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Corso di

Tecnologia Meccanica
Sistemi di Produzione
( ING/IND16)

Trattamenti Termici
Prove sui materiali

Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione Sistemi di Produzione/ Tecnologia


Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI

Il comportamento meccanico dei materiali metallici può


essere modificato mediante l’applicazione di adeguate
trasformazioni.

Nel caso degli acciai le principali trasformazioni


possono essere classificati in due macro-categorie:

• trattamenti termici
• trattamenti termochimici.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI

Per trattamento termico si intende una successione di


operazioni mediante le quali una lega / metallo puro vengono
assoggettati ad un ciclo termico al di sotto del punto di inizio
fusione allo scopo di impartire loro determinate proprietà.

Per trattamento termochimico si intende un’operazione


mediante la quale un metallo è posto in contatto con
sostanze (solide / liquide / gassose) ad una temperatura tale
da rendere possibile l’assorbimento di elementi desiderati
che ne modificano le proprietà superficiali.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI TERMICI DEGLI ACCIAI

Nei trattamenti termici generalmente il materiale è soggetto al


seguente ciclo termico:

• riscaldamento dell’acciaio oltre una certa T soglia


denominata Tcr.
• permanenza dell’acciaio a temperatura T>Tcr per un certo
periodo di tempo (t2- t1);
• raffreddamento dell’acciaio fino a T ambiente
T

Tcr

t1 t2 t3 Tempo

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Alla base di tutti i trattamenti termici ci sono le trasformazioni di
struttura cristallina del ferro e delle soluzioni solide ferro-carbonio.
Punto A1: temperatura al di sotto della quale non può esistere
austenite (soluzione solida di carbonio nel ferro γ) in condizione di
stabilità.
Punto A3: temperatura al di sopra della quale l’acciaio è costituito
totalmente da austenite (soluzione solida di carbonio nel ferro γ) in
condizione di stabilità.
Intervallo A1-A3: intervallo critico.

Trattamenti di Austenitizzazione: l’acciaio è mantenuto per un certo


periodo a temperatura superiore ad A3.
Pericolo di ingrossamento del grano (causa fenomeni di coalescenza)
indesiderato poiché causa un peggioramento delle caratteristiche
meccaniche, in particolare della resilienza.

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Trasformazioni dell’austenite al raffreddamento

Raffreddamento lento Î l’austenite si trasforma in perlite lamellare

Vraffreddamento ↑ Î la trasformazione ha luogo a temperature decrescenti

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Trasformazioni dell’austenite al raffreddamento

Se Vraffreddamento= Vi Î l’austenite si trasforma in perlite e


MARTENSITE (soluzione solida forzata di carbonio nel ferro α)

Se Vraffreddamento= Vs Î l’austenite si trasforma completamente in


MARTENSITE (soluzione solida forzata di carbonio nel ferro α)

Se Vi<Vraffreddamento<Vs Î l’austenite si trasforma in perlite e


MARTENSITE (la cui percentuale aumenta all’aumentare della
Vraffreddamento)

Vi = velocità critica inferiore di tempra


Vs = velocità critica superiore di tempra

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Trasformazioni dell’austenite al raffreddamento

Diminuire velocemente la temperatura,


diminuisce la mobilità degli atomi di carbonio
ma non il passaggio da Feγ (CFC) a Feα
(CCC).
Si crea così un reticolo cubico a corpo
centrato nel quale rimangono forzatamente
inglobati gli atomi di carbonio. Ciò provoca
una distorsione del reticolo, da cubico a
tetragonale (prisma a base quadrata con
un’altezza lievemente superiore al lato di
base).

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Curve di Bain
Curve di Bain = Curve TTT (Temperatura, Tempo, Trasformazione)
Servono per diagrammare la cinetica di trasformazione dell’austenite
Velocità di La curva b corrisponde alla
Ms: Martensite Start, raffreddamento velocità critica inferiore di
inizio della trasformazione tempra.
martensitica
Mf: Martensite Finish, La curva d corrisponde alla
velocità critica superiore di
fine della trasformazione perlite tempra.
martensitica Austenite
metastabile
Curva a: la decomposizione
dell’austenite inizia in A1 e
finisce in A2. Prodotto di
trasformazione: perlite.

I diagrammi di Bain si riferiscono a trasformazioni che avvengono in condizioni isoterme


per cui, a stretto rigore, non possono essere utilizzate per prevedere i tipi di struttura
ottenibili con i trattamenti termici attuali.

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Curve di Bain
Se le trasformazioni non avvengono in condizioni isoterme si utilizzano le curve CCT
(Continuous Cooling Transformation).
In molti casi i diagrammi TTT e CCT sono abbastanza simili. La differenza principale
consiste nel fatto che le CCT sono spostate più a destra e verso il basso delle TTT.
Giova invece ricordare che le TTT variano notevolmente al variare della composizione
dell’acciaio.
Diagramma CCT tipico per un acciaio ipoeuttoidico
Diagramma TTT tipico per un acciaio ipoeuttoidico

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TRATTAMENTI TERMICI DEGLI ACCIAI
RICOTTURA COMPLETA
Scopo: addolcire il materiale diminuendone la durezza
e rendere più omogeneo il materiale.

Ciclo termico di ricottura

• Riscaldamento a temperatura elevata (800-1000 °C).


• Permanenza a tale temperatura per un tempo
conveniente.
• Raffreddamento molto lento fino a temperatura
ambiente.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI TERMICI DEGLI ACCIAI
TEMPRA
Scopo: aumentare notevolmente la durezza dell’acciaio.
Nella tempra la velocità di raffreddamento deve risultare
sufficientemente elevata in modo da creare una struttura
interna del materiale molto distorta e, quindi, dura.
La scelta del mezzo temprante è particolarmente importante e
dipende dall’attitudine del materiale alla tempra (temprabilità,
penetrazione di tempra). La temprabilità aumenta con la
percentuale di carbonio e con la presenza di alcuni elementi di
lega.
Il raffreddamento può essere effettuato in acqua, soluzioni
saline, olio, metalli fusi, aria soffiata oppure semplicemente
aria.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI TERMICI DEGLI ACCIAI

Esempio: RICOTTURA vs TEMPRA

Materiale: Acciaio AISI 403


Composizione: C < 15%, Mn < 1%, Si < 0.5%, Cr 11.5÷13%

Trattamento Rm A HB
Ricottura 517 MPa 30% 155
Tempra 1344 MPa 17% 390

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Trattamenti termochimici di diffusione

Scopo: aumentare la durezza superficiale senza


alterare la tenacità del cuore.

Tali trattamenti (Cementazione, Nitrurazione) consistono


nel far diffondere nello strato superficiale del materiale
opportuni elementi chimici (carbonio, azoto) in grado di
aumentare notevolmente la durezza superficiale del
materiale ed in particolare la resistenza ad usura.

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Cementazione
Il trattamento di cementazione consiste nel riscaldare e
mantenere per un tempo sufficiente un acciaio a una
temperatura maggiore ad Tcr (900-950°C) in un mezzo
solido, liquido o gassoso di particolare composizione
chimica dal quale possa prelevare carbonio.
• L’acciaio viene arricchito superficialmente in carbonio
(velocità 0.1-0.4 mm/h).
• L’acciaio cementato subisce un processo di indurimento
mediante tempra immediata oppure successiva.
• Si possono ottenere durezze di 700-900 HV.
• Lo spessore cementato è dell’ordine del millimetro.

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TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI

Nitrurazione

• L’acciaio viene arricchito superficialmente in azoto.


• La temperatura migliore è di 520°C (≅ 50h).
• Si possono ottenere durezze fino a 1350HV.
• Lo spessore nitrurato è dell’ordine del decimo di
millimetro.
• E’ l’ultima operazione del ciclo produttivo.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
TRATTAMENTI DEGLI ACCIAI
Vantaggi della nitrurazione sulla cementazione
• Durezza superficiale più elevata (1200 HV rispetto a 700 HV).
• Invariabilità della durezza fino a 500°C (rispetto a 200°C per la
cementazione).
• Il trattamento termico è fatto prima della nitrurazione (non si
hanno deformazioni notevoli).

Inconvenienti della nitrurazione rispetto alla cementazione


• Lo strato indurito è molto più sottile.
• Il ciclo di lavorazione è più lungo e costoso.
• Si ha la necessità di utilizzare acciai legati (% Al > ….).

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO
Funzioni

PROGETTAZIONE

Specifiche

PRODUZIONE
Materie prime / Prodotto
Componenti

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DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO

Esempio:

“Anna G.” 1994


design Alessandro Medini

Cavatappi in zama
cromata e poliammide.

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DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO
Componente “leva”

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DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO

Progettazione del componente: • materiale


• macro geometria
• micro geometria

Che cosa considerare nella scelta del materiale

• prestazioni del materiale


• lavorazioni meccaniche COSTI
• sistema produttivo

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO
Rame

Alluminio
Plastiche
Magnesio Acciai
Legnami
Fe-C
Metalli
Ghise
Ottone (Cu+Zn)
Ceramiche
CATEGORIE Bronzo (Cu+Sn)
Compositi
Oro
Gomme
...
Vetro

...

Non esiste un materiale migliore in assoluto

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
COMPORTAMENTO DI UN MATERIALE

Occorre conoscere i comportamenti dei materiali


legato alle funzioni del componente.

MATERIALE

SOLLECITAZIONI PRESTAZIONI
• carichi • deformazioni del materiale
• temperatura • frattura del materiale
• pressione • corrosione del materiale
• umidità • usura del materiale
•... •...

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
COMPORTAMENTO DI UN MATERIALE
Come facciamo a caratterizzare il materiale per
prevederne il comportamento ?

Livello atomico

ANALISI DEI MATERIALI Livello microscopico

Livello macroscopico

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVE MECCANICHE

Le proprietà meccaniche si misurano eseguendo delle


prove sul materiale.

Prova di trazione, Prova di durezza...

Per poter comparare misure diverse è necessario che le


prove siano eseguite nelle medesime condizioni.
Normative ISO, CEN e UNI regolamentano le condizioni
nelle quali le prove devono essere eseguite.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVE MECCANICHE
Le proprietà meccaniche di un materiale sono
classificabili in:

STATICHE DINAMICHE

Resistenza a trazione Resistenza a urto


Resistenza a compressione Resistenza a fatica
Resistenza a flessione Resistenza a usura
Resistenza a torsione
Resistenza a taglio
Resistenza a penetrazione

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE
Scopo: valutare il comportamento del materiale
soggetto a sforzo monoassiale di trazione

• Ampiamente standardizzata
[UNI EN 10002, ISO 204, ASTM: E646 (K, n), E517 (r)]
• Semplice / Economica
• Fornisce un ampio spettro di informazioni
•Carico di snervamento
•Carico di rottura
•Allungamento totale
•Anisotropia
•Sensibilità alla velocità di deformazione
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PROVA DI TRAZIONE
F
Traversa
Fissa

Colonna Provino

Macchina per
prove di trazione Traversa
v Mobile
F

Tavola

Basamento e
attuatori

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

Provino

Parte calibrata Testa

Raccordi

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

Provino circolare

Misurando F e ΔL si possono calcolare:


F

F F
sforzo R= σ =
S0 S
L0 L
L − L0 dl L
deformazione e=
L0
ε= ∫
L0
l
= ln
L0

F CONVENZIONALI REALI

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

Diagramma
sforzo-
R,
deformazione

ΔL/Lo

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

ELASTICO σ = Eε E=
Rp SNERVAMENTO
Legge di Hooke E = tgα ep Rs oppure Rr (0,2)

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE
R
Inizio strizione
Strizione

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE
Rm

Rs

Allungamento a rottura
L − L0
A = u ⋅ 100
L0

Coefficien te di strizione
S − Su
z= 0 ⋅ 100
S0

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

R acciai
legati
Esempi di curve [GPa]

acciai %C
alta

acciai %C
bassa

Fe puro

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE
MATERIALE E [kN/mm2] Rm [N/mm2] A max
Acciai 190-210 320-2000 60
Ghise 135-155 100-800 17
Leghe di rame 105-125 235-860 68
Leghe di alluminio 65-75 70-600 40
Gomma 0.005-3 3-10 2000
Plastica 1-8 10-120 500

R R
gomma
vetro

plastica

e e

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PROVA DI TRAZIONE
Modelli ideali di comportamento del materiale

σs

Elastico perfetto Elasto-plastico perfetto

σs σs

Plastico perfetto Elasto-plastico


con incrudimento
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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

Lavoro di deformazione

σs

ε1 ε

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE
R

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI TRAZIONE

Effetto della temperatura

Aumentando T σ Aumentando T

↑ duttilità
↑ tenacità
↓ carico di snervamento
↓ modulo di elasticità
ε

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI DUREZZA

Nel campo dei metalli si definisce come durezza la


resistenza che il metallo preso in considerazione
oppone all'azione di un penetratore cui sia applicato
un carico statico.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
La prova consiste nel far penetrare nel pezzo in esame una sfera di acciaio molto
duro di diametro "D" mediante applicazione di un carico "F" e nel misurare il
diametro "d" dell'impronta lasciata dal penetratore sulla superficie del pezzo, dopo
avere tolto il penetratore.
F F: carico applicato (N)
Durezza Brinell HB = 0.102 ⋅ S: area della superficie dell'impronta (mm2)
S

1 ⎛
S = 2πrh = πD⎜ D − D 2 − d 2 ⎞⎟
2 ⎝ ⎠
2F
HB = 0.102 ⋅
πD⎛⎜ D − D 2 − d 2 ⎞⎟
⎝ ⎠
h: profondità dell'impronta; d: diametro dell'impronta

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
Per confrontare valori di durezza ottenuti con prove differenti
è necessario che l’affondamento del penetratore nel
materiale sia comparabile nelle diverse prove.
d
Prova ideale = 0.375
D
d
Valori accettabili ∈ [ 0.25 ÷ 0.5]
D

β
Materiale Materiale
incrudito tenero
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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
Condizioni normali di prova Brinell: Norma UNI EN 10003

I valori normali di F, D e t sono


D = 10 mm
HB D/F/t = . . . F = 29 400 N
t= 15 s

• Il penetratore deve agire su una superficie liscia e piana, esente da ossidi ed


impurezze superficiali.

• Lo spessore minimo del pezzo da provare deve essere almeno 8 volte la


profondità dell'impronta.

• In considerazione della durezza della sfera di acciaio si raccomanda di evitare


l'impiego della prova Brinell su materiali aventi durezza HB superiore a 450.

• Prove successive non devono essere troppo vicine (distanza centri>4d).


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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI DUREZZA: Altre Prove
Prova Vickers Prova Rockwell (scala B e C)

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI
DUREZZA

Confronto fra
scale di durezza

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI RESILIENZA

Scopo: valutare il comportamento del


materiale soggetto ad un urto

Tipi di rottura Fattori influenti


• TENACE • velocità di deformazione
• FRAGILE • presenza di intagli
• temperatura

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI RESILIENZA
Al variare della tipologia Macchina di
di provino il risultato prova
della prova può essere
espresso in una delle
seguenti due forme:

K ... = L [J]

L ⎡ J ⎤
K ... = ⎢⎣ mm 22 ⎥⎦
S00
L: lavoro assorbito
mg (h2 - h1)

S0: sezione resistente

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI RESILIENZA

Provino e condizioni di prova

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI RESILIENZA

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI RESILIENZA
Resilienza [J]

L’acciaio (A) risulta più


tenace a temperature
elevate rispetto
all’acciaio (B),
ma il comportamento
cambia decisamente
per temperature
inferiori.

Temperatura [°C]

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI FATICA
Fatica: fenomeno che porta alla rottura materiali sottoposti a
sollecitazioni cicliche al disotto del limite elastico.

Scopo delle prove di fatica:


determinare il comportamento a fatica di un materiale.

Esempi di
sollecitazione
nelle prove di
fatica e relativi
cicli realizzabili
in ciascun caso.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA DI FATICA
Risultati di prove di fatica: curve σ-N (di Wöler)

Carico (MPa)

Carico (MPa)
acciaio lega di alluminio

Numero di cicli Numero di cicli


Fattori tecnologici che influenzano la resistenza a fatica
• Rugosità superficiale ↓
• Tensioni superficiali di trazione ↓
• Tensioni superficiali di compressione (pallinatura, rullatura) ↑
• Durezza superficiale (trattamenti termochimici)↑
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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA JOMINY
TEMPRABILITA’
Capacità o attitudine dell’acciaio ad assumere, con la tempra, struttura e durezza martensitiche
in profondità.
Un acciaio risulta tanto più temprabile quanto maggiore è la profondità della zona
martensitica, a parità di condizioni di raffreddamento.

Curva della Durezza determinata lungo il


diametro di tondi da 12,5 – 25 – 50 – 75 – 100 –
125 mm.
Le curve evidenziano una scarsa temprabilità
dell’acciaio (la durezza al cuore è sensibilmente
inferiore a quella martensitica della superficie).

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA JOMINY
TEMPRABILITA’
Capacità o attitudine dell’acciaio ad assumere, con la tempra, struttura e durezza martensitiche
in profondità.
Un acciaio risulta tanto più temprabile quanto maggiore è la profondità della zona
martensitica, a parità di condizioni di raffreddamento.

Curva della Durezza determinata lungo il


diametro di tondi da 12,5 – 25 – 50 – 75 – 100 –
125 mm.
Le curve evidenziano una elevata temprabilità
dell’acciaio (la durezza al cuore è poco diversa
da quella martensitica della superficie).

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA JOMINY
Valutazione della temprabilità di un acciaio Î Prova JOMINY

Prova Standardizzata
- Provino acciaio: Ф=25mm, L=100mm.
- Riscaldamento in forno
(omogeneizzazione della struttura
austenitica).
- Raffreddamento mediante getto di acqua
che lo colpisce ad una estremità.

Lungo l’asse del provino Î diverse velocità


di raffreddamento Î strutture e durezze
diverse

Provino rettificato secondo 2 generatrici


opposte per tutta la sua lunghezza (p=0,4
mm)

Forma e dimensioni del provino JOMINY e dei relativi supporti Lungo le generatrici si eseguono misure di
durezza ad intervalli di circa 1,5mm.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA JOMINY
Valutazione della temprabilità di un acciaio Î Prova JOMINY

Curve di temprabilità JOMINY per tre differenti acciai la cui composizione è indicata di seguito.

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Sezione Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica
PROVA JOMINY
Valutazione della temprabilità di un acciaio Î Prova JOMINY

Correlazione tra curve TTT e


Curve di temprabilità JOMINY.

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