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N. 60
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Direttore Responsabile don Francesco Ricossa
Autorizz. Tribunale di Ivrea n. 116 del 24-2-84 In copertina: papa San Pio X. Cent’anni fa nel
Stampa: - Ages Torino.
Questo numero della rivista
1907 pubblicava l’enciclica “Pascendi” che condan-
è stato chiuso in redazione il 7/02/2007 nava il modernismo.
✍ Sommario
Editoriale pag. 2
Il cardinal Rampolla era Massone? pag. 5
“Con il Papa e per il Papa”: vita di don Albertario pag. 37
Avviso sulla pratica della cremazione pag. 51
L’elemosina della Messa pag. 53
L’Osservatore Romano pag. 55
“Pontefici come questo e Wojtyla andrebbero bene anche a noi luterani” pag. 58
RECENSIONI pag. 60
Messalino Festivo pag. 60
I Crociati di Pio IX pag. 60
O Regina o Santa pag. 61
Vita dell’Istituto pag. 62
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a molto tempo ormai Sodalitium si state accolte dalla Chiesa. Esse,
fa aspettare, anche se nel frattempo
avete ricevuto il Buon Consiglio, tuttavia, sono state in buona parte
con il calendario per l’anno 2007; ma non si accolte nella Chiesa dal Vaticano II
tratta solo di una brutta notizia, in quanto e da coloro che ne custodiscono
uno dei motivi del ritardo (ormai cronico)
della nostra pubblicazione sta nel fatto che
gelosamente l’eredità!
aumenta il lavoro dei nostri sacerdoti i qua-
li – non dimentichiamolo mai – sono solo nuovo Sillabo, di 65 proposizioni condan-
giornalisti improvvisati, mentre alla cura nate (entrambi i documenti possono essere
delle anime devono consacrare la maggior richiesti al nostro Centro librario).
parte del loro tempo. Amici sinceri – e altri meno – acclama-
Speriamo che il lettore ci scuserà rice- rono in San Pio X il debellatore del moder-
vendo questo numero che inaugura il 2007. nismo e si affrettarono a dichiararne la
Per noi, cattolici, e pertanto antimodernisti, morte; non così il Santo Pontefice, che sa-
il nuovo anno è quello del centenario peva come il male fosse profondo, radicato
dell’Enciclica Pascendi dominici gregis, e, soprattutto, ingannatore. I modernisti si
pubblicata da San Pio X l’otto settembre nascondevano, infatti, “nel seno e nel grem-
1907, contro gli errori del modernismo, che bo stesso della Chiesa, tanto più perniciosi
non è solo un’eresia, ma la sintesi di tutte le quanto meno individuati. (…) Uomini come
eresie. L’Enciclica era stata preceduta, il 3 questi Noi li annoveriamo tra i nemici della
luglio, dal decreto della S. e R. Inquisizione Chiesa (…) In verità non si allontana dal ve-
Lamentabili, contenente una lista, come un ro colui che li considera nemici della Chiesa
3
Che le cose stiano migliorando noi lo spe- Sinagoga e le udienze al B’nai B’rith conti-
riamo, ma non lo crediamo, perché non lo nuano sotto Benedetto esattamente come
vediamo. sotto Giovanni Paolo; quanto ai discepoli
Nello scorso numero di Sodalitium ab- di Maometto la citazione del Paleologo è
biamo posto l’accento sul tema della colle- stata prima rinnegata e poi espiata alla Mo-
gialità episcopale, convinti che Joseph Rat- schea Blu. Ed Andrea Riccardi della Co-
zinger voglia porre mano, al seguito munità di Sant’Egidio, promotrice delle ri-
dell’“enciclica” Ut unum sint di Giovanni unioni di Assisi (l’ultima si è tenuta sotto
Paolo II, alla dottrina del Primato papale, Benedetto XVI) durante la giornata del
visto come principale ostacolo all’ecumeni- dialogo Ebraico-cristiano del 17 gennaio
smo. I fatti ci danno ragione. In occasione 2007, ha proposto come modello comune il
del “pellegrinaggio” a Costantinopoli, che pensiero del rabbino livornese Elia Bena-
ha attirato l’attenzione di tutti soprattutto mozegh (per Benamozegh Israele è il popo-
per la preghiera more islamico alla Moschea lo sacerdotale dell’umanità, la quale deve
Blu, Benedetto XVI ha ribadito al “patriar- osservare i precetti noachidi per seguire
ca” bizantino la sua intenzione di rivedere la Israele). Si corregge almeno la dottrina sul-
dottrina sul Primato papale; e allora si po- la libertà religiosa? Per nulla, al punto che
trebbero aprire anche le porte di Mosca… continuamente Benedetto XVI fa appello
Anche alcuni protestanti si dichiarano alla dottrina della “sana laicità” che non è
disponibili ad accettare un’unione con la quella di Pannella, certo, ma neppure quel-
Chiesa cattolica a condizione, si badi bene, la di Pio XII; il modello è quello della sepa-
di cambiare il ruolo del Papa (cf l’intervista razione assoluta nell’assoluta libertà che vi-
al “vescovo” luterano Johannesdotter a ge negli Stati Uniti.
p. 59). La “chiesa” ecumenica vaticinata da Attendiamo allora “fiduciosi” il “motu
Johannesdotter, cattolica, ‘ortodossa’ ed proprio” sulla Messa che il prelato dello Sri
‘evangelica’ sotto ‘papa’ Ratzinger, è già Lanka sta preparando su domanda di Be-
quella della comunità di Taizé. Fondata in nedetto XVI; per ora però il medesimo pre-
Borgogna da Max Thurian e Roger Schutz, lato ci ha regalato la comunione nella mano
due pastori protestanti, questa comunità di- anche in Polonia, dove sotto Karol Wojtyla
venne famosa – tra l’altro - per aver contri- non era ancora permessa. Se e quando il
buito alla redazione del nuovo messale di decreto sulla Messa Romana sarà promul-
Paolo VI. Sul finire della loro esistenza, sia gato ne prenderemo atto, sapendo però che
Thurian che Schutz sono diventati ‘cattoli- la battaglia della Messa (per la Messa) fini-
ci’, in una maniera però assolutamente sin- rà solo quando non verrà mai più celebrato
golare. Grande fu lo stupore di tutti, ad il rito di Paolo VI (e questo vale per tutti i
esempio, nel vedere, durante i funerali di Sacramenti).
Giovanni Paolo II, il celebrante (era Rat- Uno sguardo onesto sulla situazione at-
zinger) dare la comunione a fr. Roger di tuale deve pertanto riconoscere che nulla è
Taizé: non è forse calvinista? Dopo la sua sostanzialmente cambiato per quel che ri-
morte è stato rivelato che egli era cattolico, guarda i mali che affliggono la Chiesa: ecu-
senza cessare, però, d’essere protestante: menismo, dialogo interreligioso, libertà re-
capisca chi può! (cf p. 56). La “messa” di ligiosa, liturgia ecc.
Paolo VI, ovvero la “messa” di Taizé, è co- Con incrollabile amore per la Chiesa,
me i suoi co-autori: cattolica ma protestan- senza giudicare nessuno (“a prescindere –
te, protestante ma cattolica, ovvero, in defi- così ancora San Pio X - dalla loro intenzio-
nitiva, né cattolica né protestante. ne e dalla loro coscienza, di cui solo Dio è
Questo per quanto riguarda la costitu- giudice”) chiediamo a Dio di mantenerci
zione stessa della Chiesa ed il primato pa- saldi nella fede e nella carità, di consolarci
pale. Che vento soffia sui problemi cruciali nello scoraggiamento, di scacciare la dispe-
del dialogo interreligioso (con le religioni razione che è tentazione per molti, e di far-
non cristiane) e della libertà religiosa (per ci vedere, se lo vuole, il Trionfo della sua
quel che riguarda i rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Affidiamo quest’intenzione a Ma-
Chiesa)? ria, Mediatrice di tutte le grazie.
Per quel che riguarda i non cristiani
(anticristiani, dovremmo dire), le visite alla
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gico e sociale, a partire dagli anni ’20. An- regolarmente ricevuto in Vaticano (anche
che nei confronti della massoneria, iniziò da Benedetto XVI Ratzinger). Nei suoi col-
un lento ma costante progresso d’infiltra- loqui col nunzio Roncalli, il “fratello” Mar-
zione settaria, tramite le discussioni e gli in- saudon aveva chiesto l’abolizione della di-
contri tra esponenti del clero (soprattutto sciplina ecclesiastica contro la cremazione:
gesuiti) e delle Logge; il dialogo porterà, il la domanda fu immediatamente esaudita
25 gennaio 1983, data della ‘promulgazio- da Paolo VI nel 1963. Durante l’assise con-
ne’ del nuovo codice di diritto canonico da ciliare il vescovo di Cuernavaca, in Messi-
parte di Giovanni Paolo II, alla cancellazio- co, Sergio Mendez Arceo, chiese la modifi-
ne della scomunica ai massoni prevista dal ca della disciplina ecclesiastica sulla masso-
canone 2335 del vecchio codice. I saggi con- neria. “…Le dichiarazioni Dignitatis huma-
sacrati al “dialogo” con la massoneria sono nae e Nostra Aetate, approvate dal Concilio
numerosi, sia da parte ‘cattolica’ che da ecumenico Vaticano secondo – scrive Ro-
parte massonica; basti qui citare i notissimi berto Fabiani, anche lui massone – erano
Le grandi concordanze tra Chiesa e Masso- state elaborate da prelati che avevano fre-
neria (Nardini, 1987) e Chiesa e Massone- quentazioni di logge massoniche. Sì, perché
ria. Un DNA comune (Nardini, 1999) del il fatto che nei templi della libera muratoria
sacerdote paolino Rosario Esposito, ove si sedessero dignitari della chiesa cattolica non
troverà materia abbondante e ricca biblio- era affatto leggenda né materia per libellisti
grafia al proposito; non mancarono anche come molti credevano o speravano, ma ri-
delle messe in guardia, fin dai tempi del spondeva a pura verità. E di questi prelati-
Concilio, ad esempio negli scritti di Pierre massoni il più autorevole aveva la statura, la
Virion e Léon de Poncins (4). Mi limito, in dimensione culturale e l’apertura mentale
questa sede, a riassumere cose ben note. Il del cardinale Franziskus König, arcivescovo
dialogo tra alcuni membri del clero cattoli- di Vienna” (5) e figura di primo piano del
co e dignitari della setta massonica iniziò Concilio stesso. Gli anni ‘60 e ‘70 videro
già prima del Concilio Vaticano II. Ricor- svilupparsi, nel clima post-conciliare, nu-
diamo soltanto i casi più noti e importanti: merosissimi incontri tra ecclesiastici e di-
nel 1928 il gesuita padre Gruber aprì il dia- gnitari massonici. Padre Esposito ricorda il
logo con il dignitario massonico Ossian caso di ben undici cardinali: Cushing, Co-
Lang; negli anni ’30 il gesuita francese Ber- oke, Cody, König (del quale si parla di ini-
teloot con la Gran Loggia di Francia (A. ziazione massonica nella Loggia Giustizia e
Lantoine); Padre Berteloot mise in contat- Libertà dell’Oriente di Roma, nell’obbe-
to il Nunzio Angelo Giuseppe Roncalli col dienza di Piazza del Gesù) (6), Etchegaray,
barone Yves Marsaudon al quale Mons. Alfrink, Feltin, Marty, Krol, Brandâo Vide-
Roncalli disse di restare in massoneria; nel la e Lorscheider; molto più numerosi i Ve-
1952, il cardinale Innitzer, arcivescovo di scovi, alcuni dei quali (ad es. Pézéril, Joyce,
Vienna, ricevette Bernard Scheichelbauer, Pursley) parlarono in Loggia, mentre Bran-
Gran maestro della Gran Loggia di Vienna. dâo Videla addirittura in Loggia celebrò la
Il Concilio Vaticano II operò, anche in que- “Messa” e dalla Loggia fu insignito (come
sto campo, una svolta decisa rispetto al pas- pure il card. Arns) di un’alta onorificenza!
sato. Vale la pena di ricordare, innanzi tut- Nel dialogo con la Massoneria si distinse-
to, i rapporti intercorsi tra la Loggia ebrai- ro alcuni sacerdoti che, secondo Esposito,
ca del B’nai B’rith e Giovanni XXIII. Jules avevano facile accesso a Paolo VI, come il
Marx Isaac, membro del B’nai B’rith, ot- gesuita padre Riquet, ed il salesiano don
tenne da Giovanni XXIII un impegno a ri- Miano, del Segretariato per i non credenti,
vedere la posizione cattolica sui rapporti Segretariato diretto appunto dal card. König.
col giudaismo (cf Sodalitium, nn. 40 e 41). Il dialogo sfociò anche in alcune decisio-
Giovanni XXIII affidò al cardinal Bea, ni ufficiali che autorizzavano la doppia ap-
messo a capo del segretariato per l’unione partenenza, alla Chiesa Cattolica, cioè, e al-
dei cristiani (cf Sodalitium, n. 38) le relazio- la Massoneria, seppur solo in alcuni casi
ni con la potente massoneria ebraica; la di- particolari. Il primo documento al proposito
chiarazione conciliare Nostra Aetate (28 ot- è la decisione della Conferenza episcopale
tobre 1965) sarà il frutto (iniziale) di questa scandinavo-baltica dell’ottobre 1966. Nel
collaborazione. Da allora il B’nai B’rith è febbraio 1968 è la stessa congregazione per
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la dottrina della fede, con a capo il card. Se- dersi che abbia influito sul parziale ripensa-
per, ad effettuare un’inchiesta presso l’epi- mento della congregazione per la dottrina
scopato cattolico in vista di una revisione della fede lo scandalo causato dalle denun-
della disciplina sulla massoneria. Rispondo- cie di numerosi giornali (quale il quindicina-
no 13 conferenze episcopali, tutte sostan- le antimodernista Si si no no, diretto da don
zialmente favorevoli a questa revisione; le Francesco Putti, e poi la famosa lista Peco-
prescrizioni del codice di diritto canonico relli, pubblicata dallo stesso giornalista mas-
sono già d’altronde totalmente disattese, ri- sone, poi assassinato, sul numero del 12 set-
sponde al card. Seper lo stesso card. König, tembre 1978 della sua rivista Osservatore
che prepara la sua risposta collaborando Politico) di affiliazione alla massoneria di
con l’alto dirigente della massoneria au- molti e noti ecclesiastici, come i cardinali
striaca Kurt Baresch (testi e storia in Espo- Baggio, Pellegrino, Marchisano, Poletti e
sito, Chiesa e massoneria. Un DNA comune, Villot (questi ultimi due smentirono), non-
pp. 204-218). Il segretariato per i non cre- ché di mons. Bugnini, autore principale del-
denti, diretto dal cardinal König, intraprese la riforma liturgica, allontanato in seguito a
allora un dialogo ufficiale affidato al segre- ciò dalla Curia romana e mandato in “esi-
tario, il salesiano don Vincenzo Miano, e a lio” nella nunziatura in Iran (7). Ancora di
due esperti come Padre Caprile SJ e Padre più dovette influire lo scandalo della Loggia
Esposito SSP: le “Conversazioni Cattolico- massonica P2 di Licio Gelli. Alla Loggia P2
massoniche di Roma e Ariccia”, tenute coi appartenevano, infatti, importanti esponen-
massoni Gamberini, Ascarelli e Comba, du- ti della finanza “cattolica”, quali i banchieri
rarono dal 1969 al 1977. Nel frattempo, la Calvi e Sindona (entrambi inquisiti dalla
lettera del cardinale Seper, della Congrega- giustizia e morti tragicamente e misteriosa-
zione per la dottrina della fede al cardinal mente), nonché l’intimo amico e collabora-
Krol, presidente della Conferenza episcopa- tore del cardinal Lercaro, Umberto Ortola-
le nordamericana, del 19 luglio 1974, sanci- ni; il tutto aveva coinvolto nelle indagini dei
va l’apertura ed il cambiamento, di fatto, giudici italiani lo stesso Istituto per le opere
della legge della Chiesa, ammettendo la di religione (IOR) vaticano, e il suo presi-
doppia appartenenza alla Chiesa e alla Mas- dente, il vescovo Mons. Marcinkus (8). Le
soneria, anche se solo in determinate circo- vicende della Loggia P2 fecero tornare d’at-
stanze. La lettera liberalizzatrice del cardi- tualità le questioni legate all’affiliazione di
nal Seper ebbe ripercussioni in varie Confe- prelati cattolici alla massoneria: un “proble-
renze episcopali che l’applicarono ai loro ri- ma spinoso”, per usare le parole di padre
spettivi paesi: da quella dell’Inghilterra e Esposito nel cap. X (Il clero massone) della
del Galles (1974), a quella del Brasile sua opera, già segnalata, Le grandi concor-
(1975) e di Santo Domingo (1976). L’appro- danze tra Chiesa e Massoneria. Secondo
do di questo dialogo fu il nuovo Codice di l’Esposito, che cita un’ampia bibliografia,
diritto canonico (25 gennaio 1983), che sarebbero documentate le affiliazioni di al-
“abroga” la scomunica dei massoni commi- cuni cardinali (De Bernis, Delci (9), de Ro-
nata da Clemente XII nel 1738 e rinnovata, han, von Trautmansdorf-Vysberg e Branca-
fino ad allora, da tutti i suoi successori. Lo forte, tutti del XVIII secolo) e di una cin-
scandalo provocato dalla soppressione della quantina tra Vescovi e arcivescovi, quasi
scomunica, e dagli incontri che abbiamo de- tutti risalenti a tempi ormai lontani… il che
scritto precedentemente, provocò però una non esclude appartenenze più vicine a noi,
parziale reazione già a partire dal 1980 (di- ma che il massonologo e massonofilo padre
chiarazione della conferenza episcopale te- Esposito preferisce non rivelare. Alla morte
desca contro la doppia appartenenza) che di Paolo VI, tuttavia, la situazione era tale
sfociò nell’intervento della congregazione che il gran maestro del Grand’Oriente
per la dottrina della fede (card. Ratzinger) d’Italia, Giordano Gamberini (occasional-
del 26 novembre 1983 nella quale si afferma mente anche valdese e “vescovo” gnostico)
che, pur essendo cessata la scomunica, vige scrisse di Paolo VI sulla Rivista Massonica
ancora il divieto dell’affiliazione alla masso- (luglio 1978): “Per noi è la morte di Chi ha
neria, e che i massoni non possono pertanto fatto cadere la condanna di Clemente XII e
accostarsi alla santa comunione. Nel frat- dei suoi successori. Ossia è la prima volta –
tempo cosa era successo? Non è da esclu- nella storia della Massoneria moderna – che
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muore il capo della più grande religione oc- ta: “oggi è il Vaticano che propugna quella
cidentale non in istato di ostilità coi Massoni. stessa separazione tra Stato e Chiesa…” (cit.
E per la prima volta nella storia i Massoni da Esposito, Chiesa e massoneria…, p. 170).
possono rendere omaggio al tumulo di un E lo stesso Padre Esposito conclude, per
Papa, senza ambiguità né contraddizione”. così dire, scrivendo: “Il 27 ottobre 1986
Per Padre Esposito, che rispose a Gamberi- Giovanni Paolo II invita ad Assisi i capi su-
ni sulla Rivista massonica nel numero di premi di molte religioni. Tutti pregano per
agosto, “Egli” (Paolo VI) “avrebbe gradito” la pace, ognuno resta nella propria religione
l’omaggio del Gran Maestro. “Nessun gesto e prega con le proprie formule. Lo spirito di
esigeva maggior coraggio – scrive ancora il Assisi, che già si era espresso infinite volte,
sacerdote paolino – di quello che doveva anche se in termini meno solenni e pubblici,
stare alla base della riforma – del ribalta- ha poi compiuto molti altri passi. La Masso-
mento – dei rapporti fra Chiesa cattolica e neria è stata istituita esattamente per impo-
Massoneria”. Ribaltamento previsto, pare, stare questo spirito e lo ha codificato fin dal
da lunga data: “Il domenicano P. Felix A. primo giorno della sua esistenza. Fin da al-
Morlion, molto noto come fondatore lora in loggia si radunano uomini di tutte le
dell’Università internazionale ‘Pro Deo’ [at- religioni, i quali proibiscono a se stessi di
tuale LUISS, n.d.a.] e delle attività collatera- parlare di questo argomento. Ad Assisi i ge-
li, (…) mi confidava un giorno di aver parla- rarchi di tutte le religioni pregavano e parla-
to con l’allora Mons. G.B. Montini dei rap- vano non di religione, un tema che li avreb-
porti disastrosi esistenti fra la Chiesa e la be divisi e contrapposti, ma di pace; in log-
Massoneria. Il Montini gli disse: ‘Non passe- gia i fratelli parlano e pregano per la stessa
rà una generazione, e tra le due società la pa- cosa, o per il perfezionamento dell’uomo,
ce sarà fatta’. L’episodio è stato già da me per lo sviluppo globale, per la beneficenza,
accennato, senza fare il nome del Pontefice, la filantropia. È tolleranza, non è indifferen-
in un articolo pubblicato su Vita Pastorale tismo religioso, né sincretismo religioso. Ci
nel mese di dicembre 1974. Ora che il Ponte- saranno dei malpensanti o degli scandaliz-
fice è deceduto, non ci sono motivi per conti- zati, ma almeno si rendano conto di stare
nuare a mantenere il segreto. E la previsione dalla parte di Monsignor Lefèbvre e non del
– starei per dire: la decisione – s’è verificata Concilio o di Papa Wojtyla” (ibidem, pp.
pienamente; l’incontro col Morlion non do- 12-13). Se così è, non c’è neppur bisogno di
vette aver luogo prima del 1948-1950; la let- affiliarsi alla Massoneria, giacché il seguire
tera del S. Uffizio al cardinal Krol porta la il neo-modernismo trasforma un battezzato
data del 19 luglio 1974, perciò i termini di in un fratello “tre puntini”. Non si è certo
una generazione sono pienamente rispettati”. giunti in un attimo a trasformare (in manie-
Quanto detto fin qui ha lo scopo di di- ra più o meno inavvertita) la quasi totalità
mostrare come, malgrado i circa 3.500 do-
Benedetto XV
cumenti pontifici di condanna della Masso-
neria (tanti ne conta Padre Esposito), non
mancarono mai, e non mancano neppur og-
gi, gli sventurati ecclesiastici che, come
Giuda, tradiscono Cristo e la Chiesa affi-
liandosi alla massoneria o comunque favo-
rendo le sue mire. Di più: dopo il Vaticano
II si può arrivare al punto di poter parlare
di una concordanza tra Massoneria e Chie-
sa cattolica, o meglio: tra la Massoneria ed i
modernisti infiltrati nella Chiesa cattolica.
Padre Ferrer Benimeli, ad esempio, citando
la condanna della Massoneria voluta da
Leone XIII, in quanto essa “lavora tenace-
mente per annullare nella società ogni inge-
renza del magistero e dell’autorità della
Chiesa e a questo scopo diffonde e pretende
la separazione tra Stato e Chiesa” commen-
10
del clero e del laicato cattolico in una gran- articolo di un certo Caubet, pubblicato nel
de loggia massonica. Si può quindi lecita- dicembre 1865 sulla rivista Le Monde ma-
mente supporre che numerose siano state çonnique. Lo stesso Monde maçonnique af-
le infiltrazioni della setta massonica tra le ferma, nel 1868, che Pio IX era stato inizia-
fila del clero cattolico; ma questa supposi- to a Filadelfia, negli Stati Uniti, nel 1823.
zione è ancora lungi dall’essere una dimo- Peccato che Mons. Mastai Ferretti non
strazione dell’affiliazione alla setta del car- avesse mai visitato quel paese… Nel 1878
dinal Rampolla, o di qualunque altro eccle- un’altra rivista massonica, La Chaîne
siastico… d’union, presenta addirittura la testimo-
nianza di un ‘teste oculare’, il padrino stesso
Quando una presunta affiliazione massoni- dell’iniziazione di Mastai, che, questa volta,
ca è invece una calunniosa leggenda si sarebbe svolta nel 1811, a Thionville! Nel
1924, una rivista massonica francese e un li-
Non basta, infatti, una voce, uno scritto, bro stampato a Roma riprendono la calun-
un’affermazione, sull’affiliazione massonica nia. Yves Chiron, in uno studio dedicato al-
di un prelato, sacerdote, vescovo, Papa, per- la questione (13), scrive che “oggi nessun
ché questa voce possa dirsi certa, o anche massone sostiene più questa tesi” ed allega
solo probabile e non infondata. La storia ci in testimonianza una lettera del biblioteca-
offre numerosi esempi di calunniose leggen- rio del Grand’Oriente di Francia del 30
de contro dei campioni della causa cattolica, maggio 1995: dieci anni più tardi il Diziona-
falsamente accusati di appartenere alla mas- rio della Gran Loggia risusciterà, invece, la
soneria. Uno dei casi più famosi è certa- diceria. Diceria che, ricordo en passant, col-
mente quello di Papa Benedetto XIV (Pro- pisce anche, non so se con più fondamento,
spero Lambertini), il quale rinnovò la sco- il segretario di Stato di Pio IX, il cardinal
munica di Clemente XII contro la massone- Antonelli (1806-1876), che pur fu “amico
ria e intervenne presso il Re di Napoli, Car- devotissimo di san Giovanni Bosco” e, natu-
lo III, affinché vietasse ed estirpasse la setta ralmente, “intimo” di Pio IX, di cui fu fede-
dal suo Regno. Eppure, gli ipocriti omaggi le servitore per tutto il pontificato, fino alla
di Voltaire, Swedenborg e Walpole al Pon- morte (così l’Enciclopedia Cattolica) (14).
tefice, e le voci sulla Loggia Romana raccol- Neppure la gloriosa figura del Cardinal Ot-
te dal teologo protestante e massone Mün- taviani è stata risparmiata. L’ultimo segreta-
ster, valsero al Papa l’umiliazione di essere rio del Sant’Uffizio, colui che si oppose in
sospettato di essere lui stesso un massone, il Concilio alle novità moderniste, colui che
che lo spinse, tra l’altro, a rinnovare la sco- sottoscrisse il Breve Esame Critico del No-
munica contro i suoi calunniatori. Ma a nul- vus Ordo Missae, sarebbe stato massone, al-
la valse il suo zelo antimassonico contro il meno secondo le insinuazioni, ben poco cre-
pregiudizio, se ancora nel 1911 – come scri- dibili, del venerabile della famosa Loggia
ve Francovich - P. Duchaine avallava la fal- P2 del Grand’Oriente d’Italia, Licio Gelli
sa notizia dell’iniziazione del Lambertini (15). I fatti documentati (e Gelli lo ammette)
(10), e nel 1961 il fr. Lesaint la diffondeva – mostrano piuttosto l’intima amicizia tra il
come riferisce Coston – sulla rivista Pax (11). cardinal Lercaro, esponente di punta del
Dura a morire è anche la leggenda riguar- progressismo conciliare ed artefice della ri-
dante Pio IX. Il grande e santo Pontefice, forma liturgica, col braccio destro di Gelli,
che condannò la massoneria in almeno 28 Umberto Ortolani, ed invece ecco che nep-
importanti documenti, è stato accusato di pure il nome di Ottaviani è risparmiato! Bi-
essere lui stesso massone, e la calunnia dura sogna dar credito alle insinuazioni di un
ancor oggi, poiché il Dictionnaire des massone, giacché il demonio è il padre della
Francs-Maçons européens, pubblicato nel menzogna? In questo Gelli (ancora vivente)
2005, lo annovera tra i “fratelli” della Log- è degno erede della Rivista della Massoneria
gia Eterna Catena dell’Oriente di Palermo italiana, la quale pubblicò, in due puntate, il
fin dal 1839, e trova una conferma di ciò nel 1 agosto 1892 e nel giugno-luglio 1895 degli
fatto che “la sua appartenenza alla massone- elenchi di ecclesiastici massoni. “I due elen-
ria fu rivelata alla tribuna dell’assemblea na- chi non hanno i carismi della severità”, scri-
zionale, a Parigi, dal fr. Charles Floquet” ve Padre Esposito. “Il torto della rivista –
(12). La fonte non citata del dizionario è un continua – (…) è anche quello di non con-
11
trollare fino al raggiungimento della certez- cardinale Rampolla. Da allora, dal 1929, la
za, talune affermazioni che o appaiono ma- versione “Rampolla-massone”, che deve la
nifestamente infondate, o non sono sufficien- sua capillare diffusione ai numerosi scritti e
temente illustrate; in questo senso ricordere- conferenze del Marchese della Franquerie
mo le insostenibili affermazioni di questo pe- negli anni ’70, si è arricchita di nuovi ele-
riodico (1895, 146) a proposito di Clemente menti. La presento così com’è esposta nel
XIV, di S. Antonio Maria Claret o del No- libro L’Eglise eclipsée? (Delacroix, 1997,
cedal” (16). Il grande esperto di massoneria seconda edizione), opera collettiva de Les
(e nemico della setta) Henri Coston, scrisse amis du Christ-Roi. “Alla morte di Leone
dunque, nel 1964, parlando del caso Ram- XIII – si legge ne L’Eglise eclipsée alle pa-
polla, dopo aver esposto i casi simili di Be- gine 72-73 della seconda edizione – la Mas-
nedetto XIV e Pio IX (“L’accusa portata da soneria pensò che era venuto il momento di
degli antimassoni contro Mons. Rampolla installare uno dei suoi sul trono di S. Pietro.
assomiglia a quella portata dai massoni con- Il suo ‘uomo’ era il cardinale Rampolla del
tro Pio IX” p. 172): “conto tenuto di quello Tindaro!
che abbiamo detto e salvo eccezioni che Segretario di Stato di Leone XIII, il car-
ignoriamo – non possiamo naturalmente dinal Rampolla era un alto iniziato che rice-
prendere per oro colato le affermazioni veva, nelle Logge che frequentava, le istru-
dell’autore de ‘Les Fils de la Lumière’ (Ro- zioni luciferine per applicarle nel governo
ger Peyrefitte) – sembra molto improbabile della Chiesa. Fondò in Vaticano una retro-
che dei sacerdoti della Chiesa cattolica roma- loggia che doveva reclutare i più alti dignita-
na siano massoni” (17). Nel 1992 Coston è ri della Santa Sede.
più severo (nel frattempo c’è stato il Conci- Durante le sue vacanze in Svizzera, il
lio): dopo aver ricordato il caso Rampolla e cardinal Rampolla si recava ogni sabato in
il caso Le Nordez, conclude: “se abbiamo una retro-loggia presso l’abbazia di Einsie-
parlato a lungo dei casi Rampolla e Le dlen e ogni quindici giorni nella Loggia di
Nordez è per mostrare fino a che punto è Zurigo, per ricevervi le istruzioni del Potere
difficile dimostrare l’appartenenza massoni- Occulto: disarmare i cattolici di Francia me-
ca di personaggi altolocati. (…) Cionono- diante il loro ‘ralliement’ alla repubblica
stante, non c’è fumo senza fuoco, secondo il massonica; e fondare una retro-loggia all’in-
noto proverbio, per cui, se è difficile dimo- terno della Chiesa, capace di fornire gli alti
strare l’affiliazione di alti prelati a delle so- dignitari della Santa Sede, come i cardinali
cietà segrete, in mancanza di documenti au- Ferrata, Gasparri, Ceretti, Bea ecc.
tentici, si può a giusto titolo considerarli per Questa Loggia di Zurigo faceva parte
lo meno come alleati oggettivi della Masso- dell’O.T.O., l’Ordo templi orientis di cui, in
neria, nella misura in cui il loro comporta- effetti, Rampolla era membro. Era arrivato
mento o la loro politica sono conformi alle ai più alti gradi dei culti luciferini, poiché
intenzioni, agli scopi, al piano delle retro- apparteneva all’Ottavo e Nono grado
logge, che sono invece ben note” (18). Antici- dell’O.T.O., gli unici gradi che autorizzava-
pando la mia conclusione, è difficile andar no ad avvicinarsi al gran maestro generale
oltre il giudizio di Henri Coston, e di pro- nazionale e al capo supremo dell’Ordine,
clamare certo e dimostrato ciò che lui stesso chiamato ‘brother superior’ (fratello supe-
ammise essere ancora, allo stato dei fatti, riore) o O.H.O. (Outer head of the Order).
non dimostrato (19). Non è senza interesse sapere che l’Ordo
templi orientis fu fondato da Aleister Cro-
L’iniziazione massonica del Cardinal wley, considerato il più grande satanista dei
Rampolla: stato attuale di questa tesi. tempi moderni. (…) Monsignor Jouin, fon-
datore e direttore della Revue Internationale
Le prime notizie su di un’eventuale ini- des Societés Secretès (R.I.S.S.), avendo le
ziazione massonica del cardinale segretario prove dell’affiliazione del cardinal Rampol-
di Stato di Leone XIII risalgono – come ve- la, incaricò il suo capo redattore, il marche-
dremo meglio – al 1929, ovvero 15 anni do- se della Franquerie, di mostrarle ai cardinali
po la morte del prelato, e ben 26 anni dopo ed ai vescovi di Francia.
il famoso conclave durante il quale il cardi- Félix Lacointa, direttore del giornale ‘Le
nal Puzyna pose il suo veto all’elezione del bloc anti-révolutionnaire’ (ex-Le Bloc catho-
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lique) testimoniò, da parte sua nel 1929: ‘Nel Jouin dichiarò pure che era stato lui stesso a
corso del nostro ultimo incontro (con Mons. supplicare l’Austria di far uso del suo diritto
Marty, vescovo di Montauban), poiché lo te- di esclusiva per sbarrare la strada al trono di
nevo al corrente delle scoperte fatte recente- Pietro a un massone”. L’anonimo “inter-
mente e poiché il discorso cadde sul cardinal nauta” si è probabilmente ispirato al recen-
Rampolla del Tindaro, mi disse che, nel cor- te libro di Craig Heimbichner, Blood on the
so della visita ad limina che fece a Roma, altar. The Secret History of the World’s
qualche tempo dopo la morte dell’ex- segre- Most Dangerous Secret Society, (Emissary
tario di Stato di Leone XIII, fu chiamato da Publications, 2005). Di questo libro, (che
un cardinale (Merry del Val, segretario di non ho letto), sono state pubblicate delle
Stato di san Pio X)… che gli raccontò con recensioni assolutamente favorevoli nella
numerosi dettagli che alla morte del cardinal stampa “tradizionalista”; ad esempio sulla
Rampolla furono scoperte tra le sue carte le rivista teologica dei domenicani di Avrillé,
prove formali del suo tradimento. Questi do- Le Sel de la terre (n. 56, primavera 2006, pp.
cumenti furono portati a Pio X. Il santo 190-196), ed sul bollettino Sous la bannière
Pontefice ne fu sconvolto, ma volendo pre- (n. 126, agosto 2006, pp. 4-11) in un articolo
servare dal disonore la memoria del prelato firmato Félix Causas ed intitolato Le F.˙.
fellone e con lo scopo di evitare uno scanda- Rampolla del Tindaro. Un cardinal affilié à
lo, disse molto scosso: ‘Disgraziato! Brucia- la Contre-Eglise luciférienne. Entrambe le
te! E le carte furono gettate alle fiamme in riviste sono dichiaratamente “lefebvriane”,
sua presenza’ (Virebeau: Prélats et franc-ma- ma il bollettino informatico Virgo Maria,
çons, Paris 1978, p. 28). pubblicato dall’abbé Marchiset, di tenden-
Al Conclave, il cardinal Rampolla con- za sedevacantista-lefebvriana, ha intera-
centrò su di lui la maggioranza dei voti, ma mente ripreso ed approvato l’articolo di
il cardinale dell’Impero austro-ungarico, Causas (Virgo Maria, 9 ottobre 2006,
Pusyna (sic), intervenne, e dichiarò che il www.virgo-maria.org). Sulla scia di Heim-
suo governo si opponeva all’elezione di bichner, Causas giunge ad affermare che
Rampolla. Il Sacro Collegio elesse così al tutti i Segretari di Stato, da Pio IX ad oggi,
suo posto il cardinale Giuseppe Sarto, che sono stati nominati dalla massoneria, e a
prese il nome di Pio X (nota: le rivelazioni criticare, tra gli altri, gli stessi Pontefici San
relative all’episodio del cardinal Rampolla Pio X, Benedetto XV e Pio XII. Sono state
sono tratte dal documento: ‘Le Bloc Anti-ré- queste affermazioni, gravemente calunnio-
volutionnaire’, n. giugno-luglio 1929: ‘Le se verso la Chiesa e dei legittimi pontefici,
frère Rampolla’). che mi hanno spinto a scrivere questo arti-
I massoni erano quindi quasi riusciti, colo: una cosa è mettere in dubbio la fedel-
all’inizio del XX secolo, ad avere il ‘loro pa- tà di un alto prelato, fosse anche un cardi-
pa’ a capo della Chiesa nella persona del nale; altra cosa accusare la Chiesa stessa,
cardinal Rampolla del Tindaro. come di fatto, oltrepassando ogni limite
Una volta eletto, San Pio X, per avversa- della decenza, fa l’articolo di Sous la Ban-
re l’infiltrazione nemica nel clero, richiese a nière. Vedremo quindi assieme, cari lettori,
ogni sacerdote il giuramento anti-moderni- quali sono gli argomenti a favore della tesi
sta al momento della sua ordinazione”. che sostiene che il Cardinale fu affiliato alla
Fin qui la citazione de L’Eglise eclipsée. massoneria, e quali gli argomenti in contra-
Un anonimo ha aggiunto le seguenti infor- rio, per concludere poi con una severa con-
mazioni in un articolo consacrato a Maria- danna di un certo spirito di diffamazione e
no Rampolla del Tindaro nella “libera enci- denigrazione della Chiesa tutta che serpeg-
clopedia” virtuale, Wikipédia: “Dopo la gia, purtroppo, tra alcuni “tradizionalisti”,
sua morte [di Rampolla] un prelato france- macchiando così il buon nome dei veri di-
se, Mons. Jouin, fondatore della Revue in- fensori della fede cattolica integrale contro
ternationale des sociétés secrétes, rese pub- gli errori del modernismo.
bliche delle carte che provavano, secondo Iniziamo così il nostro “processo”, ri-
lui, l’appartenenza del defunto Rampolla al- cordando di già come, in vita, il cardinal
la massoneria. Anzi, il prelato sarebbe stato Rampolla non fu mai giudicato dai tribuna-
gran maestro dell’Ordo Templi Orientalis li della Chiesa (gli unici competenti, d’al-
(sic) (OTO), una loggia esoterica. Mons. tronde, nei suoi confronti) per questa sua
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presunta affiliazione massonica; eppure sa- La parola alla difesa. È questo l’argo-
rebbe stato un dovere di chi avesse avuto mento più noto al pubblico in favore
dei sospetti al proposito il denunciarlo dell’affiliazione massonica di Rampolla, ma
all’autorità ecclesiastica (can. 2336§2) per non è né il più antico (Felix Lacointa, mi
violazione del can. 2335, che vieta sotto pe- sembra, non ne fa cenno) né il più fondato.
na di scomunica l’iscrizione alla massone- Anzi, è l’unico che si può dimostrare asso-
ria, e per i chierici, aggiunge la pena della lutamente falso. Incominciamo col far giu-
sospensione e della privazione di ogni be- stizia di alcuni particolari, assolutamente
neficio, ufficio, dignità e pensione ecclesia- erronei, di questa tesi. Dopo la morte di
stica (can. 2336§1). In assenza di un giudi- Leone XIII, avvenuta il 20 luglio 1903, i 62
zio ecclesiastico, e del tutto all’oscuro del cardinali presenti a Roma si riunirono in
giudizio divino, cercheremo con gli argo- conclave il 31 luglio seguente per eleggere
menti dello storico, che sono sempre e solo il suo successore. Dopo sei scrutini, il 4 ago-
i documenti, di avvicinarci alla verità. sto fu eletto il cardinale Giuseppe Sarto,
Patriarca di Venezia, che divenne così il
Primo argomento: il veto di esclusiva grande San Pio X. Al primo scrutinio (1
dell’Imperatore durante il Conclave del agosto), si delinearono immediatamente le
1903 contro il Cardinal Rampolla differenti tendenze del Sacro Collegio. Il
Cardinal Rampolla, sostenuto dal voto una-
La parola all’accusa. “È opportuno ri- nime dei cardinali francesi e spagnoli (in
cordare che il Cardinal Rampolla era prati- sintonia, anche con gli auspici dei rispettivi
camente eletto, ma che l’Imperatore d’Au- governi) ottenne 24 suffragi; il Cardinal
stria, conoscendo senza dubbio l’apparte- Gotti, gradito piuttosto ai governi degli Im-
nenza del Segretario di Stato di Leone XIII peri centrali (Austria e Germania), ne ot-
alle retro-logge, mise il suo veto. Questo ve- tenne 17; i voti dispersi tra altri candidati
to assolutamente provvidenziale impedì a risultarono 21, dei quali 5 per il cardinal
un supposito di Lucifero di salire sul Trono Sarto che poi sarà eletto; il quorum dei due
Pontificio ed ebbe per benefico risultato di terzi dei voti era fissato a 42 voti. Quando,
farvi salire un Santo” (Marchese de la Fran- il mattino del 2 agosto 1903, all’inizio del
querie, Saint Pie X, sauveur de l’Eglise et de terzo scrutinio, il cardinale Puzyna de Kol-
la France, ed. Résiac, 1976, p. 3). “C. Heim- zielsko, principe vescovo di Cracovia, di-
bichner ci precisa che fu Monsignor Jouin chiarò in nome di “Sua Maestà Apostolica
che fece decidere l’Imperatore d’Austria ad l’Imperatore, Re d’Ungheria” l’esclusiva
usare del suo diritto di veto per neutralizza- contro il cardinal Rampolla, quest’ultimo
re Rampolla, quando fu quasi certo che que- aveva ottenuto al secondo scrutinio solo 29
sto massone e satanista dell’O.T.O. stava voti, e si fermò a 30 (senza più andar oltre)
per essere eletto papa. Monsignor Jouin, che dopo l’intervento del porporato polacco:
aveva previsto la piega che avrebbe preso il ben lontano, quindi, dai 42 voti necessari
conclave, persuase allora l’Imperatore Fran- per l’elezione. È quindi storicamente infon-
cesco Giuseppe d’Austria-Ungheria a invo- data la tesi secondo la quale fu il veto
care il ‘diritto di esclusiva’, che risaliva al dell’Austria ad impedire l’elezione di Ram-
XVII secolo, clausola da tempo dimenticata polla: essa non fu resa impossibile dal veto
di un trattato tra Vienna e il Vaticano. Trat- (i cardinali protestarono, anche ufficial-
tato che dava a Francesco Giuseppe il pote- mente (20) contro l’inammissibile interfe-
re di veto sull’elezione di un papa. Fu così - renza di un potere secolare sul conclave),
grazie a Monsignor Jouin, il venerato prela- ma dal fatto che Rampolla, semplicemente,
to ben al corrente delle manovre delle socie- non aveva, fin dall’inizio, i voti necessari
tà segrete - che Rampolla fu messo da par- per l’elezione. Il Veto imperiale, semmai,
te!” (Felix Causas, in Sous la Bannière, cit., aveva rischiato paradossalmente di ottene-
pp. 8-9). “I massoni quindi, all’inizio del re l’effetto contrario! (21). In secondo luogo,
XX secolo, erano quasi riusciti ad avere ‘il è impossibile che Mons. Jouin abbia deciso
loro papa’ a capo della Chiesa nella persona l’Imperatore a far uso (o meglio, abuso) del
del cardinal Rampolla del Tindaro” (Les suo “diritto” di veto contro il Cardinal
Amis du Christ-Roi, L’Eglise eclipsée, De- Rampolla, secondo la versione di Wikipe-
lacroix, 1997, p. 73). dia e di Causas, al seguito di Heimbichner.
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Non solo, infatti, è inverosimile che l’Impe- nato a Sarajevo dalla setta, e che intratte-
ratore Francesco Giuseppe si sia fatto con- neva con l’Imperatore pessimi rapporti)
vincere ad un passo così grave da un sem- (24). La politica ecclesiastica di Francesco
plice parroco, per giunta di una nazione Giuseppe, infatti, fu positiva tra il 1850 e il
straniera, qual’era Mons. Jouin, ma, soprat- 1855 (data del concordato stretto con la
tutto, perché nel 1903, quando si svolsero i Santa Sede), quando eliminò la legislazione
fatti, Mons. Jouin non si occupava assoluta- giuseppinista dell’Austria; ma, soprattutto
mente di questioni massoniche. Sono pro- dopo la sconfitta del 1866, sotto il governo
prio le Edizioni Saint-Rémy, vicinissime al- del protestante Beust, l’Austria promulgò
le associazioni CSI (Catholici semper idem) tutta una serie di leggi anticattoliche che
e Amici di Cristo Re che hanno avuto il me- sfociarono nella denuncia unilaterale del
rito di ripubblicare la vita di Monsignor concordato, il 30 luglio 1870, in avversione
Jouin (1844-1932) scritta dal canonico Sau- alla proclamazione del dogma dell’infallibi-
vêtre. Fu solo all’età di 65 anni che colui lità pontificia. Fu così che mentre dal mon-
che fondò e diresse fino alla morte la do intero dei volontari accorrevano per la
R.I.S.S. (Revue internationale des Sociétés difesa di Roma e del Papa, il governo au-
Secrètes) iniziò a interessarsi al complotto striaco non mosse un dito in difesa di Pio
massonico, in seguito ad un incontro con IX, e minacciò addirittura uno scisma. Con
l’ex segretario del Grand’Oriente di rue la “Triplice Alleanza”, l’Austria-Ungheria
Cadet, Jean-Baptiste Bidagain (1870-1926) si legava in una alleanza militare con la
(22), colui che – nel contesto dell’affaire des Germania e l’Italia, due potenze che pro-
fiches – fu all’origine della caduta del mini- prio in quegli anni si opponevano vivace-
stero Combes. L’incontro con Bidagain av- mente al Papato, isolando così diplomatica-
venne nel 1909 (23); la R.I.S.S. fu fondata mente la Santa Sede. A proposito della
nel 1912… troppo tardi per interferire nel “giudeo-massoneria” (per utilizzare
Conclave del 1903! l’espressione cara a Mons. Jouin), France-
Quasi altrettanto inverosimile appare, sco Giuseppe avversò strenuamente la poli-
agli occhi dello storico, lo zelo cattolico e tica antigiudaica del borgomastro di Vien-
antimassonico attribuito all’Imperatore na, il cristiano-sociale Karl Lueger, e il go-
Francesco Giuseppe. Questo non solo per- verno austriaco non diede alcun particolare
ché degli illustri suoi predecessori svolsero appoggio al Congresso antimassonico del
un ruolo importante nella massoneria (pen- 1896, che tuttavia si svolgeva in terra allora
siamo a Francesco duca di Lorena e marito imperiale, a Trento (25). Al contrario, nel
dell’Imperatrice Maria Teresa) o in suo fa- breve periodo di tempo che va dal 1896 al
vore (Giuseppe II e Leopoldo II, forse 1898, la Segreteria di Stato (quindi Ram-
massone), ma in quanto lo stesso Francesco polla) emetteva ben 41 documenti contro la
Giuseppe era ben lungi, purtroppo, dall’in- “sètta nefasta” della massoneria! (26).
carnare l’ideale del principe cristiano (le Mons. Jouin non poté quindi parlare a
speranze dei cattolici integrali andavano Francesco Giuseppe del massonismo di
piuttosto al suo erede, l’arciduca Francesco Rampolla, né Francesco Giuseppe aveva
Ferdinando, che non per niente fu assassi- motivo di ostacolare Rampolla per questo
motivo… Ma gli argomenti contro la ver-
sione dell’accusa sono ancora più solidi. Se
il cardinal Puzyna avesse fatto il pur mini-
mo cenno, a tutto il Sacro Collegio o anche
solo a qualche Cardinale, del fatto che
L’Arciduca Rampolla fosse stato massone, come spie-
Francesco garsi l’indignazione di tutti i cardinali per
Ferdinando l’intervento austriaco, visto come un grave
d’Asburgo con la attentato alla libertà della Chiesa? Come
sua famiglia
spiegare il fatto che egli ottenne ancora nu-
merosi voti fino all’ultimo scrutinio? Come
spiegare il fatto che tra gli elettori più con-
vinti di Rampolla ci sia stato un cardinale
che sarà, sotto il pontificato di San Pio X
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uno dei più acerrimi sostenitori della politi- ne per respingere l’intervento di qualsiasi
ca antimodernista del Papa, il Cardinale potere esterno alla sacra Assemblea dei Car-
Vives y Tuto (27)? Come spiegare che il car- dinali convocata per eleggere il Pontefice.
dinal Sarto stesso abbia verosimilmente Questo attestano le Costituzioni ‘In eligen-
sempre votato, a tutti gli scrutini, per il car- dis’ di Pio IV; ‘Aeterni Patris’ di Gregorio
dinal Rampolla (28)? Di più: come spiegarsi XV; ‘Apostolatus officium’ di Clemente XII,
la reazione dello stesso cardinal Sarto, di- e particolarmente ‘In hac sublimi’, ‘Licet per
venuto San Pio X, il quale, tra i primi atti Apostolicas’ e ‘Consultari’ di Pio IX. In ve-
dopo l’elezione, non impose il giuramento rità, come poi l’esperienza avrebbe insegna-
antimodernista (come scrive Causas), che to, le disposizioni fino allora stabilite per
data dal 1910 e nulla ha a che vedere col ca- impedire il politico Veto o l’Esclusiva non
so-Rampolla, ma condannò invece solenne- corrisposero alle speranze e, per le mutate
mente il Veto di esclusiva? Sì, perché pochi circostanze dei tempi, questa intromissione è
mesi dopo il conclave, il 20 gennaio 1904, apparsa nella nostra epoca ancor più desti-
San Pio X promulgò la costituzione aposto- tuita di qualsiasi fondamento di ragione e di
lica Commissum nobis che trascrivo inte- equità. Pertanto, Noi, secondo l’ufficio Apo-
gralmente: stolico affidatoCi, seguendo le orme dei No-
“Il compito di governare tutta la Chiesa, stri Predecessori, dopo matura riflessione,
così come è stato disposto da Dio, Ci am- con certa scienza e con propria decisione
monisce severamente ad adoperarCi con tut- condanniamo radicalmente il politico Veto
te le forze affinché, a seguito di un potere ossia l’Esclusiva (come lo chiamano), anche
estraneo, non venga pregiudicata in qualche sotto forma di semplice desiderio, e pari-
modo quella libertà che Cristo le concesse menti tutti gli interventi e qualsiasi media-
quale patrimonio comune, e che tanti araldi zione, e stabiliamo che non sia lecito a nes-
del Vangelo, tanti santissimi sacerdoti, tanti suno, neppure ai supremi reggitori degli Sta-
illustri Nostri Predecessori difesero con la ti, frapporsi o intromettersi con qualsiasi
parola, con gli scritti, ed anche con spargi- pretesto nella solenne operazione della ele-
mento di sangue. Sollecitati dal loro esem- zione del Romano Pontefice. Pertanto, in
pio e dalla loro autorità, non appena salim- nome della santa obbedienza, sotto la mi-
mo, ancorché inadeguati, a questa Cattedra naccia del giudizio divino e della pena della
di Pietro, ritenemmo fosse primario scopo scomunica latae sententiae riservata speciali
del Nostro ufficio Apostolico far sì che la vi- modo al futuro Pontefice, proibiamo a tutti
ta della Chiesa potesse esprimersi in modo e singoli Cardinali di Santa Romana Chiesa
completamente libero, rimossa qualsiasi in- e a tutti gli altri che partecipano al Conclave,
terferenza esterna, così come la volle il divi- di ricevere l’incarico, sotto qualsiasi prete-
no Fondatore e lo richiede assolutamente la sto, da parte di qualsiasi potere politico, di
sua suprema missione. Ora, se nella vita del- far conoscere il Veto ossia l’Esclusiva, an-
la Chiesa qualche situazione esige al massi- che sotto forma di semplice desiderio, e di
mo grado la libertà, senza dubbio deve esse- rivelare lo stesso Veto, di cui sia venuto a
re considerata quella che si riferisce all’ele- conoscenza per qualsiasi ragione, sia a tutto
zione del Romano Pontefice, in quanto, ‘al- il Collegio dei Cardinali riunito, sia ai singo-
lorché si decide del Capo, non si tratta di li Padri porporati; sia per iscritto sia a voce,
una sola parte, ma di tutto il corpo’ (Grego- sia direttamente e da vicino, sia indiretta-
rio XV, Aeterni Patris). A questa piena li- mente e tramite altri. Vogliamo che questo
bertà nell’elezione del Supremo Pastore si divieto sia esteso a tutte le citate mediazioni,
oppone specialmente quel Veto politico, ma- intercessioni e a tutte le altre modalità attra-
nifestato non una sola volta dai supremi reg- verso le quali i poteri laici di qualsiasi grado
gitori di diverse nazioni, con il quale si tenta ed ordine avranno voluto immischiarsi
di precludere a qualcuno l’accesso al Supre- nell’elezione del Pontefice. Infine esortiamo
mo Pontificato. Se ciò qualche volta è acca- caldamente i Cardinali di santa Romana
duto, tuttavia alla Sede Apostolica non è Chiesa con le stesse parole dei Nostri Prede-
mai risultato gradito. Ché anzi i Romani cessori: in sede di elezione del Pontefice, ‘as-
Pontefici, a ciò che stabilirono a proposito solutamente incuranti delle intercessioni e
dei futuri Conclavi, si sforzarono con una delle altre considerazioni dei Principi laici
convinzione ed un impegno fuori dal comu- (Pio IV, In eligendis; Clemente XII, Aposto-
16
rà Pio IX… Come si vede il veto d’esclusiva la] d’aver eccitato troppo lo spirito slavo
era sì un abuso, ma purtroppo ricorrente (…). Altra colpa gli fece di non aver richia-
quasi in ogni conclave, e non certo perché mato subito il nunzio Agliardi dopo parole
l’escluso fosse in odore di massoneria: il ca- che questi avrebbe detto a Budapest (…).
so del cardinal Rampolla non sembra esse- Ma fin da quando l’ambasciatore Revertera
re diverso da quello di tanti altri illustri presso la Santa Sede, per riavvicinare la so-
esclusi prima di lui per motivi prettamente cietà nera [papalina] e la bianca [filo-italia-
politici. na] fece trovare di sorpresa, a pranzo, colla
Il motivo dell’esclusione del Rampolla, mancanza di tatto in lui proverbiale, il Car-
infatti, è chiaramente da ricercarsi nell’indi- dinal Rampolla e l’ambasciatore inglese
rizzo politico che egli, in quanto Segretario presso il Quirinale (34), del che il Cardinale
di Stato di Leone XIII, diede alla diploma- giustamente si dolse, il Revertera alimentò in
zia vaticana. L’attitudine intransigente di Austria uno spirito di ripicca contro di
Leone XIII e del card. Rampolla sulla que- lui…” (35). I documenti diplomatici francesi
stione romana (intransigenza aumentata confermano le parole di Benedetto XV a
proprio con l’avvento di Rampolla alla Se- Crispolti, a proposito dell’appoggio dato
greteria di Stato nel 1887 e il suo dissidio dal Cardinal Rampolla alle aspirazioni indi-
con lo statista – massone – Crispi) oppone- pendentiste degli slavi cattolici (36), croati e
va la Santa Sede al governo italiano, che sloveni. Anche per Adrien Loubier (Bon-
aveva usurpato Roma e lo Stato della Chie- net de Viller), che pure crede fermamente
sa. La Triplice Alleanza stretta nel 1882 tra al massonismo di Rampolla (p. 93), la que-
Germania, Italia e Austria-Ungheria, isola- stione slava è la vera causa del veto austria-
va pertanto il Vaticano, che necessariamen- co contro di lui (37). Insomma, se i motivi
te tendeva ad appoggiare la duplice allean- del Veto contro Rampolla possono essere
za tra Francia e Russia. Da qui, tra l’altro, il stati diversi (e convergenti), essi sembrano
tentativo (fallito) di un accomodamento col tutti d’ordine politico; una presunta affilia-
governo francese (il famoso Ralliement alla zione massonica del Cardinale come moti-
Repubblica del 1890) e i rapporti difficili vo del Veto è invece da escludere, dato
con l’Austria nelle zone d’influenza russa quanto scritto precedentemente.
come la Polonia (a quei tempi spartita tra Ulteriore argomento della difesa. Un
Russia, Austria e Germania) e i Balcani ultimo argomento a conferma: San Pio X
(31). Emile Poulat vede la causa del Veto lasciò al cardinal Rampolla la presidenza
nelle complesse questioni polacche (e po- della Pontificia Commissione Biblica (il
lacco era, difatti, il card. Puzyna): “è oggi cardinale si dimise dall’incarico nel 1908)
ammesso che, durante il conclave in cui fu dopo di che, nel 1908 appunto, fu nominato
eletto Pio X, il veto apposto a Rampolla Segretario del Sant’Uffizio, segretario della
dall’imperatore d’Austria veniva dai vescovi S.C. per i Vescovi, nonché ad altri incarichi
polacchi (cf Mons. Walerian Meysztowicz, di Curia (nel 1910); è impossibile pensare
che gliene fa attestato d’onore, La Pologne che San Pio X abbia potuto nominare a tali
dans la chrétienté, Paris, Nouvelles Editions uffici della Curia romana un prelato cono-
Latines, 1966, pp. 136-139)…”; il nazionali- sciuto come massone.
smo misticheggiante dei polacchi non sop-
portava la politica della Santa Sede verso la Secondo e terzo argomento: le testimonian-
Russia e si appoggiava, contro l’Impero za- ze di un prete e di un Vescovo francesi, rac-
rista, sull’Austria (32). Da alcuni fu afferma- colte da Félix Lacointa
to che in realtà, con il Veto, l’Austria inten-
deva rendere un servizio alla Germania L’accusa. Presentiamo innanzi tutto il
(così pensava il card. Mathieu) o piuttosto teste d’accusa. Si tratta di Felix Lacointa.
all’Italia, che temeva la politica intransigen- Nato a Tolosa nel 1870, Lacointa è stato un
te del vecchio Segretario di Stato (33); ma valoroso giornalista cattolico integrale (38),
Benedetto XV, che di Rampolla era come amico di quel sacerdote Emmanuel Barbier,
un figlio spirituale, ebbe a dire a Filippo direttore de La critique du Libéralisme, il
Crispolti che il veto era invece “tutta farina quale ricevette da San Pio X encomi ed in-
austriaca”: “esplicitamente mi disse [l’Au- coraggiamenti ben meritati. Dal 1902 al
stria] aver fatto colpa al cardinale [Rampol- 1927, Lacointa diresse Le bloc catholique,
18
che nel 1927 prese (dovette prendere, ve- La difesa. Le due testimonianze sono, a
dremo perché) il nome di Le bloc antirévo- prima vista, impressionanti. Sono anche de-
lutionnaire. È proprio questo periodico che, cisive? Vedremo in seguito cosa pensare
nel 1929, pubblicò le notizie che costituisco- dell’autorità in materia di Felix Lacointa,
no il secondo e terzo argomento d’accusa che, in fondo, è la sola fonte diretta di que-
contro il cardinal Rampolla. Nel numero di sti due racconti (non sappiamo se, ad esem-
febbraio Lacointa riferisce di un incontro pio, Mons. Marty abbia mai pubblicamente
che ebbe col Vescovo di Montauban, Mons. confermato quanto Lacointa gli attribui-
Marty. In quest’occasione, il prelato france- sce). Si tratta però, appunto, non di testi-
se gli disse: “in occasione della visita ad limi- monianze dirette, ma de relato: vengono ri-
na che fece a Roma, qualche tempo dopo la ferite cose dette da altri, e questo molti an-
morte del’ex Segretario di Stato di Leone ni dopo i fatti (gli articoli sono del 1929, i
XIII, fu chiamato da un cardinale – poiché è fatti risalirebbero al 1907 e a dopo il 1913,
ancora vivo non ne faremo il nome per evi- data della morte di Rampolla). La testimo-
targli delle noie – che gli raccontò con nume- nianza del sacerdote anonimo non ha certo
rosi dettagli che alla morte del cardinal Ram- gran valore, giacché non sappiamo nulla sul
polla si scoprì tra le sue carte la prova for- misterioso libraio in questione. Più serio il
male del suo tradimento. Questi documenti racconto “vaticano” che risalirebbe ad un
schiaccianti furono portati a Pio X: il santo cardinale [anonimo per Lacointa, Merry
Pontefice ne fu terrorizzato ma, per preser- del Val per Franquerie, il quale Merry del
vare dal disonore la memoria del cardinale Val fu consacrato vescovo proprio da Ram-
fellone e per evitare uno scandalo, disse, pro- polla] tramite la testimonianza di un Vesco-
fondamente turbato: ‘Disgraziato! Brucia- vo. Vediamo però, dalle parole stesse di un
te!…’ E le carte furono gettate al fuoco in Papa, come possano facilmente essere de-
sua presenza” (39). Nel numero di giugno-lu- formate delle confidenze fatte in tutti gli
glio della stessa rivista, Lacointa pubblica ambienti, non esclusi quelli vaticani. Du-
una nuova testimonianza, questa volta di un rante la prima guerra mondiale, Benedetto
sacerdote francese del quale non venne XV accettò di farsi intervistare da un gior-
pubblicato il nome. Detto sacerdote scrisse nalista francese, tal Latapie, del quotidiano
a Lacointa per raccontare di una visita che La Liberté. Dall’intervista (che pur era sta-
egli fece nel 1907 all’abbazia di Einsiedeln, ta effettivamente concessa) risultavano del-
assieme ad altri 30 sacerdoti francesi. Da le dichiarazioni del Papa che, specie in un
due mesi il cardinale villeggiava a Einsie- clima di guerra, parvero gravissime, in
deln, ed i sacerdoti chiesero di essere rice- quanto favorevoli alle potenze degli Imperi
vuti. “Ci parlò dell’eroismo sublime dei sa- centrali (Austria e Germania). Lo scandalo
cerdoti francesi vittime della Separazione in Francia e altrove fu enorme. Benedetto
[tra Stato e Chiesa] sembrando dirci che se XV scrisse allora, l’11 luglio 1915, al card.
non fosse stato allontanato dalla Cattedra di Amette, arcivescovo di Parigi (che il 25 giu-
Pietro non saremmo caduti in questa terribi- gno aveva riferito al Sommo Pontefice del-
le situazione dovuta a Pio X. Colpito dalla la “dolorosa emozione” causata in Francia
sua aria da gran signore volli scrivere un li- dall’intervista a La Liberté): “Voi sapete
bretto che raccontasse tutti i dettagli di questa che rifiutiamo ogni autorità al signor Lata-
visita. Chiesi ad un libraio cattolico se avessi pie il quale non ha riprodotto, nel suo arti-
potuto ottenere una breve prefazione colo, né il Nostro pensiero né la Nostra pa-
dall’Eminentissimo per il mio opuscolo. rola, e che ha voluto pubblicarlo senza alcu-
Quale non fu il mio stupore nel sentirmi ri- na revisione o autorizzazione da Nostra
spondere a bruciapelo: ‘Inutile! Non ne vale parte, malgrado la promessa fattane. Del re-
la pena: ogni quindici giorni va alla loggia di sto, non ha potuto sfuggire alla vostra per-
Zurigo!’ Considerai la battuta come un atto spicacia che il Nostro autentico pensiero de-
di rancore del libraio e abbandonai il mio ve essere cercato negli atti pubblici e ufficiali
progetto di un opuscolo. Questa parola m’è della Sede apostolica, e non da racconti o
tornata in mente dopo le voci che corrono su rapporti privati di incontri avuti con Noi; la
vari organi di stampa a proposito del cardi- passione politica o i pregiudizi individuali
nale, e ve la riferisco per quel che vale. F.A., fanno spesso interpretare le parole ascoltate
sacerdote” (40). che, in seguito, passando di bocca in bocca,
19
dell’O.T.O. dovremmo depennare Kellner Michael Maier, Jakob Boehme, Francis Ba-
morto nel 1905, e Forlong, deceduto nel con, Andrea [il fondatore dei Rosacroce],
1904). Il testo del Manifesto dell’O.T.O., Robertus de Fluctibus [Robert Fludd],
che Lacointa (e quindi Sous la bannière) ha Chau, Saturno, Dioniso, Amfortas, Ippolito
riprodotto solo parzialmente, ci dà un ini- [si tratta di Sant’Ippolito!], Merlino [il Ma-
zio di spiegazione. Dopo aver preteso che go della saga della tavola rotonda], Artù
l’O.T.O. include ben 18 società iniziatiche [Re Artù!], Titurel, Percivale [Parsifal],
(tra le quali i Cavalieri di Malta e quelli del Mosheh [Mosè], Odisseo [Ulisse], Moham-
Santo Sepolcro) (punto n. 1 del Manifesto), med [Maometto], Hermes, Pan, Dante
Crowley presenta (punto n. 2 del Manife- [Alighieri], Carolus Magnus [Carlomagno],
sto) una doppia lista di membri, a suo dire, William di Schyren, Frederick of Hohen-
dell’O.T.O.: una prima, di quanti – nel pas- staufen [il Barbarossa], Roger Bacon, Jaco-
sato più remoto – costituirono le assemblee bus Burgundus Molensis [Jacques de Mo-
dell’O.T.O. (“In more remote times, the lay, l’ultimo gran maestro dei Templari],
constituent originating assemblies of the Ko Hsuen, Osiride, Melchizedek, Khem,
O.T.O. included such men as: e segue una Menthu [dei egiziani!], Johannes Dee, Sir
lista di 54 nomi) e poi un’altra, quella che Edward Kelly, Thos, Vaughan, Elias Ash-
già conosciamo e composta di 14 nomi, in- mole, Comte de Chazal, Sigismund Bac-
cluso Rampolla, di coloro che hanno illu- strom, Molinos [il famoso eretico autore
strato “recently” l’associazione esoterica. del quietismo]. È evidente che tutti questi
Abbiamo già visto come otto di questi per- personaggi del passato non hanno mai fatto
sonaggi non possano essere considerati parte dell’O.T.O., tanto più che molti di es-
membri dell’O.T.O., per una semplice ra- si, come le divinità pagane romane, greche,
gione anagrafica. Il problema è però risolto egiziane o orientali, non sono nemmeno
se, massonicamente, si considera che mai esistite. Si potrebbe buttarla sul ridere
l’O.T.O. non è nato nel 1906, ma nella not- e dire che Rampolla è massone come Mosé
te dei tempi. È quello che vuol far credere e Carlomagno, o il Mago Merlino! Si capi-
Crowley, giacché i “fondatori dell’OTO” (i sce perché Lacointa nel suo articolo del
54 della prima lista), sono i seguenti perso- 1929, si guarda bene dal riprodurre questa
naggi: Fohi, Laotze, Siddartha [il Budda], prima lista, che getta il ridicolo anche sulla
Krishna, Tahuti, Ankh-f-khonsu, Herakles seconda, che invece pubblica a causa del
[Ercole], Orpheus, Vergilius [il poeta Virgi- nome di Rampolla. Nell’articolo successivo
lio], Catullo, Marziale, Apollonio di Tiana del Bloc antirévolutionnaire (quello del
[un pitagorico], Simon Mago, Mani, Basili- 1931) nel quale Lacointa risponde alle pri-
de, Valentino, Bardesanes, King Wu, Chri- me obiezioni, non può invece evitare di
stian Rosenkreutz [il mitico ‘antenato’ dei parlare almeno un po’ di questa prima lista
Rosacroce], Ulrich von Hutten, Paracelso, stravagante di personaggi, mitici o reali,
che vanno dalla preistoria fino al XVII se-
Aleister Crowley: massone, tossicomane, stregone... colo. Lacointa, a suo tempo, replicò così:
“bisogna ignorare tutto delle pratiche e delle
abitudini massoniche per non sapere che si
tratta di nomi di guerra [pseudonimi] (…)
sotto i quali si celavano i nomi di certi adep-
ti. ‘Quest’abitudine – mi scrive un eminente
e venerabile corrispondente – non fa che dar
maggior peso alla rivelazione dei nomi degli
affiliati morti negli ultimi cinque anni che
separano un volume da quello che gli succe-
de’ È in questa categoria che è comparso il
nome del cardinal Rampolla” (p. 40). La ri-
sposta di Lacointa (e anche in parte della
R.I.S.S., l.c., p. 139, nota 4) non è soddisfa-
cente. Infatti, il vero fondatore dell’O.T.O.
figura nella seconda lista (è Kellner); 8
membri su 14 di detta lista sono morti pri-
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ma della fondazione dell’O.T.O.: se i nomi Santo (S. Ippolito), nonché un Papa (Ales-
della prima lista sono pseudonimi, perché sandro VI), per ovvi motivi. C’è il Gran
non anche quelli della seconda? Infine, il Maestro dei Templari (l’O.T.O. pretende di
senso di queste due liste ci è spiegato dal essere un Ordine Templare). Ci sono occul-
Canone della Messa gnostica, opera di Cro- tisti di ogni genere, ma Crowley è anche
wley (Liber XV: Ecclesiæ Gnosticaæ Ca- poeta ed artista, per cui inserisce ad esem-
tholicæ Canon Missæ). Si tratta di una lista pio Paul Gauguin. Addirittura, tra i “Santi”
di 70 nomi – che si trova interamente su in- c’è lui stesso per due volte: una come Cro-
ternet e in parte in varie pubblicazioni (50) – wley, e una come To Mega Thêrion (La
e che corrisponde quasi esattamente alle Grande Bestia): una volta sola non gli ba-
due liste del Manifesto del 1919: un detta- stava. Anzi, in fondo è presente più volte
glio colpisce subito: il nome del cardinal giacché egli credeva d’essere la reincarna-
Rampolla è scomparso. A parte il nome di zione di Ankh-f-Konsu (uno della lista)
Rampolla, tutti gli altri 13 nomi della lista prete tebano ai tempi della XXVI dinastia,
pubblicata da Lacointa si ritrovano nel “ca- di Ko-Hsuan, discepolo di Lao-Tze, di
none della messa gnostica” (51), assieme pe- Maometto, di Alessandro VI, di Eliphas
rò ai tantissimi nomi della prima lista, dalla Levi e di chissà quanti altri (53). Senza dub-
quale pochi sono stati depennati, e pochi bio, almeno per un momento, la figura del
altri aggiunti (le due liste del Manifesto cardinal Rampolla dovette affascinare Cro-
contano 68 nomi; il Canone circa 70). Ora, wley (e questo è un argomento per l’accu-
il canone della “messa gnostica” non pre- sa) poiché lo inserì nel Manifesto, per poi
senta questi (circa) 70 personaggi come af- depennarlo immediatamente col Canone
filiati dell’O.T.O. (come nel Manifesto) ma della “messa”. Non possiamo sapere però,
come “santi” della Chiesa Gnostica Cattoli- perché lo incluse e perché lo escluse; senza
ca. Un esame di questo canone (e quindi dubbio non possiamo certo fare affidamen-
anche delle liste del Manifesto) ci fa capire to ad una lista partorita dalla mente malata
il motivo della inserzione di personaggi così di Crowley, lista che definire fantasiosa o
diversi da parte di Crowley… Si tratta di mitologica è dir poco! Sarà anche la conclu-
persone (mitiche, o che sono esistite real- sione alla quale giunse la R.I.S.S., come ve-
mente) che hanno influenzato o impressio- dremo tra poco…
nato lo stesso Crowley: “il celebre viaggia-
tore inglese Sir Richard Francis Burton, da Quinto argomento: il dossier di Mons.
cui era rimasto affascinato da ragazzo e da Jouin citato dal Marchese della Franquerie
cui deriverà vari giudizi storici” (Introvi-
gne), oppure Rabelais, dal quale prese L’accusa. Ecco la testimonianza di An-
l’idea dell’abbazia di Thelema, Eliphas Le- dré Le Sage, che firmava i suoi libri come
vi, del quale Crowley credeva essere la Marchese de la Franquerie (1901-1992):
reincarnazione, essendo nato egli nell’anno “Monsignor Jouin aveva avuto in mano l’af-
della morte dell’altro (52). Crowley inserisce filiazione del Cardinal Rampolla e un intero
così i nomi delle divinità, degli scrittori e dossier su di lui. Incaricò il Redattore Capo
dei filosofi pagani, orientali e occidentali, della ‘Revue Internationale des Sociétés Se-
specie se lascivi; dei rappresentanti crètes’ – che aveva fondato e dirigeva – di
dell’ideale ghibellino imperiale medioevale mostrare questo dossier ai vescovi francesi
(Carlo Magno, Barbarossa, Dante); di quel- suscettibili di capire la gravità della cosa.
li (letterari), del ciclo cavalleresco del L’Arcivescovo di Tours, Monsignor Albert
Graal (Artù, Merlino, Parsifal). Il suo ami- Nègre, precisò al suo visitatore alcuni punti
co Reuss è un cantante dell’opera che ha importanti concernenti un altro tradimento,
conosciuto Wagner? Ecco iscritti tra i Santi quello del Cardinal Antonelli, Segretario di
(e nell’O.T.O.) Wagner stesso, e il suo pro- Stato di Pio IX, durante la guerra col Pie-
tettore Luigi di Baviera. Ci sono i Rosacro- monte. Il Vescovo di Montauban, Monsi-
ce, dal mitico Rosenkreutz al vero Andrea, gnor Marty (…) confermò il tradimento del
e i tanti alchimisti, rosacroce e massoni in- Cardinal Rampolla [vedi il terzo argomen-
glesi del Seicento. Non mancano gli antichi to, riferito da Lacointa, da noi già esamina-
autentici gnostici (Simon Mago, Basilide, to, n.d.a.]” (54). La testimonianza del Mar-
Valentino, Mani, Bardesanes) e pure un chese della Franquerie (testimonianza di-
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retta, poiché era lui il capo redattore della guarda sempre dall’accennare alla tardiva
R.I.S.S. a partire dal 1929), collaboratore di testimonianza di de la Franquerie che, co-
Mons. Jouin, dimostra che anche il prelato me abbiamo visto, è in contrasto con quan-
francese, esperto e documentato nemico to scrive la stessa R.I.S.S. sulla questione!
della massoneria, era convinto della realtà La prudenza di Coston non è infondata…
dell’affiliazione massonica del Cardinal Infatti, penso sia lecito avere qualche
Rampolla, basando questa sua convinzione dubbio sull’attendibilità del nostro autore.
su di un intiero dossier. Al Marchese della Franquerie va la stima e
La difesa. Cosa c’è di certo e indiscuti- il rispetto che dobbiamo a chi ci ha prece-
bile a questo proposito? Gli elementi se- duto nella lotta contro la massoneria ed il
guenti: modernismo: il suo curriculum ci assicura
Il marchese della Franquerie risulta ef- che egli fece parte di questa onorabile
fettivamente capo redattore della R.I.S.S. “vecchia guardia”. Ebbi io stesso l’occasio-
(nel 1929) e collaboratore di Mons. Jouin ne di conoscerlo nell’ormai lontano 1975, e
(anche se allora non risultava essere Mar- non è mia intenzione denigrarlo o mettere
chese). in dubbio la sua buona fede. Nella sua lun-
Tuttavia, né Mons. Jouin né la sua rivi- ga attività di scrittore e uomo d’azione, ha
sta (la R.I.S.S.) hanno mai scritto una sola ricevuto le felicitazioni di Cardinali, Vesco-
riga sulla presunta affiliazione massonica vi e teologi, non esclusi Padre Garrigou La-
del Cardinale. O meglio, l’hanno smentita. grange, Mons. Lefebvre e Padre Guérard
Infatti, nel pubblicare la famosa lista des Lauriers. Ciò non toglie che, a volte, si
dell’O.T.O. (il 1 maggio 1929, p. 139, nota possa mettere in dubbio la sua piena atten-
5) A. Tarannes scrive, sostituendo il nome dibilità. Quando si tratta – come nel nostro
del cardinale con le iniziali C…R…: “sop- caso - di una testimonianza de relato, è ine-
primiamo qui il nome di un alto personag- vitabile valutare l’affidabilità del testimone
gio ecclesiastico, giacché l’allegazione del e il suo senso critico nel vaglio delle fonti.
tutto gratuita di settari senza scrupoli, non Ora è proprio questo, spesso, il punto de-
può costituire un’accusa contro chic- bole del nostro autore. De la Franquerie,
chessia”. ad esempio, è noto per aver sostenuto in di-
Il marchese della Franquerie non ha verse sue opere l’ascendenza davidica dei
mai pubblicato il dossier in questione, né Re di Francia e l’imminente venuta di un
ha mai diffuso, a proposito del caso Ram- Gran Monarca e di un Papa Santo della
polla, altre informazioni che quelle già di- medesima stirpe regale, discendenti en-
vulgate da Félix Lacointa, tranne, ne parle- trambi di Luigi XVII, il quale non sarebbe
remo, quelle relative alla fondazione, da morto al Tempio, ma sarebbe sopravvissu-
parte del Cardinale, di una retro-loggia in to. La teoria secondo la quale i Re di Fran-
Vaticano. cia discendono dalla Casa di Davide non è
Se ne può concludere, con verosimi- passata inosservata al cardinal Lustiger (il
glianza, che nessun altro dato sia stato diffu- quale cita il nostro Marchese) (56) e ha nu-
so dal Franquerie sul caso Rampolla perché trito le malsane fantasie di un Dan Brown,
il famoso dossier non doveva contenere al- ma non ha, evidentemente, il minimo appi-
tre informazioni di quelle diffuse da Lacoin- glio storico. In appoggio di queste sue due
ta e già prese in esame, il che sembra con- tesi (ascendenza davidica, Gran Monarca)
fermato dalla data nella quale Mons. Jouin il Franquerie cita una serie di apparizioni
avrebbe costituito il famoso dossier (“verso private mai approvate dalla Chiesa (e mol-
il 1930”, dice il Marchese in un’altra confe- te apocrife), e non esita ad avallare “l’auto-
renza, ovverosia subito dopo la pubblicazio- rità” di Nostradamus, mago e marrano (sia
ne degli articoli di Lacointa) (55). Altrimenti, da parte paterna che materna), di Ferdi-
de la Franquerie non avrebbe mancato, nel- nand Crombette (1880-1970), di Gaston
le numerose conferenze che diede per lun- Bardet (57), negli scritti dei quali è chiara
ghi anni sulla questione, di apportare altri l’influenza del cabalismo. L’ammirazione
argomenti all’accusa. del Marchese per Nostradamus mi lascia
Henri Coston, grande esperto anche lui credere che egli sia stato indirettamente in-
di questioni massoniche, e che non ha mai fluenzato, in questa materia, da un bizzarro
mancato di parlare del caso Rampolla, si personaggio, il canonico Rigaux, parroco
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di suggerirgli e di fargli continuare la vergo- “bisogna sapere che, a partire da Pio IX,
gnosa e nefasta politica di cui oggi racco- praticamente tutti i segretari di Stato sono
gliamo i frutti orribilmente amari, era il suo affiliati alla Loggia in virtù di un’esigenza
collaboratore quotidiano, l’uomo che gode- della Contro-Chiesa” (p. 10, nota 8).
va della sua piena fiducia. Noi che eravamo La difesa, questa volta non più del car-
ossessionati da tanti anni dal pensiero che dinal Rampolla, ma della Chiesa Cattolica.
frutti di quel genere dovevano essere il risul- Devo dire che sono proprio queste ultime
tato di una gaffe satanica, ne abbiamo ades- parole di Félix Causas che mi hanno deciso
so la certezza. (…) Ci sono monumenti che a scrivere quest’articolo, perché un vero
bisogna smontare, e che la generazione che cattolico che ama la Chiesa non può sop-
viene smonterà. Tra questi, quello del cardi- portare così gravi calunnie proferite non
nal Rampolla. Una consolazione della mia contro i modernisti, non contro gli illegitti-
modesta ma dura carriera di scrittore cattoli- mi occupanti della Sede di Pietro dopo il
co sarà quella di aver contribuito a rovescia- Vaticano II, ma contro la Chiesa stessa ed i
re quello dell’astuto maestro il cui tradimen- suoi legittimi rappresentanti. La Chiesa cat-
to, ancor oggi, fa soffrire i figli migliori della tolica infatti, almeno dalla nomina del car-
Chiesa. Ho messo a nudo la fonte avvelena- dinale Antonelli a Segretario di Stato di
ta di tanti errori e fellonie di cui il ‘Rallie- Pio IX (e magari anche prima, già sotto Pio
ment’ è il primo, e di cui l’ultimo, crimine VII, come sostiene l’équipe di Sous la Ban-
innominabile, è la collusione dei democrati- nière ) (67) sarebbe stata sotto l’influenza
ci cristiani (?) coi comunisti. Ora i cattolici della Massoneria e di Satana stesso; lo stes-
francesi sono stati messi in guardia. Sanno so cardinale Merry del Val, Servo di Dio e
che la scuola del cardinal Rampolla, alla segretario di Stato di San Pio X, per alcuni
quale i cardinali Gasparri e Lépicier preten- non sfugge alle accuse di essere un “aposto-
dono rimetterli, ben lungi dall’essere quella lo di Satana” (68). Queste accuse coinvolgo-
di San Tommaso, è quella di Giuda…” (65). no inevitabilmente i Sommi Pontefici stessi,
La scuola del Cardinal Rampolla è il frutto ovvero Pio IX, Leone XIII, San Pio X, Be-
del suo lavoro massonico in Vaticano, co- nedetto XV, Pio XI, e Pio XII.
me testimonia il Marchese della Franque- Iniziamo però dal principio, e cioè dalle
rie: “Il Cardinale passava le sue vacanze in accuse di Lacointa e de la Franquerie. Le
Svizzera, all’Abbazia di Einsiedeln. Nelle parole di Félix Lacointa, e anche del mar-
vicinanze dell’Abbazia si trovava una retro- chese della Franquerie, possono spiegare
loggia dove, ogni sabato, si recava per pren- l’origine dell’accusa fatta non solo a Ram-
dere le direttive del Potere Occulto e appli- polla, ma ad altri Cardinali, come Ferrata,
carle al Governo della Chiesa. Tra queste, Gasparri, Cerretti. I nomi non sono casuali.
due erano importanti per la Francia: conclu- Le “prove” contro Rampolla che abbiamo
dere il ‘Ralliement’ dei Cattolici alla repub- esaminato finora hanno dato loro solo una
blica; ma per assicurare il regno luciferino certezza di quello che già, nel loro cuore,
nel seno stesso della Chiesa, fondare in Vati- era un grave sospetto. Dovuto a cosa? Lo
cano una retro-loggia segreta destinata a dicono esplicitamente: ai due “errori” della
preparare degli alti dignitari della Santa Se- politica vaticana: il “ralliement” dei cattoli-
de per mettere in esecuzione questo piano ci alla terza repubblica, voluto da Leone
infernale. È così che il Potere Occulto sape- XIII con l’enciclica Au milieu des sollicitu-
va di poter contare su uomini come i Cardi- des (1892), e la condanna dell’Action Fran-
nali Rampolla, Ferrata, Gasparri, Ceretti, çaise, decisa sotto Pio XI con la messa
Bea, Liénart ecc., per non parlare che dei all’Indice delle opere di Maurras e del quo-
defunti” (66). Felix Causas, in Sous la ban- tidiano L’Action Française nel 1926. La re-
nière, citando Heimbichner, fa altri nomi sponsabilità dei Papi (Leone XIII, Pio XI),
legati alla scuola di Rampolla: Giacomo è allora scaricata sui loro più vicini collabo-
Della Chiesa (Benedetto XV), Roncalli ratori. Il Cardinal Rampolla del Tindaro,
(Giovanni XXIII), Montini (Paolo VI), e Segretario di Stato di Leone XIII, e quindi
Pio XII: “Con Craig Heimbichner esaminia- corresponsabile della politica del Rallie-
mo un punto tristissimo. Il molto stimato ment. Il Segretario di Stato di Benedetto
Eugenio Pacelli (Pio XII) non subì anche XV, cardinal Ferrata, che fu però Nunzio in
lui l’influenza dell’O.T.O.?…” (p. 9). Anzi: Francia all’epoca del Ralliement, e quindi
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nome di Rampolla), ma tra i laici cattolici o zioni con la “Disquisitio circa quasdam
nazionalisti (come nel caso della Libre Pa- obiectiones modum agendi Servi Dei respi-
role), per ovvi motivi più legati alle passioni cientes in modernismi debellatione…” che il
politiche. Ma questo è un argomento con- Padre (poi cardinale) Antonelli o.f.m., per la
tro la tesi dell’affiliazione massonica di S. Congregazione dei Riti redasse nel 1950.
Rampolla, che, se fosse stata vera, avrebbe Papa Pio XII (che conobbe personalmente e
lasciato qualche indizio non solo in Francia da vicino tutti i protagonisti di questa vicen-
ma anche e soprattutto a Roma, per esem- da, Pio X, Gasparri, Benigni ecc.) (75) dichia-
pio - come visto - sulla penna di un Monsi- rò, il 3 giugno 1951, che Pio X era Beato, e il
gnor Benigni. Questo tanto più che la linea 29 maggio 1954 che doveva essere contato
di Rampolla, intransigente sotto Leone nel numero dei Santi. Non era questa, abbia-
XIII, non fu favorevole allo zelo antimo- mo visto, l’opinione di tutti, anche nella
dernista di san Pio X, come vedremo in se- Chiesa e nella Curia Romana, al momento
guito: il Sodalitium Pianum – che non sti- della morte di Pio X, e anche prima, se il
mava Rampolla – avrebbe avuto motivi an- Santo Pontefice ripeteva amaramente: de
cora più gravi per accusare Benedetto XV gentibus non est vir mecum.
ed il cardinal Gasparri: non lo fece. Quanto Ho già citato la testimonianza di Filippo
al cardinal Gasparri, qualche voce di mas- Crispolti, amico di Benedetto XV. Dopo la
sonismo è corsa (72), ben più scarsa che per condanna del modernismo con l’enciclica
Rampolla; certo le sue memorie presentano Pascendi, il marchese Crispolti, appartenen-
numerosi attacchi alla massoneria, e la te quindi “alla scuola Rampolla”, venne ri-
R.I.S.S. di Monsignor Jouin poté sempre cevuto in udienza da Pio X e con lui si ralle-
fregiarsi del pieno sostegno di Benedetto grò “dell’effetto salutare che l’Enciclica
XV (73) e del cardinal Gasparri nella lotta avrebbe avuto e già mostrava di avere”.
contro la “giudeo-massoneria” (74); se fosse “Egli mestamente mi chiese: ‘Lei lo crede?’
stato massone non si sarebbe fatto scrupolo E siccome io soggiunsi che il mio non era un
di far morire la stampa antimassonica, dato complimento ma una persuasione ragionata,
che fece morire il Sodalitium pianum e la egli mostrò curiosità di queste ragioni e io
stampa cattolica integrale. gliele esposi”. Esse però non furono convin-
centi: “Il Papa ascoltò: le mie parole non gli
Il vero torto della “scuola del card. parvero mal ragionate. Ma invece di conve-
Rampolla” nire com’io per suo conforto desideravo, che
un tal ragionamento (…) sarebbe stato effi-
L’accusa. Ma allora voi siete strenui so- cace sugli animi dei modernisti o dei propen-
stenitori del cardinal Rampolla e della sua si al modernismo, egli continuò a scuotere il
“scuola”! capo. Era ancora un uomo che ha compiuto
Risposta. Niente affatto. È lecito, allo un atto solenne, perché davanti a Dio n’ave-
storico, col dovuto rispetto, con obbiettività, va obbligo, ma quanto agli effetti rimase pes-
con riferimento alle fonti documentarie, for- simista. E sì – conclude il Crispolti – che per
marsi un’opinione sulle vicende storiche del- riconoscere come il colpo da lui dato al mo-
la Chiesa e dei suoi ministri. Abbiamo già dernismo fosse stato veramente mortale, po-
visto qual fosse, nel 1913, l’opinione non chi anni bastarono!” (76). Crispolti pensava
certo lusinghiera di Mons. Benigni sul cardi- che i fatti avevano dato ragione al suo otti-
nale Rampolla del Tindaro. Sappiamo che a mismo, e smentito quel Papa che “vide sem-
sua volta, il cardinal Gasparri aveva una pes- pre in nero le condizioni della Chiesa che gli
sima opinione di Mons. Benigni e del Soda- toccava di reggere”. Egli era convinto che il
litium pianum, al punto che il Segretario di modernismo fosse vinto, e che il danno ve-
Stato di Benedetto XV e Pio XI testimoniò nisse semmai dagli antimodernisti, gli “ze-
contro la canonizzazione di San Pio X per- lanti”, i quali, secondo una parola dettagli
ché Papa Sarto aveva favorito e sostenuto dal cardinal Maffi, si sarebbero fatti un pre-
questo sodalizio e, in genere, le posizioni testo della Pascendi “per le solite loro vio-
cattoliche integrali. La Chiesa ha giudicato lenze ed accuse” (77). Alla morte di San Pio
diversamente dal cardinal Gasparri, ed ha X il Conclave esitò appunto tra il nome del
canonizzato il Papa che condannò il moder- Cardinal Maffi, Vescovo di Pisa, e quello
nismo, rispondendo a queste e simili obie- del Cardinal Della Chiesa, Vescovo di Bo-
29
logna, entrambi critici del pontificato del lo- aveva loro affidato, e vessati dal loro vesco-
ro predecessore, ed ostili a quegli “zelanti” vo, estimatore di Fogazzaro, morendone di
che si accanivano a condannare… un uomo dolore (81), mentre al contrario tanti che
morto (il modernismo). Nulla mutò nel ma- erano stati sospetti di modernismo venivano
gistero della Chiesa, che continuò a condan- riabilitati: tra di essi, un certo Angelo Giu-
nare l’errore modernista, e a propagare la seppe Roncalli, segretario del Vescovo di
Santa Fede. Cambiò, però, l’orientamento Bergamo, Mons. Radini Tedeschi… (82), e
del pontificato. segreto ammiratore dell’americanismo con-
“Tra i modernisti e gli antimodernisti esi- dannato da Leone XIII (83).
steva un ‘terzo partito’ impersonato fino al Bastano, questi elementi, per far pensa-
1913 dal cardinale Mariano Rampolla del re ad una affiliazione massonica, e perfino
Tindaro (…). Rampolla, nel 1901, aveva luciferina, di Rampolla e dei membri della
scelto come suoi collaboratori diretti mons. sua “scuola”? A mio parere assolutamente
Giacomo Della Chiesa e mons. Pietro Ga- no, e lo stesso Henri Coston è ben lungi
sparri. (…) Pio X, dopo aver nominato se- dall’avere quelle certezze che contraddi-
gretario di Stato il cardinale Merry del Val, stinguono autori meno seri e intellettual-
aveva allontanato dalla segreteria di Stato mente meno onesti. Non massoni, pertanto,
entrambi i protetti del Cardinal Rampolla [i fino a prova del contrario, ma incapaci di
quali, comunque, furono entrambi elevati riconoscere nel pontificato di San Pio X e
alla porpora da San Pio X: Gasparri nel nella lotta senza quartiere contro l’eresia
1907, e Della Chiesa – a sorpresa – nel 1914, modernista la grande battaglia del nostro
n.d.a.]. (…) Pio X morì il 3 agosto 1914: ap- tempo. Credettero, troppo facilmente, che
pena tre mesi dopo il conferimento della l’eresia fosse vinta. Credettero che vi fosse-
porpora, il 3 settembre 1914, Mons. Della ro state esagerazioni e zelo amaro nel com-
Chiesa venne eletto, a sorpresa, al Soglio batterlo. Così, al termine del pontificato di
pontificio: ‘i retroscena del Conclave, ormai Benedetto XV “l’aspro dibattito che aveva
noti abbastanza nei circoli romani – scrive contrapposto il modernismo all’antimoder-
Buonaiuti a Houtin il 17 settembre 1914 – nismo andò estinguendosi. Si aprì una sta-
mostrano indubbiamente che l’elezione del gione di apparente tregua in cui il moderni-
Cardinal Della Chiesa ha voluto rappresen- smo parve inabissarsi e l’antimodernismo
tare l’indicazione di un governo ecclesiastico dissolversi” ( 79). I fatti, però, non hanno
che fosse l’antitesi perfetta del regime di Pio smentito il “pessimismo” di San Pio X ma
X’. Quattro mesi dopo la morte di Pio X, le loro previsioni, veramente troppo ottimi-
mons. Eudoxe Mignot (1842-1918), arcive- stiche. Il modernismo, che per sua natura
scovo di Albi, fece pervenire al cardinale non vuol lasciare la Chiesa ma cambiarla
Ferrata, primo Segretario di Stato del neoe- dal di dentro (84), dal seno e dalle viscere
letto Benedetto XV, un Memoriale in cui si stesse della Chiesa, per usare l’espressione
attaccava duramente il movimento di reazio- di San Pio X, non era morto. Tutt’altro.
ne antimodernista promosso da san Pio X e Come l’animale ferito e in pericolo, aveva
invitava la santa Sede a una politica di ‘ri- fatto il morto, ma in realtà, eliminati i rin-
conciliazione’ con i modernisti. Il 13 ottobre ghiosi “cani da guardia” della fede, che ma-
1914, nominando, dopo il cardinale Ferrata, gari a volte avevano abbaiato alla persona
il cardinale Pietro Gasparri suo Segretario di sbagliata, ma che sempre avevano difeso la
Stato, Benedetto XV manifestò la sua decisa Chiesa, era pronto a rialzare la testa. Cano-
volontà di mutare l’orientamento del pontifi- nizzando San Pio X, Papa Pacelli dimostrò
cato piano, tornando alla linea di governo invece che era vano quell’ottimismo,
‘rampolliana’ abbandonata da San Pio X. quell’irenismo, e che coloro che sotto San
Benedetto XV, in accordo con il cardinale Pio X e con San Pio X avevano alzato la
Gasparri, smantellò il Sodalitium pianum bandiera di un cattolicesimo integro da
(78) e tese la mano, senza successo, a Buo- ogni compromesso avevano avuto ragione.
naiuti” (79). Il caso del Sodalitium pianum di L’enciclica Humani generis del 12 agosto
Mons. Benigni non fu l’unico: Mons. Volpi 1950 condannava infatti la “Nouvelle Théo-
fu privato della diocesi (80), i fratelli Monsi- logie”, il neo-modernismo che serpeggiava
gnori Scotton furono privati di quel periodi- oltralpe dei vari Congar, Chenu, de Lubac,
co, La Riscossa, che Leone XIII e Pio X Danielou… mentre un cardinale arcivesco-
30
vo di Parigi Suhard, invece, denunciava an- lica. Il periodico Lo Specchio partecipò in prima linea
cora il pericolo “integrista”: lo scontro alla campagna contro il Novus Ordo Missae.
3) Antonio Fogazzaro (1842-1911), nipote del sa-
d’inizio secolo non era ancora veramente cerdote liberale e rosminiano Giuseppe (1813-1901),
concluso. Venne il Vaticano II. Il Vaticano fu esponente del Modernismo, ed ebbe a biografo
II altro non è che una battaglia, persa, di TOMMASO GALLARATI-SCOTTI (La vita di Antonio Fo-
questa secolare guerra dell’ortodossia cat- gazzaro, Baldini & Castoldi, Milano, 1920; il libro è
all’Indice). Fogazzaro non appartenne mai – per quel
tolica contro l’eresia dei tempi nostri, il mo- che se ne sa - alla massoneria, malgrado la stretta ami-
dernismo; e in questo caso, senza dubbio, la cizia col “fratello” Arrigo Boito. Non mancarono in
massoneria svolse il suo ruolo. La storia, si lui però gli interessi esoterici e occultisti, come quello
dice, è maestra di vita; mai maestra, però, per lo spiritismo di Andrzej Towianski (1778-1853) e
fu più inascoltata. San Pio X operò chirur- dello scrittore marrano polacco, Adam Mickiewicz
(1798-1855), che appartenne effettivamente alla mas-
gicamente il tumore mortale, ma in seguito, soneria, ed ha influenzato anche il pensiero e l’opera
pensando a una pronta e definitiva guari- di Giovanni Paolo II (cf F. RICOSSA, Karol, Adam, Ja-
gione, s’interruppero delle cure considerate cob, in Sodalitium, n. 49, aprile 1999, pp. 30-41; su Fo-
troppo dure e amare. Lo sfacelo attuale gazzaro: p. 33 e nota 13, p. 40). Dopo la messa all’Indi-
ce del romanzo Il Santo (1906) fece una sottomissione
che, a cent’anni dall’enciclica Pascendi, de- reticente e puramente esterna ed apparente (cf GAL-
vasta la Chiesa è sotto gli occhi di tutti, e LARATI-SCOTTI, pp. 447 ss) e furono numerosi i prelati
già l’avrebbe portata alla morte, se ciò non che gli manifestarono simpatia e sostegno, tra i quali
fosse impossibile per promessa divina. Non ben quattro Cardinali: Svampa, Agliardi, Capecelatro
ripetiamo l’errore dei nostri padri, non ral- e Mathieu (ibidem, pp. 450-453). Col cambio di ponti-
ficato (1914) il Vescovo di Vicenza (la diocesi dello
lentiamo la lotta antimodernista, rendiamo- scrittore) Mons. Rodolfi, che aveva tessuto le lodi di
ci conto che l’eresia è il lupo rapace davanti Fogazzaro defunto, poté perseguitare liberamente i
al quale il pastore non deve fuggire, ma fratelli Monsignori Scotton, del periodico La Riscossa,
piuttosto esporre la vita. Oggi, dopo un se- fedeli alla linea di San Pio X (cf GIOVANNI AZZOLIN,
Gli Scotton. Prediche, battaglie, imboscate, La Serenis-
colo di lotte, sappiamo, più di ieri, che San sima, Vicenza, 1998).
Pio X aveva ragione. 4) P. VIRION, Mystère d’iniquité. Mysterium iniqui-
tatis, Ed. Saint Michel, Saint-Cenéré, 1967 (terza edi-
Note zione) [Virion collaborò a lungo con la R.I.S.S. di
Mons. Jouin]; L. DE PONCINS, Le problème juif devant
1) Giacomo Della Chiesa, fu segretario personale le Concile (il testo, presentato ai Padri Conciliari, è
di Mons. Rampolla del Tindaro a Madrid. Divenuto stato poi incluso nell’opera collettiva Infiltrations en-
Papa Benedetto XV, teneva il ritratto del cardinal nemies dans l’Eglise, Documents et témoignages, La
Rampolla sulla scrivania (cf FILIPPO CRISPOLTI, Pio librairie française, 1970, pp. 69-84).
IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV (Ricordi perso- 5) ROBERTO FABIANI, I massoni in Italia, I libri de
nali), Trevese Treccani Tumminelli, Milano-Roma, l’Espresso, Roma, 1978, p. 78. Fabiani, ora deceduto,
1932, p. 153). Scrivendo al marchese Crispolti in occa- era egli stesso massone, ma avverso alla Loggia P2. La
sione della morte del Cardinal Rampolla, Mons. Della sua testimonianza è tanto più interessante in quanto
Chiesa si espresse così a proposito del porporato: “Da egli spesso non avvalora le voci su prelati massoni in
Roma dove sono venuto a pagare l’ultimo tributo di af- Vaticano; definisce ad esempio “montagna di panzane
fetto al mio venerato Padre e Maestro, scrivo a Lei per montata su documenti platealmente falsi” (p. 89) la se-
ringraziarLa delle affettuose condoglianze inviatemi a rie di articoli pubblicati da don Putti su Si si no no su
Bologna. Ella ha interpretato bene l’animo mio: forse cardinali massoni, di cui alla nota 7, senza dir parola di
nessuno ha avuto col compianto Cardinale una sì lunga Mino Pecorelli, che pure, pochi mesi prima, aveva pub-
dimestichezza come l’ho avuta io, nessuno è stato da lui blicato su OP la sua lista della “Loggia Vaticana”.
prediletto come lo sono stato io. Immagini di qui l’ama- 6) Cf ROBERTO FABIANI, I Massoni in Italia, cit.,
rezza dell’animo mio. Sono però contento di essere ve- pp. 78 e 130; ALDO A. MOLA, Storia della Massoneria
nuto a deporre un caldo bacio sulle fredde mani di italiana dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, 1992, p.
Lui!” (lettera di Mons. Della Chiesa, arcivescovo di 744; C.A. AGNOLI, La Massoneria alla conquista della
Bologna, al Marchese Crispolti, del 18 dicembre 1913, Chiesa, E.I.L.E.S., Roma, 1996, pp. 31-32. Il cardinal
ibidem, pp. 153-154. Sui rapporti tra i due, vedi tutte le König patrocinò la rassegna ecumenista Kairòs, vero
pp. 148-165). cenacolo guénoniano, del quale ci dà interessanti infor-
2) Non fu sempre così. In occasione del cinquan- mazioni S. Panunzio in un articolo in memoria di don
tenario della morte del Cardinal Rampolla, ad esem- Divo Barsotti (in Metapolitica, nn. 2-3, maggio-agosto
pio, Fabrizio Sarazani pubblicò sul periodico Lo Spec- 2006, p. 41; cf P. TORQUEMADA, Costruiremo ancora
chio un articolo commemorativo favorevole al Cardi- cattedrali, in Sodalitium, n. 50, p. 21). Sempre König,
nale siciliano e alla memoria di Leone XIII (Fabrizio come vedremo, rispose ad un’inchiesta della S.C. per la
Sarazani, La scuola del Cardinal Rampolla, in Lo dottrina della Fede, in favore della Massoneria, dopo
Specchio, 31 marzo 1963). Sarazani era un esponente aver preso informazioni dal dignitario massonico Ba-
di quella parte della nobiltà romana fedele alla Chiesa resch, assieme al quale, nel 1970, König lavorò alla Di-
che, in occasione del Concilio e della riforma liturgica, chiarazione comune di Lichtenau (cf Ferrer Benimeli-
si schierò apertamente in favore della tradizione catto- Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica, San Paolo,
31
1979, pp. 191-194; AGNOLI, op. cit., p. 32). König fu il 10) Cf C. FRANCOVICH, op. cit., pp. 114-131.
“grande elettore” di Giovanni Paolo II. 11) H. COSTON, La République du Grand Orient,
7) La rivista antimodernista Sì sì no no, diretta dal op. cit., p. 175.
sacerdote Francesco Putti, pubblicò una lunga serie di 12) M. GAUDART DE SOULAGES, H. LAMANT, Dic-
articoli sulla massoneria e i suoi tentativi d’infiltrazione tionnaire des Francs-Maçons européens, Dualpha, Pa-
nella Chiesa a partire dal n. 5 del maggio 1975, e fino al ris, 2005, p.755. Gli autori sono massoni ed il Gran
1977. Nel n. 6 di giugno 1976 furono accusati il card. Maestro della Gran Loggia Nazionale di Francia, Jean
Baggio e Mons. Bugnini; nel n. 7-8 (luglio-agosto 1976), Murat 33, ha scritto la prefazione al dizionario.
il card. Pellegrino e mons. Marchisano; nel n. 9, settem- 13) Y. CHIRON, Pie IX et la Franc-Maçonnerie,
bre 1976, il cardinal Poletti. Intanto, la stampa naziona- Editions B.C.M., Niherne. Ho tratto da questo opu-
le aveva diffuso, durante l’estate, una lista di 114 prelati scolo le informazioni su Pio IX e la massoneria. Molti
massoni. Don Putti, nel numero di settembre, a p. 2, altri dettagli sulle accuse fatte a Pio IX e Benedetto
scrive a proposito di questa lista pubblicata il 10 agosto XIV in H. COSTON, La République du Grand-Orient,
da Panorama: “si potrebbe pensare che l’articolo si pro- La librairie française, 1964/1976, pp. 172-176.
ponga di allargare ancor più lo scandalo degli ecclesia- 14) Lo accusano FELIX LACOINTA in Le bloc anti-
stici realmente massoni, ma da un esame appena un po’ révolutionnaire, anno 1931, p. 38 (senza timore di esse-
più attento, è evidente che il suo principale scopo è quel- re smentito, scrive Lacointa); MARQUIS DE LA FRAN-
lo di difendere, nascondendoli nella massa (114!) i veri QUERIE, L’infaillibilité Pontificale, DPF, 2 ed. 1973, p.
massoni. (…) Inoltre, da un attento esame dei 114 nomi- 76 (attribuisce l’informazione al Vescovo di Tours).
nativi che risultano nell’ elenco pubblicato risulta eviden- 15) S. NERI, Parola di Venerabile, op. cit.; Gelli
te che è uno scaltro, ma non intelligente, atto di strategia parla del cardinal Ottaviani alle pp. 72 e 106. Gelli non
massonica. Infatti, i nomi dei veri massoni, dei quali già dice che il Cardinale fosse massone (non lo dice di
eravamo a conoscenza, sono stati mescolati con quelli di nessuno di cui la cosa non sia già di pubblico dominio)
molte persone che sarebbe assurdo credere massoni. La ma lo lascia intendere, e così almeno lo ha inteso
massoneria, accortasi che si era in possesso di un elenco Francesco Specchia nel recensire l’intervista con Gelli
autentico, vi ha scaltramente inserito molti altri nomi (fi- sul quotidiano Libero (29 ottobre 2006, p. 28). Il setti-
no a 114!) allo scopo di suscitare il disorientamento e, di manale de La Stampa, Specchio, ha pubblicato la foto-
riflesso, la non credibilità di qualsiasi notizia data, o da grafia di Gelli con Andreotti e il Card. Ottaviani in oc-
dare, anche sugli ecclesiastici realmente massoni: per i casione dell’inaugurazione dello stabilimento Perma-
lettori ingenui e irriflessivi ed a favore dei massoni inte- flex di Frosinone. La disponibilità eventuale del cardi-
ressati, è stato così sollevato un gran polverone. (…)”. Il nale verso Gelli si potrebbe spiegare benissimo senza
12 settembre 1978 la rivista OP (Osservatorio Politico) ipotizzare alcuna inverosimile iniziazione massonica:
di Mino Pecorelli pubblicava un articolo (La gran log- la comune amicizia e conoscenza con Giulio Andreotti
gia vaticana) con la lista di 122 ecclesiastici massoni è più che sufficiente per motivare una presunta fiducia
(Pecorelli era la fonte anche della lista del 1976, anche certamente mal riposta.
se tra le due liste vi sono alcune divergenze, con aggiun- 16) R. ESPOSITO SSP, Le grandi concordanze tra
te e soppressione di nomi). Padre Esposito scrive: “per Chiesa e massoneria, Nardini, Firenze, 1987, pp. 358-
quanto ci risulta, solo su pochissimi nomi è possibile 360. Candido Nocedal (1821-1885) è citato come mas-
avanzare dubbi d’appartenenza” (R. ESPOSITO, Le gran- sone anche dal Dictionnaire… di Gaudart e Lamant.
di concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini, Firen- 17) H. COSTON, La République du Grand Orient,
ze, 1987, p. 358, nota 2). Al contrario, il magistrato C.A. op. cit., p. 176.
Agnoli (La Massoneria alla conquista della Chiesa, op. 18) G. VIREBEAU (pseudonimo di H. Coston), Pré-
cit.) espone degli argomenti per dimostrare che le due lats et Francs-Maçons, Publications Henri Coston, riedi-
liste sono nel complesso (ma non per tutti i nomi) affi- zione 1992, p. 34. Di Rampolla si parla alle pagine 22-
dabili anche se non esaustive; stranamente, non men- 29; di Le Nordez alle pagg. 29-34. Già nel 1970 Vire-
ziona gli articoli di don Putti, e la sua opinione al ri- beau-Coston considerava Rampolla “fortemente sospet-
guardo. Pecorelli, membro della loggia massonica P2, fu to” di massoneria (DELAMARE, DE PONCINS, BORDIOT,
assassinato il 20 marzo 1979. Mons. Bugnini, pur smen- DE COUESSIN, VIREBEAU, Infiltrations ennemies dans
tendo ogni affiliazione alla massoneria, ammette che la l’Eglise, Librerie française, Paris, 1970, pp. 16-17), rin-
sua caduta in disgrazia fu dovuta a questa accusa (A. viando il lettore a La République du Grand Orient. Mai,
BUGNINI, La riforma liturgica (1948-1975), CLV-Edi- però, Coston da per certa e dimostrata l’affiliazione di
zioni liturgiche-Roma, 1983, p. 13 e 279). Rampolla. Quanto a mons. Le Nordez il caso è più gra-
8) All’abbondante pubblicistica sulla Loggia Pro- ve, in quanto il vescovo di Digione fu costretto a dare le
paganda 2 (P2) si è aggiunto recentemente il libro-in- dimissioni da San Pio X. Una lettera della Segreteria di
tervista di Sandro Neri a Licio Gelli, Parola di Venera- Stato (card. Merry del Val) a Mons. Le Nordez precisa-
bile (Aliberti, Reggio Emilia, 2006). Sui rapporti tra va però che “il Santo Padre, avendo a cuore la salva-
Licio Gelli, il Venerabile, appunto, della Loggia, e guardia della buona fama del suo carattere episcopale e
Paolo VI, cf pp. 71, 105-106, 224; su Umberto Ortola- mettere fine alle accuse che potrebbero trovare un eco
ni, pp. 199-200, 210. nella stampa o altrove, mi incarica di dichiarare in suo
9) L’appartenenza del cardinal Delci (o d’Elci) al- nome e nel modo più esplicito che la Santa Sede non ha
la massoneria è legata alle informazioni sull’esistenza formulato né pronunciato un giudizio contro la Vostra
di una Loggia romana della quale il cardinale sarebbe Eccellenza, e che conseguentemente Vostra Eccellenza
stato Venerabile, e due altri porporati, Domenico Pas- lascia il suo posto perché lo giudica necessario in presen-
sionei e Stefano Borgia, affiliati. Sulla questione, ancor za dei pubblici avvenimenti di questi ultimi tempi” (cf Y.
oggi dubbia, si veda CARLO FRANCOVICH, Storia della CHIRON, Saint Pie X…, op. cit., p. 198, nota 29). Non
massoneria in Italia dalle origini alla Rivoluzione Fran- condannato, dunque… ma neppure assolto, Mons. Le
cese, La Nuova Italia, Firenze, 1974/1989, pp. 120-123. Nordez non fu sottoposto a processo canonico.
32
19) Eppure il giovane Coston collaborava con La altro segno di adesione’ (1896, IV, 237)” (ROSARIO F.
libre parole diretta da Ploncard d’Assac che, nel 1929, ESPOSITO, Chiesa e massoneria, un DNA comune, Nar-
diffuse la notizia di una possibile affiliazione di Ram- dini, Firenze, 1999, pp. 64-65).
polla all’O.T.O. 26) R. ESPOSITO, Chiesa e massoneria, un DNA
20) Il Camerlengo, cardinal Oreglia di Santo Ste- comune, Nardini, Firenze, 1999, p. 88; repertorio dei
fano, dichiarò a proposito del veto: “Questa comunica- documenti: pp. 75-88. Il Fondo “Giantulli-Vannoni” di
zione non può essere accolta dal Conclave, né a titolo Verrua Savoia include una collezione della Rivista An-
ufficiale, né a titolo ufficioso, e non se ne terrà alcun timassonica che era pubblicata a Roma a cura
conto” (CHRISTIAN-PHILIPPE CHANUT, L’élection de dell’Unione Antimassonica. Nel 1896, la rivista pubbli-
Saint Pie X, Sicre, Paris, 2003, p. 207). cò, come supplemento, un Bollettino Ufficiale del I°
21) Soprattutto il Camerlengo e cardinale decano, Congresso Antimassonico Internazionale. Ecco quanto
Oreglia di Santo Stefano, che sarà ostile a San Pio X scrisse il cardinal Rampolla in risposta al Principe Ve-
come lo fu a Leone XIII, e voleva a tutti i costi evitare scovo di Trento, che presiedeva i lavori del Congresso,
l’elezione di Rampolla (nel quale vedeva il continua- allo conclusione dello stesso: “Illustrissimo e Reveren-
tore di Leone XIII) “temette assai che l’esclusiva faces- dissimo Signore, La parola e la benedizione del Santo
se crollare le previsioni ottimiste dei suoi alleati e alte- Padre accompagnarono i Cattolici congressisti raccolti
rasse il Conclave. Secondo lui, l’elezione del Cardinal a Trento, allo scopo lodevole di opporsi, conforme ai
Rampolla del Tindaro che fino al quel momento gli era pontificii insegnamenti, alla crescente audacia delle sèt-
parsa molto delicata se non improbabile, rischiava di te massoniche. Era pertanto viva brama di Sua Santità
diventare possibile se avesse avuto il sopravvento che l’opera del Congresso sortisse esito fortunato. Ora
quell’indignazione di cui vedeva i segni” tra i cardinali dunque che la Signoria Vostra Illustrissima e Reveren-
(CHANUT, p. 209). dissima che, in cotesta sua sede accolse e presiedè l’adu-
22) Affiliato alla massoneria nel 1892, nel 1904 Bi- nanza, informa autorevolmente del fausto coronamen-
degain cedette al deputato nazionalista Guyot de Vil- to dei comuni voti, l’augusto Pontefice non può non
leneuve i dossier con la schedatura (le“fiches”daranno compiacersene ed esprimere il desiderio e la fiducia che
il nome all’“affare”) che il Grand’Oriente, per conto dal Congresso testé compiuto abbia origine una pru-
del governo, faceva degli ufficiali francesi, al fine di dente e costante attività, per cui, risparmiando gli erran-
bloccare la carriera di quelli cattolici. Lo scandalo che ti, si sforzino i cattolici d’impedire l’ulteriore predomi-
ne seguì portò alle dimissioni del ministro della Guer- nio degli errori massonici. Lieto di esprimere personal-
ra, il generale André e, nel 1905, dello stesso capo del mente alla S.V. la Pontificia soddisfazione per lo zelo
governo, il massone Emile Combes (cf HENRY CO- adoperato alla prospera riuscita del Congresso medesi-
STON, La République du Grand-Orient, La Librerie mo e partecipandole l’Apostolica Benedizione, Le con-
Française, (1964) 1976, 1982, pp. 67-85). fermo i sensi della ben distinta mia stima e mi ripeto,
23) C HANOINE S AUVETRE , Un bon serviteur de devotissimo per servirla Mariano Card. Rampolla”
l’Eglise: Mgr Jouin, Paris, Casterman, 1936, riedizione: (Dicembre 1896, p. 16).
Vie de Mgr Jouin Saint-Rémy, Cadillac, s.d., p. 167.
Molti cattolici integrali, tra i quali gli stessi Mons. Beni-
gni e soprattutto don Boulin, del Sodalitium pianum,
collaborarono alla rivista di Mons. Jouin condividendo-
ne la battaglia contro la giudeo-massoneria (era questa
l’espressione coniata da Mons. Jouin stesso). Tuttavia il
Sodalitium pianum e Mons. Benigni non segnalarono
mai la R.I.S.S. tra le riviste amiche, giacché non condi-
videvano la posizione della rivista sulla questione del
satanismo nelle Logge, e soprattutto le relazioni di ami-
cizia di Mons. Jouin con alcuni modernisti, quali Mons.
Lacroix, Houtin, Hébert (cf E. POULAT, Intégrisme et
catholicisme intégral, Casterman, 1969, p. 282).
24) “La politica di [Mons.] Benigni – ricorda Pou-
lat – aveva riposto tutte le sue speranze nell’arciduca
ereditario Francesco Ferdinando e in sua moglie Sofia,
ed il loro assassinio a Sarajevo rappresentò un lutto per
i cattolici integrali (Corr. Cath., 4 luglio 1914) (…) ‘Fi- Il primo congresso internazionale antimassonico di
glio mio, siete la nostra principale speranza in Europa’, Trento del 1896. Un esempio dell'impegno
gli aveva detto San Pio X…” (E. P OULAT , antimassonico del pontificato di Leone XIII
Intégrisme…, op. cit., p. 528). Su Francesco Ferdinan- 27) José Calasanz Vivès y Tuto, (1854-1913) cap-
do ed i suoi rapporti con Francesco Giuseppe, cf CAR- puccino spagnolo, creato cardinale da Leone XIII nel
LO SFORZA, Costruttori e distruttori, Donatello De Lui- 1899. Fedele a Leone XIII, fu anche “’uno dei consi-
gi, Roma, 1945 (cap. III: L’Arciduca Francesco Ferdi- glieri più ascoltati’ di Pio X e di Merry del Val
nando, l’uomo che avrebbe potuto salvare l’Impero (anch’egli spagnolo): uno dei tre cardinali, con
asburgico, pp. 45-57); ed. francese: Les batisseurs de quest’ultimo e De Lai, che aveva la fiducia del Papa e
l’Europe, 1945. che questi consultava per i casi difficili, come testimo-
25) “Il governo imperiale di Vienna, come scrive la niarono al Processo di canonizzazione i cardinali Sili e
‘Civiltà Cattolica’, ‘accordò bensì la facoltà di convoca- Gasparri (Positio super virtutibus, pp. 276 e 456)” (E.
zione del Congresso, ma non mandò alcun rappresen- Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral, Casterman,
tante ufficiale, ed eccetto la tutela dell’ordine pubblico Paris, 1969, p. 587). Il Cardinal Vives era vicinissimo
per mezzo delle guardie di pubblica sicurezza, non diè non solo a San Pio X, ma anche, naturalmente, al So-
33
dalitium pianum di Mons. Benigni, il quale, dovendo russo non ottenne l’autorizzazione della Santa Sede e il
difendere il Sodalitium dalle accuse che portarono al pericolo al quale avrebbe esposto la Chiesa in Polonia
suo scioglimento, citò proprio il defunto cardinal Vi- fu scongiurato” (p. 139).
ves y Tuto tra i prelati che erano al corrente dell’esi- 33) È l’opinione di CHRISTIAN-PHILIPPE CHANUT
stenza del sodalizio, che ne erano garanti e che si ser- in L’élection de Saint Pie X, (op. cit., p. 207) che l’attri-
vivano della sua azione (cf Risposta ufficiale di Mons. buisce ai cardinali più al corrente delle cose.
Benigni al card. Sbarretti, del 16 novembre 1921, in 34) La Santa Sede non riconosceva il governo ita-
POULAT, cit., pp. 578-586). Sulla posizione di Vives y liano e l’occupazione di Roma (incluso il palazzo pa-
Tuto al conclave del 1903 in favore del card. Rampolla pale, divenuto reale, del Quirinale) per cui era sconve-
cf CH.-PH. CHANUT, L’élection de Saint Pie X, op. cit., niente il contatto tra il Rampolla e un ambasciatore
pp. 109, 128, 210, 227): il cardinal Vives fu il “migliore presso uno stato non riconosciuto dalla Chiesa.
agente elettorale” di Rampolla, la sua “dedizione al 35) FILIPPO CRISPOLTI, Pio IX, Leone XIII, Pio X,
cardinale era totale” e sull’esempio di Vives i cardinali Benedetto XV. (Ricordi personali), Treves-Treccani-
spagnoli votarono per Rampolla fino all’ultimo scruti- Tumminelli, Milano-Roma, 1932-X, pp. 154-155.
nio. Un tale atteggiamento da parte di un porporato 36) Cf YVES CHIRON, Saint Pie X, réformateur de
che sarà capofila della lotta antimodernista sarebbe in- l’Eglise, publications du Courrier de Rome, Versailles,
spiegabile nel caso del minimo sospetto, da parte sua, 1999, p. 141.
di una collusione di Rampolla con la massoneria. 37) A. LOUBIER, Démocratie cléricale, Ed. Sainte
28) Cf la tavola dei sei scrutini pubblicata da Cha- Jeanne d’Arc, Vailly-sur-Sauldre, 1992, pp. 102-103.
nut (op. cit., pp. 252-255). 38) La sua rivista non appare nell’elenco delle “ri-
29) Traduzione di UGO BELLOCCHI, Tutte le enci- viste amiche” del Sodalitium Pianum (cf E. POULAT,
cliche e i principali documenti pontifici emanati dal Intégrisme…, op. cit., p. 69) ma ad essa collaborò con
1740, Libreria Editrice vaticana, vol. VII, pp. 71-73. lo pseudonimo di Roger Duguet (ivi, p. 76) – come an-
30) Cf GAETANO MORONI, Dizionario di erudizio- che alla R.I.S.S. come Pierre Colmet – l’abbé Paul
ne storico-ecclesiastica,, Tipografia Emiliana, Venezia, Boulin (1875-1933), amico di Mons. Benigni e mem-
1843, vol. XXII, voce: Esclusiva; C ARD . W ISEMAN , bro del Sodalitium.
Souvenir sur les quatres dernières Papes, Bruxelles, 39) L’episodio narrato da Lacointa è riferito da H.
1858, pp. 388-389; Enciclopedia cattolica, voci Pio VII, Coston, La République du Grand Orient, op. cit., p. 171;
Pio IX. da G. VIREBEAU, Prélat et Franc-Maçons, op. cit., p. 24;
31) È questa la ragione del Veto secondo l’Enci- dal Marquis de la Franquerie, L’infaillibilité pontificale,
clopedia Cattolica (voce Rampolla): “Aggravò i perico- Diffusion de la pensée française, Chiré-en-Montreuil, II
li della situazione l’isolamento politico della Santa Sede ed. 1973, p. 76 (riassume il fatto, fa il nome del cardina-
di fronte all’Italia, alleata con l’Austria-Ungheria e con le, che sarebbe Merry del Val, e lascia intendere che
la Germania, ciò che mosse il Rampolla, appoggiato dal mons. Marty abbia raccontato l’accaduto direttamente
Pontefice, a normalizzare i rapporti con la Francia re- a lui e non a Lacointa); da F. CAUSAS, in Sous la banniè-
pubblicana ed in particolare ad inserire le forze cattoli- re, n. 126, agosto 2006, p. 5-6. Causas critica apertamen-
che nella vita politica della nazione, dalla quale erano te San Pio X perché avrebbe distrutto le prove del mi-
rimaste avulse dal 1870, a causa della loro pregiudiziale sfatto: “Non è forse triste che San Pio X abbia ordinato
monarchica. Questo ralliement, dettato dalla necessità di di bruciare queste prove schiaccianti per salvare dal dis-
salvaguardare la S. Sede contro l’anticlericalismo italia- onore (?) la memoria del cardinale fellone! Lo scandalo
no, e tendente forse anche a modificare a proprio favore dei deboli di spalle larghe? Così dunque i peggiori nemi-
l’indifferenza asburgica verso il papato, fu interpretato ci della Chiesa e i loro complici ecclesiastici avrebbero
invece dalle sfere governative viennesi come una presa ogni garanzia per compiere il loro abominevole lavoro
di posizione contro le potenze della Triplice Alleanza. E di termiti, minare la Chiesa da capo a piedi, e noi do-
fu appunto il timore di un papa ‘francese’ a determinare vremmo – dopo la loro morte e soprattutto quando dis-
Francesco Giuseppe a far porre dal card. Puzyna, ve- poniamo di prove del loro tradimento – preservare la lo-
scovo di Cracovia, il veto all’elezione al pontificato di ro memoria dallo scandalo e dal disonore di esporre sul-
Rampolla nel Conclave dell’agosto 1903”. la piazza pubblica le loro più vili malefatte? Che tristo
32) E. POULAT, Catholicisme, démocratie et socia- comportamento! Dunque, il Nemico può avanzare tran-
lisme. Le mouvement catholique et Mgr Benigni de la quillamente senza che alcuna sentinella osi gridare all’al-
naissance du socialisme à la victoire du fascisme, Ca- larme? Quanto a noi preferiamo, con Santa Caterina da
sterman, Paris, 1977, p. 415. Secondo Meysztowicz, il Siena, gridare la verità con ogni accento e su tutti i tetti
governo zarista voleva “russificare” le diocesi polac- con ‘centomila lingue’, che questo piaccia o no” (ivi, p.
che loro sottomesse, anche nella liturgia, ed aveva ot- 10, nota 10). Le parole di F. Causas sono inammissibili
tenuto il favore della Segreteria di Stato. Fu allora che per ogni cattolico, in quanto non solo viene criticato
i vescovi polacchi delle provincia annesse alla Russia senza rispetto un Papa, ma un Santo. Si rende conto
chiesero al card. Puzyna di intervenire. Egli ottenne – l’autore di queste righe che il suo giudizio è un’implicita
tramite il Conte Goluchowski, ministro degli esteri del negazione della santità di Pio X? (a prescindere del fat-
governo austro-ungarico – un’istruzione di Francesco to che San Pio X abbia realmente dato ordine di brucia-
Giuseppe che lo incaricava di porre il veto al cardinal re quei documenti, se mai sono esistiti, oppure no).
Rampolla. “Il gesto del cardinal Puzyna, i cui motivi 40) Cf Sous la bannière, n. 126, pp. 7-8. Vedremo
erano a tutti sconosciuti, e che fu attribuito a semplice come il Marchese della Franquerie riprenderà la testi-
docilità verso Francesco Giuseppe, fu molto mal visto monianza dell’anonimo sacerdote francese a suo mo-
dagli altri cardinali. (…) Il cardinal Puzyna non poteva do…
obiettare alcunché per difendersi. Si chiuse nel mutismo 41) Ho trovato il testo della lettera al cardinal
anche quando, di ritorno a Cracovia, fu rimproverato Amette in La Semaine Religieuse du Diocèse de Gre-
dal suo clero che non capiva il suo gesto. Ma il rituale noble (n. 49, 22 luglio 1915, pp. 690-691).
34
42) Cf F. CRISPOLTI, op. cit., pp. 156-158. L’autore 53) J. SYMONDS, op. cit. p. 22.
intendeva sottolineare la differenza di carattere tra 54) MARQUIS DE LA FRANQUERIE, L’infaillibilité
l’“abbottonatissimo” cardinal Rampolla, e il più impru- Pontificale. Le Syllabus, la condemnation du moderni-
dente discepolo card. Della Chiesa-Benedetto XV… smo et la crise actuelle de l’Eglise. Conférences, Diffu-
43) Cf E. POULAT, Intégrisme et catholicisme inté- sion de la Pensée Française, Chiré-en-Montreuil, 1973
gral, op. cit. p. 330. (seconda edizione), p. 76.
44) Cf L. BEDESCHI, L’antimodernismo in Italia. 55) M ARQUIS DE LA F RANQUERIE , Maurras.
Accusatori, polemisti, fanatici, San Paolo, 2000, pp. 33, Grand défenseur des vérités éternelles, nel 20° anniver-
69, 100-102, 123, 173, 184. L’autore, come indica il sot- sario della morte, supplemento al n. 7 del Bulletin de
totitolo, è modernista dichiarato (o meglio, era, poiché l’Occident Chrétien, p. 3.
è morto recentemente). 56) Juifs et chretiens, demain, Allocuzione del car-
45) Quotidiano fondato nel 1892 da Édouard dinal Jean-Marie Lustiger, Arcivescovo di Parigi, in oc-
Drumont (1844-1917), scrittore nazionalista e antise- casione del conferimento del Premio Nostra Aetate che
mita francese, fortunato autore de La France juive gli è stato conferito, congiuntamente al Gran Rabbino
(1886). Nel 1910 Drumont vende il giornale ad Henri Sirat, dal Centro per la Comprensione tra Ebrei e Cri-
Bazire (1873-1919), ex presidente dell’ACJF (Action stiani (CCJU) dell’Università del Sacro Cuore, a Fair-
catholique de la jeunesse française), e Joseph Denais field, Connecticut (USA), il 20 ottobre 1998, nota 5.
(1877-1960), i quali lo rivendono all’Action Française 57) MARQUIS DE LA FRANQUERIE, Le Saint Pape
nel 1924. Durante il periodo di Basire, La libre parole et le Grand Monarque d’après les propheties, Ed. de
si oppone ai cattolici integrali, che consideravano La Chiré, 1980, pp. 17, 30, 14 nota 3. Il tema del “Gran
Libre parole organo “democratico liberale” (e per loro Monarca” ha sempre avuto una vasta eco in ambienti
e per noi non era un complimento). Nel 1924 il quoti- eterodossi; in Italia è famoso il caso di David Lazza-
diano scompare, ed è ripreso più tardi da Jacques retti (1834-1878), il “profeta” del Monte Amiata.
Ploncard d’Assac (nazionalista cattolico, che conobbe 58) In Le Saint-Siége et le “Secret de La Salette”
Mons. Benigni) nel 1928-1929, quando viene pubblica- (Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia, 2004), il
to l’articolo su Rampolla. Ne era direttore politico il lettore troverà i testi della condanna del parroco – tra
dott. Jules Molle (1868-1931), deputato antisemita di cui una lettera del cardinal Merry del Val e una di San
Oran (Algeria) per il Parti National Populaire di Do- Pio X (pp. 12-14) e una loro presentazione (p. 36).
riot. Dopo una nuova breve cessazione delle pubblica- 59) ROGER DUGUET (Paul Boulin), Autour de la
zioni, nel 1930 ne divenne direttore Henri Coston, fino Tiare, F. Sorlot, Paris, s.d. (testo del 1931). L’abbé
alla scomparsa del giornale nel 1939 (cf E. Poulat, In- Boulin, che conobbe Rigaux nel 1914, pubblica e com-
tégrisme et catholicisme intégral, Casterman, Paris, pp. menta un documento che era in possesso del Parroco
237-239; H. COSTON, Dictionnaire de la politique fran- d’Argoeuves di profezie sui Papi. L’abbé Rigaux – era
çaise, (1967-1982), vol. I, p. 638, 709; H. Coston, La devoto al Segreto di La Salette, a Nostradamus, alla
République du Grand Orient, op. cit., pp. 171-172). causa dei Naundorff e alla teoria del ‘Gran Monarca e
46) Ecco i riferimenti esatti dati da Lacointa: “The del Santo Papa’ (pp. 39-46 ad es.). L’abbé Boulin spie-
Equinox, an XV, vol. III, n. 1, March 1919 E.V., The ga come invece quelle “profezie” siano nate in am-
Universal Publishing Company, 57 Grand River Ave- biente “spirituale” (francescani eretici gioachimiti) e
nue, Detroit, Michigan. Price: 666 cent (!)” (cit. in Sous ghibellino (famiglia Colonna), un po’ come la pseudo-
la bannière, n. 126, luglio-agosto 2006, p. 6). profezia di San Francesco di cui in Sodalitium, n. 49,
47) FELIX LACOINTA, Le Frère .˙. Rampolla, in Le aprile 1999, pp. 65-67.
Bloc antirévolutionnaire, giugno-luglio 1929, articolo 60) Sulle eresie di F. Crombette cf Fr. PIERRE-
riprodotto quasi integralmente da Felix Causas in MARIE O.P., D. VIAIN, G. SALET, Crombette et le crom-
Sous la Bannière, n. 126, luglio-agosto 2006. Le frasi bettisme, Editions scientifiques Saint-Edme. Di Crom-
citate sono alle pagine 6-8 di Sous la bannière. bette ho letto personalmente Lettera al mio Vescovo,
48) H. COSTON, La République du Grand Orient, uno scritto del 21 giugno 1962, diffuso dal CESHE.
op. cit., p. 172. L’errore di fondo consiste nella negazione dell’autori-
49) “It is probabile that for many years the O.T.O. tà del magistero della Chiesa. Altri errori importanti:
existed only in its founder’s imagination, for nothing la negazione della transustanziazione e la preesistenza
seems to have been heard of it between 1895, the date of dell’anima umana di Cristo.
its supposed establishment, and 1904, when it began to 61) Lecture et Tradition, n. 179, gennaio 1992, pp.
be mentioned by name in a periodical called the Ori- 21-24.
flamme” (The Secret Rituals of the O.T.O., Edited and 62) Sodalitium, n. 32, p. 30.
Introduced by FRANCIS KING, C.W. Daniel Company, 63) “Nessun profeta ha descritto con maggior esat-
London, 1973, p. 22). Cf anche M. INTROVIGNE, Il cap- tezza o più dettagli la nostra epoca di un venerabile,
pello del mago, Sugarco, 1990, p. 267 ss; M. Introvigne, morto nel 1658, Bartolomeo Holzhauser. Nella sua ‘In-
Il ritorno dello gnosticismo, Sugarco, 1993, p. 162. terpretazione dell’Apocalisse’, scritta sotto ispirazione
50) M. INTROVIGNE, Il ritorno dello gnosticismo, op. divina…”; “ma torniamo all’’Interpretazione dell’Apo-
cit., pp. 163-164; cf Il cappello del mago, op. cit., p. 251. calisse’, ispirata da Dio al Venerabile Holzhauser”
51) Undici di essi nel canone della messa di Cro- (MARQUIS DE LA FRANQUERIE, Le Saint Pape et le
wley, gli altri due sono aggiunti nel canone della messa Grand Monarque d’après les prophéties, Ed. de Chiré,
di Reuss. Solo Rampolla è depennato. 1980, pp. 5 e 12).
52) J. SYMONDS, La grande bestia. Vita e magia di 64) A. ROMEO, in Enciclopedia Cattolica, 1948,
Aleister Crowley. Prefazione di Julius Evola, Mediter- Città del Vaticano, voce Anticristo, vol. I, col. 1439.
ranee, 1972, Roma, pp. 24 ss. Sconsigliamo vivamente 65) Cf Sous la bannière, n. 126, p. 8.
la lettura di tutto quello che concerne l’O.T.O. e 66) Cf L’infaillibilité pontificale…, p. 76, ripreso
Crowley. da Sous la bannière, p. 5.
35
67) Cf A. LOUBIER, Démocratie clericale, op. cit., maestri dell’A.F., quali Renan, Taine, Comte ecc. non
che giunge al punto di accusare Pio VII di scisma per erano certo cattolici, come pure il suo capo indiscusso,
aver sottoscritto il Concordato: “Ne seguì, come si sa, Maurras). Sul piano pratico, la rottura non ci fu (an-
lo scisma della Petite Eglise. Ma chi parla di scisma? che se ci mancò poco), ma neppure la collaborazione
La firma di questo concordato non era forse scismatica (cf E. POULAT, Intégrisme et catholicisme intégral, op.
sotto molti punti di vista? Non realizzava nella pratica cit., pp. 15, 78, 239, 265, 281, 399, 471). Sul nazionali-
l’installazione della Chiesa di Talleyrand e del suo per- smo, il programma del Sodalitium pianum enunciava
sonale, cosa che la Convenzione non era riuscita a fare al punto 11: “Noi siamo pienamente (…) contro il na-
a causa dell’opposizione dei popoli cattolici? Non era zionalismo pagano che fa riscontro al sindacalismo
la costituzione civile del clero, tale quale Pio VI l’aveva areligioso (quello considerando le nazioni, come que-
condannata perché giudicata scismatica?” (p. 29). Con- sto le classi, quali collettività di cui ciascuna può e deve
tro quest’impostazione, cf J. MORIN, E. VICART, Le fare amoralmente i propri interessi al di fuori e contro
Pape Pie VII précurseur de Vatican II?, presso l’auto- quelli degli altri, secondo la legge brutale di cui abbia-
re, Saint-Malo (vedi la recensione su Sodalitium, n. 49, mo parlato); e, nello stesso tempo, contro l’antimilitari-
pp. 72-73). smo e il pacifismo utopista, sfruttati dalle Sètte allo sco-
68) L’accusa si trova ad esempio nel libro che po d’indebolire e addormentare la società sotto l’incu-
scrisse nel 1916/17 il Marchese de la Vauzelle: Le Se- bo giudeo-massonico; per il patriottismo cristiano di
cret de la Salette devant l’Episcopat français, e che cui la storia della Chiesa cattolica ci ha dato sempre
l’editore Delacroix ha ristampato nel 2002. Non è un splendidi esempi” (Disquisitio, cit., p. 265). Se, di fatto,
caso che si tratti dello stesso editore che pubblicò alcuni cattolici integrali sostennero poi anche l’Action
L’Eglise eclipsée, opera di cui abbiamo già parlato, e Française, e viceversa alcuni nazionalisti difesero il So-
che ha rilanciato in pubblico l’accusa contro il Cardi- dalitium pianum, ciò non toglie che le due cause non
nal Rampolla. Il povero Marchese, in applicazione del erano certo le medesime.
decreto del S. Uffizio del 21 dicembre 1915 sul “segre- 70) Nessuno ignora che il Cristianesimo nascente
to di La Salette”, fu privato dei sacramenti dal suo or- insegnava (già nel Nuovo Testamento) la fedeltà dei
dinario, il Vescovo di Frejus, con decreto del 13 gen- battezzati agli Imperatori, pur essendo costoro pagani
naio 1916, confermato, contro un ricorso del Marche- e persecutori, fermo restando il dovere di non tener
se, con decreto del S. Uffizio del 21 agosto 1916. I do- conto delle “leggi” contrarie al diritto naturale e divi-
cumenti in questione, pubblicati dallo stesso marchese no. Dopo il trionfo del Cristianesimo, la Chiesa non
nel suo libro, saranno aggiunti in una prossima edizio- ha mancato di insegnare il diritto del Papa a deporre i
ne del volumetto da noi pubblicato: La Santa Sede e il Sovrani che mancavano al loro dovere, e quindi la fa-
segreto di La Salette. Il libro del Marchese de la Vau- coltà di sciogliere i sudditi dall’obbligo dell’obbedien-
zelle è diffuso anche dalla DPF… za. Poiché una tale decisione era sovente però imprati-
69) André Le Sage de la Franquerie, collaborato- cabile, la Santa Sede ha spesso imposto ai cattolici la
re del Bloc, di Lacointa, fu anche segretario dei Comi- tolleranza di regimi non cattolici e finanche persecuto-
tés royalistes e delle sezioni dell’Action Française. Ho ri, come nel caso dell’Irlanda e della Polonia, oppresse
già citato una sua conferenza in onore di Maurras, dall’Inghilterra protestante e dalla Russia scismatica
ove, tra l’altro, disse: “uno degli onori della mia vita (ad es. Gregorio XVI, enc Cum primum del 9 giugno
sarà quello di aver conosciuto, frequentato spesso e 1832; enc. Mirari vos del 15 agosto 1832; ep. Litteras li-
amato il Maestro” (p. 2). Nella stessa conferenza, non bentissime del 6 aprile 1839; mentre in circostanze di-
mancano le critiche personali a Pio XI e ai cardinali verse fu pure diverso il linguaggio di Pio IX sulla Polo-
Gasparri e Cerretti (pp. 30-31). Felix Lacointa, “mo- nia e la Russia nel 1864). Il caso della Francia, pertan-
narchico e cattolico fervente”, “dopo la condanna to, non fu certo il primo o l’unico, e la politica di Leo-
dell’Action Française da parte del Vaticano (1927), tra- ne XIII e del cardinal Rampolla verso il governo fran-
sformò la sua pubblicazione [le Bloc catholique] in cese, pur rivelatasi di fatto un insuccesso, non era in
Bloc antirévolutionnaire” (H. COSTON, Dictionnaire de contrasto con una lunga tradizione diplomatica e an-
la politique française, vol. III, p. 392 e vol. IV, p. 396). che dottrinale. Sul diritto d’insurrezione o l’obbligo di
I modernisti hanno sempre identificato le posizioni dei sottomissione al governo costituito, cf San Tommaso,
cattolici integrali (come il Sodalitium pianum di Mons. Summa Theologica, II-II, q. 42, a. 2, corpus e ad 3.
Benigni) e quelle del nazionalismo integrale di Maur- 71) Cf AZZOLIN, op. cit., p. 83, 184-186, 245-246,
ras e dell’Action Française, fin dal libro di Nicolas 359-360.
Fontaine (pseudonimo di Louis Canet) Saint Siège, 72) Cf G. VANNONI, Massoneria, Fascismo e Chie-
“Action Française” et “Catholique intégraux”, (Paris, sa cattolica, Laterza, 1979, pp. 167-171. L’A., in chiave
Gamber, 1928); confusione mantenuta da Padre CON- anti-conciliarista, presenta gli argomenti pro e contro,
GAR o.p. in Vrai et fausse réforme de l’Eglise Cerf, Pa- con personale favore al massonismo di Gasparri.
ris, 1950 (pp. 604-622, appendice III: Mentalité “de 73) “Avete sostenuto con costanza e con coraggio i
droite” et Intégrisme en France) e poi più esplicitamen- diritti della Chiesa cattolica – non senza pericolo per la
te in La crise dans l’Eglise et Mgr Lefebvre, Parigi, vostra vita – contro le sètte nemiche della religione…”,
1976, tr. It. La crisi nella Chiesa e Mons. Lefebvre, così scriveva Benedetto XV, un tempo il più stretto
Brescia, 1976. In realtà, se comune era la stima di San collaboratore di Rampolla, a Mons. Jouin, nel Breve
Pio X e del suo pontificato (cf Ch. MAURRAS, Le Bien- Praestantes animi laudes del 23 marzo 1918.
heureux Pie X, Sauveur de la France, Plon, 1953), e co- 74) “Monsignore, il Sommo Pontefice si è degnato
muni erano molti nemici e avversari (protestantesimo, di gradire con paterna benevolenza l’omaggio del vo-
liberalismo, giudaismo, democrazia cristiana, masso- stro nuovo studio sulla ‘Guerre Maçonnique’. A ragio-
neria), il Cattolicesimo integrale di un Mons. Benigni ne, in questo lavoro, avete avuto cura di mettere in luce
ed il Nazionalismo integrale di Ch. Maurras non pote- con documenti e ragionamenti irrefutabili, la dottrina
vano che escludersi a vicenda sul piano speculativo (i che conduce fatalmente, come lo si vede oggi, alla nega-
36
zione stessa di Dio, all’ateismo sociale, al ‘laicismo’, cumenti, l’affare vien preso in mano dai gesuiti di Etu-
forma attuale di questa empietà che, per il maggior des, che avevano avversato la politica religiosa di San
danno dei popoli, pretende bandire dalle società ogni Pio X: sono coinvolti i Padri de Grandmaison, du Pas-
traccia di religione e ogni intervento della Chiesa. Avete sage, Roland-Gosselin, Desbuquois, Danset, Dumont,
avuto particolarmente cura di far risultare, malgrado le Gadenne, d’Herbigny… (il che spiega, anche se non
menzogne che a volta ingannano i cattolici stessi, giustifica, la campagna anti-gesuita di Mons. Benigni e
l’identità della Massoneria con se stessa, sempre e don Boulin negli anni ’20). Nell’aprile 1921, Mourret
ovunque, come pure la continuità del piano delle sette, compone un memoriale anonimo sul Sodalitium che fu
il cui disegno è certo la rovina della Chiesa cattolica. inviato a Roma, tra l’altro ai Cardinali Gasparri (se-
Sua Santità è lieta quindi di felicitarsi e a incoraggiarvi greteria di Stato) e Cerretti (affari ecclesiatici straordi-
nei vostri lavori, la cui influenza può essere così fecon- nari) con lo scopo di ottenere la soppressione del So-
da nel mettere in guardia i fedeli e nell’aiutarli a lottare dalitium Pianum (praticamente inattivo dal 1914). Il
efficacemente contro ciò che tende a distruggere l’ordi- 10 novembre 1921 il card. Sbarretti, della S.C. del
ne sociale al pari della religione. (…)” (P. Card. Ga- Concilio (la Congregazione che aveva trattato gli affa-
sparri a Mons. Jouin, 20 giugno 1919). Non si tratta ri del Sodalitium sotto San Pio X) interpella Mons.
certo di parole di circostanza. Benigni per la prima volta; il 25 novembre il Cardinale
75) Eugenio Pacelli (Pio XII) fu allievo di Mons. chiede a nome di Benedetto XV di sciogliere il Sodali-
Umberto Benigni alle lezioni di diplomazia che egli te- tium; il 1 dicembre Mons. Benigni annuncia lo sciogli-
neva all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Quando mento del Sodalizio per l’8 dicembre 1921. Ufficial-
Mons. Benigni dovette dare le dimissioni dal Segreta- mente (ed è questo che conta) il S.P. non fu oggetto di
riato agli Affari Ecclesiastici Straordinari “per non ce- alcuna condanna, e lo scioglimento fu richiesto solo
dere ad una insurrezione di Vescovi esteri contro di lui, date “le mutate condizioni”; in realtà, si disapprovava,
pochi, tanti da contare sulle dita, restarono a lui attac- ma non lo si poteva dire, quanto aveva deciso al pro-
cati”. Tra questi “monsignor Eugenio Pacelli” il suo posito san Pio X. Il processo di canonizzazione di Pa-
successore, il quale, “allora e dopo, e mentre tutti tira- pa Sarto darà ragione a quest’ultimo. Dopo la fine del
vano sassi sul caduto per la difesa di una idea che del S.P. nacque la “leggenda nera” dello stesso in seguito
resto è tutt’altro che spenta, è stato, insieme ad un altro a una campagna di stampa durata dal 1922 al 1928 e
eminentissimo porporato (che nella sua modestia na- mossa da ambienti governativi francesi e ambienti ec-
sconde sentimenti altissimi di pietà e di fede) colui che clesiatici liberali, in occasione della condanna dell’Ac-
non solo ricordò, quando ne ebbe occasione, il suo an- tion Française di Maurras. Questa campagna sfociò nel
tico Sostituto e professore, ma ebbe rispettosa conside- famoso volume Saint-Siège, ‘Action Française’ et ‘Ca-
razione per le sue dottrine”. Così scrisse un’amico sin- tholiques intégraux’ (1928), a firma Nicolas Fontaine.
cero di Mons. Benigni, il giornalista Guido Aureli Si trattava di uno pseudonimo (N. Fontaine era un an-
(1869-1955), nipote del cardinal Galimberti, che di tico giansenista) dietro il quale si celava Louis Canet
Rampolla era avversario, su La Vita italiana (fascicolo (1883-1958), alto funzionario governativo, esecutore
CCCXII, marzo 1939, p. 279). E in effetti, la canoniz- testamentario di Loisy e amico di Laberthonnière, il
zazione di San Pio X e l’elogio di Mons. Benigni nella quale metteva nello stesso sacco il cattolicesimo inte-
Disquisitio sono il più bel regalo che Pio XII avrebbe grale di Mons. Benigni e il nazionalismo integrale
potuto fare al suo vecchio maestro. dell’Action Française, in piena bufera dopo la condan-
76) F. CRISPOLTI, op. cit., pp. 130-132. na di Roma. Bisognerà attendere il 1950, con la pub-
77) Ibidem, p. 128. blicazione della Disquisitio vaticana su Pio X e Mons.
78) Sulle vicende romanzesche che portarono allo Benigni, per vedere trionfare la verità con la piena ri-
scioglimento del Sodalitium pianum, cf E. Poulat, Inté- abilitazione di Mons. Benigni. Nel frattempo però in
grisme…, passim. La prima denuncia a Roma, dopo la Francia l’integrismo era diventato definitivamente uno
morte di San Pio X, venne dall’arcivescovo d’Albi, spauracchio, denunciato nientemeno che da una lette-
Mons. Mignot (1842-1918), protettore dello scomuni- ra pastorale dell’arcivescovo di Parigi, il Cardinal Su-
cato Loisy. Ma il complotto che condusse allo sciogli- hard (Essor ou déclin de l’Eglise, Lettera pastorale per
mento iniziò in Germania, presso i sostenitori della il 1947). Meno di un ventennio dopo, e le acque torbi-
“scuola di Colonia” che difendeva l’interconfessionali- de del “Reno” (la teologia modernista che sotto trac-
smo dei sindacati cristiani, contro le direttive di San cia dominava già in Francia, Germania, Belgio, Au-
Pio X. È in questi ambienti che si riuscì ad ottenne dal stria, Olanda, Svizzera) si gettavano nel Tevere roma-
direttore politico dell’amministrazione militare tede- no col Vaticano II, col quale il modernismo ha vinto
sca in Belgio, Van der Lancken-Wakenitz, un ordine una battaglia importante di una guerra già – divina-
di perquisizione contro un membro fiammingo del So- mente - persa. Le porte dell’inferno non prevarranno!
dalitium, l’avv. Joncks, di Gand (18 maggio 1915) con 79) R. DE MATTEI, Modernismo e antimoderni-
la conseguente confisca dei documenti riservati del So- smo nell’epoca di Pio X in M. BUSI, R. DE MATTEI, A.
dalitium. Alle autorità germaniche, Mons. Benigni era LANZA, F. PELOSO, Don Orione negli anni del moder-
stato falsamente presentato come implicato in atti di nismo, Jaca Book, Milano, 2002, pp. 68-71.
spionaggio a favore della Russia, della Serbia e della 80) Cf ANGELO TAFI, Il servo di Dio Mons. Gio-
Francia! La prima fase vide coinvolti elementi moder- vanni Volpi (1860-1931), Arezzo, 1981. Mons. Volpi fu
nizzanti tedeschi, belgi e olandesi; il padre camilliano direttore spirituale di S. Gemma Galgani e della B.
Höner († 1920) resta in possesso dei documenti. La se- Elena Guerra.
conda fase ha inizio nel 1921, quando lo storico sulpi- 81) GIOVANNI AZZOLIN, Gli Scotton. Prediche bat-
ziano Fernand Mourret (1954-1938), amico del moder- taglie imboscate, La Serenissima, Vicenza, 1998.
nista Blondel, che sarà tenuto al corrente di tutta la 82) Su tutta la questione, si veda anche F. RICOS-
manovra, si reca dal sacerdote olandese Geurts, erede SA, Il Papa del Concilio; Terza puntata: da Bergamo a
del fondo Höner. Di ritorno a Parigi con copia dei do- Roma (1914-1925) in Sodalitium, n. 24.
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83) Cf LUCIA BUTTURINI, Tradizione e rinnova- il culto, secondo i tempi: essa renderà quella più sempli-
mento nelle riflessioni del giovane Roncalli, in: ce, più liberale, e questo più spirituale; e per quella via
AA.VV., Un cristiano sul trono di Pietro, Servitium essa diventerà un protestantesimo ortodosso, graduale,
editrice, Gorle (Bergamo), 2003, pp. 13-26. Proprio non violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordina-
l’americanismo spiega il particolare modernismo di to; un protestantesimo che non distruggerà la continuità
Roncalli, pragmatico, ottimista, desideroso di “aggior- apostolica del ministero ecclesiastico né l’essenza stessa
namento”. del culto’” (M. BUSI, R. DE MATTEI, A. LANZA, F. PE-
84) “Il Modernismo si proponeva (…) di trasfor- LOSO , Don Orione negli anni del modernismo, Jaca
mare il cattolicesimo dall’interno, lasciando intatto, nei Book, Milano, 2002, p. 50). La citazione di Buonaiuti,
limiti del possibile, l’involucro esteriore della Chiesa: ‘Il l’ultimo scomunicato “vitando”, è tratta da: E. Buo-
culto esteriore,- continua Buonaiuti – durerà sempre naiuti, Il modernismo cattolico, Guanda, Modena,
come la Gerarchia, ma la Chiesa, in quanto maestra dei 1943, p. 130; cf anche Sodalitium, n. 55 (dicembre
sacramenti e dei suoi ordini, modificherà la gerarchia e 2002), pp. 54-55.
Chiesa e dei cattolici fedeli al Papa. Uno dei gessero in pulpito le encicliche pontificie
punti di scontro fu la questione dell’educa- (tra il ’72 e il ’73 furono ventinove i vescovi
zione cattolica dei giovani (da sempre la ri- processati per questo motivo). Il governo
voluzione per far avanzare il suo piano ha permetteva, e incoraggiava lasciandole im-
mirato ad impadronirsi dell’insegnamento, punite, clamorose dimostrazioni e violenze
che le permette di deformare e pervertire i anticlericali, fin sotto il Vaticano (11).
giovani alle sue idee). Albertario fin dal Albertario e i suoi amici inquadravano
1875 (Congresso Cattolico di Venezia) ave- la questione romana nel quadro storico del
va proposto la fondazione di una Università momento e cioè nel gigantesco tentativo di
Cattolica (8) per spronare i cattolici ad otte- apostasia mondiale, nella guerra generale
nere la libertà del loro insegnamento contro per sostituire alla religione di Cristo la “re-
uno stato leviathano centralista e giacobino. ligione della libertà” liberale. Essi conside-
Don Albertario opponeva al liberalismo ravano, a giusto titolo, la legge delle Gua-
settario la difesa della libertà della Chiesa rentigie come un piatto di lenticchie offerto
affermando che il concetto stesso di libertà al Papa affinché rinunciasse ai suoi sacro-
porta i cattolici a “domandare che ci si con- santi diritti. L’Albertario scriveva: “Una
ceda di educare cattolicamente i figlioli. Non nuova frase fu coniata dai liberali e procla-
è fanatismo il nostro nè è pregiudizio: è puro mata in parlamento, cioè Religione senza
amore di libertà. Chi non chiede come noi la Chiesa (cattolica). Questa frase che ha avu-
libertà non è liberale, ma è un tiranno” [Os- to le sue procreazioni in quelle altre di libe-
servatore Cattolico 21/08/1875] (9). ra Chiesa in libero Stato, di separazione del-
“Sulla sua bocca d’«intransigente» ne- la Chiesa dallo Stato, di morale senza dog-
mico del liberalismo, quel grido alla libertà ma, di legge senza Dio, di incompatibilità
non poteva essere interpretato (e infatti del sacerdozio con la politica, questa frase
nessuno l’interpretò) in altro modo che co- ha ora il prestigio e la seduzione della gio-
me una liberazione dell’anima italiana dalla vinezza, ed è quella che sintetizza il concet-
schiavitù irreligiosa che i sacerdoti della to rivoluzionario in cui ci troviamo” (12).
«religione illiberale» (come dice il Croce) L’opera dell’Albertario poteva essere
andavano concretando con leggi e istituzio- riassunta nel celebre motto “Per il Papa e
ni assurde. Così, quando pochi mesi dopo con il Papa”. Questa dirittura di principi e
uscì il Sillabo di Pio IX, l’Albertario non di sentimenti era altamente approvata da
ebbe a soffrire crisi di coscienza, ma si tro- Pio IX, che ringraziava l’Osservatore Catto-
vò allo stesso posto di prima, in armi e in lico per l’Obolo di San Pietro con due Bre-
piena battaglia contro le dottrine condan- vi, il primo del 4 Febbraio 1874, il seguente
nate dal solenne e vituperato documento del 11 Ottobre 1875: “Ma il dono di gran
pontificio” (10). lunga più accetto, pel quale continuamente
• La “questione romana” divideva i cat- vi meritate la nostra gratitudine, lo ricono-
tolici in particolare e la società dell’epoca sciamo nell’impegno, con cui opponete la
in generale. Si parlava allora di Italia “rea- sana dottrina agli errori del giorno e vi ado-
le” e di Italia “legale”. I liberali e concilia- perate a difendere la causa della verità e
toristi credevano preferibile, per la dignità della giustizia, per nulla distolti dalla mal-
e spiritualità del ministero religioso, l’accet- vagità degli empii e dalla difficoltà delle
tazione dei fatti compiuti (Italia “legale”) e circostanze. Per il che ci congratuliamo e ci
l’abbraccio tra Pio IX e Vittorio Emanuele rallegriamo di quanto ci comunicate intor-
II al cospetto del mondo. Sull’altro fronte no al progredire e all’ampliarsi del vostro
gli intransigenti ritenevano indispensabile, giornale, e vi auguriamo che Dio anche in
all’esercizio del ministero papale, la sovra- avvenire col suo favore accompagni i vostri
nità temporale su un territorio che gli assi- sforzi e le vostre fatiche. Proseguite pertan-
curasse l’indipendenza da ogni ingerenza to con alacrità nelle opere intraprese, an-
esterna (Italia “reale”). che se combattendo si opporranno gli odii
In quegli anni si moltiplicarono, da par- dei malvagi, o vi mancheranno i soccorsi di
te del nuovo governo unitario, leggi anti- coloro che in sì gravissima guerra dimo-
cattoliche, ispirate dalla Massoneria, quali stransi soldati degeneri. Noi intanto nel
proibizione di pellegrinaggi e processioni, commendare colla meritata lode il vostro
processi contro sacerdoti e vescovi che leg- zelo, e nel rendervi i dovuti ringraziamenti
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per i prestatici officii, a tutti ed a ciascuno Albertario prese il treno per Roma dove
di voi amorevolmente impartiamo quale at- bussando alle porte giuste ottenne un altro
testato della pontificia dilezione, l’apostoli- breve di Pio IX datato 17 gennaio (1878)
ca benedizione” (13). che elogiava il quotidiano milanese. Ancora
Questo appoggio incondizionato di Pa- una volta L’Osservatore era stato salvato
pa Pio IX permise a L’Osservatore Cattoli- dal Papa e il Nazari non potè più insistere
co di resistere e di continuare la sua opera per lo scioglimento del giornale.
malgrado le proteste, gli attacchi, i rimpro- • I Rosminiani. La questione rosminia-
veri del clero liberale e conciliatorista, tra na agitava gli animi del clero in quella se-
cui molti vescovi come Bonomelli di Cre- conda metà dell’ottocento. A Milano, fin
mona e soprattutto lo stesso arcivescovo di dal 1851, l’arcivescovo Romilli aveva proi-
Milano Nazari di Calabiana. “Quando tali bito l’insegnamento della filosofia del Ro-
brevi giungevano all’Osservatore Cattolico smini in Seminario, licenziando sedici pro-
la redazione era in festa. Gli entusiasmi si fessori tra i quali il celebre abate Stoppani
raddoppiavano, scoppiavano interminabili (che sarà in seguito acerrimo nemico
evviva al Papa. […] L’Albertario […] senti- dell’Albertario, denunciandolo presso un
va nelle parole auguste soprattutto l’incita- tribunale civile). Va detto inoltre che il cle-
mento a nuove battaglie, persuaso d’altra ro più liberale e conciliatorista propendeva
parte che «questa unione al Sommo Ponte- più facilmente per le idee rosminiane in av-
fice, questa pratica esatta della sua dottrina versione al Tomismo.
quale egli ce la spiega» fosse «un mezzo per Il 3 luglio 1854, sotto Pio IX, la congrega-
mantenere l’unità coi nostri confratelli di zione dell’Indice aveva emanato il decreto
giornalismo e con gli altri cattolici»” (14). Dimittantur col quale si imponeva il silenzio
Quando il 9 gennaio 1878 morì Vittorio sia ai fautori che agli avversari della filosofia
Emanuele II “Padre della Patria”, don Al- rosminiana. Questo decreto permise una
bertario firmò un articolo di fuoco su l’Os- ventina d’anni di relativa calma. La polemica
servatore nel quale parlando del defunto so- si riaccese nel 1871 in seguito ad un articolo
vrano scriveva: “proclamò in un pubblico del Margotti su l’Unità Cattolica. L’Alberta-
discorso: A Roma siamo, a Roma restere- rio ricordò dalle colonne de L’Osservatore
mo! Dio ne confermò la parola e Vittorio Cattolico che il decreto Dimittantur non im-
Emanuele è là cadavere sotto le volte di una plicava affatto una positiva approvazione del
stanza pontificia. Un periodo si chiude della sistema, ma soltanto una non condanna e ri-
rivoluzione italiana e un periodo nuovo in- cordava che le precedenti condanne di due
comincia. È morto e sia. Che ha fatto egli opere del Rosmini permettevano di dare un
per la gloria di Dio? Dio giudicherà per la giudizio definitivo sul pensiero politico, reli-
vita futura, noi giudichiamo la terrena. (…) gioso e civile del roveretano; la campagna
Sono domande terribili. Noi le facciamo sul- anti-rosminiana condotta da L’Osservatore
la salma fredda di un Re di Savoia, morto aveva, naturalmente, le simpatie dei tomisti.
nel palazzo apostolico del Quirinale” (15). Le polemiche andarono avanti per diversi
L’arcivescovo Nazari di Calabiana, peraltro anni e portarono infine un duro colpo a
insignito della dignità di senatore del Re- L’Osservatore quando, nel 1876, il cardinale
gno, se la prese a male e convocò i redattori De Luca, responsabile della Sacra Congrega-
del giornale Albertario e Massara intiman- zione dell’Indice, su ispirazione dei rosminia-
do loro di sciolgierlo e intimando lo sfratto ni, richiamò ad un rigoroso silenzio sulle
dalla diocesi dell’Albertario. Bisogna nota- opere del Rosmini e impose al giornale mila-
re che l’arcivescovo non aveva battuto ciglio nese di riconoscere pubblicamente di aver
quando il prevosto di S. Maria della Passio- errato nell’interpretazione del Dimittantur.
ne aveva elogiato smaccatamente dal pulpi- In realtà, come si scoprì in seguito, la lettera
to il defunto sovrano lodando in lui ciò che del De Luca non era un decreto ufficiale del-
il Papa aveva condannato come danno alla la Congregazione bensì un documento priva-
religione. Mons. Nazari aveva inoltre fatto to non destinato alla pubblicazione; ma l’ar-
preparare una protesta sottoscritta da 90 sa- civescovo di Milano Nazari di Calabiana,
cerdoti, liberali e nemici di don Davide, e ostile all’Albertario, fu ben felice di lasciare
pubblicata dallo Spettatore. Tre ore dopo il giornale milanese sotto il peso di un’appa-
l’incontro con l’arcivescovo di Milano don rente, benché ingiusta, condanna.
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mente ostile. La calunnia corse rapidamente gnante di filosofia del seminario di Lodi.
su tutti i giornali d'Italia, tutti gridavano al Don Davide, dal canto suo, faceva appello
sacrilegio e che era ora di finirla con il diret- con tutte le sue forze alla giustizia del Papa,
tore dell’Osservatore. I primi giornali ad ac- scrivendo in un memoriale alla Segreteria di
cusarlo furono l’Araldo di Como e Il Corrie- Stato: “Io domando giustizia, e la domando
re della Sera di Milano. La curia intimò ad al Vicario di Cristo e ai di lui servi fedeli; la
Albertario di confessarsi reo, altrimenti sa- domando perché sono vittima dell’arbitrio e
rebbe stato istituito il processo canonico; a devono cessare le provocazioni contro la
nulla valsero le sue proteste e il processo si mia fede; la domando in nome del mio dirit-
fece: gli stessi accusatori - cosa inaudita - fu- to di cristiano, di sacerdote, di scrittore, il
rono assunti quali testimoni ma furono con- quale ha operato sempre secondo le leggi
vinti di menzogna e calunnia dal difensore della Chiesa Cattolica e i voleri del Suo Ca-
Don Federico Secco-Suardo. Appena termi- po Augusto” (18). In questo memoriale, di
nate le udienze i loro resoconti erano pub- settanta pagine, don Davide tracciava la sto-
blicati sui giornali di tutta la penisola, mal- ria delle battaglie de L’Osservatore e del suo
grado il silenzio imposto dai giudici. Don direttore e, trattandosi di un documento pri-
Albertario si vide costretto a fare appello a vatissimo, non lesinava giudizi, apprezza-
Roma, rivolgendosi alla S. Congregazione menti e denunce. Delle copie messe sotto
del Concilio, che accolse il suo ricorso il 7 lu- chiave da Albertario una gli fu trafugata e
glio. Il processo canonico si protrasse per data “in pasto” ai suoi detrattori i quali alla
lungo tempo e la sentenza definitiva d’asso- fine null’altro volevano se non che egli smet-
luzione arrivò soltanto nel 1885. tesse di scrivere: “l’Albertario deponga la
Inoltre si approfittò del momento diffici- penna e non sarà più molestato” diceva il
le de L’Osservatore per disgregarne la reda- prevosto di S. Tommaso a Milano. Effettiva-
zione: don Barbieri fu sospeso a divinis e co- mente sul “processo del caffè” che ormai si
stretto a rientrare nella sua diocesi di Cre- trascinava da mesi si inserirono tutte le altre
mona, dove mons. Bonomelli gli infliggeva polemiche e questioni che fin dall’inizio del-
altri guai, don Massara fu denunciato a Ro- la sua carriera avevano accompagnato il di-
ma per aver tenuto un discorso ritenuto of- rettore dell’Osservatore e in particolare i
fensivo contro l’Arcivescovo, Bonacina fu contrasti con il clero liberale e conciliatori-
dimesso senza stipendio, dal ruolo di inse- sta soprattutto con il vescovo di Cremona
Bonomelli. Il vescovo di Cremona aveva fat-
Don Albertario al lavoro con i suoi collaboratori, nella to chiudere il giornale intransigente Corriere
redazione de L’Osservatore Cattolico
della Campagna edito nella sua diocesi, e
mirava a fare lo stesso con l’Osservatore
Cattolico, facendosi forte di una missiva del
1881 firmata dal card. Jacobini secondo la
quale il giornale di Albertario doveva essere
messo sotto il suo controllo; Bonomelli ma-
nifestò la sua intenzione al patriarca d’Ales-
sandria Ballerini (19) che risiedeva a Sere-
gno, amico e protettore dell’Albertario. Il 15
febbraio dell’anno successivo don Alberta-
rio si recò a Roma per presentare un nuovo
memoriale al card. Jacobini. Nell’urbe visitò
diversi prelati di curia in attesa dell’udienza
con il cardinale Jacobini che non lo ricevette
ma gli fece giungere un autorevole invito a
recarsi a Napoli per un corso di prediche.
Don Davide comprese che lo si voleva allon-
tanare per qualche tempo dal suo giornale e
dalle polemiche, obbedì e partì per la capita-
le partenopea. Il suo “esilio”, perché di que-
sto si trattò, durò circa sei mesi, si trattenne
presso la chiesa di S. Paolo Maggiore dei
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convertito e diventato sacerdote. Don Da- fiuto dell’exequatur le nomine dei vescovi, il
vide non voleva reintegrare Milano senza governo dimostrava sempre maggiori vellei-
che un atto del Papa venisse a lavarlo tà d’imitare il Kulturkampf germanico. Era
dall’onta dell’esilio che lo faceva apparire quella l’ora più opportuna per sfogare ire di
colpevole. parte contro un giornalista, che il papa stes-
Nel frattempo il processo del caffé era ri- so aveva proclamato “campione della stam-
preso presso la curia milanese e la sentenza pa cattolica” e che da un ventennio si batte-
arrivò l’antivigilia di Natale (1883); don Al- va come un leone in difesa dei diritti del
bertario veniva riconosciuto colpevole di Pontificato?» (24). L’Osservatore e Il Leo-
aver rotto il digiuno prescritto prima della nardo non erano morti: dal suo esilio in ter-
Messa il 20 aprile 1882 e di aver quindi cele- ra natia don Davide mandava articoli e ri-
brato sacrilegamente. Di conseguenza dove- prendeva coraggio; “risorgerò” scriveva nel
va essergli tolta la facoltà di predicare e in- numero pasquale pubblicando un’incisione
segnare catechismo e doveva pagare le spese con il bacio di Giuda… era veramente “du-
del processo. Naturalmente anche questa ro a morire” conclusero i suoi avversari.
sentenza venne pubblicata dalla Perseveran- Questi mesi lo videro impegnato in batta-
za e presentata dalla stampa liberale come glie per le elezioni amministrative e per ar-
una vittoria definitiva del partito clerico-li- ginare la propaganda massonica che si orga-
berale-rosminiano di cui il capo era ormai nizzò a Torino in occasione dell’apertura
l’abate Stoppani. L’Albertario sembrava or- del tunnel ferroviario del Frejus (25). Poco
mai irrimediabilmente perduto e la sua car- prima di Natale gli morì la madre consuma-
riera giornalistica finita, lui stesso si diceva ta dalle fatiche e dal male, ma fiduciosa in
schiacciato da forze superiori; in quello stato Dio (26). Fu quindi un doloroso Natale, tan-
d’animo chiese che gli fosse mutata la resi- to più che a giorni si attendeva la sentenza
denza ottenendo di potersi ritirare tra i suoi della S. Congregazione del Concilio sul suo
nella natia Filighera tra gli affetti puri e sem- processo. La sentenza arrivò, ma era di as-
plici della famiglia: “come Eva sul lembo del soluzione e di revoca di quella emessa dalla
Paradiso perduto, contemplando la felicità curia milanese un anno prima: don Alberta-
fuggita; come Adamo mestissimo sul cada- rio veniva riconosciuto innocente e comple-
vere della prima vittima della crudeltà uma- tamente riabilitato dall’imputazione di sa-
na”. Tornò a casa ai primi del 1884 dove tro- crilegio. Anche l’ennesimo ricorso presenta-
vò ad accoglierlo la buona madre che lo ave- to dalla curia di Milano fu rigettato nella
va consolato nell’esilio con la preghiera e la sentenza definitiva in appello, che arrivò il
parola; ella se lo strinse al seno come un 18 aprile 1885, dopo tre anni di dolorosa
bambino. Il vescovo di Pavia invece gli con- sofferenza per don Albertario; egli dovette
cesse di predicare e insegnare e di reggere ricordarsi di quelle parole - già citate - della
provvisoriamente la cura di Belgioioso. Ma sua buona madre morente: “Se gli avversari
è proprio quando le cose sembrano umana- usano contro di te la menzogna hanno ne-
mente perdute che il Buon Dio interviene cessariamente una pessima causa; difendi la
per mettere tutto a posto. religione di tuo padre e mia, onora ed ama
L’aria era cambiata, a Roma i due ricor- la casa; abbandonati nelle mani di Dio e del
si presentati da don Davide furono accolti e Papa”. Ancora una volta la sua battaglia
in Vaticano si guardava alla situazione mila- non era stata vana.
nese con un altro occhio, la verità si faceva
strada. « I metodi dei clerico-liberali, i quali Il processo Stoppani
si sapevano appoggiati dall’arcivescovo, gli
scalpori del loro trionfo e l’insolenza usata L’abate Antonio Stoppani, scienziato,
da essi contro l’Albertario così facilmente geologo famoso, deve la sua fama alla sua
accusato di modi aspri e ingiuriosi erano tali opera più divulgativa: “Il bel paese” (1875).
da far pensare anche uomini di largo pen- Stoppani era di idee completamente opposte
siero come il cardinale di stato Jacobini. a quelle del nostro giornalista: era un “pa-
D’altra parte la condanna dell’Albertario triota”, un liberale favorevole alla concilia-
giungeva nel momento in cui (…) rinfocola- zione. Cappellano militare al seguito degli
vano le discussioni sulla questione romana, eserciti sardi nella terza guerra d’indipen-
il guardasigilli Zanardelli boicottava col ri- denza, di idee “transigenti”, era inoltre un
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fare ciò annunciò sull’Osservatore una sot- Giambattista Paganuzzi, che aveva brillan-
toscrizione pubblica che rapidamente gli temente difeso Albertario al processo, di-
portò molte offerte e simpatia. La questura venne presidente dell’Opera dei Congressi
fece addirittura sequestrare i manifesti con che era la più importante organizzazione
cui il giornalista chiedeva aiuti, fatti stam- d’azione cattolica in Italia.
pare e affiggere da don Davide, e processò, Mons. Giuseppe Sarto (il futuro San Pio
condannandoli, gli affissori. X) diciassette giorni dopo la sentenza contro
Il processo d’appello si chiuse con una l’Osservatore così la commentava scrivendo a
nuova condanna (23 febbraio 1888) che di- un giornalista amico: “nella Marchetta (gior-
minuì di poco l’ammontare delle multe ma naletto locale) di Sabato, fa di mettere distin-
le gravò di altre spese processuali a carico ta una notarella sulla somma raccolta sinora
degli imputati. Il denaro raccolto dalla sot- dal l’Osservatore Cattolico per pagare la mul-
toscrizione non bastava e don Albertario si ta e le spese del processo. Altro che condan-
risolse a sopprimere La Rivista Italiana, Il na! Questa è una prova del favore che gode
Popolo Cattolico, e il Leonardo da Vinci, presso tutti gli ottimi; e nessun altro giornale
fece inoltre dei mutui presso privati per as- potrebbe aspirare a tanto” (32).
sicurare la continuazione del giornale prin-
cipale (L’Osservatore) e lo salvò. Mons. Sarto e Albertario
Oltre al danno la beffa… fu che l’abate
Stoppani destinò 2000 lire del denaro delle Mons. Giuseppe Sarto, il futuro papa S.
multe al costruendo monumento del Ro- Pio X, fu sempre favorevole all’Albertario
smini a Milano. come testimoniano alcune sue lettere. Sarto
Dal processo Stoppani, l’Albertario ed e Albertario appartenevano alla stessa cor-
il suo Osservatore uscivano apparentemen- rente di pensiero cattolico intransigente e si
te sconfitti ma la vittoria morale era per lui. può legittimamente pensare che se don Al-
L’aver fatto ricorso ad un tribunale civile si bertario fosse vissuto più a lungo (morì nel
rivelò una mossa falsa per lo Stoppani e ciò 1902 un anno prima dell’elezione di S. Pio
non gli portò nessun beneficio: i libri da lui X) sarebbe evoluto nel pensiero integrista e
pubblicati in seguito si rivelarono un falli- antimodernista del grande Papa veneto.
mento e furono snobbati dal pubblico. Inol- Alcuni passaggi delle lettere di mons.
tre il 7 marzo 1888 uscì il decreto Post obi- Sarto quando era vescovo di Mantova atte-
tum che condannava le 40 proposizioni ro- stano la stima che egli aveva per don Al-
sminiane; L’Osservatore ne diede per pri- bertario e il suo giornale. Durante la tem-
mo la notizia a Milano, e per Albertario fu pesta del “processo del caffè” e degli attac-
un vantaggioso compenso delle sofferenze chi di mons. Bonomelli, quando don Carlo
e delle amarezze dell’ultimo biennio. Lo Bonacina si recò a Roma in udienza da Pa-
Stoppani che continuava la pubblicazione pa Leone XIII, il quale ebbe parole di en-
della sua rivista, malgrado gli amorevoli av- comio ed accordò la benedizione apostolica
visi di chi lo consigliava di sospenderla, vi- per il giornale, il vescovo di Mantova scri-
de “Il Rosmini” messo all’indice nel giugno veva: “La direzione ne deve andare ben
del 1889 (31). giustamente giuliva, e con essa tutti quelli
Dopo l’iniquo processo Stoppani la sim- che non transigono coi santi principi da es-
patia per Albertario e le sue idee aumenta- sa propugnati” (33).
rono nel popolo cattolico: laici e giovani Nel pieno della burrasca scatenata dal
chierici appena usciti dal seminario erano “processo del caffé” Mons. Sarto sostenne
conquistati dal programma dell’Osservatore don Albertario, scrivendogli lettere per con-
Cattolico, mentre le file del “partito” cleri- solarlo per la mala piega che avevano preso
co- liberale si assottigliavano sempre più, al gli avvenimenti: “Con un promemoria tale
punto che dopo pochi anni resteranno co- nelle mani del Papa è assolutamente certo
me dei dinosauri solo alcuni vecchi capi del che Voi non perirete. Dunque coraggio; e
partito un tempo così battagliero. La chia- avanti con queste misure che usate e saprete
rezza e la coerenza del motto “col Papa e usare di forza, prudenza, avvedutezza, in-
per il Papa” aveva travolto gli avversari e la transigenza e zelo, usque ad finem”. Il vesco-
verità e la coerenza avevano trionfato vo di Mantova scrivendo anche al card. Pecci
sull’errore e sul compromesso. L’avvocato (fratello del Papa Leone XIII) per ottenere
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d’Indipendenza). Su proposta dell’Imperatore d’Austria oggi di fare un processo per un fatto del genere, ma è
Francesco Giuseppe, secondo il concordato vigente, fra necessario ricordare la regola della legge del digiuno
la battaglia di Magenta del 4 giugno (1859) e la pace di eucaristico che doveva essere assoluto (non era per-
Villafranca dell’8 luglio, Pio IX aveva preconizzato alla messa neanche l’acqua naturale) dalla mezzanotte pri-
sede milanese Mons. Paolo Angelo Ballerini, già vicario ma della S. Comunione. Questa antica disciplina, di
generale del defunto arcivescovo, conosciuto come mol- origine apostolica, della Chiesa fu poi attenuata dopo
to devoto alla S. Sede. Il nuovo governo piemontese ri- la guerra da papa Pio XII quando egli permise la mes-
fiutò di riconoscere la nomina del Ballerini con la scusa sa vespertina (al pomeriggio) e si vide costretto a ri-
che la proposta imperiale non aveva valore in quanto gli durre a sole tre ore il tempo del digiuno prima della S.
austriaci non erano più padroni di Milano. Ballerini fu Comunione, raccomandando però che, chi poteva,
consacrato in segreto presso la certosa di Pavia da continuasse a osservare la disciplina antica. Tutto ciò
Mons. Caccia Dominioni gia vicario capitolare della dio- ci deve animare ad un profondo rispetto nel ricevere
cesi e ausiliare del Romilli. Ballerini, la cui consacrazio- la S. Eucaristia con le migliori disposizione anche del
ne restò segreta, fu oggetto di una violentissima campa- corpo, poiché essa deve essere il primo “alimento” ad
gna di stampa e fu anche minacciato di morte, si ritirò a entrare nel nostro corpo secondo le parole di Gesù
Cantù aiutando il parroco nel ministero delle confessio- “cercate prima il regno dei cieli e tutto il resto vi sarà
ni, dopo aver nominato suo vicario episcopale Mons. dato in sovrappiù”.
Caccia Dominioni che governò la diocesi in sua vece, 18) Citato da: GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 158.
per lunghi anni obbedendo al Ballerini al quale il gover- 19) Per quanto riguarda la persona di Ballerini e le
no rifiutava sempre l’exequatur. Contro Caccia Domi- vicende che lo riguardano vedi la nota n. 6, poco sopra.
nioni e Ballerini si scatenerà la stampa cattolico liberale 20) Pietro Balan è autore della “Storia della Chie-
e conciliatorista filo-governativa. sa Cattolica” dal 1846 fino a Leone XIII, che continua-
5) GIUSEPPE PECORA, op. cit. pagg. 48-50. va quella più celebre dell’abate Rohrbacher, (Marietti
6) La difficile situazione della diocesi di Milano Torino 1904).
(vedi nota 4) si era risolta nel 1867 quando Pio IX ven- 21) La Società Anticlericale Cremonese lo pubbli-
ne a compromesso con il governo (che si era già trasfe- cò con il titolo: “Guerra al coltello fra il prete Alberta-
rito a Firenze): Mons. Ballerini rinunciò all’arcivescova- rio e il vescovo Bonomelli” aggiungendo come com-
do di Milano e fu promosso Patriarca latino di Alessan- mento che per loro “entrambi questi caporioni della
dria e mons. Luigi dei conti Nazari di Calabiana fu tras- reazione pretina hanno identico valore morale”.
lato dalla sede vescovile di Casale Monferrato a quella 22) G. PECORA, op. cit., pag. 181.
di Milano. Precedentemente nel ‘66 era morto il vicario 23) G. PECORA, op. cit., pag. 183.
Caccia Dominioni e il Ballerini aveva dovuto manife- 24) G. PECORA, op. cit., pag. 197.
stare pubblicamente la sua qualità di vescovo di Milano 25) Papa Leone XIII aveva appena condannato la
rendendo nullo (almeno per un po’…) il tentativo del Massoneria con la magnifica enciclica Humanum genus.
governo di porre sulla cattedra di S. Ambrogio un per- 26) La madre morì dicendogli quelle belle parole:
sonaggio dell’area liberale e conciliatorista. “So poche cose, ma qualche cosa conosco…” già citate
7) Giuseppe Marinoni, dopo aver lasciato nel all’inizio di quest’articolo nel paragrafo dedicato alle
1872 l’Osservatore Cattolico nelle mani di don Alber- origini.
tario, fu poi fondatore della congregazione del PIME 27) Stoppani pubblicò in prima pagina ed in ogni
(Pontificio Istituto Missioni Estere) fascicolo, come un’insegna, alcuni brani della lettera di
8) L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Mila- Gregorio XVI, In sublimi e del breve in cui lo stesso
no deve certamente annoverare tra i suoi ispiratori e papa lodava la pietà del Rosmini, un brano del Dimit-
quasi fondatori a giusto titolo don Davide Albertario tatur, e inoltre – cosa inaudita – la famosa ritrattazione
che a più riprese ne caldeggiò e appoggiò la nascita. È Massara-Albertario del 30 giugno 1876 (vedi il para-
sconcertante pensare che oggi in questo ateneo non grafo sui rosminiani a pag. 42). In pratica il “silenzio”
c’è una sola aula a lui dedicata (mentre personaggi co- imposto sulla questione rosminiana doveva essere os-
me il card Ferrari, Frassati, hanno la loro aula). Ma si servato, secondo il celebre abate, soltanto dagli altri, i
sa che l’Albertario fu sempre un personaggio scomodo suoi avversari cioè gli albertariani…
in vita e post mortem e pietra d’inciampo per liberali e 28) G. PECORA, op. cit., pagg. 225-226.
modernisti… 29) Già nel 1884 c’era stato un processo per ingiu-
9) G. PECORA, op. cit., pag. 71. ria e diffamazione a Crema passato alla storia come
10) GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 73. “processo dei rosminiani” che aveva coinvolto Stoppa-
11) Sull’anticlericalismo del movimento risorgi- ni e Albertario ed era finito con la condanna della re-
mentale si possono consultare i seguenti autori: ANGE- dazione dell’Osservatore a pagare 1500 lire di danni
LA PELLICCIARI, Risorgimento da riscrivere, Ares Mila- morali e la pubblicazione della sentenza sul giornale.
no 1998; Risorgimento anticattolico, Piemme Casale 30) G. PECORA, op. cit., pagg. 230-231. Il momen-
Monferrato 2004; La verità sugli uomini e sulle cose to politico in cui si svolse questo processo non era dei
del Regno d’Italia, a cura di ELENA BIANCHINI BRA- più favorevoli per i rapporti tra la Santa Sede e il go-
GLIA, edizioni Terra e identità Modena 2005. verno italiano. A capo del governo sedeva il massone
12) GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 79. Francesco Crispi e molte furono le leggi anticattoliche
13) Breve papale del 4 Febbraio 1874 citato in emanate in quegli anni. Fu tolto l’obbligo dell’istruzio-
GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 83. ne religiosa nelle scuole elementari, vennero “regola-
14) GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 84. ti” i beni delle confraternite e delle opere pie, e furo-
15) GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 104-105. no fatte leggi contro i presunti abusi del clero e le “in-
16) GIUSEPPE PECORA, op. cit., pag. 142. temperanze” della stampa cattolica. A Roma in Cam-
17) Ai giorni nostri fa quasi sorridere l’accusa po dei Fiori (laddove l’eretico era stato bruciato) si
mossa contro don Albertario, e nessuno penserebbe erigeva nel 1889 una statua a Giordano Bruno in spre-
51
Morale
nissima Gran Loggia del Rito Simbolico Ita- Chiesa non proibisce più la cremazione’! Il colpo era
liano: ai vertici delle due associazioni Carlo preparato da tempo: ne dà testimonianza una lettera
del vescovo Bruno B. Heim, collaboratore a suo tempo
Meyer e Federico Wasmuth, entrambi presi- del nunzio Angelo Giuseppe Roncalli (futuro Giovanni
denti della Serenissima Gran Loggia del RSI, XXIII) alla nunziatura di Parigi, il quale scrive che il
ed Alceste Cristofanini, del RSI, nonché barone Marsaudon, amico di Mons. Roncalli, “venne (a
Gran Maestro onorario del Grand’Oriente. trovarlo) per proporre la soppressione del divieto della
cremazione; a suo dire ciò non aveva più nulla a che ve-
Torino non è da meno. La locale dere con l’ideologia massonica” (in Controrivoluzione,
So.crem cita i nomi del dott. Jacob Mole- n. 67-68/2000, p. 28). Ah, peccato che Marsaudon fosse
schott, ma omette di dire che egli era un fra- Ministro di Stato del Supremo Consiglio di Francia del
tello muratore, come pure gli altri pionieri e Rito Scozzese Antico e Accettato…
correligionari israeliti, Cesare Goldmann (1)
e Luigi D’Ancona. I primi tre presidenti
della Socrem subalpina sono tutti e tre emi- L’elemosina della Messa
nenti massoni: così Ariodante Fabretti, car-
bonaro, membro della Giovane Italia ma don Ugo Carandino
anche del Supremo Consiglio del 33° di Ri-
to Scozzese; Tommaso Villa (che fu presi-
dente della Camera e Senatore del Regno)
e Luigi Pagliani. E potremmo continuare…
L’ Enciclopedia Cattolica (EC) alla voce
“elemosina” spiega che “…una parti-
colare specie di elemosina è quella che viene
Tutti questi nomi si ritrovano nei volumi di corrisposta per la celebrazione o l’applica-
storia della Massoneria, ad esempio in quel- zione di Messe. Essa viene anche designata
lo di A.A. Mola (ed. Bompiani, 1976). in linguaggio tecnico con il termine di sti-
Oggi, per rassicurare i cattolici, le socie- pendium (…). Tale terminologia, si riattac-
tà per la cremazione citano Paolo VI (2), ca all’uso latino di denominare stipendium
ma in realtà l’atmosfera è ancora quella dei ciò che si dava ad ogni soldato per il mante-
tempi che furono, quando con i riti crema- nimento, donde poi la qualifica di stipendio
zionisti (e ora le “sale del commiato” nel a tutto ciò che i ministri dell’altare avessero
“tempio crematorio”) si volle creare una per il mantenimento…”.
“morte laica” da sostituire alle cerimonie Il redattore dell’EC cita l’insegnamento
del cattolicesimo. Exit-Italia, l’associazione dell’Apostolo san Paolo, il quale scrive: “Non
per l’eutanasia, è lieta di sbandierare la sua sapete che coloro che celebrano il culto trag-
ottima collaborazione con la U.A.A.R. gono il vitto dal culto, e coloro che attendono
(Unione Atei Agnostici Razionalisti) e la all'altare hanno parte dell'altare? Così anche il
So.crem (Società per la cremazione). Oggi, Signore ha disposto che quelli che annunziano
come ieri, nulla è veramente cambiato. il vangelo vivano del vangelo”. (I Cor, 9, 13-
14). Questo serve, continua l’EC, a “porre in
Note luce l’elemento giustificativo della prestazione
1) Dovrebbe trattarsi del medesimo Cesare Gold- di cui si tratta. Elemento che si identifica nello
mann, anch’egli massone israelita, che finanziò Il Po- scopo di procurare al celebrante un mezzo di
polo d’Italia e mise a disposizione dei neonati Fasci di
combattimento il Salone dell’Alleanza industriale e sostentamento”. Infatti l’insegnamento paoli-
commerciale di Milano, sito in Piazza San Sepolcro no (“Coloro che attendono all’altare hanno
n. 9, per la storica adunata del 23 marzo 1919. parte dell’altare”) precisa il motivo per cui il
2 ) Naturalmente, i cremazionisti citano (per con- sacerdote percepisce un’elemosina (lo stipen-
vincere i cattolici) le parole con le quali vien detto che
la cremazione non è cattiva in sé, e non è più proibita in
dium) legata all’intenzione particolare per la
ogni caso. Omettono invece le altre parole del testo do- quale la Messa viene celebrata.
ve viene ancora ricordato che “la Chiesa si è sempre stu- L’origine di questa pratica è antichissi-
diata di inculcare la inumazione dei cadaveri, sia circon- ma. Il card. Schuster, nel suo monumentale
dando tale atto con riti destinati a metterne in risalto il si- Liber Sacramentorum, parla della consue-
gnificato simbolico e religioso, sia comminando pene ca-
noniche contro coloro che agissero contro una sì salutare tudine, diffusa nelle prime comunità di cri-
prassi (…). Deve essere usata ogni cura perché sia fedel- stiani, di offrire al celebrante dei doni in
mente mantenuta la consuetudine di seppellire i cadaveri natura necessari, oltre che per il santo sa-
dei fedeli; perciò gli ordinari con opportune istruzioni ed crificio, anche per l’aiuto ai poveri e per il
ammonimenti cureranno che il popolo cristiano rifugga
dalla cremazione dei cadaveri (…)”. Parole al vento, e
mantenimento del clero.
lo si poteva e doveva prevedere! Tutto quello che è ri- “Nei secoli posteriori – spiega l’insigne
masto del decreto del 1963, è, come si dice, che ‘la liturgista - questa disciplina primitiva fu so-
54
stituita dall’uso di offrire al celebrante delle pratica profondamente radicata tra i fedeli.
offerte in danaro, la cosiddetta elemosina Oggi rischia di perdersi soprattutto tra le
per la messa. Sarà bene che i fedeli com- nuove generazioni di cattolici, alle quali
prendano tutta l’importanza che deve avere spesso viene a mancare la trasmissione diret-
questa loro contribuzione personale a soste- ta di usi e costumi cristiani. Infatti, la con-
nere le spese di culto, che la concepiscano, versione permette di abbracciare le princi-
non già come un rito di devozione funebre pali verità della Fede, ma è necessario acqui-
in caso di morte di qualcuno dei loro cari, sire una serie di elementi secondari (come
ma come una parte dei loro doveri di cristia- l’elemosina delle Messe) che la scristianizza-
ni, e come una conseguenza del precetto im- zione generale non ha permesso di conosce-
posto già da Dio agli Israeliti di concorrere re e quindi di praticare precedentemente.
colle loro offerte alle spese cultuali del Tem- Evidentemente la pratica dell’elemosina
pio, ed al mantenimento dei ministri del san- della Messa non si deve confondere con la
tuario” (CARD. A. L. SCHUSTER, osb, Liber simonia, cioè la vendita di cose sacre. A ta-
Sacramentorum, vol. IV, Casa Editrice Ma- le proposito l’EC è chiara: l’elemosina è un
rietti, Torino-Roma 1930, pagg. 117-118). mezzo di sostentamento al clero “restando
La prassi dell’elemosina data al sacerdo- escluso ogni concetto di pagamento di prez-
te affinché la celebrazione della Messa sia zo e tanto meno di controvalore pecuniario
legata a un determinato scopo, risale al II del sacrificio celebrato o applicato”.
secolo e si diffuse in tutta la Chiesa nel- Il fedele deve inoltre sapere la differen-
l’epoca medioevale. Il Diritto Canonico za che passa tra le diverse forme di elemo-
tratta della materia e regola l’accettazione, sina. Mentre le elemosine raccolte attraver-
l’amministrazione e l’utilizzo delle elemosi- so la questua rappresentano un aiuto che
ne relative alle intenzioni per la Messa. va alla parrocchia o alla congregazione (nel
L’intenzione particolare richiesta al ce- nostro caso all’Istituto a cui apparteniamo),
lebrante può essere relativa: al suffragio di le elemosine legate alla richiesta di celebra-
uno o più defunti; al bisogno spirituale o zione della Messa rappresentano l’unico so-
temporale di un vivente (la conversione, la stentamento personale del sacerdote.
guarigione, il buon esito di un esame, una Non sempre i fedeli percepiscono chia-
grazia particolare, ecc.); alle intenzioni ge- ramente le gravose esigenze materiali lega-
nerali della Chiesa, come la perseveranza te all’esistenza e al mantenimento di
dei consacrati, le vocazioni, la conversione un’opera sacerdotale. Il card. Schuster, nel-
degli infedeli, ecc. Si possono inoltre far ce- le sue considerazioni sull’elemosina, tratta-
lebrare delle Messe in onore delle Tre Per- va anche questo aspetto e si rivolgeva diret-
sone della SS. Trinità, della Santa Vergine, tamente al senso di responsabilità dei figli
degli Angeli e dei Santi. della Chiesa: “Quest’obbligo oggi diviene
L’intenzione inoltre può riguardare la più doveroso e grave, dacchè i governi libe-
celebrazione di una sola Messa oppure la rali hanno confiscato quasi tutte le rendite
celebrazione consecutiva di più Messe: un ecclesiastiche, riducendo la Chiesa non dirò
triduo (tre Messe), una novena (nove Mes- già semplicemente a mantenersi, ma a soste-
se) oppure un ciclo di Messe gregoriane nere ancora tutte le sue numerosissime istitu-
(trenta Messe per l’anima di un defunto). zioni di beneficenze, di propaganda ecc. col-
È vietato celebrare una Messa cumulan- le sole elemosine dei suoi figli”.
do più intenzioni ricevute da donatori di- L’elemosina della Messa permette così
versi, mentre un unico donatore può richie- di praticare la carità e la giustizia nei con-
dere, come abbiamo già accennato, un’uni- fronti del celebrante (sostentamento del
ca intenzione applicabile a più defunti o vi- clero) e di colui per il quale la Messa viene
venti. offerta (ad es. il suffragio dei defunti).
Sarebbe auspicabile far celebrare delle È quindi auspicabile che questa anti-
Messe in suffragio dei propri defunti almeno chissima consuetudine ritorni ad essere
nell’anniversario della morte. Lodevolmente praticata dal popolo cristiano.
alcuni fedeli richiedono l’applicazione
dell’intenzione della Messa per le anime del “Non ti accorgi che hai perso quello che
Purgatorio più abbandonate. Fino a pochi non hai dato?” (S. Agostino).
decenni fa, la richiesta delle Messe era una
55
a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradir- Frère Roger. Se Giuda può non essere
lo’…”. Anzi, magari è pure “colpa” di Dio: in inferno, figuriamoci se Frère Roger
Del resto, quando pensiamo al ruolo negati- Schutz, il fondatore della comunità ecume-
vo svolto da Giuda, dobbiamo inserirlo nella nica di Taizé, non è in Paradiso: “In questo
superiore conduzione degli eventi da parte di momento di tristezza – così Benedetto XVI
Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte il 17 agosto 2005 dopo la morte di Schutz -
di Gesù, il quale trasformò questo tremendo possiamo solo affidare alla bontà del Signo-
supplizio in spazio di amore salvifico e in re l’anima di questo suo fedele servitore e
consegna di sé al Padre (…)”. “In consegna sappiamo che dalla tristezza, come abbia-
di sé”: attenzione, adesso assisterete al più mo sentito ora, rinascerà la gioia; che è,
bel gioco di prestigio: “il Verbo [maiuscolo] nelle mani della bontà eterna e dell’amore
‘tradire’ è la versione di una parola greca che eterno, arrivato alla gioia eterna. E lui ci
significa ‘consegnare’”. Capite? Giuda ha ammonisce di essere fedeli lavoratori nella
tradito (consegnato)? Anche Gesù si è con- vigna del Signore, sempre, anche in situa-
segnato (=tradito). E pure Dio ha consegna- zioni tristi, sicuri che il Signore ci accompa-
to (=tradito) il Figlio: “Talvolta il suo sogget- gna e ci dà la sua gioia”. Dopo un anno, lo
to è addirittura Dio in persona: è stato lui addita ad esempio di ecumenismo:
[minuscolo] che per amore ‘consegnò’ Gesù Il problema è che Frère Roger non si è
per tutti noi (cfr Rm 8, 32). Nel suo misterio- “convertito al cattolicesimo” come è stato
so progetto salvifico, Dio assume il gesto ine- detto, ma sarebbe stato in “piena comunio-
scusabile di Giuda come occasione del dono ne con la Chiesa cattolica” senza cessare di
totale del Figlio per la redenzione del mon- essere protestante. Qui di seguito la posi-
do”. Inescusabile. Dunque Giuda si è dan- zione ufficiale di Taizé: «La comunità di
nato? Per Ratzinger non è affatto chiaro: Taizé chiarisce il percorso di frère Roger.
Gesù ha scelto Giuda come apostolo. Lo ha La comunità di Taizé comunica:
chiamato “amico”. Non è un mistero? “Il In un articolo riguardante frère Roger,
mistero della scelta rimane, tanto più che Ge- il giornale Le Monde del 6 settembre 2006
sù pronuncia un giudizio molto severo su di ha dato credito e voce alle affermazioni di
lui: ‘Guai a colui dal quale il Figlio dell’Uo- un piccolo foglio d’informazione, legato ad
mo viene tradito!’ (Mt 26, 24). Ancora di più una corrente tradizionalista, che deforma il
si infittisce il mistero circa la sua sorte eter- reale cammino di frère Roger e ne danneg-
na…” Come? Non ha detto “Guai” a Giu- gia la memoria.
da? “sapendo che Giuda si pentì (…) Benché Un testo del Pontificio Consiglio per
egli si sia poi allontanato per andare a impic- L’Unità dei cristiani, di Roma, è citato per
carsi (cfr Mt 27, 5) non spetta a noi misurare sostenere la tesi di una “conversione” di frè-
il suo gesto, sostituendoci a Dio infinitamente re Roger, mentre in realtà non dice niente di
misericordioso e giusto”! Ratzinger vede un tutto ciò. In merito poi al vescovo emerito di
fitto mistero dove Dio invece ha gettato Autun, mons. Séguy, lo stesso ha già chiarito
chiarissima luce; Gesù infatti non ha solo le sue parole. Rifiutando il termine “conver-
pronunciato “un giudizio molto severo” col sione”, ha dichiarato all’AFP: “Non ho det-
suo “Guai”. La frase che Ratzinger inter- to che Frère Roger avrebbe abiurato il pro-
rompe nella sua citazione troncata, prosegue testantesimo, bensì che ha manifestato di
infatti così: “sarebbe stato meglio per aderire pienamente alla fede cattolica”.
quest’uomo se non fosse mai nato”! Queste D’origine protestante, frère Roger ha
parole hanno un senso solo per chi è eterna- percorso un cammino senza precedenti do-
mente dannato in inferno, giacché per chi si
salva vale sempre la pena di nascere. Ma an-
che in questo Benedetto è il successore di
Giovanni Paolo. Simili discorsi proprio men-
tre i nemici della Chiesa diffondevano l’apo-
In occasione dei funerali di
crifo “Vangelo di Giuda” durante la Setti- K. Wojtyla, frère Roger,
mana Santa, invitano a riflettere su chi pos- fondatore di Taizé riceve
sano essere questi moderni avvocati della la comunione dal cardinal
causa del Traditore. Avvocati di una causa Ratzinger
persa.
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protestante tedesco Juergen Johannesdot- to una volta che nella cristianità mondiale,
ter, esperto di questioni ecumeniche per la potrebbe esserci un’istanza dirigente”.
conferenza episcopale evangelica di Ger- Come luterano riesce ad immaginarsela
mania (Ekd) e co-presidente della commis- davvero? “Naturalmente noi luterani pen-
sione bilaterale luterana-anglicana. siamo in prima battuta piuttosto ad un si-
Benedetto XVI celebrerà dopodomani nodo, ma sono certo che questo problema
a Ratisbona un rito ecumenico e il ricono- lo dovremo riesaminare sempre di nuovo.
scimento del vescovo luterano rivela quan- Giovanni Paolo II ci ha fatto capire che
te aspettative si sono concentrate sul suo un’istanza del genere conta molto per rap-
pontificato. Johannesdotter, vescovo di presentare le posizioni cristiane del mondo
Schaumburg-Lippe, ha incontrato papa di oggi. Sarebbe anche la personificazione
Ratzinguer dieci giorni fa e all’uscita della memoria delle parole pronunciate da
dell’udienza gli è venuto spontaneo espri- Gesù Cristo: Ut unum sint. Noi sappiamo
mere il suo “sogno”, che ha voluto raccon- che questa unità è costituita da Cristo, è lui
tare al convegno interreligioso di Sant’Egi- che la garantisce. Ma al tempo stesso per
dio ad Assisi. “Papi come Giovanni Paolo gli uomini d’oggi è anche importante vede-
II e Benedetto XVI - ci conferma - non re la raffigurazione di questa unità”.
avrei difficoltà ad eleggerli”. Lei sottolinea, tuttavia, che il ruolo pa-
Vescovo Johannesdotter, vuol dire che pale andrebbe modificato.
per i luterani il Papato non è più un tabù? “Sono convinto che non può esserci una
“Sicuramente un papato modificato. Pe- persona sola che spiega per gli altri e agli
rò per me, e anche per altri vescovi lutera- atri che cosa è unità. Dev’essere un’istanza
ni, è concepibile una nuova struttura del in cui noi tutti ci sentiamo a casa. Perciò il
ministero papale come portavoce della Cri- ministero papale dovrà modificarsi, ma
stianità Mondiale”. questo lo ha già riconosciuto Giovanni Pao-
Tutto sembra partire dal pontificato di lo II e lo riconosce anche Benedetto XVI”.
Giovanni Paolo II. È così? Lei ha detto che avrebbe dato il suo vo-
“Pur essendo consapevoli di ciò che ci to anche al papabile Ratzinger.
separava, abbiamo colto la sua profonda “Il rispetto che circonda Giovanni Paolo
religiosità e umanità e molti cristiani lutera- II, lo nutriamo anche per Benedetto XVI.
ni hanno sentito e accettato Giovanni Pao- Quando è uscito il libro del professore Rat-
lo II come un Padre della Fede. Capivamo zinger sull’introduzione al Cristianesimo un
che era mosso dalla nostalgia per l’unità, noto teologo evangelico, Helmut Tielecke,
ma non un’unità che esige una specie di ri- ha dichiarato: Dovete leggere quest’opera.
torno all’ovile, bensì un’unità rafforzata at- A parte qualche pagina su Maria, è del tutto
traverso Cristo e come luterani noi siamo un libro evangelico. Le posizioni di Ratzin-
molto cristocentrici e questo ci unisce an- ger come papa, cardinale e professore sono
che con Benedetto XVI”. molto stimolanti e incoraggianti per il dia-
Significa che anche per i protestanti logo ecumenico e rappresentano per noi
l’idea stessa del ruolo papale come ministe- una sfida positiva”.
ro dell’unità diventa importante nell’epoca Guardando al futuro, lei è ottimista?
contemporanea? “Un po’ ottimista”.
“Con tutta la varietà che ci caratterizza (m.pol.)»
non mi sento di parlare a nome del prote-
stantesimo. Però proprio l’esempio di Gio- Il “vescovo” luterano Johannesdotter
vanni Paolo II ci ha fatto avvertire che que-
sta speciale funzione papale dischiude mol-
te possibilità, che non riscontriamo di per
sé nella molteplicità delle singole Chiese.
Certamente nella concezione evangelica
l’ufficio papale dovrebbe accompagnarsi al
riconoscimento di un maggiore pluralismo.
In ogni caso il vescovo luterano di Baviera,
Friedrich, che è a capo della conferenza dei
vescovi evangelici di Germania, ha già det-
60
I Crociati di Pio IX
Due importanti novità dal C.L. Sodalitium
Messalino
A ntonmaria Bonetti nasce a Bologna nel
1849; nel 1868 lascia gli studi universi-
tari e si arruola negli Zuavi Pontifici; nel
Festivo 1870 è promosso caporale dei Cacciatori in-
Pagg. 456 digeni. La mattina del 20 settembre parteci-
formato pa alla difesa di Porta S. Pancrazio di Ro-
tascabile ma, dove viene ferito. Tradotto prigioniero
nella cittadella di Alessandria, rifiuta di en-
€ 17,00 trare nel Regio Esercito con la promozione
a sergente, anche se poco dopo sarà chia-
mato di leva. Dopo il congedo inizia un’in-
tensa attività giornalistica, che lo vedrà an-
NO che redattore dell’Osservatore Romano e
VIT direttore della Rivista Antimassonica.
À La sua penna incisiva e graffiante ci ha
lasciato diverse opere storiche relative alle
campagne militari dell’esercito papalino
(nel periodo compreso tra dal 1860 e il
1870) e alla successiva “Questione Roma-
ANTONMARIA
na”. Il Centro Librario Sodalitium ha deci-
BONETTI
so di presentare ai lettori la prima di queste
Il opere, Il Volontario di Pio IX, data alle
volontario stampe nel 1871, scritta quindi pochi mesi
di Pio IX. dopo la Breccia di Porta Pia.
Si tratta di un bel libro autobiografico,
€ 10,00 di piacevole lettura, che si inserisce nel filo-
ne diaristico ottocentesco. Infatti, sono nu-
merosi i diari dei reduci delle milizie gari-
baldine e dell’Esercito sardo-italiano dati
alle stampe durante il Regno d’Italia e nei
primi decenni della storia repubblicana.
61
Nelle pagine dei vincitori non è raro imbat- re, dalle pagine del libro, le emozioni e so-
tersi in sentimenti di delusione e di amarez- prattutto la determinazione di chi non esitò
za per alcuni aspetti delle vicende belliche a sacrificare la propria giovinezza al grido
e soprattutto relativi alla gestione politica di “Viva il Papa-Re!”.
della nuova Italia; è la frustrazione di chi,
don Ugo Carandino
animato da onestà intellettuale, è testimo-
ne della discrepanza tra la vulgata risorgi-
mentalista e la realtà dei fatti. • ANTONMARIA BONETTI
L’entusiasmo, paradossalmente, lo tro- IL VOLONTARIO DI PIO IX.
viamo nelle pagine di un vinto. In effetti il Racconto storico di un volontario di Pio
Bonetti - seppur con l’evidente amarezza IX dal 1867 al 1870
per l’esito degli eventi e il dolore per la con- Pagg. 130 circa, € 10,00;
dizione in cui si trovava il Sommo Pontefice Centro Librario Sodalitium
- descrive con ardore la sua avventura uma-
na e quella dei suoi commilitoni giunti a
Roma, a volte in modo rocambolesco, da
tutto l’orbe cattolico per impugnare le armi O Regina o Santa
a difesa dei diritti della Sede Apostolica.
L’Autore, in modo quasi guascone – e
inevitabilmente condizionato dallo stile re-
torico dell’epoca – presenta al lettore i pro-
D a dolce, bellissima principessa estense
votata al monastero a regina di una
delle grandi potenze europee... Maria Bea-
tagonisti della “Nona Crociata”, i volontari trice costretta a soli 14 anni a sposare l’at-
di Pio IX che seppero dare alla Chiesa e al tempato erede al trono d’Inghilterra. Si tro-
mondo una prova di autentico eroismo e di vo a vivere in un paese dove i cattolici sub-
non comune fedeltà. Il Bonetti scrive pro- ivano violenze e persecuzioni. Eppure amò
prio per rendere giustizia alla causa di qua- l'Inghilterra e amò Giacomo Stuart di un
si 15.000 giovani infiammati dall’amore per amore vero, puro, disinteressato. Cattolica
la Cattedra di Pietro ed etichettati dai vin- in un paese protestante, perse la corona a
citori come vili mercenari. causa della sua fede, conobbe la miseria e
Ne Il Volontario di Pio IX, e ancor più l'umiliazione ma, quando i suoi fedeli la
diffusamente nelle opere seguenti, l’Autore supplicavano di convertirsi, anche solo for-
indica nella Massoneria la causa principale malmente, per risalire al trono e porre fine
dell’attacco alla Chiesa e del seppellimento a tutte le avversità, caparbiamente rispon-
dell’organizzazione cattolica della società, deva che assai sciocco sarebbe stato chi
eventi che la storia dei vincitori ci ha conse- avesse accettato di barattare il Paradiso per
gnato con il nome di risorgimento nazionale. una corona, l'eterna felicità per una gloria
Le giovani generazioni cattoliche della terrena, l'infinito con il finito...
fine dell’800 e dei primissimi decenni del
‘900 si entusiasmavano leggendo le gesta • ELENA BIANCHINI BRAGLIA
degli eroi papalini, come i comandanti de O Regina o Santa. L’unica italiana sul
Pimodan e de la Moriciére o il Corpo degli trono d’Inghilterra: Maria Beatrice
Zuavi. Sono nomi ormai dimenticati e so- d’Este spodestata per la fede.
stituiti troppo spesso da personaggi che, Pagg. 272 - € 15,00; Edizioni Terra e
seppur cattolici in virtù del battesimo, non Identità (via Prampolini 69, 41100
hanno certo combattuto per la causa della Modena, tel.: 059212334)
Chiesa e che il venti settembre si sarebbero
schierati tra gli aggressori e poi usurpatori
della Roma dei Papi e dei Martiri.
La versione de Il Volontario di Pio IX ABBIAMO RICEVUTO IN
dato alle stampe dal Centro Librario Soda- REDAZIONE E SEGNALIAMO:
litium si riferisce alla seconda edizione,
stampata a Lucca nel 1890; per facilitare la • ALBERTO ROSSELLI
lettura si è provveduto a sostituire in italia- L’OLOCAUSTO ARMENO. Breve
no corrente le espressioni ottocentesche. storia di un massacro dimenticato.
Non resta che augurare al lettore di coglie- Pagg. 80 - € 7,50; Edizioni Solfanelli
62
Vita dell’Istituto
C
ari lettori, lo scorso numero di Soda- triste abbandono di don Curzio Nitoglia
litium (febbraio 2006) vi aveva ac- (co-fondatore del nostro Istituto il 18 di-
compagnato nella vita dell’Istituto fi- cembre 1985), il quale, durante l’omelia del-
no alla fine del 2005; questa è pertanto la la Messa dell’Immacolata (Roma, 8 dicem-
cronaca di un anno intero (e anche un po’ bre 2006) ha annunciato ai fedeli presenti di
di più!), fino al 31 gennaio 2007. L’anno ap- lasciare l’Istituto per recarsi presso le Suore
pena passato ha visto proseguire i festeggia- di Velletri, ove si trova anche la redazione
menti del ventennale dell’Istituto, ed è stato della rivista “Si si no no”. Don Nitoglia cele-
allietato dalla bellissima giornata del 26 bra la Messa, dal gennaio 2007, nella cap-
aprile 2006, festa della Madonna del Buon pella della Fraternità San Pio X, a Roma,
Consiglio, nostra Patrona. In quella data, pur non facendo parte di questa società e
nella chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, non condividendone alcune posizioni. Ci
a Verrua, dopo la Messa solenne della Ma- rattristiamo di questa scelta, che ci sembra
ter Boni Consilii cantata da don Murro, contraddittoria in se stessa e con più di
Suor Elisabetta di Gesù pronunciava i suoi vent’anni di apostolato di don Nitoglia. Ri-
primi voti di povertà, castità ed obbedienza, cordiamo con affetto il nostro confratello,
tra la commozione di tutti i presenti, parti- che ha spartito con noi tanti anni di vita sa-
colarmente dei suoi genitori e familiari. Ma cerdotale. Ricordiamo particolarmente la
non è finita; perché lo stesso giorno, don sua collaborazione a Sodalitium, fin dal
Sergio Casas Silva, sacerdote argentino, 1984; il suo impegno come professore di fi-
pronunciava la sua “professione d’intenzio- losofia e di teologia ascetica e mistica in se-
ni”, diventando così il venticinquesimo minario; il suo fecondo apostolato, partico-
membro dell’Istituto (nono sacerdote); nel larmente a Maranello, Firenze, Torino e
mese di maggio don Sergio si è recato in Roma. La Divina Provvidenza sembra però
pellegrinaggio a Roma e a Genazzano, nel non abbandonarci, perché praticamente nel-
santuario della Madonna del Buon Consi- lo stesso momento in cui ci lasciava don Ni-
glio. Purtroppo, la fine dell’anno ha visto il toglia, ci è stata offerta la collaborazione di
Benedizione dell’edicola della Madonna, a Verrua don Thomas Le Gal, fratello maggiore di
Savoia in presenza del sindaco; l’edicola è stata don Jocelyn, e ordinato sacerdote da Mons.
restaurata dall’associazione “Amici degli oratori”. Sanborn, negli Stati Uniti, il Sabato Santo
del 2006. L’arrivo di don Thomas Le Gal
permette all’Istituto di mantenere la sua
presenza a Roma, senza abbandonare le
anime che ci avevano dato – e ci hanno rin-
novato – la loro piena fiducia.
Dalla casa di Verrua. Dopo un primo ri-
torno in Argentina, ricordiamo un secondo
periodo di fecondo apostolato di don Sergio
Casas Silva a Verrua, dal 21 marzo al 18 lu-
glio 2006. Durante la settimana santa, don
Jocelyn Le Gal si è recato negli Stati Uniti
per l’ordinazione sacerdotale di suo fratello
63
ganizzato una giornata di festa in occasione ne. Ringraziamo chi si è prodigato per acco-
del decimo anniversario della consacrazione gliere i nostri sacerdoti, chi mette a disposi-
sacerdotale di Mons. Stuyver (che cade il 3 zione la sala per la S. Messa, chi aiuta nel
novembre). Tra i regali, una bella statua di canto liturgico, nonché i mezzi d’informazio-
S. Michele che figura adesso nella cappella. ne che hanno pubblicizzato questa iniziativa,
La casa poi è sempre più accogliente e bella come J. Bourbon su Rivarol e don Grossin su
grazie a don Crist van Overbeke che ha ri- La tour de David e sul suo sito internet.
fatto porte, finestre e ornato l’entrata con A Lione, fervono i lavori per preparare
un bel frontone con l’immagine della Ma- degnamente un nuovo luogo di culto. A
donna del Buon Consiglio. Grasse segnaliamo la benedizione dell’edi-
Francia. Dall’aprile del 2005 a Parigi non cola dedicata a N.D. des Victoires da parte
vi era più una Messa che non fosse in comu- di don Cazalas, invitato dal proprietario,
nione con Benedetto XVI. Alcuni fedeli co- Robert Courant, dall’associazione Les
raggiosamente hanno affrontato viaggi di cin- Amis des Oratoires presieduta da Jean-Ma-
que o sei ore, per rimanere fedeli all’oblatio rie Rouvier. Erano presenti anche i musici-
munda. In seguito, verso la fine del medesi- sti dell’Académie du Jasmis e i “tambouri-
mo anno, questi fedeli ci hanno chiesto se naires” del conservatorio di Grasse (artico-
avevamo la possibilità di recarci a Parigi. Così lo su Nice-Matin, ed. di Grasse, 6/4/2006).
il 29 gennaio per la prima volta don Murro ha A giugno, don Le Gal, su richiesta di don
celebrato la Santa Messa a Parigi. Era la festa Guépin, si è recato nella sua città natale di
di S. Francesco di Sales, Vescovo di Ginevra, Nantes, dove ha celebrato le messe dome-
il quale, impedito dai calvinisti di prendere nicali in città, e poi nella cappella di N.D.
possesso della sua diocesi, dovette risiedere des Dons (fatta restaurare da don Guépin)
ad Annecy. Egli evangelizzò i paesi compresi e in quella di La Baule, dove don Le Gal
tra Annecy e Ginevra, riconducendo al catto- assistette per la prima volta alla Messa “di
licesimo settantamila protestanti. Fu proprio San Pio V”, 18 anni fa.
Annecy, la prima città d’oltralpi ove il nostro Incominciamo adesso il consueto Giro
Istituto ha iniziato a celebrare la Messa nel d’Italia, iniziando da Roma. La presenza
lontano 1987. Dopo un anno, possiamo fare stabile di don Nitoglia aveva finalmente ot-
un primo bilancio. Don Le Gal celebra la S. tenuto un aumento dei partecipanti alla
Messa a Parigi due domeniche al mese per Messa festiva nell’oratorio San Gregorio
una sessantina di fedeli. Ha potuto organizza- VII. La decisione di don Curzio di lasciare
re delle piccole conferenze presso un fedele, l’Istituto non ha compromesso però la no-
e poi una conferenza pubblica – la prima di stra presenza nella capitale del Cattolicesi-
una serie futura – per presentare l’Istituto. Il mo. Domenica 7 gennaio 2007 don Nitoglia
contatto coi fedeli è facilitato dal pranzo in celebrava l’ultima sua Messa nell’oratorio;
comune dopo la messa, che ha contribuito a la domenica successiva don Ricossa si reca-
rompere la solitudine del mondo per un mo- va a Roma, per celebrare la S. Messa e
mento di convivialità cristiana. Don Le Gal spiegare brevemente ai fedeli le ragioni per
ha già assicurato anche l’amministrazione dei le quali l’Istituto manteneva la sua presen-
sacramenti: battesimo, viatico, estrema unzio- za. Esse non sono diverse da quelle che ci
1 ottobre 2006: Cresime amministrate da Mons. Stuyver
spinsero, 17 anni fa, ad accogliere la richie-
a Milano presso l’oratorio S. Ambrogio sta d’aiuto di alcuni cattolici romani. La do-
menica seguente è stato don Murro a cele-
brare nell’oratorio, e ormai si può dire che
il momento difficile è stato superato. Per
ragioni geografiche passiamo all’apostolato
della Casa San Pio X di Rimini, dalla quale
l’Istituto irraggia in Veneto, Romagna,
Marche, Abruzzi, Puglia e Basilicata.
Nell’estate del 2001, infatti, l’apertura
nel riminese della Casa San Pio X, residen-
za di don Carandino, ha permesso di svol-
gere l’apostolato in Romagna e in Abruzzo.
Successivamente, nell’autunno del 2003,
67
• I pasti
Cena di sabato sera: presso un servizio di ristorazione.
Colazione di domenica mattina: presso l’albergo dove dormono i pellegrini.
Pranzo di domenica: pranzo al sacco alle porte di Loreto. Ogni pellegrino deve arrivare al
pellegrinaggio con il necessario (cibo, bevande, posate, ecc.), l’organizzazione fornisce del
pane fresco e dell’acqua.
Si consigliano inoltre bevande e alimenti energetici per la marcia e per le pause.
• Attrezzatura e abbigliamento
I pellegrini devono portare:
un bagaglio con gli effetti personali per pernottamento: si consiglia di mettere un’etichetta
con proprio nome sui bagagli per facilitare lo smistamento;
69
• Pernottamento
I pellegrini pernottano in una struttura alberghiera a Castelfidardo. Sono disponibili camere
da due o tre posti, divise per le donne e per gli uomini. I partecipanti devono quindi adattarsi
a dormine con altri pellegrini. Ovviamente i nuclei familiari utilizzano la stessa camera. I posti-
letto sono limitati, quindi “chi primo arriva, bene alloggia”.
Per i giovani è possibile una sistemazione in sacco a pelo in locali adiacenti all’albergo (gli in-
teressati devono portarsi il sacco a pelo).
Per mantenere lo spirito del pellegrinaggio e non disturbare gli altri partecipanti, i pellegrini
sono invitati a rientrare nelle camere entro la mezzanotte.
• Quota di partecipazione
- Per gli adulti: 60 euro (la quota comprende: contributo spese organizzative, camera d’al-
bergo, cena del sabato sera, colazione di domenica mattina, sala per il pranzo al sacco di
domenica).
- Per i giovani che dormono in sacco a pelo: 35 euro (che comprende: contributo alle spe-
se organizzative, cena del sabato sera, colazione di domenica mattina sala per il pranzo al
sacco di domenica).
- Per i bambini sino ai 14 anni: 45 euro.
Chi avesse delle difficoltà economiche (studenti, famiglie numerose, ecc.) non rinunci al pel-
legrinaggio: l’organizzazione potrà facilitare l’iscrizione.
Chi fosse impossibilitato a partecipare può inviare un’offerta per contribuire alle spese orga-
nizzative e per favorire l’iscrizione delle persone più bisognose.
vereto da don Giugni si è parlato in una serie conferenze: eccone l’elenco: il 10 febbraio
d’articoli (come sempre piuttosto faziosi…) 2006, alla Sala degli Archi, “Aborto chimi-
occasionati dalla promessa del “motu pro- co: la vita si può eliminare con una pillola?
prio” di Benedetto XVI che avrebbe dovuto Considerazioni sulla pillola abortiva RU-
liberalizzare la Messa di S. Pio V [tutti ne 486?”, relatore l’avv. Massimo Micaletti. Il
parlano ma nessuno lo vede…!], e pubblicati 22 marzo 2006, all’hotel Touring, “Talari
sui giornali locali: “La messa roveretana in tinte di sangue. Il martirio di Rolando Rivi e
latino esce dall’ombra” (Il Trentino dei sacerdoti vittime del comunismo in Italia
18/10/06); “In S. Maria si parla spesso latino” (1944-1947)”, relatore Marco Pirina con la
e “Sulla messa in latino il presule frena” (Il presentazione del col. Enzo Felicione, pre-
Trentino 20/10/06). I primi articoli hanno sidente dell’Unuci di Rimini. Il 4 novem-
causato un dibattito sul latino che è andato bre, alla Sala degli Archi, in collaborazione
avanti per qualche settimana: “Basta schitar- con il Quartiere 1 del Comune di Rimini,
rate durante le funzioni sacre” (Il Trentino “Pio IX: un Papa forcaiolo? Una leggenda
22/10/06); “Il gregoriano non è uno stile elita- nera smentita dalla storia”, relatore dott.
rio” (Il Trentino 31/10/06). Fulvio Izzo (con un articolo su La Voce di
Con l’autostrada Modena-Brennero… si Romagna il 5.11.2006: “Pio IX batte Karl
arriva in poco tempo in Emilia, e da li in Marx 50 a 30. Due convegni in contempora-
Toscana, le due regioni dove fatica don Ri- nea alla Sala degli Archi, ma il Papa raduna
cossa. Aumentano i partecipanti alla Messa più pubblico”). Il 2 dicembre, sempre alla
di Maranello, è stata solennizzata anche Sala degli Archi, presentazione del libro
quest’anno la festa dell’Immacolata con Cristina Campo o l’ambiguità della Tradi-
una Messa col canto polifonico a Ferrara, e zione, con intervento di don Ricossa l’Au-
in Toscana don Ricossa si è recato a volte tore (articolo su La Voce di Romagna del
anche a Sansepolcro. 3.12.2006: “Ieri l’incontro su Cristina Cam-
Il nostro giro termina idealmente in Pie- po fautrice della liturgia tradizionale”).
monte, ove si trova la Casa Madre. Ricor- Il 20 settembre, anniversario dell’occu-
diamo alcuni avvenimenti, come la proces- pazione di Roma, per i caduti papalini il
sione delle Palme per le strade di Torino (il CSGF ha deposto una corona d’alloro alla
9 aprile); la cerimonia al Cimitero Monu- chiesa del cimitero monumentale di Rimini
mentale di Torino, il 29 aprile, quando su ed è stata celebrata una S. Messa al nostro
domanda dell’Associazione Famiglie Cadu- oratorio (il 19.9.2006 trafiletto su La Voce
ti e Dispersi della Repubblica Sociale Ita- di Romagna e articolo sul Corriere di Rimi-
liana, don Giuseppe Murro ne ha ricordato ni con un titolo forviante, “Il sangue per
la memoria ed ha benedetto le loro tombe; l’Italia”). Il 6 gennaio 2007 il CSGF ha fe-
la benedizione della concessionaria delle steggiato il suo decennale: infatti, seppur
motociclette Harley Davidson a Nichelino costituitosi a Rimini nell’estate del 2001, è
(don Ricossa, il 22 novembre). Domenica l’erede legittimo del Circolo Culturale Giu-
1° luglio don Murro ha celebrato la Santa seppe Federici, fondato sempre a Rimini il
Messa nella fortezza di Fenestrelle (tra To- 6 gennaio 1997.
rino e Pinerolo) in commemorazione dei Conferenze e attività organizzate dal
soldati del Regno delle Due Sicilie. Dopo Centro Studi Davide Albertario a Milano.
la caduta del Regno nel 1860, migliaia di Il 3 febbraio 2006, si è svolta la conferenza
soldati furono deportati in varie prigioni o dal titolo: “Le donne e il Risorgimento. Il
fortezze del Piemonte, tra cui Fenestrelle, ruolo delle donne nell’opposizione all’unità
ove quasi tutti vi trovarono la morte. La d’Italia”, relatrice è stata la giovane ricerca-
giornata, incorniciata dalla presenza di sol- trice modenese, Elena Bianchini Braglia,
dati e armi d’epoca, è stata organizzata autrice di diversi libri che ricostruiscono la
dall’Associazione Due Sicilie. vita di alcune regine del passato che si tro-
Conferenze. Numerose, come sempre, le varono a vivere nel vortice della tormenta
conferenze tenute o organizzate dai nostri risorgimentale. Durante la conferenza è
sacerdoti. Seguiamo quest’anno di attività… stato presentato l’ultimo libro dell’autrice:
Conferenze e attività organizzate dal O regina o santa. L’unica italiana sul trono
Centro Studi Giuseppe Federici (Rimini). d’Inghilterra: Maria Beatrice d’Este spode-
A Rimini il CSGF ha proseguito il ciclo di stata per la fede. [CD Audio cod. 017]. Gio-
71
Mura e alla chiesa di san Paolo delle Tre tu non ti convertirai, diventerai un tizzone
Fontane; il 16 agosto in provincia del- d’inferno’’ don Murro la sera precedente
l’Aquila sulle tracce di San Giovanni da ha illustrato il dogma dell’Inferno, così co-
Capistrano e di Papa San Celestino V; infi- me la Rivelazione e la Chiesa hanno inse-
ne il 16 settembre si è svolta la 3ª edizione gnato. Dopo la Messa cantata ed una breve
del pellegrinaggio a piedi (10 km) dall’Ab- colazione, i fedeli si sono avviati seguiti dal-
bazia di S. Maria Arabona al santuario del la pioggia, che, dopo una tregua durante la
Volto Santo a Manoppello (PE). pausa del pic-nic, è divenuta torrenziale al
I fedeli emiliani sono rimasti fedeli, per pomeriggio. Nessuno delle cento e più per-
l’appunto, al doppio appuntamento col San- sone presenti si è scoraggiato, tutti hanno
tuario della Madonna di San Luca per il perseverato fino alla cappella di N. Dame
mese di Maggio (il 13) e quello del Rosario de Bon Rencontre e al Belvedère, sicuri
(il 21 ottobre), recitando le tre corone del che la Madonna compenserà al centuplo il
Rosario. Si sono aggiunti anche degli amici sacrificio fatto in suo amore. Tutti pronti
romagnoli e abruzzesi, che hanno apprezza- per ricominciare il 7 e 8 maggio 2007.
to la cucina dell’eremo di Tizzano. L’11 giu- Il 25 maggio, festa dell’Ascensione, i fe-
gno bolognesi e padovani si sono incontrati deli di Cannes si sono riuniti per il pellegri-
(e in buona parte conosciuti) in un pellegri- naggio annuale al santuario di St-Joseph-du-
naggio a Sant’Antonio di Padova, diretto da Bessillon a Cotignac, nel dipartimento del
don Ricossa. Sempre con don Ricossa, gli Var. Erano più di una cinquantina di pelle-
amici bolognesi e ferraresi si sono dati ap- grini, di cui una ventina di bambini, riuniti
puntamento al Santuario mariano di Bocca per pregare S. Giuseppe, che è sempre gene-
di Rio (Appennino tosco-emiliano) anche roso nel concedere grazie verso tutti coloro
quest’anno, il 18 agosto. Guidati da don Ca- che l’invocano con fiducia. I pellegrini sono
randino e don Ricossa numerosi fedeli emi- giunti da diversi dipartimenti, perfino
liani (da Parma, Reggio, Modena e Ferrara) dall’Isère! Se Dio vuole, prossimo appunta-
e romagnoli (da Rimini, Cesena, Forlì), più mento a Cotignac in onore di S. Giuseppe a
un milanese, si sono ritrovati il 4 febbraio fine maggio.
alla Pieve di San Valentino di Castellarano Anniversari. Il 9 settembre, a Cannes,
(Reggio Emilia). Gentilmente accolti dal l’Istituto ha organizzato una giornata per
parroco, hanno recitato il santo rosario da- ricordare don Gustave Delmasure a dieci
vanti alla tomba del giovane seminarista anni dalla sua scomparsa (11/09/1996). Don
Rolando Rivi, “prelevato” dai partigiani co- Cazalas ha cantato la messa da Requiem e
munisti nell’aprile del 1945 e da loro ucciso, don Giugni ha predicato. Dopo la Messa i
dopo tre giorni di sevizie, per la sua fedeltà sacerdoti ed i fedeli hanno preso un simpa-
all’abito talare e alla fede. Il giovane Rolan- tico pic-nic insieme in un parco pubblico
do aveva appena 14 anni. L’incontro è stato della città, ed in seguito si sono recati sulla
organizzato dal portale cattolicesimo.com. tomba di don Delmasure a Théoule sur
Sabato 7 ottobre una trentina di fedeli Mer, città dove egli era stato parroco per
lombardi (dalle provincie di Milano, Como, lunghi anni. L’Istituto ricorda poi ogni an-
Lecco, Bergamo e Varese) guidati da don no con una Santa Messa di suffragio Mons.
Giugni si sono ritrovati ai piedi del S. Mon- Guérard des Lauriers e Mons. Benigni (il
te di Varese per salire attraverso le cappel- 27 febbraio), Padre Vinson (il 1 luglio),
le dei 15 misteri, recitando il Santo Rosario Virginia Bonelli (il 31 gennaio). Una Messa
alla Basilica dell’Assunta. Il pellegrinaggio in suffragio del nostro insigne benefattore,
è sempre una bella occasione per ritrovarsi il Notaio Senni Buratti, è stata celebrata a
insieme e per pregare la Madonna per i bi- Maranello il 2 settembre, riunendo tutti i
sogni spirituali e temporali. La giornata si è familiari nella preghiera. Più lieti gli anni-
poi conclusa al meglio in un ristorante cit- versari d’ordinazione sacerdotale di Mons.
tadino per una cena in compagnia. Stuyver (10 anni il 3 novembre), di consa-
Passiamo alla Francia. L’8 maggio, co- crazione episcopale di Mons. Mc Kenna
me di consueto, si è svolto il pellegrinaggio (20° il 22 agosto) ed il 25° di nozze dei co-
a N. Dame de l’Osier, con partenza dalla niugi Nella e Rodolfo Mazzocca, solenniz-
Maison St Joseph. Prendendo spunto dalle zati a Chieti il 10 dicembre 2006 con una
parole della Madonna a Port Combet: “Se Messa celebrata da don Carandino.
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Battesimi Don Murro ha celebrato i se- Sigloy, in Francia, Mons. Stuyver ha battez-
guenti battesimi: il 9 gennaio Sacha Waize- zato Sebastien Van Overbeke.
negger, figlio di Alexandre e Carol; ad An- Prime Comunioni. “Lasciate che i piccoli
necy Marguerite-Marie figlia di Yves e Vé- vengano a me”. A Serre Nerpol, don Cazalas
ronique Larfaillou il 12 febbraio ed il 26 ha dato la prima comunione a Marie-Emma-
dello stesso mese, Thibaut, figlio di Marc e nuelle Miche la domenica 19 febbraio, e a
Marianne Larfaillou; il 30 aprile nella Cap- Jean Chiocanini il 18 giugno. Il 28 maggio a
pella di Chambery, messa gentilmente a Dendermonde, nella cappella di Mons. Stuy-
disposizione da don Paladino, Hugo Radi- ver, Jeanne Paris et Marie-Colombe Bra-
ce, figlio di Jérôme e Caroline Corrieri; a bant, dopo un piccolo ritiro, hanno fatto la
Raveau, il 30 luglio Baptiste Moracchini, fi- loro “comunione solenne” e rinnovato le
glio di Fréderic e Isabelle Vasseur e il 5 promesse battesimali. Domenica 18 giugno,
agosto, alla chiusura degli esercizi spirituali solennità del Corpus Domini, alla Maison St
di Raveau, Vincent Nosib. Joseph, vi sono state le comunioni solenni
Alla Maison St Joseph, alla fine degli per i ragazzi preparati da un ritiro spirituale.
Esercizi, il 30 dicembre, don Cazalas ha Il 4 novembre, a Verrua, Elsa Ricossa ha ri-
battezzato Mme Chantal Touéé ed il figlio cevuto la prima comunione dalle mani dello
Melvyn Joseph, ed il 7 gennaio seguente ha zio, don Francesco. L’8 dicembre, l’Immaco-
battezzato Thomas Perrotto, figlio di David lata è stata festeggiata degnamente alla Mai-
e Isabelle. Il 19 marzo 2006 don Carandino son St Joseph con la consueta processione, e
all’oratorio di Chieti Scalo ha battezzato il soprattutto con la prima comunione di Jo-
piccolo AdrianMaria Meola. Il 14 agosto seph Carpenne, che ha ricevuto da don Ca-
nel castello di Sanfré don Ugolino Giugni zalas per la prima volta Gesù nel suo cuore.
ha battezzato Benedetta Sobrero, figlia di Cresime. Sabato 1° aprile Mons. Stuyver
Francesco ed Emilia. Il 16 settembre, a To- ha conferito il sacramento della Cresima alla
rino presso l’Oratorio del S. Cuore, don Maison Saint Joseph di Serre Nerpol. L’in-
Giugni ha battezzato Claretta Emma Ma- domani, domenica della Passione, i fedeli di
nara, figlia di Antonio ed Eleonora. Infine Cannes hanno avuto la gioia di accogliere
il 1 gennaio 2007 in una chiesa di Trento Monsignore. In quest’occasione don Cazalas
don Ugolino ha amministrato il sacramento ha avuto a disposizione (come l’anno prece-
del battesimo a Pietro Angelo Giuliana, fi- dente, al Corpus Domini) una cappella au
glio di Emilio e di Mara. Don Ricossa ha Mas du Calme. Cyrille e Florian Darius,
battezzato Greta Cirelli il 25 marzo a Sab- Vincent e Olivier Gastin, Thibaut et Tho-
bioncello S. Pietro (Ferrara) e la propria ni- mas Van Gorp sono diventati soldati di Cri-
pote, Angelica Ricossa, a Torino, il 4 gen- sto. Al pomeriggio, grazie allo spirito apo-
naio 2007. Il 14 giugno, nella Parrocchia stolico della compianta signora Rainford,
San Pio V di New York, don Casas Silva ha due fedeli novantenni hanno potuto ricevere
amministrato il sacramento del battesimo a la Cresima nella loro abitazione. Tutti i fe-
Elena Basualdo. Don Jocelyn Le Gal ha già deli hanno espresso gratitudine per Mons.
amministrato due battesimi a Parigi: il 3 Stuyver che per loro ha affrontato un viag-
giugno di un piccolo Louis ed il 18 novem- gio così lungo. Il 19 aprile, Mons. Stuyver ha
bre di Hortense Collot figlia di Antoine- amministrato le Sante Cresime a Favernay
Marie e Agnés. Infine, il 27 gennaio 2007, a (Franca Contea) ai fedeli della comunità be-
nedettina di Padre Verrier, coadiuvato da
Suggestiva immagine della cerimonia del Sabato Santo Padre Mercier. Il 28 maggio sono stati cresi-
durante Settimana santa mati nella cappella di Mons. Stuyver a Den-
dermonde, Jacinta Daelemans, Darinka et
Nikola Stankovski, Constantijn Steenber-
gen, Louis-Marie Chuilon, Carlos de Bock.
Il 1 ottobre Monsignore si è recato a Milano
dove ha confermato 19 persone, come rac-
contiamo parlando della Lombardia. Infine,
sempre a Dendermonde, sono stati cresima-
ti in momenti diversi Yvette de Kort, resi-
dente a Roma e Vincent Prithiviraj Nosib.
77
À
V IT
NO
À
VIT
NO
Per ordinare i libri potete anche telefonare, inviare un Fax oppure inviare un e-mail o sul sito internet:
Tel.: 0161. 83.93.35 - Fax: 0161. 83.93.34 - email: centrolibrario@sodalitium.it www.sodalitium.it
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Matrimoni. Il 2 luglio 2006, nella chie- che ha lasciato alla famiglia. Don Giugni è sta-
setta gentilizia della Tenuta Pandolfa a Fiu- to spesso ospite in casa sua di ritorno dai viag-
mana (FC), don Carandino ha benedetto le gi d’apostolato in Costa Azzurra. Al marito
nozze di Silvia Berni e Andrea Proli. Il 16 Marco, nostro caro amico, ed al figliolo Giaco-
settembre a Torino presso l’Oratorio del S. mo vanno le nostre condoglianze e le nostre
Cuore, don Giugni ha benedetto le nozze di preghiere. Il 28 gennaio 2006 è morta ad
Antonio Manara e Eleonora Macario. Il 2 Arezzo Alda Paoletti Dal Piaz. Nata ed edu-
dicembre 2006, nella cappella Notre Dame cata in una famiglia numerosa e profonda-
des Victoires di Cannes, don Murro ha ce- mente cristiana, aderì ancor giovanissima alla
lebrato il matrimonio di Régis Micheo con R.S.I. come ausiliaria. Ricordava spesso il suo
Eva Agosti. Il 20 gennaio 2007, nella cap- cappellano militare, don Leandro Sangiorgio,
pella della Madonna del Buon Consiglio a ucciso alla fine della guerra. Quando don Ri-
Dendermonde, Mons. Stuyver ha benedet- cossa iniziò la celebrazione della Santa Messa
to le nozze di una giovane coppia; uno degli in provincia di Arezzo, a Loro Ciuffenna, fu
sposi ha ricevuto in quest’occasione anche tra le prime e le più decise – con il marito Stel-
la prima comunione e la Cresima. vio Dal Piaz – a aderire all’iniziativa, assisten-
Defunti L’8 gennaio 2006, a Ferrara, è do con regolarità e devozione alle funzioni, e
morta Alma Margherita Galletti vedova così fino al Natale del 2005. Poco dopo, infatti,
Ghelfi. Fino a che ha abitato a fianco della no- è arrivata la malattia che l’ha portata alla mor-
stra chiesetta di San Luigi, ha sempre frequen- te, durante la quale ha ricevuto i santi sacra-
tato da noi la Santa Messa. Il 9 gennaio, è menti da don Carandino. Domenica 5 feb-
mancato a Cannes il signor André Prieux, braio 2006, don Ricossa ha celebrato una mes-
professore universitario. Già fedele assiduo di sa in suo suffragio a Loro Ciuffenna, alla pre-
don Delmasure a Théoule, lo ha poi seguito senza della famiglia e di numerosissimi amici.
anche presso la cappella di N.D. des Victoires, Cornelia Antonia Maria Peeters, vedova di
continuando con l’Istituto. Era una persona Daniël Steenbergen e nonna di un nostro se-
amichevole, caritatevole e molto umile, non- minarista è deceduta il 2 marzo 2006 dopo
ostante la sua vasta cultura. Assistito dalla aver ricevuto i santi sacramenti. Le esequie si
moglie e dall’amico Joseph Kirstein, è decedu- sono svolte il 6 marzo. Nel marzo 2006 è mor-
to poco dopo che don Cazalas gli aveva porta- to il dott. Rudholf Gerstner, vedovo della
to i sacramenti. Don Cazalas ne ha celebrato dott. Elisabeth Gerstner; entrambi erano stati
le esequie il 12 gennaio. Il 13 gennaio è man- nostri ospiti a Verrua. L’Istituto presenta ai fi-
cata Dominique Regat, ad Annecy, a cui don gli, colpiti in pochi mesi dalla perdita di en-
Murro aveva amministrato i Sacramenti. Il 24 trambi i genitori, le più sentite condoglianze.
gennaio 2006 a Genova, consumata da una Mercoledì 7 giugno è deceduta la signora
lunga malattia, accettata con spirito profonda- Gengler. Don Cazalas, che le aveva ammini-
mente cristiano ed offerta per il bene della strato tutti i Sacramenti quattro giorni prima,
Chiesa e delle anime è mancata Maria Faraldi. ne ha celebrato i funerali il 10 giugno alla Mai-
Si trattava di una bell’anima che amava vera- son St Joseph. È stata sepolta vicina al marito
mente Gesù, come possono testimoniare colo- deceduto un anno prima, nel cimitero del loro
ro che l’hanno conosciuta e i diari spirituali paese, Grand-Serre. Fedeli della Maison St
Joseph da vent’anni, da quando avevano co-
A Verrua per la festa della Madonna del Buon Consi-
glio (da sinistra): don Jocelyn Le Gal, don Thomas
nosciuto il P. Vinson, coraggiosamente faceva-
Cazalas, don Ugolino Giugni, don Sergio Casas-Silva, no due ore di viaggio per avere la vera Messa,
don Francesco Ricossa, don Giuseppe Murro, don Ugo nonostante la loro età. Per la fedeltà al rito di
Carandino e don Thomas Le Gal S. Pio V furono abbandonati e disprezzati da
diversi conoscenti. Il 9 giugno è deceduto
Charles Bousiges, che fu tra i primi a rendersi
conto del problema posto dalla nuova messa.
Non solo si limitò a cercare la Messa di S. Pio
V, senza lesinare viaggi, ma cercò anche di or-
ganizzare una sede stabile nella Drôme, finché
la venuta del P. Vinson a Serre Nerpol costituì
la soluzione all’annoso problema. Gli ultimi
anni, a causa di una malattia, si muoveva con
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