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Quindicinale

Anno XL

29.11.2018
Numero

713
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO

Il presepio artistico di Segusino - pag. 1


La giornata del ringraziamento agricolo - pag. 2/3
Egidio Forcellini, un anniversario ricco di iniziative - pag. 8
Grande Guerra, dove venne decisa la vittoria - pag. 13/15
Le ferite del clima: la terra guasta - pag. 17/21
Chiuso in redazione il 19.11.2018 - Prossima chiusura il 03.12.2018
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Ales-
sandro Bagatella, Ivan Dal Toè, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri) € 25,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri) € 50,00.
L’ABBONAMENTO PUÒ ESSERE SOTTOSCRITTO O RINNOVATO NEI SEGUENTI MODI: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla PRO LOCO di FENER; 2- con bonifico
sul c/c Banco Posta intestato alla PRO LOCO di FENER, IBAN: IT49 M076 0111 9000 0001 0153 328; 3- pagando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: NEGOZIO “DA MILIO” - Alano;
BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR
“BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 LETTERE AL TORNADO

Il Presepio Artistico di Segusino (TV), edizione 2018


"Natale di Rinascita"
Là, dove un anno fa simbolicamente si ri-
cordava i combattimenti della guerra; oggi,
cent'anni dopo, si celebra la pace attraverso la na-
tività di Gesù. "Natale di Rinascita", titolo del Pre-
sepio Artistico di Segusino nel Natale del centena-
rio della fine della Grande Guerra, attraverso un
messaggio di pace vuole dedicare l'edizione 2018
a tutti quelle persone che cent'anni fa riuscirono a
tornare a casa e a tutte le persone che purtroppo
non riuscirono a tornare.
Molto si è parlato della Prima Guerra
Mondiale durante questi ultimi anni di ricorrenze,
ma forse ancora mai troppo se rapportato al
dramma che fu il primo conflitto bellico mondiale,
soprattutto per le popolazioni civili. Simbolo per il
paese di Segusino è la figura di don Antonio Riva
(vice parroco del paese e guida spirituale dei pro-
fughi durante l'invasione) deceduto poco dopo la
fine della guerra causa gli stenti e i patimenti subiti, e del quale il 2 gen-
naio 2019 si celebrerà il centenario della morte.
"Natale di Rinascita" è un simbolo, un messaggio: il messaggio
di Gesù che nasce e rinasce laddove c'è stato un dramma: il dramma
della guerra (nel tema di quest'anno) ma anche ogni altro dramma picco-
lo o grande che sia, compreso il piccolo mondo della famiglia.
Il Presepio Artistico di Segusino, visitato ogni anno da 15-20000
persone, propone ad ogni edizione un tema diverso. E' un opera allesti-
ta su una superficie di 80-100 mq presso la ex-casa del cappellano di
Segusino (TV) -viale Italia 270-. Tradizionalmente è ambientato nel pae-
saggio rurale veneto pedemontano anni 20-40 del 1900 e si contraddi-
stingue per diversi aspetti artistici e scenografici.
Tra questi si distinguono la particolare tecnica delle scene riflesse trami-
te gli specchi per aumentarne la profondità di visione e la prospettiva,
inoltre spiccano la cura dei dettagli e di tutti i particolari in miniatura.
Un'altra novità dell'edizione 2018 è la riproduzione in scala di una scor-
cio di via Mezzaterra della cittadina di Feltre (BL) con l'entrata trionfale in
città degli alpini dopo la li-
berazione.
Il Presepio Artistico
di Segusino è allestito
dall'Associazione Parroc-
chiale Amici del Presepio,
trentennale team di perso-
ne (quest'anno ulterior-
mente arricchito di nuovi validi componenti) che si occupano della scelta
del tema, dell'elaborazione delle scene e dell'allestimento dell'opera, par-
tendo da uno studio che inizia sempre un anno prima e il lavoro di alle-
stimento che impiega oltre 4 mesi di lavoro.
Il Presepio è inserito nella rassegna intitolata "Alla Scoperta dei Presepi
e dei Borghi di Segusino" la quale propone ai visitatori un'ampia panora-
mica di altre opere e rappresentazioni attraverso vie e borgate di Segusi-
no. Questa edizione sarà completata anche da una mostra allestita nei
locali del "Centro Parrocchiale d. A.Riva", dal titolo "Movimenti nelle re-
trovie" gentilmente concessa dall'Associazione Bellunesi nel Mondo".
Ci saranno inoltre anche quest'anno le Domeniche con visita guidata ai
presepi nei borghi.
Il Presepio Artistico di Segusino fa parte de "L'Itinerario dei Presepi", una
guida che illustra alcuni tra i migliori presepi del Veneto e del Friuli.
Il Presepio Artistico e "Alla Scoperta dei Presepi e dei Borghi di Segusi-
no" apriranno la notte di Natale, per rimanere aperti fino a Domenica 3
febbraio 2019.
Tutte le info, il programma completo degli eventi, gli orari di apertura, ecc... si possono trovare al sito internet
www.presepiosegusino.it o alla pagina Facebook: Presepio Segusino.
Amici del Presepio, Segusino (TV)
2 CRONACA

La Giornata del Ringraziamento agricolo


di Silvio Forcellini

Nelle foto, alcuni mo-


menti della tradizionale
Giornata del Ringra-
ziamento agricolo, svol-
tasi ad Alano lo scorso
11 novembre e ben or-
ganizzata dalla Coldiretti
di Alano e Quero Vas
presieduta da Elena Bil-
lò. Molti i trattori in piaz-
za, poi benedetti da don
Francesco, alcuni dei
quali addobbati per la
occasione. E molti i presenti, tra spettatori occasionali e diretti interessati. Tra questi, parecchi giovani, cosa che fa
ben sperare per il futuro, come ha giustamente sottolineato il sindaco di Alano Bogana nel suo intervento: «Mante-
nere la tradizione della Festa del ringraziamento è importante per le nostre comunità. Vedere poi questa piazza
piena di gente ma, soprattutto, di giovani che amano in modo particolare un lavoro pesante e spesso duro ma che
può dare molte soddisfazioni, credo sia fortemente confortante. Inoltre il fatto che si siano ritrovate le comunità di
Alano e di Quero Vas per festeggiare congiuntamente, è un segnale molto importante e un messaggio forte per i
nostri giovani che sono intenzionati a proseguire in questa attività. Infine la popolazione che supporta questi lavora-
tori è un grande valore aggiunto in quanto permette che essi continuino col loro entusiasmo a mantenere i nostri
3 CRONACA

luoghi puliti e curati». Il Comune di Quero Vas era invece rappresentato dal vicesindaco Biasiotto. Tornando alla fe-
sta, presenti alcuni stand della Coldiretti con prodotti tipici, spazi in cui si potevano ammirare attrezzi e lavori di una
volta e, ovviamente, gli animali. Non sono mancati alcuni giochi con tanto di “mussa” e “bigòl”. La Giornata del Rin-
graziamento agricolo, iniziata con la Messa nella chiesa parrocchiale di Alano, si è poi conclusa con il pranzo pres-
so il ristorante “Al Molin”.

Il concorso di presepi del Circolo Acli


(s.for.) Anche quest’anno le parrocchie di Alano, Campo e Fener e il circo-
lo Acli di Alano-Quero Vas invitano i bambini e i ragazzi fino ai 18 anni a
partecipare a un particolare concorso di presepi, in cui è necessario mette-
re in moto la fantasia e la manualità. Il regolamento, infatti, parla chiaro: 1)
vietato spendere soldi (avete a disposizione fantasia e manualità, guar-
date con occhi nuovi tutto quello che vi capita sottomano e ne usciranno
capolavori); 2) fatelo da soli (ma non fatevi male!). La partecipazione è
gratuita e ci si può iscrivere sia singolarmente che come gruppo. La consegna del presepio va effettuata entro sa-
bato 22 dicembre. I presepi saranno poi esposti nelle chiese delle parrocchie da domenica 23 dicembre fino a do-
menica 6 gennaio, giorno in cui è stato fissato l’appuntamento al circolo Acli di Campo
per la consegna del premio a ogni partecipante e per fare un bel brindisi in compagnia.
Per informazioni e consegna del presepio: Lisa (340.9226392) o Caterina (347.1701535).

I danni alla baita


del Parco del Piave di Fener
(s.for.) Ecco alcune foto scattate da Francesco Michetti all’interno della baita della Pro
Loco di Fener al Parco del Piave. Sono ben visibili i danni causati dall’esondazione del
Piave del 29-30 ottobre. Un grosso plauso meritano i volontari della Pro Loco e di “Libero
Pensiero” che si sono fatti carico dello sgombero e della pulizia.
4 COME ERAVAMO

Una Festa del Ringraziamento


di sessant’anni fa

(s.for.) Anche quest’anno (domenica 11 novembre ad Alano) la Coldiretti di Alano e di Quero Vas ha organizzato la
Giornata del Ringraziamento agricolo, come descritto in altra parte del giornale. Questa foto (che fa parte della col-
lezione del nostro abbonato Luciano Mondin) si riferisce a una Festa del Ringraziamento di circa sessant’anni fa te-
nutasi a Campo. Ai nostri lettori il compito di individuare i protagonisti.

Andar per funghi,


che passione
foto segnalazione di Pietro Berton
Riceviamo dal nostro affezionato lettore Pietro
Berton questa bella immagine d’epoca, che racconta
di una fruttuosa passeggiata sui monti, alla ricerca di
funghi ed il bottino, come potete osservare, è stato
sostanzioso.
Riconosciamo nella foto gli appassionati escursionisti
e nell’ordine, da sinistra: Franco Dal Canton, Pietro
Berton, Simone figlio di Rizzieri e Rizzieri Serafin
stesso.
CRONACA

In ricordo di Teresa Schievenin


I famigliari desiderano ricordare Teresa Schievenin, nata nel 1921 a Quero (per l’esattezza
in Prada), sposata con Specia Domenico, di cui è rimasta vedova nel 1994. Teresa ha vis-
suto prima in Val di Faram, poi in frazione Schievenin; infine, al termine della sua esisten-
za, dopo una frattura al femore, è stata ospite per un anno della casa di riposo di Quero,
struttura di accoglienza nella quale è stata accudita con affetto da parenti e da tutto il per-
sonale, fino all’ultimo istante della sua vita.
Teresa ha raggiunto il marito Domenico il 19.12.2017, terminando la sua esistenza terrena
caratterizzata da tanto lavoro e costellata di molti sacrifici.
Teresa ha lasciato ricordi e lezioni di vita ai figli Vilma, Beniamino, Stellio, Nuora e Genero,
ai nipoti e pronipoti, che dalla Svizzera la chiamavano supernonnà.
5 CRONACA

SCOPA ALL’ASSO

A Sandro Curto e Rino Dal Canton


la gara del “Valderoa”
(S.C.) Consueto appuntamento au-
tunnale, sabato 17 novembre, nella
sede del Gruppo Alpini “Valderoa”
per la gara di scopa all’asso che ha
visto la partecipazione di trentadue
giocatori accoppiati mediante sor-
teggio diretto, come sempre, da
Ivano Masocco. Confermato anche
l’intermezzo culinario con le ottime
pizze sfornate da Renato Coppe
mentre per i premi in natura
quest’anno è stata scelta la solu-
zione, molto gradita, dei cestini
preparati dall’azienda agricola
Miuzzi di Quero. La vittoria è anda-
ta a Sandro Curto e Rino Dal
Canton che, dopo una combattuta
finale prolungata dopo una prima
parità, hanno superato Mario Berton e Nicola Licini; al terzo posto la sorprendente coppia formata da Danilo Berra e
Federico Scopel che nella finale di consolazione hanno battuto Piero De Faveri e Primo Franzoia. Fra le curiosità
del torneo, la quarta vittoria di Sandro Curto, la seconda di Rino Dal Canton che raggiunge così Gino Povellato e
Franco Dal Canton, la terza finale consecutiva persa da Nicola Licini e l’ottimo secondo posto del più anziano dei
partecipanti: Mario Berton, classe 1933.
Nella foto di Piero De Faveri le prime tre coppie classificate col capogruppo del “Valderoa” Valentino Rech.
ALBO D’ORO: 2011 MARIO BERTON-BUTTOL MAURIZIO - 2012 SANDRO CURTO-GINO POVELLATO - 2013
RAFFAELE CARELLE-FRANCO DAL CANTON - 2014 FRANCO DAL CANTON-GINO POVELLATO - 2015 RINO
DAL CANTON-LIVIO RIZZOTTO - 2016 SANDRO CURTO-ALFONSO MASCHIO - 2017 SANDRO CURTO-
SCHIEVENIN DORINO - 2018 SANDRO CURTO-RINO DAL CANTON.

Ciao Massimo!
di Sandro Curto
Ci ha lasciati improvvisamente Massimo Mazzocco di Quero, 44 anni, ex dipendente
dell’IMA Ferroli. Moltissimi i presenti per l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale di Quero,
giovedì 8 novembre, con la celebrazione di don Alessio Cheso. Personalmente ho avuto il
piacere di conoscerlo in questi ultimi anni per la sua costante presenza alle gare di scopa
alle quali partecipava col giusto spirito, concentrato e impegnato nel migliorarsi, ma poi
pronto, indipendentemente dal risultato, a sfoderare quel contagioso sorriso che troviamo
nella foto a sinistra. Alla famiglia le condoglianze della Redazione.

I chiodini di Campo…e quelli di Madal


(s.for.) Dopo le zucche di Fener,
i chiodini di Campo e di Madal.

Nella foto a destra, parte del


“bottino” di un nostro abbonato
di Campo, raccolto nel proprio
giardino. Da notare le dimensio-
ni dei funghi.

In quella a sinistra, scattata da


Claudio Carelle, una infinità di
chiodini su una betulla in Madal.
6 RASSEGNA STAMPA

Il consiglio comunale ha approvato la convenzione con la ditta Euronet


che lo installerà in piazza prima dei mercatini natalizi

Segusino: ecco il bancomat sotto l’albero,


sarà attivo dal 18 novembre
Lo sportello “s’ha da fare”, e si farà. Dopo il giallo sul coinvolgimento diretto di Banca
Mediolanum (la sede centrale ha smentito seccamente l’interesse e l’intenzione), l’altra
sera l’argomento è stato al centro della seduta del consiglio comunale. È bastata una
breve discussione per avere conferma che l’apertura di un bancomat a Segusino è non
solo una necessità ma un’urgenza. L’assise ha pertanto approvato lo schema di conven-
zione pluriennale con la ditta Euronet affinché provveda all’installazione di un dispositivo
atm per il prelievo di denaro contante.
Il contributo del Comune. L’amministrazione, dal canto suo, si impegna a investire dai
1200 ai 6000 euro all’anno per il mantenimento del servizio: «Si tratta - spiega il sindaco -
di un range che varierà a seconda delle transazioni e che speriamo possa assottigliarsi
man mano che aumenteranno». A quando l’apertura? «Contiamo entro domenica 18 no-
vembre - risponde Paulon - in concomitanza con i mercatini natalizi». Un dono che i se-
gusinesi sono ben felici di trovare sotto l’albero, considerate le difficoltà e i malumori
dell’ultimo anno; da quando ha chiuso i battenti la filiale di Unicredit, i cittadini, per rifor-
nirsi di denaro contante, sono costretti a seccanti trasferte nei Comuni contermini. Vista
la situazione e i disagi, l’amministrazione si è presa in carico il problema: «Abbiamo deciso di investire parte del ca-
none d’affitto che Unicredit continua a versarci» prosegue il sindaco, per il quale è di fondamentale importanza an-
dare incontro alle esigenze della comunità. La prossima settimana Euronet, ditta privata, procederà all’installazione
del bancomat all’esterno della Casa delle Associazioni, in piazza Papa Luciani. Quanto a Mediolanum, l’annunciato
ufficio di consulenza è stato inaugurato. Non era mai stato contemplato invece il coinvolgimento della banca
nell’apertura di alcun servizio atm: «La notizia - chiarisce il primo cittadino - era stata travisata e mal compresa. Il
consulente Mediolanum ha iniziato a svolgere la sua attività e per farsi conoscere ha organizzato una riunione. Nul-
la di più. Lo stesso consulente, a livello di cortesia personale, mi ha messa in contatto con un responsabile di Euro-
net».
Le Poste ci pensano. Circolano voci, non confermate, che ora si stiano muovendo anche le Poste per l'attivazione
di un punto di prelievo. Un epilogo che avrebbe del comico, visto che quando, un anno fa, il sindaco Paulon richiese
l’installazione di uno sportello atm, l’ufficio rispose “picche”. Qualcuno potrebbe sostenere che “melius abundare
quam deficere”, ma l’ente pubblico rischia di dover sborsare una cifra elevata per un servizio che non rivestirebbe
più il carattere dell’urgenza: «È una voce - conclude laconica Gloria Paulon - affronteremo il problema qualora do-
vesse presentarsi».
da “La Tribuna” del 10 novembre 2018

Consigliere delegato e responsabile amministrativa di D.F. srl di Quero Vas


intende puntare su «formazione, internazionalizzazione e sinergie con altri enti»

Occhialeria, Lara Franzoia è la nuova guida di Sipao


Lara Franzoia, 41 anni, è il nuovo presidente di Sipao, la Sezione Industrie
Produttrici di Articoli per Occhialeria. Prende il posto di Lorraine Berton che
teneva questo incarico dal 2010. Franzoia è stata eletta, nei giorni scorsi, da
un partecipato consiglio di sezione durante il quale erano presenti anche al-
cune grandi aziende come Safilo, De Rigo Vision e Marchon. Consigliere de-
legato e responsabile amministrativo della D.F. srl, azienda con sede a Que-
ro Vas che si occupa da oltre 30 anni di progettazione e produzione di com-
ponenti per il settore occhialeria con un forte orientamento all’innovazione,
Lara Franzoia ha un’importante esperienza in ambito associativo: è stata vi-
cepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori, tesoriere di Confindustria Belluno Dolomiti e consigliere di Revivi-
scar, la società di servizi dell’associazione. «Il nostro impegno», dichiara la neopresidente, «sarà rivolto all’indirizzo
di studi Opzione tecnologia dell’occhiale attivato negli ultimi anni all’Iti Segato di Belluno in collaborazione con il
Gruppo Giovani Imprenditori. Le aziende del nostro settore hanno difficoltà a reperire figure tecniche intermedie in
grado di assistere i tecnici specializzati nella fase relativa alla ideazione, progettazione e sviluppo del prodotto finale
e di apprendere sul campo il processo di industrializzazione dell’occhiale. Sarà compito della nuova squadra far co-
noscere ai ragazzi e loro genitori l’offerta formativa del percorso triennale». Franzoia si prefigge anche di potenziare
«la collaborazione con Anfao soprattutto nell’area internazionalizzazione per essere sempre più vicini alle esigenze
delle aziende. Lavoreremo per stimolare e rafforzare le sinergie tra imprese associate anche in previsione degli ap-
puntamenti fieristici. Anche la collaborazione con il Museo dell’Occhiale resta tra le nostre priorità visto anche il la-
voro che stiamo portando avanti all’interno del progetto di Distretto Culturale Evoluto. Ed infine», conclude, «segui-
remo con grande attenzione le proposte di finanziamento dell’ambito delle misure Por Fers destinate alle aziende
7 RASSEGNA STAMPA

del distretto dell’occhialeria bellunese e ci impegneremo a realizzare sinergie con altri enti e reti innovative regiona-
del Nella
li». distretto dell’occhialeria
stessa bellunese
sessione sono e ci impegneremo
stati eletti a realizzare
come vicepresidenti Nadiasinergie
Zampol con altri enti
(Martini e retiSrl)
Occhiali innovative
e Ketty regiona-
Bavare-
li». Nella
sco stessaSrl)
(Pin Optik sessione
e comesono stati eletti
consiglieri comeDe
Michele vicepresidenti
Biasi (Ookii Nadia Zampol
Srl – Matrix (Martini
Srl), Erminio Occhiali
Da ViàSrl) (Dae Vià
KettyLuigi
Bavare-
Srl),
sco (Pin Optik
Giuseppe Srl) e come
Giacomuzzo consiglieri
(Galvision Srl) –Michele
MassimoDeLarcher
Biasi (Ookii SrlSrl),
(Luxol – Matrix Srl),
Matteo Erminio
Roncalli Da ViàSrl).
(Grimont (Da IlVià Luigi Srl),
presidente e
ilGiuseppe
consiglioGiacomuzzo
resteranno in(Galvision Srl) –anni.
carica quattro Massimo Larcher (Luxol Srl), Matteo Roncalli (Grimont Srl). Il presidente e
il consiglio resteranno in carica quattro anni. da “Il Corriere delle Alpi” del 15 novembre 2018
da “Il Corriere delle Alpi” del 15 novembre 2018

Alle ex scuole di Schievenin l’intervento per il B&B


Alle ex scuole di Schievenin l’intervento per il B&B
Partiti i lavori alle ex scuole elementari di Schievenin. Dopo la recente inaugurazione del ponte Al Borgo e dell’area
Partiti iavvenuta
picnic lavori alleil ex
13 scuole
ottobre,elementari
la frazionedi verrà
Schievenin. Dopo lapotenziata
ulteriormente recente inaugurazione
con un servizio del bed&breakfast
ponte Al Borgoper e dell’area
i turisti,
picnic
che avvenuta
sorgerà dalleil 13 ottobre,
ceneri la struttura
dell’ex frazione verrà ulteriormente
scolastica: questo èpotenziata con unfissato
infatti l’obiettivo servizio bed&breakfast per Zanolla,
dall’amministrazione i turisti,
sorgerà
che nel tempodalle ceneri dell’ex
ha effettuato struttura
alcuni scolastica:
lavori per questo
ridare vita è infatti l’obiettivo
a Schievenin, ora dotata fissato
anchedall’amministrazione
di un chiosco-bar. SecondoZanolla,
che
le nel tempodal
intenzioni, hacomplesso
effettuato alcuni lavori sorgere
dovrebbero per ridareseivita a Schievenin,
camere ora dotata
dotate ciascuna ancheigienici
di servizi di un chiosco-bar.
propri, grazie Secondo
al sup-
le intenzioni,
porto di fondi dal
Odicomplesso
con tanto di dovrebbero
emissionesorgere sei camere
di un bando dotate
per la sua ciascuna
gestione. di servizi
Il progetto di igienici propri, grazie
valorizzazione al sup-
della Valle di
porto di fondi
Schievenin nonOdifinisce
con tanto di emissione
qui: ad di un bando
essere sottoposta per la sua
a miglioria gestione.
ci sarà ancheIll’area
progetto
deglidi impianti
valorizzazione
sportividella Valle
con la di
crea-
Schievenin
zione non finisce
della palestra qui: adper
di roccia essere sottoposta
gli amanti a miglioria ci
dell’arrampicata, sarà
il cui anche l’area
cantiere, deglitecnici,
per motivi impiantipartirà
sportivi connel
però la 2019.
crea-
zione
E dellaper
sempre palestra
finalità di turistiche
roccia perlaglizona
amanti dell’arrampicata,
verrebbe potenziata ilcon
cui cantiere,
l’acquistoper motivi
di bici tecnici, epartirà
elettriche con la però nel 2019.
creazione di
E sempre
un’area per per
sosta finalità turistiche la zona verrebbe potenziata con l’acquisto di bici elettriche e con la creazione di
i camper.
un’area sosta per i camper. da “Il Corriere delle Alpi” del 15 novembre 2018
da “Il Corriere delle Alpi” del 15 novembre 2018

Cinque fucili e due pistole della collezione privata del commissario di polizia Paolo Cutolo
Cinque fucili e due donate
pistole al
della collezione
Museo privata del
civico storico commissario
territoriale di polizia Paolo Cutolo
di Campo

Armi storiche in “regalo”


donate al Museo civico storico territoriale di Campo

Armi storiche in
Un dono insolito. Cinque fucili e due rivoltelle, tutti materiali sto-
“regalo”
Un di
rici dono insolito.
valore, Cinque
sono stati fucilidal
donati e due rivoltelle, di
commissario tutti materiali
Polizia sto-
di Stato
rici di valore,
Paolo Cutolo sono stati donati
al Museo civico dal commissario
storico territorialedi diPolizia
Campo. di Stato
Una
Paolo Cutolo
donazione, al Museo
quella operata civico storico della
a beneficio territoriale
struttura di attiva
Campo. nel Una
Co-
donazione,
mune quella
di Alano operata
di Piave, a beneficio
frutto dellalegame
dello stretto strutturache attiva nelultimi
negli Co-
mune
12 annidi si
Alano di Piave,
è andato frutto dello tra
consolidando stretto legame
Cutolo che negli ultimi
e l’amministrazione
12 anni
del paese si del
è andato consolidando
Basso Feltrino. tra Cutolo
Ieri mattina, nellaesala
l’amministrazione
consigliare, la
del paese del
cerimonia Basso
ufficiale e, Feltrino.
a seguire, Ieriun’illustrazione
mattina, nella deisalamateriali
consigliare,
dona- la
ticerimonia
al museoufficiale
di Campo. e, a seguire, un’illustrazione dei materiali dona-
ti al museo di Campo.
Un rapporto nato 12 anni fa. Il rapporto di amicizia nasce 12 an-
Unfarapporto
ni quando su nato 12 anni
internet fa. Il rapporto
comparve di amicizia
un appello in cui sinasce 12 an-
chiedeva se
ni fa quando
qualcuno su internet
fosse interessatocomparve un appello
a due cannoni in cuialtrimenti
storici, si chiedeva se
desti-
qualcuno
nati fosse interessato
alla distruzione. Cannoni a due
che cannoni
oggi sono storici, altrimenti
ad Alano. Da lìdesti-
ebbe inizio uno scambio telefonico ed epistolare tra
nati alla distruzione.
Comune e Cutolo cheCannoni che oggi
è proseguito fino sono
a oggiad Alano.
e che tuttiDa lì ebbe inizio
si augurano unoproseguire
possa scambio telefonico
anche nel ed epistolare
futuro. tra
«Si tratta
Comune
di e Cutolo che
una collezione che cura
è proseguito
con minuzia fino ea oggi e che tutti
il fatto abbiasi voluto
augurano possaalcuni
donarne proseguire anche
pezzi alla nel futuro.
nostra «Si tratta
comunità, arric-
di una collezione
chendo che cura
quindi l’offerta con minuzia
del nostro museo,e ci il fatto
onora»,cheha abbia voluto donarne
sottolineato nel suo alcuni
interventopezziil alla nostra
sindaco comunità,
alanese arric-
Serenella
chendo
Bogana.quindi «Questo l’offerta del nostro
momento museo,
ufficiale credocisiaonora»,
doveroso ha sottolineato
perché non nel è dasuo
tuttiintervento
fare questo il sindaco alanese Serenella
tipo di donazione. Ringra-
Bogana.
ziamo «Questo
Cutolo momento
da parte nostraufficiale
e anchecredo sialadoveroso
di tutta comunità». perché non è da tutti fare questo tipo di donazione. Ringra-
ziamo Cutolo da parte nostra e anche di tutta la comunità».
Contro il terrorismo. Cutolo è commissario di polizia e ha dedicato 40 anni della sua vita all’antiterrorismo. «La
Contro il terrorismo.
collezione deriva dal mio Cutolo
lavoro è macommissario
anche dalla di mia
polizia e hapassione
grande dedicato per40 le
anni
armi»,dellaspiega
sua vita all’antiterrorismo.
il commissario, «La
originario
collezione
di Napoli ma deriva dal mio
residente lavoro
a Bari. ma anche dalla
«Quarant’anni mia grande
bellissimi passione
ma pieni per le earmi»,
di sacrificio spiega
rinunce, come il commissario,
le mie lungheoriginario
assenze
di Napoli
da ma residente
casa, lontano da miaa moglie
Bari. «Quarant’anni bellissimi
e dalle mie figlie. ma pieni
Con Alano si èdicreata
sacrificio
una evera rinunce, come
amicizia le mie lunghe
e sintonia: quando assenze
vengo
da casa,
qui lontano
mi sento da mia
a casa». Lamoglie e dallenello
donazione, mie specifico,
figlie. Conconsiste
Alano si di è creata
7 pezzi,una vera eamicizia
5 fucili 2 pistole.e sintonia: quando
«Arriva tutto vengo
dalla mia
qui mi sento
collezione a casa».
privata La donazione,
che conta nello specifico,
circa un centinaio di pezziconsiste
raccolti di 7 pezzi,
in circa 5 fucilispiega
40 anni», e 2 pistole.
lo stesso«Arriva tutto«Sono
Cutolo. dalla mia
tut-
ticollezione privata
pezzi storici che conta
e antichi. I piùcirca un centinaio
rari sono un fuciledi Steyr
pezzi 1888
raccolti in circain40soli
prodotto anni»,
290 spiega lo stesso(possederne
mila esemplari Cutolo. «Sono unotut-
è
ti pezzi
una storici
rarità) e un e fucile
antichi. I più rari
Mauser sono un
Gewehr 1888fucile Steyr
di cui 1888 solo
esistono prodotto
750 in solipezzi.
mila 290 mila esemplari
Ci sono poi due (possederne uno è
rivoltelle antiche,
unamodello
un rarità) edelun1879
fucilee Mauser Gewehr 1888 di cui esistono solo 750 mila pezzi. Ci sono poi due rivoltelle antiche,
uno del 1887».
un modello del 1879 e uno del 1887». da “Il Gazzettino” del 18 novembre 2018
da “Il Gazzettino” del 18 novembre 2018

ASTERISCO

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Il Mercatino
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8 ATTUALITÀ

Egidio Forcellini, un anniversario ricco di iniziative


a cura della Biblioteca Civica di Alano di Piave
Sabato 10 novembre alle 17.30 in sala consiliare si è svolta la conclusione delle celebrazioni forcelliniane 2018 con la
premiazione dei ragazzi vincitori del concorso di traduzione dal latino, Certamen Egidio Forcellini.
Nell'ambito della serata il Sindaco Serenella Bogana, ha illustrato le iniziative realizzate dall'Amministrazione
Comunale in collaborazione con le insegnanti delle scuole primaria e secondaria di I° grado di Alano e di Quero,
l'Università A/A Conca del Piave, la Pro-Loco di Alano di Piave, le Parrocchie di Alano e Fener, le Associazioni, i
Comuni di Quero Vas e Segusino, con il coordinamento della Biblioteca di Alano. Poi la maestra Amalia Codemo ha
presentato e raccontato tutte le iniziative attuate in sinergia, a partire dalla scorsa primavera, grazie alle diverse
collaborazioni. L'8 aprile si sono aperte le celebrazioni per il
250° anniversario della morte di Egidio Forcellini con la
liturgia di ringraziamento nella chiesa di Campo, che ha visto
la partecipazione di Don Ravazzolo, professor al Seminario
vescovile di Padova e direttore della Facoltà Teologica del
Triveneto, con il Rettore del seminario di Padova e con Don
Francesco. Al termine della messa, cantata dalla Schola
Cantorum di Alano e dal Coro della Parrocchia di Campo,
accanto alla chiesa, è stato messo a dimora un ulivo
dedicato alla memoria del principe dei lessicografi. A seguire
un momento conviviale offerto dalle Pro Loco di Alano e
Fener con il circolo Acli Campo.
Il 21 settembre l'anno accademico all'Università A/A si è
aperto con una lectio tenuta da don Ravazzolo e dal dott.
Marco Zanetti che hanno affascinato il pubblico con la
presentazione di "Egidio Forcellini latinista e lessicografo, un
grande uomo". La sera è stato riproposto lo stesso
intervento in biblioteca ad Alano per dare l'opportunità di
partecipazione a quanti non avevano potuto essere presenti
nel pomeriggio al Centro Culturale di Quero.
Il 22 settembre si è svolta la passeggiata con gli adulti "Sui
passi di Forcellini", condotta da Amalia Codemo che ha
narrato vicende della storia locale intrecciate con le
esperienze della vita del Forcellini, inserite nella cultura del
tempo e nella grande storia: dal monumento al Tegorzo, alla
casa di Egidio, alla chiesetta di S. Cecilia e alla chiesa di
Campo. Nei mesi di settembre e ottobre nelle scuole di
Alano e Quero i ragazzi delle scuole di Alano e di Quero
sono stati coinvolti in diversi incontri, differenziati per età,
durante i quali hanno potuto conoscere meglio la figura di
Egidio Forcellini; gli studenti sono stati poi accompagnati in
un percorso sui luoghi che lo ricordano.
Il 26 settembre i ragazzi della Primaria e quelli delle classi
prime della Secondaria di I° grado hanno partecipato a
"Gioca con Egidio Forcellini", una attività curata degli
insegnanti con dei giochi motori e domande su Forcellini.
Ogni risposta giusta faceva guadagnare al gruppo una
tessera di un puzzle che i ragazzi hanno poi composto tutti
insieme in palestra per ottenere il ritratto del nostro illustre
latinista. Il 29 settembre l'Università A/A ha organizzato una
visita alla biblioteca del
Seminario Maggiore di
Padova dove sono
conservati i volumi
autografi del LEXICON.
L'Amministrazione
Comunale, per la
ricorrenza, ha curato la
ristampa anastatica del
libro scritto dalla
maestra Maria Prest nel
1968: "Egidio Forcellini
un grande uomo di un
piccolo paese"
rispondendo così alla
richiesta dei cittadini,
che desideravano una
pubblicazione a carattere divulgativo sul nostro latinista. Per offrire informazioni ai residenti e agli ospiti, presto saranno
installate le tabelle informative-turistiche nei pressi del monumento al Tegorzo e della chiesa di Campo.
9 CRONACA

Il concorso di traduzione dal latino


Certamen Egidio Forcellini
La prof. Luana di Tommaso insieme ai professori Antonella Chiappin, Magalì Schievenin e Marco Campigotto hanno
predisposto il concorso di traduzione dal latino “Certamen Egidio Forcellini”, tenutosi il 26 ottobre, presso la
Scuola Media di Alano, rivolto
agli studenti dei Licei residenti
nei Comuni del Basso Feltrino.
I tre ragazzi che hanno fatto
la migliore traduzione dei
brani dal latino di Seneca e
Cicerone, sono stati:
 Maria Ancarani per le
classi 5e,
 Laura Babaian per le
classi 4e,
 Manuel Carrer per le
classi 3e.

I vincitori sono stati premiati con un box viaggio di due giorni in una città d'arte la sera
del 10 novembre in municipio, alla presenza delle Amministrazioni di Alano di Piave,
Quero Vas e Segusino e degli insegnanti che hanno curato il concorso. Complimenti!
Questo l’elenco dei ragazzi che hanno partecipato al concorso: Laura Curto, Giovanni
Mattia Codemo, Giovanni Guartieri. Anna Dal Canton, Elisabetta Geronazzo, Andrea
Zanella, Manuel De Rui, Chofang Wang, Ancarani Maria, Laura Babaian, Manuel
Carrer. Le manifestazioni sono state ricche di proposte interessanti e partecipate che
hanno coinvolto i bambini, i ragazzi e gli adulti. Il progetto è stato realizzato grazie
alla collaborazione tra i Comuni di Alano di Piave, Quero Vas e Segusino che si sono
uniti per mantenere viva la memoria di "un grande uomo", come fecero nel 1879 con
la costruzione del monumento presso il ponte sul Tegorzo a Fener.
Si ringraziano tutte le persone che hanno collaborato mettendo a disposizione tempo,
conoscenze e competenze affinchè il percorso della memoria potesse essere
condiviso dal maggior numero di persone della nostra comunità.

PERSONAGGI

Gelindo Andreazza: una vita breve, ma intensa


Gelindo, nome dal sapore antico di un figlio della terra dal destino segnato. Nato nella piccola frazione di Santa Maria
di Quero il 10 Settembre 1902, è uno dei sei figli di Angelo e Bagatella Angela. I due più comuni cognomi del paese.
Come le altre comunità locali l'economia locale è basata sulle scarse risorse dell'agricoltura di montagna. Per mante-
nere i numerosi figli, la normalità diviene cosi la via dell'emigrazione, per tanti anche all'estero, come il padre di Gelin-
do, al momento della nascita del figlio al lavoro in Germania. Gelindo cresce in paese con i fratelli con ciò che la terra
può offrire, e quando vede l'annata agricola favorevole dissipata dalle truppe austro-tedesche, ne farà uno degli argo-
menti descritti nei suoi quaderni. Bravo scolaro, userà alla fine del conflitto, la sua capacità di narrativa per fissare a fu-
tura memoria i fatti dell'occupazione nemica qui descritti. Dopo il servizio militare a Palmanova, il destino del padre ri-
cade sulla vita di Gelindo. Seguirà l'esempio di un fratello imbarcandosi da emigrante a Genova per l'Australia,
destinazione Griffitth, Nuovo Galles del sud. Quattro anni più tardi lo raggiungerà la fidanzata Matilde Bagatella per
convolare a nozze il 15 Agosto 1926. Sarà purtroppo una breve unione della coppia. Il breve tempo di formare una fa-
miglia con la nascita del figlio Severino, e come racconterà Matilde al ritorno a Santa Maria, le durissime condizioni di
vita porteranno il pur giovane Gelindo ad una prematura morte il 9 Maggio 1927, a soli venticinque anni. Oggi la pro-
genie di questo sfortunato figlio delle nostre contrade vive laggiù in Australia con i figli australiani di Severino.

ASTERISCO
La foto di copertina
(M.M.) Scatto fotografico di Roberto Sudiero, datato 13 settembre 2013, che ritrae il “ponte romano” che si può ammi-
rare nel territorio di Alano di Piave, poco distante dal campo sportivo che si trova fra Campo e Alano di Piave. L’opera
è di datazione incerta, ma il nome già indica la sua storicità che si fa risalire ad epoca romana. La foto è stata scattata
con una Sony SLT-A77V, 1/60 di secondo, ISO 250, Numero F=8 per proporre un angolo suggestivo del nostro territo-
rio, ricco di tesori che molte volte sfuggono alla nostra attenzione per esserci troppo vicini.
10 CRONACA

50° anniversario di matrimonio in Schievenin


Festeggiati Alcide e Vally
di Alessandro Bagatella
I coniugi Alcide Roman e Bertoletti Vally hanno rinnovato quel fati-
dico SI pronunciato il 19.10.1968 a Torino, questa volta nella chie-
sa di Schievenin, il 21 ottobre scorso, davanti al parroco don Ales-
sio Cheso, circondati da famigliari ed amici. I coniugi Roman si
erano conosciuti a Torino, città nella quale Alcide era giunto per la-
vorare alla Fiat. Tutti pensavano che rimanessero nella grande cit-
tà, invece il destino li riportò in Valle di Schievenin, dove assieme
affrontarono gioie e dolori. Molte anche le soddisfazioni, come quel-
la di essere festeggiati solennemente dal nipote Daniele Ganz, con
la sua fisarmonica, continuando la tradizione da musicista del bi-
snonno “Carot”. Daniele ha cominciato quasi per scherzo a suonare
12 anni fa e oggi,
dopo studi e sa-
crifici, fa parte
della fisorchestra
Rossini, con la
quale ha viaggia-
to per esibizioni
in Francia, Polonia, Tailandia, ottenendo grandi successi. Daniele ha
vinto anche un concorso da solista e altre competizioni assieme al
gruppo. Auguri a Daniele, che continui così a portare allegria nelle
feste come quella dedicata ai nonni Alcide e Vally. Una festa conclu-
sasi in allegria alla trattoria “al pescatore” di Pederobba. Aggiungia-
mo i nostri rallegramenti per gli sposi e per il futuro da musicista di
Daniele.
COME ERAVAMO

Un rito antico: “far su al porzhel”


segnalazione di Luca Favero
La foto immortala un rito, cruento, dei tempi andati, quando in famiglia si macellava il maiale ed era un’operazione che
coinvolgeva tutto il vicinato. Qui è la famiglia Favero, di Quero, che è impegnata nelle rituali operazioni di macellazio-
ne, ma si nota anche la presenza di altre persone e fra queste, al centro, un componente della famiglia Antoniazzi. La-
sciamo ai lettori il compito di nominare tutti i presenti, ma siamo certi che saranno in molti a riconoscerli.
11 CENNI STORICI

Per ricordare l’eroe caduto sul M.te Cornella

CRONACA
Emma Bagatella, i valori di una vita impegnata
Le sorti della sua vita richiamano le sorti del paese, fra prospettive di sviluppo, fatiche, delu-
sioni e successi, senza dimenticare la generosità dell’impegno sociale e solidale verso il
prossimo. Emma Bagatella nasce a Pederobba (Tv) l’11 ottobre 1925, terza di altri 8 fratelli.
Purtroppo, a soli tre anni, rimane orfana della mamma Erminia, venuta a mancare a soli 33
anni. Il papà Enrico Giovanni, che si occupa della peschiera di Pederobba, affida Emma e le
altre due sorelline ed un fratello a delle zie, che si occuperanno di loro fino al risposarsi del
papà. La famiglia si riunisce e con il secondo matrimonio nascono altri 5 fratelli. Nella secon-
da guerra mondiale il papà viene richiamato a prestare servizio a Colle Isarco (Bz), nell’arma
dei carabinieri, e porta con sé Emma, che, giovanissima, si occupa dei famigliari un po’ an-
ziani dei proprietari di un grande Hotel tutt’ora attivo (Hotel Europa). Ritornata a Pederobba vi
rimane ancora un po’ e poi ventenne emigra nella vicina Svizzera a fare la cameriera e ad
occuparsi ancora una volta dei proprietari dell’albergo. In precedenza Emma conobbe un ra-
gazzo di Santa Maria di Quero: Decimo ed al suo rientro dalla Svizzera decisero di sposarsi.
Era il 1948. Emigrò in Belgio, dove Decimo era già occupato a lavorare nella miniera di carbone. Nel 1950 nasce il
primo figlio, Vincenzo, e nel 1954 ritornano in Italia, andando ad abitare nell’abitazione del papà di Emma, preceden-
temente acquistata a Quero, in località stazione Quero-Vas. Qui Emma si occupa della casa e di quello che la circonda
e per un buon periodo affitta stanze ad operai di alcuni cantieri presenti in zona e così contribuisce all’economia della
casa, che in quegli anni non era certamente rosea, mentre il marito lavora nel cantiere di Santa Maria per la costruzio-
ne della galleria ferroviaria e, poi, anche alla diga del Vajont. Nel 1959 nasce il secondo figlio Diego. Emma orgogliosa
della sua casa la trasforma e ora può affittare alcune stanze pure a dei villeggianti che dalla vicina Venezia e paesi del
trevigiano salgono fin quassù per riposarsi e respirare aria buona di quel tempo. Nel 1987 Emma rimane vedova; la si-
licosi si è portata via Decimo ancora giovane. Emma non lesina il suo impegno anche nell’attività sociale e diventa fi-
duciaria di zona per l’Associazione Invalidi di guerra, partecipando a tutte le cerimonie commemorative. Un impegno
verso il prossimo che si conferma con l’adesione all’Associazione dei donatori volontari di sangue, sempre pronta a ri-
spondere alle chiamate del centro trasfusionale, tanto da meritare il riconoscimento della medaglia d’oro nel 1984.
Emma, sulla soglia dei sessant’anni, ha voluto dedicare un po’ di tempo anche per sé stessa e intraprende alcuni viag-
gi che la porteranno per alcuni mesi anche nella lontana Australia. Ritornerà pure in Belgio, paese lasciato molti anni
prima e verso il quale nutriva un po’ di nostalgia. Nel 2012 Emma conosce un altro forte dolore: la perdita del figlio
Diego. Piano piano Emma ha perso la salute, aggredita dalla terribile malattia di Alzheimer, che la porterà alla conclu-
sione della sua intensa e laboriosa vita il 3 giugno 2018. (testo redatto dal figlio Vincenzo)
12 CRONACA

Alluvione di Novembre
Anche Santa Maria bassa evacuata
di Alessandro Bagatella
Tanta paura! Tutti temevano un’altra alluvione come quella del 1966, quando la frazione subì ingenti danni, anche se
pure questa volta non è stata del tutto risparmiata. Certo, rispetto ai danni della parte alta della provincia di Belluno i
danni sono stati di minor entità. Comignoli divelti, allagamenti nelle cantine, qualcuno ci ha rimesso legna, galline, ba-
racche, fienili. Sono state divelte numerose piante da frutto: susini, noci, ciliegi, viti. Abbandonare la casa è stato per
molti il più grande dolore. Quando il sindaco ed i carabinieri, assieme alla protezione civile, sono intervenuti convin-
cendo gli abitanti di Santa Maria bassa a lasciare casa per passare la notte all’albergo Tegorzo di Fener, nessuno è
riuscito a dormire, nonostante fossero al sicuro dalla piena del Piave. Adesso ci attende il compito di riparare i danni
subiti, con lo spirito e la forza di continuare guardando avanti. Grazie al sindaco, alle forze dell’ordine ed ai numerosi
volontari, tra i quali gli operai del Comune, e alla protezione civile, tutti generosi nell’adoperarsi in aiuto e soccorso di
chi era nel bisogno.

foto di Michele Remor e Ruggero Brandalise

LIBRI
La strategia del seme
Cerealicoltura, frutticoltura, viticoltura e fibre tessili: il mondo rurale
raccontato in un dizionario degli attrezzi di un tempo.
Cos’era il cristo? Come funzionava il lanbich? A cosa serviva il grapìn? Sono solo alcune delle domande sul mondo ru-
rale montano cui risponde il nuovo libro di Lois Bernard “La strategia del seme”, fre-
sco di stampa per Edizioni DBS. Scritto da Lois Bernard, è il seguito dei volumi
“Cose di vecchie case” e “Piedi in erba mani in pasta”, dedicati rispettivamente
agli oggetti e ambienti di casa e a quelli usati nelle stalle, nei prati e nella lavorazione
del latte. Un viaggio nel tempo alla scoperta della quotidianità dei nostri nonni che si
concentra ora sulla coltivazione e la lavorazione di cereali e frutti nonché su quel che
riguarda la vinificazione e le fibre tessili. Si tratta di attività costitutive dell’identità
agricola, non solo in ambito alpino; per questo, fatto salvo il nome dialettale con cui
venivano identificati gli oggetti, il libro è prezioso supporto a chi voglia riscoprire il
mondo contadino di qualsiasi zona italiana ma non solo. Cambia infatti la terminolo-
gia ma la sostanza degli oggetti rimane identica: modi di creazione, modalità d’uso,
funzione. E’ un intero mondo che si svela aiutando a dare un senso diverso ad ogget-
ti un tempo di uso pratico ma oggi dimenticati o, nel migliore dei casi, divenuti oggetti
d’arredo nelle nostre case. Si pensi al proposito al Van, un tempo usato per vagliare
il grano ed oggi riscoperto come soprammobile portafrutta o porta oggetti sulle nostre
tavole. Per agevolare il lettore e favorire la consultazione il volume si presenta come
un agile dizionario che, attrezzo per attrezzo, racconta come erano fatti e come
venivano usati, accompagnandoli talvolta con adagi popolari legati al loro utilizzo. Il
tutto è documentato da un apparato iconografico ricchissimo, costituito sia da foto d’epoca che da scatti recenti, per
permettere al lettore una conoscenza il più puntuale possibile dell’argomento. Come nei due volumi che l’hanno prece-
duto, l’obiettivo dell’autore è di far capire al lettore l’inventiva, la genialità, le conoscenze che permisero la realizzazio-
ne degli attrezzi di cui scrive. In questo sta l’eccezionalità dell’opera: un omaggio a quella capacità di “arrangiarsi tro-
vando sempre una soluzione” che è segno distintivo del vivere in montagna. Composto da 406 pagine a colori, formato
16×23, “La strategia del seme” è impreziosito dai disegni di Renato Dal Cin ed è stato realizzato con la consulenza
fotografica di Oreste Tormen.
Per info: Laura Pontin – Coordinamento editoriale - info@edizionidbs.it
13 CENNI STORICI

“Grande Guerra”, dove venne decisa la vittoria


che diede all’Italia Trento e Trieste
Il nostro lettore Bepi Cargnelli ci ha fornito una interessantissima stampa - proveniente dall’archivio Dall’Armi di
Valdobbiadene - in cui si vedono i movimenti delle varie Armate nella nostra zona durante l’epilogo della “Grande
Guerra” (nelle due pagine seguenti), così come sono stati desunti dai comunicati ufficiali, e i protagonisti (in questa
pagina). Per ovvi motivi di spazio e di comprensione (la stampa, infatti, era di un formato…extralarge), la pubbli-
chiamo in blocchi distinti.
14 CENNI STORICI
15 CENNI STORICI
16 ATTUALITÀ

Feltre: nuove tariffe d’accesso ai musei cittadini


Piccola “rivoluzione” nelle tariffe d’accesso ai musei cittadini, al teatro de la Sena e alla Torre
dell’Orologio. Nell’ultima seduta di giunta, l’Amministrazione Comunale ha infatti deciso di prov-
vedere alla modifica e all'uniformazione delle condizioni di ingresso al Museo civico di Feltre, al-
la Galleria d'arte moderna "Carlo Rizzarda", al Teatro de La Sena e alla Torre dell'Orologio del
Castello a partire dal 1° gennaio 2019, prevedendo facilitazioni per i residenti nel Comune di
Feltre e per le scuole. In particolare, tra l’altro, tutti gli under 25 residenti nel Comune di Feltre (e
quindi anche le scolaresche) potranno entrare gratuitamente in ogni struttura.
Per facilitare l'accesso ai Musei e la partecipazione ai laboratori didattici delle scuole di ogni ordine e grado situate al di
fuori del territorio comunale si è inoltre previsto di consentire l'accesso illimitato per tutto l'anno scolastico al prezzo
agevolato di € 5,00 a classe per ogni singola struttura (Museo civico o Galleria Rizzarda).
Il biglietto “intero” avrà un prezzo, in ogni caso alquanto accessibile, di 4 euro per l’accesso al Museo Civico e alla Gal-
leria Rizzarda (ridotto 1,50), e di 2 euro (ridotto 1) per il teatro de la Sena e la Torre dell’Orologio. E’ inoltre prevista
tutta una serie di riduzioni, in relazione all’età o all’appartenenza a specifiche categorie.
"Il Comune di Feltre ha una gestione totalmente pubblica dei musei, ed è questo un punto a cui, come amministrazio-
ne, teniamo molto, commenta l’assessore alla cultura Alessandro Del Bianco. La gestione pubblica comporta che le
spese siano sostenute direttamente dal bilancio del comune, quindi dai cittadini; per questo motivo abbiamo ritenuto di
proporre una riduzione per tutti i residenti sopra i venticinque anni, mentre tutti gli under 25 e tutti i ragazzi delle scuole
con sede a Feltre entreranno gratis. È una sorta di scambio reciproco, tra comunità e patrimonio. Rafforzare lo spirito
di comunità significa anche essere consapevoli del proprio patrimonio e usufruirne liberamente", conclude Del Bianco.
Comunicato stampa 8 novembre 2018

ASTERISCO

La moto personalizzata
di Marco
L’opera di elaborazione estetica della vecchia Bmw è ben riusci-
ta al querese Marco Bollotto, tanto da meritare la pubblicazione
del risultato sulla rivista specializzata “Ferro”. In questa pagina
foto e descrizione uscite sulle
pagine della rivista, che abbia-
mo “catturato” per proporle
all’attenzione dei nostri abbo-
nati, per la soddisfazione del
nostro centauro, meccanico per
passione.
17 ATTUALITÀ

Le ferite del clima: la terra guasta   

articolo di Giampaolo Visetti ‐ foto di Michele Lapini ‐ segnalazione di Silvio Forcellini 
 

Il 29 ottobre è un giorno che ha cambiato la storia delle nostre montagne: 12 milioni di alberi sono stati spezzati da 
un vento senza precedenti. Nell’intero Nordest l’ultima ondata di maltempo ha stravolto il territorio. Il segno di come 
il riscaldamento globale sta modificando la vita di tutti. 
 

I cerchi degli alberi, dopo tanti anni, sulle Alpi si sono interrotti. 
L’età di una pianta, dal primo all’ultimo istante, resta incisa per 
sempre nel suo cuore di legno. Solo quando le foglie smettono di 
respirare, ognuno può conoscerla. Le colonne delle foreste sono 
gli  unici  organismi  a  raccontare  senza  segreti  il  corso  essenziale 
della  vita.  Chi  ha  meno  difficoltà,  crescendo,  può  tracciare 
circonferenze  più  larghe.  Chi  fatica  a  restare  in  piedi, 
aggrappandosi alla terra, lascia trame più strette. Adesso questi 
milioni  di  romanzi  vegetali,  scritti  con  la  clorofilla  e  custoditi 
nell’anima dei tronchi, si sono aperti e anche gli animali, assieme 
agli esseri umani e alle stelle, li possono leggere. La notte che ha 
preso  i  boschi,  li  ha  alzati  con  il  vento  e  ha  rovesciato  gli  alberi 
sulla testa dell’umanità che non li conosce più da molto tempo, 
ha creato una biblioteca infinita che, prima di ritornare polvere grazie agli insetti e alle accette, chiede di essere letta. È 
il racconto corale di una natura malata, tanto da non riuscire più a reggersi in piedi. Gli alberi, nel Nordest del versante 
meridionale delle Dolomiti, come accade ai vecchi che scoprono di non riuscire più a restare nel mondo che li ha visti 
bambini, si sono distesi vergognandosi di rivelare la propria estrema fragilità. Due giorni prima a Venezia si era sollevato 
il mare. Il giorno prima nelle pianure e lungo le valli del Triveneto sono scappati i fiumi e i torrenti. Poche ore prima sono 
precipitate le frane, antiche e nuove, per ricordare dove scorrono le vene della roccia. I boschi hanno ceduto per ultimi, 
il rombo dei loro scoppi è stato coperto dalla pioggia e protetto dal buio. La fine di questa eroica resistenza però ora è 
davanti ai nostri occhi, che non possono restare chiusi. Tutto può essere pulito, riparato, ricostruito: sta succedendo. La 
stessa foresta invece non può rinascere. Ci siamo spinti oltre questo invalicabile confine, dentro un universo nuovo. Non 
possiamo  più  camminare  come  prima  su  un  prato,  respirare  tra  i  fiori:  è  un  dolore,  lo  sentiamo,  troppo  chiaro  per 
continuare a vivere come prima. 
Val Visdende (Santo Stefano di Cadore) 
Le  foreste,  misteriose  e  sacre,  sono  le  coperte  che  scaldano  le  montagne.  Crescono  silenziosamente  e  insieme,  per  non  perdere 
l’acqua che le disseta. Sanno come fare il legno che le difende e da millenni non sbagliano mai. Ogni albero invece, quando è finito, 
resta solo e improvvisamente muore a modo suo. Smette di puntare verso il cielo e si distende, per ritornare lentamente nella terra, 
aiutato dagli insetti. Si raffredda dentro, come ognuno di noi. La sua linfa si secca. Anche sulle Alpi Carniche è stato sempre così. 
Sempre, tranne la notte di lunedì 29 ottobre 2018. A Pie della Costa, sotto la cima del Peralba in alta Val Visdende, il bosco spontaneo 
di abete rosso, cresciuto in oltre due secoli, è esploso da fresco e in venti minuti. A quota 1.670, sopra malga Antola, le raffiche di vento 
hanno toccato i 217,3 chilometri all’ora: la stessa velocità registrata alle 21.34 dalla stazione metereologica di Passo Rolle, tra Veneto e 
Trentino. Il limite non è più la memoria umana: nessun archivio botanico, in Europa, documenta un cataclisma simile. Per la natura e 
per la specie umana è «una prima volta». Nessuno adesso sa prevedere il futuro. Conifere e latifoglie, sul versante sud dell’arco alpino 
di Nordest, non sono fisiologicamente programmate per resistere a un uragano soffiato con la forza che solo un oceano del Sudest 
asiatico possiede. «Guarda queste radici ‐ dice Jerry De Zolt, finanziere, uno dei quindici abitanti rimasti nella valle amata da papa 
Wojtyla e il primo a dare l’allarme ‐ Sono tranciate di netto, non strappate. I ceppi guardano a Oriente, non verso Nord, come dopo le 
trombe d’aria di un temporale. L’ecosistema montano ci parla esibendo un’imprevedibile novità. Sembra dire: andate via». Fino a Pian 
del Polo, tra le sorgenti del fiume Cordevole e del torrente Londo, vivevano 150mila alberi fìtti e coetanei. Ora sono a terra, uno sopra 
l’altro. Gli schianti hanno scavato crateri profondi cinque metri. Solo ventidue tronchi, senza più cimale, svettano come sentinelle ferite 
su una distesa profumata di rami sfibrati. È un tappeto morbido e sotto i piedi oscilla sopra i vuoti che ha creato, come una palafitta 
dopo la tempesta. Il sole asciuga il muschio rovesciato e aiuta i ragni a tessere le trappole per gli ultimi moscerini di un novembre 
troppo caldo. Non c’è nessun altro: la vita però, sotto altre forme microscopiche, riparte. «I boscaioli ‐ dice Dino De Zolt, contadino 
detto  “Gasperina”  ‐  non  si  orientano  più.  Conoscevano  questi  luoghi  come  il  filo  della  loro  lama,  adesso  sbagliano  di  chilometri. 
Pensano di trovarsi su un versante, invece camminano su quello opposto. Passata quella notte, siamo usciti di casa. Albeggiava quando 
abbiamo  scoperto  un  mondo  nuovo.  Sulle  Alpi,  tra  la  Lombardia  e  il  Friuli,  ormai  abita  un  popolo  di  estranei».  Il  problema,  sulle 
Dolomiti, è che il vento non sa fare le curve, che la pioggia pesa e che insieme sono più forti della roccia. «Quella notte» ha sconvolto il 
profilo delle montagne per 390 chilometri, tra la Valtellina e la Val Saisera, sopra Tarvisio. 1700 millimetri di acqua sono caduti in poche 
ore dopo due mesi di siccità: tre giorni prima sulle pareti esposte al sole, a quota duemila, l’aria era a 30 gradi, come in estate. Le 
raffiche di scirocco, a una media di 180 chilometri all’ora, sono salite dalla pianura. Si sono infilate nelle valli sempre più strette, hanno 
sbattuto contro il muro di dolomia e ormai imprigionate sono rimbalzate verso il basso, sopra boschi, torrenti, massi, ghiaioni e pendii 
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erbosi gonfi di pioggia. La pressione, scatenata dal contrasto tra il caldo del vento mediterraneo e il freddo della prima neve caduta solo 
sulle vette più alte, ha sprigionato una violenza insostenibile. Le ultime stime, grazie ai satelliti, quantificano il prezzo del guasto in 8 
milioni di metri cubi di piante. Lungo i crinali un rasoio ha tranciato 12 milioni di alberi, precipitati verso i paesi di fondovalle, nei fiumi e 
nei laghi. «Una pianta matura ‐ dice Luigi Casanova, boscaiolo e presidente di Mountain Wilderness ‐ da asciutta pesa 16 quintali. 
Quando è bagnata arriva a 35. Le radici, scosse dalla bufera e cresciute per opporsi a urti solitamente contrari, in un terreno fradicio e 
non gelato non potevano più sostenerla. Sulle montagne trivenete siamo rimasti sommersi sotto un peso di 420 milioni di quintali di 
alberi gonfi di acqua, scagliati contemporaneamente a centinaia di metri dal ceppo. È stato un bombardamento atomico, ancora non 
abbiamo focalizzato il disastro». La terra ha tremato tra le 18.30 e le 02.30, scossa da un sisma infinito. Lo scoppio dell’aria ha trasfor‐
mato l’acqua in fango e le foreste in radure, fondendo gli elementi 
primordiali per preparare il campo al fuoco. 
 
Una nuova lotta per la vita 
«Con  la  fine  della  primavera  ‐  dice  Mauro  Corona,  boscaiolo  e 
scultore, prima che scrittore ‐ se tronchi e fronde saranno ancora qui, 
le  Alpi  diventeranno  una  ciclopica  pira,  infetta  e  ardente.  Il  nostro 
tesoro  sono  i  boschi,  se  cadono  e  bruciano  è  come  se  una  banca 
lasciasse  incenerire  le  sue  banconote.  Sarebbe  la  fine,  non  solo 
economica e non solo dei montanari: dobbiamo capire che qui, per 
tutti, è cominciata una lotta diversa per la vita». Non sono venuti giù 
solo i pecci, resi più vulnerabili dalla superficialità delle radici e dagli 
aghi fitti come la trama di una vela. Contro case e pali della luce, sopra 
tremila chilometri di strade franate, su centinaia di acquedotti e migliaia di animali atterriti, sono finiti larici e cirmoli, pini 
neri e silvestri, faggi e tigli, aceri e ontani, carpini e querce, saliconi e maggiociondoli, frassini e sorbi, noccioli e carpini, 
betulle e ciliegi selvatici. Questa volta nemmeno le essenze più adatte, dotate di pompe fittonanti e fogliame caduco, 
dopo  secoli  hanno  resistito.  «La  priorità  ‐  dice  Dino  Zardi,  fisico  e  coordinatore  a  Trento  del  primo  corso  di  laurea  in 
meteorologia ‐ è coprire prima dell’inverno le case scoperchiate, arginare i torrenti esondati, consolidare strade e valli 
franate, assicurare acqua e luce a centinaia di paesi, prelevare il legname prima che marcisca. Il fronte cruciale però è 
restituire all’ambiente l’equilibrio smarrito a livello globale. Anidride carbonica, metano e altri gas serra continuano ad 
aumentare. Dietro tornado e precipitazioni torrenziali sulle Alpi c’è il vertiginoso sconvolgimento del clima surriscaldato, 
che produce conseguenze vastissime su tutti gli ecosistemi. La politica, dopo una catastrofe, ha il dovere di sostenere la 
ricostruzione:  ma  la  sua  sfida  al  futuro  è  promuovere  la  riduzione  dei  fattori  umani  che  accelerano  la  fusione  di  una 
miscela  atmosferica  non  favorevole  alle  forme  biologiche  che  conosciamo.  Non  possiamo  più  nasconderci  dietro  i 
problemi: servirà un secolo, ma se vogliamo provare a esistere ancora dobbiamo cambiare vita subito». 
 
Il ritorno della grande fame  
Nell'ex scuola di Piole, uno dei 96 villaggi sparsi di Gosaldo, nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, Bruna Maschio 
non sa che lo spartiacque di «quella notte» ha posto collettivamente il problema della sopravvivenza. Sa però che, a 86 
anni,  per  la  prima  volta  ha  avuto  «voglia  di  morire».  È  rimasta  l’unica  abitante  di  un  paese  che,  quando  nelle  stalle 
c’erano le mucche e i pascoli venivano falciati a mano tre volte 
tra  giugno  e  settembre,  contava  350  persone.  Emigrata  in 
Svizzera e tornata «sotto il mio albero», dorme in quella che è 
stata la sua classe alle elementari. La cucina a legna è nell’ex 
studio della maestra. Un abete e un larice si sono abbattuti sul 
sentiero che sale alla sua porta, la faggeta secolare ha coperto 
un torrente invisibile di cui il nonno non le aveva parlato. Una 
lamiera  arrugginita,  stesa  sul  tetto  di  una  casa  affacciata  sul 
Piz di Sagròn, dopo un volo di duecento metri si è accartoccia‐
ta contro il palo della luce piantato in mezzo alle verze e alle 
dalie del suo orto. «Io alle 17 ‐ dice ‐ bevo la minestra e vado a 
dormire.  Credevo  di  sognare:  alberi  che  scoppiavano,  la 
montagna  che  si  apriva  per  inghiottire  il  letto  dove  è  morta 
mia mamma. Mi sono svegliata e c’era silenzio. Mancava la luce e non veniva acqua: niente di grave, ho le candele e la 
fontana.  Ho  capito  che  era  successo  qualcosa  di  irreparabile  perché  tre  giorni  dopo  ancora  non  ho  sentito  arrivare  il 
furgone da cui, una volta ogni due settimane, compro il cibo che mi serve. Sono sempre scesa in paese a piedi, per fare 
la  spesa,  due  ore  di  passeggiata.  Adesso  però  mi  mancano  le  gambe:  ho  pensato  che  se  qui  non  arriva  più  nessuno, 
piuttosto  che  andare  via  mi  lascio  morire  di  fame».  Per  giorni  abbiamo  parlato  della  corrente  elettrica  e  delle  linee 
telefoniche interrotte, dei ponti, delle strade e degli acquedotti crollati. Problemi essenziali, ma sulle «Dolomiti isolate 
tra le foreste crollate» l’emergenza immediata non è stata la connessione con la civiltà economica e sociale del mondo. 
La lezione che arriva dai villaggi, dall’Agordino al Comelico, dal Gruppo di Brenta alla Carnia, è che la pioggia e il vento 
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hanno riproposto con semplicità l’individuale bisogno atavico di mangiare, di bere e di ripararsi dal gelo. Chi è giovane, 
fino all’ultimo lunedì di ottobre, non lo sapeva. All’inizio se l’è presa con il cellulare muto e con il computer spento. Poi 
gli è venuta fame e ha scoperto che il gas non si accendeva, come la caldaia a pellet del riscaldamento e il motore del 
frigorifero. 
 
Gli alberi motore di ogni cosa 
«Gli  alberi  ‐  dice  Denis  Sorarù  Pezze  ‐  si  portano  via  tutto.  Sono  immobili,  ma  qui  muovono  ogni  cosa.  Se  mancano, 
muori  di  fame  e  non  passi  l’inverno.  La  prima  cosa  è  piantare  i  boschi  scomparsi».  Operatore  in  una  cooperativa  di 
ragazzi ad Alleghe, abita a Caracoi Zimai, villaggio di cinque famiglie tra i 27 borghi di Rocca Pietore, sotto la Marmolada 
e  davanti  al  Civetta.  Qui,  nel  Settecento,  la  Serenissima  repubblica  di  Venezia  confinò  i  prigionieri  turchi,  ridotti  a 
taglialegna. Morti gli schiavi, strappati al quartiere di Karakoy a Istanbul, nessuno ha più coltivato la foresta. Ci hanno 
infine pensato la pioggia e lo scirocco ma l’operazione che Graziosa Fontanive definisce «fare pulizia» si è portata via 
anche  cinque  tetti  su  dodici.  A  saltare  sono  stati  quelli  in  lamiera,  più  leggeri.  Gli  antichi,  in  scandole  di  larice,  hanno 
lasciato filtrare le raffiche e hanno tenuto. Le coperture in tegole, pesanti e non tradizionali, sono collassate, o hanno 
scagliato i coppi lontano, seminandoli sui prati. I masi adesso, come a Bramezza dove in 9 case e 13 fienili vivono solo 
Costante e il suo gatto, sono protetti con fogli impermeabili. Non c’è tempo, prima che fiocchi vanno coperti. «Un tetto 
medio in lamiera ‐ dice  Remis Triches, lattoniere  di  Taibon ‐  pesa 800 chili  e  costa 7.500 euro. Cinque  uomini, in una 
settimana,  lo  fanno.  Se  non  puoi  permetterti  le  scandole,  meglio  la  lamiera  che  vola  via,  rispetto  alle  tegole  che  ti 
cadono sulla testa. Il problema è che alla gente mancano i soldi». Da quasi venti giorni, con il padre Sergio, lavora giorno 
e  notte  sulle  case  scoperchiate  nell’Agordino.  «Intanto  si  fa  ‐  dice  ‐  non  si  aspetta.  Se  non  ci  pagano  entro  l’estate, 
chiudiamo  e  bon».  Finirà  così  anche  per  gli  alberghi  finiti  sott’acqua  ad  Alleghe.  Sul  lago  una  famiglia  di  cigni  bianchi 
nuota fra i tronchi rossi dei larici, rovesciati nel lago e spinti a fare diga sotto le arcate del Ponte dei Tedeschi, tra il fiume 
Cordevole e il torrente Zunaia. È tornata la pace, ma lunedì 29 ottobre è scoppiata la guerra. Fuori dagli hotel “Adriana”, 
“Europa” e “Savoia”, uomini in canottiera caricano badilate di macerie su trattori e camion dei volontari della Protezione 
civile. «In un’ora ‐ dice Matteo De Toni – l’acqua è salita di un metro e venti centimetri. È stato peggio che nel 1966, per 
risparmiare  i  filtri  della  centrale  elettrica  ci  hanno  scaricato  il  lago  nelle  camere.  Tra  due  settimane  avremmo  dovuto 
aprire per la stagione sciistica, ma nessun turista chiama più per prenotare». Ai piedi della frana del Piz, staccatasi nel 
1771, il vento ha abbattuto anche lo storico abete di oltre trecento anni. Dopo la Prima guerra mondiale, per non farlo 
crescere  ancora,  qualcuno  gli  aveva  appoggiato  l’elmetto  di  un  soldato  del  Regno  d’Italia  sulla  cima.  La  pianta, 
indifferente al copricapo e all’imposto profilo bellico, per un secolo ha seguitato a salire verso le nuvole che scavalcano 
le montagne. Ha resistito ad altri eserciti meccanici scesi dal Nord, cedendo solo alla beffa di un nemico naturale che lo 
ha sorpreso dal Sud. Così, questa mattina, la segheria “Theurl” di Klangenfurt, in Carinzia fa a fette il suo tronco color 
crema da un metro e trenta centimetri a petto d’uomo. In un turbine di trucioli profumati l’antico peccio viene caricato 
sul  bilico  diretto  oltre  il  confine  austriaco  e  Ursula  Manfroi  lo  saluta  agitando  un  fazzoletto  rosa,  come  fosse  l’ultimo 
fratello  caduto  in  battaglia.  Nelle  Dolomiti,  oggi,  l’incubo  è  il  legname.  In  una  notte  è  finita  a  terra  la  quantità  che  i 
prelievi boschivi dell’intero arco alpino programmano in cinque anni e che il mercato nazionale assorbe in un ventennio. 
Le piante giacciono in luoghi scomodi, o irraggiungibili. La maggioranza non è segata di netto, come quando il forestale 
la  martella.  I  tronchi  di  abete,  larice  e  faggio  sono  stati  stressati  dal  vento  e  dalla  torsione  di  schianti  sbagliati.  Per 
recuperarli, nelle cinque regioni sconvolte, occorre un tempo che l’economia non concede. Servono soprattutto 4mila 
boscaioli e altrettante motoseghe, il doppio dell’esercito reclutabile per tre anni sul versante italiano delle Alpi. Lungo le 
strade franate e attraverso le vie strette dei paesi devono poi salire migliaia di tir dotati di rimorchio. Un metro cubo di 
legname  non  stagionato  pesa  tra  7  e  8  quintali,  un  bilico  a  pieno  carico  può  spostarne  36.  Per  tre  anni  oltre  200mila 
giganti saranno incolonnati sui passi e nelle valli, dove la superficie delle segherie non basta per depositare le foreste 
cancellate.  È  una  sfida  epocale,  anche  logistica  e  senza  boscaioli  assunti  all’estero,  in  Romania,  Polonia,  Slovacchia, 
Austria,  Slovenia  e  Germania,  è  destinata  ad  essere  perduta.  «A  Paneveggio  l’avvicinarsi  dell’inverno  ‐  dice  Paolo 
Kovatsch, responsabile delle foreste demaniali del Trentino ‐ ci aiuta. Il freddo ferma i parassiti, rallenta le muffe e rinvia 
la crescita dei funghi. Le piante si conservano, come in una sconfinata cella frigo. Abbiamo quattro mesi per aprire le 
piste forestali e preparare il campo di prelievo. Il problema è che la nostra segheria più grande lavora al massimo 38mila 
metri cubi di legname all’anno, una goccia nel mare. Il valore degli alberi lasciati lì, il prossimo autunno, crollerà da 100 a 
60 euro al metro cubo. Raccogliere gli schianti costa fino a 55 euro al metro cubo. Sarà difficile trovare imprese boschive 
disposte a lavorare sul filo del deficit. Nell’area del disastro c’è a terra un patrimonio legnatico di quasi 800 milioni di 
euro, pronto a ridursi a 400 se non saremo tempestivi. Per questo bisogna andare oltre burocrazia e ideologie: servono 
boscaioli,  patentini  per  il  taglio  riconosciuti  da  tutti,  mezzi  meccanici,  segherie  e  ditte  di  distribuzione  comuni  per 
affrontare insieme un mercato già pronto alla speculazione». 
 
L’alba di una nuova era 
Da  Rocca  Pietore  a  Livinallongo,  da  Sappada  al  Cansiglio,  da  Santo  Stefano  di  Cadore  a  Moena,  da  Tarvisio  a  Santa 
Caterina Valfurva, decine di paesi temono di perdere i fondi con cui fino a oggi hanno finanziato scuole, case di riposo, 
trasporti,  lavori  pubblici  e  manutenzione  della  montagna.  Dal  Medioevo  l’istituto  delle  “Regole”  ha  fatto  crescere 
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l’autogoverno del territorio alpino. Ancora una volta, è dal legno e dall’acqua che è nata l’autonomia. I nobili e la Chiesa, 
per non lasciar morire di fame e di freddo la gente, hanno concesso l’uso di pascoli, foreste e sorgenti, organizzandolo in 
modo  comunitario.  La  natura  ora  ha  colpito  proprio  questo  atavico  patrimonio  collettivo,  senza  il  quale  i  Comuni  ri‐
schiano di non pagare nemmeno gli stipendi. «La ricostruzione ‐ dice Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore ‐ ha 
bisogno di mani, ma anche di cervelli e di colletti bianchi. Nei piccoli paesi gli impiegati sono contati, spesso privi delle 
competenze  necessarie  per  affrontare  un’emergenza  senza  precedenti.  Dobbiamo  accelerare  delibere  e  appalti, 
documentare  danni  e  governare  finanziamenti,  riflettere  su  una  svolta  urbanistica  radicale.  La  paura  è  che,  calata 
l’emozione e spenti i riflettori, la montagna venga riabbandonata a se stessa, come sempre». Sulla piana di Marcesina, 
sopra l’altopiano di Asiago, Giovanni Rigoni Stern cammina così tra i pecci piantati alla fine della Grande guerra, dove da 
bambino lo portava suo padre Mario. Quante volte è salito qui, da forestale, nei posti della Storia di Tònle e del Bosco degli 
urogalli, tra le abetaie ora ripopolate dai lupi che attorno a Forte Lisser e alle trincee dovevano far dimenticare i crateri 
aperti dalle granate austroungariche. «Tra il 1925 e il 1935 ‐ dice ‐ Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, fece piantare 10 
milioni  di  abeti  rossi.  In  vivaio  crescono  prima,  gli  impianti  giovani  attecchiscono  meglio,  il  legname  d’alta  quota  è  di 
qualità  superiore.  Il  vento  e  la  pioggia  si  sono  portati  via  fino  all’80  per  cento  delle  foreste,  ma  non  ha  una  ragione 
scientifica mettere sotto accusa un’essenza. In un secolo sono cambiate le condizioni, dalle ore di irraggiamento solare 
al tasso di umidità, dalla temperatura media alla fertilità dei costoni non più pascolati. Spesso, sopra una morena, non 
c’è più di una spanna di terra. Prendersela con chi ha rimboschito in un’era botanica conclusa è facile, più difficile aprire 
in modo corretto un’epoca climatica nuova. Dobbiamo avere la pazienza e l’umiltà di studiare caso per caso, bosco per 
bosco,  versante  per  versante,  senza  paura  della  biodiversità,  rinunciando  a  generare  foreste  coeve  e  riducendo  la 
densità degli  innesti. I vegetali sono come gli esseri umani: una famiglia, per essere stabile e completa, ha bisogno di 
caratteri diversi, di spazio e di mettere in relazione i nonni  con i nipoti». Più difficile, oltre che presuntuoso, ambire a 
«rimettere a posto le montagne», come promettono i politici in tour aereo sopra le Dolomiti, a bordo degli elicotteri che 
decollano dalla laguna di Venezia. 
 
Una geografia da ridisegnare 
Ogni giorno, calzati gli scarponi, a terra si scopre invece lo scenario nuovo di una geografia da ridisegnare. Alcune valli 
del Primiero e del Lagorai sono state chiuse dalle slavine, altre nell’Alpago sono state aperte da torrenti sgorgati da falde 
sotterranee.  Gli  affluenti  che  nell’Alto  Cadore  formano  le  sorgenti  del  Piave,  sul  confine  tra  Veneto,  Austria  e  Friuli, 
hanno riempito invasi ignoti attorno al lago di Misurina, ancora inaccessibile. In Val di Sole una frana antica e periodica 
ha riconquistato il conoide accumulato dai detriti del Rio Rotiàn, seppellendo un campeggio Iasciato costruire a Dimaro, 
all’inizio  della  strada  percorsa  dall’imperatore  Francesco  Giuseppe  per  raggiungere  Madonna  di  Campiglio  La  Val 
Cimoliana, sopra Erto e a lato della diga del Vajont, è stata colmata da massi enormi, precipitati dagli Spalti di Toro. In 
Val di Fiemme, come attorno al lago di Carezza, in Alta Pusteria e tra le Dolomiti di Sesto, le foreste abbattute sono così 
vaste che i crinali svelano malghe e rifugi anche a chi guarda dai fondovalle. Sopra i grovigli ancora umidi volano stormi 
neri di corvi imperiali, attratti dalle carogne di cervi e caprioli, schiacciati sotto le fustaie. Tra Valdaora, Monguelfo e il 
passo  di  Monte  Croce,  tra  Moso  e  il  Comelico,  gli  alberi  si  cippano  sul  posto,  a  bordo  strada,  e  il  combustibile  parte 
direttamente  per  le  centrali  a  biomassa  di  tutta  Italia.  Nelle  segherie  di  confine,  dalla  “Pircher”  di  Dobbiaco  alla 
“Doriguzzo” di San Nicolò sotto Padole, le barriere di tronchi e di fusti spezzati di giovani piante sono già più alte delle 
cipolle  in  rame  dei  campanili.  Sandro  Soratroi,  forestale  e  membro  del  Soccorso  alpino  di  Arabba,  assieme  ad  altri 
volontari sega le migliaia di alberi che hanno travolto i sentieri escursionistici tra Colle Santa Lucia e Livinallongo. «Anche 
per  chi  cammina  ‐  dice  ‐  l’universo  dolomitico  è  cambiato  per  sempre.  Le  vecchie  mappe  sono  superate,  assieme  ad 
altimetrie  e  tempi  di  percorrenza  dei  tracciati.  Dalle  nebbie  emergono  panorami  mai  visti.  È  come  se  all’oceano  una 
tempesta  avesse  rubato  le  onde».  Questi,  prima  che  il  magma  bollente  li  spingesse  in  alto  plasmando  le  montagne  e 
formando  i  ghiacciai,  sono  stati  davvero  fondali  marini.  Solo  adesso,  dopo  che  la  natura  si  è  concessa  uno  sbadiglio 
educato, chi ha perduto la casa, un tetto, la strada o il bosco dell’infanzia realizza all’improvviso la propria, irrilevante 
dimensione. Ognuno lavora, per rimarginare le ferite o per salvare la stagione dello sci, contemporanea vacca sacra da 
cui si munge il latte che nutre tutti. Il cuore però non è più quello di prima. 
 
La colonna sonora della vita 
«Nemmeno il mio ‐ dice il re degli Ottomila Reinhold Messner tra i larici secolari sradicati a Castel Juval, in Val Venosta ‐ 
perché so che gli sconvolgimenti ambientali sono all’inizio e che si ripetono sempre più spesso. Il mondo non finisce con 
gli emendamenti alla finanziaria, con qualche decina di milioni scovati nelle pieghe del bilancio e annunciati da politici 
travestiti da pompieri per un’ora. Dobbiamo decidere, agire, imboccare strade coraggiose. Mentre un uragano si infila 
nelle  Dolomiti,  la  Giordania  viene  allagata  e  la  California  incenerita.  Serve  altro  per  capire  che  nell’atmosfera  sta 
succedendo  qualcosa  che  ci  vede  tra  i  protagonisti,  che  il  problema  non  sono  i  migranti,  ma  la  globalizzazione  degli 
eventi catastrofici? Il mio cuore non è più quello di prima non perché ora ho paura del vento che fischia, che invece amo 
sin da bambino: a inquietarmi è un potere che chiude gli occhi davanti all’evidenza di una montagna abbandonata, della 
vita che finisce, della terra malata. Occuparsi di questo dovrebbe essere l’unico assillo della politica, la ragione che oggi 
la  legittima:  la  gente  qui  sta  scappando,  ma  le  foreste  sono  innocenti».  Per  questo,  tra  le  Pale  di  San  Martino,  fa 
21 ATTUALITÀ

impressione prendere atto che al tramonto commerciale della musica classica desti tanta emozione popolare l’idea che 
il vento abbia preteso anche la sua quota dell’abetaia da risonanza, miniera dei violini settecenteschi ereditati dal liutaio 
Stradivari.  A  malga  Juribrutto  centinaia  di  persone  da  giorni  salgono  a  piedi  da  passo  San  Pellegrino  e  scavalcano  in 
silenzio  i  tronchi  dell’armonia,  come  una  processione  in  onore  di  un  defunto.  L’anima  più  vecchia  di  questa  foresta 
straordinaria  in  realtà  è  ancora  in  piedi  e  pronta  a  cantare.  Chi  continua  ad  arrivare  qui  per  un  funerale  assume  così 
l’espressione biblica di una pia donna che abbia visto un Lazzaro risorto: la musica che non si ascolta, è evidente, conta 
ancor  più  dei  boschi  che  non  si  attraversano  e  che  si  onorano  finché  restano  lontani.  «Ma  è  da  questa  sorprendente 
commozione sociale per la materia prima della colonna sonora della vita sulla terra ‐ dice Paola Favero, colonnello dei 
Carabinieri  forestali  di  Vittorio  Veneto  e  scrittrice  ‐  che  nel  Paese  dei  condoni  e  degli  abusi  possiamo  ripartire.  Il 
passaggio  da  compiere  è  tra  la  selvicoltura  economica  e  quella 
naturalistica. Sui versati più ripidi, ad esempio, gli alberi caduti 
non  vanno  rimossi  subito.  Verranno  attaccati  dai  coleotteri, 
perderanno valore, ma salveranno case e paesi dalle valanghe di 
neve. Se in un sistema idrogeologico sconvolto l’acqua scende a 
valle più velocemente perché il terreno viene pulito per forzare 
la  ricrescita,  saremo  travolti  da  frane  e  piene.  Ricostruire 
l’ambiente  alpino,  questa  volta,  significa  cambiare  le  nostre 
azioni.  Me  ne  vengono  in  mente  due  concrete.  Riportare  ogni 
giorno  nella  natura  le  guardie  del  Corpo  forestale  dello  Stato, 
decimate  e  confinate  negli  uffici.  Introdurre  nelle  scuole  la 
cultura dell’ambiente. È incredibile: la resilienza degli ecosistemi 
viene superata e nessun docente è tenuto a insegnare ai ragazzi 
perché». La Val di Sella, sopra Borgo Valsugana, è una lezione esemplare. La chiesetta della Madonna della neve è stata 
scoperchiata. I pali in cemento armato della linea elettrica sono stati spezzati. Una cavalla è stata uccisa da un larice, 
cadutole sulla schiena dopo due giorni, da un traliccio piegato. Il museo a cielo aperto di ArteNatura, fondato nel 1986 e 
che raccoglie sessanta opere lignee dei maggiori artisti e architetti di tutto il mondo, è stato parzialmente distrutto. Il 
sentiero tra Villa Strobele e Malga Costa, sotto il monte Armentera, è scomparso sotto cumuli di pini e faggi sradicati. La 
strada  che  sale  dal  fiume  Brenta  al  torrente  Moggio,  vicino  alla casa  dove  è morto  Alcide  De  Gasperi, è  morsicata  da 
decine di frane, solcate da rivi fangosi ora coperti con teli di nylon. Dal ‘500, secolo dei primi registri ecclesiastici dedicati 
agli eventi atmosferici per fini rurali, non c’è traccia di un evento paragonabile. A salvarsi, in mezzo a un prato, solo una 
quercia maestosa di 700 anni. «Dobbiamo accettarlo ‐ dice Giacomo Bianchi, presidente di Arte Sella ‐ ai segni naturali 
lasciati dal tempo dedichiamo la vita. Accettarlo non significa però restare passivi, o rifugiarsi nel fatalismo. Lasceremo 
le  tracce  della  notte  d’inferno  a  cui  nemmeno  le  montagne  hanno  potuto  opporsi.  Ma  con  la  forza  della  creazione 
lotteremo per raccogliere il messaggio del vento, venuto per avvisarci che siamo in pericolo, forse per l’ultima volta». 
 
La montagna che cerca suo figlio 
Salendo  la  valle  sotto  la  Croda  Grande,  che  da  Rivamonte  conduce  al  villaggio  di  Digoman,  migliaia  di  faggi  hanno 
trascinato  anche  i  noccioli  sulla  strada  e  giù,  fino  al  letto  del 
torrente  Domadore.  Si  transita  a  stento,  tagliando  in  due  una 
foresta  trasformata  in  una  legnaia.  Sulle  foglie  gialle  sono 
abbandonate  sei  motoseghe,  rimaste  senza  miscela.  Appesa  al 
costone  devastato  resta  una  casa  senza  più  tetto,  né  vetri  alle 
finestre. Fioretto Renon,  contadino di 82 anni, vive nel maso a 
fianco:  una  stalla  in  calce  bianca  e  il  fienile  in  assi  di  larice 
annerite dal sole. Dice che la casa «si chiama il Vaticano perché 
ha un mucchio di padroni», emigrati chissà dove. È vuota e sul 
muro  crollato,  prima  della  bufera,  qualcuno  con  il  senso  del 
profetico  aveva  scritto:  “La  fine  del  mondo  siamo  io  e  te”. 
Appena  lo  scirocco  se  ne  è  andato,  sul  “Vaticano”  di  Digoman 
hanno appeso un cartello non del tutto estraneo all'ottimismo: 
“Vendesi  edificio  indipendente”.  Fioretto  Renon  è  sordo  e,  a  chiunque  lo  avvicini,  domanda:  «Cerca  mio  figlio?». 
Vent’anni fa il suo ragazzo ha venduto le mucche ed è sceso ad Agordo per lavorare in una fabbrica di occhiali. Non è più 
ritornato e il padre adesso spera che il cancro che corrode la terra lo spinga su, almeno qualche minuto, per controllare 
se la montagna dove è nato ha resistito, se la madre Maria Luisa è viva. «Cerca mio figlio?», nel cuore di una foresta 
millenaria  caduta  sulle  case  abbandonate  che  aveva  sempre  difeso,  è  una  domanda  cui  nessuno  ha  il  coraggio  di 
rispondere  con  la  verità.  Però  quotidianamente  da  vent’anni  la  rivela,  certificando  adesso  l’incrollabile  speranza  che 
dalla notte del 29 ottobre 2018 muove il popolo delle Dolomiti, impegnato a «restare qui senza aspettare qualcosa di 
particolare  dal  mondo».  E  se  alla  domanda  cruciale  della  montagna  ferita  non  si  può  rispondere,  non  significa  che  si 
debba ignorare che qui c’è ancora un uomo che tranquillamente la pone. 
22 ATTUALITÀ

Programma delle iniziative ed eventi per il Natale 2018 a Feltre


Vi comunichiamo che dall’ultima settimana di novembre 2018 partendo dal Cen-
tro Acquisti Le Torri, Via Cesare Battisti, Via Tezze, Ponte delle Tezze, Ex Mani-
fattura Piave, Via XXXI Ottobre, Largo Castaldi, Via Roma, Piazza Vittorino da
Feltre (Piazza Isola), porzione di Via Paradiso, Piazza Trento e Trieste, Via
Mezzaterra, porzione di Via Luzzo, saranno allestite le luminarie natalizie
(come anno 2017) e la filodiffusione con auto parlanti a forma di cono per ester-
no, più ci sarà la composizione di tre giardini di Natale in collaborazione con
l’Istituto Agrario Antonio Della Lucia di Feltre (BL) che verranno collocati rispetti-
vamente all’entrata del Centro Acquisti Le Torri, in Largo Castaldi (fronte nego-
zio d’abbigliamento And) e Piazza Vittorino da Feltre (Piazza Isola) nel giardino
sopraelevato di proprietà comunale. Vi comunichiamo, altresì, che sarà garantita
un’implementazione delle luminarie natalizie anche in Piazza Maggiore a Feltre,
con le stesse modalità adottate nel resto della città.
1 dicembre 2018
Accensione delle luminarie e della filodiffusione a Feltre.
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
2 dicembre 2018
Intrattenimento dei partecipanti alla 10a corsa di Babbo Natale in Piazza Maggiore organizzata dalla Pro Loco
del Comune di Pedavena (BL)
Benedizione del Trenino Express Dolomiti (TED) in Largo Castaldi.
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
.

7 dicembre 2018
Eventuale collaborazione nell’organizzazione dei Cicchetti di Natale a Feltre con la presenza del Trenino Ex-
press Dolomiti (TED) che circolerà dalle ore 18:00 alle ore 24:00
8 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con gli artisti: Renna Rudolf, Claudia Piccoli, Ass. Ca’ Cornaro, Flora Rossi
Laboratorio sulla storia del Natale
9 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con artisti di strada: Claudia Piccoli e Flora Rossi
Natale in Concerto – Chiesa di S. Giacomo ore 20:45 con esibizione di Sara Cecchin
15 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con artisti di strada: Giorgio Dell’Osta, Claudia Piccoli, Ass.ne Ca’ Cornaro, Flora Rossi
16 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con artisti di strada: Giulia Pivetta, Flora Rossi, Emanuele Cozzaglio, Giorgia Meneghel
22 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con artisti di strada: Giorgio Dell’Osta, Claudia Piccoli, Flora Rossi. Lucia “La Casa dei gnomi”,
Ass.ne Ca’ Cornaro
Intrattenimento dei presenti con scultori vari lungo le vie più suggestive di Feltre
Presepe Vivente in Piazza Maggiore
23 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con artisti di strada: Claudia Piccoli, Voci incanto, Flora Rossi, Giorgia Meneghel
Tombola di Natale
24 dicembre 2018
Mostra Mercato Fattoria dei Sapori e Saperi
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Spettacoli con artisti di strada: Flora Rossi, Giorgia Meneghel
04 gennaio 2019
Eventuale collaborazione nell’organizzazione dei Cicchetti di Natale a Feltre con la presenza del Trenino Ex-
press Dolomiti (TED) che circolerà dalle ore 18:00 alle ore 24:00
23 ATTUALITÀ

06 gennaio 2019
Tombola della Befana
Circolazione del Trenino Express Dolomiti (TED)
Per quanto riguarda il Palio dei Bambini, questo evento verrà organizzato in collaborazione con i quattro Quartieri
della Città di Feltre (BL) in data da destinarsi. Si presume di svolgerlo tra il 15 o il 16 dicembre 2018, previo accordo
con tutti i Presidenti dei Quartieri.
Su tutte le date in programma ci sarà anche la presenza di Babbo Natale e i suoi assistenti che intratterranno i bambini
in tutte le vie sopra elencate.
Il Trenino Express Dolomiti dal giorno 16 dicembre circolerà tutti i pomeriggi fino al 06 gennaio 2019.
Anche quest’anno il Comitato Feltre Dop organizzerà, in collaborazione con il Comune di Feltre, la Fe-
sta di Carnevale con animazione e intrattenimento dei bambini.
Il Comitato Feltre Dop si riserva di fissare nelle prossime settimane un incontro con Loris Minella per avviare una
possibile collaborazione assieme nell’organizzazione di una Festa di Capodanno a Feltre.

CENA del VOLONTARIATO


Sabato 1° Dicembre
alle ore 20,00  

presso la SALA DELLE ASSOCIAZIONI in via Tenente De Rossi

Durante la serata sarà avviata una raccolta


fondi per i territori del Bellunese colpiti
dalle calamità atmosferiche di fine ottobre
Sarà possibile versare i fondi per tutto il mese di Dicembre
sul c/c Pro Loco Alano
IBAN IT 25 Q 02008 60990 000104249281 - causale: CALAMITA’ BL

CRONACA

Dall’Ape all’Atrio
Continua la liberazione di libri
(M.M.) Vi ricordate quest’estate la bella iniziativa delle biblioteche di far girare
per i paesi un Apecar, attrezzato con espositori di libri offerti a tutti i potenziali
lettori? L’iniziativa in qualche modo continua perché gli espositori, scesi
dall’Apecar, hanno trovato un temporaneo rifugio nell’atrio del municipio di
Quero Vas, proprio all’ingresso, ad accogliere con una bella carrellata di colo-
rate copertine i cittadini che si recano negli uffici, invitandoli a prelevare, legge-
re e liberare un libro, facendogli così incontrare altri lettori.
Se avrete l’occasione di avvicinarvi ai due espositori, magari anche in future
sedi, approfittatene!
Si cercano lettori!!!
24 ATTUALITÀ

Autocertificazione
e dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà
Che cos’è l’autocertificazione È una dichiarazione che
l’interessato può presentare in sostituzione di un certificato rilasciato da una pubbli-
ca amministrazione (Comune, Istituto scolastico, Università, ecc.) e che ne assume
a tutti gli effetti il valore e l'efficacia. Può avvenire utilizzando gli appositi moduli
messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni o usando semplicemente un
foglio di carta sul quale l’interessato, dopo aver scritto i propri dati identificativi (cognome e nome, luogo e
data di nascita, residenza) dichiarerà uno o più dati che la legge prevede si possano autocertificare. L'auto-
certificazione ha la stessa durata temporale del certificato che sostituisce. Tutte le pubbliche amministrazioni
devono accettare le dichiarazioni sostitutive (autocertificazioni) delle certificazioni per qualsiasi procedimento
di loro competenza. Le aziende private possono accettare l’autocertificazione, ma non hanno l’obbligo.
La firma sull'autocertificazione non va autenticata.
QUALI DOCUMENTI SI POSSONO AUTOCERTIFICARE?
 Data e luogo di nascita  Stato di disoccupazione
 Residenza  Qualità di pensionato e categoria di pensione
L’AUTOCERTIFICAZIONE

 Cittadinanza  Qualità di studente


 Godimento dei diritti civili e politici  Qualità di legale rappresentante di persone fisi-
 Stato di celibe, coniugato, vedovo o stato libero che o giuridiche, di tutore, di curatore e simili
 Stato di famiglia  Iscrizione presso associazioni o formazioni. so-
 Esistenza in vita ciali di qualsiasi tipo
 Nascita del figlio, decesso del coniuge, dell'a-  Tutte le situazioni relative all'adempimento degli
scendente o discendente obblighi militari, ivi comprese quelle attestate nel
 Iscrizione in albi, registri o elenchi tenuti da pub- foglio matricolare dello stato di servizio
bliche amministrazioni  Di non aver riportato condanne penali e di non
 Appartenenza ad ordini professionali essere destinatario di provvedimenti che riguar-
 Titolo di studio, esami sostenuti dano l'applicazione di misure di prevenzione, di
 Qualifica professionale posseduta, titolo di spe- decisioni civili e di provvedimenti amministrativi
cializzazione, di abilitazione, di formazione, di iscritti nel casellario giudiziale ai sensi della vi-
aggiornamento e di qualificazione tecnica gente normativa
 Situazione reddituale o economica anche ai fini  Di non essere a conoscenza di essere sottopo-
della concessione dei benefici di qualsiasi tipo sto a procedimenti penali
previsti da leggi speciali  Qualità di vivenza a carico
 Assolvimento di specifici obblighi contributivi con  Tutti i dati a diretta conoscenza dell'interessato
!'indicazione dell'ammontare corrisposto contenuti nei registri dello stato civile
 Possesso e numero del codice fiscale, della  Di non trovarsi in stato di liquidazione o di falli-
partita IVA e di qualsiasi dato presente mento e di non aver presentato domanda di
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA

nell’archivio dell’anagrafe tributaria concordato.

Che cos'è la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà?


Permette di dichiarare stati, fatti o qualità personali che non sono semplicemente autocertificabili, in
quanto non rientrano nell'elenco previsto dall'art. 46 del Testo Unico per la documentazione amministrati-
va.
Le dichiarazioni sostitutive dell'atto di notorietà che il dichiarante rende nel proprio interesse possono
riguardare anche stati, fatti o qualità personali relativi ad altri soggetti di cui egli abbia diretta conoscenza.
Tali dichiarazioni, quando sono dirette ad una pubblica amministrazione, non necessitano più dell'auten-
ticazione della firma.
E’ sufficiente infatti firmare la dichiarazione davanti al funzionario addetto a ricevere la documentazione
oppure firmare la dichiarazione e presentarla (anche via fax o per via telematica) insieme alla fotocopia di
un documento di riconoscimento in corso di validità.
Non rientrano tra le possibilità di dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà: le dichiarazioni di impe-
gno, le dichiarazioni a contenuto negoziale, le accettazioni di incarichi e le rinunce agli stessi, le procure.
Quali sono i certificati non sostituibili? Non si possono sostituire né con au-
tocertificazioni, né con dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà i seguenti documenti: Certificati medici,
sanitari, veterinari, di origine, di conformità CE, di marchi o brevetti.

QUALI SONO I VANTAGGI PER I CITTADINI? Sono molteplici: meno code agli sportelli, procedure più semplici e
veloci, risparmio di denaro. Resta fermo che le dichiarazioni sostitutive vengono rese sotto la personale responsabi-
lità dell'interessato; chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso è punito ai sensi del codice
penale e delle leggi speciali in materia. Il dichiarante, inoltre, decade dai benefici eventualmente conseguenti a
provvedimenti emanati sulla base della dichiarazione non veritiera. Allo scopo, le pubbliche amministrazioni sono
tenute a procedere a controlli, anche con verifiche a campione e in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi sulla veri-
dicità delle dichiarazioni sostitutive. 
Vedi anche: http://www.funzionepubblica.gov.it/semplificazione/la-decertificazione#decertificazione
25 ATTUALITÀ

Dichiarazione sostitutiva di
ATTO DI NOTORIETÀ
(Art. 47- D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445)
Il/la sottoscritto/a _________________________________________________________________________,
nato/a in ________________________________________, il ____________________________________,
con residenza anagrafica nel Comune di _____________________________________________________,
Via _________________________________________, n. ________,  ___________________________,
ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445,
consapevole delle responsabilità penali in cui potrebbe incorrere in caso di dichiarazioni mendaci o di formazione od
uso di atti falsi, richiamate dall’art. 76, nonché dell’ulteriore sanzione della decadenza dai benefici prevista dall’art. 75,
articoli entrambi dello stesso D.P.R. n. 445/2000,

D I C H I A R A
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Luogo e data ____________________ IL/LA DICHIARANTE
____________________________
(firma per esteso e leggibile)

COMUNE DI ________________________ N. __________(del registro certificati)


(Provincia di _______________________)
AUTENTICAZIONE DI SOTTOSCRIZIONE
(Art. 21, c. 2 – D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445)
Io sottoscritto (1) _________________________________________________________________________
attesto che la suestesa dichiarazione è stata resa e sottoscritta in mia presenza dal/dalla dichiarante sopra
generalizzato/a, da me identificato mediante(2) _________________________________________________
______________________________________________________________________________________.
Luogo e data ____________________ IL ___________________________
(indicare la qualifica e, tra parentesi, nome e cognome del pubblico ufficiale)

______________________________________
timbro (firma per esteso)
_________________
(1) Nome, cognome e qualifica del pubblico ufficiale autenticante
(2) Modalità d’identificazione del/della dichiarante.

N.B.: la presente dichiarazione se presentata a pubblica amministrazione o gestore privato di pubblico servizio non
necessita dell’autenticazione della firma. E’ sufficiente firmare la dichiarazione davanti al funzionario addetto a
ricevere la documentazione oppure firmare la dichiarazione e presentarla (anche via fax o per via telematica)
insieme alla fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità e sostituisce a tutti gli effetti le normali
certificazioni richieste o destinate ad una pubblica amministrazione nonché ai gestori di pubblici servizi e ai privati
che vi consentono. L’Amministrazione si riserva di effettuare controlli, anche a campione, sulla veridicità delle
dichiarazioni (art. 71, comma 1, D.P.R. 445/2000). In caso di dichiarazione falsa il cittadino verrà denunciato
all’autorità giudiziaria. L’autentica della firma può essere richiesta da soggetti diversi dalla Pubblica
Amministrazione ed è soggetta all’imposta di bollo.
26 ATTUALITÀ

Dichiarazione sostitutiva di
 CERTIFICAZIONI
(art. 46 – D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445)

Il/la sottoscritto/a _____________________________________________________________________________


nato/a in _____________________________________________ il _____________________________________
residente in _____________________________ Via ______________________ n. ______  _______________,
ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 46 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, consapevole delle responsabilità penali
in cui potrebbe incorrere in caso di dichiarazioni mendaci o di formazione od uso di atti falsi, richiamate dall’art. 76,
nonché dell’ulteriore sanzione della decadenza dai benefici prevista dall’art. 75, articoli entrambi dello stesso D.P.R. n.
445/2000,

DICHIARA(*)

di essere nato/a in _____________________________(Prov. di ______________________) il ____________;


di essere residente in________________________________________ (Prov. di ___________________) via
_____________________________________________________________ n. ______;
di essere cittadino/a italiano/a, secondo le risultanze del Comune di (a) ________________________________;
di godere dei diritti politici;
di essere di stato civile: (b) __________________________________________________________________;
di dare atto della propria esistenza in vita;
che il/la figlio/a di nome ____________________________________ è nato/a in data ____________________
a ______________________________________________________________________________________;
che(c) _______________________________________________ nato/a in ____________________________
il______________ in vita residente in __________________________________________________________
via __________________________________ n. ________, unito/a al/la sottoscritto/a dal seguente rapporto di
parentela _________________, è morto/a in data _____________ a _________________________________;
di essere nella seguente posizione circa gli obblighi militari_______ ___________________________________;
di essere iscritto/a nel (d) _____________________________________________________________________;
che la propria famiglia convivente si compone di:
N. Rapporto con
d’ord. COGNOME E NOME NASCITA il/la dichiarante
LUOGO DATA
1
2
3
4
5
6
7
8

che possiede il seguente titolo di studio ____________________________________________, conseguito il


____________ presso ______________________________________________________________________;
 che ha sostenuto con profitto i seguenti esami:___________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________ _________________
che possiede la seguente qualifica professionale e/o titolo:_________________________________________
_________________________________________________________________________________________
che la propria situazione reddituale o economica è la seguente:______________________________________
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________;
che ha assolto ai seguenti obblighi contributivi:___________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________;
 che il proprio codice fiscale è: _______________________________________________________________;
 di essere titolare della Partita IVA n° _________________________/codice fiscale n. ___________________;
 di essere disoccupato ______________________________________________________________________;
 di essere titolare delle seguenti pensioni: 1) N° ___________________ Categoria _______________ erogata da
_______________________________ - 2) N° ___________________ Categoria _______________ erogata da
______________________________________________________________________________________;
 di essere studente del ___________ anno di corso di ____________________________________________
presso __________________________________________________________________________________;
27 ATTUALITÀ

 di essere il legale rappresentante di __________________________________________________________-


di essere il tutore di __________________________________________________________________ -
ovvero
di essere il curatore di _________________________________________________________________;
ovvero
 di essere iscritto in qualità di ______________ al__ ______________________________________________
(associazione o formazione sociale di qualsiasi tipo)
______________________________________________________________________________________________________________

 di non aver riportato condanne penali e di non essere destinatario di provvedimenti che riguardano l’applicazione
di misure di prevenzione, di decisioni civili e di provvedimenti amministrativi iscritti nel casellario giudiziale ai sensi
della vigente normativa;
 di non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali;
 di non essere l’ente destinatario di provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni amministrative di cui al D.Lgs.
8/06/2001, n. 231;
 di vivere a carico di: _______________________________________________________________________;
 di essere a conoscenza dei seguenti dati, inerenti alla propria persona, contenuti nei registri dello stato civile:
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________;
 di non trovarsi in stato di liquidazione o di fallimento e di non aver presentato domanda di concordato.

Il/la sottoscritto/a dichiara inoltre di essere informato/a, ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003 (codice in materia di
protezione di dati personali) che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici,
esclusivamente nell’ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa.

Luogo e data ____________________ _______________________________________


Firma del/la dichiarante (per esteso e leggibile) (e)
----------------------------------------------------------

(*) barrare la casella e compilare in corrispondenza, ove previsto, riportando i dati richiesti. – (a) Indicare il Comune di residenza. Per i residenti
all’estero: se nati in Italia, indicare il Comune di nascita; se nati all’estero, il Comune di iscrizione A.I.R.E., ovvero precisare a quale titolo siano
cittadini italiani. - (b) Indicare: celibe, nubile, coniugato/a con ____; vedovo/a di ____; già coniugato/a. - (c) Indicare cognome e nome del defunto. -
(d) Indicare l’albo o l’elenco in cui si è iscritti. - (e) La firma non va autenticata.

Caso in cui il dichiarante non sappia o non possa firmare


___________________________________________
Comune/Ente
Il sottoscritto(**)___________________________________________________ attesta, ai sensi dell’art. 4 –
D.P.R. n. 445/2000, che la dichiarazione che precede è stata resa in sua presenza dal dichiarante, identificato a mezzo
di ___________________________________________________________________________________
che mi dichiara di non poter firmare.
_________________________, lì ________________ __________________________________________
(firma per esteso del pubblico ufficiale

(**) Nome, cognome e qualifica del pubblico ufficiale

N.B.: la presente dichiarazione non necessita dell’autenticazione della firma e sostituisce a tutti gli effetti le normali
certificazioni richieste o destinate ad una pubblica amministrazione nonché ai gestori di pubblici servizi e ai privati che
vi consentono.
L’Amministrazione si riserva di effettuare controlli, anche a campione, sulla veridicità delle dichiarazioni (art. 71,
comma 1, D.P.R. 445/2000).
In caso di dichiarazione falsa il cittadino verrà denunciato all’autorità giudiziaria.
28 COME ERAVAMO

Antica osteria Berton a S. Maria


di Alessandro Bagatella
Dal mio archivio è
spuntata questa fo-
to. Presumibilmente
è uno scatto dello
Studio Resegati di
Quero, fatto negli
anni 1956/1957,
quando ancora la
vecchia Feltrina
passava per la par-
te bassa del paese
di Santa maria. Se-
duto davanti al Bar
Osteria, a sinistra
nella foto, si vede il
vecchio proprieta-
rio: Costante Ber-
ton. Le altre tre
persone verso de-
stra non sono rico-
noscibili, forse i
proprietari del ca-
mion 639 Fiat, diret-
ti alla birreria Peda-
vena per fare il ca-
rico merci. Sembra
che fosse una ditta della Sardegna. Si nota, inoltre, la vecchia 1100 di proprietà della famiglia Berton, vista transitare
anche dopo la morte di Costante, guidata dal figlio Alfiero. Spero di far cosa gradita ai famigliari con questo ricordo e a
quanti hanno frequentato quel piccolo Bar Osteria, luogo di incontro e amicizia.
ATTUALITÀ
Dal 15 novembre
Obbligo catene a bordo o pneumatici invernali
Avviso al pubblico di Veneto Strade
Ordinanza num. 442 del 05.11.2018
Tutti i veicoli circolanti lungo la viabilità in gestione a Veneto Strade S.p.a. - direzione operativa di Belluno, nel
periodo compreso tra il giorno 15/11/2018 ed il giorno 15/04/2019 hanno l'obbligo, in alternativa, di
 essere muniti di pneumatici invernali conformi alle disposizioni della direttiva comunitaria 92/33 CE
recepita dal decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti 30/03/1994· e successive modifica-
zioni ed integrazioni o a quelle dei regolamenti ece-onu in materia
 avere a bordo catene o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente uti-
lizzati, ove necessario, sui veicoli sopraindicati.
Si ricorda che analogo obbligo è prescritto in provincia di Belluno anche per la rete stradale Anas ed il tratto au-
tostradale dell'A27.
Sedico 05/11/2018
Secondo una direttiva del Ministero dei Trasporti, le gomme possono essere montate fino ad un mese prima
dell'inizio dell'obbligo, ossia 15 ottobre, e tolte anche un mese dopo la scadenza, il 15 maggio 2019. Ricordiamo
che l'obbligo scatta per tutti i veicoli a quattro ruote.
Chi, dopo il 15 novembre, circolerà senza gomme termiche e catene a bordo sulle strade dove è previsto l'obbli-
go sarà soggetto ad una sanzione amministrativa, che può essere anche molto salata. La multa minima nei
centri abitati è di 41 euro, ma può arrivare fino 168 euro. Sulle autostrade e sulle strade extraurbane, principali o
assimilate, la sanzione va da un minimo di 84 euro ad un massimo di 335 euro. Nel caso in cui vengano accerta-
te tali violazioni, l'automobilista non può proseguire la sua corsa senza aver adeguato il veicolo, altrimenti rischia
oltre alla sanzione amministrativa anche la decurtazione di tre punti dalla patente.
Fonte: http://www.trevisotoday.it

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