). John F. Kennedy, nel suo primo in-
in America il diritto alla libertà di azione per contro con Ben Gurion gli disse: «So che sono
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stato eletto grazie al voto degli ebrei america- Affairs Comittee, un’organizazione controllata
ni: devo loro la mia elezione. Ditemi che cosa dal B’nai B’rith, per diventare ufficialmente il
devo fare per il popolo ebraico» (92). Dopo consigliere del Presidente» ( 98). Quando
Kennedy, Lyndon Johnson si spinse ancora Ronald Reagan arrivò alla Casa Bianca, pur
più lontano. Un diplomatico israeliano scrisse: non essendo affiliato alla Trilateral, o al
«[con la morte di Kennedy n.d.a.] abbiamo C.F.R., o al Bildberg o al B’nai B’rith e neppu-
perso un grande amico, ma ne abbiamo trova- re alla Massoneria, non ruppe con le abitudini
to uno migliore... Johnson è il migliore amico prese dai suoi predecessori: infatti il suo Vice
che lo Stato ebraico abbia mai avuto alla Casa George Bush, era membro del C.F.R. e della
Bianca» (93). Infatti Johnson appoggiò larga- Trilateral; il suo Segretario di Stato, il generale
mente la guerra dei sei giorni. Oramai il 99% Haig, era un adepto del C.F.R., come il suo se-
degli ebrei americani difendeva il Sionismo: gretario al Tesoro, Donald T. Regan; il suo se-
«Essere ebrei oggi significa essere legati a gretario alla Difesa, Weinberger, era della
Israele» (94). Anche Carter continuò per la Trilateral. Per quanto riguarda Clinton il 16
stessa via e alla sinagoga di Elisabeth affermò: settembre 1992 il Jewish Post scriveva: «Su
«Onoro lo stesso vostro Dio. Noi (battisti) sette consiglieri di Clinton cinque sono ebrei».
studiamo la stessa vostra Bibbia... La soprav- Nel 1995 i consiglieri ebrei sono nove su dieci.
vivenza d’Israele... è un dovere morale»(95). Nel dicembre 1996 Clinton cambia Segretario
Paul Finey, nel libro They are do speak out, di Stato e sceglie Madeleine Albright, ebrea
pubblicato nel 1985, ha descritto l’attuale fun- nata in Cecoslovacchia (99).
zionamento della lobby sionista e il suo pote- Evidentemente i Presidenti passano, le
re. Questa vera e propria «succursale del go- Società segrete restano... «C’è a Washington,
verno israeliano» controlla il Congresso e il una forza più discreta, ma stranamente più
Senato, la Presidenza della repubblica, il di- potente del Presidente della Repubblica:
partimento di Stato e il Pentagono, così come sono le Società segrete, che hanno infiltrato
i media, ed esercita la sua influenza tanto il Governo, il Parlamento e che dettano let-
nelle Università quanto nelle Chiese. Nessuna teralmente la loro legge ai rappresentanti del
decisione concernente Israele può essere popolo americano» (100).
presa, a livello esecutivo, senza che sia subito
conosciuta dal governo israeliano. L’anticlericalismo
Georges Virebeau ha scritto un interes-
sante libro che s’intitola: Mais qui gouverne La Chiesa cattolica è il principale nemico
l’Amerique? In esso si può leggere: «L’Ame- della giudeo-massoneria il cui progetto spe-
rica vuole dominare il mondo!... La verità è cifico è di «…lavorare senza tregua per di-
diversa: non sono gli Americani, il popolo minuir[ne] l’influenza. Conviene dunque im-
americano, che vuole dominare il pianeta, ma primere nella mente di coloro che professa-
le forze che governano l’America» (96). L’au- no la Religione cristiana le idee di libero
tore dimostra con numerose citazioni che pensiero, di scetticismo, di scisma e provoca-
l’alta finanza controlla il Partito Democratico re dispute religiose. Logicamente conviene
e quello Repubblicano, e quindi la politica cominciare col disprezzare i ministri di quel-
americana. I rappresentanti dell’alta finanza la religione… provocando sospetti sulla loro
sono Lehman, Baruch, Rosenwald, Gug- devozione, sulla loro condotta privata» (101).
genheim, Rockefeller, Lewinsohn... È proprio della Sinagoga giudaica vede-
«Bernard Baruch, del B’nai B’rith, era il re nel clero il suo nemico, come affermò già
numero uno del brain trust del presidente San Giovanni Crisostomo (102); il suo fine,
Roosvelt, del quale facevano parte circa secondo uno dei più grandi studiosi del rab-
altri sei membri dell’Ordine massonico- binismo, è «abbattere la Religione cristiana»
ebraico» (97). (103). Per questo il Verminjon, rifacendosi
«Il presidente Gerald Ford, massone, all’opera dell’ebreo convertito Pèrgola (104),
aveva raggiunto il 33° grado quando prese il afferma che il Giudaismo non è una religio-
posto di Nixon. ne ma una scuola di empietà.
Carter entrò alla Casa Bianca nel 1977...
Era stato scelto e lanciato dalla Trilaterale... Il rimedio
Nel 1978, Jimmy Carter chiamò al suo fianco
un nuovo consigliere, Edward Sanders, che la- Di fronte ad una congiura di tali propor-
sciò la presidenza dell’American Israel Public zioni la salvezza dipende innanzitutto
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dall’intervento di Dio ed anche dalla nostra que osi combatterlo, mobilitando governi,
condotta di vita. Solo se gli uomini, coope- istituzioni e opinione pubblica. (E qui occor-
rando con Dio, cercheranno di reagire vin- re ribadire che l’antigiudaismo non ha nulla
cendo se stessi e lottando contro la triplice in comune con l’antisemitismo e il pregiudi-
concupiscenza, il mondo e il demonio, po- zio razziale). Non bisogna tuttavia lasciarsi
tranno cambiare sostanzialmente le cose. intimidire da queste manovre ma continuare
Occorre comprendere che a partire dal dei- a proclamare la verità, fosse anche usque ad
cidio il Giudaismo è mosso, nel suo odio a effusionem sanguinis, ricordando che, se
Cristo, dall’invidia e dall’orgoglio, come già anche oggi si appare sconfitti e soccombenti,
affermava San Tommaso (105), e anche at- la vittoria alla fine non mancherà, perché è
tualmente esercita il ruolo di tentatore delle stata profetizzata da Nostro Signore Gesù
anime, quando non di flagello. Cristo Verità infallibile: «Portæ inferi non
E noi cosa facciamo mentre il Santuario prævalebunt».
va a fuoco? Ci occupiamo purtroppo di una
miriade di cose contingenti, e forse anche Un patrono nella battaglia contro la
importanti, ma non pensiamo a salvarci spe- Giudeo-massoneria: Padre Kolbe
gnendo il fuoco.
«Ah! Lasciate che sia io - scriveva S. Luigi «Ora che la luce è fatta ed il segreto è
Maria di Monfort - a gridare dappertutto: al manifesto, è tempo di aprire gli occhi sulla
fuoco, al fuoco! Aiuto, aiuto! Al fuoco nella grandezza del pericolo e di riunire le forze
casa di Dio, al fuoco fin nel Santuario! Aiuto, del Cristianesimo alla comune difesa. È que-
il nostro fratello viene assassinato; aiuto, si stione di vita o di morte…Gli oratori e la
stanno scannando i nostri figli; aiuto, il nostro stampa non legati al massonismo ebraico
buon padre è pugnalato!… Exsurge, Domine, parlino chiaro e tondo per illuminare chi
quare obdormis? Exsurge… Signore sorge- non vede sulla macchinazione denunciata…
te… per formarvi uno stuolo scelto di guardie ciò non vuol affatto offendere o venir meno
del corpo, per proteggere la vostra casa, per alla carità… è legittima difesa non solo per i
difendere la vostra gloria e salvare le anime, corpi ma più per le anime. È seguire l’esem-
affinché ci sia un solo ovile e un solo pasto- pio di Cristo, il quale ha avuto parole di
re… Amen!» (106). fuoco contro i dirigenti d’Israele.
Scriveva il Verminjon: «Temo però assai Mancanza di carità… sarebbe invece man-
che il pretendere l’accortezza e la reazione tenere un glaciale silenzio sull’azione perverti-
ai nostri giorni, sia cosa affatto impossibile, trice dei nemici di Cristo e della società» (108).
essendo già forse, realmente, non più in Di fronte alla diffusa e stupida obiezione
tempo. E ciò a causa della degradazione mo- che anche Gesù Cristo era di stirpe ebraica e
rale a cui siamo arrivati, che ha fatto precipi- che perciò occorre venerare il Giudaismo ed
tare il livello dell’umano intelletto… a in esso vedere gli ebrei come fratelli maggio-
terra… Da sì fatta tenebra come uscirne? ri, si deve rispondere con San Tommaso che
Altro non resterebbe che alzare di nuovo il non si devono venerare gli angeli ribelli, in
livello della moralità e dell’intelligenza, ma odio a Dio Padre, per il solo fatto che furo-
da simile cosa ahi, quanto ci troviamo di- no angeli.
stanti. Quante difficoltà ad essa si frappon- Occorre invece, nella carità, mettere in
gono! Dio ci aiuti!… [Purtroppo] siamo re- guardia dai rischi del filo-giudaismo imperante;
stati sì lavati al cervello da non essere più seguiremo in questo le orme di Padre Kolbe
idonei ad udire cose serie… solo una forza (109), che fu instancabile nel denunciare il peri-
sovrumana ci potrebbe ancora aprire gli colo massonico e giudaico e nel richiamare
occhi… O noi gridiamo oggi a gran voce o la tutti alla vera fede in Nostro Signore Gesù Cri-
nostra bocca resterà chiusa per sempre» (107). sto; «…a questo scopo concepì il proposito di
Certamente occorre aver coraggio e fortezza dedicarsi con tutte le sue forze a far diga contro
per non lasciarsi intimidire dai sistemi usati questi movimenti… [e] in questa prospettiva…
dal nemico. Ad esempio secondo il Ver- fondò la Milizia dell’Immacolata» (110). Il reli-
minjon, spesso sono gli ebrei stessi ad orche- gioso francescano ci ha lasciato un luminoso in-
strare un’artificiosa campagna di antisemiti- segnamento a riguardo del pericolo giudaico-
smo per localizzare la più forte reazione al massonico: «Negli anni precedenti la guerra... a
Giudaismo e per ottenere dai governi leggi Roma, la mafia massonica... spadroneggiava.
in loro favore e per ridurre al silenzio chiun- (...) Non rinunciò... a sbandierare per le vie
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stema che la nega più radicalmente e la cro-


cifigge: ecco perciò che l’opposizione tra
Cristianesimo e Giudaismo non è soltanto di
contrarietà ma di contraddizione.
Di qui scaturisce la suprema alternativa
per gli individui come per le nazioni: o san-
tità cristiana o gnosi ebraica.
Termino con la citazione di un’orazione
della III Domenica di Quaresima tratta dal
rito ambrosiano: «Oh quanto perfida, perti-
nace, l’iniqua gente giudaica, che non vuole
riconoscere il Padre celeste e si gloria nella
discendenza... o ingrata gente! …noi al con-
trario… abbiamo preso il posto e il regno
dei giudei. Per Cristo Nostro Signore» (113).

Note
1) A. DALLE DONNE, Valenze etico-speculative del reali-
smo metafisico, Marzorati, Settimo Milanese 1993, pag. 253.
2) A. CAQUOT- E. GUGENHEIM - L. SESTRIERI, Storia
dell’Ebraismo, a cura di H.C. PUECH, Laterza, Roma -
Bari 1985, pag. 264.
Tomba del P. Tomaso da Sardegna a Damasco
3) A. CAQUOT- E. GUGENHEIM - L. SESTRIERI, Op.
cit., pagg. 242-271 passim.
della città... un vessillo... con l’effigie di S. 4) Ger. VIII, 8.
Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero! 5) O RIO N ARDI , Il vitello d’oro, Linea diretta,
(...) Neppure nello scrivere: “Satana governerà Milano 1989, pag. 53.
6) S ANTANGELO , L’ultima battaglia, Adrano
in Vaticano”» (111). Ed ancora rivolto ai masso- (Catania) 1985, pag. 27.
ni ed ebrei: «Signori massoni... riflettete... se 7) F. G. DE QUEVEDO, Obras completas, Madrid
non è meglio servire il Creatore... piuttosto che 1945, citato da GIOVANNI VANNONI, Le società segrete
obbedire agli ordini della crudele cricca ebrea, dal ‘6oo al ‘900, Sansoni, Firenze 1985, pagg. 44-365.
8) A. ROMEO, Il Giudaismo, in Il presente e il futuro
misteriosa, scaltra, mal conosciuta e che vi della Rivelazione biblica, Roma-Parigi-Tournai-New-
odia? E a voi, piccolo manipolo di ebrei… che York 1964, pagg. 204-242.
nascosti… avete provocato coscientemente già 9) Mt. XXIII, 15 e 33.
tante disgrazie ed ancor più ne state preparan- 10) Gv. VIII, 44.
do (...): quale vantaggio ne riceverete? ...Non 11) I Tess., II, 155.
12) Atti, II, 14-40.
sarebbe meglio se anche voi, massoni... raggira- 13) Ap. II,9 -III,9.
ti da un gruppo di ebrei, e voi capi ebrei, che vi 14) Deut. XXXII, 1-33; Is. I, 21; X, 5-11; Ger. VI, 8-
siete lasciati sedurre da Satana... riconosceste il 19; XVIII, 13-17; Ez. IX, 9-22.
Salvatore Gesù Cristo...?» (112). 15) Os. X, 15.
16) Giov. V, 45.
Che padre Kolbe ci sia di esempio ed in- 17) D. PERGOLA, L’antisemitismo e i torti degli ebrei,
terceda per noi ottenendoci la luce necessa- Torino 1889, pag. 4.
ria per scorgere il pericolo incombente sulla 18) O. N ARDI , Gnosi e Rivoluzione, Grafiche
Cristianità e la forza per agere contra per Pavoniane, Milano 1991, pag. 13.
diametrum, usque ad mortem. 19) Cfr. Sodalitium, n°36, pag. 14-21.
20) A. DALLE DONNE, op. cit., pagg. 285-6.
21) Ger. II, 125.
Conclusione. Cristianesimo o Giudaismo: 22) O. NARDI, Il Vitello d’oro, pag. 250.
ecco la suprema alternativa! 23) B. MARIANI, L’ateismo degli Angeli, in AA.VV.
Ateismo e Bibbia, Assisi 1988, pag. 220.
24) S. GIUSTINO, Dialogo con Trifone, 133, 6, trad. di
Il Cristianesimo è in opposizione col G. Visonà, Milano-Torino 1988, pag. 370.
Giudaismo molto più che col paganesimo o 25) Cfr. San Tommaso, Somma Teologica, 1a q. 94
con qualsiasi altra falsa “religione”. Infatti il a. 1; 2a 2æ q. 2 a7.
Giudaismo tramite la Càbala spuria e il Tal- 26) At. VIII, 18 segg.
mùd ha cercato di seppellire la Bibbia ed ha 27) P. C. LANDUCCI, Cento problemi di fede, Assisi
1962, pag. 238.
messo in croce Nostro Signore Gesù Cristo. 28) Come aveva già fatto con Voltaire, ad esempio.
Il Cristianesimo è la religione che affer- 29) Sulla morale talmudica si vedano le citazione di
ma la divinità di Cristo, il Giudaismo è il si- mons. Pranaitis in Sodalitium n° 36, pagg. 14-21.
17

30) Secondo Freud occorre sbarazzarsi di ogni imposi- semplicemente massone e in quanto tale “trasversale ad
zione religiosa, in particolare della «Torah». Qui si scorge ogni partito” od organizzazione.
il carattere anti-veterotestamentario del Giudaismo post- E così non stupisce di saperlo in contatto col KGB
cristiano, che ha rotto non solo con Cristo, ma anche con [PIERRE DE VILLEMEREST in Centre Europeen d’infor-
Mosè (come Gesù stesso insegnò nel Vangelo). mation, 7 giugno 1994, n° 6, pag. II], né di apprendere
31) Quanti suicidi di tanti poveri ragazzi giovanissi- che durante la sua militanza nella R.S.I. era munito di
mi, ormai incapaci di sopportare un rimprovero dei ge- «attestato di un’associazione ebraica all’“eroico amico”
nitori o un brutto voto a scuola! che ha liberato dei prigionieri ebrei» [G IANCARLO
32) “Cui servire regnare est”. PENNA, in Il Giornale, 22 agosto 1994, pag. 3].
33) Pio XII, Per l’anniversario di Rerum Novarum, « Il primo giro di valzer Gelli lo compie (…) tra il 1943
giugno 1941. e il 1945 trasformandosi da repubblichino a collaboratore
34) S. PIO X, Enciclica ai Vescovi d’Italia, 11/06/1905. dei partigiani nonché protetto dal P.C.I.. (…) il secondo
35) DOM CHAUTARD, L’anima di ogni apostolato, giro di valzer Gelli lo compie alla Maddalena dove, nel
ed. Paoline, Roma 1958, pag. 173. settembre del 1945, viene arrestato per reati commessi da
36) Ibid., pag.193. collaborazionista. Su propria iniziativa, al primo interro-
37) Dal sanscrito “pr-nâm”: pienezza, moltitudine. gatorio dei carabinieri fornisce una dettagliata lista di 56
38) Se siamo in dieci sulla cupola di S. Pietro e sei collaborazionisti della RSI e dei nazisti, dettagliando per
decidono che dobbiamo buttarci giù, devo farlo anch’io, ognuno fatti e atteggiamenti» [M. TEODORI, op. cit. pagg.
mio malgrado, in base al principio che la maggioranza 54 - 57]. Il 29 settembre 1950 il Centro di controspionag-
ha sempre ragione. gio di Pistoia invia al Sifar centrale una nota su Licio Gelli
39) A. DALLE DONNE, op. cit., pag. 281. “sospetto agente del Kominform”, descrivendolo come
40) Sanhedrin Jerosol. 22 a. un personaggio “capace di compiere qualunque azione”,
41) Gv. XI, 45-53. che nel 1944 ha iniziato la collaborazione col P.C.I. e che
42) Gv. XII, 12-31. ancor oggi svolge attività in favore dei Paesi dell’Est co-
43) A. DALLE DONNE, op. cit., pag. 282. munista [cfr. M. TEODORI, op. cit., pag. 55]. Inoltre, secon-
44) A. DALLE DONNE, op. cit., pag. 285. do il Teodori sono in qualche modo legate alla sua perso-
45) Shalom, 30 aprile 1994, pag. 13. na ventiquattro morti sospette.
46) A. DALLE DONNE, op. cit., pag. 289. Meritano attenzione il libro di ROBERTO FABIANI, I
47) O. NARDI, Il Vitello d’oro, ed. Linea diretta, massoni in Italia, ed. Libri dell’ESPRESSO, Milano 1978,
Milano 1989, pag. 24. Si veda anche J. LOMBARD, La [che mette a nudo l’odio di Gelli per i preti e i suoi rap-
cara oculta de la Historia Moderna, Fuerza Nueva, porti con Jimmy Carter, il duca di Kent, Gran maestro
Madrid 1979, vol. I, pagg. 117-177 e 235-253. della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, e la maggior
48) O. NARDI, op. cit., pag. 103. parte dei politici italiani], quello di Enrico NASSI, La
49) O. NARDI, op. cit., pag. 25. Massoneria in Italia, ed. Newton, Roma 1994, e quello
50) Il magistero episcopale si è così espresso riguar- di CECCHi, Storia della P2, Ed. Riuniti, Roma 1985.
do alla società multietnica: «L’unità del Paese nella 56) J. STIMPELE, La Chiesa cattolica e la Massoneria,
vera fede costituisce il più alto dei suoi valori spirituali. in “Quaderni di Cristianità”, primavera 1986, n° 4, pag.
Tale unità può essere spezzata se si aprono le frontiere 45 e segg.
a correnti immigratorie che vengano a costituire dei tu- 57) Vi era quasi tutto il vertice delle forze armate e
mori religiosi!… A totale detrimento spirituale delle dei servizi segreti.
popolazioni cattoliche» . Mons. ANTONIO DE CASTRO 58) M. GAMBINO, La loggia P2: la storia e i docu-
MAYER, Vescovo di Campos, in Problemi dell’Apo- menti,. Libera Informazione editrice, supplemento al n°
stolato moderno, Parma 1964, pag. 95. 12 di Avvenimenti, anno V, pag. 5.
51) O. NARDI, op. cit., pag. 104. 59) M. GAMBINO, op. cit., pag. 9.
52) Si conoscono i nomi dei partecipanti italiani: a 60) M. GAMBINO, op. cit., pag. 17.
Cesme, in Turchia, dal 25 al 27 aprile 1975, troviamo 61) M. GAMBINO, op. cit., pag. 13.
Giovanni Agnelli, Guido Carli, Roberto Ducci, Giorgio 62) Da IL GIORNALE, 14/5/1994, pag. 11.
La Malfa, Arrigo Levi; a Villa d’Este il 24 aprile 1965, 63) O. NARDI, op. cit., pag. 237.
Ugo La Malfa, Giovanni Malagodi, Franco Maria 64) H. DELASSUS, Il problema dell’ora presente, De-
Malfatti, Alberto Pirelli; a Megive, in Francia, dal 15 al sclée, Roma 1907, II vol. pag. 406.
21 aprile 1974, Enzo Bettiza, Alberto Ronchey ; a 65) Cf. Archives Israelites, 1861.
Torquay in Inghilterra dal 22 al 24 aprile 1976, Tina 66) Revue de Paris, ann. 35, n° 2, pag. 574.
Anselmi, ad Aquisgrana da 10 al 12 aprile 1980, 67) I. LOEB, La Litérature des pauvres dans la Bible,,
Giorgio Benvenuto, Barbara Spinelli, Romano Prodi. Paris , 1892, pag. 218.
53) O. NARDI, op. cit., pag. 204. 68) Die Geheimnisse, 3° ed. 1919, pag. 17.
54) O. NARDI, op. cit., pag. 215. 69) In The Macabean citato da O. NARDI, op. cit. pag. 241.
55) Tutti o quasi parlano della P2 come di un’organiz- 70) J. BIDEGAIN, Grand Orient, ses doctrines et ses
zazione massonica di “destra” rifacendosi al passato di actes, pag 186, citato in DELASSUS, Op. cit., pag. 373.
Licio Gelli, già milite volontario nella guerra civile spa- 71) J. IZOULET, Paris capital des religions, ou la mis-
gnola contro i comunisti e poi come aderente alla RSI. sion d’Israel, Albin Michel, Paris 1926, pag. 73.
Tuttavia «nel 1944 era passato a collaborare con i 72) VERMINJON, Le forze occulte che manovrano il
partigiani, in particolare con gli uomini del PCI pistoie- mondo, tip. S.A.T.E.S., Roma 1970, pag.6.
se (…) Si era quindi trasformato in delatore dei suoi 73) La Stampa, 4 novembre 1994, pag. 20.
antichi camerati, stabilendo un contatto con i servizi se- 74) Cfr. M ONS . G. B. P RANAITIS , Christianus in
greti italiani» [M. T EODORI , P2: la controstoria, ed. Talmude Juddeorum, Pietroburgo 1842.
Sugarco, Milano 1986, pag. 19]. Un Gelli quindi ambi- 75) Country Magazine, n° 3-4, 1928; citato in
valente, nel contempo fascista e comunista, democri- VERMINJON pag. 23.
stiano e informatore dei servizi segreti italiani? No, 76) VERMINJON, op. cit., pag. 28.
18

77) Cfr. SVETONIO, Vite dei Cesari. 105) SAN TOMMASO D’AQUINO Super Matt. XXVII,
78) De superstitione, ed. Bipont, 1782, vol. IV, pag. 423. 18; n°233, Marietti, Torino 1951.
79) cfr. TACITO, Annales, cap. 61, libro X. 106) SAN LUIGI MARIA DI MONFORT, Preghiera in-
80) TERTULLIANO, Scorp., c. X. fuocata, n° 28 -30.
81) VERMINJON, op. cit. pagg. 29-31. Cfr. Anche U. 107) VERMINJON, op. cit., pagg. 145-7.
BENIGNI, Storia sociale della Chiesa, cit. in Sodalitium, 108) VERMINJON, op. cit., pagg. 183.
n° 43, pagg. 29-33. 109) «E difficile ritrovare nella storia degli ultimi de-
82) BERNARD LAZARE, L’Antisemitisme, Documents cenni una figura più eroica e più popolare di Massi-
et Témoignages, Vienne, 1969. miliano Kolbe». In R. ESPOSITO, Santi e massoni al servi-
83) Cf. Sodalitium, n° 34, pagg.18-34. zio dell’uomo, Bastogi, Foggia 1992, pag. 193.
84) “Le grandi forniture americane all’URSS di navi, 110) Ibid., pag. 193.
armi, macchine, utensili, ecc… passarono tutte attraver- 111) Gli scritti di Massimiliano Kolbe, Firenze, Città
so la Famiglia Karp”. [VERMINJON, op. cit. pag. 43]. di Vita, 1975-1978, 3° vol., pag. 771.
85) Citato in VERMINJION, op. cit., pag.73. 112) Ibid., pag. 299.
86) D. SANBORN, The cult of liberty, in Sacerdotium, 113) “Gli ebrei - scrivevano Giuliotti e Papini - non avreb-
n° XIV, pag. 2. bero preso il potere che hanno e non avrebbero tanta traco-
87) Ibid., pagg., 41-42. tanza, se i cristiani fossero veramente cristiani e non avessero
88) P. F INLEY , They dare to speak out, Chicago, adottato gli stessi valori giudaici. La conversione dei cristiani
Lawrence Hill, 1989, pag. 92. al Cristianesimo porterebbe la fine del semitismo e perciò
89) A . C OTTA , Le capitalisme dans tous ses etats, all’antisemitismo e forse la conversione degli stessi giudei alla
Paris, Fayard, 1991, pag. 158. Verità crocefissa in Giudea”. In GIULIOTTI - PAPINI,
90) M ELVIN I . W ROFSKY , We are one! American Dizionario dell’Omo selvatico, Firenze 1923, pag. 190.
jewry and Israel, New York, Ander Press-Doubleday,
1978, pag. 265.
91) C. A TTLEE , A Prime Minister Remember,
Londra, Heinemann, 1961, pag. 181.
92) E. TIVNAN, The lobby, pag. 56 “Il Papa del Concilio”
93) I. L. K ENAN , I srael’s defense line, Buffalo,
Prometheus, 1981, pagg. 66-67.
94) S. AVINERI, The Making of Modern Sionism,
New York, Basis Book, 1981, pag. 219.
95) The Time, 21. 06. 1976. VENTUNESIMA PUNTATA: “LA LOTTA PER IL
96) G. VIREBEAU, Mais qui gouverne l’Amerique?,
CONCILIO DURANTE LA PREPARAZIONE”: LE
ed. Henry Coston, Paris, 1991, pag. 3.
97) Ibid., pag. 5. COMMISSIONI PREPARATORIE
98) Ibid., pag. 11.
99) Il Foglio, 11, dic. , 1996. La Stampa, 5, febb., 1997. don Francesco Ricossa
100) G. VIREBEAU, pag. 14.
101) Discorso-programma tenuto dal Rabbino
Reicborn nel ‘Raleb’ di Praga nel 1880, e pubblicato da
Sir John Radcliff su Le contemporain l’1/7/1886. Cfr.
“L a Roma che tu conosci e dalla quale
fosti esiliato non accenna a mutare,
come pareva che dovesse pur essere, alla
VERMINJON, op. cit., pag.86.
102) S. GIOVANNI CRISOSTOMO, Contra Judeos, om. I. fine. Il cerchio dei vecchi avvoltoi, dopo il
103) BUXTORFIUS SENIOR, Synagoga Judaica, Basi- primo spavento, torna. E torna con sete di
lea, 1603, pag. 24 nuovi strazi, di nuove vendette. Intorno al
104) DANIELE PERGOLA, Gli ebrei popolo reietto e carum caput [Giovanni XXIII] quel macabro
maledetto da Dio, Torino, 1886.
cerchio si stringe. Si è ricomposto, certamen-
P. Massimiliano Kolbe all’età di 19 anni te” (1). Così scriveva don Giuseppe De Luca
all’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista
Montini, il 6 agosto 1959, quando il pontifi-
cato del loro comune amico, Giovanni
XXIII, muoveva ancora i primi passi dopo lo
storico annuncio del 25 gennaio dello stesso
anno di un futuro concilio. Le parole di don
De Luca, che presuppongono una sintonia di
sentimenti nel futuro Paolo VI, ci mostrano
lo stato d’animo della cerchia di ecclesiastici
vicini a Giovanni XXIII al momento di pre-
parare il futuro concilio ecumenico: una av-
versione che sfiora l’odio serpeggiava tra i
novatori, diretta contro i “vecchi avvoltoi”
annidati nel Sant’Offizio e nella Curia roma-
na in genere. Si trattava forse di avversioni
personali, fondate però certamente su di un
19

profondo dissidio dottrinale. Ancor prima lizzò effettivamente col Vaticano II: il cardi-
del concilio, già la sua preparazione avrebbe nale Ehrle auspicò “un allentamento della
inevitabilmente messo allo scoperto la laten- morsa antimodernista”; il cardinale
te opposizione tra due mentalità, due teolo- Costantini si augurò una “rivalutazione della
gie, due, potremmo dire, religioni diverse ed funzione episcopale”, il “ritorno dei prote-
opposte tra loro. E così fu. stanti”, la “lingua vernacola nella liturgia”
Negli scorsi numeri di Sodalitium ho già ( 8 ). Fouilloux, nella Storia del concilio
avuto modo di trattare della preparazione Vaticano II, segnala la nascita e l’espansione
ufficiale al Vaticano II: sia della fase ante- dei vari “movimenti” (biblico, liturgico, cate-
preparatoria (1959-1960) (2), che di quella chetico, ecumenico) che verranno “consacra-
preparatoria (1960-1962) (3), accennando ai ti” dal Vaticano II, di una nuova “spiritualità
primi scontri che, proprio in quella sede, si coniugale”, di una “nouvelle théologie”,
ebbero a proposito dello schema sulla libertà segno di “un disagio” “percepibile” “fin
religiosa (4) e di quello, temporaneamente dagli anni Trenta in seno al cattolicesimo
soppresso, sugli ebrei ( 5). Nel frattempo, Nord europeo”. E Roma? Fino al 1950, nei
però, sono stati pubblicati i primi due volumi confronti di questi movimenti Roma “esita
della Storia del concilio Vaticano II (6), diret- di proposito tra la carota e il bastone”; da
ta da Giuseppe Alberigo, il primo dei quali quella data, con l’enciclica Humani generis,
(7) mi permette di approfondire questi temi predomina “il bastone” (9). All’annuncio del
da me troppo superficialmente trattati fino- concilio, i cardinali come Pizzardo auspicano
ra. Nel terzo capitolo di questo volume, per “una ripresa dell’enciclica Humani generis”
la bellezza di 202 pagine (da pag. 177 a pag. (10); i teologi “romani” si illudono di un con-
379), viene esaminato il lavoro della Com- cilio che, riprendendo il Vaticano I e le con-
missione centrale preparatoria; l’autore di danne di Pio XII, liquidi la “nuova teologia”,
questo studio, Joseph Komonchak, gli ha che altro non è che una riedizione larvata del
dato un titolo significativo che ho ripreso per modernismo (11). Ma un esponenente di spic-
questa puntata della biografia roncalliana: co del movimento ecumenico, dom
La lotta per il concilio durante la preparazio- Beauduin, di cui ho già tanto parlato, crede
ne. Poiché di questo si è trattato: gli scontri che il “diplomatico eloquente e mondano”
tra i Padri nell’aula conciliare, riferiti dai che aveva conosciuto in Oriente e a Parigi, e
giornalisti di tutto il mondo, furono anticipa- che era diventato ora Giovanni XXIII,
ti, nella discrezione delle riunioni delle varie avrebbe dato “la sua occasione” al movi-
commissioni, durante il periodo preparato- mento riformatore con il concilio (12). Le ri-
rio. Un anticipo del concilio vero e proprio, sposte dei dicasteri della curia romana, dei
dunque, particolarmente interessante per il vescovi, dei nunzi e delle università cattoli-
biografo di A. G. Roncalli, che del Vaticano che alla consultazione della commissione
II presiedette solo la prima sessione, gesten- ante-preparatoria del cardinal Tardini, i fa-
do invece pienamente la sua preparazione. mosi vota (13), riflettono anch’essi la divisio-
ne succitata tra i vescovi e i teologi. Ho già
Il clima alla vigilia della fase preparatoria parlato di quelli dei vescovi italiani, in gran-
de maggioranza fedeli all’insegnamento di
Qual’era, innanzitutto, la situazione nella Pio XII (14). Fouilloux, che esamina i vota
Chiesa nel periodo che va dall’annuncio del provenienti dal mondo intero, distingue tra
concilio all’inizio della fase preparatoria? A quelli che intendono “coronare quattro seco-
rischio di ripetermi (ne ho parlato spesso, li di intransigenza” (predominanti in Italia,
specie nel n. 36) voglio segnalare al lettore Spagna, Irlanda, paesi latino-americani ispa-
alcune notizie interessanti che si trovano nofoni...) e quelli che “vanno verso il
nella Storia del concilio Vaticano II. Da Vaticano II” (specialmente nell’ “Europa del
tempo esistevano due partiti; quello di colo- Nord-Ovest”, Germania, Francia, Olanda -
ro che volevano restare fedeli alla dottrina con l’Indonesia - e chiese di rito Orientale);
della Chiesa, e quello dei riformatori, ansiosi meno omogenei i vota africani, asiatici, bra-
di riconciliarsi con la mentalità del mondo siliani e statunitensi (favorevoli, questi ulti-
moderno. Quanto a questi ultimi, già in oc- mi, alla libertà religiosa). Divisi anche i supe-
casione dei vecchi progetti di concilio sotto riori degli ordini religiosi: c’è un “contrasto
Pio XI e Pio XII, vagheggiavano una riforma sbalorditivo” tra quello del domenicano
simile, almeno in parte, a quella che si rea- Browne e quello del francescano Sepinski
20

(mentre è abilmente “gesuitico” quello del... Quale ruolo per il Segretariato di Bea?
gesuita Janssens!). Ad un fronte (conserva-
tore) appartengono le università romane del Come l’indica il nome stesso, le Commis-
Laterano, dell’Angelicum, dell’Antonianum, sioni preparatorie dovevano “preparare” gli
del Marianum, del Salesianum, del S. schemi da sottoporre all’approvazione dei
Bonaventura, del collegio di Propaganda; padri conciliari. Ho già elencato (Sodalitium,
all’altro, i gesuiti dell’Istituto Biblico (che n. 38, p. 11, 16a puntata) le Pontificie Com-
auspicano, tra l’altro, una “profonda trasfor- missioni preparatorie del Concilio Ecumenico
mazione del discorso cattolico sul giudai- Vaticano II, coi nomi dei loro presidenti e se-
smo) (15). Insomma, già in questo periodo vi gretari. Esse erano inizialmente 10 (la cerimo-
erano, seppur latenti, tutti gli elementi per niale fu aggiunta in novembre) coordinate da
uno scontro. Scontro che un deciso interven- una Commissione centrale presieduta da
to di Giovanni XXIII in favore dell’ortodos- Giovanni XXIII; a esse si aggiungevano tre
sia (probabilmente allora ancora maggiorita- segretariati, tra cui quello di Bea. Mentre le
ria) avrebbe potuto evitare, reprimendo i co- Commissioni ricalcavano i dicasteri della
nati neo-modernisti che ambivano utilizzare curia romana (tranne la commissione
il concilio per i propri fini. Ma un attento os- sull’apostolato dei laici, voluta espressamente
servatore avrebbe potuto già capire ove an- da Giovanni XXIII), i Segretariati erano una
davano le simpatie di Roncalli. Continuare il novità. Due di essi (quello per i mezzi di co-
Vaticano I? No, poiché il concilio si chia- municazione e quello per gli aspetti economi-
merà Vaticano II (16). Condannare gli errori ci e tecnici) erano di poca importanza; restava
neo-modernisti? No, perché il concilio sareb- il Segretariato di Bea per l’ecumenismo. Fin
be stato prevalentemente pastorale. E a con- dal discorso del 25 gennaio 1959, col quale
ferma di ciò, egli aveva compiuto “una scelta Giovanni XXIII manifestò la sua decisione di
gravida di conseguenze”: quella di non affi- indire un concilio, Roncalli diede a quest’ulti-
dare la preparazione del concilio al mo una finalità ecumenica, finalità ribadita in
Sant’Uffizio, come aveva fatto invece Pio molti discorsi successivi (19). Quale sarebbe
XII solo una diecina di anni prima (nel stato, allora, il ruolo del Segretariato per
1948), ma alla congregazione per gli affari l’ecumenismo, nel preparare un concilio che
ecclesiastici, scelta che “lasciava trasparire la contemplava tra i suoi scopi, per l’appunto,
preferenza del papa perché il concilio fosse l’ecumenismo? Giovanni XXIII aveva prefe-
preparato in un clima e con uno stile diverso rito chiamarlo “Segretariato”, anziché
da quello tradizionalmente dottrinario e in- “Commissione” (20): cosa significava questa
transigente del S. Uffizio” ( 17 ). Chiaro- decisione? Un declassamento rispetto alle
veggente, padre Congar scrisse nel suo dia- Commissioni, come sosteneva il card.
rio, dopo i primi atti di Giovanni XXIII, che Ottaviani, oppure un voler dare al Se-
questi era “un papa [che] minacciava di ab- gretariato una maggiore libertà d’azione,
bandonare un certo numero di posizioni” come Giovanni XXIII aveva detto al cardinal
(18). L’istituzione del Segretariato per l’unità Bea? Il Segretariato avrebbe potuto fare degli
dei cristiani, affidato al cardinal Bea, pesò schemi? Si sarebbe dovuto limitare a informa-
ancora di più in questo senso nella fase suc- re i non cattolici dell’andamento del concilio
cessiva, quella direttamente preparatoria al e della sua preparazione, o si sarebbe occupa-
concilio. “Non si potrà tuttavia dimenticare - to della disciplina della Chiesa e persino della
scrive a proposito Fouilloux - che il votum dottrina, che la Commisssione teologica del
non è il solo mezzo di cui dispongono i ve- cardinal Ottaviani riteneva invece essere di
scovi per preparare il concilio: al momento suo appannaggio? Dal peso che il Segre-
in cui rispondono al card. Tardini, molti pre- tariato avrebbe avuto nella preparazione del
lati sono occupati nel processo che porterà concilio, sarebbe dipeso in buona parte l’indi-
alla creazione del Segretariato per l’unità dei rizzo successivo del concilio stesso, tutti se ne
cristiani, processo di ben altra importanza ri- rendevano conto... Ora, Bea non solo riuscì,
spetto alle loro risposte alla consultazione grazie a Giovanni XXIII, a proporre i propri
antepreparatoria, per quanto interessanti schemi, ma cercò pure di influenzare quelli
esse siano” (19). Con il Motu proprio Superno delle altre commissioni mediante le cosiddet-
Dei nutu, del 5 giugno 1960, venivano costi- te “commissioni miste”. Fu proprio quest’ulti-
tuite le commissioni preparatorie, tra le quali ma novità a far esplodere i dissensi latenti.
il segretariato di Bea. Ogni commissione, come vedremo, contava
21

commissioni miste erano adatte quando la


stessa questione disciplinare riguardava di-
verse commissioni, ma non quando il tema
era puramente dogmatico” (22). Semmai, pre-
cisò Ottaviani, la commissione teologica
avrebbe dovuto rivedere gli schemi delle
altre commissioni per il loro contenuto teolo-
gico. “Tromp non riferì pubblicamente alla
commissione teologica che Ottaviani aveva
rifiutato la richiesta per una commissione
mista con il segretariato per l’unità dei cri-
stiani per un’altra ragione: quest’ultimo non
era una commissione. Manebimus - aveva ag-
giunto il cardinale - domini in domo nostra”
(22). In realtà il problema non era solo forma-
le, di competenze, ma anche dottrinale:
“Questa risposta - annota Komonchak nella
Storia del concilio - riflette la rabbia provata
nella commissione teologica sulla propagan-
da, come la chiamava Tromp, che Bea stava
Giovanni XXIII si reca all’ultima seduta della III sessio- facendo in favore delle sue opinioni sulla
ne della Commissione centrale preparatoria preconciliare
(alla sua sinistra Mons. Felici, segretario condizione di membro della Chiesa (23)” (22).
generale della commissione) La commissione di Ottaviani rifiutò ogni in-
tromissione del segretariato di Bea, ad esem-
tra i suoi membri elementi “conservatori” ed pio, nella redazione degli schemi sulle fonti
elementi “progressisti”: persino la commissio- della Rivelazione e sulla Chiesa: ne seguì un
ne teologica, roccaforte dei “conservatori”, “aperto contrasto” tra i due organismi (24).
annoverava tra i suoi dei progressisti e, vice- Non tutte le commissioni si opposero alle
versa, la commissione liturgica e il segretaria- proposte di Bea. Quella per la disciplina dei
to di Bea, ove dominavano i “progressisti”, sacramenti formò una “commissione mista
avevano nei loro ranghi qualche “conservato- con il segretariato per l’unità dei cristiani”.
re”. Tuttavia, la maggior parte delle commis- Ne conseguì la decisione di proporre alcuni
sioni, che ricalcavano i dicasteri della curia, cambiamenti nel codice di diritto canonico
era sostanzialmente fedele a Roma ed i pro- “per evitare di offendere la sensibilità ecu-
gressisti erano in minoranza. Fu allora che menica”; con ciò il presidente, cardinal
Bea trovò il modo di influenzare tutto il lavo- Masella, sperava di accontentare il cardinal
ro preparatorio a proprio vantaggio, profit- Bea. Questi invece “dissentì immediatamen-
tando dell’istituzione di commissioni miste, te, non essendo d’accordo su numerosi punti
che permettevano al suo segretariato di inter- minori e su uno molto importante”, cioè “la
ferire nel lavoro delle altre commissioni. riforma del canone che dichiarava invalido
un matrimonio misto celebrato extra formam
Le Commissioni miste e le ingerenze di Bea canonicam” (un cattolico che sposa una pro-
testante, ad esempio, davanti al pastore pro-
L’esistenza di commissioni miste per le testante). La commissione per la disciplina
materie di interesse comune era prevista dal dei sacramenti tenne duro, e rifiutò il sugge-
segretario della commissione centrale, rimento del segretariato (25). Senza conse-
Pericle Felici (21). Il cardinal Bea ne appro- guenze, la collaborazione con la commissio-
fittò per cercare di far passare le sue idee ne per gli studi e i seminari, presieduta dal
negli schemi delle altre commissioni. La cardinal Pizzardo (che era di tutt’altro indi-
commissione teologica, presieduta dal cardi- rizzo!) (26). La Commissione per le chiese
nal Ottaviani e corrispondente, nella curia, al orientali, presieduta dal cardinal G. Cico-
S. Uffizio, rifiutò anche l’idea di una collabo- gnani, avrebbe dovuto collaborare di più col
razione con altre commissioni. Il segretario, segretariato di Bea, non fosse altro perché
padre Tromp, ne spiegò i motivi nel febbraio Giovanni XXIII aveva affidato a questa
del 1961: la commissione “aveva l’esclusiva commissione le relazioni ecumeniche con gli
competenza nelle materie dottrinali. (...) Le “ortodossi”. Ma “ci fu un solo incontro senza
22

frutto tra la commissione per le chiese orien- nale, andando così “oltre l’esplicita formula-
tali e il segretariato per l’unità dei cristiani. zione del Superno Dei nutu” col poter “pre-
A dispetto delle richieste del segretariato (...) parare testi su temi centrali per l’ecumeni-
la commissione (...) non prese alcun contatto smo” (31). Non sarà l’ultima volta che un in-
con gli ortodossi fino al giugno 1961 (...). tervento di Giovanni XXIII, andando contro
All’avvicinarsi del concilio papa Giovanni, in le leggi da lui stesso poste, favorirà netta-
parte per desiderio degli ortodossi, sottrasse mente il partito ecumenista ipotecando
il compito di instaurare conversazioni con l’esito finale del Vaticano II.
loro alla commissione per le chiese orientali
e l’assegnò al segretariato per l’unità dei cri- Il lavoro delle commissioni preparatorie
stiani” (27). Tuttavia, malgrado il poco attivi-
smo ecumenico della commissione, Bea riu- Per chiarire le idee al lettore, ricordo bre-
scì egualmente a far passare un suo votum in vemente quale doveva essere il lavoro delle
favore dei privilegi dei Patriarchi orientali (in commissioni preparatorie. La fase anteprepa-
funzione ecumenica e anti-romana) (28). Bea ratoria, diretta dal cardinale Tardini, aveva de-
ebbe vita più facile nei suoi rapporti con la ciso, in base ai vota dei vescovi, i temi da trat-
commissione liturgica, il cui segretario era tare durante il concilio; il compito delle com-
Bugnini, il futuro padre della “nuova messa”. missioni preparatorie, istituite il 5 giugno 1960
Qui il segretariato intervenne nella battaglia ma che iniziarono il loro lavoro solo il 14 no-
contro il latino nella liturgia, particolarmente vembre seguente, era di preparare gli schemi
violenta, come vedremo. Una sottocommis- dei futuri documenti conciliari che i Padri
sione liturgica del segretariato di Bea chiese avrebbero dovuto approvare. Dopo che questi
nel febbraio del 1961 un “uso più largo possi- documenti furono discussi e approvati dalle
bile della lingua volgare”. In aprile scese in singole commissioni, essi vennero inviati alla
campo lo stesso Bea: “Bisogna insistere con commissione centrale (presieduta da Giovanni
forza - egli disse - contro l’idea che la lingua XXIII) che iniziò così i suoi lavori nel giugno
latina sia un segno di unità. Più che un segno del 1961; a novembre dello stesso anno la
di unità essa è un segno di uniformità” (29). In commissione centrale preparò il regolamento
questo, il votum del segretariato e il progetto del concilio, trattò delle materie miste ed
della commissione liturgica erano concordi, emendò gli schemi ricevuti, mediante il lavoro
pur contraddicendo Pio XII che aveva inse- di tre sottocommissioni. Il periodo preparato-
gnato che “l’uso della lingua latina (...) è un rio si chiuse così nel giugno 1962 (il 6 agosto fu
chiaro e nobile segno di unità” (enc. promulgato il regolamento e l’11 ottobre ini-
Mediator Dei). Il segretariato di Bea riuscì, ziò il concilio stesso). Vediamo adesso “la
quindi, con i suoi “suggerimenti”, a influire lotta durante la preparazione” in seno a ogni
sulle altre commissioni ma, bisogna dirlo, singola commissione, iniziando da quelle che
solo in parte. Gli schemi più importanti ebbero minore importanza, per soffermarci
erano infatti di spettanza della commissione poi sullo scontro dottrinale tra commissione
teologica. “Non ci fu cooperazione tra la teologica di Ottaviani e segretariato per l’unità
commissione teologica e il segretariato per di Bea (l’esame del lavoro della commissione
l’unità dei cristiani (...)” conclude Ko- liturgica è rinviato a una prossima puntata).
monchk, ed il segretariato “si sentì alla fine
obbligato, una volta divenuto consapevole Le commissioni minori
della totale mancanza di sensibilità ecumeni-
ca nella commissione teologica, a realizzare La commissione sui vescovi. Essa ribadì il
dei testi che rappresentavano una chiara e principio teologico tradizionale secondo il
esplicita sfida alla pretesa della commissione quale “mentre l’ufficio dei vescovi deriva di-
teologica sull’esclusiva competenza sulla dot- rettamente dall’istituzione di Cristo, la giuri-
trina” anticipando così “lo scontro che sareb- sdizione particolare, della quale un vescovo
be stato il dramma del primo periodo del godeva nella propria diocesi, proveniva dal
concilio” (30). E Giovanni XXIII? Egli non papa come sua causa prossima”; siamo qui
gradì l’atteggiamento della commisione teo- ben lontani dal concilio! Forte disaccordo ci
logica, che rifiutava le commissioni miste col fu sulla questione, disciplinare, delle dimissio-
segretariato di Bea (31), ed autorizzò pertanto ni da presentare una volta compiuti i 75 anni
esplicitamente il segretariato a redigere i di età (32). Non mi dilungo sui lavori della
suoi schemi di “sfida” alla dottrina tradizio- commissione per la disciplina del clero (33).
23

La commissione per i religiosi. Essa in- espresso desiderio di papa Giovanni” (nota au-
tendeva seguire la dottrina di Pio XII: lotta tografa del 1 giugno 1960). “Probabilmente
all’attivismo e al naturalismo, condanna perché non corrispondeva a nessuna congrega-
dell’opinione secondo la quale si doveva zione romana, solo il 10% del suo personale
onorare “più il matrimonio che la verginità proveniva dalla curia”. Tuttavia, “era evidente
e il celibato” (34). Anche in questo caso, il l’assenza dei teologi che nel precedente decen-
concilio è lontano! nio avevano fatto i maggiori sforzi per ap-
La commissione per la disciplina dei sa- profondire la teologia del laicato [in senso neo-
cramenti. Ho già parlato della nefasta influen- modernista, n.d.a.]: Congar, Philips, Rahner,
za che esercitò Bea, riuscendo a formare una Schillebeeckx, von Balthasar e Chenu” (38).
commissione mista con la commissione per i Faceva parte del personale, però, uno dei padri
religiosi. Altra innovazione, la proposta del della libertà religiosa, Pavan. Non mancarono
diaconato permanente senza obbligo di conti- “forti disaccordi”; nell’elaborazione di un
nenza: cinque membri della commissione si testo, il “principale oggetto della disputa fu la
trovarono in disaccordo con questa proposta, partecipazione dei laici alle associazioni miste
che è contraria alla tradizione apostolica (35). e neutrali per la giustizia sociale. Il testo finale
La commissione per gli studi e i semina- si dichiarava a favore dei difensori di questo at-
ri. Decisamente avversa al neo-modernismo teggiamento, almeno in determinati luoghi e
fu la commissione presieduta dal cardinal circostanze” (39), andando così contro uno dei
Pizzardo. Si denunciavano gli errori moder- capisaldi del pontificato di san Pio X.
ni: “il comunismo ateo, il socialismo, il natu- La commissione per le chiese orientali. Di
ralismo, il materialismo, il laicismo, il libera- questa commissione ho già avuto modo di par-
lismo, lo statalismo, l’evoluzionismo, l’uma- lare al proposito della sua scarsa attività “ecu-
nesimo esagerato, il razionalismo, il razzi- menica”, in conseguenza di che Giovanni
smo, l’intellettualismo, il volontarismo, XXIII le tolse la cura dei rapporti con gli “or-
l’agnosticismo e il pragmatismo”, si espone- todossi” per affidarla esclusivamente al segre-
vano “i diritti del magistero ufficiale del tariato di Bea. Questa commissione affidata al
papa e dei vescovi”, “regola prossima di ve- card. Gaetano Cicognani, fu un indiretto
rità in materia di fede e morale”, si ricorda- campo di battaglia tra i due veri protagonisti
va l’“assenso religioso interiore” dovuto (e antagonisti) del concilio e della sua prepara-
“anche al magistero non infallibile” e si vo- zione: la commissione teologica di Ottaviani e
levano ribadire e anche estendere le 24 tesi il segretariato di Bea. Lo schema sui patriarchi
di san Tommaso (cosa che venne “fortemen- orientali, ad esempio, porta le tracce delle due
te criticata” in commissione centrale!) (36). posizioni antitetiche. Una prefazione al testo,
La commissione per le missioni. La com- redatta da “un piccolo gruppo di esperti roma-
missione del cardinale Agagianian, rifiutan- ni”, esponeva la dottrina cattolica conforme a
do le nuove idee sulle missioni, ribadiva l’in- quella della commissione teologica: “Per dirit-
segnamento del magistero al proposito e ri- to divino ci sono solo due livelli di autorità
fiutava la “collaborazione” con le altre com- giurisdizionale nella chiesa, il pontificatum su-
missioni. Si sottolineava l’unicità del ruolo premum e l’episcopatum subordinatum (il
del papa nella cura delle missioni (provocan- testo diceva anche che i vescovi ricevono la
do, in commissione centrale, le ire del cripto- loro autorità mediante Romano Pontifice).
scismatico Maximos IV Saigh). Ci furono sì Tutti gli altri gradi di autorità esistono solo ex
“disaccordi” (tra Paventi, Buijs e Kowalski institutione ecclesiastica. Tra questi era l’auto-
da un lato, e Seumois dall’altro) ma gli sche- rità dei patriarchi, un potere sovra-episcopale
mi della commissione ribadivano comunque che è una partecipazione all’autorità primazia-
il concetto di missione orientata alla salvezza le del pontefice romano e pertanto soggetto al
delle anime e alla plantatio ecclesiæ dipen- suo potere di cambiarlo, aumentarlo o dimi-
dente da Roma recepita dal codice di diritto nuirlo”. Il testo stesso dello schema, invece, re-
canonico, concezione “inaccettabile per il cepiva i suggerimente del “votum preparato
Concilio” secondo Seumois e, ancor più, per l’unità dei cristiani”, pesantemente anti-
Congar. Infatti, il concilio attaccò, in seguito, romano e filo-orientale: valorizzazione della
la concezione tradizionale delle missioni (37). dignità patriarcale, soppressione dei patriarca-
La commissione sull’apostolato dei laici. ti latini, precedenza dei patriarchi sui cardinali
“Questa commissione fu aggiunta all’ultimo stessi, elevazione dei patriarchi al cardinalato.
momento alle commissioni preparatorie per Altre riforme: nuovi riti, modifica della disci-
24

plina dei matrimoni misti e della comunicazio- nismo e la massoneria” (45). In venti mesi di
ne nelle cose sacre coi non cattolici, distinzio- lavoro la commissione produsse otto testi, che
ne tra chi promuove uno scisma e chi nasce in esprimono la fede della Chiesa fino al pontifi-
esso (considerato “in buona fede”) (40). cato di Pio XII (incluso): una nuova formula
Segretariato per la stampa e i mezzi di co- di una professione di fede e sette progetti di
municazione. Onore al merito al piccolo or- costituzioni conciliari; tra di essi quelli sulle
ganismo di Mons. O’Connor! “Sola tra tutte fonti della rivelazione e sulla Chiesa verranno
le commissioni preparatorie” concluse i suoi trattati a parte, in quanto al centro degli at-
schemi con “dei canoni (Si quis dixerit...) che tacchi eterodossi del segretariato di Bea; gli
censuravano quelli che non erano d’accordo altri sono brevemente esaminati di seguito.
con gli insegnamenti esposti...”. I canoni di La nuova formula della professione di
condanna, comuni a tutti i concilii precedenti, fede (46). Essa esprime “un utile sommario
furono soppressi poi dalla commissione cen- della visione della fede che i leaders della
trale ( 41). Il piccolo episodio la dice però commissione teologica credevano necessario
lunga sulla mentalità allora corrente. presentare in risposta alla crisi dottrinale che
La commissione liturgica e la battaglia vedevano intorno a loro”. Ottaviani ne
sul latino. Ne parlerò, a Dio piacendo, in spiegò lo spirito: combinare la professione di
una prossima puntata dedicata alle riforme fede tridentina col giuramento antimoderni-
liturgiche di Giovanni XXIII. sta (citato otto volte con la Pascendi) pre-
stando attenzione soprattutto agli errori at-
La commissione teologica tuali (ricavati soprattutto dalla Humani gene-
ris, citata sette volte). Dopo il credo Niceno-
Essa aveva come compito di investigare Costantinopolitano, seguivano tredici para-
“le questioni riguardanti la sacra Scrittura, la grafi, inquadrati da due sul magistero. A pro-
sacra Tradizione, la fede e i costumi” posito del magistero, ricordava l’obbligo di
(Superno Dei nutu) e corrispondeva pratica- aderire anche al magistero ordinario univer-
mente alla Suprema sacra congregazione del sale e alle encicliche. Quanto agli errori, è im-
Sant’Uffizio. Era quindi, per natura, la roc- pressionante vedere condannate idee oggi
caforte dell’ortodossia cattolica, anche se, in diffuse ovunque, se non addirittura approva-
netta minoranza, annoverava tra i suoi mem- te o favorite dal concilio o dal post-concilio,
bri i celebri esponenti della “nuova teologia”, tra le quali “il laicismo”, “il rifiuto della chie-
Yves Congar o.p. e Henri de Lubac s.j., le sa cattolica come unica vera chiesa”, “le
idee dei quali erano state condannate da Pio nuove teorie sulla salvezza dei bambini che
XII nell’enciclica Humani generis. La presen- muoiono senza battesimo”, “i rilievi sui pec-
za di questi teologi in una commissione che cati della chiesa” (con i quali Giovanni Paolo
“sognava di conciliarizzare Humani generis” II ci occuperà da qui al giubileo del 2000!),
(42) lascia perplessi: fu dovuta a una pressione “l’abbandono della dottrina dell’inferno”...
dall’alto (nel caso del cardinale Ottaviani, Nell’intenzione della commissione teologica
quindi, presidente della commissione, da questa professione di fede avrebbe dovuto
Giovanni XXIII in persona) oppure fu essere approvata dal Papa prima del concilio
un’idea di Ottaviani stesso per tenere sotto ed essere pertanto imposta a tutti i padri con-
controllo i due capi dell’opposizione e lasciar ciliari. “Tatticamente” si trattava di “un’azio-
credere che la sua commissione non era ne decisiva” che avrebbe ipotecato tutto il
‘oscurantista’ come si diceva? (43). In ogni Vaticano II; questo, per Ottaviani, era legitti-
caso ciò dimostra come, sotto Giovanni mo, giacché la nuova professione di fede
XXIII, fosse divenuto impossibile ignorare o “non conteneva dottrine ancora discusse”,
addirittura censurare i “nuovi teologi”, come ma già insegnate dal magistero. Ma questo
invece si fece (blandamente) sotto Pio XII. era il punto! La futura maggioranza concilia-
La prospettiva della commissione, tuttavia, re non accettava il magistero della chiesa
restava quella di un concilio di condanna come definitivo, e voleva rimetterlo in discus-
degli errori moderni, come durante il sione. Presentata in commissione centrale
Vaticano I (44): le “pericolose teorie moder- (presieduta da Giovanni XXIII), la nuova
ne” sulla sacra scrittura, “il comunismo, il lai- formula fu criticata severamente proprio per
cismo, l’esistenzialismo ateo, il relativismo “il tentativo di chiudere molte questioni an-
morale, il materialismo, il naturalismo, il libe- cora legittimamente discusse” facendo un
ralismo, il nazionalismo esagerato, il moder- “eccessivo ricorso all’autorità delle encicli-
25

che”, che, evidentemente, si volevano affos- tesi di Lyonnet avrebbe dovuto essere con-
sare. Con “sdegno” si rifiutò soprattutto la dannata. Conseguenza del peccato originale:
proposta che la professione di fede fosse ap- il paradiso è precluso agli infanti morti senza
provata prima del concilio (22 gennaio 1962). battesimo. Lo schema riaffermava questa
Ma ancora l’11 ottobre 1962, il futuro cardi- dottrina contro le recenti (1961) teorie di
nale Ciappi, in un articolo su L’Osservatore Dander. E contro de Lubac stesso, “respin-
Romano, si aspettava che il Vaticano II fosse geva gli errori che mettevano in discussione
inaugurato con la nuova professione di fede: la gratuità dell’ordine sovrannaturale e nega-
il giorno dopo, Giovanni XXIII, col famoso vano la sua necessità” e ribadiva il concetto
discorso di apertura del concilio contro i tradizionale di rivelazione come “dottrina” e
“profeti di sventura” smentì, nel modo più non come “esperienza”. De Lubac capì che
clamoroso, le illusioni dei buoni. la condanna lo riguardava: “ma le energiche
Lo schema sul deposito della fede (47). proteste sue e di Congar”, e persino le mi-
Scopo dello schema era “riprendere e svilup- nacce di dimettersi dalla commissione (mai
pare l’insegnamento del Vaticano I o confer- attuate!) valsero a far cancellare quel testo
mare, con la suprema autorità del concilio, dallo schema!
gli insegnamenti della Pascendi [contro il Lo schema sull’ordine morale (48). Anche
modernismo] e dell’Humani generis, partico- nel campo della teologia morale non manca-
larmente di quest’ultima, i cui tentativi di vano pericolose tendenze che Pio XII e il
schiacciare la nouvelle théologie erano rite- Sant’Uffizio avevano cercato di sradicare.
nuti senza successo”. In questo, i periti della Papa Pacelli aveva parlato dei pericoli di una
commissione teologica non avevano torto, “nuova morale” (1952) che il sant’Uffizio ad-
poiché il Vaticano II approverà le tesi di ditò nella morale o etica “della situazione”
questa “nuova teologia” condannata da Pio (1956). Si tendeva a ripudiare il concetto di
XII! Un capofila della “nuova teologia” era ordine naturale e il valore delle norme ogget-
proprio il futuro “cardinale” de Lubac, tive. Padre Hürt (il principale collaboratore di
membro della sottocommissione che si dove- Pio XII nella stesura dei documenti sulla mo-
va occupare di questo schema. Ma egli era in rale), prese in mano i lavori della commissio-
minoranza, e si sentiva “come un ostaggio, ne per ribadire le grandi linee del magistero,
talvolta anche come un imputato, in seno a contro gli errori moderni (espressamente cita-
questa sottocommissione”. Da qui il fatto ti Oraison e Teilhard). Per far ciò dovette iso-
che l’amico Congar lo trovò, con Janssen e lare (e lo fece senza mezzi termini!) dei mem-
Delhaye, “scoraggiati e inaciditi” poiché, con bri o dei consultori favorevoli alle dottrine
un commento che fa trasparire il vecchio condannate dal recente magistero: Häring,
animo gallicano, “è tutto un affare di Janssen, Delhaye, dalle posizioni “incompati-
Romani”, i quali non tengono conto dei sug- bili” con quelle del resto della commissione!
gerimenti del Lubac. Ma come farlo, d’altra Lo schema sulla castità, il matrimonio, la
parte? Incaricato di esporre gli argomenti ra- famiglia e la verginità (49). Anche in questo
zionali sull’esistenza di Dio, Lubac si oppo- caso, i teologi “romani” Hürt e De Lio dovet-
ne: “Il concilio non doveva tentare neppure toro lottare per imporre (solo nello schema!)
in generale di tracciare le prove dell’esisten- le tesi del magistero, specialmente di Pio XI e
za di Dio” (alle quali, modernisticamente, de Pio XII, contro gli errori moderni: la “deni-
Lubac non credeva). Per de Lubac Teilhard grazione del sesso o la sua mistica esaltazio-
de Chardin, il gesuita apostata, era un “au- ne, pansessualismo e sessuolatria, falso fem-
tentico testimone di Gesù Cristo”; lo sche- minismo, la separazione del sesso dal matri-
ma, invece, aveva preparato la condanna monio, il razzismo e l’eugenismo, lo psicolo-
delle sue tesi, ribadendo, tra l’altro, il mono- gismo, il libertinismo sessuale, il determini-
genismo (tutti gli uomini, cioè, discendono smo biologico, il falso personalismo nelle ma-
da una prima coppia creata da Dio). Col- terie sessuali, il sensualismo edonistico e la
legata con questa dottrina, quella del peccato pubblica immoralità”. I punti più attaccati: la
originale: un altro gesuita, dell’Istituto negazione dell’autorità paterna nella fami-
Biblico, padre Lyonnet, aveva negato che in glia, la negazione della superiorità della ver-
Romani 5, 12 san Paolo parlasse del peccato ginità sul matrimonio, la questione della so-
originale; Mons. Spadafora (Lateranense) gli vrappopolazione e, soprattutto, quella dei fini
ricordò che questa era l’infallibile interpreta- del matrimonio. Alcuni autori infatti, sulla
zione del concilio di Trento! Anche questa falsariga della filosofia personalista, cercava-
26

no di negare alla “procreazione e educazione sensi tra i periti: “Pavan e Jarlot, che aveva-
della prole” il ruolo di fine primario del ma- no preso parte alla preparazione dell’encicli-
trimonio che gli dà la natura; tra questi furo- ca di papa Giovanni, Mater et magistra, in-
no condannati von Hildebrand, Doms, contrarono l’opposizione di Tromp e
Krempel, Michel ecc. Quando il solito Häring Gundlach, il principale autore dei documen-
difese, in sede di commissione, le nuove idee ti sociali di Pio XII, e invece escluso da un
personaliste, molto opportunamente Hürt gli effettivo ruolo nella preparazione della re-
ricordò che la sua posizione “contraddiceva cente enciclica”. Pavan, futuro “cardinale” e
l’insegnamento della Chiesa”. È questa la tra- uno dei padri della dottrina (eterodossa)
gedia del Vaticano II, che fonda la sua illegit- sulla libertà religiosa, fu nominato diretta-
timità: esso si è permesso, come Häring, di mente da Giovanni XXIII (54). Cosa ne pen-
considerare che il magistero della Chiesa sasse Gundlach è chiaro da questa sua nota:
fosse l’opinione personale dei Papi che il con- “L’enciclica Mater et magistra, a causa della
cilio poteva liberamente affossare, dimentica- sua natura più pastorale, non è assolutamen-
re e contraddire! E oggi gli errori del perso- te d’ostacolo a che anche nella Costituzione
nalismo sono apertamente professati da dogmatica venga proposta chiaramente la
Karol Wojtyla nelle sue “encicliche” come se dottrina sociale della Chiesa sancita dai
mai Pio XII li avesse condannati! (50). Romani Pontefici a partire da Leone XIII,
Lo schema sulla Vergine Maria (51). Ben anzi, in alcuni punti essa postula piuttosto
280 vescovi avevano richiesto, nei vota per il quale complemento una esposizione dottri-
concilio, la definizione solenne della media- nale fondata sui princìpi immutabili”. La
zione universale di Maria, e 45 la definizione commissione produsse due testi, presentati
della sua maternità spirituale. Lo schema tardi in commissione centrale, e fondati
proponeva pertanto queste verità “contro i sulla legge naturale e il “classico insegna-
minimalisti e coloro che lo ritenevano un im- mento sociale della chiesa cattolica”.
pedimento all’unità cristiana”. Tra gli errori, Valutazione generale. La commissione
si condannava quello di negare la perpetua teologica era certamente la più importante
verginità di Maria, anche durante e dopo il delle commissioni preparatorie, come il
parto. Discusso in commissione centrale, ci fu Sant’Uffizio era la “suprema” tra tutte le
uno scontro proprio sulla dottrina concernen- congregazioni della curia. Nel suo seno ci fu-
te Maria Mediatrice: “Principali oppositori rono già i primi scontri tra difensori del ma-
furono Liénart, Montini, Godfrey, Ritter, gistero (fino a Pio XII incluso) e rappresen-
Julian e Alter, parecchi dei quali fecero tanti della “nuova teologia”; ma questi ulti-
cenno alle difficoltà ecumeniche che la di- mi erano minoritari e isolati. I guai iniziaro-
chiarazione avrebbe causato”. Ma la commis-
sione teologica tenne duro: “Passare sotto si- La preghiera dell’“adsumus” prima di una seduta della
lenzio questo punto [Maria Mediatrice di Commissione centrale preconciliare
tutte le grazie] avrebbe provocato scandalo in
molti fedeli, in quanto ciò sarebbe venuto da
un certo complesso di inferiorità verso i pro-
testanti” mentre “riservare solo a Cristo il ti-
tolo di mediatore sarebbe stata quasi una im-
plicita confessione che la Chiesa aveva errato
per svariati secoli in materia di fede”!
Sappiamo che Roncalli, ai suoi tempi, giudi-
cava inopportune le definizioni dell’assunzio-
ne in cielo di Maria e la festa della sua rega-
lità (entrambe opera di Pio XII) (52); nessun
dubbio, quindi, che egli favorisse, nella com-
missione centrale, le posizioni anti-mariane
del futuro Paolo VI, vanificando l’esplicita ri-
chiesta dei 280 vescovi di cui sopra...
Lo schema sulla dottrina sociale della
Chiesa (53). In esso non si doveva trattare dei
rapporti tra stato e Chiesa (cf lo schema
sulla Chiesa). Fin dall’inizio ci furono dis-
27

no con la commissione centrale, presieduta all’amico di far visita a Fogazzaro in compa-


dallo stesso Giovanni XXIII: “Benché il gnia di don Brizio Casciola. Erano gli anni in
presidente della Commissione teologica cui il pensiero religioso dello scrittore era vi-
[Ottaviani] vi ripugnasse, è la Comissione vamente impugnato e molti ecclesiastici sim-
centrale, nettamente meno omogenea nella patizzanti venivano, anche dall’estero, a visi-
sua composizione, che aveva l’ultima parola tarlo nella villa di Oria. Roncalli fu prontissi-
in tutte le materie. La scuola romana vi era mo a dissuaderlo, e le precise parole furono:
ancora in vantaggio, ma vi doveva difendere Sei matto? Non capisci che compromettiamo
le posizioni a prezzo di dibattiti a volte tesi” la nostra carriera? Appena rientrato a
(55). Ma se la commissione centrale costrin- Lugano, mi affretto a notare qui la stupefa-
geva la teologica a annacquare il suo vino, il cente rivelazione. (Sabato, 20 giugno 1959)”
Segretariato per l’unità dei cristiani sarebbe (Romano Amerio, Zibaldone II, edizioni del
diventato un vero e proprio “contro- Cantonetto, Lugano, 1991, n. 227, pag. 37).
Sant’Uffizio” (56). Il segretariato e la com- Non si potrebbe riassumere meglio la perso-
missione liturgica costituivano “due organi- nalità di Angelo Giuseppe Roncalli, di come
smi di spirito eterogeneo” rispetto agli altri, lo fa, involontariamente, il suo amico
portatori di un progetto di Concilio non solo Gustavo Testa. La visita mancata a Fogaz-
diverso ma opposto e contradditorio con zaro si situa nel 1903, tra i due romanzi
quello della commissione teologica, come Piccolo mondo moderno (1901) e Il Santo
vedremo nella prossima puntata sugli sche- (1905, messo all’indice dei libri proibiti) ove
mi sulla Rivelazione e sulla Chiesa. l’eroe è l’eremita Piero, che rappresentava
appunto don Brizio Casciola, pioniere
APPENDICI dell’ecumenismo e della libertà religiosa,
(nonché amico di Buonaiuti, futuro prete as-

M entre scrivo l’interminabile biografia


roncalliana, nuovi documenti mi per-
mettono di completare quanto già detto nelle
sistente alla prima messa di don Roncalli), di
cui ho parlato in Sodalitium, n. 42, pag. 64.
Don Roncalli non dissuase gli amici dalla vi-
scorse puntate. Ringrazio don Donald sita al Fogazzaro per motivi dottrinali, ma
Sanborn, Olivier Saglio ed il prof. Zocco che solo per motivi di... carriera! Il sen. Andreotti
mi hanno segnalato le fonti per queste tre in- ha quindi ben colto le differenze tra Roncalli
teressanti precisazioni. e Buonaiuti quando scrisse che questi, a dif-
ferenza dell’altro, “non seppe aspettare
Roncalli e il modernismo (appendice alla 2ª l’evolversi dei tempi e ruppe clamorosamente
puntata, pubblicata sul n. 23 di Sodalitium). con la Chiesa” mentre il suo amico bergama-
sco divenne il “papa” vagheggiato nel Santo
Testimonianza del noto scrittore Romano di Fogazzaro grazie alla sua prudenza e, è il
Amerio, perito del vescovo di Lugano al con- caso di dirlo, alla sua ambizione.
cilio Vaticano II, recentemente scomparso:
“Sono a pranzo da mons. Jelmini con il Roncalli e la massoneria (appendice alla 19ª
Nunzio a Berna, mons. Gustavo Testa. Nella puntata, pubblicata sul n. 42 di Sodalitium).
conversazione conviviale si toccano il
Manzoni e il Fogazzaro, per i quali il Nunzio Il 26 settembre 1996, il signor Olivier
mostra vivo interesse. Dopo il pranzo, mons. Saglio ci ha spedito la traduzione francese di
Jelmini mi prega di accompagnare il Nunzio una lunga intervista che gli è stata concessa
a visitare la Valsolda. Durante la gita che ci da Padre Malachi Martin a New-York, i
conduce alla villa di Oria e poi a tutte le chie- giorni 12 e 17 settembre dello stesso anno.
se della valle, mons. Testa mi narra cose di Secondo Malachi Martin, sia Giovanni
estremo interesse. È conterraneo, coetaneo, Battista Montini che Angelo Giuseppe
compagno di studi, amico intrinseco di Papa Roncalli sarebbero stati iniziati alla masso-
Giovanni XXIII che egli nomina sempre fa- neria, quest’ultimo da Vincent Auriol, a
migliarmente come Giovanni. (...) Della sim- Parigi. Ho potuto personalmente verificare
patia di mons. Testa per il Fogazzaro è una le dichiarazioni scritte e firmate da Malachi
testimonianza singolarissima quella che egli Martin. Padre Martin, autore di molti libri
mi narrò, aprendosi con me, estraneo, a con- tradotti anche in italiano, già professore al
fidenze che mi parvero indiscrete. Nel 1903, Pontificio Istituto Biblico, fu in stretto con-
essendo entrambi chierici, Testa propose tatto col cardinale Bea dal 1958 al 1964,
28

quando ancora apparteneva alla Compagnia simo”), per discutere del riemergere dell’an-
di Gesù. Attualmente vive a New-York. Al tisemitismo dimostrato dalla “epidemia di
pari delle altre testimoninze pubblicate nel svastiche” iniziata alla vigilia di Natale (il fe-
n. 42 di Sodalitium, non considero le affer- nomeno sembra essersi ripetuto recente-
mazioni di Malachi Martin come una prova mente con la profanazione delle lapidi prov-
decisiva sulla affiliazione masssonica di visorie del cimitero ebraico di Roma, profa-
Roncalli; esse meritano però di essere ag- nazione avvenuta poco dopo la “messa” ce-
giunte alle precedenti, aumentando il nume- lebrata per Erik Priebke dal sacerdote sale-
ro dei testi a carico... siano don Composta. Sui quotidiani Il
Giornale di Milano e Il Tempo di Roma è
Roncalli e il B’nai B’rith (appendice alle 17ª scoppiata una feroce polemica tra coloro
e 18ª puntate, pubblicate sui numeri 40 e 41 che sostenevano che la profanazione era una
di Sodalitium). messinscena e quanti rispondevano indignati
di fronte a questa ipotesi). Gilbert riporta le
È un vero peccato che abbia letto solo seguenti parole di Giovanni XXIII rivolte
ora, dopo aver già scritto le due puntate sui alla delegazione del B’nai B’rith: “Voi siete
rapporti tra Giovanni XXIII e il Giudaismo, dell’Antico Testamento e io del Nuovo
il libro molto ben documentato di Rabbi Testamento, ma spero che progrediremo
Arthur Gilbert, The Vatican Council and the verso la fraternità dell’umanità; io prego in
Jews (The World Publishing Company, questo senso... I recenti avvenimenti mi
Cleveland and New York, 1968). Rabbino hanno molto rattristato e accorato, poiché
ricostruzionista, Arthur Gilbert è stato di- non solo violano un diritto naturale dell’es-
rettore del National Department of Inter- sere umano, ma rovinano anche la compren-
Religious Cooperation of the Anti-Defa- sione tra fratelli davanti a Dio” (pag. 42).
mation League of B’nai B’rith; un membro Nel suo libro, Rabbi Gilbert espone e elo-
dunque del ben noto ordine massonico per gia le riforme liturgiche volute da Giovanni
soli ebrei. Nello scorso numero, ho riferito, XXIII per favorire gli ebrei (pagg. 30-31), non
a pag. 26, quanto scrive Beozzo (nella Storia stima in generale i membri delle commissioni
del concilio Vaticano II) citando, per l’ap- preparatorie, ma definisce conosciuti e ap-
punto, il rabbino Gilbert, su di un incontro prezzati dalla comunità ebraica americana
tra Giovanni XXIII e una delegazione del John Coutney Murrey (padre della libertà re-
B’nai B’rith. Posso ora far riferimento diret- ligiosa al Concilio), John McKenzie e Jean
to al libro di Gilbert (specialmente alle Danielou, uno dei pionieri delle relazioni giu-
pagg. 34-36, 42 e 292). Il 24 dicembre 1959, daico-cristiane in Francia (pag. 46). Ma sop-
vigilia di Natale, la sinagoga di Colonia, in prattutto apprezza la creazione del Segre-
Germania, fu imbrattata con delle svastiche. tariato da parte di Giovanni XXIII: “Fu una
In breve, il fenomeno si ripetè in Germania proposta rivoluzionaria”, scrive (pag. 49), ri-
e negli Stati Uniti, provocando le consuete ferendo del discorso della Pentecoste del
dichiarazioni di appoggio alla comunità 1960. Nel novembre del 1961 ebbero luogo i
ebraica da parte del Consiglio Mondiale contatti tra il rappresentante di Giovanni
delle Chiese, dell’arcivescovo “ortodosso” XXIII, Agostino Bea, e quelli delle comunità
Iakovos (su di lui, cf Sodalitium, n. 44 pag. ebraiche: Nahum Goldmann, per il Congresso
25), del luterano Dibelius e, tra i cattolici, Mondiale Ebraico (WJC) e Label Katz per il
dei vescovi statunitensi e del cardinal B’nai B’rith (BB) (pag. 56) Fu deciso l’invio
Liènart, che vi dedicò una lettera pastorale di un Memorandum di queste due associazio-
anticipatrice del documento conciliare ni (pag. 57) il 27 febbraio 1962; di questo
Nostra ætate (cf La Documentation catholi- Memorandum Gilbert cita le seguenti parole:
que 1960 coll. 297-302). Non si unì al coro la “In quanto ebrei, consideriamo la lotta contro
Radio Vaticana. Allora il B’nai B’rith puntò l’antisemitismo come parte integrante delle
in alto, chiedendo e ottenendo una udienza aspirazioni umane a un mondo migliore. Ciò
da parte di Giovanni XXIII, concessa il 18 che è per noi, e dovrebbe esserlo per la
gennaio 1960 (per una strana coincidenza, la Chiesa, una fonte di profonda afflizione, è il
Conferenza episcopale italiana ha fissato al fatto che, con qualche rara eccezione, l’agita-
18 gennaio, dal 1990, la data annuale della zione e gli incidenti antisemiti accadono nei
“Giornata di riflessione e di approfondi- paesi europei nei quali il Cristianesimo ha
mento dei rapporti tra ebraismo e cristiane- avuto o ha la più forte influenza formatrice.
29

Noi osiamo esprimere la convinzione che nel XXIII elevò il segretariato al rango di com-
mondo contemporaneo, ovunque l’antisemiti- missione conciliare, mentre si delineava in
smo costituisce una minaccia per la comunità Concilio una maggioranza che Gilbert chia-
giudaica, sia nello stesso tempo anche una ma, esplicitamente, “liberale” (pagg. 72-73).
sfida alla Chiesa. Se ci rivolgiamo alla Chiesa Nella seconda sessione del Concilio, dopo la
cattolica in particolare a riguardo della que- morte di Giovanni XXIII, Bea potè presenta-
stione ebraica, ciò è perché nella sua liturgia, re il suo capitolo sugli ebrei “non su nostra
in molte formule dei suoi catechismi e in certe iniziativa, ma in ragione di un espresso ordine
pratiche commemorative, senza parlare dei di Papa Giovanni XXIII, di felice memoria”
manuali di devozione largamente in uso, si (pag. 96). I giochi erano fatti. Parlando della
trovano riferimenti denigratori degli ebrei e morte di Giovanni XXIII, Rabbi Gilbert potè
del loro posto nella storia. Purtroppo non si scrivere: “Certamente, in tutto il corso della
può negarlo: gli ignoranti e i malevoli posso- storia, nessun Papa aveva mostrato una atti-
no mal interpretare o deformare e sfruttare tudine di amicizia verso il giudaismo ed il po-
questi riferimenti per fomentare l’odio degli polo ebraico così chiara e ferma come
altri e promuovere delle cause in aperto con- Giovanni XXIII” (pag. 85).
flitto con gli insegnamenti della Chiesa sulla
fratellanza tra tutti gli uomini” (pag. 57). L’ Note
American Jewish Committee inviò altri due
Memoranda, che riprendevano in dettaglio 1) G. DE LUCA e G.B. MONTINI, Carteggio 1930-
l’analisi del B’nai B’rith: occorreva correggere 1962, a cura di P. VIAN, Brescia 1992, pag. 232, citato da
l’insegnamento catechistico della Chiesa GIUSEPPE ALBERIGO, L’annuncio del concilio. Dalle si-
curezze dell’arroccamento al fascino della ricerca, in
(“The image of the Jews in Catholic Tea- Storia del concilio Vaticano II, diretta da G. ALBERIGO,
chings” del 27 giugno 1961) e la sua liturgia Il Mulino, Bologna, 1995, vol. I, pag. 38.
(“Anti-Jewish Elements in Catholic Liturgy” 2) Sodalitium n. 36, XIV puntata.
del 17 novembre 1961); Gilbert pubblica 3) Sodalitium, n. 38, XVI puntata, pagg. 11-14.
4) Sodalitium, n. 38, XVIpuntata, pagg. 13-14.
buona parte dei due testi (pagg. 58-59) infor- 5) Sodalitium, n. 41, XVIII puntata, pagg. 46-48.
mandoci ancora sull’influenza di rabbi Hechel 6) Vedi la nota 1. L’opera, a cura dell’Istituto per le
e di Jules Isaac; la risposta di Bea fu l’inclusio- scienze religiose di Bologna, sarà pubblicata in cinque
ne dei desiderata degli ebrei nello schema de volumi con la collaborazione di 51 autori, ed è edita in
Judæis preparato dal suo segretariato (pagg. varie lingue grazie alla collaborazione delle case editrici
Il Mulino, di Bologna, e Peeters, di Lovanio.
59-61). Dopo il provvisorio affossamento 7) Il cattolicesimo verso una nuova stagione. L’an-
dello schema per l’intervento dei paesi arabi e nuncio e la preparazione (gennaio 1959-settembre 1962).
l’imprudenza dell’israeliano Wardi, Giovanni 8) ETIENNE FOUILLOUX, La fase ante-preparatoria
XXIII, come sappiamo, lo rilanciò, esentan- (1959-1960); Il lento avvio dell’uscita dall’inerzia, in
Storia del concilio Vaticano II, op. cit., pagg. 79-80.
dolo da ogni controllo della commissione teo- 9) E. FOUILLOUX, op. cit., pagg. 96-105.
logica. Gilbert è entusiasta dell’inizio del 10) GIUSEPPE ALBERIGO, L’annuncio del concilio.
Concilio (pag. 67) e soprattutto del discorso Dalle sicurezze dell’arroccamento al fascino della ricer-
di apertura di Giovanni XXIII (quello contro ca, in Soria del concilio Vaticano II, op. cit., pag. 36.
i “profeti di sventura, cf pagg. 68-71). 11) E. F OUILLOUX , op. cit., pag. 110, che cita
Piolanti, Gillon, Mayer, Di Fonzo, Roschini, Philippe
Entusiasta, anche il rabbino Toaff che ricordò de la Trinité.
le richiesta già presentate dal memorandum 12) E. F OUILLOUX , op. cit., pag. 104. Su dom
del BB: “Gli ebrei sperano che il Concilio Lambert Beauduin, cfr la 4ª e 7ª puntata su Sodalitium,
prenderà delle decisioni che favoriscano la n. 25, pagg. 23-26 e n. 28, pag. 20.
13) Occupano otto volumi degli Acta et documenta
pace, la comprensione, la cooperazione e la concilio Vaticano II apparando.
tolleranza tra gli uomini... Oggi, giudaismo e 14) Cfr Sodalitium, n. 36, pagg. 8-11 (14ª puntata).
cristianesimo sono uniti in una stessa lotta per 15) Ho qui riassunto quanto Fouilloux scrive da pag.
sostenere la libertà religiosa, una delle espres- 124 a pag. 164.
sioni fondamentali della civiltà”. Toaff esortò 16) Giovanni XXIII annotò questa sua decisione sul
suo diario il 4 luglio 1959, la comunicò a Tardini il 14
ancora il Concilio a eliminare “tutte le espres- luglio (che lo riferì ai presidi delle facoltà ecclesiastiche
sioni denigratorie ancora presenti nella litur- tre giorni dopo) e l’annunciò pubblicamente in una al-
gia e nell’insegnamento del catechismo... Gli locuzione nella basilica dei XII Apostoli del 7 dicembre
ebrei si aspettano ancora dai Padri del dello stesso anno. Cfr G. ALBERIGO, op. cit., pagg. 66-
67). Come ho ricordato nelle scorse puntate, il Vati-
Concilio la condanna solenne e non equivoca cano I era stato solo sospeso da Pio IX nel 1870, e si era
di tutte le forme di antisemitismo...” (pag. 71). progettato più volte di portarlo a termine.
Il 19 ottobre 1962, ricorda Gilbert, Giovanni 17) G. ALBERIGO, op. cit., pagg. 63-64.
30

18) YVES CONGAR O.P., Mon journal, pag. 3, in G.


ALBERIGO, op. cit., pag. 40. Dottrina
19) Op. cit., pag. 112. Oltre a quanto già da me scrit-
to sull’argomento (cf Sodalitium, nn. 37 e 38) si veda,
sui precursori del Segretariato, G. ALBERIGO, op. cit.,
pagg. 52 ss.
20) Sulla questione e la sua portata, cfr Sodalitium,
n. 38, pag. 9 e nota 37. GLI ERRORI DI SI SI NO NO
21) J. KOMONCHAK, op. cit., pag. 183.
22) ibidem, pagg. 183-184 e nota 27. SECONDA PARTE: IL MAGISTERO SECONDO
23) Sulla questione, Sodalitium, n. 38, pagg. 9-11. Vi
L’ABBÉ MARCILLE
tornérò nella prossima puntata.
don Giuseppe Murro
24) J. KOMONCHAK, pagg. 291ss.
25) Ibidem, pagg. 199-200. Il nuovo “codice di dirit-
to canonico” ha recepito il desiderio del segretariato
con il canone 1127.
26) Ibidem, pag. 201.
N el numero precedente di Sodalitium
avevamo annunciato una risposta all’ar-
ticolo dell’abbé Philippe Marcille apparso
27) Ibidem, pag. 213; vedi anche pagg. 346-347: “In
realtà c’era stata ben poca cooperazione tra il segreta- sulla rivista Sì Sì No No, (1) con il titolo:
riato per l’unità dei cristiani e la commissione per le “GRANDEZZA e VULNERABILITÀ del
chiese orientali sul tema degli osservatori o su qualsiasi Magistero ordinario e universale della
altra questione”. CHIESA” ed in seguito pubblicato in fran-
28) Ibidem, pag. 216.
29) Ibidem, pagg. 234-235.
cese con poche variazioni nel libro “Eglise et
30) Ibidem, pagg. 304-305. Contre-Eglise au Concile Vatican II” (2) con
31) Ibidem, 377, e nota 631. il titolo: “La crise du Magistère Ordinaire et
32) Ibidem, pagg. 192-193. Universel”. Nel presente articolo faremo ri-
33) Essa intendeva riservare alla Santa Sede la que- ferimento al testo pubblicato sulla rivista Sì
stione dell’ordinazione dei pastori protestanti convertiti
e alle conferenze episcopali quella dell’abito ecclesiati- Sì No No, che trascrive “la conferenza tenu-
co e della tonsura. Cfr ibidem, pag. 196. ta dall’abbé Philippe Marcille in occasione
34) Ibidem, pag. 198. del II Convegno teologico di Sì Sì No No”
35) Ibidem, pag. 199. (Albano Laziale, gennaio 1996).
35) Ibidem, pagg. 202-203, note 97 e 102.
36) Ibidem, pagg. 205-208.
Scrive Sì Sì No No (il cui direttore è
37) Congar e Philips erano però membri della com- l’abbé du Chalard, sacerdote della Fra-
missione teologica, e Rahner di quella sui sacramenti. ternità S. Pio X): “L’autore vi affronta, con
38) J. KOMONCHAK, op. cit., pagg. 208-212. competenza e fedeltà alla grande teologia
39) Ibidem, pagg. 213-217. cattolica, un argomento di estrema gravità,
40) Ibidem, pag. 218 e nota 158.
41) CLAUDE BARTHE, Trouvera-t-Il encore la foi sur la sul quale è necessario avere idee ben chiare
terre?, François-Xavier de Giubert ed., Parigi, 1996, pag. 80. nell’attuale crisi della Chiesa” ( 3 ). La
42) Cf J. KOMONCHAK, op. cit., pag. 243, nota 245. Tra gli Fraternità S. Pio X pertanto fa sua la posi-
“anti-romani” si possono contare anche G. Philips e L. zione dell’abbé Marcille (membro di questa
Cerfaux (cf pagg. 249-249) C. Colombo, Häring, Delhaye
ecc. Divisioni, certo di minore importanza, ci furono pure tra
società). Purtroppo dopo aver letto gli arti-
i rappresentanti della medesima “scuola romana”, opponen- coli in questione su questo “argomento di
do da un lato P. Tromp e l’Università gregoriana (gesuiti), e estrema gravità”, il lettore non ne esce certo
dall’altra il S. Uffizio e la Lateranense (Parente, Piolanti con le idee più chiare.
ecc.): cfr. KOMONCHAK, pagg. 242 n. 242, 245, n. 253, 248 ecc.
43) Ibidem, pag. 250.
44) Ibidem, pag. 244. ABBREVIAZIONI
45) Ibidem, pagg. 252-256, nelle quali si trovano
tutte le citazioni che riporto su questo argomento. M. = abbé Philippe Marcille.
46) Ibidem, pagg. 256-262, come sopra. FSPX = Fraternità Sacerdotale S. Pio X.
47) Ibidem, pagg. 263-268, come sopra.
48) Ibidem, pagg. 268-264, come sopra. S. = Sì Sì No No.
49) Sulle posizioni al proposito di Giovanni Paolo II, cf M.O.U. = Magistero Ordinario e Universale.
Sodalitium nn. 38, 39, 40 rubrica “L’Osservatore I. P. = Insegnamenti Pontifici - La Chiesa,
Romano”. Lo schema della commissione condannava, tra Edizioni Paoline, Roma 1961.
l’altro, chi pensava che “la distinzione dei sessi” era “una
dimensione dell’immagine di Dio nell’uomo” (op. cit., pag.
DS = Denzinger-Schönmetzer, Enchiridion
272), tesi che è il vero “cavallo di battaglia” di Wojtyla! Symbolorum definitionum et declaratio-
50) J. KOMONCHAK, op. cit., pagg. 274-278. num, XXXVI ediz., Herder, 1976.
51) Cfr Sodalitium, n. 27, pagg. 21-22, e n. 29, pag. 6. Conc. Vat. = Concilio Vaticano, indicando il
52) J. KOMONCHAK, op. cit., pagg. 278-280. Concilio celebrato in Vaticano dal-
53) Ibidem, pag. 278, n. 356.
54) C. BARTHE, op. cit., pag. 89. l’8/12/1869 al 20/10/1870, comunemente
55) Ibidem, pag. 107. chiamato Concilio Vaticano I.
31

Scopo dell’articolo di M. segnamento del M.O.U. è proxima fidei” (7);


anche “se il Concilio Vaticano I dice che si
Scrive M.: “L’unanimità morale dell’epi- deve credere di fede divina e cattolica l’inse-
scopato in comunione col Vescovo di Roma gnamento del M.O.U., il Vacant dice che la
insegna formalmente come obbligatorie nota più elevata che possa darsi ad un inse-
delle dottrine manifestamente in opposizio- gnamento di questo medesimo magistero è
ne con la tradizione apostolica. Ora secondo proxima fidei” (8). Come unico riferimento
il Concilio Vaticano I, il deposito della fede egli dà il libro del Vacant Le Magistère
si trova nell’insegnamento del Magistero Ordinaire Universel et ses organes, senza al-
Ordinario Universale. Il deposito della fede cuna indicazione di editore e di pagina.
contraddirebbe, dunque il deposito della Esaminerò più in là quanto questa afferma-
fede? (4). Come il magistero odierno può zione di M. sia erronea. Mi sono chiesto im-
contraddire il magistero costante ed unani- mediatamente: come è possibile che un teo-
me di ieri?… È a questa domanda che io logo serio come Vacant affermi una tale
oggi mi propongo di rispondere” (5). enormità? Ho consultato pertanto Vacant in
Facendo questo l’abbé M. si propone di Etudes Théologiques sur les Constitutions du
giustificare la posizione dottrinale e pratica Concile du Vatican d’après les actes du
della FSPX contro i sostenitori del Concilio Concile (9), che afferma esattamente il con-
Vaticano II e i fautori della vacanza della trario di quanto gli fa dire M. “Non bisogna
Sede Apostolica, i quali usano il medesimo dimenticare - dice Vacant - che il Concilio
argomento dell’infallibilità del M.O.U. per del Vaticano pone il magistero ordinario
arrivare a delle conclusioni opposte tra loro, allo stesso livello dei giudizi solenni, senza
tuttavia concordi nel considerare errata la fare nessuna distinzione tra le verità che ne
posizione della FSPX. Riuscirà M. a dimo- sono l’oggetto. I teologi fanno lo stesso.
strare la sua teoria? Secondo Sodalitium as- Perciò il magistero ordinario possiede
solutamente no; metterà anzi in evidenza un’autorità sufficiente per rendere di fede
una serie di tesi più o meno contrastanti con cattolica una verità che era di fede divina”
l’insegnamento tradizionale della Chiesa. (10). È vero che nel successivo n. 663, Vacant
Prima di esaminare queste tesi devo fare un afferma che nella pratica sarà difficile di-
rilievo preliminare sul metodo utilizzato da M. scernere quando il M.O.U. si è pronunciato
con questa autorità; ma bisogna aggiungere
Approssimazioni e falsificazioni che per Vacant questo sarebbe possibile per
mezzo degli insegnamenti della Santa Sede
“La relazione che segue è un riassunto (11). M. non ha quindi presentato in maniera
molto semplificato di un enorme lavoro ini- oggettiva e completa il pensiero di Vacant.
ziato da dieci anni” (6). Malgrado i dieci anni 2) M. sostiene che nel Magistero l’infalli-
di lavoro, l’articolo di M. non sembra gode- bilità è “un accidente correlativo all’obbligo
re di quella scientificità richiesta in teologia. di credere di fede divina e cattolica per il fe-
Mi riferisco innanzitutto alle citazioni: esse dele” (12) e per dimostrare ciò cita in nota il
sono quasi sempre approssimative e sovente card. Billot, nel “De Ecclesia” Tesi XVII:
addirittura falsificate. “Ora, l’ordine di credere fermamente senza
Spesso e volentieri M. non cita la pagina esaminare l’oggetto… può generare un vero
in cui trovare i riferimenti allegati, costringen- obbligo solo se l’autorità è infallibile” (13). Il
do il lettore ad una lunga e a volte vana ricer- lettore disattento penserà: quel che dice M.
ca. Spesso riferisce il pensiero di un autore deve esser vero, dato che si appoggia sull’au-
senza citarlo tra virgolette, per cui non si sa se torità di Billot. Ma in questa frase attribuita
e in che misura deve essere veramente attri- a Billot è detto semplicemente che solo l’au-
buito all’autore citato o a M.: del Billot ad torità infallibile può imporre l’atto di Fede:
esempio viene dato solo il numero della tesi, se c’è possibilità di errore, se l’autorità non è
senza altre indicazioni. Queste approssimazio- infallibile, non vi può essere atto di Fede;
ni sono segno di superficialità oppure servono senza infallibilità non c’è obbligo di credere.
a nascondere delle vere e proprie falsificazio- Quindi Billot afferma tutto il contrario di
ni? Il dubbio mi è venuto dopo aver controlla- quanto dice il Nostro: l’infallibilità non è un
to alcune citazioni. Ecco gli esempi più gravi. accidente correlativo all’obbligo di credere, è
1) M. afferma che “il Vacant pensa che una conditio sine qua non, una condizione
la nota più elevata che possa darsi ad un in- senza la quale non vi può essere atto di fede.
32

Abbiamo poi cercato la frase attribuita a del Magistero Ordinario e Universale, del
Billot, nella Tesi XVII del Trattato “De Magistero Ordinario del Papa, dell’infallibi-
Ecclesia”. La Tesi consta di circa trenta pagi- lità, dell’indefettibilità della Chiesa, della
ne, suddivise in paragrafi: M. non indica né Regola della Fede, della Teologia Romana e
la pagina, né tantomeno il paragrafo. Dopo quindi ne tireremo delle conclusioni.
aver riletto due o tre volte le trenta pagine,
non siamo riusciti a trovare la famosa frase: Il Magistero Ordinario e Universale
se è di Billot, dove si troverà? Questa volta
M. non solo non ha presentato il pensiero Sembra che l’abbé M. non abbia capito
dell’autore in maniera oggettiva, lo ha stra- cosa sia il M.O.U., né quale sia il motivo
volto senza darne i giusti riferimenti. della sua infallibilità: in pratica nullifica il
3) Secondo M. uno dei casi storici di er- M.O.U. riducendolo alla Tradizione.
rore del S. Pontefice sarebbe quello del Papa
Onorio: S. Sofronio avrebbe disobbedito ad a) Soggetto del M.O.U.
un ordine formale di Onorio, “il che gli valse Secondo la dottrina cattolica il soggetto
di essere per questo scomunicato”. La fonte del M.O.U., cioè chi ha il diritto di poter ado-
di questa notizia strabiliante si trova alla perare questo Magistero, è costituito dal
nota 48 (14): “DTC, voce Honorius, col. 123”. corpo dei Vescovi, successori degli Apostoli,
Abbiamo cercato invano nel DTC (che è uniti e sottomessi al Pontefice Romano (17).
lungi dall’essere di orientamento “romano”) M. comincia col dire che soggetto del M.O.U.
quest’episodio, così come in vari libri di sono tutti i Vescovi, anche quelli che non
Storia Ecclesiastica: non è mai esistita una hanno potere di giurisdizione: “La giurisdizio-
scomunica del Papa Onorio a S. Sofronio! ne attuale su dei battezzati non è necessaria”
4) Per giustificare le consacrazioni epi- (18). Ma la dottrina della Chiesa insegna l’op-
scopali contro il divieto del Papa (come ha posto: solo i Vescovi con giurisdizione fanno
fatto Mons. Lefebvre nel 1988, continuando parte della Chiesa docente e dunque essi soli
a riconoscere la legittimità di Giovanni costituiscono il soggetto del M.O.U. (19).
Paolo II), M. cita dom Gréa, dando come al Per M. invece, per essere soggetto del
solito un riferimento insufficiente. Secondo M.O.U., piuttosto che la giurisdizione, sarà
M., dom Gréa affermerebbe che i Vescovi necessaria la fede: “È soggetto del Ma-
hanno un potere di supplenza rispetto al gistero Ordinario e Universale ogni Ve-
Papa fino al punto di poter consacrare dei scovo che ha la fede” (20). La prova della sua
Vescovi, quando si realizzano delle condizio- affermazione è tratta da Franzelin, che ri-
ni precise: pericolo per l’esistenza della reli- corda come “S. Cipriano esigeva che il neo-
gione, impotenza del pastore locale, “nessu- eletto all’episcopato esponesse la sua fede”
na speranza di soccorso dalla Santa Sede” (21). Non si rende conto il Nostro che questa
(15). Abbiamo consultato il testo di dom Gréa professione di fede esterna è necessaria af-
(16): afferma, per l’ultima condizione, “nessu- finché il neo-eletto possa essere in comunio-
na speranza di ricorso alla Santa Sede”, cioè ne con il Papa e ricevere così la giurisdizio-
quando è fisicamente impossibile ricorrere al ne! Ma l’errore di M. non è una svista: ha
Papa. M. sostituendo furtivamente “soccor- sostituito furtivamente il criterio oggettivo
so” a “ricorso” ha mutato il pensiero di dom (la giurisdizione) con uno soggettivo. Come
Gréa. Per Mons. Lefebvre la possibilità di ri- si farà a sapere se il Vescovo ha o no la
corso vi è stata. D’altra parte dom Gréa af- fede? “Per mezzo delle lettere di comunione
ferma in tutto il paragrafo la necessità per i [che danno la giurisdizione] con il Pontefice
Vescovi di essere dipendenti ed in comunio- Romano” risponde lo stesso Franzelin, qual-
ne con il Pontefice anche in tali frangenti. che riga più in giù; questa soluzione non
garba a M. Tuttavia sostituendo il criterio
Le tesi dell’abbé Marcille soggettivo a quello oggettivo, come fa M.,
ne deriva che, di qualsiasi Vescovo, indipen-
Le tesi esposte dall’abbé M. sono connes- dentemente da ogni giurisdizione, si potrà
se tra di loro per cui se vogliamo capire il suo affermare o negare che ha la fede ed è sog-
pensiero dobbiamo vederne l’insieme; non getto del M.O.U. Infine dobbiamo rilevare
tutte hanno la stessa gravità. Raggrupperemo che anche qui la citazione di Franzelin (ap-
pertanto i diversi argomenti che nel suo arti- prossimativa, come al solito) è troncata ed il
colo si trovano in maniera sparsa. Tratteremo suo pensiero è distorto.
33

Sempre a proposito del soggetto del b) Appartenenza alla Chiesa


M.O.U., M. fa un’altra confusione: se un Un errore analogo di M. riguarda l’ap-
Vescovo da solo non è infallibile, perché do- partenenza alla Chiesa: “È membro della
vrebbero esserlo tutti quanti insieme? Chiesa, inestirpabilmente membro della
“Come il Magistero dell’insieme dei Vescovi Chiesa, ogni battezzato che ha la fede (la
può essere infallibile se non lo è quello del debita sottomissione ne è una conseguen-
singolo Vescovo?” (22). Ma la risposta è sem- za)” (27). Ora se la sottomissione ai Pastori
plice: a causa dell’indefettibilità della Chiesa. legittimi è solo una conseguenza e non qual-
M. insiste: il Vescovo diocesano costituisce cosa di essenziale, può non esserci! Questa
“un organo fallibile” (23). Rispondiamo: sì, se tesi di M. è in accordo con la dottrina ecu-
preso individualmente, in quanto insegna menista del Conc. Vaticano II (Unitatis
nella sua diocesi. No, in quanto egli fa parte Redintegratio, 3) e di Giovanni Paolo II (Ut
del Corpo dei Vescovi (uniti fra di loro e sot- unum sint, 66, 77; 13, 17), per cui anche i
tomessi al Pontefice Romano) ed insegna membri delle altre religioni cristiane sono
qualcosa che riguarda la fede o la morale: in membri imperfetti della Chiesa, a causa del
tal caso, vi è l’assistenza dello Spirito Santo Battesimo e della fede. Contro questa dot-
che preserva dall’errore (cosa che non acca- trina Pio XII già aveva parlato nella Mystici
de per il singolo Vescovo). Corporis: fanno parte dei membri della
Ma al Nostro questo non sembra possibi- Chiesa “esclusivamente”: 1) i battezzati, 2)
le: “Un’assistenza collettiva dello Spirito che professano la vera fede, 3) che non si
Santo [è] assurda, dice, perché gli accidenti sono separati dalla Chiesa (sono sottomessi
soprannaturali possono inerire solo in una ai Pastori legittimi, il che esclude gli scisma-
natura personale ragionevole e perciò non tici), 4) che non furono separati con pene (la
possono essere innestati su un essere colletti- scomunica) dalla legittima autorità (28). Per
vo” (24). Facciamo solo notare a M.: quando i appartenere alla Chiesa dunque, la sottomis-
Vescovi sono riuniti nel Concilio Ecumenico, sione al Pontefice non è una conseguenza
c’è o no “l’assistenza collettiva dello Spirito della fede, ma è qualcosa di essenziale che si
Santo”? E se c’è, perché non potrebbe esser- aggiunge alla Fede, tanto quanto il fatto di
vi nel M.O.U.? Ripetiamo ancora: i singoli non aver ricevuto la scomunica. M. tace i
Vescovi non sono assistiti, il corpo dei Ve- punti 3) e 4), con la sua solita approssima-
scovi sì. Non avendo capito questo, M. tira zione, e falsifica la dottrina cattolica.
fuori il sofisma: a volte la maggior parte Questo ci mostra la mentalità di M.: ha
dell’Episcopato sbaglia, dunque il soggetto escluso la necessità della sottomissione al
del M.O.U. non è sempre infallibile: “Come Romano Pontefice sia per essere soggetto
concepire che ad una data epoca la maggio- del M.O.U., sia per essere membro della
ranza… dell’Episcopato cattolico possa indi- Chiesa. Si tratta di due errori gravissimi che
care una falsa direzione, possa impartire un denotano una tendenza scismatica.
insegnamento contrario alla Tradizione?”
(25). Anche qui la risposta è la medesima: è c) Scopo del M.O.U.
possibile che uno o molti o tutti i Vescovi Secondo le parole del Conc. Vat. (29), il
senza il Papa possano errare, perché non M.O.U. può insegnare quelle verità rivelate
hanno l’assistenza divina; ma non è possibile che devono essere credute con un atto di
che i Vescovi con il Papa sbaglino, perché in fede divina e cattolica. Ora tali verità costi-
tal caso vi è l’assistenza dello Spirito Santo. tuiscono i dogmi di fede, che sono infallibili,
Insegna Leone XIII: “L’ordine episcopale definitivi, irreformabili. Ma M. non è d’ac-
soltanto si deve reputare collegato, come cordo: inizia con l’affermare che questo ma-
Cristo comanda, con Pietro, se a Pietro è sot- gistero non dà giudizi irreformabili ( 30),
tomesso e gli obbedisce: altrimenti esso si di- neanche definitivi (31), per concludere alla
sperde necessariamente in una molteplicità fine che non è infallibile (32). Nel punto suc-
confusa e disordinata” (26). cessivo, sulla nota del M.O.U., tratteremo
L’intento di M. era dunque di distruggere queste sue affermazioni; qui ci chiediamo
il soggetto del M.O.U.: chi ha il potere di soltanto: a cosa servirà il M.O.U.? A “tra-
esercitarlo, diceva, a volte può sbagliare. Ci smettere il deposito”, risponde il Nostro (33),
sembra di aver spiegato in maniera chiara il quale ignora forse che, per volontà di Dio,
che la dottrina cattolica insegna il contrario: il il fine di tutto il Magistero della Chiesa (e
soggetto del M.O.U. non può mai sbagliare. non solo del M.O.U.) è ordinato a custodire,
tolica tutte quelle cose che sono contenute
nella parola di Dio scritta o tramandata e che
sono proposte a credere dalla Chiesa come
rivelate da Dio sia con un giudizio solenne,
sia con il magistero ordinario e universale”
(DS 3011) (29). La definizione è stata ripetuta
anche dal Codice pio-benedettino (can. 1323,
§1) ed è di una tale chiarezza che non è possi-
bile sbagliarsi. Pio IX già nella Tuas libenter
aveva insegnato che l’atto di fede non deve
essere limitato alle verità definite, ma deve
estendersi a quello “che è trasmesso come di-
vinamente rivelato dal magistero ordinario di
tutta la Chiesa sparsa sulla terra” (38). È evi-
dente che l’atto di fede può essere fatto solo
se l’insegnamento è infallibile.
Letti questi testi, ci chiediamo: come può
un prete cattolico negare la definizione solen-
ne di un Concilio Ecumenico? La risposta è
evidente: M. arriva a tal punto per giustifica-
re la posizione della FSPX. In questo modo
svuota il M.O.U. del suo valore particolare,
quello di essere un Magistero di per sé infalli-
Sopra la teologia romana;
sotto, la teologia dell’abbé Marcille... bile, ed al quale tutti devono credere con un
atto di fede divina e cattolica. L’autorità di
trasmettere, spiegare il deposito della fede. questo Magistero riposa sui Vescovi uniti al
“È compito indubitato della Chiesa di custo- Papa, i quali non possono sbagliarsi perché
dire e propagare la dottrina di Cristo inalte- costituiscono la Gerarchia della Chiesa che è
rata ed incorrotta” (34), dice Leone XIII. indefettibile. Se fosse vero quel che dice M.,
il M.O.U. sarebbe infallibile solo quando ri-
d) Nota teologica del M.O.U. pete cose… già infallibili! Sarebbe un’infalli-
È una questione di massima importanza. bilità di fatto e non di diritto (39): lo Spirito
Riprendiamo quanto abbiamo preannuncia- Santo non avrebbe più nessuna funzione par-
to nel paragrafo sulle approssimazioni e fal- ticolare, insegnerebbe delle verità che sono
sificazioni. Il Conc. Vat. ordina di credere di solo “prossime alla fede”! Per comprendere
fede divina e cattolica gli insegnamenti del meglio la gravità di quanto afferma M., ricor-
M.O.U. Per l’abbé M. la definizione conci- diamo l’intervento di Mons. d’Avanzo duran-
liare non va bene, perché distrugge tutta la te il Concilio Vaticano del 20/6/1870 a nome
posizione della FSPX, ed ecco cosa escogita: della Deputazione della fede (40): «…Permet-
quando il M.O.U. ripete una cosa già defini- tetemi di ricordare come l’infallibilità si eser-
ta solennemente, solo allora il suo insegna- cita nella Chiesa. Di fatto noi abbiamo due
mento merita la nota teologica “di fede” (35); testimonianze nelle Scritture sull’infallibilità
se no, l’assentimento richiesto sarà inferiore, nella Chiesa di Cristo, Lc XXII: Ho pregato
“molto più debole”, cioè “prossimo alla per te, ecc., parole che riguardano Pietro
fede” (36). «La parola “infallibile” non è usa- senza gli altri; e la fine di Matteo: Andate, in-
ta nel testo del Vaticano I, e con ragione» segnate, ecc., parole che sono dette agli apo-
(37), dice il Nostro. Da ciò deriva che l’obbli- stoli ma non senza Pietro… Vi è dunque un
go di aderire ad una proposizione proposta duplice modo di infallibilità nella Chiesa; il
dal M.O.U. è inferiore rispetto all’obbligo di primo è esercitato dal magistero ordinario
aderire ad una proposizione proposta dal della Chiesa: Andate, insegnate… Perciò co-
magistero straordinario, dato che il M.O.U. me lo Spirito Santo, spirito di verità, dimora
non è infallibile. nella Chiesa tutti i giorni; così tutti i giorni la
L’affermazione di M. è molto grave per- Chiesa insegna le verità di fede con l’assisten-
ché nega la definizione del Concilio per cui za dello Spirito Santo. Insegna tutte queste
qualsiasi insegnamento del M.O.U. è di fede: cose che sono sia già definite, sia contenute
“Devono essere credute di fede divina e cat- esplicitamente nel tesoro della rivelazione ma
35

non definite, sia infine sono credute implici- va dell’infallibilità” ( 44). Mons. Zinelli al
tamente: tutte queste verità la Chiesa le inse- Concilio Vaticano affermava: “L’accordo
gna quotidianamente, sia per mezzo del papa dei vescovi dispersi ha lo stesso valore che
principalmente, sia per mezzo di ognuno dei quando sono riuniti: l’assistenza infatti è
vescovi che aderiscono al papa. Tutti, papa e stata promessa all’unione formale dei vesco-
vescovi, sono infallibili in questo magistero vi e non solo alla loro unione materiale” (45).
ordinario dell’infallibilità stessa della Chiesa: L’abbé M. è talmente accecato dalla pas-
differiscono solo in questo, che i vescovi non sione di voler giustificare la FSPX, che non
sono infallibili da se stessi, ma hanno bisogno vede la gravità della sua affermazione: se la
della comunione con il papa, dal quale sono differenza tra Magistero Ordinario e Magi-
confermati; il papa ha bisogno solo dell’assi- stero straordinario non è soltanto accidenta-
stenza dello Spirito Santo che gli è stata pro- le, avremmo allora nella Chiesa due Ma-
messa (…). Anche con l’esistenza di questo gisteri! Ciò porterebbe ad una divisione e
magistero ordinario, succede a volte che le frammentazione della funzione insegnante
verità insegnate da questo magistero ordina- della Chiesa che, nel trasmettere il deposito
rio e già definite siano combattute da un ri- della Rivelazione, a volte sarebbe assistita
torno dell’eresia, o che delle verità non anco- dallo Spirito Santo, a volte no. Ma nella filo-
ra definite, ma tenute implicitamente o espli- sofia tomista la funzione è determinata dal
citamente, devono essere definite; e allora si suo oggetto: se l’oggetto (trasmettere la
presenta l’occasione di una definizione dog- Rivelazione) è uno solo, ad esso corrispon-
matica». L’altro modo di infallibilità, dirà poi derà una funzione sola. «Bisogna insistere an-
Mons. d’Avanzo, è quello solenne, che il cora poiché le sane nozioni di metafisica rea-
Papa può esercitare o da solo o riunendo un lista sembrano dimenticate. Sotto pena di ca-
concilio ecumenico. dere in una sorta di “nominalismo”, la teolo-
gia deve leggere la realtà della Rivelazione,
e) Magistero Ordinario e Magistero solenne alla luce della ragione illuminata dalla fede, e
Conclusione logica che trae il M. da non “etichettare” senza occuparsi del conte-
quanto ha detto prima ( 41): tra Magistero nuto… Il modo di un atto è una qualificazio-
straordinario e M.O.U. vi è una distinzione ne accidentale che non cambia la specifica-
essenziale, e non solo accidentale; affermare zione della funzione, del potere o della po-
che vi è solo differenza accidentale condur- tenza che esercita l’atto! Di conseguenza, se
rebbe, dice, alla collegialità! M. non riesce a una categoria di proposizioni rientra nell’og-
capire che i Vescovi, sottomessi al Papa, co- getto del Magistero, questi può qualificarla e
stituiscono un corpo, la Chiesa docente, la giudicarla infallibilmente, sia esercitando un
gerarchia della Chiesa come affermava atto solenne, sia con la semplice esposizione
anche S. Pio X (42); ora “gerarchia” non vuol della dottrina… Il modo di proposizione
dire “collegialità”. La teoria di M. è un’in- della dottrina non può, in alcun caso, intacca-
novazione eterogenea. Salaverri, ad esem- re o cambiare la natura e l’estensione dell’og-
pio, insegna l’opposto: “I modi di esercitare getto, poiché l’oggetto è determinato sola-
il Magistero…, ordinario, cioè fuori dal mente dalla natura e dal fine del Magistero,
Concilio, straordinario, cioè nel Concilio, come ricordano le parole stesse di Nostro
convengono essenzialmente in questo, che Signore (Mt XXVIII, 20) e di S. Paolo (I
entrambi costituiscono un atto di tutta la Tim. VI, 20: “La Chiesa del Dio vivente, co-
Chiesa docente sottomessa al Pontefice lonna e firmamento della verità”): la Chiesa è
Romano; differiscono accidentalmente nel assistita per qualificare il rapporto di ogni
fatto che il modo straordinario comporta in proposizione col deposito rivelato. Il Magi-
più la riunione locale dei Vescovi” ( 43). stero è il potere divinamente assistito per
Zubizarreta insegna: “Il corpo dei Vescovi operare questa qualifica» (46).
in unione con il Pontefice Romano, sia riu- M. dice (47) di aver trovato la sua teoria
nito in concilio sia disperso nel mondo, è il nel libro di Vacant citato più sopra.
soggetto del magistero infallibile, poiché Abbiamo già visto, alla pag. 31, che Vacant
questo corpo di Pastori in comunione con il invece afferma la dottrina tradizionale e poi
Pontefice Romano è il successore del colle- distingue: de jure il M.O.U. può definire una
gio apostolico e con diritto ereditario ha ri- verità da credersi di fede cattolica: “Il
cevuto l’incarico di insegnare, governare e Concilio del Vaticano pone il magistero ordi-
santificare gli uomini insieme alla prerogati- nario allo stesso livello dei giudizi solenni…
36

Perciò il magistero ordinario possiede un’au- in ciò che essa impone per via di definizioni
torità sufficiente per rendere di fede cattoli- più solenni, quasi che le altre sue decisioni si
ca una verità che era di fede divina” ( 10). potessero presumere o false, o non fornite di
Secondo Vacant, de facto la Chiesa, nel defi- sufficienti motivi di verità e di onestà” (51).
nire un “nuovo” dogma (48) o nel condannare Pio XII, a proposito del dogma dell’As-
un’eresia, per maggior chiarezza utilizza il sunzione, ha dichiarato che il M.O.U. insegna
magistero solenne perché nella pratica è più “in modo certo ed infallibile” che la verità
facile riconoscere l’insegnamento infallibile dell’Assunzione della Madonna in Cielo “è
in un atto del magistero solenne che in uno verità rivelata da Dio e contenuta in quel di-
di quello ordinario. Ma Vacant non esclude vino deposito che Cristo affidò alla sua
che la Chiesa possa utilizzare anche de facto Sposa… Il Magistero della Chiesa, non certo
il magistero ordinario: in tal caso si potrà ri- per industria puramente umana, ma per l’as-
conoscere la sua infallibilità per mezzo sistenza dello Spirito di verità, e perciò infal-
“degli atti della Santa Sede” (11), cioè del libilmente, adempie il suo mandato di conser-
Magistero del Papa. Per far ben capire qual è vare perennemente pure ed integre le verità
il pensiero di Vacant, e quanto M. lo ha falsi- rivelate, e le trasmette senza contaminazione,
ficato, riportiamo un altro passaggio sempre senza aggiunte, senza diminuzioni” (52).
a proposito del M.O.U.: «Questo modo di Il rev. padre Barbara illustra bene questa
magistero risponde più pienamente alla mis- verità: Papa e Vescovi continuano l’azione
sione che Gesù Cristo ha affidato ai suoi di insegnare di Nostro Signore in due modi,
apostoli; difatti ha ordinato loro di diffonder- come il Maestro stesso faceva: «In un modo
si in tutte le nazioni, per insegnare, tutti i semplice e ordinario, quello che Gesù utiliz-
giorni, tutta la sua dottrina. Le sue parole zava abitualmente: “E parlava loro secondo
sono formali: “Andate ad istruire tutti i popo- la sua maniera di insegnare… Udite. Il semi-
li ed insegnate loro a conservare tutto ciò che natore uscì per seminare… Si porta la lucer-
vi ho detto, ed io sarò con voi tutti i giorni na per metterla sotto il moggio o sotto il
fino alla fine dei tempi” (Mt 28, 19-20). È con letto? o non piuttosto per metterla sul cande-
questo insegnamento che la Chiesa si è stabi- labro?” (Mc 4, 2; 21). In un modo solenne e
lita e che la dottrina di Gesù Cristo è stata straordinario… Cominciava allora con qual-
manifestata al mondo, prima delle definizio- che formula solenne: “In verità, in verità vi
ni solenni dei Concili e della Santa Sede, ed dico” (…) “Beati voi” o “Guai a voi”. Il ma-
è la prima regola di fede di cui i Santi Padri gistero non ha inventato nulla… ha adottato
hanno invocato l’autorità» (49). per insegnare i modi di fare di Gesù» (53).
Inoltre dopo il Concilio Vaticano, la In conclusione: gli insegnamenti del
Chiesa ha dato ulteriori insegnamenti sul valo- M.O.U. sono infallibili, e dunque molto di
re del M.O.U., che un cattolico deve seguire. più che “teologicamente certi” o “prossimi
Pio XI insegna: “Il magistero della alla fede”, come pretende M.
Chiesa - stabilito per volere divino in terra,
allo scopo di custodire perennemente intatte f) Natura del M.O.U.
le verità rivelate, e di portarle con sicurezza Abbiamo già dimostrato, alle pagg. 32 e
e facilità alla conoscenza degli uomini - ogni 36, che il M.O.U. è l’insegnamento della
giorno, è vero, è esercitato per mezzo del Gerarchia della Chiesa, cioè dei Vescovi
Pontefice Romano e dei Vescovi che sono in concordi fra di loro, uniti e sottomessi al
comunione con lui; ma ha pure il compito di Pontefice Romano (17). Questa unione col
procedere alla definizione di qualche punto Pontefice fa in modo che essi siano assistiti
di dottrina, con riti o decreti solenni, quan- dallo Spirito Santo e dunque siano infallibili.
do fosse necessario resistere con più forza Senza l’unione e la sottomissione non vi è
agli errori ed alle contestazione degli eretici, assistenza né infallibilità.
o quando bisognasse imprimere con più pre- M. non accetta la dottrina cattolica e scri-
cisione e chiarezza certi punti di dottrina ve: “L’accordo moralmente unanime del-
nelle menti dei fedeli” (50). “Disdirebbe ad l’Episcopato su un punto di fede è un pro-
un cristiano… il ritenere che la Chiesa, da prio del Magistero Ordinario Universale e
Dio destinata a maestra e reggitrice dei po- non il suo costitutivo formale”; in altre paro-
poli, non sia abbastanza illuminata intorno le, per lui l’accordo non è essenziale. In que-
alle cose e circostanze moderne; ovvero il sto modo, dice, si salva l’indefettibilità del
non prestarle assenso ed obbedienza se non M.O.U. in caso di crisi nella Chiesa (54), per
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cui può capitare che l’unanimità dei Vescovi stantesimo, e l’eresia non cessò; S. Pio X con-
sbagli nell’insegnare una verità; nei tempi di dannò il modernismo, e sappiamo bene che
crisi, il M.O.U. può non essere percepibile. non cessò. Il Conc. Vaticano ha condannato
Rispondiamo ancora una volta: i Vescovi il gallicanesimo, eppure non è cessato (ecco-
senza il Papa non sono infallibili; uniti e sot- me!). Colpa del Magistero, o degli eretici che
tomessi al Papa sono infallibili quando inse- non lo accettarono? Forse M. crede, come
gnano una dottrina contenuta nel deposito. Giovanni Paolo II, che sia la Chiesa ad essere
Questa unione dunque dei Vescovi e la loro colpevole delle eresie e degli scismi? Oppure
sottomissione al S. Pontefice è essenziale: pensa che l’eresia sia dovuta solo ad un erro-
daremo altre prove a proposito del rapporto re dell’intelligenza e non della volontà?
tra Magistero del Papa e Vescovi. M. dà un altro esempio di oscurità del
Per M. il M.O.U. non può dare definizio- M.O.U.: durante il Grande Scisma d’Oc-
ni definitive irreformabili (55). Da ciò do- cidente, dice, non si sapeva chi era il Papa
vremmo concludere logicamente che non è ed il M.O.U. su questo punto così importan-
infallibile, in quanto il Conc. Vaticano inse- te “è rimasto oscuro per 50 anni” ( 61 ).
gna che bisogna credere di fede divina e cat- Rispondiamo che la questione del Grande
tolica tutto ciò che il M.O.U. insegna (DS Scisma non era una questione di Magistero,
3011) ed i teologi affermano che il Magistero ma innanzitutto di giurisdizione: sapere chi
è infallibile quando si esprime in maniera de- era il vero Papa. Inoltre durante il Grande
finitiva (56). Perciò diciamo: se il M.O.U. non Scisma i Vescovi erano divisi fra di loro, non
dà una definizione definitiva ed irreformabi- erano uniti e dunque mancava una delle
le, allora il suo insegnamento non è infallibi- condizioni essenziali all’esistenza del
le; ma se la dà, allora lo è. Si è già vista la di- M.O.U., l’unione dei Vescovi fra di loro.
stinzione fatta da Vacant sulla possibilità de
jure e de facto di tali definizioni (pagg. 35-36). h) Riduzione del M.O.U. alla Tradizione
Veniamo ora a scoprire qual’è l’idea di
g) Deficienza del M.O.U. M. sul M.O.U. Egli riduce il motivo dell’in-
M. ha negato la natura del M.O.U.: non fallibilità del M.O.U. all’argomento apologe-
è Magistero infallibile, non merita di essere tico della Tradizione. Spiego con un esem-
creduto di fede, nei tempi di crisi non è per- pio: se la Chiesa cattolica e la Chiesa orienta-
cepibile. M. adesso affonda i suoi colpi con- le scismatica su una dottrina dicono la stessa
tro questo Magistero. “Il Magistero Ordi- cosa (ad es. che la Cresima è un Sacra-
nario e Universale può trovarsi completa- mento), dal loro consenso si conclude che
mente all’oscuro o anche inclinare apparen- questa affermazione deve essere vera e pro-
temente verso l’eresia” (57); può “non solo venire dalla Tradizione Apostolica. Difatti
essere oscuro, ma anche sembrare indicare l’accordo su un punto di dottrina da parte di
una falsa direzione” (58). L’argomento del due Chiese separate è dovuto al fatto che
“Magistero oscuro” non è nuovo; era già questa dottrina era creduta prima della loro
stato propugnato dai liberali durante e dopo separazione e risale quindi agli Apostoli. M.
il Concilio Vaticano, per rifiutare o per smi- cita S. Agostino e Tertulliano, che parlano
nuire l’infallibilità del Magistero ex cathedra dell’accordo tra le Chiese primitive: se il me-
del Papa (59). desimo insegnamento si trova nelle diverse
Per spiegare l’oscurità del M.O.U., M. dà Chiese, è segno che esso proviene dalla
come esempio il caso dell’eresia ariana: il Tradizione apostolica. Parallelamente in filo-
Concilio di Nicea, dice, non regolò “tutte le sofia si dimostra che se tutto il genere umano
questioni connesse”, “non diede risposta a considera come vera un’opinione, questa
parecchi ragionamenti degli ariani e l’eresia deve essere realmente vera: difatti “un’opi-
non cessò” (60). L’enormità di questo esempio nione ammessa in ogni tempo e in ogni luogo
balza agli occhi: difatti quando la Chiesa defi- ha necessariamente una causa unica”, la ra-
nisce una dottrina esplicitamente, implicita- gione umana, la quale di sua natura aderisce
mente risponde a tutte le questioni che le alla verità ( 62). Per questo motivo M. dà
sono connesse. Come tutti gli eretici, gli aria- molta importanza al fatto che il M.O.U.
ni si aggrappavano alle “questioni connesse” debba essere un insegnamento di Vescovi
per non sottomettersi alla definizione del “dispersi” nel mondo: “Appunto perché di-
Concilio. Così pure il Concilio di Trento non sperso, il suo insegnamento (moralmente)
ha potuto trattare tutte le obiezioni del prote- unanime è un testimone sicuro della predica-
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zione apostolica” (63). Se i Vescovi dispersi Vincenzo non l’ha mai insegnato, anzi ha
nel mondo intero insegnano tutti la stessa detto proprio il contrario… Si allontana il ca-
cosa, tale dottrina non può avere altra origi- none leriniano dal suo vero senso se, a suo
ne che l’insegnamento degli Apostoli. nome, si reclama il consenso universale o
Ma la Tradizione non ha nulla a che vede- l’unanimità di tutti i vescovi perché una dottri-
re con l’infallibilità de jure del corpo episco- na possa essere definita come dogma di fede
pale unito: si tratta di due cose specificata- dal Magistero della Chiesa, nel quale si trova
mente distinte. Nella Tradizione, noi scopria- la norma direttiva della fede. Si pervertirebbe
mo l’origine apostolica di una dottrina dalle questo canone leriniano cercando in esso allo
testimonianze ripetute in più luoghi; nell’in- stesso tempo la norma oggettiva e la norma
fallibilità, noi apprendiamo che una dottrina direttiva, come se l’unica norma infallibile
è rivelata dal pronunciamento attuale infalli- della Fede cattolica si trovasse nell’accordo
bile dell’autorità della Chiesa, assistita dallo costante e universale della Chiesa; allora, in
Spirito Santo nella sua dichiarazione. materia di fede, solo quel che sarebbe stato
M. ammette che il M.O.U. può essere infal- creduto da un accordo costante sarebbe asso-
libile nell’istante in cui si pronuncia: ma subito lutamente certo e infallibile, e nessuno po-
si contraddice affermando che per essere sicuri trebbe credere nulla, di questa fede divina che
di questa infallibilità occorre che questo è assolutamente e infallibilmente certa, senza
Magistero sia “costante per un certo lasso di che lui stesso veda quest’accordo costante e
tempo” (64), “costante, impartito… a più gene- universale della Chiesa» (68).
razioni” (65). Dunque non è più infallibile da sé La conclusione logica della confusione di
stesso: ancora una volta contraddice la defini- M. è la seguente: se il M.O.U. insegna solo
zione del Conc. Vaticano (DS 3011), aggiun- ciò che è predicato dappertutto “su un lungo
gendo una condizione che il Concilio non dà. periodo di tempo”, quando vi è una contro-
(Sul “lungo tempo”, rimandiamo a quanto di- versia tal Magistero sarà divergente ed oscu-
remo sull’estensione dell’infallibilità del Papa). ro (69). Rimandiamo i lettori a quanto abbia-
La posizione di M. ricalca un errore diffu- mo già detto al punto h) di questo para-
so: il M.O.U. sarebbe infallibile quando inse- grafo. M. non si rende conto che parla di un
gna verità che sono state credute sempre e caso ove i termini si contraddicono: se c’è
dappertutto, secondo una tesi falsamente at- divergenza allora non c’è unione e non c’è
tribuita a S. Vincenzo da Lerino. Dice M.: neanche M.O.U. Quando invece c’è il
“Ciò che bisogna cercare avidamente e segui- M.O.U., allora non vi è più divergenza.
re come regola di fede, è il consenso costante Conclusione. Terminiamo con le parole
ed unanime dei Padri”, cioè quello che è stato di Zapelena (70): «Il collegio episcopale, che
insegnato sempre e dappertutto nella Chiesa succede al collegio apostolico, è infallibile
(“semper et ubique”) (66). Sodalitium ha già ri- nel proporre una dottrina rivelata o legata
sposto a quest’errore (67). Ricordiamo che il alla Rivelazione… Ora questo collegio nel
canone di S. Vincenzo serve per riconoscere la magistero ordinario o disperso dei vescovi
regola remota o oggettiva della fede (la non è inferiore rispetto al magistero straor-
Tradizione) e non la regola prossima o diretti- dinario o conciliare. Dunque i vescovi non
va (il Magistero infallibile). Riprendiamo le sono meno infallibili quando insegnano in
parole del Card. Franzelin durante il Conc. maniera concordante con il loro magistero
Vaticano: «Si interpreteta il canone contro la ordinario, che quando esercitano il loro ma-
mente dell’autore se lo si riferisce a quella che gistero straordinario o solenne. Difatti l’assi-
è chiamata la norma direttiva infallibile nella stenza e le promesse di Cristo non sono per
Chiesa cattolica. Infatti per il Lerino riguarda nulla limitate all’esercizio del magistero so-
la norma oggettiva (cioè la divina tradizione), lenne e straordinario; ma anzi riguardano
come lo mostra il contesto; e così il canone piuttosto il magistero ordinario e quotidiano
proposto contiene un criterio per riconoscere dei vescovi: “Io sono con voi tutti i giorni
la “tradizione della Chiesa cattolica” per fino alla fine dei tempi” (Mt 28, 20».
mezzo della quale, “in unione con l’autorità
della legge divina, la fede divina è difesa”. Il Papa
Tutt’altra cosa è sapere se il detto canone con-
tiene una condizione necessaria perché una A proposito del S. Pontefice sembra che
dottrina possa essere definita infallibilmente l’abbé M. non creda né all’infallibilità del
con il Magistero della Chiesa cattolica. Questo Magistero ordinario del Papa, né che egli sia
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la Regola prossima della fede; di conseguen- Il S. Pontefice ha il triplice potere di go-


za il rapporto tra Magistero del Papa e vernare, insegnare, santificare. Se il suo in-
Magistero dei Vescovi è falsato. segnamento fosse infallibile solo quando de-
finisce solennemente, sarebbe allora molto
a) L’infallibilità del Magistero Ordinario del raro; molti Pontefici non l’avrebbero mai
Papa utilizzato, non avrebbero mai svolto il ruolo
M. nega esplicitamente l’infallibilità del di “confermare i fratelli” e i fedeli non
Magistero Ordinario del Papa: “Bisogna dire avrebbero avuto dal Capo della Chiesa, dal
che il Papa non è infallibilmente assistito nel Vicario di Cristo, nessun insegnamento
suo Magistero Ordinario anche se diretto a certo. Questo ripugna alla struttura della
tutta la Chiesa” (71). Il suo ragionamento è Chiesa ed alle promesse di Nostro Signore a
semplice: il Conc. Vaticano nella famosa de- S. Pietro. Durante il Conc. Vaticano, Mons.
finizione (riportata nella Nota del M.O.U., Gasser così rispondeva a chi affermava che
DS 3011) afferma che la Chiesa è infallibile il Pontefice, nel dare delle definizioni, do-
con il Magistero solenne o con quello ordina- vesse osservare una certa forma: “Ciò non
rio ed universale, e dunque, conclude, “non può esser fatto, infatti non si tratta di una
esistono altri atti di Magistero infallibile nella cosa nuova. Già migliaia e migliaia di giudizi
Chiesa” (72). M. si sbaglia. Innanzitutto per- dogmatici furono emanati dalla Sede apo-
ché in quel punto “la Deputazione della fede stolica; ma dov’è mai il canone che prescrive
non ha avuto per nulla l’intenzione di tratta- la forma da osservare in tali giudizi?” (76).
re, né direttamente né indirettamente, la Pio XI: “Il Magistero della Chiesa - che
questione dell’infallibilità del sommo ponte- per divina Provvidenza fu stabilito nel
fice” (73), precisava Mons. Martin il 31 marzo mondo affinché le verità rivelate si conser-
1870 ai Padri Conciliari. M. conosce questo vassero sempre incolumi e facilmente e con
discorso, dato che ne cita una parte, ma tace sicurezza giungessero alla conoscenza degli
su questa frase. Come mai? uomini - benché sia esercitato ogni giorno
Inoltre negare l’infallibilità del Papa nel dal Romano Pontefice e dai Vescovi in co-
suo Magistero ordinario è grave, dato che si munione con lui, ha pure l’ufficio (munus)
tratta di una conclusione teologica certa (74), in- di procedere opportunamente alla definizio-
segnata per di più dal Magistero della Chiesa. ne di qualche punto di dottrina con riti e de-
Il Conc. Vaticano ha definito che il creti solenni, se accada di doversi opporre
Sommo Pontefice “gode di quella infallibilità più efficacemente agli errori e agli assalti
di cui il Divin Redentore volle che la sua degli eretici oppure di imprimere nelle
Chiesa fosse dotata” (DS 3074); con questa menti dei fedeli punti di sacra dottrina spie-
dichiarazione furono condannati i Gallicani, gati con più chiarezza e precisione” (77). Da
per i quali “il Papa è inferiore alla Chiesa questo testo si deduce che il Magistero è
nelle questioni della fede” (75); il Papa non è uno solo, con due modi di espressione.
dunque in nessun modo inferiore alla Pio XII: «Né si deve ritenere che gli inse-
Chiesa. Ora la Chiesa è stata dotata del gnamenti delle Encicliche non richiedano, di
modo straordinario e ordinario di infallibilità per sé, il nostro assenso, col pretesto che i
(DS 3011). Anche il Papa perciò può eserci- Pontefici non vi esercitano il potere del loro
tare la sua infallibilità con un duplice modo. Magistero Supremo. Infatti questi insegna-
Il S. Pontefice ha nella Chiesa “tutta la menti sono del Magistero ordinario, di cui
pienezza del potere supremo” (DS 3064): valgono pure le parole: “Chi ascolta voi,
perciò deve avere anche tutti i modi di eser- ascolta me” (Lc X, 16); e per lo più, quanto
cizio di questo potere supremo. Ora il pote- viene proposto e inculcato nelle Encicliche, è
re supremo di infallibilità è dato alla Chiesa già, per altre ragioni, patrimonio della dottri-
con un duplice modo, straordinario e ordi- na cattolica. Che se poi i Sommi Pontefici nei
nario. Dunque il S. Pontefice ha il potere di loro atti emanano di proposito una sentenza
infallibilità anche in modo ordinario, altri- in materia finora controversa, è evidente per
menti bisognerebbe concludere che il supre- tutti che tale questione, secondo l’intenzione
mo potere di infallibilità, almeno nella ma- e la volontà degli stessi Pontefici, non può più
niera in cui è esercitato, sarebbe più ristretto costituire oggetto di libera discussione fra i
nel Papa che nella Chiesa. Ciò non può esse- teologi» (78). Ancora Pio XII: «Non è forse il
re, dato che il Papa ha tutta la pienezza del Magistero… il primo ufficio della Nostra
potere supremo senza nessuna limitazione. Sede Apostolica? (…) Sulla Cattedra di
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Pietro, Noi siamo assisi unicamente perché suo organo permanente, il custode ed il pre-
Vicario di Cristo. Noi siamo il suo Rap- dicatore infallibile della sua parola, ed “in-
presentante sulla terra; siamo l’organo per torno al quale” (86) tutti i vescovi si riunisco-
mezzo del quale fa sentire la sua voce Colui no, si uniscono a lui e ricevono da lui il pote-
che è il solo Maestro di tutti (Ecce dedi verba re di formare con lui e per mezzo di lui un
mea in ore tuo, Ger. 1, 9)» (79). Precisamente solo ed unico magistero della Chiesa univer-
tramite il Magistero Ordinario Leone XIII sale» ( 87 ). Dom Gréa parla quindi di
definì la questione sulla validità delle ordina- Magistero e non di deposito della fede. Per
zioni anglicane, Pio XII sull’uso dei cosiddetti quanto riguarda Vacant, abbiamo dimostra-
“metodi naturali” (80) e sulla materia e forma to alle pagg. 31 e 35-6 che M. non presenta
del Sacramento dell’Ordine. oggettivamente il suo pensiero.

b) Il Papa è Regola prossima della fede c) Rapporto tra Magistero del Papa e
È una verità insegnata dal Magistero Magistero dei Vescovi
della Chiesa oltre che dall’unanimità dei teo- M. afferma che il Papa gode soltanto di
logi. Rimandiamo i lettori all’articolo appar- un’assistenza divina più grande di quella dei
so nel numero scorso di Sodalitium (81). È Vescovi ( 88 ). Rispondiamo: tra Papa e
anche una conclusione logica dell’infallibilità Vescovi vi è una distinzione essenziale e non
del Magistero Ordinario del Papa: se de jure di grado, il Papa ha difatti un’assistenza unica
non può sbagliare, tutti - Vescovi e fedeli - da parte dello Spirito Santo che i Vescovi,
devono abbracciare la dottrina che insegna. considerati singolarmente, non hanno.
M. afferma che il Papa è la Regola vi- Secondo M. il Magistero Ordinario del
vente della fede solo con il magistero solen- Papa ed il M.O.U. non sono sullo stesso li-
ne (82), non con il Magistero Ordinario altri- vello: “È falso equiparare, come fa dom
menti “questo significherebbe, dice, che il Nau, il Magistero Ordinario Pontificio indi-
deposito della fede si trova nel magistero rizzato a tutta la Chiesa al Magistero
del Papa vivente: il che è prossimo all’ere- Ordinario Universale” ( 89). Rispondiamo
sia” ( 83). Ma una cosa è il deposito della che entrambi questi Magisteri sono infallibi-
Fede, un’altra la Regola che permette di di- li. La distinzione consiste solo in questo:
scernere quanto è contenuto e quanto si op- l’infallibilità del M.O.U. è stata definita so-
pone a questo deposito. Si è visto che il lennemente, quella del Papa è una conclu-
Magistero della Chiesa insegna il contrario, sione teologica certa.
come ad esempio il Catechismo di S. Pio X: Per M. la teologia romana ha commesso
“Nell’obbedienza a questa suprema autorità un errore: considerare che il Magistero dei
della Chiesa e del Sommo Pontefice, per la Vescovi è un riflesso del Magistero romano
cui autorità ci si propongono le verità della (90). “I Vescovi sono… l’eco della dottrina
fede, ci s’impongono le leggi della Chiesa e apostolica, non della dottrina romana” (91).
ci si comanda tutto ciò che è necessario al Innanzitutto M. si contraddice, perché lui stes-
buon regime di essa, sta la regola della no- so afferma che l’oscuramento del M.O.U.
stra fede” (84). Perciò se la regola della fede (cosa per lui possibile) è causata dal “venir
si trova anche nella disciplina che ci impone meno della Sede di Pietro” (92). Inoltre abbia-
il Papa, a più forte ragione si trova nel suo
Magistero Ordinario. Non avendo capito
La sala del congresso di Sì Sì No No
questo, M. falsa, oltre che il pensiero di
Vacant, anche quello di dom Gréa: “Per lui,
dice M., il deposito della fede è sempre nel
Magistero Ordinario del Romano Pontefice
che lo comunica incessantemente al corpo
episcopale… Questa tesi è rigettata dal
Vacant” (85). Dom Gréa invece afferma che
il Papa ci insegna quali sono le verità rivela-
te da Nostro Signore, e che i Vescovi ricevo-
no il suo insegnamento per trasmetterlo ai
fedeli: «Come potremo dire che Gesù Cristo
parlerà nella Chiesa? (…) Egli vi ha provve-
duto con l’istituzione di un Vicario che è il
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mo visto, a proposito della Regola della fede, nario dell’infallibilità stessa della Chiesa:
che anche i Vescovi sono istruiti dal Papa, il differiscono solo in questo, che i vescovi non
quale ha la funzione di confermarli nella Fede. sono infallibili da sè stessi, ma hanno biso-
Come S. Pietro era il Capo degli Apostoli, così gno della comunione con il papa, dal quale
il S. Pontefice è capo dei Vescovi. M. ricono- sono confermati; il papa ha bisogno solo
sce che il Papa ha il potere di “giurisdizione dell’assistenza dello Spirito Santo che gli è
universale”, ma inspiegabilmente non gli rico- stata promessa (…)» (40).
nosce il Primato nella “funzione dottrinale”, la
potestas docendi: una tal maniera di vedere le d) Estensione dell’infallibilità
cose sarebbe, dice, pericolosa, perché “porta a M. sostiene che l’assistenza al Papa varia
vedere nel Sommo Pontefice anzitutto una secondo le persone a cui si rivolge: “È certa-
funzione dottrinale” (93). mente maggiore quando si indirizza alla
L’opposto insegna Leone XIII: “È alla Chiesa Universale che quando s’indirizza ad
Santa Sede, innanzitutto, ed anche, sotto la una nazione; è minore se si rivolge ai battez-
sua dipendenza, agli altri pastori stabiliti zati della diocesi di Roma, minore ancora se
dallo Spirito Santo per governare la Chiesa si rivolge ad un gruppo di pellegrini” (96).
di Dio, che appartiene di diritto il ministero Ciò è falso: poco importa a chi si rivolge il
dottrinale. La parte dei semplici fedeli si ri- Papa, se la dottrina che insegna vale per
duce ad un sol dovere, accettare gli insegna- tutta la Chiesa, essa è infallibile. D’altra
menti che loro sono impartiti, uniformare ad parte non vi sono “gradi” nell’assistenza
essi la loro condotta e secondare le intenzio- dello Spirito Santo: o c’è ed allora preserva
ni della Chiesa” (94). dall’errore, oppure non c’è. Inoltre M. stes-
Il Conc. Vat. ha definito: «Insegniamo so si contraddice successivamente: difatti af-
perciò e dichiariamo che (…) questo potere ferma, e questo è vero, che una lettera del S.
di giurisdizione del Romano Pontefice, es- Pontefice, anche se indirizzata ad un Pa-
sendo veramente episcopale, è immediato: triarca, concerne di fatto la Chiesa universa-
quindi i pastori di tutti i ranghi e di tutti i riti le e dunque costituisce Magistero Ordinario
e i fedeli, sia singolarmente che tutti Pontificio (97). Gregorio XVI, indirizzandosi
insieme, sono tenuti al dovere della subordi- al Vescovo di Friburgo, insegna: “[Quello
nazione gerarchica e della vera obbedienza, che noi diciamo] è conforme agli insegna-
non solo nelle questioni che riguardano la menti ed agli avvisi che voi già conoscete, o
fede e i costumi, ma anche in quelle relative venerabile Fratello, per averli appresi dalle
alla disciplina e al governo della Chiesa dif- Nostre Lettere o Istruzioni scritte a diversi
fusa su tutta la terra. Di modo che, conser- arcivescovi e vescovi, sia nelle Lettere del
vando l’unità di comunione e di professione Nostro predecessore Pio VIII, stampate per
della stessa fede col Romano Pontefice, la i suoi o per i Nostri ordini. Poco importa se
Chiesa di Cristo sia un solo gregge sotto un queste Istruzioni siano state indirizzate sol-
solo sommo pastore (Gv 10, 16). Questa è la tanto a qualche vescovo che aveva chiesto
dottrina della verità cattolica, dalla quale informazioni alla Sede Apostolica: quasi che
nessuno può allontanarsi senza pericolo per agli altri vescovi fosse stata concessa la li-
la propria fede e la propria salvezza» (95). bertà di non attenersi a quelle decisioni!”
Abbiamo visto a proposito della nota teolo- (98). Allo stesso modo Pio XII ha definito
gica del M.O.U., che Mons. d’Avanzo inse- una questione di morale, in un discorso di-
gnava: «Perciò come lo Spirito Santo, spirito retto alle ostetriche (80).
di verità, dimora nella Chiesa tutti i giorni; Altro errore di M. consiste nel conside-
così tutti i giorni la Chiesa insegna le verità rare che “un atto magisteriale isolato del
di fede con l’assistenza dello Spirito Santo. Papa” non è infallibile: occorre che tale in-
Insegna tutte queste cose che sono sia già segnamento sia costante, di “lunga durata”
definite, sia contenute esplicitamente nel te- (99). Abbiamo già risposto a questa teoria:
soro della rivelazione ma non definite, sia M. riduce l’infallibilità del Magistero ad un
infine sono credute implicitamente: tutte argomento apologetico, quello della Tra-
queste verità la Chiesa le insegna quotidia- dizione. L’assurdità di questa affermazione
namente, sia per mezzo del papa principal- è evidente: quando S. Pio X condannò i mo-
mente, sia per mezzo di ognuno dei vescovi dernisti, trattandosi di un documento “isola-
che aderiscono al papa. Tutti, papa e vesco- to” (il primo) sarebbe stato lecito dubitare
vi, sono infallibili in questo magistero ordi- della sua infallibilità! Lo stesso avvenne
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quando Pio XII condannò la “nouvelle théo- Leone XIII, Satis Cognitum: «… Gesù
logie” in Humani Generis, o quando Leone Cristo ha istituito nella Chiesa un magistero
XIII definì l’invalidità delle Ordinazioni an- vivente, autentico e, per di più, perpetuo,
glicane! Rispondiamo con S. Agostino: che Egli ha investito della propria autorità,
“Roma locuta, causa finita” (100). ha rivestito dello spirito di verità, ha confer-
mato con i miracoli, e ha voluto e ha severis-
e) “Errori” dei Sommi Pontefici simamente ordinato che gli insegnamenti
Nell’insegnamento del Papa vi può esse- dottrinali di questo magistero fossero rice-
re un errore materiale, che non ha nessuna vuti come i suoi propri. Tutte le volte che la
influenza sulla fede o sulla morale. Vi posso- parola di questo magistero dichiara che tale
no essere inoltre delle cose più o meno op- o tale verità fa parte dell’insieme della dot-
portune, secondo la prudenzialità dell’atto: trina divinamente rivelata, ognuno deve cre-
in tal caso non spetta a noi giudicare, saran- dere con certezza che questo è vero; perché
no poi i Papi successivi a decidere eventual- se ciò potesse in qualche maniera essere
mente in maniera diversa; ma non vi può falso, ne conseguirebbe, cosa evidentemente
mai essere nell’insegnamento del Papa qual- assurda, che Dio stesso sarebbe l’autore
cosa di nocivo alla fede o alla morale. dell’errore degli uomini… I Padri del
M. invece, dopo aver sminuito l’infallibi- Concilio Vaticano non hanno dunque pub-
lità del Magistero Ordinario del Papa, fini- blicato qualcosa di nuovo, ma non hanno
sce per negarla, come ha fatto prima per il fatto altro che conformarsi all’istituzione di-
M.O.U. “Dei papi, dice, possono dare un vina, all’antica e costante dottrina della
magistero imprudente, dannoso per la fede Chiesa e alla natura stessa della fede, quan-
o erroneo” ( 101), un’Enciclica può essere do hanno formulato questo decreto: “Bi-
“gravemente nociva al bene della Chiesa” sogna credere di fede divina e cattolica…”
(102). Non ci soffermiamo sulla parola “im- [segue la citazione del Cap. 3 della Dei
prudente”, ma M. non ha il diritto di affer- Filius, DS 3011, n.d.a.] (107)». È evidente che
mare il resto, se vuol essere cattolico. Difatti Leone XIII dà qui un’interpretazione auten-
la Chiesa ha condannato le medesime tica della definizione conciliare.
espressioni, utilizzate dal Concilio di Pistoia, Veniamo ora alla lista degli “errori” che,
secondo cui nella disciplina della Chiesa vi secondo M., avrebbero commesso i Papi (108).
può essere qualcosa di “pericoloso o noci- Notiamo subito che a sostenere la possibilità
vo” (103). Ora se neanche nella disciplina può di “error facti” da parte del Sommo Pontefice,
accadere una cosa del genere, a fortiori al dire del DTC, furono i giansenisti, i gallica-
nell’insegnamento del Papa! Così ancora la ni e gli anti-infallibilisti al Conc. Vaticano (109).
Chiesa ha rivendicato l’infallibilità nei de- Questi sono i predecessori di M.! Egli afferma
creti liturgici (104), che sono meno importanti di aver preso molti esempi da Journet (110):
dei decreti dottrinali del S. Pontefice. M. ad- prendere Journet come guida in queste mate-
dirittura afferma che “è accaduto di fatto” rie è prendere una pessima guida. Journet di-
che la Chiesa Romana ha insegnato “un er- fatti ha introdotto nella teologia la mentalità
rore” ed ha prescritto “un male” (105), con- liberale di Maritain e di Paolo VI, il quale,
traddicendo così l’insegnamento del Conc. non a caso, gli diede il cappello cardinalizio.
Vat.: “(…) Questa Sede di Pietro rimane Quanto al fatto che Onorio avrebbe sco-
sempre immune da ogni errore, secondo la municato S. Sofronio (108), abbiamo visto che
promessa divina del nostro Signore… è falso (nel paragrafo sulle approssimazioni
Questo carisma di verità e di fede che non è e falsificazioni).
mai defettibile, è stato accordato da Dio a San Pietro, “spinto da motivi umani, dà
Pietro ed ai suoi successori su questa catte- l’esempio opposto a ciò ch’egli stesso aveva
dra, perché esercitassero questo loro altissi- prescritto”, dice M. (111). Ma si tratta di compor-
mo ufficio per la salvezza di tutti, perché tamento e non di insegnamento di S. Pietro!
l’universale gregge di Cristo, allontanato per Giovanni XII concesse a Fozio di essere
opera loro dall’esca avvelenata dell’errore, in comunione con lui (108): M. stesso ammet-
fosse nutrito con il cibo della dottrina cele- te che il Papa venne ingannato. M. porta
ste, e, eliminata ogni occasione di scisma, questo esempio per provare che il Papa può
tutta la Chiesa fosse conservata nell’unità e, sbagliare quando concede ad un Vescovo la
stabilita nel suo fondamento, si ergesse in- comunione: ma quest’atto non appartiene al
crollabile contro le porte dell’inferno” (106). Magistero. M. si serve di questo caso per in-
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trodurre la questione di una scomunica com- della Sacra Scrittura” (115). Anche Journet,
minata ingiustamente dal Papa (112). Si tenga che non tiene la stessa posizione di Salaverri,
presente che anche in tali casi, rari, tutti i fe- afferma la necessità di accettare e sottomet-
deli devono credere che la scomunica è giu- tersi al decreto della Congregazione ( 116).
sta (DS 1272) e lo scomunicato deve sotto- Non si vede dunque come M. possa dire che
mettersi sia interiormente che esteriormente si trattò di errore del Magistero Pontificio, e
(CJC can. 2219 §2). come possa rifiutare la sottomissione ai de-
Atanasio e Papa Liberio nella crisi ariana: creti delle Congregazioni.
M., che cita questo episodio per ben 7 volte, La soppressione dei Gesuiti da parte di
accusa Papa Liberio di essere stato favorevole Clemente XIV ( 108): l’approvazione di un
agli ariani. Ciò è completamente falso. Liberio Ordine religioso verte sul fine, la regola, le
viene accusato dai non cattolici di aver firma- leggi, nel loro rapporto con la dottrina catto-
to una professione di fede ariana o filo-ariana. lica; l’infallibilità non riguarda il giudizio pru-
Rispondiamo a questa accusa: 1° non si è certi denziale, cioè se quest’approvazione o even-
che Papa Liberio abbia firmato qualcosa; 2° se tuale soppressione (come quella dei Gesuiti)
ha firmato, non si sa quale documento; 3° è opportuna o prudente (117). Tutti si sottomi-
qualunque cosa Liberio abbia firmato, se l’ha sero all’ordine del Papa; anche S. Alfonso af-
fatto, l’avrebbe fatto mentre era in esilio pri- fermò la necessità della sottomissione.
gioniero dell’imperatore: ora un documento Nicola I proibì la tortura e Innocenzo IV
estorto in prigione non ha nessun valore; 4° (e non Innocenzo V, come dice M.) la per-
Liberio, prima e dopo il suo esilio, ha combat- mise nel codice inquisitoriale (108). Rispon-
tuto l’arianesimo (per questo fu mandato in diamo che entrambi avevano ragione:
esilio), ed ha sempre professato la fede inte- Nicola I vietò la tortura fatta in maniera in-
gra. M. dice ancora che “per 30 anni si ebbe discriminata, Innocenzo IV la permise con
una quasi-unanimità morale dell’Episcopato dei limiti. Non si capisce come M. abbia po-
in favore dell’eresia… confermata dal silenzio tuto seguire su questo un autore liberale
(se non dalla complicità) di Liberio” (113): ciò è come Journet, il quale attacca vari Papi -
storicamente falso, perché molti Vescovi furo- pure S. Pio V! - per denigrarli (118).
no contro gli ariani, come S. Eusebio, S. Ilario L’enciclica “Au milieu” di Leone XIII:
e lo stesso Liberio, che Mons. Benigni defini- “sembra ortodossa… di fatto fu gravemente
sce “il secondo Atanasio”. nociva al bene della Chiesa” (119). Abbiamo
La condanna di Galilei: M. stesso è al già visto all’inizio di questo paragrafo che
corrente che tale condanna venne approvata non è possibile la presenza di qualcosa di
solo in forma communi, fu dunque l’atto di pericoloso, nocivo, erroneo negli atti ponti-
una Congregazione e non del Magistero fici. Ma M. afferma cose ben peggiori su
Pontificio (108). Tuttavia anche in tal caso, questa Enciclica (120).
come per tutti gli insegnamenti della Chiesa,
spiega Salaverri, occorreva che i cattolici Il Papa Leone XIII: secondo l’abbé Marcille, preferì
aderissero “corde et ore” (114). Anche se vi “la cassaforte” al “tabernacolo”!
era un errore materiale, bisognava sottomet-
tersi, perché era insegnamento “sicuro”. Tale
adesione non solo non comportava nessun
errore contro la fede e la morale, ma era ne-
cessaria: “In quei momenti vi fu la necessità,
dice Salaverri, di preservare i fedeli dal grave
pericolo di dubitare dell’inerranza della
Scrittura, con la quale non si vedeva come
potessero conciliarsi le opinioni di Galilei, al-
lora dibattute aspramente. Al decreto, consi-
derato in questo senso, che è il senso vero e
proprio, bisognava che i fedeli dessero il loro
assenso moralmente certo; questo assenso
era relativo e condizionato, e cioè doveva
durare finché il progresso della scienza aves-
se mostrato che non vi era più il pericolo che
fosse negata la dottrina di fede sull’inerranza
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1° “Ci si può domandare, dice M., se un la zizzania nel campo del Padre di famiglia, e
tale testo non contenga implicitamente la di- nutrono uno stato d’animo distruttore che
chiarazione sulla libertà religiosa”. Qui M. è non risparmierà nulla” (122).
in piena assurdità. Sia per il contesto: Leone Altro errore citato da M. è “la scomunica
XIII ha combattuto fortemente contro il libe- ingiusta fulminata da Pio XI contro i difensori
ralismo (basti pensare all’Enciclica Libertas). dell’Action Française” (108). Non possiamo fare
Sia perché con quest’accusa M. si dà la zappa uno studio particolare sull’Action Française
sui piedi: in tal modo il Concilio Vaticano II (A. F.) o sul suo fondatore e capo Charles
sarebbe “tradizionale” nel ripetere l’insegna- Maurras, che, purtroppo, era ateo. Notiamo
mento di un Papa pre-conciliare. La prova solo che, pur affermando anche molte cose
che il “Card.” Seper e i post-conciliari hanno giuste, l’A. F. era animata da principi naturali-
cercato senza successo (121), ora è M. a darla! sti. M. oltre a non badare a ciò, ignora forse
2° M. insulta il Papa: “Il testo di Leone che il S. Uffizio aveva preparato la condanna il
XIII significa grosso modo: salvate la cas- 29/1/1914 e che era stata approvata dal Papa
saforte e sacrificate il tabernacolo”; il mede- allora regnante, S. Pio X, il quale preferì non
simo Papa avrebbe avuto “indolenza” nel pubblicarla in quel momento per motivi di op-
condannare gravi eresie. «Sotto Leone XIII portunità. Si può discutere dunque sull’oppor-
la scienza teologica, la pietà, la fedeltà alla tunità o meno di questa condanna, ma non sul
Santa Sede non avevano nessun valore, se si fatto, ammesso anche da S. Pio X, che molte
portava l’etichetta di “refrattario”». “L’ina- tesi di Maurras erano condannabili. Riuscirà
udito culto della personalità… circondò quel M. a credere che proprio il santo patrono della
Papa”. Che tristezza, sentir dire tutto questo Fraternità cui egli appartiene non avrebbe
da un sacerdote cattolico! obiettato nulla alla condannare l’A. F.?
3° M. afferma che durante questo Dovrebbe meditare su questa frase di Pio XI:
Pontificato vi fu «un’“opacizzazione” della “Pio X era troppo anti-modernista per non
Chiesa: essa non lascia più vedere Nostro condannare questa specie particolare di mo-
Signore Gesù Cristo». Se la Chiesa non la- dernismo politico, dottrinale e pratico, con il
scia più vedere Gesù Cristo, vuol dire che quale noi siamo confrontati” (123).
non è più la vera Chiesa! La stessa espres- Erronea sarebbe pure una lettera di Pio
sione è stata adoperata da Karol Wojtyla in XI ai Vescovi di Francia, in cui il Papa
“Tertio Millennio adveniente”: l’opposizione avrebbe proibito loro “di ordinare ai cattolici
alla Chiesa Cattolica li trova d’accordo. di non votare per un candidato sostenitore
Per delle espressioni ingiuriose contro del laicismo” (124). Abbiamo cercato invano
Papa Leone XIII, S. Pio X, pur stimando questa lettera negli Acta Apostolicæ Sedis
l’abbé Barbier, fece mettere una sua opera del 1924: ancora una volta, la citazione è sba-
all’Indice dei libri proibiti. Le espressioni gliata e perciò non abbiamo potuto leggere il
dell’abbé M. meriterebbero la stessa pena, e testo del Papa. Ma possiamo dire che più
ben di peggio! volte la Chiesa ha affermato che in determi-
Rispondiamo infine brevemente al pro- nate circostanze, per evitare un maggior
blema. Leone XIII non afferma nell’Enci- male, non è sempre moralmente illecito vo-
clica “Au milieu” che in Francia il potere è tare per un non cattolico, se questi garantisce
legittimo. Afferma solo due cose: da un lato, di agire senza recare alcun danno alla Chiesa
l’unità dei cattolici; dall’altro, il dovere dei Cattolica. S. Pio X, con il Patto Gentiloni,
cattolici di essere sottomessi al potere costi- permise esattamente questo ai cattolici italia-
tuito, se lo richiede l’esigenza del bene co- ni per contrastare il socialismo: votare per un
mune (una rivolta avrebbe causato mali peg- deputato liberale, che garantiva seriamente
giori). Riprendiamo le parole dell’abbé di non legiferare contro la religione cattolica.
Belmont scritte a questo proposito: “La criti- Sarà M. più cattolico di S. Pio X?
ca all’insegnamento di Leone XIII, che è di-
venuta una sorta di moda, rassomiglia fin f) Offese
troppo al libero esame perché possiamo noi La gerarchia della Chiesa, è definita da
accettarla o anche solo prenderla in conside- M. “clan al potere” (125): per quanto possa
razione… D’altra parte è ingiustissima e di- essere ironica l’intenzione di M., l’espressio-
strugge l’autorità del magistero pontificio. ne è offensiva.
Coloro che, da molto tempo, minimizzano M. avversa la tesi secondo la quale “chi
questa autorità non fanno altro che seminare obbedisce al Papa ha sempre ragione” (126);
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il suo modo di esprimersi è almeno mal so- fendere la posizione della FSPX, bisogna anda-
nante. Per altre espressioni offensive, si re contro la buona teologia.
veda il punto precedente. M. ha attaccato il Papa e la sua indefetti-
bilità; deve logicamente attaccare anche la
Indefettibilità della Chiesa Teologia Romana. “La portata dell’autorità
[del Papa] ci sembra spesso esagerata da teo-
La Chiesa Cattolica è indefettibile, secon- logi troppo desiderosi di concentrare tutta
do la promessa di Nostro Signore fatta a S. l’autorità ecclesiastica nel Papa” (138). Rispon-
Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò diamo, come già detto per il rapporto tra
la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non pre- Papa e Vescovi, che il Conc. Vatic. ha defini-
varranno contro di essa” (Mt 16, 18). Poiché la to che nella Chiesa il Papa ha l’autorità su-
Chiesa cattolica è stata istituita da Dio, non prema e monarchica: «Questa è la dottrina
può mai venir meno; ella è, diceva S. Pio X, della verità cattolica, dalla quale nessuno può
“indefettibile nella sua essenza, unita con vin- allontanarsi senza pericolo per la propria
colo indissolubile con il suo Sposo” (127). fede e la propria salvezza» (139). M. insiste:
M. nega praticamente il dogma dell’inde- “Certi teologi pur degni di stima” sono caduti
fettibilità: per lui la Chiesa è soltanto “quasi” nella tentazione ed hanno commesso degli er-
indefettibile, spesso… ma non sempre! rori impliciti “che non sono senza conseguen-
Sostiene che la “deficienza della Chiesa ro- ze”. “E così le fiammeggianti dichiarazioni di
mana” (128) è possibile, perché le promesse romanità di Solesmes, sulla linea di dom Nau,
fatte da Nostro Signore valgono “al di fuori è [sic] sfociata nell’infedeltà a Cristo, perché -
dei periodi eccezionali di grave crisi” (129); “le hanno pensato - era meglio rischiare di essere
promesse d’indefettibilità di Nostro Signore contro Cristo col papa anziché essere con
fatte alla sua Chiesa garantiscono una cosa Cristo contro il papa” (140). Un protestante
sola: la relativa rarità e la relativa brevità di non parlerebbe diversamente: per essere fe-
queste gravi crisi” (130), la Chiesa in alcuni mo- deli a Cristo bisogna essere contro il papa.
menti della storia può “perdere la verità” (131). Oltre che Solesmes, il Nostro attacca più
Esempi storici: la crisi ariana in cui la Chiesa volte alcuni teologi romani quali dom Nau
sarebbe venuta meno per ben “30 anni” (132); (141), dom Gréa (142), Billot (143). Al contrario
il “grande scisma d’Occidente: 50 anni” (133); cita senza nessuna riserva dei progressisti
sotto il Pontificato di Leone XIII vi fu quali Von Hildebrand ( 144), Journet ( 145),
«l’“opacizzazione” della Chiesa: essa non la- Congar (146), o un gallicano come Bossuet
scia più vedere Nostro Signore Gesù Cristo» (147). Cosa dire? Per convincere M., più che
(134): abbiamo già esaminato tutti questi esem- l’autorità del Papa, dei Vescovi, dei teologi
pi alle pagg. 37 e 42-44. Per M. la defettibilità cattolici, varranno le parole del Direttore di
investe sia il M.O.U. che il Papa (135). Sì Sì No No, che ha detto: “Il complesso
Rispondiamo che se Dio ha istituito una anti-romano è proprio dei modernisti”! (148).
religione e l’ha dotata di un Magistero infal- Così Sì Sì No No fondato da don Putti
libile, quest’ultimo deve restare tale, peren- per essere un giornale “antimodernista” ac-
nemente, senza interruzioni. “E poiché, in- coglie, come testimonia implicitamente il
segna Leone XIII, la Chiesa è tale per vo- suo Direttore, articoli di evidente tendenza
lontà e istituzione divina, essa deve rimane- modernista!
re tale in perpetuo; se non rimanesse sempre
non sarebbe certamente fondata per l’im- Disciplina attuale
mortalità” (136).
1) Il Vescovo-faro
La Teologia Romana Come comportarsi nell’epoca attuale? M.
ha una risposta: nei periodi di crisi,
Tutti sanno che la Chiesa Romana è Madre l’Episcopato svolge “un’azione particolare”
e Maestra di tutte le Chiese, e che la teologia (149); “In caso di crisi, è talvolta… un Ve-
fedele a Roma ed al suo Vescovo è quella più scovo-faro che serve da riferimento” (150).
vicina alla dottrina della Chiesa. Proprio Mons. Noi sapevamo che c’è un unico faro della ve-
Lefebvre, gran difensore dei teologi romani, rità, il Papa (P. Vallet). M. ci informa che
come ad esempio la scuola di Solesmes (137), si questo può spegnersi, mentre l’altro no:
trova ad avere un discendente che attacca la “Momentaneamente può essere un faro per
teologia romana. È la contro-prova che, per di- la Chiesa più che quello del Papa, il magiste-
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crisi, secondo M. i Vescovi possono agire in-


dipendentemente dal Papa; per dom Gréa in-
vece, “i vescovi, sempre dipendenti in questo
come in tutte le cose dal Sommo Pontefice e
agendo in virtù della sua comunione, cioè ri-
cevendo da lui tutto il loro potere, usano que-
sta facoltà per la salvezza del popolo” (154).
M. fa intendere che i vescovi consacrati da
Mons. Lefebvre, così come il Vescovo-faro,
hanno una “giurisdizione supplita” (155). Ri-
spondiamo che tali vescovi non hanno nessu-
na giurisdizione perché non sono mai stati né
diocesani né titolari, dunque non hanno la
“sollecitudine della Chiesa universale”; d’altra
parte neanche Mons. Lefebvre ha mai avuto
né giurisdizione fuori della sua diocesi (di cui
era privo dal 1962), né magistero. La giurisdi-
zione difatti viene dal Papa e non dai fedeli.

2) La Fede dei fedeli è più sicura dell’inse-


gnamento dei pastori
La dottrina cattolica insegna che la
Chiesa docente (Ecclesia docens), formata
dal Papa e dai Vescovi, è infallibile perché as-
sistita dallo Spirito Santo; i fedeli (Ecclesia
discens) hanno un’infallibilità nell’atto di cre-
dere, dovuta all’insegnamento infallibile che
“Ubi pharus ibi Ecclesia”!
hanno ricevuto. M. sovverte quest’ordine, ed
afferma che i fedeli hanno una fede infallibile
ro di un Vescovo venerabile” (151). M. inau- indipendente dai loro Pastori. “In periodi di
gura così una nuova teologia che potremmo crisi la fede dei fedeli può essere, per cono-
chiamare “episcopaliana-marinara”. Ma, scere un punto di fede, un criterio più sicuro
quel che è grave, inaugura una nuova regola dell’insegnamento attuale dei Pastori” (156);
della fede, non più quella oggettiva che addirittura è più facile consultare «la fede
Nostro Signore ci ha dato, il Magistero infal- dell’“Ecclesia credens”» che la Chiesa docen-
libile di Pietro, ma una soggettiva e fallibile: te (157). Come prova della sua affermazione,
“un Vescovo del quale l’esperienza avrà di- M. dà il riferimento di una tesi di Franzelin
mostrato che merita fiducia, e, una volta ac- (158). Leggiamola: «A questo magistero perpe-
cordata questa fiducia, [bisogna] accettare il tuo, indefettibile ed infallibile, per la stessa
suo insegnamento” (152). In questo modo M. istituzione di Cristo, corrisponde una perpe-
imita i giansenisti che anteponevano l’auto- tua “obbedienza della fede” per i credenti.
rità di un Padre della Chiesa, S. Agostino, a Dunque come lo Spirito Santo conserva sem-
quella del Magistero infallibile; M. antepone pre immune dall’errore la predica e la testifi-
l’autorità del Vescovo-faro, scelto dalla pro- cazione nell’unità dei pastori e dei dottori;
pria esperienza. Tra i Vescovi-fari del passa- così per mezzo di questa stessa infallibile te-
to M. ci indica Bossuet, che dovette spegner- stificazione dei docenti [Ecclesia docens],
si anche lui quando sostenne le tesi gallicane conserva sempre immune dall’errore la fede
(153). Tra i Vescovi-fari di oggi, M. non lo dice di quelli che sono insegnati [Ecclesia discens],
ma è chiaro lo stesso, vi è Mons. Lefebvre ed i quali per mezzo dell’obbedienza della fede
i Vescovi da lui consacrati nel 1988. Perciò permangono nel consenso e nella comunione
non vale più il detto “ubi Petrus ibi Ecclesia”, con l’unanimità dei pastori: Cristo è il Verbo
ma “ubi pharus ibi Ecclesia”! del Padre, i Vescovi… sono nel pensiero di
Come abbiamo già visto nel paragrafo Cristo, i fedeli nel giudizio dei Vescovi» (159).
sulle falsificazioni, M. fonda la sua tesi “sulla M. afferma inoltre che Franzelin dà molti
funzione straordinaria dell’Episcopato” fal- esempi probanti che la fede dei fedeli è più
sando il pensiero di dom Gréa. Nei periodi di sicura del consenso dei Vescovi: invece gli
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esempi illustrati da Franzelin (pag. 104) ri- vivente della Chiesa e si avvicina ai gallicani
guardano i casi di singoli Vescovi che errava- nel negarne praticamente l’infallibilità. M.
no, mentre i fedeli permanevano nella fede. vuol diminuire l’infallibilità del Papa (legitti-
Solo in questo senso la fede dei fedeli può es- mo) e dei Vescovi e provare che si può loro
sere più sicura di quella di alcuni Vescovi disobbedire, per poi chiederci un atto di fede
(anche molti, ma mai tutti se sono uniti a cieco nel “Vescovo-faro”, nel capo carismati-
Pietro): e ciò solo perché questi fedeli credo- co, che di fatto non sbaglia mai.
no quanto hanno ricevuto dalla chiesa docen- Noi preferiamo obbedire al Papa, a quel-
te. Ancora una volta M. altera il pensiero lo vero che ha autorità: preferiamo confor-
degli autori per i bisogni della causa. Ri- marci ai suoi insegnamenti piuttosto che a
portiamo nuovamente l’insegnamento di quelli di chiunque altro.
Leone XIII: “È alla Santa Sede, innanzitutto, «Il Papa è il guardiano del dogma e della
ed anche, sotto la sua dipendenza, agli altri morale; è il depositario dei principî che for-
pastori stabiliti dallo Spirito Santo per gover- mano onesta la famiglia, grandi le nazioni,
nare la Chiesa di Dio, che appartiene di dirit- sante le anime; è il consigliere dei principi e
to il ministero dottrinale. La parte dei sempli- dei popoli; è il capo sotto del quale nessuno
ci fedeli si riduce ad un sol dovere, accettare debba sentirsi tiranneggiato, perché rappre-
gli insegnamenti che loro sono impartiti, senta Dio stesso; è il padre per eccellenza
uniformare ad essi la loro condotta e secon- che in sé riunisce tutto ciò che vi può essere
dare le intenzioni della Chiesa” (160). di amorevole, di tenero, di divino.
Sembra incredibile, ed è pur doloroso,
Conclusione che vi siano dei sacerdoti ai quali si debba
fare questa raccomandazione, ma siamo
L’abbé M. potrebbe obiettare di aver co- purtroppo ai nostri giorni in questa dura, in-
munque affermato la dottrina cattolica in al- felice condizione di dover dire a dei sacer-
cune frasi da noi contestategli. Però, se anche doti: amate il Papa!
così fosse, l’ha svuotata del suo significato E come si deve amarlo il Papa? Non
perché in realtà la nega. Anche gli ariani af- verbo neque lingua, sed opere et veritate (I
fermavano che “Gesù è Dio”, ma in realtà Gv 3, 18). Quando si ama una persona si
pensavano che era una creatura di Dio. cerca di eseguirne i voleri, di interpretarne i
M. ha mutato la nozione di infallibilità: è desideri. E se nostro Signor Gesù Cristo di-
infallibile solo ciò che di fatto (e non anche di ceva di sé: si quis diligit me, sermonem meum
diritto) non erra. Ha poi sostituito, come cri- servabit (Gv 14, 23), così per dimostrare il
terio della Fede, al Magistero infallibile del nostro amore al Papa è necessario ubbidirgli.
Papa e dei Vescovi la Tradizione, interpretata Perciò quando si ama il Papa, non si fanno
da lui stesso, dai fedeli, da un Vescovo-faro, discussioni intorno a quello che Egli dispone o
insomma con un criterio soggettivo. In questo esige, o fin dove debba giungere l’obbedienza,
si avvicina alle tesi degli scismatici “ortodos- ed in quali cose si debba obbedire; quando si
si”, per cui la Tradizione è la regola prossima ama il Papa, non si dice che non ha parlato ab-
della fede (e non quella remota). Si avvicina bastanza chiaro, quasi che Egli fosse obbligato
anche ai giansenisti, nel rifiutare il Magistero di ripetere all’orecchio d’ognuno quella vo-
lontà chiaramente espressa tante volte non
solo a voce, ma con lettere ed altri pubblici
«Orbene in quest’unica Chiesa di Cristo documenti; non si mettono in dubbio i suoi or-
nessuno si trova, come nessuno persevera, dini, adducendo il facile pretesto di chi non
senza riconoscere e accettare con l’ubbidienza
vuole ubbidire, che non è il Papa che coman-
la Suprema autorità di Pietro e dei suoi legit-
timi successori» da, ma quelli che lo circondano; non si limita il
Pio XI, Mortalium animos, I. P. 873. campo in cui Egli possa e debba esercitare la
sua autorità; non si antepone all’autorità del
«Il criterio primo e massimo della fede, la
regola suprema ed incrollabile dell’ortodossia Papa quella di altre persone per quanto dotte
è l’obbedienza al magistero sempre vivente ed che dissentano dal Papa, le quali se sono dotte
infallibile della Chiesa, costituita da Cristo co- non sono sante, perché chi è santo non può
lumna et firmamentum veritatis, colonna e so- dissentire dal Papa». Sono le parole di S. Pio
stegno di verità». X (161). La Fraternità che porta il suo nome do-
S. Pio X, Con vera soddisfazione, 10-5-1909, I. P. 716. vrebbe maggiormente meditare e far meditare
ai cristiani che la seguono, queste parole.
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Note 38) PIO IX, Tuas libenter, 21/12/1863, all’Arcive-


scovo di Monaco, DS 2875-80, in Sodalitium n. 41, L’in-
1) Anno XXII, n. 8, del 15/5/96 pagg. 1-7 e n. 9, del fallibilità della Chiesa, pag. 68-9.
30/5/96, pagg. 1-5. 39) Vedi Sodalitium n. 41, pag. 58.
2) Actes du 2ème Congrès Théologiques de Sì Sì No No, 40) Mansi 52, 763 D9-764 C7. Testo riportato da
Publications du Courrier de Rome, 1996, pagg. 255-286. ABBÉ BERNARD LUCIEN, L’infaillibilité du Magistère or-
3) Sì Sì No No, 15 maggio 1996, n. 8, pag. 1, col. 1. dinaire et universel de l’Eglise, Documents de
4) Questa affermazione è una delle tante prove della Catholicité, 1984, pagg. 21-3.
superficialità di M. Il deposito della fede non consiste 41) S. n. 9, pag. 2, col. 3.
nel M.O.U., ma nella parola di Dio scritta o tramandata 42) Vehementer nos, I. P. n. 683.
(Scrittura e Tradizione). Il M.O.U., al pari del Magi- 43) SALAVERRI, op. cit., n. 546, pag. 667.
stero solenne, è la regola o criterio infallibile per sapere 44) ZUBIZARRETA, op. cit., n. 461, pag. 396.
quali verità sono effettivamente contenute nella 45) MONS. ZINELLI, Mansi 51, 676A. In LUCIEN, op.
Rivelazione (vedi D 1792 e DS 3011). cit., pag. 31.
5) S. n. 8, pag. 1, col. 1-2. 46) P. L. M. DE B LIGNIERES , L’infallibilità del
6) Questa frase si trova solo nell’edizione francese Magistero Ordinario, Pro manuscripto, pag. 12.
citata all’inizio di quest’articolo, La crise du Magistère 47) S. n. 8, pag. 6, col. 1; n. 9, pag. 2, col. 2.
Ordinaire et Universel, pag. 256. 48) Nuovo per la nostra conoscenza esplicita, ma
7) S. n. 8, pag. 6, col. 1. che era contenuto implicitamente nella Rivelazione,
8) S. n. 9, pag. 2, col. 2 e pag. 5, nota 40. Testo fran- terminata con la morte dell’Apostolo S. Giovanni: cf
cese, pag. 267 nota 23 da controllare. Sodalitium, n. 44, pagg. 49-50.
9) J EAN -M ICHEL -A LFRED V ACANT , Etudes Théo- 49) VACANT, Etudes théologiques… n. 625, pag. 93.
logiques sur les Constitutions du Concile du Vatican 50) PIO XI, Mortalium animos, 6-1-1928. DS 3683. Il
d’après les actes du Concile, Delhomme et Briguet, testo è riportato in I. P. n. 871.
Paris - Lyon, 1895. 51) PIO XI Casti Connubi, 31/1/1930, I. P. n. 904-5.
10) VACANT, Ibidem, Tomo 2, cap. III, par. IV, art. 52) PIO XII, Munificentissimus Deus, 1/11/1950, I. P.
107, n. 662, pag. 120. n. 1291. Cfr. Sodalitium, n. 41, pag. 69.
11) VACANT, Ibidem, Tomo 2, n. 663, pag. 122, nota 3. 53) R. P. BARBARA, Analyse critique des actes du
12) S. n. 8, pag. 3, col. 1. IIème Congrès théologique de la Fraternité Saint Pie X -
13) S. n. 8, nota 7. janvier 1996, Critica al congresso, Quarta critica, punto c).
14) S. n. 9, pag. 3, col. 1; pag. 5 nota 48. 54) S. n. 9, pag. 2, col. 1; vedi anche nota 46.
15) S. n. 9, pag. 4, col. 3. 55) S. n. 9, pag. 2, col. 2.
16) DOM A. GRÉA, De l’Eglise et de sa divine consti- 56) L UDOVICO B ILLOT S. I., De Ecclesia Christi,
tution, Tome premier, l. II, 2ème partie, cap. IV, § 3, Tomus prior, Roma 1927. Ad es. vedere la Quæstio X,
pagg. 218-9, Maison de la Bonne Presse, Paris 1907. pagg. 410-8.
17) V. ZUBIZARRETA O.C.D., Theologia dogmatico- 57) S. n. 9, pag. 2, col. 2; vedi anche pag. 3, col. 2
scholastica ad mentem S. Thomæ Aquinatis, vol. I, 58) S. n. 9, pag. 3, col. 3.
Theologia Fundamentalis, Tratt. II, Q. XIX, a. III, § 3, 59) BILLOT, op. cit., pagg. 658-660.
n. 458 e ss., Bilbao 1948, pagg. 394-6. 60) S. n. 9, pagg. 4-5, nota 39.
18) S. n. 8, pag. 3, col. 3. 61) S. n. 9, pag. 5, nota 42.
19) Vedi: S ALAVERRI , Sacræ Teologiæ Summa, 62) S. n. 9, pag. 1, col. 2 e 3.
Teologia Fundamentalis, T. III De Ecclesia Christi, L. 63) S. n. 9, pag. 2, col. 2; pag. 3, col. 2 e 3. Lo stesso è
2, c. 2, a. 1, n. 541-2, B.A.C., Madrid 1962, pag. 665-6. affermato dal R. P. P IERRE -M ARIE , “L’autorité du
20) S. n. 8, pag. 4, col. 2. Concile” in Eglise et Contre-Eglise… pagg. 307 e ss.
21) S. n. 8, pag. 6, nota 20. I. B. F RANZELIN , De 64) S. n. 9, pag. 5, nota 44.
Divina Traditione et Scriptura, sectio I, cap. I, Tesi IX, 65) S. n. 9, pag. 2, col. 3. R. P. PIERRE-MARIE, op.
punto I, Roma 1896, pag.76. cit., pagg. 304 e ss.
22) S. n. 8, pag. 6, col. 1. 66) S. n. 9, pag. 4, col. 1.
23) S. n. 9, pag. 2, col. 2. 67) Sodalitium, n. 41, pagg. 71-2.
24) S. n. 9, pag. 1, col. 1. 68) Mansi 52, 26-27. Citato da B. LUCIEN, Le canon
25) S. n. 9, pag. 2, col. 3. de St Vincent de Lérins, in Cahiers de Cassiciacum, n. 6,
26) Enc. Satis Cognitum, 29/6/1896, I. P. n. 605. pagg. 83-95.
27) S. n. 8, pag. 4, col. 2. 69) S. n. 9, pag. 3, col. 2.
28) PIO XII, Mystici Corporis, DS 3802, in Soda- 70) T. ZAPELENA, De Ecclesia Christi, pars altera,
litium, n. 43, pagg. 23-24. Gregoriana, Roma 1940, pagg. 60 e ss. In A BBÉ B.
29) Costituzione Dei Filius, cap. 3 De Fide, LUCIEN, L’infaillibilité…, pag. 68.
24/4/1870, DS 3011. 71) S. n. 8, pag. 6, nota 28.
30) S. n. 8, pag. 2, col. 1. 72) S. n. 8, pag. 3, col. 1.
31) S. n. 8, pag. 2, col. 2. 73) Intervento di MONS. MARTIN a nome della Depu-
32) S. n. 8, pag. 3, col. 2. tazione della Fede durante il Conc. Vaticano, il
33) S. n. 8, pag. 2, col. 2. 31/3/1870. Citato da B. LUCIEN, L’infaillibilité…, pag. 17.
34) Satis cognitum, I. P. n. 576. 74) Questo punto è spiegato molto bene da R. P.
35) Per la spiegazione delle note teologiche, vedi Gli NOEL BARBARA, in La Bergerie du Christ et le loup
errori di Sì Sì No No, in Sodalitium, n. 44, pag. 51 e pag. dans la Bergerie, éd. Forts dans la Foi, Tours 1995,
54 nota 4. pagg. 177 e ss.
36) S. n. 8, pag. 5, col. 3; pag. 6, col. 1; S. n. 9, pag. 2 75) Mansi, 49, 673; 52, 1230. In SALAVERRI, op. cit., n. 647.
col. 2 e pag. 5, nota 40. 76) MONS. GASSER, Relazione alla 84ª congregazio-
37) S. n. 8, pag. 6, col. 1. ne generale, 11-7-1870, Mansi 1215.
49

77) PIO XI, Mortalium animos, 6/1/1928, DS 3683, I.P. 871. 123) PIO XI, Chirographe à Paulin-Pierre Andrieu,
78) PIO XII, Humani Generis, 12-8-1950, I. P. n. 1280. Archevêque de Bordeaux, 5-1-1927; in Actes de S. S. Pie
79) PIO XII, Commossi, 4-11-1950, I. P. n. 1295. XI, Tome IV, Année 1927 et 1928, Maison de la Bonne
80) P. N. BARBARA, op. cit., pag. 158. Presse, Paris 1932.
81) Sodalitium n. 44, pagg. 48-49. 124) S. n. 9, pag. 3, col. 2.
82) S. n. 8, pag. 6, nota 24: nel testo francese è chia- 125) S. n. 8, pag. 4, col. 2.
mato “straordinario”. 126) S. n. 9, pag. 2, col. 1.
83) S. n. 8, pag. 6, nota 24. 127) S. PIO X, Iucunda sane, 12-3-1904, I. P. 667.
84) S. PIO X, Catechismo Maggiore, Breve Storia 128) S. n. 8, pag. 4, col. 3.
della Religione, ed. Ares, Milano 1991, pag. 290. 129) S. n. 9, pag. 1, col. 3.
85) S. n. 8, pag. 7, nota 31. 130) S. n. 8, pag. 6, nota 22.
86) «S. Ignazio d’Antiochia chiama gli apostoli: “quel- 131) S. n. 9, pag. 2, col. 3.
li intorno a Pietro” Epist. ad Smyrn., n. 13. Questa espres- 132) S. n. 9, pag. 3, col. 2.
sione significa presso i Greci la corte del sovrano e la di- 133) S. n. 9, pag. 5, nota 56.
pendenza del suo seguito»: nota nel testo di dom Gréa. 134) S. n. 9, pag. 3, col. 2.
87) DOM A. GRÉA, op. cit., Tome premier, l. I, cap. 135) S. n. 9, pag. 2, col. 1 e 2; pag. 3, col. 1 e 2.
VI, § 2, pag. 82. Vedi anche l. II, cap. 2, § 3, pag. 145-146. 136) LEONE XIII, Satis Cognitum, 29-6-1896, I. P. n. 544.
88) S. n. 8, pag. 5, col. 1; n. 9, pag. 1, col. 1. 137) R. WILTGEN, Le Rhin se jette dans le Tibre, Ed.
89) S. n. 8, pag. 5, col. 3; pag. 6, nota 8. du Cèdre, 1976, pag. 243.
90) S. n. 8, pag. 5, col. 2; pag. 6, nota 5. 138) S. n. 8, pag. 4, col. 3.
91) S. n. 8, pag. 5, col. 2. 139) Conc. Vat., Const. Pastor Aeternus, 18/7/1870,
92) S. n. 9, pag. 5, nota 55. DS 3060.
93) S. n. 8, pag. 6, nota 24. 140) S. n. 8, pag. 5, col. 3.
94) LEONE XIII, In mezzo, 4-11-1884, I. P. n. 458. 141) S. n. 8, pag. 6, note 5, 6, 24.
95) Conc. Vat., Const. Pastor Aeternus, 18/7/1870, 142) S. n. 8, pag. 6, note 24 e 31.
DS 3060. 143) S. n. 8, pag. 6, nota 28.
96) S. n. 8, pag. 5, col. 1. 144) S. n. 8, pag. 6, nota 21: fu l’iniziatore della
97) S. n. 9, pag. 5, nota 48. nuova teologia sul matrimonio.
98) GREGORIO XVI, Non sine gravi, al Vescovo di 145) S. n. 9, pag. 3, col. 1.
Friburgo, 23/5/1846, I. P., vol. I, n. 190. 146) S. n. 9, pag. 5, nota 41.
99) S. n. 8, pag. 5, col. 1. 147) S. n. 9, pag. 5, nota 47.
100) Serm. 131, 10, 10. 148) Si tratta del discorso di apertura del Congresso
101) S. n. 9, pag. 3, col. 1; pag. 1, col. 1; n. 8, pag. 5, Teologico, tenuto dall’abbé E. du Chalard de Taveau,
col. 1. Direttore di S., in omaggio a Mons. Francesco Spa-
102) S. n. 9, pag. 3, col. 2. dafora. Abbiamo sotto gli occhi il testo francese: Eglise
103) PIO VI, Auctorem fidei, 28-8-1794, DS 1578. et Contre-Eglise… pag. 11.
104) DS: 1198-1200, 1645, 1657, 1727-34, 1745-59, 149) S. n. 9, pag. 4, col. 2 e 3.
3315-9. 150) S. n. 9, pag. 5, nota 47.
105) S. n. 8, pag. 5, col. 2. 151) S. n. 8, pag. 5, col. 2.
106) Pastor Aeternus, DS 3070 e 3071. 152) S. n. 9, pag. 4, col. 2.
107) I. P., vol. I, n. 571-2. 153) DS 2281 e ss.
108) S. n. 9, pag. 2, col. 3; pag. 3, col. 1. 154) DOM A. GRÉA, op. cit., pagg. 218-219.
109) DTC, Dictionnaire de Théologie Catholique, 155) S. n. 9, pag. 4, col. 3.
voce Honorius Ier, col. 125-6. Ricordiamo che il DTC è 156) S. n. 9, pag. 2, col. 1.
lungi dall’essere di orientamento “romano”. 157) S. n. 9, pag. 3, col. 2.
110) S. n. 9, pag. 5, nota 51: JOURNET, L’Eglise du 158) S. n. 9, pag. 4, nota 38.
Verbe Incarné, t. I, pag. 428, excursus 5. Il riferimento 159) I. B. FRANZELIN, op. cit., sectio prima, c. II, T.
esatto è: T. I, cap. IV, pagg. 347-51 e cap. VII, pagg. XII, pag. 97.
428-33. Desclée, de Brouwer, Parigi, 1941. Il caso di 160) LEONE XIII, In mezzo, 4-11-1884, I. P. n. 458.
Clemente XIV non siamo riusciti a trovarlo 161) S. PIO X, Vi ringrazio, ai membri dell’Unione
111) S. n. 9, pag. 4, nota 37. Apostolica, 18/12/1912, I. P. 750-2.
112) S. n. 9, pag. 5, nota 49.
113) S. n. 9, pag. 3, col. 2. ULTIMA ORA
114) DS: 2390, 2879, 2895, 2922, 3407, 3884. D 1880, Sì Sì No No, 1997 n. 2, pag. 5 pubblica un trafiletto
soppresso in DS. riguardo agli errori da noi rilevati su Sodalitium n. 44
115) SALAVERRI, op. cit., l. 2, c. 2, a. 3, nn. 682-3, (pag. 54). Gli argomenti del presente articolo danno
pagg. 712-3. già una risposta. Seguirà un’analisi più dettagliata.
116) JOURNET, op. cit., pag. 431.
117) SALAVERRI, op. cit., a. 2, n. 727-9. Sodalitium, n. «Voi vedete quanto siano fuori di stra-
41 pag. 66. da quei cattolici, che… si arrogano il diritto
118) JOURNET, op. cit., pag. 351, nota 1. di giudicare gli atti dell’autorità (…), contrap-
119) S. n. 9, pag. 3, col. 2.
120) S. n. 9, pag. 5, nota 52.
ponendo il giudizio fallace di qualche persona
121) Mons. Lefebvre e il Sant’Uffizio, Volpe senza autorevole competenza, o della propria
Editore, 1980, pagg. 11-13 e 25-69. privata coscienza… al giudizio e al precetto di
122) ABBÉ H. BELMONT, Léon XIII et saint Thomas chi per divino mandato è legittimo giudice,
d’Aquin, in Notre-Dame de la Sainte-Espérance, jan- maestro e pastore»
vier 1994, n. 92, pag. 6. S. Pio X, Con vera soddisfazione, 10-5-1909, I. P. 717.
50

ubblichiamo, come appendice all’articolo di


P don Murro sul magistero, un documento della
“Sacra Congregazione per la dottrina della fede”
flettere sulle principali difficoltà formulate a
riguardo del valore e del grado di autorità di
tali interventi magisteriali.
che tratta sostanzialmente dello stesso argomento I. Sotto il profilo dottrinale, anche alla
e denuncia, questa volta contro i “progressisti”, lo luce del quadro descrittivo delle reazioni e
stesso male, ovvero, la svalutazione del magistero delle principali critiche ai suddetti documenti
dovuto a una mancanza di fede. I lettori di magisteriali, sembra di dover rilevare con
Sodalitium sanno che non riconosciamo come au- speciale attenzione alcuni aspetti nodali che
tentico l’insegnamento post-conciliare, a causa nel clima teologico ed ecclesiale odierno sono
della vacanza formale della Sede apostolica: que- fonte di confusione e di ambiguità, e compor-
sto non riconoscimento vale quindi anche per il tano conseguenze negative nella prassi
presente documento. Tuttavia ci rallegriamo nel dell’insegnamento della teologia e del com-
vedere sostanzialemente confermata la dottrina portamento di alcuni ambienti ecclesiastici:
cattolica sul magistero. Questo punto comune 1) In primo luogo si deve segnalare la
può essere anche un punto di partenza per un di- tendenza a misurare tutto con il parametro
battito, non più eludibile, sulla conformità del della distinzione tra “Magistero infallibile” e
Vaticano II e dei documenti conciliari con il ma- “Magistero fallibile”.
gistero della Chiesa. Mons. Bertone ricorda che In tal modo l’infallibilità diventa la misura
l’attuale dissenso nei confronti di una dottrina già dominante di tutti i problemi di autorità fino
insegnata dalla Chiesa non toglie nulla al valore e al punto da sostituire di fatto il concetto di au-
alla obbligatorietà di questa dottrina. Se questo torità con quello di infallibilità. Inoltre si
vale per l’invalidità dell’ordinazione sacerdotale confonde spesso la questione dell’infallibilità
delle donne, perché non deve valere anche, ad del Magistero con la questione della verità
esempio, per la condanna della libertà religiosa o della dottrina, supponendo che l’infallibilità
per la posizione tradizionale della Chiesa sul giu- sia la pre-qualifica della verità e della irrefor-
daismo? La nostra attitudine, apparentemente mabilità di una dottrina, e facendo dipendere
sconcertante, non nasce da una rivolta nei con- la verità e la definitività di una dottrina dall’in-
fronti del magistero della Chiesa ma, al contrario, fallibilità o meno del pronunciamento magi-
dall’adesione scrupolosa a questo stesso magiste- steriale. In realtà la verità e la irreformabilità
ro. Pubblicando in appendice questo documento di una dottrina dipende dal depositum fidei,
vorremmo contribuire alla comprensione di que- trasmesso dalla Scrittura e dalla Tradizione,
sta nostra posizione e a ribadire la nostra opposi- mentre l’infallibilità si riferisce soltanto al
zione a ogni dottrina che svilisce il valore del ma- grado di certezza dell’atto dell’insegnamento
gistero ecclesiastico, venga essa dal fronte “pro- magisteriale. Nei diversi atteggiamenti critici
gressista” come dal fronte “tradizionalista”. nei confronti dei recenti documenti del
Magistero si dimentica inoltre che il carattere
Sodalitium infallibile di un insegnamento e il carattere de-
finitivo e irrevocabile dell’assenso ad esso do-
A proposito della recezione dei vuto non è una prerogativa che spetta soltanto
Documenti del Magistero e del a ciò che è stato “definito” in modo solenne
dal Romano Pontefice o dal Concilio Ecu-
dissenso pubblico menico. Allorché i Vescovi sparsi nelle singole
Tarcisio Bertone Arcivescovo emerito di Vercelli diocesi in comunione con il Successore di
Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede Pietro insegnano una dottrina da tenersi in
(Tratto da L’Osservatore Romano 20 dicembre 1996) modo definitivo (cfr LG 25, § 2) godono della
stessa infallibilità, propria del Magistero del
(...) D’altra parte si sono levate anche Papa “ex cathedra” o del Concilio.
voci discordanti e dissenzienti da parte di Occorre quindi ribadire che nelle
teologi, associazioni e gruppi ecclesiastici, Encicliche “Veritatis splendor”, “Evangelium
che hanno problematizzato sia il contenuto vitæ”, e nelle stessa Lettera Apostolica
e il fondamento teologico degli insegnamen- “Ordinatio Sacerdotalis”, il Romano Ponte-
ti dei suddetti Documenti, sia il loro valore e fice ha inteso, sebbene non in una forma so-
vincolo dottrinale, contestando che si possa lenne, confermare e riaffermare dottrine che
qualificare tali dottrine come definitive o ad- appartengono all’insegnamento del Magistero
dirittura come proposte infallibilmente dal ordinario e universale, e che quindi sono da
Magistero. Appare pertanto conveniente ri- tenersi in modo definitivo e irrevocabile.
51

Inoltre, si deve anche tener presente che se soltanto alle definizioni solenni del Papa o
l’autorità degli insegnamenti del Magistero del concilio, in una direzione difforme ri-
conosce gradi diversi tra loro, ciò non significa spetto all’insegnamento del Vaticano I e del
che l’autorità di un grado minore possa essere Vaticano II, che attribuiscono carattere in-
considerata a livello delle opinioni teologiche fallibile anche agli insegnamenti del
oppure che al di fuori dell’ambito dell’infalli- Magistero ordinario e universale. Quanto
bilità conterebbero solo le argomentazioni e poi alla natura peculiare di un insegnamento
risulterebbe impossibile una comune certezza del Magistero pontificio che intenda sempli-
della Chiesa in materia dottrinale. cemente confermare o riproporre una cer-
2) In secondo luogo, queste considera- tezza di fede già vissuta consapevolmente
zioni risultano molto significative per quan- dalla Chiesa o affermata dall’insegnamento
to concerne l’adesione all’insegnamento di universale dell’intero corpo episcopale, essa
“Veritatis splendor” e “Evangelium vitæ”, di si può vedere non di per sé nell’insegnamen-
“Ordinatio sacerdotalis” e anche del to della dottrina stessa, ma nel fatto di di-
“Responsum” e della Lettera della Congre- chiarare formalmente da parte del Romano
gazione per la Dottrina della Fede circa la Pontefice che si tratta di una dottrina che
ricezione della comunione eucaristica da già appartiene alla fede della Chiesa ed è in-
parte dei fedeli divorziati risposati: trattan- segnata infallibilmente dal Magistero ordi-
dosi di insegnamenti proposti o confermati nario universale come divinamente rivelata
dal Magistero senza ricorrere al modo defi- o come da tenersi in modo definitivo.
nitorio (giudizio solenne), è diffusa l’idea Alla luce di tali considerazioni, sembra
che tali insegnamenti siano rivedibili e rifor- sia un problema fittizio chiedersi se tale atto
mabili in un’epoca successiva o forse sotto pontificio di conferma dell’insegnamento del
un altro pontificato. Tale idea è del tutto Magistero ordinario e universale sia infalli-
priva di fondamento e manifesta un’errata bile o meno. Infatti, pur non essendo per sé
comprensione della dottrina della Chiesa una definizione dogmatica (come il dogma
cattolica sul Magistero. trinitario niceno o il dogma cristologico cal-
Infatti considerando l’atto dell’insegna- cedonense o i dogmi mariani), il pronuncia-
mento, il Magistero può insegnare una dot- mento pontificio di conferma gode della
trina come definitiva o con un atto definito- stessa infallibilità di cui gode l’insegnamento
rio o con un atto non definitorio. Anzitutto il del Magistero ordinario e universale, che in-
Magistero può proclamare una dottrina clude il Papa non come semplice Vescovo,
come definitiva, e quindi da credersi con ma come Capo del Collegio Episcopale. A
fede divina o da tenersi in modo definitvo, questo proposito, è importante precisare che
mediante un pronunciamento solenne del il “Responsum ad dubium” della Con-
Papa “ex cathedra” o del concilio ecumeni- gregazione per la Dottrina della Fede circa
co. Tuttavia il Magistero ordinario pontificio la dottrina insegnata nella Lettera Apo-
può insegnare come definitiva una dottrina stolica “Ordinatio Sacerdotalis”, menzionan-
in quanto essa è costantemente conservata e do il carattere infallibile di questa dottrina
tenuta dalla Tradizione e trasmessa dal già in possesso della Chiesa, ha inteso sem-
Magistero ordinario e universale. L’eserci- plicemente richiamare che essa non è propo-
zio del carisma dell’infallibilità in questa ul- sta infallibilmente soltanto a partire da que-
tima fattispecie non si configura come atto sto Documento Pontificio, ma che in esso
definitorio del Papa, ma concerne il viene confermato ciò che dappertutto, sem-
Magistero ordinario e universale, che il pre e da tutti è stato tenuto come apparte-
Papa riassume con il suo formale pronuncia- nente al deposito della fede. Essenziale
mento di conferma e di riaffermazione (ge- quindi è conservare il principio che un inse-
neralmente in una enciclica o Lettera gnamento può essere proposto infallibilmen-
Apostolica). Se si sostenesse che il Papa te dal Magistero ordinario e universale,
deve intervenire necessariamente con una anche con un atto che non ha la forma so-
definizione “ex cathedra” ogni qual volta lenne di una definizione.
egli intenda dichiarare come definitiva una 3) Si è sollevata inoltre da qualche parte
dottrina in quanto appartenente al deposito la questione del riconoscimento di una dot-
della fede, ciò comporterebbe implicitamen- trina insegnata come rivelata o come da te-
te la svalutazione del magistero ordinario e nersi definitivamente dal Magistero ordina-
universale, e l’infallibilità verrebbe riservata rio e universale, e si è detto ad esempio che
52

per tale riconoscimento occorre che sia prassi ecclesiale in epoche trascorse non
esplicitamente manifestato il consenso una- viene annullata o ridimensionata da alcuni
nime dell’intero corpo episcopale non solo dissensi che potrebbero emergere in
di proporre una determinata sentenza, ma un’epoca posteriore.
anche di dichiarare il suo carattere assoluto c) Infine, con speciale riferimento all’inse-
e definitivamente vincolante. Di qui il dub- gnamento circa l’ordinazione sacerdotale da
bio che tali requisiti non si riscontrerebbero riservarsi soltanto agli uomini, occorre ricor-
in materia della dottrina circa la non ammis- dare che la Lettera Apostolica “Ordinatio
sione delle donne all’ordinazione sacerdota- Sacerdotalis” ha confermato che tale dottrina
le né circa alcune norme universali della è conservata dalla costante e universale
legge morale naturale. Tradizione della Chiesa ed è stata insegnata
Tali interrogativi e dubbi sollevati sem- con fermezza dal Magistero nei documenti più
brano tuttavia non tenere conto di alcuni recenti (n. 4). Ora, è noto che la Tradizione è
fattori che, pur brevemente, si debbono luogo ermeneutico dove opera e si esprime in
menzionare: forme diverse - tra le quali la persuasione pa-
a) Il Magistero ordinario e universale cifica - la coscienza veritativa della Chiesa. In
consiste nell’annuncio unanime dei Vescovi questo specifico caso, con unanimità e stabi-
congiunti col Papa. Esso si esprime in ciò lità la Chiesa non ha mai ritenuto che le
che tutti i vescovi (incluso il Vescovo di donne potessero ricevere validamente l’ordi-
Roma, che è il Capo del Collegio) comune- nazione sacerdotale, e in questa stessa unani-
mente testimoniano. Non si tratta di manife- mità e stabilità si rivela non una propria deci-
stazioni straordinarie, ma della vita normale sione della Chiesa, ma la propria obbedienza
della Chiesa, di ciò che senza particolari ini- e dipendenza dalla volontà di Cristo e degli
ziative viene predicato come dottrina uni- apostoli. Di conseguenza nella Tradizione uni-
versale nella vita ecclesiale quotidiana. versale in materia, nei suoi tratti di stabilità e
“Questo Magistero ordinario è così la forma di unanimità, si riscontra un obiettivo insegna-
normale dell’infallibilità della Chiesa” (1). mento magisteriale definitivo e vincolante in
Ne segue che non è affatto necessario che modo incondizionato (3). Il medesimo criterio
tutto ciò che fa parte della fede debba diven- deve essere applicato anche per altre dottrine
tare esplicitamente dogma; è invece normale riguardanti le norme morali universali: l’ucci-
che la sola comunanza dell’annuncio - che in- sione di un essere umano innocente è sempre
clude non solo parole, ma anche fatti - propon- gravemente immorale; l’aborto è sempre gra-
ga la verità; il rilievo particolare ed esplicito vemente immorale; l’adulterio o la calunnia è
della definizione dogmatica è propriamente sempre un male... Tali dottrine, pur non es-
un caso straordinario, provocato per lo più da sendo state finora dichiarate con giudizio so-
motivi del tutto particolari e ben precisi. lenne, appartengono tuttavia alla fede della
b) Inoltre, allorquando si parla della ne- Chiesa e sono proposte infallibilmente dal
cessità di verificare il consenso effettivo di Magistero ordinario e universale.
tutti i vescovi sparsi per l’orbe o addirittura In conclusione, perché si possa parlare di
dell’intero popolo cristiano in materia di fede Magistero ordinario e universale infallibile, si
e di morale, non si deve dimenticare che tale deve esigere che il consenso tra i Vescovi
consenso non può essere inteso nel senso pu- abbia come oggetto un insegnamento pro-
ramente sincronico, ma deve essere compre- posto come formalmente rivelato o come
so in senso diacronico. Ciò significa che il certamente vero e indubbio, tale quindi da
consenso moralmente unanime abbraccia richiedere da parte dei fedeli un assenso
tutte le epoche della Chiesa, e solo se si ascol- pieno e irrinunciabile. Si può condividere
ta questa totalità, si rimane nella fedeltà agli l’istanza della teologia di condurre analisi
Apostoli. «Se da qualche parte - osserva in accurate nella ricerca di motivare l’esistenza
un suo saggio l’Em.mo Cardinale Ratzinger - di tale consenso o accordo. Tuttavia non è
si venisse a formare una “maggioranza” con- fondata l’interpretazione che la verifica di
tro la fede della Chiesa di altri tempi, essa un insegnamento infallibile del Magistero
non sarebbe affatto maggioranza» (2). ordinario e universale richiederebbe anche
Merita inoltre osservare che la concordia una particolare formalità nel dichiarare la
dell’episcopato universale in comunione con dottrina in oggetto. Altrimenti si cadrebbe
il Successore di Pietro sul carattere dottrina- nella fattispecie della definizione solenne
le e vincolante di un’affermazione o di una del Papa o del Concilio ecumenico. (4)
53

Le suddette chiarificazioni appaiono oggi l’esigenza di conservare e tutelare il diritto


necessarie non per rispondere a sottili e sofi- della comunità e del popolo di Dio alla vera
sticate questioni accademiche, ma per re- fede e al bene comune. Vorrei attirare l’at-
spingere una interpretazione riduttiva e tenzione sul fatto che la vera tensione non è
semplificatrice dell’infallibilità del Magi- tra la difesa del diritto del singolo e la difesa
stero, offrendo nello stesso tempo principi del diritto della comunità, ma tra chi difende
teologici corretti per l’interpretazione del il diritto dei più forti e potenti culturalmente
valore degli insegnamenti magisteriali e la e il diritto di chi è più debole e indifeso di
qualità delle dottrine. fronte alle tendenze corrosive antiecclesiali.
II. Accanto alle suddette considerazioni e d) L’urgenza di formare un’opinione
precisazioni sotto il profilo dottrinale e teolo- pubblica ecclesiale conforme all’identità cat-
gico, è opportuno sviluppare anche alcune ri- tolica, libera dalla sudditanza all’opinione
flessioni e orientamenti circa i rimedi al pro- pubblica laicista che si riflette nei mass-
blema del dissenso pubblico. Non è possibile media. L’apertura ai problemi del mondo,
qui prendere in esame l’ampiezza dei risvolti peraltro, deve essere bene intesa: essa si
di ordine pastorale e operativo, implicati in fonda sul dinamismo missionario di far co-
tale questione, ma è utile puntualizzare alcuni noscere a tutti la rivelazione di Cristo e di
fondamentali aspetti che sembrano essere alla condurre tutti al mistero di Cristo.
base e alla radice di tale fenomeno Soltanto 4) Dal punto di vista disciplinare, appare
così si potrà evitare di proporre rimedi a ca- quanto mai opportuno ricordare che i
rattere meramente empirico ed episodico. Vescovi sono tenuti ad applicare in modo
1) Non si può tralasciare il dato di fondo, che effettivo la disciplina normativa della
appare certamente primario: la vera e profonda Chiesa, specialmente quando si tratta di di-
radice del dissenso è la crisi di fede. (...) fendere l’integrità dell’insegnamento della
2) La crisi spirituale di fede comporta verità divina. Ciò, nel contesto di una ripre-
come una delle sue prime manifestazioni la sa e di una forte riproposizione del messag-
crisi dell’autorità del Magistero, che è crisi gio cristiano e della vita spirituale ad opera
nell’autorità della Chiesa fondata sul volere di una rinnovata evangelizzazione.
divino. Si contrappone artificiosamente l’au- Del resto non è superfluo mettere in risal-
torità e la libertà, staccandole dalla questione to e chiarire, soprattutto nel momento eccle-
della verità. siale attuale, che appare alquanto refrattario
3) Il rimedio primario sembra quindi da considerare nella giusta prospettiva il diritto
trovarsi nell’impegno verso una formazione e la legge canonica, che l’osservanza e l’appli-
spirituale, dottrinale, intellettuale seria e cazione della disciplina ecclesiastica, non è di
conforme all’insegnamento della Chiesa. opposizione e di ostacolo alla vera libertà e
A questo riguardo, si possono mettere in all’obbedienza e allo Spirito, ma è strumento
evidenza alcuni importanti elementi: indispensabile perché la comunione nella ve-
a) Innanzitutto la necessità di una forma- rità e nella carità sia effettiva e ordinata.
zione teologica organica e sistematica. La cre- L’applicazione della norma canonica ri-
scente specializzazione della teologia tende ad sulta quindi una protezione concreta a favo-
una frantumazione della stessa, fino a fare re dei credenti contro le falsificazioni della
della teologia una collezione di teologie. La Dottrina rivelata e contro l’annacquamento
teologia nella sua unità organica rischia di non della fede, provocato da quello “spirito del
essere salvaguardata e mentre aumentano le mondo” che pretende di presentarsi come
informazioni sui particolari, si perde la visione voce dello Spirito Santo.
unificante di fondo. Allo stesso modo occorre In questo contesto, sembra di grande ri-
insistere sulla responsabilità dei Vescovi e la lievo richiamare anche il “Giuramento di fe-
catechesi nella formazione degli operatori della deltà”, pubblicato nel 1989 in occasione
catechesi, che deve rafforzare il senso della dell’entrata in vigore della “Formula della
fede e di appartenenza alla Chiesa. Professio Fidei”, che esprime l’impegno
b) La necessità di una sana formazione fi- pubblico a bene esercitare il proprio ufficio
losofica, nella quale sia irrinunciabile l’istan- di fronte alla Chiesa e di fronte alle istituzio-
za metafisica, di cui si avverte oggi in diversi ni e persone per le quali è stato assunto.
centri di studi una preoccupante carenza. Il giuramento di fedeltà, così come più in
c) La necessità di riequilibrare l’esigenza generale, l’osservanza della disciplina cano-
di salvaguardare il diritto del singolo con nica, esprime propriamente l’unità organica
54

di azione e di governo con la fedeltà alla pro- 2) J. RATZINGER, La Chiesa , Milano 1991, p. 71.
fessione di fede e alla verità cristiana. In tal 3) Nel passato fino a questi ultimi decenni, i teologi e
i canonisti, che trattarono il problema, sono stati unani-
modo, il senso di identità e l’appartenenza mi nel considerare l’esclusione delle donne dal conferi-
alla Chiesa sono garantiti anche dal Diritto, mento del sacerdozio ministeriale come qualche cosa di
che impedisce di supporre di appartenere ad assoluto e che era fondato nella divina Tradizione apo-
una Chiesa fantomatica, costruita solo sulla stolica. Si veda come esempio quanto P. Gasparri affer-
mava nel Tractatus canonicus de sacra ordinatione (t. 1,
propria misura, ma alla Chiesa della succes- Parisiis 1893, p. 75): “Et quidem prohibentur sub poena
sione apostolica, della Parola scritta e tra- nullitatis: ita enim traditio et communis doctorum
mandata autoritativamente, dei sacramenti catholicorum doctrina interpretata est legem Apostoli:
visibili e della comunione cattolica. (...) et ideo Patres inter haereses recenset doctrinam qua sa-
cerdotalis dignitas et officium mulieribus tribuitur”.
4) J. Kleutgen, nel commento al secondo schema
Note sulla Chiesa proposto nel Concilio Vaticano I, definisce
le dottrine del Magistero ordinario infallibile quelle che
1) J. RATZINGER, Il nuovo popolo di Dio, Brescia “sono ritenute o trasmesse come indubbie” (tamquam
1971, p. 180. indubitata tenentur vel traduntur). Cfr. Mansi LIII, 313.

L’OSSERVATORE ROMANO

nche in questo numero, per ragioni di


A tempo e di spazio, abbiamo dovuto rinuncia-
re a pubblicare la conclusione del commento
gressisti, tra le altre, le seguenti osservazioni
(cfr L’Osservatore Romano, 24 ottobre 1996,
pag. 6 per il testo francese e pagina 7 per la
all’“enciclica” Ut unum sint (cfr., per la prima traduzione italiana):
parte, Sodalitium, n. 43, pagg. 18-29). Ne profit- “Prima di proporvi qualche riflessione
tiamo per esporre dei brevi commenti ad altri più specifica sul tema dell’origine della vita e
documenti di Giovanni Paolo II, a partire dell’evoluzione, desidero ricordare che il
dall’estate dell’anno scorso. Naturalmente siamo Magistero della Chiesa si è già pronunciato
costretti a fare una cernita, data l’abbondanza su questi temi, nell’ambito della propria com-
del materiale. Il quindicinale Si si no no (che petenza. Citerò qui due interventi. Nella sua
maltrattiamo in altre pagine del bollettino), enciclica Humani generis (1950) il mio pre-
pubblica spesso interessanti critiche all’esegesi di decessore Pio XII aveva già affermato che
Giovanni Paolo II (cfr. ad esempio, l’articolo non vi era opposizione fra l’evoluzione e la
“L’ombra della nuova esegesi sulla regina delle dottrina della fede sull’uomo e sulla sua vo-
profezie messianiche nella catechesi papale” in cazione, purché non si perdessero di vista al-
Si si no no, n. 18, 30 novembre 1996), alle quali cuni punti fermi” (n. 3). Dopo aver ricordato
rinviamo volentieri; l’unica, grave riserva: il l’altro documento (un suo discorso alla stes-
fatto che Si si no no attribuisca questi errori a sa Accademia del 31 ottobre 1992 sul caso
colui che riconosce come Papa legittimo. Galileo) Giovanni Paolo II prosegue:
“Tenuto conto dello stato delle ricerche
Sodalitium scientifiche a quell’epoca e anche delle esigenze
proprie della teologia, l’Enciclica Humani ge-
Karol Wojtyla, l’evoluzionismo e il mono- neris considerava la dottrina dell’‘evoluzioni-
genismo smo’ un’ipotesi seria, degna di una ricerca e di
una riflessione approfondita al pari dell’ipotesi
Il 22 ottobre 1996, Giovanni Paolo II ha opposta. Pio XII aggiungeva due considera-
inviato un messaggio (in francese) ai parte- zioni di ordine metodologico: che non si adot-
cipanti all’assemblea plenaria della Pon- tasse questa opinione come se si trattasse di
tificia Accademia delle Scienze, nel 60° an- una dottrina certa e dimostrata e come se ci si
niversario della fondazione della medesima potesse astrarre completamente dalla
da parte di Pio XI. Prendendo spunto dal Rivelazione riguardo alle questioni da essa sol-
primo tema prescelto dall’assemblea, “quel- levate. Enunciava anche la condizionie ne-
lo dell’origine della vita e dell’evoluzione” cessaria affinché questa opinione fosse com-
(n. 1), Giovanni Paolo II ha inviato ai con- patibile con la fede cristiana, punto sul quale
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ritornerò. Oggi, circa mezzo secolo dopo la forze della materia viva o come un semplice
pubblicazione dell’Enciclica, nuove cono- epifenomeno di questa materia, sono incompa-
scenze conducono a non considerare più la tibili con la verità dell’uomo. Esse sono inoltre
teoria dell’evoluzione una mera ipotesi. È incapaci di fondare la dignità della persona”
degno di nota il fatto che questa teoria si sia (n. 5). Wojtyla ammette che il concetto di
progressivamente imposta all’attenzione dei ri- uomo testè esposto (con una “discontinuità
cercatori, a seguito di una serie di scoperte fatte ontologica” dovuta alla improvvisa creazione
nelle diverse discipline del sapere. La conver- dell’anima da parte di Dio) e quello dell’evo-
genza, non ricercata né provocata, dei risultati luzione (con una “continuità fisica” tra l’uomo
dei lavori condotti indipendentemente gli uni e i suoi antenati non umani) costituiscono
dagli altri, costituisce di per sé un argomento “due punti di vista apparentemente inconcilia-
significativo in favore di questa teoria” (n. 4). bili” (n. 6); tuttavia essi possono e debbono
Dopo aver dato questo riconoscimento essere conciliati. Il messaggio termina con una
alla teoria dell’evoluzione, Giovanni Paolo II esortazione al rispetto della vita umana (n. 7).
precisa però che “laddove [una teoria] non
viene più dimostrata dai fatti, manifesta i suoi La eco del messaggio di Giovanni Paolo II
limiti e la sua inadeguatezza. Deve allora esse- sull’evoluzionismo
re ripensata”. D’altra parte, una teoria scienti-
fica di questo genere “prende in prestito alcu- Un insegnamento è fatto per essere capito.
ne nozioni dalla filosofia della natura. A dire il Nel clima attuale di mea culpa della “Chiesa”
vero, più che della teoria della evoluzione, inaugurato da Giovanni XXIII e portato al pa-
conviene parlare delle teorie dell’evoluzione. rossismo da Giovanni Paolo II (che lo ha “con-
Queste pluralità derivano da un lato dalla di- sacrato” in Tertio millennio adveniente) il
versità delle spiegazioni che sono state propo- Messaggio è stato inteso come una riabilitazio-
ste sul meccanismo dell’evoluzione e dall’altro ne di Darwin, e non poteva essere diversamen-
dalle diverse filosofie alle quali si fa riferimen- te: l’unico evoluzionismo universalmente cono-
to. Esistono pertanto letture materialistiche e sciuto è quello ateo e materialista, e non certo
riduttive, e letture spiritualistiche. Il giudizio è l’alquanto fantomatico “evoluzionismo spiri-
qui di competenza propria della filosofia e, an- tualista” approvato da Karol Wojtyla. Da qui le
cora oltre, della teologia” (n. 4). Giovanni dichiarazioni dei giornali (del 24 ottobre) e dei
Paolo II è chiaramente favorevole (ci man- commentatori, che non sono però essenzial-
cherebbe altro!) a una “lettura spiritualistica” mente divergenti da quello che ha inteso (con
dell’evoluzione. Ma in cosa consiste? L’uomo, gioia o con scandalo) la gente comune: “Il Papa
riprende Giovanni Paolo II, “è stato creato a si riconcilia con la scienza” titola Il Resto del
immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1, 28- Carlino: “Un messaggio all’Accademia
29). La costituzione conciliare Gaudium et Pontificia riabilita Darwin e i suoi seguaci”. “Il
spes ha magnificamente esposto questa dottri- Papa: forse discendiamo dalle scimmie” (Il
na, che è uno degli assi del pensiero cristiano. Giornale, 24 ottobre), “Papa Wojtyla arruola
Essa ha ricordato che l’uomo è ‘la sola creatu- Darwin” (La Stampa), “Darwin riabilitato
ra che Dio abbia voluto per se stesso’ (n. 24). dalla Chiesa” (Le Monde, del 25 ottobre), ecc.
(...) È una persona (...). È in virtù della sua “Gli scienziati applaudono”, perché vedono
anima spirituale che la persona possiede, nella dichiarazione di Giovanni Paolo II un
anche nel corpo, una tale dignità. Pio XII avallo del loro ateismo: così, ad esempio,
aveva sottolineato questo punto essenziale: se il Margherita Hack (“la Chiesa per la prima volta
corpo umano ha la sua origine nella materia accetta in maniera solenne che l’ipotesi evolu-
viva che esisteva prima di esso, l’anima spiri- zionistica è una teoria provata”), non senza ap-
tuale è immediatamente creata da Dio (‘anima profittarne per infierire sullo sconfitto: “Un ri-
enim a Deo immediate creari catholica fides conoscimento positivo, ma la Chiesa ancora
nos retinere iubet’, Enc. Humani generis...)” una volta arriva tardi” (Tullio Gregory).
(n. 5). Dopo aver ricordato così “la condizio- Barone e Massarenti, su Il Sole 24 Ore (27 otto-
ne necessaria” per conciliare fede e evoluzio- bre, pag. 27) plaudono alle ammissioni di
ne, Giovanni Paolo II condanna in questi ter- Wojtyla ma respingono ateisticamente ogni vi-
mini la concezione materialista dell’evoluzio- sione spirituale dell’uomo e del mondo: la pace
ne: “Di conseguenza, le teorie dell’evoluzione tra scienza e fede avverrà solo con la totale di-
che, in funzione delle filosofie che le ispirano, sfatta della fede. Gli atei si divertono persino
considerano lo spirito come emergente dalle nel constatare che “il Papa” è ormai diventato
56

Anche noi vorremmo che fosse così ma, an-


cora una volta, non è possibile. Oltre
all’(in)opportunità di questo Messaggio, oc-
corre infatti sottolineare criticamente alcuni
punti del discorso wojtyliano.
1) Una presentazione tendenziosa del
pensiero di Pio XII. Giovanni Paolo II, per
mascherare la novità (rispetto al magistero
ecclesiastico) della sua opinione evoluzioni-
stica, cerca di presentarsi come in continuità
col magistero di Papa Pio XII, e ciò proprio
citando l’enciclica Humani generis, documen-
to che condanna esplicitamente tutti gli errori
che il Vaticano II spaccerà in seguito come
verità. Dubito che Humani generis verrà mai
citata da Giovanni Paolo II altrimenti che per
“cristianizzare” l’evoluzionismo. Ma era que-
Communicatio in sacris tra Giovanni Paolo II e sta, in realtà, l’intenzione di Papa Pacelli? Per
l’“arcivescovo” anglicano di Canterbury nulla. Suo scopo era, al contrario, condanna-
Leonard Carey a Roma il 5 dicembre 1996 re varie teorie che, per l’appunto, si rifaceva-
no all’evoluzionismo. In un altro passaggio
“un eretico” (rispetto ai criteri del cattolicesi- dell’enciclica aveva già condannato l’evolu-
mo di una volta): egli è addirittura “gnostico” zionismo filosofico e quello politico (“Alcuni,
per L’Unità, quotidiano dell’ex-partito comuni- senza prudenza né discernimento, ammettono
sta, ed è modernista per il liberale Sergio e fanno valere per origine di tutte le cose il si-
Romano: “Il Messaggio papale - ed è questo a stema evoluzionistico, pur non essendo esso
mio avviso l’aspetto più interessante - è un tar- indiscutibilmente provato nel campo stesso
divo omaggio al metodo storico di un movi- delle scienze naturali, e con temerarietà so-
mento spirituale, il modernismo, che la Chiesa stengono l’ipotesi monistica e panteistica
condannò con l’enciclica Pascendi dominici dell’universo soggetto a continua evoluzione.
gregis emanata da Pio X nel settembre 1907” Di questa ipotesi volentieri si servono i fautori
(Panorama, 7 nov. 1996, pag. 17). Se tra i laici il del comunismo per farsi difensori e propagan-
filosofo ex-marxista e neo-liberale Colletti sca- disti del loro materialismo dialettico e togliere
giona Wojtyla dall’accusa (o dal merito, secon- dalle menti ogni nozione di Dio”. Enchiridion
do lui) di aver riabilitato Darwin, non si manca delle encicliche, vol. 6, n. 705). In seguito (ne
però di notare, con lo stesso Colletti, che l’evo- riparlerò) condannerà il poligenismo, come
luzionismo spiritualista di Wojtyla può essere incompatibile con la fede cattolica (E.E.,737).
quello di Teilhard de Chardin o quello di Henri Quanto all’evoluzionismo (inteso qui solo
Bergson (cfr Il Foglio, 25 ottobre), autori non come semplice ipotesi secondo la quale il
certo ortodossi! Invano, pertanto, Giovanni primo uomo avrebbe ricevuto l’anima diret-
Cantoni (su Il Secolo d’Italia), Antonio Socci tamente da Dio mentre il corpo “proverrebbe
(su Il Giornale), il card. Tonini (su Il Carlino) si da materia organica precedente”) Pio XII
sforzano di spiegare che “il papa” è ancora condanna quanti agiscono “come se fosse già
“cattolico”! Se lo scopo di parlare è quello di dimostrata con totale certezza la stessa origine
farsi capire - come abbiamo detto - Giovanni del corpo umano dalla materia organica pree-
Paolo II avrebbe probabilmente fatto meglio a sistente (...) e ciò come se nelle fonti della divi-
non scrivere il Messaggio del 22 ottobre che na rivelazione non vi fosse nulla che esiga in
avrà certamente scosso la fede di molti credenti questa materia la più grande moderazione e
senza convertire un solo incredulo. cautela”. Infatti, la teoria evoluzionistica,
anche limitata alla sola origine del corpo del
Il messaggio del 22 ottobre è conforme alla primo uomo, e pur avendo ammesso la crea-
retta dottrina? zione diretta dell’anima di questo primo
uomo da parte di Dio, pone dei problemi per
Senza dubbio, scrive il reggente di Alle- quel che riguarda la “divina rivelazione”, per
anza Cattolica, Giovanni Cantoni, sul quoti- cui Pio XII ricorda a teologi e scienziati che
diano di Alleanza Nazionale del 25 ottobre. “tutti” devono essere “pronti a sottostare al
57

giudizio della Chiesa alla quale Cristo ha affi- mettere la creazione del mondo. Wojtyla non
dato l’ufficio di interpretare autenticamente la ignora certo questo clima che condiziona pe-
Sacra Scrittura e di difendere i dogmi della santemente la “libera ricerca degli scienziati”, e
Chiesa” (E.E. 736). La cosa è tanto più im- che, nonostante ciò, non pochi di essi ancor
portante che Pio XII, nella stessa enciclica oggi negano l’evoluzione (sono noti in Italia
(nn. 738-739) ribadisce la condanna della Fondi e Sermonti) in quanto ipotesi dimostrata
Chiesa contro quanti negano il genere storico falsa dalla scienza. Ma se l’ipotesi evoluzionisti-
dei primi undici capitoli della Genesi! Pio XII ca non ha, in realtà, fatto dei passi avanti dal
non metteva quindi sullo stesso piano evolu- 1950 (data di Humani generis) a oggi, e resta
zionismo e anti-evoluzionismo, come invece tuttora una mera ipotesi, allora Karol Wojtyla
afferma il Messaggio di Giovanni Paolo II, cade totalmente nel rimprovero che Humani
ma condannava alcuni tipi di evoluzionismo generis rivolge a quelli che, incuranti dei dati
ed invitava alla massima prudenza anche nei della Rivelazione, danno per dimostrata l’evo-
confronti di un evoluzionismo moderato che, luzione. Per puro divertimento del lettore, se-
se pienamente dimostrato, poteva eventual- gnalo l’interpretazione del Messaggio “pontifi-
mente essere compatibile con la fede. cio” data da Giovanni Cantoni nell’articolo già
2) Per Giovanni Paolo II l’evoluzionismo segnalato; secondo il suo difensore d’ufficio,
“non è più solo una mera ipotesi”. Invito il let- Giovanni Paolo II voleva dire: “l’evoluzionismo
tore a rileggere il Messaggio di Giovanni Paolo non è più solamente un’ipotesi non perché si sia
II che ho riportato in questo articolo. In esso, trasformato in una certezza, ma perché, a fron-
chiaramente, egli afferma che, “oggi, circa te di molte ipotesi, cioè di molti dati di fatto in-
mezzo secolo dopo la pubblicazione del- dipendenti tra loro, si configura come una teo-
l’Enciclica [di Pio XII] nuove conoscenze con- ria, cioè un’insieme di ipotesi”. Basta rileggere
ducono a non considerare più la teoria dell’evo- il Messaggio di Giovanni Paolo II per capire
luzione una mera ipotesi”. Quindi, per Wojtyla, che Cantoni bara e, se bara, è perché lui stesso
l’ipotesi evoluzionista è stata scientificamente è imbarazzato dal discorso wojtyliano, che non
dimostrata o, per lo meno, è più probabile che accetta veramente ma solo a parole, cioè
la sua negazione: “è degno di nota che questa nell’interpretazione del tutto fantasiosa che egli
teoria si sia progressivamente imposta all’atten- ne vuole dare. In realtà, Giovanni Paolo II dice
zione dei ricercatori...”, per cui le loro ricerche che, rispetto al 1950, vi sono molti nuovi argo-
costituiscono “un argomento significativo a fa- menti in favore dell’evoluzione e che pertanto
vore di questa teoria”. Tra l’altro Giovanni essa non è più una mera ipotesi. Tuttavia, ac-
Paolo II lava i suddetti “ricercatori” da ogni so- certati questi dati sperimentali favorevoli
spetto di pregiudizio nelle loro ricerche: essi, in all’evoluzionismo, si constata l’esistenza di varie
una materia che tocca così da vicino la fede, “teorie” evoluzionistiche che si fondano non
avrebbero lavorato “indipendentemente gli uni solo su queste prove di fatto ma anche su pre-
dagli altri” ottenendo nei loro risultati una supposti filosofici. A questo titolo, non tutte le
“convergenza” in favore dell’evoluzionismo teorie evoluzionistiche sono accettabili. Se l’in-
“non ricercata né provocata”! Ora, chi non sa, terpretazione di Cantoni fosse corretta, biso-
invece, che per molti ricercatori l’evoluzioni- gnerebbe credere che prima del 1950 l’evolu-
smo è una “fede” contro il dogma della creazio- zionismo fosse solo una ipotesi sperimentale, e
ne? Il Prof. Di Trocchio (dell’Università di non vi si aggiungessero anche molteplici “teo-
Lecce) in Le bugie della scienza (Mondadori, rie”: cosa falsissima, tanto è vero che Pio XII
1993) dedica un intero capitolo (Falsi fossili e condannava già allora alcune “teorie” evoluzio-
anelli mancanti) ad alcune celebri truffe “scien- nistiche incompatibili con la fede, ammettendo
tifiche” degli evoluzionisti, ove al primo posto la libera discussione su altre! Il vano tentativo
dei truffatori troneggia il gesuita Teilhard de di difendere l’ortodossia di Giovanni Paolo II è
Chardin, da Wojtyla pubblicamente elogiato in pertanto, nel suo stesso fallimento, una confer-
una famosa “lettera” del 10 giugno1981 (cf ma involontaria delle gravi carenze dottrinali
Sodalitium, n. 27, p. 3)! E ai pregiudizi dei più del pensiero wojtyliano che si pretendeva difen-
noti evoluzionisti (tra i quali Rostand, Monod dere svuotandolo del suo significato.
ecc.) dedica varie pagine Mons. Landucci (in 3) Una grave omissione del messaggio
La verità sull’evoluzione e l’origine dell’uomo, wojtyliano: il monogenismo e il peccato origi-
La Roccia, Roma, 1984) dimostrando che essi nale. Ma passiamo al punto più grave del
sostengono questa teoria non tanto perché di- Messaggio wojtyliano. Non si tratta tanto di
mostrata quanto piuttosto per non dover am- una affermazione, quanto di una omissione.
58

L’omissione, però, è gravissima e si configura quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del
quasi come una implicita negazione di una magistero della Chiesa ci insegnano circa il
verità di fede. Supponiamo per un attimo che peccato originale, che proviene da un peccato
Pio XII abbia veramente dato pari dignità veramente commesso da Adamo individual-
all’ipotesi evoluzionistica come al suo contra- mente e personalmente, e che, trasmesso a tutti
rio e che oggi, dopo cinquant’anni, le scienze per generazione, è inerente in ciascun uomo
naturali si siano pronunciate a favore come suo proprio” (E. E. n. 737). Pio XII
dell’evoluzionismo (tesi di Giovanni Paolo non fa che ricordare la sacra Scrittura; mi li-
II). In questo caso, occorre, tra i vari evolu- miterò a citare San Paolo: “Da un solo uomo
zionismi, adottarne uno che sia compatibile Dio ha tratto tutto il genere umano per popo-
con la fede cristiana. È qui che si situa la lare la superficie di tutta la terra” (Atti, 17, 26-
grave omissione di Giovanni Paolo II. 27); “Il primo uomo, Adamo, fu fatto anima
Secondo Giovanni Paolo II, già Pio XII vivente” (1 Cor. 15, 45). L’unità d’origine del
“enunciava già la condizione necessaria affin- genere umano è una verità di fede presuppo-
ché questa opinione fosse compatibile con la sta a un’altra, quella del peccato originale:
fede cristiana, punto sul quale tornerò” (n. 4). “Come per un sol uomo il peccato è entrato
Notiamo bene: la questione è della massima nel mondo e con il peccato la morte, così
importanza: compatibilità di una teoria con la anche la morte si è estesa a tutti gli uomini,
fede. Per Giovanni Paolo II (che pretende ci- perché tutti hanno peccato (...) E dunque,
tare Pio XII) c’è una “condizione necessaria”: come per il peccato di un solo la condanna è
una sola, al singolare. Come promesso, que- venuta su tutti gli uomini, così per la giustizia
sta condizione viene data al n. 5: che l’anima di un solo a tutti gli uomini viene la giustifica-
umana sia stata creata direttamente da Dio; zione che dà la vita” (Rom 5, 19-19). Questa
essa non può essere “emergente dalle forze dottrina scritturale è confermata dal Concilio
della materia viva” o “semplice epifenomeno di Trento, “sul primo uomo, sul suo stato di
di questa materia”. “Pio XII - ricorda Wojtyla giustizia originale, i suoi privilegi (in partico-
- aveva sottolineato questo punto essenziale” lare quello dell’immortalità) e sul peccato
(n. 5). Questo punto sta a cuore a Giovanni originale trasmesso a tutti gli uomini in quan-
Paolo II perché esso fonda la “dignità to essi discendono da Adamo” (Denz.-U 101,
dell’uomo”, creato a immagine e somiglianza 133, 174, 176, 789, 791). Un decreto del 1909
di Dio, dignità rovinata da un evoluzionismo “mette l’unità del genere umano tra i punti di
puramente materialistico. Nel pensiero di dottrina che toccano i fondamenti della reli-
Wojtyla - che è un pensiero personalista an- gione cristiana” (Denz.-U 2121-2123). Il con-
tropocentrico - questa verità di fede ha un cilio del Vaticano (I) avrebbe dovuto definire
posto eccezionale, secondo la falsariga solennemente questa verità dichiarando: “Se
dell’ambiguo testo di Gaudium et spes n. 24 qualcuno negasse l’origine di tutto il genere
(cf Sodalitium n. 39, pag. 36 segg.). Per lui, gli umano da un solo progenitore, Adamo, sia
evoluzionismi materialisti, più che contrari anatema” (cfr GARRIGOU-LAGRANGE o.p.,
alla fede, sono “incompatibili con la verità voce Monogenismo sull’Enciclopedia cattoli-
dell’uomo” e “incapaci di fondare la dignità ca). Karol Wojtyla crede a queste verità? Se
della persona” (n. 5), peccati capitalissimi tra ci crede, perché le ha occultate in un discorso
tutti i peccati! Ma Wojtyla dimentica (?) di in cui avrebbe dovuto necessariamente con-
citare un’altra condizione posta, con molta fessarle? Cosa si può rispondere all’editoriale
maggior enfasi, da Pio XII, il monogenismo, di Le Monde (che interpreta però i sentimen-
condizione che deve tutelare un’altra verità ti di tanti) quando scrive: “Le conseguenze di
di fede (un po’ meno gloriosa per la dignità questa riabilitazione possono essere conside-
della persona umana, è vero): il peccato origi- revoli. La distanza presa così dalla lettura
nale! “I fedeli - scrisse Pio XII - non possono fondamentalista (sic) della Bibbia rischia di
abbracciare quell’opinione i cui assertori inse- compromettere tutto l’edificio dogmatico cri-
gnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla stiano, fondato sul peccato originale e l’esi-
terra veri uomini che non hanno avuto origi- stenza del male, che ha plasmato le nostre
ne, per generazione naturale, dal medesimo mentalità occidentali. Senza la nozione di col-
come progenitore di tutti gli uomini, oppure pevolezza ereditaria, legata alla deriva del
che Adamo rappresenta l’insieme di molti ‘primo uomo’, Adamo, dei dogmi capitali
progenitori; non appare in nessun modo come della fede cristiana, come il peccato originale
queste affermazioni si possano accordare con e la Redenzione, non sono comprensibili”
59

(editoriale del 25 ottobre 1996, pag. 17). Ci sce in Sant’Ambrogio “uno dei grandi Padri
sembra che a questo punto, di fronte a tanto della Chiesa ancora indivisa” (n. 29) [come
scandalo, i fedeli cattolici abbiano il diritto a se la Chiesa, una, potesse essere divisa, e
un definitivo chiarimento non da parte del come se “ortodossi” e protestanti fossero
Cantoni di turno ma da parte del responsabi- delle parti, divise dalla cattolica, della Chiesa
le stesso: crede o non crede Karol Wojtyla un tempo indivisa], e lo indica persino a
che Adamo, il primo uomo, creato da Dio in esempio di ecumenismo (n. 29). Nonostante
stato di grazia, ha peccato, e che questo pec- ciò, Giovanni Paolo II approva dei gesti
cato viene trasmesso per via di generazione a poco ecumenici di Sant’Ambrogio: come
tutti gli uomini, che da lui discendono, all’ec- quando contrastò, nel 385, l’ordine imperiale
cezione di Nostro Signore e della Immacolata di cedere agli ariani una basilica (n. 3) o
Vergine Maria? Non è chiedere troppo a come quando, nel 384, si oppose alla doman-
colui che pretende essere il successore di san da del prefetto dell’Urbe di ripristinare in
Pietro, il cui compito è di “confermare nella Senato la statua della dea Vittoria (n. 7).
fede” i suoi fratelli. A questo compito Sant’Ambrogio poté quindi opporsi ai paga-
Giovanni Paolo II ha mancato, ancora una ni e agli ariani senza incorrere nelle censure
volta, con il Messaggio del 24 ottobre 1996. di Giovanni Paolo II; purtroppo, la sua op-
Post scriptum: dopo aver scritto questo posizione alle pretese degli ebrei sembra,
articolo abbiamo preso conoscenza di quan- dopo il Vaticano II, assolutamente imperdo-
to pubblicato al proposito da Sì sì no no (15 nabile: sarebbe rimettere in discussione la
dic. 1996, pp. 3-7) in Evoluzionismo o teoria del massone Jules Marx Isaac, secon-
teilhardismo? Il “Messaggio” di Giovanni do il quale i Padri della Chiesa sono colpevo-
Paolo II all’Accademia delle scienze. L’arti- li, irrimediabilmente colpevoli, di aver prati-
colo, del quale consigliamo la lettura, è inte- cato un “insegnamento del disprezzo” nei
ressante soprattutto per stabilire qual’era il confronti del giudaismo, disprezzo che, in
vero pensiero di Pio XII (cf punto 1° della definitiva, sarebbe sfociato nell’“Olocausto”.
nostra disamina) e i seri problemi che anche “Se gli riuscì di coniugare fermezza ed
un evoluzionismo “spiritualista” pone alla equilibrio negli interventi già menzionati - nella
retta esegesi della Sacra Scrittura. questione cioè dell’altare della Vittoria e quan-
do fu richiesta una basilica per gli ariani - ina-
SANT’AMBROGIO: “violatore della libertà e deguato si rivelò invece il suo giudizio (ipsius
della giustizia” (GIOVANNI PAOLO II) tamen iudicium imperfectum emersit) nell’affa-
re di Callinico, quando nel 388 fu distrutta la si-
Da qui al 2000, secondo il progetto che nagoga di quel lontano borgo sull’Eufrate.
Giovanni Paolo II ha esposto in Tertio mil- Ritenendo infatti che l’imperatore cristiano non
lennio adveniente, si moltiplicheranno i “mea dovesse punire i colpevoli e neppure obbligarli
culpa della Chiesa”, ovvero l’umiliazione a porre rimedio al danno arrecato, andava ben
della Chiesa cattolica sotto le accuse di Karol
Wojtyla e degli altri settatori della riforma
conciliare. Queste parole sono dure, è vero, L’“arcivescovo” anglicano di Canterbury Leonard
ma sorgono spontanee dall’amore per la Carey predica in presenza di Giovanni Paolo II a Roma
Chiesa ed i suoi Santi. In attesa dell’annun- il 5 dicembre 1996 nella chiesa dei SS Andrea
e Gregorio al Celio
ciato mea culpa per “l’antisemitismo cristia-
no” e per l’Inquisizione, possiamo già segna-
lare le accuse gravissime che Giovanni Paolo
II ha rivolto al grande dottore e padre della
Chiesa, Sant’Ambrogio, vescovo di Milano.
Per colmo di ironia, l’offesa a questo grande
Santo si trova in una “Epistola Apostolica”
(Operosam diem, pubblicata da L’Osser-
vatore Romano del 6 dicembre 1996) che
Giovanni Paolo II ha indirizzato, il 1° dicem-
bre 1996 a Carlo Maria Martini, “arcivesco-
vo” di Milano, proprio in preparazione al
XVI centenario della morte del Santo (4
aprile 397). Certo, Giovanni Paolo II ricono-
60

oltre la rivendicazione della libertà ecclesiale, Wojtyla umilii la Chiesa e i suoi Santi per
pregiudicando l’altrui diritto alla libertà e amore dei suoi nemici?
alla giustizia (inficiens aliorum ius ad liberta- Post scriptum: Sant’Ambrogio chiama la
tem adque iustitiam)” (n. 12). Così scrive sinagoga “luogo d’incredulità, dimora d’em-
Giovanni Paolo II di Sant’Ambrogio: egli pietà, ricettacolo di follia, condannato da
avrebbe violato l’altrui (degli ebrei) libertà Dio stesso” (Ep. 74, n. 14).
(nell’approvare la distruzione della sinagoga
di Callinico) e la giustizia (nel pretendere che i ANCORA SULLA SANTITÀ DEGLI
cristiani non fossero costretti a ricostruire a “ORTODOSSI” ERETICI E SCISMATICI...
loro spese la sinagoga distrutta). Ora, concul-
care la giustizia e la libertà è (oggettivamente) Se Giovanni Paolo II non teme di criticare
un peccato mortale (del quale Sant’Ambrogio i Santi, purché cattolici, non ha il minimo rim-
mai si pentì) per cui dovremmo concluderne provero da muovere a chi, staccandosi dalla
che: o il Santo sapeva quel che faceva, e allora comunione con Pietro e cadendo nello scisma
egli si troverebbe all’inferno (!), oppure non lo e nell’eresia, si è separato dalla Chiesa. Anzi,
sapeva, e allora il Dottore della Chiesa era un fuori dalla Chiesa è possibile giungere alla san-
ignorante (!) in materia di giustizia. A tanto tità, a persino a quel vertice della santità che è
conduce l’aberrante e gravemente ingiuriosa il martirio. Sempre sulla linea di Tertio millen-
affermazione di Operosam diem n. 12... nio adveniente Giovanni Paolo II ha ribadito
Ma cosa accadde veramente a Callinico? che la nota di santità si trova anche fuori dalla
Consigliamo, come abbiamo fatto, la lettura Chiesa cattolica: “E che dire - ha detto
delle due epistole di Sant’Ambrogio su questa all’Angelus del 25 agosto 1996 - della grande
questione. Basti dire che persino The Jewish esperienza di martirio, in cui ortodossi e cattoli-
Encyclopedia (alla voce “Ambrose”, vol. 1, ci, nei Paesi dell’Est europeo, sono stati acco-
coll. 488-489; New York-London, 1907) e la munati in questo nostro secolo? (...) Veri marti-
più recente Encyclopædia Judaica (voce ri del XX secolo, essi sono una luce per la
“Ambrose”, vol. 2, col. 801; Jerusalem), fonti al Chiesa e per l’umanità (...). Se al termine del
di sopra di ogni sospetto (di antisemitismo, be- Secondo Millennio essa è ‘diventata nuova-
ninteso) riferiscono entrambe quanto Gio- mente Chiesa di martiri’ (Tertio Millennio ad-
vanni Paolo II occulta, e cioè che il Vescovo e i veniente, n. 37), possiamo sperare che la loro
cristiani di Callinico distrussero la locale sina- testimonianza, raccolta con cura nei nuovi
goga [un tempio gnostico fu demolito da dei martirologi, e soprattutto la loro intercessione,
monaci, ma ciò non offusca Giovanni Paolo II] affrettino il tempo della piena comunione tra i
come ritorsione per le numerose chiese e basi- cristiani di tutte le confessioni, e in special
liche cristiane (quelle di Damasco, Beirut, modo tra le venerate Chiese Ortodosse e la
Gaza, Ascalona...) che gli ebrei avevano demo- Sede Apostolica” (L’Osservatore Romano, 26-
lito sotto il regno del loro amico e protettore 27 agosto 1996, pag. 1). È possibile che molti
Giuliano l’apostata (sì, proprio lui, l’idolo degli di questi “ortodossi” vittime del comunismo
“antisemiti” neo-pagani!). Nessun imperatore siano salvi a causa dell’ignoranza invincibile
aveva mai dato l’ordine agli ebrei di ricostruire della vera Chiesa; è però impossibile che ci sia
quelle chiese a proprie spese, come invece il vera santità e vero martirio fuori dell’unica
cristianissimo Teodosio faceva invece con i vera Chiesa, la Chiesa cattolica, ed è impossi-
suoi correligionari, obbligandoli a ricostruire la bile che delle persone che professarono una
sinagoga di Callinico! Si comprendono allora le fede contraria alla vera fede cristiana siano ad-
proteste di sant’Ambrogio nella sua epistola a ditati, come santi, all’esempio dei fedeli catto-
Teodosio, il suo rifiuto di celebrare la Messa se lici. Se la santità fiorisce fuori dalla Chiesa, al-
l’imperatore non avesse ritrattato il suo ordine, lora la Chiesa non è la sola Chiesa di Cristo, e
la sua vittoria finale con la revoca della ingiusta la “piena comunione con la Sede Apostolica”
decisione di Teodosio. diventa facoltativa per la salvezza e la santifi-
Giovanni Paolo II aveva già offeso la cazione di un cristiano. Queste sono le conse-
memoria di Santa Caterina da Siena; ora of- guenze dell’ecumenismo di Giovanni Paolo II.
fende Sant’Ambrogio... Nelle litanie dei
Santi si pregava Dio di umiliare i nemici SUA SANTITÀ... ARAM I (MONOFISITA)...
della Chiesa (Ut inimicos Sanctæ Ecclesiæ
humiliare digneris, Te rogamus audi nos); ...Ha presenziato alla “concelebrazione”
fino a quando sopporteremo che Karol presieduta da Giovanni Paolo II il 25 gen-
61

naio nella Basilica di San Paolo Fuori le ragione e della rivelazione proclama un vero
Mura. In questa occasione, Giovanni Paolo diritto alla libertà religiosa”, diritto definito
II ha, tra l’altro, affermato: “L’abbraccio di in DH n. 2. Sottolineiamo l’importanza di
pace del Catholicos [Aram I] e del Vescovo questa interpretazione “autentica” del famo-
di Roma, successore dell’Apostolo Pietro, e so testo conciliare; per Wojtyla, questa dot-
la benedizione che essi daranno insieme, nel trina, che contraddice il magistero e la prassi
nome del Signore, testimoniano il reciproco della Chiesa, sarebbe rivelata da Dio. Il pro-
riconoscimento della legittimità della suc- blema posto da Dignitatis humanæ è, quindi,
cessione apostolica” (n. 4; cfr L’Osservatore ineludibile per la coscienza di tutti i cattolici.
Romano, 27-28 gennaio 1997, pag. 5). Con
queste parole Giovanni Paolo II riconosce a IL “MARTIRIO” DI EDITH STEIN
un prelato illegittimo, poiché eretico, scisma-
tico e separato da Roma, il privilegio di esse- In un curioso discorso, nel quale Giovanni
re un legittimo successore degli apostoli (ha Paolo II applica il termine “illuminismo”
quindi l’apostolicità formale), che condivide all’illuminazione che l’uomo può ricevere da
con Giovanni Paolo II il compito “di trasmet- Dio con i doni dello Spirito Santo (cfr OR 12-
tere fedelmente la fede ricevuta dagli 13 agosto 1996, pag. 4: Giovanni Paolo II
Apostoli” (n. 4). Compito al quale sia l’uno offre una profonda lettura teologica e storica
che l’altro si sono malauguratamente sottrat- dell’Illuminismo. A conclusione del Colloquio
ti. (Obiezione: il 13 dicembre 1996 “Sua internazionale dedicato al tema ‘Illuminismo
Santità” Karekin I, “Catholicos-Patriarca di oggi’ svoltosi dall’8 al 10 agosto a Castel
tutti gli Armeni”, aveva firmato una “dichia- Gandolfo), Karol Wojtyla ritorna sulla sua
razione comune” con Giovanni Paolo II, se- prediletta Edith Stein. Dopo aver ricordato
condo la quale sarebbe identica la fede degli che ella fu “collaboratrice di Husserl” (filo-
Armeni e dei Cattolici, e le antiche divergen- sofo ebreo, padre della fenomenologia, la fi-
ze teologiche, risalenti al Concilio di losofia wojtyliana incompatibile con la scola-
Calcedonia, sarebbero dovute a “fattori lin- stica in genere e san Tommaso in particola-
guistici, culturali e politici”, e a “modi diver- re), Giovanni Paolo II afferma: “Allo stesso
genti di esprimere tale fede” . Cfr O.R., 14 di- tempo, è stata ammessa, con la palma del mar-
cembre 1996, pag. 5. Quindi, gli armeni tirio, nel martirologio della Chiesa. Sappiamo
Aram I e Karekin I hanno la nostra stessa che è stata arsa, come figlia del popolo ebreo,
fede. Risposta: Karekin I non ha sottoscritto nei forni di Auschwitz”. Edith Stein non fu
nessun adesione al Concilio di Calcedonia. È arsa viva, come lo lascia credere Giovanni
offensivo per la Chiesa pensare che essa Paolo II (solo il cadavere fu cremato!). È in-
abbia trattato da eretica monofisita una co- dubitabile però che morì in campo di concen-
munità che invece era ortodossa. È pericolo- tamento. Fu martire, come è stata proclamata
so per la fede pensare che essa possa espri- da Giovanni Paolo II? Forse, giacché ella si
mersi con formule divergenti. E in ogni caso, convertì al cristianesimo e divenne monaca di
dato e non concesso che questi armeni non clausura, e tale era quando fu deportata.
siano più monofisiti, resta che essi non rico- Certamente, non fu martire “come figlia del
noscono, ad esempio, nel Papa il capo della popolo ebreo”. Questo non vuol dire che sia
Chiesa. Restano pertanto eretici e scismatici, lecito uccidere qualcuno solo perché “figlio
e non possono assolutamente godere di una del popolo ebreo” (ogni uccisione diretta di
“legittima successione apostolica”). un innocente è un crimine), ma vuol dire che
per essere “martire della fede cristiana” oc-
IL DIRITTO ALLA “LIBERTÀ RELIGIOSA” corre, va da sé, essere uccisi in odio alla fede
SAREBBE FONDATO SULLA RIVELAZIONE cristiana, e non per un altro motivo, quale
che sia. È veramente desolante dover ricorda-
Nel passato anno 1996 Giovanni Paolo II re delle cose che dovrebbero essere evidenti,
ha dedicato molti dei suoi discorsi in occasio- e che invece non lo sono più. [In nota: già nel
ne dell’Angelus domenicale ai testi del suo discorso ai membri della Associazione
Vaticano II, a trent’anni dalla sua conclusio- delle Vittime del Campo di Concentramento di
ne. Ricordiamo solo quanto detto da lui il 18 Auschwitz-Birkenau (O.R. 10-11 giugno
febbraio 1996 a proposito della dichiarazione 1996, pag. 1), Giovanni Paolo II aveva attri-
Dignitatis humanæ sulla libertà religiosa. buito a tutte le vittime di Auschwitz, cristiane
“La Dignitatis humanæ, in nome della retta e non cristiane, il titolo di “martiri”].
62

GIUBILEO... A ROMA O A GERUSALEMME? nell’unico Dio buono e misericordioso” (n.


3). Cosa ne penserà il “comune padre
Dal 1300 l’Anno Santo invita i cattolici Abramo”? È certo, che egli, fedele a Gesù
del mondo a recarsi a Roma, capitale della Cristo, non riconosce i figli che Giovanni
cristianità. Il Giubileo del 2000 non ha più Paolo II gli attribuisce. Secondo la carne,
un polo, Roma, ma due: Roma e Gerusa- molti musulmani e moltissimi ebrei discen-
lemme. “Ogni anno l’Opera Romana Pelle- dono da Abramo, mentre moltissimi cristia-
grinaggi - dice Giovanni Paolo II in occasio- ni non hanno nulla a che vedere con lui. Al
ne della V giornata del Malato celebrata l’11 contrario, secondo lo spirito e la fede, solo i
febbraio scorso (O.R. 13 febbraio 1997, pag. cristiani sono figli di Abramo. Già diceva
6) - propone un gesto profetico di pace: Giovanni Battista agli ebrei: “Non vogliate
quest’anno è previsto un pellegrinaggio ad dire tra voi stessi: ‘Noi abbiamo Abramo per
Hebron alla tomba dei Patriarchi, luogo padre’ perché io vi dico che Dio può suscita-
sacro per le tre grandi religioni monoteiste, re da queste medesime pietre figli ad
quale auspicio di pace nella Terra Santa. Abramo” (Mt 3, 9). E ai giudei increduli
Prego affinché tale gesto, nel nome del co- Gesù disse che né Abramo (Gv 8, 39) né
mune padre Abramo, costituisca l’inizio di Dio (Gv 8, 42) era loro padre, ma il diavolo:
una nuova fioritura di pellegrinaggi di ricon- “Voi avete per vostro padre il diavolo” (Gv
ciliazione, in vista del Grande Giubileo 8, 44). Le parole di Giovanni Paolo II su un
dell’anno Duemila. Possano Roma e Geru- Dio comune ed un Padre comune (Abramo)
salemme diventare i poli di un universale pel- a cristiani, musulmani ed ebrei sono quindi
legrinaggio di pace, sostenuto dalla fede contrarie alla Sacra Scrittura.

✄ Rassegna Stampa…

* “Un ebreo ha ucciso i due figli per paura *La Comunità ebraica accusa le amba-
che l’ex moglie li allevasse secondo la fede sciate tedesche di fomentare una campagna
cattolica: lo ha confessato in lacrime lui stes- antisemita. Dal 1990, una legge assicura agli
so, ieri, all’inizio del processo. Avi Kostner, ebrei russi che desiderano emigrare in
questo il suo nome, ha quindi ammesso di Germania un trattamento di favore: “Non ci
aver strangolato la figlia di 12 anni e ucciso il sono controlli, l’ingresso è garantito, e una
figlioletto di dieci con una overdose di tran- volta in Germania lo stato fornisce loro aiuti
quillanti. (...) ‘Se non potevano vivere da sociali, abitazione, e una assistenza nella ri-
ebrei, che almeno morissero da ebrei’, ha cerca di un lavoro”. Per l’ex-ambasciatore
concluso davanti ai giudici esterrefatti”. Il de- tedesco in Ucraina, Arnot, molti di questi im-
litto è avvenuto due anni fa a Newark, nello migrati sono dei falsi ebrei che organizzano
stato del New Jersey (USA). “una truffa colossale” ai danni dello stato.
(Il Giornale, 20/2/97, p. 21). (da La Stampa, 9/2/97, p. 9).

* Roma, 4 febbraio: Silvio Berlusconi ha


* Il grande speculatore George Soros, (che incontrato il premier israeliano Netanyahu.
nel 1992 provocò la caduta della lira con la Berlusconi ha dichiarato: “Noi siamo stati
perdita per lo stato di 40mila miliardi), ha in- sempre schierati in difesa dei valori che lo
contrato a New York il segretario del PDS stato di Israele rappresenta”. “Berlusconi -
Massimo D’Alema, l’11 settembre 1996. che ha ricordato come sia stato il suo gover-
Subito dopo “si è messo a comprare ragguar- no a spingere per l’accordo fra Israele e
devoli quantitativi di titoli di Stato italiani...”. Unione Europea - è stato invitato ad andare
(Il Foglio, 10/10/96, p. 1). in visita in Israele”.
(Secolo d’Italia, 5/2/97, p. 7).

* “I Rothschild corteggiavano il PCI”. L’ex-finanziere “rosso” Giuliano Peruzzi rivela tutti i


contatti tra i celebri banchieri e il partito comunista italiano negli anni ‘70.
(Su Il Giornale del 30 ottobre 1996).
63

* Distinzione tra l’antisemitismo (termine * “L’ex rabbino capo (sefardita) Ovadia


nato “in Germania tra la fine degli anni 70 e Yossef ha ordinato con un verdetto rabbinico
l’inizio degli anni 80 del secolo scorso”) e la speciale a quei postini che siano anche ebrei
giudeofobia, “che ha radici religiose”. “La dif- praticanti di rifiutarsi di distribuire plichi po-
ferenza è in questo” sostiene l’ambasciatore stali sospettati di contenere in qualsiasi
Sergio Romano: “per l’antisemita l’ebreo è forma il verbo di Gesù”. D’altronde, “la legge
una pianta da estirpare; per il giudeofobo è israeliana vieta la diffusione di materiale di
un uomo da convertire”. carattere missionario...” (Il Giornale,
(La Stampa, 31/8/96, p. 24). 28/11/96, p. 22). Actualité Juive definisce la
propaganda dei missionari “veleno nella cas-
* “Una gaffe sugli ebrei fa perdere a Bob setta postale” e i missionari stessi, secondo il
Dole [massone, candidato alla presidenza rabbino Tsvi Cohen, “gente malefica che nel
degli U.S.A. contro Clinton, n.d.r.] ulteriori passato è riuscita a distruggere centinaia di

✄ Rassegna Stampa…
consensi”. “Parlando a Washington di fronte famiglie del nostro popolo” (12/12/96, p. 22).
alla più antica e grande organizzazione ebrai-
ca del mondo, la B’nai B’rith, ha commesso
una gaffe che gli farà perdere ulteriori consen- * “Il fascismo ebbe tante anime, e così
si”, paragonando gli ebrei ai disabili (quale è anche l’antisemitismo che fu sia della sinistra
lui) nelle discriminazioni subite. “Noi ebrei non sia dei gruppi più nazionalistici. Preziosi e
consideriamo il fatto di essere ebrei un handi- Farinacci furono senz’altro antisemiti, Balbo e
cap, ma un privilegio”, gli ha risposto il prof. lo stesso Mussolini no. Anzi, il Duce fu anche
Berenbaum. “I problemi dei disabili sono una sionista, ebbe contatti con Wladimir
cosa, la discriminazione razziale un’altra...” ha Jabotinsky, fondatore del Likud, grande per-
detto Tommy Baer, del B’nai B’rith. sonaggio e tipo tosto assai...”.
(Il Foglio, 9/10/96, p. 1). (Sergio Romano, Il Giornale, 20/12/96, p. 6).

* “Hitler a Vienna era amico degli ebrei”. Lo * Dopo la sua rielezione, Bill Clinton ha
sostiene la storica Brigitte Hamann nel suo fatto due nomine importanti: William Cohen
libro La Vienna di Hitler (La Stampa, 17/10/96, alla Difesa, e agli Esteri Madeleine Albright, fi-
p. 25). “Bryan Rigg, americano di origini ebrai- glia del diplomatico cecoslovacco di origine
che”, professore a Cambridge, ha scritto che ebraica Joseph Korbel. Ma sia Cohen che la
“almeno 77 alti ufficiali” “imparentati con ebrei Albright, come pure Sandy Berger (nuovo
per nascita o per matrimonio” continuarono a Capo del consiglio di sicurezza della Casa
far parte dell’esercito tedesco anche dopo il Bianca) sono “ebrei di nome ma non di fatto”
1935, poiché “lo stesso Hitler certificò che per il politologo Walter Lacqueur (Il Giornale,
erano ‘puri ariani’ di sangue tedesco”. Tra i 9/12/96, p. 14; Il Foglio, 11/12/96, p. 1).
soldati tedeschi di origine ebraica, c’era anche Queste le dichiarazioni ad extra. Ad intra, per
il futuro cancelliere Helmut Schmidt. il lettore ebraico, si scrive: “La designazione di
(Il Giornale, 3/12/96, p. 22). Madeleine Albright alla carica di segretario di
stato è stata estremamente bene accolta in
Israele, ove si è acquisita una solida reputa-
* Carità. Guido Fubini risponde così alla di- zione con i suoi interventi alle Nazioni Unite,
chiarazione del Presidente della Repubblica se- coi quali è riuscita a moderare delle risoluzioni
condo la quale i morti [della guerra civile italiana anti-israeliane, il che le ha valso il rispetto e la
‘43-’45] sono tutti uguali: “No, signor Pre- stima della comunità ebraica americana”
sidente, i morti non sono tutti uguali. Ci sono i (Actualité Juive, 12/12/96, p. 11).
morti che amo e i morti che odio. I morti che
ammiro e i morti che disprezzo (...) I morti
senza sepoltura passati per il camino e senza * “Noi siamo tutti figli del Concilio”. È una
tomba e i morti sulla cui tomba sputeremo in affermazione del rabbino Rudin riportata con
eterno (...) Ci sono i morti il cui nome va ricor- compiacimento da Mons. Hoeckeman, se-
dato in benedizione e i morti il cui nome va can- gretario della Pontificia commissione per i
cellato in maledizione. No, Signor Presidente, i rapporti religiosi con l’ebraismo.
morti non sono tutti uguali”.
(da Ha Keilla, bimestrale ebraico torinese, dicembre 1996). (Avvenire, 16/1/97).
64

* “Forsennati non della giustizia ma della ven- * “Importanti sviluppi nel dialogo interreli-
detta”; tra questi “forsennati” Indro Montanelli gioso”: così titola l’Osservatore Romano (5
annovera anche “la comunità israelitica romana” marzo 1997, p. 8) riferendo di un simposio
per il suo comportamento nel caso Priebke sul “futuro delle relazioni giudeo-cattoliche
(Corriere della Sera, 22/1/97; affermazione nel mondo e in Israele/Terra Santa”. Tra le
ritrattata il 27 gennaio successivo!). associazioni ebraiche presenti, l’immancabile
B’nai B’rith rappresentata dal rabbino Rosen;
* “Ha dato al suo popolo una settimana, per il Vaticano, la Pontificia commissione per
✄ Rassegna Stampa…

minacciando, in caso di risposta negativa, di i rapporti religiosi con l’ebraismo presieduta


chiedere il battesimo per sé, la moglie e i dal “cardinale” Cassidy.
quattro figli ancora in Israele. Ruggero Curiel,
un ebreo veneziano da una trentina d’anni re- * Francia. Jacques Chirac, benché molto
sidente a Tel Aviv, non ha accolto con favore vicino alla comunità ebraica francese, ha ap-
il secco no dato alla sua richiesta di ospitare poggiato recentemente la causa palestinese.
l’anziana madre, cattolica, dalla casa di ripo- Questo non porterà fortuna al presidente
so della comunità israelitica di Venezia” francese, secondo il giornalista François
(Il Corriere della Sera, 27/1/93). Brigneau che in un articolo (Chirac et la
malédiction d’Israel) apparso su National
hebdo (n. 641, 31 ott.-6 nov. 1996, p. 18)
* “Tutti i Cohen sono discendenti di spiega come una analoga presa di posizione
Aaron”: lo annuncia trionfante Actualité Juive costò il posto a De Gaulle nel 1969 e poi a
(9/1/97, p. 17), sulla base di una ricerca ge- Giscard, e danneggiò politicamente Pom-
netica diretta dal prof. Karl Skorecki, della fa- pidou. Il capo del governo, Juppé, ha presto
coltà di medicina di Haifa, in Israele. Lo riabilitato i neo-gollisti, appoggiando le richie-
scopo ultimo di queste ricerche genetiche ste ebraiche di risarcimenti per le vittime
potrebbe essere la restaurazione del sacer- dell’ultima guerra.
dozio dell’Antico Testamento (e quindi del
Tempio di Gerusalemme).

* Alleanza Nazionale. “Così naufraga il grande piano” di Fini (almeno per ora): farsi ricevere, e le-
gittimare, dal premier israeliano Netanyahu. “La Destra trattava in segreto da due anni”, affidando la
missione israeliana a tre suoi esponenti: Marco Zacchera, Roberto Tana e Patrizia Andreassi
(quest’ultima “moglie di un ebreo” e membro “da anni” della “comunità romana”) (La Stampa,
19/12/96, p. 6). Le avances del partito di Fini erano appoggiate dal presidente del partito di
Netanyahu in Italia, il Likud, Isacco Meghnagi: “Alleanza Nazionale è filo-israeliana”, dichiara, ram-
mentando la visita di Fini alle Fosse ardeatine (1993), la condanna dell’antisemitismo, anche se ma-
scherato da antisionismo, al congresso di Fiuggi (1995) e la nomina di Meghnagi stesso
all’Assemblea nazionale di AN (Il Giornale, 20/12/96, p. 6). Ma una fuga di notizie ha permesso al
quotidiano israeliano Yediot Ahronot di pubblicare il telegramma segreto che l’ambasciatore israe-
liano in Italia, Giuda Millò, aveva inviato al suo governo contro la visita di Fini in Israele. Per cui, le
trattative sono saltate. Eppure Alleanza Nazionale aveva già dato prova della sua disponibilità. “Ci
chiedono fatti - racconta la Andreassi - fatti concreti”. “È la stessa richiesta che avanza il presidente
del Centro Wiesenthal, che accetta persino di incontrare Fini nel suo studio di via della Scrofa. E le
richieste israeliane sono di diversa natura: (...) eliminare i testi revisionisti (persino quelli di Nolte), far
visita a Auschwitz, dare una mano nella caccia a chi è ancora sfuggito alla giustizia. E Fini? In via ri-
servata il capo di An - come racconta la Andreassi - ‘apre gli archivi dell’MSI alla Wiesenthal, offre il
patrocinio gratuito alla comunità israelitica romana nel processo contro Priebke’, protesta pubblica-
mente contro l’Argentina che rifiuta l’estradizione dell’ex ufficiale nazista” (La Stampa, 19/12/96, p.
6). Tutto invano, per l’opposizione di Millò, Tullia Zevi e della comunità ebraica italiana. Ma Fini non
demorde: dichiara di “non ritenere realistica la divisione di nuovo di Gerusalemme, che deve restare
(...) sotto la sovranità di Israele” (Secolo d’Italia, 28/1/97, p. 4) e fa pubblicare sul quotidiano di par-
tito (Secolo d’Italia, 4/2/97, p. 6) un articolo che dimostra come tutta la politica del Msi era sempre
stata favorevole a Israele contro i Palestinesi fin dagli anni ‘50 (“La Destra italiana e Israele. Nella
storia dell’intero dopoguerra si possono rintracciare le prove di una scelta di campo inequivocabile.
Sottotitolo: Proprio la condanna dell’antisemitismo ha caratterizzato la svolta di Fiuggi).
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* Risarcimenti I. La legge italiana n. 96/55 prevede “la concessione dell’assegno di bene-


merenza ai perseguitati per motivi razziali”, ma la Corte dei Conti aveva respinto più volte delle
richieste di ottenimento del suddetto assegno presentato da dei cittadini di origine ebraica, poi-
ché essi, ancora bambini ai tempi delle leggi razziali mussoliniane, non avevano subito perse-
cuzione fisica. Ma ultimamente “la Corte dei Conti ha fatto retromarcia sul problema degli in-
dennizzi ai cittadini ebrei vittime di persecuzione razziale, dopo aver negato nei mesi scorsi con
alcune sentenze l’esistenza dei presupposti per il risarcimento da parte dello Stato, in quanto
sarebbero venuti a mancare alcuni requisiti fissati dalle norme in vigore, fra cui quello relativo

✄ Rassegna Stampa…
all’aver subito una violenza fisica. Con una decisione depositata alcuni giorni fa, esattamente il
13 novembre, la sezione giurisdizionale della magistratura contabile per il Friuli-Venezia Giulia è
tornata sui suoi passi e ha fornito un’interpretazione estensiva dell’intera materia riguardante gli
indennizzi per leggi razziali” (Il Giornale, 21/11/96, p. 14). Contro le prime sentenze della Corte
dei Conti si era schierata la Comunità ebraica e anche Alleanza Nazionale, con una interroga-
zione parlamentare di Gustavo Selva (che fu accusato di affiliazione alla loggia massonica P2),
sottoscritta da Gasparri e Tatarella (Il Giornale, 21/12/96, p. 4).

* Risarcimenti II. L’ex sindaco di Trieste Manlio Cecovini (noto massone) ha suggerito alla
Comunità ebraica locale di svolgere ricerche sull’oro “sottratto dai nazisti agli ebrei triestini tra
il 1943 e il 1945”. Il “tesoro”, che è composto di 5 bauli, del valore complessivo di più di 8 mi-
liardi di lire, si trova in un magazzino della Tesoreria centrale dello Stato, e contiene “preziosi
presumibilmente confiscati agli ebrei e non potuti restituire”, perché in realtà non si sa chi
siano i proprietari (Il Giornale, 4 gennaio e 2 febbraio 1997).

* Risarcimenti III. Nell’autunno del 1996 il senatore USA Alphonse D’Amato ha lanciato
una nuova campagna: dopo il boicottaggio internazionale della Libia e dell’Iran, l’accusa alle
banche svizzere di aver trattenuto nei loro caveau i conti bancari degli ebrei “vittime dell’olo-
causto”. La polemica è “esplosa fortissima dopo la richiesta dell’Agenzia ebraica di un fondo
d’indennizzo per le vittime dell’olocausto (250 milioni di franchi, secondo la richiesta di
Avraham Burg, presidente dell’Agenzia) respinta con insolita durezza dall’ex presidente confe-
derale, Jean-Pascal Delamuraz: ‘Un ricatto’” (La Stampa, 19/1/97, p. 11). Delamuraz ha do-
vuto chiedere scusa a Edgar Bronfman, presidente del Congresso Mondiale ebraico (“La
Svizzera si scusa con gli ebrei: pronti a cooperare”, Il Giornale, 16/1/97, p. 24) e l’ambascia-
tore svizzero negli USA, che si opponeva alla richiesta, è stato destituito. L’Agenzia ebraica
aveva infatti proclamato: “Boicottate la Svizzera”; “È nostra intenzione - hanno detto Burg e
Singer in un comunicato - proporre alle organizzazioni ebraiche internazionali che si occupano
della questione un pacchetto di misure economiche e politiche tali da chiarire alle autorità
svizzere, alle banche e alla popolazione svizzera che l’unica politica per loro possibile è di
cooperare con i rappresentanti delle organizzazioni ebraiche” (Il Giornale, 6/1/97, p. 11). “Le
minacce dell’Agenzia ebraica (...) hanno comunque messo in allarme
l’Associazione dei banchieri svizzeri. E quest’ultima ha alzato la voce chie-
dendo al governo un gesto distensivo” (ibidem, 7/1/97, p. 19). Da parte
loro, le Banche (Credito Svizzero, Società di Banca Svizzera e Unione delle
Banche Svizzere) hanno creato un fondo di 100 milioni di franchi svizzeri
(circa 113 miliardi di lire) “a favore delle vittime dell’Olocausto” (Il Giornale,
6/2/97, p. 22). Infine, cede anche il governo svizzero: il presidente Arnold
Koeller ha proposto al parlamento (che dovrà approvare la misura) la
creazione di un fondo di 7 miliardi di franchi svizzeri (circa 8mila miliardi di
lire). “Con questa iniziativa, ha aggiunto il presidente, gli svizzeri ‘faranno
del bene a quanti hanno sopportato indicibili sofferenze 50 anni fa” (Il
Giornale, 6/3/97). Il settimanale svizzero, Gazzetta Ticinese, si chiede
ormai: “La Svizzera è un protettorato?” (9-15/10/96). Il senatore USA
Alphonse D’Amato

* Spacciatori di droga. Otto ufficiali israeliani hanno rivelato che nel 1967, durante la guerra dei sei
giorni, l’esercito egiziano fu battuto anche perché era stato rifornito di hashish da agenti dei servizi segreti
militari israeliani “al punto di impedire loro qualsiasi capacità operativa” (La Stampa, 23/12/96, p. 10).
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* Teologia: “...nel Vangelo che ci parla in * Diocesi di Ferrara. “La legge di Dio e la
continuo dell’amore del prossimo si trovano storia sacra del Primo Testamento è rivela-
frasi come questa, in san zione divina anche per il Nuovo Testamento.
Giovanni: ‘A partire da quel (...) Gesù non è venuto per abolire la legge e i
momento i Giudei cercarono Profeti, ma per compierla, e la Legge durerà
di far morire Gesù’. Delle sino alla fine del mondo...”. Queste parole si
frasi di questo genere non leggono su La Voce di Ferrara-Comacchio
sono innocenti. Bisogna che (11/1/97), settimanale diocesano, in un arti-
io, leggendo la mia colo non firmato scritto in occasione dell’ot-
tradizione cristia- tava “Gior-
na, ne sia co- nata di rifles-
sciente”. Sono le pa- sione e di ap-
role di Mons. Teissier, profondimen-
“arcivescovo” di Algeri. to dei rap-
(Messages du Secours porti tra e-
Catholique, n. 494, luglio-
Mons. Teissier, braismo e
agosto 1996, p. 10).
“arcivescovo” di Algeri cristianesi-
mo”. Due let-
tori hanno
* Portogallo. Il 5 dicembre 1996, esatta- scritto delle
mente 500 anni dopo il decreto di espulsione lettere di pro-
degli ebrei dal Portogallo, il parlamento porto- testa contro
ghese, alla presenza del presidente della questo arti-
✄ Rassegna Stampa…

Repubblica, Jorge Sampaio, di origine ebraica, colo, pubbli-


e del presidente del parlamento israeliano, Dan cate in un nu-
Mons. Caffarra ed il rabbino
Tichon, ha abrogato il suddetto decreto. Luciano Caro
mero succes-
Sampaio ha dichiarato: “Quando è necessario sivo de La Voce (25/1/97, p. 7). Ma un’altra
dobbiamo combattere il razzismo, la xenofo- lettera non è mai stata pubblicata. La potete
bia, il fondamentalismo, la discriminazione, leggere in questo numero di Sodalitium:
l’esclusione, l’intolleranza, il settarismo”. Il 4 di- «Signor direttore,
cembre, a Porto, è stata scoperta una lapide sono rimasto molto interessato dalla di-
portante la seguente iscrizione: “Alla memoria scussione, aperta dalla Voce del 25 gennaio,
di tutti gli ebrei portoghesi, vittime dell’infame sulla “abrogazione” dell’Antico Testamento. Il
decreto del 1496 (...). Che sia ricordata la be- tema è al cuore della nostra fede!
nedetta memoria di coloro che hanno segreta- Sottoscrivo pienamente la citazione della
mente giudaizzato, a rischio della vita, e che Dei Verbum, ma essa non risolve il problema.
purtroppo sono così spesso morti martiri, La legge di Mosè era composta di precetti
Vittime dell’Inquisizione portoghese”. Lo stesso morali, cerimoniali e giudiziali (San Tommaso,
giorno è stata inaugurata la sinagoga di I-II, q. 99). La citazione di Matteo 5, 17-18
Belmonte, per accogliere i marrani battezzati vale certamente per i precetti morali, che
che vogliono tornare apertamente all’ebraismo. Gesù ha portato a compimento, perfezionan-
(Actualité Juive, n. 498, 12/12/96).
doli. Ma quelli cerimoniali e giudiziali sono
* “È volata qualche scintilla a fine ottobre fra abrogati (San Tommaso, I-II, q. 103, a. 3 e 4,
Italia e Israele”. Il Bollettino della comunità ebrai- q. 104, a. 3) e attualmente la loro osservanza
ca (dic. 1996, p. 6) si riferisce alle dichiarazione sarebbe nociva alle anime: “Se vi fate circon-
del ministro degli esteri italiano Dini rilasciate al cidere, Cristo non vi gioverà a nulla” (Gal. 5,
Corriere della Sera il 20 ottobre. Dini avrebbe 2). Per cui è del tutto fuorviante sostituire
detto che Israele farebbe “tutta una serie di pro- l’espressione “Primo Testamento” a quella ri-
vocazioni per mettere fuori i palestinesi da velata di “Vecchio Testamento” (2 Cor. 3, 14):
Gerusalemme”! Il Bollettino della comunità un “primo” può coesistere con un “secondo”,
ebraica cita pertanto soddisfatto le dichiarazioni mentre il “vecchio” è sostituito dal “nuovo”:
antitetiche a quelle di Dini rilasciate da Massimo “parlando di un patto nuovo ha reso antico
D’Alema, Giorgio La Malfa, Furio Colombo e quello di prima: e ciò che si è fatto antico ed
Antonio Martino (ministro degli esteri col gover- è invecchiato, è vicino a scomparire” (Ebrei,
no Berlusconi: “il nostro ministro degli esteri do- 8, 13). “Mutato il sacerdozio, deve mutare
vrebbe pensare e riflettere prima di parlare”). anche la legge” (Ebrei, 7, 12): ora non vige
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più il sacerdozio di Aaron, ma quello di Cristo;


quindi è mutata la Legge, checché ne dica la
Voce secondo la quale essa “durerà sino alla
fine del mondo”. Sino alla fine del mondo du-
rerà semmai il “nuovo ed eterno Testa- Giovanni Paolo
mento”! Potrei continuare a lungo, citando II con il gran
tutte le lettere di San Paolo, che quasi non rabbino di
parlano d’altro... Roma Elio
Toaff in
Dire chiaramente la verità è la base indi- Vaticano il 15
spensabile per ogni dialogo sincero e fruttuoso. aprile 1996
A Lei un cordiale saluto, sperando in una rispo-
sta chiarificatrice da parte del Suo giornale».

Agiografia

“Accetto la morte in nome di Con il nuovo incarico crebbero i possedi-


menti e le ricchezze di Tommaso che diven-
Gesù e della Chiesa”. Vita di S. ne uno dei più potenti baroni del regno; fu,
Tommaso Becket, Arcivescovo anche incaricato dell’educazione del figlio
di Canterbury primogenito del re che formò nel timore di
Dio, l’amore dei popoli e lo zelo per la reli-
SECONDA PARTE: TOMMASO BECKET gione fino al dono della vita se necessario.
DIVENTA CANCELLIERE E POI ARCIVESCOVO.
Ebbe la ricca prebenda di Hastings, la custo-
dia dei castelli di Berkhamsted e di Eye, il
don Ugolino Giugni governo della torre di Londra e di conse-
guenza si vide in poco tempo circondato da
Amico del re e suo cancelliere ogni sorta di persone sempre pronte a strin-
gersi intorno ai potenti. Mostrò subito un

N el 1154 Enrico II salì al trono e fu incoro-


nato dall’arcivescovo di Canterbury
Teobaldo. Il regno di Enrico aveva ridestato
gran lusso per appagare forse il suo antico
desiderio di magnificenza e di larghezza.
Suppellettili preziosissime e vasi d’oro e
speranze di più grande giustizia e prosperità d’argento, abiti sontuosi, cani, falconi e ca-
per l’Inghilterra. L’arcivescovo, per prevenire valli delle migliori razze, grandi banchetti e
le malvagie influenze con le quali i cattivi corti- festini; aveva costantemente settecento sol-
giani cercavano di pervertire il re spingendolo dati armati a sue spese. Molti figli di grandi
ad opprimere la Chiesa, per arricchirsi, o quan- del regno erano inviati presso di lui per esse-
tomeno a non tutelarne i diritti, cercò di affian- re educati nella sua famiglia ed erano riman-
cargli un uomo integerrimo che lo consigliasse dati a casa una volta armati cavalieri.
per il meglio. La sua scelta cadde naturalmente “In mezzo però a tanta grandezza e son-
su Tommaso Becket. Tramite alcuni vescovi, tuosità egli seppe conservarsi puro e casto ed
consiglieri reali, lodò talmente la prudenza, la invano Enrico cercò espugnarne la virtù con
fedeltà, la sincerità e rettitudine del Becket che insidie e con arti indegne di un re, indegnissi-
Enrico espresse il desiderio di conoscerlo. me d’un cristiano. (…) Tale era la virtù di
Tommaso fu presentato al re. L’umore quest’uomo che pure sfoggiava cotanto in
gaio e vivace, il portamento, il suo modo di lusso ed in vanità; sotto le vesti dorate e fra
parlare, la sua gentilezza ed ossequiosità, la magnificenze egli nascondeva un’anima cri-
maturità di spirito che prometteva consigli stiana e pia” (2). Per conservare la virtù im-
saggi da parte sua e lo spirito lontano dal piegava i mezzi di difesa e di forza della reli-
vizio che avrebbe influenzato in bene i co- gione: nei momenti liberi, dopo aver sbrigato
stumi del principe piacquero tanto al re che gli affari della sua carica, si dedicava con fer-
subito lo creò suo cancelliere (1). vore alla preghiera che costituiva la sua deli-
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riacquistati i diritti della corona usurpati dai


prepotenti, restituite le paterne possessioni ai
diseredati. I ladroni spaventati dalla forca
tornavano a vita onesta e la pace e la sicurez-
za nuovamente sorgevano in ogni parte a
prosperare il commercio” (3). Certamente il
Becket in tali circostanze si comportò con se-
verità (alcuni lo accusarono di eccessiva cru-
deltà per essere un ecclesiastico); ma non lo
si può biasimare in quanto egli agiva in qua-
lità di magistrato e come tale, visti i tempi,
doveva usare mezzi appropriati! D’altra
parte “Il nobile regno d’Inghilterra rinnova-
vasi come novella primavera, la Chiesa Santa
veniva onorata, gli episcopati e le abbazie
erano date ad uomini onesti senza simonia,
le cose del re, col divino aiuto, tutte cammi-
navano bene, l’Inghilterra si arricchiva, gode-
va grande abbondanza…” (4). Il re Enrico lo
riteneva come un altro se stesso, un fratello
amatissimo più che un suddito ed un mini-
Enrico II sul trono (Miniatura del XIII sec.) stro, alle volte infatti giocavano insieme
come se fossero fanciulli. Della sua amicizia
zia. Si imponeva privazioni in mezzo all’ab- col re si narra il seguente aneddoto: ordina-
bondanza in cui viveva e praticava in segreto riamente Tommaso, da cancelliere non por-
diverse austerità che aveva letto nelle vite dei tava abiti ecclesiastici (secondo un abitudine
santi anacoreti dell’Egitto e della Palestina. comune al suo tempo) ma ricchissime vesti
Tommaso, nella sua veste di cancelliere, alla moda laica, sovente più belle di quelle
era concorde col re nel comportamento e del re. Un giorno durante l’inverno passando
negli atti, era serio quando si doveva, sapeva assieme ad Enrico II a cavallo per le vie di
scherzare quando era il momento, godeva di Londra, incontrarono un vecchio mendicante
accompagnare il re nei giochi e nella caccia, che rabbrividiva nei suoi cenci. “Non sarebbe
divideva con lui la mensa ed i viaggi. Enrico una buona azione dare a quel poveretto un
lo considerava fidissimo e lo amava più di mantello caldo?” suggerì il re, ed alla rispo-
chiunque altro. Il Becket, conscio del suo do- sta affermativa del cancelliere, con un rapido
vere, combatteva contro l’avidità dei curiali, gesto e una gran risata afferrò il mantello fo-
e le prepotenze dei baroni, ora per l’onore e derato di pelliccia di Becket, glielo strappò
l’interesse del re, ora per il vantaggio della dalle spalle ed esclamando “voglio che il me-
Chiesa o l’utilità dei popoli. L’abilità e l’intel- rito sia tuo!” lo gettò al povero mendico che
ligenza del Becket risultarono preziose per ri- guardava la scena sbalordito (5).
portare l’ordine nel paese tribolato dagli stra- Nel 1158 il Becket fu inviato a Parigi
scichi della guerra civile. Con i baroni usava come ambasciatore per trattare del matrimo-
la maniera forte spalleggiato da Enrico: una nio del figlio del re d’Inghilterra con Mar-
parte del suo lavoro di cancelliere consistette gherita primogenita del re di Francia. In que-
nell’obbligare i baroni a smantellare le for- sta occasione egli sfoggiò una magnificenza
tezze costruite senza l’autorizzazione regia. al di fuori dell’ordinario. Aveva al seguito
L’Inghilterra, che sotto il regno di Ste- qualcosa come duecento persone tra soldati,
fano era stata agitata da guerre di ogni gene- chierici, scalchi, servitori armigeri, figli di no-
re, era, a dire di un contemporaneo, “nei bili armati a cavallo. Carri, cani, uccelli, fal-
primi mesi del regno di Enrico un nido di la- coni, tappeti ed ogni sorta di vettovaglie e
droni, e quasi ogni sua città, verso il mare cibi completavano la spedizione. Al passag-
[era] singolarmente una spelonca di assassi- gio del corteo gli abitanti uscivano per veder-
ni”. Ma con l’opera di Tommaso Becket in lo e saputo che si trattava “solo” del cancel-
pochi mesi cambiò aspetto. “Diroccati i ca- liere del re d’Inghilterra si facevano un’idea
stelli che servivano di rifugio ai malvagi, meravigliosa della grandezza di quel sovra-
tolto il ricovero dei boschi ai malviventi, no, poiché un suo ministro viaggiava con un
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così grande seguito. Giunto a corte fece re- meriti venga stimato degno amico di Dio.
gali ad ogni visitatore acquistandosi il favore (…) Sire non cercate in quest’affare l’utile vo-
di tutti, concluse egregiamente l’affare del stro ma la gloria di Dio e vi assicuro che, se
matrimonio, acquisì inoltre al suo re cinque voi procurerete la sua causa, Egli farà la vo-
fortezze che stavano ai confini delle terre del stra maggiore utilità… ». Poco tempo dopo
re di Francia e che per antico diritto spetta- vedendo che il re ormai inclinava il suo
vano al duca di Normandia. Sulla via del ri- animo a usurpare i poteri della Chiesa, il pio
torno riuscì ad arrestare Guido di Laval, la- arcivescovo, ormai morente gli scriveva an-
drone e nemico del suo sovrano. cora: « Ricordate che la gloria del principe
L’anno seguente Tommaso partecipò a Cristiano risplende singolarmente nell’esse-
fianco di Enrico II alla spedizione di guerra re fedele al pio servizio di quel Signore dal
contro il conte di Tolosa. Egli armò a sue quale viene ogni principato; tenesse bene in
spese settecento cavalieri e ne mantenne mente come la eredità della pace, della gloria,
1200 sul campo di battaglia con il loro segui- della esultazione, si perpetui a chi acqueta le
to di 4000 uomini. Fu il braccio e la mente di procelle della Chiesa sofferente e a chi con
questa spedizione; il re lo volle sempre al suo avventurato o fedele ossequio procura che la
fianco per usufruire dei suoi consigli. sacra sposa di Cristo possa restare unita allo
Combatté egli stesso accanto ai suoi uomini, sposo nella divina dilezione. Ma insieme non
compiendo prodigi di valore con un pugno di mai dimenticasse come provochi contro di sé
soldati, come quando disarcionò Engeralmo l’ira onnipotente del Signore colui che non
di Trie, valoroso cavaliere francese, con il vede con affetto pieno di commiserazione le
quale si era scontrato, prendendogli anche il agitazioni della Chiesa ed in lei opera o lascia
cavallo. Il suo valore gli meritò l’ammirazio- operare tumulti e discordie o, coll’abusare
ne dei suoi stessi nemici. Conservò i presidi della potestà che gli è concessa, favorisce e col
conquistati, altri ne espugnò e quando suo consentimento ringagliarda quella mali-
Enrico dovette ritirarsi da Tolosa, solo zia che non vuole reprimere ed estinguere;
Tommaso tra tutti accettò di restare a presi- poiché è cosa certa che l’inimicizia tra i due
diare i castelli conquistati precedentemente. poteri è indubitata cagione di rovina ai
Per sette anni Tommaso Becket governò regni, fomite agli scismatici e sicuro indizio di
l’Inghilterra, come cancelliere di Enrico II, dannato e cadente principato » (6). Parole
ma il Signore voleva ora che colui che aveva profetiche, quelle di Teobaldo che facevano
mostrato tanto zelo per il re d’Inghilterra presagire lo scontro tra il principe ed il futu-
fosse trovato “servo fedele e prudente” del ro arcivescovo se il primo non avesse desisti-
Re dei re, una volta posto al governo di to dalle sue intenzioni di opprimere la
quella sua chiesa. Chiesa inglese. Enrico d’altra parte, riteneva
di riuscire vincitore nella lotta tra i due pote-
“Presto mi odierete quanto ora mi amate, ri proprio facendo eleggere arcivescovo di
perché non accetto l’autorità che vi volete Canterbury il suo amico e cancelliere
arrogare negli affari della Chiesa”. Tommaso Becket, pensava che essendogli
egli devoto e fido non gli avrebbe procurato
Mentre Tommaso si trovava in Francia al delle opposizioni e dei contrasti.
seguito del re, l’arcivescovo di Canterbury La consuetudine all’epoca era ancora che
Teobaldo più volte l’aveva scongiurato di ri- fosse il sovrano a designare la persona del
tornare in patria, poiché si sentiva sempre vescovo che doveva poi essere approvata dal
più infermo e vecchio ed aveva bisogno del Papa regnante. La lotta delle investiture,
consiglio del suo arcidiacono. Egli infatti come già detto nella puntata precedente (7),
morì il 18 aprile del 1161 lasciando vacante (e qui si trattava proprio dell’investitura cle-
la più alta dignità della chiesa inglese. Poco ricale più importante d’Inghilterra…), con il
prima di morire Teobaldo aveva scritto a dissidio tra il Papa Alessandro III e Federico
Enrico: « Vi raccomando la santa Chiesa di Barbarossa, fa da sfondo alla nostra storia.
Canterbury, dalle cui mani per mio mezzo ri- Il favore che il Becket godeva presso il re
ceveste il governo del regno… A me il quale, lo designava come il più probabile successore
benché indegno, per divina disposizione la di Teobaldo, tanto che tutti i cortigiani lo
ressi fin qui come ho potuto, sostituite tale chiamavano già il futuro arcivescovo. Da
uomo che non si mostri indegno di tanta sede; parte sua il Becket rispondeva che la vita pub-
tale uomo che ami la religione e che per i suoi blica che aveva condotto fino ad allora sem-
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brava escluderlo da una carica così santa e Il re non fece alcuna attenzione alle pa-
terribile e che conosceva quattro poveri preti role del cancelliere ed dispose affinché le
che avevano più diritto di lui a quella dignità. cose andassero secondo il suo desiderio. Il
In generale il clero era contrario all’ele- Becket da parte sua si rifiutava di accettare,
zione del cancelliere poiché poteva giusta- sapeva per esperienza a quali lotte doveva
mente temere, non conoscendo a fondo il essere preparato il primate d’Inghilterra
Becket, che egli avrebbe curato di più gli in- (l’esempio di S. Anselmo d’Aosta non era
teressi della corona che quelli dell’altare. poi molto lontano) e non si sentiva pronto a
Mons. Benigni scrive al proposito: « Strana fu sostenerle. Becket finì per accettare soltanto
la prevenzione dell’ambiente ecclesiastico, dopo l’insistenza del cardinale legato Enrico
forzato a dare a Tommaso la successione di Pisano che riuscì a persuaderlo.
Teobaldo. La fama del cancelliere ligio al re Appena avvenuta l’elezione canonica,
per reprimere i baroni rubesti, fece temere ai Tommaso fu dichiarato libero da tutti gli im-
prelati elettori che conoscevano bene Errico pegni e le promesse di corte. Il sabato di
e credevano di conoscere bene Tommaso, Pentecoste del 1162 a Canterbury Tommaso
che questi diventasse… uno strumento regio fu ordinato sacerdote ed il giorno dopo, do-
per falcidiare i diritti e privilegi della signoria menica dell’ottava, alla presenza del figlio
ecclesiastica. Il fatto mostrò quale fosse l’alta primogenito del sovrano e di molto popolo e
mentalità dell’uomo che avea studiato diritto nobiltà accorsa, ricevette la consacrazione
nell’università bolognese donde il Barbarossa episcopale da Enrico, vescovo di Winchester,
trasse i dottori romanisti per affermare la essendo vacante la sede di Londra a cui spet-
“lex regia”, e che era stato a Roma tutta fre- tava per diritto la consacrazione del Primate.
mente della riscossa ecclesiastica [ispirata Uno dei primi atti del novello vescovo fu
dall’idea gregoriana…! n.d.a.] contro l’op- d’inviare dei legati al Papa Alessandro III,
pressione cesarea. Pochi, opiniamo, hanno che si trovava a Montpellier, per chiedere il
visto chiaro in quella mentalità del cancelliere Pallio (9), simbolo della giurisdizione, che gli
fatto primate. Allora tutti si ingannarono: il fu subito concesso, Tommaso Becket diven-
re nelle sue speranze, il clero nei suoi timori » tava così arcivescovo vedendo approvata da
(8). Altri opponevano il fatto che Tommaso Roma la sua elezione, manteneva però per il
era stato cortigiano e soldato, dimentico momento l’offico di cancelliere del regno.
quasi della sua dignità ecclesiastica, non sa-
rebbe stato forse più dissipatore e divoratore “Quattro occhi vedono meglio di due”.
del gregge che pastore? Avrebbe osato op- Tommaso Becket cambia modo di vivere
porsi ai potenti laici, ed incontrare l’ira dei
suoi antichi amici? La storia mostrerà che le Investito della nuova carica pastorale
vie di Dio non sono quelle degli uomini; Egli, Becket dovette riflettere sulle gravi obbliga-
come già era avvenuto altre volte, poteva sce- zioni che essa portava con sé; egli fu presto
gliersi dei servitori fedeli e santi anche in ripieno del desiderio di adempierla con tutto
mezzo al mondo, tra soldati e avidi cortigiani. lo zelo di cui era capace. Guardandosi indie-
Il re rimase fermo nella sua intenzione di tro considerava come perso il tempo consa-
fare eleggere il Becket a primate d’Inghil- crato agli affari del mondo; pregò quindi
terra; a nulla valsero le sue proteste di inde- Dio di santificarlo affinché potesse degna-
gnità d’incompatibilità della sua vita antica mente lavorare al servizio della Chiesa e del
con la santità della carica: Tommaso capiva suo popolo. « Tommaso incaricò il suo fida-
che se non voleva disobbedire a Dio avrebbe to chierico Eriberto di Boseham di avvisarlo
dovuto, di lì a poco, rompere con il re. Egli di tutto quanto sentiva dire di lui e lo cor-
disse apertamente a Enrico II, quando questi reggesse di qualunque difetto od eccesso po-
gli comunicò la sua decisione: “Se Dio vorrà tesse scoprire nel suo operare dicendo che
per sua disposizione che sia così, voi ben pre- “quattro occhi vedono meglio di due”.
sto mi toglierete la vostra benevolenza. Presto D’ora in poi Tommaso non sarà più il
mi odierete quanto ora mi amate, perché non leggero e snello cavaliere, il guerriero intre-
posso accettare in coscienza l’autorità che vi pido, il nobile splendido: sarà soltanto il
volete arrogare negli affari della Chiesa. Gli servo fedele di Dio » (10). La consacrazione
invidiosi trovata l’occasione propizia si collo- episcopale lo aveva separato dal mondo e
cheranno tra noi e spenta ben presto l’amici- dagli interessi umani; da quel momento egli
zia, attizzeranno un odio perpetuo”. doveva dare tutto se stesso a Cristo, combat-
71

tere per il Suo onore e per la libertà della Zelo per il bene della Chiesa e primi contrasti
Chiesa Sua sposa. L’arcivescovo, posto in
alto a capo di tutta la chiesa inglese, doveva Poneva la più grande diligenza in tutto
essere luce e sale per illuminare e per con- quello che riguardava la Chiesa; in modo par-
servare; tutte le virtù dovevano splendere in ticolare nell’ordinazione dei chierici. Poiché
lui, poiché i sudditi si informano al modello colui che si mette nello stato ecclesiastico
del superiore. In lui doveva trovarsi l’abne- senza aver la vocazione non perde solo se
gazione dei confessori e la fermezza dei mar- stesso, ma trascina con sé tante altre anime
tiri, infatti contro di lui si sarebbero scagliati ed è causa di tanti scandali e dolori per la
tutti i nemici della Chiesa; tutti gli usurpato- Chiesa, Tommaso non lasciava accedere nes-
ri, tutti gli ambiziosi ed i rapinatori lo avreb- suno agli ordini sacri senza averlo prima esa-
bero preso come loro nemico. Nella sua minato personalmente. Lo faceva con la mas-
umiltà Becket si sentiva privo di queste doti sima sollecitudine non fidandosi in questo
ed era conscio di trovarle soltanto nel costa- esame che di se stesso, conscio che la respon-
to del Redentore e nell’amore di Gesù, poi- sabilità del male o del bene che ne sarebbero
ché come dice l’Apostolo “chi mi separerà derivati sarebbe ricaduta sulle spalle del ve-
dalla carità di Cristo? La tribolazione, l’angu- scovo; esaminava accuratamente la pietà, la
stia, la fame, la nudità, il pericolo, la persecu- bontà di vita, la dottrina del candidato. “Se fa
zione, il ferro? … Ma io supererò tutto per danno alla Chiesa un sacerdote non buono,
Colui che mi ha tanto amato” (Rom. VIII, spesso e ancora di più le fa danno e forse
35). Tommaso prese quindi come modelli maggiore un sacerdote ignorante, e compren-
Gesù ed il suo predecessore Anselmo. dendo come sarebbe ingiustizia ed iniquità
La consacrazione episcopale aveva eguale mostrare ai popoli come esemplare
ormai trasformato il Becket in un altro nel bene un malvagio e mostrare alle genti
uomo; l’uomo vecchio aveva ceduto il posto come maestro uno privo di scienza” (11).
all’uomo nuovo che si era rivestito di Cristo. Tra le altre cure per la restaurazione
Nei primi mesi di episcopato, allo scopo di della Chiesa inglese si adoperò per procurare
perfezionarsi entrò nel monastero dei cano- un nuovo vescovo alla sede di Londra, che
nici regolari a Chirstcurch di Canterbury era vacante da qualche anno, nella persona
dove si osservava la regola di san Benedetto. di Gilberto Folioth, già vescovo di Hereford.
Qui si cinse sotto la veste di un cilicio che Costui era amico del Becket ed aveva dato
non smise più fino alla morte e si diede a pe- più volte in passato prova di attaccamento
nitenze e ad austerità gravissime; breve il alla Santa Sede e di zelo per la libertà della
sonno, scarso il cibo, lunga la preghiera, Chiesa, cosicché il primate s’adoperò per ot-
quasi continue le veglie. Soddisfaceva tanto tenerne l’elezione dal Papa e per vincere le
ai doveri di arcivescovo che a quelli di cano- ripugnanze dell’eletto. “Gilberto venne final-
nico regolare di quel monastero; era solito mente eletto e sulle prime andò mirabilmen-
dire “se fin qui abbiamo vissuto tiepidamen- te daccordo con il suo primate sostenendone
te fu per il fuoco di gioventù e per l’ignoran- i diritti, aiutandone le opere e difendendo i
za, ma da ora non ci resta più alcuna scusa”. privilegi della sede cantuariense contro l’am-
Ogni giorno, ad imitazione di Gesù, lava- bizione e la superbia dei baroni e di qualche
va i piedi a tredici poveri poi li serviva a tavo- prelato. Se questa armonia non si fosse mai
la e congedandoli donava loro quattro mone- rotta, se quei due cuori generosi e fatti per la
te d’argento. Duplicò le già consistenti ele- virtù avessero camminato sempre di conser-
mosine per i poveri e i derelitti istituite dal va, se le passioni dell’uno non fossero venute
suo predecessore Teobaldo, dimodoché a a turbare la pace, l’Inghilterra non avrebbe
quest’opera erano consacrate praticamente forse avuto a piangere sul santuario profana-
tutte le decime della sua Chiesa. Era nemico to, sulla religione avvilita. (…) Le sorti avve-
dell’ozio, origine come diceva, di molti dei nire dell’Inghilterra stavano nelle mani di tre
vizi che affliggono l’uomo; o pregava, o medi- uomini, uno santo, uno debole, uno malva-
tava, o leggeva soprattutto gli scritti del suo gio; Tommaso di Canterbury, Gilberto di
santo predecessore Anselmo del quale aveva Londra, Ruggero di York (12). L’unione e la
sempre con sé un libretto di orazioni. Agli concordia di questi tre avrebbe fatto fiorire il
eretici e agli scismatici non dava mai pace ma regno nella pace e nella abbondanza, avreb-
ne impugnava infaticabilmente le dottrine; be ritornato in onore e in potenza la Chiesa,
con gli scomunicati non voleva trattare. avrebbe posto un argine insuperabile alla
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avidità de’ signori, ma lo spirito malvagio li lo zelo per l’integrità dei diritti ecclesiastici su-
disgiunse e ne vennero sventure alla patria, perbia o avarizia, l’austerità della vita ed il suo
alla corona, al santuario. Grande provviden- cambiamento di costumi era indicato come
za almeno che i dolori e la morte di Tom- un’ipocrisia per dominare gli ignoranti ed i
maso distrussero le iniquità di Ruggero e ri- creduli. Il favore del re tratteneva molti di
donarono Gilberto alla virtù, dacché il san- quelli che si ritenevano offesi da lui, ma alcuni,
gue de’ martiri è sempre fecondo” (13). più arditi, passarono la Manica (poiché il so-
Il Becket analizzò l’operato dei suoi prede- vrano si trovava nelle sue terre sul continente)
cessori e vedendo che con poca giustizia in al- e vennero a sussurrare sospetti alle sue orec-
cuni casi avevano donato terre e diritti ai baro- chie lamentandosi della “sfrenata cupidità di
ni ed ai potenti loro congiunti si sforzava di re- signoreggiare del nuovo arcivescovo”, insi-
cuperare alla Chiesa i beni perduti e di riacqui- nuando anche che il Becket voleva appro-
starne i diritti. Quando la giustizia o la pruden- priarsi del supremo potere. Queste dicerie non
za lo richiedevano, conoscendo la noncuranza mancarono di fare del male: ascoltate dappri-
altezzosa e la superbia dei baroni, parlava loro ma come calunnie, poi con indifferenza, finiva-
con franchezza e anche con forza, senza guar- no per essere credute almeno in parte e a radi-
dare ai titoli, ai meriti aviti, alla potenza o alla care il sospetto nel cuore di Enrico (15), ma egli
fierezza, usava indulgenza con coloro che erano si riservò di trattare la cosa una volta tornato
disposti a riconoscere il loro torto, mentre con i in patria. Quando Enrico II ritornò in Inghil-
prepotenti, coi pertinaci, si mostrava inesorabi- terra incontrò con festa ed allegria il suo anti-
le. Assai severo con gli oppressori dei poveri, co cancelliere, che gli riportò il figlio della cui
severissimo coi rapitori delle loro sostanze, re- educazione si occupava. Indescrivibile fu l’af-
putava fatte a sè le ingiurie fatte a coloro che fetto con il quale i due vecchi amici si abbrac-
soleva chiamare con ardente affetto “padroni, ciarono; ogni sospetto era sparito dalla mente
fratelli, figli”. Inutile dire che questo modo di del re, che non si saziava di dare segni di onore
operare gli procurava l’avversione di coloro che e familiarità all’arcivescovo, tanto grande era
si credevano offesi nei diritti che pur non ap- ancora sul suo animo il potere e l’influenza del
partenevano loro, e molti volevano vendicarsi Becket. Le male lingue tacquero rimandando
contro di lui. Molti chierici cortigiani comincia- ad un momento più propizio le loro accuse. In
rono ad avere timore di lui paventando di per- ogni caso questo fu l’ultimo incontro in cui il
dere i loro benefici, magari acquisiti con simo- re d’Inghilterra si mostrò con l’arcivescovo di
nia. “Ma come assalire un uomo che prima di Canterbury tale come si era sempre mostrato
riformare gli altri aveva riformato se stesso? con il suo cancelliere. Enrico II avrebbe dovu-
Come risentirsi quasi di capricci vanitosi delle to rendersi conto del cambiamento del suo an-
opere di un uomo che dava l’esempio di ogni tico ministro, comprendere di avere ormai di-
bella virtù, che pareva non padrone de’ suoi nanzi a sè un uomo in rottura con il passato,
beni ma dispensatore ed amministratore de’ ma preferì chiudere gli occhi…
poveri? E quello che dava più da pensare, Verso la Pentecoste del 1163 Papa Ales-
come accusare così tosto di usurpazione di di- sandro III aveva convocato un Concilio a
ritti colui che ne aveva avuto fino a ieri in mano Tours, al quale presero parte 17 cardinali,
la custodia e la protezione? Le leggi egli le co- 124 vescovi e 414 abati. Tommaso Becket, in
nosceva, della fedeltà al suo principe avea dato quanto primate di Canterbury, vi si recò
tante prove che sarebbe stato malo consiglio
cercare di metterlo in dubbio. Molti e potenti S. Tommaso Becket ritorna in Inghilterra
certamente erano i nemici di Tommaso, dap- (da un salterio inglese del XIV sec.)
prima frenati dal suo grande potere, dappoi
fatti deboli dalla sua virtù” (14). Poiché egli go-
deva ancora della stima e dell’amicizia del re
che lo amava come suo servitore e ministro fe-
dele, per perdere Tommaso bisognava ingan-
nare Enrico; togliere l’affetto dal cuore del so-
vrano e sostituirvi la gelosia e l’odio; a ciò si im-
pegnarono con scaltrezza i nemici del Becket.
Tutto quello che l’arcivescovo faceva veni-
va interpretato a torto e a traverso. La pietà
era ritenuta superstizione, la giustizia crudeltà,
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come rappresentante di tutto il regno; vi fu 7) Cfr. Sodalitium n. 44 pagg. 41-45. Se il lettore desi-
accolto con grande onore e rispetto da tutti i dera saperne di più sulla questione delle investiture eccle-
siastiche può consultare quanto ho già scritto al proposito
presenti e lo stesso pontefice gli mostrò nella vita di S. Gregorio VII. Cfr “Ci rivedremo a
segni particolari di affetto e stima. In questo Canossa… san Gregorio VII e la sua epoca”, 2ª parte, in
concilio furono condannati alcuni errori Sodalitium n. 32 pagg. 3-26 in particolare i paragrafi sulla
dell’epoca e fu rafforzata la posizione di riforma gregoriana e sulla fine della lotta per le investiture.
8) Mons. UMBERTO BENIGNI, Storia sociale della
Alessandro III contro l’antipapa Vittore Chiesa, vol. V, La crisi medievale, Francesco Vallardi
fatto eleggere dal Barbarossa (era un mo- Milano 1933, pag. 235.
mento di scisma) (16). A Tours si manifestò 9) Il Pallio (dal latino Pallium) è un paramento a
anche l’inconciliabile contrasto tra Can- forma di banda circolare di lana bianca, ornata di croci e
terbury e York per il primato in Inghilterra: frange nere che pendono anteriormente e posteriormen-
te. Viene portato sopra la pianeta durante le funzioni li-
l’arcivescovo Ruggero si sarebbe posto fino turgiche dal Papa, dai patriarchi e dagli arcivescovi. Esso
alla fine dalla parte del re, contro Tommaso è il segno della giurisdizione arciepiscopale e viene dato
Becket (12). sempre e solo dal Sommo Pontefice poiché ogni giurisdi-
Fu al ritorno dal concilio che Becket, ve- zione nella Chiesa, sulla terra, viene attraverso di lui.
10) BALAN, op. cit., pag. 83.
dendo la difficoltà di adempiere nello stesso 11) BALAN, op. cit., pag. 100.
tempo il duplice officio di arcivescovo di 12) Di lui si è già parlato nella prima parte di que-
Canterbury e di cancelliere, decise di riman- sto articolo. Cfr Sodalitium n. 44 pag. 45.
dare al re il gran sigillo di stato, chiedendogli 13) BALAN, op. cit., pag. 111.
di nominare un altro Cancelliere al suo 14) BALAN, op. cit., pag. 103.
15) In genere si diceva che la calunnia non piaceva
posto. La sua era una risoluzione presa con a Enrico II, di cui si racconta questo episodio. Ad un
l’intenzione di adempiere al meglio i suoi do- tale che pensava di accattivarsi, il suo favore sparlando
veri, ma il re la prese come un’offesa. Il favo- del vescovo di Worcester, il re rispose nel modo se-
re dei principi, osservano alcuni, è un peso guente: “Forse credevi, pezzo di canaglia, che giacché
io posso dire quel che mi piace ad un membro della mia
che non si può scaricare quando si vuole. famiglia o al mio vescovo, tu o qualunque altro poteva-
Enrico si ritenne come ingiuriato che un te fare altrettanto, calunniandolo e minacciandolo? A
uomo da lui colmato di grazie non fosse più stento mi trattengo dal cavarti gli occhi!” (in J OHN
geloso degli incarichi affidatigli, e cominciò a HARVEY, I Plantageneti, Dall’Oglio 1965). Questo spie-
concepire verso di lui un’avversione che non ga la grande amicizia dimostrata in quell’incontro al
Becket, malgrado le calunnie udite contro di lui.
attendeva che una scintilla per tramutarsi in 16) Secondo alcuni autori in occasione del concilio di
odio, come lo stesso Tommaso aveva predet- Tours, S. Tommaso Becket, cercò di essere sollevato dal
to prima di essere eletto arcivescovo. Papa dal suo incarico pastorale, poiché gli sembrava anche
Il 1163 si chiuse per il Becket con la con- che la sua elezione fosse avvenuta per ispirazione del re.
Alessandro III rifiutò le dimissioni del Becket ma per pa-
sacrazione di due vescovi per le sedi Wor- cificarne la coscienza delicata, volle sanare ogni irregola-
chester e di Hereford da lungo vacanti e per rità dandogli nuovamente per mano ecclesiastica l’ufficio
le quali egli aveva dovuto insistere lunga- pastorale. Di questo fatto non ci sono documenti ma solo
mente presso Enrico affinché lasciasse al testimonianze orali. Cfr. BALAN op. cit., pag. 138.
clero la libertà per l’elezione canonica.
Ruggero di Glocester fu eletto vescovo di
Worchester, Roberto di Melun, noto dotto Recensioni
del suo tempo, fu fatto vescovo di Hereford.

Note SEGNALIAMO AI LETTORI ALCUNI DEI LIBRI


CHE ABBIAMO RICEVUTO IN REDAZIONE:
1) Il Cancelliere “oltre la custodia del gran sigillo, allo-
ra avea il godimento delle prelature e badie vacanti, ammi-
nistrava le baronie ritornate alla corona, sedeva in consi- * R. P. NOEL BARBARA. “Analyse critique
glio anche non chiamato e, quasi un primo ministro, firma- des actes du IIème Congrès Théologique de la
va qualunque commissione, scrittura o patente ed entrava FSPX-Janvier 1996” e “Souvenez-vous dans
nello spedire tutti gli affari importanti”. ABATE PIETRO
BALAN, San Tommaso di Cantorbery e dei suoi tempi, Tip.
vos prières de M. l’abbé Delmasure”. Forts
Dell’Imm. Concezione Modena 1867, pagg. 36-37. dans la Foi, 16 rue des Oiseaux, F 37000 Tours.
2) BALAN, op. cit., pag. 38. Nel primo opuscolo, l’autore critica le tesi
3) BALAN, op. cit., pagg. 39-40. del II congresso teologico di Sì Sì No No. Don
4) Scrive il biografo contemporaneo Guglielmo Murro si è limitato all’intervento dell’abbé
Fitz-Stephen, citato dal Balan (op. cit. 40).
5) Cfr. I Plantageneti, della serie “Le grandi fami- Marcille, P. Barbara fa una breve panoramica
glie d’Europa” Mondadori 1973, pag. 23. di tutti i discorsi di quel congresso. Il secondo
6) Lettere citate dal BALAN, op. cit., pagg. 76-78. opuscolo raccoglie alcuni documenti sul no-
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stro caro confratello deceduto a Cannes l’11 * U MBERTO B ARTOCCI . America: una
settembre scorso: l’omelia pronunciata da don rotta templare. Edizioni della Lisca, Milano,
Nitoglia ai suoi funerali, il comunicato della 1995. L. 22.000. Abbiamo ricevuto molti libri
diocesi, l’omaggio del comune di Théoule-sur- di sapore esoterico, segnaliamo solo questo
Mer, la lettera con la quale l’abbé Delmasure saggio di un professore universitario complot-
comunicò la sua decisione di lasciare la par- tista che spazia dalle crociate alla Rivoluzione
rocchia per difendere la fede cattolica. americana. La storia e le scienze sarebbero il
* R. P. GEORGES VINSON. “Que vais-je frutto di un complotto giudaico-templare con-
faire de ma vie?” e “Dieu est-Il facultatif?” tro la Chiesa (complotto che l’autore sembra
Maison St Joseph, F 38470 Serre-Nerpol. vagamente approvare). Tra i complottatori
Si tratta di due testi direttamente al servi- viene arruolato Cristoforo Colombo. Cosa ci
zio della pastorale: un volumetto di 22 pagine sarà di vero in tutto ciò? Anche il professore
su uno dei problemi più importanti della vita: sembra dubitare, a volte, delle sue tesi fondate
quello della vocazione, e un libro di apologe- su coincidenze “che non possono essere solo
tica (tema sempre d’attualità, oggi più che delle coincidenze”. Per i curiosi inguaribili.
mai) ove Padre Vinson abborda un po’ tutti i * CLAUDE BARTHE. Trouvera-t-il encore
problemi in maniera volutamente popolare, la Foi sur la terre? Une crise de l’Eglise, histoi-
senza le esigenze del teologo (ad es. per l’in- re et questions. F. X. de Guibert, Paris, 1996.
fallibilità, si potrebbe precisare che essa non Abbiamo letto il libro dell’abbé Barthe:
si estende solo a ciò che è rivelato ma anche a merita una più ampia recensione critica che
ciò che è connesso col rivelato, ecc.). contiamo pubblicare sul prossimo numero.
* HENRY COSTON (présente) “Antoine de * Segnaliamo infine, senza ancora averli
Rivarol et l’émigration” e “L’âge d’or des années letti, due libri sulla devozione alla Madonna
noires. Le cinéma, arme de guerre?” Publications del Buon Consiglio. Si tratta di Madre del
H. C., B. P. 92-18, 75862 Paris Cedex 18. I libri di Buon Consiglio di Giovanni Scognamiglio (ma
Henry Coston, uno dei padri nobili dell’anti- attenzione: è un militante della T.F.P.), presso
massonismo, non hanno bisogno di racco- L’Attesa, via Sacconi 4/B - 00196 Roma (su li-
mandazioni. La reedizione di un opuscolo del bera offerta), e di Storia e tradizione del san-
1795 attribuito a Rivarol fornisce a Coston tuario della Madonna del Buon Consiglio a
l’occasione di descrivere le luci e le ombre cura dei Padri Agostiniani di Genazzano
dell’ambiente degli emigrati sfuggiti alla (L. 15.000). Un ultimo consiglio (che è un
Rivoluzione massonica... tra i quali però non buon consiglio!): il libro La passione del
mancavano i massoni. In L’âge d’or... Coston Signore del Padre gesuita Luis de la Palma, da
inizia la sua biografia e, nello stesso tempo, richiedere alle edizioni Ares di Milano.
svela il ruolo della massoneria e dell’ebra-
ismo (come pure dei loro avversari) nel ma- Errata Corrige: su Sodalitium n. 44, pag. 59. Per
neggiare quell’arma di guerra che è il cinema. ordinare il libro di R. Garaudy, il n° di Tel. delle
Come sempre nei libri di Coston troverete edizioni Graphos è il seguente: 010/2468071.
una miniera di documentate informazioni.
* EDOARDO SPAGNUOLO. La rivolta di
Montefalcone. Ed. Nazione Napoletana (Via S. Vita dell’Istituto
Maria a Cubito, 628 - 80145 Napoli). L. 15.000.
Si moltiplicano gli studi sulle Insorgenze,
un po’ meno quelli contro il cosiddetto Ri-
sorgimento. Il libro di Spagnuolo descrive una
insurrezione popolare durante la conquista del
O rdinazione sacerdotale di don Geert Stuyver.
È questo l’avvenimento più lieto, la grazia
più grande, per il nostro Istituto: l’ordinazione sa-
Regno delle Due Sicilie; il suo merito principa- cerdotale di don Stuyver, e quella al suddiacona-
le (assai raro nella nostra pubblicistica) è che si to di don Carlos Ercoli. Dopo il ritiro predicato a
fonda su documentate ricerche d’archivio. Verrua da don Nitoglia e don Ricossa, e dopo
* ION MOTZA. Corrispondenza col Welt- aver rinnovato il giuramento anti-modernista, gli
ordinandi sono partiti per il Belgio, ove il 3 no-
Dienst (1934-1936). Ed. all’insegna del Veltro, vembre 1996 Mons. Mc Kenna o.p. ha conferito
Parma. L. 18.000. Il volumetto pubblica la cor- loro la sacra ordinazione. Dobbiamo ringraziare
rispondenza della guardia di ferro romena Ion di cuore il Vescovo, che si è spostato dagli Stati
Motza, caduta durante la guerra di Spagna, coi Uniti, ed il parroco di Steffeshausen, don Paul
tedeschi del “Servizio mondiale”. Interessanti Schoonbroodt, che ci ha accolto nella sua bellissi-
accenni alla figura di Mons. Benigni. ma chiesa, costruita da lui dopo essere stato al-
75

tuirà don Stuyver in Italia quando questi rien-


trerà in Belgio, prima di iniziare a sua volta l’apo-
stolato dell’Istituto in Argentina.
Don Cazalas inizia il suo ministero in Francia.
L’ordinazione di don Stuyver è stata anticipata per
sostituire don Thomas Cazalas, il quale ha lasciato
l’Italia per iniziare, quale membro dell’Istituto, il
suo apostolato in Francia. Dal mese di ottobre,
quindi, don Cazalas risiede a Tours, 29 rue
d’Amboise, in un appartamento dell’Association
Forts dans la Foi adiacente alla cappella Saint
Michel, e aiuta il R. P. Barbara nel suo ministero.
Due domeniche al mese, don Cazalas si reca a
Raveau oppure a Crezan per la celebrazione della
messa. A Tours, don Thomas ha già dato la prima
comunione a Mathilde Métivier (1 novembre),
L’urna di S. Simonino portata in processione per le vie Richard Guillotin e Bertrand de l’Espinay (8 di-
di Trento l’8 maggio 1955 (Foto Giorgio Rossi Trento) cembre), ha benedetto le nozze di Sylvain Charat
con Estelle Blanchet (17 gennaio) e battezzato il
lontanato, nel 1988, per la sua fedeltà alla Chiesa piccolo Augustin Thily (26 gennaio). Padre
cattolica, dalla chiesa parrocchiale. Don Scho- Barbara ha anche affidato a don Cazalas l’insegna-
onbroodt è stato anche prete assistente del novel- mento del catechismo, con le attività connesse (ad
lo sacerdote, e ha tenuto l’omelia. Don Geert era esempio, un pellegrinaggio a Pontmain il 23 e 24
visibilmente commosso durante tutta la cerimo- febbraio). Riteniamo molto importante il fatto che
nia, resa più solenne dai canti della magnifica co- un sacerdote francese dell’Istituto sia stabilmente
rale parrocchiale, e particolarmente alla fine, presente in Francia, e ringraziamo Padre Barbara
quando ha benedetto per la prima volta i suoi ge- per la fiducia che accorda ai nostri sacerdoti. Gli
nitori, i famigliari e i superiori. Il giorno dopo ha altri centri in Francia sono invece ancora raggiunti
celebrato la prima messa letta a Steffeshausen, e da Verrua: don Nitoglia e don Giugni proseguono
poi si è fermato qualche giorno in Belgio, offren- il lavoro del compianto abbé Delmasure a Cannes,
do per la prima volta il divin sacrificio nella cap- mentre don Murro ha festeggiato, nel febbraio
pella che fu di suo zio, don Valery Stuyver, a 1997, i dieci anni della cappella di Annecy!
Zele. In seguito ha fatto ritorno a Verrua, ove sta Seminario San Pietro Martire. Continuano
terminando gli studi teologici per essere abilitato gli studi dopo gli esami di febbraio; purtroppo
alle confessioni. Durante le vacanze di Natale è Jaime Siordia è rientrato in Messico, a disposizio-
stato invitato dal parroco della sua famiglia, ed ne dei suoi superiori. Sotto la direzione di Carlos
ha celebrato la santa messa, il 28 dicembre, sullo Ercoli, i seminaristi hanno intensificato le attività
stesso altare su cui suo zio celebrò a sua volta, del catechismo, organizzando gite, giochi e persi-
tanti anni prima, la sua prima messa. Il parroco di no creando, a Verrua, un campo da pallacane-
Erpe-Mere ha tenuto una bella omelia sul sacer- stro, per mantenere anche durante l’anno scola-
dozio davanti ai numerosi fedeli (ai quali don stico il buono spirito di fervore delle colonie esti-
Geert ha preferito non fosse distribuita la santa ve della Crociata eucaristica. Viene anche curato
comunione). Poiché l’ordinazione aveva avuto il canto e la musica: i primi apprezzabili risultati
luogo in Belgio, don Geert ha voluto cantare la alla messa di mezzanotte di Natale a Torino.
sua prima messa solenne a Torino, per i fedeli Spagna e Belgio. Don Nitoglia è tornato in
italiani, presso i quali ha iniziato il suo ministero Spagna a gennaio. Se gli amici di Arenas de Iguña
sacerdotale; prete assistente e predicatore è stato sono stati, come sempre, accoglienti, non egual-
don Ricossa (19 gennaio 1997). Don Stuyver è mente si può dire di tutti a Barcellona, dove alcuni
nato a Gent il 14 maggio 1964 da Paul Stuyver e sono stati impressionati dalle calunnie di chi non ci
Leona Van Der Putte. Nel 1988 si è laureato in vuole bene. Pazienza! Don Ricossa ha sostituito
economia e dal 1988 al 1992 ha insegnato in una don Medina a Drogenbos (Bruxelles) ai primi di
scuola secondaria. Nel 1992 è entrato in semina- novembre, ed ha celebrato (ma non predicato,
rio a Verrua, guidato nella scelta da suo zio, don ignorando totalmente il fiammingo) a Zele. Grazie
Stuyver, e da Padre Barbara. Dal 6 aprile 1993 è a tutti gli amici belgi per l’ospitalità.
membro dell’Istituto Mater Boni Consilii. Un depliant sull’Istituto Mater Boni Consilii
Terminati i suoi studi teologici in Italia, don è a vostra disposizione. Lo abbiamo pubblicato in
Stuyver dovrebbe tornare in Belgio per svolgervi varie lingue: fiammingo, francese, inglese, italia-
il suo ministero sacerdotale, iniziando così l’apo- no, spagnolo e tedesco (per non offendere nessu-
stolato del nostro Istituto in quel paese. Intanto, no seguiamo l’ordine alfabetico!). Esso è disponi-
si è avvicinato al sacerdozio, con l’importante bile per tutti i fedeli e specialmente per sacerdoti,
passo del suddiaconato, il nostro seminarista ar- responsabili di gruppi o associazioni che volesse-
gentino Carlos Ercoli che, a Dio piacendo, sosti- ro far conoscere attorno a sé la nostra opera.
76

(però è pubblicità a pagamento!). Segnala Soda-


litium la rivista Continuità di Livorno (anno 1, n. 6, p.
3). Il Giornale dell’Arte (n. 150, dic. 96, p. 8) pubblica
una intervista al pittore Mazzonis sul quadro intitola-
to La Chiesa cattolica che si trova nel nostro oratorio
di Torino (Cf Sodalitium, n. 44, p. 78 e copertina).
Chiesa viva (n. 280, gen. 1997, pp. 12-15) di Brescia
riprende da Sodalitium la recensione al libro di
Garaudy fatta da don Nitoglia. Elio D’Aurora accen-
na al nostro direttore parlando della “messa di san
Pio V” sulla Rivista Lasalliana (n. 3, 1996, p. 198).
Sodalitium era presente alla mostra libraria L’Altra
libreria, organizzata dal Circolo culturale G. B. Vico
di Alessandria dal 4 al 6 ottobre 1996 (p. 14 del cata-
logo). Nuova continuità ideale ricorda la messa al
campo celebrata da don Ricossa a Monte Manfrei
L’ordinazione sacerdotale di don Stuyver a (n. 7-8 del 1996, p. 2). La Repubblica Salute del 13
Steffeshausen in Belgio marzo pubblica molte lettere contro l’obbligo di
Conferenze. Don Nitoglia ha presentato il “staccare la spina” nel caso dei “malati terminali”,
libro di E. Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rith tra le quali una del nostro direttore. Gli articoli di
a Milano (il 25 ottobre) e a Gavirate, in provincia Sodalitium riescono a influenzare anche gli ambienti
di Varese (il 19 novembre). Don Curzio tiene più ostili; è con vero piacere, ad esempio, che consta-
anche regolari corsi sulla dottrina sociale della tiamo come gli articoli su Giovanni XXIII sono stati
Chiesa e le encicliche dei Papi a Torino, e nume- sostanzialmente ripresi dal dott. Carlo Alberto
rose conferenze a Roma. Sempre a Roma, Agnoli in un suo libro e nella sua conferenza al 2°
nell’oratorio san Gregorio VII, conferenza di don convegno teologico di Sì sì no no del 2-5 gennaio
Ricossa sulla Tesi di Cassiciacum seguita da di- 1996 (Cf Tradizione Cattolica, n. 2, 1996, p. 35),
battito, il 5 gennaio. anche se non è stato ritenuto opportuno citare la
Parlano di noi. Lecture et Tradition (B. P. 1, fonte. Poco importa il nome che le diffonde, purché
86190 Chiré-en-Montreuil, Francia) ha recensito il le buone idee siano diffuse...
libro dell’abbé Cekada, Non si prega più come prima. Parlano male di noi... la rivista di sinistra
Le preghiere della nuova messa. I problemi che pon- Avvenimenti (15/1/97, pp. 10-11), citando obiter
gono ai cattolici, edito da Sodalitium (n. 233-234, p. dictus il nostro bollettino in un pittoresco articolo
56). Civitas Christiana di Verona (n. 5-6, ottobre 96- stile anni ‘70 sulla “internazionale nera” (Metti un
gennaio 1997, p. 92) pubblica un’ampia recensione solstizio a messa coi nazi...); la rivista ebraica
del libro di Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rith. Il Dispatch from Jerusalem (organo del movimento
numero speciale de Il silenzio di Sparta (suppl. al n. Bridges for Peace) in un vecchio numero del mag-
6, dicembre 1996, pp. 8-10) dedicato al tema gio-giugno 1994 (per la quale saremmo antisemi-
Massoneria e dintorni pubblica un articolo-recensio- ti)... il Bulletin de l’Occident Chrétien (n. 34, feb-
ne (Genealogia del B’nai B’rith) di Maurizio Blondet braio 1997, p. 1), per il quale invece saremmo
al libro di Ratier. Secondo Blondet, però, il docu- ebrei... e, dulcis in fundo, la Fraternità San Pio X.
mento conciliare Nostra ætate non avrebbe mutato la L’abbé Simoulin, ex-direttore di Ecône e attuale
dottrina della Chiesa sull’ebraismo, malgrado le van- “priore” di Lione attacca direttamente uno scritto
terie al riguardo del B’nai B’rith. Ancora una volta di Padre Vinson, in un articolo intitolato Mate-
Giovanni Paolo II ha degli avvocati d’ufficio che gli rialiter/Formaliter. Per darvi una idea dell’obietti-
fanno dire il contrario di quello che egli pensa (ad vità con la quale riassume la tesi di Mons. Guérard,
esempio, chiamando gli ebrei “fratelli maggiori” vor- l’abbé Simoulin scrive che, secondo questa posizio-
rebbe paragonarli a Esaù! Questo è il “magistero” di ne “abbiamo un papa che non è papa”! Per chi lo
Blondet, non certo quello di Giovanni Paolo II...). desidera, possiamo inviare il testo di una nostra
Purtroppo certe verità non possono essere ammesse breve risposta all’articolo dell’abbé Simoulin.
neppure da scrittori che non esitano, in altri campi, a Almeno, bisogna dar atto all’abbé Simoulin di aver
prendere posizioni scomode e pericolose. Faits & tentato di dare una risposta alla Tesi (seppur cari-
Documents, la lettera d’informazioni confidenziali di caturandola) senza attaccare le persone che la so-
Emmanuel Ratier (n. 17, 1-15 dic. 1996, p. 11) ha re- stengono. Non è quanto ha fatto l’abbé Lorber,
censito l’ultimo numero di Sodalitium francese e an- “priore” di Bruxelles (e questo ci dispiace partico-
nuncia che Sodalitium tradurrà in italiano l’altro larmente a causa della nostra antica amicizia). Sul
libro di Ratier, Les guerriers d’Israël. Nazione bollettino della Fraternità in Belgio, Pour qu’Il
Napoletana (n. 1, febbraio 1997, p. 4) ha pubblicato règne (Febbraio-marzo 1997) è stata pubblicata
l’indirizzo (ed il numero di telefono sbagliato) del una “diffida” contro Padre Vinson e contro i sacer-
nostro oratorio san Gregorio VII a Roma (grazie lo doti redattori di Sodalitium. Ma nel metter in guar-
stesso!). Linea invece (gennaio 1997, p. 11) segnala dia i suoi lettori, l’abbé Lorber non ha minimamen-
l’oratorio di Roma col numero di telefono giusto te risposto ai nostri argomenti, limitandosi a coprir-
77

sufficientemente pronunciata e che l’abrogazione


ufficiale del culto dichiarata da Mons. Gottardi sia
da considerarsi nulla e di nessun effetto. Fiduciosi
nell’intercessione di san Simonino, per l’onore del
quale le rivolgiamo [si tratta di Mons. Igino
Rogger, n.d.a.] questa domanda, la salutiamo cor-
dialmente, in attesa di poter nuovamente pregare
davanti al corpo di questo piccolo santo’. Dall’alto
della sua nuvoletta Simonino ringrazia di cuore. E
promette miracoli”. La prima reazione ufficiale è
quella - a dir poco scomposta - di don Silvio
Franch: “Gargarismi antiebraici”, “sono dei ko-
meinisti moderni con interessi antiebraici, dunque
pericolosi”, “l’antisemitismo è la vergogna di noi
cristiani: con gli ebrei abbiamo fortemente pecca-
Il Martirio di S. Simonino di Trento to”, “falsi cristiani, gente che ha questo livore den-
(scultura in legno del XV secolo)
tro...”, “questa gente sta seduta sul grande sofà
ci di fango e di insulti a livello personale. Una ri- della loro religione, dove fanno i loro sporchi biso-
sposta più dettagliata alla “diffida” dell’abbé gni di borghesucci dello spirito”, “fanatici e pazzi”,
Lorber (che inviamo ai lettori belgi), può essere ri- “non vadano a cercare il corpicino di quel bimbo,
chiesta da chi lo desidera al nostro indirizzo. Da ma vadano in gita a Auschwitz” (11 novembre).
parte nostra, ribadiamo che la nostra polemica con Più moderato (ma è facile esserlo a paragone di
la Fraternità San Pio X non è una questione di per- don Franch) Mons. Rogger della commissione li-
sone (molte delle quali stimabilissime) ma di dot- turgica, che il 12 novembre ribadisce la soppressio-
trina, e che non desideriamo altro che l’unione dei ne del culto e l’occultamento delle reliquie. Il 13
cuori nella fruizione della medesima Verità. novembre i giornali hanno pubblicato le risposte e
Manifestazione a Trento per San Simonino. Il le precisazioni del Sodalizio Cattolico (che ribadi-
10 novembre 1996, dei militanti di Sodalizio sce il proprio rifiuto dell’antisemitismo e la propria
Cattolico di Ferrara, Ravenna, Brescia e Milano, estraneità al movimento di Mons. Lefebvre), men-
accompagnati dal nostro don Francesco Ricossa, tre il 15 anche Avvenire parla della faccenda. Nel
hanno distribuito a Trento, davanti alla Cattedrale, frattempo, la radio diocesana di Trento compiva
alla chiesa di san Pietro e per le strade della città, un passo da noi molto apprezzato: il 14 prendeva
migliaia di volantini sul caso di San Simonino da contatto per telefono con don Ricossa e mandava
Trento, l’innocente fanciullo martirizzato il 23 in onda una sua intervista. Dobbiamo dire che la
marzo 1475 nel corso di un omicidio rituale. Uno radio della Curia ha presentato obbiettivamente il
striscione recante la scritta “Ridateci san caso storico di san Simonino e ha dato piena li-
Simonino” era visibile per tutti davanti alla Cat- bertà al nostro direttore di esporre a lungo la pro-
tedrale. Assieme al volantino, è stata organizzata
una raccolta di firme, mirante a ottenere una revi- Don Geert Stuyver mentre celebra un messa nella chiesa
sione del decreto vescovile del 28 ottobre 1965 (lo di Erpe-Mère in Fiandra
stesso giorno della promulgazione del decreto con-
ciliare Nostra ætate), con il quale Mons. Gottardi
sopprimeva il culto liturgico di san Simonino, co-
patrono di Trento, per riguardi ecumenici verso
l’ebraismo. La manifestazione di fede e di devozio-
ne verso san Simonino, che si è chiusa con la santa
messa, ha avuto uno straordinario successo, susci-
tando tanta simpatia tra i cattolici trentini che non
hanno dimenticato il loro patrono, e riportando
all’onor del giorno il martire occultato (anche fisi-
camente, poiché il suo corpo è stato sepolto in
luogo ignoto) al quale sono state dedicate le ome-
lie domenicali in Cattedrale, ed un servizio televisi-
vo di RAI 3. Il giorno seguente, quasi tutti i princi-
pali quotidiani davano ampio spazio alla notizia:
da quelli di Trento (L’Adige e L’Alto Adige) a
quelli nazionali: Corriere della Sera, Resto del
Carlino, L’Unità, ecc. Il Giornale concludeva così il
suo articolo: “I fedelissimi del piccolo martire
hanno inoltre scritto una lettera accorata alla com-
missione liturgica della curia arcivescovile di
Trento: ‘Ci sembra che l’autorità della Chiesa si sia
«Comunicato alla Stampa
Riguardante l’articolo di Mons. Giovanni Maria
Sartori pubblicato su L’Adige del 23/11/1996.
Sodalizio Cattolico, venuto a conoscenza
dell’articolo di Mons. Sartori (titolo redazionale: Il
vescovo di Trento: “Piena solidarietà per i fratelli
ebrei”) che, benché non diretto al Sodalizio o ai
cattolici trentini firmatari della petizione in favore
della restaurazione del culto di San Simonino
Martire, lo coinvolge direttamente, conscio del
proprio dovere (e diritto) di rispondere a un docu-
mento così grave e importante,
Ribadisce la propria ferma condanna dell’anti-
semitismo, nei termini utilizzati dal magistero della
Chiesa (cf Decreto del S. Uffizio del 25 marzo
1928), ma nel contempo
Chiede pubblicamente a Mons. Sartori:
1) Se egli accetti come documento del mede-
Ultima processione in onore di S. Simonino a Trento l’8 simo magistero la Bolla Beatus Andreas di Papa
maggio 1955, in presenza del vescovo. Per Mons. Sartori
Benedetto XIV e, in caso affermativo, come egli
si tratta di un falso culto! (Foto Giorgio Rossi, Trento)
possa qualificare di “falso culto” quello prestato
pria posizione. In seguito si è svolto un interessan- dalla Chiesa cattolica a san Simonino.
te dibattito tra don Ricossa e don Franch, durante 2) Se egli accetti come documenti del mede-
il quale quest’ultimo, trovandosi nell’impossibilità simo magistero della Chiesa l’atto di consacrazio-
di rispondere, è tornato alla tattica degli insulti, per ne al Sacro Cuore di Gesù nel quale Papa Pio XI
cui il giorno dopo i giornali titolavano: “Lite fra ricorda la verità rivelata (cf, ad esempio: Mt 21,
preti sul culto del Simonino”. Su nostra richiesta la 41; Rom. 9, 25-26; 1 Tes. 2, 15-16) secondo la
Radio diocesana aveva promesso di inviarci la re- quale gli ebrei sono “i figli di quel popolo che un
gistrazione della trasmissione e, in seguito a nostro giorno fu il prediletto (quæ tamdiu populus electus
sollecito, ha affermato di averla già inviata per fuit)”, ed il succitato decreto del S. Uffizio del 25
posta, ma a distanza di quattro mesi non si è visto marzo 1928 che qualifica il popolo ebraico di po-
nulla... Preoccupata da questa relativa benevolen- polo che “fu depositario delle promesse divine
za, la (sparuta) comunità ebraica ha ritenuto bene fino a Gesù Cristo” e di popolo “un tempo eletto
di muoversi in prima persona: il 19 novembre il da Dio (populum olim a Deo electum)” e, in caso
dott. Sergio Marini, di religione ebraica, è stato ri- affermativo, come possa egli parlare della “loro in-
cevuto da Mons. Sartori, vescovo materialiter di sopprimibile dignità di Popolo eletto”.
Trento, su richiesta di don Franch, “responsabile 3) Se egli creda che “alcuni riferimenti ostili o
della pastorale diocesana per il dialogo interreli- poco favorevoli agli ebrei” che si trovano nei
gioso e l’ecumenismo”. Mons. Sartori ha avallato Vangeli riportino esattamente le parole ed i fatti di
le incredibili dichiarazioni di don Franch (“don Gesù, oppure se essi “riflettono le condizioni dei
Silvio ha già manifestato pubblicamente la sensibi- rapporti tra ebrei e cristiani che cronologicamente
lità e l’orrore della Chiesa per certe iniziative”) e, sono molto posteriori a Gesù”, come sostiene la
gentilmente, ci ha dato del pazzo (“È gente che ha nota del Segretariato per l’unione dei cristiani,
perso la testa”). Ma ciò non è bastato al dott. “Ebrei ed ebraismo nella predicazione e nella cate-
Marini, “che ha chiesto un atto ufficiale della chesi della Chiesa cattolica” (24 giugno 1985),
Chiesa”. Detto fatto. Mons. Sartori fa pubblicare mettendo implicitamente in dubbio che Gesù
una sua dichiarazione sulla vicenda da L’Adige (23 abbia mai pronunciato quelle parole che gli attri-
novembre: “Piena solidarietà per i fratelli ebrei”). buiscono i Vangeli, forse a causa di affermazioni
Mons. Sartori ribadisce “la necessità che la comu- come quelle del rabbino Henry Siegman secondo
nità diocesana perseveri nel cammino dell’ecume- il quale “i Vangeli restano una fonte importante di
nismo e del dialogo interreligioso secondo le diret- antisemitismo” (Dieci anni di relazioni giudeo-cri-
tive della dichiarazione conciliare Nostra ætate e gli stiane, Gerusalemme, 1-3 marzo 1976). Purtroppo
orientamenti del sinodo diocesano del 1986”. Mons. Sartori sembra aver già risposto presentan-
Secondo Sartori, valgono come norme direttive do questa “nota” del 1985 come un “punto fermo
quelle del Segretariato per l’unità dei cristiani ri- di riferimento” per la Chiesa di Trento affinché “tutti
guardanti i rapporti con gli ebrei del 1 dicembre ne vivano fedelmente lo spirito”.
1974 e del 24 giugno 1985, per cui egli condanna Il Sodalizio Cattolico, sicuro del fatto che la
come “un falso culto” il culto di san Simonino, ap- Chiesa non può contraddirsi, si sente pertanto
provato dalla Chiesa, e dichiara che gli ebrei con- autorizzato, fino a che Mons. Sartori non dichia-
servano la loro “insopprimibile dignità di popolo rerà, fugando ogni dubbio, di accettare il magiste-
eletto”. Sodalizio Cattolico ha risposto a Mons. ro della Chiesa anche nei documenti citati in
Sartori col seguente comunicato del 27 novembre: questo».
79

Nel frattempo, il 24 novembre, la trasmissione e assicura l’assistenza spirituale di alcuni compo-


televisiva di cultura ebraica Sorgente di vita, dedi- nenti di queste associazioni solo in quanto persone
cava la sua puntata al caso di Trento, ricollegando- private. Con questo non vogliamo affatto causare
lo, grazie alle informazioni di un caro confratello, un danno alle predette associazioni, con le quali
con l’altro caso che coinvolse l’Istituto qualche continueremo a collaborare in azioni di comune in-
anno fa (Cf Sodalitium, n. 37 pp. 52-56). Infine, ci- teresse, ma solo disgiungere chiaramente i fini e le
tiamo gli interventi del mensile della comunità responsabilità, come di dovere per un Istituto reli-
ebraica romana Shalom, del novembre e dicembre gioso aperto a tutti i fedeli e i gruppi, e che non si
1996 (nn. 10 e 11), nei quali si parla di una parteci- identifica con nessuno di essi.
pazione (inesistente) di cattolici veronesi alla ma- Battesimi, matrimoni, defunti. Abbiamo già
nifestazione del 10 novembre, forse (pensiero ma- parlato dei sacramenti amministrati a Tours da
lizioso) per permettere un intervento dello zelante don Cazalas: aggiungiamo qui quanto riguarda i
dott. Papalia di Verona (zelante nell’applicare la suoi confratelli. Il 10 marzo 1997 a Luynes, in
legge “Mancino”, s’intende). Quando a dicembre Provenza, è stato battezzato, da don Giugni,
ci fu la deprecabile profanazione del cimitero Olivier Gastin. Il 12 ottobre 1996, nella chiesa di S.
ebraico di Roma (furono spostate alcune lapidi Maria Maddalena di Pollier Pittet (Vaud, Sviz-
provvisorie e lasciate per terra delle svastiche), zera), don Murro ha benedetto le nozze di
Tullia Zevi, rappresentante delle Comunità ebrai- Alexandre Waizenegger e di Carole Françoise
che italiane dichiarò: “il raid nazista è frutto del Ratton. Sodalitium rivolge i suoi più sentiti auguri
pregiudizio cattolico”, prova ne sia “che questi alle famiglie Gastin e Waizenegger.
fatti avvenivano, come questa volta, a ridosso Il 24 gennaio è mancata a Genova Luciana
delle grandi feste cristiane”. “Ci vorranno genera- Della Casa, vedova Giugni. Era la nonna del no-
zioni perché [il Vaticano II] sia assimilato” ha ag- stro don Ugolino, il quale ne ha celebrato i funerali
giunto la Zevi, parlando di un “antisemitismo cri- a Verrua il 28 gennaio, e l’ha accompagnata alla se-
stiano” (il “più antico”, distinto da quello “scienti- poltura al cimitero monumentale di Torino. La si-
fico” di Chamberlain e da quello “antisionista” le- gnora Giugni aveva fatto con profitto gli esercizi
gato alla questione palestinese). “Nell’ultimo epi- spirituali di Sant’Ignazio e, nei lunghi anni della
sodio sembra di riconoscere tracce dell’antico anti- sua ultima malattia, riceveva spesso i santi sacra-
semitismo cristiano come nel risorgere a Trento menti da don Murro e da suo nipote, che ha avuto
del culto di san Simonino” (Il Resto del Carlino, 31 ancora la ventura di amministrarle l’estrema unzio-
dic. 1996). In realtà, più che la manifestazione di ne e il viatico il 20 gennaio. Alla famiglia Giugni le
Trento, deve aver dato fastidio la messa per più sentite condoglianze di tutto l’Istituto.
Priebke, celebrata dal professore salesiano don Due fedeli sono mancati in Francia: Jean de
Composta; sempre segno, comunque, di una non Varax, il 3 febbraio a Lione, e M.me Coreyer a
totale assimilazione del Vaticano II. Cannes, il 12 febbraio. È alla famiglia de Varax
Sodalitium e Sodalizio cattolico. Sempre su che dobbiamo la decisione di celebrare la messa
Shalom viene scritto: “L’associazione [Sodalizio anche a Lione, per cui siamo particolarmente vici-
Cattolico] afferma di non avere nulla a che fare con ni a Madame de Varax in questo momento dolo-
la corrente fondata da Mons. Lefebvre. Tuttavia roso, come pure ricordiamo lo zelo di Madame
non si può non notare come Sodalizio Cattolico Coreyer per il culto divino in quanto organista
ospiti sul proprio sito [internet] le pagine della cappella N. D. des Victoires a Cannes; li ri-
dell’Istituto Mater Boni Consilii, di cui si presuppo- cordiamo entrambi nelle nostre preghiere. Pre-
ne condivida le finalità. L’Istituto infatti ha lo stes- sentiamo poi le nostre condoglianze al Co-
so indirizzo e numero telefonico di Sodalitium, pre- mandante Rouchette per la perdita della moglie
sumibilmente organo di stampa di Sodalizio Germaine (il 14 marzo), alla signora de Gantes,
Cattolico” (n. 11, dic. 1997, p. 7). L’errore è com- per la morte della madre Thérèse de Gerin-Ricard
prensibile a causa della somiglianza dei nomi (che (l’11 gennaio) e alla comunità di Clos-Nazareth di
sarebbe auspicabile mutare proprio per evitare tale Crézan, per la scomparsa, dopo lunghe sofferenze
confusione), ma già nel n. 44, p. 77, di Sodalitium sopportate con spirito religioso, di suor Maria
avevamo chiaramente scritto, a proposito del- della Natività (il 17 gennaio). A tutti questi fedeli,
l’Istituto (il cui bollettino è Sodalitium) e del e a tutti i fedeli cristiani defunti conceda il Signore
Sodalizio Cattolico, “che si tratta di due realtà asso- il perdono dei propri peccati e la vita eterna.
lutamente distinte e indipendenti l’una dall’altra”.
Questo tanto più che proprio nel dicembre 1996, il SODALITIUM SU INTERNET:
vicepresidente di Sodalizio cattolico è uscito da
questa associazione per fondare il Sodalizio cattoli-
A partire dalla fine del mese di aprile
co italiano (al quale appartiene il sito internet in Sodalitium avrà un sito Internet al seguen-
questione), mentre il Sodalizio Cattolico ha mutato te indirizzo: www.plion.it/sodali
nome in quello di Regnum Christi. L’Istituto Mater
Boni Consilii, che ha finalità esclusivamente reli-
giose, è una realtà assolutamente distinta sia da
Regnum Christi che da Sodalizio cattolico italiano,
SS. MESSE
ITALIA Firenze: Via Ciuto Brandini, 30, presso la
Prof.ssa Liliana Balotta. SS. Messe la lª e la 3ª
Verrua Savoia (TO): Istituto Mater Boni domenica del mese alle ore 18,15 e confessioni
Consilii - Località Carbignano, 36. Tel. (0161) dalle ore 17,30.
83.93.35. Nei giorni feriali, S. Messa alle ore
7,30. Tutte le domeniche S. Messa ore 18,00. Roma: Oratorio S. Gregorio VII. Via Pietro
Benedizione Eucaristica tutti i venerdì alle della Valle 13/b. S. Messa la 1ª e la 3ª dome-
ore 21. Il primo venerdì del mese, ora santa nica del mese, alle ore 11.
alle ore 21.
FRANCIA
Torino: Oratorio del S. Cuore, Via Thesauro
3 D. S. Messa il primo venerdì del mese e Annecy: 11, avenue de la Mavéria. SS. Messe la
tutti i giovedì, alle ore 18,15 e confessioni 2ª e la 4ª domenica del mese alle ore 10 e
dalle ore 17,30. Tutte le domeniche, confes- confessioni dalle ore 9,00. Tel. dall’Italia:
sioni dalle ore 8,30, S. Messa cantata alle ore 0033 4.50.57.88.25.
9,00; S. Messa letta alle ore 11,15. Catechismo
il sabato pomeriggio. Lione: (2ème) 36, rue Comte. S. Messa la 2ª e la
4ª domenica del mese alle ore 17, e confessioni
Valmadrera (CO): Via Concordia, 21- Tel. dalle ore 16,30. Tel. dall’Italia: 0033
(0341) 58.04.86. SS. Messe la lª e la 3ª dome- 4.78.42.14.79.
nica del mese alle ore 10, e confessioni dalle
ore 9,30. Cannes: N.D. des Victoires, 4, rue Fellegara. S.
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mese S. Messa alle ore 9. meniche alle ore 10,30.

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