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non dovete credere solo perché questa è la fede del vostro paese, non dovete credere
solo perché siete stati indotti a farlo dai vostri pavidi genitori e dai vostri maestri,
ma ragionate sulla verità delle cose, e se dopo averle analizzate ritenete che possano
essere buone, allora credeteci pure e vivete in armonia con esse.
Evitate però di costringere gli altri a farlo.
ALATEUS
Questo testo è in regime di COPYLEFT. Pubblicazioni e riproduzioni sono libere purché il testo sia riprodotto in
versione integrale, con lo stesso titolo, citando il nome dell'autore e riportando questa scritta.
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INDICE
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PREFAZIONE - Dimenticare Dio
L'ateismo non è una "fede" e non si propone di fare opera di de-conversione, di de-
cristianizzazione, di de-islamizzazione o di altro. Semplicemente l'ateismo ignora il
concetto di dio e rifiuta tutte le stupidaggini che sul suo conto, nel corso di millenni,
sono state astutamente ed ingannevolmente diffuse da gruppi di ignobili parassiti
che, in suo nome, si sono attribuiti titoli quali: padre, iman, rabbi, guru ed altre vuo-
te qualificazioni del genere.
L'ateismo è una forma di ragionamento razionale che si oppone, da millenni, alla
truffa perpetrata dai "furbi" ai danni di chi non è in grado, o non vuole, ragionare.
L'unico dio, se così si può chiamare, è la vostra coscienza; la vostra capacità di vi-
vere in seno alla società alla quale appartenete, rispettando ed evitando di danneg-
giare il vostro prossimo.
Tutto qui!
Mettiamocelo bene in testa: solo pochi uomini che hanno lottato per il trionfo della
scienza, del razionalismo e l'affermazione delle arti (Copernico, Galileo, Shakespe-
are, Lavoisier, Einstein, Mozart ...ed altri) hanno conquistato il diritto di essere ri-
cordati. Solo loro e pochi altri...
Dobbiamo abituarci a pensare che la morte non è niente per noi, perché il bene ed il
male risiedono nel senso e la morte è la privazione del senso. Perciò la giusta consa-
pevolezza che la morte non è niente per noi ci rende apprezzabile la caducità della vi-
ta, non prolungandone il tempo all'infinito ma togliendoci il desiderio dell'immortali-
tà. (Epicuro)
Domandatevi: perché gli uomini dovrebbero avere un'anima e il vostro cane no?
Chi l'ha deciso per voi?
Si è persino cercato astutamente di giustificare l'esistenza dell'anima, basandosi sul
fatto che, qualche volta, una persona defunta possa apparire in sogno!!
Esiste una ben orchestrata confusione tra il concetto di anima e quello di una "dif-
ficoltosa digestione notturna"!
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Diciamolo ancora e più chiaramente: dio non esiste, non è mai esistito e non esisterà
mai; non è luce, non è ispirazione, non è regola sacra; non esistono regole dettate ed
allineate ad una sua presunta ed imposta condotta di vita e di comportamenti.
Dio è solo una favola; è il mostruoso caos intellettuale che i preti vi hanno scaricato
addosso.
Nella storia dell'umanità dio è solo un grande imbroglio, una nozione affiorata e
maturata in tempi relativamente recenti,
L'idea del dio unico è nata da un naturale, quasi impercettibile, passaggio da primi-
tive forme di magia spicciola, esorcizzante (coltivata da sciamani-stregoni) a forme
più evolute, ma non meno bugiarde di pensiero, indotte dai furbi e poi riprese da
astuti ebrei che sono disinvoltamente passati dagli Elohim (spiriti), ad El (demiur-
go?), ad Eloi, ad Adonai per poi accomodarsi definitivamente e altrettanto disinvol-
tamente su Yhwh.
Provate dunque a chiedervi dov'era dio, prima del III millennio a.e.v.; prima che
fosse inventato!
Durante la sua esistenza l'uomo segue determinate regole che nascono dal fatto
stesso di dover convivere con i propri simili, di collaborare con loro facendo atten-
zione a non crearsi troppi problemi di convivenza. In fin dei conti l'uomo è un ani-
male sociale che deve confrontarsi con il suo prossimo evitando particolari motivi
di attrito; gli eventuali attriti vengono risolti mediante le leggi e le norme di com-
portamento che l'uomo stesso si è date, senza scomodare nessun dio. Già intorno al
1770 a.C., ci aveva pensato Hammurabi che, tenuto conto delle esigenze sociali dei
suoi tempi, formulò il primo codice della storia dell'umanità.
Quando il fantomatico Mosè (o chi per lui) disse, nel primo comandamento:
era perfettamente cosciente di gettare le basi per la più grandiosa truffa mai opera-
ta ai danni del genere umano del mondo occidentale.
Affermare: "non avrai altro dio al di fuori di me" è una regola che affonda le sue
radici nella paura dei sempliciotti e, quindi, una legge fatta da scaltri individui, che
sfruttano questa paura, e perciò non è attribuibile a nessuna particolare divinità.
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re che non sono nulla e che non ci sono né dio, né gli angeli né l'anima.
Constatazione che dovrebbe essere abbastanza ovvia, ma che non ha impedito, nel
corso dei millenni, a capziosi parassiti, ammantati di falsa saggezza e di prosopope-
a, di elaborare quella enorme sciocchezza nota come teologia, non scienza, non di-
sciplina e non filosofia che è servita a dare una base falsa ed inconsistente sulla qua-
le perpetrare l'inganno a danno di poveretti succubi di ancestrali paure e della loro
ignoranza.
Alcuni chierici, o pseudo filosofi, si sono affannati anche a dimostrare, con tortuosi
giri di parole, l'esistenza dell'inesistente.
Dopo essersi inutilmente affaticati su argomentazioni speciose quali quella cosmo-
logica, quella ontologica o quella di natura morale, sulla nozione assai relativa e in-
consistente di bene e di male, alla fine si sono resi conto della loro impotenza e han-
no cercato di ribaltare il problema:
se è vero che l'esistenza di dio non è dimostrabile, allora è anche vero che non è dimo-
strabile la sua inesistenza.
Argomentazione di comodo; una trappola nella quale sono caduti parecchi studiosi
scettici i quali non hanno tenuto conto che, razionalmente parlando, la dimostra-
zione compete a chi afferma qualcosa e non a chi la nega.
La premessa, falsa, che dio esiste è la base fondamentale per l'esistenza di diverse
forme di religione. Ma se questa premessa viene a mancare, che altro resta? Per
fortuna, già dal XVIII secolo, il Barone d'Holbach, con la sua opera "Il Buon Sen-
so" ha posto fine a queste assurde affermazioni.
Perciò mangiate, bevete, fumate, fate all'amore responsabilmente se volete, nei limi-
ti di un ragionevole comportamento ma, soprattutto, non versate soldi alle chiese
parassite che chiedono continuamente il vostro supporto. A tutte le vostre azioni c'è
un limite ragionevole che dovete razionalmente percepire, al di fuori della insidiosa
morale del prete sfruttatore.
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Ad ogni modo non è questa la sede per rinfocolare un dibattito di questa natura. Lo
scritto che segue si propone solo di analizzare e criticare, nei limiti del possibile,
uno dei prodotti più nefasti derivato da questi concetti:
Questo non significa che le altre credenze siano meno corrotte, perverse e criticabili
del cristianesimo; indagare sulla loro natura è solo una questione di tempo e di di-
sponibilità.
Ogni religione porta in sé i germi della propria dissoluzione; quante religioni del
passato si sono dissolte nel nulla per questo salutare effetto di autodistruzione? E'
solo questione di tempo.
Occorre però tenere nel debito conto che le attuali religioni, in generale, ed il cri-
stianesimo in particolare, sono istituzioni ancora troppo radicate per poter pensare
di eliminarle in un tempo relativamente breve.
Le religioni, come il comune raffreddore, sono ormai diffuse in tutto il mondo. (D
.Dennet)
Questo però non impedisce di curarci, di prendere l'aspirina, in attesa che qualche
potente vaccino riesca a debellare definitivamente il vibrione della stupidità umana.
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PARTE I - Introduzione e Precisazioni Necessarie
Oggi, non sono in pochi a sostenere che Gesù Nazareno non sia mai realmente esistito
ma che egli sia soltanto una figura mitica e carismatica estrapolata da:
lo scopo del lavoro, almeno nella prima parte, è dunque quello di raccogliere e cata-
logare, in forma cronologica e nei limiti del possibile, tutte le notizie riguardanti
fatti ed eventi relativi alla vita di Gesù Nazareno e di altri personaggi ad esso colle-
gati.
Una precisazione si rende subito necessaria:
sono stati elencati fatti ed eventi ma non le implicazioni dottrinarie e teologiche che da
esse possono derivare.
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Un esempio per tutti: interessa a questo testo rilevare il fatto che, in determinate
circostanze, Gesù possa aver pronunciato un discorso noto come "Discorso della
Montagna o delle Beatitudini", mentre non interessa minimamente al testo vagliare
o esprimere giudizi di natura dottrinaria, teologica o fideistica sul contenuto del di-
scorso stesso.
Questo è solo una RACCOLTA di eventi, che si ritiene siano o possano essere accadu-
ti, ed entro tali limiti vuole, possibilmente, restare.
§ 2 - LE FONTI
a. gli scritti di tutti coloro che, credenti, espongono i fatti in chiave dottrinaria,
esaltandone questo ultimo aspetto a scapito, quasi sempre, della precisione e
della verità;
b. gli scritti degli storici e di tutti coloro che, non credenti, risalgono ai fatti per
darne una valutazione storica, a volte anche ipotetica e del tutto agnostica.
Entrambe le fonti sono state prese in considerazione, nella misura in cui sono state
in grado di arricchire il contenuto del testo.
Tra le fonti di tipo a), oltre agli inevitabili vangeli canonici, sono stati considerati
anche quelli non canonici, tollerati, ignorati o, a volte, giudicati eretici dalla dottri-
na ortodossa. Tutto è utile e anche necessario per evitare di accettare, supinamente,
determinate tesi, generalmente false, consolidate nel tempo.
Precisazioni sui V A N G E L I
(I fondamenti del mito e della leggenda)
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nascita, ai suoi miracoli, al processo, alla sua morte o quant'altro lo riguarda.
Trattandosi di persona che avrebbe sconvolto il mondo e scompigliato la società di allora, con
centinaia o migliaia di seguaci, questo lascia quantomeno perplessi e pone seri dubbi sulla sua
reale esistenza.
Ammettendo, solo per ipotesi, che Gesù sia esistito allora doveva essere noto solo ai suoi parenti e
ad un ristretto, quanto discutibile, gruppo di beduini della Giudea.
Tutto ciò che si sa di lui è stato scritto qualche secolo dopo la sua presunta esistenza, facendo
man bassa su tutti i miti allora esistenti e noti nell'ambito dell'Impero Romano (e non solo),
con una fantasiosa costruzione a tavolino resa poi "ufficiale" e "credibile" dagli interventi au-
toritari di Costantino nel quadro del Concilio di Nicea.
Pertanto si può ritenere tutte le fonti che seguono artatamente false e prive di fondamento.
Ciò premesso, tutti i fatti, gli eventi, e quant'altro riportato come "Mito o Leggenda", pur es-
sendo necessariamente inattendibili, sono stati ricavati dalle seguenti fonti che restano co-
munque le uniche disponibili per addentrarci nella favola:
A. FONTI CANONICHE
o Vangelo secondo Matteo
o Vangelo secondo Marco
o Vangelo secondo Luca
o Vangelo secondo Giovanni
o Atti degli apostoli di Luca
o Lettere apostoliche di Paolo
o Apocalisse di Giovanni
B. VANGELI APOCRIFI
o Proto vangelo di Giacomo
o Vangelo dello pseudo Tommaso
o Vangelo dello pseudo Matteo
o Vangelo dell'infanzia arabo-siriaco
o Vangelo dell'infanzia armeno
o Libro sulla natività di Maria
o Storia di Giuseppe il falegname
o Vangelo degli ebioniti
o Vangelo dei nazarei
o Vangelo delle Toledoth (Vangelo degli ebrei)
o Vangelo di Pietro (ritrovato nel 1886?)
o Vangelo di Nicodemo
o Vangelo di Maria (ritrovato nel 1896?)
o Ciclo di Pilato (anafora, paradosis e morte)
o Dichiarazione di Giuseppe d'Arimatea
o La vendetta del Salvatore
o Vangelo di Bartolomeo
o Dormizione della S. Madre di Dio, di Giovanni il Teologo
o Transito della Beata Vergine, dello pseudo Giuseppe d'Arimatea
o Atti di Giovanni il Teologo
o Atti di Tommaso
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o La Didachè (Dottrina dei 12 Apostoli)
o Il Vangelo di Giuda
D. VANGELI DUALISTICI
o Libro di Giovanni Evangelista
ATTENDIBILITA' E COMMENTI
Per quanto concerne i vangeli in generale occorre ricordare:
a. che si tratta di opere di fede, finalizzate alla diffusione di un credo, chiuse nel loro con-
testo e quasi sempre in disaccordo con gli eventi storici;
b. di nessun vangelo, canonico od altro, esiste lo scritto originale; oggi disponiamo solo di
copie di....copie, ecc. che durante i secoli hanno subito innumerevoli manipolazioni e
modifiche per adattare i loro contenuti alle esigenze ad agli interessi del clero;
c. i testi originali della maggior parte dei vangeli sarebbero stati scritti in ambiente gre-
co/romano ed in lingua greca. Essi erano rivolti a fruitori non ebrei e per essere tolle-
rati a Roma, e nei paesi sotto il suo dominio, dovevano eliminare qualsiasi riferimento
circa l'attività politica svolta da Gesù. La massima preoccupazione degli autori è stata
quella di addossare la colpa della condanna di Gesù agli ebrei anziché a Roma, fomen-
tando cosi un odio bestiale ed implacabile verso l'ebraismo deicida, destinato a durare
due millenni;
d. per quello che oggi si conosce, o si può arguire, nessun vangelo è stato scritto prima
della distruzione di Gerusalemme (70 e.v.); è molto probabile che i più antichi risalga-
no alla fine del II secolo, duecento anni dopo la nascita di Gesù;
e. i vangeli, in generale, non sono d'accordo su nessuno dei fatti più importanti della vita
di Gesù. Nessuno degli autori ha mai conosciuto Gesù ed ascoltato le parole che vengo-
no trascritte con tanta enfasi; i vangeli sono stati redatti su voci, racconti e miti ripresi,
in maggior parte, da altri culti.
Jerome Neyrey: la cosa più importante è che noi realisticamente non sappiamo chi abbia scritto i
vangeli.
(Rif. 344)
Rudolf Bultman: i racconti dei vangeli sono tali che noi non possiamo sapere nulla su ciò che
concerne la vita e la personalità di Gesù.
(Rif. 346)
Thomas Paine: quando i mitologisti della chiesa fondarono il loro sistema, essi raccolsero tutti
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gli scritti che poterono trovare e li rielaborarono a loro piacimento.
(Rif. 342)
C. Denni Mc Kinsey: Gesù è una figura mitica aderente alle tradizioni della mitologia pagana;
chiunque voglia credere che Gesù visse e camminò come un essere umano lo fa a dispetto delle
evidenze e non per causa loro.
(Rif. 348)
Voltaire: E' una questione grossa individuare i primi Evangeli. Quel che risulta [.....] è che nes-
suno dei primi padri della chiesa, fino ad Ireneo incluso, cita mai nessun passo dei quattro E-
vangeli che noi conosciamo.
(Rif. 410)
U. Ranke-Heinemann: I vangeli altro non sono che un tessuto di favole dannose e di "kitsch" di
cattivo gusto.
(Rif. ***)
Infine ricordiamoci di J.P. Goebbels, ministro responsabile della propaganda nazista, che 2000
anni dopo soleva dire ai suoi collaboratori: Non importa quanto sia grande la bugia che volete
raccontare. L'importante è che la raccontiate con ferma determinazione e soprattutto che la ripe-
tiate infinite volte e con convinzione; alla lunga la gente finirà col crederci.
dovevano essere quattro come i quattro punti cardinali (le 4 regioni del mondo)
dovevano essere quattro come i quattro venti principali
dovevano essere quattro come le prime quattro creature viventi e cioè:
o il leone (Marco),
o il vitello (Luca),
o l'unicorno (Matteo)
o l'aquila (Giovanni).
il leone (Marco),
il toro (Luca),
l'uomo (Matteo)
l'aquila (Giovanni).
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diante pesanti atti di discriminazione giuridici e razziali.
Si tramanda anche che, durante il concilio di Nicea, tutti i vangeli allora conosciuti (canonici
ed apocrifi) siano stati messi alla rinfusa su di un altare. L'intervento dello spirito santo fece
cadere a terra i vangeli "non autentici" risparmiando naturalmente quelli canonici a noi noti.
(Rif. 410)
E' certo che gli evangelisti non furono apostoli di Gesù; primo perché sono sovente in disso-
nanza (se non disaccordo) tra di loro; secondo perché avrebbero dovuto raggiungere una età
alquanto inconsueta per quei tempi. Ad esempio: Giovanni avrebbe dovuto vivere sino a 110
anni, Matteo almeno 70 anni.
Cosa poco probabile visto che, a quei tempi, la vita media era di circa 30 anni.
In questi ultimi anni è stata avanzata una nuova ipotesi: secondo l'Università di Tubinga, i
vangeli di Matteo, Marco e Luca sarebbero derivati da un precedente documento detto "Q"
(dal tedesco: quelle = fonte) del quale però poco si sa. Qualcuno ipotizza trattarsi di un proto-
vangelo, utilizzato dalla Nuova Chiesa di Gerusalemme, per memorizzare fatti ed eventi ri-
guardanti questo singolare messia (cosidetti Loghia).
In particolare:
- Vangelo di Marco sarebbe stato scritto a Roma dopo la distruzione del Tempio di Gerusa-
lemme. E' ritenuto il più antico dei tre vangeli sinottici.
Altri sostengono sia stato scritto in oriente (Siria?) forse in lingua aramaica.
- Vangelo di Matteo decisamente derivato da quello di Marco mentre dovrebbe essere il con-
trario se è vero che Matteo (Levi) era l'apostolo di Gesù.
era un gentile,
era un ebreo ellenizzato,
era una donna,
era un medico siriano, convertito da Paolo in Antiochia.
Si ipotizza anche che Luca abbia derivato il suo vangelo da quello gnostico attribuito a Mar-
cione. Luca è stato anche l'autore degli Atti degli Apostoli.
- Vangelo di Giovanni non sinottico, va decisamente contro corrente e descrive un Gesù del
tutto particolare rispetto agli altri tre vangeli.
Le differenze rispetto agli altri tre risultano sostanziali:
Se è vero che era l'apostolo di Gesù (Giovanni figlio di Zebedeo) allora era un pescatore ebreo
analfabeta che avrebbe scritto questo vangelo all'età di 100 anni circa. In precedenza avrebbe
scritto l'Apocalisse.
Circola l'ipotesi che l'autore di questo vangelo e dell'Apocalisse sia stato un certo Cerinto, un
discepolo gnostico, che avrebbe sfruttato il nome di Giovanni per attribuire una certa credibi-
lità(?) ai suoi scritti.
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Per quanto riguarda l'Apocalisse è evidente che i motivi sono tratti da precedenti apocalissi
contenuti nel Vecchio Testamento e redatti da Daniele, Enoch, Baruc, Esdra ed Elia; altre a-
nalogie si incontrano anche nei testi scritti in persiano antico della religione dei zoroastriani.
Una ipotesi recente è quella di P. Benvenuto (Rif. 444), il quale sostiene che i compilatori dei
vangeli canonici si siano basati su precedenti documenti (pseudo vangeli?) quali:
a. Vangelo dei dodici (Gerusalemme): una raccolta di materiale evangelico a cura della
Nuova Chiesa di Gerusalemme, in ebraico e antecedente l'anno 36 e.v. (forse: la Dida-
che' ??)
b. Vangelo ellenista (Antiochia): traduzione in greco della raccolta a).
c. Vangelo paolino (Efeso/Filippi): traduzione in greco del materiale a) corredato con
concetti espressi da Paolo. Portato ad Efeso da Sila.
d. Vangelo dei timorati di dio (Cesarea): traduzione in greco del materiale a) con aggiunta
di passi catechistici, a cura di Filippo. E quindi:
o Marco, a Roma, avrebbe derivato il suo vangelo da b+c.
o Matteo, ad Antiochia, dopo la caduta di Gerusalemme, avrebbe derivato il suo
vangelo da b+d.
o Luca, in Grecia, intorno al 62 e.v., avrebbe derivato il suo vangelo da c.
o Giovanni, ad Efeso, intorno al 90-100 e.v., avrebbe compilato il suo vangelo in
maniera autonoma.
Una ulteriore ipotesi (da comprovare) sostiene che la prima forma scritta dei vangeli sia deri-
vata da una fonte primitiva detta Ur-Markus.
In particolare, per quanto riguarda il "Vangelo dei dodici" (a) occorre precisare:
Per quanto poi concerne La Didachè (greco = insegnamento, dottrina, dottrina dei dodici apo-
stoli), si tratta di un documento, redatto in greco, ritrovato a Costantinopoli nel 1056 e rima-
sto sepolto sino al 1873 nell'archivio della Chiesa Metropolita di Gerusalemme. Non si conosce
l'autore di questo documento, probabilmente scritto in Siria; l'ipotesi più probabile è che sia
di scuola e di origine ebraica.
Riportato alla luce nel 1873 dal metropolita Filoteo Bryennios, venne indicato come un "ma-
nuale primitivo di diritto canonico", di istruzioni liturgiche e di catechesi. Qualcuno lo ritiene
di origine antichissima e suppone sia stato la fonte di ispirazione dei tre vangeli sinottici.
D'altro canto la chiesa non l'ha mai incluso nel Canone e cerca, quanto meno, di minimizzar-
ne l'esistenza anche se un brano dello stesso è riportato negli attuali breviari (Liturgia delle
Ore).
- Atti degli Apostoli testo attribuito a Luca, narra quanto accaduto nel periodo che va dalla
morte di Gesù alla misteriosa scomparsa di Paolo. La chiesa ritiene sia stato composto verso
la fine del primo secolo.
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vangeli sono talmente fantasiosi e fiabeschi che vien fatto di chiedere a quali categorie di cre-
denti fossero indirizzati.
La loro prima stesura è comunque molto incerta. E' probabile siano stati scritti originaria-
mente in greco e poi più volte tradotti e ritradotti in copto, siriaco, ecc; non è neanche chiaro
da dove siano derivate le versioni in italiano oggi disponibili.
Trattarne diffusamente esula dai limiti di questo testo perciò, per maggiori informazioni, si
rimanda a M. Craveri: I Vangeli Apocrifi.
(Rif. 330)
Sono stati tradotti inizialmente da Gilles Quispel e portati a conoscenza del pubblico nella me-
ta degli anni 50.
Le fonti di tipo b) FONTI STORICHE sono in realtà abbastanza scarne e poco il-
luminanti. Gli storici, almeno nei primi secoli del dopo Gesù, pare abbiano comple-
tamente ignorato l'esistenza e l'attività del nostro soggetto. Gli altri, moderni, lavo-
rano su ipotesi, sovente logiche e ragionevoli, quali oggi si possono formulare, alla
luce delle recenti scoperte archeologiche.
A - STORICI EBRAICI -
In generale gli storici ebraici, contemporanei di Gesù o di generazione immediatamente se-
guente, ignorano completamente la sua esistenza e le sue vicende. I casi sono due: la chiesa,
nel corso dei secoli, ha sistematicamente revisionato i loro scritti e le successive traduzioni, in
quanto contenenti notizie non positive e contrarie ai dogmi teologici della chiesa stessa; oppu-
re si deve ammettere che il personaggio non era poi tanto rilevante da finire sugli annali stori-
ci o, addirittura, era inesistente.
Tra questi autori ricordiamo:
PHILO JUDAEUS (Filone Alessandrino), nato nel 734 a.u.c.(20 a.C.) e morto nell'803
a.u.c.(50 e.v.), era a tutti gli effetti un contemporaneo di Gesù, vissuto nei dintorni di
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Gerusalemme.
Ha scritto note dettagliate sugli eventi accaduti in Palestina in quegli anni; di Gesù ne-
anche una parola.
Si dice anche che, recentemente, sia stata scoperta una versione della sua opera "Guerra
Giudaica" in lingua slava, risalente a vari secoli or sono, che pare sia fortunatamente
sfuggita alle manipolazioni del clero. La notizia non è comunque comprovata.
Il personaggio è comunque singolare. Riportiamo qui, fuori testo, una breve biografia
di questo storico.
Trasferito a Roma, si fa notare per intelligenza e preparazione, tanto che viene adottato da
Vespasiano, assumendo il nome della famiglia Flavia. Viene nominato storico di corte con ap-
pannaggio e casa in Roma. Resta comunque attaccato alla religione ebraica e ad essa educa i
suoi figli.
In realtà, dopo l'adozione nella famiglia Flavia, cerca di far dimenticare i suoi trascorsi di in-
tegralista giudaico, assumendo posizioni pesantemente critiche nei confronti del movimento in
questione.
Ha scritto (in aramaico e in greco) due opere corpose: Guerra Giudaica (7 libri) e Antichità
Giudaiche (20 libri). Il breve cenno (abbastanza accattivante) che scrive su Gesù, nel volume
XVIII di Antichità Giudaiche, sa di falso, inserito ad arte a posteriori. Considerata la sua po-
sizione a Roma, se lo avesse veramente scritto, avrebbe quanto meno..... perso il posto.
Parecchi eruditi si sono mostrati sorpresi di non trovare nello storico ebreo Giosefo [Giuseppe]
nessuna traccia di Gesù il Cristo; poiché tutti gli studiosi seri ammettono oggi che quel breve
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passo che ne fa menzione nella sua "Storia", è interpolato. Eppure il padre di questo storico a-
vrebbe dovuto essere fra i testimoni di tutti i miracoli di Gesù. Giosefo era di famiglia sacerdota-
le, parente della regina Mariamne, moglie di Erode: egli si diffonde in particolari minuti su tutti
gli atti di quel principe; tuttavia non dice una parola né della vita né della morte di Gesù; e, men-
tre non dissimula nessuna delle crudeltà di Erode, non parla della famosa strage di tutti i bambi-
ni da lui ordinata, in conseguenza della notizia che era nato un re dei Giudei. Il calendario greco
cristiano ci parla di quattordicimila bambini sgozzati in tale occasione; e sarebbe, di tutte le azio-
ni di tutti i tiranni del mondo, la più mostruosa che non trova esempio nella storia.
Eppure il più serio scrittore che mai abbiano avuto gli Ebrei, il solo stimato anche dai Romani e
dai Greci, non fa menzione di questo avvenimento tanto singolare quanto spaventoso. Non parla
neppure di quella nuova stella che comparve ad Oriente dopo la nascita del Salvatore: fenomeno
impressionante che non doveva sfuggire ad uno storico così bene informato; e così tace di quelle
tenebre che coprirono tutta la terra, in pieno giorno, e per la durata di tre ore, quando il Salvato-
re morì, di tutti quei sepolcri che in quel momento si aprirono e della folla dei giusti che risusci-
tarono.
(Rif. 410)
Questo è ciò che comunemente si pensa di Giuseppe Flavio.
La realtà però sembra essere ben altra. Intuita l'inutilità degli sforzi per abbattere l'agguerri-
to esercito romano decide di abbandonare i suoi compagni e di vendersi all'impero in cambio
dell'impunità ed altri concreti compensi; la nomea di opportunista e di traditore, che i giudei
gli attribuiranno, lo perseguiterà per tutta la vita.
Saltato quindi sul carro del vincitore e agli ordini di Tito, metterà a disposizione di quest'ul-
timo la sua esperienza e le sue conoscenze su fatti, strategie e comportamenti del movimento
ribelle, collaborando alla sua sistematica distruzione ed alla caduta di Gerusalemme.
Trasferito a Roma, con un bagaglio di numerosi testi sfuggiti alla distruzione, con l'adozio-
ne/premio della famiglia Flavia, acquisisce tutti i diritti di cittadino romano (che lo protegge
da eventuali tardive vendette) e darà corso alla compilazione delle opere che lo renderanno
famoso, sull'attendibilità delle quali torneremo in seguito.
B - STORICI LATINI -
Anche gli storici latini non rammentano Gesù e le sue vicende. Solo alcuni citano, quasi per
caso, i termini Cristo e cristiani. Ad esempio:
SVETONIO - 69/140(e.v.) - nella sua opera biografica sugli imperatori romani, scri-
vendo di Claudio dice: ....l'imperatore Claudio scacciò da Roma i giudei che istigati da
Cresto (Cristo), erano continuamente in lotta.
A proposito di Nerone scrive ancora: ....furono puniti i cristiani, un gruppo di persone
dedite ad una superstizione nuova e malefica....
TACITO - 55/120(e.v.) - parlando di Nerone cosi si esprime: ....mise avanti come rei
dell'incendio gente odiata per i suoi mali costumi, che il volgo chiama cristiani, e infine
inflisse loro i più raffinati supplizi. Quel nome essi derivarono da Cristo, che sotto il re-
gno di Tiberio fu mandato a morte dal procuratore Ponzio Pilato.
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Lo ignorano pure:
PLUTARCO
SENECA
MARZIALE
CASSIO DIONE
PLINIO IL VECCHIO
PLINIO IL GIOVANE
e un'altra trentina tra i più noti
Come si può constatare tutti questi storici ignorano l'esistenza ed il nome di Gesù; solo un pa-
io di volte viene rammentato il titolo messianico Cristo (l'unto) e non certo in senso positivo;
gli vengono attribuite caratteristiche assai poco spirituali, considerandolo fonte di disordini e
di velleitarismo politico.
(Rif. 180,185,760,995)
Eppure il mitico Gesù avrebbe dovuto, con le sue gesta e i suoi miracoli, creare un notevole
scalpore ed essere, di conseguenza, annotato negli annali storici del mondo allora noto.
§ 3 - IL CALENDARIO
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data della presunta fondazione di Roma.
- CALENDARIO GIULIANO
Il calendario, istituito da Giulio Cesare, è andato a regime nel 45-46 a.e.v. (ante era volgare)
ed è attualmente in ritardo di 13 giorni rispetto al calendario gregoriano. Anche questo calen-
dario considera come inizio anno il Primo Gennaio.
Secondo i suggerimenti del matematico alessandrino Sosigene, venne introdotto l'anno bisesti-
le. Ogni 4 anni, tra il 23 e il 24 febbraio, veniva inserito un giorno detto "Bis Sextus".
- CALENDARIO GREGORIANO
Studiato a Roma dall'astronomo Clavio, istituito da Gregorio XIII ed imposto, in tutti gli stati
cattolici, a partire dal 15 Ottobre 1582 e.v. sopprimendo 10 giorni dal precedente calendario
giuliano (dal 5 al 14 Ottobre compresi).
Considera come anno 1 (non zero) il presunto anno di nascita di Gesù (754 a.u.c.), come era
stato erroneamente determinato nel 540 e.v., dall'abate russo ed astronomo Dionigi Il Piccolo
(Dionysius Exiguus) ed in seguito adottato dal monaco Beda, nel 725 a.u.c., come anno iniziale
dell'era cristiana.
L'errore è evidente; se, secondo Matteo, Gesù è nato durante il regno di Erode il Grande, vi-
sto che questi è morto nel 750 a.u.c., allora Gesù è certamente nato prima di questo evento.
Ma quanto prima? Questo testo ritiene che possa essere nato nel 747 a.u.c.; è solo una ipotesi,
condivisa da altri, che ci permette di conciliare l'evento con altri fatti storici concomitanti.
Questo calendario fu imposto con la forza (e con il massacro di centinaia di persone) in quei
paesi cattolici dove la chiesa era particolarmente forte. La chiesa giustificò i massacri soste-
nendo si trattasse di sprovveduti facinorosi i quali temevano di essere stati defraudati di 10
giorni di vita (!). I motivi erano ben altri; in questa occasione nobiltà e clero (voraci ed ingor-
di), pretesero il pagamento delle loro rendite parassitarie per l'intero mese di ottobre, mentre
coloro che tali rendite dovevano procurare dovettero provvedere con il 30 per cento di giorna-
te lavorative in meno.
Le rivolte che seguirono furono dovute al fatto che la maggior parte dei lavoratori erano pagati a
giornata mentre i proprietari di immobili riscuotevano le rendite mensilmente.
(Hans Rancke - University of Copenhagen).
Il calendario gregoriano si diffuse in Europa molto lentamente; nel primo ventennio del 1900
molti paesi europei utilizzavano ancora il calendario giuliano.
- CALENDARIO EBRAICO
E' un calendario lunare (anno di 354 giorni) allineato al calendario solare mediante un ciclo di
compensazione (ciclo di Metone) di 19 anni. Il mese può essere di 29-30 giorni. L'anno 1 (non
zero) corrisponde all'anno della creazione del mondo(?) 3760 a.e.v.
Corrispondenza mesi
18
Tisri (Etanim) Settembre-Ottobre
Marchesvan (Bul) Ottobre-Novembre
Kisleu Novembre-Dicembre
Tebet Dicembre-Gennaio
Sebat Gennaio-Febbraio
Adar Febbraio-Marzo
- CALENDARIO ASTRONOMICO
E' il più corretto in senso assoluto ed il meno pratico per le cronologie storiche. Infatti tiene
conto dell'anno zero, inserito tra l'uno a.e.v. e l'uno e.v..
Inizia dall' 1 Gennaio del 4713 a.e.v. enumerando tutti i giorni seguenti senza tenere conto dei
mesi e degli anni.
ALTRE PRECISAZIONI
- Un anno solare ha la durata di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 6 secondi. A questo proposito il
calendario gregoriano eccede, ogni anno di 24 secondi sull'anno tropico; fra 3500 anni occor-
rerà eliminare un giorno.
- Un anno lunare (ciclo di 12 lunazioni) ha la durata di 354 giorni, 6 ore, 48 minuti e 48 secon-
di.
- Il terzo millennio è iniziato nel 1993 e.v. se si considera che Gesù è nato nel 7 a.e.v. oppure,
tenuta ferma l'ipotesi di Dionigi, inizierà il Primo Gennaio 2001 e.v. e non il Primo Gennaio
del 2000 e.v.; questa è stata una licenza festaiola e commerciale alla quale i preti hanno dovu-
to abbozzare per non perdere la faccia.
- Secondo il rev. J. Lightfoot, Dio ha dato inizio alla creazione del mondo Mercoledì 23 Otto-
bre dell'anno 4004 a.e.v., alle ore 9.00 a.m.. Se i calcoli del reverendo sono esatti, dio si sareb-
be riposato il Martedì della settimana seguente in barba ai precetti sul riposo al Venerdì, al
Sabato o alla Domenica.
- Secondo l'arcivescovo inglese J. Ussher (La Creazione dell'uomo) Adamo è nato esattamente
Venerdì, 24 Marzo 4004 a.e.v.
- Secondo Beda la creazione è avvenuta nell'anno 3592 a.e.v.
- Secondo Eusebio la creazione è avvenuta nell'anno 5198 a.e.v.
- La ricorrenza del Natale è stata fissata al 25 Dicembre all'inizio del IV secolo su sollecitazio-
ne di Costantino il Grande e per eliminare la festa pagana dei saturnali.
- L'anno gregoriano 2000 e.v. corrisponde a:
19
anno buddista (Nirvana) 2544
anno giapponese 2660
anno cinese 4637
anno olimpico 2776
anno astronomico (circa) 6714
- Ma quanto è vecchio questo mondo? Con riferimento all'anno 2000 e.v., eccovi alcune "dot-
te" valutazioni:
20
784 31 Inizio attività apostoli .
789 36 . Ponzio Pilato lascia la Giudea
802 49 Morte di Maria .
815 62 Morte di Giacomo .
817 64 Morte di Paolo Incendio di Roma
818 65 Morte di Pietro .
819 66 . Moti di ribellione in Palestina
820 67 . Distruzione di Gamla
823 70 . Distruzione di Gerusalemme
826 73 . Caduta di Masada
869 116 . Moti di ribellione in Palestina
886 133 . Sconfitta di Bar-Kosba
888 135 . Fine delle rivolte in Palestina
Sulle date di nascita e di morte di Gesù Nazareno ci sono decine di "dotte opinioni",
allo stesso tempo tutte valide e tutte criticabili che, indirettamente, avvalorano la
tesi che si tratti di un personaggio mitico e quindi difficilmente databile.
Quello che ci mette seriamente in imbarazzo è Luca, il quale afferma che Maria ha
avuto l'Annunciazione sotto Erode il Grande (morto il 4 a.e.v.) ed ha partorito du-
rante il censimento di Quirino (anno 6-7 e.v.)(!)
In effetti stabilire la data di nascita di Gesù è praticamente impossibile.
L'unico documento che potrebbe dare delle indicazioni utili è il Vangelo secondo Luca il quale
però, come sostenuto, malgrado le affermazioni rassicuranti dell'autore, sbaglia in maniera
veramente eclatante.
A complicare le cose ci si mette poi anche Dionigi il Piccolo il quale, aggiungendo errore ad
errore, ci porta completamente fuori strada.
A conti fatti, sulla base della tabella che segue, ricavata da Luca, dalla data del concepimento
(annunciazione) a quella del parto, sarebbero trascorsi 11/12 anni. Se per il fedele questo po-
trebbe non essere un problema, è innegabile però il discredito che viene gettato sulla storicità
della figura di Gesù.
21
EVENTO RIFER. STORICO
1 - PROEMIO (Luca)
.....Tuttavia, anch'io, dopo aver inda-
gato accuratamente ogni cosa fin
dall'origine, mi sono deciso a scrive-
Da quello che segue non si direbbe
re con ordine, egregio Teofilo, affin-
abbia indagato molto.
ché tu abbia esatta conoscenza di
quelle cose intorno alle quali sei sta-
to catechizzato.
..........
- ANNUNZIO DELLA NASCITA
DI GIOVANNI BATTISTA
Erode, (il Grande) re della Giudea, è
Al tempo di Erode, re della Giudea,
nato nel 74(a.e.v.) e morto nel
.......Dopo quei giorni Elisabetta con-
4(a.e.v.) all'età di 70 anni.
cepì ma si tenne nascosta.......
..........
- ANNUNZIO DELLA NASCITA
DI GESU' Dopo sei mesi dall'annuncio ad Eli-
Al sesto mese Dio mandò l'angelo sabetta. Infatti Gesù sarebbe nato
Gabriele in una città della Galilea tre mesi dopo Giovanni Battista.
chiamata Nazaret, ad una vergine Quanto a Nazaret era un indirizzo
sposa di un uomo di nome Giuseppe, difficilmente reperibile, visto che a
della casa di Davide ...... quei tempi non esisteva.
..........
2 - NASCITA DI GESU'
In quei giorni uscì un editto di Cesa-
re Augusto che ordinava il censimen-
to di tutta la terra. Questo censimen-
Il censimento della Palestina è stato
to fu fatto da Quirino che era gover-
ordinato ed eseguito negli anni
natore della Siria........
6/7(e.v.)
.......Mentre si trovavano là, [Bet-
lemme] giunse per lei [Maria] il
tempo di partorire.......
..........
3 - LA PREDICAZIONE DI GIO-
VANNI BATTISTA
Questo riferimento corrisponde
Era l'anno quindicesimo del regno di
all'anno 27/28(e.v.) circa. E' uno dei
Tiberio Cesare; Ponzio Pilato gover-
riferimenti base su cui Dionigi il Pic-
nava la Giudea, Erode era tetrarca
colo si è servito per calcolare, sba-
della Galilea e suo fratello Filippo
gliando, l'anno di nascita di Gesù.
dell'Idumea e della Traconiti-
de;.........
22
Dovendo comunque iniziare da qualche parte, sono state scelte, per questo lavoro,
due date fondamentali:
e non c'è nulla che possa far ritenere queste date peggiori o migliori di tante altre
che vengono continuamente proposte. La data di nascita ha comunque il pregio, se
così si può dire, di avvicinarsi molto alle ipotesi formulate, in proposito e in questi
ultimi anni, dalla chiesa, presumibilmente basate sulle deduzioni a suo tempo fatte
da Giovanni Keplero.
(Rif. 130,131)
Inoltre, queste due date si accordano, abbastanza bene, con quelle di concomitanti
eventi storici, databili con un certo grado di sicurezza. Questo, comunque, non vuol
dire che siano esatte: come si può dire quando è nato un individuo che probabil-
mente non è ...mai nato!
Ad ogni modo, ammettendone l'esistenza, il Gesù sarebbe vissuto su questa terra per
36 anni.
< H3>
Un illuminato teologo, Monsignor Bosquet di Vanves, ha calcolato che Gesù, nel corso delle sue
peregrinazioni in Palestina, abbia percorso una distanza di 2740 chilometri e 58 centimetri. Tutta
la nostra riconoscenza a Mons. Bosquet anche se quello che ci preoccupa un poco sono i 58 cen-
timetri.
In fondo, però, la cosa non ha molta importanza; quello che realmente importa è di
non dimenticare i fatti e gli eventi che si tramanda siano accaduti.
23
co e poco noto documento (vero o falso che sia) che questo testo, considerate le
premesse iniziali, non può esimersi dal riportare.
Fra tutte le opere dettate da questo loro accecamento, [degli ebrei] nessuna è così odiosa e stra-
vagante come l'antico libro intitolato: Sepher Toldos Jeschut, rimesso alla luce da Wagenseil, nel
II tomo della sua opera intitolata: Tela Ignea, ecc.
In questo libello si può leggere una storia mostruosa della vita del nostro Salvatore, forgiata con
tutta la passione e la malafede possibili. Così, per esempio, vi si trova che un certo Panther o
Pandera, abitante di Betlemme, essendosi innamorato di una giovine donna sposata a Jochanan,
ebbe da questo commercio impuro un figlio che fu chiamato Jesua o Jesu. Poi il padre di questo
bambino fu obbligato a fuggire, e si ritirò a Babilonia. Il piccolo Jesu da parte sua fu mandato a
scuola; ma, aggiunge l'autore, ebbe l'insolenza di star a testa alta e scoperta davanti ai sacrifica-
tori, invece di presentarsi davanti a loro a testa bassa e col viso coperto come era costume: atto
che destò grande riprovazione, e attirò l'attenzione sulla sua nascita spuria, esponendolo così
all'ignominia.
Questo Sepher Toldos Jeschut era conosciuto fin dal secondo secolo: Celso lo cita dandogli fede,
e Origene lo confuta nel suo IX capitolo.
Un altro libro anch'esso intitolato Toldos Jeschut, pubblicato l'anno 1705 dallo Huldrich, segue
più da presso l'Evangelo dell'infanzia, ma formicola di anacronismi e di grossolani errori. Fra
l'altro fa nascere e morire Gesù sotto il regno di Erode il Grande, e vuole che davanti a questo
principe sia stata mossa la causa dell'adulterio di Panther e di Maria madre di Gesù. L'autore,
che prende il nome di Jonathan e si dice contemporaneo di Gesù e abitante di Gerusalemme, dice
che Erode consultò a questo proposito i senatori di una città della terra di Cesarea.
(Rif. 410)
E' probabile che questa interpretazione sia stata tratta dal libro "Contro i Cristia-
ni" di Celso (II-III sec.) il quale recita:
Un'altra interpretazione molto fantasiosa (forse troppo!) sostiene che Maria sia sta-
ta sedotta niente meno che da Tiberio (futuro imperatore) che da giovane si trovava
in Giudea. Questo giustificherebbe le ambizioni di Gesù ad essere proclamato re dei
giudei.
24
Una nuova versione dei fatti viene fornita da Luigi Cascioli, prelevata dal Vangelo
delle Toledoth (Vangelo degli Ebrei).
(Rif. 760)
Ai tempi del secondo santuario, essendo imperatore Tiberio, e ai tempi di Erode II d'Israele, re-
sponsabile di azioni malvagie, come è raccontato nello Josippon, in quei tempi c'era un uomo
della stirpe di David, chiamato Giuseppe, che aveva una moglie di nome Maria; egli era timoroso
di Dio ed era discepolo del Rabbino Schimon ben Shatach. Abitava vicino a lui un malvagio, di
nome Jochannan, trasgressore delle leggi ed adultero. Maria era una donna di bell'aspetto, ed il
malvagio Jochannan aveva posto gli occhi su di lei, voleva possederla. Così seguiva sempre la
donna ma in modo che lei non si accorgesse di nulla.
Il fatto avvenne nel mese di Nissan, alla fine della Pasqua, nel giorno di Sabato, a mezzanotte.
Poiché Giuseppe doveva recarsi al tempio per le cerimonie, questo malvagio si alzò di nottetempo
e si appiattò vicino alla porta della casa. Quando Giuseppe uscì, Jochannan entrò in silenzio e
giacque con Maria, mentre lei gridava, pensando che fosse il marito:
- Mio signore, mio signore, perché ti accoppi con me? Non lo sai che ho le mestruazioni e sono
impura? Allontanati da me, e non fare questa orribile azione, non suscitare l'ira divina. -
Ma il malvagio giacque con lei e lei rimase incinta di lui. Jochannan se ne andò via ma poco do-
po ritornò per ripetere la stessa azione. Maria si ribellò ancora e, sempre convinta che fosse il
marito, gli ripeté:
- Non ti è bastato offendere Dio una volta? Ora ritorni ancora? -
Il malvagio, dopo averla posseduta una seconda volta, se ne andò via dalla casa. La donna era
addolorata e piangeva, e si colpiva forte il volto per il peccato commesso.
All'alba Giuseppe ritornò a casa e trovò la moglie che piangeva e si lamentava. Le chiese cosa
avesse e lei gli rispose:
- Guai a noi e guai a mia madre che mi ha generato, e guai a te che hai commesso una così grave
trasgressione, sapendo che ero mestruata sei venuto da me due volte questa notte senza timore di
Dio! Cosa sarà di te il giorno del giudizio? -
Giuseppe così le rispose:
- Sei matta, forse hai fatto un sogno e hai pensato che fossi io! -
Ma Giuseppe aveva capito che il responsabile era il suo vicino ma non disse nulla alla moglie. Lo
stesso giorno andò dal rabbino Shimon ben Shatach suo maestro il quale, dopo averlo ascoltato,
gli disse:
- So che non hai testimoni, per cui la sola cosa che puoi fare per controllare se il figlio che na-
scerà sarà di Jochannan il malvagio, è di segnarti il giorno. -
Giuseppe, però, pensando che se fosse rimasto a Gerusalemme gli sarebbe venuta grande vergo-
gna e disprezzo per ciò che era avvenuto a sua moglie, la quale sarebbe rimasta incinta non certo
di lui che tutti sapevano non aver mai avuto contatti con lei, decise di partire per trasferirsi in
Babilonia lasciando la moglie nella sua casa.
Dopo nove mesi avvenne che Maria partorì un figlio a cui dette il nome di Giosuè che era il nome
di suo zio, fratello di sua madre. Lo circoncisero a otto giorni.
Maria non avendo mai saputo ciò che era veramente successo, rimase nella convinzione che Gio-
suè fosse il figlio di suo marito Giuseppe anche se tutti sapevano la verità perché Jochannan il
malvagio lo aveva raccontato alla gente del paese. Tutti parlavano di questo fatto, mentre lei non
ne sapeva nulla.
Quando il ragazzo crebbe lo mise in una scuola per studiare la Torah e quel bastardo era intelli-
gente tanto che in un giorno imparava ciò che agli altri non bastava un anno. Per questo che da
quel giorno i rabbini dissero:
- I bastardi sono intelligenti ma lo sono di più se figli di una mestruata. -
Giuseppe, marito di Maria, stava in Babilonia lontano da Gerusalemme due mesi di viaggio. Mai
chiese di lei né fece sapere ad alcuno la sua questione e colà rimase per tutta la vita.
25
Un giorno, durante una lite con i compagni, Giosuè venne a sapere da questi che era un bastardo
figlio di una mestruata. Ritornato a casa raccontò tutto alla madre, la quale, dopo essersi accer-
tata che il fatto fosse vero, rimase così sconvolta che gli tolse il nome Giosuè, suo zio, e lo chiamò
Gesù.
§ 6 - DEMOGRAFIA E NUMERI
Alcune cifre strabilianti ed assai poco realistiche che, ogni tanto ci vengono prospettate dagli
storici dell'antichità, possono avere due possibili giustificazioni:
Pertanto, prima di procedere nella lettura delle cronologie riportate in questo testo,
occorre prendere visione di quanto contenuto nel seguente Inserto 03; aiuterà a ri-
dimensionare ed a rendere più comprensibili ed accettabili determinati eventi.
26
-600 (200) .
-300 (220) Di cui: Cina=50
Inizio dell'Era Volgare
Di cui:
Europa=35 di cui: Italia=4
1 (250)
India=45
Cina=58 (Primo censimento cinese)
Impero Romano=26
Di cui:
Europa=38
200 (255)
Vicino Oriente=18
Impero Romano=28/40(?)
400 (260) Di cui: Europa=32
600 (300) Di cui: Europa=30
Di cui:
800 (330)
Europa=35
Di cui:
1000 (365)
Europa=40 di cui: Italia=5
1200 (400) .
Di cui:
1300 (420)
Europa=70 di cui: Italia=12
1400 (435) .
1500 (450) Di cui: Europa=85
Di cui:
1600 (470)
Europa=89 di cui: Italia=13
1650 500 .
1700 (650) Di cui: Europa=125
Di cui: Europa=140
1760 (780)
(Cristiani=50)
Di cui:
1800 (820)
Europa=146 di cui Italia=18
1830 1000 .
Di cui:
1900 (1700)
Europa=295 di cui Italia=33
1950 2500 .
1976 4000 .
1989 5240 .
Di cui:
2000 6000
Europa=510 di cui Italia 57
Di cui:
2010 (6890)
Terzo Mondo=5670
2020 (7500) .
Di cui:
2025 (8000)
Terzo Mondo=6800
(Secondo Deevey Edward - The Human Population - vi è invece ragione di ritenere che fra
l'8000 e il 4000 (a.e.v.), come conseguenza della rivoluzione agricola, l'umanità sia aumentata di
27
circa 16 volte.)
Tenuto conto della tabella, si possono fare alcune osservazioni, anche se mancano molti ele-
menti per un calcolo preciso:
Vagliando tutti gli elementi disponibili e tenuto conto di una miriade di fattori, qui non elen-
cati, si può, molto grossolanamente, stimare una popolazione palestinese residente compresa
tra 160.000 e 240.000 persone. L'incertezza è grande ma qualche conferma, indiretta, ci può
venire dall'esame di un altro aspetto: superficie e popolazione di Gerusalemme.
La città, a quell'epoca, affidandoci alle mappe contenute in Rif. 130, poteva avere, entro le
mura, una superficie di 1.500.000 mq. in proiezione orizzontale. A questo occorre togliere
135.000 mq. per lo spazio occupato dal Tempio ed almeno altri 200.000 mq. per spazi destinati
ad edifici pubblici, palazzi residenziali, fortificazioni ecc.; restano perciò 1.165.000 mq. desti-
nati a vie di comunicazione cittadine e case di abitazione, senza dimenticare che la città non è
in piano (si eleva sino a 750 metri s.l.m.) e, quindi, la superficie non è perfettamente godibile.
Anche se conti precisi non se ne possono fare, si può però ragionevolmente pensare che l'area
entro le mura e gli agglomerati fuori porta potessero ospitare dai 30.000 ai 35.000 abitanti.
R. Laurentin (Rif. 378) ritiene che gli abitanti di Gerusalemme potesse essere circa 25000.
Durante particolari festività religiose era probabile che tale popolazione raddoppiasse.
Un riferimento improprio ma orientativo: nel 424 (a.e.v.) Alessandro il Grande parte, per
raggiungere l'India, con un esercito di soli "23000 uomini".
(Rif. 250)
Alle soglie del terzo millennio i cristiani nel mondo sono circa un miliardo. Di questi circa 600
milioni appartengono alla setta cattolica; gli altri appartengono alle altre numerose sette qua-
li: protestanti, ortodossi, pentecostali, anglicani, ecc. Nella sola America del nord sono state
contate oltre 500 distinte forme di cristianesimo.
- Noi dobbiamo essere pronti a credere che ciò che vediamo è bianco,
quando invece è nero, se la gerarchia della chiesa ha deciso così.
L'altra chiave la suggerisce Voltaire il quale, malgrado tutto ciò che si è detto di lui,
non era affatto ateo ma un deista convinto:
29
PARTE II - I Miti e le Credenze Storiche
Questa prima parte della nostra cronologia intende ricordare, e dare il dovuto ri-
lievo, ai numerosi culti e alle credenze che si sono sviluppate, nel corso dei millenni,
a partire dalle primordiali manifestazioni di "fede" derivate dal culto naturale e
primigenio del "sole" e da quello della "dea madre" (i cosiddetti culti della fertili-
tà).
PERIODO: Preistorico
"Qualche decina di migliaia di anni or sono, un primate della famiglia delle grandi
scimmie, l'Homo Sapiens Sapiens, prese coscienza di sè e cominciò ad utilizzare la
straordinaria capacità di poter "opporre il pollice alle altre dita della mano"; questo
gli consentì di costruirsi strumenti ed utensili, più sofisticati del semplice primitivo
randello, atti a rendere più agevole e meno precaria la sua esistenza.
Quasi contemporaneamente, sempre in questo periodo, l'uomo sviluppò la capacità
di comunicare, articolando un certo numero di fonemi in sequenze logiche e coor-
dinate.
La possibilità di poter trasmettere messaggi e di riceverli permise all'uomo di svi-
luppare la cooperazione con i suoi simili, rendendo più efficaci le sue azioni, co-
struendo oggetti sempre più complessi, grazie allo scambio di reciproche esperien-
ze.
30
Alcuni continuarono, quasi inconsciamente, a riproporsi domande di natura esi-
stenziale ed infine ai tanti perché qualcuno riuscì a dare una risposta che pareva
plausibile: "potenze misteriose ed esseri sovrannaturali dovevano governare ed in-
fluenzare le forze della natura."
(Rif. ***)
E' stata una delle idee più nefaste del genere umano: erano nati gli spiriti, gli dei, ma
era anche nata la convinzione di poterli in qualche modo influenzare con implora-
zioni, doni e sacrifici.
L'invenzione degli dei e la convinzione di poterli ammansire con regalie di cibi e di
animali sacrificali suggerì a qualcuno, più scaltro degli altri, di porsi come inter-
mediario tra gli uomini e gli dei, vantando qualità e poteri che esistevano solo nella
sua fantasia ma che gli altri, per ignoranza o per oscuri timori, non erano comunque
in grado di contestare.
Questo diede luogo alla seconda e più funesta invenzione dell'umanità: lo sciamano,
lo stregone, il sacerdote, il prete, o altro che dir si voglia.
le nuove frottole sull'anima, su chi governa il mondo, sull'aldilà, sul dopo la morte,
sulla vita eterna, ecc.
PERIODO: Protostorico
Nascono in questo periodo (alcuni sostengono tra il 15000 ed il 13000 a.C.) i "culti
solari", diffusi praticamente in tutto il mondo, con gerarchie sacerdotali e riti ben
organizzati.
Il motivo per cui tutti i racconti mitici sono così simili tra di loro come, ad esempio, l'uomo-dio
crocifisso e risorto, che opera miracoli e che ha 12 apostoli, dipende dal fatto che tutte queste
narrazioni sono ispirate al moto del sole attraverso il cielo, e quindi su uno sviluppo millenario di
idee astro-teologiche, avvenute in ogni parte del mondo, in quanto i 12 segni dello zodiaco posso-
no essere osservati ovunque.
In altre parole, Gesù e tutti gli altri miti di analoga struttura, sono soltanto personificazioni
dell'entità solare e, tra questi, la favola evangelica è soltanto una piatta ripetizione di una comu-
ne ricetta mitologica, basata sul creduto movimento del sole intorno alla terra.
Molti degli uomini-dio crocifissi, in ogni parte del mondo, hanno in comune la data di nascita
fissata al 25 Dicembre. Questo è dovuto al fatto che i nostri antenati, attenti osservatori del cielo,
avevano notato (da una prospettiva geocentrica) che il sole si abbassa annualmente verso l'oriz-
zonte, sino alle date del 21/22 Dicembre, solstizio d'inverno, dove sembra restare fermo per circa
tre giorni, per poi riprendere nuovamente il suo percorso ascendente sino allo zenit del solstizio
d'estate. Durante questo periodo gli antenati credevano che il sole morisse (allegoricamente), per
32
tre giorni, per poi risuscitare il 25 Dicembre.
In sintesi:
Il sole muore per tre giorni a partire dal 22 Dicembre, solstizio d'inverno, quando arresta
il suo movimento discendente, per poi tornare a nascere, o risuscitare, il 25 Dicembre, ri-
prendendo il suo movimento ascendente.
In alcune zone della terra, il calendario, in origine, iniziava nella costellazione della Ver-
gine e quindi il sole risulterebbe partorito da una Vergine. (N.B.: La precessione degli e-
quinozi ha modificato questo concetto).
Il sole è la "Luce del Mondo".
Il sole cammina sopra le nubi e tutti lo possono osservare.
Il sole che sorge al mattino è il "salvatore" del genere umano.
Il sole porta una corona o aureola: la "corona di spine".
Il sole cammina sulle acque (come riflesso).
I seguaci del sole, "apostoli o discepoli" sono i 12 mesi dell'anno, o anche i 12 segni delle
costellazioni (zodiaco) attraverso i quali il sole stesso dovrà passare.
Il sole a mezzogiorno, quando raggiunge lo zenit, si trova nella casa, o tempio dell'Altis-
simo.
Il sole entra in ciascun segno dello zodiaco ogni 30 gradi sull'orizzonte; quindi il sole (fi-
glio di dio) inizia il suo ministero al trentesimo anno.
Il sole è appeso ad una croce (crocifisso) e questo simboleggia il suo passaggio attraverso
gli equinozi e, cadendo a Pasqua l'equinozio di primavera, a quel tempo risorge.
(Rif.710)
In effetti il culto della Dea Madre si potrebbe far risalire almeno al 35.000 (a.e.v.), pertanto si po-
trebbe affermare che costituisca la religione più antica del mondo, la cui storia e la cui eredità si
perdono nelle nebbie del tempo.
Con la comparsa dell'uomo di Cro-Magnon, la prima specie riconoscibile come umana, intorno
al 35.000 (a.e.v.) si cominciano a vedere immagini e materiale iconografico che sembrano rap-
presentare la figura della dea.
(Rif. 725)
Le religioni dell'Egitto e della Babilonia, come le altre religioni antiche, erano in origine culti
della fertilità.
La terra era femmina, il sole maschio. Il toro era normalmente considerato come una personifi-
cazione della fertilità mascolina e comuni erano gli dei-tori. (A volte anche il gallo.)
In Babilonia, Ishtar (nota anche col nome grecizzato "Astarte"), la dea della terra, era la supre-
ma divinità femminile. In tutta l'Asia occidentale la Gran Madre era adorata sotto vari nomi.
Quando i coloni greci dell'Asia Minore trovarono i templi ad essa dedicati la chiamarono Arte-
mide e ne adottarono il culto.
Questa e' l'origine della "Diana di Efeso". Il cristianesimo la trasformò nella Vergine Maria e fu
un concilio tenuto ad Efeso (430-431 d.c.) che legittimò il titolo di "Madre di Dio", attribuito a
33
quella che viene chiamata "Nostra Signora".
(Rif. 382)
Uno o più furbastri, non si sa bene chi, come, dove e quando (probabilmente
nell'antichissima India), hanno inventato i concetti di "primo uomo", di "peccato o-
riginale" e ne hanno derivato il "bisogno di redenzione", ponendo le basi per lo svi-
luppo dei primitivi culti di stampo cristiano, che si sono susseguiti nel tempo sino ai
nostri giorni, consentendo a noi di godere della versione più aggiornata.
A proposito di peccato originale un autore ha dato una versione un po' scanzonata
di come sono andate le cose; d'altro canto riesce difficile mantenere una parvenza
di serietà su di un argomento del genere. E poi, scusatelo, si è dimenticato del ser-
pente!!
In uno di quei caldi e pigri pomeriggi d'estate, durante i quali la gente sonnecchia, si tedia e si fa
venire strane idee, due sbrindellati primitivi, (lui si chiamava Adamo, lei Eva), rubano una mela
nell'orto del loro Grande Vicino e se la mangiano.
L'avessero mai fatto!!
Il Grande Vicino si chiamava Dio, un tipo estremamente bizzoso, permaloso e vendicativo.
Seduta stante il Grande Vicino chiama il funzionario addetto agli sfratti, un certo Arcangelo Mi-
chele, il quale, senza tanti complimenti, caccia i due ladruncoli dalla loro comoda sistemazione
in località Eden. Ma non basta: il Grande Vicino è talmente offeso che condanna anche alla e-
terna dannazione tutti i discendenti a venire dei due poveri bamba.
Tutto per una mela! E' vero che, come è stato detto, si trattava di una mela che aveva lo strano
potere di infondere, per via gastro-intestinale, particolari conoscenze sulla natura del bene e del
male, ma la reazione del Grande Vicino è stata, ad ogni modo, estremamente esagerata. E poi se
ci teneva tanto, e conoscendo bene i suoi vicini (li aveva creati lui), non poteva recintare il suo
orto?
Comunque inutile piangere sul latte versato; sta di fatto che le due disgraziatissime creature ven-
gono così costrette a vivacchiare al meglio pascolando pecore. E tra un pascolo e l'altro fanno fi-
gli.
Considerati i genitori, anche i figli non potevano essere granché. Infatti il primo, l'Abele, era un
piccolo leccapiedi, un ruffianello che non perdeva mai occasione di insaponare il Grande Vicino,
forse nella segreta speranza di indurlo a far rientrare la famiglia nell'Eden. Il secondo, Caino,
era invece di tutt'altra pasta; molto irascibile e sempre pronto a farsi saltare la mosca al naso,
tanto che un giorno, in cui gli zebedei gli giravano più del solito, stende secco il mite Abele con
una randellata sul cranio.
Beh! Cosa credete sia successo? Niente di niente. Il Grande Vicino, con uno strano senso della
giustizia, che per una mela aveva condannato all'eterna dannazione miriadi di nuove generazio-
ni, di fronte ad un omicidio (anzi un fratricidio) si limita a dare un gran cicchettone al Caino e
poi lo abbandona al suo destino.
Del terzo figlio, Set, non c'è molto da dire: non era né carne né pesce.
................
................
(Rif.***)
Le figure di Caino e Abele sono una piatta ripetizione dell'analoga vicenda avestica di Manu e
Yima mentre l'evento del diluvio ha il suo preciso riscontro nei fatti narrati nel "Poema di
Gilgamesh".
34
Anche Noè fa bella mostra di sé nel mito babilonese di Ut-Napishtim.
Infine, a proposito del frutto proibito, chi ha detto che si trattasse di una mela? Solo i cattolici.
Gli ebrei sostengono che fosse un fico, gli ortodossi un'arancia, gli islamici un grappolo d'uva
o un calice di vino. In effetti la mela è un frutto nordico, portata in oriente solo a partire da
tempi abbastanza recenti.
C'è anche chi ha stabilito che Eva si sia tolta lo sfizio all'età di 80 anni, due mesi e 17 giorni.
(Rif.755)
Ora, è sulla base di questa colossale stupidaggine (peraltro, in parte, derivata dalla
più antica leggenda del "Giardino delle Esperidi" e delle mele d'oro) che una molti-
tudine di furfanti, scansafatiche, autoproclamatosi ministri di Dio ed operando nel
contesto di molteplici religioni e culture, hanno per millenni assurdamente terroriz-
zati, colpevolizzati ed asserviti al loro bieco potere miliardi di individui.
Origene, 1700 anni fa, a proposito del mito del Giardino dell'Eden scriveva: "Nes-
suno può essere "tanto folle" da ritenere questa allegoria come la descrizione di un
fatto reale.". Dichiarazione incauta; infatti Origene venne in seguito scomunicato e
milioni di persone si dimostrarono esattamente "tanto folli".
Benché assurdo questo mito ha ancora molto potere su di un gran numero di indi-
vidui di mente ristretta, deliberatamente mantenuti nella ignoranza da obsoleti
fondamentalismi. Anche adulti educati, a volte insistono sul fatto che un Dio onni-
sciente abbia creato il mondo per scopi suoi propri e imperscrutabili.
(Rif.520)
Le leggende di Iside e di Osiride e Horo risalgono a migliaia di anni addietro e molti popoli,
per millenni, hanno creduto che Osiride fosse una persona reale, vissuta fisicamente, secondo
35
alcuni, ben 22.000 anni or sono(!)
Il culto di Iside di Osiride e di Horo era comunque largamente diffuso in tutto il mondo anti-
co, compresa Roma.
Secondo le più comuni credenze egiziane Osiride ed il suo figlio Horo erano personaggi fon-
damentalmente intercambiabili: Io e mio Padre siamo Uno.
Tra tutti gli dei "salvatori" adorati all'inizio dell'era cristiana, Osiride ha contribuito con
molti particolari alla definizione della figura del Cristo. Già molto vecchio in Egitto, Osiride
fu poi identificato con altri dei egiziani a lui vicini e, poco alla volta, finì per assorbirli tutti;
gli sono state attribuite oltre 200 definizioni divine ereditate dagli altri dei.
Il culto di Osiride contribuì con numerose idee e concetti alla stesura della prima Bibbia e-
braica. Il Salmo 23 è la copia di un testo egiziano che nomina Osiride come il "Buon Pastore"
che conduce i defunti verso i verdi pascoli e le fresche acque della terra di Nefer-Nefer, che risto-
ra i corpi e le anime e dà loro protezione nella valle delle Ombre della Morte.
Anche la nota preghiera del Padre Nostro ha le sue ancestrali origini in un inno dedicato ad
Osiride/Amon: Oh Amon, Amon che sei nei cieli...
Alcuni autori hanno notato strabilianti somiglianze tra gli insegnamenti di Osiride e quelli dei
Vangeli; alcune frasi sono simili parola per parola. Esistono somiglianze anche nei riti come,
per esempio, l'elevazione dell'ostensorio.
Osiride, nella sua veste di Karast (KRST=Cristo) egiziano, esprimerebbe il concetto primo del
Cristo, ripreso successivamente dai movimenti gnostici e poi adottato a Roma.
Osiride era anche considerato il Dio del Vino e un maestro itinerante che portò la civiltà nel
mondo.
Nella sua passione Osiride fu vittima delle trame del fratello Set e dei suoi 72 accoliti. Come
per Gesù, la resurrezione di Osiride serviva a dare speranza a tutti quelli che credono nella
vita eterna.
La creazione del mondo, secondo quanto concepito dalla teologia egizia, ha dei risvolti quanto
meno singolari. Sentite questa: all'inizio c'era il caos; poi sul caos comparve RA (il dio sole) il
quale "tenendo il fallo in mano ed eiaculando sul caos" diede origine a due gemelli: l'aria e
l'acqua. Questi due gemelli successivamente diedero origine a Osiride e Iside ed infine questi ge-
nerarono Horo e Set.
A Luxor, nella Valle dei Templi, su alcuni edifici risalenti a circa il 1500 a.C., si possono vede-
re immagini relative all'Annunciazione, all'Immacolata Concezione di Iside ed ai Magi che of-
frono doni ad Horo. Nelle catacombe di Roma ci sono invece dei dipinti che rappresentano la
vergine Iside con in braccio Horo bambino. Questi prototipi della Madonna col Bambino sa-
rebbero opera di seguaci gnostici.
Nelle chiese cattoliche più antiche è facile vedere sopra l'altare maggiore un triangolo equila-
tero che racchiude un occhio; è un simbolo del culto egiziano che simboleggia l'onnipresenza
dell'occhio di Osiride.
(Rif. 710,761,520,***)
Gerolamo, uno dei primi padri della chiesa, sosteneva che Betlemme era stata, in origine un
luogo sacro dedicato al dio-salvatore Adonis, divinità solare della fertilità.
36
Adonis sarebbe nato centinaia di anni prima dell'era cristiana nella stessa grotta che, più tar-
di, si suppose fosse il luogo di nascita di Gesù.
Adonis è stato uno degli dei favoriti dai semiti e dagli ebrei ed ogni anno, durante la sua "pas-
sione", nel Tempio di Gerusalemme, le donne lamentavano la morte del "salvatore" rappre-
sentato con una corona di spine in capo e sacrificato nelle sembianze di un agnello. Nello stes-
so Tempio la dea Ishtar era adorata nelle sembianze di Maria, Regina del Cielo (Ezec.8:14).
Adonis/Tammuz fu importato da Babilonia dagli ebrei tornati dall'esilio ma questa divinità
pare fosse molto più antica. Il culto era stato derivato da quello del dio-salvatore dei sumeri
Dumusi, (Dumu-si-absu) il "figlio del sangue", il "signore dell'abisso". Tammuz conduceva al
pascolo le greggi celesti che si riteneva fossero le anime dei morti salite in cielo.
Il culto di Tammuz occupava una posizione centrale tra i sacri miti di Gerusalemme; il Nuovo
Testamento lo ha ridotto di rango e lo ha trasformato in un semplice apostolo di nome Tom-
maso.
Nella sua veste di dio della fertilità, Adonis era rappresentativo dello "spirito del grano". Bet-
lemme significava Casa del Pane, Casa del Grano o anche Casa del Pane di Grano. Questi si-
gnificati si sono persi nel mito cristiano facendo dire a Gesù, come al suo predecessore Horo,
"Io sono il pane della vita".(Gv 6:48)
(Rif.710,520)
Baal era un dio di origine fenicia il cui culto era molto seguito anche in Palestina, sino ai tempi
della distruzione di Gerusalemme. La "passione" di Baal è ben descritta su tavolette vecchie
di 4000 anni, oggi conservate al British Museum di Londra.
(Rif.710)
Per la precisione Baal non è il nome di un dio. In cananeo significa "signore" e veniva usato
come attributo ricorrente, o titolo, per le divinità ed infatti Yahve era anche chiamato Baal.
Il Baal qui menzionato ha un suo nome specifico: ALEIAN-BAAL.
Nella demonologia medievale esso divenne un diavolo, re dell'inferno, insegnante di ogni ge-
nere di conoscenza e comandante di 66 legioni demoniache. Cristianesimo ed ebraismo, infat-
ti, hanno sempre assimilato gli dei altrui a demoni inviati dall'inferno per essere adorati dagli
altri popoli (sulla scia dei ragionamenti del Deuteronomio); niente da stupirsi quindi che le
divinità cananee venissero considerate esseri demoniaci dai rabbini e che i Crociati e, più tar-
di, i Padri Pellegrini, per naturale rivalsa, considerassero i musulmani e gli indiani "adoratori
del diavolo".
(Rif.725)
E' assodato che in questo periodo il culto di Mitra sia nato in India e si sia diffuso
rapidamente anche in Persia.
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Mitra è una divinità molto antica, (sicuramente attestata nel 1400 a.e.v.), il cui culto era diffu-
so sia in Persia che in India (Mitra-Varuna), ed ha anticipato il "salvatore" cristiano di pa-
recchi secoli. Il mitraismo è uno dei sistemi religiosi più vecchi della terra e le sue origini ri-
salgono all'epoca storica delle primitive razze persiane. Resta comunque difficile dire quando
questo culto sia nato; si hanno testimonianze di un culto similare su uno dei libri induisti
R_gveda: Il Libro Della Lode, dove viene individuato come Mitra-Varuna; unitamente ad
Ahura-Mazda e ad Anahita avrebbe fatto parte di una "Trinità Solare".
In effetti il culto di Mitra era, nei decenni che precedettero l'era cristiana, il più popolare ed il
più diffuso dei culti pagani.
Nel 65-63 (a.e.v.) le armate di Pompeo si convertirono in massa a questa fede e la introdussero
in tutto l'Impero Romano dando origine ai Misteri Mitraici di Roma. Il mitraismo si sviluppò
con grande rapidità attraverso tutto l'Impero e fu adottato, sostenuto e protetto dai numerosi
imperatori che precedettero Costantino.
Il mitraismo ha rappresentato il più grande ostacolo alla diffusione del nuovo cristianesimo e
quest'ultimo ebbe la meglio, di stretta misura e per motivazioni del tutto politiche.
Alcuni dei sotterranei del Vaticano risalgono a prima del 376 (e.v.) e sono quelli del preceden-
te tempio di Mitra. In quell'anno, il 25 Dicembre, il prefetto di Roma, su ordine dell'Impera-
tore, soppresse il culto di Mitra e consegnò il santuario al nuovo culto rivale. L'attuale com-
plesso del Vaticano è costruito sopra l'antico papato di Mitra e la gerarchia della chiesa è oggi
del tutto identica a quella mitraica originale; esistevano infatti dei "padri" che guidavano i
fedeli; il capo dei padri, una specie di papa, che era sempre vissuto a Roma, era chiamato
"Pater Patratus" o anche Papa o Pontefice Massimo.
La collina del Vaticano a Roma, considerata come sacra a Pietro, la "roccia" del cristianesi-
mo, in origine era consacrata a Mitra e a questo proposito sono stati rinvenuti parecchi reper-
ti. Alcuni autori sostengono che anche la improbabile casa di Paolo a Roma fosse anch'essa un
sito di culto mitraico.
I cristiani copiarono molti particolari della religione misterica di Mitra, come ad esempio:
- la struttura dell'altare
- l'ostia
- l'uso dell'acqua santa
- il segnarsi in fronte con le dita
- ecc.
A chi faceva notare queste coincidenze, i primi cristiani rispondevano che era stato il Diavolo
a creare questo stato di cose per confondere i fedeli!
Nei primi secoli dell'era cristiana, la mescolanza delle credenze di Attis con quelle di Mitra e,
più tardi, con quelle di Gesù avvenne lentamente nel tempo e senza soluzione di continuità.
Inoltre la sua influenza nella formulazione del credo zoroastriano è innegabile.
Il culto di Mitra era diffuso anche in Cina dove era conosciuto come "L'Amico" e rappresen-
tato nelle vesti di un Generale difensore dell'uomo in questa vita e protettore dal male nella
vita post-mortem.
I resti e le rovine dei templi mitraici sono reperibili ovunque: dalla Palestina al Nord Africa,
dai territori dell'ex impero romano sino all'Europa centro/settentrionale ed in Inghilterra.
(Rif.710,520,530,***)
38
#5 - ANNI: 1400-1200 (a.e.v.)
Le analogie tra il personaggio cristiano ed il messia indiano Krishna sono centinaia soprattut-
to se si prendono in considerazione i primi testi cristiani che attualmente sono considerati a-
pocrifi. Ma non è il caso di spingersi tanto oltre.
Il culto di Krishna era ben noto ai soldati greci al seguito di Alessandro Magno.
E' interessante notare che, come accaduto per Gesù, Budda ed Osiride, molti popoli hanno
creduto e credono ancora che Krishna sia stato un personaggio storico, anche se niente lo può
dimostrare.
La storia di Krishna, come è ricordata nelle antiche leggende e nei testi indiani, pervenne in
Occidente in parecchie occasioni e in tempi diversi.
Una teoria sostiene che il culto di Krishna prese la via per l'Europa all'inizio dell'800 (a.e.v.),
probabilmente portato dai fenici. Altri sostengono che questo culto fosse presente in Irlanda
molto prima di questa data esibendo prove etimologiche, linguistiche ed archeologiche a so-
stegno di questa primitiva migrazione. Resta comunque il fatto che il mito di Krishna fu rein-
trodotto nella cultura occidentale in parecchie e diverse circostanze, non ultima quella fornita
da Alessandro Magno dopo l'espansione del suo impero ed il suo soggiorno in India.
Si sostiene anche che questo culto sia stato nuovamente riportato in Occidente durante il I se-
colo (a.e.v.) da Apollonio di Tiana il quale, al ritorno da uno dei suoi viaggi, avrebbe recato
con sè una copia della storia di Krishna (il Diegesis) depositandola ad Alessandria. Quella che
segue è una versione di come si sarebbero svolti i fatti:
Era vissuto, nella antica India, un grande saggio, chiamato Deva Bodhisattva (= "divino destina-
to all'illuminazione"), di datazione incerta, il quale tra le altre cose ebbe a scrivere un racconto
mitologico su Krishna, a volte chiamato Chrishna: il DIEGESIS. Nel 38-40(e.v.) Apollonio, men-
tre viaggiava in Oriente, trovò tale storia a Singapore. Egli la considerò tanto importante da tra-
durla immediatamente nella propria lingua madre. Nel fare questo egli apportò al testo parecchi
mutamenti, secondo la propria personale comprensione e la propria percezione filosofica della
cosa. Al suo ritorno lasciò il manoscritto originale ad Alessandria e condusse con se la traduzio-
ne ad Antiochia.
Circa 30 anni più tardi un altro teologo, Marcione, ritrovò la traduzione; a sua volta egli ne
fece una copia, introducendo inevitabilmente altri cambiamenti. Questa copia fu portata a
Roma, intorno al 139-142(e.v.), dove venne ancora tradotta in greco ed in latino dando una
presumibile origine a quello che divenne il Vangelo del Signore di Marcione, successivamente
attribuito, impropriamente, all'apostolo Paolo e, in seguito a Luca.
Secondo Taylor, (Rif.712) "Il primo abbozzo delle mistiche avventure di Krishna fu portato
dall'India in Egitto e fu il Diegesis; la prima versione del Diegesis fu il Vangelo secondo gli Egizi
(i Terapeuti); la prima traduzione dalla lingua egizia a quella greca, allo scopo di diffonderlo al-
la nazioni d'Europa, furono i Vangeli Apocrifi; infine le versioni corrette, castigate ed autorizza-
te di queste compilazioni apocrife, furono i Vangeli dei quattro evangelisti.
(Rif.710, 711, 230, 712, ***)
39
#6 - ANNI: 800-701 (a.e.v.)
Appaiono in questo periodo i primi libri che verranno successivamente raccolti, in varia mi-
sura, nel corpo letterario noto come Bibbia. Sono libri (39+7) di composizione non omogenea
che rivelano generi letterari molto diversi e che presentano, a volte, delle marcate somiglianze
con altri testi e testimonianze culturali di quel pentolone di ideologie e di divinità che era il
Vicino Oriente, nella stessa epoca. Sono stati redatti in momenti e da autori diversi con il sup-
posto scopo di fornire una base storica alle vicende del popolo ebraico e della sua alleanza con
il suo Dio (YHWH = Io Sono).
Tutte le opere ed i loro autori rappresentano differenti scuole di pensiero e di intendimenti at-
ti a dimostrare come tutti i culti del passato, sorti nel Levante, fossero falliti per volontà e a
favore del Dio unico degli ebrei: EL (= "dio"), Eloah o Yhwh; in seguito: Adonai (= "signo-
re").
E' possibile individuare nell'insieme quattro fonti, o provenienze narrative, quali:
Jahvista(J)
Elohista(E)
Sacerdotale(P)
Deuteronomista(D)
Si sostiene che i primi cinque libri, la TORAH, (Pentateuco, Profeti, Scritti) siano
stati scritti, in parte, da Mosè, personaggio di dubbia esistenza e collocazione stori-
ca; gli originali sarebbero andati perduti e ritrovati dopo 600 anni(!) nel 622 a.e.v.
Gli ultimi due libri (Maccabei I e II) sono stati aggiunti molto tardi, tra il 100 e il
200 e.v.; naturalmente non fanno altro che aggiungere bugie alle tante altre scioc-
chezze già in circolazione.
In effetti la Bibbia è una raccolta di tradizioni orali, trasmesse nei secoli, accorpate
in una caotica miscela di ingenuità, di crudeltà, di perversioni e di stupidaggini de-
stinate a suscitare nei lettori istinti sadici e morbosi.
E' il racconto mitizzato delle gesta di alcune bande di protervi beduini ebrei (da
Eber = Errante) della protostoria.
I primitivi ebrei appartenevano al gruppo etnico degli Hapiru, un coacervo di pre-
doni e di mercenari dei quali si ha notizia per la prima volta nella Lettera di Shulgi
(papiro di Brooklin e di Leida) e nelle Lettere di Tell el Amarna.
Costretti a vagare nel deserto per innumerevoli secoli, cacciati e combattuti da tutti
i popoli per la loro brutale natura di ladri, predatori, assassini, razziatori e porta-
tori di paurose epidemie a causa della loro incredibile sporcizia; tant'è vero che il
loro onnipotente YHWH, ad un certo punto, sente il bisogno di insegnare loro alcu-
ni elementari comportamenti su come "defecare" (comportamenti istintivi persino
per i cani). Dal Deuteronomio 23/13:
Avrai un luogo fuori dall'accampamento e uscirai la fuori. Avrai un piolo nel tuo bagaglio e con
esso scaverai quando ti accovaccerai fuori, quindi ti volgerai a ricoprire i tuoi escrementi. Poiché
il Signore tuo Dio si muove in mezzo al tuo accampamento.........ed egli non deve vedere presso di
te alcuna indecenza;
40
Quanto alla circoncisione sembra sia stata più volte imposta secondo una tradizione cultuale
adottata dai popoli semitici. Stando al marchese di Sade (Le 120 giornate di Sodoma) la cir-
concisione aumenterebbe il piacere dell'atto sessuale.
Non esiste il minimo riscontro storico sulla esistenza di personaggi come Abramo,
Isacco, Mosè, Davide o su eventi quali l'Esodo o il crollo delle mura di Gerico. Il
Corano (Sura xxxvii) ignora la figura di Isacco e indica, come sacrificando Ismaele.
La versione ufficiale adottata dalla chiesa è la Vulgata, tradotta da S. Gerolamo, tra
il 390 e il 405(e.v.) e successivamente "riscritta" dal papa Sisto V nel 1590. Edizione
che avrebbe dovuto essere ritenuta come vera, legittima, autentica, inquestionabile
e approvata "con l'autorità conferitaci da Dio". Però, appena morto Sisto V, l'edi-
zione venne ritirata e sostituita con l'altra, sempre ispirata da Dio, di Clemente
VIII (1592-1605).
Davide e Salomone forse sono esistiti veramente, ma le loro figure bibliche sono quelle di due re-
eroi mitici (come Agamennone o re Artù) che non hanno ormai quasi più niente dei personaggi
originari.
Questa tesi è stata sostenuta, sin dal'antichità, dal filosofo greco Evemero (IV-III sec. a.e.v.), il
quale affermava che il mito è, nella sua essenza, un personaggio/evento storico che la fantasia
della gente ha successivamente idealizzato/dilatato e trasformato in leggenda (evemerismo).
Dobbiamo comunque liberarci dall'idea che il dio delle parti più vecchie dell'Antico Testamento
fosse un dio buono ed onnipotente.
Non era buono se non con chi fra gli ebrei l'adorava come suo nume tutelare; non era onnipo-
tente in quanto il suo potere era limitato alla Palestina (la sua "giurisdizione") mentre quando se
ne usciva si doveva sacrificare agli dei stranieri (a proposito vedasi II RE, cap.29,9 sgg. dove un
re pagano salva il suo paese sacrificando il figlio a Moloch, dio locale. (Vulgata-Ante 1545))
In effetti, agli inizi, gli dei delle religioni naturali non sono onnipotenti, perché nascono come
personificazioni di determinate forze naturali: il dio del cielo ha quindi un potere su fulmini e
pioggia, ma non certo sulla terra o sul mare.
(Rif.725)
Resta comunque il fatto che quest'opera sarà la base per lo sviluppo delle tre gran-
di religioni monoteistiche ("religioni del libro") del Mediterraneo e del Vicino-
Medio Oriente. La qual cosa non depone certo a favore di questi culti.
Esiste infine un'altro libro, importante per gli ebrei: si tratta del TALMUD. Diviso
in due parti: Mishnah e Ghemara: è una raccolta di materiale giuridico e di rituali
che regolano ogni aspetto della vita del fedele ebraico.
41
#7 - ANNI: 700-600 (a.e.v.)
Come è avvenuto per i fondatori di altre antiche religioni, molta gente ha creduto che Zoroa-
stro (nome grecizzato per Zarathushtra ovvero "il Vecchio Cammelliere") fosse una reale
persona fisica che diede origine alla religione persiana nel corso del 600 (a.e.v.) Al contrario,
alcuni studiosi asseriscono che il culto di Zoroastro sia esistito da almeno 10.000 anni prima
(!) e che in questo periodo si siano avvicendati almeno sette Zoroastri prima di giungere all'ul-
timo che prendiamo in considerazione.
(Rif. 190, 761)
E' ovvio che Zoroastro non è mai esistito e che si attribuisce a questo nome una summa di
concetti, di credenze e di miti provenienti da differenti etnie e per ciò si ipotizza che questo
nuovo credo (mazdeismo) sia stato imposto in Iran dal mitico Istaspe (per gli zoroastriani
d'India il padre del re Dario il Grande, quello di Maratona, per intenderci, e per la tradizione
il mecenate di Zoroastro) nel tentativo di ricondurre sotto "un solo dio" tutta una congerie di
credenze e di idolatrie presenti nel regno persiano. (E' quello che poi farà in seguito anche Co-
stantino I con il cristianesimo).
(Rif. 850)
Alcuni autori, che invece sostengono la reale esistenza di Zoroastro, hanno ipotizzato che fosse
un appartenente al casato di Deioce, antico re della dinastia di Media e che abbia avuto note-
vole influenza sulle decisioni politiche dell'imperatore persiano Ciro.
Il nome Zoroastro viene generalmente inteso anche come "Figlio della Stella" o anche "Figlio
dell'Astro", una attribuzione mitica assai comune e che deriverebbe dal nome di un antico
saggio indiano, Zuryastara, un legislatore politico-religioso, ricordato per aver introdotto in
India il culto del sole.
E' noto che il culto di Zoroastro ha permeato tutto il Medio Oriente, assai prima dell'era cri-
stiana e la sua influenza sul giudaismo e sul cristianesimo è stata rilevante. Similmente alla
prima forma del giudaismo, Zoroastro predicava il monoteismo dualista (se così si può defini-
re) ed aveva proibito il culto delle immagini degli dei.
E' opinione diffusa che il culto di Zoroastro sia un rifacimento del precedente culto mitraico e
che la divinità di Mitra sia stata conferita al nuovo dio Ahura-Mazda, continuando a ritenere
però Mitra come "figlio solare" dello stesso Ahura-Mazda, figlio destinato ad incarnarsi e ad
essere sacrificato per la salvezza dell'umanità.
Nella sua essenza la teologia di Zoroastro è di tipo dualista e poggia sull'eterno conflitto tra il
dio del bene (AHURA-MAZDA, in medio persiano Ormuzd) e il dio del male (Angra Mainyu,
in medio persiano AHRIMAN).
Questa dottrina non è esente da pesanti intolleranze di natura religiosa verso altri culti.
Gli appartenenti alla classe sacerdotale di questa religione erano chiamati MAGI.
La leggenda narra che Zoroastro abbia vissuto per qualche tempo, come un eremita, in una
grotta in cima ad un monte. Durante questo soggiorno ricevette, in stato di trance, dal dio Mi-
tra, i fondamenti del suo culto e li avrebbe trascritti dando origine ai cinque libri fondamenta-
li del suo credo, denominati AVESTA ("Ciò che è stabilito"):
- Yasna
42
- Visprat
- Yasht
- Vendidad
- Xorda Avesta.
(L'Avesta è poi integrata con libri scritti in medio persiano fra i quali il più importante è il
Bundahishn).
I 5 libri originali dell'Avesta sarebbero stati da lui stesso stampigliati a fuoco su 21 pelli di bue
che, per qualche tempo, vennero conservate dalle parti di Persepoli, sino a quando, nel
329(a.e.v.), caddero nelle mani di Alessandro Magno che, secondo discordi opinioni:
dopo averli letti, sdegnato da ciò che contenevano, ordinò di bruciarli (??)
dopo averli letti, entusiasta del loro contenuto, promosse la diffusione della nuova dot-
trina nei territori ellenici. (??)
E' probabile che l'idea del Messia giudaico, quale evento futuro, sia stata mutuata da quella di
Saoshyant ed introdotta in Palestina dopo il ritorno degli ebrei dall'esilio di Babilonia.
(Rif.710,***)
Oggi i seguaci di Zoroastro ( detti Parsi) ammontano a circa 100.000, di cui 25.000 dislocati in
Iran e gli altri sparsi tra India e Pakistan. (Le torri del silenzio)
Al termine Buddismo si attribuiscono, oggi, molte specificazioni, come d'altra parte succede
anche per il cristianesimo. In realtà esistono vari livelli di esperienze mistiche classificate co-
me Buddismo.
(N.B.- Questa versione del buddismo oggi può essere ritenuta apocrifa/eretica da alcuni gruppi di
buddisti aderenti a numerose sette di culto moderne.)
Budda è il nome italianizzato del sanscrito "Buddha" che vuol dire "illuminato".
La maggior parte della gente pensa che il Budda sia stato un personaggio nato intorno al 550-
566 a.e.v. a Kapilavastu (India) e morto nel 486 a.e.v., ma il personaggio comunemente raffi-
gurato come tale è, in realtà, una compilazione di leggende di uomini-dei e di pensieri di di-
43
versi santoni che hanno preceduto e seguito il periodo attribuito al Budda generalmente inte-
so:
Gotama fu soltanto uno di una lunga serie di Budda, nati ad intervalli di tempo diversi, e che
tutti predicavano la stessa dottrina. Si conoscono i nomi di almeno 24 di tali Budda apparsi
prima che l'attuale Gotama fosse conosciuto.
Era comunemente ritenuto che, dopo la morte di ciascun Budda, la sua predicazione fiorisse
per un certo tempo per poi decadere. Dopo che ciò era accaduto un nuovo Budda rinasceva e
ricominciava a predicare la verità perduta (Dharma). Sembra molto probabile, alla luce di
questi concetti, che gli insegnamenti attribuiti all'ultimo Budda fossero già esistiti prima del
tempo in cui si crede che Gotama abbia vissuto.
E' generalmente ammesso che un altro Gotama, conosciuto come il primo dei buddisti, abbia
fondato un ordine antichissimo. Se questa circostanza fosse dimostrata vera, i detti e le azioni
dei differenti Gotama non potrebbero essere attribuiti a nessuna particolare persona.
A causa di questa mancanza di storicità e delle seguenti caratteristiche del mito buddista, che
non sono generalmente note, ma che hanno le loro antiche origini nei miti del passato, si può
con certezza ritenere che il Budda è un'altra personificazione di antiche ed universali leggen-
de.
In aggiunta alle caratteristiche di "maestro e salvatore", come sopra riportato, l'influenza del
buddismo sul cristianesimo comprende:
- la rinuncia (solo come idea!) al mondo ed alle sue ricchezze, incluso il sesso e la famiglia;
- la fratellanza tra gli uomini; (si fa per dire)
- la virtù della carità e della sopportazione; (imposta agli altri)
- la conversione (imposta a tutti).
Che il buddismo abbia preceduto la cristianità è innegabile come lo è anche la sua influenza
sul mondo prima dell'era cristiana. Affermatosi 500 anni prima del cristianesimo e largamen-
te diffuso nel Medio Oriente, il buddismo ha esercitato la sua influenza sul primitivo giudeo-
cristianesimo più di quanto i padri della chiesa vogliano ammettere. Storie sul Budda e sulle
sue molte reincarnazioni circolavano incessantemente nel mondo antico ad opera dei monaci
buddisti che viaggiavano in Egitto, in Grecia, in Asia Minore e nel Secondo Impero Persiano,
quattro secoli prima di Gesù, per diffondere le loro dottrine. La Palestina deve essere stata
permeata dalla ideologia buddista durante il primo secolo (e.v.).
A ben vedere è anche vero che le cerimonie e gli ornamenti delle religioni buddista e cristiana
sono più simili di quanto generalmente si ritenga.
Sembra che un certo numero delle parabole attribuite a Gesù siano state tratte direttamente
dal buddismo; per esempio quella del "figliol prodigo".
L'esistenza del buddismo nel Medio Oriente è stata confermata dagli stessi apologisti cristiani
quali Cirillo e Clemente di Alessandria i quali si riferivano ai buddisti come ai "preti di Per-
sia".
Infine, alcuni studiosi insistono sul fatto che il primitivo buddismo sia molto più antico della
stessa leggenda del Budda; in alcuni templi indiani, molto antichi e di molto precedenti l'era
del Gotama, ci sono delle pitture di un Budda rappresentato come appartenente alla razza ne-
gra, sia per il colore della pelle che per i tratti somatici del viso.
(Rif.710, 761, 770, 785, 230, 280, 781, 790, 520)
44
Marco Polo descrive la figura del Budda nel Cap. CLV del "Milione", chiamandolo SERGAMO
e dicendo di lui: "...s'egli fosse istato cristiano battezzato, egli sarebbe istato un gran santo appo
Dio".
Ercole è ben noto per le sue 12 "fatiche" che indicano come questo mito derivi direttamente
da precedenti culti solari. Le sue dodici fatiche simboleggiano il passaggio del Sole attraverso
le 12 case dello zodiaco. E' in fondo lo stesso Sole salutato giornalmente dai persiani e dagli es-
seni con la frase rituale Egli è risorto; la stessa formula che annuncia il ritorno di Gesù dall'ol-
tre tomba in Marco 16:6.
Ercole è nato nel solstizio d'inverno quando il sole raggiunge il suo nadir e la costellazione del-
la Vergine sorgeva, a quei tempi, ad oriente; viene sacrificato nell'equinozio di primavera (Pa-
squa) durante la Festa dell'Anno Nuovo, secondo il computo di antichi calendari.
La madre di Ercole era Alcmena. Il nome, derivato dall'ebraico Almah, significa "forza della
luna", secondo il culto di Gerusalemme, generatrice di sacri regnanti; questo titolo fu in se-
guito attribuito anche alla Vergine Maria (Alma Mater).
Malgrado fosse sposata Alcmena aveva conservato la sua verginità in quanto il di lei marito si
sarebbe astenuto da rapporti sessuali, per volere divino. Qualcosa di analogo al rapporto tra
Giuseppe e Maria.
A Tarso (presunta città natale di Paolo) si celebrava regolarmente il dramma sacro della mor-
te sul fuoco di Ercole e si sosteneva essere opera di grande virtù e saggezza l'offrire un corpo
sacrificale alle fiamme. Qualcosa di questo traspare anche in Paolo (1 Corinzi 13:3).
(Rif.710,520)
E' un'altra divinità la cui storia e' molto simile a quella di Gesù. Era chiamato il "Pastore di
Dio" e considerato un grande guaritore.
Serapide venne adorato in Egitto come una divinità suprema a partire dal V secolo(a.e.v.). Il
culto di Serapide, molto popolare, usava bardature, ornamenti e rituali che più tardi vennero
in buona parte assimilati dal cristianesimo: canti, luci, campane, vestiari, processioni e musi-
che.
Serapide rappresentava la trasformazione finale del salvatore Osiride in una figura monotei-
stica, virtualmente identica al Dio degli ebrei e dei cristiani. Questo strano dio tolemaico era
una combinazione dei caratteri propri del dio Osiride con quelli del bue Api. Così come Gesù
era un agnello sacrificale, Serapide era il "toro" sacrificale ed allo stesso tempo un dio in for-
ma umana. Egli veniva annualmente sacrificato per l'espiazione corale dei peccati d'Egitto.
Come si può intuire l'immagine di Serapide che, a suo tempo si ergeva nel Serapeo di Ales-
45
sandria, fu poi adottata dai cristiani come immagine di Gesù ed il culto di Serapide fu consi-
derato come quello professato in origine dai cristiani.
Stando ad una lettera inviata dall'Imperatore Adriano a Serviano (134 e.v.) si rileva che:
"Quelli che adorano Serapide sono parimenti cristiani;...e quelli che sono devoti di Serapide
chiamano se stessi vicari di Cristo.
(Rif.710,761,520)
Importanti ritrovamenti su questo culto sono dovuti all'egittologo francese Auguste Mariette,
fatti a Saqqara (Cairo), il 5/9/1852.
Su questo culto i riferimenti sono piuttosto scarsi. Si ritiene trattarsi di un mito migrato
dall'Egitto in Grecia anche se le vicende del dramma di Prometeo si svolgono sulle montagne
del Caucaso.
Si ritiene comunemente che il culto di Dioniso sia nato in Grecia, ma recenti studi tendono ad
identificare questo culto come un rifacimento tardivo del mito egiziano di Osiride, culto que-
sto che si era diffuso su larga parte del mondo antico, per migliaia di anni. Ci sono comunque
molte incertezze nello stabilire il periodo di nascita di questo culto e dei Misteri Eleusini.
La religione di Dioniso avrebbe quindi avuto un revival in Tracia, in Galazia ed anche in Fri-
gia dove convisse, per qualche tempo, con il culto di Attis.
Dioniso viene normalmente ricordato per le licenziose celebrazioni in suo nome (baccanali),
ma egli ebbe molte altre funzioni e contribuì parecchio alla definizione del personaggio di Ge-
sù. A Roma il suo nome fu latinizzato in Bacchus.
Nel 186 (a.e.v.) il senato romano condannò i Baccanali definendoli: prava religio.
Dioniso, come prototipo di Gesù, ebbe un centro di culto anche a Gerusalemme dove, durante
tutto il primo secolo (a.e.v.), fu adorato dai Giudei.
Le lettere simboliche di Dioniso erano IHS o anche IES, ancora oggi presenti nella liturgia e
nella iconografia cattolica; successivamente vennero trasformate in IESUS o JESUS. All'inizio
IES era il nome fenicio del Bacco o del Sole personificato e la sua etimologia dice che "I" va
intesa come l'UNO ed "ES" come FUOCO o LUCE ed in definitiva il significato è: l'Unica
Luce; qualcosa che si ritrova poi nel Vangelo di Giovanni.
A Creta Dioniso era chiamato Iasius, un altro nome equivalente a Iesus.
Durante le sacre funzioni dionisiache il sangue di Bacco era rappresentato dal vino ed il suo
corpo dal pane; questa iconografia (Eucaristia), proveniente dal paganesimo è stata, in seguito
adottata dal primo cristianesimo.
In tempi pre-cristiani, i preti trasformavano correntemente l'acqua in vino per indurre le
masse più sprovvedute a credere che essi possedessero dei poteri miracolosi.
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A Corinto, dove si suppone che Paolo abbia predicato, esisteva un marchingegno nel quale si
versava acqua, che poi veniva nascostamente incanalata in altra direzione e sostituita da vino
che veniva fatto entrare da un altro condotto ben nascosto. Un altro apparecchio del genere
era in uso anche ad Alessandria.
(Rif.710, 280, 771, 510, 520)
La storia di ATTIS, il figlio di un dio frigio, crocifisso e resuscitato, anticipa di secoli la storia
del salvatore cristiano e si è praticamente sviluppata nella stessa area che vedrà poi la nascita
della favola evangelica.
Venerato dai Frigi (una delle più antiche genti dell'Asia Minore) veniva rappresentato come
un uomo legato ad un albero (o inchiodato ad un palo) ai piedi del quale giaceva un agnello.
Lattanzio dice che "egli era un dio fattosi uomo, dedito a miracolosi interventi; ma in seguito
venne arrestato dalle guardie, per ordine dei giudici caldei, ed egli soffrì e morì amaramente con
chiodi e pali".
Il culto di Attis si affermò anche in quella regione nota come Galazia, e furono i seguaci di At-
tis quelli ai quali Paolo "avrebbe" indirizzato la sua Epistola ai Galati.
Attis fu popolare non solo in Frigia e nella Galazia ma anche a Roma dove egli e la dea Cibele,
la grande madre degli dei, ebbero per secoli un tempio dedicato e condiviso, che sorgeva sulla
collina del Vaticano.
Il dramma di Attis, celebrato ogni anno in primavera, era inteso come una ricorrente espia-
zione di sangue per redimere i peccati del mondo. In questa ricorrenza, il 22 marzo, veniva
abbattuto un albero di pino ed una immagine del dio era affissa ad esso, come quella di un
morto inchiodato ad un albero. Nel corso della cerimonia i sacerdoti si recavano ad una tom-
ba illuminata, contenente solo un lenzuolo mortuario (sindone!), perché il terzo giorno dalla
morte Attis era risorto dal sepolcro.
La somiglianza tra il mito di Attis e la favola cristiana è tale che i primi cristiani, per giustifi-
carsi, furono costretti a ragionamenti speciosi come quello di sostenere, anche in questo caso,
che era stato il Diavolo a creare il mito di Attis per sviare i cristiani più beoti dalla vera fede.
(Rif.710,190,240)
47
PARTE III - Il Mito di Gesù: L'Ultima Mistificazione
QUALCHE CHIARIMENTO
Prima di addentrarci nel dettaglio, affatto semplice, degli eventi che hanno genera-
to e costituito la base della leggenda di Gesù il Cristo, è necessario soffermarci su
alcune importanti considerazioni.
Come abbiamo visto nella precedente Parte II, nel corso dei millenni innumerevoli
religioni sono nate, si sono sviluppate ed alla fine hanno dovuto cedere il passo a
nuove credenze che sono cresciute sulla carcassa di quelle che l'hanno preceduta.
Se si osserva la storia delle religioni, tutte le volte che una religione rivelata s'è e-
stinta, lo ha fatto di fronte all'incalzare di un altro culto:
2. Il cristianesimo e' una religione sui generis, con libri sacri (specie l'Antico Te-
stamento) che non c'entrano nulla con gli interessi organizzativi-repressivi
della Chiesa; con scarse capacità di controllo dell'intellighenzia, cui sono state
concesse (o non si sono potute negare) pericolose libertà nelle università del
medioevo - fondate dalla Chiesa stessa - donde sono usciti i vari Hus, Wyclif,
Lutero, Calvino: in effetti l'amore per la filosofia e la cultura è stato sempre
uno dei talloni d'Achille del cattolicesimo e ben diceva Gregorio Magno:
Non c'è stato nessun Copernico, nessun Ockham fra i bramini o i musulmani; il
giainismo ed il buddismo sono stati fondati da appartenenti alla casta dei guerrieri.
(Rif. 725)
48
UNA COSTRUZIONE
Il fatto che alcuni popoli avessero un trio ed altri una coppia (senza il padre), avvenne
perché nella società in cui il maschio aveva maggior predominanza si affiancò in se-
guito alla madre, dea della natura, ed al figlio, dio della vegetazione, un dio maschio
che facesse da capofamiglia. Addirittura in alcuni popoli il dio paredro (= compagno)
della dea da figlio divenne marito perdendo così ogni alone di inferiorità o subalter-
nanza: è il caso dei palestinesi (Asera ed Aleian-Baal), degli hurriti ("Ma" ed il dio
delle tempeste), e forse anche dei paleomaltesi. Nella mitologia indiana post-vedica,
infine, le tre divinità trinitarie erano tutte maschili: Brama, Visnù e Sciva.
Con lo sviluppo dell'agricoltura e della pastorizia e man mano che il culto progrediva,
specialmente nel Vicino Oriente, si andò facendo sempre più chiaramente definita la
figura di una dea che personificasse le funzioni materne. In un primo tempo fu la dea
vergine che fece sentire la sua influenza predominante dall'India al Mediterraneo. In
Mesopotamia ....le forze produttrici della terra avevano fornito nei tempi preistorici
(quando la donna aiutava l'uomo a coltivare con zappe e vanghe, prima che venisse
inventato l'aratro ed essa sostituita dalle bestie atte a tirarlo) una classe divina in cui
predominava l'elemento femminile.
(E. O. James, Antichi dei mediterranei, cap. La dea Madre e le nozze sacre).
(Rif. 245)
Il dio supremo d'Israele, il cui nome fu "Geova" (finché non ci si accorse che era una
lettura sbagliata delle consonanti di "Iahve'" colle vocali di "Adonai"), non era sin-
golo (come sostengono i copti monofisiti) ma composto da più persone (cosa che ritro-
viamo nelle mitologie irlandese ed indiana) ed era nominalmente quello degli ebrei,
cioè quello dell'antico Testamento.
Il dio di Israele era inizialmente un dio delle colline, delle montagne e del cielo (cioè
delle cose alte come il fulmine, le nubi od il monte Libano, che svettando da lontano
sul piatto Israele doveva suggerire un senso di superiorità e di potenza, come l'Olimpo
sui Greci, l'Eta sui Cretesi, lo Jotunheim sugli Scandinavi, ecc.) ed era il patrono di
Gerusalemme - uno dei rilievi maggiori della Giudea - e della sua casa regnante, non-
ché ovviamente dei suoi sacerdoti i quali, durante il periodo dell'esilio babilonese lo
trasformarono in divinità unica ed onnipotente, sotto l'influsso delle idee zoroastriane
portate lì dai conquistatori persiani. A sua volta il zoroastrianesimo iranico nacque su
influsso del pensiero indiano: i popoli dell'altopiano iranico pare avessero maggiori
rapporti cogli indiani che coi mesopotamici; probabilmente perché venivano dall'Iran
gli hariia (anche noti come ariani, od arya, parola che significa "puri" o "nobili" e
dalla quale deriva il termine "Iran") che invasero l'India sottomettendo i popoli lì
precedentemente stanziati. Notare l'assonanza fra "Iran" ed "Hariia".
(Rif.725)
Per questi motivi e per quasi 2000 anni centinaia di milioni di persone, prive di at-
teggiamenti razionali, hanno creduto alla esistenza "storica" di un Figlio di Dio,
chiamato Gesù il Cristo, che sarebbe vissuto, avrebbe fatto miracoli, sofferto e mor-
50
to per una speciale espiazione di sangue, stabilita una volta e per sempre da Dio
stesso, creatore dell'intero cosmo.
LA CONTESTAZIONE
Intanto occorre rammentare che l'esistenza terrena di Gesù era già stata messa in
dubbio e negata, sin dai primi tempi del cristianesimo, da alcuni "padri e dottori"
della chiesa stessa, come si può dedurre da certe parziali ammissioni:
Agostino: "Tutto ciò che è conosciuto come religione cristiana esisteva tra gli anti-
chi.....dall'inizio della razza umana sino al tempo in cui il Cristo si fece carne...."
Eusebio: "I nostri modi di comportamento unitamente ai nostri principi religiosi, non
sono stati inventati recentemente da noi, ma la maggior parte degli umani principi fu
costruita sui naturali concetti di coloro che amavano Dio nel remoto passato..."
(Rif.710,740)
Nel secolo seguente altri scrittori, specie di origine anglosassone (lontani dalle grin-
fie del Vaticano), poterono esprimere le loro opinioni dando vita ad una scuola di
pensiero ormai agguerrita ed inarrestabile. Uno dei capostipite di questa rinnovata
corrente è stato Robert Taylor (un prete anglicano!), che scontò parecchi anni di
carcere per "blasfemia", accusato di aver offeso, con le sue prediche, il "senso mo-
51
rale" della pudibonda e bigotta società vittoriana.
Ai nostri giorni lo stuolo di studiosi che contestano l'esistenza fisica del Gesù e' tal-
mente numeroso da non poter essere enumerato.
Queste note sono pertanto dovute, in gran parte, ai loro studi, anche se i frettolosi
ed incerti riferimenti non sempre rendono giustizia al loro contributo nella ricerca
di una verità troppo a lungo occultata.
Buon ultimo, ma non meno importante, è lo studioso Luigi Cascioli (Rif. 760) con la
pubblicazione del suo libro/denuncia "La Favola di Cristo - Inconfutabile dimostra-
zione della non esistenza di Gesù".
Il 18 Marzo 2006 l'Autore ha fatto ricorso al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di
Strasburgo (pratica n. 14910/6) per denunciare l'inesistenza del Cristo e l'uso stru-
mentale ed ingannevole che la chiesa fa di questo personaggio. In precedenza il Ca-
scioli aveva promosso analoga denuncia presso Il Tribunale di Viterbo che si è af-
frettato ad ..."archiviare" la pratica.
Secondo Cascioli la figura mitica di Gesù sarebbe stata derivata dalla persona di
Giovanni, figlio primogenito di Giuda il Galileo, capo di una banda di rivoluzionari
indipendentisti palestinesi, originari di Gamala.
Nessuno degli antichi che credevano ad Apollo, a Venere Afrodite, ad Attis, ad Osi-
ride si è mai sognato di ricercare i "certificati di nascita" di questi dei.
Allora perché questo accanimento? Forse per prevalere su altre credenze, eliminare
la concorrenza e dare una parvenza di credibilità ad un mucchio di frottole. Però
quando mai credibilità e fede hanno camminato a braccetto?
Tanto per dirne una: com'è possibile storicizzare l'evento di una ragazza che, resa
gravida da uno spirito santo, partorisce e resta vergine?
Probabilmente i primi predicatori dovevano cercare di far sembrare la vita del Cristo come real-
mente vissuta, per dare quella garanzia di veridicità che avevano le altre divinità, anch'esse prive
di "certificato di nascita" ma convalidate come buone da secoli di adorazione. Questa necessità
di verosimiglianza spinse i primi cristiani a mischiare la storia ed il mito.
(Rif.725)
52
UNA SEQUENZA TEMPORALE
La sequenza temporale che segue e completa questa parte non ha certo la pretesa di essere
corretta. Serve solo a focalizzare l'attenzione di chi legge sull'alternarsi di determinati eventi
che hanno attraversato il corso della storia.
Anche le date, in particolare quelle riferite alle epoche più remote, sono del tutto opinabili. E-
sistono numerose cronologie come questa anch'esse egualmente criticabili e quella che viene
proposta è solo una delle tante e descrive una sequenza
Per evitare fraintendimenti nel corso della lettura, si rendono ancora necessarie al-
cune puntualizzazioni.
Analizzando la natura e le caratteristiche delle varie religioni, passate e presenti, si
può tentare una classificazione delle stesse che, per quanto grossolana ed imprecisa,
è comunque utile per seguire un determinato filo logico del discorso:
B. Culti politeistici
Erano basati sulla credenza nella esistenza di Dei immanenti preposti ad in-
tervenire e ad esercitare la loro influenza sul particolare quotidiano dell'in-
dividuo; ad es. l'Olimpo degli Dei greci.
Occorre ancora considerare alcune particolari Religioni Misteriche: esse sono quelle
seguite da sette che, pur appartenendo ad una delle classificazioni precedenti e se-
guendone i principi, per altro verso se ne discostano trasmettendo ai loro membri
insegnamenti di tipo esoterico. Ad esempio:
53
- Drusi, che diversamente dagli altri musulmani, credono nella metempsicosi
- Ismailiti
- ecc.
Da notare che: Non tutti gli ebrei considerano oggi l'ebraismo una religione in senso stretto, ma
bensì un insieme di norme tradizionali seguite, in varie forme, dalla più tradizionale a quella più
progressista, da persone unite da legami di sangue.
Nella sua nuova struttura rabbinica il giudaismo sarebbe un insieme di norme di "origine divi-
na" che regolano la condotta del credente, che le deve osservare se "vuole realizzare sè stes-
so".(?)
(Rif. 725)
Ed infine, in estrema sintesi, ecco alcune caratteristiche essenziali che un culto deve
avere per essere definito di "tipo cristiano":
a. La credenza nella esistenza di un Dio unico antropomorfo che per sua imper-
scrutabile volontà ha voluto, reso e stabilito che il genere umano, da lui stesso
creato, è "colpevole" (peccato originale) e perciò destinato alla dannazione
eterna, salvo redenzione.
c. La credenza che esista un termine alla vita di questo cosmo, all'avverarsi del
quale, dopo una grande baraonda (apocalisse), il Cristo ritornerà sulla Terra
(parusia prevista anche per altri "salvatori": Zoroastro, Krisna, ...), tutti i
morti risorgeranno, ritroveranno i loro corpi e verranno definitivamente
giudicati e destinati alla dannazione eterna o alla eterna salvezza. Nel frat-
tempo, in attesa di questo "giudizio universale", le anime dei morti sono
provvisoriamente sistemate in aree di parcheggio comunemente note come:
paradiso, purgatorio, inferno o altre simili.
Posto che per soffrire occorre avere un corpo sensibile al dolore e, visto che tali corpi
verranno riassegnati nel corso di questo fantomatico "giudizio", non è chiaro che cosa
ci facciano ora le "anime" dei defunti relegate all'inferno. Anche le anime possono es-
sere arrostite dalle fiamme infernali? E poi perché due giudizi? Non ne basta uno?
Infine, a confondere le idee, esiste una corrente di pensiero la quale afferma che l'in-
ferno non sarà eterno ma verrà abolito alla fine del mondo (apocatastasi) e tutte le a-
nime verranno "redente" (indulto universale) e andranno ad affollare il paradiso; altre
sette cristiane invece sostengono che solo 144.000 anime saranno ospiti definitivi del
paradiso, mentre tutti gli altri (migliaia di miliardi) se la vedranno brutta.
54
A tutto questo si collega un insano, mortificante e deprimente culto della
morte e dei trapassati, nonché l'adorazione di strumenti di morte (croce) e
immagini di atroci torture.
Alcuni scienziati hanno definito l'inizio del cosmo "Big Bang" e la sua presunta fine come il
"Big Crunch" (la grande contrazione, la grande "strizzata", la morte termica, conseguente al
continuo e costante incremento dell'entropia universale). Ciò che la chiesa ha cercato di inter-
pretare con l'allegra "canzoncina" Dies irae.......
Questi sono i tre punti fondamentali ai quali un individuo deve credere per potersi
definire cristiano, indipendentemente dal nome terreno assunto dal cristo sacrifica-
le, di cui al punto b): GESU', MITRA, KRISHNA o altro.
Infine, per quei particolari cristiani che aderiscono alla setta cattolica è ancora ne-
cessario "credere", senza alcuna possibilità di discussione, in alcuni importanti
princìpi (dogmi) quali:
la trinità: coesistenza di tre persone in un dio unico (anni 325, 385 e.v.)
presenza di una duplice natura e di una duplice volontà nel Gesù (anni 451,
680 e.v.)
la perpetua verginità di Maria: ante partum, in parto, post partum (anno 649
e.v.)
esistenza di particolari luoghi di permanenza eterna delle anime quali Para-
diso, Inferno e, dal 1439 e.v., di un nuovo luogo di permanenza temporanea
detto Purgatorio.
transustanziazione del pane e del vino nel corpo del Cristo (anno 1563 e.v.)
immacolato concepimento di Maria, da parte di Anna, o anche preservazione
di Maria dal peccato originale al momento del suo concepimento (anno 1854
e.v.)
infallibilità del papa (anno 1870 e.v.)
(Questa è veramente buona: il papa, pur sempre un uomo, si ritiene infallibile
perché parla a nome di un dio in virtù di un'autorità a farlo che s'è attribuita da
solo!!!)
assunzione del corpo di Maria in cielo (anno 1950 e.v.)
esistenza di un "limbo" dove confluiscono le anime dei neonati abortiti o de-
ceduti prematuramente, prima di ricevere il battesimo. (anno ?? e.v.)
NOTA: L'esistenza del limbo è stata sostenuta per secoli dalla chiesa. Poi il 20/04/2007,
l'infallibile Benedetto XVI ha abolito, di sua iniziativa, questo strano luogo ed ha "tra-
sferito" le suddette anime in un angolo imprecisato del paradiso (??).
La religione cristiana si basa quindi su concetti e dogmi che vengono definiti sacri o
santi. Sono idee che non si possono minimamente criticare o discutere.
55
E' il famigerato "principio di autorità" inventato ed imposto dalla chiesa: è così per-
ché ciò è scritto sulla Bibbia, nei vangeli ... ecc.
L'affermazione lasciò tutti di stucco generando gravi imbarazzi. Non si sa come la prese Gesù
che in vita sua terrena aveva molto insistito sulla fine che avrebbero fatto i peccatori, condan-
nati ad essere precipitati nella Gheenna del Fuoco; d'altro canto anche Dante si deve essere
rivoltato nella tomba, proprio lui che dell'inferno aveva minuziosamente descritto organizza-
zione e struttura!!
Il risvolto pratico fu una percettibile riduzione degli introiti di bottega in quanto molti si chie-
sero se valeva ancora la pena di pagare la tangente al prete per evitare di finire arrosto, ora
che le fiamme dell'inferno erano state dichiarate estinte. E' vero che restava sempre l'oppor-
tunità di tentare la conquista del paradiso ma questo pare non sia mai stato un grande incen-
tivo per le masse di fedeli. Se chiedete a molti praticanti di darvi una definizione sulla natura
e sul significato di paradiso rischiate di ricevere le risposte più strane.
Qualche tempo dopo, il papa successivo, Paolo VI, appena preso possesso della sua carica, si
affrettò a ribadire con molta energia che "l'inferno esiste, eccome!!"
La domanda che ora viene naturale è questa: cosa deve fare un fedele praticante di fronte a
due affermazioni fatte da due INFALLIBILI in netto contrasto tra di loro?
Forse non troverete nessun riferimento a tutto ciò negli atti ufficiali del Concilio Vaticano II,
ma li troverete sicuramente sulle pagine di quei giornali che all'epoca pubblicavano quotidia-
namente cronaca e resoconti dei lavori conciliari.
Comunque sia, a parte le esternazioni di Giovanni XXIII, è interessante notare come quasi
tutte le religioni siano concordi nel definire i loro "inferni" come luoghi di atroci sofferenze
che solo la mente perversa e corrotta del prete riesce ad immaginare.
Viceversa sulla definizione di "paradiso" le incertezze dominano; per alcune religioni il para-
diso nemmeno esiste. Per altre le idee sono confuse ed incerte. Nell'ebraismo solo determinate
correnti lo prendono in considerazione. L'unica religione con idee abbastanza concrete è l'I-
slam.
Il musulmano che muore in grazia di Allah accede ad un giardino di delizie dove viene nutrito
con latte, miele, vini prelibati (non alcolici naturalmente) e deliziato da vezzose fanciulle,
sempre vergini: le uri dai seni di alabastro. Alcuni ne enumerano 12, altri 40 oppure 70, altri
ancora affermano che il numero delle ragazze corrisponde al numero di Ramadan che il fede-
le ha devotamente osservato durante la sua vita terrena. Il paradiso di Allah dovrebbe dunque
56
essere un posto dove tutti copulano alla grande, come conigli!
Resta comunque incerta la sorte delle donne che muoiono in grazia di Allah.
Dopo quello che è successo in questi ultimi anni, è sempre più difficile definire la
teologia cristiana come "monoteista". La religione induista (certo non monoteista)
annovera 3306 divinità maggiori e minori. Il cristianesimo ne contava, anni fa, circa
1350 (santi, beati ed altre entità in grado di compiere interventi di natura divina).
Per l'esattezza a questi ne vanno aggiunti altri 465 proclamati dal solo papa Wo-
jtyla, nei suoi 27 anni di pontificato. Quindi, salvo errori ed omissioni, il totale am-
monterebbe, per ora (17/6/2002), a 1815.
(Rif. 440)
E' quindi sotto gli occhi di tutti come la religione cristiana abbia perso, da tempo, le
sue caratteristiche di religione dell'unico vero dio.
Essa è oggi una religione politeistica, di stampo neopagano, basata su una scala ver-
ticistica (come quella greco-romana facente capo all'Olimpo) che va dai beati, ai
santi, ai padri della chiesa sino alle alte gerarchie e alla trinità.
La cosa è ancora più evidente se si considerano i nove cori dell'angiologia "ufficia-
le" che comprende, in ordine ascendente: angeli, arcangeli, principati, potesta', vir-
tù, dominazioni, troni, cherubini e serafini.
Si pensi, infine, allo sterminato numero di santi, ognuno dei quali è abilitato a par-
ticolari protezioni e/o interventi a favore di: viaggiatori, naviganti, militari, com-
messi, carcerati, prostitute, animali e con particolari competenze su: mal di pancia,
anoressia, commercio di armi, fratture ossee e via dicendo.
Il loro dio deve imporsi dal nulla sui creduloni e quindi le sue caratteristiche devo-
no garantire:
57
Applicando una tecnica, collaudata da secoli di prevaricazioni, il condizionamento
comincia molto presto, con un rito di iniziazione (battesimo) imposto a pochi giorni
dalla nascita, complici i genitori pavidi, timorosi, accecati dalla stessa superstizione
e supini al conformismo, prosegue poi nella prima infanzia e nella giovinezza, for-
nendo risposte assurde alle prime domande sull'origine del mondo, sulla vita e sulla
morte, sul bene e sul male, tali da distruggere sul nascere i primi tentativi di pensie-
ro logico e razionale. Non per nulla J. de Maistre predicava: Dateceli dai cinque ai
dieci anni e saranno nostri per tutta la vita.
Il cristianesimo (come d'altra parte anche l'islam) insegna ai bambini che occorre
credere senza discutere e che questo atteggiamento "bovino" è una grande virtù:
non bisogna mai argomentare sul perché si crede!
La razionalità del giovane viene così mortificata sul nascere e l'individuo reso
schiavo da credenze irrazionali che ne fanno un ilota devoto al clero.
Molti, alla fine, si aggrappano alla religione non perché sia consolante, ma perché
sono vittime di un sistema educativo che non ha offerto loro la possibilità di una vi-
sione laica della vita.
(Rif. 800)
Poiché i preti sono separati dal resto della società, essi sono inizialmente visti, dai
potenti, come una minaccia e poi, o accettando il fatto che la maggioranza s'è data
alla nuova fede, o subodorando l'affare, o perché finalmente i preti vincono e pren-
dono il potere (spesso per breve tempo essendo più uomini di cervello e di ventre
che di azione), i regnanti li accettano all'interno della propria struttura di potere.
Scelta criticabile e pericolosa perché quando il potere politico è debole, i preti si
fanno avanti per dominare: per tutto il medio evo nel mondo cristiano ci saranno
scontri di potere fra regnanti e preti. Come pure in Cina e nella Giudea monarchi-
ca.
Alla fine i poteri politici prevalgono ed i preti o vengono integrati nella società per-
dendo il loro status separato e privilegiato (ebrei, protestanti), o diventano una do-
cile sezione dell'amministrazione, limitata al potere spirituale (regni cristiani, regno
di Giuda, ecc.), ad essa legata per combattere le nuove tendenze innovatrici, che
comunque non riescono o non vogliono scalzarla dalla sfera spirituale, dove si è au-
tolimitata.
Comunque, la cosa peggiore che possa capitare è quando si crea il connubio "dio e
patria". A questo punto non c'è più limite al terrore, alla sopraffazione, all'intolle-
ranza più miope ed a mostruosi bagni di sangue.
(Rif.725)
58
LE FONTI MITICHE (Le Leggende)
Dilungarci sulle fonti mitiche che hanno contribuito all'impianto teorico del cristia-
nesimo sarebbe oltre modo lungo e tedioso. Rammentiamo solo le principali; quan-
to basta per affermare che gli autori dei testi fondamentali del cristianesimo non
hanno dovuto lavorare molto di fantasia per infiorare i loro scritti di motivazioni
sovrannaturali, ad uso e meraviglia (e consolazione) di quanti disposti a crederci.
Come forse si è già intuito, essi hanno attinto, a piene mani, da leggende orientali,
all'epoca ben note a Roma che, con grande condiscendenza, ospitava e tollerava set-
te e riti di svariata natura e provenienza. Uno dei punti di merito dei conquistatori
romani è sempre stato quello di rispettare i culti praticati nei paesi occupati, senza
cercare di introdurre una religione "ufficiale" di stato che, d'altro canto, nemmeno
esisteva.
E' del tutto evidente che la maggior parte dell'impianto mitico cristiano si basa su
diverse credenze, specialmente per ciò che concerne i concetti di trinità, spirito san-
to, apostoli e seguaci, ecc. Il concetto di trinità, come già detto, ha anche degli inne-
gabili ed inequivocabili agganci con la trimurti induista.
Non si può ignorare che tutti gli dei del sole pre-cristiani hanno, quasi tutti, in comu-
ne:
Il tutto in buona parte confermato da San Giustino Martire in una sua lettera ai
pagani.
P. Campbell (Rif. 160)
Una osservazione curiosa: sembra che pur di attribuire una nascita miracolosa alle loro divi-
nità, i profeti non s'accorgano di adorare dei ...bastardi. La cosa è palesemente assurda se si
considera che, presso quasi tutte le religioni, l'adulterio è sempre malvisto e perseguitato.
59
Il mito degli angeli cristiani deriva da precedenti credenze zoroastriane, mentre il mito
dei diavoli trova la sua origine nei Deva induisti.
Lo scienziato tedesco Max Muller (Oxford University), autore di un'opera nel campo
della mitologia comparata, sostiene che tutti gli antichi miti delle culture protoindoeu-
ropee, o ariane, come quelli zoroastriani, indiani, greci derivano in sostanza da miti
primitivi imperniati sul culto del sole.
(Rif. 446)
Un mito, di per sè, non e' necessariamente una cosa malvagia. Ha un potere allegorico e metafo-
rico. Può accrescere il godimento del credente. Può essere essenziale per i risultati. Fu utile, per
esempio, il mito del diritto divino dei re. E sono utili i miti del Natale, della Pasqua e quelli di al-
tre religioni.
Ma c'è una regola, non scritta, che separa il professionista dal dilettante; l'adepto dal profano.
Solo il secondo è ingannato dai miti. Il primo no.
(R. Hersh)
MITRA (Persia)
OSIRIDE (Egitto)
TAMMUZ (Mesopotamia)
ADONE (Siria)
ATTIS (Frigia)
DIONISO-BACCO (Grecia)
ERCOLE (Grecia)
SAMHEIN (Irlanda)
BALDUR (Scandinavia: dopo 40 gg.)
Ercole, in particolare, figlio del dio Zeus e della fanciulla Alcmene, dopo la risurre-
zione, sale direttamente all'Olimpo con le prerogative di un dio tra gli dei.
Ed ancora ATALIDE, figlio di Mercurio, che moriva e resuscitava tutte le volte che
gli faceva comodo.
60
ISIDE che genera HORO (Egitto)
MYLITTA che genera TAMMUZ (Mesopotamia)
MYRRHA che genera ADONIS (Siria)
NANA (Cibele?) che genera ATTIS (-200 e.v.) dopo aver mangiato un frutto
speciale
DANAE che genera PROMETEO, fecondata da una pioggia d'oro
DEVAKI che genera KRISHNA (c.-1200 e.v.)
SEMELE che genera DIONISO (Bacco)
SARA che genera ISACCO
ELISABETTA che genera GIOVANNI B.
ALCMENA che genera ERCOLE
MAYA (Mayadevi) che genera BUDDA (Sakiamuni)
ed altri ancora, derivati da molteplici mitologie
Quasi tutti gli "dei/salvatori" del passato sono nati in una grotta.
Le grotte erano universalmente considerate come il grembo della terra, quindi un
posto logico ed ideale per la nascita simbolica di un dio o per una rigenerazione.
occorre ricordare che questa data (solstizio d'inverno!) coincide, almeno nell'emi-
sfero settentrionale, con la fine della caduta del sole sull'orizzonte e con l'inizio del-
la sua rinascita. Questa data è sempre stata considerata, presso tutte le civiltà pri-
mitive, come un giorno fausto che preludeva al ritorno della buona stagione. Un
giorno ideale per far nascere un dio, compreso l'ultimo arrivato, quello cristiano! Si
ritiene che in questo fatidico giorno siano nati anche:
ADONE Siria
ALBAN ARTHUAN Celti
AMATERASU Giappone
AMON-RA Egitto
ATTIS Frigia
ATUM-ATUN Egitto
BACAB Yucatan
BALDUR Scandinavia
BEL-MARDUK Babilonia
DAZHBOG Slavonia
DIONISO-BACCO Grecia-Roma
DUMUSI (Tammuz) Sumeri
DUPLJAJA Illiria
DUSARES Nabatei
ELABABALUS Siria
FREYR Scandinavia
GEOLA Sassoni
61
HELIOS Grecia
HORO Egitto
HUITZILOPOCHTLI Centro America
INTI-RAYMI Incas
ITZAMNA Yucatan
KRISHNA India
MITRA Persia
OSIRIDE Egitto
QUETZALCOATL Messico
SAMHEIN Irlanda
SCING-SHIN Cina
SERAPIDE Egitto
SHAMASH Babilonia
SOLE-APOLLO Troia
SURYA India
TAMMUZ Mesopotamia
TRUNDHOLM Danimarca
UTU BABBA Sumeri
YULE Germania
ZOROASTRO Persia
La data di nascita di Gesù è stata fissata tra il 24/25 Dicembre del 753 a.u.c. (anno:
1 e.v.) dal papa Giulio I, intorno al 337 e.v., su imposizione di Costantino I, per eli-
minare la festa pagana dei Saturnali (anche: festa del sole, rinascita del sole, natale
del sole invincibile, Dies Natalis Solis Invicti).
Ovviamente non tutti sono d'accordo; alcune sette cristiane di matrice ortodossa ce-
lebrano questa ricorrenza il 6 Gennaio.
Sul giorno e sul mese di nascita di Gesù sono state formulate, nel corso dei secoli,
oltre 136 ipotesi che proponevano, di volta in volta, date come:
62
354(e.v.) a Roma
375(e.v.) ad Antiochia
430(e.v.) ad Alessandria d'Egitto
ecc. ecc.
anche ZOROASTRO sarebbe nato mentre era in corso una congiunzione di pianeti;
il vecchio cammelliere sarebbe nato a Battra (nord-est della Persia) nel -630(e.v.).
Filosofo e profeta ha fondato una religione dualistica (quella dei Parsi, Mazdeismo)
basata sul testo sacro Avesta. Attualmente questa religione conta circa 32500 adepti
in Iran ed altri sparsi nell'India.
Sulla risurrezione:
Gesù non è stato il solo ad essere inviato sulla terra come salvatore del mondo.
Prima di lui se ne contano almeno altri 26, tra i quali Krishna, Mitra, Zoroastro
ecc.
Lo studioso Kersey Graves ne esamina 16 nel suo libro "I sedici salvatori crocifissi
nel mondo."
(Rif. 220)
La volontà dei Deva fu compiuta; tu concepisti nella purezza del cuore e dell'amore
divino. Vergine e madre salve! Nascerà da te un figlio e sarà il salvatore del mondo.
Ma fuggi, poiché il re Kansa ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel
seno. I nostri fratelli ti guideranno dai pastori, che stanno alle falde del monte Me-
ru....ivi darai al mondo il figlio divino....
(Rif. 165,345)
L'Unzione:
63
nel caso specifico di Gesù, l'unzione attribuiva al soggetto dignità regale, se-
condo antiche tradizioni bibliche a partire da Saul unto come re d'Israele.
(Rif. 130)
Il Battesimo:
Gli induisti praticano qualcosa di analogo, nel fiume Gange, da tempo immemora-
bile.
E' ancora il caso di ricordare che a Nauplia (Grecia meridionale) esisteva una fonte
detta "Canato" nella quale si credeva che Era, bagnandosi ogni anno, ridiventasse
vergine. (Pausania, Periegesi, libro II, cap.38). Questa fonte è stata poi identificata
con una sorgente che si trova nel monastero di Santa Monì, presso il borgo di Pro-
nia.
Per inciso, dal leggendario ciclo dei Cavalieri della Tavola Rotonda risulta che an-
che Re Artù ebbe una nascita "fuori dal normale" a seguito di operazioni magiche
e conseguenti corna al marito della di lui madre. Alla Tavola Rotonda sedevano
"12" seguaci (apostoli) e come Gesù anche Artù morì in seguito ad un tradimento.
Ora si attende il suo ritorno in terra, insieme ai suoi seguaci, dal regno di Avalon,
una dimensione parallela controllata dalle divinità pagane.
(Rif. 725)
TAVOLA RIEPILOGATIVA degli dei mitici che hanno influito sulle origini delle
credenze cristiane (escluso ovviamente quelli americani):
Resurr.
Divinità Area Paternità Maternità Nascita
3 GG.
. . . Nome Vergine Luogo Anno 25/12 .
Adone Siria . Ishtar Si . . Si Si
Atalide Grecia Mercurio . . . . . (Si)
Attis Frigia . Nana Si . -200 Si Si
Bacab America . Chiribirias . . . Si .
64
Baldur Scandinavia . . . . . Si (40gg.)
Dioniso-Bacco Grecia . . Si Stalla . Si Si
Ercole Grecia Zeus Alcmene . . . . Si
Freyr Scandinavia Odino Freya . . . Si .
Horo Egitto Osiride Iside Si . . Si .
Huitzilopochtli America . . . . . Si .
Indra Tibet . . Si . -700 . .
Isacco Palestina Jhwh Sara No . . . .
Krishna India (Visnù) Devaki Si . -1200 Si Si
Mitra Persia . . Si Stalla -600 Si Si
Osiride Egitto . . . . . Si Si
Perseo Caucaso . Danae Si . . . .
Quetzalcoatl America . . . . . Si .
Samhein Irlanda . . Si . . Si Si
Sansone Palestina Jhwh . No . . . .
Shamash Palestina . . . . . Si .
Tammuz Mesopotamia . Militta Si . . Si Si
Zoroastro Persia . . Si . -630 Si .
Il testo riporta una mappa della "Palestina" mediante la quale potete avere un'idea
(stimata) di come fosse il territorio ai tempi della nostra cronologia. (Anno 750
a.u.c.)
Dopo tutte le necessarie (a volte tediose) premesse siamo ora pronti ad addentrarci,
cronologicamente, in quegli anni cruciali che descrivono nascita, vita, miracoli e mor-
te del presunto Gesù, ispiratore, ma non fondatore, del cristianesimo.
E' una cronologia folle, aberrante, farneticante nella quale è difficile separare le pre-
sunte verità dagli atteggiamenti più deliranti e offensivi del buon senso comune.
Il testo è ricco di riferimenti storici che aiutano, ogni tanto, a ritornare con ...i piedi
per terra. Gli altri richiami (Rif.) servono soprattutto ad individuare gli autori di tutte
le sciocchezze qui elencate.
65
ANNO: 98 (a.e.v.) - 656 (a.u.c.)
Davide
|
|
|
(....?) Giacobbe
| |
|______________|
|
|
Giuseppe
_____________________|__________________
| |
+ +
(....?) (Maria)
| |
66
Simeone Gesù
: :
Giuda Giovanni(?)
:
Joseto
:
Giacomo Min.
:
(Tamara?)
:
(Ester?)
:
Lisia(Assia)
:
Lidia
67
Occorre ricordare sempre la naturale e necessaria propensione della chiesa ad alterare, travisare
e falsificare fatti, nomi e circostanze nell'intento di attribuirsi una certa "credibilità" ormai da
molti messa in dubbio.
Isachar
+
(....?)
|
|
_____________________|_________________
| |
| |
Anna Emerina
| +
| (.....?)
_________________|____________________________ |
| | | | |
+ + + + |
(Gioacchino) (Salome) (Cleofa) (.....) |
| | | | |
| | | (?) |
Maria (a) Maria (b) Maria (c) Elisabetta
Verg. di Salome di Cleofa +
+ + + (Zaccaria)
(Giuseppe) (Zebedeo) (Alfeo) |
| | |
GESU' | | GIOVANNI
: | | BATTISTA
Giovanni Giacomo Giacomo
(?) Il Maggiore Il Minore
: :
Giovanni Giuseppe
Evangelista Il Giusto
:
Filippo
:
Giuda
Taddeo
:
Simone
:
Cleofa J.
Secondo alcuni autori, a)-b)-c) dovrebbero essere le Tre Marie canoniche; secondo altri invece
il gruppo dovrebbe comprendere Maria Maddalena ed escludere Maria di Salome.
Buona parte degli affreschi di Giotto, nella cappella degli Scrovegni di Padova, dedicati alla vita
di Maria, sembra ispirata ai racconti dei vangeli apocrifi.
Anche Maometto (Corano, Sura XIX) narrando di Maria e della nascita di Gesù, si riferisce a
fonti contenute in vangeli apocrifi.
(Rif.725)
68
ANNO 62 (a.e.v.) - 692 (a.u.c.)
Riferimenti Storici:
ARRIVANO I ROMANI
Pompeo, conquistata la Siria, conclude anche la conquista della Palestina e l'annette all'Impero
quale Protettorato.
ELEZIONE DI IRCANO II
Pompeo risolve in Palestina il conflitto sorto tra Aristobulo II e Ircano II, entrambi Asmonei pre-
tendenti al trono di Gerusalemme. Viene scelto Ircano II.
Riferimento Storico:
TUMULTI IN PALESTINA
L'esclusione di Aristobulo II provoca disordini in Palestina. Per sostenere Ircano II Pompeo in-
terviene e presidia militarmente il paese. Ircano II resta sul trono affiancato dal controllore di fi-
ducia dei romani: Antipatro.
69
Giacomo (il minore)
Simeone (Simone)
Lisia (Assia)
Lidia
[Tamara ?]
[Ester ?]
(Rif. 055)
Riferimento Storico:
EZECHIA
Ezechia (medico, zelota originario di Gamala), un galileo pretendente al trono di Gerusalemme,
scende in campo per estromettere Ircano II. Il proconsole di Siria Gabinio interviene con le sue
truppe, riportando l'ordine sul territorio.
Riferimento Storico:
CLEOPATRA
In questo anno Cleopatra VII diventa regina d'Egitto.
Riferimento Storico:
ANTIPATRO
70
Antipatro, controllore di Ircano II, in assenza di quest'ultimo, impegnato in una guerra contro i
Parti, viene nominato amministratore della Giudea.
Riferimento Storico:
ERODE ANTIPATRO
Erode Antipatro, figlio di Antipatro, amministratore della Giudea, nel corso di un ennesimo
scontro, sconfigge ed uccide in battaglia Ezechia.
Il posto di Ezechia viene preso dal figlio Giuda detto il Galileo.
[Nell'inserto che segue potete trovare chiarimenti sui brevi ma intricati sviluppi della Dinastia
Erodiana.]
I personaggi che maggiormente interessano questa cronologia sono sottolineati. [+ nozze , = fi-
gli]
A + B = C + D = E + F = G
.
ERODE
1
Antipatro
+ Cipro(A) = Fasael + Salampsio = Antipatro . . . .
2 . . . . . . . = Alessandro . . . .
3 . . . . . . . = Erode . . . .
4 . . . . . . . = Alessandra . . . .
Agrippa
5 . . . . . . . = Cipro(B) + Agrippa I =
II
6 . . . . . . . . . . . = Berenice
7 . . . . . . . . . . . = Drusilla
8 . . . = Giuseppe + Olimpia = Mariamne(C) . . . .
9 . . . = Ferora + ignoto = tre figli . . . .
71
10 . . . = Salome + Giuseppe = Antipatro + Cipro(C) = ???
11 . . . . . + Costobaro = Berenice + Aristobulo = ???
12 . . . . . . . . . + Teudione = ???
13 . . . . . + Alessia = ??? . . . .
ERODE
14 . . . = IL . . . . . . . .
GRANDE
. A + B = C + D = E + F = G
ERODE
Anti-
15 IL + Doris =
patro
+ (ignota) = Div.figli . . . .
GRANDE
Mariamne Ales- Ales-
16 . +
(A)
=
sandro
+ Glafira =
sandro
. . . .
Tigrane
17 . . . . . . . = IV . . . .
(Armenia)
Aristo- Erode di Mariamne
18 . . . =
bulo
+ Berenice(1) =
Calcide
+
(C)
= ???
Agrippa
19 . . . . . . . = Agrippa I + Cipro(B) =
II
Bere-
20 . . . . . . . . . . . =
nice
21 . . . . . . . . . . . = Drusilla
Aristo-
22 . . . . . . . =
bulo
+ Iotape = ???
Erode Fi-
23 . . . . . . . = Erodiade +
lippo
= Salome
Erode An-
24 . . . . . . . . . +
tipa
= ???
Mariamne
25 . . . . . . . =
(D)
. . . .
26 . . . = Salampsio + Fasael = ??? . . . .
Anti-
27 . . . = Cipro(C) +
patro
= ??? . . . .
Mariamne Erode Fi-
28 . +
(B)
=
lippo
+ Erodiade = Salome + Filippo = ???
29 . . . . . . . . . + Aristobulo = ???
Erode
30 . + Maltace =
Archelao
+ Mariamne(E) = ??? . . . .
31 . . . . . + Glafira = ??? . . . .
Erode (Figlia di A-
32 . . . =
Antipa
+
reta IV)
= ??? . . . .
33 . . . . . + Erodiade = ??? . . . .
72
Mariamne
34 . . . = Olimpia + Giuseppe =
(C)
. . . .
35 . + Cleopatra = Filippo + Salome = ??? . . . .
36 . . . = Erode . . . . . . . .
37 . + Pallade = Fasael . . . . . . . .
38 . + Fedra = Rossana . . . . . . . .
39 . + Elpide = Salome . . . . . . . .
40 . + cugina(?) . . . . . . . . . .
41 . + nipote(?) . . . . . . . . . .
- ERODE ANTIPATRO - Si considerava un discendente diretto del profeta Esaù ed era origi-
nario dell'Idumea (regione a sud della Giudea). Aveva sposato Cipro(A), una principessa ara-
ba della tribù dei Nabatei.
Nel 705 (a.u.c) viene nominato amministratore della Giudea; manterrà questo incarico sino al
711(a.u.c.) quando verrà assassinato. Sposato una sola volta, ha avuto 5 figli uno dei quali è
Erode Il Grande.
- ERODE il GRANDE - Nato nel 680 e morto nel 750 (a.u.c) all'età di 70 anni. E' una delle fi-
gure più controverse della dinastia erodiana. Ben deciso a mantenere saldamente in pugno il
potere, si libera dalle congiure di palazzo facendo uccidere:
- la madre Cipro(A)
- la seconda moglie Mariamne (A) (nel 725 a.u.c.)
- il figlio primogenito Antipatro
- il figlio Alessandro
- il figlio Aristobulo
- il cognato Gionata (fratello di Mariamne (A))
- almeno altri 4 parenti prossimi
- decine di ufficiali della sua guardia personale, implicati in diverse congiure.
Con l'uccisione della moglie Mariamne (A) e del cognato Gionata la dinastia Asmonea si è
praticamente estinta.
Si è sposato 10 volte generando un numero imprecisato di figli (oltre 14).
Salito sul trono, nel 711(a.u.c.), come tetrarca (= capo di un quarto) della Giudea, nel
715(a.u.c.) viene designato, da Ottaviano Augusto, re di tutte le provincie della Palestina.
Congiure dinastiche a parte, Erode il Grande si distingue anche per atti di insospettata gene-
rosità. Si tramanda che si travestisse da popolano per mescolarsi al popolo e rendersi conto
della sua miseria, e che abbia venduto buona parte dei suoi averi per sfamare i poveri durante
la carestia del 729-730(a.u.c.).
la costruzione di numerosi templi, in diverse località della Palestina, dedicati agli dei
greci e romani, per venire incontro alle esigenze di culto delle popolazioni non ebrai-
che;
la costruzione di un tempio in Samaria in onore dell'imperatore Ottaviano che era sta-
to divinizzato;
la costruzione della città di Cesarea;
la costruzione della Torre Antonia (719 a.u.c.);
73
la trasformazione edilizia di Gerusalemme con nuovi edifici, giardini e la sistemazione
viaria della città alta (731 a.u.c.);
la costruzione di nuove mura a difesa di Gerusalemme;
il rifacimento del Tempio e la sistemazione della relativa spianata di circa 140.000 me-
tri quadrati; i lavori iniziati nel 735(a.u.c.) hanno comportato l'impiego di 10.000 lavo-
ratori e sono stati terminati nel giro di 18 mesi.
(Rif. 172)
Un fatto è certo: dovette dare prova di notevole abilità e capacità di governo considerato che il
suo regno è durato ben 39 anni (6 come tetrarca + 33 come re).
- ERODE (FILIPPO) - Figlio di Erode il Grande e di Mariamne (B), non ha mai avuto grandi
incarichi. Vissuto prevalentemente a Roma con la moglie Erodiade e la figlia Salomè.
- ERODE ARCHELAO - Figlio di Erode il Grande e di Maltace, alla morte del padre (750
a.u.c.) riceve da Roma l'incarico limitato di Etnarca (= sovranità regionale limitata) della I-
dumea, Giudea e Samaria. Manterrà tale incarico sino al 759 (a.u.c) quando viene deposto ed
esiliato da Ottaviano Augusto.
Sposato due volte con Mariamne (E) e con Glafira, si ignora il numero degli eventuali discen-
denti.
- ERODE ANTIPA - Figlio di Erode il Grande e di Maltace, alla morte del padre (750 a.u.c.),
viene nominato dai romani tetrarca della Galilea e della Perea. Manterrà l'incarico sino al 793
a.u.c. quando verrà deposto ed esiliato da Caligola.
Sposato in prime nozze con una principessa araba (una figlia di Areta IV, re di Petra), si reca
in visita a Roma, dal fratello Erode (Filippo), e qui ha un colpo di fulmine. Rapisce la moglie
del fratello, Erodiade e la nipote Salomè e le conduce a Gerusalemme.
Scaccia dal palazzo la prima moglie (per questo Areta IV gli dichiara guerra e lo batte!) e vive
more uxorio con la cognata. Non ha avuto discendenti.
74
ANNO 43 (a.e.v.) - 711 (a.u.c.)
005 - MATRIMONIO
Gioacchino ed Anna si sposano.
(Rif. 025,035,050)
Riferimento Storico:
MORTE DI ERODE ANTIPATRO
Erode Antipatro viene assassinato; gli succede il figlio Erode il Grande, come Tetrarca della
Giudea.
Riferimento Storico:
ERODE IL GRANDE SUL TRONO
Erode il Grande viene nominato re delle seguenti provincie della Palestina (Canaan): Giudea,
Galilea, Samaria, Decapoli e Transgiordania.
Ircano II, rientrato dalla prigionia, viene assassinato con tutti gli altri discendenti degli Asmonei.
Riferimento Storico:
DISTRUZIONE DI QUMRAN (Prima versione)
Un violento terremoto distrugge Qumran, sede della più importante comunità essena. L'insedia-
mento viene abbandonato per qualche decina di anni.
Parlando di esseni, conviene anticipare qualche notizia su quella che è stata, per la
chiesa, una delle più imbarazzanti scoperte degli ultimi anni.
75
INSERTO 06 - I Manoscritti di Qumran
La prima scoperta risale al 1947 ed è stata fatta casualmente da un pastore beduino, in una
grotta in località Khirbet Qumran, sulla riva occidentale del Mar Morto; consisteva in 7 rotoli
completi, contenuti in giare di terracotta, nonché altri frammenti, molti dei quali venduti dai
beduini sul mercato clandestino delle antichità. Successivamente la zona venne battuta alla ri-
cerca di nuovi reperti; le grotte esplorate furono 270 e, si dice, ma non è certo, che i rotoli ri-
trovati siano stati oltre 40 ai quali vanno aggiunti altri 800 reperti.
Si suppone che questi reperti fossero stati sepolti nell'imminenza della guerra giudaica e trat-
tasi di scritti prodotti, in linea di massima nella prima metà del I secolo (e.v.).
Per una serie di disgraziate circostanze (guerre in Israele), i primi rotoli e l'autorizzazione a
nuove ricerche furono affidate alla cosiddetta "banda del domenicano", capeggiata dal mona-
co DE VAUX e ben presto tutti i reperti finirono nelle mani di questa presunta "commissione
di esperti" che avrebbe avuto il compito di tradurli e renderli di pubblico dominio.
Il contenuto dei rotoli fu ritenuto esplosivo non tanto perché contenenti particolari notizie sul
cristianesimo (in fondo sono tutti testi ebraici), ma perché riportavano alla luce quella realtà
essena che la chiesa ha sempre voluto artatamente ignorare. Quindi, in combutta con il Vati-
cano e con la forzata connivenza del governo israeliano, che aveva altri gravi problemi per le
mani, la commissione, per 50(!) anni non fece quasi nulla se non occultare tutto il materiale
impedendone anche la riproduzione fotografica. Il materiale venne classificato in due catego-
rie:
- reperti biblici
- reperti settari (questi ultimi naturalmente top secret)
e solo nel 1996, dopo una ennesima protesta di studiosi ed accademici di tutto il mondo ed una
interrogazione presso il Parlamento d'Israele, si cominciarono a diffondere le prime copie fo-
tografiche dei documenti. Cinquanta anni di protervo occultamento di un patrimonio storico!
Tra i rotoli più importanti ed oggi noti, vanno segnalati:
- Apocrifo della Genesi
- Rotolo del Tempio
- Rotolo della guerra
76
- Commentario ad Abacuc
- libro dei Giubilei
- Regola dell'assemblea
- Regola della comunità
- Rotolo di rame
- Documento di Damasco
- ed altri
Se giudichiamo quanto raccontano il Nuovo Testamento, i Vangeli e gli Atti degli Apostoli come
fatti storici indiscutibili, allora è impossibile rendere giustizia, in senso scientifico ai Rotoli. E' la
dottrina cristiana in realtà a dettare le regole. (P. R. Davies)
(Rif. 347,772,374,376)
B - IL PAPIRO MAGDALEN
A proposito di questo papiro, uno studioso ci manda la seguente segnalazione che riteniamo
un utile complemento a quanto esposto in merito ai reperti di Qumran.
Ho da poco letto un libro,(Testimone oculare di Gesù - Carsten P. Thiede e Mattew D'Ancona)
dove si parla di tre frammenti di codice di papiro, trovati nel 1901 a Luxor da un cappellano in-
glese, che poi li donò all'Università di Oxford, dove aveva studiato, appunto all'Istituto Magda-
len. Questi frammenti sono stati studiati anche con il microscopio a scansione laser, per indivi-
duare anche le minime tracce di inchiostro, oltre che comparandoli con molti altri manoscritti, in
particolare quelli di Qumran.
Gli autori parlano anche del frammento 7Q5 di Qumran analizzato in modo analogo. Com'è noto
è accertato che 7Q5 contiene un brano del Vangelo di Marco. Ebbene i tre frammenti contengo-
no brani del Vangelo di Matteo. L'esame al radiocarbonio non è stato fatto perché i frammenti
sono troppo piccoli e comunque il margine di errore, 10% circa, lo rende inutile.
Comunque il confronto paleografico dice che la scrittura risale allo stesso periodo di alcuni testi
greci di Qumran, quindi anche 7Q5, e di alcuni frammenti trovati ad Ossirinco; questi ultimi
possono essere datati con certezza al 66 d.C. mentre per i testi di Qumran non ci sono problemi,
non sono posteriori al 70 d.C. In altre parole sembra che i Vangeli di Matteo e di Marco esistes-
sero come tali nel primo secolo d.C. Probabilmente nella prima metà, visto che alla fine del I sec.
e l'inizio del II, lo stile di scrittura sarebbe stato leggermente diverso.
Questo non dà, come ammettono gli autori, attendibilità storica ai Vangeli in senso moderno, pe-
rò è evidente che per costruire un mito simile in pochi decenni doveva esserci un ambiente cultu-
rale molto vivace. (F. Fornasier)
Il fatto che lascia alquanto perplessi è come siano stati "datati" alcuni di questi frammenti e
come sono stati interpretati i segni che essi riportano.
Sulla datazione fatta con il radiocarbonio (non sempre possibile) su frammenti tanto piccoli, il
margine di errore sposta il periodo di più/meno due secoli, quindi praticamente inutili quando
si vuole giocare sui quei limiti molto ristretti che farebbero comodo alla chiesa.
Quanto all'estrapolazione di interi brani da qualche decina di caratteri visibili e leggibili sui
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frammenti stessi, dipende dalla buona volontà di chi ...estrapola; sembrano, a volte, esercizi
da Settimana Enigmistica!
C - POSTILLA - In data 10/9/2001, sul quotidiano LA STAMPA, pag. 11, sono apparsi alcuni
articoli nei quali si annuncia l'intenzione della chiesa di "ritoccare" la Bibbia alla luce di
quanto contenuto nei rotoli scoperti a Qumran; gli stessi per 50 anni gelosamente nascosti. Si
sta profilando una ennesima e disinvolta manipolazione di quella che viene comunemente
propinata come "parola di Dio".
Si afferma anche che, probabilmente, Gesù ha vissuto con gli Esseni per 18 anni, nella comu-
nità di Qumran; questo farebbe del nostro personaggio un capo partigiano, un guerrigliero a
tutti gli effetti come ipotizzato da alcuni studiosi da almeno un secolo prima!!!
(Rif. 450)
Riferimento Storico:
LA FORTEZZA ANTONIA
Erode il Grande inizia la costruzione della Fortezza Antonia (Torre Antonia) situata su uno dei
lati del Tempio. La fortezza diverrà sede del presidio romano di Gerusalemme.
Il testo riporta una mappa di ""GERUSALEMME" mediante la quale potete avere un'idea
della città, come si presume fosse ai tempi della nostra cronologia. (Anno 800 a.u.c.)
Riferimento Storico:
NOZZE DI CLEOPATRA
Cleopatra VII sposa Antonio
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ANNO 30 (a.e.v.) - 724 (a.u.c.)
Riferimento Storico:
SUICIDIO DI CLEOPATRA
Cleopatra VII ed Antonio si suicidano. L'Egitto passa sotto il diretto controllo di Roma e diventa
una Provincia dell'Impero.
Secondo le tradizioni e la legge ebraica di allora, la sterilità era considerata una maledizione
divina e pertanto invalidante per coloro che ricoprivano una carica pubblica o di natura reli-
giosa (sacerdoti). La sterilità della moglie era un valido motivo per l'annullamento del matri-
monio. Si riteneva che un individuo sterile e quindi maledetto da YHWH offendesse, con la
sua presenza nel Tempio, la divinità. Per le donne, inoltre, era un segno della maledizione di-
vina anche rimanere semplicemente nubili e vergini. La religione cristiana ha, con il mito di
Maria, capovolto questo concetto.
L'episodio è comunque strano; se veramente Gioacchino era uno dei maggiori contributori
del Tempio come poteva il clero rifiutare le sue consistenti offerte? Perché lo suocero Isachar
non ha agito con maggiore discrezione?
Pare poi che le sacre scritture considerassero, come maledetto, anche chi in Israele non gene-
rasse figli maschi.
Resta comunque il mistero su quali erano i reali contrasti tra i due.
PASQUA - 14/15 di Nisan - (Dio è passato). Ricorda e commemora la liberazione dalla schiavi-
tù d'Egitto. E' una festa mobile che si celebra tra metà Marzo e metà Aprile. La celebrazione
e' immediatamente seguita dalla festa degli Azzimi che dura 7 giorni.
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PENTECOSTE - Sette settimane dopo Pasqua - (Il cinquantesimo). Si celebra 50 giorni dopo
la Pasqua. Durante la festa il sommo sacerdote offriva al Tempio pani confezionati con farina
di grano nuovo. Durata un giorno.
CAPANNE - 15-23 di Tisri - (Tabernacoli). Si celebra sei mesi dopo la Pasqua, a inizio di Ot-
tobre e dura 8 giorni. Ricorda e commemora la costruzione delle capanne da parte degli ebrei
in fuga dall'Egitto.
JOM KIPPUR - 10 di Tisri - (Espiazione e perdono). Al decimo giorno del settimo mese. E' la
cerimonia dell'espiazione collettiva delle colpe di tutta la comunità. A quei tempi i peccati ve-
nivano metaforicamente caricati su di un animale (capro espiatorio) oppure anche su di un
criminale od uno schiavo. In seguito la vittima veniva spinta a morire nel deserto.
Questa pratica del capro espiatorio (Hazazel) è stata copiata da analoghi riti egiziani.
Durante alcune di queste feste (Pasqua, Capanne, Dedicazione) gli ebrei maschi erano tenuti a
recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme e versare l'obolo al Tempio, di mezzo siclo d'argento.
(Rif. 172)
Chi non poteva muoversi doveva comunque versare l'obolo ai collettori disposti presso le Si-
nagoghe periferiche.
Mezzo siclo d'argento era il corrispettivo di una giornata e mezza di lavoro; il tributo era dovuto
tre volte l'anno in occasione della Pasqua, Pentecoste e festa delle Capannne
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- Zabulon
Tribù facenti capo ai discendenti di Giuseppe:
- Efraim
- Manasse
In effetti le dodici tribù sarebbero tredici. Normalmente non viene contata la tribù di LEVI,
priva di territorio proprio e con i relativi componenti sparsi in varie città della Terra Promes-
sa. In particolare, i leviti sarebbero i discendenti di Levi, terzo figlio di Giacobbe e di Lia la
"cisposa", figlia di Labano. Ai tempi di Mose avevano acquisito il monopolio dell'esercizio del
sacerdozio.
Si ritira sotto una tenda nel deserto digiunando per 40 giorni e 40 notti.
(Rif. 035)
N.B. - Nel 730(a.u.c.) non esisteva in città una Porta Aurea. Gli autori fanno probabilmente
riferimento alla Porta d'Oro (Porta di Susa?), che verrà aperta durante la ricostruzione del
Tempio, ordinata da Erode il Grande nel 734(a.u.c.).
Di questa straordinaria annunciazione è stata data "sicura" conferma, nel 1854, da Pio IX
che, con il dogma dell'Immacolata Concezione, ha definito Maria come persona umana conce-
pita senza peccato.
Questo lascia presumere che il coito con intento procreativo, predicato dalla chiesa, sia co-
munque un peccato.
015 - IL BANCHETTO
Gioacchino invita un gran numero di amici e conoscenti ad un grandioso ricevi-
mento per festeggiare il suo ritorno ed il prossimo lieto evento.
(Rif. 045)
Riferimento Storico:
LA COSTRUZIONE DEL NUOVO TEMPIO
Erode Il Grande ordina il rifacimento del Tempio di Gerusalemme.
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022 - MARIA ENTRA NEL TEMPIO
All'età di tre anni, preceduta da uno stuolo di fanciulle recanti fiaccole accese, Ma-
ria entra nel Tempio. Esegue una graziosa danza sul terzo gradino dell'altare e poi,
senza voltarsi, sale di corsa i quindici gradini che conducono all'ingresso del ritiro.
(Rif. 025, 035, 045, 050)
Si trattava probabilmente di una scuola di elite, retta dai sacerdoti e destinata all'educazione
delle ragazze di un certo rango: figlie di re, di sacerdoti e di alti dignitari.
Non è chiaro dove la scuola fosse dislocata; certo non nel Tempio che, distrutto da Nabucodo-
nosor nel 167(a.u.c.), doveva essere, nel 734(a.u.c.), per condizioni e struttura alquanto mode-
sto. La costruzione del nuovo Tempio, iniziata in questo anno e terminata negli anni 785-
790(a.u.c.), sicuramente dopo la morte di Gesù, non poteva ospitare nel suo interno una scuola
di questo genere.
Nelle sue linee essenziali, questa scuola doveva essere simile ad analoghe istituzioni greche,
dove l'istruzione comprendeva anche oratoria, poesia, pittura, musica e per finire la danza,
l'educazione fisica ed il tiro con l'arco.
Maria entra nella scuola del Tempio a pieno titolo in quanto figlia di Gioacchino, uno degli
uomini più ricchi della Palestina e nipote di Isachar, sommo sacerdote.
(Rif. 130)
La notizia della morte di Gioacchino e di Anna, quì riportata, contrasta con quanto sostenuto
da altri autori e con quanto contenuto in altre parti del testo.
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dopo l'ora nona di nuovo preghiera in attesa della refezione, servita da un
angelo.
Oltre a ciò trovava il tempo per lo studio e la meditazione della Legge Mosaica, per
il canto dei salmi davidici e per la conversazione con diversi angeli che la ubbidiva-
no in tutto. A volte eseguiva anche guarigioni di ammalati, con il tocco della mano.
(Rif. 035)
026 - PRE-ANNUNCIAZIONE
Nel Tempio, appare a Maria un angelo, il quale si abbandona prima ad una serie di
prodigi e poi annuncia a Maria che, tempo tre anni, concepirà un figlio destinato a
salvare il mondo. Maria ha ora 12 anni.
(Rif. 100)
Infatti, durante la permanenza nel Tempio, ha fatto voto di verginità, in contrasto con le co-
muni credenze che ritenevano tale stato una maledizione divina.
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ANNO 8 (a.e.v.) - 746 (a.u.c.)
031 - IL SORTEGGIO
Le versioni sull'evento sono discordanti.
In sintesi: il sommo sacerdote, ispirato da un angelo, emana un bando in tutta la
Giudea ordinando a celibi e vedovi di presentarsi al Tempio muniti di bastone per-
sonale (o tavoletta con inciso il nome).
Maria e le 12 vergini vengono esibite in pubblico; si ritirano i bastoni (tavolette) la-
sciando il compito di decidere l'affidamento alla potestà divina.
I bastoni (tavolette) vengono poi restituiti ai legittimi proprietari con la relativa in-
dicazione dell'avvenuta assegnazione.
Dal bastone (tavoletta) di Giuseppe esce una colomba bianca, quale segno di parti-
colare favore divino, essendogli stata assegnata in custodia (e in previsione di future
nozze) Maria.
(Rif. 025, 035, 045, 050)
Su quello che poteva essere il rapporto pre-matrimoniale o matrimoniale tra Giuseppe e Ma-
ria la chiesa non è mai stata chiara. Su questo particolare ci soccorre la segnalazione di un no-
stro collaboratore:
Ho letto che gli ebrei, quando si sposavano, facevano un fidanzamento seguito da un primo ma-
trimonio; e se la donna restava incinta, facevano un secondo definitivo matrimonio. Nel periodo
tra il fidanzamento ed il primo matrimonio la ragazza era chiamata "almah", che erroneamente
è stato tradotto con "vergine" nel caso della madre di Gesù. Durante (o poco tempo prima?) i
due matrimoni, la donna ungeva il marito con olio profumato e le due unzioni, raccontate nei
Vangeli, sarebbero da interpretare in questo senso.(F. Fornasier)
La verginità, per gli ebrei, era comunque una condizione sine qua non per il matrimonio; la
sua mancanza era motivo di divorzio e, in casi più gravi, motivo di condanna a morte della
ragazza mediante lapidazione.
Sefforis era la capitale in costruzione di Erode Antipa, distante qualche chilometro da Naza-
ret(?). Successivamente venne chiamata Tiberiade in onore di Tiberio Imperatore.
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038 - L'ELEZIONE DI ZACCARIA VIENE CONTESTATA
Dopo averlo eletto i sacerdoti si rendono conto che Zaccaria non ha figli e mettono
pertanto in dubbio la validità della nomina, a causa della sua infecondità.
(Rif. 045)
La privazione della parola, anziché nove mesi, sarebbe durata solo tre giorni.
(Rif. 135)
Per opportuna informazione: Maria non era una donna ma bensì un angelo, inviato preventi-
vamente in terra da Dio, per ricevere il figlio. Il concepimento di Gesù non è avvenuto nel ventre;
Gesù è entrato nel corpo di Maria da un orecchio ed è uscito dall'altro!! Questo, per lo meno, è
quanto sostenuto nell'ambiente della setta catara e riportato nello pseudo libro di Giovanni
(Conceptio per Aurem).
(Rif. 145)
Secondo Tertulliano, invece, la fecondazione di Maria fu operata mediante un raggio lumino-
so.
Altri infine sostengono che il concepimento sia avvenuto per bocca (Conceptio per Os).
Invece, stando al Vangelo di Giuda, Gesù (l'Autogenerato?) sarebbe figlio della Grande Dea
Madre Barbelo che lo avrebbe concepito mediante un penetrante sguardo del Dio primitivo,
unico e ineffabile, da non confondersi con El, il dio dell'Antico Testamento.
(Rif. 475)
Se, come dicono i vangeli, il viaggio è iniziato a Nazaret, il percorso è stato di 150 Km., a dorso
di mulo. Cosa alquanto sconsigliabile per una donna sola ed incinta.
Se invece Maria si trovava a Gerusalemme (Betlemme) allora il percorso si riduce a 20-25 chi-
lometri.
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Nasce ad Ain-Karin, paese situato in una zona montuosa a circa 7-8 Km. da Gerusalemme,
nel Maggio del 747(a.u.c.), sei mesi prima del cugino in secondo grado Gesù.
Si dice sia cresciuto come un asceta nella zona desertica della Giudea, rivestito di pelli e man-
giando ciò che la natura gli offriva, come locuste e miele selvatico.
Intorno ai 30 anni inizia a predicare, lungo il Giordano (nei pressi di Gerusalemme), prati-
cando il battesimo e profetizzando l'avvento di un nuovo messia.
Aspramente critico nei riguardi di Erode Antipa e del suo concubinaggio con la cognata Ero-
diade, viene arrestato e rinchiuso nella fortezza di Macheronte, sulla sponda orientale del Mar
Morto. Dopo parecchi mesi di carcere, Erodiade e la figlia Salomè ottengono, da Erode Anti-
pa, che venga decapitato. (Presumibilmente nell'Agosto del 781 (a.u.c.))
(Rif. 015, 135)
Una nota estemporanea. Sono in molti a meravigliarsi del fatto che Giovanni Battista si nutrisse
di locuste mentre trovano perfettamente naturale che i francesi vadano pazzi per le lumache alla
parigina.
Le locuste sono, ancora oggi, consumate in alcuni paesi dell'Africa sud-orientale. Naturalmente
vengono saltate in padella con un filo d'olio, sino a renderle croccanti; un pizzico di sale e spezie
secondo i gusti. Pare che anche gli esseni non le disdegnassero.
Il problema, forse, non è quello di mangiarle ma di.... acchiapparle.
quale discendente di Aronne ha tutte le carte in regola, secondo la profezia biblica, per
assumere la figura del messia religioso che dovrebbe porsi a capo dell'attuale e corrotta
classe sacerdotale, mentre:
Gesù, discendente di Davide, si porrebbe come messia politico a capo del movimento
per la cacciata dei regnanti erodiani, considerati come usurpatori e collaborazionisti
degli occupanti romani.
Oggi, nei territori meridionali dell'Iraq, esiste ancora una setta che non riconosce la suprema-
zia di Gesù ma che segue, con scrupolo e convinzione, gli insegnamenti di Giovanni il Battista.
Sono comunemente detti Mandei, ma essi si definiscono Nazareni (Nazorei) con riferimento
all'omonima antichissima setta e non alla città di Nazaret.
Che a quei tempi qualcuno si vantasse di discendere in linea retta da Davide è una cosa che la-
scia alquanto perplessi. Stando alla lettera di ciò che è riportato nella Bibbia (Libro dei Re) que-
sto Davide sarebbe stato uno dei più efferati farabutti che la storia ci abbia tramandato. Il fatto
che sia riuscito a sedersi su di un trono non toglie nulla alla sua mostruosa protervia. Tanto per
paragone: è come se oggi qualcuno si vantasse di discendere da Hitler. Resta comunque il fatto
90
che non esiste nessuna prova archeologica o storica dell'esistenza del regno di Davide. Nessun
testo contemporaneo del Medio Oriente ne parla; si tratta di uno dei tanti miti inventati dagli au-
tori della Bibbia.
(Rif. 130)
il ripudio
l'occultamento di Maria in un luogo segreto
la pubblica denuncia dell'inganno (soluzione drastica che avrebbe potuto
comportare anche la lapidazione della ragazza).
(Rif. 025, 035, 045, 050, 055)
91
(Rif. 025, 035, 045)
Giacomo, nel suo proto-vangelo, dà una versione dei fatti un po' diversa:
"quando Maria rimase incinta durante un'assenza del marito, e quello se ne lamentò, i sacerdoti
fecero bere ad ambedue l'acqua di gelosia e tutti e due furono dichiarati innocenti".
(Rif. 025)
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Alcuni esempi ripresi da M.Craveri:
Rif. 330
Secondo E. B. Szekely:
Dobbiamo prima di tutto stabilire quali città NON sono state quelle di nascita. Gesù non è nato a
Betlemme di Giudea che fu scelta per accordarsi con la Legge mosaica e con quanto contenuto
in alcune profezie.
Betlemme è stata scelta anche per motivi di opportunità dinastiche e di legittimazione messianica.
Non è neanche nato a Nazaret. Il nome reale della città natale è stato eliminato. Il nome storico e
la posizione geografica del luogo di nascita di Cristo e' GAMALA......
(Rif. 362)
93
Il viaggio verso Betlemme è iniziato a Nazaret (percorso presunto Km 150 a
dorso d'asino)
(Rif. 015, 050, 055)
Un autore, il quale sostiene che il viaggio sia iniziato a Nazaret, ci informa che la cop-
pia era dotata di:
o un'asina
o una tenda composta da tre pali e da un telo grigio
o altre dotazioni quali: pane, frutta, coperte, un vestito per ciascuno, pannolini e
camicine.
Il viaggio è durato tre giorni e due notti; la prima notte è stata passata in tenda, la se-
conda notte in una locanda. Per la terza notte, che è quella del parto, hanno raggiunto
la stalla alle ore 20; la stalla era di metri 7 per 4.
(Questo è ciò che si dice essere bene informati!)
Un altro eminente Autore, che concorda sul percorso Nazaret-Betlemme, sostiene trat-
tarsi di una "giovane coppia" e ci descrive Giuseppe come uomo robusto (....)che non
dimostra più di 20 anni, mentre a Maria attribuisce un'età di circa 15 anni.
E' una versione che si discosta notevolmente dalle comuni credenze e che vale la pena
segnalare in quanto l'Autore, oltre che giornalista, risulta membro di alcune Accade-
mie Pontificie di Roma.
(Rif. 378)
Durante il viaggio Maria ha delle strane visioni che alterano il suo compor-
tamento. Un angelo, apparso all'improvviso, tranquillizza i viaggiatori.
(Rif. 025, 035)
94
Il parto è avvenuto prima di assolvere agli obblighi del censimento
(Rif. 025, 035, 040)
In questo caso Gesù è sfuggito al censimento? Sarebbe rimasto uno sconosciuto non
censito?
o da diversi angeli
(Rif. 035)
o dall'arcangelo Gabriele
(Rif. 135)
95
Il parto è stato del tutto indolore ed è avvenuto a mezzanotte circa. Alla na-
scita Gesù aveva occhi azzurro scuro e capelli chiari.
(Rif. 995)
o una vecchia
(Rif. 040)
(Però che schifo!!! L'idea che una sporca mammana giudea si metta a frugare,
con mano infetta, nella intimità di una ragazza che ha appena partorito, è tale da
suscitare il vomito anche nel più ottuso dei credenti.)
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061 - LE PRIME PAROLE (Seconda Versione)
Dopo il parto nel palmizio, Maria torna a casa con Gesù. Stupore e perplessità dei
congiunti che Gesù tempestivamente tranquillizza parlando loro dalla culla, preci-
sando gli scopi della sua venuta in terra.
(Rif. 135)
- Nell'anno 748(a.u.c.)- inverno, si è verificata una congiunzione di Giove con Saturno, nella
costellazione dei Pesci. Quando questo fenomeno accade, l'unione delle due sorgenti luminose
riflesse produce una luminosità pari a 5 volte la loro somma, per un normale effetto di diffra-
zione della luce. Il fenomeno è ripetitivo e si manifesta, puntualmente ogni 854 anni.
Questi eventi, che si sono verificati a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, hanno probabil-
mente messo in moto astronomi ed astrologi dell'epoca, determinati a spostarsi per studiare il
fenomeno a loro agio.
La chiesa non ha mai precisato chi fosse il proprietario del bue. Quanto all'asino si presume
fosse quello di Giuseppe.
97
065 - IL SESTO GIORNO
La famiglia si trasferisce a Betlemme e vi sosta per due giorni.
(Rif. 035)
Esegue l'operazione una vecchia ebrea che si prende, come ricordo, il cordo-
ne ombelicale (??) di Gesù e lo conserva in una ampolla di olio di nardo. Suc-
cessivamente, questa ampolla verrà acquistata da "Maria la peccatrice", la
quale se ne servirà per l'unzione, riportata in seguito.
(Rif. 040)
Il nardo era una essenza balsamica ottenuta da un albero ormai estinto da lungo tempo.
Il sacrificio delle tortore prevedeva che l'officiante le uccidesse aprendo loro la testa con l'un-
ghia del pollice. (Lev.1/14)
IL NOME DI GESU'
Una tabella che riporta alcuni dei nomi e degli appellativi con i quali viene comunemente in-
dicato il personaggio GESU'.
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. . Yeshua Ha Nozri . .
Cristo . Cristos Christos .
Messia Mashiah Mashiha . .
. . Maschia . .
Maestro . Rabbi . .
Emmanuele
. Immanuel . .
(Dio è con noi)
Galileo . Galilaios Galilaios .
Salvatore . Soter Soter .
Figlio di Dio Bar Abba . . .
Figlio del Padre Bar Abba . . .
Figlio del Maestro Bar Naba . . .
Figlio di Giuseppe . Jesus Ben Yoseph . .
Figlio del Falegname . Naggar Bar Naggar . .
Hazrat Issa
Figlio di Maria . . .
Ibin-e-Maryam
Messia figlio Al Masih
. . .
di Maria Ibin-e-Maryam
Figlio di Pandira (2) . Yesu Bar Pandira . .
Figlio di Jochanam (3) . Yesu Bar Jochanam . .
Figlio di prostituta . Yesu Bar Stada . .
Falegname . Ben Charsch Etaim . .
Resuscitato . . . .
Signore . . . .
Pesce (Acronimo) . . Ichthys .
Colui che ... . Otho Isch . .
Un certo ...
. Pelomi . .
Quel tale ...
Appeso
. Talui . .
(crocifisso)
Immach Schemo
Maledetto . . .
Vezikro (ISCHV)
Profeta Issa . . . Al Nabi Issa
Parola di Dio . . . Kalimat Allah
Spirito di Dio . . . Ruash Elohim
(1) Il termine deriva da "Nazir" (il separato) un termine che, a quei tempi, indicava l'appar-
tenenza ad una particolare setta.
(2) Per Pandira/Pandera/Pantera: Vedi Genitori Gesù
(3) Per Jochanam: Vedi Genitori Gesù
NOTA - Di quale tribù parla Luca? La tribù di Aser era scomparsa, assieme ad altre 10, dopo
la distruzione del regno d'Israele e la deportazione a Babilonia
(-586 e.v.).
Alcuni autori sostengono che i Magi siano arrivati nella tarda primavera dell'anno 748(a.u.c.)
o, addirittura, due anni dopo la nascita.
astrologi
astronomi
esoteristi
indovini
maghi
principi
regnanti
sacerdoti esseni
sacerdoti di Zoroastro
e quanto altro si vuole.
100
GASPAR(R)E (dall'iranico Gashspar), discendente di CAM, re dell'Armenia; era un
seguace della dottrina di Zoroastro. Abdica, in favore del fratello Ntikran, per dedicar-
si ai suoi studi ed alle sue ricerche.
BALDASSARRE (Balthasar, Valtasassour), discendente di JAFET. Era un re arabo.
Nei primi secoli del cristianesimo alcune sette hanno dibattuto per decenni per stabilire se i
magi si conoscevano tra di loro, prima di iniziare il viaggio, oppure se si sono incontrati per la
prima volta a Gerusalemme; discussione veramente fondamentale!
Altre sette primitive hanno sostenuto, per qualche tempo, che i magi fossero 2, oppure 4, op-
pure 12 come gli apostoli, oppure 60.
Una menzione a parte merita il Mago Artaban, proveniente dal nord Europa. Vari inconve-
nienti ritardarono il suo viaggio ed arrivò a Gerusalemme dopo 33 anni, in tempo per vedere
Gesù in croce.
Tra le tante leggende si ricorda anche il ritrovamento dei corpi dei Magi, da parte di Elena,
madre di Costantino, nel 315 e.v. In prima istanza sarebbero stati trasferiti a Costantinopoli,
poi a Milano come dono al vescovo Eustorgio. Dopo la conquista di Milano, ad opera di Fede-
rico Barbarossa, i resti vennero trasferiti nella cattedrale di Colonia, dove oggi si dovrebbero
trovare. (?)
Uno studio interessante identifica i Magi come sacerdoti della setta essena, che avrebbero ac-
colto nella loro comunità il bambino Gesù, figlio illegittimo di una donna (Maria?), la quale
sarebbe stata ripudiata dal marito per aver commesso adulterio con un soldato romano di
nome Pantera.
Era usanza comune dare rifugio nella comunità ai bambini ed alle donne abbandonate.
Il compito dei Magi, nella comunità essena, era quello di scrutare il cielo per individuare la
stella che avrebbe dovuto annunciare l'arrivo del Messia di Aronne.
In realtà Babbo Natale è un personaggio del tutto moderno, inventato dallo scrittore Clarke
Moore, nel 1809 in USA, e poi ripreso nel 1949, come Saint Nick, da H. H. Sundblom, per
pubblicizzare i prodotti della Coca-Cola.
Blitzen
Comet
Cupid
101
Dancer
Dasher
Donder
Prancer
Vixen
e non è detto che la chiesa non trasformi Babbo Natale in un santo e le renne in "animali sa-
cri" quali l'agnello di dio, la colomba, ecc.
Sin verso il 1950 l'elargitore di doni natalizi era un certo "Gesù Bambino", un patetico perso-
naggio che le nuove generazioni ormai non ricordano, al quale era necessario scrivere una let-
terina di buoni propositi e di attaccamento alla fede, per ricevere qualcosa in dono.
E' persino inutile rammentare che l'usanza di scambiarsi (o elargire) doni durante il solstizio
d'inverno, ha origini antichissime e rientra nelle consuetudini di tutti i culti primitivi che han-
no preceduto il cristianesimo. Persino i cinesi avevano il loro "babbo-natale": Shengdan Lao-
ren.
Caspita! In questo caso i 3000 uomini, che componevano l'esercito di occupazione romano in
Palestina, devono aver avuto qualche serio problema, ma la storia non ne fa cenno.
102
ta, pertanto gli stessi sono costretti a chiedere informazioni su dove si trovi il neona-
to messia Gesù.
(Rif. 005, 025, 035, 045)
077 - IL TERREMOTO
Erode non è soddisfatto di quanto i Magi gli hanno riferito ed ordina alle sue guar-
die di arrestarli. All'improvviso un grande terremoto scuote il palazzo e lo fa crol-
lare provocando 62 morti.
(Rif. 045)
Tre libbre per ciascuna qualità corrispondenti a circa un chilogrammo. La mirra è una resina
orientale utilizzata come balsamo curativo, come analgesico o per la composizione e la conser-
vazione dei cadaveri.
103
da parte di Melchiorre: aloe, mussolina, porpora, pezze di lino e un libro
preziosissimo, scritto e sigillato dalla mano di Dio;
da parte di Gasparre: nardo, altra mirra, cannella e cinnamono;
da parte di Baldassarre: argento, pietre preziose, zaffiri e perle.
(Rif. 045)
A proposito del libro, trattasi di una pergamena, scritta a caratteri d'oro e sigillata, che Ada-
mo aveva ricevuto da Dio in persona, dopo la cacciata dal paradiso terrestre.
Adamo affidò, in seguito, il libro al terzo figlio Set, affinché lo tramandasse ai posteri; nella
pergamena, che "nessuno aveva mai letto", era prevista, con un anticipo di 4000 anni, la venu-
ta di Gesù in terra. ("La Caverna del Tesoro": libro apocrifo vetero-testamentario).
Quanto agli altri doni, se davvero i Magi hanno tanto largheggiato, il successivo viaggio in E-
gitto avrebbe dovuto compiersi senza troppi problemi economici.
La strage degli innocenti è un evento mai accaduto e che non poteva accadere.
In primo luogo: un evento del genere avrebbe lasciato una traccia negli annali storici.
In secondo luogo: Erode il Grande non poteva permettersi tanto; le sue azioni erano sorve-
gliate e controllate dagli occupanti romani.
Terzo: i romani ci tenevano all'ordine pubblico e non avrebbero corso il rischio di una som-
mossa popolare, giustificata solo dalle futili paure di Erode.
Infine, la strage degli innocenti è una vecchia fandonia, mutuata da antiche mitologie orientali
e inserita ad arte in questo contesto.
Per quanto non esistano riferimenti storici o cenni di alcun genere, un autore, tenuto conto
della presunta consistenza della popolazione di Betlemme, ha valutato in 20-25 il numero dei
bambini maschi che avrebbero potuto essere uccisi, se la strage fosse avvenuta nei termini de-
104
scritti da alcuni vangeli.
(Rif. 352)
Quì l'autore fa una gran confusione ed inserisce in questo contesto un evento accaduto 75 anni
dopo!
Durante l'assedio di Gerusalemme (823 a.u.c.) un sacerdote di nome Zaccaria, figlio di Barac,
venne ucciso nel Tempio da un gruppo di militanti zeloti.
Lo Zaccaria di questo evento aveva nel 748 a.u.c. 122 anni; se quello ucciso nel 823 a.u.c. fosse
stato la stessa persona avrebbe dovuto avere ben 197 anni!
(Rif. 185)
092 - I DRAGHI
Alla fine del primo giorno di viaggio la famiglia decide di riposare in una grotta.
Dalla grotta escono improvvisamente numerosi draghi, con grande spavento dei
viaggiatori.
Il neonato Gesù, che era in braccio alla madre, scende e si avvicina tranquillamente
ai draghi che all'inizio lo adorano e poi si allontanano discretamente.
(Rif. 035)
Teletrasporto a parte, il viaggio da Betlemme ai confini con l'Egitto, a dorso d'asino, non ri-
chiedeva più di 8-10 giorni.
106
098 - IL FIGLIO DEL SACERDOTE
Altro tempio dove Satana, per mezzo di un idolo, comunica con il sacerdote addet-
to.
Questo sacerdote aveva un figlio di tre anni posseduto dai demoni e solito quindi a
indicibili comportamenti. Una fascia di Gesù, stesa ad asciugare e posta in capo
all'indemoniato, lo guarisce facendogli vomitare corvi e serpenti.
Naturalmente anche la statua dell'idolo crolla.
(Rif. 040)
107
La giovinetta dell'evento precedente interviene presso la principessa disperata assi-
curandola che il bambino verrà guarito.
Si ripete la cura del punto precedente ed il bimbo guarisce.
Ospitalità e generosi doni.
(Rif. 040)
108
(Rif. 040)
111 - AL CAIRO
Secondo l'autore del Vangelo Arabo-Siriaco, Gesù, Giuseppe e Maria avrebbero so-
stato a lungo in un quartiere del Cairo (Misr-Mesrin). Durante questa permanenza
sarebbero stati fatti parecchi miracoli dei quali si è persa memoria.
(Rif. 040, 045)
Riferimenti Storici:
MORTE DI ERODE IL GRANDE
Il 13 marzo muore a Gerico Erode il Grande. Aveva 70 anni.
(Rif. 780)
COSTITUZIONE DI TETRARCHIE
I romani dividono la Palestina in tetrarchie ed affidano ad Erode Archelao l'incarico limitato di
tetrarca della Giudea.
RICOSTRUZIONE DI QUMRAN
Dopo la morte di Erode il Grande la comunità esseno-zelota rioccupa il territorio e ricostruisce
l'insediamento di Qumran, precedentemente distrutto.
RIVOLTE
La datazione è incerta. In questo anno sarebbero scoppiate alcune rivolte, sgominate dal deciso
intervento del Governatore Quintilio Varo. Esse sarebbero state guidate da:
109
ANNI ROMA SIRIA PALESTINA
(Governatori/ (Prefetti/
e.v. a.u.c. (Imperatori) (Sovrani)
Legati) Procuratori)
-57 697 Pompeo Gabinio . Ircano II
-47 707 G. Cesare . . Ircano II+Erode Antipatro
-27 727 Ottav. Augusto . . Erode il Grande
-16 738 Ottav. Augusto M. Vis. Agrippa . Erode il Grande
-13 741 Ottav. Augusto M. Tizio . Erode il Grande
-9 745 Ottav. Augusto Sanzio Saturnino . Erode il Grande
-6 748 Ottav. Augusto Quintilio Varo Sabino ? Erode il Grande
Erode Antipa +
-4 750 Ottav. Augusto Quintilio Varo . Archelao +
Filippo
Erode Antipa +
1 754 Ottav. Augusto Gaio Cesare . Archelao +
Filippo
Erode Antipa +
4 757 Ottav. Augusto Vol. Saturnino . Archelao +
Filippo
Erode Antipa +
6 759 Ottav. Augusto Sulpicio Quirino Coponio
Filippo
Erode Antipa +
9 762 Ottav. Augusto Sulpicio Quirino Marco Ambibulo
Filippo
Erode Antipa +
12 765 Ottav. Augusto C. M. Cretico Annio Rufo
Filippo
Erode Antipa +
14 767 Tiberio C. M. Cretico Annio Rufo
Filippo
Erode Antipa +
15 768 Tiberio C. M. Cretico Valerio Grato
Filippo
Erode Antipa +
26 779 Tiberio C. M. Cretico Ponzio Pilato
Filippo
34 787 Tiberio C. M. Cretico Ponzio Pilato Erode Antipa
35 788 Tiberio L. Vitellio Ponzio Pilato Erode Antipa
36 789 Tiberio L. Vitellio Marcello Erode Antipa
37 790 Caligola L. Vitellio Marullo Erode Antipa
40 793 Caligola P. Petronio E. Capitone .
41 794 Claudio I P. Petronio ? Erode Agrippa I
42 795 Claudio I . . Erode Agrippa I
44 797 Claudio I . Cuspio Fado .
46 799 Claudio I . Tiberio Aless. .
48 801 Claudio I . Ventidio Cumano .
49 802 Claudio I . Ventidio Cumano Erode Agrippa II
52 805 Claudio I . Antonio Felice Erode Agrippa II
54 807 Nerone . Antonio Felice Erode Agrippa II
55 808 Nerone C. U. Quadrato Antonio Felice Erode Agrippa II
60 813 Nerone . Porcio Festo Erode Agrippa II
110
62 815 Nerone . Albino Erode Agrippa II
64 817 Nerone Cestio Gallo ? Gressio Floro Erode Agrippa II
66 819 Nerone . Tito Erode Agrippa II
68 821 Galba ecc. . Tito Erode Agrippa II
69 822 Vespasiano . Tito Erode Agrippa II
70 823 Vespasiano . Lucilio Basso Erode Agrippa II
73 826 Vespasiano . Flavio Silva Erode Agrippa II
74 827 Vespasiano . . Erode Agrippa II
79 832 Tito . . Erode Agrippa II
81 834 Domiziano . . Erode Agrippa II
91 844 Domiziano . . .
96 849 Nerva . . .
98 851 Traiano . . .
117 870 Adriano . Giulio Severo .
* * * . . .
* * * . . .
* * * . . .
306 1069 Costantino I . . .
337 1100 Costantino II . . .
111
115 - UN DISASTRO
In un'altra città, dove esisteva un grandioso tempio dedicato ad Apollo e ad altri
idoli.
Durante una grande festa, mentre il tempio era gremito di gente, Gesù entra e pro-
voca il crollo dell'edificio e di tutti gli idoli. Bilancio 291 morti.
Per intercessione di Maria e le suppliche degli scampati, Gesù fa risuscitare 182
persone mentre le altre 109 (sacerdoti e ministri di Apollo) non vengono giudicate
degne di salvezza.
(Rif. 045)
E' stata una vera fortuna, per noi posteri, che durante il suo soggiorno al Cairo, Gesù non si
sia mai spinto a Giza, tra le piramidi, la sfinge ed altre meraviglie del passato.
112
ste, Maria, aveva un figlio di nome Cleofa che era stato in precedenza guarito da
Maria V. facendogli indossare una tunica confezionata con una fascia di Gesù.
Un giorno la moglie rivale getta Cleofa in un forno per la cottura del pane; la tuni-
ca miracolosa spegne le fiamme ed il bambino rimane illeso.
La megera però non demorde e getta il bambino in un pozzo. Il bambino viene ri-
trovato tranquillamente seduto sulla superficie dell'acqua.
Alla fine arriva la giusta punizione: la rivale stessa inciampa e cade nel pozzo frat-
turandosi la testa e "tutte le ossa".
(Rif. 040)
114
131 - VICENDE SCOLASTICHE - (Il primo maestro)
Il rabbino Zaccheo, favorevolmente colpito dall'intelligenza del bambino, convince
Giuseppe a mandarlo a scuola da lui.
Gesù si oppone dicendo di non averne affatto bisogno, considerata la sua "origine".
Comunque, a scuola, si dilunga in una puntigliosa disquisizione sui valori simbolici
connessi alla lettera alfa.
Zaccheo si stupisce e rinuncia prudentemente all'incarico.
(Rif. 030, 035, 040)
137 - IL LEGNAIOLO
Un giovane stava spaccando della legna quando la scure gli cade di mano e lo feri-
sce gravemente ad un piede. Stava per morire dissanguato quando Gesù interviene
e lo risana in un baleno.
(Rif. 030)
116
Gesù predice al bambino salvato che, in futuro, egli diverrà suo discepolo.
(Rif. 040)
143 - CAPRETTI
Alcuni ragazzi si rifiutano di giocare con Gesù ed allora egli li trasforma in capret-
ti. Le mamme naturalmente piangono e si disperano sino ad indurre Gesù a ritra-
sformarli in ragazzi.
(Rif. 040)
(Rif. 030)
148 - GIUSEPPE ED IL RE
Nella città di Bothosoron (?) Giuseppe si reca in visita dal re Barjesus che lo acco-
117
glie con grande affetto e benevolenza, gli offre un banchetto e gli concede il permes-
so di esercitare, in città, il suo mestiere di falegname.
Inoltre il re si accolla l'onere delle lezioni che l'insegnante Gamaliele impartirà a
Gesù affinché possa apprendere le "lettere".
(Rif. 045)
Sono rimasti in pochi a credere che le acque del Mar Rosso si siano aperte per lasciar passare
Mose ed i suoi seguaci. La chiesa stessa dà, dell'evento, versioni meno fantasiose, supponendo
118
che il passaggio sia avvenuto su fondali sabbiosi di paludi, saltuariamente asciutte per normali
avvicendamenti stagionali. Queste paludi, scomparse dopo il taglio del canale di Suez, erano
impraticabili per i pesanti carri da guerra dell'esercito egiziano.
(Rif. 130)
Non è chiaro se sia riferito a questo episodio: secondo San Giustino (Dialogo con Trifone), che
assicura di aver appreso la notizia di prima mano dagli apostoli, Gesù scendendo nel Giorda-
no si sarebbe aperto un passaggio facendo bollire ed infiammare le acque del fiume.
Pare comunque che il Giordano fosse un fiume abituato a questi "favori". Si era già aperto in
precedenza al passaggio di Giosuè, di ritorno dall'Egitto, con relativa Arca.
Dopo la morte di Gesù, un altro individuo, solito far stranezze sulle rive del Giordano, sarà un
certo Theodas (Teuda), altro profeta poco fortunato, il quale si vantava con i suoi 400 seguaci
di poter attraversare il fiume senza bagnarsi i piedi.
Nell'825(a.u.c.) circa, i romani sempre sospettosi e diffidenti, dispersero i suoi sprovveduti di-
scepoli, gli tagliarono la testa e la disposero in bellavista sulle mura di Gerusalemme, infilzata
su una lancia.
Altri sedicenti messia (che allora spuntavano come i funghi) furono Dosidee (samaritano) e un
certo Meandro, finiti regolarmente giustiziati.
(Rif. 780)
119
Giuseppe (padre) esegue:
si reca dal defunto, gli copre il viso con un suo fazzoletto e pronuncia la frase "ti
salvi Gesù".
Naturalmente il morto risuscita.
(Rif. 035)
120
tamente in un albero da frutta.
Gesù scappa e si nasconde sulle rive del lago e si consola passeggiando sulle acque.
(Rif. 045)
167 - IL MASSO
Gesù conduce un gruppo di ragazzi in un luogo dove si trova un grande masso con
una cima molto elevata. Ad un suo cenno il masso si piega e Gesù si siede sulla cima
che subito si rialza. Ad un successivo cenno il masso si piega nuovamente e Gesù ri-
discende.
(Rif. 045)
lebbroso
epilettico
senza dita delle mani
senza dita dei piedi.
Messo a nudo e steso per terra, Gesù lo cosparge con la polvere del suolo ed imme-
diatamente il ragazzo torna come nuovo, vispo e sano come un pesce.
(Rif. 045)
Riferimenti Storici:
PUBLIO SULPICIO QUIRINO
Publio Sulpicio Quirino, in precedenza console, viene nominato governatore della Siria.
CESAREA
La città di Cesarea diventa capitale della Giudea che passa sotto la diretta amministrazione di
Roma quale Provincia Imperiale.
Come procuratore viene nominato Coponio e si decide di attuare un (nuovo ?) censimento di na-
tura fiscale.
ERODE ARCHELAO
Erode Archelao viene deposto ed esiliato.
122
ERODE ANTIPA
Erode Antipa viene nominato tetrarca della Galilea e della Perea.
123
ANNO 7 (e.v.) - 760 (a.u.c.) * GESU': ANNI 13
Riferimenti Storici:
CENSIMENTO FISCALE
Viene attuato il Censimento Fiscale, condotto da Quirino e da Coponio.
Giuseppe Flavio, nel II Libro della sua opera Guerra Giudaica, parla di Giuda il Galileo (fi-
glio di Ezechia e presunto padre di Jeshu) come di un falso profeta che aveva raccolto intorno
a sè circa 30000 seguaci. La cifra va notevolmente ridimensionata.
---------------------------------
Se si accetta l'idea, ormai abbastanza diffusa e documentata, che il presunto messia fosse
un partigiano esseno/zelota,
(Rif. 760)
124
INSERTO 10 - La Società Palestinese (Secondo la Storia)
Ai tempi riferiti a Gesù la società palestinese era prevalentemente pastorale, integrata da una
modesta presenza contadina e di pescatori; la presenza di artigiani e commercianti era al-
quanto limitata, sufficiente alle contenute esigenze della popolazione. In complesso il tenore di
vita era abbastanza basso, al limite della miseria.
D'altro canto, all'epoca, il paese non consentiva molto di più.
Su quanto conosciuto intorno al 1760 e.v., (anche se non probante) Voltaire così si esprimeva:
Ho parlato con alcuni uomini di tutte le nazioni che venivano di là; e tutti mi hanno detto che la
situazione di Gerusalemme è spaventosa; che il paese d'intorno è tutto sassi; che le montagne so-
no nude; che il famoso fiume Giordano non è più largo di quaranta o cinquanta piedi; che il solo
distretto buono di quel paese è Gerico...
Insomma, tutti ne parlano come parlava san Gerolamo, che abitò così a lungo a Betlemme, e che
dipinge quella contrada come il rifiuto della natura; egli dice che d'estate non c'è neppure l'ac-
qua da bere.
(Rif. 712)
LA LINGUA
La lingua normalmente parlata era l'aramaico seguito dal greco, quest'ultimo limitatamente a
certi strati della popolazione. La lingua ebraica non era quasi mai parlata; serviva unicamen-
te per la lettura dei testi sacri, scritti in ebraico antico.
IL GOVERNO
Dopo la conquista del territorio da parte dei romani, le condizioni di governo nelle varie pro-
vincie erano alquanto mutevoli. Roma lasciava una certa autonomia nel campo amministrati-
vo e nella gestione di problemi di natura tipicamente interna; a tale scopo nominava (o elimi-
nava) re, tetrarchi ed etnarchi secondo le esigenze e le emergenze del momento. I governanti
locali disponevano di milizie proprie (in genere mercenarie) ma non in misura sufficiente da
preoccupare gli occupanti.
Le elites locali erano, in larga parte, costituite da rappresentanti delle famiglie sacerdotali in-
sediate dagli occupanti.
LE RELIGIONI
Non è corretto ritenere che la religione mosaica, (giudaismo), fosse l'unica praticata nel paese.
Per quanto preponderante, essa spartiva la presa sulla mente dei palestinesi, con altri culti
come quelli di:
Baal
Zeus/Giove
Iside
Adonis
Serapide
e molti altri.
Resta comunque il fatto che, all'epoca, il giudaismo era il più praticato, almeno in Giudea e a
Gerusalemme, e godeva di una certa protezione da parte dei Romani che influenzavano, per
motivi politici, la nomina dei sacerdoti alla direzione del tempio.
125
A questo proposito, una menzione a parte meritano i samaritani, abitanti la regione centrale
della Palestina (Samaria) che separa praticamente la Galilea dalla Giudea.
Rispetto all'ortodossia verso la Legge Mosaica come la intendevano i giudei, i samaritani era-
no considerati degli scismatici in quanto ritenevano loro stessi i veri prescelti da dio alla guida
del popolo ebraico; avevano costruito sul Monte Garizim un Tempio, un luogo di culto (dedi-
cato anche a molte divinità pagane) in contrasto ed in opposizione alle autorità religiose del
Tempio di Gerusalemme.
LA POPOLAZIONE
Secondo un recente studio (W. Harris - Columbia University) il livello culturale della popolazio-
ne era minimo. L'85-90% della popolazione era analfabeta. Alcuni sapevano leggere ma non
scrivere. Quelli che sapevano leggere e scrivere (sacerdoti, scribi, pubblicani) erano una minima
parte della popolazione attiva.
Difficile dunque stabilire una ripartizione della popolazione in gruppi sociali, religiosi, caste,
partiti o altri raggruppamenti. Si possono annoverare solo alcuni gruppi principali.
SACERDOTI - Si può dire fosse un "mestiere" elitario ed ereditario. Solo gli apparte-
nenti alla tribù di Levi, che non disponevano di un territorio proprio, potevano accede-
re al sacerdozio a pieno titolo. Esisteva anche una categoria di sacerdoti di rango infe-
riore, detti Leviti. Il sommo sacerdote del Tempio era nominato dal re o dal tetrarca in
carica. Esercitava le funzioni sacerdotali per un anno, poi poteva essere sostituito o ri-
confermato con il sovrano beneplacito.
126
o gli sbattitesta
o gli umili perfetti
o i farisei di calcolo
o i farisei della paura
o i farisei del dovere
SCRIBI - (Soferim) Categoria di persone con molte affinità con i Farisei. Non erano sa-
cerdoti e neanche Leviti però svolgevano un ruolo importante come "Dottori della
Legge" della quale erano commentatori autorevoli.
PUBBLICANI - Erano in pratica funzionari dello Stato e dato che lo Stato, a quei tem-
pi, si manifestava solo attraverso la riscossione delle imposte, erano visti come il fumo
negli occhi, vessatori del popolo e conseguentemente grandi peccatori.
ESSENI - Fantasmi inquietanti, recentemente affiorati dalle brume dei secoli, sui quali
varrà la pena di soffermarsi più avanti.
Riferimento Storico:
MARCO AMBIBULO
Marco Ambibulo viene nominato Prefetto della Giudea.
127
ANNO 10 (e.v.) - 763 (a.u.c.) * GESU': ANNI 16
Riferimento Storico:
ANNIO RUFO
Annio Rufo viene nominato Prefetto della Giudea.
Riferimento Storico:
TIBERIO IMPERATORE
Muore Ottaviano Augusto e gli succede Tiberio.
128
ANNO 17 (e.v.) - 770 (a.u.c.) * GESU': ANNI 23
Riferimento Storico:
NOMINA DI CAIFA
Caifa viene nominato sommo sacerdote; manterrà questa carica sino al 790(a.u.c.)
(Rif. 130)
Riferimenti Storici:
NOMINA DI PONZIO PILATO
Ponzio Pilato giunge a Cesarea (Giudea), inviato da Tiberio per rivestire la carica di Prefetto del-
129
la Provincia. Suo superiore diretto è il Governatore della Siria, Cretico.
Il testo riporta una mappa del "TEMPIO" quale poteva essere dopo la ricostruzione. (Anno
820 a.u.c.)
INSERTO 11 - Il Tempio
Praticamente non esiste nessuna prova storica dell'esistenza del primo Tempio eretto da Sa-
lomone; il sospetto che si tratti di uno dei tanti miti è più che giustificato. Alcuni autori hanno
ipotizzato che si trattasse di una costruzione precaria in legno o addirittura di un tendone.
Quanto all'Arca lo scrittore G. Hancock sostiene la tesi, alquanto fantasiosa, che si trattasse di
una specie di pila o di un accumulatore in grado di produrre effetti elettromagnetici che allora
potevano essere considerati prodigi divini.
Visto che poi nessuno è in grado di dimostrare, documenti o reperti alla mano, che Mosè sia ef-
fettivamente esistito, le basi del monoteismo giudaico appaiono quindi alquanto inconsistenti.
In quanto al Tempio che egli [Salomone] fece costruire, e che gli Ebrei hanno stimato come la
più bella opera del mondo, i Bramante, i Michelangelo e i Palladio, se avessero visto quella co-
struzione, non l'avrebbero certo ammirata. Era una specie di piccola fortezza quadrata, che rin-
chiudeva un cortile, e in questo cortile c'era un edificio lungo quaranta cubiti [m. 22], e un altro
di venti [m. 11]; e sappiamo soltanto che questo secondo edificio, che era propriamente il tempio,
l'oracolo, il Sancta Sanctorum, aveva anche 20 cubiti di larghezza, e venti di altezza. Non c'è og-
gi architetto in Europa che non considererebbe una tal costruzione come un monumento di bar-
bari.
(Rif. 712)
Nel 308(a.u.c.) l'imperatore Ciro consente il ritorno in patria ad alcuni ebrei esiliati a Babilo-
nia, guidati dal principe giudeo Sesbassar, il quale provvede alla ricostruzione del Tempio.
La costruzione, terminata nel 313(a.u.c.), viene successivamente migliorata, con il consenso di
Artaserse II, da Neemia e da Esdra.
Nel 734(a.u.c.) Erode il Grande ordina il rifacimento dell'edificio portandolo al suo massimo
livello di splendore. Il locale del Debir, mancando l'Arca, viene lasciato vuoto ma si continua a
considerarlo il luogo in terra dove YHWH manifesta la sua presenza; un punto di riferimento
per tutti i giudei credenti.
Il Tempio venne definitivamente distrutto dai romani nell'822(a.u.c.); sulla sua area ora sorge
una moschea.
130
Il Tempio era ricoperto da lastre d'oro e all'alba rifletteva la luce con tanta intensità da abbaglia-
re coloro che lo ammiravano. Per chi arrivava a Gerusalemme appariva da lontano come una
montagna bianca di neve perché le parti non ricoperte d'oro erano di marmo bianchissimo.
(Rif. 180)
Del Tempio non è rimasto che un muro (Muro del Pianto), meta odierna di pellegrinaggio e di
devozione per gli ebrei.
Il Tempio, centro del potere sacerdotale, era il simbolo dell'unità del popolo ebraico e meta
obbligata di pellegrinaggio, di tutti gli ebrei maschi, durante le principali festività religiose.
Il Tempio era una prerogativa di Gerusalemme. Nelle altre località il culto veniva esercitato
nelle sinagoghe di costruzione molto più modesta.
La sinagoga veniva costruita orientando la porta principale verso Gerusalemme e poteva ave-
re una superficie di 200-300 mq. In questo locale le funzioni, condotte da un anziano (non sa-
cerdote), consistevano principalmente nella lettura delle scritture, il giorno di sabato, nella
preghiera collettiva e nella istruzione religiosa. Arredi d'obbligo: un armadio per custodire la
Torah, un candeliere a sette bracci e uno scanno di legno ove sedeva il lettore della Torah.
Nelle prime sinagoghe era previsto anche un matroneo, cioè una zona separata riservata alle
donne.
La costruzione del Tempio fu motivo per l'abolizione, forzosa e cruenta, dei culti delle alture
largamente praticati dai samaritani sulle sommità di numerosi monti del paese.
Mentre ai nostri giorni è perfettamente naturale che politica e religione siano poteri separati
(ma non sempre, almeno in Italia), che a volte seguono vie parallele ed altre no, ai tempi di
Gesù politica e religione erano in perfetta simbiosi; erano una cosa sola. Per questo il Tempio,
oltre a essere il centro religioso, era anche il centro politico che orientava e pilotava le decisio-
ni dei governanti locali (Roma permettendo). Strettamente collegato al Tempio era il Sinedrio,
ad un tempo organo giuridico e consiglio supremo di Israele in materia politico-religiosa, a-
gendo s'intende nell'ambito delle libertà concesse dagli occupanti romani. Era composto da
due sezioni:
- il Gran Sinedrio di natura politica,
- il Bet Din di natura religiosa.
Il Sinedrio era presieduto dal sommo sacerdote di turno ed era composto da 71 membri com-
prendenti:
- sacerdoti
- anziani
- scribi
Tra gli aspetti meno sacrali del Tempio occorre ricordare che sulla spianata che circondava
l'edificio e sotto i porticati si svolgeva il più grande mercato della Palestina.
Si poteva comprare di tutto: dal bestiame alle vivande, dagli ornamenti preziosi alle più mo-
deste suppellettili domestiche.
La casta sacerdotale gestiva una enorme quantità di denaro, facendo funzioni che oggi po-
trebbero essere definite di tesoreria pubblica o di banca nazionale. I sacerdoti accettavano in
deposito denaro di terzi e lo reinvestivano finanziando imprese commerciali o facendo prestiti
ad usura. Quella dei cambiavalute era una funzione affidata ai laici, in quanto il Tempio rico-
nosceva e gestiva unicamente monete in corso e circolanti sul territorio palestinese: le valute
estere dovevano essere convertite. Era considerata valuta estera anche la moneta romana!
131
persone, l'ordine pubblico era assicurato dal presidio romano che schierava i suoi uomini lun-
go i porticati che circondavano il complesso Tempio/Mercato.
Un essere umano può restare sino a 40 giorni senza mangiare a condizione però che beva.
Senza bere non si va oltre i sei giorni. Nel deserto, in particolare, necessitano dai 5 ai 6 litri di
acqua al giorno.
132
Nazaret si trova in Galilea e dista circa 120 Km da Gerusalemme e 25 Km dal Lago di Tibe-
riade. Si estende su di un terreno piano, vagamente ondulato, dove non c'è traccia di burroni
o precipizi ove gettare un qualsiasi incauto messia.
Oltre a tutto, non è certo che esistesse ai tempi di Gesù. Giuseppe Flavio, preciso e puntiglioso
nelle sue descrizioni della Palestina di allora, ne ignora completamente l'esistenza. Se esisteva,
doveva essere un insignificante gruppo di tuguri ed il suo nome è stato utilizzato, in seguito,
per confondere le idee sul significato dello scomodo termine NAZARENO. Tutto lascia sup-
porre che invece di Nazaret si trattasse della località di GAMLA.
(Rif. 176, 180)
133
d. i primi apostoli furono sette, scelti a Cafarnao nella casa di SIMONE (Pietro)
e cioè:
o i fratelli GIACOMO e GIOVANNI figli di Zebedeo
o i fratelli SIMONE e ANDREA
o TADDEO, SIMONE ZELOTA e GIUDA ISCARIOTA, ebioniti.
(Rif. 060)
190 - IL LEBBROSO
Un lebbroso chiede a Gesù di essere guarito ed egli lo accontenta toccandolo con
una mano; poi gli raccomanda di recarsi da un sacerdote per la certificazione della
guarigione.
(Rif. 005, 010, 015, 135)
191 - IL PARALITICO
Gesù si trova a Cafarnao e la casa che lo ospita è assediata da una folla di postulan-
ti. Un paralitico, steso su una barella, viene introdotto nella casa attraverso un var-
co praticato nel tetto; Gesù lo guarisce.
(Rif. 005, 010, 015)
IL METABOLISMO DI GESU'.
A proposito di mangiare, S. Valentino (c. 270 d.C.) ci informa che:
il cibo che Gesù mangiava non si corrompeva all'interno del suo corpo.......Mangiava e beveva
134
come un uomo ma, considerata la sua natura essenzialmente spirituale, lo faceva in maniera
particolarissima, non restituendo gli alimenti.
(Rif. 760)
135
* * * Discepolo prediletto
Utilizzando fonti diverse si possono ottenere le seguenti schede indicative, di natura ovviamen-
te mitica, dove traspare, con una certa evidenza, l'appartenenza di alcuni di essi al movimento
combattente jahvista.
PIETRO
Altri nomi: Kepha, Cefa, Simone Bar-Jona (Bar-Jona=partigiano/terrorista), Boanerghes (Figlio del Tuono)
Paternità: Giovanni
Maternità: =
Nascita: a Betsaida e residente a Cafarnao
Attività: pescatore
Coniugato: sì
Parentele: fratello di Andrea
Missioni: Antiochia, Corinto e Roma
Prima versione: giustiziato in Palestina nel 799 a.u.c. (46 e.v.) da Tiberio Alesandro
Decesso: Seconda versione: giustiziato a Roma nell'820(a.u.c.). Catturato dal prefetto Agrippa, per ordine di
Nerone, viene crocifisso a testa in giù.
ANDREA
GIACOMO
136
GIOVANNI
FILIPPO
Altri nomi: ==
Paternità: Tolomeo(?)
Maternità: ==
Nascita: Betsaida
Attività: probabile maestro di filosofia
Coniugato: ==
Parentele: probabile fratello di Bartolomeo
Missioni: Grecia (Delfo), Lidia, Tunisia e Frigia
Decesso: a Ierapoli, inchiodato ad un albero a testa in giù
BARTOLOMEO
TOMMASO
137
Nascita: Antiochia(?)
Attività: costruttore edile, architetto
Coniugato: ==
Parentele: ==
Missioni: Persia e India. Scritti apocrifi: Apocalisse di Tommaso, Atti di Tommaso, Vangelo di Tommaso
in India, ucciso a pugnalate (o a colpi di lancia) su ordine di un certo Gondophares (o re Mazdai?).
Decesso:
Si dice che la sua tomba a Madras sia stata, in seguito, trovata vuota (risuscitato?),
MATTEO
GIACOMO
Altri nomi: Giacomo il Minore, Giacomo di Alfeo, Giacomo il Sadoqita, Giacomo il Giusto
Paternità: Alfeo
Maternità: Maria di Cleofa, sorellastra di Maria V.
Nascita: ==
Attività: falegname a Nazaret con Giuseppe
Coniugato: ==
Parentele: cugino di Gesù e fratello di Taddeo
Missioni: ha scritto un'epistola canonica e l'aposcrifo Proto Vangelo di Giacomo
Decesso: a Gerusalemme, lapidato e finito con una bastonata
TADDEO
138
SIMONE IL CANANEO
GIUDA ISCARIOTA
SIMONE LO ZELOTA
NATANAELE
GIUDA DI GIACOMO
139
MATTIA
Secondo Matteo il discorso fu fatto da una "montagna" mentre, secondo Luca, venne enuncia-
to in pianura.
NOTA - Lago di Tiberiade detto anche Lago di Genezaret o Mare di Galilea. Misura 21 per
11 Km, pari a 165 Kmq. Si trova in una depressione a 210 metri sotto il livello del mare.
Riferimento Storico(???):
ARRESTO ED UCCISIONE DI GIOVANNI BATTISTA
Giovanni Battista, nel corso delle sue predicazioni, ha superato certi limiti e messo in allarme
Erode Antipa. Il carisma di Giovanni Battista è tale che Erode teme possa essere causa di una ri-
volta popolare; pertanto lo fa arrestare e decapitare a salvaguardia dell'ordine pubblico. Erode
ha esitato parecchio prima della condanna, temendo una reazione incontrollata degli esseni.
Giovanni Battista era conscio del fatto che la comunità di Qumran vedeva in lui il messia religio-
so destinato a riformare la casta sacerdotale del Tempio; questo forse lo ha indotto a tirare trop-
po la corda.
(Rif. 185)
140
199 - I PORCI DI GADARA
Zona a sud-est del lago di Tiberiade. Gesù incontra un indemoniato (due secondo
Matteo), che asserisce di chiamarsi "Legione" e chiede di essere liberato dai demo-
ni che lo perseguitano.
Gesù trasferisce i demoni in un branco di 2000 (!) maiali che, impazziti, corrono ad
affogarsi nel lago, distante alcuni chilometri.
Gli abitanti del luogo, preoccupati per la salvaguardia dei loro allevamenti, prega-
no Gesù di andare a compiere prodigi da qualche altra parte.
(Rif. 005, 010, 015)
Considerato che il Levitico (11.7) proibisce categoricamente agli ebrei di mangiare carne di
maiale, a che cosa serviva questo colossale allevamento?
Si trattava comunque di maiali da corsa visto che da Gadara al Lago di Tiberiade ci sono al-
meno 12 chilometri.
(Rif. 130)
200 - L'EMORROISSA
Una donna (Bernice), che soffriva da 12 anni di incessanti emorragie, guarisce toc-
cando il mantello di Gesù.
(Rif. 005, 010, 015)
NOTA - Alcuni ritengono che, in realtà, queste siano state le nozze di Gesù.
Per inciso, anche Dioniso era solito a prodezze del genere: trasformare l'acqua in vino.
205 - A CAFARNAO
Gesù si trasferisce con discepoli e parenti a Cafarnao, ospite di Pietro. Questo luogo
141
diventerà una specie di base tattica per le sue successive attività.
(Rif. 020)
Utilizzata una frusta, fatta con un mazzo di cordicelle, con la quale Gesù avrebbe cacciato dal
Tempio qualche centinaio di persone, se ci limitiamo ai soli mercanti e, soldati romani per-
mettendolo.
Particolari tecnici e di fattibilità a parte, da questo episodio sarebbero nati i primi seri attriti
tra Gesù ed i sacerdoti, gli scribi ed i farisei.
L'unico che pare apprezzare le idee di Gesù è il fariseo Nicodemo, il quale interverrà in sua
difesa davanti a Pilato e concorrerà alle spese per il suo funerale.
Tutto sommato, pare che ai giudei non importasse proprio nulla dei miracoli ma che, sostan-
zialmente, non fossero operati di ...sabato!!!
142
sconosce ed indica i discepoli come suoi veri parenti.
(Rif. 005, 010, 015)
Questo è un punto delicato: pare che Gesù avesse almeno quattro fratelli ed un numero im-
precisato di sorelle.
Secondo Matteo (3,31):
Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simo-
ne? E le sue sorelle non stanno qui da noi?
Su questo argomento la chiesa è sempre stata alquanto, se non totalmente, evasiva. Ammette-
re che Maria abbia potuto avere altri figli (e con chi?) contrasta con il concetto di "perpetua
verginità" della Madonna stabilito d'autorità nel 649 (e.v.). Si propende pertanto a lasciar
credere che fossero figli nati dal primo matrimonio di Giuseppe.
Tra le altre incertezze, nel Nuovo Testamento, di individui di nome "Giacomo" ce ne sono pa-
recchi:
Giacomo il Maggiore
Giacomo il Minore
Giacomo di Alfeo
Giacomo di Cleope (Clopa)
ecc.
La confusione è massima e quindi cercare di collocare questi "Giacomo" nella loro giusta luce
risulta, a volte, un lavoro veramente improbo. Non parliamo poi delle varie "Maria".
In effetti solo il mito sostiene la tesi che Giuseppe si sia sposato due volte. Al contrario un ri-
cercatore ci segnala quanto segue:
"Noi sappiamo che il vangelo di Matteo fu scritto in greco, ed in greco "Adelphos" significa let-
teralmente ed etimologicamente "fratello carnale, nato dallo stesso grembo". Di conseguenza
Matteo non poteva riferirsi ai fratellastri di Gesù; anzi denotava volutamente il fatto che essi e-
rano consanguinei".(E. C.)
Questo giustifica anche quanto riportato precedentemente sulla famiglia di Gesù.
Resta comunque il fatto che, a partire dal IV secolo, la Chiesa ha fatto di tutto per contestare
la consanguineità dei fratelli di Gesù e per sostenere, ad oltranza, la verginità di Maria. Com-
plice anche Eusebio con la sua addomesticata Historia Ecclesiastica.
(Rif. 240)
143
tribù di Beniamino.
(Rif. 015)
Maria Maddalena, nota anche come Maria di Magdala in quanto originaria e/o proveniente
dalla città di Magdala (La Colombaia, il Paese delle Colombe).
Questa unzione è riportata solo da Luca; gli altri evangelisti ne parlano altrove.
Un aspetto singolare della vicenda è quello che si rileva in Luca 8,1-3 dove, dopo aver elencato
le donne al seguito, egli afferma "Esse li servivano con i loro beni." Questo lascia supporre che
Gesù fosse finanziato dal suo seguito femminile, donne facoltose, e questo spiegherebbe la li-
bertà di movimento attraverso la Galilea, Samaria e Giudea di Gesù stesso e dei suoi apostoli.
Tutto sommato viaggiare costava e dovevano pur mangiare!
Il tradizionale senso dell'ospitalità che molti cercano di far passare come una generosa qualità
dei nostri avi non sempre è vero (soprattutto tra i giudei). In questo caso poi non si trattava di
un semplice e sprovveduto viandante, ma di una banda tumultuosa ed esagitata, composta da
numerosi elementi molto turbolenti e assai poco raccomandabili, prepotenti e ...famelici.
(Rif. 015, 115)
(.32) Erano tre che andavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella e la Madda-
lena, che è detta sua consorte. Infatti era "Maria" sua sorella, sua madre e la sua consorte.
(.55) La consorte di (Cristo è Maria) Maddalena. (Il Signore amava Maria) più di tutti i discepoli
144
e la baciava spesso sulla (bocca).
Alcuni autori ritengono più probabile la versione a) e sostengono che Maria di Magdala, mol-
to ricca, non fosse una prostituta e facesse parte della tribù di Beniamino. Le nozze sarebbero
avvenute a Cana e in questa occasione la di lei suocera Maria V. si preoccupa del benessere
degli invitati che rischiano di rimanere senza vino.
In effetti la nomea di prostituta, di peccatrice anche se pentita, le fu appioppata dal papa
Gregorio Magno (591 e.v.) con apposito proclama. Nel 1969 la chiesa fece una dichiarazione, a
detti stretti, affermando che la Maddalena non era una "prostituta" ma solo una "donna per-
duta"; una sottile distinzione che pochi hanno capito.
Una lettera trovata in un monastero di Gerusalemme, nel 1959, dallo studioso Morton Smith,
riapre il problema. In questa lettera, del 200 e.v., il vescovo Clemente di Alessandria evidenzia
al suo collega Teodoro la presenza, nel Vangelo di Marco, di alcuni passi che riguardano il
matrimonio di Gesù e che andrebbero eliminati a salvaguardia dell'ortodossia dell'insegna-
mento cristiano.
Si racconta anche che Maria Maddalena, dopo la crocifissione di Gesù, sia fuggita dalla Pale-
stina, rifugiandosi in una comunità ebraica, nel sud della Francia (Sainte Beaume in Proven-
za), portando nel suo grembo una "figlia": Sara.
Su una vetrata posta nella cattedrale di Chartres (c. 1145 e. v.) si ha la più antica rappresen-
tazione della vita di Maria Maddalena in Francia.
Questa mitica figlia, Sara, di sangue reale, in quanto discendente della casa di Davide, sarebbe
stata la leggendaria capostipite della dinastia dei Merovingi.
Questa è una panzana colossale! Intanto non è certa l'esistenza di Davide come sovrano: lo at-
testa solo la Bibbia. E, comunque, dalle genealogie contrastanti e strampalate riportate da
Matteo e Luca, si può solo sicuramente certificare la natura plebea di Gesù e non altro.
Infine, Filippo, al punto 32, solleva un altro problema: quello sulla possibile esistenza di una
sorella di Gesù. Infatti come si interpreta la frase "sua sorella": sua di Maria o sua di Lui?
Una ulteriore conferma del matrimonio ci viene dai Vangeli nei quali Gesù viene sovente
chiamato RABBI (maestro). Nell'antica Palestina per avere diritto all'appellativo di Rabbi oc-
correva essere sposati ed avere dei figli. I matrimoni venivano solitamente combinati dai pa-
dri i quali avevano l'obbligo di cercare per i figli una moglie socialmente adeguata e conve-
niente.
Da qualche tempo è in corso una discussione volta a chiarire chi fosse il famoso "discepolo
prediletto", tante volte citato nei vangeli ma mai nominato. Alcuni sostengono trattarsi di Gio-
vanni Evangelista altri, invece, indicano Maria di Magdala altri ancora propendono per Laz-
zaro (Eleazar).
L'ammettere che Gesù fosse sposato costituisce uno dei più gravi imbarazzi per la chiesa, che
basa la sua dottrina su un figlio di dio alieno da qualsiasi pulsione sessuale.
A dare una pedata nel formicaio ci ha recentemente pensato lo scrittore Dan Brown, con il suo
145
delirante romanzo di fantastoria "Il codice da Vinci". Pur trattandosi di opera di pura fanta-
sia, la sua pubblicazione è stata sufficiente per agitare le acque stagnanti delle menzogne cle-
ricali nonché a puntare il dito sui traffici finanziari del Vaticano (Opus Dei).
In questo caso il vero miracolo è stato quello di riuscire a concentrare, nello stesso luogo e nel-
lo stesso giorno, una folla di circa 10000 persone (la popolazione di una piccola regione). Con i
sistemi di comunicazione ed i mezzi di trasporto di allora, non deve essere stata impresa da
poco.
Secondo Lattanzio (uno dei padri della chiesa) questo evento sarebbe stato previsto, molto
prima, niente meno che dalla Sibilla Eritrea, in questi termini:
"con cinque pani e due pesci nutrirà 5000 uomini nel deserto e, raccogliendone le briciole, ne
riempirà dodici panieri".
219 - GENEZARET
Approdato dalle parti di Genezaret Gesù compie innumerevoli miracoli.
(Rif. 005, 010)
146
220 - IL POZZO DI GIACOBBE
Gesù sta attraversando la Samaria per tornare in Galilea. Presso il Pozzo di Gia-
cobbe (città di Sichar) chiede da bere ad una donna samaritana che si stupisce della
richiesta. Un Giudeo non avrebbe mai rivolto la parola ad una samaritana (causa i
forti attriti esistenti tra giudei e samaritani). Gesù si rivela alla donna quale profe-
ta.
(Rif. 020)
225 - MALEDIZIONI
Gli abitanti delle due dette città, malgrado i 53 miracoli, si ostinano ad ignorare il
messaggio salvifico di Gesù e perciò egli le maledice, aggiungendovi, per buona mi-
sura, anche Cafarnao.
(Rif. 005)
227 - IL SORDOMUTO
Partito da Tiro verso Sidone, Gesù guarisce un sordomuto mettendogli le dita nelle
147
orecchie e umettandogli la lingua con la sua saliva.
(Rif. 010)
Tiro e Sidone sono situate in territorio siriano e rappresentano itinerari inconsueti per Gesù
che, secondo il Nuovo Testamento, avrebbe privilegiato nei propri spostamenti i territori della
Palestina. Cosa ci faceva da quelle parti?
232 - TRASFIGURAZIONE
Gesù, con tre apostoli (Pietro, Giacomo e Giovanni), sale su di un alto monte (Ta-
bor) e qui si "trasfigura". Durante tale evento si incontra anche con Mose ed Elia.
(Rif. 005, 010, 015)
148
ANNO 29 (e.v.) - 782 (a.u.c.) * GESU': ANNI 35
Per quello che si può supporre, il rifiuto dei samaritani è abbastanza comprensibile. E' ormai
evidente che Gesù non si muoveva da solo, come uno sprovveduto profeta. Aveva un codazzo
di discepoli, apostoli, donne e fanatici integralisti, di tutto rispetto, che si muovevano come
"cavallette" nell'ambito dei territori palestinesi provocando, forti del loro numero, notevoli
devastazioni a spese delle popolazioni contadine.
Betania = Casa di Anania. Era nota anche come Al-Ayzariyah cioè Casa di Lazzaro. Si trova a
4 km sud-ovest di Gerusalemme.
Il potere di scacciare i cosiddetti "demoni" era molto diffuso tra i giudei all'epoca di Gesù;
molti di essi esercitavano questo potere ficcando strane erbe "consacrate" nel naso degli in-
demoniati ed è probabile che i demoni fossero espulsi da.... fragorosi sternuti.
Nei secoli successivi i demoni furono sempre meno numerosi e quelli rimasti divennero appal-
to di alcuni preti birboni (i cosiddetti esorcisti). Ai nostri tempi i "demoni" sono oggetto di
stretta competenza della psichiatria.
243 - ZACCHEO
A Gerico Gesù si fa ospitare in casa di Zaccheo, capo dei pubblicani. Scandalo da
parte dei benpensanti, essendo Zaccheo ritenuto un grande peccatore.
(Rif. 015)
150
no prima di lapidarlo e poi di arrestarlo. Gesù si sottrae all'aggressione e lascia Ge-
rusalemme, recandosi oltre il Giordano.
(Rif. 020)
Alcuni ritengono si sia trattato di un esperimento, comune a quei tempi, tra gli iniziati di pra-
tiche esoteriche. Si tratterebbe di riduzione al minimo, mediante ipnosi, delle funzioni meta-
boliche e successivo richiamo in vita.
Nel corso di questi esperimenti si faceva uso, a volte, anche di sostanze psicotrope, quali la psi-
locibina, elemento attivo di alcuni funghi allucinogeni. (J.M.Allegro)
(Rif.384)
Lazzaro aveva anche una terza sorella di nome Rut, sposata con il fariseo Asher-ben, che ave-
va una locanda a Gerico; era stata cacciata di casa dal marito perché seguace di Gesù.
Altri autori, basandosi su alcuni frammenti di un vangelo poco noto e di dubbia provenienza
(Vangelo Segreto secondo Marco - Vangelo dei Carpocraziani?), hanno ipotizzato che Lazza-
ro fosse stato sepolto vivo, colpevole di essere omosessuale.
Essere sepolti vivi era la pena prevista dai sacerdoti giudei per atti di pederastia e Lazzaro era
incappato in questa condanna a seguito di una denuncia fatta dalla sua stessa sorella Maria di
Betania.
(Rif. 390)
Efraim (oggi Taybeh) era una città ideale come rifugio. Da sempre ribelle alle autorità centra-
li, disponeva di rifugi segreti, gallerie e cunicoli dove i ricercati potevano facilmente nascon-
dersi.
(Rif. 378)
151
ANNO 30 (e.v.) - 783 (a.u.c.) (30 e.v.) * GESU': ANNI 36
L'unzione era uno dei riti previsti per il conseguimento della dignità regale. Di qui la successi-
va accusa a Gesù di essersi proclamato "Re dei giudei".
A conferire la dignità regale sarebbe stata Maria Maddalena, probabile discendente della tri-
bù di Beniamino e supposta consorte di Gesù. Se, come alcuni autori sostengono, Maria Mad-
dalena era molto ricca, allora questo presunto spreco ha una sua valida giustificazione.
I 300 denari dovevano corrispondere al controvalore di circa 1155 grammi d'argento e, se-
condo Giovanni, ad un quantitativo di profumo pari ad una libbra.
MONETE
- GHERA: un ventesimo di siclo; oro o argento; grammi 0.6
152
- SICLO: unità base; oro o argento; grammi 11.4
- MINA: pari a 50 sicli; argento; grammi 570
- TALENTO: pari a 60 mine; oro o argento; chilogrammi 34.27
- DENARO: argento; grammi 3.85 (era la paga corrente per un giorno di lavoro)
Esistevano anche molte altre unità frazionarie, in rame o in argento, quali: dramma, di-
dramma, asse, quadrante, statere ecc.
MISURE DI PESO
- LIBBRA: pari a grammi 327
- TALENTO: misura variabile da 20 a 40 chilogrammi
MISURE DI LUNGHEZZA
- CUBITO: pari a centimetri 45-55 (variabile: dal gomito alla punta del dito medio)
- BRACCIO: pari a centimetri 185
- STADIO: pari a metri 185
- MIGLIO: pari a metri 1478
MISURE DI CAPACITA'
- XESTES: pari a litri 0.3
- METRETA: pari a litri 39.5
- KOROS: pari a litri 525
L'asino era considerato la cavalcatura delle persone autorevoli. Se a questo si aggiunge l'au-
toproclamazione a re d'Israele, mediante l'unzione, c'è quanto basta per portare sacerdoti,
153
scribi, farisei, ecc. al massimo furore. Questa è la prima apparizione pubblica di Gesù come
messia di fatto.
Gesù, nelle sue predicazioni amava i toni apocalittici. Per lui la fine del mondo e la sua rina-
scita erano imminenti:
"In verità vi dico: vi sono alcuni quì presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio
venire con potenza."(Marco)
".... In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenu-
te." (Marco)
(Rif. 010)
Questi greci sarebbero stati inviati dal re di Edessa Abgaro V, molto ammalato (lebbra, got-
ta?). Il re offre a Gesù protezione ed asilo politico in cambio di una sua miracolosa guarigione.
Gesù gli scrive una lettera declinando l'invito ma promettendo l'invio di un suo discepolo. In
altra versione si dice che Gesù inviò ad Abgaro un proprio ritratto, alla vista del quale il re
guarì immediatamente.
(Rif. 995)
Atteggiamento alquanto bizzarro visto che i fichi, nell'emisfero a nord dell'equatore, matura-
no normalmente tra Giugno e Settembre. Ad Aprile non è stagione di fichi.
154
263 - SECONDA CACCIATA DEI MERCANTI
Giunto al Tempio Gesù caccia i mercanti che con la loro presenza offendono la sa-
cralità del luogo.
(Rif. 005, 010, 015)
Secondo Giuseppe di Arimatea, Giuda era un infiltrato nel gruppo degli apostoli, retribuito
giornalmente dai sacerdoti.
Di più: Giuda era il cassiere del gruppo e ne gestiva la borsa; sposato con una donna avida di
denaro, veniva continuamente istigato a sottrarre contanti dalla cassa comune.
(Rif. 085)
(Il 7 Aprile 2007, nel corso delle solite carnevalate pasquali, il massimo dirigente della setta cat-
tolica Ratzinger ha affermato, che nel corso di questa sacra abbuffata, Gesù NON ha mangiato
l'agnello!
Delusione generale da parte dei cattolici, degli ebrei, dei pastori ma soprattutto dei beccai no-
strani che su questa ricorrenza ci contano molto.
Parola di "infallibile"!!!)
La sacra cena era un rito molto importante della comunità essena. Comprendeva la benedi-
zione del pane azimo e del vino da parte del capo famiglia.
Secondo la tradizione ebraica la cena avrebbe dovuto svolgersi Venerdi, 7 Aprile (15 di Nisan).
Gesù ha in effetti anticipato la cena di un giorno (14 di Nisan). Se, come alcuni ritengono, Gesù
era esseno allora ha seguito il calendario esseno di Qumran.
Se effettivamente si trattava della tradizionale cena pasquale (rito tipicamente familiare) co-
me mai mancano le donne che fanno parte della famiglia di Gesù e che lo hanno seguito nelle
sue peregrinazioni attraverso la Palestina?
Forse la cena era stata piuttosto abbondante e la sonnolenza degli apostoli può essere in parte
giustificata.
Quanto a "sudare sangue" trattasi di un fenomeno non molto frequente, ma ben noto in cam-
po medico, detto ematoidrosi, cioè sudorazione ematica, che può manifestarsi nel corso di stati
emozionali violenti oppure in soggetti affetti da disturbi ematologici.
157
Una coorte romana era composta da circa 600 uomini. Tenuto conto di questi e della folla al
seguito, si può presumere che almeno 1000(!) uomini abbiano partecipato alla cattura di Gesù.
E' evidente che non si voleva arrestare solo un "messia" ma stroncare un tentativo di rivolta.
275 - IL RICONOSCIMENTO
Gesù viene riconosciuto dalle guardie:
perché si presenta da sé
(Rif. 020)
perché Giuda lo indica con un bacio
(Rif. 005, 010, 015)
Gerusalemme è situata ad oltre 700 metri sul livello del mare e nel mese di Aprile le notti sono
ancora abbastanza fredde. Chi è questo singolare personaggio (discepolo, apostolo o ...altro)
che sfida il freddo della notte in deshabillé, nell'orto di Getsemani, proteggendo le sue puden-
da con un leggero lenzuolo invece della tradizionale tunica e del manto di lana? Perché un ab-
bigliamento cosi inconsueto?
Che facesse molto freddo è anche confermato dal fatto che Pietro, poco dopo, rischierà grosso
pur di scaldarsi al fuoco nel cortile di Caifa. (v. oltre)
158
281 - PIETRO NEL CORTILE DI ANNA
Pietro entra nel cortile di Anna mediante l'aiuto dell'altro discepolo che conosceva
bene la portinaia del palazzo.
(Rif. 020, 065)
Trasferimento inutile considerato che Anna e Caifa vivevano nella stessa casa.
Questo processo era praticamente e formalmente impossibile. E' stato introdotto nei vangeli
per gettare la colpa della morte di Gesù sugli ebrei "deicidi". La storia la scrivono i vincitori.
Qualsiasi processo, per avere un minimo di credibilità, non può prescindere da certe regole
procedurali e deve garantire un minimo di difesa per l'accusato.
Riprendiamo da W. Fricke (Rif. 370) alcuni punti essenziali in merito ai processi ebraici:
159
- I processi non potevano essere svolti in una abitazione privata ma nell'apposita area del Tem-
pio, detta Beth Din.
- I processi non potevano essere svolti di notte.
- I processi non potevano essere svolti alla vigilia di una festività importante, come la Pasqua.
- La sentenza non poteva essere pronunciata sulla base di una sola confessione estorta.
- La sentenza di morte non poteva essere pronunciata se non erano trascorse almeno 24 ore
dall'interrogatorio.
- Il capo d'accusa non costituiva necessariamente un reato di blasfemia.
L'espressione BAR-ABBA (figlio del padre, figlio di dio) era un appellativo molto comune,
all'epoca; veniva sovente aggiunto al nome dell'interessato in segno di deferenza. D'altro can-
to, secondo la Torah, tutti gli ebrei sono figli di dio (Bar-Abba) ed anche Gesù era un ebreo.
Gli ebrei potevano eseguire liberamente sentenze di morte senza dover ricorrere ai romani
per esserne autorizzati. Basta ricordare:
- le numerose sentenze dei diversi Erode a carico di ebrei
- l'uso corrente della lapidazione come punizione per le adultere
- la lapidazione di diversi apostoli tra i quali Giacomo Il Giusto
- l'uccisione di Giovanni Battista a Macheronte
- ed altri...
In occasione di particolari festeggiamenti romani (es. un nuovo imperatore), veniva a volte
concessa una amnistia che però riguardava solo i reati minori.
Anna
Caifa
Semes
Dathae
Gamaliele
Giuda
Levi
Neftalim
Alessandro
Giairo
Siro.
(Rif. 080)
160
Avere eseguito guarigioni di sabato
(Rif. 080)
Aver rubato i libri sacri
(Rif. 085)
Essere nato da adulterio
(Rif. 080)
Essere stato la causa prima della strage degli innocenti dell'anno 748 a.u.c.
(Rif. 080)
Essersi proclamato re dei Giudei.
(Rif. 080)
Potrà sembrare una stranezza ma, secondo l'antica Legge Mosaica, quando un colpevole ve-
niva condannato a morte all'unanimità, questi doveva essere immediatamente liberato, per
sospetta faziosità del tribunale. Nel caso specifico di Gesù la condanna a morte era formal-
mente valida perché mancavano almeno due voti all'unanimità: quello di Nicodemo e quello
di Giuseppe d'Arimatea. D'altro canto, secondo la legge, una condanna a morte poteva essere
pronunciata solo dopo 24 ore dall'interrogatorio.
161
295 - NUOVI OLTRAGGI
Dopo la condanna del Sinedrio Gesù viene percosso, gli sputano in faccia e lo dileg-
giano. In seguito viene rinchiuso nelle cantine di casa Caifa.
(Rif. 005, 010)
La residenza abituale dei Procuratori romani era a Cesarea. Non è noto per quali motivi Pila-
to fosse presente a Gerusalemme e dove si trovasse: nel suo palazzo o alla Torre Antonia, sede
del presidio romano.
La richiesta di esecuzione capitale fatta a Pilato viene giustificata asserendo che gli ebrei, sotto
dominazione romana, non potevano eseguire una sentenza di morte (negazione dello Jus Gla-
diis).
Non è esatto; era solo vietato agli ebrei eseguire condanne a morte mediante la spada o la cro-
ce. Avevano invece la facoltà di procedere alla lapidazione, allo strangolamento ed alla decapi-
tazione con la scure. (v. Giovanni Battista)
162
301 - IL MANTELLO DEL CORRIERE
Il corriere introduce Gesù facendolo camminare sul suo mantello steso a terra.
(Rif. 080)
Nicodemo
un ex paralitico
un ex cieco dalla nascita
un ex storpio
un ex lebbroso
Bernice, ex emorroissa
163
309 - PILATO NON RAVVISA COLPE
Pilato è sempre più perplesso e non riesce a capire di quali colpe possa essere accu-
sato Gesù.
(Rif. 015, 020, 080)
Alcuni autori sono dell'avviso che il personaggio inviato ad Erode non fosse quello interrogato
da Pilato. Notare, sulla mappa di Gerusalemme, che i palazzi di Pilato e di Erode erano pro-
spicienti.
164
INSERTO 15 - Barabba (Secondo il Mito)
Occorre anzitutto premettere che Barabba o Bar-Abba non è un nome ma un appellativo, un
titolo e significa "figlio del Padre" e per estensione di significato "figlio di Dio". Visto come
sono andate le cose, dalla Genesi in poi, possiamo considerarci tutti Barabba!
Possiamo ritenere che Barabba sia un personaggio di pura invenzione degli autori evangelici.
Non viene indicato come un delinquente comune (un ladrone) bensì come un partigiano che si
era battuto, a mano armata, contro gli oppressori romani. Sarebbe stato catturato ed impri-
gionato durante una sommossa scoppiata in Gerusalemme, che aveva causato una vittima.
Barabba sarebbe quindi stato accusato e condannato a morte per questo omicidio e per sov-
versione.
Stando così le cose, da un punto di vista politico, Barabba era molto più colpevole di Gesù Na-
zareno, che si era limitato a dichiararsi "figlio di Dio (Barabba) e ad autoproclamarsi "re dei
Giudei". Come era dunque possibile uno scambio del genere riportato nei vangeli?
Oltre a tutto il resto anche Barabba si chiamava Gesù, quindi ci troviamo di fronte a due in-
dividui, processati quasi contemporaneamente, per la stessa colpa di insubordinazione nei
confronti dell'impero. Uno si chiamava Gesù Barabba (detto il Nazareno) e l'altro Gesù Ba-
rabba (detto il Lestos).
Nelle edizioni antiche, del Vangelo di Matteo, (Rif. 150) si legge testualmente:
Avevamo in quel tempo un prigioniero famoso, Gesù Barabba, il quale era stato messo in carcere
in occasione di una sommossa scoppiata in città e di un omicidio.
Anche altri autori sostengono la tesi che a finire sulla croce sia stato Gesù Barabba (il Lestos)
mentre Gesù Barabba (il Nazareno), ottenuta la libertà, avrebbe continuato a predicare per
altri 11 anni, ed al dodicesimo si sarebbe trasfigurato, nel corso di un grandioso evento, du-
rante il quale avrebbe rivelato ai suoi discepoli alcune fondamentali verità (?).
(Rif. 126, 175, 390, 995)
NOTA - Secondo il diritto romano e nell'ambito delle sue funzioni di procuratore, Pilato non
aveva nessun potere di grazia. Se avesse applicato questa supposta tradizione si sarebbe reso
responsabile di un grave errore, o quanto meno di un abuso di potere, nei confronti dei suoi
diretti superiori. E poi, se di scelta si trattava, c'erano anche i due ladroni, Gesta e Disma, da
far entrare in concorso.
A parte ciò Pilato era ben consapevole di dover reprimere, con estrema durezza, qualsiasi ten-
tativo insurrezionale e condannare qualsiasi sedicente liberatore, o messia. Non avrebbe mai
condizionato i suoi poteri ad un referendum popolare. Da questo mitico episodio del ballot-
taggio si è sviluppato un odio assurdo contro gli ebrei accusati di "deicidio". Solo nel 1962
Giovanni XXIII (bontà sua!) discolperà gli ebrei da questa accusa.
165
Alcune recenti tesi sostengono che Pilato non ha dovuto fare nessuna scelta. Agendo molto
pragmaticamente, e nell'ambito delle sue competenze, avrebbe semplicemente:
Se e' andata così la grande figura del figlio di dio che si sacrifica per redimere l'umanità crolla
come un castello di carte.
Il Pilato che si lava le mani è una immagine retorica molto bella e suggestiva ma ha un grosso
difetto: Pilato era tutt'altro che uno sprovveduto!
166
trircha et pontifice del sommo sacerdocio anna et caifas: alesmael mastro del tempio Rabaham
ambel: irachino Centurione de conzoli et de la Cita di Jerosale quinto Cornelio Sublemio et sesto
ponpilio Ruffo nel mese de Marzo sotto il di 25.
Yo Ponzio pilato qui presidente de linpero romano dentro al palazo de larchiresidenza giudico
connanno sentenzio a la mortte Jesu chiamato Christo Nazareno de la turba de patria galilea
homo sedicioso dela legge Mosaica Contra lo magnio inperador tiberio Cesare ditermeno et pro-
nunzio per questo che la morte sua sia nella Coroce con chiodi a hosanza di rei per che qui Con-
gregatosi molti homini richi et poveri non ha cessato di conmovere tumulto per tutta la galilea
facendosi figliolo de iddio Rre de israel con minaciar la roina di Jerosalem e del saqro inperio
con dinegare lo tributo a Cesare doversi, et averio ancora auto ardire de intrare con palme e
triunfo e conpaquiato da la turba como Rre dentro de la Cita di ierosalem nel sacro tempio, onde
comando al mio Centurione quinto Cornelio conduca publicamente por la Cita di ierosalem esso
iesu Christo ligato e flaggelato di porpora vestito e coronato di pondente spine, con la propia
Croce ne li omeri accio sia esenpio a tutti li mali fattori e con lui voglio siano condotti doi ladroni
homicidi et uscirano per la porta giancarola ora detta antoniana conduca seco giesu al plubico
monte di scelirati chiamato Calvario dove crucifisso e morto il corpo resti su la Croce come spet-
tacolo di tutti li malvaggi et su la Croce sia posto il titolo in tre linguaggi ebreo greco et latino
Ebreo iesu aloi chisidin - Greco iesus nazareno - Latino iesus nazarenus Rex iudeoro.
Comandamo ancora che nesciuno de qual si voglia stato sosia ardischa temerariamente inpedire
tal giusticia per noi comandata administrata et esiguita con ogni rigore secondo li decreti e legge
del Romani come ebrei sotto pena de Rebelione alinpero Romano.
Testimoni di questa nostra sentenzia li dodeci tribui de Israel: Ravan-Daniel - Rabani II - Joan -
Barbosisabet - Preticlani.
Per il sommo sacerdocio Raban - Judas - Boncasato.
Per li farisei Rolian - Simon - Daniel.
Raban - Mordogin - Boncortassitis.
Per linperio et presidente di roma: lucio sextilio amostro Silio.
Notari di questa publica Criminali per li libri: Nastan - Restena.
321 - LA FLAGELLAZIONE
Gesù viene denudato, legato ad una colonna e flagellato da tre soldati (o quattro),
muniti di fruste a molte code e pesi terminali.
(Rif. 005, 010, 020)
322 - LA PARODIA
Dopo la flagellazione, i soldati organizzano una specie di parodia di incoronazione
del sedicente re dei giudei:
167
rivestono Gesù con un manto di porpora, simbolo di dignità regale
(Rif. 005, 010, 020, 075)
gli pongono in capo una corona di spine (o un cestello di rovi intrecciati come
simulacro di mitra regale), fissata con un laccio
(Rif. 005, 010, 020, 075, 080)
gli mettono nella mano destra una canna come simulacro di scettro regale
(Rif. 005, 080)
si abbandonano ad una serie di beffe e di oltraggi.
(Rif. 005, 010, 020, 075)
Che mattacchioni questi romani! Sarebbe stato più naturale che la parodia l'avessero inscena-
ta i giudei: loro avevano parecchi motivi per farlo.
Il Golgota era detto anche il "Cranio" perché si supponeva che in quel luogo fosse stato sepol-
to il cranio di Adamo. Si trattava di una vecchia cava abbandonata dalla quale emergeva un
piccolo rilievo roccioso di circa 4 metri di altezza.
(Rif. 378)
326 - LA VERONICA
Una donna, Veronica (sorella dell'ex emorroissa Bernice?), asciuga il volto trafelato
di Gesù, con uno scialle (vera eicon). I tratti del volto rimangono impressi sul tessu-
to come in un ritratto. (Immagine acheropita ?)
Si tramanda che questo scialle sia stato poi donato a re Abgar, sovrano di Edessa, dal
13 al 50(e.v.)
(Rif. 090)
Le cadute durante il percorso, che fanno parte del rituale della "via crucis", non sono mai av-
venute. Fanno parte di una "pia" sceneggiata introdotta dal clero qualche secolo dopo.
332 - LA SPOGLIAZIONE
Gesù viene privato dei suoi indumenti. Solo una fascia, probabilmente offerta da
uno dei presenti, gli cinge le reni. (Panno di pudicizia / subligacum)
(Rif. 080)
333 - LA BEVANDA
Viene offerta a Gesù una bevanda a base di vino e mirra (vino e fiele) ma egli la ri-
fiuta.
(Rif. 005, 010)
Era una specie di narcotico, un tranquillante o un anestetico affinché il condannato non si agi-
tasse troppo durante l'affissione alla croce.
169
INSERTO 17 - La Croce (Secondo la Storia)
La croce, intesa come segno, è un simbolo solare antico quanto l'uomo che lo disegnava sulle pa-
reti delle grotte preistoriche e come lo si trova presso tutte le culture, primitive e civilizzate, cri-
stiane e no, per rappresentare di solito il sole e la vita.
(Rif. 490)
La croce è diventata il macabro simbolo della fede cristiana a partire dal III secolo e viene og-
gi rappresentata nella forma stereotipa che tutti conoscono: la croce latina. In realtà non era
così; la croce non aveva la forma di una "...croce" ma di uno degli strumenti riportati in figu-
ra, quindi una I, una Y, una T,
oppure poteva consistere in un traversino sorretto da due pali terminanti a forcella. Il braccio
orizzontale era detto Patibulum, quelli verticali Stipes.
Anche San Francesco, un santo molto scomodo per la chiesa, era convinto che la croce del cri-
sto fosse a forma di T.
Di solito alcuni stipes erano tenuti pronti, solidamente conficcati nel terreno ove normalmente
avvenivano le esecuzioni. Il condannato, avviato al luogo di esecuzione, portava con se solo il
patibulum orizzontale (20-25 Kg.); questo (se si ammette l'uso dei chiodi nella crocifissione)
per un motivo pratico molto semplice: in carcere, secondo l'apertura di braccia del condanna-
to, venivano predisposti nel patibulum i due fori destinati a ricevere i chiodi che trapassavano
i palmi. Data la natura grossolana dei chiodi, forgiati a mano, di forma trapezoidale e sezione
quadra, senza l'accorgimento descritto, sarebbe stato molto difficoltoso farli penetrare nel le-
gno. A parte il fatto che la chiodatura era raramente applicata e si preferiva di gran lunga la
legatura con spezzoni di funi rudimentali.
Il condannato, intontito da una mistura di vino e mirra, disteso a terra, veniva dapprima lega-
to al patibulum per le braccia e per i polsi e poi (eventualmente) inchiodato; due robusti ese-
cutori sollevavano il tutto ed incastravano il patibulum nello o negli stipes.
L'operazione successiva, se il patibulum era troppo alto ed il condannato non poggiava i piedi
per terra, era quella di disporre un apposito supporto (un sasso, un traversino) alla base dello
(dei) supporti verticali. L'inchiodatura dei piedi non veniva quasi mai praticata perché di dif-
ficile esecuzione ed oltre tutto si cercava di limitare la perdita di sangue al minimo, certo non
per delicatezza, ma per prolungare al massimo la permanenza sulla croce, prima della morte.
Era essenziale che i piedi del condannato poggiassero per terra al fine di prolungarne al mas-
simo l'agonia; gli stipes erano quindi abbastanza bassi tanto che quelli che assistevano all'ese-
cuzione arrivavano con il capo al petto o al viso del condannato con il quale potevano facil-
mente parlare.
La crocifissione era una pena destinata unicamente a chi si ribellava contro l'autorità impe-
riale ed agli schiavi. Era sempre eseguita in pubblico in modo da servire come esempio; un
cartiglio appeso al collo della vittima portava la motivazione della condanna. I romani la con-
sideravano una punizione vergognosa ed infamante.
L'agonia sulla croce poteva durare, in casi particolari, anche 2-3 giorni; la morte era dovuta a
collasso conseguente ad anossia causata dalla lunga immobilizzazione (tetano dei crocifissi). In
casi particolari si fratturavano le gambe della vittima per impedire, durante la notte, che pa-
renti ed amici lo liberassero e ne favorissero la fuga. Questo supplemento di sofferenza poteva
abbreviare l'agonia in quanto il condannato per respirare tendeva a sollevarsi puntando sui
170
piedi.
La morte poteva essere molto più rapida nei rarissimi casi di chiodatura ai polsi (nello spazio
di Destot, in mezzo alle ossa del metacarpo). In questo caso il chiodo lede il nervo mediano ed
il fortissimo dolore provoca lo svenimento del condannato ed una accelerazione del processo
di anossia.
Se Gesù fosse stato inchiodato ai polsi allora molti degli eventi che seguono non potrebbero es-
sere giustificati.
Le prime immagini della croce, scoperte dagli archeologi, erano in realtà graffiti di origine anti-
cristiana, mentre l'arte delle catacombe usava solo simboli astratti per la raffigurazione del Cri-
sto. La croce veniva considerata come un osceno strumento di tortura, un ricordo di abietta umi-
liazione e di morte.
Solo al tempo di Costantino si cominciò a mostrarla come un simbolo trionfante di vittoria sul
male. Ci vollero quasi altri mille anni prima che gli artisti medioevali osassero rappresentare il
Cristo morto appeso alla croce.
La crocifissione viene ancora oggi eseguita nelle isole Filippine. Tutti gli anni, nel periodo pa-
squale, la televisione ci propone orripilanti documentari sull'argomento.
E' consuetudine che in alcune di queste isole, (in particolare nel villaggio di Gua Gua, isola di
Pampanga, la preferita dai turisti) durante la Pasqua, un certo numero di sprovveduti bigotti,
imbottiti di alcool e di droghe, si facciano legare ed, a volte, inchiodare su una croce, sulla
quale restano esposti per qualche ora. Ai loro piedi gruppi di fanatici pregano, si commuovo-
no, organizzano pic-nic e si ubriacano quanto basta.
Passata la fiesta i crocifissi vengono deposti, medicati e rianimati con energici trattamenti.
Tra le tante sciocchezze si cerca di far credere che la croce sia stata costruita:
335 - ELEVAZIONE
Durante l'elevazione ci si accorge che la buca scavata nel terreno (?) non e' suffi-
ciente e la croce pencola pericolosamente. Alcuni "volenterosi" modificano la buca.
(Rif. 995)
336 - IL CARTIGLIO
Per ordine di Pilato, sopra la croce viene affisso un cartiglio recante la pseudo mo-
tivazione della sentenza in tre lingue:
"Gesù Nazareno re dei giudei".
(Rif. 005, 010, 015, 020, 075, 080)
171
337 - PROTESTE PER IL CARTIGLIO
I giudei non ritengono appropriata la dicitura del cartiglio e protestano presso Pila-
to. La protesta non viene accolta.
(Rif. 020, 080)
La croce era la pena per chi si ribellava all'autorità di Roma. Quindi questi due condannati
non erano "ladroni" ma, probabilmente, partigiani zeloti; altrimenti sarebbero stati uccisi in
altro modo: spada o strangolamento.
339 - LE TENEBRE
A partire dalle ore 12 e sino alle ore 15, il sole si oscura e le tenebre avvolgono la
terra. Nicodemo riferisce a Pilato, alquanto preoccupato, che si tratta di una eclissi
di sole.
(Rif. 005, 010, 015, 075, 080, 085)
Nicodemo ha detto una sciocchezza. La Pasqua è una festa mobile che cade sempre con la luna
piena, diametralmente opposta al sole. Non poteva quindi trattarsi di una eclissi.
Ammesso, solo per discutere, che si sia trattato di una eclissi di sole, tenuto conto delle velocità
relative della terra e della luna rispetto al sole stesso, l'oscuramento non poteva durare più di
quattro-sette minuti.
Tanto per precisare, i soldati romani, oltre a quelle di Gesù, si spartiscono anche le vesti dei
due ladroni. Non era un atto di brutale ladrocinio; i soldati erano autorizzati a farlo da
un'apposita legge (Lex Pannicularia).
Era una specie di indennizzo o di sovrassoldo per l'adempimento della funzione poco piacevo-
le di carnefici.
La Lex Pannicularia è applicata anche ai nostri giorni: i boia moderni ricevono un adeguato
indennizzo per ogni esecuzione di sentenza capitale. Nei secoli passati, agli inquisiti per eresia,
venivano carpiti tutti i beni, mobili ed immobili e divisi in parti adeguate tra:
inquisitore
scribi
delatori
testimoni di comodo
esecutori
quota pontificale.
In realtà, i soldati romani cosa si sono divisi? Secondo gli usi i Giudei vestivano una tunica a
pelle ed un mantello, entrambi di lana. In particolare, non si sa con precisione se Gesù portas-
172
se sandali e a chi sia toccata la tunica.
(Rif. 378)
343 - LE DONNE
Assistono alla crocifissione:
173
la facoltà di dimorare in paradiso, non solo come anima ma conservando an-
che il suo corpo, reso incorruttibile.
Qualche ora dopo, al momento della deposizione, il corpo di Demas risulterà scom-
parso.
(Rif. 015, 080, 085)
Se la frase esatta riportata è: "Eloì, Eloì, lemà sabactani?" allora si può arguire che Gesù par-
lasse normalmente in aramaico.
I musulmani non credono che Gesù sia morto sulla croce ma che sia stato li-
berato (Sura 4:157)
.... e per aver detto: "Abbiamo ucciso il Cristo, Gesù figlio di Maria, messaggero
di Dio", mentre ne lo uccisero, ne lo crocifissero, bensì qualcuno fu reso ai loro
occhi, simile a Lui....che, per certo, essi non lo uccisero.
Secondo alcune versioni del Corano, Gesù si sarebbe fatto sostituire sulla
croce da una terza persona. Doveva essere un tipo molto volenteroso! Alcuni
sostengono si trattasse di Simone il Cireneo.
Gli Ahmadis, membri di una setta islamica, basandosi sulla quarta Sura del
Corano e su altre fonti, ritengono che Gesù non sia morto in croce. Deposto
ancora vivo e guarito con un unguento miracoloso (il marhan-i-Isa), si sareb-
be recato a predicare il vangelo tra le tribù perdute d'Israele, in Afghanistan
e nel Kashmir dove sarebbe poi morto alla venerabile età di 120 anni.
(Rif. 135, 995)
Qui si innesterebbe un'altra ipotesi, che in questi anni appare insistentemente nella letteratu-
ra corrente: Gesù, sfuggito in qualche modo alla crocifissione, si sarebbe rifugiato in Oriente
dove avrebbe continuato la sua predicazione. Ovviamente questa ipotesi è tutta da verificare.
Papia sostiene che Gesù continuò la sua missione e morì in età avanzata.
174
S. Ireneo nel trecento sosteneva che Gesù era morto a 50 anni.
Secondo il Vangelo degli Ebrei Gesù avrebbe iniziato la predicazione a 46 anni e sarebbe
morto a 49 anni.
Da più autori è stato poi rilevato l'esiguo numero di ore (15 ore!) intercorse tra la cattura di
Gesù e la sua morte. Trascurando molti fatti non salienti, rimane da comprimere in 12 ore lo
svolgersi dei seguenti eventi:
In qualsiasi modo si consideri la cosa, tutto questo ci dà l'impressione di un film che scorra ad
una elevata ed anormale velocità . Avrebbe senso se si fosse trattato di una esecuzione som-
maria (tipo corte marziale), nel qual caso sarebbero significativi solo i punti 1,12,15,16 e 17.
E poi anche la morte dopo solo tre ore lascia alquanto perplessi.
175
tremano le colonne del cielo e l'aria è sconvolta
(Rif. 103)
i giorni, le ore e le notti perdono la loro regolarità
(Rif. 103)
le fiamme dell'inferno si estinguono
(Rif. 103)
la Geenna diventa fredda
(Rif. 103)
gli angeli dell'inferno si disperdono
(Rif. 103)
la Morte perde ogni potere.
(Rif. 103)
La cortina del santuario del Tempio (detta anche velo) separava la zona proibita del Tempio
(santo dei santi) dalla parte riservata all'accesso pubblico.
Per quanto precisi e puntigliosi nella loro relazione, Leuco e Carino hanno dimenticato un
particolare importante che, per nostra fortuna, ci viene ricordato da Tommaso.
Dopo il punto g) i personaggi interessati vengono fatti "morire" una seconda volta per poter
concedere loro l'impagabile privilegio di risuscitare la domenica seguente contemporanea-
mente a Gesu.
(Rif. 115)
ne spezzò le catene
estinse il fuoco
tolse via tutti, lasciandolo deserto
176
legò con cura il "vergognoso", tutti i ministri di Satana ed il malefico Melkir
liberò Adamo
mandò libero ogni uomo
curò le ferite inferte dal maligno alle creature.
(Rif. 103)
Visto che abbiamo incontrato Adamo (anche se quì è solo una digressione), riportiamo, dal
Vangelo di Filippo, una particolare versione della Genesi.
.83 - Adamo è stato fatto da due vergini: lo spirito e la terra vergine. Per questo motivo, Cristo è
stato generato da una vergine: per riparare alla caduta che è avvenuta alle origini.
.84 - Ci sono due alberi in mezzo al Paradiso: uno produce animali, l'altro produce uomini. A-
damo ha mangiato dell'albero che produce animali ed è diventato animale ed ha generato anima-
li. Per questo (i figli) di Adamo venerano dei che hanno forma di (animali). L'albero (di cui A-
damo ha mangiato) i frutti è l'albero della (conoscenza. Per questo i peccati sono divenuti) nu-
merosi. Se egli avesse mangiato (dell'altro albero), i frutti (dell'albero della vita), che produce
uomini, (gli dei venererebbero) l'uomo.
(Rif. 120, 330)
Un grave sbaglio, non c'è che dire!
177
(Rif. 995)
Quanto al permesso di sepoltura e a tutto quel che segue, siamo di fronte ad una colossale bu-
gia. Secondo la legge romana allora vigente
I loro corpi erano abbandonati sul patibolo, per parecchi giorni, alla mercé di avvoltoi, corvi,
ecc. che ne spolpavano la carcassa. Quello che restava veniva in seguito bruciato e le ceneri
accuratamente disperse. Del suppliziato non doveva restare nulla. D'altro canto, nei secoli se-
guenti, la stessa norma fu applicata dalla chiesa nei confronti di coloro che erano condannati
al rogo.
178
costato.
(Rif. 020, 080)
La morte in croce era caratterizzata da una agonia molto lunga. L'esitazione di Pilato nel
concedere il permesso di sepoltura era dovuta al breve periodo di permanenza di Gesù sul pa-
tibolo.
La frattura delle gambe poteva anche affrettare la morte del condannato; certamente ne au-
mentava le sofferenze.
L'operazione veniva eseguita, a titolo cautelativo, onde impedire che, di notte, parenti ed ami-
ci deponessero il condannato ancora vivo e ne favorissero la fuga.
Longino (soldato o centurione?) è stato in seguito proclamato santo martire. Ricorrenza: 15
Marzo (Mantova-Brunswick).
(Rif. 440)
Periodicamente viene proposto sugli schermi televisivi un filmato (DER GRAAL), molto lun-
go ed altrettanto noioso e farneticante, dove gli autori tedeschi piangono lacrime di coccodril-
lo sui fasti e nefasti del passato regime nazista e, tra le altre cose, si vedono alcune immagini
della presunta lancia di Longino.
Questa "reliquia", affiorata dalle brume della storia una decina di secoli or sono, sarebbe
passata per le mani di numerose famiglie di nobili bricconi teutonici per poi approdare nella
Cancelleria del Terzo Reich dove pare che il cattolicissimo Adolfo Hitler la tenesse in gran
conto. Lo affermano gli autori del filmato ma è tutto da dimostrare!!
(Rif. 995)
Cento libbre di mirra e aloe corrispondono a circa 33 chilogrammi e dovevano costare un pa-
trimonio.
E' una quantità sufficiente per comporre la salma di un elefante.
Se erano tutti convinti che Gesù sarebbe risorto a che cosa serviva tanta roba?
I magi, che passavano per essere munifici e generosi, si erano limitati ad una offerta di sole tre
libbre (un chilogrammo) di mirra. Quanto al sudario era una pezza lunga m. 4.36 e larga m.
1.10, tessuta a spina di pesce su un telaio a quattro pedali, di fattura probabilmente siriaca.
(Rif. 378)
179
re una tardiva giustizia.
(Rif. 080)
Difficilmente avrebbe potuto farlo. Non essendo cittadina romana non aveva alcun diritto di
appellarsi a Cesare. E poi Tiberio non risiedeva a Roma ma a Capri (Villa Iovis).
La prima leggenda nota è Il racconto del Graal di Chrétien de Troyes, apparsa intorno al 1180
e poi ripresa e sviluppata sotto forma di romanzo (racconto cavalleresco), da Robert de Bo-
ron, Il libro del Graal, agli inizi del 1200. Quest'ultimo è, in definitiva, un testo "esoterico" di
matrice celtica dove elementi di natura religiosa (Trinità, Spirito Santo, ecc.) si fondono libe-
ramente con concetti magici e favolistici che vanno da Re Artù, al Mago Merlino, alla Fata
Morgana, a Perceval ed altri.
Quello che lascia perplessi è come poteva Gesù ancora sanguinare se era morto da qualche
ora.
180
A parte questo, considerata la breve permanenza in croce di Gesù e la fretta di Giuseppe d'A-
rimatea nel volerlo deporre, è stato ipotizzato un vero e proprio giallo (tradotto alcuni anni or
sono in un film L'inchiesta): Giuseppe d'Arimatea avrebbe deposto Gesù ancora vivo e, con la
complicità di Longino, avrebbe simulato la sepoltura mentre Gesù veniva nascostamente affi-
dato a terzi che avevano l'incarico di rimetterlo in sesto.
Leggende e fantasie a parte, oggi pare che una specie di Graal sia conservato presso la catte-
drale di Valencia. L'8 novembre 1982 il papa Giovanni Paolo II ha reso i dovuti onori a que-
sta presunta reliquia.
(Rif. 995)
Secondo le usanze di allora il sabato iniziava verso le ore 18 del venerdi quando la tromba del
Tempio, suonata da un sacerdote, imponeva la sospensione di ogni attività.
181
di Gesù che le risponde con un ghigno.
Mentre la Morte insisteva con le sue domande, il corpo di Gesù venne trasportato
in cielo sul carro dei cherubini, con un grande seguito di angeli, vegliardi e domina-
zioni. A questo punto la Morte non sa più che fare e manda la Pestilenza nell'A-
menti per dar l'allarme, ma essa giunge tardi.
(Rif. 103)
Un punto dovrebbe essere chiarito; al di là di ciò che la chiesa ha sempre voluto farci intende-
re, e se la matematica non è un'opinione, Gesù non è resuscitato dopo tre giorni o al terzo gior-
no. La sua permanenza nel sepolcro è stata di circa 36 ore.
182
mattina)
Gesù appare ad un gruppo di donne che, di buon mattino, si recavano al sepolcro
per meglio comporre la salma. Gesù annuncia loro che si recherà in Galilea.
Le donne erano:
Arrivate al sepolcro incontrarono un certo Filogene che parlò loro della re-
surrezione.
Nei primi secoli del cristianesimo, ai tempi di Origene, alcuni sostenevano che la resurrezione
e l'apparizione a Maria Maddalena fossero frutto della folle fantasia di quest'ultima, impazzi-
ta per la morte del compagno.
183
376 - APPARIZIONE AGLI APOSTOLI (Domenica, 9 Aprile - sera)
Gesù appare agli apostoli, che si tenevano prudentemente nascosti, e cena con loro.
Gli autori non concordano sul numero dei presenti:
Finees sacerdote
Adas rabbino
Aggeo levita
184
382 - LA VISTA DEL DIAVOLO
L'apostolo Bartolomeo chiede a Gesù di poter vedere Satana. Gesù ordina all'ar-
cangelo Michele di suonare la sua tromba ed ecco che il demonio appare, avvinto da
catene di fuoco e tenuto a bada da 660 angeli. Secondo l'autore le misure del demo-
nio sono:
383 - STATISTICHE
Interrogato da Bartolomeo Gesù fornisce i seguenti dati "statistici":
Quello che lascia un po' perplessi è il bisogno di Gesù di fare colazione, dopo morto.
385 - ASCENSIONE
Gesù sale in cielo dopo 40 giorni dalla sua risurrezione. Prima di inalzarsi lascia
una impronta del suo piede su di una pietra.
(Rif. 010,015,080,995)
Quello che proprio non si comprende (ovviamente per mancanza di fede) è il motivo per cui Gesù
non abbia ostentato la sua resurrezione di fronte a tutto il mondo.
185
Ormai morto e resuscitato e quindi immune dalle offese terrene dei suoi nemici (giudei, romani),
perché non ha comprovato le verità da lui sempre predicate di fronte a tutto il creato?
Se lo avesse fatto, tacitando per sempre gli increduli e gli uomini di poca fede, ora tutto il mondo
sarebbe cristiano e scritti come quello che state leggendo non avrebbero ragione d'essere. Tutti si
sarebbero arresi di fronte al suo divino splendore.
Invece ha fatto solo qualche fuggevole apparizione ad alcuni poveri citrulli, ad alcune povere
cretine, mentre una universale ostensione della sua divinità avrebbe potuto dominare il mondo.
Una delle tante irrazionalità della religione spiegate come misteri della fede!!
Comunicazione del tutto improbabile. Pilato non poteva rivolgersi direttamente a Tiberio
scavalcando il suo diretto superiore Vitellio, Governatore della Siria.
186
Dopo l'evento gli apostoli si mettono a parlare in tutte le lingue allora conosciute
senza averle mai studiate.
La folla che assiste all'evento e li ascolta li ritiene ubriachi.
(Rif. 140)
Pare che questo fenomeno si manifesti anche oggi, durante le riunioni di una particolare setta
cristiana (Pentecostale). In sede di preghiera collettiva, lo spirito santo scende su alcuni fedeli
e questi iniziano a pregare in lingue totalmente sconosciute.
Almeno, questo è ciò che sostengono i settari.
Di diverso avviso è Dario Fo (Nobel per la letteratura) che nel suo testo "Mistero Buffo" indaga
e mette in chiaro la tecnica del "grammelot": un parlare apparentemente coerente ma privo di
senso, in uso presso i giullari medievali.
RIORGANIZZAZIONE
Dopo la morte di Gesù e superato un periodo di comprensibile sbandamento, il gruppo
esseno-zelota degli "apostoli" si riorganizza e ricomincia ad operare. Si viene a costi-
tuire una comunità settaria, politico-religiosa, di stampo nazionalista (la Nuova Chie-
sa di Gerusalemme) che ha, come scopo primario, quello di destabilizzare la casta sa-
cerdotale al potere e sostituirsi ad essa. Oggi organizzazioni di questo tipo vengono
chiamate PARTITI.
La Nuova Chiesa di Gerusalemme è la prima comunità mista, di matrice giudaico-
cristiana che cerca di mettere d'accordo la legge mosaica con la emergente, ma anco-
187
ra confusa, dottrina nazionalista cristiana.
I membri di questa comunità/setta vengono indicati come Zelanti della Legge, di asso-
luta ortodossia ebraica. Si assiste ad uno strano scontro ideologico: la classe sacerdo-
tale al potere e gli zelanti predicano, in fondo, le stesse cose; l'unica differenza è il
pulpito dal quale predicano, o vorrebbero predicare.
Per la Nuova Chiesa di Gerusalemme sostituirsi alla classe sacerdotale al potere non è
solo una missione moralizzatrice; si tratta anche di controllare il notevole flusso di
denaro che confluisce annualmente nelle casse del Tempio.
Il capo della comunità sarà per qualche tempo Pietro, sostituito poi da Giacomo Il
Giusto ed infine da Giovanni il Minore (le cosidette "colonne"), sempre in contrasto
tra di loro, prima, e con Paolo dopo. Questo naturalmente se si ammette l'esistenza
storica di questi strani personaggi o, almeno di loro sostituti.
Dopo la distruzione di Gerusalemme e la conseguente diaspora (135 e.v.) questo mo-
vimento si estinguerà polverizzandosi in numerose sette che il Concilio di Nicea di-
chiarerà, poi, eretiche. (Rif. 140,172,185)
A Roma:
188
Anna viene avvolto in una pelle di bue ed essicato al sole;
Archelao e Filippo vengono impalati;
I capi giudei vengono passati a fil di spada;
Pilato viene rinchiuso in un antro munito di una sola fessura;
Tiberio, mentre è a caccia, scocca una freccia contro una gazzella. Manca però il
bersaglio e la freccia vagante entra nella fessura dell'antro e uccide Pilato.
(Rif. 090)
189
Infine il corpo di Pilato viene sprofondato in un lago circondato da alte mon-
tagne. (Laghetto di Pilato, sui monti Sibillini??)
(Rif. 090)
Lo scopo ultimo di questa strana letteratura era, in buona sostanza, quello di sca-
gionare i romani ed addossare agli ebrei la colpa della condanna di Gesù.
(Rif. 465)
La setta nota come "Nuova Chiesa di Gerusalemme" era in realtà una propaggine del movi-
mento insurrezionalista esseno-zelota. Il conferimento di tutti i propri beni alla setta era un
obbligo tassativo per tutti coloro che volevano far parte del movimento.
A parte gli introiti, questo garantiva il movimento da eventuali ripensamenti degli aderenti e
dalla loro defezione.
Resta il fatto che questo potrebbe essere il primo esempio di quell'atteggiamento predatorio
che caratterizzerà il cristianesimo nei secoli a venire.
Se avete tempo e voglia varrebbe la pena di informarsi su fatti e misfatti di "pie" consorterie
quali i gesuiti, i francescani e, buon utimi, quelli dell'Opus Dei.
190
402 - MIRACOLI IN MASSA
Gli apostoli si riunivano normalmente nel portico di Salomone ed in tali occasioni
venivano a contatto con innumerevoli ammalati ed indemoniati che erano pronta-
mente guariti.
(Rif. 140)
Anche se alcuni autori sono propensi a ritenere Simone Mago come un personaggio reale,
mancano nondimeno precisi riferimenti storici sulla sua esistenza in vita e sulle sue opere. E'
quindi probabile si tratti di un personaggio inventato da Marcello, senatore ai tempi di Nero-
ne Imperatore (54-67 d.C.), e poi ripreso tardivamente da Luca negli Atti degli Apostoli (c.
180 d.C.).
Dalle fonti citate si desume sia nato in Samaria nei primi anni dell'era volgare e morto a Ro-
ma nel 64-65 e.v.
Col termine Mago non si deve intendere un facitore di prodigi ma bensì un appartenente alla
classe sacerdotale (Magi) del culto di Zoroastro.
In questa sua veste avrebbe contribuito alla formazione della concezione dualistica di Dio (un
dio del bene coesistente ed eternamente opposto alla figura di un dio del male) e sarebbe l'i-
spiratore, con altri, dei primi vangeli dualistici e della setta manichea.
La sua attività di sacerdote e medico/guaritore si svolge, per i primi anni, in Samaria, dove sa-
rebbe stato battezzato dall'apostolo Filippo, aderendo in parte ai concetti messianici della
Nuova Chiesa di Gerusalemme.
Trasferitosi successivamente a Roma, ospite nella casa del senatore Marcello, diviene consi-
gliere "spirituale" dell'Imperatore Nerone, che pare tenesse in gran conto i suoi insegnamenti
di carattere filosofico e gnostico.
Catturato da un gruppo di giudeo/cristiani, facenti capo a Pietro ed a Paolo, anche essi a Ro-
ma in quel periodo (??), viene scaraventato giù da una torre ma se la cava, fracassandosi ma-
lamente una gamba che, in seguito gli verrà amputata, con una operazione mal riuscita che lo
condurrà alla morte.
Nerone, molto addolorato, ordina solenni onoranze funebri ed individua in Pietro il responsa-
bile del misfatto; per questo delitto Pietro sarebbe stato condannato ad essere crocifisso a te-
sta in giù.
(Rif. 140,146,390,995)
192
ANNO 35 (e.v.) - 788 (a.u.c.)
< H3>
Riferimento Storico:
LA RIVOLTA DEI SAMARITANI
Un presunto messia (uno dei tanti) eccita gli animi della gente di Samaria, già scismatica nei
confronti dell'autorita' sacerdotale del Tempio, ed organizza un grande raduno presso il santua-
rio del Monte Garizim, con la scusa di mostrare ai fedeli alcune reliquie appartenute a Mosè.
Ponzio Pilato, messo sull'avviso e temendo che la riunione fosse fomentata da intendimenti di ri-
bellione contro l'Impero, ordina l'intervento della cavalleria della Quinta Legione Macedonica
che fa strage della folla giunta al monte.
Molto elevato, anche se incerto, il numero delle vittime; si suppone da 6000 a 10000 morti(???).
Riferimenti Storici:
RIMOZIONE DI PONZIO PILATO
A seguito degli eventi accaduti sul Monte Garizim una delegazione di Samaritani si reca dal Go-
vernatore della Siria Vitellio per chiedere giustizia contro l'eccidio ordinato da Pilato. Ritenuto
responsabile di un eccesso non giustificato, Ponzio Pilato viene rimosso dal suo incarico e inviato
a Roma per essere giudicato. Dopo la sentenza viene confinato a Vienne (Gallia) dove finirà i
suoi giorni.
Secondo lo storico della chiesa Eusebio si sarebbe suicidato.
LAPIDAZIONE DI STEFANO
Stefano era a capo di una comunità di ebrei ellenisti, rientrati in patria ed aderenti alla Nuova
Chiesa di Gerusalemme. Durante le sue predicazioni Stefano attacca pesantemente i sacerdoti del
Tempio accusandoli, tra le altre cose, di essere "idolatri".
La reazione non tarda: Stefano viene arrestato e lapidato e la comunità di ebrei ellenisti, che a
lui faceva capo, viene espulsa dal paese.
Gesù, secondo Stefano, era l'ultimo, in ordine di tempo, dei profeti annoverati dalla Bibbia.
(Rif. 995)
193
410 - CONVERSIONE DI SAULO (Una prima versione)
Saulo parte da Gerusalemme, verso Damasco, con l'incarico di arrestare il maggior
numero possibile di seguaci di Gesù.
Presso Damasco una luce sfolgorante lo acceca e lo fa stramazzare al suolo, mentre
una voce celeste lo invita a cessare le persecuzioni contro i cristiani.
Viene condotto cieco a Damasco dagli uomini della sua scorta.
(Rif. 140)
Saulo era alle dipendenze del sommo sacerdote di Gerusalemme e quest'ultimo non aveva nes-
sun potere di ordinare arresti in territorio siriano. Quindi non si tratterebbe di Damasco in
Siria ma di Damasco sul Mar Morto. In realtà Damasco sarebbe sinonimo di Khirbet Qum-
ran, anche se si è sempre cercato di mascherare questo particolare.
(Rif. 710)
194
A Cesarea Pietro battezza Cornelio, un centurione romano. Si tratta del primo pa-
gano (non giudeo e non circonciso) ad essere convertito alla nuova fede.
Pesanti critiche a Pietro, da parte dei discepoli circoncisi, per aver concesso la
"grazia", riservata ai soli giudei, ad un indegno pagano.
(Rif. 140)
Riferimento Storico:
ERODE AGRIPPA
Erode Agrippa viene nominato da Caligola tetrarca delle regioni ad est del lago di Tiberiade (Go-
lan).
Riferimento Storico:
ERODE ANTIPA
Erode Antipa viene destituito da Caligola ed esiliato nei Pirenei.
195
ANNO 41 (e.v.) - 794 (a.u.c.)
Riferimenti Storici:
ERODE AGRIPPA I
Erode Giulio Agrippa I viene nominato re della Palestina.
CLAUDIO IMPERATORE
Claudio I diventa imperatore.
196
(Rif. 140)
Secondo le ipotesi più accreditate Giacomo era figlio di Yoseph e pertanto fratello
di Jeshu.
Riferimenti Storico:
MORTE DI AGRIPPA I
Muore Erode Giulio Agrippa I, re della Palestina
ARRESTO DI PIETRO
Secondo Giuseppe Flavio, il Procuratore romano Cuspio Fado ordina l'arresto di Pietro (Simo-
ne) e del fratello Giacomo, per sedizione.
Per quanto concerne il nominato "Giacomo" ci sono alcune incerte opinioni sulla sua identità;
molti studiosi sostengono trattarsi di Giacomo il Maggiore.
(Rif. 180)
Il viaggio di Pietro a Roma e tutto ciò che ne segue è solo un falso inserito, nel 1429, da Poggio
Bracciolini, segretario di Papa Martino V.
(Rif. 760)
Riferimento Storico:
CONDANNA DI PIETRO (SIMONE)
Il procuratore TIBERIO ALESSANDRO fa giustiziare PIETRO (Simone) e il fratello GIACO-
MO (il Maggiore?), figli di GIUDA IL GALILEO e presunti parenti di Gesù (secondo l'ipotesi
storica).
(Rif. 180, 760)
Secondo S. Isidoro da Siviglia, Giacomo (il Maggiore) sarebbe morto in Spagna, a Composte-
la, e sulla sua tomba sarebbe stato eretto il famoso santuario.
198
429 - PRIMO VIAGGIO DI PAOLO - CONCLUSIONE
Dopo aver toccato Derbe ed altre lunghe peregrinazioni, anche in luoghi preceden-
temente visitati, Paolo e Barnaba giungono ad Antiochia (Siria) dove si trattengono
con i discepoli di questa città per lungo tempo.
(Rif. 140)
Riferimenti Storici:
ESPULSIONE DEGLI EBREI
L'imperatore Claudio I emana un editto che ordina l'espulsione di tutti gli ebrei da Roma.
430 - ANTEFATTO
Quando Gesù era ancora in vita, Maria gli aveva chiesto la grazia di essere avvisa-
ta, almeno tre giorni prima di morire, per potersi adeguatamente preparare al tra-
passo.
(Rif. 110)
431 - L'ANNUNCIO
Mentre sta pregando presso il sepolcro di Gesù l'arcangelo Gabriele appare a Ma-
ria, le dona un ramo di palma e le annuncia la sua prossima morte.
(Rif. 105,110)
432 - LA PREPARAZIONE
Nella casa di Betlemme, assistita da tre giovinette: Sefora, Abigea e Zaele, Maria si
prepara all'evento e convoca presso di se parenti ed amici.
(Rif. 105,110)
Stabilire dove abitasse Maria, negli ultimi anni della sua vita, è un'impresa ardua. Supponia-
mo Betlemme, ospite dei suoi nipoti, figli delle sorelle Anna ed Emerina. Visto come la chiesa
ha imbrogliato le carte, questa è solo un'ipotesi di comodo.
Quanto ad Abigea, Sefora e Zaele, più che giovinette, dovevano ormai essere delle attempate
zitellone. Per contro Susanna e Rebecca dovrebbero essere defunte da tempo.
199
434 - ARRIVANO GLI ALTRI APOSTOLI
Tutti gli altri apostoli ancora viventi, sparsi in varie parti del mondo per predicare,
vengono teletrasportati a Betlemme, adagiati su delle nubi. Quelli già morti (An-
drea, Filippo, Luca, Simone il cananeo e Taddeo) vengono risuscitati e raggiungono
anch'essi la casa di Maria. Presente anche Paolo; assente Tommaso.
(Rif. 105,110)
436 - MIRACOLI
Una grande folla stupita accorre da Gerusalemme e molti ammalati, ciechi, storpi,
sordi e lebbrosi guariscono all'istante toccando i muri esterni della casa.
(Rif. 105)
Una cantata a 12 voci, per cinque giorni consecutivi, non è certo il modo migliore per passare
inosservati.
440 - IL FUOCO
Dopo 5 giorni si sparge la voce della loro presenza ed una folla di giudei, istigata dai
sacerdoti, cerca di incendiare la casa.
Però una grande fiamma esce dall'abitazione e brucia vivi un grande numero di
malintenzionati.
(Rif. 105)
200
Gesù arriva (di domenica) accompagnato da una moltitudine di angeli e cherubini.
Convenevoli, preghiere ed ultime benedizioni.
(Rif. 105,110)
443 - IL TRASPORTO
Gli apostoli provvedono al trasporto della salma al sepolcro. Gli autori non concor-
dano sul percorso e sulla destinazione:
445 - ASSUNZIONE
Dopo aver deposto il corpo nel sepolcro si manifesta una grande luce ed il corpo di
Maria viene traslato in cielo dagli angeli.
Per alcuni: Maria e' stata deposta nel sepolcro di sabato ed assunta la domenica
mattina seguente.
(Rif. 105,110)
Sulla assunzione corporea in cielo non ci sono più dubbi: abbiamo l'autorevole conferma nel
dogma del 1950 di Pio XII.
Dopo quello di Demas, di Gesù e di Enoch (e forse di Elia) il corpo di Maria è il quarto a ri-
siedere fisicamente nello spazio senza che nessuno abbia mai stabilito dove sono realmente al-
locati.
Gli astronauti dovrebbero fare attenzione.
Questo se non si vuole tenere conto dell'assunzione leggendaria di Romolo, che però Tito Livio
dichiarava esplicitamente essere una fola.
(Rif. 995)
Il culto di Maria venne istituito all'inizio del 1500(e.v.); è stata una delle iniziative della con-
troriforma.
201
(Rif. 110)
447 - RITORNO
Terminate le onoranze funebri tutti gli apostoli vengono riportati alle rispettive re-
sidenze mediante l'uso delle solite nubi.
(Rif. 110)
Riferimento Storico:
UNA TRAGICA PROVOCAZIONE
Durante lo svolgimento della Pasqua, uno dei soldati romani di guardia sul tetto del portico, im-
provvisamente si denuda e comincia a far gesti osceni ai devoti pellegrini.
Lo scandalo è enorme; nasce una grande agitazione durante la quale decine di ebrei vengono
calpestati a morte nel cortile.
(Rif. 172)
Così, come Luca lo pone negli Atti, sembra un problema di lana caprina. La circoncisione è
l'atto fondamentale di adesione all'ebraismo come il battesimo lo è per il cristianesimo. Non si
è cristiani senza il battesimo come non si è ebrei senza la circoncisione.
Ciò premesso, il far dipendere la salvezza, che un eventuale dio puo' decidere di elargire, dallo
stato di conservazione del pene, sembra un'idea quanto meno .....stravagante!
203
Lasciata Corinto, Paolo inizia un terzo viaggio, toccando numerose località della
Galizia e della Frigia. Si ferma ad Efeso per circa due anni, sino a quando scoppia
un tumulto, provocato dagli artigiani argentieri del luogo, contrari, per motivi eco-
nomici, alle predicazioni di Paolo.
(Rif. 140)
Riferimento Storico:
NERONE IMPERATORE
Il 13 Ottobre Nerone diventa imperatore con il titolo di Pater Patriae.
I romani erano sempre molto guardinghi e pronti ad usare le armi di fronte a qualsiasi tumul-
to o atteggiamento contrario all'autorità dell'impero.
Come mai il tribuno Lisia si assume la responsabilità di far parlare Paolo di fronte ad una fol-
la palesemente ostile e tumultuante?
Sarebbe interessante sapere su cosa hanno giurato i 40 congiurati. Certo non sulla testa di
YHWH perché, oltre che blasfemo, sarebbe stato poco pratico. Infatti, secondo l'apostolo Bar-
205
tolomeo (sempre ben informato) YHWH ha ...12 teste.
(Rif. 995)
465 - IL NIPOTE
Un nipote (figlio di una sorella di Paolo) venuto a conoscenza della congiura, si reca
in caserma e mette in guardia Paolo ed il tribuno romano.
(Rif. 140)
n. 200 soldati
n. 70 cavalieri
n. 200 lancieri
Un sesto dell'esercito romano di occupazione per scortare Paolo? Praticamente tutto il presi-
dio di Gerusalemme sarebbe restato sguarnito.
467 - PROCESSO
Il governatore Felice imbastisce un processo chiamando, come accusatori, il sacer-
dote Anania ed alcuni anziani, assistiti dall'avvocato Tertullo.
Autodifesa di Paolo ed il processo si conclude con un nulla di fatto. Paolo resta pri-
gioniero a Cesarea (per evitare altri tumulti da parte ebraica), godendo di una cer-
ta libertà di movimento. La prigionia durerà due anni.
(Rif. 140)
Riferimento Storico:
PORCIO FESTO
Il nuovo governatore Porcio Festo giunge a Cesarea in sostituzione di Antonio Felice.
206
(Rif. 140)
Berenice, vedova, diverrà la concubina di Tito, durante la sua presenza in Palestina, nel corso
della guerra giudaica.
(Rif. 140,995)
Riferimenti Storici:
NOMINA DI ALBINO
Muore il procuratore Porcio Festo e Albino viene nominato prefetto della Giudea.
LA VENDETTA
207
La reazione del gruppo esseno-zelota alla uccisione di Giacomo è immediata. Un commando
vendica la morte dell'apostolo ammazzando il sommo sacerdote Anano.
Durante il periodo in cui Giacomo il Giusto (il Minore) fu a capo della comunità esseno-zelota
(Nuova Chiesa di Gerusalemme), fu costretto a combattere su due fronti:
- contro Paolo che, allontanandosi sempre più dalla Legge Mosaica, crea una propria imma-
gine di Gesù ed una propria dottrina;
- contro i sacerdoti del Tempio, collaboratori dei romani, in combutta con i regnanti erodiani.
Alla fine Giacomo fa uno sbaglio. Si attribuisce le funzioni di sacerdote, si reca al Tempio, ve-
stito con la tunica di lino bianco ed attacca violentemente il sommo sacerdote Anano (figlio di
Annas), nominato da Erode Agrippa II. La reazione dei sadducei, sostenitori di Anano, è
scontata ed immediata, con esito tragico.
(Rif. 185,995)
Ipotesi poco probabile. Se giudicato sovversivo Giacomo, secondo la legge di Roma, avrebbe
dovuto essere crocifisso.
ai Colossesi
a Filemone
agli Efesini
ai Filippesi
(Rif. 140)
208
ANNO 64 (e.v.) - 817 (a.u.c.)
Riferimenti Storici:
INCENDIO DI ROMA
Mentre Nerone si trova ad Anzio un violento incendio, provocato dalla calura, dalla siccità e dal-
le precarie condizioni edili dell'Urbe, distrugge una buona parte della città, gremita di baracche e
di tuguri abitativi.
Le autorità identificano alcuni responsabili tra gli appartenenti ad impopolari gruppi settari giu-
deo/messianici e Nerone li fa mettere a morte.
SVETONIO:....furono puniti i cristiani, un gruppo di persone dedite ad una superstizione nuova
e malefica....
TACITO:....mise avanti come rei dell'incendio gente odiata per i suoi mali costumi, che il volgo
chiama cristiani....
ALBINO
Il prefetto ALBINO lascia la Giudea.
475.1 - I MARTIRI
Il mito dei primi martiri cristiani parte da un supposto passaggio di Tacito in cui lo
storico attribuisce a Nerone di aver fatto uccidere una grande moltitudine di cri-
stiani, nel 64 d.C. a Roma.
Questo passaggio è un falso, uno dei tanti compiuti dagli antichi padri. In effetti si
tratta di un passaggio interpolato da Melito, vescovo di Sardi, intorno al 170 d.C.
(Rif.525)
Nel 240 d.C. Origene affermò, con raro candore, che pochissimi cristiani sono morti
per la loro fede e che essi sono facilmente enumerabili.
(Rif.705)
Le storie sui martiri cristiani, imputate a Nerone e ad altri Imperatori, sono state
inventate molto più tardi, nel nono secolo (e.v.); prima di allora non si conoscono
documenti che parlino di questi martiri. In realtà i nomi dei presunti martiri sono
stati presi a caso da antiche pietre tombali e la storia è stata scritta, su ordinazione
della chiesa di Roma, riprendendo in parte il contenuto da uno dei Libri dei Mac-
cabei, libro successivamente espuntato dal canone per evitare imbarazzanti riferi-
menti.
(Rif.510)
209
era ancora nato e quindi, se esecuzioni ci furono, si poteva al più trattare di soggetti
turbolenti appartenenti a sette giudeo-messianiche o giudeo-cristiane e perciò ereti-
ci dal punto di vista della futura ortodossia; in realtà si è trattato di qualche fanati-
co e intollerante mestatore giudeo che cercava di imporre le sue idee revansciste.
Letteratura asservita, cinema e televisione hanno fatto il resto.
Il parlare male di Nerone, da parte degli storici "ufficiali" conniventi con il potere clericale, è
un fatto largamente scontato. Quanti si ricordano che Nerone è stato per anni educato da Se-
neca e che tutta la sua educazione era permeata dalle idee di questo grande filosofo stoico?
In questi ultimi tempi però si nota una timida inversione di tendenza. Pubblicazioni e docu-
mentari televisivi tendono a rivalutare il personaggio e a dargli una nuova collocazione stori-
ca, meno servilmente clericale.
210
Riferimenti Storici:
PRIMI MOTI DI RIBELLIONE
L'insofferenza verso l'occupazione romana e verso la connivenza con Roma da parte delle auto-
rità civili e religiose, ha superato i limiti di guardia. Da Gamla (citta' di Giuda il Galileo) vengo-
no organizzate le prime azioni militari in tutta la Palestina.
Riferimenti Storici:
CONQUISTA DI GAMLA
22 Novembre: i romani penetrano nella città di Gamla e ne distruggono la torre di guardia.
DISTRUZIONE DI GAMLA
24 Novembre: i romani completano la distruzione di Gamla e uccidono 4000(!) ribelli che difen-
devano la città. Altri 5000(!) si suicidano in massa per non arrendersi.
(Rif. 185)
N.B. - Le cifre sono palesemente irreali. Come si potevano stipare nella rocca di Gamla 9000
persone?
211
- Menahem si nasconde a Gerusalemme nel quartiere di Ofel; viene scoperto ed ucciso dopo mol-
ti supplizi.
(Rif. 185)
ELEAZAR A MASADA
Sfuggito al massacro di cui al punto precedente, Eleazar Ben- Jair si rifugia nella fortezza di
Masada, ne prende il comando e difendera' la rocca, contro i romani, per ben due anni.
(Rif. 185)
Eleazar Ben-Jair (Lazzaro) era fortemente coinvolto nella politica di rivendicazione esseno-
zelota messa in atto da Giuda il Galileo.
Se le ipotesi sono attendibili egli era cognato di Jeshu e di Menahem (fratello di Jeshu). Elea-
zar era figlio di Giairo (Jair) e dovrebbe corrispondere a quanto riferito da Giuseppe Flavio
in merito a questo personaggio.
(Rif. 185)
La crocifissione di Pietro, a Roma ed a testa in giù, ha tutta l'aria di essere la solita "pia" fa-
vola.
E certamente lo è considerato che manca qualsiasi, serio, riferimento storico.
In primo luogo la giustizia romana non prevedeva certe fantasie nelle esecuzioni capitali: al
contrario, gli esecutori erano sempre molto pragmatici. In secondo luogo la presunta lettera,
citata al punto 478, sarebbe stata scritta e spedita da Babilonia.
Se Pietro si trovava a Roma quale interesse poteva avere per i gruppi pseudo-cristiani dell'A-
sia Minore?
A parte la banale constatazione che era stato giustiziato in Palestina da almeno 24 anni!
(Rif. 410)
E' una delle più spudorate "bufale" del nascente movimento cristiano.
Riferimenti Storici:
DISTRUZIONE DI QUMRAN
Vespasiano distrugge definitivamente l'insediamento esseno di Qumran.
VESPASIANO IMPERATORE
Il Primo di Luglio Vespasiano viene eletto imperatore.
Riferimenti Storici:
DISTRUZIONE DI GERUSALEMME
A Settembre Tito, figlio di Vespasiano, porta a termine l'assedio di Gerusalemme e distrugge la
città. Nello sfacelo generale la Nuova Chiesa di Gerusalemme ed i suoi ultimi dirigenti svanisco-
no nel nulla.
(Rif. 185)
LA DIASPORA
Dopo la caduta di Gerusalemme decine di migliaia di ebrei lasciano il territorio palestinese cer-
cando salvezza e migliori condizioni di vita nei paesi circostanti (peraltro tutti territori romani!).
l'uccisione di 1.100.000 (!) giudei, cosa palesemente assurda, visto che la popolazione
dell'intera Palestina si aggirava intorno alle 240.000 unità
durante gli ultimi giorni di assedio al Tempio, Tito (secondo G. Flavio) avrebbe fatto
crocifiggere almeno 500 giudei al giorno. Se ciò fosse vero i problemi organizzativi non
devono essere stati indifferenti in quanto occorreva provvedere:
213
a. uno spazio di almeno 6000 mq.
b. una quantità enorme di legname, chiodi e funi
c. l'impegno di almeno 150-200 soldati a tempo pieno, distratti dalla loro primaria
funzione di combattenti
d. un efficiente sistema di smaltimento dei cadaveri per evitare il diffondersi di
paurose epidemie.
La guerra di repressione della rivolta palestinese è stata condotta con tre legioni, fatte affluire
in Palestina dai territori limitrofi Siria, Egitto e Cilicia. Ogni legione era composta da poco
più di 6000 uomini (6000 fanti e 120 tra cavalieri, ausiliari, ecc.) quindi un totale di 18000 uo-
mini dislocati in tutti i punti più "caldi" del territorio; l'assedio di Gerusalemme dovrebbe
aver comportato l'impiego di 5000-6000 uomini della Decima Legione Fretensis.
Durante l'assedio di Gerusalemme, una certa Maria di Betezuba, impazzita per la fame, ammaz-
za il suo figliolo e ne mangia una parte, offrendo il resto ad alcuni miliziani zeloti, entrati in ca-
sa, che fuggono inorriditi. Giuseppe Flavio riporta l'episodio aggiungendo il commento di Tito il
quale, irritato dalla determinazione e dalla ostinazione dei giudei nella ribellione, li dichiara
"degni di tanto cibo".
(Rif.185)
Anzitempo ed in previsione della distruzione del Tempio, i sacerdoti hanno avuto cura di na-
scondere, in decine di nascondigli diversi, le notevoli ricchezze sino ad allora accumulate. Il
Rotolo di Rame (MANOSCRITTI DI QUMRAN) ci fornisce un inventario dettagliato e cripta-
to sia delle ricchezze che dei luoghi segreti scelti per occultarle. Tra le varie ricchezze nascoste
ed elencate nel rotolo si calcola esistessero anche 65 tonnellate di argento e 26 tonnellate d'oro.
Dopo la distruzione del Tempio questo tesoro non venne ritrovato e Tito se ne tornò a Roma
con un bottino piuttosto deludente.
(Rif. 772)
Su questa vicenda sarebbe poi nata la (?)leggenda-storia(?) della immensa ricchezza ritrovata
dai Cavalieri Templari, durante lunghi anni di scavi tra le rovine del Tempio (c.1119-1130
e.v.). Una ricchezza che nel 1307-1313 e.v. sarebbe poi stata causa del loro massacro e della lo-
ro estinzione.
Riferimenti Storici:
PAGARE LE TASSE
Vespasiano decreta che ogni ebreo, ovunque residente nei territori dell'Impero, deve pagare una
tassa pro-capite di due dracme. Dopo la distruzione del Tempio il pagamento dei relativi tributi,
da parte degli ebrei, era venuto meno. Vespasiano vuole riattivare questo flusso di denaro a favo-
re dell'amministrazione di Roma.
(Rif. 185)
214
MOTI AD ALESSANDRIA
Dopo la sconfitta molti rivoltosi, zeloti e sicari, si erano rifugiati in Egitto, con le rispettive fami-
glie. Ad Alessandria molti di essi cominciano ad istigare gli ebrei della comunità locale alla rivol-
ta contro Roma e la nuova tassazione. Arrestati in 600 (compresi donne e bambini) vengono tor-
turati dai romani per costringerli a riconoscere Cesare come loro imperatore e dio; nessuno cede.
(Rif. 185)
Riferimento Storico:
LA CADUTA DI MASADA
In Aprile cade Masada, assediata per oltre due anni da Vespasiano, da Tito ed infine da Flavio
Silla. Comandava la fortezza Eleazar Ben-Jair, il quale, resosi conto dell'impossibilità di resistere
ancora, convince i superstiti al suicidio collettivo. Muoiono in questo modo 955(!) persone. Dolo
due donne e tre bambini, che si erano prudentemente nascosti, scampano al massacro.
(Rif. 185)
Riferimento Storico:
DOMIZIANO
Domiziano diventa imperatore. Fa perseguitare i discendenti di Davide e quindi imprigionare i
nipoti di Giuda Il Galileo. Gli arrestati erano considerati rivoltosi e combattenti messianici per il
ristabilimento sul trono della "vera" stirpe regale d'Israele.
215
stazioni di natura messianica. Durante questo soggiorno avrebbe redatto il testo
dell' Apocalisse.
(Rif. 130)
Riferimento Storico:
TRAIANO IMPERATORE
Il 27 Gennaio Traiano viene eletto imperatore.
Attorno a questo anno la comunità rabbinica di IAMMIA stabilisce quali devono esse-
re i libri canonici della Bibbia ebraica. A questo proposito occorre notare:
a. come solo la fazione moderata dei farisei sia sopravvissuta alla caduta di Geru-
salemme; cioè quella corrente riformatrice vicina al popolo e lontana dalla
templocrazia sadducea e dai zeloti (corrente vicina ai farisei ma usa all'azione
violenta). I farisei trasformeranno la figura del rabbino (rabbi = padre) da sem-
plice uomo di prestigio a prete, quale punto di riferimento religioso della socie-
tà, ed in pratica segneranno, come una loro matrice, la cultura ebraica dalla
guerra giudaica sino ad oggi;
b. come solo allora si sia deciso quali dovessero essere "i libri della Bibbia", oltre
ai primi cinque già noti. Quindi Gesù, Paolo, Davide, Salomone, Esdra, Giuda
Maccabeo ed Erode non sapevano - e non potevano sapere - quali fossero i loro
"libri santi", al di fuori del Pentateuco.
(Rif.725)
216
PARTE IV - Le Favole Aggiunte: Pietro e Paolo
LA LEGGENDA DI PIETRO
L'abitudine di usare questo termine, con diversi significati, per riferirsi ad un de-
terminato personaggio lo ha, alla lunga, trasformato in un nome proprio che,
nell'ambito del mito cristiano, si è sostituito a quello di Simone.
In realtà, secondo Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche) Simone (Pietro) ed il fra-
tello Giacomo, figli di Giuda il Galileo, sono stati giustiziati da Tito, nel 44/46 e.v., per
sedizione.
Il personaggio di Pietro, considerato come custode del paradiso, ha origine nel "Li-
bro Egiziano dei Morti", dove viene menzionato come Petra, detentore delle chiavi
dell'aldilà egizio.
Su questo personaggio sono stati creati molti miti, attribuendo al suo nome molte-
plici significati derivati da culti che risalgono alla notte dei tempi.
217
Nella pratica dei culti solari, anche il fallo, come il sole, era considerato il "Salvatore del
Mondo" tenuto conto della sua funzione per la perpetuazione della specie ed il fallo era sim-
boleggiato da una pietra eretta, da una colonna o da un pilastro, come ancora oggi in uso
nell'ambito delle credenze induiste.
Questo culto era assai comune anche in Israele, se si deve dare credito alla Bibbia (Genesi
28:10,35:14) dove Giacobbe è descritto impegnato nella pratica molto antica di ungere il sacro
pilastro, simbolo fallico.
Il Vaticano preserva una statuetta di bronzo (in figura) raffigurante un gallo dotato di un e-
norme pene di natura umana al posto del becco. Sul piedestallo si legge l'iscrizione greca:
"Salvatore del Mondo".
[N.B. - Il disegno riprodotto è tratto da una immagine pubblicata da B. Walker, (Rif.510) e ripor-
tata anche in (Rif.710)]
Sempre a proposito di simboli fallici, Anatole France (Nobel 1922, per la letteratu-
ra) argutamente affermava che "i campanili sono come delle siringhe protese verso i
culi nudi dei cherubini"
Anticamente, assai prima del cristianesimo, gli Ierofanti (preti/profeti che annun-
ciavano la venuta di un qualsiasi cristo) erano chiamati anche Petr, con il significa-
to di "roccia". In Egitto erano detti Petor o Pator).
Petr era il nome della roccia sulla collina del Vaticano dove fu costruito, inizialmen-
te, il tempio della religione mitraica.
Il termine Pietro non significa solo "pietra" o "roccia" ma anche "gallo" e , per e-
stensione di significato pene o fallo, parole comunemente usate, ancora oggi, per in-
dicare le funzioni vitali e riproduttive maschili.
Il gallo fu uno dei simboli attribuito a Pietro, il cui nome quindi ha anche il signifi-
cato di principio maschile (pater) e di pilastro fallico (pietra). Per questo, l'immagi-
ne del gallo, in passato, venne spesso piazzata sulla cima dei campanili, costruzioni
considerate da qualcuno alla stregua di simboli fallici, come gli obelischi, le colonne,
ecc.
A Roma, prima che le sette cristiane prevalessero, era diffuso il culto del dio Giano,
rappresentato con delle chiavi in mano. E' molto probabile che la storia di Pietro
218
sia stata derivata anche da questo culto (Le Chiavi del paradiso).
Occorre infine rammentare che, secondo determinate interpretazioni, il termine
"pietro" è stato considerato come sinonimo anche di "fede", per cui il passo evan-
gelico (Matteo 16,18):
".....tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia chiesa...."
andrebbe letto ed inteso come:
"....tu sei la fede e su questa fede io edificherò la mia chiesa....".
Interpretazione pericolosamente riduttiva che mette in dubbio il "primato" di Ro-
ma e del Soglio di Pietro.
Il passaggio di Pietro, e la sua morte a Roma, rientrano quindi nelle tante falsità
della "pia frode". Questa storia fu deliberatamente inserita nelle scritture, nel III
secolo circa, come un punto di forza per favorire il primato della chiesa romana
contro le chiese orientali, molte delle quali si vantavano di essere state fondate da
qualche importante apostolo.
Successivamente, nel 1429 e.v., il celebre falsario Poggio Bracciolini, segretario di
papa Martino V, si dedicò a vere e proprie forzature dei cosidetti "testi sacri", per
esaltarne la figura e portarla agli attuali livelli di "devozione".
Di certo sino intorno al 150-165(e.v.) questa figura era del tutto sconosciuta ai "pa-
dri della chiesa", come Giustino Martire (100-165 e.v.), che non ne fanno mai men-
zione. I primi accenni vengono fatti da Ireneo verso il 200(e.v.)
(Rif.710,385,510,520)
Secondo Pausania (Periegesi, libro III) due antichissime statue di Afrodite, conservate a Spar-
ta, erano scolpite molto rozzamente in legno di pero e avevano una forma "simile a delle co-
lonne".
Per quanto riguarda la nascita si dice sia nato a Tarso in Cilicia (Anatolia) ma la
data di nascita è incerta. Probabilmente è nato intorno al 760 a.u.c. (13 anni dopo la
219
nascita di Gesù).
Comunque san Gerolamo non è d'accordo e indica come luogo di nascita il borgo di
Giscala in Galilea.
(Rif. 712)
Secondo santa Tecla: era di persona corta e robusta, largo di spalle e con le gambe
piegate (deformi), quando camminava le sue ginocchia si toccavano ed era costretto a
procedere a piccoli passi. Aveva fronte larga, la testa calva, soppraciglie unite e naso
aquilino.
Non si può quindi dire che fosse un adone.
(Rif. 127)
Non si conosce molto riguardo la famiglia. Si ipotizza fosse una famiglia aristocrati-
ca e molto facoltosa, (tribù di Beniamino?) da sempre legata a Roma e che quindi
godeva della cittadinanza romana, quella cittadinanza che Saulo sa sfruttare molto
bene nei momenti più significativi della sua storia.
Detto per inciso, i romani erano molto cauti nel concedere la cittadinanza di Roma
agli stranieri, perciò si può supporre che la famiglia fosse legata a Roma da partico-
lari e forti interessi (tra l'altro: fabbricanti-fornitori di tende militari per l'esercito
imperiale). Resta però da considerare il fatto che Tarso è diventata colonia romana,
sotto l'imperatore Caracalla, verso il 970 a.u.c., e cioè 150 anni dopo la presunta
morte di Paolo. Da dove veniva dunque questo ambito privilegio di cittadino roma-
no? Si trattava alfine di una famiglia giudea di tendenze farisaiche.
....il tribuno gli disse: "Dimmi, tu sei romano?" Ed egli rispose: "Si".
"Io - riprese il tribuno - ho acquistato questa cittadinanza a caro prezzo".
E Paolo: "Io invece vi sono nato".
(Rif. 140)
La sua cultura doveva essere molto vasta. Educato dalla famiglia in base ai precetti
della Torah e della Legge Mosaica, la sua educazione è stata sicuramente integrata
con quella cultura di stampo ellenistico allora assai diffusa in Cilicia.
Inviato nella sua prima giovinezza a Gerusalemme, frequenta la prestigiosa scuola
di Gamaliele. Pare avesse una totale padronanza della lingua greca, della lingua e-
braica e di quella aramaica.
Ancora molto giovane, grazie probabilmente agli appoggi di cui godeva, diventa un
agente fiduciario del sommo sacerdote del Tempio. Occupava quindi una posizione
di rilievo e se in quel periodo ha conosciuto Gesù, lo ha conosciuto stando in campo
opposto ed operando per il controllo ed il contenimento delle rivendicazioni mes-
sianiche degli esseno-zeloti.
Resta comunque legittimo il sospetto che non abbia conosciuto effettivamente Gesù.
In effetti solo dopo tre anni dalla morte del Cristo entrerà in contatto e cercherà di
confrontarsi con quelli che si ipotizza lo abbiano conosciuto.
Saulo è molto zelante nel compimento dei suoi doveri acquistando così una fama
pesantemente negativa tra i sostenitori del movimento messianico. Tutto questo si-
220
no al 789(a.u.c.) anno in cui Saulo riflette seriamente sul proprio avvenire. Prossi-
mo ai 30 anni, ambizioso, arrivista, profondamente umiliato dal suo ex maestro
Gamaliele, che gli rifiuta la figlia in sposa a causa delle sue deformità, si rende con-
to:
a) che al servizio del Tempio le prospettive per il suo futuro non sono poi tanto esal-
tanti;
b) che la marea montante del movimento esseno-zelota ha in sè qualcosa che la sua
intelligenza è in grado di incanalare e mettere a frutto.
Questo considerato, parte alla chetichella alla volta di Kirbet Qumran (Damasco) e
chiede di entrare a far parte della comunità. Si può solo immaginare la sorpresa
degli esseni di fronte a tanta richiesta da parte di un personaggio con una fama co-
me la sua. Comunque alla fine viene battezzato (rito di ingresso) e si assoggetta pa-
zientemente al noviziato di tre anni, durante i quali assorbe i principi del movimen-
to esseno e, a tutti gli effetti, diventa egli stesso esseno (o almeno così pare). Le peri-
pezie che seguono al suo primo ritorno a Gerusalemme, gli incarichi ricevuti dalla
Nuova Chiesa ebraica, i viaggi e le polemiche sono già stati riportati nei rispettivi
anni della cronologia.
Quello che occorre rilevare è che sin dall'inizio Paolo (ora lo si può chiamare così)
si rende conto che la cosidetta "Nuova Chiesa di Gerusalemme" è solo una conven-
ticola di zombi che si alimenta di sterili polemiche e di battibecchi con la casta sa-
cerdotale del Tempio, mentre lui, Paolo, ha idee ben più grandiose: creare una
nuova corrente religiosa che, pur essendo di matrice ebraica, possa essere diffusa
ed accettata anche da altri popoli. La Nuova Chiesa Ebraica di Gerusalemme, per
quella orgogliosa forma di chiusura mentale e sociale (che sarà, nei secoli, causa di
infinite persecuzioni)
si rivolge esclusivamente alle comunità ebraiche, sparse un po' dovunque nel bacino
del Mediterraneo, per aizzarle contro l'autorità del Tempio; Paolo invece vuole ri-
volgersi anche ai "non circoncisi" proponendo loro un nuovo culto su basi che non
contrastino e non mettano in allarme l'attento e sospettoso governo di Roma.
E poi, a proposito di "popolo eletto", stando a quanto riporta la Bibbia (Giosuè 24,2-24) Ja-
hvè non ha eletto gli ebrei come suo popolo prediletto ma sono stati gli ebrei a eleggere Jahvè
come loro dio, su sollecitazione di Giosuè, nella grande radunanza di tutte le tribù d'Israele a
Sichem. Bisognava pure definire un qualcuno a cui tutto attribuire e da cui tutto derivare.
(Rif. 130)
Per quanto si possa dire, l'ipotetico Gesù era un ebreo ortodosso e come tale sareb-
be rimasto sino all'ultimo; non ha mai avuto l'intenzione di creare una nuova reli-
gione. Gesù mirava al sodo ed aveva obiettivi molto terreni ed assai poco celesti:
221
avrebbe puntato al trono di Israele e a null'altro.
Paolo è persona intelligente e scaltra. Sa benissimo che le masse possono essere go-
vernate, più che con lo scettro (o le armi), con i miti, le paure indotte e le grandi il-
lusioni. Si mette perciò alacremente all'opera e pesca, a piene mani, nel ricco reper-
torio dei miti del passato, da quelli egizi a quelli della Mesopotamia, a quelli dell'in-
sorgente messianesimo. Si inventa una quantità di miracoli che attribuisce a Gesù
trasformandolo, poco alla volta, in una specie di dio. Fa esattamente ciò che faceva-
no i romani divinizzando i loro imperatori anche se poi, a volte, si dimostravano
degli emeriti citrulli, per non dire bestie! Una occhiata alle FONTI MITICHE puo'
chiarire da dove sono derivate determinate basi della teologia cristiana-paolina.
Nel fare questo Paolo entra inevitabilmente in conflitto con la classe dirigente della
Nuova Chiesa di Gerusalemme, ancorata al rigido rispetto della legge mosaica, ma
non dell'autorità del Tempio.
Le predicazioni di Paolo, di natura deviante e con poco in comune con le idee con-
servatrici coltivate in seno alla Chiesa di Gerusalemme, preoccupano molto il
gruppo dirigente della comunità.
Lo scontro è violento; Paolo viene accusato di inventare, di sana pianta, una nuova
teologia che ha sempre di meno in comune con la fede giudaica e la Legge di Mosè;
viene accusato di attribuire a Gesù, che non ha mai conosciuto, parole ed atti che
quest'ultimo non si sarebbe mai sognato di dire o fare.
Il problema per Giacomo il Giusto, che ormai è il capo indiscusso della comunità di
Gerusalemme, è quello di capire sino a che punto sia utile convertire i pagani alla
dottrina ebraica della Nuova Chiesa di Gerusalemme.
Come conservatore è probabilmente più propenso a riservare questo "privilegio"
agli appartenenti al "Popolo Eletto". Per Paolo invece il problema è un altro: e-
spandersi anche tra i pagani o accettare un inevitabile declino. Paolo non capisce, o
non accetta, l'idea settaria e ristretta del messia di Aronne che dovrebbe risolvere le
beghe con i sacerdoti del Tempio; Paolo pensa ad un messia da proporre, a livello
mondiale, basato su altri presupposti e con finalità di ampio respiro.
Comunque il concilio di Gerusalemme del 58 e.v. si chiude senza grandi decisioni;
in pratica ognuno resta ancorato alle proprie idee.
(Rif. 995)
E' difficile stabilire sino a che punto Paolo sia riuscito a portare avanti le sue bugie
ed il suo progetto di fondatore di un nuovo culto; un fatto è certo: dopo di lui alcuni
altri (evangelisti) hanno raccolto il testimone ed hanno proseguito nella realizzazio-
ne del progetto continuando a divinizzare, a tappe e per circa tre secoli, la figura di
Gesù.
Una cosa che ha sempre messo in fastidioso imbarazzo sia i cristiani che gli ebrei, è
il fatto che, malgrado tutto, Paolo, come Gesù, è sempre stato fondamentalmente
ebreo. Anche se con le sue predicazioni ha messo in discussione alcuni principi della
legge mosaica non vuol dire che abbia rinnegata la sua primitiva matrice di stampo
farisaico.
Tra le altre cose occorre segnalare che "secondo lo storico della chiesa Eusebio di
Cesarea ed altri, Paolo si sarebbe (non si sa bene quando) sposato con una certa Evo-
dia."
Che fine abbia fatto Paolo realisticamente non lo sa nessuno. Dopo le ultime disav-
venture a Gerusalemme ed il suo trasferimento a Roma, sembra svanito nel nulla.
Lo stesso Luca, che negli Atti degli Apostoli ne esalta le gesta, termina la sua pre-
sunta testimonianza lasciando aperta la questione.
(Rif. 140)
Un fatto è innegabile; durante il suo soggiorno a Cesarea e durante gli "arresti do-
miciliari" a Roma ha goduto di strani inconsueti privilegi. Di quale considerazione
godeva Paolo presso il governo romano e perché?
Dopo due anni di permanenza a Roma Paolo, che ormai ha 56-57 anni, sparisce dal-
la circolazione. Che fine abbia fatto resta dunque un mistero. L'ipotesi più accredi-
tata, ma sempre opinabile, è che il governo di Roma (Nerone) lo abbia trasferito in
un soggiorno definitivo e più "tranquillo" in Spagna.
NOTA - Secondo R.H. Eisenmann: Paolo, aristocratico e molto agiato, godeva di conoscenze in
alto loco con il potere dirigente. In confidenza con i governatori di Cesarea e con Erode Agrippa
II, poteva essere un agente di Roma. Fornisce informazioni ed il potere lo protegge, gli attribui-
sce una nuova identità e denaro e questo spiegherebbe la definitiva sparizione, non giustificata
negli Atti degli Apostoli.
(Rif. 343)
Da considerarsi come una battuta: forse la CIA ha origini antichissime.
Durante gli ultimi anni è certo che abbia affinato le basi della sua costruzione teo-
223
logica, fondando una setta proto-cristiana, dagli imprevedibili sviluppi e meno "e-
sclusiva" dell'ebraismo, lasciando ad altri seguaci il compito di formalizzarla e dif-
fonderla. In fondo la dottrina di Paolo, che predicava la sopportazione agli oppres-
si, agli schiavi ed ai reietti, in vista di una immancabile ricompensa post-mortem,
non doveva dispiacere al governo di Roma, sempre in lotta contro le rivendicazioni
e gli aneliti di libertà delle popolazioni sotto il giogo dell'impero.
Una analisi attenta ed accurata dei Rotoli di Qumran e dei Vangeli gnostici di Nag
Hammadi, ha recentemente indotto lo studioso R.H. Eisenmann alla formulazione
di una nuova suggestiva tesi.
Paolo sarebbe stato "l'Uomo di Menzogna" che, nell'ambito della setta essena, si sa-
rebbe contrapposto a Giacomo, fratello di Gesù e "Maestro di Giustizia" della stessa
setta.
(Rif. 343)
Paolo avrebbe quindi provocato uno scisma nella setta e, dopo essere stato cacciato
dalla comunità, avrebbe dato origine ad un nuovo movimento "La Setta degli Apo-
stolici" di matrice fortemente gnostica. Qualche secolo dopo la burocrazia clericale
di Roma avrebbe ripulito le idee di Paolo dalla loro componente gnostica, trasfor-
mandolo nel personaggio di comodo oggi a tutti noto.
Resta sempre il fatto che tesi e supposizioni sul personaggio Paolo sono tante e tali
da indurre, in definitiva, a mettere in dubbio la sua stessa esistenza. Fino a che pun-
to i documenti di Qumran e di Nag Hammadi hanno una valenza storica oltre che
mitica?
Considerando le cose da un altro punto di vista e fermi restando alla favola evange-
lica, Paolo non sarebbe quindi uno dei 12 Apostoli, ma il più eminente convertito
dopo la morte di Gesù. Egli avrebbe operato come missionario e pastore ed anche
come un instancabile raccoglitore di quattrini dei Gentili che consegnò poi alla
Nuova Chiesa di Gerusalemme, di matrice esseno-cristiano-giudaica.
In realtà non esiste la minima prova storica che questo personaggio sia nato, vissuto
e morto come Luca ci racconta nel suo "Atti degli Apostoli". Anzi, certe reticenze
dello stesso Luca confermano che si tratta di un personaggio inventato, presumi-
bilmente intorno al 180-220 d.C., dopo la stesura dei primi vangeli.
E' quasi certo che il nome fittizio di Paolo costituisca solo un punto di aggregazione
e di riferimento in cui convergono idee e principi maturati nei primi secoli
di un cristianesimo ancora incerto e privo di precise identità.
224
Nessun storico ne parla; Giuseppe Flavio (37-95 e.v.), che ha vissuto a Roma nello
stesso periodo di tempo, attribuito all'analoga permanenza di Paolo, non ne fa al-
cun cenno. Lo stesso si può dire di Plinio il Giovane (62-113 e.v.), Tacito (55-120
e.v.) o Svetonio (69-140 e.v.). Le epistole di Paolo, che sono una parte importantis-
sima del Nuovo Testamento e che dovrebbero essere i primi documenti cristiani,
per uno strano caso non parlano quasi mai di Gesù, anche se si vuol far credere che
Paolo sia vissuto durante e dopo l'avvento di questo cristo e che quindi avrebbe do-
vuto conoscere bene la sua vita ed i suoi miracoli.
Si può invece facilmente constatare come queste epistole siano una farraginosa mi-
scela di concetti spirituali ripresi da vari culti, sette, religioni e scuole misteriche e-
sistenti da centinaia o migliaia di anni prima del cristianesimo.
Paolo non parla mai di Pilato, dei romani, di Caifa o del Sinedrio, di Erode o di
Giuda, delle pie donne o di qualsiasi altra persona od eventi, tanto menzionati nei
vangeli "ufficiali" della chiesa, e tantomeno della nascita straordinaria del Salvato-
re, delle parabole e dei suoi strabilianti miracoli.
Come si può pensare che un predicatore del nuovo messia possa andare per il mon-
do a convertire la gente nel nome di Gesù senza citare una sola volta i suoi detti o le
sue parabole? Il fatto in se stesso che non ci sia un solo detto di Gesù, riportato dai
vangeli e che sia stato citato da Paolo nelle sue lettere è inammissibile e fatale per la
storicità sia di Gesù che del suo presunto apostolo/missionario.
(Ci sono poi delle cose veramente eclatanti. Nella prima lettera a Timoteo Paolo parla del lavoro
di Marcione intitolato "Antitesi". Questa lettera, secondo la chiesa, sarebbe stata scritta intorno
al 65-66 e.v. Posto che Marcione è vissuto dal 85 al 160 e.v., ed è stato espulso dalla chiesa di
Roma nel 144 e.v. per eresia, se ne deduce che la letterina a Timoteo è stata scritta prima che
Marcione stesso nascesse!)
(Rif.***)
E, per quello che è dato capire, gli eventi della vita di Paolo sono stati integrati, solo
successivamente, nel Nuovo Testamento ed i particolari sono stati derivati anche
dalla vita di APOLLONIO DI TIANA, (detto il "Nazareno").
L'intero gruppo dei documenti "paolini" costituirebbe dunque una rozza falsifica-
zione. Nessuna lettera può essere attribuita a questo "Paolo": si tratta unicamente
di esercizi mal riusciti di pseudoepigrafia basati sul presupposto che la maggior
parte della gente "beve tutto" senza minimamente ragionare.
225
Lo storico Seneca era fratello di Gallio, proconsole di Acaia, precisamente nell'epo-
ca in cui Paolo avrebbe predicato in tali contrade. Malgrado Seneca abbia descritto
minuziosamente gli avvenimenti del suo tempo, non fa il minimo cenno di questo
"straodinario predicatore". La storia della vita di Paolo ha lo stesso senso mitologi-
co di quella di altri personaggi che lo hanno preceduto. Come altri personaggi Pao-
lo è una finzione, una delle tante "pie frodi".
Recentemente, alcuni studiosi hanno creduto ravvisare la reale esistenza del perso-
naggio Paolo, attraverso l'analisi e l'interpretazione degli scritti ritrovati a Qumran
ed a Nag Hammadi. Si tratta di stabilire sino a che punto questi documenti, di tipo
mitico-cultuale, possono essere ritenuti validi e probatori sul piano storico.
Già a partire dal secolo XIX, parecchi studiosi hanno iniziato a mettere in dubbio
l'autenticità delle lettere 1 e 2 a Timoteo e la lettera a Tito sostenendo siano state
scritte, a suo nome, da altri seguaci cristiani.
Quello che era stato aggiunto, di inedito, è il presunto titolo di "cittadino romano",
nell'intento di rendere il nuovo personaggio gradito ai potenti di Roma.
A confermare il sospetto che la figura di Paolo possa essere solo una mera inven-
zione, occorre chiarire la figura di Apollonio di Tiana, nato il 13
Marzo del 2 (a.e.v.) a Tiana (Thyana), in Cappadocia e morto
vecchissimo, presumibilmente nel 102 (e.v.).
Presente a Roma, Apollonio ne fu cacciato due volte, per ordine di Nerone e di Do-
miziano, che non gradivano le sue predicazioni. In seguito, fu paragonato ad un
"Cristo pagano", secondo quanto riferisce Eusebio di Cesarea, nella sua "Storia Ec-
clesiastica"; Caracalla fece costruire un tempio in suo onore mentre Alessandro Se-
vero gli fece erigere una statua nella sua cappella privata.
Molti particolari della vita di Paolo coincidono con quelli della vita di Apollonio,
compresi i percorsi dei viaggi, che sono del tutto identici.
Il fatto stesso che si suppone Paolo nativo di Tarso si accorda con la circostanza che
Apollonio ha passato una parte della sua giovinezza, per motivi di studio, in questa
città.
I viaggi successivi fatti ad Efeso, Atene, Corinto ed altre località della Grecia de-
scrivono lo stesso percorso attribuito ai viaggi di Paolo.
Come Paolo, Apollonio fu arrestato a Roma ed espulso per le sue idee; come Paolo,
non ha mai predicato ai giudei in Palestina ma solo ai gentili. Gli sono state attri-
buite un sacco di definizioni quali: gimnosofita, buddista, bramano, nazareno, te-
rapeuta, gnostico e mago.
Si isolò dal mondo all'eta' di 80 anni vivendo segretamente, presumibilmente ad E-
feso, sino a 102 anni e, come per Mosè, Gesù e Pitagora, la sua tomba non è mai esi-
stita oppure non è mai stata trovata.
(Rif.710, 140, 711, 530, ***)
Negli anni che vanno dal 100 al 115 (e.v.) si ritiene siano nate parecchie correnti di
pensiero intese a sintetizzare in nuovi culti quelli che erano i fondamenti delle cre-
227
denze più diffuse nell'ambito dell'Impero Romano.
Sovente questi pensieri rappresentavano, nelle loro manifestazioni messianiche, più
che un bisogno spirituale, un anelito alla libertà ed alla indipendenza dal giogo di
Roma.
Non a caso questi movimenti si manifestano in quella fascia di territori che si esten-
de dall'Egitto all'Anatolia. E' la classica illusoria, consolante politica del "Dio è con
noi - Dio lo vuole" opposta al prepotere romano ed anche alla soffocante invadenza
dell'integralismo giudaico del "popolo eletto", esercitato prima dal Tempio di Ge-
rusalemme e poi attraverso la diaspora, che insospettiva ed infastidiva quelli che
"eletti" non erano e neanche ci tenevano ad esserlo.
Questi nuovi culti, basati sullo sperato avvento di un "Salvatore", possono essere
definiti di tipo
giudeo-cristiano / giudeo-messianico
Nel 34 d.C. Tiberio cerca di porre un freno alle intemperanze ed ai disordini, fo-
mentati a Roma, da gruppi di appartenenti a sette giudeo-messianiche; 4000 giudei
vengono deportati in Sardegna e destinati al lavoro in miniera.
(Rif. 799)
Nel generale fermento di iniziative di questo periodo, destinato a durare sino alla caduta di
Gerusalemme, è nota l'attività sovversiva, in Palestina, di diversi predicatori e briganti, fra i
quali figura anche un certo "Gesù", capo brigante attivo nei pressi di Tolemaide. Notare che
il nome "Gesù" e' una successiva versione di "Giosuè" ed entrambi derivano dalla radice J-
Sh-W; si possono quindi considerare come dei sinonimi.
(Rif. 710,725)
Riferimento Storico:
Riferimento Storico:
ADRIANO IMPERATORE
In Agosto Adriano viene eletto imperatore.
228
ANNO 130 (e.v.)
Riferimento Storico:
LA VISITA DI ADRIANO
L'Imperatore Adriano visita la Palestina e rimane fortemente impressionato dalle rovine, ormai
quasi disabitate, di Gerusalemme.
Ordina che la città venga ricostruita e ribattezzata AELIA CAPITOLINA.
(Rif. 172)
Riferimenti Storici:
SIMONE BAR-KOSBA
(anche: Barcho-Kheba, Simone il Magnifico, il figlio dell'astro, il figlio della stella) l'ultimo de-
gli esseno-zeloti a perseverare nella guerra messianica di liberazione della Palestina; i Giudei lo
consideravano un nuovo messia, un cristo. Dotato di larghi mezzi e fiducioso in alleanze, che poi
verranno a mancare, organizza una grandiosa rivolta, mettendo in crisi l'esercito romano, me-
diante una nuova tecnica di guerriglia (mordi e fuggi).
GIULIO SEVERO
Giulio Severo, inviato dall'imperatore Adriano e dotato di un cospicuo esercito di 12 legioni(!)
contrattacca i rivoltosi.
Dodici legioni, circa 73000 uomini, è un esercito che non si era mai visto prima, soprattutto in
Palestina. La cifra va decisamente ridimensionata, anche se i romani dovettero faticare non
poco per ripulire il paese dai ribelli. Si dice abbiano dovuto espugnare una cinquantina di for-
tificazioni e passare al setaccio quasi mille centri abitati.
Secondo stime dello storico Starr Chester G., l'esercito romano raggiunse i 300000 uomini, dislo-
cati su tutti i territori dell'Impero, nel III secolo (e.v.). E' probabile, ma non certo, che l'esercito
abbia raggiunto i 600000 effettivi nel IV secolo.
Riferimento Storico:
Dopo la distruzione finale di Gerusalemme e lo sfacelo del mondo giudaico, uno dei
culti giudeo-cristiani, quello della Nuova Chiesa di Gerusalemme, si dissolve; una
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modesta parte di questo culto, alcune idee, verranno importate a Roma da elementi
non solo giudei.
Riferimenti Storici:
AELIA CAPITOLINA
Conformemente alle istruzioni impartite dall'Imperatore Adriano, il legato Tinneio Rufo dà ini-
zio alla ricostruzione della città. E' un piano di lavori talmente innovativo che cancellerà prati-
camente tutte le traccie di quella che era Gerusalemme ai tempi di Gesù. Sull'area dell'ex Tem-
pio sorgeranno parecchi templi dedicati agli dei del Campidoglio Romano. Sull'area del calvario
e del presunto sepolcro di Gesù verrà costruito un tempio dedicato alla dea Afrodite.
(Rif. 172)
Marcione si trasferisce da Antiochia a Roma, portando con se una copia del Diege-
sis (v.Apollonio). A Roma il libro viene tradotto in greco ed in latino e costituirà la
base comune per la stesura di altri vangeli tra i quali il Vangelo di Marcione.
Pare sia stato lo stesso Marcione a diffondere, in questo periodo, notizie sulle ipote-
tiche figure di Paolo di Tarso e di Luca, sino ad allora illustri sconosciuti.
Nel Vangelo di Marcione il messia non è nato a Betlemme ma "disceso da Cafarna-
o" nell'anno 15 del regno di Tiberio; secondo l'autore non si trattava di un uomo in
carne ed ossa ma di un puro spirito. Dichiarazione incauta che gli costerà l'allonta-
namento dalla setta di Roma che propendeva per la figura di un messia, mezzo uo-
mo e mezzo dio, morto su di una croce.
Durante il suo soggiorno a Roma Marcione avrebbe anche tentato di definire un
canone di tutti gli scritti utili alla nuova religione, escludendo completamente i libri
del Nuovo Testamento.
Marcione, teologo e filosofo greco, nato sul Mar Nero, a Sinope (ex Ponto Eusino) nel 85 e.v. e
morto nel 165 e.v..
Armatore benestante, dotato di larghi mezzi, venne scomunicato dallo stesso padre per le sue
idee religiose di connotazione decisamente gnostica e fortemente critica verso il dio del Vec-
chio Testamento, al quale attribuiva caratteristiche pesantemente negative, considerandolo un
essere vendicativo, troppo severo e geloso, alla stregua di un demone. Il cristo sarebbe stato
invece figlio di un altro dio la cui essenza era sconosciuta e indefinita, se non indefinibile.
Nel 140 e.v. raggiunge Roma ed entra, (dopo aver versato una barca di soldi) in qualità di ve-
scovo, nella comunità giudaico-esseno-cristiana locale, dalla quale verrà poi allontanato nel
144 e.v., sempre a causa delle sue idee, dando luogo al primo scisma nella storia della cristia-
nità e creando una nuova corrente religiosa, il marcionismo, destinata a durare per qualche
secolo.
E' assai probabile che dal vangelo di Marcione sia stato ricavato quello di Luca che, in buona
parte (almeno 3/4), è del tutto simile al primo.
230
Alcuni studiosi ritengono che le lettere di Paolo siano dovute a questo autore.
(H. Detering-1995)
In questo periodo si verifica una scissione tra gli "pseudo- cristiani" (la maggior
parte ebrei della ex Nuova Chiesa di Gerusalemme che non aderivano più alla sina-
goga) i quali cominciano a distinguersi in "materialisti" (sostenitori dell'incarna-
zione = nuovi cristiani) e "gnostici" i quali asserivano che il messia spirituale in re-
altà non era un uomo ma che dell'uomo aveva assunto solo le apparenze.
A seguito di ciò si rilevano i primi accenni al nome Gesù, dopo 120 anni dalla sua
presunta morte. Nessun scrittore ne aveva mai parlato prima di questa epoca.
Vengono fatti risalire a quest'epoca alcuni vangeli gnostici (copti) ritrovati a Nag
Hammadi (Egitto), nel 1945. Erano stati sepolti per motivi non ben chiari, nel
500(a.e.v.).
non sono mai esistiti, o almeno nessun storico indipendente li ricorda. Non esisten-
do ancora una religione cristiana in senso proprio, non potevano conseguentemente
esistere papi cristiani. Al più, qualcuno può essere stato un capo-setta di raggrup-
pamenti esseno-zeloti o di giudei che, avendo rifiutata la legge mosaica, erano in
cerca di una nuova identità cultuale.
231
Il Vangelo di Luca, nel 170 e.v. circa
(Rif.500)
Il Vangelo di Marco, nel 175 e.v. circa
(Rif.525)
Il Vangelo di Matteo, nel 180 e.v. circa
(Rif.500)
Il Vangelo di Giovanni, nel 178 e.v. circa
(Rif.750,500)
Queste notizie verranno aggiunte in seguito, sui vangeli di Matteo e di Luca, a par-
tire dal III-IV secolo, introducendo le figure di Maria e di Giuseppe.
Qualche tempo dopo Ireneo di Lione negherà, in prima istanza, la validità di questi
vangeli, sostenendo che Gesù era morto all'età di 50 anni e non a 33 anni. Poi Ire-
neo viene richiamato all'ordine, ritratta e si adegua.
E' certo che questi vangeli sono stati scritti originariamente in greco - in quanto i
nomi usati sono tutti di derivazione greca - e non si conosce nessuna traduzione in
altre lingue prima del 200 e.v.
(Rif.500)
Alcuni esperti sostengono che il Vangelo e l'Apocalisse di Giovanni siano stati scrit-
ti dallo gnostico Cerinto.
Di Cerinto si conosce molto poco. Nato ad Efeso o ad Antiochia, nel II secolo e.v. (alcuni sosten-
gono fosse di origine egizia), era praticamente un contemporaneo del presunto Giovanni Evange-
lista.
Avrebbe scritto un Vangelo ed una Apocalisse che, in seguito, vennero riscritti da Giovanni per
"mondarli" della loro forte connotazione gnostica ed eretica ed allinearli, almeno in parte, alla
credenza ortodossa cristiana che allora si stava affermando. Oltretutto Cerinto non credeva che il
mondo fosse stato creato da Dio ma bensì da un Demiurgo oppure da alcuni angeli.
Non è comunque chiaro (Cerinto a parte) come il vangelo di Giovanni abbia potuto
entrare a far parte del canone della chiesa romana malgrado la sua spiccata conno-
tazione gnostica, poco compatibile con i principi del nuovo culto che si andava cre-
232
ando.
Il vangelo di Marco divenne poi la base sulla quale fu fondato il primo nucleo della
chiesa copta. Particolarmente diffusa in Egitto, nel corso dei millenni la chiesa cop-
ta resistette con determinazione ai tentativi di assorbimento della chiesa cattolica e
a tutt'oggi dispone di una propria gerarchia: un papa (non infallibile), vescovi, mo-
naci, ecc.
Comunque quello che è importante notare è il fatto che nessuno dei presunti padri
della chiesa, prima di questi anni ha mai parlato, o scritto, o fatto riferimento a questi
testi, per il semplice motivo che non esistevano.
(Rif.530)
Il primo vangelo, in senso assoluto, potrebbe quindi essere stato quello di Marcione,
in seguito cacciato dalla setta di Roma per eresia (gnostico).
Giustino Martire, uno dei più importanti padri della chiesa, nei suoi scritti (150
e.v.) per sostenere la divinità del Cristo, cita centinaia di volte il Vecchio Testamen-
to ed altri libri apocrifi ma MAI i vangeli. Ignora completamente il nomi di Matteo,
Marco, Luca e Giovanni.
(Rif.750,500,530)
Nella prima metà del XVIII secolo (e.v.), lo storico L. A. Muratori scopre un docu-
mento, giacente presso la Biblioteca Ambrosiana, che riporta il primo riferimento
storico dei vangeli.
Si tratta del Codice Muratoriano (pubblicato nel 1740), nel quale vengono, per la
prima volta, citati Luca e Giovanni. E' stato stimato che il documento originale, sul
quale si basa la notizia, risalga al 170 e.v. circa.
Si suppone che il concetto di resurrezione corporea di Gesù sia nato con la stesura di questi
vangeli. Prima di questo periodo pare che nessuno abbia mai accennato a tale evento. Co-
munque è una considerazione non certa.
Era inevitabile che la stesura dei vangeli (canonici e non) suscitasse reazioni con-
trarie da parte degli esponenti della cultura pagana.
Il più noto di questi contestatori della nuova teologia è stato CELSO, autore di
un'opera intesa a smontare, pezzo per pezzo, le sciocchezze diffuse con i vangeli: La
dottrina verace.
Secondo Celso, quello che i vangeli spacciavano per "figlio di dio", non era altro
che il figlio adulterino di una filatrice e/o sarta ebrea (sposata con un carpentiere),
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sedotta da un soldato romano di nome Panthera (Pondera). Madre e figlio seguono
succesivamente il soldato trasferito in Egitto e qui il ragazzo sarebbe stato iniziato a
quelle arti magiche di cui farà grande uso durante la sua "strana carriera" di
pseudo profeta.
Celso ritiene che i presunti miracoli di Gesù, che si era proclamato figlio di una
vergine, non sono altro che giochi di prestigio e/o bugie inventate dai suoi furbi se-
guaci; nega la resurrezione di Gesù, che in realtà nessuno ha visto, e si chiede per-
ché Gesù stesso, dopo risorto, non si è fatto vedere dai suoi nemici, se non altro per
confonderli e disorientarli. Come immortale che cosa aveva da temere?
Su Celso, filosofo di formazione platonica, le notizie sono scarse. Il clero cristiano si è dato at-
tivamente da fare per distruggere tutte le sue opere.
La sua esistenza e la sua attività ci sono note perché altri autori, dopo di lui, lo hanno citato e
riportato nei loro scritti, per sostenere o contestare le sue opinioni (Origene, Porfirio, ecc.).
Oltretutto di individui chiamati Gesù, nome molto comune, in quegli anni ne ven-
gono ricordati parecchi: sacerdoti, figli di sacerdoti, dignitari ed anche un capo-
banda di un gruppo di briganti operanti dalle parti di Tolemaide.
(Rif. 710)
Si suppone che in questo periodo abbia visto la luce una delle più grandi baggianate
di tutta le letteratura cristiana dei primordi: l'Apocalisse (= rivelazione) del presun-
to Giovanni.
Il testo era nato per terrorizzare i seguaci forse più tiepidi, prendendo a prestito
quanto già scritto su vari libri di questo genere, non ultimo quello di Zoroastro.
Un fatto è incontestabile: questo libro è stato una fonte di ispirazione inesauribile per gli scrit-
tori di libri del terrore e per i produttori di film dell'orrore di Hollywood.
Riferimento Storico:
234
ANNO 202 (e.v.)
Riferimento Storico:
Queste immagini non sono mai riferite al personaggio Gesù, il nome del quale, af-
fiorato nella seconda metà del secolo precedente non è ancora noto e diffuso, ma ad
un presunto "Unto del Signore, ad un Signore, ad un Cristo".
235
certezze dello pseudo autore Luca e alcune pesanti incongruenze, già descritte nella
Parte IV del presente testo.
Una precisazione: su questo periodo non tutti sono d'accordo. Alcuni autori ritengono che le epi-
stole di Paolo siano di poco precedenti la compilazione dei quattro vangeli.
(Rif.710)
Questo spiegherebbe il fatto che nelle epistole i vangeli non vengono mai menzionati.
Intorno a questi anni la comunità giudeo-cristiana che faceva capo alla setta che al-
lignava a Roma contava:
Un vescovo (episcopo=papa?)
46 presbiteri (preti e/o anziani del culto)
14 diaconi (serventi del culto)
50 lettori, esorcisti e portatori del credo
5000 adepti (pistoi = credenti battezzati)
42 accoliti (energumeni = in attesa di battesimo)
Anche se erano pochi a Roma, come sostiene Origene, nondimeno le sette giudeo-
cristiane risultavano estremamente fastidiose. Sparse in tutti gli angoli dell'Impero,
queste sette apparivano assai pericolose per l'ordine pubblico:
sempre pronte ad azzuffarsi tra di loro per delle quisquiglie dottrinarie, ma:
o compatte quando si trattava di osteggiare l'intero Pantheon degli dei
romani
o compatte nel rifiuto di obbedienza all'Imperatore, in quanto divinizza-
to
o compatte, la maggior parte di esse, nella loro politica di revanscismo
giudaico.
L'imperatore Quinto Decio, preoccupato dal fatto che questi gruppi svolgevano so-
vente azioni fortemente rivoluzionarie, prese la decisione (come aveva fatto Tiberio)
di deportarne qualche migliaio in Sardegna, a lavorare nelle miniere.
(Rif.710,799)
In questi anni vengono prodotti decine di vangeli, da parte delle innumerevoli sette
neo-cristiane. Molti di essi verranno considerati apocrifi nel corso del Concilio di
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Nicea; altri dureranno alcuni secoli e verranno poi eliminati dalla chiesa per motivi
del tutto contingenti e opportunistici.
Riferimento Storico:
VALERIANO
Valeriano viene nominato imperatore.
Riferimento Storico:
PERSECUZIONE DI VALERIANO
L'Imperatore Valeriano cerca di porre fine alle tumultuose discordie che nascono tra le varie
correnti "giudeo-cristiane" in seno alle comunità ebraiche, ordinando arresti, condanne ed e-
spulsioni.
L'imperatore Aureliano introduce a Roma il culto del Dio Sole, cercando di impor-
lo come culto di stato. Edifica un tempio/santuario dedicato a questa divinità e pro-
clama il 25 Dicembre giorno di festa in onore del nuovo dio, del quale, l'imperatore
stesso si è fatto supremo sacerdote.
(Rif.799)
Riferimento Storico:
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DIOCLEZIANO IMPERATORE
Il 17 Settembre Diocleziano viene eletto imperatore
Riferimento Storico:
PERSECUZIONI DI DIOCLEZIANO
Diocleziano emana un decreto per la soppressione delle sette giudeo-cristiane.
Diocleziano è passato alla storia come uno dei più accaniti persecutori dei cristiani. Sono solo
bugie dovute a certi storici asserviti al clero.
Diocleziano, sposato con una cristiana, è stato nei primi 17-18 anni del suo regno, alquanto tol-
lerante verso i movimenti giudaico-cristiani. Acconsentì che a Nicomedia, di fronte al suo pa-
lazzo, fosse costruita una delle più grandi chiese dell'antichità.
Le cose si guastarono sia per le pressioni di Galerio (che dei cristiani aveva la massima diffi-
denza), sia per l'atto sconsiderato di un cristiano protervo e fanatico che con un gesto offensi-
vo cercò di mettere in dubbio l'autorità imperiale di Diocleziano. La reazione dell'imperatore
fu conseguente:
- abbattimento della chiesa di Nicomedia
- arresto e condanna di 200 capi fanatici sparsi su tutto il territorio dell'impero.
(Rif. 410)
238
redentismo finiscano, a volte, in sommosse e tumulti violenti; ed è comprensibile che l'Impero
difenda il suo potere ricorrendo all'uso della croce, in particolare verso quegli elementi resi-
dui della Nuova Chiesa di Gerusalemme (esseni e zeloti), ormai acefala, che si definiscono cri-
stiani in quanto guardano a Gesu il Cristo come ad un martire del movimento messianico di
liberazione e non certo come al figlio di dio.
Attribuire a queste vittime l'etichetta di martiri della fede cristiana è stato uno dei tanti giochi
di prestigio del potere clericale.
Quelli che si è cercato di spacciare come cristiani erano solo degli appartenenti turbolenti alle
miriadi di sette giudee (non sempre ortodosse) come farisei, sadducei e scribi; i cosidetti cri-
stiani si distinguevano, dagli altri, per la loro matrice messianica-rivoluzionaria. A parte gli
atteggiamenti di alcuni facinorosi che fomentavano disordini cercando di insinuare il germe
dell'intolleranza religiosa in una società largamente multicultuale.
L'Imperatore Claudio I aveva cercato di risolvere, al meglio, il problema dell'ordine pubblico
espellendo tutti gli ebrei da Roma (802 a.u.c.) ma il successo dell'operazione fu effimero. Usci-
ti dalla porta, dopo qualche decennio, gli ebrei rientrarono dalla finestra riproponendo il pro-
blema di una comunità, per sua stessa natura, ingovernabile.
Infine quanti sarebbero stati questi "veri" martiri cristiani? Secondo la chiesa, qualche mi-
gliaio; secondo coloro, che si sono presi la briga di spulciare gli annali storici, qualche decina.
Affermazioni difficili da conciliare.
Si possono facilmente contare i cristiani che sono morti per la loro religione, perché n'è morti
pochi, e soltanto di tanto in tanto, a intervalli.(Origene-III Libro contro Celso)
Occorre ancora rammentare che, in questi specifici casi, era abbastanza semplice evitare la
croce ed essere rimessi in libertà. La legge di Roma richiedeva unicamente che l'accusato di-
chiarasse, in pubblica assise, di riconoscere il Cesare in carica come suo imperatore. (Salvo
ovviamente il sussistere di altre gravi accuse come, ad es., l'omicidio.)
I cittadini di Roma, liberi di professare qualsiasi religione, erano comunque tenuti, per legge,
a rendere un omaggio rituale all'Imperatore considerato un semidio.
Coloro che si salvavano dalla condanna riconoscendo l'autorità di Cesare erano definiti LAP-
SI.
(Rif. 995)
Nell'impero romano il cristianesimo fu considerato dall'inizio come una corrente del giudaismo,
ma quando i "cristiani" dissero apertamente di non essere più membri delle sinagoghe, furono
trattati con disprezzo, come seguaci di una "religio" di fanatici che avevano commesso un grave
peccato di empieta' rompendo con la fede dei padri.
(Rif. 770)
Riferimento Storico:
COSTANTINO IMPERATORE
Costantino I viene eletto imperatore.
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Questo sarebbe il primo concilio, storicamente noto, della neo organizzazione cri-
stiana. La data è incerta; la riunione è avvenuta ad Elvira (presso Granada) ed era
limitata ai vescovi e ai presbiteri di Spagna.
Questo "santo" conciliabolo stabilì:
Le sinagoghe verranno definite "bordelli e tane di bestie impure possedute dai demo-
ni".
Riferimento Storico:
EDITTO DI NICOMEDIA
Galerio emana un editto con il quale si concede ai cittadini la liberta' di praticare qualsiasi reli-
gione, compresa quella "neo-cristiana o giudeo-cristiana", come si manifesta nelle sue molteplici
sette e correnti.
Però uno di essi, Costantino, nutre ben altre ambizioni: diventare imperatore asso-
luto; perciò guarda con interesse agli accoliti delle sette giudaico-cristiane, elementi
rissosi e pronti a menare le mani agli ordini di chi prometta loro un pasto quotidia-
no e la garanzia della impunità.
Come prima mossa Costantino, unitamente a Galerio, emette un editto che sospen-
de le persecuzioni dei cosidetti cristiani e ne arruola un discreto numero nelle sue
legioni. Si stà preparando per la sua marcia su ...Roma.
Celso (180 e.v.?) aveva dato una sua interpretazione dello spirito asociale e turbolento che a-
nimava gli appartenenti alle sette giudaico-cristiane.
I principi divulgati dai vangeli (nella misura che erano già noti) non avevano potuto attecchire
presso le classi borghesi colte, per la loro intrinseca pochezza.
Perciò era stato giocoforza, da parte dei caporioni di tali sette, aumentare la consistenza nu-
merica degli addetti rivolgendosi alle masse più emarginate della società: incapaci, morti di
fame, ladri, delinquenti, depravati, ecc. Per questi elementi il raggrupparsi aveva significato
240
sviluppare quell'istinto del "branco" che, in qualche misura, li metteva al riparo dai rigori
della legge.
Occorre notare come diversi autori abbiano più volte sottolineato che quella gentaglia, definita
da Marx "proletariato degli stracci", sia sempre stata un'ottima riserva di materiale umano per
agitatori ambiziosi - come ben si puo' notare nella Rivoluzione Francese - perché non avendo
niente da perdere s'attaccano a qualunque cosa. E poi finché Chiesa e Stato sono stati d'accordo
il cristianesimo e' stato un'eccezionale "instrumentum regni"; il problema è che nel cristianesi-
mo romano Chiesa e Stato non sempre sono stati d'accordo, col risultato di avere tutta una serie
di turbamenti, res novae, scismi, ribellioni e quant'altro.
(Rif. 725)
Costantino, pur rimanendo fedele al culto del dio Sole, continua a strizzare l'occhio
alle sette neo-cristiane. In questo ha buon gioco in quanto Massenzio non nasconde
il suo attaccamento al culto ed alla cultura pagana.
A Milano (313 e.v.), d'accordo con Licinio, emana un editto in cui si riconosce alle
sette di matrice cristiana gli stessi diritti di quelle pagane introducendo, di fatto,
un'ampia libertà di culto (Editto di Milano).
In effetti gli affiliati alle neo-sette cristiane cominciano a rappresentare (nelle pro-
vincie dell'impero più che a Roma) una considerevole forza politica, tale da influire
qualche volta sulle scelte dello stato. Si stima rappresentassero il 5-8% della popo-
lazione dell'Impero.
Riferimento Storico:
EDITTO DI MILANO
Con questo editto Costantino I conferma quello di Galerio (del 311 e.v.) e lo amplia riservandosi,
comunque, il diritto e la facolta' di intervenire e di decidere, al posto dei vescovi, su qualsiasi
questione di natura teologica e sui problemi dottrinali e dogmatici che dividono le varie chiese
definite "cristiane".
Nasce con questo editto il Cesaropapismo. Il cristianesimo è ora, nella sua forma primitiva) una
delle religioni "ufficiali" dell'impero romano. (Religio licita)
241
LA SVOLTA.
Costantino I, a partire da questo anno, favorirà l'evoluzione della nuova teologia
promuovendone il distacco dalla sua origine messianico-giudaica.
Costantino si è comportato, in definitiva, come Erode il Grande (se non peggio) però quest'ul-
timo, nella storia "clerico-ufficiale", è stato considerato un demonio, mentre il primo è poco
meno che un santo.
L'impero è barcollante e Costantino è alla continua ricerca di nuove alleanze ed aiuti; preso
atto che nei territori dell'Impero, un individuo su 10 aderisce alle sette cristiane, cerca di con-
trollare ed incanalare questa massa di individui a proprio vantaggio.
Stabilita la sua capitale a Costantinopoli, nel 1078 a.u.c. ordina un concilio a Nicea cercando
(e riuscendo in parte) a mettere ordine nel marasma di idee di quelle innumerevoli sette che
allora si definivano cristiane.
Malgrado il suo interessato appoggio alla cristianità, pare sia rimasto fedele, sino all'ultimo
giorno, al culto del dio Sole. Alcuni sostengono che, in punto di morte, abbia prenotato un po-
sto di prima classe per l'al di là (non si sa mai!) facendosi battezzare da Eusebio, vescovo di
Nicomedia. In realtà Eusebio avrebbe approfittato della debolezza di Costantino sul letto di
morte. Se la cosa è vera allora Costantino è morto eretico perché Eusebio era vescovo della
setta ariana.
E' morto a Nicomedia il 22 Maggio del 1090 a.u.c.(337 e.v.); altri invece dicono sia morto a
Costantinopoli di lebbra.
Siccome i discendenti di Costantino regnarono dopo di lui, l'adulazione dei popoli romani, da
molto tempo abituati alla schiavitù, giunse ad un tale eccesso che quelli dell'antica religione ne
fecero un dio, e quelli della nuova ne fecero un santo: i cristiani celebrarono per molto tempo la
festa del suo nome, insieme con quella della madre.
(Rif. 712)
242
ANNO 314 (e.v.)
Riferimento Storico:
IL VIAGGIO DI EUTROPIA
Eutropia, suocera di Costantino I, compie un viaggio in Palestina, accompagnata da Eusebio di
Cesarea, alla riscoperta dei luoghi citati nella Bibbia.
(Rif. 172)
Riferimento Storico:
LE RICERCHE DI ELENA
Elena, madre di Costantino I, aderisce con entusiasmo alla nuova iniziativa politica del figlio e,
malgrado la tarda età, parte per la Palestina alla ricerca di luoghi e di reperti riguardanti l'origi-
ne del cristianesimo. Riesce a ritrovare:
Elena (ca.255-330 e.v.), di probabili origini britanniche, prima di diventare madre di Costantivo,
esercitava in Roma le funzioni di prostituta sacra presso il tempio della dea Astarte (Ishtar). Que-
ste prostitute erano considerate capaci di guarire alcune malattie; si riteneva che le loro secre-
zioni intime avessero dei poteri medicamentosi.
In un secondo tempo diventa concubina di Costanzo Cloro e dalla loro unione nascerà Costanti-
no. Poi per naturale "pia e cristiana" evoluzione diventerà santa e resterà tale sino alla meta del
1900.
Infatti, nel 1960 il Vaticano sopprime la festività del 3 Maggio dedicata alla "Invenzione della
Vera Croce" e alla sua protagonista Elena, ritenendo questo avvenimento "privo di fondamenti
storici".
A volte (raramente) persino i preti si vergognano delle loro stesse bugie.
Secondo quanto si racconta (o si spacciava per verità) Elena, a Gerusalemme, avrebbe toccato
con le tre croci rivenute sul Calvario (e ancora in piedi dopo 300 anni!) un cadavere che sarebbe
resuscitato, vispo e giulivo, al tocco della vera croce.
243
Per inciso, Astarte era una antica dea promotrice della fertilità di piante, animali e uomini. Il suo
culto includeva la prostituzione sacra maschile e femminile. Nel Medioevo il clero cristiano iden-
tificò con questa dea (femmina) il demone (maschio) Astaroth.
Rif.715,295,520)
- IL PREPUZIO
Misteriosamente scomparso dopo la circoncisione, il reperto riappare a Roma all'inizio
dell'800 e.v. ritrovato dal papa Pasquale I (uomo davvero fortunato). Venne in seguito custo-
dito nella chiesa di Calcata, vicino a Viterbo, ove, per secoli attirò folle di "devoti" estasiati.
Improvvisamente, pochi anni or sono, il reperto sparì dalla chiesa e non se ne seppe più nulla.
La stampa, opportunamento addomesticata, evitò di dare troppo rilievo al fatto lasciando
credere che la reliquia fosse stata rubata.
Ma la cosa più eclatante è che, nello stesso periodo, in Francia, nella chiesa di Puy-en-Velay
veniva devotamente adorato un altro "autentico" prepuzio di Gesù.
(Rif. 712)
Altro prepuzio, che va per la maggiore, è quello conservato a Charroux (Francia) ed esposto
annualmente all'adorazione dei fedeli.
(Rif. 760)
- LA VERONICA
Riportiamo una notizia ANSA del 31/5/1999 che ci fornisce esaurienti notizie riguardo a que-
sta reliquia. Un altro colpo di fortuna nell'imminenza del Giubileo 2000.
244
di oltre dieci anni di ricerche. Quasi quattro secoli dopo la sua scomparsa, ricompare così una
delle più pregiate reliquie della cristianità, considerata per secoli da milioni di cristiani come la
vera immagine del viso di Cristo. Tracce della leggenda della Veronica sono riscontrabili a parti-
re dal quarto secolo dopo Cristo, ma solo nel Medioevo essa viene messa in diretto rapporto con
le sofferenze di Cristo.
Dal XII secolo al 1608 la Veronica fu conservata a Roma, nella basilica di San Pietro. Nel 1608
papa Paolo V ordino la demolizione della cappella dove era conservata la reliquia, che fu data
agli archivi vaticani. Da allora non è stata più vista e il Vaticano non ha mai spiegato la sua
scomparsa.
A Manoppello Pfeiffer ha trovato un velo quasi trasparente, che misura 17 cm. per 24 cm.. Segni
marrone-rossastri sulla sua superficie tratteggiano la faccia di un uomo con barba e capelli lun-
ghi e gli occhi ben aperti, che diventa visibile a seconda dell'angolazione della luce. Secondo i
documenti conservati al monastero dei Cappuccini, la moglie di un soldato nel 1608 vendette il
velo, per ottenere il rilascio del marito dal carcere, a un nobile di Manoppello che lo cedette poco
dopo ai Cappuccini. Nel 1618 esso fu messo tra due lastre di vetro, e incorniciato da un listello di
noce sbalzato con argento e oro. Da allora è sempre rimasto lì.
L'immagine sul velo, assicura Pfeiffer, non è dipinta. Ma le sorprese non finiscono qui: ingran-
dimenti fotografici digitali del velo hanno permesso di confrontare il viso con quello della Sindo-
ne, il telo mortuario nel quale secondo un'altra importante tradizione cristiana fu avvolto il corpo
di Cristo deposto dalla croce. Le due immagini rappresentano strabilianti rassomiglianze, che
vanno dalla stessa forma del viso, ai capelli lunghi, a una ciocca di capelli sulla fronte, alla stes-
sa forma della barba.
Analisi di laboratorio aiuteranno a capire l'origine del velo di Manoppello, anche se è probabile
che i risultati apriranno furiose polemiche come avvenne con la Sindone, che nel 1988, con esa-
mi al carbonio-14 fu datata tra il 1260 e il 1390. (ANSA)
- LA SINDONE
A parte il fatto che qualche anno fa un bello spirito si è preso la briga di contarne oltre 40,
quella attualmente esibita in bottega è conservata a Torino.
Sottoposta nel 1988 ad esami mediante carbonio-14, si stabilì che la sua origine poteva collo-
carsi tra il 1260 ed il 1390; malgrado ciò viene periodicamente ostentata.
Oltre tutto le due immagini, la frontale e la dorsale, differiscono in lunghezza di ben quattro
centimetri.
Recentemente due studiosi inglesi (C.Knigth e R.Lomas-Rif. 376) hanno avanzato una interes-
sante ipotesi. Ritengono che l'immagine riprodotta sul lenzuolo funebre sia quella di JAC-
QUES DE MOLAY (1294-1314), l'ultimo maestro della setta dei Templari, arrestato nel 1307
e inchiodato (per i polsi!) ad una porta, da uno zelante inquisitore, per farlo confessare e
...salvargli l'anima.
245
Altri ritengono trattarsi del Gran Maestro templare GUGLIELMO DI BEAUJEU (1273-
1291)
Infine, secondo il Vangelo di Giovanni Rif. 020 Gesù è stato inchiodato per i palmi e non per i
polsi.
Prima della Rivoluzione Francese esisteva una Sindone conservata all'interno della cattedrale
di Besançon. Questa reliquia veniva esposta una volta all'anno dal balcone dell'arcivescovado
provocando, a volte, scene di isteria collettiva. Per ordine della Convenzione Nazionale, nel
1793, questo grosso lenzuolo fu sequestrato ed inviato a Parigi dove venne frazionato in bende
e pannolini per la medicazione dei degenti dell'ospedale Hôtel Dieu.
Rif. 448
- LA VERA CROCE
"Rinvenuta" nel 1068(a.u.c.), 315(e.v.), da Elena, madre di Costantino I, per quasi un secolo
venne ignorata come oggetto di culto, in quanto ai primi cristiani (seguaci di una forma di e-
braismo illegittimo ed apostata) non importava granchè di come era morto Gesù.
Solo dopo il 390(e.v.) la croce diventa simbolo ed oggetto di devozione della cristianità. Su
questo reperto si è detto di tutto salvo quando e come sia sparito dalla circolazione, il che fa
pensare che questa croce non sia mai esistita.
In compenso esiste in circolazione una quantità enorme di schegge della croce che se accorpa-
te basterebbero a costruire un vascello da 100 cannoni (Voltaire)
Nei pressi di Alessandria(Italia), intorno agli anni '50 del secolo scorso, esisteva ancora un
convento dove tutte le monache (ed erano tante!) possedevano una scheggia della vera croce.
(Rif. 712,995)
246
- ALTRE RELIQUIE
Sparse un po' ovunque e pubblicizzate quando serve a far soldi, vengono proposte alla devo-
zione dei fedeli:
. la lancia di Longino
. brani del vestito di Maria Vergine
. grummoli del suo latte
. forfora dei suoi capelli
. penne cadute dalle ali dell'arcangelo Gabriele durante le sue continue missioni in terra
. una camicia ed un sudario della Vergine (cattedrale di Chartres) . ecc. ecc.
Rif. 448
Le statue piangenti non sono una invenzione prettamente cristiana. Nell'antica Roma, in de-
terminate occasioni, si facevano piangere le statue di Giunone e di Minerva.
In India piangono la statua della dea Laksmi e quella della dea Parvati; quest'ultima ha pure
un regolare ciclo di "sacre" mestruazioni.
Costantino I si era avvicinato alle sette neo-cristiane per una serie di validi motivi:
O forse, come qualcuno sostiene, si decise di mettere d'accordo le varie sette cristiane per motivi
di "ordine pubblico" interno, senza pensare più di tanto ad un suo personale tornaconto.
Opinione alquanto discutibile visti gli omicidi che la storia gli attribuisce.
Per ottenere questo era necessario fondere in una unica "religione di stato" tutti i
culti presenti in Roma e nei territori dell'impero.
Impresa non da poco! Costantino si mette in moto ed ordina un concilio straordina-
rio a Nicea (oggi Iznik) dove riunisce tutti i capi delle numerose sette neo-cristiane
(oltre 80!), provenienti da Alessandria, Antiochia, Atene, Gerusalemme, Roma, ecc.
Ma non basta: occorre anche la presenza dei rappresentanti dei culti piu' impor-
tanti dell'Impero Romano, che potrebbero rappresentare un serio ostacolo all'af-
fermazione di un "cristianesimo di stato", succube ed asservito al potere imperiale.
Riferimento Storico:
Per Costantino ed i suoi delegati non e' stata comunque una impresa di poco conto. All'inizio
del concilio si contavano circa 80 correnti "cristiane", sviluppatesi sul ceppo originario paoli-
no e su altre fonti, ognuna delle quali si riteneva depositaria della verita' e cercava di prevale-
re sulle altre a colpi di reciproche scomuniche. Tra queste correnti, dichiarate poi eretiche,
dopo la formalizzazione del Credo di Nicea, si annoveravano:
248
Seguaci di Marcione
Nicolaiti
Encratici di Taziano
Seguaci di Origene
Seguaci di Ario
Diverse sette gnostiche
Carpocraziani
Ofiti
Modalisti
Docetisti
Adozionisti
Montanisti
Manichei
Nestoriani
Messaliani
Fibioniti
Donatisti
Maroniti
Nazareni/Mandei
Culto di Apollo
Culto di Demetra
Culto di Dioniso/Bacco
Culto di Giove/Zeus
Culto di Mitra
Culto di Krishna
Culto di Osiride
Culto di Horo
Culto di Iside
Seguaci del Sol Invictus
Seguaci della Croce Rossa
Figli del Sole
Seguaci di YHWH
Culto degli esseni
Culto degli Zeloti
Movimento Terapeuta
Ordine della Mano Nera
Ordine della Mano Rossa
Ordine di Melchisedek
Seguaci di Adonis/Tammuz
Seguaci di Baal
Seguaci di Zoroastro
Buddisti
Seguaci di Ercole/Eracle
Seguaci di Serapide
Seguaci di Prometeo
Druidi
Seguaci di Attis
.......
e tanti, tanti altri.
249
Comunque pare che anche Dio abbia dato una mano. Deposti su di un altare tutti i vangeli no-
ti (apocrifi e non), durante la notte il Padreterno fece fuori tutti gli apocrifi, lasciando intatti
quelli che ben conosciamo, vale a dire i testi nel Nuovo Testamento, a suo tempo indicati da
Ireneo di Lione.
Compito del concilio era dunque quello di unificare i vari culti, tra loro in eterno
conflitto, sotto una chiesa universale cattolica, che naturalmente sarebbe stata con-
trollata dall'imperatore. Si trattava, senza mezzi termini, di
stabilire, per gli appartenti alle nuove sette cristiane, che cosa e a quale dio credere
con il beneplacito imperiale.
Roma reclamava, naturalmente, l'autorità suprema, sul presupposto che la sua set-
ta più importante sarebbe stata fondata da Pietro, le cui presunte ossa vennero suc-
cessivamente sistemate in Vaticano e la statua di Giove convertita in quella di Pie-
tro. Cosa d'altronde facile perché avevano tutti e due la barba.
In un tipico movimento di sostituzione religiosa, tutti gli dei degli altri culti furono
assogettati al nuovo dio sotto forma di apostoli, di santi o di demoni.
Come è ben noto, durante questo concilio i termini Gesù e Cristo vennero fusi insieme
per la prima volta nella frase ambigua "Gesù Cristo"(non Gesù il Cristo), conciliando
le richieste delle numerose fazioni che si riferivano a:
E' accertato che la frase "Gesù Cristo" non ha mai costituito un nome e cognome
proprio, e non e' mai apparsa negli scritti degli autori greci e latini, prima di questo
concilio.
Gli scritti dei primi presunti padri della chiesa non parlano mai di Gesù. Sino al
Quarto Secolo era frequente e generalizzato il termine "IL CRISTO" ma non è mai
stata trovata una autentica menzione, prima di questo evento, di un "Gesù Cristo".
(Rif.771)
Occorre comunque rammentare che il processo di fusione e di unificazione delle
250
varie fazioni non fu immediato ma lungo e lento. Nei secoli che seguirono almeno
altri 21 concilii furono convocati per stabilire le politiche e le dottrine del culto uni-
ficato. Il più delle volte si trattò di rissose riunioni di ruffiani ignoranti e paludati,
ognuno dei quali tirava l'acqua al proprio mulino; alcuni di questi concilii finirono
in un bagno di sangue. Altro che divina ispirazione!
(Rif.750)
Il fatto che i documenti autografi originali dei vangeli, crifi ed apocrifi, non siano
più disponibili è probabilmente dovuto alla decisione del concilio di distruggere tut-
ti i testi non ritenuti validi ed adeguati al nuovo culto. Vecchia abitudine a suo tem-
po introdotta da Ireneo vescovo di Lione e da Atanasio vecovo di Alessandria. Si
parla comunque di 200 documenti eliminati.
In questo contesto si conservarono copie dei quattro vangeli ufficiali "canonici", al-
cuni vangeli apocrifi ed altri documenti sottoposti successivamente al famigerato
"ritocco" di Anastasio (506 e.v.)
Altro accordo fondamentale per il nuovo credo è stato quello di "stabilire d'ufficio"
che Gesù e Dio sono in sostanza la stessa cosa:
Qualcosa del genere era già stato affermato, circa 3500 (!) anni prima, nei testi del-
la religione egizia, riferita ad Osiride ed al figlio Horo:
I primi a farne le spese furono gli "Adozionisti" che ritenevano il Gesù nato da un
naturale rapporto sessuale tra Giuseppe e Maria. Solo in un secondo tempo, al
momento del battesimo impartitogli da Giovanni Battista, Gesù viene "adottato"
da Dio che gli conferisce i poteri necessari alla sua missione terrena.
Anche ai "Docetisti" non andò meglio. Questi ritenevano che Gesù fosse di natura
esclusivamente divina e che il suo sembrare umano fosse solo un'apparenza di co-
modo.
251
Questa nuova religione, testè nata, non unisce ne affratella le genti. Questa religione non ha
fatto altro che dividere il genere umano attraverso un razzismo estremo, il sessismo ed altri
particolarismi. Questa religione infatti si nutre sulla divisione tra i popoli, perché per esistere
necessita di un nemico da combattere, sia terreno che sovranaturale. Questa religione sostiene
che alcuni popoli sono speciali o eletti perché possiedono la vera fede, mentre gli altri sono
immorali e dannati e spesso insiste sul fatto che è dovere degli eletti distruggere gli altri. Co-
munque non è la sola: altre religioni sostengono gli stessi concetti.
(Rif.710,***)
E' interessante notare che solo le religioni rivelate tendono ad essere motivo di contenzioso e
di relative guerre.
Questo perché? Perché la religione rivelata, essendo a differenza dei varii paganismi naturali
appunto rivelata, stabilisce subito, nel suo formarsi, una distinzione fra il bene (i propri cre-
denti) ed il male (gli altri). I secondi sono deindividualizzati in funzione della loro alterità e
della loro possibile minaccia, quindi sono naturali nemici dei primi e se non vanno sterminati
(caso peggiore, non previsto apertamente) vanno comunque in qualche modo discriminati; la
cosa diventa grave se la religione rivelata acquisisce il potere e lo esercita in forma discrimi-
nante.
In generale per scatenare una guerra di religione occorre un regime politico interessato a co-
prire con motivazioni religiose interessi ed ambizioni proprie, oppure un proselitismo religio-
so capace di incendiare le masse, già tese a causa di tensioni sociali, e lanciarle verso l'esterno
(crociate dei poveri) o verso l'interno (progrom, caccia alle streghe, ecc.). Secondo una mia
personalissima opinione, nel primo caso la guerra avverrà comunque, nel secondo caso può
darsi che le tensioni sociali possano trovare altri mezzi di espressione; dipende dal caso.
Lo stesso si può dire delle ideologie politiche come nazionalsocialismo e comunismo, anch'esse
preoccupate di stabilire una differenza tra i "proprii" e gli "altri", naturali nemici da elimi-
nare appena possibile, con le buone o con le cattive.
(Rif.725)
DONAZIONE DI COSTANTINO
Durante il concilio di Nicea Costantino avrebbe firmato un atto che riconosce alla
chiesa autorità assoluta negli affari secolari. Questo atto, tenuto segreto, sarebbe
poi stato reso noto nell'VIII secolo dal papa Stefano III.
Questa è una delle tante vergognose bugie inventate dalla chiesa di Roma a tutela dei propri
interessi materiali. Si tratta unicamente di un falso clamoroso, come dimostrato, nel 1440, da
Lorenzo Valla.
L'unica concessione che sembra certa è stata quella di conferire alla chiesa la possibilità di e-
reditare i beni dei propri fedeli.
Riferimento Storico:
ELENA CI RIPROVA
Il vescovo di Aelia Capitolina, Macario, aveva sollecitato presso Costantino I il permesso di de-
molire il tempio di Afrodite, fatto costruire dall'Imperatore Adriano sul presunto luogo del calva-
252
rio e della sepoltura di Gesu. Costantino I acconsente e spedisce la madre Elena, in nuova "mis-
sione imperiale" ufficiale, per affiancare Macario e sovraintendere agli scavi.
Alla fine i lavori porteranno alla luce una tomba, scavata nella roccia, ed una massa rocciosa
calcarea ritenuta il calvario.
(Rif. 172)
Altre sette onorano un sepolcro ed un calvario diversi da quelli dei cattolici e degli ortodossi.
Questi luoghi sono stati scoperti nel 1881-1882(e.v.) dal Generale Charles "Cinese" GORDON
(l'eroe inglese ucciso a Khartum) sulla base di alcuni rilievi topografici eseguiti qualche anno
prima dall'archeologo britannico Wilson.
(Rif. 172)
RELIGIONE DI STATO
La religione cristiana diventa RELIGIONE UFFICIALE DI STATO dell'Impero
con gli Editti di Tessalonica (1134 a.u.c./381 e.v.) e di Costantinopoli (1144
a.u.c./391 e.v.), emanati dall'Imperatore Teodosio I, dietro suggerimento di Am-
brogio da Milano.
Con questi editti tutti gli altri culti vengono aboliti e dichiarati fuori legge; i loro
beni ed i loro templi sono confiscati e devoluti al nuovo clero; vengono naturalmen-
te abolite anche tutte le feste pagane, compresi i "frivoli e peccaminosi" giochi o-
limpici. Vengono eseguite le prime condanne a morte a carico dei presunti eretici.
Si sono intanto definite e consolidate le prime gerarchie nell'ambito della chiesa, co-
stituite da:
Eusebio, storico della chiesa, nella sua Vita di Costantino, ci informa di aver ricevu-
to personalmente dall'Imperatore, l'ordine di produrre 50 copie della Bibbia(?) cri-
stiana, da distribuire nelle chiese della capitale Costantinopoli. Ordine puntual-
mente eseguito da scribi professionisti presso lo scriptorium annesso alla chiesa di
Cesarea.
253
Il papa Giulio I, per ordine di Costantino, fissa la data di nascita di Gesù al 25 Di-
cembre.
"Essi credono che l'Ellade sia morta. Da tutte le parti del mondo, i monaci neri si av-
ventano come corvi sul suo purissimo corpo di marmo, e vi frugano con i becchi come
in una carogna, gracchiando allegramente: "l'Ellade è morta!" Ma l'Ellade non può
morire; l'Ellade è nei nostri cuori. E' la divina bellezza dell'uomo sulla terra. Quando
essa si risveglierà, guai ai corvi di Galilea!"
Sulla morte di Giuliano si sono create molte leggende per mascherare quello che è
stato un omicidio perpetrato dal clero cristiano. Un turpe individuo, Atanasio ve-
scovo di Alessandria, mandante e anche autore di alcuni omicidi, istiga un soldato
254
ad ucciderlo. L'opportunità si presenta il 26 Giugno 363, in Mesopotamia, nel corso
di una battaglia contro i persiani; durante questa azione il milite approfitta dell'oc-
casione e pugnala alla schiena l'imperatore.
(Rif.799)
Mito e politeismo erano necessariamente legati perché facenti parte della espressione della capa-
cità immaginativa umana, mentre il monoteismo avversa tale capacità immaginativa imprigio-
nando lo spirito religioso dentro forme ed immagini statiche prefissate. (P.Trevisan)
Si può affermare che in questo periodo comincia a prendere forma ed a consolidarsi la strut-
tura burocratica-temporale della chiesa cristiana. Similmente alla vita religiosa di tutti i tempi
(e di tutti i templi), anche in questa organizzazione sono presenti tre aspetti tipici:
l'ascetismo contemplativo (dal quale sono nate religioni quali il buddismo ed il mani-
cheismo; per soddisfare questo aspetto l'Islam ha prodotto i Sufi ed il cristianesimo i
monasteri);
255
la burocrazia templare (o sacerdotalità: da cui consegue la necessità di sfornare sacer-
doti capaci ed intraprendenti, con attitudini politiche per organizzare il culto);
la profeticità che ha invasato parecchi religiosi inducendoli ad una quantità di profezie
apocalittiche. Potrebbe essere intesa come il lato attivo dell'ascetismo.
A metà strada fra la profeticità e la sacerdotalità sfuma la vasta galassia dei predicatori che
cercano di persuadere le masse a seguire la retta via, talvolta anche con predicazioni apocalit-
tiche.
Il sacerdote delle religioni rivelate ha bisogno di un predicatore che gli porti quattrini e pre-
stigio sociale dalle masse ma teme il lato inquietante dell'ascetismo ed anche il profeta che
tuona e scombussola quella società nella quale egli è perfettamente e comodamente inserito.
Per quanto riguarda il monaco, esso è visto dal sacerdote come un esempio inoffensivo da ad-
ditare alle masse.
(Rif. 725)
Inizia la fase
"post-costantiniana"
della storia del cristianesimo
(secondo il Concilio Vaticano II).
A questo editto ne seguiranno molti altri (almeno 15) intesi a perseguire tutti quelli
che, pur proclamandosi cristiani, non accettano in toto quelle che sono le direttive
dell'ortodossia che si vuole imporre.
Ne fanno le spese i manichei, i marcioniti, gli ariani, apostati di vario genere e tanti
altri che vengono "devotamente" perseguitati, uccisi, accecati o condannati (questa
è una novità!) all'esilio in patria, cioè totalmente esclusi ed isolati dal resto della
comunità.
Crediamo in un solo Dio Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili ed invisi-
bili.
E in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, unigenito e nato dal Padre,
della stessa sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,
generato e non creato, consustanziale al Padre, per mezzo di lui tutte le cose sono state
create,
in cielo e in terra; per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e si incarnò,
si fece uomo, patì e il terzo giorno resuscitò, sali al cielo, e verrà per giudicare i vivi e i
morti.
E credo nello Spirito Santo che procede dal Padre, e con il Padre e il Figlio
è adorato e glorificato.
Saranno necessari più di 1500 anni prima che Ernest Hemingway dia una sua in-
terpretazione di queste demenziali e folli affermazioni, proponendo il suo Nulla No-
stro...:
Al fine di nascondere il fatto che non esiste nessuna base storica per le sue bugie te-
ologiche, il clero cristiano si è reso colpevole di vergognosi crimini distruggendo, sin
dall'inizio, molte delle tracce degli storici dei primi secoli dell'era cristiana. Quel
poco che ci è pervenuto è talmente alterato e modificato da distruggerne, quasi
sempre, il suo valore storico.
257
(Rif.771)
Uno dei più grandi crimini della storia umana è stata la distruzione, nel 391 e.v., del
Tempio di Serapide e dell'annessa biblioteca, (nota come Biblioteca di Alessandria),
perpetrata da fanatici cristiani, guidati dal vescovo Teofilo (il piromane), con la
connivenza dell'Imperatore Teodosio I. La biblioteca conteneva circa 700 mila vo-
lumi, tra cui manoscritti babilonesi, assiri, fenici, persiani, composizioni buddiste,
scritti ebraici e papiri egizi. La biblioteca era il simbolo, per i cristiani, del mondo e
del sapere pagano.
"Qualsiasi traccia dell'antica filosofia e della letteratura del mondo antico deve scom-
parire dalla faccia della terra".
Inizia quel processo secolare di egemonia culturale, da parte della chiesa, che mira
ad imporre ai credenti una forma di ubbidienza animale, escludendo qualsiasi for-
ma di libero ragionamento.
Questa politica, applicata per 10 secoli, fu confermata e ancora ribadita dal Conci-
lio di Trento, nel 1545-1563.
(Rif.771)
Per fortuna (si fa per dire) guerre, rivoluzioni e sommovimenti vari costrinsero, in
più occasioni, alla fuga le antiche confraternite pagane, che si portarono dietro i lo-
ro libri, impedendo così che molti di essi cadessero nelle mani dei devastatori catto-
lici.
Intanto è nata una nuova usanza: quella di arrostire i cosidetti eretici sul rogo. La
prima esecuzione avviene in Germania. Questa "moda" destinata a durare sino
all'inizio del 1800, verrà successivamente raffinata e migliorata dall'istituto della
"santa" inquisizione che verrà fondato da Gregorio IX nel 1231 (e.v.).
Il piacere sadico di mandare a morte, con orribili tormenti, i propri nemici (o presunti tali) è
sempre stata una costante nella storia della religione cristiana. Parecchi secoli dopo, ai tempi
della Rerum Novarum, Leone XIII scriveva:
"Tutti i governanti devono onorare il sacro nome di dio, e uno dei loro principali impegni deve
essere quello di favorire la religione. [...] La pena di morte è il necessario ed efficace mezzo af-
finché la chiesa consegua i propri fini, quando i ribelli cospirano contro di essa e i disturbatori
dell'unità ecclesiastica, specialmente gli ostinati eretici, non possono essere arrestati con nes-
sun'altra pena dal continuare a minare l'ordine ecclesiastico ed istigare gli altri ad ogni sorta di
crimine."
258
volte qualche tardiva e disperata protesta come quella avvenuta a Calama (Numi-
dia) che costerà almeno 60 morti.
Ma Teodosio impazza e decide di proibire pure i frivoli ...giochi olimpici.
A Roma poi anche i Senatori se la vedono brutta: Teodosio ordina loro di abiurare
il culto di Giove Capitolino; la statua della Vittoria viene rimossa dal Senato e sosti-
tuita con una croce.
In questi anni si cerca di porre fine alla generale confusione definendo quali scritti
devono far parte del canone della nuova religione. Nei convegni di Ippona e di Car-
tagine si stabilisce che i documenti essenziali sono:
Nel suo trattato "DE CIVITATE" - Sermone XXXVII, parlando di un suo viaggio in Etiopia,
il "dottore della chiesa" ci racconta:
- Io e quelli che erano con me vedemmo degli uomini e delle donne senza testa che avevano due
grandi occhi sul petto.
Ma, come se questo non bastasse, va poi oltre con altre amenità del genere:
- Il pavone pare favorito dall'Onnipotente dato che la sua carne non si corrompe e trionfa sulla
morte.
- In Cappadocia ci sono giumente che vengono ingravidate dal vento e i cui puledri vivono solo
tre anni.
- Le rane nascono dalla terra e non da genitori sessuati.
259
"S'aggiunge un'altra forma di tentazione, pericolosa per molteplici ragioni. E' la curiosità vana,
ammantata dal nome di cognizione e di scienza."
E ancora:
Il buon cristiano deve stare in guardia contro i matematici e tutti coloro che fanno profezie va-
cue. Esiste già il pericolo che i matematici abbiano fatto un patto col diavolo per oscurare lo spi-
rito e confinare l'umanità nelle spire dell'inferno. (Ottantatrè Questioni Diverse)
Nel 415, Cirillo (?-444 e.v.) patriarca cristiano di Alessandria d'Egitto, (che aveva
ereditato la carica dallo zio Teofilo, il piromane) istigò le sue canaglie (monaci com-
battenti) a terrorizzare gli ebrei e ad uccidere la nota "maestra di filosofia" Ispasia
(Ipazia/Hypatia: 370-415 e.v.).
Era inevitabile che il suo pensiero si scontrasse con quello gretto e grossolano di
questo protervo "dottore della chiesa".
Non potendo tenerle testa Cirillo ordinò la sua cattura e la mandò a morte, in una
chiesa, facendola scarnificare viva, mediante l'uso di conchiglie taglienti; infine i
suoi resti furono gettati in una cloaca (o bruciati). Tutto per la maggior gloria di
Dio.
Per questo diabolico atto Cirillo fu in seguito canonizzato dalla infallibile chiesa cri-
stiana (1882) ed ancora oggi viene celebrato ad Alessandria il 9 Febbraio e nelle
chiese latine il 28 Gennaio.
Ispasia era talmente stimata ed apprezzata per la sua brillante intelligenza che il
suo assassinio è stato considerato da molti autori come
Dopo la sua morte anche molti suoi discepoli furono uccisi, gli scritti bruciati ed i
suoi insegnamenti andarono in parte perduti. Alcuni suoi lavori, conosciuti anche
in Oriente, vennero tradotti in arabo e furono resi noti in Occidente dopo oltre mil-
260
le anni di silenzio.
(Rif.710,200,320)
A seguito del misfatto, la maggior parte degli studiosi e dei filosofi, seriamente im-
pauriti, lasciano la città che, poco alla volta, si traformerà in un borgo di incolti a-
nalfabeti, assogettati alla prepotenza del nuovo clero.
Si tiene, ad Efeso, per volere dell'imperatore Teodosio II, un concilio che darà una
prima formalizzazione al culto della Madonna, sino a questo momento in gran par-
te trascurato.
Si trattava sostanzialmente di stabilire se Maria Vergine, dichiarata d'ufficio Dei-
para, poteva essere considerata:
Nel corso del concilio viene definitivamente dichiarata eretica la dottrina di Nesto-
rio che aveva trovato da ridire sugli attributi di Maria.
Allo scopo di addebitare ai "perfidi Giudei" la condanna a morte del presunto Ge-
261
sù, un certo Anania scrive un resoconto del processo (sono passati 400 anni!!!), di-
scolpando pienamente il buon Pilato e creando le premesse per la sua futura beati-
ficazione, unitamente alla moglie Procula.
I "corvi di Galilea", come definiti da Giuliano, procedono alacremente nella loro opera. In
tutto il bacino del Mediterraneo i templi dedicati agli antichi culti sono praticamente spariti;
molti sono stati distrutti, gli altri adattati e riconvertiti al nuovo culto.
In questo periodo si accentua, particolarmente in Egitto e Siria, uno uno strano fe-
nomeno, già rilevato nella prima metà del 300.
Ai margini di importanti città, (dove è facile essere mantenuti) alcuni fanatici si is-
sano in cima a delle colonne (stiliti) o tra le biforcazioni dei rami di alberi (dendri-
ti), dai quali predicano le loro presunte verità su di una fede non ancora ben defini-
ta e, intanto, attendono offerte di cibo ed altri generi di conforto. Pare che alcuni
tra i più cocciuti ci abbiano anche lasciato la pelle.
Non è chiaro come provvedessero all'igiene e alle loro altre necessità fisiologiche
...meno confessabili.
Si svolge il concilio di Calcedonia che cerca, con scarsi risultati, di dirimere la dia-
triba tra:
- nestorianesimo, che cerca di valorizare l'aspetto umano del Cristo
- monofisismo, che cerca di esaltarne l'aspetto divino.
Non è ancora ben chiaro chi sia questo Cristo!
L'imperatore d'oriente, Anastasio I, ordina, nel 506 e.v., una revisione generale di
tutti gli scritti fondamentali della religione cristiana, compresi gli scritti dei padri
della chiesa e la conseguente distruzione di tutti quei documenti ritenuti inadeguati
o pericolosi per la credibilità della giovane "religione di stato". Manca un bilancio
preciso di quanto sia andato perso. Alcuni autori ritengono che in questa occasione
siano spariti i supposti vangeli originali dei quattro evangelisti. (??)
(Rif.500)
Nel 512, Anastasio I viene in contrasto con la chiesa romana negando la natura u-
mana del Cristo, riconoscendone solo la natura divina. La chiesa romana era invece
saldamente attaccata al dogma trinitario, come formulato alla fine del IV secolo.
A causa di questo contrasto, scoppiano a Costantinopoli paurosi tumulti ed i segua-
262
ci dei due gruppi si accoppano tra di loro (centinaia di morti) per sostenere l'una o
l'altra delle tesi che, probabilmente, non riuscivano neanche a comprendere.
In effetti, esaminando i vangeli (almeno quelli canonici), pare che il Cristo si sia dimenticato
di dire se aveva o no una doppia natura, cosa che si è sempre cercato, ostinatamente, di attri-
buirgli.
L'imperatore Giustiniano emette l' Editto dei Tre Capitoli che suona come ulteriore
condanna avverso le idee dei nestoriani, a scapito della chiesa di Costantinopoli.
Non tutti sono d'accordo e si apre un ennesimo motivo di scisma destinato a durare
sin verso la fine del 600.
In questo secolo avranno origine molte altre "eresie" dovute alla messa in discus-
sione del concetto trinitario. La chiesa si difenderà sempre ferocemente da questi
elementi disgregatori del suo potere; nel 527 (e.v.) verrà decretata la pena di morte
per i Manichei.
Nel corso degli anni seguenti la chiesa di Roma definisce lo standard iconografico
della immagine di Gesù, immagine destinata ad essere riprodotta per secoli e che
lentamente sostituisce le raffigurazioni precedenti, alcune delle quali originaria-
mente derivate dal culto di Serapide.
Questa immagine standard di Gesù sarebbe la stilizzazione di una figura, il Man-
dylion, che appariva su di un'altra presunta Sindone conservata ad Edessa (Ur-
fa/Turchia).
Il 3 Settembre del 590 viene nominato papa Gregorio I, in seguito santificato e defi-
nito "magno". Uno dei peggiori oscurantisti che la storia ricordi.
Nemico ed oppositore di tutte le scienze, del pensiero razionale, della cultura greco-
romana e della filosofia viene ricordato per una lettera (passata alla storia) inviata
al vescovo di Vienne (Francia) dove testualmente si legge:
"...abbiamo sentito una voce, che non posso riferire senza disonore; sembra che nella
tua congregazione si insegni la grammatica".
Aveva perciò tutti i numeri e le qualità per essere poi proclamato "santo e magno"!
In questi anni il simbolo del crocifisso entra decisamente a far parte del bagaglio
263
dei simboli cristiani. Si elimina lentamente la croce a forma di T che viene sostituita
con la "croce latina", come siamo abituati a vederla.
Per qualche tempo l'occupante della croce sarà un agnello e non un uomo.
A Roma questo simbolo era stato importato dall'India alcuni secoli prima dell'era
cristiana. I primi cristiani avevano ripudiato il simbolo della croce perché ritenuto
pagano. Per le prime immagini di Gesù avevano preferito il simbolo del "Buon Pa-
store" che porta sulle spalle un agnello.
E' l'anno d'inizio del calendario musulmano. Maometto (570-632 e.v.), insediato a Medina,
completa la stesura del Corano, testo sacro dell'Islam.
I musulmani, guidati dai quattro califfi e dalla Dinastia Ommiade, conquistano l'A-
frica del nord, la Spagna ed il Vicino Oriente. Questo comporta, da parte del cri-
stianesimo, la perdita della Terrasanta, della Siria, di 3 dei suoi 5 patriarcati e di
alcune regioni da lungo tempo cristianizzate. Il patriarcato di Roma si avvale di
questa situazione che favorisce l'aumento del proprio prestigio in ambito europeo.
Il vescovo di Saragoza fa una strana ammissione: non dice che il sudario di Gesu
(Sindone) sia "autentico" ma bensì che non può essere definito "superstizioso" chi
crede che lo sia. Che sottigliezza!
Dopo quasi 700 anni!! Ne consegue, e si sancisce, che tutti i riferimenti dei Vangeli
canonici a "fratelli e sorelle di Gesù" devono essere intesi come riferimenti a parenti
prossimi.
La solita enorme e proterva stupidaggine sviluppatasi da un errore di ...traduzione
e imposta ai devoti beoti.
In lingua ebraica vergine corrisponde a bethulah mentre almah significa solo "gio-
vane donna" o, se è permessa la licenza, "signorina" (non necessariamente vergi-
264
ne). Sono stati scambiati i ...termini.
Il Concilio di Ieria (754) approva il bando che impone la distruzione delle immagini
sacre, emesso nel 730 dall'imperatore di Costantinopoli Leone III e in seguito reite-
rato da Costantino V.
Nasce così "l'iconoclastia" che, con alterni sussulti, si trascinerà sino all'843, sopra-
tutto nei patriarcati sotto il controllo di Bisanzio.
Il papa di Roma non è d'accordo e, con il Secondo Concilio di Nicea (787 e.v.), abo-
lisce quanto disposto precedentemente a Ieria e ripristina l'uso e la devozione per le
immagini sacre.
Il 25/12 il papa Leone III pone la corona imperiale sul capo di Carlomagno, re dei
Franchi. In fondo qualche riconoscimento gli era pur dovuto dopo tutto quello che
aveva fatto per la Chiesa!
Carlomagno, nel 782 d.C., aveva convertito sbrigativamente, alla nuova fede,
la Sassonia.
Il metodo era stato semplice ed efficace: chi non accettava il battesimo veniva
immediatamente decapitato alla presenza, confortante et benedicente, dei
prelati rappresentanti la chiesa romana.
Circa 4500/5000 Sassoni furono così sterminati in pochi giorni.
Si era scornato contri i mori ed i baschi a Roncisvalle.
Per proteggere la Chiesa e convertire le masse era venuto alle mani con lon-
gobardi, bavaresi, frisoni ed ungari e li aveva devotamente massacrati.
Aveva fissato i confini dello stato clericale, incorporando in questo fantoma-
tico regno l'Italia centrale e una buona parte di quella settentrionale.
265
Naturalmente si trattò di una grandiosa buffonata. Il fatto stesso che l'imperatore
ricevesse la corona dal papa era una prova, per i giuristi filo-pontifici, che il Potere
Spirituale era superiore al Potere Temporale.
Tardivo sussulto di malintesa ierocrazia.
Basandosi su questo ragionamento il papa si oppose (o cercò di controllarla), per
tutto il Medioevo ed oltre, all'autorità dei vari imperatori fomentando situazioni di
disordine e di torbidi interni.
In questo anno pare che il soglio di san Pietro sia stato occupato da una donna: la fantomatica
Papessa Giovanna che assunse il nome ...d'arte di Giovanni VIII. Nascondendo la sua natura
sotto abiti maschili, diventa segretario particolare di Leone IV(?) che, alla sua morte, la designa
come successore. Resa incinta da un suo amante, nasconde la sua gravidanza, ma finisce col
partorire in mezzo alla strada, durante una processione. Il popolo romano, sdegnato, la riduce in
poltiglia.
La chiesa, a partire dal suo successore Benedetto III, ha fatto il possibile e oltre per cancellarne
la memoria e tramandarla ai posteri come una leggenda.
Resta il fatto che in S. Giovanni Laterano esiste una sedia di marmo bucata con la quale, in tem-
pi andati, si controllava il sesso dell'erigendo papa.
(Fonte: Guglielmo di Occam)
Viene ufficializzato dal papa Nicola I il "nuovo canone" della religione cristiana. E'
una ulteriore elencazione di libri da recepire o da ritenere come fondamentali per il
credo cattolico. Viene formalizzato anche l'elenco dei libri da rifiutare e da distrug-
gere perché non conformi ai principi teologici ortodossi.
266
Tevere.
La storia di santa madre chiesa è fatta anche di queste piacevolezze!!!
Il papa Giovanni XIII condanna a morte 24 cittadini romani che si erano ribellati
alle sue assurde imposizioni.
La fantasia dei preti per arraffare quattrini agli sprovveduti ha dell'incredibile! L'ultima tro-
vata, di pochi anni fa, è stata quella di pretendere dal Comune di Roma, la destinazione al
"sacro ventre di nostro signore", delle monetine gettate dai turisti nella ...Fontana di Trevi.
Il culto della Madonna ha stentato molto ad affermarsi anche a causa delle scioc-
chezze formulate a Efeso nel 430. Dopo le prime sollecitazioni risalenti al III Secolo,
ad opera di Teodosio II, è solo in questo secolo che la devozione per la Madonna
con il Bambino si consolida. E' una tardiva ripresa di un mito risalente al culto di
Horo, in parte già recepito dalle sette gnostiche e poi trascurato e passato in secon-
do ordine e quindi poco seguito. Per motivi mai spiegati molte delle madonne nate
in questo periodo sono dipinte di nero. Oggi, di queste madonne nere se ne contano
oltre 400, sparse un po' ovunque.
267
E' l'ennesimo tentativo di supremazia maschilista sulla donna, soggiogata all'autorità paterna,
fraterna e del marito. La donna sottomessa, priva dei propri slanci e delle proprie ambizioni,
diventa una bestia da ingravidare per generare altri citrulli da aggiogare al carro della chiesa.
L'idea che la donna (la metà del genere umano!) sia un essere inferiore ed indegno, da trattar-
si alla stregua di un animale, ha origini antiche, riportate nella Bibbia e riprese poi dalla teo-
logia cristiana.
Secondo questa teologia, il destino della donna è di obbedire, servire l'uomo e stare in silenzio.
Tutto questo perché, secondo quella massa di untuosi cretini, definiti padri della chiesa, è sta-
ta la donna a cedere alle tentazioni del serpente e a indurre l'uomo al peccato.
Paolo a questo proposito non scherza. Nella lettera 1 a Timoteo 2,11-15, è alquanto perento-
rio: "La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di in-
segnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché
prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna
che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a
condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia".
Anche Tertulliano da Cartagine (160-225 e.v.) non ha dubbi: "E non sai di essere Eva? In que-
sto mondo è ancora operante la sentenza divina contro codesto tuo sesso: è necessario che duri
anche la condizione di accusata. Sei tu la porta del diavolo, sei tu che hai spezzato il sigillo
dell'Albero, sei tu la prima che ha trasgredito la legge divina, sei stata tu a circuire colui che il
diavolo non era riuscito ad aggirare; tu, in maniera tanto facile hai annientato l'uomo, immagi-
ne di Dio; per quello che hai meritato, cioè la morte, anche il figlio di Dio ha dovuto morire: e
hai ancora in animo di coprire di ornamenti le tue tuniche di pelle?"
E ancora Filone di Alessandria (I sec. d.C.): "Poiché il progresso non è altro che la rinuncia al
genere femminile che viene trasformato in maschile; poiché il genere femminile è materiale, pas-
sivo, corporeo e percettibile ai sensi, mentre quello maschile è attivo, razionale, incorporeo e più
affine alla mente e al pensiero."
Occorre anche rammentare che per gli ebrei misogini le mestruazioni erano ritenute una gra-
ve impurità, per cui le donne in ciclo dovevano indossare particolari sonagli. (Lev. XV 19
agg.)
Origene era talmente terrorizzato dal diabolico pericolo del fascino femminile da arrivare ad
amputarsi da solo i testicoli.
Questa pratica (autocastrazione) venne in seguito proibita dal Concilio di Nicea (325), ed è sta-
to un vero peccato, viste le tendenze dei nostri "padri" moderni nei confronti dei loro parroc-
chiani minorenni.
Nei secoli seguenti alcune donne verranno santificate, per motivi di contingente opportunità e
convenienza (anche al cavallo si da lo zuccherino per tenerlo buono), ma l'idea della naturale
inferiorità della donna è tuttora dominante.
E' curioso come nel corso dei secoli i pittori abbiano sempre dipinta la madonna con i capelli
biondi; essendo una ebrea palestinese avrebbe dovuto essere di carnagione e di peluria scura.
Dobbiamo arrivare al XIX secolo per osservare una rinascita dei culti dedicati alle dee, ad e-
sempio la religione Wicca, che si basa su di un equilibrio di parità tra il dio e la dea, ridonan-
268
do al donna le sue originarie prerogative. Naturalmente la chiesa è corsa ai ripari definendo il
movimento Wicca come "stregoneria bianca".
L'ultima tesi sostenuta per l'emarginazione della donna è quella di Luitzen Egbertus Brouwer
(Olandese, 1881-1966. Autore di alcuni testi sull'Intuizionismo e Teoria del Punto Fisso).
Brouwer era un filosofo che ha vissuto e prosperato all'ombra del nazismo; uno dei pochi tol-
lerati dal cattolicissimo Hitler. Negli anni 30 del secolo scorso aveva colto il plauso della Ger-
mania nazista con la seguente dichiarazione:
L'usurpazione di un qualunque lavoro da parte della donna lo degraderà automaticamente ed i-
nesorabilmente, rendendolo ignobile. Quando tutto il lavoro produttivo sarà reso oscuro ed igno-
bile dal socialismo, verrà svolto esclusivamente da donne.
Nel frattempo gli uomini occuperanno il loro tempo secondo le loro capacità ed attitudini, dedi-
candosi agli sports, alla ginnastica, allo studio della filosofia, al giardinaggio, alla lotta, ad inta-
gliare il legno ed a tutto ciò che all'epoca sarà considerato un lavoro nobile, anche giocarsi al ta-
volo verde quello che le loro mogli avranno guadagnato.
Brouwer deve aver letto (e mal digerito) la storia del regno di Butua (Aline e Valcour di De
Sade), dove i negroni costringono le mogli a:
- lavorare come schiave
- soddisfare tutte le loro pulsioni proibite
- essere mangiate, tanto per variare la dieta
- ed altre amenità del genere.
(Rif.725)
Figliuol mio, bassa gli occhi a terra, non le guatare, ch'elle son mala cosa. (Boccac-
cio/Decamerone)
Nel 1054 si conclude una grave crisi tra la Chiesa d'Oriente e quella romana. Si
trattava di accordarsi:
269
papa non aveva né le risorse né gli uomini necessari.
E, neanche a dirlo, seguì il solito rituale di reciproche scomuniche, tra Leone IX ed
il patriarca Michele Cerulario, con invocazioni, allo stesso Dio, di annientare il ri-
vale.
Con una strana forma di rivalsa, il clero cattolico bandisce l'uso delle forchette, as-
sai diffuso nel Vicino Oriente, additando l'utile posata come simbolo e strumento
del demonio. L'uso della forchetta a tavola costituiva peccato riscattabile pagando
tre messe. Può sembrare incredibile ma questa proibizione si è protratta sino al
1600.
Il papa Urbano II, con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle, dà inizio ad uno dei
più spregevoli e miserabili misfatti di "santa madre chiesa": le crociate. Susseguite-
si, con alterne riprese, sin verso l'inizio del 1300, produrranno qualche milione di
vittime.
Come cavallette attraversano molti paesi europei, lasciandosi dietro una spaventosa
scia di sangue trucidando, en passant e un po' ovunque, dai 12000 ai 15000 ebrei, di
cui si rammentano:
- 800 vittime a Worms (Germania)
- 700 vittime a Magonza (Germania)
- 4000 ungheresi
nonché migliaia di vecchi, donne e bambini bruciati vivi nella città turca di Nikaia.
Ma non basta: il 3 Giugno 1098, dopo la conquista Antiochia, di Marra ed altre lo-
calità, il massacro viene esteso ad altre migliaia di vittime, con casi di cannibalismo
270
ad opera delle stesse schiere cristiane.
Alla fine giungono finalmente a Gerusalemme dove, nel 1099, il governatore (mu-
sulmano) della città tratta la resa con i fanatici del papa, a condizione che venga
comunque risparmiata la popolazione civile.
Neanche a dirlo! Appena entrati in città i crociati sfogano i loro istinti bestiali stu-
prando, violentando, uccidendo e distruggendo tutto ciò che si para loro inanzi.
Moschee e sinagoghe diventano il teatro di un immane massacro e, alla fine, i "sol-
dati di cristo" si riuniranno per un solenne Te Deum cosparsi e immersi nel sangue
dei massacrati. E dopo avranno l'enorme soddisfazione di dichiarare: "Tutto ciò
che respirava nella città è stato eliminato"
Un cronista dell'epoca (Albert Aquensis) riporta: "...e la davanti (al Tempio) si svol-
se una tale mischia cruenta che i cristiani si trascinavano nel sangue dei nemici fino
alle nocche dei piedi ... le donne, che avevano cercato scampo negli edifici alti e nei
palazzi turriti, furono buttate giù a fil di spada; i bambini, anche i neonati, li tiravano
a pedate dal petto delle madri, o li strapavano dalle culle, per poi sbatterli contro i mu-
ri o le soglie."
Per contro, Guglielmo di Tiro arcivescovo, dichiarava tutto soddisfatto: "...felici,
piangenti per l'immensa gioia, i nostri si radunarono quindi dinanzi alla tomba del
nostro salvatore Gesù, per rendergli omaggio e offrirgli il loro ringraziamento."
Le stime per Gerusalemme sono incerte, si presume che 40000/70000 persone siano
state massacrate nel solo mese di Luglio '99: in maggior parte donne e bambini.
Per inciso, e vale per tutta questa succinta cronologia, occorre ricordare che la "caccia all'e-
breo" a cura dei "volenterosi" cristiani non ha mai avuto soste. Per la maggior gloria di dio, si
calcola che dall'anno 1000 e sino all'anno 1890 circa, sia mediante cacce vere e proprie o con
progroms ed altre pie scuse, i devoti cattolici unitamente ai protestanti, agli ortodossi ed altre
bestie del genere hanno sterminato almeno 500000 ebrei sparsi un po' ovunque.
Di fronte a questi santi esempi il cattolico Hitler poteva essere da meno?
In questo anno viene fondato l'Ordine dei Cavalieri Templari, ufficialmente con lo
scopo di fornire scorta e protezione ai pellegini che si recano in Terra Santa. Ini-
zialmente l'ordine godette della protezione del monaco Bernardo di Chiaravalle (i-
stigatore delle crociate e poi santo) che ne dettò la Regola.
(Rif.376)
271
A tempo perso, manda anche al rogo chi non è d'accordo con le sue politiche, e cioè
Arnaldo da Brescia e Gilberto da Porrata, tanto per citare i più noti.
Lo sapevate che Bernardo si vantava di aver avuto il privilegio di succhiare il latte dal seno
nudo della Madonna? (Lactatio Bernardi)
La caccia agli ebrei da parte dei devoti cattolici non conosce sosta:
Agli inizi del secolo Costantinopoli era talmente piena di reliquie da far pensare che
esistesse una vera e propria industria con le sue fabbriche. Ed in effetti di questo si
trattava.
Costantinopoli era un passaggio obbligato per i Crociati/Pellegrini che andavano o
venivano dai territori siro-palestinesi (meta: Gerusalemme), tutti desiderosi di por-
tarsi a casa una testimonianza della loro impresa.
Economicamente parlando, vista l'esistenza di una insistente domanda di mercato,
era inevitabile che l'offerta si organizzasse, inizialmente a spese dei citrulli e poi dei
furbi e degli speculatori che avevano fiutato l'affare.
Ebrei, veneziani e sopratutto genovesi, dopo la batosta del 1182, nuovamente ben
sistemati nei loro quartieri, cominciarono a darsi da fare.
Si producevano a ritmo serrato reperti facili da imitare, ma non solo quelli:
272
Frammenti dell'oro portato dai Magi
I cesti (12) che erano serviti alla raccolta degli avanzi, dopo la moltiplicazione
dei pani e dei pesci
Troni di Davide, riccamente lavorati
Le trombe di Gerico
Cataste di tavole rudimentali provenienti dall'Arca di Noe
Corone di spine
Frammenti e chiodi della vera croce
Tuniche e mantelli di Gesù
Canne della flagellazione
Spugne (un po' secche) che si dicevano imbevute di fiele ed aceto
Tozzi di pane avanzati nell'ultima cena
Peli della barba di Gesù
Vesti di Maria
Piume dell'Arcangelo Gabriele, (strappate dalla coda di infelici volatili)
Ossi di "questo" o di "quel" personaggio
Frammenti della mangiatoia di Betlemme
Tante lance di Longino da armare una legione
Ecc., ecc., ecc.
Tra gli articoli più costosi, che pochi potevano permettersi, c'erano gli "autentici"
prepuzi della Circoncisione di Gesù. Costosi perché era difficile procurarsi prepuzi
di neonati senza rischiare la galera e poi dovevano essere mummificati/essicati e
confezionati in pregiati contenitori di cristallo, oro e pietre dure. Se ne ricordano
un paio giunti in Europa, in epoche anche diverse, e proposti, per qualche secolo,
alla adorazione dei fedeli a Calcata (Viterbo) e a Puy-en-Velay (Francia).
Viceversa un articolo che proprio non "tirava" erano le giare della trasformazione
dell'acqua in vino: troppo pesanti, ingombranti e fragili da trasportare.
Si diceva: Chi vuol fare fortuna a Costantinopoli vende reliquie, chi vuol farla tor-
nando a casa le compra per poi rivenderle. Infatti qualsiasi stupidaggine arrivasse in
Europa, trovava subito qualche vescovo compiacente pronto ad "autenticarle" per
poi rivenderle a qualche ricco babbeo, oppure a collocarle nelle varie chiese come
specchietti per le allodole.
(Rif.710,757,***)
L'Arca dell'Alleanza
Le tavole di Mosè
La verga di Aronne
273
Un'ampolla con la manna
....
Il telo della Veronica
Le teste di Pietro e Paolo
Un abito della madonna
Un vestito di Giovanni il Battista
Il tavolo dell'ultima cena
Pani e pesci avanzati
L'immancabile frammento della croce
Il cordone ombelicale e il prepuzio di Gesù.
Comunque se avete sei euro da buttare (tariffa 2004), e se siete disposti a farvi prendere per i
fondelli, potete sempre visitare le Catacombe di S. Sebastiano in Roma dove, alla fine del tour, vi
faranno ammirare una delle frecce che aveva trafitto il martire, nonché (e questo è veramente in-
teressante) l'impronta dei piedi di Gesù su di un sasso della via Appia Antica.
Se invece siete propensi al risparmio, potete ammirare gratis le suddette impronte anche in una
chiesa poco distante (chiesa del "Quo Vadis?"). Quello che veramente impressiona è la lunghez-
za di dette impronte che, oggi, potrebbe corrispondere in calzoleria, alla misura 48-50; con buona
pace dei ...regnanti inglesi.
E' stato detto che è la fede degli uomini a rendere credibili e venerabili anche le reliquie più
improbabili.
Verità sacrosanta!
Anni or sono, un giovane, fantasioso imprenditore americano, cavalcando l'onda emotiva cau-
sata dalla immatura scomparsa di una grande attrice, ha racimolato un bel po' di quattrini
esponendo, nella saletta di un club privato, un paio di mutandine di Marilyn Monroe. Però,
dopo qualche tempo, fu costretto a chiudere lo show perché le mutandine erano risultate false.
In realtà appartenevano a sua sorella che lo aveva denunciato in quanto non voleva dividere
equamente i profitti dell'impresa.
(Rif.***)
Il cattolicissimo Hitler ha speso un sacco di tempo, denaro ed energie per entrare in possesso
di una "vera" lama della lancia di Longino, ritenendo che essa, come molti altri "sacri" ogget-
ti, avesse dei poteri occulti. E' stato fortunato nelle sue ricerche, aiutato anche dallo scodinzo-
lante nunzio apostolico che, all'epoca, era gradito ospite nei saloni della Cancelleria del Terzo
Reich. Oggi questo straordinario reperto dovrebbe essere ancora conservato nella cattedrale
di Braunschweig.
Questo è l'anno della quarta crociata e del sacco di Costantinopoli, durante il quale
i "devoti crociati", istigati da Innocenzo III, mettono la città a ferro e fuoco per co-
274
stringere il Patriarca ortodosso a sottomettersi al volere di Roma e soprattutto con-
sentire ai ...mercanti veneziani di occupare posizioni di privilegio nel commercio
con i paesi orientali.
A chi interessa ancora Gerusalemme e il santo sepolcro, da tempo ormai devota-
mente spolpati?
INSERTO 23 - Le Eresie
Il periodo storico che va dall'anno 1000 al 1400 (e forse sino ai nostri giorni) segnala il fiorire
di un numero, difficilmente quantificabile, di una serie di predicatori che la chiesa dichiarerà
poi eretici, perseguitandoli e uccidendoli "devotamente". Si tratta di predicatori, ingenua-
mente illusi, determinati a diffondere una nuova concezione di idee in netto contrasto con le
abitudini e i costumi del loro clero contemporaneo.
In questo periodo, (come da sempre, per chi lo vuol vedere) la chiesa sta mostrando il suo vero
volto bugiardo e capezzatore, ostentando con protervia e senza pudore:
Il papa Innocenzo III bandisce la "crociata" contro l'eresia dei catari: il re di Fran-
cia, fiutando l'affare, raduna parecchie migliaia di cavalieri ambiziosi o disperati
che devastano le città della Francia meridionale e provocano migliaia di morti.
Lo scopo del re di Francia era di impadronirsi dell'attuale sud di questa nazione, allora conside-
rato come un paese a sé e tutt'altro desideroso di assogettarsi ai voleri di Parigi. Grazie a questa
crociata (combattendo contro la quale verranno sconfitti e moriranno il conte di Tolosa ed il re
d'Aragona), il Midi viene così umiliato, impoverito, devastato e privato dell'autonomia politica,
aprendo la strada alla Francia nazionale (che per tutta la modernità seminerà guerre e racco-
275
glierà tempesta per via delle ambizioni dei propri governanti).
La letteratura provenzale, che aveva partorito quelle canzoni che rallegrarono le corti di mezza
Europa medievale, finì praticamente di esistere di fronte all'imposizione forzata del francese. Da
notare che si è recentemente supposto che parecchi trovatori fossero catari, per via del loro can-
tare l'amore sublimato e masochista che rispecchia l'anelare cataro a dio.
(Rif.725)
La setta catara (anche albigesi, dalla città di Albi nella Linguadoca), allo scopo di
rendersi indipendente dalla struttura e dalla burocrazia sfruttatrice della chiesa
romana, aveva elaborato una propria teologia, improntata alle idee del pope Bogo-
mil, fondata sul dualismo Dio e Demonio (una ripresa del concetto manicheo del
bene e del male). Sviluppatasi rapidamente, già nel 1167, la setta aveva tenuto un
Concilio proprio diretto da un loro papa di nome Niceta.
A differenza dei cattolici essi, ritenevano l'uomo portatore di per sè stesso di "luce
divina" e negavano:
Per i catari Gesù era un profeta illuminato, sposato con Maria Maddalena, mentre
ritenevano Giovanni Battista un demone. I fedeli si dividevano in due categorie:
credentes e perfecti. Questi ultimi erano quelli che avevano ricevuto il consolamen-
tum, (battesimo adulto) cerimonia che mondava l'anima dai peccati e obbligava i
perfecti ad una vita di astinenza, di privazioni (in estremo: sino alla morte per fa-
me) ed alla predicazione del credo.
Si calcola che dal 1208 al 1255 (fine della "crociata") siano stati massacrati in Lin-
guadoca circa 100.000 persone di cui:
- 20000 a Béziers
- 5000 a Marmande
- molti altri in varie località della Linguadoca.
Nel 1244, nella fortezza di Montségur (Pirenei) i 210 catari, fatti prigionieri, venne-
ro condotti a valle e bruciati in un gigantesco rogo.
In Italia si rammentano inoltre i 200 catari arsi vivi a Bagnolo e nell'arena di Vero-
na, ancora nel Febbraio del 1278.
L'interesse intorno alla vicenda dei catari venne risvegliato, negli anni trenta del 1900, da uno
scrittore tedesco: Otto Rahn (1904-1939).
Rahn, membro delle SS e pseudo-storico, è stato l'autore di un libro di fanta-storia la: Crocia-
ta contro il Graal che attirò l'attenzione dei vertici della gerarchia nazista, sempre a caccia di
reliquie a sostegno delle idee nazionalsocialiste e dell'auspicato millenarismo del III Reich.
276
(Vedi anche: lancia di Longino, anni 359 e 1200).
Incaricato da Hitler e da Himmler, Rahn fece indagini e scavi dalle parti di Monteségur, alla
vana ricerca di questo fantomatico Graal e delle prove dell'esistenza di una "antichissima ci-
viltà ariana".
Ricerche inutili estese poi anche all'Egitto, al Tibet e al Nord Europa/Artico, sino ai primi an-
ni della II Guerra Mondiale.
In questo periodo prende consistenza anche l'"eresia" valdese, fondata nel 1176 dal
mercante lionese Pietro Valdo e che, inizialmente, sfuggirà alle persecuzioni tro-
vando rifugio nelle alte valli piemontesi. Valdo è stato condannato, per le sue predi-
cazioni, nel 1184 e poi scomunicato nel 1215.
Innocenzo III concede a Francesco d'Assisi il permesso di istituire l'ordine dei fran-
cescani mendicanti.
Nella sua impostazione originale (come chiesa dei "poveri") durerà poco. Subito
dopo la morte di Francesco, l'ordine si affretterà a riformarsi seguendo gli andazzi
del tempo: inganno, avidità, cupidigia e sfruttamento dei credenti.
(Rif. 820)
Sulla storia e sulle vicende di questo presunto santo ci sarebbe molto da dire.
Il "poverello d'Assisi" era tutt'altro che una persona mite, una devota "pecorella di dio". In-
fatti, alla sua morte, la chiesa si affretterà a diffondere un falso testamento spirituale per ar-
ginare la sua nuova dottrina, pregna di connotazioni naturalistiche, magiche e druidiche, in
grado di infliggere, alla ottusa clericocrazia papale, notevoli danni di immagine e finanziari.
277
ANNO: 1215 (e.v.)
L'inquisizione e la caccia alle streghe ed agli eretici hanno costituito un affare co-
lossale che ha procurato alla chiesa una incredibilmente solida posizione finanziaria
ed immobiliare.
L'istituto della inquisizione è tuttora vivo e si maschera sotto la "pia" dizione di
Congregazione per la dottrina della fede, della quale era prefetto il card. Ratzinger,
ora pontefice.
278
In pratica la chiesa ha reintrodotto l'uso del sacrificio umano agli dei, abbandonato agli albori
della storia e rifiutato dalla cultura pagana.
Solo che ora non si tratta più di giovinetti e di vergini; le vittime prescelte per il "sacrificio"
sono in genere persone che possiedono qualcosa (ma che non sono abbastanza ricche e potenti
per difenderlo) su cui il prete a messo gli occhi e che finirà inevitabilmente nelle casse della
chiesa.
A volte si trattava di poveri disgraziati odiati da tutti per via di assurdi pregiudizi. Raramente la
chiesa salverà queste persone, in quanto pochi inquisitori, a loro rischio e pericolo, cercavano
con serietà le prove della magia e della comunione con Satana. E siccome si dà il caso che la
magia non esista, è ovvio che davanti ad una ricerca approfondita ed accurata, quasi tutti i so-
spetti venissero a cadere, non potendo disporre di prove oggettive. Solo che in tal caso veniva a
cadere anche il "busines", che era poi ciò che contava.
(Rif.725)
279
Fascino o magia delle cifre tonde?
In questi anni imperversa un altro cattolico "d.o.c.": Luigi IX, re di Francia, che
verrà successivamente (1290) proclamato santo.
Si distingue per il suo assurdo bigottismo, come promotore di disastrose crociate e
come sadico torturatore di eretici.
Un nuovo astro fa la sua apparizione nel firmamento della chiesa e partorirà la sua
"Summa Theologica", ancor oggi un testo fondamentale per le sottigliezze teologi-
che della chiesa stessa.
Si tratta di Tommaso d'Aquino:
che recita:
Per quanto riguarda gli eretici, ci sono due cose da considerare, una dal loro punto di vista,
un'altra dal punto di vista della chiesa. Coloro per i quali essi non solo meritano di essere sepa-
rati dalla chiesa colla scomunica, ma anche d'essere cancellati dal mondo colla morte. In effetti,
è molto più grave corrompere la fede che falsificare le monete che servono alla vita temporale. Di
conseguenza, se i falsi coniatori o gli altri malfattori sono immediatamente messi a morte dalla
buona giustizia dei principi secolari, tanto più gli eretici, specie se sono convinti d'eresia, posso-
no non solo essere scomunicati ma anche, molto giustamente, messi a morte.
A Londra vengono diffuse false accuse di omicidi rituali perpetrati dagli ebrei ai
280
danni dei cattolici. E' un'ottima scusa per impiccare 267 membri della sinagoga.
"Io dò importanza alla vita di un altro quanto ne posso dare ad un fagiolo. Gli uomini
hanno un'anima del tutto uguale a quella delle bestie. Il vangelo insegna più menzo-
gne che verità; il parto di una Vergine è assurdo; l'incarnazione del figlio di Dio è ri-
dicola; il dogma della transustanziazione è una pazzia. Le quantità di denaro che la
favola di Cristo ha apportato ai preti è incalcolabile. Le religioni sono state inventate
dagli ambiziosi per ingannare gli uomini. Gli ecclesiastici non possono comunicare
con il popolo perché la loro fede e la loro credenza non è la stessa. L'abbandonarsi ai
piaceri sessuali con una bambina o con un ragazzo è un atto da considerarsi privo di
peccato come stropicciarsi le due mani insieme. Il nostro scopo è quello di vendere
nelle chiese tutto ciò che gli idioti vogliono."
Queste sono le parole di papa Bonifacio VIII (1235-1303) riportate dallo studioso e storico Je-
an Villani che descrive questo papa come un prete crudele, ambizioso, vizioso, cupido ed egoi-
sta. Le parole pronunciate da Bonifacio VIII sono state riportate da Jean Villani (1276-1348)
nella sua opera "CRONICA" che scrisse in seguito ad un'idea che gli venne mentre si trovava
a Roma per il giubileo (1300) indetto da Bonifacio VIII. Jean Villani, contemporaneo di Boni-
facio VIII è considerato il maggiore esponente del 1300 della storia fiorentina con tutte le re-
lazioni che Firenze aveva avuto, dai tempi più antichi ai contemporanei, con il mondo esterio-
re. La "Cronica" comprende dodici libri. Le parole attribuite a Bonifacio VIII sono in uno
degli ultimi libri della serie. Villani non ha scritto in latino ma in italiano. La sua prosa viene
ritenuta così avanzata nello stile letterario da superare lo stesso suo contemporaneo Boccac-
cio.
(E. Montesi)
281
Gran Maestro dell'Ordine, Jacques de Molay, prima di essere ucciso (1314), viene
interrogato dall'Inquisizione, inchiodato ai polsi, ad una porta.
Il 21 Gennaio 1793, quando verrà giustiziato Luigi XVI, una voce levatasi dalla folla lì presente
esclamerà: "Jacques de Molay, sei vendicato!"
(Rif.376)
Si apre un nuovo perverso businness per la "santa" chiesa: la caccia alle streghe ed
agli eretici. Lo scopo era quello di sequestrare ed incamerare i beni delle vittime a
favore del clero e di un ristretta minoranza di sicofanti (giudici, delatori, ecc.)
Nessun storico è mai riuscito a quantificare il numero delle vittime. Si parla di circa
1.500.000 disgraziati, orrendamente torturati, mutilati e bruciati sul rogo.
E dato che il diavolo, poveraccio, non poteva fare tutto da solo, si pensò, ovviamente, di indi-
viduare in terra i suoi aiutanti (cioè streghe, maghi ed eretici vari) da catturare e punire con-
venientemente, attribuendo loro poteri diabolici quali il volo notturno, il sabba ed altre fanta-
siose capacità malefiche.
E' stata la naturale, assurda e "redditizia" reazione del prete, a partire dal 1300 e sino all'ini-
zio del 1700, al fatto che l'Europa (ma non solo) sia stata travagliata da una profonda crisi e-
conomica ed esistenziale dovuta, prima, alla paurosa peste nera che, a partire dal 1346, ha
spopolato tutti i paesi generando conseguentemente una estesa carestia ed una profonda crisi
economica, causa di centinaia di sollevazioni del mondo contadino ridotto alla fame; a questo
si deve aggiungere l'avvento del luteranesimo, le guerre di religione e la presa di coscienza
dell'esistenza di un papato marcio e decadente.
Alla domanda che il popolo si poneva:
Divenne allora cosa agevole al prete individuare astutamente gli aiutanti del diavolo in terra e
perseguitarli con la tortura ed il rogo
E' praticamente impossibile stabilire quante siano state le vittime di questa "cristiana" follia.
Si ritiene attendibile una stima di 1.500.000 persone, a partire dal 1340 al 1800 e oltre.
A seguito si elencano alcuni casi eclatanti, certamente non esaustivi. Per tutto il resto si ri-
manda ai numerosi studi specializzati riguardanti l'Europa e l'America.
283
- 1562 Oppenau (Germania): 300 persone bruciate vive
- 1562 Wiesensteig (Germania): 63 persone bruciate vive
- 1562 Obermachtal (Germania): 54 persone bruciate vive
- ecc., ecc., ecc., ....
Dopo la vendita delle indulgenze ecco un altro business di tutto rispetto, durato almeno quat-
tro secoli.
(Rif. 825)
A partire da questo anno la peste nera dilaga in Europa con conseguenze devastanti.
Diffusa dalle pulci dei ratti neri, si manifesterà in tre ondate sucessive (sino al 1402)
con effetti, sulla popolazione e sull'economia, oggi difficilmente immaginabili.
Ciò che è accaduto in questi anni è difficile e complesso da descrivere ed, in fondo,
va oltre le finalità di questa cronologia.
Diamo solo qualche breve cenno per rammentare la smodata foia di potere assolu-
to, che è sempre stata una costante del clero, e che ha indotto protervi individui a
scannarsi vicendevolmente al fine di deporre il loro deretano sul trono di Pietro.
Questo periodo è passato alla storia come il Grande Scisma d'Occidente sul quale la
chiesa ha fatto di tutto per sminuire, mascherare, alterare fatti e motivazioni allo
scopo di distrarlo dall'attenzione dei credenti più allocchi.
Visto che il papa dovrebbe essere il delegato del Cristo in terra, allora dobbiamo
supporre che il detto Cristo, in questi anni, si sia distratto ed abbia fatto una gran-
de confusione nell'attribuire le sue sante "deleghe".
Infatti, in questo periodo si sono avuti, a volte, due ed altre volte, anche tre papi
contemporaneamente che, ciascuno dalla propria precaria tana, si sono devotamen-
te combattuti, maledetti, delegittimati, scomunicati ed anatemizzati l'un l'altro ac-
cusandosi, a vicenda di essere, ognuno, antipapa all'altro.
Solo nel 1415 Martino V (1415-1431) è riuscito a rassettare la pattumiera della
chiesa, ritornando ad essere unico pontefice.
Solo per memoria, ecco un breve elenco dei galantuomini interessati:
284
NOME
A. ELEZ.
A. FINE
Urbano VI
1378
1389
Clemente VII
1378
1394
Bonifacio IX
1389
1404
Benedetto XIII
1394
1423
Innocenzo VII
1404
1405
Gregorio XII
1409
1415
Alessandro V
1409
1410
Giovanni XXIII
1410
1415
Clemente VIII
285
1423
1429
idem
1425
1430
(Rif. 725)
John Wycliffe (1328-1384) prete di Lutterworth, nel 1380 traduce la Bibbia in in-
glese e la consegna alla setta dissidente ed eretica dei "lollardi". La chiesa, che ha
sempre osteggiato la lettura libera della Bibbia, non glie la perdona e ancora, nel
1415, durante il concilio di Costanza, ordina che i suoi resti vengano esumati e dati
alle fiamme.
Circa 3000 ebrei di Praga sono stati macellati da uomini di "provata fede cattoli-
ca".
In Spagna (Andalusia) una enorme "purga" si abbatte sugli ebrei qui residenti.
Circa 25.000-30.000 vittime, preventivamente marchiate secondo le "sante" dispo-
sizioni a suo tempo emanate dal Concilio di Arles (1234 e.v.), vengono in parte am-
mazzate e le altre ridotte in schiavitù. Solo a Siviglia si contano 4000 vittime.
In questo periodo entra in uso, nella liturgia cristiana, l'ostensorio. Pare sia stato
introdotto da Bernardino da Siena (?) ma era, senza dubbio, uno strumento già in
uso presso gli antichi egizi, ai tempi di Akhenaton. Era l'immagine del disco solare,
286
dotato di raggi, simboleggiante il dio Aton.
Sisto IV, papa dal 1471 al 1484, uno dei più grandi roditori della storia della chiesa,
ha un'idea brillante.
Riprendendo alcuni concetti, già espressi nel Concilio di Lione del 1274 ed in quello
di Firenze del 1439, questo re Mida con la tiara istituisce il PURGATORIO A PA-
GAMENTO, un'area di parcheggio e di decontaminazione delle anime che, in prima
battuta, non sono finite all'inferno. Pur nella sua perversione bisogna riconoscere
che l'idea rasenta la genialità.
Del purgatorio non si sa niente; non si sa quali anime ci siano finite dentro e per
quanto tempo ci debbano restare; l'unica cosa certa (lo dice il papa!!) è che, con
opportune donazioni alla chiesa, si può abbreviare alle anime il tedio dell'attesa,
anticipando la loro ascesa in paradiso.
Tariffe precise non ce ne sono. Si sa soltanto che acquistando indulgenze più o me-
no costose si abbrevia più o meno incisivamente la permanenza in purgatorio delle
povere anime.
Su questa trovata gli storici hano versato fiumi di inchiostro e quindi è inutile di-
lungarsi più di tanto. Si può solo aggiungere che è stato uno dei commerci più im-
mondi che il prete abbia inventato. Il fiume di denaro finito nelle tasche del papa è
sintomatico del livello di imbecillità e di plagio a cui le popolazioni erano state ri-
dotte da secoli di feroce superstizione.
Il Concilio di Trento (1545-1563 e.v.) garantirà l'allegro flusso di cassa conferman-
do questo santo dogma.
Difficile definire l'istituzione del Purgatorio come una ispirazione divina. I vangeli e i padri
della chiesa che pure hanno attribuito a Gesù un sacco di cose, non ne hanno mai parlato.
Ancora nel 1930, il suo successore, Pio X, disponeva di tabelle dove erano indicati i numeri di
giorni di purgatorio che gli esponenti della chiesa potevano ipocritamente condonare:
200 i cardinali
100 gli arcivescovi
50 i vescovi
287
ANNI: dal 1484 al 1498 (e.v.)
Pare che questi siano gli anni d'oro dell'inquisizione cristiana. Infatti
in questo periodo Tomas de Torquemada (1420-1498) dà il meglio di
sé stesso. Confessore degli "illuminati" sovrani spagnoli si muove co-
me un cane sciolto mandando a morte parecchie migliaia di eretici e di
streghe. Tanto sciolto che persino il papa Innocenzo VIII si spaventa e
gli ordina di ritirarsi in convento dove finirà con lo schiattare nel
1498.
Se si dovesse dare anche solo un cenno, men che sommario, delle "ignobili piacevo-
lezze" compiute dai Conquistatori Spagnoli e altri, questa cronologia proseguirebbe
all'infinito.
E' sufficiente questo breve cenno.
Istigati da "frati missionari portatori di pace, fede e salvezza eterna", orde di misera-
bili farabutti ammazzarono, stuprarono, squartarono, rapinarono, fecero sbranare
dai cani, torturarono e bruciarono, secondo una incerta stima, circa 150 milioni di
nativi (aztechi, maia, incas ed altri).
Occorreva però rispettare le regole, una certa procedura in omaggio alla quale, do-
po aver fatti prigionieri gli indigeni e prima di ammazzarli, doveva essere letto, in
una lingua a loro incomprensibile (lo spagnolo), uno dei più infami documenti mai
partoriti da mente umana: quella cristiana; era il cosidetto REQUERIMIENTO che,
tra le altre cose recitava:
288
...garantiamo e giuriamo, con l'aiuto di Dio e del nostro potere, di penetrare nel vostro
territorio e combattervi per sottometervi all'autorità e al dominio di nostra Santa Ma-
dre Chiesa...
Ora tocca agli irlandesi. Definiti dai bravi cattolici un popolo di "selvaggi gaelici e
animali irragionevoli senza idea di dio e di buone maniere".
L'isola viene a più riprese aggredita da santi conquistatori, tra i quali Humphrey
Gilbert, che fece collocare sistematicamente, lungo le strade, decine di migliaia di
teste mozzate, monito e gloria del vero dio cristiano.
Non avendo probablmente nulla di meglio da fare, una parte del clero imbastisce
una oziosa e secolare diatriba su un argomento quale quello della ...grazia divina.
Per oltre due secoli i gesuiti di Molina sosterranno la possibilità, per l'uomo
di prodigarsi al fine di ottenere da dio la detta grazia.
Sull'altra sponda Jansen (Giansenio), basandosi sulle scritture di S. Agostino
negherà questa possibilità lasciando a dio l'iniziativa di concedere tale grazia.
La follia terminerà nel 1713 con la distruzione dell'abbazia di Port Royal, ordinata
da Luigi XIV, e con la bolla Unigenitus di Clemente XI che abolirà il movimento
giansenista.
Lettera di papa Leone X al card. Bembo - Archivi vaticani - Corr. Leone X - Vol. 3° - Scaffale
41 - 2° piano inf.
Ovviamente il vaticano l'ha occultata, spostata, smarrita o distrutta e ne nega, naturalmente,
l'esistenza.
289
Ha inizio la riforma luterana. Con il sostegno discreto ma risoluto dei governanti di
Sassonia, Martin Lutero pubblica le sue 95 tesi che compendiano il rifiuto a seguire
ulteriormente i dettami e le imposizioni del papa romano e della chiesa cattolica.
Questa decisa presa di posizione è l'atto di nascita della nuova setta luterana (pro-
testantesimo).
Ma chi era veramente Martin Lutero? Si trattava di un frate cattolico agostiniano, aggregato
all'Università di Wittemberg che, il 31 Ottobre 1517, decise di ribellarsi alla voracità, all'in-
gordigia ed alle assurde imposizioni del papato di Roma.
Nel fare questo ebbe l'appoggio e la collaborazione di Filippo Melantone, altro ecclesiastico,
professore di greco presso l'Università di Tubinga e poi in quella di Wittemberg.
In seguito Lutero ebbe l'appoggio di Andrea Carlostadio, rettore della stessa Università, che
propose ipso facto l'abolizione:
Era ora! Visto che per il clero romano, portare il cibo dell'anima al popolo significava sempre
lasciarlo con la pancia vuota; i contadini ed i cittadini, vittime ormai ben conscie di ciò, accet-
tarono senza esitare la nuova riforma.
La riforma non ebbe, al principio, una vita facile considerata la strenua e feroce reazione del
clero cattolico, saldamente incistato nei paesi di lingua germanica.
All'inizio ci fu il sostegno della nuova setta ANABATTISTA, poi ferocemente contestata che:
1. rifiutava il battesimo dei neonati, perché riteneva che lo Sprito Santo dovesse essere
accettato soltanto dalla cosciente volontà del fedele che lo riceveva
2. rifiutava la gerarchia ecclesiastica
3. si riconosceva in comunità i cui pastori venivano eletti dagli stessi fedeli
4. misconoscevano l'autorità dottrinale della chiesa e consideravano la scrittura (Bibbia)
come unica fonte di riferimento
5. rifiutavano di obbedire alle autorità secolari e pretendevano fossero le singole autorità
cristiane a governare le amministrazioni civiche
6. avversavano la ricchezza e tutte le forme secolari di culto, le immagini sacre, la chiesa e
i suoi paramenti, in nome dell'ugualianza di tutti i discendenti di Adamo.
(Una nuova forma di teocrazia che portò inevitabilmente alla loro eliminazione)
Era molto di più di quanto Lutero e i suoi seguaci si fossero proposti e questo condusse gli
Anabattisti ad una rapida decadenza ed alla persecuzione da parte degli stessi luterani.
E, alla fine, Lutero rivela sè stesso per quello che veramente è, con la seguente esternazione:
"La ragione è nemica giurata della religione e spesso mette in guardia i fedeli dalle sue insidie.
La ragione è la più grande nemica della fede; non aiuta mai la spiritualità, ma spesso e volentieri
combatte contro il verbo divino, trattando con disprezzo tutto quanto emana da dio. Chiunque
voglia essere cristiano strappi gli occhi alla ragione. La ragione dovrebbe essere eliminata in tutti
i cristiani".
In Inghilterra, Enrico VIII non ha esitazioni: visto che Clemente VII gli nega il
permesso di sposare Anna Bolena, prende il toro per le corna e:
In questo anno, su iniziativa di Ignazio di Loyola, nasce una delle più pestifere e in-
quietanti consorterie partorite dalla chiesa cattolica: l'ordine dei Gesuiti. Una ma-
fia nell'ambiente mafioso della chiesa. Tant'è che nel 1777 la chiesa stessa sarà co-
stretta ad abolire l'ordine che la stava praticamente dominando e condizionando.
L'ordine venne, alcuni anni dopo, ripristinato su nuove basi.
Oggi il capo di questa setta, il papa nero continua ad inquietare le gerarchie vatica-
ne.
291
che, per lui, la sua convinzione era che non era mai esistito.
(Rif. 710)
William Tyndale finisce sul rogo. Si era dedicato per anni a curare la stampa e la
diffusione, in diversi paesi, della traduzione inglese della Bibbia.
Sono gli anni di vita di un singolare personaggio della chiesa: Carlo Borromeo, fat-
to poi, naturalmente santo.
Terrorizzato dal fatto stesso dell'esistenza del genere femminile (!) rifiuterà per tut-
ta la vita di avere contatti, pur solo verbali, con le donne anche se sue parenti. Fin
qui fatti suoi!
Quello che invece preme ricordare è il suo accanimento contro gli attori della
Commedia dell'Arte; nel corso della sua esistenza costringerà centinaia di compa-
gnie di attori a rifugiarsi all'estero dove, per fortuna, molte fecero ...fortuna (specie
in Francia), grazie alla loro indiscussa abilità. Si sa, i commedianti corrompono l'a-
nima candida degli spettatori, li distolgono dalle loro devozioni e inducono in loro
peccaminosi pensieri: vade retro Satana!
A tempo perso promosse anche centinaia di processi per stregoneria (Val Mesolci-
na) molti dei quali conclusi con i relativi roghi purificatori.
292
ANNI: 1545 - 1563 (e.v.)
Con la stipulazione della Pace di Augusta (25 Settembre) l'Europa viene pratica-
mente divisa in due sfere di influenza religiosa, secondo il principio cuius regio eius
religio e cioè chi comanda stabilisce qual'è la religione da praticarsi sul territorio.
Quando i cosidetti cristiani parlano di pace si deve sempre attendere un massacro imminente.
Le esigenze del ventre del prete vanno ben oltre quelle del normale buon senso. Puntualmente
questa pace sfocerà, nel 1618, nella paurosa "Guerra dei trent'anni".
Si manifestano in Francia i primi segni di guerra religiosa tra gli Ugonotti (prote-
stanti/calvinisti) e i cattolici saldamente radicati nel territorio.
293
La pretesa di egemonia culturale della chiesa da origine, in questi anni, ad una delle
sue più proterve trovate: viene istituito e reso operante l'Indice dei Libri Proibiti,
che coinvolge non solo gli autori ma anche i detentori dei testi, passibili entrambi
d'accusa di eresia.
Molti autori supereranno l'impasse affidando la stampa dei loro volumi a stampa-
tori esteri, fuori dai territori cattolici.
Questo delirante indice è stato abolito solo nella seconda metà del XX secolo, non perché fosse
cambiata l'ottusa mentalità clericale, ma perché l'editoria, sfornando migliaia di titoli ha reso
troppo difficoltoso l'aggiornamento di questo vergognoso catalogo. (Pare che la sola editoria
italiana sforni, di questi tempi, da 100.000 a 120.000 nuovi titoli l'anno).
Il teologo Sigmund Feyerabend, dopo una vita di studi e di ricerche, è giunto alla
conclusione che lo stuolo di demoni agli ordini di Satana ammonta a 26 trilioni di
unità. Rapportati ai circa 6 miliardi di individui che oggi fanno parte dell'umanità,
risulta che ognuno di noi, poveri mortali, supporta 4333 demoni.
Per questo, a volte, ci sentiamo così stanchi!
294
Enrico IV, re di Francia, emana l'Editto di Nantes con il quale si sancisce la libertà
di religione degli ugonotti.
Dopo sette anni termina il processo a Giordano Bruno e il filosofo viene bruciato, il
17 Febbraio, in Campo dei Fiori a Roma.
E' stata chiamata la "guerra dei trentanni". Durante questo periodo cattolici e pro-
testanti, in nome di un dio inesistente ( e perciò becero ed indifferente), invocato da
entrambe le parti, si sono devotamente massacrati fra di loro, provocando lo ster-
minio di almeno il 40% della popolazione europea.
Nel 1631, nella sola città di Magdeburgo, rasa al suolo dai devoti cattolici, circa
30000 abitanti (metà della popolazione) verranno fatti a pezzi.
Questa folle mattanza, scatenata dai preti, termina nel 1648 con la Pace di Westfalia
dove vengono ribaditi alcuni dei principi già espressi nella Pace di Augusta del
1555. Tra una "pace" e l'altra si sono contati quasi 60 milioni di morti. La cifra non
è certa ma è indicativa di dove può condurre l'assurda sete di potere del clero e dei
suoi sicofanti.
Nel mese di Luglio si scatena in Valtellina una feroce caccia ai protestanti che farà
600 vittime.
Affermare che la terra gira intorno al sole è come affermare che Gesù non è nato da
una vergine.
Nel Trattato Spinoza sostiene che la vera religione consiste nella pratica di una
semplice pietà e che è del tutto indipendente dalle speculazioni pseudo filosofiche e
dagli elaborati sistemi dei dogmi, costruiti dai teologi, basati sulla superstizione e
sulla paura.
Concetti più che sufficienti per meritarsi una scomunica dai parrucconi della co-
munità ebraica di Amsterdam. Il Decreto di scomunica del 27/7/1656, riportato in
parte, sembra riemergere dall'Alto Medioevo:
Secondo la decisione degli angeli ed il giudizio dei santi bandiamo, scomunichiamo, malediciamo
e cacciamo Baruch de Espinoza con la maledizione con cui Giosuè maledisse Gerico, con la ma-
ledizione con cui Eliseo maledisse i fanciulli e con tutte le imprecazioni che stanno scritte nella
Legge.
Sia maledetto nel giorno, sia maledetto nella notte, sia maledetto quando si posa, sia maledetto
quando si leva, sia maledetto se esce, sia maledetto se entra. ..... Noi ordiniamo che nessuno ab-
bia rapporti orali o scritti con lui, che nessuno lo soccorra, che nessuno rimanga con lui sotto
uno stesso tetto, che nessuno gli si avvicini più di quattro passi, che nessuno legga uno scritto re-
datto o pubblicato da lui.
Gli ebrei di Amsterdam cercarono anche di assassinare Spinoza che se la cavò per
un soffio. Fino alla sua morte il filosofo conservò lo spesso mantello invernale lace-
rato da una coltellata, per fortuna non fatale.
Ci furono comunque altri, meno ottusi della comunità ebraica di Amsterdam, che
gli offrirono una cattedra all'Università di Heidelberg, un vitalizio ed anche una
pensione offertagli da Luigi XIV (il re Sole). Spinoza preferì continuare nel suo u-
mile mestiere di tagliatore di lenti, morendo di silicosi nel 1677.
Il re di Francia Luigi XIV revoca l'Editto di Nantes e, come conseguenza, circa 500
mila ugonotti abbamdonano il paese.
Nel mese di Maggio, truppe cattoliche penetrano nelle valli alpine piemontesi per
sterminare i valdesi. Si contano 2000 valdesi massacrati.
Uno studente scozzese, Thomas Aikenhead, viene impiccato ad Edimburgo per aver
sostenuto le idee di Spinoza sulle origini del Pentateuco.
non è necessario andare oltre con questa sequenza temporale. Il resto è storia re-
cente e ben nota: dalla breve boccata di ossigeno della Rivoluzione Francese, agli
orrori perpetrati nelle ex colonie, alla connivenza del papato con il nazismo, ai
campi di sterminio cattolici in Croazia gestiti dai frati di San Francesco, ecc., ecc.
La sua sopravvivenza dipende ora, più che dalle solite bugie, spettacolarizzate dai
media ruffiani e dai condizionamenti che ancora riesce ad imporre ai governi na-
zionali, dalle incredibili ricchezze accumulate nei corsi dei secoli che agiscono pe-
santemente sulle politiche economiche e finanziarie del mondo moderno: la mafia
delle mafie.
18 Luglio 1870
298
un protervo e cretino imbecille, conosciuto come Pio IX ha dichiarato la propria
"infallibilità".
che con i suoi studi e le sue ricerche (1871) ha praticamente e definitivamente scon-
volto, devastato e prosciugato il mare di melma su cui si fondano le tre cosidette
"religioni del libro", e non solo quelle!
(Lo sapevate che il Governo del Kansas proibisce l'insegnamento della Teoria di Darwin nelle
scuole statali?
Invece in Italia, culla di antiche civiltà e di clericocrazia, la teoria è stata "dimenticata" dai
programmi scolastici).
299
NOTA INTRODUTTIVA
Quando si nega coerentemente l'esistenza di dio è implicito che venga negata anche l'esistenza
dei suoi eventuali figli, in qualsiasi modo generati e quindi ogni credo-religione-castello di car-
ta viene automaticamente relegato nel mondo delle ...fiabe.
Tuttavia, nel corso dei secoli, illustri personaggi: filosofi, storici e razionalisti si sono prodigati
a sottolineare la falsità della religone cristiana (e altre), prescindendo dall'esistenza o meno di
dio; eccezion fatta per l'Holbach e alcuni altri, tra i quali Voltaire che si definiva "deista".
Si ha l'impressione che alcuni di essi fossero più che altro anticlericali piuttosto che razionali-
sti e atei.
Nello svolgimento dei capitoli precedenti è stato assodato (almeno è sperabile) come il cristia-
nesimo sia una grandiosa bufala costruita raccattando concetti, bugie ed assurdità dalle pat-
tumiere di precedenti religioni che non hanno resistito al tempo e sono scomparse.
A questo proposito citiamo nuovamente:
THOMAS PAINE: "Quando i mitologisti della chiesa fondarono il loro sistema, essi raccolsero
tutti gli scritti che poterono trovare e li rielaborarono a loro piacimento".
(Rif.342)
Malgrado ciò, molti valenti studiosi si sono ultimamente dedicati alla ricerca di un altro ipote-
tico personaggio "ispiratore e fondatore", in sostituzione di quel Gesù, ormai obsoleto, che il
clero afferma essere il figlio di dio e il padre del cristianesimo.
Nel fare questo è stato difficile per tali studiosi evitare di cadere nella "trappola flaviana" per
l'ovvio motivo che non esistono altri riferimenti (salvo scarsi accenni) sui fatti che sarebbero
accaduti due mila anni or sono, in una miserabile contrada chiamata Palestina.
E' ormai scontato e risaputo come il clero, nel corso dei secoli, abbia falsificato, manipolato,
cancellato e modificato tutto quello che poteva dare fastidio e mettere in forse i "sacri princi-
pi" sui quali protervamente si mantiene.
Resta Giuseppe Flavio con i suoi "corposi" resoconti. Ora, perché i testi di Giuseppe Flavio:
a) dovrebbero essere attendibili e
b) essere miracolosamente sfuggiti alla foja censoria del clero?
Giuseppe Flavio era il solito giudeo opportunista, venduto, traditore e ruffiano al soldo
dei romani;
quello che ha scritto a Roma è, in fondo, la storia scritta su commissione e secondo l'ot-
tica dei vincitori, che lo pagavano; altrimenti sarebbe stato cacciato.
I Romani, nel corso della loro espansione, hanno conquistato il loro impero, non certo
per portare la civiltà ai barbari, ma semplicemente per raccattare tributi, imposte, ri-
sorse e prodotti a buon mercato atti a mantenere la bella vita dei crapuloni e degli
sfaccenfati di Roma;
durante tale espansione, numerose forme di ribellione alle imposizioni dei nuovo pa-
droni, vennero a galla ed alle quali pochi storici hanno dato importanza, salvo per i fat-
300
ti della Palestina che nel corso dei millenni ha brillato per la sua immaginazione nel
creare e ricreare divinità, ognuna più assurda dell'altra.
Quindi tutti gli sforzi e le fatiche per ridefinire una figura di Gesù piu attendibile sul piano
umano e meno smaccatamente bugiarda di quella che la chiesa ci propina, sono lodevoli ed
apprezzabili ma, vista la precarietà delle fonti, restano comunque e, per ora, delle IPOTESI.
Oltretutto, così facendo, si corre il rischio di portare acqua al mulino della chiesa. Si è visto
recentemente con quel furbone di J.Ratzinger che ha dato alle stampe il suo patetico lavoro:
Gesù di Nazareth, dove con poco fiato e a denti stretti, dice e non dice che, forse, il figlio di dio
era un esseno.
Devastante "effetto Qumran"?!
Attenzione: basta un niente; o, meglio basta un dogma. Con questo facile e puttanesco stru-
mento una mignotta beduina è ridiventata vergine, è ascesa (tardivamente) in cielo, il papa è
diventato infallibile, il limbo è stato abolito, Gesù potrebbe diventare qualsiasi altra cosa, ecc.,
ecc.
Il fatto è che saranno solo in pochi ad accorgersene. Gli altri, i pecoroni, continueranno ad
andare in chiesa "ad adorare un pezzo di pane."
Dopo questa necessaria nota introduttiva vengono riportati alcuni tra i più recenti
studi sull'argomento.
Il 7(a.C.) vale a dire il 747(a.u.c.) è l'anno in cui, con molta probabilità, sarebbe na-
to Jeshu ben Yoseph (= figlio di Giuseppe).
A parte l'indicazione patronimica, non si sa praticamente nulla sulla identità dei
genitori e degli altri suoi ascendenti; è probabile fossero originari di Gamla (Gama-
la).
Inoltre è opportuno rammentare che a quell'epoca il nome Gesù e/o Giosuè era
molto comune (Yehosuà in ebraico, Yesu in aramaico). Molti di essi erano sacerdoti,
altri ribelli e fuorilegge.
(Rif. 995)
Questa è una ipotesi sugli ascendenti ed affini del Jeshu che ci interessa, costruita in
base alle innumerevoli congetture che circolano sull'argomento. E' una ricostruzio-
ne ipotetica e come tale va considerata e criticata.
Jeshu risulterebbe discendente da una importante famiglia della Palestina setten-
trionale, stabilita a Gamla, nel Golan.
La famiglia si considerava erede del diritto dinastico al trono d'Israele, usurpato
prima dagli Asmonei e poi dagli Erodiani; i suoi membri si ritenevano diretti di-
scendenti di Davide.
301
(Davide ?)
:
:
:
Aristobulo II(?)
:
Ezechia :
| :
Giuda (.....) (.....) Jair
(Il Galileo) | | (Giairo)
|__________| |__________|
| |
(Jeshu(g)=Giovanni(a))___ |
| | |
| | |
Simone-|(b) | |-Eleazar
| | |(Lazzaro)
Giacomo-|(c) | |
| | |
Giacobbe-|(d) | |-Thamar
(Taddeo)| | | (Marta)
| | |
Giuda-|(e) | |-Myriam
| | | (Maria)
Menahem-|(f) | |
| | |
| | |
| | |
(2 figlie)-|(?) | |
| | |
| | |
| | |
| | (M.di Betania?)
| |____________(M. Maddalena?)
| (M.di Magdala?)
|__________________________________|
|
(Figli?)
:
:
Quello che forse rimarrà sempre un mistero è il nome della vera madre di Jeshu.
Con chi era sposato Giuda il Galileo?
302
Anche R.H. Eisenmann, già negli anni 80 del secolo precedente, aveva accennato a
tale possibilità, individuando in Gamala il possibile luogo di nascita di questo pre-
sunto messia.
(Rif. 343)
In particolare Simone (b) era noto anche come Barjona (il Latitante) o come Kefas
(Pietra) per la sua imponente corporatura.
Secondo Giuseppe Flavio, sia Giacomo(c) che Simone (Kefas)(b) furono crocifissi,
fra il 44 e il 46 (e.v.), dal procuratore di Tiberio, per costituzione di banda armata e
incitazione alla rivolta contro l'autorità dell'Impero.
L'appellativo di Nazareno (come nativo di Nazaret) fu adottato dalla chiesa nel IV
secolo per motivi di opportunità. In realtà Jeshu era detto Nazireo, cioè apparte-
nente alla comunità dei Nazirei, anch'essa impegnata nella propaganda contro la
dominazione romana. Tale attività si concretizzò appunto nella costituzione di una
banda di autonomisti (boanerghes) alla quale aderivano Jeshu e i suoi sei fratelli.
Sulla base di questa ipotesi Pietro non può essere stato il primo papa della cristiani-
tà essendo stato giustiziato a Gerusalemme almeno 18 anni prima.
L'assenza di Jeshu dalla scena palestinese, durante la sua adolescenza, ha dato ori-
gine ad innumerevoli ipotesi. In questo lavoro ne sono state prese in considerazione
solo due:
tutte riportate e riferite agli anni della vita del Nazareno. Ovviamente ognuna di es-
se esclude l'altra e si basa sul presupposto che il personaggio sia realmente esistito.
IL VIAGGIO DI JESHU
E' molto probabile che, dopo la batosta subita da Giuda il Galileo (nel 7 e.v.), la famiglia ab-
bia pensato di mettere al sicuro i suoi rampolli, spedendoli in terre lontane, fuori portata dalle
ritorsioni delle truppe romane. Che poi Jeshu sia finito a Puri, nel Bengala, è un'idea ragione-
vole, sostenuta da alcuni autori, ma tutta da dimostrare.
303
(Rif. 185)
304
Jeshu nel Kashmir. (Anni 24)
Lasciata Lasa, Jeshu giunge a Leh nel Ladak (Kashmir), dove si trattiene per qual-
che tempo, insegnando ed operando guarigioni.
(Rif. 235,350,354,358)
L'interpretazione di Jeshu non è nota mentre invece è molto chiara la spiegazione del feno-
meno data recentemente da alcuni scienziati.
In realtà la Pizia profetava (o blaterava?) in stato di ebrezza dovuto ad inalazioni di etilene
emanato dal terreno sotto il tempio di Apollo.
305
(L.Ricci-Sole24ore.Marzo 2002).
Prima di addentrarci in questa particolare ipotesi, conviene chiarire, nei limiti del
possibile, la natura e la consistenza di questa particolare comunità oggi nota come
Comunità Essena.
Di questa setta, sino a qualche anno or sono, si sapeva quasi nulla. La chiesa, per secoli, ha
cercato di ignorare e di nascondere la loro imbarazzante esistenza (gli scheletri nell'armadio).
Dopo il ritrovamento dei rotoli di Qumran e dopo il tentativo, piuttosto goffo e protervo, di af-
fossarne i contenuti, anche la chiesa ha dovuto ammettere qualcosa, a denti stretti, cercando
di lasciare candidamente intendere trattarsi di una setta di asceti, devoti alla Legge, di mori-
gerati costumi e fondamentalmente pacifisti.
(Rif. 130)
Niente di più falso!. Comunque....
Quello che segue va letto con un certo distacco in attesa che successivi studi e nuove scoperte
portino ad una miglior conoscenza dei fatti.
CHI ERANO?
306
Gli esseni appartenevano al movimento nazionalista che combattè inizialmente contro l'occu-
pazione greca ed in seguito concentrò la propria attenzione contro gli occupanti romani. Ge-
neralmente si tenevano lontani dal potere centrale (insediamenti nel Golan, sul Mar Morto e
altri); su di essi si è saputo poco, sino a qualche anno fa, in quanto la chiesa ha sempre cercato
di ignorarne l'esistenza onde evitare imbarazzanti riferimenti con la figura del presunto Gesù,
figlio di Dio.
L'analisi e lo studio dei rotoli del Mar Morto promette, a breve termine, di dare loro una giu-
sta collocazione storica.
E' opinione diffusa che gli esseni di Qumran risalgano ad un periodo che va dal 300 a 250
a.e.v.
Secondo una leggenda gli Esseni di Qumran sarebbero i discendenti dei sacerdoti che custodi-
vano l'Arca, a loro volta discendenti dei sacerdoti di Akhenaton.
Sino a qualche decina di anni fa l'esistenza di questi gruppi era nota solo ad una ristretta cer-
chia di studiosi e di specialisti (che si guardavano bene dal parlarne); solo dopo la scoperta dei
rotoli di Qumran essi sono stati portati all'attenzione del grande pubblico. La chiesa, dal can-
to suo, ha sempre preferito (e imposto) di ignorarli.
Sulla base di conoscenze, ancora frammentarie, alcuni studiosi hanno posto l'attenzione sugli
esseni, quali possibili precursori del neo-cristianesimo. E' stato scritto che gli esseni sono stati
i "primi cristiani" e che il Cristo era un esseno, "Maestro di Giustizia" della setta. Anche Gio-
vanni Battista sarebbe stato un esseno preposto a predicare, battezzare ed a diffondere nel
mondo i fondamenti di questa dottrina.
Ovviamente, come per gli altri argomenti mitici, la teoria della origine essena dei cristiani è
sempre stata respinta dai fondamentalisti, perché essa presuppone la pre-esistenza di una
chiesa non fondata da Gesù. Oltre a tutto, avendo Gesù (come esseno) predicato la fine immi-
nente del mondo e l'avvento di un "regno di dio", diveniva ingiustificata ed inutile una nuova
organizzazione clericale di vescovi, preti, diaconi e di rituali, che già esistevano nell'ambito del
mondo esseno, e più che sufficienti per tirare avanti sino alla pronosticata fine. (.... In verità vi
dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute).(Marco)
Una nuova tendenza è quella di ritenere che i rotoli di Qumran siano stati scritti dagli zeloti
(zelanti della legge), piuttosto che dagli esseni considerati alla stregua di una fratellanza di ti-
po contemplativo. Secondo Origene gli zeloti erano un ramo che si era distaccato dal gruppo
esseno e questo spiegherebbe in parte la confusione di idee che si è generata intorno a queste
sette.
E' opinione diffusa che i rotoli di Qumran risalgano alla prima metà del I Secolo e.v. ma poco
o nulla di ciò che contengono lascia pensare all'opera di una setta pre-cristiana.
L'idea, da alcuni sostenuta, che indica negli esseni i veri fondatori del neo-cristianesimo è in-
comprensibile se si rammenta che esistevano già culti, organizzazioni e chiese (molto più salde
e sviluppate dell'esiguo movimento esseno) diffuse in ogni parte del globo conosciuto e ben at-
testate nell'area nella quale il dramma cristiano si sarebbe svolto: Siria, Galilea, Samaria, e
Giudea. In realtà, come si potrà constatare dalla Tabella delle Analogie, il mito del salvatore e
della sua dottrina è stato costruito su di una varietà di precursori pagani che vanno dai Miste-
ri Mitraici a quelli di origine ellenistica. Questo comunque non esclude l'influenza che gli es-
seni possano aver esercitato sulla formazione di questo nuovo credo.
307
meno legittimi, del potere.
. Osseni
. Figli della luce
. Sadoqiti (Giusti)
. Galilei (non nel senso di originari della Galilea ma in quello di ribelli e rivoltosi)
. I Santi (nel senso di separati, diversi)
. I Molti
. I Vivi
. Il Vino
mentre i non aderenti, o nemici, venivano indicati come Figli delle Tenebre, i Morti, l'acqua,
ecc.
Giuseppe Flavio fa un'ulteriore distinzione e definisce gli appartenenti al gruppo esseno, fa-
cente capo a Giuda il Galileo, come giudaiti in quanto seguaci di particolari pratiche religiose
che li distinguevano, almeno dal punto di vista cultuale, dalle altre sette.
COMPAGINE / GRUPPI -
Come in ogni gruppo politico di qualche respiro anche tra gli esseni esistevano correnti di
pensiero e di intendimenti che hanno dato vita ad alcuni importanti sottogruppi:
- Gli Zeloti - I cosidetti patrioti del Malkut Elohim (regno di dio). Gruppo esseno fondato e di-
retto da Giuda il Galileo (anche Yehuda, figlio di Ezechiele).
Come tutti gli altri gruppi esseni gli appartenenti erano particolarmente legati alle loro prati-
che religiose, cosa che non impediva loro, al momento opportuno, di combattere con molta de-
terminazione, in nome di YHWH, per la liberazione di Israele.
Erano particolarmente interessati all'avvento del messia politico.
- I Santi - Non meno intransigenti degli altri, in fatto di guerra santa messianica, avevano però
più contatti con il potere sacerdotale del Tempio e si potrebbe dire propendessero più all'uso
della diplomazia che non a quello delle armi. Questo non significa che fossero propensi a ti-
rarsi indietro; il "Rotolo della Guerra" in fin dei conti lo avrebbero compilato loro.
Particolarmente interessati all'avvento del messia religioso.
- I Nazareni - (Anche: Nazarei, nazorei, nazirei, naasseni). Questo gruppo ha, in seguito, dato
origine ad una setta religiosa ancor oggi attiva in Iraq: i Mandei, che non riconoscono Jeshu
308
ma seguono unicamente i precetti di Giovanni il Battista.
Jeshu, zelota per nascita, dopo il battesimo di Giovanni il Battista, sarebbe diventato a pieno
titolo membro del gruppo (o setta) nazareno.
Il gruppo era particolarmente interessato all'avvento del messia religioso.
Nazareno significa sostanzialmente "consacrato a dio". I nazareni seguivano determinate re-
gole di vita quali quelle di astenersi dal vino, non tagliarsi i capelli, ecc.
Neppure è improbabile che i primi cristiani siano stati detti nazareni nel senso di Nazirei, piutto-
sto che in quello di originari della città di Nazaret. Etimologia davvero poco credibile e che, pro-
babilmente, ha sostituito la prima solo quando l'antica origine dell'essenato cominciava ad essere
dimenticata.
(E.Ben Amozegh) (Rif. 364)
DOVE VIVEVANO? - In pratica un po' ovunque, prevalentemente nelle zone desertiche, lon-
tani dal potere centrale di Gerusalemme.
Gli insediamenti principali erano comunque quello di Gamla che contava su circa 1000(?) ap-
partenenti e quello di Qumran di circa 200-250 persone.
E' stato stimato che il movimento esseno, al suo massimo sviluppo, contasse circa 5000 ade-
renti. Tutto sommato abbastanza pochi per gli obiettivi che si erano proposti; si tenga però
conto che questa è una stima molto incerta e aleatoria, priva di riferimenti concreti.
Dopo la morte di Jeshu e l'assunzione al comando della Nuova Chiesa di Gerusalemme da
parte di Giacomo Il Giusto, la comunità di Qumran e la Chiesa di Gerusalemme si identifica-
rono come una entità unica. Giacomo era anche Maestro di Giustizia della comunità di Qum-
ran.
COME VIVEVANO? - Relativamente agli insediamenti più grandi, per entrare a farne parte,
occorreva farsi battezzare dal Maestro della comunità e poi sottostare ad un periodo di tre
anni di iniziazione (noviziato). Solo dopo questo periodo e rispettando determinate regole si
poteva essere considerati membri della comunità a tutti gli effetti.
Non era necessario risiedere in comunità, ma per coloro che lo facevano, la vita era scandita
da tempistiche e da norme rigorose, oggi note dal rotolo della "Regola della comunità" e da
quello della "Regola dell'assemblea".
Nelle comunità la proprietà privata non esisteva. I pasti erano consumati in comune e solo
dopo aver praticato i prescritti riti di purificazione.
All'inizio del pasto veniva praticato il rito eucaristico (rito di ringraziamento) con la condivi-
sione del pane e del vino.
Con sfumature, più o meno marcate tra i vari gruppi, gli esseni erano convinti che l'anima
fosse immortale. Dopo la morte l'anima dei buoni trasmigrava in una lontana contrada a cli-
ma mite, temperato e costante; l'anima dei cattivi era invece destinata ad una contrada di
clima opposto.
Era uso corrente praticare la confessione pubblica dei peccati e stabilire l'equa pena per il
peccatore. Nei casi più gravi si poteva arrivare anche all'espulsione dalla comunità.
Si dice, ma non è certo, che disponessero di notevoli conoscenze in campo medico e che prati-
cassero guarigioni mediante erbe officinali, argilla, diete particolari e digiuni.
Matrimonio e crescita dei figli erano puntigliosamente regolati. I riti religiosi comprendevano
anche sacrifici di animali.
A CHE COSA ASPIRAVANO? - Per prima cosa aspiravano alla conquista del potere ed all'e-
sercizio dello stesso a proprio vantaggio che, in termini più diplomatici, si traduceva nell'atte-
309
sa della venuta (o della individuazione) di due messia destinati a liberare il paese (doppia atte-
sa messianica) e cioè:
- un messia di Israele quale liberatore politico destinato a diventare il nuovo sovrano. In ac-
cordo con le profezie bibbliche, questo messia doveva essere un discendente di Davide (Jeshu
era discendente di Davide)
- un messia religioso destinato a moralizzare e dirigere la conventicola dei sacerdoti; secondo
le profezie doveva necessariamente essere un discendente di Aronne (Giovanni il Battista era
discendente di Aronne, un levita).
Che Jeshu fosse un discendente di Davide è tutto da chiarire. A parte il fatto che Davide (perso-
naggio o mito) sarebbe stato uno dei più efferati mascalzoni ricordati dalla Bibbia, occorre stabi-
lire di chi Jeshu era realmente figlio. Se Maria è stata fecondata da uno "spirito santo" la di-
scendenza da Davide viene a cadere, a meno che anche lo "spirito santo" fosse un discendente di
Davide.
Al clero mentitore l'ardua risposta.
In attesa che quanto sopra si avverasse, si preparavano con ferma determinazione allo scontro
inevitabile con la dinastia erodiana, corrotta e straniera (idumea) e con i sacerdoti, gli scribi i
farisei ed i sadducei considerati asserviti, complici e collaborazionisti degli occupanti romani.
Ultimo obiettivo era la cacciata dei romani e l'indipendenza d'Israele. Qualche tumulto, astu-
tamente provocato o qualche ben assestata pugnalata di qualche sicario, contribuivano a man-
tenere desta l'attenzione del popolo.
Il mondo è piccolo. Qualche decina di anni dopo la distruzione di Gerusalemme nasce in Cina
il movimento dei Turbanti Gialli. E' una setta politico-religiosa di ispirazione taoista che vede
in Zhang Jiao il "messia" destinato dal Cielo a prendere il potere in sostituzione della trabal-
lante dinastia Han. Zhang Jiao, di notevole carisma, grande propagandista e straordinario
guaritore, raccoglie intorno a sè oltre 350000 adepti che daranno del filo da torcere alle trup-
pe imperiali.
Le comunità che si formano, dedite al culto del dio Huanglao, seguono regole di convivenza
che paiono riprese dal rotolo "Regola della Comunità, compresa la confessione pubblica dei
peccati.
(Rif. 215)
Infine, ad aumentare la confusione, alcuni storici chiamavano gli esseni, o una parte di essi,
anche con il nome di eclettici, elcasaiti, ascetici e/o terapeuti.
In particolare i terapeuti erano i membri di una confraternita che aveva il suo quartier gene-
rale ad Alessandria d'Egitto, ma che erano presenti anche in tutto il bacino del Mediterraneo
dove avevano creato templi, parrocchie e gerarchie assai prima dell'era cristiana. I terapeuti
osservavano le stesse festività poi adottate dal cristianesimo e come questo usavano scritture e
libri che essi dicevano essere di ispirazione divina.
Altri scrittori invece sostengono che i terapeuti erano fondamentalmente pagani, politeisti e
"gnostici sincretisti" (ancora incertezze!) impegnati ad unificare in un solo dio i culti del sole,
della luna e delle stelle.
Per quello che è dato sapere i terapeuti erano una setta di incerta origine egizia. I terapeuti si
distinguevano dagli altri gruppi per i loro turbolenti riti para-religiosi che li conducevano a
fenomini di allucinata astrazione.
Erano dei grandi viaggiatori e coltivavano relazioni con comunità religiose dell'India.
Eusebio, storico della chiesa, afferma che "i terapeuti erano in possesso di frammenti di van-
310
geli pre-cristiani e di epistole da loro raccolte" e che questi presunti vangeli venissero da loro
considerati da un punto di vista strettamente allegorico e non letterale. Solo in un secondo
tempo il contenuto allegorico delle loro conoscenze venne trasformato con cieca fede in verità
ortodosse cristiane. Eusebio ha attestato che i monaci terapeuti erano "cristiani" assai prima
della nascita presunta di Gesù e che il Diegesis da cui i futuri evangelisti (Marcione compreso)
compilarono i loro vangeli, era uno degli scritti che per molto tempo aveva fatto parte delle
sacre scritture di questi visionari egiziani.
Secondo Filone i Terapeuti erano una enclave, una setta giudaica, in terra straniera, cosa che
mal si conciglia con l'affermazione che Marcione, anti giudaico, possa essere stato un membro
della confraternita terapeuta.
Si afferma che i terapeuti, grandi viaggiatori, fossero in contatto con confraternite di tipo con-
templativo indiane. Gli scambi culturali dovevano essere molto intensi. I viaggiatori terapeuti
avrebbero riportato parte delle loro storie dal nord-est dell'India e dalle coste del Malabar.
Alcuni storici sostengono che i primi terapeuti-gnostici avevano cercato di creare una nuova
religione che incorporasse gli insegnamenti di tutte le altre religioni, culti, filosofie e misteri
allora conosciuti, raccogliendo per primi i cosidetti "Detti del Salvatore" o "Logia Iesou" che
erano stati tramandati oralmente per millenni e che provenivano dall'India, Persia, Siria,
Giudea, Grecia, Egitto, ecc.
Che fine hanno fatto i terapeuti con i loro numerosi monasteri? E' probabile che essi siano
stati assorbiti nel grande calderone del Concilio di Nicea e che le loro strutture siano passate
alla nuova chiesa.
(Rif.710,240,376,280,***)
I GNOSTICI -
(Anche se riportati in questo contesto, essi non devono necessariamente essere intesi come com-
ponenti della comunità essena).
Per quanto riguarda le confraternite degli gnostici (i cultori/portatori della conoscenza) esse
avevano concentrato i loro sforzi nel tentativo di fondere insieme i principi allegorici/morali di
molte delle credenze dell'epoca, per dare vita ad un nuovo culto universale, avulso da qualsia-
si base storica e non giudeizzato, che conteneva in sè molti dei principi che poi entrarono a far
parte del neo-cristianesimo. Le credenze gnostiche ritengono necessaria, per la salvezza
dell'uomo, la vera conoscenza e in particolare la conoscenza di sè stessi. Era la reazione com-
prensibile di gruppi di credenti pagani al pesante condizionamento imposto dal giudaismo (il
popolo eletto).
Nella sua essenza la Gnosi è una forma di filosofia/religione, salvifica per l'uomo, indipenden-
temente da un qualsiasi concetto di redenzione situato al di fuori dell'uomo stesso.
E' errato ritenere che la "filosofia" o la "religione" dello gnosticismo siano nate solo durante i
primi secoli dell'era cristiana, esse invece risalgono a centinaia di anni prima. Alcuni affer-
mano che tra questi "portatori della conoscenza" si debbano annoverare anche Platone e Pi-
tagora.
Ad ogni modo si ritiene che questo movimento sia nato tra il I e II secolo (e.v.) e fiorito tra il II
e III secolo, sviluppatosi su un concetto di interpretazione negativa del dio creatore descritto
nell'Antico Testamento.
I quattro punti fondamentali sui quali si basava e si articolava la conoscenza gnostica erano:
Scienza,
311
Arte,
Filosofia,
Misticismo.
La costante che caratterizzava le varie correnti gnostiche era "l'elemento conoscitivo". L'ele-
mento conoscitivo è una illuminazione riservata a pochi iniziati, mediante la quale essi otten-
gono una conoscenza privilegiata del divino e della salvezza. La conoscenza privilegiata rende
pertanto inutili la così detta fede e le opere di carità. Si trattava quindi di un ribaltamento del
messaggio salvifico sostenuto dalla nascente chiesa di Roma e che porterà, inevitabilmente, al-
la estirpazione del pensiero gnostico.
Comunque, durante i primi secoli del neo-cristianesimo lo gnosticismo divenne un movimento
compatto e monolitico, avente lo scopo di amalgamare i culti e le ideologie che permeavano
l'Impero Romano e molti altri territori, dall'Europa all'India ed alla Cina.
Personaggi di spicco di questo movimento furono:
A proposito di quanto sopra non si può trascurare un'altra idea, oggi molto diffusa. Jeshu sa-
rebbe stato affidato ad una comunità di Terapeuti, presente in Palestina, presso la quale a-
vrebbe conseguito notevoli conoscenze nel campo dell'alchimia, della chimica, della medicina
e di altre conoscenze scientifiche, conosciute ed affinate dagli stessi Terapeuti presso la loro
sede di Alessandria d'Egitto.
La crisi politica.
L'uccisione di Giovanni Battista mette in crisi le speranze di rivendicazione matu-
rate nella comunità essena di Qumran. La comunità aveva visto in Giovanni Batti-
sta l'ideale del messia religioso mentre, nel contempo, intravvedeva in Jeshu l'altro
ideale di messia politico.
(Rif. 995)
La decisione.
Jeshu avverte di trovarsi ad un bivio e di dover prendere una decisione.
I lamenti in seno alla comunità sulla morte di Giovanni il Battista e la ricerca di un
nuovo candidato al messianesimo religioso lo infastidiscono e sono contrari al suo
312
temperamento, portato all'azione più che al temporeggiamento.
(Rif. 995)
Riunire le funzioni.
Jeshu decide di ignorare le tradizioni e le profezie e di proporsi come unico candi-
dato per assumere le due funzioni messianiche: quella religiosa e quella politica.
(Rif. 995)
La comunità si oppone.
A Qumran i componenti della comunità, rispettosi sino allo eccesso delle tradizioni
e dei precetti della legge mosaica, rifiutano l'idea di Jeshu. Anche Giacomo il Giu-
sto, fratello di Jeshu e membro molto rispettato della comunità, è di parere contra-
rio.
(Rif. 995)
Jeshu a Gamla.
Considerato l'atteggiamento negativo della comunità di Qumran Jeshu decide di
rivolgersi altrove. Si reca a Gamla, suo luogo di nascita e residenza della sua fami-
glia di origine. Qui gli zeloti hanno sempre dato prova di audacia ed hanno dimo-
strato di saper scendere in campo, quando necessario e senza troppo esitare.
(Rif. 995)
Il rifiuto di Gamla.
Il rifiuto degli zeloti di Gamla alla doppia candidatura di Jeshu è netto; talmente
netto e scandaloso da minacciare di gettarlo in un precipizio. Jeshu si salva come
può e lascia in fretta la località.
(Rif. 995)
Jeshu è solo.
Jeshu si rende conto di essere solo e di poter contare unicamente sulle sue forze.
Decide pertanto di proseguire nel suo risicato progetto organizzando un proprio
gruppo d'azione.
(Rif. 995)
Servono soldi.
Fare un golpe costa un mucchio di soldi. Servono per fare propaganda, acquistare
armi, pagare spie, ecc.
Jeshu se ne rende conto e va a bussare quattrini presso quelli che ne hanno molti,
guadagnati senza sforzo e perciò disposti a rischiarli in imprese a dir poco azzarda-
313
te. I pubblicani (Matteo, Zaccheo, Giuda....), gente odiata ed invisa ai più, sono una
ottima fonte di finanziamento.
I particolari rapporti con Giuseppe d'Arimatea e con Nicodemo, personaggi en-
trambi facoltosi, lasciano presumere che questi fossero tra i finanziatori dell'impre-
sa.
Jeshu deve aver trovato qualche finanziamento anche dalle parti di Tiro e Sidone.
(Rif. 995)
Comizi e battesimi.
Ottenere l'attenzione ed il sostegno di un largo numero di persone è fondamentale.
Jeshu ed i suoi fedelissimi organizzano riunioni, per loro natura segrete, in varie lo-
calità della Giudea, dove Jeshu, dotato di notevole carisma, convince molti ad ade-
rire, almeno a parole, alla causa essena, praticando a volte anche il battesimo di
nuovi adepti.
(Rif. 995)
I legionari di Gadara.
Forse questo è un primo test per valutare l'attitudine e la capacità di battersi della
banda armata che Jeshu sta organizzando. Jeshu e seguaci sorprendono ed attac-
cano un gruppo di militi romani nei pressi di Gadara e li mettono in fuga verso il
lago. Gli abitanti del luogo, preoccupati per un possibile indiretto coinvolgimento e
per le ritorsioni da parte dei militari, "invitano" il gruppo ad abbandonare la zona.
(Rif. 995)
Schermaglie al Tempio.
Jeshu approfitta delle tradizionali ricorrenze religiose, che concentrano folle di pel-
legrini in Gerusalemme, per far sentire la sua voce e le sue ragioni al Tempio. I ri-
sultati non sono incoraggianti, i pericoli molti ma la sua scorta armata di discepoli
riesce comunque a trarlo d'impaccio.
(Rif. 995)
Prime reazioni.
Le gesta di Jeshu e dei suoi seguaci non sono passate inosservate. Il Sinedrio e pro-
babilmente anche l'autorità romana cominciano a prendere in seria considerazione
il problema.
(Rif. 995)
Eleazar.
Jeshu contava molto sul sostegno di Eleazar e del gruppo di nazionalisti che a lui
facevano riferimento. Eleazar Ben-Jair, (che è probabilmente suo cognato?), dopo
una prima adesione al progetto di Jeshu, si rende conto delle scarse possibilità di
riuscita e ritira il suo appoggio. Jeshu avvertito dalla moglie (Maria Maddalena?) si
reca a casa di Eleazar e lo convince a ritornare sulle sue decisioni.
(Rif. 995)
314
L'unzione di Betania. (Sabato, 1 Aprile)
In attesa del momento decisivo, Jeshu è segretamente ospite di Eleazar a Betania.
Tutte le decisioni ormai sono prese e per renderle, almeno simbolicamente, irrevo-
cabili, Maria Maddalena procede all'unzione di Jeshu, attribuendogli dignità regale
secondo le antiche tradizioni bibliche.
Non tutti sono d'accordo; non tutti credono nel successo di Jeshu e ritengono inop-
portuno anticipare abbastanza sconsideratamente i tempi.
(Rif. 995)
Mandato di cattura.
Era inevitabile dopo le ultime provocazioni di Jeshu e dei suoi seguaci.
Ponzio Pilato emette due mandati di cattura: uno contro Giacomo Il Giusto (fratel-
lo di Jeshu) sul quale peraltro non pesavano particolari accuse; il secondo a carico
di Jeshu con la descrizione del ricercato.
Secondo Giuseppe Flavio si ricercava:
....un uomo di età matura, dall'aspetto semplice e dalla complessione scura, non più
alto di tre cubiti, gobbo, con il viso lungo, il naso prominente e le sopraciglie unite al
centro, tali da rendere il volto torvo; i capelli sono radi, con la scriminatura al centro
secondo l'usanza dei nazirei e la barba poco folta.
(Rif. 185)
Siamo ben lontani dallo stereotipo del figlio di dio che la chiesa ci propina da secoli. L'altezza
di tre cubiti (m. 1.65) non deve comunque meravigliare più di tanto. L'altezza media degli in-
dividui è aumentata molto solo negli ultimi 100 anni. A quei tempi un individuo alto m. 1.65
non era certo un nano. Sono comunque in parecchi, tra gli autori dei primi secoli, a sostenere
che Jeshu fosse brutto (Origene, S.Giustino, S.Cipriano, ecc.).
315
Il monaco Epifanio invece sosteneva che Jeshu fosse alto m. 1.80 circa; in questo caso ci tro-
viamo di fronte ad un vero spilungone rispetto all'altezza media degli individui dell'epoca.
La chiesa ha definito lo standard iconografico di Jeshu nel VI secolo e da allora tutti i pittori
si sono adeguati a questo stereotipo.
Il piano insurrezionale.
Così come è stato formulato, il piano, di una ingenuità infantile, verteva sui seguen-
ti punti:
Il fallimento.
Il piano, così come era stato concepito, non poteva che fallire per tutta una serie di
buone ragioni:
Jeshu confidava molto nella reazione delle masse di fronte ad una precisa e
concreta dimostrazione di forza. Questo è forse l'errore più grave: in fondo
cosa importava alle masse se sul trono d'Israele sedeva un idumeo oppure un
discendente di Davide? Per la massa la miseria sarebbe restata comunque la
stessa; perciò il popolo sarebbe rimasto indifferente a guardare per poi even-
tualmente accodarsi, osannando pecorinamente, al carro del vincitore;
grave scarsità di armi disponibili anche solo per eseguire i primi attacchi ai
depositi militari;
nessuna nozione sui rapporti di forza delle parti coinvolte. Era nota la consi-
stenza della guarnigione romana, delle guardie del Tempio e di quelle di E-
rode ma quanti erano, realisticamente, gli esseni, seguaci di Jeshu, convenuti
a Gerusalemme in vista di una possibile sommossa?
316
da tempo Jeshu aveva messo in allarme le autorità con certe sue manifesta-
zioni, a dir poco fuori luogo, da parte di uno che sta progettando, in segreto,
un colpo di stato.
Ponzio Pilato gioca perciò d'anticipo trasferendosi a Gerusalemme per poter con-
trollare la situazione e disporre i provvedimenti necessari:
A Pilato manca solo una informazione per poter agire di sorpresa, bloccando Jeshu
ed i suoi, senza scatenare reazioni che avrebbero portato inevitabilmente ad un ba-
gno di sangue tra la numerosa folla che si era concentrata in città per la Pasqua.
Questa informazione la fornisce Giuda, l'unico che in tutta questa storia dimostra
di avere la testa sul collo ed un notevole senso della realtà. Giuda sa benissimo che
la cosa è destinata a fallire miseramente e rifiuta coscientemente di rendersi com-
plice di un inutile spargimento di sangue.
E' un fatto assodato che una qualsiasi massa di individui (cretini sociali frustrati)
che si aggregano tende ad autoeccitarsi e ad abbandonarsi ad atti di violenza. In
fondo è quello che succede oggi negli stadi. Già in altre occasioni i sodati romani e-
rano stati costretti a riprisinare l'ordine con pesanti interventi e numerose vittime.
(Rif. 995)
Un "Vangelo di Giuda" (recentemente scoperto in Egitto, ma del quale faceva già cenno Ire-
neo di Lione), testo sacro della setta gnostica dei Cainiti, giustifica il tradimento di Giuda e
l'assassinio di Abele come atti di salvezza dell'umanità previsti e voluti da dio; Giuda sarebbe
quindi stato uno strumento per la salvezza e la redenzione dell'uomo (?).
Il luogo nominato Getsemani (il frantoio) era particolarmente indicato per riunioni segrete o
come nascondiglio. Esistevano infatti numerose grotte, alcune anche grandi, come dimostrato
da recenti scoperte archeologiche del 1956.
317
D'altro canto si sa che Ponzio Pilato era un duro e non andava tanto per il sottile
quando si trattava di neutralizzare un nemico di Roma. Talmente duro e spietato
da giocarsi, in seguito, la carriera a Garizim.
Jeshu viene condannato alla croce dopo un breve, sommario interrogatorio.
Alla folla di esseni, delusi e sconcertati, che intanto rumoreggia fuori dal pretorio,
per la cattura dei due fratelli, Pilato offre lo "zuccherino": libera Giacomo Il Giu-
sto, sul quale non gravavano particolari accuse. Gli esseni apprezzano molto il gesto
in quanto Giacomo (maestro di Qumran) godeva di grande stima e rispetto mentre
lo stesso pare non potesse dirsi per Jeshu che, anche in famiglia, era considerato
una "testa calda".
(Rif. 995)
N.B. - La tabella non prende in considerazione gli eventuali contributi alla forma-
zione del neo-cristianesimo dovuti ai movimenti Esseni, Zeloti, Terapeuti e Gnosti-
ci. Questo argomento è stato sufficientemente trattato nella Parte VI - Inserto 23.
Inoltre, onde evitare un eccessivo appesantimento della trattazione, sono stati tra-
scurati molti altri "salvatori" del passato che in qualche misura hanno concorso al-
318
la formazione della favola cristiana. Solo per memoria:
ADAD, ALCIDE, BALI, BEDDRU, BREMRILLAHM, CADMO, CRITE, FETA,
FOHI, GANTAUT, HESUS, HIL, INDRA, ISCHY, ISSIONE, JAO, ODINO, QUI-
RINO, SALIVAHANA, SAMMONOCADAM, TAT, TAUT, THOR, VIRISHNA, XA-
CA, XAMOLXIS, ecc, ecc.
FATTI-PERSONAGGI-CONCETTI
FONTI
ANALOGIE
**
**
Lc
Lc
Lc
319
.
Lc
Lc-Gv
Lc
IL PADRE TERRENO
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
Mt-Mr-Lc-Gv
Krishna
LA MADRE
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
320
Mt-Mr-Lc-Gv
Adonis
Mt-Lc
Horo
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
Mitra
Krishna
Zoroastro
Budda
Ercole
Prometeo
Dioniso
Attis
Adonis
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
Zoroastro
Prometeo
Lc
Mt
LA NASCITA
321
0170 - Censimento e viaggio a Betlemme
Mt-Lc
Krishna
Horo
Mitra
Krishna
Zoroastro
Ercole
Dioniso
Attis
Adonis
Mt-Lc
Adonis
Lc
Horo
Mitra
Krishna
Zoroastro
Dioniso
Adonis
Mt
Mt
322
Budda
Horo
Krishna
Zoroastro
Lc
Krishna
Lc
Horo
Mitra
Krishna
Zoroastro
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
Krishna
Dioniso
Lc
Lc
Lc
Lc
323
I MAGI
Mt
Mt
Mt
Osiride
Horo
Krishna
Mt
Horo
Krishna
Mt
Mt
Krishna
Mt
324
0390 - Strage degli innocenti
Mt
Krishna
INFANZIA E GIOVINEZZA
Lc
Horo
Zoroastro
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
ATTRIBUZIONI E QUALIFICHE
Horo
Krishna
Attis
0417 - Signore
Krishna
Budda
Horo
325
0422 - Maestro
Budda
0425 - Unigenito
Ercole
Dioniso
Attis
0427 - Primigenito
Krishna
0430 - Salvatore
Mitra
Krishna
Dioniso
Attis
Adonis
Budda
Ercole
Budda
Budda
Osiride
Horo
Budda
326
0450 - Salvatore del mondo/del genere umano
Budda
Ercole
0460 - La via
Horo
Mitra
0465 - La verità
Horo
Mitra
0470 - La luce
Horo
Mitra
0475 - Il messia
Horo
Mitra
Mitra
327
0490 - Il Verbo
Krishna
Zoroastro
Ercole
Prometeo
0500 - L'unto
Horo
Dioniso
0505 - Il Cristo
Osiride
Horo
0507 - Il re dei re
Osiride
Dioniso
0508 - Il redentore
Mitra
Krishna
Dioniso
Dioniso
0510 - Liberatore
328
.
Krishna
Osiride
0513 - Il Logo
Mitra
Prometeo
GIOVANNI IL BATTISTA
Mt-Mr-Lc-Gv
Lc
Horo
Mt-Mr-Lc-Gv
329
Horo
Krishna
Zoroastro
Mt-Mr
Mt-Mr
Horo
TENTAZIONI E PERICOLI
Mt-Mr-Lc
Horo
Zoroastro
Budda
Lc
LA PREDICAZIONE
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
Mitra
330
Gv
Mt-Lc
Horo
Mt-Mr-Lc-Gv
Krishna
Budda
Mt-Mr-Lc-Gv
Gv
Mt-Mr-Lc
0630 - La peccatrice
Lc
Lc
Mt-Mr-Lc
331
Krishna
Mt-Mr-Lc
Gv
Gv
Mt
Mt-Mr-Lc
Gv
Horo
Krishna
Mt-Mr-Lc
Horo
Krishna
Mt
332
0720 - Il rifiuto dei Samaritani
Lc
Lc
Lc
Lc
Gv
Gv
Gv
Gv
Krishna
Gv
333
.
MIRACOLI - PRODIGI
Horo
Zoroastro
Krishna
Horo
Mitra
Krishna
Dioniso
Attis
Krishna
Zoroastro
334
.
Krishna
Horo
Krishna
Horo
Budda
Dioniso
335
.
Mt-Mr-Gv
Krishna
Dioniso
Mt-Mr-Lc
Mt-Mr-Lc-Gv
Dioniso
Gv
Mt-Mr
Mt-Mr-Lc
Mt-Mr-Lc
Gv
336
0980 - La cena e l'Eucaristia
Mt-Mr-Lc-Gv
Osiride
Mitra
Zoroastro
Dioniso
Attis
Mt-Mr-Lc-Gv
Baal
Mt-Mr-Lc
Baal
Mt-Mr-Lc
Baal
Mt-Mr-Lc-Gv
Mt-Mr-Lc-Gv
Baal
Mt-Mr-Lc-Gv
337
Osiride
Horo
Krishna
Zoroastro
Prometeo
Dioniso
Attis
Mt-Mr-Lc-Gv
Baal
Mt-Mr-Lv-Gv
Osiride
Mitra
Krishna
Ercole
Prometeo
Attis
Mt-Mr
Horo
Krishna
Baal
Mt-Mr-Lc
Mitra
Ercole
Adonis
Mt-Mr-Lc
Krishna
Prometeo
Budda
Osiride
Ercole
338
1048 - Discesa negli Inferi
Apocrifi
Attis
Adonis
Dioniso
Ercole
Horo
Osiride
Zoroastro
1050 - La sepoltura
Mt-Mr-Lc-Gv
Horo
Mitra
Baal
Apocrifi
Zoroastro
Mt-Mr-Lc-Gv
Osiride
Horo
Mitra
Krishna
Ercole
Prometeo
Dioniso
Attis
Baal
Mt-Mr-Lc-Gv
Baal
1080 - Ascensione
Mr-Lc
339
Osiride
Krishna
Zoroastro
Ercole
Baal
Apocrifi
ARGOMENTI COMPLEMENTARI
Horo
Krishna
Horo
Horo
340
Zoroastro
Horo
Krishna
Mitra
Zoroastro
1150 - Pietro
Prometeo
V.App.Pietro
1160 - Paolo
V. Apollonio
Zoroastro
Zoroastro
Krishna
Zoroastro
341
.
Mitra
Krishna
Osiride
Horo
1250 - Il graal
Zoroastro
Zoroastro
1270 - Il battesimo
Mitra
Zoroastro
1275 - La cresima
Mitra
1280 - L'ostia
Mitra
342
1290 - L'acqua santa
Mitra
ISIDE - OSIRIDE
Tra le caratteristiche di questo culto si nota:
HORO
Passiamo ora al mito di HORO, considerato figlio di Osiride o anche una sua rin-
novata incarnazione.
Horo ha in comune con la storia di Gesù i seguenti punti:
343
0110 - La madre di Horo, Iside era detta ISIS-MERI, o anche MATA-MERI
(Madre Maria)
0120 - L'angelo Thot annuncia ad Iside che dovrà concepire Horo
0130 - Iside ha concepito il figlio verginalmente,
0140 - per intervento del Santo Spirito
0180 - Horo è nato il 25 Dicembre
0200 - E' nato in una grotta e/o mangiatoia
0225 - La sua nascita è stata annunciata da una "stella d'oriente"
0240 - Dopo la nascita Horo viene adorato dai pastori
0330 - La sua nascita è stata assitita da tre "uomini saggi"
0340 - I tre uomini saggi (Magi) gli offrono dei doni
0400 - All'età di 12 anni Horo insegna nel tempio di Ptah
0410 - Horo scompare dalla circolazione per 18 anni (dai 12 ai 30)
344
1030 - E' stato crocifisso tra due ladri oppure, secondo un'altra tradizione,
tra i due discepoli Anup ed Aan
1048 - Dopo la morte è disceso all'inferno
1050 - E' stato sepolto per tre giorni in una tomba
1060 - Dopo tre giorni è risorto
1090 - Nella sua simbologia era compreso il pesce,
1120 - l'agnello,
........ - il leone
1140 - La trinità egizia era composta da Osiride-Iside-Horo
........ - Horo è sceso in terra per "compiere la legge"
........ - Come per Gesù, si supponeva che Horo avrebbe regnato per 1000 an-
ni.
ADONIS
I punti in comune con il mito cristiano sono:
BAAL
Punti in comune con il culto cristiano:
345
1070 - Dopo la resurrezione è stato visto da alcune pie donne e da altri suoi
seguaci.
MITRA
Mitra ha in comune con Gesù i seguenti particolari:
o 0430 - Il salvatore
o 0460 - La via
o 0465 - La verità
o 0470 - La luce
o 0475 - Il messia
o 0480 - Il pastore di Dio
o 0508 - Il redentore
o 0513 - Il logo
346
1275 - Il culto prevedeva il rito della Confermazione o Cresima.
KRISNA
Quella che segue è una lista parziale delle analogie tra il mito di Krihsna e quello di
Gesù:
0100 - Il padre terreno di Krishna era un carpentiere che si era recato in cit-
tà, a pagare certe tasse, mentre Krishna nasceva
0110 - La madre di Krishna era Devaki (la Divina)
0130 - Il concepimento di Devaki è stato di tipo verginale
0180 - Krishna è nato il 25 Dicembre
0200 - E' nato in una grotta del monte Meru
0225 - La sua nascita è stata annunciata da una "Stella d'Oriente"
0230 - Hanno assistito alla nascita angeli
0240 - e pastori
0330 - Erano presenti alla nascita tre Uomini Saggi
0340 - I tre Uomini Saggi gli hanno donato delle spezie
0370 - Krisna fu perseguitato da un tiranno, il re Kansa
0390 - Il re Kansa ordinò la morte di migliaia di bambini, con l'intento di e-
liminare anche Krishna
........ - Krishna è stato nascosto sulle rive di un fiume in un canestro di paglia
e poi raccolto da un'altra donna (qualcosa di simile alla vicenda di Mosè)
Krishna fu chiamato:
347
0790 - Criticò i preti accusandoli di ambizione e di ipocrisia. La tradizione
dice che egli cadde vittima della loro vendetta
0810 - Krishna guarì i lebbrosi
0815 - Compì molti miracoli
0830 - Guarì i ciechi
0835 - Risuscitò i morti
0845 - Diede la parola ai muti
0900 - Krishna è stato unto sul capo da una donna che egli aveva guarita
1020 - Secondo alcune tradizioni morì affisso ad un albero
1025 - Krishna è venuto in terra a morire per la salvezza dell'uomo
1030 - Secondo altre tradizioni fu crocifisso tra due ladri
1045 - Krishna fu ucciso a circa 30 anni di età ed alla sua morte il sole si o-
scurò
1048 - Dopo la morte discese all'inferno
1060 - Risuscitò dalla morte
1080 - Ascese in paradiso
1100 - Krishna veniva rappresentato affisso su di una croce con fori di chiodi
ai piedi
1140 - Era la seconda persona di una trinità
1190 - Krishna ritornerà sulla terra per giudicare i morti e cavalcando un
cavallo bianco darà battaglia al "Principe degli Inferi" che vorrebbe condur-
re il mondo alla perdizione
1230 - A volte Krishna veniva rappresentato con l'emblema di un cuore sulla
tunica (sacro cuore di Krishna)
........ - Krishna era anche considerato come la reincarnazione terrena del dio
induista Visnu
........ - A volte veniva rappresentato come un uomo che schiaccia la testa di
un serpente
........ - Krishna era il leone della tribù di Saki.
ZOROASTRO
Il contributo che il culto di Zoroastro ha dato al cristianesimo è imponente:
BUDDA
La figura del Budda ha alcune caratteristiche in comune con quella di Gesù:
o 0417 - Il Signore
o 0422 - Maestro
o 0430 - Salvatore
o 0435 - Discendente da stirpe reale
349
o 0440 - Dispensatore del Verbo
o 0445 - Il Buon Pastore
o 0450 - Salvatore del Mondo
o ........ - Ed ancora: Dio degli Dei, Padre del Mondo, Reggitore Onni-
sciente ed Onnipotente, Essere Supremo, L'eterno Uno, Prediletto por-
tatore, Il Falegname, Infinito e Sempiterno, Lavandaio del Mondo,
l'Alfa e l'Omega.
0550 - E' stato tentato dal demone Mara
0855 - Ha camminato sulle acque di un fiume (presso Uruvilva-India)
1045 - Alla sua morte un terremoto avrebbe scosso tutta la terra
ERCOLE
Le analogie tra il mito cristiano e quello di Ercole non sono poche:
o 0425 - L'unigenito
o 0435 - Discendente di stirpe reale
o 0455 - Luce del mondo
o 0490 - Verbo Universale
........ - Principe della pace
........ - Sole della giustizia
1025 - E' stato ucciso avvolto in un manto scarlatto
1040 - Deceduto nel solstizio di primavera
1045 - Mentre moriva il sole si è oscurato
1048 - Subito dopo la morte è disceso nell'Ade
1060 - Ercole è stato resuscitato dal padre Zeus
1080 - E' asceso all'Olimpo degli Dei
E' curioso notare che Ercole sarebbe morto vicino a casa, su di una ripida collina
(l'Eta), così anche Gesù (la cui vera casa avrebbe dovuto essere Gerusalemme) sa-
rebbe stato giustiziato sul Golgota, un monticello.
PROMETEO
Il mito di Prometeo ha un certo numero di somiglianze con quello di Gesù:
350
Prometeo era considerato:
o 0490 - Il Verbo
o 0513 - Il Logo del mondo
1020 - Prometeo ha sofferto ed è morto su di una croce
1025 - Prometeo era disceso dal cielo in terra nella veste di un dio incarnato
per salvare il genere umano
1045 - Quando è morto in croce il sole si è oscurato
1060 - Prometeo è risorto dalla tomba
1150 - Prometeo ebbe un amico molto amato: Petraeus (Pietro), un pescatore,
che poi lo abbandonò.
DIONISO / BACCO
In comune con Gesù troviamo:
ATTIS
La storia di Attis e quella di Gesù hanno in comune le seguenti caratteristiche:
351
0130 - Ha concepito il figlio verginalmente mediante un frutto speciale
0180 - Attis è nato il 25 Dicembre
353
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[354] - SWAMI R. - Living whit the Himalayan Master
[362] - SZEKELY E.B. - The essene origin of christianity - 1980
[712] - TAYLOR R. - The Diegesis
[855] - TRANFO G. - La croce di spine - 2008
[202] - UNFPA - United Nations Population Fund - (1999)
[410] - VOLTAIRE - Dizionario Filosofico
[500] - WAITE C. - History of the christian religion to the year two hundred
[510] - WALKER B. - The woman's dictionary of simbols and sacred objects
[520] - WALKER B. - The woman's encyclopedia of myths and secrets
[366] - WALKER J. - Did a historical Jesus exist?
[525] - WELLS G.A. - Did Jesus exist?
[530] - WHELESS J. - Forgery in christianity
[360] - WILSON A.N. - Paolo, l'uomo che invento' il cristianesimo - 1997
[380] - WILSON E. - I manoscritti del Mar Morto - 1958
[995] - Opinioni diffuse e/o contestualmente indotte.
[***] - Diversi, incerto, non disponibile
355
- MAPPA DELLA PALESTINA -
356
- MAPPA DI GERUSALEMME -
357
- MAPPA DEL TEMPIO -
LEGENDA:
a - Cortile d'Israele
b - Cortile dei Sacerdoti
c - Altare
d - Vestibolo
358
e - Santo (Ekal)
f - Santo dei Santi (Debir)
g - Atrio delle Donne
359