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BRANI DALLE OPERE DI ABHINAVAGUPTA – parte prima

(a cura di Gianfranco Bertagni)

Poniti immediatamente al di fuori del progresso spirituale,


fuori dalla contemplazione,
fuori dall'abile discorso, fuori dalla ricerca,
fuori dalla meditazione sulle divinità,
fuori dalla concentrazione a dalla recitazione dei testi.
Dimmi, qual è la Realtà assoluta
che non lascia spazio ad alcun dubbio?
Ascolta bene!
Smetti di aggrapparti a questo o a quello,
e, dimorando nella tua vera natura assoluta,
gioisci serenamente della realtà del mondo!
Abhinavagupta

Il voto è la contemplazione di tutte le cose in quanto sono il Signore; e avendo la certezza sempre e
ovunque dell'evidenza di questa similitudine, senza fare appello a qualche altra via liberatrice.
Abhinavagupta

Rendo omaggio ad Ānanda Bhairava, pienezza della Coscienza. Le divinità dei sensi l'adorano
perpetuamente nel loto del cuore, offrendogli il piacere degli oggetti percepiti.
Abhinavagupta

Questa luce [...] non è fondata su nessun altro se non sul proprio sé [...]. Su di essa non si può
meditare, non vi è un meditante, né alcun soggetto su cui meditare, poiché essa non è meditabile.
Essa non è l'adorata, poiché non vi è adoratore, né l'adoratore, poiché non vi è nulla da adorare.
Abhinavagupta

Il Sé, la cui meravigliosa essenza è Luce, Śiva, sovranamente libero, per il gioco impetuoso della
sua libertà, maschera dapprima la sua propria essenza poi la rivela di nuovo nella sua pienezza, tutto
a un tratto o per gradi. E il discendere di tale grazia è del tutto indipendente.
Abhinavagupta

Là dove non vi è né la domanda del discepolo né la risposta del maestro, là è anuttara, il


trascendente.
Abhinavagupta

Śāntarasa è quello stato nel quale si prova la stessa cosa verso tutte le creature, in cui non vi è
dolore, né felicità, né odio, né invidia. Śānta è lo stato naturale della mente. Le altre emozioni quali
l'amore ecc., sono colorazioni di questo stato originale. Tali colorazioni emergono da questo stato
originale e alla fine s'immergono di nuovo in esso. Le emozioni nascono da śānta condizionate dalle
loro rispettive cause. Quando queste cause specifiche cessano di operare, si dissolvono di nuovo nel
loro sostrato naturale di śānta.
Abhinavagupta

Nelle rilucenti celebrazioni che conducono al Tuo splendore, invero che cosa vi è per gli esseri
illuminati che non ha del miracolo?
Abhinavagupta

Libero senza alcun attaccamento a qualsiasi rituale, senza nessun dubbio, liberato dalla mondanità,
assorto nella realizzazione dell'"io non sono" e nella contemplazione delle deità del corpo, vedendo
tutto ciò che percepisce come il supremo soggetto.
Abhinavagupta

Prima di emettere il soffio, è opportuno riposare nel vuoto del cuore, e al termine del soffio espirato,
riposare all'esterno.
Poi per grazia [...] del soffio inspirato, si afferra l'essenza del Sé come universale e si perde così il
desiderio per ogni cosa.
Abhinavagupta

Non appena la natura differenziata delle cose è stata dissolta da questa gestione violenta, ecco che il
tutto di cui s'alimentano le dee della coscienza diventa ambrosia. Queste dee, una volta saziate, si
fondono in identità con Bhairava, l'etere della Coscienza, il Dio, riposato com'è nel cuore e in
nient'altro, pienissimo.
Abhinavagupta

Il campo è ciò che permette ai sensi di operare. [...] Se la parola campo (kṣetra) è derivata dalla
radice kṣad che significa "attacco", "confronto", allora il corpo è il luogo di incontro dei sentimenti
opposti come la passione, la tranquillità, l'ira, la tolleranza, ecc.
Abhinavagupta

I concetti che lo descrivono sono eterei, ecco perché Lo si canta negli inni che provengono da un
fremito spontaneo. È celebrato in quanto al di là degli stati (turīyātīta), incessante (satatoditam).
Abhinavagupta

Il celebrante deve meditarlo [il corpo] come identico a Siva. Distrutta ogni tensione verso gli oggetti
esteriori, dissolto lo stato limitato, che cosa mai resta, nel corpo,se non il succo della beatitudine di
Siva? Notte e giorno vedendo e adorando così il corpo, come pieno del succo della beatitudine di
Siva e colmo di tutti e i trentasei principi, il celebrante si identifica senz'altro con Siva, e, sazio e
contento di questo suo riposo in detto corpo, costituito dal tutto, egli ha, in esso, il suo linga né
aspira a linga, voti, luoghi santi o discipline esteriori. Tutte le altre azioni rituali, sino al sacrificio
esteriore, esposte (nelle varie scritture) concernono coloro la cui coscienza non riesce a trovar
riposo in virtù di questa sola (meditazione). Il fine che esse si propongono è sempre l'identificazione
con Siva.
Abhinavagupta

Il grande segreto consiste proprio nel fatto che non c'è alcun segreto.
Abhinavagupta

Colui che vede tutta la diversità dell'universo manifestato come un riflesso nella Coscienza è
veramente il Sovrano universale. Così questa intuizione che si eleva spontaneamente e
continuamente senza differenziazione alcuna è la caratteristica della via divina (Sambhavopaya).
Tutte le altre cose, le convenzioni religiose, le purificazioni, i voti, la recitazione delle formule
mistiche non gli sono di nessuna utilità.
Abhinavagupta

Il Sé, che è lo stato naturale di tutto ciò che esiste, fonte indipendente di luce, si diverte ad assumere
le espressioni della domanda e della risposta, che non sono diverse da lui. Così chi pone la domanda
(devi) e chi risponde (bhairava) sono solo lui stesso che gode della propria riflessione.
Abhinavagupta

Māyā [...] in primo luogo impartisce nomi e forme alla diversità degli oggetti.

Abhinavagupta

Tutte le cose depositate nel fuoco dello stomaco della propria coscienza, abbandonate
improvvisamente tutte le distinzioni, lo alimentano con la loro potenza. Quando la diversità che
divide le cose è dissolta da questa violenta digestione, le divinità della coscienza [cioè i sensi]
divorano l'universo che viene trasformato [da questo processo] nel nettare [dell'Io]. Quando sono
soddisfatte, esse riposano in unità con il dio Bhairava, che è la pienezza della natura propria di
ognuno e il Cielo della Coscienza che, solitario, riposa nel Cuore.
Abhinavagupta

È solo in forza della grazia che si va verso il giusto tipo di insegnante provenendo da un insegnante
incompetente. Il vero maestro […] non è altri che il venerato Signore Bhairava. [...] La sua
competenza di insegnante deriva dalla sua identità con Siva, mentre l'amorevolezza e il fascino che
potrebbe possedere non sono essenziali. L'insegnante incompetente potrebbe possedere tutte queste
altre qualità, ma non l'unione con Siva.
Abhinavagupta

La dualità stessa non esiste separata dalla Coscienza. È semplicemente l'assenza d'intuizione della
sua vera natura.

Abhinavagupta

La libertà della gioia ininterrotta della coscienza dell'io è completamente indipendente da ogni
riferimento a qualsiasi altra cosa.
Abhinavagupta

Il desiderio è la volontà di appropriarsi dell'altro, di rendere l'altro se stesso.


Il tutto velando col suo desiderio, l'uomo desiderante può realizzare tutto, dal momento che il tutto
ha per principio ultimo appunto il desiderio.
Abhinavagupta
Gli dèi, ovvero coloro “che usano dilettarsi”, sono le funzioni sensoriali, divinità ben note alle
tradizioni segrete; quelle dovete soddisfare con l'azione; in altre parole dovete divorare gli oggetti
dei sensi quanto più vi è possibile.
Abhinavagupta

Senza differenziazione, la Realtà universale è cosi semplice che ci risulta inafferrabile.


Non dobbiamo allora cercare di coglierla come esito di una qualsiasi nostra attività: l’emozione non
la afferra, nemmeno il pensiero, nemmeno l’arte, nemmeno la virtù morale, nemmeno la ricerca
spirituale. La Religione, la teologia, la filosofia, l'opera artistica, la pratica ascetica, … in breve:
tutto ciò che fa parte del mondo non può condurci al Non Nato.
D'altra parte: come ciò che è differenziato e limitato potrebbe mai condurci a ciò che è senza
differenziazione e il senza limiti?
E allora: come accedere all'Assoluto? Abbandonando tutto ciò che non è trascendente? o in un altro
modo? [...]
Solo mediante la grazia, solo grazie ad essa.
Abhinavagupta

Ma anche nel cuore dello smarrimento e nella morte, colui che resta in se stesso non è mai
abbandonato dall'effusione del Sé.
Abhinavagupta

Non solo non abbiamo trovato niente di sostanziale in questo nostro errare, ma ci siamo
anche stremati. [...] La persona che è stanca, avrà una riverenza quasi invidiosa per colui
che è al riposo. I miei omaggi vanno quindi a Te, Essenza stessa di questo universo.
Abhinavagupta

La molteplicità dell’universo è lo stato della sua (di Siva) altissima energia, la Śakti, che ha creato
al fine di riconoscere la sua propria natura.
Abhinavagupta

La liberazione non comporta né un luogo fisso né un viaggio verso un'altra dimora. La liberazione è
la rivelazione della Śakti inerente al Sé.
Abhinavagupta

I tuoi organi sono dèi.


Abhinavagupta

Nel momento preciso della sua apparizione, ogni emozione o passione, ogni tendenza psichica è
pura, unica, indifferenziata [...] La dualità non esiste in quel momento [...]. L'errore e il pericolo
sorgono quando l'io, all'inizio uno con l'esperienza, si separa da essa (il che avviene molto
rapidamente), pensa e si pone come soggetto, agente che sperimenta: "Sono arrabbiato", "sono
felice", "sono triste". [...]
Più potente è il movimento emotivo, più lento è l'ego a ricostituirsi, sopraffatto e privato dei suoi
riferimenti. Quel momento di sradicamento può diventare un'opportunità spirituale.
Abhinavagupta

Tutto ciò che si rivela quando l’ondata d’impressioni sorge con veemenza, è quello stesso che
bisogna osservare con intensità: se tu vi sei e stai in esso all’inizio, nel mezzo e alla fine, oh,
l’universo differenziato si dissolverà.
Abhinavagupta

Le persone che non sono uno (con le esperienze felici che provano) e che non sentono il loro corpo
fisico essere fuso in questo uno, si dice essere senza cuore perché la loro stessa coscienza rimane
immersa nel corpo grossolano.
Abhinavagupta

La potenza d'emissione propria del Signore è presente e operante in tutte le cose nel modo seguente.
Essa non è altro che la fonte di tutte le varie sensazioni di piacere, estetiche ed ordinarie. La
vibrazione, infatti, che cessato lo stato di indifferenza, si avverte nel cuore all'udire un canto
melodioso o al sentire un profumo di sandalo, ecc., non è altro che un'espressione della potenza di
beatitudine. Degli uomini si dice che siano dotati di cuore grazie alla presenza di questa vibrazione.
Abhinavagupta

La mente yogica non viene bagnata (o tinta) dall'interno, così come capita alla zucca secca coperta
dalla sua buccia, anche se si tuffa in profondità nelle acque di piaceri sensuali.
Abhinavagupta

La Coscienza Assoluta si manifesta in ogni circostanza della vita quotidiana. Viene detto della
Coscienza di essere la causa di tutte le cose nel senso che essa è ovunque emergente nella qualità di
ogni entità manifesta.
Abhinavagupta

Non abbandonare nulla. Non afferrarti a niente. Riposa, dimorando in te stesso, proprio come sei.
Abhinavagupta

Tutti i nostri desideri per i frutti dell'esistenza sono causati da una sensazione di vuoto. Una volta
genuinamente pieni, come potrà generare nuovi frutti ciò che desideriamo?
Abhinavagupta

Tutte le emozioni casuali della vita (felicità, sorpresa, rabbia, la sete, la paura, ecc) possono essere
sfruttate e riorientate, almeno quando raggiungono un certo livello di potenza, una certa intensità
vibrazionale e soprattutto quando sono spogliate da tutta la sovrapposizione morale (bene, male,
giustificazione), quando non hanno più nome, non sono più concettualizzate, vissute cioè come pure
energie divine . […] Al momento della sua nascita, ogni emozione, ogni tendenza psichica è pura,
unica nel suo genere, indifferenziata. […] La dualità non esiste in quel momento. […] L'errore e il
pericolo nascono quando l'io, in un primo momento uno con l'esperienza, viene separato da essa (il
che accade molto rapidamente): l'io allora si pensa e si pone come soggetto, agente sperimentatore:
sono arrabbiato, sono felice, sono triste. […] Tanto più forte è il movimento emozionale quanto più
debole è l'ego che si pone come soggetto separato, privato com'è dei suoi riferimenti. Quello
sradicamento dell'ego può diventare un'opportunità spirituale.
Abhinavagupta

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