Sie sind auf Seite 1von 57

Dopo la morte di Don Stefano Gobbi, il 29 giugno 2011, è stato pubblicato il libro: “Parroco di

Tutto il Mondo – Biografia di Don Stefano Gobbi”, di Mariadele Tavazzi; Edizioni San Paolo,
2015. Ma c’è stato stampato privatamente un altro bel libro: “Don Stefano Gobbi – Testimonianze,
a cura di Padre Quartilio Gabrielli, Don Ivan Pojavnik, e Santina Raimondo, gennaio 2017, da
Graphital – Parma, Italia. Per non perdere questo bel libro, pubblico questo libro sul Internet.
Don Stefano Gobbi – Testimonianze

Don Stefano Gobbi


Testimonianze
A cura di:
Padre Quartilio Gabrielli
Don Ivan Pojavnik
Santina Raimondo

-------

DON STEFANO GOBBI


Animatore del
MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO (MSM)
e del
MOVIMENTO MARIANO (MM)

Dongo, 22 marzo 1930 - Milano, 29 giugno 2011

-------

Oggi, nella Chiesa e nel mondo,


il Movimento deve essere questa luce di Amore
che illumina
le tenebre del peccato, dell'odio, dell'egoismo,
dell'orgoglio,
che avvolgono, non solo il mondo intero,
ma anche la Chiesa
piagata dalla divisione, dall'indisciplina,
dalla confusione.
Potremo guarire solo se vivremo e praticheremo,
come il nostro fondatore,
questo messaggio che la Mamma Celeste
gli ha donato per il suo compleanno.

PERCHÉ QUESTA TESTIMONIANZA?

Sono passati solo pochi anni dalla dipartita di Don Stefano e l'OPERA che Maria ha iniziato con lui
continua ancora oggi. Noi, per conservare e accrescere la sincera e pura fedeltà al suo carisma, ora
più che mai, abbiamo un forte impegno: far amare e far penetrare la fede, l'amore per la Madonna,
per la Chiesa, per i Sacerdoti, che lui ci ha trasmesso, nel cuore di tutti.
Poiché molti sono coloro che hanno ascoltato le sue meditazioni, che lo hanno conosciuto e
incontrato in occasione dei suoi viaggi, ma pochi sono coloro che hanno vissuto strettamente a
contatto con lui e che hanno potuto vederne i lati più nascosti e specifici che lo hanno
contraddistinto come `strumento' nelle mani di Maria per la conoscenza e diffusione in tutto il
mondo dell'Opera del Movimento Sacerdotale Mariano, ritengo sia doveroso fare tesoro della
preziosa memoria storica di questi ultimi. Queste testimonianze serviranno per far conoscere:
- il suo animo semplice di bimbo e il suo totale abbandono alla missione affidatagli, che lo ha visto
spendersi e consumarsi fino all'ultimo momento;
- la sua figura, come riferimento da accogliere e fare proprio, per rimotivare la nostra adesione
convinta a quanto lui ci ha trasmesso e lasciato.

Il M.S.M. deve infatti continuare, in ragione delle urgenze previste, alle quali lui ci ha preparato con
passione e amore, a renderci responsabili perché possano realizzarsi, col trionfo del Cuore
Immacolato di Maria, i disegni di Amore e di Misericordia della Santissima Trinità. Ricordo molto
chiaramente che durante una ‘fraternità' gli fu chiesto se non ritenesse necessario e opportuno
indicare il suo successore. Rispose con molta determinazione che non ci pensava affatto, perché non
ce n'era bisogno, in quanto il Movimento era OPERA della Madonna e quindi Lei, Maria, avrebbe
condotto il Movimento al trionfo. Pertanto, ritengo che sia indispensabile mettere a fuoco alcuni lati
più o meno nascosti di Don Stefano, richiamando insieme l'importanza dei messaggi, sopratutto dei
primi anni del Movimento, quando la Madonna, con tanto amore, delicatezza e fortezza, da vera
Mamma, formava e aiutava Don Stefano ad affidarsi totalmente a Lei e lui, come un bambino, si
abbandonava alla Mamma per lasciarsi interiormente trasformare. Ne deriva di conseguenza che chi
vuole far parte della `Schiera' dei Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano deve:
- conoscere profondamente la figura di Don Stefano e incarnarne lo spirito, per viverlo e avere così
la stessa forza per diffonderlo e farlo crescere;
- non cadere nell'errore di criticarlo, credendosi migliori e più capaci di lui (questo sarebbe quanto
di più deleterio potrebbe accadere a tutto il Movimento);
- non dimenticare quanto espresso nell'ultimo messaggio in cui la Madonna dice:
"Ormai quanto vi dovevo dire vi è stato detto, perché tutto vi è stato svelato. Così, in questa notte,
terminano i messaggi pubblici, che da venticinque anni vi ho dato: ora dovete meditarli, viverli e
metterli in pratica. Allora le parole che ho fatto scendere dal mio Cuore Immacolato, come gocce
di celeste rugiada sul deserto della vostra vita tanto insidiata, produrranno frutti di grazia e di
santità. D'ora innanzi mi manifesterò attraverso la parola, la persona e l'adone di questo mio
piccolo figlio, che Io ho scelto per esservi guida e che ora conduco al vertice doloroso della sua
missione. Tutto vi è stato svelato: il mio disegno vi è stato predetto soprattutto nel suo meraviglioso
e vittorioso compimento.
Vi ho annunciato il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo. Alla fine il mio Cuore
Immacolato trionferà. Questo avverrà nel più grande trionfo di Gesù, che porterà nel mondo il suo
glorioso regno di amore, di giustizia e di pace e farà nuove tutte le cose. Aprite i cuori alla
speranza.
Spalancate le porte a Cristo che viene a voi nella gloria.
Vivete l'ora trepida di questo secondo Avvento.
Diventate così i coraggiosi annunciatori di questo suo trionfo, perché voi piccoli bambini a Me
consacrati, che vivete del mio stesso spirito, siete gli apostoli di questi ultimi tempi.
Vivete come fedeli discepoli di Gesù nel disprezzo del mondo e di voi stessi, nella povertà, nella
umiltà, nel silenzio, nella preghiera, nella mortificazione, nella carità e nell'unione con Dio, mentre
siete sconosciuti e disprezzati dal mondo.
È giunto il momento di uscire dal vostro nascondimento per andare a illuminare la terra.
Mostratevi a tutti come i miei figli, perché Io sono sempre con voi”.
(31 dicembre 1997; i dati riferiscono ai messaggi della Madonna a Don Stefano Gobbi; “Ai
Sacerdoti Figli Prediletti della Madonna”; http://madonna-sacerdoti.blogspot.it/).

Don Stefano ci è stato dato come GUIDA ed ESEMPIO anche per i tempi che stiamo vivendo ora,
perché la Mamma, con le parole dell'ultimo messaggio ‘tutto vi è stato svelato’, ci rivela che è Lei,
insieme a Don Stefano, che guida noi, gli Apostoli degli ultimi tempi: questo può avvenire solo
seguendo il carisma e l'esempio che lui ci ha lasciato per volere di Maria e vivendolo con la sua
stessa semplicità, intensità e determinazione.
C'è anche un'altra espressione oltre a `tutto vi è stato svelato', che ci può aiutare a capire meglio, ed
è quel `mi manifesterò', che si riferisce al futuro. Quindi, `ora e nel futuro'; perciò non occorrono
ulteriori conferme da parte di nessuno.
È questo il tempo "della battaglia tra la schiera nascosta di Maria, per combattere a viso aperto, la
schiera che il Demonio Mio avversario, da sempre, sta formandosi tra i Sacerdoti ".
Ci ha scelti Lei: "IO stessa sarò la vostra condottiera. Voi siate tutti fratelli, amandovi,
comprendendovi, aiutandovi; non vi sia un capo fra di voi."
(16 luglio 1973)

SCELTO DA MARIA

Abbiamo visto che la Madonna ci ha dato Don Stefano come GUIDA ed ESEMPIO da seguire,
quindi è indispensabile scoprire questa `guida' e conoscere l'esempio che ci ha lasciato.
Il modo migliore per iniziare questa conoscenza di Don Stefano Gobbi è di usare le stesse parole
della Madonna nel bellissimo messaggio `Siate nella gioia' che, come sapete, è il messaggio-
testamento che lui stesso ha indicato nell'ultimo incontro prima dell'infarto che lo ha portato alla
morte.
"Ti ho scelto, figlio, per questa semplice ragione: perché sei il più povero, il più piccolo, il più
limitato. Umanamente sei il più sprovveduto. Ti ho scelto perché nella tua vita il mio Avversario
era ormai riuscito a cantare vittoria. Nella tua esistenza ti ho fatto vivere come in anticipo quanto
Io stessa farò nel momento del mio più grande trionfo.
Il mio Avversario crederà un giorno di cantare completa vittoria: sul mondo, sulla Chiesa, sulle
anime. Sarà soltanto allora che Io interverrò - terribile e vittoriosa - perché la sua sconfitta sia
tanto più grande, quanto più sicura era la sua certe.Z<a di aver vinto per sempre.
Quanto si sta preparando è cosa tanto grande, che mai così è stata dalla creazione del mondo: per
questo già tutto è stato predetto nella Bibbia." (18 ottobre 1975)
In queste parole della Madonna (per quanto ho conosciuto Don Stefano), c'è tutta la sua vita, la sua
missione di `strumento' scelto da Lei per questi tempi tanto difficili per la Chiesa, per la salvezza
delle anime e per un mondo alla deriva.
Una grande missione predetta nella Bibbia:
'Lui deve credere che ha tutto in mano" (18 ottobre 1975) "mai stata così dalla creazione del
Mondo".
Una provocazione? Don Stefano come un S. Paolo di questi ultimi tempi, per preparare il Regno
glorioso di Cristo? Perché dico questo?
La Madonna chiese di far conoscere a tutto il mondo il `segreto di Fatima' ancora negli anni 1960,
ma per paura fu rinchiuso in un cassetto dal gennaio 1957 fino al 13 maggio del 2000. Lei, allora,
ha dovuto agire, e ha scelto Don Stefano che, con i suoi duemila viaggi in tutti i continenti, ha fatto
conoscere questo divino volere.
Spesso Don Stefano diceva: "Sr. Lucia ha vissuto quasi tutta la sua vita in un convento di clausura,
per questo la Madonna ha scelto il Movimento e l'elezione di Papa S. Giovanni Paolo II: per far
conoscere questo grande progetto della Santissima Trinità, ossia di donare un `rifugio sicuro' alla
Chiesa e all'umanità per questi ultimi tempi, attraverso il dono del Cuore Immacolato di Maria".

Di una cosa siamo certi:


- Dio sceglie quello che l'uomo scarta come inutile e incapace.
- La Madonna lo conferma dicendo: "Dio ha bisogno di tutti, soprattutto dei più piccoli, dei più
limitati, dei rifiutati, di quelli scartati dagli uomini, di quelli che umanamente sono i più
sprovveduti, di quelli che hanno subito sconfitte!" Quindi, coraggio!
Ora vediamo insieme alcuni aspetti che possono aiutarci
a conoscere meglio questo "piccolo bambino di due mesi" che LEI ha scelto per donare alla Chiesa
il Movimento Sacerdotale Mariano.

I L SANTUARIO DELLA "MADONNA DELLE LACRIME":


PROFEZIA

Don Stefano, nella bellissima omelia della sua prima Messa del 26 dicembre 1964, rivelò una
profezia, affermando che quando sua madre lo portava fra le braccia davanti alla prodigiosa
immagine della "Madonna delle Lacrime" a Dongo (e questo accadeva con molta frequenza) lui si
sentiva attratto dal volto dolce e delicato di quella Immagine.
In seguito, appena ne fu in grado, iniziò a `servire all'altare', e siccome in quei tempi il Sacerdote
celebrava guardando l'altare, non i fedeli, poté fin da quei teneri anni continuare a contemplare
quella dolce immagine che lo chiamava a consacrarsi alla Vita Sacerdotale.
Il `Santuario delle Lacrime' di Dongo è sempre stato un luogo molto amato da Don Stefano, tanto
da lasciar scritto nel testamento che desiderava, qualora fosse stato possibile, essere sepolto proprio
in una cappella laterale, guardando verso l'immagine della sua cara Madonna delle Lacrime.
Pertanto ciò che troviamo in questo messaggio per lui era già un programma di vita.
"Qui siete, soprattutto, da Me formati alla perfezione dell'amore. Con voi sono spiritualmente
vicini tutti i vostri fratelli del Movimento e, in questi giorni, grazie straordinarie sono scese nei
cuori dei miei figli prediletti sparsi in ogni parte della terra.
E giunto il tempo in cui voglio vivere in voi e manifestarmi attraverso di voi a tutti. Voglio amare
con il vostro cuore, guardare coi vostri occhi, consolare e incoraggiare con le vostre labbra,
aiutare con le vostre mani, camminare con i vostri piedi, seguire le vostre orme insanguinate e
soffrire col vostro corpo crocifisso. È l'ora della battaglia conclusiva; dunque è anche l'ora della
mia vittoria". (1 luglio 1981)

Le parole `Vivere, Manifestarmi, Amare in voi', contenute in questo messaggio, sono state
pienamente vissute da Don Stefano e con il suo esempio è riuscito a farle vivere nella vita di
tantissimi Sacerdoti in tutto il mondo.

CENNI BIOGRAFICI

All'età di undici anni, Don Stefano entrò nel Seminario Serafico di Dongo dei Padri Francescani
Minori, per diventare Padre Francescano. Compì tutti gli studi ginnasiali superiori, filosofici e
teologici, nei vari conventi della Lombardia ma, a pochissimi mesi dalla sua ordinazione
sacerdotale, fu inspiegabilmente fermato ed espulso.
Nel discorso della sua prima Messa fece cenno a quel periodo che fu, è vero, molto doloroso e
pericoloso, ma fondamentale per quel rafforzamento nella fede che sarebbe servito per la missione
che il Cuore Immacolato di Maria gli avrebbe affidato. Colloquiando con lui, mi rivelò che aveva
vissuto gli anni giovanili in una grande pace, serenità e tranquillità; solo dopo la professione dei
voti, quando stava per arrivare al Sacerdozio, si scatenò la terribile bufera che durò per circa dieci
anni. In questo periodo, Don Stefano dovette subire il rifiuto da parte del padre, che lo allontanò da
tutta la famiglia. Solo Giovanna, la sorella maggiore, che era sposata, lo accolse per un breve perio-
do, affinché potesse prepararsi per conseguire un titolo di studio e cercare un posto di lavoro: lo
trovò facilmente all' I.N.D.A.P di Milano, un'agenzia assicurativa statale, dove fu assunto come
responsabile del personale. Questa esperienza lo formò ulteriormente, perché conobbe la precarietà
della vita nel mondo: diplomarsi, cercare un lavoro, una casa, sostenersi economicamente ecc. Fu
proprio in quel periodo più difficile che la Madonna gli fece conoscere una giovane ragazza, più o
meno della sua età, che gli fece da `Angelo custode'. In un primo tempo Don Stefano pensava fosse
la persona giusta per la sua vita, ma lei aveva solo il compito di accompagnare, pregare e con-
sigliare Don Stefano, affinché comprendesse e seguisse i disegni di Dio e di Maria su di lui.
Grazie alla preghiera e ai consigli di questa giovane, oggi beata, Maria Bolognesi, Don Stefano poté
superare quella terribile prova. Fu lei che si adoperò perché fosse accettato dalla Compagnia di S.
Paolo, scrivendo personalmente al superiore di quella comunità, il quale pose una condizione:
doveva andare a Roma e frequentare un corso di laurea in teologia all'università Lateranense, visto
che sia il seminario di Milano che quello di Como l'avevano rifiutato.
La Bolognesi continuò a rimanergli molto vicino per tutti i dieci anni in cui visse nel mondo
lavorando e studiando, ma fu proprio nei nove lunghi mesi che precedettero l'ordinazione, in attesa
della dispensa per poter accedere al sacerdozio, che lei lo sostenne in modo particolare. Don
Stefano infatti fu terribilmente tormentato da profondissime crisi di sfiducia che rischiavano di
mandare a monte il Sacerdozio per la seconda volta. Quando finalmente arrivò il 19 dicembre 1964,
giorno dell'Ordinazione Sacerdotale, oltre a mamma Maria, accompagnata dal fratello gemello
Pino, dalle sorelle e dalla cognata e da qualche altro, Maria Bolognesi si rese presente con un regalo
particolare: ricamò con le sue mani il fazzoletto con cui furono legate le mani appena dopo
l'unzione con il `Crisma' e il corporale per la celebrazione della Santa Messa, nonché il purificatoio
per il calice.
Non poté essere presente, invece, perché incidentata, la signora Emilia, che don Stefano chiamava
`la Zia'. Nei dieci anni vissuti a Milano, essa ha rappresentato per il futuro don Stefano un'ancora di
salvezza, un vero rifugio. Nei primi tempi, quando ancora non aveva disponibilità economica, gli
assicurò vitto e alloggio gratuiti. Poi, conoscendo `quel monello' vissuto in convento, dal carattere
spensierato e privo di malizia e di difese dal mondo, fece di tutto per metterlo in guardia dai pericoli
che una città come Milano rappresentava, ripetendogli a cena e a pranzo, anche se lui sembrava non
ascoltare, le solite raccomandazioni: non frequentare determinate persone, stare alla larga da certi
luoghi ecc.. `La Zia' fu per lui una seconda mamma!
Un'altra persona speciale presente il giorno dell'ordinazione fu la signora Battistina, presso cui Don
Stefano aveva trovato alloggio nei tre anni di studio a Roma, quando frequentava l'Università
Lateranense. Da ragazza era stata l'aiutante della regina Margherita come baby- sitter, e fu la regina
stessa a regalarle l'appartamento in cui ospitò Don Stefano.
Il papà, purtroppo, non era presente; era deceduto qualche mese prima, e questa assenza procurò un
grande dolore a Don Stefano, perché se c'era uno che lo voleva sacerdote, quello era proprio papà
Gaspare. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ebbe ancora a soffrire per i contrasti in parrocchia, dove
lui seguiva il `gruppo giovani': dopo averne formato un buon numero, pronto per fare da traino ad
altri, venne trasferito a Milano come insegnante nel grande collegio che la Compagnia di San Paolo
aveva in via Mercalli.
Qui gli vennero assegnate due classi molto turbolente, che con Don Stefano, inspiegabilmente, si
calmavano: lui riusciva a svolgere le sue lezioni, mentre gli altri professori lamentavano gravi
difficoltà e contestazioni dagli stessi ragazzi.
Ma anche l'esperienza della scuola, come quella della parrocchia, era destinata a durare poco, a
causa del contrasto con gli altri insegnanti e del rapporto con i suoi alunni: lui era solito difenderli,
se andavano difesi, e li puniva se era giusto punirli. Se questo gli procurò grande rispetto da parte
dei suoi allievi, al contrario provocò una frattura nel rapporto con i colleghi, a tal punto che gli fu
tolto anche l'insegnamento.
Ma tutto era nei piani di Dio. Infatti, provvidenzialmente, gli fu affidato l'incarico di accompagnare
i pellegrini in vari luoghi santi, poiché la sua Congregazione aveva come scopo anche quello di
organizzare pellegrinaggi in Terra Santa e nei vari Santuari del mondo. Fu proprio in occasione di
uno di questi, a Fatima, che due Sacerdoti gli chiesero di portare una preghiera alla Madonna,
perché erano in crisi vocazionale e desideravano lasciare il sacerdozio. Mentre lui pregava per loro
nella cappellina delle apparizioni (era 1'8 maggio 1972, data della fondazione del Movimento
Sacerdotale Mariano), la Madonna gli svelò il Suo piano di salvezza, non solo per i due Sacerdoti,
ma per tantissimi altri in tutto il mondo.

Dal primo messaggio leggiamo:


"Ti sarò sempre vicina. «Rinnova la tua consacrazione al mio Cuore Immacolato: sei mio; sei mia
proprietà. Devi ogni momento essere quello che Io voglio; devi in ogni momento fare quanto Io ti
domanderò. Non aver paura. Io ti sarò sempre vicina. Ora ti sto preparando a cose grandi, ma a
poco a poco, come fa la mamma col suo bambino...". (7 luglio 1973)
Don Stefano si dette subito da fare. Parlò con un Sacerdote, un certo Don Luigi Bianchi, parroco a
Gera Lario, vicino a Dongo, e al suo Vescovo Mons. Ferraroni, e insieme fecero il primo cenacolo
di preghiera. Il nome che diedero a quell'incontro fu: `Lega Sacerdotale Mariana'.
A questo primo evento Don Stefano fece seguire una breve nota sull'Osservatore Romano, per
divulgare la nascita del Movimento, che procurò l'adesione di vari Sacerdoti. Egli rispondeva
personalmente a ognuno di essi, spiegando i tre impegni che la Madonna chiedeva loro:
- Fare e vivere la consacrazione al Cuore Immacolato;
- impegnarsi a pregare e aderire in totale obbedienza al Papa;
- far conoscere e amare Maria, diffondendo le Sue richieste trasmesse attraverso i Suoi messaggi.

Gli fu possibile far pubblicare sul giornale quelle poche ma importanti righe, perché aveva ricevuto
un `Patentino' dalla sala stampa del Concilio Vaticano II che gli consentiva di assistere alle sedute e
divulgarne le notizie.
Ma fu l'unica occasione in cui Don Stefano si servì della stampa, perché la Madonna gli aveva detto
di non fare conto dei giornali o della televisione, ma di lasciare agire Lei. E qui sottolineo, e voglio
che tutti sappiano, che Don Stefano ha sempre obbedito a questa richiesta, meglio, a questo volere
di Maria. Lui non ha mai accettato né di andare a parlare del Movimento in televisione né di
soddisfare le richieste di interviste da parte dei giornalisti (e di inviti ne arrivavano continuamente).
Solo negli Stati Uniti, per quanto mi risulta, ne venne rilasciata una a `Madre Angelica', nella quale
gli vennero poste alcune domande riguardo Fatima. Quell'intervista divenne famosa perché Don
Stefano spiegò con la sua consueta chiarezza il messaggio di Maria, ossia:
1. le grandi sofferenze che la Chiesa e l'umanità avrebbero dovuto subire;
2. il Cuore Immacolato di Maria come Rifugio Sicuro, dono della infinita Misericordia della
Santissima Trinità e unico modo per superare queste difficoltà.

"Non guardare né giornali né televisione; sta' sempre sul mio Cuore in preghiera. Nessun'altra
cosa ti deve interessare o importare se non quella di vivere con Me, per Me. Il Movimento
Sacerdotale Mariano è ormai nato, ma è così fragile e piccolo che, per crescere, ha bisogno di
tanta preghiera. Tu devi vivere solo per questo: in nessun'altra cosa troverai gusto e consolazione".
(8 luglio 1973)

"Perché ti agiti? Perché ti preoccupi? Essere consacrato a Me vuol dire lasciarsi condurre da Me.
Vuol dire fidarsi di Me, come un bambino che si lascia condurre dalla mamma. Allora ti devi
abituare ad un altro modo di pensare, ad un altro modo di agire. Non tocca a te pensare quello che
è per il tuo bene; non fare progetti, non costruire il domani perché, vedi, Io mando tutto all'aria e tu
poi ci resti male. Perché non vuoi fidarti di Me? Lascia che sia Io a costruire - momento per
momento - il tuo avvenire. A te basta dire, proprio come un bambino: `Mamma, mi fido di Te, mi
lascio condurre da Te. Dimmi: cosa devo fare?". Lascia anche che, attraverso di te, sia Io ad agire.
Per questo come è necessario morire a te stesso! Per questo è necessario che ti abitui a soffrire: a
non essere capito, ad essere trascurato, ad essere anche un poco ca pestato. Quanto ti fa male
questo, vero? Ma quando parlerai ai Sacerdoti del Movimento, della consacragione, di come
dovranno totalmente affidarsi a Me, fidarsi di Me, allora potranno guardare alla tua persona e tu
stesso sarai loro di buon esempio. Non soffrire troppo, figlio: ti amo, ti amo tanto!'.
(21 luglio 1973)

"Impara a lasciarti possedere da Me, perché ogni cosa che tu fai sia Io, attraverso di te, a farla.
C'è tanto bisogno oggi che sia la Mamma ad agire: e Io voglio agire per mezzo di te. Mi è piaciuta
la Messa celebrata in mio onore al Santuario nazionale di Trieste, che ricorda la consacrazione
dell'Italia al mio Cuore Immacolato, e quella che hai celebrato al santuario di Barbana. Dovrai
ancora soffrire, ma coraggio! Io sarò sempre con te e tu godrai come nessuno le dolcezze del mio
Cuore di Mamma".
(9 luglio 1973)

E con queste bellissime parole della Mamma dei primi messaggi che è iniziato il Movimento
Sacerdotale Mariano, e Don Stefano è stato lo `strumento' fedele del Cuore Immacolato di Maria.

Posso testimoniare che da quell'8 maggio 1972 tutta la sua vita è sempre stata scandita e regolata
dalla frase `Lo vuole la Madonna' e, quando pronunciava queste parole, nessuno poteva più fargli
cambiare parere.
Il 15 agosto del 1995 subì un infarto e fu necessario eseguire un intervento chirurgico al cuore per
impiantargli dei `by-pass'. Ma alcuni giorni dopo essere stato ricoverato per la riabilitazione post-
operatoria, disse alla dottoressa che lui non poteva trattenersi a lungo, perché doveva andare in
America Latina a tenere dei cenacoli. La dottoressa gli rispose: "Dovrà ringraziare il Signore, se
riuscirà a lasciare questa sua camera di degenza con i suoi stessi piedi '. Nel giro di pochi giorni,
invece, firmò per uscire e partì quasi subito per quel lungo viaggio che lo portò in varie parti del
Brasile, della Bolivia, del Perù e in altri stati, ove, nel corso di due mesi, ebbe modo di tenere
innumerevoli cenacoli.
La cosa sorprendente fu quando il Sig. Otavio, che lo accompagnava in quei viaggi, lo fece visitare
dal fratello cardiologo, che lavorava in un grande ospedale a San Paolo (Brasile), il quale lo
sottopose a tutte le visite di controllo possibili e necessarie per un paziente infartuato e già operato.
La grande sorpresa fu che, dall'esito dei vari accertamenti, il cuore di Don Stefano era riuscito a
superare uno sforzo così grande che neppure un cuore sanissimo avrebbe sopportato senza lasciare
qualche conseguenza di affaticamento.
Ma la Madonna lo aveva già maternamente assistito in un altro momento critico per il suo cuore. Ne
ha dato testimonianza il Dott. Mario Botta, il quale ha raccontato che, mentre eseguiva l'intervento
dopo l'infarto, trovò una situazione talmente difficile che gli sembrò impossibile continuare. Si
fermò per circa quindici minuti per pregare e solo dopo la preghiera trovò la soluzione.
Per Don Stefano la Madonna era `LA MAMMA'!
Si fidava di Lei, si affidava a Lei, confidava in Lei in tutto! Ripeteva spessissimo che voleva essere
come `un bambino di due mesi' che dalla mamma si aspetta di essere nutrito, pulito, consolato.
E infatti Don Stefano si è lasciato proprio condurre dalla Mamma Celeste come un bambino di due
mesi, facendosi portare da Lei in più di 2000 viaggi in aereo, con la sola valigetta a mano che
portava sempre con sé in cabina, contenente il Bambin Gesù che gli aveva donato Teresa Musco.
Questo era un Bambinello particolare che a volte sembrava vivo e, ovunque alloggiasse, la prima
cosa che Don Stefano faceva sempre era quella di aprire la valigetta ed adagiare il bambinello su un
centrino appoggiato su di un tavolo o sul comodino. Non si esagera se si pensa che quel
Bambinello, insieme alla Mamma Celeste, hanno condotto Don Stefano ovunque, e a volte anche
con qualche rimprovero. Lo diceva lui stesso, quando ne combinava qualcuna delle sue: "Gesù mi
ha rimproverato! La Mamma mi ha rimproverato!".
Di una cosa siamo certi: la Madonna stessa ha formato Don Stefano!
Lo si comprende anche dai messaggi dei primi anni come Lei abbia operato con cura e delicatezza
per rendere `il suo strumento' atto a diffondere la Sua OPERA! E lui si è lasciato guidare e formare,
abbandonandosi totalmente a Lei come un bimbo bisognoso di tutto.
Ecco alcuni messaggi che mostrano come Lei, la Mamma, lo abbia preparato:
"Per prima cosa questo mio Movimento si diffonderà ovunque. Radunerò da ogni parte del mondo i
miei Sacerdoti prediletti che, quasi sospinti dalla forza irresistibile dello Spirito Santo,
risponderanno e si riuniranno nella schiera dei miei Sacerdoti chiamati ad essere fedeli solo al
Vangelo e alla Chiesa. Quando verrà il momento del terribile scontro con i Sacerdoti portatori
dell'errore, che si metteranno contro il Papa e la mia Chiesa trascinando verso la perdizione un
immenso numero dei miei poveri figli, voi sarete i miei Sacerdoti fedeli. Nell'oscurità che lo Spirito
del male avrà ovunque diffusa, fra le molte idee errate che, sparse dallo spirito della superbia,
ovunque si affermeranno e saranno quasi da tutti seguite, nel momento in cui nella Chiesa tutto
verrà messo in discussione e lo stesso Vangelo di mio Figlio sarà da alcuni annunciato come
leggenda, voi, Sacerdoti a Me consacrati, sarete i miei figli fedeli. Fedeli al Vangelo, fedeli alla
Chiesa." (4 gennaio 1975)

Quando la Madonna ha detto che questo suo Movimento si sarebbe diffuso ovunque, `radunati dallo
Spirito Santo da tutte le parti del mondo', anche per Don Stefano è stata una grande sorpresa, ma
fidandosi totalmente di Maria, è andato ad incontrare Sacerdoti e fedeli.
Era solito affermare: "Io non conosco nessuna lingua straniera, ma è la Madonna che mi conduce
ovunque".

Il perché lo dice in questo messaggio:


"Motivo del mio pianto (del pianto della Mamma), sono i miei figli che, in gran numero, vivono
dimentichi di Dio, immersi nei piaceri della carne e corrono senza scampo verso la loro perdizione.
Per molti di essi le mie lacrime sono cadute fra l'indifferenza ed invano. Soprattutto causa del mio
pianto sono i Sacerdoti: i figli prediletti, la pupilla dei miei occhi, tutti questi miei figli consacrati.
Vedi come non mi amano più? Come non mi vogliono più? Vedi come non ascoltano più le parole di
mio Figlio? Come spesso lo tradiscono? Come Gesù presente nell'Eucaristia è da molti ignorato,
lasciato solo nel Tabernacolo; spesso da essi offeso con sacrilegi, con facili trascuratezze? Oh! Tu
mi hai offerto il Movimento Sacerdotale Mariano: Io accolgo sul mio Cuore e lo benedico. Saranno
tutti Sacerdoti miei: a Me consacrati, che faranno tutto quanto Io ad essi comanderò. È vicino il
tempo in cui farò sentire ad essi la mia voce, in cui Io stessa mi metterò alla testa di questa mia
schiera preparata per la battaglia". (13 luglio 1973)

Come abbiamo già visto, questo messaggio delle lacrime della Mamma Celeste Don Stefano lo
portava impresso nel suo cuore fin da piccolo, da quando mamma Maria tutti i giorni andava alla
Santa Messa nel piccolo Santuario di Dongo e lui, in braccio alla mamma, contemplava quel volto
della Madonna. Nel giorno della sua prima Messa a Dongo durante la predica non poté non farne
cenno e disse: "Io lo devo a quel volto della Madonna delle lacrime di Dongo se oggi sono
Sacerdote, perché da sempre quel volto della Mamma mi chiedeva di far conoscere il Suo Cuore
Immacolato".

Era giunto il tempo, finalmente! E Don Stefano questa sua missione la svolse sempre
considerandola come un `impegno' affidatogli da Lei, la Mamma.
Negli ultimi mesi diceva spesso:
"Sr. Lucia è morta, Papa Giovanni Paolo II è morto, Papa Benedetto XVI nell'anno sacerdotale ha
consacrato al Cuore Immacolato tutti i Sacerdoti del mondo: la mia missione è terminata!"
La sua missione era di preparare i Sacerdoti
di tutto il mondo,
alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

Ecco, la Mamma aveva svelato a Don Stefano la sua missione:

salvare le anime e soprattutto i numerosi Sacerdoti


tormentati da fortissime crisi spirituali.

I L MOVIMENTO - LA CRISI NELLA CHIESA


DON STEFANO

"L'umanità è caduta in balìa di Satana e del suo grande potere, esercitato con le forze sataniche e
massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che è penetrato dentro di essa. Gli errori
vengono insegnati e propagandati, facendo perdere a molti la vera fede in Cristo e nel suo Vangelo;
la santa Legge di Dio è apertamente violata; il peccato è commesso e spesso viene anche
giustificato e così si perde la luce della grazia e della divina presenza; l'unità è profondamente
incrinata da forti contestazioni al Magistero, e si estende sempre più la piaga di dolorose
lacerazioni. Per dare alla Chiesa, sofferente e crocifissa del vostro tempo, il mio aiuto materno ed
un sicuro rifugio, ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e l'ho diffuso in ogni parte
del mondo." (31 dicembre 1997)

L'8 maggio 1972, quando Don Stefano presentò alla Mamma la richiesta dei due sacerdoti che gli
avevano chiesto di pregare per la loro vocazione in crisi, la Madonna gli fece capire che non erano
solo due ma tanti, tanti in tutto il mondo, e Lei aveva bisogno di lui per aiutarli. Infatti risulta che in
quegli anni, dopo il Concilio Vaticano Il furono più di 70.000 i Sacerdoti che chiesero la riduzione
allo stato laicale, senza gli obblighi sacerdotali; in seguito ve ne furono più di 20.000 che chiesero
di ritornare a svolgere la loro missione di Sacerdoti. Si dice che nelle congregazioni più numerose
come i Gesuiti, i Francescani, i Salesiani, negli anni di Paolo VI, furono migliaia e migliaia ad
abbandonare il Sacerdozio. Ma quando nel 1978 fu eletto Giovanni Paolo 11, l'emorragia degli
abbandoni fu arginata grazie ad una lettera che Sr. Lucia di Fatima scrisse al Papa, nella quale la
Madonna chiedeva di mettere un freno agli abbandoni. Fu all'inizio del pontificato di Giovanni
Paolo II che vennero stabilite delle regole per avere la dispensa dagli obblighi del Sacerdozio: solo
in caso di nullità ora la Santa Sede può accogliere la richiesta.

Infatti in un altro messaggio la Madonna gli dirà:


"Mi domandi perché abbia scelto te per diffondere il mio Movimento, mentre ti senti così
inadeguato e incapace. Giustamente vedi la tua nullità e le tue debolezze e mi domandi: `Perché
non prendi uno più adatto e capace di me? Come ti puoi fidare quando conosci bene tutte le mie
passate infedeltà?". Figlio mio, ho scelto te perché sei lo strumento meno adatto; così nessuno dirà
che è opera tua. Il Movimento Sacerdotale Mariano deve essere solo Opera mia. Attraverso la tua
debolezza Io manifesterò la mia forza; attraverso la tua nullità Io manifesterò la mia potenza. Io
stessa sarò la Condottiera di questo esercito."
(16 luglio 1973)

Ho voluto citare questo messaggio, perché queste parole della Mamma guidarono Don Stefano
durante tutta la sua vita e, in modo particolare, furono l'ispirazione per il secondo impegno del
Movimento, quando si dice: "da porre una barriera al processo di contestazione del Magistero che
minaccia le fondamenta stesse della Chiesa".

Posso testimoniare che per Don Stefano era un dovere grave amare la Chiesa, ed era ancora più
grave amarla in questi tempi di grande confusione. Chi non ricorda le tante volte in cui ha
richiamato i Sacerdoti all'obbligo dell'abito religioso, all'obbligo dei segni sacerdotali nelle
celebrazioni dell'Eucaristia? Nella celebrazione della Santa Messa ha sempre indossato, anche se
solo, la casula! Alcuni di noi ricordano quando raccontava che un suo confratello, dovendo
celebrare in casa per diverso tempo, metteva solo la stola, e Don Stefano ne soffriva moltissimo.
Quando questo Sacerdote morì, gli appariva di notte e di giorno, chiedendo preghiere di suffragio,
perché nel Purgatorio doveva riparare a questa negligenza e, dal modo come chiedeva aiuto, doveva
soffrire molto.
Don Stefano ha sempre vissuto nella convinzione profonda di non essere adeguato per questo
disegno di Maria, ma si è totalmente affidato a Lei, e Lei lo ha preso per mano e lo ha condotto in
tutto il mondo. Quante volte diceva che partiva senza neppur conoscere la lingua del paese che lo
ospitava! Come accadde nel primo viaggio che fece in Oceania quando, arrivato all'aeroporto, si
chiedeva: "Ci sarà qualcuno?". Con sua grande sorpresa, non solo trovò dei sacerdoti ad
accoglierlo, ma anche un bel gruppo di fedeli che gli diedero il benvenuto cingendolo con la
tradizionale corona di fiori al collo.
"Ora tu non vedi, figlio, quanto il mio Cuore Immacolato vuol fare per mezzo di te e del mio
Movimento. Questo lo voglio per molti motivi. Anzitutto devi restare sempre povero, umile,
semplice; devi sentirti solo il mio bambino più piccolo. Poi ti devi abituare a lasciarti condurre per
mano sempre da Me. In ogni momento attenderai da Me ogni cosa. E questo il modo con cui Io
voglio sia vissuta veramente la consacrazione che mi si è fatta. Non appoggiarti ad altri carismi o
ad altre conferme; non guardare ad altre opere e ad altri disegni. Questa è l'Opera che lo sto
facendo nella Chiesa per mezzo di te. Per questa avrai tutto da Me. Cammina nella semplicità e nel
totale abbandono: non si turbi mai il tuo cuore. Nessuna esterna interferenga potrà mai nuocere a
questa mia Opera che Io gelosamente sto facendo nascere per la salvezza della mia Chiesa. Sentiti
per questo un niente, veramente incapace, perché, figlio, lo sei. Ma nella misura in cui mi offrirai
tutta la tua nullità, Io potrò agire ed operare secondo i miei disegni. Ora preparati anche un poco a
soffrire: voglio che sia sempre più mio e presto ti purificherò. Ma per darti un amore così grande
che tu neppure immagini. o figlio". (27 maggio 1974)
Queste promesse fatte dalla Madonna a Don Stefano si sono tutte realizzate. Era veramente
piacevole sentirlo raccontare i momenti in cui la Mamma aveva difeso questa sua Opera: come
quando, già nei primi anni, fu invitato dal segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Mons.
Bartoletti, a presentarsi a Roma per un colloquio. Don Stefano fu subito assalito da dubbi e paure,
però il giorno del suo viaggio a Roma, mentre pregava, gli apparve P Pio che lo rimproverò,
dicendogli di non preoccuparsi. Mons. Bartoletti, infatti, gli chiese di parlargli del Movimento e,
quando Don Stefano ebbe terminato, gli disse:
"Ce ne fossero dei Sacerdoti che aiutano altri Sacerdoti a pregare come fa lei, e a vivere la propria
vocazione! Vada avanti, senta paura, quello che lei fa è opera santa! La Chiesa ne è molto
contenta! Ce ne fossero altri a fare quello che fa lei, la Chiesa ne ha un grande bisogno!".
Un altro episodio avvenne alcuni anni dopo in Nicaragua (America Latina), dove c'era un governo
di sinistra, a cui partecipavano molti presbiteri che avevano abbandonato il Sacerdozio per la
politica, ed erano molto accaniti contro la Chiesa. Durante un viaggio in aereo per andare a tenere
un cenacolo proprio nella capitale, Don Stefano ebbe un momento di paura, dovuto anche ad una
grande stanchezza fisica. Si mise a pregare e anche in quell'occasione P. Pio lo incoraggiò. Tenne il
cenacolo nella Cattedrale gremita di fedeli e di sacerdoti e tutti si consacrarono al Cuore
Immacolato di Maria. In quell'occasione annunciò anche che la Madonna avrebbe quanto prima
liberato il Nicaragua dalla dittatura comunista: l'anno seguente i comunisti persero le elezioni e da
allora non conquistarono più il potere.
La Mamma non gli ha mai fatto mancare l'aiuto necessario, è vero, ma non era una cosa scontata.
Quante volte Don Stefano ha dovuto affrontare cocenti delusioni! Come in occasione della
sospensione `a divinis' per alcuni anni del suo direttore spirituale, che, guidato da una falsa
veggente che si spacciava per vera, andava affermando nei cenacoli che Don Stefano era falso',
mentre la veggente che lo allontanava da lui era `vera'. Per il nascente Movimento fu una prova di
fuoco, ma la Mamma Celeste glieli allontanò subito, dicendogli che non si sarebbero più incontrati:
e fu così.
Posso assicurarvi, però, che Don Stefano, nonostante tutto, non lo dimenticò mai. Pochi mesi prima
di morire, infatti, mi incaricò di rintracciare il suo numero telefonico; appena glielo diedi, lo chiamò
e in seguito mi disse che la Madonna avrebbe concesso una grande grazia a lui prima di morire, ma
soprattutto al suo vecchio padre spirituale, Sacerdote molto capace, intelligente, e che agli inizi fu
per Don Stefano e per il Movimento un aiuto validissimo. Era lui che faceva stampare il libretto dei
Messaggi, era lui che teneva e organizzava gli incontri per il Movimento. Famoso fu il grande
raduno del 1979 a Fatima, dove si incontrarono più di 400 Sacerdoti da tutto il mondo e dove
passammo una settimana di ritiro spirituale organizzato proprio dal Padre Spirituale, che fece 4
meditazioni molto profonde. Don Stefano diceva spesso che il demonio voleva distruggere il
Movimento con falsi veggenti, e in quell'occasione c'era quasi riuscito. Non gli mancarono mai
pesanti prove, ma riuscì a trovare la forza di superarle, solo grazie alla certezza che il Movimento
era OPERA di Maria. Lui non dubitò mai e non ebbe mai paura di nessuno e, quando doveva parlare
per difendere la Verità, non ha mai taciuto.
Uno degli argomenti che Don Stefano trattava magistralmente era quello dei limiti e dei difetti che
tutti abbiamo, perché le parole di questo messaggio le aveva vissute tante volte sulla sua persona.
"Figli miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete: non sono i vostri difetti, le
vostre cadute, i vostri grandi limiti che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il
mio grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi, perché vi aiutano a sentirvi
e a restare piccoli. Vi danno come la misura della vostra piccolezza. Sono i vostri attaccamenti
l'unico ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami avete ancora, figli! A voi
stessi, alle persone anche buone, anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri
sentimenti. E ad uno ad uno questi li spezzerò perché siate solo miei. Ogni giorno che passa Io vi
libererò da questi vostri legami e vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati,
finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il solo vostro bene". (15
febbraio 1975)

Ho citato questo messaggio in quanto mette ancora bene in evidenza il `perché' la Madonna lo ha
scelto: `per la tua nullità' e per la `tua piccolezza'.
Don Stefano non si è mai vergognato dei suoi difetti e dei suoi tanti limiti. Quante volte chiedeva
scusa e con quanta umiltà! Qualcuno ha detto che la Madonna ha voluto nascondere Don Stefano
per mezzo dei suoi stessi difetti, per difenderlo dalla popolarità. Lei ha operato in lui come opera
una Mamma che, pian piano, forma e fa gradualmente crescere il suo figlioletto: `lo ha liberato da
tanti legami' anche buoni e santi, quale l'incoraggiamento di anime privilegiate, come Teresa
Musco. Era andato, infatti, appositamente da lei per interpellarla riguardo a degli argomenti
spirituali; bussò alla porta e fu Teresa stessa ad aprirla, ma, visto che era Don Stefano, la richiuse
senza dirgli nulla.
Lui ci rimase talmente male che fu la Madonna stessa a doverlo consolare e a dargliene spiegazione
in un messaggio. "Quanto ti è accaduto in questi giorni è stato da Me stessa disposto, perché da
tutti possa veramente distaccarti. Anche da quelle persone che sono particolarmente amate da Me e
da mio Figlio Gesù. Tu sei così piccino che, senza accorgerti, finisci con l'appoggiarti su di esse,
con il dipendere da loro. E il tuo attaccamento diventa tanto più forte, quanto più queste anime mi
sono vicine. Tu non hai bisogno che della loro preghiera e della loro sofferenza: e queste Io ad esse
domando per te e per il mio Movimento. Tu contraccambiale con la tua preghiera e con il tuo
grande amore di fratello. Ciò basta. Il resto non è da Me; il resto per te è vano e superfluo: è una
vera perdita di tempo". (15 febbraio 1975)

Così Don Stefano, passato il momento, scrisse un biglietto a Teresa Musco, dove le chiedeva di
pregare per lui e per tutti i Sacerdoti, come voleva la Mamma.
Negli anni vissuti vicino a lui, posso testimoniare di quanti messaggi gli venivano inviati da tutto il
mondo; nella cassetta della posta ve ne erano sempre una enorme quantità. Lui, molte volte senza
leggere, diceva: "Strappa, strappa!" e ci indovinava. Quante volte trovandosi all'estero mi
chiamava, diceva di aprire la posta e mi dettava la risposta prima che gli leggessi la lettera, ed era
giusta! In occasione di un suo viaggio in Giappone, come traduttore fu chiamato un missionario
italiano. Don Stefano, durante il cenacolo, lo riprese più volte, perché non traduceva secondo
quanto lui diceva, ma tendeva a interpretare. Lo costrinse in più di una occasione a ripetere la
traduzione, fino a quando non avesse espresso esattamente quello che lui voleva trasmettere. Gli fu
poi chiesto come avesse potuto comprendere che il missionario non stava traducendo correttamente,
e lui con candore rispose che la Madonna gli faceva sentire un profumo particolare quando la frase
veniva tradotta bene.

Ecco perché la Madonna dice in questo messaggio:


"Un giorno si dovrà sapere quanto Io ti ho amato, quante cose grandi Io in te ho operato. E questo
solo perché tu hai totalmente offerto al mio Cuore la tua nullità. Abituati ad essere calpestato, ad
essere trascurato, a non essere capito, né considerato. È necessario che per te avvenga così. E
quando senti dentro di te una interiore ribellione che ti porta a dire a te stesso: `Perché? Non è
giusto. Devo rivendicare i miei giusti diritti". Rispondi subito: "Va' indietro, Satana. Non berrò il
calice che il Padre mi ha preparato!". Io ho fretta; l 'momenti decisivi si avvicinano e tu dovrai al
più presto completare l'Opera che ti ho affidato: il Movimento dei miei Sacerdoti. Io stessa verrò in
aiuto alla tua grande debolezza. Ma tu sta' in ogni istante sul mio Cuore in preghiera. Lascia che lo
sempre più operi in te". (21 agosto 1973)

Queste parole che la Mamma dice a Don Stefano


le dice anche ad ogni Sacerdote a Lei consacrato.
Lei vuole la nostra debolezza, la nostra nullità,
i nostri difetti,
i nostri fallimenti.
Se noi ci abbandoniamo nelle sue braccia,
Lei compie il resto.

Un' invocazione che Don Stefano ripeteva spesso era:


MI AFFIDO A TE MAMMA,
FA DI ME QUELLO CHE VUOI,
FAMMI CONOSCERE QUELLO CHE VUOI.

C'è però anche un messaggio in cui la Madonna lo rimprovera come una mamma fa col suo
bambino per farlo crescere, nel quale dice che anche tutti i suoi Sacerdoti devono lasciarsi
possedere da Maria.
"Figli miei prediletti, lasciatevi veramente distaccare da tutto. Vedete: non sono i vostri difetti, le
vostre cadute, i vostri grandi limiti che vi impediscono di essere totalmente miei e disponibili per il
mio grande disegno. Oh, no! Anzi questi sono un grande dono per voi, perché vi aiutano a sentirvi
e a restare piccoli. Vi danno come la misura della vostra piccole j ja. Sono i vostri attaccamenti
l'unico ostacolo che vi impedisce di essere del tutto miei. Quanti legami avete ancora, figli! A voi
stessi, alle persone anche buone, anche sante, alla vostra attività, alle vostre idee, ai vostri
sentimenti. E ad uno ad uno questi Io spezzerò perché siate solo miei. Ogni giorno che passa Io vi
libererò da questi vostri legami e vi renderò sempre più liberi, piccoli, fiduciosi e abbandonati,
finché sarete tutti miei e il mio Cuore Immacolato sarà veramente e di fatto il solo vostro bene.
Allora Io potrò agire in voi e compiere la mia Opera di Mamma, che è quella di fare di ciascuno
copia vivente di mio Figlio Gesù. Per questo affidatevi a Me senta paura: ogni dolore che sentirete
per un nuovo distacco, sarà colmato da Me con un nuovo dono di amore. Ogni volta che vi
distaccherete da una creatura, sentirete la Mamma a voi più vicina. Lasciate a Me la gioia di farvi
crescere, miei piccoli figli'. (15 febbraio 1975)

Con molta franchezza posso dire che le parole della Madonna contenute in questi due messaggi
hanno tanto aiutato Don Stefano a formare il suo carattere, soprattutto ad abituarsi a farsi
calpestare. Questa è stata una prova molto dura, specie quando i suoi superiori lo deridevano e
dicevano con convinzione di lui che si era inventato il Movimento per girare il mondo e per fare
quello che voleva.

A questo proposito nel messaggio del 7 luglio 1973 la Madonna dice:


"Ti sarò sempre vicino".
"Non addolorarti, non ti deve dispiacere se non ti vogliono, ormai ti ho già detto è un Opera che
non piace più al Mio cuore perché fanno solo per interesse e cercano solo se stessi. Ora rifanno le
Costituzioni, ma non sono altro che parole. Non c'è più lo spirito. Rifanno nuovi i muri della casa,
ma resteranno vuoti e senza persone. Non manderò più nessuno... non è che un ramo secco e presto
il Signore la taglierà dall'albero della Sua Chiesa". (Quaderno N' l originale)
Ho voluto inserire questo messaggio, perché la terribile crisi delle Vocazioni che ha colpito tutte le
Congregazioni, gli Istituti, le Vocazioni Sacerdotali è stata causata da un falso rinnovamento solo
esteriore che ha secolarizzato la vita religiosa e sacerdotale e questo, dice la Madonna: "Ha
provocato la terribile crisi delle Vocazioni '.
La Madonna parla del `ramo secco che sarà tagliato': proprio Don Stefano, al momento della sua
morte, era l'ultimo membro ancora in vita della Compagnia di San Paolo: i pochi altri rimasti
avevano trovato altra sistemazione.

A GRANDI METE DI SANTITÀ

"La tua vita, figlio, è tanto preziosa e non devi sciuparla neppure per un istante. Per questo
esercitati a stare in Me, sul mio Cuore, ad agire sempre con Me: a pensare con la mia mente, a
vedere le cose col mio sguardo, a toccarle con le mie mani, ad amarle con il mio Cuore.
Vi sono momenti in cui questo particolarmente l'avverti, ed è quando sei con Me nella preghiera:
allora ti senti veramente il figlio sul Cuore della Mamma e la tua anima gusta così quei momenti di
paradiso, che Io riservo gelosamente ai miei figli prediletti. Uscito dalla preghiera, sembra che
ogni altra cosa ti stanchi e ti annoi. ,Questo è un altro dono che Io ti faccio. Perché anche quando
non preghi, tu devi essere sempre in atto di preghiera, e lo sei quando vivi abitualmente in Me.
Allora anche quando parli o ti diverti o fai gite, sei sempre in Me, perché fai ogni cosa con Me.
Così voglio tutti i Sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano. Devono essere: Sacerdoti miei. Te
lo ripeto: miei. Da quando si sono consacrati al mio Cuore Immacolato non possono più
appartenere a se stessi. La loro vita, la loro anima, la loro intelligenza, il loro cuore, il loro bene,
anche il male che hanno fatto e i difetti che hanno: tutto è mio, tutto mi appartiene. Il mio Cuore
Immacolato è una fornace di purissimo fuoco: tutto brucia, tutto consuma, tutto trasforma. Poiché
questi Sacerdoti sono miei, essi devono abituarsi a lasciarsi guidare da Me: con semplicità, con
abbandono. La mia gioia è quella di condurre, come Mamma, i miei figli Sacerdoti a grandi mete
di santità. Li voglio ferventi, li voglio innamorati del mio Figlio Gesù, li voglio sempre fedeli al
Vangelo. Devono essere docili nelle mie mani per il grande disegno di misericordia; e per mezzo di
essi salverò un numero sterminato di anime. Saranno la mia gioia, la corona più bella del mio
Cuore Immacolato e Addolorato che ancora vuole essere il mezzo di salvezza per la Chiesa e per
l'umanità". (24 Agosto 1973)

Ho voluto citare per intero questo messaggio, perché ciò che la Madonna dice a Don Stefano vale
per tutti noi Sacerdoti del Movimento. Lei vuole tutto da Don Stefano, ma anche da tutti i Sacerdoti,
vale a dire che si consacrino a Lei, per avere:
- mente per pensare come Lei,
- occhi per vedere con i suoi occhi,
- mani per toccare quello che Lei tocca, ma in modo particolare
- il Cuore, per amare quello che Lei ama.

A tutti noi la Madonna ripete


di essere suoi Sacerdoti, di non appartenere più a noi stessi:
la nostra vita, la nostra anima, tutta la nostra esistenza
appartengono a Lei, perfino il male che compiamo,
perché il Suo Cuore Immacolato è una fornace ardentissima
che brucia e rinnova.
Don Stefano si è lasciato possedere totalmente!
Anche tutti noi dobbiamo lasciare fare tutto a Lei, che è vera Mamma nostra, se vogliamo essere `il
piccolo resto che prepara il suo trionfo'.

"Con l'atto della consacrazione tu hai messo nelle mie mani tutta la tua vita: ora essa mi
appartiene, è mia. Io ne ho preso possesso ed ora, a poco a poco, sto trasformandola secondo il
suo volere. Ti darò un nuovo modo di vedere le cose:
vedrai con i miei stessi occhi. Tutto ciò che è del mondo ormai non ti potrà più interessare; anzi
lascerà in te come una pena profonda. Dirai di queste cose: quanto sono vane, quanto sono inutili!
Ti darò anche un nuovo modo di sentire:
sentirai secondo il mio Cuore. Allora la tua capacità di amare e di soffrire verrà potenziata
enormemente, perché sentirai, figlio, come sente il Cuore di tua Madre. Quale dolore sentirai per
tanti che oggi rendono vana la Redenzione di mio Figlio: tutti quelli che non vogliono Dio. Lo
negano, lo combattono. Quanta tenerezza proverai per tutti quelli che, senta loro colpa, si
smarriscono, perché vittime ignare di questi errori.
E ti darò anche un nuovo modo di pensare:
penserai secondo il Cuore di Gesù e il mio Cuore materno, vedendo ogni cosa in Dio e da Dio,
secondo lo spirito di sapienza. Ti darò la sapienza del cuore. Ecco: i Sacerdoti del mio Movimento
devono tutti essere così. Poiché si sono a Me consacrati, devono sentire, vedere e pensare come Me,
con Me, perché Io voglio prendere possesso di tutta la loro vita, voglio trasformarla, renderla
immagine del mio Figlio Gesù, il primogenito di tanti altri miei figli'. (20 ottobre 1973)

Le parole di questo messaggio: "Ti darò un nuovo modo di vedere, di sentire, di pensare, non
possono più appartenere a se stessi... tutto è Mio", sono le parole che dall' 8 maggio 1972 hanno
cambiato la sua vita, perché Don Stefano le ha vissute al cento per cento, per essere di esempio per
tutti i Sacerdoti che LEI avrebbe scelto per la SUA OPERA:
esempio di docilità e di totale abbandono alla MAMMA, lasciandosi completamente condurre da
Lei.
Ricordo il suo ultimo viaggio in Corea. Quando ricevette il programma, rimase senza parole e mi
chiese se doveva scrivere per farlo alleggerire. Gli avevano programmato più cenacoli nello stesso
giorno e in luoghi diversi, calcolando il tempo esatto per gli spostamenti e, si può dire, i minuti
necessari per eventuali soste. Io gli dissi di scrivere per alleggerire il programma, ma dopo un po' di
tempo mi disse che avrebbe accettato come avevano deciso i responsabili, perché la Mamma voleva
così. In questa, come in altre occasioni, mi sono accorto che Don Stefano prima di pregare reagiva
in un modo, ma dopo aver pregato, cambiava atteggiamento, perché era subentrato il suggerimento
della Mamma, che ci avrebbe pensato Lei.

Lo stesso abbandono fu ripagato in altre occasioni. Quando andò in Polonia mi disse che durante il
cenacolo lessero il passo del'Apocalisse riguardante il `Dragone rosso' e, quando iniziò a
commentarlo, pensò che in mezzo alla tantissime persone presenti avrebbe potuto esserci qualcuno
della polizia. C'era ancora il governo comunista, quindi il pericolo di essere arrestato era reale, ma
lui spiegò tutto come sempre. Al termine i presenti si congratularono e non successe niente.
Nel suo viaggio in Messico, dove era assolutamente proibito vestirsi da Sacerdoti, indossò la veste
talare. Il responsabile, che era andato a riceverlo in aeroporto, pensò: "Adesso lo portano in
prigione". Lui, invece, uscì tutto tranquillo, sbrigò tutte le pratiche dell'arrivo e quando fu davanti ai
poliziotti la sorpresa fu che, vedendolo così sereno, gli chiesero di benedirli. Lui, con la massima
semplicità, li benedisse uno ad uno.
Per conoscere meglio Don Stefano cito un altro messaggio in cui la Madonna gli descrive come
sarebbe stata la sua vita, cioè:
essere chiamato a portare la croce quotidiana dei suoi tanti limiti, ma soprattutto la croce dei
fallimenti, dei tradimenti, degli abbandoni dei più vicini.
A conferma di questo, era solito mostrare una foto scattata al primo incontro degli aderenti al
Movimento a S. Vittorino Romano: su 40 Sacerdoti presenti, 15 avevano lasciato il Movimento, altri
erano già in Paradiso e solo 8 ne facevano ancora parte. Quanti responsabili, infatti, dopo breve
tempo si distaccarono e passarono a seguire falsi veggenti, compromettendo la sopravvivenza del
Movimento stesso! Questo aspetto della vita di questo vero Apostolo di Maria pochi lo hanno colto:
solo quelli che hanno avuto una certa intimità e familiarità con lui, a cui lui faceva delle confidenze,
non tanto per avere conforto, ma per dare conforto e aiuto.

LA TUA PASSIONE DOLOROSA

Ecco il bellissimo messaggio in cui la Madonna gli svela, si può dire, la sua passione dolorosa.

"La croce per te, o figlio, è il volere del Padre, che compi bene solo se, in ogni momento, assecondi
il disegno del mio Cuore Immacolato. Porta ogni giorno la tua croce e non uscire mai dal divino
volere. Le tue ferite sono le incomprensioni, i dubbi, le perplessità, i numerosi abbandoni. Queste
sono vere piaghe dell'anima, che nessuno vede, più preziose dell'oro, il cui sangue Io sempre
raccolgo per irrorare il giardino delle anime aride ed assetate dei tuoi fratelli Sacerdoti. La tua
salita al Calvario è il cammino che devi fare per Me, l'avanzare solo e fiducioso, fra tante tue paure
e lo scetticismo orgoglioso di chi ti circonda e non crede. L'immensa stanchezza che senti, quel
senso di sfinitezza che tanto ti prostra, è la tua sete. I flagelli e gli schiaffi sono le insidie e le
dolorose tentazioni del mio Avversario. Le grida di condanna sono i serpenti velenosi che
ostacolano il tuo cammino ed i rovi che pungono il tuo fragile corpo di bimbo tante volte percosso.
L abbandono a cui ti chiamo è l'amaro sapore di sentirti sempre più solo, lontano da amici e
discepoli, respinto talvolta anche dai tuoi più ferventi seguaci.
Ma accanto a te vi è la Madre addolorata; insieme a lei vivi, con amore e fiducia. la tua passione
dolorosa che nessuno riesce a vedere, ma che ogni giorno ti consuma, come vittima da Me
immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti. La tua morte è il silenzio più grande, il nascondimento.
l'umiliazione e l'emarginazione che sempre ti chiedo. Il seno verginale di tua Madre è il nuovo
sepolcro per questa tua Pasqua, che ormai si perpetua nel profondo del mio Cuore Immacolato,
mio più piccolo ed amato fra i figli prediletti”. (5 aprile 1985 - Venerdì Santo)

La mamma gli predice una vita con tante croci, simile alla passione di Gesù! E, come annunciato da
Maria, le Croci più pesanti furono proprio le incomprensioni, i dubbi, gli abbandoni, lo scetticismo
dei superiori, il sentirsi solo. Ogni parola di questo messaggio è una fotografia perfetta' della vita di
Don Stefano, e si sono realizzate tutte, si può dire, in un crescendo sempre maggiore `come vittima,
da Me immolata per tutti i tuoi fratelli Sacerdoti'.
Sì, Don Stefano è stato una vera vittima peri Sacerdoti!
La sua passione l'ha vissuta con grande fedeltà per essere un testimone fedele di luce nella Chiesa,
soprattutto per i Sacerdoti. Questo la Madonna lo chiedeva a lui per primo, affinché potesse essere
di esempio e di forza per tutti gli altri.
Il giorno in cui fu ricoverato all'Ospedale Niguarda, confessò al Sig. Otavio che la Madonna
sarebbe venuta a prenderlo e che sarebbe morto solo, in ospedale, come la Beata Giacinta, senza
nessuno vicino. Infatti fu così: tutti noi suoi più stretti collaboratori eravamo a Collevalenza per gli
esercizi spirituali annuali con tutti i responsabili delle varie nazioni. La Madonna l'ha voluto SOLO
nel momento della morte, abbandonato, si può dire, come fu abbandonato Gesù sulla Croce; solo
Giovanni era presente! Così per Don Stefano era presente solo Don Alberto, Sacerdote del
Movimento, che era anche uno dei cappellani dell'ospedale e aveva rinunciato ad essere a
Collevalenza per stare accanto a lui in quel momento.
"Non temete se verso di voi aumenteranno le incomprensioni, le critiche e le persecuzioni. E
necessario che questo avvenga per voi perché, come mio Figlio Gesù, anche voi oggi siete chiamati
ad essere segno di contraddizione. Sempre più sarete seguiti, sempre più saree anche respinti e
perseguitati. quando attaccano la vostra persona o il mio Movimento, rispondete con la preghiera,
con il silenrio e con il perdono. Sarete presto chiamati alla battaglia aperta quando sarà attaccato
mio Figlio Gesù, Me stessa, la Chiesa e il Vangelo. Solo allora, condotti per mano da Me, dovrete
uscire allo scoperto per dare finalmente la vostra pubblica testimonianza". (2 febbraio 1976)

Durante gli esercizi spirituali inseriva nell'orario `l'ora di fraternità'. Erano momenti di scambio di
opinioni, di domande, di conoscenza delle attività, nonché delle varie iniziative e delle esperienze,
di spiegazioni che Don Stefano dava per mettere tutti a conoscenza di tutto, specialmente riguardo
ai cenacoli fatti durante l'anno. Rendeva così tutti noi partecipi di ciò che aveva fatto e delle varie
avventure che gli capitavano.
Ne cito alcune.
In Brasile, mentre era in volo per andare a tenere un cenacolo, si sentì un fortissimo rumore sotto la
carlinga dell'aereo, tanto da pensare di aver perso un motore. Fece subito un esorcismo e si continuò
il viaggio. Appena arrivati venne subito eseguita un'ispezione all'aereo, e videro che sotto la
carlinga c'era come un grande graffio fatto da una mano.
Un'altra volta, lo stesso aereo fu colpito da un fulmine mentre stava superando un fortissimo
temporale. Arrivati a terra, si vide che per pochi millimetri era stato evitato il serbatoio del
carburante.
In un'altra occasione ancora, invece, andò perso il portellone posteriore. Tutto questo a
testimonianza che non gli sono mancate le disavventure nei suoi innumerevoli viaggi.
Voglio anche ricordare un fatto accaduto in Juguslavia ai tempi del dittatore Tito. Era uscito a fare
una piccola passeggiata mentre recitava il Rosario, quando all'improvviso un cane enorme gli si
fece avanti, mostrando molto chiaramente due belle file di denti. Don Stefano prese d'istinto la
corona tra le mani e gliela mise davanti. Come prima reazione, il cane smise subito di mostrare i bei
denti bianchi, poi, più lui mostrava la corona più il cane diventava piccolo e più diventava piccolo
più piangeva, fino a quando scomparve del tutto.
Tutti questi episodi ci sono stati resi noti, perché nella fraternità i vari responsabili nazionali
facevano un piccolo rapporto su quanto accadeva e sulla situazione del M.S.M. nella propria
nazione.

I VIAGGI IN AUTOMOBILE
Negli ultimi cinque anni, aveva circa 80 anni, il viaggiare era diventato per lui un incubo, anche a
causa di disturbi fisici che iniziavano a farsi sentire. Tornando all'ultimo viaggio che fece all'estero,
in Corea, oltre al programma troppo denso, mancava l'interprete che già altre volte l'aveva aiutato;
soffriva inoltre da tempo di una fastidiosa diarrea che non riusciva a curare e, conoscendo molto
bene il cibo piccante di quella nazione, sapeva che la sua salute ne sarebbe rimasta compromessa.
Ricordo che in quella occasione per superare le difficoltà che il demonio si divertiva a fargli
percepire ingigantite, lui pregava moltissimo e chiedeva preghiere ad altri. E nel corso della sua
missione, quante sono state le negatività che il nemico gli creò per scoraggiarlo!
Anche in occasione del suo trasferimento in Congo, Ruanda e Burundi, il diavolo ha lavorato alla
grande, procurandogli grandi sofferenze. Per almeno un paio di volte, infatti, quando sembrava tutto
pronto, scoppiarono dei subbugli in quell'area, per cui fu costretto a rinviare il viaggio.
Negli anni in cui Don Stefano ha fatto `lo Zingaro di Maria' (come diceva lui) per tenere i Cenacoli,
si può dire che le avventure non gli siano mai mancate, specie nei viaggi in automobile. La prima
auto, una 'Opel 1400' nuova, gli si incendiò mentre era alla guida, e lui riuscì a salvarsi per
miracolo. Un'altra volta sulla tangenziale di Milano un camion urtò la sua auto, che si mise a fare un
testa-coda in pieno traffico. Lui ne uscì senza neanche un graffio. Anch'io fui testimone di uno di
questi episodi. Stavamo viaggiando sull'autostrada Napoli - Bari (guidavo io) e recitavamo il
Rosario. Era una giornata limpida, tranquilla, con pochissimo traffico, ma all'improvviso il
parabrezza fu imbrattato da una quantità di letame tale che il tergicristallo non riuscì a ripulire,
impedendoci di vedere. Don Stefano, che sedeva accanto a me, iniziò subito a recitare un
esorcismo, e così riuscimmo a fermarci senza sbandamenti: in quei momenti non incrociammo
nessun veicolo.

ESEMPI DI CHIAROVEGGENZA

In un'altra circostanza mi chiese di andarlo a prendere a Sale (un paese vicino a Tortona,
Alessandria) per accompagnarlo all'aeroporto di Bergamo, da dove sarebbe partito per la Francia.
Erano già passate tre o quattro ore, ma dell'aereo non si vedeva neppure l'ombra. Finalmente arrivò
una telefonata che informava che il velivolo non sarebbe più arrivato a causa di un guasto. Mi
chiese di riaccompagnarlo indietro, ma io ero preoccupato perché dovevo celebrare la Santa Messa
in un altro paese e non sarei potuto arrivare per l'ora stabilita. Lui pregò un pochino e poi mi disse
di riaccompagnarlo, perché ce l'avrei fatta. Arrivai in ritardo di soli venti minuti, ma, nell'attesa, la
gente che mi aspettava per la celebrazione della Santa Messa aveva iniziato a recitare il Rosario. Il
fatto sorprendente fu che quei venti minuti di ritardo furono davvero provvidenziali, perché mi
risparmiarono una terribile grandinata che fece danni terribili alle case, alle auto e ovunque. La
Madonna ha sempre arricchito il suo piccolo bambino con tanti doni, fra cui la chiaroveggenza.
Un giorno, ad un Sacerdote che sedeva accanto a lui a pranzo, disse di andare subito in ospedale a
farsi fare una visita ai reni. I medici trovarono un rene in setticemia: ancora poche ore e il pus
sarebbe passato nel sangue, e non ci sarebbe stato più nulla da fare. Così fu per la `Zia Emilia', alla
quale disse di andare subito in ospedale a fare delle analisi e di farsi subito operare se voleva vivere.
Infatti fu così, trovarono un tumore maligno che fu asportato appena in tempo.
IL SENTIRSI SEMPRE PIÙ SOLO
E ABBANDONATO

La Madonna ha sostenuto Don Stefano anche attraverso anime privilegiate, soprattutto di Sacerdoti
che, quando si recava da loro per riposarsi, lo accoglievano come se fosse stato più che un fratello.
Questi, un po' alla volta, sono andati in Cielo. Solo Dio sa la sofferenza di Don Stefano per la morte
di Don Gino Salmaso, che aveva offerto tutto se stesso al Signore come vittima per Don Stefano e
per il Movimento! Quanto ha pregato perché la Madonna lo guarisse! Ne era sicuro, invece non
avvenne. Posso affermare che il dolore per la morte di Don Gino fu molto più grande di quello
provato per la perdita del fratello gemello Pino, a cui era molto affezionato.
Un altro grande e doloroso distacco fu la morte di P. Michael Goughram, che lo aiutava a fare i
cenacoli nei paesi di lingua inglese, soprattutto perché era un vero e piccolo bimbo di Maria. Con
lui si consigliava spesso, perché lo considerava un fratello. Anche per Padre Michael pregò tanto la
Madonna che glielo lasciasse, ma non fu così. Don Stefano ne soffrì molto.
Un'altra anima che lo ha sostenuto tantissimo e presso cui lui andava sempre volentieri a trascorrere
qualche giorno di riposo (si può dire che gli facesse da mamma) era Sr. Paulina della comunità dei
Sacri Cuori di Gesù e Maria di Sale (Alessandria). Lì soggiornava in un piccolo appartamento al di
fuori della comunità. Poteva riposarsi, pregare in comunità e, soprattutto, ascoltare i consigli di
questa anima privilegiata che la Madonna gli aveva fatto conoscere attraverso un'altra Sr. Paulina.
Quest'ultima si era offerta vittima per i Sacerdoti ai Cuori di Gesù e di Maria, ancora prima che il
Movimento iniziasse. Morì poco dopo aver conosciuto Don Stefano, segno che, attraverso tutte le
sue sofferenze, aveva contribuito alla concretizzazione del piano del Cuore Immacolato, vale a dire
della nascita del M.S.M.
Un'altra anima apostola del Cuore Immacolato di Maria, ancora vivente, è la signorina Santina
Raimondi, che la Madonna aveva scelto ancora prima che nascesse il Movimento come anima tutta
dedita a pregare per i Sacerdoti. Infatti, quando incontrò Don Stefano in uno dei suoi primi viaggi in
Sicilia, per lei fu una grande sorpresa. Fu con Santina che Don Stefano compose le parole del canto
tipico del Movimento: `Immacolato Cuore di Maria, sei luce e via'.
Un altro sacerdote che non può non essere menzionato è Don Adriano Menozzi del Friuli, presso il
quale Don Stefano era di casa per pregare e per visitare qualche santuario. Fu proprio in queste
occasioni che la Madonna gli diede vari messaggi. E per testimoniare il legame che il Cielo ha
voluto fra i due, voglio ricordare che il giorno del funerale di Don Stefano, a Don Adriano fu
diagnosticato un tumore alla testa. Morì un mese esatto dopo il suo amico Stefano.
Una carissima anima sacerdotale, che va citata per essere stata accanto a Don Stefano come un
‘fratellino', è certamente Don Luigi Consorti di Sant' Omero in Abruzzo.
Don Stefano era solito rimanere presso di lui tutto il mese di luglio, fermandosi, a volte, anche fino
alla seconda settimana di agosto. Ogni giorno era solito fare una camminata in mezzo alla
bellissima campagna abruzzese, da dove poteva contemplare il Gran Sasso e respirare aria
purissima in mezzo agli oliveti, alle vigne, ai campi di frumento e di foraggio. La sosta di riposo da
Don Luigi era per Don Stefano un vero dono della Mamma, che aveva anche provveduto a donargli
alcune bravissime `Marte' che non gli facevano mancare nulla.

ULTIMO MESE DI VITA DI DON STEFANO


Negli ultimi giorni, a Don Stefano non sono mancate le prove, anzi, direi con certezza, la prova
suprema.
Il mese precedente la sua morte, tornando a casa in via Terruggia, dove aveva la sua camera, trovò
tra la posta un foglio ciclostilato senza firma, in cui perentoriamente gli si chiedeva di sgombrare la
sua camera entro un mese e di cercarsi un altro luogo dove alloggiare, perché nel fabbricato
sarebbero stati fatti dei lavori di ristrutturazione, e in seguito sarebbe stato venduto.
Don Stefano apparteneva ad una famiglia religiosa che, a causa di spese avventate del superiore
generale, era fallita. La sua congregazione era stata disciolta, però lui e altri due sacerdoti, tra cui
uno di 98 anni, non avevano mai abbandonato la congregazione ed erano rimasti a vivere in quella
casa per più di 20 anni. Ora, all'improvviso, la diocesi aveva deciso di venderla per pagare i debiti:
un vero e proprio sfratto.
Don Stefano mi chiamò, volle che lo raggiungessi a Milano, si confessò, mi chiese un esorcismo e,
per la prima volta, lo vidi veramente turbato. Veniva assalito da pensieri di ogni tipo, mi chiamava
continuamente perché gli facessi degli esorcismi, ma il pensiero di non avere neanche una camera
non lo faceva neppure dormire di notte, perché non sapeva dove andare.
Questa prova causò in lui un senso di vuoto, di spogliazione totale, provò l'abbandono di Dio,
sperimentò, penso, il Getzemani. E ora mi sembra di poter dire che è stata una spogliazione molto
dolorosa che la Madonna gli ha chiesto per i suoi Sacerdoti del Movimento, per vivere il distacco
dal mondo e dalle cose, da tutto.
Mi ero offerto di andare a Busto Arsizio per parlare con l'incaricato della Diocesi di Milano per la
sua comunità: questi mi disse di riferire a Don Stefano di non preoccuparsi, perché vicino alla casa
c'erano degli appartamenti dove lui avrebbe potuto alloggiare. Al ritorno, gli riferii questa proposta,
ma subito mi rispose che aveva offerto tutto al Cuore Immacolato di Maria, perché ormai per lui
l'unico posto dove andare era il Paradiso. Proprio in quella settimana, infatti, era venerdì, mi chiamò
dicendomi che andando in farmacia si era sentito male, aveva avuto degli sbandamenti, ma poi si
era ripreso.
Alla Domenica dovevamo incontrarci per organizzare gli esercizi spirituali di Collevalenza: lui, il
Sig. Otavio (che arrivava dal Brasile), il Sig. Franco Ponzoni ed io. Nonostante fosse molto
sofferente, venne ugualmente da solo in auto. Quando lo vedemmo, chiamammo subito il Dottor
Botta (il medico che lo aveva operato al cuore) e il Dott. Chiesa (suo medico personale), i quali,
appena lo videro, lo fecero salire sulla loro auto e di corsa lo portarono al pronto soccorso dell'
Ospedale Niguarda. Appena arrivati, subì un arresto cardiaco. Assegnatogli il codice rosso, gli
effettuarono il massaggio cardiaco, si riprese un poco, lo intubarono e lo portarono in terapia
intensiva. Quando uscì la dottoressa che lo aveva assistito, oltre che a consegnarci i vestiti, diede a
me, come sacerdote, una scatolina avvolta in un involucro. Mi disse che l'aveva con lui e sotto
infarto l'aveva stretta talmente forte che quello sforzo aveva aiutato a far ripartire il cuore. Qui mi
assumo la responsabilità di rivelare un piccolo segreto. A Don Stefano era stato detto da un anima
particolare di chiedere al suo Vescovo se poteva portare l'Eucaristia con lui. Gli fu concesso, e da
quel momento Gesù ha sempre viaggiato con lui ovunque. Questo spiega anche il fatto che,
nonostante le tantissime disavventure nei suoi innumerevoli viaggi, non ha mai avuto paura: con lui
c'era Gesù Eucaristia!

TRATTI CHE LO CONTRADDISTINGUONO


Tante altre sono le cose che si possono dire di Don Stefano, ma vediamo insieme quelle di
fondamentale importanza.

a) Uomo di grande preghiera

La preghiera era per lui l'impegno primario, era il suo abituale stato. Appena poteva, usava la
corona del Rosario per rimanere mano nella mano con la Mamma. Quando si facevano viaggi
lunghi si recitavano i tre Rosari, ma quando si terminavano, lui continuava da solo, sempre.
L'Adorazione Eucaristica si può dire fosse continua, perché, come ho già riferito, portava sempre
con sé l'Eucaristia. È stato fedelissimo alla preghiera della Chiesa, ha sempre recitato il Breviario,
anche quando era molto stanco. Più di una volta dopo cena, durante gli Esercizi Spirituali da lui
predicati, lo si trovava impegnato a pregarlo. E al centro di tutto: l'Eucaristia, celebrata sempre e
adorata a lungo. Nei cenacoli ha sempre voluto l'Ora di Adorazione Eucaristica e, anche se stanco,
la conduceva sempre lui. Famose sono le invocazioni che faceva durante l'Adorazione Eucaristica:
Gesù, con Maria noi Ti amiamo,
Gesù, con Maria noi Ti adoriamo,
Gesù, con Maria noi ripariamo.
Gesù, donaci il Tuo Spirito!

Vieni, Spirito Santo, vieni per mezzo della potente


intercessione del Cuore Immacolato di Maria,
tua Sposa amatissima.

È sempre stato fermamente convinto che il nostro contributo al trionfo del Cuore Immacolato di
Maria si potesse concretizzare solo mediante la preghiera e la sofferenza.

Per quanto riguarda la preghiera, una regola a cui teneva molto era:
giusto tempo del pregare insieme', in quanto aborriva le preghiere troppo lunghe e recitate solo
perché vanno fatte. A tal proposito ripeteva molto spesso, per indicare che era sempre contrario alla
preghiera in comune prolissa, troppo lunga, che:
- un'ora: è tutta del Signore,
- un'ora e mezza: il demonio si ruba qualcosa,
- due ore: il demonio se le ruba tutte;

Leggeva molto, non solo i Documenti della Santa Sede, le Encicliche, le Lettere Apostoliche
(quando si trovava lontano mi telefonava perché gliele inviassi per posta celere, in modo da poterle
conoscere al più presto), ma anche alcuni classici di vita spirituale, che rileggeva ripetutamente:
- Il piccolo nulla. Vita di santa Maria di Gesù Crocifisso.
(Vita di una ragazza guarita e guidata da Maria,
- Il Diario di Santa Faustina Kowalska,
- L'Imitazione di Cristo.
Ma il libro che lui aveva sempre con sé era il Libro azzurro che, più che leggere, meditava, per
contemplare i disegni meravigliosi di Dio attraverso la Creatura più amata da Lui. Anche quando ci
si incontrava e si parlava di qualche avvenimento o problema, più che dire il suo parere, diceva
spesso: "Prendete il libro e apritelo." e indicava un messaggio che era sempre molto attinente. Così
fu nell'ultimo incontro che avemmo il 12 giugno 2011, giorno di Pentecoste. Dopo la Santa Messa
ci ritirammo con lui in camera ad aspettare l'ora di pranzo. Ci chiese cosa dicessero i giornali a
proposto del nuovo Arcivescovo che doveva essere eletto a Milano. In quell'occasione ci invitò a
non temere nulla e ci indicò il messaggio del 18 ottobre del 1975 `SIATE NELLA GIOIA', nel quale
è praticamente riassunto tutto lo stato attuale della Chiesa e del mondo. È stato il messaggio di
addio! Ci ha esortati a rimanere nella gioia! Lei, la Mamma, avrebbe pensato a tutto e non avrebbe
mai abbandonato la Chiesa, né tanto più i suoi figli prediletti.

b) La piccolezza

Era cosciente della sua fragilità, dei suoi difetti. Non parlava mai di se stesso e, se qualche volta
capitava, era per mettere in evidenza i suoi limiti. Se gli si faceva notare che qualche cosa di
straordinario si era verificato durante un cenacolo (come dei profumi particolari), deviava rapida-
mente il discorso con una battuta o una risata. Voleva che fossero dimenticati subito certi
avvenimenti che avevano dello straordinario: come, ad esempio, quando predisse a Giovanni,
l'organista, che avrebbe avuto un incidente molto grave ma che lui aveva chiesto alla `MAMMA' di
lasciarlo ancora, per averlo a suonare l'organo nei Cenacoli. Anche questo è un chiaro esempio di
come voleva dare importanza a Giovanni anziché a se stesso, cercando invece di coprirsi e
nascondersi, nonostante il suo dono di chiaroveggenza.

c) La semplicità e l’amicizia

Grazie alla sua grande semplicità e amicizia ci si sentiva a proprio agio con lui: preferiva più
ascoltare che parlare e, quando doveva farlo, era molto delicato e prudente.
Si adattava subito a tutto: se si pensa al suo continuo viaggiare a tutte le latitudini, non si è mai
lamentato del cibo o di altro.
Usava moltissimo il telefono: chiamava, s'informava spessissimo, incoraggiava e consigliava.

d) Il discernimento

Se doveva prendere una decisione o fare una correzione era molto fermo, non cambiava più il suo
parere: quando interveniva era evidente che aveva già chiare le sue ragioni. Sapeva scegliere!
Le scelte da lui fatte furono sempre le più giuste.

e) La povertà

La sua povertà la si notava subito nei suoi viaggi: per quarant'anni ha girato in tutto il mondo
soltanto con una valigetta a mano, contenente solamente due cambi di biancheria, gli effetti
personali, il Breviario e il Gesù Bambino donatogli da Teresa Musco. Don Stefano viaggiava
indossando sempre la veste talare. Negli ultimi quindici anni gli era stata regalata una 'Audi' per i
lunghi viaggi che faceva in Italia. Diceva che questo lo imbarazzava. Il suo desiderio prima di
morire (non dovendo più muoversi tanto e sentendo il bisogno di qualcuno che lo aiutasse nella
guida), era di acquistare una vettura più modesta.

f) Il suo rapporto con il denaro

Gli sono state date offerte abbastanza consistenti, ma lui non ha mai voluto impegnare questo
denaro, perché diceva: "È denaro della Madonna! Lei mi dirà come devo usarlo". Per questo
motivo nel suo testamento ha voluto che si facesse una "Fondazione", perché rimanesse come
denaro della Mamma Celeste e nessuno potesse usarlo per altri scopi.

g) È tempo di autenticità, di verità!

Don Stefano è stato autentico come uomo, come Sacerdote e come vero Devoto di Maria!
"Oggi come una Mamma ti voglio condurre per mano: voglio condurti sempre più profondamente
nell'intimo del mio Cuore Immacolato. Il mio Cuore deve essere per te come un rifugio, entro cui
devi sempre vivere e da cui devi contemplare tutti gli avvenimenti di questo mondo. Se vivrai ogni
momento in questo rifugio, sarai sempre riscaldato dall'amore mio e del mio Figlio Gesù. Ogni
giorno che passa questo mondo piomberà sempre più nel gelo dell'egoismo, della sensualità,
dell'odio, della violenza, della infelicità. Prima della grande tenebra, calerà sul mondo la notte
dell'ateismo che avvolgerà ogni cosa. Il mio Cuore Immacolato soprattutto allora sarà il tuo
rifugio e il tuo chiarore. Non temerai né il gelo né l'oscurità, perché tu sarai nel Cuore della
Mamma, e da lì indicherai la strada ad un immenso numero di miei poveri figli smarriti. Ma il mio
Cuore è anche un rifugio che ti protegge da tutti questi avvenimenti che si succedono. Sarai sereno,
non ti lascerai turbare, non avrai paura. Vedrai ogni cosa come da lontano, senza lasciarti
minimamente toccare da esse".
(5 gennaio 1974)

Posso affermare con piena coscienza che Don Stefano ha vissuto nel `rifugio sicuro della Mamma'.
Per questo non ha mai temuto i tantissimi pericoli e disagi incontrati nei suoi numerosissimi viaggi
in tutti i continenti. Come missionario, io posso dire che, quando si viaggia, i pericoli, le difficoltà e
i contrattempi di ogni genere non mancano mai. A volte si definiva lo `zingaro' di Maria, e diceva:
"Se il Signore mi togliesse un giorno di Purgatorio per ogni letto che ho cambiato, sono sicuro di
andare direttamente in Paradiso".

h) Fidati solo di Me

"Fidati solo di Me, non dei mezzi umani; affidati solo a Me. C'è una cosa che puoi sempre fare e
che è la sola che in ogni momento Io voglio da te, perché tanto mi serve per il mio Movimento: la
tua preghiera, la tua sofferenza, la tua fiducia in Me. Questo Io ti domando: lasciati invece
spogliare di ogni altra preoccupazione. Questo non è uno dei tanti movimenti, ma è il mio
Movimento, o figlio. Lascia dunque fare a Me. Così dovranno fare tutti i miei Sacerdoti: lo farò
capire facendo crollare ogni mezzo umano in cui riporranno la loro fiducia. Devono fidarsi solo di
Me. So che questo costa molto alla natura umana. Ma Io voglio i Sacerdoti del mio Movimento solo
miei. Se non si abituano ora a cercare Me sola, ad ascoltare Me sola, ad affidarsi a Me sola, come
faranno nel momento della grande tempesta a trovarmi, quando tutto sarà piombato nell'oscurità?
Si abituino fin d'ora a vedermi luce di ogni loro azione!". (28 gennaio 1974)

Ho voluto citare questo messaggio, perché Don Stefano lo ha sempre vissuto nella sua pienezza.
Diceva continuamente: "Il Movimento è della Madonna".
A questo proposito è famoso il seguente episodio. Quando diede l'incarico di presentare la 24a
edizione del `Libro Azzurro' a Don Giovanni D'Ercole, questi, sotto pressione di qualcuno al di
sopra di lui in Vaticano, scrisse che il contenuto era formulato in un genere letterario adottato da
Don Stefano, molto devoto di Maria. Appena lesse quella presentazione, Don Stefano chiamò subito
Don Giovanni D'Ercole, il quale gli confermò che era stato obbligato a scrivere quel commento.
Ricordo benissimo quanto ne fosse contrariato! Affermava che nessuno poteva fargli dire delle
bugie, neanche la Santa Sede, e chiese e ottenne un colloquio con Papa Giovanni Paolo II. Al Papa
Don Stefano ribadì che non poteva accettare che si affermasse una falsità, perché in tutto ciò che era
scritto nel `Libro Azzurro' di suo non c'era nulla: tutto era stato ricevuto direttamente dalla Madonna
sotto forma di `Locuzioni interiori'. Il Santo Padre lo rassicurò che poteva continuare come sempre,
e che nelle successive edizioni avrebbe dovuto essere proprio lui, Don Stefano stesso, a dichiarare
che si trattava di parole che sentiva nel suo cuore, in forma di locuzioni interiori.
In seguito scrisse infatti una presentazione dichiarando:
"Sono disposto ad assumere la piena responsabilità teologica, spirituale e pastorale di quanto nel
libro si afferma e intendo ribadire che lo spirito e l'impegno del Movimento aderiscono con totale
fedeltà, al Magistero del Papa e dei Vescovi uniti con Lui". (Presentazione della 26° edizione)
Nel testamento spirituale ha scritto:
"Lascio, come mio testamento spirituale tutto quanto è scritto nel libro: Ai Sacerdoti figli prediletti
della Madonna ; ed attesto che i messaggi ivi contenuti sono stati da me ricevuti sotto forma di
`locuzioni interiori’". (Testamento spirituale)

La Madonna aveva detto che Lei, con lo strumento del `Libro Azzurro', avrebbe diffuso il
Movimento in tutto il mondo. E così avvenne! I primi fascicoli furono, infatti, tradotti perfino in
cinese dal Beato P Allegra fin dall'anno 1973, e anche oggi in Cina il `Libro Azzurro' è il libro più
letto dopo la Bibbia.
(Testimonianza di un Vescovo cinese della Chiesa del silenzio)

Leggendo in modo particolare i messaggi dei primi anni, come già detto, la Madonna forma il `suo
bambino': gli insegna la necessità di vivere completamente abbandonato a Lei e a non temere nulla,
perché a tutto il resto avrebbe provveduto la Mamma. Capire questo per Don Stefano non fu facile,
come non lo è neanche per noi oggi, ma è così: dove a noi sembra di fallire, Lei costruisce.
Per rimanere fedele a questa richiesta di Maria, Don Stefano non è mai apparso in televisione né è
mai andato a parlare alle radio, ma si è limitato a fare catechesi solo nei cenacoli di preghiera.
Anche se radunava grandi folle (negli stadi del Brasile ha tenuto cenacoli con una presenza che
raggiungeva fino a più di sessantamila persone), lui ripeteva che la Madonna non chiedeva il
numero, ma la qualità, poiché gli diceva: "Non tanti, ma santi".
Insisteva ovunque andasse di diffondere i cenacoli familiari,
utilissimi per l'unità e la santità della famiglia, della Chiesa,
in modo particolare i cenacoli con i bambini, perché diceva:
“La preghiera dei piccoli ha una potenza molto grande".

Avvertiva spesso: "Dove tutto sembra facile, presto tutto fallisce! Dove tutto sembra perso,
all'improvviso ci sarà un raccolto abbondante!
"Vi voglio umili, silenziosi, raccolti, ardenti di amore verso Gesù e le anime. Solo così diventerete
grandi ai miei occhi; - vi voglio fiduciosi, abbandonati, senza preoccupazioni umane. Anche quella
di voler `fare" per il mio Movimento può diventare una umana preoccupazione. Solo così il vostro
animo potrà vedere la grande opera che Io sto facendo in voi e per mezzo di voi; - vi voglio
mortificati nei sensi, perseveranti nella preghiera, raccolti attorno a Gesù nella Eucaristia, quali
viventi lampade di amore. Solo così mi sentirete a voi vicina; - vi voglio sempre più puri; così voi
mi potrete finalmente vedere. Mi vedrete con gli occhi dell'anima, se chiuderete alla vanità di
questo mondo gli occhi del corpo. La vostra vita verrà da Me trasformata, mentre dolcemente e
fortemente vi conduco alla santità. Solo se assecondate la mia azione, potete sfuggire al pericolo di
fermarvi e di intiepidirvi nel fervore, dopo l'atto della vostra consacrazione a Me. Una docilità
esteriore che vi porta oggi ad essere esempi di ubbidienza vissuta e testimoniata. Ubbidienti alla
vostra Mamma che vi parla e che vi porta con la sua parola all'ubbidienza al Papa e alla Chiesa a
Lui unita. Ogni giorno il mio Cuore materno viene nuovamente lacerato da atti, anche pubblici, di
vera disubbidienza e ribellione al Papa. La vostra ubbidienza deve essere come la mia: umile,
consapevole, perfetta. In questo modo voi assecondate la mia azione, mentre per il mio Movimento
inizia come una seconda fase". (25 luglio 1977)

Abbiamo già parlato della vita di preghiera di Don Stefano (primo grande impegno del
Movimento), ma voglio ricordare anche il secondo impegno, che lui ha sempre raccomandato con
particolare insistenza: l'obbedienza alla Chiesa, alle direttive della Chiesa.
Per questo, come ho già espresso:
- leggeva sempre i documenti ufficiali della Chiesa e raccomandava anche ai Sacerdoti di leggerli e
di farli conoscere ai loro fedeli;
- portava sempre l'abito talare;
- voleva che i sacerdoti, soprattutto del Movimento, fossero di esempio nell'obbedire alle direttive
della Chiesa in tutto.

Nell'atto di Consacrazione, su ispirazione, ha scritto:


"Fedeltà e unità al Papa e alle sue direttive
Così da porre una barriera al processo di contestazione del magistero che minaccia le fondamenta
stesse della Chiesa".

Fedeltà nella Verità:


non dimentichiamo che
l'errore che uccide la Fede va sempre smascherato,
come del resto fece Paolo con Pietro.
PAPA GIOVANNI PAOLO II E DON STEFANO

Non posso concludere questo breve ricordo di Don Stefano senza parlare del suo rapporto
strettissimo con il Papa scelto e ottenuto dal Cuore Immacolato di Maria, come dono per la Chiesa.

"Oggi hai pregato per il nuovo Papa che il mio Cuore Immacolato ha ottenuto da Gesù per il bene
della sua Chiesa. È figlio da Me prediletto, perché si è consacrato al mio Cuore fin dal principio
del suo Sacerdozio. Unisciti, con l'amore e con la preghiera, a tutti i Sacerdoti del mio Movimento,
che Io stessa conduco a sempre più grande amore al Papa e alla Chiesa a Lui unita." (17 ottobre
1978)

Certamente il Santo Padre Giovanni Paolo II è stato un dono per la Chiesa, ma lo è stato, direi in
modo del tutto particolare, anche per Don Stefano, che ha trovato nella sua persona una conferma di
quello che gli chiedeva la Madonna per superare la grande crisi penetrata all'interno della Chiesa
stessa.
È vero, infatti, che lui nel profondo del suo cuore era consapevole della grande missione che la
Madonna gli affidava con i messaggi sotto forma di `locuzioni interiori', e che le parole ricevute in
quei momenti erano per lui quasi miracolose, tali da far scomparire le difficoltà, e da dare grande
carica spirituale e materiale, di certezza e sicurezza; ed è pur vero che Don Stefano, prima di
divulgare il messaggio, lo sottoponeva al suo Direttore Spirituale. Egli desiderava tuttavia la
conferma dalla Chiesa, che arrivò dal Santo Padre: era la conferma del Cielo. Si realizzava così il
grande desiderio che Don Stefano aveva coltivato nel suo cuore fin dagli inizi, e vederlo
concretizzato, dopo non pochi tentativi, fu per lui un grande dono della Mamma.
Tutti gli anni inviava al Santo Padre la lettera circolare di fine anno che veniva mandata a tutti i
membri, ma per anni non ebbe risposta. Allora, per fare recapitare la lettera direttamente nelle mani
del Papa, chiese aiuto a un Vescovo del Movimento che lavorava in Vaticano, e subito gli furono
fatte avere le giuste istruzioni per arrivare direttamente al Papa, senza passare dalla Segreteria di
stato. Gli fu anche dato un numero di telefono diretto con Don Stanislao, Segretario personale di
Giovanni Paolo II. L'incontro avveniva di solito in Dicembre, mese della sua ordinazione
Sacerdotale, avvenuta il giorno 19. Concelebrava col Papa nella sua cappella privata, e poi seguiva
il colloquio personale che riguardava il viaggi fatti nei vari paesi, i cenacoli e tutto ciò che
accadeva. Fu, infatti, durante uno di questi incontri che il Santo Padre, puntando il dito verso di lui
disse: "Tu parroco di tutto il mondo!". Maggior conferma non poteva avere: quella era la missione
chiesta dalla Madonna l'8 maggio 1972, ed era anche la missione affidatagli dalla Chiesa. Questo fu
di grandissimo conforto per Don Stefano. Negli ultimi dieci anni non gli fu più possibile avere l'in-
contro personale con il Papa, ma Don Stefano continuò ad inviargli il suo dettagliato rapporto, e
spesso Don Stanislao chiedeva di Don Stefano perché il Santo Padre aveva bisogno di parlare con
lui. Ricordo molto bene che, quando Don Nazareno fu ucciso in Brasile, Don Stefano mi chiamò,
chiedendomi di mandare subito un rapporto al Papa, il quale non tardò a ringraziare. Per questo
diceva, ancora prima che Giovanni Paolo II morisse, che lo voleva come patrono del M.S.M.

I SANTI PATRONI DEL MOVIMENTO


S. Giuseppe è certamente il patrono principale che la Mamma stessa ha voluto per il suo
Movimento.
"Affidate voi e il mio Movimento alla sua potente protezione. Come ha saputo difendere la vita
minacciata del Bambino Gesù, così ora difenderà questa mia Opera di amore, nei momenti in cui
dal mio Avversario verrà attaccata e furiosamente combattuta. Con lui e con il nostro divin
Bambino Gesù, oggi vi incoraggio e vi benedico". (19 marzo 1984)

Don Stefano poi ha voluto aggiungere come copatroni:


- Santa Teresina del Bambino Gesù,
- San Giovanni Paolo II.

Ora vorrei terminare questo breve tentativo di far conoscere il caro e piccolo bambino Don Stefano
e la grande figura del grande Papa, San Giovanni Paolo II, riportando senza commenti alcuni brani
dei messaggi del libro `Ai Sacerdoti, figli prediletti della Madonna', dove si vede e si tocca con
mano, che il Movimento Sacerdotale Mariano è stato un grande dono del Cielo, per la Chiesa e per
il mondo, e questo dono del Cuore Immacolato di Maria, ha avuto due grandi apostoli:
- San Giovanni Paolo II
- Don Stefano.

Ora, noi del Movimento, il piccolo resto che Lei, la Mamma, custodisce nel Suo Cuore Immacolato
per essere gli Apostoli degli ultimi tempi, dobbiamo, imitando Don Stefano, il piccolo bambino
della Madonna, continuare la nostra missione, ossia far trionfare il Cuore Immacolato di Maria sulla
Chiesa e sul mondo.

"Questo è il compito che ti ho affidato: portare in ogni parte del mondo il mio materno annuncio e
chiamare tutti i miei figli ad entrare, con il loro Atto di consacrazione, nel rifugio luminoso e sicuro
del mio Cuore Immacolato. Perché la prova che sta per giungere a voi è tanto grande e siete
chiamati tutti a soffrire con Me. Ma la vostra è come la sofferenza di una mamma che deve dare
alla luce il suo bambino. Infatti l'immenso dolore di questi ultimi tempi prepara la nascita di una
nuova era, dei tempi nuovi, in cui Gesù verrà nello splendore della sua gloria ed instaurerà il suo
regno nel mondo." (8 settembre 1990)

"Oggi vi confermo che questo è il Papa del mio segreto; il Papa di cui ho parlato ai bambini
durante le apparizioni; il Papa del mio amore e del mio dolore... Quando questo Papa avrà
compiuto il compito che Gesù gli ha affidato ed Io scenderò dal Cielo ad accogliere il suo
sacrificio, tutti sarete avvolti da una densa tenebra di apostasia che sarà allora diventata generale.
Rimarrà fedele solo quel piccolo resto che, in questi anni, accogliendo il mio materno invito, si è
lasciato racchiudere dentro il rifugio sicuro del mio Cuore Immacolato." (13 Maggio 1991)

"Le forze massoniche sono entrate nella Chiesa, in maniera subdola e nascosta, ed hanno posto la
loro roccaforte nello stesso luogo ove vive ed opera il Vicario di mio Figlio Gesù. Vivete gli anni
sanguinosi della battaglia, perché la grande prova è ormai giunta per tutti. Si sta realizzando
quanto è contenuto nella terza parte del mio messaggio, che ancora non vi è stato svelato, ma che
ormai è reso palese dagli stessi avvenimenti che state vivendo. Per prepararvi ad essi, Io ho fatto
sorgere, in ogni parte del mondo, la mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano. E così ho
scelto questo mio più piccolo e povero bambino e l'ho portato ovunque, come strumento del mio
materno disegno di salvezza e di misericordia. Per mezzo di lui vi ho chiamato da ogni parte a
consacrarvi al mio Cuore Immacolato; ad entrare tutti nel sicuro rifugio che la Mamma Celeste ha
preparato per voi; a moltiplicare i Cenacoli di preghiera come parafulmini che vi proteggono dal
fuoco del castigo. Quanti di voi mi hanno risposto con filiale amore e con grande generosità.
Ormai il mio disegno sta per attuarsi ed il compito, che ho affidato a questo mio piccolo figlio, sta
per essere compiuto." (13 maggio 1993)

"Questo Papa è il dono più grande, che il mio Cuore Immacolato vi ha dato, per il tempo della
purificazione e della grande tribolazione. Parte importante del mio messaggio e del mio segreto,
che ho rivelato ai tre bambini a cui sono apparsa, riguarda proprio la persona e la missione del
Papa Giovanni Paolo II. Quanto è grande la sua sofferenza! Spesso è come schiacciato sotto il
peso di una croce, che è diventata tanto pesante. L'umanità corre sulla strada della violenza e
dell'odio, delle lotte fratricide e delle guerre, nonostante il suo angosciato grido, che a tutti fa
giungere, per invocare la pace". (13 maggio 1995)

"E il Messaggio di Fatima che si compie nel vostro impegno di amore, di preghiera e di unità al
Papa ed alla Chiesa a Lui unita. Qui Io ho predetto ed ho mostrato in visione ai piccoli bambini, a
cui sono apparsa, le sofferenze, le opposizioni e le prove sanguinose del Papa. Queste mie profezie
si sono compiute soprattutto in questo mio Papa Giovanni Paolo II, che è il capolavoro formato nel
mio Cuore Immacolato. Con il vostro impegno di amore e di preghiera, voi siete il suo conforto e la
sua consolazione, nel momento del suo più grande sacrificio. Con la vostra docilità ed ubbidienza,
voi diventate il suo aiuto più valido, perché il suo Magistero sia ovunque accolto, ascoltato e
seguito. Con la vostra unità a Lui, voi siete confermati a restare nella vera fede, nei tempi qui da
Me predetti, in cui la fede si sta perdendo da molti miei figli, a causa degli errori che vengono
insegnati e sempre più diffusi. Io ho fatto sorgere qui, ormai da venticinque anni, il mio Movimento
Sacerdotale Mariano: perché il Messaggio di Fatima, spesso contestato e da molti rifiutato, avesse
ai vostri giorni il suo pieno compimento." (13 Maggio 1997)

Questi messaggi devono aiutarci a non scoraggiarci e darci la forza di mantenerci fedeli agli
insegnamenti di Don Stefano, e in particolare di San Giovanni Paolo II, grande difensore del tesoro
secolare della Tradizione della Chiesa, che oggi si vuol far tacere. Chiesa che si vuole distruggere,
manipolando la VERITÀ con il pretesto di aggiornarla e adeguarla ai tempi.

IL COMANDAMENTO DELL'AMORE

Anche Don Stefano ha impiegato molto tempo a capire che il Movimento è Opera di Maria, e
quindi è Lei che pensa a tutto. A noi è richiesto soltanto di essere dei bambini che si fidano e si
affidano alla Mamma. Lei pensa a tutto il resto.
La Madonna chiedeva questo totale abbandono per insegnare a Don Stefano e a ciascuno di noi a
vivere il comandamento che racchiude tutti i Comandamenti: l'amore.
"Vorresti e non puoi, perché non dipende da te; vorresti e non puoi, perché trovi difficoltà che tu da
solo non puoi superare. Vorresti e non puoi, perché ad uno ad uno ti cadono tutti quegli appoggi
umani su cui tanto contavi. Anche per Me, per il mio Movimento, quante volte vorresti fare e non
puoi. Oh, questa impotenza di fare, la tua esperienza di fragilità, la pazienza che devi esercitare,
questa attesa talvolta come ti costa, come tifa soffrire, come ti purifica! Proverai la gioia anche nel
dolore; anzi tu offrirai per la mia gioia ogni tuo dolore, anche il più piccolo, ed Io lo accoglierò
come un dono che il bimbo fa alla Mamma e te lo cambierò subito in gioia. Ma la gioia che io ti
dono è profonda, non è superficiale; è quieta, non porta mai turbamento: è per te, figlio, la gioia
della Croce. La gioia di restare sempre nel mio Cuore Addolorato per provarne tutta la materna,
indicibile amarezza. A questa gioia voglio portare tutti i Sacerdoti del mio Movimento. Devono
sapere come Io totalmente cambio e trasformo la loro esistenza, prendendo alla lettera il dono che
mi hanno fatto della loro consacrazione. Li condurrò, questi miei bimbi, tanto avanti nell'amore,
nella sofferenza, nella gioia della Croce." (23 marzo 1974)

"Non lasciarti prendere dalle cose: non ti preoccupare. Ti ripeto: nessuna esterna interferenza
potrà nuocere a questa mia Opera. Io ti faccio sentire come voglio quest'Opera e Io stessa ti
condurrò per mano per realizzare questo mio disegno. Quelli che ti dovranno aiutare Io stessa,
piano piano, li distaccherò da tutto - persino da ciò che essi ritengono buono e utile per il mio
Movimento - e li condurrò solo sulla strada del perfetto abbandono e del mio volere. Saranno da
Me personalmente chiamati a questo distacco: e Io da loro attendo la più totale sottomissione. O
figlio, sapessi quanto sto lavorando i miei Sacerdoti, come sto lavorando te stesso! Affidati sempre
più a Me, lasciati condurre da Me: vedrai come la Mamma al tuo posto saprà fare bene ogni cosa".
(30 luglio 1974)

Le parole di questo messaggio furono dette dalla Madonna in un momento in cui il `Libro Azzurro'
che Don Stefano pubblicava era esaurito da qualche mese. Si doveva ristamparne un'altra edizione,
perché ogni giorno arrivavano richieste da moltissimi Sacerdoti, ma per motivi inspiegabili, non si
riusciva a venirne a capo. Don Stefano aveva perso un po' la calma. Ed ecco che arriva questa
bellissima lezione della Mamma che ci insegna a non preoccuparci più di tanto: "Offrire la propria
impotenza, distaccarsi da quelli che sono gli appoggi umani, deve darti gioia - dice la Madonna -,
non turbamento, perché questo ti purifica e cambia, ti fa provare la sofferenza della Croce".

Don Stefano diceva spesso che la funzione del Movimento nella Chiesa è la stessa della linfa in un
albero. Il Movimento è la linfa che tiene in vita il grande albero della Chiesa in questi tempi di
apostasia, di divisioni, di abbandoni e tradimenti. Diceva che la vera linfa non è la critica, la
condanna, ma l'amore che la Madonna chiedeva ogni giorno come impegno principale, non solo a
lui ma anche a tutti i membri consacrati al Suo Cuore Immacolato.

"Ti domando di amare sempre di più.


Ama ogni giorno, in ogni momento della tua vita.
Nulla turbi la purezza e la intensità del tuo amore.
Ama la santissima e divina Trinità,
glorificando il Padre, imitando il Figlio,
accogliendo il dono dello Spirito.
Ama, con il Cuore divino di Gesù, tutti i tuoi fratelli, specialmente i più piccoli, i più poveri, gli
ultimi,
i disperati, gli emarginati, i peccatori.
Sii tu il raggio luminoso del mio amore materno e misericordioso.
Ama i tuoi fratelli Sacerdoti, specialmente
i più deboli, i più fragili,
quelli che cadono,
quelli che sono imprigionati dalle catene delle passioni,
specie dell'orgoglio e della impurità.
Per loro immolati ogni giorno nel silenzio, nel nascondimento,
nella umiltà, nella docilità.
Diventa la dolce e mansueta vittima, da Me immolata,
per il bene e per la salvezza di tutti i Sacerdoti.
Ama sempre, senza stancarti mai.
Ogni cosa sia fatta da te solo per amore.
Il cammino che devi fare per Me, per amore.
La croce che devi portare, per amore.
Il lavoro pesante che ti tocca compiere, per amore.
I Cenacoli che porti avanti, per amore.
I Paesi che attraversi, per amore.
I continenti lontani che raggiungi, per amore.
La preghiera intensa che ti chiedo, per amore.
La sofferenza che ogni giorno ti domando, per amore.
La stanchezza che ti prende, per amore.
La sfinitezza che ti prostra, per amore.
I tuoi limiti che ti mortificano, per amore.
I difetti che ti accompagnano, per amore.
Tutta la tua vita che mi doni, per amore.
Soltanto allora sarai quaggiù la gloria di Maria.
Soltanto allora potrai adempiere alla missione che Io ti ho affidato e farai fiorire nella tua persona,
nella tua vita e nella tua opera
il giardino delle mie più grandi e straordinarie meraviglie." (22 marzo 1988)

Don Stefano è stato la GLORIA di Maria sulla terra e noi tutti lo possiamo testimoniare. Ma lo
potremo ancora di più testimoniare, non tanto con le nostre parole o scritti, ma continuando a vivere
la nostra vita come ha vissuto lui.
Cuore Immacolato di Maria, Fiducia, Salute e Vittoria mia.
Solennità dell'Immacolata Concezione 2016
P. Quartilio Gabrielli

UN SEMINATORE DI MERAVIGLIE

Nella prima metà del luglio 1977 si sono svolti i primi esercizi spirituali internazionali del MSM
nell'eremo di Monte Giove (presso Fano) con i sacerdoti provenienti dall'Italia, Francia, Germania e
Jugoslavia (18 partecipanti). In quell'occasione la Madonna ha dato un messaggio in cui ha detto:
«E' un continuo Cenacolo, come era a Gerusalemme dopo il ritorno di mio Figlio Gesù al Padre»
(M. 14. 7. 1977).
Io avevo partecipato già ai molti esercizi spirituali, ma per prima volta ho sperimentato
profondamente in questo Cenacolo la Chiesa come «un cuore solo e un'anima sola» (At 4,32). Si è
sentita una particolare presenza della Madre di Dio e Madre della Chiesa e si è realizzata l'af-
fermazione del Papa Paolo VI: «Dov' è la Madonna ivi è Gesù; ivi è la Chiesa».

Don Stefano Gobbi ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma del Cenacolo" in perfetta sintonia
con il Concilio Ecumenico Vaticano Il che, come inizio della seconda Pentecoste, ha rinnovato in un
certo qual modo nella Chiesa il Cenacolo della prima Pentecoste. «Io vi porto la presenza della
Madonna» (dichiarazione di don Stefano in un Cenacolo nazionale in Slovenia). La Madonna con la
sua presenza materna nel Cenacolo confermava che don Stefano era il suo strumento autentico e che
il MSM è solo Opera sua. Nel Cenacolo don Stefano è apparso "diverso" e, nel suo parlare, è stato
come trasformato da una presenza particolare della Madre nell'ordine della grazia. Fuori del
Cenacolo sono stati ogni tanto ben evidenti i suoi limiti umani.

Sulla base dell'insegnamento di Giovanni XXIII e dell'ultimo Concilio, Paolo VI, Giovanni Paolo Il
e Benedetto XVI hanno sviluppato la dottrina sul Cenacolo e promosso la sua attuazione, ma non
sono riusciti a diffonderlo nella Chiesa: essi sono stati "voci" che gridano in un deserto. Don
Stefano Gobbi, invece, è stato il Seminatore straordinario del Cenacolo: mediante la sua missione
innumerevoli Cenacoli si sono diffusi nella Chiesa. Questa moltiplicazione non si può spiegare
umanamente, ma costituisce un grande miracolo dello Spirito del Padre e del Figlio, compiuto con
la cooperazione verginale e materna del Cuore Immacolato della sua Sposa amatissima.
Sono molto importanti i messaggi sul Cenacolo, in cui la Madonna emerge come Sposa dello
Spirito Santo e Madre della Chiesa nel miracolo di Pentecoste. Sì, lo Spirito Santo è come l'anima
della Chiesa, ed essa è anzitutto e soprattutto una continuazione del miracolo pentecostale e come
tale nasce "dall'alto"; essa quindi non è un' organizzazione umana che sorge "dal basso", in cui
facilmente predomina il "demone dell'organizzazione" (Pio XII; la Madonna ci vuole liberi
dall'influsso di questo demone, cf. M. 16. 9. 1974). Dobbiamo molto ringraziare don Stefano che ci
ha fatto capire, mentre dilagava paurosamente nel clero "l'eresia dell'azione" (Pio XII), che «il
bisogno primo della Chiesa è di vivere sempre la Pentecoste» (Paolo VI).

Pregando il santo Rosario nel Cenacolo, insieme con Colei che è "l'Onnipotenza supplice", il MSM
si trova nel cuore della realizzazione dell'ultimo Concilio e della seconda Pentecoste. Nel tempo
della grande notte polare della negazione di Dio, dell'apostasia diffusa e della tribolazione
apocalittica, il Cenacolo al piano superiore, cioè nel Cuore Immacolato della Donna vestita di sole,
è un rifugio sicuro di salvezza, dove lo Spirito del Signore si effonde in abbondanza e risplende
l'inizio della seconda Pentecoste. Per questo ogni sacerdote del MSM dovrebbe essere, secondo
l'esempio di don Stefano, un fervente promotore del Cenacolo.

«E' il Messaggio di Fatima che si compie e che si sta realizzando in ogni parte per l'azione
misericordiosa della vostra Mamma celeste. Con esso Io ho domandato la consacrazione al mio
Cuore Immacolato, come mezzo sicuro per ottenere la conversione del cuore e della vita, e per
ricondurre l'umanità sulla strada del suo pieno ritorno al Signore. Per mezzo del mio Movimento
Sacerdotale Mariano questa consacrazione, da Me voluta e richiesta, viene ormai fatta in tutte le
parti della terra. (...)
E' il Messaggio di Fatima che si compie nella diffusione ormai a livello mondiale, dei Cenacoli,
che Io vi ho domandato, per raccogliervi nella preghiera fatta con Me e per mezzo di Me» (M. Il
messaggio di Fatima si compie, Fatima, 8. 5. 1997).

Dall'inizio della sua missione, don Stefano Gobbi ha testimoniato di aver ricevuto il carisma del
MSM l'8 maggio 1972, proprio nel luogo delle apparizioni della Madonna ai tre piccoli bambini a
Fatima: pregando nella cappellina davanti all'immagine della Mamma celeste. In virtù di questo
carisma egli è divenuto un Seminatore straordinario della consacrazione vissuta al Cuore
Immacolato della Madre di Dio e Madre nell'ordine della grazia. Egli ha piantato questo seme nei
cuori di tutti i membri del MSM e del Movimento Mariano.
Questa moltiplicazione della consacrazione vissuta e la sua crescita nella Chiesa provengono da
un'azione speciale dello Spirito del Padre e del Figlio. Sotto quest'aspetto, il MSM è una
realizzazione del messaggio di Fatima. Esso ha prestato un aiuto grande ai Papi Paolo VI, Giovanni
Paolo II e Benedetto XVI, che hanno accolto il messaggio di Fatima e hanno cercato di portare il
popolo pellegrinante di Dio sulla via della consacrazione vissuta al Cuore Immacolato della sua
Madre celeste.

«Sei stato scelto da Me stessa per fare comprendere a tutti- sopratutto ai tuoi fratelli Sacerdoti - le
ricchezze e le meraviglie del mio Cuore Immacolato» (M. 9. 11. 1975).

«E' la mia Opera, che Io faccio per mezzo del mio Movimento Sacerdotale Mariano. Per questo ho
scelto questo mio piccolo bambino e l'ho fatto strumento delle mie più grandi meraviglie in ogni
parte del mondo» (M. 19. 6. 1993).

«Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è
qualcosa, ma Dio che fa crescere. Siamo infatti collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio» (1
Cor 3,6-7. 8). Nella prospettiva della seminagione crescente della menzionata consacrazione vissuta
e di quella dei Cenacoli, don Stefano Gobbi appare come un Seminatore straordinario di meraviglie
nel campo di Dio, cioè nella Chiesa, ma non il loro Creatore. Esse sono state chiamate all'esistenza
e fatte crescere unicamente da Dio Uno e Trino onnipotente, il quale le ha compiute, in Cristo e per
Cristo, mediante la collaborazione del Cuore Immacolato della Madre nell'ordine della grazia e
quella molto inferiore di don Stefano.
Tali meraviglie dimostrano che don Stefano è stato un collaboratore di Dio e della Madre della
Chiesa, uno strumento scelto e adoperato da loro per la realizzazione di un loro disegno
trascendente, ma per se stesso una nullità: «Sentiti per questo un niente, veramente incapace» (M.
27. 5. 1974).

Qui sorge una domanda importante: se don Stefano è stato un Seminatore straordinario delle
meraviglie nel campo di Dio, allora è stato lui stesso capace di escogitare i messaggi del "Libro
azzurro", che rivelano le ricchezze e le meraviglie del Cuore Immacolato di Maria, o essi sono
piuttosto discesi, sotto forma di locuzioni interiori, nel suo cuore, dal Cuore Immacolato della
Donna vestita di sole? In virtù del principio della ragione sufficiente si deve affermare che nessuno
nella Chiesa, e perciò nemmeno don Stefano Gobbi, potrebbe fare umanamente una tale cosa. «Il
giardino delle più grandi e straordinarie meraviglie» (M. 22. 3. 1988) del Cuore Immacolato di
Maria nella vita di don Stefano non è stato e rimane anzitutto il Libro dei suoi messaggi?
La Regina dell'universo ha disseminato, mediante la missione di questo suo debole bimbo,
sprovvisto di mezzi umani di propaganda, le sue più grandi meraviglie nei cinque continenti della
terra.
Nell'osservazione della seminagione crescente delle suddette meraviglie in tutto il mondo, emerge
che il MSM è un'Opera della Madre nell'ordine della grazia: il frutto di un intervento straordinario
della Donna vestita di sole, che, mandata da Cristo (da Dio Uno e Trino), come mai discende dal
cielo per aiutare maternamente la Chiesa e l'umanità durante la tribolazione apocalittica.

UNA CORONA SPLENDIDA

Il termine greco "stephanos" significa "corona". Dopo la dipartita di don Stefano da questo mondo,
vediamo meglio che egli è stato veramente "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di
Maria" (cf. M. nella festa di San Stefano martire, 26. 12. 1974): in continuità con Fatima è stato il
ricevitore privilegiato della più grande rivelazione privata del Cuore Immacolato della Madre di Dio
e Madre della Chiesa nella storia, voluta dalla santissima Trinità nel tempo dell'attuazione piena del
libro dell'Apocalisse, perché risplendesse di più «un segno grandioso nel cielo: una donna vestita di
sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Ap 12,1). Anzi addirittura
come Segno unico nel cielo:
«Uno solo è il segno che Dio dà al mondo e alla Chiesa di oggi: Io stessa. Io sola sono annunciata
quale grande segno nel cielo: questa donna, vestita di sole, con la luna quale tappeto ai suoi piedi
e dodici stelle quale corona luminosa attorno al suo capo. E' preannunciata la mia vittoria sul
Drago rosso, sull'ateismo trionfante. Questa vittoria si otterrà per mezzo del trionfo del mio Cuore
Immacolato nel mondo, e questa mia vittoria Io raggiungerò con i Sacerdoti del mio Movimento.
Non cercate altri prodigi nel cielo: questo sarà il solo prodigio» (M. 30. 11. 1974).

Don Stefano è stato una corona splendida del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole: una
potente antenna spirituale ricevente e trasmittente della sua luce purissima nel tempo della notte
polare crescente della negazione di Dio, mentre aumentava nella Chiesa il processo della confusione
e dell'apostasia dal Vangelo e da Gesù Cristo, l'unico Salvatore del mondo. Egli ci ha indirizzati a
guardare con gli occhi della fede solo verso questo Segno grandioso per ricevere la luce divina e
vittoriosa del sole di Cristo (della Santissima Trinità). Come nessun altro egli ha contemplato e ci ha
avvicinato il mistero di Maria nel mistero di Cristo e nel cuore della Santissima Trinità.
La rivelazione da lui ricevuta contiene pure, tra l'altro, la più profonda spiegazione del capitolo VIII
della costituzione dogmatica "Lumen gentium": la beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di
Cristo e della Chiesa. Questo capitolo, secondo un disegno di Dio Uno e Trino, costituisce il vertice
della costituzione sulla Chiesa e del Concilio Ecumenico Vaticano II.
A Fatima la Madonna ha dato un messaggio apocalittico che riguarda la fine dei tempi (cf. M. 13. 5.
1994). Il segreto di Fatima (il terzo?) si riferisce alla Chiesa e all'umanità alla fine dei tempi (cf. M.
dato a Fatima, 11.3. 1995) ed esso sarà reso palese con lo stesso svolgimento degli avvenimenti.
Don Stefano Gobbi è stato profondamente introdotto dalla Donna vestita di sole nel mistero del suo
Cuore Immacolato e nel segreto di Fatima. Anche per questo egli appare oggi come una corona
fulgente che ci aiuta a trovare il giusto orientamento "in una stagione di smarrimento", di una
"apostasia silenziosa" e di una "cultura di morte" (cf. Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica
Ecclesia in Europa, 2003, n. 7-9), nell'oscurità, nella prova e nella tribolazione apocalittica.
GLI ESERCIZI SPIRITUALI
SOPRA LE CATACOMBE

Nella prima metà del luglio 1978 si sono svolti i secondi esercizi spirituali internazionali del MSM
nel convento religioso situato sopra le catacombe di San Callisto a Roma (circa 60 partecipanti).
Ricordo ancora la voce di don Stefano Gobbi che in una meditazione ha gridato: «L'umiltà, l'umiltà,
l'umiltà!» Egli ha compreso fino in fondo la necessità di questa virtù nel tempo in cui andava
crescendo una meta-tentazione, come l'ha definita due anni più tardi Giovanni Paolo II nel discorso
ai Vescovi francesi: una tentazione della superbia così profonda, universale e forte come mai è
successo nella storia dell'umanità e della Chiesa.
Don Stefano si è contrapposto alla coda del drago, che tramite questa tentazione, dopo il Concilio,
ha causato numerosi naufragi nella fede tra i membri del clero e ha fatto precipitare molte stelle dal
cielo della Chiesa nel sotterraneo (cf. Ap 12,4). Coltivando l'umiltà e lo spirito dell'infanzia
spirituale, egli ha voluto essere spiritualmente soltanto un bambino di due mesi nelle braccia della
Mamma celeste, della Donna vestita di sole (cf. Ap 12,1), che con docilità si lascia portare da Lei.
In questo modo egli ha camminato sopra le onde burrascose della meta-tentazione e il drago non è
riuscito a fermarlo o a capovolgerlo. L'atteggiamento filiale l'ha portato a una confidenza totale
nella Provvidenza del Padre celeste e all'abbandono alla sua volontà.

«Siate docili: è ciò che più mi piace e che a voi costa di più» (M. 13. 7. 1978), ha affermato l'umile
Ancella del Signore nel suo messaggio ai partecipanti agli esercizi. La docilità cammina di pari
passo con l'umiltà. Mentre oggi la curva della meta-tentazione avanza verso il suo massimo, noi del
MSM dobbiamo più che mai seguire con umiltà e docilità le orme di don Stefano, per sfuggire alle
insidie pericolosissime del drago scatenato.
Don Stefano praticava e inculcava nei membri del MSM una sottomissione umile e docile al
Magistero della Chiesa, spingendoli ad apprezzare, conoscere e far conoscere i documenti dei
successori di Pietro. Ciò è stato veramente provvidenziale nel tempo della contestazione al
Magistero dopo il Concilio, in cui è cresciuta un'interiore divisione nella Chiesa (cf. M. 11. 2. 1979)
e una persecuzione nascosta e subdola è riuscita "dall'interno" a emarginare l'insegnamento del
successore di Pietro (cf. M. 3. 3. 1979), «a lasciare cadere nel vuoto il suo magistero e a fare, nella
pratica, il contrario di quanto lui indica» (M. 11. 2. 1979). Mediante questo processo sono stati
costruiti pian piano un falso Cristo e una falsa Chiesa (cf. M. 17. 6. 1989), senza che moltissimi se
ne accorgessero.

Durante i menzionati esercizi la Vergine Santa ha detto nel messaggio: «In voi e per mezzo di voi Io
stessa sono presente sotto la croce su cui il Santo Padre sta vivendo le ore della sua agonia» (M.
13. 7. 1978). Contrapponendosi alle interpretazioni parziali dell'ultimo Concilio, al processo della
secolarizzazione della teologia, della protestantizzazione dell'esegesi, dell'apostasia dalla fede
cattolica e alla formazione di un falso Cristo e di una falsa Chiesa, i Papi Paolo VI, Giovanni Paolo
I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (sono i "Papi conciliari", perché hanno partecipato
personalmente all'intero svolgimento del Concilio Vaticano) si sono conformati interiormente in
gradi perfetti a Cristo Crocifisso. Non si può dimenticare quanto don Stefano ha fatto pregare nei
Cenacoli per questi Papi, recando a loro un aiuto spirituale notevole. Così veramente il MSM ha
assunto il ruolo dell'apostolo Giovanni sotto la croce di Gesù, accanto alla Madre sua addolorata.
Il mercoledì noi abbiamo concelebrato la Messa nella basilica di San Pietro e nel pomeriggio
abbiamo partecipato all'ultima Udienza generale di Paolo VI. Egli infatti è andato subito dopo a
Castel Gandolfo, dove è morto nel giorno della festa della Trasfigurazione del Signore. Don Stefano
si è sentito in sintonia con Paolo VI, che ha ricevuto dallo Spirito Santo il "carisma della
trasfigurazione" (Giovanni Paolo II) per la Chiesa sulla via della nuova era, e ancor di più con
Giovanni Paolo II, che ha avuto in misura più grande lo stesso carisma. Senza la docilità al "carisma
della trasfigurazione", posseduto anche da don Stefano, nessuno può addentrarsi nei messaggi del
"Libro azzurro"; e neppure nell'insegnamento dei "Papi conciliari" che interpreta il Concilio
Universale Vaticano II senza rottura con la sacra Tradizione come una nuova tappa dello sviluppo
della dottrina per la nuova era.
Nello stesso mercoledì don Stefano Gobbi, con altri tre sacerdoti, è stato ricevuto dal Cardinale
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Franjo Seper (1905 - 1981), ed ha parlato
con lui degli esercizi spirituali e del MSM. Forse per la prima ed ultima volta don Stefano ha
visitato l'edificio di questa Congregazione, la quale in seguito, quando ne è stato prefetto il
Cardinale Joseph Ratzinger, ha esaminato per due volte successive il "Libro azzurro".

«Il vostro è stato un vero cenacolo eucaristico: a Gesù nell'Eucaristia si è orientata la vostra
preghiera, il vostro amore, la vostra vita. Siete chiamati a diventare sempre più gli apostoli e i
nuovi martiri di Gesù presente nell'Eucaristia. Per questo deve aumentare la vostra riparazione, la
vostra adorazione, la vostra vita di pietà. Il Cuore Eucaristico di Gesù farà cose grandi in ciascuno
di voi» (M. La vostra pubblica missione, 13. 7. 1978).

In quei giorni, nel corso di un'omelia, stando sopra le tombe dei martiri del tempo dell'Impero
romano, don Stefano Gobbi si è rivolto verso Oriente: verso l'Impero totalitario del comunismo nei
Paesi dell'Est. Egli ha alzato la mano destra in segno di minaccia e ha pronunciato una profezia
sull'avvicinarsi della fine dell'Impero comunista, che a quel tempo sembrava impensabile e
impossibile. La Regina delle vittorie, mediante questo suo piccolo figlio, ha voluto ricordarci che
Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (cf. Lc 1,52). Gesù, nel suo infinito abbassamento
nell'Eucaristia, fa cose grandi nei cuori degli umili, che lo amano, e così forma anche i suoi nuovi
apostoli: gli Apostoli degli ultimi tempi. Essi, sopra le tombe degli innumerevoli martiri dei secoli
XX e XXI, durante la tribolazione apocalittica, attendono con fiducia un sorprendente, improvviso e
sconfinato miracolo del sole: il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, che
coinciderà con il più grande splendore del regno eucaristico di Gesù. Don Stefano è stato
annunciatore profetico di questo evento. Questo Cenacolo nel suo insieme, sopra le tombe degli
innumerevoli martiri romani, è stato un evento salvifico e un segno profetico: Gesù, Re dell'eterna
gloria, sconfiggerà, mediante il Cuore Immacolato della Donna vestita di sole, il più gigantesco
Impero anticristiano nella storia e l'abominio della desolazione nella Chiesa con la voce dei lattanti,
con la preghiera dei piccoli e con la debolezza dei nuovi martiri (testimoni) "eucaristici". La
Madonna ha tracciato la via della pubblica missione degli Apostoli degli ultimi tempi e del suo
Movimento.

IL SANTUARIO DI CASTELMONTE:
LA MADRE DI DIO CON GESÙ LATTANTE

Don Adriano Menozzi, parroco di San Marco (Placensis, Udine), è stato fin dal 1974 un grande
amico e sostenitore di don Stefano Gobbi. Nella sua canonica gli ha riservato una stanza al piano
superiore, che sempre l'ha accolto, quando è venuto per soggiornare una o due settimane. Questa
canonica è divenuta il punto di partenza dei viaggi di don Stefano in Jugoslavia, in Cecoslovacchia,
in Ungheria e in Romania.
Negli anni 1983/4 il "Libro azzurro" è stato esaminato dalla Congregazione per la Dottrina della
Fede, la quale infine l'ha inviato all'arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, affinché decidesse
se dare o meno il permesso alla nuova stampa del libro, appartenendo don Stefano alla sua diocesi.
Don Stefano ha aspettato per mesi questo permesso, ma esso non arrivava mai. Allora quando è
stato in Friuli, egli ha fatto un voto alla Madonna: «Se il permesso sarà concesso, ogni volta che
verrò in questa regione, mi recherò come pellegrino a Castelmonte».

Castelmonte è il Santuario mariano più celebre e più frequentato nel Friuli Venezia Giulia: si trova
sul vertice di un monte 8 km ad est di Cividale e quasi al confine con la Slovenia. Nel Santuario è
venerata da molti secoli una statua della Madre di Dio che siede e tiene sulle ginocchia il Gesù
lattante (nudo); entrambi portano sulla testa corone preziose. Il Santuario è circondato da una cinta
muraria, perciò la cima del monte è anche un castello. Poco dopo il voto, il permesso è stato
concesso, e don Stefano è divenuto un pellegrino abituale di Castelmonte.

Don Stefano si recava a Castelmonte sempre accompagnato da due o tre sacerdoti. Durante il
viaggio si pregava la prima parte del Rosario, nel Santuario si concelebrava la Santa Messa e si
rinnovava la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Dopo la celebrazione si recitava la
seconda parte del Rosario e nel ritorno la terza parte.
Nel Santuario, dopo la proclamazione del Vangelo, oppure durante o dopo la preghiera del Rosario,
la Madonna ha dato alcuni messaggi. Don Adriano portava sempre con sé il registratore. Don
Stefano pronunciava tali messaggi, di altissimo contenuto teologico, a viva voce, senza
interrompersi, prova sicura che non li inventava con un ragionamento del suo pensiero. Don
Adriano li registrava e in seguito li trascriveva con la macchina da scrivere. Poi don Stefano li
rileggeva, e infine venivano pubblicati nel "Libro azzurro". Questa è stata la genesi di alcuni tra i
più bei messaggi che abbiamo nel libro del Movimento.

Per, leggere il libro dei messaggi e lasciarsi formare da essi è necessario ascendere sulla montagna
del Cuore Immacolato della Madre nell'ordine della grazia, sulla via dell'infanzia spirituale (cf. M.
Il mio libro, Castelmonte, 21. 1. 1984; M., I miei messaggi, Castelmonte, 9. 11. 1984) che è quella
regale. Per capire e vivere in profondità la parola della Vergine Madre purissima della Sapienza
incarnata occorre avanzare su questa strada semplice e bella, ma difficile, per avvicinarci sempre
più a Gesù lattante; la sua parola soprannaturale è infatti un fiore di Sapienza, una goccia di rugiada
e una sorgente di grazie (cf. M. La mia parola, Castelmonte, 9. 2. 1985); bisogna insomma diventare
puri di mente, di cuore, di corpo (cf. M. 11. 2. 1977), imitando le virtù della Madre della purezza,
tutta bella (cf. M. La mia e la vostra purezza, Castelmonte, 14. 2. 1985). Questa parola è come un
latte spirituale per i piccoli bambini, che li fa crescere e li aiuta a superare la moderna civiltà della
superficialità, le miopi filosofie mondane, l'ateismo teorico e pratico e le ideologie materialistiche;
ma sopratutto li aiuta a camminare sopra il labirinto gigantesco della più elaborata e sottile falsa
scienza (gnosi) del razionalismo teologico moderno (cf. M. 28. 1. 1978). Nel percorso
dell'ascensione essi trovano, dopo fatiche considerevoli, anche un castello invincibile, per essere
protetti e difesi nella battaglia apocalittica.

«Ti ho scelto e ti ho preparato per il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo» (M. Il trionfo
del mio Cuore Immacolato, Dongo, 19. 12.1973).
La Madonna, con i suoi messaggi, ha formato per primo don Stefano stesso, affinché, come un
montanaro del suo Cuore Immacolato, si avvicinasse con l'esercizio crescente delle virtù a Gesù
lattante, e si trasformasse in un lattante nell'ordine della grazia. Don Stefano si è lasciato formare
con docilità dalla Mamma celeste, venendone spogliato dalle imperfezioni, dagli attaccamenti
disordinati, dall'appoggiarsi agli uomini, dai pesi inutili ..., insomma dal residuo dell'uomo vecchio
e dei suoi vizi. Arrivato ad alti livelli del monte, egli è stato così spogliato e nudo da assomigliare a
Gesù lattante, e ciò ha attirato tante anime alla sua sequela.

«Questa è l'Opera che Io sto facendo nella Chiesa per mezzo di te» (M. 27. 5. 1974).

La Mamma celeste ha posto don Stefano come capofila perenne del suo Movimento, in cui i
montanari del suo Cuore Immacolato percorrono lo stesso sentiero ascendente, con la pratica
sempre più intensa delle virtù, per avvicinarsi e diventare simili a Gesù lattante. Lungo l'ascensione
avviene una trasfigurazione graduale, in cui i vecchi spiritualmente (in essi il residuo dell'uomo
vecchio è molto grande) diventano adulti, poi giovani, poi bambini, poi piccoli bambini e infine
lattanti (in essi il residuo dell'uomo vecchio è minimo) nell'ordine della grazia.

«In questi anni, come Mamma, vi ho formato attraverso i miei messaggi. ( ..) In questi messaggi vi
svelo anche il mio disegno nella sua silenziosa preparazione, nella sua dolorosa attuazione e nel
suo vittorioso compimento» (M. 9. 11. 1984). Lasciandosi formare dai messaggi, il MSM partecipa
per gradi, lungo la salita nelle altezze del Cuore Immacolato della Regina delle vittorie, al suo
disegno, che è quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per il passaggio epocale della
Chiesa e dell'umanità alla nuova era (cf. M. 5. 11. 1977); «che è quello di sconfiggere Satana,
primo artefice del peccato e di tutto il male che si è diffuso nel mondo. Camminate con Me e allora
voi stessi sarete nel mondo la luce immacolata che vincerà la tenebra del male e del peccato» (M.
13. 7. 1978).
Quest'ascensione interiore mirabile è la mossa decisiva, perché prepara la via al trionfo del Cuore
Immacolato della Donna vestita di sole, predetto da lei a Fatima. Perciò è comprensibile che contro
la schiera di questi montanari si scatena il drago infernale con il suo sistema satellitare e con la
schiera dei suoi fedeli collaboratori sulla terra. Come capofila dei montanari, don Stefano è stato un
bersaglio speciale del Maligno, che vedeva in lui un artefice formidabile, che preparava la sua
grande sconfitta.

«Nessuna esterna interferenza potrà mai nuocere a questa mia Opera che Io gelosamente sto
facendo nascere per la salvezza della mia Chiesa» (M. 27. 5. 1974).

La sopra delineata ascensione è essenzialmente interiore, sovracosmica (celeste), soprannaturale e


naturale. Nessuna interferenza esterna può fermarla. Don Stefano ci ha più volte ammonito riguardo
al fatto che solo se noi cediamo alle insidie di Satana deviamo dal retto cammino della
consacrazione vissuta e torniamo indietro. Nemmeno la persecuzione, che la Madonna ha predetto,
potrà fermare la sua schiera: al contrario, essa accelererà il momento del trionfo del suo Cuore con
la venuta del Regno glorioso di Cristo. Don Stefano ha più volte citato la frase scritturistica in cui
ha visto preannunciata la vittoria della schiera della Donna vestita di sole: «O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con bocca
dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e
ribelli» (Sal 8,2-3).

UN TRATTO SALIENTE DI DON STEFANO

In qualsiasi stagione dell'anno don Stefano Gobbi usciva dalla canonica di San Marco per fare
lunghe passeggiate nei campi della pianura friulana. Io l'ho accompagnato molte volte. Prima di
tutto abbiamo pregato il santo Rosario, poi abbiamo parlato del MSM e della situazione odierna
della Chiesa e del mondo. In particolare don Stefano ha voluto essere informato sullo stato della
teologia cattolica, delle sue varie correnti, della penetrazione delle eresie nelle scuole, sui diversi
teologi ... Ricevendo una conferma umana, è stato confortato nella certezza che i messaggi
riguardanti la teologia attuale erano conformi ai fatti, quindi alla verità.
Don Stefano non è stato un sacerdote ingenuo, tale da lasciarsi attirare e prendere dal vortice
affascinante del trasformismo e del relativismo esploso dopo il Concilio nella Chiesa: ha sempre
voluto bensì rimanere sulla solida roccia della verità. Questo suo atteggiamento è ancora più
importante nei nostri giorni, in cui questo vortice sta diventando sempre più forte, invadente e
divorante.

«La verità è la prima carità» (Paolo VI). Questo indirizzo è stato un tratto saliente di don Stefano
Gobbi, che si poteva ben scorgere nelle sue meditazioni. «Non guardate in faccia chi sta in alto o in
basso», ci diceva don Stefano, esortandoci ad affermare sinceramente la verità ed a far «splendere
la luce del Vangelo» (M. 20. 10. 1973).
Sospinto dallo Spirito della Verità, come piccola piuma sull'onda della sua pienezza, don Stefano
trasmetteva un raggio luminoso della verità integrale nel tempo della crescente confusione
dottrinale e disciplinare, del mare nebbioso della mediocrità e della tenebra dilagante dell'errore.
Ciò ha attirato numerosi Vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici a entrare nel MSM. Questa verità
è stata però in lui connessa con l'amore soprannaturale, simile a quello materno della Madonna. Egli
ha parlato un linguaggio semplice, cioè sapienziale, che è stato comprensibile a tutte le categorie di
ascoltatori.

Don Stefano si è contrapposto al fumo del padre della menzogna, che stava penetrando nella Chiesa
dopo il Concilio Vaticano II, con «il coraggio della verità» (Paolo VI), smascherando gli errori e le
eresie che portano alla perdita della fede globale e quindi all'apostasia. Egli, quale "corona del
Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria", è stato un grande difensore dell'intero cerchio delle
verità rivelate: dell'integrità del deposito della fede, mentre il neomodernismo razionalista lo
disgregava in maniera "scientifica". Ecco il processo dolorosissimo e devastante di una "decadenza
modernista" (Paolo VI). Don Stefano inoltre ha tolto la maschera dalla faccia delle potenti bestie
apocalittiche che minacciano la sopravivenza della Chiesa e dell'umanità. Per fare questo, non è
stato forse necessario che egli esercitasse in misura grande la virtù soprannaturale della fortezza?
Il pluralismo teologico centrifugo senza fine, che frantumava il deposito della fede, è stato anzitutto
una fuga da Cristo Crocifisso-Verità, Segno supremo della contraddizione. Esso ha attirato e sedotto
una parte di cattolici, formando «una Chiesa senza dogmi e senza Croce di Cristo» (Paolo VI) e
«senza moralità oggettiva» (Giovanni Paolo II), cioè una Chiesa capovolta, secolarizzata, terrestre e
sotterranea. Mediante la consacrazione vissuta al suo Cuore Immacolato, la Vergine Madre, quale
"Donna della verità" (Giovanni Paolo II), ha condotto don Stefano a una testimonianza eroica della
verità, ed ha plasmato il suo cuore secondo il Cuore di Gesù, e di Gesù Crocifisso. Con i suoi
innumerevoli viaggi, fatiche e sofferenze egli è stato chiamato a formare il MSM sull'esempio
dell'Apostolo Giovanni, che ha seguito fedelmente il Maestro divino nella salita del Calvario ed è
rimasto sotto la sua croce, accanto alla Madre Addolorata.

UN GRANDE APOSTOLO
DELLA VERITÀ E DELLA CARITÀ

Lasciandosi muovere dallo Spirito della Verità e dell'Amore, il cristiano cammina, in Cristo
Crocifisso e Risorto, sulla strada centrale e globale della verità e della carità. «In Cristo Gesù non è
la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità» (Gal
5,6). L'ottica soprannaturale della fede illumina con la luce della verità divina la capacità
soprannaturale della volontà, la quale così guidata compie gli atti della carità divina. Allora il
cristiano, quale uomo interiore (cuore), cammina e avanza in Cristo, sorretto al tempo stesso dalla
virtù soprannaturale della speranza. Nell'ordine dell'agire sono però decisivi gli atti della virtù della
carità, con i quali egli sale in alto sul monte di Cristo Crocifisso e Risorto. Introducendo la
separazione tra la verità e la carità, il cristiano, quale uomo interiore, esce dal Cuore di Cristo
Crocifisso e Risorto (dal Regno di Uno e Trino), dal Cuore della Madre nell'ordine della grazia e dal
cuore della Chiesa: precipita nel regno sotterraneo e nella schiavitù del padre della menzogna.
«Per camminare sulla mia strada non si può scendere al compromesso con il male, perché essa si
snoda solo sulla inimicizia fra queste due opposte realtà. Mio Figlio Gesù diventa il segno di
questa contraddizione e vi è donato dal Padre per la salvezza e per la rovina di molti. Oggi vivete
tempi oscuri, perché si cerca di giungere in tutti i modi al compromesso fra Dio e Satana; fra il
bene e il male; fra lo spirito di Gesù e lo spirito del mondo. Molti corrono il pericolo di diventare
vittime di questa generale confusione ed anche nella mia Chiesa vorrebbe diffondersi un falso
spirito, che non è quello di Gesù Figlio di Dio. Come un invisibile nube tossica si espande lo spirito
di mescolanza fra Dio e il mondo, e si giunge a togliere il vigore alla Parola di Dio, spogliando
della sua forza l'annuncio del Vangelo» (M. 8. 12. 1982).

«Annunciate sempre con fedeltà e chiarezza il Vangelo che vivete. Il vostro parlare sia: "Sì, sì; no
no”; il resto viene dal Maligno» (M. Segno di contraddizione, 2. 2. 1976).

«La verità senza la carità e la carità senza la verità diventano entrambe menzogna distruttiva»
(Giovanni Paolo 11). Nel XX secolo è continuata a ingrandirsi la più vasta e profonda città
dell'ambiguità e della confusione, che nel nostro secolo avanza verso il suo culmine (cf. At 17: la
famosa grande prostituta, la città di Babilonia). Mediante il processo della secolarizzazione della
Chiesa, dopo il Concilio aumentava la confusione tra la verità e la carità, come pure della loro
separazione e contrapposizione; e crescevano la confusione e il compromesso tra la verità e l'errore,
tra il bene e il male. Nel campo teologico questo processo, con un falso aggiornamento, ha
sovvertito le fondamentali verità della fede cattolica, privandole del loro contenuto divino,
universale e immutabile. «Non si negano apertamente, ma si accolgono in maniera equivoca
giungendo nella dottrina al più grave compromesso con l'errore che mai si sia compiuto» (M. 2. 2.
1976).
Certamente don Stefano Gobbi non è stato un sacerdote del compromesso! Dalla Condottiera
celeste è stato formato a camminare sulla strada centrale e universale della Verità e della Carità. In
questo modo è divenuto un grande Apostolo della verità e della carità. Egli si è contrapposto con
sorprendente fortezza allo "splendido e babelico secolo XX" (Paolo VI) e al processo dell'auto-
demolizione della teologia e della Chiesa. Come ben deciso avversario egli ha combattuto "l'errore
che è una verità parziale" (Pio XI), e la "falsità che è il marchio del diavolo" (Benedetto XVI).
Don Stefano Gobbi era convinto che Gesù Cristo avrebbe annunciato oggi il Vangelo con la stessa
chiarezza e fortezza con cui lo fece nel suo tempo. Cercando di vivere il Vangelo «con la semplicità
dei piccoli, con l'ardore dei martiri, con la fedeltà di coraggiosi testimoni» (M. 21. 1. 1984), don
Stefano è divenuto un grande Apostolo della seconda evangelizzazione, somigliante a San Giovanni
Paolo II. Chi sa quanto don Stefano ha contribuito alla santificazione e alla salvezza dei membri del
clero secolare e religioso e dei fedeli laici? Solo il Cielo potrebbe fornirci la giusta risposta.

«Come Apostoli degli ultimi tempi, dovete annunciare con coraggio tutte le verità della fede
cattolica, proclamare con forza il Vangelo, smascherare con decisione le pericolose eresie, che si
travestono di verità, per meglio ingannare le menti e così allontanare un grande numero dei miei
figli dalla vera fede» (M. 8. 6. 1991).

Nella misura in cui un sacerdote (o un fedele laico) si lascia trasformare dallo Spirito della Verità e
dell'Amore in "una corona del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria", egli diviene Apostolo
degli ultimi tempi. Salendo nel Cuore della Donna vestita di sole il monte di Cristo Crocifisso e
Risorto, egli risplende sempre più come una corona luminosa: come un'antenna spirituale riceve e
irradia la verità e la carità globali. Trasmette la luce della verità con la forza e il calore della carità e
può discernere, sotto la veste della verità, gli errori gravi e le eresie pericolose, ed è capace di
smascherarle e di combatterle.
Don Stefano Gobbi ci ha preceduti lungo questa ascensione dolorosa e gloriosa, aprendo come un
"alpinista" coraggioso un nuovo sentiero sul monte magnifico del Cuore Immacolato di Maria: è
emerso così come un antesignano dell'era nuova. Quanto più è dimenticato questo detto,
comprovato dalla storia della Chiesa, tanto più noi dobbiamo ricordarlo: «Tu sola (la Madonna hai
distrutto tutte le eresie nell'universo mondo».

La testimonianza eroica alla verità, quindi all'integrità del deposito divino della fede, è un'esigenza
della carità sempre più urgente. Essa però comporta l'accettazione generosa della Croce di Cristo:
del dolore dell'emarginazione e della persecuzione e, per alcuni del martirio. Don Stefano è stato
posto dalla Regina delle vittorie come condottiero della sua schiera, cioè dei «sacerdoti umili e
coraggiosi: pronti a farsi deridere, pronti a farsi calpestarsi per Me» (M. 1. 8. 1973). Con questa
sua schiera l'umile Serva del Signore vincerà la superba e potente schiera dei carrieristi miopi, privi
dell'ottica globale dell'eternità, cioè della fede.

IL SOSTEGNO ORANTE DEI MONASTERI

Prima di arrivare in automobile a don Adriano Menozzi, don Stefano Gobbi era solito sostare a San
Vito al Tagliamento presso il monastero della Visitazione, entrato al completo nel Movimento. Egli
vi celebrava la Santa Messa, rinnovando con le monache la consacrazione al Cuore Immacolato di
Maria e parlando dei suoi viaggi e della diffusione del MSM nella Chiesa. Chiedeva loro di
sostenerlo nei viaggi con la preghiera. Il monastero ha infatti pregato per lui, in modo particolare
durante i suoi viaggi all'estero. Egli ha contato molto su questo sostegno orante ed è stato
riconoscente al monastero. Sappiamo però che sono stati molti monasteri che hanno pregato per don
Stefano e la sua missione.
Quasi sempre don Stefano si è incontrato nel monastero anche con Sr. Maria Consolata Taucer. Essa
già prima di lui ha vissuto con tale intensità e fiducia filiale la consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria, da sembrare una lattante della Mamma celeste. Egli ha amato scambiare con lei le
esperienze spirituali e le opinioni sulla situazione della Chiesa. Si sentiva confortato dalla vicinanza
di quest'anima, che era anche spiritualmente collegata con Sr. Paolina, altra suora dotata di doni
mistici.
Una suora di questo monastero preparava ogni anno un santino con un'immagine della Madonna, su
cui era riportata una frase di un messaggio del "Libro azzurro" in diverse lingue. Il santino veniva in
seguito distribuito ai partecipanti agli esercizi spirituali del MSM a San Marino e, per alcuni anni
ancora, a Collevalenza. La frase costituiva per chi la riceveva un motto da seguire fino all'anno
seguente.
Sulla scia di don Stefano è un bene che il MSM resti collegato spiritualmente con diversi monasteri
contemplativi, per indicare loro la via della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e per
ricevere da loro un aiuto orante. E' la Donna vestita di sole che nel suo Cuore materno costruisce
quest'unione, tanto preziosa nel tempo della più grande battaglia spirituale nella storia.

UN NUOVO MONTE TABOR

Vivendo la consacrazione al Cuore Immacolato della "Madre dell'Eucaristia", don Stefano Gobbi è
divenuto un innamorato di Gesù eucaristico, perciò un`anima eucaristica". La Madonna l'ha
introdotto in un'intimità del tutto speciale con Gesù nascosto sotto il bianco velo dell'Ostia
consacrata, in cui egli ha raggiunto il culmine della vita di consacrazione.
Don Stefano è stato unito con un legame particolare a don Gino Salmaso, pure lui un innamorato di
Gesù eucaristico, e perciò un`anima eucaristica". Per questo don Stefano volentieri si faceva
ospitare, durante la Settimana Santa e nel periodo natalizio, nella canonica di don Gino a Rubbio
(Vicenza) e in seguito a Capoliveri (l'isola d'Elba, Livorno), dove ha ricevuto diversi messaggi,
pubblicati nel "Libro azzurro".

Come poi non ricordare gli splendidi Cenacoli presieduti per molti anni da don Stefano a Rubbio
nel mese di agosto, prima della festa dell'Assunta? A essi hanno partecipato un gruppo cospicuo di
sacerdoti del MSM e parecchie migliaia dei fedeli, venuti dalle varie regioni d'Italia e saliti dalla
pianura padana, dove dominava tanta afa, all'aria pura e fresca di alta montagna. Per tutti, questi
Cenacoli sono stati un evento luminoso e un'esperienza trasformante. Sotto quest'aspetto Rubbio,
una piccolissima parrocchia quasi sulla cima di un alto monte (circa 1100 m), che si erge sopra
Bassano del Grappa, è stato chiamato dalla Madonna "un nuovo Tabor".

Nella prospettiva di questo "Monte della trasfigurazione" occorre contemplare i due bellissimi
messaggi eucaristici donati dalla Madonna a Rubbio: "Madre dell'Eucaristia" (8. 8. 1986) e "Madre
dell'adorazione e della riparazione" (21. 8. 1987). Tutto ciò sembra essere quasi una prefigurazione
della nuova era, perché dopo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, mediante una
trasfigurazione ad un alto livello del Cuore della "Madre dell'Eucaristia", emergerà come mai prima
la "Chiesa eucaristica". La Chiesa, in cui sarà radunata l'umanità superstite, come un'alta montagna
luminosa, sarà infatti tutta e perfettamente immersa nel Cuore eucaristico di Gesù e concentrata
nell'adorazione e glorificazione della santissima Trinità. Allora «la civiltà dell'amore prevarrà
nell'affanno delle implacabili lotte sociali, e darà al mondo la sognata trasfigurazione dell'umanità
finalmente cristiana» (Paolo VI, Discorso nella Notte Santa del Natale, 25. 12. 1975).

Il Regno di Dio sarà da Dio «alla fine dei secoli ... portato anche a compimento, quando apparirà
Cristo, la nostra vita (cf. Col 3,4), e la creazione "sarà lei pure liberata dalla schiavitù della
corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" (Rm 8,21). Perciò questo popolo
messianico, benché non comprenda attualmente tutti gli uomini e appaia talora come un piccolo
gregge, è tuttavia un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza per tutto il genere
umano» (Concilio Vaticano II, LG 9,2).
Don Stefano Gobbi e don Gino Salmaso, quali montanari straordinari del Cuore Immacolato della
"Madre dell'Eucaristia", sono stati antesignani di questa nuova "era eucaristica". Noi nel MSM
siamo chiamati a seguire con entusiasmo le loro orme. Verso la fine della grande tribolazione e della
persecuzione apocalittica (il terzo segreto di Fatima non ancora pienamente compiuto, cf. Benedetto
XVI, Discorso a Fatima del 13 maggio 2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica
di Fatima sia conclusa...») rimarrà forse soltanto una "parrocchia" a livello dell'altopiano del Cuore
Immacolato della Donna vestita di sole. Tale "piccolo gregge eucaristico" della Chiesa nel tempo
finale della transizione epocale sarà però un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza
per tutto il genere umano. Risplenderà come un faro di luce durante un generale smarrimento e nella
profonda disperazione sarà portatore della beata speranza nell'avvento del Regno glorioso ed
eucaristico di Gesù.

«Oh, dopo il mio trionfo, essi saranno luce per tutta la Chiesa; allora si capirà quanto Io ho fatto
in questi anni per voi» (M. I miei messaggi, Santuario di Castelmonte, 9. 11. 1984).

Dopo il trionfo del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole e dopo una trasfigurazione
epocale dell'umanità e della Chiesa, tutti vivranno in un'alleanza globale rinnovata con la Madre
della Chiesa e con Gesù Cristo (con la Santissima Trinità). Tutti perciò, come ha spiegato una volta
don Stefano Gobbi, vivranno la consacrazione al Cuore Immacolato della Mamma celeste. Allora
davvero il "Libro azzurro" sarà luce per tutta la Chiesa, e le nuove generazioni di montanari
spirituali capiranno quanto la Madre nell'ordine della grazia ha operato in questi anni per la nostra
salvezza.
Quanto don Stefano ha sofferto, dall'inizio della sua missione fino alla sua morte, per affermare e
difendere l'autenticità dei messaggi della Madonna, e dunque la loro origine soprannaturale! Le sue
parole poco prima del passaggio all'eternità sono come il sigillo supremo e definitivo: «Lascio come
mio testamento spirituale tutto quanto è scritto nel libro: Ai Sacerdoti figli prediletti della
Madonna'; ed attesto che l 'messaggi ivi contenuti sono stati ricevuti da me sotto forma di locuzioni
interiori» (Testamento Spirituale di don Stefano Gobbi, 1. 1. 2011).
Analogamente il MSM soffre e dovrà soffrire nella grande prova, mentre la Madre dell'Agnello di
Dio, Donna vestita di sole, aprirà sempre più nel suo Cuore Immacolato ai suoi figli docili il libro
sette volte sigillato dell'Apocalisse. Essa lo ha già fatto con il "suo" Papa Giovanni Paolo II
nell'ultimo periodo del suo Pontificato, come manifesta il suo insegnamento.

UN GRANDE PROFETA
DEL SECONDO AVVENTO
Il santo Padre Giovanni XXIII, un mese prima dell'inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha
spalancato nel suo ispirato discorso un orizzonte luminoso di speranza: «Siamo dunque, con la
grazia di Dio, al punto giusto. Le profetiche parole di Gesù, pronunciate in vista del compiersi della
finale consumazione dei secoli, incoraggiano le buone e generose disposizioni degli uomini, in
modo particolare in alcune ore storiche della Chiesa, aperte ad uno slancio nuovo di elevazione
verso le cime più alte: "Levate capita vestra, quoniam appropinquat redempio vestra: sollevate la
testa, perché è prossima la vostra liberazione" (Lc 21, 28)» (Radiomessaggio a tutti cristiani, 11. 9.
1962). In seguito il Papa ha citato in maniera abbreviata le parole di Gesù: quando vedete gli alberi
che già rimettono le foglie, voi conoscete da voi stessi che s'appressa l'estate; allo stesso modo
anche voi, quando vedete avverarsi queste cose, sappiate che è vicino il regno di Dio (cf. Lc 21,29-
31).
Papa Giovanni XXIII si è riferito al discorso escatologico di Gesù secondo Luca:
Lc 21,25-26: la tribolazione apocalittica;
Lc 21,27: la venuta del Figlio dell'uomo su una nube in potenza e gloria grande;
Lc 21,28-31: le piante germogliano, ciò significa che la tribolazione apocalittica è il preludio del
ritorno di Cristo nella gloria.

E' molto importante, anzi determinante, questa intuizione profetica: la "finale consumazione dei
secoli", che è poi stata chiamata da Giovanni Paolo II la "fine dei tempi". Ancora prima di lui, la
Vergine Maria aveva dato, tramite Don Stefano, un messaggio dal titolo "La fine dei tempi": «E'
vicina la fine dei tempi, con il ritorno di Gesù nella gloria. "Dalla pianta deifichi, imparate questa
parabola: quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è
vicina. Allo stesso modo, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che la vostra liberazione è
vicina". (Mt 24, 32-33)» (M. 31. 12. 1992).

Nella prospettiva della finale consumazione dei secoli, San Giovanni XXIII, quale Padre spirituale
dell'ultimo Concilio, ha voluto che esso assuma il ruolo di Giovanni Battista, e prepari la Chiesa (e
tramite essa l'umanità) alla venuta del Signore nella gloria. Il Concilio infatti ha assunto e svolto al
suo livello questo ruolo (cf. AG 1,3), perché la venuta del Signore nella gloria è vicina (cf. GS
45,3).

Volendo superare il grande Profeta Giovanni XXIII, e perciò lasciando da parte il suo magistero,
una corrente teologica ha fatalmente smarrito la prospettiva della "finale consumazione dei secoli"
ed ha deviato in parziali interpretazioni del Concilio Universale Vaticano II e del suo
"aggiornamento evangelico" della Chiesa, che culminerà nel "grande giorno del Signore": dopo di
esso, nella nuova era, come mai prima risplenderà il "Vangelo, sole fulgente di dottrina celeste"
(Giovanni XXIII). Di conseguenza questa corrente capovolta, secolarizzata, terrestre e sotterranea,
ha dilaniato il Vangelo del Logos (della Sapienza) di Dio incarnato con le nuove interpretazioni
"scientifiche" (razionalistiche), diffondendo eresie perniciose e gravi errori (cf. 2 Pt 2,1-3) e
provocando così la grande apostasia predetta da San Paolo (cf. 2 Ts 2,3): ciò costituisce il primo
segno della fine dei tempi (cf. M. 31. 12. 1992).
San Giovanni Paolo II (cf. il M. che si riferisce a lui: "Il Papa della mia Luce", 13. 8. 1987) ha
sviluppato in modo straordinario l'insegnamento di Giovanni XXIII e quello del Concilio sulla
prossima venuta del Signore. Egli, quale grande Profeta del secondo Avvento, ha preparato la Chie-
sa con un crescendo inarrestabile, durante il suo Pontificato, alla venuta del Signore nella gloria.
Egli è stato un Precursore del Signore, camminando sulla strada luminosa della consacrazione
vissuta al Cuore della Donna vestita di sole, e annunziando che "si avvicina l'ora del parto per la
Madre del nuovo Avvento".
Purtroppo il suo magistero (come quello di Paolo VI) è stato emarginato dalla corrente teologica
sopra descritta. Giovanni Paolo II è stato un Profeta, la cui voce è risuonata in un grande deserto.
Essa, infatti, è stata soverchiata dalle voci di una folla di falsi profeti, le quali hanno addormentato
una parte dei cattolici, seducendoli con un aggiornamento secolaristico e conducendoli nella notte
polare del mondo moderno. Inoltre il frastuono soverchiante delle mille voci dei famosi mezzi di
comunicazione sociale, ovvero il "suggestivo incantesimo delle immagini e dei suoni che trasferisce
il linguaggio dal regno del pensiero a quello dei sensi" (Paolo VI), ha addormentato innumerevoli
cattolici, facendoli trasmigrare nella profonda e fredda notte polare del mondo contemporaneo.
Negando Dio e il suo regno, l'ateismo (il materialismo, il secolarismo ...), infatti, distendeva "una
notte senza stelle sui destini umani" (Paolo VI).

«Sono la Madre del secondo Avvento. Io vi preparo alla sua venuta. Io apro la strada a Gesù che
torna a voi nella gloria» (M. Madre del secondo Avvento, Rubbio 1. 1. 1990).

«Il mio Cuore Immacolato è la strada luminosa, che vi conduce al gioioso incontro con Gesù, che
sta per tornare a voi nella gloria. Allora assecondate la mia pressante richiesta, che vi faccio per
mezzo della mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano e di questo mio piccolo figlio, che
ancora conduco in ogni parte del mondo, per portare tutti alla consacrazione al mio Cuore
Immacolato. Partecipate così al mio materno disegno, che è quello di preparare i cuori e le anime
a ricevere il Signore che viene. (...)
Sono stata scelta dalla Santissima Trinità a diventare la Madre del secondo Avvento, e così mio
compito materno è quello di preparare la Chiesa e tutta l'umanità ad accogliere Gesù che torna a
voi nella gloria» (M. 8. 12. 1990).

Mediante la consacrazione vissuta don Stefano Gobbi si è addentrato profondamente nel mistero del
Cuore Immacolato della Madre del secondo Avvento: anch'egli è così divenuto un grande Profeta
del secondo Avvento. Contrapponendosi all'enorme folla dei profeti miopi, egli è stato un Profeta
lunghi-veggente, una "voce", che si diffondeva in un deserto spaventoso.
E' stato un grande merito di don Stefano 1' aver indirizzato la nostra attenzione al magistero di
Giovanni Paolo II, e l'aver accolto con fede il suo annuncio profetico sul secondo Avvento. Con i
suoi innumerevoli viaggi, don Stefano ha diffuso quest'annuncio nella Chiesa, mostrando che i
messaggi della Madonna nel "Libro azzurro" sono in piena sintonia con esso. Nella notte profonda
dell'incredulità e dell'apostasia da Gesù Cristo, egli ha acceso ovunque la fiaccola della speranza
messianica nel vicino ritorno del Signore.

Sant'Agostino d'Ippona (+ 430) ha predetto che, prima del ritorno di Cristo nella gloria, si
moltiplicheranno gli scandali nella Chiesa e i mali nel mondo. Davvero, mentre si stava avvicinando
la fine dei tempi, sono aumentati gli scandali nella Chiesa e gli orrori nella notte profonda del
mondo.
Don Stefano è stato pertanto trasformato dallo Spirito del Signore in "una corona del Cuore
Immacolato ed Addolorato della Madre del secondo Avvento". Egli ha contemplato stupefatto le
ricchezze e le meraviglie di questo Cuore, cioè la "Grotta luminosa", in cui il Padre, per opera dello
Spirito di Amore, prepara la nascita del suo Figlio Gesù nella gloria. Lo testimoniano i messaggi
meravigliosi che egli ha ricevuto nel periodo dell'Avvento e in quello natalizio.
Come una Corona luminosa, egli ha irradiato una grande luce, con cui ha invitato e chiamato tutti a
consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria, per entrare così nella "Grotta luminosa", che sempre più
risplende nel cielo come unico Segno, e per partecipare al materno disegno di Maria e al mistero del
ritorno glorioso del Signore alla fine dei tempi.

«Il mio tempo è giunto. Ormai siete chiamati a vedere le grandi meraviglie del Signore nel trionfo
del mio Cuore Immacolato» (M. 8.9. 1987).

In tutto il mondo don Stefano ha contemplato le grandi meraviglie del Signore, che Egli sta
compiendo negli umili, nei piccoli, nei docili, negli emarginati e nei perseguitati a causa della
giustizia ... Con essi la Mamma celeste si sta formando la sua schiera, come un intreccio mirabile di
corone luminose dell'Avvento, che essa pone intorno al Cuore divino e umano del Signore della
gloria. Don Stefano ha affermato di aver visto questa schiera, e in essa ha intuito il preludio del
trionfo del Cuore Immacolato della Madre del secondo Avvento. Con la Mamma celeste egli ha
cantato con gioia il "Magnificat" per le sorprendenti e stupende opere del Signore.
Nell'ultimo periodo della sua vita, don Stefano Gobbi ha ravvivato continuamente, nei Cenacoli del
MSM, l'attesa del vicino avvento glorioso di Cristo. Seguendo i suoi passi, il MSM si è addentrato
sempre più nella Grotta luminosa e calda del Cuore Immacolato della Donna vestita di sole,
camminando nella notte del secondo Avvento verso il Natale di Gesù nella gloria. Deve ora
rallentarsi o, al contrario, accelerarsi quest'avanzata stupenda e decisiva del MSM, mentre si sta
avvicinando la mezzanotte e il Natale di Gesù nella gloria?

d. Ivan Pojavnik
COR JESU ADVENIAT REGNUM TUUM!
ADVENIAT PER MARIAM!

Collesano, 18 ottobre 2016


Carissimo Padre Quartilio,
Come avevamo promesso, nell'eventualità di procedimento di Causa di beatificazione del nostro
carissimo Sacerdote Don Stefano Gobbi, vorrei dare la mia testimonianza di fatti avvenuti nella
verità e perché tutto sia soltanto per dare gloria a Dio, che tutto opera, spesso attraverso strumenti
umanamente inadatti.
Quante circolari del Movimento Sacerdotale Mariano (M.S.M.) ho ricevuto da lei, dietro incarico di
Don Stefano! Forse lei a volte si è chiesto, ma che ci sta a fare questa Santina? Chi l'ha portata in
quest'ambito prettamente sacerdotale? Ecco la mia piccola storia:
mi avevano chiesto di pregare per due sacerdoti e mentre pregavo per loro, la sera dell'Immacolata,
l'8-12-1949, la Mamma mi manifestò il Suo Immacolato Cuore e con locuzione interiore,
maternamente mi disse: «Abbi fiducia, c'è il mio Cuore Immacolato».
Da quel momento ho compreso che, non solamente dovevo consacrarmi e vivere io con questa
fiducia, ma esortare quante più persone.
Nel 1964 mi fu affidata la «Peregrinatio Ma riae» e quindi cenacoli e consacrazione delle famiglie
al Cuore Immacolato.
Nel 1972, sentii interiormente con insistenza: «quello che, sorretta da Me, hai cercato di fare, nello
spirito del messaggio di Fatima, è necessario che si faccia per i Sacerdoti» la mia sofferenza più
grande. Dicevo alla Mamma Immacolata, al Signore; io sono donna, non so come corrispondere...
«tormenta un Sacerdote»!
Non avrei mai immaginato quello che accadde contemporaneamente a Fatima l'otto maggio 1972 a
Don Stefano Gobbi e che ben presto l'avrei conosciuto. Interiormente sentivo che era qualcosa di
grande che veniva richiesto e che la Mamma Immacolata preparava tante altre piccole anime nel
silenzio e nel nascondimento.
Quando Don Stefano Gobbi nel 15 dicembre del 1972 diede notizia sull'Osservatore Romano del
sorgere del Movimento Sacerdotale Mariano, Padre Emanuele Dispensa, Sacerdote della mia
parrocchia, Rettore della Chiesa di S. Domenico, diede la sua adesione al M.S.M. e mi diede il
giornale. Io ringraziai e subito compresi che quello era il grande progetto che il Signore voleva
realizzare per il bene dei Sacerdoti, della Chiesa, dell'umanità. Piuttosto restia a farmi conoscere,
per quell'occasione invece, presi un piccolo biglietto e lo spedii a quel Sacerdote sconosciuto, Don
Stefano Gobbi, per incoraggiarlo a proseguire perché il Signore avrebbe compiuto la sua opera e la
materna assistenza del Cuore Immacolato di Maria non sarebbe mai venuta meno. Don Stefano
rispose con una lettera come a persona direi conoscente. Da questo inizio fino alla sua dipartita in
cielo, nel Cuore Immacolato di Maria, siamo stati in continua unione di santi ideali per compiere la
volontà del Padre e corrispondere a tutte le richieste di preghiera, sofferenza e possibilità di
raggiungere quanti più Sacerdoti, affinché potessero esperimentare il dono grande di vivere come
veri figli di Maria e divenire sempre più somiglianti al suo Figlio Gesù Eterno Sacerdote. Intanto
mentre il M.S.M. inizialmente era esclusivamente per i Sacerdoti, io piccola, nascosta ero
pienamente coinvolta e più tardi i laici avrebbero formato il Movimento Mariano. Nel novembre del
1974 quando Don Stefano venne in Sicilia, direttamente a Collesano per la conclusione della
«Peregrinatio Mariae», arrivò accompagnato da padre Patrizio Gariboli, francescano dei Frati
Minori, il quale aveva già dato la sua adesione al M.S.M., aveva partecipato al cenacolo di S.
Vittorino, era stato nominato responsabile regionale per la Sicilia. Questo sacerdote fu sempre
vicino a Don Stefano nei vari spostamenti per i cenacoli, lavorò intensamente per il M.S.M. quasi
fino alla morte (prevista da Don Stefano) e fu lui a far conoscere il M.S.M. al confratello padre
Gabriele Maria Allegra, il quale nella lontana Cina, tradusse in lingua cinese il primo opuscoletto
del M.S.M. e Don Stefano ne fu entusiasta! [P. Gabriele Maria Allegra tradusse la Bibbia in cinese e
morì il 26 gennaio 1976, venendo beatificato il 29 gennaio 2012 a Catania.]
Prima di venire in Sicilia, Don Stefano mi aveva scritto una lettera incaricandomi di preparare un
cenacolo per i Sacerdoti: cosa potevo fare? Comunicai il tutto al padre francescano P. Patrizio
Gariboli e così con inviti personali, la Mamma Immacolata chiamò diocesani, salesiani, francescani,
rinnovati ecc... Il 19 novembre 1974 tutti per il primo cenacolo del M.S.M. di Sicilia, al santuario
mariano di Gibilmanna! Ma per quanti si doveva preparare il pranzo? Nessuno sapeva il numero
degli eventuali partecipanti, allora ho chiesto a Don Stefano e lui mi rispose con sicurezza: per 25
sacerdoti; effettivamente la Mamma Immacolata ne chiamò 25. Ricordo ancora la gioia fraterna di
questi sacerdoti! Nei primi anni Don Stefano veniva due volte l'anno a Collesano e da questo
sperduto paesino ci si muoveva per i vari cenacoli sempre numerosi, partecipati con entusiasmo ed
in diversi luoghi realizzati mensilmente.
Intanto vorrei semplicemente trascrivere qualche stralcio di scritti e discorsi di Don Stefano.

Lourdes, 29 giugno 1974


Cara Santina, ti mando il mio affettuoso saluto e la mia benedizione. Il Movimento Sacerdotale
Mariano si sta ovunque diffondendo. Dovrò venire in Sicilia, perché la Madonna lo vuole. Prega
tanto per me.
Don Stefano Gobbi

Milano, 1 luglio 1977


Santina, sorellina carissima nel Cuore Immacolato della Nostra Mamma Celeste... ora interiormente
sento la fretta della nostra Mamma del cielo: fretta di radunare tutti i suoi figli prediletti, soprattutto
la fretta di renderli tutti secondo i desideri e il disegno del suo Cuore Immacolato. È a questo punto
che satana si scatena con l'azione di disturbo di cui tu stessa mi parli... tentazioni... Il rimedio mi
pare quello che la Mamma fa così tanto sentire nel tuo animo: la fiducia continua, l'abbandono
completo nel Suo Cuore Immacolato. Una fiducia che Mamma vuole eroica che spingerà la Mamma
al suo ultimo e decisivo intervento. E poi la sofferenza e la preghiera in umile e ,generosa offerta di
vittima. Ed è qui che ti confermo la realtà che ancora hai intuito nel mio disegno attuale e futuro.
Mai come in questi giorni Gesù mi fa sentire di offrirmi al Suo Amore misericordioso, perché in me
riviva tutti i dolori della sua Passione così da aiutare tutti e portare tutti i Sacerdoti del M.S.M. ad
essere completamente quello che la Mamma Celeste desidera: solo così sarà realizzato il suo
Movimento! Per questo sempre più accentuata si fa l'azione di Gesù in me e pur nella mia
piccolezza e miseria, devo sempre più abbandonarmi alla sua azione purificatrice e santificante. Il
Crocifisso: il vertice della mia vocazione; essere crocifisso vivente il culmine della mia missione
per tutto il M.S.M.. In questa opera dolorosa Ti chiedo di essermi sempre accanto con la tua
preghiera, la tua sofferenza, la tua offerta di vittima scelta dalla Mamma anche per me... ti benedico.
Nel Cuore Immacolato della Mamma Celeste.
Don Stefano Gobbi

Milano, 13 marzo 1975


Carissima Santina... ora ti accludo le due circolari per l'incontro di Catania e di Bagheria.
Bisogna pregare, pregare molto. Pensa tu di raggiungere quelli che ti sono i più disponibili
assecondando quanto il Cuore Immacolato ti suggerisce. Io ho prenotato per circa 50 sacerdoti... la
Mamma li farà venire.
Per tutto quello che fai ti benedico. Nel Cuore Immacolato di Maria.
Don Stefano Gobbi

Martedì 20 maggio 1975 - Collesano


Partiamo da Collesano per partecipare al cenacolo del M. S. M. presso il villaggio «La Madonnina»
di Mons. Buttitta, parroco del Santo Sepolcro, in Bagheria, in località «Traversa», dove erano
accolti bambini in difficoltà, sacerdoti ed a volte Vescovi per incontri di spiritualità, per motivi
diversi, avevo accettato la proposta di realizzare il cenacolo in quelle zone. Mentre c'inoltravamo in
macchina pregando, Don Stefano stranamente comincia a dirmi: come ti è venuto in mente di
preparare un cenacolo qui, non vengono macchine, sembra deserto, oggi andrà male... Era l'ora
della fiducia eroica e la paura per un momento aveva preso il sopravvento! Io ho fatto silenzio.
Appena arrivati, come solevo sempre fare, sono andata subito davanti a Gesù Eucarestia e Don
Stefano ad incontrare i sacerdoti. Prima del pranzo venne a dirmi: sai vi sono cinquanta sacerdoti e
tre vescovi: Mons. Rizzo, Mons. Mingo e Mons. Cassisa, vescovo della mia diocesi di Cefalù. (E' la
Mamma che porta avanti tutto, a noi solamente rimane la piccolezza e spesso nel buio più doloroso,
una fiducia veramente eroica).
Tutto è documentato da foto, anche nel cenacolo di Catania (15-5-75) presenti parecchi sacerdoti ed
un Vescovo.

N.B. Nei cenacoli di Siracusa, quando era possibile partecipava Mons. Calogero Lauricella,
precedentemente vescovo di Cefalù. Aveva dato la sua adesione al M. S. M.

Fatima 2 luglio 1979


Cenacolo internazionale di 400 sacerdoti del M. S. M. di 35 nazioni. Per volontà del Signore,
espressa con insistenza da Don Stefano, sono stata eccezionalmente con i sacerdoti a Fatima.
Parlando ai sacerdoti Don Stefano ha detto: Fatima è altare del mondo.
Abbiamo un mondo che si è ribellato a Dio. Il mondo deve essere ricondotto alla luce, alla vita, al
motivo per cui è stato creato: la gloria di Dio. Attraverso ciascuno di noi la Mamma, deve poter
dire, Magnificat anima mea Dominum. La salvezza di questo mondo passa attraverso ciascuno di
noi.
Ciascuno di noi è chiamato ad essere un seme che deve marcire e morire perché la Chiesa rifiorisca
e risplenda... Il M. S. M. è nato a Fatima 1'8-5-1972. Noi quando vogliamo fare qualcosa scegliamo
gli strumenti più perfetti, la Madonna sceglie i meno adatti per darci la prova che è Lei ad agire...
intercalando, riferendosi a se stesso si e quasi definito: un bambino che ha paura di tutto. Perché il
M. S. M. sorge nel 1972? Perché ci inoltriamo nei tempi della battaglia decisiva, e noi siamo figli
della tempesta, non figli della quiete. Dal 1972 incomincia il tempo di satana, delle più grandi
prove...
Vescovo di Leiria. Primo mio compito fare di Fatima un centro di irradiazione spirituale per tutti i
sacerdoti del mondo. Per la salvezza del mondo è necessaria la santità sacerdotale. Convertitevi,
ritornate più santi. Cova d'Iria luogo di conversione per i sacerdoti. Tutti dobbiamo convertirci.

Messina, 17-2-1978 [dal diario di Don Stefano]


«Ho voluto che fosse con voi Santina, questa mia figlia prediletta, che in certo modo per voi ha
rappresentato me stessa: la mia presenza accanto a Gesù da tutti abbandonato ... Benedico Santina
che ormai realizza la sua missione di essere Maria accanto ai miei sacerdoti».
A Messina siamo stati ospitati all'Ignatianum, presso i Gesuiti dove faceva parte della comunità
fratello Antonio Richiusa il quale fin dall'inizio del M. S. M. collaborò con la preghiera e la sua
incisiva azione alla diffusione di stampa e soprattutto nel comunicare il suo intenso amore per il
Cuore Immacolato di Maria.

Collesano, 6 marzo 1994


Lettera di Don Angelo Onorato ai parrocchiani in occasione di un cenacolo del M. S. M.:
«Ancora una volta Don Stefano Gobbi, domenica 13-3, alle ore 16,30, sarà nella nostra Basilica, per
guidare un cenacolo di preghiera... tra i cenacoli da tenersi a Caltanissetta, Catania, Enna, Siracusa e
a Palermo... anche Collesano. Ritengo grazia di Dio, particolare favore della Madonna, privilegio
per la nostra Parrocchia per la realizzazione di un cenacolo... grazia di cui il Signore ci chiederà
conto!...» Cordialmente. Il parroco sac. Angelo Onorato.
N.B. Parole che esprimono la grande stima verso un confratello sacerdote di spiritualità non
comune.

Collesano, Basilica S. Pietro 13 marzo 1994


Cenacolo, ore 16,30. Don Stefano Gobbi parlando del M. S. M. ha detto: Il M. S. M. è nato a
Fatima in data 8-5-1972. La Mamma Immacolata mi ha chiesto di pregare. Soffrire, offrire, tacere.
Nel 1973, l'edizione dell'opuscolo. Collesano: il cuore da cui è partito questo movimento
sacerdotale. Richieste della Madonna: consacrazione al Cuore Immacolata di Maria. Glorificare il
Signore facendo la sua volontà... Il posto che si occupa non conta niente, stare con amore dove il
Signore ci mette... Fedeltà al Papa, al magistero della Chiesa, ai vescovi ed ai sacerdoti uniti al
Papa... problemi nella famiglia... L'Europa è pronta per il suo castigo... diffondere i cenacoli
familiari. Far conoscere sempre di più i tesori di grazia del Cuore Immacolato di Maria.

Io avrei tanto da raccontare di Don Stefano, dopo quarant'anni di spirituale comunione nel M. S. M.
posso testimoniare nei tanti viaggi di cenacoli la sua incessante preghiera... se qualcuno faceva
qualche osservazione non necessaria, la sua risposta era: «si, va bene, ma ora preghiamo!» Dopo
ogni rosario sempre la preghiera per il Papa ed il canto: tempora bona veniant. Pax Christi veniat..
Nel suo ministero sacerdotale si avvertiva l'amore per l'Eucarestia, per la celebrazione della S.
Messa, del soprannaturale che lo legava al Cuore Immacolato di Maria... e che si riversava su
persone riportate alla grazia e spiritualmente convertite... quanti episodi nel corso di tutti questi
anni! Ma tutto ciò dava grande fastidio a satana. Un giorno Don Stefano mi raccontò che mentre
pregava il Rosario camminando, vide venirgli incontro un demonio sotto l'aspetto di una bestia
strana. Mi disse: ho avuto veramente paura, ma quando mi fu vicino gli diedi un colpo con il mio
Rosario: subito si rimpicciolì e si allontanò. La Mamma Immacolata lo custodiva sempre e lo
difendeva da tanti pericoli e Don Stefano faceva sempre riferimento a Lei ed ogni bene lo attribuiva
a Lei. Così, pur avendo una fragile natura, con un temperamento non facilmente adatto a quanto fa
chiamato ad operare, fu pauroso come un fanciullo e nel medesimo tempo intrepido, deciso,
inarrestabile. Stanco a volte, ma senza dimostrarlo, sofferente, ma senza lamentarsi, pronto ad ogni
situazione sconosciuta, fidandosi sempre della Mamma, rifugiato nel Suo Cuore Immacolato,
sobrio, povero, puro, mite, umile; tutto per grazia e per una qualsiasi tangibile assistenza da parte
della Mamma Immacolata. Fu senza esibizionismo, un sacerdote che viveva soffrendo, quanto
diceva ad altri esortando con passione ad amare Gesù Eucarestia ed il Cuore Immacolato di Maria,
quasi volendone affrettare il trionfo perfetto a Fatima. A proposito di Fatima quando Papa
Benedetto XVI consacrò tutti i sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria, Don Stefano mi disse:
sento che ormai la mia missione sulla terra è finita e veramente fu così. Il suo amore per la Chiesa e
per il Papa era stato grande ed il 29 giugno 2011 festa di S. Pietro, la Mamma Immacolata Lo
racchiuse definitivamente nel suo Cuore per portarlo in Cielo. Prima di terminare vorrei chiarire
qualcosa circa la strofetta riguardante i sacerdoti, nell'inno del M. S. M. Fu quasi all'inizio dei
cenacoli in Sicilia. Mentre andavamo in macchina pregando e cantando, ho fatto osservare a Don
Stefano che mancava qualcosa riguardo ai sacerdoti. Don Stefano mi rispose: scrivila tu. Io subito
senza riflettere scrissi le parole che spontaneamente affiorarono alla mia mente, rileggendo, la
parola "somiglianti", mi lasciava perplessa, Don Stefano mi disse: va bene così. Sono cosciente che
tutto è venuto dal Cuore Immacolato di Maria. Io sono stata semplicemente la penna e un
umilissimo strumento della Mamma Immacolata. Soltanto a Lei la lode, il ringraziamento, con
l'augurio che le note di questo canto, possano innalzarsi verso il cielo per implorare misericordia su
tutti i Sacerdoti del mondo affinché per l'avvento del Regno di Cristo, possano divenire santi e
santificatori.

In fede
Santina Raimondo

«I Sacerdoti a te consacrati
guarda con amore,
stringili al tuo Cuore
falli somiglianti al tuo figlio Gesù»

Collesano, 18-10-2016
Diocesi di Cefalù (PA)

Nel mio piccolo bagaglio di ricordi mi considero anche io un povero testimone dell'opera del
movimento sacerdotale mariano e delle sue origini e radici tra le mura della Parrocchia San Pietro di
Collesano. Questo perché io sono nato e cresciuto a Collesano. Ho avuto modo anche io prima
come giovane di Azione Cattolica e poi come seminarista di partecipare e ascoltare don Stefano in
alcuni cenacoli. Il suo cuore era un riflesso della Luce dell'Amore che sgorga dal Cuore di Gesù e di
Maria Sua Madre, Madre dei presbiteri e dell'umanità intera.
Il parroco
Collesano, 14-10-2016
-------

C'è meno preghiera che mai, più peccato che mai, ancora peggio, l'indifferenza come il peccato
non esistesse più, e perciò abbiamo dato tanto potere al “padre della menzogna”, Satana (Gv 8,44).
In particolare Satana ha più potere di “mascherarsi come un angelo di luce” (2Cor 11,14), per
offrire le sue belle bugie mortali come fossero “la verità che ci fa liberi” (Gv 8,32)!
Perciò è molto importante in questi tempi di grande confusione, quando perfino i vescovi cattolici
non sono più d’accordo in quanto riguarda le cose fondamentali della fede e della morale, di non
soltanto pregare molto e di studiare il Catechismo della Chiesa Cattolica degli adulti, ma di tenere i
nostri occhi aperti per non cadere nelle belle bugie di Satana presentate come fossero la
Verità!!!
PER GLI AGGIORNAMENTI sugli inganni fondamentali, nascosti e mascherati del antico
serpente, visitate uno dei miei siti indici per vedere gli ultimi articoli più importanti:
(e anche I DOCUMENTI DELLA APPROVAZIONE ECCLESIASTICA della TESTIMONIANZA
di GLORIA POLO).
http://giuseppedwight.blogspot.com
https://josephdwight.wordpress.com/2015/09/21/giuseppe-dwight-indice/
https://www.scribd.com/doc/282241370/Giuseppe-Dwight-Indice
Don Jo (Joseph) Dwight
Don Jo (Joseph) Dwight con Don Stefano Gobbi nella sacristia a Collevalenza, Italia, il 24 marzo
2011, dopo aver concelebrata la Santa Messa insieme.

Das könnte Ihnen auch gefallen