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DOMENICA XXXIII (B)

Dn 12.1-2; Mc 13,24-32

1. Dal fico imparate la parabola. E' questa una delle ultime prediche del
Signore, già alle porte di Gerusalemme e alle porte della sua Passione e
Morte. Dal fico imparate la parabola, dice Gesù, cioè, aplicate alle cose
spirituali quella saggezza che alle volte sappete utilizare per le cose terrene.
In Palestina, il fico inturgidisce e mette le foglie a marzo, quando il caldo è
durevole, a annunzia così che arriva l'estate più aspro: quando già il suo
ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. E così
come noi siamo capaci di osservare le segnali che la natura ci da per
annunziarci gli eventi della stessa natura, così, il Signore ci invita a fare lo
stesso con le cose spirituali; ci esorta a essere attenti ai segni di tempi, per
poter renderci conto che è vicina l'estate della Storia, quando Lui ritornerà.

2. Questa verità del ritorno del Signore alla fine dei tempi è una grande ed
affascinante verità che noi confessiamo ogni volta che recitiamo il Credo (E
di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non
avrà più fine), e che ogni anno la Chiesa ci propone nel arrivare questa
domenica. Alla fine dei tempi, il Singore verrà di nuovo. Diceva san
Bernardo che ci sono tre venute diverse del Signore su questo mondo:

1ª La prima è la venuta dell'Incarnazione. Il Singore è venuto al nostro


mondo il giorno benedetto nel quale scesse su Maria Santissima, e Il Verbo
si fece carne. Questa venuta è un dono immenso che noi non siamo
cappaci di capire come si merita. In questa venuta il Signore manifesta la
sua infinita Misericordia per noi, come dice Zaccaria: grazie alla bontà
misericordiosa del nostro Dio verrà a visitarci un sole che sorge (Lc 1,78).
Dio ci visita nella sua Misericordia.

2ª La seconda è la venuta che costantemente, lungo la nostra storia,


ci fa Gesù. La venuta alla nostra anima, secondo quella bellisima promessa:
Se qualcuno mi ama, il Padre verremo a lui e faremmo dimora in lui. Gesù
viene alla nostra anima ogni volta che lo riceviamo nella Eucaristia, ogni
volta che discende su di noi per santificarci di più. Viene ache nell'ora del
dolore, nell'ora della sofferenza. Dio ci visita colla sua Consolazione e
Sostegno.

3ª Ma c'è una terza e definitiva venuta, quella della quale parla qui il
Signore, alla fine dei tempi, quel giorno che noi chiamiamo il Giorno del
Giudizio. E cosa sappiamo di questo giorno e di questa venuta del Signore?

1) Sarà un giorno terribile. Per farci capire questo il Signore


lo descrive dicendo: In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si
oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si metteranno a
cadere dal cielo, el le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. E
Daniele segnala che sarà un tempo di angoscia, como non c'era mai stato
dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo.
2) Sarà un giorno solenne e maestoso. Un giorno
annunziato e preparato dagli angeli, come segnala Gesù; un giorno nel
quale quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno, cioè
risusciteranno, per comparire alla presenza di Dio. Un giorno solenne poiché
sarà il giorno della grande verità: la verità su Gesù Cristo, il quale nessuno
potrà già negare, ne potrà contraddire il suo potere; verità su noi stessi che
vedremmo la verità su le nostre opere.

3) Sarà un giorno di spavento e vergogna. Molti si


risveglieranno... per andare alla vergogna e per l'infamia eterna, dice il
Profeta Daniele. Spaventoso per quelli che agiscono il male, per quelli che
vivono come se Dio non esistesse. In quel momento vedranno il senso delle
loro opere e risuonerà quel terribile rimprovero del Signore della
Misericordia che da loro non ha ricevuto misericordia: ho avuto sete e non
mi hai dato da beve, ho avuto fame e non mi hai dato da mangiare, sono
stato nudo e non mi hai vestito, sono stato malatto e non mi hai visitato né
confortato. Certamente, loro potranno dire: Dies irae, dies illa, giorno di ira
sarà quel giorno.

4) Ma sarà anche un giorno di esultanza, vale a dire, per gli


eletti. Perciò Daniele, dopo aver descritto quel giorno come un tempo di
angoscia, come no c'era mai stato dal sorgere delle nazioni, agiunge: in
quel tempo sarà salvato il tuo popolo. Sembrano stranee queste parole:
sarà un giorno di afflizione e allo stesso tempo di salvezza. Il Signore dice
nel Vangelo che egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro
venti. Riunirà: sarà il giorno della definitiva ri-unione col Cristo. Non appena
apparirà sui cieli, i suoi eletti voleranno verso di Lui come i bimbi quando
appare la loro mamma. Loro sentiranno, stupefatti e meravigliati, le parole
della consolazione del Signore: ho avuto sete e mi hai dato da beve, ho
avuto fame e mi hai dato, sono stato nudo e mi hai vestito, sono stato
malatto e mi hai visitato e confortato. In questo senso sarà un giorno di
Misericordia eterna e di consolazione perpetua.

3. E perciò, noi dobbiamo desiderare questo giorno e questo ritorno del


Signore. Noi su questo giorno abbiamo, certo, paura, poiché siamo
peccatori; ma allo stesso tempo è oggetto della nostra speranza perché
desideriamo essere con Cristo. Perciò dobbiamo sempre ripetere come una
costante preghiera le parole dell'Apocalissi: Vieni, Singre Gesù!

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