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e delle sue lettere


di
a cura
G.F. HawrHonuE
R.P. Mennu
D.G. REro
edizione italiana a cura di
ROMANO PENNA

rm'
PAOLO
Titolo originalc dell'opera:
Di1ionary of Paul and His Leue$ INTRODUZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA
Inl(rV.rrsily Preq', Dourrer, Crove tlLt I99l
l9ql lnlcrVar\ir) Chrisrian Fc otrshin of rhe U.S.A-
Traduzione dall'inglese di

Rila Maz<i Torti

Gian Luigi Pruto


Míchele Sampaolo
Carlo Valentino

Edizione italìana con aggiornamcnlo bibliografico


Senza alcuna possibilita di smentita, possiamo affermare che
Pina edizione lugtio t999 il presente Dizionario è una vera noyità: almeno nel senso che
Seconda ediaione febbraio 2000 un lavoro del genere, così specifico e di questa mole, su san Paolo
c sulle sue lettere non era mai stato pubblicato. È vero che sia-
rno abituati a una moltitudine di Dizionari biblici, soprattutto
teologici ma anche enciclopedici; essi, perÒ, normalmente riguar-
dano tutta la Bibbia. Invece, la concentrazione dell'attenzione
su di una sola figura biblica, e quindi su di un solo corpus omo-
geneo di scritti, con I'ampiezza che qui si vede, è veramente ine-
dita nel senso letterale del termine.
Ci si potrebbe chiedere perché mai privilegiare in questo mo-
do la figura e la produzione letteraria di Paolo. La risposta è
laciìe, anzi persino scontata, e la si può formulare mediante due
considerazioni. La prima riguarda il posto occupato da san Pao-
lo nel Nuovo Testamento o, per dirla in termini pirìr storiografi-
ci, nell'ambito delle origini cristiane. Di quelle origini, infatti,
I'Apostolo è il personaggio di maggior spicco per molteplici mo-
tivi: per il modo unico in cui incontrò Gesù Cristo; per l'enor-
me impegno missionario dispiegato, con la conseguente fonda-
zìone di molte comunità cristiane; per l'originalità del pensiero
personale, sviluppato sulla base della tradizione ecclesiale pri-
mitiva; per le aspre opposizioni suscitate all'interno del Cristia-
nesimo stesso e, infine, per la preziosa attività epistolare, di cui
ci sono rimaste varie lettere fondamentali per la storia e ancor
più per la fede della Chiesa. Questo insieme di motivi conferi-
sce a Paolo di Tarso i tratti di una originalità tale che, nono-
stante si debba onestamente rifiutare la tesi di chi vorrebbe ve-
dere in lui il <secondo fondatore> del Cristianesimo, resta co-
rnunque netta e distingue inconfondibilmente i suoi lineamenti
cla quelli di ogni altro protagonista cristiano del I secolo. La se-
conda considerazione riguarda il ruolo da lui svolto nella suc-
aa, EDIZIONT SAN PAOLO s.r.t., t999 ccssiva storia della Chiesa: la contesa che si accese fin dagli ini-
Piazza Soncino, 5 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ri tra opposte fazioni per accaparrarsene I'autorità, come av-
hltp:,/,/wwtv.stpauls.itllibri vcnne poi anche emblematicamente tra Lutero e il Concilio di
DìsrÍibuaion! DilTusione San paolo s.r.l.
I rento, è soltanto il segno della traboccante ricchezza del suo
Corro Regina Mrrgher:la, 2 - l0l5J Torino
r)lcssaggio. Un genio, si sa, è difficilmente incasellabile in cate-
Introdùzione all'edizione italiana VI VII Introduzione all'edizione italiana
gorie precostituite. E Paolo è il caso tipico, in cui paradossal- volta in volta integrata con l'inserimento di altri titoli sia inter-
mente eresia e ortodossia possono entrambe ritrovarsi, L'im- nazionali, per un maggior aggiornamento del lavoro, sia, in mo-
portante, per chi si mette a studiarlo, è dubitare sempre di se (lo particolare, nostrani, per adattare il lavoro stesso al lettore
stessi. Infatti, come ebbe a osservare acutamente un autore d'i- di casa nostra, in vista di eventuali approfondimenti. Piccoli ri-
nizio secolo, <comprendere la sua dottrina è piir difficile per uno tocchi sono stati inseriti anche nel testo delle voci. La seconda
che lo conosca solo a metà che per uno che non lo conosca af- csigenza, poi, a prescindere dall'apertura ecumenica, sempre lo-
fatto) (W. Wrede). devole, che presiede all'iniziativa dell'Editore, è sostanzialmente
Per quanto riguarda I'impostazione del presente Dizionario, assicurata dal fatto che il protestantesimo anglosassone è noto-
cominciamo col rilevare alcune caratteristiche metodologiche. riamente piÌr conservatore del luteranesimo tedesco (pur dovendo
L'attuale ricerca sul paolinismo distingue nel co4pris epistolare comunque constatare che anche quest'ultimo, negli anni più re-
paolino due blocchi di lettere: un gruppo di sette considerate centi, ha superato alcuni estremismi dell'era bultmanniana). Lo
comunque autentiche, cioè risalenti direttamente alla mano (in si vede, per esempio, nellavoce Proîocatîolicesimo, dove il suo
senso metaforico, poiché sarebbe meglio dire: alla dettatura) del- estensore mette opportunamente in guardia dai rischi tanto di
I'Apostolo stesso, e un gruppo di altre sei, che invece rimonta- un personale soggettivismo degli studiosi, quanto di una miope
no con ogni probabilità a mani diverse di discepoli post€riori. restrizione del concetto stesso di (evangelo> nel voler distinguere
Tuttavia, tanto le prime (1Ts, l-2Cor, Fil, Fm, Gal, Rm) quan- troppo tra la (chiesa apostolica) e una supposta (chiesa proto-
to le seconde (2Ts, Col, Ef, l-2Tm, Tt) recano I'impronta in- cattolica), evangelicamente meno pura.
confondibile del suo genio. Ed è per questo che il Dizionario
assume in blocco tutto I'epistolario paolino, salvo precisare le
cose a proposito delle singole lettere. Percorso di letiura sistematica
Anzi, il criterio che presiede la stesura del Dizionario è rigo- Per quanto riguarda la disposizione delle voci trattate, pos-
rosamente (paolinor in senso stretto. Basandosi soltanto sulle siamo suggerire un itinerario di lettura che permetta di inqua-
lettere che ne recano il nome, la figura di Paolo che ne emerge drarle secondo l'affinità di vari gruppi di lemmi.
è allora solo quella che risulta dalle lettere stesse. Resta infatti
escluso f intero volume lucano degli Atti degli Apostoli che, per Un primo gruppo è formato dalle voci che riguardano la cro-
quanto dedichi la maggior parte della sua narrazione proprio nologia paolina e in genere gli aspetti storici della sua vita, e
a Saulo-Paolo, non è però a rigor di termini un'opera <paoli in specie del suo apostolato. Un momento previo in questo set-
na>: non solo p€rché non reca il suo nome come autore, ma an- tore concerne il problema dei rapporti di Paolo con Gesir; due
che perché non vi compare la tipica teologia dell'Apostolo, fil- ottime voci lo illustrano secondo aspetti dlersi: Gesù e Paolo,
trata com'è dalle prospettive redazionali di Luca. Perciò non Gesù, detti di. Inoltre, a parte l'utile voce riassuntiva Cronolo-
si troveranno in questo Dizionario neanche i nomi dei perso- gia di Poolo,vengono aflrontate varie sfaccettature del suo im-
naggi che, secondo il racconto degli Atti, hanno avuto a che fa- pegno missionario, compresa la componente di tipo socio-
re con lui, ma che nelle lettere non compaiono (come Stefano, culturale. Abbiamo così i lemmii Aiuîo finanziario; Casa di Ce-
Gamaliele, Porcio Festo ecc.). Non che manchino i riferimenti sare, csso imperiale; Conversione e chiamaîa di Paoloi Collq-
agli Atti; ma essi sono presenti solo nella misura in cui possono borstori, Poolo e i suoii Colletîq per i santi; Didsporaf Elleni-
entrare in conto a motivo degli agganci che si possono fare par- smo; Fabbricazione di îende; Filosofiai Giudeo, Paolo comef
tendo dall'epistolario. in piir, però, si trova l'utile voce di con- Guarigione, malattia; Imperotori romoni; Itinerari, progetti di
fronto Paolo negli Atti e nelle Lettere. vidggio, parusia aposlo lics: Movimenîi rivoluzionari; Opposi-
Il Dizionario è il frutto di una collaborazione tra vari paoli- tori di Poolo; Prigionio, prigioniero; Qumrqn e Paoloi Religio-
nisti provenienti quasi esclusivamente dal mondo anglosasso- ni greco-romane; Roms e il Cristianesimo romqno, Schiavo,
ne. Ma ciò, unitamente al fatto che essi sono tutti di confessio- schiavitù; Sistemq legale romano; Sistemi políîici: Sociologia del-
ne evangelica, non nuoce affatto né all'informazione esegetica le Chiese missionariei Viaggi nel mondo romano.
di altra provenienza, né alì'ortodossia dell'esposizione. La pri-
ma esigenza, infatti, è ben documentata, oltre che dai dspettivi Un altro gruppo èowiamente quello delle singole lettere del-
sîalus qudestionk presenti all'intemo delle voci, soprattutto dalla l'Apostolo, presentate e discusse con rigore una per una. Tutte
bibliografia reperibile al termine delle singole voci. A questo pro- sono trattate con sufficiente ampiezza, non solo per ciò che ri-
posito, devo precisare che per l'edizione italiana essa è stata di guarda le questioni previe, ma anche I'esposizione del loro con-
Iltroduzione all'edizione italiana VIII lX Introduzione all'edizione italiana
tenuto. A proposito della loro autenticità, la posizione dei ri- Se, infine, leggibilita di quanto vie-
si tien€ conto della sicura
spettivi Autori è generalmente d'impronta tradizionale, al pun- ne esposto, certo supponendo almeno un minimo di iniziazione
to che non solo per Colossesi, ma anche per Efesini e persino agli studi biblici e teologici, ci si convincerà di quanto la pub-
per le Pastorali si opta in favore della loro diretta paternita pao- blicazione possa essere uno strumento prezioso nelle mani degli
lina. Anche se la cosa, non solo a mio parere, è difficilmente studenti di teologia in specie e degli operatori pastorali in gene-
sostenibile, bisogna riconoscere agli estensori che viene sempre re. Del resto, un dizionario non chiede altro che di essere utiliz-
comunque offerto un buon quadro della discussione in atto. Sic- zato, consultato e, per così dire, verificato in concreto. Ciò va-
ché il lettore può trovare qui un'eccellente introduzione a tutte le anche per quello che qui presentiamo. Ed è solo a questo sco-
le lettere, tanto più che il discorso viene integrato dalla preziosa po che esso viene consegnato nelle mani dei suoi possibili, mol-
voce di carattere generale Letterc, forme epistolari, che a sua ti fruitori.
volta trova un ampliamento aggiomato nelle voci Critico testua-
le; Elementi liturgici in Poolo; Inni, Jrammenîi innici, canti, canti ROMANO PENNA
spirituali; Retorica, con in piÌì un riferimento alla Leîteratura Professore di Nuovo Testamento,
Pontificia Universita Lateranense, Roma
paolina apocrija.

Un ulteriore gruppo quanto mai impoftanle è costituito dalle


voci che precisano la dimensione teologica dell'epistolario pao-
lino, e quindi il pensiero dell'Apostolo. In un primo lemma di
carattere generale, Centro della teologia di Paolo, si fa il pun-
to su di una questione assai dibattuta in anni recenti. L'argo-
mento viene poi ampliato in un'abbondante serie di voci, di cui
menzioniamo qui le princ;Lpali: Adamo e Crisîoi Autoritài Bal
tesimol Cena del Sinore, eucqristid; Corpo di Cristo; Cistolo-
giaf Croce, îeologia delkt; Dio; Doni dello Spiritoi Elezione e
predestina{one: Escatologiq; Espiqzione, propiziazione, espia-
torio; Eticai Gioidi Giusfirtcazione; Immortalitàt Intercessionei
Leggef Libertài Matrimonio e divorzio, odulterio e incesto; Mis-
sione; Mistero; Mistics; Peccato, colpa; Perdono; Predicozio-
ne, kerigma; Redenx,ione; Risuffezione: SacriÍicio, oÍferîai Sal-
vezzq; Spirito Sqnto; Trodizione; Universalismoi Vangelo; Vir-
îù e vizi. A queslo gruppo possiamo annettere anche la serie di
voci intitolate a vari personaggi storici, considerati però nella
loro impoÍanza per la storia della salvezza: Abramo; Apollo;
Bqrnabai Gentili: Giscomo e Paolo; Mosè; Pietro. La grande
varietà e insieme l'esposizione ben bilanciata permettono di tro-
vare qui altrettanti capitoli di una vera a propria teologia di san
Paolo.

Veramente originale è poi un gruppo di voci che potremmo


definire di carattere ermeneutico, dove cioè si tenta di valutare
la figura e l'opera di Paolo dal punto di vista del suo inserimen-
to nella storia dell'interpretazione e nella nostra stessa attuali-
tà. In questo senso si leggeranno con profitto voci come,4p-
procci sociologici q Paolo; Canone; Critica retoficai Ermeneu-
tico, inîerpretare Pqolo; Paolo nella tradizione della Chiesa pri-
mitiva: Psìcologiai Spiritualiîò (mol|o ampia); Uomo e donna,
e persino una ponderata voce su Omosessualiîà,
PREFAZIONE

(C'è stata una lunga controversia tra gli studiosi del Nuovo
Testamento su come fosse meglio interpretare la teologia di Pao-
lo). Se questa considerazione di W. D. Davies era vera nel 1948,
quando egli la fece per la prima volta, negli ultimi decenni la
questione è stata tutt'altro che risolta e veramente pochi sono
stati i punti di consenso.
Tuttavia, aree significative di convergenza sono state trova-
te. Si va dal retroterra culturale giudaico./rabbinico di Paolo,
lo scenario in cui si svolse la sua vita missionaria e la sua attivi-
tà nel mondo greco-romano, fino, e soprattutto, a quel decisi-
vo punto di svolta per il suo pensiero e la sua vocazione che fu
il diventare un apostolo di Cristo. Ad essere sinceri, ciascuno
di questi ambiti d'indagine ha suscitato animate discussioni, seb-
bene ci sia un generale accordo tra gli studiosi di Paolo sul fat-
to che proprio in questi tre ambiti si trovi il significato ultimo
della vita e del ministero di Paolo e dell'eredità che ha lasciato
alla successiva storia della Chiesa.
Oggi è certamente giunto il tempo di raccogliere i risultati delle
varie indagini, proposte e ricerche. Siamo sufficientemente di-
stanti dall'opera, che ha fatlo epoca, Paolo e il giudaismo pale-
stinese (1977) di E. P. Sanders (giustamente lodata, anche se
poi pertinentemente criticata da J. D. G. Dunn nel suo saggio
The New Perspective on Paul del1983, per aver spezzato i mo-
delli della contemporanea ricerca paolina e aver posto in primo
piano una nuova agenda di questioni) per cercare di fare il pun-
to della situazione e offrire delle valutazioni. Il gruppo di ricer-
catori che ha contriboilo al Dizionorio di Poolo e delle sue lel-
lere si è mantenuto principalmente nell'ambito di questa impor-
tante nuova valutazione dell'atteggiamento di Paolo nei confron-
ti della Legge, l'alleanza e il popolo d'Israele, e ha proposto Ie
proprie reazioni, ora positive ora prudenti, verso la nuova im-
magine del vangelo della giustificazione per fede di Paolo e ver-
so gli elementi di continuità con la fede dei padri.
Questa è forse la principale ragione per cui quesîo volume of-
frirà un buon servizio alle nuove generazioni di seminaristi e di
studenti che desiderano interagire con la nuova immagine di Pao-
Prefazione Xll \III Prefazione

lo e del suo posto nella storia dell,umanità e delta Chiesa. I par_ A questo ploposito, due nomi vanno senz'altro menzionati'
roci, d'altrc canto, apprezzeranno l,esposizione aggiornata àelle I'. F. Èruce ha còmposto la voce <Paolo negli Atti e nelle Lette-
principali idee di Paolo, come anche il poter trovare utili infor_ rc> nelle settimane che hanno preceduto la sua rimpianta mor-
mazioni sull'ambiente quando cercheranno di collocare l,apo_ te, e potrebbe essere uno dei suoi ultimi conÎributi a una produ-
stolo nella cornice del suo tempo. Alcuni articoli fondamentàli, zionó leteraria quasi prodigiosa, dedicata principalmente agli
inoltre, mostrano la rilevanza del messaggio paolino per la pre: studi paolini. Donald Guthrie accettò di stilare I'importante ar-
dicazione cristiana odierna, e gli aspiraniiprédicatori-non man- licolo <Dio). Purtroppo egli se ne partì da noi prima che potes-
cheranno di racimolare qua e là utili suggestioni basate sulla mi_ se venir anche solo abbozzato; si è pensato allora di vedere se
gliore produzione contemporanea, sia di stampo innovativo che il suo ultimo contributo scritto, a coronamento del suo lavoro
tradizionale. Gli editori osano sperare che i lóro colleghi acca_ di tutta una vita, potesse essere tratto da ciò che egli aveva pre-
demici e dcercatori troveranno qui uno strumento di lavoro, dei cedentemente scritto n€lla srJa New Testament Theologt. Cor:.
sussidi bibliografici e delle sintesi del dibattito teologico cÍre li il consenso dei familiari e del comitato di redazione, ciò è stato
affiancheranno proficuamente nelle loro lezioni accademiche e tentato da uno degli editori, che ha fatto del suo meglio per con-
che stimoleranno ulleriori discussioni- servare il più possibile il pensiero del dott. Cuthrie, con un mi-
Anche un pubblico più vasto potrà giovarsi di un manuale nimo di aggiornamento e di riformulazione.
come il Dizionario di Paolo e delle sue lettere. ll comitato edi_ L'intero progetto è stato portato a termine con Ia speranza
îoriale ha fatto del suo meglio per tenere in considerazione le che possa offrite un servizio ai lettori di tutto il mondo e rap-
esigenze di un gran numero di <laici> che sono interessati alle presènti un non troppo indegno contributo alla ricerca paolina'
insie-
lettere del Nuovo Testamento. Abbiamo cercato di rendere cia_ Quest'opera è il frutto di un vasto circolo di scrittori che,
scun contributo leggibile e comprensibile per quei cristiani pra_ Àe agli èditori, hanno cercato di assolvere ai loro compiti, per
ticanti istruiti che, lo crediamo, accoglieranno favorevolmènte dirla in rnaniera arÍica, amore Paulí.
questo studio esauriente della vita e delle fatiche di paolo, del
suo insegnamento e della sua influenza; e della sua continua te- GERALD F. HAWTHORNE
RALPH P. MARTIN
stimonianza, basata sulla nuova vita in Cristo e nella Chiesa_ DAN]EL G. REID
Se questo volume servirà a far meglio conoscere paolo a chiun_
que sia interessato al suo ruolo nella storia delle origini cristia_
ne e sottrarrà Paolo all'ambito ristretto degli studi e dei santua_
ri per portarlo nelle piazze e negli ambienti sociali dove i valori
morali sono minacciati e vengono assunte le decisioni etiche, al-
lora avrà raggiunto parte del suo scopo.
Non ci resta che pagare il tributo a tutti coloro che hanno re-
so possibile un'impresa come questa. euando due degli editori
si sedettero a tavola per il pranzo (eravamo all'incontro della
Societ, oÍ Biblical Literature del1987) e ci parlarono della pos-
sibilità di un dizionario come quello che ora avete tra le mani,
non avevamo una chiara idea della complessità e della portata
dell'impresa. In un seguente incontro eàitoriale. durante una
conferenza organizzara dalla medesima Socrerl presso il Whea-
ton College, ci stupimmo alquanto della vastita del nostro com-
pito. Quegli incontri sono rimasti memorabili per le lotte con_
tro decisioni editoriali (e teologiche) in favore della realizzazio_
ne dì un volume veramente utile.
Se ci siamo riusciti, lo diranno i lettori. Una cosa è cerîa: non
saremmo mai riusciti a raggiungere il nostro scopo senza la so_
lerte collaborazione dello staff della Intervarsity Èress e del gran
numero di collaboratori disponibili, il cui lavoro ci ha consènti-
to di pubbÌicare quesr:opera.
DIRETTORI E AUTORI

DIRDTTORI
Cerald F. Hawthorne
Ralph P. Madin
Daniel G. Reid

CURATORE DELL'DDIZIONE ITALIANA


Romano Penna
Professore di Nuovo Testamento
Pontifícíq Uníversítà Latersnense, Roma

REDATTORE
Luca Murador

AUTORI
Alexander, Loveday C. A,
Docente di Nuovo Testamento al Dipartimento di studi biblici del-
I'Università di Sheffield, Sheffield (Gran Bretagna).
Cronologia di Paolo

Anold, Clinton E.
Professore associato di Nuovo Testam€nto alla Talbot School of
Theology, Biola University, La Mirada (California, USA).
Eîesini, lefteru agli; EJeso; Mqgia; Polerc

Aune, David E.
Docente di Nuovo Testamento e Cristianesimo primitivo e direttore
del Craduate Programs in Theology, Loyola University, Chicago (Illi-
nois, USA)-
Apocali ico; Imperotori romoni; Religìoni greco-romane

Banks, Robe J.
Docente di ministe alità dei laici al Fuller Theological Seminary, Pa-
sadena (Califomia, USA)
Chiesa, odinomento e governo della
Direttori e autod XVI \VII Diretlori e autori
Barclay, John M. G.
Assistente di studi biblici all'Università di Glasgow, Glasgow (Scozia), tJrauch, Manfred T.
Gesit e Paolo Rettore dell'Eastern Baptist Theological Seminary, Wynnewood
{Pennsylvania, USA).
Barnett, Paul Vy'.
Giustízia, gíustizia di Dio
Vescovo di Sydney nord, diocesi di Sydney, Sydney (New South Wa-
les, Australia). Ilruce, F. F.
Apostolo; Oppositori di Paolo; Movimenti t iyoluziona ; Fabb Docente di esegesi e cdtica biblica all'Università di Manchester, Man-
co_ chester (Cran Bretagna).
zione di tende
Poolo negli Alti e nelle Leîtere
Barton, Stephen C.
Assistente di Nuovo Testamento al Dipartimento di leologia dell'U_ Burge, Gary M.
niversità di Durham, Durham (Cran Bretagna). Piofessore associato di Nuovo Testamento al Wheaton College,
Approcci sociologici a Paolo Wheaton (Illirois, USA).
Bornaba; Intercessionel Primizie, caparra
Bauckham, Richard J.
Docente di studi sul Nuovo Testamento al St. Mary,s College del- Calvert, Nancy L.
\iy'hea-
l'Università di S. Andrea, St. Andrews (Scozia). Assistente di studi sul Nuovo Testamento al Wheaton College,
Letlerutura poolína apocrífa ton (Illinois, USA).
Abrsmo
Beasley-Murray, George R.
Professore emerito di ermeneutica del Nuovo Testamento al Sou- Camery-Hoggat, Jerry A.
theÌn Baptist Theological Seminary, Louisville (Kentucky, USA), Profissoré àssociato di religion€ al Southern California College, Costa
Baltesimo; Morire e risorgere con Cristo Mesa (California, USA).
VkionL esperienzo estslica
Beasley-Murray, Paul
Ministro della Victoria Road South Baptisr Church, Chelmsford lEs_ Campbell, \ryilliam S.
sex. Cran Brelagna). Di;ettore degli studi religiosi e teologici al Westhill College dell'U-
Pasfore, Paolo come niversità di Birmingham, Birmingham (Gran Bretagna).
Alleanza e nuova qlleanzct; Giudaizzonli; Isruele'' Ulivo
Belleville, Linda L.
Professore associato di letteratura biblica al North park Theologic- Chamblin, J. Knox
al Seminary, Chicago (lllinois, USA). Docente di Nuovo Testamento al Reformed Theological Seminary,
Autotítà: Mosè; Nemíco, inimící7ia, odío Jackson (Mississippi, USA).
Libeúòa Psicología
Black, David A.
Dottore in teologia. La Mirada (Calilornia, USA). clines, David J. A.
Debolezza Docente di studi biblici all'Universila di Sheffield, Sheffield (Gran
Bretagna).
Blue, Bradley B. Immogine, immagine di Dio
Presideal Washington College Academy, Washington College (Ten-
nessee, USA). Comfort, Philip W.
Agapefruteno; Apollo; Cíbi olferti agli idoli e teggi atimentari gíu- Professore invitato di Nuovo Testamento al Wheaton College' Whea-
_
doiche; Prccedímento legole ton (lllinois, USA).
Caducitò, vuolo, vanitài ldolotriai Tempio
Borchert, Gerald L.
Docente di ermeteutica del Nuovo Testamento al Southerl Baptist Davids, Peter H.
Th€ological Seminary; Louisville (Kentucky, USA). Riceicatore di teologia al Langley Vineyard Christian Fellowship,
[ru, distruzíonei Luce e tenebro Langley (British Columbia, Canada).
Giacomo e Paolo
Bowers, W. Paul
Amministraiore dell'Accrediting Council for Theological Education De Lacey, Douglas R.
in Africa, Nairobi (Kenya). Facolta di teólogia e studi oricntali dell'Università di Cambridge,
Missione Camb dge (Gran Bretagna).
Cenrili: Giomi sacri, calendario
Direttori e autori
XVIII Direlfori e autori
Dockery, David S.
(;atfin, Richard B. Jr.
- Preside della
Seminary,
Facolrà di teologia del Southern Baptisr Theological
Louisville ( Kenrucky; USA).
Docente di teologia biblica e sistematica al Wesîminster Theological
Ftufto dello Spìríto: lJomo nuovo e uomo vecchio Seminary, Philadelphia (Pennsylvania, USA).
Cloría, glorirtcazíone
Dunn, James D. C. Gempf, Conrad
Docente di teologia all'Univenita di Durham, Durham AssisteDte al LBC Centre for Undergraduate and Postgraduate Theo-
(Gran Bre_
tagna). logical Studies, Northwood (Middlesex, Gran Bretagna).
RomanL letteru oi Atene, Paolo ad
Ellis, E. Earle Green, Joel B.
Ricercatore di teologia al Southwe$ern Baptist Theological Professore associato di Nuovo Testamento all'American Baptist Se-
nary, Fr. Worrh (Texas, USA). Semi-
minary of the west and Graduate Theological Union, Berkeley (Cali-
Collaboruto, paolo e i suoii Lettete pastorali fornia, USA).
Crocirtssione, Motte di Ctisto
Elwell, Watter
Docenle di Bibbia e teolopia a a Wheaton College Greidanus, Sidoey
Craduare School, Docente di omiletica e liturgia al Calvin Theological Seminary, Grand
Whearon (lllinois. USA).
Elezione e predesl inaz ione Rapids (Michigan, USA).
Omiletíca Íondats su Paolo
Erickson, Richard J.
Guodry-volf, Judith M.
.Professore associato di Nuovo Testamento al Fuller Theological Se_ Professore associato di Nuovo Testamento al Fuller Theological Se-
minary, Seartle (Washingron, USA).
minary, Pasadena (California, USA).
Cgrne
Apostasia, perseveranza', Coscienza; Espiazione, propiziazione, espía-
torioiPrcconoscenza divina', Universalísmo
Evans, Craig A.
. Docente di srudi biblici alla Trinir) western Univer\ily, Langley (Bri_ Guthrie, Donald
rish Columbia, Canada). Gia assisîente di studi di Nuovo Testamento e vice reltore del Lon-
Ptofeto, Paolo come don Bible College, Northwood (Gran Bretagna).
Dio
Everts, Janet M.
Assistente di religione all'Hope College. Holland (Michisan- Hafemann, Scott J.
USAì- Professore associato di Nuovo Testamento al Cordon-Conwell Theo-
Atuto Jtnanz@rio: Conversione e chiamato di paolo.,
Speranza logical Seminary, South Hamìlton (Massachusetts, USA).
Fee, Cordon D. Corínzi, letterc aii Interprcti di Paoloi Solferenza
. Do_cente di Nuovo Testamenlo al Regent College, Vancouver (Bri_ Hansen, C. Walter
tish Columbia, Canada).
Doni dello Spitirc Assistente di Nuovo Testamento al Trinity Theological College, Sin-
gapore (Republic of Singapore).
Fowl, Stephen E, Critícq retoicai Golatí, letteru ai
Assislenre di leologia al Loyola College in Maryland. Bahimore Hawthorne, Gerald F.
(Ma,
ryland, USA). Docente di greco e di esegesi del Nuovo Testamento al Wheaton Col-
Imitszione di Paolo / di Clirto lege, Wheaton (Illinois, USA).
Mqlrimonio e divotzio, adullerio e incesto| Fílíppesi, letteru aí
Fuller, Ruth M.
.
Prof€ssore supplente all'Azusa pacìîic University,
Azusa (Califor_
Holmes, Michael W,
nia, USA). Docente di studi biblici e Cristianesimo primitivo al Bethel College,
Ricompensa St. Paul (Minnesota, USA).
Critica tesluale
Fung, Ronald Y. K.
Insegnante interno e assiqtenre supplenre alla China Graduate Hunter, W, Bingham
of Theology, Hong Kons (Cina). School Docente di Nuovo Testamento alla Trinity Evangelical Divinity
Corpo di Ctisfoi Matedizione, maledetrc, School, Deerfield (Illinois, USA).
ana!ema Preghieru
Diretlori e &ùtori XX \Xl Direltoli e autori

Hudado LaÍy rùy'.


-airiiìint"Alister E.
N,lccrath,
Docente di religione all'Universita di Manitoba, Winnipeg (Manito- ai ,totiu aella teologia e di teologia sistematica, vvvcliffe
ba, Canada). Ilall, Università di Oxford, Oxford (Gran Bretagna)'
Figlio di Dio; Preesistenzqi Signore Crcce, teoloSía dellal G iusfirtcazíone

Keener, Craig S. McKnight, Scot


Docente di Nuovo Testamento al Hood Theological Seminary, Sali- i-iitto.. ut.o"i"to di Nuovo Testamento alta Trinity Evangelical
sbury (North Carolina, USA). Divinity School, Deerfield (lllinois' USA).
Uomo e donna Colletta Pet i santi

Kim, Seyoon McRay, John R.


Docente di Nuovo Testamenîo al Chongshin Theological Serninary, Docente di Nuovo Testamento e archeologia alla Wheaton College
Seoul (Korea). Graduate School, Wheaton (lllioois, USA).
Gesù, detti di Antiochia sull'Oronte

Kl€in, William W. Mcvav. John K.


,q..í.i"nre ut Pacific Union College. Angwin (Calilornia. USA)'
Docente di Nuovo Testamento al Denver Seminary, Denver (Colo-
Capo, Ctislo come
rado, USA).
Perfetlo, maîuro
-rvi John F.
-Maile,
iiiriò a"ttu w"st \ ickham and Shirley Baptist church, London
Kreitzer, Larry J. tGran Bretae.na).
Insegnante seminariale di Nuovo Testamento al Regent's Park Col- Esaluzioie e int ronizzazione; Cielo, paradiso
lege dell'Università di Oxford, Oxford (Gran Bretagna).
Adamo e Cristo; Cotpo: Escatologiai Regno di Dío/Cristo; Risur- Marshall, I. Howard
rezione: Stoto íntermedio; viaggi nel mondo romono óocente di esegesi del Nuovo Testamento all'Università di Aberdeen,
Aberdeen (Scozia).
Kroeger, C. C. Cena del Signore, eucar6llq
Professore associato di studi classici e di ministero al Cordon-Conwell
Theological Seminary, South Hamilton (Massachusetts, USA). 'Martin, Ralph P.
-óoiJni.
Capo ui oipu.timento di studi biblici dell'università di Sheffield,
(Gran Bretagna).
- óiiio àettq teotoglo
Sheffield
di Poolo; Credo; Cultoi Dio; Inni' frammenti
Kruse, Colin G.
Assistente di Nuovo Testamento al Rydley College dell'Universita
innici, canti, conti spirituolii Ptotocallolícesimo
di Melbourne, Melbourne (Victoria, Australia).
Afflizíoni, prcve, dí"fficohà, ftibolazionei Chiamota, vocafione; Mì-
-É-r"riót"
Meve. Robert P.
.meriro dì ermeneutica del Nuoro I e"tamento e preside
nístero; SeDo, seryizio; Vittù e vizi della S"hool of Theology del Fuller Theological Seminary, Pa-
"rn".ito
sadena (California, USA).
Levison, John R. Spirituolitò
Professore associato di studi biblici al North Park College, Chicago
(lllinois, USA). -ó;;;;i. J, RamsaY
Michaels,
Creqzione e nuova crcqzione di studi r;lisjosi alla soulhwest Missouri Stale Universitv'
Snrinsfield
'
{Mjssouri, USA).
Lim, David S. Paólo nellq tradizione della Chiesa primitivai Pietro
Docente di teologia all'Oxford Centre for Mission Studies, Oxford
(Gran Bretagna). -Oà."níé Roger
-Mohrlang,
Pienezza ai ótgione al whitworth College' Spokane (Washington,
USA).
Luter, A. Boyd Jr. Amore
Professore associato di teologia biblica alla Talbot School of Theo- William G.
Morrice,
'-Àrri.ì'"nt"
logy della Biola University, La Mirada (California, USA). all'Università di Durham, Durham (Gran Bretagna)'
Celosiq, zelo; Gruzia: Nomef Salyatore: Vangelo Gioia
Diretfori e autori
XXII Dir€ttod e autori
Mollis, Leon
Preside emeriro del Ridley Colleee, Melbourne (Vicroria, Reasoner, Mark
Ausrralia).
";;';i;t- Assistente di studi biblici al Bethel college, st. Paul (Minnesota,
Iede., M ise rico rdia; peciar o, càl pa: perdo
no; :h;i;;;;;;;i
cio, offe ai Sa t vezza; rJo m o det t, i i ià, nl, usA).
tlili ìi"' ;;;:;;;:r:":i;;í ;; Cíttadinanza, romana e celeste\ PurìtA e ímpuríù| Roma e il Cri-
Moît, Stephen C. stianesimo rcmanoi Sístemi politíci
.Docente di etica sociale cristiana al Gordon-Conwell
-" Theolosical
r 'r\vrv'*.r Jc'
Se-
minary, Sourh Hamilron (Massach"raii, úsÀr.' Reid, Daniel G.
Aurorità civitei Etica Redattore presso la Intervarsity Press, Downers Grove (lllinois,
USA).
Mounce, Robert H. Angelí, arcqngell Elementí delmondo, Prigionia, prígioniero, Prin-
Do_cente e rettore cmerito del Vr'hìtwofh College, Spokane (Washing_ cípaîi e potesù; Satana, diavolo; Trionfo
ton, USA).
Predicozíone, kerigma
Robeck, Cecil M. Jr.
Noll, Stephen F. Professore associato di storia della Chiesa ed ecumenismo al Fuller
Docenre di studi biblicì alla Trinity Episcopal School Theological Seminary, Pasadena (california, USA).
_
Ambridge (Pennsylvania,
for Ministry, Conoscenza e dono dello conoscenzo', Linguei PrcJezia
USA).
Qumran e poolo
Rupprecht, Arthur A.
O'Brien, Peter T. Docente di lingue classiche al wheaton College, wheaton (lllinois,
VicereLrore e preside d€l Dipanimento di Nuovo Tesramenro usA).
_^ del Moo_
re I neologlcal College. Newtown (New South Wales,
Ausrraliat.-- Schiavo, schiqvitù; Sistema legale romano
ó.eneQlztone, dossologiq, rineraziamenrci Casa
pe di Cesare. coso ;m_
ote: L hrcsa lefiera ai: Leuerc, îotme episrctari, prii"-
('olossesi, Schmidt, Thomas E.
Senuoi Seque[o, comunione, partecipozionei Misîeroi Misri.n Professore associato di Nuovo Testamento al westúonî College, San-
Onesti, Karen L. ta Barbara (California, USA).
Disciplína, Ricchezza e poùertà
_.Profersore supplente di Iingua greca ed esegesi all.Eastern BaDtisr
Theotosicat Seminary, phitad;tph'ía (p"";;iú;;u.
Oiustiziq, pius izia di Dio
U-S;;ì"' ".P""' Schnabeì E. J.
Docente alla Bibelschule wiedenest della Freie Theologische Aka-
Osborne, Grant R. demie, Bergneustadt (Giessen, cermania).
^ Poc.enle di Nuovo Testamento alla Trinity Evangelical Divinity Sapienza
School, Deerfjeld (lllinois. USA).
Etmeneu I ica, in terprctarc paolo Schreiner, Thomas R.
Piofessore associato di Nuovo Testamento al Bethel Theological Se-
Paige, Terence p. minary, St. Paul (Minnesota, USA).
Assistente al Belfast Bible College. Belfasr (Noflhern
lrelandì. Circoncisionei Legge di Ctisto; Operc della Legge
ucmonr ed esotcismoi Filoso-fiai Spirito Sqnto

Painter, John Scott, James M.


Professore associato e assistente di studi religiosi a Assistente di studi biblici alla Trìnity lvestern University, Langley
veffiry.,Melbourne La Trobe Uni- (Bdtish Columbia, Canada).
(victoria, Australia)
Mondo, cosmologia Adozione, figliolqnza; Restaurazione di Isruele

Patzia, Arthur G. Scott, J. Julius


.Professore associato di Nuovo TestameIlto al Fuller Theological Se- Docente di studi biblici e storici alla Wheaton College Graduate
minary, Pasadena (California, USAI. School, Wheaton (Illinois, USA).
Canohei Filemone. leflpro o Immofialitài Víta e morte
Porter, Stanley E.
Seifrid, Mark A.
Professore associaro di sludi religiosi alla Trinily Western
ry.^Langley {Brirish Columbia. Cinada.y.
Universi- Assistente di ermeneutica del Nuovo Testamento al Southern Bap-
Pace, riconciliazionei Santità, santiÍicazione; Timore. pourc tist Theological Seminary, Louisville (Kentucky, USA).
In Cristo
Direttori e aulori XXIV Direttori e auiori
Silva, Moisés Twelftree, Graham H.
Docente di Nuovo Testamento al Westminster Theological Semina_ Ministro della Hope Valley Uniting Church, Adelaide (South Au-
ry, Philadelphia (Pennsylvania, USA). stralia, Australia).
Antíco Testamenlo in Paolo Guorígione, malattiai Segni e mírccoli
Simpson, John W. Jr. Watson, Duane F.
Redattore presso la Wm. B. Eerdmans Publishing Co., Crand Ra_ Professore associato di studi sul Nuovo Testamento e capo del Dì-
pids (Michigan, USA). partimento di religione e filosofia del Malone College, Canton (Ohio,
Tessolonicesi, letterc ai USA).
Díattiba
Stegner. ìffilliam R.
Docente di Nuovo Testamento al Carrett-Evangelical Theological Se- Vy'inter, Bruce W.
minary, Evanston (Illinois, USA). Direttore della Tyndale House, Cambridge (Gran Bretagna)
Diasporai Giudeo, Paolo come Retoríca
Stein, Robed H. witherington, Ben III
Docente di Nuovo Testamento al Bethel Theological Seminary, St. metodistì all'Ashland Theological semina-
Docenù di studi biblici e
Paul (Minnesota, USA).
ry, Ashland (Ohio, USA).
Getusalemme
Cristo: CristoloEia
Thielman, Frank
Professore associato di teologia alla Beeson Divinity School della
Wright, David F.
Samford University, Birmingham (Alabama, USA). Aisistente di storia della Chiesa al New College dell'Università di
Legge Edinburgh, Edinburgh (Scozia).
OmosessusitÌ; Sessualítà, morule sessuale
Thompson, Michael B.
Assistente di studi sul Nuovo Testamento al Sî. John's College, Not- Wu, Julie L.
tingham (Gran Bretagna). Consigliere alla Facolta di studi sul Nuovo Testamento del Logos
Foúe e debole: Insegnamento, patenesi: Píefra d'incíampo; Trodiione Evangelical Seminary, Pasadena (California, USA).
Elemenlí liturqici in P1olo
Tidball, Derek J.
Preside del Dipartimento di missionologia della Baptist Union Yamauchi, Edwin M,
of Docente di storia alla Miami University, Oxford (Ohio, USA).
Great Britain, Didcot (Oxfordshire, cran Bretagna).
Sociologia delle Chiese missionarie Ellenismot Gnosí, gnosticismo

Towner, Philip H.
fucercatore del Dipartimento di Nuovo Testamento dell,Università
di Aberdeen, Aberdeen (Scozia).
Codici domestici

Travis, Stephen H.
Vicepreside e assistente di Nuovo Testamento al St. John,s College,
Nottingham (Gran Bretagna).
Giudizio

Trebilco, Paul
Docente di studi sul Nuovo Testamento alla Knox Theological HaìÌ,
Dunedin (Nuova Zelanda).
Itinerati, progetti di víaggio, porusia apostolica
Tdtes, Allison A.
Docente di studi biblici all'Acadia Divinity Coltege dell,Acadia Uni-
versity, Wolfville (Nova Scotia, Canada).
Testimonianm
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI

Abbreviazioni generali
A = Codice Alessandrino
ad loc, = al luogo interessato
AT = Antico Testamento
B = Codic€ Vaticano
C = Codice di Efrem il Siro
ca. = circa
cap./ capp, = capitolo/i
cfr. :
confronta
col./coll. = colonna/e
contra = coîtro I'opinione di
D= Codice di Beza
ebr. : eblaico
eCC. : eccetela
ed./edd. = acuradi
etal. = e altri
fr. = frammento
FS : Feslschrift
gr. = greco
km = chilometro/i
lett. = letteralrnelte
LXX = Settanta
MMM = Manoscritti del Mar Morto
MS/MSS = manoscritto/i
n = in nota
n.s. : nuova sede
NT : Nuovo Testamento
p./pp. = pagtuta/e
pace = corl. buona pace di
par, = parallelo/i
pas&rz= e altrove
pl.: plurale
priv.: edizione p vata
Q = fonte Q (Quelle)
R = rabbi
rec- : recensione
!ist,: ristampa
riv. = edizione dveduta e corretta
S = Codice Sinaitico
Elenco delle abbreviazioni XXVIII XXIX Elenco delle abbreviazioni

Sir
:=Isaia
s.d. = senza data Siracide
SeC, : Secolo Is
s.\, = sub yerbo Ger = Geremia
sy : versione Siriaca Lam = Lamentazioni
Tg. = Targum Bar : Baruc
TM : testo masoretico Ez = Ezechiele
v./w. : versetto/i Dn : Daniele
v.l. = lezione variante Os : Osea
vol./voll. = volume/i Gl = Gioele
g,/gg = paragrafo,/i
Abd = Abdia
Gn = Giona
Versioni della Bibbia Mi : Michea
CEI = Confercnza Episcopole Italiana cdizioni Pastorali Italiane, Ro- Na = Nahum
ma l97l) Ab = Abacuc
NEB = NeÌr ,Erclrsh Bible (Iolnt Committee on the New Translation Sof : Sofonia
ol the Bible 1970, l97l\ Ag = Aggeo
NIV : New Intemqtional Versíon (International Bible Society 1973, Zc : Zaccaria
1978, 1984) Ml = Malachia
NRSV = Nen Àeyised Standard Version (Dtvision of Chdstian Edu-
cation oîthe National Council of the Churches of Chdst in the U.S.A. Nuovo Testamento
1989) Mt : Matteo
NV : Naovris,za (EdizloniPaoline, Cinisello Balsamo 1987)
Versione Mc : Marco
RSV = Rer6ed Slarda Version (Division of Christian Education of Lc : Luca
the National Council of the Churches of Christ in the U.S.A. 1946, Gv = Giovanni
1952, r91 t) At = Atti
Rm: Romani
l-2cor = I e2 Coîttrzi
Libri della Bibbia Gal : Galati
Antico Testamento Ef = Efesini
cn = Cenesi Fil = Filippesi
Es : Esodo Col = Colossesi
Lv = Levitico 1-2Ts= I e 2 Tessalonicesi
Nm = Numeri 1-2Tm = l e2Timoteo
Dt = Deuteronomio Tt : Tito
Gs: Giosuè Fm : Filemone
Gdc : Giudici Eb = Ebrei
Rt : Rut Gc : Giacomo
1-2sam = I e2Samuele 1-2Pt=le2Pietro
1-2Re=le2Re 1-2-3Gv = 1,2 e 3 Giovanni
l-2Cr - | e 2 Cronache Gd = Giuda
Esd = Esdra Ap = Apocalisse
Ne = Neemia
Tb = Tobia Deuterocanonici e LXx
Gdt = Giudirta
Est : Ester Bel = Bel e il Draeo (Dn 14)
1-2Mac: I e 2 Maccabei l-2Esd = | e 2 Esdîa
Gb = Giobbe 4Esd = 4 Esdra
Sal - Salmi Epcer = Lettera di Geremia (Bar 6)
Pr = Proverbi 3-4Mac = 3 e4Maccabei
Qo = Qohelet OtAzar = Preghiera di Azaria (Dn 3,25-90)
Ct = Cantico dei Canlici OrMan : Preghiera di Manasse
Sap : 5u'i"nru Sus = Stoda di Susanna (Dn 13)
Elenco delle abbreviazioni XXX XXXI Elenco delle abbreviazioni

Apocrifi dell'Antico Testamenlo Quqesl. Evan, = Quaestiones Evangeliotum


1-2-3En = Versioni etiopica, slava ed ebraica di Eroci
Serm. = Sermones

2-3Bat : Yersioni siriaca e greca dell'Apocalisse di Baruch Aristide


Ahiq:41r10o, Apol. = Apologio
ApAbr : Apocalisse dí Abrumo
ApEl = Apocalísse di Elia Cipriano di Cartagine
ApMos = Apocalisse di Mosè Ep. = Epístulae
ApSof = Apocalisse di Sofonia
AsIs = Ascensione di Isaís Cidllo di Gerusalemme
AsMos = Ascensione di Mosè (o Testamenlo di Mosè\ Cat, = Cqlechesi
Ep. Arist- =
Lelteru di Aristea
Giub- : Libro dei Giubílei Clemente di Alessandria
Gius.eAs. = Oiuseppe e Asenat Poed. = Il Pedogogo
LAB = Antichítà Biblíche dello Pseudo-Filone Ptott, = Protrettíco ai Greci
Mart. Is. : Marti o di Isaia Strom. = Stromata
Or. Sib- = Orucolí Sibillini
Ps--Foc. : Pseudo-Focilide Clemente di Roma
Ps- .Sa1- : Salmi di Salornone l-2Clen = Ie2Le era oí Corinzi
Tesl. XII Palr. : Testamenlo dei Dodici Patriorchi
Test. Abr. = Testomento di Abrqmo Epifanio
Test. Aser =
Testsmento di Aser Haer. = Haereses
Test. Ben. =
Tesîamento di Beniamino Mens. - De mensuris el ponderibut
Test. Don = Testqmento di Dan
Eusebio
Test. Gad =Testqmento di Gad
Test. Gb = Teslamenlo di Giobbe Dem. Ev, = Demo slratio Evqngelica
Test. Giudo = Testamento di Giudo Eccl- Theol. = De ecclesioslica lheologia
Test- Gius- = Testamento di Giuseppe Hist. Eccl. = Historío Ecclesiastico
Test- Iss. = Teslafiento dí Issacar In Ps. = Commenlorius ín Psalmos
Test. Levi - Testsmento di Levi Praep. Ev. = Prseparatio Evangelica
Test. Mos = Testsmento di Mosè (o Assunzìone dí Mosè)
Test. Neft. = Testqme to di Neftali Giovanni Crisostomo
Test. Rub. : Testomenfo di Ruben Hom. Ml- = In Màtthoeum Homiliae
Test- Sal. = Tesîomento dí Solomone Regn. = De Regno
Test. Sim. : Testomento di Simeone
Tesl. Zab. = Teslomento di Zabulon Girolamo
VitAE : Vita di Adamo ed Eva Ep. = Epistulae
Vit. ProJ. : Libro dei Proleti (seguito dall'abbreviazione del profeta) Vir. = De Viribus lllustris
Giustino
Letteratum protocrisliana I-II Apol. = Apologiae I-II
Barn- = Lettera di Bornaba Diql. = Díologus cum Tryphone Judaeo
Did. : Didachè
Ignazio di Antiochia
Diogn.: Letterc a Diogneto
M. Polyc. = Mattitio di Policaryo Eph- = Epìstula ad Ephesios
Magn. = Epìstulo ad Magnesíos
AgostiIIo Philad. = Episrulq qd Philadelphios
Civ. D. = De Civilate Dei Polyc. = Epistula ad Polycorpum
Conf- : g6o7"tt,on"t Rom. = Epistuls ad Romanos
De cons- : De consensu E angelistarum Smyrn. = Epistula ad Smyrnaeos
De Ttin, = De Trínitate Trall. = Epístulo qd Trullionos
Ep. : Epistulae
Hom. = Homiliae
Elellco delle rbbrcYisziori XXXII xxxllr Eletrco delle sbbrcvirzioni

lppolito di Roma Antigono di Caristo


Trud. Apost. = Traditio Apostolica Ist. = Istoridn Poradoxan Synqgagè
Ireneo di Lione Apollodoro di Atene
Adv, Haer- = Adversus Hsereses Bib. = Bibliotheke
origene Appiano
C. Cels- = Contra Celsum BCiv. : Bells Civilia
Comm. Jo, = In Johonnem Commenlatius Hist. Rom. = Historio Romano (Rómaika)
Comm, ML : In Motlhaeum Commenlarius Mith. = Mithridateios
Policarpo Apuleio
Phil. = Epístula od Philíppenses Met. = Metamorphoses
Pseudo-Clemente Arato
Hom. :
Homiliae Clementínae Phaen. = Phaenomena
Recogn. : Supplemenlum od Recogniliones Clemenlinas
Aristofane
Teofilo di Antiochia Thes, = Thesmophotizousai
AutoÌ. = Ad Aulolycum
Aristotele
Tertulliano Cael- : De Caelo
Adv. Marc, = Adversus Morcionem Eth. Nic. = Ethica Nicomochea
De An- = De Animo Mund. = De mundo
De Bopt. = De Baptismo Pol- = Politica
De Cor- = De Carae Chtisli Pr. = Problemols
De Proesc. = De Pruescriplione Hserelicorum Rh, = Rhetorica
Nal. = Ad Nationes
Pud. = De Pudicitia Aulo Gellio
vangeli apocrifi
NA = Noctes Alticae

Ev. Ba h. = Evanqelium Bortholomaei Cicerone


Ev, Eb. = Evangelium Hebrqeorum Coecín. = Pro Caecína
Ev. Ebion- = Evongelium Ebionílum De Or, : De Orotore
Ev. Eg. = Evangelíum Egyptiotum Div. = De Divinqtione
Ev, Nsass. = Evangelìum Nqassenorum Fam. : Epistulqe od Familiates
Ev. Peti :
Evongelium Petri Flac. = Pro Flacco
Ev. Thom, = Evangelium Thomqe Inv. Rhet, = De Inyenîione Rhetorica
Leg. = Pa 1"ti6ut
Scrittori e fotrti classici ed ellcnistlci oÍ1. = De oÍliciís
Phil. : Orationes Philippìcse
AnIh. Pql. = Anthologia Palqtina Rob. Post. = Pro Rabirio Postumo
C. H. = Corpus Hetmeticus Top. = 7eO;"o
Inscr, Cos = r . R. Paton-E. L.}licks, The InscÌiptions oJCos,l89l Tusc, = Tuscltlonae Dispúationes
Orph. Frog. = Frommenti Orîici
POxy = P7p;ti Oxyùtnchus Diodoro Siculo
PRyl = Papii Rylands Bib. = Bibliothekè
Achille Tazio Diogene Laerzio
Leuk. = Tq kata Leukippen kqi Kleitophònta Vit. = Vítae

Ammonio Dione Cassio


Diff. : Peri omoian kai daíphorón lexeón Hìst. = Historía Romana
Elenco delle abbreviazioni XXXIV
Elenco delle abbreviazioni
Dione Crisostomo
De Homerc = De Homerc eî Socrote Leg. = 1"ro11o ad G7ium
Or, = Orationes Leg. All. = Legum Allegotiae
Migr. Abr.= De Migratione Abrchqmí
Dionigi d'Alicamasso Muf. Nom. = De Mulatione Nominum
Omn. Prob. 216. : Quod Omnís Ptobus Liber Sil
Anî. Rom, = Antiquitates Romattae
Op. Mund. = De Opficio Mundi
Demostene Postet C. = De Posle tote Caini
Lacriî. = Adversus Lacùîum Pruem. Poen. De Praemiiî el Poenis
Quaest. i Gen. = Quaestiones ín Genesin
Elio Aristide Quaest. in Ex. = Quaesliones in Exodum
Rer. Diy. Het. : Quis Rerum Díyinarum Heres Sil
Oraf .= Orationes
Sacr. - De SactiÍiciis Abell et Caini
Ennio Som. = De Somnís
Spec. Leg. = De Specialibus Leqibus
Ann. = Annales Virt. = De Vittutíbu:r
Epitteto Vit. Cont. = De Vita Contemplativa
Vit. Mos. = De Víta Mosis
Disc, = Discorsí
Diss. : Dissertationes Filostrato
Erodoto VA : Vita Apollonii
Híst. : Histotiae Firmico Malerno
Eschilo Err, prof. rel. = De Errore Profanarum Relígionum

- Septem contra Thebas Gaio


: Supplices Inst. = Institutiones
Esiodo Galeno
Op. = Opeta et Dies De Placítis = De Placitís Hippocr.rtis et Platonis
Euripide Giamblico
Hipp. = 11i,Oo1r1ut Mtsî. - De Mysletiis
IA = Iphygenia AulídensÌs
Giovanni Malala
Eustazio
Chron. = Chronographìa
Od. = Parekbolai eìs tèn Omèrou Odvsseian
Giovenale
Filone di Alessandria
Sat. : Satirae
Abr. = De Abruhamo
Aet. Mund, = De Aeternitate Mundi Giuseppe Flavio
Agtic. = De Agricultura Ant. = Antiquitates Judaicae
Chet, = De Cherubim Ap. = Contra Apíonem
Conf. Ling. - De Confusio e Linguarum Bell. = Bellum Judaicum
Congr, = De Congressu Eruditionís Graîia Vít, : V|IA
Decal. : De Decqlogo
Det. Pot. Ins. : Quod Deîeius Potio lnsídiari Soleat Giustiniano
Deus Imm. = Quod Deus Sit Immutabilis Digest. : Digesto delle leggi romane
Ebr. : De Ebríetate
Flacc. = In Flaccum Isocrate
Fug. : 1)s Prtt el Inventíone Anti. = Attîidosís
Gi*. : De Gizantibus Dem. = Demonícus
Jos. = De Josepho Panath. = Panathefiaicus
Paneg. = PanegJricus
Elenco delle gbbreviazioni XXXVI XXXVII Elenco delle rbbreYiazioni

Livio De gen. = De genio Socratis


Epit. : Epítomae De sera = De sero numinis vindicta
Lib. Educ. = De Liberi Educandis
Hisl, - Historiqe
Mor- : Morolia
Luciano di Samosata Non posse Suqv. = Non posse Suavítet yivi Secundum Epicuram
Hemot. = Hetmotimus
PomP. = PsnPsirt
Philops- Quaesl. Rom. = Quaestíones rcmanae
= Philopseudes
Quomodo qdul. =Quomodo adulescens poelas oudìre debeot
Nicola di Damasco Thes- : Theseus

Vìt- Coes. = ntu Cseso s Polibio


Omero Hist. = Historiqe
Il. = Iliade Proclo
Orazio
In Tim. = In Platonis Timaeum commentatii

Cqm. = Carminq o Odes Pseudo-Callistene


Sat. = Satirae Hisl. Alex. = Historia Alexandri Mogni
Ovidio Quintiliano
Met, = Metamotphoses Inst. : Institutio Orato a

Pausania Sallustio
Desù. = Perigegèsis tès Ellqdos Iug. = Bellum lugurthinum
Pindaro Seneca
Isthm. : Odi Istmiche Clem- = De clementia
EP- : Eqistuloe
Platone
Senofonte
Alc. = Alcibiades
Ap. = Apologia Hell. = Hellènika
Cra. : Cralilo Mem- = Memorabilia
Leg. : Tatt; Silio Italico
Resp. : Repubblica
Soph. : SoJista Pun. : Punica
Symp. = Slarotio Sofocle
Tht. : Teeleto :
Ti. : Timeo
El- Elecha
OC = Oedipus Coloneus
Plinio il Vecchio Stobeo
HN = Naturalis Histotia Ecl. = Eclogqi
Plinio il Giovane Strabone
Ep. : Epístulae Geo- = Geagraphía
Plutarco Svetonio
Alex- = Alexqnder vitaXII Caesaru i
Ant. = Antonìus Caes. = ,lulius
Caes. = Caesqr Claud. = Divus Claudius
Cic- : Cícero Dom. = Domilionus
Quoest. Conv. = Quoestiones convivqles Ner. = Neto
De deÍ. or, = De defeclu oraculorum Tib. : Tiberius
De fac. = De fqcie in orbe lunae Vesp, = Vespqsianus
XXXIX Elenco delle abbreviazioni
Elenco delle abbreviazioni XXXVIII
Tacito
4QPBtess = Benedizioni dei Patríarchí
QPhyl = Filafteri
Ann. = Annales 4QPrNab = Preghieru di Nabonide
Hist. = Histo ae 4QpsDan A = scritti dello Pseudo Dadele
4QPsJosh = Salmi di Giosuè
4QShirShabb : Inni per il sacrìrtcio del sabato o Liturgia angelica
Tucidide
Hist, = Lq guero del Peloponneso 4QTeharot D = Melkisedek e Melkiresha
4QTestim = Testimonia
Vale o Massimo 4QtgJob : Targum dl Giobbe
Fact, ac Dìct. : Factorum ac dictorum memorubílíum librí 4Qtglev = Targum del Le't ltìco
4QZodlac = testo magico
Virgilio 5Q15 = descrizione della nuova Gerusalemme
Aen, = Eneíde llQM = -Rolo/o della guerra
I lQMetch = Melchisedek
Mrnoscritti del Msr Morto llQpaleoLev - copia del Lerilico in caralleri paleo-ebraici
llQPs" : Librc dei salmi
1Q,2Q,3Q ecc.: numerazione delle grotte di Qumran, dove è stato llQShirShabb= Inni per il sacfirtcio del sabato
rinvenuto del matedale scritto. Per esempio, 1Q = prima grotta di llQTemple = Roîolo del tempío
Qumran (segue l'abbreviazione o il numero del documento). llQtgJob : Targum dr Globbe
1Q2'l = Libto deí misteri (lQMyst) CD : Documento di Damasco (dalla Genizah del Cairo)
1Q32 : Descrizione della nuova Gerusalemme (lQJNar)
lQapGen = Apoctífo della Genesí Targumirn
tQH = Inni (Hódaíót)
lQlsa"b = libro biblico di Isaia, prima o seconda copia Frg, Tg. = Targum frqmmentarío
lQM = Rofolo della guerta (MilkamA) Sam Tg. : Taryum Samatitano
lQpHab = Pesl,er su Abacuc Tg. Esth I, II = I o II Targum di Ester
lQS :
Regola dello comunità (Serek hayyahad) Tg. Isa = Targum di Isaia
lQSa :
Regola dell'assemblea o Regola messiInica Tg. Ket : Targum deglí Sctitti
lQSb = Regola delle benedizíoní Tg. Neb. = Targum deí Prcleti
2Q24 = Descrizione della nuova Gerusalemme (2QJNar) Tg. Neof. : Torgum Neofiti I
3Ql5 = Roîolo di rame Tg, onq = Torgum Onqelos
4Q139 : ordinanze o commenti sulle leggi bibliche Tg. Ps-J. = Taryum Pseudo-Aionata
4Q169 : Peshet su Nahum Tg. yet, I : Targum YetuÍqlmi I
4Ql7l = Pesiel sui Salmi Tg. Yet. II = Targum Yeruíalmí II
4Q174 = vedi 4QFlot Yem. Tg. : Tatgum Yemeníta
4Q176 = Consolqzioní (Tanhúnîm)
4Q186 = yedl 4QMess ar Tmttati della Mishra, d€lla Tosefta e del Talmud
4Q246 = wdi QpsDan A
4Q280 : vedi 4QTeharot D P€r distinguere i trattati che nella Mishna, nella Tosefta' nel Tal-
4Q400-407 : vedt 4Qshirshabb mud babilonese e nel Talmud gerosolimitano hanno la stessa sigla, vi
4Q504 = Porole delle luminaríe (4QDibHam") poniamo davanti rispettivamente le lelrerc m, t, b, e y.
4Q513-514 : ordinanze o commentari sulle leggi bibliche
4QAgescreat = Le erc della creazíone Ar = 'Arakhin
QBetah : Berakót
4Qcryptic : testo magico AZ = 'Avoda Zara
4QEn Giants"' : frammenti di I Enoch dal (Libro dei giganti)) BB : Baba Batru
4QEn's : îrammenti di, I Enoch Bekh : Bekhorot
4QEnastr"g : frammenti di I Enoch dal <Libro dell'astronomio) Bet = Berukhot
:
4QFlor = Florìlegíum (Midrashim escatologici) Bes Be6 (Yom Tot)
4QM" = MithamA Bik : Bíkkurím
4QMess ar - ls5lq.messianico,' aramaico BM = Baba Me$i'a
4QMMT : Miqsat Mq'aíè fórA (lettera halakica) BQ : Baba Qumma
Elenco delle abbrcviaziori XL Elenco delle abbreviazioni
Dem - Demaí Trattati di Nag Hammadi
Ed = 'Eduyot ActPi = Atti di Pieîro
Er = 'Eruyin
Gir = Giuin Erver = Vangelo di Verità
Hag : Eagigo
Hql : HaUo Altre opore rabbiniche
Hor : Horqyot
Hul : Hullín
AgBet = Aggodat Bereshit
Kel = Kelím ARN = Avot deRabbí Nalan
Ket = Keritot DER = Derekh Eres Rabba
Ket = Ketubbot DEZ = Derckh Erc$ Zula
Kil = Kil'ayim Kolla = KaUq
Mqas : Mo'ssrot Mekh = Mekhilta
Mqk = Makkot MekhSh = Mekhilto deRobbí Shim'on b. Yollai
Mskh = Mskhshìrin MShir = Midrash Shir HoShirim
Meg = 1'4stí11, MTeh = Midrash Tehillim (Shoher Tov\
Meil = Me'ila PesR= Pesiqta Rabbati
Men = Menahot PesK= Pesíqta deRav Kahana
Mid = Middot PRE = Pirqe deRabbi Eli'ezer
Miq = 74;Oro'o, R :Rabbo (l/eceduto dall'abbreviazione del libro biblico: per esem-
MQ = Mo'ed Qqlqn pio, GenR = Genesí Rabbo)
MSh = Ma'dset Sheni Sem = Semqhot (Evel Rabbatù
SiJra = SíÍru
Ned = Nedarìm SíÍre = Sifre
Neg = P"fo'1. SoJ : 5o7"r;^
SOR : Seder 'Olam Rabbs
Ohal : Oholot Yalq : Ys1tr1
Orl = 'Orla
Periodici, operc di consultazione e collane
Pes = Pesahim AB = Anchor Bible
Qid : Qíddushin ,4rD = Anchor Bible Dictionary
Qin :
Qínnim ABQ = America Bsplisl Quarte J
RHSh : Rosh HoShana ACNT
San = Sonhedrin = The Augsburg Commentary on the New Testament
AGJU = Arbeiten zur Ceschicbte des antiken Judentums und des Ur-
Shab = Shabbat
chdstentums
Sheq = 51t"no11^
Shevi: Sheví'it AGSU = Arbeiten zur Geschichte des Spàtjudentums und Urchristen-
tùms
Sheeu = Shevu'of
Sot = Sola AJBI = Annual of Íhe Jopanese Biblical Institute
Suk = Sukka AJT = American Jownal of Theology
Toan : Ta'anit ALCHJ = Arbeiten zur Literatur und Geschichte des heltenistischen
Judentums
Tsm = Tamid ALUOS = Annual of Leeds Uniye$ity Oríental Socíet!
Tem = Temura
Ter = Terumot AnBib = Analecta Biblica
TevY = Tevul Yom ANET = J. B, Pritchard (ed.\, Ancient Nesr Eastern Texts
Toh = Toharot ANF = A. Roberts - J, Donaldson (edd.), Ante-Nicene Fathers
uq = 'uq$in ANRW = Aufstieg und Niedergang der rómischen Welt
Yod : Yadq)im ASNU = Acta seminarii neotestamentici upsaliensis
Yev : Yeeamol ATANT = Abhandlungen zul Theologie des Alten und Neuen Testa-
Yom : Yoma ments
Zav : Zqvim ATLABibS = American Theologicat Library Association Bibliogra-
Zer = Zera'im phy Series
Zev = Zevahim AUsBR = Austrulian Bíblical Review
Elenco delle abbreviazioni XLII XLIII Elenco dell€ .bbreviazioni
ATR : Anglican Theological Review CT =
Christianity Today
AUSS : Andrcws UniÙersít! SeminarÌ Studies CTM :
Concordia Theological Monthly
BA : Biblícol Atchaeologist CTR = Criswell Theological Review
BAGD : W. Bauer - w- F. Arndt - F. W. Cingrich - F. w. Danker, CUrTM = Curîenls in Theolog, and Mission
Greek-English Lexicon of the Nev, Teslament and Other Early Chris- CV : Communio Viatorum
tion Literature DJD : Discoveries in the Judagan Desert
BAR : Biblical Archaeologist Reader DJG : Dictionart of Jesus snd the Gospels
BBB : Bonner biblische Beitràge DRev = Do,/rnside Revievl
BBR = Bulletin for Biblical Research DSB = Daily Study Bible
BCJ = Brown Classic in Judaica DTAT = E. Jenni - C. Westermann (edd.\, Dízíonario teologico del-
BDB = F. Brown - S. R. Driver - C. A. Briggs, Hebrcw and English I'Antico Testamento, 2 voll., Marietti 1978
Lexicon of rhe Old Testament DTT :.Dansk teologisk tidsskriÍt
BDF = F. Blass - A. Debrunner - R. W. Fvík, A Grcek Grummat EB = Etudes bibliques
of the New Testament and Othet Earl! Chrístian Liletalure (U versi- EBC = The Expositor's Bible Commentary
ty of Chicago, Chicago 1961) EBT = Encyclopediq of Biblical Theology
BETL : Bibliotheca ephemeridum theologicarum lovaniensium EDNT = H. Balz - c. Schneider (edd,.), Exegetical Díctionary ol the
BEVT = Beitràge zur evangelischen Theologie New Testament
BG : Berlin Gnostic codex EGT = The Expositor's Greek Testament
BGU : Agyptische Urkunden aus den Museen zu Berlin: criechische EHS :
Europàische Hochschulschriften
Urkunde I-VIII (1895-1933) EKKNT : Evangelisch-katholischer Kommenlar zum Neuen Testament
BHT : Beitrage zur historischen Theologie ELS = Enchitidion Locorum Sanctorum- Docamenta S. Evangelii Loca
Bib = Biblica Respicientis
BibOr = BibÌica et Orientalia EncJud = EncJclopaedia Judaica (1911)
BibS(F) : Biblische Studien (Freiburg 1895-) EvQ = Evangelícol Quarterly
BibS(N) = Biblische Studien (Neukirchen l95l-) EvT : Eyangelische Theologie
BJRL = Bu etin oÍ the John Rylands University Library of Manchester ExpTim = Exposítor! Times
BJS : Brown Judaic Studies FB :Facet Books
BMI = The Bible and Its Modern Interpreters FF = Foundations and Facets
BR = Biblicol Research FIRA = Fontes Iuris Romani Antejustiniani
BRev = Bíble Revíew FJ = The Foundation of Judaism
BS = Bollingen Series FN = Fílologiq Neotestqmentaría
BSac : Bihliotheca Sacra FRLANT = Forschungen zur Religion und Literatur des Alten und
BT : The Bible Translotor Neuen Testaments
BTB = Biblícal Theolog/ Bulleîin GBL = Das Gìoje Bibellexikon
BU = Biblische Untersuchungen GLNT = G. Kittel - C. Friedrich (edd.), Gronde lessico del Nuovo
BZ = Bíblísche Zeirschrift Teslamento, 16 voll., Brescia 1965
BZNW = Beihefte zut Zeítschrí.fl fih die neutestamenllíche W issenschqft CNC = Good News Commentary
CAH = Cambidge Ancient History GNS : Good News Studies
CBQ = Catholic Biblicql Quattetl! GNTE = Cuides to New Testament Exegesis
CCWJCW = Cambridge Commentaries on writings of the Jewish and GTJ : Grace Theological lournal
Christian World 200 B.C. to A.D. 200 HBD = Hqrper's Bible Dictionaty
CD : K. Barth, Church Dogmotics HBT : Horizons in Biblical Theolog/
CG = Nag Hammadi Gnostic Codices HDB : J. Hastings (ed.), A Díctionqry oÍ the Bible
CGTC = Cambridge Greek Testament commentary HDR = Harvard Dissertations in Religion
CIG = Cotpus Insc ptionum Grqecarum I-lV (1828-1877) Herm = Hermeneia
CII = I. B. Frey (ed.), Corpus Inscriptionum Iudqicatum I-Il HeyJ = Heythrop lournal
(1936-1952) HNT = Handbuch zum Neuen Testament
CIL : Corpus Inscriptionum Lalìnqrum I-XI (1862-1943; 1893:-) HNTC = Harper's New Testament Commentaries
CNT = Commentaire du Nouveau Testament HSM : Harvard Semitic Monographs
ConB = Coniectanea biblica HSS : Harvard Semitic Studies
CovQ : Covenqnt Quqrterly HTKNT = Herders theologischer Kommentar zum Neuen Testament
CRINT S, Safrai et al. (edd.), Compendiq Retum [udaicarum ad
= HTR = Hanad Theologicql Reyiew
Novum Testamentun (Fortress, Philadelphia 1974, HTS - Harvard Theological Studies
Elenco delle abbreviazioni XLIV Elenco delle abbreviazioni

HUCA = Hebrew Union College Annual Nllt llr = Mùnsterische Beitriige zur Theologie
HZ = Historische ZeítschriÍt r leycrK =Meyer Kommentar
IB = The Interprcter's Bible (New York 1951-1957) MM - J. H. Moulton - G. Milligan, The Vocabul1ry of the Greek
IBS t (.\tunent, Illustruted lrcm the Popyfi ond Other Non-Literqrt Sour-
= Irish Biblical Studíes
ICC = International Critical Commentary r'r'r ( 1930)
IDB = G. A. Buttrick (ed..), Interyretet's Dictionary of the Bible MNTC = Moffatt New Testament Commentary
IDBSUp :
Supplementary Volume to lDB MI'AT = A Manual of Palestínian Aramaic Texts
IEJ = Isruel Explorution Journal MsB = Monografie di. Benedicti a
ILS = Inscriptiones Latinae Selectae (Berlin 1892) N,4 /'7 = Nestle-Alard, Novum testamentun Grsece,26^/2'7^ ed.
Int = Interpretotion NAC = The New American Commentary
lntc = Interpretation Commentaries NCB : New Century Bible
ISBE = IntetnaÍíonal Standard Bible Encyclopedía NCIB = New Clarendon Bible
ITQ = 17;t1t Theological Quafterly NedTTs :
Nederlands theologisch tijdschtift
IVPNTC : Intervarsity Press New Testament Commentary Nev/Docs New Documents lllustratíng Ear'
= G. H. R. Horsley (ed.),
JAAR : Journal of the American Academ, of Religion I,y Chtístíanity
JAC = Jahrbuch îtir Antike und Christentum NICNT = The New Intenational Commentaly on the New Testament
JAOS = Journal of the Ame can oriental Societ)/ NIDNTT - The New International Dictionati af the New Testament
'fheology
JBL = Journal oÍ Bíblical Literuture
JBR = lournsl qf Bible ond Relígion NIGTC = New lnternational Gr€ek Testament Commentary
ICBRF : Journal oÍ the Chtistian Brcthren Research Fellorrship NRT : Nouyelle revue théologíque
JCSR = Journsl of Comparative Socíology and Religion NT = Novum Testament m
IES = Joutnal of Ecumenical Studies NTA = New Testament Abstracts
JETS = Ioumal oÍ the Evangelical Theologicql Sludies NTS = Novum Testamentum Supplements
JJS = Journal ol .lewish Studies NTAbh : Neutestamentliche Abhandlungen
.INES : Joumql of Nesr Eastern Studies NTD : Das Neue Testament Deutsch
IQR = lewísh Quarterly Review NTG : New Testament Guides
JR = Joumal of Religio NTOA = Novum Testamentum et Orbis Antiquus
.lRE : Jou ql of Relígious Ethics NîR : New Theology Review
JRH = Journal of Religious Histot) NîS = New Testament Studíes
IRS = Journal of Roman Studies OBO : Orbis Biblicus et Orientalis
.lSJ = Journal îor îhe Study of Judsism in the Persiqn, Hellení|tic OBT : Overtures to Biblical Theology
and Roman Peùod OCD : N. G. L. Hammond - H. H. Scullard (edd.), Oxfotd Clossícql
JSNT = Joumsllor the Studl of the Ner4 Testament Dictionary (ed. it., Cinisello Balsamo 1995')
JSNTSS = Journal for the Study of the New Testament Supplement OTP = J.H. Charl€sworth (ed.), TheOld Testqment Pseudepígtspha
Series PC = Proclamation Commentades
ISOT : Joutnal Íot the Stud! of the Old Testamenl PEQ = Palestine Explorutíon Quatterly
JSOTSS = Journal for the Study of the old Testament Supplemment PG : J. Migne, Patrologia Grsecq
Series PcM : K. Preisendanz, Papyi Graecae Magicae,2 voll. (1928-1931)
JSPSS : Journal for the Study of the Pseudepigrapha and Related PRS = Perspectives in Religíous Studies
Literature Supplement Series PTMS = Pittsburgh Theological Monograph Series
JSS = Joumal of Semitic Studíes PTR = Ptínceton Theologicol Review
JTS - Journol of Theological Srudies QD = Quaestiones Disputatae
JTSA = Joumal oÍ Theology fot South Aftica RAC = Reallexikon fúr Antike und Chtislentums
KeK : Kritisch-exegetischer Kommentar úber das NT RB = Rerue Biblique
KNT = Kommentar zun Neuel Testament RE = Real-Encyclopàdíe der klassischen Alteúumswissenschaft, Paùly-
KP = K. Zíeclet (ed.\, Der Kleíne Pauly Wissowa
LAE : A- Deissmann, Light fron the Ancient Eqst RelS -
Relígious Studies
LEC = Library of Early Chistianity Re/SRev = Religious Studies Revievl
Louw-Nida : J. P. Louw - E. A. Nida (edd.), Greek-English Lexicon llestQ = Restotation Quarterly
LQHR : London Quartetly and Holborn Reyiew IlevExp = Reúew ond Expositor
LSJ: Liddell-Scott-Ioîes, Greek-English Lexicon RevQ = ReYue dí Qumtan
LTi : Luíherun Theological Journal ROG =
:
Religion ín Geschichte und Gegenv/art
LW : J. Pelikan - H. T. Lehmann (eód,.), Luthels Works |IHPR Revue d'histoirc et de philosophíe relígieuses
Elenco delle abbreviazioni XLVI \ I,VII Elenco delle abbreviazioni

RivB : Rírtista Biblicq ltaliana tQ = Theologische Quartalschrift


RNT : Regensburger Neues Testament I RE= Theolosische Realenzlklopàdie
RQ : Restorution Quarterly liinJ = Triníty Joumal
RSB : Religious Sfudies Bulletin IS = Theologícal Studíes
RST : Regensburger Studien zur Theologie '15FBul = Theological Students Fellowshíp Bulletin
RTR : The ReÍormed Theologícal Revíew 'IToday - TheoloqY TodaY
SA = Studia Antiqua IIyOT = Theological llordbook of the Old Testament
SAJ : Studies in Ancient Judaism l'ynB = Tyndole Bulletin
SANT : Studien zum Alten und Neuen Testament IZ : Theologische zeitschrifl
SAOC : Studies in Ancient oriental Civilization IJRSCNT = United Bible Societies G/e€k Nelr Testament
SBEC : Studies in the Bible and Early Chistianity IISQR = Uníon Seminar! Quaúetly Re|iew
SBLASP = Society ol Biblical Literature Abstracts ard Seminar Papers VC = Vigiliae Christianoe
SBLDS = SBL Dissertation Series YoxEr = Vox E|angelíc.r
SBLMS = SBlMonograph Series l/T = Vetus Testamentum
SBLSBS = SBL Sources for Biblical Study VTS : Vetus Testamentum Supplements
SBS = Stuttgarter Bibelstudien WA = Weimar Ausgabe (edizione delle opere di Lutero)
SBT = Studies in Biblical Theology WBC = Word Biblical Commentary
ScrHier : Scripta hierosolymitana wEC = Wycliife Exegetical Commentary
SCJ = Studies in Christianity and Judaism wMANT = Wissenschaftlìche Monographien zum Aìten und Neuen
Schùrer = E. Schùrer, Stofia del popolo gíudaico ol tempo di Gesù I ostament
Cristo (175 a.C.-135 d.C.),2 voll., Brescia 1985-1987 ll/Tl = Westminsler Theologicql Journal
SE = Sludia Evangelica " wUNT = Wissenschaltliche Untersuchungen zum Neuen Testament
SEA : Svensk Exegethk Arsbok l/W = Word and World
SEG = Supplementum Epigraphicum Craecum (Leiden 1923-) /.AW = Zeítschrift îùr die altîestame îliche WissenschaÍt
SESJ : Suomen Ekseegeettisen Seuran Julkaisuja IBNT = Zùricher Bibelkommentare: Neues Testament
SIG3 : Sylloge Inscriptionum Graecarum (3" ed.; Leipzig 1915-1924\ ,'/.KT = Zeitschtíft lùt katholische Theologíe
SJ : Studia Judaica /.NW = ZeitschriÍt Íùr die neuîestamentliche Wissenschaît
SJLA = Studies in Judaism in Late Antiquity /.RGG = Zeitschtift fù Religions- u d Geístesgeschichte
SJT = Scottísh Journql for Theology ISNT = Zacchaeus Studies: New Testament
SJTOP : SJT Occasional Papers /.ST = ZeítschrìÍt fùr Systematische Theologie
SNT : Studien zum Neuen Testament ,/.TK = ZeitschríÍî fùr Theologie und Kirche
SNTSMS : Society for New Testament Studies Monograph Series
SO = Slmbolqe osloenses
SOC = Scritti delle origid c stiane
SOTBT : Studies in Old Testament Biblical Theology
3P = Studíq Pattística
SPP - Studien zur Palaeographie und Papyruskunde
SR : S/rdies in Religion / Sciences Religíeuses
SSEJC = Studies in Scripture in Early Judaism and Christianity
ST = Studia theologica
SIBT = Studia Biblica et Theologica
Str-B = H. Strack - P. Billerbeck, Kommentar zum Neuen Testament
StudLit : Stuclía Litutgícq
SUNT = Studien zur Umwelt des Neuen Testament
SIyJT : Southwestern Journal oÍ Theolog!
TBù = Theologische Búcherei
TD = Theology Digest
îDGR = R. K. Sherk(ed.\, Translated Documents of Greece and Rome
THKNT = Theologische Handkommentar zum Neuen Testament
TI : Theologicql Inquíríes
TLZ : Theologische Líterqturzeítung
Tì{TC = Tyirdaie New Testament Commentary
TPiÌ.lTC : Trinity Press International New Testament Commentaries
TRASLITTERAZIONI

l,e parole ebraiche e greche sono traslìtterate nell'alfabeto latino se-


frnldo lo schema seguentei

l,ìbraico '! ù =d Vocali coÌ1e


( lìosonanti

r =b , =l
: =b Vocali lunghe
(ir).= A

1=_d ! =p

P=à
n =b
ia =é

(;rcco Y
o=Th =Ps
0 =th ll =P
lt =p O =O
ll =B P =R co =o
ll =b K=K 'P,è = rh
l=G E =S
o/q= s 1q -nx
A =D )" =1 T =T TY =ng
ò =d M=M
li =E Dittonghi
N =N
'/, =Z o=Ph €ù =eu
Q =ph
ll = E X =Ch u =ui
O=O I =ch
Hl6f6
e delle sue lettere
AllllA: vedi Adorazione, figlio- razioni tardive su Abramo si fon-
Irrrza; Dio; Elementi liturgici in dano sui racconti relativi a questo
l'rolo; Preghiera patriarca contenuti nel libro della
Genesi, La descrizione della vita
di Abramo si trova nel primo li-
ABRAMO bro della Bibbia ebraica, dalla sua
prima menzione nell'ambito del-
la genealogia di Terach, suo padre
'.ntrr^Rìo - l. Abramo nell'AT e nella (Gn I1,27), fino alla sua morte e
lcrl€ratura giudaica; 1.1 Abramo n€l-
L 1.2 Abramo nella l€ueratura gju, sepoltura (Gn 25,7-10). Cli episodi
^Tl più anlica; 2, Abramo in Galali;2.1
dîica di maggior rilievo che catatle:iLz-
I r rituazion€ in Calaziai 2.2IItero d€l
Lr leltera ai Galali: 3. Abramo in Roma- zano la vita di Abramo sono I'ab-
nii 3.1 La situazione di Romai 3.2 Il te' bandono del padre e del luogo di
\to alla luce delle lradizioni su Abramo; origine (Gn 12,l), il soggiorno in
t. Abramo in 2 Corinzì. Egitto e a Gerar (Gn 12,10-20;
20,l-18), la guerra contro i re (Gn
La figura di Abramo assume un
14, l-16), I'incontro con Melchise-
Írolo determinante nel ragiona-
dek (Cn 14,l7-20), I'alleanza che
rrrcnto che Paolo sviluppa nelle
5uc lettere ai Calati e ai Romani.
Dio stipulò con lui (Cn 15,17-21;
17,2.4), I'unione con Agar e la na-
I \sa invece è meno significativa in
scita di Ismaele (Gn 16,1-15), il
.l Corinzi. Abramo è inoltre un precetto della circoncisione che
tìcrsonaggio di rilievo nella lette- Dio diede ad Abmmo e ai suoi di-
r:uura giudaica del tempo di Paolo
scendenti (Gn 17,9-14), la promes-
r queste tradizioni costituiscono lo sa della nascita di lsacco (Cn
\londo che permette di compren- 21,1-7), I'invito ad offrire Isacco
,lcle meglio l'uso della figura di in sacrificio (Gn 22,1-19) e infine
.\bramo neÌle lettere paoline.
la morte e la sepoltura di Sara (Gn
23,t-20).
I. ABRAMO NELL'AT E NEL- Sono quattro i temi principali
IA LETTERATURA CIU- del racconto della Genesi: le pro-
l)^lCA - Dopo il ritorno dall'e- messe che Dio fece ad Abramo di
,ilìo babilonese, il ruolo dei pa- dargli una grande discendenza (Gn
riarchi è divenuto sempre piir im- 12,2t 13,t6t 15,5; l'7,2.4i22,17) e
lx)rtante tra il popolo giudaico. il dono di una terra (Cn 12,7i
\bramo era una di queste figure 13,14-15; 15,7), I'obbedienza dì
rilcvanti, la cui grandezza si ri- Abramo (Gn 12,l-4; 17,1;
\|ccchia nella letteratura giudai- 22,16- 18) e per conseguenza la be-
, rr extrabiblica e nel NT. nedizìone di tutte le nazioni attra-
l.l ,A.bramo nell'AT - Le nar- verso Abramo (Cn 12,3; 22,18).
Abramo 2 Abramo
Nell'AT la figura di Abramo è dei a vivere nelle situazioni in cui ;ir con la propria circoncisione (Sir quanto sono stati (ammaliatit
signifìcativa per tre motivi princi- si trovano allo stesso modo con '1,1,20). Infine, si loda Abramo per (Gal 3,1) e trascinati a obbedire al-
pali. Anzitutto eglj, è rl podre del cui si presenta Abramo che vive in i \rroi poteri di intercessore (Test. le prescrizioni della Legee (Gal
popolo giudaico (Gn 25,19; un determinato contesto. .lrl. 18,10-1lA) e per essere asce- 3,2.3.5). Le sue domande incal-
26,15 .24; 28,13; 32,9; 48,15-16; Es .,rr rl cielo, dove gli viene comu- zanti e mordaci in Gal 3,1-5 ser-
Quattro temi €mergono sopral-
3,6; Dt 1,8;6,10;9,5; 30,20; Gs tutto da questi testi. In primo luo- ,ri(iLta la rivelazione (LAB 18,51 vono a focalizzare i temi affron-
24,3; lct I,27'28.34; 16,13; Sal go, l'accento su Abramo come li'.tt. Abt. 10-14: ApAbr 15,4-30). tati nella discùssione che segue.
105,6; Is 41,8; Ger 33,26; Mi Streùuo monoteista, e spesso de- Nelle sue pungenti domande
7,20). In secondo luogo, egli è la scritto come il primo del genere, ,'. ,\BRAMO IN GALATI 2.I Paolo formula un'antitesi tra
fonîe do cui scqturísce la benedi prevale nej testi provenienti dalla I r situazione in Galazia Dalla - <opere della Legge>, (ergÒn no-
pi-
zione pet il popolo giudaico (Gù Palestina e dalla diaspora che van- lctlcra stessa appare evidente che moLi) e <udire con fede> (akoes
26,24:, 28 ,4t 35 ,12ì, 50 ,24:, Es 2,24; no dal 200 a.C. al 200 d.C. (Giltb. , ristiani provenienti dal paganesi- s/ets). Egli chiede se Dio ha com-
6,3-8; 32,13; 33,1; Nm 32,11;Dt I l,l6-17; 12,1-5.16'21; 20,6-9; urr lacevano parte della comuni- piuto miracoli in mezzo a loro per
1,8; 6,10; 9,5.27; 29,13; 30,20; LAB 6,45; Giuseppe Flavio, ,4r1. trr della Galazia (Gal4,8) e che vi via delle loro <(opere deìla Legge))
34,4; 2Re 13,23; lCr 16,15-16; $
1.7.1 154 157; Filorc, Abt. fl irno tra loro alcuni che si oppo- o per il loro (udire con fede> (Gal
2Cr 20,7; Sal 105,7-11.42; ls 51,2; 68-7li ApAbr l-8). In secondo luo- rrcvano al vangelo di Paolo e pro- 3,5). L'intento principale di Pao-
Mi 7,20). Inline, il suo nome ser- go, Dio stringe con Abramo un'al- !0cavano tulbamento tra coloro lo è quello di richiamare l'atten-
ve a catatletizzate il Dio del po- leanza altraverso la quale i suoi di- ,lrc si erano convertiti da poco zione dei suoi lettori sul contrasto
polo giùdaico come <iI Dio di scendenti sono benedetti (Gitó. {(;rl 1,7-9; 5,8-10). Costoro cer- tra I'(udire con fedeD e le (opere
Abramo>t (Cr 28,13; 31,42.53; 15,9-lO|' LAB 7,4; lQapcen (lrvano di persuadere i convertiti della Legge>, invitandoli a consi-
32,9; Es 3,6.15-16;4,5; lRe 18,36; 21,8-14) e sono oggetto di miseri- rlrrl paganesimo ad osservare le derare attentamente il grave erro-
lcr 29,18; 2Cr 30,6; Sal 47,9). cordj,a(LAB 30,'l: Ps. Sa1. 9,8,1 1; trlcscrizioni della legge mosaica re in cui sono caduti.
lnoltre, Abramo è importante Tesî. Levi 15,4; ApMos 3,8-9). ((;al 3,1-2; 4,8-10) e soprattutto la L'argomento che Paolo trae
anche per altre tre ragioni. La sua Talvolta si dice però anche che è , irconcisione (Gal 5,2-3', 6,12-13). dalle Scdtture, e che costituisca la
obbedienza a Dio e alle sue leggi ùecessario osservare i precetti del- l)l quanto si può dedurre dalla risposta alle sue precedenti do-
(Gn 26,4-5; cfr. anche Ne 9,7-8) I'alleanza per esserne degri (Gíub. lcrtcra, sembra probabile che gli mande retoriche (Betz 130), si
è ilmotivo per cui anche i suoi di- 15,26-27). Ma anche gli altri popoli ,rppositori di Paolo fossero muove attomo alla figura di Abra-
scendellti sono benedetti. Talvol- saranno benedetti (Sir 44,21). ln Iirdeo-cristiani (Gal 4,30; Paolo moi (Fu così che Abramo ebbe fe-
ta si invoca la misericordia di Dio terzo luogo, si esaltano le qualità rrr Gal 1,6-8 dice di loro che pre- de in Dio e gli fu accreditato co-
sul popolo giudaico ricordandoglì di Abramo: egli è giusto (Tesl. (un altro vangelo); ve- me giustiziat) (Gal 3,6). B, Byrne
'lieavano
la sua alleanza con Abramo (Dt Abr. I,lA), ospitale (t"es/. ,44r.. ,/i Gìudaizzanti). osserya che l'uso di kafrÒs k(îu
9,27;2Re 13,23t Mi 7,18-20). In 1,1 3,4.; Filone,.4,br. 107-l l0; Giu- Molti studiosi hanno osservato così cheD) implica che quanto se-
fine, Dìo preserva Abramo dall'ì- seppe Flavio, lrl. 1.11.2 S 196) e , lìc la figura di Abramo deve aver gùe corrisponde a quello che si è
dolatria (Cs 24,23-3). virtuoso (Giuseppe Flavlo, Ant- ,rvLlto un peso determinante nelle detto subito prima (Byrne 148).
1.2 Abramo nella letteratura 1.7.1 $ 154i Filone, llir.
68). lnol- ,rrgomentazioni degli oppositori di Abramo diventa colui che ebbe fe-
giudaica piar antica - Gli autori tre, egli è fedele (Sir 44,20; lMac l'rolo. Per esempio, J. C. Beker de in Dio e, per l'azione di Dio,
deÌla letteratura giùdaica compo- 2,52t Giub. 17,17-18), ama Dio !)stiene che costoro pensavano è stato ritenuto giusto. Questo
sta tra il 200 a.C. e il 200 d.C. han- (Girà. 17,18) ed è persino chiarna- ,llc non era sufliciente che i pa- corrisponde allo Spirito concesso
no utilizzato buona parte dei te- to amico di Dio (CD 3,2-lt). Giu' rlrni si convertissero a Cristo, Per da Dio a causa della fede dei Ca-
mi presenti nei racconti dell'AT, seppe alferma che Abramo e la ,'rscre sicuri che la benedizione di lati cr€denti. Lo Spirito ricevuto
adattandoÌi alle loro situazìoni sua discendenza sono dcompensa- l)io era su di loro e che essi erano dai calati è parallelo alla giusti-
particolari. Giuseppe Flavio e Fi- ti per la virtu e la pietà del patriar rrri îigli di Abramo, dovevano zia ricevuta da Abramo (Barclay
lone presentano Abriurìo come un ca (Ant. 1.13.4 S 234). Inoltre, ,rrlcrire pienamente alla Tóú (Be- 80; vedi Spirito Santo).
personaggio che fa propria la cul- Abramo è vissuto secondo Ia leg- t.,r 42-44). Ricorrendo ad Abramo per fon-
tura pagana, soprattùtto ellenisti- ge mosaica (Giub. 15,l-2;16,20; Il testo della lettem ai Ga-
2,2 dare il contrasto fra la fede e le
ca (per esempio Ciuseppe Fìavio, Sir 44,20), oppure secondo la leg- lrri 2.2.1 Gal3,l-3,14 - L'at- opere, Paolo sì serve della sua îj-
Ant. 1.8.2 $$ 166-168; Filone, ge naturale/filosofica (Filone, r,.lÌgiamento adiiato di Paolo si gura in una maniera nuova. Il
,44r. 88). In altri testi, invece, Abr. 3-6). Abramo è vivo (4Mrc urrlifesta fin dall'inizio della sua Giudaismo precedente aveva con-
Abramo si tiene lontano da in- '7,l9i 16,25; Test. Levi 18,14; Test. L, rcra ai Galati, con l'omissione siderato unitariamente la lede e le
fluenze pagane (Giró.22,16: LAB Giuda 25,1: Test. Ben. 10,6) ed, ,ll.lllr sezione dei ringraziamenti, opere di Abramo. Per esempio, in
6,4). Gli autori di questi lesti so- esalta coloro che muoiono per , lrr si trova abitualmente nelle sue Gíubileí Abî^mo noí soltanto è il
no nrossi da jntentì apoìogetici e aver osservato la Legge (4Mac L, rlcre. Egli chiama (stolti)) i de- primo a lasciare la sua famiglia e
cìidaiiici. Si ruoiinsegnare ai Giu- 13,13-18). Abramo fonda l'allean- .l u:ltari della lettera (Gal3,l.3) in ad adorare l'unico Dio creatore
Abramo 4 Abramo
(Giub. ll,16-1'7;12,16 21), ma os- (Gn 15,6; Betz 141) che (i îigli di .,, rnalcdizione e ci ha riscattati essi conoscono la tradizione che
serva anche le prescrizioni della Abramo sono quelli che vengono ,lirllir rnaledizione della Legge (Gal parla di Abramo obbediente alla
legge mosaica, come la îesta dei daÌla îede). Chiunque tra loro l.l ìi llyrne 156). E probabile che Legge e se ne seNono (cfr. anche
Tabernacoli (Orló. 16,20: 22,1-2). fosse stato familiare con la îradi- l'.rolo prenda qui in considerazio- Hansen 172).
Nelle opere di Filone si presenta ziorie di Abramo come primo mo- rrc gli stessi testi che usavano i suoi 2.2.2 Gal3,l5-18 - Paolo ini-
un Abramo che osserva la legge noteista e anti-idolatra avrebbe ,rr vcr'sari nelle loro argomentazio- zia questa sezione con un esempio
naturale (Filone, Abt. 2'7 5-2'16\. potuto constatare che ilpopolo Ir ir sostegno della Legge (Longe- tratto dalla vita ordinaria, ossia il
Per Filone 1a legge delìa natura e giudaico aveva sempre visto in lui rrt ckcr I16-121.124). testamento di una persona, al qua-
la Legge di Mosè sono la stessa co- un uomo di fede. Quest'afferma- ln Cal 3,14 Paolo si esprime le non si può aggiungere né toglie-
sa. Soltanfo la legge rivelata da zione di Paolo sarebbe sembrata ,()n due proposizioni finali- Cri- re nulla una volta che sia stato ra-
Dio, creatore della natura, può es- loro corretta; perciò essi, cioè i di- ''r(ì c divenuto maledizione e ha ri- tificato. Paolo si serve di questo
sere in sintonia con la legge natu- scendenti di Abramo i Giudei \( rllato dalla maledizione della esempio per riprendere la sua ar-
rale. Osservando la legge natura- - sarebbero stati il popolo della I r'Bgc perché in Cristo Gesu la be- gomentazione su Abramo, mo-
le Abramo diviene per i suoi di' fede in Dio. rì(dirione di Abramo passasse al- strando che le promesse, rivolte in
scendenti un esempio di obbedien- Paolo usa una seconda volta la l( 80nti (Gal3,8). La seconda frase origine a lui e alla sua discenden-
za alla Legge (Filone,.4b,'. 6). Scrittura per sostenere l'argomen- lrralc è parallela alla prima: <[...] za (Gal 3,16), sono slate farte non
Filone è di latto l'unico a dirci to che i figli di Abramo sono co- tìcrché noi ricevessimo la promes- a molti ma a uno solo, che di fat-
che Cn 15,6 venìva interprelalo loro che credono in Dio. ln Gal rrr dcllo Spirito mediante la fede)) to è Cristo (GÍ 12,1:22,17-18).
nelsenso che Abramo ha creduto 3,8-9 egli afferma: <E la Scrittu- ( ì,I4b). Lo Spidto diventa la be- Paolo gioca sul termiîe discenden-
Dell'unico Dio creatore, e non in ra, preved€ndo che Dio avrebbe rìcdizione di Abramo che si è este- zc, che in ebraico e in greco (ebr.
altri dèi o filosofic. Gn 15,6 affer- giustificato i pagani per la fede, ',r ri pagani (Betz 143). Questa be- xera'; gr. spermo) è un colletti-
ma chc <<Abramo ebbe fede in Dio preannunziò ad Abramo questo rrcdizione è nella fede (cal 3,1-5) vo singolare (Ellis 73). L'unico
e gli fu accreditato come giusti- Iieto annunzio:"ln te saranno be- rr Cristo (Cal 3,14). Prima la pro- discendent€, Crisîo, rappresenta
zial. Filone descrive Abramo in nedette tutte le genti"). Paolo rrcssa ad Abramo riguardava la non soltanto l'adempimento del-
questi termini: <Sj dice di lui che personalizza la Scrittura, dicendo rcrra e la discendenza, ma oÍa Ìa Ie promesse fatte ad Abramo (Cal
l.u il primo a crcdere in Dio, poi- che essa previde che Dio avrebbe 1'romessa si riferisce allo Spirito, 3,8.14), ma anche il capo del ge-
ché per primo si è forúato un'i- giustificato i pagani per la fede e , hc è una pregustazione dell'ere- nere umano spi tuale e, per con-
dea lerma e irremovìbile della ve- preannunziò ad Abramo il lieto ,liriI del mondo futuro (Byrne seguenza, la solidadeta dei creden-
rità che vi è un'unica causa dì tut- annunzio che tutti i pagani sareb- 156-157). E se i pagani della Ga- ti. I pagani, un tempo considerati
to, la quale provvede al mondo e bero stati benedettiin lui (Cal3,8i lrrzia posseggono lo Spirito, che è estranei alla discendenza di Abra-
a tutto quelìo che esso contiene)) Gn 12,3). Paolo intende la pro- ln benedizione promessa ad Abra- mo, sono ora inclusi nella linea deì
(FilaÍe, Virt.216). Abramo è il messa fatta ad Abramo che egli rrro in Cristo, allora hanno il se- suoi discendenti per via della loro
primo di cui si dica, tanto nella sarebbe stato una benedizione per Íro che fanno parte dei discenden- fede in Cristo.
LXX quanto nella Bibbia ebraica, le nazioni (i pagani) come un'an- rr di Abramo. Paolo continua poi il suo ragio-
Molto spes-
che ha creduio in Dio. ticipata predicazione del vangelo Quel che è degno di nota nella namento da un punto dì vista cro-
so gli autori che hanno parlato (il lieto annunzio) rivolta ad Abra- l( llcra, fino a questo punto, è che nologico. La Legge di fatto è ve-
della fede di Abramo I'hanno pre- mo. Poiché il messaggio del van- l'rolo prende in considerazione nuta 430 anni dopo che Dio ave-
sentata come una fede nel Dio uni- gelo era che la giustificazione vie- 'lrro aspetti del Giudaismo che so- va concluso la sua alleanza con
co, contrapponendola alf idolatria ne dalla fede, e perciò i pagani era- rrrr collegati anche alle principali Abramo (Gal 3,17); in realta, la
(Giuseppe Flavio, 1.7.1 l$ no inclusi nella giustilicazione, trrrdizioni relative ad Abramo, te- Legge fu (aggiunta)r (Gal 3,19).
'4r1.
155-156; ApAbt 1,tO; LAB 6,4; l'annunzio che Dio avrebbe bene- ',rimoniate negli scritti che abbia- La promessa di Dio ad Abramo ha
23,5). La Ìegge, mosaica o natu- detto i pagani attraverso Abramo rrro citato: la îede e la Legge. Pao- valore di fondamento ed è immu-
rale che fosse (cfr. sotto), era so- anticipava iÌ van8elo. lo ha argomentato vigorosamen- tabile (Gal 3,16.18). Coloro che
lo un corollario necessario della Allo stesso tempo Paolo ripren- Ìc contro la Legge. I pagani han- sono figli di Abramo ((in Cristo>)
sua fede in Dio. La figura di de I'altro filo del suo ragionamen- ll(ì ricevuto la benedizione di beneficiano della promessa e del-
Abramo, in quanto si riteneva che to, le (opere della Legge, (Cal \l)ramo, lo Spirito, soltanto per l'eredità che egli ha ricevuto pri-
possedesse queste caratteristiche, 3,10). Richiamandosi, aDt 2'7,26, .rloro fede. Se gli avversari si ser- ma che venisse la Legge.
poteva essere vista come la rappre- Ab 2.4 e Lv 18,5, Paolo sostiene 1,,no clella figura di Abramo nei Se gli avversari di Paolo in Ga-
sentazione ideale del popolo giu- che l'obbedienza alla Legge non l,
'r() ragionamenti, con cui tenta- lazia si richiamano alla tradizio-
daico. porta alla giustizia. Egli si serve di rr,r cli persuadere i pagani che de- ne popolare su Abramo obbedien-
In Gal3,7 PaoLo esorta i Cala- Dt 21,23 per mostrare che il tem- '
r,rro obbedire alla Legge mosai- te alla Legge (cft. sopra), devono
ti clc.le!1ti a ricono,icere dalla sua po della lede è giunto ora, per il ,r, soprattutto per quanto riguar- anche sapere che Abramo ha ob-
plo!a sciiil!lr i\licii a.i.iorta in 3,6 fatto che Cristo è divenuto lui stes- l.r lî circoncisione, vuol dire che bedito alla Legge prima che essa
Abramo
Abramo 6
rrl,.rirsi al suo monoteismo e alla che una delle funzioni principali
fosse data attraverso Mosè. Se Non soltanto la promessa di Dio rr;r obbedienza alla Legge. In Gal della Legge era quella di separare
questo era I'esempio di Abramo ad Abramo è anteriore alla Legge l,.10 Paolo usa quindi gli stessi ar- e di proteggere Israele dai suoi vi-
che gli avversari presentavano ai (Cal 3,16-17), ma le è anche supe- r,,l| cnti dei suoi awelsari e le tra- cini pagani (Ciub- 20,6 l0t
credenti della Galazia, Paolo ne riore, in quanto è stata comunica- ,lru ioni popolari che collegavano 21,2 1 -24; 22, 1 6- 19 | Giuseppe Fla-
deduce a maggior ragione che la ta direttamente ad Abramo senza Ahr.ìrno con il monoteismo e la vro, Ant.1.10.5 $ 192). Un altro
Legge mosaica è venuta di latto opera di mediatori. I rpgc per dimostrare che, di fat' scopo della Legge, e soprattùtto la
dopo che la promessa era stata fat- In Cal 3,20 Paolo fa un'affer- r,', h Legge resta in secondo pia- pratica della circoncisione, mira-
ta ad Abramo, Se la Legge mosai- mazione che ha tormentato a lun- rrrr di fronte alle promesse ad va a definire I'identità del popolo
ca è giunta dopo secoli rispetto al- go gli esegeti di questa lettera: i\l)r'amo. Di conseguenza, se Ie giudaico (Filone, Quaesl. in Cen.
la promessa ad Abramo, allora <<Ma il mediatore non è unico, 3.49; Giub. 15,26). Nel contesto
lrr ()rìresse sono sùperiori alla Leg-
Abramo potrebbe anche non aver mentre Dio è uno solo>. La plu- ll( c sc è attraverso ìe promesse ad della lettera ai Galati Paolo parla
obbedito alla Legge. Questa nuo- ralità attribuita al termine (media- Al)ramo che l'eredità viene tra- anzitutto di quegli aspetti della
va cronologia (che ibalta il (prin- tore) è stata intesa in diversi mo- \ tcssa a colofo che sono unili in Legge che erano particolarmente
cipio)r esegetico rabbinico secon- di (Longenecker 141-142). Gù ese- ( r i\to (l'(<unica)) discendenza, Gal conosciuti come caratteristici del-
do cui nella IórA noo vi è un pri- geti hanno tentato di chiarire a che I,l(t, la Legge diventa superflua. l'identità giudaica (circoncisione,
ma e un dopo) fonda la priorità cosa si rìferisse esattamente Pao- Nrìn soltanto I'essere discendenti regime alimentare, leggi e osser-
della giustilìcazione per fede, al di 1o alludendo alla pìuralità deeli ,lr Abramo non significa più che vanza del sabato e dei giorni di fe-
là dell'insistenza degli awersari angeli che hanno fatto da media- ',r (lcve seguire la Legge, ma I'ob- sta; vedi Giorni sacri, calendario).
sùll'obbedienza alla Legge. tori nella trasmissione della Leg- I'trlienza alla Legge, che si fonda Uno dei modi con cui la Lcgge po-
2.2.3 Gal 3,19 22 - ln questa ge (cfr. Wright per I'opinione che
',ll llna pluralità, è in contraddizio- teva lunzionare come paídagagos
sezione Paolo affronta le ragioni il mediatore sia Mosè). Ma questo rrt con 1'unicità di Dio. consisteva nel preservare il popo-
per cui la Legge era necessaria significa non cogliere l'argomen- ).2.4 Gal 3,23-29 - ln questa lo giudaico dalle influenze ester-
(3,19). Essa fu aggiunta per le tra- to essenziale di Paolo. L'elemen- n /ione Paolo usa l'esempio del ne dell'idolatria e dell'immorali-
sgressioni, finché non venne la di- to più importante che si può trar-
tùtilaBAgos (<pedagogo>) per tà. Paolo dice che, essendo ora so-
scendenza (Cristo) a cui erano sta- re dall'affermazione di Paolo è quale fosse la funzione praggiunta la fede, la Legge non
te fatte le promesse (Cal 3,19; cfr. che in qualche modo il fatto che 't'icgare
,l(lla Legge. Il servirsi di un pai- è più necessaria. La Legge intesa
3,16). Secondo Paolo, Dio ha con- la Legge sia data attraverso gli an- ,/i/frr8o.r era una prassi abbastan- come uno schermo protettivo in
cesso questa eredità ad Abramo geli per opera di un mediatore im- rrr tliffusa all'epoca di Paolo. Si una comunità come quella della
direttamente con ia promessa: <Se plica che vi è più di un interme- Galazia, dove i cristiani prove-
thncvano uno o più bambini sot-
infatti l'eredità si ottenesse in ba- diario, diversamente da Dio, che r,r lil cura e la sorveglianza di uno nienti dal Giudaismo e dal paga-
se alla Legge, non sarebbe piil in ha rivolto la sua promessa ad r lriavo di îiducia, fino all'adole- nesimo vivevano gli uni accanto
base alla promessa; Dio iDvece Abramo e che è unico. In relazio- .,( cnza avanzata. Ma si è discusso agli altrj, è divenuta obsoleta, poi-
concesse il suo favore ad Abramo ne al monoteismo di quel tempo, rrrrrlto su che cosa intendesse Pao- ché tutti costoro hanno la fede e
mediante la promessa) (Gal3,l8). questo genere di
affermazione, l,r lrarlando di Legge cone paida- appartengono alla medesima <co-
Paolo afferma però che la Legge con cui si oppone I'unicità di Dio Anziché sottolineare la se- munilà) in Cristo (Cal3,26). Non
(fu promulgata per mezzo di an- che ha fatto la sua promessa ad ',r)qos.
\.|ità del paidagÒgos, come si è è piii necessaria la separazione
geli attraverso un mediatore) (Gal Abramo alla pluralità degli inter- l,rllo in passato (Betz 177-l'18), gli, operata dalla Legge. lnoltre, non
3,19). Il fatto che la Legge fosse mediari attmvelso cui è stata da- .trrcliosi più recentemente hanno è più necessario neppure il simbo-
promulgata per mezzo di angeli ta la Legge, dimostra chiaramen- ,rlcvato gli aspetti posilivi di que- lo distintivo della circoncisione.
era una tradizione giudaica abba- te, ancora una vol1a, la superiori- 'rir lùnzione. Per esempio, la tu- Tuttì i credenti della Calazia so-
stanza comune (Dt 33,2 LXX; Sal tà della promessa ad Abramo ri- nlì del paidogógos proteggeva Ie no ora (uno in Cristo Gesu) (Cal
67,18 LxX; Giub.2,2: IEn 60,l; spetto alla Legge. lu lsone a lui affidate da influssi 3,28). Poiché icredenti della Ga-
anche nel NT: At 7,38; Eb 2,2). Abbiamo rilevato sopra che le rìInorali esterni (Young, Gor- Iazia sono una sola cosa in virtil
Paolo si discosta da questa tradi tradizioni popolari su Abramo, , t,,rì ). In Cal 3,24 paolo parla del- delÌa loro fede in Cristo, essi so-
zione sostenendo che se la Legge che si rispecchiano nella letteratu- l.r l.cgge che è stata vn paidagó- no discendelti di Abramo ed ere-
è stata data per mezzo degli ange- ra giudaica, includevano l'idea che r (che ci ha condotto a Cristo, di della promessa fatta a lui (Gal
'r,,
li ciò rappresenta quaicosa che è Abramo era il primo monoteista ! rché îossimo giustificati per la 3,29; cfr. Gal 3,8).
a sfavore della Legge stessa. Con- e che egli aveva obbedito alla Leg- l,.rlc> (Gal 3,24). Una volîa che è 2.2.5 Gal4,1-11 ln GaI4,l-2
trapponendo la comunicazione di- ge prima ancora che essa fosse da- .',lnaggiunta la îede, i| paidaga- Paolo usa I'immagine dell'erede
retta delle promesse ad Abmmo ta. Se anche gli awersari di Pao- 1,,,\ non era più necessario (Cal che, in quanto fanciullo, è sotto
alla mediazione indiretta della lo aderivano a queste tradizioni, t..Ì5 ). (tutori e amministratori> fino al-
L.!!e. Paolo rilhrama !'r!!enzio- il loro richiamarsi all'esempio di I ir letteratura giudaica attesta 1a data stabilita dal padre. Egli si
nc suli inleriorlia JcÌÌa Lccge. Abramo probabìlmente intendeva
Abramo 8
Abramo

riferisce probabilmente aÌla pras- Abbiamo osservato sopra che s', l,hvio,,4zl. 1.11.2 $ 196; Fi- scono alla Legge devono (mandar
si prevista dal diritto romano, se- nelle tradizioni giudaiche relative l, L, Abr. 107), una quafita evi- via> coloro che li
perseguitano
condo la quale un minore era af- ad Abramo quest'ultimo viene ,l, rìru soprattutto in Gn 18,18, do- (Ga14,30; Lincoln 22'29). Essi so-
fidato dal padre a tuto con un te- Presentato come credente nell'u- \( Abramo riceve i tre angeli che no i figli della donna libera; Cri-
stamento o con una sentenza del nico Dio creatore, e non in altri plr l.rDno visita. Può darsi che in sto li ha liberati dalla Legge. Ven-
tribunale (Belleville 63). Il padre dèi o hlosofie. Molto spesso i Giu- (;|l 4,14 Paolo intenda dire che i gono perciò esortati a non cadere
poteva anche fissare I'età in cui il dei che hanno parlato della fede , della Galazia sono veri di- dinuovo sotto la Legge, il<giogo
'c(lenti della schiavitù> (Gal5,l: cfr. an-
figlio si sarebbe emancipato da ta- di Abramo l'hanno descritta co- L, cndenti di Abramo, in quanto
le tutela. Paolo afferma la natura me una fede nel Dio unico, con- h'essi dimostrano la loro ospi- che Gal 4,3.9).
'Úr(
temporanea della Legge, e dal suo trapponendola all'idolatria (G iu b. rirtiti\ agli altri come se questi ul-
discorso appare chiaro che l'erede l I,l6-17: 12,2-8.16-24; LAB 6,4; rrrri fossero angeli. 3. ABRAMO IN ROMANI La
non è in grado di controllare i pro- 23,5; Filone, Abr- 68-'7li ApAbr .1.2.7 Gal 4,21-5,1 - L'ultimo discussione di maggior rilievo su
pri affari. In questo senso l'erede l-8). Per Paolo i credenti, sia Ciu- ,lrstorso di Paolo sui discenden- Abramo si trova in Rm 4, dove
non è migliore di uno schiavo. dei che pagani, sono ora veri figli rr (li Abramo si trova nella sua Paolo si serve della figura del pa-
Sono i minori, probabilmente i di Abramo (Cal 3,29:4,6-'7). Co- ,rllcgoria di Sara e Agar (Gal triarca per mostrare come tanto i
Giudei (Gal 3,23.25|'4,1-2; Lon- me tali essi non devono piil essere .1.: I-5,1). L'esegesi apparenle- pagani quanto i Giudei possono
genecker 165), ad essere schiavi resi schiavi degli elementi del mon- llrc tc arbìtraria che Paolo condu- ora essere giusti davanti a Dio gra-
degli <elementi del mondo)) (slol- do, che prima equivalevano al pa- Lr presentando questa aÌlegoria zie alla loro fede in Gesù Cristo.
cheiq tou kosmou), Ma ora che (è ganesimo dei Gentili e alla Legge I'flr\ essere dovuta non alla sua In Rm 9-ll Paolo si riferisce
venuta la pienezza del tempo) dei Giudei. Ponendo sùllo stesso ,,,1lta dei testi (Gn 16,15,21,2-12\, un'altra volta ad Abramo per far
(Gal4,4; cîr. anche 4,2) sono eredi piano l'osservanza della Legge e rrrrr all'uso che ne facevano i suoi vedere come non siano venute me-
tanto i pagani quanto i Giudei, e I'idolatria, Paolo fa della Legge il ,r\ vcrsari a proprio
vantaggio no le promesse di Dio al suo po-
lo Spirito è prova che essinon so- (tabùD definitivo di un vero figlio (lilcoln 12; Barclay 9l). Paolo polo elctto (Rm 9,6).
no piir schiavi (Gal 4,6-7\. di Abramo. Come Abramo, anti- , o\truisce I'allegoria attorno ai fi- 3.1 La situazione di Roma - Si
In Cal 4,8 Paolo si rivolge solo idolatra, questi figli di Abramo ,,h reali di Abramo, cioè Isacco e è discusso su quali fossero le fina-
ai pagani. In precedenza essi non devono evitare I'idolatria. Secon- l\llraele. Agar viene intesa come lità che Paolo si proponeva nello
conoscevano Dio, né erano cono- do Cal 4,1-10, tuttavia, ora che r.rtìpresentante dell'alleanza di scrivere ai Romani (Donfried; vedi
sciufi da lui. Essi si erano resi questi figli di Abramo posseggo- ,, hiavitÌr, ossia la Legge (Oal Roma e il Cristianesimo romano).
schiavi di cose che per loro natu- no una nuova identità <<in Cristo>, 1,:14-25), mentre Sara diventa la È probabile che le chiese domesti-
ra (non erano dèi)). La frase (non I'idolatria che bisogna respingere i ,rl)presentante dell'alleanza di li- che (Rm 16,5.10-l l.l4-15) alle
erano dèi) è comune nella LXX, è l'obbedienza alla Legge. tttti (Gal 4,24-26)- Tùtti coloro quali Paolo si rivolge fossero in-
dove si riferisce agli idoli (2Cr , lrc sono sotto il giogo della Leg- fluenzate in qualche modo dalla
2.2.6 Gal 4,12-20 - In Cal r lGal 4,24\, e anche quanti so- comunilà giudaica (Dunn, xlvi,
13,9-10; Is 37,18-19; Cet 2,11-28\. 4,12-20 Paolo parla della risposta
Paolo Ii accusa di essere tornati al- che i Galati hanno dato alla pri- rr' in Gerusalemme (GaI4,25), so- xlvii; Calvert 1993) e tentassero di
la loro precedente idolatria (Cal ma predicazione del vangelo e del rrl) 0ra schiavi e non erediteranno chiarire quali lossero ora le rela-
4,9). suo desiderio di vederli ancora una , orr i veri îigli. I figli delìa promes- zioni che i cristiani provenienti dal
Nel contesto della situazione volta. In Gal 4,14 Paolo afferma ,r. nati da lsacco (Cal 4,28), so- paganesimo potevano avere con
della Galazia, questi credenti pa- che quando egli li ha visitati essi rro membri della cerusalemme ce- Dio (Rm 4,2.1 l-12), specialmen-
gani vengono convinti ad obbedi- lo hanno accolto (come un ange- l, stc (GaI4,26) e sono piu nume- te per quanto riguardava la prati-
re a diversi precetti della Legge lo di Dio, come Cristo Gesù). Ab- r,,si di quelli che sono in schiavi- ca della Legge giudaica (Rm
giudaica (Cal 4,l0; 5 ,2-3; 6,12-13; biamo qui I'unico passo in cui rn lGal 4,21). 14,2.5.6 -21 i Wedderburn 33-34).
cfr. anche sopra). Paolo confron- Paolo nelle sue lettere paragona se l'aolo conclude l'allegoria in 3.2 ll testo alla luce delle lradi-
ta la loro obbedienza alla Legge stesso a un angelo. Non è chiaro t;tl 4,28-5,1. Egli rende i Galati rioni suAbramo 3.2.1 Rn
con la loro precedente idolatria in che cosa consista questo felici- ,rrrrili a Isacco e Ii fa quindi figli l,l-3,26 Dopo la sezione dei
(Gal 4,8-9) e con il loro essere tarsi con i Galati perché lo hanno ,lclla promessa (GaI4,28). Al mo- ringraziamenti e dei progetti di
schiavi degli (elementi del mon- accolto come un essere sovruma- llrcnto presente la persecuzione di viaggio (Rm 1,8-15; vedi ltinera-
daD (stoicheia tou kosmou). L'ob- no (Longenecker 192); potrebbe , ri stanno solfrendo è simile a ri, progelti di viaggio, parusia
bedienza alla Legge e l'idolatria essere un'allusione a Cal 1,8, op- ,tlrella che Isacco ha provato nel- aposlolica), Paolo annunzia la sua
sono le forme con cui si manife- pure al racconto di At 14,8-18. Lr rerra di Ismaele (Gn 21,9; Cal tesi pioclamando che il vangelo è
sta l'essere schiavi degli <elemen- Un'altra tradizione maggiore su l,l9; cfr. anche Berz 249-250\. (potenza di Dio per la salvezza di
ti del mondo)). L'obbedienza alla Abramo era quella che lo conside- l':rolo usa Gn 21,10 applicandolo chiunque crede>, giudeo e greco
Legge è divenuta l'equivalente del- rava famoso per la sua ospitaÌità rl t)resente: i Galati che vengono (Rm 1,16) e che attraverso la fede
l'idolarria. (Test. Abt. 1,2A; 1,108; Giusep- I'L lseguitati perché non obbedi- in questo vangelo la giustizia di
AbrÀmo l0 Abramo

Dio si rivela (Rm 1,17; Ziesler Diverse tradizioni su Abramo lo ,r.rr si, ma non davanti a Dio)). conciso)) (Rm 4,9). Per risponde-
186-187). In Rm 1,1-3,20 Paolo descrivono come colui che ha tro- t'rolo aveva già fatto ricorso al- re a questa domanda Paolo inizia
intende dimostrare che sia i pa- vato il Dio unico (c/r. sopra; spe- I r(lca del gloriarsi nel descrivere col parafrasare Gn 15,6: era stata
gani idolatri eimmorali (Rm cialmente Filone, AbÌ. 68-71 e r anto dei Giudei per il loro sta- la lede di Abramo a causare il per-
'1
I,18-32; cft- Giub- 22,11-23; lEn Giuseppe Flavio, ,4rf. 1.7.1 $$ r, rli privilegio (Rm 2,11.23i 3,27). dono di Dio, poiché era per la sua
'
91,?-10; anche i Giudei, però, pos- t54-157, dove egli deduce I'esi- \l)ramo, di cui si pensava che fede che Abramo era stato ritenu-
sono essere implicitamente degli stenza di Dio dalla creazione). Si .rrcsse obbedito alla Legge prima to giusio. Con altre domande re-
idolatri, cfr. Hays 93-94), sia i ritiene generalmente che Paolo in .llìcora che iosse data e che rap- toriche, in Rm 4,10-12 Paolo pro-
Giudei che si gloriano delle loro Rm l,18-32 si richiami alle conce- tìì cscntava il giudeo ideale, pote- va che Abramo era stato ritenuto
relazioni con Dio e della Legge zioni del Giudaismo ellenistico che \ it ccrto vantarsi, ma non di fronte giusto mentre era ancora incìrcon-
(Rm 2,1-29, in particolare il ver- stanno dietro Sap 12-15, se non .r l)io (Rm 4,2). Se Abramo non ciso (Rm 4,10; cfr. anche Cn 15,6
addirittura al testo stesso (Dunn tì()lcva vantarsi pef le sue opere, e Gn l7). Per Paolo la circolcisio-
setto l7) sono condannati davan-
ti a Dio (Rú 3,9-20). 56-57; Calvert 1993). Sap 13,6-9 ,lri tra i giudeo-cristiani avrebbe ne era il sigillo della giustizia che
ln Rm 3,21-26 Paolo mostra co- parla di coloro che tentano di trrtuto esscre così audace da van_ Abramo aveva ricevuto mediante
me Dio abbia continuato ad esse- (trovare)) (ear'Jko) Dio. Altri te- rrrsi per la sua obbedienza alla la fede, mentre era ancora in-
re giusto, ma ora Prescindendo sti che si riferiscono a coloro che legge? circonciso (Rm 4,1l), Pertanto,
dalla Legge (Rm 3,21 cfr. anche (trovano) (erflbkó) Dio con una I'aolo prova il îatto che Abra- Abramo è il padre di tutti coloro
Rm l,l7). Si partecipa alla giusti- ricerca di tipo intellettuale si tro- Ito non poteva vantarsi per le sue che crcdono senza essere circon-
zia di Dio con la fede in Gesir Cri- vano nella LXX (ls 55,6:65,1), ,'|cre di fronte a Dio citando Gn cisi e che sono ritenuti giusti (i pa-
sto e questo vale per i Giudei e per nelle opere di Filone (Spec. Leg. ls.6: (Abramo ebbe fede in Dio gani; Rm 4,1l) e di coloro che non
i pagani (Rm 3,22): non vi è piu 1.36', Leg. A11.3.47) e nel NT (At , eiò gli fu accreditato come gitF solo sono circoncisi, ma seguo-
alcuna distinzione. 17,26-27i Rm 10,20). In Rm 4,17 ,r i./ia)). Abramo diventa l'esempio no anche l'esempio della fede di
3.2.2 Rn 3,27-4,25 Rm Paolo parla anche di Abramo che |r:r|iidigmalico di come Dio può Abramo mentre era ancora incir-
3.27-4,25 è nello stesso tempo una crede in Dio creatore (cfu. sotto). rcDdere giusto un essere umano conciso (iGiudei; Rm 4,12). Men-
(sînders 1989,78-79). Per chiari- tre un tempo la circoncisione era
chia ficazione di quanto Paolo ha Questa fede nel Dio unico, inteso
già discusso in precedenza e un'in- come creatore, costituiva il fonda- r( cosa intende con <accreditare). il segno distintivo di chi discende-
troduzione all'esempio di fede of- mento del monoteismo giudaico. l'i()lo usa I'analogia del lavorato- va da Abramo (Gn 17,9 l4), Pao-
ferto da Abramo. Paolo usa qui Soltanto se era creatore il Dio dei r( il cui viene vefiato il saÌario non lo ha dimostrato che per la loro
il principio del monoteismo giu- Ciudei poteva essere I'unico e ve- , (ìme dono ma come debito (Rm comune fede in Cristo i Pagani e
daico contrapponendolo ad una ro Dio (cfr. Or. Sib. îr. 1.7). Nel l,'1), diversamente da chi non la- iGiudei hanno Abramo come pa-
comune rivendicazione del parti- contesto della discussione sull'ido- rr)ra, ma crede in colui che giusti- dre.
colarismo giudaico. Poiché Dio è latria in Rm 1, con l'uso dell'e- licx I'empio (Rm 4,5). Tullo que- ln Rm 4,13-17 Paolo si occupa
unico, è il Dio tanto dei Giudei spressione <<Dio unicot per prova- ,t() serve a Paolo per rispondere della promessa ad Abramo e alla
quanto dei pagani (Rm 3,29). E re che Giudei e pagani sono giu- .rlla prima domanda su quello che sua djscendenza. Egli afferma che
poiché Dio è unico, giustifica sia stificati per la fede (Rm 3,29-30) '\bràmo (ha trovaîo)). Con la sua la promessa non è venuta in virtù
i ciudei sia i pagani sulÌa base del- e introducendo l'esempio di Ab!a- lr(le Abramo ha trovato grazia della Legge, ma in virtir della (giu-
lo stesso criterio: la fede (Rm mo, Paolo sembra attendersi che ( Ii rn 4,4; cfr . Gn 1 8,3 ; 30 ,21 i 32,5; stizia che viene dalla îede)) (Rm
3,30). Giudeì e pagani hanno i suoi lettori capiscano che egli in- ì 1,8.l0. 15; 34,11; 39,4; 47,25.29: 4,13). Sia quj come in altri testi
uguale accesso alla salvezza. (E tende parlarc di Abramo che <<ha \0,24). della letteratura giudaica, quello
questo in effetti un argomento trovaton l'unico vero Dio crea- ln Rm 4,9-12 Paolo mostra co- che Abramo doveva ereditare non
contro la Legge in quanto neces- tore. rrrc Abramo è il padre sia dci Ciu- era la terra della promcssa, ma il
saria in ogni caso alla salvezza)) Una seconda risposta spontanea ,leì (circoncisi) sia dei pagani (in- mondo (Rn 4,14; cfr- Sir 44,21;
(Sanders 1986, 670). Con I'esem- da parte di coloro che conosceva- , irconcisi), La figura di Abramo Giub. 11,3;22,14i 32,19: Filone,
pio di Abramo, Paolo vuole mo- no bene le tradizioni su Abramo rrtl mondo giudaico era collegata Son. 1.115; Dunn 213). La Leg-
sarebbe stata che non soltanto egìi rrlla circoncisione, perché egli era ge per il popolo giudaico costitui-
strare come Ia sua interpretazio-
era divenuto il primo monoteista, ,,riìto il primo ad essere coinvolto va un elemento essenziale della sua
ne di fatto abolisca la Legge (Rm
3,3 l ). ma che aveva obbedito alla Leg- rìclÌ'alleanza fondata sulla circon- idenlità. Paolo invece riîiuta t'j-
Paolo parla anzitutto di Abra- ge prima ancora che essa fosse da- , isione (Cn 17,9-14; Sir 44,20). Ri- dea che per essere erede della pro-
mo in un senso streltamente giu- ta (cfr. sopra, 1.2). Paolo preve- t.rcndosi ai ((beati>> i cui peccati messa fatta ad Abramo si debba
daico come <nostro antenato se- de questa interpretaione nella sua .,,no perdonati (Rm 4,7-8; cfr. an- essere Ciudei nel senso che si deb-
condo la carne> (Rm 4,1) e chie- affermazione di Rm 4,2: (Se in- , ìrc Sal 32,1-2), Paolo si chiede se ba obbcdire alla legge mosaica.
de che cosa sia auanto Abramo fatti Abramo è stalo giustificato ,tUcsta beatitudine <riguarda chj è Paolo afflrma inoltre che se gli
(lìr i!o.r:ìtor (il vcrbo è euriskó), per le opere, certo ha di che glo- , irconciso o anche chi non è cir- eredi sono (coloro che provengo-
Abramo t2
Ahramo
no dalla Leggen (hoí ek nomou), Giudaismo, come risulta anche dal , rì (ome prova egli cita Gn non è venuta meno (Rm 9,6), mo-
allora (la fede sarebbe vana e nul fatto che veniva adottato per de-
la la promessa)) (Rm 4,14). Secon- scrivere la conversione deì pagani
'I l-Ì: (ln lsacco ti sarà data ìrna strando che I'inciampare di lsraele
do Drìnn questa lrase dovrebbe ri- (Gius. e As.27,10). Paolo però in 'tr.., ( ìrdcnza>. Paolo chiarisce ha poriato la salvezza ai pagani
, ,,'lrfc in Rm 9,8 che i figji dclla (Rm 11,11-13), che sono stati in-
ferirsi a coloro che ritenevano che Rm 4,18-22 spiega la îede di Abra-
, i,rr (tutti i Giudei dal punto di nestati nel popolo di Dio per la lo-
il loro essere Giùdei dipendesse mo neì Dio che dà vita ai morti ri-
\r.,rr ctnico) non sono i figli di ro îede (Rm 11,20). Nel ragiona
strettamente dalla Legge, la qua- correndo aÌ racconto della Gene-
lrro, rna sono i îigli della promes mento di PaoÌo l'((indurimento>
le caratterizzava e distingueva la si. La îed€ di Abramo in Dio che
, r rrtl essere considerati figli di è sopravvenuto su una parte di
loro natura e le loro azioni in gli prometteva che sarebbe dive-
quanto popolo di Dio (Dunn \lrrarno (r,edi Israele). Israele e nella loro presente man-
nuto il padre di molti popoli (Rm
:icrvendosi di Gn 21,12 Paolo canza di fede (Rm I1,29) coloro
213-214). Se sono eredi coloro che 4,18j Gn 15,5) non venne meno
.rl lronta un argomento che i cri- che sono Giudei dal lato etnico so-
si ritengono essere il popolo di Dio neppure quando egli vide il pro-
trillìi di Roma già conoscono e no stati tagliali via (Rm 11,20). I
in quanto obbedìscono alla Leg- prio corpo <come morto) (ìmpo-
ge, allora la fede è vana, perché tente: Rm 4,19), o quando vide L,'i che l'essere discendente di Giudei, però, possono essere inne-
\ lirrnlo dal lato etnico non signi- stalì nuovamentc su un ulivo (Rn
non costituisce il londamento del- che il seno di Sara era <morto).
la loro eredità. Inoltre, la Legge Paolo descrìve la fède di Abramo
l1r r cssere suo vero discendente. 11,24). Questo porla Paolo ad af-
provoca l'ira e rivela le trasgres- in Dio (Rm 4,20) e nelLa sua pro- I \talo altraverso Isacco che è sta fermare che riguardo al vangelo i
r,r tlata ad Abramo una vera di- Ciudei sono nemici, ma riguardo
sioni (Rm 4,15). messa di una dìscendenza (Rm
, rrìdenza (Rm 9,10.13). Né alla loro elezione (soÌ1o amati a
La maggior parte dei Ciudei 4,21) nonostante l'incapacità fisi
I rìrele né i figli di Chetura (Gn causa dei loro padri>) (Rm 11,28).
avrebbe visto in luce positiva la ca dei due sposi, lui stesso e Sara.
\.I-4) erano stati annoverati tra Iù questo caso Paolo dimostra di
funzìone della Legge, in quanto Pertanto era stato scritto che la fe-
costituiva la base della loro ideù de di Abramo <gli fu accreditata
, rcridìscendenti di Abramo. Se- essere a conoscenza della tradizio-
,,Ìrdo prova addolta da Paolo
1a ne secondo cui ì discendenti di
tità e della loro separazione dagli come giustizia) (Rm 4,22; Gn
,tUrsto è dovuto al fatto che lsac- Abramo dal punto di vista etnico
altri popoli. Qui ìnvece Paolo sot 15,6i cfr. sopra), non soltanto per
, r cra il discendente secondo la sono oggetto di una speciale con-
tolinea le funzìoni negative della Abramo úa anche per Paolo e i
Legge. Egli fornisce anche un'al- suoì lettori (Rm 4,23-24). La fede lronressa di Dio. Per fondare siderazione (1,4,B 30,7;35,3). La
rrrrggiormente il suo argomento, parola originaria di Dio non è ve-
tra ragione per cui la promessa de- sarà accreditata come giustizia a
l'.rolo ricorre anche alla proÌnes- nuta meno (Rm 9,6). I Giudei in
ve essere secondo la fede: la pro- quelli che credono in colùi cl'ìe ha
.,r chc l'angelo fece ad Abramo: senso etnico saranno nuovamen-
messa deve essere secondo la gra- risuscitato Cesù Cristo dai morti,
l(ì verrò ìn questo tempo e Sara te annoverati tra i veri discenden-
zia in modo che possa essere ga- che è stato messo a morte per i lo-
rantita a tùtti coloro che discen- ro peccati ed è stato risuscitato per
rrri un figlio>r (Rm 9,9; Gn ti di Abramo, non perché ia loro
la loro giustificazione (Rm 4,25).
lr1,l0). Né Agar né Chetura era- identità si fonda sulÌ'osservanza
dono da Abramo, Essa è riserva-
,,r le donne attraverso cui si era della Legge, ma per via della loro
ta non solo a quei crìstiani che si La fede monoteista di Abramo,
rlLUata la promessa. Soltanto Sa- fede. Questa fede deve modellar-
ritengono il popolo di Dio per la che era così determìnante nella
.1, icui anni fecondi erano già si sull'esempio deìla fede di Abra-
loro obbedienza alla Legge (Rm tradizione giudaica, è stata tra-
fir\sati da tempo (Rm 4,19), era mo (Rm 4,17-25), una fede che si
4,16), ma anche a quei cristiani sformata da Paolo, La fede dei
. irla la donna attraverso cui Dio è radicata sin dalf inizio nel mo
che partecipano della fede di credenti che seguono la fede di
rr rva adempiuto la sua promes- noteismo giudaico, fino ad jnclu-
Abramo, il quale è (padre di molti Abramo è ora nel Dio unico e
popoli)) (Rm 4,17; 12,3). Abramo creatore, ch€ ha risuscìtato Gesu
..r di dare un discendente ad dere la fede ìn Gesu Cristo (r,edl
\1).amo. Dio).
norI è solo padre del popolo elet- Cristo dai morti in modo che an-
to, di Israele. ch'essi possano essere resi giusti. l.'ultimo ricorso che Paolo fa
La fede di Abramo viene de- 3.2.3 Rm 9-ll - In Rm 9-ll
r Ir lìgura di Abramo nella lette- 4. ABRAMO IN 2 CORINZI
Paolo intende mostrare in linea .r ai Romani si ha in Rm 11,1, do- In 2cot 11,22 Paolo, risponden-
scritta con due îrasi che sono co-
muni nella letteratura giudaica generale come la parola di Dio a egli definisce se stesso <un
'r' rirclita, do al vantarsi dei suoi awersari di
(Rm 4,17). Abramo credeva nel Israele non sia venuta meno (Rm delÌa discendenza di Corinto, definisce se stesso discen
\l)ramor. Se si tiene presente la dente di Abramo. La maggior par-
Dio che è capace di chiamare al- 9,6). Il patriarca che assume una
l'esistenza le cose che ancora non funzione fondamentale nella di- 1 scussione precedente con cui si te degli slùdiosi ritiene che desj-
iir tentato di definire chi è il ve- gnando se stesso (<discendente di
estsloÍo (2Bat 21,4,48,8; Filone, scussione di Paolo è Abramo (Rm
Ret. Div. Her. 36; Spec. Leg. 9,3-9; 11 ,1). 11 primo punto del ra-
,' cliscendente di Abramo (Rrn Abramo> Paolo non pensa solian-
4.187; 2Mac 7,28). E Abramo cre- gionamento di Paolo è che Ia pa- I,ll-18; 9,7-8), si può ritelìere ra- to alla sua appartenenza etnica.
deva nel Dio <che dà vita ai úor- roìa di Dio non è venrÌta meno 'rìnevolmente che qui Paolo non Per esempio, R. P. Martin sostie-
r r ilerisca alla sua eredità giudai- ne che Paolo applica a sé questo
ti) (Rm 4,17), Queslo modo di perché non tutti i îigli di Abramo
.r in senso etnico. Paolo continua termine (come ùn distintivo ono-
presentare l)ro cra popolare nel sono suoi veri discendenti (Rm
r \ostenere che la parola di Dìo rifico per sottoliùeare Ìa propria
Ademo e Crisfo 14 Adamo e Cristo
identiîà cristiana di fronte ai suoi Bibliorcca reologica 21, Paideia, Brescia rr'rì/a e può essere considerata anche collegati a quest'ampio sen-
1986; Scolt J. M., Adoption as Sons oj
avversari)) (Martin 375). God, WUNT 2.48, J. C. B. Mohr, Tùbin- rrro dci modi più efficaci con cui so antropologico di Adamo quei
gen 1992;wedderburn A. L M., The Rea- ..r { sprime il pensiero teologico del- passi in cui Paolo usa ilpronome
Vedi anche. Antico Testamen- sons !o. Ronons, Forre$, Minneapolis I irlx)stolo: Adamo incorpora I'u- io in modo tale da far intravedere
199\t tN right N - î -, The Seed and the Me-
to in Paolo; Circoncisione; Fede; caduta e Cristo incorpora che intende rife rsi all'umanità
diator: Golaîians 3: l5-20,11îhe Clinax oJ 'r:rrità
I'r[ranita redenta. In questi due adamica, o I'umanità che resta al
Galati, lettera ai; Gentili; Giudaiz- the Corena t, Fo'ltess,Minneapolis 199I,
zanti: Giustificazione: Giustizia, pp. 157-174; YourÌ8 N. H., <PaidagÒgos>: , rl)iloli, pertanto, confluiscono di fuori della nuova esperienza che
giustizia di Dio; Israele; Legge; The Social Setîin8 oIa Pouline Meîaphot, ,lr crsi temi teologici fondamenta- p€r i credenti si trova in Cristo (ve-
in NT 29.2 (1987, l5O 176; Ziesler J. A.,
Mosè; Opere della Legge; Roma- The Meanins oÌ RÌshteousness in Puul, lr, ossia I'antropologia, la cristo- di In Cristo). Un esempio signifi-
ni, lettera ai. SNTSMS 20, Ùniversity Press, Canbridge l,'Hia, la soteriologia e l'ecclesio- cativo al riguardo è in Rm 7,7-25,
t9'72. lotil. Proprio per il fatto che co- dove l'apostolo sembra ùsare
BIBL -.. Barclay J.. oóryìnq the Truth: A ..r rilnti temi paolini rilevanti sia- l'<io> in senso corporativo che in
Stud! o.f Psul s Eîhics in Calatians, Î. &
N, L. Calverl qualche modo si sovrappone al
rro collegatiall'analogia Adamo-
T. Clark, Edinbursh 1988j Bek€r J. C., ( risto si può dire che quest'ulti- senso del piir esplicito motivo di
Paul the Apostle: The îtiumph of God in
Life ond rhought, Forrr€ss, Philadelphia ADAMO E CRISTO rrir stia al centro del pensiero pao- Adamo.
1980; BellevilleL. L., (Uudet La >: Struc- lrto (vedi Centro della teologia È praticamente sicuro che I'u-
tural Anausis and Pauline Concept oJ La\r ,li I'aolo). Per questa sua impor- so di Adamo íelle lettere paoline
I I, it JSNî 26 (1986)
ìn Calatians 3:21-4: SoMM^Rro 1. Adamo: il si8nilicalo del
53 78iBerzH. D., Galatians: A Connen- termine; 2. Adamo com€ figura storical ti[ìza fondamentale I'analogia si richiama al racconto di Gn 2-3,
tar! on Paufs Lettet to rhe Churches ìn Ca- 2.1 Adamo (ed Eva) come esempio/i e.i' è stata per lungo che ne costituisce il sottofondo. La
/a//a, Fofress, Philadelphia 1979; B)lne 8., coli; 2.1.1 Adamo (ed Eva): marimonio ^(lamo-Cristo
r.llrpo oggetto di studio nell'am- medesima attrattiva per la figura
Son af God - <Seed af Abtahan>: A Stu- e ruoli sessuali: 2.1.2 Adamo {ed Eva):
il peccato e I'ordine della creazione; 3.
lrilo della ricerca neotestamenta- di Adamo si può constatare anche
dr o.l the ldea oJ t he Sonship o.î Aod oJ A ll
Chtistiansin Paul dqainstthe Jewish Back- Adamo come ligura tipologicai 3.1 Ada- it, in alcuni testi giudaici e cristiani
s.o!r4 Biblical lnsriturc, Roma l9?9; Cal' mo e l'umanila escalologica; 3.1.1 Cri del primo secolo, tra cui 4 Esclro,
lett. N, L., Abruhan and Idolan: Paul's sro come uldmo Adamo: la p.imiziai
3.1.2 Cristo come uhimo Adamor 10 spi-
I ADAMO: IL SICNIFICATO 2Bqr e I'Apocolisse di Mosè, co-
Conpatkon o.f Obedience ta the Law to l)liL TERMINE Ilnome Adq- me ha osservato giustamente Le-
i
ldalarrr Galatìans 4:)-10, in C. A. Evans rito dalore di vitai 3.2 Adamo e I'origi-
,/r, ricorre soltanto sette volte nel vison. L'interesse per la figura di
- J. A. Sanders (edd.), Paul and the Sc p- ne del p€ccaro; 4. Adamo e I'immaeine
tur6 o/Ii.ael, JSNTSS 83, JSOT, Sheffield di Dio; 4.1 ImmaSine di Dio: narura ed ,,rprs paolino (Rm 5,14 [dùe vol- Adamo è anche ben documenta-
l99zi 1d., Tftditions af Abnhan in Mid- €sislenza in Rm 5ì 4.2Immagine di Diol
le lappe della storia della sal\ezzai 4,3
r(l; lCor 15,22.45 ldue volte]; to nei testi qumranicie negli scritti
dle Je\rìsh Literuturc:Implicationsfot the I lÌn 2,13.14), benché alcuni riten- di Filone alessandrino, contempo-
lnteryretatìon oÍPaul's Epistles to the Ga- Immagin€ di Dio: cristofaniai 5. Adamo
latians aM to the Romans, Sheffield 1993 e il corpo di cristo. !rìno che anche alcune discussio- raneo di Paolo. Poiché Adamo
(tesi di laurea); Donfried K. P. (ed.), Lrre pir) generali sull'ro mo (onthro- compare con una certa r€golarità
Benché i riferimenti alla figu- 'ìi
Ronans Debate, Hendrickson, P€abody /,r).r) si richiamino alla figura di neì materiali gnostici, come per
(MA) l99l(riv.)iDunnJ D A,Ronans, ra veterotestamentaria di Adamo
wBC 38, word, Dallas 1988; Ellis E. E.,
Adamo nel pensiero di Paolo. Ciò esempio nei testi di Nag Hamma-
Paul's Use o.Í the OId îestanpnt , olivet & non siano affatto numerosi nel { dovuto al fatto che il termine di, alcuni studiosi hanno voluto
Boyd, Edinburgh 1957; Gordon T. D., I corpas paolino, I'uso che viene cúaico 'dddm può indicare non vedere una qualche connessione
Note on <PAIDAGÒGOS> in Galaîiaks fatto di qùesto personaggio è par- ',,)b I'individuo ,4daÌn o ma anche tra il motivo di Adamo e le con-
3r24-2J, in NIS 35 (1989) 150-154; Hansen ticolarmente significativo, in
G. w., Abrahon in Aahtians: Epistolory
I'r/omo piu in generale, ossia il ge- cezioni gnostiche del <secondo uo-
ond Rhetoùcal Conlexts, lSoT, Sheffield quanto Adamo serve a trasmette- 0rrc umano. È del tutto legittimo mo)). Ma in genere quest'opinio-
1989i Hays R. 8., Echoes oI Sctipturc in re veriìà teologiche di un certo ri- vcdere l'uso di Adamo da parte di ne non è stata ben accolta, in
the Letîets oÍ Pdul, \ ale U niversily, New lievo, relative al matrimonio, al l'rolo strettamente coìlegato a di- quanto si può pensare che I'influs-
îo Rone: Paul'sTrcatment oÍ Ab.ahan in
peccato, alla morte (vedi Vita e rtrse altre imrnagini ed espressio- so si sia verificato probabilmente
Romans 4, in M. J. wilkins - T. Paige morte), alla natun umana e alla antropologiche di cui egli si ser- in direzione opposta (è più facile
(edò.), totship, TheolosJ and Mìnistry in speranza escatologica. Ma la co- 'ri per
vc descrivere l'esperienza cri- che il tema biblico sia stato assun-
the Ea ! Chutch, JSNTSS 87, JSOT, Shei-
sa piir importante è che (Adamo> \ridna, la vita nuova in Gesu Cri- to dagli scrittori gnosîici poste-
îielò l99zild., Pandiso on e non dncoro.
Cìelo e prcspetiva escatoloqica nel pe sie- rappresenta la controfigura teolo- !lo. Tra queste si possono ricor- riori).
n di Paolo. Paideia. B.escia 1985: Lonee- gica nell'insegnamento cristologi- ,lirle: I'uomo vecchio/l'uomo Tutta questa importante docu-
nec̀r R. N., Galrltunr, WBC 41, Word, co di Paolo, nel quale Adamo e rrrrovo (Rm 6,6; Col 3,9-10; Ef mentazione coeva ci fa capire me-
Dallas 1990j Marlin R. P., 2 Co nthians,
wBC 40, word, waco (TX) 1986ì PenDa Cristo costituiscono le due palti di ;.15|' 4,22-24', vedi Uomo nuovo glio l'ìnteresse che la tradizione su
R., La prcmessa ad Abramo cotne testa- un'analogia esplicitamente formu- r Ùomo vecchio); l'uomo esterio- Adamo, il primo essere ùmano
nento ifte\rocabile secondo Gol 3,l5ss, lata in Rm 5 e lcor 15, r(./l'uomo interiore (Rm 'l ,22: creato, ha suscitato presso gli
Theolosica III, Caslìari
1994, pp.243-2)Bi
Questa analogia presenta Ada- .l( or 4,16; Ef 3,15), I'uomo ma- scrittori antichi e come essi lo han-
Sanders E. P.. Prr1o, la leqge e il popolo
8trr.fti o. srudìbiblicì86. Paideja, Brc\ciî
úo e Crisio coínc i corrispettivi rIr'iale/l'uomo spirituale (2Cor no utilizzato ed espresso nelle lo-
1989ì ld., Pdòh I il!it!!ai:ùr) pdiestltese, i;api r.li duc oìrposti ordini iii csi- .',14-16|' vedi Psicologia). Sono ro opere. Su questo sottofondo la
Adamo e CÌisto 16 I1 Adamo e Cristo
discussione paolina del tema è del luppato nell'analogia Adamo/Cd- r\empi norúativi della relazione ni elementi fondamentali tratti
tutto simile a quella che si trova sto di Rm 5 e lcor 15. , llc deve sùssistere tra uomo e dall'AT per esprimere delle veri-
negli altri documenti di quel tem- 2.1.1 Adamo (ed Eva): motri- ,lonna e di quanto può verificarsi tà cristologiche relative a Gesir
po, benché l'uso specificamente monío e ruoli sessuali Paolo al- \c anche iposteri si attengono a Cristo che racchiude in se stesso
cristologico a cui si ricollega di- lude al racconto di Adamo ed Eva (tuesla struttura autoritaria. In l'intera umanità. Potremmo anzi
stingua la trattazione di Paolo dal- in lCor 6,16, citando Cn 2,24. l)reve, la prima lettera a Timoteo sintetizzare la concezione paolina
Iealtre. Paolo sembra essere il pri- Benché non vengano riportati i Iresenta Adamo ed Eva in una lu- della redenzione cristiana dicendo
mo ad indicare Gesir Cristo come nomi delle due persone che forma- rc particolare, come un mezzo at- che essa consiste nel passaggio dal-
<l'ultimo (o secondo) Adamo)) no la prima coppia umana, è chia- tr'averso cui si vuole dettare una I'essere (in AdamoD all'essere (in
(lCor 15,45,47), una desìgnazio- ro che esse costituiscono i model- .ondotta per la vita della Chiesa, CristoD in quanto movimento sal-
ne che rivela chiaramente il carat- li etici fondamentali con cui si \oprattutto per quanto riguarda le vifico da una sfera di vita o un
tere escatologico del pensiero del- vuole indicare come debbano fun- Iratiche diculto. I dùe personag- ambito esistenziale ad un altro. Se
1'apostolo. zionare nella vita della Chiesa le trivengono presentati come esempi si tiene presente che la teologia di
relazioni sessuali tra uomo e don- ctici del passato che devono esse- Paolo scaturisce da una prospet-
2. ADAMO COME FIGURA na (vedi Sessuattà, morale sessua- rc imitati (come nel caso della sot- tiva escatologica (v€di Escatolo-
STORICA - Certamente molti le). Paolo sottolinea qui l'impor- romissione di Eva ad Adamo, fon- gia), ponendo l'accento sùlla nuo-
neÌ I sec. ritenevano che Adamo tanza e la santita dell'unione ses- (lata sulÌa dipendenza da lui nella va creazione che ha sostituito I'an-
fosse il primo uomo della storia; suale dell'uomo e della donna per ereazione) e come esempi di un tica (yedi Creazione e nuova crea-
questo spiega perché Gd 14 (ch€ esortare i credenti di Corinto ad comportamento che si deve evita- zione), è deltutto appropriato ve-
cita /E 1,9) descriva Enoc come uno stile di vita piir degno e per rc (come nel caso della trasgressio- dere nel motivo Adamo/Cristo
(il settimo dopo Adamo>>. Luca convincerli che appartengono al rìe di Eva e delle sue conseguen- I'espressione del suo insegnamento
si associa a qu€sta concezione in- corpo di Cristo (vedi Corpo di Cd- /c). Ancora una volta sembra che relativo a quella che Scroggs chia-
cludendo Adamo nella genealogia sto). sia accolta come sicura ìa storici- ma <l'umanità escatologica).
di Cesù (Lc 3,38). La storicità di Il racconto di Adamo ed Eva è rai del racconto della Cenesi in 3.1 Adamo e I'umanità escato-
Adamo come primo uomo creato anche implicito in quanto si affer- (luesta spiegazione etica della nar- logica - lcor 15 è una trattazio-
sembra accolta come cosa certa ma ìn El 5,22-33 sull'unione che razione. ne autonoma della risurrezione dei
dall'apostolo Paolo, benché tale si costituisce con la relazione ma- morti, con cui si intende affermare
storicità non costituisca il punto trimoniale, Anche in questo caso ], ADAMO COME FIGURA TI- non tanto la verità della risurrezio-
centrale dei due testi fondamentali Ia lettera agli Efesini elabora I'im- l'OLOGICA Se prendiamo in ne di Gesu (poiché essa viene pre-
in cui si discute il motivo Ada- magine di Adamo ed Eva dell'At eonsiderazione i passi significati- sùpposta), qùanto invece il suo si-
mo/Cristo, e intgnde la loro unione in riferi- \idi Rm 5 e lcor 15 troviamo un gnificato per la vita del credente.
2.1 Adamo (ed Eva) come mento al (mistero)) che esiste tra rrso più complesso ed esteso delÌa Pertanto il capitolo parla della
esempio/i etico/i - Tuttavia la Cristo e la Chiesa (come si affer- ligura di Adamo d,a parte di Pao- realtà della risurrezione di Cristo
storicità di Adamo (ed Eva) sem- ma soprattutto in Ef 5,32), lo. Qui I'attenzione si sposta da e delle sue conseguenze per la vi-
bra costituire il sottofondo di 2.1.2 Adamo (ed Evo): íl pecca- Adamo inteso come semplice figu- ta dei credenti in Cristo. Nell'am-
quanto le lettere paoline insegna- îo e I'ordine della creazione - lir storica ad Adamo come perso- bito di questa discussione I'ana-
no sulla relazione uomo-donna e, Anche lTm 2,13-14 dimostra una rìaggio tipologico o figurato con- logia Adamo/Cristo viene usata
per estensione, sulla relazione tra certa confidenza con il racconto di lrapposto a Gesir Cristo (ìn Rm espressamente in due punti: in
Cristo e la Chiesa. Così pure, le Adamo ed Eva di Gn 2-3. In una 5,14 si usa per Adamo proprio il lcor 15,20-22 e iÍ lcor 15,44-49.
figure di Adamo ed Eva vengono sezione dedicata all'insegnamento termine fypos, (tipo)). Parlando La risurrezione di Cristo è I'even-
usate brevemente nelle l€ttere pao- morale (lTm 2,9-15; vedi Etica\ il del rilievo assunto da Adamo nel to che inaugura e costituisce il fat-
line per iondare l'autodtà che esi- ragionamento fa appello al rac- |ensiero dell'apostolo, C. K. Bar- to che egli è <primizia> di coloro
ste nell'ordine divino della crea- conto di Adamo ed Eva per for- rctt osserva che <<Paolo vede la che sono morti (lCor 15,20.23); è
zione. [n ambedue i casi la funzio- nire una prova scritturistica sulla toria come ùn processo che si in relazione a questa idea che si in-
ne di Adamo (ed Eva) è prevalen- natura d€lÌ'autorìtà, ossia l'ordi (oncentra attorno ad alcuni pun- troduce inizialmente I'aralogia
temente di ordine etico, benché la ne di creazione, che esiste tra uo- 1i nodali e si cristallizza su alcune Adamo/Cristo. Si è pensato (cfr.
storicità del primo uomo (e della mo e donna (vedi Uomo e donna), ligure eminenti uomini che Thrall) che il dibafito cristologi-
prima donna) sembri costituire L'accento viene posto sulla p o- lìanno un certo rilievo come per- co sviluppatosi a Corinto sia do-
parte integrante dell'argomenta- rità di Adamo nella creazione sone individuali, ma ancor piu co- vuto al fatto che Paolo ha intro-
zione etica. L'uso di Adamo (ed (lTm 2,13) e sulla priorità di Eva rne figure rappresentative) (Bar- dotto in precedenza il motivo di
Eva) come modello (o modelli) di nella trasgressione (lTm 2,14) neÌ 5). Vediamo pertanto che in Adamo (e la Chiesa di Corinto lo
'ott
l{m 5 e lcor 15 Paolo accosta ha fraìnteso). Ma questa opinio-
ordine erico preiucle a qucììo piu giardino di Eden. Adamo ed Eva
tipologico di Aciarno che vicne svi- sono chiamati incausa come ,\damo a Cristo e si serve dialcu- ne non è per nulla sicura e conle-
Adamo e Cristo 18 t9 Adamo e Cristo
rirebbe un certo movimento oscil- 22a e come tutti muoiono in scussione sul corpo assunto nella tutto evidente la relazione tra que-
latorio al pensiero di Paolo, che Adamo, risurrezione. Paolo parla qui sia sta finalità crislologica e la discus-
è invece molto piil intenzionale di 22b così tutti riceveranno la vi- di rn sóma psychikon ((corpo fi- sione di fondo relativa al (corpo
quanto essa supponga. ta in Cristo. rico>>) sia di un sórza pneamatikon spirituale>.
3.1.1 Ctisto come ulrimo Ada- ((corpo spirituale)), aggirando ef- In un certo senso, pertanto, l'u-
mo: la primizia Il primo uso I due versetti vanno presi insie- licacemente i sr-roi oppositori di so che Paolo fa dell'analogia Ada-
dell'analogia Adamo/Cristo è me, poiché il secondo serve a spie- corinto (come ossetva Dunn molcrislo non è del tutto coeren-
introdotto da un'affermazione gare il signiîicato del primo, L'a- I973). Si è discusso a lungo tra gli te. Definendo Cristo lo <spirito
(lCor 15,20) che si fonda sull'an- spetto essenzialmente escatologi- sludiosi su chi siano realmente datore di vita)) Paolo fa un'affer-
nuncio della risurrezione di Cristo co dell'analogia viene dimostrato questi oppositori. B. Pearson ha mazione sull'opera di Cristo nel-
che si trova in lCor 15,3-5. Nella con I'uso delverbo al futuro pas- luttavia ritenuto che il loro uso la Chiesa che non trova un paral-
seconda metà di lCor 15,20 si svi- sivo in 22b (letteralmente: (saran- della terminologia pneumat i kos- lelo sul versante adamico dell'ana-
luppa iÌ significato della risurre- no fatti vivere))). punti di con-
T.rsycltikos sia uno dei logia. II movente che spinge Pao-
zione di Cristo, dicendo che Cri- Vi è qualche dilficoltà nell'in- troversia con Paolo. Si potrebbe lo ad usare l'analogia è il suo de-
sto è anche (primizia di coloro che tendere il significato della salvez- pensare che la relazione che esiste siderio di mostrare che vi è una re-
sono morti)). A questo modo si in- za universale che si suppone al ver- lra questi due.tdrnala (<corpi>, sia lazione tra Adamo e il resto del-
troduce un nuovo elemeDto nella setto 22, Quale peso bisogna dare psychíkon che pneumqtíkon\ sia l'umanita. Ma l'opera meravìglio-
discussione sulla risurrezione di al doppio uso di <tutti)) in questo trasferita ancora una volta da sa che Dio ha compiuto per I'uma-
Cristo: l'unità che esiste tra il Si- versetto? Paolo vuole forse affer- Paolo nell'analogia Adamo,/Cri- nità attraverso Cristo è siata così
gnore risorto e coloro che credo- mare la salvezza definitiva di tùt- sto in lcor 15,45-49. grande che l'analogia Adamo,/C -
no in lui. I corpi assunti nella ri- ta I'umanità in Cristo allo stesso Paolo cita Cn 2,? dalìa LXX, sto è venuta meno. Essa è stata
surrezione (vedl Corpo) da colo- modo con cui alferma la morte aggiungendo le parole (primo)) e usata dall'apostolo nella misum in
ro che sono redenti (è importante universale di tutta l'umanità in (Adamo) al testo dell'AT per cui era utile per dimostrare la so-
rilevare che la discussione riguar- Adamo? Molti esegeti ritengono lbndare la contrapposizione tipo- lidarietà delle due figure di Ada-
da precisamente l'elemento (so- che questa idea sia incompatibi logica con Cristo, che segue in mo con i rispettivi seguaci, ma è
matico))) devono corrispondere e le con il resto dell'insegnamento lCor 15,45b: (l'ultimo Adamo di- stata abbandonata quando non
derivare da quello di cristo allo paolino; nel corso di questa lette- lenne spirito datore di vita). Nel- era piu in grado di trasmettere o
stesso modo con cui il raccolto ra Paolo ha parlato di coloro che l'impostare a questo modo la con- contenere il messaggio relativo al
corrisponde e deriva dalla primi- periscono (lCor I,l8;3,17; 5,13; lrapposizione, Paolo aflronta il potere che Cristo possiede di tra-
zia. 6,9:9,21). Alla luce di queste af- problema dei <corpì>r dell'esisten- sformare la vita del credente.
L'analogia Adamo/cristo vie- fermazioni sembra piu corretto at- za fisica e spirituale, come si può È significativo che i due riferi-
ne usata da Paolo per sviluppare tribuire un significato più limita- vedere facilmente nell'uso dell'ar- menti strutturali all'analogia Ada-
ulteriormente e spiegare la relazio- tivo ai due (o almeno al secondo) ticolo determinativo neutro in molcristo in lCor l5 (versetti 2l
ne che intercorre tra Cristo e i cre- (tutti> deÌ versetto 22 e litenere lcor 15,46 (che si riferisce a so- e 45) siano seguiti da brani che
denti in lui; la tipologia Ada- che essi qualificano in qualche ,?4, (corpo), che precede) invece esaltano grandemente la figura di
mo,/Cristo diviene un argomento modo le espressioni <<in Adamo>r del rnaschile (che si riferirebbe ad Gesù Cristo e siano considerati
che intende fondare la cerîezza e ((in Cristo). Pertanto il signifi- onthrÒpos, (uomo))). Si afierma talvolta espressione della conce-
della risurrezione della comunità cato del versetto può essere que- dunque che Adamo, avendo un zione paolina della preesistenza.
dei credenti e (per usare le parole sto: (<Tutti coloro che sono in (corpo fisico), è divenuto anche Infatti in lCor 15,25-28 si riscon-
di Lambrecho stabilisce una rela- Adamo muoiono, mentre tutti un <essere vivente>; Cristo, dive- tra I'uso cristologico di Sal 8,6 e
zio[e (temporale e casuale [sic! quelli che sono in Cristo riceveran- lendo un <corpo spirituale), è di- Sal I10,1, mentre in I Cor 15,41-49
leggi probabilmente <causale): no la vita>. venulo anche uno <spirito datore si fa più volte riferimento all'uo-
n.d.t.lr tra il Signore e coloro che 3.1.2 Ctisto come ullimo Ada- di vita)). Paolo qui non fa una mo celesîe,ll problema diventa al-
credono in lui. In lCor 15,21-22 mo: lo spitilo dalore dí vito - semplice af lermazione antropolo- Iora questo: vi è qualche corri-
Paolo presenta un duplice paral- lCor 15,45-49 è un commenîo mi- gica su Cristo in quanto <ultimo spondenza tra il fatto che Paolo
lelismo per mostrare questa rela- drashico a Gn 2,7; tutto il brano egli jntende andare aldi chiami Gesu Cristo l'ultímo Ada-
zione: si fonda sull'affermazione di Pao- di questo. Egli fa anche un'af-
^damo));
là mo e il linguaggio di esaltazio-
lo in 44b: (Se c'è un corpo fisico, lermazione cristologica sul Signo- neluomo celeste (vedi Esaltazio-
21a Poiché se a causa di un uo- vi è anche un corpo spirituale). rc risorto che ha manifestato se ne e intronizzazione) con cui si
mo venne Ia morte, Quest'affermazione, contenuta in \lesso come Spirito rigeneratore parla di lui in lcor 15,25-28 e
2lb a causa di un uomo verrà lcor 15,44, riassume a sua volta nella Chiesa. Il passo di cn si pre- 47-49? Se vi è una tale corrispon-
aiaile la iisriirezione dei il paragrafo precedente che inizia \tava a questo scopo, benché (co- denza, si può scoprire un certo le-
rnorl i. in lcor 15,35 e contiene una di- rne osserva Wright) non sia del game tra la teologia adamica di
Adamo e Cristo 20 .'l Adamo e Cristo
Paolo e la sua fede nella preesi- ne si sposta da Adamo e Cristo co- t,\damo) tutti hanno peccato ) ché sebbene Adamo abbia pecca-
stenza di Cristo, o anche qualche n1e pesone corporative in I co- to per primo e abbia causato la
traccia della ligura del <Figlio del- rinzi alle rispettive aziori in Rm 5. ,'r'il) ha sin da allora influenzato, morte per coloro che non viveva-
I'uomo>. Alcuni (come Dunn) Qùesto non significa però che in irì bene o in male, l'interpretazio- no nel suo tempo, ciascuno di
hanno la sensazione che tutto que- Rm 5 il punto di vìsta sia solo re- rc teologica della Chiesa di que- quelli che sono nati da lui ha pre-
sto sia molto ipotetico, e vada ben trospettivo (guardi cioè solo all'in- sta îrase su Adamo (Cranfield parato per se stesso il tormento lu-
oltre l'evidenza; dobbiamo proce- dietro), pojché ùello stesso tempo clcnca sei possibilità maggiori di tùro... Adamo pertanlo non è la
dere con maggior cautela. Ad ogni vi è un punto reale in cui lutto interpretare soìtanto Rm 5,12d e causa, se non per se stesso, ma
modo, non bisogna lasciarsi at- quello che è accaduto in Adamo Ir osservare che per ognuna diesse ognuno di noi è divenuto il suo
trarre dall'affascinante questione è trasceso da quanto accade in Ge- \i trova una conferma nella storia proprio Adamo>.
dell'affinità che vi può essere tra sil Cristo, I'ultimo Adamo. Come della Chiesa). Bonner critica il fat-
le concezioni di preesistenza e il dice Paolo in Rm 5,14, Adamo è ro che Agostino non abbia posto 4. ADAMO E L'IMMACINE DI
linguaggio di esaltazione/uomo (figura lett. lipol di colui che do- (maggiore attenzione sull'idea piir DIO La teologia adamica ha
celeste fino al punto da dimenti- veva venire). All'atto di disobbe- rrmpia e profonda dell'antitesi tra avuto una funzione importante
care la natura essenzialmente esca- dienza di Adamo vien€ coùtrappo- lc due figure di Adamo, piuttosto anche in altri passi fondamentali
tologica dell'analogia Adamo/ sto I'atto di obbedienza di Crisro. che sulla macabra teoria della par- delle lettere paoline, soprattutto
Cristo, come si trova in questa let- che porta con sé una promessa di tecipazione di un'umanità non an- nel materiale innico (yedi Inni,
tera. vita futura nelLa nuova creazione. cora generata al primo e origina- îrammenti innici, canti, canti spi-
3,2 Adamo e I'origine del pec- In realtà, in Rm 5,12-21, in una le peccato di Adamo> (Bonner rituali) di Fil2,6-11 e Col 1,15-20
cato - E soprattutto in base al seTione ben slruîlurala deì suo rà' 241). e nell'affermazione di 2cot 4,4,
racconto di Gn 3 che la iigura di gionamento, Paolo sì dìlunga a di È iúportante notare che Paolo, che parla di Gesù Cristo <imma-
Adamo è divenuta uno dei punti mostrare che Gesù Cristo è venu- nentre parla di Adamo come mez- gire di DioD (vedi lmmagine di
centrali della discussione sulla pec- to incontro in tutti i modi agli el- zo attraverso cui il peccato è en- Dio). Qui si riferisce al sottofon-
caminosità umana nel Giùdaismo fetti negativi della trasgressione di lrato nel mondo, non ci dice qua- do veterotestamentario relativo ad
e nel Cristianesimo (vediPeccato, Adamo: alla trasgressionc vicne le sia la via attraverso cui quel pec- Adamo creato <ad immagine di
colpa). Rm 5,12-21 contiene la incontro l'obbedienza, alla con- cato si trasmette da una generazio- Dio> (in Fil 2,6 si \sa moryhè e
traîtazione più ampia di questo te- danna Ia giustificazione, alla mor- ne all'altra. Il meccanismo è la- in Col 1,15 e 2cor 4,4 eikan). fr\
ma nelle lettere paoline. Questi te la vita. Si usa costantemenle sciato senza spiegazione, al di l questo argomento rientra anche la
versetti hanno esercilato un'in- I'argomento a minori ad tnaius della semplice affermazione che desc zione della (gloria di Dio (o
fluenza enorme suÌla teologia cri- (<dal più pìccolo al piu grande)) (tutta l'umanità ha peccato, (che dell'uomo)> (vedi 6loria, glorifi-
stiana lungo i secoli in quanto e si sottoÌinea il îatto straordina- è una traduzione migliore di Rm cazione). Questa confluenza del-
molti studiosi hanno tentato di rio che il peccato e i suoi efletti so- 5,12). Paolo afferma nello stesso l'idea dell'immagine e di tale de'
scandagliare le prolbndità dell'in- no superati dalla grazia di Dio in tempo la responsabiÌita di Adamo scrizìone ha indotto recentemen-
segnamento dell'apostolo sull'ori- Cristo. Tuttavia I'analogia Ada- per I'origine dell'introduzione del te alcuni studiosi a ritenere che la
gine del peccato. Paolo associa mo/Cristo si esprime qui in un peccato nel mondo e la responsa- preponderanza del linguaggio re-
chiaramente l'introduzione del modo diverso da lCor 15. bilita di oeni individuo per la pre- lativo alla <immagine di Dio>, che
peccato e della morte nel mondo ll fatto che in Rm 5,12 il perio- senza del peccato nella propria vi- si trova nelle lettere paoline, sia
con la trasgressione di Adamo. do in greco non sia concluso ha ta. Per Paolo questi due elementi un'altra espressione della teologia
Benché in Rm 5 egli parli (proba- condotto ad ùna serie di interpre- (colpa e responsabilita personale adamica. Dunn (1980), per esem-
bilmente) della caduta in termini tazioni rivolte a chiarire in quale da un lato e colpa e peccato in pio, sostiene fortemente che I'in-
storici, è evidente però che egli in- dirczione si muova il ragionamen- Adamo daìl'altro) sono reali ed at- no di Filippesi vada inteso in sen-
tende esprimere qualcosa di più di to di Paolo. Come ha osservato tivi. ll paradosso diventa ancora so adamico; Hooker vede un mo-
una semplice affermazione stori- Danker, il dilemma consiste in piu chiaro se si tiene presente il tivo adamico alla base di Rm
ca su Adamo e la sua ribellione. parte nello stabilire quale sia I'an- modo con cui il pensiero di Paolo 1,18 32, dove Ì'apostolo descrive
In realtà, l'uso che Paolo fa di tecedcnte a cui si riferisce il pro- passa liberamente dall'af fermazio- la condizione dell'umanità in ter-
Adamo in Rm 5,12-21 ha un rilie- nome relativo in dativo ,4t (pec- ne piil strettamente personale di mini di caduta di Adamo (Wed-
vo protologico (si dporta cioè al cato, morte, Adamo o a nessuno Rm 5,12 k(perché tutti hanno pec- derburn chiarisce ulteriormente
le origini); Adamo è un mezzo che di questi, ma sia da intendersi in catot)) all'asserzione piil determi- quest'ipotesi di Hooker), lnoltre,
serve a descrivere l'ingresso del unione con la preposizione epi nistica di Rm 5,19 (<per la disob- si può anche pensare con uDa cer-
peccato e della morte nel mondo [ep h'], lotmand,o un'espressione bedienza di uno solo tutti sono ia sicurezza che la caduta dì Ada-
e (per estensione) la condizione in che significa <<per cui>, <poiché> stati costituiti peccatori)), L'inse- mo stia sullo sfondo dell'aîferma-
cùi si trova l'ùmanjtà dopo quel- o (cosicché>)). tnoÌtre, la traduzio- gnamento di Paolo trova una ri- zione di Paolo in Rm 3,23.
la prima trasgressione. L'attenzio- ne di Agostino di Rm 5,12 (in cui sonanza in 2Bat 54,15.19t <<Poì- 4.1 Immagine di Dio: naturu ed
Adamo e cristo
22 t-'ì Adamo e C sto
(lclla salvezza (caduta - reslaura- conversione e alla sua visione di
esistenza in Rm 5 - Questo argo- zione delt'umanità adamica) entro
i confjni di Rm 5,1-l I (che affer- /ione) e tenderebbe verso il gene- Cristo possono essere considerati
mento compoía anche la neces- rc di interpretazione offerta da un sìrpplemento di oistologia ada-
sità di vede.e fino a che pùnto I'es- ma quale sia la reale condizio-
ne dell'umanirà in Cristo). Bult llarth. mica. In questo senso, si possono
sere fatîi ((a immagine di Diott de- Ma è giustificata una cesura così far rientrare nel nostro argomen-
scriva la naÎum e I'esistenza uma- mann, dall'altra Parte, fonda Rm
5.12-21 sullo stile di vita che trae nctta tra Adamo e Cristo in quan- to anche passi come lCor 9,1:
na. Su questo Punto si è ri!olta a ro immagine di Dio? La posizio- 15,8-10; 2cor 3,4-4,6: Gal l.l3- l7
hrnso l'attenzione degli esegeti cri- oiisine dall'esempio di fede offer-
to Aa Cristo e sottolinea che Rm rrc di Ziesler deve essere modifica- e Fil 3,4-l l e si può vedere nel lo-
stia-ni, molti dei quali, Per esem- ta in qualche misura se si conside- ro sottofondo un tema adamico.
r)io calvino (come fa notare R. 5.1- l1 riguarda l'esistenza Para-
dossale di coloro che vivono nel- ra attentamente lCor 11,3-9, do- Kim pensa allora che il pensiero
brints). hanno studiato le lettere cristologico di Paolo si fondi su
di Paolo proprio Per aPProfondi- la sDeranza. ln alrri termini, si ri- ve Paolo si serve del racconto della
riene che Rm 5,12-21 esprima Piir creazione della Ccnesi per fonda- due diverse componenti, una cri-
re ouesto tema. E inleressanle os- rc un adeguato comportamento
a fondo questo stile di vita del cre- sîologia sapienziale e una cristo-
seruare che lutta quanta l'argo- ctico nei rapporti tra uomo e don- logia basata sull'immagine,
mentazione di Rm 5' soprattutto dente ed è solo in questo ambito ed
che si chiama in causa I'eventuale rra, ìn riferìmento alla prassi del ambedue convergano nella perso-
I'analogia Adamo/Cristo nei ver- coprirsi il capo durante il culto. na di Gesù Cristo,
il secondo Ada-
setti 12-21, diventa critica sotto compoDente cristologica.
4.2 tmmagine di Dio: le tappe Il versetto decisivo è lcor 11,7: mo nel pensiero di Paolo.
questo punto di vista. (L'uomo non deve coprirsi il ca-
Le interpretazioni di Rm 5 Pro- della storia della salvezza - Un
ooste da Barth e Buhmann Posso' altro modo per esprimere questa po, poiché egli è I'immagine e la 5. ADAMO E IL CORPO DI
differenza essenziale nell'intendere gloria di Dio; la donna invece è CRISTO -
Considerando Ì'uma-
no servire da buoni Punti di rife- gloria dell'uomo>. Di fatto Pao- nità, non redenta e redenta, incor-
rimento a questo Proposito, Poi- il significato dell'umanità fatla "a
immagine di Dio)' (sia quella ada- lo mostra qui una maggiore fles- porata rispettivamente in Adamo
ché si concentrano rispettivamente sibilita neÌl'usare l'espressione e in Cristo, Paolo ha dimostrato
sul versante cristologìco e antro_ mica sia quella nuova in Cristo)
consiste nel descrivere le tappe at- <immagine di Dio) ed è disposto (fornendo in tal senso anche un
noloeico dell'analogia. Barth sot- ad applicare questo concetto in
traverso cui si evolve la storia della suo contributo) che vi è una certa
iolinia infani l'elemento cristolo- senso più vasto se ciò lo aiuta a affinita concettuale fia una teolo-
eico nell'ambilo dell'analogia ri- e salvezza. Il sottofondo escatologi-
co su cui si snoda tutto quanto il raggiungere i suoi scopi, anche se gia adamica e I'idea del corpo di
iiene che il passo voglia afferma- vero che ilpasso, come nota Zie- Cristo (vedi Corpo di Cristo). In
re essenzialmente quale sia la 4a- nensiero di Paolo vede, alla luce è

dell'evenlo di Cristo, un tempo sler, non si trova in un contesto aÌtri termini, questo corpo di Cri-
tura lJilllarra. Bultmann, d'altro la-
antico che ha ceduto il Posto ad soteriologico. D'altra parte, non sto è costiîuito da credenti che so-
to, pone in risalto l'elemento an- dobbiamo trascurare il sottofon- no uniti insicme per formare un'u-
troDologico conlenuto nella mede- una nuova età (come dimostrano
testi quali 2cor 5,17). do adamico di questo versetto: manita unita, quella dell'ultimo
sima analogia e ritiene che il Pas- Paolo intende affermare che ogni Adamo, Benché nei testi fonda-
so definisca essenzialmente quale Ziesler esPone questa concezro-
ne partando di un Possibile sche- Lromo, ossia ogni essere umano, mentali che riguardano questo
sia l'esislerza umana. ln breve' il porta in sé in qualche modo I'im- punto non si faccia
Droblema e di vedere in che senso ma tripafito in cui <<stato ongma- menzione
i'umanità (Adamo) è fatta 'ad im- rio - caduÎa - stato di restaura- magine e la gloria di Dio, come già esplicita di Adamo, è chiaro che
zione> serve a descrivere tale svi_ ò avvenuto per il primo Adamo, I'umanita adamica decaduta è ri-
maeine di Dio,,. È in Adamo o in
luppo. Questo schema tripartito 4,3 Immagine di Dio: cristofa- costituita spiritualmente in Cristo
Criiro che dobbiamo vedere "l'im- nia E possibile stabilire quale (Ef I,10) in modo tale che il lin-
magine di Dio,? Dobbiamo Par- tenderebbe verso I'interpretazione
offerta da Bultmann. Ziesler ritie- sìa l'origine della concezione pao- guaggio adamico e il corpo di Cri-
rire da Crisro e considerare quin- lina di Gesu Cristo in quanto ul-
ne però che la concezione Paolina sto si fondono insieme. Possiamo
di l'umanità immagine di Cristo limo Adamo e quale sia la constatare questa prospettiva par-
lDosizione di Barlh)? OPPure dob- dell'uomo sia talmente rivolta al- sua
iiiamo oartire dall'umanità e rite- la visione escatologica dell'ultimo connessione con il motivo della ticolare in dive$i punti delle let-
Adamo che un simile schema tri- (immaginc di Dio))? Sembra che tere paoline, incluso Col 3,12-17
nere oulndi che Cristo sia l'espres'
Dartito diventa irrilevante per ogni vi sia una relazione stretta tra ed Ef 2,13-18.
sioneiutenrìca di quello che signi- l'ìmmagine-cristofania e le descri-
fica I'immagine di Dio (Posizione discussione di Paolo. Egli osser- ln epoca moderna è stato W, D,
di Bultmann)? va che Paolo non Parla mai di zionì del Signore Gesù Cristo ri- Davies a studiare maggiormente
Adamo in quanto creato (<ad im- \orto che si fondano sulla tndizio- questo punto, ponendo in rilievo
Queste due inrerpretazionj di- rìc veterotestamentaria della teo- il sottofondo giudaico rabbinico di
Dendono in Parte dal modo con maqine di Dio, e Per questo mo-
tivo- uno schema biPartito è Piir lrnia e si possono definire pro- questa concezione di Adamo e la
cui si ritiene che si rapportino tra
consono all'insegnamento centrale t)riamente come cristofanie. Que- sua importanza per uno studio
loro le due metà di Rm 5 (versetti .iro significa che i testi in cui Pao- dell'insegnamento di PaoÌo sul
l-11e 12'21). Barth infatti collo- di Paolo. Oueslo renderebbe Piu
semplice I'eìoluzione della storia Io descrive o allude alla propria corpo di Cristo, A questo propo-
ca Rm 5,12-21 (con la sua descri-
Adozione, figliolanza
Adozione, figliolanza 24

Morlk, Unilersily Press. Cambridsc l9?3,


Nelle lettere paoline il termine culturale del termine. Questo è do-
sito è importante rilevare che la di- pp. l2? 14li ld., ChtistoloS! i the Mu' ttcco huiothesíq viene usato per vuto in parte al fatto che Paolo
scussione su Adamo condotta in tirr, Westnìinsler, Philadclphia 1980, pp fili lsraeliti (Rm 9,4) e per i creden- sembra essere il prirno ad usare il
questi termini non riguarda anzi i(viii rix, 98-128; Hooker M. D, Frot ri ((ìal 4,5; Rm 8,15.23; El 1,5) in termine in senso teologico (e non
rutto I'umanità in se stessa, quan- A.labt 1o Christ: Essals orr Parl, UniYersi_
rluanto ligli di Dio. Non si è tut- solo per I'adozione divina) e d'al-
ly Prcss, Cambridgc l99q Kim S , Ire Ofl:
to invece la nazione di Israele vi- Eitl ol Paul's GoE)el,EeÀmans, Grand Ra- trvia d'accordo se iltermine deb- tra parte egli non spiega mai che
sta in una prospettiva escatologi- pids 1982r Krcili,er L. J.. Crtitt as Second hil cssere tradotto coo (adozioneD cosa intenda con esso. L'aposto-
ca, come osserva N. T. Wright. Adaù in Pout. in Cr'32 (1989) 55 l0l; o più generalmente con (figliolan- lo suppone evidenîemente che i
Lambrecht J.. Prrrl 3 Crrbtoloaical Use oJ
Non bisogla sottovalutare il con- SÙip!ùte ìn I Cotittthiaùs /J.2G?8. in NIS tau. Bisogna pertanto risolvere suoi lettori sappiano che cosa si in-
tributo che può fornire ad un'a- 28 {1982) 502 521; Lcvison J.R-, Poúìoits questo problema prima di parla- tenda con /a adozione a figli di
nalisi delle lettere paoline una cer- al Adat" in Eartr Judaisn. JSPSS I, Aca- rc dell'ambiente specifico in cui il Dio.
ta comprensione dell'asPetlo cor- denic Press. Shellicld 1988: Pcarson B '
Th! P eunatikorPs!.hikas Tctrtinolory lermine può essere collocato. 2,1 Adozione in senso teologi-
porativo, inteso sia nei termini di i,/ ColD//riari. Stholars, Missoula (MT) co astratio - Alcuni studiosi ri-
un'umanità adamica sia in quelli l97l: Penna R., C.r.troloPi, adantiticae 01 I. IL SICNIFICATO DI HUIO. tengono che il concetto paolino di
del corpo di Cristo. Una tale rein- liùtisno antrorylosico ìn lCor 15,45 49,;î |HESI1 tN PAOLO Si è vo- adozione sia una semplice astra-
ld., L'apostolo Puolo, Edizioni San Pao_
terpretazione delle promesse fat- lo, Cinisello Balsîuo 1991, pp- 24G268; lu(o negare talvolta che Paolo usi zione che si collega a un altro con-
te nell'AT alla nazione di lsraele t<\., Ildistosa paolùt'r sulle otisitti unane huiothesia nel senso di <<adozione)) cetto paolino, In questo modo il
nei termini di una nuova creazio- a a luce diGe 2-JeIes efun.ioni sentan' c si è preferita perciò la traduzio- problema dell'ambientazione del
ne in Cristo sembra Presente in rrd'e. in G. L. Prito (ed.), Miti.lì otigine, ne (figliolanza)) (per esempio B.
titi .lìcaduta. RicqcheSlorico Biblichc 6,
termine viene già evitato in parten-
Gal6,l5-16, ed è del tutto esPlici- EdtJ,llolo8na 1994.223 239; Prins P., l're llyrne), ma I'evidenza lessicale za. Per esempio, F. Hùbner pen-
ta in alcuni scritti di eminenti au- hnn{c oÍ God in A.fotn a
d the Restototion non è per nulla a favore di questa sa che adozione sia un sinonimo
tori cristiani posteriori, come Ciu- ol Man ln Jesu\ (h.rr, ìn sJ]r25
(1972)
opinione (cfr. Scoit 1992), In Pao- di (libertà> (e/eritfteria) nel senso
li-.r-r: Sc.oges R., îhe Loi Atlun. R^sn
stino (Di41. ll.5). Ma è diffici Blackwell, Oxford 196ó; ThrallM , C/t.irr
lo, come pure nelle fonti extrabi- di libertà dalla Legge. R. Bult-
le definire chi costituisca il vero CnúJied ot S?.utd Adu,t1? A Chtisîoloqi' blichc a lui contemporaîee, huio- mann e altri con Ìui ritengono che
<lsraelet) nelle lettere paoline e .alDebate Relttf"n Paul and the Coin' /resr0 indica sempre il processo at- adozione sia un termine lbrense-
non si può sostenere che vi sia una ?ii,rr, in B. Lindan S. Smallcy (€dd ),
travcrso cui si è adottati o lo sta- escatologico, parallelo a (giusti-
Chtist and Spitil in the New Testament:
corrispondenza perfetta tra la na- Stu.tiesi Hoaou.oJC. f. D. Mo le,\Jni to di adozione come figlio/i. Lo zia> (dikoiosync). Per S. Kim il
zione d'lsraele e la Chiesa, soprat- lersity Prc\r. Cambridee 1973, Pp l43_15ó; confermano non solo I'uso univo- concetto paolino di liuiothesia de-
tutto se si tengono Presenti Passi Weddcrburn A. J. M.,,'1lrtn ì,t l'url3 Leî' co e diffuso del termine nelle fonti riverebbe dalla cristofania sulla
let to the Rotnans, in E. A. Livingstone
difficili come quello di Rm I1,26. (cd.), Studia Ribli.a t978. llt: Popets on letterarie e non letterarie, ma an- via di Damasco, con la quale Pao-
Paut and Othet Ner Testuntent Aulhots, che glì antichi lessicografi greci di lo ha visto nel Signore risorto l'im-
Vedi anche'. Corpo di Cristo; JSNTSS 3, Acadcmic Press. SheÍfi€ld 1980, cpoca neotestamentaria (per esem- magine di Dio (vedi Immagine di
Cristologia; Creazione e nuova nD. 4ll4l0; wri8hr N. f , A.lon, lsrucl pio Ammonio, DifJ., s.v- apokè- Dio) o il Figlio di Dio (vedi Figlio
n.t thc Messiah. tî The Cl nùx ol lhe Co'
creazione; lmmagine di Dioi Uo- veuarl, [ortress, vinncapolis 1991, pp tykrcs). L'\sa che Paolo fa di di Dio). Altri tipi di astrazione di
mo nuovo e uomo vecchio. tB 4Ai Zicslet J . /\ . , Anthrcpobsr oî Ho' huioIhesia trenÍa íaturalmente in questo concetto si possono trova-
p(, in EJrpTin 90 ll91a-1979) 104'109 quello comune, poiché la costru- re nelle opere di N. R. Peters€n e
Broì Raùctt C. K., Frun Fit
Adatn to L. J. Kreilzet zione che si trova in Gal4,5 trova D. von Allmen,
Laí, A. & C. Black, I-ondon 1962i Barth paralleli nella letteratura ellenisti- 2.2 L'sdozlone nell'ambi€lt€
K.. Chrisr and Adan: Man and Hu,naniry ca (cfr. Nicola di Damasco, ,/ir. greco.romano - Di solito, quan-
in Ronuns 5, SJTOP 5. Oliver & BoYd,
Edinbursh 1956; Bonner G.. Auguritte ok ADOZIONE, Caes. 130.55). Perciò ogni tenta- do si considera il concetto paoli-
Ronons 5,t2,inF.l.. cross (ed.), Srrdrt FIGLIOLANZA Iivo di tradurre il termine piu ge- no di adozione sullo sfondo del-
honechco v, Akrdetnic vcrla8 llerlin nericamente con (figliolanza, im- I'ambiente greco-romano lo si po-
t968, rp. 242-247; Bnllmdî R.. Adanì ù"d bocca gia fin dall'inizio una stra- ne a confronto con urr caso parti-
Ch.ií A.Lodna Io Roùarr J, in w Kìar SoMMART() - L ll signincaó di h iorhesia
C. F. Sryder (cdd.), c!tre t Issues in
scn - in I'aoloi 2. L'ambiente in cuisi colloca da sbagtata per uno studio del suo colare di adozione nella mitologia
Ne$ Tesonnt Interyrcrarìon: Essals in l'"adorione conìe li8li" da pare di Dio ambiente. greco-romana o con la prassi ef-
Horcr oI o. A. PìPtt,sCM, London l%2' sccondo Paoloì 2.1 Adozion€ in senso fettiva dell'adozione prevista dalla
pp- I43-ló5; Cranfield C. E. B , The EPi' leologico astratloì 2 2 L'adozione nel 2. L'AMBIENTE IN CUI SI giurisprudenza greco-romana.
stle to the Rohans,2 \oll., T & T Clark' t ambìenre grc'co{omano: 2.2.1 L'ado-
Edinbursh 1975; Danker F W, Ào,ranr rione divina nclla mitolositì Ereco' COLLOCA L'(ADOZIONE CO- 2.2.1 L'adozione divino nella
5:t2: Sin Ltn l.t Lav,ii NîS l4 (19ól-1968) romana: 2.2.2 L'adozione come mctafo ME FICLI> DA PARTE DI DIO milologìo greco-romana - L'ado-
424'439: Davies \Y. D.. Paul and Rlbbini( ra giuridicai 2.3 L'adozion€ nell'ambien- SECONDO PAOLO - Cli auto- zione divina ha una scarsa rilevan-
JÍ.idisrr, Forress, I'hiladelphia 1980'; tc !etcroleramentario/siudaico; 2 3.1 ri che ammettono che huíothesio za nelle fonti greco-romane. Se si
Dútr LD.C., I Cotìttthians 15 45 - Lust Oal4,5i 2.1.2 Rnì 8,lJ.2l; 2.1.3 Conclu_
significhi (adozione)t non sono a presciode da Paolo, huiothesia
Adant, Life EivìnsSpnìr,inB LindaB S sìone: I'adozionc nell'ambilo della leolo_
Smallev ledd.), Clrirl rrd Spititin the Ncw Eia paolinai I La fiSliolanza deicreden- loro volta d'accordo sull'ambiente non viene usato per questo tipo di
T"srut;tent: studies h Honok oJ C r. D. ri secondo Paolo
Adozione, figliolanza 26 27 Adozione, figliolanza
adozione nel periodo storico che mano. Altri fattori più contìngen ci concessi a Israele (Es 4,22; Os leanza) nel cuore. Pe anto, men-
qui ci interessa. I pochi esempi ti, come la cittadinanza romana di 11,1), e più espressamente dallo tre il contesto di l]rio thesia ir Gal
chiari di adozione divina che si Paolo e il fatto che a quel tempo stesso contesto più ampio di Gal 4,5 non dà molivo di supporre un
possono dcavare dalle Îonti greco- la pratica dell'adozione fosse dif- 3-4, da dove risulta chiaramente ambjente greco-romano dietro al
romane, che Però usano altri ter- f sa in ambiente romano. Don so che i crederti sono figli ed eredi termine, tutta quanta la linea del
mini. non ci danno alcuna indica- no a favore della tesi della meta- in quanto con il battesimo (Gal ragionamento di Gal 3-4, assieme
zione per l'ambiente in cr-ri si può fora giuridica. 3,27) si sono vestiti del Figlio ai paralleli paolini, ci induce sen-
collocare il concetto di Paolo (cfr. 2.3 L'adozione nell'ambiente di Dio che è stato inviato a redi- z'altro a collocare iÌ termine in un
ì'adozione di Eracle da parte di veterotestamentario/giùdaico - ll merli (Gal 4,4-5; cfr. anche Gal ambiente veterotestamentario,/
Hera IDiodoro Siculo, Bib. fer:miíe huiothesia nel NT ricorre 3,13-14). Strettamente parlando, giudaico (Rm 9,4) e in partjcola-
4.39.21, di Alessandro Magno da solo in Paolo e non è rnai usato infatti, Cdsto è sia la discenden- re nella tradizione di 2sam 7.14
parle di Amon-Zeus lPlutarco, nella LXX o in altre îonti giudai- za di Abramo (Gal3,16) sia il úes- (2Cor 6,18). In altre parole, i cre-
Alex, 50.61, di Solone da parte che. Nonostante si sostenga spes sìanico fielio dì Dio promesso in denti che sono stati così battezza-
della Fortuna lPlutarco, Mol". so il contrario. il concctto di ado- zsam '7,12 e 14. Vjsta in questo ti (redl Battesimo) nel Figlio di
3l8Cl e quella della dea (Atena)) zione (anche divjna) era però no- contesto, l'<adozione)) dì Gal4,5 Dio messianico e hanno assunto in
di Libia da parte dj Amon-Zeus to nell'AT e nel Giudaismo, indi- deve quindi riferirsi all'attesa esca- se stessi jl suo grido di <Abbà!)
lErodoro, Hrsl. 4.1801). Si è pen- pendentemente dal fatto che essa tologica giudaica fondata su 2sam rivolto al Padre (Gal 4,6; Rm
sato anche alle religioni misleriche fosse o meno praticata (cfr. Scotl '7,14. 8,l5; Mc 14,36), partecipano con
qùale ambiente possibile (cfr. H. 1992, Malul). Non è pcrciò in'tpos- ln 2sam 7,14 ìnfatti (<Io eli [ = lui della promessa davidica dell'a-
D. Betz), ma nei misteri non vi è sibile che si trovino qui le radici al discendente di l)avidel sarò pa- dozione divina e della promessa
alcun esempio di adozione divina del concetto paolino. dre ed egli mi sarà figlio))) si pùò fatta ad Abramo di un regno uni-
(r,edi Religioni greco romaùe). 2.3.1 Col4,5 - ll conteslo della vedere una iormula di adozione versale (Cal 4,1).
2.2.2 L'adozione come metdfo- prima ricorrenza del termine, in (Es 2,10; Est 2,7; Gn 48,5) che il 2.3.2 Rn 8,15.23 Quesla in
ra giurídica - Molti studiosi han- Gal4,5, ci oftre in rcaltà la chia- Giudaismo posteriore ha applica- terpretazione di ,riothesia in Gal
no pensato che il concetto paoli- ve decisiva peÌ inlenderc huiolhe to non solo al Messia davidico ma 4,5 vale anclìe per l'uso deltermi
no di adozione sia una metaîora sia sullo sfondo dell'ambienle deÌ- anche. sotto l'influsso della teolo- ne nel passo di Rm 8, che gli è
giuridica formulata espressamen- 1'AT e del Giudaismo. Se inîatti gia della nuova alleanza (cfr. Os strettamente parallelo. Anche qui,
te da Paolo sulla base dell'ambien- si vede giustameùte in Cal 4,1 2 2,1, crtalo in Rm 9,26; vedi Al- infatti, l'essere partecipi dell'invia-
te greco-romano. Tra costoro, al_ non un'illustrazione tralta dalla leanza e nuova alleanza), al popo- to Figlio di Dio messianico me-
cuni I'hanno considerata una me legge greco-romana ma un'allusio lo di Dio escatologico. ln sintonia diante l'adozione (Rm 8,3; Gal
tatora tratta dalla ìegge ellenisli- ne all'AT (cfr. Scolr 1992), è chia con la concezione deuteronomica 4,4) è così strettamente connesso
ca, dove 1'adozione è un'istituzio- ro allora che Gal4,5 sta in un con- formata dal complesso peccato- con il dono dello Spirito che abi-
ne collcgata soprattutto aÌl'eredi- testo che è condizionato dalla ti- esilio-restaurazione (cfr. in parti- ta in noi che lo Spirito può essere
tà; Gal 4,5 parla inîatti dell'ado- pologia dell'esodo: come lsraeLe, colare O, H, Steck), questa tradi- chiamato ora (Spirito di adozio-
zione che rende i figli eredi (cli. erede della promessa îatta ad zione di 2Sam 7,14 attende che, al- ne)) (Rm 8,15), lo Spirito attraver-
wenger). Ma più spesso i sosteni- Abramo (redl Abramo), è stato I'avvento del Messia, Dio riscatti so cui si adempie la giustizia della
tori dj questo genere di accosta- redenro come îiglio di Dio dalla il suo popolo dall'esìlio con un se- Legge (Rm 8,4). Inoltre, come in
mento (per esempio Lyall, Bruce) schiavitù dell'Egitto al tempo sta- condo esodo, lo restauri in una Gal 4,5, il contesto di huiothesía
hanno visto il concetto paolino dj bilito dal Padre (Gal 4,1 2; Os nuova relazione di alleanza e lo in Rm 8 contiene elementi della ti-
adozione alla luce del complesso ll,l; Cn 15,13), così anche i cre- adotti, assieme al Messia, come pologia dell'esodo e l'essere figli
rito romano dell'odoptio, coî rl denti sono stati redenti con l'ado- proprio figlio (cft. Gíub. 1,24; di Dio per adozione suppone an-
quale il
minorenne che veliva zione a figlidi Dìo dalla schiavitu Test. Gíuda 24,3;4QFIor 1,1 1). Di che l'essere eredi con Cristo della
adottato era emancipato dall'au degli <<elementi del mondo> (vedl îatto,2cor 6,18 cita proprio la promessa fatta ad Abramo (Rm
torità del padre naturale e veniva Elementi del mondo) nella pienez- îormula di adozione di 2Sam 7,14 8,17), Diversamente da Gal 4,5,
posto sotto quella nuova del pa za del tempo e sono perciò diven (con ls 43,6), e per di piir nel con- però, Rm 8 insiste sul fatto che
dre adottivo, spesso per aggirare tati eredi della promessa di Abra- testo della medesima tipologia del- l'essere partecipi del Figlìo di Dio
un ostacolo di ordine sociale o po- mo (Gal 4,3-7). l'esodo e della medesìma teologia messianico per adozione vale non
ljtico (cîr. Kurlowicz). E vero che ll fatto che qui <<Iùt huiothesid della nuova alleanza, nella stessa solo per il presente (Rm 8,15) ma,
Gal4,5 pone in parallelo tra loro debba essere intesa sullo sfondo forma generalizzata della tradizio- per mezzo delÌo Spirito, arche per
redenzione e adozione, ma è dif dell'AT e del Giudaismo ò ulte ne giudaica. Inoltre, come già nel- il fùturo (Rm 8,23). Poiché come
ficile sostenere che la testimonian- riormente confemìato da Rm 9,4, la tradizione di 2sam 7,14, Gal un tempo Cesir nel suo battesimo
za dello Spirito in Rm 8,l6 rispec dove il termìne con l'articolo com 4,4-6 collega I'adozione divina al ricevette lo Spi to e fu proclamato
chi i testimoni previstidal rito ro- pare in una lista di privilegi stori- dono dello Spirito (della nuova al- Figljo di Dio (Mc 1,11 e par.), così
28 to Afflizioni, prove, difficolta,/tribohzione
Adozione, ligliolanza
mine viene usato nel senso della ti- ai <<fiqli> (tekna) di Dio (imma- WUNT 2.48, J. C. B. Mohr, Túbinsen
anche credenti ricevono ora lo
i colatir, (amama) si tichiama a Dt t992i 1d., "Fot os nonr as arc o.l utotks of
Dolosia dell'esodo, che è implici-
Spirito di adozione nel loro bat- 32,5 dove gli Israeliti per aver pec-
t he law orc uzdet o alrse " (Col 3 : l0), iî C.

tesimo. lo Soirito Per mezzo oel ia iriquesta huiolhesiq della sal' A. Evans - J. A. Sand€rs (edó.), Paul and
vezza messianica nelle ahre quat- cato sono detti (degenen t (mómè- the Sc'iptutes ol Isruel, JSNTSS, JSOT,
ouale essi Possono condividere il 14, LXX) e (non figli suoi> (oll,t Shefiield 1993;Sl€ck O. H.,Is.a.l und dos
;rido (Abbà!> che il Figlio rivoÌ- tro ricorrenze (Rm 9'4; cfr. anche Sevohsone Cerhick det Prcpheen. UnteF
qutó tekna) îel contesto del <(can-
;e al Padre (Rm 8' l5). Cosi Pure, Gal4,l-2). Questo concetto inol- suthungen zù Ùbe ieleruns des deurcrc-
tre va visto globalmente alla luce tico di Mosè>, che ribadisce la se- nonischen Ceschichtsbildes in Aheh Testa-
iome Gesù in quanto discendente quenza peccato-esilio-restaurazio- nent, Sp.itjudentum und Urch stentum,
di Davide fu costituito Figlio di della teologia paolina della restau-
razione (cfr. Sanders, il quale' ne. Alla situazione che ha condot- WMANT 23, Ncukirchen€r, N€ulirchen-
Dio in porenza secondo lo SPirito to alla punizione degli Israeliti in
santo mediante la fisufrezlone benché non metta in dovuto risal- 1.100.
to lutto il sottofondo deuterono- quanto ligli di Dio Paolo contrap-
Drolettica dei morti (Rm l'3'4; pone perciò il modo in cui devo- J. M. Scott
isam ?.12.14), così anche i cre- mico. Dresenta tuttavia involonta-
riamente un'aìternaliva giudaica no comportarsi ora i credenti in
denti che Possiedono lo Spirito quanto figli di Dio (2cor ó,14-7,1;
medianle il quale otterranno la ri- oiu valida a quello che egli chia- ADULTERIO: vedi Mattimo-
srrrrezione {Rm 8,ll) at(endono ma covenonlal nomism lche in ita- Rm 8,4.12-14). nio e divorzio, adulterio e incesto;
con impazienza la loro rivelazio- liano può essere reso con <il no- Sessualita, morale sessuale
ne lRm 8,19), la loro Predesnna- mismo del Patto, o ((il nomismo Vedi anchei Baftesimo; Figlio di
dell'alleanza Dl, a cui abitualmen- Dio; Spirito Santo.
ra f vedi Elezione e predestinazio- AEROPAGO: yedi Arene, Pao-
neì risurrezione/adozione nell'im- te si richiama [cfr. J. M. Scott'
<Gal 3,10>l; vedi Restaur^zione di lìtrL von Allmen D., La faùtí e de lo ad
masine eloriosa del Figlio risorto Dieu. Lù.tùbolittue laniliate dans te pdu.
(RI; 8,2J.29: Ef 1,5), quando.il lsraele). lhtisnp. OBO 41, Editionq universrairer.
Fielio sarà il primogenito tra moltl Fribourg - Vandenhoeck & Ruprcchl, AFFLIZIONI., PROVE.
fràtelli e sorelle (Rm 8,291 cfr' an- 3. LA FIGLIOLANZA DEI Còrtingcn l98lr Betz H. D., Golatians: A
DIFFICOLTA/
che Sal 89,2?). t figli di Dio con-
CREDENTI SECONDO PAOLO Conndtary on Paul s Lefiet to the Chu."
ches i Calatia, Herm, Fortress, Philadel, TRIBOLAZIONE
divideranno allora la Promessa - L'interDretazione Precedente phia ì979ì Brucc F. F., The Epistle to lhe
della huiolhesia sttllo sfondo del-
fatta ad Abramo di un regno unl- Galoîians: A Contmentary on the G.eek
- l. Elcnchi di afflizioni; l.l
vemale, in quanto seguaci ed ere-
la tradizione di 2sam 7,14 costi- l'exr, NIGTC; Eerdmans, crand Rapids SoMMArro
L'el€nco più estcso; 1.2 Paralleli nella let,
1982r llultmann Il., Theolog! of the Nev)
di assieme al Cristo Messia (Rm tùisce la Dremessa logica e neces- Testament,2 !oll., Scribner's, New York leralura antica; 2. Pcrsecuzionc da parte
8.17: 4,l3; 8,12; Gal 4.1) Pertan- saria oer caPire quello che Paolo 1951,1955 (orig. rcd., îleoloSie des Neuen d€i Ciudei; l- L'atleggiam€nto di Paolo
dice pìù in generale sulla figliolan- l'estarzen6, Tùbingen 1977'; trad. il., nei confronli dell. prove e dcle afilizioni.
to l'aspetto Presente e quello fu-
za dei credenti: l'adozione a figli Teologio del Nuoyo Testdrr?nro, Bibliot€-
tnro della huiolhesia in Rm E rl- è Paolo fa spesso riferimento al-
sDecchiano stadi successivi di par- di Dio è infatti il mezzo con cui di teolosia con(cmporanea a2, Querinia,
na, Br€scia 1985); B. Byrne, "SonsoÍGod" le sue prove e alle sue afflizioni,
si entra a far parte della figliolan- -
tècipazione alla sorle del Figlio "Seed oI Abruhan": A Stud] of the
e talvolta le elenca nelle sue lette-
za divina. Perciò i testi paolini che Idea oJthe Sonshipolood ofa Chrbtiant
mediante lo Spirito e' come lah' re. Sembra che per lui I'afflizione
costituiscono modi diversi atlra- attribuiscono la lraio lhesio ai cte- osinst the Jeutbh Backgtour4 AnBib 83,
Biblical Infitutc, Roma l9?9; Hengel M.,
denîi chiamano questi ultimi an- piir difficile a sopportarsi sia sta-
verso cui i cledenti condividono n Jislio di Dio. L'otEine della cistologn
ta la persecuzione da parte dei
con il Fislio la promessa davidica che <fielio/figli" di Dio (huioii e Io storia della rcligione giudeo-c enistica,
Gal 3,26; 4,6.7: Rm 8'14' 19; 9'26) Paideia, Brescia 1984i Húbîet H., La leg- Ciudei. Tuttavia le lett€re di Paolo
2. 3. 3 îonclus ione : l'adozio ne mostrano un atteggiamento posi-
o, senza speciîicare ilgenere gram- te in Paolo, Paid.ia, Brescia I 9,5; Kjn S. ,
nell'ambilo della r eo logia pqo línq il rermine neutro
The Otiùa of Paul's Goryd, Ecrdnans, tivo nei confronti dellc afflizioni.
Riassumendo, un coerente e
mrricale. con Grand Rapids l98l; Kurlowicz M., Di?
- tekna (Rm 8.16.11.21). 2Cor 6' l8' Adoptio in klotsischen úmischen Recht,
sDecifico sottofondo veterotesta-
mentario/giudaico sla alla base sotto lìinflusso di ts 43,6' estende SA 6, Universiry of Wafiaw. Warsaw l98l:
Lyajlf., Slaves, Citizens, Sons: Legol Me-
I. ELENCHI DI AFFLIZIONI -
esDressamente il concetto di ado- Le prove e le afflizioni sperimeu-
rlell'(adozione a Îiqlir' (h u iot he- topho$ in the Epktles, Zonderyan, Crand
ziàne anche allc .figlie'. Perciò tate da Paolo sono state numero-
sù) nelle lettere paoline: il termi- Rapids 1984i M,al]']l M., Foundllnes oncl
se e varic, come si rispecchia ne-
maschi e femmine sono inclusi nel thei Adoption in rhe Bibleond in Mesopo-
ne ricorre quattro vohe nel senso tamíon Documents: A Study o.f Se\'enl Le- gli elenchi che si trovano nelle sue
di adozione definita secondo la concetlo paolino della "figliolan-
7a)) divina. ln Fil 2,14-15 Paolo
sal Metophots in Ezek 16:l-7, in JSOî r',6 lettere (Rm 8,35; lCor 4,9-13;
iradizione di 2sam 7'14 {2cor (190) 97'126: Pdersen N. R.. Rediscove-
2cor 4,8-9; 6,4-5: ll,23-29:
presenta solto I'aspelto esorta i suoi lettori a (fare tutto tìhE Poul: Philemon ond the SocioloU oÍ
ó.18), e si 12,10).
del Dresente (Cal 4,5; Rm 8.15) o senza mormorazioni e senza cntr_ t!&l's Na ati|e Wo d,Fonress, Philadel-

del iuturo ( Rm 8,23: Ef 1,5), a se- che, perché siate irreprensibili e fhia 1985i Sanders E. P., Oesù e il giudoi-
ero, Dabar, Marietri, G€nova 1992; Scott
l.l L'eletrco più esteso - In
semplici, figli di Dio immacolatr 2cot 11,23-29Ie prove e le affli-
conda che nel contesto venga sot- l. M-, Adoption as Sons of God: A.1 Exe-
zioni di Paolo vengono elencate in
tolineato l'elemento cristologico o in mezzo a una generazone Per- !.ti.al Investigation í o the Aacksrcund of
versa e degenere>. Il riferimento Iluiothesie in rhe Coryus Paulinun, dettaglio. Il brano si divide in
storico-salvifico. Una volta il ter-
Afflizioni, prove, diîficoltà/tribolazione 30
3t Afllizioni, prore, difficolta/tribolazione
quattro parti, ciascuna delle qua- lo confessa apertamente il dolo-
re causatogli dalle sue afflizioni
sciamento di valori. Considera 3. L'ATTEGGIAMENTO DI
li ivela un aspetto diverso di que- (spazzatura> gli elementi più ca- PAOLO NEI CONFRONTI
ste afflizioni: (2Cor 1,8-9) e si gloria del fatto
ri del Giudaismo di fronte alla su- DELLE PROVE E DELLE AF-
(l) Versetti 23b-25: Prigionie, che è la forza di Dio, e non la sua,
bÌimìtà della conoscenza di Cristo FLIZIONÍ L'Apostolo non of-
percosse e pe
colo di morte, men- a permettergli di resistere (2Cor (Fil3,4-8). Se questo suo atteggia- fre una soluzione esaustjva al pro-
zionando anche le cinque volte in 12,9-10). Queste somiglianze e
mento verso il Giudaismo diviene bÌema della sua solferenza. Le sue
cui ha ricevuto i trentanove colpi queste difîerenze mostrano che se
manifesto, come pure ;l fatto che lettere ci dicono però qualcosa sul
(cioè il massimo previsto, merìo è vero che Paolo conosce le liste egli cerca di estenderlo anche ad modo in cui egli ha tentato di ca-
uno) da parte dei Giudei, le tre dei moralisti ellenisti, egli Però altri, è chiaro che egli attira così pirne il significato.
volte in cui è stato battuto con Ie adotta e adatta questo genere per
sul suo capo la persecuzione dei Deslino e privílegio dei creden-
verghe da parte dei pagani, una la- perseguire i propri scopi. Tale
adattamento viene anche influen-
Giudei. /l - Quando cerca di incoraggia-
pidazione e tre naufragi. Ha spinlo i Giudei a lruscurare re isuoi convertiti, Paolo ricorda
(2) versetto 26: viaggi innume- zato dalle tradizioni veterotesta- la legge di Mosè - Paolo rimpro- che a loro (<è stata concessa la gra-
revoli, con i relativi pericoli costi- mentarie sulla sofferenza del giu-
vera aspramente i Giudei perché zia non solo di credere in Cristo,
tuiti dai fiumi. dai briganti, dai sto, dalla prospettiva delle tribo-
non sono disposti a liberarsidalle ma anche di soffrire per lui) (Fil
Giudei e dai pagani; Pericoli nel- lazioni che I'apocalittica giudaica prescrizioni della Legge relative al- 1,29). Questa è una realtà a cuì es-
la città, nel deserto e sul mare; Pe- prevede per la fine dei temPi e so-
la purità rituale, che impediscono si sono stati destjoati (lTs 3,3-4;
ricoli da parte dei falsi cristiani. prattutto dalLa leologia della cro-
loro di prendere cibo assieme ai 2'lm 3,12).
(3) Versetto 27: fatica e trava- ce propria di Paolo. pagani (Cal 2,I 1-21). Non è stra- Partecipate alle sofferen<e di
glio, con le notti insonni (per man- no quindiche egli entriin collisio- Cristo Paolo ritiene che le sue
canza di sonno o per veglia), la fa- 2. PERSECUZIONE DA PARTE
ne con i Ciudei zelanti, i quali pei soffcrenze colmino quanto man-
me, la setc, il freddo c la nudità. DEI CIUDEI Tra le afnizioni seguitano i loro connazionali che ca ai patimenti di Cristo a favo-
(4) Versetti 28-29: la PreoccuPa- sopportate da Paolo quella che ri- spingono altri a violare la Legge. re della Chiesa (Col 1,24). Que-
zjone per tutte le Chicse. ceve maggiore aLtenzione nelle sue
Non ha predicato la circoncisío- sto però llon va inteso nel senso
1.2. Parrlleli r€lla letteraturu lettere è la persecuzione subita a e I motjvi per cui Paolo ha che manchi qualcosa al sacrifi-
antica - È opinione diffusa ne- causa del vangelo. Egli è persegui-
sofferto la persecuzione da parte cio espiatorio di Cristo. Piulto-
gli scritti dei moralisti di epoca el- tato dai Giudei, dai pagani e dai dei Ciudei, che abbianro sin qui sto. Paolo condivide le sofleren-
lenistica (per esempio Epitteto, fal$i cristiani (2cor 11,26), ma è
la persecuzìone dovuta ai Cìudei
elencato, possono essere solo de- ze del Messia servo di Dio (redi
,rss., 3. 12.10; 4.8.31; Seneca, tP. dotti da alcuni accenni contenuli Cristo) in quanto anch'egli sofîre
l3.1-3; Dione Crisostomo, Or. che egli ricorda piii (cfr. per
spesso
nelle sue lettere. Ma questo quar- portando lo-
a îavore degli eletti,
in alcuni scrittigiudaici coe- pio Rm Cot ll ,24.261
I 5 ,3 I
3.,1) e esem ;
Cal 5,11; lTs 2,14-16), facendo
2
to risulta da un'affermazione ro il vangelo (2îm 2,10).
vi (per esempio Sap 3,5-6; Sir esplicita: <Se io predico ancora la Lo scopo delle afflizioni Uno
2,1-5i Gdt 8,25-26', Ps. Sal. capire che per lui è la più difficile circoncisione, perché sono tutto- dei frutti della giustificazione con,
16,14-15', Test. Gius. 2,7, 4Mac a sopporlarsi. Le lettere Paoline ra perseguitato? E dunque annul siste nel latto che icredenti pos-
17,1I - 16) che le privazioni Prova- accennano a diversi motivi che
lato lo scandalo della croce?r (Gal sono vantarsì nelLe tribolazioni
no il carattere di una Persona. possono aver causato questa per-
5,1 I i ved i Circoncisiolìc). (Rm 5,3). I credenti non Lrovano
I moralisti del periodo ellenisti- secuzione.
Ha sminuilo le tichieste etíche cìre I'afllizione sia meno dannosa
co usavano liste di afflizioni Per Ha prcdícalo la fede che un Mentre Paolo avrebbe poturo rispetto ad altri, ma essi sanno che
descrivere come si dovesse essere tenpo voleva dislruggere Se- anche dichiararsi colpevole delle sotto la mano di Dio essa produ-
sereni in mezzo alle sofferenze e condo At 9,1-2 Paolo un temPo ha
accuse soggiacenti alle ragioni del- ce Pazienza, virtù provata e spe-
per fornire ai loro Ìettori un mo- perseguitato la Chiesa con l'ap-
la sua persecuzione sin qui men- ranza in Dio (Rm 5,3-4). Proprio
dello di resistenza. Essi riteneva- poggio del sommo sacerdote. Do-
zionate, egli respinge invece deci- quando è giunto a disperare della
no che la sofferenza avesse una po la sua conversione ha <cambia_
samente I'accusa di aver dato po- sua vita, Paolo ha imparato a con-
sua funzione nel piano divino. to bandjera> e ha Predicato la fe- ca importanza alle esigenze etiche. fidare non in se slesso, ma in Dio
Softo questo aspetto essi rispec- de che un tempo voleva distrugge- (2cor I,8-9).
Per quanto lo riguarda, si tratta
chiano I'atteggiamento di Paolo re (Gal 1,23; vedi Gelosia, zelo). di un comportamento blasîemo Sofferenzo e consolazione -
verso le privazioni e il suo uso del- Non bisogna stupirsi se i caPi dei che gli viene contestato (Rm
Ciudei nutrono una grande anti- Quando viene tormentato dalla
le lìste di afflizioni. Paolo però si 3,7-8). Ma poiché questo è quan- (spina nella carne) Paolo riceve
difîerenzia nettamcnte da coloro patia nej sùoi confronti, lino a to i suoi avversari Giudei pensa- consolazione dal Signore che gli
che tendono a sminuire la forza perseguitarlo.
no di lui, la situazione può con- comunica ch€ la potenza di Cri-
d'urto delle afflizioni e considera- Ha ùtenuto spazmluru elemenli
lribuire ad aliúentare i motividel- sto si manifesta pienamente nella
no Ia vittoria su di esse una dimo- cari alCiudaistno - Dopo la sua Ia sua persecuzione. debolezza umana (2cor 12,8-9).
strazione della propria forza. Pao- conversione Paolo opera un rove-
Paolo comprende che uno dei mo'
Agape frsterna 32 33 Agape fraferna
tivi della sua sofferenza è che, spe- l. I DATI DEL NT - ln I Co- munioner, (koinònia,lCor I l,16), sto pasto in comune fosse chiama-
rimentando la consolazione di Dio rinzi Paolo biasima ùn abuso che eucaristia o (ringraziamento)) hè agqpé, (l'agape fraterna)).
fo
in mezzo alle sue sofferenze, è in si verilica nelle assemblee della (lcor I1,24, con il verbo eac,/ra- Ma se questo era il termine che lo
grado di consolare anche gli altri Chiesa locale. Può essere utile per- risteó) e <<agape fraterna)). designava, tutti coloro che vi pren-
(2cot | ,3-1) . tanto pensare che si tratti della Solo nel Il secolo sioperò la se- devano parte dovevano ricordar-
stessa situazionedi cui parla la let- parazione del banchetto/ ogapè si che alla base della loro amici-
Vedi onche, Apostolo; Croce, tera di Giuda, dove I'abuso sem- dalla Cena del Signore o eucari- zta vl era I'agapè,1'(amore), cia
teologia della; Debolezza; Guari- bm dovuto ad alcuni falsi maestri stia. Ciusrino ( 150 ca.) testimonia I'amore di Dio per loro, espresso
gione, malattia; Oppositori di che si siedono a mensa senza rite- che ai suoi tempiil pasto in comu- così elficacemente dalpane spez-
Paolo; Potere; Sofferenza. gno, pascendo e appagando se ne e l'eucaristia (come sacramen- zato, sia l'amore del cristiano ver-
stessi (Gd l2). Così pure, in 2Pt to) sono due realtà diverse. Egli so il suo simile, come si poteva ve-
B|BL - Firz8erald J. T., Crdcks in on Eur 2,13 si accenna al far festa (s/- parla dell'eucaristia senza riferir- dere nel fatto di condividere il me-
then vessel: An Examination ol the Cuta- neuócheomai, clr. anche Cd l2), si al pasto in comune. L'eucaristia desimo pane,
|oÈue oJ Hardships in the (:oùnthian Cor- con aperta esibizione di opulenza è costjtuita da un pezzo di pane ac- Secondo Paolo, alcuni tra i Co-
respord?rce, SBLDS 99, Scholars, AtlaD-
ta (GA) 1988; Fridrichsen 4., Zum Stil des e un comportamento scorretto e compagnato da acqua e vino (Ciu- rinzi <<possiedono>, mentre altri
paulinischen Peristasenkatalogs- 2 Cot. turbolento durante il bancheuo. stino, I Apol.65-66\. <sono bisognosi>; uno ha fame,
t t,23ff-, iî SO 7 (t928)25-29i ld., Petista- Mentre in Ciuda si parla di un mentre un altro è ubriaco; alcuni
senkotalot uùd rcs gestae. Nschlrat zu 2
Cot. I1,23!î., in SO 8 (1929) 78'82; Car-
comportamento deplorevole du- 3. L'ABUSO DELL'ACAPE hanno una casa, mentre altri non
rert S. R., The God oÍ this Wo d dnd the rante le agapi îîatetne (agapaù, FRATERNA - L'assumere cibo posseggono nulla. Da una parte vi
A,Iiction oI Paul: 2 Cot 4,1-12, it D. L. zPt 2,13 altera espressamente il nei banchetti in comune era una sono dei credenti che hanno cibo
Balch et al. (cdd.), Grceks, Ronons, ond teîmiîe ogopais leggeîdo apotais prassi diffusa tra le varie associa- e bevanda in abbondanza, mentre
Chnrians: F:sa/s in Honot of Abrahan J. (<inganni>), creando così un espli
Malheùc, Fonress, Miîrcapolis 1990, pp.
zionie igruppi religiosi o cultuali altri ne hanno una quantità (e for-
99-ll7i Kamlah E., Wie beu eih Paulus ciro gioco di parole. (Le varianti del mondo greco-romano (Klauct; se qualità) insufficiente e sono af-
sein Leiden?, iî, ZNW 34 l)961\ 2t7-2321 testuaÌi di Cd 12 e 2Pt 2,13 .i,ve- vedi Cibj offerti agli idoli e legsi famati. Questa netta dilferenza tra
Krvse C. G., îhe Pùce Paid lot a Minist rr Iano tentativi posteriori di armo-
Anong Genliles: Psul's Pe6eculíon ot the
alimentari giudaiche). La Chiesa i duc gruppi si rcnde evidente
Hands oJ the Jees, in M. J. wilkins - T.
r,izzazio'J.e da parte dei copisri.) primitiva, divcrsamente da molte drammaticamente a tavola, ed è
Paisc (cdd.), tvorshìp, Theolos/ and Mi- Secondo 2 Pietro questo inganno di queste associazioni, non era accentuata ancora di piit dal l.at-
nistr! in the Eatl! Church: Essors in Ho- (una derisione delle agapi frater- formata da un gruppo omogeneo; to che i(possidcnti)) hanno delle
not ol Ralph P. Mdrli,?, JSOT, Sheffield ne) ha luogo durante le ore del anzi, il Cristianesimo delle origi-
1992, pp.26O272i Schrasc w., Lzid, K,euz casc dove, come suggerisce pao-
und Eschaton. Die Petistasenkataloge als
giorno, e questo è un segno ulte- ni era caratterizzato da una chia- lo, il loro conlporlamento e8oista
Me*nale paulinischer theoloaia crucis und riore di degenerazione (cft. Ap- ra stratificazione interna, sociale potrebbe essere anche legirtimo.
Eschatologie, iî Et'T 14 (19141 14t-t15. Mos7,4, dove gli empi (fanno fe- ed economica (Theissen 145-174: Dall'altra parte i<bisognosi> so-
sta ad ogni ora del gìorno)). Judge 60-62). Questa srrariîicazio- no senza cibo c, forse in quanto
C. G- Kruse
ne ci offre alcuni elementi per ca- lavoratori giornalieri, sono senza
2. L'AGAPE FRATERNA E IL pire la natura dei problemi che casa o senza un ambiente sicufo,
AGAPE FRATERNA PASTO IN COMUNÉ - Le pri- sorsero nel Cdstianesimo delle ori di cui possono fruire anche gli
me Chiese cristiane si riunivano gini in relazione ai pasti in comu- schiavi in tempo di necessità.
nelle case, le quali, oltre al resto, ne (vedi Approcci sociologici a Paolo non loda le riunioni dei
SoN,varro - L I dati del NT; 2. L'agapc meltevano a disposiziong quanto Paolo; Sociologia delle Chiese
fraterna e il paslo in comune; 3- L'abu- Corinzi per il pasto in comune:
so dell'agape fraterna. era necessario per il pasto in co- missionarie). (Le vostre riunioninon si svolgo-
mune (vedi Codici domestici). Ri- Tutto quello che sappiamo da no per il meglio, ma per il peggio))
È raro I'uso del tetmire agapè chiamandosi alla tradizione del- Paolo è che la celebrazione della (lCor ll,l?). Probabilmente I'a-
per riferirsi a un banchetto cri- l'ulÌima cena (Mc 14,17 € par.), i Cena del Signore era collegata al- buso era tale che le divisioni e le
stianoi Gd 12 è l'unico esempio primi cristiani mangiavano insie- la cosiddetta agapa, di cìri forse fazioni rendevano il pasîo come
esplicito del NT. Non vi sono ele- me nelle loro Chiese domestiche. era un'estensiooe; si lrattava di un uno dei tanti e non più la Cena del
menti per poter affermare che nel Il pasto, o alcuni suoi aspetti (in- pasto in comune che i cristiani di Signore ((il vostro non è più un
periodo neotestamentario I'aga- cluse le preghiere di ringraziamen- un determinato luogo avevano I'a- mangiare la Cena del Signoren,
pe fraterna fosse un pasto diver- to), vengono descritti con diverse bitudine di consumare in comune. lCor 1i,20). La raccomandazio-
so dalla Cena del Signore: l'aga- espressioni: <<Cena del Signore> A Corinto questa prassi degenerò ne di Paolo è esplicila: icristiani
pe fraterna e la Cena del Signore (lcor 11,20), (spezzare il pane)) in abusi, tra cui la distinzione tra più abbienti che arrivano prima
si riferiscono alla medesima real- (cioè I'apertura rituale del ban- ricchi e poveri, che Paolo si pre- non devono iniziare a consumare
tà (yedl C€na del Signore, eucari- chetto. At 2,42-46:20,7. cfr. an- murò di eliminare. Non si può di- privatamente un pasto prima di
stia). che Lc 24,35; lCor 10,16), (co- re con assoluta certezza che que- quello in comune, ma devono at-
Aiufo linaIrziario 34 ì5 Aiuto finanziario
tendere e perciò devono avere Più Vedi anchei Approcci sociolo- lilippesi ringrazia quella Chiesa suo protettore e questo metteva in
cose da condividere con coloro che gici a Paolo; Cena del Signore, eu- pcr il generoso aiuto oflerto al pericolo la sua libertà di insegna-
non hanno nulla. Se gli abbienti caristia; Cibi offerti agli idoli e \Lro ministero. Uno dei progetti re la verità. Nella società ellenisti-
persistono nel loro comportamen- leggi alimentari giudaiche; Corin- piir grandi del ministero di Paolo ca la beneficenza attiva e passiva
to e continuano a rimpinzarsi, lo zi, lettere ai; Ricchezza e povertà; er-a di raccogliere denaro con una era una componente importante
facciano a casa loro (in un pasto Sociologia delle Chiese missiona- .olletta destinata ai poveri della della struttura socìale. I benestanti
privato), ma non nella Cena del rie. ( hiesa di Gerr.rsalemme . Egli scri manifestavano il loro potere fa-
Signorc o egape. \c ampiamente su questa colletta cendosi protettori, e poiché la be-
Durante il suo soggiorno a Co- BIBL - Baùckham R. J., JuLle,2 Petet, in 2cor 8-9 e ne fa menzione in neficenza era la base dell'amicizia,
(into, durato diciotto mesi, Pao- wBC 50, word, waco 1983; Blue 8 ts., l(rn 15,25-32, lCor 16,1-4 e Gal rifiutare un dono divqntava un at-
Thc House Chur.h dt Cotihth an.l lhe 1,9-10. Questi testi rivelano che to di inimicizia. I filosofi che vo-
lo deve aver stabilito una norma- Lotd\ SuDpct: Fonìne, Food Supplr, and
tiva per Ie riunioni della comuni- the Prcsent Disîrcss, in CTR 5 (1991) l)er Paolo le quesiioni linanziarie levano evitare questi vincoli dove-
tà, soprattutto per una realtà così 221-239; Jcremias J-, The Euchatistit rìvevano importanti riflessi teolo- vano mendicare, come scelsero di
Wotds of Jesus,SCM, London 1966 (ori8. gìci e che la richiesta didcnaro do- fare i cinici, o lavorare. Ma poi-
importante come la Cena del Si- tc,J.. Die Abendnahlswo.te J€t!, vandcn'
gnore (incluso ilpasto in comune). hoeck & RLrprech(, CÒtrìngen 1935i lrad.
\ cva mantenersi collegata al mes- ché nella società greca si disprez-
Se si tengono presenti le diversità it., Le psnle dell'uhinú cena, Bibliotecadi stggio del vanSclo. zavano in genere coloro che lavo-
economiche e sociali che gsisteva- cùlrùra relisiosa 23, Paideia, Brescia 19?l); ravane nel commercio o mendica-
Jude€ E. A., The Socìsl Patîem oÍ Chri' I. IL SOSTECNO FINANZIA- vano. non furono molti i filosofi
no in quella Chiesa, Paolo certa- eian Groups in îhe Fitst Centurr: Sone
mente ha affrontato Ia questione Prclepomena to the StudJ oJ îhe New Te' lìlO DECLI APOSTOLI La che scelsero questi metodi di fi-
dei ricchi che sedevano a tavola stdment ldeas af Social ObliEatìon, Îynda' qLreslione del sostegno finanziario nanziamento e si guadagnarono
ìe. London 1960i Klauck H.-J., Herrenmahl vicne sollevata da Paolo quando perciò la liberLà a prezzo del loro
gomito a gomito con i poveri. È u d hellenistischet Kult. Eine rclisionsge'
molto probabile inoltre che una schichlliche Untersuchung zu etsten Ko' diîende il suo apostolato in lCor stato sociale.
grave carestia abbia investito quel- nntnAril, NTAbh 15, Aschendorff, Mijn- 9 e 2cor 1l-12 (yc./i Apostolo). La Su questo sottofondo ambien-
la regione nell'anno 5l, poco do- ttet 1982; ld., Hauseetneinde und Houskit- (osa piil interessante nelle parole tale diventa comprensibile il fat-
che in Jrílhen Chtisteitun, SBS 103, Srutt- (li Paolo è il suo ri!iuto di accet-
po la partenza di Paolo. Questo gart l98l; Marshall L H., Last Suppet and
to chc i Corinzi avessero frainte-
potrebbe aver acutizzato i proble- Lotd's Supper, Eerdmans, Crand Rap'ds rrre un aiuîo dalla comunità di soil ritiuto di Paolo di accettare
mi di cui si parla in lcor I l,17-34, 1980; Thciss€n C. , Soc,o/oa ia del cistiane' ( orinto, e questo cvidentemcnte una retribuzione. Rifiutando il
simo pùnitivo, Marietîi, Genova 198?, pp. può aver provocato un notevole compenso dei Corinzi, Paolo po-
e ci si è rivolti forse all'apostolo 258-278i winter 8., Secr/ar and Christian
perché li affrontasse (cfr. Blue; Respanses to Corinthisn Fanines, ft T
) B
n
lraintendimcnto in quella città. Si teva dare I'impressione di rifiuta-
probabilmente si adombra una 40 (1989) 86-106, lratta qùi del rapporto tra denaro rc la loro amicizia o di rifiutare di
situazione di caresda dietro la I autorità. Paolo è stato accusato oflrire loro I'opportùnità di con-
B. B. BIue
anangkè, <<necessifa), di lCor rli non possedere un'auLentica au- dividerc il ministero del vangelo.
7,26; cfr. Winter). ror ità apostolioa perché non ave- Poteva inoltre sembrare che egli
Il vangelo di riconciliazione pre- \ a accettato l'abituale retribuzio- volesse umiliare i Co nzi e se sies-
AIUTO FINANZIARIO rìe degli apostoli. so, lavorando in un'attività com-
dicato da Paolo avrebbe dovuto
portare gente di ambienti religio- 1.1 Il con(esto storico del pro- merciale piuttosto che accettare la
So\n"aRro - l. Il soregno finanziario d€_ hlcma del finanziamcrlo I Co- loro protezione (vedi Fabbricazio-
si e socio-economici diversi a con- gli aposloìii l.l Il cont€slo slorico del
dividere la medesima tavola del Si. lroblema deltinanzianenlo; 1.2 Le fno_ r inzi probabìlmcnte hanno messo ne di tende). La questione riguar-
gnore. Al di là degli usi greco- tivazioni del soregno finanziario d€gli L dìscussione l'autorità di Paolo da dunque non la condizione di
aporolì; 1.3 Perché Paolo rifiuta il so-
romani, ai credenti viene racco- sregno finanziarìo; 1.4 Paolo ha s€mpre |crché hanno giudicato la sua at- Paolo come apostolo ma la situa-
mandato di condividere seriamen- rifìurato un compenso?i 2. La coll€lla; rività alla luce del problema del fi- zione dei Corinzi in quanto comu-
te, e non di fare sfoggio di sé e del- 2.Ì Ambientazione lorica della coìlelta: rìanziamenlo dovulo ai maestri e nità. Costoro desideravano che il
2.2 Raccolta di fondi ler Ia collerlaì 2.3 xi lilosoli (verll Filosoiia). Nella loro apostolo godesse di un posto
la propria inîluenza, compiacen- Il significalo teologico della colletrai 3
dosi di se stessi mentre altri sono Denaro e missione. società greca di quel tempo si di- onorifico nella società e volevano
nel bisogno. Trascurare sfacciata- \cuteva molto su come i maestri e essere partecipi di questo onore
mente gli altri \or\ è ogope, ría Sull'aiuto finanziario dei mini- i lilosofi dovevano essere retribui- aiulandolo economicamente. Per
egoismo. Gli abusi nel pasto in co- stri e sulla raccolta di fondi nella ri. La maggior parte dei filosoîi questo si chiedono se Paolo meri-
mune erano dovuti al fatto che era chiesa le lettere di Paolo dicono , hiedeva dei compensi o si mette- ti o no di essere onorato come au-
venuta meno la koinania: essi di più di qualunque altro testo del \ a sotto la protezione di una per- teritico apostolo, dalmomento che
umiliavano gli indigenti e provo- NT. In lCor 9 e 2cor I l-12 Pao- vrna benestante. La critica piu du egli rifiuta di accettare una vera re-
cavano la reazione risentita di lo spiega perché rifiuta l'aiuto fi Ìir che si muoveva a questo meto- tribuzione apostolica.
Paolo. nanziario cui avrebbe diritto co- (lo di finanziamento era che ren- 1.2 Le motivazioni del sostegno
me apostolo e nella sua lettera ai rleva il filosofo obbligato verso il finrnziario degli apostoli - In
ll Aiuto finanziario
36
Aiuto finarziario
\;ìngelo. Ogni apparenza di cùpi e rifiuti un compenso finanziario
lcor 9 Paolo inizia la difesa del- e,rror,!id, tradotta con ((diritto), rlLgia o ùn qùalsiasi obbligo verso piuttosto che porre un ostacolo al-
la sua condizìone di apostolo (e può signìficare anche <autoritàt. lrr comunità di Corinto può osta- la sua diflusione, confenna il suo
del suo diritto, in quanto aposto- Se si pensa che l'intento Principa- i olarc la causa del vangelo dì Cri- autentico stato di apostolo. La
lo, di rifiutare una sovvenzione) le dell'argomentazione di Paolo preoccupazione principale di Pao-
affermando vigorosamente il dirit- sia quello di difendere l'autorità l.a scconda ragione si trova in lo in quanto apostolo è di evitare
to di un apostolo a guadagnarsi la aDostolica, piu che idiritri aposto- l('or 9,15 18. Il riliuto di un so che si abusi della sua autorità e che
vita predicando il vangelo. lìci, si pLtò capire meglio Perché stegno finanziario dà a Paolo la percjò si ostacoli la causa del van-
L'autorità di Paolo era stala egli afîermi di avere 1'autorità di tx)ssibiÌità di (vartarsi> di predi- gelo. L'unica passione della vjta
messa in discussione, e Perciò egli rinunciare al diritto apostolico al errlc il vangelo. Poiché il suo ob- di Paolo -. ogni cosa per la caìi-
inizia la sua difesa in lcor 9,1-2 mantenimento, Discutendo sùi di- lrligo primario in quanlo aposto- sa del vangelo si rjflcttc nella
riaffermando la propria apostoli- ritti apostolici, Paolo non solo ha lr ò di predicare il vangelo, egli sua rinuncia a un soslegno finan
cità e ricordando ai Cofinzi che es- rìbadito il proprio dìritLo a essere rìon può vantarsi della sua precli- ziario.
si sono diventali una comuniià sowenzionato, ma ha anche riaî- r:rzione o dell'autorità apostolica 1.4 Paolo ha sempre rifiutato
srazie alle sue fatiche apostoliche. fermato la propria aulorità rifiu- rlrc il vangelo gli conferisce. Ma un compenso? Dalla cor spon-
in lCor 9.4-14 eeli ribadisce il lat- tando tale diritto. Questa autori r.gli non ha ncssun obbligo di ri- denza con i Corinzì risulta chia.a
to che tanto lui quanto Barnaba tà si fonda sulla predicazione del fcvcì e un compenso finanziario mente che Paolo non ha accetta-
hanno il medesimo diritto degli al- vangeLo, non sul fatto di ricevere |cr la sua predicazione. In realtà, to un soslegno finanziario daLla
tri aDostoli a rìcevere un sostegno un sostegno iinanziario. Poiché rl liutando un sostegno îinanzia- Chicsa di Corinto. Sembra inoltre
mat;riale. Cli apostoli hanno il di Dredica il \ angeLo, eglj ha semina- rio egli è in grado di proclana che egli abbia seguito lo stesso
ritto di ricevere da mangiare e da io tra i Corinzi un seme spirituale rc il vangelo ancor pir) efficace- comportamento durante il sì.ro
bere e di oortare con sé una mo- che ha dato come risuÌtato quella rìrcnte. Questa è la ricompensa che soggiorno a Tessalonica (lTs 2,9).
glie (che clovrebbe essere parimenti stessa comunità che ora contesta |.gli desidera. Predicando il van Ma ìn 2cor 1 1,9 egli afferma di
mantenuta), Come gli altri aposto- la sua autorità. Egli ha diritto al l,clo <gratuitamente)) egli oflie un aver ricevuto un aiuto dai cristia-
li, Paolo ha il diritto di non do- Ioro aiuto materiale, ma non è ob- rsdnpìo vivenle di quanto annun- ni di Macedonia quando si trova
ver lavorare Per mantenersi, ma di blisato a rice\ele il loro sostegno lia, ossia che la grazia di Dio ò of- va a Codnto. In Fil4,10-20 sì pre-
guadagnarsi da vivere con il van- finànziario. II suo obbligo prima' lcrta liberamerÌte a lutti in Crislo. mura di ringraziare quella Chiesa
gelo. E per provare quest'afferma- rio è predicare il vangelo, ed è dal Ilcco perché Paolo può fondarsi per idoni generosi che gli sono
zione egli adduce diversi argomen- vangelo che egli trae la sua auto- \ul suo vaùto di non acceLtare stati offerli: eralo superiori alLc
ti. Usa anzitutto alcune anaìogie rirà apostolica. rompenso per smascherare i falsi sue stesse necessilà e quindi egli as
per mostrare che nella vita oldi- 1.3 Perché Paolo riliuta il soste- irpostoli in 2Cor 11,10-18 (redl sicùra i FiÌippesi che aùche Djo
naria la gente Pensa di doversi gno finanziario In qùanto apo- (
lrpositori di Paolo). Questj falsi colmerà ogni loro bisogno. La
mantenere con il proprio lavoro stolo, l'obbligo primario di Pao- irl)ostoli mostrano dì non saper Chiesa di FiLippi si era associata
Cita poi un esempio dalla Scrittu- lo è ouello del vangelo. Uno dei sclvire il vero vangelo, e perciò aPaolo ùel vangelo fin dagli inizi
ra per indicare che anche la Leg- seeni della sua autorjta apostoli- tìon sono aùtenticì apostolì quan- del suo minislero, soprattutto nel
ge conferma questo diritto e ag- ca-sLa nel fatto che a motivo del rlo cercano di trane un vanlaggio periodo in cui egli si trovava a
giunge che persino gli animali si vangelo egli rinuncia al suo dirit- linanziario dai Corinzi. Quando è Tessalonica. Questa sovvenzione
nutrono con ilfrutto delle loro ia- to a un sostegno finanziario Egli irì gioco la verità del vangelo, Pao- finanziaria rispecchia il legame
tiche. Ancot piìr, egli ricorda ai espone poi le ragioni per cui rifiura lo e ìn grado di vantarsi di servire stretto che esisteva tra Paolo e la
Colinzi che coloro che Prestano raie dirjtto jn ICor 9,12.I5-l9i sokr il vangelo, non i propri inte comurità di Filippi. Fil4,15 aîfer-
servizio nei temPli giudaici e Pa- 2cor 11,7-15 e 2Cor 12,13-18. ressi linanziari. Se Paolo rifìuta ma che Ìa Chiesa di Filippì era sta-
gani traggono il loro cibo dai sa- La prima ragione è che egli non rin sostegno finanziario, lo fa in ta l'unica che era v€nuta incontro
crifici. La religione giudaica e desidera recare (intralcio>i al van- \ isla della sua partìcolare relazio al suo ministero. anche se 2cor
quella ellenistica Prevedono che gelo. Non è chiaro Però da lcor rìe apostolica con il vangelo che I1,8 suppone che anche altre Chie-
coloro che attendono all'altare ab- I ouale sia la naruta di queslo lrr cdica. se abbiano aiutato Paolo. Perché
biano parte dell'altare. I ministri <inìralcio>. In 2cor I 1,9 e 2Cor I Corinzi ritengono che se uno allora Paolo ha accetlato un soste-
cristiani non sono diversi, ed è Per 12,14-18 Paolo atferma di non vo- ir.cctta un compenso îinanziarjo gno finanziario dai Filjppesi e lo
questo che il Signore ha disposto ler essere in nessun modo di Peso ur()stra di esserc aùtentico aposto- ha rifiutato quando sì rrovava a
che coìoro che predicano il vange- ai Corinzi o trarre vantaggio da lo- ll). t)aolo aggira qrìesto tipo di ra- Corinto e a Tessalonica?
1o vivano del vangelo ro. Come loro <<genitore> in Cri Iionamento e colÌega la propria Non vi è nessuna indicazione
Con glj argomentj a sostegno sto desidera dare piuttosto che ri- Irlorità come apostolo al vaùge- che Paolo abbia accettato un aiLr-
dei diritti apostolici al mantcni- cevere. Anche in lcor
9,15 23 l,ì che predica. Il fatto che egli of- to finanzìario dai Filippesi men-
mento Paolo difende anche la Pro sembra che Paolo intenda Parla- lr ir questo vangelo gratùitamente ue si trovava a Filippi. Esso è
pria autorità. La Parola greca re della sua libeÍà nel predicare il
38 :19 Aiuto linanziario
Aiuto finanzirrio
ra a Roma a visitarli. Questo con- chc inîormazioni che abbiamo sul- Ma né la tassa per il tempio né
siunto dopo la sua Panenza Per la la colìetta provengono dalle lette- le offerte votive forniscono un
iondazione di altre Chiese' con rl tributo proviene dai santi della
Macedonia e dell'Acaia come rF rc di Paolo. precedente della colletta di Paolo
loro donare i Filippesi sono entratl 2.t Ambiertazionc saorica della in maniera esaustiva. Prese insie-
snosla riconoscente alle benedizio-
in comunione con Paolo nella Pro- rollelaa Nel suo commentario a
clamazione del vangelo Sembra n-i e.ome.sptestione tangibile di me, però, esse possono spiegare in
unita in Cristo tra Ciudei e Gen- 2 Corinzi, F. W. Danker afferma buona parte I'interesse di Paolo
che Paolo non abbia accettato
al-
cuna sovvenzione da una chresa
iili. ln lcor 16,l-4 Paolo fa an- che I'istituzione d€l patronato vi- per la colletta. È chiaro comunque
cora menzione di quesla colletta gente nel mondo ellenistico costi- che Paolo trae dal Ciudaismo
nel Deriodo in cui si trovava ad luisce uÍ importanle sottolondo molte delle sue idee sul denaro e
da Dortare a Gerusalemme e sPIe-
oneiare attivamente in essa Ma ga iome deve essere latta la r3c- rilorico per la colletta (cfr. sopra, le appiica alle Chiese di cui è al
doDo aver fondato una Chiesa'
l.l). Ci si chiede spesso a propo-
ln 2cor 8 e 9 Paolo ctuarr- servizio,
esli si aspettava che essa contrt- ;olta, sce ultefiormente quanto sla lm- sito di quest'ultima se vi erano pre- 2.2 Raccolta di fondi per la col-
b-uisse alla causa del vangelo Que- qÙesta colletta € ecdenti di una tale attività nel Giu- letta - Pur parlando della collet-
Dortante Per lui
sto non denota un comportam€n- 'perche
to incoerente da Parte di Paolo l:
iCorinzi debbano contrl- daismo. Due antecedenti meritano ta in Rm 15 e Gal 2, Paolo si rife-
buirvi. una qualche attenzione: la tassa per risce al denaro da versare per es-
solo un altro esempio di come
il tempio e le offcrte votive.
Anche se è di capitale importan- sa soltanto nella sua corrisponden-
Paolo ponesse il vangelo in Primo
za per Paolo. Questa collena non K. F. Nickle ha analizzato ipa- za con la Chiesa di Corinto. Egli
niano e usasse il denaro Per lncre_
'.entare la Predicazione del van- viene menzionata altrove nel N l ' ralleli che possono esistere tra la dedica due capitoli, 2Cor 8-9, ad
c)uesto è singolare soprattutto
per tassa per il tempio e la colletta. La esortare i Corinzi a dare genero-
qelo e non Per impedirla Anche samente per la colletta. In questi
Ie non desiderava un sostegno il-
pìi ltti. dove si parla dell'incon- lassa di mezzo siclo da vcrsarsi per
nanziario dalla Chiesa di Corinto
iro di Paolo con gli apostoli dice- il tempio era destinata a fìnanzia- due capitoli si csprimono molto
rusalemme e del suo viagglo llna' re il culto del tempio di Gerusa- chiaramente le concezioni di Pao-
Der il suo ministero in quella crt-
i Cormzr le a Cerusatemme. L'unica volta lcmme. Erano obbligati a pagare lo sul come i cristiani dovrebbero
ià, si attendeva Però che questa tassa tutti i Ciudei maschi usare il denaro per dar gloria a
in cui gli Atti Parlano di Paolo che
appoggiassero la sua opela ln 5e- porta denaro a Cerusalemme.e ln di età superiore ai vent'anni, in Dio.
euito. Ciò diventa partrcohrm€nr€
At 11.29-30, dove sr drce cne I modo che tutto il popolo giudai- Paolo inizia il suo appello ai
ihiaro nella richiesta che egh rrvol-
gene- Genrili mandano denaro alla Ciu- co fosse rappresentato nei sacrifici Corinzi in 2cor 8,1- 15 descriven-
se ai corinzi di conlribuire do la partecipazione entusiasta dei
per I santl dea colpita da una grave carestla' acquisîati con essa. Nella diaspo-
iosamente alla collella ra la tassa veniva riscossa in una
Ma non sembra che questa sla la Macedoni. La generosità dei Ma-
di Gerusalemme. collena di cui si parla nelle lettere località centrale per essere poi in- cedoni è un segno della grazia di
Paolo. anche s€ può trattarsl dl viata a Cerusalemme sotto scor- Dio che opera tra loro nonostan-
2. LA COLLETTA - Benché .li un suo prototjpo. L'evento narra- ra. I paralleli tra questa tassa e la te le aîflizioni e la povertà. Que-
non abbia chiesto alle Chiese in colletta di Paolo sono impressio- sto dono in denaro esprime il lo-
tlnan- !o in At I I si colloca Proprto agtt
cui lavorava di sosÎenerlo
inizi della missione ai G-entrh' pn- lanti: ambedue erano costituite da ro donarsi a Dio e deve servire da
ziaria$ente. Paolo non ha esita-
ro a chiedere loro di contrlbulre a ma che Paoio avesse londalo le rrna grande somma di denaro, era- modello per i Corinzi. Paolo li in-
Chjese a cui Poi si rivolgc Per la ro consegnate a Cerusalemme tra- vita a provare se il loro amore è
uno dei suoi più assillanti proget-
colletta. Nell'incontro con gh apo' rnite delegati e avevano lo scopo autenlico, e se sono benefattori
ti- la colletta (a favore dei povert generosi come i Macedoni, por-
Geru- stoli di Gerusalemme narrato ln di rappresentare I'unità del popolo
che sono nella comunità di tando a termine il loro contribu-
<alemmert (Rm 15,26). Questa coF At 15 non si fa alcun riferimento di Dio. Ma anche le differenze so-
in Gal 2' lo al d€naro o a un soccorso al Po- llo evidenti: la colletta di Paolo era to alla colletta. Che la Chiesa di
i"tta viene menzionata
nel contesto della visita di Paolo
veri. La narrazione di At 2l del (lcstinata ai poveri, non al tempio, Corinto abbia iniziato a versare il
viaggio finale di Paolo a Cerusa' r non vi è alcuna indicazione che suo contributo risulta chiaro non
aeli aDostoli di Gerusalemme' cr losse ripetuta e obbligatoria. H. solo da questo passo ma anche da
Pao- lemme sembra essere abbastanza
.iera accordati sul fatlo che l). Bctz sostiene che la colletta lcor 16,1-4, dovg Paolo esorta i
presso i Gentili e gli al- simile a quanto è descriito in Rm
lo andasse ma anche quinon si Par- rnostra anche diverse somiglianze suoi lettori a mettere da parte de-
i Giudei (vedl 15.25-32.
tri aoostoli Dresso
la di denaro. Ma Paolo ba Poi ron le offerte votive: essa può es- naro per la colletta ogni settima-
lsraéle;, chièdendo Però a Paolo forse Io ha \cre considerata come un'offerta na. Paolo si richiama all'amore di
consegnato la collella?
di <ricordarsi dei Povert> {veat farto durante il suo ultlmo vlag- (li ringrazìamento a Dio per le be- Cristo per loro adducendolo come
Ricchezza e Povertà), cosa che eglr 0edizioni ricevute. Anche i doni motivo che deve spingerli ad arric-
sio a Gerusalemme, come sembra
d'altra Darte si era Premurato dl iccennare in At 24.17 nel suo dr- 0llerti in ringraziamento a Dio chire gli alÌri, così come loro sîes-
tare- ln Rm 15,25-32 Paolo dice t|()Îevano includere un aiuto per i si sono diventati ricchi. L'altra
sta scorso davanti a Felice Ma-se cr
ai membri di quella Chiesa che lxrveri, proprio come nel caso del- ragione che dovrebbe muoverli
si basa solo sugli Atti, non-sl Puo
Dortando un contributo alla co- conclud€re nulLa di sicuro Leuru- lir colletta. a contribuire consiste nell'ugua-
munita di Gerusalemme e Pol ver-
40 lt Aiuao linanziado
Aiuto finanziario
anche Paolo e Cristo. Un'elargi- rrr. rrra pirì grandi. Ne deriva inol- nella religione giudaica e in quel-
slianza tra lutti i cristiani, per cui
óuelli che possiedono in abbon- zione generosa accresce il Presti rk (lìs si rivolgono preghiere di in- la cristiana. Esso aveva caratteriz-
gio di chi dona e di chi è.unito a ri ricssione a favore dei beneîat- zato il ministero di Cristo, che di-
aianza devono aiutare quelli che
sono nel bisogno. Paolo non chie- lui. mentre un dono Parsrmonlo- t,rri,lrr via della grazia di Dio che venne povero perché quelli che 1o
de loro denaro Per impoverìrli, so è fonte di pubblico biasimo. La '.1 c rùanifestata attraverso di lo- seguono possano diventare ricchi.
L'offrire denaro è un'occasione parîecipazione dei Corinzi al pro- r,' (ììudei e cristiani credevano Ecco perché Paolo può dire che il
selto della colletta è segno della lo- , lrr lo preghiere dei poveri fosse- dare con generosifà è un segno di
Der ringraziare Dio Per l'abbon- ,,, l)iìrticolarmente elficaci, per cui
ro dedizione a Paolo, e anche a grazia (chotis') ed è un ministero
danza dei suoi doni, specialmen-
Dio. La parte più interessante dal ,rrrllc in questo senso sarebbe de (diakonia) della Chiesa. Il dare
te il dono di Cristo, e un'oppor-
lato teotogico di questo appello a rvirro un ulteriore beneficio a chi con generosità costituisce parte es-
tunità per dimostrare un autenti-
ifra- raccogliere londi si trova nell'am- rrrcssc donalo con generosità. senziale della risposta cristiana al
co amore a Cristo, aiutando
biso- pia metafora del seminare/racco- Jsando la metafora del semina-
t dono di Dio in Cristo ed è un atto
telli e le sorelle che sono nel
sliere di 2cor 9,6'15. Nel mondo rr', r accogliere Paolo riassume tut di obbedienza al vangelo di Cristo.
gno. Paolo inrende il donare co-
me un atto di ministero e come illenistico e in quello giudaico si r, lc ragioni per cui i Corinzi do- Questa è certamente una delle ra-
un'espressione di arnicizia cri- tendeva a sotîolineare che il semi- !rebbero contrìbuire con genero- gioni per cui Paolo pensa che sia
nare e il raccogli€re avevano una .,iriì alla colletta e non esita a far importante per i Corinzi contri-
stiana.
dimeùsione sia spirituale sia eco- ,rt)t)cllo a motivi interessali e no- buire alla colletta.
In 2cor 8.16-9,5 Paolo sPiega
nerché si serve dj Tito Per realiz nomica. Seminare era considera- l)ili. ll dare con geùerosità è un at- Ma quest'ultima non è solo una
to un atto di fiducia in Dio, dal r() (li culto che rende grazie a Dio colletta per i poveri, bensì un con-
zare la colletta. Tito è un altro be-
nefattore seneroso che Può esse' quale soltanto dipende la garan- I'tr isuoidoni. Poiché il benesse- tributo ai <poveri tra i santi di Ge-
re un modillo per iCorinzi' icui zia del raccolto. ln questo conte- rt rrateriale e spiriluale è dono rusalemme>t un'espressione effi-
interessi egli prende sommamen- sto, ogni dono oÎferto a Dio era ,lrlla generosità divina, lo si deve cace per indicare l'unità dei Ciu-
te a cuore. Paolo sembra Premu_ considerato un'offerta di ringra- ,r)rìdividere anche con gli altri. La dei e dei Centiliin Cristo. Questo
rarsi di affermare che <nessuno ziam€nto per le benedizioni rice- llcrìcrosità non la divenlar pove- per Paolo può essere l'aspetto piil
possa biasimarci Per questa ab- vute. Poiché tutte Ie cose Proven- ro nessuno, ma permette a Dio di importante della colletta ed egli lo
bondanza che viene da noi amml- gono da Dio, la questione non sta ,l:rlc ancora dipiir a chi offre. Con esprime usando il termine (comu-
nel vedere se bisogoa seminare, ,|tlcslo si vuole dire senza mezzi nioîe> (koinónia\ per indicarla.
nistrata>. La stessa preoccupazio-
ne si esDrime in 2cor 12,14'18. Al- ma ouanto bisogna seminare. Un telnrini che Dio non benedirà co- La relazione che intercoÍe îra la
cuni st;djosi hanno Pensato che i donatore riconoscente offre con I0ro che si rifiutano di dare con colletta e I'unità della Chiesa è ben
Corinzi ritenessero che Paolo vo- gioia e abbondanza, saPendo che rr,ncrosità. Per cui il dare genero- lormulata in Gal2,9-10. Qui si di-
lessearricchirsi a loro spese pro- la semina e il raccolto diPendono ,irDente è davvero per i Corinzi il ce che gli apostoli di Gerusalem-
da Dio, Se Dio concede un raccol- loro miglior interesse. Essi posso- me danno a Paolo la (<mano de-
muovendo la colletta. Essi potreb-
bero anche averlo accusato di usa- to abbondant€, non lo fa solo Per ro nello stesso tempo dar gloria a stra in segno di comunione (kot-
re la colletta per autofinanziarsi benedire chi ha seminato, ma an- l)io e assicurarsi le sue benedi- nÒnia)rr, accordat\dosi sul fatto
dopo aver rifiutalo la loro offer- che per metterlo in grado di dare / ioni. che la missione di Paolo debba es-
ta di finanziamento. Ma comun- ancora dì piil Dio fornisce ogni 2.3 ll signilicato teologico del- scrc ai Gentili e la loro ai Giudei.
oue stiano Ie cose, Paolo si Preoc- cosa. anche i mezzi Per essele ge- lÍ colletla - Come risulta chìaro Paolo promette anche di ( cor-
neroii. In realtà, poiché una semi- rl:ìlla metafbra del seminare/rac- darsi dei poverir>. Nell'ambito del
cupa grandemente che anche altri
debbano ispezionare la colletta e na generosa dà come risultato un rogliere, Paolo ritiene che il dona- corrente dibattito sul problema
raccolto generoso, ci si deve atten- ru sia un'attività signiîicativa dal dell'osservanza della Legge da
far€ quanto è onesto secondo i Pa-
rametri umani, Siè discusso mol- dere che quanlo Piir grande è la l.rro teologico. Quale specifico parte dei Centili, un dibattito che
to sull'identita del fratello (famo- ouantira di seme che viene conces- rerìso teologico ha conlirito Pao- non solo portò Paolo a Gerusa-
so) e del fuatello <zelante>' ma so tanto maggiore sara la messe 1o i.ìl1a colletta? La discussione di lemme, ma continuò ad Antiochia
non si è giunti ad alcuna conclu- che si raccogliera. Dio non solo l'rolo in 2cor 8-9 usa un tipico anche dopo I'accordo con gli apo-
sione sicura (si veda Furnish, viene incontro alle necessità di un lrrrguaggio teologico dal quale si stoli di Gerusalemme, assunse
433-438, per una discussione Più benefattore generoso, ma accre- I'r ra) dedurre che per lui la colletta un'enorme importanza il fatto di
scera le sue tisorse Perché Possa ,rir importante per tre motivi: i poter testimoniare visibilmente
ampia). Il motivo Per cul sl lnvla-
no questi uomini è di rassicurare dare ancor piìt generosamente ll 1,,rveri, I'unità tra Ciudei e Gen- che la grazia di Dio operava tra i
i Corinzi che stanno facendo un dare con generosita rende gloria a rrli nclla Chiesa e il significato Centilì. La colletta esprime la re-
Dio, venendo incontro alle neces- , suLlologico delÌa missione ai Gen- ciprocità che caratterizza i Giudei
lavoro serio versando il loro con-
tributo, Paolo ricorda loro che se sità dei santi, mosîra obbedienza rli. e i Centili in Cristo. I Gentili so-
vengono meno alla Promessa fa1_ al vangelo dì Cristo, con il risul- L'ìDteresse per i poveri era un no stati resi partecipi delle bene-
ra rrmiliano non solo se stessi, ma tato che si rendono a Dio grazie lrr tore di primaria importanza dizioni spirituali del vangelo attra-
42 t!
Aiuto finanzia o Alleanza e nuova alleanza

verso i Giudei ed esprimono que- il tempo in cui vi stava lavorando, \r' Ìldon, Nashlille l99li B€t? H. D., 2 za nel caso di un personaggio co-
sto loro debito spirituale Ponen- ma non aveva problemi a riceve- ùù1thìdrs 8 and 9: A Commentary on
't \,).ldtninisttsîite me Paolo, che è stato educato in
dosi al servizio dei Giudei con be- re denaro per continuafe la sua / ,,/, llerm,
Letîe^ o.f the Aposrle
una tradizione farisaica (vedi Giu-
Scholars, Philadelphia 1985i
nedizioni materiali (Rm 15'27). missione o a raccogliere denaro tj.r t N. 4.. Paul snd Por.ee$io,'?, in S/l?- deo, Paolo come). Vipossono es-
Questo genere di reciProcita nel Der una comunita che gia aveva t, \ i
PaLtl: Thealost fot the Eatlt Chti- sere, d'altra parte, delle buone ra-
vangelo doveva rafforzare l'unita iondato. L'insegnamento di Paolo ,/ r,r!l6s/or, Aùesburg, Minneapolis l9?7i gioni per cui Paolo non ha utiliz-
t\ rt|tt F. \\.,II Corinîhìarr, ACNT, Aug-
di Giudei e Centiti in Crisro. sul denaro è dunque contradditto- lr, !, l\'linneapolis 1989; F€e G. D., Tre zato più spesso questo termine,
Alcuni studiosi, tra i quali J. rio e/o incoerente? Bisogna ri- t tt\t lapis4e to ln? Crlinrlriarr, NICNT, come, ad esempio, la possibilità
Munck e K. Nickle, hanno rite- spondere di no, se si constata che Ldnrans, Grand Rapids 1987ì Furnish V. che esso fosse usato dai suoi av-
nuto che la colletta abbia anche il motivo più profondo che lo t , 1l Cotìt\îhìons, AB, Doubleday, Nes
\ {1 1984; Georgi D., Renlentberine te
versari, i quali lo intendevano in
un significato escatologico, come spingeva a chiedere o a rifiutare il t \r: The HistotyofPau|'sCo ectio for una úaniera diversa-
conferma della teologia missiona- denaro era il vangeìo di cristo. r"ùule/r, Abincdon, Nashlillc 1992: Tenendo presenti questi elemen-
ía di Paolo (vedi Missione). Pao- Quando il denaro serve a Poten- tt'\'t R. F., TentntakinE ahd Apostleship: ti e pienamente consci di quanto
lo pensava che ilpopolo d'lsraele ziare la predicazione del vangelo I hr s.,cial Context of Pa lS ivri,rìí/l', For-
siano îondamentali per l'interpre-
o ad esprimere l'unità di tutti i cri-
,rn. Irhiladelphia 1980; lfarrin R. P., î/r?
nella sua Pienezza non avrebbe ac_ I tú\tk of Poul to the Phìrppri?rs, TNTC, tazione del NT i temi dell'(antica
colto il vangelo finché <non saran- stiani nel vangelo, Paolo non esi- I ìi(hnrns, Grand Rapids l97l; Munck J., e nuova alleanza)), procederemo
no entrate tutte le genti) (Rm ta a chiederlo. Ma se il ricevere de- 1\r1l uttd the Salvatioh of Mdnkind, .lohn qui in maniera più cauta esami-
I1.25), Ilcompito di Paolo come naro può significare che si abusa r.,)\, Atlanta 1959tNickleK. F., îhe Col' nando le dcorrenze del termine a/-
t , ti.rt: A Stud! in Paúl's ,trlr/eg,ì,, SBT,
anostolo dei Gentili era quello di del vangelo, Paolo è disposto a ri- \.c Iì. Allenson, Napcrville (lL) 1966.
/e4rz.r in ciascuna delle lettere di
portare iCentili al vangelo in mo- fiutarlo e a organizzare diversa- Paolo e trattando ogni testo in se
do che Israele siconvertisse a Dio mente la propria vita Per amore J. M. Eterts stesso, senza spingerci troppo ol-
La colletta e i delegati Gentili che del vangelo. tre sulla base di altri dati del NT.
la scortavano avrebbero adempiu- Nella concezione che Paolo ha
to le profezie secondo le quali i del denaro, I'aspetto spirituale e \ I,LEANZA 1. GALATI La leologia dell'al-
Gentili sarebbero venutì a Sion ne- ouello mareriale del dare e del ri- I.ì NUOVA ALLEANZA lcanza serve Soprattutto a descri-
gli ultimi giorni recando doni (ls cevere sono stretlamente correla- vere la relazione tra Dio e il suo
2,2-3i 60,5-6;Mi 4,1-2). Poiché la ti. Un ministro che semina un se- .
^i\r\Rro - L G.ìatii 2. l c2CorinTi; 1. popolo, la quale non è una realtà
colletta em un segno inequivoca- me spirituale dovrebbe ricevere un l{oÌraDi: 4. ConclÌuionc. astratîa, ma si manifesta nello
bile della salvezza dei Gentili, es- sostegno materiale da coloro che spazio e nel tempo. Sorge allora
sa ooteva diventare una verifica ha beneficato. Dal momenro che Nelle lettere comunemente rite- il problema del come debba esse-
delìangelo libero dalla Legge, che i Gentili hanno ricevuto una bene- llute paoline il termine alleanza re intesa la rivelazione e l'attivita
Paolo portava ai Centili. e uno dizione spirituale dai Giudei, do- \'lidthèkè) rtcorre I volte: Rm 9,4; divina nella storia e più in parti-
strumento della grazia salvifica di vrebbero rispondere benedicendo t 1.21; lcot 11,25;zcoî 3,6.14; colare nella storia d'Israele. La let-
Dio nei riguardi di lsraele L'uni- i Giudei con mezzi materiali. La ( inl 3,15.17; 4,24 (clr. anche Ef tera di Paolo ai Calati, benché la
co problema che solleva qllesto si- richiesta di denaro sì fonda sulla .',l2), Di particoÌar€ interesse, tra storia di Abramo rìentri a buon di-
gnificato escatologico d€lLa colleG comunìone nel vangelo; bisogna ,tucsti passi, sono Gal4,24 (le due rjtto jn questa problematjca, non
ta è che Paolo non ne la menzlo_ dare per esprimere riconoscenza ,rllcanze), 2Cor 3,6 (l'unica volta dà grande peso alla storia d'lsraele
ne ouando scrive sull'argomento. per ibenefici spìrituali che sì so- rrr cui Paolo usa l'espressione nuo- come tale, o per 10 meno non alla
Per lui ilsignificato principale del- no ricevuti. Dalle lettere di Paolo L alleanza, kaine diathéké, te si
rr maniera della lettera ai Romani.
la colletta consiste nel testimoniare risulta chiaramente che il modo in Ircscinde dal testo eucaristico di In Gal 3,15-17, portando I'e-
I'unità di Giudei e Gentili in Cri- cui i cristiani usano il loro denaro l( or 11,25) e 2Cor 3,14, dove si sempio comune della ratifica di
sto e nel soccoÍere le necessità dei dovrebbe essere un'estensione del rova l'unico ferimento all'anti- un'alleanza, Paolo fenta di dimo-
santi di Gerusalemme messaggio del vangelo e del mini- ,,r alleanza, paloia díathèke, strare la priorita e l'inviolabilità
stero della Chiesa. ll numero di questi passi po- dell'alleanza con Abramo. Come
3. DENARO E MISSIONE ' trebbe indurre a pensare che quel- nessuno può aggiungere o modi-
Paolo rivendica il dirìtto di chie- Vedi anchei Colietta per i san- l,r clell'alleanza non sia un tema ficare qualcosa delle volontà del
dere e ricevere denaro in forza del ti; Fabbricazione di tende; Ceru- ,ltìrninante nella teologia di Pao- testatore, I'alleanza di Dio con
suo stato di apostolo, Ma poiché salemme; Missione; Ricchezza e l,). ma non tutti sono d'accordo su Abramo, nella quale i cristiani so-
il ricevere deflaro può inîerferire poverlài Sequela. comunion€, ,tIcslo. Si può sostenere, infatti, no inseriti per mezzo di Cristo,
con il suo compito apostolico, ri- panecipalione. ,lrc ciò che generalmente si suppo- (discendenza)) di Abramo, non è
vendìca anche il diritto di rifiutar- rt non debba essere sempre detto annullata o non subisce aggiunte
lo. A quanlo pare, egli non chie- Brbr - aa.ler J. \1.. Gad and ManDlo : ,,,tìlicitamente. E questo vale cer- con la posteriore alleanza del Si-
deva dinaro a una comunilà per Ast,i4sJat Moke) tn The \?v Te\rclnent .rì)cnte per la teologia dell'allean- nai, che le è complemenlare,
Alleanza e nuova alleanza 44 Alleanza e nuova all€anza
Cal 4,21-31 è un brano midra- da con il Cristianesirno. ll passo ,,,.rnpio, che siano gli
awersaridi chiostro e lo spirito, o tra la pie,
shico in cui Paolo probabilmente presenta certo il problema del suo l'.r,)lo che hanno introdotto I'e- tra e il cuore, e neppure dì esten-
usa le argomcntazioni e le citazioni contenuto midrashico e dcll'uso ,1't c:sione nuova olleonzo, La teo- dere il significato di quesri elemen-
scritturistiche dei suoi avversari, dell'allegoria da parte di Paolo. l,'f'iil cristiana, in passato, ha vo- ti fino a formare una netta e pie-
Pertanto una parte del suo conte- Ma il punto principale che Paolo lrrto vcdere in 2Cor 3 una contrap- na antitesi tra I'economia della
nuto può non essere tìpicamente sottolinea è che nella generazione trrsizione tra la nuova e l'antica Legge e la nuova economia del
paolino, benché Paolo condivida dei ligli il tipo o la qualità dei fi- r r onomia salvifica, Per quanto vangelo, Per Ezechiele la speran-
in parte la fede di altri giudeo- gli dipende dalla linea genealogi- tllcsto possa essere vero, non è pe-
L
za nell'opera futura svolta da Dio
cristiani e di altri Ciudei. Benché ca dei loro genitori. Questo con- ri, (lcl tutto chiaro come una sìmile nel cuore non altera la validità del-
parli qui di due alleanze (duo día- corda con il significato generale , o rrtlapposizione possa aver costi- la Legge. Il confronto reale che
thèkaù, Paolo dice che egli se ne dell'alleanza, che consiste neces- i iro jl punto principale del pen- qui si stabilisce consiste lrel fatto
serve come (allegoria)). lnoltre, sariamente in una qualche conti- ',r( ro di Paolo quando la lettera fu che Paolo ha ritenuto che il suo
f imprcssionc che si ricava non è nuità, anche se non si tratta dì una Íìviiìta ai Corinzi. Gli esegeti con- ministero ai convertiti fosse la cor-
che uÌì'aÌleanza sia superata dal- continuità terrena, ma solo della , ordano sul fatto che Paolo usa rispondenza escatologica del do-
I'altra, ma che si tratti della scel- continuità teologica formata da rrc !olte un aryomento a fortiori no della Legge. Paolo nell'eserci-
ta tra dlle alleanze parallele che coloro che sono generati dalla pa- (,,(tuanto pìiÌ))) per mettere a con- zio del suo ministero del vangelo
forse si rilcriscono allegoricamen- rola di Dio. lr!)to tra loro le due diverse considera se stesso datore dello
te a due concomitanti missioni ai ,lrrrrntità di gloria che sono legate Spirito come già Mosè era sraro il
Gentili: (l) quella che impone l'os- 2. I e2CORINZI lcor 11.25 ,ri rlue ministeri. È evidente che si datore della Legge.
servanza della Legge, coDdotta da- riporta le parole dì Gesù neÌl'Ul- Lr rilerjmento qui a Es 34 e può La relazione tra l'atlività di Dio
gli avversari di Paolo (ved, Giu- tima Cena in questi termini: <<Que- ,l,r |si anche che dietro ai commenti in Mosè legislatore e Ia sua nuova
daizzantì), opposla a (2) quella sto calice è la nuova alleanza (kai- ,lr l)aolo vi siano delle interpreta- attjvità in Paolo datore dello Spi-
della sua propria missioDe ai Gen- ne diathèké) îel mio sangue). An- ,,ronimidrashiche. Il iano poi che rito si esprime ancor meglio nel 1i-
tili. È molto probabile che Paolo che Luca usa l'aggettivo (nLrova), 'r irlroduca nella discussione la fi- po di ragionamento deúo qal wa-
intenda con l'alleanza di SaÌa non ma vi è un ampio conserlso tra gli lLrlit di Mosè ha indotto alcuni &omer, <quanto piu>>. Ci si muo-
il Cristianesimo (opposto all'al- studiosi che Ia forma delJe parole , \clcti a vedere qui un semplice ed ve da qualcosa diglorioso a qual-
leanza di Agar, ossia il Giudai- dell'istituzione chc si trova in Mar- '
.,tìlicito contrasto fra Ì'antica e la cosa che è ancora più glorioso. Ad
smo), ma lamissìonc ai Centili chc co sia Ìa piil antica (Jeremias). Ma rrrrova economia salvifica. ogni modo, quando Paolo in 2Cor
prescinde dalla Legge. Tutta per questo nostro studio è impor- ll contesto, tuttavia, rivela che 3,13 dice che Mosè ha posto un ve-
quanta la discussione può riguar- tante vedere se con la parola (nuo- l'irolo è rattristato dal fatto che i lo sul proprio volto perché i figli
dare due processi diversi atlraver- va)) si intenda qualcosa di sostan- I orinzi siano influenzati dalle let- d'lsraele non potessero vedere to
so cui si generano i <figli di DioD zialmente diverso. Foase si tratta Ì( rc di raccomandazione dei mis- felos tou katargoumenou (<ia îi-
(vedí Adoziote, figliolanza). Con di una deduzione tratta da qual- ',r,narì suoi concorrenti. Paolo ne di ciò che era effimero)), non
la missione di Paolo. e attraverso cosa che è già implicito nella mor- r)ll vuole raccomandare se stes- può essersi riferito all'alleanza in
diessa, iGalati harrno ricevuto lo îe di Cristo (vedi Cena del Signo- .,,, c non ha neppure bisogno,
co- quanto effimera o transitoria, poi-
Spirito <con l'ascolto della fede); re, eucaristia). rrr altri, di queste lettere. La (let- ché disthcke è ù\ sostantivo fem-
nessuna missione concorrenziale ln 2Cor 3,6, in una sezione della r,,Ìa)) di Paolo sono gli stessi Co- minile, mentre qui ciò che è efli-
che prescriva Ia circoncisione o lettera che ha dato origine a nu- llrli e l'autore di questa lettera è mero o transitorio (lo splendore)
I'osservanza della Legge per i Gen- merose e diverse interpretazioni, r risto; la lettera delÌ'apostolo è è espresso con il participio neutro.
tili può aggiungere qualcosa o por- troviamo il secondo e ultimo rife- ',, r itta con lo spirito del Dio viven- L'argomento fondamentale di
tare qualche miglioramento alla si- rimento alla <nuova alleanza)) in rr', ron con inchiostro su papiro 2Cor 3-4 riguarda due concezioni
tuazione di coloro che sono in Cri- Paolo. ln 2cor 3,14 incontriamo r ì r'di Spirito Santo). diverse del ministero cristiano.
sto mediante la fede. I lettoriveo- inoltre l'unico riferimento di Pao- l'aolo si riferisce a Ez ll,l9 Paolo non si rivolge agli Israeliti
gono esortati a restare nella liber- lo all'(antica alleanza>, Q)alaia r16,26) pìuttosto che a Cer 38,31 presenti al Sinai, ma ai cristiani di
tà diC sto (Gal5,1). Una missio- diat hèkc). Qves|e \rniche ricorrcn- r I \X). Secondo S. J. Hafemann, Corinto e ai suoi awersari. Sono
ne ai Gentiliche imponga l'osser- ze in Paolo degli ageettivi artica I rnotivo del cuorc è fraúo d,aI i pensieri di questi ultìmi a essersi
vanza della Legge è considerata e nuova in relazione all'alleanza lirsso di Ezechiele, che racchiude offuscati e sui loro cuori è posto
ola un anacronismo. nell'ambito della corrispondenza rIlehe il motivo dello Spi to, as- un velo. Concludiamo pertanto
Se si jntende il brano in questo con i Corinzi sono dovùte proba- ., re del tutto nel testo di Gere- che benché l'espressione (antica
modo, non lo sideve interprefare bilmente a qualche situazione pre- rrrrir. Egli osserva inoltre che se alleanza)r ricorra una volta sola e
più come se Paolo si rilerisse a due sente in Corinto, che conferisce un .rtiamo dai testi a cùi Paolo in- precisamente in questo passo, non
alleanze successive, la plima con significato particolare a queste de- r, fdc rjferirsi non c'è bisogno di vi è ragione sufîicìente per legge-
il Giudaismo seguita dalla secon- signazioni. D. Georgi pensa, ad , (ìcre un netto Contrasto fra l'in- re in quest'ultimo una forte con-
Alleanza e nùova alleanza 46 Alleanza e nuova alleanza

trapposizione tra due vic di salvez- fraintendimento dell'alleanza con ., rrr rclazione con i/popolo del- economia salvifica. E questo con-
za antitetiche, tipica di una certa Israele, causato dal successo del- ,r trt'rrcssa. Solo piir tardi nella cetto lo si vuole retroproiettare
teologia cristiana posteriore. la missione di Paolo tra i centili r,ìlll rtuest'attività si è estesa al spesso negli scritti di Paolo attra-
(cfr. Campbell). Per questo mo- (li lsraele per includere anche
lr Lr verso la lettera agli Ebrei, Non è
3. ROMANI Può darsi che si tivo Paolo avrebbe concentrato la , r,(1llili, ma ancbe ìn questo ca- però per nulla evidente che I'e-
alluda a una relazione di alleanza sua attenzione sul tema dell'al- ,, r iò c avvenuto attraverso 6esit spressione <nuova alleanza) fos-
quando Paolo si rivolge ai Roma- leanza nella lettera ai Romani. , rr ,lo, che è <discendenza di Da- se ampiamente usata in seno al
nì chiamandoli agapétoí theou Mentre in Galati la (discendenza> Cristianesimo delle origini. Ed è
((amati [da Dio]))) e klctoi hagioi è Crislo. in Romani è il popolo I ir concezione dell'alleanza in- certo ragionevole ritenere che la
lr, rr rrra continuita nel piano di- concezione di una (antica allean-
k(chiamati lad essere] santi)). Vi della fede ad essere <la discenden-
sono soltanto due riferimenti za)r e vi è una continuità <da una rrr,r riguardante la storia. Essa di- za) fosse rara fino al tempo della
'
espliciti all'alleanza in questa let- fede all'altra), poiché I'alleanza si t,, ll(lc unzitutto dalla fedeltà di morte di Paolo.
tera, Rm 9,4 e 11,27.ln Rm 9,4-5 estende ad includere anche i Gen- l,r,' (pcr esempio, Rm 3,21-26). Sembra dunque che per diversi
Paolo elenca I'alleanza tra i privi- tili. \l,r (1)rne si può spiegare adegua- motivi Paolo non abbia usato
legi d'lsraele, assieme alla figlio- r,llll(.DIe una continuità terrena spesso un'espÌicita terminologìa
laíz (ve(li Adoziol.e, figLiolanza), 4. CONCLUSIONE - R. D. ,r, llir lcde: Abramo-lsacco-Cesir? deìl'alleanza. Ma essa ricorre in
la gloria, la legislazione, il culto, Kaylor ritiene che il ruolo dell'al- lll ltrn 9,21 Paolo afferma che i punti importanti di alcuni suoi
le promesse e i patriarchi. Tanlo leanza si esprima a due livelli di- rrrlr (li Abramo non sono soltan- scritti. La frequenza di termini co-
se si legge il singolare (alleanza) versi nella teologia di Paolo: a li- r,' Loloro che discendono fisica- me (vocazione). (elezione) o al-
con Pr" quaúto il plurale <<allean- vello di concelto e alivello di cor- ,rrrrtc da lui, ma sono coloro che, tri similì in I Corinzi, per esem-
ze> con la maggior parte dei ma- tinzione. BeÍché Paolo possa an- lrrr rliscendendo fisicamente da pio, può indicare che era si- essa
noscritti, è chiaro che qùi Paolo che non aver tenufo sempre pre- I',,, condividono la fede del lo- gnificativa nel pensiero di Paolo.
si riferisce anzitLltto all'alleanza sente questa distinzione, secondo ,,, pldrc Abramo. Solo in Rm Ma qualunque possa essere la no-
con Abramo. ll punto princiPale Kaylor I'alleanza come convinzio- 'r. '.Ì 2.1 Paolo parla delf inclusio- stra coììclusione, ò chiaro che
è la vocazione e l'elczione di Abra- ne è tuttavia una presenza conti- ,,,.rlcì Gentili. I Gentili vengono quando Paolo ha usato i termini
mo che in Rm 4 era stato Presen- nua e una realtà profondamente ,r, llr\i non in o per se stessi, nra antica o nuova alieanza non ha in-
radicata nella vita, nelle opere e Lrr , lrrsicme a coloro che hanno la
tato qome un esemPio Per il cre- teso racchiudervi le concezioni che
dente. nel pensiero di Paolo. Se la lette- r,1lc il lsfaele (cft. Ef 2,ll-221. più tardi un CrisÌianesimo molto
In Rm I1,27 Paolo unisce insie- ra ai Romani fosse stata scrìtta liusell1ann giustamente osserva piÌr sviluppato vi ha collegato. Co-
me due citazioni tratte da Is 59,12 prima di quella ai Calati, avrem- lrr.il relto rapporto con Dio e la me ci ha ricordato W. D, Davies,
e ts 27,9 per mostrare come ad mo potuto pensare che la conce_ I' r\liria possono essere nostri solo Geremia non ha prospettato una
Israele veoga promessa una reden_ zìone di Paolo relativa all'allean- ., l)io li concede a noi ogni gior- nuova legge, ma la (mia legge)r,
zione futura nonoslante il suo at- za o a\la Heilsgeschichte (sloria ',,' lossia nella fede), Ma questo e I agge(Irvo nodas tn \Jet 3l,Jl.
della salvezza) sia una sopravvi- , rrol Iorse significare che la rive-
tuale rifiuto del vangelo: <Sarà Ltadolto coí kainé da Paolo, può
questa la mia alleanza con loro, venza del suo passato giudaico, la lLr/ronc di Dio awìene in ùna ma- essere detto della luna nuova che
quando distruggerò i loro Pecca- quale poi è venuta meno. Ma il irr, rir intprovvisa e singolare, quasi è semplicemente ìa luna vecchia vi-
ti). ll ragionamento che si fa sul- problema è molto complesso. Es- ,,,llìc (un fulmine a cielsereno))? sta in una luce nuova.
l'ulivo, c in genere in lutto Rm I l, so guarda soprattutto il signifi- r )tìlìrrre la rivelazione si realizza

è che nonostanle l'attuale inimi- calo che bisogna dare all'espres- rr,l contesto di una iamiglia cre- Vedi qnchei Abramo; Antico
sione <discendenza di Abramo>. ,l.r rte o nelÌ'ambito di una piìr va-
cizia nei riguardi delvangelo, l'e- ..i,r eonrunità di fede? In quest'ul-
Testamento in Paolo; Cena deÌ Si
lezione d'lsraele è ancora valida. Nel caso di Sara, dove sembrava gnore, eucaristia; Circoncisione;
<<Dio non ha ripudiato lsraele>) inevitabile una discontinuità (e un rrro caso sorge però il problema Corinzi, lettere ai; Galaîi, lertera
(Rm I I,1.7). L'alleanza è assicu- fallimento dell'alleanza), Dio è in- lrr la storia non è semplicemente ai; Gentili; ciudaizzanti; Israele;
tervenuto miracolosamente Per 1,r rrgìstrazione delle azioni di Dio,
rata e I'eìezione d'lsraele non è Mosè; Opere della Legge; Restau-
posta in dubbio, poiché i doni e fornire un erede (cfr. Is 54,1) ,',,r rrnche dei peccati deÌl'uomo. razione dì Israele; Romani, lette-
la chiamata di Dio sono irrevoca- Questo potrebbe significare che | 1rcr la disperazione di ironte a ra ai; Ulivo.
bili) (Rm 1l,29). Dio garantisce una continuità sulla ,t0(.\la realtà che Ceremia ha po-
Benché non si possa affermare terra (cfr. Rm 4,19), ma in realtà ,irrlirto una (nuova alleanza), Brur AEú 1.8., The Corcnanî Concept
che la teologia di Paolo sia una può anche voler dire il contrario, I eristjani sono stati propensi a Patr icu I s ris î ic, Plu ra I $ r i':, o r Fu t ut ist ic,
ossia che I'attività divina Produ- 11r'ucre che la nuova alleanza di nì JEs l8 (1981) 217-230i Bareft C. K.. Zr€
teologia dell'alleanza nel senso che A egar! olAbrshanl, Sarah and Hagor in
ce una nuova creazione. Dobbia_ t ,, rcrDia fosse il punto di parten-
egli usa espressamente una termi- the AtSunftnt of colotians. iî Essays on
nologia di alleanza, si può suppor- mo notare, però, che nel caso di ,, .hiaro del concetto cristiano Parl, SPCX, London 1982, pp. 154-169;
re che a Roma vi fosse qualche Sara I'azione creativa di Dio è Po- r,! llirÌrÌente evoluto della nuova Campbcll\\. S.. PrrltOospelin an Inter
Allegoria 48
Amore
cuhural Coaîexl: Jew a d Gentile in the ALLUSIONI ALL'ANTICO r lrirlcllanza), oppure (anro- rirsi al nostro amore per Dio o per
Lctter lo lhe Romans,l>elcr Lang, Frank
lurt l99li Christiansen E. J.,Baptiffi:Co' TESTAMENTO: vedl Antico ,,rllcllo familiare), 2 volte), Crislo Igenitivo oggettivo], oppure
wnant Rituol ot Co \)ersion Iliîe? A Stutl! Testamento in Paolo I'lùltutdt os (<che ama il marito), all'amore di Dio o di Cristo oer
o! Lcclesialasical Ide tit! and Baprismal | \ olta), philonthròpia ((amore noi lgenitivo soggettivol. È solo it
Bautdati6 in Pauline Chtìstìaniî! antl Pa- AMEN: vedi Elemerti Liturgici in
lesti ian Judaìstt lre\i \on fubblicata, Uni- ,l,.ll llnranità)), I \ol|a), pl1íleÒ contesîo che può indicare il signi-
!e6irà di Durham, Novcmbre 1992)ì Con Paolo; Preghiera l. ,Iìriìrc)), (dimostrare affetto)), 2 ficato piir preciso, ma talvolta è
'rhe Rìblital Ptobten o! Etett ion, i^ JES
''n ll' philéma (<bacìoD,4 volte),
r ., impossibilc sapere veramente co-
2l ( 1984) 199-228; Dàvies W. D., Paul a d
thc People oÍ Isruel, iî NTS 24 (\9'78) 4 191 I'htlt)theos (<<che ama Dio>, I vol- sa intenda dire Paolo: per esem-
DDnn J. D. G., The Theolos! olCstaîíans,
AMORE trt, tlliloxenía (<<ospitalità), 1 vol- pio Rm 5,5; 2cor 5,14;2Ts 3,5).
in .1. M. Bassler (ed.). Ptuline Theolos!, lrl. Ithiloxenos (<<ospitale)), 2 vol- L'amore di Dio si mostra nella
vol. I. Forrress, l\'finncapolìs 1991, pp. Soir$axro l. Tcrminoìogiai 2- L'amor€ t'1, ttllilosÍorgos ((che ama con croce e nella vocazione particola-
160-179i Garon L., Pukl an.l the Torah, d; Dio,/C.isto per noi; l. ll nosúo amo-
Univcrsit! ol Brirish Columbia, vancoùrcr rllrrlo lìraterno>, I volta\ e phi re dei credenti ((Nell'amore ci ha
re p€r Dio/Crisloì 4. L'amore del p.os-
f98?r Georgy D., îhe opponenB of Paul simo; 4.1 La t€ologia dell'amore; 4.2 Le
I'ttr'1;,tot ,.rrn" ama i figli), I predestinatj a essere suoi figli per
i't s..ond Coin ians.l;onress. Philadeì- lonti dell'amore; 4.3 Il molilodell'amo' \ i,lllt) opera di GesÌr Cristo)), Ef 1,4-5;
plìia 1986; Gràsser E., Dct A e aund iht rci 4.4 Il modo diama.ei 4.5 La natura
Ner?r, i. C. ts. Moht, Tiìbirgcr 1985; Ha-
Altri termjni che esprimono l'a vedi Chiamata, vocazione; Elezio-
delì'amore: 4.6 I limiti dcll'anore. rr\c
lcmrìnn S. J., Sullètin( dnd the Spitit, sona epìpolheÒ ((desidera- ne e predestinazione). Perciò
WUNT 2.19, J. C. B. Mohr. Túbingen ri.',, (branare)), 7 \olte), epípo- quando Paolo parla dei cristiani
l9Eó: Hansen G. W., /lbnhun ìn Gala' Per Paolo l'amore è Ia piÌr im-
riri rrs (<desiderio>, (bramall, 2 come (eletti) o <prescelti>, pen-
tìaìlj: I:pistolar! and llh?btical Contexts. portante di tutte le grazie cristia-
,,,tt t), epipof hètos (<desiderator>, sa sempie anche all'amore imme-
JSN tSS 29, JSOT. Shclllcld 1989: Hays R- ne ed è il cùore dell'etica cristia-
R., E.hoes of Sctipt r. i't the Letters of na. Traendo la sua motivazione
I \ol,a\, epipothio ((desiderio)), ritato di Dio per noi. È vero che
Pda1, Yalc Unive6ity, Ncs H.ìven 1989i I'rnmar, I volta), eusplqnchnos in Rm 9 nel parlare della predesti
Hookcr fú. D., Paal rrd CownahÌal No dall'espressione suprema dell'a-
r,, uì isericordioso)), I volta),l'o nazione egli sembra riferirsi all'a-
,,rrr, in 11. D. Hooler'S. C. wilson more di Dio nella morte sacrificale
lcdd.), Ptuland Puulini.'ttt; Estals in Ho'
! t h' i |o desjderTe), (brama-
ma i (<t more di Dio riservato esclusiva-
di Cristo, esso deriva da una vita 1.", I volta), e splqnchno (<<com-
noú o.f C- K. RaÙert,SPCK, London, pp. mente al suo popolo eletto (Rm
47'56; Hushes J. t., Hlhrc.,.s 9:5Uf and trasformata e ripiena dello Spiri-
to di Dio. Negli scritti di Paolo un t',r'sioner, (affetto); (oggetto di 9,13.15.18.21-24), ma non insiste
Galatiaìs 3:t5lt A Sntd! of Cotenant , (,nrpassione/affetto)r, 8 volte).
Pracl i< e und Prc.edurc, i1 Nl (19 79') 27 96:' aspetto centrale dell'amore è la
molto su questo punto e altrove
Jcîen1i^s .l ., Le parolc de \ !i aceìa,Bi' t.)[rlche altro termine è usato in scrive che Dio ama tutti gli uo-
sua manilestazione visibile nella
bliorcca dicuìtùra rcìigiosa 21. Paideìa, Brc '., so negativo, per indicare un at- mlnl.
scia 1973: Kaylor R. D., Paul's Cownant comunità cristiana. r, l,ltiamento non cristianot ctstot- Per Paolo il capire correttamen-
Conn rit!: Jev uttd Gc tile in Ronuns,
John Knox, Allanla 1988; Krrus H. J. (ed.),
ts (<senz'amore/affetto)), 2 vol- te Ì'amore salvifico di Dio ha
Dpt untekuendìEte Bund, Krcuz. Stxltgarl
I. TERMINOLOGIA Non vi ttl, philsrg)tía (<amore del dena- un'importanza decisiva. Questo è
l9ó2; Lehùe S., Thc Ne|| Covenonr it He' è lettera di Paolo in cui il termine t'ú, I volta\, philargros (<attac-
(amoreD non abbia un posto pre- anche il punto centrale di ogni teo-
/rz!s, JSNTSS 44, JSOr, Shcflield 1990; ,rro af denaro), I voka), philau-
Lt/. tJ.. Det alte unl dù neue Bund bei
, logia ed etica cristiana ed è impor-
minente. Molto spesso Paolo usa /,,\ ((amante di sé>, I volta) eprr'-
Putus in Heb ietbìeL in ErT 27 (1961) tante per il senso di sicurezza del
la terminologia che gravita attor- ,r/o/?os ((attaccaîo al piacere>, I
318-336i Mafin R. P.. 2 Corinrhions, WBC cristiano. ((Nulla potrà mai sepa-
40, Word, Dallas 1986i Malyn J. L., ,4 no alverbo agapuó (che indica un ,,lra),
, rarcidall'amore di Dio per noi, in
Lu\| Obsertant Missidt to Gentìles: The amore fondato su un alto rispet-
Gesil Cristo nostro Signore>, Rm
Butksrcund oladtutiu s, m SJr38 (19ó5)
307-321ì ld., Evnts itt Gutatia: MorlìJied
to o apprezzamento) per designa- , I,'AMORE DI DIO/CRISTO 8,31-39). Pertanto, uno dei desi-
Cownonldl Nonis,z Ve6us Cod's Invasio,t re l'amore divino e quello umano: l'l'l{ NOI - Paolo pone al cen- deri e delle preghiere più ardenti
oJ thcCov os i't the Sìnglla. C.'spel, ir l. agqpè (<<amote>,5',rolte), ogopoó
1
rr() della sua concezione del van- di Paolo è che i suoi neofiti giun-
Nr. Basslcr (ed.) Pa!/t ? Ireoloa-v, vol. I, (<amare>), 34 volle\ e agaqetos
Forrress, Minneapolis 1991, pp. 160 l79i 1,.kr l'amore salvifico di Dio (aga- gano ad apprezzare fìno in fondo
Sarah,iî (<amato>, 27 volte). Nell'uso di
lò..TheCowna tso.f Hasars d /r') ìn Cristo, L'espressione supre- questo amore (Ef 3,14-21). Effet-
J. l al. (cdd.), rdith,!n.t Histo-
. CatTotl er Paolo i termini e/eeo ((aver com- cliquesto amore immeritato è
t!: Lssats ìn Hanor oJ l'arl W. Melet,
rrrrr tivamente, la forza ilresistibile del-
passione/misericordia>, l2 volte)
Scholar. 1991. DD. 160-192i San 1 r di Crìsto sulla croce in sa- I'amore di Cristo è uno degli ele-
e e/eos ((compassione/misericor- 'Iorte per i peccati (Rm
,,rlicio
Pdrl, Unilersit) Press, Oxford
derr E. P.,^llanta 5,8; Ef menti principali che caratterizza-
l99l: lrr Clinax oÍ lhe Co- dia)), l0 volte) sono applicati quasi
Wrighl N. T-,
vennt: Chii and the Lnv in Pauline esclusivamente a Dio.
',I 5i 2Ts 2,16; Cal2,20). Quan- no la sua vita (2Cor 5,14-15).
,1,' l,aolo parla dell'amore di Dio
Theobq!. T. & I - clatk. Edinbureh 1991. Viene usata anche un'ampia
gamma di termini Iegati, a philea,
r,' (li Cristo), si riferisce di solito 3. IL NOSTRO AMORE PER
ll. S. Campbell ,r rlualche aspetto della redenzio- DIO/CRISTO - Benché sia im-
anche se non molto spesso: uphi- , o della salvezza cristiana. (No- plicito ovunque, l'amore per Dio
largyros (<<non aifaccato al dena- r.1: c risaputo che le espressioni (o per Cristo) stranamente non ha
ALLEGORIA: vedi Antico Te- to>r, I volta), philqgalios (((aman- .rrrore di Dio> e <amore di Cri- un grande rilievo diretto negli
stamento in Paolo te del bene)), I volLa), phílsdelphia r,", (ono ambigue. Possono rife- scritti di Paolo (viene menziona-
Amore 50 5l Amore
to soltanto in Rm 8,28; lcor 2,9: è piuttosto singolare per lui, par- ti in Gesù Cristo (1Tm 1,14;2Tm re irreprensibili all'awento di Cri-
8,3, 16,22: Eî 6,24:2Tm 3,4: I'e- la persino dell'amore come (leg- I,l3), con il dono dello Spiriro slo (Fil 1,9-10; lTs 3,12-t3; ye,
spressione è ambigua in Rm 5,5; ge di Cristor) (Cal 6,2), in sinto- Santo (2Tm 1,7). L'amore è pos- di Escatologia). E altre volte an-
2cor 5,14;2Ts 3,5). Benché il se- nia con I'accento posto da Gesll \ibile perché la fede in Crisro con- cora si richiama alle vicende o al-
condo dei due grandi comanda- sulla legge dell'amore. ln questi duce il credente verso una vita I'esempio di Cristo (Rm 15,2-3;
meflti venga citato due volte, il termini, I'amore del prossimo de- compÌetamente nuova, dominata lCor 10,31-l l,l; 2cor 8,8-9; Ef
primo non è mai citato. L'atten- rermina anche lo stato con cui si non piir dal peccato e dall'egoi- 4,32-5,2i Fil 2,4-8; Cot 3,t2-14;
zione è rivolta piuttosto all'amo- accoglierà la venuta di Cristo (Fil smo, ma dallo Spirito di Dio. Co_ vedi lmitazione di paolo/di Cri-
re di Dio (o di Cristo) per noi, con 1,9-10; lTs 3,12-13; vedi Escato- me garanzia della vita futura sto; cfr. Fowl).
un'accentuazione particolare del- logia). La concezione che Paolo (2cor 5,5i cfr. anche 1,22) to Spi- Ma soprattutto Paolo ritiene
I'elemento della grazia. La rispo- ha di una vita santa è dominata tito realizza gli effetri della nuo- che Ì'amore sia una risposta gioio-
sta che Paolo si attende non è tan- dall'amore. va età che sorge nella vita del cre- sa alla grazia di Dio in Gesù Cri-
to quella dell'amare Dio o Cristo, 4.1 La teologia dell'amore - I dente qui e ora. rendendo possi- sto, fondata sulla propria unione
quanto invece di credere in Cristo termioi Íede e anorc sono spesso bile già nel presente una forma di personale con il Salvatore. Non si
e amare gli altri. La prima rispo- collegati tra loro negli scritti di vita escatologica. Liberato pertan- tratta tanro di sortomenersi agli
sta si muove nell'ambito della ri- Paolo: assieme essi formano la lo dal potere del peccato e della insegnamenti di Cesir- o di imira-
cettività. sintesi dei suoi interessi teologici Legge, che rendono schjavi, il cre- re la sua vita terrena, quanlo in-
Questo non significa però che ed etici piir importantj. Nella se- dente è reso capace di produrre un vece di rispondere con cuore rico-
I'idea dell'amore che si deve a Dio zione iniziale delle sue lettere, de- ([rutto)) reale per Dio (Rm 7,4), noscente all'espressione più gran-
sia secondaria nel pen$iero di Pao- dicata ai ringraziamenti, si fa spes- il (frulro di giusrizia> (Fil t, ) de diamore che è la sua morte sul-
lo: è fondamentale per via
essa so riferimento alla fede ifl Cristo che per Paolo è sempre il <frurto la croce (Rm 12,l-2) € di obbedi-
della sua eredità gìudaica ed è dei destinatari e al loro amore v! dello Spirito)); e il (frutto)r più im- re a lui come Signore. Amare gli
chiaramente in linea con la sua cendevole, e questo indica quale portante è I'amorc (Gal 5,22-23i altri è I'unica risposta etica auten-
concezione della vita cristiana che rilevanza abbiano questi due con- Rm 15,30; Col 1,8;2Tm 1,7). tica all'amore divino che si mostra
deve essere dedicata compleîa- cetti per il suo pensiero (Ef l,l5; L'amore non è dunque per Pao- nel vangelo. {Anche quando par-
mente a Dio. Ma resta un mistero Col 1,4; lTs 1,3;2Ts 1,3; Fm 4-5; lo una nonale virtù che si può ac- Ia di imirare Cristo, Paolo non si
il fatto che egli parli cosi poco del- cfr. Ef ó,23; lTs 3,6; 5,8; lTm quisire; è il risultato di una vita riferisce alla sua vita terrena, ma
l'amore verso Dio e non ne tratti l,5.l4i 2,15i 6,lli2îm 1,t3t2,22i lrasformata, piena dello Spirito di a qualche aspetto del suo amore
in qualche maniera. 3,10i Tt 2,2). Paolo ricorda aiCa- Dio, che riversa I'amore di Dio nel sacrificale che si è manifestato con
latiche quello che conta realmen- cuore dell'uomo (Rm 5,5; Cal la sua morte). Per Paolo, tutta
4. L'AMORE DEL PROSSIMO te non è la legge giudaica ma <la 4,6-7; Fil 1,8). La mancanza di quanta la vita cristiana è una ri-
- L'amore del prossimo è per fede che opera per mezzo dell'a- amore rende dubbia pertanto Ia sposta gioiosa alìa grazia di Dio
Paolo la caratteristica più impor- more> (Cal 5,6), e questa frase presenza dello Spirito nella pro- nel vangelo: è un'espressione di
tante della vita cristiana, di cui è può sintetizzare meglio di qualun- nria vita, e per conseguenza il rap- gratitudine per C.isro. Amare gli
ilcentro. Tutto quello che si fa de- que altra la sua concezione della porto fondamentale con Dio (Rm altri è un modo per dire <grazie>
ve essere un'espressione di questo vita c stiana. 8,1-14). Il fatto che Paolo racco- per I'amore divino (2Cor 8,1-9).
amore (lcor 16,l4). Poiché è piu L'amore rappresenta la realiz- nandi spesso I'amore usando il 4.4 ll modo di amare - poiché
importante dei doni carismatici zazione etica della giustificazione linguaggio della preghiera (Fil 1,9; Paolo è grandemente interessato
a cui aspirano i Corinzi (lCor concessa per grazia attraverso la lTs 3,12; 2Ts 3,5) rispecchia la sua al benessere delle Chiese, gli sta
12,31-13,2), l'amore viene elenca- îede, I'espressione esteriore della convinzione che I'amore, come particolarmente a cuore I'amore
to come primo tra i <frutti dello nuova fede in Cristo. Vi è dunque qualsiasi altro bene, deriva in ul- all'interno della comunità cristia-
Spirito)) (Cal 5,22-23; molta par- una correlazione intrinseca fra la lima allalisi da Dio come dono di na. Benché talvolta raccomandi di
te di quanto segue nella lista può fede in Cristo e l'amore del pros- grazia (2Cor 8,16; lTs 4,9). La via essere gentili con coloro che ne so-
essere considerata un commento simo. E come la fede annuncia la per ottenere I'amore è quella trac- no al di fuori (Rm 12,t4.17-2t1.
all'amore) ed è una delle grazie fine della Legge in senso salvifico ciata dallo Spirito di Dio (Ef 5,18). Cal 6,10; lTs 3,12; 5,15), ta sua
che i credenti devono conseguire (Rm 10,4), I'amore rappresenla 4.3 tr motivo dell'amore - Tal- preoccupazione principale è che
al di sopra di tutte le altre (Col I'adempimento della Legge in sen- volta Paolo parla dell'amore co- I'amore si esprima rra gli stessi cri-
3,12.14). Paolo tà di questo amore so etico (Rm 13,10); nel pensiero me di un normale comandamen- stianii (Operiamo il bene verso
il compendio e I'essenza di tutta di Paolo queste due realtà sostitui- lo che va osservato, anche se, ov- tutti, soprattutto verso i fratelli
quanta la legge morale dell'AT scono la funzione della Legge co- viamente, è il più importante di nella fede> (cal 6,10).
(Rm 13,8-10; Cal 5,14), il debito me via per raggiungere la giustizia, rutti i precetti morali (Rm 13,8-lO; Poiché la Chiesa è il corpo di
continuo che i cristiani devono agli 4.2 Le fonti dell'amo(e - L'a- Cal 5,14). Altre volte raccoma!- Cristo (yedi Corpo di Cristo), la
altri. Anzi, con un linguaggio che more proviene dall'essere radica- da l'amore perché bisogna esse- comunione tra Dio e il suo popo-
Amore 52 Amore
lo e il tempio della sua presenza senso di dedizione agli altri, mo- a vicenda il loro affet,
'rrLrnicarsi lidità di alcune sue affermazioni
sulla terra, è disomma importan- dellato sul sacrificio di Cristo per r) (Rm 12,10; 16,16; lCor 16,20; sùlla forma che normalmente de-
za che ì crisliani imparino a vive- noi, che costituisce il punto cen- '( or 2,8; 13, t2; ITs 5,26) e nelle ve assumere I'amorc. euando so_
re insieme nell'amore. L'amore è trale della concezione paolina del- rrll]erose atlestazioni di affetto no in pericolo le norme divine, vi
i
ciò che salda assieme diversi l'amore autentico (cfr. Wisch- Lt,rso di loro (lcor 16,24; 2cor sono dei momenti in cui l,amore
membri del corpo in <perfetta ar- meyer). .Ì..1;6,11i 7,3; ll,1l;12,15; Fit non può tollerare qualsiasi cosa
monia)) (Col 2,2; 3,l4). Senza I'a ln tutti gli scritti di Paolo si fa 1,7 8; 4,li lTs 2,8; 3,12; Fm 9). llCor 11.7). ma deve andare per
more il corpo non può funziona- vivo il tema che i cristiani non de- .\ I)aolo sta a cuore che Ie Chiese
la sua strada Cor 13,5), e anche
re bene né onorare Cristo come si vono vivere per se stessi, ma per ()noscano le sue premure e il suo
L
con ostinazione, se questa è la
deve. L'importanza di questo ar- gli altri. Gesu, Timoteo e lo stes- rlletto per loro ed egli a sua vol- strada di Dio (1Cor 14,37-38; 2Ts
gomento è sottoljneata dai fre- so Paolo servono da modello di rir si consola non poco se viene a
3,14). E quando si rra[a della gra-
quenti richiami di Paolo all'amo- questo modo di vivere (Rm 9,3: ,onoscerc il loro amore per luì zia di Dio, l'amore sembra avcrc
re e all'urità (Rm 12,10.16.18; l5,l-3; lCor 9,l9-22; 10,33-1 1,1; (.lcor 7,6-7; lTs 3,6-10). Quando
meno impotanza della fede 0Cor
14,l.l9; I5,5'6; lCor 1,10; 2cor 1,6; 4,5; 6,4-6;8,8-9: 12,15: l';rolo parla dell'amore non inten-
ll.l3l. Nella vira di paolo, per-
10,16-17;zcor l3,l l; Gal3,27-28; 13,9; Gal 2,20| Fil 1,20-26: ,ie dunque rilèrirsi soltanto ad atti tanto. l'espressione dell'amore è
5,22-23;6,2: Eî 4,1-6:' Fil 1,2'7; 2,4-8.11.19-24; Eî 4,32-5,2; Col trratici di carità, ma anche a una chiaramente condizionata da alcu-
2,1-4; 4,2; Col 2,2.19t 3,12-l4l t,24: lIs2,9; lTm 4,12). Questo \irìcera espressione di premura e
ne premesse teologiche e morali di
lTs 5,13-14) e dalle sue raccoman- interesse per gli altri sacrificando irlfetto: ambedue gli aspetti sono
importanza decìsiva; quando so-
dazioni di evitare tutto ciò che può se stessi va dimostrato anche nei rIportanti.
no messe itr pericolo, Ie parole du-
esservi contrario (Rm 12,l6: rapporti domestici. (Ef ,1.6 I limiti dett'amore
,,.ute talvolta su quanto -sia
5,25-33; Si di re possono diventare la migljOr
14,I-23; 16,11; iCor 3,3-4; 4,6; Col 3,19; Tt 2,4). Per Paolo I'a- coe- forma di amore e non una sua vio-
I l,l8-22; Gal 5,15.19-21; Ef more richiede dunque abnegazio- rrnte Paolo con i propri ideali, so-
lazione (vedi Oppositori di paolo).
4,25.31; Ftl2,3-4; Col 3,8-9). Co- ne. (Cli <ultimi giorniD saranno I'[llLutto se si pensa al linguaggio
me (membri gli uni degli altri) i invece caratterizzati dall'amore di ,lrrro che eglì usa contro coloro
Vedi anche: Dio; Etica; Frutto
cristiani devono prendersi cura sé, del denaro e del piacere; 2Tm , he si oppongono al vangelo (Gal
dcllo Spiriro; Misericordia; Mor-
I'uno deÌl'altro (lCot 12,25-26) e 3,2-4.) Il rifiuto di mangiare un ci- I ,ll-9; 5,12; FiÌ 3,2; ctu. invece le
preoccuparsi di edificarsi a vicen- ,uc esortazioni a reagire cortese- te di Cristo.
bo se questo è causa di peccato per
da (Rm 14,19; 15,2: lcor 8,1; gli altri è I'esempio più chiaro di rìcrìte e con parole piene di dol-
14,3-5.12.1'7.26; Ef 4,15- 16; 1Ts questa abnegazione richiesta dal- , L.zza in Rm t2,17-21; Col 4,6!). Brur Bùlrmann R.. Teobzia det
Ie.rkrrrrio, Bibtioleca ^-ùovÒ
cli rcotogia conrem,
5,1l). ll fatto che il discorso clas- I'amore (Rm t4,15.20-21i lCor l.)uando Ia grazia del vangelo è poranea a2. Queriniana, Brcscia t985: Fowt
sico sull'amore (lCor l3) sia col- 8,9-13; 10,23-33; vedi Cibi offer- ncssa in pericolo, gli interessi teo- S. E., The Stot! of Christ in the Ethics of
locato da Paolo al centro della sua ti agli idoli
e leggi alimentari giu- Lrgici prendono il soprawento nel Parl. JSNTSS ló, JSOT. Shclticld t9901
,rro pensiero, al di là diogni que- rurni\h Y. P., The L',ve Comnnnd in thi
discussione sui doni carismatici daiche; Idolatria; Forte e debole). Nc,r r.ía,re,r, Abinsdon, Nash!itìc t9?2i
che devono servire a edificare la Un altro punto importante è che ',rione di buona educazione e di la . Thcalalt ond ùhtct tn po t, Ab1î,y.
Chiesa, mostra quanto sia fonda- p€r Paolo I'amore non consiste so- ,.riohetta. Per Paolo non si può dun, Na(h\ ille 1968i \r'. cúnLher er ,r
/,_
mentale nel suo pensiero il ruolo lo nel fare, ma anche nell'essere f mgcrc a compromessi quando si ud, rn
J P. ^/r^If,
\ot. 2, pp. 542.550: Louw
dell'amore. Per Paolo il benesse- (lCor 13,3: (E se anche distribuis- r rxtta dei prjncipi fondamentali NidaE.A,trrp, I ttecrion. Con
pùs5ioù, n Orcek-Enrtish Le.,à,on at úe
re della comunità è importante co- sì tutte le mie sostanze... ma non ,lcl vangelo, e se una Chiesa sì mo- Ncw Tenanent. Bo.ed on Sènanriî; D"-
me quello dell'individuo, ed è per avessi I'amore...))). L'amore degli ..rrir debole nei loro ,raús, United Bible Socielies, New york
conironti essi
r rrnno ribaditi con le parole I988. vol. I, pp. 291-296i VoÎa|r t., Love
questo che l'amore occupa un po- altri non consiste semplicemente e con
in the Ner Tesrcnent, Hodder & Sroueh-
sio così centrale nei suoi scrittì. nel fare il bene e mostrare miseri- lr opere per la salvezza dei suoi ton. London I929; Mohrtane R., Manh'ev
4.5 La natura dell'amore Le cordia, ma deve derivare da un rrrcmbri. In altri termini, paoio and Paul: A Conpaison of Erhiîat per
caratteristiche dell'amore sono de- senso di premura e di compassio- rron intende affatto I'amore come ip€./tver. SNISMS 48, Universir! press,
scritte da Paolo ìn lCor l3- L'a- ne autentica. Deve essere reale e lorma di genrilezza. Anzi, egli cambridse r984: RLddcrbosH.. paut: An
'rrrir ouíine of HE TheotoaJ,Eerdmans. Crad
more si maniîesta nelìa pazienza sincero: non è sufliciente seguirg .rlJèrma che proprjo perché sj in- Rapids l9?5; Schnerdcr C., azaDè ecc.. it
e nella benignità, non nell'invidia, semplicemente le proprie emozio- l(l cssa veramente del benessere al- EDNf. fol. l, pp. 8-12; Spicq C.,,4pare
nel vanto, nell'arroganza, nell'a- ni. E deve esprimersi con un sen- rri (ossia, proprio per amore) è tk lhe New Testone, 2 \ojt., Herder, Lon-
,1ìstretto a usare parole così dure don 196J, 1965i Srahln C., /ko
ec.., in
sprezza, nell'insistenza, nell'irasci- so di calore e di affetto, se deve ClNl vol La, coll. lllJ-1264: Sra,,rier
bilità, nel risentimento o nella ven- essere percepito come vero amo- , a prendere i dovuti prowedi- E., asowò ecc., in cZNt !oi. I, co
detta. ln altri termini, l'amore ve- re. L'importanza di questi aspetti llrcnti (lCor 4,14: 2cot 2,4; 57 I4ó. Wischmeyer O.. r€t hÒchste Weo
.

ro non è egocentrico, ma è dispo- per il pensiero dì Paolo può esse- /,8-ll; 12,19; 13,2-4.t't Gal Das 13. Kopitet des t Kotintheùier;.
Mohn, Culersloh ì981.
sto a sacrificare i propri.desideri re constatata nelle raccomanda- '.1 l- 14). Vi sono quindi dei chia-
per il bene degli altri. E questo zioni rivolte ai suoi lettori di co- r limiti teologici e morali alla va- R. Mohrlang
54 Angeli, aÌcang€li
Anatema
zioni tra Dio e gli uomini, ma so- ,'rr|ortanza e del loro nome (-l-E stificato nello Spirito>, <fu assun-
ANATEMA: vedi Maledizione,
t,t ,lo: 2En 20: TesL. Leyi 3), îan- to nella gloria)). Il tono positivo
maledetto, anatema praltutto tra Dio e lsraele. Essi so-
no mediatori di rivelazione (2Re rr,r tla guida nelle visioni celesti e di queste 1re righe indicherebbe
1.3), assistono gli individui (Gn ,,rru Drctano i misteri (1En 11-36). che l'apparire di Cristo agli ange-
16,9), accompagnano le manife- lrrr) sviluppo nuovo e importan- li si riferisca alla sua esaltazione
ANGELI, ARCANGELI r( c costituiîo dall'idea di due alla presenza degli angeli, che pro
stazìoni di Yhwh (Gn l8;32,1),
',, lìicramenti opposti di potenze clamano onore e gloria al Signo-
fanno parte dell'assemblea celeste
SovMÀRr{r I Cìi angcLi nell'AT c neL
,rrrcliche: gli angeli buoni guida- re esaltator l'orse in una processio-
Oiudaismo; 2. Glì anseli in Paolo: 2 1 (Sal 89,6-9) e costituiscono I'eser-
Ansell (ome rc\lrlìl!rn: 2.2 Angeli(ume cito celeste (Dt 33,2; Zc 1,11). Vie- rr (lr Dio o da un arcangelo e gli ne trionfale. L'idea di angeli che
Iur/a J(l malc, .l I es(ri in ne inviato un angelo ad accompa- ,'rxcli cattivi guidati da una poten- accompagnano Dio e Cristo esal-
^rrEclicomc
Icriori che si op0onsono alla tolontà di_ .,.r irngelica cattiva nota come Sa- tato ricompare ìn lTm 5,21, do-
linai 2.,1 Aneelì alla parrsia: I Gli .ìn_ gnare e dirigere Israele nel suo
cammino nel deserto (cfr. Es 23,23 t,rrrr, Mastema o Belial. ve siraccomanda a Timoteo (da-
gclì e la crislolosia.
e 33,2), e un angelo annuncia il vanti a Dio, a Cristo Ccsir e agli
Il termine italiano <angelo> è giudizio su Gerusalemme (2sam ,' (ìLI ANGELI IN PAOLO , angeli eletti)) di mettere in pratica
usato spesso Per tradurre il greco Z,16). In ambito visionario e apo- l.l Angeli come lesfimoni - In le norme che regolano la vìta del-
al?gelos, (messaggeror>, da cui de_ calittico gli angeli assumono un .rl(uni casi si parÌa di angeli come la Chiesa-
riva, Nella versione greca dell'AT compito più definito come figure
,r\scrvatori o testimoni di Cristo In lcor Il,l0 Paolo ammoni
(LXX) angelc.ts ttaduce a sua vol- ,, (lci credenti. In lCor 4,9 Paolo scc che <la donna deve portare
in forma umana che guidano il
ta l'ebraico mal'etk o <<messagge- veggente nelle sue visìoni e fungo- In)rìc a confronto la condizione del sul capo un segno dell'autorità a
ro)). Ambedue i teînir,i, angelos no da interpreti (Ez 40,3i Zc vcrrr apostolo coù quella dei Co- motivo degli angeli). ll contesto
e ,rdl dk, possono essere usati Per l,?-l?). ln Daniele gli angeli assu- rllrì che, secondo la loro conce- (lCor I1,2-26) solleva molticom-
indicare un inviato umano o divi- úono ruoli diversi, il pirì imPor- /r()nc delf 'escatologia realizzata, plessi problemi esegetici (si veda-
no. ln ognuna delle quattordici ri- lante dei quali è quello dell'arcan- ',)riiì sono diventati re)) (1Cor 4,8). no i commentari) e richiederebbe
correnze di afigelos (di solito al gelo Michele, il protettore d'Israe- I vcri apostoli, invece, nelle loro un trattamento piii ampio (vedi
.r lllizioni e nelle loro stoltezze so- Autorjtà; Capo; Uomo c donna);
plurale) nelle lettere di Paolo il ter- le (Dn 10,13; 12,1).
mine sembra far riferimento (o al- Il titolo <angelo del Signore> ll(' diventati uno spettacolo al qui ci limitiamo a parlare della na-
sembra riferirsi a un angelo Par- rrrrrndo, agli angeli e agli uomini tura e del ruolo degli angeli. Queì-
meno suppone un richiamo) a un
esserc o a esseri soPrannaturali, ticolare che svolge una missione { l( or 4,9). Non è del tutto chia- lo che qui sta a cuore a Paolo è
buoni o cattivi. Archa gelos, o speciale per incarico di Yhwh. Un ro se si tratti qui di angeli buoni certamente il retto ordinamento
((arcangelo) (che compare una so- angelo di questo genere appare a ,, eattivi. Molto probabilmente nel culto, durante il quale uomini
la volta in Paolo, in 1Ts 4,16), si Mosè nel roveto ardente (Es 3,2), l'ir()lo in tono ironico pone gli an- e donne pregano e profetizzano
riferisce a un angelo di livello su- guida lsraele fuori dell'Egitto e lo I'eli a fianco dei Corinzi che già (lcor 11,4-5). Non ha un buon
periore, come l'arcangelo Michele. introduce nella terra promessa (Gs lrrnno raggiunto la pienezza esca- fondamento esegetico I'interpreta-
5,13-15 e Gdc 2,1'5) e aqqate a rrllogica e guardano all'apostolo zione seconclo cui gli angeli, come
t ('ll una certa curiosità. Ma il îat- i <figli di Dio) di Gn 6,2, posso-
I- GLI ANCELI NELL'AT E Gedeone (Gdc 6,1l) in un momen-
ro che gli angeli vengano elencati no essere tentati sessualmenle dal
NEL GIUDAISMO - Benche gli to di crisì.
angeli siano spesso chiamati rra- I testi giudaici extrabiblici ri- .rssieme al (mondoD (kosmoj) e capo scoperlo delle donne (in
velano una più amPia concezio- li (uominiD (drt,lrrdpor) potreb- quanto i capelli della donna costi-
I'dkîm (<inviati>) nell'AT, ci si . rlt
I'r indicare che Paolo pensava a
ouò riferire ad essì anche con 4' ne della natura e del comPito de- tuiscono un'attrattiva sessuale),
,lt,ìlc îorze spìrituali nemiche. oppure le donne potrebbero esse-
dójd (,,santi, ), b"né 'e!ím lt\fi}li eli angeli in alcuni ambienti del
ln lTm 3,16 è riportato un bra- re aggredite da angeli cattivi e de-
deeli dèi)), b'nè (ha)'elòhîm (]rft- Ciudaismo del Secondo Tempio.
Ma in buona Parte si tratta del- rì( ) tradizio-
che appartiene a una moniaci; essa suppone che l'(au-
eli di Dio,)), s'ba'ót (((schiere)), rrt preesistente, forse un inno, in toritàn sul capo della donna con-
nr'jar"/irt ((ministri>) o in alcu- lo sviluppo di quello che già si
trova nell'AT. Gli angeli Proteg- , rri si elenca una serie di contrap- sista nella copertura del capo (cîr.
ni casi essi possono venir indicati
gono gli indjvidui {/Eî 100,5)' l,()sizioni tra la vita terrena di Ge- Fee 490-530). L'interesse di Pao-
con il titolo dii4/ ((comandante)'
rr c la sua condizione gloriosa. Le 10 per I'ordinamento cuÌtuale può
Cs 5,14). Nell'AT gli angeli sono eseguono il giudizio (,1Eri 56'l-8)'
messaggeri o rappresentanti del asiscono come scribi celesti (Glró. .ti righe dell'inno formano tre far pensare che gli angelì abbiano
t,-21-29), formano la corte cele- ,,rppie di antitesi tra la sfera del il compito di conservare tale ordi-
mondo celeste, e sono spesso in_
(l En 14,18-24'), parteciPano al- rondo e quella celeste (seguendo namento. I documenti di Qumran
viati da Yhwh. Fanno Parte del- sLe
1rr rcl966 3 b b a a b). La terza attestano che i Ciudei ritenevano
I'ordine creato e sono al servizio la liturgia celeste (IEn 61,9-13;
4Q400-407), aiutano Israele in rllrl, (lcristo] apparve agli ange- che gli angeli fossero presenti (nel-
dei disegni divini. prestando il lo-
p,veffa l3Mac 6,18-21 ), sono divi- r, ha una corrispondenza nella se- la comuniia>, e per questo moti
ro aiuto ed eseguendo lmportantl ,r da e nella sesta riga: ((fu giu- vo una persona con qualche difet-
incarichi che concernono le rela- si in gruppi a seconda della loro
Angeli, arcangeli 56 s7 Angeli, arcangeli

to fisico doveva essere esclusa dal_ to che si sono mascherati da apo- 1'ìungere al comportamento da te- gli angeli (cfr. Francis). Questo in
le assemblee della setta (lQSa stoli. In realtà. osserva Paolo, es- rrersi nelle relazioni sociali in cam- segnamento potrebbe essere simi-
2,4- l0; cfr. Cadbury; Fitzmyer). si sono ministri di Satana l2cor tx) profano e temporale. Anche se le a quella concezione del culto a
Una simile concezione potrebbe I l,l5). Un altro uso metaforico di rron è sicuro se gli angeli che sa- cuì si allude nei testi di Qunran,
essersi introdotta a Corinîo, per qngelos si ha in 2cor 12,7, dove rlnno sottoposti al giudizio siano secondo la quale gli esseri umani
cui l'(autorità)) sul capo della Paolo parla della sua <spina nel- buoni o cattivi, l'interpretazione prendono parte alla liturgia ange-
donna veniva incontro alle esigen- la carne) - lorse una menoma- t)iù probabile è che Paolo si riîe- lica (4Q400-407), oppure alla tra
ze angeliche di un retto ordina- zione fisica o una malattia - co- risca al giudizio delle forze del ma- dizione esoterica della visìone del-
mento. Piil avanîi, in lcor 13,1 me dl rn angelos Satana, $í <ar,- lc (ZPf 2,4; Gd 6). [n questo caso la Merkabqh, attestata in scritti
Paolo si riferisce al (parlare le lin- gelo) o (ministro)) di Satana. l'aolo ricorderebbe ai Corinzi che giudaici posteriori e secondo la
gue degli uomini e degli angeli)). 2.3 Anqeli come €sseri inferiori i credenti, essendo stati glorifica- quale gli adepti spirituali penetra-
Potrebbe essere ur'allusione al che si oppongono alla volontà di- li con Cristo che regna su tutte le no nel cielo lino al trono di Dio
parlare in prolezia, o al parlare in rina - Per quanto abbia un'aÌta |otesta, avranno un loro compi- e prendono parte alla liturgia ce-
lingue, e
ancora una volta si considerazione degli angeli in al ro nel giudizio îinale dì queste po- Iesre (cfr. 3-E ).
avrebbe una relazione tra il culto cuni contesti dicendo addirit- lcnze, 2.4 Angeli alla parusia Quan-
governato dallo Spirito e quello tura che i Galari lo hanno ricevu- Col 2,18 ammonisce coloro che do Paolo parla della parusìa di
degli angeli. to così calorosameúte come se vorÍebbero convincere i Colosse- Cristo usa I'immagine tradizionale
2,2 Angeli come forza del male avessero accolto un <angelo del Si- \i a umiliarsi e a (venerare gli an- del Signore che si rivela dal cielo
È chiaro che i primi cristiani, gnore> (Cal 4,14) - Paolo può yclir, (îhtèskeia tón angelón). Q]ue- <con gli angeli della sua potenza
- anche usare la figura dcgli angeli \ta allusione al (culto degli an- in fuoco ardente> (2Ts 1,7-8) e del
come i Ciudei, rite[evano che al-
cuni angeli fossero cattivi. In Mt per porre ìn rilievo la superiore gcli>r è problematica per due mo- Signore Gesrì che viene (con tutti
25,41 Gesu parÌa efficacemente gloria deL vangelo di Cristo. Se rivi: (l)
se il genitivo (degli an- i suoisanti) ( lTs 3,13). L'idea de-
del <fuoco eterno preparato per il Paolo stesso <o ùn angelo dal cielo gcli)) debba essere inteso come og- gli angeli che accompagnano il
diavolo e per i suoi angeli)); Pao- predicasse un vangelo diverso>l gcttivo (culto che è rivolto agli an- guerriero divino si ritrova in Zc
lo non usa un linguaggio così in- (Cal 1,8) da quello ricevuto origi- BcLi) oppure come soggettivo (cul 14,5, dove si dice che nel giorno
cisivo ma in Rm 8,38 sembra col- nariamenle, dovrebbe essere con- lo praticato dagli angeli); e (2) in del Signore Yhwh verrà (con tut-
locare gli algeli tra le forze ostili siderato anatema. E ancora, il fat- rmbedue i casi quale possa essere ti isuoi santi): un chiaro riferi-
dell'universo che potrebbero sepa- Lo che secondo alcune tradizioni lo slondo religioso di questa pra- mento all'esercito celeste (Dt 33,2;
rare i credenli dall'amore di Dio giudaiche la Legge sia stata pro- tica. La soluzione esegetica di que- lEn 1.9: Od l4). ln modo simile,
in Cristo. Paolo potrebbe pensa- mulgata per mezzo degli angeli \ti problemi richiede un più am- in lTs 4,16 Paolo parla della (vo-
re agli angeli delle sfere celesti in- (Cal 3,19; At 1 ,53; Eb 2,2) e at- pio esame del falso insegnamen- ce> dell'arcangelo e del (suono
feriori, i quali potrebbero impedi- traverso un mediatore, la pone in to praticato a Colossi (r€di Colos- della troinba di Dio). Si è anche
re l'accesso a Djo, oppure potreb- contrasto con I'opera di Dio in \csi, lettera ai). Se gli angeli equi- pensato che (l'impedimento> di
be riferirsi agli angeli delle nazio- Cristo. Quesla concezione del valgono agli <<elementi del mon- cui si parla in 2Ts 2,6.7 si riferi-
ni (Dt 32,8; Dn 10,13; Sir 17,17; compito degli angeli nel trasmet- tlo), (stoicheia lou kosmou, Col sca a una figura angclica, lorse
Giub. 15,31-321i quali, in quan- tere la Legge al Sinai sembra de- :,8,20), sono allora deìle potenze Michele (Dn 10,13.20; cfr. Goul-
to divinità nazionali, potrebbero rivare dalla traduzione della LXX .he si inseriscono tra i credenti e der, 99), che impedisce il male per
essere visti come ostacoli all'in- di Dt 33,2 e si ritrova in posterio- iì giusto oggetto d9l lo.o culto, os- favorire la predicazione del van-
gresso dei Gentili nell'amore re- ri interpretazioni rabbiniche di Sal sia Dio in Cristo. Paolo mettereb- gelo (Marshall 199-200).
dentivo di Dio in Cristo. Di soli- 68,18. hc allora in guardia contro un in-
to, però, quando Paolo parla di L'autorità escatologica dei cre- \cgna.mento o una pratica spiritua- CLI ANCELI E LA CRISTO.
3.
esseri angelicj nemìci di Cristo e denti viene sottolineata in lcor lo che insiste talmente sugli angeli LOCIA - La ricerca sulJe origi-
del suo popolo, usa la varietà dei 6,3 dove Paolo rivolge ai Corinzi (la farne in pratica oggetto di cul- ni della cristologia del NT si è ri-
nomi che compaiono assieme a una domanda retorica: (Non sa_ to, o un insegnamento che di fat- chiamata all'angelologia giudaica,
(principati e potestàD (si noti a,'- pete cbe giudicheremo gli aneeli? to raccomanda il loro culto. vedendo in essa una concezione
clai in Rm 8,38). In 2cor I I,l4 Quanto piir le cose di questa vi- Se Paolo parla di un culto pra- dell'agire divino che ha potuto
Paolo ricorda che anche Satana tal)). ll contesto parla delle liti tra ricato dagli angeli (genitivo sogget- aiutare i primi cristiani a spiegare
può mascherarsi da angelo di lu- i credenti, che vengono portate da- tivo), il quadro sarebbe quello di teologicamente la figura di Cristo
ce. Egli si richiama qui alla tradi- vanti al tribunale (ved, Procedi- rna pratica religiosa fondata suì- gìorioso (cfr. Hurtado). All'inter-
zione giudaica che parla di Sata- mento legale). Paolo nel suo ra- I'astinenza e la disciplina spiritua- no del Giudaismo si pensava che
na che può camulîare se stesso gionamento parte dal ruolo e dal le, che ha per scopo il raggiungi- alcunj angeli principali îossero do-
rcfr. VitAE9; Test. Ob. 6,4) e la I'autorità escatologica superiore, ùìento di esperienze visionarie con tati di un potere, un onore e
applica ai suoi avversari di Corin- che appartiene ai credenti, per iLri si partecipa al culto celeste de- un'aulorità che erano superati so-
Anima 58 59 Antico testamento in Paolo
lo da quelli di Dio. Questi angeli N/DNZ vol. I, pp. l0l-i051 Bielenhard
H.. Die hinnlische Weft in Ulchtistenkrn
ANTICO TESTAMENTO I. CITAZIONI ESPLICITE
avevano figura umana ed erano und Spiirju.lentum, WUNT 2. Vanden- IN PAOLO Le discussioni sull'uso che Paolo
noti con il nome di Cabriele (Dn hocck & Rupr€chr, Túbingen l95l; Brauch la dell'AT si sono concentrate so-
8,15-26; 10,2-9; lEn 9,1; lO,9: ÌÀ{-, Ho.d Satinss oJ Porl, lnlcrva6i(y, \r'\r\iaRo l- Cilazioúi esplicire; l-l I prattutto, e in alcuni casi esclusi-
40,9-10), Michele (Dn 10,13-21; Dos'ncrs Crove (tL) 1989, pp. 147-153; dati; 1.2 Problemi resruali; l.l Conse vamente, sulle citazioni esplicite.
Btoer 1., angetos, in fDNr, vol. I, pp.
l2,l:, IEn 9,1; 40,9-10; IQM l3-16; Cadbury H. J.,,4 Ornrun Pam el -quenze sDlpiano
cscgeticoì 2. Alìusìoni;
Questo modo di procedere, ben-
3- Paolo e I'esegcsigiudaica;3.1 Esegesi
17,6-8; 13,10), Raffaele (1En 10,4; 10 Paul, in HTR 5l (l95at l'2; Caird G. B., alessand.ina; l-2 Esegesi qumranica; 3.1 ché comprensibile, può tuttavia ri-
40,9-10; Tb 12,15), Melchisedek Pùncìpalities and Poverc: A 9udy in Pau- Esegesi rabbinicai 3.4 Ahre fonÌi;4. In sùltare controproducente- Come si
(l lQMelch; cfr. anche Sal 82,1-2) line Theolog/, Clarendon, Oxford 195ói terprctazione biblica ne8li scrilidi Pao- vedrà più avanti, una citazione
Carr w., /rs€ls and Pincipalities: The loi 4.I CoDcetÌi fondamenrali; 4.2 El€-
e lahoele (ApAbr 10,3-4; ll,l-4). RalkEnund, Meaning and De\'eloptnent oî
particolare, benché esplicita e let-
menÌi principaliì 4.3 Ab 2,4 come caso
Questi angeli principali risalgono îhe Pauline Phruse <haìarchaikai hoiexo - esempla.ei 4.4 Conclusione. terale, può avere solo una funzio-
forse alla figura dell'angelo del Si- Jli?j)), SNTSMS42, UDiveroily Press. Cam- ne illustrativa e pertanto può an-
gnore, che appare nelle narrazio- brìdge l98l; Davidson M. J.,,4ng€ls, in Anche se molti Ebrei del I sec. che non dire molto sulle idee fon-
DJG, pp.8 llt 1d., Angels at Qunrun: A
ni del Pentateuco (Cn 16,7-l4i Conporuîive Studt of I Enoch t-36, 72.108 pensavano che vi fosse un'oppo- damentali di Paolo. Viceversa, al-
22,11-18; Es 14,19-20). Questa an.l Sectatidn Witinss ltotl1 Quntmn, sizione tra il vangelo e la loro ie- cune argomentazioni dell'apostolo
tradizione può aver ricevuto un JSPSS 11, Sh€flìeld Acad€nic, Sh€lli€ld cle, Paolo ha consìderato il pro- che non contengono apparente
1992; Dibelius M., Dre Ce6ter\.)elt itn Alou- prio messaggio come un adempi- ri-
notevole impulso da lesti come Ez Drente alcuna citazjone possono
ben des Patlus, v aúenhoeck & Ruprcchl,
I ,26-28t 8 ,2-4, dov e la <gloria del Gòlting€n 1909i Fee G. D., The First Epi- rnenio delle promesse di Dio a specchiare una profonda cono-
Signore> appare in forr-na di figu- slle ta rhe Coùnîhians.NICNT, E€rdmans, Israele. Le sue lettere, pertanto, sccnza dei temi dell'AT, e anzi di-
ra umana, e Dn 7,9-14; lO,2-9, do- Grand Rapids 1987j Fitzmyet J. A.,A Fea- sooo piene dj citazioni dell'AT, penderne. Ma nonostante queste
turc oJ Qumrun Anseloloey snd the New osservazioni è in qualche modo
ve appare la figura celeste di (uno che dovrebbero servire a chiarire
Testatnent. lî, NTS 4 (195 ]-J8) 48-J8i Fos-
simile a un figlio di uomor e un stm J.E., The Nane of God and rhe An- c difendere il vangelo. Questo fat- utile e conveniente servirsi delle ci-
angelo principale, ln aicuni testi set olthe Lod: The Où8ins oîthe ldea of to è senza dubbio di grande im- tazioni esplìcite come punto di
giudaici piir o meno del I sec., que- Intemediaies in Gnostitísn, WUNT 1.3ó, portanza per capire l'insegnamen- partenza di uno studio pitr ampio.
sti angeli principali agiscono co- J. C. B. Mohr, Tùbinsen l98J; Francis F.
O-, Humiliry and Aryelic wo.ship in Col
lo di Paolo, ma solleva anche mol- l.l I dati Dovremmo comin-
-
me capi dei servi o dei messaggeri 2r,18, in F. O. Francis - w. A. Meeks(€dd.), li problemi. Talvolta incontriamo ciare con I'elenco di quei passi in
di Dio e sembrano aver contribui- Conllid ar Colossae, SBLSBS 4, Scholars. problemi testuali, dovuti in parle cui di solito si vede una citazione
to a creare una duplice concezio- Missoula (\,IT) 1975, pp. 163-195i GasterT. al fatto che Paolo, scrivendo in dell'AT. Purtroppo non vi è però
H-, Angel, ii IDB, \ol. I, pp. 128'll4; greco, ha usato naturalmente la unanimità su questo punto tra gli
ne giudaica delì'immagine di Dio, Goulder M. D., Sitas in Thessalonica, iÍ
L'angelo Iahoele può essere stato JSNI48 (1992) 87-10ó; Grundmann W. - Settanta (LXX), e questa tradù- studiosi, soprattutto quando cer-
inteso come una personificazione Rad G. von Kitl€l G., anEelos ecc., ìî zione non sempre è fedele al testo cano di distinguere tra citazione e
del nome divino (Fossum) o come GLNT, vol. I, coll. 195-214; Hunado L. cbraico. Inoltre, la sua esegesi di allusione. La lista allegata delle ci-
\Y.. One God, Ane Lord: Ea , Chtistian
un'abitazione del nome (frw, e Del'otion and Ancient Jewish Monotheisn,
alcuni passi dell'AT suscita per- tazioni dell'AT in Paolo, che si
,E/ = Iahoele; cfr. Es 23,20-21) in Fortress. Philadelphia 1988; Kuhn H. 8., plessità nel lettore mod€rno: pos- basa soprattutto suì lavori di Mi-
un essere angelico (Hurtado). Pur The Angelologf of the Non-Cononical Je- siamo seguire anche noi il suo me- chel, Ellis e Koch, vuol essere la
dovendo tener conto anche di al- trìsh Apocalrpses, ir JBL 61 (5948) rodo nella nostra interpretazione piir completa possibile: se due di
2l?-232; ManhalÌ l. H., .l and 2 Thessala"
tri fattori, è stata così individua- ,!rans. NBC, Eerdmans, Grard Rapids
rlella Bibbia? lnfine, l'uso che questi tre studiosi sono d'accordo
ta una linea di ricelca abbastanza 1983; Michl J., ,,lrgal. in E8î, vol. l, pp. ì'aolo fa della Scrittùra compor- su una citazione, essa è stata in-
îruttuosa per capire come i primi 20 28; Muilen E. T., The Assenblr olthe la serie conseguenze teologiche, le clusa. Inoltre, è stata inserita nel-
Cadt: The Dirine Councílin Canaanite and quali hanno causato accesi dibat- I'elenco anche la mezza dozzita di
crisriani abbiano potuto mante-
nersi su una linea di continuità con
Ea ! Hebrev Liîercîure, HSM 2:1, Scho- {iti nella storia del Cristianesimo, citazioni che si trovano in Efesini
ìars, Chico (CA) 1980; Nessom C. A. -
il moloteismo giudaico e nello watson D. F-, .4rgéls. in,4AD. vol. I, pp. come i conflitti della Chiesa con e nelle lettere pastorali, benché
stesso tempo siano stati in grado 248-2J5i RoNland C., The Open Hearen: Nfarcione nel II
sec., le dispute escluse da Michel e Koch (que-
di parlare di Gesu e di venerarlo A Srud, of Apocauptic, \r Judaistn and sorte nel XVI sec. nel mondo pro- st'ultimo esclude anche quelle di
Earl! Chtistia'iry, Cross.oad, New York tcslante sul valore permanente del- 2cor 6,16-18); gli studiosi che non
come il preesistente Figlio di Dio 1982; Rùssel D. S-, The Method dnd Mes-
(vedi Dio)- soge o.î Jewish Apocalyprl., Westminster. la Legge dell'AT e le polemiche ritengono queste lettere autentica-
Philadelphia l9ó4; Stuckenbruck L. T.,,4,?- l)iir recenti tra i teologi dell'allean- mente paoline le possono elimina-
gel verc.ation and Chtisrology, wUN'f za e della legalità, e così via. Que- re facilmente.
Vedi onchei Dio; Elementi del 2.7o, t. C. B. Mohr, îúbinsen 1995.
mondo; Principati e potestà; Qum- \lo articolo si propone di passare Anziché presentare i dati in for-
ran e Paolo; Satana, diavolo. D. G. Reid in rassegna i dati testuali e di da- ma neutrale, si è cercato di riuni-
rc qualche indicazione sui princi- re le citazioni in gruppi significa-
Br!1. Bictenbard H. - Budd P. J., .ar- pi che governano l'interpretazio- tivi. Il primo consiste di passi pri
Ael, Messenqer, Gabtiel, Michael, in ANIMA: vedi PsicoÌogia rre biblica di Paolo. vi di difficoltà t€stuali. In questi
Antico testamento in Paolo 60 6t Antico testamento in Paolo
casi laLXX traduce il testo ebrai- comprensione dell'ebraico. Così tare I'AT Paolo non segue un me- tedesco). Effettivamente, i MSS
co fedelmente e quasi (alla lette- pùre, le varianti rra la LXX e il todo semplic€. Certo, I'apostolo ebraici trovati a Qumran e in al-
ra), e d'altra parte la citazione di TM vengono registrate se la tra- non avverte la necessità di ripro- tre zone del deserto di Ciuda con-
Paolo è a sua volta sostaùziaÌmen- duzione greca indica un frainten- durre esattamente il testo in ogni fermano che alcune traduzioni
te conforme alla LXX. dimento del testo ebraico o sup- caso. D'altra parte sarebbe erra- particolari della LXX rispecchia-
In molti passi, però, il TM e la pone un testo ebraico diverso dal to dedurre che egli non ha daîo no una <Vorlage> ebraica diver-
LXX presentano letture diverse TM. Non tutti sono però disposti importanza ai dettagli: quando è sa dal TM. Altre divergenze tra il
(almeno tre fattori, presi singolar- ad applicare questi criteri alla stes- opportuno e necessado, egli sa uti- TM e la LXX sono invece dovute
mente o in combinazione tra loro, sa maniera. Pe. esempio, 2cor lizzare il testo alla lettera per so- ad altri fattori (come il metodo se-
possono spiegare quesre difleren- 13,1, che cita Dr 19,15, viene in- stenere il suo insegnamento (l'e- guito dai tradunori, la loro esege-
ze: traduzione lib€ra, fraintendi- cluso nel terzo gruppo per il îat- sempio piil noto è la sua accentua- si, il loro stile ecc.). Ad ogni mo-
mento, e I'uso, da parte del tra- to che Paolo segue la LXX (con- zione del singolare nell'uso del- do, non è del tutto certo che le dif-
duttore, di MSS ebraici che djver- tro TM) aggiungendo la parola la parola (discendenza> in Gal ferenze che si notano nei passi ci-
gevano in alcuni punti da quello <<ogni> Q)an), ma qualcuno po- 3,16). tati da Paolo siano dovute a una
che piir tardi sarebbe divenuto il trebbe obiettare che qùest'aggiun- Non vi è inoltre uniformità nel- mancanza di unilormità tra i MSS
TM). Questi passi possono essere ta è dovuta allo stile del greco. E I'uso che Paolo fa della sua lonte ebraici.
ulteriormente suddivisi a seconda così pure! non tutti potranno es- testuale. La sua dipendenza dalla Ma a complicare ulteriormente
che Paolo aderisca all'una o all'al- sere d'accordo srrl fafto che la ci- la questione sta il îatto che nep-
traduzione greca corrente a quel
tra forma del lesto. Pertanto il se- tazione paolina di Ab 2,4 in Rm tempo è chiara, ma non vi sono purc l'AT greco è uniforme. Quel-
condo gruppo dell'elenco com- l,17 e Gal 3,I I sia posta nel secon- argomenti per sostenere che egli la che (con un po'di ingenuità)
prende i pochi casi in cui Paolo do gruppo (si confronti, al contra- conoscesse l'originale ebraico e chiamiamo LXX è in realtà la rac-
concorda con I'ebraico (ossia con rio, Smith 272). che quest'ultimo, almeno in alcu- colta di varie traduzioni effettua-
il TM) e diverge dalla LXx. Ma La questione si complica inol- ni casi, fosse determinante per il te in tempi diversi da persone di-
piu spesso Paolo segue la LXX e tre per il fatto che in alcuni casi suo uso dell'AT. Questo proble- verse, che hanno messo in opera
diverge dall'ebraico, come si ve- una determinata citazione può es- ma generale, purtroppo, interfe- le loro doti in maniera differente
de dai passi elencati nel terzo sere catalogata sotto due gruppi risce con le questioni piu tecniche I'una dall'altra e hanno seguito
gruppo. diversi. Come abbiamo acc€nna- che riguardano la trasmissione del metodi diversi. Inohre, revisioni
Altre due categorie di testi com- to sopra,2cor 13,l viene ritenu- testo. I traduttori della LXX pos- sostanziali e altre traduzioni gre-
pletano la lista. Il primo gruppo to di solito piu vicino alla LXX sono aver usato i MSS ebraici che in concorrenza tra loro han-
consiste di passi in cui la citazio- che al TM per via dell'aggiunta compilati a quel tempo (due o tre no influenzato la sùccessiva tra-
ne di Paolo diverge sia dall'ebrai- della parola gteca pon, tuttarta, secoli prima di Cristo), quando la smissione del testo- Di conseguen-
co sia dalla LXX, indipendente- nella stessa citazione Paolo - situazione del testo era ancora za, si pùò essere fortemente ten-
mente dal fatto che qùesti ultimi contro TM e LXX - non ripete piuttosto fluida; nel 100 d.C., pe- tati di stabilire quale potrebbe es-
due concordino tra loro. ll quin- l'espressione (sulla parola)), Si no- rò, il testo ebraico si era gìà piìr sere stata la forma concreta del co-
to e ultimo gruppo riunisce una se- ti anche Rm 9,17, dove Paolo stabilizzato, e soltanto alcuni se- siddetto (Antico Greco)), per de-
rie di citazioni che sono problema- adotta un verbo che fa allontana- coli dopo ha assunto forma defi- cidere poi se Paolo si sia servito
tiche, perché la lonte della citazio- re il testo dalla Lxx e lo fa awi- nitiva il testo giunto sino a noi (il di essa. Per esempio, alla fine di
ne è cliscussa e/o perché uno dei cinare all'ebraico di Es 9,16, ma TM). Rm 9,33 Paolo cita la LXX di Is
tre studiosi sopra citati la conside- nello stesso tempo egli accetta I'e- Possiamo chiederci se alcune 28,16: <Chi crede in lui non sarà
ra una citazione anziché un'allu- spressione ez soi, <in teD, aggiunta differenze che si notano negli elen- deluso>. L'espressione (in lui))
sione. dalla LXX. Comprensibilmente, chi allegati siano dovute a questi non compare nel TM e manca an-
Bisogna riÌevare che una forte questo passo è stato posto nel mutamerti intervenuti nella tra- che in un importante MS greco, il
dose di soggettivjtà sta alla base quarto gruppo, ma potrebbe esse- smissione del testo. Si potrebbe Codice Vaticano (B). In questo ca-
delle decisioni che si rispecchiano re fuorviante dire che la citazione pensare, per esempio, che l'ag- so, come anche di solito quando
in questi elenchi, specialmente di Paolo non concorda né con il giunta delle parolepas anlhrópos sono testimoniate tradizioni diver-
quando si deve stabilire se una va- TM né con la LXX. (<chiunque>) in Dt 21,26LXX : se,il testo ciiato da Paolo è con-
riante sia sÌlflicienlemente indica- Al di là dì questi problemi, pe- Gal 3,10 rispecchi un testo ebrai- forme al testo greco (standard)),
tiva da essere segnalata come ta- rò, la catalogazione che si trova co che coùteneva un'espressione probabilmente originale, il quale
le. Le divergenze tra Paolo e la nell'elenco allegato può essere ab- corrispondente e che una copia di per il libro di Isaia è meglio rap-
LXX vengono qui considerate si- bastanza attendibile per una pano- questo testo sia stata usata dai tra- presentato dal Codice Alessandri-
gnilìcative soprattutto se sembra- ramica dei dati pertineoti. duttori della LXX (o sia stata la no (A).
no riflettere una diversa traduzio- 1.2 Problemi tesluali -11 ma-
loro <Vorlage>, come si dice abi- In alcuni casi, però, le citazio-
ne greca dell'AT o una diversa teriale rivela anzitutto che nel ci- tualmente usando questo termine ni di Paolo sembrano rispecchia-
Antico testamento in Paolo 62 63 Arlico testamento in Paolo
re un tesîo misto. Rm 9,2'7-28 cr- so ne sia ilresponsabile, Tuttavia, mo)r) è dovuta alla natura della ci- te che I'apostolo intende dire:
tals 10,22-23 in una forma che è è interessante rilevare che una del- tazione indiretta, mentre le altre <Abbiamo lo Spirito di Cristo e
molto vicina al quella del Codice le caratteristiche di questa lezione varianti (per esempio nell'ordine perciò conosciamo veramente Cri-
A, ma invece di freos (<Dio)) {l'uso di ponourgio, <<astuzia>, per delle parole) non intendono comù- sto>. Possiamo dunque dire che
Paolo usa k//los (<Signorer>), che I'ebr. 'ormA) ha indotto alcùni nicare qualcosa di particolare, e I'interpretazione contenuta nella
è la lezione del Codice B (poiché studiosi a pensare che PaoÌo aves- neppure suppongono che chi par- traduzione della LXX è divenuta
però i nomi divini vengono facil se tra le mani un'altra traduzione. la non consideri importanti le pa- una lonte per lo sviluppo dell'in-
mente scambiati tra loro, sembra di cui si è servito (la traduzione at- role del tesîo. Molte citazionì di segnamento di Paolo?
piil prudente non dar molto peso tribÌÌita a Simmaco, che potrebbe Paolo vanno intese in questo sen- Per capire I'uso della Scrittura
a questa vadante). Al di fùori di riflertere una tradizione piu anti- so (cfr. Rm 3,15-17 = ls 59,7-8). da parte di Paolo bisogna andare
Isaia le corrispondenze lestuali so- ca, usa la stessa parola pei tradur- In conclusione, il semplice fatto però molto al di là delle varianti
no un po' diversc, ma Possiamo re Pr 8,12). Questa opinione non che le citazioni contengano delle verbali. Diversi passi che conten-
trovare altri casi in cui il testo di pùò essere esclusa. paroÌe diverse non è un elemento gono citazioni alla Iettera posso-
Paolo può rispecchìare non i mu- Un'ultima complicazione deri- significativo per capire I'ermeneu- no contenere importanti elementi
tamenti inîrodotti da lui, ma una va dalle varianti presenti nelle stes- tica di Paolo. ermeneutici. E al contrario testi
lezione diversa. La traduzione gre- se lcttere paoline (redi Critica te- Ma vi sono anche molte aìtre ci- che non contengono affatto una
ca originale di Dt 27,26 contene- stuale). Per esempio, in lcor 9,9 tazioni in cui la differenza nelÌe citazione esplicita possono essere
va probabilmelte il pronome re- Paolo cita Dt 25,4, ma iÌ verbo che parole è rilevante sul piano esege- indicativi per capire l'esegesi di
lalivo ,os1rs (cfr. l'edizione del usa per (mettere la museruola) è tico. Un esempio molto interes- Paolo. Prima di affrontare questi
Deuteronomio nella Septuag i n t a kèmoò, mer,tre la LXX usa pli sante è in lCor 2,16, dove Paolo problemi ermencutici più vasti, è
di Góttingen, curata da J. w. we- moó. Ora, la rnaggior parte dei cita Ia Lxx di Is 40,13a: <chi in- dunque opportuno esaminare Ie
vers), ma quando Paolo cita que- MSS del NT (inclusi P"6, S e A) il
fatti ha conosciuto pensiero allusioni paoline all'AT.
slo passo in Gal 3,10 usa il pro- hanno anch'essi plrimoó. Poiché [noíJ] del Signore?)), anche se il
nome ros, attestato anche in vari gli scribi potrebbero aver iacìl- testo ebraico ha la parola (spiri- 2. ALLUSIONI - Comc già ab-
MSS della LXX. mente corretto la citazione nel NT to) (ebr. /iah) anziché (pensie- bìamo detto, Ia distinzione tra ci-
Questi dettagli tecnici sono im- sulla base del testo greco dell'AT ron. La traduzione della LXX può tazione e allusione non è rigida, e
portanti per ilseguenîe motivo. Se a ìoro noto, i critici testuali mo- spiegarsi come un tentativo di gli autori del NT (che non cono-
Paolo cita un passo dell'AT in una derni ritengono giustamente che chiarire il senso dell'originale. Ma scevano Ie virgolette!) non sem-
forma che diverge dal testo greco kèmoò sia la lezione originale in indipendentemente da come pos- brano essersi preoccupati molto
(standard) ma è attestata in qual- lCor 9,9, anche se si trova soìo in siamo giudicare la tecnica del tra- del problema, e del resto sarebbe
che MS della LXX o in una tra- pochi MSS (incluso ilCodjce B; si duttore, Paolo avrebbe potuto poco utile voler formulare un cri-
duzione posteriore, la maggior noti per inciso che lo stesso ver- certamente cambiare il greco terio definitivo per decidere la
parte degli studiosi è propensa a setto dell'AT viene citato in lTm riouJ, (menÎe>, in pneumq, <<spi- questione. Inoltre, lo stesso termi
ritenere che la divergenza non si 5,18, dove però la lezione originale ritoD, se I'avesse voluto. La sua ne <allusione> può riferirsi a
è orìginata con Paolo, ma in una è quasi certamente phimoó). scelta è stata probabiÌmente inten- un'ampia gamma di usi scritturi-
tradizione testuale parallela (l'e- 1.3 Conseguenze sul piano ese- zionale e ci illumina sul suo mo- stici: citazioni libere, riferimenti a
sempio più comune è lCor 15,54, getico - Quando la citazione di do di usare la Scrittura, ossia sul- episodi, richiami intenzionali a te-
dove la citazione di Is 25,8 diver- Paolo diverge dalla LXX o dal I'importanza che aveva la LXX sti particolari, parole simili usate
ge dalla LXX e concorda con una TM (o da ambedue), il motivo può per la sua riflessione teologica. (forse inconsciamente) per espri-
traduzione posteriore attribuita a anche non essere rilevante. Paolo Com'è noto, lCor 2 parla del- mere un'idea diversa, correlazio-
Teodozione), Ma d'altra parte, se può fare come noi quando inten- lo Spirito (vedi Spirito Santo) che ni tematiche, e anche corrispon-
la forma del testo di Paolo non è diamo riferirci a un testo senza ci- ci rende possibile la conoscenza di denze per nulla intenzionali, Poi-
attestata in un MS della LXX o in tarlo alla lettera. Per esempio, se Dio (cfr, specialmente lCor 2,1l). ché è difficile trovare nel colp!.t
un'altra traduzione greca, possia- diciamo: <Gesrì ha detto che non Venendo alla conclusione, Paolo paolino una sezione in cui non si
mo ritenere che sia Paolo stesso il possiamo lare nulÌa senza di lui>, si richiama a Is 40,13 e conclude ritrovi una qualche influenza del-
responsabile della variante? ln intendiamo riferirci a Gv 15,5, an- con I'affermazione: <<Ora, noi ab- l'AT sul linguaggio e il pensiero
lCor 3,19, dove cita Gb 5,13, che se la citazione esatta di quel biamo il pensiero di Cristo,). L'u- dell'apostolo, una lista completa
Paolo si allontana dalla LXX in testo (nella versione CEI) dovreb- so della parola <pensiero> colle- di queste allusioni diventerebbe
diversi punti, per cui il testo vie- be essere: <(Poiché senza di me non ga qui quest'ultima asserzione con davvero troppo lunga; soltanto in
ne ad essere un po' piìr vicino al potete far nulla>>. La differenza la citazione della LXX, ma l'ori- Rm 9-l l, per esempio, sono state
TM. Poiché nessun MS della LXX nel pronome personale (<me) di- ginale ebraico, come più in gene- individuate più di cento tra cita-
contiene la lezione usata da Pao- venta (lui))) e nella persona del rale il contesto dell'argomentazio- zioni e allusioni (così Hùbner
lo, si ritiene spesso che Paolo stes' verbo k<potete) diventa (possia- ne di Paolo, indicano chiaramen- 149-60). Per poter esaminare il
Anlico testamento in Paolo 64 65 Antico tcstamento in Paolo
materiale non serve perciò compi- giurerà ogni lingua> (quest'ultimo non sembrano attribuirvi un gran- vo ancora in mezzo a voi, siete sta-
lare una simile lista, ma è piir uti- verbo è tradotto dalla LXX alla de signiîicato. Ed è anche possi- ti rjbelli contro il Signore, quan-
le invece discutere brevemente un stessa maniera di Paoloi exomo- bile che Paolo abbia semplicemen, to più lo sarete dopo la mia mor-
certo numero di casi più rappre- /ogesefQi, <confesserà)). Benché te -e forse anche inconsciamen- te!). Tre versetti più avanti, come
sentativi. non si tm i di una citazione espli- -
te fatto ricorso al lìnguaggio di già abbiamo rilevato, Paolo allu-
Filippesi, per esempio, non cita o precisa, quest'uso di Isaia Ciobbe per esprimere ùn'idea del de certamente a un'affermazione
compare nella lista delle citazioni è particoìarmente significativo per tutto diversa, ossia la liberazione che si îrova nel vicino contesto del
esplicite, ma sarebbe un grave er- le profonde implicazioni che può dalla prigione, in cui egli sperava canlico di Mosè (Dt 32,5): inoltre,
rore dedurre che in quesla lettera avere per lo sviluppo del concelto (la connessione potrebbe essere Paolo sembra pensare alla propria
non vi è alcun influsso dell'AT. Si paolino di Cristo (e questo resta stata facilitata dal parallelo tra gli morte in Fil 2,17. Non si può
può ìnfatti constatare facilmente valido ìndipendentemente dal fat- accusatori di Giobbe e le persone escludere la possibilità che Dt
una dipendenza dall'AT nel mo- to che il cosiddetto inno cristolo- che Paolo nomina in Fil2,17; cfr. 31,27 abbia condizionato le parole
do con cui Paolo descrive le offer, gico sia stato o meno composto Hays 2l'23). Ma è molto più pro- dell'apostolo, ma è difficile stabi-
te in d€naro ricevute dalla Chiesa originalmente da Paolo). babile che Paolo pensi alla que- lire sc l'allusione sia conscia e, in
di Filippi: (Sono un profumo di Se si esamina attentamente la stione pjù profonda della sua re- caso positivo, quale rilevanza le si
soave odore, un sacrificio accetto LXX, si possono scoprire altre in- lazione con Dio e del suo destino debba attribuire.
e gradito a Dio> (Fil 4,18). Que- teressanti allusioni all'AT in Filip- spirituale. Poiché il contesto dj Gb Il motivo per cui ci si può sof-
sto linguaggio deriva certamenfe pesi. Pochi versetfi più avanti 13,13- l8 tratta precisamente di fermare su Filippesi (e vi è forse
da alcuni testi rituali, come per Paolo affronta il problema delle questioni che hanno rilevanza per un'altÍa mezza dozzina di allusioni
esempio Es 29,18, ma con un si- critiche e delle mormorazioni (Fil l'eternità, l'ì.lso che Paolo la di che non abbiamo menzionato) è di
gnilicato diverso, che compare già 2,14), un tema che richiama l'e- questo passo può essere più di una mostrare che anche una lettera che
in Ez 2Ù,4li (lo vi accetterò co- sperienza degli Israeliti nel deser- allusione casuale. non contiene citazioni nel senso
me soave profumo, quando vi to. Questo porta Paolo a parlare ln altri casi le corrispondenze abituale del termine può rìspec-
avrò liberati dai popoli>. Questo dei Filippesi come <figli di Dio im- concattuali, piir di quelle verbali, chiare la grande dipendenza di
mutamento di senso va visto su1- macolati in mezzo a una genera- rivclano che Paolo ha in mente ùn Paolo dall'AT. Per le lettere che
lo sfondo di un quadro teologico zione perversa e degenere) (Fil passo o un tema dell'AT. Per contengono citazioni, i lettorj di
più vasto, poiché anclre altrove 2,15), una frase che riporta una esempio, alcuni studiosi hanno solito prestano attenzione a que-
Paolo usa un Iinguaggio sacerdo- mezza dozzina di parole da Dt pensato cha la frase <annientò se ste ultime, e trascurano i modi me-
tale per descrivere ìl servizio cri- 32,5 LXX. Poiché il brano del- stessor, (heaulon ekenasen, lett. no evidenti con cui Paolo usa la
stiano (cîr. leilouryia, <<serviziorr, l'AT (diîficile dal lato esegetico) (svuotò se stesso))) in Fil 2,7a al- Scrittuia. Un caso indicativo è
e termini simili in Fil2,l7 .25.30). parla degli Israeliti come uomini Ìuda a ls 53,12, dove si afferma quello di 2 Corinzi. Paolo cita Sal
ln realtà, si suppone che il siste- perversi e perciò non figli di Dio, che il servo di Dio (<ha consegna I16,l0 (LXX I15,l) in 2cor 4.13:
ma cultuale d'lsraele venga tra- Paolo qui conferisce un tono pro- to se stesso alla morte)). Poiché, (Ho credúto, perciò ho parlato)),
sformato e trasferito alla Chiesa vocatorio, e forse ironico, alla fra- come abbiamo visto, più avanti a sostegno della sua volontà di de
cristiana, che ne real\zza pler,a- se di Dt: i cristiani Gentili di Fi- Paolo si serve espressamente di dicarsi al úinistero apostolico. Gli
mente il significato. Alcuni studio- lippi, non ì Giudei che non credo- lsaia (Fil 2,10-l l), e poiché si ri- esegeti però di solito non lanno
si hanno persino pensato che Pao- no, possono essere considerati fi- ferisce a Gesù come doirlos (<ser- notare che in quel salmo vi sono
lo consideri se stesso il sacerdote gli di Dio, e perciò i Filippesi non vo>, Fil 2,7b), può darsi che il mo- diversi riferimenti all'umiliazione
che, prestando servizio nella Chie- devono lasciarsi intimorire dal- tivo del servo sofîerente abbia e alla morte, che sono temi ricor-
sa in quanto vero tempio di Dio, l'opposizione giudaica che stanno avuto una sua parte nella formu- renti in 2 Corinzi; nel Sal 117 (=
riceve le offerte dei cristiani (vedi sperimentando (cfr. Fil 3,1-3; re- Iazione dell'inno cristologico. In I 18 LXX), dove vi sono ancora ri-
Aiuto finanziario). di Oppositori di Paolo). questo caso, allora, I'allusione è ferimentì alla morte, si parla di
Un'altra allusione famosa si Un'altra allusione che non si in- piuttosto sottile, e pertanto biso- angoscia (Sal I 18,5), della poten-
trova in Fil 2,9-11, dove Paolo af- travede facilmente se non ci si ri- gna andare piuttosto cauti nel vo- za di Dio (Sal 118,15-16, LXX dl,-
lerma che I'esaltazione di Cristo fà espressamente al testo della ler leggere troppo nel significato nqnísi 2cor 6,'7) e d,i dura prova
tende a far si che <ogni ginocchio LXX è in Fil l,19: <Questo servi- della frase. (Sal I18,18, LXX epaideusen: cîî.
si pieghi... e ogni lingua confessi rà alla mia salvezza>). Il greco qui Ancor più sottile è I'ipotesi che 2Cor 6,9); altri paralleli si posso-
che Gesu Cristo è il Signore). ln è touto moi apobèsetai eis sótèrian Fil 2,12, dove Paolo incoraggia i no ancora scorgere nei salmi vici-
ls 45,23, dopo aver ripetutamen- (lett. <questo porterà alla salvez- 'suoi lettori a perseverare nella lo- ni. Allusioni importanti ad altre
te affermato la propria unità e za per men), una citazione let- ro obbedienza tanto se egli è pre- parti della Scrittura sono ancora
uoicilà, Dio aggiunge: <Lo giuro lerale di Cb 13,16 LXX. Molti sente come se è assenle, sia un'al- presenti in 2 Corinzi. Riferendosi
su me stesso, ... davanti a me si esegeti, anch€ se fanno notare lusione alle parole di Mosè in Dt a q[anto ha fatto per venire incon-
piegherà ogni ginocchio, per me la stretta corrispondenza verbale, 31,27: (Se fino ad oggi, mentre vi- tro ai problemi di Corinto, Paolo
Antìco testamento in Paolo 66 6',7 Antico testamento in Paolo
mostra (di essere "vissuto nella Giudei che vivevano nella diaspo- fatto verbo greco dllcgoreò (Gal
ì1 che piir interessanti e tipiche del
Bibbia" fino al punto che la Bib- ra dovevano affrontare continua- 4,24), cosa che per alcuni è deter- pensiero qumranico. L'elemento
bia ha configurato la sua visio- mente il duplice compito di con- minante, ma bisogna ricordare che piìr evidente che accomuna Qum-
ne del mondo e del posto che a frontarsi con la cultura pagana e tale verbo può essere usato in sen- ran e Paolo è I'uso di alcune
lui spetta in esso. Coloro che sup- di adeguarvisi; se si voleva soprav- so ampio e non si può ritenere che espressioni per introdurre le cita-
pongono vanamente che la Scrit- vivere, bisognava imparare a noù Paolo lo intendesse nel senso tec- zioni esplicite dell'AT, e in parti-
tura sia importante soltanto quan- compromettere la propria fede e nico con cui si usa oggi il
verbo colare Ia formula (come sta scrit-
do Paolo la usa come prova in nello stesso tempo a non respin- italiano ((allego zzare>. L'aposto- toD (nelle sue varie costruzioni).
Galati e Romani hanno un'idea gere completamente il pensiero lo non de-istoricizza il racconto Su un piano pir) consistente, Fitz-
molto superficiale del problema> greco. Questo impegno doveva in- della Genesi - al contrario, egli myer ha levato che Qumran e
(Young-Ford 63, benché non tut- fluire senza dubbio sul loro uso ne accetta pienamente il valore il NT, diversamente dall'esegesi
ti i paralleli menzionati in 64-68 della Scrittura. Già l'esistenza storico né cerca di inserirlo in alessandrina, usano l'AT in un
siano convincenti). stessa della LXX (che è un docu- uno schema filosofico, ossia non senso letterale. anche se non in
mento greco) lo dimostra. Inoltre segue i due procedimenti caratte- maniera rigida, e ifloltre ambedue
3. PAOLO E L'ESEGESI GIU- le coirenti filosofiche hanùo eser- ristici dell'interpretazione di Filo- (modernizzano) spesso il îesto
DAICA Come ebreo colto e re- citato la loro inflÌrenza sull'auto- ne. In realtà, anche solo rÌna co- dell'AT appìicandone iì senso ge-
ligioso del I sec., Paolo conosce- comprensione del Giudaismo elle- noscenza superliciale del metodo nerale alla situazione contempora-
va certamente il complesso deì nistico. Com'è noto, ìrn elemen esegetico di Filone porta a sotto- nea (fino al punto da <accomoda-
principi e delle tecniche di cui si to importante della lilosofia gre- lineare le diflerenze anziché le so- re> talvolta il testo, sempre nell'o-
servivano i suoi contemporanei ca era la necessità di reinterpreta- miglianze con l'ermeneutica di pinione di Fitzmyer, travisandone
(vedl Giùdeo, Paolo come). Ab- re gli antichi racconti omerici (si Paolo. I tentativi che si sono fatti ilcontesto originale), e infine am-
biamo già visto quale sja il suo de- dice talvolta che \'11lade îosse la di trovare ùna connessione orga- bedùe utilizzano un'esegesi (esca-
bito nei confronti della tradìzio- Bibbia dei Creci) alla luce dei mu- nica tra l'uso della Scrittura in tologicaD identificando gli <ultimi
ne ermeneutica delìa LXX. È an- lamenîi cuÌturali. In particola-re gli Paolo e l'esegesi alessandrina non giorni)) di alcuni passi dell'AT con
che .agionevole pensare che Pao- stoici, che provavano disagio di sono risultati convincenti. le attese delle rispettive comuùità.
lo abbia imparato qualcosa dalla fronte ad alcuni elementi contenu- 3.2 Esegesi qumranica La Fitzmyer conclude tuttavia che
tradizione targumica, ossia dalle ti in quei racconti, fecero ricorso scoperta dei manoscritti del Mar queste somiglianze (toccano sem-
traduzioni aramaiche deÌla Bibbia all'allegoria: si salvò così Omero Morto nella seconda metà degli plicemente la periferia delle lo-
ebraica, che ne sono nello stesso con un'interpretazione non lette- anni '40 e i successivi dtrovamenti ro teologie. Ambedue dipendono
tempo un'interprelazione e che ve- raÌe. in altre zone del deserto di Giuda dall'Antico Testamento, ma sul-
nivano usate nella liturgia delia si- Il metodo allegorico fu adotta- hanno migliorato di molto la no- la base di alcuni presupposti alla
nagoga (non sappiamo però se egli to dai pensatori giudeo-elÌenisti, stra conoscenza della vita e del luce dei quali leggono l'Antico Te-
avesse già tra le mani dei farga- soprattùtto ad Alessandria. Tra pensiero giudaico del I sec. (vedi stamento. Sono questi presuppo-
mim sclifti). L'esempio piìr con- questi, il pir) noto è Filone (13 a.C. Qumran e Paolo). Benché il NT sti che distinguono i due gruppi,
vincente di influenza targumica si - 45 ca. d.C.), che se ne seNì per non faccia alcun ferimento diret- nonostante le somiglianze dei lo-
trova in una delle lettere discusse, caeare una sintesi tra il pensiero to ai gruppi religiosi che hanno ro procedimenti esegetici> (cfr.
Ef 4,8 (: Sal 68,19), che usa il ebraico e quello greco. È impos- prodotto questa letteratura, Pos- Fttzmyet 332),
verbo (ha dato) come nel 7al- sibile sapere se Paolo conoscesse siamo pensare che probabilmente L'esegesi escatologica di Qum-
gum, mer'te TM e LXX hanno le opere di Filone, ma si è cercato i primi cristiani fossero a cono- ran si rende evidente soprattutto
(<hai ricevuto)) (clr, i commenta- ugualrnente di dimostrare che tra scenza delle idee diffuse in queste nei peshatim, che commentano il
ri). Alcuni studiosi hanno anche i due vi è qualche connessione. Tra sette. Alcuni hanno anche suppo- testo biblico piir o meno <verset-
tentato di spiegare l'uso che Pao- i passi di Paolo ritenuti allegorici sto, sebbene senza successo, che vi to per versetto)). Dopo aver cita-
10 fa di Dt 30,12-14 in Rm 10,6-8 vi è lCor 9,9 (dove egli applica fosse una certa relazione tra il Cri- to una pericope deÌ testo, i com-
richiamandosi a una tradizione agli operatori cristiani il principio stianesimo e Qumran (si è persi- menti sono introdotti dalla formu-
targumica, ma anche questo caso di non mettere la museruola al no pensato che Qumran fosse ad- la <la sua interpretazione èD (pF
è discusso. Ad ogni modo, le ver- bue), lcor 10,3 (la roccia nel de- dirittura la (Damasco)) dove Pao- iró, o un'espressione simile), Il
sioni antiche non contengono una serto identificata con Cristo), 1o si era riîugiato dopo la sua con- termine usato per (interpretazio-
riflessione esegetica esplicita (ec- 2Cor 3,12-16 (il velo che copriva versione!). ne) è appunto (<pesher>> Qteíer), e
cetto forse in alcune glosse espli- il volto di Mosè applicato all'in- ll problema è di particolare ri- ìl comm€nto consiste normalmen-
cafive det laryumim palestinesi) e credulità dei Giudei) e soprattut- lievo per il nostro argomento, per te nelf identificare le parole dei
perciò dobbiamo rivolgerci ad al- to l'allegoria di Sara e Agar in Gal il îatto che l'esegesi biblica è molto profeti dell'AT con un evento con-
tre fonti. 4,21-31. comune nei manoscritti del Mar t€mporaneo.
3,1 Esegesi alessand na I Quest'ultimo tesîo conîiene di Morto ed è una delle caratleristi- Senza dubbio vi è già qualche
Antico lestamento in Paolo 68 69 Antico testamento in Paolo
parallelo tla questo modo di inten- srlm (commenti rabbinici della numero di regole precise attribui- sec. e divenuta poi la <<corrente
dere il testo e la convinzione degìi Scrittura) ofîrano un quadro fe- te a Hilìel, un maestro autorevole fondamentale)r del Giudaismo,
autori del NT, tra cui anche Pao- dele del fariseismo del I sec., molti vissuto poco prima del ministero Questa posizione va però troppo
lo, che la venuta di GesÌr Cristo studiosi hanno tratteggiato dei pa- dì Gesù. La prima tra queste, no- lontano; non è necessario adotta-
doveva essere intesa come l'adem- ralleli interessanti tra I'esegesi pao- ta cofie qal h'shomer (<leggero e re un simile scetîicismo sul valore
pimento delle profezie dell'AT. lina e quella rabbinica e hanno an- pesanteD) stabilisce ùna relazione storico della letteratura rabbinica.
Ambedue le comunità esprimono che dedotto che 1'apostolo era per tra due id€e, di cui una è più si- È necessario tuttavia procedere
un grande senso di attesa che si molti e rilevanti aspetti debitore di gnificativa dell'altra. Un simile con cautela e per tentativì se si vo-
fonda sulle promesse di Dio ad quest'ultima. modo di procedere può essere gliono scoprire dei paralleli. Poi-
lsraele, e questo atteggiamento co- Dal lato formale le citazioni quello di 2Cor 3,?-11, dove Pao- ché non si può piu supporre che
mune getta qualche luce sul loro rabbiniche dei testi dell'AT sono lo contrappone Ia legge mosaica al alcune affermazioni rabbiniche
uso della Scrittura. Ma le differen- introdotte con una formula auto- vangelo, dicendo che se la prima, siano antiche, bisogna ricorrere ad
ze sono altrettanto fondamentali. revole, come già a Qumran e in che era un ministero della morte, argomenti più concreti quando si
A parte il fatto evidente, e anzi de- Paolo, anche se le espressioni pre- era circonfusa di gloria, tanto piùr vuole addurle a testimonianza del
cisivo, che gli eventi con cui esse cise sono spesso un po' diverse sarà glorioso il mìnistero dello Spi- pensiero e della prassi in uso nel
identificavano I'adempimento del- (per esempio i rabbini prefedsco- rito. I secolo.
le profezie erano del tutto diver- no le forme del verbo (dire), an- Si è ancora proposto che altri Un altro ostacolo serio è dovu-
si, altri fattori notevoli vanno te- ziché <<scrivere))). Inoltre, gli stu- principi di esegesi, attribuiti ai to alla relativa genericità di alcu-
nuti presenti. Le lettere di Paolo, diosi hanno trovato una somi- rabbini piir tardivi, stiano in pa- ni paralleli che si sono proposti.
per esempio, non includono un'in- glianza tîa il collegamento che rallelo con I'interpretazione pao- E del tutto chiaro, per esempio,
terpretaione continua dell'AT, PaoÌo fa talvolta tra citazioni di- lina della Scrittura. Per esempio, che I'argomento definito con l'e-
<versetto per versetto), mentre verse (per esempio Rm 9,25-29, una regola formulata chiaramen- spressione qal waftomer rispecchia
questo è uri procedimento qumra- dove si cìtano l'uno dopo l'aìtro te da R. Ismael nel II sec. stabili- semplicemente il principio genera-
nico che porta ad applicazioni Os 2,25 , 2,1; ls 10,22-23: | ,9), che sce che se due testi sembrano in le di logica detto d fortioti, che è
molîo arbitrarie. Ma ancora piir possono richiamarsi I'una con I'al- contraddizione tra loro, si può ri una tecnica usata presso molti po-
importante è il fatto che I'apostolo tra attraverso determinate parole, correre a un terzo per risolvere la poli e culture, a livello popolare e
condivideva con gli altri autori del e un metodo rabbinico noto come questione. Ora, in Gal 3,ll-12 intelleltuale. In realtà, si sarebbe
NT la fede che la morte e la
sur- hàraz (<legare>r, e in senso figura- Paolo pone Ab 2,4 in contrasto in difficoltà se si volesse trovare
rezione di
Gesù costituivano la to (stabilire paralleli tra passi di- con Lv 18,5 (si deve vivere per fe- negli scritti di Paolo un esempio
manifestazione del regno di Dio, versi>). Un altro elemento potreb- de o praticando quello che dice la esegetico che sia veramente rabbi-
mentre la comunità di Qìrmran be essere la combinazione tra il te- Legge?), e H. J. Schoeps ritiene nico, ossia qualche tecnica che
pensava molto di piil a una salvez- sto e la sua spiegazione, che Pao- che Gn 15,6, citato poco prima, non abbia paralleli altrove.
za che doveva ancora venire. Ben- lo usa in ìrna maniera simile a forfiisca la soluzione (Schoeps Un termine particolarmente am-
ché il pensiero di Paolo sia forte- quella di alcuni commentari rab- 178-179; diversamente Bonsirven biguo è I'aggettìvo (midrashico>r,
mente caratterizzato da un senso binici (piir tardivi) del genere no- 316-311 e 321t. Si potrebbero ad- che viene applicato spesso a vari
di attesa (Rm 8,18-25), la sua pro- lo come lelommedenu rcbbenu, durre molti altri esempi. brani del NT, come lcor l0,l-5
spettiva di fondo è che la fine dei (ll nostro maestro ci insegni>. El- Nonostante gli sforzi lilevanti e 2cor 3,6-16. La parola ebraica
tempi sia già presente (1Cor lis (in Mulder 708) cita come pos- che si sono registrati in questo <midrash> (rzrdraí) può avere un
10,11). sibile esempio Gal 4,21-31, che ini- campo degli studi, i risultati resta- senso molto generico, che corri-
3.3 Esegesi rabbinica -
Se I'o- zia con il rilerimento a ùn testo no ambigui. Un ostacolo fonda- sponde semplicemente al nostro
pera di Filone era lontana dal ciu- fondamentale (Cn l6 e 2l); l'espo- mentale è costituito dalla crono- termine (interpretazioneD; scritta
daismo palestinese in senso geo- sizione include poi un riferimen- logia: la letteratura rabbinica che con I'iniziale maiuscola, questa
gmfico e concettuale, e se le idee to secondario (ls 54,1) e I'appli possediamo risale al massimo agli parola ha un significato preciso,
di Qumran (e di altri gruppi set- cazione cita un altro passo (Gn inizi del III sec., e anche la tradi- in quanto designa un tipo partico-
tari) erano alquanto distanti dal- 21,10) che si collega agli altri testi zione orale a cui essa si riferisce lare dì letteratura rabbinica che è
la (corrente principaleD del Giu- dal lato verbale e concettuale. E si è sviluppata per la maggior par- iormata da raccolte di spiegazio-
daismo, possiamo trovare nel ma- stata proposla ancora qualche al- te dopo la distruzione di Gerusa- ni della Scrittura (si ritìene gene-
teriale rabbinico un'area di studio tra tecnica letteraria. Iemme nel 70 d.C. Secondo alcu- ralmente che nessun libro del NT
piir promettente? Supponendo che Oltre a notare le caratteristiche ni studiosi, vi è ben poco (per non possa essere detto w mídrash itr
documenti com€ il Talmud {la col- formali, gli studiosi hanno presîa- dire nulla) che possa collegare tra questo senso).
lezione fondamentale degli usi e to molta attenzione ai principi e ai loro in modo significativo i fari- Rispetto a questi due significa-
della Legge giudaica, in cui è rac- metodi della letteratura rabbinica. sei del tempo di Gesu e la scuola ri, midrush viene di solito usato
chiusa anche la Mis& na) ei midrq- Paolo poteva conoscere un certo rabbinica posteriore, fiorita nel II come sinonimo di <interpretazio-
Antico teslamento in Paolo "70 '71 Antico testamento in Paolo
ne tipicamente giudaica)r; ma in do del NT, che possono illumina- 4. INTERPRETAZIONE BIBLI. vi in Romani, Qualunque sia I'e-
che senso? Per alcuni, essa consi- re l'uso giudaico della Scrittura. CA NEGLI SCRITTI DI PAOLO lemento polemico che si può scor-
sterebbe nella tendenza ad abbel- I cosiddetti libri apocrifi e pseu- - Questa vocc si occupa dei prin- gere in questa lettera, il suo signi-
lire la narrazione; per alt essa sa- doepigraîi (alcuni dei quali sono cipi e dei metodi d'interpretazio- ficato p ncipale sta nel fatto che
rebbe catailetizzaf^ dalla presen- stati ritrovati anche a Qumran) so- ne di Paolo e non del contenuto Paolo espone qui vigorosamente
za di procedimenti esegetici che no pieni di allusioni all'AT. Alcu- di tale inrerpretazione. È chiaro il suo vangelo (Rm 2,16) e a que-
non sono conformi al metodo ne di queste opere sono una nuo- che esegesi e teologia sono stret- sto scopo nulla è piu importante
storico-critico. Un'altra delinizio- va narrazione dei racconti biblici, tamente collegate tra loro, per cui che mostrare la coerenza del suo
ne meno influenzata da pregiudi- spesso con grandi ampliamenti e le dìie linee tendono a confonder- messaggio con quello della Scrit-
zi, e divenuta abbastanza comu- abbellimenti; almeno in îorma im- si (vedi Ermeneutica, interpretare tur-a (Rm 1,2; 3,31; 9,6 ecc.).
ne, pone I'accento sul modo con plicita, esse rivelano perciò qual- Paolo). Non tenteremo però di E anche particolarmente inte-
cui I'interpretazione giudaica at- che procedimento ermeneutico. sintetizzare qui I'insegnamento di ressante vedere il modo in cui Pao-
tualizza il testo: per i rabbini la Lo stesso vale per gli scritti più im- Paolo, come risulta dal sùo uso lo dipende dall'AT anche (special-
Bibbia era un testo vivente, e la pegnati sul piano storico, come le dell'AT e come si esprime su vari mente?) quando sembra conside-
sua interpretazione noÌl poteva es- Antíchità di Glweppe Flavio (per argomenti (per i qilali si possono rarlo in una luce negativa. ln Gal
sere dissociata da un'applicazione una panoramica dell'interpreta- consultare le voci corrispondenti; 3, per esempio, si respinge con
concreta. Questo è vero, ma tale zione biblica posta in atto in que- vedl Abramo; Adamo e Cristo; lorza l'idea che la Legge possa da-
preoccupazione ha caratterizzato sti documenti, si vedano i rispet- Alleanza e nuova alleanza; Crea- re la vita, ma ci si richiama diret-
anche la lettura della Scrittura nel- tivi capitoÌi in Mulder). Benché zione e nuova creazione, Escato- tamente alla Legge per sostenere
la maggior parte delle comunità queste opere siano state prese in logia; Lcgge; Sapienza). questa posizione. Paolo può per-
cristiane. Benché alcuni autori considerazione per I'importanza 4.1 Conc€tti fondamenaali - sino riunire queste due prospetti-
moderni siano cauti nel definire il che assumono nell'ambito degli Benché, come abbiamo notato, ve in un'unica affermazione: la
midrash ]n maniera piir concreta studi paolini in fatto di teologia, molte citazioni dell'AT non siano Legge è il testimone princìpale del
e precisa, il termine continua a es- si sono utilizzate meno dal pun- esatte quanlo alla lettera, pratica- fatto che la giustizia viene data in-
sere usato da altri in un'accezio- to di vista della prassi esegetica, mente tutti gli stùdiosi di Paolo dipendentemente dalla Legge (Rm
ne che risulta peggiorativa o trop- anche se la cosa può sembrare sono d'accordo sul fatto che per 3,21); proprio la Legge lo ha por-
po vaga, e raramente serve a chia- un po' singolare, vista la loro vi- lui la Scrittura (le g/aphè) pîovie- tato a morire alla Legge (Gal
rire I'esegesi paolina. cinanza cronologica agli scritti ne da Dio e perciò ha valore au- 2,19\.
ln sostanza, le numerose somi- del NT. torevole. ln alcuni contesti pole- Una questione simile riguarda
glianze tra Paolo e i rabbini po- va inîine sottolineato che Pao- mici egli ricorre espressamentg al- l'uso che Paolo fa della Scrittura
steriori, se vengono prese global- lo, benché fosse anzitutto eb.eo, l'AT come a una corte d'appello per trattare iì grave problema del
mente, portano a conclùdere che aveva diretti e profondi contatti definitiva; questo vale per le for- popolo giudaico che globalmente
I'apostolo rispecchia la cultura con la cultura greco-romana. Si mule introduttorie: per esempio, non ha accolto il vangelo (vedi
giudaica di cui fa parte (e che si discute se egli abbia trascorso la I'espressione (come sta scritto)) in- Ismele). Per i primi cristiani la va-
è poi sviluppata in quello che si sua fanciullezza a Tarso o a ce- tende chiudere la controversia. lidità del loro messaggio era po-
chiama il Ciudaismo rabbinico). rusalemme, ma a parte questo egli Non è strano perciò che le citazio- sta in dubbio sopmttutto dalla ri-
L'importanza di questo fatto non ha prestato la sua opera per dieci ni esplicite compaiano quasi esclu- sposta negativa da parte dei Giu-
va sottovalutata. una rnaggior co- anni in Siria e in Cilicia (Gal sivamente nelle lettere principali: dei. Se il vangelo è veramente I'a-
noscenza dell'esegesi giudaica del 1,18-2,1); l'uso che egli fa della Romani, 1-2 Corinzi e Calati. dempimento delle promesse di
I sec. è di inestimabile aiuto, al- lingua greca e la sua conoscenza Questo falto non signiiica, come Dio, è possibile che il popolo di
meno in un senso generale, se si del pensiero greco contemporaneo riteneva un tempo von Harnack, Dio non vi presti attenzione? Que-
vuole capire l'uso che Paolo fa testimoniano inoltre quanto egli che il ricorso alla Scrittura fosse sto non significa forse che i piani
della Scrittura. Tuttavia, resta an- fosse influenzato dall'ellenismo. imposto a Paolo dagli argomenti di Dio sono stati resi vad e che la
cora problematico richiamarsi al- Si è prestata molta attenzione ai dei giudaizzanti, mentre egli non sua parola è venuta meno (Rm
la letteratura rabbinica posterio- paralleli tra il modo di ragionare desiderava affatto legare le Chie- 9,6)? II probÌema e la sua soluzio-
re; l'evidenza che essa può forni- di Paolo e le tecniche della retori se dei Gentili a ùn libro. Come si ne si possono gia intravedere nel
re è solo indiretta, e perciò essa ca in uso a quel tempo, ma una è visto, la dipendenza di Paolo ministero di Cesìr. Per spiegare
serve solo a illustrare, non a pro- questione che merita di essere stu- dall'AT è altrettanto chiara in quei l'uso che egli fa delle parabole, per
vare. diata riguarda i possibili influssi passi in cui non vi si fa appello di- esempio, i vangeli sinottici riferi-
3.4 Allre lonai - Oltre ai com- dell'interpretazione praticata nella rettamente. Inoltre, I'opinione di scono che egli ha fatto dcorso a
plessi letterari fin qui esaminati, letteratura greco-romana sùl suo von Harnack non riesce a spiega- Is 6, che sottolinea I'indurimento
vi sono molti altri documenti scrit- modo di trattare la Scrittum (su re adeguatamente il fatto che la d'lsraele di fronte alla prowiden-
ti poco prima o durante il perio- un piano formale, cfr. Stanley). maggior parte delle citazioni si tro- za di Dio (Mc 4,12 e par.). Anche
Antico testamento in Paolo 12
'73 Antico testamenlo in Paolo

il vangelo di Ciovanni, che alfer- salvezza che si traduce anche in un dei testi.Se poi si tiene presente che AT. Del resto, di solito non si tro-
ma drasticamente che <i suoi non principio ermeneutico, come si almeno alcuni riferirnenti scrittui- va nulÌa da eccepìre sìrl fatto che
l'hanno accoltoD (Gv l,1l), dipen- chiarirà nella sezione che segue. stici di Paolo non sono intesi pro- i profeti dell'AT usassero ùn'ese-
parimenti da Is 6, che unisce a 4.2 Elementi principali babilmente come prove dottrinali, gesi allegorica, e per lo piu non si
de - Do-
sollevano obiezioni sul îatto che,
ls 53, per spiegare I'incredulità vrebbe risultare eviderite da quan- ma seryoùo arzitutto per accentua-
(Gv 12,37-41). to si è detto filr qui che l'uso del- re la forza emotiva delle sue paro- secondo loro, la Scrittura conte-
Molto probabilmente questo 1'AT da parte di Paolo non è mo- le (per esempio 2Cor 13,1), aumen- nesse un .tel?^rr.r p/eriof (((un sen-
sottofondo spiega in parte perché tivato da interessi antiquari. Le tano ancora di più le difficoltà ine- so piu profondo>), Ammettiamo
il libro di Isaia, come risulta dal- Scritture per lui hanno una funzio- renti al nostro problema. semplicemente che essi sapevano
la lista allegata, occupi un posto ne eminentemente pratica. Ma Detto in termini diversi: non ab- come sfruttare la loro tradizione
così eminente îra le citazioni di quando si usa uno scritto piu an- biamo Ia prova che Paolo o i suoi letteraria.
Paolo. Ma esso ci aiuta anche a tico per venire incontro a necessi- contemporanei si ponessero a <(fa- La forza emotiva delle associa-
capire perché Rm 9-11, anziché es- tà attuali, lo si trasfe sce natural- re esegesi)) dei testi dell'AT in mo- ziori lettera e può essere grande,
sere una (parentesin nel corso del- mente in un nuovo contesto sto- do simile a quello che avviene og- per cui un buon scrittore o un abi-
I'argomentazione della lettera, ne rico e pertanto si diventa respon- gi in una scuola, dove si richiede le oratore le adotterà come meto-
costituisca proprio il cuore, il ve- sabili dei nuovi significati che ac- che gli studenti trovino una spie- do di persuasione. Una simile
ro punto d'arrivo verso cui tende- quisisce (cfr. Rm 15,21, dove Pao- gazione del testo fondata sul suo <tecnicaD non significa che si sot-
vano i precedenti capitoli (cfr. spe- lo applica al prop o ministero le significato storico. Tuttavia, tut- tovaluti l'AT come fonte di dot-
cialmente Rm 2,28-29 e 4,11, che parole messianiche di Is 52,15). II ti quelli che si interessano della trina (al contrario!) o che non si
anticipano Rm 9,6-8). Avendo già problema fondamentale dell'er- questione riconoscono che tra gli presti attenzione al suo significa-
citato o fatto allusione a lsaia in meneutica sta forse nel vedere fin
usi che Paolo ia della Scrittura to storico, anche se ovviamente
Rm 9,20, Paolo vi fa ricono nuo- dove giungano questi significati
molti sono coerenti con questo si- questo senso originale può passa-
vamente in Rm 9,27-28, a cui se- e soprattùtto in quale rnodo si
gue un'altra citazione di Isaia in gnificalo storico. In altre parole, re in secondo piano di fronte alle
creino.
vi è una chiara evidenza che I'a- necessità del p(esente. Inoltre, noi
Rm 9,29 e un'altra ancora in Rm Proprio perché Paolo non si ac-
postolo ha condotlo r]na riflessio- lettori moderni non sempre siamo
9,33 (e in quest'ultima anzi si com- contenta mai di riaffermare sem-
binano assieme due testi di Isaia). plicemente il significato storico ne attenta e profonda sui testi del- a conoscenza delle antiche tradi-
Ma qùesto non è tutto: Rm 10 rac- originale, ma lo applica alla situa- l'AT nei loro rispettivi contesti. zìoni ermeneutiche che forse col-
chiude ancora quattro citazioni zione attuale, sorge la domanda Anche nel caso di citazioni che mano quelle lacune logiche che noi
dallo stesso libro, e Rm 11 altre costante e incresciosa: (Possiamo sembrano alquanto arbitrarie, un siamo così pronti a scoprire. Que-
quattro! Senza dubbio, le profe- usare ancora oggi l'eseg€si di Pao- esame più accurato del contesto sto principio si applica certamen-
zie di Isaia hanno lornito a Paolo lo?>. Ma proprio la formùlazio- piu ampio può rivelarsi indicativo. te anche alle interpretazioni poste
le munizioni di cui aveva bisogno ne del problema può già essere Per esempio, trattando dell'a- in atto dai rabbini. Troppo spes-
per combattere una delle sue bat- îuorviante. Di solito si tiene che nalogia Sara-Agar Paolo cita Is so gli esegeti cristiani hanlo cer-
taglie piÌr dure. esso consista nel vedere se i meto- 54,1, e a prima vista dà l'impres- cato di <salvare) Paolo sottoli-
Vi è un lato positivo, tuttavia, di ermeneutici di Paolo siano com- sione di far violenza al testo. Ma neando Ie interpretazioni (fanta-
nella pura verità dell'indurimen- patibili con l'esegesi ((scientifica)), le parole di Isaia ricordano da vi- siose> dei rabbini. Questi ultimi,
to d'lsraele. ossia il fatto che i storico-grammaticale. Ma questa cino la descrizione della sterilità di però, erano perfettamente in gra-
Gentili sono accolti gloriosamen- preoccupazione ignora spesso al- Sara in Cn 11,30 LXX. lnoltre, do di condurre un'esegesi attenta,
te nel gregge di Dio. Questo è il cuni ostacoìi fondamentali. ln pri- poco prima Isaia aveva fatto riîe- letteraÌe, mentre a volte potevano
(mistero> nascosto nei secoli e ri- mo luogo, Paolo non fa mai una rimento ai (veri) figli di Sara in essere semplicemente esuberanti.
velato con la venuta di C sto (Rm discussione esegetica in questo quanto abitanti di Sion che (cer- Ma la cosa piu importante è che
16,25-26t lcot 2,1 ; Ef 3,2-1 I ; Col senso abituale. Non troviamo mai cano la giustizia e seguono il Si- i loro scritti sono molto concisi:
1,25-27). La Chiesa ir quanto co- una spiegazione prolungata di un gnore) (ls 52,1-3). Tra questi due due o tre parole possono rievoca-
nunità escatologica che Cristo ha testo dell'AT. Egli infatti non po- capitoli, com'è noto, vi è il canti- re un intero passo scritturistico,
fondato attraverso 10 Spirito di- ne mai espressamente Ia doman-
co del servo soîferente, a cui Pao- assieme ad altri passi paralleli e a
venta perciò un punto centrale del- da: che cosa signiiica qùesto de-
1o sembra aìludere in Gal 3,1 (cfr. una tradizione che collega questi
l'ermeneutica di Paolo (sul îatto terminato passo? Anche nelle se-
Gal 3,2 con Is 53,1 LXX; si veda passi con l'argomento di cui si sta
che I'uso della Scrittùra da parte zioni dove sembra dilungarsi in
di Paolo sia essenzialmenîe <(cri- un'esposizione esegetica (per Jobes). Questi e altri elementi in- parlando. Ne dobbiamo conclude-
dicano che Paolo sta sîruttando di re che la nostra incapacità di sco-
stocentrico) si confronti Hays, esempio Gaì 3,10-14), egli non si
cap. 3). Ma quest'idea rispecchia sofîerma mai a considerare se vi latto delle importalti connessio- prire tutti i passaggi logici che pos-
una concezione della storia della siano altre spiegazioni alternative ni che sono presenti nello stesso sono aver indotto Paolo a usare
Antico testamento in Paolo 74 75 Antico testamento in Paolo
un determinato testo dell'AT per soprattutto da un orientamento mediante la fede è giusto vivrà)); ro distrutto Giuda, ma questo ave-
uno scopo particolare può rispec- cristologico. Per quanto si possa ma questo non interessa diretta- va sollevato un problema ancora
chiare semplicemente la nostra dire sù questo argomento, bisogna mente la nostra questione. Un al- piir serio sulla vaÌidità della giusri-
ignoranza (cfr. Silva 159-16l). pur sempre sottolineare che l'er- tro problema di secondaria impor- zia di Dio, per cui ne era derivato
Infine, I'uso paolino della Scrit- meneutica dell'aposîolo dei Cen- tanza riguarda la variante testua- un secondo lamento: come può
tura era eovernato dalla convin- tili è radicata in ultima analisi su le, in quanto il testo ebraico di Ab Dio, che non può sopportare il
zìone che-Dio era il SisnÒre della Cristo (nel quale sono nascosti 2,4 aggiunge al termine <fede)) un male, restare in silenzio mentre gli
storia. Cli studiosi usa-no uari ag- tutti i tesori della sapienza e della suffisso pronominale di terza per- empi schiacciano chi è più giusto
gettivi per descrivere il procedi- scienza)) (Col 2,3). sona (<(la sua fede>), che la LXX di loro (Ab 1,13)? La risposta vie-
menfo esegetico che ne deriva ed 4.3 Ab 2,4 come caso esempla- ha tradotto invece con il pronome ne ritardata con un versetto che
evidenziarne Ie sfumature: tipolo- re Alcune citazioni di Paolo di prima persona (<la mia fede>); crea una notevole tensione (Ab
gico (poiché sottolinea la corri pongono seri problemi esegetici Paolo, omettendo il pronome, 2,1). La situazione viene poi ulte-
spondenza tra episodi o persone che non possono essere trattati sembra riawicinare maggiormente riormente drammatizzata dando
dell'AT e del NT), escatologico (in adeguatamente in un'opera di la citazione all'ebraico (benché al- ordine di scrivere il messaggio e
quanto pone in evidenza il ritor- consulîazione come questa. Con la cuni ritengano che egli a questo aggiungendo una promessa solen-
no di Cristo che inaugura la fine presente voce si è cercato solo di modo abbia voÌuto rendere ambi- ne che, nonostante I'apparente ri-
dei tempi), canonico (perché ritie- offrire un orientamento generale guo il riferimento). ta.do, la profezia si avvererà, per
ne che il senso pieno di un testo che possa guidare il lettore ad al- ll problema principale di que- cui il profeta deve solo aspettare
dipenda da quello globale della frontare questi problemì in manie- sta citazione sta però nel fatlo che (Ab 2,3). Innne, Ab 2,4 svela I'at-
Scrittura) e così via. Come già ab- ra soddisfacente. Può essere utile la parola greca usata per <(fedeD teso messaggio, che possiamo pa-
biamo indicato, si tratta di capire però annodare insieme almeno al- (pislrs) rende l' cbtalco'èmúnA, rafrasare cosi: (Ecco, gli empi ba-
semplicemente (ma anche profon- cuni lili della questione trattando che significa di solito <fermezza, bilonesi sono malvagi e orgoglio-
damente) che la storia della salvez- più in dettaglìo un passo preso co- fedeltà> (implicando perciò l'ob- si, ma chi è giusto vivrà per la sua
za è giunta al suo culmine con il me campione. bedienza alla Legge), mentre Pao- fedeltà). La frase in questione,
popolo della nuova alleanza, per ln Gal 3l'apostolo teùta di di- ìo usa questo testo Proprio Per che può anche essere un inciso, è
ilquale gli eventi dell'AT erano mostrare che i veri figli di Abra- controbattere l'idea di una giusti- seguita poi da una profezia detta-
stati tramandati come (esempin mo sono quelliche credono come ficazione attraverso le opere del- gliata sulla distruzione dei mal-
(lCor 10,I l). Quest'ultimo termi- Abramo ha creduto (Gal 3,6-?; Ia Legge. Non sembra dawero vagi.
ne traduce il greco rypos e benché cîr. le parole conclusive di Oal corretto che Paolo possa usare Come hanno capito quesîo ver-
non sia chiaro se esso sia in grado 3,29); questi credenti sono in net- questo versetto in un senso che setto i suoi primi lettori? Il tradut-
di rispecchiare le vaste connotazio- ta opposizione a (quelli che si ri- non è presente nell'originale, per tore della LXX ha incespicato su
ni teologiche collegate alla parola chiamano alle opere della Legge) proporre cioè una dottrina che è alcuni punti, ha oscurato la sintas-
<<tipologiaD, possiamo essere cer- (Gal 3,10). ln Gal 3,1I Paoìo po- caratteristicamente paolina, e an- si e ha finito col dare l'idea che la
ti che I'apostolo ha intravisto una ne la tesi fondamentale secondo cor peggiore appare il fatto che fedeltà di Dio è il fondamento del-
connessione fondamentale e orga- cui <attraverso la Legge nessuno questo senso sia addiîittura I'op- la salvezza (una concezione popo-
nica tra Ìa storia dell'AT e le real- è giustificato)) e per provarla cita posto dell'originale. E se PaoÌo è lare giudaica, viva ancor oggi). La
tà escatologiche insite nella venu- Ab 2,4, (il giusto vivrà in virtir stato trascurato o disonesto, co- comunità giudaica di Qumran ha
ta di Cristo. E poiché il Dio che della fede> (ho dikaios ek pisteós me può Ìa Chiesa cristiana usare identificato il (messaggero> (o
governa questa storia è lo stesso reseldr). Quest'affermazione è cosi questo testo come fondamento (lettore))) di Ab 2,2 con il Mae-
che ha ispirato gli autori biblici, îondamentale che diventa pro- della dottrina biblica della salvez- stro di giustizia e ha riferito Ab
è inevitabile che il testo della Scrit- grammatica in Romani (1,17), una za? Insomma, siamo di fronte a 2,3b e 4b a coloro che applicano
tura racchiuda anche una certa lettera che può considerarsi un problema esegetico e teologi- la Legge in Giuda: essi saranno
corrcnte sotterranea (un (senso un'ampliamento del messaggio di co di grande rilevanza. salvati dalla condanna per via del-
più profondoD?) che può render- Galati. II testo ebraico di Abacuc, no- la loro sofferenza e della loro fe-
si manifesto solo dopo l'adempi- Questa ciîazione solleva alcuni nostant€ alcuni problemi testuali deltà o devozione al Maestro di
mento delle promesse. problemi interessanti. Per esem- ed esegetici, è del tutto chiaro. Il giustizia (lQpHab 6,12-8,3).
Questa concezione della storia pio, sarebbe possjbile collegare il proîeta aveva elgvato un lamento L'autore della lettera agli Ebrei,
della salvezza implica inoltre che genitivo preceduto dalla preposi- a Dio per la malvagità dilagante da parte sua, ha seguito la LXX,
tutto quanto I'AT è un testimone zlone (ek pisleòs) con il soggetto in Giuda (Ab 1,4: <l'empio raggi- ma con alcune modifiche impor-
di Cristo, ed è per questo che I'u- anziché con il verbo, per cui si ra il giusto>). La risposta divina tanti che sottolineano il concetio
so paolino della Bibbia è guidato avrehbe la traduzione: <colui che era stata che i Babilonesi avrebbe- di prslij in quanto perseveranza
Antico testamento in Paolo 76 '7',l Anaico testamento in Paolo
costante (Eb 10,36, un tema che Romani. Nella sùa lettera ai Ro- rità del vangelo e ad insegnare a1 seine aìbel, \929 (rjr. Wissenschaftliche
viene sviluppato in Eb 11). popolo di Dio come va letta la Buchseselhchaft, Darmstadt 1972); Mulder
mani, infatti, dopo aver presenta-
M. J. (ed.), Mikru: Text, Translaîìon, Rea-
Di fronte a questa situazione, to il suo vangelo come adempi- Scrittura. dinsaùd Interyretalion oJ the Hebrc|9 Bi-
Paolo sembra fare di testa sua. mento delle promesse dell'AT ble in Ancient Judoism and Ea r Chùtia-
Sembra infaîti che usì Abacuc per (Rm 1,2) e aver fatto riferimento Vedi anche: Ermeneùtica, inter- nirl, CRINT 2.1, Fortress, Philadelphia
1988; os D. 4., Prrl3 Us? oÍ Isaiah ond
confermare una concezione di fe- ad Ab 2,4 come testo fondamen- pretare Paolo; Giudeo, Paolo co- Its Place in HisTheolog: With Special Re-
de che egli ricava da un altro pas- tale per capire tale vangelo (Rm me; Omìl€tica fondata su Paolo; Jercnce ro Ronans9-t t,I heolosicalSemi-
so, ossia Gn 15,6, <[Abramo] eb- 1,16-17), Paolo si dilunga molto Qumran e Paolo. nary, Wesrmjnster 1992 (tesi di laur€a);
Penna R., L'dpostalo Paolo. Studi di ese-
be fede in Dio e gli fu accreditato nello spiegare quale sia il signifi-
aesi e teoloaio, Edizioni San Paolo. Cini-
come giustizia)), Ma è propdo ve- cato della fede di Abramo (Rm 4; BrBL Aageson J. W., Paul's Use of sello Balsamo 1991, pp. 43ó469j P€s.eM.,
ro che questo testo di Genesi par- si noti soprattutto I'accento po- Scipturc: A Con,porutire gud! oÍ Bibli- Le due Íasi de o pÌedí.a.ione di Paolo,
.al Interyrctatìon in Early Palesinion Ju- Edb. Bologna 1994, pp.95'lzj Schoeps H.
li di un'altra cosa? Se diamo un sto sulla sua perseveranza, Rm .Joisn ínrl the Nerv îestanent: With Spe- J.,Paut: The Theolosl of the Apos e in the
rapido sguardo al testo ebraico, 4,18-21), e dedica infine una gran- cial Refercne to Ro,flans 9-1./, OxIord Unì- LiBhî oJ Jevish Relisioús HÌstoty, We-
possiamo constatare che Genesi e de sezione al tema della santifica- versily, Oxlord 1983 (resi di laurca)i Id., stminsler, Philadelphia 1961; Silva M., Ire
Abacuc potrebbero riferirsi alla zione dei credenti (Rm 6-8); vedi wùten Also .fot Ow Sake: Paul and th? New Tesîqment Use olthe Old Testanent:
An o! Aiblicsl Interprctatíon, Westminster- Texf Fom ond Autholi0, in D. A. Carson
stessa realtà, poiché i paralleli les- Santità, santificazione). Paolo John Xnox, I-ouislilìc t993t Bàtt L, Old J. W. Woodbridse (edd.), Sctipturc and
sicali difliciÌment€ sembrano esse- non ha quindi manipolato Ìa cita- and New in lnterpretatiotl: A Stud! ofthe r/r/,t,, Zonderlan, Crand Rapjds 1983, pp.
re dovuti a una pura coincidenza zione di Abacuc per farne una nro l"esrar?er6, SCM, London 1966; Bon- 147 165; Smith Moody D., The Poulíne Li-
sirven J., Ànlfère rabbinique er exéAèse terarxre, in D. A. Carson - H. G. M. Wil,
(le radici 'mn e sdq compaiono in prova di convenienza di una con- paulinie ne, Be^úchesrc, Paris l9l8: Da- lianson (edd.), /t /s t/.fren: Sc.iprurc Ci-
ambedue i testi). Bisogna cioè pen- cezione che sarebbe in contraddi- \ieslV.D., Pauland Rabbinic Judoisn: So- IingSctipture. Essqs in Hoùout o! Bornq-
sare che anche Abacuc stia propo- zione con quella del profeta, ma nrc Rabbinic Ele enîs in Pauline Theolo- óas linda6, Universily Press, Cambridse
nendo un'interpretazione biblica. anzi si è reso veramente debitore e.y, FoÍress, Philadelpbia 1980i Dennl D. 1988, pp. 265-291; Slanl€y C. D., Pauldnd
R., The Sisnliunte oÍ lsaiah in the hi- the Language o.î Sctipî re: Citalion Tech-
Benché il suo metodo appaia piut- di quel testo facendone la lonte îin8s o! Paul, Theolagi.al Seminary, New nique in the Pauline Epistles and Contenr
tosto sottile a un Ìettore modemo, del suo insegnamento; per di piu, Orleans 1985 (lesidilaùrea);Dodd C. H., pontt L i t etu I we,SNT SMS ó9, Universily
il profeta sta esortando il popolo le sue formulazioni teologiche Secondo le Sctitture- St uuru fondanen- Press, Cambrids€ 1992i Tomson P. J., Pal
tale della teologio del Nuoro Testamento,
di Giuda a seguire le orme di hanno rafforzato e porîato avan- S(ud'Biblicì 16. Paideia. Brescia I972; El-
an.l the Jewbh Law: Halakha iA rhe Let-
te8oÍlhe Apos e to Íhe Genriles, CRINT
Abramo, la cui fede non è stata ti il messaggio profetico (redi Pro- lis E. E. , Paul's Ute of t he OId Testanent, 3.1, FoÍress, Minn€apolis l9mi WesleF
un'esperienza momentanea, ma feta, Paolo come). Oliver & 8oyd, Edinburgh 1957 (risÌ. Ba- holrn S.,,krael: Law and the Cwch's
ker, Grand Rapids l98l); Fitzmyer J. A., Faiîh: Paul and His Recent Interyrcten,
ha coinvolto tutta la sua vita in un 4.4 Conclùsione - È dunque îhe Use aJ Eyplitit Old Test.lmenr Quota- Eerdmans, Grand Rapids 1988; Young F.
impegno di obbedienza costante evidente che Paolo non era super- tions ín Qunrun Literotute and in the New - FotdD. F., Mednins and Truth in 2 Co-
(cfr. specialmente Gn 22, che for- ficiale quando citava le Scdtture. Testalnent, iiNTS'7 (1960'1961) 297-333i ri,trÌarr, E€rdnans, crdd Rapids 1988.
ma la base di Cc 2,21-24). La fe- Certo, l'uso che I'apostolo fa della Coppelf L., Tlpos: The Tlpological I
ter-
Drctation olrhe Old Testament ìn rhe New, M. Silva
de implica l'aftesa di un adempi- Bibbia non è del tutto conforme Eerdmans, Grand Rapids 1982i Hanson A.
mento, per cuì è sempre in peri- ai metodi che l'esegesi moderna ri- I-, Sîudies ìn Poul's Technique and Theo-
colo di venire minacciata; la sta- tiene adeguati, ma solo una lettu- /oAl, Eerdmans, Orand Rapids 19741 Har-
man A.. Paul's Use oJrhe Psdln r, Theolo- Citazioni dell'Anrico TestamenÌo ln
bilità e la costanza ne costiîuisco- ra affrettata delle sue lettere può Paolo
sical Seminary, westminsler 1968 (tesi di
no pertanto gli elementi essenziali, indurre a ritenere che tale uso non laùrea)i Hays R.8., Ecr, es olSctipturc in
In altre parole, per Abacuc tra sia valido o responsabile. Al con- the Leúers of Paul, \ale Universily. New L Paolo = LXX - TM
la fede e la fedeltà non vi era quel- trario, le categorie con cui egli ha Haven 1989i Húbner H., Golîes lch und
Israel. Zu,n Sîhti"ftgeb.auch des Paulus in ' Rm 2,6 Sal 62,l3
Ia dicotomia che noi spesso sup- presentato la sua concezione del- 1 Rm 3,4 Sal 51,6
Rtnel 9./1, FRLANT l16, Vandenhoeck r
poniamo (anche la lettera aeli I'oiera di Cristo derivano da uno & Ruprecht. Cóuingen 1984; Job€s K. H., Rm 3,13a Sal 5,10
Jetusaten, Out Mother. in WTJ 5511993)
4 RIn 3,13b Sal 140,4
Ebrei sottoliriea la loro connessio- studio serio, meticoloso ed esau- 5
299-320; Kaiscr W. C. Jr., The Uses oJ the Rm 3,18 Sal 36,2
ne; cfr. Eb 3-4). Anche in Galati, stivo dell'AT. Guidato non solo Old Tesktnenî in the New. Moody, Chica- 6 Rm 4,l7 Gn I ?,5
del resto, si constata che l'aposto- dal significato storico del testo, go 1985; Kooh D.-A., r?€ Schtiît uls Zeuge 1 Rm 4,l8 Cn 15,5
lo Paolo non pensava che la giu- ma anche dalla sua autorità divi- des Erangeliunls. Unte$uchungen zut Ver- 3 Rfn ?,7 Es 20,17
vendun4 und .un vetsîdnd ìs det Schtiîl (=
stificazione mediante la fede esclu- na, dalla necessità di att'ualizzarc Dr 5,21)
beiPoulus, BHT 69,l.C. B. Mohr, Túbin-
desse l'obbedienza ai comanda- il messaggio biblico, dal potere in- een 1986; Lindars B., Nev Tesloment Apo- ' Rm 8,36 Sal44,23
ro Rm 9,7 Cî 21,12
menti di Dio (si veda specialmen- sito nelle associazioni letterade e losetic: The Do.trinol Sìsnìficance oÍ the rr Rm 9,l2 Gn 25,23
te CaÌ 5,13-26), ma il collegamen- da una concezione cristologica Old TesîaÌrcnt, W etîmitsrer, Philadeìphia
Ml
to organico tra questi due concet- della storia della salvezza, Paolo
1961; Long€necker R- N., Bíblical Exege" ':Lr Rm 9,13 1,2 3
sis in îhe Apostolic P?dbd, Eerdman!, Rm 9,15 Es 33,19
ti viene sviluppato ampiamente in è riuscito a porre in evidenza la ve- Grand Rapids 1975; Michet O., Paulus und Lr Rm 9,26 Os 2,1
Antico teslamento in Paolo 78 79 Antiochia sull'Oront€
ri Rn 10,5 Lv 18,5 6r lcor 6,16 Gr 2,24
16 Rn] 10,13 cl 3,5 6a 2cor l3,l Dt 19,15 ANTIOCHIA 17,14.17; 18,7). I Giudeidi Antio-
rr Rn Ì0,19 Dt 32,2r 65 cal 3,6 Gn 15,6 SULL'ORONTE chia erano numerosi e ricchi a quel
rB Rm 13,9a Dt 5.17-21 66 cal 4,27 Is 54,1 tempo, ed erano in grado di man-
(cfr. E' 20,l3 l7) tenere sinagoghe splendidamente
D Rm 13,9b I"v I9,18 4. Paalo + LXX + TM Antiochia sull'Oronte, una delle
6' principali città dell'lmpero roma- decorate e <atîiravano continua-
'?o Rm 15,3 Sal 69,10 Rm 3,10 12 Sal 1,1,1-3
mente ai loro riti religiosi un gran
':r Rm 15,9 Saì 18,50 (cr.. Sal 53,1-3) no, era il centro del C stianesimo
(crr. 2 Sam 22,50) 6r Rm 3.15- 17 Is 59,7 quando esso si diîfuse al di là dei numero di Creci) (Giuseppe Fla-
:: Rm l5,l 1 Sal I l?,1 6, Rrn 9,9 Gn 18,10-14
8
vio, Bell. 7.3.3 45).
Rm 15,21 Is 52,l5 70 Rfn 9,1? confini della Palestina verso la
']r
24 lcor 3,20 rL
Es 9,16
Quando la Chiesa di Gerusa-
Sal 94,1l RIl] 9,25 Os 2,25 diaspora.
ri lCor Dl r2 lemme udì che il numero dei cre-
2r lcor
5,13 17,7 e al. Rnl 9,27-28 ls 10,22 23 Quando Paolo giunse per Ia pri- delti in Antiochia era in aumen-
10,7 Es 32,6 (con os 2,1) ma volta ad Antiochia, la città era
:r lcor 10,26 Sal 24,1 rr Rm 9,33 Is 8,l4 con 28,16 to, vi mandò Barnaba, che per un
i1 in grande attività e agitazione, poi-
'?i lcor 15,27 Sal 8,7 Rm to,6 8 Dt 9,.1 con 30, ì2
ché stava vivendo un periodo di ri-
certo tempo esercitò il sÌro mini-
" lcor
ro lCor
15,32 ls 22,13
75 Rn
l4 (cfr. Sal 107,26) stero in quella giovane Chiesa (At
rr 15,45 Gn 2,7 io,ll Is 28,l6 costruzione. L'anno in cui proba-
11,22-24) e poi invitò Paolo a
2cor 4,13 Sal 116,10
(LXX
'6 Rn ì 0,15
]i Rm ll,3 fs 52,7 bilmente Paolo vi giunse, il 43 unirsi a lui (At I I,25-26). Il libro
1 15,1) lRe 19,10
3, 2cor 6,2 ls 49,18 (clr. v. l4) d,C., era quello in cui la città isti- degli Atti ci dice ch€ Paolo, il giu-
r3 2cor 6,16 f,v 26,12 rB Rm ll,8 Dt 29,3 tuì i suoi giochi olimpici. I suoi deo di Tarso (redi Giudeo, Paolo
(crt . Ez 31 ,27 ) (con k 29,l0) abitanti nel I sec. d.C. erano al- come), e Barnaba, il levita di Ci-
14 2cor 6,17 Is 52,11 7, Rm 11,9-10 5a169,23 24 l'incirca 300.000 (Strabone, Ceo.
con Ez 20,3,{ 30 Rfn ls 59,20-21 pro, servirono assieme ad Antio-
ri 2cor 8,15 Es 16,18
,26-2?a
3r Rm 11,27b 16.2.5), e tra questi parecchi era- chia per un anno intero (At I1,26).
ls 21 .9
36 2cor 9,9 Sal 112,9 3'z lCor 1,19 ls 29,14 no Giudei (in un numero appros- Ma per molti anni successivi essi
17 cal 3,8 Cn 12,3 con 18,18 3r lcor simativo che va dai 22.000 ai
1,31 Ger 9,23 fecero di questa città, pu11to d'in-
r3 Gal 3.12 Lv 18,5 31 lcor 2,16 Is 40,13
I cal 3,16 65.000), secondo Giuseppe Flavio contro di culture eterogenee, il
Cn 13,15 (cfr. Cn !5 lcor 9,9 Dt 25,4 (Bell.'7.3.3 43). Era dunque una
12,'7: l'1 ,'1i 22,18) 36 lCor 14,21 Is 28,1l-12 centro e la base della loro attività
ao Gal 4,30 Cn 21,10 3r lCor 15,54 Is 25,8 città enorme, ricca e cosmopolita, missionaria fra i Gentili (At 13,3;
ar Gal J,14 3s lCo. 15.55 dove le barriere religiose, etniche
4 lrn1 5,18a Lv 19,18
Dr 25,,1 !'y 2Co. 3,16
Os 13, t4
Es 34,34 e nazionali potevano venir facil-
15,22-36: 18,22-23\. T ranne Ceru-
salemme, [essùn'aÌtra città del-
2. Paolo = TM + Lxx '! 2cor 6,18 2sam 7,14 (con v. mente superate, e dove Ia tolleran- I'Irnpero romano ebbe come An-
8; clr. lCr 17,I3)
ar Rm I,l7 Ab 2.1 el 2cot 9,'1 Pf 22,8
za poteva costituire un vanto cì- tiochia una parte così importante
14 Rm ll,4 lRe 19,18 vile; poteva essere perciò un'otti-
a5 Rm 11.35 Golo LXX) nella vita della Chiesa primitiva.
Cb ,11,3 'r 2cor 10,17 Ger 9,23 ma base operativa per la diîîusio- Fu qui che fu usato per la prima
16 Rm 12.19 Dt 32,35 Dt 21 ,26
1r lcor 3,19 '9r Cal 3,10 ne del Cîisiianesimo. Nicola di volta il nome <cristiaîo> (chrístia-
cb 5,13 'q4 cat 3,13 Dt 21,23 Antiochia, che era stato un pro-
aB Gat 3,11 Ab 2,4 dos, <(seguace di Cristo>) per de-
'5 Ef 4,8 Sal 68,19
a' zTm 2,19a Nm 16,5 ,6 Ef 5,31 Cù 2,21 selita eiudaico e uno dei primi signare i discepoli di Gesu (At
3. Paolo = LXX + TM
e1 Et 6,2-3 Es 20,12 convertiti al Cristianesimo, fu I 1,26). E luroro i cristiani di An-
(cfr. Dt 5,16) scelto come uno dei capi dei cri-
50 Rm 2,24 tiochia che, durante una grave ca-
ls 52,5 stiani ellenisti (vedi Ellenismo) di
5r Rm 3,14 Sal 10,7 restia (45-47 d.C.) scoppiata sot-
(r_xx Rm 3,20 Sal 143,2 Gerusalemme (At 6,5). to il regno di Claudìo (Svetonio,
:r Rm 4,3 (.9.22) cn 15,69,28) '!3
,, Rm 9,20 k 29,16 (15,9) Furono dei cristiani giudeo- Claud, 18.2), inviarono soccor-
5r Rnì 4,7 8 roo Rm 1l,l-2
ia Sal 32,1 2
ror Rm
Sal 94,14 ellenisti, sfuggiti alla persecuzio- so ai fratelli della Giudea (At
rr Rm 9,29 ls 1,9 12,16- 17 Pr 3,7 ne che si scatenò in Gerusalemme l l ,27-30).
Rn 10,16 ls 53,1 (ls 64,3
16 Rm 10,18 sal t9,5 con 65.16?) in concomitanza con il martirio di Durante il soggiorno di Paolo
17 Rm 10,20-2t ts 65,12 r03 lcor 15,25 Sal 110,1 Stefano, a portare il Cristianesi- ad Antiochia giunse nella città an-
53 Rm tt,34 Is,10,13 ro' 2cor Pr 3,4 mo ad Antiochia. Ben presto an- che Pietro. Nel corso della sua vi-
y Rm 12,20 Pr 25,2122 Lor
8,21
2co. 9,10 Is 55,10
6rr Rm 11,11 che altri fuggiaschi vennero ad sita Pietro, che all'inizio si era se-
Is 45,23 con Os 10,12
(con 49,18?) ,,,6 Gal 2,16 Antiochia da Cipro e Cirene e pre- duto a mensa con i Centili, comin-
Sal 143,2
6r Rm 15,10 llt 12,41 ror 2Trì 2,l9b ls 26,l3? dicarono ai <Creci> con notevole ciò a non condividere piir il cibo
6: Rm 15,12 Is ll,l0 (con Sir 35,3 ?) successo (At I l,l9-21). Questi con loro (vedi Cibi offerti agli ido-
<Greci>r erano probabilmente (ti- li e leggi alimentari giudaiche). Se-
morati di Dio), ossia dei Gentilj condo il racconto dell'episodio ri-
IEllls scgnala ànche l'rm 5,18b (= Mt 10,10?) per vja delÌa formula jntroduttoria attratti dal monoteismo giudaico portato da Paolo (Gal2,t 1- 14), il
all'ìnizio dcl versettol (At 10,22i 13,16.26.43i 16,14: riliuto di Pietro coincise con I'ar-
Anliochia sull'Oronte 80 81 Apocalittica

rivo di alcuni dalla Chiesa di Ge- ne (175-164 a.C.) e ricostruita da 23/24 d.C. Tiberio costruì le ter- ton 1934 1970r Do\\tey c., A Histaù al
AnÌío.h ìn S!ùúfrom Seleucus to the Arub
rusaÌemme ((<alcùni da parte di Tiberio (14-37 d.C.). me nella parte orientaìe della cit- Conqresl, University Press, Princdon l96li
Giacomo))) e fu dovuto al <timo- A partire dal 67 a.C. Quinto tà e forse anche sull'isola forma- Iò.. Ancìent ,,lrl;ocn. Universìty Press,
re dei circoncisi> (tous ek perifo- Marcio Re e Pompeo cost[uirono ta dall'Oronte. Accrebbe inoltre i Princeron 1963ì Dùón J. D. c.. The Inci-
al 2, I 2 ; v e d í G irdai'zzarti). molti edifici importanti ad Antio- dent at Antioch (G,1! 2.8 t1),;t JSNT 18
m e s, G suoi meriîi con l'ampliamento del (1983) 3 57; Id., J?r4s, Paul and the Liw,
Si è supposto che la pressione eser- chia, tra cui un palazzo e un cir- teatro, la costruzione di porte mo- westminster John Knox. Louisville 1990,
citata su Piet.o perché si ritirasse co. Questo prog.amma edilizio fu numentali ad ogni grande incro- pp. 129 182; Kraeline C. H., The.Iewish
dalla comunione con ì Gentili po- portato avanti nel4? a.C. da Giu cio delle strade della città, il com- Canmuníry at Antioch, iD JBL 51 (1932)
lio Cesare, il qùale costruì un ac- 130-160: Liebeschuetz J. H. W. G..,4,
trcbbe essere stata causata dall'in- pletamento e la decorazione del- rioch: Cíty and Imperi1l Adnìnìsttarian in
teresse della Chiesa di Gerusalem- quedotto per rifolnire di acqua gli l' Epiphaneia, il settore meridiona- rhe Laîer Ramu Enpire, Clarcndon. Ox-
me ad estendere il vangelo ai Giu- edifici residenziali sìtuati sùlle pen- le della città costruito da Antioco ford 1972; Longenecker R. N., Galatians,
dici del monte Silpio. Sono state wBC 41, Word. Dalla! 1990, pp. 65 7li
dei in un clima di crescente nazio- Epifane, da cui aveva preso il Meeksw. Wilkcn R.. Jesrs ondChtìstiuns
nalismo giudaico. Paolo tuttavia ritrovate alcune rovine di queste nome. in Antiochín the Fìrsî Fout Centuriesafthe
giudicò ipocrita la rinuncia di Pie- residenze piivate e anche di alcu- Antiochia fu colpita più volte Conno, f,?, SBLSBS ll, Schola.s, Mis-
tro, che fu seguita da quella di ai- ne piccole terme, la cui costruzio- da terremoti, due deì quali si ve- soula (MT) 1978; Wallace-Hadrill D. S.
tri Giudei credenîi, e ritenne che ne era stata facilitata daÌl'erezio- Chtistian Anîioch: A Sh.ld! ofEarlt Chtì-
rificarono al tempo di Paolo. Il stíanîhought in the East,U njversjty Press,
essa danneggiasse la missione ai ne dell'acquedotto. Cesare ai pìe' pdmo awenne il 9 apdle del 37 Cambridse 1982.
Centili e l'unità dei cristiani (Gal di del monte costruì un teatro nel d.C., sotto il regno di Caligola, il
2,13-14). Antiochia divenne quin- centro monumentale della città e quale intervenne subito e con ge- J. McRay
di la sede di una significativa con- un anfiteatro viciÍo alla porta me- nerosità, investendovi la cospicua
troversia su una questione di com- ridionale. In qualche luogo, cer- riserva che Tiberio aveva lasciato
portamento pratico che era fonda- to vicino al centro della città, egli ANTROPOLOGIA: vedl Psi-
nel tesoro di Roma. La città, in
mentale per il vangelo di Paolo. costruì anche il lldis arcion, lotse cologia
questa occasione, subì un profon-
Secondo Eusebio, il primo ve- la basilica piir antica dell'Oriente, do rifacimento e un restauro so-
scovo di Antiochia lu Pietro, a cui che doveva essere usata per il cul- ANZIANI: vedi Chiesa, ordina-
staDziale. Il secondo terremoto di mento e governo della
successe Evodio, e poi lgnazio di to di Roma; portava il nome di Antiochia, awenuto sotto il regno
Antiochia, che iu mattitizzato agll Cesare e ospitava anche una sua di Claudio (41-45 d.C.), arrecò
inizi del II sec. sotto il regno di statua. ln Antiochia egli inoltre ri- danni anche ad Efeso, Smirne e al-
Traiano (98-117 d.C.', Hist. Eccl. costtuì il Pantheon. che era in sta- APOCALITTICA
tre citta dell'Asia Minore.
3.36.2t 3.22). to di decadenza, e costruì (o rico- Il (calice d'argento di Antio-
La nostra conoscenza di Antio- struì) un teatro sulle pendici del chia> sarebbe stato rinvenuto in SoNiMArìlo - l- Dcfinizione di apocalitdca:
chìa si fonda su limitati scavi ar' monte Silpio. 2. Le origini deLl'apocalillica; 2.1 L'am-
qùesta città nel 1910. Colsiste in
cheologici, ma anche su un consì- F.rode il Grande cosTmì una bienre deÌl'apocàlitLica; 2.2.Escatologia e
una comune coppa d'argento in- apocalirticai 2..1 Profezia e apocaliltical
derevole numero di opere lettera- strada colonnata che percorreva la 2.4 Sapienza e apocaljitica; 2.5 Farisei_
terna, contenuta in ùn recipiente
rie antiche (Strabone, Evagrio, città in tutta la sua lunghezza, da
esterno d'argento dorato. Si è pen-
smo e apocalittica; 3. Le carat!€ristiche
Procopio, Libanio, Giuliano l'A- nord a sud, e la taglìava in due dell'apocalhtica; 3.1 Aspelti princjpali
sato che il motivo per cui si è fab- dell'apocalitticai 3.2 Gìi sce!ùi dell'apo-
postata, Giovanni Crisostomo, e parti (Giuseppe Fla"tlo, Bell. bricato un contenitore così bello calitlìca; 3.3 Dualismo Ìimitato; 3.3 1
soprattutto la Chronographía di t.2t.lr $ 425i A t. 16.5.3 $ 148). per una coPPa così ordinaria fos- Dualismo cronologico o escatologico;
Giovanni Malala, deM sec. Cesare Augusto visitò Antiochia
se che quest'ultima era il calice
3.3.2 Dualismo etico; 3.3.3 Dualismo psi-
cologico o microcosnicoi 3.4 L'altesa
d.C.). La città si estendeva su due volte e vi realizzò un vasto
programma edilizio che îinanziò usato da Gesu nell'ultima cena. mcssianicai 3.5 Il regno temporaneo dcl
un'area di circa 1 km e mezzo per
3, tra il fiume Oronte a ovest e il con il tesoro che aveva trovato in
Gli esperti datano però questa Mesia; 3.5.1 L'Apocalisse delle setlima
ner 3.5.2 4 Esdra; 3.5.3 2 Baruci 3.6
mo[te Silpio a est. Fu costruita se- Egitto dopo la sconfitta di CIeo- coppa tra il II e il VI sec. d.C, L'awersario escatolosico; 3.? La ùuova
.reà7ione o trasformazione del cosmo:,1.
condo uno schema ippodamico a paîra e di Antonio ad Azio neÌ 31 Paolo e I'apocalitlica eiùdaicai 4.1 Fon_
Vedi anche Batrl bai tr.lissrone;
reticolato (con Ie strade che si in- a.C. Alcuni templi e altri progetti tie p.oblemi; 4.2 I1 nùcleo e la struttùra
Pietro.
crociavano ad angolo retto e gli che vengono attribuiti a Tiberio del pensiero diPaoloi 4.3 Paolo comevi
furono probabilmente solo com- sionarjo e misticoi 4.4 Scenarl apocalit
edifici posti all'interno dei rettan- tici: ,1.5 Dualismo limilalo; :1.5.1 Duali-
BIBL. - Brown R. E. ' Meier J. P ,.4rlio-
goli), tipico delle citta elenistiche, pletati da lui, poiché erano già sta- chia e Rotna, chiese nadi.lells cattolitità smo Ùonologico o escatologjcoi 4 5.2
con isolati rettangolari di 110 me- ti iniziati da Augusto. arllca, Cittadella. Assisi i987; Cimok F., Duaìismo spaziale; 4.5.3 Dualismo etico;
tri per 57 circa. Era circondata da Una parte dell'attività edilizia antìoch oh îhe Onntes.Us Tan TmaMer 4.5.:1 Dùalismo psicologico o microco
kezi, lstanbul 1980; G. w Elderkin el al. smicoi 4.6 GesÌì Messiai 4.? La parusia
una cinta muraria costruita da Se- condotta da Tiberio nella città può (edd.), Antiach-on the'Olotrer, 5 voll., e il giùdizio; 4.8 La risurr€zionei 4.9
riúru r irrr-26r 4,i,1,4t p\rdL4 essere siaia causata da un incen- cofrm îee for th€ Excavation of Anlioch L'av!ersario cscatologico; 4. i0 II proble-
.rnÈ2hiirrFlì'e.it Àri'i.,',r F.rii:- dìo:,.()i)i)iato ad Antiochia ne1 and i$ Vicinity, Univenity Pr€ss, Prince ma di un reeno messianico remporaneo
Apocalittica 82 83 Apocalittica

II termine (apocalittica) è la le apocalissi che possediamo ven- tista, la rivolta di Teuda di cui par- sono luse insieme concezioni reli-
traslitterazione della parola greca gono ritenute pseudonime, atti- lano At 5.36 e Giuseppe Flavio, giose provenienti
dall'Occidelte e
apo k a lyps is, che sigr,iiica <scopri- buite cioè a eminenti figure dej- A nt . 20 .5 .l 9'7 -98 , e quella dell'a- dall'Oriente.
mento), (rivelazioneD, L'autore I'antico Israele o del Giudaismo, nonimo (egiziano) di At 21,38 e 2.1 L'ambiente dell'apocalitti-
dell'Apocalisse di Giovanri è sta- come Adamo, Enoch, Mosè, Da- Ciuseppe Flavio, .1t1. 20.8.6 $$ ca Il îatto che la maggior par-
to il primo, tra i cristiani e i Giu- niele, Esdra e Baruc. Solo le pir) t69-7 82i Be . 2,261-63); (3) l'apo- te delle apocalissi siano pseudoni-
dei, a usare tl tetmlne apokctllp antiche apocalissi cristiane, l'Apo- calisse, un tipo di letteratura in cui me ha reso difficile individuare le
si.r per descdvere il contenuto del calisse di Giovanni e Il Pastore dl rìcorrono queste concezioni nella situazioni sociali in cui esse sono
suo libro, che narra essenzialmen- Erma, vengono poste sotto il no- loro lorma piir caratteristica e state scritte e a cui intendevano
te una serie di visioni rivelate che me dei loro autori effettivi. Mol- completa e nella quale si parla del- fornire una risposta. Si è però so-
riguardano gli eventi che accom- to probabilmente si usavano que- la rivelazione di un sapere cosmi- stanzialmente d'accordo nel rite-
paglano la fine imminente del sti pseudonimi per fornire delle co e della fine del nìondo; (4) le nere che le apocalissi giudaiche
mondo pres€nte: (lQuesta è] la d- credenziali e rendere così piu ac- immagini dell'apocalittica, ossia i siano state scritte o rielaborate in
\elazioíe Íapokallpslsl di Giovan- cettabili le <rivelazioni>, in un diversi temi e motivi che costitui- tempi di crisi sociale o politica,
ni, che Dio gli diede per render no- momento in cui nella storia d'l- scono l'escatologia apocalittica e benché queste crisi possano esse-
10 ai suoi servi le cose che devono sraele la stima verso i proleti era che vengoDo usati in vari modi re state reali o anche solo Perce-
presto accadere) (Ap 1,1). In ri- scesa a un livello molto basso. n€ll'antica letteratura giudaica e pite come tali. Concentrando la
fedmento ad Ap 1,1 il termine Apocalittica è pertanto un termi- cristiana. prop a attenzione sul Periodo che
<apocalisser è stato usato a par- ne ùsato pei descrivere il tipo paÌ- Questa voce tratlerà dell'esca- va dal400 al 200 a.C., Ploeger ha
tire dalf inizio del XIX sec., quan- ticolare di attesa escatologica che tologia apocalittica e dei vari mo- pensato che nella comunità giudai-
do è divenuto comune a opera del- ha aaÍatletlzzato le apocalissi del di in cui Paolo ha adattato al Pro- ca postesilica vi fosse una netta di-
lo studioso tedesco F. Luecke Giudaismo antico e del Cristiane- prio pensiero teologico alcùni te- stinzione tra due gruppi, quello
(1791-1854), per indicare dei testi simo delle origini. Cli scritti reli- mi e alcune s1-rutture di fondo del- teocratico (la classe sacerdotale
che hanno un contenuto e una giosi giudaici comunemente rite- I'escatologia apocalittica. dominante), che interpretava l'e-
struttura simili a quelli dell'Apo- nuti apocalittici sono Dn 7-12 (l'u- scatologia apocalittica in termini
calisse di Giovanni. nica apocalisse dell'AT), i cinque 2. LE ORIGINI DELL'APOCA- politici, e quello escatologico (pre-
documenti che compongono 1 LITTICA - Si sono formulate cursore dei successivi fautori del-
1. DEFINIZIONE DI APOCA- Enoch Q-36, il Librc deí Yigilan- molte ipotesj sulle origini dell'a- I'apocalittica), che attendeva I'a-
îii 3'7-'ll, \e Parabole dí Enoch; pocalittica, ed esse hanno rispec- dempimento delle predizioni esca-
LITTICA -Apocalittica è un ter-
tologiche dei profeti. Piir recente-
mine moderno ùsato comùnemen- 72-82, il Libro dell'Astronomia: chiato spesso l'atteggiamento po-
te per indicare una visione dell'u- 83 -90, I' Apoca lisse degli animali: sitivo o negativo che gli studiosi mente P. D. Hanson ha ritenuto
niverso che ha caratterizzato alcu- 92-104,la Lettera di Enoch\, 2En, hanno assunto nei confronti del- che I'apocalittica sia uno svilup-
ne aree del Ciudaismo antico (200 4Esd, 2Bar, 3Bat el'Apocalisse di 1'apocalittica. Seguendo I'esempio po laturale del Profetismo israe-
a.C. - 200 ca. d.C.) e che si è con- A bram o . Le apocallssi del Cristia- di F. Luecke verso la metà del litico, dovuto alla lotta intema tra
cretizzata nell'attesa di ùn inîer- nesimo delle origini sono l'Apo- XIX sec., molti hanno visto l'apo- i profeti visionari e i sacerdoti ie-
vento ìmminente e decisivo di Dio caiisse di Giovanni e Il Pa'torc d] calittica in una luce favorevole, rocratici (sadociti), daM al IV
nella storia umana per salvare il Erma. considerandola uno sviluPpo del sec. a.C.
suo popolo e punirne i nemici, di- Bisogna distinguere quattro profetismo dell'AT dovuto alle di- 2.2 Escatologia e apocalittica
struggendo il presente ordine co- aspetti dell'apocalittica: (l)
l'esca- sillusioni del periodo postesilico, Di solito si è fatta una distinzio-
smico decaduto e ricostruendo o tologia apocalittica, che è un tipo tra cui la sottomissione a nazioni ne tra escatologia e apocalittica.
riportando il cosmo alla sua per- di escatologia che si trova nelle straniere e le tensioni all'interno Escatologia è un termine che è sta-
fezione originaria. La conoscenza apocalissi o è simile all'escatolo- della comùrità giudaica. Altri to usato a partire dal XIX sec. Per
dei segreti dell'universo (uno dei gia delle apocalissi, catatteizzala hanno visto invece una netta rot- indicare quella parte della teolo-
contributi forniti all'apocalittica dalla tendenza a considerare la tura tra la proiezia dell'AT e l'a- gia sistematica che tratta delle
daÌla tradizione sapienziale) e glì realtà dal punto di vista della so- pocalittica posteriore e hanno ri- realtà future sia individuali (mor-
imminenti piani escatologici di vranita di Dio (per esempio, 1'e- tenuto che molti elementi fonda- te. risurrezione, giudizio, vita eter-
Dio erano dvelati ad alcuni uomi- scatologia della comunità di Qum- mentali dell'apocalittica abbiano na, paradiso e inferno) sia collet-
ni attraverso sogni e visioni, e le ran, quella di Gesu e quella di avuto origine nell'antico Iran e tive (per eserì1pio, la venùta del
apocalissi che questi ultími scrive- Paolo); (2) I'apocalittica o mille- siano penetrati nel pensiero giu- Messia, la grande tribolazione, la
vano grano anzitutto la nallazl0- narismo, una forma di comporta- daico nel periodo ellenistico risurrezione, il giudizio, la secon-
ne delle visioni che essi avevano - mento collettivo fondato su que- (400-200 ca. a.C.), oppure siano da venuta di Cdsto, il regno mes-
(r drlo 5raLÉ s urrca L< sie concezioni ípei esempio, il mo- derivati dalle tendenze sincretisti- sianico temporaneo, la nuova
l,:ic <.ia iin angeir: iiiieipiet€. Tuite ,.,iii:,:lLo guiii:.iLo iia Giovanni Bat- che di questo Periodo, quando si creazione dell'universo). Si è an-
Apocalittica 84 85 Apocalittica
che distinto spesso tra escatologia Molti studiosi hanno ritenuto che relativa a Ciuseppe e Daniele, i Vi sono alcuni elementi dell'e-
profetica ed escatologia apocalit- vi
sia Ìlna rottura sostanziale tra quali erano in grado di chiarire scatologia apocalittica su cui gli
rica, e ciò è ùtile per vedere quale il proîetismo e 1'apocalittica. C. con la loro sapienza il significato studiosi sono abbastanza d'accor-
continuità e quali mutamenti si von Rad, per esempio, ha respin- di sogni rìvelatori e ambigui (Cn do: (1) ll dualismo cronologico tra
siano verificati nelle attese escato- to la tesi che le radici principali 40,8i 4l,25 .39: Dn 2, l9-23 .30.45; il mondo presente e quelio futù-
logiche israelitico giudaiche. Se- dell'apocalittica debbaIIo trovar- 5,II-12). La figura dell'angeh.s i - ro. (2) La rottura radicale tra il
condo questo modello, la profe- si nel profetismo israelitico. Per lelples (<angelo inteiprete))) ricor- mondo presente e quello futuro,
zia escatologica era ùna prospet, von Rad I'apocalittica consiste in re spesso nelle apocalissi giudai- unita a un pessimismo nei con-
tiva ottimista, la quale pensava un netto dualismo, una lrascen- che, dove assume una funzione Lonîi dell'ordine presente e a una
che Dio avrebbe ristabilito in fu- denza radicale, un sottofondo eso- analoga: è un essere sopraùnatu- speranza nell'ordine del mondo
turo le condizioni idilliache delle terico e gnostico. Secondo questo rale che è in grado di interpretare luturo. (3) La divisione della sto-
origini attraverso gÌi eventi della studioso, l'apocalittica è derivata il significato proîondo dei sogni e ria in diverse età (quattro, sette,
storia. i profeti d'lsraele annùn- dalla letteratura sapienzìale del- delle visioni di carattere apocaìit- dodici) che rispecchiano un piano
ciavano al re e al popolo i piani l'AT. Tra i diversi temi comuni al- tico (Dn 7-12; Zc l-6.4Esù. prestabilito della storia. (4) L'ar-
di Dio su Israele, in termini che re- la tradizione sapienziale e alla let- 2.5 Fariseismo e apocalittica - tesa della venuta imminente del re-
stavano strettamente collegati con teratura apocalittica, i quali con- L'opera monumentale di G. F. gno di Dio, quando Dio manife-
i fatti e i processi reatì di ordine fermerebbero che vi è un legame Moore sul Giudaismo. in tre vo- sterà il suo giìrdizio sùlle realtà del
storico e politico. La profezia con, tra quesîi due tipi di letteratura, lumi, si îondava sul presupposto mondo presente. (5) Una prospet-
sidera il fùturo come uno svilup- si possono segnalare j seguenti: (1) che il Giudaismo (normativoD dei tiva cosmica nella qùale la sorte
po del presente, mentre I'escato- sia i sapienti che gli apocalirtici so- prini secoli dell'era cristiana, (l'e ildividuale non è piu racchiusa in
logia apocalittica vede il futuro ir- no detti ((sapientiD e tramandano poca dei Tannaim), non includes- qùella dì una realtà colìettiva co-
rompere nel presente; la prima è il loro pensiero in forma scritta, se l'apocalittica giudaica. Allo me Israele o il popolo di Dio, e la
essenzialmente ottimista, mentre sottolineando spesso la loro par- stesso modo, A. Schweitzer ha te c si imminente non è ristretta a
la seconda è pessimista. ticolare (conoscenza> e l'antichi- nùto nettamente distinti tra loro luoghi particolari, ma si estende a
2.3 ProÌezia e apocaliftica Il tà di questo sapere; (2) ambedue I'insegnamento degli apocalittici (e tùtto il cosmo. (6) Un intervento
problema delle relazioni tra pro- manifestano tendenze individuali- perciò anche di Gesù) e quello dei poÍentoso di Dio che porterà la
fezia e apocalittica è solo un aspet- stiche e universalistiche; (3) ambe- rabbini. Ma il fatto che i farisei salvezza ai giusti, intesa come un
to del problema più generale che due si occupano dei misteri del abbiano accentuato così tanto la cùpero delle condizioni edeniche.
riguarda il grado di continuità o mondo da un punto di vista cele- risurrezione, il mondo futuro e il (7) L'introduzione di angeli e de-
di discontinuità che si vuol vede- ste; e (4) ambedue rivelano una Messja rende diflicile distinguere moni per spiegare gli eventi stori-
re tra I'apocalittica giudaica e le concezione deterministica deila chiaramente le concezioni politi- ci ed escatologici. (8) L'introdu-
precedenti tradizioni religiose e storia. che e religiose degli apocalittici da zione di un nuovo mediatore con
politiche d'lsraele. È importante L'ipotesi che la sapienza d'l- quelle dei îarisei, anche se questi funzioni regali.
constatare che il profetismo e l'a- sraele, e nonil profetismo, sia la ultimi sono rimasti deìusi su mol- Questi elementi non soflo gli
pocalittica presentano elementi di madre dell'apocalittica giudaica ti aspetti dell'apocalittica dopo I'e- unici, ma sono sufîicienti a illu-
continuità e di discontinuità. Il non ha trovato molti sostenitori, sito disastroso della prima 1ìvolta strare gli aspetti pial caratteristici
forte contrasto che si vede spesso almeno nella forma proposta da contro Roma (66 73 d.C.). V'/. D. dell'apocalittica e della sua visio-
tra profezia e apocalittica può es- von Rad, Vi sono certo dei lega- Davies ha individuato diversi le- ne del mondo.
sere talvolta attutito se si scopre mi tra Ia sapienza e l'apocalittica gami tra I'apocalittica e il îarisei- 3.2 Gli scenari dell'apocalittica
che anche il profetismo ha subìto (Sap'7,2'7', Sir 24,33), due realtà smo: (1) uno stesso atteggiamen- Poiché le narrazioni che descri-
molti mutamenti e che vi sono nu- che tra l'altro si esprimono attra- to e una stessa venerazione vetso vono gli eventi ielativi alla îine del
merose somiglianze tra il profeti- verso la scdttura. La tradizione sa- la fólr; (2) una stessa visione di mondo presente e alf instaurazìo-
smo tardivo e la prima apocalitti- pienziale d'Israele ha costiruito alcuni elementi escatologici come ne di quello futuro si iondano es-
ca (Hanson). Vi sono libri profe- senza dubbio uno degli elementi le tribolazioni che caratterizzeran- senzialmente sugli usi e i costurlli
tici tardivi in cui si manifestano che hanno influenzato maggior-- no I'epoca messianica, il ritorno del loro ambiente, le descrizioni
tendenze che in seguito si sono svi- mente I'apocalittica giudajca. E degli esiliati, i giorni del Messia, degli eventi futuri risultano diverse
luppate in maniera più ampia nel- però importante distinguere due la nuova Gerusalemme, il giudizio tra loro e anche poco coerenti. Se
l'apocalittica giudaical essi com- tipi di sapienza: la sapienza dei cla Geenna; (3) una stessa tenden- si vuol tracciare una sintesi della
prendono le visioni diZc l-6 (ó,o^ proverbi e la sapienza mantica. za populista e scolastica. grande varietà degli scenari apo-
ve è presente un angelo interpre- Questo secondo tipo dguarda an- caliîtici che si ritrovano nella let-
te), Is 24-27 e 56-66, Gioele e Zc che il compito del (sapiente>> nel- ]. CARATTERISTICHE DEL- teratura apocalittica, bisogna per-
9-14. Ì'inte.pretare i sogni, come si ve- I,'APOCALITTICA.3.l tanto mettere in evidenza gli ele-
2.4 Sapienza e apocalittica - de anche nella tradizione bibÌica Aspetti principali dell'apocalittica menti piu caratteristici che com-
Apocalittica 86 8'7 Apocalittica
paiono in tale letteratura. L'apo- sione dualistica della realtà: (1) ll me categorie morali del bene e del turale (Pr. Sal. l7), ispìrandosi a
calittica e l'escatologia apocalittica dualismo cronologico o escatolo- male, trovano un'analoga corri- un periodo storico perîetto; Ìa me-
si fondano sulla concezione che gico distingue nettamente tra que- spondenza nella lotta tra il bene e moria del passato veniva proietta-
I'ordine perverso e oppressivo del sro mondo e quello iuturo. (2) tl il male sostenuta a livello indivi- ta nel futuro. Il messianismo uto-
mondo presente è posto sotto il dualismo etico si fonda sulla di- duale. In alcune correnti del pen- pico prevedeva un'era futura su-
controllo temporaneo di Satana e stinzione morale tra il bene e il siero apocalittico giudaico, e so- periore a ogni realtà conosciuta.
dei suoi complici umani. L'ordi- male e vede I'umanita divisa in prattutto nella comunità di Qum- l1 messianismo giudaico attende-
ne perverso d€l mondo presente due gruppi, i buoni e i cattivi, che ran e negli ambienli da cui deriva va ùon Ia restaurazione di una di-
sarà presto distrutto da Dìo e sa- rispecchiano un'analoga divisione il Testamenlo dei Dodici Pqtrìar- nastia, ma la venuta di un re mes-
rà sostituito da un ordine perfet- tra forze soprannaturali buone e cri, si credeva che Dio avesse crea- sianico inviato da Dio a ripristina-
to, corrispondente a quello dell'E- cattive. (3) Il dualismo psicologi- to due spiriti, lo spirito della veri- re le fortune d'Israele (vedi Re-
den. Nel tempo presente, domina- co o microcosmico è un'interioriz- tà e lo spirilo dell'errore (ossia lo staurazione di tsraele). Ma in
to dal male, il popolo di Dio è so- zazione del modello delle due età spirito cattivo chiamato Belial, quanto simbolo teocratico il Mes-
lo una minoranza oppressa ch€ at- e vede le forze del bene e del male IQS I,l8-24; Test- Giuda 20,1-5: sia non è un elemento essetziale,
tende con ansia I'intervento di Dio in lotta tra loro per acquistare il cfr. anche Gv l4,l'l;15,26:16,13; poiché non costituisce una compo-
o del suo inviato particolare, il predominio in ogni individuo. lGv 4,6), e che gli uomini fossero nente invariabile di ogni attesa
Messia. Il passaggio dal rnondo 3-3.1 Dualismo cronologico o posti sotto l'uno o sotto I'altro; escatologica giudaica- Una simjle
vecchio a quello nuovo, la fine del escalologico - La concezione di il principe della luce controlla la îigura, per esempio, non ha alcu-
mondo vecchio e I'inizio di quel- due età successive, o due mondi, vita dei figli della giustizia, men- na funzione nello scenario escato-
lo nuovo, saranno accompagnati si è sviluppata gradualmente nel tre I'angelo delle renebre domi- logico di Gioele, ls 24-27, Danie-
da una serie di battaglie finali Ciudaismo. La prima ricorenza na sui figli della menzogna (lQS le, Ben Sira, Giubíleí, Apocolisse
combattute dal popolo di Dio con- dell'espressione rabbinica <il mon- 3,17-4,1: 4,2-lI: IQM 13,9-12). di Mosè, Tobra, 1 e 2 Maccabei,
tro gli alleatì umani di Satana. do futuro) si trova in 1E? 71,15 Tuttavia, anche i peccati dei figli Sap]erza, lEn I-36 (rI Libro dei
L'esito però è già scontato, perché (200 ca. a.C.). La dottrina delle della luce sono causati in ultima Vigilantù e 90-104 (ta Lellera di
i nemici di Dio sono predestinati due età è però pienamente svilùp- analisi dallo spirito dell'errore, Enoch\, 2 Enoch.
alla sconfitta e alla distruzione. pata verso il 90 d.C., poiché se- poiché ambedue gli spiriti lottano 3.5 Il regno temporareo del
L'inaugurazione del mondo nuo- condo 4Esd 7,50 (l'Altissimo non per la supremazia nel cuore del- Messia - L'apocaÌittica giudaica
vo inizierà con l'avvento di Dio o ha fatto una sola età, ma due) l'individuo (lQS 4,23'26i Test. è poco coerente per quanto riguar-
del suo inviato per giudicare i mal- (cfr. /Esd 8,1). Il giorno del giu- Aset 1,3-5). Però il dominio del- da la venuta del regno di Dio. Al-
vagi e ricompensare i giusti, e si dizio è visto come il punto di di- lo spirito dell'errore è limitato nel cuni pensavano alla r ealizzazione
concluderà con una nuova crea_ visione tra le due eta (4Esd'7,113)i tempo, poiché Dio alla line lo di- di un regno eterno, ma altri attcn-
zione o una trasformazione dell'u- <ll giorno delgiudizio rappresen- struggerà (1QS 4,18-19). La dot- devano un regno messianico tem-
niverso. terà la fine di quest'età e l'inizio t na secondo la quale lo spirito poraneo a cui sarebbe seguito un
3.3 Dudismo limitato - Uno dell'età futura immortal€)>. della verità e lo spirito dell'errore regno eterno (lCor l5,U). La no-
degli elementi fondamenlali che 3.3.2 Duolismo etico - Dtr sono in lotta tra loro per ottenere zione di un regno messianico tem-
caratterizzano I'apocalittica è la 12,10 distingue tra (empi)) e (sag- la supremazia sull'individuo è si- poraneo che avrebbe dovuto co-
convinzione che il cosmo è diviso gbri il Librc deiGiubilei distingue mile alla dottrina rabbinica della slituire un punto di passaggio dal
tra due forze soprannaturali op- tra gli Israeliti che sono (il popo- tendenza buona e della tendenza mondo presente e corrotto a quel-
poste, Dio e Satana, che rappre- lo giusto)r (Glró. 24,29), <una ge- cattiva. lo futuro, dalla monarchia alla
sentano sul piano morale il bene nerazione giusta) (Giub, 25,3), e 3,4 L'attesa messianica - Il teocrazia, risolveva il problema
e il male (dualismo cosmico), Tut- i Gentili che sono pec caLori (Giub. m€ssianismo non era un elemen- del come si dovesse intendere il
tavia la concezione giudaica di Dio 23 ,24t 24,28); cos\ pure , la Rego- to invariabile dei vari modelli esca- passaggio dal Messia aì regno eter-
come signore assoluto implica an- la della guerru di Qvmran dislin- tologici che vennero a formare I'a- no di Dio (là dove questa nozione
che che egii è all'origine del male gue tra il popolo di Dio e i Kittîn pocalittica giudaica. Durante il pe- era presente). In genere nel pen-
e che il dualismo del bene e del (lQM 1,6; 18,2-3) e il Testqmen- riodo del Secondo Tempio vi era- siero apocalittico giudaico il regno
male che n€ risulta non è eterno to dí Aset coîtrappone il <popo- no almeno due tipi principali di di Dio ha un'importanza maggiore
né assoluto (diversamente dal dua- lo buono e con una sola faccia)) messianismo giudaico, quello dj rispetto alla figura di un Messia.
lismo dell'antica religione ftanica), (Test. Aser 4,1) al (popolo con restaurazione e quello utopico. ll Un interregno messianico è perciò
ma è limitato. Questo dualismo due facce) (Test. Aset 3,1). primo prevedeva la restaurazione un'anticipazione dello stato per-
cosmologico essenzialmente piil i- 3.3.3 Dualismo psicologico o del regno davidico e si fondava feîto ed eterno che esisterà quan-
stretto si manifesta nell'apocalit- microcosmico - In questo îipo di sull'attesa del miglioramento e do saranno ripristinate per sempre
tica giudaica nelle diverse espres- dualismo le forze soprannaturali della perfezione del mondo pre- le condizioni primordiali. Esso è
sioni, tra loro collegate, di una vi- cosmiche e antitetiche. intese co- sente attraverso uno sviluppo na- temporaneo, poiché 1o si descrive
Apocalittica 88 89 Apocalittica
come una realtà in cui conlluisco- sia avrà un suo ruolo nel regno seguitare il popolo di Dio. Queste tive divine che i Romani loro con-
no alcune caratteristiche del mon- eterno e teocratico che si instau- due tradizioni sono delle storiciz- temporanei consideravano strava-
do presente e quelle del mondo fu- rerà con la risurrezione. zazioni dell'antico mito della lot- ganîi e che recavano olfesa ai Giu-
turo. Nell'apocalittica cristiana 3,5,3 2 Batuc - Dopo dodici ta primordiale. Una di esse presen- dei. L'altra îradizione riguarda il
quest'attesa di un r€gno messiani- t
tempi di bolazione (28ff 2'7 ,l-5) ta la figura di ùn dominatore ti- falso profeta che compie segni e
co temporaneo si rispecchia chia- il regno messianico sarà un pedo- rannico ed empio che sorgerà nel- prodigi per legittimare il suo îal-
ramente in Ap 20,4-6 e secondo al- do di grande abbondanza, che ini- l'ultima generazione per diventa- so insegnamento (Dt 13,2-6). Tal-
cuni anche in lCor 15,20-28 (cfr. zierà con la venuta del Messia re I'avversario principale di Dio o volta Satana e l'awersario esca-
sotto). E la stessa attesa si dtro- (2Bar 29,3) e si concluderà con del Messia. Questo rappresentan- tologico vengono identificati in
va solo in tre apocalissi del Giu- il suo ritorno r\ella glotia (2Bor te di Satana guiderà Je lorze del un'unica persona, come in O/".
daismo antico, l'Apocalisse del- 30,1). Gli eletti che vivranno du- male nella battaglia finaÌe tra que- Sib. 3,63-14 e ]n Ascls 7,l-'7, do-
le Setlímdne, ossia l-En 91,1-10; rante il regno messianico si uni- s1e ultime e il popolo di Dio (lQM ve Nerone (l'avversario escatolo-
93,12-17 (scdtto tra il 175 e il 167 ranno allora ai giusti nella risur- l8,l; IQS 4,8-18: Test. Dan 5, gico) è ritenuto l'incarnazione di
a.C.\, 4Esd 1,26-44:, 12,31-34 rezione, ma le anime dei malvagi to-lti ApMos 8). Belial (= Satana).
(scritto verso iI 90 d,C,) e 2Bar dovranno subire il gr.udizio (2Bar La storicizzazioÌìe del mito della 3.7 La nuova crcazione o am-
29,3-30,1: 40,1-4: 12,2-7 4,3 (sctit- 30,1-5). L'autore suppone, piu che lotta s; trova già nell'AT, dove ci slormazione del cosmo - In Is
to verso il 110 d.C.). Alcuni han- dire espressamente, che coloro che si serve lalvolla delle figure mo- 66,11 e 66,22 sl rlevede la creazio-
no voluto vederla anche in 2t sono vissuti durante il regno mes- struose e caotiche di Raab e del ne di un nuovo cielo e di una nuo-
32,2-33,1 e Giub. I,27-29; 23, sianico saranno trasformati nello Leviatan per simbolizzare oppres- va teÍa. La creazione nuova o rin-
26-31, ma qui l'eviderza non è co- stato di risurrezione, come i giu- sori stranieri, come per esempio Ììovata viene considerata nella let-
sì chiara. sti risorti. ln 2-Bal 39-40 la previ- l'Esirro (Saì 14,14: 81,4: Is 30,7i teratura apocalittica come l'azio-
sta caduta del quarto regno (Ro- Ez 29.3 : 32,2-4\. Alcune tradizio- ne escatologica finale. Nella sua
i.5.1 L'Apocalísse delle settima-
ma) sarà seguita dalla rivelazione ni dell'AT stanno all'origine del- essenza! I'attesa di una nuova
ne - ln lEn 93,3'10 e 9l,ll-17, del Messia (2Bat 39,7), che di- la posteriore concezione apocalit- cleazione o di una creazione dn-
un'antica apocalìsse inserita nel-
struggerà gli eserciti dell'empio tica deìl'avversario escatologico, novata costituisce l'applicazione
la Lettera di E/toch (1En9l-lO4),
dominatore finale, ì1 quale sarà quale sì intravede nella figura di particolare dello schema delle due
la storia viene divisa in dieci setti
condotto a Sion come prigionie- Gog, il re di Magog nell'oracolo età, dove la prima creazione vie-
mane (ossia dieci età), con un re-
gno temporaneo non messianico
ro e ivi sarà giudicato e condan- su Gog e Magog dì Ez 38-39 (cfr. ne identificata con il mondo pre-
nato dal Messia (2Bat 40,1-2). Il Ap 20,8: 3En 45,5), nell'accen- sente e corrotto e la creazione nuo-
che si instaura nell'ottava settima va o rinnovata viene identificata
regno del Messia durerà <per sem- no a un vago <nemico del Nord>
Da e un regno eterno che giunge preD, ossia finché non sarà termi- di alcune profezie dell'AT (Ez con il mondo futuro. Benché vi
nella decima (lEn 91,11-l'l\. nato il mondo della couuzione, e 38,6.15; 39,2; Ger l,l3-15;3,18; siaflo molti riîedmenti alla nuova
3.5.2 4 Esdrc Secondo lEsd qùesto significa che questo regno 4,6: 6,1.22) s nella descrizione di creazione nella letteratura apoca-
7,26-30 il Messia apparirà negli ul- è temporaneo, ma di una durata Antioco IV, ìl (piccolo corno> di littica giudaica, non sempre è chia-
timi giorni e vivrà con i giusti per non precisata. I\î|ne, it 2Bar Dn 7-8, considerato I'oppressore ro se l'ordine presente della crea-
quattrocento anni, alla fine dei 12,2-74,3 ilMessia geerriero Édu- del popolo di Dio. In particolare, zìone venga ridotto al caos prima
quali egli morirà assieme a tutti i nera tutte le nazioni, risparmian- il re greco-siriaco Antioco IV Epi- della nuova creazione (lEn 72,1;
popoli della terra e il mondo tor- done alcune e condannandone al- fane (175-164 a.C.), le cui impre- 91,16; Or. Sib. 5.212; Giub. I,291'
nera ai sette giorni del silenzio ori- te (2Bor 12,2-6). Dopo questo se contro il popolo giudaico ven- 4,26; LAB 3,lO: ApEl 5,38; 2Pt
ginario. Awerra allora la risurre- tempo di giudizio vi sarà un'era in gono descritte in lMac 1,20-61 e 3,13; Ap 2l,l; cfr. zcot 5,l'7;Gal
zione (4Esd 7,32) e l'Altissimo si cui le condizioni edeniche saran- 2Mac 5,11-6,11, viene presentato 6,15), oppure se si pensi alla rin-
sieded sul trono del giudizio e giu- no ripristinate svlla tetrc (2Bar come una figura mitologica apo- novazione o alla trasformazione
dicherà tutte Ie nazlorr (4Esd 73,1-7). Come in 4 Esd,"a, il Mes- calittica in Dn 11,36-39, dove egli del mondo presente (.f,Er 45,4-5;
7,36-43). In 4Esd 12,31-34, d'a\- sia non ha alcun compito pafiico- pretende di essere Dio o simile 2Bar 32,6t 44,12i 49,3;51,2; LAB
tra parte, il Messia davidico si sie- lare nel regno eterno che si inau- a Dio (Dn 11,36-37l' Or. Sib. 32,l'7 t 4Esd 7 ,30-31,7 5; cfr. anche
derà sul trono del giudizio e do- gurerà dopo che egli sarà stato as- 5,33-34; Irc16 4,6;2En ltec. Il Rm 8,21). In molti di questi passi
po aver riprovato gli empi e i mal- sunto in cielo. 29,4). I'immagine della creazione nuova
vagi li distruggera GEsd 12,32). 3,6 L'awersario escatologico - Piu tardi le caralteristiche del- o rinnovata si fonda sulle condi-
Questo giudizio a opera del Mes- Nell'apocalittica giudaica vi sono I'avversario escatologico furono zioni edeniche che sarebbero sta-
sia precederà quello finale tenuto due tradizioni che parlano di una ampliate e colorite da tradizioni te presenti sulla teira prima della
da Dio, dopo che sarà sopraggiun- ligura escatologica che agisce in che si formarono attorno agli im- caduta di Adamo ed Eva.
ta la îine (4Esd 12,34). lt 4 Esdra, nome di Satana, o Belial, nel lar peratori romani Nerone e Caligo-
però, non si dice mai che il Mes- deviare, nell'ostacolare e nel per- la, i quali si attribuivano preroga- 4. PAOLO E L'APOCALITTI-
91 Apocalittica
Apocalittica 90
dono in Cristo (un'id€a che è par- paoline, tre dei quali riguardano
CA CIUDAICA - 4.1 Fonti e esse sono delle comunicazioni pa- la parusia di Gesìr (lTs 4,13-18;
problemi - I critici ritengono che ticolarmente viva in Rm 9-l l), e
storali contingenti, Inoltre, il col- (2) l'escatologiaapocalittica. Tut- 2'îs 1,5-12; lCor 15,51-57) e il
le sette lettere riconosciute gene- p4s îondamentale costituito dalÌe
tavia la storia della salvezza el'e- quarto è la cosiddetta <<apocalis-
mlnente come paoline costituisca- sette lettere difficilmente può rap- paolina)), che parla della venu-
scatologia apocalittica non posso- se
no un buon punto di padenza per presentare la fonte genuina del
analizzare la teologia paolina. Tali pensiero paolino. Nonostante le
no essere considerate due realtà ta dell'awersario escatologico
antitetiche, poiché la seconda è so- (2-ls 2,1-12). Vi è anche un certo
lettere sono Romani, I e 2 Corin- numerose diîficoltà, sono stati fat-
lo una versione più specifica e par- numero di scenari più limitati, che
zi, Galati, Filippesi, 1 Tessaloni- ti molti sforzi per capire la coeren-
ticolare della prima. Si continua però sembrano essere delle formu-
cesi e Filemone. Le lettere sulla cui za del pensiero paolino e per po- le stereotipe e perciò di origine
comunque a discutere se quesÎi te-
autenticità resta qualche dubbio (2 ter definire, di conseguenza, qua- prepaolina o extrapaolina (lTs
mi costituiscano l'orizzonte o il
Tessalonicesi e Colossesi) o Ia cui le ne sia il nucleo fondamentale o
nucleo del peúsiero di Paolo. 1,9-10; 3,13;5,23).
autenticità paolina viene di solito il centro. Alcuni ritengono che 4.3 Paolo come visionado o mi- 4.5 Dualismo limitato La vi-
negata (Efesini, I e2Timoteoe neppure Paolo si preoccupasse di sione paolina del regno di Dio
stico - Cli autori delle apocalis-
Tito) possono essere usate solo per sapere quale losse questo (nu- si, benché nascondessero la loro (Rm 9-11) è chiaramente collega-
ricavare dati supplementari rispet- cleo)) e dùbitano che la documen- ta alle concezioni dualistiche di
identità dietro pseudonimi, riceve-
to a quelli forniti dal corprs di tazione che si può ricavare da set- vano le rivelazioni divine attraver- fondo dell'apocalittica giudaica
queste sette lettere. Il libro degli te lettere occasionali sia adeguata
so visioni; per
per questo motivo le del periodo del Secondo Tempio.
Atti è un'altra fonte importante a questo scopo. I temi principali
che scrivevano erano
apocalissi che 4.5.1 Dualísmo cronologíco o
per conoscere la vita di Paolo, ma con cùi si è voluto identificare il
strutturate come narrazioni di vi- escatologico In continuità con
anche quest'opera deve essere uti- messaggio centrale del pensiero di
sioni che di fatto essi ricevevano il pensiero dualistico cronologico
lizzata solo per integrare il nucleo Paolo sono: (l) il vangelo, (2) la dell'apocalittica giudaica, anche
o asserivano di ricevere. Vi è una
delle lettere autentiche. cristologia, (3) la morte e la risur-
stretta relazioDe tra il misticismo Paolo ha sottolineato l'opposizio-
Uno dei problemi principali che rezione di Gesir, (4) ì'essere <in ne tra l'età presente e quella futu-
giudaico della Merkabah (foíd'a-
caratterizzano lo studio della vita C slo)) (categorie di partecipazio- to su Ez 1; vedi Giudeo, Paolo ra della salvezza (Gal 1,4; Rm
e del pensiero di Paolo è quello di ne), (5) l'ecclesiologia (redi Chre-
stabilire îiro a che punto sia legit-
come; Mistica) e 1'apocalittica 8,18; lcor 1,26; cfr. Ef 5,16) e ha
sa), (6) la giustiîicazione medìan- (Cruenwald), benché le visioni pensato di vivere alla fine dei tem-
timo definire (apocalittico> il pen, te la îede (la concezioùe luterana pi (lcor 10,11). Tuttavia egli ha
fuori del corpo fossero più comuni
siero dell'apostolo. Vi è un forte tradjzionale) e (7) l'antropologia modificato notevolmente la netta
nel primo e le ascensioni al cielo
consenso sùl fatto che Paolo sia (F. C. Baur; R. Bultmann). E pe-
con il corpo pirì comuni nella se- dìstinzione che l'apocalittica po-
inîluenzato dall'escatoìogia apo- rò evidente che questi argomenti neva tra queste due età. Egli ha in-
conda. Anche se non ci sono Pro-
calittica, ma resta molto proble- si richiamano tra loro, per cui di- teso la morte e Ìa risurrezione di
ve che Paolo abbia sc tto un'apo-
matico vedere fino a che punlo venta ùna questione di sfumatura
calisse, egli afferma di aver ce- Gesì1, già awenute, come eventi
egli abbia modiiicato l'apocalitti- scegliere quale sia il nucleo del
vuto delle dvelazioni atfav€rso vi- cosmici escatologici che separano
ca alla luce della sua fede in Cri- pensiero paolino. È chiaro, ad <questo mondo>) (RÍt 12,2; lcot
sioni o esperienze estatiche (Gal
sîo. Baumgarten sostiene che Pao- esempio, che Ia dottrina polemi- 1,20; 2,6), o (questo mondo per-
1,11-17; lCor 9,1; 15,8; cfr- At
10 demitizza le tradizioni apocalit- ca della giustificazione mediante (Gal 1,4), dal (mondo fu-
tiche applicandole coerentemente la fede è un aspetto della cristolo-
9,1.-9: 16,9; 18,9-lO; 22,6-ll: verso>>
11 ,21:,26,12-18:21 ,23-24). In Gal turo). Questo mondo presente è
alla vita attuale della comunità. gia, e che l'antropologia e I'eccle-
Un altro problema riguarda la siologia sono due modi di consi-
l,l2 egli parla dell'esperienza a\,'u- sotto il dominio di forze demonia-
ta sulla via di Damasco come di che che però saranno ridotte al
questione dell'origine del pensie- derare la posizione del cristiano in
ùîa (rpokalypsis (<(i'r elazione>) da nùlla (lCor 2,6-7; vedi Principati
ro apocalittico di Paolo. Baum- quanto persona individuale e
garten (43-53) ha affermato per parte di Gesù Cristo, e in 2cor e potestà).
membro del popolo di Dio.
es€mpio che le tradizioni apocalit- Altri hanno ritenuto che sia piu l2,l egli parla di <<visioni e rive- La fede di Paolo nella risurre-
lazioni lapokalypseisl del Sìgno- zione di Gesù Messia lo aveva con-
tiche sono giunte a Paolo tramite importante individuare la struttu- vil'ìto che gli eventi escatologi-
gli ellenisti di Antiochia. ra del pensiero di Paolo. Le due
re), che si riferiscono forse alla
4,2 Il nucleo e la struttura del proposte più rilevanti riguardano: sua espedenza personale. Ed è ci avevano già cominciato a rea-
probabile che sia lui stesso I'uomo lizzarsi nella sto a e che la ri-
pensiero di Paolo - La comples- (1) la storia della salvezza, ossia la
di cui dice che è salito al terzo cie- surrezione di Gesìl rientrava nel-
sità del pensiero paolino è accre- concezione che Dio è I'agente l'attesa tradizionale giudaica del-
sciuta dal fatto che la nostra do- principale della storia e ha un pia- lo, dove ha udito cose ineflabili
(2cor 12,l-10). la risurrezione dei giusti (1cor
cumentazione si fonda sù lettere no di salvezza per l'umanità îin 4.4 Scenari apocalittici Vi so- 15,20-23). Per Paolo iì tempo pre-
occasionali, scritte in contesti mol- dalf inizio, il quale in un primo sente è un periodo che si colloca
no quattro scena apocalittici, re-
to diversi allo scopo di affrontare momento si è concretizzato in lativamente ampi, nelle lettere tra la morte e la risurrezione di
problemi e qÌlestioni particolari; Israele e poi in tutti coloro che cre-
Apocalittica 92 93 Apocalittica
Cristo eil suo torno nella gloria, velli: cieÌo, terra e sreol. euesta
quando coloro che crederanno nel della benevolenza e del dominio di sione microcosmica, una forma
concezione è passata all,antico sé (Cal 5,22-23\. Vi è una somi- cristianizzata di escatologia apo-
vangelo condivideranno i beni sal- Giudaismo, anche se l,accentua-
vifici del mondo fururo (cal 1,4; glianza sostanziale tra gli elenchi calittica. In altre parole, la strut-
zione della trascendenza di Dio, (o cataloghi) di IQS 4,2-6.9-ll,
2cot 5,11). Questo periodo prov- tum apocalittica deÌla storia vie-
che ha catatterizzato più tardi il
visorio è caratterizzato dal dono dove le virtil che sono frutto del- ne ritenuta esemplare e fondamen-
Giudaismo del Secondo Tempio,
escatologico dello Spirito di Dio. lo Spirito di verità sono in oppo- tale per capire la natura umana.
supponeva una distinzione anco-
presente in generale nella comuni- sizione ai vizi fomentati dallo spi- In realtà, l'uomo è posto al cen-
ra piil netta tra ii mondo celeste
tà cristiana e in particolare in al- e quello terreno. Questo dualismo
rito dell'errore, e quelle di Gaì tro della storia nel senso che den-
cuni credenti che ne sono membri 5,16-24, dove i vizi sono il prodot- tro di lui si svolge la lotta tra le due
spaziale (il cielo come abitazione
(Rm 8,9-ll; lcor 6,19; t2,4-tti to della carne, mentre le virtù so- potenze che dominano il cosmo.
di Dio e dei suoi angeli, la terra
1Ts 4,8: rediSpirito Santo). Ben- no il frùtto dello Spi to. Satana Come Ìa forma cristiana di apo-
come abitazione degli uomini) cor-
ché non usi direttamente I'espres- rispondeva a quello cronologico o
viene menzionato spesso come calittica, adottata da Paolo, è ca-
sione <<mondo futuro)r in 2cor l'aweruario soprannaturale di Dio ratterizzata da un dualismo stori-
escatologico nel senso che il regno
5,1? e Cal 6,15, Paolo usa però e dei cristiani e come la fonte del co ed escatologico che vede con-
di Dio, o l'età fùtura, era la real-
<nuova creazione>, un'espressio- tà celeste che avrebbe sostituito la
male nel mondo (Rm 16,20; lCor trapposti il vecchio e il nuovo
ne che ha chiari riferimenti apo- realtà teÍena della presente età
'7,5i 2cor 2,Il: 1l,l4i 12,7; lTs mondo, così la sua concezione del-
calittici (ls 65,17; 66,22; Ap 2t,11. malvagia. Per Paolo, (le cose vi-
2,l8). la natura umana rispecchia un'a-
Anche se la consumazione finale 4.5.4 Dualismo psicologico o naloga struttura dualistica. Ciò ri-
sibili sono d'un momento, quelle
è ancora riservata al futuro, per i invisibili sono eterneD (2cor 4,18: microcosmico Se si tiene pre- sulta evidente in 2Cor 5,17:
c stiani la nuova età è già presen- sente che la str[ttura della teolo- <Quindi se uno è in Cristo, è una
cfr. Fil 3,20; 2cor 5,1-5). Vi so- gia di Paolo è dovuta irl parte a
te, poiché il Messia è venuto. creaîuIa nuova; le cose vecchie so-
no quindi tre livelli cosmici: il cie-
La colcezione fondamentale lo, la terra e il mondo sotterraneo un adattamento dell'apocalittica no passate, ecco, ne sono nate di
d€lla storia della salvezza, che (Fil 2,10), benché piu spesso si giudaica, attraverso la quale si cer- nuove>. Qui Paolo esprime l'at-
Paolo propugna, contiene già in parli dei due principali: il cielo e ca di capire il
significato della tesa apocalittica di un rinnova-
se stessa la nozione apocalittica la terra (lcor 8,5; 15,47-50; cfr. morte e della risurrezione di Ge- mento della creazione (ossia I'i-
delle due età. Ciò è evidente in Rm sù Messia, si può intuire quali ef- naugurazione del mondo futuro),
Col I,16.20; Ef l,l0; 3,15). tl cielo
5,12-21, dove Paolo schematizza è il luogo dove abitano Dio
fetti profondi qùesta stessa apo- dopo Ia distruzione del mondo
ei suoi calittica abbia avuto sulla conce- presente, e questo significa anche
la storia nei due regni di Adamo angeli (Rm l,l8; 10,6; Gal 1,8;
e di Cristo, che lanno parte del cfr. Ef6,9) € dove Cristo siede ora zione paolina della salvezza indi- la trasformazione che si realizza
presente, Paolo distingue perciò viduale. La struttura fondamen- nel cristiano, il quale dalla sùa si-
alla destra di Dio. una tradizione
tra un (già> e un <(non ancora>), quest'ultima che si fonda sulf in- tale dell'apocalittica giudaica si tuazione precedente è giunto alla
come indica l'uso dell'indicativo esprime in un dualismo cronolo- fede. Perciò l'attesa apocalittica di
terpretazione cristiana prepaolina
gico o escatologico formato da un mutamento cosmico imminen-
e dell'imperativo in brani come del Sal ll0,l (Rm 8,34; Col 3,1).
Gal 5,25: <Se pertanto viviamo due età, quella presente (un perio- te attraverso cui il mondo presen-
Il cielo è il luogo da cui Gesù tor-
do in cui i malvagi esercitano la lo- te e malvagio lascerà il posto al
[indicativo] nello Spirito, camrni nera in un prossimo futuro, come
niamo limperativo] anche secon- ro oppressione) a cui seguirà quel- mondo futuro, dove si realizzerà
salvatore e giudice (lTs l,l0; 4,16;
do lo Spirito). Mentre la carne è la futura e felice. Mentre I'apoca- la salvezza, è divenuta il punto di
Fil 3,20; cfr. 2Ts 1,7; vedi Mon-
stata crocifissa con Cristo (Gal littica giudaica era orientata pre- riferimento che aiuta a capire la
do, cosmologia).
2,20; 3,24; 6,14l. Rm 6,2.6-7 .22; per valentemente verso il futuro, il fat- trasformazione che avviene nel
4.5.3 Dualísmo etico -
8,13), i desideri della carne tenta- to che Paolo riconoscesse che Ge- credente (vedi Cîeazione e nuova
Paolo le dùe forze cosmiche anti-
no ancora i cristiani (Gal 5,16-18; sir era il Messia, ossia una figura creazione).
tetiche sono Dio e Satana, che rap-
Rm 6,12-14; 8,5-8). L'obbedien- presentano rispettivamente sul che riguardava il passato, il pre- Poiché questa trasformazione
za quotidiana dei cristiani rende piano morale il bene e il male. Dio sente e il futuro, lo ha indotto ad apocalittica riguarda solo quelli
continuamente e necessariamente apportarvi alcune modifiche signi- che sono <in Cristo>, il mondo
è la fonte ultima dell'amore (Rm
autentica la loro fede iniziale nel ficative. La piìr interessante con- esterno e i suoi abitanti restano
5,5; 8,39; 2cor 13,14) e ha espres-
Cristo fino al momento in cui la siste nell'aver attenuato la distin- sotto il potere del mondo vecchio.
so il suo amore per gli uomini in-
redenzione futura della creazione viando il suo Figlio a morire per zione tra il mondo presente e quel- Il mondo nuovo resta perciò na-
e la libertà dei figli di Dio diven- lo futuro, e aver accentuato d'al- scosto in quello vecchio. L'espres-
loro di una morte espiatrice (Rm
teranno realtà (Rrn 8,19-20). tra parte la presenza nascosta del sione (nuova creazione> si riferi-
5,8). L'influsso dello Spirito di
4.5.2 Duolismo spazìole La Dio, ossia la presenza attiva di Dio
mondo futuro in quello presente. sce al rinnovamento o alìa ri-
cosmologia dell'antico Israele con- Paolo tende a formulare una vi- creazione del cielo e della terra,
nel mondo, si riflette nelle virtù
siderava il mondo diviso in rre li- sione della natura e dell'esistenza dopo la distruzione del vecchio co-
etiche delf 'amore, della pazienza,
umana che ripropone, in una ver- smo (ls 65,17; 66,22', lEn 91,16',
Apocalittica 94 95 APocalittica

72,1; 2Bar 32,6; 44,12i 49,3i 5'7 ,2: ne crri.r/o.s non è mai usato come gico, per lui essa avverrà al ritor- in una sola figura due tradizioni
LAB 3,l1t2Pt3,ll- l3; Ap 2l,l). predicato (per esempio, (Gesil il no di C sto (Fil3,20; lTs 4,13-18; principali relative all'awersario
L'interpretazione esistenzialista di Cdsto)), non assume mai l'artico- lCor 15,51-53). Quelli che risor- escatologico, quella del dominato-
Bultmann dell'antropologia pao- lo determinativo dopo la parola geranno dai morti saranno tra- re empio e îirannico e quella del
ljna (la persona umana come Gesir (per esempio, (Gesir il Cri- sformati in una nuova vita (lCor profeta falso e seduttore. Questa
agente libero e responsabile delle sto>)) e non è mai seguito da un 15,51-53; Fil 3,20-21). Una simile figura viene chiamata (l'uomo ini-
proprie decisioni) € quella apoca- nome aì genitivo (per esempio, <il attesa è anche attestata nella let- quo> e <il figlio della perdizione))
littica e cosmologica di E. K?ise- Cristo di Dio>). Si può dunque teratura apocalittica giudaica (Dn (2Ts 2,3; cfr. anche Dn 11,36-37;
mann (la persona umana vittima concludere che lo stato messiani- 12,3; IEn 39,4-5t 62,15\ 2En Ot. Síb. 5,33-34; Ascls 4,6t, 2En
delle forze cosmiche soprannatu- co di Gesù non era oggetto di di- 2Bar 49,3). Ma la risurre-
65,10:' [rec. J] 29,4), che si siederà nel
raÌi) non si escludono a vicenda. scussione o di particolare interes- zione di Gesir, che è garanzia di tempio di Dio, si proclamerà Dio
Anche Paolo intende la lotta che se per Paolo, il quale presuppone, quella dei credenti, non è solo un (2Ts 2,4) e compìrà prodigi per le-
si svolge in ogni cristiano come un ma non afîerma che Gesu è il Mes- evento del passato che avrà con- gittimare le sìre pretese (2Ts 2,9;
conflitto tra lo Spirito e la carne, sia (vedi Cristo). seguenze per il futuro, E neppure cfr. anche Mc 13,22; Mtz'U', Ap
come in Gal5.l6: (Camminate se- ,1.? La parusia e il giudizio è semplicemente un fatto storico. 13,13-14:, vedi Segni e miracoli).
condo lo Spirito e non saret€ por- I profeti dell'AT di epoca piir re- Per i cristiani il battesimo rappre- Quest'awersario escatoìogico non
tati a soddisfare i desideri della cente hanno parlato spesso del senta una reale identificazione con è ancora apparso perché qualcu-
carne)), <giorno d€l Signore>, in cui Dio Cristo nella sua morte e nella sua no o qualcosa lo trattiene (2Ts
4.6 Gesù Messia Uno degli giudicherà il mondo (Am 5,18-20; risurrezione, e significa una mor- 2,7),non sappiamo se questo im-
e
ostacoli maggiori cÌìe impedivano Sof 1,14 16; Gl 2,2). Nella lette- te alla vita vecchia e una risurre- pedimento sia Satana, l'Impero
ai Giudei di credere in Gesu Mes- ratura apocalittica giudaica I'inau- zione in quella nuova (Rm 6,1-4; romano, l'imperatore romano o
sia era il laito della crociîissione gùrazione dell'escraton si avîìt 8,10-11; cfr. Col 3,1-3; Ef 2,1-10). forse qualche iorza soprannatura-
(lcor I,l8-25; Cal 5,11; cfr. Eb con la vemìta di Dio o di un suo L'awersario escatologico -
4.9 le. Tale awersario sarà distrutto
12,2). E d'altra parte gli studi sul inviato, il Messia, che porterà la La dottrina cristiana dell'incarna- dal Signore Gesu quando tornerà
Cristianesimo delle origini non salvezza ed eserciterà il giudizio. zione di Cristo rese quasi inevita- per il giudizio (z'ls 2,8i vedi Uo-
hanno ancora risolto il problema Paolo da un lato parla del <<gior- bile che nell'attesa apocalittica dei mo dell'iniquità, potere che trat-
del come mai i primi cristiani ab- no del Signore> (1Ts 5,2) e del primi cristiani si inserisse anche la tiene).
biano riconosciuto ìo stato messia- compito di Dio quale girìdice esca- figura di un awersario satanico di 4.10 ll problema di un regno
nico di Cesu nonostante egli non tologico (Rm 3,6), ma dall'altro il Cristo. Nell'apocalisse dei sinot- messianico temporaneo - Si di-
possedesse nessuno dei requisiti centro della sua speranza escato- tici si predice la comparsa di fal- scute sull'importanza che andreb-
che il popolo giudaico attribuiva logica si è spostato da Dio a Cri- si messia e di falsi profeti alla fi- be attribuita a lcor 15,20-28 per
alla figùra del Messia davidico, tra sto, per cui nello stesso tempo egli ne dei tempi (Mc 13,21-22; Mt capire la funzione di un regno
cui la sua funzione di sommo sa- può parlare del <(giolno del Signo- 24,23-24). Questa figura si chiama messianico intermedio nel Giudai-
cerdote escatoiogico, di re bene- re)) che è imminente (lTs 5,2), e <d'anticristo> nella letteratura gio- smo antico e nel pdmo Cristiane-
lico e onnipotente, di giudice e di- può affermare che in quel giorno vaîtrca (lGv 2,18.22,4,3i 2G\ 7) simo. anche se generalmsnte si ri-
struttore dei malvagi, di liberato- Dio giùdicherà i segreti degli uo- Nel libro dell'Apocalisse le due tiene che non vi sia una prova evi-
re del popolo di Dio (Ps. S.rl. l"l; mini in Cristo Gesù (Rm 2,l6; cfr. tradizioni principali relative all'an- dente che Paolo attenda un inter-
4Esd l2t 2Bar 40). Nelle sette let- 2Tm 4,1). Per Paolo la parusia è ticristo, quella del dominatore em- regno messianico, come I'autore
tere di Paolo ritenute autentiche <la rivelazione lapokalypsisl d,e\ pio e tirannico e quella del profe- dell'Apocalisse (Ap 20,1-6; vedi
il termine cúrrslos, che significa Signore Gesii Cristor (1Cor 1,7), ta falso e seduttore, vengono te- Regno di Dio./Cristo).
(unto), (Cristo>, o (Messia)), ri- ma anche (analogamente all'e- nute separate. Il dominatore mal- A. Schweitzer ha sinfetizzalo itr
corre 266 volte, di solito come no- spressione dell'AT <il giorno del vagio è chiamaîo (la bestia che questa maniera il pensiero apoca-
me proprio accanto a Gesil (per Signore>) <il giorno di Gesir Cri- viene dal mare>r (Ap 13,1-10; littico di Paolo: (1) il ritorno im-
esempio, <Gesù Cristo))), spesso sto> (lCor 1,8; Fil 1,6;3,12-21; 16,13; 19,20), mentre il falso Pro- prowiso e inatteso di G€sìr (lTs
conservando in parte il senso che Rm 14,'7 -12.11-18: 2cor 5,10; 1Ts feta viene detto ((la bestia che sa- 5,1-4); (2) la
su[ezione dei morti
gli appartiene come titolo (ciò è 4,13-l8i lCor 15,20-28.5ù58: vedí le dalla terra>> (Ap 13,11-18; e la trasformazione deì viventi,
evidente nell'espressione (Crislo Escatologia). 16,13: 19,20). Nelle lettere Paoli- quando tutti andranno incontro a
Gesu)), talvolta come nome di un 4,8 La fisurrezione Per Pao- ne vi è solo un passo, abbastanza Gesù <nell'ariD (1Ts 4,16-17); (3)
Messia particolare, Gesir (Rm 1o la risurrezione di Gesil non era ampio, in cui si parla della venu- il giudizio messianico presieduto
9,5), ma mai come termine che un evento miracoloso isolato, ma ta dell'avversario escatologico da Cristo (2cor 5,10) o da Dio
possa designare un liberatore esca- il primo stadio di una risurrezio- (2Ts 2,1-12), e appare strano che (Rm 14,10); (4) I'instaurazione del
tologico alf interno del Giudai- ne generale dei giusti (lCor non vi si faccia mai allusione al- regno messianico (non descritta
smo. In queste sette lettere paoli- 15,20-23). Come evento escatolo- ftove, lî 2'îs 2,1-12 Paolo fonde direttamente da Paolo, ma imPli-
Apocalittica 96 91 Apollo
cita in lCor 15,25; cal 4,26); (5) 1,14; Fil 1,6.10; 2,16). È probabile blioreca teologica 23, Paidcia, Brescia l99l; 2. APOLLO E LE DIVISIONI
la trasformazione di tutta la crea- che Paolo abbia storicizzato essen- Sacchi P., L'apúalittica giudaico e la sua NELLA CHIESA DI CORINTO
zione da uno stato di schiavitu a rroria, Bibliolcca di cullura reliSiosa 55,
uno stato di libertà durante il re-
zialmente la concezione apocalit-
tica di un regno messianico tem-
Paideia, Brescia 1990; S.heeitzer A., ZIr - Il ministero di Apollo a Corin-
MrsticÉm of Paulthe Aporl/e, Holr, Ncw to aveva suscitato un certo nume-
gno messianico (Rm 8,19-22), ela poraneo, intendendolo come un York lgll: Smith M., On the Histot! oJ ro di problemi che Paolo cerca di
lotta con le potenze angeliche (Rm periodo provvisorio che va dalla Apokaltpto ond Apoku!rprÀ, in Hellhoìm risolvere in I e 2 Corinzi. Da in-
D. \ed.) Apotollpicisn in the Medtlefta'
16,20) îinché la morte stessa non crociîissione e dalla risurrezione di n.ak wo d and lhe Neat East, J C. B formazioni ricevute (lcor l,l l;
sia sottomessa ( I Cor 15 ,23-28\i (61 Gesir fino alla sua parusia. Mohl, Tùbinsen 1983, pp 9'20; wilcke H - ll,l8) e da uno scritto
cfr. 5,1;
la conclusione del regno messiani- A., Das Prcblen eines nessionischen Z\|i (lCor 7,1) Paolo era venuto a sa-
schenrcichs bei Poulus, ATANT 51, Zwin'
co (Paolo non dice nulla sulla sua Vedi anche; Creazione e nuova pere che quella Chiesa era divisa
sli, Zùrich 196?.
durata); (7) la risurrezione gene- cre.uione; Escatologia; Mondo, in quattro gruppi, che facevano
rale alla fine del regno messiani- cosmologia; Qumran e Paolo; Re- D- E. Aune capo rispettivamente a Paolo,
co (lCor 6,3); (8) il giudizio sueli gno di Dio,/Cristo; Restaurazione Apollo, Ceîa e Cristo (lcor I,l2).
uomini e sugli aogeli sconlitti. di Israele; Risurrezione; Trionfo; Egli cercò anzitutto di dmediare
Secondo Schweitzer, Paolo ha Uomo dell'iniquità, potere che APOLLO a questa situazione pericolosa îa-
introdotto due risurrezioni, men- trattiene. cendo in modo che nessuno Potes-
tre l'escatologia giudaica prima di SoMM^Rro l. Apollo a Efeso; 2. Apollo se richiamarsi a lui in tal senso. A
e le divisioni nella ch'csa di corinioi 2 l
lui ne conosceva una sola, all'ini- BrBr - Baumganen 1., Ptiulus und díe amllo e latradizione deisofiri:2 2 Pao- eccezione di Crispo e Gaio, e del'
zio o alla fine del regno messiani- Apokalypik, Ncukirchcncr verlas, Neu- lo acorinro: ilconnilto con isofisli;2 l la famiglia di Stefana, nessuno
kirchen-Vluyn r9?5i ù(rkc.I , Ettt\iqunqen I sofisti a Corinto: ahrc tesrimonianzc;
co. Questa modifica è dovuta al- può dire di appartenere a Paolo
.ur apokab'pt isth! Trudil io't in der pauli- 3. Sinles;.
la fede di Paolo in Gesir Messia. nischen Theoloei?, in svr 30 (1970) per il fatto di aver ricevuto il bat-
La prima risurrezione permette ai 593 609i Bekcr J. C.. Paul s Apocallp!ìt tesimo dalle sue mani.
Cospel: The ConiùE Ttittùph ofGod, Fot. Apollo era un retore abile, ca-
cristiani morti e a quelli viventi di pace di dimostrare sulla base del- 2.1 Apollo e la tradiziorc dei
rress, Philadclphi:ì 1982; Id., Poul tlrc Apo
aver Parte nel regno messianìco, rrle, Fortress, Philadclphia 1980i Betz H. I'AT che il Messia era Gesu. SaP- sofisti - Probabilmente la divi-
dove tutti godranno di uno stato D.. On rht Ptohlent o.f the Relìgio- piamo poco però sul contributo sione più significativa che si era
di risurrezione. Ilísforiîol Undetsra dine of Apoc, lpri stabilita a Corinto era tra coloro
cisùt, in Jounat lot Theolos- a d rhe che egli ha daro alla diffusione del
Questa ricostruzione di Schweit- Chttch 6 (1969) Il4,l5ó: Branick V- P., primo Cristianesimo. Anzi, da I che aderivano a Paolo e coloro che
zer dell'escatologia paolina può Pakl2, in CBO 47 (1985) e 2 corinzi deduciamo che la sua si appellavano all'autorita di
esserg criticata sotto diversi aspet- ^po.aDptic
664-675r Collins J. .1. (ed.), ApocaDpse: Apollo. Lo si constata facilmente
abilità la sua attività causarono
e
ti: (l) In lTs 4,13-18 e lCor The Motpholos! ol a Gearc, Semeia 14,
Schoìars, À,fissoula 1979j Davìcs W. D.. problemi che richiesero I'interven- in lCor 3,3-9;4,ó (cfr. wallis,
15,20-28 non è evidente che Pao- ApocaUpti. and Ph(rìsais,n, ii Chtistian to di Paolo. Hooker). Una lettura attenta di At
lo attendesse un regno messiani- Otigins and Ju.laisnt, \ycfminstcr, Phila- l8 e della corrispondenza con i
co intermedio (Wilcke). (2) Non è delphia 1962, pp. l9-30t ld., Paul uùd Rob- Corinzi rivela chiaramente quale
bntìc Juduist,t, SPCX, London 1970:
1.APOLLO A EFESO - Anche
provato che Paolo attendesse una il NT non ci dà molte notizie fosse la natura di questa diver-
Gnleîsald Apot-dbp|i. ond Merkawh
1., se
risurrezione generale dei giusti e MvsticisDt. E. J. Brill. Lciden 1980: Han- sulla persona di Apollo, le infor- geiza.
dei malvagi. son P- D., The Da\h of Apo.alfptic,Fot-
mazioni che ci fornisce sono Luca ci fornisce al riguardo trc
Vi sono diverse ragioni che in- tress, Philadeìphia 1975; Kàsemann E.. O/l
lhe Sublect oJ Pru iIL? Chtistion Apo.o- ugualmente utili. Secondo At informazioni significative: (l)
ducono a pensare che lcor lJ, lvptic,in Nev Teea k,tt Questionsofro- 18.24-28, Apollo era un giudeo di Apollo è un aner logios (<<nomo
20-28 più probabilmente voglia di- r/rr. Forlrcss, Philadelphia I969. pp. Alessandria, Luca introduce la sua eloquente))); (2) nella spiegazione
re che la parusia sarà seguita in 108-13?ì Koch K., ,/./rcolrà dell'apocali!
figura parlando di Efeso e di Pao- dell' A'l e9li\ è dJnatos ((Potente),
//.d, Bibliotcca dìcullu.a religiosa 31, Pai
breve tempo dalla risurrezione e lo che era partito da poco da quel' ossia (versato))); (3) quanto alla
deia, Bresoir I977i Krcilzcr L. L. Jesusond
dal giudizio, ossia dagli eventi con God in Pakl's Eschotoloq!, JSNTSS 19, la città. A Efeso Priscilla e Aqui- sua abilità nel citare I'AT nella co-
cui si inaugurerà la consumazio- JSOr, ShelÍield 1987; Mutler H.-P., Maù
la lo ascoltarono mentre Parlava munità della sinagoga, eEIi è ePi-
ne îinale della storia (Davies 1970, lische w?isheù únd Apokouptik, iÍ Con.
nella sinagoga; avendo appreso delkrls, ossia <,(uno che dimostrat)
srcss voh|t'e. v-ts 22, E. J- Brill, Leiden
295-291)t (l)Peî Paolo il regno di 1972, pp.268'293i l,cnna R.led-r, Apoco- ch€ egli conosceva già il battesimo chc Gesù è il Messia.
Dio non ha fine (lTs 2,12; Gal littica e oùeìri crittiarc, Ricerch€ Storico, di Giovanni, essi <gli esposero con B, Winter, rifacendosi a una
5,21; lCor 6,9-10; 15,50; cfr.2Ts Biblichc ?, Edb,llolosna l99Ji PlocserO.,
maggior accuratezza la via di vecchia opera di Orth, ha dimo-
Theoctuc! and E&hablo8_y, John Knox,
I,4-5; Col 4,I l). (2) L'unico testo Richmond 1959i von Rad C., Teolosìa del- Dio)). Il testo dice che <lo Prese- strato che l'espressione anèr logios
che parla del (regno di Cristo)) I'Anrico Tesîoùvnto, 2 \oll., Biblioleca lo, ro con sé)), ossia lo accolsero nel- designa un uomo esperto nell'ar-
(Col I,l2-13) lo intende come un losica 6-?, Paidcia, Arercia l9?2-1974:
la Chiesa che si riuniva nella loro te retorica e abile nel Parlare con
fatto presente. (3) Paolo pone la RoNland C. C., Ir" Opeu Hearen: A Stu-
d! of Apotalrptì( i,t .Iudaisì and Earb' casa (cfr. lcor 16,19, che è scrit- eloquenza, ossia un sofista (vedi
parusia in relazione con il giudi- Rctorica). Anche C. K. BaÍett è
Crrdratrid, Cros\rcad, Ne\Y York 19821 to da Efeso). In seguito APollo fu
zio del mondo (lCor 1,7-8; 2Cor Ruseu D. 5.. l rpo.rrjtica eiudaica, Bi- attivo a Corinto. d'accordo su questa interpretazio-
Apollo 98 99 Apollo
ne e propone di tradurre I'agget- to con l'intento di distinguersi per (lCor 9,7-14), egli rifiuta di rice- fossero inclini a seguire maestri
tivo /ogios con (eloquente)) piut- parole sublimi e sapienza (lcor vere compensi dai Corinzi. Secon- esperti nell'arte retorica. Ed è an-
tosto che con <colto>, come vo- 2,1; cft. anche l,l7). La questio- do lui, accettare ricompense signi- che impossibile stabilire fino a che
gliono altri; benché già il mondo ne riguarda anzitutto il modo di fica impedire la diffusione del punto Apollo avesse aderito al
antico abbia conluso tra loro i due parlare di Paolo, il quale è molto vangelo (2cor 11,7-15; 12,13-18). modus operandi dei sofisti. Co-
significati, Apollo era un uomo esplicito neÌ replicare in lCor 2,4 Come aîferma espressamente, non munque, la sua presenza a Corin-
eloquente, e l'espressione indica che ìl suo parlare e la sua predi- vuoÌe (mercantegglarc> (kape' to (pdma di incontrare Paolo) non
che egli viene presentato voluta- cazione non si fondavano sull'e- /ead) la parola di Dio QCot 2,l7). facilitò certamente le relazioni che
mente come un soîista, un retore Ìoquenza e I'abilità retorica.
eccellente. Al pari di logíos, anche
Questo verbo (da kapelos, <<mel- intercorrevano tra Paolo e alcuni
In questi testi /ogos è visto in canter, (commerciante))) si usava credenti di Co nto. Forse ha ra-
dynotos ed. epídeiknJml indicano una luce negativa ed è in relazio- spesso per denigrare i solisti che gione N. Hyldahl quando afferma
abilità retorica (Winter 15-129 e ne con l'eloquenza retorica. Per chiedevano compensi per la loro che non è casuale che non si parli
160-16l) e comunque una certa Paolo, dedicarsi ai discorsi sapien- (merce> spirituale o intellettuale, di Apollo nelle altre lettere di Pao-
esperienza in quest'arte. I tre ter- ti può distogliere dalla teologia In secondo luogo, Paolo non lo. Dopo lo scambio epistolare tra
mini designano pertanto un no, della croce e dal suo potere salvi- badava al lusso e alla bella presen- Paolo e i Corinzi, e dopo che Pao-
dus operantli r,ell'ambito della so- fico, rendendola priva di effetto. za, ma si imponeva una discipli- lo ebbe deciso di prendere le di-
listica. Così pure, la,toprra viene condan- na (lcat 9,24-27).1 Corinzi inve- stanze dai sofisti, venne meno l'in-
Il fatto che Apollo fosse <nati- nata perché (di questo mondo)) ce (2cor 10,10), oltre a rimprove- fluenza di Apollo sulle Chiese
vo di Alessandria> (At 18,24) è an- (lCor 1,29; 3,19), puramente rargli la sua incapacità (o indispo- paoline.
ch'esso significativo, poiché il mo- <umana> (ossia non divina, cfr, nibiliîà) a parlare con eloquenza,
vimento sofista prosperava ad lCor 2.5i clr. 2.13 e le varianti te- lo deridevano per la sua presenza Vedí onche: Corinzi, lettere ai;
Alessandria in quel tempo (Win- stuali di lcor 2,4, in cui si espri- fisica debole (vedí Debolezza). I Debolezza; Filosofia; Retorica;
ter cita, per esempio , POxy 2190, me la stessa idea), e <<dei domina, sofisti (ad Alessandria) dicevano Sapienza.
gli scritti di Fllone e \e Orazioni tori di questo mondo) (1Cor 2,6: il coritrario di se stessi. Secondo
olessandrine IOr.32l di Dione C - redi Principati e potestà). A que- Filone, i sofisti ritenevano di es- BIBL Bff.ett C. K., ,Assd/s on Paul, We
sostomo, emissario di Vespasiano ste qualiîiche negative Paolo con- sere <uomini di valore e ricchi, slminster, Philadelphia 1982. pp. l-27; Blue
ad Alessandria). trappone la sua concezione di 1o- collocati in posti di comando, B. 8., In Public an.j in Priwte: The Role
2,2 Paolo a Corinlo: il conflit- gos/sophia. SecoÌìdo luì, logos e ofthe House Chutch ín Eatlf Chtistíaniry,
onorati da tutte le parti, venerati, Aberdeen University. 1989 (!esìnon pubbli-
to con i sofisti - L'eloquenza di gr?rsrs ((conoscenza)) sono dati prestanti, pieni di salute, robusti, cara); Bruce F. F., Peîet, Stephen, James
Apollo e la presenza di solisti a da Dio (lCor 1,5). Piìì avanti egli &Jahn: Studìes í Ea r Nan Pauline Chi-
dediti a una vita lussuriosa e liber- .tltaniry, Eerdmans, Cmnd Rapids 1980, pp.
Corinto non si conciliavano bene afferma che 1l loqos sophias (il tina, alieni dalla fatica, amanti dei 65-68; Hooker M. D., (Relond the Thinss
con Ia sob.ietà e la scarsa emoti- <linguaggio di sapienzaD) e il /o- piaceri che le dolcezze della vita ri- Whích Arc Witten>: An Era inztion of
vità dello stile di Paolo. Tn 2Cor gos gnòseós (il <linguaggio di seNano alle anime soddisiatte da lcol.7.6, in NîS l0 (1963-1964\ t27-132;
10,10 Paolo dice che qualcuno a scienza>) sono concessi daÌlo Spi- ogni canale dei sensi) (Filone, HyldahlN., Den ko ntiskesitudtion en
Corinto lo critica per il suo modo skiîse,in DTT $ (t917) 18-30; Judse E. 4.,
rito (1Cor 12,8; cfr. anche 2,13). Det. Pot. Ins. 348\. The Early Chtistians as a Scholastic Com
di parlare non curato e per la sua A questo riguardo abbiamo dun- In terzo luogo, Paolo ha rifiu- munÌrr.jf.JRH | (1960)4-15, 125-137t ld.,
ritrosia a parlare con eloquenza. que due definizioni opposte: queÌ- tato di aderire a un gruppo o a un The Socisl Pattern of Chnstian Crcups in
Se si fa attenzione al tenore delle la di Paolo e quella di alcuni Co- fhe Firct Century: Some Ptolegone d ta the
leadet par.icolarc: egli non ha bat- \îudy o.f îhe New Testanent Ideas o.î So
parole di Paolo in lCor l-4, si può rinzi (cfr. Pogolof0. tezzato nessuno (con qualche ec- cial Obli4ation, Tyndal€, London 1960;
constatare che la contesa effetti- 2.3 I sofisti a Corinao: altrc te- cezione!). Pur dipendendo dalla Ketîerd 8.. The Sophìstìc Mo|enent, Uíl
va tra Paolo e Apoilo consisteva stimonianze - Oltre alla lettera- versily Press, Cambridse l98l: Litlin A.
generosità di alcuni cchi possi- D., Sî. Paul's Theoloq! o.f Proclondtion:
nella capacità o nella disponibili- tura non cristiana di questo pedo- denti (anche a Corinto, At 1 CÒtinthians l4 and Grè.ò Ròùon Rhp
tà di Paolo a servirsi di un parla- do, altri tre elementi rivelano che 18,1-11; cfr. lCor 16,19), poiché /o.tc, SNTSMST9; Universily Press, Cam
re forbito nell'annunciare il van- Corinto era frequentata da sofisti la Chiesa domestica era il luogo bridge 1994; Onh E.,l,o8Ìor, Obef Noske
gelo. Paolo afferma di essere ve- che potevano influenzare la comu- Universilàlsverlag, Leipzie 1926; Pogolofl
delle prime riunioni dei cristiani, S. M., Logas snd Sophia: The Rheîoica!
nuto a Corinto non corl sophia lo- nità cristiana. Paolo (diversamen- egli rifiuta di <affezionarsi> al lo- Situatìan ol I Carinthíans, SBLDS 134,
goa ((un discorso sapiente>, lCor te dai sofisti, e forse anche da Scholars, Adanta 1992; Schùssler Fiorenza
ro padrone. Invece, il modus ope-
1,17). Alcuni esegeti hanno pen- Apollo) non richiedeva un com- /drdi dei sofisti tendeva ad aggre- E.- Rhetotical Siîuarían a d HistotìcalRe
sato cíe en sophía logoa si riferi- penso materiale; egli lavorava canstructian in I Carinîhians, h NTS 33
garsi alle grandi famiglie di Corin- (1987) 386.f03; Van Unnik W. C., Fl61
sca alle caratteristiche formali di piuttosto con le proprie mani (ye- to (si veda Blue). Cenîury A.D. Liîemry Culturc aú Earlt
un discorso curato (che Paolo as- di Fabb cazione di tende). Pur di- Chtistian Literutute. iî NedTTs 25 (1911)
sume come uno slogan dei Corin- fendendo in linea di principio il di- 28-43j wallis P., El? ner?r Auslesunssw-
3. SINTESI - È difficile dire se such des Ste e I Kor 4,6, 1í TLz 75 (1950)
zi). Paolo replica che non è venu- ritto a un sostegno economico Apollo sapesse quanto i Corinzi 506-508; Wedderburn A. J.M.,<hen tè so-
Aposfasia, perseveranza 100 101 Apostasia, pelseYeranza
phia tou Ìlrcou, I Kot l:2l.itZNt4/61 tùra e di vaste proporzioni contro more> (Fil 2,12) si riferisce alÌa una nuova speranza nei cristiani
(1973) 132 134; Welborn L. L., On the Di
s.ottl ìí Corinîh: I Cainthians l-1a d An
il dominio di Dio, dovuta a partecipazione attiva dei credenti (cfr. Rm 5,5; Tt 3,5) con le m€ta-
cient Politics, in Jrl 106 (198?) 85-111i un'empietà crescente e alimenta- alla propria santificazione, basa- fore delle <primizie) (Rm 8,23),
Winter B. W., Pnilo drd Paul anang the ta probabilmente dalla rivelazio- ta sul fatto che (<poiché>, gar,) deÌla (caparra ldella nostra eredi-
Sophisfs: A Hellenbtic Jevìsh inr! d Chri- ne dell'(<uomo iniquor; in altri (Dio susciîa in voi il volere e 1'o- tàl> (Ef 1,14; 2Cor 1,22; 5,5) e del
ttu, ÀetDonre, Macquarie University, 1988
termini, 1'(apostasia> è uno di perare) (Fil2,13). La dipendenza (sigillo> (Ef 1,13; 4,30; 2cor
(resi non pubblicara).
quei fenomeni straordinari che assoluta da Dio deve suscitare 1,22). Poiché vi è una stretta con-
B. B. Blue precederanno la parusia. Non è umiltà e obbedienza ((timore e nessione tra le primizie e il resto
chiaro se Paolo pensi a una ribel- tremore>); vedi Santità, santifica- del raccolto, il dono delle primi-
lione giudaica contro Dio, come zione). zie della salvezza è nello stesso
APOSTASIA, ne parla 1'apocalittica tradiziona- Inoltre, Dio si è proposto di tempo la promessa che la salvez-
PERSEVERANZA le (per esempio, Giub. 23,14-23), poftare a compimento la salvezza za piena si attuerà. Come la capar-
oppure anche a quella dei cristia- dei credenti. Egli ([i] ha predesti- ra obbliga al pagamento comple-
SoMMARTo I La lerninolosiai 2. La ni (vedl Uomo delf iniquità, potere nati ad essere conformi alf imma- to, lo Spirito garantisce che Dio
continuità nella salv€zza e la leùsione che trattiene). Ad ogni modo, gine del Figlio suo> (Rm 8,29), redimerà pienamente i cristiani,
escatologìca; 2.1 La continÌrltà n€lia sal-
vezza; 2.2 L^ conriDuìta e la Lcnsione
qùando Paolo usa il termine non ([i] ha scelti come primizia per che sono possesso di Dio. PaoÌo
escatoìogicai 3. ll sieDificaîo dclle r.a- si riîerisce all'apostasia tipicamen- la salvezza, ...[i] ha chiamati... fa riferimento alla funzione che
sgressioni etiche e d€lla mancanza di fe te cristiana, ossia all'abbandono per il possesso della gloria del Si- aveva allora il sigillo quando dice
de per la continùìtà della salvezzai 3.1 totale della fede in Cdsto duran- gnore nostro Gesìt CristoD (2Ts che i cristiani sono <<sigillati con
Trassressioni eLìchc e caduta:1.2 Man
canza dl lcde e cadutai 4. Lc lerreÌe pa-
te il tempo della Chiesa (Marshalt 2,13-14) e <0il ha destinati non al- lo Spirito Santo lper il giorno della
1975, 108). la sua collera, ma all'acquisto del- redenzionel), volendo signilicare
la salvezza> (lTs 5,9). Paolo de- che essi appartengono a Dio e ven-
È sicura la perseveranza dei c - 2. LA CONTINUITÀ NELLA scrive le tappe dell'iniziativa divi- gono posti sotto la sua protezio-
stiani nella fede e nella grazia della SALYEZZA E LA TENSIONE na riguardo alla salvezza indivi- ne in vista della loro salvezza fi-
salvezza, oppùre essi possono ve- ESCATOLOGICA - 2.1 La con- duaìe come gli anelli di una cate- nale.
nir meno ed essere esclusi dai be- tinuità nell& salvezza Paolo pre- na: ognuno suppone quello che Si dice talvolta che queste assi-
nefici di Cristo e non raggiungere senta la salvezza individuale come precede e contiene una promessa curazioni della salvezza finale ven-
così la salvezza finale? La rispo- già iniziata ma non ancora com- per quello che segue, e I'ultimo sa- gono date alla Chiesa nella sua to-
sta di Paolo a queste domande è pleta. E sicuro quindi che giunge- rà la glorificazione (Rm 8,29-30). talità, ma non aÌl'individuo; in tal
controversa. rà al suo conpimento? I1 proble- Paolo è sicuro che I'intenzione di caso, esse non escludono la pos-
ma diventa acuto di fronte agli Dio avrà piena attuazione: (<Co- sibilita che qualcuno non raggiun-
l LA TERMINOLOGIA Nel ostacoli che le lorze del male, al- lui che ha iniziato in voi quest'o- ga la salvezza. Ma d'altra parte è
dibattito teologico si usano i 1er- I'opera contro i piani di Dio, ora pera buona ldi salvezza], la por- l'ìndividuo che trae vantaggio dal-
mini <perseveranza>) (dei santi), stanno îrapponendo, e così pure terà a compimento îino al giomo l'opera salvifica di Dio, in quan-
<abbandono) e (apostasia)) quan- di lronte alla persecuzione e alle di Gesù Cristo> (Fil 1,6). to è chiamato alla f€de, è giustifi-
do si discute se sia sicuro che i cri- lentazioni che minacciano di inter- Poiché Paolo attribuisce I'au- cato, riceve lo Spirito che abita in
stiani resteranno nella fede e rag- rompere la continuità della salvez- tentica fede cristiana all'elezione lui e sarà infine glorificatoi èa lui
giùngeranno la salvezza. Quando za, e anche nella prospettiva del elerna di Dio e non alla storia ca- quindi che sembrano destinate
Paolo si trova a parlare di questo giudizio finale. pricciosa dell'uomo o alla sua vo- queste assicurazioni che derivano
problema usa le espressioni <fer- La questione della salvezza fi- lontà, può esprimere la certezza dall'azione divina. Le chiare affer-
ma perseveranza> (nella speranza, nale dei credenti e della sua cer- che questa fede raggiungerà il suo mazioni di Paolo in Rm 8,29-30
nelle buone opere; ,tlpomonè Í8 iezza dipende in parte dall'inter- scopo finale (diversamente Mar- indicano che l'opera salvifica di
elpidos, ergou agothorl, per esem, rogativo se tale salvezza sia solo shall 1975, 100-103). Egli inoltre Dio continuerà fino a giungere al
pio, Col 1,11;lTs 1,3; 2Ts 1,4; opera di Dio oppure se richieda vede nel dono dello Spirito un'al- suo compimento in /r//icoÌoro nei
Rm 2,7; 8,25), (restare nella fede> anche la collaborazione degli uo- Ía garaízia della salvezza linale quali è già iniziata.
(epímeno té pistei, Col 1,23), <re- mini. Per Paolo la salvezza avyie- dei credenti (vedi Spirito Santo). 2.2 La continuila e la tensione
stare fedele alla bonrà ldi Dio]> ne solo per grazia divina, e quin- Questo Spirito è lo (Spirito santo escatologica Anchequando
(epímenó tC chtcstotctl, Rm I1,22) di è solo opera di Dio. I cristiani che è stato promesso)r (Ef l,l3), parla delle afflizioni e delle prove
e, al contrario, <(de)cadere ldalla non vi contribuiscono se non nel lo <Spirito di colui che ha risusci- che caratterizzano il tempo pre-
$azial> UekJpipta [tcs chorítos], senso che, se venissero meno, ne tato C sto dai morti)) (Rm 8,11), sente, e quando accenna al giudi-
Rm 11,11; lCor 10,12; Gal 5.4). metterebbero in pericolo I'esito fi- lo (Spirito che dà vita> (Rm 8,2). zio finale, ossia quando affronta
L'<apostasia)) (apostasìa) dr 2îs nale. L'esoft azione (attendete alla Paolo descrive questa forza divi- quelle realtà che costituiscono del-
2,3 si riferisce a ùna ribellione fu- vostra salvezza con timoÌe e tre- na che origina una nuova vita e le vere e gravi minacce alla conti-
Aposaasia, pefseveranza 103 Apostasia, perceverrnza
t02
nuità della salvezza, Paolo esprì- ciò <chi ci separ€rà dall'amore di <tuttoD - e qui Paolo pensa in ro (non si tratta di idolatria [con-
$\e 7a cettezza che la salvezza fi- Cristo)). che è la forza della nosîra particolar modo alle avversità tro Sanders 1989, 194-1961, ma di
nale dei cristiani si compirà. La (concorle al bene), il bene supre- violazione della coscienza) e il fat-
salvezza? Nulla è in grado di se-
sua fiducia anzi si manifesta con pararci: né le forze terrene né le mo della salvezza escatologica 10 che in ambedue i contesti si
un <crescendo) quando proclama potenze soprannaturali (che Pao- (Rrn 8,28). Inoltre, le sofferenze esorta d'altro lato all'edificazione
la fedeltà di Dio: (Dio è îedele; 1o elenca in una lunga lista yedi dei cristiani rivelano la loro unio- reciproca (Rm 14,19;15,2i l0oî
egli vi confermera e vi cuslodirà Principati e potesta), (né alcun'al- ne con Cristo, che ha sofferto ed 8,1; cfr. 10,23). La <(distruzione>
dal maligno)) (2Ts 3,3); (Dio è fe- tra creatura>. <Ma in tutte queste è stato glorificato e che i cristiani potrebbe essere quindi esistenzia-
dele e non permett€rà che siate cose noi siamo più che vincitori seguiranno a loro volta nella glo- le e potrebbe consistere in una spe-
tentati oltre le vostre forze, ma per virtir di colui che ci ha amati> ria (Rm 8,17). Perciò, paradossal- cie di ostacolo sul cammino del
con la tentazione vi darà anche Ia (Rm 8,35-39). mente, i credenti possono (vantar- cristiano, come si può dedurre dal-
via d'uscita e la forza di soppor- siD anche nelle tribolazioni (Rm la corrispondente descrizione delle
Questa vittoria che si ottiene se
tarla), (lCor 10,13), e <vi confer- si rimane nell'amore di Dio, e 5,3; 2cor l2,l-10), per il îatto che conseguenze subite dal cristiano
merà sino alla fine, irreprensibili quindi la salvezza dovuta all'amo- esse acquistano per loro un signi- che è debole (turbamento, Rm
nel giorno del Signore nostro Ce- re di Dio, racchiude anche il gior- ficato escatologico positivo. 14,15; condanna di se stesso,
sù Cristo> (lcor 1,8). Paolo pre- no del giudizio, quando tutti an- 14,23; contaminazione e coscien-
ga perché Dio (vi santifichi fino dranno incontro al loro destino fi- 3. IL SICNIFICATO DELLE za fetita. lcor 8,1 ,12) e anche dal-
alla perfezione, e tutto quello che íale (yedi Escatologia). In quel TRASCRESSIONI ETICHE E l'uso analogo di qììesta termino-
è vostro, spirito, anima e corpo, giorno gU eletti non saranno giu- DELLA MANCANZA DI FEDE logia paolina nella LXX (per
si conservi irreprensibile per la ve- dicati colpevoli né condannati, PER LA CONTINUITÀ DELLA esempio, Sir 30,23: 20,21-22).
nuta del Signore nostro Gesil Cri- poiché Cristo che li ha amati ed è SALYEZZ-A, SecondoPaolo, ln lcor 11,27-34 Paolo sotto-
sto)) (lTs 5,23). morto per loro è colui che è risor- Dio interviene continuamente per linea che il radunarsi dei Corinzi
lnoltre. Paolo ritiene del tutto portare a compimento I'opera di per la Cena del Signore è un <riu-
to e ora siede alla destra di Dio e
certo il compimento della salvez- intercede per loro davanti al giu- salvezza dei credenti. Tuttavia, si nirsi per un gìudizio> e afferma
za dei cred€nti, fondandosi sull'a- dice che già li ha gjustificati in può obiettare, gli stessi credenti che chi vi partecipa indegnamen-
more onnipotente di Dio: (Dio di- base all'opera di Cristo (Rm possono arr€stare questo proces- te <è reo del corpo e del sangue del
mostra il suo amore verso di noi 8,33-34). L'amore di un inrerces- so con le loro trasgressioni o con Signore)) e <mangia e beve la pro-
perché, mentre eravamo ancora la loro infedeltà; la perseveranza pria condanna)) (lcor 11,21.29).
sore già giustificato e gloriîicato
peccatori, Cristo è morto per noi) è la miglior garanzia che il giùdi- è in qualche modo compito dei cri- ll giudizio, anzi, ha già avuto i
(Rm 5,8). Se si supera l'ostacolo zio avra un esito positivo per chi stiani. Qual è dùnque il rapporto suoi effetti: alcuni tra i Corinzi so-
che può de vare dal nostro allon- è giustificato. Paolo in sintesì si Ía fede e comportamento dei cre- no malati e altri sono morti (lcor
tanamento da Dio, che cosa può denti e I'azione salvifica che Dio I 1,30). Questo giudizio può pr€-
esprime così: (Se Dio è con noi,
impedire a Ìui di portare a termi- chi sarà contro di noi?) (Rm esercita nei loro confronti? figurare il loro giudizio escatolo-
ne la nostra salvezza? (A maggior 3.1 Trasgressioni etiche € cadufa gico. Tuttavia la frase (sarà (e$at
8,31). Questo signilica che non si
ragione ora, giustilicati per il suo può sollevare nessuna opposizio- - Molti testi paolini hanno ìndot- reo> ha probabilmente il verbo al
sangue, saremo salvati dall'ira ne conlro la salvezza finale deì cre- lo gli esegeti a ritenere che sia pos- futuro solo per enfasi, per eviden-
[escatologica] per mezzo di lui, Se denti, perché il Dio onnipotente e sibile perdere la salvezza per tra- ziare una colpa che è gia stata
infatti, quand'eravamo nemici. che ama sta dalla loro parte. Que- sgressioni di ordine etico (il pro- commessa (così Gundry-Volf
siamo stati dconciliati con Dio per sto medesimo amore di Dio, che blema del <peccato dopo il batte- l0l ). Non sembra che Paolo fac-
mezzo della morte del Figlio suo, è garanzia della salvezzafinale, <<è simor o del (peccato dopo la con- cia seguire a un giudizio presente
molto pirì ora che siamo riconci- stato riversato nei nostri cuori per versione>), In lcor 8 e Rm 14, un altro luturo; egli li pone sem-
liati, saremo salvati mediante la mezzo dello Spiritor, per cui i cre- Paolo afferma che i (deboli> ven- plicemente l'uno accanto all'altro:
sua vita, (Rm 5,9-10). L'amore di gono (<distrutti>) se mangiano dei (Quando poi siamo giudicati dal
denti che ora sono nelle tribolazio-
Dio, manifestatosi nel fatto che nipossono avere la <{speranza che cibi che la coscienza proibisce lo- Signore, veniamo ammoniti per
egli <non ha risparmiato il proprio non delude> nella prova escatolo- ro di mangiare perché sono <<im- non esser condannati insieme con
puri> o <sacrificati agli idoli> (ve- questo mondo) (lCor 11,32). Poi-
Figlio, ma lo ha dato per tutti noi)) gica (Rm 5,5).
è la prova che Dio <ci donerà Secondo Paolo, le afflizioni e le dl Forte e debole). Questa (distru- ché è improbabile che Paolo pen-
zione)) potrebbe essere escatologi- si che ìl pentimento prevenga una
lcharisetail ogÍi cosa insieme con prove del tempo presente non ren-
lui> (Rm 8,32). L'amore potente dono meno sicura Ia speranza cri- ca (cfr. Marshall 1975, 113; vedi condanna futura -
molti tra i col-
di Dio garantisce che nulla può Ira, distruzione). D'altra parte, pevoli sono già morti - per lui il
stiana. Anzi, egli le trasforma in
opporsi al fatto che Dio ci dona queste affermazioni potrebbero giudizio presente e la salvezza fu-
elementi che rientrano nel piano
liberamente la salvezza attraverso di Dio per la realizzazione della avere un senso piil atLenuato se si tura devono essere due facce del-
tiene presente Ia natura del pecca- la stessa medaglia. La punizione
Cristo, fino alla sua pienezza. Per- salvezza. Sotto la guida di Dio,

'f.
105
Apostasia, Pers€verarza
Apostasia, perseveranza 104
lo narli a difesa di se stesso quan- ferisca a un mancato raggiungi
può significare che si è ri-
stessa ni (lCor 10,14-22). La generazio-
do dice ai Calati che coloro la cui mento e Proietta semPlicemente
sparmiati dalla condanna iinale ne del deserto insegna invece che orrest'ultimo nel Iuturo, tacendolo
poiché, come gia awiene nella tra- il semplice benelicio materiale del vita è caraîterizzata dai vizi non jipendere nello stes''o tempo dal-
dizione veterotestamentaria e giu- battesimo e del cibo eucaristico erediteranno il Regno.
Alcuni testi sembrano indicare l'azione divina. Cosi Pure, la spe
daica della paideia divina (r<puni- non protegge contro il giudizio di-
che Paolo si preoccupa Perché la ranza di Paolo digiungere alla ri-
zione), (correzione)), ii castigo viro per idolatria (lCor 10,l-11). surrezione può essere interpreta-
paterno che Dio infligge ai suoi ii- Pertanto, <chi crede di stare in sua condotta non lo Pone in gra-
do di raggiungere la salvezza fi[a- ta come un'attesa con la quale si
gli ha lo scopo di farli diventare piedi>> (ossia di essere salvato) de-
esDrime una dipendenza dall'azio-
îigli autentici (Dt 8,5; Sap I l,l0; ve assicurarsi di esserlo verarnen- le. Paolo Però ha fiducia nella
propria salvezza (Fil 1.21 23). E nÉ diuirra nott il dubbio sul rag
anche Eb 12,8), destinati alla sal- te (ossia di essere in comunione siunqimento" delll mela, come jn-
yezza pet ll fatto che Dio è fedele con C sto e non con i demoni, l'approvazione del suo minlstero
apostolico da Parte dì Dio che co- àica'anche altrove l'uso dell'e-
all'alleanza e alle sue promesse lCor 10,16-21), se non vuole <<ca- sDressione el Prs, lradotta qili con
(cfr. Gundry-Volf 107-l I l). derer> (ossia non superare la pro- siituisce problema Per lui. "Per-
ché,.. non venga io stesso squali- ..se mair, {Rrn I,t0: I l,l4).
Secondo lcor 5,5 un membro va del giudizio). E Dio metterà in
Riassumendo, in alcuni testi
della Chiesa di Corinto che sta vi- grado di superare la prova coloro îicalo Ísdokitnosl> di lcor 9'27
sj riferisce probabilmente a Pao- naolini si e voluta vedere \Pesso
vendo in uno stato dì evidente tra- che prendono sul serio questa am-
lo in ouanto aPostolo. non ln ia possibilità di non giungerc alla
sgressione sessuale dovrebbe esse- monizione (lCor 10,13).
ouanto cristiano (cfr. lCor 3'13- salvczza per via di una condolra
re dato <in balia di Satana per la In lcor 6,9-10 e Gal 5,19-21 non conforme ai dettami dell'eti-
rovina della sua carne, affinché il Paolo scrive che gli ingiusti non i5t. lnfarti, quando parla dell'ap-
nrovazione dj se stesso, con il re- ca (ctr. Sanders 1986, 707-708, e
suo spirito possa ottenere la sal- erediteranno il regno di Di,o (vedi Sa;ders 1989, l9l-193). Ma se sì
vezza nel giorno del Signore>. Regno di Dio/Cristo). La maggior iativo linguaggio (dok-)' Paolo si
riferisce sempre all'approvazione leggono bene qucsti testi. \i Può
Escluso dalla Chiesa (clr. lcor parte degli esegeti ritiene che Pao-
constatare che Per Paolo la con-
5,2), costui potrebbe pentirsi sot- lo ammonisca qui i suoi lettori a divina del proprio ministero apo-
stolico. Egli come apostoìo cerca dotta contraria all'e1ica Pone in
to I'influsso distruttore di Satana stare attenti a non venir esclusì essi
dubbio la gentrinità della profes-
e potrebbe quindi ottenere la sal- stessi. D'altro lato, in lCor 6,1-11 di evitare la disapprovazione divi-
na trattando duramente il Proprio sione della proPria fede, Può Pro
vezza finale (cfr. Collins, Harris; Paolo contrappone ripetutamen- vocare il castigo divino o Può cau-
vedi Disciplina). Benché la sua saÌ- te i Corinzi ((i santi>) a coloro che corpo con la rinuncia ai Propri di
ritri (mangiare e bere. ricompen- sare un regresso nella santificazio-
vezza futura non sia un risultato sono nominati nell'elenco dei vizi (Per ne cristiana, Írìa non olllene coÌne
scontato, la perdita della salvez- (<il mondo, gli ingiusti)): (e îali sa. una moglie). Ed egli lo fa
non recare intralcio al vangclo di risuitato finale la perdita della sal-
za non viene data quì come una eravate alcuni di voi, ma siete stati
vczza (cfr. GundrY Volf 83-157'
possibiÌità. Inlatti Paolo prosegue lavati,... santiiicati,... giustiîica- Cristo) (lCor 9,12), e <Per diven-
2:ìl-260r anche Gundry 7-38)
affermando che nella Chiesa chi ti>, e (isanti giudicheranno il tare compagno del vangelo> nel-
3.2 Mancanza di led€ c cadu-
è impudico è uno <<che si dice fra- mondo [e]... glì angeli>. Paolo in- I'ooera della salvezza llCor 9.23)'
Questa traduzione di lCor 9,21
va ta - Altri Passi Paolini fanno
tello) (lcor 5,ll) - cioè uno che tende probabilmente rafforzare pensare che la salvezza Possa es-
non si è ancora convertito ed queste distinzioni per convincere Dreferita all'altra, abbastanza co-
mune, r,diventare partecipe [delle sere incompleta Per mancanza cll
egli corda ai suoi letto che i cre- i Corinzi a riformare la loro con-
benedizioniì del vangelo)' che non fede nel vangelo (Nlarshall 1975'
denti non devono mescolarsi agli dotta in modo che essa diventi l, tl8-l l9).
impudichi (lCor 5,9), ma devono conforme al loro destino finale è conformè all'uso del termine 108- I I

((giudicare)) chi professa falsa- (anche se lCor 6,9-10 potrebbe euaggelion. ll (no) che lsraele opPone al
Prolo sembfa incerto lul suo vanselo. nonostante la sua elczio-
mente di essere fratelìo e devono avere un signilicato secondario, e -pone
destino finale quando scrive in Fil nc, in clubbio il significato
<espellere gli impudichi>r dalla co- cioè quello di ammonire coloro che Paolo ha altribuito all'elezio-
munità (lcor 5,12-13; cfr. 5,7-8). che faÌsamente si professano cri- l,l l-12 "se mai Possa giungere al
la risurrezione dal mortl" e nml ne Der la perseveranza dei creden-
L'ammonizione di lCor 10,12, stiani; cfr.2cor 12,21; 13,2). Nel ti.
'N4a
in Rm 9- l l, dole allronta
<chi crede di stare in piedi, guar- caso di Galati non c'è bisogno di sforzo di correre Per conquistar-
il hroblemx (Lella mancanza di fe-
di di non cadere)r, sembra suppor- alcuna ammonizioner essi devono 1o [= il premioÌ,r. Si è Però Pen- de da parre d'lsraele. Paolo difen
re che sia possibile perdere la sal- opporsi alle opere della carne, e sato che qualunque sia l'incertez-
za a cui Paolo qui si riferisce. es de ta fedellà di Dio e spiega la Pre-
vezza (Sanders 1986, 6Z), ma po- Paolo, che annuncia un vangelo Ii- sente incredulità d'lsraele nel qua-
sa rieuarda la maniera, non il fat-
trebbe di fatto riferirsi a una fal- bero dalla Legge, deve assicurarli clro del Drano salvjfico di Dio.
sa professione di fede in Cristo. che anch'egli si comporta allo stes- to digiungere alsuo destioo lina-
le: con il marririo? L'aîfermazio- Oue,rt'ultìmo prevede un <induri-
Alcuni tra i Corinzi pensano erro- so modo, e non vi è bisogno di mento)) da oarte d'lsraele e Lln
neamente di poter partecipare im- aderire alla Legge per essere con- ne che segue subito doPo,'sono
stato conquistaÎo da Gesu Cri- temoo finale in cui 'lutto Israele
punemente alle pratiche idolatri- tro le opere della carne (Gal saràl sal!alo,, quando cioe lsrae-
che, protetti dai sacramenti c stia- 5,16-2). Sembn dunque che Pao- \ror. esclude che I'incerÌezza sl rl-
Apostasia, perseveranza 106 Apostasia, Perseveranza
t0'7
le si convertirà dalla sua ilcredu- pericolo o meno urgente l'ammo- (non esiste risùarezione dei mor- anche di falsi maestd che hanno
lità e il Redentore eliminerà I'em- nizione, ma ttova una soluzione tir (1Cor 15,12). Poiché il messag- (deviato dalla veÌità/fede) e che
pietà d'Israele (Rm ll ,23 .26-21 | nella fedeltà del Signore, il cui in- gio che esclude la risurrezione li- hanno <sconvolto> la fede di alcu-
yedi Restaurazione di Israele). teNento la prevedere a Paolo che ni nella Chiesa (2Tm 2,18; lTm
sica dei mofii (fondandosi sui Pre-
Il compimento sicìtro dell'azio- i suoi moniti raggiungeranno i ri- supposto che ìa risurrezione sia già 6,21). Alcuni <si allontaneranno
ne salvifica di Dio nei confronti sultati desiderati. dalla fede) (1Tm 4,1) e (si rifiute-
awenuta in un senso diverso) non
degli eletti come non esclude da un Se coloro che si sono convertiti può salvare realmente chi crede in ranno di dare ascolto alla verità)
lato il fatto che Israele sia lascia- a opera di Paolo non saranno in (2Tm 4,1). Allontanarsi dalla fede
essa, questa <fede è vana> (1Cor
to fuori temporaneamente per la grado di sostenere la prova nel 15,17-18). Benché si ritenga sPes- significa accogliere <dottrine dia-
sua incredutta, così pure non giorno del giudizio, egli corre il ri- so che questi versetti vogliano di- boliche) (lTm 4,1, che si rilerisce
esclude che siano <tagliatiD e non schio di (aver faticato o corso in- re implicitamente che si può Per- all'origine diabolica dei falsi inse-
siano <<risparmiati> i cristiani Gen- vanor> (lTs 3,5; GaI2,2i 4,ll;Fil dere la salvezza, il loro coiìtesto gnamenti), caratteizzate da asce-
tili che non perseverano nella fe- 2,16;'redi Cad]J.citèt, vuoto, vani- indica che il loro senso è diverso. tismo, dispute sulla Legge e que-
de (Rm 11,17-24). La partecipa- tà). Se non si supererà la prova del La perseveranza invocata da stioni sciocche (lTm 4,3; 1,4.6-7;
zione ai benefici della salvezza di- giudizio, vuol dire che si è deca- Tt l,loi 3,9) e oegano Ia risurre-
Paolo, pertanto, Può essere solo
pende dalla iede in Cristo; la fe- duti da uno stato di grazia, oppu- zione futura (2Tm 2,18). Anche
<<nella fede>. Solo chi crede in Cri-
de è l'unico mezzo per (restare re non ci si era veramente conver- sto può avere la certezza della sua l'attaccamento al denaro e altd vizi
nella benevolenzaD o nella mise, titi sin dall'inizio. Le lettere di salvezza finale (Col 1,22-23). La possono associarsi a quest'abban-
ricordia salvifica di Dio in Cristo. Paolo rivelano che egli pensava a perseveranza non è un fatto auto- dono della fede (1Tm 6,10;2Tm
Paolo non parla qui del destino fi- questa seconda possibilità. Egli sa 3,2-5). Tutto questo imPlica che si
matico. L'allontanarsi dal vange-
nale dei Gentili che poirebbero es- che nelle sue comunità vì è gen- resta esclusi dalla saÌvezza
lo per mancanza di lede PLlo in-
sere tagliati via, ma con l'esempio te sincera e gente falsa (cfr. per terrompere la continuità della sal- Al contrario, Timoleo e Tito
di Israele ha mostrato che è pos- esempio, lCor 5,5-13). Paolo non vezza e porre in questione il suo devono opporsi a questi falsi in-
sibile un nuovo innesto (vedl può essere sicuro del successo dei compimento, oPPure Può mette- segnamenti e attenersi al vero van-
Ulivo). suoi slorzi apostolici alla stessa re in dubbio l'autenticità della gelo (per esempio, lTm 1,3; Tt
Un esempio ancora piir chiaro maniera con cui è sicuro degli ef- stessa conversione. Tuttavia Paolo 1,9.1l), così come ha fatto Paolo
delle conseguenze che derivano fetti del vangelo, ossia del potere ouo considerare la minaccia costi- quaDdo era Perseguitato, Per cui
dall'abbandonare la fede nel van- salvifico di Dio (cfr. Rm 1,16; iuita dalla mancanza di lede irì ora può essere fiducioso neÌla pro-
gelo si trova in cal 5.2-4, Se i Ca- 15,18; lTs 1,5;2,13; 2Cor 4,7; una prospettiva piu amPia, che si pria salvezza tinale (2Tm l,l2i
lati aderiscono al falso vangelo lCot 2,4-5;3,6; 15,10). Solo co- fonda sulla fiducia in Dio, il qùa- 4,7-8.18J. Pertanto, come 8ìà al-
della giustificazione attraverso le loro che parteciperanno della vi- le è misericordioso e fedele e Por- trove in Paolo, anche nelle lettere
opere, Paolo li ammonisce: <Cri- ta escatologica che deriva dal van- ta a compimento la sua salvezza. Dastorali la perseveranza significa
sto non vi gioverà nulla... non gelo supereranno il giudizio.
Questa prospettiva lo Pone in gra- nersistere nel vero vangeLo, .,nel-
avete più nulla a che fare con Cri- I Corinzi possono <<accogliere dò di attenersi alla peneveranza in ia fede> (come essa viene definita
sto, ... siete decaduti dalla gra- invano la grazia di Dio> (2Cor questo senso non automatico, in in queste lettere). E anche nelle
zia). In altre parole, i Galati stes- 6,1) e <non superare la prova) quanto essa diPende semPre dal- Pastorali si stabilisce 1o stesso col-
si si escludono dalla speranza nella (2cor 13,5). Se essi continuano a l'intervento divino. lesamento tra i beneiici Presenli
salvezza. D'altra parte, però, Pao- contestare l'apostolato di Paolo, de'ila salvezza e Ia su a teallzzazio'
lo non può pensare che questo ac- dimostrano che la loro conversio- 4. LE LETTERE PASTORALI ne finale (2Tm 2,10.12), che già
cada realmente: <<Tante esperien- ne e la loro salvezza ottenute at- Le lettere pastorali usano il ter- abbiamo esaminato in Paolo, in
ze le avete fatte invano? Se alme- traverso la predicazione di Paolo
- quanto esse sottolineano che Per
mine <resistere), (Perseverare>
no fosse invano!)) (Cal 3,4). A erano ingannevoli. Paolo eviden- (hrpomenò) per indicare questa il credente la perseveranza è neces-
meno che questo versetto criptico temente si attende che la sua af- perseveranza nella lede. Espressio- saria per potersi mantenere nelÌa
intenda prospettare che tutto è sta- îermazione che essi non sono sal- ni opposte sono'allontanarsi". salvezza. Inoìtre le Pastorali ri-
"rinnegare la fede"
to vano, Paolo ritiene qui che per vati susciti la loro.protesta, e con- ,,deviat e'r. prendono Ie affermazioni di Pao-
loro il perdere la salvezza è una fermi perciò la loro fede e (indi- (aphislèmi, qpoplanao aqo tes Pi- lo sulla fedeltà di Dio (si vedano
possibilità impossibile. E in con- rettamente) rassicud anche lui ste^s, orneomai tèn Píslín, lTm in particolare le asserzioni di 2Tm
clusione egli è <fiducioso nel Si- stesso. Così pure, Paolo asserisce 4.1;6,10;5,8). 2,11-13), rivolte ai cristiani che
gnore) (Gal 5,10) che i Calati non chei Corinzi possono (aver cre- Per quanto rigùarda il Proble- corrono il rischio di <rinnegare
romperanno definitivamente con duto invano> (lcor 15,2) per ma dell'abbandono della fede, le Cristo)> e diventare <infedelit
il vangelo (in modo da perdere co- scuoterli con il disgustoso sospet- lettere pastorali prevedono che ciò (temporaneamente?), mentre am-
sì la salvezza). Quest'espressione to che qualcuno di loro possa aver awerrà <negli ultimi tempi) (lTm moniscono nello stesso tempo
di fiducia non rende meno reale il accolto il falso insegnamento che 4,1,2îm 4,3-4). Ma esse Parlano contro un simile rinnegamento.
Apostasia, perseveranza 108 Aposúolo
109
Le Pastorali rivelano dunque dubbio che coÌoro che credono ve- blioteca teologìca 21, Paideia, Brcscia 1986: re una sola volta con lo stesso si-
che l'allontanarsi dalla fede può ramente alÌa îine si salveranno. ld., Paolo, la legge e it popolo sndaìco, gnificato. Con le sue 35 corren-
portare alla perdita d ella salyezza. Proprio per questo, secondo 2Tm Stùdi biblicì 86, Paideia, BresciÈ 1989.
ze nel corpus paolino e 80 nel NT,
Ma esse chiariscono anche che tale 2,19 <il fondamento gettato da aposfolos è però divenuto chiara-
allontanamento può essere dovu- J. M. Cundry-Volf
Dio sta saldo e porta questo sigil- mente un termine molto impor-
to a una falsa professione di fede, lo: il Signore conosce i suoii>. Que- tante in seno al movimento c stia-
e perciò non significa realmente st'affermazione fonda il trionfo APOSTOLI DI GERUSA- no delle origini. Come si può spie-
una perdita dello stato di grazia. escatologico di coloro che credo- LEMME: vedi Gerusalemme; gare questa diîfusione della parola
I maestri che <si attengono a una no veramente nella fedeltà divina. GiudaizzaDti; Oppositori di Paolo nel NT e in particolare in Paolo?
religione formale, ma ne negano Non si può però escludere che
ogni potere intdnseco) non van- anche per le lettere pastorali sia 2. LA RICERCA SULLE ORIGI-
no accolti dai veri cristiani, ma so- possibile I'apostasia degli autentici APOSTOLO NI DEL CONCETTO DI APO-
îo <<tiqoyati (odokimor) in mate-
ria di fede> (2Tm 3,5.8). Simil-
cristiani con t'abbandono della fe-
de (cfr. Marshall 1975, 128-t3l). SovMARro l. L'origine greca dcl le ni
STOLO - cli studi moderni sul
termine <apostolo)) sono iniziati
mente, chi rifiuta di accogliere le Ma questa possibilita è anche pre- rc opxtolot 2. La ricerca sùlle orisìni del con un saggio di J. B. Lightfoot
ammonizioni rivela di essere fuo- conceÌro di aposrolo: 2.1 Il (Ulîah> del
sente in grado minore n€lle lette- ciudaismo rabbinico; 2.2 L'(aposlolosD sul nome e I'ufîicio Ì€gati a que-
ri strada e peccatore (Tt 3,10-11). re paoline autentiche. Perciò alla dello snosrìcismoj 2.3 Cli ({aposloloi,) del sta parola (The Name qnd Office
Quanti si oppongono all'insegna- luce di quanîo abbiamo detto so- NT: 2.4 La natura deil'aposlolicita di of Aposlle, pubblicato come ef-
mento genuino devono <<pentir- pra, anche le Pastorali, benché ri- Paolo;3. La Iestimoniàrza dellc lcoere
cals4.t nel suo commentario alla
si, perché riconoscano la verità> di Paolo;4. Gesu aportolo e i suoi apo
specchino una loro situazione sto- stoli; 5. Gli aporoli nellc leuere di Pao- lettera ai Calati del 1890; per una
Q^fm 2,251, devono cioè conver- rica particolare, sono coerenti coo lo; 5.1 Aporolo in senso non tecnico; 5.2 panoramica sull'immensa biblio-
tirsi. il pensiero di Paolo sulla perseve- Apostolo in senso solcnnei J.2.1 Clì al- grafia pubblicata da quel momen-
Paolo consegna lmeneo e Ales- rri aporolii 5.2.2 L'apostolo Paolo:6.
ranza e l'abbandono della fede. La dìscussione suìì'aposloìicira di Paolo: to in poi si veda Agnew).
sandro a Satana (perché impari- Nonostante la vasta gamma di
6.1 I Corinzìr l'apostoìicha di Paoìo mcs-
no a non bestemmiare più> (lTm Vedi anchq Afflizioni, prove, sa in discussionc:6.2 2 Corinzii ì'aporo opinioni sull'origine, la natura e
1,20)i questo significa che costo- difficoltà, tribolazione; Chiama- licità di Paolo rifiulata; 7. Conclusione. ;l significato del termine apoifo-
ro vengono trattati come non c - ta, vocazione; Disciplina; Elezio- 1o.9 nel NT, vi è un ampio consen-
stiani, nclla speranza che si con- Paolo presenta se stesso soprat-
ne e predesîinazione; Escatologia; so sul fatto che esso viene usato
vertano (lcor 5,5; lTm 1,13). Fede; Giudizio; Crazia; Peccato,
tutto come apostoÌo, e pertanto in due sensi principali: in un'ac-
((Hanno fatto naufragio nella îe- questa sua lunzione è di grande
colpa; Salvezza; Santità, santifica- cezione solenne, ossia per indìca-
de> (lTm l,l9) non si riferisce zione; Universalismo,
importanza per capire la sua vita
re una persona dotata di autori-
forse alla loro fede pcrsonale, ma e il suo ministero. Si è discusso
molto sull'ambiente sociale in cui tà divina (per esempio, (aposto-
alla fede oggettiva nel vangelo, a B|BL - Collins A. Y., îire Function oJ Ex, lo di Gesù Cristo), lCor l,l), e in
cùi essi hanno arrecato danno. è nato il termine (<apostolo)) e piil
connunicaîíon in Paul, iî HTR73 (t981l un'altra non tecnica (per esempio,
Soltanto i cristiani autentici fan- 251-263i Cosuel M., Les fondements de ancora si è discusso sui criteri che
definiscono I'apostolicità e sulla <messaggeri/deìegati delle Chie-
no parte della Chiesa. Ma di fat- I'assurunce du salut chez I'apótle Paul, iD
se), 2cor 8,23). Come si vedrà in
to la Chiesa comprende sia colo- RIJPR 17 (1938) 105-144; Cundry R. H., natura dell'autorità che Paolo af-
Cruîe, Woîk, and Staling Saved ìn Paul, lermava di possedere sulle Chiese seguito, Paolo lsa apostolos 1í
ro <che il Signore conosce come in Aró 66 (1985) I 38; cundry-Volf J. M., ambedue isensi.
suoi> sia gli altri, come in una Paul snd Petsel'en ce: Stalinq in and Fat- dei Gentili e che altri ponevano in
ling Awy, wUNî 2/37, J. C. B. Moh., dubbio o contestavano. L'autori- Sull'origine del concetto di apo-
<grande casa> in cui vi sono sia stolo sono state avanzate princi-
Îúbingen 1990 (John Knox-Westminsre., tà di Paolo sulle Chiese e i cristia-
<(vasi d'oro e d'argento... per usi Louisville f99l); Harris c. , îhe Bednninss palmente tre ipotesi.
nobili>, sia <[vasi] di legno e di ol Chutch Dkcipline: I Co.inthÌons 5, i^
ni di oggi è sîrettamente legata a
questi problemi. 2.1 lì <éàlîab> del Giudaislno
coccio,., per usi più spregevoli> NrS 37 (1991) l-zli Hotilus O., Die Una,
rabbinico - Già proposta da
(2Tm 2,19-20; cfr. anche Rm bànde ichkeit des sòtlichen Heillatschlus-
Lightfoot e sviluppata poi
9,19-26). Si dimostra di apparte-
ses: Etwiiqunge zff HetkunÍt eines neîtte- ]. f ,,ORIGINE GRECA DEL da
slamenîlichen Theologunenon, i ZNW 64 Rengstorf, questa teoria ritiene
nere alla prima categoria se ci (<si (19131 135-14s; Id., Holfnung und Getdis-
TERMINE APOSTOLO - Pri- molti paralleli tra l'a-
allontana dall'iniquità) e (mante- sheit: Ròmet 8,19 39,iî MitaúeiteúitÍe 3l ma del NT il termine aposfolos che vi siano
(197ó) 3-10;Mùshall I. H., Kept b! the Po- non è frequente nella lingua gre postolo del NT e il ialíar, l'(in-
nendosi puriD rispetto a quegli al- Ner of God: A Srudr of Persewrunce and viato), della leîteratura rabbinica.
ca (Rengstorî 1088-1093). Nel gre-
t vasi (2Tm 2,19.21). La natura Falling A tea!, Betbaay, Minneapolis t9?5;
co classico è in gran parte limita- Il,íaliat era un delegato che veni-
mista della comunità attuale (non Id., The Problem o.l Aposîss! in Ne\e Te,
va inviato da un privato - per
staneal Theolog!, in Jesus the Saviout: to al contesto della navigazione.
necessariamente tutti raggiunge- Studies in New Testonent Theolog!,Ir,tet - Érodoto lo usa due volte per in- esempio, per trattative di matri-
ranlo la salvezza finale, poiché Varsity, Downers crove (lL) 1990; Sanders dicare un (inviato) o ùn (messag- monio (m. Qid 2,1, t. Qid 4,2. î.
molti verranno meno) non pone in E. P., Paolo e il giudaísno palestinese, Bi- geron, mentre nella LXX compa- Yev 4,4) - o come rappresentan-
A.postolo lr0 111 Apostolo

te delle autorità religiose di Geru- to drasticamente che (...1'istitu- stiane, poiché la nuova fede ha sti- ministero apostolico, in circostan-
salemme presso i Giudei della dia- zione giuridica giudai ca del íalîah. molato la nascita di una figura ze storiche diverse, perdura fino
spora $t. Hag 76d). Dal punto di che è più tardiva, non ha proprio adeguata che avesse compiti di ad oggi)) (Kirk 264).
vista giuridico, <i' \nviato (idlîah\ nulla a che fare con l'apostolato guida. Secondo Munck, <gli apo-
è come colui che lo inviar, (m. Ber della Chiesa primitiva> (Schmi- stoli cristiani fanno parte di una 3. LA TESTIMONIANZA DEL-
5,5). La relazione tra il íalîah e 1l thals 105). Egli fa notare che l'u- realtà nuova e dinamica, in quan- LE LETTERE DI PAOLO Da-
suo mandante è la cosa pdncipa- so di apo,rtolos nel NT è di carat- to la religione c stiana nella sua to che le lettere di Paolo sono gli
le, mentre il contenuto del suo tere religioso, mentre il ldlîah della globalità è qualcosa che deve dif- scritti più antichi del NT, e poiché
mandato è secondario. letteratura rabbinica è costante- fondersi ovunque... Se si tiene Paolo usa aposlolos piir di ogni al-
Poiché la letteratura dove si mente di natura giuridica. Così presente questo, I'uso giudaico tro autore del NT, ogni ricerca
parla del ialîd, è posteriore al NT, pure, I'uso prevalentemeote pro- dell'idea di apostolo... è tanto lon- storica sulle origini, il significato
è difficile definire quali possano fano di i/, nell'AT difficilmente tana dall'ùso cristiano come lo è e Ia rilevanza di tale parola deve
essere sîate le connessioni tra il.íd- può essere all'origine dell'apostolo un inviato diplomatico da un mis- iniziare neccssadamente da queste
/íai del Giudaismo piì) tardivo e del NT, che in quanto figura mis- sionario ai pagani)) (Munck 1949, lettere.
I'spostolos del NT. Coloro che sionaria ed escatologica assume 100). Tuttavia, a meno che non si ri-
collegano apostolos coî ialîah slt caratteristiche religiose. Da un punto di vista più gene- tenga che il concetfo di apostolo
appellano alla probabilità che ia- Schmithals tiene che Antio- rale, però, questa scuola non pro- sia nato con Paolo, bisogna osser-
/ialr fosse usato prima ancora di chia, non Gerusalemme, sia l'am-
e pone un ambiente piu specifico vare che egli parla di (<coloro che
comparire nella letteratura dove si biente dove è nato il concetto di per le origini del concetto di apo- erano apostoli príma di me (gr.
trova attualmente e fanno notare apostolo e che l'apostolo del NT stolo nella Chiesa primitiva. tous pto emou aposlolols)r. Que-
inoltre come sia frequente la radi- derivi dal mito del redentore dei 2.4 La natura dell'apostolicità sti apostoli erano a Gerusalemme
ce verbale i/, nell'AT (700 volte sistemi gnostici. Egli fa notare co- di Paolo - Uno dei problemi piir (Gal l,l7). La tradizione del <<cre-
circa; nella LXX viene resa con me in questi ultimi si parlasse di complessì relativi all'apostolicità do> (vedl Credo), che Paolo tra-
aposlellein o ex-apostelleíu 1l ter- due tipi di redentore, quello cele- di Paolo riguarda la sua natura e smette ai Corinzi, e che egli ha <ri-
mine 4posfolos ricorre invece una ste e quello terrestre, e ne deduce la sua autorita. Definizioni piil cevutor molti anni prima, affer-
volta sola nella LXX, come tradu- quindi che la vocazione e l'espe- ampie di apostolicità hanno posto ma che il Signorc risorlo è appar-
zione del padicipio ia,/ra, in lRe rienza estatica (il ricevimenîo della in discussione la concezione tradi- so lin Palestinal <a tutti gli apo-
14,6). Il concetto si presenta ab- gróris) degli apostoli, come pure zionale, secondo cui la chiamata stoli> prima di apparire a lui
bastanza uniforme, dato che com- la loro missione universale, li ren- di Cristo (redi conversione e chia- (lCor 15,7.8), e questoindica che
pare soprattutto in contesto pro- de simili ai redentori terrestri, Egli mata di Paolo) sulla via di Dama- vi erano <apostoli>i al tempo del
fano sia nell'AT sia nei testi rab- pensa che I'apostolo del NT abbia sco ha trasmesso a Paolo I'auto- la risurrezione di Gesii o poco
binici. Sembra probabile che I'u- avuto origine con Paolo nell'am- rità del Signore sulle Chiese dei dopo.
so non tecnico di apos tolos da par- biente gnostico della Siria. Gentili, che si è trasferita poi nel La tradizione del <credo> (lCor
te di Paolo, e di cui parleremo più La tesi di Schmithals non ha ri- valore canonico che possiedono le 15,5-9) è interessante anche per un
avanti, risalga a questo concetto cevuto molti consensi. Non sap- sue lettere per le Chiese di oggi. altro aspetto, ossia per il fatto di
di íalîah. piamo quasi nulla dell'ambiente Queste nuove definizioni, infatti, distinguere tra i Dodici e "tutti gli
Un esempio significativo che religioso della Siria di quel tempo. rendono piÌr relativa e condiziona- apostoli":
mostra come l'aposlo/os del NT Egli del resto è costretto a rico- ra I'autorità apostolica di Paolo
sia collegato concettualmente al struire la figura del redentore ter- sulle Chiese. R. Schnackenburg, lcristo] apparve a Cefa e quindi
ia/íalr, si trova in Gv 13,16: (ln restre dagli scritti di Paolo. II ter- per esempio, aflerma che Paolo ai Dodici...
verità, in verità vi dico,.. un mes- miîe opostolos, benché sia usato quando è diventato cristiano non lnoltre apparve a Giacomo
saggero/apostolo (qpostolos, per designare il redentore celeste ha trovato una definizione preci- e quindi a tutti
lnonl è piir grande di chi lo ha nei testi gnostici, che comunque sa di apostolo e non ha fomito cr! gli apostoli.
/l],aîdato (tou pempsqífos)> (cfr. sono postedori al NT, non viene teri sistematici per poter capire co- Ultimo lra tutti anche a me...
anche Mc 6,30; Lc 11,49). Queste usato da essi per indicare un re- sa fosse l'apostolicità, in quanto apparve l'ultimo
parole richiamano l'aforisma: dentore terrestre- ha considerato gli apostoli come degli apostoli.
<<L'inviato è come colui che lo in- 2.3 Gli (apostoloi> del NT - semplici <predicatori e missiona-
via>- J. Munck e A. Ehhardt hanno ri- ri di CristoD (Schnackenburg 302). Vi è una certa simmetria in que-
2,2 L'((apostolosD dello gnosti- fiutato il concetto di ldlîal| per J. A. Kirk ritiene che ((per Paolo ste apparizioni del Signore risor-
cismo - W, Schmithals, che è il motivi simili a quellì di Schmi- l'apostolicità viene provata non da to in Palestina. Cefa (vedí Piefîo)
principale sostenitore delle origi- thals, cui abbiamo acceDnato so- una rivendicazione esclusiva, ma è posto con i Dodici e GÌocomo
ni gnostiche (vedi Cnosi, grosti- pra. Secondo questa nuova ipotesi dai frutti di coloro che la eserci- con lutti glí opostoli. Poiché altro-
cismo) dell'aposlolos, ha afferma- le origini dell'apostolo sono cri- tano) (Kirk 2ól) e (questo stesso ve Cefa viene chiamato apostolo
Aposlolo lt2 113 Apostolo
(Gal I,l8-19; 2,8; cfi. lPt l,l; 2Pt (Mc 3 ,14', 6,7 .12-l3t cfr. anche Mc quali spende qualche parola di zione, agli (apostoli di Cristo>
l,l), ne deduciamo che i Dodici I,14-15.39). GesÌr è conscio di pos- raccomandazione (2cor 8, l6-24), (per esempio, lTs 2,ó). Questi
erano chiamati apostoli, ma che sedere l'autorità (erousia) di Dio Lo scopo della loro visita era quel- apostoli non vengono inviati da
gli apostoli erano più di dodici, e in quanto suo rappresentante in- lo di accelerare la raccolta della gente ordinaria per una missione
che tra essi vi erano anche Ciaco- viato ad adempiere la sua volon- colÌetta da inviare ai santi di Ce- profana. Il mandante qui è C sto,
mo e Paolo, come del resto que- tà escatologica sulla terra (Mc rusalemme. Paolo scrìve: <[Con il Messia di Dio. La stragrande
st'ultimo si definisce (lCor 15,9). 2,10; Gv 5,37). Allo stesso modo, Titol abbiamo inviato (stnepemp- maggioranza dei casi in cui Paolo
La spiegazione pir) logica di Gesù conferi la sua <<autorità>> samen\ il fratello che ha lode in si riferisce ad aposlo,lo apparten-
questa differenza tra i Dodíci e gli (exorsi,a) sui demoni ai Dodici co- gono a questa categoria, che Però
tutte le Chiese a motivo del van-
apostolí è che (i Dodici) rappre- me suoi delegati (Mc 3,15; 6,7). La geló), e quello che egli chiama <il deve a sua volta venir suddivisa tra
senta un'espressione che è stata tradilone secondo cui <Cesìi co- nostro îratello, di cui abbiamo più i casi in cui si tratta dì alti apo-
applicata ai dodici dìscepoli fin dal stitui i Dodici... per mqndarli a volte sperimentato lo zelo in mol- stoli e quelli in cui si parla di Paolo
tempo della missione in Galilea, predicare)) e <gli aposlo/i tornaro- te circostanze)). Paolo afferma che stesso.
mentre (apostoli)) erano costoro no da Gesù> (Mc 3,14-l5i 6,30)
e altri che con gli eventi pasquali non deve essere considerata ana-
questi due (fratelli)) sono (dele- 5.2.1 Gli altri apostoli - vi so-
gati Iapostoloíl delle Chiese ldi ùo apostoll ptims di Paolo (Gal
furono inviati dal Signore risorto. cronistica. Macedonial> presso la Chiesa di l,l7) a Gerusalemme. Risulta
Possiamo concludere pertanto La miglior spiegazione dell'o - Corinto (2cor 8,23), inviati per chiaramente da quanto Paolo di-
che il concetto di apostolo, così gine della nozione di apostolicita una missione di ordine pratico e ce suìla sua vocazione sulla via di
frequente nelle lettere di Paolo, è è che il concetto di lAliaà fosse ab- finanziario. Quest'uso di aposlo- Damasco, che possiamo datare
anteriore a esse e risale agli eventi bastanza comune al tempo di Ge- /os sembra essere simile a quello verso la metà degli anni trcnta, che
pasquali in Palestina, e anzi pri- sir per cui egli lo ha adottato, 1o nella Chiesa primitiva vi
d€lid/îdt degli sc tti rabbinici po- erano
ma. Lo stesso vale per la nozione ha applicato anzitutto a se stesso steriori, il quale poteva essere in- apostoli fin dai primi lempi, e anzi
dei Dodici. in quanto (in ylafo da Dio> e poi viato da Cerusalemme per una fin dal tempo degli eventi pasquali
lo ha esteso a coloro che furono missione presso le sinagoghe del- ((Cristo... apparve... a tutti gli
4. CESÙ APOSTOLO E I SUOI izvialí da lui prima di tutto in ca- Ia diaspora. apostoli), lCor 15,7).
APOSTOLI - L'origine del feno- Iilea e poi ai centili. Nel secondo caso, Paolo scrive Vi furono però anche apostoli
meno apostolico deve essere col- Per quanto figuarda <i Dodic >, dal carcere (forse a Roma) alla dopo Paolo'l vi è un momento
Iocata nell'ambito del ministero di possiamo considerarli come un Chiesa di Filippi spiegando che sta storico dopo il
quale, secondo
Gesu. Questa è un'ipotesi più pro- ponte tra gli inizi del ministero del inviando a essa Epafrodito, che Pao!o, non vi furono più apostoli?
babile rispetto a quella che vede Cesìr storico e Io stabiÌirsi della era stato colpito da malattia. Epa- lCor 15,5-l I può essere rilevan-
sorgere tale fenomeno improwi- Cbiesa primitiva, come ha propo- frodito era l'(inviato Íapostoloslr> te a questo Proposito. Le Parole
samente con gli eventi pasquali. sto G€rhardsson. Questo trova della Chiesa di Filippi (per sovve- di Paolo <[Cristo] apparve a Ce-
A questo proposito, dobbiamo conferma in Marco, che dimostra nire alle necessità [di Paoloì> (Fil fae quindi ai Dodici,,, in seguito
ricordare quei detti che rivelano scarso interesse redazionale nel de- 2,25). Il compito di questo aposto- apparve a piu di cinquecento fra-
come Cesr) avesse coscienza di es- finire quale fosse il posto dei Do- lo era di ordine pratico e non di- telli... inolîre apparve a Ciacomo,
sere (inviato>. Egli dice: (Chi ac- dici nella Chiesa postpasquale, e rettamente religioso. Ancora una e quindi a ntîli gli aposroli. u//!
coglie me... accoglie... colui che anzi in diverse occasioni si riferi- volta il concetto diidlîah e 1l tuo- mo fra tuttí appatve anche a me))
mi ha mandato (oposleìlonta)>, sce a essi in una maniera piutto- lo di Epafrodito, I'apostolo della sembrano indicare che le appari-
(Mc 9,37 par.; cfr. Mc 2,6 par.; sto ingenua (Mc 3,14;4,10; 6,7; Chiesa di Filippi, sembrano trop- zioni del risorto sono awenute in
Mt 15,24| Lc 4,43; Gv 5,36i 9,1; 9,35; 10,32; 11,11; 14,10.17.20.43). po simili tra loro per essere una momenti successivi. a cominciare
20,21). Per l'autore delÌa lettera pura coincidenza. da Cefa per terminarg con Paolo.
agli Ebrei 6esù stesso è <4'aposto- 5. GLI APOSTOLI NELLE LET. E Paolo prosegue anche dicendo:
Queste due testimonianze indi-
/o,.. della fede che noi confessia- TERE DI PAOLO - In genera- cano che gli <<iîviati (apostoloù (to infatti sono l'ultimo degli apo-
mo) (Eb 3,1). le, Paolo usa il tetmine apostolo delle chiese)) erano una realtà già stoli... per grazia di Dio sono [un
Coloro che egli aveva scelto e in due sensi: non tecnico e so- ben configurata nelle Chiese pao- apostolol),, poiché gli apostoli for-
aveva chiamato perché fossero lenne. line della metà degli anni cinquan- mano un gruppo limitato. Egli
con lui furono (inviati> con I'an- 5.1 Apostolo in senso non tec- ta del Isec. La spiegazione piir può dire di essere l'<ultimo degli
dar del tempo nelle città della Ca- -
nico Negli scritti di Paolo vi so- probabile dell'origine di tali apo- apostoli> poiché è in realtà l'(ul-
lilea a <proclamare>> lo stesso mes- no due ricorrenze del tell:rr'irrc apo- stoli è che Paolo abbia tratto que- tìmo> apostolo a cui il Signore (è
saggio che €gli aveva proclamato, $o/oJ in un senso non tecnico. Nel sta concezione dalla prassi giudai- apparso>>. La prima e fondamen-
ossia che il regno di Dio era vici- prirno caso, Paolo scrive dalla ca e l'abbia applicata alle Chiese. tale prova della propria apostoli-
no e ne era segno il fatto che gli Macedonia per avvertire i Corin- 5,2 Apostolo in senso solenne cità è il fatto di (aver visto il Si-
spiriti immondi venivano scacciati zi dell'arrivo di due uomini, per i gnore) (1Cor 9,1).
- Ci riferiamo, con questa acce-
Apostolo tt4 115 Apostolo

L'apparizione di Cristo a Pao- gnore> (Gal 1,19). Anche i <fra- 1,1) per ottenere I'obbedienza al- di uomo> (Gal 1,1). In altre pa-
lo era di natura atipica. Egli non telli del Signore), che sono ano- la fede da parte dei Centili (Rm role (dicevano costoro), Paolo
ha visto il Signore risorto nel con- nimi ma tra i quali vi era anche 1,5: 11,13). Tutto questo è opera non era altro che un ídlîah per ir,-
testo degli eventi pasquali verifi- Giacomo, vanno probabilmeDte del Cdsto risorto che è apparso a carico della Chiesa di Gerusalem-
catisi in Palestina, come gli altri considerati apostoli (si veda il con- lui (ultimo fra tutti), quando nel- me, un delegato di altri.
apostoli prima di lui, ma lo ha vi- testo di l Cor 9,5). Certamente va la funzione di persecutore stava Ulteriori critiche possono leg-
sto come Signore celeste e glorio- considerato apostolo Giovanni viaggiando alla volta di Damasco. g€rsi tra le righe di lCor 15,8-9,
so un anno o due dopo. L'espres- (Gal 2,7-9). Il legame che esiste tra Per S. Kim, Paolo accenna so- dove Paolo afferma la propria
sione insolita e molto discussa. Barnaba e Paolo indica tra I'altro vente al suo incontro con Cristo apostolicità, anche se non era pre-
<come a un abortoD (tÒ ektramq- che anche Barnaba va ritenuto sulla via di Damasco. Oltre ai pas- sente quando il Signore dsorto era
//, lcor 15,8), qualunque ne sia il apostolo (1Cor 9,6; cfr. At 14,4). si dove questo è piil chiaro (come apparso agli apostoli prima di lui.
significato, rispecchia la difesa che Gli ùnici altri che vengono chia- lcor 9,1; 15,8-10; Gal 1,13-17; Fil L'apparizione di Cristo a Paolo (si
Paolo vuol fare della sua autenti- mati apostoli negli scritti di Pao- 3,4-11), ve ne sono anche altri do- diceva) era posteriore nel tempo,
ca apostolicità, nonostante che il lo sono i suoi parenti <Androni- ve questo si verifica in maniera in- di altra natura e destinata a lui so-
Signore gli sia apparso isolata- co e Giunia... apostoli insigni) diretta (per esempio, Rm 10,2-4; lo. Non si trattava dunque in que-
mente e piir tardi. Dal punto di vi- (Rm 16,7). Se ai Dodici aggiungia- lcot 9 ,16-17 : 2cot 3 ,4-4 ,6: 5 ,16:' sto caso di una vera apparizione
sta di Paolo, il carattere insolito mo Giacomo, Barnaba, Androni- Ef 3,1-13; Col 1,23-29). Kim so- del dsorto. Egli non doveva quin-
dell'apparizione del Cristo risor- co, Giunia e Paolo (l'ultimo è il stiene che Ia cristofania di Dama- di essere annoverato tra gli apo-
to da lui ricevuta lo contraddistin- piìì piccolo), veniamo a conosce- sco abbia influenzato e forgiato il stoli.
gue come punto finale di queste re il nome di diciassette apostoli, vocabolario e il pensiero di Paolo Paolo però insiste di essere apo-
apparizioni e pertanto come Pun- ma il loro numero era certamente in maniera sostanziale. stolo, nonostante la sua <nascita
to finale dell'ufficio apostolico. piu grande. prematurar, e di aver visto il Si-
Gli apostoli devono essere stati Paolo ha un'alta concezione de- 6. LA DISCUSSIONE SULL'4. gnore in una manigra diversa -
numerosi se il (credo> Parla di gli apostoli. Come fondato del- POSTOLICITÀ DI PAOLO spetto agli altri. Se era (l'ultimo
<lrlli gli apostoli> (1cor 15,7) e le Chiese essi sono persone emi- Nelle lettere ai Tessalonicesi non fra gli apostoli>, era solo perché
Paolo accenna a <(g1i altri aposlo- nenti nel Cristianesimo delle ori- vi è alcun indizio che I'apostolici- era stato ull persecutore. Ma di
lir (1Cor 9,5). Non sappiamo gini. Paolo afferma: ((Alcuni... tà di Paolo losse in discussione questo aveva fatto ammenda, (la-
quanti fossero esattamente; sap- Dio li ha posti nella Chiesa in pri- nelle Chiese greche al tempo in cui vorando piu duramente di tutti 10-
piamo solo che erano Più dei Do- mo luogo come apostoli>) (lcor egli le scriveva (50-52 ca. d.C.). ro)). Anch'egli, come gli altri, pre-
'
dici che ne formavano il gruPpo 12,28t cft . Ef 2,20; 4,1 1). Inoltre, Egli colloca liberamente accanto dicava il Cristo crocifisso e risor-
centrale. I Dodici Potevano rap- il loro era un ministero profetico Timoteo, designan-
a sé Silvano e to (lCor 15,3-5.11).
presentare simbolicamente Ia fon- e un ministero di rivelazione, te- doli con gli termini e chia-
stessi 6.1 1 Corinzi: I'apostolicità di
dazione della nuova comunità del so a illuminare il significato di Cri- mandoli <apostoli di Cisto> (1Ts Paolo messa in discussione - Si-
Cristo risorto. Gli apostoli, d'al- sto e del vangelo. Paolo assedsce 2,6; lTs I ,1). Ma da quel momen- mili toni difensivi si possono ar-
tra parte, assunsero la loro îunzio- di aver ricevuto assieme agli altri to in poi, forse a motivo di criti- guire prima ancora nella lettera in
ne dal loro stesso noúe: erano lr?- apostoli la rivelazione di Dio at- che sempre più numerose, Paolo cui si rispecchia un dibattito locale
y/d/i da Cristo Per andare Presso traverso lo Spirito (vedi Spirito è divenuto più esplicito sulla sua sull'apostolicità di Paolo: <Non
altri. Nell'assemblea missionaria Santo) per capire i misteri del van- condizione di apostolo (Gal 1,1; sono un apostolo? Non ho vedu-
di Gerusalemme si erano incontra- gelo (Ef 3,1-9; lcor 2,6-16). Gli lcor 1,1;2cor l,1i Rm 1,1), ein to Cestr, Signore nostro?> (lcor
ti due (apostolati)) (apostolaù, che apostoli fanno conoscere questa quanto tale ha distinto nettamen- 9,1).
rappresentavarìo due (invii): il rivelazion€ di Dio con le parole e te se stesso dagli altri suoi coope- Qui il problema non guarda il
primo ai circoncisi (vedí Circon- con gli scritti (Rm 16,25-26; lcot ratori (lcor 1,1; 2cor 1,1; Col fondamgnto storico sul quale Pao-
cisione) e I'altro ai Gentili (Gal 2,13; Ef 3,3-4). 1,1; cfr. Fil l,l ). lo basa la propria apostolicità, ma
2,7 -9). 5.2.2 L'apostolo Paolo - Pao- Verso il 55 d.C. Paolo ha con- lo stile di vita con cui egli esercita
Conosciamo il nome di alcuni, lo parla piì) volte di se stesso co- statato che la sua apostolicità era il suo ministero e che alcuni tro-
ma non di tutti gli apostoli. Gia- me <apostolor. Spesso egli si pre- messa in discussione: (Anche se vavano inaccettabile nell'ambiente
como è menzionato assieme a senta ai suoi letto come (<aposto- per altri non sono apostolo...) greco-romano di Corinto; si trat-
dutti gli apostoli) (lCor 15,7; Gal lo di Gesù Cristo)r o con titoli si- (lCor 9,2). Questi (altri>) erano tava del fatto che egli non accet-
l,l9); questo indica che, Pur non mili (lcor l,l;2cor 1,1; Ef 1,1; probabilmente i giudaizzanti, le tava compense (vedl Aiuto fi-
essendo uno dei Dodici, egli era il Col 1,1; lTm l,l;
2Tm 1,1; Tt cui critiche egli sembra aver pre- nanziario; Fabbricazione di ten-
piu onorato tra gli apostoli. E pro- l,l). <Per mezzo di Gesu Cristot sente in Galati, quando scrive di de). Dalla sua <diiesa contro quel-
babile che questo fosse dovuto al egli ha (<ricevuto la grazia dell'a- non essere <apostolo)> soltanto Ìi che mi accusano>> (lCor 9,3) che
îatto che egli era <il fratello del Si- postolato>t (aposlolè, Rm 1,5; Gal (da parte di uomini e per mezzo ne consegue (lcor 9,4-18), si de-
Apostolo 116 ttl Apostolo
duce che secondo alcuni cristiani molte <visioni e rivelazioni del Si- lheou katenanti theou,2cot 2,1'1i ch'egli aveva sperimentato oella
di Corinto il suo riliuto di accet- gnore>r (2Cor l2,l; vedi Visioni, 12,10) e la sua <competenza) in propria vita, in qualche misura, le
tare un patronato equivaleva a esperienze estatiche), tgstimonia- quanto (minìstro della nuova al- sofîerenze di quel Cesir che an-
una tacita ammissione di non es- te dal loro parlare in lingue (2Cor lean,za>> (vedi Allearza e nuova al- nunciava. Nelle Ìiste di queste tti-
sere apostolo nel vero senso del 5,12-13: cir. 20or 12,2-4i wdí leanza) proviene da Dlo (hikano- bolazioni (vedi Afflizioni, prove,
termine. Un apostolo auîentico Lingue). L€ loro credenziali in Es.-. ek tou theou,zcoî 3,5-6\. difficolta, îribolazioni) si esprime
avrebbe dovùto accetfare la dovu- quanto ((Ebrei... lsraeliti... di- Se la vocazione di Damasco è indirettamente I'idea che le soffe-
ta ricompensa. scendenza di Abramo) sono per- stata il fondamento dell'apostola- renze di Cristo si ripetono in un
Tuttavia, questa era una lamen- fette, e li rendono superiori sotto to di Paolo, la sua legittimità è di- apostolo che voglia essergli fe-
tela di par1e, e non rappresentati- ogni aspetto. mostrata dalla qualità del suo mi- dele (2Cor 1,5). Non 1o si dice
va. Paolo ha potrìto dire in que- Paolo viene biasimato come uo- nistero (vedi Ministero), soprattut- espressamente, ma forse si vuol di-
sto caso: <Almeno sono lun apo- mo che non è all'altezza, privo di to quest'ultimo viene messo a
se re impliciîaúente che il grandio-
stolol per voi lcorinzi])) (1Cor forza, materiale e (pazzo)), da do- confronto con quello dei nuovi so trionfalismo (yedi Trionfo) dei
9,2). ver <(sopportare)) (2Cor 2,11 ; 3,5 ; ministri di Corinto. Egli (rifiuta (superapostoli), deriva dal loro
6.2 2 Coúnzi:. I'apostolicità di 10,1-6). Egli è un astuto (2cor di falsificare la parola di Dio> vangelo che non si fonda sulla cro-
Paolo fiutata - Nello spazio di 12,16), un uomo afflitto che pas- (2Cor 4,2), divercamente da colo- ce (vedi Croce, teologia della) e
non più di uno o due anni, tutta- sa da una sconfitta a un'altra ro che (mercanteggiano la parola serve solo a screditarli QCor 2,13:'
via, i dubbi sull'apostolicità di (2cot 2,14-16; 4,1.7-8. ló; 6,3-10; di DioD (2cor 2,17). Mentre essi 5,16; I I,4). La <falsità> di questi
Paolo sollevati da alcuni Corinzi 11,23-12,10). Qual è la prova che diffondono una loro concezione apostoli consiste nel loro <altro))
si erano mutati in ùna diffusa op- <Cdsto parla attraverso)) questo delÌa <giustizia di Dio) (fondata Gesù, nel loro <<diverso> vangelo,
posizione. Questo sviluppo dram- uomo (2cor 13,3; 10,7; cfr. lCor sulla circoncisione o altre opere
matico fu causato da un certo nu- 2,13;14,36r'l della Legge? 2Cor I I ,15; vedi Gil- 7. CONCLUSIONE - L'uso del
mero di sedicenti (ministri) o come ha reagito Paolo di fron- stizia, giustizia di Dio), Paolo è fe- termiîe apostolos si limita quasi
<apostoli)) (2cor 11,13.23), che te a questo attacco così radicale al- dele al messaggio affidatogli da esclusivamente agli scritti del NT,
erano giunti da poco e avevano la sua apostolicità? E significati- Dio, e cioè che la giustizia di Dio Poiché Paolo lo usa di più rispet-
svolto una missione diretta ad at- vo che egli non abbia fatto di nuo- si trova in Cristo, divenuto pecca- to agli altri autori del NT e i suoi
taccare Paolo e il suo modo di in- vo appello alle apparizioni del Si- to per noi (2cor 5,19-21; 3,9). No- scritti sono i p mi dal lato crono-
tendere il Crislianesimo (2cor gnore che aveva ricevute (lcor nostante le affermazioni che essi logico, è logico che Io studio di
2,1'/ -3,1; ll,4.l2; vedl Opposito- 9,1; 15,8; Gal l,l5-16). Le <visioni lanno su di sé e gli attacchi che questa parola debba cominciare
ri di Paolo). Il vocabolario usato e rivelazioni del Signore)) (2Cor muovono a lui, sono <falsi pro- con le lettere di Paolo.
nel loro ministe.o emerge da 2 Co- 12,1), di cui erano stati destinata- feti... [servi di] Satana) (2cor È però evidente dagli scritti di
rinzi comprende espressioni co-
e ri i suoi avversari, avevano sotttat- ll,l3-15). Ma per il minisrero di Paolo che vi erano <apostoli pri-
me (la parola di Dio)), <vangelo), to terreno a quell'argomento, al- Paolo vi è una Chiesa in Corinto, ma ldi Paolol), che risalivano al-
(<Gesur, (Spirito)) e <giustizia) meno agli occhi dei Corinzi. una vivente <<lettera di Cristor che meno alle apparizioni di Gesr) ri-
(2Cor 2,1'/;4,1; I I,4.15). Egli in 2 Corinzi diîende la pro- testimonia I'autenticità di Paolo sorto a Gerusalemme e in altri luo-
Si trattava di uÌì assalto di va- pria apostolicità nel modo seguen- (2cot 3,2-3t 10,?) quale apostolo ghi della Palestina. ll fatto che il
sta portata contro I'apostolicità di te. Anzitutto, la vocazione da par- che <colvince)r realmente gli uo- vocabolario legato al termine apo-
Paolo, sferrato da nuovi arrivati te del Signore risorto sperimenta- mini a diventare cristiani (2cor s/olo,r compaia nel vangelo di
che cercavano di espellere Paolo ta sulla via di Damasco si ritrova 5,11-13). Cristo parla veramente Marco rende probabile che la no-
dal posto che occupava a Corin- nel sottofondo di tutto quanto e con forza per mezzo di Paolo zione di apostolo debba essere po-
to. Essi erano superiori, Paolo in- questo scritto. Egli è diveùtato (zcor 13,4) e attraverso lui co- sta in relazione con il racconto
feriore (2cor 11,5.23), ed egli an- apostolo <per volontà di Dio> stringe chi oppone resistenza ad evangelico.
zi li chiama ironicamente (supe- (2cor l,l) e usa lkautorità (eror- obbedire al vangelo (2Cor 10,4-6). Sembra che Gesù, seguito poi
rapostoli> (2cor I 1,5; l2,ll). Se sia) che il Signore [gli] ha dato per In secondo luogo, Paoìo ha ac- da Paolo e altd capi della Chiesa
egli era giunto sino ai Corinzi, co- l'edificazione) delle Chiese dei colto quanto si diceva della sua primitiva, sia stato influenzato
storo erano andati oltre (2cor Gentili (2Cor 10,8; 13,10; 11,17; debolezza, e l'ha persino accen- nell'uso del termine ((apostolo)
rc,lZ-l4 - si confronta forse Ge- 12,19). Ha esercitato (questo mi- tuato, vantandosi addirittura del- dalla nozione giudaica di ialAîr,
rusalemme con Antiochia?). Se nistero (della nuova alleanza, 3,6) la sua sofferenza in tre brani im- che almeno nel Ciudaismo più tar-
egli è un apostolo, dove sono i per la misericordia di Dio)) (ossia, portanti (2cor 4,7-8; 6,3-10; divo indicava delle persone e del-
suoi <segni, prodigi e miracoli)) in conseguenza della vocazione di 11,23-12,10; cfr. anche lCor le istituzioni che erano destinate
(2cot 12,12)? Se egli afferma di Damasco: 2cor 4,1; cîr. lcor 4,9-l3i 15,30.32\. Paolo ha an- ad altri. Mentre è chiaro che l'u-
aver <visto>> il Signore (lCor 9,1; 15,9; Cal l,l5; lTm l,l6). Ha nunciato colui che era divenuto so non tecnico di <apostolo> da
15,8), essi possono vantarsi di parlato (da e davanti a Dio)) (ek peccato e ha proclamato che an- parte di Paolo è similo alla funzio-
Apostolo 118 119 Approcci sociologici a Paolo

\e del íalîak degli scritti giÌrdaici visto il Signore risorto, ii quale gli APPROCCI SOCIOI,OGICI Paolo sulla <(nuova creazione) in-
posteriori, l'uso tecnico, o <solen- ha affidato il compito di andare A PAOLO stauratasi con il Cristo crocilisso
ne)), di questa parola assume un presso i Gentili (lcor 9,1; 15,8; e risorto fosse soltanto una que-
carattere Particolare, dovùto al Gal 1,11-17). Egli ha sottolineato SoMMARTo l La legirlimi& di uno stu stione che dguarda la documenta-
suo collegarnento con le circostan- certamente il fatto di aver fonda- dio socio-sciedifico: 2. L'urilta di un'jn- zione storica della crocifissione e
ze singolari che hanno dato origi- to delle Chiese, di aver sofferto, terpretazione socio-scientifica; 2.1 Le re- della tomba vuota. Non vi è però
luioni sincroniche; 2.2 Un correttivo ai alcun dubbio, d'altra paÍe, che
ne al Cristiariesimo. prolungando così le soffelenze di (docetjsmo teologico>; 2.3 Modelli per
Le lettere ai Galati e ai Roma- Cristo, e di essere stato onesto e colnare le lacune; 2.4 Capire noi stessi per i lettori moderni di Paolo
ni e le due lettere ai Corinzi d- fedele, ma tutto questo è servito come lettori; 2.5 I vantaggi che ne deri- un'interpretazione adeguata delle
vano p€r la teologia e per l'eticaj 3. Pro
specchiano il sorgere di una cer- solo a legittimare un ministero che blemi connessi a un'inlerpretazione
sue lettere e della teologia che es-
ta opposizione contro il
cono- si fondava su Cristo che gli era aP- socio-scienlifica; 3.1 Anacronismo; 3.2 se contengono è legata a quella
scimento di Paolo quale aposto parso sulla via di Damasco Arsomenrazione ci.colde; 3.3 spjega prospettiva storica che il metodo
lo di Crìsto. Mentre una Parte di zjoni lroppo vaste: 3.4 I !mi!i delle sla- storico è in grado di dare.
listichet 3.5 Presupposti postilluminisli- Ma se la storia importante (co-
questa opPosizione aveva assunto Vedí anche: Afflizioni, Prove, cj; 4. Esempj di inlerpretazjone socio-
è
un carattere locale e si manifesta- diîlicoltà, tibolazioni; Autorità; scientifica; 4. I La teologia della croce in sa che ormai si riconosce ampia-
va in una critica personale nei con- Collaboratori, Paolo e isùoi; Mi- Paolo; 4.2 La risurrezione di Cristo;4.3 mente), 10 sono anche le scienze
fronti di Paolo, il rifiuto Piu ra- Aiuio finanziario e materiale: 4.4 Cibo umane più in generale (cosa di cui
nistero; Oppositori di Paolo; Se- e pasti in comune; 4.5 L'aùtoriù aposto-
dicale della sua apostolicità ven- non si è ancora altrettanto convin-
gni e miracoli. lica e l'ordine nelìa Chiesa; 5. Conclu-
ne dai giudaizzanti, chetutt'al piìr ti), per dive$e ragioni. Anzitutto,
terìtarono di definire Paolo un le lettere di Paolo, più degli altri
BÌBr Asne\t F. H., On the Oisik af the
1. LA LEGITTIMITÀ DI UNO testi del NT, sono le uniche a far-
umile ialiat della Chiesa di Geru- Tem (Apostolos,, it CBQ 38 (1976) 49-53i
salemme. Id..The Origi o.f the NT Apostle-Cancept: STUDIO SOCIO.SCIENTIFICO ci conoscere la ligura dell'aposto-
Paolo stesso ha cercato di deli- A Reúev of Research, in /Ba 105 (1986)
75 96: Barrett C. K., Lrre Siqns oldn Apo'
- L'interpretazione di Paolo e ìo, con la sua individuale e com-
mitare il numero degli apostoli. lÌ delle sue lettere è necessariamen- plessa personalità. Piir di quanto
sl/€. Fortress, Philadelphìa 1972; Ehrhardi
fatto che egli precisi che Cristo (è A., The Apostalìc Succession in the Fi'Jt te (anche se non esclusivamente) facciano i vangeli per Gesù, le let-
apparso anche a me, ultimo fra Two Centu es ofthe Chutcl, Lullervorth, di ordine storico. L'apostolo Pao- tere ci presentano Paolo diretta-
tutti>) (lcor 15,8), rivela che men- London 1953i ld.. I/re Apostalic Min istry, 1o era un personaggìo storico. Le mente. E pertanto naturale e legit-
SJTOP 7, Oliver & Boyd. Edinburgh 1958; timo vedere sino a che punto uno
tre vi erano apostoli Prima dilui, Cerhardsson B. , Ire Or€ ins of the G ospel
lettere, in quanto antichi testi greci
non ve ne furono piÌt doqo di lttl, Traditions, SCM, London 1977; Kelelge
scritti in una chiara forma episto- studio psicologico e psicanalitico
Paolo rìtiene cioè di essere (l'ul- K., Das Apotelant des Paulus, sein Uî lare, sono prodotti umani che ap- sia in grado di illuminarci sul ti-
timor e <il più piccolo> degli aPo- sprung und seine BedentunS, in BZ 14 partengono a un determinato tem- po di persona di Paolo, sulla na-
(1970) 161 181 (: rd., Gtundthemen Pdu' po e a un determinato ambiente tura della sua vocazione (o ((con-
stoli. linìscheî Theolasìe, }],eúcr, Freiburg Basel
I dubbi o il rifiuto totale
del- wien 1991, pp.25-45)i Kìm S ,The Onsins
dell'antichità. Inoltre, il contenuto versione)), sul come egìi si sia
Ì'autorità di Paolo come <aposto- o.f Pau t's Gospet, Eerdmans, CÉnd Rapids delle lettere (compresi i concetti, compoftato in quanto capo di co-
lo di Cristo, non si limitano Per 1981; Kàsemann E., D€ te8 iniliit des Apo gli eventi, i problemi e le persone munità, il genere di insegnamen-
stels,in zNW 41(1942) 33'71; Kirk J. 4.. a cui fanno riferimento), la loro to che ha comunicato e il modo in
nulla ai giorni di Paolo Alcuni Apostleshíp since Rengsloí: Towads a
studiosi moderni hanno cercato di natura del tutto occasionale e i let- cui I'ha trasmesso, e così via. Se
S-y,r/res/J, in NîS 21 0975)249'z64tLiehf'
ampliare talmente la definizione di foot J. 8.. The Name and O.llice ol Apo' tori a cui si rivolgono sono ele- è difficile dare una collocazione
((apostoloD (per esempio, renden- sîle,iîThe Epístle o.fSt. Paul îo the Gala menti che richiedono e giustifica- precisa alla figura di Paolo, come
dolo equivalente di <<missionario) lia,s. Macmillan, London 1986 (1890r0), no un'analisi storica e storico- molti riconoscono, ciò potrebbe
pD. 92-l I t; Munck J., Pdu!, the Apostles
o ((fondatore di Chiese>) da ren- |nd the T\|e tw. ìn ST3 (t919) l: Púuland
letteraria. Questo non significa essere dovuto a fattori consci o in-
dere praticamente nùlla l'autori- the Satwtion o.f Mankind, Iohn Kro'.. che la verita a cui Paolo e le sue consci che contribuiscono a defi-
tà speciîica di Paolo. Paolo si era Arlanta 1959, pp.36-681i RengsiorfK. H , lettere rendono testimonianza sia nire la sua persona. E questi fat-
A óonolas. t^ CLNT rol |., coll i088 I l90i limitata a quanto si può conosce- tori psicologici potrebbero anche
oppobto con forza ai tentativi che S;hrnilhals \\ ., Ir" O/,.? aJ Apostte in the
miravano a degradarlo in questa re adottando un metodo storico. spiegare le varie e complesse inte-
Ea r Chutch, Abinsdoi, Nashville 1969i
maniera. Se l'apostolicità di Pao- Schnackenburs R., Apastles Behle snd Ciò significherebbe restringere in razioni che coinvolgono Paolo, i
10 avesse significato e sìgnificas- Dwin? PauL's Ti e,inw Ìr'' Gasque R. maniera ingiustificata l'autorità suoi seguaci e i suoi avversari,
se tuttora soltanto qùesto, allora
P. Martin (edd.), Apostolic Histot! legata all'apostolicità di Paolo e In secondo luogo, non vi è dub-
a d the Gospel, Ecròrnans, G.and Rapids la verità del suo vangelo a ciò che bio che Paolo fosse profondamen-
egli avrebbe avuto e avrebbe tut-
tora una ben scarsa autorità nelle si può verificare secondo i canoni te coinvolto nella societa del suo
Chiese. P. W. Bsr etî delÌa stodografia contemporanea tempo e che le sue lettere siano in'
Non v'è dubbio che Paolo af- e profana: sarebbe come se, per dirizzate espressamente a gruppi di
ferma di essere apostolo Perché ha esempio, la verità del messaggio di credenti ai quali egli si sentiva uni-
Approcci sociologici a Paolo t20 l2l Apprccci sociologici a paolo
to da profondi legami di parente- no quelli che si sono sviluppati e storica delle lettere di paolo cer- precisi con chi si debba mangiare
la spirituale. ln ahre parole, non si sono usati nell'ambiro di quel- ca di dare una risposta alle que- e con chi si debba dormire, e di
si può capire Paolo solo in termi- la disciplina che si chiama antro- stioni che riguardano I'autore, la constatare se le donne caDiscano
ni individuali. La sua identità e la pologia culturale (o sociale). Per- cronologia, la successione degli e pratichino la nuova creazione in
sua autocompÍensione sono con- tanto, ohre alla dimensione psico- eventi, il luogo di composizione, Cristo in maniera diversa dagli uo-
nesse a quelle delÌe persone a cui logica e a quella sociologica, vi so- l'identità dei destinatari e cosi via. mrnr e, in caso positivo, per qua_
egli si sente legato: a Cristo in no anche degli aspetti antropolo- la critica che si fonda sulle scienl le ragione. ln altre parole. il Cri-
quanto (SignoreD, al popolo d'l- gici importanti di cui deve tener ze sociali cerca di srabilire perché stianesimo di Paolo non è più con-
sraele, suo (consanguineo secon- conto I'interpretazione di Paolo. Paolo abbia scritlo delle letlere, srcterato come una specie di scuo-
do la carne> (Rm 9,3), ai gruppi quale funzione esse abbiano per la teologica del I sec.! ma come un
di credenti che egli ha generato 2. L'UTILITÀ DI UN'INTER- capire I'idenrirà e l'autorir di problema di identità e una forma
nella fede, ai suoi collaboratori nel PRETAZIONE SOCIO_SCIEN- Paolo in qúa[to apostolo, chi di impegno che caratterizza alcu-
ministero apostolico, alle autori- TIFICA Prima di inoltrarci avesse bisogno di lettere di racco- ni gruppi nel loro contesto di vita
tà di Gerusalemme e di Roma. nell'esame di qualche esempio mandazione e per quale motivo comùnitaria, dove risultano im-
Perciò nell'interpretazione di Pao- concreto di applicazione delle (cfr. Rm l6,l-2), quali farrori ab- portanti delle nozioni di fede che
lo e delle sue lettere, oltre a una scienzc sociali all'interpretazione biano indotîo Paolo a scdvere non vengono accolte in se stesse,
dimensione psicologica, è necessa- di Paolo, può essereutile sintetiz- piuttosto che a recarsi di persona ma che condizionano (e a loro vol-
ria anche una dimensione sociolo- zare su un piano più generale quali (cfr. 2Cor 10,l- l2) e quali elemen- ta sono condizionate da) gli inte_
gica, altrettanto importante. Que- siano ivantaggi e gli svantaggi di ti abbiano condizionato la manie- ressi, le esperienze, la politica e i
sto richiede che si adottino quei queslo metodo. Cominciamo co[r ra in cui le lettere di Paolo sono doveri della vira quotidiana tcfr_
modelli che rendono possibile ivantaggi. slale accolte (cfr. Petersen 1985). E iort 1981, t-20).
un'analisi sociologica, e chc sono 2.1 Le ielazi0ni sincroniche 2.2 Un correttivo al (,docetismo 2.3 Modelli per colmare le lscu-
utili per capire la situazione di Come già abbiamo accennato, aeologicoD - La critica fondata ne - Le scienze sociali sono utili
Paolo e di coloro a cui egli si ri- I'intcrpretazione che si fonda sul- sulle scienze sociali aiuta anche a anche p€rché ci aiutano a colma-
volge. le scienze sociali è uno sviluppo rettificare le interpretazioni di re le lacune della nostra conoscen-
In terzo luogo, il coinvolginren- naturale dell'interpretazione di Paolo che soffrono di ouello che za di Paolo e detle sue lettere. pro-
to di Paolo nella società del suo Paolo di genere storico. Se già il è staro chiamalo il <docerismo prio perché ìa nostra conoscenza
tempo si è manifestato spesso in metodo storico e quello storico- teologicoD, ossia il ritenere che per frammentari - al-
si basa su testi
una forma di reinterpretazione letterario ci aiutano a chiarire non Paolo e le sue lettere siano impor- cune lettere di Paolo a cui si ag-
provocatoria dei simboli cultura- solo ilsenso delle lettere di Paolo tanti solo iconcetri teologici. in- giungono la documentazione se-
li che prevalevano in quella socie- ma anche il mondo degli uomini dipendentemente dal fatto che essi condaria degli Atri degli Aposroli
tà. Basti solo ricordare I'aspra e degli eventi a cui esse si rileri- siano calati nella realta concreta e le lettere posterio di cui sono
controversia che Paolo ha susci- scono, queste altre scienze umane degli uomini e delle comunirà; autori alcuni membri della scuola
tato in varie circostanze e in vari portano avanti uheriormente tale questi conceni possono essere, per paolina è udle avere a disposi-
ambienti su argomenti come l'os- processo ermeneutico. Esse rendo- esempio. la giustificazione me- zione dei modelli dj interpretazio-
servanza della 7brd, la circoncisio- no possibile quella che secondo diante la fede, la riconciliazione ne che permettano di riunire i
ne, ipasti in comune, la posizio- I'antropologo C. Geertz dovreb- (vedi Pace, riconciliazione), Ia frammenti in.un piu ampio qua-
ne delle donne (vedi Uomo e don- be essere uùa prospettiva piir so- nuova creazione in Cristo, i doni oro ermeneutlco in una maniera
na) nell'assemblea cristiana, la lc- lida ncll'interpretare I'ambiente dello Spiriro, ta Chiesa come cor- che, sebbene ipotetica, è tutravia
gittimiî.à o meno del mangiare la che sta dietro al testo. Mentre per- po di Crìsto. Alla tendenza ad soggetta ai controlli di questi stessi
carne offerta agli idoli, per render- ciò I'analisi storica si occupa del- astrarre queste concezioni dal lo_ modelli interpretativi e alle ana-
si conto di quanto egli potessc le relazioni diocroniche, ossia delle ro concreto ambiente storico, so- logie che essi propongono. per
sembrare sowersivo per i sosteni relazioni tra causa ed cffetto nel ciale e culîurale, in cui si colloca esempio, si è utilizzara la sociolo-
tori dello status quo. Ma i tenta- corso del tempo, I'analisi delle aDche la vita di Paolo e dei suoi gia della setta per rispondere a
tivi di sondare quale sia il signifi- scienzc sociali concentra la sua at- seguaci, si oppone in modo posi- questioni di questo genere: In che
cato e la portata diquesti simboli tenzione sulle relaziont sincroni- tivo e illuminanre I'analisi delle cosa poteva consistere il diventa-
culturali, tanto di Paolo quanto cle, ossia sul senso che possono scienze sociali, che si propone di re cristiano nel I sec,? perché un
dei suoi avversari, corrono il ri- assumere le relazioni tra i vari sog- trovare quali sìano, per cosi dire, lin_guaggio e una prospettiva apo-
schio di rimanere imprecisi se non getti sociali nella rete complessa i (corpi fisiciD nelcorpo di Crisro. cahttica sono così dominanti nel-
adottano gli strumenti critici che formata dai sistemi sociali di un di vedere in che modo la riconci- le lett€re di Paolo? In che modo
vengono utilizzati normalmente determinato ambienle e dai mo- liazione condizioni i rapporti tra la conversione ha coinvolto le re-
nell'analisi di un ambientc e della delli di comunicazionc. schiavo e padrone, di stabilire fi- lazioni famitiari? Perché nell'inse-
sua cultura. Questi strumenti so- Per esempio, mentre la critica no a che punto la giustificazione gnamento di Paolo vi è una ten-
Approcci sociologici a Paolo 122 123
Approcci sociologici a paolo
sione così lorte tra la libertà e il Se il lettore è cosciente di que- tazione di paolo, vi sono d,altra gare nulla. Un altro esempio
conlormismo? Perché è un pro- sto, può essere in grado di evitare parte delle difficolrà e dei perico_ di ra-
gtonamerto circolare è quello
blema così acuto il mangiare la interpretazioni etnocentriche o r. anche se non sono necessíuia- che
renra di spiegare paolo adottando
carne oflerta agli idoli, e perché <tribali> di Paolo, e nello stesso mente esclusivi di queste scienze. la concezione dell,aurorità cari_
Paolo adotta su questo punto un tempo ha la possibilità di accostar- J.1 AtracÌonismo _ Un orimo smatica della sociologia
atteggiamento accomodante (cfr. si a Paolo in una maniera pirì re- problema è quello dell'anaironi_ diM. We-
ber: la tipologia di Weber. a sua
lCor 8), mentre l'autore dell'Apo- sponsabile. smo, dovuto al fatto che si utiliz- volra, si Ionda sullo srudio del Cri-
calisse è così deciso nella sua op- 2.5 I rantaggi che ne derivano zano modelli e metodi sociolosici
stianesimo primitivo.
posizione (cfr. Ap 2,14.20)? Ncl per la teologia e per l'efica - Un che si sono formulati analizzaído
3.3 Spiegazioni troppo vasae _
sottolineare quanto sia importante ultimo vantaggio che va segnala- organizzazioni, gruppi e società Un ahro problema dell,esegesi che
per la sopravvivenza di piccoli to riguarda la teologia e I'etica. del mondo moderno e vensono adotta le scienze sociali è Iasua in_
gruppi definire e conservare i pro- Dato che Paolo occupa un posto poi applicati a gruppi e societlà del
cllnazione a spiegare troppo, giun-
pri confini, le scienze sociali ren- centrale per la lormazione delle M€diterraneo antico. E questa la gendo cosi a ridute vn Datticola-
dono possibile un'interpretazione idee, deÌla prassi e dell'autocom- cntlca che è stata rivolta, ad esem_ re fenomeno storico_reiigioso ai
piir globale del Cristianesimo pao- prensione dei seguaci di Cristo nel pio. alle ricerche di J. C. Caser suol rpotetici
fatlori socioloeici de_
lino e nello stesso tempo ci apro- I sec. e anche dopo, è esscnziale che ha voluro descrivere il Criiia-
terminanti. Soprattulto la-socio_
no nuovi orizzonti su probÌemi per l'integrità della îed€ cristiana nesimo primitivo come un movi- logia funzionalista è soggetta a
vecchi e spesso irrisolti. e per esscre veri discepoliche la te- nento millenarista sull'aoaloaia questo pericolo, come si Duò ve-
2,4 Capire noi stessi come let- stimonianza che Paolo rende a dei cosiddetti cargo crrs del Xix dere nel rentarivo di W, Àìeeks di
tori -Le scienze sociali sono utili Cristo, in tùtte le sue dimensioni, e del XX sec., studiari da anrro_
pologi come spiegare in modo nuovo la conver_
anche perché ci aiutano a capire sia sottoposta a esame da parte di K. Burridse e p- sione alle Chiese di paolo come
noi stessi in quanto /e//ori deìle let- tutte quelle discipline che si fon- worsley. Una critica simie è sta_ una îunzlone
tere di Paolo. La tentazione di chi dano sù una ricerca critica, com- ta rivolta all'applicazione della ti- dell'esoerienza
dell'(iincoerenza delio st;to socia_
legge la Scrittura è quella divoler- prese le scienze sociali. La lede che pologia della chiesa-setta. studia_
le,). che i membri di queste Chie_
vi trovare un riflesso della prop a cerca la ragione (per usare le de- ta da E. Troeltsch (e rioresa- rra
se hanno vissuto nel loro ambien_
immagine. Il luterano è portato a Iinizioùe della teologia data da gli altri, da R. H. Niebuhr e B. re pru vasto (Meeks 1992). Secon_
vedervi la figura dell'apostolo del- sant'Anselmo) include anche la fe- Wilson), agli sviluppi dei modelli do questa îeoria, i disadatrari che
la giustilìcazione mediante la fe- de che cerca una spiegazione dal sociali della Chiesa delLe oripini.
erano attratti dal vangelo di pao_
de: il carismatico vi troverà un punto di vista delle scienze socia- 3.2 Argomentazione circo'lare Io. sr associavano
li. In alcunj casi questo signiîica alle assemblee
Paolo che insegna qualcosa sui - Anche un secondo problema è crrstrane perché vi trovavano ùn
<doni spirituali>; il protestante vi che gli esegeti possono verificare di ordine metodologico: si tratta elros e un,identità che risoìveva-
troverà un Paolo che predica e in- come la verilà della testimonian- della circolarità insita in un oro_ no le tensioni relative al loro sta_
segna il Cristo crocifisso; il catto- za di Paolo resista bene all'anali cesso che inizia su di un modello
to sociale e alla loro identità che
lico romano vi troverà I'apostolo si, così per esempio per il prima- fornitogli daile scienze sociali- il avevano sperimentato al di fuori
Paolo che, assieme a Pietro e agli to che egli conferisce all'amore quale alla fine del''"nat;ci
dell'analisi giunge
"i"".^ di quelle assemblee. euest'ipote_
altri apostoli, fonda la Chiesa e ha (agapé) in quanto costituisce /a ca- a d.imosrrare a se sresso la piopr"ia
sr è valida nella misura in cui sor,
una sua dottrina siri sacramenti; ratteristica îoDdamenta!e della co- valrdltà, soprattutto quando la do_
Iolinea la possib ità
la f'emminista è portata a vedere munità cristiana (cfr. lCor l3). Su cumenrazione è frammentaria. E. probabilita - e aoche la
in Paolo un liberatore oppure un altri pùnti, invece, essi possono es- Uellner ha moslrato jn maniera - che fatîori nasco-
sti di ordine psico-sociale e socio-
misogino, e cosi via. Le scienze so- sere indottj a porre in dubbio la convlncente che le teorie Dsicolo_ economico abbiano esercitato una
ciali, poiché studiano sistematica- verità di questa testimonianza, co- giche e psicanalitiche sono espo_
loro influenza su coloro che
mente le dimensioni sociologiche me ad esempio per la questione ste a questo pericolo, anche oer_ convertivano al Cristianesimo. Ma
si
dell'ambiente che sta dietro al le- dell'uomo (maschio) in quanto ché le prove che remh"""^
semb.uno.oniiu_
sto, si domandano nello stesso <capo> o i simboli della differen- "^;,..
rie ai fattj possono trovare
essa drventa problematica se non
una uene conto del modo in cui qli
tempo: Quali sono le dimensioni za scssuale, di cui si parla in lCor giustificazione all'inferno della
stessi partecipanti vedevano le ó_
socioiogiche dell'ambiente che sta 11,2-16 e 14,33-36. teoria stessa, in termini di <resi_ se e se sminuiscono le dimensioni
di fronte al lesto, ossia I'ambien- stenza> o <(trasferimelto> o (Ie_ intellettuali, mistico-spirituali ed
te del lettore? Fino a che punto il 3. PROBLEMI CONNESSI A gressione) o, pir) in generaìe. co_
emotive di quella trasiormazion.
modo con cui noi leggiamo e in- UN'INTERPRETAZIONE me manifeslazione dell'<incon_ che la conversìone indubbiamen_
terpretiamo Paolo è condizionato SOCIO-SCIENTIFICA - Se vi scior. Il punto cruciale quj è. ov- te comportava (cfr. lTs l-9-10:
dai fattori sociali che deîiniscono sono dei vantaggi nell'adortare i vramente, che la teoria non è fal_ Cal I.6-17; Fil 3,2- I I ).
la nostra identità, come il sesso, modelli delle scicnze sociali come sificabile. Volendo spiegare cosi J.4 | limiîi delte saaristiche
la classe, la razza e la religione? strumenti di ricerca per I'interpre- tanto, clr latto non giunge a spie_ Un problema collegato ai prece_
r24 125 Approcci sociologici a Paolo
Approcci sociologici a Paolo
del canone scritturistico e una fon- forza retorica in quanto negazio- re la propda autorita nel trasmet-
denti è che le teorie delle scienze
te costante d'ispirazione. D'altro ne, rovesciamento o trasformazio- tere più efficacemente Cdsto ai
sociali tendono a funzionare va- ne dei valori culturali dominanti suoi fedeli e seguaci. Ed egli lo
lutando con l'aiuto di statistiche lato, poiché I'ateismo e l'ermeneu-
tica deLsospetto si sono svrLuppa_ nel mondo di Paolo (cfr. lcor realizza con la imítatio Paulit <Fà-
crueìla che Può essere la norma in 1,22-25), hanîo contribuito a tevi miei imitatori, come io lo so-
un gr r-rppo o in una socjetà: di qLli ti sDesso in reazione a quelle che
f Bowker chiarna le " follie auto- creare un mondo simbolico alter- no di Cristo), (lcor 11,1; cfr. Fil
si capisce come sia importante ser-
rizzate> della religione, l'interpre- nativo e una società alternativa 3,17|. 4,9: yedi lrnitazione di Pao-
virsi di un buon questionario Per (l'ekklesíq), con i suoi particolari lo,/di Cristo).
la raccolta dei dati. Questi proce- te di Paolo Potrebbe accogliere
con favore quelle Prospettive er- confini di gruppo, i suoi modelli I limiti di questo genere di in-
dimenti, naturalmente, sono dif- sociali, la sua struttura gerarchi- terpretazione diventano chiari se
îicili da applicarsi allo studio del meneutiche delle scienze sociali
che sli rendono Possjbile una ri- ca, il suo ellios, ìl suo ordine mo- si ritiene che la predicazione della
mondo antico. ma Possono anche
cercà oiu illuminata della verità rale, il sÌlo vocabolario, il suo cul- croce da parte di Paolo sia una
essere prevenuti verso ciò che è to e le sue llorme di comporta- questione che riguar da soltanto la
unico. Darticolare e creativo sul della testimonianza di Paolo e del-
le sue perversioni. mento. sua autorita personale di aposto-
oiano indi\ iduale. Per esemPio. Inoltre, se ci domandiamo per- lo, e che la verità del suo messag-
mentre la teoria marxista della so- ché questo tema sia così fonda- gio drpenda soltsnf o dall'efficacia
cietà può essere utile per capire il 4. ESEMPI DI INTERPRETA.
ZIONE SOCIO-SCIENTIFICA mentale nella predicazione e nel- che dimostra nel saper produrre
sorgere e to svjlupparsi del Crislia-
nesimo nel contesto macrosoclale - Forse il modo mìgliore Per il- l'autocomprensione di Paolo, e rinnovamenti sociali. Ma questo
lustrare che cosa si intenda con perché sÌr questo punto egli difen- tipo di riduzione, dovuta a una vi-
di un'ipotetica lotta diclasse del
da così tenacemente il suo vange- sione funzionalista, di per sé non
mondo antico, è Plobabile che es- qucsto tipo di interpretazione di
Paolo e afîrontare qualche esem- lo, la risposta dovrebbe trovarsi deriva necessariamente da questo
sa non sia Per nulla adatta a in- non solo nelle sue concezioni prin- genere di interpretazione. D'altro
teroretare il vangelo e la missione nio súecifico come camPo dì veri-
iica.'Altre panoramiche di questo cipali di Dio e di C sto, ma an- lato, il vantaggio potenziale di una
dj quella figura cosieccentrjca che che nelle relazioni sociali che egli lettura che si ispira alle scìenze so-
qenere procedono invece con una
è Paolo. coltivava con le varie comunità ciali consiste nel fatto che all'in-
3,5 Pr€suPPosti Postillumilisti iassesna delte opere degli studio-
si chi si sono maggiormente di- cristiane, sulle quali egli dvendi- terprete viene iornito un metodo
- Inîine, è importante tener Pre'
stinti neì campo dell'esegesi socio- cava la sua autorità di apostolo. che gli permette di intravedere
sente i1 fatto che, come tutte le Il vangelo di Paolo e l'autorita quali sono le conseguenze e le im-
teorie dell'interpretazione, così scientifica (per esempio, Caùett)'
Oui esamineremo invece una serie di Paolo sono due realtà stretta- plicazioni culturali e sociali del
anche le scienze sociali hanno una mente connesse tra loro (cfr, Gal vangelo di Paolo. Invece di esse-
loro storia. Le loro radici risalgo- dì argomenti o di temi tralti dalle
lettere di Paolo. 1,6-17). La sua dottrina della cro- re formulata come una dottrina
no all'ateismo postilluminista e al- ce, il suo ruolo e la sua condizio-
l'ermeneutica del sospetto, secon- 4.1 La teologia della croce in importante ma incorporea, la cro-
Paolo - ll messaggio della cro- ne dl qpostolos nelÌe società cri- ce può essere vista così come una
do cui la teologia e la religione so- stiane sono due facce della stessa realtà sociale incorporata (in sen-
no epifenomeni Prodotti da alrre ce e di Cristo crocifisso è fonda-
mentale Per capire Ia concezio- medaglia; I'autorità di Paolo di- so metaforico e letterale) nell'au-
forze o interessi, come l'inconscio
umano (Freud), la lotta di classe ne oaolina del vangelo (cfr. t Cor pendeva del resto dalla sua capa- tocomprensione e nei modelli so-
(Marx), la conservazione della so l.li-2.5; Rm 8,31-34: vedl Croce. cità di trasmettere il messaggio ciali dei pimi cristiani e di uno dei
teolosia della). Per il teologo mo della croce e di conciliarlo con i suoi apostoli più eminenti (cfr.
cietà (Durkheim). Ia legitlimazio- suoi corollari culturali e socio- Barton 1982; Meeks 1982).
ne del potere Patriarcale (il fem- derno-ouesta è una dottrina che ha
minismìt o altro. Cliinterpreti di valore iosrirutivo nell'ambito del economici. Questo egli ha cerca- 4.2 La dsurrezione di Cristo
Paolo che si collocano in una tra- corprs paolino' e a buon diritto' to di fare predicando (trascuran- Anche la dottrina di Paolo sulla
Ma nella prospettiva delle scienze do ogni artificio retorico, cfr, risurrezione di Cristo può esse-
dizione di fede cristiana devono lCor 2,3-4), insegnando re interpretata in termini socio-
tener presente questa storia E ciò sociali la ctoitrina della croce è an- e scriven-
Duó avere almeno due conseguen- che nello stesso tempo una s/rul- do lett€re, e testimoniandolo con scientifici. Tradizionalmente si è
îuru sociale. e la Paîte di una rete il suo genere di vita e nella sua per- studiata questa dott na dal pun-
;e. Da un lato questa coscienza de- sona di apostolo. Non è casuale, to di vista della storicità ((che cosa
ve indufie a vigilare Perché lo sta- di sienificati racchiusi entro deter-
minàti modelli e partjcolari rela- perciò, che Paolo si <vanti> di è realmente accaduto?)) o della
tuto di un'interp.etazione paolina
non scivoli involontariamente in zioni sociali. ll potere di <salva- aver sopportato sofferenze e umi- teologia sistematica (<che cosa ci
re, (lCor 1,18), Proprjo del mes- liazioni (cfr. lcor 4,9-13; 2cor dice su Dio,/Cristo/1'escatolo-
una direzione secolarlzzafa, lol^ra- 6,3-lO; 1 1,21b-33), perché gia,/ecc.?>). Questi sono problemi
na dagti imperativi evangelicì che saggio della croce. non è sohanto 4,7 - 12:
mistico spjrituale. ma ha anche un queste sono le espe enze che gli fondamentali e del tutto legittimi
devono stare alla base di ognì co- permettono di assimilarsi meglio
valore culturale e sociale. La sua che, almeno in pade, haqno a che
munità di fede, Per la quale le let
tere di Paolo costituiscono Parte struttura, la sua novità e la sua al Cristo crocifisso e di rivendica- fare con la verità della îede cdstia-
Approcci sociologici a Paolo 126
t27 Approcci sociologici a paolo
na, per la quale la testimonianza suscitato nessun altro al di fuori
plare può essere quello di Rm 13, tanîe dell'autocomprensione di
è deîerminant€. Ma è anche legil di Cesr, conferisce alla comunità
timo chiedersi se il signiiicato e Ia una sua carattgristica peculiare. l-7, dove un insegnamento prag- Paolo in quanto apostolo, e che
portata della surrezione di Cri- La ricerca del significato che la ri- matico e conservatore sull,obbe- noi abbiamo trascurato nel no-
surrezione ha per Gesù diventa dienza politica si fonda sul richia- stro studio unilaterale di Paolo in
sto siano un appannaggio esclusi-
mo alla sovranità di Dio e sulla vo- quanîo teologo?
vo di questo tipo di ricerca. La fe- nello stesso tempo la ricerca del si-
de di Paolo nella risurreziole di gnificato che essa possiede per la ce della coscienza piuttosto che QÌlest'argomento emerge abba-
comunità di coloro che credono in sulla dottrina, forse più sovversi- stanza presto nella corrisponden-
Cristo non è forse anche un ele-
mento della rcallà sociqle di Pao- Gesu. Detto in altra maniera, I'au- va, della risurrezione (vedi Auto- za paolina che ci è pervenuta. In
lo e delle sue Chiese, come lo è la rocomprensione della comunità si rità civile). lTs 2,3-12 Paolo difende I'auren-
dottrina della croce e, in caso po- rispecchia e si arricchisce con le Ancora molto resta da fare in ticità del suo vangelo affermando
rappresentazioni che essa si forma questo campo di studi, ma anco- che egli non predica per un torna-
sitivo, in che senso? Queste sono
domande che rientrano nelle com- deÌ Cristo crocifisso e risorto. Co- ra una volta si può constatare che conto finanziario. Le sue parole
petenze delle scienze sociali, e per sì, ad esempio, secondo Rm 1,4 le possibilità offerre dalle scienze non sono un pretesto sotto cui si
le quali sono possibili diverse ri- Gestr è stato (cosrituito Figlio di sociali diventano inurili solo se de- maschera la sua avidità ed egÌi non
sposte (cfr. Meeks 1982; Barton Dio> con la risurrezione dai mor- viano fondamentalmente dal sen- usa la sua autorità apostolica per
t984). ti. È interessante notare come la so delle lettere di Paolo o distol- avanzare richieste finanziarie e
Anzitutto, la risurrezione di designazione dei credenti si for- gono dalla loro portata reale. materiali al suo uditorio. paolo sa
Cristo a opera di Dio èla ragione muli in maniera analoga. Essi so- Quanto abbiamo derto quisulla ri- che il denorc pa q. Anzitutto, con
ultima a c]ui si ispira il rinnova- no <figli di Dio) e (coeredi dì Cri- surrezione mostra invece che Ie la sua indipendenza finanziaria
mento sostanziale dei modelli so- sto) (Rm 8,14-17; redl Adozione, scienze socìali apportano un no- egli protegge e vendica l,indipen-
ciali su cui si fonda la comunità figliolanza). L'identità del Risor- tevole contributo a quella che denza e I'integdià del suo vange-
cristiana. ln Rm 4,16-25 Paolo af- to è determinante per definire l'i- Meeks ha definito <l'ermeneutica lo. Si tratta del (vangelo di Dio>>
ferma che come con la (
suÍezio- dentità delle comunità di coloro dell'incarnazione sociale) (Meeks (lTs 2,2), che non può essere sog-
ne>> dei corpi (morti>) (ossia im- che credono in lui. Inoltre, anche 1986). getto a o influenzato da operazio-
potenti) di Abramo e di Sara si è I'autorità è di tipo particolare in 4.3 Aiuto finanziafio e materia- ni finanziarie: non può essere
resa possibile la creazione di un queste comunità: essa sta nelle le -
Passare dalla croce e dalla - esposto all'accusa di essere stato
popolo eletto, così la
surrezione mani di coloro che possono affer- surrezione ai mezzi di sostenta-
mento finanziario e materiale. nel-
modeìlato e adattato in modo da
di Gesu morto rende possibile l'a- mare di essere staîi testimoni del- <piacere agli uomini) (tTs 2,4),
dempimento delle promesse îatte la risurrezione (cfr. lCor 9,1; la prospettiva di Paolo, può sem- lnoltre, Paolo stesso è (apostolo
ad Abramo, con la creazione di r5,8-9). brare passare dal sublime al bana- di Cristor, (l'îs2,6); non dipende
una comunità di fede che è forma- ln terzo luogo, la risurrezione, Ie. Ma le apparenze possono in- da un benefattore umano, rna da
gannare, e sono proprìo le scien-
ta ora da Gentili e da Giudei. ll in quanto è risurrezione di un per- un benefattore celeste e la sua in-
Dio <che dà vita ai morti e chia- sonaggio che è slato crocifisso in ze sociali che aiutano l'ìnterprete dipendenza lo aiuta a manifesta-
ma all'esistenza le cose che anco- maniera ignominiosa, assume i ca- di Paolo a capire non solo cie re e a garantire questo fatto. Pao-
ra non esistono)) (Rm 4,17) è il ratteri di una potente teodicea. Lo questo è un argomento importan- lo sa molto bene che il denaro è
Dio che ha chiamato all'esistenza schema binario morte-risurrezioÍe le, ma anche perché sia tale (yedi tbnte di potere e di influenza, che
questa nuova comunità universa- serve a questo scopo, poiché for- Aiuto finanziario). I'accettare e il dare denaro crea
le dei giustificali, che sinora si ri- nisce una struttura di pensiero che ll lettore attenro delÌe lettere di obblighì tra gli uomini e li lega tra
teneva un ideale raggiungibile so' è particolarmente adaîta a formu- Paolo può forse rimanere sorpre- loro in relazioni di subordinazio-
lo nel futuro escatologico. In ter- lare alternative, progressi e tra- so nel constatare quanto spzvio es- ne e di dominio. Pertanto egli la-
mini di sociologia della conoscen- sformazioni che aiutano a stabili- se riservino a questioni finanzia- vofa consetvando una sua indi-
za, pe anto, la risurrezìone costi- re i confini e icontorni della nuo- rie e argomenti simili, come per pendenza: (Lavorando notte e
tuisce il <baldacchino sacro>l (co- va comunità. Questa trasforma- esempio i mezzi di sussistenza. giorno per non essere di peso ad
sì P. Berger) delle assemblee cri- zione ha un aspetto somatico (Rm Sembra che il grande teologo del- alcuno vi abbiamo annunziato il
stiane. Essa legittima la loro esi- 6,12-14). Pertanto ha necessaria- la grazia e della riconcìliazione si vangelo di Dio> (lTs 2,9).
stenza ìn base a un'azione divina mente aDche un aspetto sociale occupi indebitamente di problemi E necessaria una vasta analisi
e costituisce il fondamento della (lcor 6,12-20). Ma un nlutameù- profani riguardanti la politica e la socio-scientifica su questo tema
to eccessivo o errato può essere gestione finanziaria (lTs 2,1-12; che, come sîiamo vedendo, rap-
loro nuova e carismatica forma di
società. dannoso: è perciò interessante os- lCor 4,8-13; 9,1-8; 2Cor 8-9; presenta un aspetto molto interes-
ln secondo luogo, la particola- servare qualdo e perché Paolo si 11,7-11). Perché questo? Perché il sante dell'attività missionaria di
rità della fede di Paolo nella risur- asten\o dal richiamarsi alla fede denaro e illavoro interessano a Paolo. I contributi piu importan-
reziole, ossia che Dio non ha ri' nella risurrezione. ljn caso esem- Paolo? Si tratta fors€ di un indi- ti provengono sinora da B. Holm-
zio che questo è un aspetto impor- berg (1978), R. Hock (1980) e G.
Approcci sociologici a Paolo 128 129 Approcci sociologici a paolo
Theissen (1982). Essi mostrano Ìazioni di Paolo con i cristiani di relazione simbolica tra il cibo che un'occasione per banchettare con
che i mezzi di sostentamento di Corinto (lCor 8,1-13; 9,4.7.8- si assume nel corpo fisico e l,iden- ostentata abbondanza, creando
Paolo sono ìegati strettamente al- 12. 13-14.22: 10,1-31; 11,17-34), tità e l'autocomprensione del cor- così divisioni tra ricchi e poveri,
I'integrità del suo vangelo e a.lla le- ma non si limitano a esse, come po sociale. Detto in altre parole, Paolo invita a controllarsi e a es,
gittimità della sua funzione di mostra Rm 14. Tradizionalmente, il comportamento che si adotta ri- sere ospitali verso gli altri. Ma so_
apostolo, e che Paolo, lavorando e certo giustamente, l'inteDreta- guardo al cibo è un barometro del- prattutto, Paolo istituisce un altro
duramente per mantenersi, ha di- zione di questi testi ha aifrontato le relazioni sociali e un meccani- tipo di banchetto. Ìa <Cena del Si-
mostrato una certa coerenza tra il una serie di questioni importanti. smo con cuì si crea o si distrugge gr\ofe't (k)triakon deipnon). Dal
suo comportamento e il vangelo Vi sono anzitutto problemi esege- la socialirà. Sono diversi i modi lato antropologjco questo pasto
che predicava (cfr. lTs 2,8). Il tici di ordine storico, come per con cui si può comunicare attra- îunzlona come un rito di incorDo_
vangelo e I'apostolo sono una co- esempio chi siano i <deboli>) e i verso il cibo (la semiotico del cj- razjone. llmangiare insieme. il re-
sa sola: il rifiuto di Paolo di ade- (<forti)), o quale sia la natura del- bo). Ma in linea generale si trat- citare le parole della tradizione
guarsi alle norme culturali che la supposta eresia gnostica a cui ta: (1) del tipo di cibo o di bevan- dell'ultima cena. il condividere ((il
sminuivano il lavoro manuale, Paolo si oppone, In secondo luo- da che si consuma o da cui ci si pane) e ((il calice), il ricordare e
perché awilente, espdmeva e te- go, vi sono problemi teologici, co- astiene: (puro> o (impuro>, car- il proclamare, e l,esaminare se
stimoniava che il vangelo che egli me la concezione che Paolo ha ne o vegetali, cotto o crudo, alco- stessi dal punto di vista morale e
predicava era in grado di cambia- della Cena del Signore in tcor lico o non alcolico ecc.; (2) del sociale, fanno si che gente prove-
re la cultura dominante, Offren- l0-l l, il ruolo della coscienza nel tempo della frequenza con cui si
e njente da diversi gruppì famìlìari
do inoltre <(gratuitamenten (1Cor discernimento che secondo Paolo mangia (o si digiuna); (3) del tem- (magari in conflitto tra loro) sia
9,18) il vangelo, perché lavorava il cristiano deve praticare nella sua po in cui si prepara il cibo e della obbligata a rivedere i suoi model-
in qualche laboratorio atigiana- vita, la dottrina paolina della durata della preparazione; (4) del- li di coes;one senza doversi umi-
le come fabbricatore di tende e la- Chiesa. In terzo luogo, vi sono la quantità di cibo che si consuma: liare e a ricostruire una nuova so-
voratore del cuoio (yedi Fabbrica- problemi morali e pastorali che ri- (5) delle persone con cui si consu- cietà che può essere rappresenta-
zione di tende), Paolo era in gra- guardano (il fratello piir debole> mano i pasti o che sono escluse dai ta dai suoi membd come un'uni-
do di raggiungere coloro che si e i limiti della libertà cristiana, o pasti; (6) della geografia simbolì- ca e trasformata famigtia di fede.
trovavano piìl in basso nella sca- fino a che punto il cristiano deb- ca del pasto: la distribuzione dei fondata sull'amore.
la sociale, Il suo era quindi un ba adattarsi al <mondo>. Tutti posti e la sua motivazione, dove Una lettura socio-scientiîica di
vangelo che non creava un gravo- questi problemi sono certamente si siedono le donne risDetro asli Paolo, realizzata in questo modo,
so legame finanziario, e veniva of- validi. Ma nella prospettiva delle uornini, se il pasto e coniurnuto]n può diventare inìrtile solo se disto-
ferto da un uomo che era anch'e- scienze sociali manca qui una di- pubblico o in privaro ecc.; (?.)de- glie dalle profonde questioni teo-
gli un lavoratore manuale, Non è mensione importante, che può get- gli abiti indossati daj partecipan- logiche, ecclesiologiche ed etiche
dunque strano che l'apostolo che tare una nuova luce sú perché le ti: {8) dej suoni o dei silenzi pre che emergono da una lettera co-
è capace di calarsi nella realtà del questioni riguardanti il cibo e i pa- visti durante il pasto e così via (cîr. me I Corinzi. Si può però dire al
mondo per conquistarsi la mag- sti siano così dlevanti nelÌe lette- Barton 1986). contrario che, invece di essere
gior parte della gente (ossia i po- r€ di Paolo, perché suscitino una In questa luce diventa più com- fuorvianle, questa lettura Duò ren-
veri) sia anche quello che crea un cosi gratde preoccupazione e per- prensibile perché Paolo dedichi dere piu profonda l'inter;rehzio-
altro obbligo finanziario (la col- ché Paolo vi dia la risposta che molta attenzione a istruire i suoi ne e l'utilizzazione di paolo. ooi-
letta) a favore dei poveri della leggiamo. gruppi su quaìe sia il giusto ordi- che Ie ossa della clottrina paoiina
Chiesa di Gerusalemme (2cor 9). Dal punto di vista socio-scien- ne da ossenare nei pasti in comu- assumono carne e sangue e torna_
E forse importante osseryare che tifico il cibo e i pasti sono dei mez- ne. Per esempio, egli raccomanda no a vivere nel loro ambiente so-
su questo punto delf interpretazio- zi simbolici fondamentali attraver- un'estrema vigilanza e, se neces- ciale e culturale. Spostando legger-
ne di Paolo diventa possibile una so cui un gruppo o una società sa o, una separazione quando il mente la metafora, il corpo del
certa convergenza di interessi tra esprime i suoi valori e la propria mangiare la came offerta ag]i idoli pensiero di Paolo può essere oo-
le scienze sociali e la teologia del- identità. Quello che è un gesto Í4- potrebbe compromettere ùna que- sto in relazione cot paolo e i suoi
la liberazione, in una maniera che turcle (il cibo e la sua assunzio- stione di somma importanza, e seguaci come corpi fisici e con
non sarebbe stata possibile altri- ne) si trasforma in un fenomeno cioè che non vi può essere nulla in PaoÌo e i suoi seguaci in quanto
menti. culturcle i\ quaîlo viene ad espri- comune tra la venerazione degli <corpo di Cristo)), nel piìr vasto
4.4 Cibo e p&sti in comune - mere dei significati sociali. Come idoli e l'adesione a Cristo. euan- corpo formato dalle città e dalla
Un altro argomento profano che hanno mostrato alcuni antropo- do ipastj dei credenti manifesta, società in cui sono vissuti. Un
sembra occupare molto I'attenzio- logi (C. Lévi-Strauss, M. Douglas no solo faziosità e divisioni. pao- grande contributo in questo sen-
ne di Paolo riguarda il cibo, il e E. Leach), il cibo costituisce un 10 invita a îare in modo che es- so, per f interpretazione di paolo.
mangiare e i pasti. Questi temi tipo di linguaggio con cui un grup- si alimentino ed esprimano solida- èstato ofîerto in quest'ultimo de-
sembrano preponderanti nelle re- po definisce se stesso. Vi è una età. Quando ipasti sono solo cennio, o poco piu, dagli studi di
130 l3l Approcci sociologici a Paolo
Approcci sociologici & Prolo
getica e polemica, dell'autorità zione slla stotiq e alla prutico del-
B. L. Malina (1981), G. Tbeissen ze economiche, gemrchiche, socia-
li, sessuali ed etniche; (4) I'influen- apostolica di Paolo e della vita dei I'inîetpretazione paolina da w
(1982), V/. A. Meeks (1992)' L. gruppi di Paolo. Questa è in real- punto di vista specificamente socio-
w. Countryman (1988) e J. H. za che potevano esercitale sulle
tà una tendenza molto forte in co- scientifico. In altre parole, un'in-
Neyrey (1990). Chiese i modelli delle relazioni so-
e dell'ordine comune che vi-
loro che vogliono richiamarsi a terpretazione sociologica di Pao-
4.5 L'rutorita rposlolics e I'or' ciali
Paolo <apostolo deÌla libertà)) o lo deve andare in parallelo con
gevano nella società di allora' in
dine nella Chiesr - Come uhimo
dferim€nto alla citta (polrs), alle
(apostolo del libero spirito> per un'interpretazione sociologica dei
esempio, meritano di essere Presi giustificare, in maniera giusta o lettori e degli esegeti di Paolo.
in considerazione il tema dell'au- associazioni volontarle (co I le g i u m,
gnogógè ecc.) e ai îaggruppamen- sbagliata, la religione informale Questo processo dovrebbe far-
torità apostolica di Paolo e la que- deipiccoli gruppi contro una reli- ci prendere coscienza piit a fondo
stione dell'ordin€ nelle Chiese di ti familiari (oikos); (5) il ruolo dei gione gerarchica e istituzionalizza-
collaboratoti, degli inviati e dei di quanto, in passato e anche og-
Paolo. Questo è un argomento im- ta (vedi Protocatîolicesimo). Ma gi, I'apostolo Paolo e le sue Chie-
porlante, dal lato teologico ed ec- rappresentanti locali di Paolo; (6)
i mezzi di comunicazione e la lo- è anche una tendenza forte in co- se siano stati vittime - voluta-
clesiologico. Dal punto di vista loro che vogliono criticare un ti- mente o inconsciamente, in bene
teologico esso riguarda I'autenti- ro risDettiva efficacia, incluse le
po di Chiesa (legalistica)) o <<ar- o in male - degli interessi ideo-
cità del vangelo di Paolo, la testi- letreri di Paolo e le sue visite di
roccata sulla tradizione> (suÌla ba- logici dei loro interpreti. K. Sten-
monianza che Paolo rende a Cri- Dersona; (?) l'esplicita tendenza di
baolo ad adottare uno stile di vi- se di quella che essi ritengono fos- dahl ha dato un buon avvio in
sto e il p€so che va attribuilo alle se la Chiesa di Gerusalemme) a fa- questo senso con il suo saggio
sue lettere e a quelle che gli ven- ta che chiaramente si manÎeneva
ai margini dei modelli comuni: vore di un altro tipo di Chiesa, Paul and the Introspective Con-
gono attribuite nel canone. Dal (guidata dallo Spirito)) e <di co-
anomalo nelle abitudini civi- scienceof lhe ,/esl (1963, in Sten-
punto di vista ecclesiologico esso munione> (sul modello di quella dahl 1995), dove afferma che la
tocca la legittimità di tutÎa quan- li, provocaîorio sul Piano socio-
polilico, indipendente dal lalo fi- che essi ritengono îosse la Chiesa dottrina paolina della giustifica-
ta la tradizione della Riforma e i di Paolo e dei suoi gruppi). zione è stata fraintesa, divenendo
tentativi, a essa collegati e succes- nanziario, pericoloso per l'integri-
tà fisica e cosi via. In terzo luogo, uno studio vinima di un'antropologia agosti-
sivi, di intendere I'ordine della socio-scientifico ci fa constatare niana e poi luterana e (piu tardi
Chiesa in termini di carisma Piut- Contributi importanti sul Piano
che il processo di istitùzioraLzza- ancora) freudiana, che si concen-
tosto che di ufficio, di spirito piut- socio-storico (Per esempio, Mar-
tin l99O) e su quello socio-scienti- zione o (per usare ìa parola di Vy'e- tra sulla coscienza introspettiva
tosto che di legge. ber) di (routinizzazione>, che è dell'individuo, Piir recentemente,
Se ci si pone in una Prospettiva fico (per esempio, Holmberg 1978:
Petersen 1985: Watson 1986: evidente nell'epoca paolina e in gli interpreti di orientamento fem-
socio-scientifica, invece, è ímpres- quella postpaolina, non è necessa- minista o che seguono la teologia
sionante constatare come la di- MacDonald 1988) sono stati rea-
riamente uno sviluppo a ritroso, della liberazione hanno adottato
scussione e la ricerca tradizionalg lizzati in questo settore, soprattut-
la perdita di un'età dell'oro cari- prospettive tratte dalla sociologia
si siano concentrate sulle idee di to negli ultimi due decenni, con
evidenti risultati positivi' Anzitut- smatica. Al contrario, I'autorità della conoscenza per contestare
Paolo, e come si sia Prestata cosi carismatica di Paolo era legata I'adeguatezza di un'interpretazio-
Doca attenzione ailenomeni socia' to. ouesti studi rivelano quanto
foisicomplesso nei gruppi di Pao-
strettamente fin dall'inizio a quel- ne di Paolo fondata (rispettiva-
ii. come se si potesse Pensare che la istituzionaÌe tradizionale (di An- mente) su una visionc androcen-
le idee di Paolo siano sospese Per lo il problema dell'autorità apo-
stolica di Paolo stesso e dell'ordi- liochia e di Gerusalemme); e biso- trica e da (primo mondo)) e per
aria, senza alcuna connessione con gna anche dire che la stabilizzazio- rendere possibile un processo di
il loro contesto storico e sociale. ne nella Chiesa (Yedi Chiesa, or-
ne doveva essere essenziale se I'im- <coscientizzazione> in una forma
I fenomeni presi in considerazio- dinamento e governo della). Essi
mostrano che, se si guarda solo a
pulso originario e la forza dirom- che può racchiudere in sé delle
ne dagli studiosi di scienze sociali pente del vangelo erano destinati profonde implicazioni e conse-
sono invece di questo genere: (l) quello che Paolo its€8rla, non si
a conservarsi e a perpetuarsi. guenze (cfr. Schùssler Fiorenza
la distribuzione del potere nei e fra è in grado di capire in modo ade-
1990).
igruppi di Paolo, tenendo Presenti cuato l'ecclesiologia paolina Ef-
pli effetti del diffusissimo sistema iertivamente, da un Punto di vista 5. CONCLUSIONE - L'intcr- In un modo del tutto nuovo,
pretazione del NT sulla base delle pertanto, le scienze sociali e I'er-
éel patronato e del clientelismo socio-scienîifico, se si usa una ca-
tegoria come quella di (ecclesio' scienze sociali è in via di sviluppo meneutica del sospetto, che vi è
nell'antichità lomana; (2) le rela- c ha già cominciato a produrre collegata, pongono I'interprete di
zioni tra i gruppi di Paolo e la Ioeia> si rischia fin dall'inizio di
riÀune una realtà sociale comples- qualche trutto significativo per la Paolo di fronte al problema che ri-
Chiesa di Gerusalemrne, e il signi nostra comprensione di Paolo gvarda lq teologio e I'etica dell'in-
sa e sfaccettata a un'ottica dottri e
ficato che assume in quest'ambi- delle sue lettere (cfr. Barton 1992). lerpretazione- Questo richiede a
to la colletta di Paolo Per Geru- nale unilaterale.
ln secondo luogo, queste rice!- Non ci resta qui che augurarci che sua volta da parte dell'interprete
salemme; (3) gli effetti che nei ruo- Ia ricerca continui e progredisca, una certa dosc di autocoscienza
li e nelle funzioni delle varie Chie- che aiutano a controbattere una
ceîfa ideqlizzazíone,spesso apolo-
suggerendo che si presti piir aften- che sia nello stesso tempo ricerca-
se potevano provocare le differen-
Aqedah t32 133 Atene, paolo ad
trice e animatrice (cfr. Thiselton 1975j Garrelt S. R., S.'ciologr of Ea r di Marre (Areopaso)j 2_ ll djsco6o del to nella cirtà altari a (dèi ignoti>
Chtistìaniry, ir,4BD vol. 6, pp. 89-99;
1992). Il tentativo di delinire quale Hock R. F., zre So.idl Contert of Paul's
Ì'Arcopagoj 2.1 Il cuito degliidoli e itve (Pausania. Descr. j.l.4; 5.14.8:,
ro Djo;2.2 La rìveÌazione natu.:tce itve
sia il <(centro) della teologia e del- Mtu ir/.r,, Forlress, Philadelphia 1980; ro Dìo; 2.3 I1 paeanesjmo e it vero Dio: Filostrato, Z/4 6.1).
I'autocomprensione di Paolo in Holnbers B.. Paul and Power, Gteervp, 2.4 11 Cristianesjmo e il vero Dioj 3. Iìcli Coloro che assumono un atteg-
quanto apostolo nel .rro contesto Lund 1978r MacDonald M. v., The Pauli- scorso di Ar€ne e Ìe leue.e: 3.1 Ateùe e giamento critico nei confronti del-
ae CÀùl.rÉs, Univ€rsity Press, Cambridse I Tessalonicelir persuadere e convefire
sociale e politico rientra ora nel 1988; Malìna B. L., The Nev Testanent i Genlili; 3.2 Atene e Ì Corinzi: un mu- la storicità degli Arti hanno sotto-
tentativo piu vasto dell'interprete ttlorld. John Knox. Arlanta l98l: Maíin tamenlo Della sLraregia mi$ionarja!; 3.3 lineato spesso che nella documen-
e delle varie comunità interpretan- D.8., Sla|ery as Salvation, Yale Uùiversi' Alene c Ronanj: la r€ologia naturaìe: .1. tazione extrabiblica rlon si trova
ty, New Haven 1990; MeeksW. A., Ir€ So
ti di definire quale sia il cenho del- cial Conteyt af Pauline Theolos!,inInt 37
mai l'espressione esatta <un dio
la loro teologia e della loro (1982) 266-217.ld., I Cristiani dei pnni se ignoto>, che serve a introdurre ii
comprensione nei /o/o rispettivi^ldto- coli. II nondo sociale de 'apostolo Paolo,
Il capirolo 17 degli Atti degti discorso di Paolo (At 17,23). Ma
Apostoli cortjene il discorso cÌ]e
contesti sociali e politici. La vali- Il Mulino, Bolosna 1992; Id.,A Hemeneu- anche I'espressione (alta a dèi
tics o.l Social Embodiment, ir, HTR 79 Paolo tenne in una città che di so-
dita di questo processo interpre- (1986) 176-186; NeFey J. H-, Pa,/, i, ignoti), che si ritrova nella lette-
Ìito si ritieùe legata alla cùltura pa-
tativo dipende in parte da queÌla Other Wods, Westminster John Knox, gana. Questo discorso, composto
ratura, è ambigua. La scarsa do-
dei metodi d'interpretazione che Louisville 1990; Perersen N.R., Redíscove cumentazione archeologica che
tins Paul: Philenon and the Sociolos! a.f soltanto per venire incontro a una
vengono adottati, e in questo sen- possediamo sino a oggi è insuffi-
Paul's Naffative Wo d,Fortress, PbiladeÌ' determinata situazione storica, è
so i modelli oîferti dalle scienze phia 1985 i Schùssler Fiorer.za E., In nena- ciente per potere affermare. con
anche in sinlonia con le leflere di
sociali assumono un loro posto /,ia di /éi, Claudiana, Torino l990iSlendaìl un argomento e "rller?lio, che il sin-
preciso accanto ad altri metodi di K., Paolo ttu ebrci e pasant, Claudiana, To- Paolo, benché su questo pùnto golare non veniva ùsato (Lùde-
rino 1995; Theisse! G., The SocialSettìng non vi sia accordo tra gli studiosi
ordine storico ed esegetico-lette- ol Pauline Chistiani0, F ortress. Philadel-
mann 194).
e sia ancora vivo il dibattito.
rario. Ma dipende anche (per ri- phia 1982i Thiselton A. C-, NeN Hotizons È meglio allora vedere la prati-
farsi a un'espressione di D, Kel- in Hemeneutics, Zondetv^n, Grand Rapids ca di questo culto anonimo stret-
sey) da una certa ((volontà politi- 1992i Watson F., Psul, Judaisn and the I. PAOLO NELL'ATENE DEL tamente collegata ai temi fonda-
ca) dell'interprete e della comu- oenrTes. University Press, cambridge 1986. I SEC. 1.1 La città di Atenei mentali del discorso di Paolo: ol-
la sua îama e la sua religiosità - tre a essere segno di una certa re-
nita cui appartiene. Questo è il ter- S. C. Barton
reno su cui la teologia e I'etìca del-
Noi oggi vediamo con urla certa ligiosità, essa è anche presentata
I'interpretazione devono svolgere
ironia il îatto che i cristìani e gli da Diogene Laerzio come una
la loro funzione, ma in cui anche AQEDAH: vedi Mode di cristo; Ebrei fossero considerati (atei>) <misura cautelativa>). Si riteneva,
Sacrificio, offerta dalla maggior parte degli anrichj cìoè, che se gli dèi non fossero sta-
le scienze sociali assumono un lo-
perché sì rifiutavano di riconosce- ti venerali come si doveva,
ro ruolo significativo. essi
ARCANGELI: vedi Arseli, ar- re gli dèi. È con una simile ironia avrebbero punito la città. per non
che Paolo, dopo aver girato per la incolIere inavvertitamente nell,i-
Yedi onche: Aiuto finanziario; cangeli
città e aver visto che era piena di
Apostolo; Autorità; Chiesa, ordi ra di qualche dio o di qualche dea,
namento e governo della; Cibi of- ARMATURA DI DIO: vedl idoli (At 17,16; redi tdotatria), di cui si ignorava I'esistenza, la cit-
Trionfo chiama (religiosi)) gli ateniesi (Ar tà aveva edìîicalo perciò
ferti agli idoli e leggi alimentari t'7
questi
giudaiche; Corpo di Cristo; Cro- ,26). altari a degli dèi ignoti (Dioge-
ARTEMIDE: vedl Efeso; Reli- La città di Atene, una delle pìù ne Laerzio, Ir7. 1.110- 3). paolo
ce, teoìogia della; Ermeneutica, grandi citrà-stato della Crecia deì
interpretare Paoloi Escatologia; gioni greco-romane nel suo discorso usa appunto con
V sec. a.C., è situata nella zona molta efficacia qìlesti dìle argo-
Sociologia delle Chiese missionarie.
ASCDTICA: vedi Matrimonio e sud-orientale deÌ territorio elleni- menti: l'ammissione della propria
divorzio, adulterio e incesto; Pao- co. In età aposlolica essa non era ignoranza e il desiderio di evitare
BIBL. Barton S. C., Pauland the Cross:
A Socioloqical Apptoach,ll Theolos! 85 Io nella tradizione della Chiesa pri-
piu una potenza internazionale né una catastroîe divina.
(1992) 13-19; Id., Paul and the Resutrec
mitiva; Sessualità, morale sessuale i[ fulcro culturale di un tempo, ma 1.2 Il Consiglio sulla collina di
lion: A Socìolosical Apptoach. i\ Relision viveva ancora all'ombra delle glo-
14 (t984J 67 -7 5 i Id., Poul's Sense of Place:
Marte (Areopago) - Non è chia-
An Anthrcpological Apptod.h to Commu- ASTROLOGIA; vedi Élementi rìe del passato per quanto dguar- ro se il testo degÌi Atti voglia pre-
nìry Fo nation in coinîh, in N?S 32 (198ó)
del mondo; Religioni greco-romane dava l'orgogÌio della sua civiltà e sentare Paolo formalmente <sot-
225-246t Id., The Connunal Dimension oÍ la sua fama di centro filosofico e to processo) ad Atene. La frase
Ea iest Christianit| A Ctitical Suùer of religioso. Piena diidoli, come di- (lo condussero all'Areopago)) (At
the Field, ir.lTS 43 (1992) 399-427; Coun
tryman L. r .. ,r//, Crced and Sex, Foî- ATENE, PAOLO AD ce anche At 17, Atene veniva de- 17,19) pùò riferirsi al Consigtio
tress, Philadelphia 1988; Elliolt J. H., ,4 scritla dagli autori antichi come che aveva qùesto nome, e che fun-
Hone.îot rhe Honetess, E onress, Philadel-
phia l98l: Gaser J. G., -(lrgdon and Con- SoMrvaRro - l. Paolo n€ll'AÉne del I sec.;
modeÌlo di
((venerazione degli geva da tribunale, oppure al luo-
nuniù: The Social Wo d of Ea ! Chtistia' l I La cit!à di Atene: Ìa sua lana e la sua dèi); la gente di Atene era talmen- go, ossia alla collìna che aveva da,
ntl,y, Prentice-Hall, Englewood Cliffs (NJ) religiosùà; 1.2 ll Consigljo sùlla collira te reìigiosa che aveva persino eret- to il nome allo stesso Consiglio.
134 135 Atefe, Paolo ad
Aten€, Paolo ad
Poiché ambedue le ipotesi si fon- zio è solo quanto voi stessi, rico- alt , ha ritenuto che il discorso di vicino e che desidera essere tro-
dano su buone ragioni, è meglio noscendo apertamente la vostra Atcne insegni un'(affinità)) tra vato.
lasciare aperta la questione. ignolanza. asserite di adorare)). Dio e gli uomini che è (estranea) 2.3 Il paganesimo e il vero Dio
Prescindendo dal fatto che si sia Paolo qui non vuol dire che quaÍ- al pensiero di Paolo e al resto del - Dobbiamo chiederci se in At
trattato o meno di un Processo to egli adora coincide con quello NT (Dibelius 74). Ma questo mo- 17,28 la citazione della letteratu-
formale, non bisogna dimentica- che essi adorano senza conoscer- do di intendere il discorso non è ra pagana, a cui sì presta un certo
re che il dìscorso di Paolo è una lo. Nella costruzione della lrase corretto. Il linguaggio usato in At consenso, significhi anche una va-
risposta a un'accusa seria e preci- sreca I'accento è posto sull'(igno- 17,27 rivela un chiaro tono ironi- lutazione positiva del paganesimo.
sa (<Sembra essefe un annunzla- i"nr"r, non sull'(adorazione>. co e tragico. Cli uomini <cercano> E molto probabile però che si deb-
tore di divinità straniere": At Gli areniesi sono nel giuslo solo Dio: questo è vero. Ma noi ci ba rispondere negativamente. Si
molto simile a quel- nella misura in cui riconoscono aspetteremmo che tale (ricerca> può dubitare anzitutto che nella
17.18), che è
la piu famosa che era stata rivol- che vi è qualcosa che merita di es- avesse ìl suo sbocco naturale in un prima parte del v. 28 si citi una
sere adorato, ma che essi ignora- <trovare)). Il verbo (trovarer è pe- precisa opera pagana; nonostan-
ta contro Socrate e che aveva Por_
tato alla morte di questo grande no. In questo modo la difesa di rò attutito in tre modi. Anzirutto te le molte proposte, non c'è ac-
maestro. Il commento di Luca in Paolo si traslorma subito in un at- dalla costruzione grammaticale: cordo su quale sia la presunta fon-
At 17.21 assume un tono tronlco: tacco, Il discorso infatti prosegue l'uso dell'ottativo in greco indica te di queste parole. Probabilmen-
sli ateniesi sono piu inleressati a affrontando vari aspetti del culto una qualche incertezza, accentuata te il v. 28a non è dunque una ci-
ioddisfare la loro curiosità che a desli idoli. È errato cercare di far ancor più dall'espressione e/ ara tazione, ma un'affermazione ge-
conservare la loro ((oftodossia))' abitare il creatore dell'universo in ge, che va tradotta con <se mai>. nerale che usa un vocabolario co-
Nel caso di Paolo, le accuse deri- templi costruitj dalle mani dell'uo- Il <trovare) non è per nulla sicu- mùne e anche la forma comune
vano dal fatto che apparentemente mo lAt 17.24). E errato voler oÎ- ro. In secondo luogo, Ìa forza del della triade. La frase è enunciata
pli ateniesi fraintendono la sua frire doni a colui che dona la vita verbo viene attenuata dall'altro in modo tale da poter essere con-
iredicazione: sembra che essi (At l?,25). È errato tentare di verbo che lo precede e che presen- divisa da Greci e cristiani, ma è
avessero caDito che egti si riferiva identificare il Dio che ha creato ta I'immagine colorita del ((cam- molto piu probabile che la tripli-
a due divinità (si notì il plurale in tutte le nazioni con una Partico- minare a tentoni)) Q)sclophaó); ce espressione sia un riflesso dei
At 1?,18b). I termini Gesù e ana- lare città (At 17,26; nella religio- questo verbo è usato per esempio tre argomenti principali con cui da
ne Dagana era prassi comune iden' nell'Odrbsea di Omero (lX, 416) e parte giudaica si criticavano gli
sfcri (((risurrezione>) possono es-
sere stati intesi erroneamente co- tificaie eli dèi con delle città). In- nella versione greca del Deutero- idoli (non hanno vita, non cammi-
me nomi di un dio c della sua con- fine. è eirato pensare che colui che nomio (28,29) nelsenso di <andar nano, non hanno una vera esisten-
sorte. dona la vita agli uomini sia qual- brancolando>. Terzo, il periodo za), anziché presentarsi come ci-
cosa che non Possiede la vita, ma del v, 27 si conclude con la frase tazione di ùna fonte pagana (Górt-
2. IL DISCORSO DELL'AREO. è plasmato dalla mano dell'uomo ((benché non sia lontano da cia- net l9'7 , 222).
{At scuno di noi>: il valore concessi La îrase di mezzo del v. 28, ben-
PACO - Si è criticato il discor- 17,29).
Ben lungi dall'approvare il cul- vo di questa frase ha senso solo se ché sia al plurale nella forma, ri-
so di Atene Perché non sembrereb-
to degli idoli, il discorso afferma il <camminare a tentonin è senza specchia un metodo che viene
be sufficientement€ cristiano (per
esempio, Dibelius 57'63)..Ma' co' dunque che il loro culto (tranne esito. adottato di solito quando si intro-
me vedremo, questo gludlzlo ne- che per il fatto di ammettere lm- Sembra dunque doversi conclu- duce la citazione di un determina-
gativo è superficiale. L'argomen- olicitamente la propria ìgnoranza) dere che mentre l'oratore ritiene to poeta; è fuori dubbio che la fra-
tazione diPaolo è un aLtaccolron- è incrinato in teoria e in Pratica che la conoscenza di Dio sia teo- se (poiché di lui stirpe noi siamo)

tale agli ateniesi e alla loro reli- Bisosla notare del reslo che una ricamente possibile per natura, in è una citazione della letteratura
part;di questa critica all'idolatria' pratica vi è ben poca o nessuna pagaîa (Atato, Phaer. 5). Ma con
eilli benché perfettamente gludalca speranza che questa possibilità essa si intende dire non tanto che
It cuuo desli idoli e il vero
Dio - Prima di Passare a rettifi- lcfr. Gàrtner. rassim), era condl- teorica si traduca o si sia gia tra- vi è una stretta relazione tra gli uo-
care I'imDressione errata che gli visa anche dagli stoici e dagli epi- dotta in un rapporto con Dio che mini e Dio (come afferma, per
ateniesi n;trivano nei riguardi del curei f menzionati espressamente ln sia soddisfacente. Non si può im- esempio, Haenchen 525), quanto
messaggio cristiano, e Prima- an- At 17,18). Ma neUa loro forma Piu maginare un'opposizione piu forte invece che vi è una stretta somi-
cora di soddisfale la loro curiosF acula queste criliche Potevano tra il Dio che esercita il suo con- glianza: poiché gli uomini sono es-
tà. Paolo usa abilmente I'argo- avere anche un loro mordente nei trollo su ogni cosa (At 11,24-26\ seri viventi, anche Dio deve esse-
mento dell'altare eretto al dìo confronti di alcune Pratiche giu- e I'ironica situazione patetica in re un essere vivente e deve essere
ignoto per difende$i dall'accusa daiche (si veda il discorso di Ste- cui si trovano gli uomini, come superiore, non inferiore, alle sue
di oredicare degli dèi sconosclutl fano in At 7). viene descritta qui (At 17,27): creature. Questo risulta chiaro dal
e siranieri. Paolo dice infatti in At 2.2 La rivelszione nalurale e il camminare alla cieca senza riuscire <dunque> che collega il v. 28 al
1?,23: (Quello che io vi annun- vero Dio - Dibelius, assieme ad a raggiungere qualcuno che è così v. 29.
r3'7
Atene, Paolo ad 136 Atene, paolo ad
leggiamo nelle sue lettere. Vi è pe-
Pertanto, come già le parole una punizione. Essa intende dire, contesti il soggetto pdncipale del
cioè, che anche se la rgtribuzione rò un parallelo significativo in lTs
dell'iscrizione, cosi anche Ia cita- messaggio evangelico sja Crjsto. ai
divina non si è ancora manifesta- 1,9-10, dove Paolo parla della rea- Corinzisi presenta un Crisro umi-
zione della letteratura pagana ser-
ta, il suo ritardo non è dovuto al- zione dei Tessalonicesi al suo mes- liato e crocifisso, e ai non cristia_
ve a dimostrare gli errod del siste-
la loro ignoranza innocente o al saggio. Il loro primo passo è sta- ni un Cristo giusîificato a causa
ma da cui è tratta. Anche i Greci
loro culto cautelativo, ma al fat- ta Ia conversione al monoteismoi
ammettono che vi è qualcosa o (Vi siete convertiti a Dìo, allon-
della sua risurrezione.
qualcuno che.deve essere adorato, to che Dio è misericordioso. <Ma Una volta individuate queste
ora.,.>), dice l'oratore, I€ cose tanaDdovi dagli idoli, per servire
ma che essl lgnorano, e ancne I differenze, diventano chiare anche
Greci sanno che un essere vivente stanno diversamente: Dio, che al Dio vi'vo e vero,, (l Ts 1,9). eue_ le importanti somiglianze che esi-
può essere realmente rappresenta- non può essere servito da mani sto ricorda il rono monoteistìco, stono tra il discorso e le lettere, so_
umane, non desidera le loro offer- pnma ancora che specificamente prattutto per quanto riguarda il
to solo da un altro essere vivente.
te, ma che essi si pentano. cristiano, del discorso di Atene. modo con cui viene portato avanti
Quest'uso della filosofia e della Ma ancora pih interessante è il
letleratura pagana per mosÎraue le Soltanto dopo aver spiegato le il ragionamento. ln I Corinzi. Diir
insufficienze del loro culto il di- parallelo tra At 17,31 e lTs l,lO. che nelle altre lettere. paolo usà la
su€ stesse incoerenze è preso dal-
scorso ritoma all'argomento prin- Ambedue parlano del giudizio di- tattica di citare alfermazioni dei
l'apologetica giudaica, poiché la
cipale del messaggio evangelico, vino, fùturo ma certo, collegato a suoi avversari, alle quali sembra
citazione di Arato sembra già uti-
che prima era stato îrainteso (At Gesù in quanto giudice o come acconsentire, ma aggìungendo
lizzata in una maniera simile dal-
17,18). In At 17,31 Paolo dice agli punto di riferimento di quesro giu- modifr'che e restrizioni tali da
I'autore giudaico Aristobulo nei
suoi scritti di propaganda (fr. 4 in ateniesi che Dio, in radicale con- dizio. E in ambedue icasi si ac- giungere a rovesciarne il significa-
trasto con le realtà senza vita che cenna alla risurrezione di Gesù a to. Comc esempio valga I'affer_
Etsebio, Pruep. Ev. 8.12)-
essi hanno adottato per rappresen- opera di Dio. Le diff€rerÌze di con- mazione dei Corinzi (Tutto mi è
2.4 tr Cristirnesimo e il vero Dio
tare il divino, ha scelto un essere tenuto tra i due passi sono di scar- lecito!" (lCor 6,12), a cui sesuo_
- Il carattere specificamente cri- vivente, Gesu Cristo. Si pone in so rilievo e sono dovute al fatto no emendamenti tatj da neealie Ia
stiano del discorso è relegato ne-
evidenza qui l'umanita di Gesir che il primo si rivolge ai pagani e îorza. E questa è proprio la tatti-
gli ultimi due versetti. In questa se-
Cristo non solo per chiarire la con- il secondo a coloro che sono dive- ca usata nei discorso asli atenie-
zione finale l'oratore risponde a
nuti cristiani.
due obiezioni che i suoi uditori fusione di cui si parla in At 17,l8 si. dove Paolo all'inizio sembra
avrebbero potuto porgli. (egli, cioè, non è uno dei tanti 3.2 Afene e I Corinzi: un mu- apprezzate la loro religiosità e il
membri del loro Pantheon), ma tamenlo nella strategia missiona- loro culro del (<dio isnoro)). Alla
La prima, a cui intende venire
incontro At 17,30, non riguarda anche per opporsi agli idoli Privi ria? - Qualcuno ha aîfermato llne, della loro religione sj salva
di vita. che l'esiguo numero di conversioni solo il latto che essi ammettono
la colpa o I'innocenza dei pagani,
Si cerca di dissipare ogni equi- verificatesi ad Atene avrebbe in-
come ritiene Dibelius (Dibelius implicitamente di ignorare qualche
55). Il testo parla solo del ritardo voco su <<Gesir e la risurrezione>, dotto Paolo a mutare la natura cosa.
fraintesi come un dio e la sua con- della sua predicazione. e che oue-
della punizione e non dice nulla 3.3 Atene e Romadi: la teologia
sorte, non solo facendo íferimen- rro si rispecchierebbe in passi co- nafurale - L'altro collegamento
sull'innocenza degli ateniesi di
me lCor 2,1-2 (si vedano ahri ri- chiaro con Ie lettere di paolo ri-
fronte a Dio. ll contesÎo storico to a Gesù come essere umano, ma
può chiarire il ragionamento: l'a- anche chiarendo il significato della ferimentijn CArtner, che però non guarda la risposta umana alla ri-
risurrezione. Questo tentativo di è d'accordo; Stonehouset. Ma le
dorazione di dèi ignoti eta Per gli velazione naturale. Secondo ildi-
chiarificazione, a quanto sembla, situazioni di Atene e di Corinto
ateniesi una specie di (assicurazio- scorso di Atene l,osservazione del-
è riuscito sin troppo. Gli ateniesi, erano del tutto diverse e richiede- la natura dovrebbe indicare agli
ne), un espediente attravelso cui vano impostazjoni differenti. Ai
si poteva tener lontana una cata_ a cui dpùgnava I'idea di una risur- areniesi che il loro culto è fuorvia-
rezione in senso fisico, comincia- Corinzì bisognava dire che i mae- to. Il Dio che ha creato la terra
strofe che un dio esigente, ma che
no a sogghignare, e il discorso vie- stri cristiani, che essi lodavano sin
essi ignoravano, avrebbe potuto non ha bisogno di doni ma teriali;
ne interrotto improwisamente. troppo, ritenevano di essere <stol- il Dio che ha dato la vita deve es-
scatenare. Paolo ha appena detto
che i loro sforzi sono errati e inef-
tir 2 .uu." di Crislo (lCor 1,4). sere anch'egli un essere vjvente, e
ficaci. L'ovvia obiezione da Par- 3. IL DISCORSO DI ATENE E Agli ateniesi, che consideravano così via, Visono in realtà nella lo-
te dell'uditorio poteva allora esse- LE LETTERE - 3.1 Atene e I Paolo uno stolto il termine che ro filosofia e neì loro poeti degli
re questa: (Se il nostro culto non Tessalonicesit pe$uadere e con- essi usano, spetmologos (AL elementi che a!rebbero dovuto
vertire i Gentili - In un discorso 17,18), significa piir o meno (uno condurli al vero Dio, ma essi han-
è accetto al dio ignoto, Perché al-
lora egli non ci manda una cata- come quello di At 17, riportato che ha raffazzonato frammenti di no conlinuato ad aderire a Drati-
sapere) - bisognava dire qualco-
strofe?D. La sposta Pelanto non Daturalrnente in maniera così sin- che pagane e all'idolatria. Sàcon-
tetica, non possiamo aspettarci di sa sulla loro ignoranza (un tema do il discorso, gli ateniesi non han-
dice se gli at€niesi siano da Puni-
trovare tutti i dettagli del messag- che ricorre anche in lCor 3,18-19).
re o meno, ma spiega perché ai lo- no bisogno di ricevcre un insegna-
gio evangelico di Paolo come li Così pure, benche in ambedue ì mento, ma di peflrirsi. In Rm t
ro evidenti errori non sia seguita
r38 139 Aùtorità
Arti degli rpostoli
I'areomento di Paolo è lo sresso: re nient'altro che la voce dell'apo- gati) negli scritti di Paolo viene lati, Eîesini, Colossesi, I-2 Timo-
nesíno è esente da biasimo Rm stolo Paolo. usato nel senso di <poteret), <li- teo, Tito). Ma la sua autorità apo-
bertòr e <diritto>. Riferito a Pao- stolica è oggetto di particolare at-
1.22-23 Dotrebbe ess€re stato scrit-
Vedi snchet Fílosofia; ldolatria; Io, erorisia indica un <(diritto)) che tenzione nelle lettere ai Gaìati e ai
to addiiittura Pensando agli ate-
niesi: (Mentre si dicluaravano sa- Paolo negli Atti e nelle Lettere' gli compete per il potere che de- Corinzi. In Galati si parla di mis-
Dienti. sono divenrati stolti e han- tiene in quanto apostolo dei Gen- sionari itineranti giudeo-cristiani
no cambiato la gloria dell'incor- B!cL. - Bruce F F , The Acts oJ the Apa' tili. Riferito invece all'apostolato, che insistono sulla necessità delÌa
sr1€r. Eerdnanr, Grand Rapjds 1990i Con- il termine assume il senso di tra- circoncisione (Gal 2,3-4, 5,2-l2i
ruttibile Dio con le immagini)' 1.tn^rn H.. The Addrcss oI Paul on the
Romani e At 17 esprimono una arcoDaEus.lî' L E Keck J L Mart)n
smissione fedele, e perciò di ga- 6,12-13) e dell'obbedienza alla leg-
ota:\.lnd|es in Luke Aclr' sPcK. Lon- ranzia e non di innovazione di una ge di Mosè (Gal 2,15-16;3,2i 5,4),
rnedesima convinzione, e cioè che
I'universo può permettere aglì uo- don l9ó8, pp 2l?_230' Dibehus M P!!/ tradizione della Chiesa, Nell'am- e che tentano di sminuire l'auto-
on ùe Arcopaeus,ir H Creelen (ed ) Jlr- bito della Chiesa riceve poi il du- tà di Paolo tra le Chiese dei Gen-
flini di conoscere Dio in misura dip,. in the Acts ol the Aporrles S'r bners'
plice senso di (libeft > individuale tili, affermando che la sua apo-
suffici€nte da rifiutare ogni idola- N.w York 1956. oD. 26_77i Giirtner B f'e
tria. Ma né I'uno né I'altro fanno Arcopagus Sp?ech ond Naurcl Revelotioa' e di <autorita) corporativa, che stolicità è secondaria (Gal I,l;
molto affidamento sul fatto che Gleerup, Uppsala 1955: Haenchen t '.tT e deriva dalla presenza del potere di I,l3-2,10) e che il suo vangelo è
Actsal !he APoeles: A Coúmeatsry' we' Cristo tra coloro che si radunano stato trasformato in modo da di-
gli uornini Possano giungere a co- (hih;ter. Philadelphia l97llHemerc J '
noscere Dio solo per nvelazlone The SDeeches oJ Acts: tI. The Areopagus
nel suo nome. ventare gradito ai Gentili (Gal
Addiss, i^ TtnB aO i989) ZJ9 259: Lude- 1,1-12;2,1-10). Gli esegeti di so-
naturale.
úArn G.. Ea v Chrislian v Accoding to I. L'AUTORITÀ. DI PAOLO - lito identificano questi awersari
úc Trodttions in Acts'Fottress Minneapo- fonte - Per Paolo, la fon- con la corrente farisaica della
4. CONCLUSIONI At Ìi\ r988: Norden E., Aenostos theos' tset'
1.1 La
te della sua autorita sta nelÌ'esse- Chiesa di Gerusalemme (i <giu-
l?-22-31 deve essere visto nel con- lin l9l3 (= Darmsra'} i97l)l Stonehousc
N. 8.. Pr!/ Be.fote the Areoqas s ona re (data dal Signore)) (2cor 10,8; darzzat\tirr: At 15,5); essi (sono
testo storico della visita di Paolo
2.1 Atene. fnizia con una difesa
Oùet New Teslument Srrdres T)ndale' Rm 1,1). Quest'autorita deriva più andati) senza alcun incarico da
London l9J?. pr€cisam€nte dalla sua condizio- parte della Chiesa (At 15,24) e
contro le accuse avanzate dagli
ateniesi. ma subito sitrasforma in C. Gemzf ne di <<apostolo di C stoD (lTs hanno insegnato ai Gentili che, se
i,n attacco al culto idolatrico' ln- 2,6), che g[ da il diritto di far sen- non ci si fa circoncidere secondo
fine. il discorso risponde a obie- tire la sua influenza personale I'uso di Mosè, non si può essere
ATTI DEGLI APOSTOLI; quando è necessario (lTs 2,7). Au- salvi (At l5,l). A coloro che con-
zioni che ci si Potevano attendere
v€di Cronologia di Paolo; ltinera- torità e apostolicità sono stretta- testano la sua autorità mettendo
da un uditorio ateni€se' Provoca-
te non solo dal discorso. ma an- ri. oroserti di viaggio. Parusia mente collegate tra loro nelle let- in dubbio la sua apostolicità per
che dalle discussioni che Paolo apo;tolica: Paolo negli Atti e nel- tere di Paolo. Infatti, il suo dirit- il fatto che ha rifiutato un aiuto
aveva affrontato in Precedenza le Lettele to di esercitare un'autorita gli de- finanziario dalle Chiese (lcor
riva dal suo potere di apostolo (v€- 9,13-18;2cor 12,13), Paolo ri-
sulla piazza principale (At l7 '17)'
AUTOBIOGRAFIA DI PAO- sponde che non ha portato con sé
Pur tenendo Presentl I olversl di Conversione e chiamata di Pao-
lo). Le sue esortazioni sono fatte lettere di raccomandazione (2cor
destinatari, il discorso rivela no- LO: vedi Conversione e chiama-
(nel nome del Signore nostro Ce- 3,13), non ha avuto successo nel
tevoli somiglianze con le lenere dl ta di Paolo: critica retorlca; Lro-
sir Cristo> (per esempio, lCor convincere il suo stesso popolo
Paolo. Quanto al conlenu-to' Ia ce. teologia della: Calati, letrera (2cor 3,14-4,4) e che non è sta-
nresentazione del messaggto crt- ai: Giudeo, Paolo come: OPPoSF l,l0), gli odini vengono dati (nel
itiano ai Gentili è coerente con tori di Paolo Signore Gesù Cristotr (per esem- to un oratore efficace (2Cor
ouanto si Può leggere in Passi co-
pio, 2Ts 3,12), le istruzioni dome- 10,10-l l). Sembra anche che si in-
stiche sono impartite <da parte del sinuasse che la colletta da inviare
Àe lTs l. i0' e le idee sulla rivela-
Signore Gesir> (lTs 4,2;2Ts 3,6) a Gerusalemme (vedi Colletta per
zione naturale sono coerenti con AUTORITA
e I'insegnamento viene trasmesso i santi) fosse solo una cortina fu-
ouanto viene detto alllruzlo ol
<<sulla parola del Signore) (lTs mogena che copriva ilrteressi per-
Romani Per il modo con cui vie- - I L autoritàdrPaoloi Il La
ne condotto il lagionamento, so-
SóMMARjo
l
lontcl 1.2 Le contesrzionii l La sua
4,15; lCor 7,10). sonali di Paolo (2Cor 8,18-21;
no rilevanti invece le analogie tra vahdrlaì 1.4 I ìimitii l 5 L esercrno: z 1.2 Le contestazioni - Poche 12,16-18).
il discorso dell'AreoPago e I Co- L autorità degli alri aposlolii 2 l Auto-
nLà e Lradizionei 2 2 L autorrta e I rn\e_
sono le lettere di Paolo in cui non 1.3 La sua validita -
Quando
si sottolinei espressamente la sua la sua autorita è posta in discus-
rinzi. Quanto al Pensiero e al mo- snamenlo ar Gentili:2 3 Autorita e coì'
autorità. Lo si può vedere nelle se- sione, Paolo si richiama alle pre-
do con cui viene espresso. e anche ierialità; 3 L'autorita degli avvcrsarrl4
zioni introduttorie delle sue lette- rogative che egli ha in comune con
al coraggio con cui si affrontano L'aù(orità nella Chiesa'
gli altri apostoli e che ne confer-
i oroori avversari sul loro ternto- re, dove egli si presenta di solito
rà gàografico e culturale' nel-di- ll termine exoúsia (e aiche come <<Paolo, apostolo di Cesù mano la validità. La garanzia fon-
exousiLzó ed exesli' a esso colle- CristoD (Romani, l-2 Corinzi, Ga- damentale è I'essere stato testimo-
scorso di Atene ci è dato ascolta-
Aùtorilà 140 t4t Aulorita
ne della risurrezione di Cristo ( lcor 4,9-13; 2cor 4,1-12; 6,4-I0t gruppo apostolico di Gerusalem- In 2cor 10,15-16 si introduce
(lcor 9,li cfr. lcor 15,7; Gal ll,23-12,10' ,edi Afflizioni, pro- me. La missione di Paolo ai Gen- I'idea delle zone rerritoriali. Sem-
1,15-16). Riferendosi all'aiuto fi- ve, difficoltà, tribolazioni) quali tili e piir tardi anche il Cristiane- bla che Paolo abbia incluso nel
flanziario, che è un diritto dell'a- segni evidenti della propria auto- simo sarebbero stati compromes- suo (territorio> quelle Chiese. co-
postolo (lcor 9,3-12; 2îs 3,9\, rità apostolica. Se non si attiene si, e quindi <<senza alcun effetto)), me Laodicea e Colosse, che i suoi
egli afferma di avervi rinunciato a una testimonianza fedele, un se la componente giudaica e quel- convertiti, e non egli stesso, ave-
per non impedire Ia diffusione del apostolo è (falsoD (2Cor 11,l3-15) la cristiana della Chiesa non si fos- vano fondato (vedi Colossesi, let-
vaúgelo (lcor 9,12i vedi Fabbri- e (<anatema>) (Gal 1,8; vedi Male- sero trovate d'accordo sulla natu- tera ai). La sua prassi era di con-
cazione di tende) e biasima gli dizione, maledeîto, anatema). ra del vangelo. centrare i suoi sforzi evangelìci sui
apostoli suoi rivali che hanno pre- Si discute su quale fosse la ve- 1.4 I limiti - L'autorità apo- grandi centri urbani, con I'inten-
dicato solo in vista di un guada- ra intenzione del secondo viag- stolica valeva in un ambito ben de- to di estendere la sfera della sua
gno economico (lCor 9,15-18; gio di Paolo a Gerusalemme (Gal limitato. Paolo infatti pone dei aulotità (kato ton kanono, 2cor
2cot 2,l'7: I 1,7-12). Egli accenna 2,1-10). Il modo di esprimersi di confini precisi all'esercizio della 10,15) alle aree circostanti (ta h!-
anche ai <<segni del vero apostolo)) Gal2,2 sernbra indicare che lo sco- sua autorità. Questi confini, con- perekeino,2cor 10,16) con l'aiu-
che si erano resi evidenti nel pro- po fosse quello di cercare una con- cordati tÍa lui e le (<colonne>> del- to dci suoi convertiti (per esempio,
cesso di edificazione della Chiesa valida per il suo vangelo: <<Esposi la Chiesa di Gerusalemme, consi- At l9,l-7; cfr. Col 1,3-8;vediCol-
(2cor 12,12). È diflicile sapere se alle persone più ragguardevoli il stevano in una divisione dei com- laboratori, Paolo e i suoi). ll fat-
icsegni, prodigi e miracoli) di vangelo che predico ai pagani, per piti a caratîere etnico. Paolo to che I'autodtà di Paolo si lim!
2cot 12,12 siano il contenuto di non trovarmi nel rischio di corre- avrebbe dovuto predicare ai Gen- tasse ai Gentili, che egli stesso o
questi segni apostolici o solo lèno- re o di aver corso invanoD- lra tili, mentre Ciacomo, Pietro e i suoi convertiti avevano raggiun-
meni concomitanti, o anche se si queste parole si potrebbe dedurre Ciovanni sarebb€ro dovuti anda- to per primi, spiega di fatto per-
tratti di termini usati dagli avver- che Paolo considerava la propria re dai Ciudei (Gal 2,9); questa di- ché le lettere di Paolo siano indi-
sari. ll problema sorge per il fat- autorità alle strette dipendenze da stinzione è in sintonia con il mo- rizzate quasi esclusivamente alla
ro qhe <segni)> (semeia) viene ripe- quella dei (Dodici>. Tuttavia, in do con cui Paolo definisce il pro- componente <(gentile> delle Cbie-
tùto al dativo plurale, che di soli- altri passi di Calati Paolo nega de- pdo incarico: <apostolo dei Gen- se in cui convivevano i due grup-
to ha valore strumentale o indica cisamente che la sua apostolicità tilir> (Rm 1,5; 15,15-16; cal l,ló; pi dei ciudei e dei centiti (1-2 Co-
qualcosa di concomitante k(con o il suo vangelo dipendano da un lTm 2,7; vedi Missione). Ma an- rinzi, Galati, Efesini, Filippesi, l-2
segni, prodigi e miracoli>). ll ri- riconoscimento o da un'approva- che in questi termini tali confini Tessalonicesi). È vero, d'altra par-
ferimento al (compiersi) (kaleir'- zione da parte degli uomini (Gal non erano assoluti, poiché la stra- te, che nessun apostolo aveva fon-
gaslre) dei segni (da parte di Dio: I,l.l l-12.15-17). La questione di- tegia evangelica di Paolo si rivol- dato direttamente la Chiesa di Ro-
sitratta di un (passivo divino>) e pende in gran parte dal senso che geva anzitutto alle sinagoghe (At ma, ma ciò spiega a sua volta la
la frequenza di questo tipo di ana- si dà all'espressione <<correre inva- 13,5.14; l4,I; 17,2.10; 18,4; 19,8). ùberta di Paolo nel rivolgersi a
coluto in Paolo (Blass-Debrunner- no>r. L'indifferenza che Paolo di- Paolo accenna anche alla <nor- quella Chiesa in maniera autore-
Funk $ 467) fanno pendere però mostra neì confronti dei Dodici di- ma della misura che Dio ci ha as- vole (vedi Romani, lettera ai).
la bilancia a favore della prima mostra che egÌi non riteneva la lo- segnato> (2cor 10,13). Questa 1.5 L'es€rcizio - Benché Pao-
ipotesi. Un'idea che ricorre spes- ro autorità superiore alla sua <misura> era stata violata a Co- lo consideri la sùa autorita come
so è che la predicazione di Paolo ((quali fossero allora, non m'in- rinto da alcuni intrusi che si era- un potere che detiene in virtil del-
non è avvenuta soltanto per mez- teressa)), Gal 2,6). Egli pertanto no <innalzati in maniera indebitat ìa sua missione apostolica (Fm 8)
zo della parola, ma <(nella poten- non può pensare di aver bisogno e avevano tentato di espellere Pao- e ritenga che le Chiese debbano ac-
za e nello Spirito)) (Rm 15,19; di una correzione o di una conva- lo dall'esercizio legittimo della sua cettarla senza riserve (lCor 14,37;
lcor 2,4i Gal 3,5; lTs 1,5; vedi lida apostolica. Lo conferma l'u- missione (2cor 10,12-15). Quale cfr.7,l7), essa è un didtto a cui
Spirito Santo; Potere). so di eis kenon (vedi Caducità, fosse questo suo campo di azio- egli rinuncia spesso in nome di un
Mentre i suoi avversari tentano vuoto, vanità), che altrove in Pao- ne è detto chiaramente in Rm atteggiamento che si mantiene nei
di legittimare la loro autorità con lo è un awerbio con cui si indica 15,18-20, dove egli asserisce di limiti del ragionevole. La sua re-
elementi formali, come le lettere un risultato o una conseguenza, aver predicato il vangelo in aree lazione con le Chiese, tranne in
di raccoúandazione e la ricom- ossia (senza alcun effetto) (2Cor inesplorate, in modo da non co- qualche caso eccezionale, si espri-
pensa economica, Paolo si richia- 6.1:Fil 2,16: lTs 3.5). L'incontro struire su un fondamento aposto- me in termini di esortazione piìr
ma piuttosto alla nascita e alla di Paolo con le persone ragguar- lico altrui. Co nto era diventata che di comando. PcrakaleÒ, ùî'e-
persistenza di una Chiesa (lCor devoli della Chiesa dì Cerusalem- campo d'azione di Paolo non per- sortazione che si usa quando si ha
9,2, 2cot 3,l-2), alla testimonian- me indica pìuttosto che egli si ché i Corinzi fossero Gentili in se il potere di comandare ma non si
za fedele del vaùgelo (per esempio, prcoccupava di sapere se il <van- stessi, ma perché eglì era stato il desidera esercitarlo (Rm 12,1;
lcor 4,1-2,2cor l,lsi 4,5) e alle gelo diverso) (Gal 1,8) dei giu- (pdmo a giungere> sino a loro 16,17; lCor I,l0;4,13.16; 16,15;
fatiche del lavoro missionario daizzanti avesse l'appoggio del (ephthasamen, 2cor 10,14). 2Cor 1,8; 6,1; l0,l;12,18; Ef4,l;
Aùtorità r42 143 Autodta
Fil4,2; lTs4,l.l0;5,14; 1Tm 2,1; di Matrimonio e divorzio, adulte- cfr. 11,2.23) e si preoccupa perché cosi non deriva da lui quello che
Fm 9; 10), ed erótao, una richie- rio e incesto). NeÌla lettera scritta costoro, a loro volta, trovino al- egli ha predicato ai Centili. Si ú
sta che si esprime tra uguali (Fil <in un momento di grande affli- td che facciano la stessa cosa tiene di solito che Paolo si allon-
4,3j lTs 4,1; 5,12;2Ts 2,1), sono zlone>> (2Cor 2,4) tra le due cano- (2Tm 2,2). Alcune Chiese vengo- tani dagli apostoli di Gerusalem-
i termini che Paolo usa di solito niche (1 e 2 Corinzi; vedi Corin- no lodate per <<aver conservato le me quando predica e insegna a co-
per dare istruzioni alle sue Chie- zi, lettere ai), Paolo ordina a quel- tradizioni>> come Paolo le ha loro loro sui quali detiene un potere
se. Questo modo di comportarsi la Chiesa di intervenire nei con- trasmesse (lcor 11.2; cfr. Rm particolare, ma le sue affermazio-
deriva dalla sua idea di autodtà, fronti di chi ha pubblicamente 6,17), e ad altre si ordina di fare ni rivelano qualcosa di diverso.
che è (per l'edificazione e non per contestato la sua autorìtà (2cor altrettanto (Fil4,9; 2Ts 2,15; 3,6). lTs 1,9-10 è una sintesi della pre-
la rovina) (2cor 10,8). Il ministe- 2,5- 1 1; 7,9-13) - Esprimendosi con Questo incadco di trasmettere, an- dicazione di Paolo a Tessalonica.
ro pastorale vi€ne inteso come il comando con l'esortazione in
e ziché di innovare, spiega perché La terminologia (a/errinA, <<yeÍo>>:
un'edlrcazìone in terrl)ini non au 2Ts 3,12, Paolo rivela la sua rilut- Paolo distingua i casi in cui attin- anamenein, <<atte\7deÍe>r', tón ou-
toritari (2cor 1,24: (Noi non in- tanza a servirsi della linea dura ge alla tmdizione (lCor 7,10; 9,14; runÒn, <<i cielir>) e la fraseologia
tendiamo far da padroni sulla vo- (<A questi tali ordiniamo, esor- 11,23-26', lTs 4,15) d,a quelli in cui (<<servire Dio>r, <<attendere il suo
stra fede; siamo invece icollabo- tandoli nel Signore Gesù Cdsto, agisce diversamente (per esempio, Figlio>), che non sono quelle so-
ratori della vostra gioia>). Le im- di mangiare il proprio pane lavo- <giudicate voi stessi), lcor 10,15; lite di Paolo, indicano che egli si
magini che vengono usate rievo- rando in pace)). cît. 7 ,12.25.40; 2cor 8,10). Ri- serve qui del vocabolario della
cano I'intimità dei rapporti fami chiamandosi alle iatiche sostenu- predicazione missionaria giudeo-
liari: <come una rnadre nutre e ha 2. L'AUTORITÀ DEGLI ALTRI te dagli apostoli nel diffondere cristiana e non introduce quindi
cura delle proprie creature) (lTs APOSTOLI 2.1 Autorità e tra- l'insegnamento di Gesù, Paolo nulla di suo. Lo conferma anche
2,'lt cîÍ. Gal 4,19) e (come fa un dizione - L'autorità apostolica può dire di aver trasmesso alle sue la frase <<convertirsi a Dio, allon-
padre verso i propri figli, abbia- non era un'innovazione. Essa si Chiese quello che <ha ricevuto dal tanandosi dagli idoli, per servire
mo esortato ciascuno di voi)) (1Ts radicava in un complesso di tra- Signore)) (lCor 11,23; vedi cesù, al Dio vivo e vero>) (lTs 1,9), con
2,ll-lz; cft. lcor 4,15;2cor dizioni (vedi Credo) sulla vita e detÌi di). cui si descrive tipicamente in che
12,l4a yedi Pastore, Paolo come). l'insegnamento di Gesù, conserya- E problematico perciò capire cosa consista la conversione dei
Ma, d'altra parte, Paolo si ser- te con cura e trasmesse dalla Chie- cosa voglia dire Paolo in Rm 2,16 Gentili al Cristianesimo (cfr. il di-
ve talvolta della propria autorità sa prìmitìva. Gli apostoli avevano e 16,25 (cfr.2Tm2,8) con <il mio scorso di Paolo all'Areopago in
come di un (bastone> per ammo- il compito di trasmettere fedel- vangelor>. Poiché egli ha iÌ com- At 17,16-31; yedi Atene, Paolo
nire i suoi <figli> di quel che po- n\e\le (paredÒ ka) qùeste tradizio- pito di trasmettere, in che senso ad).
trebbe accadere se non si desse ret- rt (tait paradoseis) aruove comu- può dire che il vangelo è soltanto Si può traffe una simile conclu-
ta alle sue parole. Egli redargui- nità, e non di crearne delle altre suo? Originale oon può essere il sione anche dall'insegnamento eti-
sce gli arroganti di Corinto che, se (l Cor I 1,2; 2Ts 2,15). Il processo contenutoJ poiché per lui il suo co di lTs 4,1-12, da cui si può de-
fosse necessario, potrebbe usare il di trasmissione era orale e scritto vangelo è (Gesir C sto, dellastir- durre quali fossero i tre abusi prin-
<<bastone> (lCor 4,21) e <agire se- (2Ts 2,15). pe di Davide, risuscitato dai mor- cipali che i Giudei attribuivano ai
veramente nei loro conftonti)), Le lettere di Paolo ci offrono ti> (2Tm 2,8). Inoltre, la facilità Gentili: gli abusi sessuali (vedi Ses-
una volta tornato presso di loro, qualche scorcio sul contenuto di con cui egli passa da <<il mio van- sualità, morale sessuale), la man-
(con il potere che i1 Signore [gli] tali tradizioni, lormato da detta- gelo> a <il vangelo> (per esempio, canza di amore e l'oziosita. Il fatto
ha dato) (2cor 13,10; cfr. 10,8; gli sulla morte, la risurrezione e Rm 1,1.9.16) e <il nostro vange- che iIr lTs 4,1 Paolo designi que-
vedi Disciplina). le apparizioni di Cdsto (1Cor lo)r (p€r esempio, 2cor 4,3) indi- sto suo insegnamento con la fra-
Con ìe Chiese per le quali non 15,3-8), I'istituzione della nuova ca che si tratta di qualcosa di di seologia tecnica che si usa per de-
sono bastate le sue esortazioni, alleanza da parte di Gesu (1Cor verso dspetto a una particolare scrivere Ia trasmissione della tra-
egìi non esita a far valere la pro- 11,23 26: tedi Cer'a del Signore, forma di vangelo. Forse la solu- diziore Qtare labete), indica anco-
pria autorità. (Nel nome del Si- eucaristia), l'insegnamento di Ge- zione si trova in Gal 1,12, dove ra una volta che egli non era un
gnore Gesù Cristo) egli ordina ai sìr sulla fine dei tempi (2Ts 2,1-15; Paolo distingue tra il dcevere il inrlovatore, ma trasmett€va sem-
Tessalonicesi di dissociarsi da co- redi Escatologia) e norme sul com- vangelo ad opera di una tradizio- plicemente quanto si riteneva di
loro che nella comunità si rifiuta- portamento etico (Rm 6,15-18; Fil ne umana e (come nel suo caso) il solito che fosse appropiato e ne-
no di lavorare (2Ts 3,6-15). Così 4,8-9t 'redi Etica) e sulle respon- riceverlo tramite una rivelazione cessario per I'istruzione dei Gen-
pure, <come se avesse già pronun- sabilità nei confronti della comu- particolare (yedi Conversione e tili che si erano conv€rtiti- Lo stes-
ciato il suo giudizio)), comanda al- nirà (2Ts 3,6-15; cfr. lcor ll, chiamata di Paolo). so si ricava se facciamo un con-
la Chiesa di Corinto di (dare in 2-34). 2.2 L'autorita e l'insegname[- fronto con le condizioni stabilite
balìa di Satana> uno dei suoi Paolo ricorda spesso ai suoi fe- to ai Gentili - Come Paolo non dal concilio di Gerusalemm€ per
membri che conviveva coù Ia mo- deli di aver loro trasmesso fedel- ha innovato nulla quanto al kerig- appianare le tensioni che erano
glie di suo padre (lCor 5,3-5; re- mente la tradizione (lcor 15,3; ma (vedi Predicazione, ke gma), sorte tra i Giudei e i Gentili che
Autorità t44 145 Autorità
erano membri di ulla stessa comu non ammette che vi possa essere
lità>>, per Paolo poco importa (Fil personale, ma a coloro che smi-
nità (At 15,19-21). una co-autorità. L'aùtorità per lui
2.3 Autorilà e collegialilà - l,l5-18). La <falsita) deriva inve- nuiscono il suo compito di predi-
consisteva nella relazione padre-
ce da un'errata concezione dell'a- catote (vedi Predicazione, kerig-
L'autorità apostolica si fonda es- figlio che si era creata con il pro- postolicità e quindi da un eserci-
senzialmente sulÌa chiamata a pre- cesso di fondazione di una Chie-
ma) e di maestro (vedl Insegna-
zio sbagliato dell'autorità. Paolo mento, parenesi) del vang€lo in
dicare il vangelo, ma poiché esi- sa. Avendo raggiunto per primo
stono compiti distinti e (territori) i Corinzi con il vangelo, egli può infatti definisce (falsi>> coloro che una particolare comunità. Se, in
si arrogano un'attività missiona- ultima analisi, si servono Cristo e
assegnati a persone diverse, Pao- chiamare i membrì di quella co-
ria che non compete loro (2Cor
lo ritiene che il compito di evan- munità (figli miei carissimi)
la sua Chiesa, le rivalità persona-
gelizzare (redl Missione) sia un la- (1Cor 4,14). Questa ((generazione
10,15-16), che predicano un van- li sono di scarso rilievo.
gelo diverso (2cor 11,4; Gal 1,8)
voro in collaborazione, che viene nel vangelo>> dà a lui il diritto di
e che si iltromettono nel campo 4. L'AUTORITÀ NELLA CHIE-
paragonato a quello agricolo, do- chiedere ai suoi convertiti di (imi
ve tra i (collaboratori) (lCor 3,9) tarlo> (lCor 4,16: vedí Imitazio- altrui (2cor 10,12-14). Il loro in- SA - L'autorità non è solo una
tento non è quello di <collabora- prerogativa dell'apostolo. Paolo
uno <pianta> e ùn altro <ir ga), ne di Paolo,/di Cristo) e spiega Ia
re)), ma di ((sostituirer, avanzan- riconosce che vi sono nella Chie-
come stabilisce il Signore (lCor cura corr cui, a sua volta, rispetta
3,s-6). il territorio afîidato a Giacomo a do la pretesa di avere delle creden- sa due lorme di autorità, quella
Ma non tutti consideravano il Gerusalemme (At 21,20-26).
ziali migliori, Essi portano e ri- individuale e quella corporativa.
chiedono lettere di raccomanda- Esorta i Tessalonicesi ad aver -
compito di evangelizzare come La situazione dì Codnto mostra
una collaborazione. Paolo para- zione (2cor 3,1-3), si gloriano di guardo <<per quelli che sono pre,
che l'autorità apostolica non esi-
appaltenere a una discendenza su- post\ Q)roistamenous) Uorol nel
gona la sua fondazione della Chie, me dal giudizio. <Tutti inîatti periore a quella di Paolo (2cor
sa di Corinto all'opera di un ar- dobbiamo comparire davanti al Signore> (lTs 5,12). Si tratta qui
chitetto, il quale, dopo aver posto 11,21-22) e si vantano di possede- di un'autorità che fisiede nel loro
tribunale di Cristo>, afferma Pao-
egli stesso le fondamenta di un 1o, <ciascuno per ricevere Ìa ri-
re una miglior coroscenza delle operato piuttosto che nella loro
realtà spirituali (<visioni e rivela- condizione o nella loro posiziole
edificio, trova che coloro che han- compensa delle opere compìrìte
no appaltato la costruzioDe non zioni>, 2cor 12,l; <segni, prodi- personale. Come tali, devono es-
finché era nel corpo, sia in bene gi e miracoli>,2Cor 12,12). Il lo- sere trattati <con molto rispetto>
seguono il suo progetto e anzi slra- che in male, (2cor 5,10; cfr. lcor
volgono le fondamenta (lCor 3,13-15). La condizione di aposto-
ro intento non è quello di predi (lTs 5,13). E nella comunità cri-
3,10-t2). Ma per costoro è pron- care il vangelo, ma di <traviare stiana vi è anche un certo spazio
lo non fa qui alcuna differenza,
to il giorno del giudizio, quando poiché Dio non giudica in base al- dalla semplicità e purezza nei ri- per l'autorità delle donne. Diver-
sarà ben visibiie la qualità dell'o- la posìzione che si occupa nella
guardi di Cristo) (2Cor 11,3; cfr. samente dalla società greco-
pera di ciascuno (lcor 3,13-15; Gal 1,8). Il loro movente è il gua- romana e da quella giudaica, Pao-
Chiesa (Gal 2,6). Queslo risulra
yedi Ricompensa). Non è chiaro dagno (2cor 2,17; 11,20) e il de- lo sottolinea la rcciprocità nelle re-
chiaro dal conîronto tra Paolo e
se Paolo pensi al lavoro dei giu-
siderio di dominio (<ridurre in ser- lazioni matrimoniali, dove il ma-
Pietro ad Antìochia, poiché que-
daizzanti che formavano la cor st'ultimo (evidentemente aveva vitìr>, <<colpire in faccia>, 2Cor rito e la mogÌie si cedono I'uno
rente farisaica della Chiesa di Ge- torto) quando si era riliutato di 11,20). Come tali, si mascherano con l'altro i propri <<diritti> (lCor
rusalemme (lcor 7,18) o forse an- da minist di giustizia, ma in real- 7,3-4). Come simbolo della loro
sedere a lavola con i Gentili (Gal
che a Pietro (lCor 3,21; cfi. 9,5). 2,lt-t4). tà sono servi di Satana (2cor autorità, le donne sono invitate a
Se si tratta di Pietro, allora il ca-
ll,14-15), non servi di Cristo coprirsi il capo quando pregano e
(2Cor l l,l3). profetizzano (1Cor 11,10). Si è di-
so di Corinto rappresenta una vio- 3. L'AUTORITÀ DEGLI AV- Alcuni hanlo ritenuto che Pao- scusso a lungo su cosa intenda di-
lazione di quella divisione dei VERSARI - Dato che Paolo ri-
compiti che era stata îissata con tiene che l'attivìtà apostolica sia
lo sia stato troppo severo nel giu- re Paolo in lCor 11,10 con <la
dicare questi apostoli suoi rivali, donna deve avere exorsra sul suo
l'accordo stipulato tra Paolo e le una (collaborazione>. è interes-
(colonne)) (Gal 2,9), e un'intru- sante vedere come mai egli parla
Ma quando erano in discussione capo>. È molto probabile che ab-
sione nel (teritodo)) che il Signo- di <lalsi apostolir (2cor 1 1,13-15;
il vangelo
e la causa di Cristo, co- bia ragione M. Hooker, secondo
re aveva assegnato a Paolo (lCor me a Corinto e in Galazia, le os- la quale il coprirsi il capo da par-
vedlApostolo; Oppositori di Pao-
servazioni di Paolo sono in linea te della donna è un segno del ((po-
3,10). 10).Un'errata motivazione dì per
con i giudìzi pronunciati nell'AT tere) datole da Dio di esercitare le
Non è che Paolo esitasse a con- sé non era sufîiciente agli occhi di
contro i falsi profeti, il cui inten- funzioni della preghierc (tedí Pre-
dividere il
compito apostolico. Paolo per diventare un awersario.
to era di îar deviare Israele dalla ghiera) e della profezia (vediPîo-
Egli ha accolto chiaramente altri <Purché... Cristo venga annunzia-
apostoli come collaboratori. La ton, egli (si rallegra> (Fil 1,18; sua adesione a Yhwh e all'allean- fezia), di cui si parla in lcor 11,5.
za (per esempio, Dt 18,20; cfr. Ger Una spiegazione altemativa sa.reb-
distinzione sta iÍvece nella sua cfr. lcor 15,11). Anche se si pre-
28,l5-18). L'etichetta di <awersa- be che la copertura del capo può
concezione dell'autorità. Mentre dica Cristo (per invidia e spiiito
inlatti ritiene giusto collabora.e, do)t non viene applicata a coloro rappresentare la funzione della
di contesa> o <con spirito di riva-
che contestano Paolo su un piano donna come <compagna>t nell'or-
Aulorità 146 t41 Aùlorità civile

dire della creazione (lCor 11,9), nersi autorizzati a non rispettar€ versity Press, Cambridge 1975; Schnacken- Cittadinanza, romana e celeste).
bùtgF.., Apostler Be.îore and Dutitg Paul's Come tale, egli aveva la facoltà di
mentre la preghiera e la profezia Ìe convenzioni sociali correnti lne, in W. W. Gasque R. P. Mtrtin
esprimono la sua funzione nell'or- (lcor 11,6.13); inoltre ammonisce (edd.), Aposfalic Histot! a d the Gospel, ricorrere a Roma per difendersi
dine della redenzione (vedÌ Capo:' a non eliminare la distinzione tra Eerdmans, Grand Rapìds 1970, pp. 287- contro l'accusa di aver violato la
il bene e il male per via di un îra- 303. leqee (vedi Sistema legale roma-
Uomo e donna).
tello o di una sorella <pit) debo- no). Egli perciò ha fatto appello
Anche la Chìesa possiede auto- L. L. Belleville
rità, ir quanto è il <corpo> di le> (1Cor 8,11; vedi Forte e debo- all'imperatore (At 25,10-12.25).
cui Cristo è il <capo> (Ef 1,22; le), a non esercitare i carismi (ue- Quanto ci dicono gli Atti sulla
AUTORITÀ CIVILE cittadinanza romana corrisponde
4.15-16:5,23: Col l,l8; 2,19; ve- di Doni dello Spirito) senza tene-
perfettamente alla situ^zione che
dl Corpo di Cristo). L'esercizio re re in considerazione il dovuto or-
dine cuituale (lCor 14,33.40) e gli conosciamo per la meta del seco-
sponsabile de11'autorità corpora- SoMMARTo - l Autoita civjli; 2. Rm
interessi del non credente (lcor t3,l-7. lo, nella quale il testo si inquadra
tiva è qualcosa che Paolo ha in-
meglio rispetto alla situazione del-
culcato con molta diîficoltà alle 14,23-25), o a non fare in modo
sue Chiese. A qÌìesta responsabi- che la testimonianza dei cristiani
In una societa I'autorità civile la fine del secolo. Dobbiamo ag-
lità corpo.ativa della Chiesa spetta sia messa a repentaglio nell'am-
è il contlollo centralizzato il cui giungere anche che il prestare ser-
(esaminare)) (lTs 5,19-21) e <giu- biente in cui essi vivono (lcor
potere di formulare e dirafforza- vizio in un ufîicio pubblico era
re le norme che reggono Ia socie- considerato lecito a un credente
dicare le proîezie) (lcor 14,29), 5,1).
ammonire gli oziosi, incoraggiare
tà gli viene confe to dai gruppi (Rm 16,24).
dotati di potere sociale. L'insegna-
i timidi e sorleggere i deboli (lTs Vedí anche: Apostolo; Autori-
5,15), punire chi si comporta ma-
mento di Paolo sull'autorità civi- 2. Rm 13,1-7 - L'occasione
tà civile; Chiesa, ordinamento e
le non è diretto né esaustivo, ma che ha indotto Paolo a occuparsi
le (2cor 2,6), scomunicare chi per- governo della; Conversione e chia-
è inserito nei suoi tentativi di cor- dell'autorità civile in Rm 13,1-7 è
siste nel peccato (1Cor 5,2.10-13; mata di Paolo; Disciplina; Liber- reggere i fraintendimenti che pos- collegata a un problema che egli
2Ts 3,6.14-15) e accogliere di nuo- tà; Oppositori di Paolo; Pastore, sono sorgere sulla libertà del van- ha dovuto affrontare spesso nella
vo chi si pente (2cor 2,7-8). Que- Paolo come; Potere; Tradizione. gelo. Egli ha subìto la persecuzio- sua predicazione nissionaria: al-
sta autorità deriva dal (polere del
ne da parte delle autorità civili, ma cuni potevano essere tentati di
Signore Gesir>, che è presente tra BrfL Banks R. J., Frcedam and Autha'
si è anche appellato loro per rice- usare della loro libertà cristiana in
coloro che (sono radunati l1el suo ùú ìn Education. II: Paul'"- view of Au'
verne protezione. un modo che era ritenuto contra-
nome> (lCor 5,4; cfr. anche Mt thotity, h Jaunal of Christian Education
18,20), e dal possedere il <<Pensie-
56 (19?ó) 17-24; Barrert C. K., Paul's Op' rio a quanto vigeva sul piano so-
panents in 2 Corinthìant, in Essars on Paul, I. AUTORITÀ CIVILI _ L'AU- ciale in materia di matrimonio, di
ro di Cristo> (lCor 2,16). Per wcslminster, Philadelphia 1982, pp. 60_8ól
torità civile comprendeva diversi lavoro e di schiavitu (},edi Schia-
quanto riguardava la punizione Best E., Paul's Apasîolic Authaiù?, in
gradi: dall'imperatore ai governa- vo, schiavitil), oppure potevano
dei peccati, il îar valere il proprio "rSNI 27 (1986) 3 25; Campenhauscn H.
potere e il rinunciarvi era qualco-
\oi, Ecclesiasti.al AuthotiÌy and Spiitual to (proconsoli, procuratori e re) pensare di ritenersi liberi da codi-
Paú)er in rhe Chutch of the FiBt Thîee Cen- che lo rappresentavano I ai magi- ci morali. Come già in preceden-
sa che le Chiese deì Gentili gesti lr|ier, Stanford Univ€rsity, Stanford l9ó9;
Dunn J. D. G., The Relaîionship Between strati civili dotati di poteri locali za Paolo aveva dovuto tratfare in
vano con dìfîicoltà. Piìr volte Pao-
Paul aM Jetusuletn Accordíns to Galatians (vedi Sistemi politici). In Ciudea questa lettera la questione di una
lo ebbe a rimproverare ùna Chie-
sa perché non esercitava la sua au-
1a,d?, in NîS 28 (1982) 461-4?8 [= ld., il potere locale era detenuto dal malintesa libertà dalla legge mo-
Jesus, Paulirul the LN,welminsier John
sommo sacerdote e dal Sinedrio. saica (Rm 6,15), così ora in Rm 13
torità (1Cor 5,2; 6,1;2Îs 3,6i ve- Knox. Loùisville 1990. ìrp. 108'1261; Ellis
8.E., Poulantl Hís Opponents: Trc ds in Secondo i racconti degli Atti, la egli affronta il problema di una
dl Disciplina). À€seo/.r. in J. Neùsner (€d.), Chtístìanìry, persecuzione di Paolo fu dovuta malintesa libeftà dalla legge civile.
Le dilficoltà che incontravano
Ie Chiese dei Gentili consistevano
Judaism and Othet Grcco-Raman Cults: alle autodtà locall, (At 16,22-24; lCor 6 ci fornisce l'esempio di
Studíes Íor Morto Smith, pane 1s, E. J.
B.ill, Leiden 1975;Hay D.M., Paul's I ' 24,1-8; cfr. lTs 2,2). (Le punizio- una libe à connessa con iÌ mes-
in parte nel uscire a conciliare tra
loro 1'autodtà corporativa e la li- dijJercnce to Authotitr, \n "raz 88 (i969) ni severe di cui si parla in 2Cor saggio cristiano, la quale però può
36-44i Holmberg 8., Paùl a Pawer: The 11,25 furono inflitte forse da au- far sorgere il problema affronta-
bertà individuale. Pur insistendo Sttucture of Authotiry in the Prinitire
chiaramente sul fatto che (Cristo Chutch ds Reftected in îhe Pauline Epistles,
todtà civili che hanno oltrepassa- to in Rm 13. Paolo ammonisce i
to i limiti delle loro competenze). suoi lettori a non citarsi in giudi-
ci ha liberati perché restassimo li- Fofress, Philadelphia 1983; Hooker M- D.,
Authotìlt on Het Head: An Exaninatian L'incidente riportato in At 14,5 ha zio I'uno con l'altro presso i tri-
beri>> (Gal 5,1; 1co. 10,25.29; cfr. t
o.f Cot. XI.lj, in NÎS 10 (1963 19#) le caratteristiche di una sedizione bunali pagani (vedi Procedimen-
exesti , lcot 6,12:10,23), Paolo 410 416r Mafin R. P., Authariry in the
popolare. Ma piil spesso l'autori- to legale). Eg[ ricorda il loro com-
ammonisce contro l'uso indiscri- LíEht af rhe Apostolate, Trudítion and the
Cdnon, \\ E Q 40 (\968) 66 82; Neunann tà civile è interyenuta per liberare pito escatologico di giudici del
minato di questa libertà (per esem-
pio, Rm 6,1-23). Egli si preoccu- K. J., Paut's Use o.f Authotí|! and Pe6ua' Paolo (At 23,10). Egli si appella mondo e chiama le autorità civili
tion ih rhe Catinthían Letterc, in Consen' ai propri diritti di cittadino roma- <ingiuste> (lCor 6,1) e <infedeli>>
pa in modo particolare che la li- s,s5 (i979) 15 23i Schutz LH., Pauland
bertà cristiana non significhi rite- the Anatomy oÎ A postolic Aut horit!, U^i no (At 16,37; 21,39;22,25| yecli (lcor 6,6). In lPt 2,16, un brano
Autorità civile 148 149 Awersita
Una visione negativa dell'auto- ind the State Doi)n to
de to Pagall Sociery
che è parallelo a Rm 13,1-7, Pie- tura troppo speculativa ma anche the Time of Constantinus, T. & T. Clark,
tro aflèrma decisamente che si de- da due altre ragioni. Da un lato rità è implicita invece nella conce- Edinbùrsh 1925; Cranfield C. E. B., -4
ve essere liberi: (comportatevi co- Tacito cita la protesta contro i tri- zione paolina dei <<principati e po- Connentary o Ronans 12-13,51îOP 12,
me uomini liberi, non servendovi buti, awenuta sotto Nerone, per testà>, ossia degli esseri angelici Oliver & Boyd, Edinbùrgh l9ó5t Frieddch
che prendono pafle alla $eazio- Letal., Zut histotischen Situation und In-
della libertà come di un velo per fornire un esempìo di clemenza tentiotl \)on Róm 13,1-7, irr ZTK13 (1976)
coprire Ia malizia, ma come ser- popolare di questo imperatore e ne divina € al governo del mondo 13l-166; Ceorei D., Theo$acJ in Paul's
vito di Dio)) (lPt 2,16). Benché non dice che vi siano state insu- (Dn 10,13.20-21; 12,1), ma che, Pruxis a d Theolosr,Foftress, Minn€apo-
secondo il punto di vista apoca- lis l9ó9, pp. 196-216; Kiisemen E., P/,t
questo problema possa essersi pre- bordinazioni o che si sia verifica- ciples ol Inteúretation oÍ
oî the Interyretation af Ronans 13,
13.
sentato anche nella Chiesa di Ro- ta una resistenza antigovernativa. littico, sono decaduti. In Rm 8, i.r Nel,, Testament Quesîions oÍTotiar,Fot-
ma, la raccomandazione di usare D'altro lato sono scarse Ie testimo- 35.38-39 Paolo collega queste po- tress. Philadelphia
tress, 19ó9. pp.
PhiladelDhia 19ó9, DD. t9G2l6;
t9G2l6: Mott
responsabilmente della propria li- nianze che parlano di tumulti giu- tenze alla persecuzione dei creden- S. C., Biblical Ethics and Social Cha ge,
ti. Parlando delle potenze angeli- Oxford Universily, New York 1982; Re€se
bertà si capisce meglio se si ritie- daici in Roma, collegati alle agi- 8., The Apostle Paul's Exercise o! His
ne che la lettera ai Romani tratti tazioni palestinesi, anche durante che Paolo usa la terminologia con Rights as a Romdn Citizen as Recoùed in
di questioni generali che riguarda- le famose rivolte giudaiche. cui si designano di solito i poted the Book of Acts,1D ErQ 47 (197t r38-145;

i
vano crisliani delle Chiese dì Lo stretto parallelo tra Rm 13 e politici sul piano umano, ma iÌ Selwyn E. G., The First Epis e of Sr. Pe-
,€r., Baker, Grand Rapids 19471 (rist.
Paolo. L'esortazione a pagare il lPt 2,13-lT rende molto probabile contesto dice chiaramente quale 1981); Sherwin-whiteA. N., Ronan Socie
ttlbùto Q)horos, Rm 13,6) confer- che ambedue gli autori si siano ser- ne sia il significato. Non bisogna t! and Romon Law in lhe Ne|9 Tesîament,
dunque pensare che siccome Paolo University Press, Oxford 1963, pp.48-ll9ì
ma che questo orizzonte si esten- viti di una tradizion€ comune, de - W|nkW., Namine the Po\|eri: The Lan-
de a tutte le Chiese, poiché la tas- vata forse dal Giudaismo ellenistico. usa la stessa terminologia in Rm
Buage of Powet in lhe Nev Testane4t, For-
Rm 13,1-7 si troya in un conte- 13 o in lcor 2,8, si riferisca a po-
sa di cui si parla non veniva rac- tress. Philadelphia 1984.
colta nella capitale, st'o che viene introdotto da Rm teri angelici e cosmici e non a po-
Altre ipotesi che si sono formu- l2,l-2. L'ess€re subordinati al go- te umani e politici. S. C. Mott
late sul motivo che può aver dato verno civile, soprattutto con l'a-
occasione a Rm l3.l-7 fanno ri- zione simbolica del pagare i tribu- Vedi qnche: Cittadinanza, ro-
ferimento a particolari situazioni ti, è un aspetto della vocazione a mana e celeste; Etica; Imperatori AVVERSARIO ESCATOLO-
il culto spirituale nella romani; Libertà; Principati e po- GICO: vedi Apocalitticai Escato-
di Roma. Tacilo afferma che vi esercitare
eraDo stale proteste contro le tas- vita quotidiana in mezzo al moÍ- t€stà; Procedimento legalej Siste- logia; Uomo dell'iniquità, potere
se sotto Nerone, nell'anno 58 d,C. do. Si invita a essere sottomessi ma legale romano; Sistemi politici. che trattiene
(Tac\lo, Ann. 13.50-51). E prirna (hypot1ssò, Rml3,l; cfr. Tt 3,1),
ancora (49-50 ca. d.C.) Claudio ponendo i propri interessi in se- BrBL. - Bors M.,
'4
Nel, Conterl fot Ro- AYVERSITÀ : v ed í Aî flizioni.,
nans XIII, in NTS 19 (1913) 2O5-218i Ca-
aveva espulso da Roma i Ciudei condo piano rispetto alle esigen- doùx C. J., Ire EatU Church and the prove, difficolta, tribolazione; Sof-
(che erano in continua agitazio- ze che derivano dai rapporti con Wo d: A History of the Chtìstian Attitî|- ferenza
ne per la propaganda di Cresto le autorità civili. La sottomissio-
(impulsore Càresto)> (Svetonio, ne è anche un dovere di coscienza
Claud. 25 .4) . Si è pensato che que- (sJneidcsís, Rm 13,5). Le autori-
sto Cftlesllls (una pronuncia alter- tà civili, di qùalùnque grado, agi-
nativa di Crrislrs) fosse ùn sedi- scono in nome di Dio. Il servizio
cente Messia. Poiché le agitazio- che esse rendono a Dio 1o rendo-
ni stavano aumentando in Palesti- no anche al popolo, allontanando
na, nel 56 d.C. Paolo avrebbe am- ilmale e promuovendo il bene
monito i cristiani che avevano fre- (Rm 13,4). Paolo non precisa in
quenti contatti con la comunità che cosa consista questo bene (lo
giudaica a non lasciarsi coinvolge- agathon), manel Ciudaismo elle-
re in eventuali iùsulrezioni che si nistico e nell'AT la concezione che
fossero ripetùte o a non associar- si ha dell'autorità è essenzialrnente
si alla protesta contro i tributi. pastorale e paterna. In un testo
Questi atti di disobbedienza, così paolino piii tardivo, lTm 2,2, si
si ritiene, avrebbero dovuto esse dice che le autorità civili devono
re motivati dal desiderio di una promuoveÍe una vita calma e tran-
giusta protesta, e non dal vizio o quilla, che per 1'autore è necessa-
da un atteggiamento antillomisti- ria per poter realizzare il proprio
co. Ma questa ipotesi generale è compito missionario (l'f m 2,4', ve-
indebolita non solo dalla sua na- dl Missione).
l5l Barnaba

aveva dei parentj a Gerùsalemme. la Chiesa crebbe ancora di più.


Suo cugino (gr. anepsios, Col Poiché Tarso non era lontana e
4,10) era Giovanni Marco, la cui Paolo era divenuto molto noio
madre Maria abitava a Gerusa- nelÌe regioni della Siria e della Ci-
lemme e aveva ospitato la Chiesa licia (Gal 1,21-Z), Bamaba 10 cer-
a casa sua (At 12,12). Questo spie- cò e lo invitò a unirsi a lui nel la-
ga il rapporto cordiale che esiste- voro ad Antiochia. Paolo e Bar-
va tra Barnaba e Giovanni Mar- naba esercitarono insieme il loro
co qùando quest'ultimo, ancora ministero in quella Chiesa per un
giovane, tornò a Gerusalemme anno (At 11,26).
durante il primo viaggio missiona- Barnaba andò anche con Pao-
rio di Paolo (At 13,13; 15,36-41). lo a Gerusalemme per soccorre-
re quella comunità colpita dalla
BARNABA l. L'AMBIENTE Barnaba era 2. MINISTERO CON PAOLO carestia (At 11,2?-30). Antiochia
originado di Cipro (At 4,36), ma Paolo e Barnaba divennero sfret- era allom la terza città dell'impero
SoMÀ{^Rro - l. L'ambìenle; 2. Mìnifero si era lrasferito a Gerusalemme. ti collaboratori nell'esercizio del romano quanto a grandezza (do-
con Paolot 2.1 Il primo inconlroi 2.2 Le sue prolonde radici giudaiche, loro ministero. Il fatto che ambe- po Roma e Alessandria) e la sua
Viaegi missionarj; 2.2. I Il prino vìaggio; in quanto levita (At 4,36), e l'am- Chiesa, senza dubbio la più ricca,
2-2-2 Il concilio di Gerusalenme: 2-2.1
due fossero vissùti nella diaspora
Il secondo viaggio; 3. cli scritti. biente ellenistico in cui era vissu- e fossero slati educati in ùna tra- decise dì condividere i propri averi
to come membro della diaspora dizione conservatrice (Paolo come con i cristiani di Gerusalemme,
Barnaba è un nome greco che giudaica gli lecero acquisire una fariseo e Barnaba come levila) li pìr)poveri. Quella visita non fu ca-
Luca in At 4,36 interpreta come formazione simile a quella di Pao- rendeva facilmente adatti ad af- ratterizzata da eventi particolari,
huios pqra k lèseòs (<liglio dell'e- lo, di cui sarebbe divenuto un ami- îrontare insieme il loro ministero. a meno che non si ritenga che Gal
sortazione>). Si tratta in realtà di co fedele. A1 pari di altri, come, 2.1 Il primo Ìncontro - Quan- 2,1-10 descriva un episodio awe-
un vezzeggiativo dato come so per esempio, Stefano, Barnaba è do Paoìo tornò a Gerusalemme nuto allora. Questo sembra vero-
prannome a un levita che si chia- uno di quei tanti Giudei ellenisti dopo la sua conversione e il sùo simile (e qui si fonda la teoria della
mava Giuseppe (At 4,36), il qua- che erano tornati a Gerusalemme. lungo soggiorno in Arabia, gli Galazia meridionale), poiché am-
Ie divenne uno dei colleghi piu Luca ci ricorda che al momento apostoli erano comprensibilmen- bedue i viaggi avvennero in segui-
stretti di Paolo. L'uso di <figlio> della crocifissione e durante la te guardinghi nei suoi confronti. to a una rivelazione (Gal 2,2: Ar
per indicare la qualità di una per- Pentecoste vi erano nella città Ma dopo che Anania ebbe intro- I1,27-28) e si inseriscono bene nel-
sona è comune nel moldo semiti- molti Giudei ellenisti. Barnaba era dotto Paolo nella comùnità cri la cronologia (vedl Cronologia di
co, ma è comunque difficile rico- uno di quelli. Secondo un'antica stiana a Damasco, Barnaba si fi- Paolo). D'altra parte, Cal 2,1-10
struire l'originale ebraico o ara- tradizione testimoniata da Eusebio dò della sua piena conversione (ve- sembra un parallelo inadeguato di
maico di questo nome. Qualcuno (che cita Clemente Alessandrino in dl Conversione e chiamata di Pao- At 15. Questo signiiica che Bar-
ha proposto <Figlio di Nebo> (gr. Hist. Eccl. 1.ll.l2; 2.1.1), Barna- lo) e divenne il suo garante pres- naba assistette direttamente alla
Barnebon), ma per lo piìr si ritie ba era uno dei settanta discepoli so i capi di Cerusalemme (At controversia sulla circoncisione e,
ne che il nome derivi da <figlio> inviati da Gesir (Lc l0). Ma è im- 9,27). Con l'aiuto di Barnaba, almeno su questo punto, si schie-
(óar) <di profezia> (n"bú'ó; cîr. possibile verificarlo. Paolo fù invitato al centro della rò dalla parte di Paolo (Gal2,9).
ebt. nabî', (proîeta)). Il lermine Barnaba aveva acquistato del vita della Chiesa. Ma lo stesso non si può dire per
Eteco pqruklèsís, che Luca usa nel- te[eno a Gerusalemme. La prima Dopo quindici giorni (Gal l,l8), un altro episodio che ebbe luogo
la sua traduzione, indica di fatto volta in cùi compare nel NT, egli Paolo salpò da Cesarea p€r torna- dopo che Paolo e Barnaba furo-
la funzione dell'esortare e del pro- figura tra i primi convertiti e si di- re a Tarso, mentre Barnaba restò no tornati ad Antiochia. Pietro
clamare, tipica del profeta. E que- ce di lui che aveva venduto ìln a Cerusalemme. Ma la Chiesa cre- era venuto ad Antiochia ed era vis-
sto è appunto qùanto ha caratte- carnpo e ne aveva versato l'impor- sceva rapidamente, soprattutto tra suto in piena sintonia con i cristia-
rizzato la figura di Bamaba. In At to agli apostoìi (At 4,36-37). Di- i Giudei greci ed ellenisti, e ben ni Gentili, ma si era poi astenuto
13,1 con I'espressione (<proîeti e venne presto un capo molto am- presto una Chiesa cristiana pro- dal prendere cibo con loro quan-
dottorin si indica sia lui come al- mirato e stimato in seno a quella sperò nella città di Antiochia di Si- do era giunta una delegazione con-
tri capi della comunità cristiana. comunità. Dopo la morte di Ste- ria. Gli apostoli inviarono Barna- servatrice da Gerusalemme (Gal
A Listra (At 14,12) Barnaba è fano, quando molti ellenisti fug- ba ad Antiochia perché si prendes- 2,ll-13). Ancor peggio, secondo
persino chiamafo <Zeus>> dai pa- girono verso il Nord (At 8,1), ri- se cura di quella comunità (At le parole di Paolo, anche Barna-
gani di quella città. ln At 14,14 mase a Gerusalemme con gli apo- 11,22). Sotto la sua guida, <da uo- ba (si lasciò attifare nella loro ipo-
è definito <apostolo)) assieme a stoli. mo virtuoso quaì era e pieno di crisia> (Gal 2,13). Barnaba era un
Paolo- Sappiamo anche che Barnaba Spirito Santo e di fede) (At 9,24), uomo che aveva le sue idee e Pao-
Bamaba t52 153 Battesimo

10 restò sorpreso nel vedere che il se la sua parola, che era quella di caso di ùn levita come Barnaba. Dai riferimenti al battesimo nel-
suo collega si era messo contro di uno che si era convertito ed era di- Non si può però dimostrare che le lettere di Paolo risulta evidente
lui in questa controversa questio- venuto un capo prima di Paolo, Barnaba sia l'autore di Ebrei. che egli dà per scontato che tutti
ne della circoncisione dei Gentiìi, ebbe un peso rilevante. Barnaba Esiste anche uno scritto che si i credenti in Cristo siano stati bat-
2,2 Viaggi rnissionari Dopo era stato discepolo della Chiesa di chiama Lettera di Barnoba (che îa tezzati. Basterà un soìo esempìo a
la visita a Gerusalemme dovuta al- Gerusalemme e ora stava relazio- parte della letteratura attribuita aj dimostrarlo. L'esposizione che
la carestia, At 13 ci dice che il nando agli uomini che erano stati padri apostolici); Origene (C. Paolo fa del battesimo in Rm 6
gruppo dirigent€ di Antiochia si le sue guide. Cels. 1.63) e Clemente Alessandri- inizia richiamando un'obiezione
era allargato (includendo anche 2.2.j Il secondo viaggio ll se- no (Strcm.2.6,7) I'hanno ritenu- alla sua dottrina della giustifica-
Simeone, Lucio e Menaen, At condo viaggio fu I'occasione che ta canonica poiché pensavano che zione per iede senza le opere del-
13,1). A Barnaba e Paolo (il testo determinò la rottura dei rapporti I'avesse scitta Barnaba. ll Codi- la Legge: <<Se così è>, dice in pra-
segue quest'ordine e non pone tra Paolo e Bamaba. Quest'ulti- ce Sinaitico contiene addirittura tica l'obiettore, (perché non pec-
quindi Paolo al primo posto) fu mo voleva offrire ancora una pos- una copia della lettera, che collo- care di piu per dare piir spazio al-
dato f incadco di intraprendere un sibilità a ciovanni Marco, ma ca dopo I'Apocalisse. Ma gli stu- la grazia giustificante di Dio?)).
viaggio missionario verso occi- Paolo oppose un netto rifiuto (At diosi ritengono oggi che essa sia Paolo risponde iacendo appello al
dente. 15,36-41). Luca usa una certa di- del II
sec. (per lo piu verso il significato del battesimo: (Noi che
2.2.1 primo víaggío La de- screzione quando scrive: <Il dis- 132-135 d.C.), e trovano diîficol- già siamo morti al peccato, come
cisione di salpare per Cipro può seíso Q)aroxtsmos) fu tale che si tà a metterla in qualche relazione potremmo ancora vivere nel pec-
essere stata suggerita da Barnaba, separarono l'uno dall'altro> (At con Barnaba, poiché il testo non cato?). E continua: (Quanti sia-
poiché quella era la sua patria ed 15,39). Ancora una volta Barna- lo nomina mai. mo stati battezzati in Cristo Ce-
egli era in grado di conoscere be- ba stette sulle proprie posizioni e sil, siamo stati battezzati nelÌa sua
ne l'isola. La rnenzione di Giovaa- quando Paolo riunì attomo a sé Vedi anchei Antiochia sull'O- morte); e concÌude: <Così anche
ni Marco in At 12,25 e 13,5 indi- dei nuovi collaboratori Barnaba e ronte; Collaboratori, Paolo e i voi consideratevi morti al pecca-
ca che anch'egli era stato presen- Giovanni Marco tornarono a Ci- suoi; Missionei Paolo negli Atti e to, ma viventi per Dio, in Cristo
te e attivo ad Antiochia e aveva pro, dove Luca fa terminare la lo- nelle Lettere. Cesu>. È chiaro che quando par-
collaborato con Barnaba e Saulo. ro storia, la di <noi che già siamo morti aì
Ma quando Barnaba e Paolo, do- Sembra che Paolo, Barnaba e Brar Baúckham R. J.. -Barraòas l/1 Gd- peccato)), (quanti siamo stati bat-
po essere giunti in Panfilia, deci- Giovanni Marco abbiano collabo- latians. in JSNT 2 (1979) 6l-70i Benoit P., tezzati in Cristo Gesil)) e (anche
La deuxène úsite de S. Poul à Jèrusulen,
sero di lasciare Perge e di affron- rato tra loro più a lungo di quan- iD Bib 40 (1959) 77 8-792t Brock S. P.. Bar'
voi consideratevì morti al pecca-
tare le montagne alla volta di An- to gli Atti lascino intravedere. nabas: Hrios Pdrukleseòs, in JrS 25 (19?4) to>), Paolo include se stesso e f41-
tiochia di Pisidia, Giovanni Mar- Paolo cita Bamaba in lCor 9,6 e 93-98j Bruce F. F., Me, ancl MoNemenîs ín fi i suoi lettori, altrimenti la sua
co tornò indietro. Pir) tardi Bar- ciò indica non solo che i Corin- the Ptimifìw Chutch: Studies i Earlt Non' argomentazione contro il presun-
PauLìne Ctukrianiry. Paiernostcr, EÌeler
naba difese Giovanni Marco, ma zi lo conoscevano, ma anche che to eîfetto antinomico della dottri-
1979, pp. 49-85i Id., The
'1,:ts d
the Ap.)
questa fu la causa che determinò Paolo aveva continuato a stimar- sres, Eerdmans, Crand Rapids 1989 (riv.)i na della giustificazione per fede
la separazione tra Barnaba e Pao- lo. Lutero e Calvino erano convin- E\ús H., Bamdbas îhe Brídge Buikle\ in non reggerebbe. Analoghi esempi
ErpTim 89 11977 /78) uB 250; C?irtner B., dell'assùnlo che tutti i cristiani so-
lo in vista dei viaggi successivi. ti che anche 2cor 8,18-19 si rife- Paulus und Banabas in LWla. Zu APE
Durante questo primo viaggio risse a Barnaba: <Con lui (Tito) I 4,8 ts, i' sE À 21 0962) 83 93i Haenchen no battezzati ce li îorniscono Gal
Paolo divenne il portavoce del abbiamo inviato pure il fratello E., Acts o.l the Aposrles, W estminster. Pbi- 3,26-28, Col 2,12, lcor 12,13 e
ladelphia 1971; Krafl R. 4., BaLnabas and I'esposizione dell'etica battesimale
gruppo, impegnando spesso le si- che ha ìode in tutte le Chiese a mo- the Dtdache, ;i R. M. Glant (ed.). The A pa
nagoghe in accese discussioni. No- tivo del vangeloD. Così pure, Ia .Íolicfalrels. vol. 3, Nelson, Ne$ York 1965. in Col 2,20-3,15.
nostante questo, Bamaba ebbe i nenzione di Giovanni Marco in Se lo stesso Paolo aveva ricevu-
suoi meriti (e anch'eg[ ricavette un Fm 24 e 2Tm 4,ll indica che Pao- G. M, Burge to il battesimo, € aveva ragione di
titolo divino a Listra, At 14,12), lo si era riconciliato con questo credere che tutti gli altri cristiani
ma non fu mai bersaglio di violen- suo giovane discepolo. fossero battezzati, vùol dire chia-
BATTESIMO ramente che il rito esisteva prima
za o di lapidazione.
2.2.2 Il concilío di Gerusalem- 3. GLI SCRITTI - Tertulliano deÌla sua conversione (la conver-
SoMvaRro 1 Le paÌole e j geli del bat- sione di Paolo viene datata comu-
me - Dopo il primo viaggio in sembra essere stato il primo ad af-
iesimo: l.lBattesimo (nel nome di Ge-
Occidente, Barnaba accompagnò iermare che Barnaba è l'autore sirr: L2 Simbolismo e reallà;2. Il baite
nemente a tre o quattro anni do-
Paolo a Gerusalemme per affron- dell'anonima lettera agli Ebrei. simo e Cristoj 2.1 Rìvestirsi di Crislo;2.2 po la morte di Cesù). Dal momen-
tare Ìa questione discriminato a Questa asserzione ha senso in Unionecon Cristo nella morte e nella ri- to che il battesimo esisteva prima
surezione; 3. Il battesimo e lo Spiritoi della conversione di Paolo. è ra-
della Legge e della circoncisione. quanto la Ìettera rivela uno spic- 4. ll battesimo e La Chiesa; 5. lL batlesi_
A Barnaba viene riservato lo stes- cato interesse per i dettagli del mo c l'ctica filstiana; 6. 1l batt€simo e ìl
gionevole pensare che fosse pra-
so onore di Paolo (At 15,12) e for- ternpio, che si comprende bene nel r€gno di Dio- licato îin dai primissimi anni del-
Battesimo 154 l5J Battesimo

la Chiesa. Questa conclusione si il significato di (sul conto di)), ad piacere di Dio (in obbedienza alla Chiè considerato come il motore
accorda con i testi del NT relativi esempio nelle operazioni bancarie sua volo[tà). 3) Un israelita può primo nel costituirsi di questa re-
al ministero del battesimo di Cio- e nelle transazioni commerciali- E circoncidere un samaritano, ma lazione? Nell'atto del battesimo
vanni Battista (Mc I,4-8), di Ce- citava e approvava la deîinizione non un samaritano un israelita, sono coinvolti sia Dio che degli
sù (Gv 3,25-26; 4,1-3), e degli apo- di A. Deissma[n, secondo il qua- poiché i samaritani circoncidono umani. ll battezzatore invoca il
stoli dal giorno di Pentecoste in le <nel nome di [qualcuno])) deno- <nel nome del monte Garizim>, nome di Gesù sul battezzalo, e
avanîi (At 2,37-41), e alla missio- tava <il costituirsi di una relazio- cioè con l'obbligo di adorare il ll/la batLezzato/a invoca ilnome
ne affidata dal Signore risorto se- ne di appartenenza>>. Heitmùller Dio dei samaritani (Str-B 1054- del Signore allorché viene battez-
condo Mt 28,19. aggiungeva: (<Nell'insieme, la no- 1055). Alla luce di questa docu- zatola (per il primo, cfr. Gc 2,1;
stra parola "per" riproduce con mentazione Billerbeck af lermava: per il secondo, cfr. At 22,16). E
I. LE PAROLE E I CESTI DEL esattezzail significato)) (Heitmúl- (ll battesimo fonda una relazio- probabile che in Rm 10,9 Paolo
BATTESIMO - 1.1 Battesimo ler 105), Quando si usa questa ne fra il Dio frìno e il batfezzalo, abbia in mente entrambi gli aspet-
(nel nome di Gesùn - Nelle let- espressione, segue naturalmente il una relazione che qùest'ultimo de- ti. È universalmente riconosciuto
tere di PaoÌo, come nel libro de- nome della persona a cui ilposses- ve alfermare ed esprimerc attra- che <Cesù è Signore> è la primi-
gli Atti, il battesimo è connotato so viene <<trasferito>). Secondo verso la sua confessione al Dio nel tiva confessione di fede in Cristo
speciiicamente come battesimo Heitmùller, quindi, il battesimo cui nome è batlezzato, . che veniva pronunciata al momen-
<nel nome di Gesu>. E un dato nel nome di Gesìr significa il co- È evidente, dunque, che I'e- to delbattesimo; da essa si sviìup-
che vediamo vividamente rappre- stituirsi di una relazione di appar- spressione <nel nome dir è usala parono lutti i successivi (Credo)
sentato nel modo in cui Paolo ge- tenenza a Gesù. co!ì un significato molto simile sja della Chiesa (ledl Credo; Culto).
stisce le divisioni nella Chiesa di Ma una simile spiegazione è ri- in greco che in ebraico, soprattut- Ma la salvezza assicurata in base
Corinto. Qui, dice Paolo, cì sono fiutata da alcuni a favore di un'o- to quando riferita al battesimo, e alla confessione di lede si realiz-
cristiani che dicono: <<lo sono di rigine ebraica dell'espressione <in verrebbe interpretata in maniera za in virtù dell'azione compiuta da
Paolo>, (lo sono di Apollo>, (lo nome di)r. Nella letteratura giudai- simile in aúbienti di lingua greca Dio una volta per tutte nella morte
sono di Cefa ( = Pietro)r, (<lo so- ca, incluso I'AT, ricoÍe irequen- o di lingua ebraica, nonostante la e risurrezione di Crisîo, e per ef-
no di Cristo)> (lcor I,l2). Con temente un equivalente della for- maggiore elasticità di significato fetto dell'azione che egli esercita
una certa indignazione, I'aposto- ma greca, e cioè /"iern (l' = <<a>r, che essa ha in quest'ultima. nella vita di quelli che credono. La
lo domanda: (Cristo è stato for- iem = <(nome>). Questo termine A volte incontriamo in Paolo priorità dell'azione di Dio si diri-
se diviso? Forse Paolo è stato cro- ha un significato molto elastico. un'espressione piÌr breve, battesi- ge alla riconciliazione a sé del
cifisso per voi, o è nel nome di Fondamentalmente vuol dire <con mo eis Chrbton, che può essere re- mondo in Cristo e alla riconcilia
Paolo che siete stati baltezzati'!>r. riguardo ar, ma è il contesto che so o come <<in Cristo)) ((in)) = zione di ogni credente che lo ac-
Questa domanda finale riecheggia ne determina la connotazione pre- moto a luogo) o (per Cristo), e cetta (2Cor 5,18-21). Nel battesi-
la terminologia del battesimo nel cisa. Parlando del battesimo in probabilmente si tratta di una co- mo, perciò, il Signore appropria
nome di Gesù; il suo uso in que- Mt 28,19, P. Billerbeck fornì tre sciente abbreviazione deìla frase a sé il battezzato e il battezzato
sto particolare contesto fa pensa- esempi del suo uso. l) Quando dei completa ((nel nome di C-risto)) possicde Gesù come Signore e si
re che la funzione normale del bat- pagani venivano comprati come (cîr. Rm 6,3-4; Cal 3,27). E inle- sotlomelte alla sua signoria.
tesimo era di fare di una persona schiavi da Giudei, essi venivano ressante notare che sia la preposi 1.2 Simbolismo e realtà E
un seguace di Gesu, di renderla battezzati (nel nome di schiavitùr, zione greca els sia il prefisso ebrai- importante nolare che PaoÌc, non
addirittura appartenente a lui, fi- cioè, con la prospettiva che dive- co /" possono avere il significato la mai riferimento al battesimo
no a coinvolgerla in qualche mo- nissero schiavi; quando erano la- di (con riguardo a)>, e anche un come a un to puramente esterno,
do nella sua crocifissione e a far- sciati liberi, venivano battezzati senso finale o datìvo di interess€, o come a un <mero simbolo> del-
ìa godere di una speciale relazio- ((nel nome di libertà)r, cioè, per la (iper, IBACD 229; BDB 514-515). la confessione di fede in Cristo, o
ne con lui. libertà. 2) Un sacrificio viene im- E il contesto che aiuta a determi- come a un rito che realizza quel
Si è molto discusso se l'espres- molato nel nome di cinque cose: nare il valore nel singolo caso. che simboleggia. Presumibilmen-
sione <nel nome di) sia un rifles- rtel nome del sacrificio stesso C'è un iúportante elemento in- te, pef Paolo, comc per tutta la
so della lingua greca o di quella (cioè, con riguardo aÌla sua inten- terpretativo da segnalare in colle- Chiesa primitiva, la nalura simbo-
ebraica (e aramaica), dal momen- zione: se vuol essere un olocausto, Samento con questa formula. Co- lica del battesimo era una cosa
to che è presente in tutt'e tre le lin- o un sacrificio per il peccaîo o di me abbiamo rilevato, secondo scontata. È del tutto ovvio che es-
gue. W. Heitmùller faceva nota- pace ecc.); nel nome di Dio (per Deissmann con <nel nome di)) si so simboleggia la purificazione dal
re come l'espressione eis lo ono- suo amore e gloria); nel nome dei indica (il costituirsi di una relazio- peccato (cfr. At 22,16). E questo
,r?a ((nel nome)), mentre non fuochi dell'altare (che siano acce- ne di apparteneùza). E così pure significato appare con grande
compare nella letteratura greca si nella maniera giusta); Irel nome secondo Billerbeck il battesimo nel chiarezza in una pericope che si
classica, fosse invece molto comu- del dolce sapore (per la delizia che nome del Dio triùo (îonda una re- capisce benissimo se la si intende
ne nei documenti quotidiani con dà a Dio); e nel nome del buon lazione fra Dio e il battezzato). come rispecchiante la primitiva
Battesimo 156 Battesimo
l5'7
pratica battesimale cristiana e il ni redentive della morte e risurre- 1,1-5). Il simbolismo era partico- nione con Cristo che il battesimo
suo signilicato per la comunità (El zione, e così passano dalla vita larmente adatto per il battesimo significa si allarga per Paolo in
5,25-27: clr. commentari, special- della vecchia età alla vita della cristiano dei tempi apostolici, dal unione con Crísfo nelle sue azio-
mente Lincoln ad /oc.). L'azione nuova (yedi Morire e risorgere con ni redentite, poiché il Cristo che
momento che esso si compiva di
del togliersi i vestiti per il battesi- Cristo). salva è per sempre quello a suo
norma per immersione, e spesso
mo e indossarìi dopo esprime sim- 2.1Rivestirsi di C sto - La re-
evidentemente in stato di nudità. tempo crocifisso e ora redentore
bolicamente che si (smette> la lazione fra il battesimo e l'unione (Su questo punto si insisteva mol- risorto. Questo è il messaggio che
vecchia vita senza Cristo e (si in- con C sto è messa in evidenza non
dossa) la nuova vita in Cristo, e
to nel battesimo di proselitismo Paolo dà nella sua illustrazione del
soltanto dal fatto che il battesimo giudaico; quando venivano battez- battesimo in Rm 6,1-11 (per uno
addirittura si indossa Cristo stes- viene amministrato <nel nome di
zate delle donne i rabbi voltava- sguardo d'insieme delf interpreta-
so (Gal 3,27; Col 3,9.12). L'im- Gesùr, ma anche nella dichiara- zione, clr. Wedderburn).
no le spalle mentre le donne si im-
mersione del battezzato nell'acqua zione battesimale fondativa di mergevano nelÌ'acqua fino al col In priúo luogo, bisognerebbe
e la sua emersione simboleggiano Paolo in Gal 3,26-27: <Tutti voi lo, e venivano interrogate e dava- osservare che intento primario di
vividamente la partecipazione al- infatti siete figli di Dio per la fe- no risposte; le battezzande dove- Paolo in questo passo non era di
la sepoltura e alla risurrezione di de in Cristo Gesù, poiché quanti fornire una spiegazione teologica
vano avere i capelli sciolti, per es-
Cristo (Rm 6,3-4; i gesti che co- siete stati battezzati in Cristo, vi
sere sicuri che ogni parte del loro della natura del battesimo, bensì
stituiscono il to battesimale stan- siete rivestiti di Cdsto>, (vedí ,\do- di illustrarne il significato per la
no sullo sfondo di Ef 5,14, che è
corpo fosse toccata dall'acqua.
zione, figliolanza). Questa affer- vita. Egli si preoccupa di respin-
spesso considerato dagli studiosi mazione va inquadrata nel conte- Questo elemento ricompare in Ip-
pollto, La tradizione apostolica, gere l'accusa che la dottrina delÌa
come un cantico battesimale indi- sto della discussione di chi siano giustificazione per fede rappresen-
215 ca. d.C. Cirillo di Gerusalem-
rizzato ai credenti appena inizia- i figli di Abramo, dal momento me piÌr tardi svolgerà tutta ùna se- ti un oggettivo incoraggiamento al
ti; cfr. commentari). Ma nessuna che la promessa di Dio, secondo
rie di considerazioni sùll'opportu- peccato. Per questo insisteva che
delle realtà spirituali si può dire la quale egli avrebbe ereditato il <noi che già siamo morti al p€c-
nità di essere battezzati in stato di
che si compia con la mera effet- mondo a venire, si riferiva a lui e cato) non possiamo continuare
nudità, poiché Gesu morì in cro-
tuazione di appropriati gesti sim- ai suoi discendenti (Rm 4,16). Per a vivere nel peccato, poiché la
ce in analogo stato).
bolici; esse dipendono dall'azione i Giudei, la risposta alla doman- Piu importante del simbolismo (morte al peccato)) è il significa-
di Dio una volta per tutte in Cri- da era scontata: erano loro i di- to del nostro battesimo. Quando
è la realtà da esso espressa: il bat-
sto, secondo il vangelo, e dall'a- scendenti di Abramo, e chiunque tezzato (smetteva> la sua vecchia noi siamo stati (<battezzati in Cri-
zione di Dio nei credenti che ri- avesse voluto essere incluso nella
vita e (rivestiva)) Cristo, diventan- sto Gesu)), siamo stati (battezza-
spondono alla chiamata di Dio nel loro schiera doveva ricevere il se- ti nella sua morte) (Rm 6,3, che
do con ciò uno con lui, e quindi
vangelo. Per questa ragione 1'uso gno dell'alleanza Qa circoncisione)
qùaliiicato a partecipare alla vita riecheggia Gal 3,27). Questo è
che Paolo fa del linguaggio batte- e vivere in obbedienza alla legge conseguenza del fatto che con il
nel regno di Dio (rledl Uomo nuo-
simale (in lcor 10,1-12) è pensa- di Mosè. Paolo, al contra o, so- battesimo si diventa uno con il Si-
vo e uomo vecchio). Le due pro-
to per una situazione ifl cui i let- steneva che la <progenie> di Abra-
posizioni di Cal 3,26 e 27 sono gnore che morì e risuscitò per vin-
tori immaginavano che I'azione mo, cui era indirizzata la promes-
complementad: il v. 26 dichiara cere il peccato e la morte. lnoltre,
sacramentale esercitasse il suo po- sa, è Crisfo e tutti quelli in unio-
che i credenti sono figli di Dio <<pet mezzo del battesimo siamo
tere eîficace e operativo indipen- ne con lui. Di qui la pertine[za di (<per la fede), e il v.27 associa stati sepolti insieme a lui nella
dentemente dalle scelte morali. Gal 3,26: (Tutti voi siete figli di f ingresso nella famiglia di Dio al- morte). Si noti che Paolo non
Paolo insiste, invece, sul fatto che Dio per la fede in Cristo Cesù). l'unione con Cdsto, e al fatto ch€ scrive (siamo stati sepolti colre
i (<sacramenîi) dell'AT portavano Essi non sono solo figÌi di Abra- lui)), ma <siamo stati sepolti ir-
Crislo condivide la sua figliolan-
al giudizio contro una genetazio- mo, ma di Dio, poiché sono <in sieme q \tir.: siamo stati cioè de-
za con il battezzato. E un esem-
ne idolatra e immorale. Cristo>, il Figlio unico di Dio. Ciò pio del collegamento stabilito da posti con lui nel suo sepolcro a
Tenendo bene a mente queste è prodotto dalla <fede> (Gal Paolo tra fede e battesimo in una Gerusalemme! E ugualmente, la
considerazioni, passiamo ora a 3,26), <poiché quanti siete stati maniera tale che la fede che si vol- morte di cui mod suÌla croce fu
esaminare le affermazioni di Pao- battezzali iî Cristo, vi sietg rive- ge al Signore per la salvezza, e il pure la nostra morte. Ciò compor-
1o sul significato del battesimo. stiti di Cristo)) (Gal 3,27). battesimo all'interno del quaÌe la ta un modo diverso di gùardare al-
Abbiamo già sottolineato il sim-
fede viene proclamata, non pos- Ia morte di Cristo per il mondo da
2. IL BATTESIMO E CRISTO bolismo usato in questo passo. quello che ci si potrebbe aspettarc.
sano essere intesi sepafatamente,
Il battesimo nome di Gesìu>
<<nel L'immagine del togliersi i vestiti
vecchi e indossarne di nuovi per
ma debbano essere colti con un Qùando in Rm 5 leggiamo che
si distingue da tutte le altre ablu- Cristo morì per noi mentre erava-
unico e identico momento di com-
zioni religiose a motivo della sua indicare una trasformazione del prensione teologica. mo a[cora peccatori, potremmo
relazione con Cristo. I credenti so- carattere è frequente nell'AT (cfr. 2.2 Unione con Cristo nella essere indotti a pensare a Gesi! co-
no uniti con Cristo nelle sue azio- per esempio, ls 52,1; 6I,10; Zc moúe e nella risurrezione - L'u- me a un nostro so.t/ituto. lrl rcal-
Battesimo 158 159 Battesimo

ta, qui Paolo parla di Cristo co- mano di uomo, mediante la spo- mezzo del battesimo siamo stati te inevitabilmete in discussione
me îostto roppresentante, Se egli gliazione del nostro corpo di car- sepolti insieme a lui nella morte.,. l'insistenza paolina sull'incarna-
mod sulla croce come nostro rap- ne, ma della vera circoncisione di così anche noi possísmo cammi- zione (per esempio, Rm 8,3) e sul-
presentante, e quella molte fu ac- Cristo>, Evidentemente Paolo nare ìn una ríta nuova>t, Paolo la morte fisica di Cristo che pro-
cettata, allora essa fu accettata co- rappresenta la morte di Cdsto co- pertanto fornisce qui la ragione duce la <redenzione del nostro
me nostru morte, sicché quando me una circoncisione; l'escissione per cui il cdstiano non può volon- corpo) (Rm 8,23). Corolìario di
egli morì, noi modmmo (vedi della parte cutanea anteriore del- tariamente <restare nel peccato questa visiofle del battesimo come
Morte di Cristo). Egli fu un rap- l'organo sessuale maschile è sosti- perché abbondi la grazia>: nella opera esclusiva dello Spirito sen-
presentante efficace ! Facendo an- tuita dalla lacerazione dell'intero morte di Cristo i credenti sono za battesimo nell'acqua è di ren-
cora un passo avanti, uniti con lui corpo carnale di Cristo, cioè dal- moúi al peccato, nella risurrezio- dere i cristiani paolini troppo ete-
nella sua morte per il peccato, noi la sua morte, In lui, questo accad- sono sorti, pervivere
ne di Cristo rei e sganciati dalle pratiche deìla
risorgiamo in ìui per vivere la vi- de per noi; e ftova rcal\zzazisîe da quel momento in poi per Dìo Chiesa primitiva (cîr., per esem-
ta di sunezione. Attravemo la fe- nel battesimo inteso come il nostro che li ha redenti in Cristo (cfr. pio, At 18,8; lPt 3,21).
de espressa nel battesimo, quello volgerci a Dio nella fede. <Con lui 2cor 5,15). Gal 3,26 27 associa ilbattesìmo
che si compì al di fuori di noi (ex- siete stati sepolti insieme nel bat- all'unione con Cristo. Orbene,
tra /,o.r) diventa fede elficace den- tesimo, in lui siete anche stati d- 3. IL BATTESIMO E LO SPIRI- Paolo dice chiaramente che si può
tro di noi. In Cristo noi siamo i suscitati>. Questo non rappresenta TO Una importante conseguen- essere (in Cristor solo tramite 10
figli riconciliati di Dio. tanto un avanzamento nell'inse- za della nascita del pentecostali- Spirito Santo. Questo è esplicita-
Ma c'è un altro elemento impli- gnamento esposto da Paolo in Rm smo e del movimento carismatico mente alîermato ìn Rm 8,9-11, ed
cito in questo modo di concepire 6, quanto piuttosto una sua chia- moderno è di aver sollevato la è presupposto in 2Cor 3,17-19. È
il battesimo. Le ultime due frasi rificazione. Colui che ascolta il questione del rapporto fra il rito evidente che Paolo associa batte-
riecheggiano l'affermazione del vangelo, che I'abbraccia, crede in del battesimo e il battesimo nello simo c unione con Cristo e tutlo
vangelo che Paolo propone in esso e lo confessa nel battesimo, Spirito (vedi Spirito Santo). Per- quello che ne segue in base al fat-
2cot 5,14-15: (L'amore di Cristo smette con la vecchia vita lonta- lopiìr, quelli che lanno parte di to che per lui il battesimo nell'ac-
ci spinge, al pensiero che uno è na da Dio e inizia la vita nel Cri- questi gruppi vedono il battesimo qua e il battesìmo nello Spirito so-
morto per tutti e quindi tutti sono sto risorto. Col2,l2 puntualizza: nello Spirito come radicalmente no idealmente una cosa sola, pro-
morti. Ed egli è morto per tutti, <Con lui sepolti nel battesimo... distinto dal battesimo nelì'acqua, prio come la conversione e il bat-
perché quelli che vivono non viva- in luí siete anche stati risuscitatí ed è sul primo che essi mettono tesimo sono parte dì un processo
no più per se stessi, ma per colui pet la fede nella potenza di Dío, l'accento. Questo modo di vede- unico. Di conseguenza, 1'unico ri-
che è morto e risuscitato per loro)). che lo ha risuscitaîo dai lkortitt. re è caratteristico di entrambi i lerimento al batlesiÌno nello Spi-
<Quelli che vivono) sono coloro Tutta Ì'efficacia nel battesimo è gruppi (pentecostale e carismati- rito che si trova nelle lettere di
che, avendo appr€so che Cdsto do ,,rrta alla potenza di Dio che agi- co), benché per ragioni diverse Paolo (lcor 12,13) deve sicura-
mofì come loro rappresentante, sce <per la fede>. È chíaro che (cfr. Dunn per una discussione mente essere riportato al battesi-
grati confidano in lui, confessano Paolo parla qui della conversione- dettagliata); la questione è di ca- mo nel senso in cui Paolo 1o in-
la loro fede nel battesimo, parte- battesimo, un battesimo che incor- pire se Paolo fece una distinzione tende altrove: (Noi tutti siamo
cipano della sua vita di risurrezio- pora sia il vangglo sia la risposta del genere. stati battezzati in un solo Spirito
'W.
ne e in gratitudine hanno iniziato di conversione a esso. Alcuni tro- H. Griffith Thomas ha da- per formare un solo corpor, e in
a vivere in Cristo per la sua gloria. vano che Paolo usa il (ci confer- to voce a un dubbio che oggi cà- quel corpo tutte le barriere razziali
pita facilmente di sentire: (Come
Questo aspetto del battesimo - ma)D in 2cor 1,21 per includere
può ciò che è di tipo fisico produr-
e sociali cadono. Ciò è esattamen-
te quel che viene affermato in Gal
fine della vita senza Dio e inizio questo secondo elemento, in quan-
della vita con Dio - è esplicita- to Dio certifica la sua accettazío- re ciò che è di tipo spiritìrale?)). In 3,26-28 iî riferimeùto al batte-
mente affermato in Col 2,ll-12. ne della risposta umana. quest'oîtica, alcuni esegeti riten- simo.
Come nel passo di Galati, anche Ma c'è un terzo slemento nel gono che passi come Rm 6,1-11; La seconda metà di lCor 12,13
in questo viene respinto il tentati- battesimo come Paolo 1o spiega in Gal 3 ,26-2'7 t Col 2,11- l2; Ef 5,26 è generalmente resa con (tutti ci
vo di imporre ai cristiani la chcon- Rm 6, Il battesimo che rcalizzal'i- e Tt 3,5-7, che collegano il batte- siamo abbeverati a un solo Spiri-
cisione, ma con un diverso ap- dentificazione dei credenti con simo a (effetti spirituali>>, faccia- to) (cfr. Cuming per il riferimen-
proccio, nel senso che viene qui Cristo nella sua morte e risurrezio- no riferimento al battesimo nello to al battesimo in questo testo).
sottolineata la superfluita del rito ne, e la fine della vita lontana da Spirito e non al battesimo nell'ac- Con tùtta probabilità quel che
di Israele, poiché in Cdsto essi Dio per la vita in Cdsto, chiama qua, e in tal modo eliminano la Paolo ha in meùte è l'ef.fusíone
hanno sofferto una più drastica a rinunciare a una vita non adat- maggior parte dei riferimenti di dello Spirito negli ultimi tempi (ls
circoncisione: <In lui (Cristo) voi ta alla nuova eta. Se in Rm 6,4 si Paolo al battesimo. Ma ì.rna simi- 32,15; GÌ3,1-2) e potrebbe essere
siete stati anche circoncisi, di una salta la flase palentetica che inter- le impostazione del rapporto fra paratiasato con (tutti abbiamo ri-
circoncisione però non fatta da rompe il discorso, leggiamo: <Per realtà fisica e realtà spirituale met- cev\\to I'e.ffusione deuo Spiríto>
Battesimo 160 l6l Battesimo
(cioè, siamo stati riempiti dello gine battesimale di cal3,2j è ap- battesimo siamo stati sepolti insie- DI DIO - IÌ battesimo di Ciovan-
Spirito). ll fatto che quesLa espe- plicata in maniera estesa: (Vi sie- me a lui nella morte, perché... an- ni Battista era sostanzialmente un
rienza faccja parte degji inizi del- te spogliati dell'uomo vecchio con che noi possiamo camminare in dto escalologico, che anticipava
la vita cdstiana spinge a una im- le sue azioni e avete rivestito il una vita nuova... il nostro uomo I'awento del Messia, il <gioruo
portante consideraziole: la con- nuovo, che si rinnova.., ad imma- vecchio è stato crocifisso con lui, del SignoreD e il regno di Dio. Il
venione non è solo il risultaro di gine del suo Creatore [cioè, Cri- perché... noi non fossimo piu battesimo di Gesù per parte sua
una decisione umana, ma è resa sto come la perfetta immagine di schiavi del peccato.., Anche voi costituiva I'inaugùrazione di quel
possibile dallo Spirito. Il quale Diol. Qui non c'è piir greco o giu- consideratevi morti al peccato, ma regno: icieli si aprirono, lo Spiri-
non è unicamente il frutto della deo, circoncisione o incirconcisio- viventi per Dio, in Cristo Gesil). to discese su Gesù, la voce di Dio
conversione-battesimo, ma è il ne, barbaro o sciîa, schiavo o li- Questo appello è sviluppato in si fece udire dal cielo conferman-
reale battezzatore, è I'agente che bero, ma Cristo è tutto in tutti). maniera più estesa in Col dolo come il servo messianico del
fa sì che il battesimo sia quello che Non di rado è stata sollevata la 2,20-3,15. Qui il fatto che il cre- Signore (con Mc l,l l; cfr. Sal2,7;
dev'essere: Ì'ingresso in una vita domanda: <A quale Chiesa il bat- dente è morto e risuscitato in Cri- fs 42,1); e il suo servizio per il re-
in Cisto. tesimo dà accesso: alla Chiesa lo- sto non è addotto solo come mo- gno raggiunse il momento culmi-
Questa linea interpretativa la cale o a quella universale, alla tivo per vivere secondo le orme di nante nella sua mort€ e risurrezio-
troviamo in Tt 3,5; (Egli ci ha sal- Chiesa visibile o a quella irvisibi- Cristo, ma costituisce la base per ne. Paolo vedeva il battesimo cri-
vato non in virtù di opere di giu- Ie?>. La domanda è essenzialmen- I'elaborazione del modello batte- stiano come partecipazione a quel-
stizia da noi compiute, ma per sua te moderna. Per Paolo sarebbe simale del morire al peccato e ri- la inaugurazione del regno di Dio
misericordia mediante un lavacro stata inconcepibile. La Chiesa è la sorgere alla giustizia: (Mortifica- da parte di Gesir. Il battezzato
di rigenerazione e di dnnovamen- manifestazione visibile del popo- te quella parte di voi che appar- partecipa alla morte e risurrezio-
to nello Spirito Santo>). L'ultima lo di Dio, la cui vita è <(nascosta tiene alla terra... Deponete anche ne del Signore che avevano dato
frase può essere resa con: (Egli ci con Cristo in Dio), (Col 3,3). l voi tutte queste cose... Vi siete in- inizio alla nuova era, e quindi il
salvò... mediante l/ /avacro carat- battesimo è un'azione visibile con fatti spogliati dell'uomo vecchio credente vive ora in questa nuova
letizzaîo dal nuoyo ínizio e dal un significato spidtuale; e perciò con le sue azioni e avete rivestito era. La stessa verità è espressa da
rinnovamento che lo Spirito San- si presta bene a essere lo strumen- il nuovo.,. Rivestitivi dunque... di Paolo in termini di nuova creazio-
lo eÍÍettuar>. ll testo continua sot- to d'ingresso nella comunità visi- sentimenti di misericordia--- Al di ne; quando CesÌr risuscitò da mor
tolineando che questo Spirito è bile del popolo di Dio e nel corpo sopra di tutto poi vi sia la caritàr>. te, in lui si realizzò la nuova crea-
stato (effùso su di noi.,. abbon- che trascende qualsiasi luogo o
dantemente>, che è un'eco di Gl
Questo ha portato G. Born- zione, e pertanto Paolo poteva di-
tempo. Come dare in maniera kamm ad affermare che negli re: (Se uno è in Cristo, è una crea-
2,28. soddisîacente espressione agli ele- scritti di Paolo (il battesimo è tura nuova; le cose vecchie sono
merlti esterni e interni, sia del bat- I'appropriazione della nuova vita, passate, ecco, ne sono nate di nuo-
4. IL BATTESIMO E LA CHIE- tesimo sia della Chiesa, è un per- e la nuova vita è l'appropriazione ve)) (2cor 5,17). L'esistenza cri-
SA - Fin dall'inizio, il battesimo petuo problema pastorale; questo del battesimo> (Bornkamm 1958, stiana non è altro che la vita nella
nelle comunità del NT fu inteso dilemma, tuttavia, impegna i cre- 50). Per dare sostanza a questo nuova creazione.
come un rito sia collettivo sia in- denti a riformare se stessi secon- principio, la Chiesa primitiva co- Stando così le cose, la vita cri-
dividuale, Come abbiamo visto, do la Parola di Dio piuttosto che struì un sistema di etica che è ri- stiana è ùn pellegrinaggio verso iÌ
per Paolo questo modo di inten- adottare un atteggiamento di las- flesso nelle sezioni pratiche di mol- regno compiuto, in cui il creden-
dere il battesimo era assiomatico, sismo nella dottrina e nella Dra- te delle lettere del NT, non da ul- te entra con la risurrezione defi-
e a Corinto ci si appella a esso co- tica- timo negli scritti di Paolo. A que- niîiva. Così in Rm 6,5 Paolo af-
me protesta contro forme estremi- sta tradizione Paolo fa a volte ri- ferma: <Se siamo stati completa-
stiche di individualismo. Essere 5. IL BATTESIMO E L'ETICA îerimento, in particolare in Rm me[te uniti a lui con una morte si-
battezzafo per Cristo significava CRISTIANA
essere battezzato per il corpo di
- È sicuramenre si-
gnificativo che la pir) lunga espo-
6,17: (Rendiamo grazie a Dio, mile alla sua, lo saremo anche con
perché voi eravate schiavi del pec- la sua risurrezione>; logicamente
Cristo (lcor 12,13; ved, Corpo di sizione dedicata at battesimo nel- cato, ma avete obbedito di cuore nel tempo presente, e alla fine nel
Crislo). In Cal 3,26-27 Paolo pas- le lettere di Paolo sia data per a qr.rell' insegnamenlo che vi è sta- giorno del suo awento in questo
sa di colpo dall'immagine del <ri- uno scopo etico (yedi Etica). Rm to trasmesso>, (yedi Credo). Da regno. Questo è spiegato piu am-
vestire) Cristo nel battesimo a 6,l-14 è pieno di appelli a una vi- questo si capisce che i credenti cui piamente in lCor 15, i cui verset-
quella del coryo in cui tutte le di- ta consonante con la partecipaeio- si rivolgeva erano edotti negli ele- ti centrali sono lCor I5,20-28. La
stiEioni fia esseri umani hanno ne alla redenzione di Cristo che menti del vivere cristiano che con- cosa interessante qui è la sottoli-
perso forza. Lo stesso collegamen- costituisce il cuore del battesimo: seguono dal battesimo (cfr. anche neatùra che il battesimo, come la
to è evidente nell'appeÌlo a un <Noi che gia siamo molti al pec- lTs 4,1-7; 2Ts 3,6. I l-13). Cena del Signore, pone il creden-
comportamento degno del batte- cato, come potremo ancora vive- te fra i due poli della redenzione:
simo in Col 3,5-15, in cui l'imma" re neÌ peccato?,.. Per mezzo del 6. IL BATTESIMO E IL RECNO ia morte e risurrezione di Gesir da
Battesimo 162 163 Benedizione, dossologia, ringEziamento
una parte e la sua venuta futura in the Hol! Spnù,Sclr'.,London 1970; Fle- nolo&r': Its Otisins sntl Ear, Derelopment, zio']'alala <<gtazia>, e la <{pace) che
dall'altra; stando fra di essi il cri- mington W. F., îhe New Testame t Doc-
t ne ol Baptism, SPCK, London 1948; For- Dekker & Van d€ Vegt, Nijmesen 1962. I'apostolo desidera (2) che i suoi
stiano guarda indietro alla salvez- s\1h .'l -, The Church and the Sdcraments, lettori (<voi>)) conoscano e ap-
za Íealizzata, e in avanti verso la
P
G. R. Beasley-Murray
Independent, London 1953; cilmore A. prezzino con maggiore pienezza;
(ed.), Christian Baptism: A Frcsh Auempt
salvezza che dev'essere compiuta,
to Underctand îhe Riîe in Tems oÍ Sctip,
infine (3) è esplicitata la fonte di
e al Signore risorto nel presente tu.e, Histot! and Theoloqr, Lurrerworrh. BENEDIZIONE, queste benedizioni (di soÌito <il
per poter persistere nel cammino London 1959; Heilrnùller \N., Im Namen Dio e Padre del Signore nostro
verso la meta e in una vita degna
DOSSOLOGIA,
Jesu. Eine spnch-und reliqionseeschichîli- Gesir Cristo>). Con profonda sol-
di questo amore infinito. che Untercrchung zum Neuen Te€tament, RINGRAZIAMENTO lecitudine sostanziata di preghie-
speziell zur altchris iche Tarle, FRLANT
1.2, Vandenhoeck & Ruprechr, Có$ingen ra, l'apostolo desidera che i suoi
Vedi anche: Adamo e Cristo; 1903; Jackson F. J. F. - LakeK., The Be- SoMMARTo L Benedizione; 2. Euloga; 3. lettori possano cogliere piir appie-
gintings oÍ Chlisríaniîr, Paú I: The Acts Dossologia; 4. Rendimento di srazie-
Cena del Signore, eucaristia; Cir- no la grazia di Dio in cui già si tro-
af the Aposrles,5 voll., Macrnjllan, Lon,
concisione; Corpo di Cristo; Cul- don 1922-1942; JungkuntzF.., The Aospel I quattro termini benedí7íone, vano (cfr. Rm 5,2) e la relazione
to; Escatologia; Etica; In Cdsto; of Baptism, Coî,coÀia, Sr. Louis 1968; di pace che Dio ha stabilito con lo-
ealogia, dossologia e ríngrazia-
Morire e dsorgere con Cristo; Lafîpe G., The Seal oÍîhe Spitiî: A Sttdr
men lo sono usati nelle letterc pao- ro. Allo stesso tempo Paolo può
Morte di Cristo; Religioni greco- in îhe Doctine of B.iptism and Conlimd,
tion in the New Testanent dnd the Fothe$, line per descrivere tutto un venta- esortare i suoi lettori <<a una rin-
romane; Risurrezione; Spirito Longmans Green, London & New York glio di risposte di gioia alla gratui- novata vita cristiana con la grazia
Santo; Uomo nùovo e uomo vec- 1951. Leenhaùt F . .. Le bapténe chrétien, appropriata alle circostanze imme-
chio; Vita e morte.
J
ion o sine, sa s€n,/tcatlon, Neuchàrel ta azione salvifica di Dio nella
diate> (Wiles).
Paris 1946; LésasseS.,.4/1e o sini del bd, creazione e nella redenzione. L'o-
resmo, Edizioni San Paolo, Cinisello Bal- pera di Dio in Cristo è opera di Benedizioní dí chiusuro - Le
BIBL. Baiìlie D. M., Zr€ l'heolos! oI the samo 1994j LincolnA. T., Ephesians,WBc benedizioni di chiusura di Paolo
Sacramenîs and Othet Pspels, Scribners. grazia; la nostra risposta dev'es-
42, Word, Dallas 1990; Maîce1P. C., The presentano una generale uniformi-
New York 1957; Badh K., Chutch Dogna- Biblical Docnine o.f Infant Baptism, Jzmes sere un'opera di gratitudine. Eu-
ti.s IV, The Doctine o.Í Reconciliaîion, tà di fraseologia, struttura e posi-
Clarke, London 1953; Marsh H. C.. îàe logia, rendimento di grazie, bene-
Part 4(Frdstnent),'t &'t Clark. Edinburgh Otisin a d the SíEnificance of ùe New Te- zione (Rm 16,20.24; Gal6,l8; Ef
1969; Barth M., Die Tau.îe ein Sackrc- slament Baptísm, Ìi4anchester l94l: Moo-
dizione e dossologia descdvono 6,24 ecc.), anche se possono vÍuia-
merl2, Evans€lisch€r Verlas, Zollikon dy D., Baptìsn: Foundationfot Chtistian questa risposta umana.
re per estensione, dalla forma piir
Zúrich l95lj Beasley-Murray c. R., Bop- Unif.l, Weshinrer, Pbiladelphia 196?;
tisn in the NeN Testanent, \{acmillan. Múrdle w ., Der ClaubensbestiîÍ des pau breve (<<La grazia del Signore Ge-
London 1962i Bieder W., baptizò e..., in lus. Eine Untetruchung zut Dogmenge-
I . RF.NEDIZIONE - Benché il sir sia con voin, lcor 16,24) alla
E Nlvol. l,pp. 192 196; Bornkamm C.. schíchte des àltesten Chisîentums, Hein- tetml\\e benedizione sia stato usa- lunga forma <<trinitaria> di 2Cor
Das Endedes Aesetzes: Paulusstudien. Ge- sius, Leipzis 1932i Murray J., Chtistia to in molti modi diversi, nei recen- 13,13. Queste benedizioni conclu-
sammelte Aufsdîzen 7, Kajser, Múnchen aa?/rm, Commìssion on Christian Educa- ti studi paolini esso è passato a in-
1958; Id., Àal, Chtìstian Expe tìon (The Orthodox Presbyterian Church). dono definitivamente la lettera e
ence,
SCM, LoDdon 1969i td., ]:aule und neues Philadelphia 1952i Penna R.. Battesimo e dicare i
saluti dell'apostolo (di corrispondono formalmente al-
Leben bei Pauh6 (Rom. 6), in Das Ende des pa.tecipazione alla no e di Ctisto in Rn apeÍura e di chiusura) in cui egli I'augu o finale della lettera pro-
Gesetzes: Pauluss tudien. Aesommelte AuJ 6,|-tt, ia Id. L'opostola Paoto, Ediziorù manifesta la sua profonda solle-
sAtzen I, C. Kaiser. Múnchen 1958:, pp. Paoline, Cinisello Balsano 1991, pp. faÌìa ((Addio!); vedi Lettere, for-
34'50; Burnish R., The Meanins of Bap- citudine per i suoi lettori sostan- me epistola ). La benedizione
,srfl, SPCK, London 1985; Carlson R. P., .le la,/e, Mohn, Gùtersloh 1972: Schlink ziata di preghiera (redi Preghiera). conclusiva, che spesso riprende il
The Role of Baptism in Paul s Thaught, jn E., îhe Docîine of Boptislr, Concordia, Le benedizioni di PaoÌo sono allo
Int 47 (1993) zss-266; Carrington P., fte St. Louis 1972; Schnackenhú9R.. Baptisn
saluto introduttivo con il suo ri-
Ptit itiye Chistian Caîechisn: A Stud! in in rhe Thought o.f St. Paul: A Stud! in Pau-
stesso tempo dichiarazioni relati- ferìmento alla grazia di Dio, da
the Epistles, Uni\eislty Press, Cambridge lìne Theolos!, Blackwell, Oxford 1964; ve alla grazia e alla pace di Dio, quindi espressione al forte deside-
1940; Clatk N .. An Apploach to the Theo- Schneider J., Dr? Tau"fe im Neuen Testú- di cui essi già godono, e invoca- rio di Paolo e introduce una nota
losr ol rhe Sacrunents, SCM, London .'rerl, Kohlhammer, Stuttgad 1952; Wag- zioni perché essi possano apprez-
195ó; Comnissione <Fede e costituzione, ier G., Pauline Baptisn and the Paqan M),- di fiducia.
del Consjslio ecunenico delle chies€. Bat- ste es: The Problen of the Pouline Do.tti- zare espe mentare con maggiore
tenmo, eucaùstid, ministero, ia Enchitidion ne oÍ Baptisn in Ronons 6: I- I I in the Lisht pienezza questi doni. C'è una dif- 2-EULOGIA -
Benché la termi-
Oecunenicun, yol. I, Edb, Bologna 1986, of Relisious-Hìstoical Para els, Oli\et
its
pp. 139l-1447; Id., One Lotd, One Bap- ferenza di opinione per quanto ri- nologia della benedizione (la fami-
& Boyd, Edinburgh l967i V,larns J., Bap-
1tr , SCM, London 1960; Cr€han J. H., tisn: A Studt in the O ginal Chtistian Bap- guarda I'origine di queste espres- glia di parole eulog-) tícoúa 68
!
Ea Chtistidn Baptisn and the Cleeds, /irrr, Paternoster, London 195?; Wedder- sioni stilizzate: la Lxx, il pdmi- volte nel NT, il concetto corri-
Burns, Oates & Washburn, LondoÍ 1950; blJln A,. J.M., Bapîism and Returrectiok: tivo culto cristiano o l'omelia. spondente ha qui minore !ileva[-
Cullmann O., Balfòa in the Netr Testa- Studies in Pauline Thealogr against Its
me t, Re|.ney, Chicago 1950i CumjnS c. Graeco-Roman Backsrcund, WUNT 1,/44, Benedizioni di apetturq - Isa- za che nell'AT, dove esso dvest!
J., Epofisthenen: I Cofinthians 12,13, jn J. C. B. Mollr, îibirgen 1987;1d., The So- luti o benedizioni d'ape ura di va una notevole importanza. La
,\TS 27 (1981) 283-?85; Delling C., r,? îetioloq] ol the Mysteries akd Pauline Bdp- Paolo (Rm l,7i lcor 1,2 ecc.) ri- famiglia di parole ealog- è usata
Zueisnuns des Heils in der Tau.fe: eine Un- tisnal Theoloe!, iî NT 29 11987\ 53"'12i mangono sostanzialmente immu- dai Sinottici (specialmente Luca),
tersuchung zum neutestamenrlicheh TauJen Whit€ R. E. O., The Biblícal Doctrine of
auÍ clen Nanen, Elanselisch€r Verlagsan, Inifiation, Hoddet & Stoughton, London tati in tutte Ie sue lettere. Sono co- Paolo ed Ebrei in relazione all'o-
stal!, BerljÍ 1961; Dunn J. D. A., Baptism 1960; Ysebaert J., G/€€k, sptisnal Temi. stituiti da fie parti: (1) viene men- pera salvifica di Dio in Cdsto. Se-
Benedizione, dossologia, ringraziamento t64 165 Benedizione, dossologia, ringraziamento
condo Cal 3,8-9.14, la benedizio- co evidentenente era piì-t adatta 3. DOSSOLOGIA Le dossolo- piùttosto, è un riconoscimento at-
ne promessa ad Abramo è stata quando lui slesso rientrava nell'a- gie sono brevi e spontanee espres- tivo, o esaliazione, di queìlo che
adempiìrta nel vangelo di Paolo rea della benedìzìone. egli è o ha già fatto (Sal 29,2;
sioni di lode a Dio che compaio-
dal momento che i Gentili che cre- In 2cor 1,3-4, un paragralo no spesso come formule conclusi- 96,8). Benché molte dossologie
dono sono giustificati (yedl Giu- dalle tinte Iortementc personali, ve di preghiere, brani innici (vedi non contengano alcun verbo, è
stificazione) pe. Iede e ricevono il Paolo loda il Dio d'lsraele che ora Inni, frammenti innici, canti, canti impliciîo l'indicativo (è> o <ap-
dono dello Spirito (redl Spirito egli conosce come (jl Padre del Si- spirituali) e sezioni delle lettere di partiene>: la dossologia è un'aî-
Santo), mentre in Ef 1,3 <ogni óe gnore nostro Gesù Criston. Egli è
Paolo. La loro struttura di base fermazione, piuttosto che un au-
ned izio ne spirittale> è un'espres, il Padre miscricordioso da cui vie- comprende tre elementi. In primo gurio, Così in Gal 1,5 Ia gloria ap-
sione complessiva per indicare tut- ne ogni compassione, e qùesto è paniene a Dio it qranto fu in ac-
luogo, è menzionata la persona cui
ta l'opera salvifica di Dio ìn Cri dimostrato in modo neravigÌioso cordo con la sua volontà che il
la lode è rivolta (<Dio e Padre no-
sto (Ef 1,4-14; Rm 15,29; vediSal- daÌ suo potcDte intervento nelmo- stro)), Fil 4,20). Segue poi la pa- (<SigDore Gesu Cristo..- ha dato se
vezza). La maggior parte di ricor- mento del bisoSno estremo nella rola che esprime la lode, di solito stesso per i nostri Peccati, Per
renze della famiglia di parole in vita dell'aposrolo (2cor 1,8-ll). strapparci da questo mondo per-
doxd ((gloriar, o un equivalente),
Paolo si riferisce, tuttavia, alla ri- El 1,3-1,1 è un'eulogia, o bene- e infine la dossologia si conclude vefso)).
sposta umana che consjste nel Io- dizione, di norevolc lunghezza, irl con una locuzione temporale, nor- ll terzo tratto delle dossologie
dare Dio per le sue moÌteplici be- cui Paolo loda Dio per le grandi malmente una formula di eterni- di Paolo è la locuzione temporale
nedizioni, sopratlutto per la sua benedizioni da lui elargite <iù Cri- tà (<(nei secoli dei secoli)). Nella (nei secoli dei secoli). Questa for-
opera di salvezza, e su qÌresta con sto). Con un linguaggìo molto ele maggior parte dei casi la dossolo- mula di eternità, che è unica del
cenlreremo l'attenzione nel p1e vato, in una lunga frase eglj spie- gia è seguita da (amen). NT (Gal 1,5; lTm 1,17; 2Tm
sente articolo. In tutte le otto ri- ga che cosa questo significhi ricor
Il primo elemento in queste 4,18), è una variante piii enfatica
correnze deL NT, di cui cìnque in dando l'elezìone, l'adozione, la espressioni di lode del NT è quel- della comune espressione della
Paolo, eulogctos ((benedettor, volontà di Dio, la sua grazia, la re- lo piir variabile: il soggetto cui è LXX, che signiîica (per tutta l'e-
che rende I'ebraico barúk) è $a- denzione ecc, Abbiamo qui un resa gloria può essere espresso da ternità> con un senso di illimita-
to in questo modo. Si tratta di profondo esempio di (lode dichia
un pronome relativo (<al quale>>, tezza (cîr. Sal 84,5). La proclama-
espressioni di <lode dichiarativa) rativa). Gal 1,5; <lui>, Rm 11,36), da un zione di gloria che Paolo eleva a
(C. Westermann), con le quali 1o Eulogie brevi In tre occasio- participio greco (<Dio che ha il Dio noÌr è limitata a (questa età)
scrìvente manifesta la sua sempli- ni neÌle lettere di Paolo, e in nes- potere di confermarvi>, Rm ma appartiene anche all'((età a ve-
ce e gioiosa risposta (redl Gioia) sun altro luogo del NT, compaio- 16,25) o da un semplice sostanti- nire>. La spontanea conferma del-
a un preciso atto di Dio di cui si no brevi jnteriezioni di lode (Rm vo (<il re dei secoli>r, lTm 1,17). la dossologia in Fil 4,20 è espres-
è latto esperienza. Le eulogie di 1,25; 9,5; 2Cor I l,3l). Il paraue- In Fil 4,20 il destinatario della lo- sa dall'(amen) che segue, una ri-
Paolo non esprimono r,ln augurio; lo piu vicino è la ben nota ìoterie de è indicato in maniera partico- sposta pronunciata in occasioni
descrivono un fatLo (((Benedetto à zione rabbinica dopo il nome di larmente aPProPriata: Paolo ren- solenni nell'AT a conferma di una
Dìo>), e in esse Paolo proclama Dio (pcr esempio, (il Santo, egli de gloria (al Dio e Padre nostro)), maledizione o implorazione, per
che Dio è la ionte della benedi sia benedetto...>)). ln ognuna di IfI Fil 4,19 egli aveva usato l'e- accettare Ìrna benedizione o Per
zione. queste ricorrenze la îorma di ba associarsi a una dossologia. Ognu-
spressione fortemente Personale
Benedìzioneintrodullírct Ri- se è la stessa: (Benedetto... nei se- (n io DioD per tranquillizzare i Fi na delle dossologie che concludo-
prendendo una formula di pre coli>; Dio è lodato come Creato- lippesi sul fatto che il suo Dio sa- no i primi quattro libri del Salte-
ghiera tipica delll'AT e delGiudai- re (Rm 1,25) e come il Padre del rebbe stato al suo îianco per ri' rio dell'AT (Sal 41,13; 12, 19;
smo jn cui si esprime lode (clr. le Signore Gesu (2cor 11,31), e il spondere a tutti i suoi bisogni. Ora 89,52; 106,48) finisce con un
conclusioni dossologiche ai libri Messia è lodato come colùi [Djo] passa al plurale <<nostro)), in quan- <amen), mentre nel NT esso raf-
del Salterio: Sal 41,13; 72,19-20 che e sopra ogni cosa (Rm 9,5). to adesso egli si unisce ai suoi con- forza o conlerma preghiere e dos-
ecc.), Paolo apre due deÌle sue let Altri riferimenti alla benedízio vediti nell'elevare la lode a Dio. sologie (Rm 1,25; Gal 1,5)
tere (2cor 1,3-4; Eî 1,3-14; cîr. ne La lerminologia di (be[edi- Il secondo elemellto della dos- L'<amen> rende esplicito che la
1Pt 1,3-5) con una benedizione in zìone> ricorre anche in lcor i0,16 sologia è la proclamazione di <glo- proclamazione di lode fatta da
lroduttiva o (euÌogjan (eu lo getos, con rilerimento al calice deÌl'uìti- rian (onore, grandezza o potere) Paolo non è semplicemente una
(benedetto))). Menlr'e il suo ren- ma cena su cuì viene pronunciata questione di labbra, ma è la dspo-
che appartiene propdamente a
dimento di grazie introduttjvo si la preghiera di ringraziamento a Dio e che, quindi, giustamente gli sta spontanea di tutto il suo esse-
concentra sull'ope.a di Dio nelle Dio, mentre in lCor 14,16 il ver- viene tributata. Nell'A'l doxa eta re. Altrove egli collega sorpren-
vite di aitri, Ie sue eulogie lodano bo (benedire)) si riferisce alla lo- in primo luogo la luminosita o l'ir- dent€mente la risposta del-
Dio per le benedizioni, per i doni dc di Dio espressa in ljngue nel- radiazione della presenza di Dio. l'<(amenr dei credenti con la fedel-
cui egli stesso partecipa. La for- l'assemblea durante il cìrlto. Tributare gloria a Dio non signi- tA di Dio che in Cristo ha detto sì
mula dotata di uno slondo giudai- fica aggiungere a lui qualcosa; ma alle sue promesse (2cor 1,20).
Benedizione, dossologia, ringraziamenlo r66 167 Benedizione, dossologia, dngraziamento
4. RENDIMENTO DI GRAZIE ri), cioè introducono e presenta- (lTs 1,4; cfr. 2Ts 2,13-14), la buo- Esottszioni s rendere grazie -
- Nelle sue lettere Paolo menzio- no i temi principali delle lettere, na opera compiuta da Dio fra i Fi- Esortazioni a rendere grazie com-
na il tema del ringraziamento piÌr daùdo di solito il tono e l'armo- lippesi (Fil 1,6), la sua sbaÌorditi- paiono spesso nelle lettere paoli-
spesso, per numero di ticorrenze, sfera e preannunciando il conte- va attività di grazia in Cristo nella ne, in particolare in Colossesi, Pri-
che qualunque altro autore elleni- luto. Molti hanno una funzione vita dei Corinzi (lcor 1,4-9), e l'in- vato o pubblico, questo rendimen-
stico, pagano o cristiano. La fa- didattica, per cui, o proponendo toduzione dei Colossesi in un'ere- to di grazie va espresso con gioia
miglia di parole eaciaisteo com- nuovi insegnamenti o richiaman- dità eterna (Col 1,12-14). Colpisce <in ogni cosa> (lTs 5,18), poiché
pare 46 volte nel corpus paolirro, dosi a istruzioni già date in prece- in modo particolare la connessio- insieme con la preghiera e l'esul-
e ritoma in molti contesti impor- denza, 1'apostolo espone le que- ne fra il rendimento di grazie da tanza questa è la volontà di Dio,
tanti di ogni lettera, salvo calati stioni teologiche che considera im- pa.rte di Paolo e il vangelo. La vi- Il rendimento di grazie dovrebbe
e Tito. I termini di ringraziamen- portanti (cfr. specialmente Col vace operosità della fede, della ca- accompagnare ogni attivita (Col
to usati dall'apostolo esprimono 1,9-14). ln parecchì di questi pa- rità e della speranza mostra che il 3,17). Viene inculcato un <(atteg-
coerentemente la nozione di una ragraîi introduttivi è presente an- vangelo è aÍivato ai letto come giamento di gratitudine) (Col
gratitudine che si maniîesta all'e- che una finalità di esoÍazione (per forza dinamica (1Ts 1,3-5), che 3,15), e i letto devono manife-
sterno, e spesso in forma pubbli- esempio, Fil 1,9-ll). Il ringrazia- questi erano stati chiamati dal van- starlo all'esterno e comunitaria-
ca, nel ringraziamento. Ricordan- mento e le invocazioni che vi so- gelo (2Ts 2,14), avevano la testimo- mente, ((cantando a Dio di cuore
do quello che Dio ha fatto per gra- no incluse manifestano la profon- nianza di C sto stabilita saldamen- e con gratitudine salmi, inni e can-
zia nel Figlio suo (yedi Figlio di da sollecitudine pastorale e apo- te in loro (1cor 1,6), avevano di- tici spidtuali)) (Col 3 ,16; vedi ln-
Dio), anche gli altri cristiani sono stolica di Paolo per i suoi lettori mostrato la loro attiva partecipa- ni, frammenti innici, canti, canti
esortati a ringraziarlo. L'abbon- (redi Pastore, Paolo come). zione al vangelo (Fil 1,5)o cevu- spirituali), ln Eî 5,20 sono sotto-
danza dei rendimenti di grazie Allo stesso tempo, Paolo regi- to una speranza che era una com- lineati la continuità del ringrazia-
moltiplica l'inno di gloria a Dio stra i suoi ringraziamenti concre- ponente di quel vangelo (Col 1,5). mento (<(continuamente))), la sua
(2cor 4,15; I ,l 1). ti e le sue concrete invocazioni per Chiaranente, Dio aveva operato natura comunitaria (Ef 5,19) e il
Il ringraziamento paolino è i lettori. I ringraziamenti sono in- con poterza nel suo vangelo. fatto che esso è I'espressione più
molto vicino a quello che noi in- dirizzati a Dio (1Cor 1,4; 1Ts t,2:
tendiamo con <lode>, in quanto si noti ((mio Dio) in Rm 1,8; Fil
Usi colloquiali -Tre ricorren- caratteristica di quelli che sono ri-
ze del yeîbo eucharisleó ((rende- colmi dello Spidto (Ef 5,18), men-
esso è qualcosa di più ampio che 1,3) che Paolo conosce come il re grazie>) esprimono gratitudine tre in Col2,7 sono sottolingate la
l'espressione di gratitudine per be- <Padre di cesÌr Cristo) (Col 1,3), a un livello colloquiale: per esem- lermezza e la saldezza della îede
nefici personali ricevul. L'aposto- e sono elevati (continuamentet pio, Rm 16,4, dove Paolo si dice come elementi carattedzzanti la vi-
lo rendeva regolarmente grazie per (1Cor 1,4; Fil 1,4) o <sempre)) gratoaP scilla e Aquila perché ta cristiana insieme con il dngra-
i doni di Dio realizzati nelle vite (1Ts 1,2;2,13), espressioni che rischiano la loro vita per lui (cfr. ziamento.
altrui. Il ringraziamento è una ri- non stanno a signiîicare una pre- lCor 1,14;14,18). ll rendimento di grazie è rego-
sposta all'attività salvifica di Dio ghiera continuativa, ma il loro co- Ríngruzíqmenti pto unciatí sul larmente e intimamente congiun-
nella creazione e nella redenzione. stante ricordo da parte deÌl'apo- cibo - ln sei casi nelle lettere di to con la preghiera di richiesta
Esso è sempre la seconda parola, stolo nei suoi regolari tempi di Paolo è menzionato il ringrazia- (Col 4,2; Fil 4,6). Le richieste
mai la prima. preghiera. mento pronunciato sul cibo, inclu- avanzate da Paolo per i suoi let-
Paragrqfí introduttívi (o ringra- Paolo rende grazie per i lettori, soil riferimento alla preghiera di tori erano spesso collegate insie-
ziomentí postptotocollai) I piir alcuni dei quali gli erano ben noti dngraziamento di Gesù sul pane me con il suo ringraziamento a
significativi rilerimenti paolini al (i Filippesi, i Corinzi e i Tessalo- nell'ultima cena (lCat 11,24; ve- Dio per loro (cfr. Fil 1,3-6.9-11).
dngraziamento ricorrono nei pa- nicesi), altri erano stati co[vertiti dl Cena del Signore, eucaristia). In ll ringraziamento cristiano è in
ragrafi di apertura, dove l'aposto- grazie al ministero di qualche suo Rm 14,6 sia il cdstiano che man- contrasto con la volgadtà grosso-
lo, a volte in congiunzione con i collaboratore (i Colossesi), altri gia carne sia quello che si astiene Iana e l'iùiverenza del linguaggio
suoi compagni, rende grazie a Dio ancora erano al di fuori della sfe- lo fanno per il Signore, poiché l'u- (Ef 5 ,4) . Le labbra dedite a dngm-
per il progresso nella fede, I'amore ra del suo precedente ministero (i no e l'altro rendono grazie a Dio ziare Dio non dovrebbero essere
e la speranza dei 5uoi leltori nel Romani). sui loro pasti (vedi Cibi offerti agli usate per un linguaggio che diso-
quadro della missione ai Centili I motivi del rendimento di gra- idoli e leggi alimentari giudaiche). nora il suo nome.
(Rm 1,8; lCor 1,4;2cor 1,11; Ef zie da parte di Paolo erano mol- In lCor 10,30 (cfr. lTm 4,3.4) la Rìngruzismentí ín contestí di-
1,16;Fil 1,3;Col 1,3.12;cfr. 1Ts teplici. Spesso la ca\sa immedia- nota di gratitudine è fatta dsuo- dqttici - Il rendere grazie a Dio
2,13;3,9',2"îs 2,13; Fm 4), Que- /a è la primitivatriade cristiana di nare da cristiani che offrono la lo- dovrebbe essere la risposta di tut-
sti paragrafi, che si aprono con fede, carità e speranza (lTs 1,2.3; ro preghiera di ringraziamento , ri- ti gli uomini e le donne per averlo
un'espressione di ringraziamento 2Ts 1,3 ecc.), laddove ìa prece- conoscendo che <del Signore è la conosciuto come Creatore (Rm
a Dio, hanno una funzione episîo- dente attività di Dio è la causa/- terra e tutto ciò che essa contieneD 1,21). Ma essi hanno mancato di
lare (vedí LetIere, forme epistola- nalet I'elezjar\e dei Tessalonicesi (lCor 10,26, da Sal 24,1). riconoscerne la signoria e di glo-
Benefattori 168

rificarlo: essi sono degli (ingrati) to e la morte che Cristo ha realiz-


(cfr. 2Tm 3,2). Viceversa, quan- zato a vantaggio del suo popolo
do i ngraziamenti crescono fra i (lCor 15,54-55.57j cfr. Rm 7,25;
credenti, allora Dio è gloriîicato vedi Vita e morte) e al dono fina-
(2Cor 4,15; cfr. 2cor l,ll). Essi le del Figlio di Dio (2cor 8,16; cfr.
possono essere pronunciati per 8,9).
una varietà di ragioni, non da ul-
timo per la generosità mostra- Vedi anchet Ctrllol' Elemeîti, li-
ta dai cristiani nei confronti dei turgici in Paolo; lnrli, frammenti
loro compagni di fede (2Cor innici, canti, canti spirituali; Pre-
9,1 1 . 12). ghiera.
Espressiolii brevi di ri grazia
mento - <<Siano rese grazie a
Dio)) è ùna breve espressione che
BÌBL - Champìon L. C.. Benedictionsand
Doxoloeìes i the Epistles oI Paul, Oxfo l
CADUC.IT,ì, VUOÎO, denti con un falso insegnamento
compare occasionalmente nelle 193:l (pubblica/one privara); Deichgriiber VANITA o (filosofia> Qthilosophio), la
quale è soltanto keúè apaté, ln
lettere di Paolo, a volte come R-, GotteshJ' tn[s und Chtisutshr,ùtnus in
derfitihctt Ch.íste heit,SU"NT 5, vandcn (vano inganno>) o un (vuoÎo mg-
spontanea esplosione per qualche boeck & Ruprccht, cótlingcn 1967: Del SoMMARTo - l. Caducilà e il vanselo del-
grande benedizione che I'aposto- I'Aposrolo: 2. Caducitàcomesiluazione giro> (cfr. Ef 5,3; si veda anche
vetmc M., Le fornule di ngru.itltnento
lo o i suoi lettori hanno ricevuto pospt.'r atòl luti el l'epìsîotdrio pdali'to, unana e cosmica. lTm 6,20; 2Tm 2,16 dove si usa
da Dio, In due casi essa funziona
Edizioni Franccscanc, Roma l97t; Mullins kenÒphonia, (<chiacchiere insensa-
T . y .. llcnedk\ bn as a NT fol/r, in .'l Uss Nelle lettere di Paolo I'aggetti- te)r). Paolo afferma inoltre che es-
come ringraziamgnto introduttivo t5 (t9'77J 59-641O'Bri,;î P. î., Intrcduc- vo kezos e i termini mataíos (ag-
(1Tm I,12; 2Tm 1,3), mentre al- tot! Thonks8irings in the Leúers al Parl, so è (ispirato alla tradizione uma-
NTS 49, E. J. Briì1, Leideù 1977; id., Eetll\o\, malaiotes (sostantivo) e na, secondo gli elementi del mon-
tre volte ricorre in punti cardine Th.lnksqìritl! in the Letten al P.tu1, in D. mataioomaí (vetbo) sono le parole
delle lettere e segna una svolta nel- do e non secondo Cristo> (Col
A- Hasncr - M. J. Harrìs (edd.), Pd!/ir? di maggior rilievo che vengono 2,8).
l'argomentazione dell'apostolo Studies: Lssrr)'s Presented îo Prolessot F.
usate per esprimere I'idea della ca-
(per esempio, in una sezione con- -D-A,?.e, Ec.dmans, Grand Rapids 1980, La predicazione di Paolo, ínve-
pp.50'6ói Sclcnk w.,l)€/ Segek i, Neuen ducità, della inutilità o dell'assen- ce, non è stata vaDa, ma decisa ed
clusiva: Rm 7,25; lCor 15,57; îermr,?rr. Evangelische vcrìagsanrak, za di un qualche scopo o risulta-
2cor 9,15; e per aprire un nuovo Berlir
efficace, poiché figuardava Cristo
C .. Bles:itl c in the
9ó7; Wcsrcrmafln
r
to. Ma si usano anche altri termi- che è morto (vedi Morte di Cristo)
argomento: 2cor 2,14; 8,16). Bíble a .l lhe Lile olthe Chzl.,,', Fortress,
ni, piir o meno sinonimi': eíkc, <<in-
Phìladephia l9l8; Wiles G. P., Pa!/'s 1, ed è stato fisuscitato alla vita (cf!,
Queste formule brevi di ringrazia-
mento sono simili alle eulogie, so-
/ercesrory P/rlcr, SNTSNIS 24, University
Press, Cambrìdge 1974.
vano>>, <<senzg esito>>; dÓrean,
(per nessun motivo)), <pel nessu-
lcor 15,14). Egli attribuisce la
no esempi di <<lode dichiarativaD. stessa efficacia al suo lavoro tra i
no scopo); akarpos, (improdut- credenti (lTs 2,1). A Paolo inte-
I motivi del rendimento di gra- P. T. O'Brien tivon, (<sterilen. Kenos e mataios
zie sono a vasto raggioi dalla gra ressa che la sua fatica e la fede e
spesso vengono usati assieme nel- le sofferenze dei credenti non sia-
titudine personale espressa a Cri- la LXX (per esempio, Gb 20,18;
sto per aver manifestato miseri- BENEFATIORI: vedi Ai,rto îi- no vane (teno.r, Gal 2 ,2| 2cor 6,la
Is 37,7; Os l2,l), nel greco classi- eike, Aal 3,4), e può dichiarare
cordia nei confronti di Paolo nanziario; Approcci sociologici a
(lTm I,12), al trionlo sul pecca- co (per esempio, Sofocle, E/. 324 con fiducia che ciò non è stato inu-
Paolo
e Aristotele, EIh. Níc. 1.2\ e in tile, malgrado le minacce prove-
quello ellenistico (per esempio, nienti dall'interno e dall'estemo
lclem 6). Kenos è ùsato da Pao- (Gal3,4; Fil2,l6: lTs 3,5; cfr. I'u-
lo per esprimere ciò che è vuoto so di eìkè, ((invano) o (privo di
e vacuo, e perciò insigdficante e risultati)), in Gal4,1l; lCor 15,2).
privo di consistenza , meîtÍe mq- Egli è convinto di non aver rice-
/aios viene usato per indicare ciò vuto la grazia di Dio <<senza uno
che è vano e privo di utilità, e per- scopo) o <senza alcun risultatot
ciò inefficiente e inane. (lcor 15,10; Cal 2,2).
La preoccupazione che la pro-
I. CADUCITÀ E IL VANCELO pria fatica e la propria predicazio-
DELL'APOSTOLO - ln Col2,8 ne non siano state vane si fonda
Paolo usa I'aggettivo kenos per sulla coscienza di essere un apo-
descrivere le sedùzioni di coloro stolo sulla linea dei profeti del-
che tentano di attrarre a sé i cr9- I'AT, e in particolare del (servo
Caducità, vuoto, vanilà 170 171 Caducita, Yuoto, vanita
di Yhwh> (vedi Profeta, Paolo co- mizia (lcor 15,20) e la garanzia to che essa non è in grado di rag- mondo creato, che assieme all'uo-
me). È abbastanza evidente che della risurrezione futura, che dca- giungere 1o scopo a cui era stata mo sarà liberato d,alla mataíÒtès-
Paolo ha medilalo a lungo su Is pitola jn sé tutto ciò che costitui- destinata in origine (vedí lijotrdo, In altri passi Paolo usa mataio-
49, dove si espone chiaramente la sce il nuovo ordine cosmico stabi- cosmologia). Quando l'umanità /és per descrivere la condizione
vocazione del servo (cfr. Is 49,1.5 lito da Dio (lcot 15,17-28; vedí decadde con il peccato, Dio sot- ùmana caratter:\lzata da una cadu-
e Gal 1,15-16) e la duplice missio- Escatologia) e significa anche la li tomise la creazione alla maledizio- cita che trae la propria origine dal
ne di restaÌrrare lsraele (ls 49,5-6; ne di ogni caducità. ne della caducità e della decaden- modo con cui ragiona l'umanita
redi Restaurazione di Israele) e di za (aft. Gn 3,17-19). È però op- dgcaduta. Con il salmista, Paolo
portare la salv€zza ai pagani (cfr. 2. CADUCITA COME SITUA. portuno segnalare un'altra spiega- definisce vani e senza senso i pre-
ls 49,6 e Gal 2,2). E in quel testo ZIONE UMANA E COSMICA zione di questo passo. C. K. Bar- suntuosi <disegni dei sapienti))
anche il servo manifesta qualche L'uso che Paolo fa di,ryalalo- rett (166) ritiene che mqtaíotes irr (lCor 3,20, citando Sal 93,11
dubbio sull'efficacia della propria 1ès si ispira molto probabilmenle Rm 8,20, dlacendosi all'uso di LXX). In Rm I ed Ef 4 troviamo
missione: (Io ho risposto: "lnva- alla LXX, e soprattutto all'Eccle- mataios \ella LXX, dove è appli- due descrizioni parallele di questa
no ho faticato ILXX kenÒs eko- siaste (o Qohelel). Benché l'agget- cato agli dèi e agli idoli (per esem- situazione umana. In Rm 1,21,
piasal, pet nulla e invano ILXX tivo nlaldio.r sia usato normalmen- pio, Sal30,6 LXX), indichi le <po- usando il verbo malaioomai,Pao-
eis mataionlho cotsumato le mie te nella letteratura greca per indi- tenze spirituali inferiori), o meglio lo aflerma che gli empi, non aven-
îotze. l|Ia, certo, il mio diritto è care cìò che è vano o vuoto, nei ciò che Paolo chíama altrove gli do riconosciuto e adorato Dio,
presso il Signore, la mia ricompen- tesll $ecì mataiotes viene adope- <<elementi del mondo>r (per esem- <hanno vaneggiato Iemataióthe-
sa presso il mio Dio")) (ls 49,4). rato molto meno rispetto alla pio, Gal 4,9), sotto la cui schiavi sarl nei loro ragionamenti e si è
Il contesto e l'uso di kenos e di eí- LXX, dove usato spesso nel sen-
è tù è stato ridotto il mondo, ottenebrata la loro mente ottusa>.
ke in Galati indicano che la preoc- so di <inulilità)), (inanitàr, o an- La <<cadutat) della creazione è Similmente, in Ef 4,17-18 si parla
cupazione di Paolo di non ave. che <<caducità>> (Bauernfeind stata la conseguenza della disob- degli sforzi inutili dei pagani che
(<corso)) (Gal 2,2) o (faticato> l4l0- I 412). Nell'Ecclesiaste (Qo bedienza dell'uomo in quanto do- vivono nella <vanità della loio
(Gal 4,1 1) invano riprende il lin- 1,2.14. 2,1.11.15. 11 ecc.) I'espres- minator€ del creato. La creazione, mente), perché sono <accecati nei
guaggio del <servo di Yhwh> di Is sione ritorna più volte e suona co inferiore all'uomo, è coinvolta Ioro pensieri, estranei alla vita di
49,4. Lo stesso sottoîondo si.i- me un rìtornello dai toni negati- perciò nella caduta di Adamo Dio a causa dell'ignoranza che è
specchia in Fil2,l6 (si noti anche vli mataiotes mataíotetón, la pan- <non per sua volonta)>, ma nep- in loro, e per la durezza deÌ loro
qui la metafora del faticare e del lq maÍaiolès. E difficile rendere pure per caso. Dio l'ha sottomes- cuore> (Ef4,17-18; cfr. Rm 1,21,
correre), dove la seconda metà di con precisione in italiano questo sa (nella speranza>, per cui la via Sap 13,l). ln Rm 1,21'23 l'accu-
Is 49,4 può motivare la fidùcia che ossessionante ritornello. La ver- da percorere per uscire dallo sta- sadi Paolo sale di tono, passan-
Paolo esprime sul latto che il suo sione tradizionale. (vanità delle to di caducita consiste nell'opera do dal vaneggiamento alla follia
ministero sarà difeso €d egli potrà vanità, tutto è vanitàr>, viene so- escatologica di Dio, con la quale e all'idolatria (<hanno cambiato la
(vantarsi)) nel giorno di Cristo. Il stituita in alcune traduzioDi mo- egli ora redime e adòtta i suoi fi- gloria dell'incoúuttibile Dio con
ministero apostolico di Paolo, nel- derne da altri termini (come <vuo- gli (vedi Adozione, figliolanza) e I'immagine e la figura dell'uomo
la sua finalità ed efîicacia, sembra to)r, (nienten, (soffio>, <iumo>), li poderà un giomo, assieme al- corruttibile, di uccelli...)r, Rm
dunque collegato direttamente alla nel tentativo di cogliere megljo le I'ordine creato, alla gloria di una 1,23). La polemica di Paolo con-
sÌra missione divina di portare la sfumature di signilicato racchiu- nuova creazione, liberata dalla tro i pagani ricalca il linguaggio di
buona novella delìa salvezza di se in questa parola. Qohelet sot- schiavitir della corruzione. Al pre- Sal 106,20, ma anche quello di Is
Dio (îino all'estremità della ter- tolinea I'inutilità intrinseca degÌi sente, però, tutta la creazione sof- 44,9-20, dove il profeta satireggia
ra) (Is 49,6) e di essere così al ser- sforzi umani che cercano di rag- fre le doglie del parto in attesa del- contro gli idoli. Anche in quel pas-
vizio del piano escatologico di giungere una feÌicità durevole. E la redenzione. I figli di Dio gemo- so, come del resto alfiove, la LXX
Dio. ll medesimo coÌlegamento te- come se si tentasse di <inseguire il no con Ia creazione (Rm 8,22-23), appli'ca mataios agli idoli, o me-
stuale può illuminare, inoltre, i ri- ventoD (Qo 2,11). Si può trovare benché per mezzo dello Spirito glio agli dèi delle nazioni (cfr. so-
petuti accenni di Paolo in lcor 15 senso e soddisîazione permanen- stiaro gia sperimentando ora la re- pra; in Is 44,9 coloro che fabbri-
(1Cor 15,2 Íeikèl.l0.l4 [kenos 3 te soltanto in Dio, che trascende denzione (Rm 8,15), La creazio- cano idoli sono mataíoi: cft. pet
voltel) al fatto che la sua attività 1'esistenza umana e nel quale non ne inferiore non può infatti gode- esempio, Ger 10,15;51,18i Sal
apostolica, il suo messaggio e la ri- \i, è maîaiotcs, re della liberazione dalla caducità 31,6). Il modo di pensare dei pec-
sposta dei Corinzi sarebbero sen- In nessùn passo del NT questo ed entrare nella nuova eta futura cato è vano e senza scopo, per-
za scopo se il messaggio della ri- genere di vacuità descÌitto dall'Ec- fino aÌla (rivelazione dei figli di ché è estraneo alla vita di Dio ed
surrezione di Cristo venisse frain- clesiaste viene definito così chia- Dio> (Rm 8,19.21), al termine del- è privo di intellìgenza spiritua-
teso come nella prospettiva in cui mmente come in Rm 8,20. Parlan- 1'età presente. La (gloria dei figli le. Pertanto porta a una vita vuo-
essi 1o hanno collocato. La risur- do della creazione sottomessa aì- di Dio> (Rm 8,21), quando appa- ta e inefficiente, che si abbando-
rezione di Cristo è iniatti la pri- la caducità, Paolo sottolinea il fat- rirà, sarà condivisa da tutto il na alla licenziosità, alla cupidigia
Calendario t12 173 Canone

e all'impurità (Ef 4,19; cfr. Rm struire il processo che approdò al Chiesa, probabilmente in contesto se di lCor 1,2, <insieme a tutti
\,24-32). conoscimento delle lettere di liturgico (lTs 5,27; Col4,l6); al- quelli che in ogni luogo invocano
Paolo sono o inesistenti o sogget- cune erano già pensate perché fos- il nome del Signore nostro Gesu
Vedi ancheiProfefa, Paolo co- te a diverse interpretazioni. C'è sero fatte circolare in altre Chiese Cristo>) è un'interpolazione inte-
me; Mondo, cosmologia. scarsissimo consenso fra gli stu- (Col 4,16; Gal 1,1); non tutte le sa a trasformare la lettera da (<oc-
diosi su quello che potrebbe esse- lettere scritte da Paolo sono state casionale>r in <universale>, ren-
B|BL - Balz H, naraios ecc., \î EDNT, re accaduto o che accadde di fat- conservate (lCor 5,9; 2Cor 2,4; dendola così applicabile a un più
vol.2, pp. 396 397i BarrettC. K.,The Epi-
sîle to the Roù1dns, HN'IC, Harp€r & Row,
to. Le ipotesi abbondano, e in Col 4,16). Nel momento in cui vasto numero di credenti (cfr.
Ncw York 1957j Bauernfelnd. natai.,sec..,
molti casi siamo di fronte a un nu- scriveva, Paolo non s'immagina- Dahl 270)? E la lettera ai Roma-
in GINI", vol. VI, coÌI. 1405-l4l8i Dunn mero disorientante di probabilità. va affatto che le sue lettere sareb- ni fu analogamente modificata in
J. D. G., Romanr 18, WBC, Word. Dal Schmithals espresse abbastanza bero state raccolte o sarebbero di- alcuni manoscritti con I'omissio-
las 1988: Lauke M.. keÌosecc.. in,6rN?. bene questo pessimismo quando
vol. 2. pp. 281-282; Oepke A., k€nds ecc.,
ventate autoritative e canoniche ne delle parole <in Roma> (Rm
in Gl,N?, vol. V, coll. 325-334: Tiedke E. scriveva che <la questione della per la Chiesa unive$ale (sulla sto- 1,7. l5), e circolò originariamente
etal.. Empt!, I/si ,il NIDTT, vol.l. pp. formazione d,ella piit antica rac- ria e lo sviluppo del vocabolo ca- come una lettera più breve (capp.
colta delle epístole di Paolohaoc- none , cfÍ . Metzger 1987 , Appen- l-15), piva del cap. 16 aggiunto
P. W. ComÍott cupato gli esegeti e gli storici così dix I, 289-293). piu tardi da un altro pezzo del-
spesso e ha impegnato tanto inge- Un'analisi critica delle lettere di la corrispondenza di Paolo (clr.
gno che nel riprenderla in mano Paolo, tuttavia, solleva qualche Gamble 1977)? La lettera agli Efe-
CALENDARIO: vedl: ciorni si ha scarsa speranza di raggiui-r- dubbio su questa raffigurazione sini fu scritta come <<lettera circo-
sacri, calendario gere nuovi risultati convincenti)) piuttosto semplificata. La storia lare> per le Chiese dell'Asia Mi-
(Schmithals 253-254). Lo studio di dell'interyetrazione del NT in ge- nore pÍima di trovare la sua pa-
CALICE: vedí Cena del Signo- questo problema è inoltre compli- nere, e di Paolo in particolare, ha tria permanente ad Efeso? Sia il
re, eucaristia cato dal fatto che l'idea della ca- suggerito alcuni modi alternativi carattere generale di questa lett€-
nonicità e il processo attraverso il di comprendere Paolo e le sue let- ra sia i problemi testuali relativi al-
qùale si arrivò al sÌro riconosci- tere. In primo luogo, c'è la que- la sua destinazione (in alcuni co-
CANONE mento si intrecciano strettamente stione dell'autenticità. Tutte le let- dici molto autorevoli maîca en
con altri argomenti. Come ha d- tere attribuite a Paolo furono Ephesó,Ef l,l) suggeriscono una
SoNIM^Rro - l. PaoLo e le sùe leiterq 2. levato R. P. Martin, la questione scdtte effettivamente da lui? Un simile possibilità.
Tra Paolo e Clem€nic (60-100 ca. d.C.)i di come e quando le lettere di Pao- certo numero di studiosi ha sup-
2.1 La teoria della raccoha gradualei 2.2 lo lurono generalmente accettate posto che alcune lettere siano po- 2. TRA PAOI-O E CI-EMENTE
La reoria di E. J. Goodspeed;2-3 Siúe
sii 3. Tra Clemente e Giùrino (96 165 ca.
non può essere compresa, e ancor stpaoline e che siano state scritte (60-100 ca. d.C.) Clemente,
d.C.);4. Ma.cione (med del II sec. d.C.); meno può cevere una risposta, se probabilmente da un (discepolot) uno dei primi vescovi della Chie-
5. Il manosffirto P6; 6. Il frammento non si îa lilerimento al pirì ampio di Paolo o della sua ((scuola>) sa di Roma, sembra essere stato a
ftùratorianoi ?. Alcùni Padri della Chie- contesto della pretesa di Paolo al- qualche tempo dopo la morte del- conoscenza di palecchie lettere di
sa posteriori (150 254 ca. d.C.): L Som'
Ìnario: 9. Canonici!à. I'autorità, aÌl'apostolato e all'uso l'apostolo (cfr. Patzia e le correnti Paolo. R. M. Grant dtiene che
deìla tradizione (Martin 279). introduzioni critiche al NT, come Clemente conoscesse I Coriúi,
Ogni discussione sulla canoni- V/ikenhauser - Schmid). Le lette- Romani, Galati, Filippesi ed Efe-
cità delle ìettere dì Paolo si muo- I. PAOLO E LE SUE LETTERE re di cui è stata posta in dubbio sini, e individua <una precisa al-
ve fra due certezze: la prima, che Da una prima lettura delle let- la patemita paolina sono Colos- lusione ad Ebrei> (Grant 8l-83).
l'apostolo Paolo scrisse delle let- tere di Paolo nel NT si possono sesi, Eîesini, 2 Tessalonicesi e le R. P. Martin, per parte sua, pen-
tere a un certo numero di indivi- traÍe Ie seguenti conclusioni: tre- tre lettere pastorali. L'ammettere sa che Clemente <al piìr> conob-
dui e di Chiese; la seconda, che dici lettere (è esclusa Ebrei) sono che queste siano dawero deutero- be solo quattro delle lettere di
verso il 397 d. C. la Chiesa aveva attribuite a Paolo; la maggior par- paoline comporta, di conseguen- Paolo (Martin 277). In ogni caso,
conosciuto come canoniche (cioè te di esse furono occasionali o par- za, un modo diverso di ricostrui- non possiamo dimenticare che
accettato come autoritative e nor- ticolari, furono cioè scritte per re la cronologia di composizione Clemente potrebbe essere stato a
mative) quattordici lettere attri- specifiche comunità locali e per e raccolta delle lettere di Paolo. conoscenza di altre lettere oltre a
buite a Paolo alfiancandole agli uno scopo preciso (per esempio, Un altro tema sollevato dagli quelle che utilizzò nella propria
altri libri che alla line andarono a i cristiani di Roma, di Corinto, di studiosi è quello del lavoro edito- corrispondenza.
costituire tutti insieme ì1 canone Filippi, di Tessalonica, di Colos- riale e redazionale fatto sulle let- L'importanza di Clemente, tut-
del NT. se, di Eieso, della Galazia ecc.); tere di Paolo. Le lettere ai Co n- tavia, non sta tanto nel numero
Quel che accadde fra il I e il lV altre furono indirizzate a individui zi sono il frutto della cucitura di delle lettere cui fa riferimento,
sec., invece, è aperto a molte ipo- (Filemone, Timoteo e Tito); le let- vari frammenti di lettere indiriz- quanto nel fatto che la sua <(Let-
tesi e dibattiti. Le fonti per rico- tere di Paolo venivano lette nella zate da Paolo a Corinto? La fra- tera della Chiesa di Roma alla
Canone t74 I75 Canone

Chiesa di Corinto) ( lCletn) ttf\et 4,6), e altre che potrcbbero essere sa aver avviato personalmerlte ne spesso attribuita a Luca (Mar-
te ùna conoscenza non solo della stale scritLe ma di cui non abbia- questo proccsso, perlopiu si deve tin) o a Onesimo (coodsp€ed;
lettera di Paolo ai Romani (come mo traccìa o menzione alcuna. invece pensar-e a pelsonaggi come Knox). Le indicazioni per la pater-
sarcbbe îacilc aspettarsi), ma an- Ma, a un ccrto puoto, ci si de- Luca, Timoteo e (lnesino. D'al- oità e/o l'edizione finale delle Ìet-
che della I Corjnzi. Ciò significa ve essere resi conto chc lc lettere tro canto, B. Metzger osserva co- terc pastorali vanno da un paoli-
che Clemente ebbe in un modo o occasìonali di Paolo avevano ùn me gìà all'inizio del 1800 J. Eich- nista comc Lùca (Martin) a Poli-
nell'altro accesso a 1 Corinzi, o nel significato piir vasto o universale. horn iosse stato (il primo ad at- carpo (von Campenhausen). La
corso di una visita da lui eveùtual- Ciò potrebbe esselsi veriîicato o tribuire a Marcione la spinta a rac- maggior parte degÌi studiosi si ac-
menle effettuata a Corinlo o per- perché fu subito riconoscìùto lo- cogljere gli scritti del Nuovo Te conÌentano di designare l'autore
ché questa lettera ai Corinzi - in- ro valore apostolico e pastorale stamento)) (Metzger 1987, ì8; an- senìplícemenle come ((i1 Pastore)),
sieme con qualche altra aveva (Harnack) o a seguito di una spe- che W. Bauer vedeva in Marcio- ma ritenendo sempre che si tratti
trovato una strada per arrivare fi cic dì cîfìtto cumulativo (Camble ne (il primo sistenatico raccogli- di qualcuno rimasto saldamente
no a Roma. Non è il caso di pre- 1985, 36). Sembra piil probabile tore del patrjmonio paolino>). entro l'eredità paolina (cfr. Col-
sumere, per giustifìcare questa co- che ogni lettera di Paolo, che dob- Sembra, tuttavia, più probabile lins; per gli argomenti a t'avore
noscenza di Romani e 1 Corlnzi, biamo credere venisse letla e riletta che Marcione riprendesse una Ii- dclla paternità paolina delle lette-
I'esìstenza di una limitata collczio- nclla Chiesa, trovò a poco a poco sta csistcnte, manipolandola poi re pastorali, cfr. Gulhrie 607-649,
ne di lettere di Paolo. la sua strada verso altre comuni- per adattarla alle suc convinzioni I
l0l 1028).
Quel che accadde a1le lcttcre di tà a motìvo delÌa sua importanza teologiche. QuelÌi che abbÌacciano I'ipo-
Paolo nel periodo clle va da Pao pralica. Il passaggio da una Chie L'opera dì raccolta ed edizìone tesi di interventi deuteropaolini
lo a Clemente è avvolto ncl mi- sa all'altra potrcbbc csscrc awc- delle lettere di Paolo può esscrc individuano di solito in Efeso il
stero. Non esistono prove di una nuto a opera di importanti capi stala eîîettuata da una <scuola> luogo di questa attività editoria,
significativa conoscenza deÌ1e let- delle comunità, cosÌ come era ac- paolina. In tal caso, dobbiamo im- le (Goodspeed; Knox; Mitton; P.
tere di Paolo duranie questo ar- cadulo con lo stesso Paolo, ilqua- maginarcì un processo per cui, do- N. Harrison). Harnack, Zahn e
co di tempo. IÌ libro degli Attj le alfidava la consegna delle sue po la morte di Paolo, un gruppo Schmithals suggeriscono invece
(datato îra il 60 e l'85 d.C.) non lettere a messaggerí come Timo di suoi discepoli o collaboratori sì Corinto. Schmjthals, per esempio,
ne fa menzione. nonostanle dedi- teo e altri (cîr. lTs 5,27). unì per studiarne la teologia e diî- parla della pubblicazione di un
chi molta attenzionc allc vicen- La circolazione delle lerlere e îondere le tradizioni teologìche (]orpr./s paolino di sette lettere a
de dell'apostoÌo Paolo. Se Ìe let- una loro iniziale raccolta potreb- che aveva ereditato dal suo mae- Corinto già negli anni (ottanta)>
tere di Paolo furono raccohe du- bero essere iniziate in terrìlori re- stro. È stato suggerito che le lel (Schmithals 88,262\. ZùD,LZ (14\,
rante questo periodo (cîr.2Pt gìonali come l'Asia Minore (Co- tere indicate da alcuni stLrdiosi co- Grant (121 124) e tsruce (130) ve-
3,2.15-16), non può che sorpren- losse, Efeso, Ierapolì, Laodicea), me deuteropaoline non siano al- dono in Alessandria un Luogo pro-
derci ì1 fatto che non ci siano pro- la ìVlaccdonia (Tessalonica, Fjtip- tro che prodottì della scuola, o dj babìle. Scguendo il ragionamento
ve delloro uso, della Loro circola pi) e l'Acaia (Corinlo). Successi certi personaggi delia cerchia pao di Zuntz, Bruce afferma che il cor-
zione e raccolta (cfr. N{itton). Ma vamente, queste raccolte regionali lina, iqualj, sotto ilnome di Pao- prs presenta indizi di dipendenza
dal momento che, comunque, a confluirono insieme a îormare il 10, cavano di interpretare, rcin-
ce1 dalle <tradizioni dell'ambiente de-
un certo punlo le Ìetter-e dì Paolo cotplts pao]'il.o (clr. I-. Mowr-y; teÌpretare e applicarc la teologia gli saudiosi alessandrini> (Bruce
circolarono. furono raccolte e ri- aîche Znùtz 2'7 E-2'7 9). Purtroppo dcll'apostolo alle generazioni sùc 129- 130).
conosciute come canoniche, è ov- non esistono prove che atlestino cessive richiamandosi all'autorità Tutto quello che precede è, na-
vio che un qualche processo era irì l'esistenza di collezioni del genere. apostolìca dello stesso Paolo (Pat- turalmente, de1 tutto ipoleiico.
corso anche dùrante questa prima E difficile jmmaginare che que- zia; Schenke). Non sempre abbiamo conoscenza
fase. sta primitiva circolazione e raccol- h quest'ol1ica, il fatlo di utiliz- sicura di quanto grande fosse il fa-
2.1 La teoria deìla raccolla gra- ta dcllc lcttere di Paolo possa es- zare il ùome di Paolo e di appel- vore di cui godeva Paolo e di
duale - E lecito immaginarsi che sersì verilicata senza la guida cli larsi alla sua aùtorità sarebbe sta- quanto ampia fosse la diffisione
le lettere di Paolo, dato il loro ca- uno o piir personaggi di una certa lo particolarmcnte significativo, in della sua teologia nella Chiesa p -
rattere occasionale, particolare e ìmportanza. L'attività editoriale e quanto Ìa Chiesa si trovava di mitiva. E. benché il riferimento a
pastorale, siano slate apprezzate redazionale visibile nella corrl lronte a varie lorme di falsa dot- (rùtle le leltere> di Paolo in 2Pt
e conservate dalle Chiese cui era- spondenza indirizzara a Corinto, trina e aveva bisogno di stabilire 3.16 e le reminiscenze di Paolo nei
no indirizzate. Eccezioni potreb- e probabilmente ìn Filippesie Ro- (una bLrona dottrina e una buo- primi padri attestino urr crescente
bero essere la lettera scritla alla manì, conferma che qùalcuno la- na pratica)). Qualche personaggìo apprezzamento dell'apostolo -
Chiesa di Corinto <in un momen- vorò sulle lettere. Benché alcuni della scuola, come Luca, Tichico, come anche il fenomeno delle deu-
to di grande aîflizione> (2cor studiosi abbiano suggerito che Onesimo ecc., potrebbe in effelli leropaoline dinostrerebbe - ri-
2,4), una possibjle lettera ai Lao- Paolo si sia reso conto del valore poÍare la responsabilità della ste- mane il fatto che ron esistono pro
dicesi che è andata perduta (Col senza tempo delle sue letleÌe e pos- sura di alcune letTere. Flesini vie- ve di una collezione di lettere pao-
Canone 176 1',77 Canon€
line prima della fine del I sec. (an- pio, ritiene che un personaggio co- 3. TRA CLEMENTE E GIUSTI- Un certo numero di studiosi so-
che se si datasse 2 Pietro alla fine me Timoteo potrebbe portare la NO (96-165 ca. d.C.) - Un csa- rìo convinti che la collezione e
del secolo, il <tutte) significhereb- responsabilità della raccolta e pub- me degli eventi e deLla letteratura la circolazione coare collezíone -
be semplicemente <<tuttet) quelle blicazione delle lettere di Paolo di questo periodo getla alrra luce cominciò a lormarsi all'inizio del
allora conosciùte). (cfr. 2Tm 4,13: <Venendo, porta- sul nostro argomento. Riferimenti II sec. (Bruce 130; Zahn, secondo
2,2 La leoîi^ di E. J, Good. mi il mantello che ho lasciato a e allusioni alla maggior parte del Melzger 1987,23; Beare 520-532).
speed - In parte, la ricostruzio- Troade in casa di Carpo e anche le lettere di Paolo si trovano in Per C. Zuntz (14), nonostante egli
ne del corpus paolino proposta da i libri, soprattutto le pergamene)). Ignazio, vescovo di Antiochia (ini- dubiti che Clemente abbia avu
Coodspeed si basa su quella che E il riferimento a (tutte le lettere zio del II sec.), c PoLìcarpo, vesco- to accesso a un aor"pr.t paolino a
viene di solito indicata come la [di Paolo]> (2Pt 3,16) dovrebbe vo di Smirne (t 156 ca.). In Igna Roma, una simile collezione <po-
<<teoria della caduta d'interesse> essere pleso come prova che alme- zio mancano riferimenti a 2 Tes- trebbe plausibilmente aver circo
(Guthrie 647). Piii che parlare di no qualcuna delle lettere di Paolo salonicesi. Filenone e alle leltere lato per qualche tempo, poniamo,
un apprezzamento sostenuto e cre- era nota a Pietro pdma del 68 d.C. pastorali, mentre in Policarpo non iI] Asia Minore o in Egitio; djf-
scente di Paolo, Coodspeed soste- (Guthrie 832). si trovano allusionia 1 Tessaloni- fjcilmente, però, per ùn lìrngo pe-
neva che, dato il carattere occasio- Che si consideri o meno la teo- cesi, Colossesi, Títo e Filemone. riodo. Una data intorno al 100
nale delle sue lettere, queste ulti- ria di Goodspeed come un'<infio- Glj scriltì di Barnaba (fine I- d. C. è, dunclue, la piu probabile
me avevano scarso valore per gli rettatura romanzescar (Bruce) o inizio lI sec.), dì Papia (inizio ìl per la raccolta e pùbblicazione del
altri, e vennero quindi semplice- una (dcostrùzione fantasiosat sec.) e di Giustìno (metà II sec.) corpus paulínum; cioè fra una
mente abbandonate nei depositi di (Martin 278), non si può fare a non portano traccia delle lettere di quarantina e una cinquantina di
ciascuna Chiesa (Goodspeed 21) e meno di concordare con Ztntz, Paolo (cfr. Crant 62-107 per in- anni dopo che le epistole furono
caddero a poco a poco nell'oblio. che raccomanda Goodspeed per formazionj più dettagliale). Simili scritte>.
In poche parole, la teoria di (la vivacità della sua immagina- assenze suscitano qualche
interro-
Goodspeed suggerisce che non ci zione e la persuasività della sua gativo, ma bisogna esserc molto 4. MARCIONE (úetà del II sec.)
fosse un grande interesse manife- esposizione> (Zrntz 27 6). cauti nell'argomentaÍ e ex s i len tio. - Questo /eader della Chiesa pri-
sto per Paolo nel periodo fra il 2.3 Sintesi - Riassumendo, da Papia potrebbe aver omesso cjta mitiva a Roma fu espulso dalla
momento della sua morîe e la par- quanto precede possiamo ricava- zioni da Paolo in quanto aveva Chiesa nel 144 ca. d.C. a causa del
te îinale del I sec. Solo dopo la re i punti seguenti: //) Ci sono pro- immagazzinato molta più iradizio- suo riîiuto dell'AT e dì quella che
pubblicazione degli Atti degli ve sufficieùti per concludere che ne orale (<voce vivente e conti- era in lui una cortsiderazione smi-
Apostoli (85 ca, d.C.) si risvegliò verso la fine del I sec. alcune del- nuat)) che îonti scritte: c Ciustino, nuita di Dio e della Legge. Egli ri-
I'interesse per la figura di Paolo. le lettere di Paolo circolavano e che era un apologeta, noIl neces- mane! tuttavia, una figura cruciale
Chiu[que legga la storia della vennero raccolte in diverse chie- sariamente si dvolgeva a cristiani. per la nostra comprensione della
Chiesa prirnitiva raccontata dagli se. à) La circolazione/raccolta del- Il possesso deÌla maggior parte raccolta e della canonicità delle
Atti non può fare a meno di esse- ìe lettere di Paolo indica che esse delle epistole di Paolo da partc dci lettere di Paolo grazie al corpus di
re affascinato da Paolo e di porsi etaio appÍezzate per la loro im- padri della Chiesa, da Clemente a dieci lettere che troviamo riportato
quindi domande sull'attività lette- portanza universale e non soltan- Giustino, sta a significare un ul- Íel súo Aposlolìko (nell'ordine
raria deÌl'apostolo. Coodspeed, to locale. c) Non sappiamo in che teriore sviluppo ùella costituzione di Marcionc: Galatì, I Corinzi, 2
seguito da Knox e Mitton, indivi- modo e quando I'editore o gli edi- di un corprr paolino. Policarpo, Corinzi, Romani, I Tessalonicesi,
dua in Onesimo (amico di Paolo tori vennero in possesso di copia oltre alla propria collezione, mo- 2 Tessalonicesi, Efesini lche eeli
in Filemone e forse la stessa per- dell€ lettere di Paolo. Il raccogli- stra di essere a conoscenza di un'a- chiama (epistola ai Laodicesi>>1,
sona ch€ îu piìr tardi vescovo di toreleditore potrebbe essersele naloga collezione presente nella Colossesi, Filippesi e Iilemone).
Efeso) colui che alla fine raccolse procurate nel corso di propd viag- Chiesa di FiÌippi ((allorché, assen- La vaÌutazione delf importanza
e pubblicò le lettere di Paolo co- gi o le ricevette in una località par- te, egli lPaolo] vi scrisse lettere che di questa lìsta varia ùotevolmen-
me corpus- La lettera agli Efesini ticolarc attraverso i normali canali vi permettono, se le studiate con te da uno sîudioso all'aÌtro, poi-
lu scritta come introduzione a di scambio e circolazione. d) Per attenzione. di crescere nella fede ché non c'è modo di conoscere
g.uel corpus (cfr. Coodspeen; quelli che accettano l'ipotesi deu- che vi è stala consegnata)), Poli- con sicurezza quali fossero le itr--
Knox; Mitton). teropaolina, la raccolta e la suc- carpo, Phí!.3,2). tenzioni dello stesso Marcione. E
Questa teoria è co[testata da cessiva pubbtcazione di queste let- Da queste osservazioú appare dubbio che egli intendesse stabi-
studiosi per i quali le lettere di tere furono il frutto di un delibe- chiaro che le lettere dì Paolo vc- liae un <canone chiuso) della
Paolo continuarono senza interrÌr- rato tentativo di ùno o piìr perso- nivano sempre più conosciule e Scrittura così come questo t..rmi-
zione a esercitare una notevole in- naggi di scuola paolina di racco- ìrsate fra le Chiese. Quanto, tut- ne arrivò a essere inteso dalla
fluenza sulla vita e la teologia della mandare Ia teologia di Paolo alle tavia, alla situazione dj una siùgo Chiesa in epoca più tarda. Har
Chiesa primitiva dopo la morte generazioni successive appellando- la collezione (o corprs) abbiamo nack e von Campenhausen lo ve-
dell'apostolo. Cuthrie, per esem- si all'autorità dello stesso Paolo. minori sicurezze. dooo come il primo compilatore
Canone 178 t't9 Canone

di una lista; altri ritengono che egli Sia Bruce (130) sia Metzger Io dipende principalmente dalla annoverati Taziano (l l0-180 ca.),
sia debitore verso una o più colle- (1987, 259) sono convinîi di poter sua datazione. Storicamente, il Ireneo (t 202 ca.), Clemente Ales-
zioni precedenti. Il massimo che afîermare che dall'inizio del II sec. frammento fu considerato come sandrino (160-215 ca.), Tertul-
possiamo spingerci ad affermare le lettere di Paolo circolarono or- ur prodotto della Chiesa occiden- liano (160-220 ca.) e Origene
è che la lista di Marcione rappre- mai solo come collezione. Ciò si- tale (Roma?) risalente all'incirca (185-254 ca.). C'è consenso gene-
sgnta una deliberata selezione delle gnificherebbe che, salvo la possi- alla lìne del I t sec. Delle lettere del rale ira gli studiosj sul fatto che
lettere paoline che a suo awiso so- bile eccezione di Clemente di Ro- NT (ventuno degli attualì ventiset- questi padri riconoscevano e ac-
stenevano il suo rifiuto dell'AT. ma, tutti i successivi raccoglitori, te libri canonici) vì sono inclr,lsc lc cettavano tredici o quattordici (se
Questo, per parte sua, potrebbe incluso Marcione, operarono sul- Lettere di Paolo ai Corinzi, agli si include anche Ebrei) lettere di
aver spinto successivamente la la base di un antico corpus pauli- Efesini, ai Filippesi, ai Coiossesi, Paolo. Taziano sembra rifiutare I
Chiesa ad ampliare Ia collezione num (per vna discussione detta- ai Calati, ai Tessalonicesi, ai Ro- e 2 Timoteo, e né lreneo né Cle-
includendo altre lettere accettate gliata su un primitivo archetipo di mani, a Filemone, a Tito e lc (due mente AlessaDdrino menzionano
come autentiche di Paolo. lale corpus e P4, cfr. Zuntz, spe- a Timoteo). In quanto tale, il Filemone. Origene usa spesso la
cialmente 14-23). H. camble li- frammento potrebbe essere impor- frase <<Paolo disse)) o (Paolo di-
5. IL MANOSCRITTO P{ _ quida I'idea di un unico archeti- tante testimonianza di un'antica ce). Possiamo dunque conclude-
Questo antico manoscritto, noto po come insostenibile (cfr. Gam- collezione delle letterc di Paolo. Ìe con sufficiente sicurezza che al-
come codice Chester Beatty (200 ble 1975,415; 1989,208). Con an- Gamble, tuttavia, ne parla come la metà del Ill sec. esisteva un con-
ca. d.C.), è riconosciuto come la cora maggior forza esprime il suo di (una dubbia lista di letlere che seùso largamente uniîorme sul
piu antica copia esistente delle let- scetticismo Aland: <L'opinione forse non diventerà mai con,tple- contenuto del corp s paolino. Ma
tere paoline. Benché solo 86 dei secondo cui verso la fine del I sec. ramenle inrelÌigibile> (Gamble per la conferma fìnale bisogùerà
suoi 104 foglì originari siano giun- sarebbe stato îaccolto un unifor- 1975,407). aspettare ìe prove del secolo suc-
ti a noi, rimane una impo ante te- me "Ur-Corpus" di sette epistole L'entusiasmo per il valorc del cessìvo.
stimonianza dello stato del corpus paoline, da cui sarebbero deriva- lrammento è stato messo in di-
paolino all'inizio del III sec. Con- te tutte le successive testimonian- scussione daglì studiosi recenti. 8. SOMMARIO - I punti se-
tiene Romani (a partire da Rm ze, non è altro che urla "fantasia, Dopo una dettagliata analisi, A. guenti sembrano assodati: 4) Do-
5,17), Ebrei, I e2Corinzi, Efesi- frutto di un pio desiderio".-. Ver- C. Sundberg arriva a datarlo al IV po il I sec. le lettere di Paolo cir-
ni, Calati, Filippesi, Colossesi e I so il
90 d.C. parecchi "Ur-Cor- attribuirlo a un ambien-
sec. e ad colavano come collezione e non
Tessalonicesi. Metzger ritiene che pora" di epistole paoline comin- te orientale (cfr. posizioni ana- pirì (salvo possibili eccezioni se-
(i sette fogli perduti della parte ciarono a comparire in luoghi di- loghe in von Campcnhausen e condarie) come lettere separate.
terminale contenessero probabil- versi, e queste collezioni, di va- McDonald). Fra le obiezioni mos- Ps rappresenta la piil antica Pro-
mente 2 Tessalonicesi, ma sareb- ria estensione, potrebbero aver in- se da Sundberg contro una data- va esistente di una collczione del
bero stati insuflicienti per conte- cluso qualcuna o tutte le seguen- zione piu remota del frammento genere; ma tale collezione è con
nere anche le epistole pastorali)) ti lettere: I e 2 Corinzi, Ebrei, Ro- c'è I'atteggiamento di quest'ulti ogni probabilita solo una delle
(Metzger 1981, 64). L'inclusione di mani, Galati, Efesini, Filippesi. mo verso Il Pastorc di Erma e il tante che circolavano ìndipenden-
Ebrei e Ia sua frequente concor- Altre epistole paoline tradiziona- fatto che non esistono liste simili temente I'una dall'altra. Le altre
dalza con documenti appartene[ti li furono poi aggiunte alle diver- fino al rempo di Eusebio nel IV collezioni includevano sette, die-
al gruppo alessandrino di codici se collezioni e alla fine emerse sec. ci, tredici o quattordici lettere di
fanno pensare che si tratti di un una collezione più o meno stabi- Non tuili, però, sono convinti Paolo. Alcune collezioni più tar-
prodotto della Chiesa orientale, lizzata)) (citato da Metzger 1987, delle critiche di Sundberg. Bruce de comprendevano anche una
proveniente probabilmente da Ales- 260-261; cfr. anche Gamble 1975, (158, n. 2) e Metzser (1987, 19l) <Terza Corinzi> e (L'epistola ai
sandria (Bruce I3Gl3l.. Zttrltz l4). 415; 1989, 208). ritengono che E. Ferguson abbia Laodicesi>>. ó) I riferimenti/allu-
Indubbiamente, P6 è il pir) im- adeguatamente conlrobaltuto gli sioni alle lettere di Paolo da parte
portante pezzo concreto nel puzzle 6. IL FRAMMENTO MURATO- argomenti di Sùndberg contro una dei padri della Chiesa a partire dal
di costruzione del corpus paolì- RIANO Questoframmento, data remota. Pertanto, iD alcùni ll sec. in avanti indìcano uÍ cre-
no. Esso potrebbe benissimo rap- una traduzione latina del VII od circoli almeno, il lrammento è scente richiamarsi all'autorità e al-
presentare la pir) antica collezio- VIll sec., fu pubblicato nel 1740 considerato comc uDa lista auto- la teologia di Paolo nella Chiesa,
ne delle lettere di Paolo (anche se e prende il nome dal suo scopri- revole dei libri del NT nella Chie- sicché alla metà del lll sec. il con-
non necessariamente fu di fatto la tore italiano, L. A. Muratori (te- sa romana alla îine deÌ ll sec. tenuto del corpus paulinum era
prima), sulla cui base tutte le suc- sto e traduzione in Metzget 1987 , abbastanza ben definilo anche se
cessive collezioni furono costrui- 305-307). La sua importanza per 7. ALCUNI DEI PADRI DELLA non ancora canonizzato. Da un
te. Nonostante ciò, non c'è modo la ricostruzione del processo di CHIESA POSTERIORI ( I50-254 pùnto di vista metodologico, non
di sapere se fosse rappresentalivo raccolta e di riconoscimenîo del- ca. d.C.) - Fra i personaggi im- si può presumcrc che i padri si sen-
dell'intera Chiesa orientale. la canonicità delle lettere di Pao- portanti di questo periodo vanno tissero obbligati a menzionare tut-
Canone 180 181 Canone

te le lettere che conoscevano o che to) ecc.). Schmithals sostiene che ni posteriori (Efesini, lettere pa- no, che è un prodotto della Chie-
consideravano come facenti par- la più antica raccolta ed edizione storaìi). sa occidentale. Secondo Bruce, fu
te di un <<canoner> di Scrittura au- delle lettere di Paolo fu motivata Nel II e III sec. erano all'ope- solo nel IV sec., e solo a seguito
todtativa. c) L'importanza del daÌ tentativo di fornire un corpo ra, tuttavia, altri fattori, ohre ai della persuasiva influenza di Ata-
franmento muratoriano potrebbe universale di lettere paoline che concetti di ispirazione e apostoli- nasio, che Roma consentì a inclu-
essere alla luce della critica fatta potesse servire come un'arma au- cità. Esistevano vangeÌi, lettere, dere Ebrei nel co|pas paolino
da Sundberg e altri. Se è dawero todtativa contro 10 gnosticismo atti ecc., apocrifi che si richiama- (Bruce 220).
del II sec., rron si può non essere (cfr. la critica a Schmithals mos- vano all'autorità di qualche apo- L'ordine o la sequenza delle let-
imbatazzali dal fatto che manca- sa da Gamble 1975). stolo (per esempio, Pietro, Tom- tere di Paolo varia nella maggior
no liste analoghe fino al IV sec. Marcione ebbe un ruolo impor- maso, Filippo), ma che îurono re- parte delÌe liste. Molte mettono in
(McDonald 139). tante ngllo sviluppo del canone spinti. Anche l'tepistola ai Lao- primo luogo le ìettere indirizzate
paolino con la sua pubblicazione dicesi>> fu giudicata spuria e quindi alle Chiese, e dopo quelle indiriz-
non fu inclusa.fra le leltere caùo- zate a individui. In qualche occa-
9. CANONICITÀ - Quanto ab- di una lista di dieci lettere paoline
niche di Paolo. A îormare il ca-
biamo fin qui detto indica a suf- n€lla meta del II sec. La questio- sione le lettere alla stessa comunità
ficienza come la raccolta delle let- ne se fu lui a creare questa lista none contribuirono anche I'anti- (Corinto, Tessalonica) compaiono
tere di Paolo fu un fattore impor- (iperpaolinisto) o se invece utiliz- chità di un documento (cioè che con un'unica referenza. Altre di-
tante per il riconoscimento della zò una precedente raccolta è se- losse stato scritto in età apostoli- sposizioni seguono il criterio del-
loro canonicità definitiva. Benché condaria rispetto alla luce che es- ca), la sua ortodossia e il sùo uso la lunghezza decrescente.
iÍditizzate a comunita particola- sa getta sulla situazione di Paolo dentro Ia Chiesa. Il frammento Inline, dobbìamo rilevare che
ri, esse furono sempr€ piÌr apprez- e delle sue lettere. Essa può aver muratoriano, per esempio, riget un certo numero di divergenze nel
zate nel I e II sec. per la loro ap- spinto la Chiesa a chiarire la pro- ta Il Pastore di Etma perché scrit- canone del NT permangono anche
plicabifta universale e la loro au- p a posizione circa il contenuto to in epoca troppo recente e quindi dopo il terzo concilio di Cartagi-
torità apostolica. Si può comun- del corpas paolino e ad ampliar- non poteva essere incluso (fra i ne (397 d.C.). Lettere come la
que tranquillamente concludere lo, visto che le lìste successive con- profeti, il cùi numero è fissato, o (terza Corirzi> e l'(epistola ai
che !î corpus paolino di tredici tengono altre lettere in più. Tut- fra gli apostoli del t€mpo îinale>) Laodicesi> continuarono ad esse-
lettere esisteva all'inizio del III sec. tavia, troppo poco sappiamo su- (sezione 6). re usate ill alcune Chiese. Il codi-
Queste, insieme con i vangeli e le gli eîfetti del canone di Marcione Nonostante il generale consen- ce Sinaitico (IV sec.) include nel-
altle lettere che attualmente costi- per poter affermare che esso co- so sulla posizione canoùica delle la sua lista Barnaba e Pasto- ll
tuiscono il NT, furono dichiarate strinse la Chiesa a formulare un lettere dì Paolo daÌla fine del II /e di Erma; quello Alessandrino
(canoniche> dal concilio di Car- canone con una prop a lista con- sec., alcuni scenari interessanti (V sec.) ha I Clemente e 2clem
tagine del 397 d.C. trapposta a quella di Marcione. Il continuarono a persistere fin nel 1,1 12,5; e quello Claromontano
Una serie di fattori confluenti montanismo (140-180 ca.), d'altro IV sec. e oltre. Come abbiamo ri- (Yl sec.) cita Bamaba, Il Pastote,
portarono all'attribuzione della canto, con la sua pretesa di nuo- coÌdato sopra, le lettere pastorali elj, Atti di Poolo e l'Apocalisse di
canonicita all'intero NT in gene- ve rivelazioni, profezie e ispirazio- non compaiono in raccolte antiche Pietro. E pertanto opportuno se-
re e alle lettere di Paolo in specie. ni, rese sicuramente impellente per come quella di Marcione o Pa6. guire I'indicazione di Metzger, il
Dall'esterno, influì il problerna dei la Chiesa la necassità di fissare Anche Filemone è assente da P6, quale saggiamente osserva: <Sa
falsi insegnamenti. Le questioni norme aggiuntive di auto ta. anche se si può ipotizzare che, in- rebbe un errore rappresentare la
che Paolo si trovò ad affrontare Fra i criteri interni che influiro- sieme con 2 Tessalonicesi, fosse questione del canone come defini-
nel corso della sua vita, e che so- no sulla determinazione del cano- contenuta nei sette fogii iinali man- tivamente îissata presso tutte le
no riflesse nel co4prs paolino, in- ne vanno ricordati concetti come canti del codice. comunità. cristiane all'inizio del V
cluse le letter€ di discussa paterni- l'apostolicità, I'ortodossia e la cat- La lettera agli Ebrei ebbe vicen- sec.>) (Metzger 1987 , 239).
ta, divennero più acute in epoca tolicità. Dal momento che Paolo de curiose e movimentate. Ad
postapostolica con lo sviluppo del- era visto dalla Chiesa come apo- Alessandria (Chiesa orientale) era Vedi anche'. Autorità; Critica
lo gnosticismo e di altre eresie. Ciò stolo legittimo e ispirato, le sue let- tenuta in grande considerazione, testuale; lnterpreti di Paolo; Let-
rcse necessmio per la Chiesa di po- tere furono considerate parte del era usata neÌla Chiesa ed era con- teratura paolina apocrifa; Lette-
tersi richiamare continuamente a <(deposito apostolico della fedeD e siderata paolina. Di qui la sua in- re pastoraii; Paolo negli Atti e nel-
un coryo di scritti autoritativi e quindi autoritative. Questa rive- clusione in P'6 come una delle le Lettere; Paolo nella tradizione
ampiamente accettati per definire renza nei confronti di Paolo da lettere di Paolo. Roma (Chiesa oc- della Chiesa primitiva,
la propria teologia (si noti l'enfa- forza all'idea di una scuola deu- cidentale), invece, dubitava del-
si nelle lettere pastorali sull'esor- teropaolina che si sarebbe appel- l'autenticità apostolica (paolina) BjBL BatneÍ A. E., Paul Becones a Li-
di Ebrei e non la inclùse fra le let- tetut), lnludce, Univemity of Chicago,
tazione a conseNare <da fede>> e la lata alla sua autodtà apostolica Chicago l94l; Beare F., Ca non o.f the Neli)
<(buona dottrina>, a salvaguarda- per dare un orientamento alle esi- tere paoline. Ciò spiega ia sua as- Testqnent. in 1DA. vol. 1, pp. 520-532:
re <la verità>) e il <buon deposi- genze teologiche delle generazio- senza dal frammento muratoria- B ce F. F.. The Ca an of Scti1túrc. I^
Canti 182 183 CaPo
tervarsily, Downers Grove (IL) 1988; Cam' precht, Gòttingen 1989i Zuitz G., The Text Sin dai tempi di Omero si è usato 2. LA CONCEZIONE CLASSI.
p€nhausen H. von, The Fomdtion ol the of the Epis es: A Disquisitíon upon the
Chtistidn Rible, Fortress, Philadelphia Cotpus Paulinunl,U ve$ity Press, Oxford <capo> in riferimento a una per- CA DEL CAPO COME FONTE
1972; Collins R. F.,lell€ts That Paul Did 1963. sona che ha una particolare im- Plafone e Aristoîele sono tra
Noî Wite, l{lhael Glazier, WitÍinslon portanza agli occhi di chi parla; di coloro che credevano che lo sper-
f988; Dahl N. A., Îre P4rticulaùtt af îhe A. G. Paîziq soliîo si tratta di uno verso il quale ma si formasse nel cervello. So-
Pouline Episîles as o Ptoblen in rhe Ancíent
Chu.ch, in Neolesramentico et Potristica: chi parla nutre sentimenti di pro- prattutto i pitagorici ritenevano
Eine F.eundessabe He..n Ptof. D.. Oscat
CANTI: vedi: Inni, frammenti fondo affetto o simpatia. Per che il capo fosse la fonte della ge-
Cu nann zu sei en 60. Aebu sta?, NTS quanto rlumerosi possano essere i nerazione umana. Essi si astene-
6, Brill, Lejden 1962, pp.261-271; Fersu- innici, canti, canti spirituali vano dal mangiare qualsiasi par-
sonÉ, Cano Muntori: Date and Prcve- sensi che Paolo collega alla paro-
nsnce, in Studi4 Patristica 18, Pergamon, la, quest'ultimo significato è sem- te di un animale o di un pesce, te-
New York 1982, pp. ó77-683; Gamble H.
CAPARRA: vedi Primizie, ca-
pre presente quando egli si riferi- mendo che quella creatura fosse
'{., The New Testament Cdror, Fortress, parra
sce a Cristo come capo (tedl Ca- ùn loro antenato reincarnato e che
Philadelphia 1985; ld., The Redaction of
the Psuline Letters and the Fomation ol po, Cristo come). il suo capo fosse I'organo dal qua-
the Pauline Coryus, in JBL 94 (1975) Cli antichi hanno considerato il le essi stessi erano derivati. All'e-
4034r8t ld., The Canon of the New Testo- CAPO capo come il membro piu impor- poca di Platone, i seguaci della re-
merl, in E. J. Epp -C. w. MacRae(edd.),
The New Testanent ond lts Mode.n lntet
tante e vistoso del corpo, data la ligione orfica usavano kephale as-
prste.s, Scholars, Atlanta 1989, pp. SoMMARTo - l. L'idea paoliíadi kephalèi sua posizione piir elevata. Questo sierne ad orche (<<fonte>> o <rini-
2. La concezione classica deì capo come
201-243i ld., The îextuol Histoty of the fonte; 3. La lunzione delcapo in ambito è il senso fondamentale con cui lo zloni Orph. Frug- 2.nr.21a.2,168;
Lettets to the Romaú, Eerdmans, Grand familiarc; 4. Il capo come funzione tri- inîende Paolo, come osserva R. S. Platone, Leg. IV.7l5E; Proclo, /r1
RaDids 1977i Coodspeed E. J., The Foma-
tion of the Ne\| Teslamenl, University of Cervin. Paolo parla della premi Tin. Il95.48 (v.322); Aristotele,
chicaso, Chicaso 192ó;Orant R. M., îir€ nenza di Cristo come capo (Col [De mundol 7; Eusebio, Praep.
Fonnation ol the New Testamerr, Hutchin- Paolo usa il termire kephalc 1,18) e afferma che Cristo è stato Ev. 3.9; Papiro Deveni col. 13, ri-
son University Library, London 1965 (trad. (<capo>) facendogli assumere di- costituito su tutte le cose a capo ga 12; Stobeo, É'c1. 1.23; Plutar-
ir., La fomazione delNî, Sludì biblici 22, versi significati, fondendo insieme
Paideia, Brescia 1972): Gulhrie D.. New ?- della Chiesa, la quale è il suo cor- co, De def. or. 436D; Achille Ta-
stament Inttuduction, lîtervarsity, Down- talvolta un senso letterale e un sen- po (Eî 1,22-23; vedi Corpo di Cri- zio, fr. 81.29), come del resto han-
eff Grov€ (IL) 19910 Giv.)i Kfrox 1., Phile- so figurato in uno stesso passo. ln sto). Filone, un ebreo contempora- no fatto anche i traduttori della
mon Amons the Lette$ oÍ Pa!/, Abinsdon, alcuni testi egli attribuisce alla pa-
Nashville 1959; Marlin R. P-, Nev" Testa- neo dell'apostolo, ha rilevato però LXX in Is 9,14-15.
nent Foundations 2, Eetdmans, Grand Ra- rola piir di un significato. <Capot che il capo conserva una relazione W. Grudem ritiene che arc&é
pìds 1986; McDonald L. M' The Foma- è per lui anzitutto ufla parte del di mutua dipendenza con tutte le contenga anche il senso di <gover-
tion of the Chtistion Biblical Canon, AbillE- corpo, in senso letterale (lcor altre parti del corpo (Filone, Frg. no o dominio> quando è usato co-
don, Nashville 1988r Meade D. G., Prer- 12,21), ma si è molto discusso su
dorrtnitr and Canon, l. C. B. Mohr, Tù- ll0; ll2; Aet. Mund.29t Spec. me sinonimo di kepralè, ma que-
bingen 1986i Metzger B. M., Monuscripts quale sia il significato del termine Leg. Ill.\84; Sacr. I l5), e quest'i- sto significato non si trova molto
oÍ the Greek Bible, University Pless, Ox quando viene detto dell'uomo in dea si ritrova anche in lcor 12,21. attestato presso gli antichi. lreneo
fo.d 1981: Id., The Canon afthe Net' Te- relazione alla donna o a Cristo ponc sullo stesso piar,o keph.lle e
staneni: Its Ongin, Development, and Si- Kephqlè è stalo inohr e usato per
gni.Íícance, Uriversity Ptess, Oxford 1987 (vedr'Uomo e donna). L'uso pao- indicare sia un obiettivo o uno <<fonte) quando parla di <<capo e
I
(trad it-, tesîo de! Nuovo Tesramento, lino di kephalè va però studiato scopo da raggiungere, sia il suo fonte del proprio essere>> (kepha-
Supplementi all'/n,rodrzione allo studio sullo sfondo del mondo greco an-
de a Bibbia I,P^deiz,Btescia 199ó); Mit- conseguimento, il suo punto cul- lèn men kai archèn îes idias ou-
ton C. L.,
The Fomation o! the Pauline
tico. minante o il suo risultato. Filone stus; PG ?.496. Siveda anche Ter-
Corpus ol Leuerc, Epwotth, Londor 1955; afferma: <ll capo lk€p hale] di túr- tulliano, .4dr. Marc. 5.8). lppo-
MowtyL., The Ea y Citculat ion of Paurs
Le ers,ll JBL 63 (1944)13-86i Patzia A.
I. L'IDEA PAOLINA DI 1('- te le azioni è il loro fine [telos]> lito sottolinea la fertilità di quesro
A., The Deuterc-Pauline Htpothesis: An
PHALE - A cominciare da Ome- (Filone, sac,". I l5). Paolo adoîta membro del corpo quando defini-
Attempt at Clai.licatioi, in EvO 52 (1980) generazioni
ro, intere di scrittori questo senso quando scrive che bi- sc€ il capo come la sostanza par-
2742;Pel,naR., L'otisine del <cotpus pau hanno usato il
termine capo per sogna crescere in ogni cosa verso ticolale con la quale tutti sono sta-
linum>: alcuni sspeui dello questione, in indicare con una metonimia tutta
Cistianesino nella storia 15 11994, 577-ffi11 Cristo, che è il capo (Ef 4,15), e ti fatti (PG 16.1IL3138). Filone af-
Richards E. R., The Sectetary iA îhe Let-
quanta la persona, soprattutto nel quando dice che i credenti hanno ferma: (Come se fosse iì capo di
tets ol Paul,WUNî 2/42, J. C. B. Mohr, contesto dei censimenti militari e in lui, che è il loro capo, la loro un vivente, Esaù è il progenitore
Túbinser l99l; Schenke H.-M., Dos Weí- in quello fiscale. Il capo è anche pienezza (Col2,l0). Kephalc ptò di tutte queste membra> (Filone,
terwi*en des Poulus und die PÍese seincs una sineddoche che si riferisce al-
Erbs dutch die Poulusschule, i^ NTS 2l anche significare la somma o il to- Congr- 61\. Fozio ha ritenuto ke-
(195) 505-518; Schmilhals w., Parl ard la persona sulla quale si riversa un tale di qualche cosa, per cui Pao prdla sinonimo di procrealor o
the Gtostics, Abincdon, Nashvill€ 1972; giudizio, una maledizione o una lo può usare il veÍbo anakepha- progenitor (Fozio, Comm. in
Sundberg A. C., Canon Muratoi: A disgrazia; questo è il senso che ri- lcot I 1,3, ed. Staab, 567. 1). L'i-
Fouih Centwy List, in HTR 66 (\973\ /dioo per indìcare il ricapitolarsi o
I 41; Trobisch D., Die Enrrkhung det Pau- troviamo in Rm 12,20. Talvolta il riassumersi della Legge (Rm dea di capo (kephale) come <fon-
lusb elsamnluns, Vandenhoeck & Ru- kephslé è aÎche si\tonimo di vita. 13,9) e di (tutte le cose,) (Ef l,l0). te>, <inizio> o (punto di parten-
184 185 Capo
Capo
zaD è evidente nel colpllsPaolino. volte nei versetti seguenti (lcor sistema, ma spesso cìò risultava (assimilarsi a>), liberandosi da
ll termine è usato come apposizio- I1,8.12). Il fatto che la donna deb- difficilc pcr via delle prcssioni re, una gerarchia familiare repressiva
îe di archè in Col 1,18. (Si Può ba portare il capo velato non in- ligiose e sociali. eafîidandosi a Cristo come capo.
nolare, per inciso, che il caPo è la dica solo la sua sotlomissione al- Nella terminologia legale avere Dopo aver sottolineato la reci-
parte del corpo che nasce Per Pri- I'uomo, ma è anche un richiamo un (capo) (caprl) significava es- proca sottomissione (Ef 5,21), in
ma; questo potrebbe chiarire Per- alla L€gge giudaica che imPone al- sere parte integrante di una fami- Ef 5,23 Paolo definisce il marito
ché Cdsto sia detto <il Primoge- I'uomo di divorziar€ dalla propria glia legittima. Se una persona era capo della moglie (come anche
nito di coloro che risuscitano dai moglie se questa si fa vedere Per adottata da un'altra farniglia pcr- Cristo è capo della Chiesa, luiche
moniD e <il primogenito di tutta la strada con il capo scoperto (tn. deva il suo <capo>r. In Cristo ve è il salvatore del suo corpo)). Que-
la creazione>> [Col I,15.l8].) Ket 1,6). L'alrerlersi a questa niva offerto ai credenti un nuovo sto testo, abbastanza ampio, de-
Mentre si è discusso se la sede usanza era particolarmente impor- capo assieme a una nuova fami- scrive ciò che compete a Cristo, lo
dell'intelletto e dell'anima fosse il tante per una Chiesa domestica 8lia, di cui Cristo era ilcapo. Pao- sposo, per portare al suo pieno
capo, il p€tto o lo stomaco, i filo- che viveva accanto alla sinaSoga lo esorta le sue Chiese a liberarsi sviluppo la sua sposa, Ia Chjesa;
sofi hanno considerato il capo co- (At 18,7), dove i <messaggeri> dai legami familiari e ad assumersi anche imariti sono invitati a fare
me I'organo da cui Proviene ciò (ongeloít potevaîo riferire di un la responsabilità morale della pro altrettanto. Come Cristo, il capo,
che è caratteristico o tipico degli comportamento o di un abbiglia- pria condotta, lbrmando nuove ha fatto crescere e ha rafforzato
uomini, e soprattutto la Parola. Il mento sconveniente (lCor l l,l0). comunità familiaricon Cristo co- ilcorpo deicredenti (Ef 4,l5; Col
capo è simile a una sorgente da cui Tuttavia, in lcor I l,16 Paolo af- me capo (lcor I1,3; Ef 5,31). 2,l0), così il marito deve mettere
la forza rifluisce negli altri organi ferma che nella Chiesa non vige Nell'lmpero Romano i matri- la moglie in grado di crescere e
del corpo (Filone, Fug. 182; Ari- questa usanza universale e che la moni venivano regolati in modo rafforzarsi personalmente in una
stotele, Pt. l0 867a). É situato piir donna ha perciò il diritto di sc€- tale che la moglie continuava a ri- società che su questo punto le of-
vicino al cielo e quindi trae di lì gliere (lCor ll,l0, exousioi cÎt. manerc membro della farniglia del friva ben poche possibilità.
il suo vigore, trasmettendo Poi la lcor 7,37;8,9; 9,4.5.12), Pur nel proprio padre dal punto di vista
forza vitale a ogni rnembro del rispetto della sensibilità altrui. Iegale e religioso. I suoi parenti 4. IL CAPO COME FUNZIONE
corpo (Filone, Det. Pot. Ins.85i La punizione del <caPo> della potevano impunemente sciogliere TRINITARIA ln età bizanti-
Praem. Poen. 125). Questa con- comunita domestica Per le tra- ilsuo mafrimonio e farlc contrar- na kephale aveva assunto il senso
cezione del capo come solgente di sgessioni della sua famiglia' di cui re nuove nozze ritenutc piil van- di <comandante> o (padrone)).
forza per tutto il corpo è ben at- parla I'opera postcrisliana il P4- taggiose, anche contro la sua vo- Benché questo significato sia co-
testata tra gli scrittori di medici- store di Erma $imililudine 1 .3), lontà. Questa normativa provoca- mune in italiano e valesse anche
na e si ritrova due volte in Paolo tesdmonia com€ contiluasse a va una fortc inslabilità coniugale, per l'ebraico /d3, era abbastanza
(Ef4,l5-16; Col2,l9). ln Col 2'10 prevalere una concezione legalista. alla quale Paolo tenta di venire in- raro per il termine kephalè in eDo-
Cristo ùene presentato come ilca' Secoîdola Pal a Po tejras roma- contro esortando I'uomo e la don- ca neoîestamentaria. B. e A. Mic-
po ((fonteD) della forza e delìe na, il membro Piit vecchio di ses- na a rimanere insicme come una kelsen hanno dimostrato chc,
àualita necessarie perché i credenti so roascltd'le (patet familiad ancora sola carne, come il capo e il cor tranne in qualche caso, i tradut-
possano raggiungere la Pienezza, in vita (padre, nonno o bisnonno) po e come membra del corpo di tori della LXX hanno scelto dei
Doiché in lui abita corporalmente esercitava il controllo su tutti gli Cristo (Ef 5,30-31; lCor I l,l l-12). lermini diversi da *epholé per ren-
ia pienezza della divinita Oedi Ca- altri membri della faniglia, indi- Se una donna ronìana rimaneva dcre l'cbraico rÒ'Squando esso in-
po, Cristo come). pendentemente dalla loro eta o dal unita formalmente alla lamiglia cludeva anche il senso di aulorità
loro ruolo politico. Sohanto il pa- del proprio marito e non alla sua, o di potcre. Il lentativo degli slu-
3. LA FUNZIONE DEL CAPO ter familías era uîa persona a tutti la sua posizione legale rispetto al diosi moderni di trovare in lCor
IN AMBITO FAMILIARE _ IN gti iffeni per la legge e la societa marito diventava quella di una ti- ll,3 ur fondamento per la dottri-
lcor 11,3 sembra che keqhqlè ab- romana. In questa sua veste egll glia. Quando essa si trasferiva nel- na della subordinazione del Figlio
bia il senso di (fondamento del- esercitava il potere di vita e di la famiglia di quest'ultimo, si di- al Padre ha molti precedenti nel-
I'esistenza> o di (fontc anteceden- morte sugli altri membri della fa- ceva che era privata 6sl .aata, I'antichità. In polemica contro il
te)r. ll Figlio procede dal Padre ed miglia e si assumeva la responsa- (ca pitis dent inu I ioi Cicer one, Top. subordinazionismo, i padri della
è la causa prima di tutta la crea- bilita della loro condotta. Ma, lll. l8; Gaio,.fnst. I.i62). In un'e- Chiesa hanno sostenuto con vigo-
zione, incluso ogni essere umano. d'altra part€, egli non Poteva de- poca in cui la donna era obbliga- re che per Paolo capo significava
La donna ha trovato la sua origi- tenele nulla come sua esclusiva ta per legge ad avere un (capo)), <lonter, Basilio (.Èlonilia in psol-
ne nell'uomo, in una relazione di proprietà e non era libero di effet- Paolo raccomanda alla donna di num XXXVII,PG 30, 80B), Ata-
mutua dipendenza Per Ia quale ora tuare una propria scelta in fatto di unirsi a un marito in un atteggia- nas\o (De S),nodis Arinini et Se-
è I'uomo che deriva dalla donna. relieione. ln alcune procedure le- menfo di responsabilità e di sot- leucioe 27, Anolema XXVI ÍPG
L'idea che l'uomo sia la fonte del- galiera concesso a un giovane di tomissione (l,ft/polassd], (sorro- 26, 7,t08ì) e Cirillo di Alessandria
la donna viene ripetuta altre due sesso maschile sottra$i a questo mettersi a>, <identificarsi con> o (De Reclo Fide ad Reginas 2,5,
Capo, Cdsto come capo 186 181 Capo, Cristo come capo

IPG 76, l34lC-D]) riconobbero su- l. IL CAPO E IL CORPO - In capo della Chiesa, la quale è il suo Cristo è dato alla Chiesa come
bito i pericoli di un'interpretazio- lcor 12,12-31Paolo fa un ampio corpo)) (Ei 1,22-23) e che i creden- (<capo di tutte le coseD e non co-
ne di I Cor I I ,3 che collocass€ Cd- uso della metafora del corpo, de- ti devono (crescere in ogni cosa me capo arÌatomico di un corpo
sto in una posizione subordinata ri- finendo la comunìtà (o le comu- verso di lùi, che è il capo, Cristo, particolare. E il parlare dei (pie-
spetto al Padre. Riferendosi a te- rlità) di Corinto come il <corpo di dal quale tutto il corpo, ben com- di, di Cristo (un termine che de-
sti della Scrittura secondo i quali CristoD (1Cor 12,27). Si elencano paginato e connesso, mediante la riva da Sal I l0,l)
conferma ulte-
Cisto è ugual€ al Pa&e (Cv 1,1-3; varie parti anatomiche o (mem- collaborazione dì ogni giuntura, riormente che qui (capo)) non va
10,30; 14,9.11; 16,15; 17,11.21), bra> (piede, mano, orecchio, oc- secondo I'energia propda di ogni inteso come una parte anatomica.
Giovanni Crisostomo affermò che chio, capo, piedi), facendo <(pro- membro, ceve forza per ctesce- In Ef 5,21-33 tanto Cristo quan-
solo un eretico poteva sostenere clamare> ad alcune di loro di es- re in modo da edificare se stesso to i mariti sono chiamati <capo>,
che ((capo) in Paolo significasse sere separate dalle altre. Ad esem- nella caritar (Ef 1,15-16). C sto e qui non si vuol dire che il corpo
(comandante> o (padrone)). Biso- pio, il capo dichiara cosl ai piedi: viene dunque definito (capo> nel- ecclesiale, considerato indipenden-
gna invece vedere espressa con que- <<Non ho bisogno di voi>> (lCor l'ambito dell'immagine del corco temente da Crísto, manchi di un
sto termine (l'unità assoluta, la 12,21), Questa pericope rivela la e dello sposo, e in questo secon- capo, cosi come lron si intende af-
causa e la fonte prima)) (PG preoccupazione di Paolo di dimo- do senso il marito, in quanto .((ca- fermare che le mogli, prese sepa-
61.214,216; vedi Clistologia). stlare quanto sia assurdo il fatto po)) della moglie, è assimilato a ratamente dai madti, siano perso-
che alcune <<membraD della Chie- Cristo che è <capo>r in relazione ne incomplete,
Vedi anchet Cristologia; Capo, sa, dotate di doni diversi, si riten- alla Chiesa, rispetto a cui è <il sal- Come si deve dunque interpre-
Cristo come; Primogenito; Uomo gano superiori o infe ori rispetto vatore del suo corpo> (Ef 5,23). tarc la designazione di Cdsto co-
e donna. alle altre. Nel contesto di lcor 12 me (capo) in Colossesi ed Efesi-
il <<capo>> è solo una parte del cor- 2. CAPO COME METAFORA ni? Ura certa polemica contro l'u-
BIBL. -Bcdale S., The Meaning of Kepha- po come le altre e non ha quindi CRISTOLOGICA - Un proble- nicita di Cristo, che sta sullo sfon-
le in the Pouline Episles, in J7S 5 (1954) una posizione di privilegio. ma fondamentale che riguarda I'u- do della lettera ai Colossesi, spie-
2l l-215; Ceivin R. S., roes Kephalè Mesn so di <capo> in Colossesi ed Efe- ga perché all'inizio di questo scrit-
<Source> ot <Authotit!> in Grcek Litera- Ma quando il termine (capo>
turc? A Rebuttal, in Ttin.l 10 (1989) 851 12; vieng usato nuovamente in con- sini può essere formulato così: to Cristo venga detto (capo).
Fitzmyet J. A., Anothet Look at Kephalè nessione con la metafora del cor- <capo)) va inteso come metafora Quando questo stesso tema viene
in lcoùnthions ./.1.J, in 35 (1989) po in Colossesi ed Efesini, il s€n- secondaria rispetto alla metafora ripreso in un alîro documento che
503-5ll; Crudem W. A.,^rIS Does Kephalz deÌ (corpo>)? In altri termini: <<ca- gli è abbastanza affìne, la lettera
Mean <Source> ot aAuthorit! oyer> in so cambia. In queste due lettere
Crcek Literoturc? A Suney oÍ 2,J36 Exam- Cristo vi€ne definito (capo)) in re- po> va inteso dal lato anatomico, agli Efesinì, il termine viene usa-
ples, in TtìdJ 6 (19851 38-59; Kroeger C. C., lazione al corpo (Col l,l8;2,19; come parte del corpo, o va consi- to in funzione dell'ecclesiologia
The Classical Concept oÍ Head os <Sou.- derato come una metafora a della lettera, che considera
ce'>. Appendix 3, ii A. C. Hùn (ed.), Eqral
Ef 1,22i 4,15i 5,23). sé, la
ro Serv€, R€vell, Old Tappan (NJ) 1987i Col l,l8 afferma di Cristo: eventualmente collegata con I'al- Chiesa non come comunità loca-
Mickehcn A. - Mickelscn 8., The <Head> <Egli è anche il capo del corpo, tra? le, ma come Chiesa universale. In
oJ the Epistles, h Cî (20 febbraio t98l); Mentre di solito si ritiene che sintonia con alcune prospettive piil
ld., What Does Kephalè Mean in the New cioè della Chiesa>. Questa frase,
T?^ttanent?, i^ A. Mickelscn (ed.), women, inserita in un inno piu lungo (Col nelle lettere ai Colossesi e agli Efe- avanzate sull'unità e il ministero
Authoriry ond ire Birle, lnr€rvarshy, l, t 5-20), è probabihrente frutto di sini <capo> si riferisca alla testa di questo corpo universale (Ef
Dorxn€rs Grove (IL) 1986. una rgvisione, compiuta da Pao- come parte anatomica, recente- 4,1-16), il termine <capo)) viene a
lo, di un inno piu antico che cele- mente ha guadagnato terreno designare in maniera efficace ìa re-
C. C. Krceget un'opinione contraria. Quest'ulti- lazione che esiste tra Cristo e que-
brava Cristo come (<capo> del cor-
po cosmico (si vedano i commen- ma fa osservare che qui <capo)) ha sto corpo ecclesiale in via di espan-
CAPO, CRISTO ta!i). Col 2,19 usa nuovamente direttamente come referente Cri- slone.
<capo>> in connessione con la me- sto e non è un elemento della me- Un'ultima osservazione riguar-
COME CAPO
tafora del corpo, parlando di fal- tafora del corpo (Col 2,10; cfr. da la natura della metafora come
si maestri (sia reali che ipotetici) lcor I1,3), e inoltre che I'espres- tale. Una teoria moderna della
SoMMArb - 1. ll capo e il corpo; 2. Ca sione ((tutto ilcorpo> di Col2,19
po com€ metafora cristoloSica. che agiscono <senza essere stretti metafora valuta quest'ultima po-
al capo, dal quale [il pronome si ed Ef 4,16 esclude che si possa im- sitivamente, come un utile stru-
Un uso particolarmente signifi- riferisce a Cristol tutto il corpo ri- maglnare un corpo senza capo. mento di conoscenza, mentre ri
cativo del termine <capo>> (kepha- ceve sostentamento e coesione per Secondo questo modo di vedere, tiene che la metaîora profonda o
/e) nelle lettere paoline si incontra mezzo di giunture e legami, rea- <capo)) e <corpo>) sono due me- poetica non sia in grado di offri-
in Colossesi ed Efesini, dove Cri- lizzando così la crescita secondo tafore distinte, poste in reÌazione re una parafrasi completa. Se nelle
sto viene definito (capo>, (kepha- il volere di Dio). I'una con l'altra. Questa interpre- Iettere paoline Cristo viene defini-
/e) in relazione alla Chiesa che ne ln Elesini si dice che Dio ha co- tazione può essere estesa anche ad to (capor), non si tratta di una
è il (<corpo)). stituito Crísto (<su tutte le cose a altri passi di Efesini. InEî 1,22.23 (semplice metafora), ma di uno
Carismi 188 189 Carne

strumento importante per far ca- no ancora inclini a parlare della 1.1 Meteria fisica - Paolo usa (spirito> (lCor 6,17); qui, pertan-
pire I'unicità e la riìevanza di Cri- <concezione paolina della carne)): sarr in riferimento alla materia fi- to, sóma aftira sarx nella propria
sto. In altre parole, la metafora del ma in questo modo non si tiene sica che costituisce i corpi viventi area (il contrario in lCor 15,38-39,
capo è orientata in senso cristologi- conto del fatto che corr corne pos- di umani e animali. Il caso più ov- cfr. sopra, l.l ).
co piÌr di quanto costituisca un ele- siamo intendere: (1) le varie nozio- vio di questa accezione è lcor In questa categoria dovlemmo
mento dell'ecclesiologia di Paolo. ni cui il termine si riferisce nell'u- 15,39, dove Paolo parla dei vari includere anche 2cor 7,1, dove
so italiano e di altre lingue moder- componenti carnei degli animaÌi Paolo mette in contrapposizione
Vedi anche: Capo; Chiesa; Cor- ne; (2) le nozioni cui fa riferimento (sempre carne vivente, contrappo- carne e spirito come gli aspetti
po di Cristo; Cristologia. Paolo nel suo uso del termine sta alla carne come cibo). In que- contaminabili - rispettivamente
sa/xi o (3) ùno dei tanti usi carat- sto ambito Paolo impiega sótna, esterno e interno - di una perso-
Brsr - Bcsr E , One Botl! ìn Ch st, ieristici di Paolo. <corpo)), in parallelo con sarx na (cfr. Col2,5, e co\ dianoiai,Ef
Sl'CK. London 1955i Clo$rey 8., I n t evre L'opzione (1) viene naturalmen- (lCor 15,38-39; cfr. Col 1,22). A1- 2,3; vedi Psicologia).
titig lhe Biblital Madels al lhe Chutch: A te respinta, poiché comportereb- trove, come nella metafora <spi- La sarx come corpo umano è
Hen eneuticul Daepettin8 oJ Ecdesolos!,
ii D. A. Carson (cd.), Riblicul hÍcîpleta- be che Paolo scrivesse come un na nelÌa came>) e nella sineddoche anche soggetta a stati fisiologici
tion dnd rhc ChuÍ<lt. Tefl an.! Co te].t. Pa- parlante italiano del XX secolo. ln <<la carne e il sanguo> (lCor 15,50; (vedi Guarigione, malattia) e a ri-
temorer, Exercr 1984. pp- 6,1 l(}l; Dunn J. ognì caso, non può esserci coeren- Cal l,16; rovesciata in <il sangue ti religiosi. Paolo
si fermò la pri-
D. G., The Rod! ol Chtis! ín Pt l, in lt.
.1. wilkins - l. I'aiBe (edd.), ,'/t6àit
te correlazione fra le varie appli- e la carne)) in Ef 6,12; cfr, I'uso ma volta a predicare in Galazia
Theolog! and Ministr! in the EdrD Chutch. cazioni del termine iLaliar]'o carne l€tterale in Sap 12,5), lo stesso ter- a causa di una malattia del cor-
Essq,s ìn H.'not oJ Rolph M. Ma ìn, e quelle del greco sarx come l'uti- mine sarx si riferisce ugualmente po (dí'astheneian tC6 sqrkos, Gal
JSNTSS ll7, JSOT, Sheffield 1992, pp. lizza Paolo. L'opzione (3) va me- alla materia fisica. Non sempre 4,13-14; vedi Debolezza), e i suoi
146 ló2ì Ho\ard G-, rne Heud/Bod)'Me
laphots ol Ephesians, in NÎ.S 20 (19?4)
glio, in quanto riconosce che pu- questo punto viene rilevato, dato oppositori di Galazia vogliono cir-
350 356: Pe imaù A., (íis bod!, )thich is re all'interno di un'unica lingua che nel loro insieme queste espres- concidere i credenti in modo da
the church...r: Conlins to Ten s eith Me una parola può avere numerosi sioni signiiicano rispettivamente trarre vanto dalla condizione dei
túphor, ii EtQ 62 \1990) 123 142; Yorke <significati>, anche fra loro non (<tribolazione> e <(umanita>. Ana- loro corpi (hins en rc hymeterq
Q.. TheChurch as th? Bodr olChrìst in the
Parline Cory6. A Re Erúnination, Uni correlati, Parlare di <concezione logamente, nell'espressione di sarki kauchèsóntaí, Gal 6,13,
vcrsily Prcss ol America, Lanhnnì (MD) paolina della carne)) significa in Paolo <<cuori di car\er> (kardiaìs quella condízione contrapposta al-
1991. pratica dover scegliere e privilegia- sqrkinais,2cor 3,3), sarx è par- la croce di Cristo in cal 6,14).
./. K. McVay re un significato, o un (<campo se- te di un'estesa metafora che de- L'uso di Paolo in 2Cor 7,5 k(la
mantico), fra i tanti con cui Pao- scrive la vita dei credenti. Anche nostra.rarn non ha avuto sollievo
lo impiega la parola sarx. Ma a Rm2,28 (en sarki peritome, <<c\t- alcunoD) si inquadra meglio in 1.3
CARISMI: redi Doni dello Spi- questo punto nasce la domanda: concisione nella carnet>; vedí Cir- (cfr. il parallelo i\ 2cor 2,13-14,
rito quaìe? Una scelta del genere ri- concisione) va inserito forse in dove il punto centrale sono le an-
chiederebbe un diverso titolo per questa categoria (il termine sareb- sie interiori di Paolo; cfr. Sal62,2
questo articolo (per esempio, be usato qui come un eufemismo), LXX t63,rl).
CARNE <(umanjtà) o (ribellione umanar) benché possa essere fattoenîra- 1.3 Percona umana, mzza uma.
e comporterebbe lo studio incro- re nella prossima categoria (cfr. na - Al pari che nella LXX, in
SoMNr^R() l I campi semanlici rappre ciato degli altri termini apparte- sotto, 1.2; si noti il qualificativo Gal2,16 e lCor 1,29 (entrambe le
senrati; l.l \,laleria lisicai I.2 Corpo nenti al campo prescelto (per en tó phanerò (fvisibilel all'e- volte in corrispondenza di espres-
umano; l.l Pe6ona unan esempio, mondo, corpo, umano, sterno>). sioni relative a esseri umani), e in
na; 1.4 SIìrn moralmenre ncù rra; 1.5 SIè peccato, spirito, promessa). L'op- 1.2 Corpo umano Per sined- Rm 3 ,20, pasa Jarx (<ogni carne>)
ra morrlÍÌerìtc ncgalivaj 1.6 Natura uma-
na ribelle; 2. Siùgolari tratti lormnlicon zione (2) è qui, dunque, la miglio- doche, in lcor 6,16 .rarx sta a si- si riferisce a tutt'intera I'umanità,
teluali : 3. Cónîronto cor altri auiori re; essa îornisce accesso a tutti i gnificare I'intero corpo ((O non o magari al singolo individuo (cfr.
giudeo cririaniì 4. Temi teologicii4.l La
campi con cui il termine paolino sapete voi che chi si unisce alla Mt 24,22\. Più ambiguo è Rm
carnc come aspcrto .atùnìle del crcalo;
4.2 Carnc e opposizione a Dio. .t4rx ha a che fare. Rimane tutta- prostituta forma con essa un cor- 8,3b (<Dio mandò il proprio Fi-
via sorprendente come mai, per po bdnr4l solo? "l due saranno", glio nella somiglianza di una sarx
Da tempo gli esegeti hanno ri- altri concetti per i quali Paolo è detto, "una sola carne [sarx]">, di peccato>), che può essere letto
conosciuto la complessita dell'u- avrebbe potuto ugualmente impie- citando Gn 2,24) (cfr. Ef 5,29-30; come <(nella somiglianza di un'u-
so che Paolo fa deìla parola gre- gare il termine sanr nelle sue let- Col 2,1 , 1 ,22? ; 2,ll; SÚ 25 ,26; r)e- manità di peccatoD. ll riferimen-
ca .ralf, spesso tradotta italia- ir tere, non lo fece. di Sessualità, morale sessuale). to di Paolo all'intera nazione giu-
no con (carne)), e la linguistica Qui sarx ricorre in parallelo con daica come (mia carne>> (Rm
moderna ha gettato molta luce sul- I. I CAMPI SEMANTICI RAP. soma, e Îorse anche con nelos, ll,l4) nasce probabilmente da
la natura di tale complessità. Ciò PRESENTATI - Paolo usa salx <membro> (lCor 6,15), ed è in certi usi elencati sotto, 1.4 (vedi
nonostante, gli esegeti di Paolo so- in almeno sei diverse accezioni. conîrapposizione con pneum7, Israele).
Carne 190 l9l Carne
1.4 Sfera moralmente neutra - nti), in cui si rende manifesta la turale conseguenza è il futile van- ne buona, poiché essa è lo stru-
A formare un gruppo di questo te- vita di Cristo (2cor 4,11; cfr. Col to (2cor 11,18). mento attravcrso cui si serve la
nore sono quei passi che si rif€ri- 1,24), può riferirsi al corpo uma- 1.6 Natura umana belle - legge del peccato (cfr. sdrx in Rm
scono alle relazioni ùmane basate no (cfr. sopra, 1.2; cfr. anche il L'uso più caratteristico - e più 7,5, in contrasto con la Legge e il
sui processi naturali della nascita. parallelo con sòmq, 20ot 4,10), frequente - di sarx da pane di codice scritto; Rm 7,18, in paral-
Tutti questi passi riguardano in ma pir) probabilmente è un riferi- Paolo è l'applicazione del termi- lelo con I'lo dello stesso Paolo;
qualche modo lsraele, le sue tra- mento alla vita terrena di Paolo. ne alla natura umana peccatrice Rm 7,25, in contrapposizione a
dizioni e i suoi discendenti (lCor L'uso di Paolo in Rm 6,19 (<<par- (vedi Peccato, colpa). Più della nors, (mente)). Come abbiamo
l0,l8t Rm l,3l 4,1:9,3.5.8). Fra lo con esempi umani, a causa del- meta di questi casi si trovano in cordato in precedenza (cfr. so-
questi riferimenti, la contrapposi- la debolezza della vostra carne), Romani, soprattutto in Rm 8. I pra, 1.4), in Gal4,23.29 la coî-
zione stabilita in Rm 1,3 fra sarx asîheneian tès sarkos; il contrario casi rimalenti, salvo uno (lcor trapposizione è fra colui che è na-
e pneuno è qùella fra la naturale Gal 4,13: cfr. sopra, 1.2) indica 5,5; cfr. anche lCor 3,3) sono in to dall'impazienza ribelle del pa-
esistenza umana di Cristo <dalla qualcosa di piu che la sola debo- Galati. In maniera coÍisponden- dre o dal normale processo della
stirpe di Davide> da un lato, e la lezza corporea, e cioè piìr o meno te, in oltre i due terzi delle molte riproduzione umana da un lato, e
sua dignità divina dall'altro (cfr. qualcosa come (limiti naturali>. opposízioni fra sarx e pneumo, colui che è nato dall'int€ryento
lTm 3,16; Fil 2,9-l l). In questo In lcor 9,1I e Rm 15,27 Paolo af- iary si ferisce alla natun uma- dello Spirito in quel plocesso dal-
caso non è gettata nessun'ombra ferma che quelli che distribuisco- na decaduta. La maggior parte di I'altro, La contrapposizione fra
negativa su salx come accade al- no benedizioni <spirituali)) hanno esse si trova in Gal 5 e 6 e in Rm sarx e epqngelrq (<<promessar>) in
trove (cfr. sotto, 1.6: (Natura diritto a ricevere un sostegno fi- 8; di quelle rimanenti (cal 3,3; Cal 4,23 fa pensare a una ribellio-
umana ribelle))). îaÍzi^rio (sorkikos). Rm 7,5; lCor 5,5), Gal 3,3 ha un ne da parte di Abramo. Rm 8,1-14
Le ricorrenze di GaI4,23.29, in- 1.5 Sfela moralm€nte negativa carattere quasi programmatico per è il passo classico riguardo a que-
vece, sono più ambigue. Paolo Sotto questa categoria racco- tutto il gruppo (cfr. sotto, 4). sto argomento, dove la sal,x ribelle
contrappone Ismaele, il figlio della glìamo i passi in cui Paolo usa.raÈ lCor 5,5 ((questo individuo sia e la vita su di essa fondata sono
(schiava> nato (secondo la car- in riferimento al <mondoD, ai si- dato in balìa di Satana per la ro- messe in contrasto con Ia vita neÌlo
ner> (kota sqrkq), alsacco, il figlio stemi di valori umani in quanto vina della sua carne [salr, affin- Spirito (cfr. sotto, 4).
della <<donna liberar> nato <in vir- contrapposti a quelli di Dio, ln Fil ché il suo spirito Ipneumal possa L'uso che Paolo fa di sarkinos
ttr della promessaD. Se Paolo ve- 3,3-4, che fa da prefazione alla ottenere la salvezza oel giorno del in lCor 3,1 propone una atitica qd
de il primo liglio di Abramo, bella descrizione del sistema di va- SignoreD) si distingue in quanto hominem dei credenti gnosticiz-
Ismaele, come nato a seguito del- lori basato sìrlla cultura giudaica, impiega pneuma ir'n ferimento al- zanti di Corinto, e probabilmen-
la ribelle mancanza di fede del pa- e in Gal 6,12, che lo presuppone, lo spirito umano; ciò nondimeno, te sta a signiiicare <immaturo>
dre, il termine sarx potrebbe ave- Paolo qualifica il tutto come en scrx non si riferisce al corpo (ve- piuttosto che <ribelleD.
re una connotazione piu in linea sarki (vedi Gfudeo, Paolo come). dl Disciplina). A seconda della da-
con I'uso descritto nella sezione Un altro sistema di valori, basato tazione di Calati e delle lettere ai 2. SINGOLARI TRATTI FOR.
1.6 ((Natura umana ribelle))). La sulla cultura ellenistica ma altret- Tessalonicesi (vedi Cronologia di MALI CONTESTUALI - Note-
successiva contrapposizione di Gal tanto perverso che il primo, è pre- Paolo), questa applicazione po- voli sono alcune correlazioni esi-
4,29 îrail îato kata satka e il r'a- so ir considerazione in lcor 1,26. trebbe essere uno sviluppo poste- stenti fra la struttura formale
to kata pneuma ( = Spirito San- Qui Paolo qualifica i (<sapienti)t riore per Paolo. Qui Paolo non grammaticale e la (determinazio-
to?) ne sarebbe una conferma. (sophoi; vedi Sapienz.a\ come ka- chied€ che l'individuo di cui par- ne del carnpo semanticoD:
In quesîa categoria rientrano to sarkQ, e li mette in parallelo con la sia abbandonato alla malattia l) Quando Paolo usa kata sor-
anche i riferimenti al corso natu- il <mondo> (koszos) in lCor 1,27 o alla morte, ma che sia distrutto ka ((secondo la carneD) + verbo
rale delle cose e alla conduzione (cfr. 2Cor 1,12), Paolo viene ac- il carattere di ribellione, un effet- (per esempio, 2cor 1,17; 5,16), il
degli affari umani: Gal 2,20, Fil cusato di prendere decisioni e di to cioè sinonimo della crocifissio- campo semantico è quello della
I,22.24, e probabilmente lcor vivere la sua vita secondo questi ne della carne, che è lo scopo del- negatività morale (cfr. sopra, 1.5).
7,28, dove è tracciato un paralle- e^loti (kata sa*a, 2oot l,\7, Io Spirito nella sua lotta contro di Quando invece usa kata satkq +
lo con kosmos ((mondo>, lcor 10,2). Egli respinge l'accusa: si essa (Gal 5,24.17). sostantivo (per esempio, Rm 4,1;
7,31). ln Fm 16 la relazione di può vivere in mezzo a un simile si- Nell'ottica di Paolo, per i cre- 9,3), il campo semantico è quello
Onesimo con Filemone è presen- stema di valori senza modellare i denti esiste solo f inaccettabile al- della neutralità morale (cfr. sopra,
tata come avente una dimensione propri compoÍamenti su di esso ternativa di dare spazio alla ribel- 1.4). Questa cosa lu notata da
sociale (er sarkl, (nella carne>), (2cor 10,3-4). Le persone, e ad- lione, indulgendo ai desideri del- BlltmalJ.n (226-221), e qui la con -
in contrapposizione a una dimen- dirittura lo stesso Cristo, possono la carne (Gal 5,13.16.19-21; Rm fermiamo (cfr. kato onthrApon,
sione specificamente c stiana (e, essere valutate secondo questa fal- 13,14). Se si tratta di uno che vi- (in maniera tutta umana)), lCor
k//ió, (nel Signore>)). <La nostra sa prospettiva (kqta s$ka, zcot ve nella natura ribelle, il termine 3,3).
carne mortale)r (te trncté sarki he- 5,1ó); e naturalmente, la sua na- carne non ha nessuna connotazio- 2) In ogni occorrenza di sdrt
Carlre 192 193 Carne
con significato moralmente nega- Test. Gíuda 19,4: Test. Zob.9,7) egli non stabiliva nessun dualismo iensione creata da questa situazio-
tivo (cir. sopra, 1.5) manca I'ar- con dferimento all'umanità cadu- etico fra una natura pirì alta e una ne si scioglie mettendo continua-
ticolo. Ciò è dovuto probabilmen- ta o a una sfera cosmica cattiva. natura più bassa coesistenti in mente a morte la carne e le sue
te al fatto che si tratta in questi ca- Viceversa, i padri apostolici sono un'unica persona. L'atteggiamen- opere. Ma la <morte della carne>>
si di frasi prepositive: tutti i con- a questo riguardo più in linea con
ro apparentemente negativo nei è aborrita dalla pe$ona umana, e
festi relativi hanno o la Îorma ka- la LXX. Anche il resto del NT non può essere sopportata solo iú vir-
confrontì del <<corpoD dell'esisten-
la sarka ((secondo la carneD) + modifica di molto questo quadro: za terrena espresso in 2cor 5,1-10 tu della promessa di Dio, secon-
verbo (per esempio,2Cor 10,2,3) <carne) è usata una volta (?) per non va inteso come implicant€ una do la quale egli ha già dotato l'u-
o la îoîma e sarki (<<nella came))) designare la negatività morale (Cv
concezione dualistica. manità della vita di risurrezione in
+ verbo (per esempio, Fil 3,3.4; 8,15) e cinque volte per indicare la 4.2 Caîne e opposizione a Dio Cristo (cfr. Rm 5,12-21). Morire
Gal 6,12). ribellione (principalmente in 2Pt
3) Tutti i casi di sarx nel senso e Gd; cfr. lGv 2,16). L'impiego di
- R. Jewett ha dimostrato come a di questa morte e (indossare> Cri-
stabilire lo scenario dell'uso paoli- sto significa porsi di nuovo, come
ampio di (<umanità>) (cfr. sopra, s4/J, dunque, per significare l'u- no del termine s4rx e a determinar- una volta nell'Eden, sotto la pro-
1.3), salvo uno, sono costruiti sul manità caduta e il cattivo sistema ne le incongruenze in I .5 e I .6 (cioè, tezione e Ìa provvidenza di Dio,
modello dei LXX: pasa,r4ruú ((<o- di valori del mondo è un fatto in- slera moralmente negativa e natura diventare dip€ndenti e conlidenti.
gni carne))). contenstabilmente paolino, che ha umana ribelle) sia l'evolversi dei vari
4) Nei casì in cui sar.x si riferi- le sue radici nell'apocalittica giu- Questo, inoltre, slocia nell'amo-
conflitti vissuti dallo stesso Paolo- re verso le altre persone, un amo-
sce al carattere ribelle dell'uomo daica. Esso è forse imitato, ma Possiamo fare le seguenti osser-
(cfr. sopra, 1.6) quasi invariabil- re che nasce dalla tranquilla sicu-
non adottato in pieno da qualcun vazioni. Gal 3,2-3 propone limpi-
altro dei primi autori cristiani. rezza cheil credente sperimenta in
mente è presente I'arlicolo. Lo damente il dualismo che caratte z-
stesso accade anche in quasi tutti Cristo (cfr. Cal 5,22-26).
za il peculiare uso paolino disarx.
i casi in cui sarx
è costruita come 4. TEMI TEOLOGICI - Per È il dualismo fra carne e spirito, Vedi onche: Corpo , Debolezzai
soggetto od oggetto diretto di un quanto riguarda le implicazioni
dove per (carne) si intende un'au- Mondo, cosmologia; Peccato, col-
verbo (e il verbo è di solito nella teologiche di questi dati, i campi tonoma îiducia dell'uomo nelle pa; Psicologia; Spirito Santo.
forma di sostantivo astratto), a 1.1-1.4 e 1.5-1.6 îormano due proprie capacita e reallzzaziorri,
meno che non sia qualificato da gruppi distinti:il primo richiama mentre per (spirito>) si intende la
un pronome personale possessivo, un aspetto naturale del creato, il Brr'L. Bruc€ F. F., Pazt: Apostte of the
consapevolezza della dipendenza Hea.t Set Frce, Eerdmans, Grand Rapids
neÌ qual caso si riferisce al corpo secondo richiama un'opposizione da Dìo e la sottomissione al suo go- 1977; Bultmann R., Teolosia del Nuoro Te"
umano. a Dio. verno (cfr. specialmente Rm 8). slrm€rro, Que.iniana, Br€scia 19931, pp,
4,1 La carne come aspetto na- 222-234; Goodenough E. R., B! Lighr,
3. CONFRONTO CON ALTRI furale del crealo - L'impiego del
Nella controversia con i fautori LiShî: TheMrstic C ospel of Hellenistic .lu-
della Legge in Cal 3,2-3, ciò si tra- dr6-, Yale Universiîy, N€w Hav€n l93Ji
AUTORI GIUDEO.CRISTIANI termine sarx in l.l-1.4 (cioè come
duce in una contrapposizione fra Cundry R. H., (Sdma) i, BiblicalTheolo-
Nella LXX il termine non sem- materia fisica, corpo umano, per- g!: Wirh Emphasis on Pauline Anthrcpa-
le <opere della Legge> e l'(ascol- /o8_),, University Press, cambrldg€ 1976;
bra mai usato con un significato sona/tazza umana, sfera moral- to con fede>). La dipendenza dai si- Culhrie D-, N€r' resfarrent Theolos!,ln-
moralmente negativo (cfr. sopra, mente neutra), per indicare so- stemi di valori e dalle istituzioni t€rvarsiry, Down€rs C.ove (lL) l98l); Je-
1.5) o per designare la ribellione prattutto la sfera naturale in cui wett R., Poul\ Anthropolopicol Te.ns: A
umane per assicurafsi potere e po- Study of Then Use in Conlitr ,te/rir8s, E .
umana verso Dio (cfr. sopra, 1.6). viene condotta la vita terrena (cfr.
sizione, come pure l'autoindulgen- J, Brill, Leiden 1971i Kuhn K. G., n/?,
Il che contrasta con Paolo, visto Rm 1,3), implica che Paolo con- za libertina come mezzo per con- Liqht on Tenptation, Sin and Flesh in the
che questi due sensi riguardano tinuava a condividere I'eredità giu- seguire la <vita> (Jewett), sono al- New Testanent, inK. Srendahl (ed.). îre
metà dei suoi impieghi di saDr. ll daica di un'alta considerazione per
trettante manifestazioni di una ri-
Scto s and the New TesÍoment, H^rpet,
parallelo piir vicino all'uso paoli- il creato. Dalla concezione di Pao- New York 1957, pp. 94'l 13; Ladd G. E.,
belle indipendenza dalla garanzia A Theology a! the New Testanent, Eetd-
no dì sa,'x in questi sensi è 4Mac lo è escluso il dualismo ontologi- nans, Grand Rapids 1974; Sand A., ,?r'
di vita promessa da Dio e dalla di-
7,18. Ma, benché questo testo sia co dei pensatori ellenistici, giac- gnita personale derivante dalla fe- Regtiff <Fleis.h> in den paulinischeú
contemporaneo di Paolo, il suo ché, nonostante siano deboli ed
de in Cristo. Per ironia, dunque,
HauptbieÍeL Pustet, Regcnsburg 1967;
uso di sary è piùr in linea con il esposti alla contamin^zione, il cor- Schweizer E. ' M€yer R. - BaumsàrrclF.,
confidando nella <(carner> non si sa.x, i^ GLNT, \,o1. XI, coll. 1265-1398;
dualismo etico ellenizzante di Fi- po carnale e I'umanità in genere H. -ThiseLlon A. C., F/err, in
ottiene la vita, ma la morte. Seebas
lone che non con I'uso che ne fa sono nondimeno suscettibili di re- N/DN7I, vol. l, pp. 671'682; Stacey w.
denzione e destinati alla risurrezio-
Questo è di fatto un dualismo D., The Pauline Yiew of Man in Relation
Paolo. apocalittico, che vede prolettica- to Its Judoic ond Helle isti. Background,
Tuttavia, <carneD (gr. Jarx ne. D'altro canto, l'allusione di mente il cristiano come gia rigene- Macmillian, London 1956i Thiselton A. C.,
o ebr. baídt) ricorre nei rotoli Paolo al fatto che tanÍo la catne The Mea ngoÍSadin I Cointhians5:5:A
rato <nello Spirito)) e posto sotto
di Qumran (per esempio, lQS
di quanto lo spirito (umano) posso-
il governo di Dio attraverso la fe-
FrcshApaorch in the Lisht ol Losicaland
no cssere contaminati (2cor 7,1) Sema tic Factots, ir, SJT 26 (1973,2u 228.
I1,7[?].9[?].12; IQM 4,3) e nell'a- de, pur vivendo ancora un'esisten-
pocalittica giudaica (per esempio, sta probabilrnente a significare che
za (carnale> nell'era presente. La R. J. Eríckson
Casa di Ceslre, casa imperiale t94 195 Casa di Cesare, casa imperiale

CASA DI CESARE, ro di schiavi e liberti dalle cui file Paolo fu accolto da cristiani ro- 3. LA CASA DI CESARE E I
CASA IMPERIALE veniva preso il personale per il ser- mani. Non sappiamo con precisio- SALUTI DI Rm 16 - Se la lefte-
vizio imperiale. Di case di Cesare ne in che modo e quando il van- ra ai Filippesi fu mandata da Ro-
ce n'erano molte disperse lra le gelo raggiunse Roma per Ia prima ma e i saluti di Rm 16 furono in-
Sor4\4^Rr) - L ll sisnilicato di (casa di
Cesare,i 2. llvanselo c lacasa diCesare; province dell'impero, anche se la volta. Potrebbe esservisi diffuso viati a Roma tre o quattro anni
3. La casa dì Ccsare e i saiuîi dì Rn i6. concentrazione maggiore si trova- fra Ciudei credenti subito dopo la prima, allora ci si può chiedere se
va a Roma, che era abbastanza Pentecoste, o potrebbe esservi sta- qualcuno dei (santi della casa di
L'espressione <casa di Cesare> grande da includere un numero to portato per la prìma volta da Cesare> fosse fra i destinatari
(kaisaros oikia) cornpare in un sa- consistente di convertiti alla fede mercanti, uomini d'affari o solda- menzionati nella lettera preceden-
luto di chiusura della lettera di cristiana. ti. L'arrivo di Paolo diede un nuo- te. J. B. Lightfoot e, pir) recente-
Paolo ai Filippesi (Frl 4,22). La Benché siano stati avanzati buo- vo impulso alla diffusione del van- mente, F. F. Bruce hanno soste-
frase completa è <isanlí della ca- ni argomenti a favore di una pro- gelo (Fil 1,14). Benché (prigionie- nuto che (<i familiari di Aristobu-
sa di Cesare>, e l'apostolo dichia- venienza cesareana di Filippesi ro>>, egli poteva predicare e inse- lo)r e (quelli della casa di Narci-
ra che questi credenti, insieme con (Hawthorne), Roma, come ha sot- gnzue (con tutta franchezza e sen- so) (Rm l6,l0.l l) potrebbero es-
altri cristiani del luogo della sua tolineato Reicke, fornisce proba- za impedimenton (At 28,31). Su- sere stati membri della casa impe-
prigionia, mandavano i loro saluti bilmente <<lo sfondo più appro- bito dopo il suo arrivo, Paolo en- riale, la quale, si è pensato, com-
alla comunita di Filippi. L'espres- priato per le immagini relatìve al trò in contatto con (<i pìù in vista prendeva probabìlmente gli schia-
sione la pensare che il vangelo regno politico usate da Paolo in tra i Giudei) (At 28,17) proba-- vi di Tiberio Claudio Narciso, un
aveva fatto notevoli progressi nel- Fil 1,,21;3,20ù. E aggiunge che i bilmente i capi delle sinagoghe di ricco liberto dell'imperatore Tibe-
la città in cui Paolo si trovava pri- lettori avrebbero colto (nel salu- Roma - e molti vennero a lui al- rio, che fu una figura potente sot-
gioniero, che poteva essere Cesa- to da "quelli della casa di Cesa- lo scopo esplicito di ascoltare le to Claudio ma fu messo a morte
rea (Hawthorne), Efeso, ma piu re" (FiI4,22) llrifetimento a Ro- sue opinioni riguardo alla <spe- dopo I'ascesa al trono di Nerone
probabilmente Roma. ma e ai clienti dì Nerone> (Reic- ranza d'lsraele)) (At 28,20-22). nel 54 d.C. La sua casa sarebbe di-
ke 285). Questi schiavi o liberti im- La casa di Cesare, per le sue ori- ventata proprieta imperiaìe, ma ri-
l. lL SICNIFICATO DI (CASA periali potevano anche essere no- gini servili e per le responsabilità manendo distinta dalle altre della
DI CESARE,, - La casa di un ii ai Filippesi, dal momento che che i Cesariavevano verso l'Orien- casa imperiale e indicata col ter-
appartenente all'aristocrazia ro- venivano impiegati come corrieri te, comprendeva molti asiatici, pa- mine di Narar:îJr',rti- Meno sicura
mana ($. oikiq/oikos, lal. fami fra Roma e l'Oriente o nella ge- recchi dei quali erano Giudei è la posizione della famiglia di
//a) comprendeva, oltre alla sua stione di affari (cfr. Gìllman schiavi o impi€gati della corte im- Aristobulo. Lighrfoot e altri han-
propria famiglia, tutlo il personale 34-35, per la speculazione su Li- periale, Quando il vangelo rag- no suggerito ch'egli fosse un nipo-
che era al suo servizio, soprattut- dia). giunse Roma e fu proclamato nelle te di Erode il Grande che viveva
to gli schiavi, ma anche quelli che Se si pensa a una provenienza molte sinagoghe del posto, questi a Roma come privato cittadino e,
erano stati liberati e che conserva- romana, Fil 1,13, (in tutto il pra,- membri della casa di Cesare non come il suo fratello maggiore Ero-
vano obblighi n€i suoi confronti torion>, non denota né il palazzo potettelo non sentir parlare della de Agrippa I (cfr. At l2,l), era
in qualità di clienti. Spesso i loro dell'imperatore sul Palatino, ossia morte e risurrezione di Cesir. Inol- amico delÌ'imperatore CÌaudio,
compiti erano specializzati, e in- le caserme annesse al palazzo im- tre, il contatto quotidiano che Secondo Filone, in una data pre-
cludevano tutti itipi di servizio do periale, né il grande campo perma- Paolo intratteneva con i soldati cedente lo stesso Erode Agrippa I
mestico, di prestazioni professio- nente di soldati pretoriani, bensì che lo custodivano portò all'intro- veniva indicato esattamente con
nali (in campo medico ed educa- un corpo di uomini, cioè <quelli duzione del vangelo a <lutta la gli stessi termini, come un mem-
tivo) e amministrative, di assisten- che costiluivano la guardia preto- guardia). Divenne evidente che la bro della (<casa di Cesare> (Filo-
za letteraria e segretariale. Riferi- riana)r. ll termine potrebbe quin- sua prigionia, che era (in Cristo), ne, Flacc.35\.
ta ai Cesari (redi Imperalori ro- di indicare o la guardia del corpo era una manifestazìone dell'attivi-
mani), la loro (casa) era I'equi- dell'imperatore o le coorti preto- tà salvifica di Cristo, e contribuì Vedi qnchei Filippesi, lettera ai;
vaìente di un úoderno apparaîo riane distanza nella metropoli. Se così alla diffusione del vangelo lmperatori romani.
di servizio pubblico che forniva gli si pensa a una provenienza cesa- non solo fra le truppe, ma anche
esperti nella maggior parte dei set- reana, esso si iferisce a <quelli che a tutti gli altri (<le mie vicende si BruL. - Bru6e F. F., Philíppians, }ten-
stavano in tutte le parti della resi- sono volte,,. a vantaggio del van- dricksen, Peabody (Ma) 1983; Giltman F.
tori dello Stato. Con la designa- M., lvomen Wha Knev Parl, Liturgical,
zione di <casa di Cesare> (chiama- denza del governo provinciale di gelo, al punto che in tutto il pre- Coìlegeville (M!) 1992t HawÌhorne c. F.,
ta domus Caesarís da Tacito,ltisl. Cesarea) (Hawthorne 35). todo e dovunque si sa che sono in Philippians, wBC 43, word, waco 1983;
2,92) si indicavano pertanto non catene per Cristo), Fil l,12-13). Lightloot J. 8., Sairl Parl\ Episîle 10 the
Phílippians, Macrfli.llan, London 1890.
soltanto i membri della famiglia 2. IL VANGELO E LA CASA DI Non sorprende, dunque, che si tro-
l7f-78; Reìck€ 8., Coeiarc4 Rome and the
DD.

imperiale o quelli a essa legatì da CESARE SecondoAt 28,14-15, vi la casa di Cesare ben rappresen- Captiviry Epistles, in W. lv. casque - R.
parentela, ma anche il gran nume- al suo arrivo nella città imperiale tata nel gruppo cristiano di Roma. P. \4arrìn (edd-),,4porktic Hisroryand the
Casa imperiale 196 t9'7 Cena del Signore, eucaristia

Gospel: Biblical an.l HistoncatEssals Pre mette da parte qualsiasi distinzio- PiÌr avanti nella stessa lettera nì in genere sollevano non pochi
sented to F. F. B/rce, Eerdmans, Grand ne di classe o di altro genere. Le Paolo fa riferimento a un pasto problerni.
Rapids 1970, pp. 277 286; Weaver P. R. C.,
Fomitia Coesdtìs: A Social Stu4t aJthe En-
teorie secondo le quali il tipo di comune della Chiesa chiamato Ia
perct's Frcedmen ard Sldver, Universjty convito di cui parla Paolo diffe- Cena del Signore (lCor I1,20; cfr. 2. CONVITI RELIGIOSI NEL
Press. Cambrjdge 1972. riva in maniera significativa dai <la mensa del Signore>, lCor MONDO ANTICO - I pasti co-
conviti in altre aree della Chiesa 10,21), che si teneva evìdentemen- muni avevano un posto importan-
P. T. O'Bríen primitiva appaiono improbabili. te con una certa frequenza nella te tanto nel Giudaismo quarito
Chiesa di Corinto. I riferimenti nelle religioni ellenistiche. Aveva-
CASA IMPERIALE. yedi Ca- 1. TNTRODIJZTONE - In lCor presenti in Atti indicano che un no una iunzione sociale, in quan-
sa di Cesare, casa imperiale; Filip-
10,1-3 Paolo sottolinea il perico- evento chiamato <lo spezzare il to radunavano insieme gli adepti,
pesi, lettera ai lo che i cristiani che si credono si- pane) era celebrato nella Chiesa e sùl piano religioso potevano ave-
curi della loro iede si espongano di Gerusalemme, (<il primo gior- re molti signilicati (yedi Cibi of-
CATENE: vedl Prigionia, pri- a una grave occasione di tentazio- no della settimana> a Troade (At ferti agli jdoli e leggi alimentari
ne partecipando a manifestazioni 20,7), e per implicazione nelle al- giudaiche).
gioniero
idolatriche. Il popolo d'Israele, tre Chiese. E dato che anche le col- Per i Ciudei, in generale, tutti
che pure aveva fatto esperienza di l€tte di denaro a scopi di solida- i singoli pasti avevano un caratte-
CATTOLICESIMO:. vedi Pto-
ùn tangibile intervento della gra- rietà si ten€vano a Corinto il pri- re <religioso>>, in quanto ad essi si
tocattolicesimo
zia divina con la sua liberazione mo giorno della settimana (1cor accompagnava sempre il ringra-
dalla schiavitir d'Egitto, cadde 16,2), è ragionevole supporre che ziamento a Dio per il cibo. Il pa-
CEFA: r.,edi Pietro nondimeno nell'idglatria e nella questo giorno avesse un significato sto principale consumato la sera
connessa immoralità. Questo do- speciale per la Chìesa e che un'as- che dava inizio al sabato (che co-
CELIBATO: redi Matrimonio e veva servire d'ammonizione per i semblea della comunità avesse minciava al tramonto del giorno
divorzio, adulterio e incesto; Ses- Corinzi. Paolo rafforza il paral- lùogo settimanalmente in qùel precedente) aveva un carattere
sualita, morale sessuale lelismo fra le due situazioni ricor- giorno. speciale; c'erano inoltre pasti spe-
dando come gli Israeliti <tì.rtti fu- Non abbiamo molti dettagli su ciali associati con la Pasqua e al-
rono battezzati... tutti mangiaro- quello che accadeva effettivamen- tre feste. All'interno del movimen-
CENA DEL SIGNORE, no Io stesso cibo spirituale, tutti te nel corso della celebrazione nel- to reÌigioso dei farisei, piccoli
EUCARISTIA bewero la stessa bevanda spiritua- le chiese paoline o altrove, e si è gluppi noti come ,Arrir.o/ si incon-
le). Come l'esperienza degli Israe- osseNato che se non ci fossero sta- travano per consumare pasti in co-
SoMMARTo - l lntrodùzionc: 2. Conlili liti
con la nube e il mare è vista in ti gli abusi di Corinto probabil- mune come occasioni per rendere
.clieiosinel Írondo anlico;3- Il pasto co' termini di battesimo cristiano, così mente non ne avremmo mai sen- grazie e consacrare se stessi a Dio.
mùne nella Chìesà di Corinro:4. La ri
pure il loro mangiare e bere de- tito parlare. Ma il fatto che la tra- I pastì quotidiani giudaici si apri-
sposta diPaolo alla sitùazìone di Corin-
to; 5. La Cena del Sjgnore ditipo paol; v'essere visto come analogo al dizione citata da Paolo in questo vano con un atto di ringraziamen-
no e la pradca delie allre conunità. convito cristiano, di cui si parla contesto contenga un comando del to a Dio, cui si accompagnava lo
più avanti nello st€sso capitolo Signore ai suoì seguaci di (fare spezzare il pane, e si chiudevano
Gli abusi che si verificavano nel (lCor 10,15-17). Qui, dunque, ab- questo in memoria di lui> indica con un altro atto di ringraziamen-
corso dei pasti in comune della biamo la prima rnenzione esplici- abbastanza chiarame[te che la ce- to. I pasti festivi in occasioni spe-
Chiesa di Corinto spinsero PaoÌo ta da parte di Paolo (anche se al- lebrazione era considerafa ùn do- ciali, come quelli del sabato e di
a rammentarne a quella comuni- cuni studiosi intravedono una pos- vere dovunque questa tradizione altre îeste, nonché i pasti cui par-
tà il reale significato di memoria- sibile allusione in lCor 5,6-8) del era conosciuta. tecipavano ospiti, includeva.no an-
le della morte sacrificale del Signo- convito della Chiesa con il suo ci- Per Paolo I'origine del convito che il vino (che non si beveva nei
re sulla base della descrizione tra- bo e la sua bevanda spirituale. (E sta ngll'ultima cena consumata da pasti ordinari di ogni giorno). Ad
dizionale dell'ultirna cena. Gli stu- qui, pure, abbiamo uno dei pochi Gesir con i suoi discepoli (la not- ogni coppa di vino si accompagna-
di recenti hanno sottolineato l'im- luoghi in cui sono legati insieme te in cui veniva tradito/consegna- va un atto di ringraziamento
portanza dei fattori sociali per il battesimo e la Cena del Signore toD alle autorità giudaiche - in (Klauck 1982, 66-67). Nella cena
spiegare le divisìoni fra ricchi e po- come i due riti praticati nella Chie- ultima analisi da Dio - e poi mes- pasquale si seguiva una procedu-
veri nella Chiesa. Furono queste sa. Nelle due ùasi paralleÌe di so a morte (lcor 11,23), Paolo ra più elaborata. Un elemento im-
divisioni a provocare gli abusi e a lCor 12,13 il riferimento è soltan- basava il suo modo di intendere il portante era rappresentato dalla
dare occasiore alla risposta di to al battesimo, e non già al bat- paslo comune su questo evento. spiegazione del simbolismo lega-
Paolo, in cui egli esaltava il con- Lesimo con lo Spirito lvedi Spiri- Ma la natura e la teologia del con- to alle varie parti del pasto (fra cui
vito come momento centrale di to Santol e al bere lo Spirito nella vito nelle Chiese paolin€, e la sua l'agn€llo, il pane azzimo e Ie erbe
manifestazione dell'unità cristia- Cena del Signore, che è ùn'idea as- relazione sia con la cosiddetta (ul- amare). Questa (proclamazione)
na e dell'amore reciproco, che solutamente non attestata), tima cena)r sia con i conviti c stia- verbale (cfr. kot.rneellò, lcor
Cena del Sigrore, eucaristia 198 199 Cena del Signore, eucaristia
I1,26) mirava a lare di quel pasto dano il possibile fraintendimento mentre i membri piir poveri dove- dal mondo greco-romano indica-
una commemorazione (Es 12,14; del significato del pasto comune, vano aÍangiarsi con il poco che no che potevano esserci almeno
13,9, cfr, a qmnèsís,lcoî 11,24- quanto piuttosto segnalano la ne- potevano portare (vedl Approcci due livelli a cui si poteva paÍeci
2j) di quello che Dio aveva fatto cessità di tenersi lontani dall'ido- sociologici a Paolo; Sociologia pare a un unico e medesimo con-
per il suo popoìo. latria. In realtà, gli abusi che si ve- delle Chiese missionarie). vito; i ricchi accentuavano così Ia
La situazione nel mondo elleni- rificavano in quegli incontri era- Ulteriori dettagli su quello che loro differenza dai vicini piir po-
stico è slata descritta abbastanza no di carattere sociale e rifletteva- accadeva sono discussi. La tiadi- veri, i quali pure erano da loro in-
esaurientemente da Klauck (1982), no comportamenti del mondo se- zione sull'ultima cena fa pensare vitati all'incontro della Chiesa.
il quale si occupa nel suo studio colare in generale, piuttosto che di che i gesti del mangiare insieme il Sicché, mentre aprivano Ie loro
dei conviti associati con l€ offerte religioni pagane in particolaÌe. pane e del bere insieme il vino, cui abitazioni alla Chiesa, lo faceva-
e i sacrifici religiosi, i banchetti te- Gesù assegnò un significato spe- no tuttavia in una maniera che sot-
nuti da assocìazioni, i pasti comu- 3.IL PASTO COMUNE NELLA ciale, fossero separati I'uno dal- tolineava le divisioni sociali. È for-
ni celebrati nel culto dei morti, e CHTESA DI CORINTO - Poi- I'altro dalla consumazione del pa- se giusto ricordare che I'idea che
quelli collegati con le varie religio- ché Paolo era stato il fondatore di sto (cfr. le parole (alÌo stesso mo- j problemi attinenti ai pasti comu-
ni misteriche tanto nell'ellenismo quella Chiesa, e poiché fa riieri- do, dopo aver cenato, prese il ca- ni riflettessero le divisioni sociali
quanto nel Giudaismo, nonché i mento a quanto le aveva trasmes- licet . Lc 22.20 : lCor 11,25). fu proposta molto prima di Theis-
pasti cultuali delle sette gnostiche. so (certamente nel corso delìa per- Nondimeno, il fatto che i due ge- sen (cîr., ad esempio, G. G. Fin-
Egli osserva che i pasti comuni te- manenza a Corinto quando fon- sti siano tramandati uniti dalla tra- dlay, in EGT ll, 879); quello che
nuti dalle associazioni erano par- dò Ia comunità), ne consegue che dizione e il fatto che le parole che la ricerca di Theissen ha aggiunto
îicolarmente impoatanti e aveva- il pasto comune della Chicsa era li accompagnano e ne spiegano il è I'aver indicato con maggiore
no pure un carattere religioso. Sin- stato introdotto dallo stesso Pao- significato siano costruite in ma- chiarezza in che modo i ricchi tra-
goli convertiti cristiani potevano lo, ma durante la sua assenza da niera simmetrica indicano che lo sferissero le pratiche del mondo
certamente avere familiarità con Corinto aveva sviluppato delle ca- specifico <memoriale della morte secolare nella Chiesa peccando
ciascuno di qu€sti tipi di convito ratteristiche che egli flon poteva del Signore)) fu visto alla fine co- contro fratelli e sorelle piir poveri.
e anche con alcune delle pratiche approvare. La comunità si incon- me un'azione unitaria, che îace- Un'altra linea di ricerca ha ri-
delle varie religioni misteriche (r€- trava regolarmente per celebrare va seguito alla cena vera e propria. preso l'analogia dei banchetti el-
di Religioni greco-romane). la Cena del Signore, ma in una Non è chiaro, tuttavia, se la giu- lenistici a cui un padrone di casa
A Corinto esisteva url compli- maniera tale da indurre Paolo a stapposizione avesse avuto luogo invitava degli ospiti; un banchet-
cato miscuglio di pratiche religio- negare che il pasto comune della già a Corinto quando Paolo scri to aveva due fasi, in quanto il pa-
se. Alcuni membri della Chiesa Chiesa potesse dawero essere qua- veva, e si è sostenuto che a Corin- sto principale era seguito da un
avevano familiarità con i conviti lificato come la Cena del Signorc to si seguisse I'ordine pane-pasto- <dessert) o (simposio>, cui pote-
che si tenevano presso i templi pa- (lcor 11,20). calice (Theissen; Lampe). Klauck vano aggiungersj altri ospiti che
gani, e alcuni di loro ritenevano Il problema di base sembra es- (1982,295) afferma che, non es- non avevano preso parte alla fase
che non ci fosse nulla di sconve- sere stato provocato dalle tensio- sendoci alcuna indicazione che i precedente (Lampe). Lampe so-
niente nel continuare a prendervi ni nate nella Chiesa fra i poveri e membri pitr poveri della Chiesa stiene che il momento (religioso)
parte. Non ne segue, naluralmeD- i ricchi, Poiché non esistevano ap- fossero esclusi dal partecjpare al delle assemblee di Corinto corri-
te, che essi considerassero alla positi edifici per gli inconlri della rito del pane, bisogna ritenere che spondeva alla fase di <dessert e be-
stessa maniera quel che accadeva comunità, i pasti comuni si tene- il pasto precedesse la consumazio- vande>, che per i ricchi era prece-
in quei conviti e quel che si com- vano nelle case di membri della ne comune del pane e del vino, duta dal ((pasto principale)) cui
piva nella Cena del Signore. E im- Chiesa. I credenti si raccoglieva- Un'ipotesi è che ì membri piir ognuno portava il proprio cibo
portante inoltre rilevare che anche no in grLrppi della dimensione ricchi della comunità si recavano (sull'analogia del greco era os).I
le fortissime critiche esplicite che massima consentita dalla capien- in anticipo al luogo dell'incontro membri piu poveri della Chiesa
Paolo fa del modo in cui veniva- za delle abitazioni messe a dispo- e mangiavano e bevevano abbon- non potevano arrivare molto pre-
no consumati i pasti conruni che sizione. E stato dimostrato ill ma- dantemente prima (cfr. gr. pro- sto (dati i loro ìmpegni di lavoro),
si tenevano nella Chiesa di Corin- niera convincente che i gruppi do- lambonó\ dell'artlvo dei membri né portare cibo di pari qùalìtà.
to non sembrano essere per nulla vevano incontrarsi in case di ric- piir poveri, che portavano con lo- Un'ipotesi alternativa è che i
collegate a credenze o pratiche pa- chi (giacché erano i soli a poterle ro cibo molto piu scarso (Theis- ricchi, in realtà, mangiassero il lo-
gane tÌasportate in essi. Può dar- fomire). In questi incontri veniva- sen), Da sottolineare che le perso- ro cibo alla presenza dei membri
si che i cristiani di Corinto senris- no consumati pasti completi con ne più povere avrebbero così do- piil poveri senza dividerlo con lo-
sero che la partecipazione a quei abbondanza di cibo e bevande, al' vuto accontentaisi del pane e po- ro (\ryinter; il problema a questo
pasti li proteggesse già di per sé meno per alcunì membri. I ricchi co di più, mentre i ricchi avevano punto è se 1l gt. prclambanò in
dal giudizio divino; ma le istruzio- portavano grandi quantità di cibo da mangiare cibi pregiati in quan- lCor I l,2l significhi un mangia-
ni che Paolo dà loro non riguar- per se stessi (inclusa la carne), tità. Alcuni paralleli provenienti re prima delle altre persone o, co-
Cena del Signore, eucaristia 200 201 Cena del Signore, eucaristia

me îorma intensificata di. lamba- che I'incontro cessasse di essere un guenza, una condotta contraria al- nità reciproca in cui non possono
/rd, <prendereD, significhi sempli- pasto comune e diventasse quello lo spirito dell'autodonazione, che piu esistere le distinzioni sociali.
cemente <divorareD). che in seguito sarebbe divenuto in era il senso della morte di Gesù, Non c'è accordo sùlf interpreta-
Nonostante l'incertezza sulle tutta Ia Chiesa, e cioè la consuma- avrebbe sigrificato una negazione zione se la comunione con il cor-
circostanze precise, il punto prin- zione simbolica di un frammento di tale proclamazione. Erano dun- po e il sangue di Cristo significhi
cipale emerge comunque con tut- di pane e di un sorso di vino. Egli que iì disprezzo e l'assenza d'amo- <un'unione (partecipazione) con il
la chiarczza. C'era un eccesso di aveva da dare altre istruzioni che re verso i membri piu poveri della Cristo risorto> (Hauck 805), o una
trascuratezza da parte dei ricchi e si riprometteva di comunicare a Chiesa le cause specifiche dell'ira condivisione fra i membri della co-
c'erano sentimenti di invidia da voce, ma noi non sapremo mai di Paolo. munità che li lega insieme sulla ba-
parte dei poveri, che erano messi quali fossero. I cristiani della comunità di Co- se del Signore, della sua morte e
in condizione di sentirsi inferiori L'elemento che più stava a cuo- rinto dovevano fermani a riflet- della sua risurrezione (Fee 564), o
(cfr. lcor 12,15). Per Paolo, tut- re a Paolo em la motivazione teo- tere, prima di prendere Parte alla una comune partecipazione ai be-
to questo non em in accordo con logica della soluzione pratica da Cena, per essere sicuri di non es_ nefici messi loro a disposizione
quello che doveva essere il carat- lui sostenutai îale motivazione sere sul punto di commettere que- dalla morte di Cristo (Barrett
tere del pasto comune. La fame e Paolo la esprime citando la tradi- sto peccato, che era un peccato 1968.232). Quale che sia il modo
l'ubriachezza erano fuori luogo in zione riguardo al pasto comune contro il corpo e il sangue di Cri- in cui intendiamo precisamente la
un convito della Chiesa. La festo- che aveva a sua volta ricevuto e sto e avrebbe attiraÎo su di loro la frase, una cosa è certa: Paolo sot-
sità turbolenta e le divisioni sociali che aveva in precedenza trasmes- condanna divina. La condotta te- tolinea che il prendere parte alla
rovinavano ugualmente l'evento, so di persona alla comunità di Co- nuta a Corinto era <indegna)), e Cena e ìl partecipare ai conviti
rinto. Il linguaggio usato sta a in- signiîicava una incapacità di (di- idolatrici erano incompatibili. La
4. LA RISPOSTA DI PAOLO dìcare che si trattava di qualcosa scernere il corpo) (lcor 11,29). sua insistenza sul îatto che dalla
ALLA SITUAZIONE DI CO. che faceva parte di un'accettata L'uso del verbo <<discernereD (gr' Cena della Chiesa i cristiani sono
RINTO Quello che Paolo dice tradizione autoritativa. Paolo af- diakrizó) solleva qui delle difficol- fusi in unità lascia intendere che
in lcor 1l era diretto contro que- ferma di averla ricevuta <dal Si- tà, e la sua interpretazione diPen- i membri della comunità cristiana
ste pratiche, che stavano a signi- gnore), e per alcuni questo signi- de dal fatto se qui <<corpo> stia per che si concedono all'idolatria con-
ficare che il pasto comune aveva fica che gli era arrivata nella for- <il corpo [e sangue del Signore laminano I'intera comunità. Ma al
perso il suo carattere di Cena del ma di una visione o di una comu- crocifissol>> o per <<la Chiesa> (Fee centro deì suo Pensiero c'è Proba-
Signore. Per quanto riguardava la nicaziole pivata direttamente dal 562-564). Nel primo caso, Paolo bilmente, come in lcor 6, I'in-
questione pratica di bloccare gli Signore (Maccoby); è molto più intenderebbe dire che quellì che compatibilità fra l'essere uniti a
abusi, egli ordinava che tutti i probabile che si trattasse invece dì mangiano indegnamente non rico- Cristo e tutto quello che sta sotto
membri della Chiesa dovevano ac- un elemento della tradizione del- noscono che il cibo è simbolo del il segno del peccaminoso/demo-
cogliersi reciprocamente quando si la Chiesa che aveva alle spalle corpo (e sangùe) di GesÌl e non si niaco.
radunavano per il pasto comune. I'autorità del Signore (cfr. in lCor comportano come si conviene a tn lcor I I Paolo svilupPa il si-
Il che voleva dire che i ricchi do- 1,10; 9,14 l'uso di parole del Si- coloro che hanno ricevuto la sua gnificato teologico della Cena sul-
vevano accogliere i poveri e trat- gnore siculamente trasmessg a salvezza; nelsecondo caso, inten- la base della tradizione. Egli ricor-
tarÌi con cortesia e generosita (co- Paolo aÌl'interno della tradizione de dire che essi non colgono la da ai lettori che il corpo di Cristo,
me del resto dovevano trattarsi ira della Chiesa: ùedi Gesu, detti di). realtà che tutti coloro che Parte- simboleggiato dal pane, era <Per
loro tutti i membri della Chiesa); La tradizione descriveva quello cipano alla Cena sono lì presenti voi>. Queste parole fanno parte di
l'incontro aveva al suo centro un che era accaduto durante l'ultima in quanto corpo di Cristo (resì un una serie di proposizioni in cui si
pasro, il che poteva significare im- cena; il Signore prese il pane € il corpo solo dal fatto di mangiare afferma che Cristo era morto Per
plicitamente che dovesse esserci caÌice e li distribuì ai suoi discepo- insieme dello stesso pane, lcor altri (Rm 5,8; 8,32; lCor 15,3;
una distribuzione del cibo (Win- li, accompagnando i gesti con pa- 10,17) e devono quindi essere trat- 2cor 5,15 [] voltel; Gal 2,20;
ter difende questo senso per il gr. role che li interpietavano: il pane tati con amore cristiano. 3,13; Ef5,2.25; lTm 2,6ì Tt 2,14)
ekdechomoi iÍt lcor I1,33) in mo- e il vino rappresentavano il suo In ogni caso, quello che Paolo e che ricorrono un po' in tutto il
do che nessuno si sentisse svantag- corpo e la nuova alleanza nel suo dice qui è rafforzato dalla sua pre- NT (Mc 10,45 Lgr. antl; Cv
giato. Paolo, inoltre, stabiliva che sangue; a questi gesti fece seguire cedente osservazione secondo cui 10,11.15; I1,52; Eb 2,9;9,24. tPt
j ricchi dovevano mangiare in pri- la direttiva ai discepoli perché îa- i (moltin che mangiano nella Ce- 2,21;3,18t 1Gv 3,16). La morte di
vato nelle loro case se volevano cessero <questo) (che ripetessero na di un unico pane costituiscono Gesir è dunque visîa come un'au-
consumare un pasto più abbon- cioè la pratica) in memorìa di ìui. (un corpo solo)) in virtu di qug- todonazione nella morte al Posto
dante o cibi più raffinati, evitall- La Cena era quindi intesa come un sto loro mangiare insieme (lCor e a vantaggio di alt , in modo che
do così di introdurre divisioni so- memoriale della sua morte, una 10,16-17). Per Ìui, dunque, quelli quesli altri potessero essere redenti
ciali nelf incontro deìla comunita, celebrazione attraverso la quale es- che condividono il corpo e il san- dal peccato e dalla connessa con--
Paolo, pertanto, non suggeriva sa fosse proclamata. Di conse- gue di Gesù sono Portati a un'u- danna, ed essere giustificati. E
Cera del Signore, eucaústia 202 203 Cena del Signore, eucaristia

probabile che I'autodonazione al di là di quello che Paolo dice CA DELLE ALTRE COMUNI- circostanza storica cui è ascritta,
<per voi)> voglia essere vista come esplicitamente, ma è in armonia TÀ - ln che modo il materiale o non sia stata piuttosto sviluppa-
esemplare (Winter 79). con l'idea di londo delle feste che paolino si rapporta agli insegna- ta da una îormulazione più ele-
Il calice è interpretato come si tenevano sotto il patronaîo di menri sulla Cena nel resto del NT? mentare dei detti, meno Pregnan-
simbolo della nuova alleanza nel un dio nel paganesimo e delle fe- I vangeli sinottici attestano con- te di implicazioni teologiche. L'i-
sangue di Cristo. Sullo sfondo di ste celebrate <(alla presenza del Si- cordemente l'episodio di Gesit che dea che l'intero racconto sia una
Es 24,8 e Cer 31,31, questo indi- gnore> nell'AT e nel Giudaismo incontra i suoi discepoli per quel- creazione della Chiesa, e che noi
ca che la morte di Cesù è il sacd- (cfr. anche Ap 3,20). Non ci sono la che viene qualificata come ((ce- non sappiamo nulla di storico sul-
ficio che inaugura la nuova allean- indicazioni che Paolo vedesse I'e- na pasquale>. Egli ulilizzò questa l'ultima cena di Cesù coi suoi di-
za fra Dio e il suo popolo, dando vento celebrato dai cristiani come circostanza per annunciare loro il scepoli. non sembra meritevole di
origine così al nuovo popolo di sacrificaÌe; esso non viene assimi- suo imminente decesso e Per man- essere presa sul serio (cfr. la con-
Dio. lato all'immolazione di un anima- Éiare con loro il consueto Pane futazione di Stein).
Una grande discussione, dovu- le su un altare, ma a un banchet- àella Pasqua e bere con loro un I pasti comuni erano îrequenti
ta alÌe differenze teologiche alf in- to in cui i partecipanti ricevono i calice di vino. accompagnando nella Chiesa primitiva. e Luca li fa
terno della Chiesa attuale, riguar- simboli che indicano che una mor- 0uesLa azione con Parole con cui risalire ai primissimi tempi della
da la questione se l'insegnamento te sacrificale ha- già avuto ìuogo spiegò che il pane e il vino simbo- Chiesa di Gerusalemme. In que-
di Paolo indichi che il Signore (sul Calvario). E quindi concepi- l€ggiavano il suo corPo e il suo sto non c'è nulla d'inverosimile.
stesso sia presente nella Cena. to piuttosto come un pasto posîsa- sangue. La formulazione lettera- A quel che risulta. nell'ambiente
Tutto lascia pensare che egli con- crificale. le dei racconti Presenta delle va- piudaico in cui mossero iPrimì
sideri il cibo e la bevanda come Non ci sono altrove in Paolo ri- rianti fra i vangeli, con Matteo e passi, i cristiani delle origini si
(spirituali), al pa del cibo e della ferimenti espliciti al pasto comu- Marco che sono Piu vicini fra lo- comDortarono in maniera analo-
bevanda mandati dal cielo agli ne. Ma se I Corinzi era pensata ro, se non identici(Marco: <Pren- ga ai farisei, o meglio in maniera
Israeliti nel deserto (lCor 10,3-4; per essere letta come parte della dete, questo è il mio corpo; que- analoga a qualsiasi gruppo di Ciu-
Wedderburn 234-239). Gli esege- celebrazione della Cena della sto è il mio sangue, il sangue del- dei che usavano incontrarsi Per
ti cattolici tendono ad affermare Chiesa, la maledizione pronuncia- l'alleanza. versato Per molti))), e mangiare insieme. ll Pasto comu-
una presenza del Signore nel pa- ta contro quelli che non amano il Luca che propone invece una ver- ne viene indicato come <lo sPez-
ne e nel calice in base all'espres- Signor€ (lcor 16,22) può essere sione vicina a quella riportata da zare il pane), senza menzione del
sione <Questo è il mio corpo)r, vista come un rafforzamento del Paolo (Luca: <Questo è il mio cor- bere il vino. Nonostante questa
mentre gli esegeti protestanti so- senso di comunità fra coloro che oo che è dato Per voi; fafe questo espressione indichi di Per sé solo
stengono che la frase significhi nella Cena professavano il loro in memoria di me; questo calice è l'atto di apertura di un Pasto -
piuttosto (Questo simboleggia il amore per il Signore e la loro se- la nuova alleanza nel mio sangue, il mangiare 1o stesso Panecon ac-
mio corpoD. Il dibattito verte in- paraziole dagli altri, soprattutto cbe viene versato per voit)). ll ca- compagnamento di una Preghiera
torno a lCor 10,20-21, dove sem- quelÌi che proclamavano un altro rartere Diuttosîo stilizzato dei rac- di rinPraziamenlo -è chiaro che

bra essere affermata un'analogia vangelo (cfr. l'ammonizione in conti fa pensare che il tenore del- essa sta a significale un vero e pro-
fra l'essere partecipi dei demòni a analoga posizione di Rm 16,17-18, le Darole fosse diventato (fisso,,, prio pasto. L'impiego dj immagi-
seguito della partecipazione al lo- nonché Gal 1,8-9 per I'uso della in quanto parte di un testo litur- ni di commensalita nell'Apocalisse
ro calice e alla loro mensa e quel maledizione). Il bacio di pace, di gico usaio negli incontri della dimostra probabilmente che il si-
che accade nella Cena del Signo- cui si parla alla fine di diverse let- Chiesa, e come tale Îu incorpora- gnificato religioso del banchetlo
re. Non ci sono tuttavia indicazio- tere, aveva probabilmente anche to nei vargeli (vedi Culto). era noto nella sua area geograll-
ni che i due eventi siano visti co- il significato di un'espressione di Le varianti fra Matteo-Marco e ca in Asia.
me esattamente paralleli, e in ogni unità e di amore. Infine, la frase Luca-Paolo sono state spiegate in A questo punto dobbiamo chie-
caso non si dice che gli adoratori mqranatho, che può essere inter- diverse maniere. La maggior Par- derci se ci fosse uniformità di pra-
pagani mangino i demònì o che i pretata come un'affermazione o te degli studiosi considerano la tica in tutta la Chiesa Primitiva.
demòni siano presenti nel cibo. Il come uoa invocazione, dovrebbe versione marciana come quella piìt C'erano forse due o anche Piil ti-
parallelo suggerisce semmai che, essere intesa come espressione del- antica, mentre quella lucana- Didi Dasti comuni nella Chiesa pri-
proprio come quelli che partecipa- l'ansiosa attesa dell'awento finale paolina ne rappresenterebbe uno mitiva, uno di carattere piu festi-
no alle feste idolatriche entrano in di Gesù come Signore (piuttosto sviluppo; ma c'è una cosPlcua ml- vo, noto come <lo sPezzarc il Pa-
relazione con i demòni, così quel- che come un'invocazione della sua noranza (cui si unisce anche iÌ sot- ne)), che non costituiva un memo-
li che partecipano alla Cena del Si presenza nella Cena del Signore; toscritto) che vede uno sviluppo in riale della morte del Signore e non
gnore entrano in relazione con il vedi Elementi liturgici in Paolo). direzione opposta. Differenze di era basato sulla tradizione dell'ul-
Signore, che vi è presente come opinione esistono Pure a Proposl- tima cena, e un altro rigorosamen-
ospite. La terminologia di <ospi- 5. LA CENA DEL SIGNORE DI to della quesrione se questa traclF te vincolato all'uso del Pane e del
te e invitati), lo ammettiamo, va TIPO PAOLINO E LA PRATI- zione risalga effettivamente alla calice celebrato Per commemora-
C€na del Signore, eucaristia 204 zo5 Centro della teologia di Paolo
re la morte del Signore, che sareb- sempre piir elaborato significato gine essa si colorò in senso pura- gi alimentari giudaiche; Corinzi,
be il tipo di celebrazione di cui si teologico, di cui l'esistenza di va- mente apocalittico, in quanto Ge- lettere ai; Corpo di Cristo; Culto;
occupa Paolo? rianti neÌle cosiddette <parole isti- sù guardava in avanti, all'immi- Eleme)1ti liturgici in Paolo; Sacri-
UIl'ipotesi del genere è stata svi- tutive)) è il riflesso. La stessa <ul- nente inaugurazione del regno di ficio, offerta; Sequela, comunio-
luppata soprattutto da H. Lietz- tima cena)r fu una reinterpretazio- Dio. Paolo poi ebbe una visione ne, partecipazione; Tradizione.
mann, secondo il quale I'origina- ne di una cena pasquale, e questo in cui apprese che nell'ultima ce-
rio pasto comune di Cerusalemme avrebbe potuto suggerire una sua na Gesir aveva distribuito pane e Brur - Barr€tt C. K., Ia ptinru letterL ai
fu sostituito da quello paolino. Al- celebrazione annuale piuttosto che vino (in quest'ordine!) e li aveva Cotintì. Edb, Bologna l9?9: Id.. Crr..r,
tri studiosi hanno suggerito teorie settimanale, Che alcuni cristiani interpretati in riferimento alla sua Ministr! and Satrdnenrs in rhe Nev Testa
analoghe. (Barrett 1985, 61, 6?-68, delle origini celebrassero una <Pa- ,rert, Palerrìosler, Exeter 1985j Fcc G. D.,
morte. (Questa è la tradizione ri- The l:í.sr Episúe îo the Co.inthìons,
ritiene possibile che sia stato pro- squa cristiana> annuale si può ri- cevuta Idirettamentel dal Signore NICNT, Eerdmans, Grand Rapids 1987;
prio Paolo a stabilire la connessio- cavare da lcor 5,6-8, ma ciò pro- cui si fa riferimento in lcor ll). Haùck f., r(orros ec.., in OaNT, vol. V,
ne fra il pasto comune settimana- va che Paolo non aveva difficoltà Di qui nacque il testo di Luca, che coll. 671-693; Jerenrias J., pai.ra, in
le della Chiesa, che celebrava la ri- a tenere insieme una Pasqua cri- GINî, vol. IX, coll.963 984; Klauck H.
presenta una combinazione secon- J.. Heùenndhl und Hellenististhet Kùlt:
surrezione, e l'ultima cena). Si è stiana annuale e una Cena del Si- daria dì temi apocalittici ed euca- Eine rcliEìo sreschìchtlí(he Untercuchung
tuttavia dimostrato impossibile gnore settimanale (cfr. Jeremias ristici, a cui fa seguito poi il testo zùn1 e6tc Korintheútìelì Aschcndorff.
trovare una qualche testimonian- 901-904). Con questo ci ritrovia- di Marco, che elimina quasi del
NIùnrer 1982; Id., aord3 Supp?r,in ABD,
vol. IV, pp. 162 72; LampeP.. Dus ko.ín
za dell'esistenza indipendente del- mo di nuovo davanti alla questio- tutto l'aspetto apocalittico. La Ce- îhische Herrenhahl in Sthnittpunkî
l'ipotetico pasto comune di Geru- ne se il racconto dell'ultima cena na del Signore, dunque, è una hellenislisîha òmischer Mahlplaxìs und
salemme. Il massimo che si possa sia storicamente plausibile e aîfi- creazione paolina, e non va con- paulinis(het Theolosia Crucis (lKat
dire è che l'espressione (<lo spez- dabile e se influenzò la Chiesa fin I I,I7-31). in ZN W 82 (1991) 183-213j Licrz
fusa con lo spezzare il pane di mÀnî, H-, Mass ond Lotd's Suppet. E. L
zare il pane> di Atti può coprire dai suoi primi giorni. Almeno per Aui. Brilì, Leiden l95l 1979: \,laccoby H., Par./
tanto le celebrazioni dell'ultima quanto riguarda Luca, dobbiamo Ma la teoria di Maccoby si aut the Euchúist, in NIS l7 (1991)
cena quanto altri pasti della Chie- notare che egli descrive il pasto di scontra con moìti dati. Non ci so- l. H., Lu\t Suppet auj
247 2ó?i Marslìall
sa senza vino (che di solito non si Emmaus con il Signore risorto in Lord\ Suppct, Paternorer. ExcLer I980;
ùo nello stesso NT prove di un pa- Nexenzen P., ,as felenlnuhl: Sîtldien zul
beveva nei pasti ordinari). Il pa- ùna maniera che la pensare che es- sto comune della Chiesa con l'or- paulinìschu Eu.haistiefasslr8. Kòsel.
sto comune di Corinto includeva so fu il modello per quello che sa- dine vino-pane (lCor 10,16-17, cui Vùnchen l9ó0; Schs,cizc. E-, l-he Lod's
l'atto dello spezzare il pane, come rebbe venuto dopo, e lo desc ve SùDper Attordit! to !he Ne| Teltaùent,
giustamente egli evitadi richia- Fo.lress, Philadelphia l9ó7r Stein R- H.,
pure I'uso del vino. La nostra uni- in termini che cordano l'ultima marsi, ha quest'ordine inveÍito Last SuDpe\ in DJG 444-4J0i Theisen c..
ca testimonianza per una Cena del cena, Evidentemente non c'erano per permetter€ a Paolo di svilup- The Sociol Settint! o[ Pauline ChtistìaniÌy:
Signore con uso di solo pane sa- dubbi nella sua mente circa la con- pare il significato dell'unico pane), Essajs on Corinth, Forfr€ss, l,hiladelplria
rebbe Luca degli Atti, ammesso tinuità fra di loro. 1982ì \\lcddcrburn A- J. l\t., BaptisÌt ontl
e la prova ofletta d^lla Didoché Resuftectio : Shdíes in Pauli,rc Theolog!
sia questo quel che egli descrive; L'ipotesi dello sviluppo è stata non dovrebbe essere preferita a Agoìnst hs Craeco Ronaù Eackgrcund, L
ma gli stretti legamì di Luca con sostenuta da Maccoby. Egli affer- quella di fonti più antiche. Sareb- C- B. ìvlobr, 'l iibinsen 1987i Winrer B. W.,
il Cristianesimo paolino rendono ma che nei pasti giudaici ordinari be strano che gli Atti, di epoca po- The Lorcl\ Supperat Cori th; An Alter a-
molto improbabile ch'egli intenda l'azione di apertura consisteva nel- îire Re.o stru.tion, in RrR, 37 (1978)
stpaolina, attribuissero a Paolo 73,82.
descrivere qualcosa di diverso dal- lo (<spezzare il pane> e nella sua uno (spezzare il pane)) (At 20) di-
la pratica paolina; l'idea che uno divisione fra i partecipanti con una verso dal costume paolino noto al- I. H, Marshall
scrittore postpaolino descriva un preghiera di ringraziamento, in cui l'autore. Lo stesso Paolo impiega
pasto con (solo pane)) celebrato Dio era benedetto per averlo con- l'espressione ((spezzare il
pane))
ai suoi propri tempi e lo inquadri cesso; ma nei pasti cerimoniali del per indicare la Cena del Signore CENTRO DELLA
nei giorni della Chiesa primitiva è sabato e delle festività questa azio- (1Cor 10,16). E I'espressione <il TEOLOGIA DI PAOLO
priva di fondamento. Non abbia- ne era preceduta dalla condivisio- calice della benedizioneD (cioè, (il
mo pertanto prove storiche dell'e- ne del vino, con rendimento di calice per cui benediciamo Dio>) SoMNTARb - L Alcune proposte recenli; 2.
sistenza parallela di due diversi tipi grazie reso a Dio. Maccoby sostie- Lrtilizzata da Paolo in lCor 10,16 La ncccssitn dìùiteri: 3. Liùc. €scuìali
di pasto comune. ne allora che nella Chiesa di Ge- della lcologia paolinai .1. Il tcma dclla ri
veniva usata per il /e,"zo calice du- conciliazione: 5. CoDclusionc.
Dobbiamo chiederci allora se ci rusalemme lo <<spezzare il pane> rante la cena pasquale (Str-B
siano indicazioni che facciano seguiva il modello dei pasti ordi- IV.l,72). In poche parole, la teo- Lo sfbrzo di individuare nella
pensare a un'evoluzione nei pasti nari giudaici. L'ultima cena di Ge- ria non è convincente. teologia di Paolo un principio ispi-
comuni della Chiesa primitiva da su con i suoi discepoli, invece, se- ratore centrale, intorno al quale
semplici adunanze di cristiani a guì il modello del pasto festivo con Vedi qnchet Agape fraterna; ruoti tutto il resto, ha impegnato
memoriali della morte di Gesrì, I'ordine vino-pane, come attesta- Approcci sociologici a Paolo; Bat- molti studiosi in tempi recenti.
con I'attribuzione ad esse di un to in Luca e in Did. 9-10. In ori- tesimo; Cibi offerti agli idoli e leg- Tutti sono d'accordo nel ricono-
Centro della teologia di Paolo 206 207 Centro della teologia di Paolo
scere cheil pensiero di Paolo non primarie, che dominarono la vita importante: in che modo una se- tare che noi potremmo essere in-
si presenta come sistematico, cristiana di Paolo: (l) che Gesù rie di eventi di portata cosmica dotti a scegliere quei criteri che già
quanto piuttosto come (occasio- Cristo è Signore, e che in lui Dio può diventare normativa ed esse- in anticipo sappiamo capaci diser-
nale)r. Ma detto questo, l'accot- ha proweduto alla salvezza di tutti re strettamente vincolante per le vire gli interessi dell'elemento da
do finisce. Se ci domandiamo qua- quelli che credolo. ..; (2) che egli, varie situazioni umane? (A questa noi proposto come centrale, Ap-
le sia il <centro> per Paolo, quale Paolo, era chiamato a esseîe apo- critica Beker risponde nella prefa- parentemente non c'è modo di
sia il principio di coerenza che sta stolo dei GentiliD. Anche in que- ione alla seconda edizione del suo sottrarsi a questo dilemrna, a me-
al fondo della sua teologia, venia- sto caso dobbiamo osservare che libro. Cfr. anche Beker 1990). no di essere disposti ad abbando-
mo a trovarci davanti a una diso- entrambe le affermazioni risulta- La discussione piu ampia e glo- nare la ricerca e a trattare la teo-
rientante varietà, di risposte. In ge- no chiaramente dimostrabili, ma bale s\l cenîrum pqulinum, che ci logia di Paolo come una serie di
nere, le indicazioni che vengono non ci portano direttamente al viene ofierta da Plevnik, fa rife- risposte frammentarie rilasciate
fornite soffrono del fatto di esse, cuore del messaggio di Paolo. mento nella sua conclusione a un per occasioni specifiche. Ma se cì
re o troppo ristrette o troppo am- C. J. A. Hickling (199-214) ac- vasto spettro di componenti che, preoccupiamo di verificare conti-
pie. Quelle che si limitano a dire cetta queste due proposìzìoni co- vi si afferma, costituiscono il ven- nuamente i criteri prescehi con i
semplicemente che <<Gesù Cristo è me sostanzialmente appropriate, taglio di base delle convinzioni di dati a mano a mano scoperti e di
il centro della vita e del pensiero ma si spinge oltre e aggiunge un Paolo; il che vuol dire che <ogni riesaminare Ia proposta teorica di
di Paolo> o che <Paolo vedeva la ulteriore elemento: (ln Crìsto, centro della teologia paolina de- partenza alla luce dei criteri indi-
vita posta sotto la signoria di Cri- Dio ha già realizzato una decisiva ve perciò includere tutti gli ele- viduati, I'impresa merita di esse-
sto) (cfr. Gibbs; Dunn 369-372) e fi,nale trasformazíone del tem- menti costitutivi del vangelo del- re affrontata e perseguita con one-
sono ovviamente vere, ma non po>. La posizione di Hickling ci l'apostolo: Ia sua comprensione di s1à e coscienziosità. Il modo mi-
aiutano molto nel decifrare la porta piir vicini al centro paolino, Cristo e di Dio, la sua compren- gliore di far andare avantì il pro-
coúplessità della mente di que- in quanto pone I'accento sùlla siorìe dell'azione salvifica di Dio cesso è, dunque, di pensarlo come
st'uomo. Né rendono conto del- nuova era e la nuova vita entra- attraverso Cristo, che include l'e- una (spirale ermeneuticaD per cui,
l'elasticità e sensibilità con cui ta nel mondo attraverso Cristo; vento pasquale e le sue implicazio- partendo da un certo livello, noi
Paolo mostra di aver risposto al- Hickling, inoltre, apprezza in mo- ni, Ia signoria presente di Cristo, saliamo a un'ipotesi più adegua-
le situazioni via via da lui incon- do adeguato la novità della grazia la sua venuta futura, e I'appro- tamente formulata grazie ai nuo-
trafe. La stessa critica va fatta al- divina. E tuttavia, il suo quadro priazione della salvezza> (Plevnik vi dati che vengono introdotti nel-
le indicazioni che puntano tutto su dualistico rimane un po'astrat- 477-478). Non sorprende quindi I'indagine; e così, per passi succes-
singoli titoli cristologici (per esem- to, poiché ha bisogno di essere che la conclusione finaÌe sia che (<il sivi si procede sempre piu in alto
pio, <Figlio di Dio)): così Cerîaux riempito di contenuto e applicazio- centro non è pertanto un singolo e in avanti.
9) o piÌl genericamente su un som- ne personale. Aùche J. C. Beker aspetto di Cristo... ma il Cristo in- ln termini generali, i criteri in
mario globale dell'opera salvifica adotta un analogo quadro apoca- tero>. ln tal modo, la rete è get- base ai quali determinare un nu-
di Cristo (per esempio, (soterio- littico, e ritiene che proprio l'apo- tata a così ampìo raggio ch€ qua- cleo paolino potrebbero essere
logia cristologica>: così Fitzmyer calittica sia (lo
strumento indì- si ogni elemento della predicazio- riassunti come segue: (l) la docu-
l6). spensabile per capire l'interpreta- ne di Paolo vi è ammesso o viene mentata consapevoLezza dì Paolo
zione [che Paolo dà] dell'evento considerato come ugualmente si- circa la centralità di un'afferma-
I.ALCUNE PROPOSTE RE- Cristo)r (Beker 1980; quest'opera gnificativo. zione, o un agglomerato di affer-
CENTI - La posizione luterana è uoa esposizione diffusa di quel- mazioni, che esprimono il suo
classica (sostenuta da Kàsemann 70 che in nuce a\eya proposto nel 2. LA NECESSITA DI CRITERI messaggio principale: il (centro))
168-169; ma cfr. Conzelmanl saggio del 1978). Ma Beker inte- Prima di mettere in campo al- è allora la realtà primaria da cui
203-204, i,n critica a Bultmann), gra questo schema fornendo un tre proposte di individuazione di egli ricava tutta la sua teologiaj (2)
considera come centrale il tema paradigma dell'uso che Paolo fa un centro paolino, dobbiamo evi- il ruolo della tradizione, per cui
della giustificazione per fede. Ma di termini <simbolici)) per appli- dentemente interrogarci sui crite- Paolo potrebbe aver assunto, e di
questa affermazione è stata recen- care la sua convinzione del trion- ri in base ai quali ogni proposta fatto assunse, formule di credo già
temente contestata da parecchi fo cosmìco di Dio alle contingen- può essere valutata e giustificata. esistenti (Ì,edi Credo), frammenti
esegeti (elencati in Plevni k ze particolari rappresentate dalle Com'è owio, si presenta qui il pe- innici,/poetici (vedi lnni, fram-
461-462). situazioni dei suoì lettori. Questa ricolo di un circolo ermeneutico, menti innici, canti, canti spiritua-
All'altro estremo troviamo in- (interazione îra centro di coeren- dal momento che tali criteri non li) € sintesi dottrinali battesimali
dicazioni troppo generiche e quin- za e interpretazione contingente) possono essere ricavati che dallo che egli fece propri (per esempio,
di dall'applicazione troppo vasta. è presentata come la chiave per ac- stesso insieme di dati che in ipo- Fil 2,6- I l; Rm 3,24-26; lCor8,6;
Sanders (605-606), per esempio, cedere all'ermeneutica di Paolo e, tesi contiene il principio organiz- yedi Elementì lirurgici in Paolo).
attira I'attenzione su <due convin- in ulrima analisi, alla sua teoloeia. zativo, il centro ispiratore; si po- A questo, che è un semplice trui-
zioni identificabili subito come Rimane, tuttavia, una domanda trebbe quindi giustamente obiet- smo, andrebbe aggiunto un latto-
Centro della teologia di Paolo 208 209 Centro della teologia di Paolo
re spesso trascurato (per esempio pati e potestà). Queste forze co- merfte sla il ketygma sia lo stile di storici della passione di Gesù e col-
da Plevnik 465), e cioè che Paolo smiohe sono considerate come vita che Paolo proponeva come legandola agli effetti di trasforma-
in molti casi riformulò la tradizio- create da Dio e anche come allon- esempio e attuava nei suoì rappor- zione morale nella vita ìlmana.
ne quando la riteneva inadeguata tanatesi da lui (col l,15-20; cfr. ti pastorali con persone rozze (a Gli argomenti contrad avanza-
o iuorviante (per esempio, in Col Ef 3,9-10i Rm 8,38-39; lCor Corinto) e di fronte a situazioni ti da Paolo sono sempre al livello
1,15-20); (3) l'estensione della cor- 8,5-6). spiacevoli (a Filippi). delle relazioni personali, di cui la
rispondenza di Paolo, che è deter- La croce - La croce - sia co- remissione dei peccati è la grande
minata dalla scelta da parte del- me evento nel tempo sia nel suo 4. IL TEMA DELLA RICONCI- realtà condivisa dall'apostolo e
l'interprgte delle lettere che egli rapporto con Ia restaurazione del LIAZIONE - A nostro awiso. il dalla gente. A tale esperienza egli
considera indiscutibiknente auten- creato e con i bisogni dell'umani- tema gene.ale in cui la maggior si richiama con una ricca varietàl
tiche. È ovvio che se, per esempio, tà peccatrice - rimane centralg parte, se non tutti, questi criteri di immagini: nuova creazione,
la lettera ai Colossesi è considerata nell'insegnamento di Paolo rela- trovaÍo iscontro è quello della ri- giustilicazione, redenzione, figlio-
come deuteropaolina, il rnassimo tivo alla salvezza. Ma con uguale conciliazione (vedr Pace, dconci- lanza (vedi Adozione, figliolanza),
che si possa affermare al suo ri- insistenza Paolo guarda alla cro- liazione. Cfr. Martin). Ciò non il dono dello Spirito (tedi Spirito
guardo è che rappresenti un allar- ce come auno strumento di auto- vuol dire che la famiglia di paro- Santo) e la promessa della risur-
gamento (e magari una modifica- rinnegamento, tramite il quale la le katallass- sia dominante negli rezione.
zione) del pensiero di Paolo, ap- (came) èvinta e viene resa pos- scritti di Paolo; è evidente che non Contro quei seguaci entusiasti-
pìicato a una nuova situazione sibile una nuova vita, dominata è così. Né si può affermare che il ci che credevano che il loro bat-
sorta dopo la sua morte; e (4) 10 dalla figura della croce e caratte- termine (riconciliazione> sia im- tesimo portasse la realizzazione
sforzo di isolare quello che è pro- rizzata dalla diaconia, dalÌo spirito piegato coo la stessa sfuúatùra di completa della salvezza qri e ota,
prio di Paolo e solo di Paolo, sic- di servizio (Gal 2,20: 6,14; vedi significato nei luoghi in cui ricor e contro i maestri che si introdu-
ché (tutto ciò che nella teologia Croce, teologia della). re: è evidente che non è così. Que- cevano di soppiatto e disdegnava-
paolina risulti de vato da qualche Imperativo etico - C'è dunque sto non togìie, tuttavia, che il con- no il rispetto della moralità come
altra fonte non sia assunîo come la necessità di creare un ponte che cetto di riconciliazione fornisca ùn superfluo dopo che lo spirito è sta-
centroD (Plevnik 466, interpretan- colmi la distanza lra l'<essere)) utile ombrello sotto cui raccogliere 10 salvato, Paolo si assunse la di-
do i contributi di A. Schweitzer e storico e il (dover essere)) etico i tratti principali del ke rygma e del fesa della (clausola escatologica>),
Sanders). (cfr. i testi in Dahl), e di fornire lavoro pratico di Paolo (cfr. Lem- del (non ancora)) della riconcilia-
una base logica all'affermazione cio 1988. 3 17; 1990, 3 11, per zione la quale, a differenza della
3. LINEE ESSENZIALI DELLA apostolica secondo cui la morte e un'enfatica evidenziazione di che giustificazione, è ancora in corso
TEOLOGIA PAOLINA - Le li- risurrezione dell'uomo Gesrì inci- cosa questi tratti o (categodeD e ha bisogno di essere rirnovata
nee londamentali del pensiero teo- de sull'attività umana sia in quan- fossero, riassumibile in <Dio [che] conlinuamente. Di qui l'appello ai
logico di PaoÌo, che si possono ri- to potere capace di spezzare la mandò o risùscitò Gesil. Una ri- cristiani di Corinto, ((Lasciatevi ri-
cavare soprattutto dalle sue lette- morsa del male, sia in quanto ap- sposta nei conîronti di Dio appor- conciliare con Dio) (2cor 5,20),
re generalmente accettate come pello efîicace a una nuova vita ta benefici)). Inoltre, c'è di fatto perché non accada che essi riceva-
autentiche, sono le seguenti: (Rm 6,1-23; Gal 1,4; 5,13^26t che la giustizia è uno dei motivi no la grazia di Dio invano (2Cor
Grazia di Dio ll primato del- lcot | 5 ,20-28.34', 2cor 5,18-21; principali delìa teologia missiona- 6,1) e manchino di sperimenta-
la grazia di Dio, che prende I'ini- 1Ts 5,9-10; vedl Etica; Morire e ri- ria paolina. re in concreto il perdono già da
ziativa e promuove il recupero del- sorgere con Cristo). l1 termlne tíconciliaziolxe ha una lui proùunciato (2cor 2,5-l l;
l'uomo (Rm 8,29-30; Fil 1,6; lCor
15,10; 2cor 5,18-21; cft. 2îs 2,13:'
Mandato míssíonario - Noî
possiamo poi soryolare sul modo
preistoria nella tradizione che 6,1t-13). La riconciliazione è dun-
Paolo fiprese molto volentieri, co- que mirabilmente adatta a espli-
Ef 2,1-10). in cui la teologia di Paolo era col- me in 2cor 5,18-21 e Col 1,15-20. mere e salvaguardare nella teolo-
Il cosmo - Una simile opera- Iegata con la sua personale voca- Ma egli non volle lasciare il termi- gia morale di Paolo l'elemento esi-
zione, pur intervenendo nella sto- zione. Egli era insieme un cristia- ne aperto al fraintendimento; e stenziale. Dio ha operato ùna ri-
ria umana attraverso la persona di no e ùn missionario (vedi Missio- abbiamo prove di tipo critico- coùciliazione îinale del mondo,
Gesu di Nazaret e in un determi- ne), caricato del mandato di pro- formale, lingì.ristico e di storia del- ma c'è bisogno che le persone im-
nato punto deÌ tempo (Gal 4,4; clamare e vivere iino in fondo la la tradizione che dimostrano co- parino a vivere con sensibilità mo-
cfr. Ef 1,10), ha ripe.cussioni che verità salvifica che egli sosteneva me egli abbia modificato il signi- .ale e in stato di vigilanza fino a
toccano la scena cosmica e coin- di aver trovato in Gesù Cristo (Rm ficato della parola con sottili adat- che non arrivi la îine.
volgono anche misteriose intelli- 1,1-5; Cal I,l5-16; 1Cor 9,l6-18; tamenti redazionali al contesto cir- La combinazione dell'azione di
genze spirituali cùi si fa spesso ri- Rm 10,14-17). Parola e vita per costante. In particolare, Paolo ha Dio e del ruolo di Paolo come
lerimento nella visione del mon- Paolo andavano di pari passo; e puriîicato il termine da ogni sua agente della riconciliazìone a Co-
do di Paolo (yedl Angeli, arcan- la teologia missionaria compren- coloritura gnosticizzante, anco- rinto e nel biglietto a Filemone il-
geli; Elementi del mondo; Princi- deva appunto altrettanto owia- rando la riconciliazione agli eventi lustra in che modo possa reafizzar-
Cesarea 210 2tt Chiamala, vocazione
si la transizione dalla iattualità zo. I diversi fili sono firtamenre in- CHIAMATA, VOCAZIOhNE Chiqmatí alla gloùa futur.r
storica all'obbligazione etica. Il tessuti e intrecciati fra loro in ma-
-
Dio chiama a partecipare al suo
termiùe medio è il (ministero della niera inestricabile. E tuttavia non regno e alla sua gloria (lTs 2,12),
SovNraRro i. La chirmaia di tùrli i crc
riconcjliazìone)) di Paolo (2Cor sono accumulati insieme ìn un deriii 2. La vocazione di Paolo cone alla vita eterna (1Tm 6,12) e a con-
5,18), ùnica chiara descrizione del quadro unico privo di un preciso aporoÌoi L La chiamata dì Israeìe come dividere una gloriosa eredità (Ef
suo compito che Paolo ci abbia la- disegno. Al contrario, ne emerge 1,18).
sciato. Quel che Dio ha fatto un chiaro profilo e un dipinto coe- Chiamatí a privilegi e responsa-
esprime il suo grande amoreJ con rente. E il titolo più appropriato
Le lettere paoline parlano di
chiamata o vocazione in riferi- biliÍà prcsenti - Quelli che Dio
la croce di Cristo al centro (Rm e significativo che possiamo dare chiama alla gÌoria fulura, li chia-
5,1-11). Allorché Paoìo, pieno di mento a tre diversi aspetti: la chia-
a questo risultato finale è, a no- ma anche a godere della pace con
gratitudine, si rallegrava di quel- mata di lutti i credenli, la vocazio
stro avviso, <riconciliazioneD.
ne di Paolo come apostolo e la
lui (Col 3,15) e nelle relazioni
I'amore in quanto diventato espe- umane del presente (lCor 7,15).
rienza concreta, guidata dallo Spi- Vedi anchet Cristologia; Cro- chiamata di Israele.
Essi sono altresì chiamati alla li-
rito, egli vedeva la propria nissio- ce, teoÌogia della; ciusrilicazione; bertà (Gal 5,13), sia dal legalismo
r1e come lesa a modeÌlare quel che Giustizia, giustizia di Dio; Inter- I. LA CHIAMATA DI TUTTI I (la ricerca di assicurarsi Ia bene-
Dio aveva latto richianando i Co- preti di Paolo; Pace, riconcilia- CREDENTI - Quando Paolo volenza di Dio con l'osservanza
rinzi alla loro vera fedeltà ed esor- zione. parla di chiamata ha in mente per-
della Legge), sia dal nomismo (che
tando Filemone a tener conto delìe lopiù la chiamata dei credenti al- vede la legge mosaica come nor-
implicazioni sociali della nuova vi- BrBr. Bcket L C., Continqen(! and Ca- la iede e alla salvezza. ll soggetto ma regolativa per coloro che so-
la in cui si era imbarcato. Vedia- hercnce in rhe LetÌers ol Parl, in USOR l3 agente della chìamata è Dio stes- no già stati accolti dalla grazia at-
(1978) l4l 150: ld., Parl /he Apas e-Fot so (Cat 1,6; 5,8), anche se Paolo
mo qui in embrione I'intelaiatura traverso la fede). Essi sono chia-
tress, Philadclphia 1980: ld.. The T.ìuùtDh
di un'adeguata teoria etica. anche a.f oott: îhe Essen.e of Paut's Thaushf, o altra persona può svolgere la mati ad essere <santi>, cioè per-
se poi ai cristiani occorreranno di- Forrrc$, Philadclphja 1990; Certaux L., funzione di operatore umano at- sone messe da parte per Dio (Rm
ciotto secoli per elaborare la for- C sro nella îealoÈiidisa, |aolo. Av€. Ro- traverso cui Dio chiaÌna.
ma 1969; ConzclmannH., Tealogia del NT, 1,?; lcor 1,2), e a vivere santa-
za e l'importanza di questo am- Paideia, Brescia 1972 (199t,); DahtN. A..
Chiamoti secondo il disegno di mente (1Ts 4,7). Essi devono cam-
monimento. ltorn-Ctit í@ I Obserrutíons on Eatt! Chti- Dio - Dio chiama le persone se- minare in maÌriera degna della lo-
La stessa cosa si può dire ugual stian PrcachinB, ii Jesus in the Menoty of condo la propria volontà e un pro- ro alîa vocazione praticando 1'u-
mente delf insegnamento di Ef /re Crzl.r. Aussburg, Midncapoììs l9?6i prio progeîto (Rm 8,28; cli. 2Tm
DeiC,oa't., Sonle Recent Aftetnpts at Ex, miltà, la pazienza, l'amore e I'u-
2,11-22. Qùi la riconciliazione as, planùns Pdul's Theotos!, iîL tttoy 261t986) 1,9). Questa chiamata poggia non nità (Eî a,1), e realizzando, con la
sume una direzione orizzontale. 230 242i Dlnn J. D. c., Unl\ and Diwt, già su opere fatte dai destinata- forza dì Dio, og1]i buon proposi-
L'inveterata osrilirà fra Giudei e siù al the Nev Z€.t/4rrer1, Weslminsier, ri della chiamata. ma solo sul di-
Philadelphia l977i Ì_irzmyer I. L., pdutìne to e opera di fede (2Ts 1,11).
non Giudei (yedl Gentilì) è supe- Theolog!: A Bief Sketch, Prenlic€ Halt, segno e sulla grazia di Dio (clr. Chiomati a starc con Dio in par
rata nella croce di Gesù, che ha ri- EneÌewood Cliîls (NY) 1967i cibbs J. c., 2Tm 1,9). Eglì chiama quelli che ticolati situazioní di úîa - Pao-
conciliato gÌi uni e glì altri in un Crcation and Redeneîìon, E. J. llrilt. Lei- ha predestinato per la salvezza lo propone ai Corìnzi una regola
den l97lr HickÌing C. J. A., Centrcan.l pe (Rm 8,30), Gentilì e Giudei (Rm
corpo solo (vedi Corpo di Crjsto). pratica di comportamentor (Cia-
riphery i,1 Paul's Thought, in E. A. Ljvins
La (<nuova persona unica> al po- !Lo!c (ed.),.St/..1ia Alàli.a lll. Papels on 9,24-26: lcor 1,24), e perlopiù gli scuno continui a vivere secondo la
sto di due suggerisce Ì'idea di una Paul a d Other NZ lrtrols, Acadcmic umili e norl i potenti (lCor 1,26). condizjone che gli ha assegnato il
.<tetza rMzaù, una nuova specic di Press, ShelfieÌd 1918, p!. 199-214; Kiise- Chionqtí dal vqngelo La
mann E.. Nev Testantent Questions o.f To Signore, così come Dio lo ha chia-
umanità, che diventando parte d4_l', SCM, t-ondoD 1979t Lemcìo E. E., chiamaîa di Dio arriva normal- mato; così djspongo in tutte le
della îamiglia divina costituisce un The Uníflins Kéryrma ol rhe Nev Tesrd" mente attraverso la predicazione Chiese) (1cor 7,17). I singoli in'
mìcrocosmo di quella nuova socie- t enr, jn JSNT 36 (1988) 3 17; 38 (1990) del vangelo (1Ts 1,4-5;2Ts 2,14), dividui dovrebbero di norma ri-
tà che è un po' un vessillo del di- 3 I1i MarÌin R. P.. Reconcilía|ìon. A Stu,
d! ol Paut's Theolo?r, Zondervan, crand e i predicatori sono gli ambascia- manere nelle condizioni in cui si
segno di Dio di ricapitolare tulta Rapids 1990 (dv.); Pl€vnik J., The Center tori tramite i quali Dio chiama gli trovano nel momento in cui ri-
la vita cosciente nel Cristo cosmi- e,l Pduts Theolosr, iD C,!O 5l (19891 individui a riconciliarsi con lui spondono per la prima volta al
co (El 1,10). 460-.t?8r Reumann J., t/aìeîr and Unh! ín
(2Cor 5,20; vedi Pace, riconcilia- vangelo (circoncisi o incirconcisi,
Nev Testd, ent Thaughî, UniveNirr Press.
Oxford 1991; Sanders E. P ., Paolo e ít giu zione). Questa chiamata per gra- schiavi o liberi, e aggiunge Pao-
5. CONCLUSIONE Queste ddishrc paleslinese, Bibliorcca reologica 21, zia fu resa possibile solo dalla 1o in questo particolare contesto
idee a vasto raggio e peculiari - Paideìa, Brescia 1986. mol1e di Cristo, per cùì Paolo par-
che coprono insieme gli aspetti qo-
- sposati o celibi). Per Paolo que-
R. P. Maúin la di Dio che chiama le persone ste condizioni non sono vocazio-
smici, personali, sociali ed etnici non soltanto attraverso Ia predi- ni nel senso in cui il termine vo-
della nostra storia umana , fan- cazioÌìe del vangelo, ma anche at cazione è i[teso nel mondo cristia-
no tuttavia parte di un modello to- CESAREA: vedl Filippesi, lette- traverso la grazia di Cristo (Gal no attuale, come alcuni hanno so-
tale, il cui disegno riempie I'araz- ra al 1,6). stenuto. Quel che egli vuole dire
Chiamata. vocazioÍe 2t2 Chiesa
è invece che la chiamata alla fede ra di Dio, del suo Figlio Cesù Cri- strato di non essere veri Israeliti, mento di Paolo sul popolo di Dio
non richiede un cambiamento del- sto a Paolo, in modo che questi Paolo insiste sul fatto che c'è un è il suo uso dell'importante paro-
le condizioni di vita per quelli che possa predicare Cristo agli altri; resto di veri Israeliti, di cui egli fa la ekklèsís, un termine che signi-
dspondono ad essa. Di norma, es- (5) il ministero di predicazione cui parte (Rm l1,l-5). Questo era <il fica <<comunità>, <<Chiesa)), (riu-
si dovrebbero, viceve$a, ( mane- Paolo è chiamato ha una dimen- resto> secondo l'elezione di gra- nione)) o <assemblear.
re davanti a Dio>) (l C oî 7 ,24) rella sione specifica: è indirizzato ai zia (Rm 11,5-6).
condizione in cui erano quando Gentili; (6) la vocazione viene di- I. EKKLESIA AL DI FUORI
sono stati chiamati. rettamente da Dio, senza media- Vedí anche: Apostasia, perseve- DELLA BIBBIA 1.1 Ekklésia

2. LA VOCAZIONE DI PAOLO
zione umana. ranza; Conversione e chiamata di nella città-stato greca - Il termi-
Paolo; Elezione e predestinaz ione; ne etrlr/esra ((assembleD), che de-
COME APOSTOLO - Esatta- 3. LA CHIAMATA DI ISRAE- Israele; Profeta, Paolo come. ti\a da ek-kaleò (<convocare>>),
mente come i credenti in generale LE COME POPOLO DI DIO un termine usato per la chiamata
sono chiamati alla salvezza secon- Uno dei problemi con cui Paolo B]EL. - Dietzfelbinser C.. Det BeruîunE a raccolta di un esercito), è atte-
do il disegno di Dio, così anche la dovette confrontarsi fu la resisten- des PauLus als Utspruns seinet 7'heolosie, stato dal tempo di Euripide ed
vocazione di Paolo a essere apo- za del suo popolo d'origine al van- WMANT 58, Neukirchener, Neukirchen- Erodoto in poi (V sec. a.C.) e in-
Vluyn 1985; Kruse C. G., Ne\t Testanent
stolo è secondo il disegno di Dio gelo. Come potevano i Giudei, che Models lot Ministù: Jesus and Paul.îha- dica I'assemblea dei cittadini a pie-
(lCor l,l; cfr. Dietzfelbinger). erano stati chiamati da Dio a es- mas Nelson. Nashville 1985;Marshall L H., no titolo della polis, o città-stato
Questa vocazione comporta che sere suo speciale possesso fra le Election and Callins ro Salwtion in I and greca. Durante questo pedodo es-
tutta la vita di Paolo sia dedicata nazioni, riîiutare la buona novel- 2 The:salonians, inR.F. Collins (ed.), Zr?
Thessalaniok Co espondence, Univesiry
sa si radunava a intervalli regola-
alla proclamazione del vangelo la che Dio aveva mandato loro? Press, Leùven 1990, p!.259'27ó; Schmidt ri, sebbene in casi di emergenza il
(Rm 1,1), un compito per il quale Scrivendo di questo argomento, K. L-, kaleò ecc., ;n GLNT, vol. IV, coll. termine potesse indicare un'as-
egli continua a sentirsi assoluta- Paolo rivela diversi aspetti deÌ suo 1053 1580). semblea straordinaria. Ogni citta-
mente indegno, poiché un tempo modo di intendere la chiamata di C. G. Kruse dino aveva il diritto di parlare e di
ha perseguitato la Chiesa di Dio Israele (redi Israele; Restaurazio- proporre argomenti per Ia discus-
(1cor 15,9; vedi Conversione e ne di Israele). sione. Alcuni secoli prima della
chiamata di Paolo). Essa è í eyocabíle Anche di CHIESA traduzione dell'AT e del tempo del
Più che qualsiasi altro testo, Gal îronte al rifiuto del vangelo da NT, il termine ekklcsia eta chia-
1,15-16 rivela che cosa il latto del- parte di Israele, Paolo insiste che ramente carattedzzato come un
la chiamata a essere apostolo com- Dio non ha respinto il suo popo-
SoMMARTo - l. tkÍl€sú al di fuori deila
fenomeno politico; era I'assem-
Bibbia; l.l
Elkléria nella ciltà-stato gre
porta per Paolo: (Ma quando co- lo, poiché, egli aîferma, i doni e c i | .2 Ekklesia rclla LXX, i! Giuseppe blea dei cittadini a pieno titolo,
lui che mi scelse îin dal seno di mia la chiamata di Dio sono irrevoca- Flavio e in Filon€; 2. tkkl?,t, in Paoloi funzionalmente radicata nella de-
2.1 Un'assemblea locaìe o riunione dicri
madre e mi chiamò con la sua gra- bili (Rm 11,28-29). Quel che si de- rianiì 2.2 Una Chiesa domelica;2.3 mocrazia greca, un'assemblea in
zia si compiacque di rivelare a me ve capire è che adesso la chiama- Una riùnione celester 2.4I1dato della re cui venivano prese decisioni fon-
suo Figlio perché lo annunziassi in ta di Dio riguarda anche i Centi- lazione negli usi paolini di Ekklcsiai 3 damentalmente politiche e giudi-
ríezzo ai pagani, subito, li, oltre ai Giudei (Rm 9,24-26). Orisine delLa Chiesa; 3.1 <La Chiesa di
senza
Dio>: 1.2 Cristo € la Chiesa; 4. Alcùne
ziarie (cft. At 19,39; in 19,32 e 41
consultare nessun uomo...) (Gal Essa è questíone di gruzia ed immagini della Chìesa; 4.1 Tempio; 4.1.l anche un'assemblea non costitu-
l,15-16). Questo testo mette in elezione - Per inquadrare il pro- tCor 3.16'17; 4.1.2 2cor 6,16-18: 4.1.3
Eî 2.20-22; 4.2 Corpot 4.2.1 Le Ìeltere
zionale viene chiamata ekklasia),
evidenza diversi aspetti importan- blema della fedeltà di Dio alla sua Era considerata come esistente so-
tidella vocazione apostolica di parola alla luce del rifiuto del van- autenrichel 4.2.2 Le leitere dcuteroDao-
linei 4.3 Casai 5. Scopo d€ll'assemblea di lo quando effettivamente si riuni-
Paolo: (1) egli è stato scelto da gelo da parte di lsraele, Paolo Chiesai 5.1 Edìficuione; 5.2 Incomro va (come tale era distinta da dg-
Dio a questo compito ancor pri- spiega che non ogni membro del- con Crislo; 5.3 Cuho a Dio?: 6. Autori- mo,', (<popolo)>, (<folla), ((PoPo-
ma della sua nascita (come era sta- la nazione di Israele è di fatto un ra nella Chiesa; 6.1 L'autoriià di C.isto lino>).
e la parola degli aposloli; 6.2 L'aùtorità
to per alcuni profeti deÌÌ'AT, clr. membro del popoìo eletto (Rm 1.2 Ekklésia nella LXX, in Giu-
Is 49,1.5; Ger 1,5; redi P.ofeta, 9,6-'7: vedi Elezione e predestina- seppe Flavio e in Filole -
Nella
Paolo come); (2) la rcalizzazio\'\e zione). Lo s/dlr.r di ciascuna per- Nel NT vengono usati piu di un LX:{ ekklésia ttaùtce spesso l'e-
di questa vocazione gli giìrnge at- sona come vero israelita non di- centinaio di termini, metafore e braico qahal, un termine che po-
traveno una rivelazione di Dio nel pende dalle sue opere, ma piutto- immagini per descrivere il popolo teva indicare assemblee di tipo me-
tempo stabilito da Dio stesso; (3) sto dalla misericordia di Dio, cioè col quale Dio è e[trato in una re- no specificamente religioso o non
questa vocazion€ non ha nulla a dall'eìezione e chiamata di Dio lazione salvifica in Cristo. Oltre a religioso, come l'adunanza di un
che fare con meriti acquisiti in (Rm 9,10-t6). queste descrizioni ci sono diverse esercito in preparazione alla guer-
qualche modo da Paolo, ma arri- La chiamata di Dío e <íl resto> attività che vengono definite co- rc (lsam 11 ,4'l t 2Ct 28 ,14) , o 11
va solo per la grazia di Dio; (4) es- Anche se con il Ìoro rifiuto del me caratterizzanti i credenti cri- <riunirsi> di una folla illegale e
sa implica una rivelazione, ad ope- vangelo molti Giudei hanno mo- stiani. Costitutivo dell'insegna- potenzialmente pericolosa (Sal
Chiesa 214 215 Chiesa

26[LXX 25],5). (Ekklèsìa mai tra- a riunioni di carattere pro-


ferirsi una metafora, ma di un termi- riunione, siano esse radunate o
dtce 'edà, <assemblea>>, che indi- fano, di particolare importanza ne descdttivo di una realtà ben no. Si tratta di un'estensione o di
cava il popolo come unità nazio- sono quelle ricorlenze ói ekklesís identilicabile. Nelle due lettere ai uno sviluppo linguistico di parole
naÌe). Di particolare imporianza nella T.XX che si riferiscono all'as- Tessalonicesi si fa riferimento a per indicare un gruppo (si noti il
sono quelle ricorrenze dr ekklesia semblea di Israele radùnato per <le Chiese di Dio) (2Ts 1,4) e a nostro uso della parola ((squa-
(come traduzione di qaha0 che iù- ascoltare Ia parola di Dio. <le Chiese di Dio che sono nel- drar), che può spiegaJe riferimenti
dicano 1'assemblea di Israele radu- la Giudea>> (lTs 2,14). Altre let- come At 8,3; 9,31;20,17. Comun-
nato per ascoltare la parola di Dio 2. EKKLESIA IN PAOLO LA tere come Galati (1,2), le due let- que è necessario fare due osserva-
sul monie Sinai, o pil) tardi sul parola ekklcsia appare 114 volte tere ai Corinzi (1Cor 7,17;1,1,16; zionì: primo, l'uso pdncipale della
monte Sion, dove lsraele doveva nel NT, con sessantadue dcorren- 14,33 .34t ZCor 8,19 .23.24. ll ,8.28l' patola ekklesia \el senso di riunio-
radunarsi tre volte l'anno. Talvol- ze in Paolo (tre dcorrenze in Mat- 12,13) e Romani (16,4.16) usano ne predomina nettamente nel NT,
ta sembra essere coinvolta tutta la teo, ventitré in Atti, venti in Apo- ugualmente ilplurale quando il - e anche nei padri apostolici fino
Nazione, come quando Mosè si ri- calisse e sei nelle lettere non pao- ferimento è a piu di una Chiesa (le agli apologisti. Secondo, nessuna
volge al popolo prima dell'ingres- line). Dal momento che le ricor- uniche eccezioni sono l'espressio- costruzione teologica viene fatta
so nella teÍa promessa. Dt 4,10 renze di Paolo sono tutte anterio- ne distributiva <ogni Chiesa>>, sulla base di questi pochissimi usi
descrive (il giomo in cui sei com- ri alle altre del NT, è importante lCor 4,17, e la frase (la Chiesa di in senso esteso.
parso davanti al Signore tuo Dio determinare il significato che egli DioD, lCor 10,32, in un senso ge- È particolarrnente signiîicativo
sull'Oreb, quando il Signore mi attribuisce al termine nei vari con- nerico o in qualche modo localiz- che all'inizio delle due lettere ai
disse: "Raduna il popolo davanti testi. zato). Si fa riferimento perciò <a1- Corinzi (lcor 1,1;2cor 1,1; cfr.
a me e io farò loro udire le mie pa- 2.1 Un'assemblea locale o riu- le Criese che sono nelìa Galazia>> lcor 10,32; 11,22; Rm 16,16) la
role")) (la LXX usa il termine ekk- nione di cristiani Cronologica- (Gal 1,2; lcor 16,l), <<alle Chiese Chiesa venga descritta come ap-
lusid e il verbo corrispondente ekk- mente il pdmo uso è quello di lTs dell'Asia> (1Cor 16,19), <alle partenente a colui che I'ha fatta
lèsiaza, sr noti allche Dt 9,10; 1,1 (cfr.2Ts l,l) nel saluto ai cri- Chiese della Macedonia> (2Cor esistere, cioè Dio, o a colui attra-
18.161 31.30: Gdc 20,2 ecc.). A1- stiani di Tessalonica: <Paolo, Sil- 8,1) e (alle Cftrese della Giudea> verso il quale essa ha avuto luo-
tre voìte sembrano essere presen- vano e Timoteo alla Chiesa (ekk- (Gal 1,22). Questo fa pensare che go, cioè Cristo. Uîa lale ekklèsia
ti solo i rappresentanti principali, /ési4,J dei Tessalonicesi che è in il termine fosse applicato solo a non era semplicemente un'associa-
come per la riunione dei capitri- Dio Padre e nel Signore Gesrì Cri- un'efîettiva riunione di persone, zione umana o un club religioso,
bii, o dei capi patriarcali, alla de- sto>. ll iermine è usato nello stes- o a un gruppo che poteva riunifsi ma un'entità di creazione divina.
dicazione del tempio di Gerusa- so significato degli ambienti gre- per un incontro considerato rego- Come nel caso dell'antico Israeìe,
lemme (lRe 8,14.22.55 ecc.) co ed ebraico; quindi come altre larmente costituito (Banks). An- le riunioni alle quali ci si riferisce
A[che Giuseppe Flavio usa assemblee (ekklEslar) della città, che se noi spesso parliamo della con il nostro termine avevano 10
spesso il termine ekklésia (58 vol- anche questa viene descritta come (Chiesa) come di un gruppo di scopo di ascoltare la parola di Dio
te circa, diciotto delle quali sono <una adunanza dei Tessalonicesi)). comunità in senso collettivo, si e di celebrare il culto. Il rifedmen-

citazioni della LXX), sempre per Essa è distinta però dalle regolari può dubitare se Paolo (o il resto to di Paolo in Galati (1,13; cfr.
una riunione. Queste assemblee adunanze politiche per l'aggiunta del NT) usi ekklesra in questo sen- lcor 15,9; Fil 3,6) alla sua origi-
potevano essere di carattere vario; delle parole (in Dio Padle>, e dai so collettivo. Ugualmente, la no- naria persecuzione della <Chiesa
vengono ad esemPio menzionate regolari incontri sinagogali per I'u- zione di una Chiesa unilicata pro- di Dio)) non contraddice necessa-
assemblee religiose, politiche o so del termine ekklesra e per la fra- vinciale o nazionale sembra esse- riamente quest'ipotesi, dal mo-
spontanee (Giuseppe, Ant. 4.45 se aggiunta Signore Gesìl Cri-
<<nel re stata estranea al pensiero di mento che l'espressione può indi-
309; Vit.268; Bell. 1.4.654; 1.8 sto)) (Banks). Dalle osservazioni Paolo.Un'ekklèsia era un incon- care la Chiesa in Cerusalemme
666), Filone usa il termine circa 30 conclusive della lettera è chiaro tro o un'assemblea. Questo senso prima che si allaÌgasse a un nume-
volte, sempre in citazioni dalla che Paolo ha di mira un'eîfettiva primario di <dunione) emerge ro di assemblee piil piccole in va-
LXX, tranne cinque ricorrenze; riunione dei cristiani tessalonice- chiaramente in lcor ll-14 dove de parti della Giùdea, o che gli ar-
queste ultime appaiono nel signi- si. Domanda perciò che la sua let- vengono usate espressioni come resti venivano latti quando i cre
ficato greco classico. tera (sia letta a tutti i fratelli)) e <quando vi radunate in assemblea denti si riùnivano insieme, essen-
Perciò, nel mondo greco e giu- che (salutino tutti i fratelli con il (ekklèsia)> (lcor ll,18) e (parlare do la loro riunione una prova delle
daico antecedente o contempora- bacio santo) (lîs 5,26-2"1). in assemblea)) (lcor 14,35; cfr. loro associazioni cristiane (cfr.
neo al NT ekklèsia aveva il signi- Altre ricorrenze di €kklesla (sin- t4,4.5.12.19.28). Banks).
ficato di assemblea o riunione di eolare) ed ekklesiai (plurale) nel- In una o due ricorrenze del NT 2.2 Una Chiesa domestica - In
persone. Non designava un'(orga- le lettere di Paolo indicano ugual- ektle-'sia si trova come un'estensio- un secondo gruppo di ricorrenze
nizzazione> o una <società)). An- meîte úî'assembleo locale o una ne dell'uso letterale, descrittivo di usato ancora come ter-
etrtrle.rlQ è
che se non aveva un sigdficato in- ríunione di ctistianí in un determi- <un'assemblea> per designare le mine descrittivo di un'entità iden-
trinsecamente religioso e poleva - nato luogo: non si tratta perciò di persone che compongono quella tificabile, distinto dalla metafora;
Chiesa 2t6 217 Chiesa
questa volta per una riunione che indicazioni della <Chiesa univer- gno celeste. Dal momento che so- città celeste sia ancora la meta deì
aveva luogo in una casa partico- sale, alla quale appartengono tutti no stati risuscitati con Cristo, de- pellegdnaggio del cristiano (Eb
lare, una Chíesa domestica (vedi i credenti)) (Bauer) e che è sparsa vono cercare le cose di lassu, do- 13,14), i cristiani con la loro con-
Sociologia delle Chiese missiona- in tutto il mondo. Ma contro que- ve si trova Cristo, assiso alla de- versione sono già entrati in quel-
rie). Talvolta il numero dei cre- sta opinione possono essere solle- stra di Dio (Col 3,1; vedi Morire l'assemblea celeste.
denti di un'intera città poteva es- vate due sede c tichei 1) non è e risorgere con Cústo). Poiché vi- 2.4 n dato della relazione negli
sere abbastanza piccolo da per- possibile che il Íetm]lrc ekklcsío vono con Cristo in questa dimen- usi paolini di ekklèsia - Il NT
mettere di incontrarsi nella casa di non abbia più il sr.ro significato sione celesîe (da notare che Cristo, non discute la relazione tra la
uno dei suoi membri, e bisogna te- abituale di <riunione> o (assem- che è la loro vita, è già in cielo, Chiesa locale e l'adunanza celeste.
ner presente che fu non prima del- blea>r. dal momento che è diîfici- Col 3,1.3), essi sono sicuri che Il legame non viene esplicitato spe-
la metà circa del III sec. che il Cri- le pensare come una Chiesa diffu- quando egli si manilesîerà an- ciîicam€nte in nessun luogo. Cer-
stianesimo primitivo possedette sa in tutto il mondo potesse radu- ch'essi si maniîesteranno con lui tamente la comunità locale non
propdetà per scopi di culto. In al- narsi; per cui il termine dev'esse- nella gloria (Col 3,4). eÍa né rîa parte della Chiesa di
tri luoghi le Chiese domesîiche re tradotto in un modo diverso per Le icorrenze successive in Efe- Dio né llra Chiesa di Dio. Questo
sembrano essere state gruppi piil indicare un'organizzazioÌle o una sini vengono comprese ugùalmen- viene chiarito in diversi passi, in-
piccoli di credenti all'interno di un società; 2) il contesto di Col te in questo stesso senso di riunio- cluso lcor
1,2 dove l'apostolo
gruppo piu ampio. Oltre alla ca- 1,15-20 che si muove su un piano ne celeste. Viene espressamente in
scrtve <<alla Chíeso di Dio che è
sa di Ninfa a Laodicea (Col 4,15). celest€, suggerisce che in Cot l,18 menzionato che Dio <(ci ha fatti d- Corinto)>. Ma possiamo supporre
sappiamo che a Colosse la casa di si stia parlando non di un fenome- vivere con Cristo... con lui ci ha che le comunità locali, così come
Filemone era usata come luogo di no terreno, quanto piuttosto di anche risrÌscitati e ci ha fatti sede- i grùppi domestici che si riuniva-
riunione (Fm 2). A Filippi la ca- qualcosa di soprannaturale e ce- re nei cieli, in Cristo Gesù) (Ef no, ad esempio, nelle case di Nin-
sa di Lidia sembra che îosse sta, Ieste. 2,5-6). Cli stessi lettori di questa fa e Lidia, îossero concrete, visi-
ta usata per questo scopo (At Questo non vuol dire che i cre- lettera circolare sono stati (bene- bili espressioni di quella nuova re-
16,15.40), mentre a Corinto Caio denti abbiano r€lazione l'uno con detti con ogni benedizione spiri- lazione che i credenti hanno con
viene descritto come colui (che l'altro solo se si riuniscono insie- tuale nei cieli, in Cristo> (Ef 1,3). il Signore Gesù. Le riunioni loca-
ospita... tutta Ìa comunità) (Rm me come Chiesa. Come membri Ancora si fa rifgrimento al fatto li, in una comunità o in una Chie-
16,23; la specificazione (tutraD del corpo di Cristo o del popolo che Cristo è capo della <Chiesar> sa domestica, erano manifestazio-
non sarebbe stata necessaria se i di Dio essi sono non solo in rela- (ekklcsía) che è il suo corpo (Ef ni terrene di quell'adunanza cele-
cristiani di Corinto si incontrava- zione con Cristo stesso, ma pure 1,22-23). Se il termine ekklésio va ste intorno al Cristo risorto.
no come un singolo gruppo, e im- gli uni con gli altri, anche se se, int€so qui come ((Chiesa> o come S€ questo incontro celeste con
plica che nella città esistevano an- parati nel tempo e nello spazio. Ìrna dunione che ha luogo in cie- Cristo è ufl modo figurativo o me-
che gruppi piir piccoli; cfr. lcor Ma ciò che qui si vuole sottolinea- 10, allora questo significherebbe taforico per parlare della crescente
14,23i si noti anche lcor 16,19; rc è che ekklèsia non è il termine che i cristiani vi partecipano quan- comunione dei credenti con lui, al-
Rm 16,5). usato nel NT per qùesti legami piit do si occupano dei loro impegni lora era appropriato che questa
2.3 Una riunione celeste - Di ampi, universali. Nei versetti pre- della vita di tutti i giorni. Essi so- il
nuova relazione con Signore
particolare impoatanza per il no- cedeùti della lettera ai Colossesi si no già stati radunati intorno a Cri- asceso al cielo trovasse concreta
stro studio della Chiesa sono quel- diceva che i lettori sollo stati messi sto e questo è un altro modo per espressione nel loro regolare in-
le ricorrenze nelle lettere posteriori in grado di partecipare all'eredità dire che sono ora in comunione contrarsi, cioè <come Chiesa>).
di Paolo, dove ekklèsia ha un ri- dei santi nel regno della luce, e so- con lui. Altre ricorrenze in Efesi- Evidentemente la responsabilità di
ferimento piit ampio dello comu no stati trasîeriti da un dominio ùi (Ef 3 ,lO .21: 5 ,23 .25 .2'7 .29 .32\ , dtrovarsi insieme ill questo modo
nità locqle o della Chiesa dome- di tenebre a un regno in cui domi- considerate di solito dai commen- non era immediatamente owio
J/rca, e descrive un'entità celeste na il Figlio diletto di Dio (Col tatori come riferimento alla per alcuni dei primi cristiani, da-
ed escatologica, Cominciamo con 1,12-14). Da una parte i Colosse- <<Chiesa universale>, potrebbero to che ancora era necessario esor-
Col 1,18, dove si afferma che Cri- si sono ovviamente parte di un re- ugualmente essere comprese come tarli a non (<diserîare le riunioni>
sto è <il capo del corpo, cioè del- gno terreno (si notino le esortazio- indicazioni di questa riunione ce- (Eb 10,25).
la Chiesa>. In Col 1,24 un'espres- ni di Col3,4-4,6, che dimostrano leste intorno a Cristo. Uomini e donne erano chiama-
sione simile è usata nel contesto che essi hanno importanti respon- Un testo importante al di fuori ti a essere membri di quest'unica
delle soîferenze di Paolo k(a fa- sabilità terrene), I'apostolo pen-
e delle ìettere paoline in cui ekkla- Chiesa di Cristo, 1'assemblea ce-
vore del suo corpo che è la Chie- sa al loro essere presentati come sia si riferisce a una (riunione> leste, attraverso Ia predicazione
sa)). Molti commentatori inter- <santi, irreprensibili e immacola- che è sia celesle che escalologica del vangelo; erano introdotti nel-
pretano queste correnze in Co- ti) davanti a Dio rlell'ultimo gior- èEb 12,23, dove appare 1'espres- la comunione con il Figlio di Dio
lossesi (e qùelle simili in Ef 1,22; no (Col 1,22). Dall'altra, essi ven sione insolita (l'assemblea (ek kle- (cir. lcor 1,9), e parlare del loro
3 ,lO .21 ; 5 ,23-24 .27 .29 .32) come gono descritti come già in un r€- sr'd dei prirnogeniti>. Sebbene la essere membri dì questa assemblea
Chiesa 218 219 Chiesa
divina radunata intorno a C sto Cristo: per esempio, <vi salutano lo, in particolare, sviluppa que- ramente suggerito dall,ammoni-
è un altro modo per rilerirsi a que- le Chiese di Cristo, (Rm 16,16). st'immagine della Chiesa come la mento con cui i Corinzi sono esor-
sta nuova relazione con lui. Essi lTs 2,14 (<Voi siete diventati imi- comunità dei redenti che, attraver- tati a separarsi da tutto ciò che è
e gli altri cristiani dovevano riu- tatori delle Chiese di Dio in CesÌr so I'opera santificat ce dello Spi- impuro (2cor 6,17, che cita Is
nirsi in comunita locali qui sulla Cristo, che sono nella Giudea))) rito Santo, viene costituita come s2,t t\.
terra, perché questo era un modo dimostra che Cristo non ha sosti- la dimora di Dio; quest'idea ap-
importante in cui si esprimeva la tuito Dio come fonte della vita pare in lCor 3,16-17: 2cor
4.1.3 812,20-22
portante riferimento
- Il terzo im-
al tempio
loro comunione con Cristo. lnol- della Chiesa. L'azione di Dio nel 1,16-18 ed Eî 2,20-22 (cfr. lCor nelle lettere di Paolo si trova in un
tre, radunandosi con altri che era- îondarc 1'ekklesia avviene aftra- 6,19). passo in cui I'apostolo ricorda ai
no in comunione con lui, essi non
solo si incontravano gli uni con gli
verso la mediazioùe di Cristo c del
suo vangelo. Questo era vero per
4.1.1 lCor 3,1&17 - Ii tn suoi Centili convertiti che attra-
contesto in cui cerca di combatte- verso Ia morte di Cristo essi sono
altri, ma si incontravano anche l'ekklesr4 di Tessalonica, non me- re le lotte tra fazioni nella Chiesa stati fatti eredi delle promesse di
con Cristo stesso, che abitava in no che per le Chiese della Giudea. di Corinto (1,10-17;3,5-9), Pao- Dio. Qui la Chiesa viene presen-
essi come comunità e come indi- Quindi, le Chiese del NT sono le lo usa ncos tlreou ((il tempio di tata come il tempio celerre; inse-
vidui. cam',tnttì\ di Dio in Cnslo, le Chie- Dio))) specificamente per la comu- gnamento che è simile alla dimen-
se ln Gesù Cristo (1Ts 2,14; Cal nità locale. Attraverso I'immagi- sione celeste che abbiamo già os-
3. ORICINE DELLA CHIESA I,22r, o le Chiese dl Cesù Cristo ne del tempio egli evidenzia, pri- servato in relazione a ekklèsio. Se-
3.1 <La Chiesa di Dio> - È (Rm 16,l6). mo, che la comunità di Corinto è condo Ia proîezia dell'AT il tem-
stato giustamente sostenuto che il tempio di Dio perché il suo Spi- pio di Gerusalemme sarebbe sta-
ogni volta che ektrlésio appare da 4. ALCUNE IMMAGINI DEL- rito abita tra il popolo di Dio riu- to il luogo in cui, alla fine dei tem-
sola dev'essere intesa come un'ab- LA CHIESA Oltre all'uso nito (lCor 10,Ì6). Secondo, la pi, tutti i popoli sarebbero venuti
breviazione dell'espressione origi- dell'importante Íet mine ek l( I èsia Chiesa è essa stessa dimora di Dio. per adorare e pregare (ls 66,18-20;
nale hè ekklcsia tou theou (<4a (<Chiesa>, (comunità>), Paolo L'abitazione di lui sulla terra non cfr. Is 2,1-5; Mi 4,1-5). L'imma-
Chiesa di Dio>: lcor 1,2;10,32; usa molte immagini e metafore è separata daì suo popolo; al con- gine del tempio va qui intesa co-
ll,22t 15,9t 2cor l,l; Gal l,13; espressive del popolo di Dio in trario, è un'abitazione in mezzo a me compimento di queste promes-
plurale in lCor 11,16.22; lTs Cristo. Tali immagini non sono loto (ICot 10,16-17). Terzo, Pao- se: attraverso Cristo i Centili so-
2,14i 2Ts 1,4). Di conseguenza, il sempre sinonimi o afîini di ekk lo sottolinea l'unità e la santità del no stati awicinati a Dio e insieme
genitivo dl Dio non è semplice- /esl4. Per escmpio, la metafora del tempio di Dio. Turti i Corinzi in- con i Giudei sono diventati il nuo-
mente un'aggiunta che definisce corpo può r'iferirsi in maniera ge- sieme costituiscono la dimora di vo tempio, il posto in cui abita la
con più precisione il precedente nerale ai cristiani nella loro rela- Dio, e come tale la Chiesa è san- presenza di Dio. Viene sottolinea-
termine Crlesa, ma è parte di una zione in cristo, senza indicare che ta. Profanarla con divisioni inter- to anche il luogo preminente di
formula lissa originale. <La Chie- sono úembri della stessa ekklèsia. ne o spirito di fazione significa di- Cdsto: è la (pietra angolare>, cioè
sa di Dio) era l'autodesignazione Ma spesso nelle sue lettere I'apo- struggerla, e ogni tentativo simile la pietra ai piedi dell'edificio, mes-
della primitiva Chiesa di Gerusa- stolo applica queste immagini al- incorrerà nel giudizio divino. sa all'angolo per determinare la li-
lemme (lcor 15,9; cfr. Gal l,l3; la stessa entità dr ekklesid - pet 4.1.2 2cor 6,16-18 - ln tna nea delle mura e quindi dell'inte-
Fil 3,6), che comprendeva se stes- esempio, la comunità di Corinto. delle sue affermazioni più chiare ro edificio, o la pierra linale della
sa come la comunità salvifica esca- Queste metafore hanno connota- dell'idea dei credenti come tempio volta che teneva insieme l'edificio
tologica. L'espressione piena <Ìa zioni o sfumature diverse ed è per- di Dio, Paolo, riferendosi prima stesso. <Tempio santo nel Signo-
Chiesa di Dio)) venne poi applica- ciò importante domandarsi quale di tutto ai membri della comuni- re, e <dimora di Dio per mezzo
ta anche alle altre comunità (lTs idea si voglia trasmettere o inse- tà di Corinto, afferma: <<Noi sia- dello Spirito)) (Ef 2,21.22) sono
2,14), incluse quelle della missio- gnare attraverso I'immagine. Nel mo il tempio del Dio vivente>r. descrizioni parallele. Il tempio è la
ne tra i Centili (<<la Chiesa di Dio NT in generale ne vengono usate Egli cita testi dell'AT che parlano dimora celeste di Dio, il luogo del-
che è in Corinto>, lCor 1,2; cfr. più di un centinaio. Concentrere- della presenza di Dio tra il suo po- la sua abitazione; eppure quel
2Ts 1,4). Il genitivo di Dio indica mo lc nostre osservazioni su un polo (Lv 26,12: Ez 31,21 ecc.); tempio è il suo popolo nel quale
che egli è Ìa fonte o l'origine della numero limitato, che getta speciale probabilmente però è impliciîo egli vive per mezzo del suo Spiri-
vita e dell'esistenza della Chiesa. luce sulla concezione di Paolo del- che per l'apostolo I'abitazione di to. I credenti sulla terra, destina-
Egli convoca a sé uomini e donne la Chiesa. (Per una discussione più Dio tra il suo popolo va al di là tari di questa lettera circolare, so-
attraverso la predicazione di Cri- ampia dei temi relatjvi a ciascù- delle nozioni dell'AT sulla sua no coÌlegati con il regno celeste
sto crocifisso e li costituisce nella na immagine si vedano le singole <pr€senza con o in mezzo ad es- nello e attraverso lo Spirito del Si-
nn ekklèsia. voci). so>; ora si tratta di un effettivo gnore risorto. Infine, la metafora
3.2 Cristo e la Chiesa - Talvol- 4.1 Tempio - La îiguta del (<abitare in)) loro. Sebbene non del corpo viene combinaîa con
ta, in connessione con il termine îempio viene rsata nel NT per in- venga detto esplicitamente che quelÌa dell'edificio per attirare
ekklèsia, Paolo menziona anche dicare il popolo di Dio. L'aposto- questo tempio è s4n /o, ciò è chia- l'attenzione sull'elemento di cre-
Chiesa 220 221 Chiesa

scita (El 2,21a.22). Considerata Spirito (e, hení pneumoti, lcot nerale (sparsi forse in tutta la cit- 4,4-6): d'altra parte, però, essa
come tempio, la Chiesa è la dimo- 12,13) che le membra sono unite tà di Roma) nella loro reciproca cresce e sarà completa nell'ultimo
ra abitata da Dio; ma per il fatto al corpo di Cristo, Lo Spirito al- relaziole, piuttosto che descriverfi giorno. Il corpo partecipa quindi
che è un edificio essa è ancora in lora dà loro lorza proprio come in una singola comunità. alla telsione che si constata rego-
costruzione. distribuisce loro gratùitamente i 4.2.2 Le lettere deuteropaoline larmente nel NT tra il (giàD e il
4.2 Corpo - La metafora del doni per il bene comune (cfr. lcor In Colossesi ed Efesini c'è uno (<non ancora)r, lra ciò che è e ciò
corpo di Cristo (vedi Corpo di Cri- 12,7. 1 1). L'esplicita menzione del sviluppo nel pensiero di Paolo, che sarà. Il corpo è una realtà pre-
sto), usata da Paolo per descrive- <<vo|>> (hlmeis') alla conclusione che coinvolge I'espressione della sente e tuttavia un'entità escato-
re la Chiesa, è fortemente signifi- del paragraîo (lCor 12,2'l) evid,eî- relazione che la Chiesa, come cor- logica, cioè futura.
cativa e viene applicata a diverse zia che questa metafora del (cor- po di Cristo, ha con quest'ultimo 4.3 Casa - In tutto il NT si
entità e con una gamma di conno- po di Cristo)) è alfermata in rife- in quanto capo del corpo (si noti parla regolarmente del popolo di
tazioni. E usata dall'apostolo, nel- rimento alla comunitàlocale (ekk- il codice domestico dl,Eî 5,22-33, Dio come di una famiglia, e si fa
le sùe pdme lettere, per uDa comu- 1èsra) di Corinto. Questa Chiesa che è un'occasione per dare degli ricorso a un gruppo di termini,
nità locale (a Corinto), per i crF troî è îé ùía parte del corpo di insegnamenti circa la relazione tra tratti dalla vita îamiliare, per par-
stiani (a Rorna) nelle loro relazío- Cristo, né <r, corpo di Cristo>. Cristo e la Chiesa). La Chiesa in lare della Chiesa e delle prime co-
rri reciproche cristiani che non Una simile descrizione è simile a quanto corpo di Cristo ha un ruo- munità cristiane (vedl Codici do-
sono necessariamente membri del- quella delle parole di aperlura del- lo molto importante nei disegni di mestici). Dio è <Padre) (Rm 8,15;
la stessa comùnità (Rm 12,4-5) la lettera, dove la comunità viene Dio. Questo emerge particolar- Gal 4,9) e coloro che sono reden-
e per un gruppo piìr ampio, che in- chiamata (la Chiesa (ekklCsíq) di mente in Ef 1,23, dove si dice che ti da Cesù Cristo sono figli di Dio
clude probabilmente tuttì í cristiq- Dio che è in Corinto)> (lCor 1,2): il dominio di Cristo su tutte le co- (Cal 4,1-7), con GesiÌ Cristo che
ní (lcoî 12,13), cioè tutti quelli non è né unapal/e della Chiesa di se è per, o a favore, della Chiesa, è il primogenito della îamiglia
che sono stati uniti al Signore Ge- Dio, né an a Chiesa di Dio in Co- e in Ef 3,10, dove si afferma che (Rm 8,29). Paolo parla in termini
sù Cristo. In Colossesi ed Efesi- rinto. Tuttavia, l'affermazione in aÚra\erco l'ekklesia la sapienza cordiali quando si rivolge ai cri-
ni l'immagine del corpo denota lCor 12,13 circa il <<noi>> che sia- di Dio è manifestata perfino alle stiani come <fratelli)) (si noti, per
un'entità celeste, aioè tutti i cristia- mo stati battezzati in ùn unico cor- potenze cosmiche (Ef 3,10; vedi esempio, Fil 4,li adelphoi, Lelt.
ni uniti a lui. Egli è la loro vita ed po suggerisce che l'imrnagine del Principati e potestà). La posizio- (fratelliD, include sia (fratelli))
è assiso in cielo alla destra di Dio, corpo di Cristo può essere usata ne di Cristo come capo sopra Ia che <sorelle>>). ll tema delle rela-
mentre i credenti stessi sono stati per i cristiani in senso generale (o Chiesa viene presentata nei termini zioni familiari è particolarmente
non solo innalzati con Cristo. ma almeno per un gruppo più ampio di un'organica relazione in cui egli preminente in I Timoteo, dove la
sono stati anche fatti sedere con di quello dei credenti di Corinto). esercita il controllo sopra il suo Chiesa (ekklesia) viene descritta
lui nelle dimore celesti. Trattere- Ci sono quindi due entità alle qua- popolo, così come in un corpo il come (la casa (orkos) di Dio, la
mo solo quei riferimenti che aiu- li ci si riferisce con quest'unica capo esercita il controllo sulle va- colonna e il sostegno della verita>
tano a comprendere l'uso di etrk- espressione: la comunita locale di rie membra. Viene tenuta presen- (lTm 3,15; cfr. Eb 3,1-6). Lo sco-
/e6ia da parte di Paolo. Corinto, alla quale si pensa spe- te la relazione vivente tra le mem- po di questa lettera nel suo insie-
4.2.1 Le leîtere .lutentiche - kr cificamente in lcor 12,27, e un bra, mentre viene ripetuta la di- me è di indicare <(come bisogna
lcot 12,12-21 , dove Paolo cerca gruppo piìr ampio che include pendenza delle rnembra da Cdsto comportarsi nella casa di Dio>).
di far capire ai Corinzi che hanno Paolo e possibilmente altri (il per la loro vita e la loro forza, co- L'ordine della Chiesa è analogo a
dei doveri reciproci e degli interes- <noi>> di lCor 12,13). La frase (il me pure la sua supremazia. L'e- quello di una famiglia umana. I
si comuni che non devono trascu- corpo di Cristo> può essere usata lemellto della crescita del corpo membri devono comportarsi con
rare, afferma: (Voi siete corpo di in modo comprensivo per tutti co- viene evidenziato in Col 2,19 e an- gli altri come se îossero membri
Cristo e sue membra, ciascuno per loro che sono uniti in lui e anche cora di piu in Efesini. La sua co- della propria famiglia (lTm
la sua pafe)) (1cor 12,27). Nel per una maniîestazione particolaÌe struzione viene menzionata nel 5,1-2); devono sostenersi nelle ne-
corpo che è uno c'è una vera di- di quel corpo, in questo caso la co- contesto di unità e diversità; una cessita (lTm 5,5.16), mentre i
versità, una molteplicità di fìrn- munità locale. Questa nozione si tale qescita deriva da Cdsto e por- (sorvegliantin (epi^rkopor) devono
zioni che sono necessarie perché accorda esattamente con la nostra ta a Cristo, poiché le m€mbra so- essere bravi nell'aver cura della fa-
esso sia un vero corpo (lcor interpretazione di €kklèsiq (e aan no proprio in relazione con lui in miglia di Dio, dimostrandolo pr!
12,17-20), Ciascun membro con i il motivo del tempio), dove il ter- quanto capo, e le une con le altre ma nel saper dirigere e aver cura
propri doni è necessario alle altre mine può descrivere una manife- (Ef 4,1-16). La Chiesa come cor- della propria famiglia (lTm
membra per il bene del corpo nel stazione locale (o in una specifica po di Cdsto viene descritta come 3,1-7).
suo insieme (1Cor 12,11'21). L'at- comunità o in una Chiesa dome- pienezza di Cristo CEf 1,23). In un
tività dello Spirito viene espressa- stica) e un'entità celeste. certo selso essa è completa in 5. SCOPO DELL'ASSEMBLEA
mente menzionata: è mediante il In Rm 12,4-5 la metafora del quanto è già un corpo, proprio co- Dl CHIESA Abbiamo visto
battesimo nello Spirito o per lo corpo si riferisce ai credenti in ge- me c'è già un solo Signore (Ef che il riunirsi è un elemento essen-
Chiesa 222 223 Chiesa

ztale dell'ekklcsio, In molte lingue maturità quando incontrano il 10- la partecipazione aLla vila del meva quesla relazione con il loro
oggi il termine equivalenle per ro Signore (Ef 4,13). L'ediîjcazio- nondo îuturo, lna con il loro Signore.
Crie"94 è ancora usato in relazio- ne awiene atlraverso la profezia comportamento egoistico essi non Al tempo stesso, il loro radu-
ne all'atto di ritrovarsi insieme. (lCor 14,3) e altri mìnisteri della avevano compreso di essere parte narsi era una pregustazione e
Ma qual è lo scopo per cui i cre- parola come l'esoÌtazione, il con- del corpo di Cristo. Piuttosto che un'anticipazìone dellaviaa celeste.
dentì si riuniscono? forlo e I'ammonimento da parte far crescere o edilicare i loro con- Si è già accennato aÌ fatto che i
5.1 Edificazione - Scbbene si dei membri della comunità (Ef ft ateÌli, essi mostravano <djsprez- credenti sono membri dell'assem-
alfèrmi quasi uuiversalmcnte che 4,26; cfr. lTs 4,18; 5,ll.l4; Ef zo per la Chicsa di Dior (1cor blea ceÌeste radunata intorno a
i cÌistiaùi si incontrano come 4,15). Di priÌnaria irìlportanza ncl I 1,22). Perciò, non curandosi dei Crislo. La îine porterà i figli di
Chiesa <per rendere culto a Dio)), processo di coslruzìone del popo confralelli credenti. non rcndeva- Dio che si riuniscono a incontra-
l'inscgnamcnto rivoluzjonario di lo di Djo ò l'csposizione regolare no culto a Dio o non lo servivano re lui (2Ts 2,1), nel momento ìn
Paolo è chc cssi adorano Dio in e sistenalica della Scrittura, uni in modo appropriato. cuì Cristo sarà gloriîicato nei suoi
rutti gli asperd della loro vita (Rm ta alf insegnamento della (buona 5.2 Incontro con Cristo - santi (lTs 4,17; cti. 2Ts 1,12), e
l2,l). La terminologia cultuale dottrinaD impartjto da coloro che Quando i credentidcl NT si radu- quando otterranno la gloria del Si-
viene trasformata dall'apostolo e sono preparali e stabiliti per que- navano per condividere tutta una gnore nostro Cesil Cristo (2Ts
appÌicata all'opera di Cristo (Rm sto compìto (ci'r. lTm 4,6.11.13; serie di mínisleri della parola nel- 2,l4). Lo scopo ultimo di Dio per
3,24-25; cîr. Eî 5,2), alla predica- 5,17; 2Tm 2,1-2.14-15: Tt 1,9). la comunità, cosicché vcniva edl Ìoro è la gioia della comùnÌone, iÌ
zione deÌ vangelo (Rm 1,9; 15,16; (Quando i cristiani si riuniscono Jic.tto ll cotpo dj Cristo, essi in- rislabilimento e il rafîorzamento
Fil 2,17) c al nuovo stjle di vita dei insieme per essele gli uni per gli al- contravano cristo slesso. Quando deìle relazionì così brÌrscamente
credeùti (Rm 6,13.16; 12,l; Fil lri al servizio cleÌla verità dì Dio cantalano salmi, inni e cantici spi- rotte nell'Eden. ln questo senso,
2,17; lTs 1,9-10). Non può esse- nell'amore, la Chíesa si mani;festa, rjtuali con gÌatitudine dì cuore, e Ìa comunionc con Dio c con il suo
rc perciò solo il culto a fare dei si conserNa e oranza nella t,ia di compivano così il comando apo- Fjglio, ilSignore Gesir Crislo, non
credenti una Chiesa (cfi. lcor ,io) (Pcterson 214; corsivo no- stolico di far abitare abbondante era un mezzo verso un fine. ma i1
14,25). tnvece del linguaggio cuÌ- srro). Ilbene e il consolidamento mente in mezzo a loro la parola di îine stesso. Ogni autenîica adu-
tùale, Paolo usa regolarmente la della comunit,! ò uno degli scopi Cristo (Col 3,16; cîr. Ef 5,19-20), nanza cristiana non è semplice-
terminologìa della costruzione, o îondamentaLi dei membri che si allora Crislo slesso era presente in mcnte ùn'espressione della Chie-
edificazione, per indicare lo sco- radunano insieme. mezzo a loro. (C)gni ministero, \a ceìesle così come si lrova rad]l-
po e la îunzione delle riunioni cri ln lCor I l,l7 3,1, sebbene non basato sul vaùgelo, di incoraggia- nata intorno a Cristo in cielo; ò
stjane (1Cor 4,3 5.12.17.26i lTs si usi la terminoÌogia dell'<ediîi- mento o ammonimcnto sarà uno anche un'anticipazione di quella
5,1 I ; Eî 4, 1 I -16). (Edificazione>) cazione> nella trattazione di Paolo strumento col quale Cristo si im- beata conclusione.
(oikodome), che si riferisce alla della Cena clel Signore a Corirrto, pegna con il suo popolor (Peter- La speranza dell'AT per le na-
crescita e al progresso deicreden- il tema dell'edilicazione è chiara- son 198). Queslo avviene qùando zroni (vedi Centili) era che an-
ti, non dev'essere interpretata in lnenle presenle. ln lurlo il capilo- la Scrittura viene lormalmente ch'csse potessero essere unite a
senso individualistico: c'e invece lo sembra che l'apostolo parli di esposLa e ìnsegnata, o quando i lsraele e tra loro per servie Dio
ìn essa, secondo f insegnamento diversi aspelli dello stesso incon- credenri inlormalmente si esorla (ls 56,6-?; Ap 7). Questa speran-
dell'apostolo, sia una dimensionc Lto (ckklèsia ricoúe in I I,18.22). no a vicenda nella comunità a vi za dovrebbe essere anticipata nel
comunitaria che personale. Secon- La comunìtà cristiana llon è un'as- vere la loro obbedicnza al vange Ìa riunione del popolo cli Dio sul-
do Ei 4,7, il Messia costruìsce la sociazione ordinaria o un club in lo. ll modelLo dell'assemblea del la terra nel qui e ora, e compiuta
sua Chiesa (cîr. Ie promesse del- cùì i membri hanno glì stessi inte- NT era la comunità (ekklesia) di nell'ultimo giorno. Di conseguen-
I'AT su Dio che prepara un popo- ressi; al contrario, è un'adunan- Israele radunata al monte Sinai za, l'ekklasia quando si riuniva
10 per sér Ger 24,6; 31,4; 33,7) at- za che scaturisce da una comune per ascoltare la paroÌa del Signo- doveva contiÌìuare a guardare (in
traverso le persone che egli costi- partecipazione ai benefici dell'o- re. Ora, però, sotto la nuova al- alLo> o (irl avantir, piuttosto che
tuisce come apostoli, profeti, pera salvifìca dì Cristo. Quando leanza c'è una diflerenza impor- sempliceúente (dentror di sé, o
evangeÌìsti e maestri'pastori. l1 imcmbri si radunavano, si verifi tante: il Signore stcsso incontra il anche <rverso 1'esterno>, aL mon-
centro dell'attenzione è qui suimi cavano divisioni di tipo sociale; suo popolo doru que esso si riu- do c alle sue necessità.
ùistri della parola (c1r. El ma, finché ciascuno si preoccupa- nisce nel suo norne o sotto la sua 5.3 Culto a Dio? - Se la ter-
2,20-22), che devono <rendere va soLtanto di consumare il pro- autorità. minologia cultuale dell'AT è sta
idonei i fratelli a compiere il mi- prio paslo, essì non celebravano L'assembÌea dei credenti <come ta trasformata dagli aùtori deÌ
nistero, al îine di edificare il cor- un pasto in onore delSignore Ge- Chiesa> era un'appropriata e na- NT, specialmente da Paolo, per
po di Cristo, (Ef,1,12). Lo scopo sù. Disimeressandosi gli uni degli turale eslrinsecazione della loro re- cui i cristiani sono esortati a ren-
ùllimo di questo ministero, e per- altri, essi negavano lo scopo vero ìaTione con Cristo: radunarsi ùel dere culto al Dio vivente in ogÌìi
ciò lo scopo del riunirsi, è quello del sacrifjcio di Cristo per loro. la comunità eta ovvialllente un aspetto della loro vita (Rm 12,I ),
di preparare i credenti alla piena Esli aveva reso possibile per loro modo importante coù cùi si espri- e approprjato parlaÌe del loro ra
Chiesa 225 Chiesa

dunarsi come Chiesa per (il cuìto to. EdificMione e culto, per esem- diaconi (At 6,3.6) e anziani (At giudizio di castigo per il membro
a DioD? Ugualmente, come dob- pio, erano facce diverse di una 14,23:' cîr. Tr 1,5-9), mentre il lo- disobbediente (lcot 5,4-5; wdi
biamo comprendere le preghiere, stessa medaglia. La partecipazio- ro insegnamento veniva presenta- Chiesa, ordinamento e governo
le lodi e i ringraziamenti che i cre- ne alla costruzione della Chiesa to come verità di Cristo, che nel della).
denti offrono quando si raduna- era una impodante espressione suo contenuto e nella sua lorma Per quanto riguarda la disci-
no nel nome di Cdsto? Queste ri- della devozione e del servizio del- di espressione era stata data dallo plina durante la Cena del Signo-
sposte non devono essere conside- la comunità credente a Dio. Co- Spirito (1Cor 2,9-13; cfr. lTs re a Codnto (lcor 10,14-22i
rate come elementi importanti nel me dice Peterson (220), era un ele- 2,13), ed era una norma di fede 11,23-32), l'apostolo Paolo for-
culto comunitario di Dio? Se l'ac- mento (dell'impegno dei creden- (2Ts 2,15; cfr. Gal 1,8) e di com- mula una serie di principi che si
cento viene posto sul radùnarsi dei ti con Dio). Pertanto, non biso- portamento (2Ts 3,4.6.14). La aspetta che i Corinzi osserveran-
(jledeîtí a scopo di edificaTione, gna considerare una parte delì'in- Chiesa di Corinto, ad esempio, l1o. Ma i dettagli effettivi, Ia for-
in che modo Paolo considerava la contro come (tempo di culto) (per doveva conoscere che ciò che I'a- ma di servizio, il modo in cui i lo-
relazione tra le dimensioni <<oriz- esempio, preghiera e lode) e un'al- postolo scriveva ad essa era co- ro erlori devono essere corretti,
zontale) e (<vedicaler> del culto? tra come (tempo di edificazione), mando del Signore (lcot 14,31), vengono lasciati alla comunità
Centrale nelle adunanze cristia- in quanto l'insegnamento dell'a- mentre i Tessalonicesi erano legati stessa. Le istruzioni dell'apostolo
ne era la preoccupazione di pro- postolo ci spinge a considerare le da giuramento a leggere e obbedi- erano indirizzate a tìrtta la comu-
clamare e applicare le verità del stesse attività da entrambi i pùnti re alle lettere di Paolo perché ave- nità, non a qualche capo o anzia-
vangelo in modo da stimolare e di vista. vano l'autorità di Cristo stesso no particolare all'interno di essa
sostenere la fede che salva. La pre- (tTs 5,27i 2Ts 2,15; 3,14). (vedi Pastore, Paolo come); ma è
ghiera e la lode facevano chiara- 6. AUTORITÀ NELLA CHIESA 6.2 L'autorità della comunità freqùente f invito a sottometter
mente parte del <(culto dovuto - 6.1L'autorità di Cristo e la pa- L'autorità di un apostolo non si ai responsabili della comunità
(lCor 16,16; lTs 5,12-13; cfr. At
a Dio> come risposta di fede al rola degli apostoli - Dalle lette- era però senza limite. Essa deriva-
va dal Signore dsorto e doveva es-
vangelo. Tuttavia, esse dovevano re di Paolo è chiaro che le Chiese 20,35).
esprimersi nella Chiesa in un mo- sotto Ia sua responsabilità erano sere esercitata nella sfera del man-
do che edificasse la comunità. Le sotto l'autorità del Signore Gesù dato apostolico, mentre un apo- Vedi anche. Capo , Ctisto come:
preghiere e i ringraziamenti non Cdsto. La Chiesa è corpo di Cri- stolo doveva predicare e insegna- Chiesa, ordinamento e governo
dovevano essere puramente pfiva- sto; egli è il sùo capo, non solo nel re ciò che era in armonia con il della; Codici domestici; Corpo di
ti, ma attività dirette a Dio alla senso che è la lonte della sua vita vangelo (lCor l5,l - I l; Cal Cristo; Cùlto; Gentili; Israele; Pa-
presenza di altri. Ispirate o meno, e della sua iorza, ma anche come r,6-17). store, Paolo come; Sequela, co-
esse dovevano essere intelligibili, colui che esercita autorità su di es- Anche le comunità avevano munione, partecipazione; Sociolo-
altrimenti sarebbe venuto meno lo so. La Chiesa di Dio (in un posto un'autorità deivata. I loro anzia- gia delle Chiese missionarie; Tem-
scopo îondamentale dell'ediîica- particolare) deve Ia sua esistenza ni e capi dovevano governare la pio.
zione degli altri membd dell'as- alla proclamazione del vangelo Chiesa, istruendo i membd ed
sembl€a (lCor 14,16-17). apostolico (cfr. lCor 1,4-9); i suoi esoÍandoli a seguire il vangelo e BrBL - Banks R., Paul's Idea ofCommu
Sembra <piu opportuno parla- membd sono entrati in una rela- le tradizioni degli apostoli (lTs nì|f: The Eatl! Horse Chulches in Theit
zione vivente con il Figlio di Dio 5,12-13; lTm 3,5;5,17; cfr. lCor Hìstotícúl SeuínE, Eerdnans, Crand Ra
re di culto comunitario come una pids 1980; Berger K.. t/alksye$annlung
particolare espressione della rispo- attraverso la sua parola, Cristo 16,15-16). In lcor 5, nel contesto und Ge einde G.'tes- Zu den Anldnsen
sta di ríta totale che coslituisce íl continua a regolare la loro vita di un serio problema pastorale che det christlíchen leryendune ron <ekkle-
culto dellq nuow alleanzq> (Peter- con quella stessa parola ed è attra- riguardava un grave caso di im- sia,.in ZTK 63 (19'16) 167-207: Cerlaux L.,
La teolosia de d chiesa tecondo San Pdo-
son 220; corsivo nostro). Quando verso il vangelo che i credenti ri- moralità, Paolo si aspetta che la /o, Ave. Roma l97l,i CoeîeîL.. Chutch.
la parola di Cristo veniva celebrata mangono saldi e da esso ricevono comunità prenda un'importante iî, NIDNTT, vol. l, pp. 291-307i Delling
e dcevuta nell'assemblea, allora il la salvezza (lCor 15,1-2). decisione sul cdstiano che ha man- C., Me*nale det Kirche nach dem NT, in
coryo di Cristo veniva edificato. In un primo momento quell'au- cato. L'apostolo dà il suo parere N?S 13 (1966-19ó7) 297-316: Funs R. Y.
K., Same Pauline Pictures ol the Church,
Cristo stesso veniva incontrato to ta fu esercitata dagli apostoli in modo inequivocabile: (Questo in EvO 53 (1981) 89 i07; Kee H- C., Wh.)
nell'<<edificazioner> o attraverso di Cdsto; inizialmente attraverso individuo sia dato in balìa di Sa- Are the Peaple of God? EorU Chtistia
I'<edificazioner (oíkodomè), rnol- la loro predicazione e in seguito tana per la rovina della sua carne> Models oÍConnuni\,New Haven - Lon-
(lCor 5,5; redi Disciplina); dev'es- don 1995i Klaiber w., R?chtfeùi8uns und
tre, era nella costruzione della co- attraverso i loro scritti. Essi era- Cerreirde, FRLANT 127, VandeDhoeck &
munità che Dio veniva adorato e no suoi testimoni, emissari e rap- sere però la comunità stessa a Rùprecht, Gòltingcn 1982; Kùng H., l,a
glorificato. Non bisognerebbe per- presentanti (2Cor 5,20), il cui prendere Ìa decisione. I Corinzi .riera, Qùcdniana, Arescia 19701; Lincoln
ciò cercare una separazione tra la compito era fondare, costruire e devono radunarsi, consapevoli che A..'l-, Paradiso oru e nan ancont. Cielo e
ptospettiva escalolo!ícu nel pensiero clì P.to-
comprensione, in Paolo, delle di- guidare le Chiese (2cor 10,8; la guida e il potere del Signore /o, Biblioteca di cullura religiosa 48, Pai-
mensioni <verticale> e <<otizzotr- 13,10; GaÌ 2,7-9). Essi stabilivano Gesi! saranno con loro quando deia. B.escia 1985; Marshat) L H., Hov.fdt
tale) di ciò che aweniva nel cul- (<uomini di buona reputazione), o pronunceranno in suo none un did fhe earD Ch sria s <.wotshìp> God?,
Chiesa, ordinamento e governo della 226 221 Chiesa, ordinamento e governo della

it Chutch an gg ltg85) 216 229t 1ò., Ne\| guardante il come regolare e gui- ne, ma una virtil; non solo uno sone regolare l'ordine nelle assem-
tvine in Okl wine Skíns: V. The Biblical dare le comunità cristiane sono s{rumento, ma un fine. Siamo an- ble. Diversamente dai Greci, non
Lt.c ù 1 t hc waftt - t t lètrr'. i1 t \p ttn _84 .lari ogge o di frequenri ricerche, che affascinati dal problema del- usa la parola lanis per un ufficio
(1972 I9?l) 159-164i^ Merklei. H., r/€ Àl- :| cli sludi eseselìci su Paolo han
pautr \a îur\zigíe di leadership, cor' ca- che abbia la responsabilità di as-
ip:i L, ò* n),iiiiirirr oe' )
'à.
und in Jerusaten, iÍ Studiei zu Jesus und no riscoperto la dimensione cari- tene di comando, linee di autori- sicurare il mantenimento dell'or-
Parl,.', J. C. B. Mohr, Tiibirsen 1987, pp. smatica neìl'approccio dell'apo- tà e così via. Il risultato è che cor- dine (Epitteto, Disc. 1.29,39, Gi]u-
29o.118: O Brien P. 1.. The Chuhh
Heawnly and Er.hatolaEicdl Entiry, in D. ^^a .rolo all.ordin;menro della Chie_ riamo costantemente il rischio di seppe, Ant. '7.1.5. 36). Questo è
e. è*ió" f"a.l, The ciutch ik ú; Bíbte sa, hanno sviluppato una com- leggere la pdorità che noi attri- responsabilità di ciascuno, dal
dndrhewo d.Balet,Ctdid RaDrJ\ 1s87. prensione piu contestuale del suo buiamo a queste questioni nelle momento che essi condividono ciò
pp.88-llr). 10- l l : Par ^ H. $ .. D? ,(1, approccio e sOttOlineatO la guida
.l ideediPaolo sulla Chiesa. Certa- che lo Spirito dona loro (lcor
ak rLeib Chtíti" òei
mente egli si preoccupava che la
Pdrl4.t. cressen
'rhp
i;í"i ir!i1""""iiij,,' o1à..";;;;";;.ì,i locale delle sue comu niLà. 2 ) La ri- 12,7-11) e discernono il contribu-
cotr: A B;blica! rneotocy o.f woìship, cerca storica e sociologica su Pao- Chiesa progredisse in modo ordi- to che lo Spirito fornisce attraver-
Eerdmans, Grand Rapids 1993i Roloff.l., lo ha esplorato connessioni tra le nato, che si avesse cura dei suoi so gli altri (1cor 14,28.30.32). La
D'i *:\h".:- :::i:'7::'",':::;1.'^iii' chiese úi paoro e arrre isriîuzioni membri e che questi fossero gui- (liturgia> della Chiesa è una co-
ill;;ì,:: *:11;t: í;;"' ;;:," ;, del I'ec..traautoritàepoLere.tra dati in modo appropriato; ma, ec- struzione comune. L'ordine è frut-
'"":da san Pdalo aì
aisto. Erotuzione stoica: carisma e la sua riduzione a rou- cetto là dove queste cose erano to di un processo carismatico e di
lostti. Fry!, Cit!à Nùova,.Rona
1986; /ire. lnoltre, le prospettive femmi- inadeguate o minacciate, egli ne grande partecipazione e non è de-
sL\mrdr K.L.etile\ia.in6/Nr\oì.Iv. niste su paolo hanno discusso il parla moÌto poco. Per lui sembra- telminato in anticipo da pochi.
coll. 1490 1580; Schraee w., -Àkkktr'a.
un,,synosose,i zun u"upr"ns lles urchis ruolo delle donne nel ministero al- no essere questioni secondarie. Sebbene non puramente sponta-
liti.hen Knchenbesti.îfs, 1î zTK 60 (t963) la luce di un'analisi cùlturale dei Dove si dà Ìa priorità ad aspetti neo né pienamente egualitario, es-
l-E 202: Wilrer B.u.. T4e Ptublen v h .uoi scrìtti. piìr fondamentali detla vita della so è dinamico e creato con la col-
-Chu.ch" [or the Ea ) Church, ii D. Pe- di laborazione reciproca; non è co-
terson - J. Pryor (edd.), r, the Fuuness oJ Quella che segue è una panora- Chiesa, ordinamento e governo
Tì/ne: Bibticat Sîrdies in Honout o.f Atch mica esegetica sul punto di vista essa dovrebbero risolversi da sé. stitutivo delìa Chiesa, ma funzio-
bishap Donald Robinson, Lancer, Home- di Paolo circa l'ordinamento e il 1.2 L'ordinameÍto come pro- nale e strumentale.
bush West (NSVr') t992, pp.203 2)7. governo della Chiesa, con un chia_ blema secoÍdario Se comincia- 1,3 Autorità come elemento di
P. T, O'Brien ro interesse sociologico. Si comin- mo col considerare semplicemen- sfondo -L'idea di auto tà è una
cerà con I'analisi degli aspetti ca- te le parole fondamentali che Pao- categoria sociologica chiave in
ratteristici e della terminologia im- lo usa per parlare di questi proble- ogni discussione di governo e ha
CHIESA, ORDINAMENTO plcati nell'approccio di Paolo. Se- mi, ciò che a prima vista cì colpi- a che vedere con il modo in cui il
E GOVERNO DELLA guirà un esame delle principali me- sce è la scarsa frequenza di termi- potere viene interpretato e comu-
tafore che egli usa e i modelli che al-
ni relativi all'organizzazione e nicato. La parola 4atotità (exou-
L Pro'perrita e .ernrnolos;d. egli identifica prestando
poi at- Ì'autorità. La parola ordíne (taxís\ si4) compare divers€ volte negli
"sc\.r{Dro
i , óì;'",";,;,i;';.;i"r,r; '-ae'à e tenzione alle dinamiche e aì ruolì è poco îrequente in Paolo (1cor scritti di Paolo nel senso speciii-
menralita antica; 1.2 L'ordinamenlo co- chiave nella Chiesa. Infine si va- 14,40; Col2,5) e solo una voìta è co di ricompensa per un servizio
me problemz \condario:-l.J.Aurori.; luterà I'influenza di paolo e dei associata alla Chiesa, ricorrendo compiuto (lcor 9,4-6.12.18l,2Ts
come eÌemento dr stondoi ,l. Metatore e
;;;ù;.;t""j;'gil;;;;;';r-; suoi collaboratori all'interno di Co-
alla fine delle sue istruzioni ai 3,9), un diritto di cui egli non si
primari
basilare; 2.2 Modelli da sesuir€; queste comunità. rinzi sullo svolgimento deiloroin- awale (2Cor 11,7-10). Soloindue
3. Dinar che e funzionii 3.1 Gamna e contri (1Cor 14,13-40). Questo testi Paolo usa la parola iIl senso
diveFità dr conîributir 1.2 Libefà e for nso di. ordine riassume una serie piu ampio per la sua posizione
iìì"i,J*.#ù","jj i";,i,;;;;;. r. PRosPFrrrvA E rERMI- -
;ì:ì;l;;"i';;t ;;;;;","ri, i.; À"""," NoloclA - l'l Differenze lra di ammonimenti relativi ai diver- mai per quelli in posizione di gui-
cli sacerdori e clero; 3.5 Enlasi sulla fùnmentalita moderna e mentanta an- si aspetti delle riunioni dei Corin- da nelle Chiese locali e solo
?iotr piuitosro cre .Jlla po"iaonei I6
tica - Per i moderni, iproblemi zi; ammonimenti che hanno lo quando il suo legame apostolico
ResponsabiUta pasroral€ ed esperienza la_
ilil;;;. ú;;;;;.te iica'i"o; a r
di ordinamento e di governo so- scopo di prevenire la confusione con una Chiesa è messo in discus-
Aiuro iinanziario, non salario; 4.2 Rico- no spesso di primaria importanza. 5).
(lcor | 4,13 -19.22-23.21 -30.34-3 sioùe (2cor 10,8 ; I 3, l0). Conside-
noscimento ecclesiale, ma lon ordinazio- L'organizzazioqe ela dtezione so- È int"."ssante che Paoio non usi rato l'uso difluso di questo termi-
re:5. A Do.roli e colla bo' atorii 5.1F'r€n ro eÌimenricenrralidi ogni socie-
.nne . Ìimiri .lell antórira aDostolica: 5 2
la parola in connessione con gli ne in greco per coloro che erano
ii"ii.iJ ol i i"- tà democraLica e burocraticamente abùsi che accompagnavano la Ce- in una posizione di influenza su-
na;do,j.3 c sìo, non sli aposloli, I'aù- razionale. Lo stesso vale per Ia vita
".ìi,.",i"iì"" na del Signore (lcor ll,l1-34).ll gli altri, la reticenza di Paolo nel-
rorira rond"menrJe:'.,r Porerederi'a- della Chiesa, che. rispetto al pa"- coÌìtrario di ordine è (disordine) l'ùso del termine non può che es-
Lo dei rollaborarori di Paoloi 6. Conclu-
.;.,". -sato. è piu democratica e burocra- (akatastasia), che è associato a sere intenzionale. A Corinto egli
tica. Nei nosti ordinamenti sociali <disaccordo> (1Cor 14,33; cfr. certamente desidera ristabilire la
Negli ultimi cinquant'anni I'in e religiosi apprezziamo l'ordine, 2Cor 12,20). Paolo mai fa pensa- sua relazione unica con la Chiesa
segnamento e la prassi di Paolo ri- che non è solo una preoccupazio- re che sia compito di alcune per- come suo fondatore (2cor 10-13),
Chiesa, ordioamento e gorerno della 228 229 Chiesa, ordinamento e governo della

ma vuole dissociarsi dal modo au- guaggio fondamentale per la rela- responsabilità è di aiùtare a con- non formali. Questo non dipende
toritaÌio in cui si comportano i zione tra Dio e il suo popolo. Al- servare I'unità e favorire la cre- dalla nomina di una persona a una
(falsi profetit>. Non cerca di in- lo stesso modo in cui Dio è visto scita. certa posizione nella Chiesa. L'en-
fluenzare i membri con mezzi im- come (Padre)) e i credenti come 2.2 Modelli primari da seguire iasi di Paolo sui modelli piùttosto
propri (2Cor 10,3), di vantarsi con <figli>>, così Paolo descrive se stes- Accanto a queste metaîore che sùlle posizioni indica che cen-
loro della sua preminenza (2cor so come un <padre) per i suoi <<fi- Paolo indica persone specifiche trale per lui è la persona, non l'uf-
10,12-15), di abbagliare la Chiesa gli>r nella fede (lCor 4,14-l5i zcot che incarnano il suo modo di con- ficio, e che il governo della Chie-
con la retorica (2cor 11,5-6), o di 12,14; lTs 2,11). Questo non de- cepire l'autorità. Primo fra tutti sa ha più a che vedere con un cer-
manipoìare e controllare i suoi v'esser€ considerato come un fat- è Cristo, che viene certamente pre- to modo di vivere che con una de-
convertiti (2cor 11,16-19; cfr, to patdarcale, o semplicemente sentato come un modello per i cre- terminata carica.
2Cor 1,24\. L'<(autoritàn che Dio patemo, ma paterno e materno in- denti di come essi dovrebbero aver Paolo quindi non tratta l'auto-
gli ha dato è per (costruire>, non sieme (vedi Pastore, Paolo come). cura gli ùni degli altri (Rm 15,7; rità come qualcosa di ufficiale o
per (<distruggere), e non vuole Paolo parla di se stesso anche co- Gal 6,1 -2\, impegnarsi nell'istru- sacro, ma la considera soprattut-
usarla in modo severo quando ar- me di una (<madre>> che soffre i zione reciproca e lavorare per I'ar- to in termini relazionali e funzio-
riverà di persona. In efletti dà ai dolori del parto (Gal 4,19), o una monia nella comunità (Col nali. Essa non porta alla forma-
membri della Chiesa un'opportu- balia che ha cura dei bambini che J,l )- I ó). B srgnrîrcalrr'o che que- zione di un gruppo-guida, formal-
nità di correggere il loro atteggia- le sono stati affidati (lTs 2,7; cfr. ste parole siano rivolte a tùtti i mente distinto dagli altd membri
mento in anticipo, di modo che al- lCor 3,2). Le istruzioni a Timo- membri della Chiesa. non soltan- della Chiesa. Solo Cristo ha que-
la sua venuta non ci sia conflitto. teo nelle pastorali (1Tm 5,2) man- to a un gruppo centrale. Paolo sta distinzione ed è lui il criterio
Questo tipo di autorità è fonda- tengono questa enîasi paolina. presenta pure se stesso come un ultimo di chi debba essere consi-
mentalmente carismatica e perciò Anche se qùesto insieme di meta- modello, proprio perché egli stes- derato come un fondamentale mo-
diversa da quella che si trova nel- fore sottolinea i legami di affetto so conforma la propria vita a Cri- dello di ruolo per gli altri. Aspi-
Ie società tradizionali o nelle mo- tra Paolo e i suoi convertiti, non sto (At 20,34-35; 1Cor 4,16; 11,l; rare a questo è evidentemente una
derne organizzazioni: è I'autorità dovremmo analizzarle psicologi- Fil 3,l7i 4,9). I credenti sono an- possibilità per un gran numero di
di una figùra insolita di fondato- camente, come tendiamo a fare che incoraggiatì a imitare quelli tra persone, incluse quelle di condi-
re, sebbene di uno che non affer- nel parlare della famiglia oggi, né loro che, come Epafrodito, han- zione sociale inferiore, e può es-
ma normalmente la sua posizione. dimenticare la maggiore influen- no (rasentato la morte per la cau- sere incarnato sia da un gruppo
za che allora i padri avevano sui sa di Criston (Fil 2,28|' vedi Iri'i- che da individui.
2. METAFORE E MODELLI - ligli. Questo non implica una di- tazione di Paolo, di Cristo). Per-
Sebbene i termini relativi all'orga- pendenza infantile delle Chiese da fino altre Chiese nel loro insieme 3. DINAMICHE E FUNZIONI
nlzzazioÍe e all'autorità non sia- Paolo. Egli le esortava a (cresce- dovrebbero essere imitate (2cor - L'analisi sociologica delle isti-
no centrali nell'esposizione di rer> in Cristo e a diventare adulte 8,1-7; 1Ts 1,7-10). Altri, come luzioni si interessa dell'esame delle
Paolo sull'organizzazione e il go- nella fede (per esempio, lCor Stefana e la sua famiglia, che loro dinamiche e funzioni. Nel
verno della Chiesa, egli ricorre a 14,20; Eî 4,14), il che significa che ((hanno dedicato se stessi a servi- considerare Paolo dobbiamo sot-
metafore e identiîica alcuni mo- concedeva loro un forte grado di zio dei îedelir (1cor 16,15), piu tolineare che è ugualmente impor-
delli di ruolo per esprimere il suo autonomia. che da imitare sono da considera- tante prestare gmnde attenzione al
pensiero. Queste descrìzioni vivi- Altre metafore tratte dal mon- re o riconoscere come persone al- suo linguaggio, specialmente quel-
de e queste <lettere viventi> co- do del lavoro, come quella del le quali bisogna <ordinare)) la pro- lo usato per desc vere le riunioni
minciano a fornire un quadro contadino (lcor 3,6-9) € del co- pria vita comunitaria. Siccome la della Chiesa e quelli che hanno un
complessivo di riferimento o un struttore (lcor 3,10-15), dicono parcla famiglia si rilerisce general- ruolo importante nella direzione
paradigma per il punto di vista di poco, a mo' di dettaglio, circa la mente agli schiavi, questa entità dei suoi affari.
Paolo; esse costituiscono impor- natura della relazione tra l'aposto- nella Chiesa a Corinto include per- 3.1 Gamma e diversifà di con-
tanti componenti del mondo sim- lo e le sue Chiese, ma sottolinea- sone di diverse condizioni sociali tributi Per Paolo ciò che acca-
bolico dal quale procede il suo no tuttavia il suo ruolo fondamen- (vedl Sociologia delle Chiese mis- de neÌle riunioni della Chiesa ha
pensiero, tale nel fondare una Chiesa e da- sionarie). ln vedtà, Paolo conti- la sua o.igine nello Spirito e si dif-
2.1La famiglia come melafora re a essa la sua struttura. La me- nùa dicendo che (tutti quanti col- londe in tutta la comùnità a be-
basilare - Essenziali per f inter- tafora del corpo (loot 12,12-27: laborano e si affaticano in questo) nefìcio di tutti i suoi membd.
pretazione della sua relazione e Ef 4,1-16), specialmente il riferi- dovrebbero essere considerati al- Ognuno è coinvolto in questa ope-
quella dei suoi collaboratori con mento alla funzione di unificazio- lo stesso modo (lCor 16,16). razione divina (1Cor 12,7). ll p.o-
le Chiese che avevano îondato so- ne e di strutturazione dei <<lega- Pertanto, la lista dei modelli cesso stesso viene descritto con 1'u-
no le metafore e le analogie tratte mer,li> (haphaí), ci dice qualcosa non è rigorosamente îissa e i cri- so di verbi attivi per sottolineare
dalla vita familiare. Non è un da- sul ruolo centrale di persone chia tei per chi possa diventare model- il sùo carattere dinamico: i contri-
to che sorprende, poiché è il lin- ve nella Chiesa, la cui principale lo di un ruolo sono funzionali, buti nelÌe riunioni <vengono con-
Chiesa. ordinamento e go\erno della 230 231 Chiesa, ordinamento e goyerno della
cessi)), (manifestatiD e <distribui- guida costituisce il nucleo di ciò 3.4 Assenza di sacerdoti e clero essere dspettati (r,edl Servo, ser-
ti>) dallo Spirito (lcor 12,7-ll). che Paolo dice circa la necessità Il riferimentoad alcune perso- vizio).
Viene usata una varietà di sostan- dell'<<ordine)> nelle assemblee, Egli ne che nella comunità avevano un 3,5 Enfasi sulla lunzione piut-
tjvi per cogliere la diversità di ciò non pensa a degli incontd spiritua- ruolo piu importante di altre ci tosto che sulla posizione - Ac-
che ha luogo. E un esercizio di li o cadsmatici aperti a tutti e sen- porta a considerare le persone- canto al vetbo servirc (díakoneÒ),
<<doni>r o <<regali>>, una varigtà di za regola alcuna, Se qùeste linee- chiave all'interno delle Chiese o al rispettivo sostantivo selvo
((seryizin o ((ministeri)), una gam- guida vengono osservate, non c'è paoline. Il greco della koiné ab- (diakonos), c'è la terdenza a usa-
ma di <attività) o <<operazioni>> bisogno di pianificare un ordine di bonda di termini per persone che re piu di frequente i verbi invece
(lcor 12,4-6). I concreti fatti di s€rvizio. C'è certamente spazio per avevano una posizione ufficiale dei nomi per quelle persone che
parola e le concrete attività. che de- la lettura della Scdttura o delle let- neÌle organizzazioni. La termino- fornivano un contributo fonda-
rivano da ciò sono elencati, con tere apostoliche, per inni e salmi, logia sacerdotale (hiereus e simi- mentale alla Chiesa. Questo signi-
differenze, tre voite nelle lettere di per formulare dossologie, bened! Ìi) appare solo in senso metafori- fica che ciò che è importante è la
Paolo (Rm 12,4-8; lCor 12,8-lli zioni (yedi Benedizione, dossolo- co in Paolo per una vasta gamma funzione che una persona compie
Ef 4,I l - 13). Queste liste evidenzia- gia, ngraziamento) e responsori, fi-
di attività devozionali, di pietà, piuttosto che la posizione che oc-
no la versatilità e la diversità del- e per formule o confessioni di fe- nanziarie ed evangeliche (cfr. Rm cupa. Così, ad esempio, Paolo fa
l'azione dello Spirito. Dal momen- de (vedi Credo). Non c'è qui al- 15,16.27t Fll 2,17.25.30; 2Coî riferimento a coloro che (fatica-
to che, per Paolo, tutti nella Chie- cuna opposizione tra il liturgico e 9,12), attività in cui erano coinvol- I1o), <aiutano), (ammoniscono>
sa hanno l'obbligo di discernere la il carismatico o tra lo spirito e l'i- ti non solo gli apostoli, ma tutti o (insegnano> (1Ts 5,12: Gal6,6),
validita dei contributi nelle assem- stituzione, ma piuttosto un supe- i cristiani, Questo desaclalizza ta- Oppure è il modo in cui le perso-
blee, la <liturgia> è fondamental- ramento di queste distinzioni so- dicalmente il ruolo di coloro che ne haùno dato prova sé (hoi do-
d1,
mente opera di persone (vedi Cul- ciologiche e religiose. hanno una funzione importante kimoù durante i conflitti nelle
to). Non è nelle mani di una sola 3.3 La natur& non ufficisle dei nella Chiesa e colloca il Cristiane- Chiese a distinguerli dagli altri
persona, di un gruppo-guida o di riti secramentali - L'azione co- simo primitivo, come il Giudai- (1cor 11,19). Dove vengono usa-
un comitato incaricato del culto, munitada centrale nelle Chiese di smo dopo la distruzione del tem- ti
dei sostantivi, come per coloro
anche se alcuni possono avere urì Paolo era la Cena del Signore. Si pio, in una posizione distinta ri- che sono (aiutanti> o (ammini-
ruolo piil distinto di alt nel de- tuattava probabilrnente di un'azio- spetto alle altre religioni. Per stratori>) (lcor 12,28), essi sono
terminare ciò che ha luogo, per ne settimanale ed era certamente quanto riguarda la terminologia talvolta in una posizione piìr bas-
esempio coloro che hanno un più un vero e proprio pasto, non solo per gli incarichi profani, negli sa rispetto a quelli che hanno do-
spiccato discemimento proletico o simbolico. La dinamica sociale di scritti di Paolo appare solo archó ni piir vistosi di operare guarigio-
spirituale (lCor 12,10; 14,30). questa az ione comunitaria corri- (comando, autorità), ma è usato ni o miracoli. A pafie le lettere pa-
3.2 Liberta e forma nelle assem- sponde a quella appena descdtta in esclusivamente per il ruolo di do- storali (per esempio, lTm 5,1-2;
blee Paolo non enuncia dei relazione ad alt aspetti delle as- minio che ha Cdsto nella Chiesa Tt 1,5-9), il termine anziani Qne-
principi-guida che potrebbero pla- semblee di Chiesa. Anche 1à dove (Col 1,18). Domina invece la ter sbyteroù, D\ tlferimento ai creden-
smare la sensibilità dei membri al- sono presenti abusi che dividono la minologia del servizio. ti piÌr anziani e piu rispettati, che
1o Spirito quando si riuniscono. comunità e rendono nulla la pre- Bisogna comunque notare che probabilmente avevano una re-
Proprio come nel suo insegnamen- senza di Cristo nella Cena, Paolo questo linguaggio del serviio non sponsabilità comunitaria per un
to morale, egli segue un approc- si appella a tutta la comunità per- sempre evocava I'idea di persone insieme di Chiese in Ìrna città, non
cio contestuale che ha dei princi- ché abbia un comportamento re- umili che si assumevano compiti ricorre negli scritti di Paolo (ma
pi, piuttosto che un approccio ba- sponsabile (lCor I 1,22.21) e ar sin- inferiori, come quello di servire a cfr. At 14,23). Le parcle episko-
sato unicamente su assoluti, cosi goli perché sappiano discernere in tavola. I servi di importanti pel. poí e diakonoi appaiono solo una
mostra qui che cosa possa €ssere modo appropriato le necessità de- sonaggi sociali e politici avevano volta in questi scritti, al plurale e
descritto come prospettiva cari- gli altri (1Cor 11,28.34). Mai nelle uno slalrs di rilievo e svolgevano presumibilmente non come titoli
smatica basata su dei principi. Ciò lettere paoline, sia in quelle ritenute compiti di alto livello manageria- (Fil l,l), e in una posizione subor-
che ha luogo dev'essere compren- autentiche che nelle altre, qualcu- le e burocratico. Era la posizione dinata ai <(santi)) in generale. Nelle
sibile anche agli esterni (lCor no viene identificato corne presi- del padrone a determinare la con- lettere pastorali, dove si parla di
14,9, 16,21), costruttivo o di edi- dente o celebrante di questo pasto, dizione del servo, e molti seni pir) di loro, probabilmente ci siri-
ficazione per tutti i membri (lcor un ruolo che molto probabilmen- avevano una posizione sociale piri ferisce rispettivamente alle perso-
14,26| Eî 4,12), sotto il controllo te era assunto da colui o colei che alta di quella di uomini o donne ne che ospitano una Chiesa dome-
di quelli che partecipano (lcor ospitava nella propria casa la cele- liberi appartenenti a famiglie so- stica e alle loro mogli o assistenti
14,32), consapevoli di ciò che è brazione della Cena. Anche il bat- cialmente inîe ori. Essendo Cri- femminili (lTm 3,1-7.8-13).
priorita o (lcor 14,6) ed essere tesimo veniva amministrato da per- sto il Signore dei cristiani, questo 3.6 Respoosabilità pastorale ed
motivato dall'anore (lCor 13.1-3: sone diverse da quelle di guida di dava dignità e risp€tto ai loro esperienza familiarc - Come in-
Ef 4,15). Questo insieme di linee- un gruppo (lcor I,t4-17). compiti di servizio che dovevano dicano Ie qualità indicate nelle Pa-
Chiesa, ordinamento e goyerno della 232 231 Chiesa, ordinamento e governo della
storali, persone come episkopoi e (Fil 4,3), mentre tra i suoi colla- (lCor 9,4-15). Tuttavia incoraggia anche At 16,2). ll vetbo costitui-
diakonoi possaîo essere promos- boratori figurano anche marito e coloro che coerenternente traggo- re può certamente essere usato in
se alle funzioni di soryeglianti e moglie insieme coinvolti in un'i- no beneficio dal ministero di in- questo senso. Quaqdo nei suoi
aiutanti nella comuqità solo se pri- struzione approlondita almeno segnamento deeli altri a condivi- scaitti ritenuti sicuramente auten-
ma hanno dato buona prova di sé occasionalmente (At 18,26). Qui dere materialmente con loro (Gal tici Paolo identiîica alcune perso-
nella propria famiglia e godono Paolo si mostra superior€ alle di- 6,6; cfr. I'analogia in Rm 15,27). ne nella Chiesa di Corinto come
della considerazione della loro co- stinzioni di sesso e di s/a/,s del suo E molto probabile che questo sia coloro che hanno dato un contri-
munità. Questo suggerisce che era tempo. il significato del comando, nelle buto fondamentale alla vita di
la famiglia, non Ie associazioni si- pastorali, a dare (con doppio ono- quella comunità, chiede soltanto
nagogali o volontarie, a fomire il 4. RIMUNERAZIONE E INCA- re)) (cioè un'<ampia rimunerazio- che questa (ordini se stessaD (i,t-
modello base per la guida della RICO - Quale tipo di rimborso ne>>) agli anziani che fanno bene potassesthe) sotlo tali persone e li
Chiesa. Determinante era anche il e ficonoscimento ricevono queste ìl loro lavoro, specialmente quelli esorta a estendere un simile atteg-
modo di comportarsi con gli altri, persone? Viviamo in un tempo in che si dedicano aÌl'insegnamen- giamento a (quanti collaborano e
non - fatta eccezione di qualche cui il valore di una persona viene to (1Tm 5,17). Pertanto, mentre si affaticano con loro> (1Cor
attitudine all'insegnamento -
la generalmente indicato dalla quan- l'impiego a tempo pieno da parte 16,16). Questo fa pensare a un ri-
manifestazione di doni carismati- tita di soldi che dceve e dal carat- di pastori, maestri, sorveglianti conoscimento non îormale, fon-
ci (1Tm 3,1-11; cfr. Tt
1,5-8). tere ufficiale che riveste, Questo ecc., della Chiesa locale non era dato sulla comunità; un riconosci-
Queste emno le qualita che aveva- accento sulla ricompensa finanzia- un aspetto deÌla vita della comu- mento basato suÌla qualità del mi-
no quelle persone che ospitavano ria e sulla posizione formale non nità, un aiuto a coloro che spen- nistero nel quale le persone sono
le comunita come Tizio Ciusto era senza paralleli nel I sec., ma devano tempo e fatica per il ser- già impegnate, piuttosto che su
(At 18,7), Aquila e Priscilla (Rm anche tra altri gruppi religiosi es- vizio degli altri era appropriato. qualità esterne. lnoltre ci si rife-
16,3), Gaio (Rm 16,23), Ninfa se non avevano lo stesso significa- Queste persone non erano profes- risce sempre a un gruppo quando
(Col 3,15), Filemone e Appia (Fm to di oggi. In una societa che ba- sionisli a tempo pieno nella Chie- si ha di mira una Chiesa locale, in-
1-2). La condizione sociale di tali da molto al consumatore e alle sa, ma sewi pafi-tíme che talvol- dicando che il lavoro pastorale
persone forniva la base per la lo- credenziali questi fattori hanno un ta ricevevano una dcompensa per nella comunità era sempre un la-
ro posizione di rilievo nel gruppo ruolo molto più imporlante (vedi i loro sforzi, ma il cui sostenta- voro comuniîario, non di un sin-
se, come Stefana e la sua famiglia, Aiuto finanziado). mento ùon dipendeva necessaria- golo (cfr. At 20,17).
<<dedicavano se stessi al seNizio 4.1 Aiuto finanziario, rlon sa- mente da tale ricompensa.
dei santi)r (lcor 16,15-16). Que- lario - La maggior parte delle 4.2 Riconoscimento ecclesiale. 5.APOSTOLI E COLLABORA-
sto non vuol dire che l'autodta persone impodanti nelle comuni- ma non ordinazione L'oidina- TORI - Quale ruolo ebbero gli
tradizionale sostituiva qùi l'auto- ta locali sembrano aver avuto un zione, così come la intendiamo apostoli e i loro coÌlaboratori nel-
rita carismatica, perché a tali per- lavoro indipendente per vivere, noi, non appare negli scritti pao- l'ordinamento e nel governo degli
sone non era sufficiente il loro sls- come spesso faceva lo stesso Pao- lini. Ci sono riferimenti all'impo aflari delle Chiese da loro fonda-
/r.r per avere i requisiti per una si- lo. CosÌ, ad esempio, Aquila e Pri- sizione dell€ mani, ma questo era te? Da quanto è già stato notato,
mile responsabilità. ciò che emer- scilla avevano la loro attività di un gesto che aveva molteplici fi- il loro ruolo fu ovviamente vita-
ge è un approccio più dialettico al- fabbricanti di tende (At 16,14), Li- nalità; era usato per il ricevimen- le, ma in quali ambiti e di che ti-
1'autorità, un approccio che tiene dia era commerciante di porpora to dello Spirito (At 8,17), per la po? Se la relazione tra le Chiese
certamente in considerazione gli (At 16,14) ed Erasto lavorava co- guarigione da malattie (At 9,17), e Paolo era una cosa interdipen-
elementi puramente ca.ismatici o me tesoriere della città (Rm per la riammissione di uùa perso- dente, non indipendente o dipen-
tradizionali, ma va al di là di essi. 16,24). Quando Paolo fa riferi- na nella Chiesa (1Tm 5,22, aîche dente, e tanto meno codipenden-
Importante è il modo in cui mento al mettere da parte del de- se molti vedono in questo testo un te, dove e come erano stabiliti i li-
Paolo nomina alcune donne tra naro per fini caritativi il motivo è rifeÌimenlo alÌ'ordinazione di an- miti e come, sociologicamente,
questo gruppo pastorale, indican- di aiutare i santi d'oltremare che ziani) e per l'incarico di un servi- potremmo descrivere questa rela-
do che esse avevano spesso un sono diventati poveri, non di zio itinerante (At 13,2; cfr. 2Tm zione oggi (redi ColÌaboratori,
ruolo significativo nella vita co- prowedere al sostentamento del 1,6). Secondo il racconto degli At- Paolo e i suoix
munitaria. Donne figurano anche ministero di una persona locale ti, Paolo e Barnaba (<costituisco- 5.1 Estensione e limiti dell'au-
nel primo gruppo, come apostoli nella Chiesa (lCor 16,1-4). Come no alcuni anziani) in ogni comu- torità apostolica - Paolo ebbe un
(Rm 16,6-7) e profeti (lCor 11,5). testimonia la corrispondenza co- nità (At 14,23), ma questo pote- ruolo evidente nella nascita e nel-
Per lui questi sono i contdbuti piu rinzia, Paolo non si awale di una va far parte della ratifica della lo sviluppo della vita delle Chiese
importanti che uno poteva dare tale ricompensa quando si trova in scelta della comudtà, com'era av- da lui fondate, mentre con le al-
nella Chiesa (cfr. Ef 2,20; 3,5). Le una particolare comunità, sebbe- venuto precedentemente nel caso tre Chiese non poteva assumere né
donne potevano anche aver ope- ne fosse stato appropriato per lui dell'imposizione delle mani ai Set- assunse una posizione preminen-
rato per ìa diffusione del vangelo in quanto apostolo itinera[te te (At 6,3-4, cfr. probabilmente te (cfr. Rm l,ll-13). Però distin-
Chiesa, ordinamento e governo della 234 235 Chiesa, ordinamento € goverro dellN
gueva anche tra le chiese stesse e il restare fedeli al vangelo (Fú 21; to dal mandato apostolico st€sso. la comunità devono essere assun-
Ia sua attività, che aveva portato cfr. Fil 2,12) o la condiscendenza Solo a condizione che le sue pa- ti da individui o coppie che han-
alla loro esistenza. Non è la stes- ai suggerimenti dello Spirito (lTs role flettano quel vangelo (Gal no già dato buona prova di sé nel
sa distinzione come tra sodalizi e 4,8). 1,9) o siano in armonia con lo Spi proprio ambiente (lTm 3,1-13; Tt
modalità, che sono diventati di 5.3 Cristo, non gli apostoli, rito (1cor 7,40) le sue Chiese do- 1,5-9), che i compagni di Paolo
largo uso in ambito missionario. l'autorilàfondamentale Tutto vrebbero dargli ascolto. La sua devo[o solo aiutare a identificare
In termini sociologici, una Chie- questo è in armonia con alcuni autorità è strumentale, non intrin- attraverso la conoscenza fornita
sa era una (comunità>), un feno- tratti caratteristici del modo di a8i- seca e, per quanto forte a causa dalle stesse Chiese.
meno organico centrato soprattut- re di Paolo. Avendo lasciato alle della chiamata di Dio, è soggela È cridenre che Paolo, nono-
to sulla qualita della sua viîa co- sue comunità il vangelo (lCor al discernimento cristiaoo dei suoi stante gli stretti legami con le sue
mune e il riversarsi di questa nel- 15,3), alcune istruzioni fondamen- convertiti. Chiese, lascia loro una Ììotevole li-
la vita degli altri. L'attivita di Pao- tali (lTs 4,1) e il suo stesso esem- 5.4 Potere derivato dei collabo- bertà di sviluppare la loro vita e
lo, e quella degli altli apostoli, era pio (At 20,34-35) -
come pure le ratori di Paolo Compagni co- di farlo in modi che non erano
un'(associazionen, con il suo cen- Scritture dell'AT (lCor 14,34), al- me Timoteo e Tito hanno solo identici tra loro. Anche qui la re-
tro soprattutto al di fuori di sé, cuni detti di Cristo (lcor 7,10) e un'autorità funzionale o derivata, gola è unità nella diversità. Rite-
nella diffusione del vangelo e nel- alcune regole valide in tutte le sue basata sulla fama dell'opera che nere che le Pastorali abbiamo
la fondazione delle Chiese, Chiese (lcor 11,16) -
egli è fidu- hanno intrapreso o sùlla trasmis- cambiato e disciplinato questa si-
5.2 Linguaggio di persuasione, cioso che queste hanno ora i mez- sione del messaggio di Paolo alle tuazione significa ignorare la na-
non di comando - Il principale zi per maturare nella loro vita co- sue Chiese. Non hanno alcun di- tura temporanea del ruolo dei suoi
ordinamento e governo quotidia- munitaria. Egli è sempre lì nel ca- ritto automatico d'ingresso. Tal- collaboratori in queste Chiese.
no delle questioni delle Chiese di so ci fosse bisogno della sua opi- volta Paolo deve sostenere la lo- Qualche grado di formalizzazione
Paolo era pertanto nelle mani del- nione su qualche problema (per ro causa, indicando il loro coin- sembra esserci stato, come per
le comunita stesse. In alcune Chie- esempio, lCor 7,1; 1Ts 4,13) e tal- volgimento con lui e la conoscen- esempio in ciò che viene detto ri-
se, come a Filippi, dove le cose an- volta fara loro visita per vedere za delle sue vicende, come pure la guardo alle donne, ma questo può
davano relativamente bene, Pao- com€ stanno (At 15,36). ln una si- loro fedeltà al dovere apostolico, essere stato in parte causato da al-
lo poteva affrontare i problemi tuazione che .ichiede disciplina talvolta anche a rischio della vita cunj problemi locali. Nonostante
senza dover ricordare alla Chiesa egli può ancora <far valere la li- (Fil 2,19-23; Col 4,7-8; lCor tutto, nelle Pastorali si respira
il suo ruolo di îondatore o la sua nea da seguire)), però non come 8,17.23; 16,l0-l l). Quando visita- pressappoco la stessa aria delle al-
autorita apostolica. ln altre, come un'aùtorità esterna, gerarchica, no le Chiese, questi collaboratori tre lettere paoline.
a Corinto, dove le cose non anda- quanto piuttosto come un impor- hanno un ruolo da svolgere ma co-
vano tanto bene e il suo luolo era tante membro della comunita iì me itineranti (cfr. 2cor 7,15), non 6. CONCLUSIONE -
In conclu-
messo in discussione, l'apostolo cui spirito è presente nelle loro de- in qualche veste di residenti. sione, ci possiamo domandare se
doveva rìcordare ai suoi conver- cisioni anche quando è assente Le lettere pastorali sono su que- il modo in cui Paolo comprende-
titi il ruolo generativo da lui avu- (lCor 5,3-5; Col 2,5). Persino le sto punto illuminanti. Sebbene ci va I'ordinamento e il governo del-
to nella loro vita (1Cor 4,15) e, al- persone di scarsa rilevanza socia- siano segni che esse riflettono uno la Chiesa abbia subito uno svilup-
meno da una certa distanza, ave- le hanno la sapienza di trattare al- stato di cose posteriore, piir strut- po durante la sua vita. Tentativi
re un ruolo più direttivo nelle lo- cune dispute nella comunità (1Cor turato, i compagni di Paolo han- occasionali per disegnarlo sono
ro questioni. Mai però mostra un 6,4-5), anche se in altre occasioni no nelle comunità un ruolo di am- stati fatti ma, data la natura som-
afteggiamento autoritario. Gene dovrebbe farlo tutta la Chiesa basciatori, esemplare, non un ruo- maria di molto di quello che egli
.almente nei suoi scritti egli si (lcor 5,1-5). Il suo scopo è fare lo stabile, formale (lTm2,12-15:, ha scritto e la testimonianza indi-
preoccupa di piir che isuoi con- in modo che la comunità arrivi a 6,ll-12:2fm 1,8:2,22-24i 3,10t retta che abbiamo dei contesti ai
vertiti lo (imitino), piuttosto che essere in grado di risolveÌe queste Tt 2,7). I loro rapporti con i mem- quali si rivolgeva, è diîficile trar-
gli (obbediscano>> (cîr. anche lTs questioni, <collaborando) con es- bd delÌe comunità devono essere re delle conclusioni definitive.
3,6; I Cor I l,l ; Gal4,12; Fil 3,l7), sa piuttosto che (facendo da pa- come quelli familiari, mostrando Non c'è dubbio che nel trattare i
e il suo insegnamento è espresso drone) (zcor 1,24). Se è obbliga- i limiti della loro età ed esperien- vari problemi che incontrava il suo
piil come un <(appello) (lCor to ad affrontarle, il (<bastone> che za, invece che da una posizione di
pensiero si sia svìluppato, ma le li-
4,16) basato sull'amore (Fm 8) che porta è il bastone della <parola> comando (1Tm 5,1-2). Essi forni-
nee principali del suo approccio
come un (comando)), eccetto oc- (2cor 10,3-6), e la sua prelerenza scono istruzioni su come le Chie- sono chiaramente distinguibili nei
casionalmente (cfr. lCor 14,37). è di venire <con spirito di dolcez- se devono regolare alcuni aspetti suoi primi scritti. Perciò, pur re-
T.e sue rare richieste di obbedien- za) (lcor 4,21). La sua autorità del culto e governare se stesse, ma
stando sempre aperti a scoprire
za riguardanopiìrttosto il rispon- fondamentale proviene dal vange- non danno regole per controllare cambiamenti di accento o perfino
dere appropriatamenle alle sue lo che ha avuto I'incarico di pre- questi aspetti (lTm 3,6; 2Tm
di cootenuto nel modo in cui I'a-
amorevoli esortazioni (2cor 2,9), dicare, non da un diritto conferi- 2,2-'l i î12,1-9). I ruoli chiave nel-
postolo tratta questi problemi, è
Cibi offe i agli idoli e leggi alimentari giudaiche 236 23',7 Cibi offerti agli idoli e leggi alim€ntari giudaiche
improbabile che troviamo molto Paùtist, New York 1982; schúlz J. H., Pdll gore non per mancanza di altri 2. LEGGI ALIMENTARI GIU-
:- :l: î""1T:-1,1:.11'"
trareflorra I1." Ki-í:i";:f,!"i{,,j:Kli!'ii{'i;ii:
Sempltce Ol apprendF Schir*ter fro.cnza f...t,
memono di lpi
luoghi in cui incontrarsi, ma per
scelta, in quanto I'ambiente di ca-
DAICHE - I limiti alle possibi-
lità per i Giudei di accompagnar-
menlo. E piir facile identificare al- Ukd tiîo,nu?nnelc,nnili,u d( c o,telae sa offriva le condizioni più adat- si a tavola con i Centili erano trac-
cune differenze tra ciò che vjene .rislri?re, Ctaudiana, Torino 1990i Schwei_ te per le esigenze delle celebrazio- ciati da due fonti: (l) le leggi deu-
derto nerle lerrere indiscusse e nerle'#ir.' Î::{;:"?i;[,'i,J::#i,{{:T:1,: ni delle prime comunità (vedi teronomiche di Lv ll eDt 14,3-21,
Pastorali, sebbene anche lì sia ne- notion: A Bibticar Histoùcal Víev, Eerd- Chiesa). L'unico tratto dell'assem- e (2\ le \atie halakót (<vie>) della
cessaria piil cautela di quanto 'nans,
Grand Rapids 1982. blea che richiedesse un ambiente tradizione orale. In gran parte,
spesso se ne usl. R. Bonki casaìingo era proprìo il pasto in queste leggi e tradizioni dguarda-
comune, compresa Ia Cena del Si- vano soprattutto la produzione e
Vedi anche: Aiulo finanziario; gnore, Basato sulla tradizione del- il consumo di cibo e l'ambiente
Apostolo; Autorità; Chiesa; Co- CIBI OFFERTI AGLI IDOLI I'ultima cena (Mc 14,17: cfi. lCor approp ato per il pasto in comu-
dici domestici; Collaboratori, E LEGGI ALIMENTARI 11,17-34), che aveva avÌrto luogo ne. J. Neusner le ha messe in evi-
Paolo e i suoi; Corpo di Cristo; GIUDATCHE in una (stanza al piano superio- denza in riîerimento all'epoca del
Culto; Disciplina; Doni dello Spi- re>, iÌ pasto cristiano primitivo NT:
rito; Imitazione di Paolo, di Cri- rappresentava un momento im- Un segno primario dell'impe-
SoMMARTo l l-'anrbiente delle prime as.
portante della vita della comuni- gno farisaico era I'osservanza delle
sto; Ministero; Pastore, Paolo co- semblee crisr iane; 2. I-eggi alimenlarì gir!
me; Poterei Sequela, comunione, daiche; 3. L'episodio di A tiochia e il tà. La casa p vata, oltre a essere leggi di purità rituale al di fuori del
paÍecipazione; Servo, servizio; concilio di Ccrusalcnnc; 3.I La vicen- immediatamente a disposizione tempio, dove tutti le osservavano.
da di Cornelioi 3.2IÌconciìio dicerùsa, della comunità, offriva tutto l'oc- I1 mangiare cibo profano, cioè
Spirito Santo; Uomo e donna. lcÍÌmej 4. La carne, gli idoli e ì'assem-
cofiente per la preparazione dei non consacrato, in stato di purità
BroL. Banks R., Pd,/t ldea ofConnu pasti comuni. Non è un caso che rituale, come se si fosse sacerdote
nìry: The Ea y Chrrches ìn Thet Hístoti- Con la circoncisione, le leggi e quando il convito cessò di carat- del tempio impegnato nel culto,
cdl Serds, Ee.dmans, Crand Rapìds 1980; le osservanze relaîive al cibo co- terizzare le assemblee, l'ambiente era uno dei due punti essenziali
llcst E., Puul und His ConÌcrrr. T. & T.
Clark, Edinbursh 1988; Bourke M. M., Re stituivano importanti segni ritua- di casa non fu più necessario: dell'appartenenza di gruppo. C'e-
I?.1io6 on Church Orìe, in lhe New Te- li distintivi dell'identità giudaica. quando non furono più richieste rano poi le leggi agricole che, al
sta,nenl, il C RQ 30 (196t) l6l 179; B.anick La documentazione letteraria (sia la preparazione del cibo e le como- pari delle regole di purità, tocca-
v., The House Chu.ch í't rlv Writi'tss of giudaica che non giudaica) mostra dità per la cena, si trovarono piÌr valro la compagnia a tavola, cioè
Pa!/, Nlichàcl (ìlazier. Wilmìngton 1989;
Brockhaus U., Cl.?/lsm a,nd /'l mÌ, Bto.k- con chiarezza che tale identità era adatte per il cr€scente numero dì quello che si poteva mangiare
haus. Wupperal 1975; Campcnhausen H. determinata in non piccola misu- cristiani le grandi aule (e più tar- (Neusner 1984,57).
von, E.clesiastical Authotity and Spititu ra dal modo in cui il cibo veniva di le basiliche). Dopo un dettagliato esame delle
Po\?r in îhe Chutth of the Í-ítst Three Cen- preparato, dal tipo di alimenti che La natura delle primitive assem- tradizioni rabbiniche riguardanti
tu es, & C. Black, LondoÌ 1969; Col
^. DtlKONI,4: R? interyrcting the
lins J. N, Potevano o non potevano essere blee cristiane soprattutto in re- i farisei, comprendenti una casi-
Ancient Sources, oxlotd, New York 1990; consumatie dalle persone con cui lazione aì pasti - assunse un si- stica di 341 casi, Neusner conclu-
Doohar H., Leudetship i, Pnrl, Michael si mangiava o non si mangiava. I gnificato aggiuntivo allorché vi fu- de che (non meno di 229 riguar-
(]lazier. Wihìinslon 198,1; Cìles K., Par
tcrns of Minìstr! A rcne the Fi/st Chtì
primi cristiani consumavano pasti rono inclusi i convertiti Gentili. dano direttamente o indirettamen-
.rjars, Collìns Dovc, Melboùrne 1989; insieme; e data la loro vecchia Per un pio giudeo associarsi con te la compagnia a tavola, all'incir-
Hainz J., Ekklesia: Strukluren paulinischer identificazione con il Giudaismo un gentile, o <peccatore>), era pe- ca il 67 per cento del totaler (Neu-
Geneinde Theolosie und Cet eihde- e la loro provenienza da esso, que- ricoloso, come viene messo in sner 1973, 86). Visti in questa lu-
O/dxua, Puslcr. Rcecùsburg 1972; Harvey chiara evidenza nei vangeli quan- ce, i farisei appaiono quasi come
A. E., Eldery, in .,/ZS 25 (1974) 315-332; ste leggi alimentari soÌlevarono
Holmbete 8., Paul ond Poa,et Autho.ity ben presto la questione se fossero do i farisei criticano Gesù perché un <club di mangioni> (Neusner
in the P.inilìve Church as Reflected in the appropriate e necessarie per i se- si metteva a tavola insieme con i 1982).
Pauline Epistles, Fortress, Philadelphia guaci di Cristo. Così pule sorse un (<peccaîori>). Benché la Legge che Nel contesto delle assemblee do-
1980; KÌisernann 8., 1/ s.tdo lìtutgico di li
hertò, in Prcsp(ttiw pdol,ne, Stùdì biblici altro problema collegato, se cioè vincolava i Giudei prevedesse per mestiche cristiane i pasti in comu-
18, Paideia, Brcscia 1972. pp. 115-194a îosse corretto o meno da parte dei loro la possibitta di accompagnar- ne possono essere considerati co-
MacDonald M. Y., îr?Pauline Churches: cristiani mangìare la carne sacri- si a tavola, in maniera riservata, me un'aperta manifestazione di
-
A Socio historicol Shtdr of lnstitutionoli ficata alle divinità pagane. con non Giudei (cioè con proseli- conciliazione in Cristo fra i Giu-
sation in the Pauline and Deùterc-Psuline
,/rltzgs, SNTSMS 60, Univcrsity Pres, ti, stranieri residenti e timorati di dei e i Centili. \iy'. A. Meeks os-
CaÌnbridge 1988; Meeks W. A.,l Crlslkni 1. L'AMBIENTE DELLE PRI- Dio), le regole e le limitazioni era- serva che, trascurando le tradizio-
dei ptíni secoli. II nondo sociale deU'apa ME ASSEMBLEE CRISTIANE no talmente rigide che non inco- nali limitazioni gudaiche relative
íol, Pao?o, Il MùliDo, Bologna 1992ì Mùn-
to W.. Authotiry ìn Peret and Puul, Carn- - I primi credenti si radunavano raggiavano le adunanze un po' più all'alimentazione, (<i cristiani pao-
bridSe Unilcrsity, New York 1983; Perkins in private (cfr. lcor 16,19;
case grandi (cfr. Dunn 137-148). lini abbandonarono uno degli
P., Minísreting in the Paulit? Churches, Rm 16,5; Fm 2; Col 4,15), e a ri- strumenti piÌl efficaci con cui la
Cibi off€r1i agli idoli c leggi alimentari giudaiche 238 239 Cibi olferti agli idoli e leggi alimentari giudaiche
comunità giudaica a\reva mante giudei. Anche Pieho aveva incon- giudaiche. R. Jewett suggerisce {4 assoggettarsi alla circoncisione
nuto la propria identità separata trato regolarmente e mangiato con che alla fine degli anni quaranta (At 10,45; 11,18) e che losse am-
nella socielà pagana)) (Meeks, 98). i crìstiani di Antiochia fino al e all'inizio dei cinqùanta i cristia- missibile per i Giudei mangiare in-
La Chiesa domesrica fu il luogo drammatico evento descritto in I1i giudei della Giudea furono in- sieme con i Gentili costituiva-
d'incontro dove sì operò la disso Gal 2. Paolo attesta che una gra- dotti dalle pressioni degli zeloti a no una cosa fin allora inaudita.
luzione culturale necessaria perché ve liattura nella Chiesa di Antio- intraprendere una campagna a fa- Secondo il racconto di Luca, la re-
potesse nascere la Chiesa di com chia fu provocata da taluni che ve- vore dell'osseNanza della Legge sistenza di un giudeo ad associar-
posizione giudeo-gentile. Menrre nivano da parte di Giacomo, cioè fra i loro compagni cristiani (vedl si con un <impùro, fu vinta da
da una parte i Gentiii erano am- dalla Chiesa di Gerusalemme (cal Movìmenti rivoluziona ). Lo sco- Pietro grazie alla visione da lui ri-
moniti a rispettare le sensibilità po dei giudaizzanti era di allonta- cevuta a Giafîa, L'episodio di
giudaiche, i pastj serviti in queste Questi ìndividui vengono indl- nare il sospetto che fossero in co- Cornelio si chiude con Cornelio
Chiese domestiche,dall'altra. con- cati come (circoncisi>> (GaI 2,12), munione con i Gentili senza Leg- che viene battezzato insieme con
ferniavano il nessaggio centrale e con tutla probabilità vanno iden- ge (Jev/ett 205). Secondo Paolo es- tutta la sua casa e invita Pietro a
del vangeìo 11ella comunità cristia- tilicaîi con quelli arrivati dalla si si conformavano a tali pressio- trattenersi presso di lui per qual-
na, ìÌ mcssaggio di riconciliazio- Giudea ìnenzionati in At 15,1, che ni per (fare bella figura nella car- che giorno (At 10,48). Evidente-
ne (vedi Pace, riconciliazione). e.ano membri del partito dei fa- ne) ed evitare la persecuzione per mente, raccontando della disponi-
riseì(At 15,5). Ma, come in At 15, la croce di Cristo (Gal 6,12). Ma bilità di Pietro ad accettare I'ospi-
3, L'EPISODIO DJ ANTIO- bisogna guardarsi dall'associare a prescindere dai loro motivi, Pao- talità di Cornelio (cfr. At 16,15),
CHIA E IL CONCILIO DI GE troppo strettamente la loro posì- Lo considera il loro comportamen- Luca intende dimostrare ai suoi
RUSALEMME tn cal 2, t 1- 14 zione con quella di Giacomo: do- to come riprovevole e intollerabi leltori l'autenticità del fatto che
Paolo descrive un episodio della potutto, è certo che Giacomo le- le. Era in gìoco la verità del van- dei Gentili avevano ricevuto lo
vita della Chiesa di Antiochia. che vò la sua voce per disapprovare il gelo: in Cristo né la circoncisione Spirito.
couisponde all'insistenza di Luca, loro comporlamento (At 15,24). E né la non circoncisione hanno al- La disponibilità di Pietro ad as-
in Altì, sull'accompagnarsi a ta- probabijc che essi avessero esaspe- cùna importanza (Gal 5,6; clr. sociarsi pubbÌicamente con ùn
vola fra Giudei e centili. Cli av ralo i termini del loro incarico. 6,15), e non può esserci distinzio- gentile (per quanto timorato di
venimenti di Gal 2 dovrebbero es- Paolo afferma che prima chc cer- ne basata sull'eredità etnica. sul- Dio) non fu salutata con favore
sere collocati cronologicanente, te persone venissero da parte di lo slaltlj sociale o sulla distinzio- dalla Chiesa di Gerusalemme, e in
con ogDi probabiljtà, in un mo Ciacomo, Pìetro aveva I'abitudi- ne sessuale. ln Cristo tutti sono particolare da quelli che insisteva-
menro precedente al concilio di ne di mangjare regoÌarmente con progenie di Abramo (GaÌ, 3 ,26-29) . no sulla circoncisìone. Essa rite-
Cerusalemme di At 15 e sùccessi- cristiani gentili; e invece, la pre- 3,1 La vicenda di Cornelio In neva ancora che un simile com-
vo alla missione di Paolo e Bar- senza di questi cristiani giudei del At 10,1-11,18 la vicenda della con- portamento fosse <illecrton (at he-
naba descritla in At l3 e 14 (re.1i partito della circoncisione spinse versione di Cornelio è raccontata milo,t), esattamente come I'aveva
Clonolo-qia di Paolo; caÌari. ler- Pietro ad abbandoùare questi suoi due volte. Queslo fatto, e la lun- considerato Pietro prima della sùa
tera ai; Gerusalenlrne). Secondo comportamentj. ghezza del racconto, ne segnala- visione. Per questo è importante
questa lettura dclla documentazio- Paolo descrive la Chiesa di An no l'importanza nell'economia capire la forza delle parole di Pie-
ne, la discussione clcscritta in Gal tiochia come un gruppo unito fin dell'esposizione di Luca. Luca tro in At 10,28, che vanno inter-
2,1-10 precedette quella descritta tanto che non anivò I'imprevisto presenta due awenimenti: l'effu- pretate alla luce delle critiche
in At 15, e glì avvenimenti di Cal slop da Gerusalemme. Lo scontro sione dello Spirito sui Gentili e il espresse dalla Chiesa di Gerusa-
2,11-14 erano tali da richiedere mise in luce iÌ problema: il latto pranzo comune nella casa di cor- lemme e del lùngo dibattito nella
l'incontro di A1 15. Lo scopo del che Gìùdei € Centili sedessero al- nelio. La conferma della validità Chiesa primitiva sulla questione
decreto apostolico (At l5) dovreb- la stessa tavola. La portata dello dell'avvento dello Spirito è data del mangiare insieme. Rimane da
be dunque essete visto come diret- sconho è evidente: i cristiani giu- simbolicamente dalla disponibili- chiedersi, inoìtre, su quali basi
tamente collegato al problema so- dei, quali erano lo stesso Pietro e tà di Pietro a mangiare con un (ammesso che ce ne siano) ai cri-
ciale sorto duraDte la visita di Pie Barnaba. subivano l'influenza dei gentile. stiani giudei era proibifo stare in-
tro ad Antiochia. I cristianì di An- giudaizzanti. Inoltre, la ritirata ef- Fu la disponibilìtà di Pietro a sieme ai cristiani gentili. Quali
tiochia si raccoglievano rcgoìar l'ettuata da Pietro e altri costituì entrare nella casa di Cornelio, a oneri imponeva la Legge (la cui in-
mente a consumarc insieme pasti, evidenlemente una spinta per i Ga- mangiare aìla sua tavola e a trat- frazione Pietro qualiîica come il-
in cui cra inclusa anche la Cena del lati ad allontaùarsi dal vangelo di lenersi da hri che allarmò i cristia- lecita) sui cristiani (Giudei e Gen-
Signore. La Chiesa dj Anriochia PaoÌo (Cal 1,6-7). La pressione sui ni giudei di Gerusalemme (At tili) atla luce del messaggio evan-
viene presentala come concorde cristiani giudei perché rimanesse- 11,1-3). In effetti, le implicazioni gelico (in questo caso particolare,
con la missione ai Gentili (At ro fedeli alla Leggc e alle loro ua- dell'episodio di Cornelio e cioè rivelato nella visione)?
13,1-3), e allc assemblee e ai pa- dizioni li indusse a costringere i che i Centili potessero essere am- Oepke osserva che in athemitos,
sti partecipa!ano pure cristiani Gentili a conformarsì alle leggi messi nella comunità cistiana,ter- (illecito)), abbiamo un riferimen-
Cibi offerti agli idoli e leggi alimentari giudaiche 240
241 Cibi offerti agli idoli e leggi alimentari giudaiche
to (al punto di vista larisaìco su- Spirito sui Gentili era già cosa sba-
perato dal Cristianesimo> (Oepke sicuro che Paolo in ultima analisi stato vecchio di un giorno> (Plu-
lorditiva in sé. Ma se a seguito di
166). Questa, appunto, era la si- questo evento i credenti giudei do- non vi vedesse un qualche conflit- larco, Quaest. ConY. 6.10,1).
tuazione esistente nella Chiesa di vevano accettare (e magari man- to con il suo vangelo, dal momen- I Centili convertiti da Poco al
j cristiani gentili, to che non si richiama mai al de- Cristian€simo avrebbero trovato
Gerusalemme: la compagnia mi- giare con loro)
senza che questi fossero sottopo- creto in I Corinzi; cfr. Catchpo- difficile considerare la carne offer-
sta di Giudei e Gentili a tavola era
le; Tomson 269-274). ta agli idoli come staccata dal suo
proibita, in quanto indulgeva al- sti alla circoncisione e all'osser-
la consumazione di cibi non ko- vanza della ?"ó/4, si metteva in di-
ambiente rituale; ne avrebbero
4. LA CARNE, GLI IDOLI E mangiato sempre con un senso di
sfer- Dobbiamo concludere che scussione la legittimità sfessa del-
prima della visione di Giaffa Pie la Tóró. L'ASSEMBLEA CRTSTIANA _ colpa (lCor 8,7). L'invito a Pran-
Alcuni indizi ci fanno capire che zo nella casa di un non credente
tro fosse convinto che mangiare Questo fu solo I'inizio dei pro- poteva porre un dilemma (lcor
con un gentile (cibi proibiti) fosse blemi sorti nella delinizione delle i capi della Chiesa primitiva proi-
birono a tutti di mangiare la car- 10,21-30\; e l'invito a un Pranzo
contro la tradizione e che non si giuste relazioni sociali ira cristia-
fosse mai accompagnato a tavola ni giudei e gentili. I conflitti che ne sacrificata agli idoli (At al tempio avrebbe posto il Proble-
con un gentile (dal momento che troviamo riecheggiati in Gal 2 e At 15,2o.29; 21,25; AP 2,2O; Did. ma in termini anche Più asPri
6,3). La ragione di questa scelta (lCor 8,10).
non aveva mai mangiato caîne l5 furono intensi e le opinioni di-
proibita, At 10,14). L'associarsi verse. Spesso le varie opinioni e era semplice: il temPio delle divi- Ma evidentemente non tuttl I

nità pagane sembra selvisse tanto Corinzi coldividevano questo dis-


con un non giudeo o andare in vi- tensioni diedero luogo a compor-
come negozio di macellaio quan- sidio interiore. Scrivendo ai Corin-
sita da lui era coflsiderato illecito tamenti incoerenti anche lra i ca-
(At 10,28). Con I'aggettivo (ille- pi. Ovviamente, se non si to come luogo per consumare un zi, Paolo prende nota di due risPo-
fbsse
pasto cultuale. In gran Parte, la ste cÌisliane: (l) per alcuni la car-
cito> Luca faceva ferimento pro- riusciti a conciliare le differenze
carne sacrificata agli idoli o veni- ne sacrificata agli idoli doveva es-
babilmente alla generale avversio- non sarebbe stata possibile nessu-
va mangiata al tempio o veniva sere evitata e doveva essere consi_
ne giudaica all'ìntrattenersi con i na convivenza, e;l Cristianesimo
venduta al mercalo dopo una fe- derata in contraddizione fonda-
Centili e non al fatto che fosse si sarebbe lrammentato come il
sta pagana: I'associazione con gli mentale con il genuino monotei-
contrario alla legislazione della Giudaismo del I secolo.
dèi pagani, che per il cristiano era smoi in questa ottica, il mangiare
TòrA. Dne elementi inducono a 3,2 Il concilio di Gerusalemme
idolatria- risultava quindi owia carne consacrata era tabÙl, e il ci-
questa conclusione: (l) in nessun - ln At 15 Ia questione se i Gen-
(Theissen l2l'143). vetiare con usanz€ simili era ri-
luogo Luca si mostra critico nei tililossero tenuti a osservare la
schioso; (2) altri Corinzi pretende-
confronti dei Giudei o dei cristia- Legge viene riproposta di nuovo, Che la carne rientrasse nei ban-
chetti in un tempio Pagano di Co- vano di Possedere una (conoscen-
ni giudei che osservavano la Leg- come se non fosse stata discussa
rinto è suggerito dagli sPazi de- zaD (g/ldsi9 che negava I'esistefl-
ge e, nonostante Lv ll stabilisca in At I l. Ancora una volta è Pie-
tro a difendere l'inclusìone stinati alla cena nell'abaton al d1 zae/olarilevanzadegli idolii e da
chiare distinzioni fra cibi puri e ci- deì
sotto dell'Asclepion di Corinto ouesto Dunto di vista il consumo
bi impuri, nessuna distinzione è Gentili, citando a sostegno della
di a"rn""ontu"r"ru non poneva al-
fatta fra persone pure e persone sua posizione il fatto di essere sta- (Murphy-O'Connor lól-170). n
partecipare ai conviti in un tem- cuna minaccia al monoteismo del
impure (essa, tuttavia, può essere to chiamato a predicare a loro.
Giacomo raccomanda che ai cri- pio dedicato a divinita Pagane co- Cristianesimo (o del Giudaismo),
naturalmente dedotta da passi co-
stituiva un Problema a Corinto dal momento che non esistevano
me Lv 20,22-26); (2) l'opinione stiani gentili sia chiesto di rispet-
(lCor 8,l-10). altre divinità oltre I'unico Dìo.
diffusa che vedeva abbinati Gen- tare almeno alcuni obblighi levi-
Rispondendo. Paolo riaf ferma
tili e cibi proibiti è ben visibile nel tici (o forse noachici [Gn 9ì, nel La carne sacrificata era d'uso
corrente anch€ nei sontuosi ban- prima di tutto il monoteismo ci-
[ostro racconto: <<La visione di qual caso quegli obblighi sarebbe-
lando lo Sremc ( lcor 8,4: (Non
Pietro, che riguarda manifesta- ro imposti in quanto codice pre- chetti delle case della gente da-
narosa. Era quanto accadeva oc- c'è che un Dio soloD; Yedi Elemen-
mente I'annullamento della distin- mosaico vincolante per tutti indi-
casionalmente a Corinto (lcor ti liturgici in Paolo), e poi colloca
zione fra cibi puri e irnpuri,,,. è in- stintamente), e cioè che si asten-
gano da certe cose repellenti per 10.271. Plutarco (46-120 ca.), che Cesù nel mezzo di questo testo fa-
terpretata come significante l'an-
viveva vicino a Corinto, riporra il miliare (lCor 8,6: <Per noi c'è un
nuÌlamento dell'analoga, ma non i cristiani giudei: dal mangiare ani-
caso di un Pranzo Privato. Teatro solo Dio, il Padre, dal quale tut-
identica, distinzione fia persone mali sacrificati agli idoli, anima-
del convito è la casa di Aristone: to proviene e noi siamo Per lui; e
pure e impure)) (Vr'ilson 68). 1i soffocati, sangue, e dal prati-
Ma per i cristiani giudei di Ge- care la fornicazione (At 15,29). <ll cuoco di Aristone fece colPo un solo Signore C€sù Cristo, in
sugli osPiti che Partecipavano al virtù del qual€ esistono tutte le co-
rusalemme la questione non era La soluzione fu un accomodamen-
pranzo non solo Per Ia sua abiììtà se e noi esistiamo per lui>). Discu-
così chiara. Per loro le implicazio- to che rispettava le sensibilità giu-
in generale, ma Perché il Pollo che tendo così della carne sacrifica-
ni erano evidenti, e potenzialmen- daiche senza meîtere a repentaglio
aveva seryito, benché fosse stato ta agli idoli a Co nto, Paolo ha,
te dannose per le tradizioni giudai- la natura del vangelo (cfr. lcor per così dire, ridefinito cristologi-
che. Che l)io avesse efliso il suo 9,19-23; benché non sia del tutto appena macellato come sacrificio
a Eracle, era tenero quasi fosse camente lo Slrema, producendo
Cielo, parrdiso 243 Cielo, parudiso
242

quello che N. T. Wrìghl ha chia- Soci.I ahd Poliùcul Matì,atbns o.l Lrkan cielo e una terra che assieme for- calisse di Mosè pongono il para-
mato <monoteismo cristologicot Ireolog], SNTSMS 5r. UDìvcNjry Press. mano la realtà creataj questa con- diso nel terzo cielo.
Cambri.lse 1987i Jeivetl R., The ApìÍarors cezione peNade tùtta la Scrittura
(tedl Djo; Cristologia). Con qùe dnd the Galaîisn Congregdtion. in NTS 17
Questa breve e semplificata sin-
sla riformulazjone si risponde al (1970-19?i) l9E 212i Mecks W. A., /c/,srn- e culmina con la promessa di un tesi di un insieme di idee spesso
problema specifico: la teologia ni ctei pritni se.oli. Il nonda socídte de 'a. nuovo cielo e di una nuova terra confuse e incoerenti può aiutare a
poskno Paolo.Il Mulino, Bologna 1992; (vedi Creazione e nuova creazio- inquadrare meglio nel suo conte-
delf incarnazione (visla attraverso Mùrphy-O'Connor J., S/. Paul s Cotìnth:
ne). Questa duplice realtà îisica ne sto il pensiero di Paolo.
le lenti dello Sremd) non signiîi- Textt dnd Archaealoet. GNS 6, Michael
ca altro in realtà che amore e at, GÌazjer, Wilmington 1983; Neùsner J., implica un'altra spirjtuale: la ter-
frcm Palirics ta Piery: The E] eryence a1 ra è l'abitazione degli uomini e il 2. IL CIELO Paolo usa il ter-
telzione per i membri della comu-
nità di Dio. Questo ò quanto in-
Pharisaic .ludaìsÌn, Prentice Hall, Enele cielo è il luogo dove Dio risiede mine orrdros ventun volte, di cui
$ood Clifls (NJ) \9131 Id., Tv,o Pirtwes
tende so olineare Wright: i Corin- altht Phurisees: Philosophical Cnck oì, Ea
(vedl Mondo, cosmologia). Si è dodici al singolare e nove al plu-
zi sono esortati a metterc in atto ting Club, in ATR 64 11982) 525 557; ld.. aggiunto poi un terzo <regno), rale. Si ritiene spesso che I'uso del
.ludaisn in the Beginninla oJ Chtisîidnit). quello dello sfteol, sede dei defun- plurale rif letta l'ebraico SamoJîm,
una visione cristianizzata dello
S/rema: <Esìste un solo Dio. un
Fortress, Philadclphia 1984 ltrad. ir., // grn-
daisno nei prinì secolí del cisîìa esina,
ti, luogo di ombre, dove non è ma è anche possibile che, come già
possibile la conoscenza di Dio e nella LXX, dove la îrequenza del
solo Signore, e suo popolo è chi Morcelliana. Br€scia l989li oepke O., a/re-
plurale va crescendo negli scritti
lo ama e chi ama il suo prossimo rnror, in rrNI, vol. l, p. l66j Thejssen G., I'amicizia con lui. Quando si svi-
Saciohgia del ctìstiunesn o prìmitiw,Ma, luppò l'idea di una giustificazio- pir) recenti, esso si spieghi con l'in-
come se stesso. L'altenzione per rierri, Torino I987, pp. lt9 278; Tomson P. fl rrsso della nozione dell'esistenza
ne dei girlsti nell'oltretomba, che
i piir deboli non è una pùra con- J., Pdul on.l fhe.le||ish Lsw: Halakha in
di più cieìi (cfr. per esempio Tur-
the Lettets oJ rlÈ ApasÌte to the Gentìles, si esplicitò nella speranza di una
cessioùe ad ftoc. Essa sorge daÌ
CRINT 3.2, lonress, Nfjnncapoljs 1990; risurrezione individuale, anche lo ne.). Non sembra però che si pos-
cuore stesso della teologia cristia- willis W. L., Idol Mest at Colinth: The
na) (Wright, One Cod , 49). E pet sreol fu separato in due parti, in sa stabilire un criterio coerente €
PuulnÉ Arsunen ín I Coùnthiant 8 and quanto i giusti avrebbero dovuto fisso nell'uso paolino del singola-
;i cristiano, la croce di Cristo ri- .10. SBLDS, Scholars, Chico 1985; Wììson
re e del plurale. Il termine viene
S. C., l,rke and lre adr, SNTSMS 50, attendere la loro salvezza finale in
sponde a quelli che insistono sui UDìversily Press, Calnbrìdse 1983; Wright una specie di paradiso. usato per indicare: l) uno degli
loro diritti: mangiare la carne im- N. î.. Monotheisn. Ch.ist.,lot\, and elementi che compongono Iuni-
molata aglj jdoli potrebbe rovinare Efhics: I Connthians I, in The Cliùax al
ll fermtne porcdiso (zt . paradei-
.roi) era quasi certamente di deri- verso in quanto îormato da cielo
il credente per il quaìe Cristo è ú? Cor?rarr, Forress, Nlnrneapoììs 1991,
pp. 120'13óì id., Or€ Col, One Lord, One vazione pe$iana e fu adottato dal- e terra (lcor 8.5: Ef 1.10: 3,15;
morto (lCor 8,11). People: Incdmational Chtistolas| lor d I'ebraico e dalgreco; il suo signi- Col 1,16);2) la sede degli angelj
Nel tilnore che i suoi lettori non Church ín a Pdgan Envirc meht,inE Au- (cal 1,8); 3) il luogo dove abita
./il, licato originario è quello dì par-
alferrino il punto, Paolo porta a 7 (1991) 45 5E.
Cristo, dal quale egli è disceso (El
co o giardino. Viene usato solo tre
conferma un esempìo che lo rì- B. B. Blue volre nell'AT (ct 4,13; Ne 2,8 e 4,9j Rm 10,6) e al quale è tornato
guarda personalmentcr mentre era (Ef 4,10), dove egli ora si trova (Ef
a Corinto aveva il diritto aposto- Qo 2,5), ma si ritrova ventisette
volte nella LXX, soprattutto per 6,9; Col 4,1; cîr. Rm 8,34) e dal
lico di farsi soslentare (lCor CIELO. PARADISO designare il giardino dell'Eden. quale un giorno ritornerà (Fil
9,1-231 \)edi Aiuto finanziario): 3,20; 1Ts 1,10; 4,16;2Ts 1,1); 4)
ma per non essere scambiato per Questo genere di felicità paradisia-
uno dei sofisti che si aggiravano
SoMNr^Rro L l.e prcmcsscj 2. Il cieloi 3. ca divenne il modello di un para- la dimora eterna dei credenti
Le cose di lalsù;4. IÌterzo cìeÌo, ìl para diso nascosto, dove i giusti trova- (2cor 5,1.2i Fil 3,20; cfr. Cal
per la Grecia (vedl Apollo), Pao- disoj 5. Le reaha ceÌesti.
li
4,26), dove ìa salvezza sperata
vaùo immediato riposo dopo la
lo aveva rifiutato ogni rimunera- morte (1.8n 60,8; 61,12), ma an- attende (Col 1,5).
zione per il bene della comunjtà di La concezione paolina del cie-
lo e deì temi collegati deve essere che il modello di un luogo di eter-
fede. no riposo (2Er 8-9;2Bat 51,3). 3. LE COSE DI LASSÙ Que-
studiata nel contesto più ampio e
piu globale della sua visione esca- ParalLela alla dicotomia presen- sta breve panoramica rìvela che
Vedí anche: Approcci sociolo- te-futuro stava la dualità terra- per Paolo il cielo non è soltanto
gjci a Paolo; Circoncisione; Co- tologica (cfr. specialmente Lincoln
1985). Come per altri autorj del cielo, secondo la quale il paradi- una realtà futùra; esso è anche un
scienza; Etica; Giacono; Idola- so era talvolta situato sulla terra ambiente spirituale che coesiste
tria; Legge; Opere della Legge; NT, Paolo deve molto, pur coìì-
(1En32,3-6',71,3) e ralvolta in cie- con il mondo materiale composto
Pietro; Purità e impurità. tribuendo al loro sviluppo, sia al-
I'AT sia agli scritti apocrifi e pseu- lo (1Er 60,8;61,12;70,3). Queste di spazio e di tempo, ed è il luogo
conceziorli si trovano riunite in dove il Cristo glorioso ora si tro-
B|BL Carchtole D. R , Poul, lamet and depigrafi giudaici, che è necessa-
rio col]oscere per poter capire iÌ 2En L Ma accaÍto a esse se ne svi- va, assiso alla destra di Dio (vedl
the Apostolic ,D.c/€r, iD NT,S 23
(1916-1977),428-4.1,1i Dùnn J. D. G.. Zle suo pensiero. luppò ancora un'altra, per la qua- Esaltazione e intronizzazione). Ma
Ihcidenf af Antb.h (Cdl2.ll l8),ii Jesus, le il numero dei <cieliD prolifera- non solo: il credente è unito a Cri-
Pduland îhe LaN. \\ esnainster lohnKnox, va: si parla di tre, cinque, sett€ e sto, è <<in Cristo>), e come tale ap-
Louisville 1990, pp. 129-182: Esler P. F.. 1. LE PREMESSE L'idea di partiene già a una patria celeste
Cannlunn! ènd Gospel in t.rke-Actt: Thc îondo dell'AT è che vi sono rn anche dieci cieli. 28, 8,1 el'Apo-
Ci€lo, paradiso Cielo, paradiso
(Fil 3,20): si può dire di lui che sie amicizia con Cristo, che precede accesso proprio alla saia del tro- volti in un combattìmento spiri-
dc con Cristo nei cieli (Eî2,6). cià l'assunzione del corpo trasforma- no di Dio, entra alla presenza di fiale Principati e potestà).
(1)edi
da ora la vita deL credente è <na- to dalla risùrrezione (cfr, Fil 1,23). Cdsto e riceve utra rivelazione così Vi quindi una tensione nel cri-
è
scosLa con Cisto in Dio)) e <le co- D'altra parte, però, I'essere <nu- sacra e misteriosa che non può stiano tra ciò che appartiene alla
se di lassù> devono diventare il di) di 2cor 5,3 può essere inteso renderne partecipi gli altri (vedi terra e ciò che è celeste, tra il pre-
ceùtro di atleùziole del credente. in maniera diversa, per esempio in Visioni, esperienza estatica). sente e il futuro; il credente vive
1'orientanenlo e lo scopo della vi riferiúento all'apparire di fronle in questo mondo come se appar-
ta del cristìano nel molllenlo pre a Dio al di fuori di Cristo. PaoÌo 5. LE REALTA CELESTI In tenesse a un altro, vive nell'età
sente. I crcdenti vivono ora in que- potrebbe pensare non a un'esisten- 2cor 12 quello che appare signi- presente anticipando quella futu-
sto mondo con'ìe citLadini del cie za priva del corpo dopo la morte, îicativo, tanto per il ragionamen- ra. È una tensione che si risolverà
lo. cercando costantemenle di di- ma al desiderio di essere trasfor- to che Paolo sta sviluppando solo quando Cristo <(consegnerà il
ventare quello che sono in Cristo, mati alla parusia senza passare at- quanto per Ia nostra comprensio- regno a Dio Padre, dopo aver ri-
e se il loro sguardo è fisso su Cri- tra\.erso l'esperienza della mo11e, ne del suo pensiero, è Ia spina che dotto al nulla ogni principato e
sto in aÌto, la vira celeste dìviene o potrebbe polemizzare anche gli è stata messa nella carne per potestà..., perché Dio sia îùtto in
sempre più una realià concreta, in contro un'escatologia rcalizzata, mantenerlo umile, e il fatto che es- tutti) (lCor 15,24.28).
quanlo essi vengono (lrasforma- la quale riteneva che lo stato di ri- sa venga descritta come un (mes-
ti in qùella medesima immagine, surezione losse già una realtà spe- saggero di SatanaD (2cor 12,7). Vedi anche: Cittadinanza, ro-
di gloria in gloria> (2cor 3,18). rimcntabile nel presente (cfr. Mar- Alcuni esegeti ricordano in propo- mana e celeste; creazione e nuo-
Un'jdea similc sta djctro I'espres- lir1, atl /oc.: vedi Escatologia). sito l'esperienza di quattro rabbi- va creazione; Efesini, lettera agli;
sione <la Gerusalemme di lassil) ni che, secondo il Talmud babilo- Escatologia; Mondo, cosúologia;
in GaI4,26. Sin dalmomento della 4. IL TERZO CIELO, IL PARA- nese, îurono rapiti in cielo: solo Morire e risorgere con Cristo;
sua glorifìcazione, Cristo è dive- DISO Le difiicoltà consistono uno di essi, Rabbi Akiba, era tor- Principati e potestà; Risurrezione;
Duto il punto focale della salvez- in parte nel îatto che per Paolo il nato incolume, mentre glì altri tre Stato intermedio; Visìoni, espe-
za; in luì si trova la sah'ezza pie- cielo non è soltanto una realtà fu- ne avevano ripoltato conseguen- rienza estatica.
na, che un tempo si accentrava tura; esso costituisce una dimen- ze dolorose (ò. H4g l4b). Se, co-
nella Cerusalemme telrena. Il re sioúe nello stesso tempo verticale me affermano alcuni, tra cùi ad B!BL. Baird w., Visions, Rewldriok akd
gno deÌ Crìsto ceÌeste è la nuova e orizzontale della sua concezio- esempioW. Baird, Paolo \uol dire Mìnísîty Re.Iectìons on 2cot 12:l-5 ahd
città di Dio, di cùi i credenti sono ne escatologica. L'amjcizia con il che ha sÌlbìfo nei cieli quanto è Ad t:tt t7, in JBL )04 (1985) 651-6621
Barrctl C. K.,,.1 Con,nehtat! o the Se
gli abitantì. Cristo glorioso, la cittadìnanza ce- sÌrccesso a questi ultimi, egli sem-
cond Epistle to the Cotinthians, HNîC,
È questa realtir, di cui lo Spìri leste e La vita eterna sono già real- bra allora distinguere tra un cielo Harpcr & Row. San Francjsco l9?3, pp.
to Santo è capalra e garanzìa tà attualj, al punto che il conîine inteso come realtà ultima e come 149 161, 105 318; Bietenhard H. - Brown
(2cor 5,5), che spinge Paolo ad tra la realtà terrena e queÌla cele- abitazione di Dio e un cielo che è C., Parudise, in xlrN?'/, vol. 2, pp.
760 l64i Ellis E. 8., // Cotinrhia s v.l l0
affrontare le debolezze e le soffe- ste può già essere varcato al pre- parte dell'ordine creato e che un ìn Pauline l:schatolog!, iD N?s 6
renze del presente, e anche ad af- sente. ln 2cor 12,l-5, benché con giorno sarà rirnovato assieme al- (1959 1960) 2ll-224: Furnìsìr V.P.,
fronlare la realtà Lerrificanle del la piir grande riluttanza (iÌ raccoÌl- la terra. Questo potrebbe spiega- 2Cotìnthians, ABC. Do\bleday, New York
1984, pp. 253'305, 512-556i Harris M. J.,
la mo e; quando infatti qùesta to in terza persona evidenzia ìl suo re il fatto che Paolo usi in Efesini
?Col-tr1'./0, in R. N. Lonsenecker - M. C.
(tenda sulla terra, vjene disfatta, desiderio di prendere le distanze per cinque volîe un'unica espres- Tenney (edd.), Newrilectio s in New Te-
il credente ha (un'abitazione da da quanto sta narrando), Paolo ri- sione, <nei cleli> (en toís oura- stumeht Study, Eerdnans, Grand Rapìds
Dio, una dinÌora eterna nei cieli> fcrisce di esserc stato rapito fìno l?or9. Il Cristo glorioso è assiso al- l9?4, pf. 317 :28; leremias L, pandeisos,
in GZNZ, vol. lX, coll. 577-600: Lincoln
(2cor 5,1; redi Corpo). Qùi Pao aÌ terzo cielo, il paradiso. Non è la destra di Dio nei cieli (Ef 1,20) A.-'l-, Parcdís.t oru e non dncoru. Cielo e
lo non pensa tanto a una cittadi- chiaro iino a che punto egli adot- e i cristiani sono seduti con lui (Ef prcspettiú escato logica nel pensìerc dì Pao
nanza corporativa, quanto a una ti il pensiero dell'ambiente con- 2,6), godendo di ogni benedizio- 1o, Bibliotcca di cultura religiosa 48, Pai
traslormazìone individuale. come temporaneo, ma qui il suo lin- ne spirituale (Ef 1,3). Ma questo deia, Brescia 1985; Id., ,4 Re exani atíon
o.f <the Heawnlies> in Epleridns, jn NZS
in lCor 15,35-57 (cfr. però, per guaggio riflette indubbiamente al- stesso cielo è abiîato anche dai l9 (1972'1973) 468 483; Id., Paul the vìsio-
esempio, Ellis per un'interpreta- cùne idee allora in voga sulla plù- <priùcipatì e dalle potestà> (Ef nary: The Settins and Sisniftcance of the
zione in senso corporativo), c scm- ralità dei cieli, conc si è detto so- 3,10), che in Ef 6,12 sono detti Rupturc to Parudise in 2cot l2:l-10. ir
pra (per esempio, Tesl. Le','i2-5), <spiriti del male>! I cieli si riferi- NîS25 (1978 1979) 204 220i Martin R. P.,
bra anche sollevare la spjnosa e di- 2cointhians,\vBC 41),W ord, Waco 1986,
battuta questione dell'esistenza di e la concezìone di un duplice viag- scono dunque alla sfera spiritua- pp.95 116,387 424; Price &-M., Punished
uno slato inlerlì'ìedio. Quest'ulti- gio celeste di cui si parla in alcuni le in cui coesistono Dio, Cristo, i ín Pdradke: An Exegeîical Theary on
mo potrebbe essere un'cspcrienza scritti: (oello spirito) o con il cor- poteri delle tenebre e i credenti, e 2corinthìunsl2:LlA, À .ISNT 1 (t980)
33 ,10; Rad G. von - Traub H., aúanos,itl
incorporea dopo La molte, intesa po (per esempio, l Enoc per 1l prÌ- questi ultimi in quanto partecipi
ClNî, vol. VIll, col1. 1389 1498ì RusseÌl
talvolta come (sonnor, ma mol- mo e il ,"es/. ,4 ó,.. 8,38 per il se- del regno di Cristo e destinatari dei D-5.. Divine Dìscl.'surc: Ah Introclucîian
to piir piobabillnenle con1e reale condo). Paolo evidentemente ha benefici della salvezza sono coin' îa Jevish Apocal! ptic, SC|.{, London 1992ì
Cinici 246
241 Circoncisione
ld., L'apocalittica siudoi.o (200 a.C - citafe in At l5,l-5 e possono es-
che la circoncisione era considera- dre dei credenti giudei nel Dio del-
/00 dC), Biblioteca reolocica 23, Paid€ia, sere dedotte da calati, Fil 3 e Rm
Brescia l99lr Segat A. F., Psul the Con- ta fondamentale per essere mem- I'alleanza, e la sua giustizia per la
ted, Yale Universily, Nev Haven 1990, pp. 2,25-29;'4,1-12.
34-71: Siede B. et al.. Heawn, Ascentl, l.l Le Scritture - I giùdaizzan- bri del popolo di Dio. L'inîerro- fede prima della circoncisione lo
Ahave, iî NIDNTT, !oL. 2, pp. 184-196ì ti, nella loro concezione della cir- gativo che sorge è: come poteva costituì padre dei credenti gertili
Tutnet N., Chtistian Watus, T. &T. Clark, concisìone, trovavano appoggio Paolo difendere l'idea che iGen- in Cristo (Rm 4,1l -12).
Edinburgh 1980, pp. 202 205, 308-312.
nell'AT; infaui cn 17 ,9-14 aîler- tili potessero essere palte del po- 2,3 Argomento dalla storia della
J. F. Maile ma che la circoncisione è il segno
polo di Dio senza dover essere cir- salvezza Il purto di vista di
dell'alleanza per il popolo di Dio, concisi? Almeno qùattro sono glj Paolo sulla circoncisione solleva il
e che il rifiuto di questo segno argomenti addotti da Paolo in fa- problerna del posto della Legge
CINICI: vedi Filosofia avrebbe comportato l'eliminazio- vore della sua posizione. nella storia della salvezza. Am-
ne dal popolo di Dio. Inoltre Gn 2.1 Argomento dallo Spirito messo che Abramo fosse giusto
CIRCOLAZIONE DELLE La presenza dello Spirito nella vi- prima di essere circonciso, gli op-
17,13 specifica che quesra allean-
LETTERE PAOLINE: vedi za è (perenneD. Perciò i giudaiz- ta dei credenti galati, senza che positori potevano ancora mostrare
Canone zanti traevano probabilmente da fossero stati circoncisi, dimostra- che l'AT ordina Ia circoncisione.
Gn 17 (cfr. anche Es 4,24-26; Lv va che la circoncisione non era ne- In Gal 3,15-4,7 Paolo fornisce la
12,3; Gs 5,2-9) la conclusione che cessaria per essere membri del po- sua prospettiva sulla storia della
polo di Dio (Gal 3,1-5). Nessuno salvezza (cfr. anche 2Cor 3,4-18).
CIRCONCISIONE la circoncisione fosse un segno in-
dispensabile dell'alleanza e quin- potrebbe îar parte delÌa nuova co- L'alleanza mosaica, come stru-
di insegnavano: (<Se non vi fate munità senza aver ricevuto lo Spi- mento di identificazione delpopo-
SoNrM^Rro - L Iì plnro di vista degli op- circoncidere secondo I'uso di Mo- rito (Rm 8,9), e dal momento che lo di Dio, mai îu pensata per es-
posiloridi Paolo sulla circoncisione; Ll
Le Scrlture: 1.2 Altri teri della lettera sè, non potete esser salvin (At Dio ha ritenuto opportuno dare lo sere valida per sempre. Era un'al-
tura giudaicaj 2. La risposta dìPaolo ai l5,l ). Spirito ai Galati senza la circon- leanza temporanea stabilita per un
suoi oppositori; 2.1 Areomento dalìo cisione, ne consegue che questa periodo transitorio, fino a che non
Spiriio; 2.2 Argomento dalle Scritrure; 1.2 Altri testi della lett€ratura
giudaica non è un requisito essenziale per fosse giunta a compimento la pro-
2.3 Argomenlo dalla sroria della salvez-
2a;2.4 Argomcnto dalla croce; 3. La cir,
- Altre testimonianze imembri del popolo di Dio (cfr. messa îatta ad Abramo. Ora che
dalla letteratura extrabiblica rno-
concisione di Timoreo e Tiro. strano ugualmente che la maggio- Ar 15,8-9). il Cristo è venuto, la promessa fat-
ranza degli Ebrei considerava la 2.2 Argomento dalle Scrittu- ta ad Abramo si è compiutai per-
L'insistenza di Paolo che la cir-
circoncisione necessaria per la re - Per convincere i giudeo tanto I'alleanza con Mosè non ha
concisione non doveva essere im- cristiani della validità della sua più vigore. Paolo considerava la
conversione (cfr. Est 8,17 LXX:
posta ai Centili convertiti causò teologia, Paolo doveva giustificare circoncisione come parte dell'al-
Cdt 14,10; ciuseppe , Ant. t3.9.1
una delle piir serie e fondamenta- il suo punto di vista anche nei con- leanza con Mosè e ne traeva per-
25'7 -258; 13.1 1.3 3 18-3 19i 20.2.4
li controversie nella Chiesa primi- 38-41l' Bell. 2.17.10 454; Filone, fronti dell'AT. L'apostoÌo basa la ciò la conclùsione che, siccome
tiva. La controversia sulla posizio- Migr. Abr.89-93). J. Nolland, al sua argomentazione sù Abramo, l'alleanza mosaica non era piir in
ne di Paolo circa la circoncisione contrario di N. J. McEleney, so- argomentando da Cn 15,6 che vigore, nemmeno la circoncisio-
è riflessa in At 15, nelle lertere ai stiene in modo corìvincente che nel Abramo fu gjustiîicato per la îe- ne era necessaria. Inoltre, l'afri-
Galati e ai Romani, in Fil 3 e for- periodo intertestameÌìtario la cir- de, non per I'osservanza della Leg- vo della nuova alleanza (Ger
se in Col 2. concisione era un requisito tipico ge (Cal 3,6-9; Rm 4,1-8). ln veri- 3l ,31-34 , Ez 36,26-27) , che è real-
per chi volesse diventare un pro- tà la circoncisione poteva non es- mente ùn compimento dell'allean-
I. IL PUNTO DI VISTA DEGLI selito del Giudaismo. Inolrre, du- sere stata decisiva per I'ingresso di za fatta con Abramo, comporta-
OPPOSITORI DI PAOLO SUL- rante il regno dì Antioco Epifane, Abramo nel popolo di Dio, in va l'eîîusione dello Spirito Santo,
LACIRCONCISIONE Quelli gli lsraeliti continuarono a prati- quanto egli era già giusto agli oc- che metteva in grado i credenti di
che si opponevano a Paolo sul care la circoncisione a rischio della chi dì.D|o prima che fosse circon- compiere ciò che indicava la cir-
problema della circoncisione sono vita (1Mac 1,60-61; cfr. 2Mac crso (Rm 4,9-12). ln quest'nltimo concisione nell'AT: l'inclusione
stati chiamati tradizionalmente, e 6-7). Perciò ogni tentativo di smi passo Paolo sostiene che la circon- nel popolo di Dio. Infatti, ora la
forse giustamente, (giudaizzanti). nuire questo rito avrebbe inîiam- cisione îu un <sigillo)) (iprlagr.t) vera circoncisione, quella del cuo-
Questi erano Giudei che ricono- mato la passione sja culturale che della giustizia di Abramo derivan- re, è diventata una realta (Rm
scevano Oesù come Messia, ma religiosa degli Ebrei. te dalla fede ottenuta quando non 2,28-29; Fil3,3\.
credevano anche che la legge mo- era ancora circonciso, indicando Nel pensiero di Paolo la circon-
saica, e in particolare il rito della 2. LA RISPOSTA DI PAOLO AI che la giustizia non dipende dalla cisione e la Legge sono intercon-
circoncisione, dovessero essere im- SUOI OPPOSTTORI Questo circoncisione. Questa, come un si- nessi in un altro modo ancora.
posti ai Gentili. Le opinioni dei breve esame dell'AT e del perio- gillo, ratifica e conferma Ia fede Quelli che pensano di poter esse-
giudaizzanti sono esplicitamente do intertestamentario dimosrra di qualcuno. Abramo fu circonci- re giustificati davanti a Dio rice-
so in modo da poter esscre il pa- vendo la circoncisione (Cal5,2-6a
Circoncisione 248 249 Citladinanza. romana e celeste
Fil 3,2-11) compiendo cìoè le
- circonciso perché era pagano, non sec. dell'era volgare, ed è perciò CTTAZIONE DELL'ANTICO
opere della Legge - si illudono.
Nessuno infatti può essere giusti-
perché era giudeo, giacché Luca in verosimile che ngl secolo prece- TESTAMENTO: redl Antico
questo versetto non informa il leî- dente ci fosse una cresc€nte discus- Testamento in Paolo
ficato dalle opere della Legge (Cal tore che la madre di Timoteo era sione e ince ezza circa la soluzio-
3,l-5.10-14) perché nessuno può giudea, ma dice sempÌicemente ne di questi casi. Paolo acconsen- CITTÀ: redl Sociologia delle
compiere perfettamente le opere che <tutti sapevano che suo padre tì di circoncidere Timoteo perché Chiese missionarie
che essa richiede. era greco)); 2) molti interpreti dal non c'era alcun dubbio sulla sua
2.4 Argomento dalla croce - II al XVIII sec. hanno creduro che nazionalità. Egli voleva dimostra-
P. Borgen ha anche fatto notare Timoteo fosse pagano; 3) non c'è re che non proibiva la circonci- CITTADINANZA,
che per Paolo la croce ha sostitui- alcuna prova prernishnica sicura sione se c'era qualche legame con
to la circoncisione come via di in-
ROMANA E CELESTE
che negli ambienti giudaici un fi- iì popolo giudaico. Perciò, con
gresso nel popolo di Dio. ln Ga- glio di madre giudea e padre pa- la circoncisione di Timoteo, Lu-
lati Paolo ingaggia una coerente So\\r^R'o l. Ciltrdinarza ronana: 1.1
gano fosse considerato giudeo. ca vuol mostrare che Paolo non Cit(adinanza ronranî in Paolo; 1.2 L'ap
polemica contro la circoncisione e C. Bryan ha dimostrato che la proibiva ai Giudei di praticare pcllo di Paolo î Cesare; l.l Inplicazio'
la Legge, perché queste sminuisco- conclusione di Cohen non è così la Legge (At 21,21-26; cft. lcot nìdella cjttadinanza romana di Paolo;2.
no la croce (GaÌ I ,4; 2,21; 3,1 .l3l convincente come appare a un pri- 9,19-23). L'apostolo non nutriva
Cirradinanza cclcstcì 2.1 Ingiurìzioni cri
che; 2.2 Dcscri/ionì escatoìogichc.
5,ll;6,12.14). E il contesro di Cot mo esame. At l6,l introduce Ti- alcuna ostilità nei riguardi della
2,1l-14 suggerisce che la morte di moteo dicendo che era <figlio di circoncisione come pratica cultu- La cittadinanza romana costi-
Gesù è concepita come la sua cir- una donna giudea credente e di rale; né la circoncisione né I'in- tuiva un notevole vantaggio per i
concisione in Col 2,11, indicando padre greco>. Siccome Luca nota circoncisione erano in sc stesse viaggi nel mondo mediterranco del
che la nuova circoncisione per i in particolare che Timoteo era fi- importanti (Gal 5,6; 6,15i lCor I sec. La cittadinanza romana di
credenti è compiuta sulla croce. glio di una donna giudea e di un 7,19). Ma quando si voleva con Paolo favorì enormemente il suo
padre greco, suggerisce al lettore, siderare la circoncisione come ne- ministero. La conoscenza delle
3 LA CIRCONCISIONE DI TI- prima di descrivere la circoncisio- cessaria per la salvezza, Paolo vi questioni relative alla cittadinan-
MOTEO E TITO Quanto det- ne di Timoteo nel v. 3, che lo sla- si opponeva inllessibilmente. za gli permise di usare questa co-
to sopra spiega perché Paolo rifiu- ,u.r nazionale di quest'ultimo era mc una metafora appropriata per
tò di circoncidere il pagano Tiro ambiguo. Inoltre è difficile vede- Vedi qnche. Abramo; Givdatz la partecipazione aÌ regno di Dio.
(Gal2,3-5). Ritenere la circonci- re come la circoncisione di Timo- zanti; Legge; Opere della Legge.
sione un requisito per la salvezza teo da pagano si armonizzi con la I. CITTADTNANZA ROMANA
significava scendere a un compro- narrazione storica di Luca. In At BrBr. llarclay J. M. G., Obelit1t lP
messo con il vangelo della grazia l5 Paolo ha appena riportato una Truth. A Studr Pauls Erhi. itl Cululions,
o.î - La prova biblica per la situa-
T. & T. Clùk, Ednrburgh 1988, pp. .15 ó0: zione legale di Paolo come citta-
e negare l'arivo del tempo del vittoria su coloro che richiedeva- Bùec P., Obse ttions on the Thetne dino romano si basa soprattutto
compimento. La decisione di Pao- no la circoncisione dei Gentili con- <Pauland Philoù; Pdul's Plealhíat ofCit su tre testi degli Afti. La menzio
lo di circoncidere Timoteo (At vertiti e in At 16,4 egli consegna cuncision in Galatia (Gal5:tt) and Debales
ne da parte di Paolo che lui e Si-
16,3) appare di conseguenza con- on Cifttn1.isìÒn D Prlr. ìn S. Pcdc(on
le decisioni di questo decreto alle (ed.), The Paulihe Literuture and Thcolog!. la crano cittadini romani îornisce
traddittoria, e molti studiosi affer- Chiese; sarebbe perciò in contrad- vandcnhoeck & Ruprehl. GólrinEen 1980, il contesto per la loro liberazio-
mano che il fatto non è storica- dizione con il contesto lucano se pp. 85-102; ld., Po l Prea.hes Cinwmiion
ne dalla prigione a Filippi (At
mente credibile. Secondo la solu- an.f Pleoses Men. h M. D. Hooker - S. cì.
At 16,3 presentasse Paolo che cir- Wihon (cdd.), Paul and Paulinisn; Ls:$t!s 16,37-39). Poi, al termine del suo
ziote tradizionale a questo proble- concide il pagano Tímoteo contra- in Hanot ol C. K. ,arrcr1, SPCK, !-ondon discorso davanti alla lolla di Ge-
ma, Paolo accettò di circoncidere riamente a questo decreto. 1982, pp. 85 102; Bryan C., A Îunhet Look rusalemme, la cittadinanza roma-
Timoteo perché sua madre era Ciò nonostante, Cohen ha ra- at A.rs 16:1-3, in JBL 107 (1988) 292-2941
na di Paolo è ancora una volta uti-
giudea, il
che, secondo la legge gione di sostenere che non c'è al- Cohen S. J. D., Wds Tinnthr Jetilh (Acts
16:l'3)? Panisîìc Eyegesis, Rabbini! Lav, le per ricevere protezione dalla
giudaica, farebbe di Timoteo un cuna prova contemporanea al NT and Matrili eat Descent, in "rBr 105 (1986) guarnigione romana contro la fol-
giudeo. Secondo questa interpre- che i figÌi di madre giudea e pa- 251-268; Doùden C. F.. Circuncision of la inîerocita (At 22,25-29). Nella
tazione, Paolo circoncise Timoteo C.irltr/, in COR ló2 (1961) 40G407; Glass\lelì
dre pagano fossero legalmente M. E-, NeN lYine in Old Wine Skins: l4II, sua udienza a Cesarea davanti a
per ragioni culturali, in modo da considerati giudei, ma questo non Ciìcumdsion, ìr Expnìt 85 (t974) 328-3321 Festo piu di due anni piir tardi, do-
poterlo portare con sé nelle sina- va a discapito della teoria secon- McEleney N. J., Convernan, Circuntcision po che Festo propose di islituire
goghe quando predicava il van- do la quale Paolo circoncise Timo- and the Law, in NIS 20 (1974) 319-341;
Meyet R., Perítetnnti ecc.,i! GI-NI, vol. X, un processo a Gcrusalemmc, Pao-
gelo, teo perché quest'ultimo era con- lo usò il suo diritto come cittadi-
coll.45-76i Nolìand J., Ur.ircunîísad Pro
S. J, D. Cohen ha però solleva- siderato giudeo. La legge rabbini- vtr€s?. in Js'/ I 2 ( l98l ) 173194; walkcr l\r. no romano di riîiutare ì'offerta e
to tre obiezioni a questa soluzio- ca sullo s/atas dei figli di madre O., The Tinothr Titus Problen Reconstcle di appelÌarsi al giudizio davanti
ne comune; l) la Ìettura più natu- retl, in ExpTìn 92 \t98\J 23t 235.
giudea e padre pagano fu proba- Cesare (At 25,7-12). Agrippa II
rale di At 16.3 è che Timoteo fu bilmente fissata all'inizio del II T. R. Schrciner menziona questo appello a Festo
Cittsdinanza, romana e celeste 250 25t Cittadinanza, romana e celes(e
dopo che Paolo ha testimoniato lo di Paolo non come uÍa ptovo- ganali), come indica Rm 13,7, che ro cittadinanza (Col 3,1-4) e di
davanti a loro {At 26,32\. cgrio, ma come riîiuto di un tri- fa uso di termini greci simili per comportarsi onestamente (Rm
1.1 Cittadinanza romana di bunale in favore di u\ altro (reiec- quest€ tasse. Il fatto
che la sua se- 13,12-14). L'idea della propria cit-
Paolo - Gli argomenti di recen- ,io). Questo era un diritto che zione sull'obbedienza ai governan- tadinanza celeste permette a Pao-
te addotti da Stegemann contro la Paolo aveva come cittadino roma- ti termini con il pagamento della lo di vivere in un modo che lo ren-
cittadinanza romana di
Paolo no, soggetto all'approvazione di tassa dimostra il suo riconosci- deva lib€ro di essere (tutto a tut-
hanno cevuto un'efficace rispo- Festo. GaÌnsey fa notare che At mento che le tasse erano un dovere ti)) (lCor 9,19-23). La doîtrina di
sta da Hengel. Anche gli esperti di 25 è l'unico esempio che si ha co- (nrars) che uno aveva come cit- Paolo sulla cittadinanza celeste e
storia romana accettano come me ptova di provocatio ptíma di tadino, un dovere impopolare al- le sue implicazioni nel comporta-
molto probabile la cirtadinanza di un processo; negli altri casi que- lora (cfr. Tacito,,4/tr. 13.50-5 l). mento di ciascuno sono vicini a
Paolo. Secondo le tradizioni con- sto appello viene senpre dopo il Un'aÌtra espressione nella lettera lPt 2,1l, anche se Paolo non usa
servaîe in Cirolamo (commento a processo. Un'attenta lettura di At ai Romani, che indica forse la cit- la metafora del dimorare con la
Filemone; lzir. 5) e F ozio (Quqest, 25,9-12 dimostra che in discussio- tadinanza romana di Paolo, inclu- stessa intensità di Pietro. Fil 3,20
Anphil- 116\, i genitori di Paolo ne è il luogo del processo di Pao- de la sua allusione alla politica (alla luce di 1,27) fornisce il mi-
furono portati come prigionieri di lo. Quest'ultimo non voleva es- militar€ romana quando descrive gliore esempio della terminologia
guerra dalla città giudea di Giscala sere processato a Cerusalemme il suo incarico apostolico in Rm della cittadinanza celeste in Pao-
a Tarso. Presumibilmente schiavi come suggeriva Festo, perché lì 1,5 e il suo riconoscimento della lo. Questa cittadinanza lornisce
di un romano, furono affrancati egli era stato imprigionato a cau- pfeoccupazione romana per que- qui la base delle esortazioni dell'a-
e ricevettero la cittadinanza. I di- sa dell'antipatia dei Ciudei (At stioni legali (Rm 7,1). Ma nella postolo a non pensare in modo
ritti di un cittadino romano inclu- 22,22-29) e perché era chiaro che maggior parle delle lettere egli non terreno (Fil2,3-4; 3,19) e a segui-
devano la prcvocatío (diritto di Festo voleva accontentare i Giu- dà prova della sua cittadinanza ro- re invece il suo esempìo (Fil 3,17)
appello a un giudice superiore), la dei (At 25,9). È anche chiaro che mana, perché per lui era piir im- come si addice a uno che si ralle-
muneris publici vocalio (esenzio- il rifiuto da parte di Paolo del pro- portante un'altra cittadinanza. gra nella bontà del Signore, pre-
ne da obblighi imperiali, come il cesso a Gerusalemme in favore del gando e pensando in modo che al
servizio militare), e il diritto di un processo a Roma non fu accetta- 2. CITTADINANZA CELESTE centro di tutto ci sia sempre Dio
cittadino accusato di scegliere tra to automaticamente. Festo accoo- - Sebbene il linguaggio esplicito (Fil4.l-9). La descrizione della cit-
un tribunale locale o di Roma. Un senti solo dopo aver conferito con relativo alla cittadinanza celeste tadinanza celeste deicristiani in Fil
diritto che veniva di solito (ma isuoi coosiglieri (At 25,12); egli sia raro in Paolo, la metafora di 3,20 è ugualmente collegata con
non sempre) rispettato nelle pro- aveva infatti l'autorità di non te- questa cittadinanza è chiaramen- I'alresa della parousia e della tra-
vince era che i cittadini romani ner conto dell'istanza di Paolo. te un elemento molto importante sformazione lisica che avverra in
fossero esenti dalla flagellazione. Quello che si celebrò a Cesarea della sua teologia. Sia nelle ingiun- quel momento (Fil 3,20-21).
La migliore spiegazione perché non fu perciò un vero processo, zioni etiche che nelle descrizioni 2.2 Desc zioni escatologiche -
Paolo rivela la sua cittadinanza ma un'udienza preliminare. L'ap- escatologiche è chiaro che Paolo La consapevolezza che icristiani
romana a Filippi solo dopo esse- pello di Paolo a Cesare non era usa questa cittadinanza per descri- sono diretti verso una cittadinan-
re staro flagellaro (At 16,22-23) è semplicemente motivato dal desi- vere la partecipazione del creden- za nella vita futura è un elemen-
il suo desiderio di seguire Cesu derio di andare a Roma, ma an- te al regno di Dio. to molto importante della teolo-
nella sofferenza (Fil 3,10-11; Col che dal fatto cbe non voleva subi- 2.1 Ingiunzioni etich€ - L'idea gia di Paolo. Vediamo pcrciò, in
1,24:,zcor 4,1-lO;6,4-10). È pro- re un processo a Gerusalemme. di Paolo di cittadinanza celeste lTs 4.13-5,24. come una concezio-
babile che ci siano state anche al- 1.3 Implicrzioni delh cittadi- viene comunicata con la piena ne dei diritti e del destino del cit-
tre occasioni in cui I'apostolo nanz! romana di Paolo - Come consapevolezza della partecipazio- tadino celeste porta a un cefto mo-
mantenne il silenzio, rinunciando romano, Paolo scrive dei suoi pia- ne dei membri della sua Chiesa al- dello di comportamento. ln Rm
perciò a questo diritto romano ni missionari con in mente una le loro società locali come cittadi- 8,12-13 la prospefiva della par-
(2oot 11,25)- Quando Paolo di- mappa dell'impero rornano (Rm ni (lCor 5,9-10; Rm 13,l-7). tn tecipazione come cittadini nella
chiarò la sua cittadinanza (At 15,19.24), e non fornisce indica- questo senso è possibile che Pao- nuova creazione è inestricabilmen-
16,17, 22,25-28\ produsse molto zioni circa qualche suo progetto di lo abbia in mente lo s/afrs legale te connessa sia col proprio sf0lrJ
verosimilmente come prova un evangelizzare luoghi al di fuori dei della doppia ciltadìnanza (cfr. Fil di figli di Dio che coÌ conseguen-
certificato di nascita o di cittadi- confini dell'impero. La sua citta- I,27). Il fatto che i cristiani siano te comportamento che tale futu-
nanza, che i cittadini romani por- dinanza romana traspare nel suo cittadini sia del cielo che della ter- ra cittadinanza e adozione neces-
tavano con sé. riconoscimento che i cittadini era- ra porta Paolo a parlare da am- sariamente implicano per il pre-
1.2 L'appello di Paolo a C€sa" no responsabili di due tipi di tas- basciatore in 2cor 5,18-21 ed Ef sente. La concezione escatologica
re Contro Lyall e Sherwin- se, tributum (imposte dirette) e 6,19-20. Come cittadini celesti, i di Paolo della cittadinanza celeste
rJy'hite, le prove favoriscono Ia ri- vecligslia (t^sse di vendita sulle cristiani hanno la responsabilità di include la convinzione che il cri-
costruzione di Gamsey dell'appel- transazioni degli schiavi e tasse do- pensare coerentemente con la lo- stiano non è in definitiva sogget-
Codici domesúici 252
253 Codici domestici
to alla morte, e dovrebbe perciò dalla famiglia (oikos, oíkia). Es-
vivere per i valori che dureran- sa era talmente importante che in rapporti che esistono al suo inter- scovi>>, 1Tm 3,1-7;i diaconi e le
no oìtre la vita sulla terra (1cor campo etico si riteneva che la sta- no egli fa spesso ricorso alla ter- diaconesse, 1Tm 3,8-13). Lo stes-
r5,53-58). bilità della città-stato dipendesse minologia e ai concetti che sono so argomento ritorna in 2Tm
da un saggio governo della vita collegati a questa islituzione. 2,20-21, dove Ia Chiesa viene pa-
Vedi anchei A.ototitàr, ci\lilei Sr- domestica. La natura fondamen- Vi sono numerosi accenni alla ragonata a una (grande casa>
stema legale romano; Sistemi po- lamiglia civile nelle letlere di Pao- (megalè oikia) in cui si possono
tale di questa istituzione si dedu-
litici. ce anche daì fatto che essa forni- lo (oikia: lcoÍ l1,2zi 16,15i Fil trovare vasi comuni e vasi prezio-
va il modello per la struttura e la 4,22; lîm 5,13; 2Tm 3,6; oikos: si; poiché l'immagine viene appli-
BIBL. - Dunn J. D. G., Rona s 9-t6. definizione delle istituzioni politi- Iìm 16,5; lCor 1,16;11,34; 14,35j cata alla Chiesa, il padrone (de-
WBC 388, Word, waco 1988i carnsey P., che piìì ampie. L'imperatore (ye- 16,19; Col 4,15; lTm 3,4.5.12; spoles) per il qùale il <vasor deve
The <Lex Iulia't and Appealundet the Em-
dí Casa di Cesare, casa imperia- 5,4i 2Tm 1,16;4,19; Tt 1,11; Fm essere pulito per I'uso è Dio stesso.
pírc, in JRS 56 (1966) 167 189; Hengel M.,
II Paolo plecisîiano, Strdi biblici 100, Pai le) era persino considerato come 2). ln alcùni di questi passi la fa In questi due casi Paolo appli-
deja, Brescia t992; Lya].] F., Skyeq Cítí un padre e lo Stato la sua fami- miglia, con la sua casa, è il luogo ca l'immagine della famiglia alla
.ens, Sons: Legal Metaphots in the Epistl6, glia. E molte funzioni o incarichi in cui ci si riunisce per il culto (Rm Chiesa per esortare a una condotta
Zondervan, crand Rapjds 1984t Sherwin- 16,5; lCor l6,l9i Col4,15; Fm 2). adeguata e responsabile, e anche
W\i.fe A.N-, The Roman Citizenship, Clà di carattere politico furono desi-
rendon, Oxford l9'13,i Id., Ro an Socie- gnati con termini collegati alla pa- Quando si fece pìu marcata la di- al rispetto e all'ordine; ma qu€sta
ty and Roman Law in the Ne]l Tdîament: tola oikos:. metoikoi-paroikoi stinzione tra il Giudaismo e il Cri stessa immagine può evocare an-
The Ssrun Lectures 1960,61, Uúlerslty ((stranieri residenti)), orkeios stiarìesiúo nascente, per cui i cri- che pensieri di aÌtro genere. Esse-
Press, Oxford 1963 (ris!. Baker. crand Ra re memb di una famiglia signi-
pids 1978); Steeemann W ., Wal det Apo (<indigeno>), katoikoi (<<colol'i stiani furono costretti ad abban-
stel Paulusein ù
ischer Btùgeî?,iù ZNW m rtati>r), dioiketès (<ufficiale fi- donare il tempio e le sinagoghe, le ficava ricevere rilugio e protezio-
18 ()98'7) 20O 229t S.rathmann H., ?o/,i nanziario>, <tesorieîer>), oikono- rìrrnionì nelle case di alcuni cre- ne. almeno nella misura in cui il
ec... in GiNr, vol. X. coll. 1310-1328. denti condussero naturalmente al- padrone era in grado di conceder-
n os (<(amministratorer>).
M. Reasoner La famiglia era iormata dai la nascita e allo sviluppo delle li. Ma signilicava anche acquisire
congiunti piir stretti e si allargava Chjese domestiche. E quando un senso di idenlità e dava quella
poi normalmente a includere gli Paolo si rilerisce in seguito alle siclrrezza che deriva dal fatto di
CODICI DOMESTICI schiavi, i liberti, i servi e i lavora- Chiese (ekklesiai), ha in mente appartenere a qualcuno. Paolo
tori, e talvolta anche i soci in af- probabilmente queste Chiese do- esprime queste idee soprattutto
fari e gli inquilini. In linea di prin- mestiche, prese singolarmente o quando dice che i pagani che haù-
SoMMARTo f. il concetto di famigliaj 2.
I codici domestici in Paolo. cipio, il capo dell'unità lamiliare nel loro insieme (cfr. lTs 1,1;2Ts no creduto sono <familiari di
(il <signore>, kytíos o despotés) l,l l). Dior, (oikeioì tou theou, Eî 2,19l.
Tra le metafore usate da Paolo esercitava un'autorità assoluta sui Ma è l'ùso di una terminologia o <della iede>: oikeíoi tès pisteÒs,
per descrivere la Chiesa, quella membri del suo gruppo, verso i collegata alla famiglia per descri- Gal 6,10; cft. lTm 5,8).
della famiglia o dell'ambiente do- quali aveva comunque deglì obbli- vere la Chìesa che fa capire mag- L'influsso della concezione del-
mestico è senza dubbio tra le piu ghi e delle responsabilità giuridi, giormente il pensiero di Paolo sul la famiglia sul pensiero di Paolo
importanti. A essa si collega an- che. Ma la coesione di questa uni- popolo di Dio e il suo modo di vi- si fa senlire anche nel modo con
che il suo interesse per il compor- tà dipendeva soprattutto dal sen- vere nei conîron1i di Dio e del cui egli concepisce il ministero e la
tamento e per le relazioni che si so di fedeltà alle famiglie che de- prossimo (redi Sequela, comunio- figura del ministro. Il ministero di
manifestano all'illterno di ta]e isti- rivava direttamente da comuni ne, partecipazione). 1Tm 3,15 de- Paolo viene visto perciò come un
tuzione e anche l'adozione di una fattori economici, sociali, psicolo- scrive la Chiesa di Efèso come la ufficio dì <<amministr aforct (oiko-
forma dì insegnamento conosciu- gici e religiosi. La famiglia dava (casa di Dior (oikia theou). Più nomia,lcor 9,17; Col 1,25), os-
ta con il nome di <codice dome- ai suoi membri un senso di sicu- che riîerirsi a un edificio o a un sia come ùn incarico affidato dal
stico>. Benché questa forma let- rezza e di identità che le più am- luogo di riunione, ci si richiana padrone a un membro della sua
teraria sia dovuta anche al sorge- pie strutture politiche e sociali non qui al concetto di famiglia come famiglia. Chi riceve questo inca-
re della <Chiesa domestica), è sta- erano in grado di fornire (redi So- ìrniTà sociale lormata da diversi rico, il ministro, è detto quindi
ta probabilmente la stessa struttu- ciologia delle Chiese missionarie). membri, ciascuno dei quali è re- (amministratorer (oíkonomos,
ra della società a ispirare Paolo su Poiché la famiglia occupava un sponsabile verso gli altri e soprat- lcor 4,1.2; Tt 1,7). Questa desi-
questo punto. posto preminente nelle concezio- tutto verso il capofamiglia, per gnazione accentua in particolare il
ni sociali del tempo di Paolo, non raccomandare ai vari gruppi che dovere di eseguire ledelmente gli
I. IL CONCETTO DI FAMI- deve meravigliare che anche l'in- costituiscono quella Chiesa la ne- incarichi dcevuti e di renderne
GLIA cessità di un comportamento ade- conto al padroùe.
- L'unità di base della so-
greco-romana
segnamelto di quest'ultimo ne ab-
guato (la Chiesa nel suo insieme, Nella sua applicazione alla
cietà in cui Paolo bia subìto I'influsso. Nelle sue de-
ha vissuto e operato è costìtuita scrizioni della Chiesa e dei vari lTm 2.1-7i sli uomini e le dorne, Chiesa (in un modo o nell'altro),
I Im 2,8-15; i responsabili o (ve- Ìa netalora deila famiglia può
Codici domestici 255 Codici domestici

combinarsi con altre. Lo mostra la sua scelta di richiamarsi ai co- la îunzione che questa forma po- rezza quale sia la rìsposta piii giu-
ber,e El2,19-22.In questo testo, siddetti <codici domesticin per teva assumere negli ambienti ex- sta. Dalle poche indicazioni che
in cui si usano sei termini colìega- esortare a un retto comportamen- trabiblici piìr antichi. Non si sono abbiamo, possiamo concludere
fi alla parc1a oíkos Q)oroikoi, oi- to all'interno della Chiesa (yedi però trovati precisi paralleli for- che Paolo tendeva a promuove-
keioi, epoikodomethéntes, oíko- Etica). mali. I1 problema di quale fosse re un comportamento sociale che
do mé, synoi kodo meíst he, kat oi- l'intenzione di questi codici non si fosse tenuto in seria considera-
kètètion), si fa ricorso anche al- 2.I CODICI DOMESTICI IN può dunque risolvere sulla base di zione da parte di coloro che si tro-
l'immagine del tempio (naon hs- PAOLO - Col 3,18-4,1 ed Eî critei puramente formali. vavano al di fuori della Chiesa
gion, Eî 2,21). La famiglia di Dio 5,22-33 contengono un i[segna- Quello che si può dire sull'inten- (specialmente lTm 3,7;6,1; Tt
(= il popolo di Dio) e il tempio mento che è rivolto ai diversi zione dei codici domestici del NT 2,5.8.10; 3,10; cft. lPt 2,12). Ma
di Dio, che significa anitutto il membri di una îamiglia. Quello va colto dallo stesso uso che se ne resta da vedere quali fossero i mo-
luogo dove Dio abita, vengono che conferisce a tali insegnamenti fa nel NT e da qualche considera- tivi piu profondi per cui Paolo de-
quindi a formare una cosa sola. una forma letterada particolare è zione più generale sull'ambiente siderava tutto questo. Alcuni han-
il fatto di rivolgersi ai membri del- culturale di quel tempo. Per esem- no voluto vedere in una simile evo-
Queste stesse immagini compaio-
no ancora riunite nell'insegna- la Chiesa con una terminologia pio, si può dìre con una certa Pro- luzione (che non è opera di Pao-
mento di Paolo suÌlo Spidto San- che ricorda i ruoli e le posizioni babilità che uno schema (fìsso> di 1o, ma dei suoi successori) l'inizio
to (Ef l,l4): il medesimo Spirito, che si occupano all'interno di una insegnamento rispecchi un Pro- di una secolarizzazione della Chie-
che abita nel tempio, abita ora nel- famiglia (mogli-mariti, figli- fondo interesse per la îamiglia da sa. Sembra comunque che Paolo
la nuova comunità di Dio. Si sot- genitori, schiavi-padroni) e le re- parte della chiesa primitiva, ana- abbia approvato lo stile di vita
tolinea anche il processo della <co- lazioni reciproche (ci si rivolge a logo a qùello che dimostrano gli onorevoÌe e ordinato, a cui si esor-
struzione> (epoikodomeó\, che ogni membro in particolare), de- autori pagani in campo etico. Da tava con i codici domestici, come
porta a descrivere come un (<edi- scrivendo la condotta da seguire questo si può dedurre che Paolo, una via che avrebbe facilitato la
ficior> (oíkodomè) la Chiesa che con verbi che denotano sottomis- usando un codice domestico cri r ealLzzazlo\e della sua missione

così ne risulta. Che non si tratti di sioîe (hypolossÒ) e obbedienza stiano, manifesta una sensibilità evangelizzatrice in un mondo po-
un luogo di riunione lo si vede dal- (hypdkouo). Q\est1, due testi sono sua propria (opPure quella della tenzialmente ostile (cfr. lTs 4,12).
la natura organica di questo pro- la testimonianza piil completa dei Chiesa) nei confronti di Piu vaste
cesso (<crescere per essere tempio codici domestici del NT, ma un in- aspettative sociali. Il fatto che, so- Vedi anche. Approcci sociolo-
santo)) e dal fatto che ci si riferi- segnamento analogo nel tono e prattutto nelle lettere pastorali, si gici a Paolo; Casa di Cesare, casa
sce a un gruppo di persone. De- nella forma si troYa anche in lTm dia risalto a un comportamento imperiale; Chiesa; Corpo di Cri-
scrivendo poi la crescita della co- 2,1-15; 5,1-2; 6,1-2.17-I9t "ît che sia adeguato e ben visibile al- sto; Etica; Schiavo, schiavitu; So-
munità cristiana in lcor 3,6-15, 2,1-3,8; e lPt 2,13-3,7. Dello stes- l'esterno sembra inoltre rivelare il ciologia delle Chiese missionarie;
Paolo combina assieme I'immagi- so tenore sembrano anche alcu- desiderio dell'apostolo che la Uomo e donna.
ne del piantare e quella dell'<edi- ni testi piìl brevi che contengo- Chiesa andasse incontro il pilì pos-
ficareD. no insegnamenti simili, in lcor sibile a queste attese sociali. B,BÌ Baìch D. L.. Let lllites Be Sub-
L'uso dell'immagine della fami- 14,33-35 (cfr. lCor 11,3-16) sul- Se ora ci chiediamo a quale fi- nissiw: The Donestic Cade in lPeter,
SBLMS 26, Scholals, Chico (CA) l98t;
glia da parte di Paolo tende come I'uomo e la donna (yedi Uomo e ne tendessero questi codici, dob- BarksR., Pdul's ldes olCommunítr: The
suo effetto a rappresentare il po- donna) e in Rm l3,l-7 sulle rela- biamo fare i conti con le intenzioni Eat0 House Churches in Theî Histarica!
polo di Dio come una famiglia di zioni tra la Chiesa e lo Stato (yedi che Paolo si proponeva con que- s€îlirg, Eerdmùs, Crand Rapids 1980i Bo
sto suo génere di insegnamento. sefiiE.. Codici faniliati: storìa dellct ticer
Dio, un gruppo familiare in cre- Autorità civile). ca e prcspettbe,lî, Ri!B 35 (1987) 129'179;
scita, la cui vita in comune richie- Gli studiosi si sono dedicati a Credeva forse Paolo, come già i C.ouch J. 8., The O gin and Intenîíon .'.1
de un servizio e una cura recipro- lungo a ricercare le fonti di questi suoi contemporanei che si occuPa- the Cotossia <Hausta-feb), FRLANT 109.
ci, un riconoscimento delle re- codici domestici del NT. Le fonti vano di etica, che la îamiglia (este- Vandenhoeck & Rùprecht, Góttìneen 1972:
Dibelius M. - Greeven H..,4ndie KoÌos:seL
sponsabilità di ognuno e un sen- profane ci forniscono numerosi sa fino al punto da includere tut-
Epheser, dn Phìlemon, }lNI 12, J. C B.
so di identità, di appartenenza e esempi di insegnamenti in cui ci si ta quanta la Chiesa) formasse 1'e- Mobr, Tùbingen 1953r; Elliolt J. H.,,'l
di protezione. In quanto famiglia, rivolge ai membri di una famiglia. dificio basilare su cui si fondava Hone Jot the Honeless. Forress, Philadel
la società? Oppure questo aspet- phia l98li Filson F. v., The SisniJicance
la comunità del popolo di Dio è Si è pensato ad Aristotele, ai co-
al the EatU Hause Chutches, \1 JBL 58
formata da diverse persone, com- dici dei doveri di ambiente stoico, to del suo insegnamento era una (1939) 105-l 12; Coppelt L., Pinzipien neu
piti e responsabifita, e per poter all'insegnamento etico del Giudai- reazione contro tendenze disordi- îestanentlichet Sazialethik ach dem Pe' I
funzionare realmente ha bisogno smo ellenistico (soprattutto Filo- nate all'emancipazione, basate su husbriel. in H. Bahensweiler ' B. Reicke
quanto è detto in Gal 3,28, che ve- (edò.), Neues Tesrdnenî u dGeschichte,J.
di conservare l'ordine al suo inter- ne) come a probabili fonti di que- C. B. Mohr. Tùbineen 1972, pp.285'296t
no. Sotto questo aspetto sono cer- sti testi neotestamentari. Così pu- niva accolto con entusiasmo ma Hatljnan L., Sone Unotthodor Thoughts
tamente collegati tra loro I'uso re, per chiaire l'intento e il signi- anche con qualche fraintendimen- on the<Household Code Folft), in J Neu_
paolino del concetto di famiglia e ficato di tali codici, si è studiata to? Non possiamo dire con sicu- sneretal. (edd.), fteSocìal wotld oÍ For'
CollaboÌatori, Paolo e i suoi 256 25'7 Collabontori. Paolo e i suoi
mative Chùstisniù and Juddrff, Fortress, I. IDENTITÀ. E DESIGNAZIO. Di questi compagni di lungo pe- nelf insegnamento)) (1Tm 5,17;
Phjladeìphia 1988, pp.2l9-234i Judse E. NI DEI COLLABORATORI - riodo, cinque appaiono subordi- 2Tm 2,6). Si tratta di persone cui
A.,The Social Pattem of Christidn Groups Il numero totale dei collaborato- nati a Paolo, impegnati ad aiutar- si deve rispetto e obbedienza da
in the Fi"Jt Century, Tyndale. London lo e a eseguire le sue istruzioni. Si parte della coúunità (lCor
1960; Malherbe A. J., Social Aspecfs of ri di Paolo ammonta a novanta-
EdrD Chnúianit!, Loui.siana S1a!e Univer- cinque (Redlich) o a ottantuno tratta di Erasto, Marco, Timoteo, 16,16.18) e che, almeno in qual-
sity, Baton Rouge 1977i Molyer S., Ire Re- (Pòlzl), a seconda dell'ampiezza Tito e Tichico (At 19,22, Fil2,l9; che caso, sembrano costituire un
Idtianshíp between Paul's Gospel o.f <<AI
one in Chìst Jesus> (Gal 3:28) and the con cui si definisce il termine. Col 4,7-8; 2Tm 4,10-l2i Tt 1,5; gruppo preposto alla comunità a
<Household Codes>, in voxEr 19 (1989) Escludendo i nomi rnenzionati so- 3,12i cîr.2cot 12,18). Altri inve- seguito di una speciale investitu-
33118; Schrage w., ZuZlhik clet NT Hou lo in Atti e quelli legati a Paolo da ce intrattengono con Paolo un ra (1Ts 5,12; cîr. Harnack l-10).
sta.feln, in NTS 2t (1974) 1 22; Schroeder relazioni imprecisate e generiche, rapporto di collaborazione, ma la- Pertanto, se diventano pigri, non
D-, Die Haustafeh des neuen Testanents meritano di essere sostentati, poi-
(ihre Heîkunl ,nd theolosist:hel Sinn), si possono individuare con un vorano in maniera relativamente
Hamburg 1959 (tesi microfilmata); Theis- buon grado di probabiÌità trenta- indipendente (Apollo, Priscilla e ché <chi non vuol lavorare, nep-
senG., The SocialSettí s olPauline Ch.t sei collaboratori e nove designa- Aquiìa) o si uniscono a lui per spe- pure mangi> a carico della co-
slkÌitr, Fonres, PhiLadclphia 1982; Ver
nerD. C., The Househald oJGod: The So-
zioni (cfr. tabella pag. 258). cifiche missioni (Barnaba, Sila = munità, s'intende - (2Ts 3,10;
cial Wo d oÍ the Pastotol Eptslles, SBLDS 1.1 Collaboratori di lungo pe- Silvano, Marco; cf.. At 13, l-3i cfr. Ellis 1993,7, 10-11,20-21). n
71, Scholars, Chico (CA) 1983; Vielhaue. riodo Alcune di queste perso- 15,40-41;1Ts 1,1). loro ministero, comulque, era
P ., Oikodomè, in G . Klei,t (eò.). AdsAtze ne hanno una relazione duratura 1.2 Quattro designezioni fre- îunzione dei loro doni spirituali,
zum Neuen Testament, TBú 65, Kaiser,
con l'apostolo. Barnaba, Marco e quenti - Le designazioni con cui e il loro sostentamento da parte
Múnchen 1979 (riv-), pp. I 168.
Tito sono associati a lui fin dal vengono indicati perlopiil i com- della comunità e il Ìùolo di leader
P. H. To\rnet tempo del suo ministero antioche- pagni di Paolo sono in ordine de- .rr,p non avevano carattere uîfi-
no (46 ca. d.C.; At l3,l-3.5; Gal crescente di frequenza: collabora- ciale, né avevano una base con-
2,1.13). Gli ultimi due restano col- tore (syrelgoj), ftatello (adel- trattuale.
COLLABORATORI, legati con la sua missione, anche phos), miítslro (diakonos) e apo- 1.2.2 Fratello (adelphos) ll
PAOLO E I SUOI se in maniera intermittente, sino stolo (apoJlo1o,r). termine <<fratelli), così come
alla fine della sua vita nel 67 ca. L 2. 1 Collobordto rc (sjnergos\. <schiavi>r (doalo4, viene riferito
d.C, (vedi Lettere pastorali); Alcuni dei compagni di Paolo ven- sia ai cristiani in genere sia agli
SoMNraRro - L ldentita e design^zioni dei e
collaboralorii 1.1 Collaboratori di lungo questo vale anche per alcuni altri gono designati come collaborato- operatori impegnati nella missio-
periodo; 1.2 Quattro designùioni fre
qùentij 1.2-1 Collaboratore (sl,nelsos) i che si accompagnarono a Paolo ri <di Paolo>, (in Cristo), per la ne. Esso ha spesso quest'ultima
1.2.2 Fftiello (adelphos); 1.2.3 Minislro nel corso della sua missione in comunità cristiana (Rrr 16,2.9.21 ; connotazione quando è ùsato con
(diakonos); 1.2.4 Aposfoli lapostoloi) d: Grecia: Timoteo, Luca, Priscilla 2cor 8,23i Fil2,25). Essi colìabo- l'articolo (cfr. Ellis 1993, 13-17),
CesiÌ Crislo; 1.3 Altre categorie di colla' (: Prisca) e Aquila, e forse Era- rano altresì (con Dio) (lCor 3,9i come appare con evidenza quan-
boratori; 1.3.1 Parenti di Paolo; 1.3.2
sto (50-52 ca. d.C.i At 16,1-3.10 lTs 3,2 [D]; cft. Harnack 7; ma do (i fratelli> sono distinti dalla
ColÌaboralrici; 1.3.3 Il partito della cir
concisione; 2. Classiîicaziore delle loro k(no t; 18,2; 19,22;Rm 16,3.21.23; cfr. Furnish 369: <per Dio>) all'o- <Chiesa) (lcor 16,19-20) o dai
attivitài 2.1 Compagni nella predicazio- ZTm 1,2. 4,10-11.19-20; 'lt 1,4\; pera di lui, anche se sono (seryi- credenti in genere (E16,23-24i Fil
ne e nell'insegnamento; 2.1.1 Collabora-
nonché di alt che compaiono a lotlr, (diakonoù diDio, tanto che 4,21-22i Col 4,15). Probabilmen-
tori localir 2.1.2 Collaboratori che ac- ciascuno (riceverà la sua merce_ te ha questo senso anche nella let-
compagnavaro Paolo; 2.2 Conpagni nel partire daÌ primo ministero egeo
I'attivìtà di scrittùra;2.2.1 Mitrenti d€lle di Paolo: Apollo, Trofimo e Ti- de secondo il proprio lavoro) tera che Paolo scrive da Antio-
lettere insieme con Paolo; 2-2.2 Se|Jet:a chico (53-58 ca. d.C.; At 19,1; (lCor 3,8). Collaboratori, Iavora- chia (clr. Longenecker LXXX-
ri; 2.2.3 Coaurori; 2.2.4 Destinatarì del- 20,4; lcor
16,12; Ef 6,21; Col4,7 i tori (eryaldù e (qu€lli che fatica- LXXXVII) ai Galati: ((Paolo... e
le letlere:2.2.5 Autori dì radizioni nelle
2Tm 4,12.20: ît3,13). Sulla base (hoi kopionles) sono termini tutti i fratelli che sono con me,
della probabile provenienza da ^or,
praticamente equivalenti per indi- (Gal l,l-2); e in altri casi il termi-
Negli Atti e nelle lettere paoli- Cesarea di tre lettere dal carce- care un gruppo o una classe spe_ ne si riferisce a collaboratori che
ne rìcorrono ùn centinaio di no- re Efesini, Colossesi e Filemo- cifica di persone, e non vengono compaiono come mittenti della
ne (58-60 ca. d.C.) usati in riferimeÌìto ai fedeli in ge- Ìettera insieme con Paolo (1cor
mi di persone collegate all'aposto- - si può ag-
nere. Al contrario, essi sono aP- l,l; 2cor 1,1; Fil t,lt Col 1,1; lTs
lo a diverso titolo e con diverse giungere iÌ nome di Dema, benché
funzioni in questo o quel momen- questi abbia abbandonato la mis- plicati a un personale itinerante o t,1; cfr. At 13,1-3). La designazio'
to del suo ministero. Esse parte- sione verso la fine della vita di stabilmeDte sul posto - al quale ne (i fratelli> può riferirsi sia ad
cipano all'attività di predicazione Paolo (Col 4,14; 2Tm 4,10; Fm fra I'altro è riconosciùto il diriîto operatori che lavorano stabilmen-
e inseg[amento dell'apostolo e 24). A questa decina di collabora- di essere pagato o sostentato, se- te in comunità locali (Fil l,14; cîr.
collaborano alla stesura dei suoi tori di lungo periodo si aggiungo- condo quanto disposto da Cristo Col 1,2 con 4,15-16; cfr. At
scritti; e la loro presenza qualifica no moìti altri che partecipano al- (lcor 9,14; lTm 5,18b; cfr. Lc 11,1,29; 12,l"l), sia a persone im-
pegnate in un ministero con carat-
l'opera di Paolo come un <mini- la missione di Paolo per periodi di 10,7b) - che includeva <<quelli che
tere di missione itinerante (2cor
stero cooperativo)) (Hanington). tempo piu brevi, si affaticano nella predicazioùe e
Collaboratori. Paolo e i suoi 258 259 Collaboratori, Paolo e i suoi

adelphos apostolos diokoltos ($,n)douolos koinónos ho kopión (s!)stntiaEs synoichmalólos syneryos


<fratello) (apostolo) (ministlo) ((con)servo) (compagno> <falicatore) (compagno> (colnpagno) (collaboratore)
d'armi di prigionìa
(lCor 16,15-18) (lCor 16,15-18) - (1cor 16,25-18)
Rm 16,7 Rln 16,7
Apollo lcor 15,12 lcor 4,9 lCor 3,5 - - lcor 3,9
AppiaL
Aquila e Prjsca
Gi4 _
- Rn 16,3-5
Archippo (Col 4,17) a,n ,
Col4,l0
Barnaba - or
(1 Cor
rì,o.ro
9,t6)
(1cor 9,7)

Clemenle' _ - Fil 4,2-3


Dema Fm 24
(CoÌ 4,1i-14)
Epafra Col 1,7 Col tJt 4,12 Fm 23
Epafrodito, Fil2,25 Fil 2,25 uoi,r, - Fil2,25
Erasto
___ l{t 19,22)
Evodia e Sintiche,
Febe' (Rm l6,l) (Rm 16,1)
- (Fil 4,2-3)

(lCor 16,15-18) (lCor 16,15-18) - (lcor 16,15-18)


Giuniar - Rn_16,7 Rm 16,7
Giustor - Col4,10-11
Luca - Fm2{-
(col4,ll-14)
Marco - (2Tm 4,11) - Fm 24
(CoÌ 4,11)
Mariaj Rm-16,6 _
Onesimo c"io.,
Persidd Rm 16,12
Filemone' (Fm 7) U. tt - ar" t
Qua o, Rn 16,23
Sostenel lcor I,l
Sila At 15,22 ,r" t,,
(lTs 3,2)
Stefana' (lCor t6,15-18) (lCor 16,15-18) (lCor 16,15'18)
Timotm 2cor 1,1 - (At 19,22) - 2îljr, 2,6 Rm t6,21
Col I,I - 2Coî 3,6;6,4 (lCor 16,10)
lTs 3,2 lTs 3,2 utt t, t (lTs 3,2)
llì 1 (lTs 2,7)
Tito 2cot 2,13 zcot 8,23 zcor 8,23
(2cor 8,ló-23)
Trilena e Trifosar
Tichico Ef
- Rn 16,12
6.21 Ef 6,21
Col 4,? Col_4,'7 Col_4,7
Rm 16,9
Paolo *r t,t lcor 3,5 Rm 1,1 Fm 17 (lcor 15,10 (lcor 9,7) lCor 3,9
passin passim passin')
Cristo Rm 8,29 Eb 3,1 Galz,l1 Fll 2,7 clr 2cor 1,5 7
Eb 2,1t t2
Rm 15,8
Cristiani Rm 8.29 ?Eb 6,10 lcot 7,22
lCor 3,1 Ef 6,6

'Menzionato solo in un passo (una leitera).


jMenzionato
una sola volta, insieme con Paolo in un saluro.
rMenzionato una sola volta, come destjnatario deì saluto di Paolo,
Collaboratod, Paolo e i suoi 260
261 Collaboratori, Paolo e i suoi
2,13; 8,18.22-23a clr. Ar 10,23; ta nel NT in maniera più stretta ai
t t ,12). Dodici (per esempio, Ar 4,35-17; con il suo esito cristiano Più di rusalemme che aveva contribuito
1.2.3 Ministto (diakonos) quanto Tarso abbia a che vedere alla stesura e difîusione del decre-
Il
terrnine diakonos ricorre in stret-
- 5; cfr. Ar 6,2 con 6,6; 9,27), ta sua
con quello di Paolo (At 18,24; to del concilio (At 15,22-23: grcp
limitazìone ai Dodici più PaoÌo è
ta connessione con le designazio- 22,3; vedi Giúd'eo, Paolo come). santes dia cheiros aulór), si unì a
ura creazione della Chiesa poste- Paolo neÌ corso della sua missio-
ùi precedenti (lCor 3,5.9; 2Cor rrore. lnsegnando e predicando nell'area
6,1.4), ma ha un significaro un po' dell'Egeo, Apollo continuò a in- ne in crecia (50-53 ca. d.C.; At
Fra i collaboratorì di Paolo tro-
più specifico. Ilmodo migliore di crociare occasionaìmente Paolo 15,40-18,22). In lTs 1,1 e 2Ts 1,1
viamo, qualilìcati come apostoli di
tradurlo è probabilmente con <nli- dall'inizio degli anni cinquanta al- egli compare come mittente insie-
GesÌì Crìsto, Apollo, Barnaba e
nistro), dal momento che si rife- la metà deisessanta (Tt 3,13). me con Paolo di queste lettere e
Sila. Apollo è probabilmenre in- probabilmente ne fu aDche coau-
risce ad operatorì che svolgono cluso con Paolo e Pietro nella fra- Barnaba, nativo di Cipro, com-
particolari artiyirà di predicazio- pare come membro della Chiesa di tore (cfr. sotto, 2.2.1). AÌ pari di
se di Paolo (noi, gli apostoli)
ne e insegnamento, che si tratti (lCor 4,9; cfr. 3,22,1,1) e messo Gerusalemme fin dai suoì primi Marco (Co14,10; Fm 24i lPr 5,13;
dello stesso Paolo o di suoi colla- alla pari con loto. Di conseguen-
giorni (At 4,36). Fu lùi a presen- cfr. Ellis, Making), Sila collabo-
boratori (lCor 3,5; 2cor 3,6;6,,1; za, quando Apollo è descritto in tare Paolo, appena convertito, ai rò successivamente alla missio-
Ef 3,7-8; Col 1,7.23; 1Tm 4,6) o Artì (18,24-25; cîr. 19,t-7) come Dodici, e fu lui a soìlecitarne poi ne di Pietro, per il quale Pure
anche di suoi oppositori (2cor la partecipazione alla missione el- svolse lavoro di scrittore in veste
<ammaestrato nella via del Signo-
11,15.23; cfr. Ellis 1993, 102-103; re), (cîr. Lc 3,4; 20,21) e di lui si lenistica ad Antiochia di Siria; con di segretario nella stesura di lPt
Georgi 2'7 -32) . Y ale per i d ia kono i Paoìo è annoverato fra i <profeti (lPt 5,12). Con Paolo, è indica-
dice che <conosceva soltanto il
quanto detto per <i fratelli)): pos- e dottori>) ivi residenti (At 9,271 to come cittadino romano (At
battesimo di ciovanni Iil Barti-
sono seNire presso le comrÌnità lo 11,25-26:' l3,l), Barnaba e Paolo 16,37-38), e in lTs 2,6 (gr. 2,7)
stal), si deve forse iùtendere che
cali (Rm 16,1; Fil 1,1; lTm 3,8). egli era un apostolo del Cesu ter- sono equiparati agli (<altri aposto- tutt'e due congiùntamente sono
oppure in giri missionari e, in ti>r in lCor 9,5-6; e sono chiamati designati come (apostoli di Cri-
restrc, che contìnuò la sua attivi,
qùanto maestri, sono ricordati fra (apostoli)) in At 14,4.14, testi che ston (C hristou apos folor), espres-
tà di apostolo indipendentemente
coloro che meritano una mercede si riferiscono probabilmente a co- siore che li qualifica entrambi co-
dalla Pentecoste e dagli avvenì-
(Gal 6,6; Longeneck.t 218-2'79). loro che avevano ricevuto l'inca- me individui che avevano ricevu-
menti diCerùsalemme. di cui do-
1.2.4 Apostoli (dpostoloi) di veva essere all'oscuro (At l-6), rico da Cristo, e non agli <apostoli to personalmente l'incarico da
Gesìt Crísto Come i ministri so Polrebbero berlissimo essel e suoi delle Chiese> (2cor 8,23 = mis- Cristo. È per questo che Sila, co-
sionari delegati), uso quest'ultimo me Apollo (cfr. sopra), è anno-
no un tipo particoÌare dioperato- i convertiti di cui si parla in At
verato fra i settanta apostoli nel-
ri, così gli apostoli (aposlo/ot') di 19,1 7. E se il suo fervore <nello iorse estraneo a Luca/Atti. Dopo
Gesù Cristo sono un tipo parti- aver lavorato con Paolo nella vi- la tradizione delÌa Chiesa, la qua-
spirito) (come suona nell,originale
colare di ministri. In paÍe, com- greco lrespressione di At 18,25 re- sita a Gerusalemme in occasione le, coll evidente fraintendimen-
piono lo stesso lavoro e possono della carestia e nella missìone a Ci- to. lo considera anche persona di-
sa spesso iD italiano semplicemen-
quindi essere chiamati (ministri) pro e in Galazia, insieme anche col versa da Silvano. Il fatto che lui,
te con (pieno di fervoren) si rife-
(clr. lCor 4,9 con 3,5; Ef 3,5.?). risce alLo Spirito Santo, potrebbe cugino Marco (46-49 ca. d.C.; At Apollo e Barnaba siano chiamati
Sotto altri aspetti, però, costitui- l3-14; Gal 2,1.9), e nel concilio di profeti o ministri non esclude la
trattarsi dclla stessa potenza del-
scono una categoria piir esclusiva. lo Spirito Santo attiva nelle mis- Cerusalemme (J0 ca, d.C.; At loro qualifica di apostoli, dal mo-
Essi sono qùelliche hanno <vedu- 15,2.12.22t cfr. Gal2,l3), Bama- mento che Paolo applica a[che
sioni apostoliche anteriori alla ri-
to Gesù, Signore nostro) (lcor surrezione (cfr. Lc J 0). Qucsta ri- ba si dedicò con Marco all'evan- a se stesso quelle altre designa-
9,1; cfr. 15,5,8), cìoè quelli cui Ge- costruzione spiegherebbe perché gelizzaziore di Cipro (At 15,39). zioni (1Cor 14,37t 4,11; lTm2,'7t
sù risorto affidò la mìssioDe, dal nel racconto lLlcano Apollo, alpa- Negli anni cinquanta, a quanto Col 1,23; cfr. Ellis 1993, 132n,
momento che le sue apparizioni ri dei Dodici, rimanga senza bat, pare, esercitò il ministero in giro t38-r42).
per I'Egeo e in Asia Minore, a vol- L2.4.1. Falsi apostoli - La cer-
sembrano essere state sempre as- tesìno (crìstìano), e darebbe ra-
sociate alÌ'investilura per una mis- gione altresì del suo successivo ìn- te presso comunità paoline, com€ chia piii ampia degli <apostoli di
sione. Nella categoria degli apo ci fa credere il îatto che egli fosse Cdsto)> includeva un cospicuo nu-
serimento nella lisra dei Settanîa
stoli ricadeva un gran numero dì noto alle Chiese di Paolo a Corin- mero di innomjnati oppositori di
(Pseudo-lppolito, Sui Settanfa
persone, incìusi <cinquecento fra- to (53 ca. d.C.i 1Cor 9,6) e a Co- Paolo che, come Giuda, avevano
Apostoti50; ANFY,256). La sua ricevuto l'incarico da Gesil, ma si
telli) (lcor 15,6): e quesro è un identificazione come giudeo ales- losse (60 ca, d.C.; Col4,10). Co-
modo di intendere gli <apostoli di me Apollo, è annoverato dalla tra- erano trasformati in <ministri di
sandrino si richiama al suo luogo
Cristo> che è comune a tutto il di nascita e ai suoi speciali dirifti dizione posteriore fra i settanta Satana) (2cor 11,15), che predi-
NT, compresi Luca/Atri (cfr. El- apostoli (cfr. sopra; cfr. Clemen- cavano <un altro vangelo> (2cor
politicì e civili (cli. Fjlone, F1acc.
lis 1987, 132 135). Benché la de te di Alessandria, Strcm. 2.20', 11,4; cfr. Gal 1,6; lTm 4,1) ed
53l. Leg. 3'7l; Kasher 261), e pro-
signazione dj 4po.t1o1l sja riserva- babilmenle non ha a che vedere Eusebio, Ititl.,6ccl. l.l2,I; 2.1.4). erano quindi <falsi apostoli))
Sila, profeta della Chiesa di Ge- (2cor 11,13). O forse, piu sempli-
Collaboratori. Paolo e i suoi 263 Collaboratori. Paolo e i suoi
cemente, avanzavano indebita- so (cîr. lCor 15,8). Essi vanno nome! ùna qui e l'altra in Col 16,6.12), meùtre altre appartene-
mente la pretesa dì aver ricevuto identìlicari, in realtà, come missio- 4,14, Fm 24 e 2Tm 4,11. Ma la co- vano a famiglie ricche e sostene-
l'incarico da Gesrì? Verso la pri- narj delegati. sa è del tutto plausibile, in quan- vano Paolo come benefattrici o
ma interpretazione fanno inclinare 1.3 Altr€ categorie di collabo- to Luca potrebbe essere unrabbre- mettevano a disposizione le loro
il precedente dconoscimento (cau- ralori L3.l Parenti di paoto - viazione di Lùcio, e Atti colloca case come Chiese domestiche (Rm
stico) di Paolo della loro qualili- Nella prima tase del suo ministe- Luca in compagnia di Paolo piìr 16,15; Col4,l5; Fm 1-2; cfr. Rm
ca di apostoli (2cor I I,5; cfr. El- ro Paolo, per sîuggire ai nernici di o meno nello stesso arco di tem- 16,13.15-16; At 16,14-15,40: cfr.
lis 1993, 105-106) e le lettere cre- Gerusalemme, si rìfùgiò a Tarso po (At 20,5-6, <noi>). Gillman).
denzialj (2cor 3,1), nonché I'ana- in Cilicia, sua ciftà nalale, dove 11 latto che Paolo merlziolli que- 1.3.3 Il pattito della cìrconcísio-
logia con Satana. Nel Giudaismo esercirò ìl ministero per una deci- stj parenti collaboratori getta un re - Gli <ebraistiD di stretta os-
dell'epoca, si pensava che Salana na d'anni (36-46 ca. d.C.; Gal po' di luce sulla strategia da lui se- servanza! o <partito della circon-
fosse stato origìnarianÌente un an- 1,21; A-t 9,30; 11,25; 15 ,23: 2t,39: gùila nella sua missione. Egli cisione)), e gli (ellenisti) più tol-
gelo di Dio, un angelo della luce 22,3). E ragionevole supporre che sfruttò i contatti con i parenti nel leranti in campo dtuale si scontra-
(cfr. Lc 10,18; Cd 8-9; lEn6iGb egli avesse lì dei parenti che gli die- disegnare la mappa della sua evan- rono all'interno della Chiesa pra-
I,6i Zc 3,l) il quale, dopo la ca, dero asiÌo al suo anivo. In segui- gelizzazlo]i,e di Tessalonica e di ticamente fin dagli ìnizi (At 6,1;
duta, diventò. insieme con i suoi to, troviamo il figlio della sorella Berea e, ottenuta la loro conver- 11,2-3; 15,1-2.5). Gli ebraisti ben
angeli, ia poterlza invisibile che sta che lo aiùra dopo il suo arresto a sione, li accolse come collabora- presto si divisero in due fazionir
dietro i dominatori di questo mon- Gerusalemme in occasione della torie compagni nella sua attività i <<giudaizzanti>, che pretendeva-
do (lCor 2,8; cîr. Dn 10,13; Ez sua visita per consegnare i frufti missionaria e utilizzò le loro case no che i convertiti dal paganesi-
28,12-15; 1QM 1,1; forse Rm t3,l della colietta (58 ca. d.C.; At come Chiese domestich€ per le sue mo dovessero essere circoncisi e
Iexousiaíl; Is 14,12) e i falsi mae 23, r 6). comunità. Se ammettiamo che Lu- osservare le regole mosaiche (Gal
stri (CD 12,2-3), e si maschera con ln Rm 16.7.11.21 Paolo men- ca pure fosse un parente, allora 2,4-5.12.\4; At 15,1.5), e gli ebrai-
la sua precedente giLlstizia (2Cor ziona sei parenli (sÌggeneis = non solo non regge piii la tradizio- sti <(ortodossiD, come Giacomo,
11,14- l5; cfr. Mt 12,2.1). <parenti)! ùon <compagni giu- nale ma errata convinzione che che, pur osseNando personalmen-
1.2.4.2 Apostoli delle Chiese dei>r), cinque dei quali ebbero un Luca îosse un gentile (cfr. Ellis te con scrupolo tutte le tradizioni
Fra i compagni di Paolo ci soDo ruolo più esplicito nel suo ministe- 1987, 52-53), ma si spiega anche giudaiche, ammettevano che i cre-
anche <apostoli delle ChjeseD, cioè ro. La coppia sopra citata, Andro la tappa di Paolo, nel suo viaggìo denti ellenisti e gentili non lo fa-
missionari delegati. Dj questa ca- nico e Giunia, erano convefiiti missionario, a Troade. Egli vi si cessero (Gal 2,9-10; At 15,19-21;
tegoria îanno parte i fratelli sen- della prima ora, conquistati a Cri- recò con l'intenziol1e di aggregare 21,11: cfr. Ellis 1993, 116-128).
za nome che viaggiano con Tito, sto prima ancora dell'apostolo. È al suo gruppo un uomo di îiducia Paolo si oppose fermamente ai
incluso uno il cui servizio (nel pertanto probabile che fossero pa- che conosceva bene la zona e svol- giudaizzanti (2Cor 11,22; Tt 1,10),
vangelo)) era molto apprezzato renti di Cerusalemme malldati co- geva già il suo ministero a Troade ma cercò di lavorare di comune
(2Cor 8,16 24.23); Epaùodiro, me missionari da quella Chiesa a (At 16,10, <noi)r. Al momento op- accordo e con îattiva collabora-
<<aposlolor, (a postolos) inviato alla Roma. Come Paolo, avevano su- portuno egli utilizzò aÌtresì le doti zione con gli ebraisti <ortodossi>,
Chiesa di Filippi da Paolo (Fit bito la prigionia a motivo del van- di Luca per compoÍe un v.Lngelo promuovendo collette per la loro
2,25), e Andronico c Giunia, pro- gelo, benché non necessariamen- con quello che Gesìl aveva detto e missione (giacobita) con base a
babilmente ùna coppia di sposi pa- te nello stesso tempo e nello stes- latto, da leggere Delle comunità da Gerusalemme (Gal 2,lO, mnèmo-
renti di Paolo e <apostoli insigni) so Ìuogo (Rm 16,7). Giasone (Rm lui îondate (cfr, Lc 1,1-4). neuòmen: Rm 15,25-2'7 i lcot
(epÌsemoi en tois apostoloìs, Rm 16,21) altri non è, probabilmenre, 1.3.2 Collabotatrici - Ut îo- 16,3; 2cor 8-9; At 11,29-30;
16,7). Questa espressione ha in- che il Ciasone di Tessalonica che tevole numero di donne sono ri- 24,17). Quardo qualche ministro
dotto a volte a identilìcare quesri aveva ospitato Paolo e che appa- cordate come compagne di Pao- ebraista, come Sila, profeta della
ultimi come (apostoli di Cristo), re come il patrono di una locale lo, sia in Atti sia nelle sue lettere Chiesa di Gerusalemme, riuscì ad
ma una simile inteÌpretazione non Chiesa domestica (At 17,5-9). At- (cîr. tabella; cfr. Schùssler-Fioren- adattarsi a una missione ai Genti-
si giustifica alla luce dellc descri- lrettanto probabilnleDte, So!ipa- za, Cerberding, Trebilco). Alcu- li, Paolo non esitò ad aggregarlo
zioni: l) questa coppia, altrimen- îro è il ùome completo di Sopatro, ne sono chiamate mi[istrl (diako- al propdo gruppo di ministero (At
ti sconosciìita, diflicilmente può che rappresentò la Chiesa di Be- 15,40), e a Cesarea ebbe fra i suoi
essere presentata come di (aposto- rea nella vìsita per la colietta a Ge- missionari (apostoloù, e molfe collaboratori due aderenti al par-
li insignì> in confronto a un Pie rusdemme (At 20,4). erano impegnate in ministeri di in- tito della circoncisione, Marco e
tro, un Giacomo o allo stesso Pao- L'identìficazione del Lucio di segnamento e predicazione (Rm Giusto (Col 4,10-11). In questo
10; 2) inolrre, se lossero stati <apo- Rm 16,21 con Luca, il caro medì- 16,1.3.7i Fil4,2,3i cfr. At 18,26). modo l'apostolo cercò di mante-
stolì di Cristo>. la frase <che era co, autore di Luca/Atti, pone il Quelle che (hanno faticato> e <la- nere l'unità della Chiesa pur nel-
no in Cristo già prima di me)) sa- problenÌa del perché PaoÌo avreb- vorato> svolgevano non specifica- la diversità della prassi (cfr. Rm
rcbbe una ridondanza priva di sen, be usato due forme diverse del sùo le attività per la Chiesa (Rm 14; Cal 6,15).
165 Collaboratori, Paolo e i suoi
Collaboratori. Paokr e i suoi 264
Iessalonica per <confermarvi ed è evidentemente all'opera in qua-
2. CLASSIFICAZIONE DEI-I,E anche nelle dottrine che gli erano c\ortarvi nella vostra lede)) (lTs si tulte le lettere, anche se ne è no-
LOROATTIVITÀ DicolÌabo- proprie. I'aolo ammonìva le sue 1,2,6), e successivamente a Corin- minato uno solo, in Rm 16,22i
ratori ne troviamo quasi seùpre Chiesc a persevetare nelic traclizio-
ro per <richiamaryi alla memoria Terzo (vedi Lettere, forme episto-
accanto a Paolo: essi partecjpava- ni che egli conscSnava loro, e Le lo- tari), Con ogni probabilità il segre-
lc vie che vi ho indicalo in Cristo,
no alla sua mìssione in moLti mo- dava quando lo facÒano (lCor tario era scelto tra i credenti, ma-
tome insegno dappertutto in ogni
di dìi'ersi. (lccasiorlahÌrente. lo 11,1; Col 2,7-8; 2Ts 2,15; 3,6). Per ( hiesar (lcor 4,17). In seguito, gari dalla casa di un convertito ab-
guidarono nei suoi viaggi (At 9,30; trasmettere i suoi inscsnalnenti it un certo momento, satanno in- biente, e diventava così uno dei
21,16;27,1, <noi); At 28,15) e, Paolo utìlizzò, probabilmcnte 1in collaboratoÌi. ll suo rùolo, secon-
rizlti a Corinto Tito e altri, inca-
cosa piir importantc, si uÌritollo a dall'inizio. un certo tÌutneto di ricati di uDa missione piÌr diffici- do le modalità di scrìttura delle let-
lui nelle sue altì\'i1à llissionarie collaboralori, inclusi dci conver- lc. nella ceitezza che Tito (cam- tere nell'antichità, poteva andare
(Gal 2,1; Aî 11,30; 15.2; 19,29). itì locali particolarmente dotati. nrina con lo stesso spirito, sulle dallo scrivere sotto dettatura all'o-
t

Alcuni lo accompagnarono ùella nonché quelli che Lo accompagna, rrìedesime tracce> dello stesso perare come vero e proprio coau-
visita per Ìa collelta a GerusaLem- vano e che venivano in\'ìati in cet
l'aolo (2Cor 12,18; cfr.8,16.24). tore. Per quanto riguarda le lettere
me come rapprcsentanti clelle ra- te occasioni per consolidare lc suc paoline, esso dev'essere stato di-
Infine. Tìto si recherà in Dalma-
rie Chiese (2cor 8,19; At 20,,1-6; Chiese o darc loro istrttzio]li. /1a (-ft 3,12i 2Ttrl 4,10). verso a seconda delle sue doti in-
cîr. lCor 16,3-4). 2. I. J Collahotutorí bcali
Tichico fu mandato come lato- tellettuali, della fiducia che I'apo-
Credenti abbilnti, lrar cui parec- Stefal]o e alrri collaboratori loca
chìe donne (cfr . sopra, 1.3.2), ol li di CorinLo ricevettcro un mini
re dj lettere agli Efesini (Ef stolo riponeva in lui e della situa-
6,21 22) ealtri, e aiColossesi (Col zione di Paolo Íel particolare mo-
Irirono ospitalità a Paolo in varie slero (dldtoril) chc probabilmen meùto, se prigioniero o libero,
non solo per conferìre un ca-
,,1,J), se
città, alcuni misero a disposizjo
e rc andava al di là deiservizi Drati- in viaggio o residente in ùna cit-
rattere personale alla corrispon-
ne le loro case pcr le esigenze del ci per includcrc uD ministero del
Llenza, ma probabilmente anche tà. ll segretario sembra aver avu-
le comunità locali (Rm 16,3-5; la Parola (lCor 1ó.15 16; clr.
lCor 16,19; Fm 2i At 17,5 7; 2cor 5,113-19). Fssi, e (i lratellì)) fcr illustrare gli insegnamenti di to notevole influenza nella stesu-
I'aolo secondo quanto le circo- ra delle Lettere pastorali e di un
18,2-3.7; cîr. Ellis 1989, 139-l:15). cui cì si rivolge ìn 2Ts 2,13 [B], stanze potevano richiedere. Con certo numero di altre lettere (cfr.
Nla ì piir inportanti lra tutti cÌa- vengono qualificati coDre i (prjmi Richards 128-198; Ellis, Making).
uguale autorità egli (o Arlema) fu
no qùei coÌlaboralori ricchi d'iù lîLrlti> Grparche), ur ter rninc con nofiìinato a prendere il posto di 2.2.3 Coautori ll segretario
gegno che affiancarono Paolo co- cui si indìcavano (anche) i lìgli pri che ha collaborato a I e 2 Tessa-
fito come supeNisore delle Chie-
ore cornpagni neÌla predicazione c mogcniti corìsacrali, r!essi da par-
\e di Creta (Tt 3,12) e a servire da lonicesi è probabilmente un coau-
nell'jnsegnamcnto o gli fecero da te per il ser-vizjo di Djo (clr. Es rnessaggero di PaoÌo, o forse suo tore e va identificato con Sila/Sil-
scgretari, e che coùìpaiono come 22,29 LXX: apdt(ha: Ellis 1993, vano. chc fu anche coautore del
\ostiruto, a Efeso (2Tm 4,12)-
destinatari dclLc sue lettere o loro 8, l9 20), benché ìn Isracle i nìem-
A mano a mano che la missio- decreto del concilio di Gerusalem-
coautori. bri della trìbir di Leli servisscro ìre dell'apostolo aÌlargava il suo me (At 15,22-23; cfr. sopra, 1.2.4;
2.1 Compagni nella predicrzio- comc sostituli per i pÌimogeùiti
raggio di azione, Paolo si trova cfr. Selwyn 9-17). Più dubbio è,
nc e nell'insegnamento In nÌo delle altre tribù (NÌn 3,ll-13). va a dipendere sempre più dai suoi invece, che il segretario che scris-
di a noi non del tutto chiari, l"a- Questi operalori, predicatori c collaboratori non solo per porta- se Colossesi - Timoteo o altro
poslolo addestrò quelli îra i suoi maesllilocali, in eran partc adde-
re avanti il suo ministero di evan- ne sia stato anche coautore (così
collaboratori che si rìvelarono do sLrali dallo stcsso Paolo, \.engono p.elizzazlone e insegnamento, ma Ollrog 241-242).
tatj peÌ la predjcazionc c I'jnsegna- nìenzio ati in di\erse suc lcttcrc anche per poter svolgere la sua at- 2.2.4 Destinatari delle lettere
mento (cfr. Rm 12,6 8; lCor (Gal 6,6; Iil :1,2'3; clr. 1.1; 1fs
rì\,ità di scrittùra. lnevitabiìmente, i destinatari del-
12.28: Cal 6.6: El4. I l). in manie' 5,12 l3;2Ts 3,6- l 1). l-i tlovìano 2.2 Compagni n€ll'attiviîà di le lettere dì Paolo, anche di quel-
ra tale che non solo assinrilasscro all'opera alche ùeÌla Chicsa di 2.2.1 Mittenti delle let le orìentate e indirizzate alla Chie-
gli clcmcnti lbndamentali dell'an Clolossc, a quanto pare lbndala da
scrittura -
nuncio cÌisîiano e delf intcrpreta- tspalra, <compagoo nel servizio)
tete insieme con Paolo Millenti sa nel sùo insieme, erano singoli
delle lettere insieme con Paolo - individui. Per le Chiese fondate
zionc cristoÌogica clella Scrillura, (Col 1,7'8; 2,1i 3,16r,1.12.16). dail'azione missionaria di Paolo.
Sostene, Timoteo, i fratelli, Sila
ma fossero anche in grado c1ì tra' 2.1.2 Collabonirori che uccom questi individui erano sicùramen-
sono menzionati in otlo delle tre-
smettere ai 11ùovi coùverliti il suo pLtE orano PaOk) Parccchi col-
dici lettere paoline; Timoteo in sei te persone cui l'apostolo affida-
messaggio e quelÌo apostolico ìn laboratori in particolare Timo- di esse. In che modo contribuisse- va il compito di leggere la lette-
gencralc. Paolo sjcuramente ade- teo, Tito c Tichìco accompa ro non sappiamo, ma difÎicilmen- ra alla comunità riunita. Nel ca
rì a una pjattaiorma concordata Snavano Paolo e all'occorreDzà le la loro meDzione nei saluti è pu- so di Colossesi e 2 Tessalonice-
di catechesi apostoÌica, come ap veni\,ano inviali allc suc Chiese per
si, i collaboraiori, cioè (i fratel-
ramente ornamentale (cfr. Conzel-
pare con evidcnza cla Rm 6,17 c insegnare ìn sua asseùza. I imoteo
ùann 234-235). lir stessi, sembrano essere i desti-
l6,lJ; c quando foncÌa!a rÌrÌa er a sralo ben islruilo dall'aposto-
natari primari delle lettere (Col
Chiesa, egli jstruiva jsuoi îcdcli lo, e perciò llolé esseÌe inviaLo a
2.2.2 Segrclafi - Un segretario
Colletta per i santi 266 .t6'7 Colletta per i santi
l,2t 1,16;2-fs 2,1 2; 3,1-15; F.llis eeiillc l\lN) 1992; Harnack A., 11OPOS,
1993,1'7-22\. i.7,Nrr'17 (1928) t-l0i Harringron r). J.. vizio sacro che voi adempite)) (ra (Per la cronologia paoljna seguia-
2.2.5 Autori di .adiziotli nelle
Ptùl dhd (:olldhoa ire lúilìrrlf. i. NaÀ tliukonía tes leilourgias, 2cor mo qùi Ì'opinione lradizionale;
3 (1990)62lliRinr.rA.. the.Ict\\ in rrpt- ,).12). 2cor 8,4 usa tre termini si- per altri punti di vista, cft. Lue-
lellerc di Paolo Benché sia dii- lcri\tn ond RÒrla Etrtti. J. C. U Nfohr,
îicile documentarlo, è probabile Tirh r grD laSi kjr\ Í .Pljlter)ar ltn.n)! rùultareamente: (domandandoci demann). La traccja seguente di
,lt, Lcr/ù\ at P,r/, \h np.ior. Na\h\iit; (on insistenza la g/aiía (charis) dt questa sua preoccLlpazione la tro-
che un ceno numcro di brani pre
formati conlèssioni, inni, cspo l959ri Lohse E , Die itriru;Lùfù des pdù- l'rcnderc parte a qnesto servizio a viamo in lCor 16,l-4, dove vedia-
ltlt itl KolÒtsetbicl,
ln O. Bocher K.Haa luvore dei santi> (sui lermini, cfr. mo che l'apostoÌo incoraggia al-
sizioni impiegati da I'aolo nel ler (cdd.). L'erlr/lrr /c/ir6, L|o.thaus,
le sue lellere, îossero creazioni di wiirfeJral l9l0i l.onscne.ker R. N. r;' l)ahl 37-38). tre sue Chiese a mettere da parte
uno o piìr di questì compagni pr.o- /.ri.?,r!. $Bc- 41, Noln, t)allas t990i Ol- i risparmi ogni settimana regolar-
ia.J \\. H., Puùl s url teitre Mitutbeirel, I, DATI DELLA COI-LETTA men1e, in modo che quando arrì-
feti e (lllis, M.rkìng; vedi
maestri NeukircheÌ,er. Neùki.chcn Ì9r9: pótzt rr
Credo; Inni, frantmenri ìnnici. La seconda visita di Paolo a Ge- verà lui ci sia già un fondo stabi-
x., Di, Mitun)pit.t.tet tt.tllpost.!\ pdu
canli, canti spirituali: Elcmenti li- l,!. Ilanz, llegcDsbur{ l9lli Redljch E 8.. rrsalemme, riferita in Gal 2,1-10 lilo per i santi. In qùesto testo ap-
Pa l dltd Hìs Corttannls, NlacDilÌan, (c probabilmente in At I I,27-30; prendiamo anche che dei rappre-
turgici in Paolo). S.
I ondon l9llj Ri.hîds E. R.. 7?e S../p
Data la varielà e ricchezza clel I2,25) si risolse in una specie di ac sentanti ufliciali di ciascuna Chie-
tlD'ilì th. Leúùs aJ t'oùt, J. C. B. Ntohr, rordo di pace che cercò di dimo- sa avrebbero accompaglato l!of-
contribuio dei compagni di Pao, Tìibinlcù 1991: S.hnssler fiùen7r L., .r!1Í,
lo alla sua missionc, è chiar.o che tìù1dtíes, Apastler, (:a\úr'ke^, ù rr-W 6 \lrare I'unità del vangelo accanto ferla a Gerusalemme.
questi furono un laltorc csselìzialc ( l98ii).rr0 :lll: Seìwyn E. a;..
The Fj^i !:pi rì una diversità di destinatari. Fu La seconda lettera di Paolo ai
r.1e o/51 2rr, N,la.nrllÌan, LordoD 1946i clcciso che Paolo avrebbe lavora- Corinzi contiene due capitoli che
nelle sue realitzazioni, e anche le Tr.bilco P., lrl.,i., ds Ca votkc^ dnd
lettcre paoline non iìrono impre- L.dtl.ts i Perl's L.rt.tt- it1 .lcltRF 11)
to tra i Gentili, mentre Pietro trattano ampiamente della collet-
se individuali. In realtà, questi (1990) 2l l6 (.iraro in N77 irvrebbe continuato il suo miùiste- ta per i santi (2cor 8-9). Incluse
35 tl99ll lE0).
missionari merilano grande atteù |o tra i Giudei. Le <colonne> di in queste istruzioni troviamo an-
E. E. Ellis (ìerusalemme chicsero a Paolo che altre indicazioni, come la ne-
zionc da parte degli studiosi dj
Paolo. Non toglie nulla alla gran- \oltanto di continuare a ricordar- cessità di essere generosi (2cor
si dei <poveri> (GaÌ2,10) e Ì'apo- 8,12; 9,5-11), lo scopo dell'ugua-
dezza dell'apostolo il ncttere in COLLETTA PER I SANTI stolo assicurò che era pronto a iar- glianza (2cor 8,13-15) e Ìa neces-
maggiore evidenza coloro con ì
qLlali esercitò iÌ suo ministero. lo. Questa esortazione riflette ìa sità di una corretta amúinistrazio-
quelli che egli ama|a elogiar.e c S{)\r!\rr., l llali d.tÌa.otLctai 2. con Pcrcezione dei capi di Cerusalem- ne dei fondi (2cor 8,18-21). lnii-
re! o s(ori.o d.lla coÌÌerrr 2.I Condi/ioDi rrre della neccssità per le comuni- ne, Paolo menziona la colletta nel-
chiamare suoi collaboraloÌi della Chiese Ji ccnNalenu.i :.2
nisrrazjonc dcÌlx.oÌleLlai l. Scopo^mmi- riì della diaspora di venire incon- la sua lettera ai Romani. ln Rm
delia
Vedi anche Aiuto finarìzjarìo; coll.trs; 3 I Ajuro pcr i poverii 1.2 tjni rro allc diîficoltà economiche a 15,27 parla dello scopo fondamen-
ta della Chiesaì l..t Sosriruro dcj .tri d in (ìerusalemme e, in effetti, l'occa talmente sociale e teologico della
Apollo; Apostoloi Barnaba: Chie- grc$o eiùdrjcii 3 4 lìJovo.azio.e cscero- sìone della seconda visita di Pao- campagna: (Avendo i pagani par-
sa, ordinamento c governo della; loqicaì .1. RiÌÌreri dclla coltelra.
Lettere pastorali; Nf in jsrero; !lis- lo in quella citlà (che probabil- tecipato ai loro Idei Giudei] beni
sione; Oppositoridi Paolo: Socio- La carnpagna specifica condot- ll1ente corrisponde alla circostan- spirituali, devono rendere loro un
ta cla Paolo per raccogliere fon- za in cui ricevette questa esortazio- servizio sacro per le loro necessi-
logia delle Chiese missionarie; Uo
di allo scopo c1i alleviare la po-
rÌe) fu di portare un soccorso ai tà materiaÌir. Ma I'apostolo nu-
mo e donna. (santiD (cîr. At 11,27-30). Diffi-
vertà della Chiesa di Gelùsalcm- triva qualche preoccupazione cir-
BrBr u,trt:. F. t'., The I'drlìae Circt.. rne viene chiamata comuncmen cilmenle i capi di Cerusalemme ca I'accoglienza di questa oîferta,
potevano immaginare che il loro perché dice: (<Pregate perché io sia
Palc.nosre., Excrcr 1985j Conzelnann H.. tc (la collctta peì i santi). Men
Puulus und die ,t'?ril.i- in NL\ t2 consiglio sarebbe diventato un'os- liberato dagli infedeli della Ciudea
(19ój 1966) 231 :44i ElÌis F. L._ l?e ,lrd trc in apparenza la nozìone gcneta
kin! ol îhc Nev Tenaúetlt Do.úrt."t' ttr le della collctta è molto semplice,
tessione pú Paolo per circa due e il mio servizio a Gerusalemme
clecenni. Alcuni studiosi hanno vi- (he di1konid mou hè eìs lercusa-
fi.elarazione)r ltl., Pdtlline Tlteo!Òs!. Mi la clueslione citca kt scopo dì Pao-
isrtt and Sociery, LerlÌnans, Grand Ra. slo un'allusione alla colletta anche /am) torni gradito a quella comu-
Lo suscita problemi piir complessi.
pids 1989; ld., P]?plre.] dnd HetDèù(uti(
Paolo chiama la collctta (comu- in Gal 6,6-10 (Hurtado). nità) (Rm 15,31). Paolo eviden-
ù1Edtl! Chtistìd l/-v_B^kfl. Crdd Rati.t\ temente considerava la colletta co-
Evidentemente, appena Paolo
)9911t Id., The Go\pel oî luke, N(.8. t\1ot1cn (koinónia, Rrn 15,26; cfr.
Ee.dnaDs. Crand Rapids l9Ei,tiv ); Irur llsciò Cerusalemme e iniziò il suo me la sua offerta sacrificale alla
Hainz), (scrvìzio)) (./io k.)ni a, F.n\
nlsh \. P., Fello\| Lrotk.t\ in Aod\ Setrì
15,25.31; 2Cor 8,20: 9,1.12.13),
sccondo viaggio missionario nel- comunità di Cerusalemúe (cfr.
ce tlCal 3:91, in ,//Jl E0 (1961) .t6,1lr0i
CcoÌsi D., tahe Appùots oJ puul in Se (dono, (.ral/-r, lCor 16,3;2cor lc regioni a nord del Nlediterra- Hill 177-r78).
.Ònd Corinîhìa s, roJùc$, ptiladetphia 8,6.7. 19), (oîîerta generosa) (er-
neo! cominciò una campagùa per La testjmonianza degli Atti
1986i Cerlrcklìng K. A., tro kn Wha l'ott l.r raccolta di fondi per alleviare la completa questi dati. Qui appren-
ìn Mìnisît!, tift dt Purl, h CuitM lE logie, 2cot 9,5), <colletra) (/o- povertà delÌa conunìtà di Gerusa' diamo che a Paolo preùìeva arri-
(1991) 23j 291: cilÌ'Dan I Nr.. rt,ór&"r geia, lClor 16.1), (olferra abbon-
wha Kner Pùù|,75NT,I ilurgìcat, aolte lcDme ((santi> è il termine chc vare a Gerusalemme prima della
danfc, ((rdrcÍet,2Cor 8,20) e <scr- P€ntecoste (At 20,16), anche se
Lrsa Paoìo per i giudeo-cristiani).
Colletta per i santi 268 169 Colletta per i santi
non sapeva quello che gli sarebbe Forse l'aspetto pirÌ sconcertan- 2. CONTESTO STORICO DEL- (Giuseppe Flavio, ,4 nt. l4.lO.2-8
accaduto (At 20,22). Qùest'ultimo te della testimonianza degli At- l,A COLLETTA - 2.1 Condizio- 190-216) e possiamo solo ipotizza-
commento di Luca riflette proba- ti è il quasi totaÌe silenzio sulla ni della Chiesa di Gerusalemme - re che i fondi che Paolo raccoglie-
bilmente la preoccupaziofle di campagna della colletta (cf.. At La circostanza storica per la col- va fossero in qualche rnodo colle-
Paolo circa la risposta della Chiesa 24,i7). I1 silenzio di Luca senza letta di Paolo tu la povertà della gati con il pagamento di questa
di Gerusalernme, perché I'aposto dubbio dev'essere spìegato con Chíesa dí Getusalemne. Gli stu- tassa per il tempio. Perciò è pos-
1o pensava che fosse in gioco la quello che è il suo progetto; cer- diosi hanno presentato diverse sibile che Paolo incoraggiasse le
credibilità della sua missione e 1'u- tamente egli non ritiene necessa- possibili cause di questa Povertà comunità cristiane in tutto il Me-
nità della Chiesa. Piil tardi. da- rio per il suo disegno la descrizio- (Martin 256): l) l'assistenza a un diterraneo a mettere da parte of-
vanti a Felice, Paolo dice di esse- ne di questo evento. M. Hengel fa sempre maggior mrmero di vedo- ferte per la comuùità cristiana di
re venìllo a Cerusalemme <a por- notare che <Luca non sempre di- ve (At 6,1'7); 2) il pellegrinaggio Gerusalemme insieme alla tassa
tare elemosine al mio popolo e per ce lutto quello che sa, e quando a Gerusalemme sia degli anzia- per ìl tempio, Egli, insieme ad al-
offrire sacrifici> (At
2,1,17; forse lo fa, menziona fatti che, per noi, ùi che dei Galilei, che pesava sul- tri patrocinatori di ogni Chiesa,
Felice pensava che Paolo avesse sono importanîì solo incidental- le comunità; 3) i potenziali pro- avrebbe accompagnato le oîferte
ancora il denaro con sé e spera- menteD (Hengel 119). Alcuni han- blemi sollevati dai primi esperi- consegnandole al tempio e alla co-
va in qualche bustarella; cfr. At no suggerito che Luca non ne par- menti a Cerusalemme di vita co- munità di Gerusalemme in modo
24,26). la perché la colÌelta si concluse con mune (At 4,32-5,1l); 4) gli sten- da essere sicuro che ciascuna fos-
Sia dal libro degli Atti che dal- un fallimento, o perché poftò al- ti economici causati dalla carestia se data all'autorità appropriata.
le lettere paoline possiamo render- le accuse che Paolo prendesse del (At 11,27-30) e 5) le dilficoltà per- È possibile che la preoccupazio-
ci conto dell'ampiezza della cam- denaro dalla stessa tassa per il sonali dovute alle persecuzioni ne di Paolo per l'amministrazio-
pagna di Paolo, perché sembra tempìo. L'assenza di ogni rileri- cconomiche (cfr. Gc 1,9; 2,6-7; ne della colletta avesse due fron-
che I'apostolo îosse in grado di ot- nento alla colletta in At 15 dimo- 5,1-6). Quali che fossero le ragio- ti: 1) preoccupazione che le auto-
tenere sìa londi che patrocinalori stra clle essa fu ampiamente sol- ni, una cosa rimane certa: le Chie- rità di Gerusalemme sapessero a
da tutte le sue Chiese. Perciò egli lecitata da Paolo, non dalle aùto- se di Gerusalemrne erano povere chi le oflerte erano destinate e 2)
aveva i seguenti fondi e/o perso, rità di Gelusalemme. Quest'ulti- c avevano bisogno di aiuto (Jere- preoccupazione che le aìltorità ro-
ne che rappresentavano i suoì me non cercavano aiuti dai Gen- mias 87-144; Goppelt 25-60). Pao- mane potessero dùbitare della lo-
sforzi missionari: dalla regione tili; la colletta fu ùn tentativo di lo si assunse il compìto di dimo- ro legittimità (presumiamo che le
della Galazia (lCor 16,1) sono Paolo di mostrare l'unità della strare il suo impegno per la comu- autodtà romane fossero preoccu-
menzionate Derbe (At 20,4) e Li- Chiesa. È in verità probabiÌe che nità fondatrice di Gerusalemme pate che troppo denaro lasciasse
stra (At 20,4); dalla Macedonia molti capi di Cerusalemme non promuovendo Ìrna campagna per i singoli distretti). In uno studio
(2cor 8,1-5; 9,2.4) sono menzio- considerassero le generose oîler- raccogliere londi in suo aiuto (vedi classico K. Holl arrivò a sostene-
nate Berea (At 20,4), Tcssalonica le come qualcosa che dimostrava Ricchezza e pove.tà). re che la Chiesa di Gerusalemme
(At 20,4) e Filippì (cfr. At I6,16 l'unità dclla Chiesa 2,2 Amministrazione della col- eserciîasse la sua prerogativa e il
e 20,6; una deduzione dalla sezio- La complessità della testimo- letta Il modo di amministrare suo diritlo a tassare le Chiese dei
ne <noi> di Atli; cfr. Nickle 68); nianza è evidente. Nella colletta di la raccolta di fondi per la Chiesa centili della diaspora, anche se la
dall'Acaia vìene menzionata Co- Paolo erallo coinvolti la credibi- madre sembra essere stato simile sua opinione è oggi considerata
rinto (Rm 15,26; lCor 16,1 4); lità della sua missione apostolica alle procedùre per le tasse degli un'esagerazione della situazione.
dalla Misia e Lidia sono menzio e la legillimità della missione ai tsbrei per il tempio di Gerusalem-
nate Efeso (At 20,4) e forse Troa- Gentili (Gal 2,1 10), il riconoscj- me con i relativi doni di accompa- 3. SCOPO DELLA COLLETTA
de (At 20,5-6); è possibile che lon mento della priorità di lsraele neì gnamenlo, che annualmente veni- - Gli studiosi hanno discusso ani-
di arrivassero da Tiro (At 21,3-1), disegno salvifico di Dio (Rm vano offerti nelle feste di Pasqua, matamente sull'esatto scopo del-
Tolemaide (At 21,7) e da Cipro e 15,27), la solidarietà delle comu- Pentecoste e Tabernacoli (cfr. la campagna di Paolo nel racco-
Cesarea (At 21,16). E perfino pos- nilà cdstiane (2cor 8-9), come pu- Nickle 74-99). Sappiamo ora che gliere offerte per i santi di Ceru-
sibilc che londi fosscro raccolti a re la necessità per i singoli cristia- gli Ebrei della diaspora regolar- salemme. Delle varie proposte ne
Roma (cfr. Rm 12,13; 15,26 con ni di credere che Dio avrebbe mente sostenevano il tempio di possiamo menzionare quattro.
2Cor 8.41 9.13: e Rm 1.13 con provveduto ai loro bisogni se essi Gerusalemme inviando la tassa 3.1 Aiuto per i poveri L'o-
2Cor 9,6-10). È diîlicile immaei- avessero donato generosamente annuale di due dracmei ad essa si pinione tradizionale vedeva nella
nare una campagna più ampia di (2cor 9). E probabile che la col- aggiungevano probabilmente an- colletta il desiderio di Paolo di aiu-
quella comprendente le regionj a letta stessa assumesse diverse in- che doni supplementarl (aparchaii tare i cristiani poveri di Gerusa-
nord del Mediterraneo e un pro dicazioni teologiche man mano cfr. Sanders, 49-51 , 283-308). La lemme (cfr, Gal6,l0), come dimo-
getto che abbia occupato I'atten- che il ministero di Paolo si svilup- tassa per il tempio, come sembra, strazione dell'amore di Dio che i
zione di Paolo piir di qucsta col- pava c con l'alternarsi delle sue re- era attentamente controllata e Centili avevano trovato in Cristo
letta per i santi. lazioni con Cerusalemme . protetta dalle autorità romane (2cor 8.8-9.19; 9,12-15). In gene-
Colletla per i santi '1t Colletta p€r i santi
210

rale, la coLletta era un atto di ca- conclusa con Isr aele. Qucsta pro-
,lrìra cronologica del popolo 3.3 Sostituto dei rili d'ingresso
rità, poiché creava <uguaglianza). spettiva della colletta viene affer-
,lrllico ncl piano salvifico di Dio giudaici Sebbene questo punto
Come scriveva Paolo ai Corinzi, mata csplicitamente in Rm 15,27:
la Chiesa doveìa aliire come di visla non sia srirro condiviso da
rLrì uùità. QÌlesto fornjva a Paoio molti, K. Berger sostiene che la col-
la colletta cra tale chc <per il mo- <lÌrfalti, avendo i pagani parteci-
mento la vostra abbondanza sup- pato ai loro beùi spirituali, sono rr Iondamento tcologìco alla sua letta stessa era considerata da par-
plisca alla loro indigenza, perché ,0lletla. te delle Chiese dei Gentili della dia-
in debito di rendere un servizio sa-
Di conseguenza, Paolo esortava spora coùle un'opera di carìtà e,
anche la loro abbondanza suppli- cro peÌ le loro nccessità mate-
l( \Lre Chiese a clarc voloDtariamcn- comc tale, un'azione soslitutiva dei
sca alla vostra indigenza, e vi sia r iali).
uguaglianza>) (2cor 8, l3-1,1).
r. (lCor 16,1; 2cor 8,3.8.11 12; sacrilicì e della circoncìsione. Do-
Questa nÌotivazione senza dub- 5) e generosamente (2Cor ni in denaro pcr Israele erano con-
Paolo insegna allrove che l'a bio inlluenzò cnormemente Pao- ').1
s.2-4; 9,6-15) come dìmostrazione sideràti atli con i qúalì i Gentili
more di Cristo e degli altri dovreb lo. NIolri interpretj hanno intlavi-
irllc Chiese di Ccrusalemne che i dimoslravano la loro îedeltà al-
be spìngere i credenti a mostrare sto un ccrto timore da parte del- ( icntili della diaspora volevano es- I'alleauza di Abramo e al popo-
conpassione (Gal 5,6.l,1i 6,10; l'aposlolo, causato dalla sua
lo d'Israele (Sir 29,12;40,24; Tb
lcor l3; 2cor 5,14; Rm 12,13). preoccùpazione cjr ca L'accoglìen- 'cle coinvolti negLi sîorzi di aiulo
Perciò la rnotivazione di Paolo è za della colÌetta da parte delle r, così faceùdo. dimosLrare alla 4.10-11: 12.9: 14.11:At 10.2.35).
( lriesa madre (At 2,1,17) i1 loro rin- Sccondo l'ìpotesi di tserger, ifondi
l'amore per le Chiese di Crislo, e Chiese di Cerusalcmmc come di-
rrIaziamento per I'credità spiritua raccolti e i doni erano un segno
in questo egli segùe una lullga tra- moslrazione che accettavano ilsuo
le ricevuta (Rm 15,27; cîr. Dahl). deli'obbligazione dei Centili ver-
dizione di opere di misericordia vangelo inclipendente daÌla Legge
(Rm 15,31; clr. Dunn I a prcsentazione della colletta sa- so Israele e la sua Legge, un segno
cosi tipiche deÌ Giudaismo antjco 1988,
(Es 23, 10- I 1; Dt 14,28-29; 2.879-E80). Là tensìonc tra Paolo
rcbbe sLata c1uìndi <la prova del vo- visibile del loro riconoscimento
srl.() affetto) (2cor 8,24). della precedenza della nazione giu-
24,19-22; rn. Ped 1,2.4; clr. Str-B e Gerùsalemme, che fosse o me-
lD eflèttì, alcunì hanrlo osserva- daica nelìa storià della salvezza.
4.1.536-610; Nickle 93-95), delf in- no tra Paolo e solo alcune fazio-
io chc la coLletta lr l'atto cùlmi- Tale sarebbe stata I'argomentazìo-
segnamento di Gesii (Lc 6,20-2ì; r1i. è bennota e ben docunÌcnîa-
rante del ministero apostolico di ne di Paolo se avesse considerato
N,It 6,2-4; ll.2-6) e della Chiesa ta, perciò non è necessario dilun-
I'aolo in Oriente (Bartsch). L'apo- cosi la colletta.
primiriva (At 2,43-4'7 : 4,32-31t garciquì su di essa (cfr. Calati; At
\rolo descrive la collctta comc il 3.4 Provocazione escatologica
6,1-7). La campagna di Paolo po- l5;21,28 29i clr. Nickle 112 115; (sigillo) del suo mini
"1rùtto) e L'incredulità di Israele era un
trebbe essere stata motivata da Dunn 1991; redl Oppositori di rrcro ora che si prepafa a un mi- problema per Paolo; eglj aspetta-
qualcosa di più della sua pietà gir.r Paolo).
risrero pÌù ampio verso la Spagna va ardentemenle il giorno in cui
daica e del desìderio di vedere al- Da parte di Paolo c'ela una bat- (lìIn 15,23-24.28). Da ciò possìa- Israelc si sarebbe rivolto al suo
leviata f indìgenza economica del- taglia chc continuava sulla deîini
rno dedurre che la colletLa e la sua Messia, Gesir Cristo. L'apostolo
la Chiesa di Gerusalemrne (Nick- zìone propria dcl vangelo di Cesìr
Iresenlazione con successo a ce- non aveva dubbi che tale giorno
le 100-111). Sono qùindi possibili Cristo (Galalj). Conlrarialnente al
rusalemme dovevano essere en- sarebbe giunto (Rm 11,25-26); an-
altre motivazìoni. comportamento dì Pietro ad An
rlambe il coronamenro deÌla pri- zi. credeva che dalla salvezza dei
3.2 Unità della Chiesa - Cii tiochia (Cal 2,1 I -14) c al messag-
gio dei giudaìzzanti (cîr. Cal rna îase del súo minislero aposto- Gcntilì sarebbe sultala la conver-
studiosi hanno riconosciulo che la
Lico ll'unica fase che eflettivamen- sjone di Islaele (Rm i l,l l-24: cîr.
colletta di Paolo fu notivata da 3,1-5), non c'cra che un solo van-
I 1,9- i I jn generale; vedl Restau-
quaÌcosa di piu dell'ajutare j po- geÌo che doveva essere accettalo
lc complctò).
Si dovrebbe osseryare che f idea razione di Israele). Alcuni hanno
veri (sebbene questa potrebbe cs per îede (non per le operc dclla
,lie Paolo aveva della sna colletta sostenuto che la colletta si inseri-
sere stata ù[a molivazione suflì- Legge) e questo vangelo non ave
sce n1oLto bene in questo schema
1)Oteva aùche non essere iclentica
ciente). Unitamente al fornire aiu- va bisogno di nessun corlpleÌnen-
to, Paolo voleva dinìoslrare a Ge- to dalla legge di Mosè. Paolo iDol-
r queÌla delle Chiesc di Ccmsa- (Mùnck: Nickle 129-142; Bruce
Ìcmme. È possìbile che ì credenti 22-25):la prescntazione da parte
rusalemme che, proprio come c'e- lre metteva continuamente I'ac-
rli Gerusalemmc considerassero i di Paolo e del suo seguito di pa-
ra un solo Signore e ùn solo van- cento sull'onità inlerna della Chie-
Lloni e il danaro come un obblìgo rrocinatori gentili delle offerte al-
gelo, così c'era una sola Chiesa. sa, che sì raggiunge nello SpiÌito
rlclle Chiese dei Centili e come le Chiese di Gerusalemme avreb-
Quella Chiesa comprendeva sia ì che crea il colpo di Cristo (lcor
Lrn'espressionc di queste della lo- be spinto la nazione di Israele a
Gentìli della diaspora che j Gjudei 12,4-31t Ef 2,)l-22). Questa un!
|o dìpendenza dalla Chiesa madre. credere nel Messia, in quanto
di Ciudea. Paolo volcva îar veciere tà doveva naturalmente la sua ori-
Ir possìbile che abbiano sostenu- avrebbero visto in quelJ'azione il
che il suo vangelo era ìll armonia gine alla nazione giudaica (Rm
ro che, aveldo una prccedenza compimenlo della promessa che i
con le Chiesc di Gerusalemme, e 9.1'5; 10,1 4; il,l'6.17-24) e alla
\lorico-salvifica, avevano anche iÌ Gentili avrebbero portato doni a
pertanlo un dono da parte delÌe comunità di Cìcrusalcmme (Rm
,\tti). l'er rlirjttoa essere sostenuti da parte Sion (ls 2,2-4; 60,6 7-11;Mi4,13;
sue Chiese sarebbe stato una di 15,27; quesre Lre ragio-
rlelle nÌrove arec (cîr. Rm 15,27; ctr. N1cKnight 47-48). Perciò la
mostrazione deì ìoro ringrazia- nì singolarirà del vangelo, uni-
! lì. aùche Holn-lberg). collelta era per Paolo una provo-
mento a Dio per L'alleanza da lui tà orgaojca della Chiesa e prece-
Colletta per i santi 2',72 :71 Colossesi. lettera ai
cazione escatologica per lsraele; l'apostolo fece, forse volentieri ,lusìone chc la Chiesa aveva un so- and the Gentiles, S\TSMS 56, Univcrsity
con essa egli sperava di converti- (AI 2l,21-26). Da questo possia- lo vangelo, un solo Signore e un Prcss, Cambridec 1986, pp. 17.1 176; Wil
re Israele alla fede nel Messia. È lis J. R.. Crlle.rnrr. in J. HafiDss (cd.).
mo forse desumere che la colletta rolo Spìrito, anche se quelÌa stes- Dn1ìa atf aJ the Apostoli. chu h,chat
possibile che qìresto sia il signifi- fù accoÌta con gratitudine, forse siì Chiesa era caratterizzata da una lc\ ScribDcr's Son\, Ncw York 1916, vol. 1,
calo di 2cor 9,10: usando il lin- con qualche residuo sospetto cir, . onsidcrevolc diversità. pp. 221 225.
guaggio di Is 55,10, Paolo sostie- ca la iedeltà alla Legge da parte
S. McKnight
ne che i doni dei Corinzi porteran dci Gentili cristiarÌi (ùn sospetto Vedi anche: Aiùto finanzìario:
no effettivamente a una moltipli che probabilmente pennase poi Amore; Corinzi, leticre ai; Cien-
cazione del loro raccolto (la con- per un po' di tempo). Iili; GcrusaLcmme; lsraele; Nlissio COLOSSE: redl Colossesi, let-
versione di Israele?). Forse questa Alcuni studiosi hanno tuttavia rre; Sequela, comunione, parleci' rera aì
stessa idea sta dietro anche a 2cor sosteDuto che la colletta non rag- pazioùe.
9,11-12, dove la crescita del riú- giunse gli scopi sperati. I santi ri-
graziamento potrebbe rìferirsi al- maser'o poveri, nonostante l'atto rÌ !L Barrsch ll. \\., ..||fn ich ihùen COLOSSESI, LETTERA AI
la conversione degli Isracliti (vedi dj carità, la tensione tra igiudeo- ttBe ttucht ftt!ìtselt hubc . R.nìt 15.28,
Escatologia). cristiani e i Gentili continuò e la I ZNtt 63 ()912) 95-101t Bereer K., ,11
Probabilmente La posizione piu ate jtlr Istael, in NIS (1976 l9l7) SolMrRro l Cldo$c c ì$oi abitanlii
conversìone di Israele non ebbe rs0 204r Brùce F. F., farlxn.l .leNsalent, l l La ciltà; 1.2 I suoi abhanlìi 2. La
sicura è qu€lla di rìconoscere che hrogo. La presenza di quei Centi- L,ì rrrR 19 (1968) I25i , Paùl
Dahl \. A Chi.sa ! CoÌossci L Occasione dcìÌ! lcr
Paolo abbia avrìlo piir di una fi- li che avevano aiutato Paolo nel- dt.l Possessiors, in ,S/rdi!r tr Parl, Àùg tcrai ,1. La nrinaccia dclla lcdc c ì (crc
nalità nel portare avanti la collet- \burC, Nhrleapolis 1917, pp.22 39i Davics sia (to$.s.ri:1.I Cii! uÌr'(c.csìa colos
la colletta fu la vera causa dell'ar- s.i.r?: :l 2 AI.rnrì cÌ.nr.ìlì dirinîìvi
\\. l)., The Goslel dnd the Ld d, U\i\ct
ta per i sanli, Può darsi che quel- resto di Paolo (At 21,29). Se da iir! ol Calìloùria. BcrkcÌcy 191.4, pp. dclÌ'<crcsia,: 4.3 lnrcrprctazìonc di quc
la che era iniziata per lo più come ùna parte dobbiamo affernare 195 208; Dunr J. ll. Cj., Rdn"rr, WBC lE, ri eleùenii di{intivi: 5. Paolo e la lilo-
un'awentura caritativa divenne, che Israele non si convertì, dall'al \!ord. Dallas 1988i Id., Ire Pdtrnigs o.J th. solia .olo$esei 6. Aleu^c quesLiorì crj
col crescere dell.. tensioni, un at- ll'alr, Trinitv PÌesi LîcrlarionaÌ, PhiladeL lichej (,.1 Aulenlicitài 6.1.1 I ineuaggio
tra dobbiamo dirc che non è del rhia r99li G.orsi D., RenertL'eù s the enjl€:6.1.2 I eologiri 6.2 Lùoeo e data
to di unità teologica e una provo- tutlo chiaro che Paolo consideras- l\ù: The Ilìsktr aJ Poul s (tile.tian lal dl origine:6.3 L'ìnno di Ìode a Cristo.
cazione escatologica. Difîicilmen- se la conversione di lsraele come ./.rr.ra/€rr, Abilsdo!, Nashrillc 1992i Cop
te si può esscre certi su qùeste que- uno dei motivi principali della sua rch L., Aposrolic a d Patr Aposroli. Tì Colossesi, ùna delle lettere pìu
r!,J. A. & (r. BìacÌ. LondoÌ 1910; HaìIz
stioni. colletta. Inoltre non c'è alcuna t.- Kaìtrc is: <Kirche, db GetnejnsthaJt brevi di Paolo, îu scritta a1la gio-
prova che Paolo pensasse che ogni h.i Paùtl1s,B\: 16, F Pusr.t. R.Fcnsbùrs vane comunità di Colosse, neÌla
4. RISULTATI DELLA COL- traccia di povertà sarebbe scom- 1982, DD. l2l lól i Hcnrel \'1,,.41t\ dnd Ih. valle del Lico, della provincia di
LETTA Né Luca né Paolo di- parsa. Pensiamo che egli fosse ab- tlistatt ol Eol)est alrr!rrrrll.!, Foitress,
Asia. Questa comunità cristiana
l,hiladclphia 19i9, tt. HiìÌ C. C.,
Ì I E I 19i
cono quale sia stato il risultato deÌ, bastanza realista da non credere H.lleiiss a nd Hc brc||s, lorrress, \,hnnca non era sLala londata da Paolo.
I'olferta della colletta. Paolo non che ìa sua raccolta di fondi, per .olis 1992, pp. lll'178i HolÌli., relLr- ma sì folmò durante il suo mini-
ne parla mai in oessuna delle let- quanto ampia, avrebbe alterato in th?hhesrlJ des Pd 16 in seine,t vethdlt' stero elesino (52-55 ca. d.C.; ve-
iis zu dent det Utret eindt,l\Gc\! tì11.!
tere posteriori che abbiamo, men- modo permancnte le condizioni !. Aufsàt.e zut Ktuhenses<hi.htc, J. C. B. dl Efeso) grazie agÌi slorzi di Epa-
tre Luca riferisce ilviaggio e il pe, economiche dei c stiaDi. Infine, il Vohr, Tùbingeù 1918, \ol.2, pp..l4'67i [ra, uùo dei sùoi collaboratori.
riodo durante iÌ quale la colletta vangelo di Paolo contjnuò proba- !lolnbcrg ll.. Pdrl ud Potrct. Gleetùp, Sebbene non sia un tratlato teo-
îu consegnata ai capi. Le sue pri- bilmente a essere un punto delica- I trnd 1978, tf. 35 :14; Hurtado L. W., Titc logico, La leltela ai Colossesi ha
t.hlsoleln Co e.Ìion dnd tlte Dook oI G(
me righe rivelano forse che la col- to per i cristiani di Gerusalemme: tutiuns, it JSNI 5 (1979).16 62: .ler.mias molto da diÌe sull'importanza del
letta fu accettata con profonda ma non ci sono tracce nei capitoli .1., Cerusale lnrc ù rertpídi Gesn, trdizio \iangelo, sulla persona e l'opera
gratitudine. Al 21,17-26 parla del- coìlcLusivi degli Atti che i cristia- ,i l)ehoniane, Roma 1989i Lucdemann C., deL Signore Gesij Cristo, in parti-
la Chiesa che li accolse (festosa- PduÌ, Apasile to the Aenril.t: Sttuli.t in
ni di Gerusalemme abbiano rifìu- (/i/o/D/otr, forlrcss. Philadeìthir 198.1, colare come Signore della creazio-
iÌente) (At 21,17). Paolo e i suoì tato le sue posizioni. Le reìazioni fp.77 Il0; McKnjglil \., A Lighr A tÒns ne e autorc della riconciliazione
accoúpagnatori salutarono i ca- tra le Chiese dei Giudei e quelle dei th. G.ntrle. .lptuith MìtsiÒnarr A.titilr ìt1 (Col 1,15-20; Ì,edl Pace, riconci
pi, in particolare Ciacomo, a Ge- Centili probabilmente dmasero in th. Serc d Ien4 t Pttiod, Fo.tres, Nfi'r liaziole), sul popolo di Dio, sul-
rusalemme e Paolo espose loro ùcatoìisr99riMarinR. P., 2Corinthttths,
tensione, ma dobbiamo ugual- \!8C.10. word, \Yrco i986, Dp. 2f6 25Ei l'escatologia, la libertà dal 1cga1i-
quanto Dìo stava operando in mente accettare le implicazioni di Nlrick J.. Paulard fhe Sdh,dtian a.l Mdn slno e sulla vita cristiana.
mezzo ai pagani (At 21 ,19). Luca ciò che un simile dono può aver /, nr./, Johù K.ox, AtÌanta 1959i Nikl. K.

alîerma che <quand'ebbero ascol, comportato. Non ci può esserc al- t , 1he Colleclio : A SIU.U nt Ptùl s :;ttu 1, COLOSSE E I SUOI ABITAN
,,q1. SBT.l8, AììcDson, Nap.rìl1c l9ó6i
tato, essi davano gloria a DioD (At cun dubbio che la maggioranza dei t'cùnaR., Le.ollette dì Puola pet lu Chìc- TÌ l.l Là citlà
L'antica cit-
21,20). Poj chiesero a Paolo di di- giudeo cristiani sarebbe stata for- e di Gerusaletnlne, Parola Sp;ito e vila tà di Colosse era siruata 160 km
mostrare la sua îedeltà alla Legge temente impressioÍata dalla gene- rL, bdb. Bologna 1995, p!. ll9 l90i Sln a esl dì Efeso in Frigia, sulla riva
E. P.. Jetris, Lue.fro t Jetus 1o the
e al popolo giudaico compiendo rosità dei cristiani della diaspora '116
t/lli.a/r, T.jnir! I'ress InrcùratìonaÌ, Phi sud del îiumc Lico lnella moder-
un voto di purificazione, cosa che e ne avrebbe quindi tratta la con- l,deìphin 1990; Walson Iì.. Puul, Juduisrl na Turchia), e la sua fertilc vallc
Colossesi, letteÌa ai 214 Colossesi, lettera ai
produceva abbondanti raccolti di sionaria ed evangelica (yedi l'{is-
fichi e olive. Colosse si trovava t(rlanza, cioè la morte fisìca di to diffìcoltà a îar fronte a questi
sione) associata al ministero efe- t risto sulla croce (Col
1,22). Li argomenti speciosi e alla falsa
sulla strada principale che da Efe- sino di Paolo (52-55 ca. d.C.) ri- ,rvcva liberati dal potere delle te- umiltà di coloro che diifondeva-
so e Sardi portava verso l'Eufra- portato in At 19, però l'apostolo ict)re e trasferiti nel regno in cui no questo insegnamento ed era
te. Nel IV e V sec. a.C. era descrit- stesso durante la sua opera missio- ,krrnina il suo Fìglio diletto (Col perciò ricorso alla più profonda
ta come popolosa, ampia e ricca; naria in Asia Minore non aveva 1,1J); pertanto essi avevano ora la sapienza dell'apostolo.
la sua irnportanza cornmerciale raggiunto Colosse nella valle su- Ì.(lenzione il perdono dei peccati
e
era domta all'indust a della lana. periore del Lico (cfr. Col 2,1). I (( ol 1,14;2,13; 3,13). 4. LA MINACCIA DELLA FE-
In seguito la città perse progressi- (dialoghi> evangelici giornalieri, I'oiché i membri della cornuni DE E L'(ERESIA COLOSSESE>
vamente la sua importanza, tan- tenuti <nella scuola di un certo Ti- rir avevano accolto come loro tra- 4,1 Ci fu un'<<eresia colossesen?
to che al tempo dei Romani era di- rannoD (At 19,9) ad Efeso, ebbe- In nessun pùnto della lettera
ventata una (piccola città)) (Stra- ro un tale effetto che Luca può af- 'l\/.ioîe Q)arclabete, Col 2,6) Cri-
',r() Gesrì il Signore, quando ave- I'apostolo forùisce una formale
bone, Geo. 12.8.13, anche se il te- femare che <tutti gli abitanti della !irno accettato il vangelo dalle ma- esposizione delÌ'<eresia>; i suoi
sto è discusso) e fu superata da provincia d'Asia, ciudei e Greci, rl dì Epalra, vengono esortati a elementi principali possono esse-
Laodicea e Gerapoli, anch'esse si- poterono ascoltare la parola del r)rnportarsi come coloro che so-
L re desùnti solo mettendo insieme
tuate nella valle del Lico. AÌ tem- Signore)) (At 19,10). Anche se il Ìro stati uniti a Cristo nella sua e interpretando le positive con-
po in cui Paolo scrisse ai cristiani lavoro era diretto da Paolo, egli rrro|te e risurrezione. Dal momen- troargomentazioni dell'apostolo.
residenti a Colosse I'importanza era assistito da diversi collabora- tr ! che Cristo Cesu era più che una Diversi studiosi recenti hanno
commerciale e sociale della città tori, grazie ai quali furono fondate ,iilcsa adeguata contro le vuote messo in dubbio che queste con-
era già in declino, sebbene la vita numerose Chiese nella provincia tradizioni umane, essi sono invi- troargomentazioni siano indica-
civile della città sia attestata in d'Asia. Tra queste c'erano Ie co- rirli a far sì che il loro modo di vi- zioni di una effettiva (eresia co-
iscrizioni e monete del II e III sec. munità di Colosse, Laodicea e Ge- tir c il loro pensiero sia sempre lossese)>. Essi preferiscono parla-
d.c. rapoli, che furo[o presumibilmen- , (rìîorme all'insegnamento di Cri- re di tendenze, piuttosto che di un
1.2I suoi abitalti - Laodicea, te il frutto del lavoro di predica- !ro (Col 2,6-8). sistema ben definito con puntj e
Gerapoli e Colosse apparteneva- zione di Epafra (Col I ,7; 4,12.13). Si delinea perciò il quadro di suggerimenli chiari, che facevano
no alla provincia proconsolare Epafra, originario di Colosse (Col rLna comunità cristiana obbediente pressione sùi neoconvertiti perché
dell'Asia. La popolazione di Co- 4,12), che probabilmente era di- ,rl vangelo apostolico e per la qua- si coniormassero alle credenze e
losse era costituita principalmen- ventato cristiano durante una vi- l. I'apostolo può rendere di cuo- alle pratiche dei loro vicini Ebrei
te di indigeni frigi e coloni greci, sita a Efeso, era (un fedele mini- rr grazie a Dio (Col 1,4-6). Cono- e pagani (Hooker). Questo punto
ma nella prima parte del ll sec. stro di Cristo>) e come rappresen- il loro amore <nello Spirito)) di vista giustamente pone I'accen-
a.C. duemila famiglie ebraiche tante di Paolo (Col 1,7) aveva in- '.c
(( ol 1,8) e si compiace nell'ap- to sulle positive affermazioni di
da Babilonia e dalla Mesopota- segnato ai Colossesi la verìtà del grrcndere che si comportavano cor- Paolo sùlla vila e la stabilità della
mia erano state portate come co- vangelo. reltamenie da cristiani con una comunità (col 1,3-8; 2,5) e mette
loni in Lidia e Frigia da Antioco Le molte allusioni al passato ,,rlda fede in Cristo (Col 2,5). in guardia contro il pericolo di ar-
III Ant. 12.3.4
(Ciuseppe Flavio , non c stiano dei destinatari fan- gomentare solo su proprie suppo-
147-153). Stando alle iscrizioni no pensare che la maggior parte di ì. OCCASIONE DELLA LET- sizionì quando si ricostruiscc la si-
tombali, in questa zona gli Ebrei essi fossero Gentili convertiti. Essi ItiR.A
erano diventati parte della cÌrltu- erano stati una volta completa- - Epafra aveva fatto vi- tuazione che sta dietro gli scritti di
,ira a Paolo a Roma (cfr. sotto, Paolo. Tuttavia, alla luce di Col
ra asiatica già nel I sec. a,C. Per- mente fuori della comuniorte con ('.2) e lo aveva inîormato del pro 2,8-23 con il suo riferimento alla
tanto la Colosse del tempo di Pao- Dio, awiluppati nell'idolatria e lr csso del vangelo neÌla valle del (pienezza), le specifiche prescri-
1o sembra essere stata un centro nella schiavitù del peccato, essen- Lico. Sebbene la maggior parte zioni ascetiche (CoÌ2,21), le regole
cosrnopolita, in cui si mescolava- do nemici di Dio nella mente ed ,lclLe notizie îossero incoraggian- sui cibi e i giorni sacri (vedi Gior-
no diversi elementi cùlturali e re- empi nelle loro azioni (Col 1,21; rr (cfr. Col I,8; 2,5), un elemento ni sacri, calendario), le frasi iqso-
ligiosi. cfr. l, 12.27). Eraro stati spiritual- ,li inquietudine era costituito dal- lite chc sembrano essere tipiche
mente morti a causa dei loro pec- I iùsegnamento aÎfascinante, ma degli oppositoiì di Paolo e la for-
2. LA CHIESA A COLOSSE _ cati e (per l'incirconcisìone della lrlso, che era stato ìntrodotto di te enîasi su ciò che Cristo ha girÌ
I credenti di Colosse, ai quali Pao- [oro] carne)) - un'affermazione rrcente nella comunità e che, se coúlpiulo con la sna rÌ'torte e dsur-
1o si rivolge chiamandoli (santi e che indica che erano pagani ed t1r)n controllato, avrebbe sower- rezione, sembra appropriato par-
fedeli fratelli in Cristor (Col 1,2), empi (Col 2,13). riro il vangelo e ridotto i Colosse- lare di un'<eresia> che comincia-
non erano stati convertiti dal suo Dio però aveva eflettuato uno ,,r in una schiavitù spirituale. La va a creare qualche danno all'in-
ministero. Questa comunità cri- straordinario cambiamento nella l( llcra di Paolo viene allora scrit- terno delìa comunilà.
stiana era stata îondata durante loro vita: li aveva riconciliati a sé rrr comc risposta a questa urgente 4,2 Alcuni elementi distintivi
un periodo di intensa attività mis- in un evento di iondamentale im- r.ressilà. Forse Epafra aveva avu- dell'<eresia>) L'insegnamento
2 t'7 Colossesi, lettera ai
Colossesi. lettera ai 276
no>, è un tcrmine ralo e vìvo, che ora controllata da Cdsto, che con
viene definito <filosoîia)) (Col colossese sono state suggerite nu-
dimostra cÌuanto PaoLo preùdesse la slra morte si è rivelato il vinci-
2,8), basata sù <tradizìone, (pa- merose ipotesi, che vanno da un
sul serio idisegni perversi di co- tore dei principali e delle polestà
radosr's denota il suo carattere di culto misterico pagano (Dibelius)
loro che cerca!ano di inîluenzare (Col 2,13-15; vedl Trionfo).
antichità, dignità e rivelazione), e un sincretismo tra un Ciudaismo
1a comunità); qucsti ciarlatanj spi- La critica di Paolo ai sostenitori
che si riteneva comulicasse la ve- gnosticizzante ed elementi paga
ra conoscenza (Col 2,18.23). Pao- (Bornkamm) la<venerazione
rituali cercavano di irrtrappolarli della filosofia colossese. con Ie lo-
con la loro (lilosoîia c con vuoti ro laLse nozioni e il loro compor-
lo sembra citare delle frasi tipiche degli angeÌi> (Col 2,18) era consi-
raggiri> (Col 2,8)- Anchc sc prc- tamento aberriìnte, è devastante
dei suoi avversari nel suo attacco derata un elemento pagano nel fal-
scrltavano il Loro insegnamento (Col 2,l6-23). A causa del loro le-
al loro insegnamento: <tutta la so insegnamento, ma dovrebbe es-
.ome (tradizìoner. Paolo riîÌuta gaLismo, i îalsì macstri non riesco-
pienezza) (Col 2,9)i <compiaci- sere inteso come <<i1 culto angeli-
ogni ipotcsìdi orìgine divjna. Era no a riconoscere i doni di Dio e lo
mento nell'Ìlmiltà e nelìa venera- co ldi Diol) al Giudaismo es-
solo una costrùzionc umana scopo per cui egli li colrcede, cioe
zione degli angeli>), <cose che ha seno di tipo gnostico (Lightfoot) ((ispirati alla rradizìoDe Lrmu (r)r), pcrché siano tirtti goduti c consu-
visto entrando) (iorse (entrando e al sincretismo giudaizzante che si opponcva alla tradizjone di ùrati con un uso applopriato (Col
nelle visioni)); Col 2,18); (non (Lyonnet).
Cristo, la tladizioùe che proviene 2,22). I-e cose sottoposte ai divìe-
prendere, non gustare, non tocca- Molti stùdiosi recenri ritengono dall'inseg[arnenro di Cristo, chc ti erano oggetti dep€ribili dcl mon-
re! )) (Col 2,21); <culto arbitrario), però che il ialso insegnamento,
trova in lui anche la sua espressìo- do mareriale, destìnali a scompa
<ùmiltà)) e <(austerità riguardo al che andava al di Ià del vangelo ele-
oe (Col 2,6). rire con I'uso. Cih stessidivieti, che
corpo> (Col 2,23). Inoltrc I'osser- mentare di Epafra, vada letlo sul-
In un magnìfico passo di lode apparlenevano a un ofdine trar
vanza di questi divieti nella (filo- lo sfondo di îorme ascetiche e mi-
che csalta Cristo corne Signore sjtorio (Col 2,17), erano solo in-
sofia, era collegata a una dociÌe stiche della pietà giudaica (come
nella creazionc c nella Ìiconciiia venzioni umane che non avevano
sottomissione agli <elementi del attestato, per esempio, a Qum- zione (Col 1 ,15 20). Paolo sostie alcuna pretesa di assolulezza, ma
mondo) (Col 2,20; vedi Elementi ren). Era riservato a una é1lle spi-
ne che Cristo è coliri attraverso il si opponcvano alla rivclazionc del-
del mondo). rituale che veniva incitata a pro- quale tulte le cose [urono create, la volontà dj Dio (cfr. Col 2,22).
4,3Interyretaziole di questi ele- gredire nella sapienza e nella co-
iùclusi i principati e Ie potestà (i,e- Porsi sotto resole e prescr-izioni
menti distintivi Tra gli stùdio- noscenza in modo da ottenere la
./i Principatì c potcslà) che aveva come quelle di Col 2,21 signìllca
si non è stato raggiunto un pieno vera <pienezza>. (Umiliazione))
no ùr posto così prenìneùte lrel- rjtornarc in schiavjtil sotto quelle
accordo circa la natura di questo (Col 2,18.23) cra un termine usa-
l'eresia colossese. Tutte lc cosc so- forze personali scoùfitte da Clisto
insegnamento. Fondamentalmen- to dagli oppositori per indicare no statc fatte /i7 lui come ambito. (Col 2,20). C-'on la sua morte egli
te l'eresia sembra essere stata giu- pratiche ascetiche ritenute effica-
utt|ater.to di lui corlle l'agenLe e ha libcrato iColossesi dalla schia-
daica, a causa dei rilerimenti alle ci per ricevere visioni dei misteri
/./er lui cone lo scollo linale di tut- vitir dei principati e delle potestà;
regole alimentari, al sabato e ad celesti e per partecipare alle espe-
ta la creazionc (Co1 1,1O. essi non devono perciò voltare le
altre prescrizioni del calendario rienze mistiche. I <matud) erano
ebraico. La circoncisione viene perciò in grado di ottenere l'in- Quelli chc sorlo stati jncorporati spalle a quell'evento che ha cam-
menzionata (Col 2,ll), ma ron gresso in cielo e unirsj al (culto
in Csto hanno raggiunto ùna pìe- bialo la loro vita. Anche se i di-
nezza di viLa jo colui che e ì1 capo vieti (cîr. Col 2,21) avevano una
appare come uno dei requisiti le- angelico di Dio) come parte del-
di ognì principaro e potestà (Col parvenza dì sapienza nell'ambito
gali (Wright sostiene uno sfondo la loro esperienza presente (Col 2,10); ò in lui cìre devono cercare del cùlto scelto liberamente, del-
esclusivamente giudaico per I'ere- 2,l8). la perfezione; è in Ìui, alla cui l'umiltà c dcl severo trattamento
sia).
ùrorte. sepoltura e risurrczionc cssi del corpo, qùeste praticl'Ìe erano
Ma qìrale tipo di Giudaismo? 5- PAOI,O F- I,A FIT,OSOFTA
lonostali LLniti (Col 2,11 12),che in realtà spiritualmcnte c moral-
Evidentemente non era del tipo fa- COLOSSESE - Sebbene ci sia
si conce1ltra la totalità della sa- mente destinate al fallimento. Tut
cilmente comprensibile, contro il uno sviluppo graduale nella pre- picnza e dclla coroscenza che è li quesli grandi slorzi non poteva-
quale dovettero essere messi in sentazione di Paolo nel primo ca-
guardia i Galati, ma un Giudai- pitolo, è solo da Col 2,4 (((Dico \lata messa alla portata di tÌltto i1 no tcncrc sotto controlÌo la carùe:
suo popolo, non solo di un grup- anzi, queste regole autoimposte
smo in cùi erano in evìdenza asce- questo perché nessuno vi inganni
po sceho. servivano in realtà a soddisfarla
tismo e misticismo e in cui gli an- con argomenti seducenti))) che l'a- (Col 2,23).
geli e i principati giocavano un postolo indica espressamenle I pe- Cristo Gesir è l'unico mcdiato-
ruolo importante nella creazione ricoli cui va incontro la comuni- re tra l)io c l'umanità. I Colosse \ella sua risposta al îalso inse-
sìnon clcvono farsì ingannare dai gnalllento Paolo csprime in modo
e nel doflo della Legge. Erano tà. Egli conosce bene i metodi dei
lalsi maeslri nel pensare che sia piùr completo che neÌle precedenti
considerati come gli intermediari falsi maestri e lancia un forte am-
llecessario obbcdir c alle porenze lettere la dottrina del Cristo cosmi-
tra Dio e I'uomo, ed era perciò ne- monimento ai Colossesi a stare in
lingclìchc, che si rìteneva control co (ve./l Crjstologia). Accennj si
cessario placarli con rigide osser- guardia per non essere portativia
assero la comunicazionc tra Dio lrovavano eià in Rm 8,19-22 e
vanze legali. come bottino (CoÌ 2,8a sflagògeò,
Sulla natura della <filosofia> <rapire, portare via come botti-
r I'umaùilà. Quesla relazione è lCor 1,2,1i 2,6 20; 8,6, ma un'e
Colossesi, lettera ai 2',7I 219 Coì0ssesi. leltera ai

sposizione piìl dettagliata viene re di conseguenza un vero orien- (Col 2,1 1.12), sull'essere lìbera- nosca in modo cedo ciò che Pao-
fornita in Col 1,15-20 e 2,13-15. tamento verso le cose celesti (cfr. ti dal potere delle regole (Col 1o possa o non possa aver scrjtto.
Contro i falsi maestri che si van- Col 3,5.8.12 e 3,18'4,1). 2,14.20.21), il contrasto ira l'uo- Inoltre non spiega la stretla somi
tavano deÌle loro elevate espe en- mo vecchio e l'uomo nuovo (Col glianza tra Colossesi e le lettere ge-
ze spirituali, delle loro nuove rì 6. ALCUNE QUESTIONI CRI- 3,5-17) c la relazione, neÌle esor- neralmente accettate come paoli-
\.elazioni e deÌla loro partecipazio- TICHE - 6.1 Autenticità Dal- taziooi, tra l'indicativo e l'impe- nc. Piuttosto, le particolarjtà sti-
ne alla pienezza divina, Ie criti- la lettera è chiaro che il suo auto- rativo (Col 3,5-17). listiche sembrerebbero avere la lo-
che dell'apostolo sono taglienli: re è Paolo, non solo daisaluti ini- Ci sono ruttavia anche differen- 1o base nel contenuto della lene-
essi sono arroganti e in pericolo ziali (Col 1,1), ma anche dal cor- ze liDguisdche tra CoÌossesi e le al- ra, che è chiarameùte collegato
di essere separati da Cristo (Col po della lettera (Col 1,23) e dalla tre lettere paoline: trenlaquatlro con la parLicolare sitùazìone che
2,l8- l9). sua conclusione (Col 4,18). Il ca- parole appaiono in Colossesì, ma aveva reso necessario lo scritto.
Nel traîtare la îalsa dottrina co- rattere di Paolo. così come lo co- ìn nessun altro scritto del N..T; ven- 6.1.2 Teologi.t Per studiosi
lossese, Paolo pone l'accento sul- nosciamo dalle alire lettere, appa- totîo parole non ricorrono nelle corne E. Lohse Ìe supposte diffe-
l'escatologia realizzala (cfr. spe- re attraverso tutto lo scritto e nel altre lettcre paoliùe e dieci parole renze teologjche tra Colossesi e le
cialmente Col 2,12; 3,1-4). Nella primo periodo della Chiesa I'au- di Colossesi sono comuni solo ad letler-e generalmente accettate co-
tensione tra il (<già) e il (non
an- tenticità paolina non fu messa mai Efesini. Ma ncl valutare queste me paoline sono decjsive contro
cora) l'accento viene posto sul in discussione; la lettera fu inclu- statistjche sj dovrebbe tener pre- i'autenticità apostolica di Colos
primo, perché richiesto dalle cir- sa nella lisîa canonica di Marcio- sente che moltc cli qrLeste parole sesi. anche se le motivazioni di lin-
costanze delìa lettera. I Colossesi ne e nel canone muratoriano (ve appaiono nel paragrafo innico di gua e di stile non lo sono. AÌcuni
hanno una speranza riposta per Io- dl Canone). Però negli ultimi cen- Col 1,15 20 o nella dìsputa con la hanno sostenuto clìe la cristologia
ro neicieli (Col 1,5; cfr. 3,1-4); so- tocinquanta anni in molte occasio- lalsa dottrina, o come frasi tipi- dell'autore postpaolino appartel'ìe
no stati messi in grado di parteci- ni l'autenticità è stata messa in di- che della filosolia colossese o co- va a un periodo posteriore della
pare all'eredità dei santi nella lu- scussione, sulla base del linguag- me pane della polemica dell'auto storia della Chiesa, quando erano
ce (Col 1,12), essendo già stati li- gio e dello sti]e della lettera, e delle re. Inollre, hapax legomena ecl cominciate ad afîermarsi le in
berati dai potere delle renebre e pres[nte dilferenze tra Colossesi espressioni insolite sorlo alquanto fluenzc gnostiche. Ma non è neces
trasferiti nel regno del Figlio dilet- e la teologia delle principali lette- numerose nelle altre lettere paolj- sario fal ricorso alle inlluenze
lo di Dio (Col I,l3). Non solo so- re paoline. ne; I'assenza di una parola o un gnostiche gìà pienamelte afîerma-
no morti con Cristo, ma sono an- 6.1.1 Linguaqgio e stile Mol- concelto può esscre dovuto alla di te del lI scc. per un possibile àac,k-
che risorti con Ìui (Col 2,12; 3,1; ti tratti tormali di Colossesi mo- versità dell'argomenro che vienc grcund. Se úr backgtound girrdai-
cfr. 3,3). Sebbene il ((non ancora) strano somiglianze con le altre discusso. co di tipo mistico-ascetico è vero
della salvezza sia presente nella let- lettere paoline, inclusi la sua strut- Tratti caratteristici di s/i/e, di- sinile, allora non c'è bisogno di
tera (specialmente Col 3,4), il tura (infodùzione, Col l,l-2; con- stinti dal vocabolario, includono guardare al di 1à dell'età aposto-
(già) aveva bisogno di essere aî- clùsione, Col 4,18; e preghiera materiale ljturgico corne frasi lun- lica. c non è certamenLe a causa di
fermato continuamente conlro co- di ringraziamento, Col 1,3-8), le ghe introdotte da pronomì relati- queslo che si può escludere l'au-
loro che erano interessati alla (pie- parole e frasi di connessione (Col vi, con proposizioni participiali e lenlicìlà paolina.
nezza> e alla sfera c€leste, ma che 2,1.6.16; 3,1.5) e la lista dei mes- causali, espressioni combiDate e si- Le obiezioni all'autenticilà pao-
avevalo lalse idee su di esse, cre- saggi c dei saluli (cIr. Col 4,8. nonimiche (<rafforzandovi con hna, dal punlo di vista teologico,
dendo che potevano essere rag- r 0. 12.15). ogni enelgian, CoÌ 1,ll;<di pre- sono:
giunte con osservanze legalistiche, Molte espressioni sono di stìle gare e di chiedere>, Col 1,9), una 6.1.2.1 Cristologia È sralo
una speciale conoscenza, gsperien- paoljno: ad esempio l'ùso super- scrie di genitivi dipendenti (da pa- soslenuto che Colossesi sviluppa
ze di visioni e cose simili lvedi Vi- fluo di <e> e <perciò> (Col 1,9; ìola di verità del vangelo>>, Col la sua crisîologia sulla base di Col
sioni, esperienza estatica). Cristo cfr. lTs 2,13; 3,5), lrasi come (i 1,5) e costruzioni infinitìve senza l,l5-20 c va aL di là delle aflerma-
aveva fatto tutto quello che era ne- suoi santi) (Col 1,26; cfr. 1Ts uno strelto legame (((comportarsi zioni di Paolo in lcor 8.6 e Rm
cessado per la salvezza dei Colos- 3,13), (riguardo a)) (Col2,16; cfr. in manìera degna del Signore), 8,31-39 nel suo insegnamento che
sesi; essi erano morti con Cristo, lCor 3,10; 9,3), come pure verbi Col 1,10). in Cristo abita (corporalmente))
erano stati risùscitati con lui e ave- come charizomai, con il sìgnifica- Queste particolarità stilisliche tutta la pienezza della dìvinità (Col
varo ricevuto con Ìui la nLtova vi- to di ((perdonare) (Col 2,13; 3,13; sono state inter-pretate come pro- 2,9) e che egli è il <capo di ogni
ta (vedi Morire e sorgere con Cri- cfr. 2cor 2,7.10)- Le somiglian- \'e di rÌn autorc che. nonoslante principato e di ogni potestà> (Col
sto). Sono perciò esortati a cerca- ze si estendono alla terminolo- lutta la sua dipendenza da Paolo, 2,10). Ma quest'ultima afferma-
re le cose di lassir (Col 3,1-2), quel gia teologica come <in Cristo)) argomenta in maniera diversa dal zione esplicita le implicazioni di
nuovo ordine che ha il suo centro (Col 1,2.4.28), (nel Signore> (Col I'apostolo (così Bujard). Ma un Col 1,15-20, che è centrale nclia
nel Cristo esaltato ( ! edi Esalfaz.io- 3,18.20 ecc.), espressioni sull'es- tale giudizio sembra indcbitamen- lellera, mentre Col 2,9 applica le
ne e intronizzazione), e a mosrra- sere ùniti a Cristo nel battesimo le negatjvo e presuppone che si co- parole dell'inno alla sjtuazione co-
Colossesi, Iettera ai 280 .ll I Colossesi, lettera ai
lossese, rendendo chiÍuo come tut- e ora sulla terra. La stessa parola ,r lileso. L'autore postpaolino pre- me do\î-rte alle circostanze della si-
ta la pienezza della divinità abita Chiesa p.uò essere usata per una ,e da essa l'ìnno che ora si trova tuazione a Colosse.
in Cristo, cioè in forma corpora- comunità locale a Colosse o per- rrr Col l,l5-20 e altro mate ale ó.2 Luogo e dala di origine -
le con l'incarnazione. La dimen- fino per una piccola comunità do- rrirdizionale aÌlo scopo di combat- Il pùnto di vista tradizionale se-
sione cosmica del dominio di Cri- mestica (Col 4,15-16). La comu- 1crc I'eresia nell'età sìlbapostolica condo il quale Paolo scrisse Co-
sto è un'esposiziole pil) comple- nità celeste trova la sua manifesta- (l(asemann). ll ùome di Epafra ri- lossesi durante la prigionia a Ro-
ta e piu sistematica del tema delÌa zione e diventa visibile come cam- \'evc un'enfasi particolare nella li- ma è piir verosimile di quello che
signoria universale di Cristo che si po del dominio di Cristo dove si \1a dei saluti della lettera ai Colos- colloca la composizione della let-
trova nelÌe prime lettere di Paolo riuniscono <i santi e i fedeli fra- .,c:ii.
Questo documento, che è una tera durante la prigionia a Eleso
(lCor 8,6; cft. Col 1,24: 2,6-10) telli in CristoD (Col 1,2). sl)ccie di lettera pastorale, dove- o a Cesarea. Nessun'altra prigio-
e viene esplicitata in relazione a e 6.1.2,3 Escatologia - L'escato- vir lomire ùn'autoriz zazione apo- nia dfedta nel libro degli Atti sem-
come una correlazione del falso logia futura, hanno sostenuto al- .lolica per Epafra, il cui insegna- bra costituúe ùn'adeguata alterna-
insegnamento a Colosse. Non è cuni, in Colossesi perde un po' llìento rappresenta il pensiero di tiva (ci sono difficoltà sulla prigio-
necessario cercare un autore diver- d'importanza, essendo Col 3,41'u- I'aolo. Secondo M. Kiley, l'auto- nia di Cesarea di At 24,2'7; ma le-
so da Paolo come fonte di queste nico rilerimento espìicito a questo rc di Colossesi usò le due lettere di Filippesi, lettera ai). I saluti da
idee. evento futuro. Si dice invece che rlllla prigionia di Paolo (Filippe- parte dei compagni di Paolo in
6.1.2.2 Ecclesiologia - La no- dominano concetti spaziali, men- ri e Filemone) come modello per Col4 fanno pensare che essi aves-
zione di Cristo come (capo del tre non vi si incontra nessuna del- \crivere una lettera di raccoman- sero un diretto accesso a lui, e que-
corpo, la Chiesa)) viene conside- le tipiche idee paoline: parusia, ri- rlazione per Epafra. La lettera, sto si adatta con la descrizione del-
rata come il riflesso di uno svilup- surrezione dei morti e giudizio del (hc porla i segni del <(protocatto- la prigionia romana di At 28,30,
po postpaolino. ln lcor 12,12-2'7 mondo. Inoltre, diversamente dal- licesimo> dell'età subapostolica, mentre il riferimento a Onesimo
e Rm 12.4-5 Paolo usa la termi- le lettere sicuramente paoline, Co- irvcva lo scopo di mostrare che (che chiama in causa la lettera a
nologia del coryo (yedi Corpo di lossesi afferma che i credenti so-
C sto) e delìe sue parti costituti- no già risorti con Cristo (Col "l'insegnamento di Paolo non è Filemone) potrebbe essere com-
\lr ettamente limitato a esigenze preso nel contesto della capitale
ve in riferimento alle reciproche 2,12-13; 3,1), e questo serve come tcrnporali e locali)) (Kiley 107). imperiale, sebbene alcuni abbiano
relazioni e agli obblighi vicende- fondamento dell'imperativo etico l.'(autore di Colossesi conferma sostenùto che la distat\za tra Co-
voli dei cristiani. In questi riferi- (vedi Etica) . rrlle comunità il messaggio deÌl'a losse e Roma sia un ostacolo per
menti il <<capor> del corpo non ha In verita, c'è in Colossesi un'en- la sua origine romana. E piutto-
t)ostolo in una ùuova efficace for-
una sp€ciale posizione onorifica, fasi sull'escatologia realizzata, ma rìrulazione> (Lohse 183). sto aleatorio attribuire qualche pe-
ma vi€ne considerato come un ciò è richiesto dalle circostanze Ma in Col 1,23-2,5 il vangelo dà so al progresso del pensiero pao-
membro ordinario (cfr. lCor particolari. C'è però escatologia validità al ministero di Paolo; il lino come criterio per la datazio-
12,21). ln Colossesi (ed Efesini) futura non solo in Col 3,4.6.24, paragrafo non legittirna il vange- ne di Colossesi.
c'è uno sviluppo su questa linea di ma anche in Col I,22.28 (cîr . Col lo attraverso la funzione aposto- Se si accetta l'ipotgsi romana,
pensiero, dal linguaggio di simili- 4,11). I concetti spaziali sono usati lica di Paolo e poi afierma (Col la data più verosimile è da collo-
tudine (come in I Corirzi e Roma- a seryizio dell'escatologia, mentre 1,7; 4,7-13) la legittimazione di care piuttosto all'inizio della (pri-
ni) a quello di un coinvolgimento l'antitesi tra prospettive escatolo- llpafra per la sua relazione con ma) prigionia romana di Paolo,
reale e interpersonale. Qu€sto svi- giche e trasce[denti si trova insie- l'ilpostolo. Entrambi senivano il cioè irtorno al 60-61 d.C. Quelli
luppo è stato probabilmente sti- me nelle lettere sicuramente pao- vangelo come collaboratori e mi che sostengono un'alternativa efe-
molato dalla riflessione di Paolo line e in Col 3,1-4. C'è in Colos- rìistri di quella parola. lI1 questi sina collocano la lettera irtomo al
sui temi coinvolti nell'eresia colos- sesi una motivazione escatologica; 54-57 d.C,, o perfino prima, 52-55
t,assi non si fa alcuno siorzo di da-
sese ed è pienamente appropriato. probabilmente non è dominante, rc un'autorizzazione apostolica a d.c.
Inoltre, il termine criesa (Col ma è nondimeno presente (Col3,5 lipafra (o a qualche altro) per il 6.3 L'inno di lode a Cristo
1,18), anche se generalmente con- è basato su Col 3,1-4 con la sua llìtto che si trovi in una successio- Col I,15-20 è un magnifico testo
siderato come un iferimento al enfasi escatologica). Al tempo rìc apostolica e il suo insegnamen- di lode Cristo Signore della crea-
a
popolo di Dio in tutto il mondo, stesso nelle lettere accettate come r{) rappresenti il pensiero di Paolo. zione (Col l,l5-17) e autore della
alla Chiesa universale dove Cristo autentiche di Paolo ci sono altri Le cosiddette difîergnze tra Co- conciliazione (Col 1,18-20). Per
esercita qui e ora la sua signoria motivi per le esortazioni diversi lossesi e le lettere generalmente ri- quanto rigùarda la struttura del-
cosmica, si comprende meglio se dall'escatologia. rcnute come autenliche di Paolo f inno non è stato raggiunto un
riferito a un'assemblea celeste riu-
nita intorno al Cristo risorto ed
6.1 .2,4 "îfadtzione - Si tiene norl costituiscono sufficienti mo- consenso tra gli studiosi circa il
che Ie asserite differenze nelle sud- rivì per respingere la paternità numero e il contenuto delle stro-
esaltato (cfr. Col 3,1-4; El 2,6). dette tematiche teologiche derivi- irpostolica di questa lettera. Ci so- fe. È meglio parlare di alcuni pa-
Questa assemblea celeste coII al no da una <<scuola di tradizione rro sì dilferenze di accenti, ma rallelismi (cfr. Col 1,15 e l8), con
suo centro Cristo si manifesta qui paolina) probabilmente con base tllrcste si comprendono meglio co- frasi relative segùite da frasi cau-
Colossesi, lettera ai 282 .l{:ì Conoscenza e dono della conoscenza

sali (Col I,16.19), l'uso frequen- falsi maestri, Indipendentemente I. scboìars, Missoula (MT) t975:i Hooker CONOSCENZA E DONO
te di <tutti)), e il chiasmo formale dal fatto che il testo sia o meno Nt D., vterc Therc False Teachers in Co- DELLA CONOSCENZA
nei w. 16c e 20 (si noti anche Col prepaolino, esso si adatta periet- /,,$ae?. in B. Lindars S. S. Smalley (edd.),
1,17.18). tamente allo scopo che aveva l'a- t lÌist and Spitiî ìn the New Testanenl:
postolo nel comporre la lettera ai
\trdies ih Honout ol Charles Fnncis Dig- SorrMARro - 1 Conoscenza; 2. Conoscen-
Sebbene come possibile origine ,r Morl€, UniversiÌy Press, Cambrjdge za a Corirto: 3. Dono della conoscenza.
delle idee contenute nell'inno sia- Colossesi. ltr7l, pp. 315-331; KàsemaatF,., A Pnmi-
no stati suggeriti gli sfondi del- t^! Chtkrian Baptisnal Lítutg!.]i Essals L'espressione (parola della co-
lo gnosticismo precristiano e del Yedi anchet Cristologia; Efesi- , t Ne|| Testame t Themes, SBT, Allenson, noscenza>) (logos gnÒseÒs) trcot-
Niperyille 1964. pp. 149-168; KjLey M., Co-
Giudaismo rabbinico, è probabil- ni, lettera agli; Gnosi, gnostici- h'\sions as Pseudepisruphl, JSOT, Shef-
re una sola volta nel cotpus pao-
mente corretto ùn generale am- smo; Mistica; Pienezza; Principati ricld 1986: Lincoln A. T., Paftdiso ora e lino, ed esattamente in lcor 12,8,
biente sapienziale dell'AT e del e potestà; Sapienza; Trionfo. Mì ancoîa. Ciela e prcspett i\)a escalologi dove occupa la seconda posizione
Ciudaismo elledstico (E. Schwei- ,d nelpensierc di Paolo, Biblioreca dì cui in una lista di nove carismi (cra-
úra relisjosa 48, Paideia, Brescia 1985:
zer). Non è però possibile spiega- BIBL. I conmentatL Abbott T. K.. fn?
t \anietS., Paul's AdveÉaies in Colossee,
ùsmata, manilestazioni di grazia
re come i predicati e le attività at- Epístles to the Epheians and b rhe Colos- divina, o doni speciali accordatì
ICC, T. &T. Clark, Edinbush 1897i
n F. O. Francis W. A. Meeks (edd.), Col-
tribuite alla Sapienza siano state 'i1xr.
Aletri L N., Lettela ai Calossesi, Edb. Bo- //irl d/ Colo$4e, SBLSBS 4, Scholars, Mis- dalla grazia di Dio). Di questo do-
applicate a Cesil di Nazaret, re- logna 1994;Brùce F. F., Ire Epistlestothe rùla {MT) 19751, pp. 147-161; Sanders J. no dello Spirito non è fornita al-
centemente crocifisso e risorto dai Colossíans, ro Philenon, and to the Ephe- | . The New Testanenl Chtistologicdl cuna definizione, ma siamo in gra-
sr"xr, NICNT, Eerdmans, Grand Rapids /Irnns, SNTSMS 15, University Press,
morti, con Io sfondo stesso. 1984; Caird G. B., Parl3 Zetîetslron Pti- ( ambridge l97lj Tannehill R. C., Dltrs do di capire in che cosa consistes-
Il paragrafo innico non è una so,r, Universiiy Press, Oxford 1976; Dibe- rnd Rising with Christ,BZNW 32, Tòpel- se e consista guardando al modo
dìgressione o un etcttttt cristo- livs M., Ai die KolosseL Epheser, an Phi- ,ann, Berlin 1967i Wrighr N. T., Po?14, in cui Paolo si rivolgeva al sogget-
logico, ma è chiaramente centra- /enor, HNT. J. C. B. Mohr, Tùbingen úà Theolosr in Col. t:t5-20, iî, NTS 36 to della conoscenza entro il piìl
1953r; Houlden J. L., Pd,l's Lettetsftot rr990) 444-468.
le nel contesto in cui si trova. La P/ison, westminfer, Philad€lphia 1970; ampio colprs dei suoi scritti, e in
lunga preghiera di Paolo (Col LjShtfool J.8., SairlPaÍl's Episles tothe P. T. O'Brien particoÌare nella corrispondenza
1,9-14) prepara la strada a esso e Colossians a d to Philemor, Macmillan, con i Corinzi (vedi Doni dello Spi-
alcuni suoi temi sono ripresi e ap- London 1890; LohmeyerE., Die Biek and rito).
die PhilippeL an die Kotosset und at Phi-
plicati in tutto il resto della lette-
ra (cfr. Col l,l9 con 2,9; Col I,20
/emoÌ. MeyerK, Vandenhoerk & Ruprecht, COLPA: vedl Peccato, colpa
Cóltingen l9ú1rì Lahse 8., Le lettere ai ]' CONOSCENZA - Dall'insie-
con 1,21-23 e 2,15). Anche se si Colossesie a Filenone, Commentdio teo- me del corpus paolino sappiamo
tratta di un testo di lode a Cristo, logico del Nuovo Testamento 11, Paideia, COMUNIONE: vedi Colletta che Paolo fa spesso riierimento a]-
Brescja 1979; Mdtjn R. P., Colossíans and
sorprendentemente i
nomi <Ge- P/'ileuou, NCB, Eerdmans, Crand Rapids per i santi Ìa conoscenza (grdsi9 e al cono-
sìì)r, <Cdsto>) e (<Signore) non vi 1981t Id., Ephesidns, Colossians, and Phi- scere nel senso di <<cognizione-
appaiono; la strofa inizia sempli- lenor, lntc, John Knox, Louisvilìe l99lj scienza) o (comprensione). Si
Moule, C. F. D., The Epistles o.î Paut the COMUNIT,À.: te.1i Approcci so-
cemente con (<Egli è...r. Comun- AposÍle to the Catossíans and to Philenon, cìologici a Paolo; Chiesa; Chiesa, pÌrò conoscere Dio (Rm 1,21; Gal
que, è evidente che le parole di lo- CCTC, University Press, Canbridse 1957; 4,9; Fil3,10), si può conoscere Ia
ordinamento e governo della; Co-
de non possono esser€ applicate a O'Brien P. T.. Cololjlrns, Philenon,wBc (iici domestici; Sequela, comunio- volontà di Dio (Rm 2,18), si può
nessun altro. 44. word. Waco 1982i Parzia A. G., Co-
lossians, Philemo , Ephesíans, H$pet & rìe, partecipazione; Sociologia del- conoscere la Legge (Rm 7,1) o si
La paternità paolina dell'<in- Row, San Francisco 1984; Schwejzer E., lc Chiese missionarie può conoscere l'amore di Cristo
non è stata messa in discussione The Leltet îo îhe Colossia s: A Connen- (Eî 3,19). ll termine g/rÒsrs viene
con motivazioni basate sulla lin- rdrl, Augsbùrg, Minneapolis 1982; Wright anche impiegato frequentemente
gua e la struttura. Gli argomenti N.'1., The Episrles oÍ Paul îo lhe Colos- (]ONCILIO DI GERUSA- da Paolo in riferimento a nozioni
sidns and îo Philemo ,'|NTC, Eerdmans,
a lavore o contro non sono deci- Grand Rapids 1986. 11 Slrdt: Bornkamm I,EMME: vedi Cronologia di che egli vuoìe che i suoi lettori
sivi né per l'una né per I'altra ipo- G., The Hercsr of Colossians, in F. O. I'aolo; Galati, lettera ai; Gerusa- comprendano (Gal 3,7; Eî 5,5;
tesi, di conseguenza dovremmo Francis - w. A. Meeks (edd.r, Conllict dt lemme; Itinerari, progetti di viag- 6,22; Fíl I,I2). Ma alcune cose per
Colorsae. SBLSBS 4. Scholars, Misroula
accettare il passo come autentico. (MT) 1975r, p!. 123-145: Bujard w., Sfi- gio, parusia apostolica Paolo erano imperscrutabili o in-
Molto si è discùsso quindi se l'a- Ianalytbche Untercuchungen zum Kolosser- conoscibili in se stesse, come per
postolo abbia incorporato nella óri€l SUNT I I, vddenhoeck& Ruprecht, esempio la mente di Dio. Scrive
sua lettera un <inno)) preesisten- Cótringen 1973: Cannon G-E., The use of CONDIZIONE MORTALE
così che la proîondità della ric-
te. Questo è possibile, ma se è co-
Truditional Mateiah in Colosriar.t, Mer- I)ELL'UOMO: vedl Immortali- chezza, della sapienza e della
cer, Macon (cA) 1983i Dibeljus M., Zre
sì, egli ha tessuto il resto della let- tiì; Risurrezione; Vita e morte
Isis Initiatìon ín Apuleius and Related Ini- scienza di Dio è insondabile (Rm
tera intorno ad esso e la concen- tiatotf Rites, in F. O. Francis - W. A. 11,33-34). Se non è aiutata, la
Meeks (edd.), Conflict dt Colossae,
trazione sulla supremazia di Cri- SBLSBS 4, Scholars, Missoula (MT) CONFESSIONE DI FEDE: mente umana non ha di per sé la
sto ha lo scopo di rafforzare i let- 1975i. pp. 6l-121; Francis F. o. Meeks |edi Credo; Elementi liturgici in forza per accedere alla mente e al-
tori e correggere Ie idee erronee dei w . A. (edd.t, Cotlllict at Colossae, SBLSBS l)aolo la conoscenza di Dio,
Conoscenza e dono dclla conoscenza 284 285 Conversione e chiamata di Paolo

Se è evidente che Ìa conoscenza Menlre per alcunj la conoscenza nato (lCor 12,11), e pertanto è im- e maÍifestazioùe di conoscenza
di Dio è inattingibile, nel senso che può essere portalrice di ljbertà, in portante che coloro che ricevono che prescinda dall'amore è priva
trascende l'umana capacità di quanto cancella le paure derivan- questa conoscenza dallo Spirito la di valorc. Non è nulla (1cor 13,2)
comprensione, è allrettanto chia ti dall'ignoranza, pcr altri la man- partecipino agli altrj membri del ll modo d'intendere Ìa conosceD-
ro soprattùtlo dalle Ìettere aj canza di conoscenza fa sì che pos- corpo di Cristo, in modo da con- za da parte dì Paolo è espresso in
Corinzi che a volle la rivelazio sano facilmente essere indotti in sentire loro di comPrendere sen- lCor 14,6, dove la conoscenza è
ne dello Spirito Santo consente dì errore da quelli che îanno eserci- za recare loro oîfesa (vedi CorPo presentata come parallela aÌl'inse-
penetrare nella mente di Dìo. Nes- zio della loro appcna acquisita di Crjsto). 11 possesso di questa co- gnamento, nel quale essa gioca un
suno è in grado di comprenderc (<conoscenza, senza saggezza e noscenza, dunque, è visto come suo ruolo. Per sua stessa natura,
quello che è di Dio, salvo lo Spi- amore (lCoÌ 8,7-ll). La cono- vincolato a certi limiti. I'insegùamento richiede una rela-
rito di Dio (lcor 2,11); e avendo scenza maneggiata in manicra im- ln lCor 13 Paolo mette in evi- zione aperta e piena di fiducia, ca-
icristiani ricevuto lo Spirito San- propria da coloro che la posseg- denza alcuni limiti increnti a que- r izzaf a dall'amore.
Al I er
to, sono ora capaci di capire mol- gono può condurre alla rovina di sta conoscenza, anche se si tlatta Nel risveglio pentecostale e ca-
te delle cose di Dio. E il ruoÌo pro- qùelli che non la posseggono. di manifestazioni di essa ispirate rismatico di oggi sono ricorrenti
prio delÌo Spirito Santo quelLo di Per quanto riguardava la comu- dallo Spirito. Uno di tali limiti è affermazioni circa la presenza e
rendere le cose spirituali di Dio Íità di Corinîo, Paolo sì mostra di natura temporale, dal momen- l'uso della <parola della conoscen-
comprensibili alla mente umana piu volle preoccupalo chc quelli to che la conoscenza è destinata in za>. A1 pari di tutti i carismi, tali
(lCor 2,11). dotati di conoscenza non la ilì]pie- ultima analisi a finire (lcor 13,8) affermazioni devono essere sceve_
ghino per menare vanto in qual- Un secondo limite forse piu im- rate e dconosciute dalla comuni-
2. CONOSCENZA A CORINTO chc modo della loro elevatezza spi- poltante - è rappresentato dal- ta di lede. Qùesto carisma, come
Dal1e Ìettere ai Corinzi risulta rituale, rna la utilizzino piuttosto la sua incapacità di comunicare tutti i veri carisúi, deve servire al-
chiaro che la conoscenza aveva un per scopi posìtivi, in maniera edi- adeguatamente in parole la tota- f inîefti comunítà, portando quelÌi
posto importante nel modo di fìcantc. Essa dovrebbe tornare lita del quadro. Al momento Pre- che ne godono a un piir alto livel-
pensare di molti menlbri di quel- vantaggiosa a tutta Ia comunità e sente la nostra conoscenza. anche lo di maturità che fornisca una piìt
Ìa comunità. Paolo non esilava a orienlare i suoi membri vcrso Dio. quella ispirata dallo Spirito, è so- profonda penetrazione nella men-
riconosccrc che i Corinzi avevano La conoscenza va esercitata nell'a- lo parziaÌe o incompleta. Essa aP- te di Cristo (lCor 2,16). I carismi
un ricco patrìmonio di conoscen- Dl0re. pare semplicemente come un Pal- rivelano la loro autenticità dai
ze d'ogni tjpo (lCor 1,5), e osser- lido riflesso in uno specchio (1Cor lrutti che producono.
vava che ecceLlevano anche nella 3. DONO DELLA CONOSCEN- 13,12), mentre noi stessi siamo im-
conoscenza, oltre che in altre co- ZA Nonostante ciò, Paolo af- mersi in un lento processo di tra- Vedi anche'. Doni deÌlo Spirito;
se (2Cor 8,7). Ma ùella comunità ferma con chiarezza che esisiono sformazione da un livello di glo- Gnosi, gnosticjsmo; Insegnamen-
di Corinro c'era ùn'insistenza ec- in generale parole ed espressioni a a ùn altro (lcor 3,18) ad ope- to, parenesi; Profezia; Sapienza.
cessiva sulla conoscenza. îino al della conoscenza che sono utili; e ra dello Spirito Santo. Questo pro-
punto che quest'ullima veniva queste manifeslazioni possono es- cesso di uasformazione, che com- Brur. Dunr J. D. C., J€sùs ond /rr sPi
rn. \!csminste., Philad€Ìphia 1975i Elìis E
coÍsidetata ipso .fdclo come un in- sere viste come carismi, o doni, ac- porta ùna qualche forma di rive L., Paphec! and He teneutic in Ea !
dice di elevatezza spiriluale, di cui cordati dallo Spiriro Santo con so- lazione divina. non arriverà a a?r;rr@ril.',, Eerdmans, Grand RaPlds
solo alcuni avevano iì prìvilegio di vrana libcrtà (lCor 12,4.1l). A ra- compimento se non al momento 1978; Cee D., Conce ing SpiriÌudl GiÍts.
godere. Sicché, sulla scia di gione L D. G. Duiìn Goslei Publishing Hoxsc, Sprìtr8tìcld (MO)
le chìama della consumazione del tempo l9?2: HìlLmer NI. R.. Krorledre. Neù Ase,
Schmithals, possiamo dire che esi- <rivelazìoni razìonali)) (Dunn (lcor 13,12;2Cor 3,18;cîr. 1Gv Gnosrìcisn and Ftu Corìnîhidns, in
steva a Corinto. già ai lempi di 2l'7 219).ll loro scopo - così co- 3,2). Allora si avrà la conoscenza McMaste. Jouùnl o.f Theahqr 3 11992)
Paolo, ùna specie di protognosli- me lo scopo di rutti gli altri cari- piena, ma - cosa lbrse Piu impor l8-38: Sclrmithals \\., Cnasticìsn in Co
rtnrli, Abinedon, \asÌrville l9ll i \\ cad D..
cismo (vedl Gnosi, gnosticismo). smi '. è di servire al continuo be- tante - con essa ariverà la con- Heat HX voicc, Crcation House. Carol
La discussione sulla conoscenza nessere della Chiesa (1Cor 12,1). sapevolezza da Parte dei credenti Stream 1976.
chc Paolo fa in lCor 8 è cloqucn- In lCor 8, la conosccnza possedu- di essere stati anche oggetto della
Le. La conoscenza è, si può dire, la dai Corinzi qualificati come conoscenza divina: essi sono stati
C M. Robeck, ir'
una spada a doppio raglio. Pao- (lorti> sembra fbrnire loro una pienamente conosciuti da Dio.
lo, alpari dci Corinzj, può cantar- <comprensione carismatica della Ma il limite piu forte che secon- CONVERSIONE
ne le lodi, ma insieme ammette che vera rlalura delÌa realtà)) (Dunn do Paolo caratterizza la conoscen- E CHIAMATA DI PAOLO
essa possiede un lato oscuro. <1La 218). ì\'la la sovlana libeÍà con cuj za è quello posto dall'amore. L'a-
scìenza gonfia)), egli osserva, lo SpiriLo dislribuisce quesLe ma more edifica (1Cor 8,1; 13,4-?.13),
(mentrc la carità edifica> (lCor Difestazioni dclla conoscenza sta e la sua preoccupazione centrale
SovMARro - l Sloria dell'inlerpretazione
della conrersionc/chiamata di Paolo; 2
8,2). E l'uso egoistico della co a sjgùificare che non a tutli i cri è 1'attenzioùe per gli altri e il loio Racconrì deÌla convebione/chiaData di
noscenza che de\"essere cvitato. stjanj questo carisna è stato do- incoraggiamento. Qualsiasi forma Paolo;2.1 Gal I ,11 1r;2 2EiI3,3 17i2.3
Conversione e chiamata di Paolo 286 287 Conversione e chiamata di Paolo
Allri racconti paolini?; 2.41racconti de di colpa e di inferiorità diventa come una chiamata a essere apo- no talvolta considerati descrizio-
cli Atlj;2.5 La conversjone,/chiamara di una persona con una consapevo- ni autobiografiche di questa espe-
Paolo nel NTi 3. Alcune quesrioni criri- \tolo dei Gentili. A causa di que-
chei 3.1 Defìnizioni della conversione; lezza di essere nel giusto, e prova sta chiamata egli comincia a Por- rienza, Il libro degli Atti contiene
3.2 Paolo cambiò reljsione?i 3.3 Conver- un senso di completezza come si delle domande sul ruolo della tre diversi racconti dell'esperien-
sione o chianara?; 3.4 L,esperienza di conseguenza di un più saldo pos- l-egge, ora che ìl Messia (vedi Cri- za di Paolo sulla via di Damasco:
Paolo come nodello per j cristiani: 3.5 sesso di realtà religiose. Da que- At 9,l-20i 22,1-21; e 26,2-23. Urlo
L'esperienza di Paolo e la sua reologia. sto) è venuto, e su che cosa que-
sta prospettiva îradizionale l,espe- sta venuta significhi per le relazio- dei probiemi che riguardano lo
Uno dei racconti piir conosciu- rienza di Paolo sulla via di Dama- oi tra Giudei e Gentili. L'aposto- studio della conversione/chiama-
ti del NT è quello della conversio- sco è vista come un pdmo esem- lo arrìva a una nuova visione del- ta di Paolo è come usare le testi-
ne di Paolo e della sua chiamata pio di conversione. Un fariseo giu- la Legge rispondendo a questi in- monianze del NT. La cerca sto-
a essere l'apostolo dei Gentili. Gli deo che è ben consapevole del suo lerrogatiYi, non dibattendosi sul rica dà piìr valore alle lettere, do-
studiosi spesso sono in disaccor- faìlimento nell'osservanza della significato della Legge nella pro- ve è lo stesso Paolo che parla del-
do se questa esperienza di Paolo Legge sperimenta un profondo pria vita. L'esperienza di Paolo la propria esperienza, rispetto agli
debba essere meglio compresa co- cambiamento interiore quando gli sulla via di Damasco è parte della Atti, che sono invece un'interpre-
me una conversione o come una viene rivelato che può essere giu- sua chiamata apostolica unica e tazione posteriore della figura del-
chiamata a una missione specifi- stificato dalla fede in cesu Cristo, non va intesa come un esempio di I'apostolo da una particolare pro-
ca di apostolo dei Gentili. I dfe- Il giudeo persecutore diventa il cd- conversione cdstiana. spettiva. Metodologicarnente sem-
rimenti alla conversione,/chiama- stiano convedito che predica il La concezione di Stendahl del- bra p€rciò piu corretto comincia-
ta di Paolo si trovano in Gal 1, Fil messaggio della giustificazione per l'esperienza di Paolo sulla via di re con i racconti delle lgttere ed
3, At 9, At 22 e At 26. mezzo della fede in Cristo Gesù. Damasco come una chiamata e la esaminare successivamente il ma-
Fino a poco tempo fa questo mo- sua msssa in discussione della vi- teriale degli Atti. È importante an-
1. STORIA DELL'INTERPRE- do di comprendere la conversio- sione tradizionale della conversio- che domandarsi in che modo so-
TAZIONE DELLA CONVER- ne di Paolo era quello dominante ne di Paolo hanno creato tutta una no in relazione tra loro i racconti
tra i biblisti (cfr. Nock, Stewart). serie di interrogativi a coloro che delle lettere e quelli degli Atti (ve-
SIONE/CHIAMATA DI PAO- Negli ultimi decenni, però, que- studiano questo evento. Come di Paolo negli Atti e nelle Lettere).
LO - Alcuni decenni fa molti bi sta concezione tradizionale della dobbiamo definire la conversione 2.1GaI1,11-17 - I riferimenti
blisti sarebbero stati certamente conversione dell'apostolo è stata e come applicare a Paolo le mo- autobiografici di Gal 1,11-17 fan-
d'accordo che I'importante espe- messa fortemente in discussione. derne definizioni? Paolo rimase no parte della difesa di Paolo del
rienza di Paolo sulla via di Dama-
Il biblista rnaggiormente respon- giudeo o cambiò religione? La sua suo vangelo. Molti studiosi vedo-
sco era un esempio paradigmati-
sabile delle critiche mosse ad essa esperienza è compresa meglio co- no negli oppositori di Paolo dei
co di conversione cristiana. Oggi è K. Stendahl con il suo libro Pao- giudaizzanti, quelli cioè che crede-
me una chiamata o come una con-
molti di essi descriverebbero piut- lo tra ebrei e paganí (Torino 1995 vano che i cristiani provenienti dal
tosto la stessa esperienza come la versione? L'esperienza di Paolo
- Philadelphia 1976). Stendahl so- vuol €ssere un esempio Per i cri- paganesimo dovessero osseryzue la
chiamata unica di Paolo a essere stiene che il modo tradizionale oc- Legge ed essere circoncisi. In Ga-
apostolo dei Centili. Questo cam- stiani? Quanto e come la conver-
cidentale di comprendere Paolo sione./chiamata di Paolo influen- lati Paolo argomenta contro que-
biamento del modo di compren- dipende più dalle letture introspet- sti giudaizzanti e sostiene che, in
zò la sua teologia? Ma, fatto an-
dere è stato oggetto di molti studi tive di Agostino e Lutero che dai Cristo, i Gentili non devono osser-
oora piìr importante, la sfida di
recenti sulla conversione/chiama- documenti del NT. L'esperienza di vare la Legge né essere circoncisi.
Stendahl ha obbligato i biblisti a
ta di Paolo. Paolo sulla via di Damasco non fu L'apostolo riporta la propria espe-
ritornare ai testi del NT sulla con-
11 modo tradizionale di com- queÌl'esperienza interiore di con- rienza come parte della sua argo-
prendere l'esperienza di Paolo sul- versione/chiamata di Paolo per ri-
versione che la teologia occiden- spondere a questi interrogativi. mentazione, per sottotineare la na-
la via di Damasco come una con- tale ha dato per scontato, né fu tura di rivelazione del vangelo li-
veisione ha una lunga stotia nel
pensiero occidentale, che risale ad
una conversione dalla giustifica- 2 RACCONTI DELLA CON- bero dalla Legge che egli Predica
zione mediante le opere del Giu- VERSIONÉ/CHIAMATA DI tra i Centili.
Agostino e al modo in cui questi daismo. In realtà, l'esperienza di I,AoLO - I racconti della con- L'origine divina del vangelo che
comprendeva la propria conver- Paolo sulla via di Damasco non fù Paolo predica (Gal 1,1I -12) si ve-
versio[e/chiamata di Paolo si tro-
sione. Lo sludio psicologico di aîfatto una reale conversione, se- vano in due diversi tipi di scritti de anche nell'origine divina del-
WiÌliam James sulla conversione condo le tradizionali definizioni di (lel NT: le lettere di Paolo e il li- la chiamata dell'apostolo (Gal
dipendeva îortemente da questo conversione. Paolo non cambiò bro degli Atti degli Apostoli Gal 1,15-17). La discussione di Paolo
punto di vista tradizionale. James religione né soffriva un interiore Fil 3,4-17 sono due Pas- circa la rivelazione che ha ricevu-
1,11-17 e
definiva la conversione come il senso di colpa o di disperazione. si in cui Paolo scrive della sua to (Gal 1,15) è espressa nel lin-
processo mediante il quale una Stendahl suggerisce che l'esperien- csperienza di convelsione/chiama_ guaggio delle chiamate profetiche
persona che lotta contro un senso za di Paolo si comprende meglio la. lnoltre lTm l,l2-17 e Rm 7 so- dell'AT (cfr. Ger 1,5; vedíPrcîe'
Conversione e chiamata di Paolo 288 Conversione e chiamata di Paolo
.Iì9
1a, Paolo come). Un tale linguag- sembraflo essere i1 problema piii Rú 7,7-25 (per un sommarjo slo-
Poiché l'esperienza della con-
gio sottolinca il ruolo di PaoÌo co- grande a Filippi, Paolo usa la pro- rico sui vari modi in cui è srato
\ crsione/chìamata ha portato a
me uno chiamato a proclamare la pria vita cone un esempio di ciò ìnlerpretalo <ior>, cfr. Cranfield
llna fotale trasformazione della
paroLa di Dio indica l'origine di-
e che significa esserc la vera circoll- 342-347). Paolo parla forse della
vina della parola che viene procla- cisioDc. L'apostolo vede la propria
Iropria vÌta, I'apostolo vede la sùa
rclazione con i sùoi lettori come propria esperienza PersonaÌe, co-
mata. L'og-qctto di questa divina esperienza come un!espressione me gjudeo o come cristiano? Par-
rluella di un nodello che può es-
rivelazìone è Gesu Cristot è lui la paradigmatica del grande contra- \crc rmrtato (lrl J.l)-l /). Quesl l- la in modo generaÌe deìl'esperien-
parola di Djo che Paolo è chiama- sto îra la vita sotto la Legge e la (ìea di se stesso come un esempio za giudaica, crisliana, o dell'espe-
to a proclamare tra i Centjli (Gal grazia lrasformaadce della nuova (lr:lla vita in Cristo è il morivo che rienza umana jù generale? Oppu-
1,16). Sebbene I'apostolo rlon di- vita in Cristo- sla alla base del racconto della re usa lJ(io, come un modo Per
ca quasi niente degli eventi che ac- Paolo è pronlo a paragonare se Fil parlare della Legge in ùn senso piir
|ropria esperienza in 3,3-17.
compagnano questa rivelazione, stesso coll coloro che pensano di 2.3 Allri racconti paolini? generaìe?
riferisce che dopo questa rivelazio- vantare dei motivì per conlìdare Altri due passi nelle lettere paolì- La concezione tradizionale delia
ne non fù influenzato da nessun ùella carne, perché egli ha ben piir rìe sono spesso considerali raccon- conversione/chiamata di PaoLo di
aSentc umano (Gal 1,16-17). Egli molivi per una tale îiducia (Fìl ri autobiograÎicj della conversio- solito comprende qucsto passo co-
usa I'esperienza della sÌìa conver- 3,4-6). Tre di questi srìoi motivi r)c di Paolo: 1Tm 1,12 16 e Rm me racconto aulobiografico dj
sione/chiamata pcr mostrare co- per avere fidùcia nella carne sono Paolo della propria esperienza
7 .1,25.
me il vangelo che annuncìa ai basati su fattori ereditarit è ebreo lTm
1,12-16 è chiaramente un precristiana comc giudeo. Rm
Gentili ò radicato nella rivclazio- di nascita. circonciso secondo la racconto della convqsionc di Pao- /. /-l) c !rslo conlc una pfova oel
ne e nella chiamata divìne (vedi Legge ed educato come giudeo lo, però molti studjosi dubitaùo sentimento di colpa e dj irlîerioli
Chiamata, vocazione). culturalmcnte puro di lingua che I'apostolo abbia scritto I Ti- tà di Paolo come giudeo, in quan-
È in questo contesto che biso- cbraica. Anche le convinzioni di lnoteo, perciò il suo valore di aî- to incapace di osseÌvare in modo
gna comprendere la menzione di l'aolo da giudeo glì davano moti- perfetto la Legge. Ma uùa similc
lcrmazione aLltobiografica è di
Paolo della sua precedente vita nel vo di vanto: il suo atleggiamento \cusso. In questo passo vienc nuo- lettura di questo testo è diretta
Ciudaismo (Gal l,l4- I5). Non c'è veÌso la Legge era quello della ri- r,amcnte sottolineato con forza ì1 mente in contraddizione con lc af-
alcuna spìegazione umana pcr la gida sefia dei farisei. era uno ze-
conirasto lra la precedente vita di lèrmazioni delL'apostolo in Gal 1
sua esperienza; niente lo aveva lantc persecutore della Chiesa ed I,aolo e la sua vita in Cristo (te.1i c Fil 3 sulla sua vita da giùdeo;
prcparato per la riveìazione che era irreprensibììe nella sua osser- ln Cristo). Due aspetti di questo pertanto molti studiosi respingo-
aveva ricevuto. ll giudeo, che era vanza della Legge. ll passato del- contrasto sono però diversi dai le- no questa possibìlità. Al contra-
così zelante per le tradizioni dei I'apostolo lo rendeva pienamente slidi Fil 3 e Gal 1. ll primo è che rio, essi ritengono che in qucsto
padri da pcrscguitare quelli che competenle nel giudicare ogni que- rìon c'è alcuna menzione del Giu passo Paolo esamini la Legge da
credevano in Cristo, ò ora il cam- stionc che riguardasse Ia Legge. (laismo. La seconda difiereùza è una prospeltiva cristiana in senso
pione del vangelo <senza lcgge> Ma I'aver conosciùto Gesu Cri- generale: l'<ìo> rapPresenta il suo
.he Paolo identifica se stesso co-
per i Gentili. Il contrasto îra la sto caùsò un capovolgimento nel- proîondo coinvolgimento Perso-
rne il primo dei peccatori, un giu-
precedente vita di Paolo come giu la vita di Paolo. Il suo attuale giù- (lizio che non esprime in nessuno nale nel problema della Legge. A.
deo e la sua nuova vita cone apo dizio su tutti quesli precedenti tlegli altri due passi. Comunque, F. Segal offre una divcrsa e inle-
stolo dci CentiÌi è visto corne una Yantaggi, lutto ciò che prima con- proprio come in FiÌ 3, la trasfor- ressante interpretazione di Rm
prova dell'origine dìvina deÌ !an- sidcrava un guadagno, è che essi 7,7-25, suggerendo chc Paolo de-
rnaTione nella vita dì Paolo viene
gelo che l'apostolo prcdica ai Gen, sono una perdita (FiÌ 3,7-8). llri- \ostenuta corne un esempio per i scriva qùi l'esperienza giudeo
rìli. suÌtato dell'espericnza di conver- (redenti. Che sia o meno paolino, cristjana della Legge dopo la con-
2,2 Frt 3,3-17 - Qùale fosse sione/chiamala con la quale Paolo (luesto passo fappresenta certa- vcrsione. L'apostolo usa l'<io)
l'occasione dclle aîiermazioni au- conobbe Cristo è una completa rìrente la tradizione paolina ed è perché parÌa da giudeo cristiano
tobiograîiche di Paolo in Fil trasformazione. Essere trovato in Lrtile come prova del modo in cùi ad altri giudeo-cristiani. La lotta
3,3 17 non ò così chiara come in Cristo significa che €glì non è più l'csperienza della conversio- con la Legge è una lotta che nes-
Cal 1,1-17, rna è probabile che l'a nella L,egge (Fil 3,9). Ora tutta la re/chiamata di PaoÌo era compre- sun cristiano può vincere finché
postolo argomenLi anche qui con- sùa vita è regolata dalla partecipa- rl nelle Chiesc dei Gentili che egli l'osservanza di essa è una serja oP-
tlo le tendeÌìze gìudaizzanti nella zione alla norte e risurrezione di ;ì!eva fondato. zione nella comunità crisriana.
Chìcsa. E quanto suggerisce il ri- cristo (Fil 3,10,11). Questo pro- ll carattere autobiografico di L'unica soluzione è un vangelo li-
ferimel]to a qlrelli clÌe si fanno la ccsso di trasformazione in Crìsto liìn 7,7-25 non solo è discusso: bero dalla Legge. Rm 7,7-25 è,
mutiÌazione della carnc (Fil 3,2) e è un processo che continua nella r il centro di una delle princiPa- quindi, una descrizìone della lot-
la rivcnclicazìone di Paolo di esscre vita di Paolo nella misura in cui li controversie negli studi paoli- ta personale sperimentata da ogni
la vera circoncisionc (Fil 3,3). Seb- egli risponde alÌa chiamata di Dio ri. La questione principale è co- giudeo-cristiano che cerca di osser
bene lc tendenze giudaizzanti non in Clisro Gesii (Fil 3,12-14). rìc debba essere inteso l'<io> di vare la Legge come cristiano
Convetsione e chiamata di Paolo 290 291 Conversione e chiamata di Paolo
Data la molteplicità di letture di un'impodante svolta nella narra- At 22,1-21 e 26,2-23 pîesellta- Paolo a conformare tutta la sua
Rm 7,7-25 e la mancanza di dirette zione di Atti. Luca prende un pez- no lo stesso racconto di base, ma vita allo scopo di far conoscere
informazioni bioerafiche nel testo. zo di narrazione storica e descri- hanno un accento diverso e sem- Cristo tra i Gentili.
sembra piii opportuno non consi- ve un fatto di cruciale importan- brano servire a uno scopo diffe- Luca ha una sola tmdizione del-
derare questo passo come un rac- za per la missione cristiana. Il rac- rente nella narrazione degli Atti. la conversione,/chiamata di Pao-
conto ch€ si riferisce alla conver- conto della drammatica conversio- Entrambi i racconti attirano l'at- 1o, che usa in modi diversi in ap-
sione,/chiamata di Paolo. nelchiamata di Paolo viene posto tenzione sul rapporto tra Paolo e poggio al progetto narrativo di At-
2,4 I racconti degli Afti Le appena pdma dell'episodio di ìl Giudaismo e dflettono probabil- ti. Paolo è la forza motice che sta
Ìettere di Paolo ci îorniscono po- Cornelio e fa da introduzione al- mente la controversia tra Giudei dietro la missione ai Gentili e Lu-
che informazioni circa l'effettivo l'inizio della missione ai Centili- e cdstiani circa la validità della ca usa I'esperienza della sua con-
evento delìa conversione/chiama- All'inizio di At Paolo viene pre-
9 missione ai Gentili. L'accento sul- versione/chiamata per giustifica-
ta. I racconti paolini riflettono in- sentato come il persecutore della la relazione di Paolo con il Giu- re tale missione e la diffusione del
vece il radicaÌe cambiamento nei Chiesa, che combatte strenuamen- daismo è evidente specialmente in Cristianesimo tra i pagani,
valori e negli impegni di Paolo do- te i discepoli del Signore. Ma At 22,1-21, dovel'apostolo viene 2.5 La conversione/chiamata di
po aver dcevuto la rivelazione di quando insegue i discepoli a Da- presentato come ùn Pio e fedele Paolo nel NT Il conironto tra
Cristo. Al coIttrario, i tre raccon- masco, il suo viaggio viene inter- giudeo. In effetti la maggior Par- il racconto di Atti della conversio-
tidegli Atti si concentrano sugli rotto: gli appare in visione Gesl). te delle differenze tra At 9 e At 22 nelchiamata di Paolo con i rac-
eventi che accompagnano la con- La luce accecante, il duplice voca- possono essere spiegate con l'ac- conti di Paolo stesso non è un
versione/chiamata. Il îatto che il tivo (<<Saulo, Saulor), la caduta di cento posto su Paolo come un de- compito così facile come potreb-
racconto della conversìone/chia- Saulo a terra e le domande che egli voto giudeo. Questo è particolar- be apparire. Paolo fa dei com-
mata ricorra tre volte suggerisce pone caratterizzano chiaramente mente chiaro nel resoconto di menti sulla propria vita nelle let-
che questo evento è di particola- questo evento straordinario come Paolo sull'incarico che ha ricevu- tere che scrive a vade Chiese, men-
re importanza nella narrazione teofania, simile alle teofanie del- to. Qui anche Anania è presenta- tre Luca racconta una storia con
di Luca. Il primo racconto, At le chiamate profetiche. Il PaoÌo to come un d€voto giudeo e la un disegno narrativo globale. An-
9,1-20, viene rife to come parte che emerge da questa esperienza chiamata viene espressa in un lin- che se la cerca storica dà piÌl va-
della narrazione storica; gli altri è una persona diversa, ma ancora guaggio accettabile per la sensibi- lore alle lettere, il materiale di Atti
due, At 22,1-21 e 26,2-23, soîo non ha ricevuto la sua chiamata. lità giudaica. La chiamata ad an- è essenziale per la comprensione
contenuti in discorsi che Paolo ri- Questa arriva attraverso un disce- dare verso i Gentili non è data da degli eventi che accompagnano
volge ai Giudei e al re Agrippa. polo a Damasco, una delle perso- Anania ma dallo stesso Gesù in I'esperienza della conversio-
C'è stata una tendenza tra gli stu- ne che Paolo stava perseguitando. un'altra visione, mentre Paolo ne,/chiamata di Paolo. Quali so-
diosi del NT a isolare questi rac- ll fatto che la chiamata arrivi in prega nel tempio. Qui non c'è no le maggiori differenze tra il ma-
conti della conversione/chiamata una visione separata attribuisce ad dubbio che il problema per le re- teriale di Atti e i racconti dello
dal resto degli Atti per poi con- essa maggior enfasi, ma è ancora lazioni tra i Ciudei e cristiani fos- stesso Paolo?
frontarli con i racconti di Paolo; pafie dello stesso evento. La nuo- se 1a missione ai Gentili. Quando È importante notare che tutti e
ma è impoftante vedere questi pas- va descrizione di Saulo data attra- Paolo afferma che la sua chiama- cinque i racconti della conversio-
si nel loro contesto nel libro degli verso Anania indica che egli è uno ta ad andare tra i Gentili €ra av- nelchiamata di Paolo ricoÍono in
Atti. Luca li usa per mostrare il (strume4to elettor ed è stato scel- venuta nel tempioJ tra i suoi ascol- contesti in cui la relazione tra Giu-
progresso della Chiesa da una co- to per un ruolo particolare. Quel- tatori Giudei scoppia un tumulto, daismo e Cristianesimo costituisce
munità di Giudei a ùna cómùnità lo stesso nome che perseguitava A126,2-23 ha solo un accento un problema. In Atti è ill gioco la
di Gentili. A caÌrsa del carattere ora dovrà portarlo davanti ai Gen- leggermente diverso. Qui Paolo validità della missione ai Gentili;
chiaramente apologetico di Luca, tili, ai re e al popolo d'Israele, ed sottolinea la sua obbedieúa alla in Gal 1, come pure in Fil 3, è in
alcuni studiosi hanno messo in egli soffrirà a causa di esso. Que- chiamata dcevuta, È in questo discussione la validità del vange-
dubbio 1'attendibilità storica dei sta chiamata è molto di pir) della passo che appare l'espressione: Io libero dalla Legge che l'aposto-
racconti degli Atti. È vero che Lu- chiamata di qualsiasi credente: è ((Duro è per te recalcitrare contro lo predica. In questi contesti vie-
ca non ha una conoscenza di pri- un mandato apostolico. Anche se il pungolo> (22,14). Anche se mol- ne sottolineata Ia natura di rive-
ma mano dell'evento di conversio- il racconto di At 9,1-I9 presenta ti interyreti hanno visto in essaun lazione della conversione,/chiama-
îe/chiamafa, ma ha il vantaggio certamente Paolo come una per- riierimento aunac si interiore di ta di Paolo.
di una prospettiva storica ed è pos- sona che ha sperimentato un Paolo prima della conversione, è La precedente vita di Paolo co-
sibile che veda l'importanza della drammatico cambiamento di vita, più probabile che si ríferisca al suo me zelante giudeo I Persecutore
conversione/chiamata di Paolo in esso mette I'accento sulla sua chia- futuro compito e al costo dell'ob- detla Chiesa e la sua trasformazio-
un modo in cui Paolo stesso non mata a essere apostolo dei Gentili bedienza alla chiamata che sta per ne in un seguace di Cristo è un
avrebbe potuto. più che sul suo cambiamento di ricevgre, La frase indica che la aspetto impo ante di tutti e cin-
Gli eventi di At 9,1-19 segnano vita. chiamata di Cdsto costdngerà que i testi. Questo tema del con-
Conversione e chiamata di Paolo 292 293 Conversione e chi&mata di Paolo
trasto îra Ia precedente e l'attua- Ma, in definitiva, sia Luca che tero sull'esperienza della conver- sufficienti dati stodci sull'apostolo
le vita di Paolo emerge in partico- Paolo comprendono la conversio- sione dell'apostolo. Questi punti per un'adeguata analisi psicologi-
lare Dei passi autobiograîici di Gal ne,/chiamata in modo simile. En- di vista dominavano la primitiva ca o sociologica. Dobbiamo stare
1 e Fil 3. Questo forte senso di trambi si occupano della relazio- ricerca psicoiogica, che tendeva a attenti a non ridurre l'esperienza
contrasto è uno degli argomenti ne tra i Giudei e i centili e vedo- concentrarsi sulla conversione unica dell'apostolo a una formu-
per considerare come autobiogra- no nella chiamata di Paolo come drammatica e comprendeva la la o a non permettere agli studi
îici anche 1Tm I e Rm 7. apostolo dei Gentili un fattore im- conversione come la soluzione di moderni di definire la sua espe-
Tutti e tre i testi di Atti e Gal portante in tale relazione. Entram- un insopportabile senso di pecca- denza. Possiamo però usare le ca-
I descrivono una chiamata a pro- bi vedono la conversione./chiama- to e di colpa. I sociologi hanno tegode moderne per illuminare al-
clamare Cristo ai Gentili come ta come un evento di rivelazione messo in dubbio questa definizio- cuni aspetti della sua esperienza
parte deìl'esperienza di rivelazio- che trasforma la vita di Paolo e Ia ne della conversione, cercando di per noi.
ne. Ma è degno di nota il fatto che vita della Chiesa. E sia Paolo che ofirire modelli più utili a coloro 3.2 Paolo cambiò religione? -
Fil 3 non accenna a una speciale Luca considerano l'esperienza del- che tentano di comprendere la Paolo rimase giudeo anche dopo
chiamata apostolica: Paolo parla l'apostolo un modello della grazia conversione da una Prospettiva aver cambiato comunità? Secon-
invece di una generica <<chiamata trasformatrice di Dio per la Chie- teologica o sociologica. do una definizione sociologica del-
di Dio in Cristo Gesù>. Perché sa. Qu€ste somiglianze fanno sì Molti studi recenti sulla conver- la coflversione questo sarebbe del
una prospettiva, cosÌ importante che si possa parlare della concezio- sione hanno intrapreso un approc- tutto possibile e risponderebbe a
negli altri racconîi, è completa- ne neotestamentaria dell'esperien- cio sociologico, delinendo la con- una delle obiezioni di Stendahl cir-
mente assente in Fil3? Forse, non za della conversione/chiamata di versione come il passaggio di una ca il definire I'esperienza di Pao-
essendo immediaîamente minac- Paolo. persona da una comunità a un'al- ìo una conversione. Stendahl so-
ciata la missione di Paolo ai Gen- tra (vedi Approcci sociologici a stiene che Paolo effettivamente
tili, egli non sente la necessità di 3. ALCUNE QUESTIONI CRI. Paolo). Tali studi indicano anche non cambiò religione; ebbe una
sottolineare l'origine divina del TICHE - Gli interrogativi che Ia che la caratteristica principale dei nuova chiamata, ma continuava a
suo vangelo. Un'altra possibile ricerca biblica pone al testo det NT convertiti è una predisposizione a servire lo stesso Dio; come giudeo
spiegazione è che, dal momento spesso mettono in discussione sup reinterpretare il loro passato dal- doveva portare il messaggio di Dio
che I'apostolo sottolinea il suo posizioni tradizionali sul testo, la prospettiva della loro nuova co- ai Gentili. La sua esperienza non
ruolo come un esempio da imita- Questo è vero in padicolare per gli munità. La conversione rappre- portò a una nuova religione, ma
re, non menziona quella parte del- interrogativi che gli studiosi pon- senta una scelta consapevole di in- a una nuova comprensione del-
Ia sua esperienza che era chiara- gono circa l'esperienza della con- serirsi in un nuovo gruppo e di ac- la Legge in relazione ai Gentili.
mente unica per lui. Se I Timoteo versione,/chiamata di Paolo. Non cettare la struttura della realtà di Quando Paolo fu trasformato dal-
è considerata come lettera auten- solo Steldahl ha messo in discus- quel gruppo (cfr. Berger - Luck- la sua esperienza, il Cristianesimo
tica di Paolo, emerge un'altra pos- sione le tradizionali concezioni oc- mann 144-150). Le analogie tra non era definito come una religio-
sibilità. Quando la missione ai cidentali dell'esperienza di Paolo, questa definizione sociologica del- ne diversa dal Giudaismo, perciò
Gentili divenne stabile e Paolo do- ma altri studiosi hanno messo in la conversione e I'esperienza di sarebbe meglio dire che Paolo
veva giustificare il suo vangelo discussione la stessa interpretazio- Paolo sono sorprendenti. Paolo cambiò comunità alf interno del
sempre meno di frequente, Paolo ne di Stendahl. Tutto questo ha proveniva da una comunità fari- Giudaismo.
stesso vide la trasformazione del- portato a una serie di interrogati saica ed entrò in una comunità che Però questa lettura di Paolo
la sua vita come l'aspetto piir im- vi che qualsiasi studio sull'espe- includeva i Gentili. Questa nuova non tiene conto della natura ra-
portante della sua espe enza e rienza di conversione/chiamata di comunità lo aiutò a comprendere dicale della reinterpretazione del
complese che 1'essere un esempio Paolo deve affrontare. Le spo- la sua esperienza di dvelazione e ciudaismo da paÍe dell'apostolo.
della grazia trasformatrice di Cri- ste a qu€sti diversiinterrogativi so- a reinterpretare il suo passato. Ta- La sua affermazione che i Gentili
sto fosse parte integrante del suo no tutte collegate con la questio- le reinterpretazione del suo passa- non dovevano essere circoncisi per
ruolo apostolico. ne principale: I'esperienza di Pao- to come fadseo è evidente nei rac- entrare nella comunità cristiana
Le differenze tra i racconti di lo si comprende meglio come con- conti autobiografici di Paolo in era qualcosa di più di una reìnter-
Luca e di Paolo della conversio- versione o come chiamata? Gal 1e Fil 3; le affermazioni del- pretazione di secondaria impor-
nelchiamata sono radicate nelle 3.1 Definizione della conversio- l'apostolo sul suo passato sono tanza della Legge. lnoltre egli so-
diverse finalità che essi hanno. Lu- ne - Se il termine (conversione) fortemente influenzate dai suoi at- steneva di aver ricevuto il suo nuo-
ca vuole mostrare il progresso del- può essere utile per comprendere tuali impegni. vo modo di comprendere la Leg-
la Chiesa dalla comunità di ciu- Paolo, è necessario definirlo. Co- Per quanto queste definizioni ge in un evento di rivelazione che
dei alla comunìtà di Gentili, men- me dice Stendahl, le definizioni sociologiche rnoderne siano utili, aveva cambiato la sua vita. Que-
tre Paolo si preoccupa della sua occidentali della conve$ione sono dobbiamo fare attenzione nell'ap- ste aflermazioni gli crealono pro-
relazione come apostolo con le co- state fortemente influgnzate dal plicarle alì'esperienza di Paolo, blemi perfino all'interno della co-
mùnità dei Centili da lui fondate- punto di vista di Agostino e di Lu- soprattutto perché non abbìamo munita cristiana. Un confronto
295 Conversione e chiamata di Paolo
Conversione e chiamata di Paolo 294
lotta con un senso di colpa Per la sa ha certamente in qualche mo-
tra Paolo e i cristiani farisei di At ne, non solo ci chiediamo quale do i requisiti di un'csperienza di
sùa incapacità a osservare la Leg-
15 e Gal 2. che volevano che i cri- termine la descriva lneglio, ma ci è inlportante in_
ge: I'apostolo dice invece che era conversione. Ma
stiani geùtili îosscro circoncisi. di chiedìamo anche se un singolo ter- (irreprensibiLe quanto alla giùsti- cludere ancìre g1i cLementi di rive-
mostra quanto fosse ladicale la mine possa esprimere tutta la por- lazione in qucsta esperienza e ri-
zia che deriva dalL'osservanza del-
sua ilterpretazioúe del Giudai- tata di quell'evento. conoscerla come uniesperienza di
la Legge) (Fil 3,6). Essa conside-
smo. PaoLo abbandonò la comu La chiamata di Paolo a essere chiamata. ln altre parole. la chia-
ra anche la conversione di Paolo
nità Iarisea e fu definitivamente apostolo dei Centili e centrale llei mata di Paolo a essere apostolo
come ùn'esperienza di giustifica-
caccìato da essa. l-'affermazione raccond di Atti e Gal l; nei rac- dei Gentili è partc di una esperien-
zione per fede, piùttosto che un'e
di PaoÌo ìn Fil 3,7 8, secondo la conti degli Atti, i quali cercano di za di conversione che lo cambiò
sperienza dì conoscenza di Clisto
cluale egli considera <rspazzatura) giustifìcare la missione ai Gentili, profondamente; chiamata c con-
i suoi motivi di îiducia basati sul sembra però piii importante che in
e di chiamata a proclamarlo ai
Ceùiili. Anche se questa non è ìlna versione sono entrambe aspetti di
Giudaismo, indica una completa quelli di Paolo. L'apostolo la grave distorsione deì testi dcl NT, una divìna dvelazione di Crisro a
rottura con il suo passato di giu- menziona in dìfèsa del suo vangelo Paolo, e i cambiamenti nella vita
è un esempio dcl lentativo di îar
deo. Anche se i racconti degliAt in Gal 1, ma non c'è alcuna men- dell'apostolo e la sua mjssione ai
entrare Paolo nelle categorie pro-
ti sull'esperienza di Paolo lo pre' zione di una ch;amata apostolica Gentili sono irisultati di questa
testanti tradi2ionali, piuttosto che
sentano come un siudeo osservan- in Fil 3, ì1 che suggerircbbe che lo prolonda esperienza della cono-
cercare di complendcre la com
te, essì indicano pure che la sua vi- stesso Paolo llon comprendeva la di Cristo.
plessità dell'esperienza paolina. scenza
ta e i suoi valori erano stati radi- sua esperienza di rivelazione in 3,4 L'esperiedza di Paolo come
Le definizioni sociologichc della
calmente trasiormati dall'espe primo luogo come una chiamata, modello per i cristiani Fino a
conversìoDe sembrano essere Piu
rienza sulla via di Damasco c che anche se Ìa chiamata a essere apo- che punlo I'csperienza di Paolo
compatibili con Ìe descriziooi neo-
egìi era inflessibile nella sua insi- stolo dei Gentili faceva certamente sulla via di Damasco inlendeva es-
testarnentarie dell'esperienza di
stenza che i Celtili non avevano parte di qùella esperienza. Colo- sere un modello per i cristiani? In
Paolo. Se la conversione ha come
bisogno di esser-e circoncjsi. Se ro che considerano l'esperienza di
risultato un cambiamento dì co- Fìl l,t7 l'aposlolo esorla così i
I'iùgresso di Paolo nella comuni- Paolo soprattutto come una chia- srioì lettori: (Fatevi mici imitato-
munità e una reinterpretazjone
tà cristiana comportò un nuovo mata sono probabilmcnte influen-
della propria vita passata, I'esPe- rì e guardate a quellì che si com-
oricntamento così radicale ÍeLla zati da Luca e dai suoi scopi, piut-
rienza dcll'apostoÌo risponde cer- portano secondo I'esempio che
sua vita e nei suoi valori reÌìgiosi, tosto che dall'jnterpretazione di avete in noi) (tedi lmilazione di
ramente a questi requisiti Sc le de-
sembra sbagliato sostenere che eglj Paolo stesso della propria espe- Paolo/dj Cristo). Quale asPetro
îinizioni sociologiche della conver
rimase un giudeo con una nuova riellza. della sua esperienza Paolo invìta
sione non distorcono 1'esPerienza
vocazione. E possìbile che Paolo IÌ tema cenlrale dei passi auto- a imìtare? Nel rispondere a que-
di Paolo. nemmeno la fanno com-
effettivam€nte si ritenesse un giu- biografìci in Gal 2 e Fil 3è il con- prendere realmente in tùtti i suoi sta domanda è importante mante-
deo per tutta Ìa sua vita, ma irlsi- trasto fra la vila precedente di aspetti. Questa esperienza aveva in nere una djstinzionc, nell'esperien_
Steva anche su uoa reinterpretazio Paolo nel Giudaismo e la sua at- dell'apostoÌo, tra gli aspeftì di
sé una forte dimensione di riveLa- za
ne della îórd così radicale da crea- tuale vita in Cristo. ln Fil 3 Pao- chiamata e di conversione.
zione e Paolo aflerma che sia la
re, in fin dei conti, un nuovo nlo- lo sostìene che qúesto contrasto è È inreressaiìle che l'unico Pas-
sua esperienza sia il vangelo che
dello di religione. dovuto al carattere trasformalore so che si riferiscc all'esperienza
aveva ricevuto erano di origine di-
3.3 Conversio[e o chiamata? della sua espcrienza della cono- vina. L'evento che Ìo portò a can]- sulla via di Damasco, in cui Pao-
Per moltì aspetti la domanda se scenza di Crislo. Questo stesso
biare comunità 1u una chiamata a lo esorta i suoi lettori a seguire il
I'esperienza dì PaoÌo sulla via di contrasto si trova anche in tutti e dei Centili e 1'e- suo esempio, sia quello in cui non
essere apostolo
Damasco fossc una chiamata o tIe i raccontj degli Atti. Questa vento che fecc dare nuovo signi- si fa alcuna menzìone della sua
una coÌìversione è artificiale. l,a prova di un profondo cambiamen- chiamata aposlolica. Non c'è al-
ficato alla propria vita fu una di-
domanda stessa scmbra imporre to nella vita dell'apostolo signifi- cuna indicazione che I'aPostolo
retta rivelazione cli Cisto. Le de-
categorie moderne su descrjzjoni ca t'orse che 1'esperienza sulla via abbia mai suggerito a qualcuno di
îinizioni sociologiche dcllaconver-
antiche di un complesso evento re- di Damasco si comprende meglio imitarlo nel suo ruolo di aposlolo
sione noÌì possono descrivere que-
ligioso. Ma iÌ porre la domanda come una conversione? La rispo- dei Gentili. ln eîfetti, in Gal l-2
permette di renderci conto che l'e,
sti elementi di rivelazione nell'e-
sta a questa domanda dipende da tutlo indica chc Paolo considcra-
sperienza di conversione di Paolo.
sperienza di Paolo è troppo ricca come si definisce la conversione. va la sua chiaùìala come unica e
Ncssun termine singolo sembra
per potersi adattare esatlanenle La concezione tradizionale oc- che difeiìdeva con zelo Ì'unìcilà
cssere in grado di descrivere la
alÌe nostre categorie. Si tratta sia cidentale della conversione. se im- della sua rnissione. Anche i rac-
di una conversione che di una posta ai testi del NT, porta a una
complessità dell'esPerienza di
Paolo suìla via di Damasco Da- conti di Alti lo Prescntano come
chiamata. Perciò, quando ci do compreÌ]sione distorta dell'espe- I'apostoÌo dei Gentili e gli attribùi-
to che ogni racconto di tale espe-
mandiamo se quell'espelienza fos, rieùza di Paolo. Questa concezio, scono il merito della prima missio-
rienza contiene forti contrasti, es-
se una chiamata o una con\.ersio- ne considera PaoÌo un giudeo che
Conversione e chiamata di Paolo 296 291 Conversione c chiamata di Paolo

ne della Chiesa ai Centili. Quesla sììa teologia La maggior parte stolo degli interrogativi circa la grazìa riconcilìatrice di Dio g1i per-
è la ragione per cui studiosi come degli studiosi o ignora la portara Legge: se i Gentìli sono ora inclu- misc di sviluppare la sua partico-
Stendahl, che vedono l'esperieIr- dell'esperienza di Paolo, conside- si nel popolo di Dio, sono tcnuti lare dottrina delÌa morte espiatri-
za di Paolo soprattùtto come una randola irrilevante, o vede in essa a osservare la Legge? Cosa ne è ce di Cristo come opera di Dìo che
chiamata, diîiidano dei tentarivi la chiave per comprendere la îeo- della Legge, ora che il Messia è \'e- riconcilia (veli Pace, riconciliazio-
di considerare tale espedenza co- ìogia dell'apostolo. Ma coloro che Duto? Quale signiljcato ha questo ne) il mondo con sé jn Clisro. 11
me nolmativa per la Chiesa. pensano che la conversione/chia- per le relazioni tra Giudci e Gen- vedere questo Crisro glorilicato
Allora che cosa intende Paolo mata determinì la teologia dell'a- tili e per il posto di quest'ultimi come l'immagine dì Dio che ha rc-
quando esorta i suoi )ettori a ((far- postolo ùon si trovano d'accordo nella Chiesa? Paolo arrivò alla sua s1-aurato f immagine e la gloria di-
si suoi imitatori)? In Fil 3 l'apo- su quale esa1la influenza tale espe- concezione della Legge dalla ri- vine perse da Adamo portò diret-
stolo rjflette sulla sua personale rienza abbia avulo su di essa. sposta a questi interrogalivi, non tamente alla concezione Paolina
esperienza della conoscenza di Gran parte di questa mancanza di dalla sua esperienza della Legge dei credeùti comc conformati al-
Cristo; parla delconoscere Cristo accordo deriva dal modo diverso prima o dopo la sua chiamata (cfr. l'immagine di Crisîo e come nuo-
in modo taÌe che pùò essere solo di comprendere I'esperienza pao- Stendahl, Munck, Dunn). va creazionc. In altre Parole, Pao
qualcosa che si consegue in un lina. Quelli che vedono in cssa una Recentemente gli sludiosi che lo realmente rìccvetle il suo van-
processo in cui si viene completa- chiamata pensano che abbia avu- comprendono I'esperienza di Pao- gelo come parte della sua esperien-
mente trasformati. Tutli i cristia- to sulla sua teologia un'inlluenza lo corne una conversione banno za di conversione e lutta la sua
ni devono essere parte della comu- molto diversa da quelli chc vedo- messo in relazione questa con la teologìa è derivata direttamente da
nità di coloro che vengono trasfor- no in essa una conversione. sua teologia in un modo molto di- quella csperienza.
mati da Cristo se veramente vo- I1 modo tradizionale di com, verso dal modello tladizionale del- A. F, Segal presenta un argo-
gliono conoscere Cristo. ln Fil prendere la conversione di Paolo, la <<giustificazione per Ìa fede)). mento moLto valido per la stretta
3,l4 l'apostolo dice che questa tra- che vede in essa un'esperienza di Questi studiosi pensano che tutta connessione tra l'espcrienza di
sformazionc continua nella misu- giustiîicazione per la fede, consi- la teologia dì Paolo, non solo la conversione di Paolo, comPresa
ra in cui egli segue la (chiamata dera anche come centro della teo- sua dottrina della giustificazione da ùna prospettiva sociologica co-
di Dio in Cristo Gesù>. Qui Pao- logia di Paolo la dottrina delÌa per la fede, derivi dalla sua espe- me cambio di comùnità. e la sua
lo non parla della sùa chiamata gìustificazione per la fcde (yedi enza sulla via di Damasco. reologia. La concezione Paolina
apostolica, ma della chiamata a Centro della teologia di Paolo). S. Kirn prende sul serio l'aifer della Legge derìva sia dall'esPe-
essere trasformalo, una chiamata Paolo aÍiva a questa convinzio- mazione di Paolo di averc ricevu- denza di conversione dell'apostolo
che è rivolta a tutti i credenti. Es- ne a causa della sua lolta con la to il suo vangclo (Per rivelazione sia da quella susseguentc nella
sere trasformati comporta <il di- Legge come giudeo e alla susse- di Gesu Cristo)) (Gal 1,12) e affer Chiesa dei Gentili. lÌ principio le-
menticare ciò che sta dietro)) e guente esperienza di liberazione ad ma che l'esperienza di conversio- gale di Paolo espresso in Rm 7,'1,
(tendere a ciò che sta davanti>. opera di Cristo. Egli rifiuta la ne sulla via di Damasco fu all'o- che coLoro chc sono morti con Cri-
Perciò la dinamica di questa tra- <giustizia per le opere)) del Giu- rigine sia della sua chiamata apo- sto sono morli alla Legge, è una
siormazione è molto simile alla di- daismo in lavore della giustifica- stolica che della sua concezione ùerafora della sua stessa conver-
na ica della conversione, nella zione cristiana per 1a fede. Alche teologica del vangelo La cristo- sione. La sua esperienza di un
quale uno ripensa completamen- se la maggior parte dei biblisti non logia di Paolo scaturisce dal suo cambiamento ladicale Portò a uùa
te il passato alla luce degli impe- deîìnisce piir la conversione dì riconoscimento che la gloria di valutazione radicalmente nuova
gni presenti. Paolo condìvìde con Paolo Dcl modo tradizionaLe, que- Dio fu rivelata sul volto di Cristo della legge. Cran parte della sua
la comunità di Filjppi la <chiama- sta concezione della relazione tra (2Cor 4,6). Questa rivelazione teologia sùl vangclo libero dalla
ta di Dio in Cristo Gesil) e l'espe- l'esperienza di Paolo e La sua teo- porta alla proclamazione della sal- Legge si fornò nelle battaglie coll
rienza di essere uaslormati da logia vicne ancora presentata in vezza da parte di Paolo come una i gìudeo-cristiani circa il rùolo del
questa chiamata. Quando esorta forme un po'diversc (clr. Theis- realtà presente che sarà completa 1aLegge neÌle comunilà formale
i Filippesi a îarsi suoi imitatori, li sen 177-265). nell'eschaton, quando la gloria di da Giudel e Centili. L'idea di Pao
esorta a ùnirsi a lui nel rìsponde- Coloro che considerano l'espe- Cristo sarà pienamente visibiLe lo circa la trasformazione, risul-
re a talc chiamata e nel lascìare che denza di Paolo comc una chiama, (cfr. Newman). Questo Cristo è lato della sua espericnza dì con_
Cristo lrasformi la loro vita. Co- ta comprendono molto diversa- f incarnazione del piano salvilico versione, gioca un ruolo cruciale
noscere Cristo ha porlalo a una mente la relazione di questa espe- di Dio che include sia i Giì.ìdei che nella sua concezione della comu-
totale traslormazione della vita e rienza con la teologia dell'aposto- i Gentili: Cristo è la fine della Leg nita! crisliana. Tulli i cÌistiani de-
dei valori di Paolo ed è questa lo. Per questj studiosi, il centro ge. Questa è la ragione Per cui vono essere parle di una colnuni-
esperienza di trasformazione per della teologia di Paolo sta nella Paolo abbandonò la sua giustizia Tà che si evolve. chc è trasîorlna-
opera di Cristo che l'apostolo sua chiamata come aposlolo dei basata sulla Legge per ricevere la ta e rcdenta, e tulli i mcmbri di
esorta i suoi lettori a imitare. Gentili (così, in partc, Sanders). siustizia di Dio. basata sulla fede questa comunilà sollo ugualmen-
3.5 L'€sperienza di Paolo e la Quesla chiamara suscjtò nell'apo- in Cristo. Questa esperienza della le membra di Cristo. In effctti,
Convertiti 298 299 Corinzi. lettere ai
lutta la teologia di Paolo può in 1969i luartin R. P., The Epistle o.f Paul îo snrì di vìasgio; 2.4 Diretta diîcsa di Pao dentilicazione dcl miltente (Pao-
the Philippians, 'lNT C, Eerdmans. crand sùa aulo.it:ì apostolica: 2.i La 1() e Sostene) che dei destinatari
definitiva essere ricondotta alla Rapids 1959r Mùnck J., Paul and the Sal
io dcÌla
sìia esperienza di conversionei wîian ol Mankind. John Knox,
rolÌettai2.6 Diicsa lìnalc diPaolo e ùì1i (alÌa Chiesa in Corjnto, (insieme
Adan lrlo artacco xi $roi opposi(ori; 2 l SalLÌtì
(Avendo iniziato con la sua espe- ra 1977; Newman C., Pauls a lutti quelli che in ogni luogo in-
Glory- linàììi 3. La citt,ì c j suoi abitariìi 4. l.a
rienza personale, Paolo estende Christulo'lr: Tradition and Rherari!. N'lS Chiesa e il suo aposloÌoi 4l I problc l vocano il nomc del Signore nostro
69. E. J. Brill, LejdeD 1992i Nock A. D., sorresi a l Corinzi: 4 2 1 probleùi sollesì Gesu Cristo), lCor 1,2). Prima di
poi la sua teoria non semplicemen- Ld.onw6ioae Socierò e rcligia e nelùon
te per comprendere la propria sal-
: 2 aorinzi: .1.1 La radiec dei problemi tutto, è raro Pcr una lettela anti-
da antico, Lafetza, Bat\ 197 4 Paîi C . , Vo- a Corinto c la rispora di Paoloi 5 Alcu'
vezza e quella dei Gentili, ma an- ca.ione dì Paala o cokwlsione?.:n L. Pa- ne qùcslionìcrililhei 5.1 Aùtcllichài 5 2
ca averc più di un autore. Non sia-
dovese (ed.), //l; del l Slt posio di TaBo mo sicuri chi fosse Sostene (c1r' lo
che tutta la storia dell'umanità. da trnità e oc.asione di I e 2 CoriÚìi 5 3
stesso nolne in At 18,17 Per jl ca-
su S. Paob Apoeob, \tilonianum, Roma
Adamo all'eschatonD (Segal 183). Luoeo c datai 5 .,1 Gli olpos itori di Pao
1993, pp. ,17-63; Id., CoÌ!e6iohe di Paala
Ìo: ó. Tcnii leolosici di I c 2 Cornrri.
Dal momenlo che la vita di Pao- o rocazione? La .locn]ientazione de a lèt- I'o dclla sinrgoga di Corinto). e
lo, come pure gran parte dei suoi tera ai Ronani, inL. Pàtlovese (ed.), ,4'l nemmeno (onosci3mo qLìale fo\
del II Si posia dí ntrca su S. Pdoto Apo- 1 e 2 Corinzi rappresentano al-
scritti, rappresentavano la soluzio- se iÌ suo contribulo nella compo-
s/r/r, Antonianum, Roma 1994, pp. ?3-88; meno due dclle quattro o Più let-
ne ai problemi di îronte ai quali PeanaR., Trc tipidi con,)e.sìane nccon- sizione della lettera, Perché 1nan
tere che Paolo scrisse alla sua mano che Ia lettera si dispiega di-
si trovava la Chiesa prirnitiva, il taîínell anîichità: Polemane diAîene. I.a-
Chiesa in Corinto unitaùente al-
Cristianesimo fu influenzato dal- ta del l'Ad iabene, Paolo dì Tatsa, iD L. P a- venta chiaro che e solo Paolo che
dovese (cd.),,41/i del 1/Simposio dí Totso 1c Chiese del1a regione dell'Acaia parla. lnoLtre, la posizione dì Pao-
la sua personalità e îu visto come su S. Paolo Apostolo, A,ntonianum. Roma che îacevano corona a questa im-
una comunità di convertiti. La 1996r Sanders E. P., Pdola e il giudaisno lo comc <<apostolo di Gesu Crjsto))
poúante ciltà romana (1Cor 1,2; è chiaramente distinra da quclla
conversione di Paolo non solo in- ?rkstrr€se, Bibfiorcca teoìogica 21, Paid€ia,
Brescia 198ói SegalA. F., Pdulthe Canwn: 2cor 1,1; cfr. Rm 16,1). come di Sostcne. che ricevc il semPlice
fluenzò la sua teologia, ma definì The Aposrolafe dhd Apostast ol Sau! îhe sùo fondatore (cîi 1Cor 4,14 15; appelLativo di (nostro îratello>
il Cristianesimo. Pharisee, \ale Universiiy, New Havcn
2Cor 10,13- 1,1), Paolo conosceva (l Cor I ,l). In secondo luogo, quì
1990i StendahL K., Paolo /ra ebrci e paso
ni, Claudiana. Torino 1995i Stewart J. S., bene la storia. il catattere e i Pro ci troviamo di fronte alla piir este-
Vedi anchet Apostolol Chiatna- A Ma, i Christ: The yiîalElementsoÍSt. bìemj di qucsta Chjesa l Corinzi sa elaborazio[e dei destinatari r]el-
ta, \'ocazione; Giudeo, Paolo co' Parl's Relìgìa ,llarpd & Brotlers, Nerv f ornisce l'esenpio piil dcttagliato
mei Giustificazione; Legge; Misti- York 1935i Tbejssen G-, Psr"choloqìcal le lcttere paoline. [n essa Paolo
afPautì e Theolo&!. Foirc$, Phi- all'interno del co,'Prs Paolino del considera la Chiesa di Corinto co-
ca; Paolo negli Atti e nelle Lette- Aspecls
modo in cuì Paolo applicava le sue
ladelphia 198?. me ilcenrro di un gruPPo di Chie-
re; Proleta, Paolo come; Vjsioni,
convinzjoni teologiche, in partico- se domestiche dell'area circo-
esperienza estatica. J. M. Eyerts lar'e la sua cristologia ed escatolo- stantc,
gia, ai problemi pratici cuì la Chie- Ma ciò che è piir sorprendente
BjBL llerger P. LuckmanD T., Ir€,So
citlConsttuttion olRealiú: A Trcaîíse on CONVERTITI: vedi Colìabora- sa doveva îar fronte. 2 Corinzi, in ne1salLlto sono lc dùe frasi di ac-
îhe Saciolae! of Knawledse, Dotbleday, tori, Paolo e i suoi; Sociologia del- vece. dale le circostanze che si svi- comPagnameDto che fornlscono la
Garden City (N Y) 1966: Bclz H. D., Gdla
le Chiese missionarie lupparono segujto a Corinto
in ragione principale per cui Paolo
îidns: A Conmcnti/!.tn Pdul's Letter to
the Chutches in Grlrllr, Hcnn, Fortrcss,
coù l'arrivo deeli oppositoìi di scrive (perché è stato chiamato per
Philadelphìa I 979; Boutliet M., Chr;srìanry CONVMALITÀ'. vedi Asape Paolo. coùtienc la diîcsa Piir am- voLontà di Dio ad esscre apostolo
Accotuing ta Pdul, Alec R. AlÌ€nson, Nè fraterna; Approcci sociologici a pia, rintracciabiLe nelle sLre lette l:li Cristo Gesù), e del Perché scri-
per!ìlle (ll.) 1966i Crantìcld C. E. D., Ro Ie, dell'autoriîà apostoljca di Pao- ve proprjo ai Corinzi (Pelché an-
ndns: I-YIIL ICC, T. & T. Clark. Edin Paolo: Cena del Signore, eucari-
burgb 1975i Dù.n J. l). Ci., (/1 Light b the stia; Cibo offerto agli ìdoli e leg- lo. lnoltre, enuambe le lettere ch'essi sono staîi chiamati a esse-
Ge títes,: The Sieni:ficsncc al the Duna- gi alimentari giudaiche; Gesù e lÌattano delLa colletla pel i sanli re (saùtit come coloro che sono
s.us Road Chrislophaù! .fot Pdul,ln.lesus,
Paolo cli Ccrusalcmme, che Per Paolo stati (messi a palle) o (santifica-
Paùland the La||: Studies in Mdr^: and Cs"
/rlid^, $csrmìNter JohD Knox, Louisviì- era di grande importanza (cfr. ti in Cristo Gesil)). In entrambi i
Ì€ 1990: Carcnia B R., Ittun1 Darkness to CORINTO: yedi Corinzi, lette- lCor 16,1-9; 2cor 8-9; Yedl Col casi, I'accctÌto posto su Cristo neÌ
Light: A.tccts ol Paùl's Canrersit i iÌ1 the re ai letta per i santì). saÌuto mette in rilievo il fonda-
Ner Testahtcrt, Fo.t.ess, Pniladclphja mento cristologico delle argomen-
1986; Haenche! E., The A.îs d rhe Apo Corinzi La
,tle\: A CoÌitneatatt,Brsìl ìlìackiveÌI, Ox ] , CONTENUTO DI 1 CORIN- tazioni di Paolo in 1
ford r9l I I Hurtado L. W., Conwú, Apa CORINZI, LETTERE AI 71 1.1 Saluto - Il
saluto di preghiera/augurio in lCor 1,3,
stdte ot Ap.'stlc ta the Nstions: The Con Paolo in lcor 1,1-3 ò tipico delle (grazia (clQl ts) a voi)), è ùna for-
i'e/sion al Paul in Recent Súalurshìp, in ma e un ampliamento crlstlanlz-
Sttulies in Religiol-Scì?hccs n.ligieuse:; 22 So\.'\raRro 1. Contenùro dì I CorlrTi: lettere antiche, per il fatlo che pri-
(1993) 273-284; Janes v., The varieties al Ll Salulot 1.2 Ringraziamento ìnìzialej ma indica il mitlente e Poi i desti zati de1 tipico saluto usalo ùelle
ReliEious Expetienrc, Collier NlrcMillaD, 1.3 Risposte allc notizic sui Corinzii 1.4 natari, dopo di che segue 1'espres lellere antiche: (Ti salùto (crai-
Neiv York 196l; Kim 5.. The Otisn ol Ris|osre alla lertera da Co.inioi l 5 Eìe-
sione di saluto. D'altra palte, pe- rein\>.
Pd l's Gas?el. Eerdmans, C;rand Rapjd\ mcnri conclusivi; 2 Contenulo dl 2 Co 1.2 Riùgraziamento inizirle -
1982: Lohfink G., La.ontetsb e di Sdh rìnzìi 2.1 Sahrrot 2.2 Il .ineraziamento rò. il saluto di I Corinzi si distin-
Paolo, Srudì biblici,l, Paìdcia, Brcscia ìrriziaÌet 2.3 I)itusa delh modificadeìpro, gue in quanto Paolo amplia sia l'i- Sccondo il suo uso abituale, Pao-
Corinzi, lettere ai 300 Corinzi, letlere ai
301
lo fa seguire al saluto un ringra- all'interno della Chiesa è ùna for- za alle richieste di Dio, perché es-
to, dal momcnto che agiscono co-
ziamento pel la sua Chiesa in lcor zalura di lcor l,l0-12). I molti me persoDe ancora (carÌÌali) o si sono iÌ tempjo clello slesso Spi
1,,1-9 (vedi Benedizione, dossolo- tentativi che sono stati îatti per ac- (non spirituali)t (l Cor 2,14-3,,1). lo di Dio (1Cor 6,11.12-20). Seb
gia, ringraziamento). Piu che una certare l'origine e la diversa pro- Se tali atteggiamenti e comporta- bene tutto sia (lecìto) per il cre
espressione spontanea di lode per- spettiva teoìogica di coloro che menti dovesscro continùare. an dente, lo Spirito non dispensa nes-
sonale, il ringraziamento introdu, pretendevano di appartenere a
ch'essi incorreranno nel giudizio suno dalla oecessità della samità
ce il tema centrale della lertera nel Paolo, ad Apollo, a Cela (vedi di Dio, che distluggerà la sapien nel tempo presenle; lo Spjrilo ren-
suo insieme (Ì,edi Lettere, forme Pietro) e, in modo piir generale, a de liberi per essa (lcor 6,12).
za di queslo mondo e tulti coloro
epistolarì). Nonostante i problemi Cristo (lcor 1,12) non hanno avu- che cercano di distruggerc la Chie- ln mezzo a questa discussione,
attuaLi dei Corinzi, Paolo inizia to successo. Ugualmente senza sa, tempio dello Spirito, costruj- Paolo afîronta il latto chc i Co-
esprimendo la sua gratiludine a successo è stato il tentativo dileg- rinzj portano le loro questioni da-
to suL fondamento della croce di
Dio per la quantità dei loro doni gere questo testo come prova di un
Cristo (lCor I,19'20; 3,10-23). I vanti ai tribunali pagani. Anche in
spirituali (cioè, Ìa concreta espres- conflitto dilaganteall'interno della Corinzi dcvono perciò pentirsi del questo caso, la spiritualità clcj Co
sione della <grazja> dì Dio conces, Chiesa primitiva tra Pietro, rap- loro vantarsi. riconoscere che tut rinzi dolrebbe metterliin grado di
sa loro). Infafti, Paolo è per ciò presentante dei giudeo-cristiani, e espdmele la sapienza di Dio, piut-
to ciò che hanno è dono, e segui-
stesso certo che Dio ha irrevoca, Paolo, rappresentante dei Genri- Losto che farLi venire a patti con
re I'escmpio deÌ loro apostolo, La
bilnente chìamato iCorinzie che li, come aveva sostenuto per pri- il mondo, tanto piu che essi sono
pertanto li sostcrrà fedelmente fi, cui vita di debolczza e sofiererlza
mo F. C. Baur (redl Interpreri di malifesta sia la potenza delregno destinali, in quanlo popolo dì
no al giorno del giudizio. Quindi Paolo). Dio, a parlecipare al giudizio îi-
il problema dei Corinzi non è co- di Dio che la realtà della croce
Ciò che si può dire con sicurez- nale di Dio sùl mondo (lcor
srituito dai donj spirituali in se za è che la radice del problema era 6,1-6). Nel caso in cuj l.lna rappa-
La stessa arroganza e competi
stessi, ma dall'atteggiamento ver- l'inclinazione dei Coriùzi al pote- zione spirituale basate sui propli ciîicazione non poîesse essere rag
so di essi e dal loro uso (cfr. lcor re, al prestigio e all'orgoglio, rap, giunta, quelli che sono (spiritua
doni e capi spirituali, che alcunì
l2-14). Come diverà chiaro, i Co- presentati neila tradizione retori- li)) dovrebbero piuttosto essere di-
rinzi si vantano delÌa loro chiama-
CoÌinzi hanno unito al vanto per
ca ellenistica, con la sua eùfasi sul- le conquìste della sapienza elleni- sposti e capaci di sofliire ingiusla-
la e dei doni (grazia), per i qualì la gloria della sapienza e delle con-
stica (1Cor 1,10-,1,21), si crano mente il torto per amore di Cristo
dovrebbero ringraziare solo Dio quiste umane, e il corrispondente (lCor 6,7-8). Come apparirà chia
rrasformatc anche in una evidente
(cfr. lCor 1,26-31; 4,1). stile di vita scandaloso ed eccessi- ro da lCor 8,1-11,1 c lcor 13,
immoralitàr all'intcrno della Chie-
1.3 Risposte alle notizie sui Co- vo. E questa <sapìenza del mon- questa è la vcra sLrada dell'amor'e
sa e nelleazioni Ìegali tra i credenti
rinzi - lCor l,l0 segna I'inizio do> eLlenistica (lcor 1,17 .20.26i (1Cor 5,2.6; 6,9). In lCor 5,1-6,20 che si ispira a Cristo e Ia vera
del corpo della lettcra di Paolo e 2,1; 3,19) che Paolo combatte, rì- espressione della propria forza,
Paolo affronta questi problemi e
introduce la prìma grande sezio- chiamando I'attenzione sull'oppo- loro base. matùrità e talento spirituali.
le cause che stanno alla
ne, che va da tcor 1,10 a 6,20. sta (sapienza)) e (potenzar di Dio Nel primo caso, I'apostolo ri- 1,4 Risposte alla leltera da Co-
Questa sezione contiene le rispo- quale si è manjfestata prima nella
sponde esercitando la sua aulorì- rirtto Da lCor 7.1 Paolo volge
ste di Paolo ai problemi di cui è croce di Cristo (lCor 1,8-25), poi la sua attenzione alle questioni sul-
1à. Con l'aiuto e ì1 consenso della
venuto a conoscenza dalla <<gente nella chiamata dei Corinzì stessi le quaLi i Corinzigli hanno scritto
Chiesa di Corinto egli punisce con
di Cloe) (lcor l,I l,
ùn gruppo, (1Cor 1,26 31), e infine nella na- la scomunica un uomo che vive di recenle per un chiariniento dei
moho probabilnente di Eleso. in tura ben ponderata dello stesso suoi punti di vista e dclle loro ìm-
con la moglie di suo padre, con lo
contatto con la situazione di Co ùinisaero e apostolato dì Paolo plicazìoni. L'esanie di queste que-
scopo deÌla sua definìtiva reiùte
rinto) e da alrre voci (lcor 5,1; (1Cor 2,1-5; ,1,1-l3). grazione (lCor 5,3-5). Paolo poì stioni costituisce Ìa seconda gran_
cfr. 16,15-18). In questa prima Ma, poiché <1a parola della cro- continua chiarendo che la nuova de sezione della lettera. che si
grande sezjone Paolo cerca anchc ce è stoltezza> per coloro che pe-
sitùazione in Cristo c il cùÌto a lui estende fino a lCor 16,12 (cîr. l'u-
di chiarire il malìnteso con i Co riscono (1Cor 1,18; cfr.2,l4), solo so ripetuto della formula <riguar-
dovuto richiedono ùna corrispon-
rinzj sulla sua precedente corri- quelli il cui cuore è stato rrasfor- dente purità e separazione, non do a) in lCor 7,1; 8,1; 12,1; 16, i;
spondenza (1Cor 5,9.1 l). mato daìl'opera dello Spirito sa- dal mondo. ma alÌ'interno del 16,12).
Nella prima unità di questa se- ranno in grado di accetlarc la ve- mondo (lCor 6,6-13), poiché (gli ln lCor 7,1-40 Paolo tratta del
zione (lcor l,l0 6,20) Paolo lrat- ra sapienza e potenza di Dio co- matrimonio cclibalo. Egli è clui
ingiusti non erediteranno il regno e
la delle cause e della soluzione deì me sì è rivelata nel vangelo (1Cor di Dior (lCor 6,9). L'attuale sta- consapevole delle tensioni e delle
dìssenso c della rivalità che sono ,20-24: 2,6-16). P aolo perciò am- ansieîà causatc dal vivere in un
1
ro dej Corinzi, che sono statj giu-
sorti tra alcunì Corinzi a causa monisce i Corinzi che il vantarsi stificati e santificati (vpdi Sanlità, lempo malvagio tra la prjma e la
della Ioro lealtà a vari capi cristia- di se stcssi e dei vari capi spiritua- seconda venuta dj Cristo (lcor
ni, incluso stesso Paolo (ipotiz
santilicazione) in Cristo, deve
Lo li è un pericoloso segno che nella esprimersi concrelamente in uno /.1: J5). dclle esLgenze rt\lcne eo
zare eîîcttive divisjonj o (partili>) loro vita non predomina lo Spiri- \rile cli vita di crescente obbcdien emozionali e dei desiderj dj origi
Corinzi, lettere ai 302 t03 Corinzi. lctter€ ai

ne divina dei membri della sua co- ziariamente mentre era a Corinto rhe; ldolatria). L'apostolo li av- 12,11-26; 14,6-12). La spirituaLi
munità (lcor 7,1-5.36 38). Il fon- (lCor 9,1-27; vell Fabbricazione !erte però del pericolo spiritùale tà autenlica si n]anìfesla nella mu-
damento dell'istruzione di Paolo di tende). Anche se i Corinzi ac- irìsito in tale azione. sostenendo tua interdipendenza e compleùen-
è ancora una volta il ruolo dctcr- cettavano Paolo come apostolo ehc, anche se un idolo ò <nientc), tarità. sìa tÌa uomiùi e donne in
miùante che la chiamata e il do- (1Cor 9,1-2), aÌtri lo criticavano roloro che partecipano al cìbo of- vìsra dei Loro distinti ruoli. chc lra
no di Dio giocano nella vita di cia- perché non cscrcitava il suo legít lerto agli idoli partecipaoo alla ta- questi all'intcrno dclla Chìesa a
scuno (cfr. lCor 7,15.17-24 con timo dirirto aposlolico al soste- \'ola dei dernòùj (1Cor 10,14-30). causa dclLa varictà dei loro doni
1,26-31). Anche qui, scbbcne Pao- gno îinanziario (lcor 9,3 1,1i ve- ìnfine. Paolo ritorna ancora sul spirituali. Gli stessi prìncipi devo-
10 stesso prelerisca restare celibe ./l Aiuto iinanziario), anche quan- suo stile di vita apostolico, coÌt il no maùiIèstarsi in rapporto alla
come modo più approprjato di ser- do questo significava ùn'indebita rluaJe egli non cerca il proprio tor- loro diversità culturale e aLle di-
vìre Dio (clr. lCor 7,8.32-34.38), falica e sofîerenza da parte sua naconto, ma si sforza di Pìacere stinzionj economiclìe (cir. lCor
lo scopo resta quello di vivere (1Cor 4,1l- l3). Paolo risponde ri- ;rgli altri per amore di Cristo (1Cor 11.11.33 34; 12,4 3l; 14,26-40). E
da sposati, da vedovj o da celi- badendo che ha rìnunciato ài suoi 10,31-32). Anche qui egli si Pre- in ogni caso questa spiritualità
bi - nel tipo di dedizione al Si- dìritti di apostolo per amore del \enta come un esempio Per i Co_ pratica è basata sulla teologia, ìn
gnore che couisponda all'opera vangelo e per la ricompensa che r inzi. invilandoli a farsi suoi
(imi considerazionc sia deìl'opera crca
di Dio nella propria vita e riflet- Dio ha promesso per tali atti di lalori)), comc luì 1o è di Cristo trice di Dio (lCor ll,2 16), siadel-
ta il volto di Dio (cfr. lCor 7,19- amore (lCor 9,15- l8). Paolo per- (lcor 1l,l;cfr.4,16; tedl Inita- l'opera rcdentrice di Cristo (l Cor
20.35). ciò si fa <servo di tutti per guada- /ione di Paolo/di Cristo). 11,17-34), o dci doni deLlo SPiri
In lCor 8,1-11,1 Paolo traîta gnarne il maggior numero, (lCor ln lcor 11,2-34 e lcor 12-l'1 to (1Cor 12-14).
dei problemi che si erano solleva- 9,19), anche se è libero di îare ciò l)aolo rivolge la sua attenzione a Tnfine. come manilèsta chiara-
ti dal momento che i più (forti)) che è piii conveniente in Crisro. lre questionj riguardanti il com- mente (la via migliore, PLesenta-
all'interno della Chiesa mangiava- Questo è l'esercizio dell'amore nel portamento che si addice ai cristia ta in lcor 13, il criterio Per sta-
no cibi che erano stati sacrificati quale devono impegnarsi tutti co" ni nel culto: l) la relazione tra ì.ro- bilir e I'appropriata applicazione
in un tempio pagano. Queste per- Ioro che, come Paolo, sono chia- nlini e donne nel cùlto, espressa di questa teologia e quello dcl
sone hanno capito che gìi idoÌi in mati a perseverare nel controllo di lell'usanza delle doùne di coprir- l'(aÌnore). iÌ cui carattcre viene
realtà non esislono (lCor 8,4-6), sé, allo scopo di orrenere il premio si il capo (1Cor 1 1,2-16 ltedi Uo- descritto i11 lCor 13,4-7 (cfr. la
ma il loro comportamento è di- del vangelo (lcot 9,23-21). rno e donnal: diversamentc dalla sua applicazione in lCor 12,'1 1l;
ventato una pietra d'inciampo per Nel cap. l0 Paolo continua am- \ua risposla ai due Problenìi sc' 14,6 19). Di cooseguenza, seùzala
quelli che ancora non condivido- monendo i Corinzi su ciò che ac- Iuenti, Paolo qùi loda i Corjnzi e fede in Cristo che si dimostra ef-
no questa convinzione, contami- cadrebbe se smetlessero di perse- scrive semplicemente PeÌ darc al- fcttiva ncll'amore Per il corPo di
nando la loro coscienza piu debole verare nel|amore e facessero cat- lî loro prassi un fondameDto teo- Cristo, la parlecipazione alLa Ce-
e distruggendo la loro fede (lCor livo uso della loro conoscenza ed logico;2) il sorgere di distinzioni na del Sìgnore e il rnaniîesto Pos
8,7.9. 1 1-12). Paolo considera que- esperienza come una scusa per (li classe durante la celebrazione sesso dj doni spirilùali non assictt-
sta indifferenza per la disposizio- continuare a vivere in modo im- della Cena del Signore come un rano la propria giusta PosizioDe
ne degli altri, basata sui prop.i di- morale e malvagio (cfr, lCor iìbuso del suo vero significato davanri a Dio. ln elfetti. questi si
ritti e sùlla proprja conoscenza, 10,11-12). Come Israele nel deser- (l Cor I I,1?-34) e 3) I'uso aPPro- sottopongono al giuclizio di Dio
come un peccato non solo contro to, verrebbero disrrurti (lCor
essi trriato della profezia e delle lingue
(cfr. lCor I1,16.27-12; 14,37 38),
di loro, ma contro lo stesso Cri- 10,1-10). Dio però ha fornito un rcl culto (lCor 14,1-10) sullo dal mornento che solo l'amore,
sto. Quelli che veramente cono- modo per sfuggire alla tentazìone \lbndo del significalo dei doni sPi come estritseca esprcssione della
scono Dio e sono conosciuti da lui incombente, per cui non c'è scu- riruali in geneie (lcor 12,1-31). fede e della speranza, rimane Per
useranno la loro libertà e cono- sa per non perseverare nellramo- Consideraùdo le Precedenli ar- scmpre (lCor 1,1-3.8-13). Paolo
scenza facendo di tutto per rafior- re che è ftutto di una lede aulen" lomeùtazioni di Paolo, non sor può percìò ammonire i Corinzi,
zare gli altri nella fede, anche tica (1cor 10,13), Come esempio |rende che in ognuno di questi ca- che si va1Ìtano dei loro doni spiri-
quando ciò comporia una rinun- di ciò, Paolo fornisce dei parame- il criterio che egli adotta per af- tuali e delle loro csperienze: (An
'ilìonrare i problemi sia quello di che voi, poiché desiderate i doni
cia ai propri legittimi diritti dj cre- triteologici e un consiglio pratico
denti (1Cor 8,1-3; 13). Questo è per far fronte alla tentazione dì ,hiarire che la vera spirìtualilà c dello Spirito, cercale di avernc in
(l'amore che ediiicar, piuttosto partecipare alla consumazione del r veri doni non sono compatibìli abbondanza, per I'edificazìonc del-
che la sola scienza, la quale sem- cibo oîîerto agli idoli. Questa ten- ion il vanto, l'arroganza e la com_ la comunjtà> (lCor 14,12).
plicemente <rende arroganti> tazione era comune tra i Corinzi, t)ctizione basati sul proplio posto Avendo impostato la sezione
(lCor 8,1). per i quali era una prassi sociale rìcL corpo di Cristo (redi Corpo di iniziale della lctlera sulla croce di
Paolo illustra questo suo pun- comune mangiare nei recinti di un ( risto) o nella società, o nell'o- Cristo (1Cor 1,1E-25), PaoLo con-
to di vista facendo riferimento alla tempio pagano (vedi Cibi oîferti !lentazione deipropri doni davan- clude ora la sua aDplicaziooe del-
sua decisìone di sostenersì finan- aeli idoii e leggi alimentari giudai- i agli altri (cîr, lCor 11,18-22; le verità teologiclle ai Problemi
Corinzi, lettere ai 104 305 Corinzi. lettere ai
pratici, trattando in lCor 15,1-58 zioni, quella dì Cristo e la propria. menle espressa I'identità aPosto richiamando l'attcnzione sulle be-
della certezza e della natùra della Vivono in un tempo che è ancora Lica di Paolo per volontà di Dio, nedizioni di cui egli stesso è stato
risurrezione futura in considera malvagìo, ma chc può essere aî- con Timoteo ora indicato come partecipe (redl Elelnenti lìturgìci
zione della risurrezioì1e di Cristo. frontato e superato neÌla fiducia nìttcnte ìllsieme a Paolo. l\4a, co- in Paolo). Nelle lettcre di Paolo
L'apostolo richiama dapprima, in certa che l'esperienza della risur- mc nel caso di Sostene, anclìe qui quesd ringraziamcnti servono a ìn-
lCor l5,l -5, l'attenzione sulla rezìone di Cristo e della sua vitto- Timoteo viene selnplicelnente trodurrc i teni principali, a espri-
morte e risurrezione di Cristo. co- ria sopra la morte come (ultimo idenlilicato come ùn (îratello), mere il suo punto di vista su di essi
me elemento centrale del vangeLo, Adamo> sarà da loro condivisa, sottolineando ancora chiaramen c a inlrodurre un implicito aPPcl-
che egli stesso ha ricevulo come perché sono <in Crìsto) (lcor ie la caÌica apostolica di Paolo lo ai suoi lettorì in risPosta.
tradizione comune della Chiesa e 1 5,42-54). L'implicazione prarica Sebbene si sia molto discusso se la 2cor 1.1 1l stabilisce perciò il
che a sua volta ha trasmesso ai di quesra speranza è che i creden- prima persona plurale di 2Cor 1-l tono apologetico e il tema centra
Corinzi come base per la loro sal- ti sono incoraggiati a essere (sal- si riîerisca a una cerchia piil am_ le di ciò che seguirà: la sofferen
vezza. E la piu antica presentazio- di e irremovibili, prodigandovi pia di apostoli o collaboratorj (cfl. za dì Paolo, piiÌ che meltele in di-
ne che abbiarno dell'annuncio cri- sempre llell'opera del Signore, sa- per esempio 2cor 1,19; 8,16-23), scùssione la sua aposlolicità, con-
stiano primitivo e della sua testi- pendo che la vostra îatica non è I'cvidenza interna della lettera sug ferna la sua chiamata. Dio ha
monianza storjca. Paolo integra vana nel Signore) (lcor 15,58). geriscc che Paolo soltanto resta il clìiamato Paolo a soffrire Pcrché
poi questa t".stimonianza con il re- Con I'ultima qùestione sollevata sogSetto e /'oggello della discus- attraverso la miscricordiosa <con-
soconto delie apparizioni di Cri- dai Corìnzi, Paolo conclude la sua sione in lotta 2 Corìnzi, a Parle solazionc> della fol za soslenitri-
sto risorto e conclude con il rac- risposta dando le istruzioni sul quei testi in cui viene esplicilamen- ce di Dio c La sua liberazione ii
conto della propria esperienza del modo di fare la colletta per i cri- tc indìcato diversamerlte (Per nale. chc Paolo ha sperime tato
Cristo risorto e delle conseguen- stiani poveri di Gerusalemme, in- esempio, 2cor 3 ,18; il riferimen- nelìa sua affliziole, sia capace di
ze che ne sono scaturite per Ìui, formando dei suoi progetti di to ai Corinzi in 2Cor 6,14-7,1; far conoscere agli altri la potenza
<l'uhimo degli apostoli> (l Cor viaggio, iacendo una raccoman- 8 9). I deslinatari della lettera re- e la consolazione di Dio (2(lor
15,9- l r). dazione in favore di Timoteo (ye- stano le Chiese doù'ìestiche di Co 1,6-7.10). Paolo può Perciò inler-
Paolo trae un rriplìce significa- di Collaboratori, PaoÌo e i suoi) rinlo e quel crcdentj sparsi ìn pic- pretare la sua soîlcrenza 3(mor-
ro dalla morte di Cristot l) nessu- e dando infine una breve spiega- coli gruppi ìtltorno a qucsÌo cen_ tcr) in relazione alla mofte di Cri-
no può concludere che non c'è ri- zìone del fatto che Apollo non tro. I saluti sono gli stcssi di 1 Co sîo, e 1a liberazione da qùesta co-
surrezione daimorti (lCor 15,12- ha voluto visitare Corinto (1Cor linzi. me un tìpo di risurrezione (2Cor
19.29-34); 2) la risurrezione di Cri- t6,t-t2). 2.2 Iì ringraziamenlo iniziale 1,9). Con1e tali, queste diventano
sto è la (primizia) di ciò che ac- 1.5 Elementi conclusivi La Diversamenle dalla situazione anche uno strunÌento col quale la
cadrà a tutti (in Cristo) al mo- lettera termina con una serie finale îronteggìata in 1 Corinzi, Paolo si Chiesa è incoraggiata nella sua fe-
mento della sua seconda venuta. di esortazioni e saluti da parte di trova ora di fronte a una nuova sl- delîà in mczzo allc avversìtà (2cor
quando 1'<<ultimo nemico> di Dio, Paolo e di quelli che sono con lui tuazione polemica, in cui la sua le 1,7). La soffèrcnza dj Paolo, es
la morte (yedi Vira e morte), sa- in Asia (1Cor 16,13-24). Come ul- qittiÌrìità di apostolo viene messa sendo il veìcolo attraverso jl qua-
rà distrutto e tutte le porenze sa- timo tocco appropriato alla lette- ieriamenle in discussione a Corin- le si rende manilesîa la consolazio-
ranno sottoposte al regno di Dio. ra nel suo insieme, queste esorta- to da una minoranza significativa ne di Dio, è perciò il segno dell'au
Di conseguenza, contrariamente a zioni sono centrate sulla necessi- all'interno della Chiesa (cfr. soL- telltica chiamata apostolica. Pro_
quanto credevano i Corinzi, essi tà della perseveranza nella fede co- 1o,4.2). La siluazione Polemica e prio per qùeslo I'apostolo conclu-
non stavano gtuì sperimentando la me essa si esplicita nell'amore iÌ corrispondente tono apologeti- de qùesta sezione esortaùdo i Co-
pienezza della risurrezione del (1Cor 16,13-14) e sulla corrispon- co che carattcrizza gran Parte di rinzi a ringraziare con lui Dio Per
tempo futuro nella loro attuaÌe vi- dente dichiarazione del giùdizio di 2 Corìnzi sono evidenti lin daÌl'j- 1a sua sofîerenza e la successiva li
ta dello Spirito (cioè, nella loro Dio su coloro che (non amano il nizio della lettera. In contrasro berazioùe, pcr quclle cosc cioè
(escatologia realizzata>), poiché Signore>, con Paolo stesso che de- con il ringraziamento iniziale di che. secondo i suoi oPPositori,lo
la risurrezione finale non è affat- sidera ardentemente il ritorno di lCor 1.4-9, Paolo non comincia sqùalificavano come apostolo
to una semplice esperienza della Cristo (1Cor 16,22). questa lettera ringraziando Dio (2cor I ,1 1).
potenza e dei doni spirituali nel per la sua opera di grazia tra iCo- 2.3 Difesa della modificx dei
presente (1Cor 15,20-28). Essa è 2, CONTENUTO DI 2 CORIN- rinzi, ma lodandolo Per La sua progetti di viaggio Nclla Prima
piuttosto un'esistenza corporale ZI - 2.1 Saluto - I1 saluto di opera di consolazione e dj libera- srande sezionc della lettera. 2cor
qualitativamente differente, che si 2cor 1,1-2 segue lo stesso schema 'zione dalle awcrsiLà nella sua vi- i,tz-z,ll, Paoto spiega Ìa ragio-
può raggiungere solo quando si di lcor 1,1-3, anche se rispetto ad ta (2cor 1,3-11). Ncl lare ciò I'a- ne teologica del recentc inatteso
avrà un corpo nuovo, risorto e spi' esso siaI'identiiicazione del mit- postolo usil, jn 2cor I.3. unil ttìr cambiamento nei suoi Drogctti di
rituale (lCor 15,35-56); 3) I cre- tente che quella del destinatario mrrla rhe e tioi.a delLa ljlurgia viaggio (2Cor l,15 16; r,edl Itine-
denti vivono ora tra due risurre- sono abbreviate. Viene nuova- ebraica (<benedello sia Dio . >), rarì, progeltj di viaggio, Parusia
Corinzi, lettere ai 306 10'7 Corirzi, letfere ai
apostolica). Paolo intende dimo-
slrare che il suo comportamento
portamento secondo la carne, i i Corinzi è un'altra espressione stolato di Paolo a motivo della sua
cambiamenti di Paolo nei suoi della grande sofferenza di Paolo sofferenza (cfr. 2cor 4,7- l5;
stato un'espressione della since-
è progetti sono perciò un,estensio_ come apostolo. Questa transizio- 6,3-10; I1,23-33), del suo debole
rità dj motivi che solo Dio può di- ne dell'azione di Dio in Cristo. ne apparentemente insignificante aspetto personale (cfr. 2cor10,10;
scernere (2cor l,l2). Al conrrado, ln 2Cor 2,5-11Paolo rivolge la ci riporta perciò al tema centrale lCor 2,1-5) e del suo impegno a
le azioni di Paolo non sono state sua attenzione a quei Corinzi che predicare il va[gelo
della lettera. a proprie spe-
il risultato di <<sapienza della car- si sono già pentiti della loro sleal- 2.4 Diretta difesa di Paolo del- se. I suoi oppositori prendevano
ne)) (2cor l,l2)
e le esifazioni di tà nei riguardi di Paolo in rispo- la sua autorità apostolica - Piut- queste cose come segni della sua
uno che fa isuoi progetti <rsecon- sra alla sua <lertera dolorosa, (cfr, tosto che meltere in discussione la inferiorità di apostolo, della insi-
do la carner, E possibile che que- 2Cor 2,5.8-91 7.7-16). Paoto Ii gnificanza del suo messaggio e co-
legirtimità del suo apostolato, la
sto rifletta ìÌn'asserzione, fatta esorta a seguire il suo esempio. sofferenza di PaoÌo, come riferi- me parte di un suo pìano per de-
evidenremenre dai suoi opposito-
ri, che Paolo fosse colpevole di un
Proprio come lui siè comportato. fa in 2cor 2,12-13,Io pona anco- fraudare i Corinzi, (2Cor 2,11;
usando misericordia ai Corinzi, ra una volta a lodare Dio in 2cor 11,7-15: 12,13-19).
piano elaborato per defraudare i anch'essi devoDo usare misericor- 2,14, proprio come aveva fatto in Al centro dell'autodifesa paoli-
Corinzi in connessione con la col- dia all'awersario penîito che ha 2cor 1,3-l l. Anche in questo ca- na c'è la duplice argomentazione
letta per Gerusalemme e con la sua causato tanto dolore all'aDostolo. so, I'apostolo usa una tipica for- di 2Cor 2,14-3,6: la sua competen-
prassi di predicare gratuitamente Devono accoglierlo <perché egli mula giudaica di ringraziamento za e il suo coraggio di apostolo,
(2cor l,l7; cfî. 2,t7; 7 ,2; 8,2G2t; non soccomba sotto un dolore (2cot 2,14i (Siano res€ grazie a Innanzitutto, Paolo sostiene di es-
11,7-11;12,13-18). troppo forte) (2cor 2,7). Inoltre, Dio>) per segnare l'introduzione sere all'altezza della chiamata apo-
ln 2cor l,l5-2,4 Paolo sostie- proprìo come il comportamento di del tema centrale della prossima stolica (2cor 2,16) proprio perché
ne che la sua precedente decisio- Paolo nei riguardì dei Corinzi di- sezione, che va da 2Cor 2,14 a la sua vita apostolica di sofferen-
ne di non visitare Co nto nel suo mostra la sua autentìca posizione ?,16: (Siarlo rese grazie a Dio, il za, come strumento per rivelar€ la
viaggio dalla Macedonia verso Ge- apostolica, la loro disponibilità a quale sempre ci conduce in una conoscenza di Dio, determina lo
rusalemme (cfr. lCor 16,5-9), ma usare rnisericordia a quella perso- processione trionfale (th ambeuò) stesso duplice effetto nel mondo,
di venire prima direttamente a Co- na assume ilcarattere dì una pro- verso lq motte iî Cristo, e mani- che Paolo attribuiva alla parola
rilto (2cor 1,15), come pure la va della loro fede (2cor 2,9). festando in ciò per mezzo nostro della croce in I Cor l,18-25 (2Cor
sua successiva decisione di non - Quelli che hanno sperimentato la
tornare a Corinto una seconda
il profumo della sua conoscenza 2,15-16). Inoltre, a differenza dei
misericordia di Dio non possono in ogni luogo> (cfr. Hafemann per suoi oppositori, Paolo ha assun-
volta (2Cor 1,23), erano tutte non usare misericordia a quelli che una difesa di questa traduzione). to prontamente questa sofferenza
azioni di uno che <ha il sigillo del- hanno peccato conîro di loro e che Proprio come in lCor 4,9 Pao- predicando il vangelo senza dcom-
Io Spirito) e che perciò agisce in si sono pentiti. L'apostolo conclu- pensa come prova della sua since-
ìo aveva descritto se stesso come
modo conforme a Cristo. Come de quindi questa sezione ricordan- un condannato a morte da Dio in rità e della chiamata divina (2Cor
piena realizzazione delle promes- do ai Corinzi lo scopo ultimo del- uno spettacolo di un'arena roma- 2,17). In secondo luogo, Paolo
se di Dio (2cor 1,19-20), Cristo le sue esortazioni: impedire a Sa- na e in 2cor 1,9 come uno (<che può indicare gÌi sî€ssi Corinzi co-
manifesta che l'intenzione di Dio tana di usare questa situazione aveva ricevuto la sentenza di mor- me una ulteriore concreta prova
nella sua azione verso il suo po- contro Ia Chiesa (2oor 2,lI\. teD, ora presenta la sua sofferen- della sua competenza, dal momen-
polo è quella di stabilire la mise- Infine Paolo, come transizione za di apostolo nei termini di una to che la loro conversione e la lo-
ricordia prima del giudizio. Allo alla prossima grande sezione di processione trionîale romana, nel- ro vita nello Spirito, scaturite dal-
stesso modo. i cambiamenti di questa lettera, richiama l,attenzio- la quale quelli che erano stati fat- l'opera dell'apostolo, testimonia-
Paolo nei suoi progeti di viaggio ne sul suo recentissimo cambio di ti prigionieri dal vincitore (come no la natura autentica del suo mi-
erano tutti motivati dal desiderio programma. Dal momento che Ti- Paolo da Cristo!) venivano portati nistero in mezzo a loro (2Cor
di estendere la misericordia ai Co- to non era potuto atrivare a Troa- 3,2-3). Il ministero di sofferenza
come schiavi verso la morte (2cor
nzi per compiere il loro miglio- de come prograrnmato, Paolo non z,l4; vedi îtionfo). Paolo consi- di Paolo e lo Spirito sostengono
ramento, piuttosto che di venire aveva coito I'occasione per eser- dera perciò la sua sofîerenza co- perciò la sua asserzione che la sua
per giudicare (2cor I ,23-2A). pao- cirare il minisrero lì, ma si era re- me lo strumento divinamente or- competenza viene da Dio e che
lo aveva cambiato i suoi progetti cato ìn Macedonia per incontrar- Dio lo ha reso ministro della
chestrato attraverso il quale la co-
di viaggio per dare ai Corinzi la lo (cfr. 2Cor 7,5-7) a causa della noscenza di Dio viene rivelata al (nuova alleanza> dello Spirito a
possibilità del pentimento (2cor grande preoccupazione che nutri- mondo. Con una simile introdu- compimento di Ez 36 e Ger 31
7,8-13), decidendo di non ritorna- va per lui e dell'ardente desiderio (2Coî 3 ,4-6i vedi Alleanza e nuo-
zione, in questa sezione Paolo pre-
re a Corinto dopo la sua <doloro- di sentire le notizie che gli porta- senta la difesa più dettagliata del va alleanza).
sa visita), ma di scrivere invece la va da Corinto (2cot 2,t2-13).1î suo ministero apostolico. Questa In 2cor 3,7-18, uno dei passi
(lettera tra le lacrime> (2Cor considerazione di 2cor I1,28, difesa ha di mira quelli che ave- più complessi del corpus paolino,
2,1-5). Lungi dall'essere un com- questa ansia per il <fratelÌo)) e per Paolo continLla confrontando il
vano messo in discussione l'apo-
Corinzi. lettere ai 308 309 Corinzi. letter€ ai
suo ruolo di apostolo della (Iluo- non la compie, nra non può met ln 2Cor 4,7-6,13 Paolo ritorna compensa delle loro opere (2cor
va alleanza> conpìutasi in Cristo tere in grado di osservarla. SoÌolo ancora una volta sul tema deìla 5,9 l0). Questo salutare timore di
coo quello di Mosò, medjatore Spirito dì Dìo, chc vicne ora eiîu- sua sofferenza, questa volta sia in- Dio stimola Paolo anche nel suo
dell'<antica alleanza>) slabilita ai so nclla nuova alleanza comc cf- troducendo che concludendo que- ministero e nella difesa del suo
Sìnai. Questo confronto è leso ne- fetto deÌl'opera di Crislo, può sta unità di pensjero con il secon- apostolato (2cor 5,ll), non per
cessario dal fatto che in 2Cor 2,16 (dar vita) (2cor 3,6) e portare do e il terzo dei suoi ((cataloghi di prop o intcresse, ma perché i Co-
e 3,15 la competenza di Paoloco q uesta giùslilicazione (2Cor sofferenza) (2Cor 4,7-15 e 6,3-13 rinzi possano efîettivamente essere
me apostolo è basata sulla sua 3,8-9). Di conseguenza, i credenti rispettivanente; cfr. lCor 4, 1 1-13; fieri di Paolo (2cor 5,12-15) e af-
chiaftata secondo il modello del- possono ora incontrarc ncllo Spi- vedi Afflizioni, prove, difîicoltà, fermare 1a \.erità del suo vangeÌo
la chiamata dì Mosè descritta in Es Iito la stessa gloria di Dio che jn tribolazioni). Avendo sostenùto fi- di riconciliazione (2Cor 5,14. 1G2l ;
4,10 (LXX, ouk hikanos eínù. Se contrava Mosè <a \,ìso scoperto) nora la legittimità e Ia fùnzione t edi P ace, riconciliazione).
Paolo è stato chiamato co le Mo (2cor 3,16-17). Il risùltato è che, della sua sofferenza. Paolo ora La coúseguenza del ministero di
sè, come pì.Iò allora il suo ministero invece di essere giudicati c distmtti tratta il problema della necessità Paolo diventa allora chiara. Quelli
essere dive,'so da quello di Mosè? dalla presenza di Dio, sono tra elfettiva della sua sofferenza, che che sono stati riconciliati con Dio
Paolo risponde a questa do- siormati da essa nell'immagine di in 2cor 4,? egli dice è quella di di- in Crisîo sono una (nuova crea-
manda conhapponendo g1i even- Djo stcsso (2cor' 3,18). Nlentre mostrare che la Potenza e la glo- zione> (2Cor 5,17), che nel con-
ti di Es 32-3,1 e il loro significato \,Iosè do\eva porre un velo sul suo ria che si rivelano in lui sono chia- testo implica non solo una nuova
per la comprensione della natura volto (2cor 3,12-13), Paolo, co- ramente di Dio e non sue. Il mo- relazione con Dio, ma anche un
e dello scopo dell'antica alleanza Ììle aposlolo della nùova alleanza, do in cui qÌlesto si compie è attra- nuovo, giusto modo di vivere in
alla nùova alleanza in Cristo. L'i- può annunciare senza timore il verso Ìa ripetùta espe enza di sof- cùi si assùme il vero volto di Dio
dea principale di Paolo è che fin vangelo, perché è [ìducioso di es- ferenza di Paolo (cioè, (<Portando in Cristo vivendo la propria vita
dall'inizio la Legge funzionò per sere stato chiamato a un nriniste- sempre e dovunque nel nostro cor- per amore degli altri (2cot 3,18;
(uccidereD Isr aele, condannando- ro dcllo Spirjto (2cor 3,8). Poiché po la morte di Gesu>), 2cor 4,10; 4,5.14-15; 5,21). Piuttosto che re-
lo per la sua colpevolezza. E que- Paolo fa da lnediatore tra la glo- (veniamo esposti alla morte a cau- spingere Cristo a causa della sua
sto non perché la Legge îosse in ria di Dio c coloro icrLi cuori so sa di GesìrD, 2cor 4,11; (in noi sofferenza, come Prima faceva lo
qualche modo deficiente, ùa per no stali trasformati e non devono opera la mortet, 2cor 4,12) affin- stesso Paolo quaIldo considerava
ché la grande maggioranza di quindi temere la distruzione, tale ché possa apparire la Potenza di Cristo dal punto di vista non spi-
tsraele fu lasciata in una condizio- ministero <supera> quello della Dio che 1rl sostiene (cioè, (Perché rituaÌe (cioè, <<secondo la carne)),
ne di incapacìtà di osservare I'al- vecchia alleanza (2cor 3,10- I 1). anche la vita di Gesir si manifesti coloro che sono stati creati di nuo-
leanza (cfr. Es 32,1-10; 33,3.5; In 2Cor zl.l 6 Paolo trae la ne nel nostro corpo lmortale])), 2cor vo vedono sia Cristo che gli altri
34,9). Coúe consegùenza, Israe- ccssaria conclusioùe dalla prece- 4,10.1 1) e possa essere sperimen- alla luce del disegno di riconcilia-
le non poteva sopportare la gloria dente argon'ìentazione. Da una tata dagli altri (2cor 4,12). Paolo zione di Dio (2cor 5,16.19.21).
di Dio senza esserc distrìitto (cfr. parte, ìl suo apostolato è lcgjttimo perciò segue le orme del giusto Paolo conclude questa sezione
Es 33,3.5). Mosè doveva perciò in quanto, sja allraverso la sua sofîerente dell'AT (cfr. la citazio- e al tempo stesso introduce la
coprirsi con un velo non perchó la predicazìone che il suo stiÌe di vi- ne di Sal 115,1 LXXin2cor4,13) prossima invitando i cristiani di
gloria si stesse affievoÌendo, ma ta, serve a îar conoscerc lo <splen- e del giusro sofferente Gesu, sia Corinto che ancora rigettano Pao-
afiìnché gli eîfetti della glorìa di dorc dcl glorioso vangelo di Cri- nel sopportare la soiferenza Per 10 € il suo messaggio a riconciliarsi
Dio contro un popolo cocciuto sto che è immagine di Dio) (2Cor amore degli altri (cfr. 2cor 4,15) con Dio e a non afîidarsi presun-
potessero terminare (kalqrgea, 4,4). Questo era lo scopo deLla che nella sua convinzione della giu- tùosamente alla grazia e alla mi-
2cot 3,7.11-I2, in relazìone a Es stessa chiamala di Paolo, descrit- stificazione di Dio e della ricom- sericordia di Dio. Cosi facendo 9s-
3,1,29 35). Questo avrebbe reso ta in 2Co.4.6 nci tcrmini di una pensa fùtura (2Cor 4,14.16-18), si dimostreranno che la loro Pre-
possibile alla presenza di Dio cli nuova creazione, nella quale Dio La convinzione di Paolo della cedente accettazione della grazia
continuare a essere in mezzo a (rifulse neì nostri cuori, per far ri sua futùra giustificazione, quan- di Dio non è stata invano (2Cor
Israele nonostante la sua ostina- splendere la conoscenza della glo- do <abiterà presso il Signore) 5,20; 6,1). Ambasciatore di Cristo
zione. I1 velo di Mosè diventa ria divina che rifulgc suL volto di (2cor 5,8), è basata sulla garan- (2cor 5,20), Paolo, come il servo
quindi una metoniÌnia per Ìa du- Crjsto> (vedi Conversione e chia- zia del fatto che già Possiede 1o in Is 49,8, è chiamato a far rilor-
rezza dei cuori di Israele sotto mata di Paolo). Dall'altra, qucsto Spirito Santo (2cor 5,5). Questa nare il popolo al suo Dio (2Cor
I'antica alleanza (2Cor 3,14-15). non può chc significare che colo convinzione non solo gli la desi- 6,2). Il catalogo di sofferenze in
La <letlera, (grctmma) di 2cot ro che rigettano Paolo e il sùo derare con coraggio la sua realtà 2cor 6,3-13 selve a sostenere ìrl-
3,6 è perciò la Legge senza la po- messaggio lo lanno perché i loro (2cot 5,2-4), ma 10 spinge anche tedormente quesÎo aPPello, dimo-
tenza dello Spiriro; essa in sé può cuori sono stati indurìti da Sata- a piacere a Dio, saPendo che tutti strando ancora una volta che, in-
solo dichiaraÌe la volontà di Dio na, (dio di questo nondo) (2cor devono comparire davanti al tri_ vece di mettere in discussione la
e pronunciare il giudizìo per chi 4,3-4]'. bunale di Crìsto per ricevere la ri- sua legittimità, i suoi oppositori
Corinzi, leftere ai 3r0 111 Corinzi, lettere ai
devono constatare che la resisten- cedenti ammonimenti e alla mis- seguendo Ia colletta, i Corinzi glo- so il suo forzato vantarsi per Ia sua
za di Paolo in mezzo alle avversi- sione di Tito, segno certo dell'au- rificheranno perciò Dio confer- autorità sui Corinzi. La rispon-
tà ìo raccomandano come aposto- tenticità della loro fede e del ìega- mando con le loro azioni il van- denza del comportamento di Pao-
lo. La sezione termina perciò con me tra Paolo e la sua Chiesa (2cor gelo di Cristo (2cor 9,13) e spin- lo diventa chiara, una volta che
un altro appello ai Codnzi che era- 1,2-s.tt-16). gendo gli altri a unirsi a loro (2Cor viene applicato il giusto criterio
no ancora sotto l'influenza degli
oppositori di Paolo a riconciliar-
2,5 La colletta - In 2cor 9,12). La colletta creerà anche per la legittimità apostolica, cioè
8,1-9,15 l'argomento cambia com- un'unità di preghiera e di stima tla la prova concreta dell'opera stes-
si con l'apostolo (2cor 6,11-13). pletamente. Paolo tratta ora del i Corinzi e la Chiesa di Gerusalem- sa di Dio attraverso di lui come si
In considerazione del fatto che londamento teologico e dell'am- rne (2Cor 9,14), il che porta Pao- vede nella sua attività apostolica
Ia Chiesa di Corinto è ora divisa ministrazione pratica della collet- lo a concludere, in risposta, que- nel fondare la chiesa di Corinto
suÌla legittimità dell'apostolato di ta per i cristiani di Gerusalemme sta sezione lodando Dio per il suo (2cor 10,12-18). Quando Paolo ri-
Paolo e sulla sua comprensione di che aveva iniziato a Corinto, ma (iùeffabile dono> (2cor 9,15). vendica la sùa autorità non rac-
Gesù e dello Spirito (cfr. 2cor che a causa dei problemi soprav- 2.6 Difesa finale di Paolo e ul- comanda perciò se stesso (2cor
ll,4), zcot 6,14-7,2 aflroîta il venuti nella Chiesa non era stata timo attacco ai suoi oppositori - 10,12), ma si vanta <del Signore>,
problema della relazione tra fedeli portata a termine come previsto Nell'ultima grande sezione di di ciò che Dio stesso ha compiuto
e infedeli, essendo questi ultimi (2cor 8,6-7.10-ll;9,2; cfr. lCor 2cor 10,1-13,10 il tono, lo stile e attraverso di lui come Prova che
implicitamente identificati con 16,1-4). La necessità della collet- il tema cambiano di nuovo dram- egli è uno che il Signore <(racco-
quelli che non si pentono e non si ta è basata non solo sui bisogni maticamente ispetto agli ammo- manda) (2cor 10,17-18).
riconciliano con Paolo corne apo- della Chiesa di Gerusalemme sul-
e nimenti pastorali di 2Cor 7,2-15 e Dal momento che Dio ha già
stolo del vangelo di Dio. L'ammo- la capacità dei Corinzi di donare dei capp. 8-9. Abbiamo qui una raccomandato Paolo con il suo la-
nimento di Paoìo è chiaro. Basan- con generosità (2cor 8,14-15), ma difesa aggressiva e un attacco con- voro apostolico, la necessita di
dosi sulla sua concezione della anche sulle implicazioni della stes- tro coloro che all'interno della vantarsi del proprio comporta-
Chiesa come tempio di Dio (2cor sa generosità di Cristo per colo- Chiesa si oppongono ancora a mento o delle proprie îealizzazia-
6,16) e sul comando biblico che il to che sono sotto la sua signoria Paolo (2Cor 13,5-10) e contro al- ni è <folle) (cfr. 2cor 11,1.16-21;
popolo di Dio si deve separare dal- (2cor 8,8-9). Donare per i bisogni tri oppositod, provenienti da fuori 12,11). Tuttavia, in 2cor 11,1-
l'idolatria per essere <figli e figlie> degli altri diventa una prova del- Corinto, che si celano dietro di essi 12,10 Paolo si sente forzato a far-
di Dio (2cor 6,17), l'apostolo in- l'autenticità della propria fede (2cor 10,10; ll,4.12-15 .21-23) - 1 lo per opporsi alle affermazioni
vita i ledeli Co nzi a separarsi da (2cot 8,8.24;9,13), con Tito che motivi sono ancora la debolezza dei suoi oppositori e per riconqui-
coloro che continÌlano a rigetta- fornisce un esempio di fede auten- e la sofîerenza di Paolo (2cor stare quelli che sono caduti sotto
re Paolo e il suo vangelo (2cor tica e dell'amore che essa produ- 10,1.10; 11,23.33), il suo volersi il loro dominio. Al centro della
6,14-15; 7,l\. ce (2cor 8,16-17). Due fratelli, di mantenere da solo (2cor 11,7-15; controversia c'è l'affermazione
ln 2cor 7,2-16 Paolo riprende cui non si dice il nome, ma che 12,13-11\ e la sua evidente man- che essi, non Paolo, rappresenta-
Ia sua considerazione dei recenti sono ben conosciuti e rispettati, canza di potere carismatico (2cor no e sono uguali ai (superaposto-
eventi a Corinto, concentrandosi saranno mandati da Paolo insie- 12,12i 13,3). La prossima visita di li> di Gerusalemme. In questa se-
sulle buone notizie che ha ricevu- me a Tito per assicurare I'allesti- Paolo domina di conseguenza zione Paolo cerca di mostrare di
to quando ha potuto linalmente mento e la credibilità della col- questa sezione nella speranza che essere un vero apostolo, alla pad
incontrare Tito. Anche se Paolo letta a glo a di Dio (2cor 8,18-23; sia un momento costruttivo di í- dei capi della Chiesa madre (2cor
inizialmente aveva rimpianto di 9,l-5). sanamento, piuttosto che un mo- 11,5; 12,11), mentre i suoi oppo-
aver mandato loro una lettera co- In 2Cor 9,6-15 Paolo conclude mento di giudizio per la Chiesa sitori, che vantano una qualche
sì severa, ora è coniortato dal fat- quindi l'argomento sulla colletta (cfr. 2Cor 10,2; !2,14-20-21i connessione con i capi di Cerusa-
to che questa lettera di rimprove- tomando al suo fondamento teo- l3,l -4). lemme, sono in realta <falsi apo-
ro (2cor 7,5-8) ha causato nella logico. La colletta è necessaria 2Cor 10,1-6 è l'appello finale di stoli)) e (operai fraudolentiD che
maggioranza dei Corinzi una tri- perché esprime la fiducia della Paolo alla Chiesa per la riconci- si mascherano da <(ministri di giu-
stezza secondo Dio che porta al Chiesa in Dio, il quale viene in- liazione, perché egli non debba stizia> (2Cor 11,12-15). Quindi in
pentimento, piuttosto che (<una contro alle necessità dei fedeli a tal dover mostrare fermezza nel pu_ 2cor 11,5 e 12,11 Paolo parago-
tristezza del mondoD che produ- punto che essi sono generosi e pos- nire la disobbedienza quando ar- na se stesso positivamente ai <su-
ce semplic€mente la morte (2cor sono dare con gioìa agli altri (2cor riverà. anche se è pronto a farlo perapostolir, mentre in 2cor
7,9-13). La difesa di Paolo del suo 9,6-9), Dio è fedele e risponderà (2cor 10,2.6). In 2cor 10,7-11 11,12-15 formula la distinzione
apostolato in 2cor 2,14-7 ,16 te( a simili atti di fede provvedendo Paolo rafforza questo appello piir netta possibile tra lui e i suoi
mina di conseguenza con una alle necessità di coloro che danno riaflermando la sua legittimità sia oppositod.
grande espressione di gioia, con- e ricompensando poi quelli che come cristiano che come aposto- In questa sezione Paolo <<si van-
forto e fiducia nei Corinzi, data la usano le loro risorse a beneficio lo sulla base della natura propria ta)) prima per la sua decisione di
loro positiva risposta ai suoi pre- degli altri (2cor 9,8.10-12). Pro- della sua recente condotta, inclu- predicare il vangelo a Corinto gra-
Corinzi. leltere ai 312 313 Corinzi, Ietter€ ai

tuitamente (2cor 11,7-12), e poi 13,5-9). Di conseguenza, I'elabo, il tralfico del


cevia per le idee e pli e riti relÌgiosi. Aristofane
delle altre sue sofferenze (2cor rata autodifesa di Paolo noD è sta- mondo (cîr. Strabone, Geo. (450-385 ca. a.C.) coniò perfino il
11,23-33), come veri segni della ta dettata dal proprio interesse, 8.6.20-23). Tra i suoi prodotti era- f et miîe com-
k o r i n t h i a ze s t ho i (<<

sua legittimità di apostolo, per ma dal bene dci Corinzi (2Cor no particolarmente famosi gli og- porîarsi come un abitante di Co-
vantarsi solo alla fine delle sue 12,19), dal momento che l'aposto- gelti di bronzo molto preziosi, al- rinto)), cioè <<fornicarer>) in rela-
esperienze spirituali. ln quest'ul- ìo scrive (queste cose da lontano: cuni dei quali erano usati come zione alla fama della città. Plato-
timo caso, comùnque, Paolo è ec- per non dover poi, di presenza, (amplificatori di risonanza)) nel ne usava il termine <<lancìulla co-
cessivamente esitante, sapendo che agire severamente con il potere che teatro (cfr. lCor 13,1; Murphy- dnzia) come un euiemismo per
questo costituisce l'esempio tipi il Signore [gli] ha dato per edifi- O'Connor 50,76). una prostituta Olurphy-O'Connor
co della stoltezza e il vero motivo care e non per distrùggere> (2Cor La storia dell'antica Corinro è 56). Sebbene la sua precisione sto-
per cui Dio gli ha messo <una spi- r3,10). la storia di due città. Come entità rica sìa discussa, la descrizione di
na nella carne) per distoglierlo da 2.7 Saluti finali h 2Cor politica la sua storia risale all'VllI Strabone di mille prostitute nel
ciò (2cor 12,6-10). Inoltre, Pao- 13,11-11(14) Paolo termina la let- sec. a.C. e fino alla metà del II tempio di Afrodite riflette I'imma-
lo sostiene che ia causa vera per tera ìnvilando la sua Chiesa a mi- sec. a.C. era una fiorente cìttà- gine della città in cùi i molti tem-
cui i suoi oppositori lo hanno cri- gliorare la propria condotta, ad stato greca. Ma la sùa posizione pli giocavano un loro ruolo nel te-
ticato per Ia sua predicazione gra- appianare le rivalità e a vivere nel- di leader della lega achea portò al- nore immorale della vita che vi si
tuita, per la sua soîfer-enza e per l'unìtà e nella pace gli uni con gli la sua distruzione da parte di Ro- conduceva (cfr. Strabone, Geo,
il suo rifiìito di vantarsi delle pro- altri. L'appello linale è basato sul- ma nel 146 a. C. Rimase in rovina 8.6.20, scritta dapprima nel T a.C.
prie esperienze spirituali, è che i1 1a promessa che così facendo (il lino al44 a.C., qùando fu rifon- e leggermente riveduta nel 18
suo stile dì vita e ìl sùo compofta Dio dell'amore e della pace) sarà data da Giulio Cesare come colo- d.c.).
mento mettono in discussione la con loro. nìa romarìa, e in breve tempo ac- Dopo che Corinto lu rìstabilita
legittimità di qrìesti <apostoli)), quistò nuovamente un posto di ri- nel 44 d.C. come citta romana, ri-
basata com'è sulla richìesta di pa- 3. LA CITTA E I SUOI ABI. lievo (cfr. Appiano, Hist. Rom. cevette un rapido afflusso di per-
gamento e sui loro stessi racconti TANTI Forse più che per ogni 8.136). Nel I sec. Corinto era già sone. Divenne ben presto la terza
di esperienze spirituali (2Cor allra lettera paolina, le caratteri- diventata i1 primo centro commer- città dell'impero, dopo Roma e
I 1,12).L'opinione di Paolo è che stiche sociologiche di Corjnto, ciale del sud della Grecia. A par- Alessandria. Olîre ai veterani e ai
né le distinzioni unìane né la di unite all'ambieDte religioso e filo tire dal27 a.C. era la sede del pro- molti delle classi più basse che si
scerdenza religìosa rendono uno sofico della regione, influenzano console della regione e La capitale spostavano a Corinto, si stabiìiro-
ministro di Cristo (cfr.2cor l'interpretazione di I e 2 Corinzi. della provincia senatoria dell'A- no in essa anche molti liberti da
I 1,21-23), bensì la debdez,za, per- Corinlo era situata ai piedi dell'A- caia fino al 15 d.C., quando di- Roma, servi manomessi la cui
ché Dio ha dichiarato che la sua crocorinto (m 573), a sud dell'i- venne provincia imperiale, per tor- condizione era di poco superiore
<potenza si manifesta pienamen- stmo lungo poco piìì di sette km, nare di nuovo senatoria dal 44 in a quella di uno schiavo. La ripo-
te nella debolezzar (2cot 12,9). che collegava il Peloponneso con poi. Divenne famosa anche per il polazione di Corinto fornÌ a Ro-
Paolo conclude la sezione (2cor il resto della Grecia e separava i suo controllo dei giochi istmici, ma un'occasione per diminuire il
12,11-13,10) ricordando per l'ul golfì di Saronico e di Corinto. La una competizione di aîletica che si suo sovraffollamerito e ai liberti
tima volta ai Corinzi la sùa since- sua Ùbicazìooe era strategica sia svolgeva ogni due anni ed era se- una possibì1ità di trarre vantaggio
rìlà e legittimità, come dimostra- dal punto di vista militare che conda per importarìza solo ai gio- dall'opportunità socioeconomica
to dal suo ministero dello Spirito commerciale. Corinto controllava chi di Olimpia. Questo sfondo si olferta da questa nuova città. Co-
e dalla sua sofîerenza derivata dal il movimento per via terra tra l'l- riflette in I Cor 9,24-27 nell'uso di rinto vantava, inoltre, una signi-
non voler gravare sui Corinzi talia e I'Asia, come pure il trafii- Paolo della merafora atletica e licativa comunità di Ebrei, che go-
(2cor 12,11-18). Quelli che anco- co lra i due porli di Lecheo, a due nella sua enfasi sulla corona incor- devano del diritto di regolare i 1o-
ra rifiutano Paolo devono perciò km e mezzo a nord, e di Cenchre, ruttibile riservata ai credend. Que- ro affari interni (cfr. At 18,8.l7).
pentirsi prima della sua visita fi- a poco più di otto km verso oden- sto dai Corinzi era probabilmen- E elencata da Filone come una
nale(2cor 12, 19-13, 10), aÌtrimenti te. Un sistema di trasporto fra te ricotlosciuto come un contrasto delle città della diaspora ebraica
saranno sottoposti al giudizio di questj due porti permetteva di evi- con le corone consegnaîe nei gio- (cîr. Filone,leg. 281-2), ed è s1a-
Dio, daÌ momento che Paolo ha tare il periplo del Peloponneso, ri chi istmici, che erano fatte con to trovato un architrave con la
identificato la sua persona e il suo tenuto pericoloso. Questo lraspor- piante di sedano seccato (cfi. scritta <sinagoga degli Ebrei>, an-
messaggio con la gloria di Dio in to era îacilitato da una strada Ìa- Murphy O'Connor 17). che se la sua data non può essere
Cristo e con il vero vangelo (2Cor stricata attraverso l'istmo, che era Come ricco centro di commer- determinata con sicurezza (cfr.
ll,4; 12,21:,l3,l 4). L'ùltima pro stata costruita nel Vl sec. a.C. Co- cio e di marinai, la Corinto greca Murphy-O'Connor 79). Al tempo
va dell'aut".nticità della loro fede rinto era pertanto conosciùta co- era chiaramenle famosa per i suoi di Paolo Corinto era perciò diven-
è perciò costituita dalla riconcilia me una città ricca per 1e sue tariî- vizi, specialmente la sua corruzio- tata un crogiolo di culture, îiloso-
zionc o mcno con Paolo (2Cor îe c il commercio e come ùn cro- ne sessuale, e per i suoi molti tem- îie, stili di vita e religioni, e dava
CoÌinzi, lettere ai 314 315 Corinzi, lettere ai

la sensazione di una città in rapi- la diifusa immoralità sessuale a La Chiesa di Corinto si raduna- continua a fare affidamento sul
da espansione economica. Corinto siano della Corinto gre- va in varie case, dal momento che fatto che i Corinzi lo riconoscono
Le categorie che Paolo usa Per ca e Doù possano essere applicati non c'era possibilità di un luogo come Ioro fondatore (lCor 4,15)
le persone all'interno della Chie- alla Corinto del tempo di Paolo' di incontro pubblico, come, per e legittimo apostolo, anche se al-
sa, elencate in lcor 12,13 come è senz'altro possibile che un tale esempio, la sinagoga, per un mo- ti al difuo della Chiesa sosten-
Giudei, Greci, schiavi e liberi, ri- problema si sia diffuso aDche nella vimento religioso di recente costi- gono il contrario (lCor 9,1-2).
flettono perciò la comPosizione nuova città romana, dato il suo tuzione e non ancora riconosciu- Piuttosto, Paolo scrive per <ricor-
della città. come pure i vari nomi carattere portuale e di crocevia to dallo Stato (cfr. Rm 16,23). Ba- dare) ai Co nzi (le sue vie in Cri-
ebraici, greci e romani menziona- lCor 5,1-2 e 6,9-20 rifleltono in sandosi sugli scavi di quattro ca- stor (lcor 4,17) e richiamare la
ti nelle lettere (cfr. gli ebrei Aqui- effetti un'atmosfera simile lnfi se a Corinto del periodo romano loro attenzione sul fatto che, co-
la, Priscilla, Crispo; i romani For- ne, al tempo di Paolo Corinto era (una del tempo di Paolo) e sulla me loro <padre> (1Cor 4,l5), è la
tunato, Quarto, Giusto ecc.;igre- piena di luoghi religiosi Pagani lista dei quattordici membd ma- sua <via), la via della croce, che
ci Steîano, Acacio, Erasto). Da (clr. lCor 8,4-6: 10.14.20-10) schi della Chiesa in I e 2 Corinzi, essi devono seguire (lcor 4,16:
loor 1 ,20-24 sappiamo che alcu- Par\ania fl80 ca. d.C )' che ci Murphy-O'Connor ritiene che il 1l,l). Mai perciò ir I Corinzi vie-
ni dei credenti di Corinto erano fornisce la più antica guida di Co- numero base della Chiesa di Co- ne difesa la rilevanza della soffe-
schiavi. lnoltre, dal momento che rinto oella sua Descrízione dcl- rinto fosse di cinquanta rnembri renza di Paolo; anzi, questa costi-
ora nella Corinto romana non esi- la Crecia,libto ll, descrive alme- (Murphy-O'Connor 158). Ma una tuisce la premessa basilare per Ie
steva un'afistocrazia terriera, si no venlisei luoghi Per il Panteon simile riunione di <tutta la Chie- argomentazioni dell'apostolo (cîr.
sviluppò presto un'(aristocrazia preco-romano e iculti tnisterici sa>) era insolita, dal momento che lCor 1,10-4,21; 8,1-ll,l; l3;
del denaro)t. accompagnata da úa bisogna tener PreseDte clle la comunità si riuniva in piccoli 14,18-19), che a loro volta sono
uno soirito estremamente indipen- gran parte di Corinto fu distrurta gruppi nelle case dei vari membri basate suÌla sua autorità, in Cri-
dente tcfr. Fee 2). Questa distin- durante il lerremoto del 77 d C , (cfr. lcor 16,19; Rm 16,5; Col sto, dipadre verso i Corinzi (lcor
zione di classe basata sulla ricchez- in seguiîo alquale ci fu un'amPia 4,15; Fm 2). 14,21). Il fatto stesso che Paolo
za si riflette nelle tensioni e fazio- ricostrùzione della citià. Per quan- 4.1 I problemi sottesi a I Corin- possa addurre la sua prassi di pre-
ni che esistevarto durante la cele- to riguarda il tempo di Paolo, I'ar- zi - Il commentario di G. D, Fee dicare gratuitamente a sostegno
brazione della Cena del Signore cheologia ha finora accertato un su I Corinzi è il piìr deciso nel so- del suo scopo esortativo in lcor
(lcor I l,17-34), dal momento che tempio della dea Fortuna e tem- stenere il punto di vista (apologe- 8-10 indica che il suo stiÌe di vita
la maggior parte della Chiesa era pli o santuari a Nettuno, Afollo. tico> dei problemi sottesi a I Co- e la sua aùtorita apostolica gode-
evidentemente costituita da perso- Afrodiîe (sull'Acrocorinto), Vcne- rinzi. Secondo questo punto di vi- vano ancora di grande stima. Se
ne di classe bassa o media, con solo re, Ottavia, Asclepio, Demetra, sta, la situazione storica a cui ri- non fosse così, tutta I'ampia argo-
poche famiglie ricche rappresentate Core e Poseidone (cfr. MurPhY- manda I Corinzi è fondamental- mentazione di Paolo in lCor 8-10,
icfr. lCor 1,26 27: vedi Sociologia O'Connor e Wiseman) mente quella di un conflitto tra che trova il suo punto cùlminante
delle Chiese missionarie). Paolo e la Chiesa nel suo insieme, nell'esortazione dell'apostolo in
Nella città dominavano legge, 4. LA CHÍESA E IL SUO APO- e il rifiuto da partc dei Corinzi del- lCor 1l,l a farsi suoi imitatori,
cultura e religione romane e il la- STOLO La Chiesa di Corinto l'autorità di Paolo come fondato- crollerebbe. In tutta la I Corinzi
tino era la lingua ufficiaÌe; ma vi era in gran Parte, anche se non re della Chiesa è visto come cen- il punto centrale delle argomenta-
erano fortemente raPPresentate esclusivanente. di origine pagana' tro dei problemí. Per Fee, perciò, zioni di Paolo tocca perciò i Co-
anche te tradizioni e le filosofie come emerge dal suo retroterra la divisione piu grave nella Chie- rinzi e il loro comportamento,
preche di ouell'a.ea e iculti miste- idolatrico pagano (lCor 6,1-10; sa è tra la maggioranza della co- mentrg iÌ modo in cui l'apostolo
iici prouenienti dall'Egitto e dal' 8.7: 12.2) e daL Problema della munità e Paolo stesso (Fee 8). Il si rivolge ai destinatari non è apo-
I'Asia (cfr. I Cor I .20'22). Diogc- partecipazione alle feste dei tem- linguaggio di Paolo in tutta Ia let- logetico, ma di istruzione. L'abi
ne, fondatore dei cinici, era as- ;li (l Cor 8,1-11 ,l ). Era anche nor- tera è visto come battagliero, e i lita di Paolo nel pronunciare giu-
sociato a Corinto e al Craneo' male per i Greci e i Romani rivol- riferimenti che egli fa al suo apo- dizi autorevoli sul compoftamen-
un'area residenziale vicino a essa. sersi ai rribunalj civili per le loro stolato sono letti come apologeti- to dei Corinzi in tutta la lettera è
ln verità, si dtiene che Corinto àisoute. mentre agli Ebrej una si- ci (cfr. specialmente lcor 4,1-2li basata sul presupposto che a Co-
losse <(la città piil ellenistica del miie azione era r ietata, il che aiu- 9,l-27;15,8-ll). rinto la sua autorità apostolica è
NT) (Fee 4, nl2). Il teaîro di Co- ta a spiegare questa Pratica a Co- Ma lo scopo di Paolo nello scri- ancora salda. I problemi che af-
rinto, al tempo di Paolo, aveva rinto (cfr. lCor 6,l-6). L'accelta- I Corinzi si comprende me-
vere la fronta I Corinzi, perciò, sono es-
una capienza dì l4-000 Persone zione della prostiluzione discussa glio se considerato non dal punto senzialmente all'interno deÌta
(Murphy-O'Connor 16l e si Può in lCor 6,12-20 gli atteggiamenti
e di vista apologetico, bensì didat- Chiesa, non tensioni tra la Chie-
vedere dflesso dietro I'immagine verso il matrimonio rispecchiati in tico. In nessuna parte della lette- sa e il suo apostolo.
dl lcor 4,9 e9,24-25. Inoltre, seb- lCor 7 sono ugualmentc Piu in li- ra egli sostiene la sua autorità co- 4.2I problemi sottesi a 2 Corin-
bene i riferimenti che abbiamo sul- nea coD un retr'oterra Dagano. me apostolo ir se s/esjd, dato che zi - Al tempo in cui Paolo scris-
Cori[zi, lettere ai 316 3t1 Corirzi, lettere ai
se 2 Corinzi tutto era cambiato. paoline). Come credenti, i Corin- come un'indicazione che anch'essi Paolo promettevano loro una vi-
Per un certo tempo, tra la compo- zi continuavano a €ssere legati a condividevano l'esistenza spiritua- ta nello Spirito caratlelrz2,ata dalla
sizione di I e 2 Corinzi, la Chiesa quella parte del dualismo elleni- le degli angeli (cfr. lCor 13,1; liberazione dalla sofferenza e da
nel suo insieme fu in aperta ribel- stico corpo-anima o materiale-spi- 14,37). Qu€sto, a sua volta, por- una alimentazione continua di
lione contro Paolo e il suo vange- dtuale che disprezzava il mondo tava a un maggior vanto e a una esperienze miracolose. Costoro
lo a causa dell'influenza degli op- îisico per una <(più altan cono- piu forte divisione nella Chiesa, appoggiavano le loro affermazioni
positori di Paolo che erano arri- scenza e sapienza dell'esistenza come pure all'eventuale riliuto di essere apostoli con lettere di rac-
vati di recente a Corinto (cfr. 2cor spirituale. Sebbene sia anacroni- della legittimità di Paolo come comandazioni da altre Chiese (cfr.
11,4). Da allora una parte signifi- stico parlare di gnostici o di gno- apostolo e del suo vangelo. 2cor 3,1), con la loro distinzione
cativa della Chiesa si era pentita sticismo a Corinto, è possibile tut, La risposta di Paolo in I Corin- etnica com€ Ciudei (2cor 4,4-l8l
ed era ritornata dalla parte di Pao- tavia parlare di un (incipiente zi era chiaramente basata sul du- 11,21-22), e var'taîdosi dei loro ri-
lo, ma la sua autorità apostolica gnosticismo> nella teologia dei plìce fondamento dell'AT e della sultati spirituali e dei segni sopran-
non era piir il terreno comune tra Corinzi (così Martin, seguendo cristologia (cfr, la sua risposta al naturali, unitamente alla loro abi
I'apostolo e tutta la sua Chiesa. Bruce; vedi Gnosi, gnosticismo). problema del vantarsi per la sa- lità retorica (zcor 10,10.12;
C'era ancora un'opposizione piut- Sotto la sua influenza i Corinzi pienza in lCor 1,18-3,23, con di- 11,12.18t 12,12). L'apologia di
tosto îorte tra i Corinzi nei riguar- erano inclini all'orgoglio intellet- rette citazioni dell'AT in lcor Paolo in 2cor 3 pofia a ipotizza-
di di Paolo, con gli oppositori del- tuaÌe, attribuendo grande valore l,l9; l,3li 2,9: 2,16; 3, l9-20). En- re che essi collegassero in qualche
l'apostolo che si celavano dietro alla loro <<conoscenza> e alle loro trambi dimostrano che la poten- modo il loro ministero a quello di
di essi. Ne risultava una divisione esperienze spidtuali (cfr. lCor 1.5; za e la sapienza di Dio sono state Mosè e alla Legge, anche se in 2
nella Chiesa sù Paolo e la sua le- 8,1.7.10.11; 12,8; 13,2 ecc.). Neri- ora rivelate in Cristo e nella sua Corinzi, a differenza di Galati,
gittimità come apostolo. Questa sultava un atteggiamento di van- croce. Al tempo stesso Per Paolo non si menzionano i problemi del-
situazione si riflette nell'assenza, to e di competizione alf interno iÌ messaggio della croce (lCor la pudta dtuale e della circoncisio-
in 2 Corinzi, dell'invito a imitare della Chiesa, che era ulte ormente 1,17-19) e ta sua esperienza apo- ne. lnoltre, gli oppositori di Pao-
Paolo, mentre si insiste particolar- alimentato dalla loto artogarrza stolica di sofferenza (1Cor 4,8-13) 10 suggellavano le loro rivendica-
mente sulla sua autorità di aposto- culturale e dall'ammirazione del dimostrano che il regno di Dio, zioni chiedendo denaro ai Corin-
lo; si riflette a.ncora di pir) sulle di- prestigio pubblico, dallo stile e sebbene qui in potenza, non è an- zi come segno del loro valore e del-
verse funzioni che la sofferenza dì dalla raîfinatezza della tradizione cora presente in tutta la sua Pie- la legittimita del loro messaggio
Paolo ha nelle due lettere. In lcor retorica sofistica. Un tale disprez- nezza. Di conseguenza, se la soî- (2cor 2,17). Per poter fare queste
4,8-13 e 9,1-27 la sofferenza di zo per questo mondo poteva an- îerenza e la debolezza sono le ca- rivendicazioni erano costretti ad
Paolo può essere usata in appog- che portarli da una parte a consi- ratteristiche essenziali deì ministe- attaccare 10 stesso Paolo e la sua
gio alla sua argomentazione a fa- derare la partecipazione ai tribu- ro apostolico dal quale è nata la tegittimità apostolica, perché egli
vore dei Corinzi, mentre in 2 Co- nali e f immoralità come fatto in- Chiesa di corinto, allora come fi metteva in discussione sia il loro
rinzi Paolo deve argomentare in nocui (cfr. lCor 5,1-6,20), e dal- gli del loro padre spirituale la vi- va[gelo che il loro stile di vita.
favore della legittimità della sua I'altra alla pratica di un esaspera- ta dei Corinzi dev'essere ugual- In risposta, Paolo doveva ora
stessa sofîerenza (cfr , zcot 2,1'l; to ascetismo (cfr, lcor 7,1-5). mente catatterizzata dalla poten- difendere la sua legittimità come
11,7-15; 12,13-18). Di conseguen- Ma, fatto uguaÌmente impor- za della croce e non dal vanto per apostolo per poter affermare la
za, mentre in I Corinzi i proble- tante, questo dualismo forniva an- ipropri risultati o per i capi spiri- verità del suo vangelo. Ancora
mi erano all'interno della Chiesa, che il sostegno concettuale che tuali. Il consiglio basilare di Pao- una volta lo fa richiamandosi al-
in 2 Corinzi il problema centrale rendeva i Corinzi sensibili
a lo era perciò: (Fatevi miei imita- l'AT e alla cristologia per dimo-
da risolvere è l'autorità e la legit- un'<escatologia realizzatar>, che tori!) (lCor 4,16; I I ,1). strare la necessità e Io scopo della
timità di Paolo come apostolo. spiritualizzava la risurrezione fu- Al tempo della 2 Corinzi, però, sua sofferenza in relazione al suo
4.3 La radice dei problemi a Co. tura come già compiùta r]ella pro- da fuori Corinto erano arrivati al- ministero dello Spirito sotto la
rinto e la risposta di Paolo - La pria esperienza (cfr. lcor 4,8; 15). cuni oppositori di Paolo che ave- nuova alleanza.
radice dei problemi a Corinto, sia La vita presente era perciò vista vano sfruttato a proprio vantag-
in 1 che 2 Codnzi, può essere fat- come già partecipe d eIIa pie\ezza gio l'escatologia reallzzala dei Co- 5. ALCUNE QUESTIONI CRI-
ta risalire alla cultura ellenistica della realtà celeste del mondo fu- rinzi, predicando una concezione TICHE 5.1 Autenticità - Sia
che tanto influenzava i Corinzi. turo. Una tale escatologia realiz- di Cristo e dello Spidto che i Co- I che 2 Corinzi sono attribuite a
La questione chiave era che cosa zata gonfiava ulteriormente la sti- rinzi erano ben disposti a ricevere Paolo nei loro saluti e hanno tut-
si irtendesse per <<spirituale> (cfr. ma che i Corinzi avevano della (2cor ll,4), Invece di invitare i te le prove storiche e lettera e del-
l'uso da parte d] Paolo d] pneu- propria conoscenza spirituale, dei Corinzi a perseverate fedelmente la paternità paolina. In verità, la
maîikos, 14 \olte solo in I Corin- propri doni e delle proprie espe- in mezzo alle avversità nella spe- paternità paolina di lCorinzi non
zi, contro le solo quattro ricorren- rienze religiose, speciaìmente quel- ranza della futura risurrezione e è stata mai messa in discussione e
ze nelle altre lettere sicuramente la delle ìingue, che essi vedevano giustificazione, gli oppositod di la lettera è già attestata negli anni
Corinzi, Iettere ai 318
319 Corinzi, lettere ai
novanta da Clemente di Roma morali che si erano presentanti ai
dendo al tempo stesso il suo apo-
(cft. lclem. 3'7,5;4'7,L-3t 49,5) e nrlovi credenti. I Corinzi ebbero e un awertimento, nel tentativo di
nella prima decade del II sec. da però difficoltà a capire gli ammo- riguadagnarli (cît. 2car 2,3-9l' stolato allo scopo di rafforzare
'1,8-12). ll fatto che Tito doveva quelli che si erano pentiti e ricon-
Ignazio di Antiochia (cîr. Eph. nimenti di Paolo e, in effetti, non
li applicarono appropriatamente anche organizzare la colletta (cfr. quistare la minoranza recalcitran-
16,l; l8,l; Rom.5,l ecc.). Anche t€. Inoltre, dietro ai Corinzi si na-
se 2 Corinzi non è chiaramente do- al loro contesto (cfr. lCor 5,9-13). 2cor 8,6) indica, comunque, che
Paolo nutriva ancora speranze per scondono gli oppositori di Paolo,
cumentata fino al canone di Mar' La Chiesa allora mandò una let-
i Corinzi e non Ii considerava sen- ai quali l'apostolo non si rivolge
cione (140 d.C.), da allora in poi tera a Paolo per mano dei messag-
geri elencati in lcor 16,15-17 per za possibilità di pentimento. Qu€- direttamente, ma che sono la cau-
non è stata messa mai in dubbio
ricevere ulteriori chiarimenti. ln sta <lettera tra le lacrime> è anda- sa piu diretta del problema. Lo
la sua appartenenza al corpus paa-
ta perduta, anche se alcuni studio- scopo di Paolo nello scrivere la let-
lino. Anche la ricerca moderna piìr risposta, Paolo scrisse la I Corin-
zi canonica. Il sùo scopo era di si hanno cercato di identificatla tera è perciò quello di preparare
critica ha sempre accettato queste
con 1 Corinzi o con i quattro ca- la sua prossima visita, durante la
lettere come autentiche, fatta ec- chiarire le sue posizioni e rispon-
pitoli di 2cor 10-13. Ma I corin- quale giudicherà quelli che persi-
cezione per lCor l,2b e 14,34b-35, dere alle altre voci che aveva sen-
zi non è abbastanza severa né do- stono nel rifiuto di lui e del suo
che alcuni ritengono interpolazio- tito circa i seri problemi che era-
ni non paoline. Ma la prova per no sorti a Corinto (1Cor I,l l; 5,1: lorosa per averne i requisiti, né il vangelo. L'apostolo in effetti ri-
espungere questi testi non ha con- cfr. 16,15-18; cfr. sopra,4.2). La suo contenuto si adatta alla natu- tornò a Corinto (cfr. At 20,2), da
natura alquanto sconnessa e non ra della descrizione in2cor 2,1-4, dove, meno dì un anno più tardi,
vinto la maggioranza degli studio-
dal momento che in I Corinzi non scrisse la lettera ai Romani.
si, dal momento che nessuna tra- sistematica di 1 Corinzi è dovuta
al fatto che Paolo risponde a tur- c'è un coerente trattamento del te- In considerazione di questo sce-
dizione manoscritta ha mar omes-
no alla varietà di problemi e inter- ma del rifiuto di Paolo da parte nario, il problema dell'unità let-
so questi versetti ed entrambi i te-
rogativi presentati a lui dalla let- dei Corinzi, dell'influenza degli teraria di 2 Corinzi ha cevuto va-
sti sembrano adattarsi al flusso di
pensiero di Paolo. Altri studiosi tera della Chiesa e alle voci che oppositori di Paolo tra i Corinzi, rie sposte per i passaggi e i cam-
hanno sostenùto che la diversità di aveva sentito. o dell'offensore di 2Cor 2,5-ll. bi di contenuto apparentemente
Nel tempo in Mentre Paolo aspettava il dtor- improvvisi alÌ'interno della lette-
vocabolario e di argomento di cui l'apostolo
ra. I problemi principali sono le
2Cor 6,14-'7,1 indica che Paolo scrisse 1 Corinzi, era sua intenzio- no di Tito col] le notizie circa l'im-
ne ritornare a Corinto dopo esse- patto di questa lettera, il suo ani- evidenti interruzioni di pensiero
trasse questo passo da un sùo pre-
cedente scritto, o da una fonte giu- re rimasto a Efeso fino alla Pen- mo non trovava dposo a causa tra 2cot 2,13 e 2,14i 7,4 e '7,5i
d€ll'ansietà per la situazione a Co- 6,13 e 6,14;7,1, e1,2; le trattazio-
daica non paolina (spesso associa- tecoste e aver visitato la Macedo-
ta con iì movimento essenico o con nia (cfr. lcor 16,5-8). Nel frat- 'iîro (zcoÍ 2,lZ-23). Perciò l'apo- ni apparentemente separate della
tempo, mandò Timoteo a far vi- stolo lasciò Troade per incontra- colleua nei capitoli 8 e 9 e la di-
i documenti di Qumràn) o da una
sita ai Corinzi a nome suo (lcor re Tito; quando Io incontrò, que- stinta unitàdi 2cor 10,1-13,14. Se
tradizione giudeo-cristiana. Ma
16,10-11; At 19,22). Timoteo tro- sti gli diede la buona notizia che ciascuno di questi passaggi indica
anche se qu€st'ipotesi si oppone aÌ
punto di vista di coloro che sosten- vò che era salita la tensione tra i la sua (lettera tra le lac me> ave- un documento separato, 2 Corin-
gono che il suo carattere partico- Corinzi e Paolo, molto probabil- va riconquistato la maggior parte zi risulta una composizione dei se-
mente a causa dell'auivo degli op- dei Corinzi (2cor 7,6-13). lnoltre, guenti sei frammenti principali,
lare sia do!.uto ai testi dell'AT che
siccome la Chiesa aveva risposto che furono poi unificati in una sin-
Paolo cita in questa sezione, il positori di Paolo da fuori Corin-
gola lettera: 2cot l,l-2,13
passo è stato pienamente integra- to. In risposta, Paolo partì imme- così positivamente, Paolo poté e

to da Paolo nello sviiuppo del suo diatamente per Corinto per quel- programmare di lar loro visita an- 7 .5-16: 2,14-6,11: 6,14-7,t; 8; 9;
pensiero in 2 Corinzl. la che divenne una <<dolorosa vi- cofa una volta (cfr. 2cor 2,3; 9,5; 10-13.
Una minoranza di studiosi, pe-
5.2 Unità e occasione di I e 2 sita)>, durante la quale 1'autorità 12,20, t3 ,t) .
Prima della sua terza visita, I'a- rò, sostiene ancora l'unità lettera-
Corinzi La fondazione delÌa eil vangelo di Paolo îurono seria-
postolo scrisse Ia 2 Corinzi cano- ria di tutta la lettera. Costoro cer-
Chiesa di Corinto da parle di Pao- mente messi in discussione dalla
fÌÌ nica, o almeno i capp. 1-9 del do- cano di spiegare l'integdtà dei pas-
lo, riferita in At 18, ebbe luogo ne- Chiesa e lo stesso Paolo con-
gli anni 49-51 d.C. come pafle del trastato e ofîeso da uno dei suoi cumento che ora Possediamo. Il saggi all'interno della lettera nei
capi (cfr. 2cor 2,1.5-8;7,8-13; fatto che la maggior parte della singoli punti. Inoltre, essi consi-
secondo viaggio missionario del-
Chiesa si era pentita ed era tonìa- derano i cambi di contenuto in tut-
l'apostoìo. Quando Paolo lasciò l 1,4).
Corinto dopo l8 mesi, la nuova Paolo, così attaccato, lasciò Co- ta dalla parte di Paolo, mentre ta 2 Corinzi come una conseguen-
una parte significativa mostrava za della natura mista della comu-
Chiesa era fiorente. Un po' di rinto, determinato a non fare
un'altra simile (visita dolorosa) ai 4ncora resistenza alla sua autori- nità di Corinto, I capp. 10-13 so-
tempo dopo, 1'apostolo scrisse
no l'ultima diretta difesa da par-
una lettera ai Co
nzi da Eleso, un Corinzi (2cor 2,1-2), preferendo tà e al suo vangelo, spiega la na-
documento che non esiste piir, per mandare loro Tito con una <(let- tura mista di questa sezione. ln es- te di Paolo e I'ultimo attacco ai
sa Paolo conlorta e incoraggia la suoi oppositori, dopo essersi in
trattare aìcuni specifici problemi tera tra le lacrime>l di rimprovero
primo luogo rivolto alla maggio-
maggioraÌìza d€lla Chiesa, diîen-
Corinzi, letferc ai 320 321 Corinzi, lettere ai
ranza riconciliata della Chiesa nei della partenza di Paolo da Corin- tamente raffinate e combinate in positori); e 4) un dfiuto del ten-
capp. l-9, e forse dopo qualche in- to (At 18,18); e la conseguente du- vari modi, tanto che Machalet Po- tativo di approccio al testo con
tervallo di tempo o l'arrivo di nuo- rata della sùa successiva perma- teva elencare non meno di undici una dcostruzione precedentemen-
ve, minacciose informazioni. Que- nenza a Efeso (redi Cronologia di diverse posizioni su 2 CoriÍzi lra te determinata, basata su elemen-
sto è I'approccio adottato nel som- Paolo). 2 Corinzi G)resa come un il 1908 e il 1940. Da allora queste ti esterni, Ma, in considerazione
ma o di 2 Corinzi presentato so- insieme, o almeno i capp. l-9) fu tre posizioni fondamentali sono della storia della ricerca, è signi-
pra, completata all'incirca nell'anno state nuovamente sostenute con îicativo che quando Sumney ap-
All'altro estremo, alcuni studio- successivo a 1 Corinzi, e fu scrit- forza da R. Bultmann e w. plica il suo metodo a 2 Corinzi
si hanno cercato di isolare ciascu- ta dalla Macedonia. Schmithals (l'ipotesi d€gli gnosti- non offre nuove intuizioni circa
na di queste sezioni come origina- 5.4 Gli oppositori di Paolo ci), C. K. Barrett (l'ipotesi dei giu- l'identità degli oppositori di Pao-
riamente parte di uno scritto sepa- l passi chiave per identificare l'op- daizzanti), e D. Georgi (pneuma- lo. Sumney termina con un fon-
rato e di inserirle nella storia dei posizione a Paolo in Corinto so- tici e missionari giudeo-ellenistici damentaìe accordo con la prece-
rapporti tua Paolo e i Corinzi trac- no stati tradizionalmente lcor di origine palestinese, con una teo- dente proposta di Kàsemann, che
ciata sopra. In questo scenario, 1,12; 3,22i 9,2-5: 2cot 3,1-18; logia dell'<uomo divino>> ltheios gli oppositori di Paolo in 2cor
come abbiamo notato, alcuni con- 11,4 e 11,22-23. Da questi testi è arel centrata su Mosè). l0-13 erano pneumatici, piuttosto
siderano 2Cor 10-13 come pade chiaro che gli oppositori di Paolo L'unico studio pir) ampio sugli che giudaizzanti o gnostici o (uo-
della <lettera tra le lacrime>); 2cor erano Giudei che da una parte co- oppositori di Paolo in generale ap- mini divini>>, e che il breve lasso
2,14-6,13 come parte di ura lette- noscevano il mondo ellenistico e pa.rso dopo questi studl, St. Paul's di tempo tra i lrammenti della let-
ra di difesa andata perduta; 2cor adottavano i valori e Ie tecniche Opponenls.rndThe Background tera di 2cor 1-9 e 10-13 porta a
l.l-2,13 e 7.5-16 come la lettera di retoriche dei sofistì, e dall'altra di J. J. Cunther (1973), non pre- una <ragionevole conclusione>
riconciliazione di Paolo dopo le contavano sulla loro eredità spi- sentava né una nuova metodolo- che gli oppositori siano in entram-
notizie che gli aveva portato Tito; dtuale come Giudei (cfr. sopra, gia né una chiara via d'uscita a bi i casi parte dello stesso gruppo
zcor 6,14-'l,l come parte di anco- 4.3). Ma al di là di questa sempli- questo vicolo cieco degli studiosi. (Sumney 183).
ra un altro scritto perduto paoli- ce presentazione, l'identità e la La tesi di Gunther è che il back- Oggi I'ipotesi gnostica è tra-
no o non paolino, parte della (let- teologia più precise degli opposi- ground per gli oppositori di Pao- montata per una ma.ncanza di Pro-
tera tra le lacrimer, o perfino par- to di Paolo rimangono una ma- lo sia da ricercare negli sc tti di ve dell'esistenza di uno gnostici-
te della (precedente letteraD di teria di ficostruzione da speciali- Qurnran e in quelli giudaici apo- smo nel periodo precristiano o del
lCor 5,9. L'opinione che raccoglie sti, dato che le stesse 1 e 2 Corin- criii, per cui essi proverrebbero da NT e la proposta di Georgi si è
un crescente consenso è che i capp. zi sono le uniche testimonianze un Giudaismo mistico, apocalittì- scontrata con una seria critica ri-
1-9 siano in reaÌtà una composi- che abbiamo, anche se alcuni stu- co, ascetico, non conformista, sìn_ guardante la sua ricostruzione sia
zione unitaria scritta dopo l'incon- diosi hanno introdotto elementi cretistico, piìr simile all'essenismo dei primi missionari giudaici che
tro di Paolo con Tito (cfr. 2cor dalla lettera ai Filippesi (se data- che a ogni altro gruppo (Gunther della loro concezione di Mosè co-
7,5-13). I capp. l0-13 sono allora ta nel periodo efesino di Paolo; 315). Ma nel suo tentativo di crea- me (uomo divino). La via d'usci-
considerati come un lavoro succes- cfr. i commentari). fe un consenso tra i tredici punti ta dal vicolo cieco che ancora ri-
sivo, scdtto dopo f insorgere di A partire dal XVII sec. gli stu- di vista da lui catalogati, Gunther mane consisterà nel riconoscere
nuovi problemi a Corinto e unito diosi hanno proposto tre teorie ha gettato la rete così al largo che che la preoccupazione dei giudaiz-
alla precedente sezione abbastan- fondamentali sull'identità degli la sua descrizione diventa ibrida. zanti per la Legge era motivata
za presto nella storia di queste tra- oppositori di Paolo in 2 Corinzi, Di conseguenza, la recente pro- nolr solo dal desiderio di mante-
dizioni, dato che non c'è alcuna che sono state costruite prevalen- posta di Sùmney pel una metodo- nere la loro tradizione, ma anche
prova critico-testuale che i capp, temente leggendo le argomenta- logia basata su un (<approccio mi- dal desiderio di avere accesso a
l0-13 siano mai circolati indipen- zioni di PaoÌo come ùna diretta nimalista> per identificare gli op- una piu profonda esperienza del-
dentement€ dai capp, 1-9 (cft., per antitesi delle posizioni dei suoi op- positori di Paolo dev'gssere ben lo Spirito (vedi Spirito Santo). ll
esempio, i commentad di Madin positori (la cosiddetta (mirror- accetta. La proposta di Sumney divorzio artificiale tra la Legge e
e Furnish). reading)). Le proposte sono fon- include: 1) un'enfasi sulla priori lo Spirito, che porta gÌi studiosi a
5.3 Luogo e data - 1 Corinzi damentalmente le seguenti: l) tà dell'esegesi in un <metodo cen- ipotizzare due tipi distinti di op-
fu scritta a Efeso tra il tempo in gnostici; 2) giudaizzanti legalisti trato sul testo)r; 2) un'insistenza su positori, deve perciò essere supe-
cui Paolo lasciò Corinto nel 51-52 alla pari di quelli che Paolo com- un'accuratavalutazione delle fonti rata. Il problema sollevato dagli
d.C. e i tre anni successivi, dall'au- batte altrove; o 3) un miscuglio di proprie; 3) un'applicazione <rigo- oppositori di Paolo, basato sulla
tunno del 52 aÌla p mavera del55, elementi di credenze varie, legali- rosamente) limitata della <tecni- loro eredità giudaica, era essen-
in dipendenza dai seguenti fatto- stici e gnostici e/o entusiastici o ca dello specchio>> (cioè, la prati- zialmente lo stesso sollevato dai
ri: la data dell'editto di Claudio e pneumatici (vedi Oppositori di ca di leggere le affermazioni di Corinzi, basato sulla loro visione
il periodo deÌ proconsolato di Gal- Paolo; lnteDreti di Paolo). Le po- Paolo come un riflesso diretto del- ellenistica del mondoi come può
lione (cfr. At 18,2.12); il tempo sizioni di base sono state ripetu- lc opinioni contrarie dei suoi oP- uno gssere partecipe pienamente
Corinzi, lettere ai 322 323 Corinzi, l€tteÌe ai
della potenza dello Spirito? La ri- renza di Paolo e nella natura qua- petenza come vero apostolo. In Furnish V. P., /1ColiÌl,i4ns, AB 32. Dou-
bleday, Garden Cily (NY) 1984;Hughes P.
sposta degli oppositori era basata litativamente differente della fu- verità, "ria la croce cre la polenza E., Paul's Second Epistle to the Cotin-
su una teologia della <gloda rea- tura risurrezione corporale e del- clivina di risurrezione vengono ri- lltan.r, NICNT. Eerdmans. Grand Rapjds
lizzafa>>, itr cui la partecipazione la fine del mondo. Al tempo stes- velate attraverso Ia vila di Paolo. 1962t LaoeF., Die Biefe an dìe Kointher,
al loro vangelo, con il suo legame so, Paolo deve anche rendere chia- una vita di sofferenza secondo il NTD 7, Vandenhoeck & Rup.echl, Gòtlin'
gen 1986i Mafjn R. P-, 2 Cointhians,
con I'antica alleanza, era rìtenuta ro ai Corinzi che, sebbene il regno piano divino. E sebbene non ci sia, WBC 40, Word, Waco 1986i Plummer 4..
garanzia di. libedà dal peccato e di Dio non sia ancora presente nel- né in 1 né in 2 Corinzi, aÌcun in- Second Epistle of St. Pdul to the Conn
dalla sofferenza in questo mondo. la sua pienezza, la vita morale di !i/o per tutti i cristiani alla soffe- thians. lCC, T. & T. Clark, Edinbùrsh
1925; Schlatter A. , Pdalzl' Det Bote Jesus.
Al centro del dibattito c'era la re- ognuno (yedi Etica) come segua- renza, né alcun indizio di ìlna teo- Eìne Deutuns sei et Biefe an die Kori -
lazione tra I'antica e la nuova al- ce di Crìsto dev'essere però rego- logia del martirio, Paolo sostiene ther, Calwer, Stùttgart l96E; Talbef C.
leanza, cosi come questa si espres- lata dalla nascente realtà del mon- che ogni volta che i membri del H., Readine Corinthians: A Literutl and
se nella questione dell'autorità e do futuro, in cui la potenza dello popolo di Dio si trovano sottopo- Theologi.al Co,nnentary on I and 2 Corìn-
/liQ,s, Crossroad, New Yo.k 1987; Win-
del ruolo di Mosè e della Legge in Spirito mette in grado di osserva- sti allo stesso tipo di sofferenze al disch H., ,e/ zveite Katìntheùtiel,
relazione al ruolo di Paolo come re i comandamenti di Dio (lCor quale egli è stato chiamato come MeyerK 6, Vandenhoeck &Ruprecht, Gór
apostolo di Cdsto e mediatore del- apostolo anch'essi diventano stru- linsen 1970,i wolff C., rer ente BieÍ des
Po tu\ dn àìe KÒtihrhet. Zweitet Teil.
lo Spirito (cfr. 2cor 2,16; 3,4-18). L'insistenza di Paolo in tutta la I rnento della manifestazione della THKNT 7/2, Evangelische verlagsanstaìt,
Corinzi sull'inestricabile legame lotenza di Dio in mezzo alle loro Berlin 1982. 1l Slrdi: Belleville L., Rele..
6. TEMI TEOLOGICI DI 1 E 2 tra fede e obbedienza è perciò awersità (cfr. 2cor 1,7). ln ap- îions af Gloty: Pdul\ Polemic.tl Use afthe
Moses Doxa Tftldition ìn 2 Catinthìdns
CORINZI -
È sorprendente che strutturata teologicamente dalla poggio a qùesto punto importan-
.1112-18, Sheflield Academic, Sheflield
la maggior parte degli inteNenti di croce (cfr. lcor 1,10-4,21) e dal- te e alla corrispondente difesa del- r99l; Ca.son D. A., Slorìng the Spitit: A
Paolo in tutta la I Corinzi si con- la risurrezione di Cristo (lcor 15). la sua autorità apostolica, Paolo Theological Exposition oj I Calinrhians
centri su alcuni aspetti dell'unità In conclusione, quindi, 1 Corinzi traccia le linee della nuova allean- 1? 14, Baker, C.and Rapids 1987; Collan-
della Chiesa (cfr. lCor I,l0i 3,1-3i dimostra che sia l'ecclesiologia che Ee L F., Enignes de la deuxiène épî|rc de
za in relazione all'alleanza del Si- P,iu! dux Cotinthiens,SN'ISMS 18, Univer'
4,14 .16;5 ,4 .5 .'7 .8, 6,1 .4.6-7 .18.201 l'escatologia sono radicate nella nai (2cor 3,6-18), della natura del- sity Press. Cambrjdse 1972j Dahl N. 4.,
8,9.13; 10,14; 11,33-34; 12,14 comprensione che si ha di Cristo la nuova creazione in rnezzo alla Pauland theChutch at Cotinth Accotdi g
ecc.). Chiaramente la preoccupa- <secondo le Scritture)r (cfr. lCor to I Corínthians 1:10-4:2/, in w. R. Far
vecchia (2Cor 4,6-5,21) e del fon- ncr et al. (€dd.), Cllrsrtu, Histot! and In
zione principale di Paolo è la ve- 15,3-5). clamento crislologico del vivere teryrcîation: studies Prcsented to Joh
ra natura e la vita della Chiesa, co- In 2 Corinzi il tema teologico per gli altri perché ora si vive per ,(rojr, University P.e$, Canbridge 1976.
sì da îare dell'ecclesiologia il tema centrale diventa la relazione tra pp. 3ll 35i Gcorsi D., The Opponenîs of
Cristo (2cor 5,15; 8,1-9,14). Paul ín Secand Corinthiaks. Forress, Phi
più importante di I Corinzi. Co- sofferenza e gloria, determinata e
Ladelphla 1986i Gunther J. J., Sl. Pdrl'.t
me (Chiesa di Dior)) (1Cor 1,1), illustrata llell'esperienza apostoli- Vedi anchei Apostolo; Autori- Opponents and Theír Backgraund: A Stu-
i Corinzi sono <<il tempio di Dio>, ca di Paolo. Anche qui le argo- tà; Cena del Signore, eucaristia; dr aÍ Apoca\ptic and Jewish Sectatian
per il fatto che hanno ricevuto lo mentazioni di Paolo sono basate IeacnÌrss, NTS 30. E. J. Bill, Leiden 1973;
Colletta per i santi; Corpo di Cri- Hafemalln S. J., SuJIering anrl Ministt! in
Spirito Santo (lCor 3,16- l7; da un capo all'altro sulla sua esca- \to; Croce, teologia della: Doni the Spitit: Paul's De.fense o.l His Mínistty
14,24-25), e il (corpo di Cristo> tologia e cristologia, che sono en- dello Spirito; Escatologia; Gloria, i ll Cointhians 2.Ìl.lrj, EerdmaÍs,
per la loro sottomissione alla si- trambe sviluppate all'interno di glorificazione; Legge; Mosè; Op- Grand Rapids 1990i ld.. <Sel.f-Connen-
gnoria di C sto (lCor 6,7; 10,17; una struttura veterotestamentada datìon, and Apostolic Legiîima.! in 2 Co'
positori di Paolo; Potere; Retori- tinrhisns: A Pauline DieleclÌc2, in NrS 36
11,29: 12,12-16.2'7). Ma nel con- e applicate coerentemente alla sua ca; Risurrezione; Sapienza; Sofie- (1990) 66-E8; K:isenann E., Die Lesitini-
centrare la sua attenzione sui Co- stessa vita di apostolo. Il punto di renza; Spirito Santo. tàî d4 Apostek- Eìne unle\uchuns zu II
rinzi come popolo di Dio, Paolo vista di Paolo è tanto semplice KarinÌhet tA t3, in ZNW 4\ (1942133-'7ti
À{a.halet C ., Psulus und seìne Gesnet. Ei-
fa emergere in questa lettera an- qùanto profondo, Piuttosto che llùL I. Connenîai: Barba}llo G., Ld ne Untetsuchung zu den KarintherbtieÍen,
che la struttura escatologica della mettere in discussione la sua legit- rima letîen ai Coin.i. Edb. Baloqna ln w. Dietrich er al. (edd.), Theokratis.
sua teologia. In tutta la 1 Co nzi timità come apostolo, la sofferen- 1996; Barret!, C. K.. za p.tm i letteru aica- Jdhtbuch des fnstitutum Judaicum Delitz-
l'apostolo si sforza di mostrare za di Paolo è il vero strumento at- /irri, Edb, Bologna 1979i ld., The second schìa un, IL Fesrsdbe fúl KaHeintich
tlpistle to the Coirthians, HNTC. Harper Rengíoúzun 70. Gebu staS,E. L Bt;ll,
che sebbene il regno di Dio sia già traverso il quaÌe Dio ha stabilito & Row, New York 1973;BruceF. F., Ì dnd Leiden 1973, pp. 183-203; Marshall P., -6n-
apparso, come dimostrato dalla di legittimare la sua apostolicità. e J Colintrrl?zr, NCB. Eerdmans, Grand Ra mit! in Cointh: Social Conrentions in
potenza della risurrezione di Cri- rendere chiara Ia conoscenza del- l)ids l97l; Bùltmann R., The Seco d Let- Paul's Reldriohs ||irh the Carinfhians.
tù ta the Corinthtuns, A\tgsburg, Minn€a- WUNT 2/23, J. C. B. Mohr, Tùbineen
sto e dall'effusione dello Spirito la sua potenza e della sua gloria, 1985; Conz€lmann H., I Cotítúhiúns. 1987iMceks W. A.,Iclls/iani dei pnise'
foft
nella vita dei Corinzi (cfr. lcor ora rivelate nel vangelo di Cristo. llerm, Fortress. Philadelphia 1975; Fàsch€r colí. Il nondo saciate de 'apostolo Paolo.
4,20), esso tuttavia non è ancora Il ministero di sofferenza di Pao- 1.., Det elste Brìe.f des Paulus an díe Ko- Il Mulino. Bolosna 1992j Murphy-O'Con-
presente in tutta la sua pienezza; lo e dello Spirito non rappresenta ù rher. Etstet Teì|, ÎHKNT 7/1, Evange- not J-, Sî- Paul's Cointh: Texts and At
Lischevcrlassanralt, Berlin l98Gì Fee G. .,tdeú'los)', GNS 6, Michael Gluier, Wil
una (clausola condizionalei> si ve- una tensione senza soluzione che It., The Fi/sÌ Epístle to the Cotihthìans, mìngion (DE) 1983t kt., La teolosia de a
de chiaramente nella stessa soffe- mette in discussione la sua com- NICNT, Ee.dmans, Grand Rapids 1987; secanda kî\en ai Cotìnti, Letture bibliche
325 CorPo
Corpo
cordo sul latto che la posizione 5,4). In ambedue i casi si tratta an-
I, Paideia, Brescia 1992; Newman C., so di só a nelle lgttere paoline,
cora del corpo degli uomini. Solo
Paul's Glorr-Chrisîolosr: Tladition and che serve da fondamento per quel- antropologica essenziale assunta
Rn€lo/ic, NTS 69, E. J. Brill, Leiden 1992; da Paolo derivi dal Giudaismo Piu raramente Paolo applica il termi-
le estrapolazioni ecclesiastiche che
PennaR., L'apostola Paolo, Edizioni Pao-
vi si basano. Questi riferimenti che dal mondo ellenistico, che ten- îe sóma ad altri corpi fisici. In
line, Cinisello Balsamo 1991, pD. 200-331; lcor 15,37-40 viene usato per de-
Srockhausen C. K., Moses' veil and the personali riguardo a sóma, liflet- deva a vedere il srma come male,
qualcosa da cui essere liberati; nel scrivere una molteplicità di corpi
Glott oÌ the Ne\r Covenant: The Exeseti- tendo l'insegnamento di Paolo
cal Substtucturc o.f II Cot. 3:t 4:6, Ponti- mondo platonico il.tÒma eta, Pet lisici all'interno dell'ordine crea-
sulla speranza ultima del singolo
ficio Istituto Biblico. Roma 1989; Sumney citare una notissima frase orfica to (grani di frumento, animali, so-
J. L., Identfrìns Paul's Oppone ts: The credente (sempre però nel conte-
<<una prigione per l'anima (P6l- le. luna, stelle ecc.), e in Col2,l7
Quesîion o.l Method in 2 Cotinthians, sto della comunità corporativa),
JSNTSS 40, Sheîfield Acadenic, Sh€ffìeld che\>r. è messo in contrapposizione con
coincidono con Ie sue credenze (ombre)r (skia) e ha il senso di
1990; Theissen G., The Social Settins of Eppure la questione dell'am-
Pouline Chistiti iry: Esssys on Cointh, escatologiche della risurrezione. ((sostanza)) o (realtàD. In lcor
Fortress. Philadelphia 1982; 'ùr'iseman J., Perciò l'uso paoÌino di sdma in biente non è così semplice come
B.C. potrebbe apparire a Prima vista, 15,47-49 il riferimento a Gn 2,7 ha
CÒtìfl|h and Rome I: 228 A.D. 267. questo senso è una caratteristica
in ANRW II.7-1.438 548;YoungF. 'Ford perché R. Jewett sostiene che gran 1'eîfetto di sottolin€are la moda-
T importante della sua escatologia,
D.F.. Meanine and th in2 Cotinthians, parte dell'insegnamento antropo- lità dell'umanità. Qui Paolo dà ri-
essenziale per il suo insegnamen-
Eerdmans, Grand Rapids 1987.
logico di Paolo derivi direttamente lievo al fatto che gli uomini sono
to in merito alla dsurezione e par-
S. J. Hafemann dal sùo conlatto con gli antagoni- creati (<dalla polvere), (ek gès choi-
te integrante della sua compren-
sti ellenistici (gnostici?). lnfatti, kos), contrapponendo l'esistenza
sione della salvezza e della reden-
zione in Cristo. Questo corpo di afferma Jewett, Paolo adotta mol- mortale in Adamo a quella cele-
CORPO ti termini e conceui dei sùoi awer- s1e in Cristo,
risu ezione velrà dato al momelt- Talvolta è difficile distinguere
to della parusia di Gesir Cristo. sari nel corso delle sue lettere alle
SoMVARTo l. Srrra: punto focale deì- Chiese, col risultato che il <muro cl'ìiaramente tra,'óma e sarx (<<car_
Come Paolo annuncia in Rm 8,23,
l'anlropologia paolina; 2. ll corpo mor- i cristiani aspettano ardentemen- di separazione)t tra l'antropologia ne>) come termini di mortalità
tale; 2.1 Sòna come espressione della greca e quella giudaica crolla ra- umana, sebbene I'ultima sia qua-
persona di Paolo;2.2 samacome espree te <1'adozione a figli, la redenzio-
pidamente. Non è una tesi assur- si sempre usata in modo negativo
sione dell'irtera persona; 2.3 (Il corpo ne del nostro corpo) (tedi Ado-
del peccalo) e il <coryo di norler; 3- Il da, sebbene forse Jewett si spin- da Paolo per descrivere il lato fi-
zione, figliolanza).
corpo spirjtùale;3-1 La rjsùn ezione e I'e' ga troppo avanti.ln ogni caso. la sico degli uomini spinti da rappor-
sislenza dlsincarnatai 3.2 La natura del
I. SÓMAI PUNTO FOCALE cojncidenza tra ,tom4 e PsYché nel ti e interessi puramente umani.
corpo di risurrezione; 4. Rjsurrezione dei Proprio Per dimostrare come a
morli o immortalità d€ll'anima? DELL'ANTROPOLOGIA PAO. I'insegnamento di Paolo non man-
terrà il rigido dualismo proprio di volte l'uso dei termini sary e só-
LINA - Un'esatta comprensione
Il
termine sdma ((corpo)) ri- gran parte del pensiero greco del mlr possa essere mutevole, vaÌe la
dell'insegnamento di Paolo sùl
corre nelle lettere paoli[e Per un corpo (,rdmr) è inevitabilmente le- tempo. Come osserva E Best. pena notare che in 2cor 4,11 Pao-
totale di novantuno volte, con gata alla questione piil importan- .l'uomo non puo essere diviso in lo descrive i credenti come coloto
un'ampia gamma di significati. un "Io" e un "non'Io", un'ani- che manif€stano la vita di cesù
te delÌa sua antropologia. Da che
Per la maggior parte, i riferimen- ma e un corpo; è un'unità e Può nella <nostra carne mortale)) (e/1
cosa è costituito l'uomo? In qua-
ti a sóma nelle lettere paoline essere considerato come "corpo" rc thnefè sarkí hèmón), e in Col
le rapporto stanno I'una con l'al-
esprimono I'analogia con le mem- o come "anima")) (Best 217). 1,221'atto di redenzione di Cristo
tra le varie componenti che fanno
bra del como, particolarmente co- parte dell'uomo (corpo, anima, è descritto come dconciliazione
me inmagine di una comunità ari- spirito, carne)? Nell'opinione di 2.II, CORPO MORTALE _ IN ('redi Pace, riconciliazione) nel
stiana (soprattutto in Rm 12,4-5; parecchi passaggi Paolo usa il ter- <corpo della carne di luiD (e, ló
Paolo l'essere umano è, per natu-
lCor 10,16-17; 12,12-2'/). lN{Odi- mine ,rdma per indicare semPlice- somati tcs sqrkos qulo&). Notevo-
ra, essenzialmente dicotomico o
Ie, soprattutto, la iacilità con cui
ficando notevolmente I'analogia, (come talvolta si suppone che in- mènte il corpo fisico, la materia
questo corpo di Cristo (vedí Cor- prima dell'esistenza umana sog- l'apostolo parte dalla discussione
dichi 1Ts 5,23) tricotomico? Que-
po di Cristo) è descritîo in termi- getta al decadimento e alla morte dt sóma iù lCor 15,35-38 Per in-
ste domande sono estremamente
(vedi Vita e morte) e da qui, Per serire un accenno (piuttosto svian-
ni cosmici e unito sotto l'autorità complesse e non occore tentare di
delinizione, mortale. L'espressio- te) asai"rin lCor 15,39, etornare
suprema dello stesso Signore Ge- risolverle qui (redl Psicologia).
sù (Ef 1 ,23 ; 2, 1 6; 4,4 .12- 16; 5 ,23: Per anni hanno dato luogo a con- ne (corpo morlalet> (thnetotl só- poi all'uso di .tdna in lCor
na) ricore solo due volte in Pao- 15,42-44. Nel complesso, comun-
Col |,18.24i 2,19i 3,15). Tali im' siderevoli discussioni, con parec-
que, la sarx agisce indipendente-
podanti idee teologiche esprimo- chi studi importanti sull'argomen- lo (Rm 6,12 e 8,11, dov'è al Plu-
rale). È implicjta inoltre due vol- mente da Dio e dal suo SPirito,
no principalmente la dimensione to, facilmente disponibili (W. D. spinta da uto spirito d'indipen-
corporqtíva della metafora del Stacey e R, H, Gundry sono due te in un passo molto stilizzato che
contrappone il mortale all'immor denza e di ribellione, attratta dal
corpo; c'è, comunque, una dimen- esempi degni di nota). La maggior
sione più personqle riguardo all'u- parte degli studiosi ora sono d'ac- lale (lCor 15,53.54; cfr. 2cor peccato e alla fine sottoposta al
Corpo 326 32'7 Corpo
giudizio escatologico di Dio. In al- Gal 2,19-20 pet ùn'afîermazione corpi che scaturisce da tale com- Rm 7 pone I'accento sul posto che
tri termini, il contrasto €tico ope- equivalente). prensione. R. H. Gundry, per una disobbedienza colpevole occu-
rativo in Paolo non è tanto qui fra 2.2Soma come €spressione del- esempio, sostiene vigorosamente pa nel causare questa mofie (vedi
sòma e pneuma, ma lta sarx e I'intera persona Diversi passi che, sebbene sór?4 possa rappre- Vita e morte). R. Jewett ritiene
pneumo; gli ultimi due vengono usano espressioni in cui è chiaro sentarc l'iúetapersona, non deb- che Paolo qui abbia preso dai suoi
presentati come r€gni reciproca- che Paolo, con la parolasÒmq,ir ba necessariamente signirtcare avversari gnostici un'espressione
mente esclÌrsivi, nei quali gli uo- tenda la (<personan, o <un essere I'intera persona (cîr. per la discus- che non è tipica della teologia pao-
mini agiscono. umano (uomo o donna) nella sua sione M. J. Harris 120). Gundry lina; richiama inoltre l'attenzione
Vale la pena porre una doman- totalità), <l'individuo). Un esem- afferrna che la dottrina paolina di su 2cor 5,8 come paralleìo, sug-
da decisiva sul corpo mortale. In pio classico è Rm 8,23, dove Paolo sdma significa sempre un corpo fi- gerendo che anche qui Paolo ri-
origine il corpo umano fu creato descrive la Chiesa cristiana come sico, facendo notare che il termi porti le idee dei suoi awersari nel
da Dio per essere immottale (vedi in attesa della futura (redenzione ne è sempre usato così nella LXX mezzo della discùssione.
Immortalità)? È stato contamina- dei nostri corpi>). Paolo crede che (J. A. Ziesler non è d'accordo su
to dalla mortalità come conse- f intera persona alla iine sarà re- questo punto-chiave e adduce al- 3. IL CORPO SPIRITUALE
guenza della colpa e della disob- denta, non solo il corpo lisico (cfr. meno sette esempi in cùl samaha In lcor 15,35 Paolo dimostra co-
bedienza? La sposta a questa do- Rm 8,10-11). Allo stesso modo, in un senso più che fisico; cioè, è usa- me Ia sua dottrina della risurrezio-
marida dipende dal modo in cui si Rm 12,1 Paolo esorta i suoi letto- to occasionalmente per indicare ne sia strettamente connessa alla
interpreta Ì'analogia Adamo- ri a <<offrire i vostd corpi come sa- una (persona>). Spesso la sfuma- questione della sua forma corpo-
Cristo (vedi Adamo e Clisto) di crificio viventer, intendendo che tura precisa di sÒmd nei passi- rea. ll versetto deve parafrasare
Rm 5 e la condizione originale del- devono presentare I'intero loro es- chiave di Paolo è notoriamente per lui le inquietudini dei Corin-
l'umanità ivi implicita. Tali que- sere per questo fine (cfr. lcor difficile da stabilire. Come fa no- zi, sotto forma di due domande
stioni haÍÌno messo in irnbarazzo 6,12-20). Allora, in molti casi in tare J. D. G. Dunn, <è necessario separate, ma sostanzialmente
per secoli gli studiosi del NT e non cui Paolo usa.rdm a è possibile tra- cordare ai lettori moderni che sd- equivalenti: <Come risuscitano i
è proprio possibile cominciare a ri- durlo semplicemente con la paro- za, ogni volta che ricorre in Pao- morti? Con che specie di corpo si
solverli qui. M. J. Harris dà una la <persona>, forse l'equivalente lo, non denota il corpo fisico co- troveranno? (cfr. K. Usami per
breve risposta sensata, afferman- più prossimo nella nostra lingua. me tale, ma piuttosto una realtà una discussione sul modo in cui si
do che Adamo <non fu creato né Seguono questa via, come ap- più ricca che include il fisico, ma collegano queste due domande re-
immortale (cîr . Gr 3 ,22-24) né proccio fondamentale nelle loro non è riducibile a esso, (Dunn toriche). L'espressione (<corpo spi-
mortale (cfr, Gn 2,17), ma con la interpretazioni di sorza nell'uso 1988, 319). tij]talet> (sómq pneumaîikon) tl.'
potenziafita di ricevere l'una o l'al- paolino, due scrittori molto in- 2.3 Il (corpo del peccaton e il corre solo in lCor 15,44, sebbene
tra, a seconda della sua obbedien- fluenti n€l mondo teologico mo- (corpo di morte) - Altre due sia implicita nell'uso del neutro /o
za o disobbedienza a Dio. Sebbe- derno, R. Bultmann e J. A. T. Ro- espressioni ricorrono nelle lettere pneumatikon, che segue immedia-
ne non creato cor l'immortalità, binson. Non è irrilevante che am- di Paolo e ci aiutano a compren- tamente in lcor 15,46. Proprio
fu certamente creato rel I'immor- bedue questi interpreti (cosi come dere che cosa egli intenda per ciò che Paolo intende per <corpo
talità, (HaÍis 1986, 47). altri che seguono la stessa linea) (corpo mortale), In Rm 6,6 Pao- spidtuale) è stato il soggetto di un
2.1Stmr come espressione del- abbiano interpretato teologica- Io usa un'espressione insolita, che intenso dibattito teologico e filo-
la persona di Paolo - Occasional- mente la sunezione mediante ca- non appare altrove nel colpas sofico. Il commento di G. E. Ladd
mente, frasi contenenti la parola tegorie esistenziali (quantunqùe paolino: (dl corpo del peccato> (lo è un buon punto di partenza per
.rdma sono usate nelle lettere pao- con differenti purti focali: Bult- sómq tès hamattiss). Funziona co- una seria discussione esegetica: (<Il
line come pronome personale, l'e- mann concentrandosi sulla perso- me equivalente della <carne) e in- "corpo spirituale" di lcor 15,44
quivalente di <io), o <me> o (me na individuale e Robinson sulla dica il luogo fisico attraverso il non è un corpo fatto di spirito,
stesso). Così in lcor 9,27 Paolo persona all'interno delle strutture quale il peccato opera nella perso- non piir di quanto il corpo "na-
descrive Ia sua autodisciplina in sociali). Ne deriva che una risur- na. Un'espressione simile ricorre turale" (letteralmente, psichíco)
termini atletici: (Tratto duramen- rezione fisica (o <<del corpo>) non in Rm 7,24, dove Paolo pone la sia un corpo fatto di psiche,'lùt-
te il mio corpo [sdaa]r; e in lcor è ritenuta necessaria, né viene de- domanda retorica: <Chi mi libe- talia, ùn cotpo vero) reale, a\-
è
13,3 può parlare di <dare il mio siderata; essi comprendono la ri- rerà da questo corpo di morte let che se adattato al nuovo ordine di
corpo lsrmd] per esserc bruciato>), surrezione come smaterializzata. tou sóm7tos tou thanqtou tou- esistenza che sarà inaugurato al
sebbene sia del tutto chiaro che in- Non tutti, però, sarebbero d'ac- /orl?). Anche qui sembra che momento della risurrezione>
tende (<se stesso)), Allo stesso mo- cordo con Ìe implicazioni di tale I'enfasi sia sulla fisicità dell'esi- (Ladd 139).
do, in Fil 1,20 egli afferma la sua approccio e vorrebbero difendere stenza di Paolo, espressa in parti- 3.1 La risurrezione e I'esisten-
intenzione: <<Cristo sarà glorifica- con forza una comprensione più colare nella sua mortalità. Il (cor- za disincarnata - In lcor 15,35-
to nel mio corpo [sómd]r, di nuo- îrsica d1 sama e, per estensione, po di morte> è quello destinato aì- 41, Paolo si oppone a una creden-
vo col significato (in me)) (cfr. ùna credenza nella risurrezione dei liì morte: il contesto piir ampio di za, evidentemente sostenuta dai
Corpo 328 329 Corpo
Corinzi, in merito alla risurrezio- la natura somatica della risuuezio- Può darsi che proprio f incapa- ne e sangue)!)r (Dunn 1985, 74),
ne. La natura precisa della cosid- ne, ricorrendo ad analogie tratte cità di distinguere correttamente Paoìo tratta del corpo di risurre-
detta <eresia di CorintoD è stata dalla natura: chicchi di grano tra una (risurrezione del corpo> zione risorto abbastanza a luflgo
una delle questioni piir discusse (lcor 15,37-38), tipi di animali (alfermata chiaramente da Paolo) in lcor 15, ma nel contesto di un
nella ricerca neotestamentaria del (lCor 15,39), corpi celesti (lcor e una <risurrezione della carne> dibattito teologico sulla natura del
XX sec. e resta uno dei t€mi più 15,40-41). La sosta[za dell'argo- (mai aîfermata da Paolo) sia la corpo risorto dei credertîi- 'l:utta-
dibattuti negli studi paolini. For- mento è che in ogni caso Dio può causa di tante discussioni teologi- via, i due modelli non sono senza
se gli awersari che Paolo si trova produrre un nuovo ordine di vita che. La prima dà sufficiente im- relazione. Come afferma Haris,
di fronte erano un gruppo gnosti- (risurrezione), ma lo îa in modo portanza all'idea di discontiruità (c'è una corrispondenza interes-
co o protognostico all'interno del- tale che resta una correlazione con neìl'immagine somatica, mentre sante tra la rappresentazione del
la comunita, che stava introducen- l'esistenza somatica. L'espressio- l'ùltima sac fica troppo alf idea di corpo di risurrezione di Cristo nei
do idee greche nella lede cristia- ne <<chicco nudo>> (gymnon kok- continuità tra questo corpo mor- vangeli e la descrizione del corpo
na? Si discute molto sugli awer- kor) è particoÌarmente interessan- tale e il corpo di risu[ezione. In spirituale dei credenti da parte di
sari di Paolo a Corinto, ma per- te e ha un parallelo importante ogni caso, il dibattito è un altro Paolo)) (Harris 1983, 57).
lopiù si è d'accordo sul fatto che nella letteratura rabbinica (0. San esempio di come sia difficile discu- In lcor 15,42-49 Paolo distin-
le questioni escatologiche, inclu- 90b). L'immagine di nudità soma- tere la natura essenziale del corpo gue decisamente tra il <corpo na-
sa la risurrezione, figurassero in tica appar€ anche in 2cor 5,3, do- di risurrezione con una certa pre- I.ulaler> (sòma p$,chikon) e il <cor-
modo rilevante nel loro pensiero ve Paolo la usa per descrivere l'e- cls10ne. po spirjtuale. (sóma pneumati-
(cfr. D. Georgi, B. Pearson, J. H, sistenza tra il tempo della morte 3,2 La natura del corpo di risur- kor; cfr. Fil l.2l). E centrale in
Wilson, R. Mcl. Wilson e C. K. e il momento itl cui sarà dato un rezione - Il NT non cerca mai di questo passo il contrasto costrui-
Barrett sul modo di trattare gli av- corpo di risurrezione alla parusia descrivere la natura del corpo di to sulla sua analogia Adamo-
versad di Corinto). La maggior di Cristo (yedi Stato intermedio). risurrezione di Cristo, a che cosa Cristo in lcor 15,44b-45, che sot-
parte degli studiosi ha afirontato Per la maggior parte degli stu- assomigli o che tipo di proprietà tolinea I'esatta relazione tempora-
il problema dal punto di vista di diosi, la fede di Paolo nella risur- fisiche possegga; né dà maggiori le tra i due. ln realtà, Paoìo con-
Paolo, che corregge un!escatolo- rezione esige la materialità del cor- particolad su come sarà il corpo trappone a una lalsa antropologia
gia esclusivamente ultraterena da po di dsurezione (.rd mq pneuma- del credente. Non è strano di per sostenuta dai Corinzi un'antropo-
parte dei Corinzi. Altri, soprattut- likoz), sebbene sia estremamente sé, malgrado l'unico testo giudai- logia che ritiene il corpo di risur-
to B. A. Pearson e R. A, Horsley, difficile sapere con precisio[e co- co contemporaneo che cerca di ap- rezione sia futuro che somatico
hanno sostsnuto che i Corinzi evi- me Paolo intendesse questo cor- profondire questo problema sia (Dunn, 1973, offre su questo una
dentemente avevano talmente po o quali propdetà corporee ri- 2Bar 50,2-51,10. Nella migliore stimolante discussione). Sui mari
identilicato la dsurrezione con l'e- teneva che avesse. Qualcuno (co- delle ipotesi la testimonianza del tempestosi e sconosciuti della de-
sistenza spirituale, da staccarla da me Gooch) ritiene però che que- NT su questi argomenti è circo- scrizione del corpo di risurrezio-
ogni contesto fisico; la speranza di sto corpo di risurrezione e la per- stanziata, presa in gran parte da ne, Paolo cerca di tenere una rot-
risurrezione diventa perciò un'e- sona disincarnata siano ontologi- Luca e Atti. Si è detto, basandosi ta intermedia tra uno Scilla di rrn
sistenza disincarnata, un'immor- camente la stessa cosa e che la 1o- sù questi, che il sorto Signore crasso materialismo (che parago-
talità asomatica. Allora il proble- gica dell'insegnamento escatologi- Gesìr non fosse vincolato dalle leg- na la risurrezione alla rianimazio-
ma non è più quello dell'escatolo- co di Paolo porti inevitabilmente gi della fisica come noi le cono- ne dei corpi) e un Cariddi di im-
gia esclusivamente uìtraterrena, a far cadere la distinzione tra i sciamo, che fosse capace di mate- mortalità spiritualistica (che nega
come base della posizione dei Co- due. In realtà, qui l'argomentazio- rializzarsi (o smaterializzarsi) a del tutto la materialità). Per evi-
rinzii si ritiene, inveca, che i Co- ne (come abbiarno notato sopra in suo piacimento, che fosse possibile tare il primo pericolo, egli asseri-
rinzi negassero del tutto la risur- 2.2) segue J. A, T. Robinson, per per i discepoli esaminarne il cor- sce che sarà un corpa spítiluale a
rezione del corpo. Sembra, tutto cui sdma indica soprattutto (<la po, che egli mangiasse pesce e pa- essere risuscitato; per evitare iÌ se-
sommato, che la prima interpre- persona umana nella sua (di lui o ne solo per riguardo verso di loro condo, aîierma che sarà un cor-
tazione abbia maggiore consisten- di lei) totalità>; quindi un sdna ecc, Le lettere paoline, se aggiun- po spirituale. R. J. Sider ossena
za dell'ultima, sebbene si debba disincarnato non è una contraddi- gono qualcosa, aggiungono poco oppoúunamente che l'uso del con-
ammettere che I'ultima posizione zione di termini. La maggior par- a tali discussioni. Veramente, J. t asto ps)t c h i kos ant h rapos / p neu-
permette una lettura migliore di te degli studiosi (incluso Reichen- D. G. Dunn pensa che Luca e matikos anfhrÒpos in lCor
lCor 15,12. bach) considererebbe quest'argo- Paolo possano essere stati in di- 2,14-15 offre un sostegno a una
Sostanzialmente, la correzione mentazione un soîisma terminolo- saccordo su questo punto: <Quel- comprensione materiale del sama
di Paolo asserisce con forza il ca- gico del tutto contrario all'inse- 1o che Luca afferma (il corpo di pneumalíkott.
rattere corporeo della risurrezio- gnamento di Paolo e non riesce a dsurrezione di Cesu era carne e Come si possa mantenere I'i-
ne e 1o inserisce in un contesto fu- riconoscere il significaîo essenziale ossa) Paolo lo nega (il corpo di ri- dentità e preservare I'individuali-
turo (cfr. sotto,3.2). Egli aflerma di.rórna in passi come lCor 15,35. surrezione n oz è cornposto di car- tà nel corpo di risurrezione del cre-
Coryo 330 l3t CorPo

dente sono argomenti che Paolo Paoìo però non si dedica diret- slinzione tra risurÍezione del cor- Cristo; Immortalitài Psicologia;
lascia in gran parte senza risposta, tamente a nessuno di questi argo- po e immortalta dell'anima è al- Risurrezione; Spirito Santo; Sta-
sebbene I'uso da parte sua dell'a- menti; i suoi intenti sono molto quanto artificiale e noo prende in to intermedio; Vita e morte.
nalogia del seme in lCor 15,35-54 piir modesti (e il risultato è senz'al- considerazione I'insegnamento di
tenga conto sia della continuità tro deìudente: ci sarebbe piaciuto irlcuni importanti testi del I sec., BIBL - Baùeîî C. K.,lrrnotrilit! and Re-
che non mostrano differenze tra rrrecriofl, in C. S. Duthie(ed.), Resuffec.
che della discontinuità tra il cor- che ci avesse fatto penetrare mag- tio and Innotlaliîy: Aspects oÍ
po mortale presente e il corpo ri- giormente in questi argomenti che le due (come dice Har s). Alcuni Tven t ie t h-Cenr ury C h rist íon Bel ieJ Samúl
sorto del credente (Sider e Harris ci rendono perplessi!). Insomma, documenti apocrifi giudaici, come Bagrer & Sons, London 1979. pp. 68 88;
1983, 125-133, ne discutono en- il criterio di Paolo è quello di as- i rotoli di Qumràn, dimostrano BesrE., One Bodr in Ch sr, SPCK, Lon
come sia difficile mantenere un don 1955, pp.215-225j Bulimann R., î€o-
trambi abbastanza a lungo). serire che il corpo di risurrezione, Iosia del Nuoro Testanento. Biblioreca di
Ma fino a che punto possiamo benché in continuità col corpo fi- contrasto rigido su questo punto r€ologia contemporanca 46, Quer'njana.
continuare il discorso di continuità sico, non è identico a esso, in particolaÌe (Barretî, 1979, presen- Brescia 1985; Cavaìlin H. C. C.. Li.le aftet
somatica? La sessuatta sarà par- quanto è un corpo spirituale; I'in- ta un'utile discussione del libro di Deoth: Pau!'s Aryunent for the Resurrcc-
îíon ol the Dead in lcot 15. ConB't/1.
te integrante dell'esistenza di risur- tera argomentazione di lCor Cùllmann).
Come esempio particolarmente
Gleerup, Lund 197.+; CùllnanO., hnnloL
rezione, o questa sarà un'esisten- 15,35-44 tende a questo. Alla fi- taliry of the Soul or Resuùe.tion oI rhe
za asessuale come quella degli an- ne siamo costretti ad ammettere utile, il libro della Sapienza (che Dead?, Ét votth, London 1958; Dahl M.
geli? Le persone saranno fisica- che Paolo lotta con i limiti del lin- Paolo può ben aver letto) conci- E., Thè Resutettion oÍ the Bod!, SCM,
London 1962i Dunn J. D. G.,ICaiùhians
mente capaci di riconoscersi I'un guaggio, proprio come noi oggi, lia con poca difficolià Ie concet-
tualizzazioni giudaiche ed elleni-
15,45 - Last Adoth, Lfe-Gìring Spilìt. in
I'altra? Che ela avranno gli indi- quando c'è da descrivere la natu- B. Lindars - S. Smalley (edd-l. Chris! and
vidui nei loro corpi di risurrezio- ra del corpo di risurrezione. Pao- stiche, incompatibili tra loro, della Spirir in tlp Nee T.stalnenî: Sutdies in Ho
vita dopo la morte. E un t€sto par- nau oIC. F. D. Moule, Universiry Press,
ne: saranno bambini, adolescenti lo stesso lo riconosce, perché af- Cambridsc 1971, pD. 127 14lild., The Eri
o adulti maturi? Il colore degli oc- ferma in lCor 2,9 (parafrasando ticolarmente importante per il de".?/rr./es!s, WestnÌinster, Philadelphia
chi o dei capelli resterà lo stesso? ls 64,4) che <quelle cose che oc- confronto (NAI elenca quaran- 1985i Id., Ro,rarr / I, WBC l8A, Word,
tuno allusioni al libro all'interno waco I9E8i Ellis E. E., II Cot 5,1 l0 ìì
Possiamo sorridere dell'ingenua chio non vide, né orecchio udì, né Pauline Eschatalas!, in NIS 6 ( 1959-1960)
semplicita di tali domande, ma so- mai entrarono in cuore di uomo, del corpus paolino); presenta an-
211 224; Georgi D., The Opponlnls o.î Paul
no inevitabili data la natura del- queste ha preparato Dio per colo- che alcuni paralleli interessanti per in Second Connt hiaks, Fortr€ss, Philadeì-
l'immagine sîessa del sóma.llpto- ro che lo amano). I'uso dei termini alronasia e aph- phia 1986; Gooch P. W., o,t Disenlbodied
bÌema della continuità molecola- latsia da patte di Paolo, quando Resutre.ted Personr: A Stud! in the Logic
parla del corpo di risurrezione, oÍ Ctistian EsLhatabq!, :n Relù^ l7 (1981)
re nel corpo di risurrezione rende 4. RISURREZIONE DEI MOR. 199-213; Cundry R. H., Soina in Biblital
ancora più perplessi, e suscita una TI O IMMORTALITÀ DELL'A- Per esempio, in Sap 2,23 si dichia- Zreolorr, Unive.sity Press, Cambridge
ra il fine della creazione dell'uo- 197ó; Harris M. J., hnnb al: The
moltitudine di nuovi problemi nel- NIMA? - Uno dei modi classici
mo: (Dio ha creato Ì'uomo per
Ra,s?d
Relotìon between Resnùection aN! Lntnaî-
la nostra era sempre più tecnolo- di continuare Ia discussione sulla talil! in New Testuttert Teathitl&, Eeúl
gica. Volendo, però, taLi argomen- risurrezione, è quello di contrap- L'immortalità (aphtarsiq)>r, Allo nans, Grand Rapids 1983: ld., Tre Neù,
ti possono servire come collega- porla all'immortalità dell'anima. stesso tempo leggiamo in Sap Teranent vic|| of Ltle aÍtq Death. in Thc-
mento tra scienza e fede. Il fatto O. Cullmann, per esempio, soste- 9,15, con un linguaggio molto piir nelios tl 1t986) 47-52i Horsley R. A., lo!,
caratteristico del dualismo asso- can so rc oJ ro sa! therc k o relurrcc-
che gli uomini siano capaci di neva che le due lormulazioni del- tion o! the dead? Spiritutl Llitisùt ik Co
mantenere una continuità, nono- la speranza futura si escludono re- ciato al pensiero ellenistico, ch€ rinth , ir, NT 2A lt9'7 8) 203 2l I i Jeremias J .,
(un corpo corruttibile appesanti- Flesh and Rlood Cannot lùherit the Kiu
staDte i loro corpi fisici subiscano ciprocamente, rappresentando una
sce I'allima> Qththarton gar sóma dont ol Cod. lî NTS 2 (t955-l9Jó) 151 l59i
un costante cambiamento di cel- diversa prospetîiva tra Giudaismo Je\9ellR., Paul\ Anthrcpoloqical Tern$: A
lule, è una siida per noi a riconsi- ed ellenismo su ciò che accade do- burynei pslchen). In parecchi pun-
Stud! of Their Use in ConJlict Setinss.
derare il significato stesso di con- po la vita. Questa distinzione è ti del libro si comunica l'idea di AGJU 10, E. J. Brilì, Leiden l9?1, pp.
tinuità (M. E. Dahl, 94, offre stata spesso accettata come evi- immortalità anche per mezzo del 201 304j Ladd C. E., Ctu.ial Quesrions
teÍmiîe alhanasio (Sap 3,4; 4,1; aboul the Kinqdo'ù of God, Eetdmat\,
un'interessante discussione su co- dente di per sè e talvolta viene usa- GraDd Rapids 1952; Manin R. P., Ir€.lpÈ
me la discontinuità molecolare fi- ta in modo polemico per distin- 8,13.17; 15,3), lnsomma, la stes- rít and the ConEreqation,Eerdnans, Grand
sica nell'attuale vita rnortale ci guere la speranza cristiana in op- sa Sapienza di Salomone dovreb- Rapids 1984; Moule C. F. D., St Pauland
aiuti a comprendere la natura del- posizione a quella delle religioni be renderci cauti nell'esprimere Duolisnl: The Pauline Con&prìon ol the
pagane deì periodo neotestamen- questo problema della vita dopo ResuÌectìon, in NfS l3 (1966 1967)
la futura risurrezione d€l corpo). 106-123i Pcarson B. A., The <Pkeumatí
Gli studiosi più conseryato direb- tario (come in At 17,18.32). E in- la morte in termini di una rigida kos-Psrthikos> Temiholap ìn lcoti thians.
bero che una razionalità durevo- fatti, nella sua argomentazione, scelta tra concezioni ellenistiche e Scholars, Missoula (MT) 1973i Penna R.,
le, una consistenza di personalità Cuìlmann contrappone I'atteggia- giudaiche relative alla vita dopo la L'apostolo Poolo, Edizioni Paolìne, Cini-
sello Balsamo 1991, pp. 240-268, 269-298i
e una persistenza di memoria sia- mento di Gesu di fronte alla mor- morte.
Reicbenbach B. R.. Or risem bodied Resur
no i requisiti minirni per riuscire te all'atteggiamento di Socrate. rccted Petsons: A Replr,in Àels l8 (1982)
a capire l'idea di continuità. Ora, però, si riconosce che la di- Vedi anche: Carne; Corpo di 225'229i Robinson J. A. T.,
cotpo. Stu-
Coryo di Cristo 332 Corpo di Cristo

dìo sulla teolosia di San Paolo, Gribaudi. STO - In Rm 7,4 <il corpo di l'esortazione a fuggir€ I'adorazio- gli altri testi paolini, si tratteran-
Torino 1967i Schweizer E., sòma e..., \t Cristo>), che è 10 strumento me- ne degli idoli (lcoî l0,l4; vedi no le questioni dell'origine e del-
GZNT, vol Xllr, col1. 609 790; Sidcr R. J.,
The Pauline Conceptioti of the Resurrcction
diante il quale i credenti sono di- ldolatria), ci dice che I'idea di la natura del concetto,
Botl! ik ICotinfhlans Xlt.35-54,]n NTS2I venuti morti alla Legge, e quindi Paolo, nel far uso dell'analogia 3.1 L'odgine del concetto - Ci
(t9'74-t975J 428-139. Slacey w. D.. ?ie sono Ìiberi da essa, si riferisce al del corpo in lcor 10,16-17, non sono state molte oPinioni sulle
Paulìne ríew of Man, ì{acmjllan, London corpo fisico di Cristo, nel quale è tanto I'unità del corpo formato possibili fonti dell'idea paolina del
1956r Usamj K., <Ho1r arc the.lead rcì-
sed?, (lcot 15,35-58). iiBib 57 (19'76) egli è slato messo a morte sulla dai c stiani, quanto il fatto che ((corpo di Cdsto>). 1) ll tentativo,
468-493: wibbins 5.. Bo.lr, MenbeL croce. Allo stesso modo, <il suo siano un corpo unico in unione una volta molto in voga, di trovar-
Linb, 1\ NIDNTT, vol. l, pp. 232-238; corpo di carne, in Col 1,22 è un con Cristo; perciò non si può ave- la nel concetto gnostico della ((per-
Wilson J. H., The Coù thìs t Who Sa! sona primordialer, il cui corpo era
Therc k No Resutecîiok frctn Ìhe Dead,
modo di dire ebraico (con paral- re un'unione simile con i demòni
in ZNW 59 (1968) 9O-IOI a Wilsor R. Mcl-, leli qumranici) per significare il (cfr. lcor 10,21). Questo, a sua concepito come cosmico (H.
HÒw GhÒsti. werc thè CÒtitfhidns?. ir corpo fisico di Cristo, che, nella volta, significa che (il corpo uni- Schlier, E. Kàsemann, R. Bult-
NTS t9 (1912-19'73) 65-7 4; Ziesler J. A., So- morte, è diventato il mezzo col co) di lcor 10,17 si rilerisce al mann), in genere oggi è messo da
ma ìn îhe sepîuagi î, in NI 25 (1983) parte, per la data recente (III sec.
133 145.
quale Dio ha riconciliato a sé i corpo di Cristo, la Chiesa.
peccatori: l'aggiunta <di carne> Uno slittamento simile di signi- d.C.) dell'attestazione. 2) Dire che
L. J. Krcitzer insiste, contro l'eresia di Colosse, licato dal corpo crocifisso di Cri- il tempio di Asclepio in Corinto,
sulla vera umanità del Gesil incar- sto alla Chiesa come corPo di Cri- con le oîf€rte votive in teÍacotta
nato. In Fil3,2l (il suo corpo glo- sto ricorre in lCor 11,23-32. llPa- rappresentanti parti smembrate
CORPO DI CRISTO rioso> si trova in parallelismo aÍ- ne dell'istituzione della Cena del del corpo che so[o state guarite,
titetico con (<i1 nostro misero cor- Signore significa o rappresenta il sia statoil catalizzatore per la for-
SoÀ,rMARro l II corpo lisico di Crisloj 2. po>> e allude al corpo di risurrezio- vero corpo di cristo che sta per 9s- mazione dell'immagine paolina
Il corpo di Crjslo in cont€sri eucarìsricii ne, col quale e nel quale si pensa sere offerto sulla croce (lCor (A. E. Hill) significa senza dùbbio
3. ll corpo di Crisro come un modo di de-
signare Ia Chj€sat 3.1 L'origine del con' che il Signore Gesù ritorni dai cieli 11,24), Ne consegue che mangia- andare a cercare lontano. 3) Che
cettoi 3.2 La nalura del concettot 3.3 Il (cfr. Fil 3,20). re quel pane in modo indegno si- I'espressione paolina (corpo di
conceltonell'ùsopaolino; 1.3.1 Lelette gnifica essere rei <<del corpo, . del Criston fosse costruita per analo-
re piii anlìche: I Corinzi e Romanii 3.3.2 gia con l'espressione rabbinica
Le lettere piu recentirColossesi ed Efesi-
2. IL CORPO DI CRISTO IN Signore> (lCor ll,2'l); la cerlez-
nìi 3.3.3 Ricapilolazione e conclusione. CONTESTI EUCARISTICI _ za che tali parole si riferiscano al <(corpo di Adamo)t (cfr. Davies),
Spesso in I Corinzi il corpo appare corpo crocifisso di Gesir è data dal o fosse almeno influenzata proba-
Gli scritti paolini usano I'espres- in stretto collegamento con l'eu- collegamento (cfr. lCor 10,16) bilmente dall'idea giudaica del
sione <<il corpo di Cristo> solo caristia o Cena del Signore; i testi con (il
sangue [del Signore]). Ma <coryo di Adamo> (R. Jewett) aP-
qùattro volte (lo sÒma tou Chti- rivelano uno stretto rapporto tra in lCor 11,29 l'espressione <sen- pare dubbio, dal momento che
stoui F.m7,4' lCor 10,16;Ef4,12; il corpo fisico di Cristo, che è sta- za dconoscere il corpoD è Proba- non sono disponibili esemPi del-
sómo Christout lcor 12,2'7)- to crocifisso, e la Chiesa come cor- bìlmente un riferimento, non al- l'espressione <<corpo di Adamo>
Espressioni equivalenti compren- po del Cristo risorto. Perciò, par- I'incapacita di riconoscere nel pa- nella letteratura Ébbinica, e si am-
dono <il corpo del Signore> (lCor tecipare al calice e al pane nell'eu- ne dell'eucaristia il corpo del Si- mette che <f idea giudaica del cor-
11,2'7), <il suo corpo di carne) caristia signiîica partecipare al gnore consegnato sulla croce (cfr. po di Adamo non è strettamente
(Col 1,22), <il suo corpo glorioso)) sangue e al corpo di Cristo (lcor lCor I I ,24.21'1, ma all'incapacità parallela al concetto paolino del
(Fil 3,21), (il suo corpo) (Ef 1,23; 10,16), cioè ai benefici della sua di discernere nel gruppo dei cre- sòma Chrístou fcoîPo di C stolt
5,30; Col 1,24) e (<il mio corpoD morte e all'associazione con lui denti radunato per la Cena del Si- (Jewett 245). 4) All'idea (,A. E. J.
(lcor 11,24), Sono strettamente (vedi Morire e risorgere con Cri- gnore il corpo metaforico di Cri- Rawlinson, H. Conzelmann) che
collegati ai precedentì i termini (il sto). Lo stretto parallelismo tra dl sto (cfr. lcor 10,17), un'incapa- Paolo abbia derivato la sua espres-
corpo> (lCor ll,29|El 5,23: Col corpo di Cristo)) e (<il sangue di cità che risulta negli abusi vergo- sione (corpo di Cristo) dalla tra-
1,18;2,19) e (un solo corpo> (Rm CristoD mostra che il primo si ri- gnosi descritti in LCor ll,11-22 dizione eucaristica la partecipa-
l2,5; lCor 10,17;12,13; Eî 2,16; ferisce al corpo di Gesfl consegna- (Bornkamm 190-195). zione al corpo di Cristo, sacra-
4,4; Col 3,15). Queste ventuno to alla morte (cîr. lCor 11,24), mentalmente ottenuta nell'eucari-
espressioni possono essere classi- proprio come I'ultimo si riferisce 3. IL CORPO DI CRISTO CO- stia, rende i partecipanti corpo di
ficate nei tre usi seguenti; posso- al suo sangue versato in espiazio- ME UN MODO DI DESIGNARE Cdsto -
si obietta semplicemen-
no, comunque, riferirsi tutte e tre ne(cfr. lcor 11,25;cfi. Jeremias). LA CHIESA - Questo uso Par- te il corpo di Cri-
c]ne <<mqngíare
sia al corpo fisico (crocifisso o ri- Proprio come c'è un solo pane ticolare del concetto di corpo, del il corpoD
sto non significa essere
sorto) di Cristo, sia al suo corpo nell'eucaristia, così quelli che par- quale sono già stati dportati due (Moule 87). 5) La proposta che
metafodco, la Chiesa. tecipano congiuntamente all'uni- esempi (1Cor 10,17; 11,29), sitro- Paolo, dal concetto di Israele co-
co pare costltuiscono un corpo so- va solo in Paolo fra gli scrittori del me sposa di Dio (Ger 2,2) e me-
1. IL CORPO FISICO DI CRI- lo (lcor 10,17). Il contesto, con NT. P ma di esaminatne l'uso ne- diante la teologia della nuova al-
335 Corpo di Cristo
Corpo di Cristo 334

leanza, abbia sviluppato il concet- l'offrire sacrifici per la nazione è legorico: in lcor 12, per esempio, 3,3.1 Le letterc píù antiche: l
membra differenti del corPo non Corinzi e Romani * In lcor6,15
to di (corpo di CristoD come pa- (<che tutte le età e le parti della na-
il rappresentalo differenti individui si dice che i corpi dei credenti so-
rallelo per nuovo lsraele, la zione possano essere saldati in
mol- un'unica e stessa famiglia, come o sezìoni della Chiesa di Corinto. rro (membra di C sto>; la Paro-
Chiesa (Bass 530-531), non è
to probabile, in quanto la linea di se îossero un solo corpo> (Filone, È stato detto che l'espressione (<il la ((membrat (melé) si'enifi'ca
Spec. Leg. 3.131). corpo di Cristo> (significante la <parti del corpo> e implica quin-
sviluppo pirì logica va da Israele
come sposa di Yhwh alla Chiesa 2) Paolo conosc€va bene il con- Chiesa) (è usata realisticamente, di che i credenti siano membra del
ontologicamente, eper questo mo- (corpo) di Cristo. Tuttavia, Pao-
come sposa di Cristo. 6) L'affer- cetto ebraico di (<personalità cor-
/ivo metaforicamente o simboli- lo passa subito a parlare del Pro-
mazione che Gn 2,24 -
<<l'uomo porativa), con la sua oscillazione
camente o analogicamenteD (Ri- prio corpo come (membra [plura-
abbandonerà sÌ]o padre e sua ma- tra l'individuale e il corporativo e
chardson 256-257, n. 1), ma abi- le] di Cristo), che non trasforme-
dre e si unirà a sua moglie e i due la sua idea delf inclusione di mol-
ti in uno solo: una figura che sta tualmente se ne descrive l'uso co_ rà in ((membra [plurale] di una
saranno una sola carne) (citata in prostituta). Questo mostra che
Ef5,3l) <<sembri fornire la ba- a capo (per esempio, Adamo, me o realistico-ontologico o analo-
- gico-metaforico. La comprensione qui gli interessa il rapporto indi-
se biblica e il fondamento per la Abramo, Noè, Mosè), che può es-
viduale del credente con il Signo-
comprensione da parte dell'apo- sere considemta come incorporan- realistica dell'espressione, accettata
da alcuni studiosi come A. Schweit- re, e non c'è riferimento ai creden-
stolo, nelle sue lettere, della Chie- te nella propria persona quelle da
zer, che pensava che l'eletto arri- ti come corpo corporativo,
sa come corpo di Cristot (Ellis Iei rappresentate. E quest'idea di
vasse all'unione corporea col Cri- Più avanti nella lettera, Paolo
42), ricorda il tentativo di C. Cha- solidarietà tra I'uno e i molti, del-
sto risoÍo, e come J. A. T. Robin- dice alla comunità locale di Corin-
vasse di collocare l'origine dell'e- l'unione tra i credenti e Cdsto, che
Paolo evidenzia nel presentare la son, per cui la Chiesa è considerata to: ((Voi siete il corpo di Cristo)))
spressione paolina nell'unione co- (lcor 12,2'1i l'espressione greca
letteralrnente come corpo dsorto di
niugale degli sposi in <una sola Chiesa come corpo di Cristo. L'a-
non ha articolo né davanti a <cor-
carne)r. Ma F. F. Bruce pensa che nalogia tra tutti gli uomini e le Cristo, viola la chiara indicazione
di un paragone, data in Rm 12,4-5 po)r, né davanti a <Cristo)), ma il
(l'applicazione eucaristica... e donne, che per nascita natwale so-
e lCor 12,12 (<(proprio come... co- significato è lo stesso che avrebbe
quella coniugale... del pensiero di no (in Adamo)), e tutti i creden-
sì)) e, inoltre, ignora I'attenta di- se entrambi i nomi avessero l'ar-
Paolo su questo argomento siano ti, che per la nuova nascita sono ticolo; è un esempio della regola
derivate dalla sua concezione del- (in CristoD (Rm 5,12-21; lcor stinzione di Paolo tra la tisurrezio-
ne di Cristo nel passato e la risur- grammaticale nota come (canone
la Chiesa come corpo di Cristo e 15,22.45), è un dato importante
rezione dei qedenti (ancora attesa) di Apollonior). Questa metalora
noD viceversa) (Bruce 1984,69 della teologia paolina.
3) L'idea di solidarietà tra Cri- nel futuro. Possiamo, dunque, con arriva come compendio e c/imox
n 141).
i piil recenti int€rpreti protestanti, dei quindici versetti precedenti
Il
concetto di corpo di Cristo, sto e il suo popolo è presente nel-
(lcor 12,12-26), in cui il caratte-
piu che essere attribuibile a una l'insegnamento di Gesar (Mc 9,37 comprendere il concetto di corpo
in modo metaforico, e non in mo- re di similitudine del concetto di
singola fonte, è con ogni proba- e par.; cfr. Mt 18,5; 25,40), ed è
do letterale e biologico, o mistico corpo è chiaramente indicato dal-
bilità il risultato del gioco di pa- chiaramente implicita nell'identi-
l'affermazione di apedura: <Co-
ficazione che il Signore risorto fa (ma la pensano diversamente au-
recchie influenze.
tori come E. Kàsemann). rrLe iîfalli Ikdthaperl il corpo, pur
l) Paragonare la città-stato (po- dì se stesso col suo popolo perse-
3.3 Il concetto nell'uso Paolino essendo uno, ha molte membra,..
/D o città-mondo (costlopolis') a guitato (At 9,4). Mentre, forse, è
Si possono distinguere due sta- così lrorlós] anche Cdsto) (lCor
un corpo formato da membra in- impossibile essere certi delle ori-
gini precise dell'espressione pao- di nell'uso paolino del concetto di 12,12). Dato che Paolo non dice
terdipendenti è un luogo comune la chiesa) oppure
corpo in riferimento alla Chiesa: <cosi anche
stoico e, come îa notare Moule lina, può essere che fosse una crea- (...ilcorpo di Cristo>, ma semPli-
(84-85), stretti paralleli all'uso zione personal€ di Paolo, basata viene usato ampiamente come una
similitudine in 1 Corinzi e in Ro- cemente <...(il) Cristo)), alcuni ne
paolino dell'analogia vengono sull'immagine comune del corpo
mani (la Chiesa è come un corPo), hanno dedotto un'idea di Cristo
forniti, per esempio, da Seneca, nella filosofia popolare e sùl con-
ecome una metafora in Colossesi come il tutto (tolrJ C}rislrs) di cui
che si rivolge a Nerone come <1'a- cetto ebraico di personalità corpo-
ed Efesini (la Chiesa è il corPo di le varie membra sono parti Ma,
nima della repubblica [che] è il tuo rativa, meùtre le parole del Gesù
corpo>) (Seneca, C/em, 1.5.1). Egli risorto a Paolo sulla via di Dama- cui Cristo è il capo). (Il passag- considerando lcot 12,2'7-28, sem-
gio dal linguaggio di similitudine bra meglio pensare che qui Paolo
parla anche di Nerone come del sco preparano l'idea nella sua
in 1 Corinzi e Romani all'imPlica- ricorra alla figura della metonimia
capo, da cui dipende la buona sa- mente o I'elemento catalizzalote ((Cristot) per (il corpo di Cdsto>)
lute del corpo, f impero (Seneca, per la formazione dell'espressio- zione reale interpersonale espres-
ne paolina senza eguale (cfr. Kim sa nel linguaggio di Colossesi ed o abbia omesso il gradino logico
Clem. 2,2,1), e dice: <<Noi siamo
252-256. Efesini può essere stato stimolato intermedio: Cristo stesso Può es-
membra di un grande corpo) (Se-
dalla considerazione di Paolo delle sere descritto come un corpo con
neca, Ep. 95.52). Filone, in un 3.2 La natura del concetto - Il
questioni implicate nell'eresia di molte membra, dal momento che
contesto diflerente. dice che I'in- concetto del corpo di Cristo chia-
rameDte non è usato in modo al- Colosse>) (Bruce 1917, 421). la Chiesa è il corpo di Cristo.
tenzione del sommo sacerdote nel-
Corpo di Cristo 336 331 Corpo di Cristo
In quest'unico corpo i credenti sono ragionevolmente essere con- verso o cosmo e 3) che le parole unione e del loro funzionamento
qui il (noi tutti) (hemeis pan- siderati come un compendio del- <la Chiesa> in Col 1.18 siano una armonioso sia implicita nella de-
1es) sembra fare riferimento a un la lrattazione piir completa di glossa aggiunta o da Paolo o dal scrìzione di Col 2,19 e al suo
gruppo più ampio del <<voi>t (hy- lcor 12,12-26, (un soÌo corpo... posto sono introdotti il primato di
redattore finale della lettera. in
meis) del v. 27 e potrebbe inclu- in Cristo> fa riferimento alla stes- modo da reinterpretare il rife - C sto e la crescita della Chiesa co-
dere tutti i cristiani - sono bat- sa realtà del <<corpo di CristoD. mento cosmologico originario se- me organismo vivente.
tezzati in un solo Spirito (1Cor Sia in lcor 12 che in Rm 12, il Mentre nelìe tre lettere già trat-
condo linee ecclesiologiche (Per
12,13; colui che battezza essendo tema delf immagine del corpo è esempio, Schweizer 10'14-1011) tate il termine (<corpo)) è usato an-
presumibilmente Cristo: cfr. Mt quello di <un solo corpo, molte che in altri sensi, in Efesini viene
Quest'opinio[e, tuttavia, è stata
3,11; Lc 3,16; ,edi Spirito Santo). membrar, deÌla (diversità alf in- modificata (cfr., Per esempio, impiegato esclusivamente in rap-
All'ìnterno di quest'unico corpo terno dell'unità)) deÌla Chiesa co- O'Brien 1982, 48-49) e il versetto porto alla Chiesa. Qui la metafo-
c'è, secondo il disegno di Dio me corpo di Cristo. Finora, l'in- (Col 1,18) può essere compreso ra è sviÌuppata perfino in modo
(1Cor 12,18), uDa molteplicità di magine del corpo mette in eviden- piìr ampio che in Colossesi, o al-
semplicemente com'è, col risulta-
membra e funzioni (1Cor 12,14- za fondamentalmente il mutuo to che la Chiesa come corpo di meno le sue implicazioni si deli-
16), necessaria non solo per il cor- rapporto e gli obbÌighi dei credenti neano in modo più esplicito. In Ef
Cristo è ora definitivamente col-
po come un rutto (lCot 12,11.19- confronti dell'altro e se-
1'rÌno nei legata a Cristo come suo capo. 1,22-23 la Chiesa è chiamata cor-
20), ma per le membra stesse condariamente la loro unione con Sebbene alcuni studiosi (soprattut' po di Cristo, e Cristo il suo (ca-
(lCor 12,21),le quali sono tutte Cristo, ma lascia indefinita I'esat- to Ridderbos 379-383) abbiano os- po supremo)). Il testo introduce
coinvolte in una soÌidarietà di ta relazione della Chiesa come cor- seNato che (capo)) e <corpot in l'elemento assolutamente nuovo
esperienza o unità di destino (lCor po di Cristo con Cristo stesso: iÌ questo e altri testi paolini non for- di Cristo che riempie il suo corpo,
12,26). Perciò sono îuori luogo ùn (capo> del corpo in ICor 12,21 è proprio come riempie I'universo
mino una metalora composta! ma
risentimento nato da un sentimen- evidentemente qualche membro debbano essere mantenuti distin- (consideriamo il sostantrv o p lctd'
to di inferiorità (lCor 12,15-16) e arrogante della Chiesa locale. ma, <<pietezza>r, in senso Passivo
ti come due immagini indipenden-
unrarroganza che deriva da un 3.3,2 Le leftere più recenti: Co- ti, la lettura più naturale di que- e il patticlplg plètoumenou come
senso di superiorità (lcor 12,21). lossesí ed Efesini - Malgrado le voce media, (che riempieD, Piut-
sto testo sembra chiaramente in-
Anzi, le cosiddette membra de- apparenze, l'espressione conclusi- sinuare un rapporto organico, in tosto che passiva, (che è riempi-
boli del corpo umano sono in real- va di Col2,l7 nel greco (to de sÒ- cui Cisto come capo esercita con- to>; cfr. Ef 4,10). In Ef 2,16 il
tà indispensabili (lCot 12,22), ed ma tou Chtistou\ non si riferisce e direzione sul suo corpo, la <corpo unico>, nel quale avven-
trollo
è all'opera nel corpo urnano, di al (<corpo di Cristo>, ma signifi- Chiesa. gono la riconciliazione dei Giudei
nuovo per disposizione divina ca <ia sostanza lin contrasto con In Col 2,19 la metafora mette (redi Israele) e dei Gentili con Dio
(lCor 12,24), un certo principio di l'ombral appartiene a Cristo)). In in evidenza il nuovo glemento di e Ia riconciliazione dei Giudei e dei
compensazione o complementa- Col 3,15 i credenti di Colosse so- qescita: C.isto come capo del cor- Gentili gli uni con gli altri, è un'al-
rità che, dice Paolo, fornisce un no descrìtti come chiamati (in un po è quj la fonte di crescita del lrrsione alla Chiesa (come il <solo
modello per la condotta cristiana solo corpo): sono così membra di corco (ex hou, udal quale [Cri' uomo nuovo> di Ef 2,15) Più che
(ICor 12,23-25). un solo organismo. Se, forse im- stol), piuttosto che ex hès, <<dal al corpo crocifisso di C sto ln fa-
Gli stessi correlativi usati in plicitamente, questo organismo è quale [capo])>, è probabilmente un vore di questa conclusione sono
lcor 12,12 appaiono anche in Rm identificato col corpo di Cristo, al- esempio di costruzio[e a senso). I'uso di ((un corpo unico)) e non
12,4-5: <Come lkathaperl ii lora la stessa enfasi sull'unità del L'idea che segue, dell'intero cor- <il suo corpo)), I'ordine delle Pa-
'rn e
solo corpo abbiamo molte mem- corpo di Cdsto si trova qui come po unito insieme e in crescita, è role (ambedue in un corpo unico)
bra,... così lioald.rl anche noi, nelle due lettere piil'antiche. In approp ata, in quanto il pfimato (îous amphotercus en heni sÓma-
pur essendo molti, siamo un solo Col 1,24 il corpo di Cristo è defi- ,J. Il riferimento qui all'unita del
comporta direzione e controllo
corpo in Cdsto>). Come in lCor nitivamente identiîicato con Ia (w. A, Crudem ha citato diversi corpo, non in termini di individui,
12,27, la similitudine del corpo è Chiesa, chiaramente in un senso testi di Filone e Plutarco, nonché ma in termini delle due grandi di-
applicata alla comunità cristiana <ecumenico)), per amore della di Platone. che dìcono esplicita- visioni dell'umanita (cfr. Ef 3,6,
locale, con un cambiamento di ter- quale I'apostolo soffre. Col 1,18 mente che iÌ capo è la parte del che usa un aggettivo affine, s/s-
minologia da <il corpo di Cristo) chiama Cristo (il capo del cotpo, corpo che controlla o governa; ma .tÒmo,'r (concorporee, mgmbra di
a (un solo corpo... in Cristo). cioè della Chiesa>. vedi Capo). un medesimo corpo)), Presenta
L'ultima espressione mette in evi- L'opinione di maggioranza ri- Perciò in Colossesi I'uso della ancora un aspetto nuovo Per l'u-
denza il pensiero che 1'unità orga- tiene: l) che Col l,15-20 sia un in- metafora del corpo differisce da so della metafora del co.Po, ma il
nica dei cdstiani come un corpo si no prepaolino, inserito nel corso quello delle lettere precedenti, ìn <corpo unico) non è chiamato
fonda sùlla loro comune incorpo- del pensiero della lettera: 2) che in quanto manca 1'esplicita aPPlica- specificatamente il corpo <di Cri-
razione in Cristo, ma dato che esso il <corpo>, il cui <capo>> è zione al mutuo rapporto tra i cre- sîo). Allo stesso modo in Ef 4,4
questi due versetti in Rm 12 pos- Cristo, sia originariamente I'uni- denti sebbene I'idea della loro il <corpo unico)t vitalizzato dal-
Corpo di Cristo 338 339 Corpo di Cristo
l'<unico Spiritoi> (che in Ef 2,18 sto è descritto come <<capo della ne e conclusiong, dall'uso Paoli- 4) Cristo come capo è non solo
cfea I'unità del <<corpo unico>r di Chiesa) e (Salvatore del corpo>, no del concetto di corpo di C sto unito alla Chiesa, suo corpo, co-
crcdenti Giudei e Gentili), è distin- e non come (<i1 capo del suo cor- per designare la Chiesa si posso- me fonte della vita di questa, ma
to dal (solo Signore>) di Ef 4,5 ed po, Ia Chiesa>), oppure <il capo no trare le seguenti affermazioni: anche la domina come suo signo-
è semplicemente una descrizione della Chiesa, suo corpo), di mo- l) La figura del corpo di Cristo è !€ assoluto (Col l,l8l EÎ 1,22-23;
della comìrnità cristiana come do che si può dire che qui, alme- applicata da Paolo a una comuni- 4,15:' 5,23) e la colma di tutte le
un'ùnità. L'unità del corpo dà la no, (capo> e (corpo)) non fanno ta locale (lcor 12,21), a cristiaîi risorse del suo potere e della sua
motivazione per conservare l'unità una ìmmagine composita. Il fat- non necessadamente membri del- grazia (Ef |,23).
dello Spirito (Eî 4,3). to, però, che in Ef 5,30 i credenti la stessa comunità (Rm 12,4-5; 5) La Chiesa cresce se i suoi
lÍrEf 4,12-16, dove la Chiesa è siano detti <membra del suo cor- cfr. 16,3-15), come anche a un membri sono realmente stretti a
ancora (cfr. Ef 1,22-23) designa- pon fa pensare che anche in Ef gruppo più ampio, comprenden- Cristo, il capo, e l'uno all'aÌtro co-
ta come corpo di Cdsto (Ef 1,22), 5,23 la descrizione di Cristo come te forse tutti i credenti in Cristo me membra dello stesso corpo
l'unità delÌa stessa è ancora (come <il capo della Chiesa)r comporti la (lCor 12,12-13). Senza alcun dub- (Col 2,l9; Ef 4,16).
già in Ef 4,4, in Rm 12 e in lcor figura correlativa della Chiesa co- bio Cristo, il capo del corpo è il 6) La mescolanza di metafore
12) descritta in termini di singole me suo corpo (cît, Eî I,22-23; Signore celeste, esaltato (Ef può indicare che nessuna di esse
membra, e la loro mutua dipen- 4,15-16), anche se non c'è una cor- I,20-21), ma dire che in Colossesi è sufficiente per se stessa a tra-
denza è considerata necessaria al- relazione corrispondente nella re- ed Efesini <l'immagine del "cor- smettere il messaggio totale sulla
la crescita del corpo, che è detto lazione marito-moglie (r-,edl Uomo po" sia usata per indicare úr.a en- natura e la funzione della Chiesa.
essere da Cristo (El4,16; ex hou, e donna). lilà celeste>r, dafo che anche il suo Tuttavia, si può ragionevolmente
(dal quale), come in Col 2,19) e Perciò, la metafora del corpo corpo, la Chiesa, si trova dov'è dubitare che I'immagine del cor-
verso Cristo (Eî 4,15: eis auton, in Elesini combina le precedenti iui, in cielo (O'Brien 1987, 112, po di Cristo rappresenti, piir di
((verso di lui)). Sembra che que- espressioni del concetto nelle altre I l0; ma vedi Chiesa), significa di- ogni altra, le riflessioni piu matu-
sto significhi che Ìa crescita del tre lettere e va oltre, presentando menticare la îatúa di metafor.t re di Paolo sull'argomento: infat-
corpo, che mira alla conformità a la Chiesa come riempita da Cristo del concetto del corpo di Cristo. ti. come è stato affermato altro-
Ct:rsto (eis auton, cît. Ef4,l3), av- e comprendente nella sua unità Quando si dice che i credenti so- ve, è con questa particolare con-
venga quando: l) il corpo sia ret- Giudei e Ge[tili. Un'altra carat- no risorti e seduti n9ì cieli con Cri- cezione della Chiesa che il concet-
tamente collegato al capo (e,r teristica particolarmente impor- sto (Col 3,1; Ef 2,6), non si ricor- to di carisma di Paolo (vedi DonÌ
,oa), saldamente stretto a esso tante dell'uso della metafora del re alf immagine del corpo. dello Spirito) si trova in perfetto
(cfr. Col 2,19) e da esso nutrito corpo in Efesini è la sua fusione 2) La Chiesa come corpo di Cri- accordo, ed è in questi termini che
(cfr. Ef 1,23);
e quando: 2) le sue con altre metafore della Chiesa. sto è un'unità organica vivente, deve €ssere compresa la dottrina
membra siano ben collegaîe fra lo- La costruzione del tempio cresce composta di una molteplicita di paolina del ministero (cfr. Fung,
ro, dando ognuna il proprio con- (Eî 2,21) mentre, invece, ì1 corpo membri (cioè singoli credenti, non specìalmente 15-20).
tribùto, secondo la misura del pro- è costruito (Ef4,16; cfr.4,12). ln singole comunita), ognùna neces- 7) L'imrnagine della Chiesa co-
prio talento e delia propria funzio- Eî 5,22-23, col concetto di unio- sa a all'altra e alla crescita del tut- me corpo di Cristo guarda verso
ne, per costruire la totalità nell'a- ne dei corpi come collegamento to (lCor 10,16-17; 12,12-27; Rm l'interno (alle mutue relazioni dei
more. (Meno verosimile ur'opi (Cn 2,24; Ef 5,31), la figura della 12,4-5: Col |,24; 3,15; Ef 4,16). credenti come membra di un cor-
nione alternativa, che considera i Chiesa come sposa di Cristo è in- L'unita, da un altro punto di vi- po) e verso l'alto (alla relazione tra
participi (compaginato e connes- tegrata da quella del corpo, I due sta, è una unità tla razze diverse il corpo e il suo capo), ma non ver-
so> di Ef 4,16 come indicanti non aspetti della signoria di Cristo sul- del mondo (Ef 2,16-18). so I'esterno (alla relazione tra la
la mutua relazione tra credenti, la Chiesa e deìla sua unione con 3) Questa dimensione (orizzon- chiesa e il mondo). E sicuramen-
ma la relazione tra credenti da una lei, connessi col concetto del cor- tale) di unita è basata sull'udta te da escludere I'idea che Paolo
parte e Cristo dall'aìtra. Né è pro- po, servono a spiegare e mettere veticale tra la Chiesa come cor- considei la Chiesa come un'esten-
babile che le <giunture> di Ef 4,16 in ilievo: 1) gli obblighi della po di Cdsto e Cristo come capo sione dell'incarnazione nel mon-
si rifedscano ai ministri di Eî4,1l, Chiesa verso Cristo (la moglie [cfr. della Chiesa. La Chiesa, Per quan- do, per il fatto stesso che la meta-
essendo essi i legamenai che colle- la Chiesa come corpol deve esse- to riguarda i suoi membri, entra iora del corpo conserva una chia-
gano Ia Chiesa a Cristo, come so- re sottomessa al marito lcfr. Cri- in unione con Cristo mediante il ra distinzione tra Cristo come ca-
stiene A. T. Lincoln, ad /oc.). sto come capol) e 2) l'amore di battesimo in un solo Spidto (1Cor po e la Chiesa come corpo; una si-
ln Ef 4,25 l'essere <mernbra gli Cristo per la Chiesa (il marito de- 12,13; cfr. Ef 2,18) e mantiene mile concezione ignora la difieren-
uni degli alt )) (clr. Rm 12,5), cioè ve amare la moglie come iì proprio questa unione con la partecipazio- za fondam€ntale tra Cdsto senza
<<membra dell'unico corpo che è corpo, come Cristo lil capo] ha ne all'eucadstia (lCor 10,16-17, peccato e la Chiesa non ancora
il corpo di Cristo>, è il motivo per amato la Chiesa lil suo corpo]). perciò sia C sto che Io Spirito so- perfetta.
cui i credenti devono agire onesta 3.3.3 Ricqpitolazione e conclu- no la fonte dell'unità della Chie- 8) II corpo di Cristo è di solito
mente fra di loro. fn Eî 5.23 Cri- Jiore - A titolo di ricapitolazio- sa (cir. Ef 4,4-5). il luogo del ministero cristiano. ll
Coscienza 340 341 Coscienza

dono della predicazione del Van- (1980) 437 4l9j Jeremias J., Le parcle del- alimentari giùdaiche). La (co- sce se un comportamento (in sen-
gelo, veramente, è orientato ver- I'ulfima cena, Biblioteca di culturareligio, scienza> è menzionata nel conte- so lato, inclusi pensieri, volontà,
sa 23, Paideia, Brescia 1973; Jewelt R-. parole e azioni) vada d'accordo
so coloro che sono fuori, e l'((usa- Paul's Anthrcpological Tems: A Studr of sto del ministero apostolico di
re misericordia) (Rm 12,8) è un Theír Use h Conlict Setllna,r, AGJU 10, Paolo. Ricorre una volta in rela- con le norme e le esigenze morali
servizio che va oltre i confini del- E. J. Brill, Leiden 19? l; Kàsernann 8., rer, zione all'obbedienza dei cristiani affermate dalla mente, e ch€ atte-
und Leib Chtisti: Eíne UntersuchunS zut sta questo giudizio al soggetto,
la comunità cristiana- Ma non si paulinischen Besrifflichkeil, BHT, J. C. B. allo Stato (vedi Autorita civile) o
può assolutamente negare che Mohr,Túbinsen 1933; Id., Il ptoblema teo- all'agire dei Centili per natura se- L'int€rpretazione di <<coscienza>r
l'enfasi di Paolo nel parlare del lo8íco det motivo del colpo di Ctisto, in condo la Legge. Le lettere Pasto- da parte di C. A. Pierce (78) co-
ministero si basa sul modo in cui Prcspet tiye paoli\e, Pùdeia, Brescia 1972, rali mettono in contrasto la <(buo- me (tormento) è stata ricusata Per
pp. 149 174; Kim S., The Oisitt of Paul's
il ministero sarebbe al servizio del- Gorp€l, E€rdmans, crand Rapids l98lj na coscienzat) di ministri cristiani motivi esegetici.
la Chiesa, e non sul modo in cui LincolnA. T., Èpresia6, WBC42, Word, con Ia coscienza <contaminata)t o
sarebbe al servizio del mondo, e Dallas 1990; Moule C. F. D., The Orisin <indurita>> dei falsi maestri. Gli in- 2. COSCIENZA IN ROMANI E
o! Christolasl. Uriyerslty Press, Cambrid-
che lo scopo dichiarato per cui la
se 1978. pp.47-96; O'Brjen P. T., Color-
terpreti di Paolo esprimono una 1 E 2 CORINZI - 2.1 Cosci€nza
Chiesa è îornita di un ministero síons, Philemon. WBC 44, word, waco diversità di opinioni e una certa come dato umano ùniversale
non è quello di poter essere al ser- 1982;1C,.. The Chutch as a Heayenl! and ambiguità circa il significato di Paolo ritiene che la coscienza ap-
vizio del mondo, ma di poter co- Eschaîological ,nrtl, in D. A. Carson (coscienzo) in Paolo. Ciò è dovu- partenga sia ai cristiani che ai non
(ed.), The Church in the Bible and the
struire se stessa (Ef 4,I2.16). Ge- Wo d, Baket, Crand Rapids 1987, pp. to almeno in parte alle considere- credelti. I pagani hanno una co-
neralmente parlando, si può dire 88-119; Perrinan A-, (llls Badr, i'hich is voli diflicoltà d'interpretazione scienza, come dimostra il fatto che
che per Paolo <il minislero è del the Chutch..-r: Comíng to Tems wìthMe, che spesso si inco[trano neìl'uso (i loro stessi ragionamenti, ora li
taphoLin ErQ 62 (1990) t23 t42j Rawljn- del termine da parte di Paolo. accusano ora li dilendonoD, a se-
corpo! per il corpo e mediante iÌ son A. E. J.. Cotpus Chtiiti, in c. K. A.
corpor (Ellis 14). Bell - A. Dejssmann (edd.), Mrsterium conda che il loro comportamento
C/,flsrt, Longmans, London 1930, pp. 1. USO E DEFINIZIONE DEL corrisponda o meno all'<opera
Vedi anche: Adamo e Cristo; 225'246f Rjchardson 4., ,4n Inîrcduction TÉRMINE - Nella lettera ai Ro- della Legge scritta nei loro cuori>>
to the Theolog! of the Ne T4tanent, (Rm 2,15). Qui Paolo comprende
Capo; Cena del Signore, eucari- Haryer, New York 1958; Ridderbos H.. mani e in I e 2 Corinzi Paolo usa
stia; Chiesa; Corpo; Doni dello Paul: At Outline ol His Theolosr, Eetd- il sostantivo s/reidusis, ((coscien- la coscienza come un tribunale in-
Spirito; In Cristo; Pienezza. mans. Grand Rapids 1975, pp.362-395;Ro- zaD, quattordici volte e la frase terno che esamina e così aiuta a
/
binson J. A. T., ro./o. Unostudiosu a col verbo riflessivo emaub synoi- guidare la condotta per mezzo di
îeolosia di San Pdolo, Gribaudi, Torino
BÌBL. Ba$ C. 8.. Bodv. in 1SA,E. voì. l. l9ó?i Schlj€r H., Christus und die Kirche da tí, <<nor sono consapevole di norme morali interiori.
pp. 528-531j Best E., One Bod! Ìn Chríst, in EpheseúrieJ,I. C. B.Mohr, Tùbinsen colpa alcuna>, una sola volta (lcor 2.2 Coscienza e trorme morali
SPCK, London 1955i Bornkamm G.. Pr!/. L€ norme morali, secondo le
Harper & Row, Ner York l97l (trad. i!.,
i930; Schweizer A., rr€ M,rsr icisn of PauL
t he Apost le, Black, London 193 I ; Schwei
4,4). Syneídésis ricorre sei volte -
Paolo, dpostolo diCesit Crísro, Claudiana, zet 8., sóna ecc., il GLNT, vol. XIII, coll.
nelle lettere pastorali, di solito quali la coscienza esamina il com-
Torino 197?); Bruce F. F., Pttul: Aposrleol 609-790i Wedderburn A. J.M., The Bodt con un aggettivo attributivo (aga- portamento, sono un dato Per la
the eart Seî Frce, Eetdmans, Grand Ra' oJchîist and Related Concepîs in I Co n- thè, <<búonù,, o kathara, <<Purar>). coscienza (vedi Etica). La coscien-
pids 1977; Id., The Epístles to îhe Colos iî
sidns, to Philemon an.! to the Ephesians,
thians. SJT 24 (1971) 74 96. Paolo può aver preso il termine za non stabilisce queste norme, e
NICNT, Eerdmans, Grand Rapids 1984i R. Y. K. Fung (coscienzat come un termine eti- non ne procura la conoscgnza. La
Bùltma.D R., Teolosia del Nuovo Tesîa- co cristiano dai Corinzi (visto che conoscenza delle norme morali
ÌÍerló, Biblioleca di teologia contempora- lo usa per la prima volta e Più precede l'attività della coscienza e
nea 16. Queriniana. Brescia 1985; Chavas
seC.. The Btide ofChrisr, Faber. London COSCIENZA spesso nelle sue lettere a essi; così non deve essere consid€rata uguale
1940; ConzelmaDnH-, 1 Cotinîhiohs, Fot- Pierce 64-65). alla coscienza stessa (cfr. Eckstein
ress, Philadelphia 1975; Davies W. D.,
SoMMAÀro l Uso e definizione del ter- Il significato di s//,eidesls è as- 312). Norme che sono già intedo-
Pauldnd Rabbinic Ju.laìsn, Folr€ss, Phi ri valgono per la coscienza come
ìadelphia 1980É, pp. 56 57j DunD J. D. c., mine: 2. Coscienza in Roftani e ìr I e 2 sai vario nell'antichita greco-ro-
(The Borl! of Chrisr' in Parl, in M. J. Wil- Corinzi: 2.1 Coscìenza come daîó ùha mana, dove è comune fin dal I crited per la valutazione del com-
sec, a,C. (cfr, I'ebraico /eó, (cuo-
kins - T- Paise (edd.), Worship, Theolosr no ìrnjversale;2.2 Coscienza e norme mo- portamento.
Ean! Chzrcn, rali: 2.3 Fùnzione della coscienza; 2.4 Co-
and Mìnìstr), ín the JSNTSS
scienza e giudizio divjno; 2.5 Valore re re> nell'AT; Eckstein 35-135). R. Le norme rnorali util\zzate dal-
87, Sheffjeld 1992. pp. 146 162j Ellis E. E.,
Pauline TheoloS!: Mìnistry and Socieù, lalivo della coscìerta; 2.6 Coscienza<de- Bultmann comprende il termine in la coscienza sono le norme interio-
Eerdmans, Grand Rapids 1989; Fùùg R. Y. boler; 2.7 Liniti: 3. Coscjenza nelle let- Paolo come (<la conoscenza del ri del soggetto, che Possono cor-
K., Ministry, Connunìry and Spìrìtual Ìere pastorali; 3.1 <Coscienza buona>l rispondere o meno al volere di
3.2 <Coscienza contaminala). bene e del male, e la conoscenza
Gìfîs, in ErQ 5611984) 3 20j Grudem w. Dio. Queste norme possono dif-
4., The Meúnins al Kephalè kHedd>): A della propda condotta in dferi-
Response to Recent Stutltus, in ?"J lt n.s. Paolo usa spesso il termine e l'i- mento ad essit) (Bultmann 208). îerire da persona a persona, col ri-
(1990) 3-72j Gundry R. H., SOMA in Bi- dea di (<coscienzan nei suoi inse- Ma H.-J. Eckstein (311-314) dtie- sultato della diversita di giudizio
blìcal Theologt, SNTSMS 29, Unjversity
Press. Cambridge 1976; Hjll A. 8., Lle
gnamenti ai Codnzi riguardo al íe che syneídèsis in I Corinzi e in sullo stesso tìpo di comportamen-
Temple aJ Asclepius: An Atfernatite Sour- mangiare carni immolate agli idoli Romani si dfedsca invariabilmen- to da parte di coscienze diverse
fat Paul's Body Theolosy, it JBL 99 (redl Cibi oflerti agli idoli e leggi te al tribunale interno che stabili- (1Cor 8,7-12; 10,25-29).
':e
Coscienza 342 343 Coscierza

2.3 FuÍzione della coscienza - lere di Dio). Iì giudizio secondo le Le e può dunque essere descritta no queste cose ci sono conseguen-
La coscienza può registrare l'ac- norme della coscienza non è deter- come <(debole)) (lcor 8,7.12), Può ze negative: il debole (si scanda-
cordo tra comportamento e nor- minante. Solo il giudizio del Si- essere <contaminata) (1Cor 8,7) \zza>> (lCor 8,13; cÎr. 8,9) e (va
me (Rm 9,1;2cot 4,2:,5,11,: e gnore Io è: <Anche se non soùo e (ferita) (lcor 8,12) da quella in rovina) (lcor 8,11). E com-
lcot 10,25.27).ln qualità di giu- consapevole (s7roida) di colpa al- forte. L'esempio del forte incorag- un'a-
messa una colpa (la colpa di
dice autonomo su un comporta- cuna, non per questo sono giusti- gia il debole a mangiare carni im- zione contrada alle proprie con-
mento della persona, pùò anche ficato. Il mio giudice è il Signore!> molate agli idoli, nonostante tale vinzioni, Rm 14,23; ma non la col-
essere chiamata a testimoniare tale (lCor 4,4). Perciò in Rm 9,1 Pao- compodamento non sia permesso pa d'idolatria, cfr. Gundry-volf
accordo: (La mia coscienza me ne lo cerca di sostenere la testimo- secondo le p/oplie nolme. <Feri- 93) e sopravviene ufl regresso nel-
dà testimonianza... > (Rm 9,1; an- nianza della sua coscienza richia- rc (typtontes) la coscienza> fa pen- la vita cristiana ((turbamento) e
che 2cor l,l2: ma non Rm 2,15, mandosi a Cristo e allo Spirito: sare evidentemente a un danno al- autocondanna invece di <Pace e
dove la coscienza testimonia come <Dico la verità in Cristo, non la lunzione della coscienza (non gioia> ed edificazione, Rm
fenomeno), La coscienza può, mentisco, e la mia coscienza me ne riesce a preservare la proPria in- 14,15-23). 0 paralleli con Rm 14
d'altra parte, rilasciare un verdet- dà testimonianza nello Spirito tegrità, anche se i suoi stessi giu- sono stretti, sebbene qui non si
to di disaccordo tra compoda- Santo)) (ma Paolo non vuole as- dizi non errano) per l'incoraggia- menzioni la coscienza; cfr. Bult-
mento e norme (lCor 10,29b). In solutamente dire qui che Ia co- nento a ùsalle per le sue valutazio_ mann 211). Una coscienza che
Paolo la coscienza pronuncia il scienza operi solo sotto il dominio ni norme provenienti dall'estemo. îunziona bene, d'altra parte, aiu-
suo verdetto sui comportamenti dello Spirito, né zcoî 4,2 appog- L'espressione <la coscienza è con- ta a proteggere da questi impedi-
passati e anche su quelli futuri gia la comprensione della coscien- tamltr.l3ta (molynetarJ, la riferi- menti oggettivi e soggettivi.
(cfr. Rm 2,15; 13,5; lcor 8,10; za come una (voce divina), yo)a mento senza dubbio aÌlo staÎo di 2.7 Limiti - Paolo vuole che i
10,25-29). La coscienza perciò Del; redi Spirito Santo). coscienza di coloro che credono di cristiani prestino attenzione alla
rende possibile un'autovalutazio- 2.5 Valore relativo della 'co- esser€ stati moralmente contami- loro coscienza quando si tratta di
ne (obiettiva> del proprio com- scienza -Paolo relativizza perciò nati mangiando carni offerte agli questioni in cui sono liberi di com-
portamento. Tuttavia, coscienza è la coscienza alla luce del giudizio idoli (allo stesso modo Jewett 425; portarsi diversamente, come nel
ancora una designazione antropo- divino. Le attribuisce però un va- ledi Cibi offerti agli idoli e leggi caso di cibi sacriîicali. anche
logica e non rimanda a (un'istan- lore autonomo (anche se relativo). alimentari giudaiche). H.-J. Eck- quando la coscienza usa norme
za che è al di là deÌl'uomo> (cor,- Paolo crede che gli uomini debba- stein (241) ritiene che qrti syneide- imperfette. L'intenzione di Paolo
lra Bultmann 210). no dare retta alla loro coscienza sis rappresenti l'intera Persona è di preservare (Ì'integrità)) della
2.4 Coscienza e giudizio divino non solo quando le norme interio- (psts pro toto) e vede così una persona ed evitare dissonanze in-
Paolo distingue il verdetto di ri, con le quali essa giudica, cor- contaminazione non solo sogget- terne. Egli nega esplicitamente,
questo tribunale umano dal giudi- rispondono al volere di Dio (cfr. tiva, ma oggettiva, e un'offesa Tuîtavia. che la coscienza di una
zio personale di Dio. La coscien- Rm 13,5, <stare sottomessi... per della persona. La coscienza debole persona possa giudicare il com-
za opera solo sulla base di norme ragioni di coscienzaD; Maurer non dovrebb€ essere costruita ar- portamento di un'altra persona
interiori, ma tali norme possono f915-9161 discrìte possibili inter- tiiicialmente (dice Paolo ironica- nel caso di questioni in cui i cri-
non accordarsi col tipo di giudi- pretazioni), ma anche quando mente, lcor 8,10 lcft.8,1]: (La stiani non sono d'accordo (4di4-
zio divino. Infatti possono com- quelle norme non corrispondono scienza gonfia))) con I'adozione di phora): <<Pet q\a1e motivo, infat-
mettere errori (per esempio per al volere di Dio e non lo contrad- norme estranee. in modo da Pro- ti, questa mia libertà dovrebbe es-
mancanza di conoscenza, o per dicono. Per Paolo <l'integrità) di durre giudizi che porterebbero il sere sottoposta al giudizìo della
pressioni o consuetudini sociali una persona - come rappo{o ar- popolo ad agire secondo norme coscienza altrui?) (1Cor 10,29b;
Isynètheía, cù.la variante secon- monioso tra le proprie bredenze e contrarie alle proprie convinzioni ((l'integrità)t personale non è mes-
datia syneídèsed,lCor 8,7), come la pratica - è un valore in sé, e reali. La stessa Preoccupazione sa in pericolo dalla violazione del-
ci ricorda il richiamo di Paolo al ìa coscienza aiuta a raggiungere probabilmente sta dietro f ingiun- la coscienza alltuù. (T:ulta'{ia,
(rinnovamento della vostra men- tale integrità e a evitare le disso- zione a chi è invitato a Pranzo: Paolo vuole che la lealtà della sua
te) (Rm 12,2). I giudizi della co- nanze. <Non mangiate!)), per riguardo condotta apostolica lma non la ve-
scienza dicono se il comportamen- 2.6 Coscienza (<debole) Pao- alla coscienza di chi abbia avver- rità del vangelol sia misurata dal-
to è veramente giusto agli occhi di lo, dunque, vuole proteggere la tito che Ia carne se ita era sacri le coscienze dei suoi convertiti,
Dio, solo in quanto si basano su coscienza, affinché possa conti- licata agli idoli (lcor 10,28-29; 2cot 4,2i 5,11).
norme cordspondenti al volere di nuare ad adempiere la sua funzio- I'informatore èprobabilmente un La coscienza può dare un ver-
Dio. In ultima analisi, per Paolo ne. La coscienza del <debolet cristiano debole, in pericolo di vio- detto positivo su un comporta-
la coscienza è una facoltà neùtra (1cor 8,10-11; vedi Forte e debo- lare le proprie convinzioni a cau- mento padicolare come tale, ma
€d è gjusta, in definitiva, quando 1e), che manca di <conoscenza)> sa di una coscienza costruita arti- qùesto verdetto non basta come
lo sono le norme che usa (che so- (1Cor 8,7) e la cui coscienza ope- ficialmentel. giuslificazione per impegnarsi in
no giuste se corrispondono al vo- ra perciò secondo norme imperfet- Quando alla coscienza accado- quel compoflamento (forse in Pre-
Coscienza 345 Creazione e nuova creazione
344
244-254: Cundry-Voif JM , Paul aú Per
visione di espÌicite pretese contra- scienza (contaminata>> (memian- stessa linea, Ia coscienza <rnar_ sewrunce: Staling in and Fallìng Awa!,
rie dei Corinzi). I (forti) ignora- lat e <bollata a fuocor> (kekauste- chiata a fuoco>) e ((contaminata>) WUNT 2./37, J. C. B. Mohr, Tùbingen
no questa verità quando mangia- rìasmenon) caratterizza i falsi potrebbe identificarsi col cuore 1990 (John Knox Westninsrer, Louisviue
no cibi offerti agli idoli in presen- non dnnovato, e il rifiuto di una 1991), Dp. 85-97; JewertR.., Pttul's Anth'
maestri nelle lettere pastorali (lTm T
topolosical Tems: A Stud! ol heb Use
za dei deboli. Paolo vuol dire pro- l,l9| 4,2; îf 1,15). Comunque buona coscienza con l'incredulità in ConJtid Sertinss, AGJU 10, E J. Brill'
babilmente che il verdetto della non si tratta evidentemente di im- nel vangelo, sia che Possa trattar- Leìden 1971, pp.402 4.16; Kellv J N D,
coscienza su un particolare com- moralità generale, perché non vefl- si di apostasia (così wolter 217) o A Conmentary on the Pastorul Epístles'
portamento in una sítt\azíone con- gono criticati come libertini (an- dj falsa professione ln ogni caso, Baker. Orand Rapids l98llMaurer C.' 3l-
noda, slnedé$,ir ALNT, \ol XUl.coll
c/eld deve essere ascoltato, e il ver- che se avidi e litigiosi, lTm 6,5; Tt nelle lettere paslorali, le idee di )69-126: P,erce C A,.. Conscienîe ik lhe
detto deve essere basato su tutte l,ll), ma come impostori (lTm (mantenere> e non (rigettare) Ne}J T;stunent, SBT 15, SCM, London
Ie norme applicabili prima che ci 4,3). La loro (puritàD rlon dà lo- una buona coscienza, e di <<servi_ 1958: Roloff J.. D€l erule B.ief d Tìno'
si impegni in quel comportamen- ro come ricompensa una coscien- rel)io> con una buona coscienza, l,le6, EKKNT 15, Benziser, Zúrich-
Neukirchener, Neukirchen-vluvn 1988;
to e si faccia appello alla coscien- za pura; si dice piuttosto che le lo- mettono in relazione la coscienza SDicq C., Lu conscience dans le Nouwau
za a testimonianza della propria ro coscienze sono (contaminatet piu con I'imperativo che con l'in- Testaneht.;r\ RB 17 (1938) 50 80; Stelzen-
giustizia. La luce verde può diven- e (bollate a fuoco>. eueste eti- àicativo. Quindi, anche se qui bercet L, Slnedè.is tn Neuen Testanent,
tare rossa quando si arriva all'in- comDrendiamo la coscienza in ter- schonrngh, Paderborn I96li willis L. w
chette descrivono male la loro Idol Meat ìn Corinth: The Psuline Aryu'
crocio e allora si deve frenare. consapevolezza soggettiva; senza mini di ..rinnovamen to... median- nenî il Corinthians I dnd 10, SBLDS 68'
L'amore e la gloria di Dio sono le dubbio erano pieni di soddisfazio- te la nuova creazione nella fede>> Scholars, Chico (CA) 1985i woLler M ' Ce'
norme che stabiliscono se il lorte ne e non di colpa (anche se Roloff, (Maurer 918), l'interesse delle let- ,rì.reu /. in ?RE. vol. 213-218
13. Dp
debba esercitare la libertà in una 221-222, sostiene che <(bollate a tere pastorali dsiede nell'aspetto l. M. GundrY'Vof
data situazione (lcor 8,1.11-13; fuoco>r allude alla vergogna a cui di resDonsabilità umana, in Parti'
10,31-33; cfr. Rm 14,15-21). in realîà non potevano sfuggire). colaré quetla dei ministri cristiani.
Queste descrizioni denotano, inve- Si è detto talvolta che la (<buo- COSMO: vedi Mondo, cosmolo-
3, COSCIENZA NELLE LET- qe, lo stato di consapevolezza che na coscienza) delle lettere pasto- gia
TERE PASTORALI - 3.1 (Co- essidovrebbero avere, essendo in rali è un sostegno Per una morali-
scienza buona> - Nelle letterc pa- reaìtà (<contaminati)), <abomine- tà cristiana borghese. Ma questa COSMOLOGIA: r,edi Mondo,
storali il maestro e il diacono cri- voli-.., ribelli e incapacì di qual- interpretazione sarebbe possibile cosmologia
stiano dovrebbero essere caratte- slasl opera buona" (Tt I,15-16)? solo se il testo parlasse di respon-
rizzati da una coscienza (buonaD Possiamo chiedere, inoltre, se es- sabilità umana per vivere in mo- COSTUMI DI VITA Gru-
(agqthè, lîm 1,5.19), o (pura) si pa.adossalmente si contamini- do cristiano. Questa opinione ri-
(kotharu, lTm 3,9; 2Tm 1,3). no col loro ascetismo (rifiutando tiene inoltre che il codice morale
DAICI: vedi Giudeo, Paolo
come
Questo uso di sJneid^is coí ag- ciò che Dio ha creato <buono> e delle pastorali vada bene Per i co-
gettivi qualificativi non fa pensa- che deve gssere cevuto (con ren- stumi di quell'epoca. Ma W. D.
re alla coscienza come a un t bu- dimento di grazie>, lTm 4,3-4), o Davies (676) raccomanda Pruden-
CREATORE: vedl Cristoìogia;
nale, ma come uno sîato di con- se attraverso le loto colpe nasco, za: <Anche nelle lettere Pastorali
Dio; Preesistenza
sapevolezza: consapevolezza di es- ste (<rinneghino lDioj con i fatti> la vita cristiana è una battaglia e
sersi comportati secondo notme (Tr 1.16). Oppure dobbiamo pren- la coscienza è vincolata alla fede))
date. I ministri cristiani devono dere la coscienza <contaminatat (676). CREAZIONE
(mantenete una buona coscienza) o <<bollata a fuocor> non come una E NUOVA CREAZIONE
e (conservare il mistero della fe- consapevolezza, ma come un giu- Vedí anche: Aqostasia, Perseve-
de in una coscienza pura> (lTm dice interno tra giusto e sbagliato ranza; Cibi offerti agli idoli e leg- soMMARìo t. Necessi!à di una nuova
si zlimentari siudaiche; Erica; crea/ioner 2 :copo della nLova c-ed/io-
1,19; 3,9), e di Paolo si può dire
che egli afferma: (Io seruo [Dio]
con coscienza pura> (2Tm 1,3;
che si è indebolito. o come il mar-
chio d'infamia cheindica che i fal- F;;; ;;;;;ì.: aó", i.ee"
Psicologia.
ai li"i,:i.: ):l: ::l::'!l?ii,::Tlì:
si mestri sono possesso di Satana cristo;
cîr . At 23,1;24,16). La coscienza (Kelly 94)? *Il"l1l*TìU;}#;:*i:,.
buona,/pura si pone, accanto al Ricorrendo a Eb 10,22 e lpt BÌBL. Bultmann R., Teolosia del Ntlovo
mantenimento della fede e alla 3,21, alcuni consider a\o syneidè- í""ià.",ro, Àldiiàt".; ai leo"logia conrem- <(Nuova creazione>), kal,e trli-
pntica dell'amore, com€ fine pd- poranea a6. Querin:ané. Bre'cia lq8s: Dr_ .rrs- è un'esDressione che PaolO usa
srb nellg lettere pastorali come si- v,e\ w. D.. co,../?r.c. in IDB. rol r. pp,n 5, it e Cal 6.l5. E in lrrel-
mario per un servitore cdstiano nonimo di <cuore> e di <coscien- Arr-616 F.ksein H.-J.. ,et Beptill Stnei 2Cor
(1Tm 1,5.19j 3,9). za buoîa/p\tar>, come il risulta-
'í;t: ;;'-;";i;:;,' F';;;", i"l"i,ii,n
ro rapporro con l'espr$sione "uo-
3.2 (<Coscienza contaminata)t to del perdono delle colpe e il rin- àipetísche untersuchunc zum Gettissenbe' mo nùovo). kairo,t anthrópos, iî
- <<Riprdiarcr> (apòsamenoù vra novamento del cuote degli ùltimi
a.,Z\\ul\r: 10,r.(.B.Mohr. Iirbin Lrr !< 4 )i_)4eaot ì g_l0enon
buona coscienza e avere una co- tempi (cosi Rolofî 68-70). Nella 9:l,l,lli;,?13'i,? ,'J. l; Î'l;"ií;í;8î i ,'à,, ,àiú"'. r" Fuoto. .a '.i-
Creazione e nuova creazione 346 34'7 Creazione e nuova creazione
corre, unitamente alle idee che le GenR 39,4 un pagano convertito sione che conta, né la non circon- te e îre si illuminano reciproca-
sono connesse, in parecchie tradi- al giudaismo è considerato come cisione>. In Ef 2,ll-22 (e Col mente. Il convertito, come Parte
zioni e testi letterari del Giudaismo una nuova creazìone: <(chiunque 3,1l) la nuova umanità è compo- di ùna comunità di fede. entra nel-
del Secondo Tempio. avvlclna un pagano a Dio e lo (o sta sia di Ciudei che di Gentili, l'evento cosmico di ri-creazione
la) converte è come se l,avesse (che una volîa erano lontani)) che Dio ha inaugurato nella risur-
1. NECESSITÀ DI UNA NUO- creato (o creata)n. AIlo stesso mo- (cfr. ls 57,19). La Chiesa, allora, rezione di Gesu Cristo e porterà a
VA CREAZIONE - Molri anti- do, nel racconto giudaico di Giu- ò un nuovo Israele in cui Ciudei compimento nella parusia (vedi
chi interpreti giudei credevano che seppe e Aseneth, un uomo del cie- c Gentili sono uniti in pace. Escatologia).
Dio avesse creato un mondo buo, lo dice ad Asenat, sulla sua con- 2.3 Cosmo Molti interpreti
no per mezzo della Sapienza (Pr versione al Giudaismo: (Sarai rin- apocalittici giudei sviluppano det- 3. CARATTERISTICHE DEL-
8,22-31; Sir 24; Sap '1,22-8,1). novata e formata di nuovor (C,as. tagliatamente la previsione del LA NUOVA CREAZIONE _
Paolo identificò questa Sapienza e,4s. 15.4). E possibile che, come nuovo cielo e della nuova terra in- Uno studio dei contesti paolini
con Gesù Cristo (lCor l,l7 -25:, questi Giudei, anche Paolo rite- trodotta da ls 56-66. Si mettono delìe espressioni <nuova creazio-
Col I,15-20); riconobbe inoìtre nesse una nuova creazione la per- in evidenza aspetti diversi: la re- ne> e <(uomo nuovo (nuova uma-
che il peccato arrecava danno a sona convertita a C sto. sLaurazione di Israele (Cíub. 4,26; nità))) rivela i due valori principali
questa creazione bùona, assogget- 2.2 Comunità di fede ln Is 1E 45,4-5); la trasformazione del che caratterizzano la comunità di
tando I'umanità alla morte (Rm 65,17-19 I'autore mette in paral- giusto in una risurrezione finale fede. Realizzando tali valori, que-
5,12-14; lCor 15,21-22: cîr. 4Esd lelo una ri-creazione cosmica con (2Bqr 5l,l-16)', la liberazione del sta comunità anticipa la restaura-
'7
,l16-131; 2Bu 54,13-19; vediyi- la ri-creazione di Gerusalemme e mondo natùrale (.1-8 51,4-5) e il zione cosmica fìnale della bontà
ta e morte) e il mondo naturaÌe al- dei suoi abitanti: <Ecco infatti io ritorno della creazione al suo sta- della creazione.
la caducità (Rm 8,19-22: cft.4Esd creo nuovi cieli e nuova terra... e ro originale di bontà (2Bat-13-'74). 3.1 Riconciliazione Il concet-
'7
,11-14: 2Bat 56,6-10; vedi Cad:u- îarò di Gerusalemme una gioia, Secondo la convinzione persistente to chiave che accompagna i rife-
cità, vuoto, vanità). La disillusio- del suo popolo un gaudio>>. In Is della prospettiva apocalittica, 1a rimenti di Paolo aìla nuova crea-
ne riguardo allo stato presente del- 66,22-23 l'a]utore sviluppa ulte- nuova era futura sarà decisamen- zione o alla nuova umanità è la d-
le cose spingeva molti antichi in- dormente questo pensiero quan- te diversa e qualitativamente conciliazione (vedi Pace, riconci-
terpreti giudaici ad attendere una do predice che in questa nuova migliore rispetto a quella cat- liazione). Il tema dominante di
nuova creazione in una nuova era, creazione Israele sperimenterà liva presente. 2cor 5,\1-21è che i credenti, essi
che sarebbe venuta qùando l'inte- I'affluire dei centili per adorare Paolo riflette questo contesto stessi riconciliati con Dio. devono
ra creazione sarebbe stata libera- Dio. apocalittico quando, ir2cot 5,11- continuare, mediante il ministero
ta daÌla caducità e riportata alla Ambedue questi elementi - la 18, dipinge una separazione radi- apostolico di proclamazione e te-
sua originale bontà (per esempio, ri-creazione di una nuova comu- cale tra (le cose vecchie)) (/a 4r- stimonianza, a testimoniare Per la
4Esd 7,'75, 2Bat'73-'14). Per Pao- nità di credenti e I'afflusso dei crdia) e <<le cose nùove>> (kaína) riconciliazione del mondo con
Io quest'era avrebbe accompagna- Gentili - sono alla base di due Tali parole fanno pensare a mol Dio, riconciliazione inaugurata da
to la parusia, o îutura apparizio- passi paolini che contengono rife- to piir di una trasformazione in- Dio attraverso Cesù. ln Gal 6,15;
ne, di Gesir (Rm 8,18; Ef 1,9-10: rimenti alla nuova creazione o al- dividuale. Iniatti, Paolo sostìene El2,ll-22; e Col3,l0-11 si osser-
Col 3,1-4; vedi Escatologia). Ia nuova umanità. In ambedue i che Dio ha iconciliato (tutte le va che si può Parlare di nuova
passi la nuova crcazione o nuova cosen (to panta) per Ítezzo di Cri' creazione e di nuova umanità so-
2. SCOPO DELLA NUOVA umanità è una realta comunítaría, sto, includendo presumibilmente lo quando persone una voìta divise
CREAZIONE - In 2cor 5,17 In Gal6,l5-16, Paolo paragona la I'intero mondo naturale. Se 2Cor appaiono riqonciliate in Cristo.
Paolo ritiene che questa realta fu- nuova creazione a una comunita 5, l6-17 lascia intravedere l'inizio 3.2 Rifiuto di (standard) terre-
tura sia già presente. Ci sono tre speciiica, <l'Israele di Dio)r, In Ef della nuova creazione, alti Passi ni - La riconciliazione può awe-
opzioni per spiegare esattamente 2,14-16Ia nuova umanità è corn- lasciano presagire il suo compi- nire solo quando i credenti cessa-
come si debba comprendere la posta di comunita piir che di indi- mento. Secondo Rm 8,18-25 <la no di vivere e di giudicare gli altri
nuova creazione: 1) per mezzo di vidui: <Colui che ha fatto dei due creazione stessa sarà liberata dal_ secondo c teri terleni. LaPresen-
singoli convertiti; 2) per mezzo un popolo solo, ...per mezzo del- la schiavitù della corruzione>) (Rm za di una nuova creazione signi-
della comunità di fede; o 3) per la sua carne, ...per creare in se 8,21), mentre, secondo Ef 1,10 fica che nuovi standaú dt ùùitì\
mezzo delf intero cosmo, Ogni op- stesso, dei due, un solo uomo <lutte le cose, quelle del cielo co- e pace sostituiscono vecchi srnrx-
zione riflette un'opinione differen- nuovo), me quelle della terra)) saranno .i- dard di giudizio e di divisione. La
te su quali antichi testi e tradizio- In concomitanza, in ambedue i capitolate in Cristo (cfr. lCor divislor'e razzíale d\ Giudeo e Gen-
ni giudaiche Paolo avesse in mente passi ì Gerlr, sono Ia comunità in- 15,24-28). tile, in particolare, è basata su
quando parlava della nuova crea- clusa accanto ai Giudei. ln Gal Non si può fare una scelta de- un criterio antiquato: (<Non è in-
zione. 6,15 la nuova creazione è una co- linitiva tia queste opzioni E non Îatti la circoncisione che conta, né
2,1 Percone conYertite - In munità in cui (non è la circonci- ò neanche necessario, perché tut- la non circoncisione, ma I'essere
Credo 348 149 Credo
nuova creatura!)) (Gal 6,15; cfr. Qunran, Paut, the Chu.ch, and Jesus, jî questi versetti è ricco di termini ra- ri, a cui doveva îar accettare il
El 2,ll-22). Allo sresso modo, RerO l3 (1988) 597-608; Furnish v. p.,1/
ri ed espressioni che Paolo non usa proprio punto di vista teologico.
Corinthiohs, AB 32A,, Daùbteday, Carden
nella nuova creazione non c,è po- ciry (NY) 1984, pD.309-316.329-333: Gi- mai altrove; 3) i verbi introdutti- A tale scopo, la via scelta fu quella
sto per rivalità lÍdly idualí. ll rife-
rimento di Paolo alla (<nuova crea-
Elìoli A., L'uono o it crcato2 <Ktisie, in
.S Paolo. Edb. Bologna t994; LampeG. W
vi, che dicono che Paolo <ha r! di citare materiale dei Credo, ag-
H., rhc Nev Testd'nent Dodrinc oIKtrrs, cevutor> (porelabon) quanto segue giungendo talvolta tocchi redazio-
zione> in 2Cor 5,Ì7 è polemico;
in .SJf I7 t r9ó4r 449-462; parsons M . fte comg parte dell'istruzione del pri- nali per accentùare o correggere
con esso mette a conîronto gli New Cteatrcn. ln Expnn 99 \t987) J 4: rro periodo da nuovo credente, e un'alfermazione precedentemen-
standad impetletti dei suoi awer- RL,(sellL M.. PartnetshiD u N.y .tpî- che ora, volta, trasmette (p4-
a sua te sostenuta, come base comune
sari di Corinto, che lo giudicano îion, ú ABQ 3 (1984) r6t-út; Sruhlmacher
P., Etr,aitungen zun ontotoEís..hen Cha- rcdaka) ù Corinzi, sono espressio- che avrebbe mantenuto un buon
secondo criteri terreni, come I'a-
rukte.det<koina ktisis, beí pautus, in EvT 0i semitecniche per la trasmissio- @ppotfo (gr . philophronèsis) con
bilità retorica e la forza lisica (per 27 (1967) t.33; Taytor L. H.. The Ne parole) della fede,
ne delle <sante i lettori. Ne abbiamo una prova in
esempio, 2cor 10,1-11). Nella Crcxtiok: A Sîud, a.f the Pauline Doctrínes
nuova creazjone, sostiene Paolo, oICrcanan, tnnocen.c. Sin. ond RedpnD.
al medesimo tempo giudaiche e Rm I,3-4; 3,24-26:2cor 5,18-21
ndr. Paseanr, Nc$ York cristiane (vedi Tradizione); 4) nel e nel passo innico di Fil 2,6-11.
nessuno è giudicato (secondo la 1958.
suo contenuto, questo stesso pas- Non sorprende l'impiego di tale
cane>, perché anche Cristo non J. R. Levison so guarda a ls 53 come lestimo- mezzo da parte sua, dal momen-
viene piir giudicato secondo crite-
ri umani (2Cor 5,16). Questi nuovi
nirrn di passione e risurrezione! e to che spesso costruisce la sua ar-
si ritiene (da parte di R. H. Ful- gomentazione polemica su quelle
criteri si applicano non solo a CRDDO
gruppi etnici o ai capi della Chie- ler) che Paolo usi la prova scrit- che considerava convinzioni cri-
turistica del (servo sofferente> so- sliane (ricevute>, condivise da lui
sa, ma anche a ogni credente che
ha parte nella nuova umanità. Lui
SoMM^Rro - ] CaraLtcririch€ e uro.lei lo quando riconosce di essere de- e dalle sue comunità. Un modo si-
Credo;2. Alferm azione cenrrate deiCre bitore nei conlronti dei suoi pre- curo di richiamare al suo vangelo
o lei devono mettere da parte la doi 3. Tipi di conrèssione.
decessori. i membri erranti era quello di trar-
condotta che camtterizza <l'uono
Non è facile disrìnguere rra Formule di Credo e materiaìe re le implicazioni di un (Credo))
vecchio>, avarizia, calunnia e mal-
innico non si possono separare fa- che essi avevano accettato, ma che
dicenza (Col 3,5-9; Ef 4,25-30), e <Credo> - il termine usato
per
cilmente per motivi stilistici (vedi momentaneamente avevano ab-
rivestire la nuova umanità, <che elementari confessioni di fede che
esprimono la convinzione cristia- Elementi liturgici in Paolo). Bult- bandonato a causa di insegnamen-
si rinnova, per una piena cono-
scenza, a imúagine del suo Crea- na - e altri tìpi di materiale litur- ùann ha precisato utilmente che ti contrari (per esempio, 2cor
gico presenti nelle leîtere paoline. lc prime confessioni di fede tende- 11,l2-15: Col 2,8).
toreD, che cioè dtorna alla sua ori-
E chiaro che non possiamo discer- vano a essere espresse in frasi sem-
ginale bontà (Col 3,10; cfr. Gn
nere nelle lettere neotestamentarie
plici e concise, come <<Gesir è il 2. AFFERMAZIONE CENTRA-
1,26). Questa nuova umanità ca- è
rallerizzata da compassione, pa- un Credo su larga scala, nel sen- Cristo)) o <Gesù è Signore), men- LE DEI CREDO -Le Chiese
tre gli inni rappresentavano un'e- paoline erano composte da uomi-
zienza, sincerità (Col 3,12-17: Ef so piu recente di articoli essenzia-
li della fede cristiana che godo- sposizione piu ampia circa la per- ni e donne cred€nti, Ia cui nuova
4,23-24-32) e, ancora una volta,
sona e le gesta di Cristo (come in vita in Cristo era orientata al Si-
dalla reciproca riconciliazione di no dell'approvazione ecclesiastica.
popoli una volta osrili (Col 3,1 l). Ma esistono frammenti che custo- Fil 2,6-11; Col l,15-20), che po- gnore risorto. Paolo credeva che
discono credenze molto importan- leva essere analizzata in strofe e qualunque fosse la fonte della pro-
sczioni. Ma in definitiva la distin- clamazione che portava il messag-
Vedi onche: Adamo e Cdsto; ti, presenti negli inni, in risposte
rione non è importante, dal rno- gio di salvezza, questo si concen-
Centro della teologia di Paolo: battesimali e formule eucaristiche
ento che materiale dei Credo e trass€ nella risurrezione di Cristo
Chiesa; Escatologia; Giustizia, portate alla luce dalla ricerca pao-
(lcor
giustizia di Dio; Mondo, cosmo- eomposizioni inniche coincidono. 15,I 1). Tale convinzione di
lina,
logia; Pace, riconciliazione; Re- futtavia, limitiamo qui la nostra base dava alle comunità un senso
rltenzione al primo tipo. di identità nel mondo sociale che
staurazione di Israele; Risurrezio- I. CARATTERISTICHE E USO L'indagine recente sull'uso da le circondava (lCor 10,32) e una
nei Uomo nuovo e uomo vecchio- -
DEI CREDO Atcune spie, che parte di Paolo di forme e struftu- spinta missionaria a proclamare
segnalano la presenza di formu-
BrBL. B^umbach c., Die Schopluns ik le di Credo, si trovano in lcor
rc retoriche nelle sue letterc (vedi ed esprimere il vangelo in quel-
der Theolosie des Patlus, in t<arcs 2r l{ctorica) ha formulato le ragioni I'ambiente sociale (Gal 1,8-9;
15,3-5: l) il <che> (,olt, ripetuto
(1979) 19ó-205; DvhlN. A,.,Chisr, Crca-
quattro volte, ci dice che Paolo ci-
per l'introduzione di citazioni, da lcor 9,19-23, 15,l-2i lTs 2,13).
îion, and rhe Church. in W. D. Davies - parte sua, soprattutîo di fram- lnoltre, I'avere un corpo di verità
D. Daube (edd.t, rhe Back+toukd ol lhe ta consapevolmente del materiale
New Tesrcment ahd I^ Estharolo4 ,tJnt rlcnti di Credo. Paolo, come scdt- cristiare spiega come, fin dall'ini-
che forma una serie di proposizio-
venity Press, Cambridge 1956, pp. 422-443i lore di lettere, compone in modo zio, la Chiesa fosse una comunità
Dalie! w. D., Pdzland Rabbinic Judaìyn, ni (per esempio, che (Cristo morì irlistico il suo epistolario, con lo di culto con una devozione incen-
Fortress, Pbiladelphia t980, pp. 36,57, per i nostri peccati secondo le seopo di suscitare abilmente il trata su Cristo come Signore vi-
I l9-l3l; Derrett J. D- Nl. . New CredtiÒh: Scritture>); 2) il vocabolario in rìlussimo interesse nei suoi letto- vente (Mr 18,20; lcor 5,4.16,221.
Credo 350 351 Cristo

Cradualmente questa limpida cenfo il Signore risorto. La con- luzio e, uso deL crcdo. Edn. Napoli 1987; distintive che l'apostolo associava
confessione del Cristo sorto (che fessione battesimale <Gesir è Si- Kennedy G. A., Ne)t Teslament Interprc' al fatto che Gesìr fosse il Cristo.
appale nell'acrostico epigrafico gnore>) (lcor 12,3; Rm 10,9-10; tation thrcugh Rhetori@l Ctiri.tsm, Univer_ Non esistono però spiegazioni o
siiv of Nofh Carolina, Chapel Hìll 1984i
del pesce, rappresentato in greco cfr. Eî 5,26)e la celebrazione della Maí;a R. P., Worship in the Eú rChutch. ragioni effettive per le combina-
dalla parola clîruta ICHTHYS, Cena del Signore, interpretata da Eerdrnans, Grùd Rapids 1974: NeùfeLd V. zioni particolari che troviamo nel-
cioè Gesù Cristo, Figlio di Dio, Paolo corne una <proclamazione> tL, The Ea iest Chtistion Conlessions, E. le lettere di Paolo, dove egli Pone
J. Bdll, Leiden 1963.
Salvatore, in quanto le iniziali del- della morte di Cristo in un collte- Cristo accanto a diversi altri no-
la parola greca formano la paro- sto escatologico (l Cor 11,26), so- R. P. Mattín mi e titoli. Cr,.is/os sembra ricor-
la <pesce>, che a sua volta deriva no i modi piìr chiari in cui Cristo rere piu spesso dove si tratta di
da passi come Mc 1,11i 6,38-44 e crocifisso e vivente, con la sua pa- morte, risurezione e ritorno di
par.; Gv 21,9-14), si sviluppò a se- rusia anticipata (lCot 16,22), ve- CRISTIANESIMO ROMA- Cristo. La iormula en Chrislò Per
conda delle situazioni in cui i cri- niva posto al centro delle pratiche NO: vedi Roma e il Cristianesi- molti aspetti incapsula meglio l'o-
stiani furono incoraggiati o co- di culto nelle comunità paoline. mo romano pinione di Paolo sulla condizione
stretti a confessare la loro fede. Opposizione, Quando le Chie- e la posizione dei cristiani: essi so-
Pelsisteva ancora, comunque, una se paoline incontrarono resisten- no (in Cristo>. L'uso del termine
religiosità semplice, e i credenti za e i loro credenti furono sfida- CRISTO Crlisfos nelle lettere paoline di cui
mantennero per parecchi secoli, in ti, prima da pafte di oratori giu- si contesta l'autenticità dìlferisce
una forma genuina, una fede non dei e poi dall'interno, allora i Cre- SoMMARTo l. Ambiente giùdaico; 2. Uso
poco da quello che troviamo nel-
sviluppata nella persona di Cristo. do si differenziarono in base alla ereco; 3. OLrgine dell'uso cnstiano di le lettere generalmente considera-
senza troppa sottigliezza teolo- C/?/,r/os:4. Uqo paolinol 5. La lormuìa te autentiche, a eccezione di una
situazione. I1 Credo primitivo che en Ch stat 6. Chtistos n Ìle lettere deu_
grca, confessava la messianicita di Ge- ieropaoline dj ùi si contesta fautenlicità.
maggiore enfasi su quella che Può
sù venne sostituito da esposizioni essere chiamata <<cristologia co-
3. TIPI DI CONFESSIONE _ più lunghe, che affermavano la L'uso straordinariamente fre- smica>.
Gli ambienti delle formule paoli- sua autodtà cosmica su poteri de- quente del termine Crrtilos da
ne di Credo sono i seguenti: moniaci (Fil 2,6-11; Col 1,15-20; parte di Paolo esige una spiegazio- I. AMBIENTE GIUDAICO
Predicazíone missíonaris, Con lTm 3,16; yedi Pdncipati e pote- ne. Spesso Paolo ha usato il ter- L'aggett;vo verbale gteco c hristos
un corpo di credenze dottrinali e mine come un secondo nome ef- (usato poi come nome) e il suo
stà), opponendosi a cristologie e
pratiche variamente conosciuto cosmologie rivali (yedi Mondo, fettivo per Gesù, o come un mo- corrispondente ebrai co maíîah so-
come (la parola di vita> (FiI2,16), cosmologia). Parte della risposta do per distinguere questo Gesìr no termini che furono usati nel-
<quell'insegnamento)) (Rm 6,17), di Paolo era di costruire sul Cre- particolare da altd. Vari testi, l'antico Giudaismo e nel Cristia-
<la feder (Col 2,6-7), <la verità> inoltre, mostrano che Paolo era nesimo per rilerirsi a una Perso-
(Col 1,5; 2Ts 2,13), (il vangelo)
do monoteistico giudaico (Dt
na consacrata con l'unzione, de-
6,4-5; ls 45,22) con la sua fede in ben consapevole del significato più
(Rm 2,16; 16,25; FiI 1,7.27\, le ampio del tetmiîe Chrislos/ma- stinata a ùn compito speciale e, in
un solo Dio (lcor 8,6) e di cdstia-
Chiese di Paolo si ponevano a ìiah. E da notare anche che c'e- particolare, a una figura regale o
nizzarlo con una confessione del-
confronto col mondo pagano in- rano dei casi in cui Paolo si trat- messianica. In ambito Politico il
la signoria di Cristo, aÌlo stesso
torno a loro, cercavano di ottenere teneva dall'usare il tetmine Chri- termine era usato per i re davidici
tempo preesistente (Fil 2,6; lCor
il favore di nuovi convertiti e poi s/os: per esempio, non troviamo (Sal 18,50; 89,20; 132,10-17). A
lO,4',2oot 8,9) ed esaltato (Fil
di indottrinare i membri inesper- mai I'espressione <<Gesù il Clisto)). tale riguardo 2sam 7,8-16 è di cru-
2,9-11; Rm 1,3-4).
ti. A1 centro di tale proclamazio- Uno studio attento dell'ambiente ciale importanza, in quanto espri-
ne missionaria c'era I'affermazio- giudaico e greco non spiega la fre- me la speranza che Dio avrebbe
Vedí anchet Culto; Elementi li-
ne che Dio ha esaltato Gesir come qùenza e il modo in cui Paolo usa- mandato il re davidico ideale. Si
turgici in Paolo; Inni, frammenti
Signore sovrano (Rm 10,9-10: yedí va il termine Cftlijlos, Quest'uso deve notare tuttavia che nessuno
innici, canti, canti spirituali.
Esaltazione e intronizzazione) e si spiega invece rnolto bene col fat- dei libri profetici piìr recenti del-
che la fede è vista in primo luogo to che Paolo aveva ricevuto una I'AT usa il termine maÈîah Per il
B'BL. - Bellenson H., racunents oÍ the
come obbedienza alla sua autori- Chtistian Chutch. Oxfatd University Press, tradizione che associava il termi- futuro re paragonabile a David
tà (Rm 1,5; 14,9). London 1943; BuÌtmann R., Be,terrrris- ne Crislo al nucleo del Primo mes- (cfr., per esempio, Zc 9,9-10;
Adorazione cultuale. Essellldo und Liedftas,nente im ercten Pettusbiel, \î saggio cristiano: la morte e risur- 12,7-13,1). Infatti, in Is 45,1 il ter-
Coníectanea Neotestamentic! l\ (1949) mine è riferito a Ciro, e in Ab 3,13
inuovi seguaci indotti a confes- l-14; Conzelnann H., I Cotinthians, rezione di Gesù (cfr. lCor 15,3-4).
sare Cristo come Signore (Rm Herm, Fonress, Philadelphia Ì975; Cull Questa tradizione ricewta da Pao- sembra rilerirsi al re attualmente
10,9-10) e ad accettare ùna nuova manr O., The Ed iest Christian Conles- lo, unita alla singolare espe enza legnalte. Inoltre, nell'antica let-
vìta in lui (Col 2,6), era naturale dorr, Lutterworth, London I949; Fuller R. del Cristo sulla via di Damasco teratura giudaica il termine si tro-
H.. The Missíon a d Achiewnent o.l J46, (v?di Conversione e chiamata di va raramente (cfr. P5. S41 18,5;
che dovesse risultarne 1'onore tri- SCM, London 1954i Kelly J. N. D.,Irlm-
butato nel culto, che poneva al bolídifede de a chiesa antíla. Nascita, evo- I'aolo), ci aiuta a spiegare le idee 4QPBless 3; CD 12,23-24i l4,l9l
Cristo 353
cristo
352
19,10-ll lEn 48,10; 52,4) e non parola greca èleimmeros (dal ver- delle espressioni prelerite di Pao- volta deve emulare. Cristo, quin-
sembra essere stato (una designa- bo aleíphó, (ungere>). E infatti lo. Ciò indica che nel 50 d C., e di, è il grande riconciliatore degli
zione essenziale per un futuro re- Aquila usò questo termine per ren- anche prima, il termine Cb"islos uomini con Dio (2Cor 5,19) e de-
dentore>) (De Jonge 1966, 147). dere l'ebraico maíîah \ella sua cra già diventato un nome di fat- sli rromini fra di loro (Cal 3,28).
C'erano molte forme di attesa traduzione greca dell'AT. to per Gesù e che veniva ricono- Soprattutto gli eventi sal\ifici
messianica nell'antico Giudaismo, L'idea che il termine Christos, sciuto tale dagli ascoltatori di Pao- che lormano ùù clímax al ter-
ma non sembra che i termini tra- come soprannome per Gesù, fos- lo in Macedonia. Anche in I Co- mine della vita di GesÌr fanno si
dotti nelle nostre lìngue con <Mes- se sorto tra i cristiani gentili, do- linzi si può osservare una simile che Paolo chiami GesÌr il C,'is/o,
sia) fossero usati con una certa ve non ci si rcndeva pir) conto delle varietà di usi e di iPotesi. Qui, Per L'imDortanza di tali eventi per la
frequenza, e probabilmente non sue originali connotazioni giudai- csempioi troviamo non solo I'e- comprensione del Cristo risulta
erano termini tecnici per una fu- che, regali o messianiche, non rnressìone ((Cristo Cesù,' (lcor chiaramente anche dal silenzio di
tura figura di redentore. La spe- spiega perché Paolo, un giudeo, I,l-4) ma anche (Crjsto llCor Paolo sui miracoli di Gesir. Inol-
ranza messianica dell'antico Giu- sia, tra gli autori del NTj quello 1,6), e così pure <(nostro Signore Íe, sebbene Paolo attinga alla tra-
daismo potrebbe incorporare I'i- che usa di più questo termine Gesir Cristo>) e <(Gest) Cristo no- dizione dei detti di Gesr) in lCor
dea di una o pit) figure messiani- (Hengel). La comprensione del si- stro Signore)) (lCor 1,2.7-10). ? e altrove, non cita tali detti co-
che, come nel caso del messia re gnificato del termine da parte di Non c'è un significato evidente per me l'elemento costitutivo del suo
e del messia sacerdote di Qumràn Paolo risulta chiaranente da 2cor questa variazione; tutti questi ter- vanselo o kerigma (vedl Predica-
(per esempio, lQS 9,10-11; CD 1,21, dove troviamo il gioco di pa- mini ed espressioni si riferiscono zion;, kerigma), né come il nucleo
12,22-23\, oppúe di nessuna, se role: <E Dio stesso che ci confer- alla stessa persona in relazione al della prima conlessione cristiana
si credeva che Yhwh stesso avr€b- ma, insieme a voi, in Cristo (eit suo popolo. Studi particolareggia- di fede su Cristo.
be alla îine salvato il suo popolo Chrìston) e ctha. confeîito I'unzio- ti sull'uso paolino del termine C,"i- È importante notare che Paolo,
(per esempio, lQM I l-12). ne (clrisas)). Eppure, stranamen- .tlo hanno chiarito che Paolo usa riperetd,o \a paradosrs, la "tradi-
te, Paolo parla raramente del Cù- il termine in una vadetà di modi zione' sacra dei Primi cristiani, da
e di combinazioni con altri nomi cui lui e altri dipendevano, indica
2. USO GRECO - È sorprenden- s/o; parla piuttosto di lesous Chri-
che essa includeva la confessione
te che il tormine crnslos sia usato slor (Gesù Cristo) o talvolta di e titoli, e solo raramente è Possi-
così fiequentemente da Paolo (270 Chtistos lcsous (C sto Gesù) o bile spiegare tali cambiamenti. (Cristo morì per i nostri Peccati)
volte su un totale di 531 nel NT) peúino di ho Kytios Ièsous Chri- Sembrerebbe non esistere una mo-
(1 Cor 15,3). Qìresta formula
e che appaia usato per Gesìt come s/os (il Signore Cesil Cristo). Que- tivazione teologica Per cui Paolo itraordinaria, senza Precedenti
un nome, piuttosto che come un st'uso indica con forza che, prima oualche volta usi I'espressione nell'antico Giudaismo, è conside-
titolo o un termin€ descrittivo. È che Paolo scrivesse Ie sue lettere, ,lCristo Gesu,> piuttosto che (Ce- rata da Paolo, che l'aveva appre-
un fatto veramente notevole, in il termine CrriJtos era usato am- sù C sto>), o prelerisca talvolta
(il sa da quelli che erano <in Cristot)
quanto Paolo scrive principalmen- piamente dai p mi cristiani come Signore Gesir Cristo) invece di pdma di lui, il cùore della fede cri-
te ai Gentili, che potevano anche parte del nome di Gesù. Se non <Cisto)). stiana. Ciò significa che nel perio-
non conoscere bene lo sfondo giu- fosse così, ci aspetteremmo che Si può provare che Paolo usa il do tra il 30 d.c. e il momento in
daico di questo termine. Nell'uso Paolo spiegasse talvolta al suo au- termine Cllrislos e le sue varlanti cui Paolo ricevette questa tradizio-
profano greco il termine cr,'isfo^t ditorio il significato del termine. soprattutto in contesti in cui attin- ne (sicuramente Prima dei suoi
signiîica semplicemente un un- Dobbiamo considerare brevemen- ge alla tradizione prepaolina o_ri- viaggi missionari). il termine Crl/-
guento o cosmetico, ma evidente- te le testimonianze che provano un flette sul significato escatologrco s10s non solo era usato dal crlslla-
mente non si riferisce mai a qual- uso prepaolino del termine Chi- della morte, risurrezione e Paru- ni riferito esclusivamente a Cesil,
cuno che abbia ricevuto l'unzio- slos per Gesù. sia di Crislo (Yedi Escatologia) ma era gjà strettamente collegalo
ne (cfr. Euripide, Hípp. 516; Questi eventi specialì so$o la ra-
rlla morte di Cesu come mezzo dt
Moule 32). Un frammenîo da un 3. ORIGINE DELL'USO CRI- gione fondamentale Per cui Pao- salvezza escatologica.
manoscritto di Diodoro Siculo STIANO DI CHRISTOS - ln lo vuole chiamare Cesil Crllslos È possibite, come concludeva
(lb; 38-39,4) poco tempo prima una delle prime lettere di Paolo, (cfr. Hengel 146-148). Si Può tro- Dahl (1974), che questo sviluPPo
vare una sintesi della teologia pao- possa risalire al fatto che Gesir era
dell'epoca di Gesìr usa il termine I Tessalonicesi, scritta probabil-
neochrístos per fare tiferimento a mente nel 50 d.C. se non prima, lina su Cristo in 2cor 5 ,14-21 . Cti- stato crocilisso come pretendente
un edificio <intonacato di recen- ricorre una varieta di usi del ter- sto è morto -una volta per sem- messianico. Si può comunque du-
te>. Perciò il grande uso che Paolo mine CilrJlos. Per esempio, Pao- pre ed è stato risuscitato, così bitarne, dal momento che il tito-
îa del termine Clrrislos, quasi co- lo parla del <Signore Gesìr Cristo) che ouelli che ha redento Possano lo sulla croce poteva leggersi ó4-
me un nome per CesìI, esige una (lTs 1,1; cfr. lTs 5,23.28), (Cri- viveri per lui. Quesli eventi testi- sileus. melek e rcx e noî christos,
spiegazione. Soprattutto perché, stoD (lTs 2,6), <<in Cristo Gesir> moniano l'amore fino al sacrificio maiîah e ch stus.'il Piir Probabi-
per parlare di una persona unta, (1Ts 2,14) e (in Cristo)) (lTs espresso da Cristo nei confronti le forse che l'uso antico e PrePao-
si poteva benissimo ulilizzarc la. 4,16), che doveva diventare una del suo popolo e che questi a sua lino della parola Christo|, r;lali-
Cristo 354 355 Cristo
camente un nome per Cesù, si ne possessiva, come ((Cristo di crocifisso. La crocifissione era ùna sviluppato il valore storico-umano
spieghi col fatto che Gesù, durante Dio> (ma cfr. lcot 3,23).E Chrí- punizione riservata ai peggiori cri- del Messia. Questo è il particola-
il suo ministero, si ritenesse in s/os non viene mai usato come minali e rivoluzionari. Sembra che re apporto teologico di Paolo>
qualche modo ì'inviato di Dio semplice predicato nelle lettere i Giudei, in base a una certa let- (crundmann 1019). In Rm 15,8
(moíîoh), e prlasse così deÌla sua paolin€. Né si trova mai l'espres- tura di Dt 21,23 (cfr. Gal3,13), ri- Paolo dichiara apertamente che
morte in termini come quellì di Mc sione <Gesìr il Cristo> (Dahl 37). tenessero la crocifissione come un C sto è divenuto ministro dei cir-
10,45 (cfr. Witherington 251-256). Infatti, Paolo non seDte mai la ne- segno di maledizione da parte di concisi, e offre la speranza del-
Forse anche gli antichi cristiani cessità di enunciare la formula Dio per la persona crocifissa. Non la salvezza di molti Giudei negli
dell'ellenismo giudaico sapevano <Gesit è il Cristo>, né adduce ar- ci sono prove cerîe che Is 53 fosse ultimi tempi (Rm 11,25-26). Cri-
che una persona media di lingua gomenti in favore dell'idea, D'al- mai applicato al Messia prima del sto ora è un salvatore solo per i
greca avrebbe preso piì) facilmente tra parte, egli utilizzò fra le altre tempo di Gesù (è discutibile il si- Centili mediante i suoi ministri
come nome la parola Christos, si- quella che comunemente è consi- gnilicato della prova data dal78, e apostoli come Paolo (cfr. Rm
mile al piir familiarc Chrcstus, derata la pir) antica delle confes- kq 53). 15,16-18), ma nella mente di Pao-
(cfr. Svetonio, Claud. 25, dove sioni cristiane: <Gesir è Signore> Un attento esame dell'uso del lo questo non annulla il signifi-
evidentemente C&/ttlrs è letto co- (Rm 10,9; yedi Credo). Questo in- termine C/i.rto da parte di Paolo cato della priodtà della missio-
me Chrcstus), distinguendo così dica fortemente che la messianicità indica che in complesso il pensie- ne e del seNizio di Cristo per i
questo GesÌl da altri con quel no- di Gesu non era posta in discus- ro di Paolo non era de vato dal- Ciudei. Anzi, Paolo vuole insiste-
me. Inoltre, è possibile in parte sione nelle comunità paoline e che le antiche idee giudaiche sull'Un- re pef i suoi ascoltatori, in gran
che il doppio nome Ge,rù Ctisto sia Paolo stesso la riteneva un presup- to di Dio, ma piuttosto dalle tra- parte gentili, che la salvezza è pîi-
divenuto comune, perché i primi posto per tutte le altre confessio- dizioni sulla conclusione della vi- ma di tutto dai Ciudei e per i Giu-
cristiani desideravano indicare la ni, Nelle sue lettere, per esempio, ta di Gesù e le sue conseguenze, dei, e poi per i Gentili (Rm l,16;
dignità regale del loro Salvatore e non cercò di dimostrare, compro- unite all'espedenza di Paolo sul- vedi Israele),
gli abbiano dato così un doppio vandola con testi, la messianicita la via di Damasco. Questi aweni- Paolo conosceva bene le antiche
nome, come altre figure eminenti di Gesù. J. D. G. Dunn si espri- menti costrinsero Paolo a ripen- idee giudaiche sul M€ssia, giudeo
dell'epoca, per esempio Cesare me così: sare cosa significasse per qualcu- nato sotto Ia Legge (cfr. Gal 4,4)
Augusto. <[Paolo] non fa alcun tenta- no essere il Messia davidico (Kim). e dalla stirpe di David (cfr. Rm
tivo per provare che Gesù sia ll fatto che Paolo e altri primi cri- 1,3), ed è lieto di affermare que-
4. USO PAOLINO - Paolo, do- realmente "il Cristo" nonostan- stiani usassero il tgrmiîe Chrístos sto di Gesir. Ci sono anche vari
vunque per la pima volta abbia te la sua sofferenza e la sua per riferirsi a qualcuno che era passi in cui Paolo fa ferimento
sentito che Gesir era chiamato morte. "Cristo" non è piir un morto sulla croce ed era risorto alla piena umanita di questo CftrÈ
Càrr'slos come un secondo nome titolo, per cui si debba dimo- dalla morte, indica fino a che pun- slos (Rm 5,17-19; Fil2,7; Rm 8,3).
di fatto, rton dimenticò mai che, strare se sia giusto applicarlo a to îosse cambiato il significato del Egli sapeva anche che, in genere,
probabiìmente, in origiÍe Chfistos Cesù. La iede in Gesìr come il termine. Cr,,ls/os portava la sal- gli antichi Giudei non pensavano
era stato un titolo. Lo provano pa- Cristo è così consolidata nella vezza al suo popolo mediante la ai Messia come a una sorta di fi-
recchie testimonianze, In primo sua mente e nel suo msssaggio, morte, Ìa dsurrezione e l'esaltazio- gura sovrumana, ma piuttosto co-
luogo, Paolo non pore tnal Kytios che egli semplicemente l'accet- ne (vedi Esaltazione e intronizza- me a un uomo esemplare, unto in
accarúo a Christos da solo, perché ta come vera, e (Cristo>) diven- zione) all'autorità e al potere alla modo particolare con lo Spiriîo di
sarebbe equivalso a unire inoppor- ta semplicemente un modo di destra di Dio, sopra tutti i princi- Dio (Grundmann 993; ma cfr. le
tunamente due titoli (Grundmann parlare di CesÌ1, come un nome pati (redl Principati e potesta), parabole di lEz, che fanno pen-
981). L'unica eccezione possibile proprio per Gesìl (cosi anche in Egli non portava la salvezza libe- sare a una figÌrra pir) che umana,
a questa regola si trova in Col lCor 15,3))r lDunn 43]. rando dal giogo del dominio ro- e forse il Figlio dell'uomo di Dn
3,24, dove tîoviamo tó K))rió mano durante il suo ministero ter- 7). Ma anche qui Paolo sembra es-
Chrisîó douleuete (<<Servite a Cri- Uno dei modi piir importanti in reno. Insomma, Paolo ha in men- sere andato molto piìr in 1à della
sto Signore>), ma 1ì fJ./,.id può an- cui Paolo usa il termine Crrirlos te qualcosa di abbastanza diverso maggior parte dei Giudei suoi con-
che avere il signiîicato proîano di si trova in un'espressione audace dal contenuto di testi come Ps. temporanei nella comprensione
(padrone), e non di Signore divi- intesa a caratterizzare Ìa sua pre- Sal. 17-18, dove il Messia appare del Messia davidico, perché il mo-
Do (cfr . Col 3 ,22-23) . In secondo dicazione: C h t ístos e s t out1 menos come un conquistatore che libera do pir) semplice di leggere I'espres-
luogo, Paolo non aggiunge mai un (<<Cristo crocifisso>, lCor 1,23). dal giogo del dominio straniero. sione grammaticalmente dif ficile
genitivo al termine Cilti/os (co- L'espressione deve aver iatto una Tuttavia non sarebbe esatto di- di Rm 9,5 è il seguente: (Viene il
me si può osseNare nell'antico forte impressione agli ascoltatori re, come Grundmann, che (la Cristo, che è sopra ogni cosa, Dio
Giudaismo, per esempio, (<l'Unto giudei, dal momento che non c'è concezione del Messia perde il suo benedetto per sempre) (Metzger).
del Signore>). Infatti, non usa il alcuna prova certa che gli antichi significato nazionalpolitico e na- Questo indica che Paolo vide il
termine in ogni tipo di espressio- Giudei attendessero un Messia zionaheligioso e viene att€stato e Cristo non solo come colui che as-
Cristo 356 35',7 Cristo
sumeva funzioni divine in cielo, che non si dimenticasse mai che sto Gesìr>) nelle Pastorali. Questo bra dipendere molto di più dalla
ma in un certo senso come colui Gesi!, il salvatore del mondo, è ta- numero di ricoÍenze è notevole, propria comprensione dell'antica
che prop amente era chiamato le solo come Messia giudaico, il specialm€nte perché altd sc ttod escatologia giudaica che non da
Dio. Ciò si accorda con Fil 2,1l, Crrislos. Può essere perciò che neotestamentari notr usaJono qua- Paolo.
dove Gesù Crl.?.r/os è chiamato coì l'uso paolino del termlîe Chtístos si mai l'espressione (ma cfr., per Paolo parla della presenza di
nome divino usato nellaLxx, Kl- come nome per Gesù, come anche esempio, lPt 3,16; 5,10.14). Paolo Cristo nel credente (Gal 2,20; Rm
/ios ((<Signore)), e anche con Col il modo in cui si asteneva dall'u- non ùsò mai il termine chtistíanos 8,10), ma questo non è così tipico
1,19 (<poiché piacque a Dio di îar sarlo, non fosse proprio qualcosa ((cristiano>); sembra piuttosto dell'apostolo come I'espressione
abitare in lui oqni pi,eîezza lplè- di abitudinario. D'altronde, era che en Christò sia per lui il sosti- en CrrislÒ. Non sembra possibile
rómal>>). Si dovrebbe notare che un tentativo da parte di Paolo di tuto per questo aggettivo (cfr. né sosîenere che Paolo usi sempli-
in Rm 9,5 Paolo parla molto chia- ricordare a una Chiesa di Gentili lCor 3,1). D'altra parte, l'espres- cemente il linguaggio di trasferi
ramente del Cri^r/o e questo, an- in espansione che il Salvatore e la sior.e en Christó sembra avere un mento da un campo all'altro, né
cora una volta, indica che com- sua salvezza erano di origine giu- senso più pregnante, in quanto in- eliminare completamente il senso
prendeva il termine nel suo signi daica. dica l'ambiente o I'atmosfera nella locativo di en Christó ir vati ca-
ficato piìr ampio. I1 termine Crrislos, se studiato quale vivono i cristiani: essi sono si. E neppure si possono sempli
L'uso paolino di CftlÌslos nei nel contesto dei suoi diversi usi nel (in CristoD. A, Deissmann, nel cemente spiegare questi testi come
saluti delle sue lettere è segno di corpr.o paolino, rivela come l'apo- suo studio pronietislico Díe neu- un altro modo di dire che qualcu-
una visione elevata di Gesu. Co- stolo attingesse, ampliasse, tra- testamentlíche Formel <<ìn Christo no apparticne a Cdsto, o che le co-
sì, per esempio, in Fil 1,2 si dice slormasse e trascendesse alcune Jesuù (1892), sosteneva che que- se giungono a compimento per il
che grazia e pace vengono non so- antiche idee giudaiche sul Messia. sta formula avesse un significato credent€ attraverso Cristo. Piutto-
lo da Dio Padre, ma anche dal Si- Per Paolo il contenuto del termi- sia locale che mistico, irl cui Cri sto, per Paolo il concetto dell'es-
gnore Gesù Cristo. Come osserva ne Clnslos d€ vava nel comples- sto, come una sorta di spirito uni- sere in Cristo è centrale sia logi-
Moule, (la posizione che qui Ge- so dall'evento Cristo e dalla sua versale, era la vera e propria at- camente che teologicamentg. Non
sù occupa in relazione a Dio, co- esperienza di quell'evento. Questo mosfera nella quale vivevano i cre- si può fare qualcosa per o con Cri-
me anche in altre formule di aper- portava a tre elementi nella sua denti. sto se prima non si è en Ch stó.
tura delle lettere del NT, non de- predicazione su Cristo, senza pre- Un buon esempio per quest'u- Se si è elt Cftrisfd, si è nel suo cor-
sta poco stupore, specialmente se cedenti nell'antico Giudaismo: l) so si trova in 2Cor 5,17: ((Se uno poi la ekklesìa (vedl Chiesa). Gli
si considera che tali lettere sono il Messia è chiamato Dioi 2) del è in Cdsto, quella persona (o (ìl))) elfetti dell'essere in Cristo sono di-
scritte da Giudei monoteisti con ri- Messia si dice che è stato crociîis- è una nuova creazione)t (cfr. Fil versi: trasformazione spirituale
ferimento a una figura del passa- so e la sua morte è vista come re- 3,8-9; vedí Creazione e nuova umana mediante Ia morte al pec-
to recenteD (Moule 150). ln que- dentrice; 3) si attende il ritomo del creazione). Inîatti, per intere co- cato, possesso dello Spirito (redi
sti esempi Gesiì Cristo è visto co- Messia sulla terra. I Giudei non munità si poteva dire che fossero Spirito Santo), divenire una nuo-
me uno che dispensa ciò che solo cdstiani non parlavano di un Mes- (in Cristo>), nello stesso modo in va creazione o creatura, essere dn-
Dio può dare vetamenfe; íalóm sia crocifisso né tanto meno di una cui si diceva che erano <<in DioD novati nell'intimo e nella mente,
(yedi P ace, riconciliazione). seconda veruta del Messia. Né ab- (cfr- Cal 1,22 e Fil 1,1 con lTs conseguire la speranza e \a certez-
Rm 1,16 dà una possibile chia- biamo alcuna prova che gli anti- l,l). Ci sono molti altri passi che za di una risurrezione del corpo,
ve, che indica perché Paolo usas- chi Giudei volessero chiamare il sembtano avere un senso locativo simile a quella di Cristo, ed esse-
se con tanta pemistenza il termi- Messia <Dio>, o uno in cui abiti (1Ts 4,16; Gal 2,1'1; lcat 1,2; re uniti spiritualmente con una
îe Chrisîos, accennando anche la pienezza della divinità. 15,18). A. Schweizer, in The My- grande moltitudine di altri creden-
talvolta che in origine era un tito- sticism oÍ Paul the Apostle (1931) , ti in una entità viventeche Paolo
lo, piuttosto che usare un termi- 5. LA FORMULA I'N CHRISTA rifiutando gran parte del ragiona- paragona a un colpo.
ne come.role,. (<<salvatore)t) p9r ri- Si deve probabilmente a un'at- mento di Deissmann, sosteneva Le implicazioni cdstologiche di
ferirsi a Gesr). Sebbene Paolo fos- tenta riflessione su qualcuno dei che la solidarieta che, secondo questo uso di er Clnsfd sono state
se l'apostolo dei Centili, desidera- tre elementi suddetti il fatto che Paolo, i c stiani avevano con Cri- abilmente ricapitolate da C. F. D.
va continuare ad affermare ai suoi Paolo sia giunto a usare I'espres- sto e I'uno con l'altro, è quella Moule (62,65): <Se è vero che
ascoltatori, e forse di quando in ((in Cdsto>) nel
sione er Cà,'rsró corporativa di natura quasi fisica Paolo pensava se stesso e gli altri
quando perfino a rimarcare, che modo in cui la usò (vedi In Cri- che soprawiene col rito essenzia- cdstiani come "inclusi" o "situa-
la salvezza veniva dai Giùdei ed sto). En Christó era indiscutibil- le del battesimo d'acqua, e non ti" in Cristo; ...questo indica una
era per i Giudei prima che per gli mente una delle espressioni preie- mediante un'esperienza soggettiva concezione piìr che individualisti-
altd. Per fare questo, un modo era rite di Paolo, ricorrendo 164 vol- causata dalla fede. Questo sicura- ca della persona di Cristo... una
quello di continuare a giustappor- te nelle lettere paoline piu impor- mente va oltre I'evidenza e con- pluralità di persone può ritrovar-
re i due termini lèsous Christos. tanti e un'altra mezza dozzina nel- traddice testi come Gal 2,16 e Rm si "in Cristo", come le membra
Paolo, come giudeo, desiderava lafolrra en Chrìsb leso, k(in C - 5,2. L'opinione di Schweitzer sem- sono nel corpo>.
Cristo 358 159 Cristologia

Ciò significa che Paolo conce- quello sulla Chiesa diventa eviden- oÍ Jesus i
PauL, ií
The Ctucified Messiah sia di Paoloi 3.1 La divinità di Cristo;
a d Other Essals, A\lasb\tre, Minneapolis 3.Ll (Cristo... la Sapieua di Dio>; 3.1.2
pisce il Cristo esaltato come un es- te nell'inno di Col l,l5-20, dove 1974, pp. 37 :l7i De Jonge M., ChtístoloS! (M€ssia... Dio benedetto' (Rm 9,5)i
sere divino nel quale i cristiani i due sono menzionati contempo- i, Correjt, \treshrinler, Philadelphia 3.1.3 <11 quale, pur essendo in forma dj
possono vivere ovunque. In alt raneamenÎe. )988;1d., The Ea iest Chisrian Use of Dio...> (Fil 2,6-7): 3.1.4 <In Cristo)i
Tra i (detti degni di fede> che <chrislos>. Sone suSSesttorr, in NfS 32 3.1.5 Crjsto e 1.] Spirito; 3.2 L'umanila
termini, I'idea di Paolo sull'incor- (1986) 321-343r Id., The Use oJ the Wotu di Crislo; 3.2.1 CristocomeFigìio; 3.2.2
porazione in Cdsto e sul suo risul- carattetizzaDo le lettere pastorali <Anointed, in the Ti e a.l Jesrs, in Nr" 8 Naro da donna; 3.2.3 Fatto a somiglian
tato, 1'essere in Cristo, indica un'i- (vedi Lelteîe pastorali), solo due (1966) 132 148;Dunn J. D. G., U it! and za di uomini: 3.2.4 Ultimo AdaÍìo; 4.
dea di Cristo come un essere divi- aggiungono qualcosa di nuovo al Diwsitt inthe Nev Testanent: An Inquì- L'impalto e L'influenza delÌa cristologia
concetto di Cristo rivelato nelìe r! ìnto îhe Chanctet o.î Ea íest Chtislid- di Paolo; 4.1 La crislologia diPaolo nel
no rr cui tutti i credenti possono ,r)',westminsi€r, Philadelphia 1977; suo univerrc di pensi€ro;4.1.1 Escatolo-
dimorare, e allo stesso tempo un pr€cedenti lettere paoline. In lTm Grundmann w., chtistos, ìr GLNT, \o1 gia;4.1.2 Soieriolosja; 4.1.3 Popolo di
essere divino che può essere tr? tutti 6,13 Cristo rende testimonianza XV, coll. 939-1092i H€nselM., <Chisros, Dio; 4.i.4 Dio: 4.2 L'influsso più vasto
icredenti, mediante la presenza davanti a Pilato, facendo così ri- i Paul, ir\ Between Jesus and Paul, Fot- della cristologia di Paoloi 5. Originalita
rress, Philadeìphia 1983, pp. ó5-7?; Jere' e ordinarielà della cristologia di Paolo.
dello Spirito. salire momenti di significato cri- úias J., Aúike oses Chtistas, ìn ZNW 57
stologico a un awenimento ante_ 11.966) 211-215, ld., Nochmals: Atikeloses La cristologia paolina è stata
6. CIIRISTOS NELLE LETTE- riore alla morte di Cristo. Prima. Chthîos in lK15,3, ]n ZNW 60 (1969)
spesso studiata in base ai temi co-
in 1Tm 1,15, leggiamo 215-217; Johnson S. E., Crtkî, il IDB,vol.
RE PAOLINE DI CUI SI CON- che Cristo
2, pp, 567'568j Kim 5., The O gins oÍ stituiti dai maggiori titoli usati da
TESTA L'AUTENTICITÀ _ IN (è venuto nel mondo) con lo sco-
Paul's Cospel, Éerdmans, Grand Rapids Paolo -
Cristo, Signore, Figlio di
Colossesi ed Efesini troviamo un po specifico di salvare i peccato- 1982; Kramer W., Crlisros Kltìot Goúes-
ulteriore sviluppo della cristologia ri. Questo sposta ancora più indie- rorr, ATANT 44, Zwinsli, Zurich 1963:
Dio, Salvatore - e dalle maggio-
Mccastand S.V,, Christ Jesus, i^ JBL 65 analogie come Adamo e Sapien-
paolina che concentra l'attenzio- iro nella storia di Cristo i momenti (1946) 37?-383; Marshall L}l., The Oisins za. Per quanto importante possa
ne su quello che è chiamato ((il mi- cristologicamente significativi, al- oJ Neh) Testament Chtìstalo8y, Intervarsi- essere questa nomenclatura cristo-
stero di Cristo>). Questo mistero meno all'inizio della vita umana ty, Down€rs Grove (IL) 1990 [1976]; Meú-
logica, non esaurisce però I'inte-
è che Dio in Cdsto ha salvato e ri- di Gesù, e forse allude alla pree- Eeî B. M. , The Punctuation of Ronans 9,5,
ro ambito della cristologia paoli-
in B. Lindars's. S. SmaÌley (edd ), crlisr
conciliato tutti i popoli, Giudei e sistenza di C sto (vedi Cristolo-
a\d Spitit in theNew Testanent: Studies in na, Tentando di ampliare la pro-
Gentili, e perfino l'intero cosmo gia). L'ultima idea è espressa al- Honout oÍ C. F. D. Moule, Ur]-i\ercity
sp€ttiva ottenuta col prendere in
(vedi Mondo, cosmologia). La trove in Paolo, piir chiararnente Press, Cambridse t9?3, pp.95-112; Moule
C. F.D., The Oùsin of Chtistolas!, Uni'- esame i singoli aspetti della cristo-
portata cosmica del ruolo di Cri- negli inni cristologici di Fil 2,6-11
e Col 1,15-20. In lTm 2,5 l'accen-
versity Press, Cambridge 197?; Neugebaùer logia di Paolo, questo articolo
sto div€nta particolarmente evi- F., Das patlìnbche <in Christo>, iî
NTS conc€ntrerà la sua attenzione sul-
dente in queste due lettere. Non to è sull'umanità di Gesir come 4 (1957-1958) 124-138; Neusner J. - Green
mediatore tra Dio e l'umanità. In- w. S. - Frerichs E.. rrd. sm and Theiî Mes- Ie origini della cristologia di Pao-
sorprende, quindi, che queste ac-
fine, si dovrebbe notare che ìe let- sìahs at the Tum ol the Chtistian Erc, uri' lo, sulla sua forma narrativa, sul
centuino il ruolo crescente del Cri- versiiy Press, Cambridg€ 1987: Rengstorl suo duplice interesse per la dìvinita
sto esaltato più di quanto faccia tere pastorali riflettono una cer- K. H.. chtisîos, in NlrNIZ, vol. 2, PP.
ta predilezione per l'espressione e l'umanita di Cristo, sul signifi
la maggior parte delle precedenti 334-343t Torrey C. C., c/,/,stos, in R. P.
(Cdsto Cesù>, o talvolta (Cdsto casey e! al. (edd.), Ord"rulocunque (Kiî' cato della cristologia di Paolo per
lettere di Paolo, sebbene non man-
sopp Lake F€stschrift, Christopher, Lon- la Chiesa primitiva e sul suo con-
chi il ferimento alla morte e ri- Gesur combinato con <nostro Si- don 1937, pp. 3l?-324i witherjngion B.,
gnore)). tributo caratteristico in confron-
suÍezione di Cristo, In queste due The Chtístalosr oÍ Je.sus, F ortress, Minnea
Lo studio dell'uso paolino del polis 1990. to e ilr contrasto con altre cristo-
lettere Cristo appare non solo co-
termiqe Chtisfos ci consente di logie canoniche.
me salvatore personale per gli uo- B. Withetíngto III
mini, ma anche come dominato- scorgere il pensiero cristologico di
re del cosmo. In Cristo si trovano Paolo, ma deve essere comPleta- 1. LE ORIGINI DELLA CRI-
tutti i tesori della sapienza e della to dallo studio particolareggiato di STOLOGIADIPAOLO Ci so-
CRISTOLOGIA no diversi possibili punti di parten-
conoscenza di Dio (Col 2,2-10), altre importanti idee cristologiche
come Signore, ultimo Adamo e Fi- za per lo studio delle fonti o delle
sebbene il mistero non sia esote- SoMMARTo 1- Le origini della cristolosia
rico, riguardando ciò che Cristo glio di Dio. origini della cristologia di Paolo.
di Paolo; 1.1 Giudaismo; l.2Elienismoì
compie pubblicamente sulla cro- 1.3 Conversione/cliamata di Paolo e !ra- 1,1 Giudaismo -
Un approccio
ce, e in ambedue le lettere il mi- Vedi anche: Adamo e Cristoi dizione protocrjsliaùa; 1 3.I <Il vang€lo è quello di cercare di estrapolare
stero è posto in relazione alla co- Cristologia; Figlio di Dio; In Cri- di Cristo>: 1.3.2 Il Crislo risorto ed esal' dai documenti del NT e dalle fonti
tato; 1.3.3 IlCristo corporativo; 1.3.4 Il extracanoniche le credenze del fa-
munità di fede, Secondo Ef 1,22 sto; Salvatore; Signore. Crisro saìlatore: 2. La forma narativa
Cristo governa sul mondo Per la della cristolosia dì Paolo; 2.Ì Crisrolo riseo Paolo (vedi Ciudeo, Paolo
Chiesa, e in Ef 5,32 il mistero ri- BruÌ. Boutli€r M.. En Crtisi. Eîude d'e!' gja e teologia;2.2 La quadrupljce narra' come) sul futuro Messia, Quanto
éÈèse et de théologíe paulinienne, Patis riva; 2.2.1 La storia dj cristo; 2.2.2 La deve la cristologia di Paolo alle sue
guarda la relazione fra Cristo e la 1962: Cullmann O . , Ine Cfi rístolosr ol the rori. dì Israele: 2.2.3 La storiadel mon
sua Chiesa. lnoltre, il rapporto tra N"v Teslorrerr. Westmìnster, Philadelphia doi 2.2.4 La loria di Diot 3. La djvini!à credenze messianiche precristiane?
il primato di Cristo sul mondo e 1963 (riv.): Dahl N. A., The Messitihship e l'umanit d;Gesùr Cristo nellacristolo- Qùest'impresa, tuttavia, comporta
360 16r Cristologia
Cristologia
L'ellenismo sul pensiero giudaico- versione e le imúediate conse- Questa frase, (il vangelo di Cri-
un'cnorme serìe di congctture non
solo sulla tìde messianica dei ia- paleslincse dguardo a Dio e ad al- gucnze. QuìPaolo è molto deciso stor, potrebbe essere compresa
risei prima del70 d.C., ma anche tri argomenti rcligiosi lnolto pri- nell'affermare di non aver ricevu- come (il vangelo che vìene da Cri-
sull'appropriazjone unica, da Par- ma dell'era crisliana. lo il sùo vangelo da uomini: ùon sto) o (ìÌ vangelo il cui contenu-
le di Paolo, del suo paîrimonio Ma, a prescinderc da queste era di origine umana, né iÌ risul- to è Cristo>). La differenza è signi-
(per la complessità delle prove cir- considerazioni pir) generali, ci so- tato cli qualche ìnsegnamento ri- ficativa, e scopriamo Ia chiave del
ca il <Giudaismo> dell'cpoca di no prove che il titolo klrios sia cevùto da uomini. Al contrario, pensiero di Paolo flel contesto im-
Paolo, cfr. NeusÌler el al.). Pùr- ùato molto presto col sorgere del- Paolo afferma di avere riccvuto il mediaîo, quando Paolo dice che
la Chiesa e non sia un prodotto suo vangelo per rivelazione direr- (Dio... si conpiacque di rivelare
troppo, eccctto Pochj rifetimenti
qua e 1à, Paolo clice poco delle sue della succcssiva ellenizzazione tamente da Dio. Si deve sottoli- a me suo FigÌio)) (Gal I,15-16).
credenze messianiche precrisLiane. del Cristjanesimo. ll grido aramai- neare che ir questo passo PaoÌo I'aolo si appella a una rivelazio-
lnar|na rfttl, (Vieni, o Signo- difende in primo luogo la fonte e ne, il cui conteiuto era <il Figlio
llmassimo che si può ammettere , cQ
re!> (lCor 16,22: vedi Elementi la sostanza del sùo vangelo, ,o, di Dio). Questo è probabilmente
a giudicare da un testo come Rm
lìturgìci in Paolo), che sicuramen la sua conversione a Cristo e ciò ciò che significa <vangelo di Cri
9,5, ò che egli deve avcr creduto
in ìrì1 íutùro Messia unìano c da te risale alLa comu tà palestine- è molto utilc per spiegare le dìffe- sto) in Gal 1,7. Se è così, allora
vidico. \4entre il debito di Paolo se dì lingua aramaica o a quelLa renze notate tra qÙcsta narrazio è pertìnente a qucstlargomento
antjocheno-giudajca, mostra che! ne e i raccontj di Atti, parlicolar- chc nei racconti di At9 e 22 Ana-
nci conlrontj del messianismo gir.r-
pÌima che Paolo scrìvcsse le sue mente quelli di At 9 c 22. Ammet nia non istruisca Paolo sz Gcsir
daico, e soprattulto del messiani-
smo farisaico, fu sicuranente pìÌL letterc, si invocava e si iaceva cen- riamo, per quanto riguarda il no- Cristo. Piuttosto, in At 9 gli dice
grandc, mancano le Prove Per sco- no a Cesu come a un Signore di- stro argomeùlo, che gli Atti cidia di alzarsi, di ricupcrare la vista ed
prire in qualc misura egli sia de- vino che sarebbc tornato al suo no deì dati attendibili sulla chia- essere battezzato, mentre ìn At 22
bilore (ma cfr. Hcngel 1991). popolo. Se j primì cristiaùi aves- rnata/conversione di Paolo. Nel- Anania spiega i1 signiijcato dell'in
le lettere di Paolo, e senza dubbio carico di Paolo, In ogni caso, aÌ-
1.2 Ellenismo Un altro me- sero crcclulo che Gesù era soltan
to un maestro giudaico-palestinese nel terzo racconto della sua con- la Luce delle parole del Signore ad
todo per scoprire le origini del
pensicro cristologico di Paolo è deccdrìto, non si sarebbc mai avu- versione/chiamata in Atti (At 26), Anania in At 9,15 16, dobbiano
to quesro tipo di invocazione (cfr. è evidentc che Paolo non conside- probabilmente capire che Anania
stato I'approccio religionsge rò il sLlo incarico, la sua missione dice a Paolo una parola profetì-
schichtlich (della (rstoria delle re- Moule, Longenccker). E il îatto
che si sia conservato in aramaico, e il suo messaggio essenziale come ca, non gli offre istruzioni o con-
ljgioùi)). Forse I'esempio sùpremo
trasljttcrato in greco, attesta ilpo- provenienri da lonte umaùa. Leg- sigli umani,
e piil influenle di questo approc-
sto di riguarclo che ebbc nella de- giamo che Saulo non riccvette al lnoltre, qùalunque cosa Paolo
cio è I'opera classica di W. Bous-
seI, Kytios Chrislos (l9l3). Qui la vozione dei primi crìstìani a Cri- cun insegnamento cristiano pima possa aver inteso col <vangelo di
cristologia di Paoìo e Ìa Chiesa sro (vedi Culto). della sua esperienza sul1a via dj Cristor, sapeva bene di aver rice-
primitiva sono mcsse a confronto 1.3 Conversione/chiamala di DaÌnasco e, come spiega At 26, vuto, dopo la sua conversione,
con le idee deL mondo greco- Paolo e lradizione protocrisliana non fu Anania la fonte decisiva tradizioni relative a Cesu e ai suoi
dell'incarico e della missione di insegnamenti da altri cristiani,
romano, ìn particolare quellc che - Per motivi come quelli appena Paolo. Tutti e tre gli elementi han- compreso forse Pietro, quando
si LrovaDo Ììelle varie forme di visti. la ricerca modema sùlle oÌi-
pensìcro religioso pagano Sì af'- gini deÌla crìstologia dj Paolo ha no la loro origine nel suo incon- Paolo si era recato per la prima
trovaLo un approccìo piil promct- tro col Signore esaltato. Questo volta a Gerusalemme (Gal I,l8;
fermò, per csempio, l'aPProPria-
tente nclL'esame delle Prime con- punto è egualmente chiaro in At vedi Tradizione; Gesu, detti di). E
zione, da parte di Paolo, del lito-
1èssioni cristologiche (l,edi Credo) 9,15 e, in grado minore ma signi- non possiamo quasi credere che
lo Xtrio"! ((Signore)) dall'uso pa-
gano, riflcttendo così l'influenza iùserite nelle lettere di Paolo, e 1ìcativo, in At 22,14. quando Paolo salì di nuovo a Ge-
neÌlo studio clcLle affermaziot'ti di 1.3.1 <<Il wngelo dí Ctisto> - rusalemme <(dopo quattordici an-
ellenizzanle sùl pensiero prolocri-
stiano. Tuttavia, una Premessa PaoLo sulla sua chialnaLa/conver La vera questione per Paolo, in ni)r, Pietro, Giacomo e Giovanni
sione (redl Conversione e chiama- Galati, non e di stabilire che eeli ascoltassero soltanto, tranquilla-
fondamentaÌe cli quest'apploccio
ta di Paolo). Da talc teslimonian sia un cristiano arìtentico o che ab- mente, mentre Paolo esponeva lo-
alfcrma uDa radicalc distìnziorle ro il vangelo che aveva proclama-
za si possono trarre dellc conclu_ bia ricevuto un incarico missiona-
tra ellenismo e gìudaismo palesli-
sioni suÌ modo in cui cluell'espc- rio, né di identificare la fonte del to in mezzo ai Gentili (Gal2,1-10).
nese, un'affermazione che è stata
rienza e il suo incontro con le pri- suo vangeÌo; la questione è il con- Si può ragionevoÌmente ritenere
îortemcnte screditata dall'opera di
nle confessioni cristiane Possano renuro del suo vangelo. In Gal 1,7 che, sebbene Paolo possa dire <a
N,l. Heùgel e di altri (Hengel 1974;
aver lnodellato la sua cristologia. Paolo identifica il suo vangelo col me, da quelle persone ragguarde-
ve., Ellenismo). La ricerca ha rno-
CaL 1,lt-23 è la piir cliiara e <vangelo di Cristo), un vangelo voli, non fu imposto nulla di più)),
strato, per esempio, che documen-
tj come il Siracide e il colprr- mac- probabillneùlc antica alîcrmazio- che i suoi avversari in Galazia le loro parole a Paolo siano state
cabaico altestano l'influenza dcl- nc da partc di Paolo sulla sùa con- sLanno cercando di sowertirc. più che una semplice approvazio-
Cristologia 362 163 Cdslologia

ne del suo incaico. L'ìdea di Pao- da Dio'l Come spiega Cal 3,13, 1.3.4 Il Ctisto salvatore - l\l logico (cfr. lCor 10). Ilproblema
lo in Gal 2 è che il suo <vangelo Paolo arrivò a credere che Cristo terzo luogo, Paolo può aver ap- della Legge era che mentre, spes-
di Cristo), le intuizioni caratteri- fosse divenuto maledizione per i preso di essere stato salvato o con- sor essa poteva far sapere a una
stiche ed essenzìali ricevule direi- credenti al fine di riscallarli dalla vertito sulla via di Damasco irdi- persona che cosa era cattivo e che
tamenîe da Cristo durante, o co- maledizione della Legge (cir. lCor pendentemente dalle proprie azio- cosa buoÌìo, non poteva rendere
me risultato. della rillessione sul- 12,3). Insomma, l'esperienza dì ìri e dai propri meriti. Infatîi, Cri- capaci di evitare il male o di fare
I'espe enza della via di Damasco, Paolo di un Gesu risorto ed esal- sto aveva avanzato diritti su di lui il bene. Non poteva dare la vita e
erano riÍìaste inva-riat€. Qùali era tato causò un complelo rovescia- nonostante le sue azioni. Questo il potere che si poteva ottenere da
no gli elementi che Pùò aver aP- mento delìe sue idee su Gesil e sul- poteva solo condurre alla concLu- Cristo per mezzo dello Spirito (ve-
preso da questo incontro diretto la sua crocifissione. sione che Ìa salvezza, col suo po- di Spirito Santo), che rendeva pos-
sulla via di Damasco? I Ina volta Paolo aveva conside- tere di perdono e di trasformazio- sibile uno stile di vita gradito a
1.3.2 Il Cristo risorto ed esalla- rato Gesù da un punto di vista Pu- ne, era ùn dono di grazia (cfr. Dio. In piu la Legge, sebbene
lo In primo luogo, I'apostolo rameúte umano (2cor 5,16) un Dunn 1977, 190). splendida, non possedeva che uno
seppe che Gesii era ancora vivo, fallito, forse uno stolto e certa- Questa esperienza di grazia si- splendore parziaie ed eîfjmero,
sebbene in una forma che trascen- Írente non ìl Messia giudaico gnìfica a sua volta che Paolo do- che era stato ecÌissato da Cristo,
deva carne e sangue. Dato che ma dopo l'esperienza sulla via di veva assumere un nùovo atteggia- la più completa e ultima rivelazio-
Paolo era un fariseo e credeva nel- Damasco non fu piu così. Egli ora mento nei confronti della Legge. ne della bontà e della perfezione
la surrezione, giunse Plobabil- consrderava Gesil coúe il FiSlio di Laddove prima la Legge era stata di Dio (cfr.2cor 3,4-18).
mente all'immediata conclusione Dio. Questo non significa che a il punto centrale della sua vita re- Non sorprende che Paolo si sia
che Ie voci cristiane sulla risurre Paolo non servissero le tradizioni ligiosa davanli a Dio, ora il fatto- concentrato sulla predicazione del
zione di Gesu dovevano essere ve- apostoliche su GesÌ] o i veri detti re integrante nella sua vita era Cri- Cristo crocifisso e risorto, perché
re. Sappiamo dalia sua afferma- di Cesir. sto e 1'csperienza di Cristo. Tutta per lui erano questj gli eventi de-
zione in lCor 9,l, ((Non ho vedu- 1.3.3 Il Ctislo cotqorali\)o - la viîa doveva essere vista con gli cisivi che avevano cambiato la si-
to Gesù, ilSignore risorto?)) (cfr. La seconda cosa chc Paolo deve occhi di Cristo, non attraverso le tuazione umana davanti a Dio.
lcor 15,8), che Paolo trasse ta- probabillnente aver dedoito dal- lenti della Legge. Per Paolo, Cri- Chi, in altri tempi, era stato sotto
le conclusione al momento deìla l'inconlro sulla via di Daùasco sto era il punto d'arrivo della Leg- la Legge e la sua condanna pote-
sua conversione/chiamata o Più era che Cesir si identilìcava stret- ge, per quanto si potesse compren- va oral in Crislo, stare sotto la
tardi. Nella mente di Paolo, que- tamente con i cristiani che Paolo dere la Legge come un mezzo di grazia e la sua giustificazione. Se
sta conclusione deve necessaria- aveva persegùitato. come attesta- salv ezza. La salv ezza per mezzo di la salvezza era per grazia, median-
mente aver Provocato certe con_ no gli Atti, il Signore rjsorto chie- opere, o anche la salvezza Per te la lede nel Signore Gesu croci-
seguenze. Se Gesir doPo la sua se a SauLo: <<Pcrché nri Pelsegui- mezzo di risposta all'iniziale ope- fisso e risorto, niente impediva a
morle è stato esaltato in cìelo, al- ti?... lo sono Gesu, che tu Perse- ra e grazia di Dio, obbedendo al- chiunque, Gentili inclusi, di esse-
lora ciò significa sicuramente clìe guiti!) (At 9,4-5; cfr. At 22,7-8; 1a legge mosaica (nornismo di al- re salvato indipendentemente dalla
è stata provata la verità delle sue 26,14-15). Qùesto glì avrebbe in- Iearza|' vedi Legge), non era piu legge mosaica. Per Paolo, la rimo-
affermazioni, o almeno delle aî- dicato che i cristiani dovevano es- possibile, se mai lo fosse stata. Vi- zione della legge mosaica come
il popolo di Dio. jl Figlio vere davanti a Dio non poteva piu mezzo di fedeltà a Dio, come mo-
fermazioni fatte di lui Perciò Pao- sere Se
Io in Rm 1,4 dice che Gesu è slato di Dio si identiîicava così stretta- essere qùestione di (fa' queslo s do di essere salvati o di ottenere
dichiarato giusto, o costitùito Fi- mente con coloro chc Saulo Per- vivrai)), Piuttosto, diventava que- la propria salvezza, aveva abbat-
glio di Dio con potenza, median- seguitava, era necessario che Saulo stione di una giustizia ricevuta per tuto la barriera tra Ciudei e Gen-
1e la sua risurrezione dai morti (ve- rivedesse le sue idee sul PoPolo di grazia attraverso la fede, che ren- tili (cfr. Ef 2,14-15). Se ia îede nel
di Vila e morte). Considerando Dio. Lungi dal lare la volontà di de capaci di obbedire alla legge di Signore sorto era la via della sal-
che Gesil non negò di essere il Dio con la persecuzìone dei cristia- Cristo (qualcosa di diverso dalla vezza, poteva essere offerta a tÌlt-
Messia, Paolo avrebbe Potuto nì, egli si trovava ìn opposizione legge di Mosé; vedi Legge di, Cti,- ti, senza un precedente impegno
concludere che se Gesiì era vivo ill col Cristo di Dio e quindi jn oP- sro) per gratitudine. religioso neì confronti degli obbli-
cielo. allora egli doveva essere posjzione a Dio. E possibile che la Tuttavia, questo non significa ghi giudaici di circoncisione, leg-
l'Unto di Dio. Perché, altrimen- successiva teologia paolina del che Paolo non attribuisse valore gi alimentari e osservanza di tut-
ti, Dio avrebbe dichiarato giusto corpo di Cristo (Yedi Corpo di Cri- alla legge mosaica, Infatti la con- ta la TórA.
qùalcuno che era morto median- sto) debba qualcosa alla sua espe- siderava santa, giusta, buona, e al- Paolo, secondo Gal 1,16, capì
te crocifissione, una rnorte che, in rienza sulla via di Damasco. dove cune delle sue prescrizioni erano che lo scopo delìa sua conversio-
base all'antica comprensione giu- eglì appresc che le affÌizioni dei considerate come una guida mo- ne era la chiamata a essere missio-
daica di Dt 21.22, signiiicava che cristiani erano anche le afflizioni lale valida per la vita cristiana, so- nario per i Gentili, Questa chiama-
il crocifisso era maledetto (tedi di Cristo (cîr. Robinson 58; Kim prattùtto le partì narrative che si ta completava Ìa sua esperienza
Maledizione, maledetto, anatcma) 2s2.256). potevano usare in un modo tipo- della grazia di Dio. Se solo per
Cristologia 364 365 Cristologia

grazia si stava davanti a Dio, non le... Quando ebbero se1e, invoca- do ha dimostrato che I'antico mo- gia di Paolo come cristomonismo,
c'era motivo perché la grazia non rono [ia sapienza], e lù data lolo noteismo giùdaico potrebbe inclu- non si riesce ad apprezzare la diî-
potesse essere offerta a tutti sen- acqua da una rupe scoscesa)t). dere I'idea di rappresentanza di- ferenziazione operata dall'aposto-
za leprecondizioni della legge mo- L'opinione di Paolo su Crislo era vina che, di quando in quando, lo tra i diversi ruoli. fÌlnzioni e ca-
saica. E possibile, allora, che Pao- talmente ampia da farglielo rite- comportava che una fjgura uma- ratteristiche di Padre, Figlio e Spi-
lo arrivasse al cuore del suo van- nere coinvolto nelle relazioni di na del lontano passato, come ull rito.
gelo attraverso l'espedenza di con- Dio col suo popolo molto tempo Eloch o un patriarca, îosse visto Troppo spesso le discussioni
versione. Quando Paolo parlava prima della sua nascita e dell'ini- come agente divino di Dio (cfr. sulla cristologia di Paolo, pur ri-
della rivelazione (apokalypsis) di zio del suo ministero telleno. Que- Hurtado 17-92). In tale contesto, conoscendola una sottospecie del-
C sto (Gal 1,12.16), o di Cristo sto, evidentemente, perché vede- vedere ilMessia come agente di- la sua teologia, si accostano al
come gloria (dord) di Dio (2cor va Cristo come Sapienza incarna- vino di Dio, o come Sapienza per- soggetto in modo frammentario,
4,6), può darsi che ripensasse al' ta (cfr. lcor 1,24), e dunque qùal- sonificata, non rappresentava un aùalizzando i titoli cristologici iso-
1'esperienza ricordata negli Atti di siasi cosa fosse stata detta deìla allontanamento così radicale dal- latamente l'ùno dall'altro. Spesso
una luce accecante che accompa- Sapìenza nell'antico pensiero giu- I'ortodossia giudaica, come talvol- ne risulta un'esposizione di idee
gnava la rivelazione del Signore ri- daico, inclusa la sùa esistelza in ta si è pensato. staccate dall'insieme del pensiero
sorto. Per Paolo la rivelazione di cielo prima della creazione (cfr. Pr Le lettere di Paolo non presen- di Paolo, con poca considerazio-
Gesù nella gloria sulla via di Da- 8; Sir 24; Sap 7), si predicava ora tano una dottrina sviluppata del- ne per il nucleo coerente della cri-
masco era forse ùn segno dell'ar- di Cristo (cfr. Witherington 1993, la Trinìtà o una lulga spiegazio- stologia paolina, come era espres-
rivo di un'era escatologica (vedi capp.7-8). ne delle interdipendenze nella Di- so nella contingenza della situazio-
EscatoÌogia), in cui Ìe cose vecchie 2.1 Cdstologia e teologia - vinità, ma predicando la djvinità ne a cui si rivolgeva. J. C. Becker
stavano passando e scomparendo, Nello studio della cristologia pao- di Padre, Figlio e Spirito Paolo guarda giustamente alla coerenza
mentre ne sarebbero nate di nuo- lina si devono evitare dìle pericoli forniva i dati essenziali per il suc- del pensiero di Paolo nel tempo e
ve (Kjm 7l 74; cfr. anche Burton opposti. ll primo è il pericolo di cessivo trinitarismo cristiano. La alla sua contingenza, quando ri-
42-43). L'arrivo della nùova epo- sottovalutare il significato e il pe- crislologia era una forma di teo- guarda e si rivolge a particolari si-
ca dava inizio per Paolo a una so della cristologia paolina per il logia per Paolo, anche se non as- tùazioni. Lo studio dei titoli cri-
nuova visione cristocentrica della pensiero di Paolo. La cristologia solutamente la sola. Parlando di stologici può essere d'aìuto, ma
Legge e dell'etica in genere. Que- di Paolo dovrebbe essere vista co- Cristo che consegna il regno al Pa- può anche essere riduzionistico,
sta non era che una Parte dell'i1Ì1- me una sottospecie deÌla sua teo- dre <perché Dio sia tutto in tutti)) trattarìdo elementi deÌ pensiero
presa più vasta di revisione della logia. Per Paolo, la formula <<Ge- (1Cor 15,28), Paolo non dissolve paolino come permutazioni nella
stoda d'Israele alla lùce della sto- sir è Signore> non è soltanto una la cristologia nella teologia (cfr. storia delle idee teologiche. Que-
ria di Cristo. descrizione funzionale dell'opera Becker 200, 344). sto approccio trascura il fatto che
di Gesu dal momento della sua ri- Allo stesso modo, Paolo non il pensiero teologico di Paolo si in-
2 I,A FORMA NARRATIVA surrezione. Molti (anche se non era cristomonista! una prospetti- treccia alle sue riflessioni etiche e
DELLA CRISTOLOGIA DI tutti) nomi, tiioli, ruoli e funzio- va che considera la cdstologia co- pratiche, come anche ai suoi inte-
PAOLO L'universo del pensie- ni di Dio erano predicati di Cri- me la forma esclusiva, o quasi, ressi sociali. Isolare la cristologia
ro di Paolo ruotava intorno al Fi- sto, proprio perché Paolo crede- della teologia. Pur vedendo il a costo di trascurare il resto del
glio di Dio, CesÌr Cristo. La cri va di avere rapporti con Dio in mondo e perfino Dio da un pun- suo pensiero, spesso porta a uno
stologia di Paolo illuminava inte- Cristo. e con Dio come con Cri- to di vista cristocentrico, Paolo squilibrio. L'insieme della crìsto-
ramente il suo pensiero, facendo sto (sebbene Paolo non lo abbia manteneva nella sua teologia un ìogia di Paolo è molto piir grande
luce lalvolta su aspetti ai quali si assolutamente delinito con la pre- posto significativo per il Padre e della somma delle sue parti.
poteva pensare che fosse interes- cisione dei successivi concili della 1o Spirito, Per Paolo, ilPadre so- 2.2 La quadruplice nanaiiva -
sata solo relativamente. Per esem- Chiesa). Cristo era I'unico modo lo aveva mandato il Figlio, il Fi Un approccio pir) adegùato alla
pio, chi si sarebbe aspettato che in cui Dio aveva manifestato se glio solo era morto sulla croce e cristologia paolina ne riconosce la
Paolo racconlasse ai suoi ascolla- stesso almondo. Cisto potcva es- mediante lo Spirito solo i creden- forma narrativa (cfr. Hays). Que-
tori Corinzi, secondo l'uso midra- sere oggetto di confessione e di ti erano battezzati nell'unico cor- sto vuol dire che la c stologia di
shico, che la roccia, che aveva da- adorazione per Paolo e per alt po di Cristo. Paolo non solo di- Paolo implica una storia, nella
to acqua agli Israeliti durante il pe- primi Giudei cristiani proprio per- stingueva questi tre per le loro quale si possono identificare quat-
riodo di peregrinazione nel deser- ché Cristo era visto come divino. funzioni, ma anche per la loro na- tro aspetti: la sto a di Cristo, la
10, e/4 Cristo (lCor 10,,1)? Qui Paolo non perseguiva una viola- tùra, considerando che potevano sto a di Israele, la storia del mon-
egli attinge aÌle idee sapienziali sul zione del monoteismo giudaico confrontarsi coll la natura umana do e la storia di Dio.
ruolo della Sapienza personifica- (redl Dio) perorando 1'adorazio- dj Cristo (per esempio, il Padre e 2.2.1 La storia di Crisîo - La
ta in lsrae]e (cîr. Sap 11,2-.1: (At- ne di Cristo, perché credeva che lo Spirito non avevano uDa natu- struttura ùarrativa segue il percor-
traversarono un deserto inospita- Cristo fosse divino. L. W. Hurta- ra umana). Qualificando la teolo- so di uno che era nella îorma stes-
Cristologia 366 36',7 Crislologia
sa di Dio (Fil 2,6), ma ha messo .srodivennc, fra i priùi cristiani, può dire che il vangelo è, prima, se a Dio. E l'incarnazione ò parte
da parte la condizione e le prero- un altro nome per Gesù. Ma Ge- per i1 giudeo (Rm 1,16). delLa sloria di Dio. lnoltre. anche
galive divine per assumere la con- su era un essere umano! proprio 2.2.3 La stotìa de[ mondo La la sottomissione e la riconcìliazio-
dizione dì servo e morire con una come sembra che molti antichi storia di Cristo e di Israele sono oe di poteri e principari fanno par-
morte da schiavo; per questo Dio Giùdei si aspettavano che fosse il parte di una sîoria ancora più va- te della piir aùpia storia di Dio,
10 lla esaltato. Paolo può avcr at- Messia. C//ito, nellc rare occasio- sta, la storia del mondo. Per Pao- sebbene questa missione cosmica
tinto questi datiin gran parte dal- ni in cui ha la funzione di tirolo lo il mondo è decaduto (clr. Rm sia intrecciata pure con la sroria di
la storia, riîlettendo su inni cri- in Paolo, si rilerisce prima di tut- 1) ed esiste per un tempo che vie- Cristo come redcntore dell'uma-
stologici già esistenti, appartenenti to al ruolo di Gesit durante la sua ne solo concesso in prestito; la for- nirà (lCor 15,2,1). Il posto di que-
al cullo protocristiano (cfÌ. Fil vità terrcna, culn]inanto Della cro- ma presente di questo mondo sta sta cristologia cosmica nel pensie-
2,6-11; Col 1,15-20; Eb 1,2,1; c ce. Per questa ragione Paolo può passando (lCor 7,31; cfr. cal ro di PaoÌo è ben fondato, perché
aoche Gv 1,1-14). Qùes1i inÌri at- spicgarc di non conosccre altro tra 1,4). Da una parte, questo latto qùalsiasi cosa si possa concludere
tribuiscono a Cristo dei tratti che i Corinzi se non <Crìsto crocifis- rcla|i\tzza rapporti e altre realtà sull'aùtenticità di Colossesi o sul-
I'antico Ciudaismo a!ev.ì altribui- so) (cfr. lCor 1,23). Può anche sociali che nel passato potevano le cjrcostanze contingenti cui la
to alla Sapienza pcrsoniîicata (cfr. essere usato, di quando in quan- sembrarc di somma importanza. stessa si riferisce, gli elementì di
Witìrerington 1993, cap.7). Pao- do, pcr lare dferimento ai ruoli di D'alha parte, il îatto della gradua- questa cristologia erano già evi-
lo, tùttavia, îa contìnuare la sto- Cristo dopo la sua morîe c risur- lc cessazione delmondo rende as- denti nelÌa cristologia di Paolo,
ria, pallando dell'ulleriorc ruolo rezione, e perîino alla sua preesi- saipiii crucialì le decisioni sulle comlera cspressa in lcor 15,24-
di Cristo in cielo e del sùo futuro sterza (cîr. lCor 10,4). Pcrciò è questioni critiche dclla vìta. IÌ 26. lnoltre. si lratta di una storia
ritorno sulla tena come giudice di critico comprenderc i titoli cristo, mondo è so8gctto all'autodistru- cscatologica, perché interessando-
vino e Signorc rrionfanre. Perciò Ìogici all'jnterno della struttura zione e desidera la liborazione, e si dell'azione ùlLina di Dio verso
la storia paolina di Cristo trascen- narratìva della storia paoliDa di questo è \,ero non solo per ìl mon- la sua creazione, Ìa storia è csca-
deil modello piir usualc trdl€i1 Cristo. do dell'uomo, ma per l!intera tologìca nella forma e nella so-
: Urzeit (rl|jmt tempi = teJnpi 2.2.2 L.t storia di Istuele An- creazione materiaÌe (Rm 8,20-22). stanza (Nedi Escatologia).
dell'origine)- I-o stato esalrato di che una storia piir ampia, la sto- ln aggiunla, Paolo può parlare
Cristo non ricapitola semplice ria d'lsraele. indirizzava la cristo- di poteri soprannaturali malevolì 3. LA DIVINITÀ E L]MANITÀ
mente il suo stato preesjstente. Po- losia di Paolo. Gesir era nato da (r,edl Principati e poteslà), inclu- DI GESÙ CRISTO NELLA CRI-
chi esempi illustreranno alcuni di una donna e nato so o la Legge si Satarìa e i demònì. chc sono STOLOGIA DI PAOLO - 3.1
questi punti. (Gal4,4). Per Paolo qLrcsto signi- parle dell'era presente (cfr. lCor La divinilà di Crisfo Abbiamo
In primo luogo, l'inno cristolo- ficava che il Figlio di Dio veniva 10,20-21; 2cor 2,11; 4,4). già vjsto che Paolo, approprìan-
gico di Fil 2,6-ll indica che ò la nandoto pct essetel'uomo Gcsu. E contro questo sfondo cupo, dosi del linguaggio degli inni cri-
vita slessa di Cristo a determina- lnoltre, queslo Figlio era maùda- c proprio nel mezzo di qùeslo stologjci, era d'accordo con I'idea
rc il modo in cui dovrebbe essere 10 pcr redimere quelli che si rro- mondo. che sì consuma il dram- crislologica che Crìsto esistessc
confessato. A Gesù è stato dato ìl valrano sotto la Legge, cioè lsrae- ma di Isracle c del suo Messia e prima dell'iùcarnazione. Paolo
nome regalc di (Signore)), proprio le, ul laLto che chiaran,teltte pre- della comunità cristiana lcfr. parlava di Gesù come sapìenza di
perché Dio lo ha sovresaltato co- supponeva che lsraele si fosse per- Wright, cap. 2). Dio, il suo agente nella creazione
me risùl1alo dclJ'opera conclusa duto Iredi Restaurazionc dì Tsrae- 2.2.1 Lo storia di Dio Tra- (lCor 1,24.30; 8,6; Col l,l5-17;
sulLa tcrra, che ilcludeva la mor- le). Cosa ancora pìu importante, scendendo la storia dcl mo0do. c'è cîr. Bruce l9i) e colui che accom-
te su ùna croce. E crùciale il dia) cluesta sroria di Israele ìnlluenza- la storia del Figlio come partc deÌ- pagnava lsraele come <roccia) ncl
kai ót FtI2,9, che dovrebbe esse va il modo di considerarc il nome la vita continua di Dio. E la sto- deserto (1Cor 10,4). Consìderan
re tradotto (e perciò), oppure (ed e i ruoli del Cristo da parte di Pao- ria dell'inlerdipendenza di Padre, do ilruolo di Cristo in lCor 10,4,
ccco perché>. Fin dalla sua mor lo. ll Cristo è il Figlio regaÌe e Figlio e Spirìto, e anch'essa inibr- Paolo non îonda la storia di Cri-
te, e prccisamenle per la sua vita preesistente diDio, mandato a re- ma la cristologja di Paolo. La sto- sto sulla storia archetipica di Israe-
terrena e per la morte da schiavo, dimere il popolo di Dio. Pcrciò era ria di Dio è inlrecciata con la sto- le, ma pìuLioslo sulla storia della
Gesu è staro sovresaltato (vedl stata fatta a lsraele la promessa di ria del mondo. L'inno cristologi- divìna Sapienza, che airLtava lsrae-
Esaltazione c intronizzazione) a un un Messia e da lsraele il Messia co di Col 1,15-20 (cfr. 2cor ,1,4) Ìe nel descrto.
posto di onore e potere divini, e doveva venire (Rn 9,4-5). La con- iDdica che il Figlio ha avuto un 3.1.1 <Ctísto... la Sapienzd dì
così ora adempic alla funzione di dìzione di Fj8lio, da parte di Ge- ruolo nella creazione di lutte le co- ,lo)) - Inohre, sembra probabi-
Signore. Queslo è il otivo pcr cui sil, coslituiva pcr PaoÌo un altro se. inclusa Ì'umanità. Perciò il le che Le idec sapienziali che tro-
oggi egli pùò essere realmente con- modo di parlare dì (ìesu come di ruolo di Cristo come redentore viamo in lCor 1,24.30 e 8,6 si sia-
fessato col none divino rcgale di una figura giudaica regale o mcs- (vedl Redenzione) è paÌte dell'ini- no svilùppate nell'idea paolina del
(Signorer. sianica. che veniva a liberare il suo ziativa divina di rjconciliare (redl Cristo cosmico non solo Signo
ln sccondo luogo, il titolo C/! popolo. Per questo motivo Paolo Pace, riconciliazione) tulte Ie co- rc sulla terra e sull'universo. ma
Cristologia 368 369 Cristologia
coinvolto nella loro creazione. II síqh, trho is God over all, blessed una persona diversa. Non sareb- Cristo in Fil 2 (supponendo che Fi-
pieno fiorire di quest'idea della sa- /o/evel, NRSV in nota), o (il be naturale, infatti, separarlo da lippesi sia più recente di Romani
pienza cristologica trovò espres- Messia. Possa Dio Altissimo so- quanto lo precede>. e che Paolo non abbia già cono-
sione nell'inno di Col 1,15-20, do- pra ogni cosa essere benedetto per È meglio allora leggere (da es- sciuto I'inno a Cristo prima di
ve Cristo è detto (immagine del setnqrer, (Messiah. Mal, God su- si provieneil Messia, egli che è Dio scrivere Romani).
Dio invisibile>, ((primogenito>) preme over all be blessed fot erer, sopra ogni cosa, benedetto nei se- 3.1.3 <Il quale, put essendo ín
della creazione, e signilicato e fi- NEB). Nell'ultimo caso, 5b diven- coli>. forma di Dío...>> (Fil 2,6-7) -
ne della creazione. Qui vengono ta una frase separata da 5a, o aÌ- Metzger nota anche che altro- Dobbiamo ora analizzare piu a
trasferite a Cristo le quatta che il meno ùna clausola separata. Al- ve le dossologie paoline (l)edi Be- fondo una parle dell'inno c stolo-
Giudaismo poteva attribuire alla tre versioni sostengono la lettura nedizione, dossologia, ringrazia- gico di Fil 2. La discussione dipen-
Sapienza, come illustrato da un te- (che è sopra ogni cosa, Dio bene- mento) sono sempre unite a qual- de da parecchi termini e frasi-chia-
sto quale Sap 7,25-26: <E un'ema- detto per semprer (per esempio cosa che Ìe preccde; non sono asin- vet l) morphe (<<lorma>): nel NT
nazione deÌla potenza di Dio, un CEI, NV), come qualificazione di detiche (cioè, senza congiùnzione). ricorre solo qui e in Fil2,7 (esclu-
effluvio genuino della gloria del- Cristo. Sembra che contesto e Inoltre, è un modello quasi uni- dendo Mc 16,12 che è parte dj
l'Onnipotente, per qÌresto nulla dj grammatica favoriscano la lettu- versale per le dossologie in ebrai- un'aggiùnta piu recente a Marco);
contaminato in essa s'infiltra. E ra della NRSV o delle note della co e neÌla LXX <benedetto sia Z) fo eindi isa theo (<<essere ugua-
un riflesso della luce perenne, ùno NRSV. Dio>> e non <Dio benedetto), come le a Dio)); e 3) harpagmos (<$ra
specchio senza macchia dell'atti- Rm 9,5a ha I'espressione,4o avremmo qui se si seguisse quella rapìna, un affeÍare avidamente));
vità di Dio, e un'immagine della Chtistos to kaîa satka. Come la traduzione. Allora è probabile che (<un desiderio di ottenerer>).
sua bontà>). notare Metzger, nell'esempio di <Dio benedetto> non esprima un È del tutto probabile che mor-
Mentre Paolo adottava e adat- Rm 1,3-4 e altrove è normale desiderio che Dio sia benedetto nei pfte (<îorma)) abbia lo stesso si
tava ai propri îini quest'idea del- aspettarsi un contrasto qrìando ar- secoli, ma voglia dire che il Mes- gnificato generale nel v. 7 come
Ia Sapienza, sono importanti le riviamo alla frase kata sarka (<<se- sia, che è Dio, è per natura bene- nel v. 6. ln piu, allo (<ma>) all'i-
conseguenze di tale uso; I'apostolo condo la carne>). Così in Rm detto nei secoli (ma cfr. Dunn nizio del v. 7 indica che c'è un con-
attribuiva a Gesìr Cristo attributi 1,3-4 il qontrasto è kata sarka 1988,528-529, 535-536). Anche le trasto fra il prima e il dopo del di-
divini. (<<secondo la carne>) e kata pneu- antiche versioni sono a îavore del- venire uomo di Gesù. Motphè è
Paolo pensò a Gesù come un es- /4a ((secondo lo spiritoD). r(a/a la ìettura della NRSV o della let- stato tradotto come ((forma),
sere divino? Si devono analizzare salka in Rm 9,5a è innaturale se tura dportata in nota alla NRSV. (apparenza)>, (condizione), (sta-
due testi difficili: Rm 9,5 e Fil chi parla non continùa il discor- Se ci si chiede perché Paolo in nes- tus), <immagine) o <modo di es-
2,6-'t . so, dicendo che Cristo è secondo sun altro luogo chiami così espli sere>. Se si tradùce rrorphè come
3.1.2 <<Messia... Dío benedetîo> qualcosa, oltre che <secondo la citamente Cristo <Dio>>, una ri- (sîatus), (condizione) o <appa
(Rm 9,5) -
Questo versetto intro- carne)). sposta buona è quella di Metzger renza>, sembrerebbe indicare una
duce la discussione di Paolo sui In secondo luogo, la frase <egli (l I l-l 12): <La ragione per cui nel- forma, uno .rl4lr.r, un'apparenza
privilegi di Israele; ma pone un che èD (ro ar) di solito introduce le lettere di Paolo ci sono cosi po- o una îunzione esteriore di Gesìi.
problema ssegetico per Ia punteg- una relativa, e 2cor 11,31 kdui che affermazioni in relazione alla non. ciò che egli era nel sùo esse-
gìatura. F. C, Burkitt ha detto una che è benedetto nei secolirr, ho ón natura essenziale di C sto...èsen- re. E improbabile che Paolo in Fil
volta, con una certa esagerazione, eulogetos eís tous aiónas) fotrt- za dubbio connessa con una carat- 2.7 dica che Cesrì nel suo ministe-
che la punteggiatura di Rm 9,5 è sce un buon paraÌlelo a Rm 9,5. tedstica spesso osservata da altri, ro terreno semplicemente <appa-
stata probabilmente più discussa Come spiega N. Turner (15)l (Il e cioè che I'apostolo, per motivi riva come)) o (sembrava essere)>
di quella di ogni altra frase nella testo della NEB semplìcemente di istruzione in relazione all'edu- o <aveva la îunzione di> servo.
letteratura. Dal momento che nei colclude la frase con "Messia" cazione cdstiana, di solito prefe- Piuttosto, divenne questo, fu ùn
primi manoscritti greci manca o e ricomincia con I'esclamazione risce parlare delle relazioni fìlnzio- servo. ll parallelo tra le due con-
quasi la punteggiatura, deve sup- "Possa Dio, Altissimo sopra ogni nali, piuttosto che di queÌle onto- dizioni non è rigoroso, dal mo-
plire iÌ lettore o l'esegeîa. Nel ca- cosa, essere benedetto Per sem- logiche di Cristo>. mento che i testi dicono che egli
so di Rm 9,5 ne è risuliato che il pre!". Evita così di attribuire la Concludiamo che in Rm 9,5 era in îorma di Dio, ma poi prese
testo è stato letto in vari modi (clr. qualita dela divinità a Gesìr Cri- Paolo chiama Cristo <(Dio), di- la forma di servo. Altrove Paolo
Metzger). Si discute se Rm 9,5 sto, ma introduce un asindeto e mostrando così in quale misura afferma chiaramente che Gesu di-
debba essere letto <il Messia, che non c'è una ragione grammatica- l'esperienza del Signore risorto gli venne <povero)) e generosamente
è sopra ogni cosa, Dio ben€detto le per cui un participio che si ac- abbia fatto modificare o trasfor- diede se stesso al suo popolo (cfr.
nei secoli> (Messiah, who is over corda con "Messia" dovrebbe pri- lnare il suo monoteismo giudaico 2cor 8,9). Qùesto, per Paolo, era
all, God blessed Ìorevel, NRSV), ma di tutto esserne separato e poi (cfr. Vr'right 237), Ciò significa che parte integrante dj ciò che signifi
o <<il Messia, che è Dio sopra ogni vedersi attribuita la forza di un de- Paolo aveva una cristologia alta cava per Cristo avere assunto con-
cosa, benedetto n€i secolit) (Mes- siderio, ricevendo come soggetto anche prima di utilizzare l'inno a dizione e sldlr.t di uorno.
Cristologia 3'10 171 Cristologia

In secondo luogo, notiamo che cercare di prendere qualcosa, op- limitò se stesso, e dire che Cristo lratfando della risurrezione di Ge-
Paolo non dice che Gesr) era la pure significasse afferrare qualco- limitò se stesso non è come dire sìr, Paolo parla di Gesr), l'ultimo
lorma di Dio, ma che era i, for- sa che già si ha. Più probabile di che svùotò se stesso di vari attri- Adamo, come di uno <spirito da-
ma di Dio. Allora la traduzione queste due opinioni è quella di R. buti divini. È anche importante ri tore di vita>t (lcor 15,45). Egli è
<<somiglianza> sembra improbabi W. Hoover, il quale dimostra che cordare che Mc 13,32 non cerca di quello che manda lo Spirito e sen-
le dal punto di vista lessicale (a tale parola ha il significato di ap- rispondere alla domanda cristolo' za la sua dsu[ezione ed esaltazio-
meno che non si introduca in que- profittare di qualcosa che è già le- gica di Fil 2. ne Ìo Spirito non sarebbe venuto.
sto testo l'idea dell'ultimo Ada- gittimamente propria. L'inno a Sembra probabile, allom, che in Rm 1,3-4 indica che Gesir fu co-
mo, cfr. Rm 5,18-19; lCor Cristo rappresenta Gesù che dà se Fìl 2 Paolo intenda una delle due stituito Figlio di Dio con potenza
15,45-47), Paolo non chiama Ge- stesso. Egli non ritenne che l'es- cose: 1) Gesu, almeno esterior- per il potere dello Spirito. Lo Spi-
sir <(l'immagine> o (<somiglianza> sere uguale a Dio dovesse farlo ap- mente, svuotò se stesso delle pre- to gli ha dato pieni poteri, ed egli
di Dio, Piuttosto, come ha fatto profittare dei suoi diritti (o gloria), rogative e della gloria dell'essere manda quel potere ai credenti. È
notare G. F. Hawthorne (83-84), ma piuttosto (a//d) rinunciò a essi divino, o del diritto di rivendica- Cristo che rende possibile I'era
dai più antichi testi greci morphe e prese la forma di un servo. re tali prerogative (cosa che Fil2,6 escatologica, e quell'era converge
era usato almeno per esprimere il In conclusione, Fil2,6-7 indica sembra indicare, se abbiamo ra- su di lui.
modo in cui una cosa, che in se che Paolo considerava GesÌt come gione circa harpagmos). Qùeste Spesso nel pensiero paolino le
stessa è quello che è, appare ai no- preesistente e uguale a Dio (co4- prerogative implicherebbero glo- funzioni di Gesu e dello Spidto so-
stri ser'si. <<Morphè signilica sem- //d Dunn 1980), ma nella sua pree- ria e signoria, che appartenevano no considerate identiche, a tal
pre una forma che esprime fedel- sistenza non aveva approfittato di a Cristo in virtù del suo essere punto che I'essere in Cristo è sem-
menle e pienamente I'essere che tutte le prerogative della divinità. Lrguale a Dio; 2) Hawthorne indi plicemente un altro modo di dire
sta sotto) (MM 417). Perciò, Quinto, a qu€sto punto è neces- ca che Fil2 significa semplicemen- circa l'essere nello Spirito (pace
quando questa parola è applicata sario trattare un altro argomento: te che Gesù ha dato totalmente se Smalley). Considera quanto se-
a Dio,la s:ua morphè deve riferir- cosa significa dire che Crrsto heau- stesso, ha versato se slesso, piut- gue: l) I credenti sono giusti in
si al suo essere piìr profondo, a ciò ton ekenósen, di solito tradotto tosto che dirci che cosa abbia da- Cdsto (Fil 3,8-9), ma anche nello
che egli è in sé, a quello (<che non (svuotò se stessot? FiÌ 2,7 comin- to. La prima ipotesi sembra la più Spirito (Rm 14,17).2) I credenti
può essere raggiunto dalla nostra cia cor'laparola alla ((mat), che probabile. vivono in Cristo (Col 3,4), ma an-
comprensione o dalla nostra vista, probabilmente suggerisce un con- 3.1.4 <In Ctisto> Una terza che nello Spirito Santo (Rm 8,ll).
proprio perché Dio è aorqtosi iî- trasto seguito da un verbo e dal categoria di testi parla di C sto 3)I credenti hanno speranza in
fatti la parola ha sígnificato qui suo oggetto. Si può interyretare come di una sorta di essere onni- C sto per la vita futura (lcor
solo se si dfedsce alla realta del- come <spogliò se stesso)) o (<svllo- presente in cui sono inclusi i cre- 15,19) e nella potenza dello Spiri-
I'essere diDiot (Cerfaux, Crrisl, tòse stesso>, Possiamo chiederci: denti. Non si possono qui passa- to per ottenere la vita eterna (Gal
305). AIIora, si può comprendere svuotò se stesso di che cosa? Seb- re in rassegna le prove (redi Cri- 6,8). 4) I credenti si rallegrano e

corîetlamer:Jle morphe theou come bene Hawthorne dica che non si sto; cfr. Moule 19'7'7, 62-65), rÍa gioiscono nello Spirito Santo (Rm
((la natura e il carattere essenziali può stabilire da questa sola affer- la sostanza è che Paolo, quando 14,17), ma anche nel Signore (Fil
di Dion. mazione di che cosa C sto abbia parla di crederti che sono <in Cri- 4,4), 5) I credenti hanno la verità
Traduciamo, perciò, Fil 2,6a e svuotato se st€sso (Paolo non lo sto>, spesso indica che Cristo ha in Cristo (Rm 9,1) e la verità è aù-
7b, ((essendo nella forma (cioè, dice), il contesto può dare delle degli attributi che potrebbero es- che detta nello Spirito (lCor
(carattere>, <natura)) di Dio... chiavi. La cosiddetta cdstologia sere attribuiti solo a un essere di- 12,3-6). 6) I credenti hanno comu-
prese il carattere, la natura, di un kenotica, basataprincipalmente su vino. nione in Cdsto (lCor 1,9), ma an-
servo>, questo testo, indica che Gesu' di- 3.1.5 Ctisto e lo Spitíto - Ilr- che comunione di Spirito (2cor
îeîzo, (Fil2,6c)
to eínoi isq thea venendo uomo, svuotò se stesso di line, possiamo comprendere me- 13,13),7) I credenti sono consa-
ha l'articolo determinativo: <l'es- certi attributi divini: onniscienza, glio le idee di Paolo circa la divi- crati e santificati (vedi Santità,
sere uguale con Dio>. Questo pro- onnipotenza e onnipresenza. Il te- rità di Cristo confrontando quel- santificazione) in Cristo (lCor
babilmente indica che questa se- sto deve sicuramente dfedrsi a ciò lo che Paolo dice di Cristo coù 1,2), ma anche nello Spirito (Rm
conda frase è strettamente colle- che Cristo fece al momento di quello che dice dello Spirito San- 15,16).8) I credenti sono segnati
gata alla prima, indicando ciò che prendere una natura umana' non ro di Dio. Si è notato spesso quan- in Cristo (Ef 1,13) e nello Spirito
Óristo git è. Ma Paolo va oltre per al momento della sua morte (cfr. to slretlamente Paolo identifichi (Ef 4,30).
affermare cosa significhi questo Martin 1976,9?). Si può pensare Cristo e Spirito (vedi Spirito SaÍ- Questa identificazione tra Cri-
per Gesìr in vista delle sue azioni che l'idea della kenosi trovi soste- lo) nelle sue lettere; infatti, sotto sto e Spirito è portata ancora ol-
iuccessive. gno in un testo come Mc 13,32: ccrti aspetti, sembrano identici. tre, quando Paolo ascrive a Cri-
Quarto, si è ritenuto che la pa- (Nessuno conosce.. neppure il Fi- l)aolo può parlare dello Spirito nei sto varie caratteristiche appaÍe-
rola harpagmos sigiificasse ricer- glio>. Mc 13,32 può comunque es- lredenti solo perché Cristo è risor- nenti allo Spirito nell'AT. Così,
care quilcósa che non si ha, forse sere preso per indicare che Gesu 1o e asceso in cielo. Per esempio, per esempio, il Sal 104,29 afferma
Cristologia 3'72 3'73 Cristologia
che è lo Spirito che dà vìta (cfr. esempio nella frase "Spiriro di si dice che il mondo è staro crearo valore supretuo della morte dj Co-
Ez 3l), ma in lCor 15,45 è Cristo Cristo" (Rm 8.9r. E neLregno del- dallo Spirjto, ma jn Col 1,16 leg- lui che îu vìcinissimo a Dio come
a dar vita, Questo signiiica che, al I'azione... pìùttosto che in queÌlo giamo: (Per mezzo di lui [Cristo] mezzo di riconciliazione degli uo
momento della sua risurrezione ed della persona... che i termini Si- sono state crcate luttc le cose) mini con Dio (Rm 5,10; 8,32; CaÌ
esaltazione, GesÌì ha assunto le gnore e Spirito sono considerati Nell'AT sembra spesso che 1o Spi- 2,20; Col l,13ss)... Per Paolo Ce-
funzioni prima attribuite allo Spi- identici)r. rito sia scmplicemente Dio in sta- sil era Figlio di Dio dùrante la sua
rito. QÌresta caratteristica di Pao- Ciò che Paolo dice, secondo to di attivìtà nella creazione e nella vita terrena. ed... è ntorlo come
lo ha portato qualcuno a chieder- Bauett, è che lo Spirito è Signore storia. Quanto veniva defto dello Figlio di Dio. Di conseguenza.
si se egli avesse ùn'idea binitaria in tali situazioni. illuminando i Spirito, ora vicne predjcato del non smise di essere divino neÌla
piùttosto che trinitaria di Dio. Per credenti e dando loro la libertà, Crislo esaltato. in stato di movi sua esislenza terrena, e il suo au
Paolo il Signore è forse lo Spirito? Possiamo tutravia considerare ciò mento e di attività nella sua Chie- losvuotamento non può signìfìca-
Questo è infatti quanto Paolo diversamente. ritenendo che Paolo sa e nella storia. rc che abbandonò la sua natu.a di-
sembra dire in 2cor 3,17: (ll Si- commenli Es 34, in un modo che Per riassumere: nel tempo del vina per assumere <luella umana>.
gnore è lo Spirito, e dove c'è lo possiamo parafrasare così: (Ora la Chiesa Cristo e Spirito sono non Rm 1,3-4 è un'ìmportante aîfer-
Spirito del Signore c'è libertà>. Da il "Signore" in queslo testo è Ìo uno, bensì due in identirà; ma so mazione cristologica che parÌa del
una parte, si fa notare talvolta che "Spirito", e dove c'ò 1o Spirito del no uno in îunzione, perché lo Spi- Figlio sorlo due aspettì: la djsce-
PaoÌo in 2cor 3,14 identifica Cri- Signore... D. rito è l'agente dì Cristo sulla rer- sa sulla terra e la gloria della ri-
sto coll Dio. Non è corretlo, per- In ogni caso, Paolo parla dello ra (richiamando l'adagio rabbini- surrezione. Concentriamo qui la
ché Paolo in realtà dice che Cri <Spirito del Signore)): sembra co (un agente di una persona [.id- noslra attenzione su Rln 1,3: per
sto il 'r per
velo è sollevato, non quindi distinguere tra (Spirito> e /inil è come la persona stessa)). quanto riguarda la catra (kutu satr-
meíZo di Ctlsto. ln tutto qùesto (Signore>. PiÌr chiaramente, in Questo impljca anche che riceve- ka), si dice che Ccsù è (nato dal
passo Paolo ha in mente il conte- Rm 8,9 idue sembrano distinti re Cristo e ricevcre lo Spirito so la stirpe di David> (una frase che
sto veterotestamentario di Es neÌla lrase ((lo Spirito di Cristo>. no everlti simultanci. Paolo non lroviamo di nuovo alla fine del
34,34-35. In 2cor 3,16 sembra che Allora per Paolo lo <Spirito di conosce un secondo battcsimo. colpr,r paolino, in 2Tn 2,8). Que
in apparenza Paolo si riferisca a Cristo> = (Spirito di Dio) (cfr. perché per mezzo dello Spirito sì st'cspressionc non solo indica l'u-
Crìsto, che viene identificato con Rm 8,8) = (Spirito del Signore). entra a far parte del corpo di Cri- manità dì Gesir e ì1 fatto di essere
Yhwh nel suo ruolo in Esodo. C. Dobbiamo concÌudere che Ìo Spi- slo, ed e questa la sola occasione gjudeo, ma mette a fuoco l'ori-ei,
K, Barrett nota una sottile distin- rito è I'agente di Cristo, e adem- in cui Paolo parla di battesimo ne chc giustifica il suo titolo N4es-
zione: mentre ((il Signore)) in 2cor pie alla funzione per Cristo, si po- nello Spirito (cîr. lCor 12,13; re sia/Cristo. Si pone sicutamcnte
3,11 è Cristo, quello verso cui sì trebbe quasi dire, come Cristo, qui dl BatlesiÌÌo). I'accento sulla sua legalità. L'u-
volge il popolo, la funzione di ri- sulla terra nel lempo della Chie- 3.2 l,'umanità di Crisao 3.2.1 nico altro passo in cui Paolo po-
muovere il velo dal cuore di una sa. Questa identità in funzione ed Ctislo c()me Flglio , Prima di ne in luce qùesto fatto è Rm 15,12
persona è per Paolo preminente- efîelto implica sicuramente la di- esaminare cosa sìgnifichi per Pao- ((Spuntcrà la radice di lesser),
mente opera dello Spirito, come vinità di Crislo, in quanto, dalla Ìo chiamare Gesir Figlio di Da\'ìd. dove cita ls 11,10 (LXX). Rm
agente di Cristo. Cristo in 2Cor prospettiva dell'AT, è solo Dio ullimo Adamo o uomo, è utile 1.3-zl indica due momenti della vì-
3,11 è identìficato col suo agente, che può mandare, o essere, uno riassurnere cosa voglìa dire pcr ta di Gesù rìassunti in quella che
ma solo nella sua attività, e così Spirito datore di vita. Paolo il termine Figllo di Dío (wdí sembra una formula cristologica
non è esatto dire che Paolo ha una Tuttavia, per quanto riguarda il figlio di Dio). p mitiva, adottata e approvata da
(cristologia dello Spirito)). Re- loro essere, Cristo e lo Spidto non Appartiene a M. Hengcl la pre- Paolo. La discendenza davidica di
spingendo un binitarianismo da devono essere considerati uguali e ziosa intuizione che, per Paolo, Gesii è ben attestata altrove nel
parte di Paolo, Barrett (1973, 123) possono anzi essere distifti in <1'espressione "Figlio di Dio", NT (Mt l,t; Ar 2,30; Ap 5,5).
conclude: <<È certamente vero che, qualcuna delle loro attività. E sta- linguisticamente più complicata, Paolo introduce questa fbrmula-
per Paolo, Cristo il Signore e lo to Cristo, e non lo Spirito, a mo' era riservata, come forma shaor zione cristologica appellandosi alle
Spirito fossero due termini stret- rire e a essere risuscitato, E Cri- dinaria, a ben pr-ecise espressioni promcsse fatte da Dio per mezzo
tamente collegati, ognuno dei qua- sto, e non lo Spirito, che dtorne- tcologiche dense di significatot> dei proîeti nella Sacra Scrittura
li era inconcepibile separato dal- rà e giudicherà (lCor 4,5). È Cri- (Hengel 1984, 36s). Con questo ti- (Rm 1,2). Gesir Cristo è il Messia
l'altro, dal momento che la con- sto, e non lo Spirito, che è venuto tolo Paolo signifìcava 1a relazio- promesso e annunciato.
dizione obiettiva di essere in Cri- nella carne. In un certo senso, lo ne unica tra il Cristo esaltato e Per la maggìol pafte dei ciudei,
sto portava naturalmente con sé la Spirito è il ponte tra i credenti e Dio. l. H. Marshall (644-645) ne ,,??e.ttla sembra un termile riferi
condizione soggettiva di ricevere Cristo su questa terra. Ma è an- ricapitola piir ampio significato
i1 to a un essere umano, non divino,
lo Spirito, manilestato in doni che inleressante come Paolo attri- per Paolo: <ll tema del vangelo e anche se gli erano dati aìitorità o
particolari...; egli era tuttavia ca- buisca a Cristo compiti attribuiti il Figlio (Rm 1,3.9), e per mezzo doni divini (cI.. tuttavia (l'Elet-
pace di distinguerli, come per allo Spirito nell'AT. Nel SaL 33,6 di questo titolo Paolo dà enîasi al lo) in 1li 55 69; cfr. Neusner et
C stologia 374 375 Crisfologia
al,). È appropriato, perciò, in un per Paolo siano stati il latto che Cristo fu fatto simìle agli uomini se, Paolo si espresse così in Rm
contesto in cui si menziona la mes- Cristo prese vera natura umana e (clr. Fìl 2,8). ln altre parole, Ge- 8,3, perché pensava a Gesù come
sianicità, dare enfasi all'umanità si umiliò fino alla condizione di sir prese carne umana, dìvenendo all'agnello pasqùale (vedi Sacrifi-
di Cesù, nato dalla stirpe di Da- servo, la sua morte sulla croce e un uomo soggetto alla ftagilità cio, offerta), parlando metafori-
vide. Si dice infatti che Paolo usa la sua risurezione. Gli avveni- umana, anche alla morîe. Anche camente (cfr, lcor 5,7). Un sacri-
il t€rmine Crlsfo per Gesù piri di menti significativi della storia ter- Rm 8,3 commenta questo punto ficio di espiazione deve essere pu-
altri termini, indicando che la sal- rena di Gesu tra la sua incarnazio- in termini sìmili ed espressi con cu- ro e immacolato. Come Adamo.
vezza viene ai credenti solo per ne e Ia sua morte sorlo appena ra. Gesu ha condannato il pecca- Cesu era nato con una natura non
mezzo di chi era uomo come lo- menzionati (cfr. 2cor 8,9, sebbe- to n€lla came, assumendo per que- decaduta che aveva la capacità di
ro, vissuto e morlo per loro. Il ter- ne possa anche riferirsi alle circo- sto carne umana, Resta esclusa co- peccarej a differenza di Adamo,
mine Crislo, unito all'enfasi sulla stanze della nascita di Gesu). sì ogni lorma di docetismo. Cesù Gesu rimase senza colpa e così a
crocifissione, caratte zzò in mo- 3.2.2 Nato da donna - Paolo era vela carne e vero sangue. Ma tempo debìto divenne un sacrifi-
do significativo la predicazione di poteva affermare che Gesù era na- Rm 8,3 probabilmente si esprime cio senza macchia.
Paolo (cfr. lCor 1,23). Per parlare to da donna (Gal 4,4). La sua così per indicare che Gesù non Le lettere di Paolo ci dicono po-
di salvezza, Paolo doveva accen- comparsa in questo mondo era co- condivise il peccato della carne co sul Gesii teueno, eccetto per
tuare in vari modi l'umanità di rne quella dj un normale essere (vedi Peccafo, colpa). Barrett quanto è implicito nel suo raccon-
Gesir (cfr. Dunn 1917 , 43\- La sto- umano, che dal grembo di sua ma- (195'7, 156) fa notare: (Una pro- to della tradizione dell'ultima ce-
ria di Gesir (cioè, la sua morte) dre viene in questo mondo. Come posta possibile è che Paolo distiD- na (lCor 11,23-26; vedi Cena del
portava a ridefinire la compren- fa notare F. F. Bruce (195), la pa- guesse tra carne, com'era stata Signore, eucaristia). Lì indica Ce-
sione paolina del Messia davidico, rola scelta da Paolo (genomeno ) creata da Dio, e "carne di pecca, sil come una persona che ha spez-
un processo che sembra essere av- si può applicare a qualsiasi nato to", cioè carne caduta sotto il do- zato il pane, che ha versato il vi-
venuto prima che Paolo scrivesse da donna. ll testo non implica minio del peccato. Cristo (da que- no, che ha reso grazìe, un essere
le sue lettere (vedi Cristo). niente di particolare sul modo di sto punto di vista) aveva una car- umano, quindi, che ringraziava il
Se Paolo non ebbe alcuna dif- Dascita di Gesu. Né Paolo parla di ne perfetta, non decaduta, che tut- Padre celeste per i doni terreni.
îicoltà a identificare Gesu come conc€zione verginale, sebbene non tavia non si poteva distinguere in Paolo non dice che Gesù abbia
Cristo, e Cesii come un uomo che possiamo essere sicnri che non la apparenza dalla "came di pecca- mangiato all'ultima cena, ma cer-
era morto. come vide in genere conoscesse. ro"; egli venne nella carne, aîfin- tamente è implicito. Aparteiri-
l'umanità di Gesù? Quel poco che ln Gal4,4. Paolo afîerma pure ché l'incarnazione fosse perfetta- îerimenti alla morte e alla sepol-
aveva da dire su questo argomen- che Gesii era nato sotto la Legge. mente reale, ma solo in carne si- tura di Gesù, che indicano che ve-
to si può riassumere in breve. Ce Sua madre era una giùdea e tale mile alla "carne dì peccato", in ramente morì e fu risuscitato, re-
n'è abbastanza per indicare che era anche lui. E quando Paolo di- modo da restare senza peccato)). sta ancora poco da dover dire (cfr.
Paolo comprese che Gesù era sta- ce che era nato sotto la Legge ((per Sembra plausibile che la paro- lCor 15,4).
to pienamente uomo, ma non ab- riscattare quelli ch€ erano sotto la la somíglíanxa (homoióma) lÍRm 3.2.4 Ultimo Adamo Tornia-
bastanza per chiarire in ogni Par- Legge> (Gal4,5), sembra voler di- 8,3 sia stata usata per evitare di di- mo ora al tema paoiino del Cristo
ticolare come egli abbia delineato re che il minìstero terreno di Ge- re che egli era venuto in una car- come ultimo Adamo. Si è notato
quell'umanità. Questo, fo.se, per- sù era essenzialmente diretto a ne di peccato (cfi. Cranfield 1979, spesso che Paolo non chiama Ge-
ché si supponeva la conoscenza dei Israele. L'apostolato di Paolo ai 381). Qùesto è compatibile con sir <il Figlio dell'uomo) (non lo fa
fatti di Gesir e del suo ministero Gentili può aiutare a chiarire per- l'enfasi di Paolo, in Romani e al- nessuno degli aùtori delle lettere
da parte di Paolo e dei suoi letto- ché dice così poco sul ministero trove, nel sottolineare che Gesit del NT). Può essere che questo di-
ri. Può anche essere un riflesso terreno di Gesir, che era diretto al- era un nuovo Adamo, che dava penda dallo sfondo e dal signifi-
della scelta di Paolo di dare enfa- le pecore perdute di lsraele. Quan- inizio a una nuova creazione e a cato giudaico del titolo. Orecchie
si nelle sue lettere alla morte e ri- do Israele non rispose, sì aprì una una nùova stirpe. Come tale, egli gentili potevano pensare troppo
surrezione di Gesù, e dei proble- nuova poda per annunciare il van- non partgcipava alla natura deca- facilmente che ciò volesse sempli-
mi di vita nello Spirito e nella gelo ai Gentili (cfr. Rm 9-11). Se duta del vecchio Adamo. cemente dire che Gesir era un ve-
Chiesa. Paolo non era un evange- la morte e risurrezione di C sto fu Paolo può aver parlato di Cri- ro uomo, o, come titolo, pùò es-
lista o uno storico; era un teolo- l'evento decisivo per la missione sto apparso in carne (<simile alla sere stato considerato troppo
go pastorale chiamato a îrattare ai Gentili, non sorprende che Pao- carne di peccato) non per negare oscuro o troppo semplìce per la
questioni di importanza teologica 1o concentri la sua att€nzione su I'innocenza di Gesir (2Cor 5,21), missione ai Gentili e per la Chie-
e direttamente connesse ai proble- quegli awenimenti della storia di né per negare la sua natura uma- sa in espansione (cfr. Morìle
mi che sorgevano nelle Chiese (ve- Cesù che riguardano e coinvolgo- na senza peccato, ma per afferma- 1977). D'altra parte, Paolo usa
di Gesir, detti di; Gesìr e Paolo). no i Centili. re che egli aveva prese carne uma- per Gesu la tipologia di Adamo e
Sembra che gli awenimenti cri- 3.2.3 Fatto a somiqlianza di uo- na e sotto questo aspetto era co- in lcor 15,45 chiama Gesir l'ulti-
stologici di primaria importanza mini - InFi]l 2,1 civiene detto che me tutti gli uomini. In parte, for- mo Adamo. Forse, nel caso di
Cristologia 316 1'7'7 Cristologia
Paolo, la riflessione su Gesil co- Dio e pielamente uomo per rap- ). (Jra sl può chLedere: sE un pa- Questo può anche essere vero per
me velo uomo portava a un con- presentare realmente Dio per gli rallelismo perfetto quello di lCor lCor 15,22. Infatti, lCor 15,23 dà
fronto tra Gesù e I'essere umano uomini e gli uomini per Dio, Do- 15,22?".lù Adamo lrltl muoio- îorza a questa interpretazione
primo e archetipico. Per preparar- veva stare da ambedue le parti per no.ll tuttiin lCor 15,22b signifi qùando parla della risurrezione di
ci a esaminare la tipologia paoli- sperimentare e conoscere piena- ca lorse che /&//i gli uomini un qùelli (che sono di Cristo)). Allo-
na relativa ad Adamo e all'uomo mente sia il Dio che si affligge per giorno riceveranno la vila in Crj- ra il parallelismo di lcor 15,22a
Cristo, dobbiamo prima esarnina- iÌ peccato, sia il peccatore che cau- sto? lTs 4,l6 chiarisce abbastan- e 22b non è perfeito. Jeremias ci
re certi riferimenti a Gesù come sa afflizione a Dio. Insomma, per- za che quando Paolo altrove par dà la seguente tabella degli ele-
uomo. ché la salvezza raggiungesse gli uo- la di risurrezione umana intende menli peúinenti in lCor 15,44-49
Per esempio, in Rm 5,15, svi- mini e li riscattasse, doveva esse- la risurrezione dei morti in Cristo. (Jereúias 142).
luppando la tipologia Adamo- re mediata da uno che ne condi-
Cristo (vedi Adamo e Cristo), videsse l'umanità.
Paolo scrive che proprio come la Il motivo dell'Adamo (<ultimo)) 15,45 il primo Adamo I'uhimo Adamo
morte verÌne da (uno solo)), Ada- o <escatologico) in lcor 15,21- spirjlo datore dj vita
mo, così la grazia di Dio e il dono 23.44-49 richiede un commento 15,11 il primo uomo il secondo uomo
che l'accompagnava (giustizia, per alcuni particolari. Questo pas-
Rm 5,17) vennero da <uno solo>, so è abbastanza diverso dagli al- 15,41-,t8 dalla polvere della terra dal cielo
Cesu. Di nuovo, in lcor 15,21 la tri riferimenti ad Adamo che tro-
morte viene a causa di un uomo viamo in Paolo. Qui la responsa-
(anfhúpos\, Ad.amo, e la risurre- bilità per la colpa e le sue conse- Per comprendere la tipologia 6,3-4). L'idea di autorità rappre-
zione dei morti viene a causa di un guenze sono poste direttamente paolìna Adamo-Cristo, si devono sentaliva, se applicata all'ultimo
lomo (anthtÒpos), Gesìr. Tra le sulle spalle di Adamo, mentre Eva îissare bene in menle molte cose. Adamo, significa che Cristo. come
più recenti e discusse lettere pao- non è menzionata. Dobbiamo a J. La prima è l'idea della personali- capo di una nuova stirpe, ha ese-
line, lTm 2,5 mostra url ulteriore J€remias l'ìntuizione che Paolo tà collettiva o almeno dell'autori- guito alti che, conseguentemente,
sviluppo su questa linea quando possa aver evitato di usare il ter- tà rappresentativa. In un certo hanno modellato quella stirpe. EgLi
parla di C sto come mediatore tra mine <Figlio dell'uomo), perché senso tutte le persone erano in è morto al posto dei credenti, co-
Dio e gli uomini, e tale medialore si rivolgeva ad ascoltatori Gentili Adamo; egli era l'umanità e pec- me capo corporativo di ciascuno,
è I'uomo C sto Gesar. Cosa vuol (Jeremias 141-42). Ma egli poi fa cò per l'umanità. La tazza uma- proprio come Adamo peccò al po-
sostenere Paolo quando dice che notare che Paolo sembra conosce- na morì in lui. Ciò può suggerire sto dell'umanità e per l'umanità.
la grazia viene a noi, come la ri- re la tradizione del ((Fielio dell'uo- I'idea della personalità collettiva: Si vedrà dalla tabella preceden,
surrezione e la riconciliazione, per mo), perché in lcor 15,27 appli- in un certo senso, l'intera stirpe te che Gesu è chiamato l'ùltimo
mezzo di un uomo? Il peccato era ca a Gesìl come Messia il Sal8,6: era presente (semìnalmente?) in Adamo, che non significa 1'ùltjmo
un problema umano che poteva <perché ogni cosa ha posto sotto Adamo. Si potrebbe forse consi- uomo. Piuttosto. è un'affermazio-
derare meglio la qùestione, dicen- ne escatologica. Cristo, come pri-
essere risolto per I'uma tàsoloda i suoi piedi)). Questo salmo è ben
conoscìuto per le parole (o il fi- do che, come capo e progenitore mizia della morte, l'inizio di ùna
un essere umano. Alcuni possono è
glio dell'uomo perché te ne curi?)t della stirpe, Adamo peccò per tut, nuova creazione (vedi Cteaziore
pensare che I'efficacia della salvez-
za per l'umanità îosse dovuta a (Sal8,4), le quali precedono di po- ti, e qùindi tutti gli uomini ne ri- e luova creazione). Ma in un al-
sentirono l'efîetto. Per analogia, tro senso egli è line e meta della
Cesii, essere divino, ma Paolo de- co la parte citaîa da Paolo.
ò come quando un re in una mo- stirpe umana. Porta a compimen-
sidera accentuare I'opposto. Se Ci sono somiglianze e difîeren-
narchia assoluta dichiara guerra a to il piano di Dio negli ultimi tem-
Gesu non iosse stato uomo, I'u- ze tra Adamo, il tipo, e Cristo,
una nazione e tùtti quelli che so- pi, la nuova creazione.
manità non avrebbe ricevuto la l'antitipo. Ambedue erano vera- no sotto il re si trovano in guerra
grazia, Ìa risuÍeziole o, come mente uomini, ambedue sono ca- Inoltre, Cesù è il <secondo> uo-
con qùella nazione, a prescindere mo, in senso corporativo. Egli è
fanno notare Colossesi ed Efgsi- pi rappresentativi di una stirpe e
dalle scelte o preferenze individua- il punto di partenza di una secon-
ni, la riconciliazione (cfr. Pace, ri- ambedue hanno avuto un effetto li. L'idea di Paolo è forse quella da tazza ]lmaùa, Í\a con un signi-
conciliazione). La cosa straordina- drammatico sulla loro progenie fi- di un capo corporativo che agisce ficalo diîferente. Adamo, da un
ria è che l'uomo Gesù è morto ed sica/spirituale. Tuttavia, in qual- per tuîti (cir. Rm 5,12, eph'hò, certo pùnto di vista, era una crea-
è risorto. Dio a prescindere dal che modo, le difîerenze superano con Col 1,14, ftÒ). tura strettamente terrena venuta
mistero delf incarnazione - non le somiglianze. L'effetto potente "rl
In secondo luogo, la salvezza daÌla terra, totnata alla terra, e il
è soggetto alla morte. dell'azione di Adamo su tutta l'u- viene soltanto (in Cristo>, Una suo coipo e la sua vita erano na-
1Tm 2,5 va oltre nell'accentua- manità fu la morte (lCor 15,21), persona deve essere in Cristo per turali e fisici. Discendendo I'uma-
re il ruolo di mediazione di Cristo, ma l'effetto potente dell'azione di ricevere i benefici dell'azìone di nità da lui, gli uomini sono terre-
Cesù (questo testo sembra impli- Cristo fu la vita (nella forma spe- Cristo. D'altra parte, i credenti so- ni, fisici, contingenti e hanno una
carlo) doveva essere pienamente cilica della risurrezione dei mor- no morti e sorti in Cristo (Rm vita naturale nel colpo. Crìsto,
Cristologia 378
I r '9 Cristologia
d'altra parte, era dal cielo e del datore della razza umana, ma 1'ul- rrpra molti peccati e, a prescinde- do (1Cor 7,31), ma non eÌa anco-
cielo. Non era della terra. lfl che timo. lnoÌtre, nella letteratura rab- rL Llal merìto degli uomini, ha ot- ra scomparsa. Potestà e principa-
senso? Egli era anche uno spirito binica il redentore non è mai de- rdìulo loro il di tto di stare con ti non potevano separare più a
datore di vita. scritto come un ultimo Adamo. l)io. lungo icredentidaLl'amore di Dio
Se ne possono ricavare molti Sembrerebbe che Paolo, rifletten- Rm 5,1? vuol dire abbastanza in Cristo (Rm 8,38), perché Ìa
punti: l) Cristo non è solo viven- do sul vangelo cristiano e su mi- , hìaramente che la vita che i cre- morte di Crislo aveva disarmato
te, come Adamo: è datore di vi- nistero, morte e risurrezione di rlcuti hanno in Cristo non è sem- Ie forze soprannaturali dcl male
la, mentre Adamo ci ha dato la Gesu tutto alla luce della rive- tìlicemenîe più potente della morte (Col 2,15). Anche la vita inrima
mode; 2) Quando Paolo chiama lazione da parte del Signore risor- rlrc Adamo trasmise alla razza del credente era stretta dalla ten-
Cristo uno spirito datore di vita to abbia modificato le idee che
- lrnana, ma è di un ordine del tul'- sione tra il già e il non ancora. Il
non intende dire che Gesrì aveva poteva aver avuto in precedenza. ro differenfe. Come chiarisce lCor credente era già una creatura nuo-
un corpo o non I'aveva, ma che vi- Concludendo, arriviamo a Rm 15, essa viene dallo Spirito e dal va in Cristo (2cor 5,17), ma non
veva in una forma di vita caratte- 5,12-18. In Rm 5,12 abbiamo det- L:iclo e come tale trascende Ia vita aveva ancora sperimentato la ri-
rizzata dallo Spirito; 3) lcor 15,45 to che non solo il peccato, ma la rÌaturale e trionla sulla morte na- surrezione fisjca, la piena reden-
(rll primo uomo, Adamo, diven- morte è entrata nel mondo per rurale. Rm 5,10 arriva a far nota- zione del corpo (Rm 8,21-22).
ne un essere vivente)) è una cita- mezzo di Adamo. La morte è ve- re che I'obbedienza di Cristo fino Allo stesso modo, non c'è alcu-
zione da Cn 2,7, a cui Paolo ha nuta atlraverso il peccalo o a cau- rulLamorte (la sua condotta giusta na prova di un'antica attesa giu-
aggiunto le parole <primo> e sa di esso. Paolo, evideDtemente, c la sua innocenza) resero possi- daica di una risurrezione isolata,
<<Adamo>>. Quando Genesi parla accetta Gn l-3 come un semplice bile l'annullamento di tutto quel- tanto meno di una risurrezione
di Adamo come <essere vivente> racconîo di fatti storici, ma qui è lo che era stato causato dalla di- isolata del MessÌa prima della ri-
(ebr. nefeí hayfi), non vuol dire interessato al suo significato teo- robbedienza del primo Adamo surrezione dei credenti. Eppure in
che Adamo ottenne un'anima, ma Iogico. Desidera aggiungere che, (cfr. Craniield 1975,290; Barrett base alla storia della vita terrena
che Dio animò il suo corpo ed egli qualsiasi cosa i credenti possano 1951, ltl\. di Gesù, questo era precisamente
divenne un corpo vivente. un e5- aver ereditalo da Adamo, e qual- ciò che Paolo proclamava. Que-
sere vivente (vedi Psicologia). E siasi eflètto la sua colpa possa aver 1, L'IMPATTO E L']NFLUEN- sto permetteva a Paolo di spiega-
improbabile che il greco psyché iÍ avuto sull'umanità, c'è uD senso ZA DELLA CRISTOLOGIA DI re Ia relazione tra la risurrezio-
lCor 15,45 significhi anima. Piut- reale per cui gli uomini si scava- PAOLO - 4.1 La crisaologia di ne di Cristo e quella dei credenti
tosto, qui come altrove nel NT no la propria fossa. Dio non ha Paolo nel suo rlniverso di pensie- (lCor 15).
(come con l'ebr. nefeg, signiîica punito ingiustamcnte ognuno con ro - Abbiamo detto prima come
(essere)): Adamo era un essere vi- la morte. Tuttavia è anche vero,
1.1.2 Soteùologíe - La cristo,
la cristologia, quale aspetto del logia di Paolo cambiò il modello
vente; 4) Quando Paolo usa il ter- nel senso primario, che nessuno pensiero di Paolo, fosse la più della sua soteriologia. A meno che
mine <corpo spirituale) (sdmc della razza umana sarebbe morto grande forza strulturante del re- nuove scopcrte dalle grotte di
pneumatíkon) îot\ tntende un cor- se Adamo non avess€ peccato per sto del pensiero paolino. Lo si può Qumràn non cambino la situazio-
po composto di sostarua non ma- primo, Così Paolo può aggiunge- nrostra.e in molti modi. ne, non risulta con certezza che gli
teriale, ma un corpo a cui lo Spi- re in Rm 5,15: <<Per la caduta di
rito ha dato potere. E da notare uno solo morirono tutti)). Attra-
4.1.1 Escqtoloqia - La pro- anîichi Giudei aspeÍtasscro un
\peltiva escatologica di Paolo si Messia crocy'isso. Fú la storia del-
che Gesu divenne uno Spirito da- verso la trasgressione di Adamo traslormò sicuraúente una volta la mortc e risurrezione di Gesù a
tore di vita solo dopo la risurre- regnò la morte (Rm 5,1?), ma che egli divennc un seguace di Ce- fa. cambiare idea a Paolo sulmo-
zione, e la vita che egli diede era Paolo Mrole rendere perfettamelte sir. Non ci risulfa che gli antichi do in cui si sarcbbe compiuta la
vita eîerna, diversa da quella da- chiaro che I'antidoto di Dio non Giudei aspettassero drie venute del salvezza. Questo messaggio era
ta da Adamo. InoÌtre, era data ai è soltanto una reazione uguale e \,lessia; eppure questo è precìsa- uno scandalo per iGiudei e una
credenti per mezzo dello Spirito, contraria. Il dono non è pari al ìnente quaDto credeva Paolo, e da follia per i Gentili, proplio perché
in parte ora, in pienezza dopo. peccato (Rm 5,17); la salvezza non queslo dipendeva il suo modo di andava contro le aspettative (lCor
Potrebbe darsi che Paolo aves- èsolo il paradiso ottenuto di nuo- Vedere il futuro e la vita dei cre- 1,23). Anche nel caso del (servo
s€ tratto la mate aprima per que- vo, come se la negatività della col- denti. Il corso luturo della storia soffcrente di Yhwh), di cui si par-
ste idee dalla speculazione giudai- pa fosse neutralizzata da una îor- aveva assunto per Paolo un carat- la in ls 53, non risulta che qual-
ca su Adamo e sul futuro Messia. za uguale e positiva. Se la caduta tere escatologico. Si capiva che I'e- cuno nell'antico Ciudaismo, pri-
Il filosofo ebreo Filone comprese può produrre un tale effetto e ri- poca futura era griì araivata, che ma del ministero di Gesir, abbia
l'uomo creato in Gn I come un es- guardare tanti, quanto più efficace l'elfetto redcntivo del regno di Dio applicato quel testo al îuturo Mes-
sere ideale, un tipo platonico, sarà la grazia sovrabbondante e il era già entrato con forza nello spa- sia (cfr., però, 78. ,lsd 53). InoÌ-
mentre interpretava I'Adamo di dono di giustizia per i credenti zio e nel tempo con la venuta di tre, alla luce di Dt 21,23 ((Chi è
Cn 2 allo stesso modo di Paolo. (Rm 5,15). La punizione della Cristo, ma la redenzione ton era appeso a un albero e solto la ma,
In lcor 15, tuttavia, I'ideale o il morte è derivata dalla colpa di uno ancara stata completata. La sce- ledizione dj Dio)), anche se il te-
vero modello non è il pdmo fon- solo, ma la grazia di Djo è venuta na di questo nondo stava passan- sto /oise stato pensato in rìferi'
Cristologia 380 rN I Cristologia

mento a un Nlcssia soflelente, e in Cristo formano ìltempio dcllo (ristologia di Paolo Sembra che quanto 10 stesso aveva detto di
allamente ìrnprobabile chc si rite Spirito di Dio (lCor 6,19; sul sin Lrr cristologia di Paolo abbia avuto quando in quando (cfr. Hemer).
nesse riîerilo a un Mcssia a/"oal golo crcdente come leÌnpìo cfi. Lrrr impatto suiprimi cristianj anche In ogni caso, I'autore di 2 Pietro
lCor 3,16 17). D'altra parte, Cri- ,rltre isuoi scrittì. Soprattulto la (3,15 16) attesta I'influsso delle
"/rtso.
Anche salvczza era un qual-
1a sto è, una volta pcr tutte, L'agnel- lcttcra agli Ebrei sembLa conosce- lettere di Paolo sulle Chiesc (pe
cosa già/non ancora. Gìà uù gran lo sacrificalc che ha reso inutili rc il modo di pensare di Paolo su trinc) del I sec., sebbenc conlessi
numero di Gentili erano salvati. tutti gli altri sacrìlìcì (cfr. ìCor ( risto e altre questioni e vi attin- che Paolo sia dillicile da capire.
nÌa Dio non avcva ancora coúìPle- 5,7). lnfine, non è chiaro se Pao- rcva. Senbra che L'aulore di que-
Lato il suo piaùo di salvezza per i lo abbia riaifermato la dottrina \ra lertera debba molto a clemenLi 5. ORIGINALITÀ E ORDINA-
Cjudej (Rm 9-ll). Cià ìLcredente della terra, sebbene sia possibìle ,lel pcnsìero di Paolo, come lo co- RIETÀ DELI-A CRISTOLOCIA
era giustiîicaro e ir pace con Dio che abbia latto posto a quest'idea nosciamo in CaÌati. e forse anche Dl PAOLO Studiando le carat-
(Rm 5,1), ma qucllo stesso credcn una volta salvati tutti i Gentili e rn I Corinzj e in Romani (cîr. pcr teristicÌìe de11a cristologia paoli-
te non era aùcora pi€nanÌerlte san- noi tLrtro L'l\raele lisico tcfr. Rm csempio, lCor 15,24-28.45 49 con na dobbiamo ricotdarcì che non
tifìcato o gloriîìca1o, come è chia- I1,.23 25). E sorprcndente Luttrvia Eb 2,6'13; Witherington l99l). esploriamo la sua unicità îra le cri-
ro dalla continua tensionc tl-a car che non si rÌrenzìoni la terra nel- Si deve riflettele sul possibile in- stologie del NT. Ricercarne l'unj-
nc e Spiriro nella vita del creden- I'eleùco delle promcsse fatte da llusso della cristologia paolina sui cità porterebbe a discutcre che co-
te (Gal 5,16-26). Dio all'lsracLe secondo la carne quattro evangelisd. Non solo il sa la pone completamente al di
4.1.3 Popolo di Dio Cambiò (Rm 9,.1-5, a lneno che sja inclusa vangelo di Giovanni ìnizia con un fùori delle altre crisloÌogie dei NT.
aùclle il llensicro di Paolo sul po' nella voce (promesse); cfr. Da- irìno cristologico, che rivela mo- Piùttosto, vogliarÌro vedere che co
polo di Dio, soprattutto riguardo vies). D'altra parre, Col 1,12 rivi simili a quelli di Paolo, rna il sa carctteríazo \a cristologia Pao-
al probleîÌa dell'iùclusionc di (reredità>) può rìfleltere I'appro- !angelo presenta anche un'idea ljna. Diflicilmente si può afîerma-
qualcuno in quel gruppo. Se ilpo priazione da parle di Paolo dell'i- (paolinar di credenti incorporati re che ci sia qualcosa di unico nella
polo di Dio era formato da Giu- dca territoriale. ma lì è chiaranten- a Cristo (sebbene sotto un'imn'ìa- cristologia dj Paolo, senza alcuna
dei e Ccntilj unili in Cristo (Gal te tÌaslerita a un regno no1l mate- gine diversa, quella dellavite
dei e analogia col resto del NT. La pree-
3.2u), e se quel gruppo poleva es- riaLe, il cielo. traÌci di C\'15). Vi troviaúo an- sistenza. divinità e umanirà di Cri-
sere chiamato (l'lsraele di Dìo) 1.1.4 Dio Abbiamo notato in che un'esaÌlazione della morte sa- sto si possono trovare aùche al di
lGal 6.16: vedl Israele), allora non preccdcnza, iÍ quest'articoLo, co- crificale di Cristo, associata al- îuori di Paolo. L'enfasi sul Crìsto
ci si poreva piu basare sull'eredi- me fosse cambiata l'idea paolina I'immolazione dell'agnello pa- crociîisso si trova nei vangeli, co-
tà o sull'obbcdjenza alla Tórà per di Dio, in conseguenza dcll'affer- squale (cfr. per esempìo, Gv 1,29; me negli Atti, nella lettcra agli
assicuratsi o conscrvàle ùn posto mazione che Gesù era il Cristo di- Gv 19,28-31). Anche la pncuma- Ebrei, in I Pietro e altrove nel NT.
ùel \ero Isracle (cîr. Rm 3,23 4,8). viro e umarìo. Non solo lc funzio- Lologia del quarto vangelo è col- Anche I'accento sulla gjudaicità di
In Cristo noù servira piir La Leg- ni cli Dio come Signore erano ora legata alla nlortc e risurrezione di Gesù, o sulla sua risurrezione, tro-
ge, almeno come mczzo per otte- assunle ed cscrcitate da cristo Cristo (cfr. Cv 14,18-21) in modo va a[alogie. ]nîjne, l'idea di Cri-
ncre o nrantencre la giùstificazio (cli. lCor15,24 27), ma Cristo sa Lale da trovare i suoi ùnici Paral- sto come personificazione della
ne con Dio (Rm 10,4). Paolo aî rebbc torùato a giudicare il mon- leli neoteslamcntari in Paolo. Sapienza di Dio si può lrovarc in
îermò chiaramerÌte che non era do e anclìe icrcdcnti (cft.2Cor Un possìbi1e influsso paolino, N4atteo e forse nella ibnte Q, seb
più necessario seguìre le leggi ali- 5,10; lTs 5,4-10). lnoltre, PaoLo soprattutlo cristoloSico, può csse- bene con ùn'cnîasi diversa (cfr.
rnenLari, perché ùessun cibo era ritencva che Cristo c lo Spirito rc presente altrove nel NT. Per Uritherington 1993).
iÍrmondo (Rm 14,14). Perciò per condividessero molte funzionì, in csempìo, in 1 Pietro la presenza Abbìamo inclicab I'assenza di
Paolo erano cambiati il vero lon quanto la loro opera terrcna era dclla formula (in Cristo) e l'uso ogùi riferimcnto a Gesrì come Fi
damento dclla comunionc e ise vista come praticamente intercam- delle espressioni (il Signole Gesit glìo dcll'uomo nella cristologia
gnì di riconoscimcnto in mezzo al biabile. Sebbcne Paolo non abbia Crislo)) o (la rivelazione di Gesil paoLìna. In questo senso Paolo è
popolo di Dio. elaborato Llna teologia trinitaria, Cristo) (1P1 1,3.13;5,10.14) pos dilferente dai vangcLi. Ma si può
Sc si valutano alla lucc della leo- gli elementi primi di tale teologia sono indicare ùn'influenza di Pao dìrc che I'aspetto piir originalc del
logia paolina j tre grandì pjlastri erano già evidenli nelle sue lette- lo (redi C sto). I1 discorso di Pao- la crìstoLogia paolira sia La tìpo-
dell'antico Ciudaismo, Tóriì, teÍ\' rej specìalmentc nelle sue dosso_ lo in At 20,18-32 è notevolc per i logia dell'ultimo Adamo. Questo
pio e terra, scopriamo quanto ra- logie e bcnedizioni (cfr. per esem- suoj remi paolini, un fatto che si tema cristologico non cra solo un
dicalmcnte Paolo abbia teinter- pio, 2Cor 13,14). PaoÌo invocava può spiegare con uù riassunto lenrativo di trasporre La ctistolo-
pretato l'ìdea dcl popolo dj Dio. la bcncdizione nel Dome di Dio, da parte dcll'autore - del vange- gia del Figlio dell'uomo in una
Abbiamo già visto ì1 pcnsiero di ma oia Dio aveva 1re llomi con i lo di Paolo. così come siconosce chìavc nuova per iCentili. In pri-
Paolo sulla Legge, ma cosa dicc- quali porer essere chiamato (cfr. va dalle lettere oppure, se Luca era mo luogo, le îonti sono diverse; la
va del tempio c del sacrìîicio? Da wright 120- 136). un testimone di prima mano dcl cristologia paolina dell'ultimo
una paÌte, Giudei c Gentilì uniti 4.2 l,'inîlusso più vasto della clìscorso di Paolo, ùn ricordo di Adamo deriva da Gencsi. menlre
Cristologia 382 183 Critica narrativa
ilmateriale del Figlio dell'uomo a imitare Cristo (cfr. per esgm- Vedi anchet Adamo e Cristo;
'\\.,
One God, oÌe lold, Foflress, Phila
nei vangeli proviene da Dn 7 (e pio, Fit 2,5; lCor I l,l). (ln Cd- Corpo di Cristo; Cristo; Dio; delphia 1988i Jeremias J., adan,in GLNT,
vol. I, coll. 37?-385; de Jonse \4., Cl.isro-
con minore probabilità da Eze- stoD è un concetto sviluppato da Iscatologia; Figlio di Dio; Gesir Iog! in Contexî: The Ea iesr Chtistio Re
I Enoc\,
chiele e dalle parabole di Paolo in un modo e a un grado tali c Paolo; Immagine di Dio; In Cri- sporrer ro Je.rrs, W€$minster, Philadelphia
lnoltre, la cristologia del Figlio da non avere paralleli nel canone sto; Preesìstenza; Primogenito; )988; Kim 5., The Oùsin of Paul's Aospel,
dell'uomo non ha niente a che fa- Eerdmans, Grand Rapids 1982; Lightfoot
del NT. sapienza; Spirito Santo; Salvato- J- B-, St- Paul's Epistle ro the Philippians,
re col fondatore di una nuova stir- La cristologia paolina ha con- re; Signore. Maclnillan, London 1894; Lon8enecker R.
pe di uomini; è focalizzaîa più spe- tinuato a influire sulla Chiesa at- N., The ChristoloE| af EarU Je\rish Chrr
cificamente su un rappresentante traverso i secoli, fatto che gioca un srlarl_r'. SCM. London l9?0iMachen J. G.,
rrrur. Barrelt C. K., A Conltnenîary on The Yiryin Rifth ofChtist, Harper & Ros,
di lsraele e per lsraele, che giun- ruolo nel valutarla. Per i prote- the Epistle îo îhe Ronans, Harper & Row, New York l9l0; Marshall l. H., So.r o/
ge aìla presenza dell'Altissimo e ne stanti, che derivano il Ioro statu- NeN York f95?i Id.,,,1Coìùnentstyon the cod, ;î NIDNîT. vol. 3, pp. A4-U5: Mar-
riceve autorità. Insomma, la cri- to direttamente o indirettamente lxst Epistle to the Coríntftidrr, Harper & tin R. P., Catnen Christi: Philippians
stologia dell'ultimo Adamo ha da Lutero, da Calvino o da ì e-
r{où, New York 1968i Id., A Cotnnentar! 2,5 Il ín Recent Interplelatian a d in the
Ò the Secand Epistle îo the Coîinthians, Seúine o! Eartr Chùstian wo^hip, EeÀ
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la del Figlio dell'uomo. Confron- nua a essere centrale, eclissando C., Poulthe Apos e: The Tiunph oî God /rpp,a,?r, NCB, Eerdmans, Grands Rapids
tando e opponendo Cristo al pro- perfino, talvolta, le altre cristolo- ot t.ile and Thousht, Porttess, Philadelphia I976i MetzSer B- M., Puncluation of
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genitore dell'intera razza ùmaùa, gie canoniche dcl NT. Ma questo don, Nashville 1970i Browr R.. E., The ttit- (e.lrl.), Chtist and the Spirit in the New Te-
Paolo forgiò un concetto nel quale testimonia aoche la forza irresisti- t)tlal Conception and Bodily Resu ection íffnerl, Unileniry Prcss, Camb.idge t973,
erano posti in gioco sia Gìudei che bile delta visione cristologica di .y'.krrr, Paulií, New York l97l; Bruce F. pp. 95'l 12; Moule C. F. D., The O gin of
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Gentili, sempÌicemente perché era- Paolo. E una cristologia che non Eerdmans, crand Rapids 1982; Burion E. 1977 ì ld., Futthet Re|lexians on Philippians
no uomini. può essere ordinatamente ricapi- DcW., A Crítical and Exegetic.ll Commen- -2.5',11, in w. W, Casqùe - R. P. Martin
È anche da notare I'uso, da par- tolata sotto i titoli usati da Pao- lorr ok the Epistle ta the Aahians,ICC, ledd.), Apasrolic Hisrory qnd the Gospel.
te di Paolo, della formula (in Cri- T.& T. Clark, Edinbursh 1920; Casey M., Ee.dmans, Crand Rapids 1970, pp.
lo. ll complesso della cristologia Chronolos and the Developne of Pou- 2@-276iId.,The Manhood oj Jesus in the
sto) (vedl Cristo; In Cristo) per paolina più grande della somma
è lne Chtutolog!, in M. D. Hooker S. G. Nr. iD S. W. Sykes - J. P. Clayron (edd.),
parlare dell'unione spirituale tra delle sue parti. Essa è fondata nel- \\ilsot (edd.), Paulínd Paulinisn: Essa:rs Chtist, Faith, dnd History, U\iverciry
Cristo e i cristiani. L'idea paoli- la storia sacra del Cristo, che a sua t" Hanouî o.f C. K. Batett, SPCK, Lon' Press. Camhridge 1972, pp. 95-l l0; Neu-
don 1982, pp. 124-134; Cerfaux L.. 1/ Cr- sner J. et aì. (edd.), rdd,s,t ond theiMes-
na trascende ampiamente I'uso di volta si fonda nella storia di Israe- \to nella teologio di S. Paolo, AVE, Roma ria/rr, Universiry Press, Cambridge 1987;
I Pietro o le idee parallele del le e, con la cristologia dell'ultimo 1969r Craniield C. E. 8., A Ctìtical and Robinson J. A. T., The Bod!: A Srud, in
quarto vangeÌo. Questa formula Adamo, si radica nella storia del- Exagelical Cannentary on tlrc Epìs e la Pauline Theolost, W€sìminsier, Philadel-
spi€ga piu di ogni alrra cosa pen- lho Romans, tCC, T. & T. Clark, Édin- phia 1977i Small€y S. S.. îÀe C/,r,r-
l'intera razza umana. bureh 1975. l9?9,2 voll.; Cullmann O., Chtìstian Relationship in Ptul and John,ir
sasse Paolo della condizione dei Questa storia sacra di un Gesù C rro e il tenlpo,s\ttdi rcljsiosi 5, Edb, Bo- D. A. Hasner-lvf. J. Ha.ris (edd.), Parl,:
credenti: essi erano (in Cristo)). che è nato da donna, che ha as- bgna s.d.; ld., I}e Crlilologr of lhe Nev Ecrdnans, Grand Rapids 1980,
Questo va ben oltre I'affermazio- sunto natura umana, che è motto Ie.!rar,€rf, r'Vesrminr€r, Philad€lphia "eSlùdl?s,
pp. 95'105i Tùrncr N., Grunnatical ln-
ne che i cristiani, mediante la gra- 1959; Davjes W. D., The Gospel and the tighîs inta the New Testanenr, Î. & T.
sulla croce ed è risodo da morte I-and: Ea :j, Cùtisriuniry arul Jewish TeÍr Clark, Edinburgh 19ó61 witherirgloD B.
zia di Dio, erano stati resi confor- - per la salvezza di tutti gli uo- hial Docî e, Universiry ol California, lll, The Chîisroloq! o/ JesllJ, Fortrcss,
mi al modello della morte e dsur- mini - Paolo la condivide con gli lr€rkelcy 1974; Dunn J. D. G., Ch.ístoloS! Minncapolis 1990; ld., rr? hluence oIGa-
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avvenimento accaduto una volta scrittore del NT su un altro, spie- \'ex leslarreu r, werninster, Phìladelphia l992a ld., Jesus lhe SaEe an.l the Pilqrina
nel passato al mom€nto della con- ga le somiglianze tra le cristologie l9l7; Fredriks€n P.. fio,, Jerus to Christ: seof Wirdotn, F otltcss, Nlinneapolis 1993;
'tha Orísins ol the New Testsnenî ImaEes Wrighr N. T., l"n? C/ir?d of the Cownant.
versione, mentre la loro unione e di Paolo e del quarto vangelo o di 1)/Jairs, Yale Unilersity, Ncw Haven 1988; Fo!tress, Minneapolis 1992.
comunione con Cristo è una real- Ebrei o di Pietro. Tutti condivido- llalvrhorne G. F., Philippians, \NBC 43,
tà continua. Infatti, tale profon- no questa storia e s€mbra, dagli \\ ord. $aco 1983; HaF R- B-, Echoes oI B. Withetington III
da realtà nella mente dell'aposto- inni cristologici e dai frammenti i
itiphùe th. Letlers ol Pdrl. Yale Uni-
vcrslry. New Haven 1989; Hemer C. J.. fre
Io era incompatibile con altre for- innici in queste opere, che tutti ab- Brnk of Acîs in the Settitis oJ Ilellenistic
me di unione spiritualmente anti- biano cantato questa storia in una //is/.,/], Eisebrauns, Winona Lake (lN)
tetiche a essa (cfr. lCor 6,15-17). 1939; Hengel M., Jadare,l a d He enis t,
CRISTOLOGIA SAPIEN-
forma o nell'altra, adorando Cri-
La persona unita a Cristo me- sto. Cfisto crocifisso e risorto, : roll., Forrcss Philadelphia l9?4; Id-, /1 ZIALE: vedi Cristologia; Preesi-
t\olo prclristiam. Srùdi biblici 100, Pai- stenza; Sapienzai Signore
diante il corpo di Cristo (costi- umano e divino allo stesso tempo, ,lcia, Brescia 1992i Id., 1/ Figlio di Dio. L'a-
tuito daì credenti) era un solo Spi- era il cuore del vangelo proclama- tìpitp detla ctbtoloSia e Ia stotia.le a rcli-
rito con Cristo. Quest'unioDe <<in to da questi primi missionari e in- !ìùìe Biudoica ellenistica. Studi biblici 67, CRITICA NARRATIVA: ve-
l'rideia, Brcscia l98,rt Hoover R. W., fte
Cristo> era anche il vero fonda- segnato nel mondo mediterraneo llaryasnos Enigtna: A Philological Solu- di Ermeneutica, interpretare
mento degli imperativi di Paolo del I sec. tr,1, it\ HTR 64 i.1911) 95 ll9;HuÍado L. Paolo
Crilics rotorica 384 tH5 Cdtica rcforica
CRITTCA RETORICA ca della rctol ica al
tclltpo di l,:lo- (;li argomcnti logici sono o in- forense: l'obiettivo di Paolo è una
lo; perciò sono usati spcsso dagli (p4- difesa di se stesso (autoapoiogia)
So\rvrakro - l. Rctorica ellcnisricar Ll interpreti moderni nell'analisi dcl. 'lrrrivi, per mezzo di esempi
t,dcigmala\, o dedl'lttivi,per mez- e del sÌro vangelo contro l'attacco
Manùali retorici; 1.2 ConccÍi retoricij le lettere paoline. Commenti rc. /o di ùn entimema. Ciò che in lo- degli intrusi. Altri hanno detto che
1.3 \4ctodologia; 2. Nuova rerorica: 2.1
centi di questi manuali dì retorica Galati è paragonabile al discor-
Arcomentazionc per rutoriràj 2.2 Areo-
classica si trovano nelle opere di
/ica é noto come sillogismo com-
mentazione per detinizionci 2.3 Argo- I'rcnde un'affermazione con una so deliberativo, in quanto lo sco-
menlazìonc per dìssociazione di ìdec: 2.4 G. Kennedy e E. Corbett e sono po primario di Paolo è di esorta-
ArgonrentazioDe pcr diseiùnzionc del Ircmessa maggiore, una premes-
riassunti da L. C. Bloomquist. r;r minore e una conclusione. Ma re i suoi lettori a essere fedeli al
gruppo c dei suoi meÌnbri; 2.5 ArsomcD-
Numerosi confronti delle lette- rli solito oratori e scrittori presup- vangelo e dissuaderli dall'accettare
hzione per sacrificio; L Conclùsione.
re di Paolo con i manuali retori- il falso vang€lo dei giudaizzanti
ci del suo tempo dimostrano che |{rngono o la premessa maggiore
Benché Paolo sostenesse che la ,r la premessa minore. Un argo- (cfr. Kennedy, Hall, Smit, Lyons).
sua predicazione non era segnata Paolo, per presentare i suoi argo- nìcnto deduttivo che ometta la Probabìlmente è meglio vedere
dall'uso della retorica persuasiva menti, usava l'arte della retorica Galati come un misto dei generi
tnemessa maggiote o la minore è
(lCor l,l7-2,5), e i suoi critici fos- ellenistica. La corrispondenza è .hiamato <entimema)). Quando forense e deliberativo (cfr. Han-
sero d'accordo (yedr' Retorica), le troppo vistosa per pensare altri- Ir) entimema passa dalla premes- sen, Longenecker). Nella prima
sue lettere furono considerate menti. E ancora, I'uso dei manuali \it alla conclusione è spesso intro- metà della lettera (Gal I,6-4,I l),
(dure e îortir perfino da qùei cri- classici nell'analisi delle lettere di (lotto da segnali come ((perciòD, Paolo difende se stesso dalle ac-
tici (2cor 10,10). Dal momenro Paolo non seNe a provare la sua udonde> o (dunque> (Eî, gar, ara, cuse e accusa i suoi avversari di
dipendenza da quelli, ma a lasciar- r)!r); quando un entimema muo- falsare il vangelo, ma nella se-
che Paolo scrisse le sue lettere per-
sene guidare nel descrivere gli ar- conda metà della leltera (Gal
ché fossero lette ad alta voce alle vc dalla conclusione alla premes-
gomenti paolini. La retorica clas-
Chiese, c'è una strefta relazìone sa può essere introdotto da (poi- 4,12-6,18) cerca di persuadere i
sica si basava su una descrizione (gt. hoÒ. Aal credenti Galati ad adottare una
tra la forma di queste lettere e le e lré>, <<perché>>
induttiva degli elementi del discor- nuova linea di azione.
caratteristiche dell'orazione. Se- ],6-7 è un entimema: Paolo pre-
so persuasivo. Quintiliano affer- suppone la premessa maggiofe che Sono stati fatti tentativi simili
coDdo una definizione aristoteli-
ma che (fu la natura a creare la per determinare il genere retorico
ca della retorica, le lettere di Paolo I)io tratterà tutto il popolo come
parola, e I'osservazione a dare ori delle altre lettere di Paolo. G, A.
sono esempi della <capacità di ha trattato Abramo; Ia sua pre-
gine all'arte del parlare. Proprio
scoprire i possibili mezzi di persua- rnessa minore esplicita afferma Kennedy classifica 1 Tessalonice-
come gli uomini scoprirono I'arte (Abramo ebbe fede in Dio si come retorica deliberativa (Ken-
sione>. Per questa ragione la cri- che e
della medicina osservando che al- gli fu accreditato come giustizia)) nedy 1984, 142); R. Jewett la iden-
tica retorica è stata spesso ìtsata cune cose erano sane e altre il con-
per chiarire obiettivi retorici, strut- (Gal 3,6); la conclusione logica tifica come epidittica (Jewett
trario, cosi osservatono che alcu- (ifldicata da dnr) afferma che (fi- 7l-78). Lo studio su Filemone di
ture, stile e tecniche di queste let- ne cose emno utili e altre inùtili nel
tere persuasive. gli di Abmmo sono quelli che ven- F. F. Church dimostra l'uso da
parlare, e ne presero nota per imi-
tarle o evitarle)r (116l. 3.2.3). I re-
lono dalla fede) (cîr, Hansen parte di PaoÌo della retorica deli-
I. RETORICA ELLENISTICA 1989, I l2). berativa- M. M. MitchelÌ asserisce
tori classici erano attenti nell'os- Nella tradizione classica si de- che I'unità di I Corinzi può esse-
- 1.1 Manuali retorici - Nel- servare e organizzare quasi ogni
scrivono tre tipi di retoticat foren- re dimostrata se viene vista come
l'Atte della rclorica (seconda me- caratteristica dell'argomentazione;
tà del IV sec. a.C.), Aristotele rias- te, deliberativa ed epidittica- ll di- retorica deliberativa, che convin-
pertanto non dovrebbe sorprende-
sume e amplia studi di retorica di scorso forense difende o accusa ce i Corinzi a riconciliarsi con Dio
re che nei loro manuali siano de- e con Paolo, e D. F. Watson ar-
insigni predecessori come Corgia, qualcuno per quanto riguarda
scritîe molte caratteristiche dell'ar- gomenta allo stesso modo per l'u-
Protagora e Platone. L'opera di azioni passate; il discorso delibe-
gomentazione paolina. La critica nità di Filippesi (Watson 1988). G.
Aristotele fu la sorgente di innu- rativo esorta o dissuade per quan-
retorica delle lettere di Paolo usa A. Kennedy classifica 2 Corinzi
merevoli manuali di retorica gre- to riguarda azioni future; il discor-
come strumenti descrittivi i paral- come retorica forense, esclusi i ca-
ci e latini dùrante iì I sec. d.C. I so epidittico afferma valori comu-
leli applicabili dai manuali reto- ni mediante lode o biasimo per in- pitoli 8 e 9, deliberativi (Kennedy
pitì degni di essere ricordati sono rici-
lluire su una valutazione presen- 1984, 87). W. Vr'uelner mostra co-
la Rhetotica ad Herenníum in la- 1.2 Concetti teorici Secondo te. Questi tre gened retorici cerca- me la discussione sulla Legge in
tino (84 ca- a.C.), I'opera di Ci- Aristotele (Rr. 1.2.3), la persua-
no diversi tipi di risposta da parte Romani possa essere chiarita os-
ceto'ìe De I venÍione e le sue Paf- sione dipende da tr€ fattori: il ca-
degli ascoltatori. Forense: è giu- servando lo scopo epidittico (non
titiones Oratotioe (87 ca. a.C.), e rattere morale di chi patla (ethos),
sto? Deliberativo: è convenielte? forense, come in Calati) della let-
I'opera maggiore di Quinriliano, le emozioni suscitate negli ascol-
Epidittico; è lodevole? tera. La critica retorica di Filip-
Institutio Oratotia (92 d.C.). Que- tatori dal discorso Q)athos\ e g\i pesi indica che appartiene al gene-
sti manuali presentano un quadro Secondo Betz, la lettera di Pao-
argomenti logici del discorso (/o- re deliberativo (vy'atson 1958, 59;
generale della teoria e della prati- gor).
lo ai Galati dovrebbe essere clas-
sificata come esempio di retorica Bloomquist 120, ma con piir di un
Crilica rcforica 386 Critica retorica

generc) o epidittica (Kenncdy condo J. D. G. Dunn, l'uso da lo stile di Paolo è Ì'uso di donen ne della critica letorica allc lelte
1984, 77). Probabilrnente è com parte di Paolo delle parole del Sal tlc rctotichet <Togliamo dunque re di Paolo consiste nella descri
posta di 8eÍeli o i\)i relorici mi- 19,4 per asserire che il vangelo è ,rgni valore alÌa Legge mediame la zione delle tecniche retoriche usa-
sti (così Black). andato (per tutta la terra) e (fi- lcde?>. <Qua1 era, allora, 10 sco- te da Paolo nell'argonentazjonc.
La struttura dì un discorso, co- no ai confini del mondo)) (Rm 1)o della Legge?)) (La Legge è, Un'ampia varielà di tecniche re
me è descritta nei manuali retori- 10,8) dà (una visione ipelbolìca !lLlnque, contro lc promesse di roriche è descritta da C. Perelman
ci classici, consta di scj parti: l) della portata escatologica della I)io?>. Queste domande retoriche e L. Olbrecht Tyreca in quelLo che
l'ìnlroduzione, che deîinjsce il ca- missione ai Gentili, (Dunn 624). (Rm 3.31: Gal3,19-21) servono a Kennedy chiana <il più autorevo-
rattere dcll'oratore e Ìa questione Quando Paolo esorta i suoi letto-
preparare la via a Paolo Per fare le traltato moderno sulla retori-
priùcipale da attare;2) la natra- ri a (offrire i loro corpi come sa- qualcuna delle suc pìu signifìcati- caùt The New Rhelotic: A Trea
zione, ahe narra glj avvenimenli crificio vivente> (Rm 12,1), la scel- !c affermazioni suÌla Legge. [ise o Atgunentaîion (1969).
collegatì con la cluestione princi- ta c1a parte sua della parola <cor- l.3Metodologir Kennedy L'applicazione delle categorie del-
pale;3) la proposfa, che riassume pon per rappresentare L',intera per- lornisce un'utile guida alla prati- la ùuova retorìca alle lettere di
le principali tesì da provare; 4) la sona è un esempio dlsineddoche, ca della critica retorica (Kennedy Paolo non è anacronistico. in
conferma, chc cspone gli argo- una parte per I'intero. 198,1, 33-38). Egli delìnea cinque quanto le categorie della nuova re-
meitj logici; 5) la confutazione, Nel comporre, Paolo spesso or- rnomenti di analisi. torica sono dcrivale da un'atten-
che conlùta gli argomentj degli av- ganizza le parole ìn forma di ar- P mo, determinare I'unità rc- ta analisì degli esempi di argomen-
versai; e 6) la corclrsione, che ri- llresi. (Fuggjte il male con ouo- torica da studiare. Di soÌito, I'u- tazione anrichi e moderni.
capìtola i puntj fondamentali e sù re; altaccatevi al bene)) (Rm 12,9). nità retorica sotto osseNazione è Le cinque tecniche retoriche de-
scita Llna sposta sifiÌpatetica. La <Sappiamo che l'uomo non è giu- un'inrera lettera di Paolo. lù al' scrjtte qui sono illustrate da un'ap-
slruttura dclla r€torica deliberatì- stifìcato dalÌ'osservanza della Leg- cuni casj, l'ùnità retorica scelta per plicazionc alla lettera di Paolo ai
va e di quella epidittica è di solito ge, ma soltanto per mezzo della fe- l'esame può essere un passo piiL Galati (cfr'. Hansen, 79-93).
una versìone sempliiicata di que- de in Gesir Cristo)) (Gal 2,16). chiaramente deÌimitato alf interno 2.1 Argomentazione per auto-
ste sei parti. Spesso, nella pratica Inoltre, Paolo eÌabora isuoi pen- del1a lettera (come 2Cor l0-13). rità Un'argomenlazioncche
della crilìca retorica delle lettere di sieri in îorma chiasîica- lln.,/?ld- Secondo, definire la situazione bada al prestigio, aLia repulazio-
Paolo, pcr designare quesre sei smo è Ìa disposizione ìncrociata retorica. Nella descrizione di per- ne o al carattere morale clell'ora-
parli so1]o usati i termìni latjni di delle parole, simile alla lettera gre- sone, avvenimenti e relazioni del- lore è ùn'argomentazione per au-
retorica classica: e,yordiu t. ndra- ca X (C,l), da cui dcriva il suo no- la situazione retodca. si deve da torità, II doppjo diniego di Pao-
tio, ptopositio, ptobatio, reluta me. Per esenpio: <<lI p mo sarì) re speciale aîtenzione al problema lo di qualsiasi dipendenza da un
tìo, perctolio. Betz usa qucsti ter- I'ullimo e l'ultitto il prímo,. Pa- rerorico alfronlato da Paolo nel agente o da un'aùtorità umana Per
mìni per lo schema di Galali: I. role o concetti sono enunciati nei- rapporto con gli ascoltatori. È uti- la legittimità del suo apostolato e
I,l-5) '.
Prescrìrto epistolare (Gal I'ordine A B C e poì rìpetuti nel- lc a questo punto definire la 5/r./ la sua rivendicazione di un ìnca-
ll. Exordìum (Gal 1,6-11) III. I'ordine inverso C B A. cotr una sis del caso, o questione forlda- rico divino (Cal 1,1) segnalano che
Naîcttia (Ca1 1,12-2,14) IV. nolevole espansione. Lightfoot os- n1enlale. La questione fondamen- l'intero argomenlo sarà struttura
Propr.tsitíct (GaL 2,15-21) V. ser\'ò la forma di chiasrno in Gal Lale riguardava un problema di lo da questa enfasi sull'autorilà.
Prcbaf io (Cal3.l 4,31) VI. Zi- 4.4 5. fatto, di dcfinizione, di qualità o E Gal 1,6-9 non è, coùe ci si po-
hortatio (GaI5,l-6,10) .- Vll. Po- ,A il Figlio di Dio era nato di giurisdizione? A questo punlo trebbe aspettare, uno sviluppo di-
scritto cpistolare (Perctatio, Gal uomo, saranno defiùili i tipi di retorica retto della rivendicazione di auto-
6, 1 1- 18). B Era nato sotlo la Legge, usati da Paolo (forense, delibera- rità apostolica da parre di Paolo.
I retori cÌassici erano moLto piir B per riscattare coloro che era- tivo o epidjttico). Invece, Paolo passa a ulra defiùi
attenti allo stìle. La leoria dello no sotto la Legge Terzo, considerare la disposi- zione dcL vangelo che esclude pos-
stile si basava su un'analisi di di A perché tutti gli uomini potes- zione di materiale nel testo. Qùa- sibili versioni aiternative. Poi sLl-
zione, lascelta cliparole, e la com- sero diventare îigli dì Dio. Ii sono le suddivisioni maggiori? bordina se stesso e ogni angelo del
posizione, la combinazione di pa J. Bligh ha usato iÌ chiasmo cen- Come procede I'argomento? cielo all'unico vangelo vero (Cal
role. Spesso, per esprimere il suo trale come punto di parlenza per Quarto, elencare gli espediemi 1,8'9). Così Paolo risponde a una
pensiero, Paolo sceglieva una me- delineare la natura chiastica del- di stile e definire la loro funzione sîida alla sua autorità. stabilendo
ldlbra. Per esempio, la Legge è un I'intera lettera ai (ìalati. Tuttavia. nel contesto. una misura definitìva di autorità
carcerìere col potere di rinchiudere 1a frcquenza dei cambiamentì dì Quinto, valutare Ì'impatto del genuina: adeienza al vallgelo che
e tencrc prigionìeri (GaÌ3,23), e un Bligh altesto ha nìostrato come in l'intera unità retorica sulla silua- egli ha predicato. Nella sua auto-
ntfore (paid.tgogos) col potcrc di realtà iÍìodeÌli chiastici da lui Tione retorica. biografia (Gal l,l l-2,21) e ùelÌ'in-
sùpervisiorìe (Cjal 3,24 25). Talvol- (trovali) sono invece imposti al terpretazione della promessa di
ta Paolo selnbra usarc un'iperbo testo, 2. NUOVA RETORICA Un Abramo (Gal 3,1-4,11) egli dimo-
le per darc cnfasi alla sua idea. Se- LJn altro eLeÌnellto abitùale nel- approccio recente ne11'applicazio- stra la sùa fedeÌtà a questo model-
Critica retorica 388 rs9 Critica tesfuale
!) . 6///1irdr, I orres!, PlùÌadclphia L9r9i di 510, Linaudi, To.inoi Pirta 4.. ,isposa
lo, in conrrasto con quelli chc se ro la strada ai Galati (Gal 5,7); so- ,1., The Ltt.rat! CoDlpÒsitìún oid iiulc' .iùie ! rt:ttugt!Ìo dcl!ù leÌferd dí Galati.
ne sono allontanati. La sua ade no lievito che fa fermentare lutta ,t," .J Pa"l.t t.tîet î. the Gulutìunt. in Andlisi re tarico-let terutit. P I B, Ronrd 1992;
renza alla (verítà del vangelo)) sia la pasta (Gal 5,9); cercano di non \ if-S (1975) 353-:Eoi Black C. C.. Kaepihg SanpÌcy J. P., Puulan.l his opp ents ín
nella vila che neÌ1a predicazione cssere perseguitali a causa della l:t)|th Rete t Studtet: 16. Rherorì.dlCri 2 C:oriathians tA-13 dnd rhe Rhelotkal
,tnù t/td Bibtìcdl lnteeteîario , itl Lxp 1.Irn./óoolr, jn J. Neùsrd €t al. (cdd.), Ire
(Gal2,l9-20; 6,1,1 15) rende invul- croce di Cristo (Gal 6,12); essi /t, 100 (19E9) 252 2J8; EÌlÈh J.. Galattu s SÒ.iolWo tl ol F.nnatiie Chrisrkútiîr dn.t
nerabile la sua autorità. Così egli stcssi non osseNano la Legge (Gal r (;reek: ll Stru.h1tul Analtsis a.l St. .Ir.loìsni: E\sqs ìti liibuk lo hararel Cktk
ha L'autolità di chiedere I'obbe- 6, t 3). Le osservazionj autobiogra- ]\tùl s Lpístle to th. Galaîia s ilh Notes Ker, Iiortr.ss, Philadeìphìa 1988, p!.
fiche di Paolo (Gal l,ll-2,21i /r C/?ef. Uììile.sìty ol Dctroil. De(roit 162 l7l: Schù$ler FlorenzaE., Rhelarical
cÌienza dei suoi convertitì, di pro- t)66 1(l., t..:t h'ttetu uiGaluti, Edì7ionìPao Sìtudlìon and Hìstorical Reconsùuttion in
mulgare il suo decreto apostoÌico 4,12-20) e la sua estesa interpreta- ne, Rona 1912i BÌoonqùi!l 1.. G., ft€ / C,rl,1ria,r, in Nr.s 33 (1987) 186:l0l;
(Cìal 5,2) e di stabilire la norma zione delle Scritture sono destinate tún(tio, oJ SulJetìn! in PhilitPidns, Scroges R., Pa!/ as Arclotici.ln: T\|a IIo
per l'lsraele di Djo (Gal6,l5-16). r!NISS 78, Acrdemi., SheilleÌd 1993i ìn;litzi h Rond s 1 11. ir R. Ha'neÍon
a legitlimare l'espulsione dei falsi
rnr.rs H. \l.. Ihe FÒn Cìítirul :;tud! af XeÌh' R. Slroqss kdd.), J!||s, Gft'.ks an.l
2.2 Argomentaziorc per defiri- maesrrì dalle Chiese dei Galati. t\1ùl s Letrct: ! Thetsulanqnt us d Cdse Chtittians: Essats i, Hatror o.f W. D Da
zione L'argomentazione di 2.5 Argomentazione per sacri- \r!dv. in NIs ?2 {1916) l,l0 l58i BriDs rier, E. Leiden 1916, !D. ?rl 1r8ì
L Btill.
Paolo in Galati è slrLltturata dal licio In tale tipo di argomen- ttlld B. H., G u I d t ú n t' I)ì d logi. a! Respon'
r,10 OnÒne ts, i)l.t)S 65, ScloÌars, Cllì;
Smú J..1h( of I Coùnthia s13ìn
Gehre
E Lisht oÍ Cltssical Rher.ri., jn 33
rnodo in cui egli sviluppa la srÌa tazione, il sacrificjo è presentato ,Ò (CA) 19E2: Clìu.ch F- F., Rrelol(dl ^r ta
(1991) l93 216i It)., The Letrer al Paul
delìnizione del vangelo. Quando come prova del valore di ciò per \!r.ttue aùd Desiln it1 Pduls Lttte, ta thc Adbians: A Delibetatìv Speeth, in
il Vangelo è introdotto innanzitut- cui il sacrificio stesso viene fatto. I'hilenan, n\ HfRill19l8) lr 3.liCorbett NZS 15 (1989) I 26i \ aoea F., Zùt rheîo
t:., Ckssical |Ìhctoric./tù the Modeùt Stu
to come il punto centrale del Pro- Paolo spesso indica il sacrificio rlrl, Oxlord liùrvcAirt... Ne{ York l9îl:
ritchen Gdttuns des GuldrctbLìe.fes, \i1 ZNq/
19 (198E) 291 292; warson D. F., I Catìn
blema nelle Chiese di Galazia, gli della croco come la base per i1 va- kt. led.), Rhetoti(al Anab,s$ a.f Líîetarv ùíans l0:23-tl:l Ì! the Lisht a.f Gtcco-
vicne altribuita la qualità dell'u- lore della pace in Cdsto, che i falsi Il'.r*s. Oriord UniveNit\, Nc$ York 1969i Rat in Rhetotí.. The Rolc of Rheîorical
nicità. In tutti i Ìnonenii succes maestri lentano di distruggere (Gal lJrÍl P.8., tletdphot, Mati.l, and Mein Quesria"s, iti JBL )AB (1989) 301 318i ld.,
sivi dell'aÌgomentazione la defini- ur: The Rhebftol SttatcE! bchird îhe The Netr Testutnent dn.J Grcco Raùtun
),4t 2,4; 2,20.21|' 3,1 .\3'14; 4,4; trtlgc <l,etl in Ttiuttph, in 2catinthìuns Rlrckric: A Rìblìagnph!, ìn "/rr.t -11
zione del vangelo è elabolata con 5,1). -lrlr, ìù C?Q:3 (1991) 79 92i Duúr J. ll. (198E) 465,1r2: Id.leò.), Pe$uasùe Atti-
I'uso di altre parole-chiave come ( ì., /iorrdnr, WBC 38, Word, Daìlas l9EEl nry: StLldies in New Tesratnent Rhetaic ì11

promessa, lède, Legge e opere del- l.iore 8.. (crvclr AIb6ion, in I Corìn- Honat o.fGeoryp A. Kenne.í,, JSr.\TSS 50,
3. CONCLUSIONE La critica thìdns I 1, il cao 47 (1985) lj5 l04r Qa- Slreilield Acadenic. ShcllicLd 1991ì Id., ,4
la Legge. retorica deLle lettere di Paolo ren- r.frr Ir. rr.. Oaldrdrr -1 dnd 2; Aurohio Rheoicat Andusis af Philippìans and Its
2,3 Argonentazione per disso- dc capaci i leltori a impegnarsi in !aphr ts PoradiEtll, in Nr 28 (1986) It plic,ltions.fot the Unil, Question.i\ NT
ci:ìzione di idee Che I'argomen- un'analisi dettagliata delÌe struttu- r09 126: HallR. C., The Rheroùcal Outlì 19 (1988) 57 E8i wire A. C., The Cotinthi1n
tazione di Paolo in GaÌati sia tt.lù 6ahttuns: A Recansìderat bn, ln JBL Wat en Pftphcts: A Reconsltuction
re e tecniche d'argomentazione da 106 (198r-) 2ll-2Eî; Hansen ai. N., !b/d Thrcush Pnrl\ Rheratic, F ortrcss, Nlinn€a-
s1rùtturata per dissociazione di lui usate. Se tale analisi porta a lun in Adlatians Lpi.rolary and Rhetaticul foÌjs 1990i Wnellner \v., Paùlds Paslat: lhe
idee risulla evidente dallo svilùp- uùa preoccùpazione per la forma
( ,nrerrs, JS\ lSS 29, Sbefiicld Fu .tian oI llhetatù'al QuesrìoLt iu Fist Ca-
po di coppic antiteliche: maledi Sh.lficìd l989iHes1er J. D.,l'he^caderiic,
llherari rtuthians, ìn A. Vanholc (cd.), l}pólr"
più che per Ia sostanza, allora la elStucture oJ Gdlatíun! l: I t-2,11, iI JBL
zione/benedizione, opcre/fede, Paul: pesonnalité, sllle ?1 t:.rncPptio tu ntí
critica retorica può essere un osta- L0l (1984) 22.1 l:l3t Je$elt R., The Thessu' nrski", BETL ll, Lcùlcn Universily, Leu
carne/spilito, Leggc/Crislo, Leg- colo alla comprensione del signi- hùtian C.ù espondph.c, F onrcss, Philàdel- lcn 1986r Id., Parl3 R/!croric o.l AtEu tc
gelSpirito, schiavùir/libertà. ficato delle lettere di Paolo. Ma se rili. 1986i Kcnned) G. A., The Att ol Pet tuhaù h Roùtd s,\1CBQ38 (1916)-130-15li
\trds;o, i, G/.?.., PrnrccloD 1963; ld., Neù
2.,1 Argomenlazione per di- lo scopo e una chiara esposizione t!stonle ltnerpreltlian 7 htouSh Rheîa
ld., VheN is Rh4oiel Ctltì.itn Ttkitl1
sgiunzione del gruppo e dei suoi Us?, n Crg 19 (198?) 118 ,163.
di ciò che Paolo vuol dire con le rnlO'ni.iJD, LJniversiry of Nofh Crroli
membri - La dissocìazione di sue argomentazioni, allora questa ù, Cliapcl ÌlilL l98,li Kinncavy J. L., G/erk G. W. I'Iansen
ìdee nell'argomentazione, da parte llhetaùtulOigiùs al Christìun Ftùh: A
metodologia può aiutare a chiari- ,tr'rnt, N*! York Oxlord 1981; Koprak P.
dj Paolo, conlporta la dissociazio- re co e Pao|o abbia sviluPPato i t.., RherarìLdt klent[i.ation iÌ] Pd l's At-
ne del gruppo e dei suoi membri suoi argomenti, proprio come la tobiÒgtaphi(al Ì\ srt.! îii e: Golati4nt CRTTICA TtrSTUALE
medianle la tecnica retorica di se crìtica storica può aiutare a gettar
i l1 2,l4,inJSllT10(1990)97 ll5r Lau-
parazione. L'argomentazione di ,lerEH.. Ete ientidi retolicd, Ìl Nlùliro,
lucc sul percld Paolo abbia scrit- UoÌosna l98r! I ereeaù B. C., -i5 Prrl De So \raRio 1 Le provei 2. Tradizioni r€
Paolo è destillata a inserire un cu- io le slre lettere, ltnding His Aposnethip in Gdtatians?, ir sluali;.1. \Ì€rodolocirj 3.1 consid€razio'
ùeo tra j credenli galati e i lalsi ,\/5lt (1988) 4l L-,130j LongeDcckcr R. N , DìceD.rali; 3.1. Ì Prove estenìc c inrer
maestrì, così da separarli. I lalsi vc.li anchet Dratriba- Erme ev r;d/.fldrs- $Bal 41. Word. Dallas 1990i nei 3.1.? Sroria della tradizione delteslo:
3.2 ll principio-gxida iondaÍIetlalei
1 .\ÒnsG.. Pduline AutobiaEra ): To||otd
maestÌi sowertono il vangelo (Gal tica, interpretare Paolo; Galati, ,, r'.' Ltrdeisrdn./irg, SBLDS ll, Scholar!, .1.2.1 Ì:atorl aggixDtì!ir -ì.2.2 Una con-
1,7); quindi sono sotto una malc- lctîera ai; Lettere, forme epistola- \rÌalra l9E5r \'falherbe A. , Erhoùaîiox in sid€razione iiÌralej 4. La roria teruaÌc
dizione (Gal 1,8-9); sono colpevoÌi tlttt Thctsdkrjíans, in NI 25 {1981) del colprs paoÌiDoi 4.1 Lo stadio pre
ri: Rerorica. r.18'256; MitchclL Nf. l\'f., Parldnd lhe Rhe- cotpus;4.2 Dtl cotpus ai te!!i"ripoi 4 3
di stregoneria (Gal 3,1); non cer- ttrk aJ Recanciliition, L C- ll. llohr, TÌi- Ilsoreere dcitcsri 1i!ot.1.4 Sviì!ppj iùc
cano jL bene dej credenti galati BÌÈr. Alcilì J. N., letlera n; Crolorsusl, liLngùì L99l; PercLmann C. - Olbrechts ce$ìvii 5. Redazìone rardjva o inLerpo'
(Cìal 4,17); sono lisli di la f,db, Lroloena I99:li Barthct R., Ld retúri \t .a I-., Tldtraro dell lu go t11ettluai.t1e. lazioni?i 6. Escnpi; 6.1 lTm 3,16t 6.2
schìava (Gal 4,29); hanno ^gar,
raglia- .a rrricd, Bomtìani, Mjlano 1972; Betz H. t t hùot! rctÒùca. P:ccolabihìioreca Eilau lCor 2,1;6.3 El l,l.
Crilica tesfrale 390 ì91 Crifica tesluale
La critica testuale, 1'arte e la tri llotevoli manoscritti non bizan- Cif azioní po lristic he. Le cilazìo- Testimofii biztntini. Questi rac-
scienza che cerca di ricostruire il tinì compreùdono P/025 V 015 e Lridi Marcioùe, Ireneo, Tertullja- chiùdono la maggior parte degli
testo originale di un documento. 0150. ro e Clcmente Alessandrino. seb onciali piu recenli, più dell'ottanta
è necessaria nelle Ìettere paoline, Minuscoli. Mentre la massa dei licne non numcrose, sono molto pcr cento deì minuscoÌi e la mag
perché gli autograli sono andati minuscoli sono bizantini nel carat- rili per illumìnare I'espressione gior parte dei padri greci. I primi
distrutli e le copie ancora esisten- tere, un cetlo numelo consetva, ,)riginale e Ìa storia del testo delle testimoni rappresentativi illcludo-
ti differiscono l'una dall'altra. Es nonostante le date relativamente lrttcre, come lo sono anche le cì- no K/018 L/020 049 056 0l5l 424
sa comprende tre compiti impor Ìecenti, testimonianze di grande Lazioni di Origene e di Cipriano. 945 e. lra le versioni, La Peshitta
tanti: l) raccolta e organizzazio- valore. Il piir importante fra essi NIa in questo campo rcsta ancora e la siriaca harclense.
ne delÌe prove;2) sviÌuppo di una è il
1739, una copia del X sec. di rùolto da fare, prima di poter rea Allri testimoni impol14t1li. Non
mctodologia con cuì valutare e sti una copia del IV sec. di un vecchio lizzare il pieno valore deJlc prove lurti i MSS rientrano nelle trc tra
mare ìl sjgnificato e le conseguenze manoscritto in stretto rapporto col dìzioni tiù qui idenlilicaie. Que-
t)atristiche.
delle prove, per stabilire quaLe del- P'ó. Oltre al notissimo 33, alt sti altri importanti lestimoni inclu
le varianti rappresenti con mag- importanti (e spesso softovaluta- ]. TRADIZIONI TESTUALI dono Pro P/025 V 075 0150 6 323
gìore probabìlità il testo origìna- ti) testimoni minuscoli includono l ino al I sec. o ai primi anni del 365 614 629 630 1211 2464 2195.
le; e 3) ricostruzione della storia 8t 365 1l7s 1241 1506 l88l e lV non si ha uno sviluppo di tipi l/al ore rela I ivo de I I e t rad izio ni.
della trasmissione del testo, fino 2464. rcsluali chiaramente diîferenziati, Si è osservato che certe combina-
al Ìimite permesso dalle prove ri- Lezionari. Sj conosce relativa- e i MSS del periodo p;ù arltico si zioni di lestimoni e/o tradizioni te-
maste. Inoltre, dà un conlribùto melte poco dej lezjonari delle let- clislinguono I'uno dall'alLro solo stuali conservano più spesso di al
aÌle questioni delLa formazione del tere paoline, che in ogni caso so- per la cura (o mancanza di cura) tre le Ìetture orìgìrìali. \rarianli at-
corpas paolino (redi Canone) e no piir imporlantj pcr La storia piu con la qualc erano copiati e revi-
dell'inlegrjtà dellc letterc. recente del testo che pel riscopri-
testale dalle Lradizioni testuali
sionati, come anche per alcunc ca alcssandrina c occidentalc genetaÌ-
re I'originale. atteristiche particolarirà testuali.
1. LE PROVE Le prove testuali Versioni. Polché lc radici delle
r
mcnte 5i dimostl-eranno superiori
In molti casi ò possibile tracciare ad altre letlurc; una combinazio
per le lettere paolilìe sono estretra antichc versjoni vengono pdma dci collegamenli tra i primi MSS
mente buoDc. I"a classificazione dei grandi onciali, esse compren- ne alessandrino-bizanlina è quasi
c i MSS piir rappresentativi dei ti-
lradizionale (anche se un po'ar- dono potenzialmente testimonian- ahrcttanlo buona. Varianti alLe-
pi testuali piu rccenti, cosa che in-
bitrarial fornisce un mezzo conve ze sigùificative per ii testo. Ma le state da leslimoni occidentali e bi
dica che questi N4SS appartcngo Tantini sorÌo molto antiche, ma
nienle per esaùlinare Ie lestimo- versioni devono ancora dare in no a una traiettoria o tradizione
nianze piir importantj. (Per fare gran parte il loro contributo alla spesso rlon origìnali. Solo nella
teslùale comune. Fino a oggi, nelle
una lista secondo la tradizioÌle te- critica testuale paolina per le se- tradizione alessandrina si trovano
letterc paoline sono statc identili- letture chc abbiano buone Proba-
stuaLe, cîr. sotto 2.I -4). guenli ragioùi: la.//a/a (o yetus la- cate tre di quesle tradjzìoni testua-
Papíri. La copia piÌr antica del ti a) è ,Jua delle versioni antiche bilità di essere originali. Non è ra-
li: una alessandrina, una occiden
colpal.r paolino, P'r, è anche una più jtnportanti, però un'edizione ro, infatli, che ùì piccolo gn:ppo
tale c una bizantina.
delle piii importanti. Risalendo al critica e disponjbiÌe solo per Efe- Testìmoní alessandtln i. I prin-
di testimoni prinari alessandrini
200 ca., e scritta in modo piutto sini attraverso Ebrei. Delle tradu- sìa originale risperlo a tuttj gli al-
cipali teslimoni alessandrini com-
sto trascurato da uno scriba esper- zioni siriache. la versione siriaca prendono P" S B 1719 Clemcnte tri. La tradizione occidentale o
to, conscrva una foama nolto an- anLica e la philoxerla delle lettere queila bizantina, da sole, posso-
e Origene. I iestimo-
tica di una tradizione testuale mol- paoline si sono perdule, e la Pe- ni secondari conìprcndono Pr/
^lessandrino no conservare una lettura origina-
to buona. Il valorc non trascura- shitla e la versione harcÌense so- P' Pró Pr? Prl le, ma ciò accade solo raramente.
bíle degli allri venlicirque papiri no in gran parte bizantjne ncl ca- A C H./01s I048 0243 33 81 10'1
paolinj, che comprendono parti di rattcrc. Le molte versioni copte, ll75 1506 1881, le versioni copte 3. METODOLOGIA 3.1 Con-
tutle Le letîere tradìzionalì tÌanne per la loro stretta associazione con e ipadri alessandrìni più recenli. sid€razioni generali Il metodo
due (l e 2 Timoteo), è ridotto a la storia del Cristianesimo jn Egit- Testimoni occident1l1. I testi- classico dclla critica testuale ha
causa dcllo stato di conservazio- to, sono testimonianze moho im- rnoni occidentali nel senso stretto fatto grande assegnamento sll un
ne îrammentario. portaùti per la tradizione testuale dcL îermine cioè quelli prove approccio stemmalico o genealo-
Oncfuli. -fra i testinloni paoli- greca, ma restano largamente ine- nienti dalla parte occidentale del gico, che cercava di ricostruire uno
ni, gli onciali piir ìmportantì com sploratc. Vcrsioni piu recenti so- l'imperoromano comprendo- stemma o albero genealogìco di
prendono S A B c C- D'altra par- no meno signiîicative, in quanto no i bilingue greco/latini D/06 \ilSS ancora esistenti, delerminaù-
le, D,/06 F/010 e C,/012 lbrmano per la maggior parte si basano l:/010 G/012, Tertùlliano, la Ve- do così il (miglior manoscritto))
un trio di importanri testimonl di- sempre su altre versjoni piuttosto tus Latina e le citazioni, non ap sul quale basare un'eclizioùe Ma
glolli greco/latini
che spesso corl che su un testo greco, e percìò so- partenenti alla Vulgata, nei Padri nel caso del NT questo metoclo
servano letture molto antiche. Al- no solo teslimonianze indirette. latini- classico si è dimostrato ir]attuabi
t93 Critica teshlale
Critica testuale 392
no dipende dai fatti e dalle circo- tre alLre circolarono fin da Prin-
le 1) per il gran numero di MSS testo ll metodo del (testo del-
stanze di un dato caso. Le Prove cipio solo coúìe parte di una rac-
necessarj e 2) per la Presenza di la maggìoranza> e <l'eclettismo ri-
colta. Piccole raccolte irl singolc
mescolanza (<impollinazione ìn- goroso) l]anno in comune la non- ìmportanti ientrano in due gran-
dì classi. Le prove esterne prendo- Chiese si dìlfusero attraverso lo
crociatar) aÌÌ'ìnterno della tradi- curanza per la storia della tradi-
no in considerazione l) la data re- scan'ìbio di copie, finché verso la
zione testuale. Ciò significa che zìone teslùale. N,la qÌlalldo si pren-
lativa delle testimonianze, 2) la lo- me1à del ll sec. (180 ca. d.C. al Piu
aùche i MSS piu attendibili sono de sul serio la storia deltesto, di-
tardi) si lormò I'intero col?rs di
talvolta inesatti, e viceversa anche venta impossibile contare jntera- ro distdbùzione geografica, 3) il
rapporto genealogico tra i MSS e quattordjci letlere, sebbenc anco-
un MS dì qualità molto mediocre mente su criteri esterni o inrerni da
ra non con un ordine îisso delle
può occasionalmente conservare soli. lnvece un eclettismo ragiona-
,1)la relativa qualità delÌe testimo-
nianze. Le prove interne sono di lettere (tedi Canone).
ùna lettura autentica. Di conse- to, facendo assegnamento sùi falti Due osservazioni apparente-
guenza, ne è risultato un metodo in una data istanza, applica una clue tipi: prove di trascrizione (si
occupano delle abitùdini e dellc mente confadditolie esjgono una
che viene descritlo ottimameÍte combinazione di considerazioni spiegazione in questo stadio. ln
inteme ed esterne, valutando il ti- pratiche di amanuensi ed editori)
come eclettîsmo rugionato. primo luogo, la Prescnza di erro
po di varianti alla luce delle pro- e prove intrinseche (si occuPano
Questo approccio applica, pas- ri colnuni iù quasi tutte lc coPie
so per passo, tutti gli strìrmenti e ve dei MSS e viceversa, per otte- dello stile dell'autore, vocabola-
rio, argomento ecc.). I îattori in- esistenti fa supporre l'esistenza di
i criteri valorizzati dal metodo nele una visione equilibrata clella
un archetipo comlrne del corpr.t,
classico. Nessuna regoÌa o princi- cosa. t nseci sono spesso il liPo Piu sog-
gettivo di prova che la critica te- che deve essere stato creato in uno
pio si possono applicare in nodo Il principio-gùida fonda-
3.2
stadio molto anlico del Processo
rneccanico, né si può seguire in tal mentale Un principio-guida stuale debba PreDdere in conside-
razione. Nel caso delle Ìettere pao- di trasmissione, in quanto ha con-
Ìnodo Lrn MS o un gruppo di N{SSj fondanentale regola tutte le altre
line, tuttavia, piu spesso che altro- tagiato praticamenlc tutta 1a tra
ogni variante deve essere giudica- considcrazioni: ld rorianle con lal
ve, tali considerazioni esegetiche clizione esistente. Nla in sccondo
ta per se stessa. maggiorc prcb.rbitità di essere ori-
spesso sono d€cisive nel giùdjzio luogo, il fatto che siano rimaste
3.1.1 Ptore esterne e inler e ginale è quella che spiega meglio
letture genuine in alcuni N'lSS iso-
Oggi le diflerenze dj metodo di- I'esistenza delle altrc. Trovando- tra varianti.
pendono in gran parte da modi di- si di fronte a una serie di varian- 3.2.2 Una co siderazione [ina- lati o in una piccola parte deLla
/e L'importanza dell'esegesi Per tradizione, indica la possibilità di
versi di giudicare il diverso peso da ti, ci sì dovrebbe chiedeÌe: <<QLral
arrribuire alle prove esrerne (cioè è che spiega meglio l'origine clelle la critica testuale paolina ci fa ri accesso a copie iÍdipendenli non
cordare che essa, come altre disci- contagiate da errori dell'archetjpo
quelle fornite dai MSS e da altre alrre, in termini di prove csterne
pline storiche, ùon è una branca del, cotpus; una circostanza che
testìmonianze) spello alÌe prove e inteùe?) (Per esempio, cîr. sot-
della matematica o un'area in cui però respingerebbe il concetlo
interne (cioè, considerazioni che Lo 6.l-2). E importante notare che
mgglio)) qui viene defi- le prove possano essere trattate in slesso di ùn corpls archetiPico.
hanno a che fare con gli amanuen- <<spiegare
nito in termìni di considerazioni modo meccanico secondo regole Zuntz osscrva, perciò, che dove-
si o gli autori; cfì. sotto, 3.2.1),
rigide. Ogni variaùte presenta una va esistere un archetìPo con va-
sebbene ci siano notevoli eccezio- interne ed esterne, perché il pre-
serie potenzialmente unica di cir- rianti tralle da MSS accessibili pel
ni. Una è il cosiddetto eclellrsmo supposto Per un giudizìo su una
/rgolo5o che fa assegnamento qua- variante è la rìcoslruzione della costanze e ci si deve accostare a es- il redaltorc che aveva comPilalo
sua storia, Ed è proprio qui che i sa su questa base. l'archetjpo, probabilmente ad
si esclusivamente su coùsiderazio-
Alessandria, possibilmente nei pIi-
ni interne e dà poco peso, se puÌe due approcci ((testo di maggio-
4. LA STORIA TESTUALE DEL missimi anni del ll sec. Ciò spie-
lo dà, alle prove esterne, trattan- ranza) ed <eclettico rìgoroso>) so-
gherebbe 1a presenza di letture ca-
no insuf ficienti, perché sostengo- CORPUS PAOLINO - Acausa
do i MSS come una rniniera di va-
dello stato frammentaio e incom- ratteristiche comuni in diversi ra
rÌanti da valutare su altre basi. Al- no rjpetutamente l'originalità di
pleto deìle prove, ogni ricostruzio- mi della tradizione testuale molto
l'altro estremo, il melodo del te- letture che non possono spiegare
isolati. Alternatjvamente, la for
sto di maggíorunza che cerca di le prove sloriche (cioè j manoscrit- ne della trasmissione storica delle
lettere paoline comporta un alto mazione iniziale di piccolc raccolte
eliminare completamente qualsiasi ti). Solo la varianle che può spie-
r-icorso alle prove interDe, asseren- gare meglio tutte 1e prove può se- grado di congetture e di ipotesi. al di îuori dclle quali eventual-
Inoltre, è strettamente associata mcnte si produsse ùn corPús Íela-
do che una variante sostenuta da riamente essere considerata origi-
nale. con la formazione delcorPus Pao- tjvamente flsso, è un ipotesi moÌ-
una maggioranza di MSS dovreb-
3.2.I Fattoi aggiùntivi Al- lino. Sarà utile per chiarezza di- to verosimile.
be essere accettata come orjgina- 4.2 Dg'l cotpus ai tesli-tipo -
le, Questo equivale a sostituire te- f interno della struttura stabilita stinguere tre stadi deîiniti nel pro-
p cesso di trasmissione. Dalla metà del II sec. alla metà del
stimonianze importanti per una dal ncipio-guida fondamentale,
IV. le lettere furono largamente
critica ragionata e non ci si accor- si devono prendere in considera- 4,1 Lo stadio pre-cotqus
Sembra che, inizialmeflte, alcune copiate in maniera ìncontrollata in
ge che mille copie di un errore non zione diversi îattori. Quali esat-
lettere siano state messe in circo- un ambiente talvolta ostile La
lo rendono piu accettabile. tamente siano da considerare e maggior parte di MSS lurono co-
3.1.2 Storia della ttadizio e del quanto peso si debba dare a ognu- lazione indipendenlemente, men-
Critica testuale 394 -ì 95 Critica festuale
piati in modo relati\ramente nor- 5. REDAZIONE TARDIVA O può consultare I'introduzione al ralforzavano af lèrmazioni cristo-
male, soggetti solo alie solite svi- INTERPOLAZIONI? - Per lùn- The Grcek Nert Testament (19831, logiche, ma raramente le indebo-
ste, errori e vicissitudini del pro- go tempo si è ritenuto che una o ed. corretta). livano; perciò è più probabile un
cesso dì copiatura. Alcuni, tutta- più Ìettere fossero formate da due 6.1 lTm 3,16 - Qual è Ia pa- cambiamento (dovuto a falsa ìn-
via, lurono copìati - si potrebbe o piu lettere originariamente sepa- rola iniziale dcl frammento inoi- terpretazione accidentale o ad al-
anche dire redatti o rivisti in rate, e/o che le lettere îossero state co jn quesro verso? I MSS presen- terazione deliberata) d,a OC a@C,
modo abbastanza libero, mentre redatte (talvolta in modo estensi- tano tre varianti: l) OC (lio-t, (co- che non il contrario.
un numero molto piir piccolo sem- vo) o interpolate alla fine del I sec. lui che>. riferito a Gesù), letto tra Ricapitolando, la variante (l) è
bra essere l'opera di amanuensi o nei primi anni del Il: tale opi- gli altri da s A c F c 33 e 365, atîestata da antichi MSS e da tut-
istruiti e sorvegliati, possibilmen- nione costituiva una parte della due forme della Siriaca, e alcuni te le antiche versjoni, mentre non
te in úÍo sctiptotium. ll risultato critica testuale e letteraria delle let- padri della Chiesa, inclusi Orige- c'è traccia di (3) prima dell'ultima
fu una varierà di MSS di qualirà tere. Di recente si è detto che si do- ne, Cirolamo ed Epifanio; 2) O parte del IV sec., ed è piir proba-
e caratteristiche molto differenti. vrebbe prendere come principio (lo, <il quale>, riferito al (miste- bile che (l) sìa stato cambiato in
4.3 Il sorgere di testi-tipo - operante la presenza di interpola- roD). letto da D 061. Vetus Lati- (3), che non viceversa. Conside-
Dopo le persecuzionidi Dioclezia- zioni, lasciando I'onere della pro- na e vulgara, e molti padri latini, rando il principio-guida fonda-
no (303-31l, durante Ìe quali molti va a chi non fosse d'accordo, inclusi Pelagio e Agostino; e 3) mentale di cui sopra (3.2), OC de-
MSS furono distrùtti) e la tolle- La storia testuale delle lettere, @C (l'abbreviazione per theos, ve esscre acceÎtato con'ìc lcttura
ranza del Cristianesimo sotto Co' comunque, suggerisce una pro- (Dio))), letto daK L P S 81 1739 originale, in quanto spiega meglio,
skntino (313), la Chiesa sperimen- spettiva diversa. Considerata la e molti alrri. inclusi la tradizione in termini di prove esternc e pro-
tò un grande sviluppo della sua circostanza che la leltera ai Roma- bizantina, i successivi corrcttoÌi di babilìtà di lrascrìzìone, I'esisten-
crescita numerica e del controllo ni certamente, e altre lettere pro- S A C D, Gregorio cli Nissa, Di- za dellc altre due varianti.
ecclesiastico, ln quesre condizio- babilmente, circolavano separata- dimo, Crìsostomo e Tcodoreto. 6.2 lcor 2,l Paolo ha scrit-
ni ambientali i MSS dati da vesco- mente prima della formazione del (Lc versioni sidache harclense c to sulla <<testimonianzat Qnarù/-
vi autorevoli di Antiochia e di corprs, è notevole I'uniformità es- Peshitta, e le versioni copte sahi- rion; \,edí Testimonianza) o sul
Alessandria, che naturalmente ri- senziale della tradizione esistente. dica e bohajrica leggono (colui (ùisteron (r?lster"ior?) di Djo?
llettevano il carattere particolare Ciò significa che da quando co- che>, oppure <il quale>). L'ùltima lettura si trova in Pró S*
dei MSS creati o conservati dalle minciò la tradizione manoscritta, Riguardo alle prove esterne si A C 88 436 dùe MSS latini. Peshit-
scuole esegetiche di queste città, le lettere hanno sempre avuto la può dire che 1) sono ottimamente ta, bohairica, e due padri, mentre
giunsero a dominare rispettiva- stessa forma che hanno ora (l'ù- attestate in data anlica da parle di praticamente tutti gÌi altri testimo-
mente l'Oriente e Alessandria. Qui nica lettera che esiste in parecchie almeno due regioni (Egitto e Si- ni (irclusi S2 B D G 33 1739, Ori-
si devono ritrovare le origini dei form€, Romani, è l'eccezione che ria); 2) trovano attesiazione qua- gene) attestano la prima.
tipi di testo bizantino e alessandri- conferma la regola, perché sono si interamente in Occidente, îra i Le prove estcrne non sono de-
no. La tradizione bizantina riflette visibili nella tradizione chiare trac- MSS latini e i padri; 3) ricevono cisivc. Mentre (testimonianza) è
il testo stilisticamente raffinato at- ce della successiva attività di reda- un'attestazìone ampia, ma relatì- beD altestata, le prove più limita-
tribuito a Luciano, mentre in zione). Quindi ogni attività reda- vamente tardiva, da parte di mol- te che favoriscono (mistcro>) so-
Alessandria un MS o MSS stret- zionale, come quella proposta da ri MSS bizantiDie alrri, c da mol- no lorse perfino più antiche, e
tamente collegati a B divennero, ipotesi dì divisione o interpolazio- tipadri, i piir antichi deiqualida- geogralicamente estese.
per l'influenza di Atanasio, il mo- ne, deve essere avvenuta prima che fano dall'ultimo terzo del IV sec. Passando alle prove inteme,
dello per I'Egitto. la lettera entrasse nella tradizione Considerando Ie prove interne, possiamo addurre due puntiin fa-
4,4 Sviluppi successivi - Seb- testuale, L'onere della prova rica- possiamo dire che la lettura (2), (il vore del (misteroD: in primo Iuo-
bene ambedue queste tradizioni de su chi è di parere diverso, ed quale)) (pronome neutro), sembra go, la sua prescnza qui ne prepa-
conlinuassero a svilupparsi, le lo- è intrinsecamente inaccettabile derivare da una <correzione) scri- ra l'uso ir1 lCor 2,7 e, in sccondo
ro caratteristiche essenziali erano qùalsiasi proposta riguardante al- bale di (l), (colui che)) (pronome luogo, la prcsenza di (testimo-
già state stabilite. Lo sviluppo ul- terazioni del testo dopo la pubblì- lnaschile), per accordarlo con la nianza> in lCor 1.6 ha condotto
teriore piu significativo fu il pre- cazione, che non sia sostenuta da parola immediatamenle preceden- gli scribi a sostituire qui quel ter-
dominio definitivo del tipo di te- prove di separazione della tradi- le iù $eco, mtslerio, ((mislero),, mine. D'altra parte, lcor 1,6 è ab-
sto bizantino (dovuto in gran par- zione testuale. un nome neutro). Così tutte le te- bastanza distante per aver avuto
te alla riduzione, a seguito d€lle stimonianze che leggono <il qua- tale influenza, e I'uso qui ((testi-
conquiste arabe, delle aree di lin- 6, ESEMPI - I seguenti esempi le)) attestano indirettamente <co- monianza di Cristo)) è differen-
gua greca alla regione domìnata illustrano alcuni dei punti discus- lui che) come leîtura piir antica. te. lnoltre, usare qui (mistero)
da Bisanzio) e la continua contraf- si sopra (cfr. specialmente 3.2, Nel valutare (t) (OC, <colui il non ha tanro I'elferto di anticipa-
fazione di versioni bizamine in al- 3.2.1 e 3.2.2), Per particolari sui quale>) e (3) (@C, (DioD), si può re lCor 2,7, quanto invece quello
lri rami della tradizione. segni e le abbreviazioni usati si notare che gli scribi molto spesso diprivare dimolto del suo impat-
Critica testuale 396 r97 Croce, teologia della
to l'ùso della paÌola in quel luo- granmaticali e logiche (un santo rìente a 1,2b) ed Efesini. L'inse- phoú\C.8., Initialian ù Iú ctìIique te.rtuelle
go. Infine, (testimonianzar è un è per definizione (credenter; par- du Nouteuux Te: tarrcnr. Paris 1986i Wal
rncnto di (in Efeso)) rappresen ket \\ . o . Jt -, 'th. Bu nlen ol Prcol ih kien
termine meno comune e meno ric lare di <santi che sono orcle cre- erebbe uno sviluppo successivo lìlii\ IìteDolaÌi.t6 ìn the Paul;úc I eîîers,
co di colore di quanto non lo sìa denti) non ha senso), è improba- (rna perché Efeso, dal momento in NTll ll (1987) 610 6l8i Zùnts G., Ire
<mistero) ed e perciò piir proba- bile che sia questa La lenura o.igi 'text oJ the l:pLstlet: A Disquisiliún Utron
,he, sccondo tale opinione, Efe- the t:.4ùts Puulìntuni (The:j.hheì<11 l.Pc
bile che sja sosrituiro da quest'ul- nale. \o, in contrasto con Ì'idea della .,r/ss, 1r4ó.), The Brìtish Academy, London
timo e non che lo sostituisca. La spiegazione piu ampiamen- ,,leltera circolarer>. non ricevettc 19i3
lnsomma, sebbene sia possibi- te accettata è che Efesini sia una rrna copia?)
le spjegare come possa essere sor- lettera circolare, progettata per Ricapitolando, mentre il piir an
M. l1/. Holmes
ta la variante (testimonianza>, se parecchie Chiese (questo spieghe-
LiCO testo trasmessoci è quello sen
<mistero) fosse I'originale, I'in- rebbe il fatto che, nonostante Pao-
verso sembra molto più probabi- ra <in Efeso>, è importanle con- cRocE.
lo abbia esercirato un vasto mini-
Linuarc a discuterc se quelìo sia il TEOLOGIA DELLA
le. Perciò, in base aÌ principio- stero a Efeso, questa lettera l1on
guida fondamentale, più probabil- rcsto originale. Chiaramenle l'ul-
contenga saluti personali e l,auto-
nente la letlura origìnale è (testi- rima parola su Ef 1,1 non è slata
re non conosca personalmente le Soir\raRro L Delinic una leologia dcl
monianzar, peisone a cùi la manda; cfr. Ef itùcora detta. Tuttavia, la discus- la crcce: 2. E. Kii,cnann iu Paolo c $1
6.3 Ef 1,1 Questa vadanre ri-
\ionc precedente su tale testo e sul- la Lcoìogia deÌla crocer :1. Lr crotc e gli
1,15;3,2;4,21). A tale scopo nel-
guarda l'interpretazione non solo lc altre due varianli seNc a dare rrr.ibúti di Dio: ,1. I a..oce e la risuú€-
Ì'originale fu lasciato intenzional- zione: (orar c (non rncora)i 5. I a cro
della destinazione e delìa natura di un esempio della pratica e del si
nente uno spazio vr-roto, da riem- ce . la rcdenTìone umanai 6. l.a crocc c
Efesini, ma anche il suo posto e gnificato di crjiica lestualc rlelle la \ia c.isrianar 6.I ?Cor.l,l-l5i 6.2 Cal
pire col luogo appropriato, nelle
il suo ruolo nella îonliazione del lcttere paoljnc. ó,1.1i 6.3 fìl 1,8 12.
copie prodotte per la distribuzio-
colprs paolino. ne. Èfeso, come la più conosciu- <Noi predichjanlo Cristo croci
Mentre la maggior parte di ma- Vedi anche. Canone.
ta delle Chiese che ricevette una fissor (lCor 1,23). La cenlralità
noscritii legge <ai santi che sono copia, alla fine escluse j nomi de- della croce per la proclamazione
in Efeso e ai credenti in Cristor, gli altri destjnatari. mentre ùna co- llBL Die Entstehùn! des CÒt
ttus tr, ft NeutendÌnentliche Ent
^landK..
Paùl)t del vanElelo di l'aolo è racchiusa
alcune teslimonianze molto im- pia inviata a Laodicea (cfr. Col rn//e, Kaiser, viiDchen l9?9i AL.r d K in questa frase enorrnemente sug_
ponanli (e le più antiche, inchrse 4,16) spiegherebbe perché Ìvlarcio- \laîd B., The Tcxt oJ rhe Ne|| Tetratnent: gestiva, tratta dalla lettera ai Co
P6 S B 6 1739, Origene) ometto- .1n lhtt1durti.h to úe Crìtì.ullìdirlans and
ne la conosca come lettera <ai tÒ theTheor! u d Ptdclice ofModetn Tex rinzi. Fin dal principio del XVI
no (in Elèso)), c Marcione appa- Laodicesi)). !rdl Ctitttìst , E.J. Ilrill, Leidor/Berd_ sec., la frasc <teologìa della clo
renlemente conobbe La lettera con Ma, mentre esistono esempi an- crand Ratils l98tr (tr.d. il.- .I1 le
drans,
r. dpl N oro Testotlenro. CSAN l. Sr t
ce) è stata usata pcr far-e riferi-
I'intestazione <aì Laodicesi>r. tichì di copie duplicate inviale a
nerti. Mx.icLlj. Cenova 198?); Finelan J., mento a una leologia centrata sul-
Se Ia lettura <in Efeso) è origi- più localilà, non si conoscono ttncotnterin| Ne)r Tesranle t Mtih sctìpts. la crocifissionc; si può far risalire
nale, non è facile spiegare l'origi- esenpj di una lettera che abbia I ondon l9î5: Gaùlte H- Jt..The Ne\| Te l'origine della frase alla dispula di
ne de1la variante. La frase senza uno spazio vuoto al posto del no- nunent Cunon. Forrers. I'hilad.lDhì!
1985, pp. 36 '161 1d., The Textul Ilístart Heidelberg (1518), in cui lvlartin
iÌ nome di luogo è dilficile
non (se me di luogo. lnoltre, restano da
.f the Lettet to Ìhe Rotntat, Stùdies and Lutero opponeva a una (leologia
impossibile) da tradurre; se <in spiegare altre irregolarità gramma- l)ó.ùrùents 42. F-edùaDs, (na.d Rapids della gloria> (che considerava
Eleso)) è stato omesso deliberata- ticali, incluso il problematico ,tal r9l7i Grcenlee J. H., ./rr.oduction ta Ne', narginalc la croce di Cristo) una
mente, è strano che non sia stata (<<e) o (ancher) prima di <creden- Testdment Tc\lual Ctititi!r?. Grand Rapjds (teologia della crocet, che aveva
omessa qualche parola in più, co- tir. Dei vari tentativi di spiegare 1964; Lagrange Nl. J., /rtradu.tìon à l'é
tde du Noureau Teslaklenî. 2n1e partie: il suo centro in Dio, comc egli stes-
sì da produrre un testo leggibile questi punti, il meno improbabile Ctnirlue te\îue e, Il: t.a ttítìrtue rcthn el so si era rivclato in e per iL Cristo
(clì. Col 1,2). Ma poiché la gram, suggerisce che la lettera originaria- /...1. Gabalda, Paris l9l5i NfartìniC. M..
Il essassìa de d sdlre...r. vol. I, Torlno
croci sso. Per Lutero la ctoce non
matica sembra volere un nome di menre îosse inviata a due citta,
19r3, tp. 154 223: Metzgcr U. \4., // rerlo era soltanto la base della salvezza
luogo, e saluti paolini simjlj (cfr. Laodicea e Gerapoli. Secondo ta- del Nuora Tensùento. 1 r.$D1ìssione, .ar umanai era la base dell'autorive-
Fil 1,1) a quesro punto hanno ti- le opinione, ì1 testo senza alcun ùtzìane e rcttituzìan?.S\rptÌencnli àlla ln_ lazione di Dio, nella quale soltanto
picamente ùn nonre di luogo, è fa- nome di luogo è il risulrato degli rroduzìonc allo studio dclla llìlbia l, Pai
deìa, Brcscìa 1996i Pt$oni dell'Acqùa ,\.,
può essere fondata (la vera teolo-
cile vedere come uno scriba potes- sforzi per creare una forma più gia e la conoscenza di Dio).
Il testo del Nuoro Testanerlo, P€rcori e
se inserire <in Efeson nel testo, universaÌe di lettera (analogamen- r.agùardi biblici 2, Ldc, Lcuma.n 1994:
una volta unila aila lettera la so- Quest'entasi sulÌa centralità del-
te alle forme dej capitoli 14 e 15 Sac.h\P., Alle otiginìdel Nuot'o Testatnen La croce è rimasla una caratteristi
prascritla (a Efesor. di Romali) per uso liturgico o per /r, fire /e 1956; Trobìscl D., Die tuftre
hu s det Paulusbtic.fsdntnlu s: SÌu.tie zt ca costante cle1la teologia crislia-
Sembra allora che la forma piir altro uso; potrebbe anche aver lat- na, sebbene forse si rifletla Piu
len Anlansen chrisÌlìchet PtLblizisîìk. Et)1
antica del testo sia la variante che to parte di una raccoÌta <cattoli- rions Uni!ersitaircs, I ribourB vandcnhoeck pìenameùle negli ìnni che nelle
non contiene <in Efeso)). Ma. can o (generale) composta da Ro- & Ruprecli, GòLti.gen 1989i Vaganav L,
opere cli teologia- Ncgli annì re-
considerate le sue serie difîicoltà mani, Ebrei, 1 Corinzi (cfr. la va- lnìtialian ù la .ùtìq e tc.ttuelle néolt\tu
,renhne. Patis l9l4i VaganaY L Anl ccnti la teologia della croce ha lro-
Croce, teologia della 3 9ll Croce, leologia della

vato espressione 5oprattutto nelle Centro del pensiero crisîiano. l)aolo. Sono questi ultimi, si dice, da Paolo, lÌ cambiamento signi-
opere di J. Moltmann e E. Jùngel, Una teologia della crocc conside, x essere più autenlicamente Pao- ficativo di questo testo, che ora in-
con contributi significativi anche ra la croce come il cenlto di tutt() lini. Per cominciare, possiamo clude un esplìcito e importante ri-
da paie di D. J. Hall e altri. Ma il pensiero crístiano, jn quanto dal considerare queÌli che si pensa de- fèrimento alla cloce, è un esempio
che dire della teologia paolina deÌ- suo centro irradia le aîfermazio- rivino da una tradizione Prece- dell'interesse di Paolo a porre a1
la croce? Quale ruolo ha avuto la ni crjstiane sull'etica, l'antropolo- dente. centro della sua teologja il Crìsto
croce nella concezione paolina del- gia, la vita cristiana e così via. Le Kàsemann ritiene che i Passi che crocifisso.
la teologia cristiana e della vita cri- dotîrine di rivelazione e salvezza, si riferiscono alla morte di Cristo Che dire. allora, di quei Passi
sliana? così facilmeDte isolare l'una dal- sulla croce, possedendo imPortan- che si devono considerare come
1'altra, convergono sulla croce. za salviîica, derivino in gran Par- provenjenti direttamente da Pao-
I. DEFINIRE UNA TEOLOGIA ln questo senso forte dell'e- te da qùesta tradìzione Preceden- lo, sue creazionj personali, Piut-
DELLA CROCE Che cos'è spressione, Paolo e Marco (e for le. Tuttavia, egli scorge un proces- tosto che ercditati dalla tradizio-
una (teologia della croce))? In un se I Pietro) emergono come pdn- so di reinterpretazioner con cui nc prepaolina? È in qùesti che si
ccrto senso, ogni teologia cristia- cipali rappresentanti di una teolo- Paolo introduce elementi raclical- trova, nella sua Pienezza e dpici-
na potrebbe rivendicare questo îi- gia della croce Del corpr-r neote- mente nuovi in questo materialc tà, iL messaggio dello scandalo del-
tolo in quanto fa almeno qualche stamentario, tradizionale. In parte, qLlesta rein la croce con tutte le sue conse-
riferimento alla crocifissione di terpretazione consiste nel far vol- guenze leologiche. Forse ìl pjù si-
Gesil Cristo. Perfino I'imperfetta 2. E. KASEMANN SU PAOLO gere di nuovo l'attenzione dal gnifìcativo di talj passi è lCor
teologia dei Corinzi attaccata da E STJI-I-A TEOI,OGTA DFI I,A <non ancorarr della risurrezione aL 1,18-31. Qui troviamo l'enîasi ti-
Paolo sembra aver inserito Ìa cio CIìOCE Cli studi recenti sulla <già qui> della crocifissione; un pica di Paolo sul tatto che Dio gìu-
ce nelle proprie riflessìoni (r:edl centralità della croce nel pensjero elemento-chiave della sua contro- stjfica I'empio lÌìediante la scan-
Corinzi, letlere ai). Tuttavia, una di Paolo sono stati clominari daÌ- versia con i Corinzi. Si riprendo dalosa crocifissjoùe di Cesii, co-
(teologia della crocer in senso l'influenza di E. Kàsemann, spe- no, dunque, elemeiti giudaico- me criminale pubblicamente ma
stretto si può definire nei seguen- cìaLmente per il suo saggio /1 ya- cristiani (in Rú 3,24-26), ma si re ledetlo da Dio. In particolare, Kà-
ti termini (Luz): lore salúîico dellcr morle dí Gesù digono in modo da produrrc un si- semann considefa con attenzione
Causa di solrezza. Una teologia ll? Paolo. Kàsemann sostiene con gnificato piu ricco (cfr. Kàsemann due carattcristiche tipiche di qùe-
della croce consìdera la croce co- lorza la necessità di riappropriar- 1980, 91 101). Ma si deve vedere sta teologia: il suo carattere pole-
me motiro escltrsívo di solyezza, si delle intuìzioni dellagrande Ri- questa reinterpretazione soprattut- mico .la sùa. ptedisposizio e alti
Tutti g1i altri eventi all'ìnterno del- forma, relalive alla teologia di 1cr nell'insistenza di Paolo sulla fiuto da parte del mondo.
la storia della salvezza (come La ri- Paolo; piir esanamenle quellc di Ei\tstiflcazioíe del I'empio. La cro- La teologia paolina della croce
surrezione di Cristo o il suo ritor- Lutero (yedl Inteipretj di Paolo). ce fa apiire gli occhi sulla profon- è polemica, non pe.ché sia djret
no nella gloria) appaiono inseriti Saldo nella tradizione luterana da gravità del peccato, dìchiara ta conlro false comprensioni del-
nel proprio contesto mediante la dell'intelpretazione paolina, Kàse- l'impotenza dell'umanità decadu- la nalùra di Dio al di fuori della
croce. Così, nel caso deÌla leolo n]ann dichiara che ogni altro ap- ta a raggiungere la salvezza e ri Chiesa, ma perché sj opponc a
gia dei Corinzi, potentemente cri- proccìo alla teologia di Paolo può vela quanto sbagli 1'uomo llel con- comprensionì erratc del vangelo
ticata da Paolo, la risurrezione ap- tutt'al piir abbracciarc solo qual, siderarsi piÌl giusto degli altti- a1l'interno della Chiesa stessa, co-
pare distaccata dalla cloce e sem cù1]o dei suoi molti aspetti; soÌo Le lettere di Paolo includono rne la dcvozionc Legalistica di cir-
bra rendcre relativa la crocifissio- I'approccio di Lutero afferra nel- parecchi esempi di tradizione pre- coli cristiani Etlldaizzàntr (\'edi
ne. La leologia della croce nega la sua totalità 1a teologia di Pao- paolina, interpretata o redatta da Ciudaizzanti) o le false idee sulla
questo sviluppo relativizzante. Ìo (yedl Centro della teologia di Paolo. Due di tali esempi sono ri,irrrrezìone a Corinto. La teolo-
Punto di partenza della teolo- Paolo). Perciò, qùaÌi sono, secon- particolarmente imPortanti Rm gia paolina della croce <fu scúPre
gia cistianq. Una teologia dclla do Kàsemann, lc caratteristiche 3,24-26 esemplifica 1'ossetvazione un altacco critico alla tradiziona-
croce dichiara che la croce è il fondamentalj della teolo8ia della generale che nella tradizione pre- le intcrpretazione doùinante del
punto di pattenza della teologia croce di Paolo? paolina manchi l'enlasì radicale mcssaggio cristiano, e non fu Per
aLtfenticamen le arì,\l ìo na. I à cîo Analizzando i tcsti paolini, Kà- sulla croce, che appare così tipica caso che essa caratterìzzò gli inizi
cc non è un aspetto individuale semann traccia una precìsa distin- dello stesso Paolo. Piu significa- proteslanti) (Kàscmann 60). E
isolato della teoLogia, ma è essa zione tra quei testi che PaoÌo ere- tivamente, sembra che Paolo ag- quella teologia è oriei\laraal tifiu
stessa il fondamento di questa teo- dita, e che riflettono la tradizione giunga enfasi sulla croce in Fil 1r) da pa e del nondo. Kàselnann
logia. Lungi dall'essere un capito- liturgica e dossologica (i,edi EIe- 2,6-1 1, generalmente considerato pone in rilievo che il minislero per-
lo isolato in un manuale di teolo- mentj liturgici di Paolo) di una come tradizioÌìe prepaolina. La sonaLe di Paolo può aPParire co-
gia, la croce domina e permea ogni rradizione prepaolina, e quei testi ftase ((fino alla morte su una cro- me una presentazìo[e autobiogra-
vera teologia cristiana, costituen- che si può dirc debbano la loro ce> spezza la scaùsione del testo, fica dell'impatlo della crocc, in
do la trama dell'intero tessuto. origine direltamente allo stesso suggerendo che sìa stata aggiuota cÌuanto evoca aîflizione, sofferen
Croce, teologia d€lla 400 101 Croce, teologa della

za, dfiuto e persecuzionc (redl Af- essere così sicuri come Kàsemann cnere la giustitìcazione con le stifìcazione dell'empio (per esem-
flizioni, prove, difficoltà, tribola- che Paolo abbia modiîicato radi- opere della Leggc (Rm 3,21 26i ve pìo, Rm 3,21-26). Accanto ad al
zjone). Dovunque la Chiesa pren- calmente del materiale più antico? /11Opcre della Legge). Non è tan lusioni alla fedeltà di Dìo alL'al-
da sul serio la croce di Cristo, può Questo problema è collegato me- Lo un'indicazione delL'insuiîicien- leanza, c'è l'idea che Dìo è in qùal-
aspettarsi di incoltrare ostilirà. todologicamente a queÌlo delìa za della sapienza umarÌa! ma che nodo defizùo in relazione aL
Verso la fine del suo saggio, Kà- possibilità di distinguere chiara- un'afîermazione che fidea nalu- I'cvento giustificazione. Dìo è co
semann introduce un'importante mente tra materiale tradizionale e |ale umana di sapienza è talmen- lui che, nonostante ciò urti l'idea
discussione sulla relazione ùa la redazionale, che non è così sem- Le viziata, che l'umanità capovol- umana di giùstizia, giustifica Ì'em-
teologia della croce e la predica- plice come vorrebbe farci credere ge completamente il rapporlo (sa- pio. Ai crcdenti è chiesto dì con-
zione, diretta evìdentemente con- Kàsemann. Per quanto si può ve- pienza> - (folliat. Cristo djventa îidare in colui (che giustjfica l'em-
tro coloro che accentùavano la dere, Paolo non modifica sempre per noi Ìa (sapienza di Dio) (lCor pio> (Rm 4,5), cioe Dio. Proprio
storicità e l'obiettività della croci- materiale precedenle; ci deve sem- 1,30); un'jdea che forse si com- come Dio giustifica Ì'empjo (ùr-
fissione. Non si plrò permettere pre essere un ninimo dubbio sul- prende meglio dicendo che Cristo tando e conlraddicendo così, allo
che 1a îede dipenda da ricordi me la natura, I'estensione e il signifi- diventa ìl paradigma della divina stesso ternpo, l'idea umana di gju-
ramente storjci di un evento pas- cato della rielaborazione della tra- sapjenza. Il Cristo crociîjsso è la stizia e di retlitudine), così Dio
sato (e sicuramenle qui si posso, dizione precedente da parte di slruttura interpretativa per capil e sceglie coloro che sono deboÌi e
no discernere echì della critica di Paolo. Dio. stolti agli occhi del moùdo (urtan-
M. Kàhler su approcci puramen- Si può dire tuttavia che il sag- Il passo può essere corrsiderato do e contraddjcendo così, allo
te storici alla cristologìa). La mor- gio di Kàsemann, integrato da una una dimostrazione eflicace della stesso tempo, l'idea umana di sa_
te di Cristo è importante, non so- serie illustre di scrittori successi- Libertà di Dio. Dio non è vincola pienza).
lo come evento storìco, ma per la vi, ha stimolato un nuovo interes- ro dalle limilazioni di categoric I-a crocc, alÌora Più csatla-
predicazionc della Parola (Rm se nei confronti della teologia pao- [n]ane. Le idee umanc di saPìen mente, il Cristo crocifisso fun-
10,14) e la conseguente chjamata lina della croce, specialmente nella za si rivelano false, inventate da- ge da fondamento dcl modo au- '
alla fede. scuola di lingua tedesca, e senpre gli uomini, piuttosto che rivelate. tenticamente cristiano di conside-
L'approccio di Kàsemann alla piu tra gÌi scriltori del Nord Ame- Troviamo dei paralleli con I'argo- rare Dio, e da giudice di quei mo-
teologja paolina della croce è bril rica (pcr cscmpio Beker, Cousar). menlo analogo sviluppato in Rm di di considerare Dio che gli uo-
lante e originalc, cd cgli resta un Il resto di questo saggio tenta 1,19-25, dove Paolo sostiene che mini assorbono acriticamente dal
interlocutore alLamente siglìifica- un'analisi generale di questa tco- ùomiÌìi corrotti tendono nalural- mondo iDtorno a loro, e inconsa-
tivo per ogni discussìone della teo- logia, alÌa luce di quest'opera. rnente a confondere la creazione pevolmente incorPoraùo nelle ri
logia paolina della croce. Si pos- col Creatore, sostituendo entità uessioni tcologìche. Se Kisemann
sono noîarc alcuni punti ovvi di 3, LA CROCE E GLI ATTRIBU- create n]algrado siano state îatte ha ragione, e la leologia Paolina
critica del saggio, che convcrgono Tl Dl DIO - L'impatto della teo- da Dio. L'argomcntazione di Pao- della crocc è veramenre polemica
sulla sua dìstinzione ua compo- logia paolina della croce sugli at- lo cl]iaramente si basa sul fatto pel natura nei confronti di teolo-
rlenti prepaoljne e paoline clel cor- trìbuti di Dio appare meglìo dal- che sÌ è permcsso all'umanità di gie inadegùate alf interno della
pus. l'analisi di lCor l,l8-2,5. Questo definire la strultura di riferimen- Chiesa stessa. allora la teologia de-
In primo luogo, perché sì do- passo sembra volto a una comu- lo per poter comprendere Dio, vc soltomettersi a questo crilerio
vrebbe ritenerc il materiale pre- nità che ha perso dì vista la cen- piultosto che pcrmettere a Dio di
paolino in qùalche modo meno tralità della croce a causa di una stabilìre eglì stesso questa sirultu- 4. LA CROCE E LA RISURRE-
importante delle sezioni proprie di preoccupazione per un'jdea qúa- ra. I Cor 1,30 vuoi dire che Ìe idce ZIONE: (ORA) E (NON AN-
Paolo? Proprio il latto che Paolo si gnosrìca (redl Gnosi, gnostjci- umane di sapienza, giustìzia, san- CORA) Che rapporto hanno
si solfermì su una lradizione pre smo) di risurrezione o esistenza di- tiiicazione (vedl Santità, sanlifica- îra loro la croce e la Iisurreziorle?
cedente può indicare che voleva vina neltrrondo presente. Signifi- zione) e redenzione non sono sol_ Kasemann ha Protestato coÌì for-
accoglierla in tutta serielà e che cativamenle, Paolo sembra chie- ianto relativizzate. ma dimostra- za contro chì vedeva la croce e la
iùtendeva investirc qucllc sezioni dcre che ogni djsco.so sugli attri- tc îalse dalla crocifissione di Ce- risurrezione comc <due anelli di
di un particolare peso inlerpreta buti divini sia fondato sùl Cristo sil Cristo. Non si tralla solo di una cate1ìa). La catcna in questio-
tivo. 'froviamo un cscmpio chia- crocifisso, piuttosto che su pregiu- comprendcre chc le vie di Dio non ne è la scquenza ordinata di even-
ro in lCor 11,23 25, dove PaoLo dizi umani di ciò che si considera îono le nostre viei ma i nostri mo_ ti che portano dalla preesìstcnza
chiaramente vuole citare una tra- <sapienzar. Ci sono stretti paral- di di pensare ci impediscono di ve al ritorno 1ìnale di Cristo, Pren-
dizione precedente per possedere leli tra la teologia della croce e Ìa 'dere al primo posto quelle vie. dendo come pietre mìliari la nasci-
un'autorità sufficiente a ribadire dottrina della giustificazionei pro- Si pùò compreùdere tale que- ta (o incarnazione) e l'ascensione.
il suo argomento (ch. anche lCor prio come ilmondo cercava di co- stione considerando la discussio- Come notavamo sopra, 1a leolo-
15,1-4). noscere Dio con la propria sapien- ne paolina del concelto di <giùsti- gia della croce insìste nel dare
In secondo luogo, come si può za (lcot 1,21), così pensava di ot- zia di Dio, ìn relazione alla giu- priorità alla croce su tutti gli altri
Croce, leologia della 402 103 Croce, teologia della

eventi della storia della salvezza. vano già voci spjrituali e celesti, e cscmpio, Rm 5,6.8;14,15; Gal ne tecnico ricorre solo una voÌta
Kàsemann dichiara che croce e ri- che già parlavano con lingue di an- I,4; 2,20). ln modo molto signi- nel cotpus paolino, rendendo la
surr'ezione sono in rapporto fra lo- geli. L'accento posto da Paolo sul- ficativo, la frase è citata dalla tra- sìra interpretazione tanto impor-
ro qome (enigma e interpreta- la croce sembra inteso a sottoli- dizione prepaolina (lCor 15,3) in tante quanto difficile, data la sua
zioner. neare che non si può evitare la cro- ùÌodo da non lasciaÌe dùbbi sulla funzione cardine in Rm 3,24-26.
Questo contrasta con la tradj- ce sulÌa via della risurrezione. Pri- sua considerevole autorità sia per La traduzione (propiziazione> da-
zione prepaolina (per esempìo, ma di partecipare alla vita della ri- Paolo che per i suoi letlori. All'e- rebbe f idea di <un'azione dìretta
lcor 15,3-4), dove croce e risur- surrezione e alla sua pienezza, i vento storico della crocifissione si a soddisîare l'ira divina)) (Morris).
rezione sono trattate come eventi credenli devono attraversare I'om- aggiunge un importante elemento 11 forte Ìegame tra peccato e ira di

in sequenza. Mentre si potrebbc bra della croce. che si incontra nel- irìter pretati vo , in cui la storia di- Dio (per esempio, Rm 1,18; 3,5)
dire che la croce è il presupposlo l'intero ambito dell'esistenza cri- venta storia di salvezza. Ma come le dà buone possibilità. Tradurre
necessario della risurrezione (in stiana (redi Escatologia). sideve cercare di conoscere anco- il termine con (espiazione> signi-
quanto, senza la morte di Cristo, Un'idea analoga emerge dalla ra questo evento di salvezza? ficherebbe che la morte di Crisîo
non potrebbe esserci risurrezione), discussione di Paolo sul battesi- L'esposjzione paolìna dell'a- <fa ammenda per i peccaii)), in-
quest'idea non è necessariamente mo, soprattutto neÌla lettera ai spetto salvilico della morte di Cri- dìcando che mira a correggere il
significaliva teologicamente. Non Romani (Rm 6,1-lt). Si mantie- sto sulla cÌoce è complessa, in peccato piùttosto che a riconcjlia-
è che La croce sia un capitoÌo nel- ne qui una coerente riserva esca- quanto spesso mescola in uno spa- re con Dio. <L'ira di Dio nel ca-
la storia della risurrezione, in cui lologica, come nella p.ecedente zio molro ristÌetto una varìetà di so dclla morle di Cesu non è tan-
la risurrezione supera in imporlan- lettera ai Corinzì. N4ediante il bat- immagini ricche e profondamen- to retributiva, quanto preventivat
za la croce. Piuttosto. 1a risurre- Lesimo, i credenti partecipano al- r.. suggestive. In 2cor 5,14-6,2 (Du[n). lnsomma, si deve lascia-
zione dà. signìlìcato alla croce, che la morte di Cristo sùlla croce, e moÌte immagini si intrecciano per re aperta la discussione. Comun-
è iì vero centro di gravìtà. Si po- p a r I ec ipe ra n n
o alla sua risnrrezio- costruire un quadro cornposito dcl que si comprenda, si intende che
trebbe quasi dire che la rjsurrezio- ne. I credenti. uniti con lui nella modo in cr-ti si può dire che la cro- la morte di cristo arriva fino alla
ne sia ùn capitolo in un libro sul' sua morte, saranno uniti con lui cc ci redime. ln Rm 3,24-26, tre Ìadice del peccalo.
la teologia della croce. Prima di nella sua dsurrezione (Rm 6,5). I immagini signilicarive (saranno di- 2. L'atto di Dio che giustili-
Paolo, la croce di Gesìr era ìl pro- credenti sono morti con Cristo; vi- scusse dopo) si intcgrano per dar- ca l'empìo. (Abbiamo deliberara-
blema che trovava una risposta nel vranÌÌo con lui nella sua risùrrezio- ci una visione di vasta portata deÌ- mente evitato il soslantivo (giusti
messaggio delÌa risurrezione. L'a ne (Rm 6,8-9; yedi Morirc c risor- I'elento rcdenzione. Ed è dilfici- ficazione> per restare fedeli al lat-
postolo ha capovoLto decisanen- gere con Cristo). Ìl battesimo, co- le ridurre qui, o allrove, lc affer- to che PaoÌo quasi invariabilmente
le questo modo di vedere. Nella sì, non porta direttamente a par- mazionj di Paolo alLe semplici tco- usa il verbo. /er1i Ciustiiicazione;
sua controversia con gLi entusia- tecipare alla risurrczione: parteci- rje tanto amate da certi teologi. ciu5tizia, giustizia di Dio). Que-
sti il problema era proprio l'inler pare alla morte di Cristo è il (già Per esempio, in Rm 6,1- I 1 Paolo st'idea esprilne mohe idee fonda-
pretazione della risurrezione, un qui), per il quale, partecipare al- pensa chiaramente a una Partcci- mentali di Paolo: il potere di Dio,
problema a cui si poteva rispon- la sua dsurrezione è il (non anco- pazioner il crcdenle partecipa ora I'azione cosmica e ùniversale per
derc solo aÌla luce della croce. La rar>. Il rilievo dato da PaoLo alla alla morte di Crìsto, c parlecipe- cambìare la situazìone tra I'uma-
sìtuazione a Corinto chiarisce be- partecipazione attuaÌe dei credenti rà alLa fine alla sua rìsurrezioiìe. nità colpevole e Dio, per cui Dio
ne questo punto. alla morte di Cristo àncora fernra- NIa in 2cor 5,21 si usa Lln linguag può assolvere i crederlti, ponendoli
L'inlerprerazione piir ragionc- mente la vita di lede a questo gio vicarìo: c'è un interscambio di in una relazione giusta e di fede
vole della situazione di Corinto nondo e presenta ìl cielo come peccato c giuslizia tra il credentc nei suoi conlronti. La morte di
può essere riassunta secondo le se- una reallà îu1ura, presente in pro- e Cristo (Hooker). Cristo può essere vista comc una
guenti lìnee. Una sezione della messa, ma non ancora di îatto: ll dibattito 5i concentra sù un sinrultanca alfermazione della
Chiesa aveva svilùppato idee che non in re sed ir spe (Lutero). certo Ììumero di immagjnj-chiave, personalilà di Dio e un Perdono
suonano sirnìli a quelle di Imeneo usate nel corprs paolino Per de- autcntico delle colpe umane (Rm
e Filelo (2Tn 2,17-18), e cioò che 5. LA CIIOCE E LA REDEN- scrivcre <ri benefici di Cristo>r (Me- 3,26).
la risurrczione era già awenr.lta. ZIONE UMANA Tratlando la lantone). Se ùe possono osserva- 3. L'idea di <rederzionet (Rù1
Questa idea di una <risurrezjone teologia paolina della croce in re- re tre particolarmenle importanti 3,24) è collegata al mondo del
realizzara) spìega molli temi ca lazione alla redenzione umana, si 1. La parola greca rilasle on è mercato di schiavi o della prigio-
ratteristici connessi con la situa- scopre che Paolo presenta e sostie- tÌadotta tradizionalmente <espia- ne. lltema dominante è quello di
zione di I Corinzi (yedi Coriùzi, ne idee che sembrano risalire al- zione)) o (propiziazione), sebbe- liberazione dal <dominio del pec-
leltere ai). L'enfasi sul <noù an- la tradizione prepaolìna. L'idea ne il termine <espiatorio)) (cfr. Lv cato>) (Rm 3,9). Il peccato qui è
cora> può essere diretta contro che Cristo <è morio per (r/pel) ì l6) trovi sempre più favore tra gli inteso come un potere o una îor-
quelli che credevano di avere già nostri peccati) è profondamente esegeti (vedl Espiazione, propizia- za che esercita autorità e dominio
raggiunto il conlpimento, che udi- radicata nel corprs paolino (per zione, espiatorio). Questo termi- sull'ùmanità colpevole. La morte
Croce, teologia della 404 .t05 Croce, teologia della
di C.isto spezza questa forza pc- prime nella sua esistenza la croce rìoscere lui lcristo], la potenza Vedi anche: Cristologia; Croci-
ricolosa, rendendo gli uomini ca- di Cristo. Essere un credente signi- (lella sua risurrezione, e possa par- fissjone: Debolezza; Giudizio;
paci di acquisire la gloriosa liber- fica poltare i segni di sofîerenza, recipare alle sue soîferenze, diven- Giustificazione; Giustizia, giusti
tà dei figli dj Dìo (vedi Adozione, coùflitto e rifiÌlto. l.'idea-chiave è tandogli conforme nella morte) zia di Dio; Maledizione, maledet-
figliolanza). espressa nella frase, fortemente (Fil 3,10). Poiché Crisio li ha fat- to, anatema; Morire e risoigere
Si deve sottolineare, comunquc, evocaljva: (porlaÌ]do sempre e do- ti sua proprietà (Fil 3,12), i creden- con Cristo; N,toÌte dì Cristo; Ri-
che a Paolo non interessa costruire vunque nelnostro corpo la morte ri possono aspettarsi di condivide- sùrrezione; Sapienza.
una teologia sistematica della re di Gesù) (2cor 4,10). Per Paolo, rc tutto ciò che egli è e ha, inclusa
denzione, come quelLa di molti Crislo e la sua croce sono la caù- l'associazione alle sue sofîerenze, Irrm .. Barboìrr R... Vtisdotn a d îhe
teologi scolastici. L'orizzonte di sa e il paradigma delÌa soffere[za diveneldo similc a lui nella sua Ctoss it1Corinthians I dnd 2, in C. A!
I
dresen - G. Klein ledd.). fteolaPld Cn(is,
Paolo è dominato dalla realtà e del credente. C'è un forte senso rnorte, e infine (nota i1 <non an- Sisnus Ctu.is: Festschri, fut Etich Dittk'
non da una specifica teoria del po- del credente che partecipa alla vi- cora>), partecjpando alla sua ri- ler, J. C. U. Mohr, Tiibìngen 1919, pp
tere di Dio di liberare dal peccato ta e quindi alla soîfereùza surrezione. Passi come questo 5? 7lr Bèúe1Ì C. K.,l,aplina lefteta aìCo'
mediante la morte di Cristo, Le dì Cristo, un'idea lorse espressa lìanno spinto Lutero a scrjvere che r/rzl. SnÌdi bibli.i ó, Edb, Bologna 1979i
piir pienamente in Rm 8,i7 (cfr. llecker J. Cr.. Paul the Apostle: The
immagini usate a tale scopo sono àl chtisli(rnus de\e essere ctucia- TriuÌnph oIGad ìn LiJe ond Thousht,Iot
illustrative e si farebbe bene a evi- Col I,24). /ir.t>. Conoscere Crislo vuol dire uess, Philadelphia 1980i Cousar C. 8.,,4
tare selettività e priorìtà che ine- 6.2 Grl (r,14 (Quanto a me , conoscere le sue sofferenze. Nota TheÒhel oJ the Ctuss,l'orlress, \'linne3_
vitabilmente accompagnano la si- noù ci sia altro vanto che rlella l'idea di <diventare come Cristo toÌis 1990i DeÌìlng G., ,et Kreurclad Jcstl
i,1 .let utchtisîti.han ve/ku dìquns, \al,'
stematizzazione dell'evcnto della croce del Signore nostro Cesii Cri nella sua morteD; il greco ha for- denhocck &
RuprcchL, Gottingen l912i
redenzione. La teologia della croce sto, per nezzo della quaie il mon- sc il senso di (essere coùforme a Dunn i. D. C., Pdrl's arde t.ttuhtiling of îhe
ha molto da dirci qui, ricordando do per me è sLalo crocifisso, co- cristo nella sua morte>. così la vi- Dedth aJ Jesur, rl R. Banks (ed.), Re.or-
rne io per il mondo>. Questo pas- cìlidtìon d d Hape: N?\| Testanent Lssals
ci che il cùore del vangelo cristia- la cristianapuò essere pensata co- dn Atanenert a .1 llsch'ltobg', Pte:;ented
no è la croce, il Crislo crocifisso, so significatjvo è in'Ìportante per me un processo che rjmodeÌla e ri- Ìo L. L. Mo iso Hl6Ath Bitlhddf.EeÀ
e non una teoria. la critica di coloro che, per ragio- pLasma sull'imnaginc del Cristo Ìnans, Crand Rapids 1914, pp. 137_141i
ni mondane, voglìono costringe- soflerentc. GoetlR.. The Su.fleti s Gad: The Rìse .2f
re i crisliani ad adottare uno stile a Ne|| arîadaxl, in ChùsIion aehtur! 103
6. LA CROCE E LA VJTA CRI- E allora come dev'essere de- 11986) 385-389r Hnll D. J., C;od and Hu'
STIANA In che modo Ìa croce di vita estraneo al vangelo. ll mon- scritta la teoLogia paolina dclla nrdn Sul.fctúts, Augsburg, \'linneapolìs
riguarda la vita cristiana? Qui, do è visro con'ìe un potcrc che en croce? Possiamo dire che, Per 1986: r'ìulteren -A. J.. Pduls Cospel an.l
forse, diventano chiare le consc- tra in urto con la vita dei credcn- Paolo. la croce si trova inamo- ,!/llrior. Fortrcss, PhiladcÌplìa 1985i Hoo
ket N|. J., ge in Christ, h JT:j 22
Intethd
guenze di una teologia della cro- ti, mentre non ne ha 1'autorità. Il vibilc come pùnto fondamen- (r 9?1) 349 36 r; liins.L Ir., G.il ds the Ml'
ce. Perché la teologia diventa spi passo impLica una relazionc orga- rale di riferimerto della lede. E da terr aJ îhe tltarld, T. & l'. CÌark, Edin_
ritualità, non spiritùalità nel vago njca fra tre crociîissioni: quella di qui che la fedc ha iniziato, e qui blreh 1983ì Kàsemann E., Ilrakr" sdhtiJi'
Cristo, di Paolo e del mondo. A rc della nia e dìGesll in Paola,ln Prospet'
senso umanistico di un mezzo di ritornerà continùamente. a essere ùt<' tdolìne, Paideia, Brcsci! 1912, !p.
accrescimento della religiosjtà causa della croce Paolo è morto nrrtrira dal Cristo crocilisso. Me 55-9Zt l.\., Conù entatr on Ranla s.held'
Llmana, ma nel senso proprio di per il mondo, e iÌ mondo è morto diante la partecipazione in Cristo, nrans, Gra.d Rapids 1980i Kùhn H. \\'., Je
îormare ùn popolo che è in cam- per lui. (Qùelli chc sono di Cri- il credente parlecipa alle sue sof i1s ats G.krcu.ìelet in dcr.tùh.hrìeliclte
s1o Gesr'r hanno crocilisso la loro
l/erkù tlipxn!.itZTK12( l9r-5) I 46; Lu/
mino per diventare spiritùale. La ferenze e alla sua morte, e un gior- 1., <Thealostu Crucie) ul! \ltrre det Theo'
croce modella la vita cristiaoa, un carne> (Gal 5,24). Il potere, eser- no mcl non a cor(t! Parteci lagie ìn Ncueìt Tcsfatnent.;n ErT34 ()914)
fatto che Paolo sviluppa in una se- citato una volta dal mondo sù di perà alla sua gloriosa risurrezio- l16 I4l: \4ccnathA. E..luthet'! fheolo
rje efficace di passi aulobiograîi- lui, è stato spezzalo. Paolo ora ne. E la spcranza cì custodirà e de tlt ol the Cro$. Blackqcll, Orlord 19E51
N4arin R P.. R?coftìlìdtian: A Srudr.tf
ci, in cui racconta come egli sia paÍecipa alla nuova creazione Po ve cùstodirci nella fede! I creden- Pa l\ Thealar!, 7.ai\dct\ àn, Grand Rtpid!
stato modellato dalla ctoce e con- sta in essere dalla crocifissione, ti possono intravedcre il regno dei l989ri l\'IohmaDn 1.. Dn ùacfisro, Bi
îormato al modello del Cristo cro- ùella qualc sono slali dìstrutti l'au- cieli, possono anche udiÌe voci blioLeca dì teologia contemporanea ll, Quc
rorità e il donrinio clel mondo. rnriana. Brcs!ia 1982'i Nlorris l- , Tlrd
ciîjsso. ln moÌtì passi impoltanti lontane dì angeli, ma restano qùi, Aposloli( Ptpdchìns o/ rl,e Crosr, Fc.d
Paolo indìca come ci si può aspct- Niente piu di questo: il mondo è ,îfìdati al Cristo crocifisso, in ma!, Grand Rapids I9551 Plaùk K.4.,
tare la presenza deÌla croce nella stato crocifisso. mezzo a un mondo sofîerente. ll Pdut and the lront ol AlJi'i.ri,,. Schola6,
vita dei credenti. Possiamo ritro- 6.3 Fil 3,8-12 Queslo passo Atlanla l9E?i Sanders E. P., Paob e il qiu
regno dei cieÌi resla nel futuro, an rlaìsnla ?dleeine.te. S ldio ú1 Paturíra su
vare j temi nei seguenti passi. di grande vigore si basa sull'idea che se ora si pùò udire la sua mu_ nadel I i dì rclisione, Bibllorcca leoÌoejca :1,
6.1zcot 4,1-75 In questa li- della partecipazione alla risurre- sica lontana. La croce è l'imma- Paideia, Brescia 19861 Stùlìmacher P.,
sta di tribolazior'ìi, che ha un rap- zione e alle sofferenzc di Cristo a gine della vita cristiana nel moÌ1 Eighteen Theses oh Paul's TheologJ oÍúe
Crass. ú Recancilidtian. I-ai', and Rish'
porto significativo con la (lettera- causa del rappor-to dei credenti do, proprìo come signiiica la sPe- /eorrre$. Fortre$, Phìladeì!hìa 198Ó, ff
tura delle awersità)r de1 pcriodo con lui. Paolo esprime il deside ranza oltre questo Ìnondo, che i 155-1ó8i Nay D., Th. LÒnlshìP oÍChtìsl:
classico, Paolo indjca come si im- rio appassionalo <che io possa co- credenti condividono con Paolo. Ensî Kiisetnann's Inîerptetution of Parl's
Crocilissione 406 10'7 Crocifissione

t eologl,, Clarendon, oxibrd l99li wcdcr cora esistente del tempo antico crudele dei passaùti. Inoltre, se- do indicavano che il chiodo pas-
H., Dus Krctz lesu àci PrrlrJ, Vanden viene descritto I'atto della croci- condo la pratica romana, alla per- sava prima ditutto attraverso una
hoeck & RuprcchL, Gólringen 1981. fissione, soprattutto per motivi sona crocilissa era negata la sepol- piccola piastra di legno, poi attra-
esteticoletterari. Aulori greci e ro- lura: i corpi restavano sulla croce verso i piedi della viltima, quindi
A. E. Mccrath
mani. che hanno scritto sulla cro- come carogna per g1i uccelli o in in una trave verticale di legno d'o-
cifissione, ne hanno sottolineato arlesa di putrefazione. In queslo livo. Probabilmeme come colpo di
CROCIFISSIONE la brutalità, ma non hanno indu- modo si ricordava alla plebaglia iÌ grazia, le sre tibie erano state
giato sui particolari. M. Hengel destino di chi opponeva resisten- spezzate volutamente.
Una iorma particolarlnente cru' considera j racconti della passio- za all'a[torirà dello Stato. Un recente riesame dei resti
ne dei vangeli canonìci come la de- In terzo luogo, è chiaro che non scheletrici dell'ossario, insieme al-
dele di esecuzione popolarc nel-
l'impero romano del I sec. Nume- scrizione piu dettagliata del gene- si praticava uniformemente una le relative fotografie, calchi e ra-
re, ma anch'essi si solfennano po- fotú\a stondatd di crocifissione. diografie da palte di Zias e Seke-
rose fontì sìa cristiane chc non
co sul resoconto dell'esecuzione La vittima poteva essere legata o les, indica alcuni emendamenti a
- attestano la crocifissione di Ge- stessa. Gli evangelisti semplice- inchìodata aLla croce. con o sen queste prime conclusioni. La co-
sù di Nazaretb sotto Ponzio Pila-
menle rifeliscono: <<Essi lo croci- za una trave trasversale. in diver- sa più importante, è che essi sta-
to (per esempio, Mc 15,1-39 par.;
îissero> (Mt 27,35 par.), così dob- se posizionì. Non è chiaro neppu' bilirono che il chiodo di ferro an-
Giuseppe Flavìo, lr?t. 18,63-64i cora intatto era passato soltanto
biamo andare allrove per scopri- re se la crocifissione avesse sem-
îacito, Ann. 15.,14). A parte i pre luogo prima o dopo la mortc dalla parte destra alla sinjstra del
vangeli e gli Atti, Paolo è respon- re, per esempio, 1a tradizione che
Gesù eîa ínchiodalo alla croce del soggetto. Sembra che i Romani calcagno destro (calcaneum). Ne
sabilc di tutte le occorrenze. tran-
(cfr. Lc 24,39 [?]; Gv 20,25; At abbiano praticato una forma piu risuha un'immagine diversa del-
ne unaJ del verbo <crocifiggere> I'uomo crocifisso, giacché, in ba-
2,23t Col 2,14; E\). Petti 6,21; coslante dj crocifissione: era pre
(stauroa: lcoî 1,13.23; 2,2.8i ceduta da una l]agellazionei le vit- se a quesla ricostruzione, i Piedi
Giustino, Dial. 97).
2cor 13,4; Cal 3,1;5,24;6,11:' cîr. Le prove letterarie disponibili time spesso trasportavano la tra- rlon erano fissati uno soPra l'al-
anche <crocìfiggcre conD ls]slda ve trasvcrsale al luogo della cro tro con un chjodo, ma la vittima
indicano tr'e osservazioni genera-
roól: Rm 6,6; Gal 2,19) e del no- li. Innanzitutto. 1'atto dclla croci- cifissione, dov'erano inchiodate o apparentemente stava con le gam-
me ( croce, (stauros: lCor fissione era atrocemente crudele. lesate alla croce con le braccia di be da una parte e dall'altra della
1,17.18; GaÌ 5,ll; 6,12.14; [Ef Il procedimento stesso non dan- stese, sollevale, e forse erano se_ trave verticale. Inoltre. non tro-
2,161; Fil 2,8; 3,18; Col 1,20; ncggiava organì vitali, ed è impro- dute su ùna .relicr1d, o Pìccolo aP- vando alcuna prova certa di lesio-
2,14). Per lui, I'avvenimento sto- babile che le t'erite inflitte potes- poggio di legno (Hengel 33 43, ne traumatica allc ossa dell'avam-
rico dell'esecuzione di Gesù sulla sero risolversi in eccessiva emor- 55-67). D'altra parte, come rac braccio o delle mani. essi avanza-
croce ebbe un'enorme importan- ragia. Allora la causa probabilc conta Cìiuseppe Flavio, anche tra rono I'ipotesi che la vittima losse
za teologica, anche se si rivelò uù della morte, che risultava lenta, i Rornani iì metodo di crociîissio legata alla trave trasversale, e non
grave ostacolo nella prima missio- sarebbe stata il collasso o ùn pe- ne era soggetto ai caPricci dei ca inchiodata. InfiDe, espressero il
ne cristiana (cfr. specialmente le 11OSO pTOCeSSO di SOîlocamentO, pj militari (Giuseppc FÌavio, tel/. dubbio che le ossa deglì arti infe-
dichiarazioni programmaLiche in qùando i muscoli interessati alla 5,,149-51). riori lossero slate spezzate prima
lCor l,I8-25; Cial 1,1-14). respirazione fossero esausti. Fino a oggi, una dirella testimo- dclla morte.
La pratica dclla crocifissione Perciò, ai cittadini romani era nianza archeologica per la prati- Sebbene questa scoperta ag-
come îorma di esecuzione (o im- risparmiata generalmente questa r:a della crocifissioÌre è limitata a gìunga una testimonianza archeo_
palatura dopo morte) risale alme- forma di esecuzione. La crocifis- un ossario scoperto nel 1968 nel- logica alle descrizioni Ìettelarie
no ai PersìanÌ ed era utilizzata an- sione era riservata soprattutto a la parte nord di GerusaÌemme. della crocifissione, è chìaro tutta-
che da altri popolì barbari (cono- chi era di condizione inferiore e, Contiene le ossa di un maschio via che la scarsità di prove antro-
sciuti dagÌi storiografi greci c ro- in particolare, a crimìnali perico- adulto, morto per crocifissione pologiche dirette di questo tipo rc-
mani), compresi gli Assiri e, piu losi e ai rivoltosi. ln Giudea la cro- nelÌa prima melà del I sec. d.C, Lo stringe la certezza da attribuire al-
tardi, i Cartaginesi. Non e attesta cifissione era generalmente effica- studio iniziale dei resti dello sche- la loro ìnterpretazione.
ta una pratica regolare di crociiis- ce come deterrentc contro la resi- leLro indjcava che atrraverso ogni I sentimenti negativì associati
sione tra i Ciudei, anche se alcu- stenza aperta all'occupazione ro- avambraccio era stato spinto un alla crocifissione nel mondo del I
ne tcstinloniarlze ne indicano I'u- mana fino alla guerra giudaica. chiodo. e le ossa del calcagno cra sec. sono indicati da due testi pao-
so come un modo di esecuzione In secondo luogo, la crocifissio- no state perforate da un unico lini, lcor 1,18-25 e Gal 3,13. Que-
prima del tempo di Erode il Gran- ne era un evento pubblico. Spo- chiodo di îelro. Quest'ultimo ven- sto rìlarchio d'infamìa è dovuto
de (Gjuseppe Flavio, Bell. 1,9'7-98; gliato e legato a un palo, croce o ne trovalo ancora coificcato nel- non solo alla natÌlra barbarica del-
Ant. 13, 3'79-83: 1l QTemple albero, su una strada molto lie- le ossa del calcagno di ambedue i la crocifissione, ma anche, in Ìrn
64,6-13). quenlata o rìn crocicchio, il con- pìedi. Frammenti di legno trovati contesto giudaico, al falto dj col-
Raramentc nella letleLatura an- daùnato era esposto allo scherno ad ambedue le estremità del chìo- legare la crocifissione, già duran-
Cronologia di Paolo 408 ,109 Cronologia di Paolo

re questo periodo, a Dt 21,22-23. Deùt 2l:22-23 i the Ncw Teatrlcht. ln vorrcmmo) dellasso di tempo tia tentare ìlna sintesi, cercheremo dj
Nel suo contesto veterotestamcn- "ult 96 (19?7) E5 99i Zias J. SckeLcs E., ur1 avvenimento e l'altro (crono distinguere i dati cronologici che
The Cruclfìed Mon.frctn Gít'ot ha Mìrtar:
tario, il passo del Deuteronomio A Reappraisal, in ILJ 35 \1985) 22 27. logia ìnterna). Gli Attj, inollre, di si possono desumere dalle lettere
tanto in tanto, colÌegano gli awe- (iiterni ed esteroi) e i dati forniti
- (Chiunque è appeso a un albe- J. B, Green nimenti .lella vita di Paolo con dagli Atti.
ro è sotto la maledizione di Dio)
(LXX) sì riferisce all'esposizio- persone o farti noli agÌì storici tra-
ne pubblica del cadavcrc di un cri mite fonti extrabibliche, come il 2. LA STRUTTURA ESTERNA
minale giustiziato. N,la sia Fjlone
CRONOLOGIA DI PAOI,O proconsole Gallio in At 18,12. - Non abbiamo una testimonian-
che la comunità di Qumran testi- Questo dà Ia possibilità di anco- za ìndipendente per la data della
moniano che, nel Giudaismo del SoNi\riRrc l Fonli€tìt)ìditestinoriàn- rare la narrazione a determinati nascita di Paolo, e solo la tradi-
Èt l l Cro.ologìa inrenra ed erenraj 1.2 punti, in relazione alla storia co- zione per Ìa data della sua morte.
I sec., qùesto testo doveva csse- Tcrimonianzc !rimarie € seco.dariei 2.
rc usato con riîerimento alla pra- Last.ur(uracsLcrna:2.1 L ini1ioi2.2, I.a nosciuta del mondo romano (cro- Per il NT la sua vita comincia con
tica della crocifissione (Filone, nei 2."1 ConcÌusionc i 3. Dati crorologìci ùologia esterna). ln modo meno la conversione e finisce con la pri-
Leg.3. l52i Postet. C. 6ll
Spec. nellc lellere: ll . I I n dicar ori cronologicì dì- ovvio, anche je lettere contengo- gionia a Roma (vedi Paolo negli
rcúi: 3.1.1 Cronoìogia ele ìai 3.1.2 La no alcuni rìferimenti alla storia Atti € nelle Leltere).
Son. 2. 213; 4Q169 3-4.1.7 8; scqùcnza di calariì l.l.l !.le.co delle av'
l lQTemple 64,6-13). ln base a lali versitàj .l 4SìDtcsi; 3.2 Lascqucnzadci esterna (croÍologia esterna) e al- 2.1 L'inizio - Né gli Arti, né
dati. sembra che una valutazione \iaggi; 3.2.1 Prìmo viaggìo macedone; cune indicazioni di successione le lettere ci dicono molto sulla vi-
positiva della crocifissione nei cir- 3.2.2 UlljÌÌo viaggio ùacedonej 1.2.1 (cronologia ìnterna). Nell'ultimo ta di Paolo prima della conversio-
coli giudaìcidel I sec. sarebbe sta-
Nlinìstcro a licso; l.?.,1Calati; 1.2.5 Pri caso è impoÍante chiarire i ripi di ne (redl Giudeo, Paolo come),
gionia di Paoìo; 1.2.6 Snrtcsii 1.3 Co!
ta îuori discussione. .lùsionì:,1. D!ri cronoioSìcì .eglì Atli; dati piir utili ai lini della cronolo- sebbene ambedue concordino sul
Tuttavia, la serìetà teologìca ac- 4.1 Cronologia inLcrnai,l. l I l.a sequen- gia. C'è la tentazione di cercare di fatto che l'incoltro col Cristo ri-
za deqÌi awenim.ntii,+.l.2ll Da$aredel ordinare le letlere sulla base dello sorto, che ha cambiato la sua vi-
cordata alla croce di Cristo, uni- (eùìpoi,1.2 CronoÌoeia csrcùraj.1.2. I La
sviluppo teologico, ma in pralica ta, fosse distinto dalle apparizio-
ta al suo fonissimo signiiicato po crrcsria: .1.2.2 Eîode Alrippa: 4.2.3 Se.
si è dimoshato difficile evitare Ia ni del Risorto agli altri apostoli e
sitivo nei primi circoli cristiani, sì sio Paoloj 4.2.4 Cìaudìo e ì aìiùdeii 4.2.5
posteriore alle sresse (lCor 15,3-9;
GaÌlione; 4.2.6 ADaDia somDro saccrdo soggettività in quest'area (Jeweat
uova ìn forte contrasto con que- t€: .1.2.? Feli.e e Fefoj :l.l Conci$ionii Ar 9,3-5). Ambedue inoltre sono
75-78). Per questo motivo sembra
ste attese. E molto inleressante che 5. Inregrazione delÌe Ìett€rc c dcsÌì Atti; piil sicùro costruire una successio- dell'opinione che, prima di tale in-
Dt 21,23 avesse ulr ruolo evìdente 5.1 lnle!.azìone delÌe scqucDzci 5.2 La
daradjCÀìlionei 5.1 Lavisjla dìaìxro pcr tre cronologjca partendo da indi contro, Paolo losse un persecuio-
nella prìma riflessione cristiana sùl
la ca,esrir: 5.4 ConcÌùsioni. catori concreti, comc particolari di re della Chiesa (1cor 15,9; Gal
significato della croce, cone risul- 1,13; Ar 7,58; 8,1; 9,1-2). CIi At-
viaggio, e usare poi questo sche-
ta daLle allusioni in At 5,30; 13,29 La cronologia paolina si occu- ma per datare 1o sviluppo della ti aflermano che al momento del-
c CaL 3,13 14. L'ossimoro così pa di slabilire la successione e (do- teologia dì Paoìo, piurtosto che la morte di Srefano, Paolo (Sau-
prodotto che (il maledetto) è
Ìo) era (ÌÌn giovane> (At 7,58, e
(L'Unto)
ve possìbi1e) le date deglì avveni lare il contrario.
di îatto (cioè (Cristo)>) menti nella vita di Paolo. E Lrn'a 1.2 festimonianze primarie e anche Cal I ,14 fa pensare che <il
è mcsso in evidenza da Paolo rea che ha suscitato una comples- secondarie - Le lettere furono persecutore) fosse almeno un gio-
nella sua cspressione kerigmatica sa formulazionc di tcorie: queslo scritre dallo stesso Paolo e così si vane adulto). Questo ci dà alme-
(Cristo crociiìsso> (cht istos estau- articolo cercherà sell1plicemente di classificano come (testimonianza ío]tn tetminus anÍe quem nont l4
imenos\ i\ lCor 1.23: 2.2 (cfr. esporre i paramelri del problema primaria> in termini storici; gli At- vita pubblica di Paolo non può
Gal 3.1;2,19). nel modo piu chiaro possibile. ti, per la stessa ragione, si classi- iniziare prima della morte di Ge-
fìcano come <testimonianza se- su e degli awenimenti di Penteco-
Vedi anche: Croce,leologia del- 1. FONTI E TIPI D] TBSTIMO- condarìa>, in quanto lurono scrit- ste deÌlo stesso anno. Noi accette-
lai Morte di Cristo. NI^NZE Ci sono duc fonti tj su Paolo da qualcun altro. (Que- remo per la crocifissione la data
pÌincipali per la cronologia di sta e ùna distinzione di prìncipio, del 33 d.C. (cfr. Hoehner), data
BrRr. Ellis L. E., Clrií Crrclr?d, ìrr R.
Paolo, Atlì e lettere, e due tìpi di comune aÌla prassi storica, non accettata anche da Jewett come
Reúnciliatb a d Hope: New
Banks {.n.),
Teslament Estals ùt Ato enlenî dn.t indicatorì cronologici, inte.nì ed un'espressione di pregiudizio teo- base per la cronologia di Paolo;
Eschatolas Pres?ntad ta 1.. L. Maìtis on esterni. Logico). Per questo motivo, molti Lùdemann e Hemer, per motivi
His 6Ath Bnthdat- Eetdmans, ai.and Ra
pids 197,+, !p. 69 75i lrilznle' J. A., Cru
l.l Cronologia interna ed estcr- studiosi hanno sostenuto negli ùÌ- diversi, preferiscono una data an-
.ifixion in Anùent Pdlestine, Outntdne Lì na Gli Atti foÌniscono un re- timi anni che una cronologia me- teriore (27 o 30 [I maggiori studio-
leruîwe, and the New Testatnenl.it To A.1- soconto naÍalìvo del ministero di todologicamente valida deve pro- si dell'argomenlo, come Hengel e
wnce the Gospel: New'|'tstu tenî Essd),s, Paolo, che racconta dettagliata- cedere lavorando a parrire dalla Riesner, preferiscono l'anno 30]),
Crosroad, NcN York 1981, pp. l2i l46i menle glì avvenimentj in una se- testimonianza delÌe letrere (cfr. so- Quanlo tempo sia tlascorso tra gli
HengeÌ M., Cro.i/;$turd ed tttin.bne,B\ pratturto Knox, Jewett, Lùde- avvenimenti di At 2 e la conver-
bliorcca.ìi cullur a religjosa 52, I'aideia, Br. quenza partjcolare e dà alcune in-
scia l98llj wiLlox Nl., (Uton tre I/e?, dicazioni (scbbene non quante ne rnann). Qui di seguito, prima di sione di Paolo in At 9 non è chia-
Cronologia di Paolo 110 .ll I Cronologia di Paolo
ro. dal momento chc nessuna delle sionari di Paolo (r,edi ltinerari, La Lettera ai Galati devc cssere essere stafo scrìtTo in uno stadio
nostre fonti maggiorì ci dà Preci progerti di vjaggio, parusia apo- \opra\ryenuta dopo tutti gli avve avanzato del ministcro di Paolo:
se iniormazioni cronologiche; noi stolical c Le lettere devorlo così oc- rììmenti dcscritti, con Lutta proba- ma non ci sono motivi validi per
qui lavoreremo con f ipotesi che cupare un periodo piil o meì1o di bìtità (data la natura appassiona identificare questi (quattordici an-
Paolo abbia iniziato la sua vita cri treút'anni, compresi tra il 33 e il rr del discorso di Paolo qui) pro- nir con i (quattordici anni) di Gal
stiana come giovane adulto entro 61 d.C. púo appena dopo: e questo signi- 2,1 , come ha proposto Knox (Je-
un anno o due dalla Pcntecoste (33 iica che la fondazione delle Chie- wert 54-55).
d.c.). 3. DATI CRONOLOGICI NEL se di Galazia (dovunque fosse- 3.1.4 Sintesi Possiamo de-
2.2 L^ îirc Le letterc dalla t.E LETTERE Le lettere ci ro) avvenne prima dell'inconîro durre da Gal 1,17 che Paolo îu a
prigioIia, tradizionalmente colle- danno duc sequenze chiarameote di Cerusalemmme. Certamente il Damasco due volte, r.lna volla al-
gate con la fine deÌla vita di Pao tripartite, piil un gran numcro di racconto deÌl'incontro la pensare l'epoca, o intorno all'epoca della
lo, ci danno poche inîornazioni particolari non ordinati in succes- rhc la missione di Paolo ai Genti- sua conversione, e una volta aÌ suo
cronologiche (cfr. sotlo, 1.2 5). sione. li fosse ben stabilita a qÌrell'epo- ritorno dall'Arabra. !, ragronevole
Gli Atti non nar-rano la norte di 3. I Indicatori cronologici diretti car in altre parole, 1'atrività mis- supporre che 1'episodio della ce-
Paolo, ma danno un racconto Pilr_ - 3.1.1Cfttnologia eslettltt In sionaria effettiva era avvenuta du- sta di 2cor 1 1.32 sia avvenuto in
ticolareggialo dcL suo viaggio a 2cor I']aolo dice che (il go-
I 1,32 rante i <quattordici anni> (Lùde- una di queste visite, poiché non c'è
Roma, che può essere datato corl vernatore del rc Arelat montava r[ann 70,7l). E da nolare che alcuna indicazione che Paolo ope-
una certa precisione. ll trasleri- la guardia a Damasco al lempo Paolo non dice di essersi lermato rasse in quesl'area negli anni suc-
mento d'ufficio da Felice a Festo della sua dlammatica fuga in una in Siria e Cilicia per quattordìcì cessìvj. Dato che il govenarore del
dovrebbe îorse esscre datato nel cesta (2cor 11,33). ll re nabateo onni, solo che era andalio lì (Gal re Areta deve probabilmente esse-
59 o 60 d.C. (cfr. softo,4 2.7), o Areta lV morì trajl38 e il40 (pro- I,21) e che (quatlordici anni do- re situato tra il 37 e il 39-40 (clr.
in alternatìva nel 55. Dati relalivi babilmente il 39), e il controLlo na- po) (Cal 2,1) era andato di nuo- sopra, 3.1.1.), avrebbe senso da'
alle stagioni indicano chc l'anno bateo di Damasco è improbabì1c vo a Gerusalemme. QuelLo che tare questo incidente all'epoca del-
59 è cluello che meglio convierle ai prìma clel 37, quando I'assr.rnzio- non è chiaro è come si devono La partenza dì Paolo per Gerusa-
particolarì del vjaggio di Al 27, e ne allrono dì Caligola scgnò una prendere esattamenle queste ciîre: Lemme, tre anni dopo la conver-
questo ci dice che Paolo potrcbbe nuova poLitica rolnana vcrso i re i tre e i quattordici anni sono cal- sione, nel34 o 35. Sc ilperiodo di
esscre arrivato a Roma nel feb_ clienri. Qucsta luga deve quÌndì colati in modo ìnclusivo o esclu- quaftordicj anni è calcolato in mo-
braio dcl60 (Jcrvett 50-52) La prì- essere avvenula tra il 37 e il l9/'10 sivo? E i due intervallj di tempo do consecutivo, {luesto daterebbe
gionia di duc anni di Al 28,10 do- (Jcwe1l30-33; ma Hemer,264, av- si devono ieggere consecr.rtivamen' l'incontro al 51/52: un calcolo si-
vrebbe condurci al 62, ma Luca verte cli non lidarsitroppo dì que re (3 anni+ 14 anni = l7 anni) multaneo riporterebbe l'incontro
semplicemenle Ìlon ci dice cosa sia sto dato). o simùltaneamente (3 anni + 11 al 48,/49. Galati deve essere scrit-
successo dopo. Un'antica tradizjo 3.I .2 La seqLtenzu di (iololi anni - 14 anni in turlo)? A pri- ta dopo l'incontro; 2 Corinzi pre'
ne ecclesiale associa il martirio di Cal 1,11-2,14 (a una lctlura mol- ma vista la lettura consecutiva suppone diversi anni di ministero.
Pietro e Paolo con la Persecuzio- to owia) sembra indicate la se- sembra più naturale, ma non si
ne di Nerone, all'epoca del gran guentc successione di awcnimenli: può escludere la simullanea (Je- Sommario: calcolo consccutivoì
de inccndio dcl 64 d.C. E Clemen wett 52-54; Hemer 262, n37). 34135 (A) conversione, Arabia,
te Romano (1Cler1. 5), scrivendcr (ial
1.16: Convetsione 3.1,3 Elenco delle avversità Damasco (3 anni)
inlorno al 95 d.C., dice che Pao- Gal 1,16-17: lntervallo di tre an- tn 2cor 6,4-10; t 1,21 33 e 12,1-10 17,/38 (B) Prima visita a Cerusa-
lo (dava testiÌlÌonianza davaùti ai ni (Arabia, Damasco) Paolo elenca una serie sorpren- lemme; in Siria e Cilicja. intervallo
governatori)) predicando ((all'est e Gal 1,18 20: Priùa visita a Ge- dente dì latiche e di viaggi, molti di quattordici anni compresa la
all'ovest); sembra chc questo si_ rusalenme di 15 giorni dei quali non sono ricordali in At- missione in Calazia (14 anni)
gnifichi che Paolo riuscì a efîet- Gal l,2l 2,1: lnlervallo di 14 li, inclusi tre naufragi e diverse pu- 51,/52 (C) Seconda visita a Geru-
tuare iì suo progetlo di andare in anni (Siria. Cjlìcia: predicazione ai rrizìoni e reclusioni (r,edl Afflizio- salemme, incontro, incidente di
Spagna (Rm 15,28) Prima deÌla Ceniìli) ni, prove, difficoltà, tribolazione). Antiochia
sua morte. Può essere comunque GaÌ 2.1-10: Seconda visita a Cìe- Non sì può ricostruire uùa sequen- Totale 17 anni
che il viaggio in Spagna sia sem- Iusalemme Per un illcontro Priva- za di avvenimenti da questi par-
plicemente una conclusione trat- lo sulla nìissiorle ai Cenlilì ticolari, ma essi presuppongono Sommarioi calcolo simultaneo:
ta da Romani. Tutto queÌlo che Gal2.l l-1,1: lncidenle di Antio- vlaggi di parecchi anni. Inohre, 34/35 (A) conversìone, Arabia,
possiamo dire è che La testinlo- chia (Liidemann, 75 77, pone I'in- clualunque fosse f iderrtità delÌ'&o- Damasco (3 anni)
nianza che abbiamo concol-da con cidente di Antiochia proprio Pri- t o in C sto,2cor 12,2 dice che 37l38 (B) Prima visita a Cerusa-
una morte a Roma nei primi anni ma dell'incontro, ma è una PìccoÌa Paolo è stato un cristiano per al- lemme; in Siria e Cilicia. Interval-
fra il 60 c il ?0. differenza rispetto alla cronologia rneno quattordici anni. Questo in- lo di undicj aùni compresa la mis-
2.3 Conclusione - I viaggi mis- globale). dica che almeno 2cor l0-i3 deve sione in Oalazia (1,1 anni)
4t2 3 Cronologia di Paolo
Cronologia di Paolo
compagnerà o no la coLletta, ma bito dopo l'incontro (Jcwett 103). gliò la raccolta finale deÌla collet-
,18/49 (C) Seconda visita a Geru-
al tempo in cui scrive Rm 15,25 (ìal 4, l2-1 5 contiene l'informazio- ta, incorporando contrjbuti dalle
salemme . incontro, incjdente di rc casuale che l'evangelizzazione Chiese di Macedonia e d'Acaia.
Anriochia (evidentemeÍle da Corinto) ha sta-
Tolale 14 anni bilito risolutamenle di andare a rniziale dell'area da parte di Pao- che alla fine decise di portare a
Gerusalemme. La visita in Illiria o era stata (causata da uùa ma Gerusalemme. lntravediamo per
3.2 La seqùenza dei viaggi I (Rln 15,19) può essere stala fatta laL1ia delcorpor, e questo indica I'ultima volta Paolo in Rm 15, do-
durante quest'ultimo viaggio ma- che ìn quel momento era in viag- ve annuncia la sua intenzione di
viaggi e i progelti dj viaggjo del-
cedone. A questo Punto! Paolo gio per (o ritornava da) un'altra dirigersi a ovest dopo Gerusalem-
l'apostolo e dei suoi compagni me, visirando Roma (che non ave-
sente che la sua missione in Euro- destinazione. Questo signiîica che
contengono preziose indicazioni
pa è pienamente compiuta (Rm prima delf incontro ci fu per lo va mai visto) mentre era in viag-
cronoìogiche, di cui qualcuna Può
in successione (redi 15, 19.23); nonoslante alcùni timo- meno un viaggio missionario (in gio per la Spagna; ma nessuna let-
essere messa
ri su Gerusalemme (Rm 15,30 32), origine con l'intenzione di anda- tera ci dice cosa sia accaduto a Ge-
Itinerari, progelti di viaggio, Pa- re oltre la Calazia). rusalemme. Le lettere dalla prigio-
rusia apostolica). intende continuarc Ìa sua missio_
ne nell'ovest, passando jn Spagna 3,2.5 Ptigionia di Paolo Le nia sono datate tradizionalmente
3.2.1 P mo i)iaggio macedone
via Roma. che non ha mai visita- lettere (<dalLa prigioniar, tradizio- dopo questo periodo, sebbene
Sembra che 1 Tessalonicesi sia qualcuna possa venire da episodi
to (Rm 15,22-24.28 29). nalmente legate agli ultimi anni di
stata scrjma dall'Acaia (1Ts 1,9) o precedenti, La sequenza dei viag-
da Atene, dove PaoÌo aspettava da 3.2.3 Mínisterc a Efeso Tft Paolo in prigione a Roma, conten-
questi due viaggi c'è un Periodo gono poche indicazioni cronologi- gi allora si presenta così:
solo che Timotco Lornasse con che. Elesjnie Colossesi sono trop-
buone notizie da Tessalonica (1Ts proìungato a Eîcso, da dove Pao-
lo scrive 1 Corinzi (16,8-9) e dove po generali per essere d'aiuto. 2 (D) Primo viaggio a Macedo-
3,1-8). Paolo stesso desidera tor-
sopportò una <tribolazione> che fimoteo è chiaramente collocara nia e Acaia [lTs]
nare a Tessalonica. ma non ha Po
mise in pericolo la sua viia (zcor a Roma (2Tm l,l7) e rappresenta (E) Ministero a Efeso, epoca
tuto farlo (lTs 2,17). Il fatto che l'apostolo di fronte all'imminen- non specjficata, che include for-
non ci siano saluti da Parte di al- 1,8-11; cîr. lCor 15,32). Le istru-
zioni per Ia colLetta in Galazia Le martirio (redl Lettere pastora- se due prigìonie: lFill, Frn?]
rri (fratelli c sorellc)) alla îine di
1 Tessalonicesi fa pensare (sebbe- (lCor 16,1) sembrano essere sta- li). Fìlippcsi e Filemone, comun- GalaIi - orya zzazione di coÌ
te date in questo periodo, forse in quc, possono essere associate alle lette per lettera [1Cor; 2cor l-9;
ne non Lo provi) che questa letle- prime prigionie (cîr. 2cor t1,23):
viaggio per Efeso, o îorse per mez- 2cor 10-13; messaggio o visita
ra sia stata scritta in un prino sta- in Galazial
zo di un nìessaggero da lì: la let- il numero e la frequenza deì visi-
dio della prìma missione in Acaia, lz1ori dì Paolo indica Eleso come (F) Ultimo viaggio, da Efeso
non molto tempo dopo che Pao- tera ai Calali non contiene tali
istruzioni. Lasciata Efeso, Paolo luogo piii probabìle. Tuttavia He- a Corinto via Troade e Macedo-
lo aveva lasciato Tcssalonica. Fil i\eî (2'72-216) sostiene che il nia, in cammino per Gerusalem-
4,15 16 dice chiaramente che Fi- si mise in viaggio per Troade ser-
(2cor 2,12-13), dove predicò vizio postale imperiale (cfr. Fil me con la colletta
lippi è stata evangelizzata prima di e
(implicitamente) lasciò un picco- 1,22) poteva far comunicare con Ci sono poche indicazioni di
Tessalonica. L'aiuto che Paolo ha
gruppo di credenti Ron'ia in modo rapido ed effìcien- tempo in questo materiale, e nes-
ricevuto a Corinto (2cor 1 1,8-9) 1o
può anche appaíenere a questa 3.2.1Gotctti La leltera ai Ga- tc. Qualunque sia l'opinione al ri sun dato cronologico esterno.
lati è difficile da collocare (r'edi guardo, è chiaro che queste lette- 3.3 Conclusío i - Usando so-
Drima visiLa, sebbene potrebbe aP- letlere, possiamo costrujre un
Galati, lettera ai). È L'unica lette- re non forniscono dati sìcuri per 10 le
partenere a una successiva visita
ra che parla dell'incontro di Ge- la cronologia. quadro sorprendentemente ampio
a Corinto. Ne clcriva la segucnte
sequenza di visite: Filippi-Tessa- rusalemme, e la si potrebbe ragio- 3.2.6 Sintesi Le testimonian- del ministero di PaoLo, ma ìe te-
nevolmente collocare subito dopo. ze dei viaggi di Paolo danno per slimonianze non bastano a dare
lonica Atcne. con attestazlone clr
La colletta appare (come sostiene certo che Paolo intraprese alme- una cronologia completa. I tenta-
credenti a Filippi, Tessalonica e tivi di raggìungere maggiore pre-
Lìidemann 77-80) la sola condizio- no due viaggi irnportanti in Ma-
Acaia (che può includere Alene e
ne imposta a Paolo dalle <colon- cedonia e Acaia, NeÌla visita ini- cÌsione su questa base tendono a
Corinto). riale, di fondazione, iece il giro contare sullo sviluppo teologico o
3.2,2 Illtimo úaggio macedone ne) (Gal 2,10), ma Paolo non
cìal nord, visitando prìma Filippi, stilistico, sul quale è dilficile rag-
La visita in Maccclonia che sembra ancora coinvolto nei Pia_
poi Tessalonica, prima di diriger- giungere un accordo generale, o a
Paolo progetta in lcor 16,5-9, e ni particolari per la raccolta e la
2cor consegna. Nonostante ciò, Lùde- sì verso sud ad Atene e Corinto. dare ai dettagli maggiore impor-
da dove evidentemcnte scrive
mann data la lettera ai Galati aìla Nel suo ultimo viaggio (che non tanza di quanta possano averne.
7,5-16, riflelte chiaramente un esclude la possibilità di visite in- L'analisi di cui sopra cerca di ri-
viaggio succcssivo, quando le stessa epoca di 2 Corinzi, doPo I
Corinzi e tre anni dopo l'incontro lcrmedie) arrivò da Efeso, dove cavare la minima informazione
Chiese di Corinto e di Macedonia
(Lùdemann 83-87). A giudicare aveva lavorato per un certo perio- cronologica che sia chiaramenle
sono beù affermate c PaoÌo è oc-
dalle apparenze, sembra piir Pro- do, via Troade e Nlacedonia, a attestata o iúplicita nelle lettere.
cupato a organizzare la colletta. In
babile la data di Jewett, cioè su- Corinro. ln questo viaggio sorve- Ancora non è chiara, però, la re-
lCor 16.2-4 Paolo è incerto se ac-
Cronologia di Paol<t 4t4 ,115 Cronologia di Paolo

lazione fra le due sequenze: sono 51/52 (C) Seconda visita a Gc- lrresto nel tempio, Processo da- ni) (Jewett 57 62), Ìna Hemer
successive o congiunte? Se Gal rusalemme, incoDtro di Gerusa- lanti al sinedrio sotto iÌ sommo (267 269) fa rilevare che è perico-
2,10 ia riferimento all'istitùzione lemme. incìdcnte di Antiochia sacerdote Anania, trasferjmento a loso presumere di sapere cosa fos-
dclla colletta, allora l'ultimo viag- (D) Prjmo viaggio n]acedone Cesarea, due anni di prigionia sol se <<normale> per Paolo: il calco-
gio macedone dcve almeno data- (E) N{jnistero a Efeso e otganiz- Lo Felice (At 21,1'f 24.27) Lo di Hemer per lo stesso viaggio
re da dopo l'ìncontro di
Gal zazione delÌa colletta 10) Viaggio a Roma: proces- è di diciotto mesì (vedi Viaggi ncl
2,1-10: ma non è chiaro quanto (P) Ultimo viaggio macedone, so davanti a Festo e ad Agrippa, mondo romano).
tempo dopo. Sappian]o chc le in caÍÌmjno per Gerusalemme con vìaggio a Roma, due anni dì pri- 4.2 Cronologia esterna Gli
Chiese in Calazia lurono fbndate la collerra gionia (At 25, l'28,31). Atti rìportano un cer-to numero di
prima dell'incontro di Gerusalem- nomi e avvenimenlì che ollrono
mc, e sembra (unicamente Pcr la Una lettura dei quattordici an- 1.1.2 Il pqssate del te lpo ' possibili punri d'appoggio nella
testimonianza inicrna delle lcttc ni (l + 11 : 14)dàinanbedue l-uca è notoriamente vago sul tem- storia romana.
re) che probabihnente lo furono i casj uÌra data del 48/49 per l'in- po: dettagli di viaggio precisi si al- 4.2.1La carestia At 11,27 30
anchc quelle di Macedonìa e dj contro, ma non locca la sequcnza, lernano con indicazioni vaghe, co- parla di una graùde carestia <sot-
Acaia, sia perché la lettera più aù- me (dopo alcuni giorni). lÌ suo ro Claudio> (41-54 d.C.). Le testi-
tica, I Tessalonicesi, non contie- ,1.
DATI CRONOLOGICI NE- stile episodico lo pona spesso a monianze esternc indicano uù cer
ne mcnzione né dell'incontro. né cLI ATTI ,1.1 Cronologia in- nettele a fuoco gli avvenimenti di lo numero di date possibili per
della colletta, sia perché ò impro- tcrna 4.1.1 La sequenz.t degli un solo giorno, o a dare un ora questa careslía: Brùce (276-2'71)
babilc che Paolo abbìa tardato pa- n\)Nenimenti Gli Atti. essendo rio deltagliato per un viaggio di conclude <non piil tardi del 48
recchi anni a mantenere il suo im in foÌ-ma narrativa, devono orga- poche settimane, mentre sono ra- d.C., e possjbilmente 2 o 3 anni
pegno (Rm 15,31). Qucsto dareb- nizzare gli avvenirnenti in una suc- re indicazjorì esplicite del rappor- prima). Notare che Attì qui de-
be una sequenza sincronizzata A cessione chiara, comc appare dalla to cronologico tra un episodio e scrive elfettivamente due avveni
BDCEF: seguente tabella: un altro. Le indicazioni piiL pre- menti: Ia profezia di Agabo e una
cise di periodì di tcmpo piir Lun futura careslia che egli predice
34/35 (A) Conversìone, Arabia, Conversione a Damasco (At
1) ghi sono: csattamente. Questa visita a Ce-
Danasco (3 anni) 9,1-19), poi fuga in una cesta (At rusalemme è diificile da datare
37,/38 (B) Prima visita a Ccru 9,25) Un auno ad Antiochja (^t con precìsione e non deve neces-
salemmc; in Siria e Cilicia 2) PriÌna vjsita a Gerusalemme I1,26) sadaùtenle essele avvenuta prima
lntervallo di quattordìcj anrli (At 9,26), poì a Tarso via Cesarea (Un celto tempo)) a Iconio (,4.1 della morte dì Erode Agrìppa, di
che comprende la missionc in Ga- (At 9,30) 14,3) cui si parla in Ar l2: (l,uca com-
1azja e 3) Seconda visita a Gerusalem- (Non poco tcmpo) ad Antio- pleta una fase della sua narrazio-
(D) Primo viaggio macedone me: da Antjochia con I'aiùto per chia (At 14,28) ne prima di rirornare a occuparsi
5ll52 (C) Seconda visita a Ce- la carestia (At lt,l9-30; 12,25) DicioÍo mesi a Corinto lAl di un'altra fase) (tsruce 277).
rusalemme. incontro, incidente di 4) Primo viagejo missionario: 18,1 1) 4.2.2 E:tode Agripp(r - La
Aùtiochia Anliochia-Cipro Panfilia-Pjsidia- Tre mesi + due anni + (un po' Drorte di Erode Agrippa I (At
(E) Minisrero a Ettso e organiz- Iconio LÌslra Derbc-Antiochia di tempo)) a Efcso (At 19,8.l0.22) 12,20-23) avvenne nei primi di
zazione della collctta (At r 3,l 14,28) Tre nesi in Crccia (At 20,3) marzo del,l4 d.C. (Giuseppe Fla-
(F) UÌtìmo viaggio macedone, 5) Terza visita a Gerusalemme, Due anni a Cesarea (At 24,27) vto, Ant. 19,343-352). QuesÌ'av-
in cammjno per Gerusalemme con conciljo (At l5 ,1-3 5) [o due anni dell'ammjnistrazione venimento è collegalo piuttosto
la colletla 6) Secondo vjaggio Ìrlissionario: del procurarore Felice?l vagamente come un'appendicc al-
Siria e Cilicia, Frìgia-Calazia- Duc anni a Roma (At 28,30) la storia di Pictro inAt 12,1 19:
Tuttavia, si tratta solo di Pro- lilìppì-Tessalonica-Berea-Atene- confronta Lc 3,18-20, dove la sto-
babilità: è possibile anche un or- Corinto (At 15,36-18,17) Anche con un calcolo generoso, ria dell'ìmprìgionamenîo di Gio-
dine consecùtivo. che dà la s"' 7) Viaggj misti: Corinlo-Efeso- questo spiega non piu di undici dei vanni (rifcrito da NIarco ìn un
qùenzaABCDEF: Cesarea, (salita, per saLlltare la Lrenra possibìli annì del ministero contesto abbastanza diverso) è
Chicsa (: qùarta visita a Gerusa- di Paolo. Si possono anchc usare collegata da Luca alla storia del
34l35 (A) Conversione, Arabia, lemme?), Antiochia-Calazia- indicatori implìciti, come la velo battesimo. Lo stesso accadc qui:
Danasco (3 anni) Frigia-Efeso (^l 18,18-19,20) cità di viaggio e le condìzionì sta- iÌr,\t 12,25 sembra che Paolo e
37,/38 (B) Prima visita a Geru- 8) Ritorno a Gerusalemne: gionali, nìa qùi è ùecessada la cau- Barnaba ritornino subito dopo la
salemme; in Sirìa e Cilicia Et'eso-Macedonia-Grecia-Ma- tela: così, per esempio, Jewett ri- morte dì Erode, ma questa siste-
lntervalÌo di qùattordici anni cedonia-Troade Mileto-Ccsarea- tiene che al secondo viaggio mis- mazio1te può essere topica prir che
chc comprerÌde la missione in Ca Ccrusalemne (At 19,21 21,16) sionario (6) si dovrebbero assegna- cronologica.
Iazia 9) Ultima visita a Cetusalen1me: re non meno di (tre o qLlattro an- 1.2.3 Seryio Paolo UÌì Ser-
Cronologia di Paolo 416 4t'7 Cronologia di Paolo
gio Paolo (At 13,7) è noto da un'; \io, Ant.2l), l16), possiaùÌo pre 34l35 (l) Conversione a Dama- plogertazione di quesro capitolo fa
scrizìone per rapportì iniercorsi sumere che Anania fossc reinte- sco (9,1-19), luga in una cesta pensare che I-uca abbia raggrup-
cor Cipro (Ogg 60-ó5; Bruce 297), grato nella sua ca ca. Non si men- (9,2s) pato insieme îutte le sue inlorma-
ma i dati non sono suîficientì per ziona nessutt altto sommo sacer- (2) Prima visila a Gerusalemme zioÌ1i su Damasco ìn modo topico.
una datazione precisa. dole lino alla nomina di Isnìaele <dopo parecchi giorni)), a Tarso Qualche tempo pjii tardi (non si
1.2.4 Claudio e i Giudei - Sr (Ciuseppe Flalio, l/?1. 20, 179), 41 48 (3) Seconda visita a Ge- specifica alcun intervallo di tem-
discute sulla data dell'espulsìone che Giuseppe Flavio collega col rusalelìrme (aiuto per la carestia) po, ma la sistemazione tematica
dei Giudei da Roma ricordata in trasfcrimcnto di poteri da Felice (4) Primo viaggio missionario indica che sono trascorsi alcuDi
At 18,2. Dione Cassio (-É1111. a Feslo, cioè intor-no al 59,/60 (c1i. (5) Terza vjsita a Gerusalemme, anni), abbiamo uù incontro sulla
60.6.6) data i disordini dei Ciudei sorlo,4.2.7). incontro missione ai Genlilì (C = 5), pre-
al ,11 d.C., ma aflerma che I'im- 4.2.7 Felice e F?sto L'ìrlrirîa 47-51 (6) Secondo viaggio mis- ceduto da attività missionarie nel-
posizione di un bando sull'assem- udieiza di PaoLo a (lesarea e col- sionario: I'arrivo di Aquila e Pri- I'area della Siria, Cilicia e <Gala-
blea era dovuta all'ìmpossìbilità di legala abbastanza prccisamcnte da scilla a Corinto potrcbbc csser(j o zia del sud). ln ogni caso, questa
espulsione. Svetonio (C/ard. 25,4) Luca con l'arrivo di Iresto come nel4l/42 o nel 49,/50. Perù1anen- è l'area di cui si occupa in Calati;
ricorda un'espulsione di agitatori procuratore (Ar 25,1.6.13.23). za di Paolo a Corinlo per almeno c'è spazio in questo periodo per la
giùdei (probabilmente confusi con Purlroppo, sebbcne sìa Feljce che diciotto mesi. L'udienza davanli fondazione delle Chiese di cui là
i cristiani), ma non dà alcuna da- Festo siano conoscìuti da Giusep- à Gaììione deve essere del 51 52. parla. L'incontro è seguito da un
ta: ùn posteriore slorico della Chie- pe Flavio e da alrre fonti antiche, (7) Viagei vari: da due anni e viaggio missionario che compren-
sa la situa nel nono anno di Clau- la data del trasferinenro di cari- fie77o a lre anni a Efeso de Filippi, Tcssalonica, Atene e
dio, 49 d.C. Lùdemann (157 175) ca non può essere stabilita con 56-57 (8) Rilorno a Gerusalem- CoÌinto (D : 6), poi da un oscu-
è a favore della prima data e aI- precisione. Jewetr (40 4,1) dà una me: tre mesi in Grecia ro periodo di viaggio intorno a
ferma che Paolo incomra Aqui- spiegazione chiara della da1a, che 57-59 (9) Ultima visita a GerlF Efeso (E = 7), e infine da un viag-
la e Priscilla a Corinto nel 41; si può rjassumere nel modo se- salemme, dùe anni di prjgìonia a gio preparato con cura (At 19,21)
1'episodio di Callione (chc egli ac- guente: Giuseppe Fla'to (Ant.2O, Cesarea da Eleso, vja Macedonia e Acaia,
cetta come tradizione autentica) 182) aît'erma che quando Felice li 59-62 (10) Processo davantj a a GerLlsalemme, con una vaga in-
deve allora essere datato durante accusalo di misfatti contto iCiu- Festo, viaggio a Roma, dùe annì tenzione di visitare Roma (F : 8).
un'ultima visira nel 5l. La mag- dei alla fine del suo periodo di ca- di prigionia. La conclusione, con Ì'arresto a
gior pane degli studiosi preferi- rìca fu protetto da Nerone a cau- Gerusalemme c il viaggio a Roma
sce la data posteriore, in quanto sa di suo lrareÌlo PallanLe. Dal 5. INTÉGRAZIONE DELI-E come pr igioniero, riempie la lacu-
Aquila e Prlscilla arrìvano poco momento che Pallante perse 1l fa- LETTERE E DEGLI ATTI _ 5.7 na rìnÌasta nelle iettere alla fine
prima di Paolo nel 49,/50 (Small- vore nel 55, molti hanno suppo- lnlegrazione dclle sequenze In deÌ1a sequenza dei viaggi.
wood 210-216; Jewett 36-38; Bru- sto chc il trasferimento sia avve- termini di successione cronologi- Ci sono tuttavia due gravi pro-
ce 390-391). nuto neL54/55. N4a non c'è moti- ca, c'ò poca difficoÌtàr a ìntcgrare blemi in qùesta sintesi, ùno con-
4,2,5 Gallìone Il proconso- vo di pensare che l'irrfluenza di Ie due seqLlenze tratle dalLe letle nesso coD la data di Gallione, e
laro di Gallione (At 18,12) è con- Pallante sia cessara immediata- re con la narrazione piir ricca e cir- l'altro con la seconda visita a Ce-
sidcrato una (data cardine) (Je mente dopo la sua retrocessione costarziata îornita dagli Alli. Le rusalemrne ricordata in At 11.
wetl) per la cronologia paolina. (Jc\!ctt 42-,13), c lc attivitàche due serie di dati sono notevolmen 5.2 La data di Gallione At
Dalle iscrizioni si riLeva che il pe GiLìseppe Flavio assegna al procu- te coerentir glj Atti harìno le stes- 18,12 pone La disputa di Paolo a
riodo della carica di Callione può ratorato di Felice (ìncluso l'agila- se due sequenze idpartite, intcgra- Corinlo sicuramcnte nel 5l/52
csscre datato con una certa preci- tore egiziano di At 21.38 c Giusep- te successivamente A ts C D E F. d.c. Questo fatto avviene dopo
sione nel 51/52 d.C.: i goven'ìatori pe Flavio, 8e11. 2, 250 270) sem- Così Luca comincia con la corlver- uùa permaÌìenza di diciotto mcsi
romani entravano in carica all'i- brano richiedere che egli fosse ìn sione a Damasco (A = 1), una fu a Corinro (At 18,11), così l'aolo
nizio dell'estate (cfr. Bruce carica per parecchi anni sotto Ne- ga nella cesta da Damasco e una deve essere stato a Corinto alme-
394-395; Jewetr 38-40. Ogg, rone (Gjuseppe Flav\o, Bell. 2, visita a Gerusalemme (B = 2), se no dal gennaio 50. La visila arri-
104-1 11, porta per intero le iscri' 250-270), cioè dopo l'ofiobre 54. guita da ùn ritorno a Tarso (Cili- va alla fine del lungo vìaggìo mìs-
zioni importanti). Per questa ragìone molri sroricì cia) e aftività ad Antiochia (Siria). sionario da Antiochia attraverso
1.2.6 A ania sommo sacerdote preferìscono una data posteriore: At 9,23 dà un vago (dopo parec la Macedonia, per il quale, al rit-
- Anania (At 23,2; 24,1) îu desi- Smallwood (269, n40) indjca jl chi gìorni> al posto dei (tre anni) mo ùormale di Paolo, occorrereb-
gnato nel 47. Fu mandato a Ro- 58/59. Jeweft ii 59 o 60. di Paolo, ma, a meno che non si bero da tle a quallro anni; al mi-
ma in catene nel 52 (Giuseppe Fla- 4,3 Conclusioni Diper sé, le debba dubitare della solenne af- nimo occorrerebbero diciotto me-
vro, Ant. 20,131), ma dal momen- testimonianze di Atti ci permetto- fermazioÍe di Paolo (Cal 1,20), le si, il che significa che Paolo deve
to che Claudio decise la disputa in no di ricostruire la segÌrente cro- due visite dcvono essere consìde- aver lasciato Gerusalemme nel 48.
tavore dei Cjudei (Giuseppe Fla- nologia: rate eqrÌivalenti (Bruce 241). La N{a La data dell'inconlro, secondo
Cronologia di Paolo 4t tì lt9 Cronologia di Paolo
inostri calcoli basati sulle letlere, ce, 399-400, accetta chc At 18,22 l'esprcssioÍe di Paolo: (in segui- quenze tripartite dedotte dalle let,
è quattordici anni dopo I'incidente contcnga un riferimento a Ceru- lo a una .ivelazione), (Gal2,2) al- tere possono essere integrate con
di Areta. Questo non pùò essere salemme. sebbene non sia d'accor- ìude indirettamente al fondamen- gli Atti in uno dei due modì. Una
prima del 37, il chc significa che do che questa sia ìa visita dell'in- lo profetico per la visita descritta sequenza sincronizzata (suppo-
la prima data possibile per il con- contro). Jewctt (78-85) elenca gli in Atti, e che il fatto che Paolo po- nendo che Lùca abbia invertito
cilio di Gerusalemme è il 51. studiosiche hanno seguito questa ne l'accento sull'incontro privato l'incontro e il primo viaggio ma-
Fare risalire la crocifissione (e soluzione: egli stesso la preferisce, non preclude Ia possibilità che la cedone) presenta I'ordine A B D
perciò la conversione di Paolo) a e su questa base può integrare pra- ragione pubblica per la visita los- C E F, con (3) come tradizione
una data anterìore non sarà d'aiu- ticamente ogni dettaglio dalla nar- se abbastanza diversa (Hemer fluttuante che riflette (C) o (F):
to: qui è l'incidente di Areta a razione di Atli e dalle leîtere in 248).
creare ilproblema. Lridemann, una cronologia precisa. Ma vediamo immediatamente 34 (A = 1) Conversione, Ara-
che data il concilio al 47, sempli- 5,3 La visita di aiuto per la ca- che qucsta identificazione sembra bia, Damasco (3 annì)
cemente non tìene conto della da- restia L'altra difficoltà diinte- sollevare gravi problemi per la 37 (B = 2) Prima visita a ce-
ta di Areta (e lo stesso fa Hemer). grazione concerne la seconda vi- cronologia. Lo spazio di tempo di rusalemme; in Siria e Cilicia
ln teoria, potremmo dire che 2Cor sita a Cerusalemme di Atti (3). Se quartordici anni di Gal 2,1 deve Spazio di quattordici anni che
I I,32-33 si riferisce nell'insieme a identifichiamo f incontro di Gal2 ora essere inserito tra At 9 e At I l include la missione in Galazia e
un'occasione diversa, una terza vi- con quello descritto in Ar 15 (c = Chiaramente è inpossibile se l'in- (4) Primo viaggio missionario
sita a Damasco non segnalata: ma 5), ci troviamo con due problemi: coDtro avvenne prima della mor- 49-50 (D : ó) Secondo viaggio
sembra poco credibile. Un'aher- i racconti degli incontri differisco- te di Erode (Aî 12,23\ Del44. La missionario = Primo viaggio ma-
nativa è quelìa di attaccare la sta- no in dettagli signiîicativi, e la vi- situazione si semplilica se siamo cedone
bilirà dei quattordici anni di Gal sita di At 1l contraddice l'espres- d'accordo che (come del1o sopra, 50-51 Diciotto mesi a Corjnto,
2,1. Un calcolo inclusì!o può ri- sa affermazione di Paolo in Ca- 4.2.1) la visita di At 11,30 non è GalÌione luglio 51, incontro otto-
durli a tredici, e una lettura con- lati che la visita dell'incontro era \treltamcnte collegata agli aweni- bre 5l
corrente dei tre annì e dei qùattor- solo la sua seconda visita a Geru- menti di At 12, ma semplicemen- 5l (C = 5) Seconda visita a Ge-
dici anni significa che si può da- salemme. In At l5 è la terza. Il pri le si suppone che sia avvenuta (ai rusalemme! concilìo, incidente di
lare il concilio fin dal 47- mo problema si può spiegare in giorni di Claudio)) (At I 1,28), vale Antiochia
Molti studiosi credono, però, molti modi (i differenti racconti a dire in qualche luogo nel perio- (E = 7) Ministero a Eîeso (2
che la soluzione più semplice sia possono rapp.esentare diverse do,fl-54- Si conoscono caresîie al- l/2 - 3 a'],r,i) e organizzazione
di invertire I'ordine del secondo prospettive dello stesso aweni- lneno iino al 48 (cfr. sopra,4.2.l), della colletta
viaggio missionario e del concilio, mento), ma iÌ secondo sembra in- c un calcolo concorrente dei quat- 56-57 (F : 8) Ultìmo viaggio
dando la sequ€nza A B D C E F. solubile: 1'affermazione di Paolo lordici anni può portare I'incon- dalÌa Macedonia a Gerusalemme
Secondo lale opinione, Paolo la- in Calati non è un'osservazione tro a q[esta data. Ma piir tardi po- con la colletta
sciò Corinto sùbito dopo I'arrivo casuale. ma un'afîermazione so- niamo I'incontro piu aumenlano 57 59 (9) Ultima visita a Ceru-
diGaÌlione (luglio/agosto 5l) per Ienne. Se At I I è corretto, allora le difficoltà, dato che ora i due saÌemme, due anni di prìgìonia a
arrivare a Gerusalemme per il con- Paolo (per dirla in modo dolce) è \iaggi missionari (4 e 6), come i di- Cesarèa
cilio nell'ofiobre 51. In base a avaro di verità. ciot!o mesi di Paolo a Corinto. de- 59 62 (10) Processo davanti a
quanto risulta dalle lettere, come Si può risolvere in modo sem- vono situarsi prima dell'incontro Festo, viaggio a Roma, due anni
abbiamo visto sopra, questa se- plice e definitivo dicendo che I'in- di Paolo con Callione nel 5ll52- di prigionia
quenza è perîetlameote verosimi- contro descritto in Gal 2 avvenne Ancora. alcuni studiosi credono
le (e in verità marginalmente pre- durante la visìta di At I I (C = 3). che sia piu semplice concludere Questa tabella ci permette di
feribile), e I'inversione in Atti è fa- Jewett (69-75) elenca e descrive le che la visita di At 1l non rientri comprendere tulti i dati cronolo-
cilmente spiegata se diciamo che varie ipotesi che hanno seguito nella sequenza, molto probabil- gici delle lettere e deglì Atti, eccet-
Luca aveva una buona tradizione questa strada, eliminando in mo- menle perché le informazioni ri- to due punîi per iquali Luca non
paolina sia per il viaggio che per do netto le due obiezioni all'iden- cevute da Luca non lo mettevano aveva informazioni sufficienti che
l'incontro, ma non aveva inîorma- tificazione C = 5. Si può leggere in grado di allinearla correttamen- gli permettessero di disporre chia-
zioni sulla corretta successione (le At 15 come se descrivesse un ul- le con le tradizioni di viaggio. Es- ramente in successione il suo ma-
lettere, come abbiamo visto, non teriore incontro più formale, non sa può riflettere una linea separa- teriale. Sembra che egli abbia se-
dànno tale informazione). ln real- riportato nelle lettere (Bruce ra di tradizione proveniente dalla guito la stessa procedura degli
tà, è possibile vedere ciò che resta 29-32), e non c'è contraddizione Chiesa di Antiochia, che origina- scriltori dei vangeli, che talvolta
delÌa posizione corretta in At con Cal 1. Tuttavia, emergono al- liamente non includeva Paolo, o ordinano il materiale secondo gli
18,22-23, che ha tutti i passaegi cuni problemi. La úotivazione lorse può alludere alla collctta, di argomenti, piuttosto che in succes-
necessari: cerusalemme, Antio- che si adduce per le due visite non cui Luca non parla altrove. sione cronologica. Esattamente lo
chia, Galazia e Frigja, Eieso (Bru- è la stessa: dovremmo ritenere che 5.4 Conclusioni Le due se- stesso problema ricorre negli an-
Cronologia di Paolo 420 121 Culto
tichi storici (Giuseppe Flavio, Sve- aiuro per la carestia (3), ortenia- BrBr. Brrce L [., The Acts ql ùe Apo suo Figlio (Col 1,15-20; Ì,edi FigÌio
stles: Gteck 1?tt ||íth htùÒduttion ond di Dio) nella creazione
tonjo), la cui indeterminatezza o mo una tabclla piu scmplicc, seb- Loìùne rar!, trc rnans, crand Rapids e nella re-
mancanza d'informazione sulla bene iLtempo per il secondo viag- 1990ìi Donfticd K. P., ChtDnah!r: New denzione, ponendo in opera un'a-
sùccessione signiîica che la crono- gio missionario sia ancora poco: Tesfatne t, in ABD. val.I, pp. l0l1-1022; zione salvifica con Ìa quale restau
lìuniher J. J., Prrl:.Verse ger and t.xile: ra l'universo decadùlo daÌ suo sta-
logia del I sec. raramente riesce a 1 Studr itl the ahrcDahlr ol IIìs Life und
raggiungere un alto grado di prc- 34 (A = 1) ConvcrsioDc, Ara- /-crrer5, Jùdson, ValÌe! Forsc (PA) l9?2: to origjnario e salva 1'umanità
cìsione. bia, Damasco (3 aùni) Hemer C. J., The Book oI A.ts in f he Set- coinvolta nelpeccato (Rm 5,1-21;
Se, d'alrra parte, seguiamo I'or 37 (B = 2) Prima \isita a Ge- tlnE oÍ tlellenìstic t,íor_y, Eisenbraùns, 8,18-23). Sj cantano Ìodi annun
Winona Lakc (lN) 1990i Hengcl)1., /1Pao ciando che è sorta una nuova era
dine degli awenimenti come risul- rusalenme; in Siria c Cilicia /o p/e.r,rtìzro. Sludi biblìci 100, Paideia,
ta dagli Arti, Ìe due sequenze de- Spazio di tempo di undici anni Lìrcscja l99l; Hoehner H. \!., Crlorolo in cui Dio opera LLna riconcilia-
vono essere combinate successiva- che inclùde la missione in Galazia L:.t, in D.lC, tt ll8 I22; Jcrvert R., 4 zione e un rinnovaÌìtento (2cor
ùeùte nell'ordine A B C D E F, (4) Primo viaggio missionario Chìanohsr oJ Pdul't t.ife, I:onrc$, Phi- -21, redi Pace, riconciliazio-
5,1'7
Ìadelthla ì 9r9i linor J., ar(prcn n o Lì.le
così: 48 (C = 5) Seconda visita a Ge- o/Pdrl, Abingdon. r.\ashliÌìe l9J0: Lrìdc ne), nienlre la Chiesa di cesù Crì-
rusalemme, coùcilio, incidenLe di nanD G., Pufl, ,,lpostle to le Gertìl.s: sto viene vista come Oggetto di re-
31 (A = l) Convelsione, Ara- Anliochia St4lies it1 Ch lonola E t, l orrres, IrhiÌadel dcnzione (Ef 1,1-14) e il luogo do
48-50 (D ohia r98,tj Osa G-. Zrc Clnnolatt al fhe ve l'azione salvifica di Dio si rin-
bja, Damasco (3 anni) - 6) Secondo viaggìo Lìfe al Puul, LD\\.trh,La.don l9óEi Rie
37 (B : 2) Prima visita a Ge- nissionario : Primo viaggio ma- iet R., t)ìc fiùh.tit dcs tlpottcl! Poulut, rova e si manifesta (Ef 3,9-10). Lo
rusalemme; in Siria e Cilicia cedone WUNT 71, L B. C. l.Iohr. Tirbl.gen 1994; sccnario si svolge sùlla lerra e in
Spazio di tempo di undici anni 50-51 Diciotlo mesi a CorirÌto R;iakli G., Ptoclttutot [eli\. Natc ùaso ciclo (ledi Cielo, paradiso), posti
seguiti dall'ìncontro con Callione saJì.he iri tndryìt1. ud und ilcrtùtu.li/1t ambcdue solto il regno di Cristo,
che include la missione in Galazia -2r. Ri!ìl 39 (1991),12:,:16ót Smalhlood E.
48 (C = 3) Seconda visita a Ge- (E : 7) Ministero a Efeso (2 M., Thp )e||r undat Ratnan ttale. E. .L che nello stesso tempo riunifica il
rusalemme, concilio, incidente di annì) e organizzazìone della col- BrilL, Lcidcù 1916. cielo e la terra ed ò il mezzo attra-
Antiochia letta verso crLi la litutgia terrestre sì uni-
L. C. A. Alexu der
48 (4) Primo viaggio missiona- 56-57 (F : 8) Uhimo viaggio sce a quella celeste e angelica.
rio dalla Nlacedonia a Gerusalemme ll culto che si pratica nelle Chìe-
49 (5) Incontro di Atti 15 con la colletta CULTO se paoline Lrae pertanto la sua ispi-
49-50 (D = 6) Secondo viaggio 57-59 (9) Ultima visita e (ìeru- razione dalle alfermazioni londa-
missionario : PÌimo viaggio ma- salcmme, due anni di prigioùia a Sov\rÀno L PÌcmc*.: 2. I 'anbicnr.
menlali di Paolo sùl primato del
cedone Cesarea conrcmtorlneot 2.1 La rcliBioDe iì cul
la grazia divina che viene incon-
e
50-51 Diciotto mesì a Corinto 59-62 (10) Processo davanti a ro diaìl1bicnrc grcco romanoi 2.2 L. isrì tro alle necessilà umane e cosmi-
seguiti dall'incontro con Gallione F-esto, viaggio a Roma, due anni tùzioni giudaichcj2.2.1 IllùùplocilcùÌ chc, e sul ruolo ccntrale di Cristo,
to privàrot 2.2.2 La sjDaeogaj 3. l-'iùsc
(E = 7) N,linistero a Efeso (2 di prigìonia snamcnro paolinoi 3.1 I darì suìÌe lùrìÌe
il Signore un tempo crocifisso (re
l/2 3 anni) e organizzazione di cuLlo c sul liDguaggio cuIudlc;3.1.] dl Crocifissione) e ora risorto (l,edl
della colletta Data I'imprecisione di gran par- Forne 0adizioDali: Ll.2 (ìliinnìc lc lor Risurlezione), asceso al cielo e glo-
nulc dcÌCredoi Ll.3 tl ba(tcsìÌùoi Ll.'1 rificato, capo della Chiesa e domi-
56-5? (F- = 8) Ultìmo viaggio da te dei noslri dari cronologici e le La CeDa dcÌ Sìsnorei 1.2 Le rcLtilichc di
Macedonia a Gerusalen,me con la lin]ìtazioni dcllc tcstimonianze, ProÌoj 3.3 Le car:ìr(cris(ìchc pccùÌiari di
nalore su tutta la creazione (Fil
colletta non sarcbbe realistico aspetlarsi 2,6-11;cfr. lTm 3,16). Questc due
57-59 (9) Ultina visita a Gcru- una cronologia più defilitìva. En- realtà stanno al centro della pras-
salemme, due anni di prigionia a tro queste limjtazioni, la cronolo- l PREMESSE Benché non si sì cultualc di Paolo, la quale si ma-
Cesarea gia di PaoLo è ben fondata, come possa dare una definizione lbrma- nifesta nelle sue lodì, nelle sue pre-
59-62 (10) Processo davanti a ogni slorico si aspetterebbe da una le dì quello chc signilica o com- ghiere e nelle sue confessioni di fe-
Festo, viaggio a Roma, due aÌlni figura paragonabilc del suo tem- porta il culto di Djo nelia Ìettera cle, e che eSli intende comc una ce-
di prigionia po e del suo luogo. tura biblica, si può dire con una lebrazione in cui le sue comùnità
certa sicurezza che in ambedue i devoùo impegnarsi.
Ciò si risolve in un intervallo di Vedí anchei Corinzi, Lettere ai; Testamenti, c nei rispettivi perio-
tempo molto breve tra il concilio Eleso; Filippesi, lettera aì; Gala- di storici. tale cuLto si londa essen- 2. L'AMBIENTE CONTEMPO.
a Cerusalemme e la comparizio- ti, leltera ai; Gerusalemme; ltine- zialmente sulla concezione di Dio RANEO 2.1 La religione e il
ne davanti a Gallione. Una data rari, progetti di viaggio, parusia creatore e redcntore. Dio è venc- cullo di ambiente grcco-romano
anteriore per la crocifissione (e per aposloÌica; Lettere paslorali; Pao- rato come iÌ Signore assoluto che ll ministero di Paolo si è svol-
Ia conversione) sarebbe d'aiuto, lo negli Atti e nelle Lettere; Ro- ha chiamalo il mondo alL'esisten- to in un ambiente che gjà da tem-
ma solo se ignoriamo il dato Are- ma e il Cristianesimo romano; za (Rm 4,17) ed è l'autore di Lut, po aveva riconosciuto ìÌ posto do-
ta. Se manteniamo la stessa se- Tessalonicesi, lcttere ai; Viaggi nel to ciò che esisle (Rm 11,36; lCor vùto agli dèi e alle dee c aveva da-
quenza, ma eliminiamo la visita di mondo romano. 8,6). Egli ha agito per mezzo di to una risposta all'esperienza fon-
Culto t.tl Culto
damentale del divino (inteso nel l'attività polirica favorirono lo svi- I-e conquiste di Alessandro nel dovuto al caso. Il passo successì-
senso di una presenza numinosa, luppo del senso del dovere verso lV sec. a.C. sconvolsero il mon- vo non poteva essere altro che
di un influsso divino o di una sen- 10 Stato, con i relarivi obblighi da ,lo antico, che subì mutamenti ir- quello di porre la dea Tfchc (F-oî-
sazione del soprannaturale). Nel partc dei cittadjni. La (religione)) rcvcrsibili. La vita ùon fu piir la tuna) sul trono vacante di Zeus
mondo greco anrico le divinità di assunse pertaùto quclla funzìone slcssaJ soprattutto in nareria di re (Plinio, À'11 2.5.22: (Siamo così
Omero e di Esiodo erano avverti- che gìà è insila nella sua stcssa eti- ligione e di culto. Due elementi so- esposti ai capricci del caso, che il
te come esseri superiori, i quali mologia, cioè di relig.trc (1aIiÍo), Iraltutto ebbero una funzione de- Caso è il nostro dion). Come con-
erano dotati di particolari virtù ed che signiijca <legare), in questo rerminanter 1) Vi lurono turba- seguenza, ognì realtà del cosmo
esigevano sottomissione. Forma- caso gli uomini agli dèi. Le osser- rìlonti politicj provocati dall'azio- sulla terra, negli inferi e neÌ mon
vano un gruppo che risiedeva sul vanze rcligiose, private e pubbli- Ììe di Alessandro e dal suo improv- do ceÌeste fu posta sorro il con-
monte Olimpo ed era governato che, miravano a questo scopo piil viso declino. Le guerre e la rottù- trollo deglì dèi celesti che control-
da Zeus, padre e re degli dèi. An- vasto. La religione era nello stes- ra dell'equilib o politico causaro- lavano e fissavano la sorte dell'u
che Paoio in lCor 8,5 parla degli so tempo collettiva e contrattua- no una certa inqujetudine nella vi nanità. Gli uomini e le donne si
dèi che sono <nel cielo), riferen- le, e i diversi aspetti dclla vita tra- La della gente comune del mondo sentirooo perciò impotenti, e si
dosi iorse al pantheon omerico, e dizionale e abitùale erano posti in rnedìterraneo e del Lcvantc siria- pensò che la religione losse ormai
<sulla terra)), pensando in questo relazione con i vari dèì e Ìe varie co. E questo accentùò il senso di (priva di nervir (per usare un'e-
secondo caso allg maniiestazioni dee in modo non esclusivo e sin- vuoto e di lùtilità che colpì lo spi- sprcssione di C. Murray).
del divino nei demòni della ferti- cretistico. T'inceriezza si accreb- rito della società ellenistica (redl Ma si promisero e si cercarono
lità o forse a re ed eroi divìnizzati. be ancora di pìù con l'idea che la Ellenismo) neì decenni che prece- dìverse vie di uscita, catatletizz,a-
Al centro della reJigìone greca llcra (<îortuna), (sorteD) era al- dettero la missione di Paolo (vedi te ognuna da una prop a fisiono
tradizionale vi era l'idea che gli dèi la base di tutte le cose e gli dèi fù- Missiorle). 2) Ma vi era anche nel mia e da ùna propria prassi cul-
erano custodi dell'ordine morale rono spesso dtenuti in maniera su- n'ìondo di Paolo una visione piu tuaie. Anzitutto, le religioni miste-
e dovevano essere venerati con of- perstiziosa protellori contro I'av- specificamentc religjosa della si- riche offrivano l'unione con ùn
ferte nel culto e nella preghiera, versa fortuna. Gli dèi domestici (i tuazione umana, che influenzò di- dio che era piil forte della <neces-
per assicurarsi una (sorte)) îavo- lares ei penates) erano considerati rcttamcnte la concezione del culto. sità), attraverso un complesso r!
relole in questo mondo e nel mon- cùstodí del focolare e della casa I lilosofi e glì scienziati greci to d'iniziazione che era parte di un
do sotterraneo dell'Ade. Il <fato>>, contro gli influssi malefici o il <la- avevano introdotto una nuova vi- culto in cui si praticava il battesi
sostanzialn1ente imprevedibile, to> capriccioso. Una descrizione sione dcl cosmo (vedl Mondo, co- mo e si partecipava a un banchet-
che attendeva il defunto, contri- particolarmente signiiicativa del- súologia) che ebbe ripercussioni to. In secondo luogo, i culli di Se
bùiva ad accrescere l'incertezza e l'uomo superstizioso si trova nci immediate sulÌa teologia tradizio- rapide, di Iside e del guarilore
il timore, e questo rendeva il cul- Carutteri di Teoiasto (il cui testo nale di Onero, che collocai'a le di- Asclepio promeltevano ai loro
to che si praticava nei sacelli e nei con relativo commenlo è riporta- vinità sul monîe Oliùpo. Con ul1 partecipanti che avrebbero ottenu-
templi una realtà piuttosto disor- to in Martin 1978, 2.36-38). colpo di spugna gli dèi lurono re- lo vitlorìa sul loro destino e ne ve-
ganica. Il collegainento del culto Questa religione si esprimeva si inattivi, nel momento stesso in niva data loro la speranza. ln ter
con il cicÌo della nalura e il desi- con innì, preghiere, offerte !oti cuì si cercava di collocarli in una zo luogo, con una vita di linun-
derio di un raccolto abbondante vc c sacriîici. duranrc lc îcstc e nei sfera profana; essì furono relega cia e di ascetjsmo e con la pratica
resero il culto un elemento impor- tempLi, c le varic dìvinità veniva- ti nelle regioni piir lontane deÌlo della magia si csprimcva un desi-
1-ante della vita quotidiana. Ma no invocàl-. corì1e fonle di vita e spazio celeste. Cli astrologì e gli derio di salvezza e di armonia con
questo contrìbuìva d'altra parte ad di benessere ecl clargitrici di salu- indovini provcnienti dal mondo il mondo eterno, celebrando tale
accrescere l'incefiezza se il raccol- te (specialmente nel culto di Ascle- orientale sfrùtlarono fatalmente desiderio con la lode, irìti, i sa
to era scarso e le greggi erano col- pio) e di prosperità. Si invocava la queste novità astrologiche e teo- cramenîi e la vita pratica, sottoli-
pite da malattia. La religione t1a protezione divina ìn ccntri come logiche, per cui la religione entrò neando particolarmente la neces-
dizionale aveva in parte una fun- quello di Dclfi, dovc l'oracolo in una nuova lase, caratterizzata sità di una conoscenza di cose se-
zione profjlattica, ossia di assicu- pronunciato dalÌe sacerdotesse di in gran parte da pessimismo e di grete che avrebbe olferto un pas-
rale il benessere tenendo lontani Apollo dov$'a scrvirc da guida sperazione. Se 1'esistenza di dèi e saporto per unirsi al divino e per
ìmalì eipericoJi. per chi lo richiedeva. Conosciamo di dee personali veniva negata (ma valicare l'abisso che separava il
L'avvento di RoÌna come po delle altestazìoni dì lode chiama- senza giungere all'ateismo nel sen- mondo terreno da quello celeste.
tenza miLitare e universale ha fat te (aretalogier, con le quali ci si so filosofico moderno) o (deltri- QueLlo che in At 17,22 disse Paolo
to sì che le divinità omeriche ve- rivolgeva a divìnità particolari, tra tologizzala)) (riducendo o spiegan- dei fiLosofi ateniesi si sarebbe po
nissero collegate alle aspirazioni Zcus e Apollo (iì celebre lnno
cr.Li do diversamente la loro identità tuto applicare a una più vasta area
nazioùali e (piu îardi) agli sressi di Cleante ne è un esempio sìgni personale! come in Platone), non di uomini e di donne del mondo
imperatori. La parlicolare propen- licativo; cÌtato in l\4artjn 19?8, restava altra alternativa che con- gfeco-romano: <vedo che in tutto
sione dei Romani per ìl governo e cludere amaramente che lutto era siete molto îimorati degli dèiD.
Culto 424 :125 Cùlto

2.2 Le isfitùzioni giudaiche si Ìecavano a GcrusaÌemme per la 16. Paolo però fa scarso riferi- scuola, tribunale, foro cittadino,
2.2.1 Il tempio e íl culto pivato loro celebrazione comunitaria mcnto a qìresta prassi, tranne in e aveva l1.alto origine (così si ritie
Nel periodo in cui la Palestina (cfr. At 2,5 l1 e, per Ìo stesso Pao- iìn] 3,24 26, che lorse può conser- lle) nel corso della storia gìudaica
cadde sotto l'influsso di AÌessan- lo, At 20,16). vare ìl folnrulario di un Credo dal luogo in cui ci si riuniva per
dro, iJ mutanento piii consisten IÌ Giudaismo dava molta im- gìudeo-cristiano (vedl Credo; per il culto in giorno di sabato e in al-
te che si registrò nell'ambito del portanza al sabato. Il selrimo gior- altri particolari cir. Martin 1989, tri parlìcolari giorni della seltima-
cuho giudaico fu dovuto alla pro- no deÌla creazione era considera- Er -89). ùa, che di solito erano giorni di
gressiva ellenizzazione delta piir to con grande venerazione, come ln Col 2,16.23 Paolo mostra di mercato. Il geùere di cullo che vi
antica cùltura e ci\,ihà giudaica. un dono di grazia che Dio aveva sapele che le pratiche cuhuali, tan- si praticava ci è noto in gran par-
L'influenza gr-eca, soprattutto nel- fatto al suo popolo e come un to giì.rdaìche quanto pagane, pos- te da fonti posteriori, composte
l'insegnamento e nelle forme di tempo di gioia. Era spesso ritenu- sono clistogliere da quella che per quando i saggi codilicarono e pre-
pensicro, si manifestò principal to un'immagine del mondo îutu- lùi costituisce 1'essenza della fede. cisarono il compito della sinago-
mente nella vita delle sinagoghe. ro e un segno che contraddistin- Egli utilizza sempre ìn un senso ga nel conservare l'ideùtità Ììazio-
Benché la teocrazia giudaica fos- gueva i Giudei come gruppo sepa- spirìtuale le idee e il linguaggio le nale giudaica. Ma anche se non
se minacciata in diverse maniere, rato in mezzo ad un'altra societa. gali al culto del rempio, con risul- conosciamo particolari piii prcci-
specialmente durante le lotte mac Nel culto domestico si dava mol- tati rjlevanti: il tempio diventa la si da docurì1enti coevi, qualche in
cabaiche della metà del II sec. ta importanza alla preparazione nuova abitazioúe di Dio nella formazione ci viene iornita da Lc
a.C., una volta cessato il pericolo del sabato, un compito che spet- Chiesa (El2,2l) in quanto corpo 4,15-21 e At 13,13-43. Tre elemen-
politico, i mulamenti culturali ve- tava alla madre e padrona di casa di Cristo (lCor 3,16 17i 6,19-20: ti fondamentali caratterizzavano il
rificarisi nello stile di vila dei Ciu- e che consisteva soprattutto nel- ledl Corpo di Cristo) e lempjo del- culto della sinagoga: la celcbrazio-
dei contribuirono sostanzialmen- I'accendere la luce sabbatica, un lo Spirjto (yedl Spjrjto Santo). La ne di lode, la preghiera e l'ìnsegna-
te a rallorzare la fede in un unico gestq che voleva essere il simbolo terminologia sacrificale viene ora memo. Poiché si ritiene che La
Dio e nella santità deÌla sua casa, di una vita devota, di cui 1a ma- applicata al culto spìrituale (Rm concezione paolina del culto cri-
il tempio di Gerusalemme. Da dre di famiglia doveva dare l'e- 12,1 2) e viene ad esprimere laD- stiano, e soprattutto di queìlo pra-
questo momento in poi il motto sempio. gibilmente i doni che sono ofîerti ticato a Corinto (1Cor 12-14), sia
<un Dio. una terra> venne ad in- Per la Pasqua la preparazione per la missione apostolica (F-il lonnata da quesli tre elementi, è
serirsi in ogni forma di celebrazio- consisteva in una ricerca solenne :1,18-20), e così pure viene applì- opportuno precisare piir da vicino
ne liturgica. di ogni pezzo di pane non lievita- cata aÌla colletta per i povcri di in che cosa cssi consistano.
Il santuario dì GerusaLemme ri- to, poiché per la celebrazione di Cerusalemme (2Cor 8-9' vediCo\- Lo celebtctzione di lode. Con la
mase il centro del cuho naziona- questa iesta era prescrilto che so- lelta per i santj; pcr la terminolo- lode comunitaria inizia il servizio
le, poiché (si diceva) il mondo lo pane azzimo doveva trovarsi in gìa cultuale adattata a un nùovo liturgico. Un principio talmudico
poggia su tre fondamenti: la Ió- casa e in cucina lsi veda il riîeri- coDteslo si vedano i commentari). pjil tardivo dice così: ((Dovremmo
/ú, il servizio del teúpio e la pra- mento che Paolo îa a quest'uso in 2.2.2 La sinagoqa - Le duc sc- sempre anzitùtlo esprimere la no-
tica dell'elemosina (,,r. Ar 1,2). La lCor 5.1-13). Con Ìa Pasqua si cli deiculto giudaico di cui abbia stra lode, e poi pregare>. Lo si
Legge formava la base del Giudai- commemorava la liberazione d'I- mo parlato sjiora sono il tempio constata anche nella Ìiturgia siùa-
smo postesilico e Ia sùa funzione sraele dall'Egitto, che si riattuava c la casa p vata. Per quanto rì' gogale deÌla preghiera mattulina
centrale nella liturgia rimase inal- a livello personale con i1 suo pe- guarda quest'ultinla, dobbiamo ri chiamala'Alenua (E nostro dove-
terata. Essa conleneva tutta la ve renne signiflcato salviîico, e rin- cordare che gli edìlici deÌla Chie- re lodare il Sigrlore di tutte Ie co
rità della rivelazione e la sua os- vigoriva la spcranza di Israele nel- sa crisîìana apparvero solo ncl lV se>. La lode si rivolge quindi al
servarìza cra garanzia di salvezza la venuta di un Nlessia che lo sec. Fino a quelmonento i cristia Dio che ha stabilito la sua allean-
e di una vita sama. ll tempìo ri- avrebbe Ììberato (t??. ,r'es l0). Que- ni si riunivano per iÌ culto nelle lo- za con lsraele e che è il creatore
maneva 1a sede centrale del cullo ste due idce, quella della comme- ro case privatc, una prassi che ri di LuLLe le cose e degno di ricevere
comunitario ed era il luogo ir cui morazione e quella dell'anticipa- sale a quanto si legge già in At I'omaggio del suo popolo.
si celebravano le feslilità annua- zione, sono state riprese nel rac- 2,12.16 41 :, 16,15.34.10t 20,'7-12 Le preghìere. Le preghiere del-
li.Queste ullime erano previsle conto paolino della Cena del Si- ed è attcstata aùche dalle Chiese la sinagoga si dividono in due par-
dalla Legge e la loro osseNanza gnore (redl cena del Signore, eu- domestiche paoline (cir. Co1 ti. Nel primo gruppo si esprimo-
era obbligatoria per lutti i Ciudei carìstia), collocata in un contesto 4,15 16; Fm 2; Rm 16,5; vedi no due ìdee particolari. La pre-
che vivevano in lsraeÌe e nella dia- pasquale (1Cor I 1, l7-34). Chiesa). ghjera detta Yóse] (che significa
spora. Lc tre grandi lèste di pel- La celebrazione annuale del La tcrza scde del culto giudai- <Colui che îorma,/crea>) ripren-
legrinaggio (Pasqua, Penlecoste, Giorno dell'Espiazione consisteva co era la sinagoga. Essa erail cen- de il tcma di Dio creatore. men-
Capanne o Tabernacoli) porevano in realtà il un digiuno; essa era re- uo in cui si svolgeva buona parte tre quella detta 'Ah" bA (parcla
essere osservate solo nella tefra golata in detraglio nel lrattato mi- della vita della comì.rnità giudaì- che significa (amore)) si riîerj-
sanra, per cui i Giudei piu fedeli shnico Yorrd, che si îonda su Lv .a rrel I sec. d.C., fungendo da sce al fatto che Dio ama Israele
Culto 426 .t17
Cùlto
e richicde a sua volta che quest'u1- noteismo giudaico, cfr. Hurtado; certo momento della storia, non mili a quelle del salterio ebraico.
timo si impegni a corrispondere Ìredr Dio). rra più capita daì presenti, un in iÌ cui titolo nella LXX è appunto
con il proprio amore. ln preghie- ll secondo gruppo delle preghie- terpreLe traduceva le letture nella psolnoi (cft. Lc 2,1,44). Ma in un
re di questo genere Dio è <bene- re sinagogali inìzia ricordarìdo che lingua parlata, di solito l'aramai- ambiente ellenìstico come quello
detto>. ossia iÌ suo nome viene ce- le promesse di Dio sono iedeli e co. Seguìva poi un'omelia che si di Corinto noll ò certo che psalmos
lebrato ed esaltato, descrivendo sicure; 1o si espríre con la pre- basava sui testi che erano stati let- fosse inteso ùel senso della LXX
sùbito dopo i suoi attributi e le sue ghiera intjtolala (Vero e saldo) li (per esempio, Lc 4,20-21; At e, ad ogni modo, 1'<<inno>> di lCor
proprietà particolari. Per esempio: (cfr. 2Cor 1,18-22, dove Paolo 13,15-16; lTm,1,13.16 per i doveri 14,26 sembra essere chiaramente
(Benedetto sei tù, Signore, che hai sfiÙtta il medesimo moiivo con in- del pastore secondo Paolo). una nuova composizione, di cui
scelto Israele tuo popolo con amo- tento apologetico; inohre in Rm Chiunque tra i presenti che ne fos- potrebbe essere autore un membro
re)). Nelle lertere di Paolo l'esor- 3.4: 2Cor 11,31; Gal 1,20 cgli si se dtenuto degno poteva essere in- di queìla Chiesa particolarmente
dio, o apertùra, enuncia spesso richiama in forma dossologica a vjtato a tenere il suo sermone, co- dotato. Questi contributi doveva-
I'azione di Dio iùvitando aLla lo- questo altributo divino). A questo Ine mostrano gli esempi di Naza- no essere cantati (come in lCor
de e fornendo i motivi per cui si punto, colui che presiede la cele- rct e di Antiochia di Pisidia. La ce- 14,15), anche se le raccomanda-
deve invocare la sua benedizione brazione ir,vita uno dei membri lebrazione sinagogale sì conclude- zioni di Col 3,16 ed Ef 5,19 sor-
(2cot 1,3-7', Ef 1,3-10), e comu- deÌÌ'assemblea a guidare la <pre- va infine con una benedizione e tolineano che Ìa melodia deve tro-
nicando nello stesso tempo il tema ghiera (vera e propria)), ossìa con l'(amenD dell'assemblea (at- vare ùna risonanza 1(nel cuoae)) e
della lettera, clle viene poi svilup- quella delle (diciotto benedizioni restato anche in lcor ll,16e2cot deve essere l'espressione autentì-
pato nel corso dello scritto (vedl (!'móné 'e!reh)>, che sono una 1,20), per conîermare la veridici- ca di una devozione interiore, e
Benedizione, dossologia, ringra- serie di benedizioui rivolte a Dio tà di tutto quello chc il seivizio non un semplicc e irriflessivo at-
ziamento). Questo procedimento in forma di lode, con cui si ricor- aveva trasmesso ai partecipanti, i to di lode. I telmini musicali usa-
retorico è dovùto in parte al desì- dano i suoi benefici a favore di quali ora pronunciavano una pa- ti in lCor 13 non sembrano suffi-
derìo di assicurarsi la benevolen- Israele. Le (diciotto benedizioni> .ola di assenso e di adesione, in li- cienri e adatti a farci conoscere
za dei lettori, invitandoli a unirsi racchiùdono dìversi temi. Sono in nea con quanto era già previsîo meglio il culto della Chiesa primi-
al mittente in una celebrazione di parte un'espressione di lode e in nell'AT (per esempio, Nm 5,13). tiva (cft. Smith).
lode; ma esso si spiega anche con parte una supplica Per chi ha bi- Non è ancora chiaro se nelle si- Possìamo aggiungere ancora
il fatto che le letter€ di Paolo era- sogno della protezione divina (gli nagoghe palestinesi si cantassero qualcosa sulla questione dei gior
no destiÌrate a essere lettc in pùb- esiliati, i giudjci, i consiglieri e il dei salmi (Bradshaw 22-24). Nor ni îestivi giudaici. Naturalnente al
blico, quando ci si riuniva nelle popolo elello). Nel .orprs paoÌi- vi sono prove sicure. Si è aîferma- sabalo spetta il primo posto; esso
case private per il servizio e l'as- no se ne pùò vedere un ParalLelo to (Hengel 78-79) che diversamen- veniva osservato con scadenza set-
semblea liturgica (1Cor 5,3-5; Col jn lTm 2,1-4, come pure nell'in- te dalle sinagoghe ellenistiche de- timanale a ricordo dell'opera crea
4,16; lTs 5,27; Fm 2). teresse che Paolo dimostra per il gli ambienti della diaspora, dove trice di Dio e come elemento del-
Nel culto sinagogale, subito do buon governo e un oldine sociale il canto viene altestato e conler- la storia salvifica (Dt 5,12 15). Lo
po qùeste preghiere, \'iene il Cre- stabile (Rm 13,1 7; Col 3,18-4,6; mato da FiÌone per la setta dei te- spostamento del setîimo giorÍo
do giudaico, Ìo S/rezra, che è nel- cfr. 2Ts 3,6 13; vedi Aulorilà ci- rapeuti ( f4l. Cort. 80), e diversa- giudaico al <prìmo giornor> della
lo stcsso tenpo una confessione viÌc). mente da Qumran (1QS 10,9; settimana cristiana e una questio-
di fede e un'invocazione di be- L'insegúanento. Una voLta re- IQH 11,3-4), il canto era proibi- ne complessa, poiché sembra che
nedizione. ll titolo dello Srefla citate Le preghìerc, il servizio as- to dai farisei. Essi 1'avrebbero il passaggio sia stato gradùale.
deÌiva dalle prime parole di Dt sume la îorma che ha conferito al- considerata una pratica eretica, Non vi è dubbio però che con que-
6,4'. ,rAscohs (i'md'), lsraele: il la sinagoga la sua caratteristìca pe- perché professata da gruppi che sto spostamento si è voÌuti passa-
Signore ò il nostro Dio, il Signo- culiare. Inîatti, gli stessi Cliudei essi ritenevano devianti. Ma anche re da un giorno dedicato al ricor-
re è uno solon. ll termine rro chiamalo la sinagoga (casa del- qui, al contrario, l'ùnica descrizio- do (Es 20,8) a un giorno di cele-
so/o sottolinea I'unità e l'esclu- l'iùsegramcntoD (bèt hanidtai), ne che Paolo ci ha lasciato di una brazione, applìcando direttamente
sività di Dio. un'idea che è sem- poiché nulla è pìù consono al cùl- rudinentale celebrazione cultuale a esso quello che Gesu aveva fat-
pre stata fondamentale nel Giu- to giudaico di quaÌ'ìto lo siano la (a Corinto) include I'uso di un to <(ncl primo giorno>>. Egli era ri-
daismo. Essa vìene dunque riba lettura c la spiegazionc deLIa Scrit- canto religioso in forma di (innon sorto a vita nuova e aveva man-
dita fortemente nella liturgia, co- tura. L'insegnamenlo viene im- (psalmos) da parte dell'assemblea giato con i suoi seguaci come Si-
me del resto viene ripresa e svj- parlilo in due rnodi. Anzitr.rtto, si (1Cor 14,26; cfr. Ef 5,19-20: Col gùore vivente (cfr. i racconti evatì-
Ìuppata nella teologia di Paolo ìeggono la Leggc c i Proleti; que- 3,16-17; vedi lÍÍ\i, frammenti in, gelici delle apparizioni postpa-
(Rm 3,30; lCor 8,6; 12,5; Gal sta letLura viene eflettuata da nici, canti, canti spiritùali). Se si squali, e il Vangelo degli Ebreí,
3.20; cîr. lTnl 2,5) e nelle sue membrì clell'assemblca che vanno può îar affidamento sull'etimolo- che riporra ùn detto di Gesii a Gia-
dossologie (Rm L 1,36; Fil2,9-11) al pulpito per queslo scopo. Poi- gia, iÌ termine psalmos indichereb- como: (FraleÌlo mio, mangia il
(Sulle relazioni tra Paolo e il mo- che l'antica lingua ebraica, a un be che si tratta di composizioni si- tuo pane, perché il Figlio dell'uo-
42 .
t:9 Cullo
Culto
orum, aperla tul- rì e iÌ ringraziamento, che già nel- essere a conoscenza di un credo
mo èrisorto tra coloro chc dormo- sa catechume a
lr sinagoga sono uniti tra loro. Si comune o di un inno accolto an-
no))). Fin dal Ìnomento a cui Pos- ti, segùita daÌla t?7i.tr? .fidelíum, ri,-
nccomanda ai cristiani di dar spa- che da loro, poteva porsi subito
sono risalire i ricoldi paolini, sj servata ai credenli; questa proce-
.,io aÌlo Spirito, preslando parti- sul loro stesso terreno, anche se d-
può dire che vi è una cerla coscien dura divenne abitualc dalla metà
del II sec. (Giustino, I Apol. 66). colare ascolto alle profezie (cfr. teneva necessario redarre questa
za che ((iÌ primo giorno della set
I)id. 10,7), ma amúonendolj an- t'radizione in modo tale da sotto-
limana>) è il tempo in cui si riuni- Questo schema a due parti, per co-
(he di esaminare ogni cosa. So lineare un determinato punto o
sce la comunità di Corinto (lCor sì dire l'una pubblica e I'altra pri-
l6,l-2), alla qualc ognùno porta vata, risale ad At 20 e al Paolo di t)rattutto, nulla di sconveniente renderlo conlorme alle sue Posi-
lcor 1l-14; la prima parte può es- rleve entrare nell'assemblea, e que- zioni. Un altro motivo per cui egli
il denaro che è riuscito a rispar- ha citato brani liturgici è legato al-
miare. È dillicile poter aderire al- sere rintracciala anche nella sina- \to significa che bisogna impedi-
goga, menlre la seconda è deri- re pratiche cultuali incontrollate. I'uso a cui intendeva destinare l€
I'opinione di J. Héring, secondo
vata dalÌa tradizione eucaristica I a parte conclusiva di questo ipo- sùe lettere. Esse erano il suo a//er'
il quale ìl primo giorno della set
(1Cor 11,23-26) che Paolo ha ere- letico (ordinamento della Chiesa>) €go, composte per venire iùconLro
timana era ùn giorno di Paga a
ò una preghiera per tutto quanto alla sua assenza forzata e per ren-
Corinto (Hérins 183). Più proba- ditato e ha trasmesso ai Corinzi.
bilmente Paolo riveste un gjorno il gruppo (lTs 5,23) e un'espres- dere presente la sua persona a co-
îeriale di un signilicato teologico, 3. L'INSECNAMENTO PAOLI, sione di îiduciain Dio (lTs 5,24). loro da cui era separato per dislan_
NO - Non esìste una definizione Si può fare un parallelo con za o per qualche motivo partico-
facendolo diventarc il<giorno de1
sistematjca di quclla che secondo lCor 14, dove parimenti si unisco- lare (1Cor 5,1-12; Col2,5). Se egli
Signore), così come può afferma-
re che Ja Cena del Signore, fonda- Paolo poteva essere una normale no assieme lode e (canto), Pre- era in grado di attingere ad un pa-
ta sull'a!:ape, cliventa la <mensa ljturgia, né possediamo qualcosa ghiera e ringraziamento (lCor trimonio comune di inni, preghie-
14,13-18). Bisogna controllare Ie re, richiamì o catechesi battesima-
del Signore> (1Cor t0,21; cfr. che assomigli a una serie di rubri-
Rordoll 274-275ì. che dei posteriori libri liturgici. profezie e i discorsi ispirati, so' li, poteva rendersi presente in ma-
L'insegnam€nto di Paolo è disper- prattutto quelli delle proîetesse niera elficace presso i suoi lettori
Secondo At 20,7 12 i credend di
so nella sua corrispondenza; vi so- (lCor 14,34-36; tedi ProÎezia). E che spesso (in apparenza) pensa-
Troade si riunirono <il primo gior
comunque bjsogna sempre conser- vano che egli li avesse dimenticati
no della sertimana) per un Pasto no indizi che egli abbia inserito nei
in comune e per ascoltare Paolo. suoi scriîti degli schemi liturgici vare il buon ordine (1Cor 14,40). (2 Corintii Filippesi) o abbando-
parziali (si veda l'azzardato tenta' Per una trattazione piu chiara nati (l Tessalonicesi).
Doveva essere di sera, poìché 1) lo
sforturìato EuLico fu colto dal son- dvo di Cuming di ricostruire un - possiamo suddividere I'insegna- 3,1.1 Forme tr1dizionali
no menlre stava seduto alla îine_ tuaÌe del NT), ma non abbiamo mento di Paolo in alcuni punti lcor 16,22 è una delle prove più
stra e 2) Paolo riprese a parlare a nuÌla di piu preciso. Qualche ele- principalì, ossia l) i dati sull'uso chiare che Paolo atlinge materia-
mento cj proviene da lTs 5,16-24, di elementi liturgici nelle sue Chie- le da un tesoro ìiturgico. Lo stra-
lui e a tutti i convenùti fino all'al-
un brano che potrcbbe essere sud- sei 2) le misure adottate da Paolo no letmlre matanathn era incom-
ba, prima che l'assemblea si scio-
diviso in lrasi distinle, ciascuna per correggere o rettificare abusi prensibile ai Corinzi di lingua gre-
gliesse. Sviluppi successivi nella
delle quali potrebbe rappresenta- e deviazioni; e 3) la teologia del ca, come lo è per illettore moder-
Chiesa posrpaolina diedcro a que-
sto giorno lestivo motivazioni piii re un'indicazione o una rLlbrica li- culto che si può ricavare da que- no. Esso viene dato nel testo sen-
prolonde, vedendolo come I'inizio turgica. La strùttura proposta in sla documentazione. Non sorlo za un commenro, una traduzione
un primo tcmpo da J. Robinson punti nettamente distinîi tra loro, o un'applicazione. NoD si sa qua-
di una nuova era (8dftl. 15,9; Did,
è stata poi risistemata da R. P. e saranùo affrontati qui piuttosto le sia il suo significato preciso: lo
14,1; Ap 1,10) e traslèrendo aÌl'al-
Martin (1975, 135-138) e in segui- incidentalmente e con suddivisio- si pùò intendere come (il Signore
ba la celebrazione del cullo (il car'
to è stata accolta in parte da D. ni inteme. vieneD oppure <Signore, vienil>;
teggio tra Plinjo e Traiano IEP
HiÌl (119 120). Ma si vedano ora 3.1 I dali sulle form€ di cullo e le discùssiori linguistiche piir re-
10.961 colloca la s/ralrs Prima
le caulele avanzate da Bradshaw sul linguaggio cultuale Bisogne- centi (cfr. Fitzmyer) propendono
dello spuntar del gìorno), îorse per
annunciare in terminì cristologici (30-55). rà chiarire piu avanti i modi con maggiormente per la seconda pos-
il sorgere del sole (cîr. I'inno del- lTs 5,16-22 è formato da frasi cui Paolo ha preso brani liturgici sibilità (come rn Ap 22,20). L'.u-
la Chiesa antica <Salvc. luce di brevi e ben costruite. ll verbo è po- preesistenti per inserirli nel corso so di un'invocazione aramaica
gioiar). sto alla fine e predominano paro- delle sue lettere (cfr. sotto, 3,1.1 può essere spiegato in maniera
e 3.1.2.). Diventerà piir chiaro, co- soddisfacente solo se si pensa che
Ma il prezioso brano di At le che iniziano con la lettera gre-
il termine lacesse parte del voca'
20,1-12 ha esercìtato un'inf'lucn ca <pr, formando così un certo sì speriamo, che egli lo ha farto
ritmo. È anche interessanle la se- per stabilire un buon rapporto con bolario liturgico di un piu antico
za ancor piir decisiva sùll'evoluzio-
quenza delle frasi. Viene anzitut- ì suoi lettori che non sempre era- ambi€nte palestinese o bilingue.
ne del culro cristiano, poiché ha li-
to ul] invito a lodare con gioia no ben disposti verso di lui, verso Esso è stato insedto anche nella
dalo origine a ùn modello cli litur
gìa divisa ìn due partj: la pÌedica- ((siatc sempre lieti)), e sùbito do- la sua apostolicità e la sua teolo- ntrgia della Didaché (10,6), nella
po si abbinano assieme la preghie- gia. Se egli poteva dimostrare di sezione che conclude il banchetto
zione e lo spezzare i1 pane, la n is
Culto 430 lu Cùl1o

eucaristico (e la stessa lunzione condo una certa lettura del testo) l)cichgràber). Se si considerano sicurava la Chiesa che nessuna
poLlebbe avere anche aÌla fine del- una strultura trilitaria con la qua- I'lobalmente alcunì elementi, co- forza ostile poteva inserirsi tra Dio
la lettcra in lCor 16.22-24i cti. le si dicc che il Padre ha scelto i rìrc un vocabolario insolito ed ele- e il mordo (Rm 8,38-39). Il pro-
Bornkamm e J. A. T. Robinson). credenti, il Figlio del suo amore li r rrto, I'uso di accorgimenti lingui- blema che si afîronta in queste
Potrebbe essere slato di uso cornu- ha redgnti e lo Spirito ratifica con \rici quali i participi, i pronomi re- manilestazioni di lode di natura
ne a Corjnlo; altrinenti, Perché il suo sigillo questa salvezza avve- lrrivi e le figure retoriche, e il mo- innica/confessionale, rivolte alla
Paolo avrebbe dovLlto conlonde- nura (Ei 4,30; cîr.2Cor 1,20-22; (lo con cui l'ipotetico materiale in- signoria di Cristo (Rm 10,9-10; Fil
re ì suoi lettori coù uta Parola 5.5 con il batlesimola vediDj'o). \crìto può essere staccato dal con- 2,11), è quello del dualismo gno-
oscura? Ma quello che conta è il Forme partjcolari di preghiera rcsto, si pùò dedurre che Paolo stico, secondo il quale gli elemen-
signilicato. Questa antica parola e di lode ricorrono per lo piii nel- utilizza un linguaggio tradiziona- ti dell'universo sono lontani e osti-
d'ordine ci illumìna molto sul mo- le sezioni introduttorie delÌe let- lc per ralforzare le sue esortazio- li tra Ìoro (vedi Gnosi, gnostici-
do con cui i giudco-cristiani vene- tere di PaoÌo e sono state studia- ni (per esempio, Fil 2,6-11 nel con- smo). Il dominio di Dio in Crjsto,
ravano il loro SignoÌe. Si tratta te intensamenle (cfr. Schubert; tcsto di Fil2,1-4.12-13) e per pro- che ora si €ra instaurato e che ve-
clella piu arltica prcghiera crislia- O'Brien; redi Preghiera). Si è porre <<l'esempio di Cristo) come niva celebrato con inni e con un
na chc conosciano, la quale attri- d'accordo nel dire che Paolo si è modeÌlo di comportamento etico Credo, ne rappresentava la rispo-
buisce al Signore della Chiesa i piir servilo di qr,lesto procedimento per (2cor 8,9, anche qùi mentre si sla sta cristiana. L'unico coniributo
ahi onori e lestimonia che il cuho inquadrare in un conlesto episto- csortando alla generosità e al ser- personale di Paolo è consistito: l)
si incentrava sù di lLri. Ma cssa in- larc il contenuto che seguc, e Per vizio). neì îondare la redenzione e la ri-
dica nelLo slesso tempo che colo- incoraggiare la benevolenza reci_ cli esempi principali soIlo quelli conciliazione sull'amore che si era
ro che un tcnÌPo avevano iDvoca proca slabilendo relazioni amiche- di Fil 2,6-11: Col 1,15-20; lTm reso manifesto con la croce. e non
to il nome del loro Dìo clcll'allean- voli con i suoi lettori (gr. pl?i/o- l, 16 (recenlemente riuniti insieme su un ordine o su una necessità co-
za nella liturgìa deìla sjnagoga ora pr,'orasls). Anche elementi lingui' e studiati da S. E. Foul). Oltre ad smica (Fil 2,8; Col 1,20; cfr. Col
potevano applicarc lo stesso tito stici che si possono notare nella avere una îunzione parenetica, 2,15), e: 2) nel sottrarre la Chiesa
lo divino a Gcsir N4essia. costruzione sintattjca, come la se- queste citazioni sono interessanti che cantava questi inni e procla-
<lnvocare il nomc del Signore) rie deì participi, l'uso del prono- per capire di quale natura fosse il mava queste confessioni a un fal-
era anche una frase con cui si in- me relalivo e la presenza di frasi culto cristiaIlo delle Chiese di so trionla.lismo (redi Trionfo) che
dìcava comc si poleva diventare rìdondanti e pesanti (per esempio, Paolo. negava la persistenza del male an-
credenti (Rm 10,12 l7) e con cui Ef 1,6: (a lode gloria deÌla sua
e Si può dire che in questo culto ticipando direttamente il futuro
la Chiesa desìgnava (lCor
se stessa graziar), rivelano che Paolo di- il motivo dominante sia Ì'opera nel presente (tedl Escatologia). A
1,2) come gruppo di uomini e dj pende da un vocabolario liturgi- cosmologico-redentiva di Cristo, questo proposiro Paolo inserisce
donne che pregavano iÌ SiSno co (per esempio,2cor 1,3; Col il Signore della Chiesa che è venu- la clausola escatologica del <non
Ie (Gesu; cfr.2cor 12,l-10: At 1,9't1; Éf 1,13-14; 1,15-23; sulle to da Dio e come Dio. Egli ha rea- ancora>) (lco. 15,20-28) e sotto-
7,55-60; 9,14; 22,16). Si associa- forme greche dì benedizione, clr. lizzato una riconciliazione cosmi- linea che gli inni di trionfo che si
vano facilnìen1e tra loro prelihie Bradshaw 44-45). ca con la sua morte e la sua esal- esprimono nel culto devono fare
re a Gesii e preghiere in nome di 3.1.2 Glí inni e le lormule del tazione (ledl Esaltazione e intro- i conti con una realtà nella quale
Cesir, in una nanìcra che ci Può Credo Sappiamo che Paolo ha nizzazione), riunendo tra loro il bisogna lottare continuamente, in
sembrare paradossalc, ma questa inserito brani di inni o di formule mondo celeste e quello terrestre (e attesa del regno futuro che è già
tensione evidentemente era desli- del Credo nel corso delle sue Ìet- quindi venendo incontro a quegli iniziato, ma che non si è ancora
nata a perdurare nei gruPPi Pao- lere e possiamo anche individua- aneliti che si erano resi evidenii realizzato in maniera piena e de-
lini, poiché uno stretlo lnonotei re alcuni indizi chc ci rivelano la rella religione greco-romana, co- finitiva. Resta quindi un elemen-
srno e un culto rivolto a1 Signore presenza di cìtazioni (redl Inni, me abbiamo visto sopra) e facen- to di tensione nella soterioiogia di
risorLo cocsislevano assieme e si lramnenti innici, canti, canti spi- do riconoscere iÌ suo trionfo al Paolo, e alcune sue ammonizioni
faceva bcn poco per conciliarli rra rituali). Benche recentemente sia mondo sotterraneo dei demòni e nell'affroIrtare i problemi cultua-
loro (cfr. Fil 2,9-l l). stata mossa qualche critica all'ipo- delle potenze cosmiche (riunendo li soùo rivolte contro questa falsa
Vennero anchc usate I'Lrna ac_ resi che PaoÌo abbia ùtìlizzato del così sotto il suo dominio tutti gli esagerazione, sin troppo evidente
canto all'altra deLle lorme triadi- materjale iDnico, poetico o confes- elementi dell'universo; vedi Prin- quando il culto è incontrollato e
che di preghicra lodc-confessjone sionale (cir. Lash), restano sem- cipati e potestà). Sottolineando da sbrigliato, come a Corinto (lCor
(per esempio,2cor 1,20 2l; lCor pre valide le conclusioni princi- un lato la preesistenza di Dio e ii 4,8; l2-14).
12,4 1t; Eî 4,,1-6), quando le Per- pali già raggiunte da E. Stauffer suo ruolo di creatore e dall'altro Un esempio di innodia paolina
sore diviùe (per usare la termino- (338-339) e O. CullmaDn nelle lo- la sottomissione escatologica di (Ef 5,14) mostra che non tutte le
logìa deiìnitasi piu tardi) furono ro opere, che lestano fondamen_ tutte le potenze ostili, soprattutto forme di culto erano espressamen-
associatc a vari milisteri e uflìci. talì (e a cui si sono aggjunte ora degli (elementi del mondo> (stoi- te teocentriche e rivolte alla lode
ln L,î i,3-14 si pùò scorgerc (se alrre monogral-ie, come quella di cheia tou kosmou, Col 2,20), si as- di Dio. In questo caso le parole in-
Cultu 432 .lll Culto
troduttorie (<Comc è dellor) van- eletti con un rito di passaggio che giudaici, che includevano presu- un quadro pasquale (clr. lCor
no viste chiaramente come un'ag prevedcva l'uso dell'acqua comc
nribilme[te le preghiere giudaiche 5,1 8) e per Paolo conferiscono
giunta chc ha lo scopo di prepa mczzo di luslrazione e di iniziazio per il cibo e la bevanda (come si maggior valore sia al significato
rare una citazione di un teslo fa- ne. Paolo può perciò fondare le può vedere in una versione c stia- sote ologico della morte di Cristo
miliare (ma che noi non troviamo srre esortazìoni etiche sullatto che
i suoi lettori hanno ricevuto il bat-
n in Did, 9-10); al momento di pcr ipeccati (1Cor 15,3-5; Rm
attestato altrove, neppure nel- coúsumare iL pane e il vìno, se- 5,1-10;2cor 5,18-21; Gal 3,13),
I'AT). Lo stile, che presenta un so- tcsìmo (Rm 6,l j: l3,l4j Col3,10; guendo I'esempio del cenacoLo, si realizzando così una redenzione
stenuto tmo trocaico c un accor- cîr. Bî,1,2.1). La loro idenlifica- cvocava la presenza dcl Signore che è pjii grande della liberazione
gimento retorico che crea assonan- zione con Cristo oella sua morte
con le sue parole <in ricordo di dell'esodo, sia al richiamo escato-
za tra le îinalj dei due primi versi, e nclla sua vita iruova si r-iattua
rne>; ilrito poi sì proiettava oltre, logico che la fine non è ancora ve-
indica che si tratla di un inno ben lizza nel battesimo (redi Morire e nuta (1Cor 15,20-28), ma si rea
con la speranza nella venula del
conligurato. Quesl'uìtirno viene Iisoagere con Cristo) e si manife-
!1a nel (morire quolidìanamente)
regno di Dio (vedl Regno di IizzeÈ! alla parusia del Signore
rivolto però a credcnti, forse neo- Dio/Cristo). Venendo incontro ai (lcot 16,22: vedi Escalologia).
fiti che hanno ricevuto da poco il (2cor 4,11 l2). Per Paolo nel bat-
problemi sociali di Corinto, Pao- Piu pÌecisamente, questo richiamo
battesimo, per esorlarli all'azione tesimo r'ísiede un'autenlica azione lo arricchì e arnpliò questi elemen- escatologico vuol sottolineare che
e per Prometterc loro la luce dj sacramentale ùella quale è Dio che
1i, con una conseguenza pafiico- tale vcnuta sarà defìnitiva, ma che
Cristo. ll linSuaggio usato (sve- agisce (Col 2,12). Dio applica ai lare: si distinse tra un'agape in co- le realtà ultime sono già anticipa
gliarsi/dormirc, risurrezioDe,/mor credenti I'efficacia salvifìca della Le flel momento iri cui jl Signore
mune (ossia un semplice banchet-
te, luce/tencbre; tedi Luce e Lene- morte e della risurrczione dÌ Cri- lo i1l comunc) e un rito eucaristi- visita i suoi seguaci che parlecipa-
bra) fa pensare chc quest'inno fac_ sto, per la quale anch'essi sono co più solenne. Questa distinzio- no al banclìetto.
cia parte di un rito d'iniziazione, morti e sono stati risuscitati, e li ne fu dovuta agli abusi che si ve- 3.2 Le rcttifiche di Paolo
del quale rappresenta il canto dj fa paÍecipj di una lila divina (Cal L'insegnameùlo paolino sul culto
rificarono a Coiinto, dove il maÌ1-
accompagnamento. Sono Parole 2,19-21) nella quale il peccalo è giare e il bere in abbondanza por- presenta anche un aspetto un po'
che devono fissare indelebilmen vinto (Rm 6,7.9-l l). Il cristiano tò a degli incontenienti, per cui se singolare, poiché alcune concezio-
te nelÌa memoria dei nuovi creden- pertanto deve mettere in pratica il nj e alcuni comportamenti delle
un povefo arrivava Îardi non tro-
ti il ricordo del loro battesimo. significato del suo battesimo (Rm
vava piu nulla da consumare in sue Chiese hanno indotto Paolo a
3.1.3 Il battesímo ll valoÌe 6, i2-1.1), esattamente come I'israe-
comune (lCor 11,17-22). Le di\'ì' esprimere talvolta una sua prote
del battcsimo era ccrtamente un lita circonciso deve atluare la sua sioni all'intcrùo della comunità sta rivolta a riformare e correggere
elcmento importante nelf insegna circoncisione con una vita di ob- queste deviazioni. Le sue contro-
avevano îatto venir mcno la kol-
mento catechelico imparlito ai bedienza ai requisili dell'allcanza. misùre sono di due tipi.
nónid (,"edi Seq]lela, comunione,
neofiti e ai membri delle Chicse cli Si dà allora il suo giusto vaÌore alla partecipazione) e 10 spirito della Anzitulto, alcuni testi che con-
fondazione paolina. Talvolra (a confessione pronunciata duran- mutua accoglienza cristiana (lCor tcngono formule del Credo e inni
Corìnto) è stato neccssado richia- te il battcsimo (Rnì 10,9-10; Ef 11,18'19; cfr. lCor 1,l0- I I; so11o stati prcsi e utili zzal,i daPao-
mare l'a11enzìonc su lalse conce- 5,25-27). N,la quest'azione sacra- lo nel corso deì suoi scritti per il
3,3-4.21). Paolo lrova una rispo
zioni della pratica del battesilno mcntale rischia di atLuarsi in mo- fatto che sgÌi ha ritenuto oppor-
sta a questi malì riproponendo con
(lCor 1,13-l?; 10,1-17; 15,29). do eùato sc la si confonde coD una
vigore jlvalore dell'(unico pane, tuno includerli nel contesto del suo
N,la normalmenle Paolo dà pcr visione gnostica del1a rcaltà, che insegnamento. Aggiunte come
che è segno di un <unico corpo>
scontalo quello che il battesimo non tiene conto dcll'impegno mo- (lCor 10,16-17), e mostrando co quella di Fil 2,8 ((e alla úorte di
comporta, e lo pone alla base del rale. Si capiscono percìò le amlùo croce>) e di Col 1,18 ((cioè della
rne si debba estendere Ia (comu-
suo insegnanìento (Rrn 6,1-14; Col riizioni di l'aolo in lCor 10. nione nel corpo e nel sangue) in Chiesa>), per spiegare il senso di
2,12). Per Paolo il battesimo, che 3.1.1 La Cenq del Signore modo da eliminare ogni spirito di (egli è anche il capo del corpo>),
ò la risposta personale con cui si Paolo ha ripreso e arricchito alcu- parte e 1'egoistica difesa dci pro mostrano in che direzione si muo-
crede e si ubbidisce alla parola del ne lradizioni relative a una cena pri interessi. vono questi correttjvi: essi lendo-
vangelo (Rn l,J6; 10,9 10), era il (ye.Ji Cena del Signore, eucaristia)
ll motivo della (memoriar com- no cioè a sottolineare la centrali-
mezzo con cui si eùlrava a far par- da consumare secondo le intenzio- pare espressamente nel racconto di tà della croce e a controbaltere
te della comunità del nuovo lsrae- ni del Signore <nella notre in cui Paolo (lcor 11,24-25), il quale ogni tendenza gnosticizzante. Nel
le, analogamentc alLa lunzjone lcniva lradito, per essere messo prosegue con le parole: <voi an- <credo> di Rm 3,24-26 Paoto ha
della circoncisione in ùn contesto a morte (lCoÌ 1 1,23). ln uno sla-
nunziate la morte deÌ signore). inserito chiaramente una formu-
di fede (Rm 2,21'29i lcot 7,19: dio anleriore (ossia prep.rolino) Così pure, Paolo sottolinea e rac la giudeo-cristiana di espiazione
Col 2,11-12)- E in queslo senso del suo sviluppo, sembra che que_
comanda la speranza nel regno di ('edi Espiazione, propiziazione,
che vanno intesi, per escmpio, sta tradizione prcvcclesse per la ce-
Dio futuro, dicendo: (finchó egli espiatorio) per evidenziare l'uni-
lcor 12,13 e Gal 3,27. Si diven- nai selluenticlenenti: un pasto in venga> (1Cor I I ,26). Queste due versalità della fede.
rava nembri dclla comunjtà desli cotnLÌne consunlato secondo gli usi A Corjnto, poi, Paolo si è tro-
aggiunte paoline vanno intese in
Culto 431 135 Cuore

mìzie, caparra) dclla redenzionc rrrìrL. Bornkamm G., Earl| Chtistìan craDd Rapids 1984: ld., Woîship in the
vato di fronle a una situazione vo /,ip€lùrce, SCM, London 1969ì Bradshas Ea ! Chutch, EerdmaDs, Grand Rapids
lubile, nella quale il cullo aveva as- futura, già pÌoÌnessa ma non an- t'. F., The Sealh Jor the Otisins o.f Chri l975tId., The Wotship af Gr,d, Ecrdmèns,
sunto una forma del tutto disor- cora pienamente realizzata. Unu rÌaÀ il,o.srrp, SPCK, LoÌrdon 1992: Caba crand Rapids 1982; Moule C. F. D.. Wot-
concezione del battcsimo nella n\ss A,., Pt1úeù in Earlr Chrístian wofthìp, ship in the New lesldmerl, Lutrerworlh,
dinata e 5i era contaminalo co11 \'le.cer Univcrsity, Macon 1989; Cumjng G. LondoD 1961; \'lùrray G., -Éivd S/ag€r o/
elementi che egli disapprovava, quale si presupponga che la risur- 1., The N Tenament foundatìan .fot Gteek Relílion. Unilersn! Press. Oxford
Egli cercò allora l) di tenere a fi e- rezione sia già avvenuLa non può Camìnan Ptalet, itt Studlit lA (19'74) 1925; O'Ìlrien P. '1., /nrloclLcîot! Thanks
no l'inlemperanza causata da essere corretta per Paolo, poichú 88 105ì Deichgràber R., Cotteshwnus und
(hrkrushyt i dem ldhen Chdsten-
gíting in the Lette.sofPaul, J. C. BriÌl, Lei'
den 1977; llobìùson .1. A.'1., The Edrlíest
un'errala concezìone dello (spiri viene a negare speranza di una
1a rrn, 'tus & Ruprecht, Góttin8en
vandcnhoeck Chtisrian LiùÌtli.dl Se.tuence. À Twelre
to) (lCor 12,l-3; vedl Spirito San- risurrezjone fùtìrra (Fil 3,10-15). l9E4i Delling O.. Wotship in the Nev Te- Nev Testanenr Sr/dre.r, SCM. London
to) e deLl'escatologia realizzata, 2) Il primato dell'amorc (gr. vamerr. Dartoù. Lonsman & Todd. I-ol' l9ó2. pp. 154-157t Robinson J. M-, ,t?
il tetmír,c ò usato 75 voltc don 1962; Dusmore c. w., The hfluence HoddjarFornel in Gebeî und H!nnusdes
che negava un e.tcr4lo, futuro, dgapé, t]l the Slnùsasue on the Diúne Q[ice.O\- Fnih.hriste tuns, jn W. Eltester (ed.l,
pensando lalsarnente che il regno jn Paolo, sulle 116 ricorrenze del tord, London 191-,1t Dunn J. D. G., "/eras Apophorcta, fopelùann, Bcrlin 196:1, pp.
si fosse già realizzato jn tutla la NT) signilica che ogni atti\rità spi- and the Spitit, Westminsler, Philadelphìa 194 235; Rordorf w.. Srrda!: The tlisto
l9?5i Fitzmye. J. A., &/ios qn.J Matana r! a.l the Dù oî Resr antl Warship i the
sua pienezza (lCor 4,8; 15,20-28), Ìituale è posta sotto un'energia che
Ea
rhd a d Thei Ardtnaic Backsrcund,il Ta iesf Centurìes oI the Chistion Church,
e 2) di stabilire dei controlli per è uù dono di Dio ìn Cristo lRm /lrlwnce the Cospel, Ctossroad, New York SClvI, London 1968; SchubettP., Fom and
mantenere il buorì ordinc, per fre 5,1 l0; 2cor 5,14) c deve regolare 1981. pp. 218'235j fowl S. E., Ire Sror-f Fundìon o.l the Paùlìne Thdnkseìrings,'ló
nare una libera glossolalia, non se- tutti i serìtimenli e le ma-
e dirigere dCrlrs/, Acadenic. Shellield 1990i Hahn pelmarn, Berlìn 1939; Smirh \v. S.. M6ic-
guita da un'opportuna interpreta- nifestazioni cultuaÌi entro canali F., senizio lirutgico nel ctistianesìno p - al Aspects of the Ne\r Te tdnent, Kok,
,,i/iro, Stùdi bibLici 20. Paideia, Brescia Ansicrdam 1962; Slauffer E., Àrev lesla
zione (redl Lingue), pcr clevare la che siano compatibili con la natu- l9l2; HeDsel M., ,rlfr'r.t urd Christolosr, neht TheolaÙ. Macmillan. Nee York
profezia a un più alto livelÌo e per ra di Dio e quanto egli desidera per À Betweeh Jesus and Paul, lortr€ss. Phi- 195ó.
la vita clelle sue creature (Ef 5,1-2). ladelphia 1983, pp. 78-96; Hérine J-, Con
f'ar ccssare le parole avvcntate ed Dlentary on the l-ìlst coùn1,tidns, Epworrh, R. P, Morlìn
estranee delle donnc (profeLesse) 3) Sul piano dei rapporti oriz" London 1962: Hill D., New Teslatnent Prc-
nell'assemblea (per altri particola- zoolali, lo scopo del culto è qùel- lle.f, John Knox, Atlanla 1979i Hu.lado
ri, si vedano i commenlarì e Mar- lo dell'edifjcazione (g. oikodo- L.\\ ., One Aod, one Lotr?. Fortrels, Phì CULTO DELL'IMPERATO.
ladelpbia 1988i Lash C. J. A., Fashionable
tin 1984, capp. 5 7). me), che per l'aolo è più di una Spott: Hlnn-Hunting i l Peter, in SE 1 RE: vedi Imperatori romani; Re-
3.3 Le caratteristiche peculiari sensazione di benessere o di un'e- (1982) 293-297i Mafìn R. P-, Cannen Chi- ligioni greco-romane; Salvatore;
rìi Paolo Paolo ha alliontato sperienza estatica. Al contrario, sti. Philippidns 2:5 ll, Eerdnans. Grand
Signore
lcot Rapids 1981 (riv.)i Id., New Testdùtent
ì problemi di Corinto anzilutlo oikodonc (in 14,3.12.1'7 .26i
Foundations, 2 \oll., Eerln.ìns, Grand Ra-
con l'intento dì accentuare glì ele- cfr. anche lCor 12,7) è uno sîor" pids 19?8i ld., Pdfelrs ú'l Worship in Nev
menti positivi del culto cristiaùo. zo deciso di promuovere la realiz- Tesîanent Churches, in JSNI- 37 (l9lj9) CULTO DI MITRA: vedi Re-
Egli in linea generale lo ha fatto zazione della volontà di Dio nella 59'85tld.. Reco !ìlìation: A Stud, ofPau ligioni greco-romane
Iihe Theolosy, Zondervan. Grard RaDjds
proponenclo tre criteri per verifi- vita ùmana, tanto dei propri vici- 1989t Ll., The Split ahcl the Canereqatìon:
care tutti i doni spirituali (cftari ni quanto delÌa propria (lCor 8,9; Studies in I Caùnthìans 12 1.t, Uerdmans, CUORE: r,edl Psicologia
s/rQla) che si potevano maDifesla 10,33; Rm 15,2 nel conîesto ljtu(-
re nell'assemblea cultuale (cfr. gico di 15,5-6; Fil 2,3-.1 nel conte-
Duùn 293-297; Martin 1982, sto deterninato dall'ìnno di Fil
194-200). Essi erano: 2,6 1l). Con il culto i credenli de-
l) Lo stretlo legame tra il Gesu vono perseguire il bene di tutta
della tradizione c il Cristo della quanta la Chiesa, e perciò devo-
propria csperienza (lCor l2,l-3), no glorifìcare Dio (1Cor 10,31) e
trattandosi di una connessione che godere della sua presenza, e nello
poneva la croce in ùna Posjzione stesso teùrpo ricordarsi che Dio è
centrale (1cor 5,6-'7; 11,26; Nedi realnìente in mezzo a loro con il
Croce, teologia della) e indicava sùo giudizio santo e la sua grazia
che la Chiesa vive sempre tra i rinnovatrice (lCor 14,25; cfr.
tempi dei due awenti e in uno sta- lCor 5,3-5; 11,29-32; \6,22).
to di attesa imperfetta, alla quale
solo la parusia e ìl regno fìnale da- Vedi anche: BatLesìmo; Benedi-
ranno compimento. Ne1 frattem- zione, dossologia, rìngraziamento;
po, i credenti posseSgono lo Spi- Cena del Signore, eucaristiai Ele-
rito cl]e abita in loro e li ìspira nel nenti litùrgici in Paolo; Inni,
loro culto (ICor 3,16 17; 6,19; îrammenti innici, canti, canti spi'
12,3), ed è la prìmizia (r"erll Prì- rituali; Preghiera.
131 l)ecoslruzione

re le capacita di una persona. Le Allo stesso modo, Paolo inse-


rnembra piir deboli della Chiesa gna che i modi in cui Dio rivela il
sono realmente indispensabili per suo potere sono del tutto diversi
iLfunzionamento dcl corpo, pro- da qùelli umanj. Uomini e donne
prio come il corpo umano dipen- cercano di vincere la loro debolez-
de dai suoi organi interni piir de- za: Dìo si accontenta di usare la
boli (cuore, polmoni), la cui sola debolezza per i suoi scopi partico-
protezione è quella offerta dalle lari. Il modo di operare di Dio,
membra piir forti. Perciò non aiu- rettamente compreso, non è qùello
tare il debole (lTs 5,14) signìfica di rendere le persone piu foÍi, ma
non riconoscere la mutua dipen- sempre più deboli, finché si veda
denza di ogni membro di quell'u- in esse solo il potere divino.
nità che caratterizzava il corpo di Per Paolo, infine, la debolezza
DEROLEZZA luppa il suo concetto in Lre modi Cristo (lCor 12,12-13; vedi Cor- è il segno più grande dell'aposto-
f ondamenta.li : antropologicamen- po di Cristo). lato, perché lo identifica col Si-
So\r\r \Rro 1. IÌ moLivo lclla dcbolella te, cristologicallÌente ed eticamen- Il concetto paolino di debolez- gnore crocifisso. Con la sua mor
paolina; 2. Deboìezza, arorolalo c spì te. Antropologicamente, 1a debo- za è, insomma, marcatamente teo- te, Cristo ha dimostrato che la de-
ritualià crisriana. lezza presuppole che tutto I'esse- centrico. Djo non dipende dalle bolezza di Dìo è piu forte della
re di una persona dipenda da Dio forze umane né dalle gesta uma- iorza umana. Questo stesso Cri-
NelÌa letteratura paolìna, il ter e sia soggetto alle limitazioni di sto è ora l'esempio che i cristiani
ne, neppure nclla Chiesa. Egli, in-
rrtine aslheneia (<<debolczza>) gio tutta la creazionc (1Cor 2,3). La vece, cerca il debole, l'empio e dcvono seguire (vedl Imitazione dj
ca un ruolo caratteristico. Nell'u- debolczza porta così come conse- Paolo/di Cristo). Vivendo sotto la
l'ostile per redimerli e preparar-
so classico greco, nella LXX c in guenza l'incapacità degli esseri li come recipienti della propria croce di Cristo e morendo ogni
altri scritti cleL NT il lerÍììne ha ufiani di ottenere da soli il favo- potenza. La debolezza come il giorno con lui, essi partecipano aL-
qùasi sempre il signjîicato di <ma re di Dio (lcor 9,22). la debolezza dì Cristo. Questa
Signore siesso ha detto a Paolo
lattia)) o <iùìpotenzar. ln PaoLo, Crisrologicamente, la debolez- è il luogo in cui si maniîesta identificazione con il loro Signo-
però, la parola si sviluppa in rÌn za diveÍta segno d'onore per il pìenamente La potenza di Dio re crociîisso li mette in grado non
concetto tcologìco imPortante, credeite <in Cristo> e il pulpito (2Cor 12,9). Così tra Cristo e il solo di sopportare le loro debolez-
specìalmentc nei suoi scritti mag- dal quale il potere di Djo è riveìa- credente c'è una tale profonda ze, ma di gloriarsi ill esse.
giori: I e 2 Corinzi, e Romani. Il to al mondo. Per Paolo. la debo- identificazione nella debolezza che
fett].,ine aslhe eia e afîìni (d.fl,4e lezza umana procura il mezzo mi- di ambedue si può dire che vivo- Vedi anche: Afflizioni, prove,
eó, asthencna) d-slrrrTas) ricouc gliore di comunicazionc dclla po- no (per la potenza di Dio> (2Cor difficoltà, tribolazione; Croce,
quindici volte in I Corjnzi, quat Lenza divina. Se ne è avuta la mas- 13,4). teologia della; Potere.
tordìci volle ín 2 Corinzi, otto vol- sima rivelazione nclla persona €
te iù Romanì, ma solo scttc volte nell'opera di Gesrì Cristo durante 2. DEBOLEZZ A, APOQTOLA- BruL Black D. A., Paul, Apattle o:f
in tufte le altre leltere di Paolo. Il la sua csistenza terrena e umana TO E SPIRITUALITA CRI lVeakhcss: Astheneìa and irs Cagnates in
the Puulìhe Lìtetuîlùe, Lang, Ner York
molivo teologicamcntc importante (lCor 1,25-2,6). Paolo è diventa- STIANA L'idea paolina di de- 1981t ltl.. Paulus Inflmus: the Pauline
della deboÌezza è svjluppato in to comc Cristo dal momento che bolezza non deve essere compre- Cokcept of Weakness. in Gru 5 (1984)
modo pìir completo nell'epistoÌa- la potenza di Cristo è stata rivela- sa solo come dottrina astratta, 77-9li fuchs 8.. La Faible$e, Cloire de
rio ai CorinzÌ, dove Paolo argo- I'Apaslolat Selon Paul (EÌude sut 2 Co
ra nella debolezza di Paolo (2cor perché era svilùppala consideran- 10 l3),;t\ ETR 2 (1980) 23i 53; Cijltge-
menta contro cerLi opposilori l0- l3). do le condjzjoni reali. ln primo r,anrJE., Det leíde de Apostel und sein
giudeo-cristiani che si vanlavano Infine, a lìvello etico Paolo dà Luogo, la debolezza parla della É1e', FRLANT 90, Vandenhoeck & Rù
prechr, Gò|lìnsen 1966t Rau€r M., r€
della loro conoscenza e competen- rilievo, contro j suoi avversari, al realtà della finitezza umana e della aschwachen> ìn Karinth und Ron, Herdet,
za in confronto allc e\'idenli insuf- fatto che - data la priorità del- dipendenza da Dio. Proprio que freiburg 1923.
îicienze di Paolo. Di fronre a que I'amore sulla conoscenza e sul do- sto dichiara Paolo, quando dice di
sta opposizione, Paolo raccoglie le no i credenti devono tenere sot- essere debole. Egli non può riven- D. A. Black
loro accuse suÌla sua (dcbolezza) to controllo la loro libertà crislia- dicare alcun merito per i suoi suc-
e le volge ai suoì fini, pcr clifen na per deîerenza verso le sensibi- cessi, perché sa di essere stato so-
lità dei crisdani deboli DECOSTRUZIONE: vedi Et-
dere il varìgelo e il proprio mini (ìCor stenulo da Dio. Se ha ottenuto
qualcosa, ò solo a causa della po- meneutica! interpretare Paolo
ster-o- 8-10). Nel servizio di Cristo non
c'è posto per f individualismo tenza di Dio, che opera attraver-
1. IL \,IOTIVO DELLA DEBO- egoistico, non importa quanto so un vaso debole ma consacrato
T FZZA PAOLINA PaoÌo svì- grandi o imponenti possano esse- (cît. 2Tm 2,20-21).
Demòni ed esorcismo 43ll 119 Demòni ed esorcismo

DEMòNI ED ESORCISMO pare impunemenle a tali festeggia- Per quanto riguarda il sacrìfì- apostoli erano <servi del Dio Al-
menli l) perché posscdevano la !iopagano dedicato ai demòni, tissjmot). Non è chiaro se i suoi
potentc (co1Ìoscenza) cristiana roviamo probabilmente un rìfe prop etari sperassero di essere pa_
S,r\r\r^Rrc L Demòni: 2. Esorciyro gali dagli aposlolj per questa pub
chc c'è uù solo Dio e che gli idoli, rimento indiletto in Gal 4.8-10.
In greco ellenistico dalrll ores in realLà, non sono <nulla> (1Cor ,ìove si dice che i Galati nel Pas- blicità gratuìta, o se Luca ritenes-
(maschile) e daimoúiu (neutro) in- 8,,1 7; 10,19) e 2) pcrché ìl loro \alo erano sottomessi (a divinità, se queslo un tentalivo denoniaco
dicavano esseri semidivini con po' bartcsimo e la (partecipazione in clìe in realrà non lo sono). Co_ di etichettare i nissionari e quin-
teri di vario gencÌe che potevano Cristo, (vedl Scquela, coÌnunione, rììunque, non è certo che la paro di acquistare potere su di loro
essere buoni o cattivi, analoga- parlecipazione) nell'cucarislia (ve- li\ elementi (sloicheía, Gal 4,9; !e- In ogni caso, Paolo riconobbe la
dl Cena del Sìgnore, eucarjstia) //l Elcmenti del rnondol si riferi- fontc come demoniaca e cacciò lo
mentc al nostro uso PoPolare del-
\a patola spírilo. La LXX usava aveva dato loro uùo stato divino sca a esseri celesti. Potrebbc an- spirito -nel nome di Cesu" (At
di immùnità. irrevocabile, indi- ehe essere un'espressione di di- i6.19). E imDorrante che a tali for-
demòni (dqimonítt\ pcr designare
pendenle dalla condotta (implici- sflezzo e per iodìcare la rcligiolÌe nule primirive di esorcismo venis-
dèi pagani, come epiteto dj di di Gesir; si-
to nella rcplica di Paolo in lcor giudaizzanre degli intrusi. Gli stu- se associato iL nome
sprezzo. Gìudaismo nell'era el-
gnifica che Gesù cra già conside-
lenistica riprese il termine lo usò
e 10,1-6 c in lCor 10,21-22; cfr. dìosi non soùo d'accordo se Pao_
lCor 6,12 20; 10,23). lo intcndesse poteri demoniaci rato divino dai primi cristjani (cfi
per indicare esseri soprannaturali
Paolo risponde che scbbene un cluando parlara dì <dominatorì di lCor 1,2 c l'invocazione dei nomi
cattivi che causavano danni fisici
idolo non avesse la potenza che i qLresto mondo)) llcot 2,6; Nedí di divinità nellc formule pagane
di ogni genere; inducevano le Pcr-
pagani pretendevano (lCor 10,19), Principati potestà) che vengoÌ]o di esorcismo; per esenìpio, PGM
sone alf idolatria, alle arti magi- e
e scbbeùe l'oggetto del loro saoli- ridotri al nulla. che ùoo hanno la I,2'l'29.212.220-21.265; I1,285-87).
che (vedl Magia), alla guerra e ad
îicio non fosse in reahà un dio sapienza divina e chc hanno coù Paolo non menziona mai espli
altre cose che le avrebbero allon_
tanate da Dio. Filone e Giuseppe (lCoÌ 10,20; cir. 1Cor 8,5-6), tut- rribuito a crocifiggele il Signore citamcnte ùelle sue lettelc l'esor-
Flavio, però, poterono segùire l'u- ravia né Ì'atto del sacriîicio. oé la della gloria (lCor 2,8), sebbenc cismo; è chiaro, luttavia, che crc-
cleva aÌl'azione di poteri cattivi a
so greco più antico (daiman : .li' partecipazione a esso erano indif- l'ùltima caratteristica laccia pen-
ferenti. Dietro l'attrazione del cul- safc a ùn governo unano. livello cosmico (Rm 8,38-39; Ef
vinità/angelo/spirito). Più tardi Ìa
to pagalo con le sue cerimonie, Sia 1'uso di spirilì o)neumala) 6,10-18; v?d/ Principati e potestà),
letteratura giudaìco ellenistica nella società umana (lCor 2,6-8)
col cibo (la carne era una rarità per denrònl, che il tema dei demò-
considerò i demòùi generaìmente c
pcr la ùaggìor parle dci lavorato- ni che allontanano l'úmanità da c neglì individui (eglì atrerizza-
come angeli caduli (vedi Priocipati
ri) e con la vita sociale, c'era l'at- Dio con l'inganno. come si vede va la colpa come un potere estra_
e potestà); Polevano essere chia-
mati (angeli)) o (spirtLir, Q)neum1- tività di poterj soprannaturali cat- in lTm 4,1, erano ben conosciùti neo aÌl'interno, Rm 6,17-18;
ùeÌ Ciudaismo e nel primo Cristia '7,14-20; Eî 2,1 2t cft.2cot 4,1).
td), ed erano associali piir frequen- t:t\i, \ d.timonia, o demòni (1Cor
temenle all'opera di Satana. 10.20 21;cfr. lCor 12,2). E nello nesimo. ln i Iimotco
si vede che È altrettanto chiaro che riteneva
stesso modo in cui gli alli (di cul- è solo nel
l'attivilà dei demòni non che Cristo aÎesse trionfato (ter1i
ll protoc sîianesimo ereditò dal Trionîo), e chc Dio avrebbe reso
Giùdaismo qùesto uso di dQilro- to> della Cena dcl Signore stabi- paganesimo, ma si è gìà ìùsinuata
livano una nuova realtà, una nuo- anchc nella Chiesa, seducendo al- complela la sua vittoria su queste
,ior, e percìò nel NT fu usalo qùa- forze (Rm 16,20; lCor 15,20-28;
si esclusivamente il termine neulro va lelazione di alleanza col Sjgno- cLrni con dottrÌne ingannevoli.
(solo Mt 8,31 usa il maschile). Pao- re dell'universo, così la paÌtecipa- Fil 2,9-11; Co1 2,15). Lo Spirito
lo condivise l'idea giudaico-cristia zione a un mangiare e bere coiLe- 2. ESORCISNIO - In At Santo (vedi Spirito Santo) porta ai
gato col culto (<caÌice dcj denò- I6,16-18 Paolo e Sila a FiliPPi cra credenti i benelici d€lla vittoria di
na di dcmòni, sebbene il lermine
ni) e (rltensa dei demòni>>, (lCor no seguiti da una schiava possedu- Cristo, vincendo la tÌrannia delle
ddimonia appaiararamente (5 vol
10,21), vjolava la koinònia, o.o' ta da uno spìrito che la rcndeva ca- lorze cartive (Rm 8,3-4.5-9; El
te, tutte in I Corinzi eccetto uùa)
munione (vedi Seqùela, comunìo- pace di profetizzare (tedi Profè- 6,1t)-18). È possibile che Paolo ab-
ria). Si diceva che avessc uno (spj- bia incluso 1'esorcismo tra i <se-
1. DEMÒNl ln lcor 10,14 22 ne, partecipazione) con Cristo e
gni) apostolici (2Cot 12,12) o ta
Paolo trae dall'apostasia di Israele stabiliva una nuova realtà in co_ riro di divinazione>) (Ai 16,16,
munione con poteri cattivj jnferio- t)n euma pl t hona); Probabilmente
gli atti compiuti col polere dello
nel deserto (lCor 10,1 i 3; cfr. Es
ri. Con Ìa correzione di Paolo si ì suoi padroni ìntendevano così af Spirito, a cui generalmente face-
32,6) una lezionc e un avvellimen-
moslrava ai Corinzi il pericolo dei lermare chc la sua prolezia era va riierimento (lCor 2,4:12,9-lO;
to, che applica ai problemi corren
ti llella Chiesa di Corinto: cerli cri- loro eccessi: le lor-o azioni sfrena- buona quanto quella di DeLfi Gal 3,5; lTs I,5).
te rivelavaÌ]o una presunzione pe- (p-vlftó- era una dcsignazione gre-
stiani di Corinîo avevano Parteci
ricolosa circa la grazia di Dio, Pa- ca per Delli o per il dio APollo). Vedi anche', Carne: Elenentj del
pato a feste pagane che si teneva-
rallela alla colpa di lsraele nel de- [,ssa proclama\'a, in un modo che mondo; Cuarigione, malattia; Ma-
no nei templi dci loro dèi (tedi Re gia; Principati e potestà; Satana,
ligioni greco romane). Sembra clìc serto, ed essi stessi si esPonevano ricordava qùello degli indenoniati
a coriseguenze analoghe. che incontravano Gesu, che gli diavolo; Spirito Santo; Trionlb
avessero creduto di Poler Parteci
Denafo 440 .1,11 I)iaspora
BÌBL - Aune D., re'or, in 1sat, vol. 1, gli ultimi segni di indipendenza fu-
pp. 919 923; Bclz H. D. led.), The Crcek In tùtto l'impero romano i Giu- tale del Giudaismo della diaspo-
Mogial PaD,n in Trunslotion. Includtae rono soppressi nel 132-135 d.C., tlei godevano il privilegio di re- ra. Fin dal ll sec. a.C. la 7ól, era
Ihe Denoric Spe s,Uni\ersiry ol Chicaeo. i Giudei si considerarono ancora I i gío I ic í ts, religione ufficialmen- stata disponibile Ilella traduzione
Chicago 1986i Brenk F., /, the Lisht aÍthe una volta iù esilio- tc riconosciuta. Così i Giudei del- greca e gli autori della diaspora
Moon: Denonolory in the Eo y Inpe.iat
Peflbd, in ANRW 2.16.3 (1986) 2068-2t45; Qui I'interesse verte sulla di- la diaspora praticavano apena- scrivevano soprattutto in greco.
Colp€ C. er al., Geistet (Diimonek), in spersione volontaria nell'impero rDente la loro relìgione e avevano Inoltre, I'educazione greca, con la
X-4C, voi. 9, pp. 546-79'1, specialrnenre romaoo, verificatasi nel I sec. do- le loro sinagoghe o, come tipica- sua insis1enza sulla retorìcà e Ia
688'700; Conzelmann H., I Corinthians, po Cristo. La diaspora romana è persuasionc e con le sue palestre,
Fonress, Philad€lphia 1975j Dibelius M.,
mente le chiamavano i Giudei del-
Die Aeistetwlt in Glauben des pautus, di gran lunga più importante del- la diaspora, (<case di preghiera) favoriva I'apprezzamento della
Vandenho€ck & Ruprechr, Còtlingen tm9: la diaspora babìlonese per com- (ptoseuchoù. Lontano dal culto cultura greca e I'adattamento al-
Fee D. C., The Firct Episle îo the Co n- prendere Paolo e il ciudaismo del clel tempio di Gerusalemme, la si- la cultura greca.
tl'iars, NICNT, Eerdmans, Grand Rrprd! suo tempo. nagoga serviva come luogo di in- D'altra Darte, i Giudei della
vol. II, coll.741'792. contro per ia preghiera quotidia- Terrasanta che parlavano aramai-
I,ESTENSIONE E CIRCO- na e del sabato, per I'istruzione co resistetlero alle intrusioni del-
T. Paige STANZE DELLA DIASPORA nella Tói.A e per la riunione di va- I'ellenismo, restando radicati nella
- Durante il periodo ellenistico rie comunità. Come altri gruppi Zórrî. Quest'opinione più antica è
un gran numero di Giudei erano ctnici dell'impero, i Ciudei, in al- stata messa in dubbio dagli studio-
DENARO: wdí Aiùto finatrzia- dispersi: mercenari, coloni milita-
rio; Colletta per i santi; Fabbrica- cuni centri più importanti come si contemporanei, in seguito all'in-
ri, schiavi e salariati liberi che la- Alessandria, erano organizzati in terpretazione delle testimonianze
zione di tende; Ricchezza e po-
vertà
voravano nell'agricoltura o come !í politeuma ulficialmente rico- letterarie e deÌle recenti scopertc
rnano d'opera specializzaîa. Le nosciuto, un'orgatizzazione auto- archeologiche.
maggiori concentrazioni di Giudei noma centrale guidata dai suoi 2.2 La visione nùova: punai di
fuori della Palestina si trovavano consigli di amministrazione e co- convergenza - L'opinione piu re-
DIASPORA nei dug paesi immediatamente sriîuente Ie numerose sinagoghe cente non nega una differenza tra
adiacenti, Egitto e Siria. Filone della città. Come sappìamo da re- i due Giudaismi. Tuttavia, gli stu-
SoMMArro - 1. Esr€nsìone e circosranze parla di 1.000.000 di Giudei resi- socolti di awenimenli ad Alessan- diosimoderni hanno messo in evi-
della diasporai 2. Ciudaismo Delìa dia-
spora e in Palestina; 2 . I La vhione anti-
denti in Egirlo duEnte il I sec. dria nel 38-41 d.C., il politeuma denza ì punti di convergenza più
ca: Ciudaismo palerinese oppure elleni, d.C. (Flacc.6.8), con centro ad poteva servire per i Ciudei della che quellì di divcrgenza. IlGiudai-
stico;2.2La visione nuova: punri dicon- Alessandria, dove costituivano un diaspora come mezzo di difesa dei smo palestinese non era né aÌlto-
\erye zat 2.2.1Punti di contallol 2_2.2 ottavo della popolazione e occu-
Varieta del Ciudaismo palestinesei 2.2.3 loro dirifii di fronte all'ostilità dei nomo, né monolitico; era contras-
L'intemo delìa le eralura gr€co-giudaicai
pavano due quartieri della città su Centilì (Filone, Leg. 132). segnato dalla varietà e aveva punti
3. Conclusioni. cinque. Il gran numero di Giudei Mentre si è parlato spesso del- di contatto col Ciudaismo della
nella vicina Cirenaica si dowebbe l'estensione della diaspora e delle diaspora.
Il termi[edmspora si riferisce considerare un'espansione degli sue cause sociali ed economiche 2.2.1 Punti.li contafto - I Giu-
al volontario sparpagliamento o Ebrei d'Egitro. (cfr. Stern), oggi la questione im- dei della diaspora non solo paSa-
dispersione del popolo giudaico da Come l'Egitto, Ia popolazione portante è quella delle differenze vano la tassa del tempio, ma fa-
un capo all'altro del mondo anti- della Siria era composta da un,alta tra il Giudaismo della diaspora e cevano anche pellegrinaggi a Ge-
co. Questa partenza volontaria percentuale di Giudei, particolar- quello della Terrasanta (vedl El- rusalemme per Ie feste (cfr. At
dalla Terrasanta comincìò molto mente nelle grandi città come An- lenismo). 2,9-ll, vedi Colletta per i santi).
presto. Tecnicamente, diaspora tiochia e Damasco. E come la Si- Alcuni, come Paolo, venivano a
non significa esilio, I Babilonesi, ria, un'alta percentuale della po- 2. GIUDAISMO NELLA DIA- Cerusalemme per studiare (vedl
dopo la conquista di Gerusalem- polazione dell'Asia Minore era SPORA E IN PALESTINA Giudeo, Paolo come). Il Giudai-
me, ponalono in esilio la classe di- giudaica. Colonie di Ciudei si tro- 2.1 La visione antica: Giudaismo smo palestinese cercò anche di in-
rigente della nazione e gran parte vavano anche nelle isole greche del palestinese 0ppure ellenistico - fluenzare il Ciudaismo della dia-
del popolo. Perciò, Ì'esilio babi- Mediterraneo orientale e nelle città L'opinione pir) antica pone in Pa- spora, traducendo i librì it1 greco.
lonese fu una deportazione forza- della Grecia e della Macedonia. A lestina un Giudaismo rivolto ver- lnîatti, il lavoro di traduzione ed
ta. Quando, invece, i Persiani per- Ovest, i Giudei risiedevano a Car- so f interno, di lingua aramaica, cdizione della Settanta continuò
misero agli esuli di tornare a casa tagine nel Nord Africa e a Roma centrato sùlla Tórd, e nella diaspo- nel ll sec. d.C,
e molti scelsero di restare in Ba- (dove, nel I sec., ammontavano a ra un Ciudaismo ellenistico, aper- 2,2.2 Varietà nelGiudqismo pa-
bilonia, l'esilio si trasformò in re- 40.000-60.000 persone), come an- to, di Jingua greca, sincretistico leslinese L'uso del greco in Pa-
sidenza volontaria fuori della Pa- che nelle altre città d'lralia (cfr. c rilassato nell'osservanza della lestina illuslra îorse nel modo mi-
lestina. Ma dopo che i Romani di- Filone, l,eg. 36j ciuseppe Flavio, I-egge. gliore la varietà nel Giudaismo pa-
strussero il tempio nel 70 d.C. e Ant. 14, Il0-ll8). Il greco fu la lingua fondamen- lestinese del I sec. Recenti scoperte
l.1l Diatriba
Diaspora
t itlrutdl dnd Reljeiaut LLJe, !-ortress, Phì ne. La diatriba non eÌa Parte di un
archeologiche indicano comunità attestata nella diaspora. Oiasonc l,(lÈlplia l9r4, roL. l, pf. 117_83i SandeE cuÍiculun scolaslico, né era in-
di lingua greca sia a Gemsalemne e Filone rappresentano la diversi- r A., ,,rpr/stúr, in .Ir-8, vol L. tP
sù tà di prospettive nel Giudaismo corporata nella teoria reLotica o
che in Galilea. Iscrizioni greche r\.1 856j Slen M., Dìdspatu. iD Enclùd'
gre- della diaspora, con Giasone che il- \,ì1. 6, pp. 8 19 nei suoi manuali. Però, Pur non
tombe e ossari, nonché nomi
esscùdo un generc letterario, quc'
ci, offrono la loro testimonianza, lustra Ia stretta connessiole tra W R. Stegner slo netodo d'ìllsegnamento orale
silenziosa ma impressìolante. una linea di sviÌuppo del Giudai- potrebbe essere accoslato a una
2.2.3 L'intento della letteratu- smo della diaspora e ùna varieta
moda letteraria. Dal III sec. a C
ra greco-gíudaica - Un ulteriore pietista del Giudaismo palestine- I)IATRIBA in poj la sua forma tinjca era una
punto di convergenza è l'intento se. Evidentemente, il Giudaismo leTjonc o una tesi scritla su luoghj
apologetico della letteratura gre- deila diaspora poteva essere sia ri- !,rir'I\Rx) l. Orìgir€ e uso;2 CaràrLe_ comuni morali o filosot'ici, come
ca prodotta dal Giudaismo. Pur lassato che rigido nella sua osser- Ìisrichei L
Uso pdolino dclladiatrìbai 1
la divina provvidenza, l'aLltocon-
usando le îorme della letteratura vanza della Iór?, come poteva es- Idportanza pcr f inieryreruione delle lct
trollo c l'autarchia.
greca, gli scrittori della diaspora serlo il Giudaismo palestinese. Fi-
scrivevano fondamentalmente per lone, per esempio, osservava la La dìatriba era un melodo o un 2. CARATTERISTICHE - La
i Giudei e per scopi apologetici. Legge e condannava quelli che ùrodo d'insegnamento e diesorta- diatriba non ha strultura o aP-
Lo storico giudaico Giasone di Ci- non lo iacevano. Piuttosto che op-
rene è un buon esempio. Esperto porre i due Giudaismi solo in ter-
rìone usato nelle antiche scuole di fro(cjo tilicj. L'uhliTzazjone di
lilosofia. Era una Parte delmeto molie carattcr i\tichc delh diatri-
in retorica e storiografia greca, mini geografici, dovremmo consi- do socratico in cui il maeslro, ba dipende dalla personalità e dal-
scrisse la storia in cinque volumi derare, con R. N. Longenecker, ri- l'abilità dell'oratorc o dell'autore,
il dìalogo a domande e
della rivolta dei Maccabei (chc l'opposizione dei due Giudaismi in
rLsando
Jposte, guidava lo sludenÎe dalL'er- c daÌ1e particolarità della sìtuazio-
formò la base per il secondo libro termini di atteggiamento e di mo- roÌe alla verita! attraverso la cen_ ne in cr.ri si applica. La diatriba è
dei Maccabei; clr.2Mac2,l9-25), do di vedere: (Si deve notare la caratterizzala da una retorica di Îi
sura (di pensieri e cotnportaù]en-
per sostenere la rivolta dei Mac- spaccatura orizzontale della geo- po dialogico, inclusa l'i[troduzio-
ri inesatti) e la protrcltica (persua-
cabeirrailelrori delladia\Dorae gralia. Ma piu importanre è la filosofia) La ne di avversari o intelloculorì im-
sione a una certa
del mondo di lingua greca. Alìo lrariura \e.icale rra inclinazjoni maginari, obiczioni jPoletiche e
stesso tempo esaltava la pietà del- ebraiche ed eilenisliche sia in Pa- cljatÌiba descrive quesl'attività
d'jnsegnamento e gli scritti che oî- false conclusionì. L'introduzionc
I'epoca maccabaica coD la sua lestina che nella diasporar> (Lon- fróno vere diatribe scolastiche o di un intcrlocutore immaginario
\lrelta o:\et\'anzd dcl .abíÙo e dcl- genecker 2g). D allra parte, non pùò prendere la îorma di una se-
usano le caratteristiche tipiche del
lc lcggi aljmenlari. Lia5one a\e- ii po.rono ignorare del tuiro la rie di domande c risPoste tra 1'au-
va probabilmente passato del.tem geógralia e lhmbienter la diaspo-
la diauiba.
tore e Ì'intcrlocutore. con Ìa sui-
po in Palerina tHengel t9-4. iu ró,nunu lu, nel comfìle.,o. piu
1. ORIGINE E USO I-a diatri- da dell'uno o dcll'altro. obiczio-
I g5-qq). Complelamelre di\er.u inclìnara ver.o la mentàlira ellénì_ ba ebbe origine nei circoli Iiloso ni ilìotcriuhe e tdl\e conclusioni so-
come modo di vcJere. Filone d {- !rica c l.a5,imila/ione clella cullu_ no co\r poste eomtLneLìlente sulle
Iici e neÌÌe scùole retoriche dci so-
le.:andria era filo.ofo e cerca,,ali ra greca di quanto lo fo(.e il Ciu- Ìabbra dell'inlerlocutore, lascian-
combinarc Giudaismo.e lilo.olia daismo della parria. listi. Era usata da lilosofi itineran-
1i che portavano la îilosolia alle do all'autore di introdurle e chia-
per mezzo dell'allegoria. Anch'e- rire obiezioni tipiche o possibili in-
gli cercava di parlare in favore del masse. Si riieneva una lolta che la
Ve(li anche.. EÌlenismo; Missio- diatriba avesse avuto origine con comprensioni dcll'argomenlo di
ci.rdaismo 5iaper :L,iudei che per ne; Re,lcurcTione di lr.aele.
un filosolo cillico, Bione di Bori- cui si parla, e di Passare a una
i non Ciudei. La vasta opera sro- nLLova fase dell'argomentazione
ri..adi Ciu.eppe I ìar io rappr e.en- BrFr Lojrcns. I D .t"ratrh, \tr,\o- stene (325-355 ca. a.C ), ma oggi
se ne dùbita. In ogni caso, chi die- nell'insieme. Qucste obìezioni e
ta al mcglio la letreratura greco- .cc,,.,hp \,trhaah, \\e. r,rr.c.. phta- lalse conclusioni sono resPinte
giudaica del I sec. della Palestina , delph ìa I 9E7 i Heî'sel \4 . , G iudeì G.eci e de alla diarriba le sue caratteristi-
che principalj 1i uno studente di dall'autore, che spesso comincia
"-;:iscrir.c.
Épli altro. oer oarla- Ba'ba'i 4 pPtl]dat.hc.ir.a? ùarJeletu'
*- [ra- l -':--"- con ùna frase come: <Non sia
' ' na -o "'r"ap'.,//r'".a Sud l''bli.i
rC clella .lOfla SrUOàlca a Un puD Bjone, Telete. La diatriba acqui-
)ú,pardq,,B(..ia crtttd..tùdo6nord stò importanza con gli stoici e, Per mailr, Qne genoito)
blico ellenistico e per porre nella aetier;sar, iorrress, pttitatleLphia 1974; Ka La diatriba, inoltre, ha molte
miglior luce possibìle le guerre giu- shet A , The le||s in He eninic.lnd Roman la sua sospetta origine cinjca, 1u
aaicrre. íiK:ijilt\)#f#t:,,::,;fT:"-::.:
conosciuta come diatriba cinico-
stoica.
caratteristicbe in comune con la
retorica greco romana ìn genere:
Grand Rapids 19ó'1; Overnai J A I'/ho amplificazione, personificazione,
3.CONCLUSIONI Lavisione '
werc the Fí6î ttúan Ch stians? urttuni' La diatriba è stata comPresa co-
î'ation in Galilee in rhe Fní CentuÙ' i\ me genere lctterario o stile tipico Íìassinìe. cfrreldl (brevi delti o
più antica dj due Giudaismi mol- azioni attribùiti al popoLo), para-
io <liversi era sbagriata. La prova i,?,ll',| Jllli,i:l\I lk""ti}îi.\f; della predicazione dei fiÌosofi ci-
nir:i e stoici. ma siudi recenli han- soni. csernpi storici liste di vizi e
di una varietà nel Ciudaismo pa- icú,h t'eopte in the titst cent;rt;
Hisîo-
iìrrù, parallelismo, antitesj, iro-
lestinese corrisponde alla varietà ticaloeaerdph!, Palitical Histor!, Sociat' no dimostrato ialsa quesl'opinio-
Diatriba 444 Dio
r'15

nia, sarcasmo e paradosso. Con- pio, Rm 2,1-5.17-21; 9,19-21, oclltori sono solo mezzì d'inse za e scienza di Dio: 3.-1 l-a santita di Dioi
divide molte caratteristiche col l l,l'7 -24; 1 4,4. 10). Paolo introdu-
r!ìameoto. Tutlavia, I'inscgnamen-
3.4 La giùrizìa di Djo; 3.5 L'aÙorc c la
dialogo îìlosofico e le tesi retori- ce un interlocùtore giudaico che si graTìa dìDioi l.6 La bonrà e ledcLtà di
Lo mediantc diatriba non impedi- Dioi 3.1 L'incompa.abìli1à di Dio;1.8
che, vanla nei confronti dei Gentili L'ùtrità di Diot .1. Ricapilolazione.
rce di fare riferinento a una situa-
(Rm 2,17-29) e poi dialoga con lui
(Rm 3,1-9i 3,27-4,2). Introduce /ìone concreta. Conoscendo Pa-
3. USO PAOLINO DELLA DIA- È cluasi impossibìle provare a
rccchi membri delle comunità ro
TRIBA L'uso della diatriba da anche un interlocutore gentile chc
rnane, Paolo può lar riferiInento esprimere in modo conciso e sin-
parte di Paolo è stato pienamente si vanta nei confronti dei Giudei tetico il pcnsiero dì Paolo su Dio.
rr situazioni della Chiesa attraver-
riconosciuto all'inizio di questo se- (Rm 11,17-24). lÌ secondo tipo di Anche se necessaria, quest'impre_
\o glj insegnamentj scelti e gli ap-
colo, soprattutto da Bultmann. dialriba consiste in obiezioni e fal-
procci usati per presenlarli. Quc- sa è rischìosa per moltimotivì. ln
Nella sua dissertazione, egli nota- se conclusioni dalÌe argomentazio- primo luogo, ìl pensiero di Paolo
\to è senz'allro vero per Galati c
va che la dialriba era usata daì fi- ni di Paolo, tratte dalf interlocu- non è sistenìatico, né speculativo.
losoli popolari e si trova anche tore. Spesso mettono in I Corinzi, dove elementì diatribi-
risalto
ri îanno rìîerimento alle situazio- liuttosto, come la composizione
nelle lettere di Paolo. Conclude- possibili interpretazioni errate di
ni delle rispetlive comunilà. dclle sue lertere, il suo insegna-
va che, nella sua opera missiona- uÌ] punto, 1e correggono, e porta- mento vuolc rispondere ai bisogni
ria, Paolo si comporLava come un no ad alt punti dell'argomenta- delle comunità. Perciò Ia sùa
predicatore itinerante cinico. Tut- zione. Spesso sono respinte con Ve.li otlthe: Crilica teloricai Fi-
<dottrina di Diot non fa parte di
tavia, considerata la funzione di l'espressione (Non sia maì!)) (me losofia; Insegnamento, parenesi;
vjr- una teologia ragionata, ma è im-
insegnamento della diatriba, è mol- genoito), accompagnata daì mo- Retorica; Romanì, lelLera ai; plicita nella sua maniera pastora-
to piu esatto dire che Paolo inse- tivi del riiiuto (Rm 3,1-9.31: tù e vizi.
ìe e pragmatica di trattare le situa-
gnava alle sue Chiese in ùn modo 6,1-3.15-16; 1,1.13i 9,i4.19 20; zjoni umane. E ancora, egli afî€r-
che ricordava un maestro-filosofo l l,l.l l.l9-20). ÌrrBr Buh an! R.. Dcr Stil det pdrlì
rlsthetl Prcdigt n d lie k.tntech sîoische ma senpre di rispecchiare <il Pen-
mediante censura e prolretîica. La /)Airlà?, IRLAN I 13, VNdenhoeck & Ru siero di Cristor (1cor 2,16) e si
natura dialettica della diatriba non 4. IMPORTANZA PER L'IN- |rcclìt. Gótringc l9l0i Doùlded K. P., aspetta che anche i suoì facciano
la renderebbe adafta alla predica- TERPRETAZIONE DELLE t-i1Ìse Pt\uppasitbns ìn tht Stu.l! ol Ro
alrrettanto (Fil 2,5). AlLo slesso
ntrns, in CBQ 36 (t911) 3i'2 lj5i KurasCl
zione evangelica. LETTEREDIPAOLO La pie- \ ., Diaîibc il Arcient Rh.!otì&l Theotl tempo, Dio non è mai lontano dal
Nessun libro del NT può essere na valutazione del ruolo della dia- /ir;1, /"rporr.t, Colloquy 22, Thc Cl.rìter suo pensiero. Usa così spesso la
descÌitto come diatriba. Alcuni li- triba nelle lettere di Paolo è stata or Lrnren€uti.al Studies, Betk.l.y l916i parola Dio, da raggiungere il qua-
bri, piuttosto, mostrano caratte- d'aiuto nella loro interpretazione, s.lrùreller T., Pdulus un.1 díe <Diúrìh?,,
)'ll Abh 19, Aschendorlf, Nlùnsrer l9E7i ranta per cento di tutti i riferimen-
ristjche diatrjbiche, e sono presen- soprattutto per la lcttera ai Roma- !Lo\rers S. K., lle didrlire und Paul's Leî ti del NT (così Morris 1986).
tati meglio come <<modi> di dia- ni. Dal momento che la diatriba !.t îo fhe Roì 1rs, SBLDS 57. SchoÌars. Inoltre, 1e lcttere di Paolo sono
triba. Paolo usava la diatriba in era uno strumento d'istruzione ahico (cA) l98lr ld., The Dìltrlbe, ft D. scrittc per le comuniîà riunite per
modo creativo. adattando le sue neile scuole îilosofiche, non si usa- ll Aunc (ed.), Cre.o Àoflu, Lileraturc dnd
/l.rv?r 7_.rldr€rr, Sul SBS 21, Scholars, il culto, dove dcvono essere lette
caratteristiche alle necessità del va per polemizzare, ma per istruire ,\tlanLa 1988. pp. 7l 8li Wallach B. P.. ,l ad alta voce (iTs 5,27; Col 4,16
vangelo, alle sue comùnilà, al suo ed esortare. Perciò l'uso della dia- tlistart DJ rhe Dìau ibe.totn the Aritin ul e in nodo implicito Fm 2). Qùe-
stile retorico e al genere letterario. triba in Romani non indica che ia lp lilst CentuD' R.C. und d Studt oÍ the
ttìJtue e ol th. (ienre upo Lu(ctlus II, sto vuol dire che la nota dossolo-
Alcuni elementi diatribici si trova- Paolo è in polemica col Giudai- eJúJr9.l ltesi noù pubblìcata, uni\ersity ol gica risuona iù tutto l'epistolario.
no in parte delle lettere di Paolo smo (per esempio, Rm 2,17-29) o ÌLLiiois at U.bana. l!74). Spesso darà enlasi ai suoi scritti
(lCor 6,12-20; 15,29-41: e 6al con gruppi specifici all'interno con slanci di Ìode a Dio e celebra-
3,1-9.\9-22), ma sono ùsati mag- delle assemblee romane, ma inse- D. F. Walson
zionì della sua grazia e bontà (per
giormenle nella lettera ai Romani. gna il suo vangelo ai Romani pri- csempio Rm 11,33 36; 2cor 9,15;
La diatriba in Romani è slala ma della sua visita imminente (Rm
DIAVOLO: redl Satana. dia Gal 1.5: Fil4.20;2Ts 2,16). L'in-
ampiamente studiata da S. K. Sto- 1,8-15; 15,22-29). Gli interlocutorj segnamento piir vero di Paolo su
rolo
wers, sulla cui opera si basaùo il non sono grùppi specifici, ma vo- Dio è lispecchiato da questa esul-
presente studio e la maggior par- ci retoriche che sollevano possibili tanza liturgica, soprattutto da1 suo
te degli altri. Soprattutto Rm 1 11 obiezioni o comprendono male il uso di Credo, inni, brani poelici
mostra alcune caratleristiche del- vangelo di Paolo.
DIO
e preghìere (vedl Elementi liturgi-
la diatriba. tra cui domande relo- Si è detto, inoltre, che, dal mo- ci in Paolo).
riche, personificazioni, paragoni e mento che Paolo usa la diatriba in !(r:uARro L AÌcùne premesse .ssenzia_
Ìii 2. Dìo crealore, ladre e rel 2.1 Dio lnoltrc, gran parte di cìò che
liste di vizi e di virtir. Predomina- Romani, non si riferisce a una si- crearorci 2.2 Dio padrci 2.1 Dio r. e gìu Paolo aveva di piii caro nclLa sua
no due principali tipi di diatriba. tùazione concreta dei ledeli roma- dicc; 2.,1 AÌtrì titoli di!i ii2.4.ISpiriloi fede apparleneva alÌe sue alìcestra-
Il primo è un discorso a un jnter- ni (redi Roma e il Cristianesimo 1.4.2 Salvator€; 2.4.3 Onnìpot.!lc,/^ltj!
li crederze giudaiche e, piu che di-
locutore immaginario (per esem- romano). Le objezioni degli inter- simo; 2.4.,1 Sovranoi L Gli alrrìbutì di
!ìni; 3.I L! glo'ia di Dioi 1.2 I-a sapicn venire espressione scritta, esplici-
Dio 446 I.t 1 Dio
ta, era alla base delle sue idee e del lui che possiede il potere supremo ir\\iÌno eîa stato talmente allonta- daica dell'amore di alleanza di Dio
suo modo di vedere. Nella parte nell'ordine della natura. Nel perio- rrrrto dalla propria creazione, che per lsraele, amore indefettibjle e
seguente procederemo, perciò, a do intertestamentario i Giudei cre- ,rvcva bisogno di intermediari per sicuro (questa certezza è alla base
un breve studio dello sfondo devano fermamente nello stesso llìlntenere iÌ contatto col mondo dell'argomenrazione di Rm 9-l l;
giudaico-veterotestamentario. rapporto fondamentale di creazio- trna cfr. Abelson 46-54; Sanders vedl Israele). AncoÌa ùna volta pe-
ne tra Dio e il suo mondo, aggiun- ()1, 304-305; Dunn 198-199). L'ap r'ò, la îede gjudaico-veterotesta
1. ALCUNE PREMESSE ES- gendovi la convinzione che la 7ó- t)roccio neotestamentario non ha mentaria che Dio è uno, che ha ri-
SENZIALI Paolo, come gli al- rA (Legge) o Sapienza fosse servi- Ììiente di questa distanza. L'idea velato se stesso nella îó,"d e si è
t scrittori del NT, non si sforza ta a Dio come intermediaria per la rìcotestarnentaria di Dio è collegata impegnato in un rapporto di al-
assolutamente di provare l'esisten- creazione, un'idea che poftò a per- rrlla Rivelazione dell'AT. non alle Ìeanza con Israele suo popolo, ve-
za di Dio. Ammette, in base alle sonilicare la Tórà e la Sapienza. rpeculazioni giudaiche correnti. niva modificata crislologicamen-
sue ancestrali credenze giudaiche Con Paolo, questo ruolo di in- Tuttavia, la trascendenza di Dio te da PaoÌo. Tultavia, non è ne-
e alla sua educazione come pio uo- termediario è assunto dal Cristo ò in qualche modo convalidata gando questi dogmi fondamenta-
mo della diaspora (Fil 3,5; 2cor preesistente, soprattutto nell'uso dalla maestà e particolarmente li della îede atavica che Paolo so-
11,22, Gal 1,14; vedi Giudeo, redazionale dell'inno cristologico rlalla santità di Dio, così caratte stiene il carattere delinìtivo della
Paolo come), che Dio esìste, che di Col I,15-20 (cfr. commentari). ristiche degli scritti veterotesta- nuova relazione (clì. Hays). Infat-
ha creato I'uomo e continua a in- Resta, però, il fatto che il mono- rnentari, specialmente dei profeti. ti, egli coÌìserva il suo monoteismo
teressarsi alla sua creazione (1Cor teismo di Paolo, che ritiene I'atto I-'affermazione di Is 57,15 illìistra (Gal 3,20; lCor 8,,1.6; cfr. lTm
11,7-8). Per quanto importante creatore di Dio come il solo che dà la differenza essenziale tra le idee 2,5) e accorda al dono della IólA
possa essere cercare di provare fi- origine aÌla creazione, è saldo dell'AT e gran parte della teolo una gloria che accompagnava
losoficamente I'esistenza di Dio, (lCor 8,6; 2Cor 4,4-6), anche se gia trascendentale giudaica: (Poi- qùell'evcnto (2Cor 3,7.9). Israele
Paolo non dà nessuna indicazio- arriva ad accordare un ruolo co- ché cosi parla l'ALto e l'Eccelso, e ancora una nMione eletta, amata
ne diretta. Secondo le risposte e i smologico al Cristo preincarnato. che ha ùna sede eterna e il cui no da Dio a causa dei padri (Rm
discorsi che di lui ci vengono rife- Tale <monoteismo cristologico) è me è santo: "ln lùogo eccelso e 11,28). D'altra parte, l'unità di
riti in At 14,15-17 e I'l,22-31 (ve- stato considerato come l)unico santo io dimoro, ma sono anche Dio è compr-esa in modo da lar
dl Atene, Paolo ad), egli traeva contributo di Paolo al pensiero del con gìi oppressi e gli umiliati"). posto a Gesù Cristo come la (for-
dalla creazione e dal suo continuo NT su Dio e sul cosmo (Wright, Questa combinazione di altczza e ma)) (Fil2,6), o <immagìne> (2Cor
sussistere gli argomenti in favore CIínox 120-136), Derivava proba- di tenerezza è una caratteristica es- 4.4 6; Col 1,15) o <Figlio> (Col
delìa cura prowidenziale di Dio. bilmente dalla risposta di Paolo senziale del NT e îa comprendere 1,ll; Rm 8,29.31) diDio. La glo
Questa linea di ragionamento - allo gnosticismo incipiente a Co- I'idea neotestamentaria di Dio. ria della lórd era limitata al prin-
che Dio è conosciuto, almeno in dnto, che poneva una grande di- Quest'idea altamente morale era cipio e ora scompare di fronte al
parte, dalle opere create e dal fat- stanza tra l'Altissimo e il mondo, in îorte contrasto con le valie e la maggiore gloria che si manife-
to che prowede ai bisogni dell'uo- e più tardi (a Colosse), dovendosi spesso immorali divinità contem- sla nella nuova era della venuta
mo - è ampliata in Rm 1,19-23. opporre all'idea ellenistica di un poranee, adorate dai non Giudei del Messia (2cor 3,7 11; cfr. Bel-
Tuttavia, la Rivelazione ha solo gruppo di intermediari tra Dio e nel tempo in cuj iniziava il NT. leville, Newman). E Israele, rifiu-
un valore limitato, in quanto le si I'universo, Paolo insisteva che nel- Non è possibile rendersi conto del- tando il vangelo di Paolo, si tro-
oppone la tendenza umana all'i- la persona di Gesù Cristo (Col la Rivelazione del NT, se non la va attualmente sotto il giudizio di-
dolatria e alla perversione. La teo- 2,9), allo stesso tempo trascenden- si considera in stretta connessio- vjno e in pericolo di esser getta-
logia naturale, per Paolo, ha l'ef- te e incarnata, abitava tutta la pie- ne con I'idea veterotestamentaria to via come i rami tagliati (Rm
fetto di accrescere e mettere a fuo- nezza Q)lerama) della divinità. di Dio. Quei movimenti, di cui il I l,l9-20; tedi Ulivo).
co l'iniquità umana (cîr. Hendry). In questo modo Paolo, pw par- piìl antico era il marcionismo, che L'ùltima parola, comunque, è
Paolo, come gli altri scrittori del tendo dall'idea veterotestamenta- avevano cleato una spaccatÙra tra sull'amore immutabjle e la grazia
NT, condivide l'idea, presente nel- ria di Dio, trascendente rispetto al- AT e NT, si accostarono al pen- di Dio (Rm I 1,29.32), che appare
I'AT, di Dio creatore dell'univer- la creazione, il Santo, pÌrò anche siero del NT in condizioni molto rivelata e resa efficace in Cristo.
so. Il racconto della creazione si mettere in reìazione Dio col mon- sfavorevoli, perché non avevano I'eletto e l'incarnazione dell'amore
concentra sulf iniziativa creatrice do, in modo immanente median- la chiave per comprendere l'idea divino (Rm 8,29-38). L'anore di
di Dio, e quest'idea di Dio auîore te Ia divina presenza, ora indivi essenziale di Dio nel NT. Non era Yhrvh per Israele, immotivato (Dt
del mondo creato è essenziale per duata nella ligura del Gesù terre- qualcosa che sorgeva ex nihilo, ma 7,7-8) e persistente (Osea), è solo
il pensiero dell'AT. Si aîferma, no, soprattutto nella sua morte e il risultato di un lungo periodo di un assaggio dell'amore universa-
inoltre, che il Creatore è anche qo- risurrezione. Questo era necessa- Rivelazione, di cui il NT era il le di Dio per il mondo nella sua
lui che sostiene la sua creazione. rio a causa della prevalente idea compimento. riconciliazione (2Cor 5, l8-21 ; ve-
I cieli e la terra sono l'opera delle trascendentale di Dio durante il Allo stesso modo, Paolo co- r1i Pace, riconciliazione) e pe. la
sue mani ed egli è visto come co- periodo intertestamentario. L'Al- struisce sulla sua convinzione giu- Chjesa nel suo deslino (Eî 1,1 10).
Dio 448 .1,19 Dio

2. DIO CREATORE, PADRE E coìoro che proibiscono le cose \lo piutlosto diverso dall'idea del- È impo.tante esaminare l'inse-
RE - La dottrina di Dio è così create da Dio per il bene dell'uo- 'AT. L'enfasi sull'attività creatri- gnamento di Paolo sul rapporto
îondamentale in tùtte le parti del mo (lTm 4,3), in base alla presun- .e di Cristo nulla toglie all'attivi provvidenziale di Dio coo ia sua
corprs paolino, che gran parte zione, errata, che Dio non abbia Là crealrice di Dio. E inîatli, I'at- creazione, come anche notare le
delle tesrimonianze è dara più da un rapporto diretlo con la mate- ro creatore è visto come una uni- sue convinzionì iondamentali suÌ-
supposizioni che da affèrmazioni da, ritenùta di per sé cattiva (un Ì:ì Come abbianìo notato. il tema l'opera creaLrìce di Dio. I'aolo dà
speciliche. Ci sono tuttavja mol- tratto gnostico). Questo è il motì- appare in Col t,l6: <poiché ìn lui una risposta alla domanda sull'at-
1e affermazioni altamente signifi- vo per cui, in precedenza, Paolo (cioè Cristo) tulle le cose sono sta- tività continua di Dio all'inlerno
cative. Discuteremo i seguenti era ricorso al Sal 24,1 per affer- le create, quelle nei cieli e quclle dell'ordine creato. Non si sostie-
aspetti: Dio creatore, la provvi- mare il suo insegnamento che tut- \ìrlìa ierra... TuLte 1e cose sono ne l'idea chc, avendo creato il
denza di Dio, Dio padre, Dio re to ciò che Dio dona per mangiare \late create per mezzo di lui e in nrondo. Dio lo abbandona a se
egiudice, vari altri titoli divini, e e bere è buono, purché Io ricevia- vìsta di lui>. lCor 8.5-6 fa un'af- stesso. Lo siondo dell'approccìo
poi sommariamente, gli attriburi mo riconoscendo Dio come dona- Jermazione simile. basata su una paolino è molto diverso. La Prov

di Dio. tore (1Cor 10,26-31; cfr. 1Tm confessione di fede, che a sua vol- videnza è londata sul nrodo di es-
2.1 Dio creatore Non c'è 4,5). Si respinge con fermezza ta risale allo srer?a giudaico- sere di Djo, che è pcnsato costan-
dubbio che i cristiani abbiano cre- (Col 2,23) un insegnamento diver- vcterotestamcntario (Dt 6,4; clr. tcmenLe all'opera e vilalmente in
duto senza discutere che Dio fos- so che proibisca (Col 2,21) attivi- Wttqhf . One Coc\. teressato al benessere deLl'oPera
se il creatore dell'universo. Lo sa- tà come mangiare e bere, insieme Questi passi insegnano con delle sue nani. Come nolavamo
pevano sia dall'AT che dall'inse- ai rapporti sessuali coniugali. I chiarezza non solo chc Dio ha prima, il discorso di Paolo a Li-
gnamento di Gesu, Nel sùo discor- rapporti îra sposi sono onorevoli creato per mezzo (dra) di Cristo, stra (At 14,17) pone l'accenlo sul
so agli Ateniesi, Paolo coraggio- e necessari in circostanze normali ma anche per (els) Cristo, dando fatto che Dio non cessa dì control
samente presentava il Dio che ado- (lcot 1,1-'l). ci alcùne indicazioni sul fine divi- lare le stagioni e concedere i frut-
rava come (il Dio che ha fatto il Paolo rispecchia la stessa con- no dell'ordine creato. L'inîinita ti. Nel discorso davanti all'Areo-
mondo e tutto ciò che contiene, vinzione dell'AT che la creazione sapienza del Crealore nella crea- pago (Al 17,25), Paolo aficrma
che è Signore del cielo e delÌa ter- non è coeterna al Creatore e non zione appare come cristocentrica, che Dio dà a rutte lc creature la vi-
raD (At 17,24). La sua potenza è il prodotto di una diviniîà infe- piuttosto che antropocentrjca. Il ta c il respiro (vedr'Alene, Paolo
creatrice appare anche nell'affer- riore, come poi nello gnosticismo. NT non sostiene Ì'aPPaÍenenza ad).
mazione che gli uomìni sono sua Dio è l'autore di rutto ciò che esi- del mondo all'umanità, ranne chc ln Atti si attesta la Provviden-
stirpe (At 17,29), rispecchiando il ste, benché a Paolo interessi so- nel caso in cùi si îaccia riîerimen- zadi\ina nella vila di Paolo come
tentativo di Paolo di stabilire un prattutto l'elezione divina pre- ro a Gesù Cristo (1Cor 15,27, ba missionario, specialmente nei ri-
punto di contalto col sùo uditorio, mondana del popolo. In Ei 1,4 si sato sul Sal 8). Paolo accenna schi aì quali era esposto e nella via
di cui alcuni, come gli stoici, con- usa per l'elezione divina 1'espres- (lcor 3,22) che i credenri sono attraverso la quale si dice che Dio
servavano l'idea che gli uomini sione <prima della fondazione del clìiamati a considerare il mondo 1o abbia îatto passare (cfr. At
fossero la famiglia di Dio (cfr. mondo>), indicando così che il come proprio, anche se è transi- 27,24-26). Rilroviamo la stessa
I'Inno a zeus di Cleante, per il Creatore esisteva indipendente- torio (lCor 7,31), ed essi attendo- convinzione di una sovrintenden-
quale vedi Inni, frammenti inni- mente dall'esistenza materiale del- no iÌ dono della patria eterùa (Fil za dìvina deglì avvelÌimenti, a di
ci, canti, canti spirituali). Nel suo la creazione. 3,20-21) al momento della paru' spetto di evidenti contratlempi
discorso a Listra Paolo fa ùn'af- Paolo non discute iì modo del- sia. La creazione stessa legata aÌ-
è e pericolj, nell'eÌencazìone paoli-
fermazione simile sìrlla potenza la creazione. Usa un'immagine la condizione umana, come Pao na di una <serie di triboÌazioni)
creatrice di Dio (At 14,15). comune veterotestamentario-giu- lo riconosceva chiarametlÎe Par- Q)eistaseis-kaLalog è il termine
Nelle sue lettere Paolo distan- daica (come in Eb 11,3, che si ba- lando dei gerniti della creazione lecnìco corrente in studi sulle af-
zia il Creatore dalle creature, co- sa sul Sal 33,6.9; cfr. Gn 1,3) di in attesa della liberazione (Rm îli7ìoni di Paolo: vedi Alflizionì.
me in Rm 1,25. Si dice, jnoltre, una parola potente che dà origine 8,19-25). L'interesse suscitato oggi provc, dif ticoltà, tribolazione) in
che la creazione riflette l'opera del alle cose (2Cor 4,6, basato an- dal cattivo uso della creazione ha 2cor 4.7-15; 6.4-10: 11,21 29;
Creatore (Rm 1,20). Inîatti, essa ch'esso sul Sal33). Piu impoÍante messo a luoco qùesto aspetto e ha lCor 5,30 32|' Fil 2,17.
1

mostra qualcosa delle qualità di- del modo è l'agente. Mentre in mostrato la straordinaria impor- fìenché la PÌovvidenza abbrac-
vine (il potere eterno di Dio e la Cenesi si parla dell'azione dello tanza della concezione di Paolo. ci tutti i popoli, la cura particola-
sua divinità). Può farlo solo per- Spirito (Gn 1,2), ora si dice che la Tu o il problema ecoÌogico di non re di Dio è per il suo popolo, pro-
ché è I'opera diretta delle sue ma- creazione è awenula per mezzo di sprecare le risorse naturali ed evi- vato dalle trìbolazioni (Rm
ni. Ci sono specifiche aîfermazio- Cristo. Questo ha una grande im- taÌe l'ìnquinamento ambientale co- 5,1-10), e la sua beùevola conside-
ni che tutte le cose sono state fat- portanza per la crìstologia. Ma per me iine /n sl (per quanto lodevole razione per tutti i casi dclla vita è
te da Dio (Rm 11,36; lcor 8,6j ìl momento sclve a úettere l'idea e necessario), mal corrisponde al- celebrata in Rm 8,28, che, con tut
ll,12; cîr. El 3,9). Si confutano paolina di creazione in un conte- f idea di creazione (perD Cristo. ta probabììità, si dovrebbe rende-
Dio 450 451 Dio
re così nelle traduzioni moderne: ottenere la piena accettazione di compassione, alla quale Paolo fa se, nei processi, potrebbe essere
(In tutto Dio opera per il bene di Dio come padre. Con la venuta di appello, con un'espressione trat- chiamato a spedmentare sofieren-
qÌrelli che amano Dio e sono elet- Cristo questi accenni di paternita La dalla liturgia sinagogale (così ze per Cristo (Fil 3,10) aspettan-
ti)r, anche se sono chiamati a sof- emergono in un'jdea di Dio che Martin 1986, 6-12), per esortare do la risurrezione dai morti (Fil
frire per amor suo. Questo porta mostra come la forma piu intima con maggior lorza a71a fermezza 3,1 1).
all'insegnamento sulla paternità di della relazione ùmana (genitori- nelle tribolazioni (2Cor 1,4-7). Si Un'alra osservazione, che è
Dio. figli) non sia altro che un riflesso dice che ogni paternità umana de- molto importante in ogni ricerca
2,2 Dio prdre È proprio l'i- della caratteristica essenziale di rìva dalla paternità divina (Ef sull'idea paolina di Dio e che di-
dea di Dio come padre la più ca- Dio (cfr, piìr avanti il commento 3,14-15), mostrando così che Dio stingue il NT dal Giudaismo an-
ratleristica dell'insegnamento del a Ef 3,14-15). non è chiamato Padre in base a tecedente, è l'uso della forma,4ó-
NT in genere e dell'insegnamento Nella letteratura paolina la pa- un'analogia umana! come se la àa da parte dei cristiani nelle co-
di Gesù in particolare. Mentre il ternità di Dio è vista in tre modì: paternità umana fosse l'approssi- munità paoline (Rm 8,15; Gal
mondo pagano contemporÍLneo è il padre di Gesrì, il padre dei cri- mazione piir vicina alla relazione 4,6), certamente basato sull'uso
provava paùra o incert€zza per i stiani eil padre di tutta la creazio- tra Dio e l'ùmanità. Piuttosto, la del termine da parte dello stesso
suoi dèi (vedi Culto), f idea cristia- ne. E importante notare che la re- paternità appare inerente alla na- Gesù nel rivolgersi a Dio (Mc
na della paternità divina porta un lazione padre-îiglio in riferimen- tura divina e determina tutto ciò 14,36). Questo modo aramaico
elemento incompaÌabile di ìntimi- to a Dio è quasi interamente riser- che di più alto e piu santo vi è in ('aDra) di rivolgersi a un padre era
tà nel rapporto dell'uomo con vata per coloro che credono ed è ogni paternità. Quest'interpreta- in origine un termine del linguag-
Dio. Tuttavia, benché nella con- il sultato dell'attività di redenzio- zione di Ef 3,14-15, sostefluta da gio infantile (sebbene la questio-
cezione di Gesù riportata nelle let- ne di Dio. Si è già parlato della re- autorevoli autori antichi come ne sia dibattuta: cfr. Barr), ma si
tere ci siano aspetti sorprendenti lazione creativa trattando della Atanasio e da scrittori moderni estese all'uso familiare, acquistan-
della paternita divina, I'idea non Prowidenza di Dio. Qui trattere- come F. F. Bruce (cfr, la discus- do pressappoco il significato di
è assente dall'AT o dall'uso giu- mo della relazione particolare con sione in Lincoln 1990,201-204\, è (padre mio) o (caro padre)) (cioè
daico. Dio è concepito come pa- i credenti. stata oggetto di contestazione: il una forma affettuosa). E una for-
dre del suo popolo. Il re d'lsraele Nel saluto di apertura in tuite testo può semplicemente significa- ma unica, in quanto, come modo
poteva essere concepito come fi- le lettere di Paolo, Dio è descritto re che Dio è il padre di tutte le fa- di rivolgersi a Dio, non ha paral-
glio individuale di Dio (Sal 2; ve- come padre. Costituisce una pre- miglie nei cieli e sulla tera. leli certi nell'AT o nel Giudaismo.
di Adozione, figliolanza). Israele messa fondamentale per tutto ciò Ma dobbiamo chiederci cosa si- Il suo uso da parte di Gesil mo-
poteva essere chiamato (mio fi- che I'apostoÌo scrive in queste let- gnifichi (patemità>, applicata a stra quanto sia lontana da ogni
glio) (Os 1l,l). Ma era probabil- tere. Inoltre, lo si trova spesso ri- Dio. Trattandosi di credenti, signi- îormalità la sua idea di Dio come
mente un'idea nazionalistica piir flesso nel corso della discussione, fica che Dio è la sorgente della lo- Padre. La lotna Abba ha n sé
che una relazione individuale, seb- sia dottrinale che pratica. Infatti, ro vita spirituale e riversa su di lo- un'intimità e una familiarità, che
bene ci sia uno sviluppo nella di- nessun'altra concezione di Dio do- ro il suo amore. Dio si preoccupa introducono un fattore del tutto
rezione di una relazione persona- mina piir di questa Ia teoiogia di del loro benessere (Rm 8,28) e an- nuovo nel modo di rivolgersi a
le con Dio come padre in Sir 4,10, Paolo. E non si trascura nemme- cbe della loro crescita in modo Dio. E il fatto che Pàolo la citi nel-
Ciub. 1,24-25 (ve-
Ps. Sal. l'7 ,30 e no l'aspetto materno della relazio- conforme al suo amore e alla sua la formulazione semitica, resa poi
di Figlio di Dio). Allo stesso tem- ne divino-umana, anche se è sol- santirà (Ef 5,1; Col 1,12,lTs2,12: in modo inesatto in greco, sembra
po, tenendo presente il concetto tanto implicito neì modo in cui 4,7.9). P Paolo, alìora, questa indicare un'origine litwgica. Il ter-
ebraico di soìidarietà. si dovreb- Paolo descrive il suo ruolo pasto- caratterizzazione di Dio è il crite- mine ricorre quando si parla a Dio
be dire che questa paternità cor- rale (Gal 4,19; lTs 2,7) come ri- rio e la norma di quanto dobbia- nella preghiera e in ambiente co-
porativa non escludeva l'idea di flesso della sollecitudine di Dio mo comprendere col nome (Dio>. munitario (notare che nei due te-
relazione individuale. E prepara- (yedi Pastore, PaoÌo come). Supremamente, Dio è il Padre di sti paolini il verbo corrisponden-
va I'idea per il suo pieno sviluppo Talvolta il titolo <Padre>r viene Gesir, il Figlio amato (Col 1,13; te è krazeín, gddare), e in tutti e
nel NT. speciîicato per aggiungere ricchez- vedi Fi.glio di Dio). E intenzione due i casi si invoca I'opera e la te-
Alcùni salmi, espressione di pie- za al concetto. Dio è descritto divina riprodure nella vita del po- stimonianza dello Spi to Santo,
tà individuaie, parlano di Dio in molte volte come il Padre di Ce- polo di Cristo l'immagine di suo Lo Spidto è l'agente, mediante il
modo più illtimo, come accade nel sìr Cisto, ma è anche il Padre del- Figlio, di modo che, col ministe- quale i credenti arrivano a ricono-
NT, ma la relazione padre-figlio la gloria (El 1,17), vale a dire co- ro dello Spirito (2cor 3,18), dive- scere e acclamare Dio, come qual-
non è formulata speciîicamente. lui la cui presenza è awolta da nendo questa stessa immagine cuno conosciuto e intimamente vi-
L'idea di Dio come pastore (come un'aura di maestà e di potenza, un sempre più evidentefino alla fine, cino. Come segno dello (spirito di
nel Sal 23; Is 40; Ez 34), pur in- numen atlîaente e misterioso; e al compimento della salvezza, es- figliolanza/adozioneD, lo Spirito
troducendo un'idea sorprendente- <Padre misericordioso)) (2cor so diventi (conforme all'imma- pone il sigillo della sua testimo-
mente tenera di Dio, non riesce a 1,3), cioè conosciuto per la sua gine> di Cristo (Rm 8,29). For- niaMa suì credenti, figli di Dio, li-
Dio 452 ,153 Dio
berandoli dalla religione nomisti 9,19 26 (idee trattc da lsaia e Ge- sto, sottomesso a Dio, è una real- cristiani che giudicavano i loro
ca con la sua incertezza di Dio e relnia e comprese ùeLla Sapienza rà presente (lCor 15,25; Col 1,13; fratelli. Ciò che non è considera-
la paura pagana, simile per Pao- dj Salomone). La sovranítà, dun- Irf 5,5). Dio è più potente dei do- to legittimo per gli uomini per
lo alla schiavitu (Rm 8,15-16; Cal quc, è inereùte all'attività creatri- rninatori di questo mondo (lCor Ìe ragioni date iù lcor 4,3-5 - ap-
4,5-7). Così il grido,4óra diven- ce di Dio. 2,6-8; vedi Principati e potestà). partiene invece all'essenza- deLla
ta per le comunità paolìne un pun- In accordo con I'idea di regali- Le potenze del male (principati e natura divina (cfr. Kuck). E con-
io d'ingresso nell'esperienza di un tà. troviamo l'uso del titolo (Si- potestà) non possono jntetferire siderato gjusto e conveniente in
rapporto iamiliare con Dio, che è gnore> applicato a Dio, Lúa carat- con io scopo di Dio in C sto (Rm PaoÌo che il re divino eserciti la
jL Ioro privilegio e la loro eredità teristica lessicale che si trova spes- Iì,37'39). sono già stati
hfatti, sua prerogativa di giudizio. C'è,
sotlo la nuova alleanza di grazia so in Paolo. F, un altro titolo pre- soggiogati (Col 2,15; vedl Trion- per ammissione, un certo elemen-
(cfr. Byrne, Scott; vedl Adozione, valente nell'AT, e ripreso nelNT. io). Il primo annuncio (in Col to di severità in questo aspetto di
ligliolanza). Sìgnoria e sovialìità richiedono un 1,16) della creaziore di questi po- Dio (Rm 3,5-6, sebbene Paolo am-
2,3 Dio re e giudice In lùtto talc rigoroso standard di obbe- teri cosmici in Crislo e per mezzo metta di parlare alla maniera uma-
il NT ci sono tracce dell'ìdea di dienza, che l'annuncio di questi te- di Cristo pone un problema, che na). Paolo, che ammette il lato se-
Dio come re. La incontriamo so mi è suîlicientemente attestato in si pùò lorse risolvere supponendo vero di Dio, è tuttavia attento a
prallulto neÌl'esprcssione (regno Paolo, per esempio Fil 2,1 I ; Rm che tali poteri, riconosciuti dai fi- collegarlo anche alla sua bontà
di Dio, o (regno dei cieli>. Ma 14.11 12. Il diritto csclusivo di Dio losoli di Colosse, fossero venera- (Rm 11,22). Perciò è importante
chiaramente l'idea di regno implì- al culto e alla deîerenza è indiscu- ri al posto di cisro (col 2,8.18.20) vedere i giudizi di Dio attraverso
ca un re che csercita il suo domi- tibiLe (clr. Is,15,23, citato dai dùe ecosì dovessero essere vinti e (ri- il prisma della cristologia di Pao-
nio sopra i suddili. In molti passi passi paolinj). UrÌ comportamen- conciliati). Paolo vede l'atto fina- lo. Dio giudicherà il mondo con
dell'AT Dio è visto cone re, po- to diverso da parte degli uonini le della storia con la sottomissio- giustiziai un aspetto del suo esse-
nendo così solide basi ller I'uso potrellbe risolversi col cadere in ne da parte di Dio di tutîi re giusto. E, secondo il discorso di
neotestamentario. Ne1l'epoca neo rentazionc e di conseguenza col di- i nemici (sotto i suoi piedi> (Rm At 17,31, è un giudizio universale
teslamentaria, la maggìor parte sonorare I)io. Così aîferma Pao- 16,20; lCor 15,23-28). Nel pensie- fatto col metro di Cristo: <Un uo-
dei re erano tiranni, ma nel NT lo iIì Rm 3,1-6, rispondendo a co- ro dell'apostolo c'è una piccola mo che egli (Dio) ha designato>.
non si considera mai quest'idea loro che in una dìscussione dìatri- real€ distinzione tra il regno di Dio L'elfetto di questa clausola è quel-
applicabile a Dio. RegaÌità implj- bica sostenevano la responsabiÌi- e il regno di C sto, se Cristo alla 1o di ricordare come l'intera teo-
ca sovranità, che porta sempre con 1à di Dio nci coDfronti della ragio- parusia consegnerà il suo regno a logia di Paolo, la sua dottrina di
sé delle responsabiljtà. Con ciò ne umana (cfr. Moxnes). Dio (1Cor 15,24), trasformando Dio, sia strutturata dalla rivelazio-
non si vùol dire che l'idea di so- Nel racconto della predicazione cosi il rcgnum Ch sli ii regnum ne della natura e dell'azione di
vranità sia necessarìamente l'idea pubblica dì Paolo, in Atti e nelle Del. Ciò che è centrale per il pen- Dio, messe a fuoco dalla venuta
principale deÌ Regno. ll Regno, in lettere, l'idea del Regno è meno siero di Paolo, in questo contesto, di Cristo.
fatai, impÌica anchc tutte Ìe bene- tieqrÌente e di consegucnza il con- è la suprema sovranità di Dio su 2.4 Alt titoli di\ini - 2.4.1
diTioni dì salvezza. E le due idce cello dì Dio come re non è ilnpor- ogni cosa (cfr. Martin 1984, Spr"rlo - Tutto il NT rivela la Ía-
sono strcttamenle collegate, Per- tante. L'attestazione è in At 28,11, 107-25; Kreitzer). Le lettere pasto- tura e I'essere di Dio per mezzo di
ché per i credenti la sovranità di anche se in realtà sj dicc soprat rali contengono Lln'affermazione molti titoli differenti che esprimo-
Dio non significa altro non la
se tlrtto che Paolo annunziava Cri- che melte in luce quest'aspetto, no vari aspetti, espressi in modo
salvezza che eglj ha realizzaro. I sto (At l?,18; clr. lCor 1,23i descrivendo Dio come ((il beato e informale, ma nondimeno signifi-
sudditi del Regno sono coloro che 15,12; 2cor 1,19; Fil 1,15-18: ve' unico Sovrano, il Re dei regnanti cativi. Come parte dell'accùsa
si sono impegnati totalmente a di Omilerica îondata su Paolo). Ai e Signore dei signori> (1Tm 6,15), contro la tendenza alf idolatria,
compìere il r'olere del Re. primi cristiani Gesu appariva la Tl concetto di re è strettamente ùna volta che la conoscenza di Dio
L'idea di regalità deriva dal1a personificazìone dcl Rcgno! con la collegato a qùello di giudice. Per è falsata dalla colpevoiezza uma-
potenza creatrice di Dìo. Quando consegucnza di una minore enia- Paolo Ì'idea di Dio con.re giudice na (Rm 1,21-23), Paolo ritiene per
pregavano, i priiri cristiani lo ri- si su1 Regno stesso; ma noù dimi- era parte integrante del suo van- certo che Dio non è una creazio-
conoscevano, rivolgendosi a Dio ùuiva aftatto la convinzione che gelo (cfr. Rm 2,16)i non dubita- ne o un'invenzione umana. Il suo
come (Signore sovrano, che llai il rcgno di Dìo era stato inaugu- va. infatti. che Dio avrebbe gju- atteggiamento nei co[fronti degli
iatto il cielo e la terra e il mare e rato. Iriir che €sscre espressa, la dicaro il mondo (Rm 3,6), Parla idoli non è facile da sistematizza-
tutto ciò che è in essj) (At 4,24). sLla funzione regale era accettata con sicurezza del (tribunale di re. ln lCor 8,4 si unisce ai suoi let-
Egli che crea ha il diritto di ordi- ovunquc. Dio) (Rm 14,10; in alternatìva tori di Corinto per afîermare che
nare, mentre la creatura non ha il Troviàmo nelle lcttere úolte in- quest'espressione appare come <il (nofl esiste alcun idolo al mondo
diritto di contestare le decisioni del dicazioni indirette che l'apostolo tribùnale di Cristot in 2cor 5,10 e non c'è che un Dio soloDi gli ido-
Creatore. Paolo lo riconosceva pensava a l)io in terminì di sovra-
senza cambiare sjgnificato; cfr. li vengono qualificati come (co-
con l'esempio dcl vasaio ìti Rm nità, valc a dire, il regno di Cri- Roetzel) e vi basa il verdetlo sui siddetti) (1Cor 8,5), dal momen-
Dio 454
I ,155 Dio
to che PaoÌo non può legare I'e- ne) in At 16,17. Paolo e i suoi a t,6-7; vedi Oppositori di Paolo) e ,xa è usata in due sensi, come glo-
sistenza del culto degli idoli. E in Filippi considerano però questa introducevano un (vangelo diver- ria visibile (nel senso di vedere la
lcor 10,14-22 il suo tono è più se- invocazione come idolatrica, e il so> (2Cor 11,13-15; Berger). Il gloria di Dio) e come lode espres-
do. dal momenlo che ammette demone viene cacciato dalla ragaz- Paolo piÌr severo arriva allo scon' sa (nel senso di attribuire gloria a
un'influeoza maleîica, demonia- za nel nome di Gesìl Cristo. Que- tro con la teologia rivale di Colos- Dio).
ca, che può contagiare <i cibi of- sto episodio è un esempio del mo- se, che tenta di ridurre il suo mes- Sorprende la frequenza con cui
ferti aglì idoli> e Ìa possibilità per do in cui Paolo si oppoleva alle saggio a una specie di lilosofia el- gli scrittori neotestamentari parla-
i cristiani di essere esposti a fo.ze divinità della religione e della su- lenistica (Col 2,8; cfr. Commen- no in genere della gloda e della
malefiche laltrimenti non avrebbe- perstizione contemporanea af fer- tari). Mentre alcune parti del teo- maestà di Dio. D'altronde, uomini
ro senso gli avvertiÌnenti in 2cor mando la signoria di Cristo, una logizzare di Paolo mettono a fuo- e donne erano spinti a glorificare
6,4-7,1). Si deve resistere a questi funzione e un'autorità date a lui co certi aspetti piir di altri, non c'è Dìo. Spesso è spontaneo attribui-
poteri (lcor 10,14), dal rnornen- da Djo, l'Ùnico Sjgnore (At dubbio che si presenta ùn quadro re gloria a Dio di fronte al miste-
to che competono col vero Dio, 16,31). <cesù è il Signore> è la unificato. Essendo impossibile or- rioso agire della sua potenza, e
ma non hanno il potere di ostaco- confessione cristiana che viene iat- ganizzare le testimonianze in for- nella teologia paolina il terna, pirì
larlo, quantunque tentino di far- ta alla luce della risurrezione (Rm ma sistematica, sarà utile raggrup- che essere espresso chiaramente, è
1o seducendo i credenti (2cor 10,9; vedi Credo); questa, a sua pare le idee più importanti nel mo- implicito. Per misurare I'insuffi-
2,1 l). L'essenza <spirituale> del- volta, è per Paolo il segno che pro- do seguente: la gloria di Dio, Ìa sa- cienza umana si fa riferimento alla
la religione di Paolo è qualcosa va il potere di Dio e l'approvazio- pienza di Dio, la santità di Dio, la <gloria di Dio) (Rm 3,23): la col-
che egli ammette senza tanti di- ne da paÌte sua del diritto di suo giustizia di Dio, I'amore e la gra- pa ha reso impossibile per gli uo-
scorsi (per esempio, Fil 3,3 e il suo Figlio di reggere le vite umane e zia di Dio, la bontà di Dio, I'uni- mini riflettere la gloria di Dio, co-
insegnamento sulla Chiesa come il destino cosmico (Fil 2,9-1 1; Rm cità di Dio e l'unità di Dio. Alcu- me avrebbero dovuto, come Dio
dimora in Dio nello Spirito in 14,9:Eî I,20-23). Nelìo stesso am- ni motivi sono gia stati descritti, aveva stabilito per loro, in quan-
lCor 3,16; cîr. Eî 2,18-21). bito troviamo il titolo analogo ma conviene considerarli insieme to sua immagine e sua gloria (lcor
2.4.2Salyatorc Sebbene il ti- pqntocratù in 2cor 6,18 (cfr. in questo modo, ll,7: cfr. Scroggs). Tuttavia, at-
tolo <Salvatore), si applichi di Commentari). 3.1 La gloda di Dio - I fre- traverso il processo di giustifica-
quando in quando a Cesù Cristo 2.4.4. Sovano Lo stesso si quenti riferimenti di Paolo alla zione e rinnovamento, Paolo ve-
nella tradizione paolina, viene usa- può dire per questo appeliativo gloria di Dio hanno un forte sfon- de la possibilità che uomini e don-
to anche per Djo e, sotto questo (che ricorre ìn 1Tm 6,15) con I'ag- do veterotestamentario. Mentre la ne partecipino di nuovo alla glo-
aspetto, corrisponde all'attività giunta (il re dei re (tutti)r, cioè, parola ebraica per (gloriaD (ka- da di Dio (Rm 5,2; Col 3,10: cîr.
prevalente di Dio, il Salvatore. sovrano del mondo e imperatore Òód) era usata per qualcosa che Commentari). Descrivendo la glo-
nell'AT. I1 titolo corre soprattut- onniporente. Probabilmente que- possedeva splendore, onore o im- ria di Cristo, la paragona alla glo-
to nelle lettere pastorali (1Tm 2,3; sta descrizione solenne è destìna- portanza, venne presto ad avere ria a cui partecipano i cristiani
Tt 2,10.13; 3,4). Sebbene sia rela- ta a contrapporsi alle richieste di un significato speciale nel momen- (2Cor 3,18). In Ef 1,17 descrive
tivamente raro ìn Paolo, I'attivi- culto dell'imperatore nelf impero to in cui fu applicata a Dio. Pas- Dio come il (Padre della gloria>
tà iúplicita nel titolo permea I'i{- romano, dove l'imperatore dceve- sò infatti a significare la rivelazio- e include parecchie dossologie che
tera soteriologia paolina. Inlatti, va onor-i divini e decretava la co- ne di Dio, come quando il salmi- ascrivono gloria a Dio (Rm 16,27;
la teologia cristiana ha come tema struzione di templi in suo nome. sta asserìva che i cieli narrano la Fil 4,20; 2Tm 4,18). E infine, la
centrale Dio che salva il suo po- gloria di Dio (Sal 19,1). La stoda condanna eterna appare come
polo; per Paolo il potere di Dio si 3. GLI ATTRIBUTI DIVINI _ dell'AT appare una testimonian- esclusione dalla presenza di Dio e
rivela nella salvezza del mondo Chiùnque cerchi una risposta alla za della rivelazione, da parte di dalla gloda della sua potenza (2Ts
iniziata da Dio e compiuta in Cri- dornanda (Che tipo è il Dio della Dio, della sua gloria nell'attivita 1,9), mostrando che un certo oscu-
sto (per esempio, cal 4,4-5). teologia di Paolo?n non troverà a favore del suo popolo. Un sen- ramento della gloria di Dio è
Un'opera degna di nota (di C. A. dichiarazioni formalj, ma ùna so piir sviluppato della stessa idea quanto di peggio possa accadere
A. Scott; cft. anche Morris 1986, quanlità di indicazioni incidenta- è Ì'uso di (gloria)r per significare nell'esperienza umana. Si è det-
112-15) ha posto il senso fonda- Li, preziose tuttavia per far luce su la presenza di Dio in una îeofania, to abbastanza per dimostrare la
mentale del Cristianesimo paoÌino molti aspetti di Dio. Dìre che nei che piu tardi doveva divenire no- grande irnportanza nel pensiero di
sotto la rubrica della salvezza. circoli paolini c'erano diflerenze ta nella teologia giudaica come la Paolo del tema della glo adiDio,
- Shekinah (l'kîltÒ- Ma è la tradu- come affermazione fondamenta-
- 2.4.3 Onnipoîente/Altìssimo di opinione sull'essere di Dio non
zione dell'ebraico kob6d col gre- le circa la natura e I'essere di Dio,
E un titolo di suprema dignità, che è niente, quando Paolo doveva di-
esprime la superiorità di Dio su fendere ilsuo vangelo (Fil 1,8,16) co doxa, che ci da la chiave per Dobbiamo ora colsiderarlo in re-
tutti gli altri dèi. Viene ùsato dal- e contraLtaccare quelli che rimpro, comprendere l'idea paolina della lazione ad altri aspetti di Dio. Una
la giovane schiava posseduta da verava in quanto maestti che fal- gloria di Dio (cft. Newman), No- visione della sua gloria non può
uno spirito <pitone) (di divinazio- savano il suo insegnamento (Gal teremo che, nei testi, lapatola do- mancare di suscitare una reazio-
Dio 45(r
15',7 Dio

ne ditinore. Prepara inmediala- di limore è messo hene in evideìl ramente Paolo identifica la sa- Dio; l'accetta come vera, Egli non
pienza che può essere comunica- dubita del fatto che, se Dio cono-
menle all'idea della potenza di za dall'apostolo nelia conclusionc
ra con ciò che gli apostoli procla- sce il presente, deve anche cono-
Dio. che in Paolo è al'îermata di Rm 1 1, dove parla dcll'ìmper-
maYano. Dato che nello stesso scere il futuro, come ha conosciu-
ovunquc. Un csserc così glorioso scrutabilità dei giudizi di Dio e del-
passo chiama Cristo la (<nostra sa- to il passato. Questa sembra esse-
non può mai essere jmpotellte (cfr. l'inaccessibilità delle sùe vie (v.
pienza)) (lcor 1,30), egli pensa re una parte essenziale del suo
Rm 4,21; 11,23; lCor 2,5; 2Cor 33). Nessuno ha maì conosciuto la
cvidentement€ all'agire sapiente di quadro complessivo di Dio (cîr,
9,8). lnfatti l'espressione <la po nente di Dio, come dice chiara-
tenza di Dio>>, usata in modo as mente Is 40,13 14, citato da Pao- Dio per la salvezza della Chiesa o, Ef 1,5), e sernbra avere il suo con-
lo. L'identico pensiero sta dietro piii precisamente, aÌl'agire di Cri- testo non nella teologia speculati-
soluro, indica bene questo aspet-
to dinamico della personalità dj lo straordinario racconto di Pao- slo come incarnazione della sa- va, ma in un interesse pastorale a
pienza divina. Nel pensiero neo- rispondere ai bisogni del popolo
Dio (cfr. 2Cor 6.7: 13.4i 2Tm 1,8; lo della propria espedenza mist!
testamentario è la manifestazione nella società del I sec., che si sen-
ctr. Powell). ca in 2Cor 12,1-10, specialmente
suprema della sapienza. (Sui vari tiva minacciata dall'inutilità e dal-
Con un'idea così elevara della neÌ rnotivo del <viaggio al cielo>
gloria e della potenza dj Djo, non (prescnte anche rella letteratura usi della (sapienza)), sia buona l'impotenza di fronte alla determi-
che cattiva, in 1 Corinzi cfr. Bar- nazione astrologica e al ruolo del
sorprende che a volte Paolo allu rabbinica e nel Giudaismo esote-
da ai misteri di Dìo (c1ì-. Caragou- rico), in cuì Paolo ode parole in- rett 1982,6-14; Ellis 1978). Infar fato impersonale (Martin 1991,
nis; Harvey). L'apostolo parla dicibili <che non è Lecito ad alcu- ti, è attraverso la Chiesa che <la l4-l s).
delle <prolondità)) di Dìo (lCor no pÌonullziare) (2cor 12,3; cfr. multiforme sapienza di Dio>> si Si possono trarre ceÍe deduzio-
2,10), conosciute solo dallo Spirito Commentari e Lincoln 1979; 1985; manifesta perlino aj principati e ni da questa convinzione dell'on-
alle potcstà (Eî 3,10). Qùello che nisapienza e onniscienza di Dio.
di Dio. Qualcuno ha interpretato Visioni, esperienza estatica).
'edi è importante per noi è che I'ope- Tale perfetta comprensione signi-
questo riferimento alle <profondi- 3.2 La sapienza e scienzr di Dio
tà) di Dìo in scnso gnostico (così Gli scrillori sapienziali parla- ra di Dio per il suo popolo viene fica che, quando Dio vuole, i suoi
dalla sua sapienza. Nessuna me- disegni e i suoi fini sono onniscien-
Wilckens, citaîo da Conzelmann! no spesso di sapienza, ma noD ÎaD-
66, che però non è d'accordo). to come atîrjbuto dj ljio, quanto raviglia che Paolo si stupisca del- li e non possono mai essere in er-
Wilckens suppone che le (profon- come cmanazione clella polenza di
le profondità della (sapienza e rore. E, pur esistendo molte aîfer-
dità)) siano da identìîicare coù il Dio (Sap 7,25). Viene descritta co- scienza di Dio> (Rm 11,33). mazìoni specifiche a sostegno di
Si deve îare qualche distinzio- questa tesi nel NT, non sembra
rivelatore. ma Conzelmalìn trova me lo splendore della sua luce pe-
incomprensibile questa spicgazio- rcnnc (Sap 7.26). E crcata, lna ne tra sapienza e scienza in rela- che se ne sia mai dubitato. Ciò che
ne delle parole di Paolo. Egli al' creata prima di tutre le cose (Sir zione agli esseri umani, ma que- Dio dice deve essere ve.o. Egli non
sta distinzione non è approprìata mente mai (Rm 3,4; Tt 1,2). L'as-
ferma che Paolo lotta contro I'i- 1,4.7-9; 24, l4) ed è il principìo del-
se applicata a Dio. Se la sapienza soluta verità di Dio garantisce la
dea che gli uomini possano lnisu la creazione (Sir 2,1,10-34; ,12,21;
è il giusto uso della scienza, la sa- consistenza della sùa sapienza e
rarc le profondirà dell'essere di Sap 7,21;9,2; cîr. Schnabcl). Que-
Dio (cfr. anche Fee). C'è tùtta sto concetto è piÌr attinente alla pienza perfetta presuppone scien- scienza. Non si dice mai che mo-
ùn'area delÌa conoscenza di Dio comprensione neoaestarnenraria di za perfetta. Gli scrittori neotesta- dilichi i suoi disegni alla luce del-
Cristo (Ìedi Cristologìa); tuttavia, mentari come Paolo non mettono la propria esperienza progressiva.
che è al di là della comprensione
Iinita. Dio in un certo senso è in- si lascia irtcndere chiaranente che mai in dubbìo la perfetta sci€nza Questo aspetto di Dio, che sarà
questa personifícazione della sa- di Dio. Questa scienza infallibile spiegato più ampiamente nel di-
comprensìbile, sebbene lc riveLa-
pienza procede da Dio e quindi si da parte di Dio arriva jn alcune af- scorso sull'unicità di Dio (sotto,
zioni dcllo Spirito siano sulficìenti
per farci comprendere il suo inten- presenta come alt buto essenzia- fermazioni a includere la prescien- 3.7), è essenziale, se i suoi atti nel-
le di Dio. za. L'estensione è uno sviluppo lo- la storia devono avere validità per-
to redentivo. Senza dubbìo, gli uo
gico. Paolo afferma con insisten- manente.
mini non sono capaci con i pro- ll concetto della sapienza di Dìo
pri limiti di coglìere Ia natùra e gÌi molto importanLe i Paolo. Egli za che Dio, nel suo disegno per- Paolo, come in genere gli scrit-
è
attributi di Dio. Tutt'al pìir, quello opporle la sapienza divina a quel- fetto di costitùire un popolo con- tori del NT, è consapevole del pre-
Ìa ùmana (lCor 1,20) e ne nloslra lorme alla sua immagine, conosce- dominio e dell'obbligatorieaà della
che noi comprendiamo non è che
la superiorilà. La sapienza uma- va da sempre quelli che dovevano volontà di Dio. Lo si vede spesso
una pallida idea delÌ'intera realià.
Deve restare Lln'area densa di mi- na, ìnfatti, dìvelta stolta alla lu- esseretali (Rm 8,29). L'afferma- nelle Ìettere. Paolo comincia molte
stero (come in lCor 13,12). Pao ce della sapicnza di Dio. Ciò signi-
zione di Paolo ha provocato di- lettere alfermando che il suo apo-
lo può parlare dei ministri di Dio îica che quesr'ullima è iÌ modello scussioni seDza fine, perché sem- stoÌato è (<per volontà di Dio>
bra limitare il libero arbitrio del- (lCor 1,1; 2cor 1,1; Ef 1,1; Col
come di (amnìnistratori dei mi- sul cluale si misura ogni aÌtra sa-
steri di Dio)) (lCor 4,1), mostran pienza. Nella slessa letlera PaoÌo l'uomo (vedl Elezione e predesti- 1,1; 2Tm 1,1). Inoltre, i suoi mo-
do così che un elemento di miste' parÌa della sapicnza misterìosa e nazione). Ma qui si può semplice- vimenti e quelli di altre persone so-
nasccsÌa di Dio (lcor 2,7), che mente dire che Paolo non tratta in no diretti dalla volontà di Dio (Rm
ro accompagnerà sempre la pro
modo sistematico la prescienza di 1,10; 15,32; lCor 16,12, che mo-
clamazione del vangelo. Il senso può tuttavja essere ri\'elata. Chia-
Dio 458 .r5 9 Dio
stra come non si escludano lc de- non dovrebbe esserci la solferen- lnfatti, I'unica volta in cui Pao- un attributo di Dio; lo distingue
cisioni degliuomini: cfr. Fee 824). za. Non si può pensare che Dio lo affronta la questione della teo- come essere totalmente puro nel
E anche trattando con quelli che possa usare la solferenza. Ma (licca (perché Dio manda le soffe- pensiero e nelÌ'atteggiamento.
avevano criticato i cambìamenti l'approccio biblico alla sof feren- renze, quando sono immeritate?) Nella profezia di lsaia ((il Santo))
dei suoi piani, Paolo afierma ohe za la ponc costantemenîe nella sfe-
tlli fornisce l'opportuniîa di met- è il nome caratteristico per Dio
la natura di Dio degna di fede è ra del progefto divino. Benché sia lere in evidenza il carattere mise- (cfr. Is 6). E questa sanlirà che
garanzia per le proprie relazioni vero che non si può spiegare la ricordioso di Dio come appare crea subito una barriera quando
con i Corinzi, perché lo conside- solferenza. esistono t€stimonian- (paradossalmente) di fronte alle ci accostiamo a Dio, perché alla
rino degno di liducia (2Cor ze sufficienti per mostrare quale Irove umane (Fil 1,19-30). lmpli- sua presenza diveniamo coscienti
l,15-22, con un gioco di parole dovrebbe essere l'atteSgiamento .itamente Paolo fa riferimento al- della nostra mancanza di santiîà-
sulla natura immutabile di Dio co- cristiano nei suoi confronti. Non la propria prigionia e alla prospet- Proprio perché il Dio d'Israele è
me Dio fedele. IPlsros, (îedcÌe), si ritjene che l)io sia meno saggio tiva del martirio imminente e i Fi- santo, si chìedeva al popolo dì di-
riflette la radice ebraica'mn, co- o buono a causa dell'esistenza del- lippesi sono partecipi delle sue tri- ventare un popolo santo, cosa che
me in (amen>, detto di Dio iD Dt la solferenza. Dal momento che bolazioni (Fil 1,7). A coloro che certamente non accadde.
7,9 e Is 49,71 e I'annunzio aposto- l'esempio supremo di soflerenza dubitavano dell'autenticità dell'a- Senza dubbio questa convinzio-
lico del <sì)) Igr. noi = ebr. 'at11en) si trova al ccntro dell'attività re- t)ostolato di Paolo a causa delle ne della santità di Dio è un ele-
per le promesse di Dio convalida- dentrice di Dio in Cristo, non si sue sofferenze (e in 2cor 12,1-10 mento importante nella descrizio-
te in Cristo, che egli proclamava può sostenere che Ìa sofierenza sia I'aolo è un carismatico fallito che ne paolina della salvezza- In lTs
e atiestava nell'<amen> dell'as- estranea al progetto divino. N,Ia
ri- non poteva guarire se stesso) e aì 4,3-8 ilettori di Paolo devono
selnblea [(<è certo))] ncl culto; cfr. marrà sempre un mistcro perché I.ilippesi che consideravano la lo- astenersi da pratiche immorali e ri-
Martin 1986,26-27). Dio, per redimere l'ùomo, abbia ro sofîerenza una prova di îede, spondere alla chiamata di Dio per
Piu avanti, in 2 Corinzi, ritor- scelto la via che ha scelto; ma di Paolo risponde con un'appassio- <vivere una vita santa) (1Ts 4,7).
na su questo rema c giustìfìca il questo si deve tener conto nel con- nata affermazione della potenza E questo per Paolo è possibile e
suo ministero a Corinto ricordan- siderare I'idea paolina di Dio. superiore di Dio che sì manifesta fattibile solo ricorrendo Dio che
a
do di aver sempre operato ncj Dalla necessità della soîferenza rreÌla debolezza e considera l'affli- dona 1o Spirito Santo (lTs 4,8),
limitj impostigli da Dio secondo per Cristo, si presenta il problema ,one un segno di favore (Fil 1,29; I'agente che santifica nella reden-
la sua buona volontà (2cor 10,12- della soffcrenza per i cristiani. ln efr. Cùttgemanns, Bloomquist). zione (cfr. 2Ts 2,13). Ugualmen-
18: su questa diîficile sezione cfr. un mondo ostile, non desta slupo-
Questo porta a Rm 5,3, dove Pao- te, in lCor 6,12-20la precisa esor-
Marlin 1986,314-32ó). re ì'opposizione che i cristjani in- lo effettivamente si vanta nelle tri- tazione di Paolo a <fuggire I'im-
La vita per i cristiani è una vita contrcranno per la loro fede. Que- bolazioni, perché producono la moralità sessuale> (lcor 6,18) è
secondo il volere di Dio, anche sto è l'aspetto mero problemati- qualità della pazienza. Nello sres- retta e sostenuta dal ricordo che
nelle sofferenze. Non si parla mai co dclla sofferenza. Paolo. rac- so contesto egli parla dell'amore il Signore santo avra un popolo
del problema, sempre attuale, dcl- contaìldo la sua esperienza in di Dio, versato nei nostri cuori. È santo, i cui corpi sono il tempio
le soîferenze che Dio permette per 2Cor 4,7-5,10, non crilica aîfatto ehiaro che Ie due cose non erano dello Spirito Santo.
il suo popolo. Significa forse che Dio per le tribolazioni sopporta- incompatibili nella sua mente. 3.4 La giuslizia di Dio - Ab-
gli scriftori del NT come Paolo te. Vede queste îribolazioni come Non si può dire che gli scritti di biamo parlato finora, come uni-
ignorasscro il problema? Eppure strumcnti nelle mani di Dio. L'af- I'aolo rispondano a tutti i proble- ca caratteristica morale di Dio,
è difiicile pensare che questo pro- flizione momentanea presente è ori intellettuali che nascono dalla della sua assoluta veracità e della
blema personale sfuggisse sempre considerata comc (leggera)) (2cor permissione divina delÌa sofferen- sua santita. Ma occorre dire di piir
all'attenzione di Paolo o della sua 4,17) in paragone al peso della glo- /a umana, ma permettono ai cri- sulla giustizia di Dio, in quanto è
comunità (è alla base dj gran par- ria futùra. Poi, nella stessa iette- stiani di affrontare la soff'erenza fondamentale per il disegno di sal-
te della leltera aj Filippesi). Si de- Ìa, l'apostolo dà iparticolari del- \enza perd€re la fiducia nella per- vezza paolino. Nell'AT dire che
ve pensare, quindi, che i cristiani la sua <leggerar afflizione (cfr. lczione della sapienza di Dio e nel Dio è giusto non significa solo che
fossero convinti del carattere on- 2cot 6,4:11,23 12,10), che con- \Lro disegno d'amore di guidare e agisce sempre in modo noralmen-
nicomprensivo della sapienza di sistc in una lista drammalica di ca- sostenere Ia vìta del suo popolo nel te giusto, ma include anche il fat-
Dio e della perfeziorle del sùo vo- lamjtà, raramente eguagliate o su- tcmpo della prova (Rm 8,28-39). to che Dio interviene a favore del
lcre. Ciò è sîrettamente connesso peratei eppure egli è giunto a un 3.3 La santità di Dio Una suo popolo quando è oppresso in-
alla convinzione della cura prov- atleggiamento vittorioso nei loro (lelle qualità più caratteristiche di giustamente. Nel NT l'apostolo
videnziale di Dio per ìl suo 1'ropo- confronti. Non c'è alcun accenno l)io nell'AT è la sua santita. Seb- Paolo spiega questa importante
lo.Sc la sofîerenza vieùe. deve es- in questa leltera a un possibile rì- bene persone, cose e luoghi siano caratteristica di Dio, Egli non du-
sere per un fine di Dio. sentimento o dubbio da parte sua dcscritti come santi, lo sono solo bita della giustizia di Dio. Comin,
Molta confusione nasce dal lat circa la sapicnza dj Dio nel dare nel senso che sono separati per cia la sua esposizione nella lettera
to che generalmente si ritiene che le sofferenze. l)io. La santità è essenzialmente ai Romani con l'affermazione che
460 lr,I Dio
Diu
la giustizia di Dio è stata rivela- sela nazione favorita, superiore ai r, rìclesse collegare i due concetti. salonicesi che Dio non li ha desti-
ra (Rm 1,17) e lo ripete in Rm Gentili agli occhi di Dio. Questo '" rnbra piu ragionevole supporre nati alla collera (lTs 5,9), scrive
forte pregiudìzio minacciava di ,lrc (l'ira) sia I'aspetto negatìvo a dei cristiani e le sue parole non
3,21,22.
(la giu- causare problemi reali nel momen- ,lella giustìzia di Dio. Non espri- possono annuÌlare le affermazio-
Gli csegeti discutono se
ro in cui Giùdei e Gentili doveva- rrc collera neì senso in cui si ap- ni fatte altrove sull'ira di Dio.
stizia di Dio> in questi contesti rì-
no stare insieme nelle prime comu- 1'lìca agli uomini, uno scoppio in- 3.5 L'amore e la grazia di Dio
guardi ciò che può essere velato
( ()ntrollato di passione (che sareb- Che Dio sia un Dio d'amore è
piuttosto che ciò che è jnerente a nità cristiane.
in ri- Paolo aveva già fatto un (vol- l,c certamente un concetto irrazio- un'altia affermazione che Paolo
Dio. L'espressione è intesa
ierimento a una qualità di Dio, tafaccia)r diventando cristiano. rlle), ma deve esprimere la reazio- fa, e non alla leggera, quando scri-

Più di oeni altro egli lottava col rìc deÌla santità assoluta di fronte ve (Rm 5,8) che I'amore di Dio è
oppure no? I1 genitivo può essere
probLema dell'interesse particolare rr rutto ciò che non è santo. Ciò ptorqto al credeúti dalla morte di
consjderato in tre modi: 1) come
un genitivo oggettivo, nel qual ca- di Dìo per il popolo giudaico, ma , in armonia coì contesto, dove si suo Figlio. Ne risulta che occor-
r:ome cristìano non dubitò mai che (lice esplicitamente che (l'ira)) è reva una dimostrazione di ciò che
so Ìa giustizia è ciò che Dio con-
Dio fosse imparziale e che Giudei , ontro I'empietà e l'ingiÌrstizia. Lo non avremmo immaginato possi-
cede (così Lutero); 2) come un ge-
e Gentili lossero inclusi entrambi \lcsso si può dire di Rm 5,9, dove bile o concepibile senza una pre-
nitivo soggettivo, nel qual caso sì
nel dìsegno di salvezza con lo stes- \i dice che la salvezza è <(dall'ira): via rivelazione di Dio. e cioè che
riferisce a ciò che appartiene a
diriÍo. ln dùe occasioni (Rm può indicare l'jra di Dio come Dio ama peccatori immeritevoli e
Dio; 3) corne un genitivo di origi so
2,11; Gal 2,6), la seconda delle rrn'espressione del rigetto da par- colpevoli. Questo fatto ha un so-
ne, nel qual caso è la giustizia di
Dio, ma procede da Dio verso gli quali tratta I'uilicio aposrolico, rc di Dio di tuîto ciò che è corrot- lido fondamento nell'AT e nella
egÌi aîîermò come un assioma che ro (yedi Nemico, inimicizia, odio). Ietteratùra giudaica, ma viene de-
uomini,
Molti scrittori moderni sono ri- presso Dio non c'è parzialità. L'i- Non basta definire l'ira come il iinito meglio e ha un ruolo più im-
dea esclùdeva dcfinitivamente t)rincipio di retribùzione in un uni- portante neì NT.
lutranti a considcrare la giustizia
unicamente coúe un attribùlo di ogni nozioDe di favoritismo in \,crso morale senza coìlegare il Per questo motjvo l'apostolo
Dio. che non si sarebbe accorda- principio alla sua îonte, la natura Paolo portava avanti questa iinea
Dio (vedl Giustizia, giustizia di
Dio). Qualunque sia la conclusio ta con la sua giùstizia assoluta. lli Dio. A meno che non troviamo di pensiero. Nella lettera che po-
Un aspetto importante della :pazio per il dispiacere morale di ne maggiormente in rilievo la giu-
ne, Ì'associazione di Dio con la
giustizia è abbastanza chiara La giustizia di Dìo ò la sùa ira. Diven- l)io, non dareúo importanza al stizia, egli può parlare con Ia stes-
vera giustizia viene da Dio (cfr. ta importante delinjrne il signifi- stLo giudizio, che occupa non po- sa sicurezza dell'amore di Dio.
Rm 10,3i Fil 3,9). In 2cor 5,21 cato, dalo che spesso si meltono co spazio nel pensiero neotesta- L'amore di Dio è stato riversato
in evidenza l'ira e il giudizio nel mentario. Quando Paolo dice in nei cuori dei credenti per mezzo
Paolo afferma anche che Cristo lù
fatto essere peccato (Perché noi NT, e in Paolo in particolare. Se Col 3,6 che arriva l'ira di Dio, de- dello Spirito (Rm 5,5), un modo
potessímo divenfare Per mezzo di ne è discusso il signiîicato preciso ve signiîicare che si awicina ben vigoroso di parlare deÌla comuni-
(c1Ì. Morris 1960). lnfatti, di tùt- più di un principio di retribuzio- cazione dell'amore divino all'uo-
lùi giustìzia di Dio); un'espressio-
ne insolita, che può indicare la ri- li gli aspefti di Dio nel NT, que- re. L'aspetto escatologico è di mo. Quell'amore appare maggior-
presa, da part€ di Paolo, diun'af- sto è forse jlpiir contestato. Qual- IúOVO presente in questo contesto mente nell'opera divina di salvez-
cuno riduce l'ira (o/gel all'cffet- cd è più esplicito che in Rm l,l8 za per i peccatori (Rm 5,8). Ne
lermazione precedentc (cfr' Com_
to della colpa umana, eliminando (Martin 1972, I l0). Lohse ha ne- consegìle, per i credenti, che non
mentari). E possìamo ammettere
cosi ogni idea di collera in Dio, gato che l'ira in Col 3,6 indichi si separeranno mai da qùell'amo-
un senso iù 2cor 5,21 solo se Dio
perché corlsiderata irrazionale ln'emozione di Dio, ma è iì giù- re (Rm 8,39). L'amore lì rende più
stesso è essenzialmentc giLrsto ln-
(Doddl ma cfr. la risposta in Ta- dizio d'ira di Dio (Lohse 258). E che vincitori (Rm 8,3?). E infatti
faîti. Paolo descrivc la nuova na-
il giudizio di Dio non può essere l'amore di Dio appare comune-
tura dei cristiani come (creata a sker). Ma è un modo insoddisfa-
cente dì trattare le tcstimonianze del tutto separato dalla sua conti- m€nte in benedizioni come 2cor
immagine di Dio nella giustizia e
neotestamentarie. L'esPressione Ùua reazione contro la colpa. <<L'i- 13,13 (14) (cfr- anche 2cor 13,11)
nella santità vera) (E14,2'1), mo-
strando la giustizia come una corn' (l'ira di Dio) r'icorrc in Rm l,l8 ra) non può, insomma, essere ed Ef 6,?3 e figura nelle preghie-
(cîr. Rm 5,9; 12,19; 14,5; cfr. an- (onsiderata come un termine che re di Paolo per i Tessalonicesi (2Ts
ponente cssenziale nell'immagine
che 9,22) ed è impossìbile in que- (lcscrive solo l'atto finale del giu- 2,16; 3,5). In quest'ultima pre-
di Dio, restituita al suo popolo ìn
(lizio di Dio. L'espressione ha una ghiera I'amore di Dio è conside-
Cristo per mezzo dello Spirjto sto caso non considerarla attinente
(2cor 3,18). agli attributi di Dio. Paolo parla lbrza maggiore se la condanna dei rato il fine verso cui dovrebbero
rnaLi indicati nel versetto preceden- gssere diretti i cuori dei cristiani
ll concetto del giudizio giùsto di di un'ìra di Dio chc è slala rivela-
ta (apokatwtetaù, proprio come rc si basa sull'opposizione attiva (<Il Signore diriga i vostri cuori al-
Dio impljca l'idea dell'imparzia-
subito prima aveva afîeùnalo che di Dio contro di essi (cfr. anche Ef I'amore di Dio)),
lità di Dio. Era diflicilc per i Giu-
la giustizia di Dio è stata riveìaîa 5,6). Si dovrebbe osservare che Cj sono altri dùe aspetti di Dio
dei accettare qùcst'idea, in quan-
(Rm l,l7-18). E inevìtabile che in- rluando 1'apostolo assicura i Tes- così strettamente collegati all'a-
fo erano convinti che lsraele fos-
Dio 462 .163 Dio
more da poter essere consideÌali quaÌsiasi prctesa religiosa dipen- rlclla natLLra divina da parte dcl- di bonîà è diflicile da definire, ma
congiuùlalnente a esso. Prima di dentc da sforzi umani (Gal 2,21; l'atroslolo. E inlatti PaoLo, par- è generalmente riconosciuto in
tùtto, si comprende che Dio è ùn Rrn 11,6). Inohre, la <grazia> da La do di Dio in 2cor 1,3, usa I'e- stretto collegamento con la sanli
Dio di grazia. Il concetto di gra a PaoÌo la certczza che Dio è al- sprcssìone singolare <Padre dellc tà morale di Dio. L'affermazione
zia è al centro della soteriologia I'opera nella sua vita apostolica IriseÌicordie), che attira 1'atten- del vaùgelo: <Uno solo è buono,
paolina e a tale proposilo notia- (l Cor 15,10-l l); infatti il termine lione suÌla sua natura conpassio- Dio)), lende chiaro che l'essere di
mo che (la grazia dì Dìor è una non si distiDgue quasi dalla (for- rrevole. Riecheggia Es 34,6, Sal Dio è tale da essere esso slesso il
caratteristica essenziale dell' amore za) necessaria al compimento de1- 36,15 e 145,8, che parLaùo di Dio metro che dovrebbe determìnare
di Dio. Quando è applicata a Dio, I'incarico missionario (2Cor 12,9). cone (miser-icordioso e pietoso), ogni idea umana di bontà. Qual-
Ia parola (grazia) indica il îavo- Malgrado Ic limitazioni a cui si c inlegra la liturgia sinagogale nel- siasì bontà di qualsiasj allra per-
re di Dio nei confronti di coloro trovava esposlo, Paolo poteva îa- I'acclamazionc di Dio, benevolo solla è derivata da lui. Lo confer-
che non lo meritano, e quindi vie- re conpleto assegnamenlo sulla rei confrontj di Israele, special- nano passi dell'AT comc il Sal
ne usata ìn particoÌare per I'ope' potenza dj Dio nella debolezza mente nel perdonare ì peccati e 53,1, cìtato da Paolo in Rm 3,12,
ra divina di salvezza in CrisLo. E (2Cor 12,10; 13,4). ristabilire le relazioni (cfr. Col che afferma che nessuno è bùono.
divenuta un'idea talmente essen- Il secondo aspetto di Dio stret- 2,13-15, ìl cui sfondo giudaico è Paolo vj îa riferimento per dimo-
ziale, da r-icorrere spesso nei salu- tarnentc connesso all'amorc è la la preghicra per il nuovo anno, che strare la miseria umana. ma non
ti di apertùra e nelle benedizioni sua ùisericordia. (MisericordiaD supplìca la miserìcordìa di Dio pcr metle in evidenza con altreîtanta
conclusive delle letterc di PaoÌo. vuol dire compassione, da qui il il sùo popolo). chiarezza di Cesu la bontà ùnica
Si comprende che Dio concede un suo slretlo legame coÌr amore. E Talvolta Paolo ùsa un'altra pa- di Dìo (Mr 19.17i Mc 10.17; cfr.
favore immeritaîo a coloto che so essenzialmcnte un amore smisura- rola, (benìgnità)) (cftraslolas), per Lc 1E,18-19).
no oggelli del suo amore. La gra- to, conlÌ assegnato da]la persisten- dcsc vere I'atteggianÌento miseri- Sebbene la ledeltà di Dio sia un
zia di Dio è piu dei suoi atti mìsc- za e dalla responsabilità (come cordioso di Dio. Una voha Ìo col- îîtÌibuto dìlferente dalla bontà. si
ricordiosi, pur includendoli; essa ncll'cbr. /zesed). La mìsericordia lega con la severità (Rm 11,22). può ùnìre a questa col senso che,
coinvoÌge la sua natùra. 11 suo è legaLa ìnseparabjlmenle alla gra- I']uò sembrare difficile vedere co' se Dìo non îosse fedele alla sua pa-
amore è di una qualità tale, che dà zia, ma è particolarmente collega- ùìe quesli duc lati del carattere di rola, non potrebbe essere buono.
senza limitì. La grazia è un altro ta alla giustizia. La nisericordia Dio possano coesislere in un'uni- Paolo era profondamente impres
nome per la sovrabbondanza del di Dio diventa una realtà viva, ca persoùa! ma Paoio c./idente- sionato dalla fedeltà di Dio. Eglì
suo anore, speciaìmente Per ì Pec- quando si pensa ai suoi giudizi mente non è sconcerlalo da quc- è fedele nel chiamare le personc al
catori e per il popolo eletto. Tal giustì. Se egli deve condannare ciò sta dìfficoltà; per lui benignità e la comunione con suo Figlio (lCor
volla la grazia di Dio diviene quasi che è iùgiusto, perché egli slesso severità sono caratteristìche csscn- I,9) e nel non permettere che sia-
oggettivata nei risultati ottenuti, è giusto, estende la misericordia a zìaLi. Vede che la benignitàdi Dio Ì1o tentate oltre le proprie lorze
come quando Paolo può dire che quelli che altrimenti sarebbero vuole indùrre il popolo alla con- (lCor 10,13), o nel proteggcrle da-
la risposta dei Macedoni all'invi- condannalì, perché la misericordia versione (Rm 2,4), n'ìa deve rico- gli assalti del diavolo (2Ts 3,3). La
to a dare cristianamenle è un se- è parte dclla sua ùalura quanto la nosccrc che i Giudei suoi conÎem- lèdeltà di Dio viene perfino cita-
gno de11a grazia di Dio ncì cuori giustizia. Quest'idea della miseri- poranei sono incorsi ncl giusLo ta da Paolo come garanzia della
umani (2cor 8,1; cfr.2cor 8,7 co coÌdia di Dìo non è unica nelNT. eiudizio di Dio (Rm 2,5). La stret' afîidabilità delìa propria parola
me chìamata ai Corinzi perché cc- 'Irova Ìe suc radici nell'AT. ta conncssione 1ra grazìa e beni- (2cor 1,18). Infinc, Dio resta fe-
cellano anche in questa (grazia) L'apostolo Paolo era profonda- gnità divine appare chiararneù1e in dele anche se-gli altri non lo sono
di generosità). mente coosapcvole deLla miseri- El 2,7, dove lc straordìnarie ric- (2Tm 2,13). E ura qualjtà simile
L'aposrolo Paolo era prolbnda- cor dia di Dio (Ììn 9,15- 16.lE) co- chezze della grazia di Dio sono alla roccia per la convinzione del-
mente conviùto di doverc molto, me parte delle prerogative divine cquipalare alla sua bcnignilà ver 1'apostolo dell'attendìbìlità di Dio.
personalmente, alla grazia di Dio. cli grazia. Parecchìe voÌre egli par- so di noi in Cristo. I-a benignità Possiamo îorse includere iÌ1
Considerava la proprìa chiamata la, spcsso ìn modo autobiografi- è inoltre coÌlegata all'aúore di Dìo questa sezione una nota sull'e-
come un atto digrazia (Gal I,l5). co riflettendo su11a sua clliamata i Tt 3,4, dove si dice chc ambe spressione (il Dio di pace>, for-
Non dubitava che i cristiani îos- e sulla sua missione apostolica, di due si sono (manifestati)) (per mùla notissima a causa dei saluti
sero salvati dalla grazia di Dio ottenere misericordìa, che vuol di- esempio, ncl provvedere alla sal- conclusivi in Rm 15.33 e in 1Ts
(Rm 3,24; 5,15; cîr. El 2,5.7; Tt re ricevere i risultatì degÌi atti mi- vezza medial]le la presenza incar- 5,23. La ibrma piii largamente
2,11). La vede come motivo di lo- sericordiosi di Dio (Rm 11,30-32; nata di Cristo). usata dell'idea (pace da (apo)
cle (Ef I,6), la considera come un lCor 7,25; 2cor 4,1; lTm l,16), 3.6 La bonlà e fedeltà di Dio Dio> ricorre nei saluti di apertu-
dono in qualche rnodo comunjca Non si dice che Ìa nisericoldia sia Ci sono in PaoÌo alcLme affenna ra in tutte le lettere di Paolo. A
bile (per esempio, lCor 1,4;3,10; estranea a Dio o si lrovi in con- zioÌri signilicativc sulla bontà di quanto pare, la qualità che Dio
15,10; 2Tm 1,9). La vita pcr gra flìtto con la sua giustizia esscnzia- l)io che meriLano di cssere consi- può comunicare è diventata un
zia è diametralmente opposta a le. Rientra nella complensione derale separaiamente. Il concetto suo artrìbuto. La forma (Dio di
Dio 464
t .trì5 Dio
pace)) è indicativa perché mostra sibilità, menzionata specificata- rtieo c infine alla dottrina clella Il secondo tipo consiste in pas,
un'assenza di conflitto in Dio e la mente solo qui nel NT. lrinità. La Trinità ò adombrata si in cui le tre Persone soflo meD-
sua Premura per il benessere (jA- Strettamente collegata, in lTm rìcl NT, sebbene non si possa dirc zionate insieme, ma senza una
,lórn) del suo popolo. E infatti I,17, è I'idea dell'immortalirà di , hc la dottrina sia esplicitamcnre chiara struttura triadica. Esempi
lCor 14,33 lo dice esplicitamente; Dio, che ricorre anche in Rm 1,23. rsposta in modo formalc. È signi- dì tali passi sorlo Gal 4,4-6 ((<Dio
<(Dio non è un Dio di disordine, I1 concetto deriva piu dal pensie- licativo che Dessuno degli scrifto- ha mandato nei nostri cuori 1o Spi-
ma di paceD, La pace, quindi, de- ro ellenistico che da quello giudai- r i del NT senta il bisogno di spe- rifo del Figlio suo)), Rm 8,1-4;
scrive un atteggiamento di Dio, co. Un Dio che è immutabile de- r lare su tale dottrina; anzi sem- 2'ls 2,13-14, Tt 3,4-6- Lo srrefto
come anche una quaìità che egli ve essere immortale. Un tale Dio l)rr che possano accordare ono- collegamento di Padre, Figlio e
comunica. La pace non può esse- può giustamente essere descritto ri divinì a Cesr) senza difficolrà Spirilo in qùesti passi non può es-
rc concessa (da Dio> se non è par- come <eterno> (Rm 16,26). (l)unn). Si accoritentano di pre- sere considerato accidentale.
te integ.ante della sua natura. L'u- 3.E L'ùnità di Dio - lntendia- scntare dati che implicano la na- Ncl terzo tipo di testi, azioni
manita nel suo stato decaduto si mo qui riunire le piil importanti lLua divina di Cristo e dello Spiri- normalmentc attribuite a Dio ven-
trova in uno stato perpetuo di osti- testimonianze del NT relative al- lo e che naturalmente danno ori- gono ascritte a cristo (come la
lità e di tensione, finché non è ri- la Trinità, per valutarne il signifi- !inc a riflessioni sull'unità di Dio creazione: cfr, Col l,l5-20; lCor
conciliata con Dio (Rm 5,1-10; cato, Si deve ricordare che, nono- (efr. Wainwright). 8,6) o allo Spirito (pcr esempio,
cfr. Ef 2,1-3. t2). Ma tale stato di stante il rigido monoteisno dei Si possono riassunìere le tcsti- atti dj potere, cfr. Rm 8,5-ll).
tensione non esiste in Dio. Niente Giudei del periodo inteÍestamen- nronianze paoline in tre tipi dìffe- Questi passi aggiungono un'ulte-
indica altrove, nel NT, che Dio sia tario, alcuni indizi nell'AT mo- rcnti di passi quasi lturgici. ln pri- riore dimensione alle testirnonian-
incerto riguardo alle sue azioni, o strano che Dio non era considera- rno luogo, ci sono alcuni passi in ze dcl NT. Scbbene non si affer-
deluso nei suoi piani. La sua men- to ullo nel senso matematico di cui vengono usate lormule triri- mi una dottrina trìnitaria sistema-
te è sempre in uno stato di equi- unitarietà (in realtà, studi recenti larie: lCor 12,3-7; Eî 1,3-14: 2.18i tica, Paolo fa parecchi accenni in
librio. Nessuna meraviglia che hanno mostrato come la teologia .1,4-6; Tt 3,4-6; tali passi sono col- quella dìrezione. I problemi af-
Paolo, desiderando calmare 1'an- giudaica del primo Giudaismo po- lcgati a un Credo battesimaÌe e/o îrontari più tardi dai teologi non
sieta Ía i cristiani, non solo li tesse avere nozioni di ipostasi o iniziale. sembra siano esistiti per Paolo,
esorti ad affidarsi a Dio, ma li personificazioni separate, pur nel Un altro di questi passi è 2cor specialmente per il suo (monotei-
assicuri che la pace di Dio custo- rigido monoteismo che conserva- 13,13(14), in cui Paolo aggiunge smo cristologìco> o <(monoteismo
dnÈt QthroureÒ, agire come una va e difendeva; cfr. Segal, Hur- una benedizione che coinvolge riallineato)) (DLrnn 163), col qua-
sentinella o una pattuglia, per cu- tado, Rainbow; piu cautamente Dìo,il Signore cesÌì Cristo e lo le poteva conciljare il Signore ri-
stodi.e le porte della città contro Dunn 183-206), Un'espressione Spirito Santo. Non si fa alcuna di- sorto con I'immagine dell'unico
l'attacco degli invasori; cfr. Haw- quale (il Signore degli eserciti) si- stinzione tra Ioro ed è ragionevo- Dio della f€de giudaica, ora am-
thorne 184) i loro cuori e le loro gnifica almeno che Dio non è so- lc supporre chc Paolo li conside- pliata e approlondiîa per fare spa-
menti (Fil 4,7). Nello stesso pas- lo (cfr. lRe 22,19-23; Sal89,5-8). rasse persone coeguali. (Sulla di- zio al Signore esaltato, che nel cul-
so assicura i suoi lettori della pre- Le armate dei cieli o i <figli di scussione intorno al genitivo, (la to era considerato alla pa.i con
senza continua del Dio della pace Dio> (come in Cb 1,6;38,7; Sal comunione dello Spirito Santo)), Yhwh e degno di lode e onori di-
(Fit 4,9). 29,1; 89,6) rivelano che Dio ha de- cù. i Comrnenfari). vini (Bauckham). ln locle del Si-
3.7 L'incompanbilita di Dio - gli agenti. Piu importante è (l'an- Queste sezjoni presentano una gnorc vivente, ìnsedialo come ca-
Si danno qui alcuni cenni delf in- gelo di Yhwh) menzionato spes- forma triadica. In Ef4,4-6leggia- po dell'universo e della Chiesa, si
segnamento di Paolo sulla invisi- so, che talvolta appare in forma mo di <uno Spirito... un Signo- credeva evidentemente che i cri-
bilita di Dio. mistero racchiuso umana, ma ciò nondimeno è ri- re... un Dio e Padre). La fornÌa sliani di Paolo dicessero che si po-
neÌl'espressione <nessuno ha mai conosciuto come Dio (cfr. Gn lernaria ricorre anchc in lCor teva adorare Gcsìl accanto aì Dio
visto Dio> si accorda in pieno con 16,7-14; l8,l-22, Es 3,2-6). Tut- i2,3-7, dove ogni Persona è intro- d'lsraele (non in competizione con
le concezioni dell'AT. L'invisibi- tavia, a volte (l'angelo) è distin- dotta con l'aggettivo (medesimo)) questi o a esclusione di questi).
lità è un modo di trovare un colr- to da Yhwh (Es 33,2.3). E certa- nella sequenza Spirito, Signorc e Perciò l'appcllativo (<Dio) (r7eos)
trappunto al carattere rivelatore mente ìmportante per l'insegna- Dio, come in Ef 4. In questa ca- per il Crislo risorto trema sulle
della missione di Cesù. Paolo spie- mento del NT sulla Trinità e può (egoria si può includcre Et 1,3-14, labbra di Paolo (Rm 9,5; cfr. Har-
ga che Dio, il creatore, ha mani- aver lasciato tracce enigmatiche in cui I'eulogia è contrassegnata da ris).
festato se stesso nelle sue opere negli scritti di Paolo (cfr. Gal una forma trinitaria o da una se- Abbiamo discusso gli accenni
(Rm I,l9), ma dicendo questo 4,14). quenza storico-saÌvifica del piano alla Trinità, ma nell'ambito gene-
vuol dire che ci sono anche aspet- Un fatîore completamente nuo- di redenzione, dal suo disegno rale dell'unità di Dio, e al riguar-
ti di Dio che non possono essere vo veniva introdotto, però, col 0terno all'attuazione nell'esperien, do è necessaria qualche osserva-
conosciuti. In lTm l,l7 viene in- vangelo cristiano, che portò a uno za umana (cfr. Lincoln 1990, 8-44; zione. Si deve notare subito che iÌ
clusa tra gli attributi divini l'invi- sviluppo dell'approccio monotei- \'lartin 1991, t 3-20). NT non mostra mai interesse per
466 (,1 Dio
Dio
negli attributi in secondo piano e disumanizza le .e G. F.. Philippians Sùrprrre, YaÌe Uni
idee puramente speculative su11'u- Inoltre, nei titoli e
!e,sny. Ncw Haven 1989ì llend,y G. S.,
nità. Si possono trovare alferma divìni del NT, c'è una notevole Joone, per- una lalsa concezione /ìer?d/, ,Rarclalrrr, in A. Rìchardson (ed.).
zioni come: <Il Signore è 10 Spiri- combinazione di quelli che a pri- rlel prjnrato maschile. A Theolaúcal wa l ttaak oJ rhe aible,
SCM, London 1950: Hurrado t. $.. Or€
to)) (2cor 3,17) o (Il nostro Signo- ma vista potrebbero sembrare oP-
Gad, One Lorl: Earlt Chrntiun Derotion
re Cesù Cristo... e Dio Padre no- posti. Il paradosso dell'amore e Vedi anchet Amore; Creazionc dntl Arcient Jewish Monorrei57,,. Fonre$,
stro... conlorti>) (verbo singolare) dell'ira di Dio, la sua berignità e c nuova creazione; Cristo; Crislo- Philade\tria 1988i Krcìrz.r L. J., Jetu' dnd
in 2Ts 2,16 o una dossologia a Cri- severità. la sua misericordia e il logia; Figlio di Dio; Giustizia, giu- Cod í, Paul's Es.ldroloSl. JSNTSS 19.
\lizia di Dio; Crazia; lmmagine di JSOT- ShetlìeÌd l98ri Kucl D. w., "/rd3'
sto come Dio (Rm 9,5; cfr. Com- suo giudizio, sono esempi di ap- nenl und (.-Ò,nmu ìù arnli't./, Nl5 66,
mentari), senza alcuna confusio- paremi antitesi o antinomie, tut- Dio; lra, distruzione; Misericor- L. J. Brilì, Lcidm ì992i Lircoh A. T.,
ne della distinzione lra di loro nel tavia perfettamente bilanciate in (lia; Potere; Preesistcnza: Reden- [phesìu s, \BC 12, wod, Daltas ]990;
zione; Santjtà, santilicazione; Sa L.l..I'arcldisa oM e no a oru-Cieloepro
contesto. Senza dubbio ci sono Dio. Quello che negli esseri uma-
rptritu .t.dÍologka rtel pensìeto di Pdab,
misteri profondi nelÌa concezione ni sarebbe considerato reale anti- pienza; Signore; Spirito Saùto
Iljblioleca di .uhu,a reìigiosa 18, Paid.ia,
neotestamentaria di Dio, ma ciò tesì e paradosso inconciliabile, Brcscia ì{185ì ltl., Paulrhe vìsìonary: The
che deve colpire il lettore attento non sembra costituire un Proble- rJrsr Arrelson .1., lle ltntnmencc oJ Setting and SisntÌi.ance a.l the Rdpture to
(;ad,1912t Bar L, Abba Is t Do.!d!,i1l Purodise in 2catit iians 1?,/-/0, ln NZ.t
è I'assenza complela di ogni ten- ma in Dio. 25 (1919) 204 220i Lohsc 1.., /..1efdle di
/fS l9 (l9rlrj) 2rl-,17i ld., <Abbd, Iittheb'
tativo di spiegare i miste . Le con- Utl altro fatto notevole riguar- rNt îhe Faolilnttiîr o.1 Jt.\ú\' SPeLJl, ia a.t.t\p\i ? u f Ìle tnane - Conrìertar ìo rco
vinzioni crisîiane erano forti ab- do alle testimonianze è l'incÌusio- /-rcolosv9l (Ì988) l7l lr9: Barrctt C. K.. Ìocico del Nooro Testaùrenlo Xl/Ì, Pai
l1e di aspetti trascendenti e imma- r,jsuls d Pdrl. Wejtmìrrt{e', Philadclphia dcil]. Bres.ìa l9r9i \Iartin R. P.. CtloF
bastaDza per affermare la natura tktts: The Chunh\ L.td ond îhe Chtí
1982r Baùckham R., fte r.,lshiP of Jetù\
divina di Cesu Cristo e dello SPi- nenti senza alcuna tendenza a da- tr Apacalwtic Christionit.r, iil NT:j 2,- slnn's Lihe ,-, Paleùroslcr, BxeLer 1972;
rito, scnza cadere nella trappola dì re maggiore importanza agli uni o ( 1981) l?l l3 r; Bcllcville L. L., lì4karions 1.1.,2cotìttthia s, WllC :10. \\'ord, Waco
richiedere tre dèi. Lo jmpediva la agli altri. Non sembra, in reaìtà, Ò.f Ghrt: Paul s PolL icdl t/lc ., tha l9tì6: ld., Eplsriatt, Cobssian\ and Phì
che tali problemi turbassero seria- ,Uoses Doxa Ttudìlion n] 2 Coti thìuns tcno , trtc, John I(nox, Louisville l99t:
convinzione che Dio fosse attivo J,-1?J8. JSNTSS 52, Shcllield Acadcmìc, ld., The Spn d d the Conqrcqdtìon: Stu'
in Cristo e neÌlo Spirito. Si può di- mente le menti dei primi cristiani. Shcllield I991i aercet K., Dìt'irryr.ite, di?\ iu tCÒritlhiuts /? 1J. Lerdùrans,
re che Paolo non lavora con una Dio è allo stesso tempo maestoso ajellnet:.ù Methotltz.les Ltsd it:rsen\ ran crand Rapids l9Eil: \'lorris L., Irc,'lg)
e interessato alla coùdizione uma- \Geg er, ù NT T41cì1. in D. Lùhrírann nlc rnl hìt God- it\ P. T. O llrìe,ì ' D. G.
struttìlra concettuale che lo con_ I'ererson (cdd.). God ti\o Is Rich in Mer
na. Non è mai distante, ma allo G. Srecker (cdd.). Kil.,t€, l'S G. Born
duca naturahnente a speculare sul- kxmùr. .1. C. B. l\'1ohr. Tiibj ren 1980, pp .1, Homebusìr \\er (ì!SÙ), 1936,
I'essenza di Dio. ln uno studio di stesso tempo è distinto dalla Pro' ll3 400; ìll.ioùiqùisl L. C., The I,tnctio r65'17Ei ld.. rhe Bíbliel Dacrtìne ol
!p. ^r1€e,
teologia paolina nor possiamo an- pria creazione L'importanza di ol SùLletitlq ìn Prùq?ia,s. JS\ I SS 18, ./r.ker7err. lÌndalc, Londoo 1960: Mo\
una giusta dotlrina di Dio Per un shcltieìd Acadc ic. Shcliicld Ì991i Birne ncs ll., Thealos! in Conllíct: Stt.lies ìù
dare oltre le testiúonianze che tro- Paul's Unde^tundirB tr'God in Rorlans.
D., <Sons aJ God, aSee..l o.fAhtuhutr,:
viamo. E le testimonianze Pongo- approccio alla teologia paolina ,1 Sttrtf ol Ihe tdea o.f thc So"stùp al Go.1 N l'S, E. .1. Lìrjlì, Leidcn 1980i Newman C.,
no le fondamenta per la dottrina può essere illustrata come segue rt all Chtieridns uluÙtrÌ îhe Jctrbh Bd.k Paul s Glor!-ChtistalaE!: Ttddition an.l
che verrà sviluppata piu tardi. I Un Dio che si preoccupa delle sue rrsib sl. i'onrìlicio IsriruLo BibÌì- À/relo'i.. NTS 69. E. L BrilÌ, Leiden 1992;
',;rrrr
r.. Roma 19r9i CarasorÌnìs Cl C.. ,re Pa,rell C.. H.. fhe Bihlnal Co cepl of Pa'
problemi che la dotlrina avrebbe creature è il Dio che agisce Per re- Í./, Epwolh, London 1963i Raìnbow P.,
Lthesia MlsteNn. Cleerù0, Lùnd l9ijì
poi affrontato erano radicati nel dimerle. Un'esatta comPrensione a.nn:h3nn H.. /Collrrridn!, Forrrc$, Je\|ish Monatheiv as thc Mdtri\fot Ne'|
NT stesso. Sebbene Paolo si con- dell'incarnazione e, dunque, del- Irhiladeìfhìa 197:i CullmaúO , The Chti' Testrncrî Chtístolos!, in Nf 33 {1991)
ùt,ut t,t thr \et nr/r,krt, \\c.riì n 18 9l; I{oerzcl (:. 1., JL.lgèfleht in the
centri piu sulle funzioni che sulle la persona di Cristo è impossibile
rir, Pr hde phja lo5! Du,l! ' H , I/rt CamD ln)t!: A Sludl qî the Relalrcnship
relazioni (come mostrano gli scritti se si mantiene un'idea sbagliata di Fl 6tle ùl Puul 1\, rr. /lnlrar\, tl3rne ó. belncen Es.hatolor! d d E.tlesbloSy in
di Cullmann), l'ultimo asPetto Dio (segnalatamente a colosse). Rop, N(wYorl, lìlll. D!rn r.l) G.. Irl ldll. \'l S, E. J. Briì1, Leidcn l9r2l San
certamente non manca. Così, se Dio îosse una divinità ira- Punlngs.l lha r/r.!s. TrinirJ Pr€ss lDler 'JeIsE. P.. Paalo e il eiùaistno ?alestik'
n.rrionaì, Philadehhìa L99lì EÌlis !.. E, v Sfudio conipdtdtiú sù htÒ.lellì ireli'
ta da placare, questo naturalmente
troDhe(t ond Hennettctlti. ín La r Chtì gion?, Biblìote.a tcologica 21, Paideia, Bre_
4. RICAPITOLAZIONE - La costituirebbe un approccio alla riurrtr,l\'tolr trc.dmans, riibi geD Grand scia l916: Schnabcl !.. J., Lav and Wisdan
nostra indagine sull'idea di Dio in dottrina della missione di Cristo. Rapids l9l8i Fee G. D , t Carìtùhiots, .ftot\lB., Sìt! to Paul,\\ UNl 2./16, J C
È possibile vedere quali danni si NICNT, Ecrlnans, Crand Rapids l98r; ll. Nlohr, Tiibingen 1985; Scolt C. A.,\.,
Paolo ha solo indicato la via Per arirÌiland D. S.- Pr!/tie rr.ÒloEr @d Mìe Chrìstid ìb) |\ccorditts to Si. Parl, UniveÈ
comprendere ciò che deve sempre possono causare con una teoÌogia sian Prc(tìtc, Baker, Grand Rllids l9E : \iry Press, Caùìbrìdgc l92r_: Scolt J. lV,
restare un mistero. Accennaue no- basata su ìdee sbagliate intorùo a (,..dnan L. [.-,v/orot,rr?d/ll, O\nun. AdaptianatS. s of Gotl: An E tgcticdlIn
mi o qualità nofl può dare un qua- Dio, considerando alcune questio- ranheìd l98li Grant R. M.. Gads dnd ^l the vestìlotiÒn into the Bdckeround oJ ríothe'
Ore Grd, $estmiDrer, lihìÌadelDhia l9E6i stu ìn the Coryrur Pdulittum, WUNT 2/48.
dro completo. Ma Paolo ha indi- ni, come per esernpio il modo in (jùîrecnranns 1., ,r'r ki.le .1e APostel rrd J. C. B. Nlohr, Tiibingen 1992i Scrogg! R ,
cato con abbondanza che si Può cui si è ritenùîo che Paolo soste- kín tut. Sludíett. t pdùli\Lr<llen Chtiso' The Latt Addrj,Illackvcll, Oxlord 19661
conoscere ciò che è necessaiio co- nesse I'antisemitismo o (riferendo- /o!ie, FRLANl 90. \andenhoeck & Ru_ ScgaÌ A. F., Pdùl rl? Correrl, YaÌe, New
ci a una causa piii pratica e pro- rrecht, Cóllineen 1966i Haris Nl J ,./e lfalen 1990: Id., T'|o Poiere in Hearen,
noscere di Dio. Ed è una convin- SJL-\ 2j, E. J. tì.ill, Leidcn 1978i Taskcr
ws us Gad: The NT L,se aI fhca' itt ReJe"
zione fondamentale che colora fonda) il modo in cui 1o si è con- ,cr.. 10 J€sr5. Bakcr, Cìrand Rapìds 1992i tt. \. C., Riblctl Doctríu. ofîhe Wtath Qf
tutto il suo lavoro teologico € mis- siderato alleato della struttura Harrcr A. E., Ir. Lr?q/,!llst?r! La ilutt' Grd, Iyndaìe. London 1951i waiùt'rìshl
sionario (cfr. Gilliland). paternalistico-gerarchica che pone le ì, îhe Bíble. h /I5lJl (1980)i HawlhoJ A.\\., The tihit! h the Ne* TesÌament,
169 Disciplina
Dio di questo mondo 468
(b. -BM59b). .[,gli poteva, rutlavia, line Dati insufficienti sul siste-
SPCK. London 1962; wilckeos U, I/ei- lupparono un elaborato sistema di pancciparc alla vìta pubblica giu- rna prepaolino di disciplina comù-
sheí! und Tarheìt, J. C. B. Mohr. Tiibin punizioni, intese a salvaguardare
gen 1956i WriShi N. I-, Tle Clindr o.l Ìhe daica, incluso il culto úel ternpio, nitaria richieciono cautcla nel coll-
la purità e I'ordine delle loro co- c poteva ricevere l'islruzione. Do cludere che le norme paoliùe fu-
Covezdur. Fonres, Minneapoljs l99l: Id.,
One God. One Lo, one People, 1a Er Au' munità. I colpevoli erano sogget- po il pentimento, veniva piena rono un'invenzìone personale del-
diîu 7 (1991) 46 18; Id., The Nee Tenament ti alf immediato rimprovero pub- mente reintegrato nella comunilà l'apostolo o venùero adattatc dal
a nrc People ol God,Fortress, Nlinnea- blico, che doveva essere ammini- alla fìne del periodo di bando. Le Giudaismo. Lc 17,3-4 può rappre-
polis 1992.
strato non aspramente! ma (con lonti rabbiniclÌe nor sono chiare senlare ìl germe di una formula
D. Guthrie - R. P. Martîn veritir e umiltà e amore)) (lQS circa la complcta cspulsìonc dal- originariamente interpersonaÌe di
5,24-26). La procedura per il rim- le comunità farisaiche ÌìelÌ'epoca <rimprovero, giustificazione, per-
provero richiedeva dei testimoni reoteslaÌllen1aria, ma è ragione!o- dono). che divenne azione comu-
DIO DI QUESTO MONDO: (lQS 6,1; CD 9,2), il cui nume- le suppolre che persone al bando nitaria in N,lt 18,15-17 e fu coÌlsi-
vedi Satana, diavolo ro variava a seconda dell'offesa non pentìte (cft. t. Detn 2,9) ed derala di autorìtà aposlolica (Mt
e poteva essere cumulativo (CD cretiche, come ì cristiarli, incorres- 18,19-20; 16,18-19; cfr. Gv 20,23).
DIO IGNOTO: vedi Atene, 9,16-20). Se ìl rimproveto restava sero in ùrì giudizio piiì severo. La tesrimoùianza di Atti indica
Paolo ad; Religioni greco-romane inefficace e I'oîfesa era grave, ela 1.2 Punizionc di Paolo da par- che fio dai primi tempi gli aposloli
possibile una serie di punizioni,
fe deiGiudei I (quaranta colpi presiedo'ano ai casi dì disciplina
che andavano da una riduzione di (.\l
rneno uno, che PaoÌo racconta di 5,1 1l; 8,20'24). Altri testi
DISCPLTNA breve durata della razione di cibo
avcr riccvuto cirlque voltc pcr ma- pertinenti a[]a Ietteratura aposto-
(lQS 6,25) e l'esclùsione dai Pasti
no dei Giudei (2cor 11,2,1) era ura lica canol]ica includono l'incarico
rituali (lQS 7,20), all'espulsione punizjone aÌnministÌata dallc sina- dì richiamale i peccatori dall'er-
SoMNr^Rb 1 Ambiente ed espericnza di
permanente dalla comunità (1QS
Paolo; l.l Disciplina a Qumran e nel goghe (verli Aitlizìoni, prove, dif rore (Gc 5,19 20; lcv 5,16 l7; Gd
ciudaismo farisaico; 1.2 PunìzioDe dì 8,20-9,2). Non è esattamente chia- llcolrà, rribolazione). Nel caso dì 22-23) e I'ordìne dì impedire alle
Paolo da pane dci Giudeii 1.3 Pratiche ro a chi spettasse la giurisdizione (r'adici velenose) dì spuntare in
crilìanc non paolinci 2. Testimonianze Paolo iu anministrata probabil-
in materia disciplinare. Alcùni te- mentc per insegnamento cretico, mczzo alla comunità (Eb 12,15).
delle norme dìsciplinari dìPaoloi2.l Eìe
nenti procedurali; 2.2 lipidi colllporta' sti parlano dell'intera comùnità sebbene laMrsr4a specifichi solo 2Gv 10 11 invita la conunità a ri-
mento merilevolì di disciplìnai 2 3 Èffeltì che prende decisioni, ma altri sup- !jolazioni di purità rituale (ri. liutare ospitalità agli eretìci, e 3Gv
voluli. pongono un'autorità piÌr centraliz-
Muk 3,1 9). Il solo punto espìici l0 fa riîerimento al ribcllc Dio-
zata (Ùn gruppo di capi o una sin- to cli contatto tra cÌucstj regola- trcfe che scaccia i credentl dalla
La disciplina comunitaria era gola figura), e forse la <comuni-
un'idea e una pratica emergente rnenli e la prolessione di Paolo è Chiesa.
tà) agiva mediante i suoi capi. la specificazionc dclla proîanazio- N{olti di qucsti tcsti possono
fra i gruppi crìstiani del temPo di Le tradizioni rabbiniche indica-
Paolo. Questi probabilmente P.e- ne del tempìo come notivo di lLa- Dosrdalare il materiale paolino,
no che i farisei del tempo di Pao- gellazione (r?. Mdk 3,2..ft. Al ma è importante che mostrino I'in-
se alcune idee da gruppi giudaici, lo di solito imponevano un (ban-
quali i farisei, di cui ben conosce- :1,2E, che senza dubbio postdata tcra gamma dj approcci, dal <pri-
do>. uno stato di isolamento so- l'allusionc di Paolo in 2 Clorinzi). rno> inconlro interpersonale all'i-
va la procedura disciplinare fin dai ciale imposto in caso di deviazio-
primi giorni (vedi Giudeo, Paolo ll numero di coìpi era îissato da dea (recenle) di autorità centra-
ne dalle ìeggi di purità ritùale o per
come). Sappiamo dalle lettere di
Dt 25,2 3, che stabilìva (non più lizzata. I testi esemplificano al
idee eretiche (rn. Ed 5,6; m. Mid Lli quaranta colpi>, presumibil- massimo e non escludono nessu-
Paolo che talvolta i credenti adot- 2,2i m. MQ3,l).ll diritto di por- rncntc per prolegSere contro pLL na delle misure usate da Paolo.
tavano comportamenti aberranti € re qualcuno aL bando era lìmitato ùizioni eccessive. Istruzioni detla- Non è tutravia irragionevole sup-
perciò venivano improverati o in origine al sinedrio, ma qualche gliare rjguardantj I'amministrazio- porre che Paolo stesso abbia fat-
temporaneamente jsolati daglì al- tempo prima della distruzione del
tri credenti. Nei casi piir gravi si
n. della îustigazionc sj rrovano to solo minime aggiunle a un pro
tempio venne esteso a gruppi di tclla Mishna, nt. MaÀ 3,l0 14. Si- graÌnma discipliùare già in atto
poleva rendere necessaria un'e- scribi che agivano insiemc. Il ban- gnificativaniente, !i lnteùcleva la quando egli entrò a far parte del
sclusione permanente. Tali misu- do era una misura temporanea, l lagellazionc comc cornpimcnto cli movimenio.
re miravano prima di tutto alla re- che durava almeno trenta giorni rspiazione per il colpevole presù
denzione dell'individuo e in secon- (à. MQ 16a), destinata a richiama-
Lrìibilmente pentito (rr. Mak 3,15; 2. TESTIMONIANZE DELLE
do luogo alla santità della comu- re il colpevole alla piena parteci- ,lt. m. 5a 6,2). T,o stcsso tratta- NORN,IE DISCIPLINARI DI
nità. pazione alla comunità. Mentre era
o clella Mishna include una di PAOLO L'ambiguità delle po
al bando, il colpevole doveva mo- \russiorÌe particolareggiala sùl po- che lestimonianze che abbiamo.
1. AMBIENTE ED ESPERIEN- strare segni di dolo.e e tutti, tran- \ro dei due o piii tcstimoni sccon- comc pure lc indjcazioni di un'e
ZA Dl PAOLO - 1.1 Disciplina ne i sLroi stretti lamiliari. doveva- 1l( ) Dt 19,15;17,6. lasticità non farisaica, precludono
a Qumrar e nel Giudaismo fad- no mantenere una (distanza da 1.3 Pratiche cristiane non pao- I'uso di parole come <program-
saico - I settari di Qumran svi- lebbroso> dÌ quatrro cubiti da lui
Disciplina 4"t0 411 Disciplina

ma) o (sistema)) Per le idee Pao-- to nel caso di colpe piir serie, spe- nità (Rm 16,17; 2Ts 3,6-15), la di- do dice enfaticamente: <Con que-
line di disciplina comunitaria. E cialmente se 1'accumulo di prove sciplina relativa ai faziosi e ai pre- sti tali non dovete neanche man-
possibile, tuttavia, riuscire a com- poteva portare a un'azione ulte- sbiteri è affidata ai delegatì deglj giare insiemeD. Il parallelo non si
prendere meglio Ie norme discipli- tiorc. Rimprorerc o confutozione apostoli (lTm 5,19-22; 2î1\\ trova a Qùmran, ma nel bando fa-
nari delle Chiese paoline esami- (elengchò) sono termini comuni 2,25-26; Tt 3,10-11) e i casi piu seri risaico con cui il colpevole era iso-
nando testi-chiave per la testimo- nelle lettere pastorali: possono in- sono decisi dall'apostolo stesso laîo socialmelte da tutto, tranne
nianza di elementi procedurali, cludere errori dottrinali e morali, (2cor l3,l-2; lTm 1,19-20; pro- che dai familiari pirì stretti. Come
comportamenti colpevoli ed effetti che devono essere corretti dai ca- babilmente lcor 5,3-4; clr. più nel caso del bando,l'individuo do-
voluti. I testi-chiave, in ordine ca- pi della comunità (lTm 5,20; 2Tm avanti lcor 16,22). Per ammissio- veva <vergognarsi> (2Ts 3,14) e,
nonico, sono Rm 16,17; lcor 4.2; Tt 1,9.13:2,15; cft. paideua, ne generale, le testimonianze so- quando era sinceramente pentito
5,1-13; 16,22: 2Cor 13,l-2; Gal 2Tm 2,25-26). (Prendere nota)) o no troppo scarse per insistere su (non è chiaro come), veniva accol-
6,1-5; 2Ts 3,6-15; tTm l,l8 20; <rimproverare> da parte dei capi una struttìrra gida. E ug[almente to di nuovo <<come un credente))
5,19-22 e Tt 3,10-l l. delle comunità avrebbe potùto co- possibile che, come nel caso di (2Ts 3,15; cfr.2cor 2,5-ll; Gal
2.1 Dementi procedurali - AP- stituire (testimonianza) come ri- Qumran, il gruppo agisse tramite 6,1).
pare da Gal6,1-5 che il primo pas- chiesto nel caso dei presbiteri in i capi delle comunità locali quan- ln parecchi casi sgmbra che
so nella correzione di un credente 1Tm 5,19 e nel caso delle persone do i problemi venivano portati alla Paolo vada oÌtre le misure intese
colpevole era personale, privato e laziose in Tt 3,10-l I (<dopo una loro atîenzione, e le piir alte au- a richiamare gli individui che si so-
cortese (El 4,29-32i Col 3,12-13; prima e una seconda ammonizio- lorità, in questo caso Paolo o i no allontanati dalla retta via e
lTs 5,14-15; cfr. 2Cor 2,5-11). ne)). Paolo, scrivendo della sua suoi delegati, agivano quando lo sembra sostenerne la definitiva
L'insistenza in questi passi sull'u- immineúte terza visita ai Corinzi ritenevano girìsto. Come nel caso espulsione dalla comunità. ll
miltà e la prontezza al perdono (2cor 13,1-2), considera le dichia- della sequenza testimonianza/rim- testo-chiave a tale riguardo è lCor
(vedi Perdono), da parte di chi razioni uguaìi alle testimonianze. provero, la Chiesa adattava in mo- 5,1-5. Paolo replica qùi a un caso
ammonisce, richiama gli insegna- C'è forse qualche ambiguità qui: do elastico pratiche giudaiche con- di incesto, invocando il nome e il
menti di Gesii in passi come Mt per esempio, le ammonizioni ve- temporanee, per corrispondere al- potere di Cesu (lcor 5,4) e per
?,15; 18,21-35. L'autocritica e rúvano talvolta costruite retroat- lo spirito dinamico del movimen- due volte la propria autorìtà a di-
I'ansia di una riconciliazione di ve- tivamerlte (ex postfaclo) come te- to e alle aberrazioni occasionali stanza (lCor 5,3-4), Tutto questo
ro cuore (vedi Pace, riconciliazio- stimonianze? Questo avrebbe per- dei capi locali. è una solenne introduzione all'or-
ne) sono idee praticamente inesi- messo ùn'elasticità destinata a evi- Quando un individuo non ri- dine drammatico di (dare questo
stenti a Qumran e nelle fonti rab- tare le minuziosità legalì dei fari- spondeva alle arnmonizìoni o ave- individuo in balia dì Satana>,
biniche, ma pervadono le lettere sei e dei settari di Qumran. Avreb- va commesso una colpa grave, era un'espressione usata anche in 1Tm
di Paolo. E importante, allora, be anche permesso a Paolo e ai necessado l'isolamento sociale. Le 1,20. E chiaro che la Chiesa pri-
che somiglianze di plocedura tra suoi delegati di (superare> pron- espressioni usate nel cotpus pao- mitiva riteneva che il regno di Sa-
Paolo e i Giudei suoi contempo- tamente <i problemi>> con le co- lino per rendere quest'idea non ne tana îosse sempre al di luori del-
lanei non oscurino Ia diversità di munita locali immature e spesso li- spiegano il signilicato. Rm 16,17 l'associazione dei credenti (2Cor
spirito. Le norme disciplinari di tigiose. dice ai credenti di <ben guardar- 1,4: Gal1,4;Fi2,2) e che qui Ì'e-
Paolo sono i\tese coúe timedio Un esame dei passi-chiave non si> (ekkllro) dai trasgressorì; lCor spressione di Paolo denota espul-
piu che come misure punitive, es- convalida assoÌutamente f idea che 5,1 I e 2Ts 3,14 raccomandano di sione dalla comunità. Che i'e-
sendo pervase dall'inìzio alla fine I'azione disciplinare fosse diven- (non mescolarsi)) (me synanami- spressione sia, in un certo senso,
dal solo desiderio del bene dell'in- tata sempre più cenÍ a\lzzaaa e far^ gnysÍhai) coîi colpevoli; 2Ts 3,6 di conezione è confermato dal îat-
dividuo colpevole. malizzata durante e dopo il mini- ordina di (tenersi lontani)r (.r/el to che Paolo iermina il discorso in
La natura di alcune colpe o l'in- stero paolino. Sembra piuttosto lesthaù dar disobbedienti. lCor lCor 5,5 esprimendo I'intenzione
transigenza di alcuni colpevoli esi- che durante il ministero di Paolo 5,1I è più specilico nell'istruire i che (lo spirito [del colpevole] pos-
ge il piu ampio coinvolgimento (e/o dopo, a seconda della data credenti aflinqhé non mangi:to sa ottenere la salvezza nel giorno
dell'intera comùnità di credenti e delle pastorali; vedi Lettere pasto- con chi si trova sotto provvedi- del Signore) (redi Escatologia);
dei suoi capi. L'ordine di <<pren- rali) esistesse un modello, per cui mento disciplinare. Qualcuno ha allo stesso modo lTm 1,20 termi-
dere nota di> (sémeiousthe,2Îs nella gerarchia comunitaria la giu- pensato che la restrizione si appli- na con I'auspicio che <essi impa-
3,14) chi non obbediva può esse- risdizione era conforme alla gra- chi solo ai pasti rituali (come in ca- rino a non piÌr bestemmiare>. Ma
re compreso come un ordine di vità della colpa. Osserviamo così si gravi tra i settarì di Qumran), su qùesto punto non c'è accordo
(prendere nota per iscritto di)) ta- che un cattivo comportameDto che nella Chiesa primitiva erano tra gli studiosi.
li persone (cfr. s,topeó, (<tenere abituale è trattato da tutti i creden- il segno pirì efficace di inclusione Esiste disaccordo sull'espressio-
d'occhio, i dissidenti, Rm 16,17). ti individualmente (Gal 6,1-5 e ( redl Sequela, comuÍione, parte- Íe di lcor 5,5: (per la rovina della
par.), le ammonizioni sono ammi- cipazìone). Ma ciò non corrispon- sua carne)). Paolo di solito non
Questo elemento formale, usato a
nistraîe generalmente dalla comu- rle all'espressione di Paolo, quan- usa la parola <<carne> (sarx) per
Qumran, poteva essere appropria-
Dìsciplina 1'7 3 Disciplina

l'esistenza del corpo, ma per la na- della morte in caso di pentimento munilà locali e per il movimento Gal 5,l9-21). Sebbene la lista non
tùra corrotta (sebbene 1o faccia irl della persona. Può essere che Pao- cristiano nel sùo insiemc. Non è quantiîichi (avidorro a qual pun
lCor 15,39), e un'interpretazione loavesse questo in mente, quan- clÌiaro, tuttavia, sino a che puùto to, quanto oltraggioso), dà l'im-
che veda I'espressione coúe siùo- do in 2Cor 2,5-l I e 7,12 fa riferi- si potesscro toÌlerare opinioni pressione di una responsabiÌità
nimo per un tipo di penitenza può mento a una lettera precedente aberrantiche non causavano divi- morale piu forte di quanta la Chie-
appa re più conîorme a lTm 1,20 nella quale aveva menzionato un sioni. sa ne abbia avuta nella maggior
e al tema della riparazione in altri (colpevole)). Ma gli inte.preti so- Neì due passi più lunghj,2Ts parle delle epoche successive. La
passi paolini. Per molte ragionì, no divisi sul latto che questo coÌ- 3,6-15 e lCor 5,1-13 (lTm 5,19-22 ragione di qùesto rigorismo etico
tuttavia, non si può difendere f i- pevole sottoposto a disciplina sia è ambiguo), si tralla chìaramente è implicita ncll'allusione di Paolo
dea di una disciplina peritenzia- la stessa Persona menzioùata in di deviazioni morali. L'accusa che a Dt 17,7 in lcor 5,13: (Togliete
le, poiché ciò fa di Satana un lCor 5,5. alcunì a Tessalonica fossero <pi- il malvagìo di mezzo a voi!r>. Il
ag€nte di un cambiamento etico In lcor
16,22 Paolo scrive di gd) è presa da molti interpreti co contrario di malvagío per Paolo
positivo, trascura il parallelo ine- propria mano: <Se qualcuno non rnc prova di inatlività basata sul- non èparo nel senso di purità cul-
quivocabile di lCor 11,29-30 con ama il Signore, sia anatema) (ve- l'attesa di un'imminentc parusia, luale. ma scrlo nel senso di vita
la malattia (vedi Guarigione, ma- di Maledizione, maledetto, anate- ma Paolo non collega esplicita diretta dallo Spirito di ogni mem-
lattia) e la morte (vedi Vita e mor- ma). Lo si potrebbe comprendere mente questo problema all'escato- bro delLa comul1ità unilicata (re
te) come punizioni per la disobbe- come una pronuncia di giudizio logia (ledl Tessaloniccsi, lcttcrc di Santità, santilìcazione). Devìa-
dienza, e non comprende l'allusio- contro chi riliuta il vangelo o co- ai). È molLo piir probabile che I'in- zioni dalla santità avrcbbero ritar-
ne alle circostanze eccezionali di me un'esortazione a un autoesa- segname to di Paolo rilletta una dato la crescita dell'intero organj-
Gb 2,6, dove Satana ottiene di col- rne, sebbene qualcuno, sbaglian- situazione sociale lipica cli ùna smo (o (fatto fcrmentare la pa-
pire con alflizioni fisicìre un indi- do, lo abbia inteso come un pro- grande ciltà portuale, dove molti sta>, lCor 5,5-8). Per questo mo-
viduo col permesso di Dio. Si sa nunciamento di espulsione per ere- lavoratori pcr alcuni periodi resra tivo, PaoÌo considera particolar-
che Giobbe è una viitima e non un tici o peccatori intransigenti. Tt vano ìnattivi e a carico dei bene- menîe pericolosi nella vira della
colpevole, ma il punto è che Sa- 3,10-l l contiene un'altra eviden- fattori. Nel1a comunilà di creden- Chiesa i lipi dì comportamento
tana ha il potere di infliggere sof- te espulsione assoluta: dopo la se- ti, sembrava che alcuni avessero elencati.
ferenze per consenso divino. Pao- conda ammonizione Tito deve coninciato ad abusare della bon 2.3 trffetti voluti - Per il sin-
lo dimostra di capirlo in 2cor <stare lontano> (pdt'dítou) da túa tà cristiana cl€i bene[attori. e c'e- golo colpevole le norme paoline
12,7, dove la sua <spina nella car- persona faziosa, che <si condan- ra il pericolo che il sistema dege- soùo deslinale chiaramente a pro-
ne) è uú (inviato di Satana>: na da se stessaD. Questo sembre- nerasse in ljbertà eccessive, risen- durre pentimento ìn un'atmosfe-
qualcosa di cattivo che aÌla fine rebbe andare piu in 1à di altri passi limenti e divisioni (di cui forse ab- ra di sostegno e di perdono. Per
serve allo scopo di Dio (cfr. Dt sulla disciplina, ma può essere di- biamo l'eco in lcor ll,l8-19). la comunità, aiutare i propri mem-
28,15-68). Nel caso di lcor 5,5, retto, come tCor 16,22, a chi è In lCor 5 PaoÌo evidentemenîe bri ad essere responsabili mediantc
tuttavia, dobbiamo intendere che fuori d€lla comunità. Tt 3,9 fa ri- è preoccupato pcr L' jùmoralilà misure disciplinari avrebbe difeso
la consegna a Satana si risolverà ferimento a controversie sulle ge- sessnale Q)orneid/ potnos, lcor l'intcgrità morale del gruppo. Seb-
nella morte? Se così fosse, come nealogie e sulÌa Legge, moslran- 5,1.9.11 vedi Sessualità, morale bene Paolo non sviluppi l'idea di
potrebbe essere stata riparatrice? do che le persone di cui parla non scssuale), na condanna anchc un line apologetjco per la discipli-
Una possibilità è che Paolo inten- sono tra coloro <che hanno credu- (chì sì dice) îÌatello o solella lcfi. na, le norme per decisioni etiche
da dire che I'esclùsione totale della to in Dio)) (Tt 3,8). I'assenza di qualifìcazìone negati- sono in linea con passi come Mt
persona dalla comunità produr.à 2.2 Tipi di comportam€nto me. !a in 2Ts 3,15) ed è ((avaro o ido 5,16 e lPr 2,12. Tutti questi prin-
pentimento prima della fine: ver- ritevoli di disciplina Deviazio- l tra o maldiceite o ubriacone o cipi erano presenti almeno in qual-
rebbe distrÌrtta la natura corrotta ni dotlrinali ch€ creavano divìsioni hdro)) (1Cor 5,1l). Nlolti studìo- che n]isura nelle norme giudaiche
della persona. Un'altra possibili- nella comunità erano un proble- si considerano questa lista come contemporanee, che evidentemen'
tà è quella di ritenere che la soî- ma al principio del ministero di rrn'cnumerazione casuale di vizì te furono adatlate dalla Chicsa
lcrenza e la morte del colpevole Paolo (l Cor 1,10-11ì 11,18-19), e t)agani, alla maniera dei moÌalisti primitiva, quantunque iù una ior-
abbiano ul1 effetto di espiazione, le misure disciplinari in Rm 16,17 ()ntemporanei. Ma il latto che la ma meno sistematizzata. comun-
I farisei affermano tale idea, sta- e 2cor l3,l-2 sembrano tisponde- lista sia allargata jn lCor 6,9-10 que, ciò che rende il concetto pao
bilendo che il colpevole deve di- re alla divisione causata dall'ete- (on speciale attenzione ai valori lino di discìp1ina unico e potenzial-
chiarare di desiderare la morte per rodossia (cfr. Gal 5,2-12). Le let- \cssuali e della proprietà indica mente efficace. è l'ìnfusione del-
espiare i suoi peccati (m, San 6,2). tere pastorali sono dominate da cìrc si rivolge consapevolmente ai l'amore tipico di Cristo nelle nor-
Ma non c'è nessun'altra testimo_ questo interesse, e lTm 1,20 ne è tieccati di Corinto. La lista ò rap- me disciplinari.
nianza che Paolo avesse quest'i- un caso chiaro. L'eresia e le con- tll esentativa e non con1PÌensiva; Fil2,l-5, scbbene non tratti di-
dea. Una terza possibiÌità è che la seguenti discordie erano un peri- L iLlc a dire, queste non sono le so- refiamente di disciplina, esprime
punizione si fermerebbe prima colo ovvio per l'integrità delle co- ( colpe soggettc a disciplina (clr. brevemente ìl prìncipio che sla die-
Discorso ispirato 4't 4 415 Doni dello Spirito

tro i diversi richiami paolini sul- DISTRUZIONE: vedi Escatolo- l. I DATI LINCUISTICI - Nel- racoli> in lcor 12,10 è sempli-
l'arsomeoto. Sono f incentivo del- gia; Ira, distruzione la maggior parte degli studi e de- cemente <miracoli> in lCor
l'aàore. la condivisione dello Spi- gli scdtti contemporanei su que- 12,28-29,5') si trova il /ogos di
sto argomento, specialmente nel- (scienzD in lcor 12,8 <<che cono-
dto (vedt Spirito Santo), l'atteg- DMNITA PAGANE: vedi
la letteratura divulgativa, il termi- sce tutti i misteri e tutta la
scien-
giamento umile - cioè, la menta- Idolatria; Religioni greco-romane De (doni dello Spidto> è associa- za) in lcor13,2, e semplicemen-
Iità del Cristo - che permettono
di aiutaÌe un'altIa persona a essere
to all'uso della paÌola charisma da te <scienzaD in lcor 13,8 e lcor
responsabile. Così, il potere segre-
DMRZIO: vedi Matrimonio e parte di Paolo; da qui il frequen- 14,6; 6) la (profezia)) è ulla (ma-
divorzìo, adulterio e incesto le uso contemporaneo di. carisma- nifestazione> in lcor 12,10; i pro-
to di una disciplina effettiva sta
/ico per descrivere persone o co- feti stessi sono menzionati in lCor
nell'elemento riflessivo. Vale a di-
DOMINAZIONI: ved i titrci' munita che hanno spedmentato i 12,28-29 (afr.lcot 14,29.37)t rra
re, chi aiuta un altro ad essere re- P
pati e potestà fenomeni di lCor 12-14. Non è af- non è affatto chiaro che la <<pro-
sponsabile, ha prima di tutto la re-
fatto sbagliato, ma può indurre in fezia> sia di competenza solo di al-
sponsabilità di essere una Perso-
errore. Che Paolo qualifichi cia- cuni che sono chiamati (profetin
na che ama. Se questo è vero di (cfr, (maestd)) e <insegnamento)
DONI DELLO SPIRITO ùsmq (dono) coD I'agge1'li'Vo pneu-
una comunita di credenti, l'isola-
mento di un colpevole sarà un ri-
ma Í i ko n (\<spírittale>rj cioè appar- in ICor 12,28 e lcor 14,6.26).
tenente allo Spirito) in Rm 1,11 è É giusto dire che in ambedue le
medio irresistibile, In definitiva, - 1.I datiljtrguistici; 1.1 C/ú
allora, non è il potere persuasivo
SoMMARIo
dsnd(taI1.2 Pneunatkot l l Pneuno una prova certa che charisma îoí Ietterature, quella dotta e quella
lai1.4 Dorca,2.I tesri; 2 L ICorl2-l4i significa automaticamente <dono divulgativa, spesso si esprime su
o coercitivo che richiama, ma la 2.1 .1 ICor Ì2,8-l0i 2 1.2lCor 12,27 301 spirituale). Inoltre, esistono buoni alcuni di questi argomenti una si-
forza di amore che emana da una 2.1.3 Le altr€ liste; 2.2 Rm 12,6-8t 2.3 Eî motivi esegetici per credere che il curezza assai piu grande di quan-
comunità trasformata. 4.1ll L I carisnii L l I donL come mani_ <<charisma dl Dio), che Timoteo
festdioni dello Spiito;3I l Miracolii to l'evidenza stessa non giustifichi,
1.t.2 Espressione jsPiratai l l 3 La loro è incitato a <(ravvivare)) in.2Tm Nondimeno, come punto di par-
Vedí anche, Aqoslasia, PeISeve- elensione neLle Chrese paoline; 3 2 Crd- 1,6 non sia altro che lo Spidto tenza, si deve almeno osservare
ranza; Oppositoi di Paolo. .Lerflata come aui di servjzio; 3 3 Donì e
stesso (cfr. Fee 1993). Tutto ciò è come Paolo usi alcune parole-
complicato ultedormente da di chiave.
BIBL. - Conzelnìann H., I Cotinthians'
verse liste di (<doni> nelle lettere
Fortress, Philadelphia 1975, pp.95-102i Fe€ Il termine <doni dello SPirito> 1.1 Cha sma(ta) - La parola
G . D.. The Firsl Epistle to the Co.ìttthisw, non dcorre nel corprs Paolino. di Paolo e dalla varietà di lingùag- charisma è tipicamerie paolina (ri-
NICNT, Eerdrnans, Grand Rapids 1987' Tuttavia, la collocazione occasio- gio usata per designarli. corre altrove nel NT solo in lPt
oD. 194-228r Forkman G., Ile Lmts ol the Così, per esempio: 1) in lcor 4,10 e dawero raramente nella let-
detisious Connuni\, oleîrup, Lund 1972i nale del linguaggio del <(dono) e
t uúóe G. W. H.. Chutch Discipline dnd dell'attività dello Spirito (vedi Spi- 12,4 Paolo patla dei charísmatq teratura greca). Di per sé la paro-
the Inte1retation oJ the Epis!les to lhe Co' rito Santo), specialmente in Rm dello Spirito, che in lCor 12,7 so- la non ha niente a che îare con lo
nal,t,anr, in W. R. Farner - C. F. D. Moule 1,11 e lcor 12-14, rende legittimo no chiamati <<manifestazioni>, Spirito; sale ai toni alti dello Spi-
- R. R. Niebuhr (edd ), Chtistion Hisfory
anaÌ Intercrctation: Studies Prcsenîed to il termine. I problemi sono tre: l) mentte charismata compare di rito soÌo p€r il contesto o se viene
John Knàx, ú eersirv Press Cambridse stabilire che cosa Paolo abbia Po- nuovo in lCor 12,9 (e in lCor qualificata chiaramente. Il termi-
1967, pp. 337-361; Roetzel C J, JudSnent tuto intendete con le Parole cho- 12,28.29) strettamente limitato a ne deriva da cúarls ((grazia>)), ri-
in the Comnuntt,E l.Brill Le;den 1972i rismsta e pneumatik(I, dato che le <guarigioni>, per riapparire poi in ferendosi a una concreta espres-
R\sseJJ k., The ldle in 2 Thess 3,612: A \Cor 12,31 riferendosi a catego-
usa in modo molto fluido; 2) iso- sione dí graziq, essendo questo il
Eschatolo4ical ot Social Problen? , in NTS
34 (1988) 105-ll9; Thiselton A C /,e Ìare quelle attività dello Spirito che rie pirì ampie;2) in lCor 12,6 le significato di ogni esempio in Pao-
Meaniaz ol SARX in t Cotinlhians 5'5: A si possono legittimamente classi- attività di Dio sono chiaÍ:3,te ener- 10, Perciò, in quasi la metà degli
Frcsh Approach in the Light of Logical and gémata (<<opetazioÍri>>) che egli
Seùantic Factots, in SJT 26 (1973) 2U 2281
ficare come (doni dello SPi to>, usi, c,aflsrn a designa una varietà
Vvaramaker C. A., Iite t"istles to lhe Thes' dato che i testi stessi non sono né energei (<<operat ), e energèmata di modi in cui la grazia di Dio si
salonlarr, NICTC. Eeidmans, Grand Ra- sistematici, né esaustivi; e 3) iden- ricorre di nuovo in lCor 12,10 co- è manifestata nel suo popolo.
aids lgg}, Dp. 279'29o1zaa\P Cast O t tificare la natura dei vari <<donit> me una delle (manifestazioni)) Comprende <<doni>> diversi come
the E'il Man fton Your Midst,inJBL to3 dello Spirito, e in lcor 12,11 10
(1984,259-2ól; Id., Catalogues and Con menzionati. ll problema consiste la vita eterna (Rm 6,23; cfr. Rm
text: I Coìnthians 5 and 6, in NTS 14 in parte nel determinare se i <<do- Spirito è detto erelgein tutte que- 5,15.16), i privilegi speciali conces-
(\988\ 622'629. ni dello Spirito> siano limitati ai ste cose; 3)in lcor 12,5 ìe attivi- si a Israele (Rm 11,29, con riferi-
T. E. Schmídr lenomeni piÌr straordinari di lCor fà associate al Signore sono chia- mento a Rm 9,4-5), celibato e ma-
12-14 o se si debbano includere an- \nate di.rkoniaí (<servizi>>), una trimonio (lCor 7,7) e liberazione
che i ministeri di Ef 4,1l, che so- parola che appare di nuovo come da un pericolo di morte (2cor
DISCORSO ISPIRATO: vedi no chiamati <<doni>>, ma non cftQ- rtr chatisma it P.Ír 12,6-1, ma iÍ 1,l l ).
r.i.rm 4/c, e Don sono direttamente un contesto in cui 10 Spirito non D'altra parte, la parola talvol-
Doni dello Spirito; Lingue; Pro-
associati con lo SPi to è menzionato; 4) il<potere dei mi- ta si riferisce ad attività dello Spi-
Ìezia
411 Doni dello Spirito
l)oni dello Spirito
tamento. Così, la Ìista include due sadamente attività manìfestamen-
rito come <doni cÌi grazia>, per cose dello Spiritot), che si riferi-
voci da 1 Corìnzi (profezia, inse- te evidenti dello Spirìto come tale.
escmpio in Rm 1,11 di cui sopra sce, come in lCor 12,4 11, alle
(Fùng lo considera un scnso (1tec- maniîestazioni deLlo Spirito nella
gnamento), piil un ulteriore cad- 1.2 Pneumetika -
Questo ter-
sma orale (esortare/incoraggiare), mine (neutro plurale dell'aggetti-
nico), ma ingiu stiîjca laùÌellt e) . conÌunìlà raduùala per iÌ culto. come purg varie forme di servizio vo pneumaîikon; letteralmente (le
Cosi in l Cor 1 ,4-7 la grazia di Dio Non sapp jamo, quindi, sc in l Cor
all'interno della comunità creden- cose dglle Spirito>) ricorre due
(lCor 1,4) trova espressione con- l2-14 Paolo inlenda riîerirsi a per- volte ir lcor l2-!4 (ICot lz,li
te (servizio, contributo ai bisogni
creta nel gran numero di crdli- sone quali apostoli e maestri, o a 14,1). Si è già noîata l'evidente
degli altri, offrire aiuto e mostra'
stilatQ concessi a questa comuni- nlinisteriquali utilislrùmenli e atti coincidenza di pneumatika con
re misericordia). Queste ultime vo-
tà (lcor 1,5 7). Questo slesso uso di guida, come cralistnata Llme- chafismata in lCor 14,1 (e lCor
ci, in particolare, sembrano allon-
è ripreso in lCor 12 (1Cor no neLle sole accezioni specifiche tanarsi dall'idea di <dono> in sé, 12,31). C'è stata una notevole di-
12,.1.9.2E. 30.1 l), con rilcrirnento iù qùest'argomenlazione, il terni-
aÌmeno in termini di manifestazio- scussione su questo scambio. Al-
spccifico allo Spirito. Ma qui co- ne sembra liÌÌitato alle nanifesla- cuni hanno sostenuto che le parole
ni dello Spidto, verso quella di un
minciano anche le diîîicoltà. Io tre zioni dello Spiriro nella comuni- sono streatamente intercambiabi-
comportamento cristiano (etico),
di qucstiversetti (lCor 12,9.28.30) tà, e allora probabjlmenle signìfi-
Paolo usa I'cspressìone (crari ca qualcosa colne <espressioni in cui il frutto de1l'amore trova li, significando ambedue pressap-
espressione concreta nei rapporti poco la stessa cosa in questo con-
s,nd1a (doni) di guarigioni>, ritì- concrete cli grazia manifestate at-
testoi altri hanno sostenuto che
vicendevoli. Tuttavia, comprende-
rendosi evidentemcnte a escmpi travcrso i poteri dello Spirìto).
re queste voci come (doni dello una delle due è il termine più pre-
specìici dì guarigione fisica all'irl- L'Ltso dl charisndll tn Rm 12,6
gnante, mentre I'altra serve a de-
tèrno clella comunità. Ma jn lCor è piii diificilc Quì Paolo parladi
Spiritor dello stesso tipo e delle
stesse categorie di lcor 12-14 si- signare specifiche manifestazioni
12,,1,all'inizio di questa discùssio- <<avere charísîtala cliversi, secon- gnifica fare di ogni erba un fascio. dello Spirito; e altri ancora han-
ne. charisnar.r è associato allo do la charis data a ciascuno di Per Paolo sono chiaramente cr4- no ipotizzato che una delle due po-
Spirito in modo clìe sembra voler noi): è ancoÌa evidente il chìaro teva essere un termine dei Corin-
12,7 ùsmatai è meno chiaro che pensi
includere quclle che in lCor legan\e tra charismat4 e <graziaD,
zi. relativo al loro entùsiasmo, evi
a essi come a doni dello Spirito,
Paolo chiama <<manifcstazioni ma lo Spiriro non è Ìnenzionato. Infine, in 1Tm 4,14 e 2Tm 1,6 dentemente sfrenato, per le lingue,
dello Spiriton. Sembra perciò po- Senza dubbio, parecchi fatti pos-
che Paolo qui tenta di tenere par-
si dice che il chansmd (singolare)
co problemaLico comprendere I'e sono implicare la plesenza deìlo
zialmente sotto controllo in un
è <in Timoteo> ed è espresso in
lenco di (maniîestazioni, in lcor Spiritol il ljnguaggio sull'unità e modo linguistico (cfr. Fee
contesti relativi al ministero di Ti- 1987
12.8- 10 come cra,'is, nata, graz.\o' la diveÌsità nel corpo (vedi Corpo
moteo. Nel primo esempio, si ri per questa discussione).
se concessioni dcllo Spirito nelÌa di Cristo), che riflette lCor 12; la
Non sembrando troppo proble-
il profezia come il ptimo charisma lerisce probabilmente al <dono ri-
comunità radunata per edificarc matica la parziale coincidenza deÌ-
popolo di Dio (vedl Chìesa). menzionato nel versetlo 6, che in cevuto)) per ì1 minislero, corlferi
togli per ìDdicazione profelica. In le due parole in quesro particola-
Pìù diflicile è la ricorrenza di Paolo è uno Spirito donante per
zTm 1,6, però, ilcÍans,,za sembra re contesto. la soluzione migliore
quesLa parola in coppia con l'im- eccellenza; e le somigLianze di Rm
rìlerirsj con ogni probabilità allo sta probabilmente nel considera-
perativo alLa fine di cluesla discus l2-14 con Cal 5-6, dove domina
Spirjto slesso (Fee 1993), sebbene, r-e seriamcnle il loro sìgnificato di
sione in lCor 12,31, dovc Paolo Io Spirito. londo. Se I'enfasi nella parola
a sÌla volta, sia probabilmente una
esorta i Corinzi a (desiderare ar- Tuttavia, nonostante queste as
metonimia per il minislero dato clial?sma è sùlla grazia di Dio nej
dentemente i crdl/.tt?a/a piil gran- sociazioni con 1() Spirito prove- confronti del suo popolo, i\ pneu
dallo Spirilo, conîeritogli <pcr in
di>. Per molte ragioni esegetiche nienti dai contesli piu ampi di Ro-
(cfr. Fee 1987), questo impera.i- mani, I Corinzì e Galali, non è del dicazione proieticat. mdllka si pone maggiormente l!ac-
Insomma, ciartsma non si riîe- cento sul tipo d'attjvità dello Spi-
vo qLlasi certamente non si riferì- tutlo chiaro se l'intenzione dj Pao- rito, testimoniata da questi diver
risce necessariamente all'attività
sce àlla prececìente miscellanca cli lo fosse quella di considerare 1'e-
dello Spirito; quando lo fa, sem si chaistnata. Paolo perciò si ri-
persone, ministerie manilèstazio lenco di Rm 12,6-8 come (doni ferirebbe agli stessi fenomeni. E
bra riferirsi a modi visibili speci-
nl clello Spirito che <Dio ha posto dello Spirito>, allo stesso modo infatti sono crarism a/a diversi del-
iìci in cui lo Spiriro manifesta sc
nella Chiesa)) (1Cor 12,28); piut dei chatisnata di lCor 12-14 1'unico Spirito; così Dio opcra ge-
stesso nella comunità credente, ac
tosro, è molto probabile che inten- Questa lista è così eterogenea, e neraÌmente iù mezzo al suo PoPo-
cordandole <graziose concessioni))
clainiziare l'aigomento su inlelli- comprende una ganma di attivi-
per venirc incontro alle sue varic lo: in una varietà di modi diversi
gibilità e suddivisione in lCor 14, tà talnente ampia, che, con ogni per il bene comune. Ma in lcor
necessìià e così edificarla come il
che poi viene interrotto, in modo probabiljtà, I'accento è posto sulla
popolo escatologjco di Dio. Si do 14 si dà importanza a {luesti cfta-
da porre tutle queste cosc nel con- (grazia di Dio)) che qui viene da_
ritnala come manifestazionì del-
vrcbbe, perciò, probabihnente di-
tesio dell'amore. Quando Paolo ta ai credentj romani in modicon-
stilrguere tra i <<charismqta dello Ìo Spirìto. Cosi 1o Spirito opera ir
riprendc questo imperativo in cretj (specialmente alÌaiuce di Rm
spidto> e altre espressioni di .à4 dividualmente (lingue personali
1Òor l4,l la parola charisfiata è 14-1J), piuttoslo che sul potcrc da-
per propria edilicazione; l Cor
/rsrr4l4 che non implicano neccs-
sostituita da la pneumatika (<ie to dallo spirito per tale compor-
Dori dello Spirito 478 119 Doni dello Spirito

14,2-3. 14-15) e corporativamente mano e il divino entrano in con- stematizzare)) Paolo per quanto ri- comunìtà (1Cor 14,1-19.26-33) €

(profezia ecc.) per la loro comu- tatto nella vita del credente (ledi guarda i doni spirituali non sta so- convertile i non iniziati (1Cor
ne edificaziorre. Psjcologia) mediante lo Spirito di Lo nei fattori linguistici di cui ab- 14,20-25). Procedendo, Paolo ha
Così. inoltre, si deve compren Dio. Perciò la chiave d'intcrpre- biamo parlato prima, ma anche occasione di elencare vari crarl-
dere probabilmente il genitivo am- tazione si trova ne1 contesto di (soprartutto) nella natura pua- smar.?, ministeri e formc di seffizio
biguo con cui inizia l'iniero discor- lCor 14,32, dove 1'cspressione (gli mente dd úoc delle sue lettere, che in sette punti diversi dell'argomen-
so in lCor 12,1 ((ora riguardo lo, pneumata dei profetj) îa riferi- rivela notevole ambiguita di lin- tazione (lCor 12,8- 10.28.29-30;
pneutnolikò tt). Si discute nìoÌto mento con ogni probabilità allo guaggio e di elenchi. Perciò, piut- l3,1-3.8; 14,6.26), di cui neanche
sul significato: <doni spirituali>> <Spirito profetico), per il quale rosto che imporre urta griglia dug sono simili (nemmeno lcor
(neutro) o <persoùe spirituali)) ciascuùo di loro parla attraverso esterna a ciò di cui si occupa Pao- 12,28 e 29-30), non solo, ma ap-
(maschile)? Con ogni probabìlità! ilproprio spirjto; allora le espres- lo, si dovrebbe comii-ìciare con paiono in modi che rendono qua-
il lermine è ùeLrtro (come in lCor sìoni profetiche, ispiraîe dallo Spi- uno sguardo ai testi neì loro con- si impossibile Ia sistemalizzazione,
14,1), ma probabilmcnte non sj- rito divino, sono sottoposte all'o- testi. 2-1.1 lcot 12,8-10 - ll carct-
gùifica (doni spirituaÌi, come ta ratore e si devono <discernere> 2."llCot 12"14 - La natura re- tere puramente dd ioc di questo
li,chc è un'interpretazione lroP- nella comunità. Forse la tradùzio- torica (vedi Retorica), talvolta po- elenco è dimostrato sia dall'ordi-
po lerteralc, ma (cose dello Spiri ne inclegante <1o Spirito/gli spi- lemica, dell'argomentazione in ne che dal contenuto. L'interesse
to>. che include i (doni) e il loro riti dei proleii> può rendere me- questo passo, soprattutto i capi- di Paolo non è l'insegnamento sui
toli 13-14, indica che I'intento di (doni spirituali)) come tali, il 1o-
abuso da parle degli (spiritualit glio l'ìdea di Paolo. ln ogni caso,
in qùesta conlunità.. il termine si riferisce ai <doni spi- Paolo è in primo luogo di corre- ro numero e tipo; piuttosto pre-
1.3 Pneumata E più diflicile rituali> solo nel nodo piii indi- zione, non di insegnamento, Im- senta un elenco note\)ole e valio,
slabilire cosa voglia djre Paolo con retto. putate sono chiaramente le lingue in modo che i Corinzi smettano di
le tre ricorreùze dcl plurale pneu L4l)orea - Questa parola, ter- (come fa capire lcor l4); il pro- essere strani nella loro enfasi. Per-
a?a1a (<spiridr) in lCor 12-14: <ì1 mine corrctto per (dono), ricor- blema è plobabilmente Ìa vera spi- ciò, essendo dferita alla loro situa-
discernìmento dcgli spiriti> (1Cor re raramenLe in Paolo, ma aPPa- ritualità (nel senso di essere una zione, questa lista è solo rappre-
12,l0), (poiché bramate gli spirj- re in Eî.1,7. Questa frase serve co- persona dello Spirito) e Paolo e i sexlalila della diversítà delle ma-
ti) (lCor 14,12) e (gli spiriti dei me passaggio dal fondamento tri- Corinzi sono in disaccordo su que- nifestazioni dello Spirito.
profeti sono sottomessi aj profe- nitario per l'unità in Ef 4,4-6 (un sto (1Cor 14,36-37). Gli ultimi I tenlativi di classiiicare le dif-
tir (1Cor 14,32). L'uso in lCor solo corpo, un solo SPirito, una pensavano probabilmente alle lin- ferenti voci sono numerosi e sva-
1,1.12 è talmente eccezionale che sola speranza; un solo Signore, gue come al linguaggio degli an- riati. Si è detto che riflettevano un
la maggior parle dellc traduziorli una sola îede, un solo battesimo; geli (lCor 13,l), e perciò alla pro- ordille decrescente d'imporranza,
ritiene che abbia lo sîesso signifi- un solo Dio) ai mohi Einisteri dati va dell'attuazione al presente del- mentre altri hanno riordinato le
calo di p eumatikrt in lcor 14,1 da Dio alla Chiesa per la salvezza l'esistenza celeste, non restando voci concettualmeme (MacGor-
e 10 traduce (doni delio Spiriro) e per servire il mondo. Poiché lo che libcrarsi del corpo (da qui la man). Una divìsione comune di
(cfr. CEI). Che Paolo stesso cre Spirito è decisivo per l'unità della negazione da parte loro della fu- stingue: 1) doni di insegnamento
da in una pluralità di <buoni sPi Chiesa (Ef4,3-4) e tre dei ministe tura risurrezione dei corpi, lCor (sapienza e conoscenza); 2) doni
riti) vìcne smentito vigorosamente eÌencati in Ef 4,l l appaiono an- 15,12). tl risuliato era un entusia- di potere soprannaturale (fede,
da lCor 12.,1.8 11: (lo stesso Spi- che nelÌa lista di lCor 12,28, di so- smo ecccssivo Per le lingue e un guarigìoni, miracoli); 3) doni di
rito), (l'unico SpjriLo),-(l'unico lito si considera Ef 4,11 come consegueùte disordjne nell'assem- linguaggio ispirato (profezia, di
e il mcdesimo SpiriLot. E contro- un'altra lisla di <doni dello Spiri- blea (vedi Culto). scernimento di spiriti, lingue, in-
verso se qucst'enlasi combatta an to), questa volta Piii specifica- Nel suo sforzo di pouc uù fre- terpretazione delle lingue; cfr.
che una credenza nella pluralilà mente limitali ai ministeri. no al loro eccessivo entusiasmo, Maitin). Si noterà che la settima
degli spiriti da parte dei Corinzi. Mcntre si hanno lutti i motivi di Paolo sostiene in primo Luogo la voce k(discernimento degli spiri-
credere che Paolo consideri que- nccessità della diversità, se la co- ti>)è quella che tende a creare dil-
Questa curiosa affermazione in ficoltà alla maggior parte di que-
lCor 1,1,12 potrebbe anche indur- ste persone e i loro minisleri abi Inunità devc veramente essere
re ad ammeLLerlo; ma il iatto che litati dallo Spirito per edificare Ia (dello Spirito> (lCor 12,4 30). ste combinazioni. Se il loro rag-
Paolo usi qucsto lìnguaggio in comunità. non è chiaro jnvece se, Iroi afferma che a niente giovano gruppamento è dawero legitlimo,
lCor 14,32, dove un tale signiîi- considerandoli (<doni)) alla Chie- ìdoni se manca l'amore llcor con tutta probabililà è da rintrac-
cato non sembra possibile, indica sa. avessc L'intenzioÌle di conside- 13.1-13). concludendo che, in ter- ciare in alcune chiavi datc dallo
r:he il senso è un allro. rare questi l'ninisteri come ci(r'i_ rnini di manifestazìoni dello Spi stesso Paolo, che introduce la ter-
La soluzìonc probabile di que- .rmatd nel senso in cui la Parola lito, l'amore richiede che si aspìri za e l'ottava voce (fede e lingue)
sti passi deve trovarsi ùell'evidente viene usata in lcor 12 o in Rm 12. a parlare jn rnodo intelligibile con una parola diversa da <un al-
convinzione di Paolo che 1o sPiri- (lCor 14,1 25) e all'ordine (1Cor tro> e senza la congiunzione de.
to del credente è il luogo in cui l'ù 2. I TFSTI La difîicoltà nel<si- 14,26-40), se si deve edificare la In tal caso, allora, le prime due so-
Doni dello Spirito 480 .1Rl Doni dello Spirito
no scelte per scopi specificamen- si sappìa con certezza quale lor- rlo, terzo; 2) con la qùarta e quinta Paolo lascia cadere l'enumerazio_
Ie ad hocl <,.saple[za) e (scienza, ma concrela abbiano potuto pren- \ oce ((nìiracoli)) e <doni di !.uari- ne con la sesla voce, 2) la quarta
erano molto importanti a Corin- dere nella mentc di Paolo. gionì>) rilorna ai c/rar6matd, pren- e quinta voce (lCor 12,28-30) so-
to. Egli aggiunge poi una lista a L'altra voce problematica ìn rleùdone due dalla lista di lcor no in ordine inverso rispetto alla
caso di cinque vocì aventi come qucsta lista è <díscernimento de- 12.8-10. Sono ambedue precedu- lista preccdente (lCor 12.9-10) e
denominatore comùne una quali- gli spiriti>, sulla quale si è discus- ri dalla parola (poi)! come se in 3) sembra che non ci sia un signi-
tà soprannaturale di un certo tipo, so molto se si rilerisca a11'abilità tendesse continuare lo schcma di îicaro particolare se ì mìracoli pre-
e colclude con le piil prob]emati dì discernere ciò che è veramente classificazione; 3) la sesta e setli cedono le guarigìoni, o viceversa,
che, lingue e interpretazione. dsllo Spirito di DÌo e ciò che vie- rna voce (<doni di assistenza> e o se precedono o scguono doni dj
Ciò che distingue questa lista è ne da altri spiriti (per esempio <di govcrno>), che sono dlli di scr- assistenza e dj governo. Il doùo
la natura concretamente visibile di Crudem), oppure al fenomeno no- r'izio, sono da notare Per tle mo clelle lirìguc è L'ultìmo, come sem-
queste voci, specialmente delle ul tato in lcor 14,29, (e gli altri de- tjvi: a) sono le unichc due non ptc, \'enfanl lel/ir1e, inclùso so-
time sette. Dopo tritto, sono non voùo discernerc (giudicare retta- rneÍÌzionate di ouovo nella retori- lo dopo che si sìa compresa bene
solo (doniD, ma manifestazioni mente) cjò che viene dettot, itl cui ca di lCor 12,29-30; b) non sono la necessità della diversità.
della presenza dello Spirito in appare il verbo affine a questo Ì1o- menzionate altr'ove nel NT; c) IÌon Perchó Paolo classìfichi i primi
mezzo a loro, scehe probabilmen- rne (per esempjo Dunn, Fee). Mol- sembrano dello stesso tipo - cioè, tre è piir dìliicilc da dire; proba-
te perché, come le lingue stcsse, to probabilnlente, dato 1'uso pao- doti soplannaturali di quelli bilmente dipende dal suo modo di
erano fenomeni straordinari. A lino del lingLraggio in lcor 14, si
delle altre due panì (miracoli, gua- comprendere il ruolo di quesli tre
questo Pùnto, non sarebbe convc- riferisce a turtj e due, nìa ìn parti- rigioni, linguc). minìsteri nella Chiesa. Non lanto
nuto a Paolo cercare di allalga- colare al fenomeno di <discerne- perché uno sia piu importante del
QLlesta lista rappreseùta tutta
re la prospettiva, clcncando doni re, differenzìarc o pÌ-opriamente ùna scrie di (ministeri)) della Chie- I'aLtro, o perché questo sja neces-
meno visibili. Lo iarà a tempo giùdicare>t profezie di lCor 14,29,
sa, scelti probabilmente Per qùe- sariamente iÌ loro ordine d'impor-
debito (soprattLLtto con I'analo Ci sono due ragioni iù îavore di sto motìvo. Non saPPiamo con tanza, ma perchó uno ha la pre-
gia del corpo e nelle liste dj lCor questa posizione: 1) Sia lTs certezza qùale sia il significato di cedenza sul1'altro nel fondare ed
12,28-30); ma per ora l'accenlo è 5.20-21 che lcor 14,29, idue luo- questo insieme. Al massimo, si edificare l'assemblea locale. Con-
sul soprannalurale. ghi in cùi PaoLo menziona il flrn- può dire che i primi tre ministeri siderando lCor 14,37 e la proba
D'altra parte, la lista include zionamento delÌa prolezia nella attirano l'attenzione sulle persone bilità che fossero ritenuti <profe-
anche il messaggio (/ogos) di sa Chicsa, richiedono un <esame)) o che li possiedono, mentre gli ult! ti) quelli che si erano messi con-
pienz.a (sophia\ e il logos di scien- <discernimento> dei dìscorsi pro- mi cinclue sul ministero stesso. tro di lui, Paolo porrebbe anche
z (gnÒsis).In questo caso il lin- lètici; allora, dato che il nome usa-
Questo indica probabilmente che subordinare tali persone all'apo-
guaggio sembra scelto non Perché to in qùesto passo è affine al ver- le prime tre voci non devono es stolo che dà loro <il comando del
Paolo pensì a doti soprannalura- bo iù lCor 1,1,29, sembra proba- sere pensate come (uffici>r, occu- Signore>r.
li, ma perché quesre tre parole (/o- biÌe che quisìa ia stessa cosa, poi- pati da certe (persone> nella Chie- Non sorprende che Paolo clas-
gos, sophia, Snosís) occùPano un ché immediatamente segue <pro- sifichi al primo posto gli aposto-
sa locale, ma piuttosto si rilerisco-
poslo elevato neLla comprcrlsione îezia). 2) Questi due soùo seguiti no ai (ministeri> in quanto trova- li. La sorpresa è invece che siano
dei Corinzi circa l'attivirà dello immediatamente da <linguerr e
no espressione in va e Persone; al- in questa lista e che egli li nomini
Spirito (cfr. lCor l-3.8). Ma la 1o- <interpretazioùe>, lo slesso sche- lo stesso modo i (doni>) seguenti al pluraÌe. Molto probabilmente
ro sapienza e scjenza sono dcscrit ma chc si Ìitrova nelle istruzioni non sorro espressi nella Chiesa se- con questa parola egli riflette sul
te da Paolo come dì questo mon- sull'ordine ìn lCor 1,1.26-29. paratamente dalle persone, ma so- proprio ministero in questa Chie-
do e imperfette. Per Paolo queste 2-1.2 Lcot 12,27-30 - Dopo no innanzitutto doni di grazia, sa; il plurale è per deferenza agli
parole devono essere comprese so aver applicato duc volte l'analo- conferiti dallo Spirito a varie per- ahri che hanno avuto lo stesso mi-
prattutto iù termini di croce (l Cor gja del corpo, accentuando la De-
sone nella Chiesa per Ia sua mu- nistero in altre Chiese (cfr, lCor
I,l8-31; 8,11). Perciò Paolo usa cessità deÌla diversità (1Cor 12,15- 9,5; 15,?-11). ln ogni caso non c'è
tua edificazìone.
due dei loro termini per l'iùizio di 26), Paolo conclude questa sezio- È controversa la questione se nessun'altra prova che Paolo pen-
questa lista di (maÍifestazionì) ne dclla sua argomcntazione con Paolo intendesse (classificare)) si a una Chiesa locale, nelia quale
nell'assemblea. che dimostrano Ìa rrn'aìrra lista di doni e ministeri latle queste voci a seconda del lo- alcuni, chiamatj (apostoli)), fos-
grande divcrsità inerente alle atti (redi Ministero). L'enîasi resta la
ro ruolo o significato nella Chie- sero responsabili del suoi afiari.
vità deÌl'unico Spirito. Allo stes- stessa, la necessìtà della diversità.
sa. Probabilmente no. Certo vuole Inoltre, in nessun luogo in Paolo
so tempo egli rinnova questi ler- La lista ha parecchic caratteristi- classificare le prime tre. Lo si po- esiste una relazione diretta tra 10
mini alla lùce dcll'opera dello Spi- chc interessanti: 1) Paolo comin trebbe dire anche per le altre sul- Spirito e l'apostolato. Il suo apo-
rito, così da dar loro un coÍtenu- cia con una lista dì petsone (apo- la base del (poi,,. poi)) che intro- stolato è ricevuto (per mezzo di
to lotevoÌmente diverso cla quel- stoli, proferi, maestri), che classi- duqe le due successive. Ma non Cristo)) (Rm 1,5) e (per volontà
lo dato dai Corinzì, sebbene non fica nell'ordine di primo, secon- sembra probabile, dato che: 1) di Dio)) (lCor 1,1); eeli non indi'
Doni dello Spirito 482
483 Doni dcllo Spirito
rola per descrivere icapi; la sua lc>, o in terurini di un charisma o
ca n-lai specificamenle che sia un una dclle cosc che accadono nel- presenza qui tra(dare, e (mostra-
(carjsrnar dello Spirito Santo, co- La riunione pel il culto. ll verbo come speciaLe conferimento dello
mc sc lo Spirito glielo avesse do- alfine appare ìn lCor 14,30, con re misericordia)) indica che per Spirilo. Sembra che quesLa letlu-
nalo per qùesto (ufficio) (redl riferimento alla profezia. Dato Paolo di solito ha i1 scnso cli ra sia posteriore.
(prowedere a) pjuttosto che <co-
,^postolo). che la parola profetica ìn JCor
La classificazione di <proleti)) 14,24 25 <rivela>> anche isegrcti mandare), anche quando si trat- 3. T CARTSMI Nonosranle le
e (maesllì)) (che appare qrlì per la del cuore e porta alla conversio-
ta di capi. diîiicoltà, le varie voci tratteda
Cosa molto importantc, qu€sta questi lesti possono essere conve-
Drima volra in questa lettera) è ne, sembra probabìle che quesla
lista evidentemente fa iùtendere nientemente raggrùppate sotto tre
ugualmente diîîicìlc. La questìo- parola, alneno ìn parîe, indichi
ne è se Paolo qùì pensi a gruppi qualcosa della comprensíone del- meglio come Paolo abbia compre- titoli principali: manifestazioùi
so il plurale cfarlsmal4; ma aiuta dello Spirjto all'inlerno della co-
specificì dì persone conosciute co- la profczia da parte di Paolo.
me (profeti) e (maestriD, diîron- 2.2 Rm 12,6-8 Questo passo molto poco a vaÌùtare se Paolo nunità liunita nel cùlto; atti di
abbia considcrato tutte queste voci servizìo; mìnisteri specilìci. Si do-
te acl <apostoliD e ad altri mem silrova vicino aÌl'inizio della pa-
come (doni dello Spirilo). vrebbe solo notare che, sia che in-
b della comunità, o se questi sia- renesi (redi Insegnamento, pare-
2.3 tri 4,11 - Questa lista è uni- tendìamo o meno il termine (do-
no termini piu funzionalj, che si nesi) c1i questa lettera. Riguarda la
ca ncl col?ri paolino. Sono men ni delÌo Spirito) lelteralmente (ap-
rjfcriscono a ognuno e a lutti quel giusla valutazione di se stessi e la
zionati tre ninisteri che appaiono plicato solo alle manifeslazioni
li che eserciterebbero qLlestì doni. ncccssità di rcciprocità c divcrsità
Il linguaggio siùrile in Ef 2,20 neììacornìr ità- l.e 1re caralîer'ìsîi- anche in lCor 12,28 (apostoli, delÌo Spirito), 1o scopo di turti i
proletì, maestrì); sono collcgati da chat isnato, in tutte le categorie,
(apostoli e profetj) ed El' 4,1 I in- che che rendono questo passo si-
<evangelisti) e (pastori), gli ulti- è ((l'edilìcazione)) della comunità
dica che i lermini qùi servono pro- milc pcr ccrtì versj a lCor 12-14
ùri probabilmente da comprende- stessa e dei singoli membri all'in
babilnente a designare ccrtc per'- soior 1) l'analogia del corpo: uno,
con molte membra; 2) il latto che re in relazione molto strctta con lerno della comulÌità. Inoltre, nei
sonc, bcnché l'accento sia posto (macstrir. Sebbene questa lista ri
lc mcmbra abbiana (horismata primi due scnsi, Paolo considera
aùcora sulla lo1o./rrziane Íell' e-
dati a esse (è implicito per l'edifi- corra di nuovo in un contesto di essenziale l'universalità di tale
dificare la comunità. Cosi, quan- (donazione) nella comunità riem-
do queste parole ricorrono di nuo- cazìone del corpo); e 3) la menzio-
Spjrito e corpo (Ef 4,4), non si al-
vo in 1(Ìrr 14. lo fanùo conìe ne della profèzia come il primo dei
Iude a quesri donì come a crali- pita dallo Spirito.
(profezia> e (insegnamentor, evi- charisnata e l'inclusione delf in- srzala, né si indica che siano <<do- 3,1I doni come manifestaziori
segnanento come rerza voce, Ma, ni dello Spirito). Infatti sono da- dello Spirito - Questo è l'Lrnico
dentcmcntc cspressiorli sponlanee
(1Cor 14,6.26), a prescindere dalla trannc qucsto, non c'è niente di ti alla Chiesa da Cristo, e non si gruppo certo nelle lettere di Pao-
persona dcl proîcta o maestro. comune. In contrasto con I Corin- parla di essi come di <(doni)) di per lo in cui cì sia una connessione
Le altre due nuove vocì in que- zì, ma in armonia con i problemi sé. Piuttosto, sono persone che speciîjca tra lo Spirito e icrall
sta lista, dorl dl dssÌstenza c di go- delìa Chìesa romana hcdl Roma- hanno qùeste iunzioni all'interno Jmrl@. Questi appaiono sopratlut-
verro, ricorrono solo quinel NT. ni, lettera ai), lc sctte voci non della Chiesa, con lo scopo singo- to manifestazioni soprannaturalì
Scnrbra che ambedue si riferisca danno riLievo a miracoli ed espres- di (rendere idonei i santi).
Iare dello Spirito all'interno della co-
no a quelli che in lCor 12,5 Pao- sioni velbali. ma a forme dì ser- manifestamente affinché questi munità nel culto, Possono essere
lo chiamava dl 1/roaiai ((servizi)); vizio (il (servizio) stesso è una del' possano <compiere il mìnistero, al raggruppati in (miracoli, come
ò controverso se siano anche càd- lc voci clcncale). Un'ahra loce îine di edificare il corpo)), tali, ed <espressioni verbalir>.
(putuklcsis, (esofiazioner) è pro- La questione scottante in que- 3.1.1 Miracoli - Sono incluse
lta lista è se si debba pensare a quì tre voci da lCor 12,9-10: (fe'
2.1.3 Le altre /iste Per la babilmenre un dono orale, rna po-
maggior par-re le allre liste di I Co- trcbbc anche essere un'altra for- queste persone in termini della lo- de> (il dono soprannaturale di fe-
rinzi (lCor l3,l-3.8i 14,6.26) ag- ma di servjzio (<incoraggiamen- ro funzione o come detento di un de che può (trasportare le mon-
giuùgono lloco di nuovo, cccctto tor). lnoltre, ogni voce è <lualifi- ulficio (redl Chiesa). In armonia tagnen; cfr. lCor 13,2), (carismi
due cose: l) sì comprcnde rneglio cata per ì1 modo in cui dcvc csse- con le liste precedenti, quando si di guarigione) (del corpo iisico;
menzionavano ministeri di questo anche lCor 12,28.30) e (attività di
cosa inlenda PaoÌo per (scienza), re resa la parola/servizio: (secon-
in quanto in lCor 13,2 parla di do la misùra della fedc>, <con lipo, sembra che 1'accento sia an- miracoli) (tutti gli altri fenomeni
(conosccrc tutti i n]isterì e tulta la sernplicità, con diligenza, con cora sulla funzione. In ogni caso, non inclusi nella guarigione). L'u-
gioia) con questa lista si va un poco ol- so dei plurali <doni> e (operer per
scienza>. ln l Cor 14,6 appare ac- ecc.
1re la compre[sione paolina dei le ultime due significa probabil-
canto alla <rivelazione>. che indi La voce pìu dilfìcilc di questa
ca la comprensione, ispirata daL- lista è la sesta, prolslamenos, ahe úa smqtq, o come (manifesta- mente che che questi (doni)) non
zioni dello SDirito)) o come (for- sono permanenti, ma ogni occor-
lo Spirito, dcllc vic dj Dio; 2) la in greco è abbastanza ambigua, si-
rnc dl servrzror, b clubbro se Pao- renza è di per sé un <(dono)). che
rivelazioÌle, che appare per la pri gnìficando o <aùìminisLrare/go'
ma voìta jn lCor 14,6, viene an- vernare) o (provvcclere/dare aiu' lo consideri mai un <<ufficio> nel- tali fenomeni siano parte norma-
chc elencaLa in lCor 14.26 come to)). In 1Ts 5,12 Paolo usa la pa' Ir Chiesa come un (dono spiritua- le del ministero proprio di un apo-
Doni dello Spirito 484 185 Doni dello Spirito

slolo è evidenziato da2cor 12,12 ciò che condiziona f intera argo- quello menzionato piir spesso nelle in lCor 12,7-11, indica che il cul-
e da Rm 15,18-19. Che siano an- rÌlentazioner e Paolo usa la profe- lettere paoliùe (lTs i,20; lCor to della Chiesa primitiva era mol-
che l'aspetîativa normale delle zia come rappresentaliva di tutte 11,4 5; 12'14; Rm 12,6; El'2,20; to più carismatico di quanlo non
Chiese paoline e cvideùzialo da 1e altre espressioni ispirate imelli- 3,5;4,11; lTm 1,18; 4,1,1; e pro- sia stato per la maggior parte del-
Gal 3.5. gibili che in quell'ambiente si de- babilmente (per mezzo dello Spi- la storia successiva della Chiesa.
3. J.2 Espressio e ispirIla vono preferire alLe lingùe. Per rilo)) in 2Ts 2,2), con la conse- Qualcuno veramente ha cercato di
Sono compresi qui (jl lingùaggio qùeste dùe è necessario un ullerio- guenza della vastissjma serie di fare di necessità virtir, aiierman-
dclla sapienza), <il liùguaggio di re commento, frequenze nellc Chiese paoline (te- do che i fenomeni piìr straordina-
scienza>, <la profeziarr, <il discer- 3.1.2.I Glossolalìa Il termi- dl Profezia). Sebbene fosse anche d erano relativamente limitati nel-
nimento dello Spirito (degli spiri- ne usato da Paolo è (differentitipi LLn fenomeno diffuso nel mondo la Chiesa primitiva erano pro-
ti)), (<le lingùe)) c (<l'inter pretazio- di linguer. Se ne dice sufficiente- greco (cfr. Aune), la conoscenza pri di credenti piu <immaturi)), co-
nc delle linguer di lCor 12,10; mentc in lcor 13-14 per darci che Paolo aveva della profezia era me i Corinzi - e che non fuiono
<l'insegnamento) e <<la rivclazio un'idea abbastanza chiara di co- interamente condizionata dalla piu necessari una volta che il NT
ne> di I Cor 14,6; e (forse) <l'esor- mc lo intenda Paolo. l) È un lin- propria storia nel Giudaismo. ll îu caùonizzato. Ma si perdono dì
tazione)) di Rm 12,8 e si potrebbe guaggio ìspirato dallo Spirito: profeta era una persona che Par- vista le testimonianze di Paolo,
ànche includere il (cantarc) di questo risulîa chiaramentc da lava al popolo di Dio sotto I'ispi- come pure il suo parere in lcor
lcor 14,15 e 26 (cfr. Eî 5,19; ve- lCor 12,7.1I e 14,2. 2) Le regole Ìazione dello Spirito. ln Paolo tale 13,8 13 (cfr. Fee 1987). Sì può di-
di lnni, lraÌnmenti jnnici, cantì, per l'uso comunitario in lCor <discorso> consisteva o in messag- re pure che le altre Chiese paoline
canti spirìrua1i). I tentativi di cli- 14.27-28 chiariscono che I'orato- gi spontanei, inrelligibili, rivolti non celebravano la Cena del Si-
stingucrc qualcuna di qucste voci re non è(in estasi) o <senza con- oralmente all'assemblea raccolta gnore, dato che è menzionata so-
da un'allra sono generalmentc trollo). Piuttosto è il contrarior gli pcr incoraggiare o edilicare il po- 1o in I Corinzi!
inutili, come lo è ogni distinzione oÌatorj devono parlare a turno, e polo, o in una (rivelazioneD di fn realtà, sono imporlanli le te-
tra cspressione (carisnlatica> o devono resrare in silenzio se non qualche tìpo (Cal 2,2), che a vol- stimonìanze secondo cui le Chie-
<non carisrÌlalica) (pcr esempio, c'è chi interprela. 3) E un dìscor- le poteva aprire i cuori dei non se paoline sperimentavarlo nor-
insegùare o cantar-e). so essenzialmenle ilcomprensibile, credenti e condurLi al pentimen- malmente una dimensione mani-
ll <linguaggio di sapicnza) e di sìa per chi parla (lcor 14,14) sia to. Siriteneva che coloro che pro- îesta, (ca smatica)) di vita nello
(scjenza), per esempio, è Ìinguag- per I'ascoltatore non iniiato (lcor fetizzavano avessero sempre <il Spirito. Che Paolo ne parli in mo-
gio crearo dalla situazione di Co i4,16), c deve essere intcrpretato controllor (così lCor 14,29-33). do chiaro solo due volte (lTs
rinto. Per Paolo il <linguaggio di lell'assemblea. 4) È un discorso di Sebbene solo aÌcuni lbssero chia- 5,19-22; lCor 12-14) è <l'acciden-
sapienza, è la predicazione delÌa retto îondamentalmente a Dio mati proîeti, si dedùce da lcor te, della storia: solo qui c'erano
croce (così lCor 1,18 2,16; latcr- (1Cor 14,2.14-15.28); si può sup- 14,24-25,30-31 che ì1 dono vales- problemi di abuso. Certamente, il
lninoÌogia non licorre in nessun porrc, perciò, che quello che viene se, almeno potenzialmente, per problema a Tessalonica è partico-
altro 1uo8o). La (scicnza), d'al- interpretato non ò un discorso di- rutti. larmente rivelatore, poiché eviden-
tra parte, è strettamente collcga- retto agli altri, ùa riguarda <<i mi' Ma è anche chiaro che la pro- temenîe c'era una tendenza a da-
ta ai <misteri) in lcor 13,2 e al sterin di cui si parla a Dio. 5) Co- tèzia non ha un'auîorità indipen- re poca importanza allo Spirito
trove è vicina al concetlo dì (ri me dono per il singolo orante, dente. Le testirnonianze di lTs profetico nelle loro riunioni; co-
velazionc)) (1Cor 13,8-9. l2; 14,6). Paolo lo dene nella massina consi 5,21-22 e lcot 12,10 e 14,29 di" sa chq Paolo non vorrebbe.
Allo nìodo, la profezia stes-
stesso derazionc (lCor i4,2.4.5. 15. 17'18). cono che tutto questo ptofetizza- Ancora piu rjvelatori sono in
sa è strettamente connessa a <ri_ Norl si sa se Paolo lo rilenesse re deve essere oggetto di (discer- realta i modi disinvolti in cui al-
velazione) in lCor 1,1,6, e special- un vero linguaggio di questo mon- nimento) da parte della comuni- trove sono menzionati questi fe-
mente in lCor 14,25.26.30. Devo- do, ma le testimonianze comples- ra carismatica, Risulta da ambe- nomeni, Per esemplo,in2Ts 2,2,
no essere coinpresi come donichc sive indicano di no. Egli ceÍamen- due i testi che si può credere vera- Paolo sa che qualcuno, pretenden-
differiscono in modo caratterisli te non crede alla probabilità che mente di essere <ispirati> dallo do di avere autorita, ha dato iaÌ-
co? Oppure, come sembra Piu qualcùno dei presenti possa com- Spirito, ma jn realtà ciò che si di- se informazioni suÌ <<giorno del Si-
probabile, jndicano una diversa prendere senza interpretazione; e ce noll proviene affatto dallo Spi- gnoret> (yedi Escatologia), Quel-
enfasi pcr L'espressione del dono L'analogia del linguaggio di que- rito. Perciò, la comunita deve ve- Ìo che non sa è la fonte di questa
protttico, dal momcnto che, inol- sto mondo in lcor 14,10-12 im- rlfìcare tutto, tenendosi saldamen- falsa informazione; una possibilità
tre. scmbrano lluttuare tra (la ri- plica che non sia un linguaggio di te str€tta al bene ed eliminando a cui si pensa automaticamente è
velazione di mistcri>l e parolc pìù qucsto mondo (una cosa di solito ogni espressione di male . <mediante lo Spirito) (più proba-
semplicj di edificazionc, conforto non è identica a quella a cui è ana- 3,1,3 La loro estensione nelle bilmente un discorso profetico per
ed csorlaziolre (o jncoraggiamen- Ìoga). Chiese paolíne - ll fatto stesso il quale non c'è stato (discerni-
îo)? ln ogni caso, I'uso di lingue 3.1.2.2 Prolezia Di tutti i che Paolo possa realmente elenca- mento)). Allo st€sso modo in
non iùterpretate ncll'assemblea è ch{rrismata del]lo Spirito, questo ò rc tutte queste voci, specialmente lCor 11,2-16, sulla questione del
Doni dello Spirito 486 .187 Dossologia

capo scoperto (uedi CaPo), Pao- niièstano jl frutto dello Spirito zionc tra <carismalicot e (mini ld.,God .t Etnpa||etìttq Ptesence: TheIIo
lo. riferendosi al culto, parla di (v€dl Frutto dello Spìrito), ma sîeriale) probabilmente è lalsa U Spiri! in the Lcúe$ oJ Parl, Herd.ick-
son, Pcabody 1993; Funs R. Y. K.. M,ti
(pregare e profelizzare>, i due Paolo stesso non li chiama doni (così Kàscmann, Fung), in parte ttr!, Cotnmlnifr and Spiritrtl GiIs, ll
modi fondamentali di rivolgersi a spirituali (a meìro che non attri- perchó tutti imillistcri eraùo <ca- tro 56 1198.1) l-t1, ú.e D.. Concernìnr.
Dio e al popolo Dell'assemblea. lrl buiamo aLtermine chdrismato lrr risn'iatici>. nelsenso che erano da- s?r;r!'l Gy'u, Gosp€l Publìshjng, S!rìns'
1ìcld l94?; Grùdenr w. A., The Gi.ft oJ Pro
Cal 3,4-5 il sùo discorso si basa sul significato che non g1i appartiene). ticla Crislo e concessi dallo Spiri phec) in lCointhians,l)niversl!) Press ol
passato ((tante esperieflze le ave- 3.3 Donie ministero Questo Lo (Kàsemann), e in parte perché Amcrica. waihìneton 1982: Hill D..,\rew
te latte invano?)) e suÌ1'espcrien- è uno dei campì piu controversi le distinzjoni di linguaggio deriva Tctaúenf Ptuphet!. lti\. Knox, Ailanta
za continua dello Spirito, che in- nell'ambito di questa discussione. no da un'epoca succcssiva e han_ 1979i Kiiscminn E., Ujilìtío e onùnìtà úel
Nua| o 1 .s tdnenîa, ú Saslt eseae//,ri, lvfa-
clude <miracoli>. E nel caso del Si comprcndono qui vocì come Ììo poco a chc îare con Paolo e ì ri€r(i, CasaÌe \'lonlcrrato I985, pf. 3 29i
ministero di Timoteo (lTm 1,18; (apostoli), (proleti) c (maestd)) suoì interessj. Cìò non nega i1 <mi- K\ien:iE L, Chariettarx: God's Cills lar
4,14), il dono chc è in lui è colle (1Cor 12,28 ed Eî 4,ll), <pasto- nistero); semplicemente vuol di Cotl\ Peapl.,l9?8; lvfaccomraD J. \\ ,

ri>r ed <evangeListi> (El 4,11) e il The GìIt! oJ the Stnì1, BtoadÍLnr, \ashviì-
gato ai discorsi proletici nella co- r'e che una simile dìscussione sem- lc l9r:1ì Ma(in R- P., The Spitit and Ìhe
munità, profezie così importanti carisma del ministero di Timoteo bra abbastanza estranea all'uso Congregdtìù1, l.rdrìans, GraDd Rapids
per Timoteo che, fondato su di es (1Tm 4,14). Si trovano sopratlut- paoliío di charisnota qualora sia r984i Schatzmann S., ,l Pauli e Thet,lo|y
se,viele esortato a combattere to rre tipi di dìfficolLà: Ì'ambigui- associato con 10 SpiÌi1o. el Chdtis likt. Hendrickson. Peabody
1986i Sch$eiZer E., The tlolt Spìtìt,Fot
(lTm 1,18). ln ncssuno di qucsti rà di linguaggio già notata sopra; rrcss, lJhlìadehhia 19?8.
esempi Paolo parla in favore di il dubbio se quesle voci si debba- Vedi anche: Conoscenza e do_
qualcosa; piuttosto, Ì'esprcssione Ìlo compÌeùdere in tcrmini di fun- no della conoscenza; Coqro dì G. D. Fee
visibile, <carismaticat della loro zione o ulficio; il îatto che Paolo Crislo; Culto; Frutto dello Spiri
vita comunc nello Spirito è ilpre- stcsso ne indichi co\ne chatlsma- to; Lingue; N4ìnistcro; Profezia;
sùpposto per cui egli parla in fa- /d alcuni, ma non tuttì (vedi Mi- Spjrito Santo; SpiÌitualità. DONNA: vedl Capo; Uomo e

vorc di qualcos'altro. nistero). donna


3.2 (Charismata) come atti di La chiave per questa an'ìbigui- rrrÈr. D. 8., I u rafe.ìa nel prì-
servizio Questa categorja deri tà si deve trovarc probabilmente inÒ.tiúnnc\n
^tn1c Ò . il ardo ,kditeùanco DO\O DET,LA PROFEZIA:
di storia c roriorralia deì
va dall'uso d\ chatismala ií Rm in una distinzioÌ]e precisa tra lun- únri.!. ìliblioreca
Lcmpi biblìci 10, Paìd.ìa, B'escìa 199ói Bit ledi Doni dello Spirito; Profezia
12,6-8, dove Paolo include îra i zionc e ufficio. Per la ùaggior rùìger A., cilir ardG/a.es. rcrdmans,
doni (servire), <<dare)), (provve parte, qùesti terlnini nelle lettere Grand Rapjds Ì96?; Carson D. A., Srotd.q
DONO DDLLE LINGUB: ve-
dere a> (nel senso dj comando) c di Paolo, piiì chc indicare un uî- /reJ)i/ù, Baker. Grlnd Rapids l98li Con
relnrann H., C,lurarrd, in C1-N7, rol. \\', dl Doni dello Spirito: Lingue
(mostrare misericordia>. A que- ficio, sembrano inùanzitutto fun- .o11. 606'616i DuDn J. D. C . Jca6 ú .1 the
sti si possono aggiungere anche Tionàlì. Vale a dire. Paolo si inte- .\?ilir, Wcshrinster, Philade\trir 1975i Ire€
<doni di assistenza> e (alti di go- ressa piu della funzìone dclla pro' G. D., The fi\I Epistle 10 the Cotitthlakt, DOSSOLOGIA: redi Benedi-
\lCNT. Eerdmans, Grlnd RaDids l98li zione, dossologia, ringraziamento
verno)) da lCor 12,28 (la prima fèzia nclla conunità1, che non della
espressione significa che alcuni posizione nota come <(prolèta)). In
vengono inconlro ai bisogni lisici ogùi caso, l'ullima deriva dalla
e spiriruali di altri nella comunj- prima, c non il contrario; ed è qui
tà, úentre la seconda probabil che il ruolo dello Spirito va d'ac-
mente si riicrisce al darc sagPi con- cordo col termiíe chdristnqta,
sigÌi alla comunità, nel suo insie- Paolo chiaramente comprende il
mer non solo ad altri individui). proprio ninistero c cluello degli al-
Questi sono i meno palesemente td come dato e aùlorizzato dallo
(carismatici)) dei ((donir. c ime Spìrito. Funzionando come mini-
no ovvi come espressioni di culto steri delÌo Spiriio, Paolo probabil-
corporativo. ln realtà, sembrano mente li considera charismdta.
concernere piutloslo I'interesse Perijno in quclle che la maggior
sempre presente di Paolo ai rap- parre degli studiosi ritcngono let-
porti aLl'interno delLa Chiesa. Non tere paslorali deutcropaoÌine (re-
è certo se PaoÌo considerassc qùe di Lettere pastorali), il carisma di
sti ministeri come doni dello Spi- Tinìoteo chiaralnenle non è un uf_
rito. ln ogni caso, convengooo di lìcio. ll carisma risicde (in lui)).
più a un discorso suÌla visione pcr il suo ministero (così Schatz-
paoìina dcll'etica cristiana e della úano, Fee; corlrd Dunn e alfd).
vita comunitaria. Cone tali. n]a- Insomma, la frequente distin-
.lll9 Efesini, lettera agli

rnoho in comune con gli inni ri- La prima ùretà della letîera non
rrovali nej rofoli di Qumran. 11 è aflarto un uattato teologico
uambìamento dalJa prina perso spassioùalo. Trasuda enÌozione
Da plurale ((noi)) alla seconda nella lode e nclL'adorazionc del
plurale ((voir) in El l,l3 ha cau- Dio onnipotenle che ama e rispon-
sato moltc discussioni, in quanto de al suo popolo. L'autore scrive
alcuni sostengono un contrasto in_ con un sentimcnto intenso e vuo_
tenzìonale tra Ciudeicristiani le provocare la stessa risposta
((noi)) e GentiLi cristianj ((voi>; lode. adorazione e preghiera -
cfr. Martin, Bruce, Robinson, nella vita dei sùoi lettori.
Barth). Dato chc il problema del f-a cirazione piir esplicita della
rapporto tra Giudej e Gentili non lettera di un inno cristiano primi-
alTiora come tema più importante tivo apparc in El 5,14, ìntrodotta
EBIONITI: redl Paolo nclla tra- teriale liturgico (redi Elementi li- fino a Ef 2,1 1, è meglio prendere da una formula tccnica usata di
dizione della Chiesa primitiva tur8ici in Paolo) e codici domestì- iL <r]oi>> come un riîerimento a tutii soljto per citare I'AT (dio legei;
ci. E lo scr-ittore notÌ si acconten- i credenli, e il (voi)) come un .iIe- cfr. EI 4.8 dove introduce una ci-
ta sollanlo di rialfcrmale ciò che rimento ai Lettori in particolarc tazionc dell'AT). lvlolti studiosi d
EFESINI, LETTERA AGLI Ìa Chiesa già confessava; egli è un (Schnackenburg, Lincoln, PercY). tengono che I'ambielìte orjginario
pensatore vigoroso, che îa progre- La ìetiera contiene anche due di qucst'irìno sia l'occasionc del
Sor$,aRrc L SLile e composìzìoùe; 2. dirc la comprensione del Cristo, preghierc (El 1,15-23; 3,14-21). La battesimo (per esemPio, Lincoln,
Aurenricilà di Elesinir 3. Rappono con della Chiesa e dell'escatologia da prima è composta da un rendi- N{artin), ma ciò è piutlosto spccu
Colossesii 4. ll problcma sro.ìco parte dei suoi lettorj. mento di grazie, chc serve da in- lativo. Un altro possibilc fram-
relieioso; J. Desdnaràrji 6. Ambjenle e meÌllo innico appare ìn Eî 2,14-
$opo; 7. T.mi dclla Ìettera; l.l Lagran- La prima metà di Efesini è no- Lroduzjone, una preghiera di inter
dczza dì Dio; 7.2 Iì Cririo esaltatoi 7.3 ta per il suo stile parrìcolare ed ele- cessione e una digressione in lode 18. sebbene tale idenlilicazione
La saÌvezza nella dimensjonc presentej vato. Qui l'autore fa uso del ljn- delpotere di Dio che ha risuscita- sia contcstata da P. Stuìrlmachcr,
1.1 La co dizione dei credenrii 7.5 L'u- guaggio cultuale, della preghiera to Gesu dalla morte. Il Ìingtlag- che lo considcra Lù1 nidrush cti
niri di Giùdei e Genrill: I 6 La lorr .on- gio poetico usato nella lode del stiano di ls 57.19. I-c caralleri-
ro i poteri: 7.7 L'obbligo crico dej cre- e dossologia (vedi Benedizione,
denii, 7.li AposroÌo per i Genrilii ?.9 La dossologia, ringrazjamento). La potere dj risurrezionc di Dio (Ef stiche formali di questo Passo
Chiesa. letîera irlizia con una benedizione 1,20-23) ha condotlo varì intcryre- Le parole ùniche, I'uso di partìcì-

@"úkA) che loda Dio per I'ele- ti a considerarla una citazione in- pi, il conteúùro intcnsamente cri-
La lettera agli Efesini è unica zione e la redenzione del suo po- lica, ma più probabilmente riflet stologico, il paralÌelisnio delle li-
fra le lettere attribuite a Paolo. Le polo (Ef 1,3-14). La sezione, for- te lo stile poetico proprio deLl'au nee. iÌ (noi)) che ìnterrompe il
sue espressìoni cultuali e di pre- mata da una lunga frase, abbon- torc, con possibile dipendenza dal- <voir portano molti studiosi a
ghiera, la profondità e la portata da di participj, frasi preposizionali le primitive formule di Crcdo concludere chc sia dawero innico
della sua teologìa, e i mold ammo- e proposizioni relative ed è pùn- (Lincoln, Schnackenburg). La se (così Lincoln, Martìn, Barth).
nimenti pratici hanno portato tualizzata dalla frase, simile a un conda preghiera comincia ProPria Quindi, L'esortazjone dell'autorc a
molti cristiani (incluso Calvino) a ritornello: (<a lode della sua glo- mente in El 3,1, ma è interrotta (intrattenersi a vicenda con salmì.
considerarla il libro preferito del riar. ln fonÌra veramente poetica, da un eÌc,/srs sull'apostolato di inni, caotici spiritualjt) (Ef 5,19)
NT. Il valore che la lettera da alla il passo usa anche una varietà di Paolo tra i Cìentili (Ef 3,2 i3), un sembra rìfarsi al suo uso di mate
natura della Chiesa e al rapporto sinonimi per ripetere pensieri- argomenlo estremamente impor riale jnnico in quesla lettera. Al-
dinamico del Cdsto esaltato con chiave come conoscenza, potere e rante per i lettori, in Prevalenza l'iriizìo dcL suo richìamo all'unità,
la Chiesa lo rende uD libro impor- volontà di Dio. Per questi tratti Gentili. La preghiera consisle in nella seconda metà della lettera,
tante e utile anche per la Chiesa poetici, alcuni studiosi hanno con- una lunga frase, ma è strutturata I'autore fonda in parte i1 suo aP-
oggi. siderato questa sezione come un intorno a due domande (introdot pello sù una conlìssione della
inno precristiano (per Ìa discussio- tc da ,lrd) c a una richiesla riepi- Chicsa prirnitìva: <C'ò un solo
1. STILE E COMPOSIZIONE ne, cîr. Lincoln 10-19). La mag- logativa. La preghiera ripete e svi corpo e un solo SPiritil... un solo
II metodo di composizione del- gior parte degli studiosi, comun- lLlppa alcùni tcmi delÌa prima pre- Signore, una sola îede, un solo
l'autore è caratterizzato da uno que, preferisce descriverlo come ghiera (per esempio: potere, spi- battesimo, un solo Dio e padÌe di
stile elevato, che rivela ìl suo amo una (composizione ad hoc> del- rito). Il linguaggio elevato della lutti)) (Ef 4,4-6). Sembra voler ri-
re per l'argomento che lratla, Egli l'autore, (ùn passo innjco in una preghiera spinge immediatamenle cordare ai suoi ledeli la loro co-
si identifica inoÌtre con i credenti prosa artistica, ritmica) (Schlier, a una dossologia (Ef 3,20 21), che munc confessione, come bas€ di
della Chiesa primiriva per l'uso citato da Schnackenburg 46). Lo loda Djo per il suo potere nella vi- partenza pcr accrescere I'uni1à del-
della tradizione: inni, Credo, ma- stile è tipicaùrenie giudaico e ha ta dei crcdenti. lc Chiese.
.191 Efesini, lctlera agli
Efesini, lettera agli 490
della con1posizione deve essere gionia dell'apostoLo, o (piu proba-
Nella composizione della lette- damente I'autore fosse immerso
ra l'autore Llsa anche ùna forma nelÌ'AT e quanto il lìnguaggio del- spiegata a partire dall'ambieÌlte e bìlmente) dopo la sua morlet
aLallo scopo dell'autore, come pure (Marlin,1). ln uno scritto prece-
letteraria comunemente identifica- I'AT influenzassc la sua compo-
la dagli studiosì come (codice do- clalla conoscer'ua da parle sua del dcnle Nlartiù idenliîjcava questa
slzlone,
lc necessità dei lettori. persoDa con Luca- GLi argomenLi
mestico) (Eî 5,21-6,9). Questa L'applicazione della crjtica re-
forma era ì1 mezzo per traltare le lorica a documenti del NT è an- contro la paternità paolina sono
relazioni all'interno della lamiglia: cora allo stadio iniziale (redl Re- 2 AI]TFNTICITÀ DI EFESINI quattfo:
- Le opinioni degli studiosi sul 1) Linguaggio e stile. Il nume
marito rlroglie, genitori-figti e torica; Critica retorica), e ancora
padrone-schiavo. Questo passo c si è scrirto molto poco su Efesini 1'autenticilà di Eiesini sono in di- ro di palole di Élèsini chc non si
Col 3,18-.1, 1 sembrano essere i pri da questo pumo di vìsta. Un otti- \accoÌdo. ma forse oggi la mag_ trovaúo nelle allre leltere paoline
gjoranza sostiene chc la leltera non ò proporzionalmentc ilsìgniîìcan
mi adattamenti di questa lorma mo inizio è il commentario di A.
sia stata scrilta da Paolo. La silua- re. Qucsto latto ò in realtii un pun-
dal Giudaismo ellcnistico per de- T. Lincoln su Eîesini, che cerca di
scdvere Le relazioni in una fami osservarne la retorica del pensie- zione è piuttosto irorica, in cluan- to a favole deÌla palernità paoli
gl],a cùstiana. Qui l'uso della for- ro e conclude che Lo scrittole com- Lo Eîesini era considerata da Pa- na. Quello chc piùr conta per la cri
ma è molto diverso da quello di bina i generi retorici epidittico e recchi srudÌosi (il culmine) del iica è I'osscrvazioDc che molti cli
Colossesi, in particolarc per I'am- pcnsiero di Paolo (per esempio, C questi terltrinì unici ricorrono nei
deliberativo (Lincoln XLI-XLII).
pia trattazione del rapporto H. Dodd. J. A. Robinson) D'al- padri apostolici, dando così alla
Con la sua varietà di forme let-
marito-moglie, modellato sul rap- rerarie, tradizioni e fonai, Efesini W. G. Kùmmel Pùò as
Lra par-le, lcttera una maggiore atlnoslcra
porto tra Cristo e la Chiesa. serire che <la teologia di Elesini postaposlolica. l'uttavia, dalo che
è lontaÌìa dalja prosa sernplice di
Sebbene le citazioni dell'AT rende del tutto impossibile la com la maggior parre degli studiosi aur
una lipica lettera dcll'antichìtà
non sìano numl3rose in Elesini (ci (vedl Lettere, forme espistolari). posizione paolina della leÎtera) mette la conosccnza e I'uso di Efe-
sono solo quallro citazioni espli- (Kúmmel 360). sini da partc deì primì padri dclLa
Qual è, allora, iÌ modo migliore di
cìte), troviamo molte allusioni descrivere Efesini? E esatto chia- l-'autenticità di Eîesini non era Chiesa. come Clcrnente, si deve
messe in evidenza dalla dipenden- marla ùna (ÌetteraD? messa in dubbìo lino alla îine del consÌdeÌare piil scrianlente La pos-
za dell'autore dall'AT per la fra- E. Kàsemann (RGG) la descrì- XVIII sec.. inizi del XlX. Fu, Pe- sibilità che sìa slato iÌ vocabolario
seologia, la terminologia e i con- veva come un ((trattatello teologi- rò, l'esplicita ncgazione di aLlten- delle letterc a in1Ìucnzare qucsti
cetti (redi Antico Testamento in co) irì îorrna dilettera- H. Schlier ticità da parte di F. C. Baur e dei scrittori.
Paolo). In una citazione dell'AT la chiamava un <discorso sapìen- suoi seguaci che ebbe grandissima l1 maggiore ostacolo alL'auien-
(Eî 4,8), l'autore usa il Sal 68,18 ziale)) centraio sul ruolo del Cri- inlluenza sull'uheriore corso de ticità è lo stile di Et'esioi, caralle-
per introdurre il suo discorso sul sto come sapienza personificata glj stùdi. l'rima di quell'ePoca rizzato spesso collle (pleonasti-
Cristo risorto, che fa della Chie- (Schlier 21; così anche Bruce 246, Ilfesini era universahrente ricono_ co). vale a dire uno stiÌe ridondan-
sa un popolo fornito di doni. La che però 1a considera anche una sciuta come paolina. Già aL tem- te per l'uso ripetùto di frasi Pre-
citazione sembra seguire una tra- vera lelteraì. J. Gnilka si riferisce po di lgnazio (alL'inizio del II sec ) posizionali, abbondanza di Parti
la lettera era cilala coúe di mano c4)1, numerose pl-oposlzlonl f elr-
dizione rabbinica conservata in un ad essa come ad una (omelia lì-
Ísryum più rccentel il re viftorio- turgica) dall'aspetlo di lettera dcLl'apostoLo. dve, genilivi su genitivj e frasi lun-
so (dava) doni al popolo invece (Gnilka 33). Allo stesso modo, e Fino a non molto tempo fa, stu- ghe. Schnackenburg dice chc (i1l
di <riceverne> (così LXX e TM; più di recente, A. T. Lincoln Ìa ca- diosi protestanti inglesi e anlerica- Paolo ùon c'è quasi nìente di si
cfr, Bruce 340-343). Mostra anche ratterizza come (l'equivalente ni affcrmavano all'unarìimità che mile> (Schnackcnburg 26). Quel-
la conoscenza, da parte dello scrit- scritto di un sermone od omelia> la leîtera cra di Paolo. (lra, alcù- lo chc spesso non sì ossijrva, co-
tore, dei metodi di esegesi rabbì- (Lincoln XXXIX). Tuttavia, la ni protestanli sono convjnli che 1c nlunqùe, è che questo stile unico
nica, in quanto egìi poi (in Ef considera pure una vera lettera, testimonianze della Ieltera coiì- predomina nella prima metà del-
4,9-10) spiega il significato del te- adattata nella îorma di lettera traddicono Ia paternità di Paolo la leltera. Qui l'autorc usa inten
sto secondo una tecnica di /7tl- paolina. A. T. Lincoln, pcr esempjo, con- zionalÌnentc uno stile elevato di
drash pesher. Una sezìone di esor- Presentardo molte caratteristi- clùde: ((Tullo indica invece un di culogia, lode, prcghiera e dosso-
tazione morale come Ef 5,15-18 ri- che formali delle lettere paoline, scepolo di Paolo, che usò Colos- logia. Sembra inoÌtre che ricorra
vela quanto l'aùtore debba alla Efesini probabilmente si spiega \esi coùe basl] per la ProPria rcin- all'uso di materiale lraclizionale.
tradizione sapienziale veterotesta- meglìo come una vera lettera. ll terpretazione deÌ vangelo paolino)) Questa metà della lettcra non si
mentaria. Riferimenti a voci come linguaggio, le iorme lelterarie e re- (l-incoÌn LXVII). Allo stcsso mo- accorda con la Prosa semPlice, col
tempio, redenzione, scelta di Dio, toriche e le tradizioni usate ci con- clo, R. P. Martin sostiene che l'au- discorso o l'ilnrmonizione che di
speranza, misericordia, promessa, sentono di comprendere in primo lore fu (un notissimo cliscepolo e solito caratlerizzano le lettcre pao-
sapienza, il Padre, ligli degli uo- luogo che cosa all'autore interes- compagno di Paolo, che Pubbli- Ìine. Tuttavìa, passi coÍìe Rn]
mini, elmo della salvezza e altre sasse comunicare ai suoi lettori. eò questa lettera solto I'egida deL- Il,l8-39 c 1 1,33-36 dimostrano che
ancora mostrano quanto profon- La natura precisa del contenuto L'apostolo o duranle I'ulîima Pri Paolo era capace di scrivere in urro
e
Efesinij lelfera agli 492 193 Elesini, leltera agli
stile elevato simile a quello che tro- mento della Chiesa ecc. Alcuni rcsipiù estrema di una diversa si- no (180 ca. d.C.; vedi Canone).
viamo negli iÌlni diQumran. Non pensano che l'autore del1a lettera ruazione temporale e ambientale Molti scrittorì gnosîici la cjtava-
si dovrebbero sottovalutare le ri- ricordigli anni di londazione del- verso Ìa fine del I sec. Si può ra- no come scritto di Paolo. Secon-
sorse cli Paolo nell'esprjmersi. la Chiesa. dando rìlievo a Paolo gionevolmenle supporre, iùoltre, do una nuova linea di testimoDian-
2) Teologia. Molti studjosihan- comc garante della tradizione apo- che Paolo stesso abbia potuto svi- ze, linora non entrate a far parte
no riscontrato in Elèsìni divergerl- stolica, ed estendendo la sua esca- lupparc ulteriormente le sue idee, della discussione, Efesìni è citata
ze teologiche signiîicative rispet tologia (cfr. Schnackenburs 28). specialÌnenle se spinto dalle situa- come paoÌina in alcuni documen-
to alle olto lettcrc la cui autenti Si può, comunque, rispondere zioni sue e da quelle dei suoi let- ti di \ag Hammadi (îin dal II
cità è riconosciuta. La discussio- a ciascuna di queste obiezioni con tod. Carson, Moo e Morris han- sec.). Per esempio, Ef 6,12 è cita-
ne converge normalmente sLllla una spiegazione plausibile basata no osservato di recentc: <<Quello Ia nella Núturu degli Arcontí co-
cristologia cosmica, l'cscatologia sulla durata della vìta dell'aposto- che a qùalcuno può sembrare im- me provenìente dal <grande aPo-
realizzata e l'ecclesiologia manife- lo. l) Se la letlera circolava tra le possibile per una pcrsona, ad al- stolo,) (11.86.20-25). Lo stesso ver-
staÌì1ente avanzata delìa lel1erà Chicse, come è probabile, sareb- tri apparc iùvece possibilc per una setto è citato come appartenente
Chi nega la paternità paoljna al- be stato naturale per lo scrìttore mcnte così aperta e inveútiva co- a Paolo nell't"!e8esi sull'anima
ferma che non si lratra solo di uno usare (Chiesa) in un senso piir Irle qùella dì Paolor (Carson, (rr.6.l3r).
sviluppo nel pensicro di Paolo. ma universalc. 2) Cristo come (capo) N,loo, Morris 307). 2) lnformazìone autobiografi-
di una prospetliva interamente della Chiesa è un chiaro sviluppo 3) L'uso di Colossesi. Studiosi ca. Oltre alf indirizzo della lette-
modilicala, che Ìivela uno stadio della pÌecedente presenlazionc del- appartenenti ad entrambe le cor- ra. che alferma che I'aùlore è Pao-
successjvo di riflessìone teologica la metafora del corpo di Cristo da renli hanno riconosciuto la stret- lo (Ef 1,1), Efesini contieùe una
(cfr. Sclrnackenburg 26-28: Liti- paÌte di Paolo, ma non è impos- ta somiglianza tra Efesinie Colos- notevole quantirà di materiale pre-
coln LXll-LXV). sìbile che ìl pensiero dj Paolo si sia sesi per quanto riguarda vocabo- sentato come discorso in Prima
Non c'è alcun dubbio sullo svi- sviluppato in questa direzione. Le Lario, fraseologia e pensiero. Molti persona dell'apostolo ai lettori.
luppo in Elesini dell'aspetto co- necessità della Chiesa dì Colosse sostengono Lln rapporto îormale Molto importaùte è la rif'lessione
smico della cristologia e l'accre- injzialmente spingevano a qlresto tra le due lettere il1 termini di pre- sulla sua amministrazione del mi-
sciuta enîasi su un'escatologia rea sviluppo, e Paolo può aver riflet- stito letterario a senso uÌ1ico. Al- stero (Ef 3,2 6) e sulla natura del
lizzara. Ma quest'enfasi può essere tuto ùltedormente a vantaggio dei cuni ritengono che Ìa precisa na- suo ninìstero apostolico (El
stata dettata dall'inreresse dello lettori di Efesini.3) La descrizio- rura del prestito e la sùpposta al 3,7-13). ll materiale in prima per-
scrittore a formare i lettori per il ne degli apostoli e dei proleti co- tcrazione del pensiero di Colosse- sona si estende anche alle preghie-
Lorocontinuo combattinenlo con- me <santi)) (haeios, Ef 3,51 yedí si punti dccìsamenre contro la pa' re, per esempio: <Io, Paolo, il ser-
tro principatì e potesrà (Arnold Santità, santificazione) non indi- ternìtà paolina. La natura di que- vitore dj Gesrì Cristo lprego] per
124-129, 145-158, 17l, wdiPrtí- ca necessariamente un tempo in -\to rapporlo sarà esaminata in voi Gcntili> (Ef 3,1; cîr. anche Ef
cipati e potestà). L'insegnamento cui ricevettero una crescente vene- dettaglio più avanti. 1,16i 3,14), e il suo appello all'u-
della lettera su qùesri due rcmi non razione. (Sanli)) (ragioù e'alati- Dal momento che ad ognuna di nilàr <Io, il prjgioniero del Signo-
rappresenta una rottura con I'in- pica designazione paolina per ì queste objezioni aÌl'autenticjtà di re) (Eî 4,1). Paolo chiede anche
segnamento dell'apostolo, ma la credenti. Si usava per chiunque e Efèsirìi si può rispondere con una specificamente che i lettori preghi-
logica estensione del suo pensiero. per qualunque cosa messa da parte
spiegazìonc ragionevole, 1a bilan no per luj (Eî6,19-20) e conclude
Lo stesso A. T. Lincoln si è ado- per uno scopo sacro (cfr, Abbott cia pende in favore dell'autentici- poi la lettera con i commenti sul
perato molto per dimostrare che 82). 4) Sebbene gli apostoli e ì pro- ruolo di 'I'icl]ico quando verrà da
là: la lettera è plecisamente cÌuel
la lettera aglì Efesini non è com- feti sìano ìl fondamento della 10 che aflerma di essere una let- loro, con parole esattamente pa-
pletamento priva di un'escatolo- Chiesa per la loro testimonianza rera di Paolo se si preldono in rallele al testo di Colossesi (Eî
gìa iutura, come una volta spes- della vita, morte e risurrezione di considcrazione altri duc fattori. 6,21-22).
so la si accusava (cfr. Lincoln Cesu Cristo, essi non sono presen- 1) Tradizione. W. G. Kúmmel Coloro che sostengono la pseu-
LXXXIX"XCI pace A. Lrnde- tati come morti e sepolti, e quin- osserva (e deve ammcttcre) che donìmia hanno spiegato in modi
mann, H. Conzelmann e altri). di fuori scena. Il Cristo risorto (Efesini è straordinariamente ben diversi iÌ materiale autobiografico.
Si ritiene che molti aspe.ri del- continua a darli alla Chiesa (Ef attestata nella Chiesa primitiva) Piu di rcccnte, D. Meade ha aîfer-
1'ecclesiologia siano discontinui 4,11-12). Sono fondanti in modo (KiimrúeL 357). Scmbra che sia sta- mato che I'espediente Ìetterario
con Paolo e riflettano un ambiente dinamico e contìnuativo. 1r usala come una lettera Paolina della pseudonimia era non solo ac-
di un'epoca successiva: l'uso di In genere, si deve prendere in rlit rùolti padri apostolici, inclusi cettabilc per i primi crìstiani, ma
<Chlesar, (Ekklesia) in senso non rraggiore considerazione la sco- ( lemente Romano, Ignazio, Erma ampiamente usato. Egli sostiene
locaÌe, Cristo visto ora come ((ca- perta dell'Asia Minore cone pos- c Polìcarpo. Era catalogata come che I'autore di Etèsini, un ammi-
po) della Chiesa, il îatto che gli sibile ambiente della Iettera negli lcttera paolina nei primi canoni, ralore di Paolo, scrisse in nome di
aposloli e i profeti siano menzio- a11ni immediatamente successivi al , ome il Canone di l\{arcione (12[0 Paolo per tentare di salvaguardar-
nati come (santi, e come fonda- 60, piuttoslo che ricorrerc all'ipo- ,.r. d.C.) e il Canone Muratoria- ne I'eredità nelle Chiese dell'Asia
Efesini, letlera agli 494 .195 Elesini, leltera agli

Minore dopo la morte del grande Alcuni sostengono che la dipen- conclude che ilpasso <deriva dai ristretti dirn solo m)steríon: il
apostolo. S€condo Meade, scri- denza è basata sulla memoria di la caratteristicarielaborazione del tnystetion di Dio in Cristo>). Sul
vendo in nome di Paolo, i'autore Colossesi da parte dell'autore (così passo di Colossesi da Parte del- rapporto delle due lettere nell'iD-
fr-r in grado di <far rivivere la dot- Schnackenburg 32), ma altÌi affer- L'autore>) (Lincoln 170). In rispo' sieme. F. F. Bruce comÍrenta che
trina e lo stile di vita apostoÌici) mano che I'autore deve aver pos- sta. si deve dire che non c'è esigerl- jl cambio diprospettiva da Clisto
(Meade 139-161). La pseudoni- seduro una copia di Colossesi, che za di dipendenza letteraria Per (Colossesi) alla Chiesa (Efesìnì)
mia, egli dice, (è in primo luogo risistemò secondo i propri interessi questo passo (sebbcne si Possa può contribuire molto alla spiega-
rrna rivendìcazione di tradizione (così Lincoln LV; Mitton 230). ipotizzarla). Se l'autore usava Co- zìone delle differcnti sfumature di
autorevole, non di origini lettera- 11 punto dì contatto piii notevo- lossesi come fonte, è sorprenden termini che le due Ìetterc hanno in
rie> (161). A. T. Lincoln accetta le è la raccornandazione di Tichi- te che nel suo scritto noÌì ne ab- comune (Bruce 231)-
la tesi di Meade e cerca di darle un co (Col 4,7-8; Ef 6,21-22), dove bia riprodotto di più; è andato Restano ancora alcuni proble
appoggio esegetico supplementa- c'è una corrispondenza parola per molto oltre l'opera di un redatto- mi importanîi sLrlla dipendenza
re. Secondo Lincoln, <<invece di parola tra ventinove parole con- re ncl sùo completo riîacimento e lelteraria. 1) Lo studio autorevo
dire semplìcemente che trasmette secìrtive (sebbene k4i syndoulos sia nell'eÌaborazione creativa del ma le condotto da H. J. Holtzmann
tradizioni paoljne, ['autore di omesso in Efesini). Oltre a questo, teriale. Qrìesto passo piu probabil- nel 1872 coùcludeva che le testi-
EfesiDil lo fa in modo piir perso- ci sono soLo aÌtri tre luoghi con mente è dovuto allo stesso autore, monianze di alcuni paralleli orien-
nale, diretto ed energico adottan- setLe parole esattamente parallele che a breve distanza di lempo rie tavano maggiormente in direzio-
do I'espediente di Paolo stesso, e due luoghi con cinque parole. spone ùn tema simile (con enlasi ne della dipendenza di Colosscsi
che fa appelÌo alle Chiese) (Lin- Appare ùna prova insuîficiente diversa) per un uditorio dificrente. da Elesini. Altri, spccialmenie
coln LXXXVII), per parlare di dìpendenza Lettera- Molti studiosi, tuttavja, trova- Mitton, e ora Lincoln, hanno aî-
Questa tesi rende troppo mar- ria, Sembra soprattutto strano che no la teologia di Colossesi in di lcrmato chc tutli i paraLleli indi-
cata Ia dicotomia fra tradizione il passo piìr lungo riprodotto in saccordo coD quella dj Elesini cavano djpendenza a senso unico
autorevole e origini letterade, sen- EfesiDi non apparteùga all'argo- Così qualcuno dice che, anche di Efesini da Colossesi. A. van
za corroborarla con mezzi convin- mentazjone teologica o alla pare- supponendo l'autendcità di Colos- Roon. tùttavia, ha posto iú que-
centi. L'approccio di Meade è sta- nesi dj Colossesi, ma riguardi l'in- sesi (anch'essa contestata), è estre stione ancora una volla quest'ipo-
to anche criticato perché presen- vio di Tichico. Questo passo è an- úamente dùbbio che Paolo abbia tesi. Paragoùando lc due letterc,
ta un quadro facile e omogeneo cora più difficile nell'ipotesi che scritto Efesini. Qùesta conclùsio- non trova aÌcuna indicazione di
dell'antica letteratura giudaica, 1'autore di Efesini iiproduca il te- ne si basa sul modo in cui 1'auto priorità letteraria da parte dell'u-
che confonde le distinzioni di ge sto di Colossesi a memoria. re dj Elesini cambia ìn certi Pùnti na o dell'altra. ma che le testino-
nere letterado tra i vari documen- Coloro che propongoro la di- la teologia di Colossesi. Pcr esem- nianze esistenti indicano la prio-
ti. In merito a Elesini, comunque, pendenza Letteraria badano più al- pio, in Col 1,27 e 2,2 il contenuto rità di Elesini (van Roon '126).
Ìa tesi è difiìcile da sostenere in un la somiglianza della struttura glo- clel mistero appare e5sere Cristo, Scbbene sia molto discutibile I'i-
passo quale Ef 6,19-20, in cui Pao- bale e alla sequenza di lettere che mentre in Efesini è il fatto che i potesi di van Roon di un lerzo do-
lo chiede ai suoi lettori di pregare abbiano lo stesso malerìale lema- Gentili sono stati resi membri, con cùmento dal quale dipenderebbe-
perché egli possa annunciare effi- tico (per esempio Lincoln XLVII) iGiudeì, del corpo di Cristo (Ef ro cntrambe, egLi mostra la dilli
cacemente il vangelo, pur essendo e all'apparente dipendenza da certi 3,6; redi Corpo di Cristo). \'ta ci cohà di provare una dipendenza
prigioliero. Non basta dire che lo termini e concetti-chiave espressi si deve chiederc se questa sia dav- letteraria in base alle prove dispo
scrittore sollecita la preghiera dei in Colossesì. Tuttavia, si dice, vcro una differenza e non una nibili. 2) Se I'autore di Eîesini ha
lettori pcr il progresso del vange- l'autore di Efesini aveva i propri questione di enfasi nell'uso di un usato comc fonte Colossesi, è dif-
lo apostolico, riassunto nell'im- interessi distinti: lungi dal dipen- lermiDe che esprime un concelto ticile spiegare pcrché abbia igro
magìne di Paolo. Le jnformazio- clere in modo servìle, ha riordina- poliedrico. rato l'inno e tralasciato l'uso del-
ni autobiografiche sì spiegano lo e dalo nuova cspressjone alla In una monografia sul concet- la polemica contro gli (eretici) di
mollo piu semplicemente suppo- sua fonte per seguire i propri fini to paolino di <mistcro>>, M. Bock Col 2. 3) La teoria non dà suflì-
nendo l'autenticità. teologici. mlrehl ha osservato che qucst'uso ciente credito all'abilità e versati-
Un esenpio di questa riclabo- dcl îermìne riflette Ìrn'eùfasi su un lirà di Paolo come scrittore e teo-
3. RAPPORTO CON COLOSSE- razione è la digressione sul n'ìini- solo aspetto dell'uso piit compren logo. Non è ilragioncvole Pensa-
Sl - La maggior parte deglì stu- stero apostolico di Paolo
ìÌ1 Ef sivo di mistero. In aÌtre parole, è Ìe che Paolo possa riesPrimere,
diosi cbe considera Eiesini un'o- 3,1-13, che si dice dipendere da piir una questionc cli continuità e sviluppare e modificare le proprie
pera pseudonima afferma u11a for- Col |,23-29. Il passo di Efesini cLi enfasi che non di disconlinuità riflessioni per lettori diversi in pre-
te dipendenza da Colossesi come presenta molti degli stessi temi del c di una diversa reologia (Bock senza di circostanze divcrse. Sem-
ionte letteraria primaria (per testo di Colossesi e ùsa un certo nruehl 202; cfr. C. Caragounis bra che si debba piuttosLo prova-
esempìo, Lincoln, Schnacken- numero di termini ed espressioni 143r <Non ci sono diiferenti t7,t re chc Ìraolo fosse incapacc di que-
burg, Lindemann, Mittorl e alîri). uguali (o simili). Lincoln, perciò, rlcfla, ma aspetti Più ampi o Pìù sta versatilità.
Efesini, lettere agli 496 19'7 Efesini, letfera agli

L'opinione tradizionale, nuova- fluenzare l'autore di Efesini o le della lettera e per la natura gene- Ef 1,1. ll participio oasfu richie-
mente espressa di recente da car- comunità a cui si rivolgeva la let- rale dei contenuti. <La lettera agli de subito dopo un nome di luogo.
son, Moo e Morris, sembra avere tera, poggia su un fondamento Efesini> non sembra una lettera Bruce, persuaso che <<in Elèso)>
ancora le maggiori prove in suo molto debole (Arnold l2). Gli stu- occasionale scritta a una Chiesa non lbsse originale e che la lette-
favore: (A molti la migliore spie- diosi usano ora espressioni come che Paolo sia arrivato a conosce- ra avesse I'apparenza di una let-
gazìone sembra che lo stesso uo- <<protognosticismo)) e (gnostici- re bene nei suoi tre anni di mini- tera circolare, suppone che, dopo
mo abbia scritto Colossesi e poco smo incipiente)) per descrivere i fe- stero in Efeso. Così la maggior oa,rir, ci fosse uno spazio in bian-
tempo dopo Eîesini, con gli stessi nomeni del I sec. d.C. parte degli interpreti la considera co per Tichico, per inserire il no-
pensieri in mente e con un'appli- L'approccìo piì) fecondo consi- una specie di lettera circolare. me geografico esalto per ognuno
cazione piir generale delle idee ste nell'esaminare le tradizioni re- Vari tentativi hanno cercato di dei luoghi a cui consegnava una
espresse così di recente) (Carson, ligiose locali, note come attive e spiegare il senso di Ef l,l, in cui copia della lettera (Bruce 240; co-
Moo, Morris 308). Tuttavia, è nc- influenti al tempo in cui lu scritta manca l'aggiunta di un luogo geo- sì anche Martin 3-5). Bruce am-
cessaria ancora un'attenta ricerca la lettera. Per l'Asia Minore occi- grafico. Alcuni ritengono origina- mette chc un lale procedimento è
sulla natura precisa del rapporto dentale questo includerebbe i fe- le il testo che si trova nei codici S diflicile da attesrare per il I sec.,
tra Efesini e Colossesi, dalpunto nomeni comunemente citati come e B c traducono: <Ai santi e a ma, tuttavia, trova ancora questo
di vista letterario, linguistico e teo- magici, le religioni anatoliche (co- quelli che sono credenti in Cristo argomento il piir convincente. E
logico. me i culti dj Artemide e Cibele), Gesir> (per esempio, SchDacken- problemalico al riguardo che si
pratiche astrologiche e religioni burg 41). Ma questo cì lascja con conservasse Efeso come unico no-
4. IL PROBLEMA STORICO- astrali, e gli altri diversi culti Io- un'espressione participiale dif ficil- rne geografico, mentre la lettera
RELIGIOSO - Nclla metà del cali (cfr. Arnold 5 40; redl Reli- mente risolvibile (1ois ousin), che presumibilmente era scritîa a mol
XIX sec., F, C. Baur sosteneva gioni greco-romane). Una più pro- nej prescritti dellc altre lettere pao- te altrc città lungo la costa occi-
che Efesini doveva appartenere al fonda comprensione di queste tra- line è sempre seguìta da un nomc dentale dcll'Asia Minore (sebbe-
II sec. per la sua dipendenza dal dizioni fornisce una base piÌr soli- di luogo (cfr. Rm 1,7; lcor 1,2; ne, secondo Tertulliano, Marcio-
pensiero gnostico. Da allora l'ai- da per conoscere i lettori e vedere 2cor 1,1; Fil I,l; Col 1,2). ne pensava che la lettera lbsse
fermazione dell'infl uenza gnosti- come Paolo abbia contestualizza- Altri ricorrono a qùalche forma scritta per Laodicea; probabil-
ca su Efesini è stata ampiamente to la sua teologia per i loro biso- di correzione congetturale. Pet mente un'idea di Marcione basa-
diffusa da scrittori quali R. Bult- cni. esempio, E. Best suppone che il te- ta su Col 4,16).
mann, H. Schlier, E. KZisemann. sto originale poteva essere stato A. van Roon, seguito da A. T.
P. Pokorny, H. Conzelmann e A. 5. DESTINATARI Nel 1855 rois hcrgioìs kai pistois en Chrisfi Lincoln, indicava che, in origine,
Lindemann. Essi hanno trovato Charles Ellicott scriveva: (Non L.eor (<(ai santi e ai fèdeli in Cri- c'erano due nomi di luogo: Gera-
evidente lo gnosticismo in termi- sembra dia adito a seri dubbi il sto Gesù)). Egli sostiene che I'in- poli e Laodicea. Quesri scrittori
nologia e concetti come l'immagi- fatto che l'epistola fosse indiriz- dirizzo, dato sul lato esterno del affermano che cosi si ha il vantag-
ne capo-corpo, lJ,i,sfeto, pleùmq zata ai cristiani dell'importante rotolo dj papiro, in origine si leg- gio dispiegarc lo scomodo kal (di
((pienezza))), aló, ((secolo))), ar- città di Efesor (Ellicoît l). Oggi geva <ai santi> e più tardi lu mo- solito tradotto (e anche))) che col-
.'rÒ, (<(dominatore))), lo schema la maggior parte degli studiosi la dìlicato nell'espressione (ai santi lega (santi)) con <fedeli> (van
allora-ora e la cosiddetta (escato- pensa in modo completamente di- che sono in Eîeso (tois ousin en Roon 80-85; Lincoln 3-4). A pre-
logìa spazialc>, Studiosi pir) con- verso, Àzreso>). Secondo Best, questo scindcre daÌla diîiicoità della man-
servatori, d'altra partc, parlavano La lettera è tradizionalmente àvvenne al momento della raccolta canza di prove testuali per conva-
piuttosto di influenza dello gno- conosciuta come scritta ai credenti delle lettere paoline (alla fine del lidare tali lì.ìoghi, quest'opinione
sticismo sui lettori della lettera, di Efeso, perché la città è menzio- f sec.) e chi se ne occupò si accor- non può spiegale pcrché uno scri
piu che sullo scrittore stesso. nata nella sovrascritta <aglj Efe- se che questa lettera non era con- ba spcsso preoccupato di ap-
ln anni recenti, è avvenuto ne- sini)e nel prescritto <ai santi che lorme alle altre per la mancanza pianare il testo - avrebbe lascia-
gli studi neotestamentari in gene- sono in Eîeso)) (Ef l,l); le parole di indicazionc geograîica. Piu tar- 10il t4i nel testo (cfr. Best 3250).
rc e in quello di Efesini in parti- (in Efeso), tuttavia, non com- cli la frase îu trasportata nel cor- anìmeitiamo I'attendibilità di
Se
coiare un drammatico distacco paiono in certi manoscritti gene- po dclla lettera (Best, 3251). Con- Pa6, S e B per qucsta let!ùra, non
dall'ipotesi della scuola storico- ralmente considerati come i piu at- lro quest'opinione si può dire che abbiamo alcuna spiegazione sod-
religiosa di un mito precristiano tendibili, cioè il Sinairico (S), il scmbra improbabile che, a suo disfacente deL testo di Ef l,l. Su
gnostico del redentore. Alla luce Vaticano (B) e un papiro del II {clllpo, possa esSere avvcnuto un questo punto sarcbbe meglio la-
di nuove testimonianze sulle ori- sec. (P46), tutri pubblicati dopo il simile processo senza lasciare al- sciar pcrdere questi manoscritti e
gini dello gnosticismo, è ora esat- commentario di Ellicotf (vedi Cti- rncno una traccia negli altri mano' affernlare l'csaltezza della lradi
to concludere che la presunta esi- tica testuale). Un altro dubbio sul- .critti. zione alternativa ampiamente at-
stenza di un sistema gnostico re- l'autenticità delle parole (in Efe- Il probabile che ci fosse un'in- testata: (in Efeso)) era la versio-
lativamente coerente, capace di in- so)) sorge per il tono impersonale (lìcivione di luogo nel prescritto di ne originale. Tale opinione sta tro
Efesini, lettera agli 198 .199 EIesini, lettera agli
vando un nuÍìero crescente di so- Ma allora la lettera era scritta pienziale o un'omeLia liturglca, co- Goodsped, sosrenuto più tardi da
steDitori (per esempio, Conzel- esclusivamente alla sola Chiesa di me si è notato sopra. N. Dahl ha J. Knox e C. L. Mitton, sostene-
mann, Gnilka, Lindemann). Efeso? Sebbene molti interpreti evidenziato per il documento un va che Efesini fosse una lettera ge-
Sono a favore di questa conclu- ammettano la presenza ad Eieso ambiente battesimale. Eglì ritiene nerale scritta verso ìa îine del I sec.
sione i seguenti argomenlj; 1) I di una sola grande Chiesa al mo- che la letlera pseudoniúa fosse ri- come introduzione alla raccolta di
manoscritti appoggiano ancora n]ento in cui iu scrirla la lettera, volta ad alcune comunità fonda- Lettere di Paolo (vedi Canone).
l'inchLsione. Dietro ad essa c'è tut- è molto piir probabile l'esistenza te da poco, per ricordare ai nuovi Mitton ammette che Efesini pos-
ta la tradizione occidentale e bi- di una rete di Chiese domestiche Gentili cristiani lc implicazioni sa noD aver avuto la funzione di
zanlina, nonché imporlanti testi- sparse per la città e forse anche nei della îede baltesimo ed esor-
e deÌ (introdùzione) delle lettere, ma
monianze alessandrine. incluso il villaggi vicini (per esenpio, Me- tarli a vivere la loro chiamata che risultò in relazione al corprs
codice Alessandrino. 2) l,a desti- tropolis, Hypaipa, Diashieron, (Dahl38). R. P. N{altin ha descrir- in modo da essere usata per pre-
nazione efesina era tradizione Neikaia ecc.), Nloltc potrebbero to Eîcsini come (un elevato poe- sentare il messaggio delle lettere
unanime della Chiesa prinitiva essere state fondate dopo 1a par- n]a in prosa sul tema "Cristo nel- paoline appena riunite insieme in
(per riferimenti, clr. Ellicott l) ed tenza di Paolo da Efeso. Non si la sua Chìesa"> (Martin 5-6). Egli modo comprensìbile per una nuo-
è l'unica lettura conosciuta in ,rlle dcve dimenticare che le stime del- spi€ga che il documento venne va generazione (Mitton 29). Égli
le versioni. 3) Si deve prendere in la popolazione per la cinà di Elè- scritto in risposta ai bisogni di let- crede che 1o scrittorc conoscesse
considerazione Ìrtla spiegazione so del I sec. partono da un quar- tori prevalenlemente Gentili per bene il coltesto dei lettori e scri-
ragìonevole per l'omissione di <in to di milione. lnoltre, Paolo può esortarli a valutare giuslamente lo vesse perciò contro la minaccia
EfesoD. ln data antichissima, aver auspicato e incoraggiato la st'ondo giudaìco della loro fede e gnostica e il pericolo che molti let-
Chiese di Luochi diversi (îorse lettura della lettcra in un circolo così anche i loro compagni giudeo- tori Centili sconfessassero l'eredi-
Egitto) rendevano universalc f in- piu ampio di Chiese, da un capo cristiani. Eglì vede anche un tìpo tà giudaica (Mitton 30-31).
dirizzo nel prescrjtto omeftendo- all'altro delle coste occidentali deÌ- di inscBnanento ((gnosticizzante), C'è stata anche una diversità
lo nelle copie da usare per ì pro' I'Asìa N,linore (per esempio, Pcr- che ha spinto i lettori a uno stile d'opinione lra coloro che afferma-
pri scopi catecheticj o liturgici gamo, Laodicea, Colosse e Gera- di vila libertino e a un cerlo timo- vano la paternità paolina. C. El-
(Gnilka 7). I contenuti diEfesini, poli). re del îato astrologico. licoft diceva che Ia lettera non era
cone anche di Romani, erano ap- La lcttera cra probabilmenle R. Schnackenburg, tuttavia, de- dettata da circostalze speciali, ma
propriati specialmente a uil!ampia una letlera circolare, nel senso che scrive Elesini come una vera let- scritta per esporre l'origine e lo
cerchia di lettori. Per la stessa ra- si voleva larla cìrcolare in primo tera. Piu piecisamente, la consi sviluppo della Chiesa ai credenti
gione, numerose testìrnonianze luogo lra le Chiese domestiche di dera come ulla lcttera pseudonima di Eleso. Egli aîfernlava che Pao-
ometiono <in Roma)) (Rm I ,7) nel Elèso, nei suoi dintorni e forse an- (fondata teologicamente, orienla- lo aveva scritto la letlera in modo
prescritto di Romani. Su questo che piir lontano, nell'Asia Nljno- ta pastoralmentc), Scritta a un cir- generale perché voleva che circo-
passo Nletzger osseNa che le pa- re occidentale (per esempio, nella colo di Chicse dell'Asia Nlinore in- lasse tra le Chiese confìnanti o di-
role erano eliminale ((come un ta- valle del Lyco). torno al 90 d.C. con due intcressi pendenti da quella ciità (Ellicott
glio deliberato, îatto per mostra- pragmatjci: I'unità interna delle XV-XVD. H. A. w. Meyer descri-
re che la lettera è di applicazione 6. ,\MBIENTE E SCOPO Di comunità e la neoessità di uno sîi- veva la lettera semplicemente co-
gencralc, non locale) (Mctzger turte le letrere paoline, Elesini è la le dì viTir cristiano in un ambiente me un discorso scritto da Paolo
505). 4) Quando Paolo dice in El meno vincolata alla situazione. pagano (Schnackenburg 22-35). per la Chiesa genlile, predominan-
1,15 di aver (<avuto notizia) della Questo non significa che non si - A. T. LiÌìcoln poflc I'accento sul- te a Eleso, per farne aumenlare la
loro fede e dell'amore! non signi- volga ai reali bisognì e problemi l'ambiente della lettera nel perio- conoscenza della glo a della loro
iica necessariamente che non li co- dei suoi lettori, ma solo non ha lo do sncccssivo alla morte dell'apo redenzione ed esortarli a una con-
nosce. Potrebbe facilmente rifelir- stesso senso di urgenza e soluzio- stolo Paolo (LincoLn LXXXV- dotta in accordo con Ia fede. Egli
si al progresso che hanno fatto nei ne di crisi come 1e altre letlere del- I.XXXVII). EeÌi condivide l'opi' riteneva anche che Paolo, scriven-
cinque anni circa in cui è stato as- I'apostolo. Di conseguenza, sì so- nione di D. Mcade : molti dei pro- do, pensasse aì pericoli del possi-
sente. Quj c'è probabìtmente ancbe no esprcsse varie opinioni sulle bÌemi di Eîesini discendono dalla bile approccio dello gnosticismo
un dle menlo ai molti con!,ertiti molivazionì della Ìettera. pcldita di Paolo come solgente (Meyer 307-308).
che si erano aggregati alla Chiesa Naturalmente, le opinioni sul- unificante di autorilà. Vede i let- J. A. Robinson riteneva che
da quando cgli era stato con loro. l'arLtenticità della lettera influisco- lori come persone che logicamen- Paolo avesse approfittato delle cir-
5) Non si può dare troppa impor- no notevoÌmenle sul tipo di rispo- {e mancano del senso di coesione costanze tranquille (in arresto do-
tanza al fatto che non ci siano sa- sta a qùesto problema. Tra qùelli c di identità comune, una volta fi- miciliare a Roma, ma col tempo
Ìuti, dal momento che Paolo non che negano la paternità di Paolo, Iira I'attività coordinatrice del di pensare) per esporre positiva-
manda grandi saluti ad altr€ Chie- alcuni I'hanno considerata qualco- grande apostolo. úen1e il nocciolo della sua teolo-
se chepur conosceva bene (così I sa di diverso da una lettera: un l\{ovendosi in una direzione gia: (la dottrina dell'unità dell'u-
e 2 Corrnzr, Galati e FiÌippesi). trattato teologico, un discorso sa- roùpÌetamente diversa, E. J. manità in C sto e del disegno di
Efesini, letlera agli 500 Efesini, lettem agli
501
Dio per il mondo attraverso la ìn una evangelizzazioDe estensiva
I molti temi di Efesini posso- l'escatologia non sia del tutto
Chìesa> (Robinson l0-11). Robin- tra i GerÌlili. Questi nrLovicrcdenti
no essere ricapitolati come segue assente (cfr. Ef 1,10.14;4,30;
soù pensava che la lettera fosse noll conoscevar'ìo l)aolo personal- (non in ordine di imponanza). 5,6.27), c'è una forte accentuazio-
slala \crillà come ìin'encicìica che ùrente, ma rispettavano il suo ruo-
7.1 I-a grardezza di Dio La ne della salvezza come presente.
doveva andare in primo luogo a lo d'apostolo. Convcrtendosi da lettera comincia con unjesclama- Ciò è chiaramente espresso in Ef
Efeso e poi alle molte Chiese del- un ambiente religioso ellenistico 2,5.8 dal rempo perfetto di sdzó
zione di lode a Dio. Egli è elogia-
I'Asia Minorc. E. F. Scott defini rclìgioni mìstcrìchc, nagia, ro come il Padre del Signore Ge- con la sua enfasi deL perfetto sùl-
va la lettera (una meditazione p - astrologia llucstc persone ave- su Cristo ed è magnifìcato per tut- lo stato presente delle cose: <Sie-
vata), ma composta come una lel' vano bisogno di cevere I'insegna-
to quello che ha fatto per il suo te stati saìlati e siete salvi>. Ciò
tera per la Chiesa di Laodicca. mento dei primi elementi del van- popolo in Cristo e per Cristo (Ei viene accentÌrato anche dalla di-
Nonostante l'esposizione positiva, geLo di I'aob datl'apostolo stesso.
chiarazione che i credenti sono
1,3). Fatto considerevole, ha scel-
la lellera trattava un problema di Costituiva anche una grande stati risuscitati ed esaltati con Cri
to per se stesso un popolo e gli ha
mancanza d'unità tra Gìùdei e preoccupazione i1 loro tìmore di
donato la redenzione dalla schia- sto (Ef 2,6). Questo rappreseDta
Gentili neÌla Chiesa e I'eîietto di spirjti cattivi e di potcri cosmici, vitil e il perdono dei peccati. Con ùno sviluppo caratteristico di Pao-
scissione deLle eresie che comincia specialmente il probleùra del rap-
una ricca varietà di tcrminologia, 10 su idee già presenti in Rm 6,1-13
vano ad afliorare (Scoll123-121). porto di Cristo cotr queste forze. (cîr. Col 3 ,1).
Paolo pone in rilievo che Dio sta
Queste eresie favorivano anche A causa del loro passato pagano
lassislrìo morale e sregolatezza. avevano anche bisogno di aiuto e
portando a compimento un gran- Quantunquc in Efesini non ap-
de pìano - la sua (volontir)) - paia la terminologia della giusti-
Piu di recente, M. Barth ha sug- di esortazione per cohivare uno che abbraccia tutta la storia uma- ficazione (mancando forse nello
gerito chc Efcsini losse stata scril cli ìe di vilà .:orr lorme alìà loro sal
ìra. Una delle carattcristiche di Dio sfondo una controversia giudaiz-
ra da Paolo aì cristiani di Efcso, vczza in Crislo, uno stilc di vita li-
zaíte. vedi Clrdaiz.zanti), è chia-
che ispirano maggiore meraviglia
ma solo a queìli dì orìgine genti ber o da ubriachezza, imùoralità
ramentc cspressa I'enfasi paolina
è il suo grande amore, che lo spin-
le, (gente che non conosce\ia per- sessuale, tùrto e rancore. Sebbe- ge ad agire ìn aiuto del suo popo- sulla sola fede senza opere per la
sonalùente e che era s1a1a conver- ne ci fosscro molti giudco-cristiani
1o (Ef 1,4; 2,4). Il suo poiere di- salvezza (Ef 2,8-9). Si accentìra
lilae battezzata dopo la sua par- (c un tcmpo timorati di Dio) nellc
vino è poslo grandemente in rilie- l'opera di riconciliazione di Cristo
tenza detinitiva da quella città) Chiese della regiore, il nusso di (El 2,16), con la conseguenza che
vo dal fatto di aver risuscitato Cc-
(Barth 1.1-4). F. F. Br uce la con leocoovel titi geDtili creava tensìo-
siderava ùna lettera circolare (con ni sìgniîicatìve- La loro uancan- sii dalla morte (Ef I,l9-20). i crcdenti ora hanno accesso a
uno spazio vuoto in Ef 1,1), scritla za di apprezzaorento per I'eredità
7.2 Il Cristo esaltalo Si dice Dio, loro Padre (Ef 2,18; 3,12).
spesso dj Efesini che prcscnta una 7.4 La condizione di credenti -
come meditazione sulla divina dì îcdc gir.rdaica favoriva scric tcn- (cristologia cosmica). Ciò deriva Con I'uso dell'espressiole (ir1 Cri-
<sapienza in un mislero) (così an- sìoni tra Giùdei e Centili nelle sto) che ricorre 34 volte in Efe-
dall'accento chc Paolo pone sul-
che Schlier 21-22). Per mezzo di Chicsc.
questa, Paolo esortava j cristjanj Eiesjni, quiùdi, è una vera let
l'esaltazione di Cristo sopra tutti sini Paolo descrive la solidarie-
gentili ad apprezzare la digùità tera, senza una crisi specilìca, ma
i suoi nemici, specìalmente prìù- tà corporativa dei credenli col 10-
cipati e potestà (Ef 1,21-22), e sul ro Signore risuscitato ed esaltato.
della loro chiamara (Bruce rivolta pasloralmcntc a una mol-
ruolo di Cristo nelpoÍare a com- Anche le parole composte coù s/l?-
245-246). replicità di bjsognì dei lettori. Fu pimento la storia (Ef 1,10). Tut- ((con)r) aiutano ad esprimere que-
Tra tutte 1e opìnioni espresse, scritta dall'apostolo Paolo a una
tavia, Ia lettera parla anche clella st'idea, specialmente in Ef 2,5: ci
emergono alcuÌi pu1ltì comunì: si rete di Chiese in Efcso, ma anche
sofferenza di Cristo; mediante il ha fatti rivivere co, Cristo, co, lui
fa ferimento ai credenti gentjli; con I'intento di raggjungere una
suo sangue è stata assicurala la re- ci ha anche risuscitati e ci ha fatti
la letlera non tratta rLna specifica cerchia piir a1rìpìa di lettori tra le
dcnzione (El 1,7) e pcr mezzo del- sedere co, lui. Come personc uni
crisi o problema; essa dà una pre- Chiese di quclla rcgìonc.
la croce si è ottenuta la riconcilia- te a Cristo, i credenti hanno la re-
sentazione positiva dcl vangelo TradiTìonalm-.nle si considera
denzionc, il perdono dei peccati,
Tione (Ef 2,16). La lettera si basa
paoljno; ilefiori haùr1o bisogno di scritta duranto la prima prigionia
sul pensìero precedente di Paolo un'esislenza celeste, l'accesso al
rjcevere insegnamenli ed esorta- lomana di PaoLo (cfr. aùche lìo
circa il rapporto di Cristo con la Padre. la conosceùza della verìtà
zioni sull'unità c 1o srilc di vita ca binson. Barth, Brùce e altri), ùra
sua Chiesa, rappresentandolo co- e il dono dello Spirito Santo (Ef
ratteÌistico dei cristiani. ò stata avanzata anche I'jpolesi rne il <capo> del suo corpo (Ef 1,13-14; redi Spjrito Santo). Pos-
Basandosi sùlla discùssione e della sua paina carcerazione a Ce-
sìedono una nuova esistenza crea-
1,23;4,15 16) e uno sposo che nu-
sulÌe conclusiol'ìi plececlemi, 1'am- sarea (Meyer). ! meno probabile rre e cura la sua sposa (Ef 5,29), ia da Dio e caratterizzata dalla
biente e 1o scopo dclla lettera po che sia stata scritta durante una giustizia (Ef 4,24).
7.3 La salv€zza nella dimensio-
trcbbero essere descritti nel modo possibiJe dctenzìone efesina. È
oe presente - La letlera agli Efe- ?.5 L'unità di Giudei e Gentili
seguente: fin dal periodo dcl mj- probabiÌe la dala del 60-62 d.C.
nistero di Paolo ad Efeso. le Chie
sìni si caratterizza spesso per un!e- - Uùo dei messaggi centrali del-
scatologia fofiemente (realizza- la lettera è che Cristo ha realizza-
se di quell'area erano impegnate 7 TF\IT DFI,T,A I FTTERA
rx)). Sebbene 1'aspetto futuro del- to la riconciliazione tra Giudei (ve-
Efesini, lettcra agli 502 503 Efesini, lettera agli

di lsraele) e Gcntili, unendoli in un 7.7 L'obbligo etico dei creden- per il suo mjnistero presso di loro ìntronizzazione; Magia; Mistero;
solo corpo per mezzo della croce ti L'ùltima metà deÌla lettera è in qualto Gentili (cfr. At 21,17- Potere; Principati e potestài Pro-
(El 2,16; 3,6). Crjsto ha rimosso colma di specifiche indicazioni eti- 36; Rm 1J,14'32). tocattolicesimo.
tutlj gli ostacolj che sepa.avano i chc per questi credenti (tedl lti- 7.9 La Chiesa - Eièsini è una
due gruppi e si risolvevano nell'ì- ca). Paolo desidera che liberino la lettera fortemente ecclesiologica. B|RL. L Connentati: Abbort T. K..,4
L'insegnamento di Paolo in que- Cùticol and Ereqeîi':al C.'nmentar! on the
ninicizia degli uni vei so glì aln i (Ef loro vita dai vizi che carattcrizza- Epìstles 10 the Ephesians aìd to Cokasians,
2,12-18). Quello che conta, ora, è vano la loro condotra precristia- sta lettera intende le molte Chiese lCC, T. & T. Clark, Edlnbursh 189?; Barth
Ì'unità del corpo di Cristo, la Cl'ìie- na e sì approprino dellc vjrlù di come una collettività. lnfatti, il l\1.. Etl€srìzrs, AB 34. 2 volì., Doubleday,
sa, composta di Giudci e Gentili Cristo. Li avverie di desistere da termine etrkle..rid non è mai ùsato Nev York 1914i Best E.. A Critical und
Exegetical Cannentut), on rhe Epislle to
che hanùo ugùale accesso a1 Padre. pratiche comc menzogna, firto, per una sola Chiesa locale, ma in
the Ephesians,ICC, T. & 1. Clark. Edin-
7.6 La lotta contro i poteri immoralità sessùale, discorsi osce- senso universale (Eî 1,22: 3,10.21', bursh (in prelarazione)i Bourier \'1., l'e'
I credenti delle giovanì comunilà ni, coÌlera eccessiva, rancore, cu- 5,23-25.21.29.32). Questo si può pítrede Saint PLtulaux ÉplJ$?rr, Labor et
pìdìgìa e altro ancora (redl Virtir attribuire, in parte, al fatto che la l'ides, Genè!e l99lì Bruce F. F.. The Epi'
ciistiane in Eleso e intomo ad Efc- stles ta the Calassians, ta Phìlenon, ahd fa
so vivevano in una cullura in cui e vizi). Lì istruisce sùlÌe gjuste re- Ìettera era destinata a una rete di
rre EpÀe$ani, \lCNT, Eerdmans, Grand
iiorivano pratiche magiche (redi lazioni all'inlerno di una iamiglia Chiese (se Eîesini era una lettera Rapids 1984r Cahd G. 8., Pdu!'s Lettes
Magia). Quesie pratiche erano raf cristiana. circolare), ma più probabilmente tr,? Pnsor, NCIB, Unilersily Press, Ox-
EgÌi afîerrna che un cambia- Paolo rìfletre sulla Chiesa come lord 1976i Conzeìnann H., Dt Btìe.f an di?
forzate dal famoso cùlto di AÌle- -tpresel, in J. Becler et al. (edd.), Dle Bie-
mide. Artemide era venerata co_ mento di condotta non solo è pos- un organismo universale, unifi-
.fe an díe Galatet, Epheser, Phìlippet, Ka-
me una dea del mondo sotlerraneo sibile, ma îa parte dclla loro divi- cato. lasset, Thessala ither und Phileman, vàî
con supremazia cosmica; portava na chìamata e del disegno di Dio Alcuni hanno dctto che I'eccle denhoeck & Ruprechl, CÒtiinsen 1976. p!.

le sei magiche Elftesia GMmma- per loro (Eî 1,4;2,10; 4,1). Essi siologia di Elesini riflette il pro- 86-124i Dodd C. H.. Àpr6larr. in F. C. Ei-
tocattolicesimo (per esempio, Kà- sclen ct al. (edd.), The Abinsdon Rible
la sull'immagine cultica. Il PoPo- hanno accesso al polere dì Dio, Cdrinerra4t', AbiDgdoD. New York 1928.
lo della regione avcva una paura cbe li rende capaci dì resjstere al- scmann 1971; vedi Protocattolice !p. 122,1 1225; Ellicoll C. J -, A Ctitì<al an.l
terribile dei <poreri) spiriruali la tentazione (El 6,10-18). Sono simo), m" cìò significa fraintende- Gtunnlatì.aÌ Camtnenîary on St. Paul's
resi capaci dallo stesso Cristo ri- re I'insegnamenlo della lertera. La Epìstle b îhe Ephesìans, Parkcr & Son,
osdli. Mediante praliche lllagiche London 1859ri G\Uk^ 1., Der Epheser
e rituali culticj, il popolo cercava sorto, che ha fatto della Chicsa un Chiesa è ancora vìsla come un or- ,riel, HTKNT X/2, Hcrder, F.eibùrB l9ll;
solìievo c liberazione dal temuto popolo ricco di doni, che riceve da ganìsmo (così, l'immagiùe capo Hoehner H. W., tp,rresians, Baker, G.and
lirÌo- lui guìda e forza (Ef ,1,11- 16). In- colpo e l'insegnamento sullo Spi- Rapjds (in preparazìonc); Lincoln A. T.,
regno delle potenze. Questo Épler;,nr, \VBC 42, word, Dallas 1990ì
re non si dissipò subito, quando iine. essi hanno un esempio in Cri- |ito) c non come un'istituzione. I-inde'narìn 4., l]er E]'r?seùtìe.I, îhealo-
ìl popolo divcnle crìsdano. Dimo- sto stesso, veÌìLito per ser\dre e of- Non c'e un'organizzazione inte- gischer Verìag, Zúrich 1985i Nlarlin R. P.,
strando siùcero intcresse pastora frirc se stesso per amorc (Ef 5,2; lccclesìale, né un sacerdozio isti' Ephesians, Calossians, and Phì!enon,
redl Servo, servizio). tuilo per mediare la grazia (cfr. IfiC, John Kùox, Louisville 1992i \'leycr
le, Paolo si occupò del loro timo- H. A.. V., Ctitìol and Exegetìcal Hand-
re in qùesto ambiLo. Piu di altrc 7.8 Apostolo per i Gentili - In Bruce 238-239). Tutti i membri so- Boak tL, the Lpistle to the Lph?siuns,t\\\k
lcttere paoLine, Efesini Pole l'ac- ùna lunga digressione, Paolo parla no coinvolti nel lavoro úinisle ale & \\agnalls, New York Nfiiton C.
188,1rt

cento sul rùolo ostjle dei principali del sùo minislero apostolico (Ef (Ef 4,12.16). L.. Épreiiarr, NCll, Eerdmans, Clrand Ra-
pids 1973i Neùman C.,4preslari. NAC,
e delle polestà (ve./i Principati e 3,1- I l). Sottolinca che gli ò stata In qìJesta lcttcra, Paolo rappre
Broadnran, Nashville (in pre!arazjone);
potestà) verso la Chiesa (ctr' Ar- data la responsabilità particolare senta la Chiesa come un edificio, Pen\ùF.., Lettera aglìq;st i, Edb, Bolo
nold 167-l6u). di ann'ìinistrare la grazia di Dio (il la <dimora di Dio> (Ef 2,i9 22), gna 1988i Pokorny P., Det Ephesetbrìef
In contrasto col Poterc del re_ suo lavore salvifico) ai Gentili (Eî Lln corpo che cresce in rapporto und dìe Gnosis, Evanscli\che verlassan
col suo capo, il quale ofîre guida sralt, Bcrlin 1965i Robinson J. A., Sl.
gno sopranDaturale ostile, Paolo 3,2.7.8). Dio ha rivelato a Paolo, Pdul's Epistleta the Ephestu r, Macmillan,
enfatizza la superiolità del potere corne a tùrti gli apostolì, il suo pia- c torza (Ef 1,23; 4,16; 5,23), e una Lordon l90i:i Schliet \L, La lettcla agli
di Dio e la supremazia di Cristo no nascosto da sccoli, di estende- sposa in relazione col suo spo F//àrlrl. Colnmen!arìo !eologìco del Nùovo
\o, che I'ama e la protegge (Ef leramento X/2, Paìdeia, Brescia l973ii
(Ef 1,19-23i 4,8-10; vedl Trionfo) rc la sua grazia ai Gentili per mez- S.hnackenbùrs R., Zretpistk b the Ephe
Eglj dimostra che i credenti han- zo di Cesir. il N4essia. Su questa 5,25-32). Ognuna di queste imma lldri, T. & T. Clark, Edinbursh l99l; Scott
no accesso a questo polere in vir base, Paolo rivendica una specia- I'ini mostra continuità, ma anche E. |.. The Ep$tles ol Paù! ta the Colos
iìr della loro unioùe con Crislo, Le penetrazione nel (mistero)), il l)rogresso, rispetto ai preceden- sntns, to Philemon and to rhe Ephesians,
piano di salvezza di Dio attuato in rc insegnamento di Paolo sulla Nl}]lc, Hoddù & Stoùghton, London
rendendoli capaci così di lesisterc 1930. L Studit Arnold C. E., tpne.ru,Jr
Cristo. Non vuole chc i suoi Ìet- ( hìesa.
agli attacchi maligni dei Porerì Poner ard Magl.s, SNTSMS 61, Unjrersi
ostili (Ef 6,10 20). Egli iilienc che torj si scoraggino per il suo recentc ry Press. Cambrìdge 1989: Baur F. C., Par-
tutti questi poteri spiriruali siano imprigionamento o che lo consi- Vedi anchet Canone; Chiesa; lus det Aposfel Jesù Chrisri, Becker & NIúl-

derino il risultato di qualche cri- ( iclo, paradiso; Colossesi, lelte- l€r. Stuttearr 1645; Besl E., Recipients and
cattivi e solto La guida di un essc- Tìtle oJ the Letîer îa |he Ephesians: Wht
re chc egli chiama <il diavolo)) (td- miùe; vuole chc sappiano chc è r;r aì; Corpo di Cristo; Cristolo- dnd when the DetìEautìon aEphetiuns,?,
di Satana, diavolo). stato per il sùo servìzio a Cristo e [ia; Culto; Efeso; Esaltazione e in ANRW II,25.1 (198?) 3247-3279; Bock-
504 505 Efeso
Efeso
mxchl M. N_. A.,,'ie!€lrrbn and MlsÌer,r derza coù corjlloi 6.1 FilemoDc e Filip- rjmase durante i periodi romano <la melropoli d'Asia>, Efeso ser-
in Ancicnt .luddisn and PetuhE Chtistid tesii 6.,1 La lelrera aeli llcsiniì 6.5 Tì- e bizanrino. Efeso cadde poi sot- vì da cuore amministrativo e com-
,;lr. WU\T 2./16, J. C. B. lvolr, l'ubin to il controllo dci sr.lcccssivj regni merciale dell'Asia Minore.
gen 1990; BullrnalD R., Tcolasia dtl Nuo
w TestanenÌo, Bibliote.a di rcologia con La cirtà di Eleso era siluala sul- dei Seleucidi. dei Tolomei e infi 2.2Istituzioni ed edifìci Dal
tempo.anea.16, Qucriniana, Brcscia 1985, la costa occidenlale dell'Asia N'li- ne del regno di Pergamo (190 ca. I 895, archeologi dell'Istituto Ar-
p!. 181 l84i CaragouDis C. C., The EPhe-
nore (l'odierna Turchia) alla loce a. c.). cheologico Austriaco di Vienna
srrn M]s/e.ior. Gìecrup, L.urd l9?7; alaÈ
sor D. A. l'1oo D. - Mortil L, A ltttta' del fiumc Caistro. Questa fioren- Nel 133 a.C. Attalo IIl, re di hanno scavato varie pafj
della cit-
tluction ra the Ne)r Testaùlenl. ZoDdcnan, te città portuale, insieme a Roma,
Pergamo, Lasciò la ciltà a Roma. tà. ll lavoro continua ancora.
Crand Rapids 1992; Dahl A., Cerltler, Alessandria e Antiochia di Siria La città rimase sorto il dominio di Molti degli edifici ricostruiti, quali
Chtktians, antl LrueliÌes in^'. thP Epìslle k, Roma, saLvo che per un breve in- oggì sì possono vedere, furono
the Ephesidns, in Àru 79 (1986) 31.19; era una dclLe piir grandi città del-
I'impero romano. L'apostolo 1eÌvallo, nel quale Mitridate VI, re erelli nel II sec. e piil tardi. Elen-
coodsped E. t., lhe Mednínr of EPhe
Jlnrs, Universiy o I Chicaso. Chl.aeo l9l:l ; PaoÌo passò quasi lrc anni del suo del Ponto, prese il controllo clella chiamo di seguito alcuni impor-
Hohzùrann H. J., Ktitik let Epheset'uhd ùinistero in questo centro della vi- maggior pane dell'Asia Minore in tanti ediîicj, esistenti al tempo del
KotoserbtieÍc auJ GNnd citler Anulltc ìh una rivolta contro Roma. Il popo- ministero di Paolo.
rcs Vet\|andtschdJiswthalúi.ttes, Enlel' ta asiaîica. Si riticne che sei deLle
(cfr. solto,6) abbiano lo accolse Mitridale come un libe- Tear"o. Una delle strutture piu
mann, Lcipzig l8?2i Kàsenann 8., É2i€ sue letlere
serbrieJ, in RGG. \ol.2, pF.5l7 520: id., relazionc con Lleso. ralore, a causa delle aspre esazio- imponenti di Efeso era il teatro,
I1 ptoblena leolosica del nt.tìro delorpa ni romane. ALla îine, egli fu scon- che aveva una capacità di 24.000
dì (lìsta, ii Prcspettìrc paolind, Paìdeia, lìtto dal generale romano Pompeo posti. Situato sul fianco di una
Brescia 1912, pp. 149-114i Kror J , P,lile 1. EPOCA PREROMANA - Sc-
neLla <terza guerra mitridatica) collina, il teatro dava su una bel-
nol Anong îhe Leoe6 oJ Pd!/, Abingdon, condo la mjtoLogia, la città di E1è-
(69 ca. a.C.). la slrada munila di colonne che
-\ashvitle 1959; KùnncÌW. A . htrcrluc so fu fondata dalle AÌnazzoni. un
tian la the Ne\|'l csldnenl, AbinedoD, Na popolo di donùe gúerricre. Sebbe- portava direttaúente al porto. Il
shlilìe 1975 (rn.): Meadc D. G., Pseù./o-
39, J C B. ne sì conosca poco dell'anlica sto- 2. LA CITTÀ ROMANA A teatro era lo scenarìo delle tumul-
nlnityd dCtnah. WUN] partire dal regno di Cesare Augù- tuose adunate di popolo provo-
Mohr, Tiibingen l9E6/Be.d raDs, Crand ria di Eieso, probabilmcnte era
Rapids 1987! lverkcl H., rrr EPhesetbtie| sto, per 200 annì Eleso sperimen- cate dalle corporazioni di artigia-
abitata da una combinazione di
in det heuereì ercgcrisúe, D^krssion, iIì
Cari, Lèlegi e trìbù indigene. La tò una storia politica piir stabile, ni che îabbricavano tempietti d'ar-
ANRw II,25.4 (198713156 3246; \'lctzger che permise alla città di prosperare gento per il culto di A.temide (At
ts. M., A Teiual Comnl?n|ùry on the città grcca fu lbndata da coloni io
Crcck New Tettane, ,lriîedBìbÌcSocie- ni guidati da AndrocÌo, figlio del e svilupparsi. Si calcola che la cit- r9,30-41).
rie!, London r97li I'1itloÌt C. L., Thc EPi re ateniese Codro, nel 1100 a.C. tà contasse in qùesto periodo cir- P r í t a nè o. Dft ertamente dall' al-
tle 1a the E?hesìans. ClarcDdon. Oxford ca 250.000 abitanti. tra parte dell'Agorà c'era il prita-
l95t: trerc) E., r/e Proàleìte dct Kalosser circa. N1ezzo lnillennio più tardi
(550 ca. a.C.) Creso, re della pro- 2.1 La prima ciÍa d€ll'Asia nèo, o edificio pubblìco (costrui-
und Epheserbirc.fe, Gtect\tP, Lund 1946
tist. 1964); Vaù Roon A.. rhe Authenrici vincia di Lidia, conquistò Efeso. Efeso può a ragione essere chìa- to nel I sec. a.C. o nel I d.C.; co-
t! oJ Ephesiani, NTS 39. E. J tsrill, Lei Creso si iece amare dal popolo mata la prima città della regione sì Akùrgal 167). Si trattavano in
den l9l4; Sluhìmachcr P., <He ís otlt Pea più ricca dell'impero romano (EÌ- questo centro molti affari politici
ce, (Eph. 2:11): O. the Exetesis a d Si!!ni contribuendo alla costruzione del
grande tempio di Artemide. Efè- liger 101). Politicamente, la cìttà cittadini. L'edificio era usato an-
Ji@nce al Ephesio ns 2:11 ts,lnReco cilìu
rion, Lui, & Riehrcousness: Lssars nt Br so e tutta l'Anatolia caddero Pre-
era la capirale della provincia ro- che per varie cerimonie, banchet-
hlícat Theobsy. ForLres, Philadelphia sto sotto il dominio pcrsiano, che mana dell'Asia Minore (dal 133 ti e ricevimenti per ospiti ufficiali
19E6, pr. 182 200.
a.C.: vedi Sistemi politici). Dal della città, Scoperte provenienti
durò îjnché 1e armate grcche con-
C. E. Amold giuÌ]te sconîissero i Per'siani nel punto di vista economico, Strabo- dallo scavo dell'edificio nel 1955
480 a.C. Eleso si unì all'alleanza ne (Geo. 11.1.24) chiamava Efe- hanno dimostrato che il pritanèo
greca (chiamata la Lega di Delo), so (il piil grande emporio com- serviva per una grande funzione
EFESO ma la città si rìbellò nel 412 a.C. Irlerciale deÌla parte dell'Asia al di religiosa al tempo di Paolo, Seb-
qua del Tauro>. Allo stesso mo- bene fosse la dea Estia Boulaia la
e parteggiò per Sparta nella guer-
SoirMARro l. Eloca prcromaDai 2 l.a ra del Peloponneso. do, Elio Aristide (Orat. 23.24\ principale divinità adorata nel pri-
cìtla romaùai 2.1 La prina citta dcilA_ Nel 334 a.C. Alessandro il parlava di Eieso come del centro 1anèo, risulta dalle iscrizioni che
sia; 2.2 ktnùzioni cd edificii 2.1 t?s1i|41
Crande prese il controllo della cir comúerciale piar prospero del tem- in questo edificio si esercitava
econpetizjoni lrìetich€i 3. Arlemide Lie po, che controllava gli affari fi- anche il culto di Artemide, Deme-
sìa e aìtre divinila;4. GiLrdanmo ad Ele tà. comc anche del resto dell'Asia
soi 5. It Ìaccolìto ìùcano del mirisrcro Minore. nella sua lnalcia imperia- nanziari dell'Asia Minore occiden- tra, Core e altre divinità (oster
di Paolo ad Efeso; 5.1 Gijinìzi;5 2Apol- listica verso est. I1 successore di tale. Uno studio recente delle pie- 1688-1691).
lo e ìdìsceDoli di Gio\annii 53 Nella r.e miliari romane dimostra che le Mercato co m merc iate (A go tà).
sinacoga c nella scuoLa dj Tnannoi 5.'l Alcssandro. Lisimaco, ridisegnò
rlistanze in miglia verso altre città Tlmercato commerciale era situa-
Miracoli, eso.cisti c maghì eiudeil 5 5 Efeso (294 ca. a.C.) e fece sposta-
o$ililà da lare deì scglaci di Ancnrj_ re la popolazìone dalle vicinanze
(lell'Asia Minore erano misuÌate lo al centro della città. vicino al
der 5.6 Inizio delle Chjcsei 6. iì Ìninisle'
del tempio di Artcmide a un luo :L partire da Efeso (French 698- teatro, Misurava 110 metri qua-
ro ad Eleso vi!1o dalle ìeiterc di PaoÌoi r-29). Citata nelle iscrizioni come drati ed era circondaîo da porticì
6.1 Prigionia di Efeso?: 6 2 Cloriston go vicino al porro. Qui la città vi
Efeso 506 507 nfeso
su tÙtti e quatlro i lati. Qui avve- importanti cli quesLo fasllral era no riti misterici. La celebrazione 262-264). Sono state trovate alcu-
niva la maggior parte delle com- una proccssione religiosa attraver- della sua nascita era una delle ne iscrizioni giudaiche, compresa
pravendite quotìdiane di prodotti so la città. maggiori occasioni per la rappre- una che parla deglì addetti alla si-
e lleni. Un altro mercato, chiama Un altroJàsllval di imporlaùza sentazione dei misteri. Noi sappia- nagoga locale.
10 Agorà di Stato, era situalo nella legionale cra il quadriennaÌe <Elc- mo poco del signifìcato che si at-
parte sùd-est dclla citlà dall'altÌa sia), ccLcbÌe soprattùtto per i gio trìbuiva ai riti misterici rappresen- 5. IL RACCONTO LUCANO
parle del pritanèo. N{olte altivilà chi atleticì. Efeso ospitava anche tati dai suoi devoti. Il culto del- DEL MINISTERO Dt PAOLO A
ùunicipali, incluse le riunioni dei i (Cjochi conìurÌi d'Asia>> (koinon L'Artemide di EIeso era anche EFESO Luca ci documenta so-
tribunali, avvenivano ncLla basili- .4sta,s) con tutti i solili avveninÌenti strettamente collegato alla prati lo molto brevemente l'opera di
ca di quest'Agorà. alleticì. ca della rnagia nella città e nella Paolo ad Efeso. Egli narra alcuni
tsagní e paleslre. Dùrante il pe regione (Arnold 22-24). Il lessico- episodi che servono ai suoì fini
riodo romano la città aveva molti 3 AR'TF\ITDE EFESIA E AL- grafo atticista Paùsania (citato da teologici, ma chc ci danno anche
bagni e paleslre. 11 complesso piii TRE DIVINITA <ll culto piir Eustazio, Od. 19.247) riferisce che un quadro aflascinante degli ini-
ampio era situato vicino al porto. importarlte e signilicativo ad E[e- sei <letteie di Efeso, (Ephesia zi della Chìesa in questa città.
La strutiura conteneva due pulae' so durante i prjmi tre secoli del- Grammaîa) magtche erano iscrit- 5.1 Gli inizi La prima volta
strae (.aree di allenamenlo atleti- l'irùpero rorÌÌano era senza dubbio te sull'immagine cultica dell'Arte- Paolo visitò F.leso solo brevemen-
co), un bagno e ùn glmnasium, Artemide Efesia (DiaDa Blesia)) mide di Efeso. Questa è in parte te nel suo viaggio da Corinto a Ge-
con salc per conferenze e riunìo- (Oster 1699). 11 popolo di Elèso la ragìone per cui Eîeso ottenne la rusalen1me (At 18,18-22). Aveva
lli. Un altro gfr?nasllran si trova- considcrava il rapporto della cit- reputazione di centro per pratiche tentato di predicare ad Eleso pri-
va licìno al teaîro e un altro an tà corl questa divinità corÌe Ìln magiche neÌl'antichità. ma, ma aveva capito chiaramen-
cota, <.il gytnnasíun1 orientale), rapporto divino di allcanza. Nonostante lo speciale rappor- te che lo Spirito Santo (vedi Spi-
all'angolo sud-est della città. ll suo lempio, chiamato.'llae- to della città con Artemide, veùi rito Santo) indicava altrimenti (At
Sl.tdio. Lo sradio era situalo ùisian. ft! costruito orìginarja- vano adorati numerosi altri dèi e 16,6). La predicazione di Paolo flr
nella parte nord deLla città. Misu ùrente ncl Vl sec. a.C. Questo dee. Coloni e mercanti egiziani in- bene accolta dai Giùdeì nella sina-
rava 229 mctri di lunghczza e 30 tcmpio ionico (550 ca. a.C.) era trodussero ad Eleso il culto di Se- goga, ed egli promise di ritorna-
di larghezza. Qui avevano luogo l'edilicio più anpio del mondo rapide e Iside, a cui vennero eret- re. Per continuare l'opera inizia-
vari tipi di cerimonie, inclusc com grcco cd era latto inleraÌnenle di ti bei îempli. Prove materiali te- ta lasciò Aquila e Priscilla, una
peliziori atletiche, corsc di bighe manno- Fu distrutto all'incirca nel stimoniano che ad Eîcso si vene coppia giudaico-cristiana.
e lotte di gladiatori. In basc alle 350 a.C. IL lempio îu ricoslrìlito ravano Ie seguenti divinità: Aga- 5,2 Apollo e i disc€poli di Gio-
iscrizionì, si pensa chc lo sladio sia con Le stesse dimensioni nella pri- ta Tyche, Afrodite, Apollo, Ascle- vanni Durante l'assenza di
stato cosLrùito durarlte il regno di ma metà deÌ lll scc- a.C. Secon- pio, Athena, i Cabiri, Concordia, Paoìo arrivò un giudeo di Alessan-
Nerone (54-68 d.C.). do Plinio (NH 36.96), i1 tcmpio Cibele (la dea madre), Demetra, dria, che conosceva bene la tradi-
Scuola medicd. Fonti lelteralìe nisurava 220 x 425 picdi (55,10m Dionìso. Enedra, Ecate, Efesto, zione di Gesù e cominciò a parla-
provano l'esistenza ad Eleso di x l15m) e contencva 127 colonne, Eracle, Estia Boulaia, Core, Ne- re nella sinagoga (At 18,24-28).
un'accademia mcdica che îorùa di cui qualcuna arrivava a un al- mesi, Pan, Pion (un dio della Quest'uomo, Apollo, pieno di ier-
va dottori. Due dcidottoripiìr im rezza d\ 60 piedi (17,65m). La montagna), Plutone, Poseidone, il vore, non aveva ricevùto il batte-
portantj dell'antìchità, Rufo e So- grandczza e bellczza del leÌnpio Dio Altissimo, Tyche Soteira, simo cristiano, bensì ùn battesimo
rano, Provengono da Efeso. Am spinsero Antipatro (Anth. P.tl. Zeus e parecchie divinità îluviali. collegato all'insegnamento di Gio-
bedùe opcraÌono durante il regno 9,58) a classificarlo coJnc una delle vanni Battista. Priscilla e Aquila
di Traiano (Elliger 85 86). sette melaviglìe dcl mondo antico. 1. GIUDAISMO AD EFESO _ lo presero nella loro casa e gli
2.3 <Fesfivab) e competizioni Lo storìco greco Pausania (Derrr. Luca ricorda che Paolo passò tre esposero la tradizione cristiana.
llletiche Ogni a1'ìno si teneva- :1.31.8) dichiarò chc lir gtatdezza nesi a predicare in una sinagoga Apollo accolse con favore il loro
no nella città due importaùli ÈslÈ del tempio superava tutti gli edì- ad Efeso (At 19,8). Sebbene gli ar- insegnamento e continuò a predi-
ral in onore della dea patrona, Ar lici conosciuti. L'antico sito del- cheologi nor abbiano ancora sco- care vigorosamente a Corinto,
temide Efesia. Il primo, (Arlemi I'Artemision e i suoi pochi resli Iu- Derto la sinagoga, abbiamo pro- Poco dopo il suo arrivo, Paolo
sia>, si leneva all'inizìo della pri rono scoperti da J. T. Wood nel ve letterarie importanti e alcune iùcontrò dodici uomini non ade-
mavera. Oltrc ai sacrìiici in ono- 1869. In epociì recente archeologi prove nateriali della presenza giu- guatamente istruiti nell'insegna-
re della dea. c'erano molti awe austriaci hanno intrapreso scavi clajca. Secondo Giuseppe Flavio mento cristiano (At 19,1-7) e che
nimenti musicali, teatrali e atleti- csteùsivi che hanno fornito molte c'era stata una comunità giudai- non avevano ricevuto lo Spirito
ci. Un secondo /esrivlr1 si leneva informazioni sù1 tempìo arcaico e ra ad Efeso dall'epoca dei Seleu- Santo. Era chiaro che PÌiscilla e
alla îine delÌa primavera pcr cele- su quello preccdenle. ridi, e questa comunìtà possede- Aquila non avevano avuto contat-
brare la nascira dì Arteùide (Ostcr Le iscrizioni lestimoniano che rl la cittadinanza efesina (Giusep ti con questi uominì, i quali dice-
1709-1710). Uno deì monenti piu nel culro di Artemide si cclebrava- pc Flavio, -4r1. 14,223-227; \4, vano di conoscere solo f insegna-
EÌeso 508 .509 Efeso

mento di Giovanni Battisla e di i loro esorcismi in città (At 19,13). del cancelliere deÌla ci IIà (grumma- 6.2 Corrispondenza con Corin-
avere ricevuto il suo battesimo. vedendo probabilmente i1 succes- /cr,s, attestato anche nelle iscrizio- to Paolo scrisse da Efeso la sua
Paolo li battezzò, prcsumibilmen so di Paolo, avevano aggiunto il ni locali). Luca riferisce che Pao- prima lettera ai Corinzi. Sembra
te dopo averli istruitì di piir su Ge- nonle di Gesir alle Ìoro fofmulc di lo lasciò Efeso poco dopo questo anche che abbia scritto altre due
sù. Appena Paolo ebbe imposto esorcìsmo. Non sappiamo niente incidente. lettere ai Corinzi, entrambe per-
loro le mani, essi ric€vettero lo del loro rapporto con la sinagoga 5.6Inizio delle Chiese Sivor- dùte (cfr. lcor 5,9;2cor 2,4), e
Spirito Santo, e profetizzavano e locale. cioè se erano uniti alla si- rebbe che Luca avesse svelato di abbia latto un viaggio a Corinto
parlavano in lingue. nagoga o vcrìivano da îuori e agi. pìu sÌrlla fondazione delle Chiese da Efeso. Sappiamo anche che,
5.3 Nella sinagoga e nella scùola vano in modo indipendente. Lù- locali in Asia Minorc, ma andreb- durante il ministero di Paolo ad
di Tiranno ca ci dice, a proposito di un inci- be al di là dello scopo di questo Efeso, una delegazione da Corin-
- Come aveva Pro-
lavoro. Presumibilniente, duran- to andò a trovare I'apostolo con
messo, Paolo rilornò nella sinago dente occorso ai figli di un som-
ga e insegnò Per tre mesi. La cal mo sacerdote giudeo (archiercus), te qucsto tcmpo in cui (tutta l'A- un rapporto st la Chiesa e un eleù-
da accoglienza che aveva ricevu- Sceva, che senza successo applica- sia ascoltava la paroÌa del SigÌlo- co di domande (lCor 16,17). I ri-
to all'inizio si trasformò in ostili- rono il Ìoro metodo a un indemo- rc> (At 19,10), si stabilirono Chie- ièrimenti espliciti di Paolo al
tà nei confrontj della sua Predica niato e sperimentarono risultati se non solo ad Efeso ma anche a <combattimento con le belve)) ad
zione e fu costretto ad abbando- tragici. Vennero assaliti fisjcamen- Colosse, da parte dei colleghi di Eleso (1Cor 15,32) non si devono
nare Ìa sinagoga (At 19,8 9). te c feriti dall'uomo con cLìi lavo- l'aolo (Col 1,7) e da un capo al- prendere alla lettera, daÌ momen
ln qucsto periodo, alcuni Giu- ravano (At 19,14-16). La notizia l'altro dcll'Asia Minore (per esem- to che la sua ciftadinanza roma-
del (e lorse Gentili tiflorati di Dio) di questo incidente si sparsc rapi- pio, le Chiese menzionate in Ap 11a avrebbe dovuto impedire que-

avevano accoìto Cristo Paolo daÌnente per la citlà. I credenti 2 3). Data la grandczza di Efeso st'eventualirà. Si tratta piuttosto
prese con sé questi nuovi credenli chc, qùando si erano converliti, e l'anlica inclinazione alle Chiese di un modo metaforico di fare ri-
e parlò ogni giorno in una scuola non erano rittsciti a tinunciare aÌ- domestiche, è probabile che piii di lerimento alle diificoltà con gli
della città (schola Tvannou, At le loro pratiche occultc, ora con- una Chiesa sia stata fondata ad oppositori e ai possibili danni fi-
19,9). Il testo occidentale aggiun- lessavano (At 19,1?-20). Pofiava- Efeso. Forse sorse una rete di sici che potrebbero avergli inferto.
ge come nota storica che Paolo no j loro libri magici c li brucia- Chiese domestìche nella città e nei 6.3 I'ilemone e Filippesi - Se
parlava dalle ore l l del mattino al- vano. Luca era chiaramente im- vìlLaggi locali (per es., Hypaipa, Paolo lu imprigionato ad Efeso,
le 4 del pomeriggio. Per quanto ri- pressionato dalla quantità e dal Diashieron, Neikaia e Koloe). è possibile che abbia scritro di lì
guarda la Scuola, non sono anco valore deiloro libri. stimando che le sùe lettere a Filemone e ai Fi-
ra state scoperte testlmonlanze ar- valessero cinquanLamìla dramme 6. IL MINISTERO AD EFESO lippesi. Nessuna di queste lettere
cheologicìre o iscrizioni che ìllu d'argento. VISTO DALLE LETTERE DI specifìca dove fùrono scritte, ma
strino qùesto punto del racconlo 5.5 Ostilità da partc dei segua- PAOLO Possìamocomprende- soÌo che furono scritre durante
(sebbene una colonna in silù Por- ci di Artemide Il racconto di re il ministero di Paolo ad Efeso una prigionia. Mohi studiosi ora
ti il nome (Tiranno>, un nome co I-uca continua con un importan- attraverso i riferimenti sparsi nel- accettano quest'ipotesi, ma non
rnune). Molte persone ad Eieso e te episodio di oslilità contro Pao- la sua corrispondenza. c'è ancora colsenso unanime (vedi
dintorni ebbero I'opportunità di lo e contro la cristianità nasceÌlte. 6.1 Prigionia di Efeso? - Seb- Filippesi, lettera ai).
udire il vangelo. Infatti, dice Lu- Un capo di un sìndacalo locale che bene non parlino esplicitamente dì 6,4 La lettera agli Efesini - La
ca, <tutti gli abitanli dclla provin parlava schiettameùte, chiamato una prigionia di Paolo ad Efeso né maggior parte degli studiosi non
cia d'Asia, Giudei e Greci, Pole- Demctrio, fonentò un draÍÌmati- Luca, né le lettere paoline, in gran dà credito alla tradizione che Efe-
co tumulto al teatt-o per protesta- parte gli studiosi moderni ritengo- sini fosse destinata esclusivamen-
rono ascoltare la parola del Signo-
re)) (At 19,10). I'aolo fece uso di re contro la predicazione di Pao- no che Paolo sia stato in prigione le per l'uso della Chiesa (delle
qùesta scuola Per due anni lo (At 19,23-41). Come artigjano una o più volte mentre si trovava Chiese) dì Efeso. Per motivi di cri
5.4 Miracoli. esorcisti e maqhi di accessori per il culto dclla locale acl Efeso. Poco tempo dopo aver tica testuale, si afferma che <in
giùdei Luca racconta che Dio Anemide, egli prcvide Per i suoi lasciaîo Efeso, Paolo dice ai Corin- Efeso> di Ef l,l è ùna lettura apo-
opefava molti prodigi sopranna- aflari una significativa perdita di , di essere stato spesso in pdgione crifa. La maggior parte, quindi, si
entrate. Chiamò a raccolta glì ar- (2cor I1,23; cfr. lclem 5,6). Mohi, accontenta di descrivere il docu-
iurali per mezzo di Paolo, scbbe'
ne noú racconti nicnte di sPecifi- ligianì della sua slessa categoria e hanno anche pensato che la pgio- mento come un tipo di lettera cir-
co. Le pcrsone guarivano (vedi subito persone provenienti da tÌrt- rúa fosse implicita nel suo combat- colare per le Chiese deÌla provin-
Guarigione, malattia) da varie ma- ta la città si riunirono al teatro in timento con (le belve)) ad Eîeso cia romana dell'Asia.
lattie, e i demòni venivano esor- sostegno delÌa dea loro Patrona, ( LCor 15,32) e costituisse una parte Tutlavia, anche se <<in Efeso)
cizzatj (At 19,11-12). gridando in coro: (Crande è 1'AÌ- dclle awersità sperimentate in Asia non fosse lettura originale di Ef
Allo stesso tempo, l.uca ricor- temide dcgli Elesinì>. La îr'enesia (2cor 1,8). Sembra possibile, dun- 1,1, - sebbene ci siano buoni ar-
da che c'era un grupPo di esorci- nel teatro durò Per due ore e fu fi_ {tue, che Paolo sia stato in prigione gomenli in favore della sua auten-
sti ambulanti giudei che facevano nalmente calmata dall'iùte ento !lurante il suo minislero ad Efeso. ticità è abbastanza probabile
Elementi del mondo 510 511 lllementi del m0ndo

che Efeso sia una delle destinazio-


peschichîlitht 5r1.1íer zut
EPhesetbtìe.f, contesto.'futtavia glì studiosi di vose e ineîficaci leggi e regole re-
NTOA 24, l''eilurs CÒtrìnsen 1993i
Paolo, pur convene[do su questo ligiose. L'ailusione a pratjche spi-
ni della letîera, se non la Princi rÌÈrch D. H.. Zr? Rorru Radrl S)'eenl of
principio, non sono aÌrivati a rLn tuali associare al <culto degli an
rìale. rìerche era la cllta niir impor- Mìttor. in A\ìr$J ll.r.2 (1983)
geli) in Col 2,I8 ha spinto alcuni
tante della regione c a motivo delìa ^rid
698 129: Knibbc l). AÌringe. \Y , tPle accordo.
sos ront RcEi n dct ùnùis<he llersth.{t studiosi a vederc ugualmente un
sua importanza strategica Per la i Kleiìúsien bi\ . D1 Lndc det Ptín.;qut
cristianità della provincia. ln mo- .s.:et. ir ANR\\' n.1.2 (1983) 148 El0; Oster
] TFìRMINOI OGTA F CONTF parallelo tra ld stoicheia tou ko
do generale, allora, la lerlera aglì Uúer the
R., L:phesus at a RelisìousCentet STI In rre delle quattro ricor- irioa e le potenze angeljche.
Efesini può benissirno darci Lln Pt !n.ira..: t laeanóttt heln'P(nnvantÈ îeîze, sloicheia (sempre al plura- ln Galati, /d stoicheia tou ko-
,,. r aNR\\ t1 Lb I lt'raO) tò6t l-28i Ìe in Paolo) ò qualjficato dal ge- s/??o, è usalo dapprima in riferì-
quadro della situazione delle Chie- Schnackcnbùre R., FDhesuJ: E tvi.kl:,ttg t1j,ti\o tou kost ou, <(del mondor, mento a un aspetto dell'esperien-
se ad Efeso nella metà del I sec. ciuet Gcnein.le to Paulut tn lohannes, in
BZ 35 (\991)'11 6,1i lrebil.o P , Jeltrs, e 1a quarta ricorrcnza (Gal ,1,9), za religiosa anleriore a Cristo (Gal
Basandosj su Efesini, aPPare che
Canntùnilts i, 1sì4 Mn1oi. SN I SllS 69. do\e stoiclrcid non è accompagna- 4,3), quando gli uomini erano
le Chìese avevano a che îaae con Unn.rsil! Press, a ambridgc l99l i Yaflaù
to da specificazione, sembra, per schiavi e in uno slafus di Dinori-
il problema deila seParazione chi E.. .\"rt Terrtncnl Cit*s i U/encn1
Ìa sùa vìcinanza a Gal4,3, non es- tà, una situazione parallela all'e-
(ìiudei-Gentili (Ef 2.11-22) e lot Asia Mirar, Btlet, Gra d Rapid\ 1980
sere altro chc un riferiùento ab sperienza dei Giudei sotto la Leg-
tavano ancola con la quesdone del C. E. Atnold
polere divino c degli spiriti cafti- brcviato a la sloicheia toll ko- ge che Paolo ha appena descritto
smou. GIi interpreti di Paolo de- (cfr. Gal 3,23 25). Alcuni versetti
vi. La lettera così dà îestimonian-
vono perciò considerare 14 sloi- dopo, Paolo fa riferimento al pas-
za di una presenza fortc, se non ELEMENTI DEL MONDO
prcdominanle, dei Centili nelle cheia tou kosmou come una uni salo religioso dei Galali gentili
tà linguistica. quando non conosccvano Dio, pa
Chiese, che avcvano bisogno di in- So\Àr^Rro l Terninologja e.onlcsli: 2 Può essere utile contrapporre a ragonandolo all'asservimento ai
segnamento dottrinale e di esorta- GLi eì€mcnli comc prin.ìfi lo!daùcnla-
questo caratlefistico uso paolìno <deboli e miserabili) s/oicrela
zione etica. li: :1. Gli elemùîi comc cornDonenlr es_
seùziali dell'ùnivcr!oi 4. Cilì eìemcnli co' gli allri tre usi di slolcreia ncl NT. (GaÌ 4,9). Queste forze alÌe qrìali
6.5 Timoleo ad Flfeso - Tradi- m. porenTe spirilúaÌr;4.1 Dì\'ìnita slellad In Eb 5,12l'autore parla di ta sbi- essi erano precedentemente sotto-
zionalmente, la prima lettera a Tì- c polenzc dcnoniachci 'i.2 Di!;nira loc!
li cheia tes arches tun logian lou postì vengono messe ìn parallelo
moteo è stata considerata un'au_ rribaÌi.
l,Leor, <i princìpi basìlari circa gli con ciò chc Paolo chiama <<quelle
lentica lettcra paolina scritta a Ti che per nalura non sono divinità,
moteo. chc Paolo aveva lasciato ll significato o i significati che aspetti elementari dcl messaggìo di
PaoÌo atlribuisce a to :itoicheìa Dio). con un chiaro riferìmen- (Gal 4,8). Un parallelismo si può
come suo raPPresentante ad Eli- to agli insegnamenti fondamenta- perciò osservare tra Col 2,8.20 e
(tou kosmou) nej quattro casi in
so. Questa opinione ha ancora li, rudimentali della fcdc. In 2Pt Cal ,1,8-10. In cntrambi icasi gii
molti arSonenti in suo favore, cui li usa (Gal 4,3.9; Col 2,8.20;
Eb 5,12; 2Pt l,I0.l2) è staîo og- 3,10.12, in un contesto in cui si stoicheio sono strettamente asso-
sebbenc parecchi studiosi (Per
esempio, Schnackenburg) siano
geito di djbattjto esegetico (]li parla del <giorno del Signore>r, si ciati a leggi e regole religiose e in
sllrdiosi hanno di solito compre- dice che l'ordine crcato, con i suoi enLranbe le lertere il contesto è
inclini a negare I'autenticìtà della (elcmcnti)) (iloicrelr.r), sarà con- polemico.
lettera, basandosi su motìvi lingui so l'uso di PaoÌo all'iotcrno di uno
dei seguenri campi semantici: l) sumato dal tLroco. Qui il riferi- ll sostantjvo greco sloicheion è
stici e teologici. Come minimo, la mcnto è chiaramenle alle sostan- collegato con ^r/olcros, un termi-
lettera senbra avere Lln rapporto
princìpi londamentali dell'inse-
gnamento reLigioso, comc la Leg- ze naturali di cui è fatto iLmondo. ne che era ùsato in contesti mili-
autentico con l'Asia N4inorc (e Bisogna nolare anche altri trat- tari in rifcrimento a <fila> o (se
ge; 2) sostanze esseùziali, elemen-
probabilmente Efeso) e ci lascia ri dell'uso paoliDo. ln Col 2,8-10 rie). In quel coílesto, sloícheion
intravedere gli attacchi di falsi in-
tari dell'unìveaso, quali terra, ac-
qLra, aria e fuoco; 3) esseri Perso- Paolo fa riferimento a un lalso ìn- sì rìferiva a ciò che siîrova in una
segnamenti dul-ante l'uldmo lerzo segnamenlo che è secondo t4 stol- fiLa o una serie. N{a la parola ven-
nali spiritualì dcl cosmo, comc de-
del I sec. d.C. cheia tou kosmou. ìnvece che se- ne poi applicata a molti contesti
rnòni, angeli o divinità stellari
Studi sull'uso d1 sloicheia negli condo Cristo, il quale è il capo di e poteva riferirsi alle lettere che
Vcdí anche: Efesini. lettera agli ogni principato e di ogni potestà. collponevano una parola, sia mu-
sc tti greci al di ILrori del NT han-
no fornito paralleli per questi e al- La vicinanza dt ta sfoicheia tou te che vocali; agli elementi fonda-
BÌBL. Akùrlal E.. .4r.ient Ciritì.(thns
rri usi spccifici del termine. anche kosmoa a <princìpati e potestà) mentali della lingua (lettere, silla-
an.l Ruins oÍ Tlt k e!, Hr\scl Kilabc\i, lran
lruÌ 1985"; C.8., Lphesíatts: Pa
Arnokì sc non si Possono trovare chiare ha spìnto alcuùi studiosi a meLre- be, parole) e della musica (note);
*et and Malic. SNTSNIS 61, Unircrsirv testimonianze extrabibliche Per |e in reiazionc le due calegorie. In ai princìpi elementari di un argo-
Press, Camb;ìdle 1989i Blake E C fd
mon.ls A. C.. Blrlrdl Sires j, ?rrfte], Re l'uso (3) anteriori al II sec d.C. seguito Paolo parla dei Colossesi meùto (quello che in termini mo-
rlhóùse. lslarbùÌ 19r?: EÌlirù W , r2l.srsl In ùltinla analisi, però, ognideci- eome di coloro che sono morti con derni viene definito come <<l'ab-
lfehstttll ('.tisto <.ap.) tón sloicheión lo ko- biccì> di una disciplina); ai com
Ceschi;hîe eincr dnliken K.m sione csegetìca circa il sìgnificato
hamúer, SltrLîearl 1985i laùr E.. Pdr di stoicheia nci tesli paolini deve \/?ror)) (Co]2,20); ciò signiîica chc ponend basilari, o (elementj), del
Chtiii er Pax Caesdtìs llelisíonsges.hi.h (luesti ultirÌÌi erano associati a gra- mondo fisico come fu compreso
tliche, trddilì.rlsgcschìchtliche und tu.iul' tenerc conto deÌ Particolare uso c
Elemenfi del mondo 5t2 513 El€menti del mondo

dagli antichi filosofi (terra, aria, genecker 166). lnoltre egli distin- zer è il principale soslenitore del- religioso che 1'autore di Colossesì
acqua, fuoco; cfr, Platone, T.4/. guerebbe qÌrest'uso da quello che l'opinione che Paolo, come alcu- afferma che Cristo è colui grazie
201e; Diogene Laerzio, Vit.7.136, si trova in Col 2,8,20. Bandstra ha ni suoi contemporanei, usasse al quale i credenti possono <<mo-
137; 2Mac 12,13; Sap'7,17): alle compreso gli slolcreia come (Leg- stoicheia tou kosmou in riîerimen- rire agli elementi del mondor e
stelle del cielo. che sono compo- gen e (carne) (la natura umana lo agli elementi terra, acqua, aria trovare così la liberazione.
ste dell'elemento principale e piir non generata), <<due forze cosmi- e fuoco. Schweizer sostiene che ìe Schweizer riconosce che è piii
puro, il fuoco; alle stelle come dèi che îondamentalit) che tengono in idee pitagoriche carat|erizzarlo Ia diificile applicare questa interpre-
visibili che, in qualche modo, in- schiavitil uomini e donne, sia Giu- situazione sia a Colosse che in Ga- tazione a Galati, ma suggerisce
fluenzavano gli everiti e il desli- dei che Gentili, e dalle quali l'u- lazia (redi Filosoîia). Egli dimo- che l'adesione a <giorni, mesi, sta-
no degli uomini e delle donne nica liberazione possibile è Cristo stra, sulla base di un certo nume- gioni e anni> (Gal 4,lO1' vedi Gior-
(Pseudo-Callistene, Hist. Alex. (Bandstra 70). Il kosmo,t in que- ro di testi, come ((da Eraclito nel li sacri, calendario) possa essere
1.12.1); e ai demòni ceìesti o spi- sto caso è (tutta la sfera dell'atti- Vl sec. a.C. îino al VI sec. d.C., connessa a una nozione pitagori-
riti ostili all'umanità (Test. Sal. vità umana che è in contrasto con "l'intensa lolta tra gli elementi" ca, secondo cui la capacità di ca-
8.2). Per una discussione di que- Cristo e la sua salvezza) (Bandstra del mondo (Aristotele, Meldfísica pire l'ordine cosmico (in questo
sti vari significati e rife menti cfr. 57). 11.4 [1000ab]) domini ]a compren- caso la divisione del tempo) puri-
Delling. Però molti interpreti sono stali sione greca del cosmo> (Schwei- licherebbe I'anima. Le (divinità
colpiti dal fatto che quando Pao- zer 1988, 456). ln altre parole, i che jn realtà non Io sono> (Gal
2. GLI ELEMENTI COME lo patla di la stoícheía tou kosmou quattro elementi, originariamen- 4,8) possono allora riferirsi agli
PRINCÌPI FONDAMENTALI sia in calati che ìn Colossesi essi te in equilibrio, sono considerati eroi salviîici del passato dei pagani
È possibile che Paolo pensasse appaiono in un contesto Ìinguisti- in (lotta)), e il loro sqùilibdo mi- galati, che sono ineîficaci nel pro-
a un insieme londamentale di co in cui sono associati a riferi- naccia di portare o il diluvio o Ìa cùrare la salvezza. Gli <elementi
princìpi filosofici o religiosi che in- menti a forze spirìtuaLi personali conflagrazione nel cosmo. Anche del mondo> non sono venerati,
calzavano con le loro richieste gli (angeli, principati e potestà, dèi il îiìosolo giudeo ellenistico Filo- bensì temuti; non sono divinità o
uornini prima di Cristo o indipen- che non sono dèi) e, in Col 2,8, so- ne interpreta la festa ebraica del spirili, ma terra, acqÌla, aria e fuo-
dentemente da Cristo, e che mi- no posti in contrasto con Cristo. nùovo anno come un'offerta di co. Gli strumenti di liberazione so-
nacciavano di soppiantare Cristo? Inoltre, la scelta di <<Legge)) e ringraziamento a Dio, il custode ro l'ascetismo, la considerazione
Questo tipo di approccio ha i suoi <<carne> come refetenti solleva dei della pace (Filone, Spec. Ze8. e il culto degli angeli o <dèi>.
sostenitori, inclusi E. D. Burton, problemi, perché nel vocabolarìo 2.190-92) e considera il sommo sa- La proposta di Schweizer spie-
C. F, D. Moule e A. J, Bandstra. di Paolo appaìono anche <pecca- cerdote (Filone, Vit. Mos.2.121,, ga Colossesi megÌio di Galati, do-
Moule, pur trovando un riferi- to) e <morte)) come Potenze ar- 125, 133) come avente un ruolo nel ve la sùa soluzione non sembra
mento alle potenze demoniache chetipe che determinano la situa' garantire l'armonia cosmìca. adattarsi alla chiara preoccupazio-
(naturali)) nel contesto di Col 2,8, zione degli uomini al di fuori di Su questo sfondo, come pure ne dì Paolo sulla Legge e la sua
è spinto <dall'assenza di dati al di Cristo. E quando Paolo parla di sÌrlla base di Colossesi e Galati, evidente implicazìone che anche i
îuori del NT per un simile signifi- credenti che muoiono 0 o da qual- Schweizer suggerisce un ambien- Giudei soìro schiavi degh stoicheia
calo di stoicheis fino a epoca tar- cosa, può riferirsi non solo alla te religioso in cui gli individui ri- tou kosmou (GaI4,3). lnoltre, per
diva)) a definirlo come <semplice L€gge (GaI2,19; Rm'7,2.4.6\ e al- tengono di trovarsi in un mondo sostenere il pùnto di vista di
"insegnamento elementare" ; inse- la carne (implicita in Col2,ll-14), di caducità, legati a questo mon- Schweizer, bisogna essere persuasi
gnamento opera di ritualisti giu- ma anche al morire al peccato (co- do dagli elementi che impedisco- che il falso insegnamento al qua-
daici o pagani, un insegnamento me una potenza, Rm 6,2.6-1) e al no la loro ascesa al cielo. A Co- le Paolo si oppone a Colosse e
"materialistico" legato solo a mondo (GaI6,14). Possiamo chie- Ìosse prevale una nozione sincre- in Galazia rivela ulteriori carat-
"questo mondo" e contrario alla derci se la mancanza di testimo- tista, secondo la quale è possibile teristiche della filosolia ellenisti-
Iibertà dello Spirito) (Moule 92). nianze che i contemporanei di sottrarsi al cosmo per mezzo di ca (pitagorismo) in una relaziole
R. N, Longenecker, commentan- Paoio usassero Jto rc heia \n riferi- pratiche ascetiche che avrebbero il sincretistica con le idee giudaiche.
do stoìcheiq in Gal 4,3.9, troYa mento apotenze demoniache potere di liberare l'anìma dai lac- Un sirnile Scenario è stato sugge
che <'princìpi basilari" della reli- escluda veramente Ia possibilità ci terreni. Inoltre, col cuÌ1o degli rito, ma è necessario considerare
gione' sia l'interpretazione Pil) che l'apostolo usi il termine in angeli (così come i vicini pagani altri fattori per determinare la na-
soddisfacente nel contesto di Ca- questo senso, Il problema neces- venerano eroi e demòni) essi si tura delle idee religiose alle quali
lati, e che essi, nel caso del Giu- sita di una riconsidelazione (cfr. propiziano le potenze che domina- Paolo sì oppone.
daismo, rappresentino <la legge sotto,4). no gli elementi e che possono per-
mosaica con le sue funzioni di ciò assjcurare agli uomini la luga 4. GLI ELEMENTI COME PO-
condanna e di sorveglianza>> e Per 3. GLI ELEMENTICOME dalle sfere inferiori aìla luna pe-r TENZE SPIRTTUALI Nume-
i Galati la (v€nerazione della na- COMPONÉNTI ESSENZIALI raggiungere il cielo superiore. E rosi interpretì, lorse perfino la
tura e i riti cultuali)) pagani (Lon- DELL'UNIVERSO - E. Schwei- contro questo sfondo filosoîico- maggioranza, hanno concluso che
Elementi del mondo 5 t4 515 Elementi del mondo
ta sloichei(t tou kosmou si rtletr- indica il cùl1o dell'(esercito del Non è perciò difficiLr: irllmagi- ha sostenuto questo sigDitìcato in
sca a potenze spìrituali di qualche cielot (strulia tou ourunou) da Ìlare un sistellra di credenze, in Colossesi, alfermando che Paolo
tipo. Le opinioni, in generale, parte di Israele come prova della particolare a Colosse, ìn cui si i:r- è impegnato in una polemica an-
vanno dalle divinità srellari. ai de- disobbidienza del Dopolo nel re trccciano idee ellenjstjche e giudai- tigiudaica, piuttosto che jn una
mòni, agli angeli delle nazioni o spingere la legge di Dio e fa ap- chc e 1e potenze celesti sono asso- îorma di sincretismo giudaico-
divinità tribali. locaÌi e nazionalì. pello ad Am 5,25-27, secondo cui ciate aglí angeli, che sono vellera- cllenistìco, ed egli vede lo stesso si-
4.1 Dirinità stellari e potenze l'idolatria e ilcì-ìlto delle stelle cau- ti coDe coloro che controllano il gnificato operativo ìn Galati (cîr.
demoniache - La nozione che le sarono l'esilio di lsraele. Ha una destino degli uomini. Questc po- Wright 101-102, I l5-l l6). Seguen-
stelle e lc costellazioni in qualche sua importanza il îa11o che Giu- tenze cosrÌiche, che Paolo proba- do c sviluppando questa linea di
modo controllino il cosmo e il de- seppe dica che il velo chc separa bilmente chiama -r/olcheia tou ko- interpretazione possiamo com-
stino umano ha radici antiche, rill- il (luogo santo> dal vestibolo srloz, clcvono cssere placate se glì Nendere la sbicheia to kosmou
tracciabili almeno fin dalle divina- estcrno del tempio erodiano sia uomjni vogliono sottrarsi alla conìe LÌn'esprcssione ampia e com-
zioni celesti dell'antica Babilonia (una specie di immagine dell'uùi- schìavitir del loro dcstino. Perciò p1eÌ]siva che abbraccia tutta la
nel secondo millennio a.C. (cfi verso>. I suoi quattro colori sim- quando Paolo parla di uù'(aîîet- schiera degli esseri spirituali cono-
Rochberg-Halton). Col tempo lc boleggiano il fuoco, la lerra, 1'a- rara ìeligiosità) (col 2,23, ethe sciutì individualmente come prin-
stelle lurono associate a Potenze ria e il mare, e su di esso viene ri- I ot tès k ia) caftLLertzzata da osser-
11 cipati, potestà, dominazioni e so-
spirituali e poj idemiîicate esse camato (un panorama dei cieli), vanzc cli calendarìo, da pratiche vranj, l'equivalente dcgli angeli o
stesse come potenzc spirituali (vedl eccetto <i segni dello zodiaco>. ascetiche che mirano a espericnze deeli dèi dclle nazioni (redi Prin-
Culto). Platone poteva parlare mi- Questi ultimi, però, sono rappre- !isioùarie c dal<rculto degli ange- cipati e potestà). In Gal 4,E Pao-
rologicamente della divinità dclle sentati dai dodici pani sulla lavo 1i>, può darsi che abbia in rncnte ìo parla dei Galati come preceden-
slelle, chiamandole perfino <dèi la. mentre le setle lampade rappre- una [orùa di relìgione che veler a lemcnte schiavi di <quegli esseri
visibili)) (Platone, Ii. 40a, 40c, sentano j selte pianeti (Gìuseppe glii/olcrelr sia coùe divinità stel- che in lealtà noo sono divinilà>.
40d.41a: clr. iì linguaggio mitico Flavio, Bell.5.5.4-5 212- 18). Per' lari chc come corpi celesLiin strct- Questa analisi della precedenre si-
di Gdc 5,20). Diogene Laerzio (lll ciò perlìno nel cuore del culto del ta relazione con le potenTc aDge- tuazjonc dei Gentili gaLati riîlerte
sec. d.C.) attesta la nozione Pita tempio di Gemsalemme ci sono liche clcl cosmo. La proclamazio- la nozione ebraica chc gli dèi del-
gorica secondo la <1uale ì1 sole, la simboli che suggeriscono una ne- ne di Paolo del trionfo di Cristo le ùazioni non sono realmente ciò
luna e le stelle sono dèi, Perché cessità di penetrare nei cieli allo sopra i prìncipati e le potestà (Co1 che sembrano essere; soÌ1o soltan
possiedono l'elemento del calore, scopo di raggiungere il trono di 2,15) e la sua affclmazione che Lo delle potenze spiriLuali îissate
una caratteristica essenziale di vi Dio nel Santo dei Santi. La piu an- <ogni pienezza> abila iù Cristo da Yhwh come custodi nazionali.
ta (Diogen"'Laerzio, Yit.8,28), e tica testimonianza giudaica extra- (Col I,l9; 2,9) pjuttosto che in definitiva subordinatia lui sol-
può chiamare i dodici segni dello biblica ancora esistente per il ter- nelle îorzc cosmiche posso- tanto. ma falsamente considerati
zodiaco ta da(leko stoicheia, <<r mine s/o/crela associato sia con gli no percìò essere viste comc un at- <dèi> clalle nazioni. Paolo usa
dodici s/olcleio (Diogene Laerzio , spi.iti che con le stelle è posterio- tacco fionlale a tali concczioni questa nozione ahrovc in lCor 8,5
vít. 6.102i cfr. PGM 39.18-21). re al I sec, (lI e III sec. d.C.), ma teosofico-rcligiose, che erano îor- c 10,22 (c1i. Dl 32,8 9. ì7.21; Sal
Dal Giudaismo del Secondo è ben attestata e può benissimo se una forma jùcipicnte dì gnosti 82,1.6-7). lsraele, d'altra parte,
Tempio abbiamo mohe testimo- rappresentare delle credenze con- risîìo (cfr. N4arljn 90 96). E inte- cra possesso proprio di Dio (Dt
nianze di speculazione sull'univer" temporanee a Paolo (cfr. Lohse ressantc osscrvare che un lesto di 12,9), anche se egli poteva scryir-
so e sul come i corpi celesti so- 192, n39),Il Testamento dí Salo- Alessandro Poliisrole, del I sec. si di intermcdiari angelici nel trat-
no posti in relazione con gli ange- mone, :un' opera giudeo-cristiana d-C. (clr. la traduzione in Schrvci- tare con ìl suo popolo.
li. I Libro dell'Astrortomía in lEn che di solito viene datata nel lll zer 1988,458), attcsta diverse pra Paolo, di lronte ai girLclaizzan-
72-82, un'opera che risale forse a1 sec. d.C., ma che molto probabil- liche pitagoriche che prcsentano ti della Galazia, paragonerebbe al-
I sec, a.C., contiene testimonian- mente contiene materiale che risale sorniglianze con le osservanze dj lora la religione ebraica, Bovernata
ze suÌle idee astrologiche giudai- al I sec,, testimonia una credenza calendario. l'astensione da cerlì ci dalla Leggc, al paganesimo; en-
che e sull'associazione di un ange- negli spiriti stellari chiamati .ttoi- bi e il culto degli argeli ai cluali sì trambi sono caratrerizzati dalla
Io, Uriel, con le stelle. Tutto que- creia. Sette spiriti legati compaio- lr allusione in Col 2.16-23. schiavitù a îorze religiose che so
sto si trova inserito in un conle- no davanti a Salomone e rivelano 4.2 Dirinità lo.ali. tribali ln- no solo divinità locali. nazionali
sro in cui viene data particolare at- la loro identita; <Noi siamo gli linc possìamo prendere in consi, o tribali. Quando i giudaizzanti in-
tenzione al tempo e alle stagionì stoicheiq, dominatori di questo (lcrazione l'opinione secondo la sisloùo sul fatto che i cristiani gen
(per altri testi che mettono in re- mondo di tenebra [kosmokratorcs quele.9toíchei4 îoLt koslnoa sia un tili devono sotromettersi alle <ope-
lazione potenze angeliche con ele- tou skotous, cîr.Ef 6,121,.. Le no- rììodo particolare di Paolo di rife- re della Legge) cioè la circon,
menti naturali, incluse le stelle, stre stelle in cielo sembrano picco- rirsi a <divinità iocali> o a (dèi na- cìsione. le norme sui cibi e I'osser-
cîr. lEn 43,1-2;60,11-ì2; 80,6; le. ma siamo designati come dèit) zionali> che domìn;:ro su (letcrrrri- va0za del sabato in rcaltà con,
Gíub. 2,2). Stefano, in At ?,42-43, (Test. Sat.8,2-4). rirlitcrritoli e razze. N. T. Wright siderano iltrionlo dì Crislo come
ll€mer1i del mondo 516 517 Elem€nli liturgici in Paolo

la vittoria di una divinità naziona- e delle sue <opere> si concenlra FJLEMENTI LITURGICI no di soliro pronunciate nelle ce-
le su tutte le altre (cîr. Dunn 135). sull'errara deiilizione del popolo IN PAOIO lebrazioni liturgiche pubbliche o
Perciò, quando Paolo in Gal 3,19 di Dio come costituito da coloro batlesilnali (redl Bartcsimo). Co-
parla della Legge (promulgata per che aderiscono alle discriminatorie SoMv,\Rro l. formùÌe dl prolclsionc.lr sìcome sono usate in Paolo, qùe
mezzo di angeli>>, probabilmente opere dì circoncisione, prescrizioni lede:2. Ìùri; L Dosrologi.j 4. Benedi- stc formule si trovano spesso in
alimentari e osservanza del saba- zionij 5. AcclaDrazioni: -r.l (An.nri 5.2 contestì in cLri l'apostoio difende
suggerisce che l'ìmplicazione del ./lLba, P^ùe,a t.3 Mutunatha: 6. Caù-
messaggio dei giudaizzanti (che to (redi Cìjorni sacri, calendario). ìl messaggio evangelico o procla
forse enfatìzzava la gloria del do- Come in ognuno dei possibilì si- ma la persona (redl Cristologìa) e
no della Leggc al Sinai con l'ac- gnificati di ta stoicheìa lou ko- Gli elementi ljturgici si ferisco- l'opera di Cristo (lCor 15,3 5; cfr.
compagnamento di angeli) è che, sa?oi'l che abbjan1o visto, entrano no alle cspressloni comunitarie di I frn 3,16), o in cuj csorta ì cre-
invece di comprendere Israele co- in gioco più ampi probLemi iùter- lode a Dìo o a Cristo sviluppate denli a segujrc la condotta proprìa
me il possesso stesso di Dìo, lo pretativi che portano gli stùdiosi in lorne fisse attraverso ùn uso dci cristiani (lcor 11,26; 16,22a
strumento attraverso il quale egli a decìdere a quale signilicato o si- costante e ripctuto nelle celebra- teli Credo).
avrebbc porlato a sé tutte le na- gnilicati si riferisse PaoÌo quando zioni cLrltuali della Chiesa primi-
zioni, essi in realtà riportarlo usava l'espressionc. tiva. Ncl colprls paolino sono pre- 2. INNI ll canto era una prassi
Israele sotto la sovrintendenza in- senri îrammenti di qucsti clemen comune nelle celebrazioni liturgi-
termedia di una potenza angelica Vedi anche: Angeli, arcargeli; ti lilùrgicj, precisamenre: formu- che dellc comunità paoline (cfi.
e ridÌlcono il disegno di Dio nella Colossesi, leltera aj; GaÌati, lette- ìc di prolèssione di îedc, inni, dos
lCor 14,26: Ef5,l9-20; Col 3,16).
storia all'inclusione dei Gentili co- ra ai; Legge; Principatj e potestà. Nlentre la maggiol parre dei canti
sologìe, benedizioni, c acclanazio
me proseliti in una relìgione etùi- nj come (Amen), (,4 bbd,Padret) craoo espressioni spontanee dilo-
camente restrittiva. Questo in real- BrùL Arnold C. f., Powcts o.f Ddrk de a Dio da parte di persone di-
c <Mat0nolhatr.
tà equivale a negare il nuovo .tlQ ness: Ptirtìpalttiet and Povers ìt1 Paul'r verse durante ilculto pubblico, al-
/-?fra, lnrcrva.siry, DoFDcs Cro\€ (lL) cuni di essì erano più strutrùrati,
lr.r dei Gentili in Cristo, che ora 1992i Bandrra A. J., Ltre tar, attd thc Ele I, FORMULE DI PROI.-ESSIO-
conoscono e sono conosciuti dal- o.f 1e 4/r/1d, Kok, l(anleD l9ó:li contenenti vari elementi di conles-
ments NE Dl FEDE Le formule del
I'unico vero Dio (Gal 4,9; lCor craird C. B., Paul's Lettet lto) Ptìson, sioni di îede relativi all'opera sal
Uriversity Prcss, Oalord i95ói Ìd., Prir.i- Credo ne11a Cliiesa primitiva noÌl vìfica di Cristo e alla sua signoria,
8,3). L'unicità e l'universale so- palìtìes und Pavets, Clarendon, Oalord erano probabilmente così chiare
vranità di Dio è ora riflessa nel- e venivano recitati insieme da tut-
1956i D€lÌìig G., srdl./reror, in caNI, \ol come lo sarebbero state ùei secoli
1'estensìone universale della sua Xll, coll. 1263 l2r4i Dunn J. D. C., ale ti. Nel colp,rs paolino passi co
Theotos! a.l G drians: The Issue oJ Core successivì. Frammenti di formule me Fil 2,6-11; Col 1,15 20; Eî
benedizione salvilica attraverso il ndntal Notnisn, \n J. M.Bassle. (ed.), Pdr- di professione clj fcde sono co
suo Figlio, il seme di Abramo, per
2,14-16; 5,14 e 1Tm 3,16 sono ge-
Ii e Theatas!. I: Tllessslo ìans, Philip' munqùe preseùti in tutto il NT.
formare un popolo che non è né pians, Catufians, Philemor, Fofrcss, NIin- neralmente riconosciùti come ma-
neapolis 1991, pp. 125-1,16. Lohse E., Ie
Nel colprs paoljno possono esse terialc innico. L'origine I'uso sia
ebreo né gentile (Gal 3,28). Insi rc riconosciute daìla presenza di
e
lctÌere aìColossesìe a Filenone. Commen- del materiale innico che delle ior-
stere sulle (opere della Legge)) co- rario teologico del Nuovo Tcramenlo XÌ/I, una formula dì introduzione co
me requisiti di ingresso equivale a mule di professione di fède sono
Paideja, Brescia 1979, pp. 187-l92iLonge- me: (per qùesto si dicer (dlo k
ritornare all'epoca precendente neckù R. N., Galdr;ars, WBC 41, word, essenzialmenle uguali, cioè erano
Dallas 1990i Marrin R. P., Ephesìans, Co- 8el, Ef 5,1,1; clr. Ef4.8), o di ùn'e originariamente concepitì per sco-
della storia della salvezza, quan- lossians and Philenan. lntC. weslminst€r lrressione come: <riccvo> (para pi di evangelizzazione, cultuali e
do Ie flazioni e i gruppi etnici era- John Knox, Loxisville l99li \'loùLe C. F. Ianlbcrno, I Cor 15,3; Col 2,6). Il
no sotto la custodia dei (deboli e D., The Epistles îo the Colossians and ta apologeticì e nei loro contesti ave
Philemon, CGTC, Un\vetsity Press, Cam-
rncssaggio centrale dcllc lormule vano funzioni didattiche ed esor-
mrserabili>t stoicheia tou kosmou, rli prolcsslone di lede è di solito
bridse 1957; O'Brjen P.'t., Calossians, tative. Pe1 quaùto riguarda lo sti-
con la stessa situazione di lsragle Phl€'flo,, WBC 41, word, Waco 1982, pp in rclazione con l'opera salvifi
car atletizzata dall'essere sotto la
Ìe, però, i l'rammenti innici si ri-
129-132i Reicke B., The Law and this ca cli Cristo (per esempjo, lcor
Legge come un severo pedagogo Wotld ttccodìng to Pau!: Some Îhaushts conoscono da un pronome relati-
cancernine Ga! 4:1'll, jn ./Al 70 (1951) 15,3-5) e la sua sigrìolia (pcr esem- vo iùtrodùttorio, (il quale> (ft os),
Q2aidqgógos, Gal 3,23-25) che 1o L e Leîtet to Calas- pio, Rm 10,9-10; lCor 12,3). Iì
ha preseryato dal mescolarsi con
259-276r Sch$ eizer E. , segujto da un participio pdma del
.tians, Aussburs, Mìnneapolìs 1982i Id, rascere di qucste professioni
le altre nazioni e dalla cadula nel- Slaws o.f the Ele enîs and wotshiperc oÍ
è verbo principale. Sono scritti in
Ansels: Gal 4 : 3,9 and Col 2: 8, 18,20, itl JBL rùoho verosinilmente dovuto a stile poetico o merrico (yedl Inni,
l'idolatria. Lrn'intenzione di cvangelizzazione
10? (1988) 455'468i Rochber!-Haìton F,, frammenti innici, canti, cami spi
L'ultimo tipo di interyretazio- Astrclag, it1 the Ancienr Neat Easî, in (Ì)rocÌanazione dcl vangelo), al
ne può emergere come un'opinio- ABD, \al. I, pp. 504-507i w.isht N T ,
rituali).
Colossians and Prilenor, TNTC. E€Id- rulto (espressione della lode co-
ne alfascinante per coloro che so-
mans, Grand Rapids 198ó rrrunitaria al Dio uno e trino), o 3. DOSSOLOGIE La dossolo-
no convinti che la <nuova prospet-
tivar, (vedi Interpreti di Paolo) I Lrn'afièrmazione apoLogetica (di- giaè ùn lìnguaggjo elevaro di pre
D. G. Reid lrsa delvangeÌo sotto attacco). Le ghiera rivolto a Dio. Era un ele-
sia arrivata alla radice del proble-
mai la cdtica di Paolo della Legge
lor Inule di profcssione di fede era- rnento essenziale della liturgia
Elementi liturgici in Paolo 518 519 lllementi liturgici in paolo
ebraica e fu adottata dalle Chiese mente cristiane, per il fatto che al- conferma di ciò che è stato detro, fedeltà di Dio nel promettere la
primitive nelle loro celebrazioni Ii- la formula ebraica sono aggiunti sia in una solenne maledizione salvezza all'umanità è compiuta.
turgiche. Nelle lettere paoline ci elementi come (grazia> e <dal Si- (Nm 5,22; cer ll,5) che in pre L'<amen)) in questo contesto non
sono due principali tipi di dosso- gnore nostro Gesir Cristo). Il con- ghiere c lodi (lCr 16,36; Ne 8,6; è probabilmente un sosrituto di
logie: una è espressa dalla formu- tenuto di queste benedizioni (sia Sal 41,13; 106,48). Nel Cjudaismo (si> (come propone Hahn), né un
la <<Benedetto (sia) DioD (Rm di introduzione che di conclusio- antico quest'uso di (amen)) con- riîerimento al suo significato se-
1,25,9,5;2oot t,3-ll; 11,31; Ef ne) è essenzialmente lo stesso, in tinuò (Tb 3,3) e si atrestò così sal- mitìco (fermezza, certezza)> (co-
1,3-14), che somiglia alla forma quanto include tre elementi basi- damente che col tempo divente un me sostiene van Unnik); viene
delle S"mónè 'eíè, (le <diciotto lari: I'augurio di benedizione, la elemento liturgico del culto ebrai- piuttosto invocato nel suo uso li-
benedizioni)r); I'aÌtra è espressa fonte della benedizione e i dest! co: I'assemblea rispondeva con un turgico (cioè, cspresso alla finc di
dalla frase: <A lui la gloria nei natari; essi non sono però espres- <amen> alla fine di ogni preghie- preghiere) per sottolineare la fe-
secoli)) (Rm I I,33-36i 16,25-27, si in modo identico in tutti i casi. ra recitata dal presidente. deltà di Cristo nel compiere la pro-
cal 1,5; Fil 4,20; cfr. Eî 3,21; Paolo non prende semplicemente Nelle lettere di Paolo <amen) mcssa divina di salvezza, che a sua
lTm 1,17; 6,16; 2Tm 4,18), che una benedizione stereotipata per viene usato in due diversi modi. Il volta crea la possibjljtà per icre-
è meno formale nella struttura, inserirla in ciascuna ìettera; né in- primo è I'uso comune in cui viene denti di pronunciare insieme
ma usata piu comunemente. Non clude le benedizioni nelle sue let- posto alla fine di benedizioni (Rm <amen> nella loro azione lìturgi-
c'è un'ubicazione particolars o tere per pura formatta. In ogni 15,33i lCor 16,24; Cal 6,18; Fm ca comunitaria a gloria di Dio. Di
fissa per l'inserimento di queste lettera la benedizione introdutto- 25), dossologie (Rm 1,25; 9,5; conseguenza, I'argomentazione di
dossologie; si può solo notare ria o conclusiva può essere scritta 11,36;16,21i Cal 1,5; Ef 3,21; Fil Paolo è la seguente: Egli (Paolo)
che si tratta di elementi aggiunti, in modo diverso (cfr. 2cor 13,13; 4,20; lTm I,lli 6,16:2Trn 4,18) è fedele (o attendibile) proprio co-
ma connessi con il contesto, che Gal 6,18; lTs I,l; Col 1,2). e preghiere di ringraziamento (cfr. me Dio è fedele. Dio ò fedele Der-
emerge dalle parole precedenti. E Oltre alle benedizioni introdut- lCor 14,16) come una conferma che suo Figlio Cesù Cristo è féde
il lorocontenuto, pur seguendo torie e conclusive, Paolo a vol- della preghiera o del ringrazia- le nel compiere le sue promesse.
una formula di base, viene spesso te inseÍisce <<preghiere augurali)) mento di un'altra persona. Paolo Alla luce di ciò <amenr> viene usa-
espresso in modo diverso con I'ag- per i suoi lettori. Queste sono col- però non usa (amen)) solamente to in 2cor 1,20 non solo diretta-
giunta di nuove frasi che aiutano locate all'interno del contenuto per scopi liturgici. In alcuni casi mente, per affermare la fedeltà di
a îrasmetterc messaggi didattici di- della lettera, in passaggi in cui egli viene menzionato intenzionalmen- Cristo, ma anche indirettamente,
rettamente collegati con la situa- vuole esprimere la sùa sjncera le per proauovere I'unità dell'as_ per appoggiare ['argomentazione
zione dei lettori (2cor 1,3-l l; cfr. preoccupazione per i suoi lettori, semblea attraverso il loro (amen)), di Paolo a difesa della propria at-
Ef 1,3-14; Rm 11,33-36; Gal 1,5; in relazione al problema che sta proclamato insieme da tutti i par, lendibilità. Possiamo constatare
vedi Benedizione, dossologia, rin aîfrontando. In tali casi Ie (pre- tecipanti (cfr, Rm 15,33), o per qui un esempio dell'uso creativo
graziamento). ghiere augurali> sono sempre adat- portare i lettori alla confcrma ver- da parte di Paolo di un'acclama-
tate alle loro specifiche necessità bale delle convinzioni dottrinali zione liturgica con il suo comune
4. BENEDIZIONI - La benedi- (Rm 15,5.13.33i lTs 3,l1-13; 2Ts che essi erano in pericolo di ab- significato per rafforzare la pro-
zione è una forma di preghiera au- I,ll-lzt2,16-17; 3,5\. Paolo quin- bandonare (cfr. Gal 1,3-5). Que- pria argomentazione.
gurale espressa per il benessere di non usa le benedizioni Iiturgi- sto viene indicato dalla frequen- 5.2 (Abba, Padre) tl signi-
della persona per Ia quale la pre- che in modo meccanico (vedi Be- za dei riferimenti ad <amen) e dal- ficato originale d1 Abbq e I'uso
ghiera viene offerta. Nel co.pr.e nedizione, dossologia, ringrazia- ia sua collocazione nelle lenere di originale della frase <Abba, Pa-
paolino ogni lettera inizia con una mento). Paolo. dre) per rivolgersi a Dio è stato di-
benedizione introduttoria: (Gra- Il secondo modo in cui Paolo scusso a lungo tra gli studiosi del
zia a voi e pace da Dio Padre no- 5. ACCLAMAZIONI Nel cor'- usa <amen> si trova in 2Coî 1,20. NT. La maggior parre (sulla scia
stro e del Signore nostro Gesù Cri- pas paolino ci sono tre acclama- In questo contesto (2Cor l,l5-22) di J. Jeremias) consid.era Abba
sto) (cfr. Rm 1,7i lcor 1,3; Gal zioni ljturgiche non in greco, che non c'è né dossologia né bencdi- una parola aramaica ('abba) !sa-
1,3; Fil 1,2; Fm 3; Ef 1,2), e si sono di solito collegate con pre- zione; al contrario, Paolo spiega la dai bambini piccolì per rivolger-
conclude con una benedizione: ghiere usate da Paolo per ahri sco- ai Corinzi il suo cambio di pro- si al proprio padre. Fu adottata da
<La grazia di nostro Signore Ge- pi. Esse sono: <<Amen>>, <<Abba, gramma. Nel difendere la sua in- CesÌr in tutte le sue preghiere a Dio
su Cristo sia con voi) (cfr. lcor Padte> e <<Maronal ho>r. tcgrità pe.sonalc nel ministero del e da lui comunicata poi ai disce-
16,23t Gal6,18; Fil 4,23; Fm 25; 5.1 (Amer) <<Amen> (gr. vangelo, Paolo [a ri[erimento al- poli per indicare un'intima relazio-
2Ts 3,18). La forma e la posizio- a/flèn) è una traslitlerazione deìla la fedeltà di Dio (2cor 1,18), che ne tra Dio e i credenti, S€bbene
ne di queste benedizioni sono si- parola ebraica 'dmèn, deîivaÍfe c coùfermata dalla fedelrà di Cri- questo punto di vista comunemen-
mili a quelìe usate n€lìa liturgia dalla radice 'mn, che ha il signifi- slo nel compiere le promesse dì te accettato sia stato messo in di-
ebraica, ma nel contenuto le be- cato di (fermezza, certezzar. Nel- l)jo (2cor l,l9-20). Siccome Cri- scussione da J. Barr, il quale ri-
nedizioni paoline sono distinta- l'AT (amen> è un'espressione di \lo è fedele (non (sìn e <<no)), la tiene che Abba sia addirittura Ia
Elemenli liturgici in Paolo s20 521 Eleúenti liturgici iri Paolo
parola di un adulto e fosse usata sienificato comune, è usata da tera. Portati a crcdere con l'ìngan sì in nranìera degna, in particola-
per rivolgersi a Dio prima ancora Paolo per comunicare il tema della no dagli intrusi seminatori di er- re nella loro vita personale, ma an-
che Gesil usasse il termine, il suo sua argomentazione. rori (redl Oppositori di Paolo) in che nelle loro celebrazioni liturgi
uso unico da parte di Gesil per sot- 5.3 <<Maranatha) - Una delle una cscatologia realizzata, alcuni che comùnitarie. Perciò in I Co-
tolineare una relazione afîettuosa caratteristiche uniche delle letlere Corinzi pensavano dí essere già rtnzi maranatha è collocato nel
îra Dio e ì credenti non dev'esse- di Paolo è la sua inclusione della nella nùova era e che non c'era bi- suo contesto per scopi precisi e per
re negato (cfr. Gv 5,17-18). Nel- parola aramaica mqtanathq alla sogno di una lìtùra risurrezjone adattarsi alle particolari necessità
l'uso di-4óóa da parte di Gesu vie- fine della prima lettera ai Corin- corporale. Questa credenza li ave- della comunità di Corinto.
ne rappresentata una relazione di- zi, immediatamcnte prima della va portati a molti inaccettabili
retta, individuale e filiale con Dio. sua abituale ben€dizione conclu- comporlamenti, e in tutta la let- 6. CONCLUSIONE Dalla di-
La duplice iLocaztote <<Abba, siva (1 Cor 16,22). È l'unica cor- tera si nota che Paolo nette con- scussione precedenle emerge chc le
PadÌe)) compare tre volte nel NT renza in tutto il NT, e per qùesta linLraneùte Ì'accento su un'esca di Paolo sono ricche di
lettere
(Mc 14,36; Rm 8,15; Gal 4,6). ragione si è molto discusso sul suo tologia îutura (pcr esempio, lCor framnenti liturgici. Dal rnomen
Questa formula molto probabil- significato, suÌla sua origine e sulla 1,7 8; 3,ll;4,5; 5,5i 6,14; 11,26; to che qLiesle letlere erano lette dù-
mente ebbe origine nel giardino sua funzione. Dal punto di vista 13,l2; 15,50-54). Poi, quaùdo ar rantc lc celebrazioni cultuali è nor-
del Getsemani, quando Gesù, sot- linguistico, Ia îotma EÍeca maru- riva alla finc clella Lcttcra, l'espres- male aspettarsi una liequente in
ao una forte tensione emotiva, natha può essere letta come una sione di una maledizio:ne, anathe- clusione di lali frammc[ti. Biso-
giunse ad invocare Dio Padre co- traslitterazione dell' arumaico m a- na (tedí Malcclizìone , maiedetto, gna pcrò ribadire che il ricorso di
me Abba . Chiaramente questa du- ranq' tct' (croè, prrma persona plu- analema) su color-o che non anra- Paolo a elementi liturgici non è
plice invocazione era conosciuta rale con suffisso pronominale), no il Signore (probabihnente gli rnai limitato a usì o conlenuti \te-
nelle Chiese palesiinesi e fu tra- con il significato di un'invocazio- oppositori di Paolo) c I'esclama- reotipati. Questo sì può norare
smessa alle Chiese dei Gentili sia ne all'imperativo: (Signore no- zlor,e natandtha, una preghicra nclla sùa attenta selezione di una
in Asia (cfr. Gal 4,6) che in Italia stro, vieni!)), o marun 'etd'(cioè, per la venula dì Cristo, servono partjcolarc iorma di elemento li,
(cfr. Rm 8,15) come una remini- la forma piir breve), con il signi- entrambe a rafforzare il messag- turgico e nella sua collocazione in
scenza della ípsislima vox Jesu ficato di un'af fermazione all'indi- gio-chiave delÌa lettera. un punlo strategico. In molti casi
(vedl Cesr), detti di). Successiva- cativo: (ll Signore nostro è venu- ln breve. I'uso di acclamazioni il contenuto di questi franlmenti
mente, Iu usata come acclamazio- to, o <ll Signore verràD. Di que- liturgiche da parle di I,aoLo aLla fi- liturgici (per esempio, dossologie
ne (forse nella recita ccmunitarja sti due signiiicati, ìl primo è stato ne della sua letTera adeorpie tre e benedizioni) è adattato per chia-
del Padre nostro) durante le cele- compreso dalla maggior parte de- possibili tunzioni. P mo, può rire o sottolineare il lnessaggio
brazioni liturgiche e fu anche ado gli stùdiosi del NT come il signi- esprinere la sua sincera preghie- cruciale che I'apostolo vuole co
perata dai singoli nelle preghiere ficato originale della paroLa, sul- ra augùrale che il Sigùore venga municare ai suoi lettori, o per fun-
private. la base del fatto che due preghie- prcsto. Dopo aver scritto una lùn zioni didattiche, esortative o apo-
Nellc lettere di Paolo le due ri re simili per Ia iutura venuta de1 ga lettera piena di conîronti, cor- logeliche. In modo sjmilc, le ac-
correnze di <<Abba, Padre)) si tro- Signore si trovano in Ap 22,20 (eí rezioni e istruzioni, Paolo certa- clamazioni liturgjche (amenD,
vano in contestj in cùi l'apostolo chou KÌrie lesou, <Vieni, Signo- rnente desidera che il Signore ven- <<Abba, Padre>> e <<maro ulheù,
preseùta argomenti teologicì per la re Gesu!>) e tù Did. 10,6 (marun ga presto a giustìfìcare ciò che egli con iloro significati comuni, so-
condotta cristiana (Rm 8,1-17) e 4tld, (<maranatha))). Alcuni stu-
ha detto e fatto come apostolo no ciiate in particolari contesti allo
per il vangelo (Gal 3,1 4,31). In diosi hanno sostenuto che il Sllz (cfr. lCor 4,1 5). Secondo, può scopo di rafforzare le sue argo-
Rm 8 c4óóa, Padre> viene men- im Leben di questa invocazione essere usata per correggere la lal rnentazjoni. In brcvc, i lrammen
zionato colne prova dclla relazio- tbsse Ia celebrazione eucaristica sa concezionc dci Corinzi circa il ti liturgici sono usati da Paolo in
ne filiale dei Romani con Dio (vedl (vedi Cerra del Signore, eucari- loro .tldlrs in Crìsto. fl Signorc un ùodo vivo e creativo. La loro
Adozione, figliolanza), e su tale stia), dove scrviva come preghie- verrà di nuovo per ìntroclurlì nel presenza nelle celebrazioni liturgi-
base i Romani sono obbligati a vi- ra sia per la presenza iÌnmediata nuovo regno coll i loro corpi risor- che è sìgnificativa solo se includo-
vere secondo lo Spirito (vedt Spi- del Signore che per il suo ritorno ri o trasîormati. Essi qui e ora an- no u]-l messaggio appropriato dì-
to Santo). In Gal4,6 <Abba, Pa- escatologico (vedi Escatologia). cora non sono nella nLrova era retto ai bisogni dei partecipanti al
dre) è usato per rassicurare i Ca- Qùest'ipotesi trae il suo appoggio (lCor 15,50-53; 6,14; cli.4,8). In ìa ceìebraTione
lati della loro relazione îiliale con da Did. 10,6, do\e matanatha ri- lìne, può avere la îunzione di esor-
Dio anche senza l'osservanza del corre alla line del pasto iù connes- tarli a vivere in maniera dcgna da- y'erli anche: Benedizione, dos-
la Legge (clr. Gal 3,26; 4,5.7), che sjone con la liturgia eucaristica. vami a Dio. Dal nomento che al sologia, ringraziamento; Credo;
i <turbatori)) in mezzo a loro han- In 1 Corinzi la menzione di md- 1a sua venuta dovranno affronta- Culto; Inni, frammenti innjci,
no cercato di impoÍe. Così, in en ranatha nel sùo contesto è diret re il suo giudizio (lCol3,11-15), canti, canti spirituali; Preghiera.
trambi i casj, questa invocazjone tamente collegata con I'occasione Lrna prcghicra pcr la vcnuta del Si-
liturgica, <,4Òri?, Padre>, nel suo e 1o scopo parricoÌari di questa ìet- gnore ricorda loro di compoÌtar- BrBr Batt J., lbbu tsn t <Dddt/v,, in
Elezione e predestinazione 522 Elezione e predestinazione
JîS 39 (1988) 28'47; Charìpion L. C., Be- Le idee di elezione e predestina- Dio, perché è Dio che elegge e pre- delÌa sua volontà, e la sua volon-
nedictiansand Doxologies in the Letteti ol zione, tra loro strettamente lega- destina. Per il nosîro scopo, però,
Pd!/. Oxford 1934 (piv.); Dunphy w., Ma-
tà o il suo disegno sono linalizza-
rcnatha: Development in Earl! Chtistolo-
te, sono elementi cruciali nella considereremo solo due aspetti li alla redenzione. Di conseguen-
gr, iî ITQ 31 (1910) 294-308; Fitzmy€r J. struttura teologìca del pensiero di dell'essere di Dio: queÌle qualità di za, secondo tale disegno, egli chia-
4,., The Neyr Teslamenl <Krias> and <Ma- Paolo. Se egli non le sviluppa mai Dio che sono in diretta relazione ma (Rm 8,28), fa concorrere tut-
runathd, and fheb Aranaic Rackercund, in come temi, né usa di frequente le con lui come colui che elegge, e
To Adwnce the Cospel, Crossroad, N€w
te le cose al bene di coloro che lo
York 1981, pp. 218-235;CloeÌW. H.,I/o-
parole, è perché esse formano la quelle che sono in relazione con lui amano (Rm 8,28), predestina co-
molagies and Hlmns in the Ne\| Testament: struttura stessa del suo pensiero, come colui che progetta. loro che sono in Cristo (Ef l,1l;
Fom, Content and Citeùafot ldentlica- Quando ricorrono, sono immerse l.l Qualita di Dio relativ€ all'e- redi In Cristo), sceglie (Rm 9,11)
tio,1, ii
PRS I I (1984) I l5-132; Hahn F., profondamente in argomentazio- lezione Le qualità di Dio che si e fa conoscere la sua multiforme
Dos Jo des Paulus und das Ja Coues, iî H.
D. Belz - L. Schonroff (edd.), Neues ?€' ni teologiche molto complesse, co- rrovano in relazione all'elezione sapienza attraverso Ia Chiesa (Ef
stamenl und chtistliche Exi,t/€íz. FS Her me dati teologici indiscutibili, con- sodo amore (Ef 1,4-5; lTs 1,4), 3,10), Questo disegno di Dio è im-
ber Braun, J. C. B. Mohr, Tùbingen 1973, nesse con altre idee altrettanto mjsericordia (Rm 9,16), grazia perscrutabile, perché <chi ha co-
pp.229-239i Jeremias J., ,rAóa, Supple' fondamentali (per es€mpior chia- (Rm l l,5), sapienza e scienza (Rm
menti al Grande Lessico dcl Nuovo Tera' nosciuîo il pensiero del Signore?>
menro I, Paideia, Brescia 1968; Id., rr,re mata, disegno, volontà, consi- I I,33). Per Paolo il Dio che eleg- (lCor 2,16; Rm 11,33-35, che ci-
Pratels of Jesus, SBî 2/6, SCM, London glio). In Paolo questi termini so- ge è il Dio di amore e misericor- ta Is 40,l3 LXX), e, sebbene le vie
196?, pp. ll-65i ld., l.d leologia del Nua- no usati soprattutto come idee re- dia, che agisce con grazia e sapien- e le azioni di Dio non si possano
vo Testamento. L La ptedicozione di Ge- lative alla redenzione, ma è chia- za. Già questo basterebbe di per
Jr, Biblioleca t€olosica 8, Paideia, Brescia scoprire e costiruiscano un fbnda-
1976, pp.6l-68i Kuhn H.-w., lrrr, in ro che si estendono anche oltre. sé per lar tacere coloro che imma- mentale mistero, non siamo lascia-
EDNî. vol. l, pp. l-2i MacDonald A., ginano che Dio agisca arbitraria- ti totalmente al buio. Lo Spirito
Chtistian Wotship in the Ptimitive Chutch, 1, IL DIO CHE SCEGLIE E IL mente e scelga senza alcuna base (redi Spirito Santo) scruta le pro-
T. and T. Clark, Edinbur8h 1934r \4ar1jn
R. P., Paul and His Prcdecerrols, in Nev
SUO DISEGNO - Per compren- logica, ma Paolo si spinge ancora londità di Dio (lCor 2,10-ll),
Testament Founllations, Eerdmans, G.and dere la dortrina di Paolo su (ele- oltre, proprio come Dio scruta i cuori di
Ralids 1978, vol. 2, pp. 248-275;Mawhin- zione e predestinazione> bisogna 1.2 Il disegno del Dio che sce- tutti gli esseri umani (Rm 8,27),
ney A.. God as Fdther: Two Populat Thea- cominciare dalla dottrina su Dìo, glie L'elezione di Dio è parte e Dio ha rivelato queste cose ai
ries Reconsidercd, in JtrS 3l (1988) perché è Dio che elegge, chiama, di un progetro globale, il che si-
l8l 190ì Sandcrs J. T.. rre Nev Teeane,tt credenti per mezzo dello Spirito
Chtistolocical ,l'/mrs, Unilerciry P.e$, progetta e predestina. Dio - eper gnifica che non c'è nulla di asso- (lCor 2,10.12). Cristo conosce il
Cambidge l97l;Unnik W. C. van, R€re- Paolo questo termine va inteso co- lutamente arbitrario circa I'elezio- pensiero di Dio e i credenti han-
plane und Amen-Sasen, Zusstn enha E
und GedankenJolEe in 2 Kotithet t:t5-24,
me comprendente Padre, Figlio e ne. Dio ha un progetto elaborato no il pensiero di Cristo (lCor
ìn J. N. Serenster rv C. lan Unnik (edd.),
Spirito è il centro del suo pen- secondo il suo amore, la sua mi- 2,16). Perciò, sebbene il pensiero,
Studia Paulint in hahorcDt J. de Zvaa , De siero, non come un'idea astratta sericordia e la sua grazia, saggio la volontà e il disegno di Dio sia-
ervcn F. Bohr, Haarlem 1953, pp. 215'21.1. concepita dopo un lungo proces- al di Ià di ogni immaginazione e no misteri divini ed eterni, è inten-
so di riflessione, ma comc la Real- che si attua attraverso i'clczionc e zione di Dio manifestarli in tutta
J. L. Wu
tà Suprema dell'universo. Tutto ìa predestinazione- Elezione e pre- la sua multiforme sapienza, così
ciò che Paolo dice è in relazione dcstinazione non sono lìni a se che possano essere conosciuti, at-
con la sua idea e la sua esperienza stessi, ma strumenti pcr un finc, traverso la Chiesa, che è il corpo
ELEZIONE di Dio. Tuttavia la teologia di rnodi pratjci delì'artuazjone del di, di Cristo (Ef 3,1 l; uedl Corpo di
E PREDESÎINAZIONE Paolo non viene prolessala a vuo- scgno di Dio. Così il Dio miseri- CÌisto).
to, ma riceve la sua espressione nei cordioso e pieno di amore elabo-
SovvaRro - L IL Dio chc sceglie e il suo
rapporti pastorali dell'apostolo ra un piano dal profondo di se 2. L'ELEZIONE DI DIO . 2.1
disesnoi LI Quahà di Dio relative aìì'e- con lc sue comunità. Queste, a lo- slcsso, basalo sulla sua eterna sa- Il vocabolario dell'elezione -
leziooe; 1.2 Il disegno dcl Dio cbe sce- ro volta, vivono in un mondo in- pienza, che attua nel tempo me- Quando parla di elezione, Paolo
slìe; 1.3 ll diseeno di Dio c la redenzio fluenzato dallo scetticismo e dal- diante I'elezione e la predestina- usa tre termini affini: il verbo ek
net 2- L'clczione di Dioi 2.1 l1 locabo
ìario dell'€lezione: 2.2 L'clezione dcslì l'incertezza suì signiîicato della vi- /lone, lego lai, I sostandvo ekloge e
angcLii 2.3 L'€lezione di personet 2.3.1 ta e suila capacità degli dèi di con- l.3Il disegno di Dio e la reden- l'aggetlivo eklektos. ll vetbo ek-
Rm8.28 19:2.3.2El1.3-5:2.4L'eìezio- trollare il male e di fornire rispo- zione Paolo non sviluppa mai /ego,?4i è usato da Paolo quattro
ne di lsracle; 3. La prcderina2ione di ste agli interrogativi sul destino per csteso ciò che egli intende per
Dio; 3.1 ll locabolario della prede(ina-
volte (l Cor 1,27[21.28; Ef I ,4). Si
zìonei 3.2 La sapien4 nascosta di Dio umano (vedi Cullo; Religioni Irogetto o disegno di Dio, ma sen- trova di frequente nel greco clas-
preordinalai 3.1 Pcrsone predeslinatc a greco-romane). ra dubbio esso abbraccia tutto I'a- sico col signìficato fondamenta-
ess€re comc Cristo; 4. Conclusioniì 4.1 ln teoria, quindi, per compren- lire di Dio verso I'ordine crearo. le, nella voce aîtiva, di (togliere)
Io sinlesii 4.2 CoDstde.azionì finalii:1.2.1 I 'apostolo ne sviluppa, tuttavia,
Il problcma dell'irìparzialjta di Dio;
dere i concettidi elezione e prede- o (scegliere> (Senofonte, 11el/.
4.2.2 Il problcma della responsabililà stinazione bisognerebbe compren- L'lspetlo di redenzione. Dio com- 1.6.19; Platone, Resp.515a; Leg.
dere tutto ciò che Paolo dice su tìi.^ ogni cosa secondo il consielio 81 I a).
[lezione e predestinazion€ 524 525 Elczione e pred€stinazion€
Alla voce media o passiva signi- pa quest'idear Rm 8,28-39 ed Eî destinazione è 1'adozione nella fa- ha sceÌto dall'eternità un gruppo
fica (scegliere pcr sé) o (sceglie 1,3-5. niglia di Dio. di individui in Crislo perché sia-
re) e mentre neL greco classico è 2.3.1Rm8,28-39 - Qui Paolo Agli occhi del mondo sembra no santi e senza colpa. Questo ha
usato meno di lrequente in qucsta sta trattando del problema della assurda l'idea che Dio abbia scel- comportalo la loro adozìone nel-
voce (Platone, ?4/c. l.l21e), nelia ledeÌtà di Dio. Vengorlo elencati to persone così poco importanti, la famiglia di Dio secondo rìn dì-
LXX è ùsato quasi csclusìvamen diciassette elementi ostili e distrut- come lo sono i primi credenti. Ma, segno prestabiLito che include la
tc così. Nel NT si trova solo al llÌe- tivi e nessuno dì essi (né tutti in- secondo Paolo, Dio ha proprio loro chiamata, giustificazione e
dio o al passivo. sien'ìe) può separare gli eletti (Rm scelto ciò che nel mondo è stolto, glorificazione. Poiché è Dio che
PaoLo usa i1 sosrantivo ekloga 8,31; ì (chiamatir Rm 8,28) dal- ciò che nel moùdo è debole, ciò ha attùato questo disegno, con la
cinque volte (lìm 9,11: I I,5; ll.7; l'anore di Cristo (lìm 8,35; (Ì'a, che nel mondo è ignobile e di- giustiîicazione come chiave evi'
I 1,28; lTs 1,.1; neglj altri resti del more di Dio jn Crislo> Rm 8,39). sprezzato! ciò che è nulÌa, Per con- dente per la sua cornprensione,
NT, solo in Al 9,15; 2Pt 1,10). Il La ragione di ciò sta nel fatlo che fondere la sapienza, la forza e la nessuno può rnuovefe un'accusa
signilicato fondamcntale di eklo nessrLno può porlare Lln'accùsa consistenza delle cose che sono efîettival'ì'ìente dannosa contro i
ga è (sceltar o <selezione), e ncl contro coloro che Dio hal scelto, (lCor 1,27-28). II disegno di Dio credenti, e niente e nessuno plrò
greco proîano il termine ha mol perché è Dio che li ha giustilìcati nel compiere ciò è che egli sia ri- incrjnare i rapporti tra essi e il Dio
ti] sfumatùre di significato, inclu- (Rm 8,3,1), c se Dio li ha giustifì- conosciuto come Dio e che ogni di amore che ha messo in moto il
so <pareggio di un co lo)) (PRll cati ed e pel loro, chì può essere vanlo sia un vanto in lui soltanto piano e certamente lo porterà a
11.157.6) e (citazione da un libro> conrÌo di loro (Rm 8,31)? Il com (lCor 1,29-31). L'elezione vjene compimento.
(Antigono di Carìsto, 1s.. 15). plcsso ragionaùento tcologico che vista qui come ùn significativo at- 2.4 L'elezione di Israele - Pao-
L'aggerLivo ekleklos è usato da vi è sotteso e conderìsato nella lì- to di Dio avente lo scopo norale lo parla specificamente delÌ'ele-
Paolo scj volre (Rm 8,33; 16,13; sta semplilicata di Rm 8,29 30. di tenere a freno l'orgoglio dei zione di lsraele in Rm 9-11:
Col 3,121 1Tm 5.21: 2Tm 2,l0; Tt Qucllì che sono da sempre cono- suoi lettori. I Corinzi sono invitati 11,5.7.28. ln Rm 9-11 Paolo sta
I, l). Signilica fondamcntalmente scÌìlli sono predestìnati a essere co- à esaminare la loro chiamata: tra dibattendo il problema del posto
<scelto)) o (sclezionato) (Platone, me Crislo. Per assicurare clte ciò di loro non ci soro molti sapjen- di Israele nel disegno di Dio. Egli
Zeg. 938.5; Tucidide, Hrs.. 6.100). si veriîichi, essì sono chiamati, ti, potenîi o di nobile discenden- conosce molto bene l'insegnamen-
ma può ancl'Ìe significare <di pri- siustìlicali (ye./l Giustilìcazionel e za, prima di tutto perché lo stes- 10 dell'AT circa la scelta di Israe-
ma qualità), (eccellenre) o <pu glorìficati (vedl Gloria, glorifìca- so strumento scelto da Dio Per le da parte di Dio e sa che questa
ro)) (Es 30,23 LXX). zione). Sebbene la loro glorifica- coúpiere la sua elezione e la sua ahbraccia tutta Ia sùa esistenza.
Paolo usa questì vari termiùi in zione sia furura, poiché è <in Cri- chiamata, cioè la predicazione del- Djo ha scelto Israele per farne il
tre divcrsi Inodi, che dobbiamo slo) e Cristo è già gloriîicato, La croce, è disprezzalo e rifiutato suo prezioso possesso (Dt 7,6;
ora considcrarc: I'elezìone deglì Paolo può parlare del loro csscre dal mondo (1Cor I,l8-21). Per co- 14,2); aveva scclto chi tra loro do-
angeli, l'elezioùe dì personc, e I'e- slati glorificatj come di una certez- loro che credono (1Cor l,2l), che veva essere sacerdote (Dt 18,5;
lczione di Israele. za. Per quesla ragione nessuno sono chiamati (1Cor 1,24), che 21,5), chi doveva essere re (1San-r
2.2 L'elezione degli ongeli ln può accusare di qualche colpa gli umilmente conoscono C slo co- 11,7-l3i 2sam 21,6: 1Re 8,16) e la
lTm 5,2i sì rnenzionano gÌi angeÌi eletti di Dio. Essi sono già glori- me Signore, Cristo diventa sapicn- città dove doveva abjtare (lRe
eletti, scnza nessùn'altra pÌecisa- fìcati in Cristo, sebbene questa za, giustizia, sanlificazione e re 14.212Cr 6.6). Essi sono ìnfatti
zione, per cùi ìl significato è dìî- glorificazione, considerata storica- denzione (1Cor 1,30), la vera po- i sùoi elettj (Sal 105,6.43). Non c'è
ficiLe da deterninare. Potrebbe ri mente, sia posta nel fuluro come lenza e sapienza di Dio (1Cor quindi niente di nuovo nel farto
fletlere I'idea chc alcuni angeli si speranza di Salvezza. Per quelli 1,24). È possibile che quesli ver- che Paolo parli dell'elezione di
sono aliontanati da Dio, lìlentre chc sollo in Cristo è un fatto com- setti si riferiscano in senso gene- Israelc.
altri (per escrnpio, glì eletti) no. O piuLo. rale alla predicazione dcl vangelo, Ciò che è nuovo è il latlo che
potrcbbc signilìcaÌe che aÌcuni an- 2.3.2 Ef t,3 5 Qui l'idea di i he sembra debole lvedi DeboÌez Paolo cerca di sondare l'intcnzio
geli sono (scelti), cioè superiori elezione vicne qualilicata in quat- 1a) e stoLta agli occhi del mondo, ne di Dio nclL'elezione dì lsraeLe
aglì altri angeÌi in un modo che tro modi. E descritta come: l) (ìn piutrosto che alle persone chc cre- e colloca l'essenza dcl disegno di
non possìamo delìnire. Cristo)),2) che trascende il rempo rlono, nel qual caso avaeÌnmo Dio neÌla sua misericordia (Rm
2.3 L'elezione di pcrsone ((prima della îondazione del mon, rrn'altra categoria dell'ùso paoU- 9,16), jn modo indipendente dal-
Paolo parla dell'elezione di perso- do)),3) redentrice e morale (<(per no dell'elezione. Tale categoria sa le opere di lsraelc (Rm 9,11). Da
ne, o di gruppi di indivjdui, senza esser-santi e immacolati al suo co- rebber <L'elezionc (sceÌta) deL ciò Paolo può passare alÌ'idca piu
dubbio sinonirni di Chiesa (Rm spetton),4) un atto di amore. L'i- ncssaggio predicalo da Dio per ampia che anche i Centili siano in-
8,33; Eî 1.1; Col 3.12; lTs 1,,11 dea di predestinazione compare in ,J{lrire la salvezza al moùdot. clusi fin dall'inizio e che lsraelc sia
2Tm 2,10; fr 1,1), o di singoli in- Eî 1,5 e sembra essere sinonimo N,fettendo insjeme tutti questi veramcnte Israele qùando comPie
divìdui (Rufo ìn Rn Ci so- di elezionc. mcnzionata nel veÍsel- , lcrnenti, elezione per Paolo signi- il disegno ultimo di Dio (già accen-
'6,13).svilup-
no due passi in cui Paolo to precedente. Lo scopo della pre- lrra che Dio. in ul atto di amore, naio in Is 56,1-8). Perciò la pro-
Elczione e predeslinrzione 526 52,1 Elezione e predestinazione
messa di Dio a Isracle è rivolta a 3,2 La sapienza nascosta di Dio eone lui (ma non indipendente da qualche virtit che essi possiedono.
tufiì qùeÌli che ha qualilicato co- preordinata In 1Cor 2,7 Paolo lui o da Cristo, I'eleîto per eccel- ln eîfetti, il motivo per cuì Paolo
mc Israclc, il che include i Genti- parla di una sapienza misteriosa, lenza), in modo tale che vengano sviluppa in queste righe la dottri-
li. Tuttavia, al tempo di PaoÌo c'è nascosta, che è stata preordinata soddisfatti il suo essere profondo ùa della salvezza è proprio quelÌo
ancora uù Israelc - un resto scel per la gloria dei credenti. Questa c il beneplaciLo dìvino. Tale dise- di escludere ogni vanto o l'idea
to pcr grazìa (Rm I1,5) che spe- sapienza è tutto il diseg{o di sal- gno ha uno scopo definito: ca- che l'elezione sia basaLa sulle ope-
rinenta il îavore di Dio. Ma tut vezza che è sconosciuto alle forze pitoLare rutte le cose iù Cristo (Ef re (r,edl Opere della Legge) o sul-
ta la complcssa storia di Israele è demoniache di questo mondo, le I,l0). Questo comprende deslina- le vìrtu. ln verità. Dio non sareb-
un mistero che sarà svelato solo quali, se I'avessero conosciuto, rari, nezzi e fini. I destinalari ìn- be stato ingiusto se non avesse
ncl futuro, quando (tuLLo Islaele avrebbero cercato di ostacolarlo cludono gli angeli, gli esseri uma- scello qualcuÌ1o, perché lutti
sarà salvato, (Rm 11,26). I doni (lCor_2,E; yedi Principati e pote- ni e Israeler imezzi includono la ugualmenle hanno meritato la
c la chiamata di Dio sono irrevo stà). E intenzione eterna di Dio Ì)crsoùa e Ì'opera di CrisÎo, e la condanna di Dio a causa del loro
cabili e Israele è amato da Dio a (eterna, perché Dio è eterno) com- proclamazione dcl suo vangelo; i peccalo. Perciò, se c'è apparente
causa (dei padri> (cioè i patriar piere la salvezza mediante la morte linisono interamente di redenzio- ingiustizia in questa dottrina, es-
chi; Rm 11,28-29). di Cristo. È divinamente sapiente ne sia pcr Israele che per i creden- sa è solo apparenle! non reale.
11 nocciolo della difficoltà di perché la morte di Cristo adempie lì (e presumibilmenle per gli ange- lnollre, Paolo pensa che la grazia
Paolo sta nel latlo che l'elezione al tempo stesso l'amore e ja giu- li, qualunque cosa ciò possa signi- di Dio, che porta la salvezza, sia
di lsraclc garantisce che essa du- stizia di Dio, inîrange il potere del licare). Lo scopo ultimo è la lode apparsa a rutti gÌi uominj (Tt 2,1l)
rerà per semprc, anche se ora vìe male, trasferisce ì credenti nel re- della gloriosa grazia di Dio (Ef e cerlamente egli condivìderebbe
ne messa da parte. Eeli risolve la gno di Dioe, in definiliva, li sal- I ,6.11). Riguardo aglj esseri uma- queste parole di Pietro: (Dio non
difficoltà con la scoperta di un si va. E decisione di Dio che awen- ùi è imporlante sottolineare che \'ùole che alcuno perisca, ma che
gnificato piir profondo per I'ele- ga così, Paolo parla dell'elezione e della rutti abbiano modo di pentjrsi)
zione nel disegno di Djo, trovan- 3.3 Persone prcdestinate a esse- \alvezza dei peccatori (Rm 5,6.8), (2Pt 3,9). Se gli uomininon si sal-
do ùn Israele all'interno di lsrae- re come Crislo In un modo si- unisce cioè mezzi e scopi. ll lieto vano, la colpa non Pùò essere at-
le, guardando a se stesso cone a mile Paolo parla della predestina- rìnnuncio del vangelo e che gli uo- iribùita a Dio.
un ìsraclita salvato. e afferman zione di persone da parte di Dio rnini non hanno bisogno di darsi 4.2.2 Ilproblema della respon-
do la redenzione futura di Israe- perché siano conîormi all'imma- da larc per guadagnare i1 îavore sabilità umano Se un ciÌlico de-
le. (Per ùn'ìnteressante discussio- gìne dì Cristo (Rm 8,29) e siano dì Dio (in eîfetti, non potrebbero). nigratore domandasse a Paolo:
ne sull'incredulità di lsraele, cfr. adollate nella faúiglia di Dio (Eî Piuttosto, 1a grazia di Dio viene <Perché Djo ancora rimprovera?
Cundry-Volf l6l-195. Per una re I,5). Qùesto vieÍe considerato concessa liberamente (Rm 3,24). Chi può infatîj resistere al suo vo-
visione della tcologia di Paolo se- conforne alLa sua volonrà (Ef Questo esclude ogni vanto da Par- lere?), egli potrcbbe rispondere
condo la tesi che per la sua cristo- I ,l l), e (in)) (El 1,12) o <per ope- Lc degli uonini e si risolve in una sullo stesso torlor (Chi sei lu per
logia e pneumatologia PaoÌo ha ri- ra di> (Ef 1,5) Cristo. In Eî 1,4 cterna lode alla bontà di Dio. disputarc con Dio? C)serà folse di-
definito la dottrina cbraica dell'e- Paolo mette in parallelo questo di- 4.2 Considerazioni finali - re il vaso plasmalo a colui che lo
lezione, clr. Wright). segno divino con l'elezione e af- l'aolo e coùsapevolc che sia la dol plasnò: "Pcrché mi hai fatlo co-
îcrma che essa è <prìma della crea- irina dell'elczione che rluella del sì?"> (Rm 9.19-21). I'er quelli che
3. LA PREDESTINAZIONE DI zione del mondo)). In Rrn 8,29 llr pledeslinazìone hanno iù sé de- così fraintendono Dio, imrnagi
DIO 3.1 Il vocaÌ,olario dclla pre- I'atto della predestinazione sem- lli elementi problematici e, sebbe nando che egLi agisca arbitraria-
destinazione Paolo usa il verbo bra derivare da quello della pre- irc non li Lratti mai in nodo siste- Inente scnza alcuna base morale,
p/oollrt cinque volte (Rfi 8,29.30; coi]oscenza. con la clìiamala che rìlatìco, nelle sue Ìettere menzio_ può bastare una simile risposta.
lCor 2,7; Ei 1,5.1 1) col sjSnificato è consegùenza della predestinazio- le due difîicoltà principalì: irn- Però Paolo sa molto bcne che ele-
'ra
fondamentaÌe di <determinare in ne. ln Ef 1,ll
non viene menzio- )arzialità da parte di Dio e respon zione c predestìnazione includono
anticipo) o (predetermjnare>. Non nata la preconoscenza, ma la chia- umana, cioè libertà. la responsabilità umana.
ricorre nella LXX ed è raro (se non mata segue la predestinazione ed
'rrbilità
1.2. I Il problenu dell' imparzia Ì1 suo riferimeùto al faraone è
inesistente) ncl grcco prolano pri- è conforme alla sua volontà (il litt) di Dio PeÌ Paolo è indiscu- un esempio calzantc (Rm 9,16-17).
ma dell'era volgare. Pro ginÒskA l\a <<beneplacito della sua !olontà), ribile che Dio sia lmparziale e chc Paolo sa che l'AT parlava non
uSualmente una forte connolazio- Ef 1,6). lliri larebbe qua]cosa che rjveli solo dell'indurimento del cuore
ne di predestiniuionc ed è usato da L rr prelerenza (Rm 2,11; Ef 6,9; del faraone da parte di Dio (Es
Paolo in Rm 8,29 e I1,2. Qua.lcù- 4. COI.{CLUSIONI - 4.1 In sin- { ol J,25). Di conseguenza, elezio- 4,21i'7,3.4.13i 9, 12. 15'17.34-3s;
no ha suggerito cheproorizó c pro- f€si Paolo insegna che in tutta rr non vuol dire che qualche Per- lO,\ .20 .21 :, I I ,9. 10), ma anche del-
Slrosk, siano lirtualmenle sinoni- l'azione di Dio nei riguardi deÌl'or- ,ì a non possa arfivare a Dio per Ì'ìùdurimcnto da parte del faraone
rni (cfr. Gundry-Voll 9t wdì Prc- dine crealo Dio opera secondo un lir \aLvezza, né che quelli che so- del suo stesso cuore (Es 8,15.32:
conosccnza divina). disegno predeterminato, etemo r,' cletti siano scelti sulla base di 9,34; lSam 6,6), rcndendolo per'
llllenismo 528 529 Flllenismo
ciò responsabile dei peccati chc 417',119; GrayroD K.. rhe Do.tríne oJ
ciale per poter risiedere ad Ales-
Eletthn in Ron 8,r8 lr, ir SE 2 (196:1) come potenza dei Macedoni sot-
commctte. Nel pensiero biblico 5i:1-5E3i Cundry \ olî L NL, Pdrl ind PeL to la guida di Filippo e di suo îi- sandria.
è ùn dato fondamentale chc Dio sever?r.e, We!rm;nstcr John Knox. Loui glio Alessandro, che unirono con Gradùalmcnte, però, con i ma
possa attuare la sua volonlà iù o rviLìc 1991; Lincoln A. '1., Éir.slans, WBC
,12. Word, DrlÌas 1990i Ro$ìey l.I.H., Ire la forza i Greci e lanciarono ùna trjnloni misti da parte dei Greci e
attraverso le azioni umaDe in mo- crociata contro i Persiani. l'acquisizione della lìngua e cultu-
Bibln'ul Doct ine a.f Llection, I 950i Schmidt
do Lale che il suo volerc sia com- K. 1... ptaari.ò, iD GLNT, !oÌ. VlIl, coll. 1a greche da parte degli Egizìani,
1.1 Alessandro - Alessaùdro
piuto e, tutlavia, non sja viola- l27E 1280i Schrenk G. ' QucLl c., e.tlego- Magno, che aveva avulo col'Ìre la distinzione etnica divenne me-
1a, obbligata o ignorata la volon- ,lr,, in GI-NI, vol. VI, coìÌ.400-48rì Tur
ncr N., Cnl'irlan ,/o/..6, Nclson, Nashvìl- maestro personale AristoleÌe, di- no importante di quella cùlrurale.
tà uùana (cfr., per esempio, Pr lc 1981, pp. 127-11.1; W.ishr N. T., Ire Clf venne re di Macedonia ncl 336 Una svolla si ebbe quando Tolo-
16,1.1.9.33. Quest'idea si trova nax a.f t he Carend, t, F artress, Minreapo a.C. Brillante generale, egli por- lneo IV Filopatore, nella sua lot
anche nel pensìero rabbinico, per lìs l!92.
tò iÌ suo esercito di 30.000 uorni- ta contro i Seleucidi, dovette re-
esempio, Prqc .4 rol 3,18 I((Tut ni nel cuore dell'impero persiano. clulare nell'esercjto 20.000 Egizia-
W.A. Elwe
to è previsto, e vicnc dara la libe- Per ironia della sorte i Macedoni, ni per vincere la battaglia di Ra-
ra volontà, e il mondo è giudica- che l'oratore ateniese Demostene fia nel 21? a.C.
to dalla bontà>], che è un po' po- BLLENISMO bollava conle (barbari>. furono i Gli Ebrei costituivano un'ìm-
steriore al lempo di Paolo). principali propagatori della cùltu- portante minoranza nell'Egillo to-
Paolo sottolìnea la sovrana li SoNrMaRro L l-'€poca cllqrìsrìcai l l ra greca. Alessaùdro lemaico, occùpando alla fine due
Promosse
bertà di Dio per ridurre al silen Alc$androi 1.2 I Diadochì: l.l t Tolo- una fusione tra le culture greca e distretti di Alessandria. La testi-
zio I'arrogante ribellione dell'uo- mei; 1.4 I Seleùcidii 1.5 I Ronani: 2. persiana e favorì i matrimoni mi monianza dei papiri giudaici indi-
mo contro Dio, non per far appa- Consegucnzc dcÌl'cÌleùìzzazione; 2.Ì In
EPilto c a Roma; 2.2 In Pal€rìna: 3. La sti con donne indigene. Fondò piir ca che gli Ebrei abbandonarono
rire Dio stravagante e dittatoria ricerca sull'ellcnjsmo c il NT; 3.1 La di trenta città greche, in partico- ben presto l'aramaico ìn favore
Ic. Possiamo ìmmagìnare che Pao scuola delìa roria delle relisioni; 3.2 lare Alessandria d'Egitto. del greco. Un passo decisivo fu
lo sostenessc che non fosse neces- \'lartir Hcùsel;3.3 L. H. FeÌdlnant 4. El- l.2I Diadochi - Dopo la mor- fatto con la traduzioùe dell'AT in
lenizzazìonc c NT;4.1 In Artij 4.2 ln
sario per noi conosccre esattamen- Paoloi 4.2.1 ll lealroj 4.2.2IÌaìnnasioi te di Alessandro. avvenuta nel greco, ia LXX, un progetto inizia-
te come l)io attui la sua volontà 323, i lerritori da luj conquistati ro sotto gU auspici di ToÌomeo II
in atlrave.so gli attìresponsabì-
e lurono suddivisi tra i suoi genera- (270 ca. a.C.) e che richiese lorse
li della nostra volontà, anche se Iltermine (ellenìsmo)) si riferi- li, i Diadochi (<isuccessori>)). Do- piir di ùn secolo per essere porta-
maj dibatrc qucsto argomcnto. È sce alla cultura greca, specialmen- po moÌti atroci atti di violenza, in- to a termine. La LelleQ di Atístea
suffìciente sapere che è il Dio pie- te quella che si diffuse nei Vicìno clusa I'uccisione di tutti i membri riferisce la leggenda dei settanta-
no di amore e di grazia e Padre del Orìente dopo le conquiste di Ales- della famiglia di Alessandro, si due eruditi ebrei mandati dal som-
Signore Gesir Cristo che chiama a sandro Magno. La parola fu di- lormarono, dal 275 a.C., tre re- mo sacerdole di Gerusalemme in
sé gli uomini, per quanto pecca- vulgata per primo dailo storico te- gni principali: gli Antigonidi in Egìtto per compiere la traduzione.
tori, e che chiùnque crede può es- desco J. G. Drclysen nella sua Ge- Macedonia, i Tolomei in Egitto, Arisrea difendeva sia la Legge
sere cefio della salvezza. Quest'ul schichfe des Hellenismus (1836- c i Seleucidi in Siria. ebraica che l'educazione e la cul-
tima non dipende da alcun meri- 1843), che aveva derivalo il termi- 1.3 I Tolomei - Tolomeo eb- tura greche. Il primo riferimento
to ma dalla grazia di Dio che ha ne dalla ricorrenza di <ellenisti> in be Ì'Egitto, il paese piir ricco del alle sinagoghe sono deÌle iscrizio-
scelto ì credenri in Cristo prima Ar 6,1. mondo antico. EgÌi e i suoi succes- ni greche che appaiono nell'era to-
della fondazìone del mondo. Le conquiste di Alessandro pro- sori ereditarono un'amministra- lemaìca.
pagarono I'uso del dialetto della Aristobulo, un consigliere di
zioDe fortemente centralizzata.
Vedi anche: Apostasia, perseve- <koìné) (kolrc, (comune)), una Non solo in Egitto, ma anche in Tolomeo II per gli affari ebraici
ranza; Caducilà, vuoto, vanilà; forma sempliîicata del greco atti- ['alestina, chc controllarono fino (180-145 a.C.), diede injzjo alla
Chiamata, vocazione; Dio; Israe co, dall'Egirto all'Aîghanistan. al 198 a.C., iTolomei esercitaro- lradizione di un'irlterpretazione
le; Preconoscenza divÌna. Poìché la 7órd non proibiva spe- no un rigido controllo per riscuo- allegorica dei passi del Penlateù-
cificamente materie di ispirazione lcre dai sùdditi più tasse possibi- co ritenutÌ offensivi per i gusti gre-
tìùL CarsoD D. A., ,trme SdÌerellrD, greca come letleratura, teatro, fi- li. La loro politica causò ingiustj- ci. Il punto cuÌminante di qLìesta
ùnd Hutnan Responrìbiliry. John Knox, losoîia, arte e atletica, molti Giu- 1ic nella distribuzione di proprie- tendenza a considerare le Scrittu-
Ailanta 1980; Cocne L., tlect, Choasen,\n dei si adattarono progressivamen-
N/r,\17ì r(,1. l, pp.53i 5'1li Gantield C. 1à in favole delle l/ites a essi fe re attraverso una lente ellenistica
E. 8., Comin?nîatr o Ro úns, ICC.2. te in vario modo alla cùltura Llclì. All'jÍizio tutre le posizioni di è compendìato nei numerosi scritti
!oÌì., T. & T. CÌark. Edìnbùr8h 1975, i979i greca. presligio e di potere furono occù- del filosofo ebreo Filone d'ALes-
Darìdson[ -, Pa line Prcdestindlion,'lytj
daìe, London 1946i l)unn J. D. C., Ro' tJlte dai Creco-nacedoni e loro di- sandria (30 a.C. - 50 d.C.), che ri-
1. L'EPOCA ELLENISTICA _ sccrdenti. Gli Egiziani erano re- correva all'allegoria per reinter-
,7arr, \\BC:j8.2 yoìl-, \Yord, Dalìas 1988r
Eckett J., eklesalndi,ll EDNl voÌ. i, pp. L'età classica delle città-stato gre- cSati ai livelli più bassi e doveva pretare le Scritlure con le calego-
416 4ll; Id., e,t1ekmr, in E N?, voÌ. I, pp. che fu rimpiazzata dall'emergere ro perfino avere un permesso spe- rie del medio-platonismo. Filone,
lll€nismo 530 531 Ellertismo

elleùizzato ma scmprc ebreo fede- un ginnasio e un'organizzazione rificarono nuovamente il tempio Non c'è quasi nessun aspetto del-
le, lu scelto cone capo di una dc- per la gioventir (per gli epheboi, (lesta di Hanukkah) rel 164. An- la cultura romana che non abbia
Ìegazione all'imperatore Caio Ca cioè giovani tra i dicÌotto e i ven- doco V in una sua lettera del 163 subito un'influenza decisiva da
lieola (37-,12 d.C.), pcr far cono- l'anni; 2Mac 4,7-9). 2NIac 4,10 di- a.C. riconosceva che <i Giudci parte deì Grecì: arte, architettura,
scere il trattamento vessatorio ri- ce che (avendo il re acconsenlito, non erano îavorevoli al disegno di letteratura, teatro, medicina, filo-
servato agli Ebreí dal governaro egli, ottenuto il potere. si diede su- ellenjzzazione dj nostro padre, ma sofia e religione ricevettero un'im-
re del paese. bito a trasformarc i suoi connazio- sono altaccati al loro sistema di vi- pronra greca. Dopo il II sec. a.C.
1,4 I Seleucidi - Seleuco si as- nali secondo i costumi greci (p/o.s ta)) (2Mac I I,34). Ciò nonostan- si supponeva che i Romani istrui-
sicurò il territorio dj gran iunga ton hellenikon charuklèra)n. 11 te, i Giudei si dichiararono Stato ti conoscessero il greco così come
pìu ampio dell'irnpero di Alessan- ginrasio, dovc gli atletì maschi ìndipendente nel 143 a,C. (tedi il latino. È significativo che Filo-
dr-o. che si estendcva dal Mcditer- praticavano gÌi eseÌcizi e la lotta Movimenti rivoluzionari). ne d'Alessandria lodasse Augusto
raneo alla Persia. Come iTolo- conpletamente nudi, irritava for- La rivolta maccabaica non de- (Filone, Zeg. 147) come colui <<che
mei, i Seleucidi cercarono di man- tementc la sensibilità gíudaica. Al- v'essere vista come una ribellione aveva ampliato la Grecia con mol-
tenere jl potere e i privilegi nelle cuni Giudej, desiderosi di gareg- contro I'ellenismo, bensì contro il te nuove Grecie ed ellenizzato il
nlan; delle é/i/es Cìreco-macedonì. giare, si sottoposero anche a ope- paganesimo. Gli Asmonei, i di- mondo esterno nelle sue più im-
Uno studio ha dirìrosLraLo che an razìoniper dissimulare Ìa loÌo cir- scendenti di Mattatia c dei suoi fì- portanti regioni)).
cora dopo due generazjonì solo iÌ concisione. I piir distinti del giÌì- gli, dimostrarono l'accettazione di
2,5'70 delle posizioni di rilievo era- nasio, gli efebi, indossavano il pe- molti elementi di carattere ì1on re- 2. COh-SEGUENZE DELL'EL-
no occupare da indigenì. Seleuco, taso greco, un cappello a falde lar- ligioso della cultura greca. ll com- LENIZZAZIONE Le conse-
però, avcva cacclitato un terrìtor io ghe. plesso mausoleo di Simone fu co- guenze di tre secoli di eÌlenizzazio-
troppo grande e abitato da popo- Antioco poì sosrituì Giasoùe struito in stile ellenistico; molti de- ne PosSono essere meglio dimo-
laziod molto dìverse. Verso la me- con Nlenelao, il clualc, secondo gli Asmonei avevano sia nomi gre- slrate dalle testimonianze testuali
tà del tll scc. a.C., la Battriana era Giuseppe, fù un ellenizzatore an- ci che ebraici: Giuda Aristobulo, fornite da papiri, iscrizioni, mo-
diventata un aegno autonomo e i cora piir radìcale. Quando scop- Alessandro Ianneo, Mattatia An- nete e manufatti portati aÌla lùce
Parti avevano preso jl controllo piìr la gucrra civile con le masse tigono. Ianneo incise le sue mone- dagli scavi archeologjci in Egitto,
della Persia. I Seleucidi sbagliaro che erano dalla pane di Ciasone, te sia in greco che in ebraico e si Roma e Palestina. Dal II sec. a.C.
no nel non riconosccrc ipropri li- e iTobiadi ellenizzali di Trans- seNì di mercenari greci. Aristobu- aÌ II sec. d.C. il greco divenne la
mitie lotlaroùo invano per ricon- giordania daÌla parte di Menclao, lo definì se stesso un (<filoeÌleni- lingua piir comune tra le popola-
quistare ì tcrritori pcrduti, cosic- Antioco, incitato da qùest'ultitr,to, co). un (amanle della cultura zioni comprese tra I'Italia e l'O-
ché la loro intluenza si resîrinse al- soppresse con vioLenza la ribellio- grecar, riente.
la îine all'area della Siria. ne. Ncl 167 a.C. le sue forze oc- 1.5 I Romani - I Romani co- 2.1 InEgitloeaRoma - lte-
Dopo una lotta aÌquanLo aspra cuparono Gerusalemrne e saccheg- nobbero la cultura greca già nel- sti giudaici in Italia e iD Egitto so-
con i Tolomei, iSeleucidi riusci- giarono il tempio, che in quell'oc- L'VIII sec. a.C. con l'insediamen- no nella stragrande maggioranza
rono a conquisLare ilcontrollo sul casione îu prolanato con ciò che to delle colonie greche in Italìa e in greco. Fatta eccezione del pa-
la Giudea neÌ 198 a.C.,Anlioco lll Daniele definìsce (l'abominio del- in Sicilia. Ma iurono le successi- piro Nash, tutti i papiri provenien-
(223-187 a.C.) fu Ìllolro generoso la desolazioner: I'jnìposi/one sul- ve vittorie militari delle legioni ro- ti dall'Egitto riguardaùti gli Ebrei
con i Giudei, chiedendo soLo che l'altare di trc idoli tatti di nìeteo- mane contro le lalangi greche du- sono ìn greco; ugualmcnie in gre-
pregassefo per il sLro benessere. Fu rite. Una fortezza. chiatuata l'Ak- rante le gueÍe macedoni che Por- co sono lll delle 116 iscrizioni
Antioco lV, con la sua politìca dì ra, lì
eretta accanto al lempìo e tarono un flusso di oggetti e schia- dall'Egitto relative agli Ebrei. A
radicàle sosiilììzione deì Gìrdai lur-ono avviati progetti per costi- vi greci in ltalia. Perseo, l'ùltimo Roma 405 delle 534 iscrizioni giù-
smo con I'ellenismo, a provocare tuire una polr,r greca in Gelusa- re di Macedonia. iu sconfitto dai daiche sono in greco, ossia il7690
la rivolta dei Maccabei (165 a.C.). lernme. I Ciudei dovevano abban- Romani a Pidna nel 167 a.C. del tolale. Un'analìsi dei nomi del-
Qùesti cvcnti sono riferiti nci due donare le loro leggì, non poreva- Quando le città greche della Lega Ie lruppe della guarnigione giudai-
libri dei Nlaccabei e da Giuseppe no osservare il sabato, né praticare achea tramarono una ribellione, i ca in Egitto indìca che ùel III sec.
Flavio. la circoncisìone. Ilomani, come esempio, distrusse- a.C. il 75% dei loro nomi erano
Lo sviluppo <Lecisivo ebbe inì Non fu prima delLa finc dcl 167 ro compleramente la città di co- greci. A Roma circa La metà dei
zìo neÌ 175 a.C., quando Giasone, o l'ìnizio del 166 a.C. che i Giu- rinto neÌ 146. nomi sono latini e un lerzo sono
fralello di Onìa, il solnmo sacer- dci si ribellarono aì Sirianì sotto in guerra, i
Sebbene vittoriosi greci. I nomi preferiti erano Do-
dotc in carica, offrì ad Antioco IV la guida di Mattatia, ùn sacerdo- llomani furono sopraffatti dalla siteo, Teodoto e Teodoro, che
uì1a somna di denaro per poter es te della citîadirla di l\lodin, e dei superiorità della cuitura greca, no- fanno riferimento tutti a un dono
sere eglì stesso norninaio a questa suoì figli. Dopo aver sconfitto i rìostante la vana Protesta di con- di Dio (cfr. i nomi ebraici Nata-
carica, e chiese inoÌtre l'autor-izza Seleucidi sotto la guida dì Ciuda \crvatori come Catoùe contro i vi- nia, Gionata).
zione a costruire ìn (ìerusalemme Nlaccabeo, i Ciudei esullanti pu ti greci, tra cui I'omosessualità. 2.2InPalestina L'ellenizza-
Ellenismo 512 533 Ellenismo

zione trasformò l'area intorno alla sto fra i primi cristiani palestinesi cercando di ampliare il piu possi- do di parlare e scrivere piir che
Giudea, come la Decapoli, e i cen- e il Cristianesimo ellenistico suc- bile la prova di un ellenisno prì- adeguatamente in greco. Feldman
tri urbanì piir dclle campagne. Dì cessivo. W. Heitmùller (1910) sug- milivo in PaLestina. Anche se si richiama L'attenzione sul fatto che
Gadara eraùo il satirico Menippo, geriva che Paolo avesse tralto la possono accellare cotne palestinesi le iscrizioni provenienti dall'Alla
il poeta N,leleagro e il filosofo epi- sua concezione del titolo klrlos opere di letterarura giudaica come Galilea indicano che lì c'era una
cureo Filodemo. Erode il Grande (<Signore>), dell'eucaristia e del quelle di Filone ìl Vecchio, le tra- scarsa ellenizzazìone; ma I'Alta
(37-4 a.C.) intensjficò iÌ processo misticismo cristocentrico dai Cri- gedie di Ezechiele, il romanzo di Galilea era un'area particolarmen-
di ellenizzazione in Ciudea. Suo stianesimo ellenistico di Antio- Tobia, Eupolemo e altri scritti te perilerica.
segretario era Nicola di Damasco, chia. W. Bousset nel suo îamoso t'ramnentari, nessuno arrìverebbe
che lo incoraggiò a scrivere la sua llbto Klrios Chtistos (1913, l92l) a concludere come Hengel che, 4 FI,I.F,NIZZAZIONE E NT _
autobiografìa in greco. Secondo sosieneva che Gesù fu chiamato con l'eccezione di Filone, la pro- L'eîfetto più ovvio dell'ellenizza'
Giuseppe FÌavio (,,1rl. 15.8.1 S$ per la prima volta k//lo.t non nel- duzionc letteraria di Cerusalemme zion€ è indicato dal fatto che il NT
267-270), Erode isrituì gare quin- la comunilà pdmitiva, ma nel Cd- îosse maggiore di quella dci Giu- fu scritto nel greco della koinéi la
quennali in onore dì Augusto, co- stianesimo ellenistico. Qùest'idea dei d'Alcssandria. Come prova rnaggior pane delle citazioni vete-
strui un teatro in Ccrusalemme e fu diffusa da Bultmann nella sua dell'ìnfluenza ellenistica egli cita rotestamentade nel NT sono tratte
un anfiteatro nella pianura. Co- tînùenl,e Teologia del NT (ted. ancl'ìe come apertalnente aÍtielle- dalla versione della LXX.
stÌuì il lelnpio di Gerusalemme in 1951, 1955). F . Hahn iD I titoli di nisrici scritti come Ben Sira e i ro- ,t.1 In Atti Il conflitto circa
uno slile forlemenle greco- Cesù nella crístologla (ted. 1963) toli di Qumran. \,[a Ìa grande pre- la distdbuzione del cibo tta Eli hel'
romano, con portici colonnati ipotizzava tre stadi prima di Pao- dominanza di rotoli ebraici e ara- lenislai e gli hebrcioi rr At 6,1-6
(cfr. Gv 10,23). lo: Crìstianesimo palestinese; 2)
1) maìci in opposizione ai pochi eÌa probabilmente ùn conilitto tra
I1 fatto che i rìbe1li gìudaici sia C stianesimo gjudeo-ellenisîjco, e îrammenti in greco a Qumran giudeo-cristiani di lingùa greca e
nclla prima rivolta (66-73 d.C.) 3) Crìstianesimo pagano-eÌleIristi- sembra indicare che la conunità giudeo-cristiani di lingua aramai-
che nella seconda (132-135 d.C.) co (vedi lnterpreti di Paolo). di Qumran mantenesse consape- ca. ll primo gruppo comprende-
usassero iscrizioni ebraiche sulle 3.2 Martin Hengel Per op- volmente rLna posizione lradizio- va probabilmente Giudei dell'area
loro moneîe îu probabilmente so porsi a quesLa aitificiale dicoto- nalmeùte osrile all'invadenza del- della diaspora, come Cirene, Ales-
lo un'espressione di rìbellione con- mia, M. Hengel ha pubblicato una I'ellenismo. sandria, Cilicia e Asia Minore (At
lro il paganesimo ÉjÌeco-romano. ùotevole serie di erudite monogra- 3.3 L. H. Feldman Secondo 6,9). Sebbene entrambi îossero
Però le lettere di Bar Kochba. che fie (tra il 1974 e il 1989). Dopo un il punto dì vista di L. H. Feldúan, probabilmente bilingui, ogni grup-
guidò 1a seconda rivolta, testimo- esauriente esame delle teslimo- anche se gli elementi ellenistici era- po preferiva usare la propria lin-
niano il suo uso, o dei suoi segua- nianze letterarie ed epigraîiche, no numerosii questi erano essen- gua materna nel culto, Furono gli
ci, de1 grcco così come dell'ara Hengel ha conclìrso che il Giudai- zialmente superficiali e non tocca- ellenisti, inclusi i diaconi Stefano
maico e del nabaleo. smo palestinese era un Giudaismo vano profondamente la natura del e Filippo, che presero l'iniziativa
ellenistico quanto quello della dia- (;iudaismo. ln parricolare, Feld- di diffondere il vangelo tra i Sa-
3. LA RIC]ERCA SULL'ELLE spora. Secondo il suo punto di vi- man non è persuaso che prima del- maritani (At 8) e i Centili (At
NISMO E IL NT Il problema sta, I'asserita distinzione tra un la rivolta maccabaica ci sia stata 11,19-20). Hengel e altri studiosi
dell'<ellenismo> ha giocato un Cristianesimo ebraico primitivo e un'ampia ellenizzazione. Le iscri- hanno visto nei cristiani ellenisti
ruoÌo impodante ncll'anaLisi del- un Cristianesimo ellenistico poste- zioni citate da Hengel rivelano sol- di Gerùsalemme i pionieri della
lo sviluppo del Cristianesimo e riore è sbagliata, una conclusione lanto una elementare conoscenza proclamazione de1 vangelo oltre i
delÌa Leologia paolina. Studiosi alla quale era già arrivato I. H. del greco. Là dove Hengel trova confini di Israele.
precedcnti attribuivano a esso un Nlarshall. Hengel osserva: <(Non un'influenza greca in Ester, Tobia 4.2 In Paolo Paolo nacque
ruolo decisivo nella successiva tra- c'è quasi nessun tcma dottrinale e ciuditta, Feldman preferisce ve- aTarso, in Cilicìa, una città famo-
sformazionc dcl Cristianesimo in nel NT che non possa essere stato dervi un'influenza egiziana o per- sa per i sÌloi filosofi stoici. Co-
un tjpo di religione misterica elle- claborato o insegnato aÍche in Pa- slana. Là dove HengeLtende trop- munque, dato che probabilmente
nistica, ma studi recenti hanno di lestina... Pcrfìno una cristologia po spesso ad ampliare al massimo venne a Cerusalemne all'età di
mostrato che il Giudaismo ellenì- della preesistenza e del Figlio di ìa tes!ìmonianza, Feldman spesso dodìci anni per slùdiare solto il fa-
slico era già un elemento dctcrmi- Dio non è intrinsecamente "elle- ìa minimizza. Egli sottolinea il fat- moso rabbi Gamaliele, Paolo ri-
nante negli stadj più antichi del nistica", né "non giudaica", né to che Giuscppe ammetteva di ccvette al massimo un'educazione
ministero e delmessaggio di Gesù. "non palestinese"> (Hengel 1989, avcr avuto bisogno di aiuto per af- ellenistìca poco pirì che elementa-
3.1 La scuola della storia delle 5 5), finare il suo greco (Giuseppe Fla- re. Egli poteva rivolgersi alle îol-
religioni -. Cli esponenti della Sebbene l'erudizione di Hengel vio, .4p. 1.9 50). La lingua mater- le in (diaÌetto ebraico>, cioè in
scuola della storia delle reÌigìoni sia eccezionale e la sua idea di fon- ua di Giuseppe era l'aramaico; la aramaico (At 21,4c)i 22,2; vedi
ccrcarono dj spicgare Ia teologia do possa essere accettata, spesso ua pronuncia dei greco non cra Giudeo, Paolo come). Sebbene
di Paolo sulla base di ùn contra- egli forza le sue argomenlazionì perfetta, ma era certamente in gra- Paolo evitasse le dìmostrazioni piìl
535 Ellenismo
Ellenismo 534

elaborate della retorica greca ed ellenizzati erano ammessi nel- tavano l'insegnamento deLla sa-
tro, poiché la tragedia greca venì- pienza greca, Camaliele Il, ùiPo-
(1Co.2,1-4), le sue lettere usano va rappresentata sotto gli aùspicj L'ambita cerchia.
nondimeno [igure retoriche come: di dèi, quali Dioniso. Lo splendi- lnizialmente gÌi Ebrei ebbero le del maestro di Paolo. aveva 500
chiasmo (lCor 3,17), litote (Rm do leatro di Efeso si riempì di ven- diîficoltà ad accettare questa isti sludcnli di sapìenza greca olue a
1,28), alLitterazione (2cor 6,3), c/i tiquattromila efesini che lodava- tuzione straniera, specialmente 500 studenti della Tóú. I rabbi
,?ar (Rm 8,29-30), oxymoton no a gran voce la loro dea per pro- perché le gare erano normalmen_ mcnzionano per nome solo due îi_
(2Cor 6,9) e paronomasia (2cor testare contro gli sforzi missiona- te dedicate a un dio o a un eroe losoii greci, Epicuro e Onomeo di
3,2), e alfronta i suoi oppositori ri di Paolo (At 19,29). greco, come Eracle. Ma alla line Gadara. È signiîicativo chc tra le
sofìsti (in 2cor 10-13) usando le 4.2.2 Ilginnasio L'ideale gre- le gare atletiche divenncro un ele- 2000 paroÌe grcche preserlti nel
loro tecniche e procedure (per co della paideio, <<edÙcazione), in- meDto culturale così comunc che corpo talmudico non si trovino
esempio, slrklrsii, (paragone); cludeva non solo la letteratùra e abbiamo testimonianze di iscrizio- termìnì lìlosoîici greci.
vedi Retorica). la retorica, ma anche la musica e ni sulla partecipazione di Giudei H. Koester scrive: (Sc Paolo
Ci sono solo tre citazioni certe l'atÌetica. L'ideale greco per una alla vita dei ginnasi da IPePa in Li aveva ùna reale conoscenza della
della letteratura cìassica n-.1 NT persona era una mente sana in un dia, Iaso in Caria, Coronea in filosoiia greca, certalnentc essa
Paolo, nel suo îamoso discorso al- corpo bello. lsocrale, un oratore, Messenia, Teuchira e Cirene in Ci- non influenzò malerialmcnte la
I'Areopago davanti a stoici ed epi- diceva: <<Colui che condivide la renaica. Claudio (41-54 d C ) in sua teologia, né mai si occupò cri-
curei in Atene. cita dal Fenomeni nostra paídeia è un greco in un una famosa lettera ammonìva gli ticameDte di qualche argornento
5 diArato (Al 17,28): <Poiché di senso ancora maggiore di colui che Ebrei d'Alessandria a non voler della tradizione lilosolica grecal
lui stirpe noi siamo). In lCor condivide semplicemente la nostra intromettcrsi con lorza nelle gare (Koestcr 1965, 187). Koester, se-
15,33 I'apostolo cita dalla comme- discendenza). del ginnasio. guendo R. Bultmann, crcde che la
dia di Menandro Thais la ftasel. Il ginnasio, dove gli aderi ma- Filone d'Alessandria non vede- predicazionc di Paolo dipendesse
(Le cattive compagnie corronrpo- schì praticavano gli esercizi gy- va alcun problcma lìel Parlecipa- dal modello della diarriba cinico
no i buoni cosrumi). In Tt 1,12 mÌ?os, <nudi)), era ùn elemento es- 1e allc gare e nel trarre fama da es stoica. Anche se cì sono molti Pa
vicne citato il De O|r.rlLr di Epi- senziale di una città elìenistica. se. È dal campo deÌl'arletica chc ralleli, secondo E. A. Judge (1972,
nìenidet (l Cretesì sono sempre Pausania dichiaravar (Senza gin- Paolo trae molti dei suoi esemPi 32-33) tùtti quantì lossono essere
bùgiardi, male bestie, vcntrj pi- nasìo, senza teatro, senza riforni- piu eflicacj: dal pugilato (lCor spiegati meglio dal linguaggio di
gri>. Essendo questi dei detti co- mento idrico pubblico non c'è cit- 9,26), dalla corsa neÌìo stadio (Cal coÌ]versazione correnle. Qualùn-
n'ìuni, non provano chc Paolo leg- rà). Dei einnasi îurono costruiti 2,2t lcor 9,24; Fil 3,13-lzl; 1Tm que termine stoico Paolo Possa
gessc le opere letterarìe o che as- fin nei lontani possedimenti del- 6,12), dall'allenamento alletico aver usato, dà a esso un'jlgnlflca_
sistcsse a rappresenlazioni teatra- l'ìmpero di Alessandro, persino a (lCor 9,25; lTm 4,10) e dalla co- to comPletamenle non stoico
li, ma mostrano chc conosceva ab- Susa, a sud-ovest della Persia, e in rona dell'atleta (1Cor 9,25; 2Tm (Cornish). Quando Paolo aîfron-
bastanza opere simili per usarlc Aighanistan. Fu il tentativo di co- 2,5). Pìlr riconoscendo il valore tò i lilosofi stoici cd epicurei ad
come illustrazioni nei suoi diîcorsi Struire un ginnasio a Gerusalem- degli esercizi Îislct (gYmnasil), Ateùe (At 17,18), cerlamente non
e nelle Sue Lettere. me che contribuì allo scoppio della Paolo ammonisce Timoteo a eser- modificò il súo mcssaggio sulla ri-
4.2.1 Il tedlro I teatri vcn! rivolta maccabaica. Erode il Cran- citarsì ancora di piii spiritualmente surrezionc corporale di Ccsil; ì.rn
valÌo costruiti in modo fisso ncl- de istìtuì ginìÌasi nclle città paga- (1Tm 4,7-8). O. Brenner sostiene concetto del lutto inaccettabile per
le città elLenistiche. Erode Agrip- ne, ma non in Ciudea. che quando Paolo era a Corinto i filosoli greci.
pa I (1-14 d.C.) dolò di tearrj c Una delle cariche più prestìgio- partecipò alle gare Panelleùiche
termc tali città, come Beirut, e si se delLa città. era quella del ginùa- nella vicina Istmia. lÌ riferimento vedi anche. ApolÌo; Alene,
lrovava nel teatro a Cesarea (At siarca. o ufficiale incaricato delìe di Paolo alla corona corruttibile Paolo ad; Cristologia; Djaspora;
12,20-23; Giuseppe Flavio,,4rl. garc. Quelli che completavano con dell'atleta (l Cor 9,25) sembra es- Filosolia; Gentili; Giudeo, Paolo
19.8.2 343 3,1.1) quando îu colpi- successo il programma del ginna- sere uno specifico riîerimento al_ come; Gnosi, gnoslicisnlo; Inter
to dalla malatria fatale. Filone. da sio, gli efebi, originadamente ser- le appassite corone di sedano di prcti di Paolo; Movimenti rivolu-
giudeo ellcnizzato, ci dice che fre- vivano nell'esercito- ln seguito, lstmia. zionari; Relìgioni greco romanc;
quentava ìl teatro in Alessandria nell'età ellenistìca, gli efebi forma- 4.2.3 Filosofia L'influenza Retorjca; Sapienza; Signore.
(Filone, Eór. 177): (Ad esempìo, vano un registro sociale che for- della filosofìa greca sui Giudei e
spesso, quando mi è capitato di niva i capi della città. ln Oriente sui giudeo-cristiani è un problema BrBr llickermaD E 1., Glt.l)tei ìtl eIà
trovarÌni al tcatro, ho rotato l'ef- i ginnasi perpetuarono lo stile di molto dibattuto. Essa è molto evi !,..r. ll NIulino, rhl.ei.' l"n . Bion!tr
ferto prodolto da qualche singoìa vita greco come un'isola protetta dente in Filone. È stato anche so- Ó., Th, )t,\rt! Ptul r"d !ht l\th un Cn
lvl L ,
rrer, in 8.1 25 (1962) 2 3l! Comish
melodia cantata dagli attori sùl ìn un mare di barbari. Genitori stenuto che idee stoiche e platonj- Phílotolhr.ìr'
Pulli eTheologJ and Stoic
palcoscenico o suonata dai musi- ambìziosi iscrive!ano i loro figli che sjano presenti in oPere come JAAR Supptenent lî (19j9) l'21i Davles
cisti)). D'ahra parte, i rabbìni era nelle liste di attcsa per entrare nei 1 Maccabeiela Sapie zadi Sa[o W. D. È-iÌrkc\lein L. IcdJ), The Cant
/rore. Anche se alcuni rabbi vìe- btìdge Ilìtlor! aJ Judaistn ll: Ihe Helle'
no contrari alla frequenza deLtca- ginnasi; in realtà ì cittadini ricchi
Rpicurei 531 Ermeneu(ica, interpretare Paolo
536
uùa Dresenle interazione colì il te-
l?irri. ,19e, University Press, CtLmbridgc IIPICUREI: vedi Filosofia sli studiosi pensavano di far emer-
1989j Feldman L. H-, llengel's <Jrdaishl qere il signilìcato del teslo (il (sen- .rn. ui,to oru aorne oulonomo dal
attd Helleníe , in Retrcspecl, i\ JBL 96 ;o letterale>. sul quale si basava- significato inteso dall'autore. Per
(i97?) 3?l-382i Feldman L. H., Ho\r Much ERESIA DI COLOSSE: vedi esempjo. si sludia un Pas\o come
Hpllenien i, Jevish PdlcsÌìne-ir HUCA 57 Colossesi, lettera ai; Oppositori di no gli altri sensi). Recentemente'
Rm l- che tralta della ''giustÌlrca-
( 1986) 83 lllj Fe.guson E., Backqtdnd ol Paolo Derò, questo aPProccio è stato og-
Ea t Chtistionnj, Eerdmans, Cratrd Ra- oetto di crescenti criliche, essen- zione per la fede>, in relazione al
pids 1987: Goldslein L A-, I Mtccubees,
iosi I'arrenzione spostata dall'au' suo sisnificato metaforico o este-
AB, Doublcday, New York 1976; Id.. .a/ so, piuttosto che al signilicalo ìn-
Maccobees, AB, Doublc.lay, New York ERMENEUTICA, rore al testo (teoria semiotica) e
19831Id.. Jewish Actepîtnce and Rejectian ooi al lettore lteorie postmoderne) teso da Paolo.
oJ Heuenisn,;r E. P. Sanders et al. (edd.).
INTERPRETARE PAOLO 1,2 Dalb strutturalismo alla de-
centro di significato.
JeNish and Chtisîian SeA Defnition, Fot. ".rme PrinciPi: Gadamer e Ri- costruzione - Seguendo Gada-
tress, Philadelphia 1981, !oì- 2, pp.64 87j l.l
Coodenoùgh E. R. - Kraabel A. T., Parl
SoNIM^Rro - l. Quesrioni r€centicli €rme-
co€ur La teofia ermeneutlca dl mer. di! ersi movimenti hanno
neùrica I I .2 Prircipir Cadam€r e Ricoeur;
uncl the Hellehi.otion ofChnstiantty,tn L 1.2 Dallo rruÍuralismo alla dccostruzio- H. G. Gadamer ha introdotto un sDostato in modo ancora Pìù de-
Neusner (ed.), Rel,siorr Ìrt Antiquiry,E. J. nei 1.3 <ReadeFresponse, (risposra/pal cambio di Paradigma. Gadamer cìso il Dunto focate dell ermeneu-
Brill, Leid€n 1968, pp. 23-68; Harris H. 4.,
Grcek Athleîics antl lhe Jews, Universityof
lecjpazione del lerrore); 1.4 E.rreneutjca
sosteneva che 1'atto del conosce- riea d;ll'autore al testo e, alla li-
wales, Cardifl I976i H€neelM., Judenhtm
socio-critìcar liberazionisra e ftmminjra;
re non svela il significato pas5ato ne, al lettore. Dapprima, I'approc-
1.5 Approcci di in tenzionalir at 2. Le lcr-
und Hellenìsnus, \À,UNT 10, J. C. B. tere di Paolo e le lonne del I sec.; 2.1 di un testo. ma stabilisce una dia- cio ermeneutico conosciuto come
Mohr, Túbin8cn t969i ld., Ebrei, Grcci e sî tutturulisttl o, o semioti&, ha
Rarbari. Aspetli dell'ellenizzaziane del Giu-
Paoìo e ilipj epislolari; 2.2 Paolo € le lo.- lettica tra lettore e testo. ln quel-
daisno ìn epaca pteclistìura, Sludi bjblici
ne epistolari; 3. Quesrionì speciali; 3.1
lo che Gadamer chiamava una trattato il testo come un sistema
Paolo e lacrhica r€toricaì 3.2 C.edo, in,
5ó. Paideia. Brescia i98li fd.. The aHe e-
nì ed element i lilu rSicii 3.3 Codìcì socia- <fusione di orizzontit), il lettore arbitrario di segni che devono es-
ni.dtionù ofJudaea in the Firct Centurr al decodificati per arrivare al si-
,e/ Càrist, Triniry Pres lnlernational, Phì li e lire di virtu e vizii 3.4 Il cenrro deìla entra nel Processo storico della sere
pnificato. l,'interprete lavora con
ladelphia 1989 (!rad. h., t <ellenizzaziane, teolosia di Paolo; 3.5 Sviluppo in Pao- tradizione e si congiunge con ll
I se.. d.C., Stùdi biblici loi 3.6 Paolo e la sociologiai 3.7 Paoìo Ì'a presenza usincronica>, o lette-
de a Gíudea nel
e la narrarività: 3.8 ComesÌualizzazione mondo del pensiero del testo' Il te-
105, Paideia. Brescia 1993); Jùdsc E. A.,
sto, slaccalo datl'autore' è aper- raria, del lesto stesso come auto-
St. Pauland Clsssical Socr?1/, in JAC 15
ro a nuove relazjoni ll lettore non nomo dall'autore e come conll ol-
(1972) )9 36i ld., CuhuralCanfonniîr and
lnnovdrion in Paul,]t Tln 35(1984)3-21; In un certo senso 1o sviluppo ri-crea la sitLlazione passata del- lato da due aspetti deltesto: quello
Koeltet H..IntrcdÙction tothe Nev Tesîa- della moderna ermeneutica, o I'al|lore riLornando col pensiero al sintapmaî ico (\a \ltrflura orlzzon
,aen|. I: Histor!, Culturc and Relìgiot o.f
principi per interpretare i testi, è Dassato. ma entra in una relazio rale aella superlicie del lesto) e
onello pur,tdÌgnutico {il mondo
t|1e Hellenhtic Age. Fottt€ss, Phil.delphia
1982t Id., Paul d d Hellenisn, tn J. P. stato iorlemente influenzato dagli ne con il testo ciovc entrambi' te-
studi paolini. La base per lo svi- vitale rerticale al quale apparlen-
HyLl| (ed.), The Bible in Moden stholat sto e lettore, si interrogano reci-
rrtp, Abinsdon, Nashville 1965, pp. l8?' !uppo degli approcci grammatica- orocamen(e. cono i codici del resro) L'inlerpre-
195; MashallL H., Palfl!ìnia, a dHelle
le, semantico, storico e letterario P. Ricoeur ha spinto un Po' ol íe traccia i codici att onziali l\toità
nistic Chrisîianirt, i\ NTS i9 (1972-1973)
271-287i MiUar F., Arckgloun.l to the Msc- è venuta dapprima dall'interpre- lre la teoria di Cadamer, sostenen- narrative di basc) dietro Rm 3 e
cubean Rewlution, ii S 29 (1978) l2l; tazione del materiale epistolare per do che l'interPretazione è essen- determina la configurazione strùl_
PenîàR., L? notìzíe dì Dioùe dí Ptusu su
poi estendersi agli studi del gene- zialmente simbolica o metaforica turale sotlo questicodicì di super-
fatsa e íl lorc intercsse per le letterc di S. licie. Ouesro vienc fatto in nrimo
Paolo, in L. Padoeesc (ed.), Atli del III re narrativo, apocalittico e altri. e si trova davanti al testo (come
Sit pasia .li TaBo su 5. Paala Apoeolo, lrroso ìn relazione all'identilica-
In questo senso le lett€re paoline si rivolge al lettore), piuttosto che
Anlonianùm, Roma 1995, pp. l19 136: Se parîecipano alle problematiche er- dietro di esso (in una ricostruao- zioie degli oPPosti binari, cioè un
lensler J. N., Do Yo! r(row C/eek?, NTS
meneutiche generali; ci sono però ne del significato storico) Coin- insieme di opposizioni all'interno
19. E. J. Brill, Leiden 1968i Tcherìkover V.,
H?llenistic Cirilization and lre "Iers. Je*ish anche probÌemi inerenti alla loro volsendo il lettore, il testo crea un del testo di superlicie. Questi co-
Pùbì. Soc. or America, Philadeiphia I96l: esegesi, quali la loro natura occa- nu;o mondo di significato Siajl dicisono poi ricomposti qulla ba-
Tornbee A. J., He errrr,, Universny Press, se di resole trasformazionali lde-
cambrìdge 1959-Greersood, wcstport sionale e la forma epistolare sot- oer Cadamer che Per Rìcoeur. da N
(djstanziazione " ri\ ate DrinciPaltnente
198t ; ld., Il ùtondo ellenisttco. Eìnaudi, To tostanl9. nroblema della
rino l98lr walbank l. w.. Il tnando e e- (la distanza tra il lesto come scrltto Chomskl) per ricarare il "signifi-
nitro,Il Mulino, Bologna 1983; \'endland I. QUESTIONI RECENTI DI originalmente e come letto altual- cato' di Rm I Per oggi
P., Lo cultuîd ellenísîìca-tanúna nei suoi
ERMENEUTICA - L'ermeneu- mente) richiede un'(ermeneutlca
l.a debolezza dcl!o struttL!rall-
rupporîi co giudaisnoe ctistidnesiN, Bi-
blioteca diroria e loriogralia dei tetnpi bi' del sosDetto", che deve tener con- smo {Der esempio, la sua mancan-
tica classica ha sempre identifica-
za di una forte base filosofical la
blici2, Paideia, Brescia 1986; \\indìsch H., to lo scopo dell'interpretazione ro dellè ambiguità deìla lingua e
he én er.,;t CLNTral.lll, coll.482-504.
con l'illdividuazione del significa- ilelle possibilità della menle uma- sLra esaserazione del posto dei co-
E. M. Yamauchi to voluto dall'autore. Anche nel n, .li incannarsi. ln questo modo dici e digli oPposti binarì; la sua
I'enfasi-ermeneutica veni\a sPo- eccessiva enfasi Sull'aspello para-
Medioevo, con la teoria dei (quat-
\lata da un'aPProPriazione del si- dismatico a scapito del sintagma-
tro sensi)) (letterale, allegorico,
tió nella prodr.rzione dì signiîica-
t!opologico/moraie, anagogico), gnificato (inteso)) dall'autore a
Ermeneutica, interprelare paolo
538 5.',19 Ermeneutica, inlerpref are Paolo
to) ha portato a un ruovo movi_ a <decostruire) il testo da tutti i
mento conosciuto co tne postsùut- lati in precedenza chc sì portano vczza celeste e rpirituale per oppri-
signi[icati passati (non solo le ad agire sul testo, Per lser il let- mere ipovcri, dicendo loro di
tutolismo. prima cli tutto, questo comprensioni dell,autore. ma aù_
rappresenfa uno spostamento dal torc cofipleta lI sigrt ficato del te- aspcttare per la vita Iutura la Io-
che rutre quelle passate, e Doi ri_ stoj per Fish il lettore c,'ea il suo ro ricompcnsa. Una riflessione cri-
testo al lettore come îorza senc_ costruirlo svjluppando la piopria
rarrice nell'inter pretazione.'il te_ significato. Molti esponenti biblici tica sulla socictà, basata sulla
gara sul terreno del testo lDerri_
sto diventa un sistema aperto di clel (reader response) (per esel]r- prassi, deve conrinciare dalla con-
da 280-281). Derrida noteiebbe i
segni che spinge iJ lertore a com_ molteplici codici che stanno die_
Dio, Culpepper, Fowler, Resse- dizione deipovcri. Ccntrandosi su
pletare il suo significato. Come di- guie) sono pìir vicini a lser, cercan- una visione di Dio come imma-
tro la superficie di Rm 3 e mostre- do di conciliare le prospettive del nenle, ,e/ mondo e non sopra di
ce R. Barthes (74-75), il testo è ar_ rebbe come turti gli interpretj si so_
fe, piutrosto che un lavoro. E di_ (reader response) con quelle esso, la giustifìcazioJìe viene ride-
no basatj su, e finora hanno rico- storico-critiche. linita come libcrazione, la fède co-
namico e sovversivo, attraversa ì strujto, i reciproci .sjenificati,
confini e si adatta a nuove situa_ 1.4 E.meneutica socio-crilicai me prassj, c la conosccnza come
conside,rando il Iinguaggio della liberazionista e femminista trasformazione della socief à (cfr.
zlonl, con ùn numero infinito di (glusfrtrcaztoner
possibili significati. L,autore non dj Rm 3. Soin_ L'ermeneutica crìtico-sociologica Gutierrez). [n questo senso lo stu-
gerebbe poi i letrori a jmoepnarsi
e ptu_plesenre! e il testo partecipa abbraccia una grande divcrsità, dio deÌ significato storico del te-
nella giojosa arrivirà det liúeó gjo_
con lt tettore nella determinazio_ come quella rintracciabile ncgli sto acquista una posizione sccon-
co nel testo.
ne deì significato. Rm 3 non con- scritti di J. Habermas, nella teo daria rispctto alla preminenza del-
LJ <Reader-response,) (rispo_ logia della liberazione e nell'erme- l'incontro prescnte basato sull'at-
tìene piil temi paoljni, bensi trae sta/partecipqzion€ del lettore) _
il lenore nella sua struttura testua_ neutica lemminjsta. I primi teori- tuale situazione sociarle. Teoria e
Una scuola simile, ma basata su ci sono Habermas e K.-O. Apel, prassi si lbndoDo, e pcr i teologi
le, e tocca al lettore completare il concezionj filosofiche leggermente
suo sjgnificato. i quali propongono un'(ermeneu- della Ììberazione questo richiede
diverse, è la critica del ,ireader_
strettamente connesso con que- lica crirìca)), o <di profondità>, che sicominci dalla sof'f'erenza de-
response>. euesti critjci postula_ gli oppressi. Perciò vengono in
sto approccio sono i rno!iment; che sostiene chc I'interpretazione
no un unìone di testo e letrore al primo pìano i motivi dell'csodo
del postmodernismo e deila deco_ deve includere una <critica dell'j- e
momento della risposta. L'<auto_
stt\tzione. Ll postmodernismo ne_ deologia)), cioè la tendcnza di tut del riscatto dalla schiavitù chc
re)) di un testo è una creazione del
ga che il tesro abbia qualche signi_ ta la comunicazione a manipola- staDno dictro iì linguaggio paoli-
lettore, piuttosto che inerente al no delìa salvezza. ln Rm 3l'enfa-
trcato oggenivo o reîerenziale; è re e controllare gli altri. Tutti i te-
testo. In effetti, il testo stesso esi-
Ll lettore che scopre il sjgnjficato sti sono prodotti di una visione del si ò posta sulla (giuslizia di Dio)
ste solo nella mente del lettore. nel
rnteragendo col tesro. La deco_ mondo e cercano di poriare il let- come richiesîa di giuslizia contro
senso che il testo prende vita co_
st ru zíone è I' aîlermazione estrema tore all'accetlazione cli quel mon- tutti i sistemi di oppressione.
me entità letteraria formale solo
dj quesra prospetriva. J. Derrida- do sociale. L'ermeneutica inizia I nline. L'ermeneuiica litnmini-
quando la pagina stampata e il ler_
il padre della decosruzione, ba_ tore convergono. allora con una liberazione critica sta utilizza tutto lo spettro della
sandosi su Nierzsche e sulla fase della comprensione dall'ideologia. teoria dcl <rcader-response)) e
posteriore della filosofia di Hei_
Nella critica del <reacler_ ln altre parole, bisogna srnasche critìco-sociologica. La natura pa-
response)) cj sono due scuole di
degger, ha attaccato le basi stesse rare la visione del mondo che sta iriarcale di ruttj i testi biblici e di
pensiero. La posizione moderaia
del pensiero occidentale esigendo dietro il testo ed entrarc in un'in- tulta la riflessione teologica suc-
di \\'. Iser affcrma che il testo pio_
un approccìo retorico Diuttosto ca un ruolo di terazione critica con qucl mondo cessiva ha orientato la teologia cri-
mediazione siaiel nelprocesso di comprensionc. La stiana verso ìl potere, il domiùio
che fi]osof ico alla comunicazione_ guidare che nel correggere la com-
Non ci sono norme o dogmi, ma prensione dell'interprete. Attra_
teoria critico-sociologica cerca di e lo sfruttamcnto delle donne.
solo metafore. La metafora e rrn scoprire il mondo socialc che cam- L'crmencutica dev'cssere liberata
verso una serie di lacune, il testo
processo di <decentramenÌo)), che bia (cioè, il passaggio dal Ciudai- dall'interpretarone maschilista c
s!lluppa un'antjcipazione che. pur
comporta un numero inflnito di smo a Gesir! poi alla Chiesa pri- bisogna riaflermare il posto della
avendo ancora una pluraiità disi_
sostituzioni di segno con un alIro gnrtrcaU. opera con la strarepia
mìtiva e ai sistemi paolini) dietro donna nella Chiesa e nella società
segno. II lettore non può mai rap_ l' jnsegnamento sulla giustilicazio- prima che la verità della Scrittura
dell interprete nel produrre sie-ni-
giungere un'inrerpreràzione ufin!- licaro. Un ripo più radicale è r-ap_
re in Rm 3 per poi criticarc iì e la teo-logia possano essere com-
le) di significato. euesîo condu_ mondo sociale che sta dietro gliin- prese. E necessario perciò r'icupe-
presentato da s. Fish, jl quale cre_
ce a <giocare> quando i lettori terpreti chc lo sludiano. rare la îemminilità di Dio e il ruo-
de che la comunirà lertriie domi-
porrano le proprje regole jnterDre_ La ieologia della liberazione e lo ccntrale della donna nella Scrit-
ni il testo, che non ha una vera esi_ quella <nera> costituiscono un al- Lura. La norma critica è vista nel
latjve ad agire sul telto. In un te_ stenza indipendente dal lettore. Il
sto non c'è presenza di sienifica_ testo fornisce potenziali significa_
rro tipo di approccio critico- l'csperienza della donna, che R.
to. solo "differenza,,e sociologico. La premessa di basc Radford Ruether (160) vede come
tl. ma questi sono attualizzarj so-
poiché gli inrerpreri sono"a;senza,
obbligali io dagli inîeressi di iettum formu-
ù che I'ideologia occidentale ha (una forza critica, che mette in lu-
Llsato una teologia basata sulla sal- ce il fatto che la reoìogia classica,

j
I
llrmeneutica, i terpretare Paolo 540 541 Ermcneutica, inlerpretare Paolo

ivi compresa la sua tradizione fon- le la lingua è referenziale più di azione da Parte del letÎore). Per- e di riProva-
liari; lettere di lode
dante, cioè la Scritrura, è stata pla- quanto non sia performativa. La ciò sienificaro e carattere illocuti- zione (lCor ll; AP 2-3); lettere
smata dall'esperienza solo maschi- frase è uno stratagemma intenzio- vo ro-no uniriin un singolo atto di esorîatorie o Parenetiche (1 Tes-
le, e non umana>. La Bibbia in nale che porta gli ascoltatori nel Drocesso di comprensione. ll lesto salonicesi; le Pastorali); lettere di
questo senso dev'essefe investigata proprio campo, così che possano non solo comunica il suo signifi- mediazione o raccomandazione
dalla prospettiva del mondo socia- applicare le corrette norme per ri- cato, ma domanda una risposta. (Fil 2,19-30; Filemone); lettere
le dell'interprete, non semplice- conoscere il significato dell'espres- Mentre in qualche modo c'è un giuridiche o iorensi (lCor 9,3-12;
mente del mondo antico. La strut- sione. La sua tesi è: (Parìare una Dluralismo di risposte, poiché ille- 2cor 1,8-2,13). Aune (162- 169)
tura sociale del pensiero biblico, lingua significa impegnarsi in una sto biblico comunica in molte si- aggjunge altri tre tipi: lertere pri-
specialmente nella sua prospetti- forma di comportamento (molto tuazioni di lettura diverse, non c'è vate o documentarie (lettere di ri-
va patriarcale, dev'essere sostituita complessa) governata da regole>) oolivalenza (pluralità di signif ica- chi€sta, iniormazione, introduzio-
da modelli che parlino all'oggi. (Searle 1969,77,80). K. Vanhoo- rit nel senso Più stretto, Poiché il ne, istruzione, lamiPlia e affari):
Per esempio, i modelli di Dio co- zer (1986, 91-92) nota quattro fat- testo assolve una funzione di tra- lettere ufficiali (editti reali. corri-
me padre e re devono essere dm- îori che guidano I'interpretazione: sformazione, dato che i lettori so- spondenza governativa); € lettere
piazzati dai modelli di Dio come affermazione (i dati riel testo), in- no Portati daì teslo verso nuolt di liDo letterario (raccomandazio-
madre, innamorato e amico (cfr. tenzione (la ragione comunicata), orizzonti o nuovi mondi Riguar- ne. iettere-raggi, lettere filosoîi
Teselle McFague). Gli studi che presenza (la îorma o il genere del do a Rm 3, questo coinvolgereb- che. lettere narrative, lettere im-
si ispirano a questa scuola tendo- messaggio) e potere (la forza illo- be non solo lo sviluppo di Paolo maginose, leltere inserite in bio-
no a concentrarsi su Paolo o co- cutoria del messaggio), Egli sostie- sulla eiustificazione Per la fede, grafie).
me un riflesso dell'oppressione ne che il lettore è eticamente vin- ma anche il senso nel quale i let- Alcune lettere di Paolo sono
rabbinica della donna (per esem- colato dal testo a scoprire il mes- tori sono chiamalì a fare espe en- Dersonali (Per esemPio, Filemone
pio, lCor ll,2-16; 14,34'35; clr. saggio che esso intende. Osborne za di questo Per se stessi. iosi come intesa lradizionalmen-
1Tm 2,1 I -15) o come contenente (41l-415) ritiene necessario un te, anche se alcùni moderni com-
il germe dell'emancipazione fem- trialogo fra aulore, testo e letto- 2. LE LETTERE DI PAOLO E mentato non sono d'accordo),
minile (per esempio, Rm 16,1-3,7; re. ll lettore riconosce la presen- LE FORME DEL I SEC - ll ge- alcune sono quasi dej traÎtatì (per
Cal 3,28). za-guida della precomprensione e nere è stato a lungo riconosciùto esemDio. Romani, Efesini, come
1.5 Approcci di iÍtenzionalità della tradizione, ma cerca di col- come un importante strumento di comirese traclizionaìmentel. e al
- Un numero cr€scentg di studio- locarla davanti invece che dietro comunicazione Per determinare le tre voeliono essere lettere pubbli-
si insiste su qualche tipo di ap- il testo, permettendo così al testo reeole di interpretazione di un dc- che (pir erempjo, lT! 5.27; Col
proccio di intenzionalità, cioè un di correggere, se necessario, una te;minato testo. Sapere che gli 4,16). E\se si rivolgono a situazio-
ritorno all'autore e al testo come precedente comprensione. Questo scritti di Paolo rientrano nella ru- ni sDecifiche e occasionali e sono
generatori di significato. Tra que- non viene îatto facilmente. ma si tutt;!ia finalizzale a essere lette ri'
b ca gen€rale (<lettere ellenistiche))
sti spiccano E. D. Hillers e ì suoi compie con lo studio del signifi- aiuta a identificare certi princi- netutamente nclle Chiese. Quasi
seguaci (per esempio: w. Kaiser, cato passato (attraverso I'esegesi pi per interpretarli E Però indi- irtte vanno al di là dei confini del-
E. Johnson), che vedono nell'in- storico-grammaticale) e le attuali \pensabile identificare più preci- la normale lettera (cfr. sotto, 2.2)
tenzione dell'autore I'unico auten- possibilità interprerative (attraver- samente che tipo di letlere siano e combìnano diverse forme (Per
tico signjficato del teslo. Hirsch so le comunità leîtrici concorren- esattamente. DoPo lo studio di esemDio. I Corinzil csortativa nei
vede due aspetti nell'jnterpretazìo- ti). La chiave sta nel permettere al- Deissmann che ha latto epoca .upp. t l, giuridica nel cap. 9;
ne: il significato legato all'inten- le possibilità concorrenti di ripor- (224-246), la discussione si incen-
è aooloeetìca nel cap. l5) Le lette
zione dell'autore (ingl. meaning) tare I'interprete a riesaminare il te- lrata sulla determinazione se le let- rà di Èaolo erano qualcosa di Piùr
e il significato che si ha quando i sto in un modo nuovo e aperto. lere di Paolo îossero lettere Per- di reminiscenze peÌsofIali: raPPre
lettori si allineano con le implica- Infine, A. C. ThiseLton (591-619) sonali o trattati letlerari. Tuttavia, sentavano la sua presenza nella co_
zioni del significato dell'autore per ha sviluppato un'ermeneutica ,'ggi turticoncordano sul fatto che munità ed erano finalizzatc a es
il presente (i[g,l. significance). Il comprensiva parola-azione. Ba- l'analisi e la distinzione di Deiss- sere lette ripclutamente nelÌe as_
primo non cambia mentre il se- sandosi sulla teoria di Wittgen- rnann è molto semplicistica (tedi semblee liturgiche (tedl Cùlto) ln
condo cambia con il contesto del stein delle gare di linguaggio e sul- l-ettere, forme epistolari). base aìl'autorità apostolica di
lettore. la comprensione di J. L. Austin 2.1 Paolo e i tiPi epistolari Paolo che accompagnava le lette-
Altri si basano di piir sulla fase delle lunzioni del linguaggio per- Nel mondo antico c'erano molti ti- re, que\te Pùssede\ ano tin dall i-
posteriore del pensiero di Wittgen- formativo, Thiselton sostìene che t)r di lettere. Stower\
(49-l7l) Îor- nizio ouasi un'autorità di Credo'
stein e sulla teoria parola-azione i testi assolvono non solo îunzio- rìrsce una tipologia funzionale ba- 2.2 i'aoto e le fo.me epistolari
di J. Searle, Searle sostiene che il ni di locuzione (signiiicato pro- \xra su modelli retorici, con sei ti- - Anche se gli scritti di Paolo se-
guono generalmente la tol ma el-
centro della teoria dell'interpreta- posizionale), ma anche azioni di I'r: letter€ di amir:izia (cfr. 2Cor
zione è la Dozione secondo la qua- illocuzione (esigendo impegno e I,l6: 5,1; Fil 1.7-8)i lerrere fami- leni\rica delle letter e, in quasi ognr
Ermeneutica, interpretare Paolo 543 Ermenculica, interPrclare Paolo
particolare vanno al dj là della le dei suoì progetti di viaggio (ve- tica retorica). È impossibile sape- che argomenta a favore deLla gìu-
norma. Le introduzioni seguono dl ltinerari, progetti di viaggio, re se Paolo fosse stato istruito nel- stiiicazione per la fede piLlttosto
ii modello di <Paolo a..., saluti)), parusia apostolica), delle sue re- la retorica, che era parte essenziale chc per le opere della Legge; Ken
ma spesso aggiungono una lunga lazioni con ilettori, e icontatti dell'educazione ellenislica a 1ìvel- nedy conclude invcce che sitralta
descrizione della sua funzione e passati e fuluri con Ìoro. La pa- lo secondario. Comunque, indi- di uno scritto deliberativo che so-
dello scopo dello scritto. I saluti renesi (redl Insegnamento, pare- peodenlemenle dalla sua lormale stiene la resistenza piuttosto che il
combinano il greco chairein e I'e- nesi), o esorlazione morale di ca- i\tnrTione. le sue lettere lesLimo- ritorno al Ciudaismo; e -ts. Mack
braico ililórr,
ma entrambi cristia- rattere generale, è al centro di niano sia una conoscenza che l'u- 1Iova Galati troppo complessa Per
nizzati, concentrandosi sulla gra- molte sue lelleret in alcùne si tro- so di tecniche retoriche. Aristote- poler essere relegata in un model-
zra (charis) e la pace (errelel che va alla conclusione (1 Tessaloni- le (il suo pensiero fu in seguito svi lo reiorico. L'ultima è senza dub-
Dio concede. ll ringraziamento e cesì, Roúani, calati, Efesini, Co, luppato da Quintiliano) parlava di bio la decisione più saggia. Il coù
la preghiera inìziale in Paolo so- Lossesi) e in altre sparsa qua e là tre tipi di retorica: gjudiziaria (le- pito della crilica rctorica ò quello
no piii eslesi. Normalmente le let- (l e 2 Corinzi, Fihppesi, le Pasto- gale), deljberativa (dibattiti poli- di stùdiare i modelli di persùasio-
tere neL mondo antico iniziavano rali). Qucsta parle include codici dci o religiosi) ed epidittica (lode ne e di n1ertere in lucc le tecniche
con ùn breve ringraziamento agli sociali (vedl Codici domesrici) c li- o biasimo). Gti studiosi hanno di- utilizzate da Paolo. Qùest'anali-
dèi e una concessione di benedizio ste di vizi e virtir (!edi Virtù e vi- scusso s€ nel discorso antico ci fos_ si [ornisce importanti indicazioni
ne, ma per Paolo questi aspetti zi) e si basa spesso sull'insegna- sero quatlro elementi (Mack) o sei ermeneutiche su come Paolo con-
erano molto importanti. Come ha mento tladizjoùale giudaico ed cl- eìementi (Kennedy). Qui ne utiliz- duce le sue argoùentazioni. Ad
falto notarc O'Brien (262 263),le lenistico. Ci sono, inoltre, distin- zeremo sei (in parentesi quadra esempio, ìn Romani Paolo usa
preghiere introduttorie di Paolo dottrinali (per esempio,
te sezioni quelli discussi): la diarriba. ùn metodo relorico
racchiudono spesso in embrione i Rm9-11; lCor 15; lTs4,13 5,10), | ) Exotdium (introduzione): col quale un aùtore Presenta le
len-i fondamentali e 1'atmosfera ìn cui Paolo si oppone a false dot- stabiliscc la relazionc sull'argo- sue argomentazjoni moslrando
della letlera. In queste sezionì c'è trine. Essc utilizzano spesso Cre- menlo. dapprima gli elrori degli avver
una funzione parcnctica, o esor, do o inni per presentare le verità 2) N.rr,'alto (esposizione)l lor- sari (spesso cotl /Tla geroilo, <Non
tativa (v?di Benedizione, dossolo- di fede accettatc, in base alle quali nisce una base logica e uno sìa ùai!r, come in Rm 3,1-9;
gia, rir]graziamento). è possibile fare la correzione; non sfondo all'argomento. 6,1 3.15-16; 9,14-15), e Poi dimo-
ll corpo delle leltere di Paolo è mancano anche aÌtri franmenti li- [3] PQ,"tilio (spiegaziooe, spes- stra il vero signilicato del suo van-
spesso molto più esteso delle let- turgici, come conîessioni e pre- so considerala come Parle del- gelo.
tere antiche, anche se queste era- ghiere in sezioni cultuali. \a ndffatio)'. errtlúeta i Punti da Nello studiare la retorica di
no pjù letterarie. A differenza di La sezione conclusìva della ìet- svolgere. Paolo, I'interpretc delermina dap-
autori come Ciceronc. che tende tera, come l'introduzione, segue 4) Prcbatío (Prcsentaziore di prìma l'unità retorica (che deve
vano a stare entro i canoni tradi- pìrì da vicino i modelli stabiliti del argomenti): cita Prove e Presen' avere un'introduzioùe. un'argo-
zionali, Paolo si sentiva nolto piu tempo di Paolo. Una seconcla l! ta testimonianze Per l'argomen mentazione svilupPala e ulla con-
libero rispetto alla tradizione, per sla di saluti, clel tipo <A vì sal[- to. clusionc). Può essere una macrou
ciò nel corpo dellc sLle lcttere si al- ta, insieme a B)), si tÌova in qùasi [5] ReJirlalio (confutazione de- nità (come Galati o Romani) o
lontana molto da queste conven tutte le lettere. fatta eccezione di gli avversari, considerata spes- un'unità pjii piccola (come quellc
zioni, senza dubbio a causa delle Galati,2 Tessalonicesi, Efesini e so parte della Ptobalio\ .or- di Rm 9-11 o Rm 9,6-18). Poi ana
situazioni alle quali si rìvolgeva. 1 Timoteo. La îormula conclusi, futa i pìJmi di vista degli avver- lizza 1a situazione tctorica (1o sco-
Alcune îrasì-chiave sono indicatri va normale (con erTrsr) ò sostitui- sari. po o Sl/a i'?? lebet?, (conteslo vi-
ci di divisioni nclle sue lettere. co la da c haris, e il tradizionale <au- 6) Percrotio (conclusioùe): tale)) dell' unità. Successivamen
me: (Voglio che sappjaten (Rm gurio di buona salutcr è sostitùi- sintetizza i punti c cerca di Per- re si cercadj determinare il tipo di
1,13; Gal 1,11), (Noù voBlio che to da una dossologia o bencdizjo- suadere il lettore. rctorica ùsalo (gjudiziario, delibe
ignoriate) (2cor 1,8)e (Vi esor nc. l.a benedizione. con urla îor- Questo stile, Preso soPrattutto rativo o cpidittico) e gli aspetti
lo) (Rm 12,1; lTs 4,1). Le sezio- lnula del tipo: (l.a grazìa del Si- dalla retorica forense, era molto specilìci ai quali ci si rivolge. Que
ni maggiori sono spesso concluse gnore Gesu Crislo sia con voitut- usato nel mondo antico e Può con- sto porla a uù'anaLisi della disPo-
da preghiere (Ef 1,15-19; 3,14-19) ti), chiude tutte lc sue lettere, ec, tribuire a una maggiore compren sizione. della tccnica c dello stile
e dossolosie (Rm 11,36i Ef 3,21). cetto Romani e 1 Corinzi. sìone dell'argomentazione Paoìi con cui vìenc aflrontala la silua-
La presenza di Paolo attraverso le na, purché sia usalo con Pruden- zione. Inîine si valura l'cflicacia
sùe lettere sipuò osservare in par- 3. QUESTIONI SPECIALI 3.1 za e sia sempre il teslo a detlarc retorica, cioè il movinìento del te-
ticolare in ciò che Funk deîinisce Paolo e la critica retorica -
Re- lo schema finale. Per esrlmPio, I'a sto dal problema alla soluzione.
(<parusia apostolican (per esem- centemente gli studiosi hanno ri- nalisi retorica di Galaîi di H. D. Queste fasi permettono all'inter-
pio, Rm 1,8-15; lCor 4,14-21; 6al preso lo studio dei modi di comu- Ilelz ìdentifica lo scrilto coÍìe una prete di valulare e di intcrpretare
4, I 2-20), che tratta essenzialmen- nicazione o persuasioîe (yedi Ctl- lcttera giudiziaria o apologetìca piil atteÌìtamente il linguaggio e il
Ermeneutica, interpretare Paolo 544 545 l-rmeneutica, inf erPreaare Paolo

signiîicato di Paolo in passi spe- cessità del contesto immediato, ti giudaicì o ellenislici Probabil rienti e rigide; il loto scopo è quel-
cifici. come la teologia deÌl'incarnazio- mcnte hanno qualcosa di entram lo di fornire posilivc indicazioni
3.2 Credo. inni ed elementi li- ne e dell'esaLtazione di Fil 2,6-11. be le culture. moraLied etiche. I-c lisle sono tal-
turgici Le lettere di Paolo so- In verità, questi criteri non sono I codici domestici ritlettono una volta dilettameÌÌtc connesse con iL
no piene di materiale proveniente infallibili (cfr. le obiezioni di
G. clelle primc metafore per Lzt Chie- loro contesto (per esenlPio, lCol
da proiessionidi lede e dalla litur- Fee a Fìl 2,6-ll come inno), ma sa, quella della faniglia aLlargata 5,9-10; 6,9-10) e talvolta fanùo ri-
gia, conprendente affermazioni di rappresentano il consenso della ri- Dal momenlo che la Chiesa stes corso a regoÌe moralj tradizionali
fede coúe <c4ààa, Padrerr; <ma- cerca moderna. sa era ùn macrocosmo della fami- e amplamente accettatc (Per esem-
runatho>, <<amen>; dossologie; È interessante che le afferma- eLia (Ef 5.23.25 2?), ne consegui-
pio, Rtn 1,29 3l).
benedizionì; Credo; illni. Tutto zioni di fede di Paolo a volte sia- va che la sua unità Primarìa, la îa -l-4 ll c€nfro delìa teoloPia di
questo si sviluppava sulla basg di no centrate su afîermazioni eti- miglia, servisse da esemPio Per Ì'u- Paolo Recentemcnle si t mol-
due ùecessitài il culto nelle assem- che e dortrinali (per esempio, Fil ùità etica e 1'eqùità che doveva ca- to djbartuto sulla possibilità di dc-
blee domestiche e il bisogno di rin- 2,6-ll: Rm 10,8-10; cfr. Fowl). r'lteîizzaîe la Chiesa nel suo in- terminare il (centro> dcl Pensie
saldare delle conviùzioni aLla luce Un aspetto dell'interpretazione si sieme (cfr. Ef 5,21) Alcuni (Per ro di Paolo. Dato chc le sìle letle-
del numero sempre crescente di concentra sulla lunzione del Cre- csempio, Aune 196) sostengono re soùo per natura occasionalj e
falsi maestrj; il loro scopo era sia do o dell'inno sia nel suo conle- che lo scopo dei codìci iosse inte dato che Paolo non ha sviluppa-
di indirizzare il cuore a Dio che sto originario nella liturgia cristia- ramente aPologetico: dimostrare to il suo pensìero sistematicamen-
fissale nella mente verità stabili- na primiriva che nel suo contesto che il Cristianesimo non era sov te, è possibile farsi un'idea della
te. Il centro della maggior parte alì'inrerno della ìetlera di Paoìo. vcrsivo. Comunque, 1'esempio dl <teologia> di Paolo in senso am
del materiale appartenente a pro- Ad esempio, Fil2,6-8 funziona sìa 1l,t 2,12 ((glorificarc Dio nel gior- pio o dì un <centro)) in senso strel
fessioni di fede è la persona e I'o come inno cristologico liturgico no del giudizio>) dimoslra anche to? J. C. Beker chiama questi Po-
pera di Cristo, soprattutto la sua che come paradigma o parenesi un intento missionario. Il loro sco- lì (La dìaleltica di coercnza e con-
incarnazione (Fil 2,6-8), il modcllo ùeL conresto di Fil 2. Qucsto è al- po cra però, in primo luogo, in- tìngenza> (Beker 15-19); altri pre-
di umiliazione ed esahazione (Fil quanto insolilo, ma gli interpreti terno: regolare le relazioni sociali leriscono vcdere neÌ Pensiero di
2,6-11; Rm 4,24; 8,32), la sua dcvono csscre consapcvolj dei due nclla Chiesa. Paolo sia l'unilà che la diversità.
azione salvifica (1Cor 15,3-5; Rm possibili elementi nel fare l'esege- l.e liste divirrit e vizi(vedi\\r' La maggior Parte degli inlerPreti
10,8-10) o la sua esaltazione come sÌ di un passo che contiene profès- Lil e vizi) hanno i loro paralleli nel cerca un equìlibrio. Un Punto de-
Signore cosmico (Col 1,15 20; sioni di fede. lc lisre tradizionali che ci sono note ponc (ontro la riccl(a di un'cen
lTm 3,16). E possibile che questi 3.3 Codici sociali e liste di vir- dall'anLichità e adempìono una tro. L ioè I'cnorm.- Jirersita di

elementi inseriti nelle letlere di tù e vizi I <codici domestici/so- îunziolÌe simile: incolaggiare il (centrit che sono stali trovati E.
Paolo siano stati citati da un col- ciall> o Haustafeln sl trovano nelle corretlo comportamento secon Kàsemann vede il centro nclla giu-
piis di materialc Iiturgico e di pro- lettere posteriori (e discusse) di do i
costumi del tempo (ma con slificazione per la îede o, Più am
îessioùi di îede. anche se certa- Paolo (E|5,21 6,9; Col 3,18 4,1; Fiu profolldc a\PeTtalive lcgilre DramcrLte. nella sjPIìoria di Djo
mente alcuni possono essere stati Tt 2,1-10), come pure in lPt illr rocazione cristiana. !lr' CaL iclr. \\4.1; R. Ir. l\lartin nell3 ri-
creati su1 momento dallo stesso 2,13-3,8 (vedi Codici domestici). 5,19-23;E|4,25-32), aiutare a di conciliazionc (redi Centro della
Paolo (redl Elementi liturgici ìn Un precursore è stato visto in Rm stinguere tra veri e falsi maestri teologia di Paolo); J. C. Beker
PaoÌo). 13,l-7, dove Paolo tratta la que- (cfr. lTm 6,4-5.11; 2Îm2,22 25)' nclL'apocalittica; c. J. A. Hjckling
Per indivjduare il mate ale pro- stione della sottomissione alle au- esporre il comporlanento che si nella nuova cra e nclla nuova vita
veniente da inni e prolessìoni di torità civili (un lema che si lrova rspeltava dai capi delle Chiese in Cristo; B- P. Sanders nelia si-
fede sono stati usati vari criteri nel codice domestico di lPt 2). (1Tm 3,1'll;6,4-5) e dimostrarc gnoria c1i Crìsto e nclla missionc
lbrmali: spesso sono introdottj da Questi codici trattano delle reci- lil dcpravazione dei Pagani (Rnì ai pagani. Senìbra che nessuno
ftos (<chi>) o foti (<chc)); può es proche responsabilità tra i mem- 1,29-31; lTrn 1,9-10). Paolo segui concordi davvcro stl uù centro
sere ll,ìato il l'ocàbolario (ricevere- bri della casa: moglie e madto, ge- va iparallcli giuJsjcj piir clre clle Qùcsto ha portato nolti altri a so-
trasmettere) (per esempio, lCor nitorie figli, padronie schiavj. Le rìi\Lici in un aspelto naLlicoldlel le stenere che centro del Pcnsiero
a1
15,3); spesso c'è anche una serie liste di vizi e vinù appaìono, in- rue liste si coliccntravano di piil di Paolo ci sia un insieme di tcmi,
di costruzioni participiali paralle- vece, in tutte le lettere, eccetto Fi- !rlle virtiÌ e i vizi socio comùnitari pìultosto che una silgola idca o un
le e itermini utiLizzati possono non lemone e 1a corrispondenza con i (per esenpiot amore, Pazicnza, in- principìo controllore (vedi Intcr
essere comuni a Paolo; c'è un cer- Tessalonicesi. Gli studiosi, notan- rìdia, conlese) che su quclli indi preti di Paolo).
to modello innico o strofico, e il do le somiglianze tra le liste di vicìuali (per esempio, aheriEia). L'uscita dal labirinto ò Possibi
contenuto di solito è altamente cri- Paolo e quelle che si riscontrano Sia nel caso dei codici socìali le con I'ntilizzo delle tccniche della
stologico; inîire vi si può forse di- nel Giudaismo e nell'ellenismo. , hc dclle liste di vizi e virtir I'in reologia biblica, specialùente
scernere un significato, in base al non sono concordi nel rit€nere se rcrpÌete deve tenel preselÌte che le quelLe del metodo analitico Un
quale il passo va al di la delle ne- queste list€ derivino da preceden- i\lc non intendono essere esau approccio del liPo (bottom-uP)
Ermeneutica, irlerpretare Paolo 546 547 Erú€neutica, interpretare Paolo
(su e giù) seguirà i temi nel loro non sono stati sviluppati i criteri dì una verità di base o un'organi- va> per spiegare il movimento del-
sviluppo da una lettera paolina a1- ermeneutici per determinare qua- co sviluppo del pensiero), perché la Chiesa primitiva dall'apocalit-
l'ahra, permettendo loro di deci- le sia corretto in un determinato risurrezione al momento della tìca alÌa missione universale; yedl
dere la dìrezione. Si comincia col caso, morte e al momento della parusia Approcci sociologici a Paolo).
tracciare e fare una mappa di que- L'esempio che viene pjii spes- non sono contraddittorie se si ipo- Ci sono però diversi problemi
sti temi che si sviÌuppano libro do- so citato è queÌ1o dell'escatologia tizza uno (stato intermedio>. Al- inerenti a questo approccio. Ap-
po libro. Da questa analisi posso- paoÌina. Da una parte è stato ipo- la luce di uno (stato intermedio)) plicare un modello del XX sec. a
no essere scoperli modelli arche- tizzato che lTs 4-5 (risurrezione al può non essere ncccssario chieder- una situazione del I sec. può îa-
tipici che uniscono le idee princi- momento della parusia) derivasse si se Paolo avesse cambiato ilsuo cilmente portare a un uso scorret-
pali in ciascuna lettela e poi tra le dal primo periodo apocalittico di pensiero. È possibile che 1'aposto- to di dali in appoggio a una teo-
singole lettere. Quando quesri mo- Paolo, lcor l5 e 2cor 5 (risurre- lo sotîolinei due diversi aspetti di ria imposta dall'alto, piuttosto che
delli archetipici si úniscono lungo zione ma senza forti connotazio- una verìtà piu ampia, rivolgendosi a una emergente dai dati stessi.
linee di ìmponanza primarja e se- ni apocalittiche) dal Giudaismo el- in ogni caso a ùna particolare si C'è una certa tendenza revisioni-
condaria, lo studioso può sperare lenistico, e le letlere dalla prigio- tuazione contestuale. In altre pa- sta in simili approcci; i dati sono
di scoprire un'idea singola (o un nia (dove l'escatologia teahzzata role, c'era probabiLmente uno svi- spesso troppo scarsi per appoggia-
jnsieme di idee) dalla quale deri- sostiluisce l'attesa della parusia) luppo nel pensiero leologico di re tali teorie, Paolo non ha scrit-
vano le altre. Solo allora è possi daila Chiesa ellenistica. Dall'altra Paolo. ma è difficile accertarlo nei to un trattalo sociologico su Co-
bile dimostrare un (centro) per il parte, molti hanDo anche ipotiz- casi parlicolari a causa della scar riÌlto o Tessalonica, ma solo delle
pensiero paoÌino. zato uno sviluppo in cui Paolo si sità dei dati (le lettere di Paolo, an- lettere pastorali per intervenire sù
3.5 Sviluppo in Paolo - Cli in- nuove da una credenza nella ri- che prese insieme, costitujrebbero problemi locali. Spesso è troppo
terpreti di Paolo hanno discusso surrezione al momerìLo della pa- un trattato abbasranza breve per îacile prendere ùn problema spi-
abbastanza a lungo in che misura lusia (1Ts 4; lcor 15) a una cre- gl\ standard odlcrr'i). rituale e leggerlo come ùn proble-
1a teologia dcll'apostolo abbia su- denza nella risurrezione al mo- 3.6 Paolo e la sociologia ll ma sociale. Ad esempio, alcuni
bito uno sviluppo da una Lctlera mento della morLe (2cor'5). lvla ministero di Paolo non si svolge lìanno visto il problema della car-
all'altra. Alcuni hanno soslenu ìl problema piu grande è quale dei in un vuoto religioso. La sua mis ne offerta agli idoli in lCor 8-10
to che la teologia di Paolo fosse tre modcllidi sviluppo spieghi me- sione fr,l condotta all'interno del- come un conlliTio sociale tra clàssi
già jnteÌamcntc îormata nel mo- glio i dali delle aflermazioni esca- la struLtura socioeconomica del alte e basse, invece chc un proble-
mento in cuj comiùciò i suoi viag tologiche di Paolo, e col)le sj pos- l'impero romano e I'apostolo ne ma religioso tra forti e deboli. Se
gi mìssionari, mcntrc altri crcdo- sa decidere. uriìizzò le isliru/ioni e ìa dinami si tratta di un conlLitto sociale, es-
no che nelle sue leLtere si possa ve- I-'interprete deve considerare ca sociale ncL poltarc avanti la so dev'essere provato sulla base
dere uno sviluppo. Longenecker sia ifattori semantici che quelli missione- PaoÌo costituisce perciò del testo stesso. La tendenza a
(24-26) indica tre rnodelli di svilup- col.ltestuali. La prima ipotesi, sc- un campo attraelte per Ìe anaìisi spiegare tùtti i fattori come risul-
po: 1) c'è uùa fondanìentale unì condo cui Paolo si muove da urla socìologìchc. La sociologia corne tato di forze sociali è riduttiva, ba-
tà e iclentìtà nello sviluppo, con i p.inliliva concezione apocalitrica discipliùa sludia le Ieiazioni e La sata sull'ipotesi irlsostenibile che
successivi cambiamenti che sono a una ellenistica sembra esserc in cornìce sociale che fornano ùna ì lenomeni religiosi possano esse
nuovc dcduzioni, applicazioni ed linea con ìl terzo modello di svi- società. Cli sono due aspetti della rc ridotti semplicemente a fattorì
esplicazioni delle idee fondamen- lùppo, ma ùon si adatta semplice- sua applicazione allo studjo di umani. La teoria sociale ha certa-
talì (è il punto dì vista dei padri mente ai dali. Ci soÌro aspettj apo- Paolo: 1) la descrizione sociale mente un posto nell'analisi del-
alessandrini); 2) c'è uno sviluppo caljttici nclle lcttere ai Corinzi (per studia i lattori culturali e i costu- l'ambiente, ma dev'essere usata
organico con una vera e propria esenpio, lcor l5), comc pure nel- mi sul cui sfondo si sitìrano i testi con attenzionc, con un occhio co-
innovazione, ma che si sviluppa le lettere daÌla prigìo[ia, che man biblici allo scopo di capirli meglio sLanlemente aperto alle tendenze
sempre a partire da ciò chc è ine- Lengono una fortc attesa della pa- (per esempio, Ìe prariche del ban- riduttive. Tutto sommato, la de-
reùte al <seme) oÌiginario (è il rusìa (per esempio, Ei I,14; 5,5; chetto ellenistico dietro lCor scrizione sociale è piiì utile dell'ap-
punto di visia dei padri antioche- FiÌ 1,6.10.23; 3,21). La seconda ll,l7 34; vedi Sociologia delle plicazione dclle tcorie sociologi-
ni); 3) ci sono dei veri e propri ipotesì, in cui ilpensicro di Paolo Chiese missionarie); 2) 1'applica- che, ma entrambe possono essere
cambiamenti di pensiero, non so- circa il tempo delÌa risurrezioùe zione della teoria sociologica, di aiuto.
lo innovativi ma perîir1o contrad- sembra cambiare, suggerisce for- lrsando le moderne maùoteorìe Oggi c'è un generale consenso
dittori, e scnza alcuna corrispon- se uno sviluppo. Ma quale dei tre per reinterprelare la dinamica so- nel sostenere che la missione di
denza con le idee precedenti (è il modelli di sviluppo va bene con ciale che muove lo sviluppo della Paolo non fosse ristretta ai soli
punto di vista di Bultmann e dei questa visione? MoÌti direbbero Chiesa primitiva (per esempio, I'u- poveri, ma abbracciasse un arco
suoi seguaci). La maggior parte che I'escatologia paolina fornisce so da parte di J. G, Gager dei mo- sociale piu ampio, includendo
degli studiosi di Paolo sostiene un esempio per uno dei prìmi due clerni movimenti millenaristi, e la quelli della fascia medio-alta del-
uno di questi tre punti di vista, ma modelli (o una nuova spiegazione teoria della <dissonanza cogniti- la sfera sociale. Il proconsole di
Ermeneufica, interpretare Paolo 5'18 s49 Ermeneutica, inlerpretare Paolo

Cipro era tra i primi corlvertjti di re della visione tradizìonale. È ne- blìgo di Filemone verso Paolo (da1 storico-culturale tra il mondo bi-
Paolo (At 13,12) e Paolo si muo' cessario studiare il contesto dell'e- quale Paolo deduce una posizio- blico e il nostro. llmetodo per su-
veva liberamente da un arnbiente pisodio blblico e delle possibìli ne di superiorità), e il debito di perare questo divario ammetle il
rurale (come gran Parte del suo spiegazioni c vedere quaLe sia piu Onesimo verso Filemone (così che dilemma forma-contenuto: il con-
primo viaggio) auno urbano (che coerente con i dati del NT. Non Onesimo gioca il ruolo di suppÌi- tenuto delle lertere di Paolo for-
caratler\zza il secondo e il terzo bisogna leggere parallelj exîrabi- cante). Paolo si rivolge a Filemo- nisce il nocciolo del significato,
viaggio). Lo studio deì più degli blici Del contesto paolino piir di ne dal pùnto di vista di Onesimo mentre la forma nella quale viene
ottanta nomi che si lrovano nelle qùanto consentano i dati. Iltesto c chiede non solo che Onesirno sia compreso (cfr. sopra, 1.5) cambia
lettere di Paolo ha dimostrato che stesso determinerà quale teoria perdonato, ma anche che sia libe- da cultura a cultùra. Questo pro-
un numero significativo aPParte- permetta di spiegarlo meglio. llna rato (con (îratello) che in Fm 16 cesso era vero anche nella Chie-
neva alla classe alta; le loro case volta osservatc qùeste precaùzio- ha implicazioni sia legali che so- sa primitiva. Paolo consapevol-
ospitavano le Chjese domestiche e ni. la ricerca sociologica si rjvcle- ciali). Paolo usa perciò la sua <au- mente contestualizzò il vangelo
la mobilità era la spina dorsale rà un alleato prezioso per gli stù torità)), subito afîermala e velata, giudeo-crisiiano della Chiesa pri-
della rete missionarìa di Paolo di paolini. come pure la sua amìcìzia con Fi- mitiva per la sùa missione tra i
(clr. Meeks). R. F. Hock ha mo 3.? Paolo e la narratività lemone per domandare la mano- Gentìli sulla base del principio
strato come il metodo missionario Molti critici lettcrari pensano cl'Ìe missione attraverso l'<obbedien- (tutto a tutti> (1Cor 9,22). Il con-
di Paoio fosse completato dalla tutti i generi, inclùse lc letlere di zaD di Fjlemone (Fm 2l). tenuto del vangelo rirnase invioia-
sua capacità di lavorare il cuoio Paolo, posseggano un (mondo La critica narrativa promette un to, mentre la îorma che assunse
(redi Fabbricazione di tende), che narrativo>, un aspetto îittizio che nuovo approccio a Paolo, ma il tra i centili fu diversa. Questo
gli forniva non solo i mezzi cli sus narra una (storia)) rìguardante il trattamento delle lettcre richiede caùsò spesso dei problemi, di cui
sjslenza, ma anche la cornice so- conlesto vitale che sta dietro l'o- un'attenzione ancora maggiore dcl sono esempi il decreto di Cerusa-
ciale per molti dei suoi contatli pera concepita comc arte. ln que- trattamento dei libri storici, per lemme di At 15 c La questione dei
missionari con gli individui, con sto sensor si pensa, gli scrilti di ché è ancora uno <stranierot per lorti contro i deboli in lCor 8-10
i quali conversava e lavorava Era Paolo posseggono rutti uù intrec- i tcsti non narrativi. Il libro di Pe- ('edi Forte e debole).
questo un modo dj agire non solo cio, un punto di lista, una strut- tersen rappresenta nuove slimo- llprocesso è lo stesso anche per
dei rabbi, ma anche dei lilosofi tura ideologica, una cornice, una lanti possibilità, ma illustra anchc noi. Il passaggio dal testo biblico
stoico-cinici. caratterjzzazionc rigìJardante il molle delle trappole di urla criti al contcsto attuale non è caratte-
Quando si intraprendc una rì- lettorc implicito, e ùna conclusio- ca letteraria troppo esuberante: rizzato da una esatta corrispon-
cerca sociologica è importante os- ne. Molti studjosi distinguono 1ra cioè una facile dicotomia tra slo denza di og:ri elemento con un al-
servare alcune precauzioni errne la cornice storica. o evcùto dietro ria e finzione nel testo: la mancaÌl tro, ma da ùn processo dinamico.
neutiche. Prima di iniziare uno iÌ Ìesro. e l'(universo simbolico)) za di uno sviluppo dei criteri per Nida e Taber (51-54) harno svi-
studio sociologico, l'esegeta devc descritto nel testo. ll primo si ri- distinguere tra i due aspetti; un'i- luppalo ùna tecnica dj traduzione
sottoporre il brano a un'attenta ferisce a quanto rcallnenic acca- gnoranza della dimensione reie (che si appJica sia alla conteslua-
analisi grammaticale, semaltica e dLrto, il secondo alla ri-creazìone renziale in favorc di cluella simbo- lizzazione che alla traduzioneì con
sintattica, jL che gli permetterà di lì[izìa dell'evcnto nelteslo. La se- lica; un riduzionismo che ignora cui iÌ lradùttore ((retrotrasforma,
controÌlare che un (<evento) revi- conda (storia, non deve confor- il genere epistolarc in favore del- il messaggio di superficie dellesto
sionistico e rjcosLruito non predo- marsi alla prima, perchó si lratta la narratività; il leggcrc troppo fa per scop re I',eìemenlo lranscultu-
mini sul testo. Bisognerebbe esse- di ùn mondo filtizio e ricosirùi1o cilmente categorie del XX secolo rale dietro il passo, la verità uni-
re completi anche nella compila chc Paolo crea. ll letlore rìtrova in documenti an(ichi. Tutto que- versaÌe che sj appLica ad ogni cul-
zione dei dati. Una cosa è sugge- la (storia) rielaborando la lette- sto, però, può €sscre corretto e tura. La veriîà universale viene al-
rire un possiàl1e <background) so- ra per scoprire il (lenlpo della sro' l'approccio narrativo a Paolo ha lora <trasformaîa in avanti) per
ciaÌe e un'aÌtra del tutto dìversa è ria)) o la seqùenza strúttùrale die- una sua reale potenzialità (cfr. una situazione parallela oggi. Al-
affcrmare che questo è il ((back- tro iltesto djdatlico. Ogni passag- Bartchy 308-309). cuni testi nel passaggio restano in
ground) vefoslt ile, Pcrché que- gio dà un indizio su r(ciò che è ac- 3.8 Contestualizzazione di Pao- tatti, come gli ammoninenti con-
st'ultimo non può essere deciso 1ì- caduto) dielro il lesto, e queslì il]- lo - La conteslualizzazione. svi- tro l'orgoglio e la discordia di Fil
no a che non siano state esploratc dizi sono riorganìzzati lungo le li- luppata dai nissiologi negli anni 2,1-4. 14-1 8. Altri testi richiedono
tutte 1e possibjli spiegazioni Nolt nee della storia per ricavare il '70, è il processo di comunicazio- una trasformazione piii profonda
è snfficiente mostrare che ùn con_ mondo narrativo nel teslo l1e tra una cultura e l'altra, che de- a livello di principio, come lo sfo-
flitto per un pasto di tipo elleni- Un buon csempio è L'applicazio- termina il significato di un testo go di Paolo contro i giudaizzanti
stico. orientato pei classi, sia alla nc, ad opera di PcterseD, dei me- biblico per un gruppo di cultura di Fil 3,1-6.18-19. C. D. Fee e D.
base deL conflitto sulla Cena del todi narrativo e sociologico a Fi molto diversa da quelle in cui nac- Stuart (61-65) indicano due ripi di
Signore di iCor t l; bisogna dimo- lemoÌre. Egli è del parere che dlle que la Bibbia. La barriera è stata principi dì trasformazione: <appli-
strarc che la spiegazione è miglio' (eventi) dominino la lelleIa: I'ob- thialnata distanziazíoxe, il divario cazione estesaD (per esempio, ap-
Ermeneutica, interpretare Paolo 550 551 Esaltazione e intronizzazione

plicare <legato a un giogo ingiu- superiicie, sesto passo). Si arriva Grand Rapids 1990j Kaket W . C., Tawdù ESALTAZIONE
così alla contestuallzzazione del an ExeeeÌica ITheolosf: BiblicalPtìnciptes
sto) [2cor 6,14] al matrimonio lat Prcdchins and Teachìns, Baker, craDd
E INTRONIZZAZIONE
con infedeli) e <parricolari che non testo. Rapids 1981i Kàsemann E.. Ne\| Tetament
sono paragonabilil; (per esempio, ol Tad a!, F at.úe$, PhiÌadelphia
Que st i o ns Sovvarro L Paolo e il Crìslo €saltaro:
la carne offerta agli idoli in lcor Vedi anche: Approcci sociolo- 19?9j Ke€ H. C.. Knovledse in Tluth: A
l.lL'eslerienza di Paolot l.2llCesirier-
gicj a Paolo; Canone; Centro della Sociologìcal Apptua.h to Nev Testanent
8'10, che dev'essere applicata al li- lnterpreIaÌio , FotÍess, NlinDeapolìs 1989;
reno e iÌ Cristo esalralot 1.3 Paoìo e ta
vello di principio). teologìa di Paolo; Critica retori- crhtologià deìÌa Chi€sa prìmitiwi 2.
Kennedy G. A., ,V?, 'l"eeament Interyre-
Asp€iti dell'esaìtazione; 2.1 RisLrrrezio
Ci sono sei passi nel processo di ca; Elementi liturgici in Paolo; In- tatian thtuush Rherotical Ct l/j.ùm, Univer
net 2.2 Ascensioneì 2.3 Inrronjzzazione;
terpreti di Paolo; Lettere, forme sily of North Carohrc, Chapel Hill (NC)
contestùalizzazione. Primo, deter- 1984; LoDgeneck€r R. N., Nev Testamenî
2.4 Parusia; 3. Esahazione e sjsnorja di
minare il messaggio di superîicie epistolari; Omileîica fondata su Social EthìtsJot Todt!, EcrdmaDs, Crand
Crjsto; 3-l Signorci 3.2 Fielio; 3.3 Re; 4.
medianle l'esegesi storico-gram Paolo: Paolo nella tradizione della Rapids 1984t MackB. I-., Rheîork and
maticale. Mcttendo ìnsieme iùîor- Chiesa primitiva. New Tesîaneht, Fort.ess, Mi!neatolis
mazioni grammaticali, semantiche
1990; Nlartin R. P., Re.orcilìation: A Stu L'esaltazione di Gesu Cristo,
.lr ol Poul s Theotasr, zarde.van, crand con la sua intronizzazione alla de-
e storiche, l'interprete cerca di sco- Bìrr Apel K.-O-, Heùneneuîík und Rapids 1990 (riv.)i Meeks W. A.. I Ctìstia-
stra di Dio, è un tema signilicati-
prire il significato originale del Ideolagiektìtìk,S)htkunp, Franktìn l97l:
Aune D. f;.. 7lp lesîanent in lts Li-
nì dei pùtni secolì. Il no do sociale dell d
pastah Paolo, Coliezioùe di Ìesli € studi. vo della cristologia paolina, di cui
passo nel suo antico contesto. se- ^r€r
tera t I Ent i t o n me nt, 1N esrmjnster. Philadel-
IÌMulino, Bologna 1992; Nida E. A. Ia non costituisce sempìjcemente uIIa
condo. studiare il soggiacente phia l98ri Bartchy s. S., Phìlenon, Epistle ber C. R., Zr? fhco.! dn.l Pructìce o.f parte, ma ne forma il nucleo
/o. in,48D, vol. v, pD. 305-310; Barhes es-
messaggio teologico o <della strut- Ttunslatían, E. J. B.ill, Leiden L9?4:
R.. lion wotk r, Ier1, in J. v. Ha.ari A'Btien P. T., InîrÒ.l dot! TlMnksgiting senziale che dà rignificato a tutto
tura profonda) mediante la leo- il resto. E l'esaltazione che rivela
lcd.). Tettual Strdtesies: Pcnpectìre in ín the Lettcts aI Poul, E. J. Brilì, Lejded
logia biblica. Quando Paolo scris- PosÍ Sîru.turalist C/iri.rsm, Cornell Uni- 1977r Osbo.ne G. k.. The Henneheutitot la vera identità di Gesu, dà il si-
se le sLte lettere occasionali, scelse vemiry, Ìihaca 1979, pp.13 8lì Beker J. C., Spitol: A Conprchphsive Intrcdu.rìon ta
The lii ,tph al cotl îhe
Essenrc aJ gniiicato definitivo alla sua vita e
consapevolmente il suo messaggio Bì hlicd I Int?eret at ion, InterVarsjry, Dorv-
Paul's Thaught, lorlress, Minncapolìs nùs G.ove (lL) l99l;Pcicneù N. R., Re morte e fornisce la base per la spe-
di supcrficie da un insieme piir 1990r Culpeppcr K. A.. Anaton! al the ..liscoteùng Pdul: Phìknan ond rhe Socio ranza cristìana. La stessa esperien-
profondo di verità teologiche for- Faunh Gospel: A Srùt1! in Lìteúav DesiSn, lost of Ptul's Naùdriv lilo.|d. i:oriress. za di Paolo del Cristo esahato, la
mulate da Gesù, dalÌa Chiesa pri Fonrcss, Philadelphia 1983ì Deissmann 4., lrhiladcÌphja 1985t Radiord Ruerher R..
LíBht the Ancìent East, Hoddet &
[tan L'ihk'.prctazìone lèrultinistd: un nelodo di sLra comprensione degli elementi
mitiva e da lui stesso. L'interple- Stoùghton, London 1909i Derida J., .512. coÙelazione, ;\ L. NI- Rulsel (cd.), lnrcl- che costituiscono qùesta esaltazio-
te cerca di scoprire queste catego- ture, Sísn, a|d PIay in the Discoutse o./ the prcrazione len nnlísla deltu EibbLa. Otjz
ric teologiche più ampie allo sco- Hùìndn Scie .es.;r Ba$ (cd.). I'lìrl,ÌÉ zonli biblìci, Cìrtadeìla. Assisì 1991. pp.
ne. e la sua identilìcazione di Ge-
po di capire il messaggio del testo ^. oî Chìcago, Chi-
ahd DúJèrcne , U ù\e$iry su come Signore hanno proionde
caqo 1978, Fìr. î9 153; fe€ a'. D.. P,'riltp Ctítì.ìstn ak.l The Srnopric Gospels, ii1 implìcazioni non solo per una pie-
in un modo più prolondo. Terzo, pìans 2:5-ll: Hynn ot Exahed Pauline Pto' JAAR 5211984) 30?-324; Rìcoeur P., La
bisognercbbe studiare la sitùazio- na comprensione delÌa persona e
r"l, ìn aaR 2 (1992) 29-46i Fish S. E.. /s ,leralota riva, Di fta\te e attravcrso. Ge-
ne (mediante 1'analisi dello sfon Thete d Text n Thìs Class? The Authoriîv nc.aÌi, Jaca Book, N.Iìlano l98l I Sandc6 E. deÌl'opera di Gesu, ma anche per
do storico-religioso) che portò aJ Itúeryrctfie Connukities, Har!ard UDi- t'., Pdob e il gildai\n1o pulerlt?e.se, Biblio l'attuale esperienza e il destino de-
!ersìr-\', cambrìdse (lvlA) 1980i FowÌer R. teca leologica 21, Paideia, llrcscia 198ó: îinitivo del crcdente.
Paolo a enîatizzare i temi nel te- M., Vho ìe <the Readet, i, ReddeÈ Searl€ J. lì., iipresJlor rrd M?untue: Stu
sto. Questi primi trc passi sono la Response Ctíîìcìen?. in Sen€ia 3l (1985) dr ìu îhp Theort o.ÌSpeecl,,1./s. Univcrsi
colonna storica (o <ciò che signi rt Press, Cambrid.sc l9l9j Id., Spee.h Acts: 1. PAOLO E IL CRIS-|O FSAI.-
llompiari, Milano l98l; Gaccr H. G., An Essay in rhe Philosoph! qf Lsnguoge, TATO - 1,1 L'esperienza di Pao-
ficavar) del lavoro ermeneutico. Kinldon dnd Conntunitr: 'fhe Socia!
Gli ultimi tre costituiscono la co lya cl al Ea r Chtìstìanìtt, Prentjce'HaÌI,
Unìversirt Prcss, Cambridge 1969; Stovers
S. K., LeterWtìtitry in Creco-tìonan An
lo Al centro della crisrologia di
lonna contestuale (o <ciò che si- lìnglewood CLifls 1975i Gùtierr€z G., ?"et 1lq4ilj,, Wefmir(er. PhiladeÌphia 1986; Paolo, quaÌe emerge dalle sue let-
gnificaD). Il qùarto passo consi- logia della lìbetr.ìone, jllblioteca dilcolo TeSeììe Mclasue S., rvod?ls o.l Cad: Thco- tere, c'è ìl Cristo esallato; è a lui
sia contenporanea ll. Querhiana, Brcscia bst lbt an Ec.,loti.al, N clear Ase, Fat- in quanto esaltato che il piii delle
ste nel cercare la sjtuazione paral l9?2, 1980i Hlbernas .1., Conosenxa e in Lrc$, PhiìadeÌphia l9E6i Thiseìton A. C..
lela nel mondo moderno, cioè rslerse. Lìiblioteca Universale L'atetza 322, \ctt Hotìzons in Hernekerl.r, Zonderran. volte egli si riferisce quando par-
quelle aree che si adallano alla si Latcrza, Roma-Bari 1990: HickliDe c. J. (ìand Ratids 1992; Vanhoo2er K. J., rì la di Cristo. Ciò è dovuto al fatto
A.. C. trc d d Peripherr in Paul's bli.ul Narrdfite ìn the Philosopht al Paal che l'esperienza che di Gesir Cri-
tuazione chc sta dietro il teslo. Bi- Îio,8ftr, ìn L. À. Lirineslone (ed.), sre Ricoeur: A Srud! ìn neùneheutìcs snd
sogna chiedersi: (Se PaoÌo parlas dia ltil)lica IIL Pduld tl OtherNT
Papet an rreolos), Universj!! Press, Cambridge
sto hanno Paolo, e coloro ai qua-
se alla mia comunità o gruppo su- ,1rlÌols. Acadenric, Shcffield 1976, pp. t9901 ld.. The Senrcntics o.f Biblícd! Lire- li scrive, è quasi certamente solo
199 21:l: Hirsch E. D., voli.lt! ìn Interprc' t(lute: Trufh and Sùípturc's Dhetse Líîe
glj argomenti di questo Passo, /d/ror. Yale Univcrsily. New Haven 196?; /drl fbrrnr, jn D. A. Carson J. D. Wood-
quella deÌ Cristo risorto ed esalta-
quali îemi affronterebbe?). Infi- Hock R. f., 7/rc ,So.ial Context ol Paul's úiC,Ee. Hemeneutics, Authotirr and AL
to. Benché non sia dimostrabile
ne, I'interprete deve decidere se Minislt!. :fenfnsking and Apasîleshíp, /r.n, Zondervan, crand Rapids 1986i Way senza ombra di dubbio che Paolo
contestualizzare iÌ passo in modo Forr€ss, Philadelphia 1980; her w., Ir? tJ. \, The Lotdship oJ Christ: E n Kàse- non avesse mai visto o sentito Ge-
Aù alRedding: A TheÒr! al Aesthetic Re' runn s hlferprctation o-f Pdul's ThealaE!,
sil durante il suo ministero (che
generale (al livello di prirlcipio, .!porsd, John Hotkins Unive.shy, Baltino { Ìarendon. Oxiord 1991.
quinto passo) o in modo specifi re r9?E; John;on E. E., Exp.,sibry Het Paolo sia cresciuto a Gerusalem-
co (allo stesso livello dcl teslo di n."p tìr'\ /1h h1îtodrttion. ZaideNAî' G. R. Osbot e me e abbia ricevuto lì la sùa istrù-
552 553 Esaltazione e intronizzazion€
Esaltazione e intronizzazione
zione è stato sostenuto da W. C 15,4 8). lnoltre, al contrario di ni) o afîermazioni di Credo tra può avere influenza (Rm 6,l4-19;
van Unùik), resta Piu Probabile qùanto sosliene, Per esemPio, R. dizionali, ìn particola.e quan- 1,1.9: lCor 15,20-23.42'44i Co]l
Bultmann. cioè che l'insegnamen- clo parla delÌ'esaltazione di Cristo 2,13; 2Tm 1,10). La rìsurrezio-
l'ipotesi che il primo iùconlro di (cfr., per esempio, Rm I,3-.1; lCor
to deÌ Gesir storico è virtualmen- ne conferma la sua iigliolanza di-
Paolo con Gesìl Cristo sia stala
îe assentc neglì scritti di Paolo, vi 15,3 8; Fil 2,6 lI; CoI l,ls 20: vina (Rm 1,3-4); annuncia I'ac
I'irresistibile e sconvolgente espe-
sono negli scritti paolini numero- 1Tm 3,16; ledi Credo.). tn eîfctti cettazione da parte di Dio della
rienza sìrlla via di Damasco, regi
si punti dj conlatto con l'insegna- questi passi, in cui egli <lrasmel sua rnofte salvifica (Rm 3,21-25i
strata lre volte negli Atli (At 9; 22
e 26) e alla qllale lo stesso Paolo menlo dj Gesir così coìne è presen- le) quello che a sua volla ha <ri- 4,25), altesta la sua esaltazione a
ccvuto). lormano il nucleo dcl suo Sìgnore (Rm 10,9), proclama il
allude in lcor 9,1 e 15,8 (Yedj lato nei vangeli, anche se Poche
sono le citazìoni alla lettera (tedi insegnamento sul Cristo esaltato suo ingresso nella potenza e nella
Conversione e chiamata di Paolo).
Tutto questo esclu- (vedi Tradizione). Anche se talvol- gloria del suo Regno (Ef l,l9-21)
L'incontro con il Sjgnore esalta- Gesù, detti di).
de l'interpretaziolle di 2cor 5,16 ra Paolo adatta questo materiale e renderà possibile iÌ suo ritorno
Lo forma il centro dinanico della
sostenùta da W. Bousset e Bùlt- tradizionale inserendovi qualche dal cielo (1Ts 1,9-10). Molti dì
sua comprensione! il Pullto di Par
mann, e seguita da molti studiosi parola o frase per renderne piii quesd passi, e le idee in essi asso-
tenza della sua crislologia (cfr.
chiaro il senso, non altera radical- ciate alla risurrezione, dimostra-
KiÌn). Mentre per j primi discepoli eùropeij secondo la quale questo
versetto indica che per Paolo il mente il loro significato, mostran- no che i quattro elementi (risurre-
il fatto eccezionale è che Gesu, la dosi così ìn accordo con il mate- zione, ascensione, intonizzazione
cui vita terrena essi hanno condi Gesil storico è irrilevante in con-
viso e della cui morte sono stati te- fronto al sìgnilicato cruciaÌe del rìaÌ". precedenle che ùsa. Ogni vol- e parusia) che si trovano nella
Cristo esaltato della lide. Paolo, ta che Paolo îa riîerimento alla comprensione che Paolo ha dell'e-
stin]oni, è stato innalzato a Signo-
piuttosto, metle ìn contrasto la sua confessione di Gesir come Signo- saltazione, anche se teoricamente
re, per Paolo la cosa sorPrenden
comprensione di Gesr) prima del- re la chiaramente ricorso a una separabili, formano un'unita; so-
te è che colui al quale (è stato da-
la conversione con La visione to- precedente e diffusa tradizione che no quattro parti di un'unica esal-
to il noúe che ò al di sopra di ogni
taÌmente nuova che egli ha come era al centro della proclamazione tazione. Perciò, quando Paolo
altro nome), il Fìglio preesisten- parla della Ìisurrezione di Gesu,
e della confessione del Cristiane-
le e ora Signore della glorìa, ab- cristiano.
lnoltre, Paolo non ha nessun simo primitivo. egli include, o implica, tutto ciò
bia umiliato se stesso assumendo
dubbio cìrca l'identità Personale che si intende con esaltazione.
la carnc urnana e sottomettendo-
si alla morte (lCor 2,8; Fil2,6-11) delGesù terreoo e del Cristo cele- 2. ASPETTI DELI-'ESALTA- 2.2 Ascensione - Questo è

ste. una identità che è costitutiva ZIONE - Quattro sono gli aspet- ùgualmenle chiaro quando passia-
Per Paolo e coloro ai quali scrÌ-
deÌ vangelo che proclama. Pur ri- ri della comprensione che Paolo mo all'ascensione. I riferimcnti al-
ve, il Gesir nel quale credono, che
conoscendo diversi modi di esi- ha dell'esaltazione. Essi non sono l'ascensione di Gesù sono di per
adorano e di cui soprattutto han piuttosto rari in Paolo, e non
stenza (1cor 15,44 50), è chiaro rutti presenti ogni volta che si par- sé
no fatto espcrienza, è il Signore la dell'esaltazione; a volte sono c'è alcuna descrizione dell'evenîo
esaltato. che pcr Paolo il Gesir che è nato,
ha vissuto una vita umana ed è combinati ea volte un'idea ne in- così come si trova in Lc 24 e At
Il Gesal terreno c il Cristo
1.2
clude un'altra o piu ahre. Ma per 1. Questo non implica necessaria-
esaltato Comunque,questo Ìrorto su uùa croce è colui che ora
siede alla destra di Dio e che ritor- comodìtà di presentazìone li sepa- mente, come ha sostenuto pef
non dev'esscre inleso nel senso che
nerà neÌìa gloria, e questa jdenti- rìamo come segue. esempìo Lohfìnk, che Paolo e le
Paolo abbia poco o nessun iùte- 2.1 Risùrrezione - La risurre- tradizioni a lui familiari non co-
resse (o conoscellza) rìguardo aÌ tà costituisce la base della com-
prensìone di Paolo della futura zione segna il passaggio dallo sta- noscano lo schema <risurÌezione
Gesu slorico (vedi Cesir e Paolo)
traslormazione del credentc. to di umiliazione a quello di esal- - quaranta giorni - asceflsione>.
La mancanza di riîerimenti al Gc-
1.3 Paolo € la cristologia della lazione. Per Paolo essa è un reale Chc Paolo in lCor l5 sostcnga che
sù storico è stata sPesso esaSera-
Chiesa pdmiliva - La compren- cvento spazio-temporale in cui co- Gesiì sia apparso a lui allo stesso
ta. Paolo si mostra consapevole
lui che è stato crocilisso, mori e modo in cui è apparso agli altri
della nascita di Gesii della sùa dì-
e sione che Paolo ha di Cristo, in-
chrso il Cristo esaltato. è conlor- lu sepolto, fu jnnalzato a una vi- apostoli non implica necessaria-
scendenza sia da Abramo che da
me ail'insegnamento del rcsto del riÌ nuova (<per mezzo della gloria mente che Paolo non abbia alcu-
Davìde (Rln 1,3; Gal 3,16;4,4); è
NT, e ne rappresenta urro sviluP_ d".l Padre) (Rm 6,4). Questo non na conoscenza dell!ascensione. A1
a conoscerÌza del tradimento di comporla soltanlo una semplice contrario, lcor 15,8 mostra che
Gesir nella notte in cui ha istitui- po, anche se egli ne Parla in un
(lcor modo mollo particolare, per cui è restaurazione di vita. ma un nuo- Paolo sa che le apparizioni del Si-
to un pasto di comunione \'o e migliore tipo di vita, indi- gnore risorto sono lìnite e che in
11,23-25); menziona spesso la cro possibile individuare uùa cristolo-
gia prettamente paolina. Questo si \trultibile, potente e gÌoriosa, non qualche modo I'apparizione avu-
cilìssione, una morte in cui sono
t)iir soggetta a debolezza, malat- ta da lui è slata unica.
implicati icapi dei Giudei (lTs pùò notare nell'uso che fa di testi-
ria, inveccÌìiamento o morte, una Non c'è contraddizione tra Lu-
2,15); parla delLa sepoltura di Ge chiave dell'AT come Sal 110,1
(1Cor 15,25) e apparc in modo an- \ ita da nuova creazione sul1a qua- ca e Paolo purché si riconosca che
su e deìla testimonianza ocùlarc
deìla sua risurrezione (lCor cora più narcalo nell'uso di <in r nessuna potenza dell'universo iracconti dell'ascensione di Luca
Esaltazione e intronizzazione 554 555 lsallazione e intronizzazione
non sono descrizioni dell'esalta ti alla sua venuta (dai cieli) (per dorazione unìversale. llruolo co- care il Signore e 1o Spirito. ln reaÌ-
zìone o glorificazione di Cesù; es csenpio, Fil 3,20; Col 3,1-4; lTs srnico della signoria di Cristo, tà, Paolo sta spiegando Es 34,34
si descrivono piuttosto l'ascensio- ,1,16). La parusia rìvelcrà ìa glo- comprendente il suo trionfo sui e probabilmente vuol dire che il Si-
ne del Signore già esaltato, Ìa cui ria ora nascosta de1 Signore esal- principati e le potestà, è espresso gnorc di cui palla questo passo è
esallazione coincide con la sua ri- tato (1Cor 1,7), la sua signoria sa- piii pienamente nelle letterc tardi- 1o Spirito. Paolo ha sperimentato
surrezione, come in
PaoLo (At rà universalmente acclamata (Fil ve (Ef 1,21 22; Col2,l5), ma è gìà chiaramente la prcsenza dello Spi-
2,32-36). UguaÌmente, arÌche sc 2,9-l l) e i suoi nemici alla fine sa- pres€nte nei primi scritti (lcor rito Santo nella sua vita, ed è
Paolo fa rifcrimento alla discesa- ranno tutli annicnlati (lCor 15,24-25). La signoria cosmica, ugualmente coruapevole della pre-
ascesa di Cristo citando formule 15,24 26; wdí Escatologia) che sarà rilelata nella parusia, è senza del Sìgnore risorto ed esal-
tradizionali in lTm 3.16 ed Ef vista e sperimentata ora nella si- rato (Gal 2,20). Perciò il Signore
4,8-10, in entrambì qucsti testi non 3. ESALTAZIONE E SICNO- gnoria di Cristo sopra la Chiesa esaltato è presente con jl credente
si dferisce tan!o a una asccnsione RIA Dl CRISTO 3.1 Signore (Ef 5,23; Col l,l8), e sopra i sin- e a lÌri accessibile mediante lo Spi-
visibile vcrso ilcielo, quanto all'e- .. (_t /ios è il titolo per eccellenza goli cristiani (si notino i nunero- rito che dimora in lui.
saltazione di uno che ha umiliato che Paolo attdbuisce a Gesir. Que- si riferimenti di Paolo all'essere 3.2liglio - I termini (Figlio,
se stesso nell'incarnazione. sto è <il nome che è al dì sopra di <servi> o <schiavi> di Cristo, spe- e (Figlio di Dio)) sono usati me-
2.3lÍtrolnizzazioîe Sebbene ognj alro nome)) dato a (ìesir nel- cialmente lCor 7,22). Questo lin- no frequentemente da Paolo, e so-
non ci sia lorse alcuna menzione la sua esaltazione (Fjl 2,9 11), co- guaggio di esaltazione esprime la lo occasionalmente in rilerimento
di un'ascensione visibile del Signo- sì chiamato pcrché è il nomc di fede di Paolo nella divinita di Cri- al Cristo esaltato. Come k/r.ios, il
re risorlo, Paolo parla del Cristo Dio. È la parola usalll di frequeDte sto, indicando un'uguaglianza tra termine <<Figlioi> è stato trasmes-
csaltato che è in cielo. L'esallazio- nella LXX per tradune il nome di il Padre e il Figljo che riflette la so a Paolo dalla Chiesa primitiva
ne comporta I'essere (alla destra Dio, e il passo di lilippesi si basa loro unitA funzionale; tuttavia, ed era molto diffùso nel mondo el-
di Dio) (Paolo, come molti pen- su ls 45,23, trasfcrendo su Cìesir la distinzìone tra Padre e Figlio lenistico, nell'AT e nel Giudai-
satori del I sec.. riconosce che ta le parole che originarìamcnte si 1i- non viene mai oscurata. e Paolo smo, anche se le sue connotazio-
le linguaggio è metaiorico; anche ferivano a Yhuh (vedl Dio; Anti- conserva l'idea della subordina- ni messianiche in qùest'ultimo so-
oggi è difficile trovare il modo di co Testameúlo in Paolo). Per zione del Signore esaltato (lCor no discusse. Gal 4,,1 implica la
esprimere la suprema autorità di Paolo klrbs è I'uttico termine che t5,21-28). preesistenza del Figlio; Rm 1,3-4
Crislo iar ri
su tu11e le cose senza possa esprimere adcg[atamenle Similmente, Paolo parla della può essere compreso in termini di
corso a metafore spaziali). I'aolo quello che gli e stato possìbi1c ca- strettissima relazione possibile tra intronizzazione messianica soltan-
usa qùesta esplessione solo tre vol pire della persona c cleLl'opera di il Signore esaltato e lo Spirito San- to, ma il rìferimento a (Figlio
te (Rm 8,34; Ef 1,20; Col 3,1, che Crìsto. Non si tratta comunque di !o, pur mantenendo ùna distinzio- suo) in Rm 1,3 e l'enfasi sulla
si basa sulla citazjone di Sal 110,1; una novità paolila, né di un pro- ne tia di essj. Rm 1,4 parla del <potenzar e l'inclusione di <Si-
cfr. anche Fil 2,9-11). Le ùltime dolto d.l bockgtound elÌenistico di ruolo dello Spirito nell'esaltazio- gnore> in Rm 1,4 indicano l'esal-
due ricorrenze enfatizzano l'auto Paolo, anche sc il suo largo uso ne di Gesù, un'esaltazione in cui tazione, al momento della risurre-
d1à e il potere sovrani che aPPar- nel mordo di lingua greca lo ren- (l'ùltimo Adamo) è dìvenrrto zione del Figlio preesistente, allo
tengono a Cristo come Signore su de particolarmente appropriato. (spirìto dalore di vita> (1Cor slalrs di Signore, fornendo peiciò
tulte le potenze dell'univcrso, e_ Paolo eredita questo titolo dalla 15,45). Lo Spiriro Santo, lo Spi Llno slletto parallelismo con Fil
sercitando uù dominio regalc che prjmitiva Chìesa palestjnese, conìe rito da figli che ispira la preghie- 2,6-ll. 1Ts 1,10 parla del figlìo
durerà fino a che non saranno dimostra La sua presenza nellc îor_ ra in Rm 8,15, viene identifica- come di colui che è esaltato e vie-
sottomessi tutli i nernici (lCor mule di Credo che Paolo usa, e in to con lo (Spirito deL Figlio suo) ne ora dai cieli, e lCor 15,28 mo-
15.24-25; vedi Principati e polestà; particoÌare l'uso clcLl'espressio- in Gal 4,6 (cfr. anche Fil 1,19), stra che colui che, nel versetto pre-
Trionfo). È alla stessa signoria che ie marcnathcr in lCor 16,22, do- e in Rm 8,9-11 <Spirito di Dio> e cedente, regna finché isuoinemi-
si allude anche nel contesto di Rm ve mdl rappresenta I'equivalente (Spirito di Cristo) sono intercam- ci non saranno posti sotto i suoi
8,34, rna si aggiunge I'idea che il aramaico del greco tvrios (vedi bìabili nella misura in cui I'espres- piedi, è il Fislio.
Signore esaltato intercede cffetli- Elementi Iilurgicj in I'aolo). sione (Cristo in voi)) è equivalen- 3.3 Re Anche se Paolo non
vamente a iavore del PoPoÌo di Per Paolo klrios è un tilolo di te a (Spirito in voi). Nonostante usa laparola ,"e per Gesir, e solo
Dio. Non solo eglj muore e risor- maestà che rìlÌettc la sìgnoria re- ciò, come dimostra Rm 8,1 I, c'è raramente palla del Regno, l'idea
ge per noi, ma ritorna accanlo al gale del Cristo rjsorto sopra i vivi una distinzione tra il Cristo risor- di Cristo che domina da re è
Padre ugualmente per noi. e sopra i morti. Dio ha costitllito to e (lo Spirito di colui che ha ri ugualmente presente. È nel suo
2.4 Parusia I numerosi rife Gcsir Signore nella risurrezione suscitato Gesù dai morti). Il pen- Regno che i credenti sono stati
rimenti negli scritti di Paolo al ri (Rm 1,4; 6,4; 14,9; Fil 2,10); co- siero di Paolo è chiaramente tri- portati (Col 1,13), e da sovrano
torno di Cristo nella gloria trion me consegucnza di ciò egli ora nitario, anche nel testo molto di- esaltato Cristo provvede ai mini-
fante presùppongoùo la sua esal- condivide col Padre il dominio su scusso di 2Cor 3,17-18, il cui lin- stri della sua Chiesa (E14,11-12),
tazione, specialmente i riferimen rìrlra la creazione c il diritto all'a- lluaggio conciso sembra identifi- prega per il suo popolo (Rm 8,3,1;
Escatologia 556 5i7 Escatologia

redi lntercessione), e soilomette lins the Loftshìp aJ Chtísl, i D. A. Ha- rribunaìe di l)io/(iis(o; 1.4.5 Ilgiudizio nella ricerca scientiîica, sia stato
(lcor gncr M. J. Haris (cdd.), Puuline Stutlies, d' Satana e dei suoi en8eììi :1.,1.6 ll siLr
tuttii sùoi nemicj 15,25; te E.rdn!ns, Crand Rapids 1980, pp. .li2io delÌ (uono dcÌl'iÌrjqultà, (2Ts 2)i
usaÍo apocaliltica senza conosce-
di Regno di Dio,/Cristo). 169 lESi Bi€lenhard H., Iatd, Maste\ \i L4.1 L'jra fùlurai 3.5 La missio.e a; pa re il chiarimento del genere lettc-
,\.1rN7_r, vol. 2, pp. 50E 520; Brúce F. F-, ganj c iÌ desrino delLa Dazionc eiudaical rario. îornendo così inavvertita
4. IMPLICAZIONI Paulsnd Jcsùt, Baket, Ctrnd Rapjds 1974, l.ó ll dono escatoìogico dclÌo Sfirjro: mente la basc per alcune moder-
- L'esalta- pp- 77 87i Cerfaùx L., Ctíeo nclla teolo 1.6.1 Lo Stlrilo com. prnniztat3.6.2La
zione di (ìesù come è compresa da gìd t1i San Paalo, Ave, Rom.ì 1969: Cull- SDirìro come caparat 1.6..1 Lo Spì.io e
ne confusioni quando si consulta
Paolo, insieme alla sua preesisten- aniO.,'lh? Chrisblos| o.f the New Te l'crcdirai 3.6.4 Lo Spi.ito c la vita mora- qùesto materiale piu antico (cii.
za, ha profonde implicazioni per s/arì€rl, Westminster, Philadelphia 1959; le dei crifiaDi: 3.7 La ùaslormaTionp del Sturm per una panoramica; cfr.
DùDnl. r). (ì., Ch;rtolog-t' ìn îhe Msking, cormoi 3.8 ro relor c lo r.klo.!i 4. Esca anche Marshall, Barker). L. Keck
la persona di Cristo. IÌ suo slalrs werninsre.. PhiìadeÌphia 1980i ld., / Co tolocia raolift e crisloloajai 5. Escalolo
di esaltato non pofebbe essere piit inthions l5:4t Ldst Addn, Lìle-Giring si! paolina ed eticat 6. Escaroìogia paoli ha cercato di trattare questo pro-
alto, comc piu alto non polrebbe ,Sr,t/1, in B. Lindars-S. S. Smallcy (edd.), na c mh ca gìùdaicai 7. Dinanica sociale blema quando suggerisce che si
esserc il nome che ha ricevuto. Co- Chùst and Spnit in îhe Ne|| Tetanent, neìl'inlcsnamenlo escaiologlco di Paoìo. consldetl apocaliltica come un ag-
Unii,esity Prcss, Cambrùl8c 1971, pp. gettivo (che catatletizz un tipo
me Signore esaltato ha ricevuto un 127 l42r Hengel V., 1/ Iìslia dì Dio. L'o' L'escatologia è stata tradizio-
norne che nella LXX
traduce risine delld cristalosia e l4 totia deuo reli
nalmente compresa come quelra-
di leologia, non pùrarrente un ti-
Yhwh, ilnome stesso di Dio. Egli pìore Sludi bìbìjci 67, po di escatologia) (Keck 233). Se-
Peidcia, lJrelcia 1984i ld.,
':iudeo-ellenislí<d, <Sit aI M! RiSht mo della teologia che si interessa condo Keck, la teologia apocalit-
è, perciò, Ìa vcra <immagine del Hdndr. À Snu:lies ìn Latlr Chìsrolog!, delle cose (ullime), Temi come ìl
Djo invisibile> (Col I,l5); non che tica di Paolo va distinta dalLa sua
Edinbùreh 1995, tt. I 19 225i Kim S., Zle Iuluro del mondo, la parusia di
sia sempliccmenle come Dio, o ri- Où eìn af Paul's G ospet, Ecrdman!. (nand teologia sapienziale, perché diver-
Rapìds l9E2i Krarìer W., Crtist, La d, Son Gesù Cristo, la venuta del regno sa è la sua base teoÌogica. Questo
velì Dio. ma nel senso che condi-
o/Grd. SBT 50, SCM, London 1966; Kiim- di Dio, il giudizio linale dell'uma- è vero, anche se è possibile vede-
vide la natura di Dio. Il <giorno mel\i. C., t a teolaeid .lel Nuovo Tesra nità, la risulrezione dai morti, pa-
del Signore> dell'AT divenla per- re i due tipi di teologia sovrapporsi
neùta. Gesù, Paob, Gìordrri, Suppìemen radiso e inferno, trasformazione
tanto moho naturalmente Pcr 1i aì Nu ov o 'l estamcnlo 3, Paideia, Brescia all'interno delle lertere paoline,
1976, pp. 190 2l5; Ltdd C. E., A Theolo' del cosmo ecc. sono generalmen- spesso all'interno di passi-chiave
Paolo <il giorno di Cristo Ciesir) te consideratj sotto questa voce. Il
(Fil 1 ,6; 2Ts 1,9). Perciò parteci' tÌ ol the Ne|| Testamenî, Eerdmans, Grand (per esempio, lcor 2 3i Fil2,5-ll;
Rapids 1975i ì!.larrin R.P., Cdùnen Chti- termine escatologia è usato spes-
pa col Padre nel concedere lutte r/i. s\TS\,ts 4. unjversìrr Press, canbrid- Col 1,13-20).
ge 1967i Nlouìe C. F. D., IIP Otigins oÍ so interscambìabilmente con 4po- Paolo occupa un posto centra-
le benedizioni di salvezza (1cor caIitlica, s.bbetÉ negli ultinì an-
Cl'r;J1oloÉl. llni!crsily Press, Cambridge le nell'area delÌa teologia escato-
1,3;2cor 1,2; Gal 1,3). E in que i9l7: SchweiTer E., to,./tho t1 d DìsciPle' ni il secondo sia stato più corret-
sto lingùaggio di esaltazione che logica, non da ultimo perché i snoi
Jhrz, SCV, London l960i ld., J.5!r Clhiír tamente definito come indicativo
Paolo trova le basi della sua com- The Mon Jion Nd.drcîh and 1e Exahed scritti sono tra i prìmi documentì
/.ó/d, SCl,l, London l9El: Taylor V.. ?,le di un particolare genere letterario del Cristianesimo prìmitìvo a noi
prensìone trinìtaria.
Petsan of (:htbî in Ne|| Testanent Tea che può o meno occuparsi delle giunti, e come tali riflettono delle
lnfine, l'esaltazione di Gesu ha .rft8, McÀ{illan. London I958i Zlesler J-, <ultime cose> terrene (come dimo-
profonde implicazioni sia Per il prospettive basilari per le questio-
Po ìne ChùsÌid ìú,l)ni\ersir-a Prcss, Ox_
sLraùo J. J.Collins e C, C. Row-
presentc che per il futuro del cre- iord 1990 (riv.). ni escatologiche. La maggior parte
land), La relazione tra stor-ia ed delle piir importanti introduzioni
dente. Il cristìano, qui e ora <in .1. F. Mdile cscatoìogia negli anni recenri
Cristo)). è risorto con Cristo ed (è
è sta- a Paolo hanno una sezione che
ta causa di moltc discllssioni rra gli tratta dell'escatologia (H. Ridder-
con lui scduto nei cicli> (Ef 2,6);
già ora il cristiano è (traslbrma
\ludiosi. F. G. Caird ha tecente- bos, D. E. H. Whiteley, c. Bron-
ESCATOLOGIA rtiente oîfcrto un'importante va- kamm, F. F. Bruce). IloLtre, molti
to in quella medesima immagine, lùlazior'le del ljnguaggio escatolo-
di glorìa in gloria> (2cor 3,18); e degli stLrdi classicj su Paolo nelle
SoMrlaRro I Coùtcrodell'escatologia llico che si focalizza sul senso me generazioni precedenti dipendeva-
sta per arrivare il giorno in cui il paolinai la ìetteratura apocaÌittica eiLrdai_
/.y'orico con'ìe primario per il suo no da analisi critiche del suo pen-
suo popolo <<porterà l'imrnagine ca: 2. Cir.ostanze d€ìle lettere paolin€i
\ìgnjficaro. Il risultalo di un tale
2.1 lTs :1,11 5,1 l: la morte prcnaturadi siero escatologico (per esempio,
dell'uomo celeste) (lCor 15,49-57; alcuni credenli? | 2.2 lCor T:l'irirulo deì rLpproccio simile a quello
,edi lmmagine di Dio). delle A. Schweitzer, C. Vos, E. Kàs€-
n,rrìmonìo c la sesualir:ì um.Ìna di fton- ricerche sul genere letterario
te all! parLrsiai 3. Conrcnulo dell'escato - è mann, J. Munck, H. J. Schoeps,
che una semplice equazione tra W. D. Davies). Piu o meno nello
Vedi anche: Adamo c Cristo; logia paoÌinai 3.1 La ùes!ianiciia dìCe-
,ùltime cose> terrene e letteratu-
sÌi di Nazareti 3.2 La presenza dell'era scorso decennio sono apparsi im,
Cielo, paradiso; Cristoi Cristolo- escarolosicat 3.1 La risurr€zior€ di Gc llr cscatologica, in particolare i te- ponanti studi sull'escatologia pao-
sia; Dio; Figlio di Dio; Mondo, sù Crisro dai moltii 3.3.1 Rm 1,3 4: Fi \ r i apocalitrici, è auenuata, se non lina, in partìcolare quello di J, C.
cosmologia; Morire e risorgere Blio di Dio e rirmcziorìe; 3.1.2 lcor l5:
rcssa del tùfto in discussione.
Ì,n .r.rffrs sùlla ri\uÍezione: 3.4 L'a1- Beker (1980). Questi sono serviri
con Cristo; Preesìstenza; Principa-
rcso (giorno dcl Sisrore, € ìl giudizio ii srÌettamente parlando, è neces- a rivitalizzare I'interesse sul tema
ti e potestà; Signore; Trioùl'o. ralet 3.,1.1 Il (gior.o del Sjsnore, e la .ir io mantenere una distinzione e hanno evidenziato come 1'esca,
parulia di Gcsi, Cristo; 3.4-2 Il rìlardo
Mùrr!y t'.. dellà panEiar 3.4.1 IlprobÌcma dello svi
t r i tetfirnr apocalíttíca ed esca- tologia sia centrale per gli studi
BrBL ReasleJ Colossiuús
/')r)!la, nonostante in
t:t5'2A: An Eatú Chtistian Ib,nn Cctebn luppo Dcll'ercatologia paoLjna; 3.4-4 Il passato, paolini nel loro insieme.
Escalol0gia 558 559 Escatologia
L'escatologia di Paolo îornisce munque le apocaljssi del mondo toÌogìco del suo ìnsegnamento. ll studiosi come Dodd o Bultmann.
io sfoldo per molti altrì temi che giudaico-cristiano del I sec., qua- centro della discussione teologica che si basano sulla (presuma) per,
costituiscono la sostanza della teo li 1 Enoc,4 Esdra c 2 Buruc,ipiir è cosi spostato dai precedentj ar- dita dj prospettiva escatologica
logia paolina: cristologia, Pneu- ilnportanti paralleLi per Paolo, es- gomenti sulla giustifìcazìone per la quando Ìa fede cristiana si diffu-
matologia, ecclesiologia, soterio- sendo questo materiale quello piir îede (per esempio, Kàsemann) e il se nel mondo ellenistico. Comrrn-
logìa e antropologia, soÌ1o tutti co- vicino a luidal pùnto di vista cro- misticismo cristocentrico (per que sia, con questo non si vuol
struiti sùlla base escalologica del nologico e geografico; esse ci for- esempio, Schweitzer) come il,/i suggerire che il punto di vista dj
pensiero di Paolo. Qùesta base niscono perciò la migliore opPor- punto,/i locaLe/i dclla teologia di Paolo sia in sostanza completa-
permea tutto neSli studì Paolini, tunità per valutare il contenuto Paolo. Con]e alterÍatjva, Beker mente apocalittico, rna semplice-
Derché è possibile redere riferi cscatoÌogico del pcnsiero di Paolo sostieùe che (il centro del pensie- mente che si trova all'interno di
menti o pre\uPPosLi escatologici Secondo le rnemorabili Parole ro di Paolo [è] ii trionfo di Dio> una struttura escatologica. Al
affiorare in quasi ogni lettera del di E. Kàsemann, (1'apocaÌittica è (Beker 1980, 355), un suggerimen- teinpo stesso c'è chiaramente nel
corprs paolino (Galati c FiÌemo- divenlata la madre di tulla la teo to che deriva direltamente da una pensiero di Paolo una dimensio-
ne sono state indicate come Pos- logia crjstianat) (Kàs e:nlaDn, Inizi, struttura apocalittica deÌ pensie- ne di escatologia realizzata che
sìbili eccezioùi, in qLlanto non l0l). Ef feltivamente I'apocalitti ro dell'apostolo. tseker sintetizza lempera i1 suo insegnamento
contengono esplicilo riîerimento ca è slata coÌìsiderata come una questo approccìo sostenendo chc orientato ovviamente verso il fu-
al <giorno del SignorcD). Elemenlì delle chiavi di inlerpretazione del esso vede il pensiero di Paolo co- turo (come sostiene V. P. Bra-
escatologici appaiono in contesti NT nel suo insieme. Per questa ra- nle un'interazione ha (contjngen- nick). Ogni tentativo di mettere in
nolto vari all'interno delle lette- Sione Beker ha descritto la visio- zar e (<coereùza) (yedi Centro del contrasto ciò che nel pensiero di
1c paolinc: formulc di Credo, Pe- ne apocalittica del mondo come il la teologia di Paolo). Paolo è <presente)) con ciò che è
ricopipolemiche, di caratlerc Pa <ceÌÌlro coerente> del pensìero di Alcuni studiosj hanno però cri- <escatologico) travisa la sua po-
storale, etìco, Parenetico e Perso- Paolo e <rìfiuta quelle interpreta- ticato I'ampiezza dell'approccio dì sizione: i due aspetti sono dinami-
nale contcngono tutle un simile in- zioni del pensiero di Paolo che Beker, facendo notare cone in al- camente interconnessi. Riconosce-
segnamento. L'imporlanza dell'e- sopprimono, delimitano, o conì- cuni casi egli abbia imposl-o lo re che l'cscatologia di I,aolo è bi
scatologìa paolina è evidenle jndi pronettono il suo carattere aPo- schema apocalittico alle lettere dí dimensjonale (presente,/futuro;
pendenremente dall'opinione che calittico) (Bcker 1980, 135). Qui Paolo senza le opportune conside- immanente/trasccndente) assume
si ha circa il problema dell'auten- Bcker si pone sulla scia di KAse- razioni sulla sua pertinenza. J. L. una particolare importanza quan-
ricità di alcunc letlere. cioè 2 Tes- mann neÌ definire l'escalologia Martlrn, per esempio, ha obiet- do si vuole determinare in ehe mo-
saLonicesi, Colossesi ed Bfesini o apocalittjca in terùini di creden- lato che l'interpretazione dì Ga- do il messaggio dell'apostolo sia
le lettere paslorali. Anche se alcu- 7a nel îutlro. nell'imminente fi- lati da parte di Beker va nella di applicabile a noi oggi. Le due di-
ne di queste sono colìsiderate ope ne del mondo. un evento messo in rezione sbagliata e ùon ticnc con- mensioÌri del pensiero paolino so-
ra di seguacj di Paolo in una ge' moto dalla futura parusia di Ge- Lo del ruolo che ia croce ha nella no talvolta descritte per comodi,
nerazione successiva. è chiaro che sù Cristo e talvolta perfino coin- lettera (questa non si adatta facil là comc i piani <vertícale> e <oriz-
la concezione escalologica propria cideÌìte con essa. Al tempo stes- mente a uno schema apocalittico, zonlale) (o <spazialer e <lempo-
di Paolo colliribuìscc a modella- so Beker la qùalclte passo Piìl a- poichó in essa risùìta particolar- rale)) delÌa sua escatologia. La re
re l'jnscgrìamento contenuto in es vantj rispetto a Kescmann, aîfer_ mente assente il materiale escato- lazione percepita tra ìe dimensio-
sc (sú questo argomento, cfr. mando chc la struttura apocalit- logico). Ciò nonostantc. secondo ni spaziaie e temporale del pensic-
sotto). tica di Paolo è non solo il Punto N,lartyn, Galati forma, per così dì- ro teologico paolino si è rìvelata
di partenza del pensicro dell'apo- re, un'<apocalisse della croce)), come uno dei grandi punti dì dì-
I. CONTESTO DELL'ESCATO stolo. ma coslituisce (la struttura che avvia una baltaglia cosmica visione îra gli interpreti di Paolo;
LOCIA PAOLINA: LA LETTE- indìspensabilc per la sua interpre- tra la carne e lo spìriro (come in quelli che enfalizzano Ia dimensio-
RATURA APOCALITTICA Tazione dell'evento-Cristo> (Beker Cal 5,16-25. Clì. la risposta di Be- ne verticale tendono a vedere il
GIUDAICA Ilriconoscimento 1980, l9). Queslo è in contrasto ker nella sua prefazione alla 2" conllilto che implica il dualismo
dell'importanza dello sîondo esca- coù Kàscmann, il quale sostien€ .djztone, Paul the Apostle). Ura delle due età in teunini costnolo
tologjco del úalerìale del NT è che PaoÌo in seguito si discosta da modjfìca della lesi di base è auspi- gici (terrestre in opposizione a ce-
uno dei risultati più importanti una simile prospettiva apocalitti cabile, come lo stesso Beker (I991) leste); quelli che invece enfatizza-
delle rìcerche del XX sec. in cam camente condizionata. In breve, riconosce. no la dimensione orizzontale ten
Do biblico. Bisogna riconoseete Bekcr si la sostenitore di coloro, SirDili tentativi di interpretare la dono a vedere il conflitto come de-
ihe la produzionc di apocallssi e sono moltii i quali considerano teologia di Paolo dal punto di vi- rivante da semplici considerazio-
noù fu aîfalto limilata agli autoÌi che il lungo clibattito sul centro e sla del suo fondamcnto escatolo, ni cronologiche (presente in oppo-
-^brei o cristiani. ma ci sono esem- la pcriferia del pensiero dì Paolo rtico potrebbero essere giustamcn- sizione a futuro). Un attento esa-
pi provenienti da molte Parti del si risolva in favore della centrali- lr visli come una rcazionc all'ap, l]1e delle lettere di Paolo livela che
Vicino Oriente antico. Sono co- tà dell'elcmento apocalittjco-esca- I
rr occio eccessivamente narcato di egli usa, aÌf interno del suo inse-
lscatologia 560 561 Escalologia

gnamento escatologico, sia il tem- litica nella sua concetLtlalizzazio- natura contingente di molte let- morti non soffrono nessùno svan-
po che lo spazjo (cfr. Lincoln); ne. né uniforme nella sua espres- iere è tale che sovente alcuni in- taggio e saranno uniti a Cristo al
quest'ultimo non dev'esserc tra- sione. Su queslo punto le lettere terrogativi-chiave restano senza ii- momenlo della sua venuta. La dif
scurato e ìl primo non dev'essere sono caratterizzatc da una gran- sposla. semplicemeÌìte non cono- ficoltà dcriva qui dal latto che non
enfatizzato, perché entrambi aiu- de varietà. Come dice Vy'. Baird, sciamo abbastanza che cosa abbia è del tuto chiaro quali credenze
tano a ricostrùire il sùo pensiero <Paolo non ha un quadro apoca- realúente spinto I'apostoLo a scri- escalologiche avesse la comunità
Persino uú passo come Col 3,1-6, littico semplice e chiaro della line. vere alle comunità (o queste a scri- di Tessalonica, ne perché ci fosse
in cui domina il linguaggio <sPa- Il suo linguaggio deriva da îonti vere a lui), e spesso siamo obbli- tanta agilazione teologica per la
ziale>, ha dietro di sé una Piu am- estcme e non è usato in modo coe- gati a îormulare delle ipotesi per mortc di alcuni membri della co-
pia visione escatologica che fa al- renter (Baird 325). Prima di pas- colmare le lacune della noslra co- munità. Avevano semplicemente
lusione al suo complemento <oriz- sare a considerare alcuni punti noscenza; non disponiamo nem- liainteso ciò che Paolo aveva pre-
zontale)) (cfr. Levison per una di- specifici delf insegnamento escato- meno dell'iltero corPr.t Paolino sumibilmente insegnato Ìoro sul-
scìrssione). logico di Paolo è necessario trat- (come dimostra lCor 5,9). Per su- le cose future quando aveva con-
Per anni si è molto discusso Per tare ancora un altro importante perare questo problema sono ne- irihùito a fbndare la comunità? O
determinare le fonti del àdctr- argomenro. cessarie dcoslruzioni ipoletìche è possibile che lo stesso Paolo
grorad della concezione escatolo- della corrispondenza intercorsa tra avesse nel frattempo cambiato la
;i,ìa di PaoLoi deri\ a in definiliva 2, CIRCOSTANZE DE LLE Paolo e le varie comunità (come sua opìnione sulla rjsurrezione e
àa eredità giudaica o dal Piu
a sua LETTERE PAOLINE
- Uno dei dìmostra la leoria deI backward che nella sua leLlera intendesse
ampio mondo ellenistico di cui egli più imponanli conlributi dei re- extrapolalion dr J. C. Hurd sulla correggere il suo precedenle inse-
faceva parte? Alcuni studiosi ac- centi sludi su Paolo è slata Ìa cre- corrispondenza corinzia). Qucsti gnamenlo? Parte del problema ri
cettano ora che I'eredità e il Adck- scente comprensione della natura problemi toccano in pratica tutte siede indubbiamente nell'iÍÌpreci-
ground giudaici di PaoÌo, compre- contingente delle lettere che lor- Le lettere del corp6 paoÌino e coill- sione deÌlo stesso materiale esca-
sa la sua duplice divisione della mano il co4ptrs paolino. Anche se, volgono molti lemi teologici, ma tologico (Klijn osserva che ìl pro-
storia terrena in due eoni, il (già) come abbiamo suggerito sopra, diventano particolarmenle acuti blema dcLla condizione dei defunti
e il <non ancora>, è determinan' Bcker sostiene che l'apocalittica è nell'area dell'ìnsegnamento esca- era un problema comune alla lel-
te per la sua visione escatologica riconosciul-a come il (<centro coe- tologico all'inlerno dj alcuùe let- teratura apocalittica). Non cono-
del mondo, M. C. de Boer (1989) rente> del pensiero di Paolo, egli tere di indiscussa palernità paoli- scendo però il prcccdente inter-
suddivide ulteriormenîe l'escato- giustamente fa notare che esso de- na. Paolo risponde iorse a inter- scambio tra Paolo e iTessaloni
logia apocalittica giudaica sugge- \ressere tradotto nelle (contingen- rogalivi provenienti dalle comuni- cesi, non è possibiLe essere cerli
rendo due tracce: un'escatologia ri particolarità della situazione tà in qùestionc? Lo avevano que- della corrcttezza di qùalsiasi inter-
cosmologico-apocalittica e una umana)) (Beker 1980, lX) Mo1to ste îrainteso (o travisato)? Quan pretazione; è come ascoltare la
€scatologia forense-apocalittica. piu di prima, g1ì studi sono arri- to di ciò che scrive in rìsposta di parte linale di una conversaziole
vati a comprenderc come la cor]o- pende da una comune comPren- telefonica e cercare di dedurre da
Qùeste, secondo de Boer, corri- quanto sj è ascohato l'argomento
spondono rispettj\ amente alla scenza delle circostanze che ac- sione escatologica che egli condi
còmprensione cosmologica deLl'a- compagnano la produzione diuna videva con loro (o di cui era forse di discussione.
pocalittica di Kàsemann e alla lettera favoriscano la nostra com- responsabile nel trasmetterlo a lo- 2,2lcor 1t I'istitulo del matri-
comprensione anlropologica di prensionc del suo contenuto. In ro)? Quanto di ciò che scrivc è in monio e la sessualilà umana di
Bultmann. Sia come sia, per Paolo breve, maggiore è la nostra cono- tcso come una correzione voluta? fronte alla parusia - In questo ca-
l'apocalittica giudaica è una visio- scenza esatla del come e Perché Due esempi meritano di essere ci- pitolo Paolo risponde ad alcune
ne delmondo che ha subito un si- Paolo (o uno dei suoi seguaci, nel tati su queslo pùnto. questioni sollevate dai Corinzi sul
gnilicativo adattamenlo alla luce caso delle cosiddetle leltere deu- 2.1 lTs 4,13-5,I l: la morte pr€- la sessualità e il matrimonio nella
dell'evento cruciale della risurre teropaoline) abbia deciso di scri- matura di alcuni credenti? Eù- vita dei credenli- Sembra che ì Co-
zione di Gesù dai morti. E soprat- vere una determinata lettera, mag_ lrambe le lettere ai Tessalonicesi rinzi abbiano adoftato un atteg-
tutto Ìa risùrrezione di Gesu Cri- giori sono le possibilità di com- scmbrano essere statc scritte iù ri gjamento ascelico neì riguardi del
sto che condiziona e determina Drendere non solo il suo orìginale sposta a seri problemi sollevati la sessualità alla luce della loro
f insegnamento escatologico di messaggio, ma di interpretarne il dalla comunità circa la mortc di credenza secondo la quale la pie-
Paolo, perché è nella risurrezione significato per noi oggi. iìlcuni credenti prima dell'attesa na salvezza in Cristo era già ar
che ha avuto veramente Luogo I'i- Uno sludio informato delle re- parusia del Signore (è possibile che rivala (in lcor 7,lb Paolo cita
naugurazione dell'eschoton, che è lazioni che Paolo (o i suoi succes- lClor 11,30 e 15,18 alludano alla uno dei loro slogaa al riguardo).
iniziato il nuovo ordine. Se da una sori) può aver avuto con una de- stessa questione dibattùta a Corìn- Paolo scrive per correggere questo
parte Ia risurrezjone e centrale per terminaia comunità ci offre Più lo). La risposta di Paolo in lTs atreSgiameúto, sottoljneando in
possibilità di spiegare il testo nel 1,31-5,1 I ccrca di affrontare quc lCor 7,2-6 reciproci obblighi e re-
I escatologja paolina. dall'allra
quest'ultima non è affallo mono- sLro insieme. Sfortùnatamente, la \la questione, affermando che i sponsabililà nelle relazioni sessuali
Escatologia 562 563 Escatologia

tra mogli e marili. La sezione pre- 2cor 1.19: Gal 1,l6i 2,20;4,4.6; il presentc. lnfatti, in 2cor 5,17 degli studiosi e d'accordo che
senla qualche difficoltà per quan- Ef4.l3: Col 1.13; lTs 1,10), Fi- l'apostolo dichiarat <Le cose vec- lCor 4,8; 15,12 e 2Tm 2,18 pos-
to riguarda le qùestionì escatolo- glio dj Davide (due volte iù Rm chìe sono passate, ecco ne sono sano essele esegeticamente colle-
giche connesse. Comunque, in 1,3; 2Tm 2,8) e Signore (circa 2?5 nate di nuove). In lCor 10.1t af gati come espressivi di questa pro-
lCor 7.7-40 Paolo continua con volte, inclusi passi cristologici im- ferma che <è arrivata la fìne deì spettiva eccessivamenle îealizzaia,
consigli che sembrano molto più portanti come lCor 8,6; Fil 2,11). tcmpi)) (usando deliberamn1ente il ma cfr. Wedderburn per un'opi-
condìzionati dalle sue opinioni sùl- Non va però dimenticato che la verbo al perlitto, kdtèntèken), è nione contraria). NeÌ caso di Co-
f imminente parusia di Cristo, in venuta del Messia in moltì scrìtti in lcor 7.31: (Passa la scena di rinto questo entusiasmo sembra
particolare nei vv. 25-35. Qui egli del Giudaismo del I sec. era con- questo mondo). Quest'era escato- essersi manifestato in una ripro-
consiglia a coloro che non sono siderata soprattutto un evento logica è da lui descritta come vevole preoccupazione per i doni
sposati (per qualsiasi ragjone) di escatologico, un segno indiscuti- (nuova creazionc)) (kaina ktísis, spidtuali, dimostrando quanto
restare t4li <a caùsa della presen- bile dell'arrivo dell'era futura. ln 2cot 5.1'7. Gal 6,15). Iroltre. îossero strettamenle collegate, al
te necessità> (1Cor 7,26) e perché un certo senso è perciò esatto di- Paolo assocìa l'arrivo deLl'era tempo di Paolo, escatologìa e
(il tempo ormai si è fatto breve> re che l'elemeflto unificante dell'e- escatologica alla rivelazione dì Ge, pneumatologia (come sostiene
(1Cor 7,29). ll capitolo è, per I'e- scatologia di Paolo è la proclama- sù Cristo come Messia dì Dio; per- Thisrleton; redl Spirjto Santo). R.
segesi, un campo minato, ma Ia zione di Gesu di Nazaret come cìò, in Cal ,1,4, egli dichiara che P. Martin ha senz'altro ÌagioDe
maggior parte dcgli studiosi con- Messia; ma al tempo stesso è ne- <cluando vcnnc la pienezza del nel suggerire che I Cor 15 non deb-
corda sul fatto che la prospettiva cessario dire che l'evento-chiave tempo, Dio mandò il suo Figlìo>. ba essere separalo da lCor 12,14,
escatologica di Paolo influenzi ln che garantisce, che prova 1'auten- Tutto queslo srìggerisce che L'in- specialmenre in un discorso esege-
qualche modo i suoi consigli etici tìcità di questa messianicità è la ri- segnamento di Paolo sulla presen- Lico. Non è diîficile dimostrare co-
a coloro che hanno intenzione di surrezione di Gesù dai morti: è za dell'era escatologica debba es- me la stessa dinamica interazionc
contrarre matrimonio. Qualunque questo atto che dimostra come l'e- sere visto sullo sfondo di un dua- tra escatologia c pneumatologia
sia I'interpretazione che si adotta, ra escatologica abbia fatto la sua lismo temporaÌe. sia esislita nel corso della storia
bisogna tenere in debita conside- irruzione nel tempo presente. Per esprimere quest'jdea dei due della Chiesa e rimanga vera anco-
razione lo sfondo escatologìco del 3.2 La pres€nza dell'€ra escato- eoni vengoùo usate diverse imma- ra oggi, sempre con utr richiamo
pensiero di Paolo (clr. Moiser Per logica Uno degli elementi carat- ginì, quali l'analogia Adamo,/Cri da tutte le parti alle lettere paoli-
una panoramica), terisrici ricorrenti nella letteratu- sto di Rm 5 e I Cor 15 (vedi Ada- ne. Paolo coùtrobatte I'entùsia-
ra apocalirtica è la divisione del mo e Cristo), e Lln'inmagine an smo dei Corìnzi in due modi prin-
3, CONTENUTO DELL'ESCA- tempo in due eoni (4Esd '7,5Ol rropologica ampLiata contcncnte cipali: prirno, ricoÌrendo al rim-
TOLOGIA PAOLINA: ALCUNI (L'Altissimo non fece un'era sol- Lur corltrasto lra vecchio io e nuo provero sarcastico (come in lCor
PUNTI CENTRALI La Pro- tanto, ma due>, ne è una classica vo io (Rm 6,6; Col 3,9-10; Ef 2,15; 4,8); secondo, iibadendo con for-
-
spettiva escatologica è chiaramen- afiermazione). Forse il îalto più ,1,22-24);
io interiore e io esterio- za la dimensione futura della lo-
te alla base di tutta la teologia evidente che dimostra che Paolo rc (Rm 7,22; 2cor 4,16; El 3,15); ro comune fcde (come in lCor
paolina. L'estensione sulla quale avesse accettato questo tipo di uolno naturalc e uomo spirituale I 5). Simili concezioni dell'esisten-

tale prospettiva ha influenza e la dualismo escarologìco dei due eoni (ÌCor 2,14 16; redl Uono ùuovo za cristiana già perfetla sono ri-
varietà di forme ed espressioni che è il suo uso dell'esplessione <que- c uomo vccchio). Un'iùlmagine flesse (e ricusatel) iD lTm 2,l6- 18;
usa rende difficile valutare 1'argo- sto secolo/mondo (alÒr)t) (Rm spaziaìe comprendente I'uso di 2Ts 2,2 e (forse) 1Ts 4,13. C'è, in
mento in nodo semplice. Comun- 12,2: lCor 1,20; 2,6.8; 3,18;2Cor <ciclo) (orlaros) e i termini ad es Paolo, una dialettica tra il presen-
que i pumi principali possono es- 4,4). L'espressione corrispondeùte \o corlelati oîfre ugualnente un te e il Iìturo, parlicolarmente con
sere sintetizzali nei seguenti otto <secolo/mondo futuro>, sebbene irDportante strùmenlo col quale la sua connessione con iÌ concet-
titoli. impÌicira in diversi punti del cor- nclLc lcttcre paoline viene comù to di salvezza.
3-1 LR úessianicità di Gesù di prs paolino, non viene mai usata nicata la verità escatologica (come Comunque, nonostanLe Ia cer-
Nazaret Per Paolo Gesu di Na- nelle Ìettere che sono ritenùte si- rlimostra Lincoln). tezza di una dirnensione già pre-
zaret è senza dubbio ìl Messia, il curamente di Paolo (aPPare in Ef La cerlezza dellarealtà già pre sente della speranza escaloÌogica,
Cristo promesso dai tempi antichì, l,2t). Il tempo presente è talvol- scnte della nuova era fece nascere non va dimenticato che per Pao-
al punto che il titolo (Cristo) ra descritto comc mal.vagio (ponc' lll'interno di alcune comunità una lo la rivelazione finale dell'era
(cftrlslos) funziona quasi come se ros. Gal 1,4: Ef 5,16; 6,13), e gli t omprensione sovrastimata dell'e escatologica rimane ancora futu-
fosse il cognome di Gesu. Diversi abilanti del mondo sono (una ge- sisteùza crisLiana. Erano così cer- ra. La traslormazione definitiva
altri titoli e designazioni messìa' nerazione peNersa e degenere> ri dclla realtà del1'csistenza esca- dell'ordine del mondo, la reden-
niche vengono attribuiti a Gesii (Fil 2,15). Eppure appare chiaro rLrlogica oro che non sembrava es- zioDe lìnale dei credenti (la risur-
nel cor"p.r.r paolino, quali Figlio [di che Paolo crede che la speranza ,rrcì bìsogno di una risurrezione rezione corporale) c ilgiudizìo fi-
Diol (sedìci volte in Rm 1,4.9; escatologica del îuturo sia in qual- i ll.futurot già si viveva una vita nalc, sono tÌrtti eventi ancora at
5,10;8,3.29.32; lCor 1,9; 15,28; che modo venuîa a contatto con ,li lisurrezione (la maggior parte tesi. Il presente è condizionato sia
Escatologia 564 J65
Escalologia
dal passato (morte e risurrezione se per la sua intcrcessione in favo- tradurre con precjsjonc, si nuò
di GesÌr Cristo) che dal futuro re dei santi. Nonostanre che la ri-
t La primizia (lCor
J.l.2.
comprenderc facilmen le come i 15.20.21, - paolo ri(orre a
(l'attesa parusia alla fine dei surrezionc sia per Paolo una atto sostenitori dell'adozionismo trovi_ un'immagine tratta dall,agricohu-
tempi). escatologico di Dio, non è mai lo rn questo te\to una chiavc oer ra per dimosLrare la connessione
Il tegno di Dio/Cris1o. Sebbe- semplicemente un evento <spiri- la loro posizione. tra la risurrezione di Gesil Cristo
ne I'idea del regno di Dio,/Cristo tuale> completamente staccato 3.3.2 lCor l5: un excursus - r1_ e quella dei credenti- In lCor
sia una caratteristica ricorrente dalla storia o privo di ogni aspet- la risurrezione - In lCor 15 ab_ 15,20 e 15,23 eglì dcscrive il Signo_
della prospettiva escatologica deì to îisico. Per Paolo la risurrezio- biamo un ercrlstl.t scmindiDen_ re Úsono cotne la f,timizia \dpar
Giudaismo che Paolo condivide e ne di Gesù coinvolge chìaramen- denre sulla risurrezione e
\ulle sue (ft41, lacendo inrendere ch( ilcre_
che costituisce cbiaramente il fon- te il Signore risorlo in qualche for- implicazioni per icredenti. E Ia dente avrà parle alla risurrezionc
damento di gran parte del suo in- ma di esistenza somalica, anche trattazione più deÌlagliala della ri_ allo stesso modo in cui tutra la
segnamento etico, la frase stes- se, come ammettono tutti, si tfat- surrezione nelle leltere paolirÌe, Il messe è collegata al raccolto jni_
sa non è delle piu ricorrenti neÌle ta di un'esistenza di ordine di- centro della discussione in tutto il ziale. l-'importantc specilicazione
lertere paolin€ (vedl Regno di verso, capitolo rod è se Gesù sia o no ri introdolta con questa immapine
Dio,/Cristo). E evidente che Pao" 3.3.1 Rm 1,3-4: Figlio di Dio e sorto dalla morte (come si è sDes_ agricola e che l'esistenza da riior-
lo considera che la vita e il mini- risutrczione La maggior parte so affcrmato nell'apologerica lra- ti dei credenli è ancora fitura e
stero di Gesu Cristo siano stati in degli studiosì ammene che in que- dtztonaìe). nla qUalj siano le im ancora da aspettare. Tutta I'im_
qualche modo l'inaugurazione del sti due versetti I'apostolo faccia - piicazioni della risurrezione di Cri_ magine dipende dalla comprensìo_
regno di Dio sulla terra, anche se ferimento a un'affermazione di ufl sto per i credenli. pcrciò lcor ne di una unità dinamica esisten_
questo noù viene mai espÌicita- Credo tradizionale (vedi Credo) su 15,12 fornisce una traccia impor_ le tra Cristo e i cr.cdenti, in base
mente affermato in nessun passo Gesu Cristo. Diversi elementi del lantc per comprendere la discus alla quaÌe qualsiasi cosa accada al
delle sue lettere. passo lanno allusione a una pre- sione nel suo insieme: <Ora, se si Signore rìsorlo è automaticamente
Paolo tende a parlare del regno cedente lorma della dichiarazione, predica che Cristo è risuscitato clai rrasferita alla comuDità crislia n a.
di Dio/Cristo come qualcosa da che aveva forse la sua origine nel- moÍi, come possono dire alcuni \cbbene all lnterno di un contesto
attendere nel futuro, sebbene fac- la Chiesa di Palestina, Tra questi tra voi che non esiste risurrezione escatologico. Come alferma M. .1.
cia talvolta allusione alla realtà degne di nota sono la frase insoli- dei morti?)). Questo testo è impor- Harris ( I l4), l'immagjnedcllaDri_
presente del Regno nella vita del ta (secoodo lo Spirito di santifi- tante per intLlire qLlale fosse la na_ mizia dimostra chc Cristo e <iin_
cristiano (come in Rm 14,17 e cazione> e la sovrapposizione delle tura della controversia a Corinlo ricme la garanzia e il naradigma
lcor 4,20). Una delle sue afferma- credenziali terrene di Gesu (<na- e I'identità della cosiddetta <(ere_ della risurrezione corporale clci
zioni piu comuni sul Regno è che to dalla stirpe di Davide secondo sia corinziar. Paolo si oppone quì credentì"
si tratta di qualcosa che il creden- Ia carne))) con il suo J/aaas celeste alla credcnza in un'eicatolosia Paolo applica I'immaeine .lel-
îe eredita (come in lCor 6,9-10; ((costituito Figlio di Dio con po- rroppo realilzara della .omunirà l'oparchè anche al suo insegna_
15,20i Gal 5,21) come risultato tenza>). In breve, abbiamo qui di Corinto, secondo la quale i Co mento escatoloSico sul dono dello
della sua fedeltà; anche qui si ha una dupÌice affermazione della fi- rinzr'1o aimeno alcuni cJi essit cre- Spiriro Santo in Rm 8,23, comc
di mira un'eredità futura, Piu cen- gÌiolanza di Gesir: è sia Figlio di devano che non ci fbsse alcun bi- pure alla relazione Gjudei/Gentj_
trale nell'insegnamento di Pao- Davide che Figlio di Dio. Ciò che sogno per-1or'o di una risurrezìone Ii nel piano di Dio in Rm I I ,l5
lo sul regno di Dio/Cristo è il po- è significativo per l'escarologia fùtura, dal momento che erano (l'immagine e anche presente in
sto che ha Ia risurrezione di Ge- paolina è il fatto che le credenzia- slati battezzati e già vivevano una una varjanre testuale di 2Ts 2,1lt.
sù Cristo nel far sì che il Regno li di Gesù come Figlio di Dio sia- vita di risurrezione. All'inizio del_ Un'immagine simile, che descrive
abbia la sua influenza nella storia no strettamente legate alla sua ri- la sua difesa di un,escatologia lu- il Cristo come il ,,primoeenito cli
umana. surrezione dai morti. Non desta lura Paolo ricorda ai Corinzi il suo coloro che risuscitano dii mor.ri
3.3 La risurrezione di Gesù Cri- meraviglia che talvolta si sia affer- precedente insegnameùto sull,argo_
Qztòtotokos ek tòn nekrònlrr, è
sto dai morti Per Paolo la ri- mato che questo passo riflette uno nento, costruito con affermazio_ conterluta anche neìl'inno di Col
surrezione di Cesu è prima di tur degli stadi piu antìchi della rifles- ni rrane daì Credo tradizionale sul_ I, r5-20.
to un evento escatologico che con- sione teologjca dci primi cristiani, la risurrezionc di Gesii Cristo 3.3.2.2 L'analogia Crjsto/Ada_
îerma che la nuova era è arriva- dove la risurrezione è l'ato che ac- (lCor 15.3-7) e la llra apparjzionc mo (lCor
ta. Nello stesso tempo è \'ista com- corda a Gesir il suo ilalrs di Fi- ,r-\ari resrimoni. ln altre parole,
15,20-21 .44b-45 ) -
i L'uso che Paolo fa dcll'analocia
prensibilmente come una giustifi- glio di Dio.Se accanto a questa ( onnzt accettano corne paolo
la ri_ Adamo/Crisro è uno dei tratri iìu
cazione della morte di Gesùr in cro- considerazione si tiene presente surrezione di Cesù qùale fonda_ rmportanti del suo inscqnamenro
ce ed è strettamente associata al- che la forma participiale roll- rnento della loro tède. ma discor_ escatologico in ques(o caDitolo. A
I'ascesa di Cesir alla gloria alla de- sthentos (che la versione iraliana ,lrno ncl loro modo di compren_
,lrrc il signiiicaro di quesra risur- narlire da lCor I5,20 Ì'aDosrolo
stra di Dio (Rm 8,34: vediEsalfa- della CEI traduce con <costitui- slabiJi\cc un coniraslo jntenziona-
zione e intronizzazione) come ba- to))) del v, 4 è molto difîicile da rrrione per la speranza cristiana. le tra Adamo e Cesii Cristo cone
566 561 llscatologia
Escatologia
(vedi Trionfo). La figura della corso in questo punto in una pe- Ìetlere paolìne troviamo una varie'
fisure rappresentative dell'umani ricolosa autocontraddizione. tà di espressioni per il <giorno del
tà. L'analogia viene uLteriormen- morte come un nemico emerge
chiaramente dalla visione escalo- 3.4 L'aaleso (giorno d€l Signo- Signore> escatologico, in partico-
re ampliata in 15.44b-45. dove re> e il giudizio finale - tl (gior- Ìare nel suo uso in riferimento a
Paolo ancora una volta sembra losica di Paolo (escmpi \imili di
ori",to,tarto lipo cli persorìifica- no del Signore> (yóm Yhwh) è rn Gesù Cristo. La frase semplice
corfeggere una concezione della ri- lema caratteristico della letteratLÌ- <giorno del Signore> ricorre in
surrezione Pià avvenuta clrcolan- zìone dclla morte si Possono tro-
vare in altre apocalissi gir-rdaiche ra profetica dell'AT; Paolo 1o ri- lTs 5,2 e 2Ts 2,2; la frase <gior-
te tra i corinzi. ln lCor l5'46 egli prende nelle sue lettere, amplian- no dcl Signore Gesù Cristo)) in
caoovolse l'ordinc ne! quale il cor- e cristiane, quali 4Esd 8'53 e AP
6,8; 20,13-14; Per rnaggìori delta- dolo. Da quanto si può dedurre, lCor 5,5; <giorno del Signore Ge-
oo animile e il corpo spirituale de- esso era originalmente concepito sù> in lCor 1,8 e 2cor 1,14;
pli- cfr. dc Boer 90'91).
vono apparire (è Possibile che i " N"llo come un giorno di gioia futura, (giorno di Cristo cesù> in Fil l,ó;
Corinzisu questo Punto diPenda- rta,ro tempo l'immagine
pro\oca una cerLa lcnsionc nell'in- quando Dio sarcbbe intervenuto a (giorno di Crislo' in Fil 2,10 e
no dal tipo di insegnamento sul- favore del suo popolo e lo avreb- 2,16; <il giorno)) in lTs 5,4 e lCor
I'umanità adamitica che si trova iegnamenro di Paolo sulla norte
iisica. una tensione che forse Puo be liberato dalle calamità, riparan- 3,13; <quel giorno> in 2Tm
in Filone d'Alessandria). tl risul- do le ingiustizie e sconfiggendo i 1,12.18i 4,8. Inoltre, Paolo e la
essere meglio e!idenziata con\ide-
taro è che Cristo viene Presentato nemici di Isracle. Tuttavia molti principale fonte neotesîamentaria
come raDPresenlanle di quella che rarrdo ouaúdo, secondo Paolo-.
ouesto nemico sarà distrutto E profeti, come Amos, Ezechiele, per l'uso del Lermine percusia per
R. Scroggs ha descritto come Isaia, Zaccaria, Sofonia, Malachia la futura venuta di Ccsù Cristo
(umanita escatologica)). oualcosa che è gia s(ato comPlu-
to dalla morte diCrlsto sulla cro- e Cioele, nell'intento di richiamare (lCor 15,23; lTs 2,19;3,13;4.15:
3.3.2,3 La morte: l'ultimo ne- il popolo alla vera obbedienza, 5,23; 2Ts 2,1.8-9). ll none apoka-
llcor Nelle lete- ce (come suggerisce I'uso delÌ'ao-
mico 15,26) - risio katargesqntos, in 2Tm 1' 10)? modificarono il significato del lo- /ypsrs (<rivelazione>)) è usato in
re naoline la morte viene descrit- ro messaggio, proclamando che il modo simile in lcor 1,7 e 2Ts 1,7.
ta ,ia in rermini fisici che in ter- O è in\ece qualcosa che de!e an-
cora accadere in un futuro inde-
(giorno del Signore)) non sareb- Nelle lettere pastorali troviaùo un
mini sptriruali È, Perciò, sia ces- be stato solo un tempo di libcra- signìficativo cambio di vocabola-
sazioni della vita mortale {Fìl finito. nell'attesa parusia di Cri
sto? Il contesto immedìato di lCor zione, ma anche ùn tempo di giu- tio; il termine epiphaneia è nsato
l.2l: tedi Vita e morte) che stato
dìzio per la nazione di Israele (cfr. in riferimento all'<apparizione>
di seoarazione sDirituale da Dio 15.20-28 sembrcrebbe suggerire
chiaramenre la seconda iPotesL. Everson). L'idea dì un <giomo del del Signore Gesir Cristo in lTm
(Rm 7,9-l4i Ef 2,1-3; Col l'21.) Signore) escarologico si può tro- 6,1; 2Tm 1,10; 4,1.8; Tt 2,13,
tl oolere distruttivo della morte rn anche se il come questo sia allora
da aooLicare ai credenti e quali 5ia- vare anche in documenti pseudoe- mentre il verbo ep?rainó (<<appa-
Paolo non viene mai Sottovalula- pigrafici giudaici (come I Enoc,4 rire))) ricorrc in Tt 2,1I e 3,4 (il so-
to (si noti l'uso di kd tolYò ifl2cor no là sue imPlicazioni Per tl loro
attùale comPortamento etico so- Esdra e 2 Baruc\ e in alcuni tesli sfamivo epiphakeia appare anche
5,1), sebbene occasionalmenle sia di Qumran (quali 1QM e in 2Ts 2,8). ln tutte e rre le leltere
no ouestioni bcn lungi dall alele 1QS).
Presentata come iì Passagglo Per Nei vangeli è strettamente asso- pastorali il contesto immcdiato di
accedele a una nuova eslstenza una;isoo5tír sìcurs Detto ilì un al-
tro nrodo. se la ntorte e il peccato ciato alle affermazioni di Gesu questi versetti suggerisce una fu-
(2cor 5.8: Fil l.2l:2Tm 4.6l ln sulla venuta del Figlio dell'uomo, tura manifestazìone della gloria
mezzo alla \ua ampla dtscuSSLone sono inlerconncssi (come Paolo
afferma con forza in Rm 5,12), ma può essere identificato iù tulli del Signore Cesù Cristo, sebbene
strlle imDlicalioni JeLla I i\Llrrezio- gli strati evangelici. Paolo ripren- sia anche chiaramente evidenzia-
ne di Giru Cristo. Paolo usa una Lom'è Dor'sibile chc iì cristiJno sia
esortat o a r ivere una vita ncl Pl e- de questo coDcetto giudaico dcl ta la dimensione presente (special-
frase tnsoliia Per descriverc la (giorno del Signore)), compresi il mente in 2Tm 2,10). Nel co,.pi.rs
morre fisica, definendola " l'ulti- sente già liberata dal Potcre e da-
cli effetli dcl peccclo e. ciò nolro duplice tema della salvezza esca- paolino si trovano anche diverse
mo nemico a essere distrutlot M' tologica e del giudizio luturo, nel altre [orme verbali collegate con
C. de Boer sosliene che questa itante, det ba aspcttare la lib<ra-
zione r,lalla mortc come quaìcosa suo insegnamento su questo tema. queste per indicare il futuro evento
sconîilta della morte è centrale in Integra però con creatività questa escatologico: Ìotme di erchomai
tCor 15,20-28, cuore dell'insegna- di iuluro? ll Pcccalo (che ò Perso-
men!o tcologiL-o di Paolo in que- nilicaro in Rm 5'14 17 21; \peranza veterotestamentaria col (<venirc>) appaiono in lCor 4,5;
?,8-ll.ll-251 è grà slalo sconlil- proprio sviluppo cristologico, tra- 11,26 e 2'fs 2,10; apokolypn (<<ti-
sto capitolo. Sr tratta di un'imma- slormando il (giorno del Signore velare)) in 2Ts l,1i phaneroÒ
gine molto evocati\,a, che \oltoll ro. ma rìon Ia Ínol le llslca' cosL ln
limamenle assocìa!a ad esso; que- (Yhwh))) nel <giorno del Signore (<rendere mallifesto>) in Col 3,4.
nea I'imPortanza della croce Per (ìesù Ctislorr. Questa creativilà è La frase (ilgiorno della redenzio-
il oensieio di PaoLo. in quanto fa sta devc atlenderc il comPimento
futuro. Bisogna in ogni caso am- rrno dei contributi piu importanti ne) appare in Ef 4,30; mentre /o
aliusione a un conlronlo tra Ge- rcll'escatologia paolina (cfr. sot- /e/os ((<la fine)) ricorre in lCor
sir e la morte, come se quest'ulti- meftcre che vienc qui espÌessa una
lensioflc teologica, anche sc ùon ro, 4). 1,8:15,24i 2cor l,13; e ta îelC in
ma fosse una figuta Personlflcata .1.4,1 Il <giomo del Signore>> e lcor 10,11. La futìlra parusia di
che bisoP.na aîfrolìtare in (ombat- bisogna arrivare ad e[Iermdrc. co-
me fanno alcuni, (hc Paolo sta tn- l l)arusia di Cesù Cnslo - Nelle Gesù Cristo è spesso comunemen-
timento sulta croee al Calvario
Escatologia 568 569 Iscatologia
te descritta come <la seconda ve- Un'importante scuola tra gli stu- rologiche e suggerisce che I'apo- D. Moùle, <<la migliore spiegazio-
úutar o <iÌ secondo awenlo), an- diosi del NT ha sostenuto che il stolo abbia carnbiato ìl suo nodo ne diqueste tensjoni è che esse so-
che s€ bisogna notare che nessu- mancato arrivo della parusia di di pensare, o che il suo pensiero no, semplicemente, il risultato del-
na delle due frasi è presente nelle Gesu Cristo abbia creato ben pre aÌ riguardo abbia subito un'evo- lc dinensioni difficili da defiùire
lettere paoline (né in nessun altro sto una crisi nella vita della chie- luzione, oppure che il sr.ro disce- dellc verità cristianer (Moule 4).
testo del NT, con questo signifi- sa. Questo (rjtardo della parusia> polo o isuoì dìscepolì responsa In sintesi, ilproblema dello svi-
cato); la prima attestazione di una viene talvolta presentato come l'e- bilì delle lettcre deuteropaoljne ab luppo deÌl'escatologia paolina ci
distinzione 1ra <prima venLltat e lemento che ha innestato il proces- bìano operato questo cambiamen- coinvolge nella rjcerca scientifica
(seconda venuta)) si trova negli so di de-escatologizzazione della to (ciì. Achlemejer
Beker 1991).
e su almeno tre fronti diversi ma
scritti di Giustino martire (110 ca. speranza cristìanaJ ùn movirnen_ Generalmente un simile approccio collcgati insiemc: la controversia
d.C.), anche sc molto apProssima- lo che si allontana dalle concezioni comporla sia ùno studio dettaglia- circa l'integrità dellc lerrere ai Co-
tivamente si trova in Eb 9,28 apocalittiche giudaiche che vedo to delÌa cronologia paolìna chc rinzi (due, tre o quattro iettere?),
In diversi punti delle lettere pao- ùo il compimento delle promesse un'attenTione parlicolarc ai con l'ordine cronologico delle leftere
lire sembra che vengano menzio- di Dio in un non troppo lontano îestì polenici in cui le lettere îu- (ìn particolare Filippesi) e le di-
nate le dichiarazioni tradizionali ritorno di Cristo sulìa lerra; tale rono scritte. In verità. J. W. Dra- scussioDi sull'aùtorità paolina di
sulla venuta del Messia dal cielo. creclenza è sostitùita da una com- ne sosliene che Ìa diversità di àlcune delle lettcre discusse (cioè
Generalmente quesle alfermazio_ prensione più ellenistica della cspressione riguardo all'escatolo- 2 Tessalonicesi. Colossesi ed Eîe-
ni sono piene di immagini ed <(presenza) di Cristo, secondo la gia è dilettamente coÌlegata con la sini). Comunque, la controversia
espressioni apocalitliche, molte quale essa ha luogo nella vita del diversità degli oppositori ai quali sullo svìluppo del pensicro escato-
del1equali tratte dalla letteratùra credente. Sotto il forte influsso del Paolo scriveva. anche sc rifiùta al- logico di Paolo sì preseDta anche
profetica dell AT (come jn lTs ritardo della parusia (così conti- cuni deí risultati piir radicali dei all'interno delle lettcre non di-
I,9-10; 4,ll-5,i1). Una delle Piu nua I'argomentazione), l'escatolo- sostcnìtorì di un simìlc approccio. scusse,
interessanti è la trasliuerazione in gia viene necessariamente de- In ogni caso, la daLazionc e le cir L'insegnamento escatologico
greco della lrase aramaica mara- sroticizzata, e il significato della costanze che accompagnano la contenuto ìn lCor l5 e 2cor 5,1-
atha, \í lcot 16,22. L'eYrdenza speranza futura viene spiritualiz- composìzìone dì una Lettera sono l0 è stato a lungo una delle mag-
linguistica derivante dal suo carat- zato e spostato in una Pìil mistica londamentali nel determinare se giori arce di discussione (Gillman
tere bilingùe ne fanno Potenzial- unione tra Cristo e la Chiesa. Il sia possibile individuare uno svi- presenla una panoramica delle in-
mente la prima attestazione docu- materiale paolino appare partico- luppo di pensiero. Nell'insieme, le terprcrazioni). Molti pensano che
mentata della signoria dì Gesit larmente importante a ProPosito lcttere del .or?rs paolino sono di- in lcor 15 Paolo presenti la sùa
Cristo. Si discute su come I'espres di queste teorie sulla crisi rappre- vise, dagli studjosi che adottano piir chiara esprcssione della spe-
slor\e marunatha debba essere di- sentata dal ritardo della Parusia, qucsta spiegazione, in tre gnlppi, ranza futura per ìl credeltc, asso-
visa e separata e se debba essere anche se bisogna registrare cre- che rappresentano Lrna compren ciando iÌ dono dclla risùrrezione
intesa come un'invocazione al Si scenli voci che conLestano I'affer_ sione progrcssivamente ellenistica corporale con la parusia di Cristo
gnore perché renga (.narqna tha, mazione che la parusia abbja cau- c jndivìdualistica di un'escatologia (che è attesa molto presto, durante
<Signore nostro, vieni!>>) o come sato quclla crisi teoÌogica nel Cri- che si sviÌuppa nel tempo: l) pri- la stessa esistenza terrena di Pao-
ùùa scmplice dichiarazione che è slianesimo primitivo che così spes mc lettere di Paolo (l 2 Tessalo lo). Tuttavia, in 2cor 5,I -10, sem-
già.Verùllo (mata atra, (ilSigno- so si suppone (cfr. Aune, Bauck- nicesi); 2) lettere maggiori d; Pao- bra che Paolo fornisca una pro-
re è venuto!)). ln ogni caso, il ham). Molli studiosi hanno colr- lo (Romani, I 2 Corjnzi, calari); spettiva alternativa, seco11do la
contcsto del passo sembra esse_ clùso che le letlere paolirìe poste- l) lellerc posteriori di Paolo (Fi- quale il cristiano è ìn qualche mo-
re Ia Cena del Signore (come in riori (quali 2 Corjnzi e Filippesi) Lìppesi, Colossesi,Eièsini, Filemo- do unito a Cristo al momento del-
un interessantc parallelo in Dld. riflettono esattamente questo tipo ne; frequenti sono Le diversità di la morte, menLre il dono della ri-
10,6), e appale Pertanto ragione- di carnbio di prospettiva, un'iPo- opinioni circa la catalogazione cli surrezionc è posticipato indefìni
vole ritenere che la frase aramai tesi che solleva il problema dello xlcune letiere). tamente, presumibilmente fino al-
ca coltenga almeno un elcmento sviluppo ncl pensiero escatologi- Il secondo approccio è quello dì la parusia (r?di Srato inrermedio).
del futuro compimento. ln breve, co di Paolo. lisciare semplìcemente le diflèreÌr- Moltì stùdiosi hanno cercato di
I'esclamazione fiarunalhl è nna 3.4.3 II problemo dello stiluP- ze come sono e spiegarÌe comc ine- spiegare questo cambio di prospet-
preghiera, pronunciata in uù con- po nell'escatologia P1olina Cìli \ iiabíli, data Ia natura dell'argo- riva tra le due lettere. Dodd, per
testo litÌ.ugico, che invoca Proba- sludìosi di Paolo hanno utilizza- rìlenÌo; accettarle come tentativi escmpio, spiega questo cambia-
bilmente la futura parusia dcl Si- to due diversi tipi di approccio a ,lcll'apostolo di spjegare l'inspie- mento con un possibile breve con-
gnore. Il parallelo di AP 22,20 questo problema. llprimo nota le trabilc, detern'iinando, cosa che tatto con la moÍe da parte di Pao-
sembra aPPoggiare qucsta inter- differenze (aaldirittLlra le discor- rron sorprende, delle reali tensio- lo stesso, una qualche esperienza
pretazione. danzc) tra sezioni delle lettere di ri teologiche all'intcrno dei suoi chc, sÌìggerisce Dodd, ebbe luogo
3.4.2 Il ritardtt della Patusia Paolo riguardo alle qucstioni esca !,Ìirti. Secondo le parole di C. F. tra la composizione delle lettere
570 _\71 lscatologia
Escalologia
(come appare da lTs 4,13-14), ci
questa îluttuazione lra Dio e I'a mondo)) (lCor 2,6 9); i<principa-
che noi conosciamo come I Corin_
sono scarsi indjzi che sÌlggerisca-
gcnte messjanico (pcr esempio, ti e le poteslà, (Rrn 8,38; lCor
zi e 2 Corinzi (a questa esperien- IEn 3'7 11;Test. Abt.13,1-2);lo 15.24: Eî 6.12: Col 2.15): <Ì do
za traumatica si fa lorse allusio- no che questo fosse il risultato di
quanto Paolo stesso aveva inse- stesso si verifica negli scrjtli crì- ÌìinatoÌi di qLlesîo mondo cli tene-
ne in 2cor 1,8-11). Molti sludio- stìani dopo Paolo, probabilmen bra e gli spiriti del male che abi-
si, tra quali F. F. Bruce ed E. E. gnato loro. In verìtà, è dilficile ìn-
maginare che nei circa vent'anni te sotto l'influenza deLl'apostolo tano nelle regioní ceÌesti) (Ef
Ellis. contestano questa iPotesi, (per eseùrpio, Policarpo, Prl1. 6,12); e <gli elerncntì dcl mondo>
sostenendo che è îortemente im- di attività missionaria prima del-
la composìzione di I Tessalonjce-
6.2). Per estensione il diritto del (Gal 4,3; CoI2,8.20). Tùttavia, il
probabile che Paolo avesse cam- giudizio sì estende alla C-'hìesa cri- giudjzio e la sconlilla delinitivi di
biato opinione su un argomento si PaoÌo non si fosse ancora tro-
vato di fronle al problema della stiana che opera come agente di Satana, insicmc ai suoi accoliti,
così importante nello spazio di po- Clisto. Perciò Paolo stesso si sente vengono presenlati come tatti certi
che settimane o mesi (il suPPosto morte dj qùalche credente e non
avesse tfovato uùa soluzione teo-
autorizzato a giudicare un com in dìversi passi-chiave, in parLico
intervallo di tempo neÌla compo- portamento immoralc (lCor larc in Rm 16.20. Percìò Paolo bi
sizione delÌe due lettere ai Corin logica al problema.
3.1.4 Ilttibunale di Dio/Cristo 5,3-5) ed esoÌta la Chjesa a îare Lo ìancia le dimensionj prcscntc e fù-
zi). Per loro il messaggio essenzia- stesso (lCor 5,ll-13; vedl Disci- tura dì questo giudìzio di Satana,
le contenuto in lcor 15 e 2cor - Paolo fa propria l'attesa comu-
plina). Egli acccnna perfino al fat- in cui la crocc di Cristo è il fulcro
5,1-10 è perfettamente compatibi- ne nel Giudaismo che tutti gli uo-
mini e le donne avrebbero dovu- to che jsanli eseguiranno ilgiudj della bìlancia dì qLLesta gìusîjzia.
le. Alcuni stùdiosi hanno cercato zio escatologico del mondo e cle Nel lìnguaggìo súlle potenze arl
di spiegare la difîerenza tra I'in- to rendere conlo davanti a Dio gli angelÌ (lcor 6,2 3). geliclie nel corpas paolino c'è una
segnamento contenuto nelle due delLa loro vita (cfr. Travis). C'è
3.4.5 II giutlizío di Sctta .t e dei notevole lluidità per quanlo ri
lettere sostenendo che lcor 15 si nelle lettere di Paolo una stretta
suoi angeli Salana viene lnen gùarda i rilerirùe ti. A volte (co
occupa soprattutto dell'escatolo- connessione tra la parusia deL Si-
gnore Gesìr Crisîo e I'esecuzione zionato spesso nelle lettere paoli- mc in Rm 8,38-39; Col 2,Ì5 ed E1
gia collettiva. mentre 2Cor 1,1-10
del gìudizio finale. Un esempio ne, seDrpre comc una potcnza osti- 2.2: 3.10: 6.12) ìl riîerincnto scm-
soprattulto di un'escarologia ìndi-
classico di ciò si trova in lTs 3,13, le a Dio e malefica per i sallti (Rm bra essere a una forza spiriLuale,
viduale. Il fatto che al problema 16,20; lCor 5,5; 7,5; 2cor 2,11; mentrc altrc voltc (conre in Rm
sollevato dall'escatologia delle let- dove la proclamazione della paru-
tere ai Corinzi venga dedicata tan- sia viene posta in un contesto di I 1,14. 12,'7 :, 1Ts 2, 18). Ricorrono i3,l 7 e lcor 2,6 8) si ha chìara-
giudizio (davanti a Dio (emPro' ancÌie i termini ta tatorc (ho pei- mente cli mira ull polere polilico
ta attenzione (con ùna varietà di ru2o11) c diatola (dictbolos), rispeÈ (cîr'. Carr, Wink; redl Princjpati
interpretazioni) è in qùalche mo- sthen tou theou)ù.lí lCor 3,12-15
Paolo presenta un Passo abbastan- tivamente i lTs 3,5 ed [f 6,11. e potestà). La.elazione lra quesle
do ùn'indicazione della sua imPor-
tanza negli s1ùdi Paolini. za ampio sul gìudizio finale, usan- Qucsto è pcrîettamente in linea duc catcgorìc fondamcntali (lor-
con il dualismo escalologico degli ze spìrituali e politiche) ci coinvol
Altri hanno cercato di ìndivi- do l'immagine del matcriale da co-
altri testi apocalirtici giudaici che ge inevitabilmenre nelle discr.rssio-
duare uno sviÌuppo nel Pensiero struzione che viene Provato col
escatologico dj Paolo anche nel îuoco purificatore di <quel gior- cLescrivono I'cra prcscntc coma ni sulla cronologia paolina c la pa-
cluella in cui sono in evidenza il ternilà di Colossesi ed Elesiùi.
le sue prime lellere, cioè I e 2 no) (lCor 3,13). L'immagine del
potere e l'autorità di Satana. In 3.4.6It giudizio dell'<uomo del
Tessalonicesi. C. L. Mearns, Per rerldere conto davanti a Dio è usa-
ta anche in Rm 2,1-l 1; 14,10-12 e verità, Salana vìene chiamato (ìl I'iniquità> /2Is 2, - l\4olto si è
esempio, suggerisce che il Ptìmo
(in riferimento aÌlo stesso Paolo) .lio di questo mondo)r in 2cor 4,4, discusso circa l'idenlificazione
insegnamento di Paolo riguardas-
in Fil2,16. In Rm 2,16 si dice che e (il princìpe delle potenze dell'a- dell'<uomo dcll'iniquità)' (o (del
se un'escatologia radicalmente ria> in Ef 2,2. Ugualmente in lì- peccato), secondo alcuni nrano-
reaÌizzata e che la morte di alcuni Dio gjudicherà i segreti dell'uma-
nità per mezzo di Crifo Gesìi (di4 nea con questi lesli apocaliltici è scrirtì), menzionato Ìn 2Ts 2,-l-12,
credeùti nella comunità di Tessa-
uno svìluppo deÌl'angelologia, con discr.rssionc acccntuata dal fatto
lonica lo obbligò a un radicale Chtistou Iésou).
Salana che viene aiútato da una che si trova ir1 una leltera sulla cui
cambiamento nella sùa coùcezio- Insjeme al gilLdizio finale alla fi-
ne dei tempi, Paolo parla esplicì- schiera di personaggi; Paolo per autcnticità paoLina aLcuni esprimo-
ne. Ouesto tipo di approccio stlp
tamente deltribìlnale (bèma) dre lo più concorda con quest'uso giu Il passo presenta già di
l'lo riser\'e.
pone che la nortc dei credeùti sia
volte nclle sue lettere (Rm 14,10; daico (cIÌ. Carr). Trovìamo angeli per só diversì djlcmmi csegctjcj,
stato qualcosa di haspettato e di (talvolta favorevoli, ma general- non ìrlrimà là diflicolrà di deÌer
teologicamente PreoccuPante Per 2Cor 5,10), basandosi sull"imma-
gine di ls 45. Il îat1o cluioso di ll1ente ostili) menzìonari inciden minare chi si suppone che rappre-
Paolo, provocando in lui una lalmente in tutte le lettere paoliùe sentj l(ùomo deìl'ìniquìtà> (2Ts
(reinterpretazione della parusia questo nìotivo è che il tribunale
nella lorma di una "seconda ve- vieùe descrilto cone aPPartenen- (Rm 8,38; lCor 4,9; 6,3; ll,l0; 2,3). E un simbolo di-Satana o di
nuta") (Mearns 139). Menlre la te a Djo nel primo testo e corne aP-
l3,l;2cor 11,14; 12,7; Gal 1,8; uno dei suoi agenti? E una figula
partenerte a Cristo nel secoùdo 1,19; 4,14; Col2,18; 1Ts,1,16). In che si sitùa nella tradizione deÌ-
morte di aicuni membri della co-
Nei testi pseÌrdoepigraîici giudai- rclazione con qùcsto sono ì riîcri- L'cmpio Anlioco Epiîanc dai tcm-
munità îu certamente un Proble- rìrenti ai (dominarori di questo pi dì Daniele, assocjato all'<abo-
ma nella Chiesa di Tessalonica ci troviamo aÌcuni precedenli di
Escatologiri 5'72 571 Escatologia

minio della dcsolazione> e all'im- esprjmcre la retta esecuzione del dere il destino dclla nazione gìu- le nei termìnj spirjtuali richiesti
peratore r omano Caligola (Mc giudizìo da parte di Dio o dì agenti daica (redl Israele)? l\.IoLti tcsti dall'evenlo Cr isto. Tradizional-
13,14)? Dobbiamo idenlificare da lui designati alla finc dci tem- chiave lrattano proprio di quesla mente Israele era consìderato co
questa îigura con la supremazia pi veogono usati anche alt termi- qLlestione. mc uno strumenlo della salvezza
politica di Rona, un rappresen ni e frasi, per lo più trafti dal ver- 3.5.1 Rm 9-ll - C. H. Dodd dí Dio per le razioni pagane (co-
tanle dell'autorità civile o îorse bo k/ird ((giudicarei>) o termini aveva riconosciuto già moho tem- Ille ìr Is ,10 66); il djlemma di Pao-
perfino l'imperatore slesso, come affini (cfr. Kreitzer 99-110, per po fa il carartere speciale di Rrì1 lo è come credere ancora in que-
coÌui che causa un Ìadicale cam- dettagli). lLfatto che Paolo tenda 9-ll, suggerendo che fosse una sto elcmcnto dclla proclamazione
biamento poliîico (aposÍasia)1 a non associare direttamente Dio îontc indipcnclcDtc, îorse un ser- proletica alla luce del rjiiuto di
Scmbra chiaro che il linguaggio con I'esecuzione della sua ira ha mone inseriro da PaoLo nella let- Ccsir Cristo da parre di lsraele.
inmaginoso chc sta alla base di ildotto alcuni studiosi (in partico- tera. Il latto che sia possibile leg Nel pensìero cli Paolo si vcrifica
questa enrpia figura provenga dal lare Dodd) a suggeÌire che egli gere da Rm 8,39 a 12,l seiza che come un'eruzione vulcanica e il
passo di Ezechìcle sul re di Tiro spersonalizzi l'ira. Quesf ipotesi si incontri una inteÌruzìone nel posto di Israele alÌ'jnterno del rì-
(Ez 28,1-19), ùa il dconoscimen- ha qualche validità, anche se tre pensiero dà cerlamente peso a pensalo sclìema escatologico è co-
to di questo fatto non aiuta neccs- volte ricorre la îrase (l'ira di Dio)) q[csta ipotcsi. Pcrò moiti inter- me Ìava che non si è ancora r'ai
sariamente a delerminare chi si vo (hc orge lou lreor; Rm l,l8; Ef preli di Paolo pensano che lìm îreddata; non ò ancora indurita o
glia intendere. L'associazione con 5,6; Col 3,6). 9-l I sia parte ilteg].ante di tùrla stabilizzala, resLando qualcosa cli
la figura dell'anricristo ne1 libro 3.5 La missione ai pagari e il l'argon1eùtazione della Ietrer a e lluttuante.
dell'ArJocalisse è comprensibile, destino della nazione giudaica llon ritengono giustilicata I'iporesi 3.5.2 lTs 2,13 l() Fin daL
daro il rono globalc deÌ passo (cfr-. Secondo la sua stessa testimonian- clcll'intcrpolazionc. ll problema tetlÌpo di F. C. Baur gli studiosi
Mounce). za. la chiamata dì Paolo come del destino della rÌazione giudai hanno spe!so affermato che que-
Simìlmcnte, chi o che cos'ò <<il apostolo è intimamente connessa ca si trova all'interno di questa se- sla perìcope inrerrol-Irpe il iilo del
potere che trattienc) (2Ts 2,6'7; col suo incontro con il Signore Ce- zione, ma vienc anticìpata già pri- l'argomcntazione di PaoÌo nella
ledl Uomo dell'irliquilà, potere sir risorto (Gal l,l l- l7). Mentre il ma neÌla Ìcttera (comc in Rln 3,1-8 lertera, ipotjzzando che sitratti di
chc trarliene)? E Paolo stesso ceùtro dell'esperìenza di Paolo e nelL'immagine cli Abramo in Rm un'ìntcrpolazione, îorse inserita
(corne suggeriscono Culmann e sulla <via di Damasco)) viene spes- ,1,1-25). Nella misura in cúi la se da un succeslivo editore dopo la
\lunck)? O è la necessità che il so ìdentiîicalo con la sua esperìen- zione concerne il destino della na- cadura di GerusalemnÌe nel 70
messaggìo evangcLico sia Procla- za di conversione, ò importante zìone giudaìca, alìa luce del suo ri- d.C. Alla basc di una simile inter'
mato in turlo il mondo (come so notare che potrebbe essere descrit- îiuto di Cesu Cristo come NIessia. pletazìone c'e la convinzione che
stiene Aus)? lnolîre, una delle ra- to in modo piii approprjato come essa tocca temi escatoÌogicì. la pelicope sia ìncompatibìle con
gioni dclla dìfficoltà a determìnare la sua chiamata a partccipare al Chc cosa pcnsa Paolo chc acca- l'insegnamenlo escatologico dì
con precisione che cosa L'aulore compimento delle promesse dì Dio drà in uLtilna analisi alla nazione Paolo sul destino della nazione
abbia in mcnle deriva da una biz- di conclurre a sé tulle le nazioni giudaica (il sùo stesso popolo)? IrÌ giudaica espresso in altrj testj. Au-
zarria esegetica: una lornrulazio- nella pienezza dei tempi (come in Rm 11,26 (<tutto lsraele sarà sal- torevoli argomeotazioni sono staLe
ne ìnsolita ncl testo greco presen- Is 49; vedi Conversione e chiamata vato)) egli sembra esscrc vicino a fornite per le due possibilità (la se-
ta in vcrsetti successivi sia ùù'e di Paolo). Queslo significa che clucllo che può esscrc descritto co- zione è aulenlicamente paolina; al
spressionc íeL.1ra (lo kalechon, Paolo vede lutto il suo ministero me un universalisn]o nazionaie. contrario, si tratta di uÌ]'interpo,
2Ts 2,6) che maschile (ro kr]le seguenle tra ipagani (tezll Genti- Comc dobbiarno iDtendcrc lette- lazione non paolìna). In gran par-
chÒ , 2-fs 2.7). li) comc se avesse Lìogo nel con- ralmente il <Lulto Israele> (pds te L'argomentazione dipcndc dal-
ln ogni caso il movìmeÙ1o prin- testo di un atto escatologico, la ri IsraaD di Rm 11,26? E difîicile 1apossibililà o Ínelo dì determi-
cipaÌe di questo passo è la collo- sùrrezione di Cesir dai mortì. In conciliaÌe tale insegnamento con nare una cornice storica che si
cazionc dell'ascesa dell'<uono tuttc le lettere di Paolo si allude il tcma de1la giustilicazione per la adatti al giudjzio espresso sulla na-
dell'ìniquità> all'intcrno di úna aì fallo che a lui viene aîfidala la lede così fortemente sottolineato zìone giudaica (come, per esem-
cornice temporale (come in 2Ts missionc di (apostolo dei Centi- altrove nei sùoi scrìtli. Un modo pio, Ìa rivolta delÌa Pasqua del,19
2,3), mentre nello stcsso tempo si li> (cft. Kin1 l-31, per i deltagli). dì comprcndere Rm 9-11 è chc d.c.).
asserisce la sua definitiva sconfit- Paolo vede chiaramente il suo mi- questo passo rìflelte una tensione 3.6 Il dono escatologico dello
ta da paÌte del Signore Cjcsir nella nistero apostolico come parte del- non rìsolra all'interno deÌ pensie- Spirito - L'escatologia giudaica
îutuaa parusìa. L'attività escatologica di Dio, e un ro stesso di Paolo. una tensione associava tradìzionalmente f inizio
3.4.7 L'ír0.fútura L'ira (or elemenLo essenziale di tale attivi che da una parte non sembra ab- dcll'era lutura con ìl dono dello
3.4) lutLua viene melzionata piii di tà è Ìa salvezza di un pobolo chia- bandonare del tutto la fede nelle Spirito di Dio (re./l SpiriLo SanLo).
venti voltc nelle leltere paoljnc e mato a essere il sùo popolo (come t)romesse di Dio all'Islaele stori Paolo completa questa idea colle-
il sostantivo appare sia con l'arti nota Vy'righl). Ma in che modo ro. ma dall'altra è nressa in discus- gandola con la sua dortrina del Si-
colo dctcrminativo che senza. Per qucsto tocca il suo modo di inten- sione dalla ridelinizione di Israe- gnore Gcsu Cristo rìsorto in quan-
Escatoìogia 5'74 -_i75 Escatologia

to sperimentato dalla presenza fermata in diversi passi delÌe let- paoline, dinostrando una stletta ne del nostro corpo) (Rm 8,23;
dello Spirito di Dio che dinora tere paoline (Rm 8,15:9,4; Gal conÌÌessione tra le idee di creazio- clr. solto,7.2).
nella vita del credenle. In lcor 4,5; Ef 1,5); ad essa si collega l'u- ne e redenzìon€ (cfr. Cìbbs). Nel- 3.7.2 Fil 3,21 " ln Fìl 3,20-21
15,45 iL Signore risorto, l'ultimo so dclla traslitterazione greca del ic lctterc paoline la redenzione co- abbìamo un altro csernpio dell'ìn-
Adamo, e descritto anche come lermina aramaico aóóa (Rm 8,15; smica è anche intimameùte con teresse di Paolo per la lrasforma-
(spjrito datore di vlIa), (pneumd Gal 4,6). In virtir del fatto che il nessa aÌla redenzione arìtropoÌogi- zione del corpo fisico dei credeùti
zÒopoioun). Per esprimere iÌ ruo- cristiano (per definizione) possie- ca. Il dcstino sia dell'ordine crea- in un corpo glorioso con la potcn-
lo che ha lo Spirito nella vita dei de lo Spirito, lo sr4lrs di adozio- to che della razza umana è deter- za della risurrezione. Ma alla fine
credenle vengono usate varie im ne esiste come una rcaltà presen- nrinàro dàllà rìsurreTione dì Cri dei due verse(i Paolo include una
magini, e aîfermazioni similì sul- te. Eppure non è difficile scorge- sto dai morti. ed entrambi trova- îrasc che va al di là dcì confini del-
la comunicazione del1a vita da re nei lesti una dimensione fùtu- no il loro compimenlo nella sua si- I'iùmagine antropologjca e vi in-
parte dello Spirilo sono rjportaÌe ra per questa adozione, ìrn ele- gnoria. Paolo concLudc pcrciò i1 serisce una nola coslÌrica. La sur
in Rm 8,2 e 2Cor 3,6. mento che è coerente con il resto suo breve e)acrlrills sulla creazio- rezione viene delìnita con'ìe (il po
3.ó.1 Lo Spirito cone primiziu dell'insegnamento escatologico di Ile ir Rm 8,l9-22 con la proclama- tere che ha di sottornettere a sé tut-
Paolo descrive esplicitamente Paolo. zione che questa redenzione inclu te le cose>. È una dichiarazione s!
lo Spirilo come <primlzla (apar 3.6.4 Lo Spítito e la vita moru- de I'adozìone dei suoi îigli attra- mile a quelÌa di lcor 15,27 e co
cre))) in Rm 8,23, in parallelo con le dei cristiani - La prospettiva verso 1'attività delLo Spirjto (Rm struita su Sal 8,7. Ancora una vol-
quanto sì dice dello stesso Cristo escatologica di Paolo informa il E,23). ta la haslormazione dell'umanità
risorto in lCor 15,20. Quesla im- suo insegnamento etico, aiùtando 3.7.1 Rm 8,19 23 All'inter e la sottomissione del cosnro so-
magine agricola è usata di fre- spesso a formulare il modo in cui no di un'ampia discussione sugli no ìdee lra loro connesse.
quente nell'AT (come ìn Lv egli descrive il crìstiano come uno cfîetti dell'azione rcdentrice di Ge- 3.7.3 Col 1,15 20 L'idca dcl
23, r 0-14). che deve vivere la sua vita con un siL Cristo per icrisliani abbiano rlroìo dì Crisfo come creàlore è
3.6.2 Lo Spitita cotne capet ru occhio rivolto al futuro (vedi Eti- una bre\'e sezìone che descrive le importaÌrle nelf inno prepaolino di
- ln diversi testi delle lettere pao- ca). ln {.lfetti questo significa che sue dimensioni cosmiche. Paolo Col i,15-20. Qucsto motivo crca-
line il dono delÌo Spirito Santo vie il dualismo etico di PaoÌo è di na- usa qui il lingLraggìo dell'apocalìt- tore è anche controbilanciato nel-
ne descritto coùe <caparra (antr- tura escatologica, non antropolo- tica giudaica, attribuendo îorma I'inùo dalla proclamazione di Cri-
àan))) di Dio (2Cor 1,22; 5,5; Ef gica (come nel passato hanno sug- umana all'ordiùe cteaLo (hè kli slo come agenle della redenzio
1,14). Questo termine iùsolito è ùn gerito Inolti sostenitori di ùn con- srs), e aggìungendovi I'immagine \e (di'autou tlpokatallaxai, Col
prestito dal semitico ed era ben at- flilto con 10 gnosticismo). Per dcllc do8lie delparto (slnadineù. 1,20). La dimensione cosmica del
testato in grcco come lermìle fi- Paolo soterioÌogia ed escatologia Come ha dimostrato D. C. Alli- 1'azione redentrice di Cristo sulla
nanziario. Indica l'impegno a pa sono intrecciate e la sua cristolo- son, l'espressìone <doglie del par croce è resa più chiara dall'incLrL-
gare tLrtta una somma dovula con gia ne fornisce la base di espres- to)) è, nei testi apocalittici, quasi sioíe di ta pdnto (<<tùtte le cose))
il versamenlo di un acconto ìnìzia- sione. Per esempio, in Gal 1,4 la un tennire tecnico, spesso associa- e eíle ta epi tcs gès eite ta en tois
le. La metafora finanziaria si pre- norte sacrificale di Cristo viene to allc tribolazioni che accompa oul,.rror.t (((le cose che stanno sul-
stava mollo bene alla dottriÌ'Ìa di descritta come il mezzo per libe- gùano L'avvento delNlessia. E in la Lelra e qrìelle nei cielì>) nel v.
Paolo sulì'inabitazionc dello Spi rare icredenti (da questo mondo tcressantc che Paolo includa la 20.
rìto e ha chiaranente una conno- perversor. Similtrlente, in Rm 8,4 stessa immagine anchc ncl passo 3.7.1 Ef t,t0 ln Ef 1,9-10 il
tazione escatologica. Ilpunto es- egli dcfinisce l'esistenza cristìana sulla parusia in lTs 5,3, una sezio- mistero del piano salvilico di Dio
senziale è chc il credenle ha la si- in terÌnini di <vita nella carne>>, ne cosL.uila tutla sulla rradizionale vicne descritto come prestabilito in
curezza della sua ledenzionc îinale che è srata abbandonata per una attesa vctcrotestamentaria dcL C sto e rivelato nella pienezza dei
suÌla base dell'attuale possesso <vita nello Spiritor. Dello Spiri- <giorno del Signore)). Si tralta di tenpi. L'aulore di Elesini inseri
dello Spirito Santo. to si parla anche come potenza di un'immagine comune nelle sezio scc poi un verbo insolilo (arak€-
3.6.3 Lo Spitito e I'ercdifà risurrezione, resa operativa nella rÌi apocalittìche dell'AT (ls phalaiosasthai) per csprimere 1o
All'intcrno dell'escatologia paoli- vita morale dcl cristiano (come in 26,l6-19: 66,7-14), dci sinottici scopo ultimo di questo piano co-
na figura anche i] linguaggio del- Rm 8,11; lCor 2,4-5). (Mc 13,8; Mt 24,8), e ricorre an- me si è compiuto in Cristo. Que-
I'eredità (lCor 6,9 10; 15,50; Gal 3.7 La trasformazione del co- che in altre apocalissi (4-Esrl sto verbo contiene una nota for-
5,21), che è sLrettamenie connes- smo - Uno dei molivi classici del- 5,1-13.50-55; 6,21-24; 9,3). Co- temente escatologica, come pufe
so con la benedizione dell'allcan- l'escatologia apocalirtìca ò la tra- munque, i1 testo di Romanj non una cosmologìca (si dice che sono
za e il compimenro della prolnes- sîormazione dell'ordine creato vuol essere un dellagliato insegna' lo panta, <túlÍe Ie cose), a essere
sa di Dio al suo popolo in Abra- sotto gli effettì dell'apparire del- ùrento sulla creazione come tale, (ricapitolate) in Cristo).
mo. L'idea delpossesso dello Spì- l'era fÙtura. Questa redenzione ma serve soÌo come esempio di ap 3.8 (<To telos>) e <to feleiosn
rjto come base per l'adozione cosmica si trova riflessa anche in poggio al ren-ra principale di Pao- Il gruppo di parole le1o"r ha un uso
(huiothesia) a îieli di Dio viene aî- dìversi punti-chiave delle lettere lo, che è l'<adozione, la redenzìo nloÌto esteso nelle letlere paoline,
Escatologia 576 5',77 Escalol0gia
spesso con un signiijcato escato licato è Rm 10,4, dove il termine sione di undici testi-chiave in cui 5, ESCATOLOGIA PAOLINA
logico che è forse mcglio inler- è usato per descrivere 1'efîetto del- rìcorre). ED ETICA È stato talvolta
pretato in lermini sen1plicemente la venuta di Crìsto sulla legge giu- ll iratlo caratteristìco dell'esca- suggerito che un'ecccssiva accen-
temporali. J. M. Court sostiene daicar (Ora, il termine (te1os) della tologia di Paolo, la risurrezione di tuazionc dell'elenento escaiologi-
che questo îa parte del linguaggio Legge è Cristo, perclìé chiunque Gesìr Cristo dai ùorti, è ìndiscu- co va a discapito della necessità di
tecùico dell'apocalittica che Pao- crcdc sia giustificator. Può darsi tibilmenre una dichiarazione teo- un forte codice ctico pcr la vita
lo adotta. Quasi certamcnte /o che rispecchi il detto di Gesù tra- Ìogica, come emerge dal modo in presente (redl Etica). Contraria-
/e/os, (infine>, va inteso in sen- smesso in Mt 5,17, associando la cui Dio vicne detro attivo nella ri- mente a lnolte coÍluni supposizio-
so awerbìale-temporale in lCor fine (lo 1e1os) con l'idea di com- surreziore di Cristo. ln diversi ni circa il distacco riLenuto illsilo
15,24, dove il termine viene lrsato pimento della Legge (1lcfisaù. Ur punti delle lettere paoline si dice ncll'insegnamenlo escatologìco, le
per esprimcre la conclusione di simile uso di to telos si trova in csplicitameùte che Dìo Padre è au lettere di Paolo dimostrano una
una sequenza di eventi escatologi- lTm 1,5. tore della risurr'ezionc di Ccsir strclra conDessione lra escatologia
ci, inclusa la consegna del regno La forma re'Jtra (Ío leleion) (Rm 4,21; 10,9; lCoÌ6,14; 15,15; cd csorlazione morale. Questo è
al Padre da parte del Fìglio (an- dell'aggcttivo 1elelos è usata come 2Coî 4,14; Gal 1,1; Ef 1,20; Col evidente già ncllc prime sue letLe
che se alcuni comnentatori riLen- nome astratto in lcor 13,10, in- 2,12; l Ts 1,9-10); uDa volta è Dio re, quclle scÌitte alla Chiesa di Tes-
gono che 10 lelos sia qui un nome). dicando <ciò che è perfetto o com- attlaverso il suo Spirito che la saloùica, ín cui Paolo si oppore a
Una ricoÍenza simile, ùgualmente pletor, mettendo così in contrasto compic (Rm 8,11); una volta è lo una îuorvianle comprensione del
con significato temporale, è in l'età escatologica iutura con il (Spirito cli sanlitàr) (Rm 1,4); c lavoro basata su un'erronea visio-
lCor 10,11 dove Paolo descrive i mondo atlùale imperfetto. L'ag- una voLta è la (glorja del Padre)) ne delf immìnente rilorno di Cri-
suoi destinatari di Corinto come gettivo releios può anche avere il che la risorgere Gesir (Rm 6,4). sto (cfr. Kaye). Similmente, Le
coloro (per i quali arrivata la fi
è significato di <maturo> o <adul- AltÌi passi usano scmplicemenle esortazioni morali co1'ìlenute in
ne dei rempi (/a lelè /ajn aiónón)>. to>, come ìn lCor 2,6; 14,20; Fil un verbo jmpersonale pet indìca- Rm l2 13 sono totalmente condi-
Il nome lo lelos è anche ùsato in 3,l5 (vedi Perfelto, maturo). lnEf re la rjsurrezione, generalmente zionate da una prospettiva escalo-
Rm 6,21-22 per esprimere j con 4,13 e Col 1,28 10 stesso termine considerato come ùn Passivo teo logjca; il passo inizia con un ap-
trastanti esjti finalì de1 peccato vjcne rispettivamcnte applicato in logico (Rm 4,25; 7,,1i lCor pello al crcclente a (non confor-
(morte) e della grazia (vita eterna; senso antropologico alÌa Chiesa e 15.4.12.20i 2cor' 5, 15; 2Tm 2,8). marsi alla mentaÌità di qucsto se
i,edi Vila e morte). 1"o 1elosè rLsa al credente. Comunque, Paolo mantiene colo. ma a trasfor-n]arsi rinnovan-
to da Paolo per esprimere il tem- una forte nota di subordinazione do la vostra mente) (Rm l2,2), c
po del giudizio ultimo, come jn Fil 4. ESCATOLOCIA PAOLINA E di Gcsu Crisro a Dio Padre. an conclude con un Lungo paragralb
3,19, dove si dichiara che i nemi- CRISTOLOGTA I punti di col- che nei passi piiL eminentementc che amÌnonisce che il giorno di
ci delìa croce di Crislo hanno la legamento tra 1'escaîoÌogia di cristoloSici. I due esempi piir ìm Cristo si avvicina (Rm 13,11'14).
loro fine (/o lelos) nella distruzio- Paolo e la sua cristologia sono am- portanli sono lcor 15,28c e Fìl La stcssa osservazione si può îarc
ne (redi lra, distruzione). Simil- pi, in paÌticolare per quanlo ii- 2,11c, che concludono entrambi a proposilo di 2cor 5,1-10 dove
mente, in 2cor 11,15 sì dice che guarda ìl ruolo chc Gesù cristo ha dei testi conteneùti elementi csca- I'insegnamento cscatologjco circa
i ministrì di Satana avranno una cone esecutor€ del giùdizio esca- tologicj. le ìmplicazioni della morte di un
fine appropriata (ró, to telos est4i lologico finale. Anche se Paolo Uno dei tralti pi!Ì intcrcssanti cristiano si intrecciano con l'esor
kata ta erga autìjn); e in lTs 2,16 non sceglic di usare il titolo Figlio dell'escarologia di Paolo (che an- tazioÌìe a esserc graditi a Crislo
i giudaizzanti sono condannati in dell'uomo (il piu difîuso nei sinot- ticipa il nascere della dottrìna della (2cor 5,9).
quanto sotto il giùdizjo dell'ira di tici) per esprirnere questo ruolo, Trinità nella Chjesa) è la relazio- Davvero è possibile vedere tut
Dio che <alla finer> (ei5 lelos) ver- usa nondimeno immagjni e idee lie tra il Signore Gesù risorto e lo 1o l'insegnamcnto.tico di Paolo
rà su di loro. Il termine può an equivalenti. Nellc lettere paoline le Spirito Sanro. Lo Spjrito Siìnto come un'istruzione su come il cri-
che essere usato per indicare il tradiziorìi leof aniche dell'AT sul viene descritto come (Spirito dj stiano debba vivere nell'interval
tempo della redenzione finale, co- (giorÌìo del Signore, vengono ri- Cristo> (Rm 8,9; Fil I,l9) e lo Ìo tra la rnorte e risurrezione di
me in lCor 1,8, dove si dice che vestjte di uù nuovo significato e <Spirilo dcl Figlio (di Dio)> (Gal Gesil Crjsto e la sua parusia futu
il Signore cesil Cristo sosterlà i sono appÌicate aL Signore Gesù ,1.6). Nello slesso tempo, in ahri ra. Nell'elocativa lrase di Sam'
credenti <<fino alla îine) (,heós /e- Crisro risorto. Questa nuova ac- passi lo Spirito Santo è chiaramen- pey, I'insegnarÌento morale di
lous). centuazione viene generalmente le (Spirito di Dio) (1Cor 3,16; Fil Paolo rigùarda la condotla del cri-
To telos p[ò avcre anche jl sj costruita spostando il rilerimento 3,3; 1Ts ,1,8). La sovrapposìzionc stiano (tra i telnpi)).
gnificato di (termine)) o <deslina- dì <Signole) da Dio a Gesir Cri- lra Dio c Cristo (in riferimcnto al
zionet), sebbene sia diîficile sepa- sto, o con una nuova applicazio- lo <Spirilo)) è evidenziata in 2cor 6, ESCATOLOGIA PAOI-INA E
rare questo significato da quello ne dei passi del <giorno del Signo- J,17, una vcra cru.r ifitetptetunl N,tISTICAGIUDAICA Abbia-
temporale appena discusso. L'e_ re)) all'agente messianico (cfr. che è possibile consìdcrare in en- mo gìà menzionato la climensionc
sempio più famoso di questo signi- Krejtzer, 112-128, per uÌìa discus- Lrambe le diÌezioni. <orizzonrale) (o <spazjale))) del-
llscatologja 578 579 Escalologia

l'escatologia (cli. sopra, l). Que- apocalittico e rjfiuto della validi- A poca lit
ica, mi:tt ica e cristo I o-
t L'INSEGNAMENTO ESCATO-
slo tratto del pensjcro escalologi tà del vanto (2cor 12,5-6), con gla. Che apocalittica e mistica ab- LOGICO Dl PAOLO - L'appli-
co di Paolo ha ricevuto una par una breve descrizione delÌe tribo- bìano Ìa comune base di esperien cazione delle conoscenze derivanti
tjcolare attenzione negli ùltimi an- lazioni che egli deve soflrìre nel- za religiosa sembra chiaro e da un dagli approcci di tipo sociologico
ni, iD particolare nella sua relazio- I'adempimcnto del suo ruolo di loro confronto è possìbi1e avere ai documenti ha permesso di fare
ne con le lradizioni mistiche del missionario dei GentiLj (2cor una maggiore comprensione di un negli ultimi anni considerevoli
Giudaismo. I-a cosiddelta ùistica 12,7 10). Egli inizia questa sezio- aspetto del pensjero escatologico progressi ne11a comprensione del-
della Merkabah, inîlueùte in cer ne descrivendo la sùa esperienza di Paolo. Pcrò, considcrandole Lc Icttcrc paoline (redl Approcci
ti circoli gìudaici nel periodo del come una rivelazione (ap o ca llps is) sempliceÌnente ùguali, si può ar sociologici a Paolo). Questo è ve-
NT. si basava sulla visione inau- del Sìgnore (2cor 12,1). rivare a conclusioni eccessive, non ro anche per quanto rìguarda il
gurale di Ezechiclc in cui il profe lCot 9,1. Paolo basa la difesa Lrltimo all'apparente svuotamento suo insegnamenlo escatologìco, in
ta vede jl carro-trorto (merkabî) dcl sùo apostolato (vedi Aposto- cli ogni significato îuturo nell'c- particolare nella valulazione di ciò
c1i Dio in cielo (Ez 1,26'27). Que- 10) sul fatto che ha vjsto (fterra- scatologia di Paolo. Non è solo il clÌe W. N4eeks ha descrìllo come
sta lradizione mistica è molto dif- ,ta) il Sìgnore, Il verbo viene di so- modo in cui l'inconlro del Signo <credenze millenaristìche> dclle
fusa trel Giùdaismo e ha prodot- lito inteso nel signilicato di visio- re Gesil risorto viene comuDicato comunità alle qùali Paolo rispon
to una proprja letteratura che o1- ne fisìca, ma è possibile interpre- a Paolo che è per lui irùportantc; de. D. W. Kuck ba proseguìto ul-
fre un punto dì riferìmento com- tarlo nl]l scnso di visione estatica questa è senplicemente la lorlna leriormente la ricerca. esaminan-
parativo per gli sLùdì del NT. 11 dara per nezzo di rivelazione (si- dell'esperienza. Alùìeno di pari do ìl posto che il tema del giùdí
pùrìlo critico in riîerjmento alle mile descrizione del (vederer il importanza è il contenuto di lale zio ha nella corrìspondenza con la
lcttere di Paolo sla lella supposta Signorc risorto ricorre in 2Cor esperienza: per Paolo è di londa- comunità diCorinto c îaccndo al-
Ielazione tra l'escatologia apoca- 4,4-6). mcntale interessc crl viene rivela- cune importanti osservazioni sùl
littica dell'apostolo e il suo misti Cal 1,11-17. Anche quì Paolo to (non .orr?e). l)i conseguenza, il come quesÎa escaroLogia lutura in-
cismo (che si nlaniîesla in espe- fa uso del linguaggio dclla lcttera- contribulo più utile che lorse la cìdesse nella vìta deììa comUnilà
rienze estatich€). ALcuni studiosi tura apocalittica sceglieldo di de- tradizioùe rÌlistica giudaica può In qucsto campo molto lavoro
dare nelÌo slùdio delÌ'escalologia è ancora da compiere, ìn partico
hanno rilevato che la distinzione scrivcrc la sua chiamata ad essere
tra i due (apocalittica e mistica) è apostolo come aÍivata a lui attra- di Paolo è il fatto chc aiuta a for- lare per l'ai[1o che può lornire
estremamente sottile. se non del verso una rìvelazione (apokalyp- nire un corìlesto nel qùale si può neÌla spiegazione dÌ colne le idee
tutto artìficiale. A. F. Segal, per sri, Gal 1,12) di Cesù Cristo (vedi sviluppare la cristologia paoÌina. escatologiche abbiano intluenza-
esempio, ha recentemente sostenu Visioni, esperienza estatica). Tut- Molto la pensare che I'aspetLo piir ro (o forse perfino determiùato) le
to che l'attesa apocalittica giudai- tavia questa rìvelazione non è tan- duraturo che emerge dalla sovlap- crcdcnzc c Lc pratichc delle comu-
ca era mistìca nel modo in cui era to ùna rivelazione a Paolo, ma posizione lra apocalittica e Ìnisti nità. Il riconoscinenlo della di
sperimcntata e che è del tùtto per- una rivelazione in l[i (en emoi, ca sia l'importanza dcl tema del1a mensionc sociale delle credenze
tinente parlare di Paolo come di Gal 1,16), suggerendo quasi ùna <glotiar, (kabòù rjvelata ineren- escatoloBiche (r:edl Approcci so-
comprensione incarnata dell'in- le ad esse (clr. Ner,lnan per un re ciologici a Paolo) ci perùette an-
un misLagogo apocalittico. Cru-
ciale per I'argomcntazione dì Se contro coD jl Cristo rìsorto (cfr. cente studio sull'argomento e una che di scoprire con'ìe l'ìnsegna
gal è la tesj che in termini di espe- Gal2,20; 6,4). Questo linguaggio critica della resi di Segal). Se ap- mcnto di PaoLo sia sempre pertì-
rienza religiosa non c'è distinzio- altamente personalizzato potreb- plicato .i considerazioni cristolo nenle e di corniÌciare ad applicar
giche questo permette il cambia- lo ai nostri problcmi di oggi (co-
ne tra apocalittica c mistica, ùo be essere inteso come espressione
di un'esperienza mistica ed esta- Ìnento da un compimenlo teocen- me sottoliùea Glasswell). Nella si-
nostante il iatto che i due siano ge-
neri lelterari chìaramente distinti. tica di una menle visionaria (co- lrico a ùn compìmento antropo- luazione contemporanea questo è
In appoggìo a una sìmile interpre me suggerisce Segal). Comunque centrico. ln altre parole, la comu- scntjto in mocio dcltutto partico-
è dubbio che questo fosse il mo- ne base di apocalittica e mistica nel lare ùelle aÌee della sessualità uma-
tazione vengono invocati alcuni
passaggi-chiave delle Lettere sicu do in cui Paolo percepì il suo in- Ciudaismo pcrmettc a Paolo (c acl na (clucstioni riguardanti f identi-
ramente paolire. contro cor Gesii Cristo; egli met- altrj) di vedere il Signore Gesir Crì tà e il ruolo sessuale) e della crea-
2cot l2,l-10. La maggior par te la sua visione del Signore accan- sto risorto come I'agcnte dcl com- zionc (qucstionì rjguardanti I'eco-
to aìle apparizjoni pasquali della pimento del disegno escatologico logia e I'ordine crealo). In enlrilm-
le degli studiosi pensa che questo
curioso passo rifl etla un'esperien- prim jtiva tradizione cristiana di Dio. La futura rivelazione di bi ì casi le prospertjve escatologi
Gcsir Cristo è, nelle paroÌe di Pao che possono imporre sia le ilter-
za pcrsonale di Paolo, anche se (1Cor 15,5-7), ancorandole salda-
non necessarìamentc la sua msnte alla storia oggettiva e non lo. strettamenle connessa con la pretazioni accettate per qùesti fJas
conversione-chiamata sulla vìa dì all'immaginazione sòggettiva. Il rnanifestazione dclla gloria dì Dio sì che ]c pratìche adottate dalla
Damasco (At 1,9'l9i 22,1-2ll suo uso del verbo aoristo passivo {lCor 3,18;4,1.6) Chiesa ùell'esprimerle.
26,12-23). Vjene îatto notare che ijphtè appoggla questa posizione G.tl 3,27-2B. Negli ùltini anùi
egli cornbina insieme linguaggio (lCor 15,5.6.7.8; cfr. lTm 3,16). ] DINANÍICA SO'TAT,F NFI questo leslo è slato ùno dei piir di
Escalologia 580 581 nscatologia

batturi di tutto il .'oryrl paolino, mitare la lorza di Gal 3,27-28 al clesiologia, hanno come base co- fto!*r/, t'orress.MinneapoÌis 1990i Be
ùoitP., L'Aalution du ldngdge apocallp
in gran parte per le implicazioni futuro e non ricol]oscere la sua mÌrne questa prospeltiva escatolo- tiquedant lc Carp s paulini?r, inAa. Vr.,
che ha per le convenzioni socialì. pertinenza per il presente (vedi gica. Tutto questo contribuisce a Apoc'llypses eî théolosie de I'espétance,
La pericope sì apre con uDa di Uomo e donna). Le implicazioni îare del Densiero escatologico di Lectio Dirina 95. Cerl. Paris 1971, pp.
299 335i iloer M. C. de, The De.feaî o.f
chiarazione che i credenti sono socjali (per esempio, il ruolo e l'or- Paolo uno dei principali campi di
,€alr, JSI.*TSS 22, Academic, Shcfiìcld
stati <baltezzaliin Cristor e si so- dinazione delle donne) sono am- discussione del moderno dibalti 198rji Ìd., Parl dnd.Jewìsh Apocal.ypti.
no ((rivestiti di Cristo), due imÌDa pie. Non c'è dubbio che Gal ro lra gli studiosi. Es.rziologr, iù J.Itarcus - \4. L. Soards
gini che sono simboli et'îìcaci del 3.27 28 continuerà a cssere un ledd.), Apo(allptic at the Net TesId
,tenl: E$uls itl Ho or.l .L Lauis MotOn,
la teologia della risurrezìone in punto crucjale per la teologia con- Vedi anche: Adamo e Cristo; JSNfSS 24, Acadùnic, Shcllicld 1989, pp.
PaoLo. ln Gal3,28 Paolo continua temporanea (cfr. McDonald). Apocalittica; Cielo, paradiso; I 69'190i Bornkamm G., Paolo. Claudia.a,
aflermando che I'unità in Cristo Rm 8,19-23.In questi pochi e Creazione e nuova creazjone; Cri- roriùo 1977i Bra!ìck \. P., Atocalfptic
Paut?. i^CBQ 17 (t985) 664'675i Brtrce F.
trascende vaÌie baÍiere umanc: et- brevi versetti abbiamo la discus- stologiat Esaltazione e intronjzza- 1., Pdul: Apostle o.f rhe Hean Set Frce,
niche (giudeo/grcco), economiche sione piii ampia dì tùtLo iI corpus zione; Etica; Gerltili; Giudizio; Eerdmans, crand Rapids l9ll, pf.
(schiavo/libero) e sessuali (uo- paolino sul futuro dcll'ordine Ciustiîjcazione; Glorìa, gloriîica- 100 3l3i Caird C.8., The lanrudse and
mo/donna). creato. Come abbiamo menziona- zione; Imrnortalità; Ira, distruzio Irluser! ol the Bihle, \\csrminrer, Phila-
deìphla 1980, pp. 201 27li Carr W.,,4rarh
Molti penserebbeÌo che la que to sopra (cfr. 3.7), il rema centra- ne : Israele: Misterol Misticai Mo
dn.lPi n. ìpd I í t ies,SN t SMS 42, Unìversìt)
stione centrale del passo riguardi le del passo è quello di illustrare rìre e rìsorgere con Cristo; Pace, Prcss, Clmbridge 1981; ColÌnrs.1. J. (cd.),
il modo di ingrcsso nella comuni- la redenzìone finale dej figli di Dio rjconciliazione; Primizie, caparraj lpo.allpse: The Matpholosr ol u Genrc,
tà di fede, e che su qÌresto punto da parte di Dio (Rm 8,23). Non- Regno di Dio,/Cristo; Restaura- ii Setneia 14, Scholars, i\'Iissotrla (\'1T)
1979; Court J. M., Paùlord tht ,lPocallp
non ci sia difîerenza tra maschio dimeno, c'è lì una chiara indica- zione dj Israele; Ricompeùsa: Ri- lt Paren. it Nl. D. Hookcr S. C. úil
e iemmina. Ma che cosa implica zione deÌla preoccupazjone di Dio surrezionc; Salvezza; SPeranza; sor ledd.), Paut dnd Pdulinittn: fssuls it
il passo circa ìa comprensione per l'ordine creato (vediCteazio- Spirito Santo; Stato intcrmedio; Horout ú C. (. d/rcr, SPCX, Londo!
r 982, pp. 57 66i Culllnanrl O., Le .arcttè
escatologica di Paolo delle relazio- ne e nuova creazione), nonostan- Trion[o; Universaljsmo; Uomo re ?nh.ttolaeique dt deron n1i!'-ìannaite et
ni maschio-îemmina? Vuole Pao- te esso sìa corrotto e soffra a cau- deÌl'iniquità, potere che trattiene; de l0 co science dpostalùue.lc sainî Part.
lo farc un'affermazione program- sa degli effetti della disobbcdicn- Vita e morle. Éîùde sLÌ le <kate.honl-oht, de 2 Thess.
za di Adamo (alLa base di tutto il 2:6-7, in RHPR 16 11936) 210 2.15r Davies
matica lul come debbano essere \\. D.. PaLl und l.tabbini. .lu.luistn, lot
condotte nel prcsente le relazioni passo c'è Gn 3). La preoccupazio- llrrL P J., An ,lpacdrpti. rrc$, Philadelphia 1980r; Drane l. \v.,
umanc, un manifesto Per l'attivi- ùe di Dio che la stessa crcazione ShiIt i E,ttlj chtistidn T dittu : Relc.
^chrenreìer Thealogi.nt Diwrsity ìti the t ettpts a.f Sf.
sia degna di essere trasfbrmata e tio s 01t SaDle Ca ankul F|i.lehce.\n CBQ Pdul, \ti Tr B 21 {)916) 3 26j Eìlìs !. [.,
smo sociale? O, preso dall'entu- 45 (l9E-1) 211 24rliAllìson l). C., Ir?End II Cotitlthiuns V:l-lA i| Paalíne Eschat.,
siasmo del rnomento, ci vuol da- liberata dovrebbe essere di inse- oJ !he Asts Htt Can1e, Fafrcss. Phìiadel- /ogt, in NIS 6 (1959 1960) 2ll 224i Ever
re rrna visìone momentanea da gnameDto per il nostro atteggia- phia 1987: Aune D. ta., (Ldtb, Chti ia ) son A. J.. Dtr ofthe Lard, in ZIBSu?, pp.
L: !. ho tDla E!, ii1 A D D, \ ol. lÌ, pp. 59,1-609i 209-210; Gibbs J. G.. Ctcatio d .l Re
veggente dj conle sarà in ultima mento verso di essa. E perciò pos-
)d.. The Sie li.anteoJ Ih. Deli.t o.f the nL tletnption: A Stud! ìt| Pduls Theolog:.
analisi il îu1uro, qùando Cristo sibile integrarc senza aÌcuna dif- toùsit.fot Ea r Christunir),, in ai. F. Haw NTS 26, E. L Brjll, Leiderr l9rl; CjìlÌmann
ver-rà neÌla parusia pcr portare a licoltà una posizione protezioni- rhorne Gd.), Crr'Érr À5r?s i4 Bibli.alan.l A Therlutit Catnpatison: lCar l5:50 57
.1..
compimento tutte le cose? Se co- stica verso la creazione e l'ambien- Pct I tis t ic ht teryrctot bn, Ferclnrans, Grand drd 2cot 5:l-5, h.IRL l1l (1988) 439 454:
te Della prospcttiva escatoiogica di Rapids 1975, pp. El Ì09tAì$ R- D., Corlt classrvell M. E., Sone tssues o.f Church
sì, quale ilnpatto può avere ciò sul Plan und God's Povt: banth ó6.1 d the dnd Sociery in the Lìghî ofPdul s Ls.haLo
fatto che alle donne viene spesso Paolo. ln verità, si potrebbe dire Restl(:tit1l g Fd.,lts ol 2 Ihetr. 2.6 /, i\ /og.r. in \,1. D. Hookcr S. G. Wììson
attribuito un ruolo di secondo pia che, ciò facendo, dimostriamo la /É196 (1977) 537 553: 8anC,W.. Pdùlìue (edd.), Poutdnd Puulìnìltn: Essdls in Ho
no neìla società moderna? Paolo nostla continua rivelazione di fi- Esch'1rohs i Hetrlt crtical Perspe.lire, naù ofC. K. Rut tcîî, SPCK, London 1982,
gli di Dio (Rm 8,19). iù NLS l7 (1910 l97l) 31.1'32?i Bark.r 1v1., pp. 310-l19; Haris Nl. 1., Raite.l h tnot
non ci sfida forse con <la don Slirpe1, tfotd!:,4pocdUptb, in LxpTu S9 /úl. The Relatiol Rctween Resúrectia dnd
na escaloÌogica)) (secondo la sti- ln conclusione, è chiaro che il lì971 1978) 32.1 329i Bauckham R. J., 1ìùd h Dlo.talú! ìa Np)N Te dment Teathins,
molanle frase di Scroggs), il cuì pensiero di Paolo è totalmente Detor ol the Patoùsia, in ryna 3t (19E0) Ecrdna s, Grand Rapids l9ll; fturd J. C.,
poslo nella società dev'essere ri- condizionato da una prospettiva r/ Paul: Parl s Le
1'16r Bekcr .1. C., Helle The aiEìn ol I Cointhit r, Mercer, NIa
!ac! ín the Net lctîdr?nr dnd n1 the con (GA) 1983:j Kiiscmanr E.. Gli lriti
considerato se vogljamo restare escatologica, in cui la morte e la Clrrlrrr lodr?. !'o.ncss, \'linnealolis 199i ì de|i reolo]ia Ùisridna, ìn Sassi !rc8?/t(i,
fedeli alla visionc escalologica di risurrezione di Gesu Cristo sono td., Pd lîhe Apasrl.: l he Ttiunph afCo.l lVariertì, Genora i9E5, pp. 8l-105ì Id.,,Sr/
Paolo? viste in qualche modo come l'i- in Lile and Thauqht,lotlt€$, PhiladeÌphìa reno dej dpacallltica ctì.\riana rinitìw, ìn
t9E1:t ld., Puùl's Apocduplìc Gospel: The 1D;d , p!- 106 l3:t (a,ve B. \., [s.ralo/,
L'jpotesi <visionaria) è stata naugurazione dell'era futura a Cotn in s T riutr ?h oJ a ad, l'or1ress, Phila' $ und Fthict in I and 2 Thessulo ians. in
ponata avanti da moltj, special lungo auesa. Quasi ogni lettera del dcLDhia 1982: Id., Às.arli sPdulineTheo Nf ll (1975) 41 51t Keck )... Parl and
mente perché non richiede neces- cor?rs paolino riflette, quale piil los!: The Coherenrc contingenc! Stherte Apacarpti. Theolos!. in 1r. 3E (19s4)
sariamente che l'uguaglianza di quale meno, questo punto di vista u5 hteryÌetdtira Model, in J. Nf. Bassler 229 2,11r Knn S., Theorísin a.f Pdul's Ga-
Molti dei l.d.J, Pauline Theah$. I: ThessdlÒníans, v?/, Eerdnans, crand Raplds 1982; Kiap
ruolo tra uomo e donna nell'ordi- escatologico. campi- l)hili4rid s, Gtlotiins, Plrkrúr, fonrcss, pettB., Knry, Kingdon, tn À7,NII, lol.
ne presente sia ciò che intende chiave dell'insegnamento paolino, Vinncapojis l9tl, pp. l5 2,1; Id., Ir( 2, pp.372-190i Klijn A. J.r'., t th?ssù|.,
Paolo. D'allra parte è difficile li quali I'etica, Ia cristologia e l'ec- tìiLt ph aJ God: The Etsence ol Pauts íd s 1:13 13 dnd Its RackSrcund ìÌ1 Apo
Esegesi 582 583 Espiazione, propiziazione, espialorio
cdlyptit Lilerahoe,;ì l\4. D. Hoolcr S. lie Conrer, YaÌe L,ni\rrsìty, Ne* Havùì 1.]SPIAZIONE, 4,10, e hilaskesthsi, Eb 2,17, an-
c. wilson (cdd.). Pr,1a,rt Pdutinìsn: Es 1990j S(ùrrì R. 8., Defitiínlt the Waftl
r.lpocallptic,: A Ptobletn in BìblkalCi PROPIZIAZIONE, che dell'opera di Cristo). Gram-
safs ín Honolt o.f C. K. Baùett, SPCK,
LoDdon 1982, pp. 67'71; Krcilzcr L. J.. n. /ii6a?. ìr J. l\4ar.ùs \'1. L. Soards (cdd.), ].]SPIATORIO maticalmente , hílastetíon púò
sus ahd God ù Paul\ EschùtÒlagr, ,1t)a.tlllpri.ú d the New Teslatnol: Essals spicgarsi sia come un sostantivo
JSNTSS 19,ISOT, Shcllieldl98li I(ù.k D. n Honot aJ.t. Irrls M,/ry,, JSNTSS 19, neutro ((strumento di propizia-
W., Jùdgtlrcnt a d Connrunitr Can.fllcf: Acadcmic, Shellieìd 1989, pp. l7 48i This sri\rNrlRrr I RicÒrÈ.2 e ftrrìa: 2. ,ryi
Púul's Use of Apacab,plí< Jrdsìkcnr Id rÌclon C., licdlrrd Eschdblog! at Co l.rfario, e re.miùi allini nclla letreratu- zione/espiazione>, o <propiziato-
guage in I Caù thìdns 3:5-.r,rj, N l'S 66, E. //rrl, i.^. NI-s 24 (19?8) 510-524: Travis S. ra greca classica ed cllcnisticàt3. Hìlusta- rior), sja comc un aggettivo so-
J. Briìì, Leiden 1992; Lcviso J. I{.,2;1rro.. H., Chtist drtl rhe Ju.ls1tent olGo.J,Zor- /io, in Paolor 3.1 Propiziúionc cd csDia stantivato maschile ((propiziato-
Bat.18:12 52:7an.l the Apoca1pîì. D e, d€rvan, GraDd R.Ìpids l9Ei, pp. l1-124; zìoDcj 3.2 Propizia!orlo. re>, <r iconciliatore)), <che ottie-
sian of Cobssions 3: t-6, t. JBr l0E (1989) vasA., The PdulìÌ1e Ls(hrlo/o8l. Unìver
93-108; LincolD A. L, Pdrsdisa ota e non sirr I,rels. Princeton l930iWedderburn A. ne misericordia>>), che come un
1ncaro. Cíelo e prospetîìta es.dtÒb8ìca nel J. M.. Thc Loblen af the Deniul of Re-
Qùesti tre tcrmini traducono, aggcttivo maschile o neutro ((che
pe sierc di Puolò, Bibllateca di cullu.a re' s! e.tìon in I aùinrhid Xl/, iti NT23 ciascuno con una diversa conno
s opera propiziazione/espiazione>,
lisiosa,l8, Paideìa, Brcscia i985t MacDo (19E1) 229-241a Whitele' D. E. H., îie tazione, l'unica parola greca hila <capace di operare propiziazio-
nald D. R., r,'?ere lr No Malc ard Fetnale, Thealogr ú St. Parl,fattress. Philadelthia stefion. Paolo la usa in Rm 3.25 nelespiazione)). Come aggettivo
HDR 20, forress, Philadebhia l9E7: Nlar 1966i Wink W., ÀIrrrtts rl. Pottels, For in riîeriúen1o al Crìsto crocilisso
shaìl L H., Slirpelj Wonls: Lsthatobs!. trcss, PlriladeÌflia )984t Ir)., t,tnlttusking maschiÌe esso quaLiîìca il prece-
ir DxpTm 89 /1911-1978) 264 269ì ld., /.i /rd Por.1r, Fortrc$, Philadelphia 198ó; (che Dio ha prestabilito come rl
dentc pronome relalivo ion e il si-
Apocalfptic the Mothet of(:htittìin Theo WiùeringroD B.,./erri, Pdulund thc En.l lastcrion>. Quale del1e tre tradu- gnificato è che Cristo è agente o
/oA!?. in Cì. F- Hawthome - O. Berz (edd.), o.l the W o tl, Intct\ Downers Gro- zioni rifletle meglio qui I'interprc-
Ttddùion antl Interpretatio ìn the Ner Tc ve (lL) 1992; Wrighr ^tsity,
N.'l'., Putri g Paul oggetto di propiziazione/espiazio-
stunckr, J. C. B- \'Iohr, Túbingen/Eerd îogelhet AEuin. ir, J. Ní. BassÌer (ed.), Pa, tazione deÌla morte di Cristo? ne. In qùeste lraduzioni <<espiazio-
mans, Grand Rapids 1981, tt. 3l ,12; Nlar lìne Theolollr. I. Thessalonu lr^, Philip- <Espiazione, implica l'annulla- ne)) viene spcsso usato inlercam-
tinR- P., The Spirù ard tht Co grcqdfb , piuns, Galdlìans, Philetnor, Forlre$, NIin mento del peccato mediante la
Eerd rans. Cnand Rapids 1984i Mafyn J. neapoÌis 1991, pp. l81 2l l. biabilmente con (propiziazione)).
1-., Apocalrptk Antinonies it the Leúet Ia
morte riparatrice di Cristo: (pro-
the Galatians, in N",S 3l (1985) .+t0,1211 L. J. Kreitzer pizìazioner> inplica clle la morte 2, HILASTERION E TERMINI
Mcarns C. 1.., Eal/r ts.lútolotlicul Dete di Cristo placò l'ira divina provo-
lopnrent in Paxl: The ENìdence o-î I ah.J U
AFFINI NELLA LETTERATU.
Theltatonid s, in NLj_ 27 (1981) l3l l5li
cata dal peccato; (propiziatorio)) RA GRECA CI-ASSICA ED EL.
Ileeks W. A., So.lal -fnn cÌ ions oJ Apo.a BSEGESI: ledi Antico Test?unen- (termine tecnico pcr indicare il LENISTICA La ricerca sul si-
llptic Lang ose in Puuline Chtíeioni,, i) to ill Paolo; ErmeDeutica, intcrpre- lùogo non dovc Dio viene propi-
D. Hclllrolnr (ed.), AN.dUptitìsnl ìn the Bnitìcato dì hilastètion e tetmini
tare Paolo; Giùdeo, Paolo corne ziato ma dove egli si dimosha pro- aflini nel NT ha suscitato ul1a vi-
Mcditeùdnean Warld ond th. NeútLús1. J.
C. B. Nlolr, Tiibinger 1981, pp. óE7 705;
pizio) richiama il posto nel santo vace discussione sul loro uso nel-
Nloisù J..,,1 Àedsrcrsrr€r t af Paul's fie)j ESEGESI GIUDAICA: vedi dei santi dove si manifestava in la letteratùra grcca classica ed el-
of Maùìage with ReÌercnce ta I Cot. 7, i\ Antico Testame[to in Paolo; Giu-
./SNI 18 (1983) 103 122j lloule C. F. D.,
modo supremo la misericordia sal lenistica. Nella I.xx hílastcrio
The hfluekce qfCiftunían<:cs on the Use
deo, Paolo come vifìca di Dio nell'espiazionc per i traduce spcsso kdppórel e può es-
o.f EschdrahgícalTeù \. ir /I't 15 (19ó4) peccati commessi, attraverso il sere consideralo come termine tec-
1-15i Mounce R. H., PauÌìIe EsLh.ltolo$) ESEMPIO DI CRISTO: vedl culto velerotestamentario. Crislo nico per il <propiziatodo), coper-
dnd the Apoúllp:te, in trQ 46 (19?11) Etica; Gesù Paolo; Imitazione di
e sarebbe percìò I'antitìpo escatolo
164 ló6: Munck J., Pd!/dnd thc Stltdlìa chio collocato sopra l'arca dell'al-
of Mahkìnd, John Krox. Arlania 197ri Paolo/di Cristo; lnni, frammenti gico del propiziatorio. ll punlo leanza ùel santo dei santi (cfr- És
Newman C. C., Pzrllt 6/Òtf-Chtistobq : innici, canti, canti spirituaÌi tcologico cruciale in discussjone è 25,1? 22) e asperso con sangue sa-
Ttdditìo, and Rhelotic,NÎS 69, E. J. Brilì, se la morte di Cristo sia vista co
I-eiden 1992ild., Ttutlomì|1s lì11aget oJ crificale ne1 Giorno dell'Espiazio-
Pau!: A Reriew E.sdt ofAlan Se8"l, <Pdul
ESILIO: vedl Restaurazione di me ciò che ha allontanato I'ira di ne (cîr. Lv 16). T. W. Manson
the Conwrt", iil E"Q61 11992) 6l 74; Rjd Israele Dio: su di esso si è concentrato un (1 4) fa notare che l?ilasEùon D!ò
l.tbasH., Paut: An Outtitle oJ ttis Theo' lungo dibattito. Cli studjosi sono indicare altri luoghi (oltre al pro-
/og-r,. Eerdmans, Crand Rapids 19r5; Row- ESORCISMO; vedl Denòni
landc. C., The Open Heaten: A St .ly Ò.f
ed in disaccordo anche sulla qucstio- piziatorio) dove ha luogo 1'azio-
Apaatryptic ín Judaisn t,1d Ea rChtislEÈ esorcismo ne ugualmente importanle se ,4i ne indicata dal verbo hilqskesthaí
,i,],, Crosùoad, New York 1982; Sampey laste on impllchi il caratlere sa- (sia propiziazione che espiazione).
J.P., Walking Betveen lhe ?r-es,I'orlrcss.
PhiladeÌphia l99lt Sdrifpers R., Codl,
ESPERIENZA DI DAMA- crificale dclLa morle di Cristo e se Altri, però, sostengono che il ter-
Lasî, End, Near, Conplete, iD NIDNTT, SCO: vedl Conversione e chiama- 1a interpreti alla luce deÌ rito sa- mine nelìa LXX originariament€
voL.2, pp. t2-66i Schócps H.1., Poul: The ta di Paolo crilicale di espiazione deÌl'AT. non si rìferisse a un luogo úa, più
Theolog! oJ rheApoelc in tlle Lithî o.l Je' generalmente, all'intervento che
wish Relíeious Histot)', \ti cstminster, Phì-
ladelphia 1961; SchweiDet A,.. The Mlsti-
I]SPtrRIENZA ESTATICA: I. RICORRENZA E FORN,IA compiva questa azione (essi argo-
ckn of Paulthe At)ostle, Adam & Charìes uedi Visioni, esperieDza estatica Rm 3.25 è I'unica ricorrenza di fti- mentano soprattutto a partire da
Black, London l93li Scrosgs R., Tis ldsr lastèrion (e del gruppo verbale Es 25,16u71); l'uso tecnico per
,4ddrr, Basil BìackùcLl. Ollord 1966;1d., (propiziatorio> è posteriore (per
Pdul a d the Esúúlalagnal tvotna , iD ESPIATORIO: vedi Espiazione, ftila.skl in Paolo (ÌreÌ NT cfr. an-
40 (1972) 283 303i Segal A. Ir., Pdll propiziazione, espialorìo cheEb9,5; cft. hilasmos, lGv 2,2; esempio, BiichseÌ 319-320). Filo-
"/,.1,4/?
Espiazione, plopiziazione, espiatorio 584 585 Espiazione, propiziarionc, espiatorio

ne rsa hîlastCrion come termine so tradotte con lexl hil aslc es t hafi; sembra essere implicita I'idea del' - NIolti hanno riliutaro l'idea se-
tecnico (per esempìo, filone, 2) conîrontjtra altre parole ebrai- l'allontanamenlo dell'ira dìvina condo cui Rm 3,25 presenti la
Cher. 25\, Giuseppe Flavio invc- che che soÌìo tradotte dalla classe (specialmente, Morris 129-136). morte di Cristo come propiziaLo-
ce no (l'aggctlivo ricorre jn lra. hilask-.In appoggio a qucsto si- Si ha però I'impressioÙe che ria. O. Flolius (34-19) contesta
16.17.1 182). Hilastùion in lMoc gnifìcato secondario di <espiare> Morris (155) forzi le testimonian- con forza quest'idea, definendo
17,22 non è ùsato come termine per exhilaskesth(ti con un oggetto ze in favore deÌ suo punto di vi- la contraddittoria rispetto alla
recnico e può csscrc un aggetlivo impersonale nella letteralura gre- sta, secondo il quale nella LXX concezionc che Paolo ha dell'e-
o un nome; connota il carattere ca proiana, Dodd faceva appello <quando si usa questo gruppo di vento riconcilialore della croce di
espiatorio della morle dei martiri a Platone (Leg. 862c) e all'iscrizìo- parole sembra che si pensi proprio Cristo. In tale evcnto Dio è solo
giudei. Al di liori del greco bibli- ne (lv1en Tyranros> (SIGr 1042). aLl'allontanamento dell'ira>. Spes il soggello (non L'oggelto di un'at-
co e della letteratura giudaica gre ln linea con questo cambìamento, so è difîicile determinare esatta' tività propiziatoria). Cli esseri
ca, lilastcrion (il rome neutro) si- quindi, Rrn 3,25 descrive la mol mente quale sia I'intenzione del- unanì sono soltanto gli oggeltr'
gnifica (oblazione)) (Brichsel 320), Le di Gesir nolÌ coiìe cìò che al- l'azione espressa da questa termi (non i soggetti di un'attività pro-
di solìto nella forma di una slele lontana l'ìra dì Dio, ma come ciò nologia: allontanare l'ira o muo- piziatoria). Egli invoca vari testi
(Dione Crisostomo, Or. ll.l2li che libera dalla colpa del peccato vere la causa di inimìcizia o di pro- paolini in appoggio a entrambe le
hilasterio ).
/.rc7. Cos 8l.3,17; N,lM (Dodd 91). fanazione? Il." etbo exhills kesÍ hcr i asserzioni: (Dio ha stabilito ICri-
Nel greco profano j verbi llla Questa posizione di Dodd di può avere un oggetto impersona- stol colr'e hilastarion ) (Rm 3,25);
.tkpîthoi e exhilaskc.sthai con Ltn uua possibile eliminazionc dcl si- le (per esempio, (peccato>, (alla- <Dio ha riconciliato a sé il mon-
oggetto personale significano ge- gnificato di propiziazione dalla re)), che suggerisce il significato do in Cristo, (2cor 5,18 21):, <<Dio
ncralmcnte (placale), (rcndcrc LxX non si è dimostÌara general- di (perdonare), (espiare) o <(pu non ha rìsparmiato il proprÌo Fi-
propizio a se stesso)r. Una divini mente convinccntc. Cli studiosi rificare). Raramenle l'oggetto è glio, ma lo ha dato per lùtli noit
tà pagana poteva esser'e propizia- hanno ri1ìutato jl suo mctodo pcr Dio, e talvolta Dio è il soggctto del (Rm 8,32)l (Dlo dimostra il suo
ta medianle vade azioni umane detinjrc la classe lilask come pure verbo (aÌla voce attiva, per esem- amore verso di noi perché, men-
(Bùchsel 311). Spesso è stalo al- il suo modo di valùtare le testimo- pio Sjr 5,6; 2Cr 6,30), ecl entram- Í e eravamo ancora peccarori, Cri-
fermato che la religione israeliti- nianze (cfi. le dìscussioni di Njco- bi possono andare contro il signifi- sto è morLo per noj, (Rù 5,8). tn
ca non pr esentava una forma crll lc, N4orris l16 156 e Hill 23 36). cato di <propiziare>. Nella LXX, Rm 5,6.8.10 gli esseri ùmani so-
da di propiziazìone di Yhwh, equi' Per il 5ignificato dì (propìziare) allora, il complesso gruppo di pa- oo oggetto dell'evento salvifico
valcnte a una specie dì (bustarcl- cssi îanno riferirnento a Zc 7,2; role hilask- si mostra capace di ri- della croce comc <peccatorìt,
la, celeste o a un appagamenlo di 8,22 e Ml 1,9 (1e trc eccezioni che cevere nuovi signiîicati (cfr. Hill <cmpi> e <nemici di Dio) (cjoè
un'ira capricciosa c vendjcaliva Dodd squalìfica come uso (sprez- 36). La qùestione principale è per- qLrelli che nutrono iniúicizia nei
(anche sc questa nemmeno Può es- zante) o <di tìpo pagano)); Sal ciò se 1'originale connotazione di riguardi di Dio, ma non, come
scre sempre una valida carattcriz- 105(106),30; Sjr,15,23; Gn 32,20, allontanamento dell'ira si adatti sembra, Dio nei riguardi dj essi).
zazione della religionc pagana, e forse Nm 16,46-47; 25,13; Dt ancora a qùesti nuovi usi. Il lallo La morte di Cristo non è L'offer-
clr. Kleinknccht 38 5). 21,8; lSam 6,3; 2Re 24,,+; Sal che la LXx ritenga la terminolo- la di un esserc unano a Dio che
ProseSuendo oltre, C. H. Dodd 77(?8).38; Dn 9,19 fTeodo2ionel gia per propiziazione potrebbe consentc a Dio di accettare i pec-
in ùn importante arlicolo sostctlc- (cfr'. Hill 29-30; Morris 138 1,10; suggerire di sì: ma il cambio nel catori; Ìa croce non è una conqui-
va anche che nel Ciudaismo elle- Nicole 13,1 135). N4orris (154) fa l'uso (Dio come soggetto; uso di sta ùmana, ma l'azione di Dio in
nistico, quale rappresentato dalla Ìrolare I'uso comune d,i exhilaske un oggetto impersonale) che dà un amorc Libero e misericordioso
LXX, il gruppo verbale ,i1asÀ rl,44i (in un senso personale)), co origìne ad altrc traduzionì sug- a favore degli empi. (Djo... ci ha
non denota propizìazione (con 1re me si vede nelÌe costruzioni con gerisce di no. Probabilmcnte in riconciÌiati con sé mediante Cri-
eccezioni). Égli affermava che si perl col gcnìtivo di persona, <1a- ciascun caso, per determinare se sto) (2cor 5,18), e <siamo staljri
era velificato uno spostamento ùel re propjziazione per una persona)) l?i/a.tk- implichì propiziazione o coùcilìati con Dio per mezzo deÌ-
significato predoùinante e che i (per esempio, Es 30,15-16; Lv 1,4) espiazione, è decisivo il contesto. la moÌte del Figlio suo> (Rm
traduttori della LXX avcvano usa c con lzyper col genilivo di perso- 5,10). Dlo non è riconciliato con
to hilaskesthai ccc. nel senso dì na (una voha, Ez,15,ll). Egli in- 3. HILASTERION IN PAOLO oi.
(espiare)) (quando il soggetto è tcrpreta quesla enfasi sr.rlla relazio- Alla luce della precedente dì- I sostenìtori della concezìone se-
una peÌsona umana) o (cssere mi ne ha persone ncl senso che îavo- scussionc sull'ùso della termìnolo- condo cuì La propiziaziooe è una
sericordioso), (perdonare> (c1uan- riscc il significalo di <(propiziare). gia àila"rk- dobbiamo ora chiederci categoria biblica non mcttono in
do il soggetto è Dio). Egli basava I critici di Dodd mostrano anche se hilastcrio in Rm 3,25 abbia il dubbio chc la Bibbia presenti Dio
le suc conclusioni su: lì confron- come quel1o dcìl'ira di Djo sia un significato tecnico di <propizialo- come il soggeto dell'azìonc pro-
ti della classe l?l1dsk- con ahre tra- tcma prerninente nell'AT e come rio) e se conteùga le connotazio- piziatoria (per esenpio, Morris
duzioni della LXX dell'ebraico csso appaiiì llel conlesto de]la !er- ni di propiziazione e dì espiazione. 155. 159 l60l Nicole 150-151), sia
krppel (le cui formepielsono spes- mìnologia híla:t kes I ha i, .Ò\tcché 3.1 Propiziazione ed espiazione nell'AT (Sal 77[78],38; e in sostan-
Espiazione, propiziazionc, cspiatorio 586 587 Espiazione, propiziazione, espiatorio

za Lv l) che nel NT (RnÌ 3,25


17,1 rìferimento alLa giustizia divina in zia di Dio equivarrebbe allora al- Cristo) che porta le colpc del
secondo la loro interpretazionc di quest'unico senso di giusrizia sal- l'aflèrmazione della fedeltà di Dio mondo (2cor 5,19) e dovc I'amo
questo versetto). Perciò lapreserl- vifica, non giustizia come attribu- come colui che tiene ferma I'al- re di Dio si dimostÌa (Ìrenlre noi
tazione caricaturale dclla propizia to di Dio. Inoltre, questo verset- leanza con il suo popolo nono- eravanìo ancora peccatori> (Rm
zione come una specie di (busta- to viene interpretato come se par- stante l'infedeltà di quest'u1timo. 5,8). Paolo iùlerprera la croce co
rella) ceÌeste non è pcrtiùente. In lasse non della (tolleranza, (pd- Questo modo dj djmostrare la giu- mc la stessa sofferenza da parte di
latti, lo schema biblico non ha la re,r/s) \'erso ipcccati passati, che sdzia dì Dio non implica che la Dio del giudizio divino contro il
caratteristica dclLa sequenza cro- avrebbe fatto sorSere dubbi sulla ùrorte di Crislo sia propiziatoria, peccato, come la distruzionc del
nologica della coùcezione pagana: <giustizia) forense di Dìo, ma del ma espìatoria. l'esistenza peccaminosa del pecca-
prina l'essere umano placa l'ira loro <perdono) (paresrs ncl scn- Altre affèrmazioni paoline pos- lore, che cbbe luogo nella morte
divina, poì la clivinìtà concede rÌn so dì aplesls, <remissione))) da sono esserc addotte come riferi di Cristo.
lavore aglj uonrini. Il Dio della parte di Dio, che maniîesta 1a sua mento a Rm 3,25. Dio <ha con- l)obbiamo ora considerare I'ar-
Bibbia, invece, agisce per amore (giustizia) sahilìca. Secondo cluc- dannato il peccato nella carne) di gomento pjù generale secondo cui
per propìzìare la sua stcssa ira; la sta concezionc. la morte di Cristo Cristo sulla croce in modo che i il più ampio contesto dì Rm 3,25
propiziazjonc non trasforma l'ira qui non ha nienle a che ledere con peccatori potessero essere liberati suggerisce chc Cristo slabilito co-
dalla condanna della Leggc (Rm me hila.tterion plachì l'ira di Dio.
divina in amore (Nicole 151). ln- la giustizia forense dj Djo. Cristo
leso in questo modo, allora, illin non è morto peÌ soddisfare l'ira di 8,3). Ncila sua morte Cristo (di- Cioè, in Rm 1,1tì leggiamo: (L'i-
guaggio della propiziazionc espri Dio come prereqùisiro per la ri- venne maledizione)) (Gal 3,13) e ra di Dìo si rivela dal cìeÌo contro
me I'aspetro dell'espìazjone che ri- conciliazjone (cfr., per esenpio, patì la condanna della legge di Dio ogni empielà e ogni iùgiùslizia));
gìlarda Dio: la purificazione del Hofius 34 39); piuttosto, la stes- per i peccatori, pcrché Crislo che essa ninaccja sià il giudeo che il
peccato aflerma la santità di Dio. sa morte espiatrice cli c sto colr- non aveva conosciuto peccalo fu greco (Rm l,l8; 2,9). N'la non vie-
I sostenitorj dclla propiziazione pie la riconciliazione: (Dio ha ri- <latto peccatoD (2cor 5,21) da ne rivelata solo l'ira di Dio; r'icne
afîermano che IìÌn 3,25-26, usan- conciliato a sé il mondo in Cristo>) Dio, cioè lu messo al posto dei rivelata anche la sua giustizja, cioè
do il tcrmine r/L1sre7lo,r, esprima (2Cor 5,19; cîr'. Holìus 1989, 5, peccatori. Secondo J. Denney ncl vangelo (Rm 1,17; 3,21). ll
questo aspetto dell'espiazìonc che 39; anche Hotìus 1993). (103), questc affermazioni appog- modo in cui Paolo mette in paral-
riguarda Dio come un'affermazio- I sostcnitori della propiziazione giano la propiziazione, perché lelo ira e giustizia, usando lo stes-
considerano la moÌte di Cristo co so',t etbo (dpo ka ly ptelal, (è rive-
ne della giustizia di Dìo nel suo ritengono comùtrque dilfìcile libc-
modo di rrattare ì peccatori. Lo rare RÍÌ 3,25-26 dalla nozione di me giudizio divino contÌo il pec- lata>) per indicare la loro rivela-
scopo per cui cristo venne slabi giLrstizia coúle attributo divino. cato, giudizio che è necessario zionc, suggerisce una relazione tra
come hilastarion era quelÌo di
lìlo Perche c'e la parola parcsr.l inve (perché Dio sja al tempo stesso le due: se coloro che ricevono la
(manifestare la sua giustizia, con giusto e un Dio che accetta co_ giustizìa di Dio nrediante la lcclc
ce di apiesls, ìl termine usuale per
il sorvolare sui peccatj passati, me (redeozione) (anche se dpresó ri me gjusti coÌoro che credono in in Cristo sono salvati dall'ira dì
diaùte la pazienza cli Dio, così che corre nel corptrt paolino solo in Eî Gcsu>>. Dio. ciò è dovuto al îatto che Cri-
Dio potesse essere giusto e giusti- 1,7; Col l,l4)? La precedcnte (pa- Eppure Denney definisce erro sto ha placato quell'ira con la sua
îicarc colui che ha lede in Cesù). zienza)) di Dio non controskt cotl neamente la giustizia diviùa con- morte per loro (Morris 167-170).
jn l'attualc dimostrazione della giu- tro il pcccato in termjni di propi- Sebbene l'ira di Dio sia quell'or-
Grustìzia, dikuiosyne, questa
lerlùra del testo, ò un allribulo di- stizia di Dio nell'afironlare ìl pec- ziazìone. Se da una parte è vero rìbile nube che incon1be suÌl'esi-
vino, come in lìm 3,5. cato? ll contesto scmbra andare clìe Paolo considera la morte di sreÌìza di tutti i peccatori e daìla
Per'ò .:oloro che criticano la nella direzione dell'affermazione Crislo come I'esecuzìone della quale essi possono sfuggire solo ri-
propiziazione cone uù lermine dclla giusrizia dì Dio llrediante la condanna della Legge emessa sui cevendo il dono della giustizia di
iuorviantc Icggono il lesto diver- norte di Cristo comc giudizio con- peccatori e come la condanna stes- Dìo in Cristo, Paolo non specifi
rro il peccalo (Barretl 79-80). Al- sa da parte di Dio del peccato con ca qui in che modo la morte di
samente. Essi spicgano la giusti-
tIi per ò comprendono la giustizia la consegna di colui che era stato Cristo 1i liberi da ùr sìmile desti-
zia di Dio che si manilèsta non co-
me giustizia forense di Dio. ma co che viene affer-mata noù cone giu-
(fatto peccato) alla morte c alla no. Egli non definisce la croce jn
stizia îorense di Dío - comc se un totale distruzione, dall'altra Pao- relazìone all'ira di Dio. Probabil-
me giustiTia che è dono di Dio ai
pcccatori, cioè salvezza, come in qualche astratto ideale di giusLizia lo mai interpreta quel giudizio dì mente concepìva la morLe di Crj-
Rùr 3,21-22. ll significato della venga conlernalo attraverso la vino del peccato sùlla croce come sto come l'anticipazione de1 giu-
giustizia divìna sarcbbe perciò in soddisfazione dell'ira divina qualcosa che plachi un Dio adjra dizio escatoLoeico fìnalc c lo sfo
to e oîfeso o che inclini Dio verso go dell'ira divina; perciò probabiL
lìnea con tcsti dell'AT cone Sal bensì con'Ìe gìustizia cli alleanza di
Dio, in cui Dio slesso adempie ai i peccatori. Per Paolo Dio è se'r- mente pensava anclìe che coloro
97(98),2. Secondo questa conce
zione, qualdo Rm 3,26 parla di suoi obblighi di alleanza nel trat- /re stato incline verso I'empio. chc sono in Ctisto saranno salva-
Dio come cli colui che è (girÌsto e tare ipeccati clcl popolo (Dunn Questo è evidente in modo emi- ti da que11'jra, perché Cristo l'ha
giustÌlica chi ha îccle in Gesù) fa I75). L'alfermazjonc clclla giusti nente nella croce, dovc (Dio è in soflerla per loro sulla crocc. Rm
Espiazione, propiziazione, espiatorio 588 5 t{9 Espiazionc, propiziazione, €spiatorio
5,9 è compatibile con questa spie- In sintesi, <espiatoriar, non te e si compie la riconciÌiazione mento e il conseguente supera-
gazione: (Giustjfìcati per il srìo <propiziatorial, è la descrizione mento era visto in Gesù Cristo.
con Dio, rendendo così obsoleto
sangue, saremo salvati dalf ira per piu appropriata della mortc reden- il culto dcL tempio, ad alcuni è Dato chc la ùorte di Cristo non
mezzo di luì>. Ma ciò non signi- lrice dj Crisro in quanto àllas/é- sembrata ilnprobabilc. E stato solo corrisporde al rito di espia-
fica ancora che la morte di Cristo /lor, perchét 1) l'espiazione si obiettato che il contesto ìn Rm zione dell'AT, ma lo soppianta, il
abbia placato Dio. Per Paolo l'i- adatta meglio alla comprensione 3.25 manca di ogni indicazione fatto che Cristo sia pubblicamen-
ra di Dio è il suo giudizìo (cfr. Rm paolina di questa morte come jni- che hìlastcrion abbia il significa- tc stabilito come hílastcrion tî
2,5; 3,5-6) che disrruSge rutra ziativa gratùita di Dio per amore to speciale e tecnico di <propizia- contÌasto cor] il propiziatorio na-
l'eùpietà c il peccato. Alla lucc deli'empio (cfr - sotto), come pu- torior>, Hilastcfion non ha qui scosto nel santo dei santi non va
deÌla minacciosa ira di Dio, il bi re algiudizio di Dìo contro ilpec- ùemmeno I'articolo determinativo comro la tipologia, ma ne îa em€r-
sogno dei peccatorisi può dìre che caro; 2) l'idea dell'appagamerlro di che lo specificherebbe come qual- gere tutla la lorza. lnîjne, il lin-
sia t\oÍ la tnsJòtnaziane dell'at- un Dio adilato è in contrasto con cosa di familiare ai lettori: <i/pro guaggio tìpologico non fa proble-
teggiamento di Dio vetso di Ioto. la comprensione paolina della piziatorio)) (cfr. l'uso senza arti- ma, perchó non intende evocare
ma la trasforn'ìazione della /oro morte di Cristo; 3) il contesto di colo nella LXX e in Eb 9,5). Inol- un'immagine del sangue di Crisro
esistenza di peccato ddr(Î1tia Dio Rm 3,25 non richiede propiziazio- tre. l'affermazionc che Gesu (fu con cùi vìene letteralmente asper-
altraverso la sua distruzione e una ne; 4) l'uso del gruppo di parole prestabilito> come illa ste t io n con - so il corpo di Cristo. Il rituale del-
nuova creazione. Questa lÌ asîor- hilask- :f,eI],a LXX suggerisce uno trasta col latto che il propiziato l'AT non era così concretol ilsan-
mazione dei peccatori è proprio il sviluppo di significato verso Ìa rio dell'AT era nascosto Del san gue del sacriîicio veniva spruzza-
signìficato che I'aolo vede nella connotazione di espiaz,ioue. H i l a, to dei santi. E l'interprctazione ti- to nel lumo che copriva il propi-
none e risurrezìole di Cristo. E sLljo, con I'implicazione di espia- pologtca di <hilasterlor... nel suo ziarorio in un gesto simbolico di
la nozione dell'ira divina comc un zione ci penlerte, ciò nonostanle. sangue>) (Rm 3,25) si risolve in riconciliazione compiuta attraver-
giudizìo che consiste nella distru- di comprendere la monc di Cristo un'immagine sconccrtanle, in cui so I'espìazionc (Lv 16,13-15). Do-
zione ben siadatta con una simile come una necessaria espr-essione Gesir come propiziatorio viene potutto, l'arca dell'allcanza era
visìonc della croce. Paolo però della santità di Dio nell'occupar asperso con il
suo stesso sangue scomparsa e non si trovava piu nel
non ci dà una presentazione siste si del peccato dell'uorno, però non (per esempìo, Lohse 151'52). santo dei santi. e il sommo sacer-
matìca della relazione tra pecca- di negare che il giudjzio è aÌ tem Però alcùni interpreti (in parti dotc compiva questo rito solo so-
to, morte cli Cristo e giudizio di po stesso un'espressione dcll'amo- colarc Manson, ripreso e corretto pra un propiziatorio immaginario.
Dio, ploblcùri teologici che noi
ei re di Dìo, perché il Figlio di Dio da Davìes e Reumann. sulla base ll signiîjcato di questo evento non
possiamo avere al riguardo diffi- è colui che ha soiferto la maledi- della tradizione prepaolina in Rm era perciò visto nelsuo valore let-
cilmente trovano una risposta ncl- zione pcr i peccati di tutti gli uo- 3 ,24-26t cît . Martin 8l-89; Stuhl terale, ma simbolico. Per la stcs-
le sue lcttere. mini come agente della riconcilia- macher 1986. 96-100) non rilengo- sa lagione, nella lettera agli Ebrei
Dalla partc opposta ci sono zione dci peccatori con Dio. no queste critiche decisive. Hila Crìsto può essere al tempo stesso
quegli interpreti che la chjara av- 3.2 Propiziatorio - Dopo aver 51élio, può avere il significato tec oi:ferta e sommo sacerdote, un'al-
vcrsione alla nozìone dell'ìra di discusso se /?lldslal loz abbia il si- [ico dj (propiziatorio)) anclìe sen- tra nozione ietleralmente impos-
Dio porta a non sostenere una gniîìcato di propiziazione o espia- za afticolo detcrminalivo, dal mo- sibìle.
concczione propiziatoria della zioùe. dobbiamo ora chiederci se mento che appartiene al materia- L'interpretazione concorrenle
morte di Crislo. Di fronte a1 lin- Rm 3,25 alluda al (propizjarorio)) lc presumibilmentc tradizionale di E. Lohse, secondo cui rila.t/e-
guaggio biblico dell'ira di\'ìna, essi (kapporel), clo\e si compiva il su- che Paolo cita nei vr. 21-26a (al- r"ior in Rm 3,25 non ha signiîica
lo sDiegano come L'attribuzione a prenìo atto cli cspiazione deì cul- cuni escludono il v. 24), materia- to cultuale, fa rifcrìmeùlo a lMac
Dio di ciò che è in reahiì una re- to sacrificale cìell'AT, o se invece 1c che deriva dal giùdeo-cristia- lT,2l-22. L\ il martirio di pochi
tribLlzionc impeisonale, invocan la morte di Cristo sìa inlerpretata nesimo e che in queÌ contesto non giusti cbrei espia i peccatj di tutto
do in appoggio L'uso assoiuto di come una forma non cultuale di sarebbe stato affatlo ambiguo. E il popolo. Contrariameùte a qùan-
<ira> (scnza la precisazioie (di espiazjone. Questioni connesse so- stato anche addotto un argomen to pcnsa Lohse, è meno verosimi-
Dio), per esempio Rm 2,5, tra no: la mortc di Cristo cone rlla ro grammaticalc per l'Ìso d] hila- le che i giudeo-cristiani si rìlaces-
tanti altri; cfr., per esempio, Dodd i/a/lo,è intesa come sacrificio? tlé on seiza arlicolor secondo sero a questa tradizione Per spie-
1932, 20-21). Ma gli stessi testi del Che cosa inrplìca teologicamente llDF 252.2 I'articolo può essere gare il significato unico ed espia-
NT non appoggiano una simile se- la cornprensione cultualc di ,i[a- omesso nelle formule e nelle frasi torio della morte di Cristo, piut-
parazione deLl'ira da Dio, che staríon cica la morte di Cristo? latte (notato da Stuhlmacher, ma tosto che alla tradìzione preservata
equivalc a un cello lalalisn]o o L'idea che ìl Crislo crocitìsso cti. Friedrich 63-63). Dierro quc- nel rito del Giorno dell'Espiazio-
dualisnro (K lcinknecìL\l 423-124) e sia jdentiîicato come l'antitipo \lo uso di hilústèrion per Crislo De. La morte dei martiri ebrei non
contrasta con la nozionc biblica escarologico deÌ propiziatorio di .rocifisso potrebbe esserci la cri- può essere collocata all'interno
deLla sovranirà divina (Morris Lv 16, dove I'espiazione per i pcc- tica del Cristianesimo primitivo al di una stabile o lunga tradjzione
l3 3). cati viene falta una voha pcr tut- tenlpio e aÌ1a Legge, il cui compi- di espiazione sostitutiva. Inoltre,
Espiazione, propiziazione, cspiatorio 590 591 }]tica

questa tradizione ùon si presla [a gare la morte di Cristo con l'espiit- interpretazione cultuaLe, sebbene GINI, roÌ vlll, coll. 1073'1254i Lohse
)., Maú!rct ùnt1 Gatlesknecht, \ arLder\-
cilmenle ad esprimere la singoÌa- ziore cultuale dell'AT. Eglì sostie- il termine stesso hilastcrion descît- boecl & Ruprecht, GóttjnscD 1963':; Man
rità della morte di Cristo (cfr. ul- nc pcrciò chc sarebbc ingiustifica- va naturalmente Cristo come il sonT. w.,1tuik'lion, nìJLs46(1945) I loi
reriormente Stuhlmacher 1986, to considerare 1e).,)r r-1d-t kest hai e il luogo della presenza espiatrice di Nlarhall L H.. rhe DereÌopt err of the
101- 103). corrispondente gruppo verbale co Dio, non come I'offerta. Co cept a.l RetleDiptbn ;n the NeN Tesrd
in R. J. Banks (cd.), Re.on.;/idlion
Dala la debolezza deglì argo- me una categoria centrale nel pen- 'l.,r,
ardlop€, FS L. Nlorr$, trcrdmans, Crand
menti contrari c alternatjvi, il pre siero di Paolo. dal momento che Vedi anche: Giùstizia, giustizia Rapids 197.1, pp. l-<l l6l)i Vartìrr R. P , Re
dominio del signiîicato <(plopizia- L'apostolo prima di Romani non di Dio; Ira, distruzione; Morte di .onciliaîion, Zondct\àn, Crard Ra!ids
1990 otv.), pp. El 89t lvlcl ean B. H., Zr?
foriot, per hilastétio, nella LXX, usa quella terminologia, e in Rm Cristo; Pace, riconciliazione; Pec
Absense of an Atonia( Sa(ìfice i" Pa l\
e l'origine giudeo-crìstiana della 3,25 cita soltanto urla tradizione cato, colpai Perdono; Redenzio Sotetioto&!, ú NIS 38 (1992) 531-553i
tradizione prepaolina il] cui qùe- prepaoìina: hilaslèrion no1:l è trn ne; Sacrificio, ofierta; Salvezza. Morls L., The Apaslolk Preuchnlg.f the
sto termine è inserito in Rm 3,25, sro termine (Breytenbach 1993, (r)s!, Eer.lrnans, Graùd Ra|ids l9?4
(rist.), tt. 125 185; Nicole R., a..É/. Dodil
è verosi1]1ile che /?i/asla/iox signi- 67). ln un passo ulteriore Breyten- BrRr. .-. Banctl C. K.. ,.1 Cantneùlary on
atìd the Dotftíne o.l Propitittìon, in WTI
fichi quj (propiziatorio). bach nega che la lradizìone pre- rhe Epistk 10 the Rona s, HNTC, Harper ll (r955) l1l-157i R.ùmann J.,1he Gospcl
& Row, Ncw York 1957i Breltcnbach C.,
L'rto di hildstèion per descri- paolina ccrchi dì interprctare la re^òhn ng. Eìne Studìe zut paulitlìschen o/ Righreoùs ess.,J Gad: Pduline Reinîet
vere il Cristo crocifisso come il morte di Crislo attraverso iÌ rilo rÀ MArÌ"T ó0, Neulìrclener
.tore.lologle, rerarion in Rartuns 3:21-23, \n ltlr 20
(1966) 412.152i StùÌrlmacher l)., allllsls
nuovo <plopiziatorjo)) indica per - del Giorno dcll'Espiazione. Una vc.lag, Neùkirclren Vhryn 1989i Id., I/e/
uÌc!nnhùchs Sichr tun:iùh". und l/ersOh
ciò che il materiale tradizionale in- sinliLe interpretazioÌle è esclusa dal sòhnung, Stc Neftretu s und Sthne: Se
ische nd t ra(l i î io ns rest h ì c h î I i ch e Be /lrns. ìi B. Jaùosski c( al. (edd.). .1|r.s Ie
terpretava la sua morte come
ma n t u
rifiuto del Cristianesirno primiti- ne* ngen am Beìspiel der paulinísthett
naù.ht ùnd thtisrlì.lEt G/arbe. Jahrbuch
espiazione cultuale. Speciticamen vo del cùlto del aempio (Breyten- &ieJè, jn NrS 19 (1993) 59 79: Dalies W. liir biblische Theoìoeie 6, Ncukircher€r
verlàs. N€ukir.hen YÌuJn i991, pp.
te, il rilùale del Giorno dell'Espia- bach 1989, 167-168). Stuhlmacher D.. Puulund Rdbbiníc Ju../d,r,r, Fonress,
3)9 l54t ld., Dtc Iitic| ( .he À.trel. NTt)
Philadelphìa 1955i Dctî,ey 1.. The Dedfh
zione di Lv 16 è la chiave teolo- (1991, 349-350) denùnzia però qui ó, VandcDhoeck & Rùprethî, Gòrtiùscn
o/Crlnl(R. v. G. lasker ed.), Tyndalc,
gica per questa interpretazione un ragionamento non corretto: I ondon 19-\6 (risl.): Dodd C. H., .1bre r989; ld., Àe(err Ercgetis.i Ratnans
della morte di Cristo, come ha so- mentre la tÌ-adizjone prepaolina nent, \n The Bible and the Crceks, Had 1,21 2ó, in l<ecan.iliitio, Lo||, antl Rish
der & Sroùqhton, Lordon 1935, DD. E2 95 1?orsre.ri, Irortrcss. I'lìiladelthìa l9tl6, !p.
steùuto in parlicolare O. Hofius concepisce Cristo cofie I'anlílipo
(= <llaskesthttirr, Ils Coxnutes, Detiwtiws,
(1989, 39-48), rjiacendosi alle in- del propiziatorio veterotestamen- and r)honins in the Septurryìnt. tt.ITS32
tuiziolli di H. Gese e B. Janorvski tarjo - ìmplicando la sua critica ll93rl 352-3ó0)i Id., Irp À-l,ittte oJ Pdùttt) J. M. Gundry-Yolf
sul materiale veterotcstamentario. sulla perdurante validità del cùl- the Rotnans, Harpcr & Ror, Nes York
Elementi-chiave della comprensìo- to del tempio nondimeno il ri- 1932i Dunn J. D. G., ,Ror?ans -1 8, wDC
18, word, Dallas 1988j Lckstcin Il.-J., ESSERE PAGO: ledl FiÌosofia;
ne di Paolo della morte di Cristo ferinento della tradizione al san- <Denn Gaue.t Zo Nnd rotn HlnhtPI het
possono essere collegali con que- gue di Cristo come lo strumen- .tfenbar *e le|,. Exeseîís.he E.walqunlen
Mìstica; Ricchezza e povertà
sto ritùale: la morte espiatrjce di to escatologicamente elîettivo di zu Ron l:18,\n ZNwl8 (1987) 74 89i Frìc
Cristo come un atto di Dio (cfr. espiazione istituito da Dio aLlude drichG., Ròtnet 3,23-26.ln Die verkiindi ETÀ A VENIRE: r,edi Apoca
gung der Todes Jes! itn Np e Testantent, littica; Escatologia; N,londo, co-
Lv 17,11), la presenza dì Dio in a Lv 17,11, rivelando la posiliva Neùkìrchencr. \eùkirchen 1982, pp.5l 67i
Cristo sulla croce come concilia- influenza delle categorie dì pensie- Fryer N. S. L.. The Meanins and Ttansld- smologia
tore, <sostituzioùe inclusiva, co- ro cìrltuale dell'AT. Ulteriormen- úon o.l<hílustùion> in Romans 3:5, ú ErQ
59 (1981) 99 I 16; Gcse H.. Drr St,r?,e, in
me base della morte di Cristo per te, in contrasto con Breytenbach, Zut biblischen TheolaEìc. AhîestaÌne IIí.he
ipeccatoÌi, espiazione come (ac- Stuhlmacher (1989, 57) ha giùdi- varrriise, Kaiset. Nliinúcn 1977. p!. ETICA
cesso a Dio attraverso il giudizio cato correttamente I'importanza 85 106: HeÍnanD J. Bùchsel F., I'lle-s
di morte), e riconciliazione come del materialc tradìzioùale che Pao- d..., in Cl-N", vol. lv, coll. 951-1012; Hill Sorly^nro l. I frincipi basilari dell'e!i-
D.. Creek Watus dnd Hehrc|| Med inss: ca nella graziri l l Una nùo\a.eaka: 1.2
nuova cteazione. lo cita in Rm 3,25'26ar Paolo con- Studies i the Senintìcs a.f Soterioloskdl Cìra/ia corisfoDdcntc a graziai 1.3 Ell-
C. Breytenbach, tra gli altd, ha corda con la tradizione che descri- ?e s. SNTSMS 5, Unìversií Prcss, Cam .r vn,ialÈ ed erìca conùnitaria: 2. Un'€-
recentemenLe attaccato qùesta jn- veC slo comel?i/aslètion (che eglr bridge 1967, pp. 23-.18; Holius O., ? -(or tìcadi amo.et 3, L attore e pensalo.e:4,
terpretazione della morte di Cri- interpreta secondo il suo vangelo) 5,t9d und dus Inpeíekî, ìn TLZ ttg La slida escalologicai 5. La rensione lra
(1993): Id., srl,e und Yeryóhnuns. Z tn il Duovo c il lecchìo: J.l La nuova rcal
sto sulla linea del Giorno dell'E- e la inserisce nella r(ernsatz ct\slo- paulinìschen vetstund b des Krcu.?stodes
rài 5.2 Condou.l.esponsabile Ìncnirc il
spiazione (cfr. specialmentc Brey- logica (<afiermazione-chiave)), Jesu, in Púulussîudie , J.C. Iì. Mohr.'l'ii- lecchio riman€i 6. Unilersalizzdionc del
renbach 1989, 167-168). Pur cer- che esprime il suo vangelo in Rm ìringcn 1989 [= w. Maas (cd.). f/crsrcre, .orililto morale.
da\ I eùlen uh.l Sretben Jesu zu wfitehen,
cando di sostenere che Paolo 3,25 (per altre aspre critiche al Schnell &
Sreiner, Nlùnchen 1981, pp.
avrebbe inteso La riconciliazione in punto divista di tsreylenbach, cfr. 25-461; Id., Recensione a C. Bleytenbach, Paolo mostr'ò clliaramente co-
termini ellenistici non cultuali, Stuhlmacher 1991; Hot'ius 1990). lenóhnung. Eine Studie zut poulitlis.hen me il carattcrc personale fosse par-
Breytenbach considera marginale Infine, Rm 3,25 riflette la coù- Soteìologie,in TLZ 115 ()990) ?4Ì-74Ji Ja te integrante deÌla nuova vita crea-
noeski B., Sol]Ìe als Heilsgesthehen,
il linguaggio dell'espiazione in cezione della morte di Cristo co- WM^NT 55, Neuki.drener. Neukichetr ta dalla fede in CesìÌ Cristo, co-
Paolo, che può îacilmente colle- me un sacrificìo in virtir della sua 1982: Kleinknecht H. e1 al., or8. e.t., in me pure i doveri per le relazioni
Etica 592 593 Etica

personali, fanliliarj, ecclesiali e so- (Furnish). ln Rm 6l'rìnione con zione organicamente: dato che so trascurati ncl tratlare l'etica
ciali. Le radicali implicazioni di Cristo (Rm 6,2-1i) csige un com- f indicativo è unione con Cristo paolina. Una delle ragionì sta nel
questa nuova creazione, che si sa- portamenlo che sia coerentc con ncl battesimo, essi sono invilati a l'interpretazione che Ì'interesse di
lebbe nanittstata dj Lì a poco nel- essa (Rm 6.12-23). Persino nella vivere dello stesso Cristo risorto Paolo fosse la diplomazia missio-
la parusia, erano ìn relazione con sezione deilc istruzioni sì fa stra (Rm 6,5-12). naria, volendo far approvare la
le realtà del tcmpo plcscntc chc da l'indicativo (Rm 6,13). In Fi- La smisurata differenza tra i be- sua missìone con un'offerta da
conLinuava. La lotta etica era di lippesi, dove Paolo mette in guar neficiari del dono di Cristo e Cri- parte dei Gentili alla Chiesa di
ventata universale. ll contesto per dia contro ìl rancore con un richia- sto stesso, che si è dato in sacriii- Giudea (vedl Collctta peÌ i sanii).
tali jnsegnamenti era la partìcola- mo all'umilLà e all'esaltazionc di cio per loro, dovrebbe rendere i La logica all'interùo cli qucsti ca-
re situazione nelle sue Chiese, ma Cristo (Fil 2,6-11), non sollecita credenti benevoli verso coloro che pitoli è tuttavia costituita dai re-
le (vie in Cristo Gesir) si applìca url'autocosciente irnitazione di sono poveri. Incitando la Chicsa quisitì sociali della grazìa. Qùcsto
no in tutte lc Chìcse (1Cor.1,17) Crislo, che rappresenta un ideale di Corinto a donare per i crisliani si applica anche all'idea sccoDdo
e vengono introdotti temi di carat- morale. Egli ilÌvoca la partecipa- poveri cli Gerusalemme, Paolo ri cuì <i poveri> (Rm 15,26; Gal
tere generale. Non tutti gli ammo- zione nell'ello.r del dramma del- corda loro che Cristo per grazia, 2.10) îosse ùr tilolo per icristiaDi
nimenti hanno lo stesso peso, né la salvezza, che è alla base del lo- da ricco che e1a, si era fatto po- dì Gerusalemmc, sotlolineando la
Paolo cerca di essere esauriente. ro essere come credenli (Fil 2,5 vero per loro (2Cor 8,9). Un amo- loro pietà invece che la loro indi-
può esser'e compreso così, ma ciò re genuino si ciimostrerà nella pre- genza economica. comunque non
1. I PRINCTP] BASILARI DEL- è stato causa di un recente dibat- mura verso ì poveri (2cor 8,8). I ci sono prove per un sìmì1c uso
L'ETICA NELLA GRAZIA tiro; vedl Imitaziole dì Paolo,/di capitoli 8-9 di 2 Corìnzi sono pie- tecnico del termine da parte dei
1.1 Una nuova realtà - L'azione Cristo; Inni, îrammeoti innici, ni di questa corrjspondenza tra la cristiani al lempo in cui Paolo scri
salvilìca di Dio nella morte e ri- canti, canti spirituali). grazia di Dio e la generosità dei veva.
surrczionc dj Cristo è pcr Paolo la ll potere e la sovranità di Dio, credenti nel dare ai poveri (i,edl 1.3 Elica socialc ed elica comu-
base dell'istanza etica. ([] vecchio di conseguenza, don]inano l'etica. Ricchezza e povertà). Dio è l'at nitaria Un ulteriore motivo per
ìievilo) del t'izio dev'essere 1oìio La giustizia non appare come la tore; il dare ai poveri è indotto cui 2Cor 8-9 siano stati tÌasculati
((per essere pasta nuova, proprio conseguenza di una vita vissuta dalla grazia di Dio (2cor 8,6 7), è la concezioùe che non solo qui,
come siete azzinìi perché Cristo, per Dio se noù marginalmente, co- che permette ai credenti di dare ma anche in generaLe, I'intercsse
nostro agnello pasquale, è stato me in Gal 5,5. Essa è il presuppo- perfino al di 1à dei Ìoro mezzi cli Paolo sia limitalo alla Chiesaì
immolato)> (lCor 5,7). ll compor- sto, come un dono per la salvezza. (2Cor 8,1-4). La grazia abbondan- perciò Ìa sua etica di condivisione
tamento etico der"essere in linea La grazia di Dio dà potenza, te di Dio concede grandi mezzì per è ùn'etica comùùiLaria. non un'e_
coù ciò che Dio ha permesso loro foÌza al nuovo essere creato per 1a ogni buona azione; i poved ringra- tica socialc. La colletta era diret-
dì essere mediante ì1 sacrificio di saTvezza. <La grazra regna con la zieranno Dio per la straordinaria ta ai poveri ira i.tarll (2cor 8,4;
Crjsto. Questa istanza etica è sta- giustizia per La vita eterna) (Rm grazia effùsa nei credenti (2cor Rm 15,26). Coloro che donano so-
ta chjamata (indicativo e impera 5,21). Dio agisce attraverso il vo- 9,8.13 14). La generosjtà velso i no in verità lodatiper (la genero
tivo) (Bultmann; cli. GaI5,1.25), lere e I'operare dei credenti per il poveri è i1 raccolto del seme get- sità della loro coÌllLlnionc con lo-
cioè: (Siate nel vostro carattere e disegno stesso di Dio (Fil2,l2-13). lato da Dio; la grazia di Dio che rc e con tultît (2cor 9,13; cfr. Cal
nel vostro comportamento ciò che Il dono di Dio crea una risposta si effonde attraverso di essi si ma- 6,10). Quesla designazione piir
l'azione di Dio in Cristo vi ha fal completa di tutla la persona, la cui nifesta in forma di giustizia (2Cor ampia denola le persone bisognose
to essere), condotta (Gal 6,4) e il cùi iiutto 9,9-10). in genere o solo i bisognositra tut-
L'impcratìvo non è un'applica- (Gal 5,22) sono descritti a1 sìngo- La disposizione che Paolo cer- ti icristiani (non soltanto quellj
zione secondaria del vangelo per lare. ca tra i cristiani in risposta alla della Giudea)?
clìi è spiritualmente immaturo. 1.2 Grazia couispondente a grazia di Dio è quella dell'ugua- ln altri testi che si riieriscono a
Betz suggerisce che nelle prìme let- grazia La grazia di Dio è una glianza (,so1e.r, 2cor 8,13-14). Nel non credeùli si trovano indicazioni
tere di Paolo. come in 1 Tessalo- îorza nei credenti che riproduce il Giudaismo ellenistico il governo di un riferìmenlo piit universale.
nicesi, l'etica fosse un mezzo per sÌro slesso carattere. La Ìettera agli jdeale avrebbe dovuto provvede- In Gal 6,10 (un passo che pùò an
preser\.are 1o stato attuale di san- Eîcsini li ammoniscc a essclc imi- re alle <necessìtà jndispensabili) di che riferirsi alla coÌletta di Geru-
tità fino al giorno del gìudizio (cfi. tatori di Dio e (benevoli gli uni vita, cosicché non ci fosse <ecces- salemme lcfr. Gal6,6; Rm 15,27;
1Ts 5,23). Certamente qùando verso gli altri, come Dio è srato be- so per lusso> né indìgenza (Filo ma in contrasto lCor 9,10-111),
Paolo scriveva Ìa lettera ai Roma ncvolo in Cristo> verso di cssi (Ef ne, Jos. 243i cfr. 2cor 8,li). II Paolo conclude la sùa discùssio-
ni era ormai chiaramente implici- 4,32). La loro colldotta de\"esse- latto che i beneficiari siano i Po- ne sul darc con l'ammoninento:
ta la connessione dell'impcrativo re improntata all'amore, perchó il veri e che sia applicato questo mo- (Operiamo i1 bene verso tutti
con l'indicativo. IÌ díritto di Dio suo Iondamento è I'anore espaes- dello di giustizia rivela deglì ele (pros p.t tas), soprattutto verso ì
alla nostra obbedienza è <una par- so nel sacrificio di Crìsto (Eî menti di un'etica socialc. Questi lratelli nella feder. (Operale il be
te coslilutila del dono di Dio)) 4,32-5,2). Paolo esprìme la rela- due capitoli, però, sono stati spes- ne, (et pazeslh1i to a4athon) è 14
!ltica 594 595 Etica

rermillologia pe. gli arli mojto Il


problema più importante nel- lir sua fine, na
Ìa piena espressio 3. L'ATTORE E PENSATO.
concreti di aìuto aglì allri. La pri La riccrca attuale sull'etica paoli- ne dci suoi principi,
de1 suo dise- RE Per Paoìo I'essere unano
ma parte dclla frase è il principio na è il posto della Legge. In cal gno e della sua motivazjorle. ll be- è creato cone membro del mon-
generale, seguito dalla speciîìca 3-5 Paolo presenta la Legge cone ne e iÌ male soÌro detcrminate real- do materiale e membro di ùna so-
applicazione alla Chiesa. Alcunì uno schiavo, ìn lorte contrasto 1àstabiljte e rivelate da Dio, piut cietà. Egli usa.orpo (.sotrd) in ri-
hanno sostenuto, tuîtavia, che con la îede presentala coùe una tosto che. iù termìni di coltcnu- ferimento aLÌa persona in relazio-
nalisla de (<<sopratlutto))) debba donna iibera. La Legge era conle to, basate soggettivamentc sulla ne con il suo ambiente; come cor-
essere tradotto corì (cioè)); ma i uno schiavo che ci sorvegliava relazione con Dio per la fede. po, I'essere umano è parte del
rari cscmpi di questo uso che so- qùando eravamo scolari, essendo Amare il prossin]o come se stessi nondo e comunica con esso. Cor-
no slati scoperli sono ambigui e sotto la sua tutela fino a chc non (L\' 19,18) adempic la seconda me /]e (sa?/r, usato in senso neutro,
molto diversi per forma e conte, siamo djventati maggìorenni con tà del Decalogo e <qualsjasi altro descrive gli esseri umani in lelazio-
sto (cfr. anche 2Cor 1,12). la lède. Ora siamo stati liberati. comancìamento> (Iìnl I 1,8-10). ne e solidarietà con gli altri (per
ll servjzjo amorevolc per i non L'amore dà piena esprcssione al- L'amore non è perciò un sosli esempio, Fm 16). In senso nega-
creclenti bisogr]osi è evidente an- ]a Legge (Gal 5,14), poiché portia- luto della Legge, Ina una ùuova 1ivo, carnc rappresenta la sfera di
che in Rm 12,13-14. Paolo esorla nlo i pesi gli uni degli altri adem- molivazjone, un nuovo modo di temporalità comune a tutti gli in-
all'ospilaliLà ùel senso letteralc di piendo così la legge dì CÌisto (Cal comprendere e uùa nuova forza dividLri e dalla quale questi trag-
amore o cura peÌ gli stranierl (phi 6,2; cîr. <r1a legge della fède> in pcr alfrontaÌe e supeÌare le sue gono i loro valorì e i loro scoPi
loxenia), che qui signiîica i non Rm 3,27; ledi Legge di Cristo). esigenzc moralj. La combinazio- (per esempio, Rm 1,5). Non si ri-
credcnti, dato che contrappone ,Alcùni pensano che la f.egge non ne è fondamcnlale. Gh atti obbe- ferisce a una parte inferiore o ma
l'ir'lgiunzione immediatanÌ.3nte sia pirì pertinente coìlle autorità dienti di grande gìustizia e di ab- terjale dell'ìndividuo. La promes-
prec.dcnte di condivisìone con i lÌ1orale. Ilcredentc è stato reso lì- ncgazione se privi di molivazione sa che Dio (darà la vita anche
fralelli cristiani ((santi)) c la sc- bero di rispettare ogni tipo di tra- e di atteggiamento dì amore sono ai vostri corpj r..,oúalrn (thnèta
guente clausola dj amore per i pro- dizioni etiche, vagliandole con la \'uoli (1Cor 13,3; clr. Sal 112,9 sónata, Rt]., 8,ll; cfr. lCor
prì nemici (l'ultima connessione è legge della fede e dell'amore. LXX). La Leggc era buona, ma 15,42-44.53-54) ÌilLette il valore
rafforzata dalla ripetizione del Altri hanno tuttavìa sostenuto debole di fronte al potere deÌ Pec- che Paolo attribuisce al corpo.
\etbo tliókd pe6eguire ldiókon- che ciò che effèttivamenle è in gio- caro (Rm 7,11-17; 2cor 3). Lo Egli raflorza perciò la continuità
tesl I'ospitalità e benedire ipelse co nella negativa considerazione Spirito di Dio ci libera dalla con- di esistenza prima e dopo la reden-
cul o I i Id i ókon tasl. Euscbio dcscri- della Legge da parte di Paolo non danna, chc viene dalla debolezza zione, cone pure la relazione del-
ve Policarpo che si nostra ospita.le è la questione della lonte dell'au- della Legge comc dsultato del pec- I'indivìduo con il mondo circo-
con i suoi persecutori iEùsebio, torità morale, quanto piuttosto caro. L'intenzione di Dio ò al terìl- stante.
Hist. Eccl.4.15.141). Dal momen- quella delle basi dell'appartenen- po stesso che giusle esigenze della Nella salvezza gli uominj sono
lo cl]e Paolo raccomanda unlat- za alla comunità di Dio. Il paral- Legge possaùo esserc compiùte da chiamati a formare una nuova co-
tenzione amorevole per i non cre lelismo in Gal 3,24-25 indica che quelli che sono resi capaci c gui- munità, che è un nuovo ambito di
dcnti, irjlerimenti piir ambigui a ìl non essere sotto il pedagogo (la dati dallo Spirjto (Rm 8,2-4.9). Le esistenza socialc che Dio suscita.
colnpiere attj concreti di bene (gli Legge) è equivalente all'essere giu- gi[s1e esigenze della Legge, che so- una comuDità umana credenle e
uni verso glì altri) (lTs 3,12; 5,1i stificati per La fcdc (cîr. Rm 6, ì4). no in linea con I'amoÌe, rimango- obbediente fondata sull'amore e
[il versetto 15a rafforzerebbe l'u- Coloro che ritengono obbligatoria llo come un modello del relto vi- sulla grazia di Dio (tedi Cbiesa).
niversaljtàl; cîr. 2cor 9,13) pos- la cìrconcisione per entrare a far \ere (c1Ì.2lm 3,16); esse iorni- I bisogni della comunità hanno la
sono essere comprcsi nel scnso piir partc dcìla comunità cercano di es- \cono uí esempìo! un ammoni- precedenza perfino quando sono
ampio dei confini della Chiesa sere giùstificati daLla Legge (Cal mento. un'istruzione ed esortazio- in conîlitto con i dirilti e i privile-
(clr. Fjl ,1,5; 2Tm 2,24; Tt 3,2.8) 5,4; clÌ.2,16.21; 3,11), che è ciò ne, ilcludendo temi specifici co gi personali (lCor 10,23-24\. L'a-
che significa csscre <(sotto la Leg- rne l'immoralità sessualc e la rì- more verso coloro che sono più
2. UN'ETICA DI AT,{ORE ge)). ll problema dell'aulorità mo- compensa dei capi (lcor 9,10; ignoranri restringe la libertà nelle
L'amore è Lo specìfico modcllo dì rale delLa Legge r,iene lasciato 10,6-l 1; vedi Aiuto îinanziario). questioni aliúentari e cerimonia-
vìta col quale la grazia forna la apelto. l.a legge di Cristo è il criterio di li che sono eticamente degli <adìa'
nuova realtà dcl credente. L'inlu- Quando si mette in prarica I'a- lrìnore che adenlpie la Legge, per_ .fora> (cioè ((qùestionj relatìva-
sione soprannaluraLe dell'amore more, si compiono anche ie altre clìé rende possibile quell'obbe- mente indifferenti>; Rm 14; lCor
mediante lo Spirìto Santo produ- esigenze di Dio. La libertà iù Cri- rlienza. Ad esenpio, I'obbligo nel 8,10). In talì questioni Paolo dà
ce jl carattere sul quale si costruì- sto non è un'opportunità per l'e- a legge della responsabilità verso aeli individui una notevoÌe liber
sce la speranza cscatologìca circa goìsmo, ma ci spinge ad essere ser- L poveri è assoLto mediante la gra- tà, e nella cerca del beùe degli al-
ìl giudizio linale di Dio (Rm vi gli ùni degli altri nell'amore zia di Dio che si effonde tra ì cre trj non è esclúso i1 proprio bene
5,3-i). l.'arìore primizia del-
è Ìa lCor 9,19). Il com
(Cìal 5,13-14; Llcntì (2Cor 9,9- 10). (Fil 2,4 lsi noti ilk.?1, (anche)),
lo Spirito Santo (Gal 5,22). pimento della Legge non è allora sebbene sia testualmente incertol).
Etica 596 59',7 Etica
Per Paolo la mente rinnovata te buono davanti a tutti gli uomi- credenti saranno rcdenti dalla lo- nuta dello Spirito aL momento del-
ha un ruolo critico ncl discernere ni> (Rm 12,17; cfr, 2Cor 8,21) e ro caducirà c debolezza (Rln 8,18- la conversione ha forti conseguen-
il bene (Rm 12,2; Fil 1,9-10; lTs devono comportarsi in modo ap- 23). ll mondo materìale acquista ze eriche e sociali nell'amorc, nel-
5,21), unitamente all'istruzione propriato (euschèmol?ds) con gli la gioia, nella bontà e nel don1i-
Der ciò importanza e non c'è una
della Scrittura e alle comuni tra- cstraDci (lTs .1,12; Rm 13,13). Il sfera prìvata di salvezza separata nio cli sé che conunica (Gal5,22-
dizioni moralj. Crjsto e Paolo (es termine implica un comune mo- dal îcsto delLa cÌeazìone. In Eîc- 23). La lettera ai Colossesi presen-
sendo egli stesso imitatore di Crì- delÌo di ciò che era conveniente, sini e Colossesì la Chiesa come ta I'abolizione delle îalse dislinzio-
sto) forniscono il modello per qùe- e in entrambi i passi vengono ci- corpo di Cristo contribuisce alla ni tra gli uomìnì corne un ripdsti-
sto modo di vita (lcor l,ll;cfr. tati eLementi di lnorale tradiziona- riconciìiazionc cosnltca I t)edi Pa- no della sitùazìone al momento
Rm 15,5; vedl lmitazione di Pao- li. ,\nche Paolo si comportava in cc, rìconciliazione) di lutte lc co- della creazionc (vedi Creazione e
loldj Cristo). un ùiodo che poteva cssere racco- se con Dio (Eî 1,22-23) c al suo in- nuova creazione). Questa nuova
Particolare atterÌzione è stata manclato ad ogni coscienza uma- LerDo anche I'ostilità lra Giudei e nalura (si rionova, per una piena
dedicata recentemente all'uso pao- na (2cor 4,2j cti. Tt 2,5.8-10). Ccntili vjene superata (Ef 2,11 conoscenza, a immagine del suo
lino dei precetti provenienti dalla 22). La Chiesa smaschera le ope- Creatore) (Col 3,10). La redenzio-
filosofia morale ellenistica. conÌe 4. LA SFIDA ESCATOLOGICA re dellc tenebre mediante la paro- ne in Cristo ripristiì1a Le relazioni
le liste di viTi e virtu. In Tt 2.12 Cristo è re; Dìo lo ha esaltato, la di Dio e gli atti di bontà, giu- umanc con la creazione conlbrme-
la condizione alla quale gli uomi però non ogni ginocchio si è già stizia e vcrità (Ei 2,10; 5,8-ll; menre al disegno di Dio (redi Ada
ni sono portati nella conversioùe piegato davanli a lui (Fil 2,9 i 1). 6,10-17; cîr. Col 1,6.10). mo e Cristo).
è descritta con le virtir cardinali IÌ tempo arruale per Paolo è situa- L'ctica di Paolo è fortemente Quando una persona si unisce
greche. I vizi definìscono iconfi- to tra l'iniziale trionfo di Cristo iùIlueùzata dalla tensioùe implici- a Cristo nella convcrsionc, <c'è
ni esterni di comportamento che sopra Ìe potenze ostìli a Dio e I'ob- ta nella credenza che ìl tempo lu una nuova creazione)) (2cor 5,17;
sono îuori discussione. AÌcunì bedieDZa e la sottomissione piene luro è già presente (Rn1 13,11 l2), Gal 6,15). Allora non si guarda-
suggeriscono che I'etica paolina si e totali di quesle a Cristo. Al mo- anche se solo parzialmente; I'at- no piu glì altri secondo i parame-
distingue solo per l'autorità e la lnento della parusia ogni potenza lesa comporta un impegno mora- tri del moùdo, ma come coloro
motivazione cristologiche. che si oppone alla volontà di Dio le. L'insegnaÌìenlo escatologico di per i quali Cristo è morto (2cor
L'atteggiamento di Paolo ver sarà distrutta (1Cor 15,23-26). 1Ts,1,13 5,11 è collocato in mez- 5,l5- l6); cessano perciò di esiste-
so i non crìstiani depone a Iavore Anche l'ulrima di esse, la morte! zo alle sezioni parenetiche della re le vecchie distinzioni esteriori di
dell'uso dei sùddetti precetti, an- si trova già in un processo cli di- lettera, cosicché lTs 5,12 ripren- superiorità basate sulla nazionalilà
che se molto iorte era ill essi la me- sltlrzionc (ka I atge i lal, presente in- de in modo scorrevole il pensiero o sulla schiavìtir (Col 3,9-1 t; cfr.
diazione del Giudaismo ellenisti- dicativo. lCor 15,26: anche se al- di 1Ts 4.12. Il riserbo escatologi E1 2,14-16). Tra icredenti, essen-
co. Come illustralo in Rm 1, Pao- cuni commentatori ritengono che co significa che Paolo, pur espri- dosi (rivestiti di Cristo, non c'è
lo è in reaìtà îoriemente critico il presente si rilerisca a ciò che ha mendo con forza la libertà crislia- più giudeo né greco; non c'è piit
verso la morale pagana. ll riferi luogo nell'escftaron, \'.24). At- na (1Cor 3,2l-22), aúmonisce an- schìavo né libero; non c'è piii uo-
mento della sua orale alla natu- tualmcnte la vita è un campo di che che il tcmpo escatologico è mo né donna> (Gal 3,27-28). Per
ta Qlhysis, Rm 1,26'2,14.' ta ka- battagÌia tra iÌ divìno e il demo- (non ancota): non giudicarc Pri- Paolo questa fondamentale ugua-
îhekonra, <<ciò che è giustor, ìl ter- niaco- nra del giudizio finaìe (1Cor 4,5). glianza è basata sulÌ'acccsso djret
mìne stoico pcr ciò che insegna la C'è un progeÍo divino nella to che ognì individuo ha a Dio
natura, Rm 1,28) dimostra però storia: <Che Dio sia tùtto in rut- -S. LA TENSIONE TRA IL NUO (Rm 3,22-24). Ogni credente ha il
che egli concorda con iL Giudai ri)) (lCor L5,28), la totale sovra- VO F TT. VECCHIO Nell'inse- suo segno distintivo, possedendo
smo ellenistico, secondo cùi c'è nità di Dìo su lulte le cose (cfr. gnanÌento cli Paolo si registra una doni che differiscono per funzio-
un'afîinità lra la mora.le contenuta Col 1,20; El 1,10). Alla fine il tensione. 1)a una partc cgli svela ne; {luesti doni sono però uguali
nella Legge rìvelata di Dio e quel- mondo creato. con i suoi abitan- radicalmenle nuove relazioni so in digùità, perche provengono daÌ-
la scoperla nell'ordine creato, che ti, le polenze soprannaturali, le ciali: nella nuova csistenza cristia- lo Spirito comune (lCor 12,4-13).
il popolo dì Dio condivide con i Iorze e le istitrÌzioni, sarà coùfor- ra non c'è né mascllio né îcmmi Alcuni hanno sostenuto che I'a-
Gentili. Anche in Rm I il problc- me alla volontà di Dio. Lo scopo na. né schiavo né libero. Dall'al- bolizione delle distir]zioni di sra-
ma morale per Paolo è radicalo della vita di fedc è la glorificazio- rra, conferma le responsabìlità lr.r si riferisca solo alla situazione
non nell'errore di giudizio, ma ìn ne di Dio (Rm 15,5 6). (ìelle isrituzìoni sociali che pcr- religiosa circa le cause della giu-
un rifiuto di obbedienza. In queslo fine uhimo siamo so- rùangono: i codici donrestici rac- stificazione davanti a Dio. Questo
Di conseguenza, Paolo ricono- lidali con il resto del mondo ma- .omandano la subordinazione. rileaimento fornisce, peÌ esenpio,
sce che anche i paganj hanno una leriale. La creazione decaduta LJna valutazione globale dell'inse il contcsto di GaÌ3,28. Colossesi,
conoscenza dei valori genuini. I conserva in sé ùn disegno di reden- rÌnamento di Paolo non deve se- però, trae delle direttc conseguen
suoi segùaci devono tenere in con zione. Essa sarà liberata dalla cor- Ìrarare i due elementì. ze per lc rclazioni umaùe dall'abo-
siderazione <ciò che è morahnen- ruzione qùando i corpi mortali dei 5.1 La nuova realtà La ve- lizione delle distinzioni di sldlrs
Etica 598 -!99 trtica
(Col 3,11): (Rivesdtevi dunque... no ùlesse dircttamenîe in dìscus- tori di Paolo erano incitati a rag è un abbandono del lavoro come
di sentimentì di mìserìcordia, di sione. La qualifica di (cristiano) giùngeÌe una condjzìone spiritua- non piir neccssario o rìchiesto. È
bontà, di umiltà, di mansuetudi- denota però che queste istruzioni le piLì aÌta con la nanomissione, possibile vedere in ciò un ceÍo le-
ne, di pazienza; sopportandovi a (redi Codìci domestici) sono for- l'apostolo risponde clìe né la schia game con un'inleÌ pretazionc radi-
vicenda e perdoùandovi scambie- mulate alla luce della signoria di vitii né la nranomìssìone danno cale dell'insegnamento di Gesu
volmente;... al di sopra di tutto Cristo (per esempio, Col 3,17). una condizione spiritualc superio- circa la preoccupazione per le ne-
poi vi sia la carità, che è il vinco- Questa condizione oflre l'oppor- re: davanli a Dio la schiavitir non ccssità materiali (come tale può es-
lo di perfezione> (Col 3,12 16). tunità per I'applìcazione delÌ'arno- ò una condizìone di svanîaggio serc stata associata con la cosid,
Paolo mette radicalmente in di- re, che nodiîica la tradizione in (lCor 7,21-24). ll principìo ispira- derta <fonte Q) della teoria sinot-
scussione i privilegi religiosi. Me- modo signìficativo. Gli stessj su- tore è piutloslo quello di vivcrc tica). In questo insegnaùrento es-
diante la fede in Cristo tutti lran- perìorì devono contraccambiare la conformemente aÌla voloÌìtà di si trovavano il ripristino delÌa si-
no accesso a Dio. sono eredi di preoccupaziore per coloro che, Dio nelle varie relazioni cli ciascu tuaTjone paradisiaca inizialc con
Abramo e sono perciò uno (Gal per il momenlo, solo in una po- no (Bartchy). una dipendenza dal sostegno di
3,26-29). ln Efcsini, pcr descrivc- siziole subordinata e qLresti ulti- Nel codice domestico di Ef Dio invece che dal Ìavoro.
re la siluazioÍe negaliva che vie mi, a loro volta, sono già stati 5,21-6,9 la reciprocità richiesta aì La risposta paoljna consiste neÌ
ne superata nella nuova unità in esortati a obbedire affettuosarnen- padroni è basala sul fatto che en- clcscrivere questo gruppo come
Cristo diCiudei e Centili si usa la te aì Joro superiori. I mariti sono trambì, padroni e schiavì, hanno uno che agisce (in un modo che
terminologia dello (straniero)) (Ef ora ammoniti a non dominare le lo stesso Padrone in cielo (Ef 6,9). si sottrae alle responsabilità,
2,11-22). La messa in discussione moglì, ma ad amarle con un amo- I padroni devono compìere pcr gli (a to ktijs, 1). L'ingiunzìo-
2T s 3,6. 1

dello slarrs religioso ha però rile- re disinteressato (Ef 5,25; cfr. schiavi <<le stesse cose) cl]e sono ne di Paolo al lavoro dimostra che
vanza sociale; infatti la religione J,2l). I diritti dei mariti non ven state raccolÌandate a questi ultj- la novità escatologica dev'essere
era stata I'elemento centrale della gono Inenzionati; essi hanno inve- mi (Ef 6,9): obbedìenza (El 6,5) qualificata dal riconoscimento di
distinzione di s1d14s nel sislema so ce obbÌighi speciali (redl Uomo e e servizio (Ef 6,7). (Ncl codice do- principi organizzativi, che conti-
ciale, cosicché, quando cade qrìe donna). mestico di Col 3,18-4,1 essi devo- nuano a svilupparsi, richiesti dal-
sta distinzione, cadono anche tutte Alcunì pumi del messaggio stes- no (dare ai servi ciò che è giusto lc nccessità del mondo creato. Aù-
le altre. so di Paolo sulla libcrtà furono cd eqùo [rsoles]), Col 4,1). La che la sposta al rifiuto dell'au-
5.2 Condottr responsabile sf1ùtrati dai suoi oppositori. ln 1 schiavitir viene in deîiniiiva mina- torità civile da parte degli entusia-
mentre il vecchio rimane Pao- Corinzj degÌj entusiasti spiriluali ta anche nella lettera a Filenoùe. sti era stata un rìchiamo all'ordi-
lo raccomanda anche una condot pretendevano di possedere già pie- dove Paolo richiedc che Onesimo De (h),potassó, Rm 13,1.5; cfr. lPt
ta che sfidi molto meno il presen- namente ì privilegi escatologici: sia accolto nuovamente in casa, 2,13).
te. Egli riconosce la continuazio sono già diventati re (lCor 4,8). rÌon solo come un frateLlo in Cri- Questo riconoscimento, però,
ne delle relazioni istituzionali, che Rìvendicando poteri mìstici in una sto, ma come un fratello nelle ef- non è un rifugiarsì in una morale
non sono I'ideaÌe, ma servono a risurrezione spirituale dai morti fettive relazioni socialì ("rar.n, (car- borghese, che DìbeLius vedeva svi-
tcnere sotto controllo il peccato. (1Cor 15,12), essi erano convinti ne))) e come tLn compagno (Fm luppato non soìo qui, ma in mo-
l)aìibe sostìene che ìà dichiar:l7io della Ìoro libertà e polere neìlo l6-17). do particolare neÌle lertere pasto
ne di Paolo: (Queslo vì dico per Spirito. La loro pertèzione spiri- In 2 TessaÌoniccsi rcsponsabili- rali. Al contrario, con esso sirag-
concessione, non per comando> luale poteva portarli o al rifiuto di tà socialc signiîÌca pensare al pro- giunge un piu allo livello di com-
(1Cor ?,6), sia ùn'espressione tec- ogni norma morale (1cor 5,1) o prio sosteùtamento col Lavoro pimento del nuovo ordine. Preval-
Dica nota dalle ammissioni di col- all'ascctismo. Propugnando il ce- (2Ts 3,10). Alcuni interpretano gono le preoccupazjoni per la mis-
pevolezza nell'ambiente giudaico. libato, consigliavano a coloro che l'ìnsegnamcnto comc un comune sione (2Ts 3,7 9; cfr. lTs 2,9;
Perciò un'etica piil accomodante erano sposati di astenersi dai rap- principio morale usato per una ti 4,11-12) e l'amore reciproco; l'a-
controlla ilcomportamento in portj sessuali (1Cor 7,3) o dì se- pica sitLlazione di debolezza uma- more fornisce il contcsto in cui i
aree non ancora trasformate cla pararsi (lCor 7,l0), spccialmcnte na. Però il passo rivela un signifi, credenti Tessalonicesi devono la-
un ordine piìr alto. Alcuni sugge- nel caso di una moglie non creden- cato piil proforÌdo se vi si vede sot- vorare con le proprie mani (1Ts
riscono che la motivazione prin- te (1Cor 7,12), e a coloro che non 1o ull certo entusiasmo escalolo 4,9.11;2Ts 3,12).
cipale era quella di proteggere la erano sposali di reslare 1aÌi (1Cor gico chc portava alcuni Tessaloni- Nelle Clliese paoline I'amore re-
repuîazione e perciò la missione 7,8). In vista della fine, Paolo non .esi ad astenersi dal lavoro; gli stu- ciproco nel lavoro deve esprimer-
della Chiesa (cfr. lCor 9,19-23; dissente del tutto dall'astensione diosi rùttavia non sono concordi si non solo nel prowedere alle
lTm 2,17; 6, t). dal matrimonio, raccomanda pe- nel ritenere se Lale eccitazione sia proprie necessità, ma anche nel
ln quello che è stato chiamato rò la responsabilità agli obblighi t)cr f imminente venuta di Crislo darsi da fare per farne parte con
un <paLriarcato cristianor, le re- vicendevoÌi del matrìmonio e le o se ìnvece per un'cscatoiogia rea- chi si lrova in necessità (Ef 4,28).
lazioni di vita disuguali che con- esigenze della moraìe sessuale. lizzata (redi Tessalonicesi, lettere At 20,34-35 mette insieme questi
tinuano a svilupparsi non vengo- Agli schiavi, chc dagli opposi- iLil. In entrambi icasj il risultato due elenÌenti. Il modello del pos-
Etica (,01 Evangelizzazione
600

sesso dev'essere la sufficienza gli angeli sulla creazione (Dt 32,8; \cparata da una posizionc basata Ìe 1968i Georgi D., TheaÙdc! i Paul s
(lTm 6,8). La ricchezza noo ap- 2En 19,2'5;6rar. 4,15) che sono rLrll'osservanza deLla Legge; la ri- Pruxis and Theolo st , l: ot tress, Nlinn.apo
lis l99lr Keck I-., Jrrldcrtion a.l rhe Un-
partien€ al ricco ed è futile (lTm ora decaduti. Comprendere le po- di Gesù crocifisso giu- go.llr d d Ethics, ìn J. Friedrich er aÌ.
'Lrrrczione
6,7); aúzi, è un pericolo per la stes- tcnze coÌne angelì nel pensiero stifica ed esalla comc Signore uno lcdtl.), Re(hteúisunt, L (:. B. \lonr, Tú
sa lede (lTm 6,9 10). Paolo desi paolino (cfr. Rm 8,38-39; cfr. lPt .he era stato ùaledelto secondo la binser 1916. pp. l9t-209; Kìlner J.,,1Prr-
Legge (Rm 1,4; Gal 3.13). Il do- litic Apptoach ta ErhicalDetìtio Maki g,
derava che i suoi seguaci avessero 3,22) è più soddisfacente deLla po- in /rr,+3 (1989) 366 l79i Lohse E., lllLa
ì.ìn altaccamenlo a Cristo libero da sizjone secondo la quale Paolo le rìlinatore del monclo si uniscc a Ìpobgic.1.lel Nuan Testaderlr, Bibìiore'
ogni ansietà, che deriva dall'esse abbia demitologizzate come priÌÌ- (tuelli clle sono ìn ribcllionc con- ca di cuÌtua reÌisiosa 57, Paideìa, BÌescia
lro quello stcsso dominalore (Rn] 1991; Loùgencckcr R. N.. New Ielrunetlt
re legati piu del necessarìo al de- cìpi dominatori dell'esjslenza. Sa<'ìul Eî h ì tt.fat Todar. Ferdùa.s, G.a.d
caduto ordine sociale, chc sta per La concezione paolina del ma 5.6-E: cfr. Ceorgi). Refids 19E,1; Penna R., Ptuhletni .li iara
scomparire (lCor 7,32 35). Non si le strufturale dà a questo una di- tc poúlind. Slatus qudestianís, il lt).. L'a
possono evitare le rclazioni econo- mensione sociale, cosmica e uni- Vedí unchea Amorc; Autorità paeab Paalo, l:.(liào\i. Paolùrc, Cjniscllo
Baìsamo 1991. t!. 550-562 i Roragno S.,
miche con 1'ordine sociale, ma bi- versale. Le forze oppressive non !ivilc; Codici domestici; Coscien- 't
h( Rible: It ut1 lnterclals keadnls Legiti-
sogna evitare ogni abuso; gli ac- sono coniinate a conlùnità par- raì Forle e debole; Cìiustizia, giu ,?a/.?, inN. Goft\!aÌd Gd.), The Bible d .l
quisti devono essere fatli, ma sen ticolari, ma appartengono alla \1i7ia dì l)io: Imitazione di Pao- LìLentìùt, Otbi:, var!knoll 198.1, pp.

za ritenere più di quanto sia neces- struttura della comunità umana ìo/di Cristo; Legge; Legge di Cri- llel||eo
61 73i SaÌnplcJ J. P., wdlkìns the
re!, Foriress. Vinreapolis l99liSchra-
irii
sario (lCor 7,30-31). nelsuo insieme. La lotta contro il sto; LibeÌtà; Matrimonio e divor- ee \\ ., Thp Ethi.s oJ the Ne|| Tertdnle t,
male, basaLa sulla sottomjssione zio, adultcrio e incesto; Omoses- Iorrcss, Philadclphia l9EE; St!Ìer B. M.,
The Btsis ol Oblìsutit) in Paul's (thtisto
6. UN IVERSALTZZA.ZIONE ad opera di Cristo di queste poten- sualità; Ricchezza e povcrtà; Ses
krp dnd Erhi.s, ír B. L\ndars S. SmaÌley
DEL CONFLITTO MORALE ze (CoÌ 2,15; cfr. 1,13 16), riguar- sLlalità, moralc scssuale; Uon1o e \edl.), Chttsf 1rd Spun t rhe Nc|| Testa'
l1 malc csistc ncll'ordinc socialc da allora fattori dclla struttura donna: Virtir e vizi. ,rerr, lJnlvesily P.ess, CaDbrìdee 1913,
(kosmo.r, (nondo))) ed esercita Nono-
slessa dell'esistenza sociale. fp. ll5 87; To\.ner P., The Gadl of Out
ùn'influenza sugli individuì (Eî stante questa sottomissione, per In!|rù.titt; l he Slruuùte o.tThcolos! and
rri Bar.lay L Nl. C., Obcting thc Ethit'\ ìti th. Pa\tatul Epi.t//er, ISNTSS 34,
2,1; cfr. Rm 12,2, con aio ). L'or- Paolo la vìttoria sarà complctata ttrtl!: Pa l\ Ethi( nt AoLlliarr, Forrr.ss. JSO-|. Sheffield 1989.
dine del male copre tutti gli aspetti da Cristo solo alla fine della sto- \ljnnciìpolis 1988i tsartdry S, ,V"//ot
t h.asui: lilst Certut) Slrretr ! d the Ir' S. C. Mott
ciclla società, includendo necessa ria (lCor l5,2zl). In Efesinì la tttprcîsti.rt o./ I arotillthit ?s 7r-?./, Sìll.l)S
rianenle le relazioni economiche Chiesa è il cardine della lolta con 11, SdroÌrrs, Nlì!!oula 1973i Barh \'1.,
(lCor 7,31), la stratificazione so- tro 1c potenze dcl male (Ei 3,10; ttts ond (]ent es,iti.lES5 (1968)2:11 267;
tt.l? H. D , The Fo ndotton! aJ Chnttia EUCARISTIA: vedi Cena del
ciale (1Cor 1,27 28), le distinzio' 5,1 l ).
ùltils :lttorliìrs to Ro ttns l2;l 2, \Ì1 P. Signore, eùcaristìa
ni di s/alrs basate sulla religione L'aspctto dccaduto dell'ordine L)c!erìisclr - (i. Good{nr (cdd.). r/;r&,st
(Gal 6,14-15) e la sua stessa sa- sociaìe e il controllo dei rappresen- ,rd llisj?r.?, UnivcAily ol Chicago, Chi
pienza (lCor iago I989. p!. 55 72; BultDrann R., l,e EVA: yedl Adamo e Cristo: Uo-
1,20). tanti angeljci clecaduti non è tùt- mo e donna
t'roblatn ol l-.tl1i\ i thetftítinssofPorl,
Le dimensioni unìversali del 1avìà îolaìe. l,e alttoÌità leÍ elre so-
rt Ihe Old a d the i\et Mra. Knor, lìich-
male sono ancora piai chiare ri- no stabilìte da Dio e servono Dìo, ,rond 1967 tl921l, pp. r 32; Daùbe D.,
guardo alle potenze angeliche de- e qucsta convìnzione ancora gui- t-o .essk,ts .21S {ulùuts iit .Iewistt Ldw,
EV LN GELIZZAZI0NB : vedi
il conportanento normativo i. .l/t ll (1959) I llt Fu is.h V. P., Ireo Apostolo; Mjnjstero; Mjssionc;
cadute che, particolarmente ùelle da
iolt und E!|1n.\ nt Pdtt, \biredon, \ashril Predicazione, kerigma
lettere paoline tardive, sono con- (Rnl 13,1.4).
cepite come i dominatori dell'or Nonoslante I'influenza della fi-
dine sociale (r,edi Principatj e po- losoîìa ùorale elleùistica, la con-
tcstà). I peccati jndividuali sono cezione che PaoÌo ha del cosmo e
improntati non solo dall'ordine della storja dà un'impronta diver-
sociale, ma anche dal <<principe sa alla sua prospettiva etjca. Da
delle potenze dell'aria> (Ef 2,2; una parle, per Paolo il male pe-
redi Sataía, diavolo). <La nostra netra profondamente I'ordine
battaglia inlatti Don è contro crea- creato; dall'altra, anticipa la vil
ture fafte di sangue e di carne, ma toria finale basata sull'attuale ope-
contro i principati e le potestà, ra redentrice di Cristo.
contro i dominatori di questo AlÌa base propria delÌa fede cri-
mondo di tenebran (Eî 6,12). ll sliana c'è un'esìgenza dirompen-
background per questì (principa' te che sconvolge tutti i criteri su
ti e poteslà) soprannaturali (cfr. cui si basano Ìe istituzioni della vi-
lE 6l,l0;2En 20,1) va ricercalo ta sociale e polìrica. Non è solo la
nell'universale responsabililà de sììrstizia di l)io annìrnciata come
601 Fabbricazione di tende
ro dì città in citrà. Almeno, per Fondamentali per quei passi in
quanto ci dicono lc poche testimo- cui Paolo enumera le sue soîîeren-
nianze su di loro, li vedjamo pri- ze apostoliche (redl Afflizioni,
rna a Rollla, poi a Corinto (iredi prove, diflicoltà, tribolazione),
Corinzi, lettere ai), poi a Eleso e troviamo dei riferimenti al (lavo-
infine di nuovo a Roma (At ro)) dì Paolo. Paragonando se
18,1 3.26; Rm 16,3 4). Ognuno stesso aiCorinzi, egli scrive: <Noi
dei luoghi iù cui si sa che Paolo deboli, voi forti; voj onorati, noi
abbia <lavorato> - Tessalonica, disprezzati. Fino a questo n'ìomen
Corinro, Efeso era un grande to soffriamo la f'ame, la sete, la
cenLro urbano. Perché sarebbero nudità, veniamo schiaffeggiati,
\late necessarie delle lende in que- andiamo vaganclo di luogo in luo-
FABBRICAZIONE liciano Pao1o, pensando che egÌi ste cìttà ben sviluppate? I ÌÌolti go, ciaJJAlichiano larorando con
vìaggiatori che andavano ìn quc- le nostre ]nanù, (lCor 4,10-12; cîr.
DI TENDE potesse avere imparato da gìova-
ste gÌaiìdi città possollo aler com 2cot l1 ,27).
ne questo mesLiere a Tarso.
perato, oppure cercato di tar ripa- Signilicatìvamente, Paolo colle'
So\lvaRro 1. IÌ tipo di cosrruzlone di Oggi, con'iunque, la maggioran-
lende; 2. PaoÌo: fabbricante di tend€ c za, notando che il cillciun eralar- rare, tcnde e articoli sìmili, quan- ga il suo lavoro col suo ministe-
aposLolot 3. Nlotivj dellavoro di Paoloi gamente usato per scopi diversi do le attraversavano. Anche i na- ro. <Larotundo nolle e giorno...
4. Probleni caùsall dal laloro di P3ÒlÒ: dalla labbricazione di tende. e che viganri in queste città porto, una ricorda ai Tessalonicesi vi
5. i rabbì c il ìaloro. volta a terra. dcvono avcr abitato abbialùo aonunzialo il vangelo di
le inlerpretazioÌli patristiche di
skènopoios vanno r,ella c{jrezione in tende. È possibile che (fabbri- DioD (1Ts 2,9). Questo probabil-
Ci sono parecchi riferimenti al canti di tende> possano aver co- mente significa che Paolo parla
lavoro di PaoÌo per il suo sosten- di beni di cuoio, crede che le ten-
de fosscro generalmente [at1e di strllito e riparato vari tipi di ca- va al popolo mentre Ìavorava e
tamento, sia nelle sue lettere (lCor panne, baldacchìnj e lende dì ri- che, quasi ceftamente, in alcuni
4, 12; 9, 1-18; zcot 6,5, 11,23.21 crLoio (Hock 1980, 20-21). Ora si
; paro pcr uso cittadino. giorni, o durantc partc del giorno,
lTs 2,9;2Ts 3,8) sia negli Atti ritiene che il materìale col quale
Paolo lavorava fosse cuoio. Si po- melteva da parle il suo grembjale
(18,3;20,34-35). Con tale lavoro 2. PAOLO: FABBRICANTE DI e ì suoi arnesi e insegnava il van-
teva parlar-e di <fabbricazione di
Paolo maùteneva se stcsso (vedi TENDE E APOSTOLO È chia gelo (At 19,9-11). Il suo stile di vi-
teflde)) in qùanto quesro era il la-
Aiuto finanziario) e <quelli che voro principale, ma ìn tale nome ro che il lavoro di Paolo era un la- ta era caratterizzalo daÌ lavolo e
eraúo con [ui],) (At 20,35). voro fisico e faticoso. Paolo scrive dalla predìcazìone.
si poteva includere anche Ìa lavo-
Solo uno di questi riferimenti, cli (latica e travaglio... lavorando
razione e riparazione di una serie
comunque, precisa la natura del notte e giorno)) (1Ts 2,9; clr. 2Ts 3. MOTIVI DEL LAVORO DI
di oggetti e tessuli in cuoio. Sipre-
lavoro di Paolo: fabbricante di senterebbe però un problema: se
l.8r At 20,35) e di affaticarsi (<la PAOLO - La cultura grcco-
tende (gr. e.rol?... skénopoíoi tc la concia del cuoio era un mestie-
volaÌ1do con le nostre mani) (1cor roùrana era abituala ai viaggi di fi-
technc, At 18,3). Il greco skaro- re disprezzato tra i Ciudei (Jere-
.1,12:cfr. At 20.34). Ne ricaviamo losofì (re./i Filosofia) e maestli
porbi signiîica lctteralmelte (fab- mias 303-312), non avrebbe con-
1'inpressione di ur]o la cui vita di che avrebbero r-icevuto un onora
bricante di tende)) o (lavorante del ogni giorno cra caratterjzzata da rìo per la loro opera o, in alterna-
diviso la stessa reputazione ogni ti-
cuoior. po di lavorazione del cuoio? Inol- un duro lavoro fisico. che comin' tiva, avrebbero ottenùto ospitali-
cìava prima del sorgere del sole. tà e altri benefici da ricchi bene-
tre, nacchiarsi lc mani con que-
1.IL TIPO DI COSTRUZIONE Hock ha pÌovato che,lungi dal- fattori. taLvolta iù circostanze che
sto lavoro può aver reso Paolo l'essere secondario nella vìta di generavano scandalo (vedl Pielra
Dl TENDE - Cli studiosi sono inacccttabile nci circoli delle clas-
divisi sul tipo di materiale coÌ qua si piir elevate, nei quali egli talvol-
I'aolo. il Ìa!oro di labbricazione d'incìampo). Non era raro che
le Paolo lavorava. Molti studiosi ta si muoveva (per cscmpio, At rli tende era molto importante. predicatori itineranti avessero una
delle precedenti generazioni rite-
(Piir di quanto ognuno tli noi ab- cattiva reputazione (Filostrato,
17.12.19:19.31r Rm 16.23: ma
nevano che fosse il panno grezzo cfr'. <queste maniD di At 20,34).
hia supposlo, Pao]lo eft Paolo, il I/,4 Ll3; Luciano, Her ot. 59;
fatto di peli di caprar conosciuto lohhri.a tc dí tende.ll suo mestie- Dione Crisostomo, O/. 8.9). Pao-
Aquila e Priscilla, fabbricanti di
come cilicium, che prese il nome tende da poco arrivari a Corinto
Ir occupava mollo del suo tem lo certamente godeva della prote-
dalla provincia in cui Paolo era |o--. La sua vita era in gran parte zionc di personc ricche c poteva
dopo l'espuLsione dci Ciudei da
rtLrella di bottega... dello stare cur- facilmente aver cercato e ottenu-
nato, Ia Cilicia. Comprensibil- Roma da parte dì Claudio, sem-
!o sul banco di lavoro comc uno
mente, essi hanno messo subito io brano cssere stati imprenditori, to pagamenti (per esempio, At
.chiavo e del lavorare lianco a 17,,1.12; Rm 16,23; lCor 1,14; At
relazìone questo panno locale con fabbricanli e comnercianti in ten-
la (fabbricazione di tende> dcl ci-
lienco con gli schiavi> (LIock 19,31).
de e beni affini, che si muoveva- l,)80, 67: redl Schiavo, schiavitù). Ci sono tre motivi in particola-
Fabbricazione di tende 604 605 Fede

re per cui Paolo lavorava per man per il quale egli era venuto (lCor larde fonti giudaiche apprendia- FAMIGLIA: vedi Chiesa; Chie-
tenersi. 9,16-18). La sua obbedienza a Dio rùo che dai rabbi ci si aspettava sa, ordinamento e governo della:
In primo lúogo, consapevole del sarebbe stata diminuita se avesse chc essì stessi provvedessero a Codici domestici
latto che poteva esserc consjderato dcevuto compensì da altri. La sua ùantenersi, lavorando in qualche
come uno dei molti predicatori iti- ricompensa era di non riccvere ri- modo. Rabbi Zadok diceva: (Non FARISEI: vedl Disciplina; Giu-
neranti, alcuni dei quali non era- compensa. ll suo lavoro era tra lui lare dclla Tóró... una vanga con cleo, Paolo come; Movimenti ri-
no alfatto troppo scrupolosi, Pao e Dio; per esso non voleva essere cLli scavare!... Chìunque ricava un voluzionari; Restaurazione di
1o può aver avuto interesse a la- pagato. ùlÌle per sc stesso dalle parole della Israele
vorale per útan[enere se stesso, Ióri, sla lavorando per la propria
per paura che il suo ministero e il 4. PROBLEMI CAUSATI DAL distruzione> (Pirye Avot 4,5). FATO: vedl Culto; Magia
messaggio del vangelo fossero as- LAVORO Dl PAOLO ln gene- Rabbi Gamalielc III dichìaravr:
sociati con quelli di ahri fìloso- re, i conlemporanei di Paolo con- <Prezioso c lo studio delÌa Zórd,
fi viaggianti (ctu. lTs 1,5; 2,3-6; sideravano il lavoro adatto agli associato all'escrcizio di una pro- I, EDE
lcor 9,l2; At 20,33-35). Paolo si schiavi, ma non a cittadini liberi. lcssione, perché la prcoccùpazio-
contrappone agli oppositori da po- Artigiani e lavoratori manùali era- ne di ambedue fa dimenticare ìl S.rN'Ntrrr. l lìcd.eúocer 2 Gi,,\rìri
co arrivati a Corinto, <(quei molti Ììo considerati con disprezzo. Ci- ;reccato. Ogni studio deLla 7ó,', caziotrci L Fede e l-esgcj 4. Abraùoi 5.
non accompagnato da una protts- Fedclra; 6. Fe.le e Spiriro Sanroi 7. Fede
che mercanteggiano (kapèleuon- cerone osservava che ùna bottega e vita cristìanai E. Fede e obbcdicnzei 9.
/es) la parola di Dio)t (2cot 2,11), úon era un posto per uomìni liberi sionc alla Iìne diventa îutil". e con Fede e Chicsaj 10. La lede.
([che] falsificano (do lountes) la pa- (Off. 1.150). Membri di Chiese duce al pcccato) (Pllqe Avot 2,2).
rola di Dio) (2cor 4,2) e che <di- fondate da Paolo probabilmente h base a tali tesli si presume co- È diîficilc poter negare I'enfasi
,r oraÍoù (katesth ieù i Corinzi (2cor avrebbero corsiderato slrano il sLlo munemente che Paolo ìmparassc di Paolo sulla fede. EgÌi usa il tcr-
11,20). Questo vocabola o sottin- lavoro manuale e fbrse ofîensivo. a fabbricare lende come allievo mine prslr"! 142 volte, mentre nel
tende il pagamcnto di compensi Ci sono accenni, da paÍe dello rabbi (vedi Gìudeo, Paolo cone). resto del NT ricorre solo l0l vol-
non dowti, I'attenuaione del n'ìes stcsso Paolo, che il sùo lavoro esi- Sebbene Hock abbia messo in que- 1e. Usa anche il vetbo pisreuó
saggio e lo sfruttamento degli a- geva una cena condiscendenza e un stjone quesl'ipotesi, esistono buo (<credere>) 54 volte e l'aggettivo
scoltatori. Da parte sua, Paolo era certo <abbassamento) (2cor I1,7). ùi motivi per accetlarla. AItrimen, ptslos (<ledele>, (degno di 1ìdu
fedele al messaggìo, lavorando Che egli fosse cittadino romano per ti, comc possiamo spiegale che un cia>) 33 volte. lndubbiamente le
piuttosto che accetlare compensi nascita (vedi Cittadinanza, roma- nembro dell'i/ile di provincia eser- parole relative alla fede giocava-
per il suo ministero e preoccupan- na e celeste) sottintende di solito citasse ùn mestierc scrvile? no una partc importante nel voca-
dosi per le sue comunità (cfr. 1Ts una condizione influente nella pro- bolario paolino. O. Michel la no-
2,5-10; vedi Pastore, Paolo come). vinciale Cilicia (At 22,28). Vedi anche: AiLlto linanziario; lare che 1'esigenza dclla lède era
In secondo luogo, Paolo consi- Risulta evidente da 2Cor Apostolo; Debolczza. clualcosa di nuovo che inìziava con
derava l'inattività, endemica nel- 11,7-10 e 12,14-18 che la difesa da i cristiani: (Né a Qumràn, né in
la società greco-romana, come parte di Paolo del lavoro per il BrfÌ llatk 1., kapos, koptoò, i1 Giovanni Battista, né tra glj anti-
inappropriata per il credente cri- propdo mantenimento in lcor OlNl !ol. V, coÌj. l7l 7l8i Hocìi R. f., chi movimenti zeloti c'era una
Paul s Te tninkins und the Pmblen of His
stiano. Così egli, deliberatamen- 9, l5-18 non era risullata convin- esplicita richiesta di fede>; al con-
toctúl Clds, ú JBL 9l (lglli) 5j5 564i ld..
te, dava I'esernpio di un lavoro 1a- cente per iCorinzi. È probabile Thc So.tulConIexî ÒJ Paul's Nli.ttian,lal trarìo, <il Cristianesimo è un even-
ticoso per mantenersì ed esortava che, Iavorando per mantenere se r,ess, l,hiladclphir 1980i Horsì€y C. H. R., to di fede unico) (Michel, in Bec,
i converliti a imitarlo (lTs 5,14; stesso, Paolo avesse infranto I€ Netr Dottrtents Iltustrdritlg Eai! Chtìs!ía ker - Michel 599, 605). Per t,aolo
,1o,, Nlacquarìe Uriv.rsil!, North Rydc
2Ts 3,6-13; vedr' Imitazione di consuetudini di mecenatismo per (NS\\ ) 1982, !ol. 2, p. l7j J.remìai J., ,/.- la fiducia in Dio era di capìtale im-
Paolo/di Cristo). I valori reali del- cui i ricchi dovevano provvedete i!ylert nt thc Tit c .,.l Jas rr, IìoÍ res, Phi- portanza ed è significativo che
la vita in Cristo erano esemplifi- al predicatore ospite. Sembra che afelphjr 1969 (rrad. ìt., Getusalemne al parli dei cristiani come di <colo-
!crryi dì Gesu, Edb, Bologna 191i9)i \'lar ro che credono)r (per esempìo, Rm
cati concretamente nello stile di vi- Paoìo sia stato colpevole, nei con- ..li^ll P., Erttìr! in Cotinrh: SacialConten
la che Paolo seguiva consapevol- îronti dei Corinzi, di una grave tions ìn Puul's Reldtio t \,Ìth the Corìn 1,6; lCor 1,21). Eeli non si riferi-
mente, mantenendosi col lavoro mancanza di riguardo, per la qua- /lllars, L C. B. \,rohr. Tùbineen 1987i VIi sce a un'esperienza superficiale,
(lìacÌis w., skaroporor. in cZNr, rol. XIl,
(Ef 4,28; cfr. At 20,35). le, durante i sette anni della loro ma al credere con il proprio cuo-
roÌ1. 516 5?2.
ln terzo luogo, in quanto chia- associazione atliva, non lo aveva- re (Rrì 10,9); e il suo punto cen,
mato a essere I'apostolo per i Gen- no mai perdonato. La sua (colpa)) P. W. Bameît trale e il Dio che ha risuscitato Ge-
rili, Paolo non poteva far€ altro era aggravata perché si era prepa- sil Cristo dai morti e ha inaùgù-
che obbedire alìa chiaúata di Dio rato a ric€vere assistenza dai Ma- rato la nuova era (cîr. Liungman).
a predicare il vangeÌo. Dio lo chia- cedoni (2cor I1,9). l'ALSI APOSTOLI: redi Apo- Per Paolo la grande verità cen-
mava e così Paolo predicava <gra- \tolo; Giudaizzanti; Opposùori di trale è clìe Djo ha aSito in Cristo
tuitamente il vangelo> al popolo 5.I RABBI E lL LAVORO Da per realizzare la salvezza dci pec-
Fede 606 601 Fede

catori (vedi Peccalo, colpa). La credono non solo riconoscono le no icrcdentì e che conduce alla giustificati <non dalle opere dclla
salvezza non può essere meritata loro mancanze, ma si impegnano gioia (Rm 5,2). Paolo scmbra es- Legge, ma dalla fede in Gesù Cri
o gùadagnata, ma dev'essere rice- a essere il popolo di Cristo. sere al servizìo dei tilippesi peÌ il sto) (Gal 2,16; redl Opere della
vuta come un dono di grazia. I (loro pro$esso e la gioia della lo Legge). Egli sottolinea la verità
peccatori non possono meritarsi la 1. FEDE E CROCE - L'opera ro iede> (Fìl 1,25). E, t'atto inte che ì credenti sono giustilicati dal-
salvezza. ma solo crcdere in Dio salvjfica di Dio è compjuta in Cri- ressante, un po'più avanli fa un la fede del tutto ìndipendentemen
o, come dice Paolo, aver fede in slo. Paolo accentua costantcmente commento sul <sacrificio e il ser- te dalle (opere della Legger (Rm
Dio (o in Cristo). È una caralleri- la centralìtà della croce. talvolta Vizio)) della lède deì filippesì (Fil 3,28). O egli guaÌda al futuro,
stica tipicanente crisiiana che il usando proprio questo termine, 2,17). La ìoro îedc si risolve in un quando sarà trovato in Clisto
verbo pislero ((credere)) sia spes lalvolta ricorrendo a qualche figu- servizio sacrificale. In Crislo i cre- (r1on con una mia giuslizia deri-
so scgr,lito dalla preposizione epi ra per spiegare la verità. Perciò dcnti hanno <il coraggio dì awi- vanle dalla Legge, ma con quclla
((su))) o (<in))), e Paolo segue parla di Dio come colui che com- cioarsi in piena fiducia in lui)) (El che deriva dalla lede in Cristo,
quest'uso."riQuesto evidenzia la ve pie Ìa (redenzìonen e la (propizja- 3,12). Oppure Paokr sottolinea la cioò con la giustizia che deriva da
rità chc i cristiani fondano la loro zìonc>r (r,edl Espiazìone, propizia- potenza divina: (Perché la vostra Dio, basata sulla îede> (Fil 3,9).
fede <sLr) Gesù o sono introdotti zione, espialorìo) e subito aggiun- lcde non fosse fondata sulla sa- Ancora nel futuro (atlendiamo
<nelÌ)'unione con lui. Bultmann ge (per mezzo cleLla fede)) e <nel pienza unana, ma sulla potenza dalla lède la giustilicazìone che
cita Rm 10,9 per mostrare che cre- suo sangue)) (Rn] 3,24-25). L'ui- di Dio) (lCor 2,5; Fee 96). speriamo) (Cal 5,5); questa giu-
dere col proprio cuore e <il rico- tima espressione fa capire chiara- stilicazione è l'assicurazione del-
noscimento della signoria di Cìe- n]ente che I'aposlolo si riferisce al- 2. GIUSTIFICAZIONE La l'assoluzione nell'ultìmo giorno
sìt con l'ammissionc (= convin la morte espiatrice del Redeùtore, giustificazione è il processo me- (vedi Escalologia), ed è ovvio che
zione della reaÌe verità) del mira- meùtre la prina ìnsiste sul tatto diante ìl quale il peccalore vieùe Paolo considera la fede importan-
colo della sua risur.ezione costi che questa non è una cosa aulo- accettato da Dio. Paolo vede la ca- te in qLiesta connessione. Questo
tuiscono il contenuto della iède matjca per tut1i. La fede e la mo- ratteristjca clclla comprcnsionc cri- grande tema mette in rilievo tutto
cristiana)) (Bultmann, CINI X, dalità stabilita cla Dìo; in vcrità c'è stiana della giuslificazione nel fat cìò che Paolo scriveva ed è fonda-
434). (un solo Signore, ùna sola fede) to chc si basa su ciò chc Dio ha mcntale per lui e centrale per il
La fede ha molti aspetti. ((E ri- (El 4,5); i due vanno insieme. latto, non su qualche corlquista vangelo, alla cui proclamazione
sposta alla rivelazione come oppo- La redenzione è il pagamento di umana: vìene concessa per fede, dedìcò la propria vila. Con o sen
sta alÌa scoperta di ì.lra nuova co- un prezzo per liberare delle pcrso- scnza îare affidamcnto su mcriti za qucsta terminologia, eglì met-
noscenza)r (Blackman 222). Implr ne- e non dobbiamo trascurare umani. L'apostolo esprime il mes te costantemente davanti ai suoi
ca da parte nostra il riconoscìmen- l'importanza della libertà nella saggio ccnîralc del cammino cri Iettori la verità che qùesto tema
to di essere peccatori e perciò in- comprensione che Paolo ha dclla stjano alferniando che il vangelo trasmetteva. L'uomo non pùò fare
capaci da soli di abbandonare il fede. Egli non collega espressa- è <potenza di Dio per la salvczza nulla per merìtarsi la salvezza, ma
male e compiere il bene. Forse So- mcntc la libertà con la terminolo- di chiunque crede), e continua di- Paolo ripete la verità che tuttj co-
crate riteneva che conoscenza e gia della fede, ma un passo come cendo che 1a giustizia di Dìo si ri' loro che vengono a Dio nella fede
virtii fossero la stessa cosa, cosic- Rm 5,16-2I suppone impossibile vela <di (gr. ek) ttde in îede>, 1è- ricevono la salvezza come un libe-
ché conoscere ciò che è giusto por che il credente entri nella libertà de dalÌ'iùizio alla fine! Continua ro dono,
ta le persone a fare cìò clìe è giu- senza la fede, che è la porta d'in- ancora cilando il famoso lesto di
sto, nìa Paolo non sarebbe stalo gresso nella nuova era della salvez- Ab 2,4: (Il gìusto vjvrà Jnediante 3. FEDE E I-EGCE Per i Giu-
d'accordo. Per lui la fede ìmplica za messianica. la fede> (Rm 1,16 17). La (gilrsti- dei del I sec. era una questionc di
sia il riconoscìmento che siamo Paolo considera centralc ciò che zia di Dio> viene <per mezzo del grande importanza che Dio aves
peccatori, sia il riconoscimento Dio ha latto in Cristo e unisce la la fede in Cesù Crjsto, per tutri se dato la Legge a1 loro popolo tra
che Dio ha prowedùto al nostro fede alla srazìa (Rm 4,l6). Scrive quelli che credono) (Rm 3,22). lùtti ipopoli della terra. Era un
perdono attraverso ciò che la mor- ìnfalti agli Efesini: (Per questa Dio è a1 tempo stesso giusto e dono di cui bisognava far tesoro
te di C sto ha operalo per noi. Fe- grazia siete salvi mediante la fede) giustifica tutti quelli che hanno fe e cosriluiva la base di rutta la vi
de significa unire l'ammissione (Eî 2,8). La grazia è inìportante de in Gesù (Rm 3,26). Gli uomini ta. Paolo però mette in evidenza
dell'impossibilitàdi conseguire noj per la comprensione dclla îede, sono giustificatj <dalla (ek) fede), che la prorÌlessa di Dio ad Abra-
stessi la salvezza con I'acccttazio perché sottolinca che La salvezza dove la preposizione ek indica l'o mo e ai suoi discendenli era <non
ne della verità che Dio ha latao è un dono libero, non una ricom- riginc; è dalla fede riposta in Dio in virtir clclla Legge.. . ma in vir tu
tutto ciò che è necessario. La pensa per una qualche conquista che gli uomini sono giuslifìcali, della giustizia che viene dalla fe-
(buona novellan, il (vangelo), è umanar nemnìeno una ticompen- ccl, cssendogiustiiicati, sperimcn- dc) (Rm 4,13). La promessa è as-
<la potenza di Dio per la salvezza sa per una lcdc cccezionale. E tano la pace di Dio (Rm 5,1). Pao sicùrata a tutli i discendenti di
di chiunque crede) (Rm 1,6). E fe- ugÙalnÌerÌte la fede che dà acces- lo può anche variare ì1 suo modo Abramo, non sulla base dell'osser-
de sjgnifica impegno. Coloro che so alla grazia nella quale si trova- di presentare ciò dicendo che si è vanza della Legge ma sulla base
Fede 608 609 Fcde

della fede (Rm 4,16). La Legge dei suoi collaboratori. Però essi Dio ed entrambe le volte si sotto- verità registrala non semplicemen
può essere distinta dal1a lede, per- sono giustificati allo stesso modo linca chc il grandc patriarca îu ac- te come un fatto di storìa, ma (an-
ché <la Legge non si basa sulla fe- dei Gentili, per la fede (Rm 3,30). cettato solo sulla base della fede che per noi che crediamo in colui
de)) (Gal 3,12). Come sostiene F. La Legge non è lo srrunento del (Rm 4; Gal 3). Per PaoÌo è signi che ha risuscitato dai morti Gcsu
F. Bruce, (Legge e îede in Paolo la salvezza; nrostra che gli uo- licativo che Abramo fu accettato nostro Signore) (Rm 1,24; \)edi
sono senza rapporto: jl vangelo - mini e le donne sono peccatori, da Dio seúplicemente perché cre Risurreziorìe). Paolo t'a di questo
chiede la fede, mentre la Legge ri- ma non porta la sah.ezza (lcor dette che quanto Dio gli aveva una base per l'accettazione dei
chiede le opere)r (Bruce 1982, 3,6-16). promesso lo avrebbe compìulo. Gentili nella Chiesa crisliana. So-
162). Paolo è molto chiaro suìpri- In verità, Paolo parla di ùna L'apostolo esclude esplicitamente no quelli che vengono <dal1a fede
mato delÌa fede e alferma percìò <legge della îede>, che oppone le opere come base per I'accetta- Iek pisteósl\> che sono <figli di
chiaramente: <Noi (il pronomc è chiaranÌente alla legge (delle ope- zione di Abramo davanli a Dio Abramo)) (GaÌ 3,7), quelli <daLla
enfalico: "noi cristiani" per di re) (Rm 3,27). Può senbrare pa- (Rn] 4,2). Ciò che era impoÍante fede> che <vengono benedetti in-
slinzione dai non cristiani) abbìa- radossale che siparli dj <una leg- era la fede di Abramo nella tèdel- sieme ad Abramo che credette)
mo creduto in Ccsu Cristo per es- ge della fede>, ma l'espressione ri- tà divina. Gn 15,6 è per Paolo un (Gal 3,9); è una verità prevista nel-
sere gjustificati dalla lede in Cri- veÌa qualcosa del forte rilievo di leslo fondamentaìe che dimostra la Scrìttura (Gal 3,8).
sto e non dalle opere dclla Legge>, Paolo sulLa centralirà della îede. chiaramente sia che Abramo cre- Paolo considera la circoncisio-
aggiungendo poi la forle afferma Se qualcuno vuol l'edere una (leg- dcttc. sia chc Dio lo accettò slllLa ne come una baniera contro la sal-
zìone: <Poiché dalle opere della ge> ncl modo cli arrivarc a Dio, al- base di questa fede (Rm 4,3-4; Cal vezza quando essa viene rivendi
Legge non verrà mai gìùstificalo Ìora quella legge suppone che si 3,6). Se il grande patrjarca fu ac cala come un privilegio esclusivo
nessuno) (Gal 2,l6). Per Paolo la venga a lui per la fede, e ùon per cettato in qùesto n'lodo, per Pao- (Cal 5,2): ciò che conta è la fede
Legge ha un posto, ma solo in at- un qualche merìto proprio. Sc co- lo è owio che gli altÌi che sollo ac (la fede che opera per mezzo del
lesa che la iède sia ((rivelata) co- loro che vengono per nezzo delÌa cellrliron ìo sono in un modo dì- la carità; Gal 5,6). Se una perso-
me la via (Gal 3,23); egli può dire Legge ereditano la beneclìzìore, verso, na è circoncisa per il suo zeLo per
che la fede <è gìùnta) (Cal 3,26), allora la promessa îatta ad Abra- I Giudei del tempo di Paolo at- la Legge ma non ha [ede, non può
la vede attiva. mo è nùlÌa, il che è impensabile; tribuivano enorme importanza al- essere giustamenle annoverata tra
Paolo è interessato sìa alla sal- signìîicherebbe che La promessa di la circoncisione, un rito che era i ligli di Abramo. Non tutli i di
vezza dei Giudei che dci Centiii. Dio non valeva nulla (Rm 4,14). smto inlrodotto per loro da Abra- scendentidi Abramo sono suoi ve-
Per E. P. Sanders è (chiaro che La Scrittura, dicc Paolo, <ha rin- mo pcr ordine di Dio e come <se- rì figli (Rm 9,7); discendenza di
una delle principali preoccupazio chiùso ogni cosa solto il peccato, gno dell'alleanza)) (Gn l7,ll); in Abramo ed <eredi secondo la pro-
ni di Paolo è affermare che la sal- perché ai crcdenti la promessa ve- etfetti. Dio aveva detto ad Abra messa) sono piuttosto coloro che
vezza è sia per i Gìudei che per i nisse data in virtu della lède in Ce- mo: <QÌìesta è la mia alleanza)) appartengono a Cristo (Gal 3,29).
Gentili e che essa ha /o stesso fon- sù Cristo) (Cal 3,22). Le stesse (Gn 17,10). Ma Paolo ia notarc Degna di nota è l'affermazione di
damento. Qreslo fbndamento, Scritture aLle quali i Giudei attri- che l'acccttazione di Abramo da Paolo secondo cùi l'opera reden
non potendo essere la Legge, de- buiscono lanto valore sottolinea- parte di Dio ebbe luogo prìma che trice di Cristo nel diventare (una
v'essere la tède, (Sanders 669). no il peccato in modo talc che fosse circonciso, deducendo da maledizione per noi)> fu (<perché
L'errore dell'antico lsraele era sta- chiunque le legge correltamente clueslo ordine di successione che in Crislo Gesù la benediziore di
to di non cercare di conseguìre Ia non può noù vedere che I'uomo La circoncisione noÌì ha l'impor Ab.amo passasse ai Gentili) (Gal
giustìficazione con la fede, ma non può raggiungere La salvezza tanza ad essa attribuita dai Giu- 3,13-14). La fede è I'unica via.
piuttosto con le opere della Le8- colr le ploprie azìoni. Essi devo- dei del suo tempo, cioè un segno
ge (Rm 9,31-32). Paolo era molto no rivolgersi alla promcssa, c )a di identità e un distintivo del loro 5. FEDELTÀ <Fedele è Dio>,
preoccupato per lsraele (Rm 10,l) promessa impljca fiducia in quel sL/l s di alleanza (Dùnn 1988; ve- scrive Paolo, (dalquale siete sta-
ed era per lui una disgrazia che gli Dio la cui ledeltà è dinostrata nel- dl Opere della Legge). Egli può li chiamati) (1cor 1,9), e questo
lsraeliti non fossero arrivati a Dio la sua promessa di alleanza fatla parlare di Abramo come del <pa- costituisce Ia base per tutta la con-
altraverso la lede in Cristo. tl fat- aÌ patr'iarca e confermata in Cri- clre deì circoncisi (lett. "di circon- cezione cristiana deÌl'agire di Dio
to che essi enfalizzassero tanto la sto e nella Chiesa lcfr. 2cor cisione")>, ma vede ciò comc una nei riguardi de1 suo popolo, sia
Legge era un segno che erano nel- 1,1'7 22; ch. van UnrÌik). paternità non peÌ quelli che sono nella prima che nella seconda al-
l'eÍore, un errore nel quale Pao- semplicemente cìrconcisi, ma per leanza. Nessuna debolezza umar'a
lo vede il compimento di una pro- 4. ABRAN4O Paolo fa appello quelli che <camminano aùche sulle può annullare la fedeltà di Dio
Iezia (Rm 9,33, che cita Is 28,16 all'esempio di Abramo, il proge- orme della fede del nostro padre (Rm 3,3). Essendo Dio fedele,
e 8,14). Egli non vuol dire che nes- nitore del popolo di Dio (ne paÌla Abramo prima della sua circonc; quelli che egli chiama devono ri-
sun israelita era salvato; dopo tut- 19 volte). Due volte abbiamo uno sione> (Rm 4,12). flettere la qualità che hanno im-
to egli stesso era israelita e se ne sviluppo alquanto lungo sul mo- La fede fu accreditata ad Abra- parato da luj, cioè in risposta alla
vantava, e lo erano anche nolti do in cùì Abramo îu accetîato da rno come giùstizia (Rm 4,22), una sua leahà nell'alleanza. Ci si può
Fede 610 611 Fede

ferire ai credenti come a (i fedeli de in Gesil come oggetto, anche sc Veri cristiarli, ma parla di un do- una garanzia che il resto di ciò che
in Cristo>r (Ef 1,1: cfr. Col 1,2). le altre possibilità ci ricordano sia no fatto solo a qualcuno di essi, era stato promesso sarebbe slato
Il tcrmineprs/rb viene generalmen- che egli era fedele al Padre, sia che sebbene sia possibile che qui, co- pagato nel tempo dovùto. Paolo
te tradollo con (fede), ma talvol- visse con fede. rne in I Cor 13,2, dobbian'Ìo vede- lo usa per esprìmere il pensiero
ta può significare (fedeltà) (per Paolo include la fede nella lista re il dono dello Spirito o il cari- che, mentre 1'attuale dono dello
esempio, Gal 5,22). Certamente è di queLli che egli chiama <i frutti sma del potere dj guarigione eser- Spirìto Santo è ora una prova del-
così quando Paolo chiede: (La lo- deÌlo Spirìtor (Gal 5,22). Questo cìtato nella îcde. la sah,ezza, molto di piu è ancora
ro incredulità può îorse annulla significa probabilmente che lo Spi- da venire nel futuro escatologico.
re la îedeltà [prsll/,] di Dio?tl (Rm rito Santo suscita una fède salvi- 6, FEDE E SPIRITO SANTO Paolo inoltre dice che Cristo (ci
3,3). fica nel credente, ma è molto piir Paolo vede la fedc come il neces- ha riscattati dalla maledizione del-
Piu difficili sono i casi in cuì ci vcrosirnile che in questa lista la pa- sario prerequìsifo per Ìa presenza la Legge)) e ciò <<perché in Cristo
troviamo dì fronte all'espressione Ìola denoti fedeltà, la qualità del- dcllo SpiÌito Santo ncl credente. Gesu la bencdizioùe di Abramo
che può essere tradotta letteral- la piena attendibilità. Così è an- Egli rimprovera i Galati di volcr passasse ai Gentili), e aggiunge
n'ìente con (una giustizia di Dio che quando l'apostolo parÌa di abbandonare la fede che aveva se un'ulteriore frase finale: (Perché
per mezzo della fede di Gesu Cri- ]lna serie dì doni faltì ai credenti gnato la loro esperienza iniziale e noj ricevessir]lo la promessa dello
sro> (Rn1 3,22; cfr. Rm 3,26; Gal e ìnclude <la îede, per mezzo del- aveva portato loro il dono dello Spirilo mediante la fede> (Gal
2.16.20:3,22: Fil 3,9). ìr{olti so- lo stesso Spirito) (lCor 12,9). Da- Spirito. Dice di avere da p-orre lo 3,13-14). La fede non va conside-
no d'accor-do che l'espressione va- to che queste parole sono prece- ao solo una domanda: (E per le rata come un atto meritorio che
da intesa colne <fede in Cesu Cri- dule dall'espressione (a un altro), opere delÌa Legge che avete rice- viene ricompensato con il dono
sto), sebbene sia possibile vedere significa che L'apostolo non si ri- vuto lo Spirito o per I'ascolto della dello Spirito. Paolo dice piuttosro
il significato come (îedeltà di Ge- ferisce alla fede salvilìca, cssendo fcde?>, ma poi la ponc in una for- che c'è un'azione divina nei cre-
sir Cristo)) o come (la îede che fu questa un bene conuùe a tulli i ma leggermente diversa: (Colui denîi e che è mediante la fede che
di Gesù Cristo). considerando le cristiani. non un dono latto da1lo che vi conccde lo Spirito... (lo fa) essì ricevono il dono dello Spirito
parole in riferimento alla piena Spirito a un credente piuttosto che grazie alle opere della Legge o per di Dio, e perciò il dono della iede
umanità di Gesrì (vedi Crjstolo- a un ahro. E possibilc chc sj rife- I'ascolto della fede?)) (Ga1 3,2.5). che salva (lcor 12,3).
gia). L'ùltima intcrprelaziolìe, che rìsca alla îedeltà, anclìe se, nalu- ln cluesto passo l'apostolo ripor- ESli dice anche che è (per virtu
consìdera il genitivo di pistis Chri- ralmenle, altrove eglì parla di ave- la i calatì all'inizio della loro clello Spirito) che i credeùti atten
5rO' COme Un genitivo soggetti!o re <la pìenezza dclla iede così da esperienza cdsliana e ricorda lo dono dalla fcde la speranza della
(cioè <fedeltà di Cristo)) ha ottc- trasportare le montagner (lCor ro clle allora essi avevano sempli- giustificazione (Oal 5,5). Dobbia-
nuto alcùni consensi tra gìi stù 13,2) e può darsi che sia di uùa tale cemcnte credùto e che da ciò era mo anche ricordare che la <fede>
diosì. essendo sostenula molto au- fede che egli parla qui (cfr. la clas- deiivato il dono dello Spirito San- è uno dei îrutti dello Spirilo (Ga1
torevolnìente da R. Hays (1983, sificazione di O. \{ischmeyer di to. Erano allora accadute cose so- 5,22) e che Dio con il suo Spìri-
1991; clr. Howard, ABD, per la questa comc Wundergliube oppo- prannaturali, e simili manjfesla to concede il dono della <îede>
storìa delf intcrpretazione). La po- sta a Keryginaqkrube, cioè lède nel zioni di potere miracoloso erano (l Cor 12,9). Daro che questo do-
sizione tradizionale sostiene che il potere miracoloso dj Dio contro ìl risultato della venula dello Spi- no viene concesso <a un altrot,
genitìr'o sia oggettivo ((fede ia la lede salvifica del credente nel riro in risposta alla fede, non a l'apostolo non pensa aÌla iede sal-
Cristo>; cfr., per csempio, Dunn vangelo). W. Schmithals, è vero, qoalche osservanza della Legge. vifica che è ur bene comLrne di tut-
1988, I991). ll problema continua sostiene che questa si riferisce al- L'uso del lempo presente implica ti i cristiani, ma a un dono speciale
a essere dibattuto (per ulÌa pro 1a controversia con gli gnostici, che quesle cosc ancora continua- (cha sma). Ma per il nostro sco-
speltiva linguistica e shuttùrale sul che sostenevano che solo un limi- vano. Dio arlcora concedcva loro po la cosa inportante da osserva-
signiiicato di ek pisteos e dia pi- talo numero di cristiani sono lo Spirito e continuava a faÌlo per re è che questo tipo di fede che si
steo"r c I'infÌuenza dì Ab 2,4, cfr. (pncumatìci)) (<spirituali))), men- esercita in un ministero che ha il
la îede, invece chc per la Legge.
Carnpbell), n-la, come ha fatto no- tre Paolo obietta iùvece che lutti Coloro che credono hanno rice- potere dei miracoli (vedl Segni e
tare Dunn, ciò significa che se ì cristiani hanno la fede e che per- vnto <il suggello deìlo Spirito San miracoli) è un dono dello Spirito.
Paolo desiderava attirare l'atten ciò sono (pneumalici> (Schmi- ro che era stato promesso) (Ef Paolo dice di avere (lo stesso
zione sulla fedeltà di Cristo. ha thals 172-173). NIa indipendente- l,l3), dove la netalora del sigilLo spirito di fede di cui sta scritto:
perso qualche opportunità. In Rm mente dalle obiezioni che posso- segna i credenti come appartenenli "Ho credùio, perciò ho parla-
4, per esempio, il modello è la fè- no essere sollcvatc conlro la posi- ll Dìo: hanno ricevuto il marchio 1o"), e aggiunge: (Anche noì cre-
de di Abramo, non la fedcltà di zione generale di Schmithals, sem- clj Djo. Lo stesso passo continua diamo e percìò parliamo> (2Cor
Cristo (Dunn 1988, 1.166; maclr. bra chc cgli noù abbia prestato alfermando che lo Spirito è (ia ca- 4,13). La citazione è del Sal I16,10
Longenecker 1990,87 88). Proba- sufîicienre attenzione all'espres- trarra)) o <pegno)) (4rraban) della e , cone osserva R. P. Martin, (la
bilmente dobbìamo intendere nel sione (a un altro). Paolo non sta loro eredità. L'arrabón era wa fiducia di Paolo viene fatta risali-
senso che Paolo si lilerisca alla fe- descrivendo la posizione di tutti i caparra (redl Primizie, caparra), re all'assicùrazjone simile che eeli
Fede 612 613 Fede

trovava ne1 salmista... Egli consi- boli nella fede) (Rm 14,l). Peg- e del lutto incapaci di ottencre una portante è che Ìa fede e l'obbe
giori sono quelli che professano la qualità comc la fede salvifica con dìenza siano collegate. Non dob-
dera il suo mìnistero della parola
come una testimonianza della sua iede, ma negano che Cristo sia ri- le proprie forze; è I)io che la con- biamo prendere l'enlasi che Pao-
fede e di quella del salmista - sorto dai morri, perché se Cristo cede, che la dà come uD dono (Rm lo pone sùlla fede nel senso che eli-
neì rrìonfo della vita sùlla morte) non è risuscitato <la vostra lede ò 12,3; cîr. 12,6). Questo concorda mini l'importanza dell'obbedien-
(Martin 89). Non è facile vedere vuota)) (lCor 15,14) o <<vana) col fatto che la fede viene talvol za. Color'o che verameíte hanno
qui un riferimento specifico allo (1Cor 15,17). La menzione della ta vista come la base di tutta la vi- 1ìdùcia in Crìsto obbediscono al-
Spirito Santo nel senso normal- (fede sincera) (lTrn 1,5) jndica ta cristiana. (Camminiamo nella la sua volontà. (La parola della
mente inteso dal NT. NIa per la forse che non era sconoscir.ìta una lède> (2cor 5,7):la lede pervade îede> (Rm 10,8) è forse un altro
stessa ragione non è îacile esclu fede falsa (per quesra djstinzìone, tutta la vita crisliana- E Paolo usa modo per esprìnere I'esigenza di
dere un simile riferimenlo, perché cfr. Cìr.rndry-Volf, speciahnente una significatjva espressione qùan- obbedienza, con il significato di
è chiaro chc I'apostolo considera- sezione VII; vcdi Apostasia, per- do dice di <essere morto alla Leg- <i1 messaggio che richiede obbe-
ge, per !ivere per Dio), e aggiun- dienza).
va il suo agire e il suo parlare co- sever anza).
La fedc è collegata con altÌe im- ge: (Sono stato crocifisso con Cri- Paolo non formula una serie di
me sotto I'ispirazione dello Spiri-
to Santo. portaùti qualilà crisriane, in par- sto e non sono piu io che vivo, n1a regole alimentari, ma viveva in un
ticolare con la carità (comc Fm 5). Cristo vive in me. Questa vita nel- tempo e in un lùogo in cui le re-
7. FEDE E VITA CRISTIANA ln un trio degno di nota Paolo dì- la carne. io la vivo nella fede nel gole alimenrari erano comùni tra
Paolo non considera la fede co cer (Ora permane la fede, la spe- Figlio di Dio> (cal 2,19-20). Si le persone religiose, Se un cristia
me una specie dì passaporto per la ranza e la carirà, queste tle cose)) tratta di aflermaziolli molto pro- no aveva una fede che gli permet-
salvezza, come se fosse per noi ne (lCor 13,13), clove il verbo al sin- londe, ma per il nostro scopo la teva di considerare che quelle re-
cessario credere per essere consi- golare unisce slrellamenle i tre ele- cosa importante è che Paolo pos- gole aÌimentari erano irrilevanti,
derali 1ra i salvati, e, ottenuto ta- menti (a meno che non concordi sa dire che tutta La sua vita è vis allora poteva benissimo mangia-
le passaporto, dovessimo poi vi- semplicemente con il soggetto piir suta (nella lède del Figlio di Dio). re cibi proibjti; ma <chi è nel dub-
vere con i nostri stessi sforzi. Egli vicino [clr. BDF 135], oppure La fede è centlale in tutta la sua bio, mangiando sicondalna, per-
parla di Cristo che abita nei cuori PaoLo raggruppi le tre qualità in vita. ché non agisce per fede> (Rm
dei credenti <per la fede> (Ef un soggetto r.lnificato; clr. Martin La fede non è scrnpre pacifica 14,23; Paolo aggiùnge: (Tutto
3,17), il che indica un'altivilà che 1984,54-56). Quesle lre qùalità si e Paolo ammetle che è inevitabile quello che ùon vicne dalla fede è
continua, non una vjsita fugace. trovano unite anche in altri passi un conflitto tra ji bene e ìl male. peccatot)). La lede (o la mancan
La fede non è statica, ma deve (per esernpio, Gal 5,5-6; Ef che coinvolge il popolo cli Dio. za di fede) determina quello che
1,15 18; Col 1,4-5; lTs 1,3). Que- N,Ioltc volte rìcorre alLa ùctafora possiamo nangiare! Non dobbia
crescere. Paolo fa capire chiara
mente che ci sono diversi livelli di sta conùessione della fede con 1a dell'armatura e consìdera impor- mo pensare che la fede elìmini il
lede. Alcuni credenti, ad esempìo, speaanza e la carità è chiaÌarnen- tante (lo scudo della îede>; coli comportamento etico (redi Etica).
hanno una fede che muove le te una verità che Paolo esprime csso i credenti possono (spegnere La lede, piuttosto, porla a una re-
montagne (lCor 13,2; l'implica- con îrequer'ua. E, naturalmente, i dardi inîuocati del maligno) (El sponsabililà etica, specialmente
zione ò che si tratta di una lede che egli collega la fede con aLtre im- 6,16). Da un altro punto di vista dove sono coinvolli nuovi cristia,
compie miracoli, non della lède portanti virtù cristiane quando usa il concetto di conflirlo quan- ni (redi Idolatria; Fofie e debole).
che si presume jn ogni cristiano; elenca(i frutti delLo Spirito> (Gal do esona i Filíppesi a restarc sal-
cfr. lCor 12,29, dove gli interro- 5,22 23). Egli trlega che Cristo di e a combattcre (per la fede del 9. FEDE E CHIFSA - Paolo sot-
gativi suppongono una risposta possa abitare nci cLrori dei cristia- vangelo> (Fil 1,27; cfr. sotto. l0). tolinca f importanza dì essere
negativa). L'apostolo dice dei Co- ni efesini e prosegrLe con I'idea che membri della lamiglia celestc.
rinzi che <abbondano> nella îede essisono (radicali e fondati nella 8, FEDE E OBBEDIENZA AI- (Tutti voì infaLti sietc figli di Dio
(2cor 8,7) e si aspctta che questa carità, (Ef 3,17). Conclùdc la let- l'inizio della lettera ai Romani per la fede), egli scrìve, e aggiun-
fede cresca (2cor 10,15). Simil- tera agli E1èsini con la preghiera Paolo parla cii <obbedienza della ger (in Cristo Cesu> (Gal 3,26),
mente, egli dice agìi Efesini che che la pace, la carità e la fede <da lcde)) (R1]1 1,5 t 16,26), un'espres- che va inteso probabilmeùte non
Dio ha concesso alcuni doni alla parte di Dio Padre e del Sìgnore sione che è stata lntesa in vari mo- tanto come (fede in Cristo>) (seb-
Chiesa per la sua edificazione, Gesù Cristo) sia con i îratelli e lc cli. E poco probabilc che signili be11e questo sia vero), quanto <fi-

<finché arrivìamo tutti all'unità sorelle (Ef 6,23). Oppure collega chi <obbedienza alla fede) (Moî- gli di Dio> e anche persone <in
della fede e delle conosccnza del la fede con <la speranza del van- lat; ìn questo caso sarebbe stato Cristo Gesu, (così Bruce; yedi
Figlio di Dior (Ef 4,13). La lede gclo) (Col 1,23). úsalo senz'altro I'articolo). <Ob Adozione, figliolanza). È la fcde,
dei Tessalonicesi <cresce abbon- Non dobbiamo pensare alla fe- bcdienza che consiste nella lède, non una qualche conquista uma-
dantemente> (2Ts 1,3; cfr. 2cor de come a una virtii che icristianì o <obbcdienza che deriva dalla îe- na, che arÌlmette i credenti tra i
(le)) sono significati più verosimi membri della famiglia di Dio.
10,15). D'altra parte, egli ricoro- conseguono con il lolo agire me-
sce che alcùni credenti sono <de ritorio. I creclciti sono peccatori lì. Per il nostro scopo il punîo im- Paolo presume che i suoi con-
Fede 614 615 Figlio di Dio

vertiti siano uniti in comunità di I'insieme dell'insegnamento e delle negli ùltimi tempi alcuni (si allon- suppositio s dntl lts Meaning in Pauline
Us€, cleerup, Lund l9&l; Longenecker R.
fede. Parla di tutta Ia Chiesa co- pratiche che caratterìzzano il grup- laneranno dalla fede) (lTm 1,4; N., Galolrizrs, wllc4l, word, Dallas 1990i
me della (casa della fede> (Gal po cristiano. Tùllo scaturisce dalla cîr.4,6). Ma quando sentiva che Itl., The Obedietrce (f Chrisr in îhe Ea t
6,10). Ciò che caratterizza un fede ed è un'espressione di tede, per la sua vita ormai si awicina Church, in R. J. Banks (ed.), Re.,,.11Ìa'
grùppo di cledenti ai quali scrive eppure essa articola ed esprime ciò va la fine, egli scriveva: (Ho con- tion and Hape, trcrdnans. Orand Rapjds
l9?.1, pp. 146 l47i N4achen J. C., i/rd I.'
è che hanno fede. Si rallegra del che i cristiani credono, la loro dot- servato la fede) (2Tm 4,7). Fair.,l?, Ec.dmans, Crand Rapids 1962;
fatto che la fama deLla lede dei cri trina o (deposito) (un lelmine fre- lvanin R. P., 2 Corinthìans. \\BC 10,
quente nelÌe lettere pastorali). Vedi onchei Aposlasia, perseve- Word, Waco 1985; ld.. The S?itìt and îhe
stiani romani si diffonda in tutto Conprcratían, Eerdmans. Grand Rapids
il mondo (Rm 1,8). Dice di aver Perciò Paolo può dire che ora ranza; Credo; Galad, lettera aj; l9E4i Nlods L., lerrdmenÌ Theologr,
sentito della fede degli Efesini nel predica <<la leder che prima per- Giustificazione; Legge; Opere del- Zondcrvan, Crand Rapìds 1986, pp. 82
^rew 8,+;

Signore Gesu (Ef 1,15), tanto es- seguitava (Cal 1,23), non jnteù- la Legge; Romani, lettera ai; Van Ridderbos H., Paut: An outline of Hís
Ireolos.!, E€rdmans, Grand Rapids I975.
sa era diffusa. E, sebbene fosse dendo certo dire che pcrseguitava gelo.
pp. 23r 252i Sandcrs E. P., Pool., c il giu-
una guida in quanto apostolo, delle pcrsone che avevano fidùcia daìsno palest inese, Bib],ìoteca leologica 2l .
sembra essere incoraggiato dalla in Dio; dice piutLosto che peÌse- BrsL. tsarrh G., prslts e.., in -8DN7, Paid€ia, Brescia t986i Schmithals W.. Gno-
fede dei cristiani di Roma (Rm guirava coloro che accettavano vol. 3, pp. 9l-98; Becker o.
Michel O., sîi.isn1 ar Cotinth, Abiredon, Nashvilìe
Faith. ]n roì. 1. pp. 587-6061 l97li UDnik W. C. \aî,, Rekepkìne uncl
1,12). Egli minimizza la parte avu tutto il sìslema cristiano di verità ^"IDNTT,
l3tuce F. F., The Epístle to the Cdlatians, Ane Sagen. Zusanlnlenhang u d Cedan
ta dai rivali predicatori e capi cri- che dava tanta importanza alla fe- NIGTC, Eerdmans, Grand l{apids 1982i kenfold in 2 Kaùúhel l:lJ-24, in J. N. Se
stiani a Corinlo. Dice di non aver de. Non va sotlovalutato il latto lrlacknran E. C., Faith, tuithfulness, ii venrer w. C. lar Uùnìk (edd.), srad;a
IDB, rcL z, pp. 222-231; Brb.t N1., Due Pa"/ a, Bohn, Haarlen 1953; wjschmeycr
aùtorità sulla fède dei Corinzi e af che la fede è così centrale per il ripi dlr4de, Èdizioni SaD Paolo, Cìnisello O., Der hóchste Weg. Das 13. Kapiteldes
ferma chiaramente: (Perché nel- Cristianesimo. lanto che questo Balsano 1995i Bultmann R., peìthÒ ?cc., \ù !. KÒùntherbùe.fes. Cútersloher VerLag,
la lede siete gìà saldi), (2cot I,24). può essere caratterizzato con que- G/-Nr, vol. lX, coll. l35l-1382; Id., pi Gútcrsloh 1981.

I cristiani di Corinto avevano la sta stessa parola. Però qui non si sreza e..., in GINÎ, vol. X, coll. 337 487:

intende il senplice esercizio dclla


Id., Teala(n del Nuaro Tesîdmento, l)ì L. Motris
loro diretta relazione con Dio me- bÌioleca di reologia coDtemporanca 46, Que-
dìante la fede e Paolo non aveva iiducia in Cristo, rna ì1 modo cri- riniana, B.escja i9E5, 1993:a Campbell D.
alcuna autorjtà di interporsi. sriano di credere che deriva dalla l\., The Meaning o.f Pìstis and No as in FEDELTÀ DI DIO: IETII DiO;
Pa!!: A Linguistic dnd Structutal Petspec-
L'aggcttivo prslos significa (fe fiducia. rtì,c. in JaL 1l i (1992) 9l-103; CÌentnt-r K. Fede; Ciustizia, giustizia di Dio
dele) e viene usato per sottolineare Qùesto si può vedcre anche in \Y., Faùn, SCM, Lordon l9E1; Conzel
che Dio è fedele (lCor 1,9; 10,13). un passo come: (Esaminate voi inainH., Teologia del Nuora Testanlento, FIGLI DI ABRAMO: vedi
NIa anche i credenti possono esse- nella fedc. metlelevi
sressi se sicte lliblioteca teoìoaica 5. Paideia, Brescja
1991, pp.22t 210ì l)unn J. D. G., Or.e Abramo
re deiiniti <fèdeli)), sia i credenti alìa prova)) (2cor 13,5). Queste Morc Pistìs Chrístou, SBLASP Schoìars,
neÌ loro insieme (Ef I,l; lTm parole sembrano significare qual- AlÌanta 1991, pp. 130-144; Id., Roirarr, FIGLI DI DI0: redl Adozione,
,1,12), sia un singolo credente co- cosa di più del (mettetevi alla pro- \\BC 38,2 !olì., wod, DaLlas 1988r Fee
figliolanza
me Timoteo (lcor 4,17) o Tichi- va se avete ancora fiducia in Cri C. D., The F'sÌ Epìstle 1o the Corinthìsns,
NICNT, trerdmans, Grand Rapids 1988i
co (Col 4,7). ln verità Paolo af- sto>; hanùo di mira piullosto una carìintuon D.8.. <The abe.liente o[
fcrma che egli stesso è fedele comprensione della verirà che sca- Ilaìth,: A Pauline Phtuse in IlbîoticulCon- FIGI,IO DI DIO
(lCor 7,25; cioè, attendibile, cfi. turisce dalla fiducia nel Salvato- /erl. WUNT 2/38, Tiibinscn l99lìCoppeÌr
t... Teologia del ento, 2 \oll.,
lCor 4,2). re. Lo stesso è per I'esortazione di ^\uat:o'Lesta,
Nlorcclliana, Brescìa 1982 l98l; Gundry' SoMrlARro L Backgraundt Ll P^Eanat
Paolo ai Corinzi: <State saldi nella volf J. M., Paut and Persewtatce, ] 2 cirdaicoi 2. G€siii 3. Fìgliolanza di
10. LA FEDE ll più delle volte fede> (1Cor 16,13), dove si pensa werminsrerJohD Knox. Louìsviìle 1991i vina diGesÌi aldifuori di Paoloi 3.1 T.a-
Gulhrie D., Nelt fesldrr?nt TheobS],lD
Paolo parla della iede in relazio- certamente all'insieme dell'inse- Lcrva6jry, Dro$nen Grove (lL) 19E1. pp.
dizioùe prepaolina: 1.2 Dopo Paoloi 4.
gnamenlo cristiano. I Filippesi so- L'ùso di Paolo;4.1 Il vargeìo e ilFiglio;
ne alla fiducia in Cristo o in Dìo i91 594; Hays R., Plsrts and Parlìne Chn 4.2 Il Figlio reeaÌei .1.1 Il fislio s.ìcrifi-
E l'atteggiamento fondamentale no esortati a combattele (Per la tolog/: Whar Is at Stdke?, SBI ASP, Scbo caro:4.4 il FìgÌio c la lóni;,1.5 Il Figlìo
(Fil 1,27), dove lars, Arlanra 1991. pt. 714 729i ld., ?li. i lìgÌi di Dio.
che porta 1'uomo dalla sua condi- fede nel vangelo>r
t aith of Jesus Chrisl: A lnrestiSation oJ
e
zione di peccato aLla gìusta rela- si può vedere un uso molîo chia- the NaÌdtire Substtucturc ú Galotíd s
zioùe con la divinità. La fede è co- ro della <fede> nel senso di con- irl 4r-1-1. StsLDS 56, Scholars. chico (CA) La figliolanza divina di Cesù è
sì fondamentale che ìl lermine può tcnulo dottrinale del vangelo che una delle principali componenii
NZS 35 (1989) 321-342i Howard G., rar, della cristologia di Paolo, sebbe-
essere usato Per indicare tutto il veniva predicato (a meno che non .l Chtbî,inABD, \ol.ll, pp. 75E 760: ld.,
cammino cristiano, e viene usata si intenda l'espressione nel senso t )n r he < l'tlit h o:f chnst , , in llIR 60 ( l9ór-)
ne nelle sùe lettere i riferimenti a
Ì'espressione <la fede) non sem- della <fede causata dal vangelo>) tJ9-465i Hxltsren A. J., The (Pìsris Chti Gesir come <Figlio> di Dio (17
plicemente come un modo per ri- Nelle lettere pastoraÌì è importante tuou> Fomuhtion in Paut, nr NI22 (1980) volte iÌì tutto il tradizionale cor
.r'18 263ì LindsayD. R., Ire Roatsund De- pls paolino e solo quattro ricor-
ferirsi alla fiducia in Cristo che è che le persone, in particolare i ca- of the pist'Wotd
Cro p as Faith
così basilare, ma come un modo pi, siano (saLdi nella îede> (Tt 'lapnent
ltnnínolos!,;n JSNT 49 (1993) 103 1l8t renze del litolo completo <Figlio
per attirare I'attenzione su lutto 1.13: 2,2). PaoLo profetizza chc I iùnelnan H., Pistìs: A SIUdJ of lfs Pte di Dio)) siano notevolmente infe-
Figlio di Dio 616 61'7 Figlio di Dio
riori alle moLte designazioni di Ce- consìderati coÌne intesi a indicale sione eccezionale.In effetti. 1a de, Ebreì di lingua greca del periodo
su comc (Signoret c <Ctistott. Al- Cesu come un essere dìvino secon- sìgnazione <figlio di dio) non era greco-romano.
cì.lni hanno allcrmato che l'idea do il modello di tradizioni paga- comune nel paganesimo greco- In alcuni passi dell'AT ilre da-
della figliolaoza divina di Gesir ne, presLlmibilmente irnportanti, romano c sembta essere stata usa- vidico viene indicato come (fi-
fosse una appropriazione di tradi- sui fìgli dcgli dèi, che dovcvano es- ta come tiîolo solo dagli impera- gLio) dì Dio (2sam 1 ,14; Saì 2,7;
zioni religiose pagane e che Pao- sere state familiarì ai converlid pa- tori romani (ir latiro divi filius, 89,26-27). Sal2,'7 dìce di Dio che
lo presentasse con ciò Gesir secon- gani di Paolo (Bousset 206-210). tradotlo in greco con]e /reo?.t ha (generato) il re, ma sembra
do un modello di dìvinità cultua- Sebbene qùest'idea sia stala riaf h!ios). Le divinità dei cosiddetti che questo linguaggio poetico fos-
li greco-romane (vedl Religioni lèrmata da alrri (per esernpio, (culti misterici)), ad esempio, ai se ùn modo per aff€rmare la sua
greco romane), ma le testimonian- Schoeps), non appare convincen- quali la scuola della storia delle re legittimazionc divina. consideran-
ze sullo slondo religioso pagano te alla luce delle prìDcipali ricer- ligioni altribuiva tanta importan- do l'intronizzazione come una
e l'uso da parte di Paolo del lin- che, che nell'insieme hanrìo con- za, non venivano designati come specie di adozionedivila.
guaggio del (FigLio> dì\'ino van fermalo la londamentale dipcn- <figli di dior>. Una <lualche in- Le tradizioni regalj davidiche
no in senso conLr ario a quesla af_ denza conccttuale di Paolo dalla tluenza della devozione verso f im- erano confluite nelle speranze
fermazione. sua tradizione ebraica e il suo di- peratore romano sulla crislologia messianjche del rempo dì Pao1o.
Paolo non usava prìncjpalnten sprezzo della relìgìone pagana (per primitiva era probabilmente mol Lc testimonianze che l'espressio-
rc jl linguaggio della ligliolanza di- esempio, Blauk, Hengel, Kim). to posleriore a Paolo e comporta- ne <figlio di Dio)) fosse un titolo
vina per affermarc la divinità di lnoltre. l'idea di Bousset che per va verosimilmente ùla rìpugnan messianico non sono però prive di
Cesù. I suoirife nenti a Gesil co- comùnicarc jl suo messaggio Lra i za da parte dei cristiani per ciò che ambiguirà, ed è diificite dire fino
ure <Figlio> di Dio csprimevano convertjti pagani Paolo si sia ap- era considerato blasîemo, piutto- a che punto iÌ concetto di figlio-
essenziah'nentc lo slal,rs unico di propriato di tradiziooi pagane che sto che qualcosa di cùi ci si potes- lanza divina fosse parte deLl'atte-
CcsiL e la sua intina rclazione con portarono alla fornÌazioùe di una se appropriare (pcr esempio, sa messianica. L'apocriio 4 Esdra
Dio. Ma il conlesto di questi vari cristologia îondamentalmcnte Cuss). ll giudìzio di Nock sull'ù ha diversi riîerimenti a un rnessìa-
riferimenti îornisce ulteliori e più nuova non è confermata da una so paolino dell'espressione <Figlio nico (lìglio)) di Dio (per esempio,
particoiari sfumature per il tcrmi lettura allenta di ciò che Paolo di- dì Dio) è ancora valido: (-.. i ten- latino f/ins in '7 ,28: 13,32.3'7 .52i
ne. ln alcunipassi Gesù viene pre- ce su GesÌì o dalle principali lesti- tativi che sono statj latti per spie- 14,9), ma oggi si ammette comu-
scùtalo come Figlio dì Dio intro- monianze della religione greco- garlo a partire dal pjù vasto mon- nemenle che sono tutte traduzio-
nizzato in modo regale, richia romana. Come hanno dimostrato do ellenistico non hanno succes- ni cristiane del termine grecop4lj
mandosi allc lradìzìoni veterote- Nock (1972) ed Hcngel (43-85), è so> (Nock 1964,45). ((servo)), che a sua volta può es-
stamentarie del re davidico come diîîicile lrovare verie proprì pa- 1.2Giudaico Di conseguen- sere stata la traduzione dell'equì-
<Figlior di Dio (per esempio, Sal ralleJi greco-romani che potessero za, molti studiosi si sonó rivolti al valente ebraico 'eàed. Similmen-
2,6-'l: vedi Esaltazione e introùiz spiegare la concezione di Paolo di le fontì giudaiche come aI back- te 2Bal 70,9 fa riferimento al (mio
Tazione). Io altri Paolo sembra al- GesiÌ come <Figlio> di Dio o la grouncl piÍ direttamcnte rilevan- Servo, l'Unto,.
ludere aÌl'oliena di Isacco (Gn 22) rendessero pìii comprensibile ai le per i riîcrimenti di Paolo aÌla fi Il testo di Qurnran 4Q174
per rappresenlare 1a morte dj Ce- convertiti pagani di Paolo. La raz- gliolanza dìvina di Gesù. Ne1la (,lQFlor) contìene un commento a
sù come 1'atto supremo di amorc za umana poleva essere consìde- Bibbia di Paolo, I'AT, illinguag- 2sarn 7,11-14, dove Dio promet
redentore (per csempìo, Rm 8,32). rata come genefata da Zeus o da gio della figlìolanza divina viene te di fare del discendente di Davi-
Paolo presenta anche il Figlio dì altri dèi, ma quesîo sembla gene- usato con tre tjpi di referenti. In de il (fi8Ìio) di Dio, e il commen-
Dio come colui che era stato man ralmenle irrilcvanle per il parîico- t)assi che verosimilmente I ifleîto- to applica il passo al Messia rega-
dato per ristabilire quella relazio- lare significato che Paolo altribu! ro un uso più antico, ci si ri1èri lc. Fin dalla prima notizia della
ne con Dio per la quale la Tólú? era sce a Gesir comc Figlio unico di sce agli angeli come a <figli di sùa esistenza nel 1972, il documen-
incapace. L'apostolo descrive an- Dio. Il fatto che a un uomo im- l)io> (Gn 6,2-4; Dr 32,8; SaÌ 29,1; to di Qumran 4Q246 ha ricevuro
che Ìa lìgliolanza divjna di Cesu portante (per esenpio, Alessaùdro N9,6). SebbeDe in un certo nume- un'aîtenzione tutta particolare,
come il modelÌo, e la base, della N4agno) potcsse essere attribùìto il ro di casi la frase cbraica o ara- perché fa rilèrimento a un sovra
ÌibeÌazione dei crisriani come <fi- tìtolo di figlio di un dio senbra es ]lìaica (îiglio/i di Dio) sia tradot no che sarà acclamato con i titoli
gÌi di Dio)). scre essenzialmente ùn atto di ono- ta nella versione greca della LXX <liglio di Dìo> e <îiglio dell'Alris-
rificenza in riconoscimenio di con <angelo/i di DioD (per eseù- simo), gli stessi attribuiti a Gesil
(BACKGROUND) - 1.1 Pa- qualche qualità parlicolare, come
1. l,io, Dt 32,8; Gb 1 ,6; 2.1; Dn in Lc 1,32 35 (cfr., per esempio,
gano Nella fase piìl anlica del- la sapielza o i] valore militare, c ì.25), questo non avviene sempre Fìtzmyer 90 94). Data la natura
la ricerca deÌla scuola della storia noù è chiaro se un uonlo cosi de- rì modo coerente (cfr. Dt 32,43 franìmentaria del documento, è
delLe religioni, come queLla rappre- signato fosse realmcnte considera- I XX), dimostrando che esseri ce- difficile esserne certi, ma il carat-
sentata da Boùsset. iriferimenti di to qualcosa di piir di un esserc lLrsli potevano ancora essere indi, teÌe messianico depone a favore
Paolo <al Figlio di Dio) era[o ìrmano che suscitava un'impres_ ,rrti come <figÌi di Dio) rra gLi dclla possibiliià che l'attribuzione
Figlio di Dio 6l ll 619 Figlio di Dio
della ligliolanza divina, incluso particoliLrn1ente lavoritì da Dio. gia era guidata soprattutto dalla potetza (en dynamei\> in virtÌt
I'uso deltitolo (îiglio di Dio>, 1a- Sempre con la dovuta cautela ncl convinzione che il Gesir crocifis- delÌa sùa risurrezione (ex anasta-
ccsse pafte del messianismo di ai- I'usare simili tcsti per illusLrare la so era stato risuscitato ed esalta- seoi). Similmente, lTs I,9-10. che
meno alcuni Ciudei. religione ebraica clel I sec., possiiì to alla gloria celeste. Ma è anche si riferisce a Gesìl come Figlio di
Uno dei modi in cui Filone fa mo ritenere le Iigure rabbinichc verosimile che le tradizioni prove- Dio che è stato risuscitalo a una
riferinento al Logos è quello di che Vermes cita come escmpi del- nienti dal ministero di Gesù inco- condizione celeste e che verrà a l;
<figlio primogenito) dì Dio (peÌ l'applicazione a particolari indivi- raggiassero in modo particolare Ia berarci dall'ira escatologica, è
esenrpìo, Filone, Som. 1.215l. dui giusti della categoria della fi- sua identificazione come ((Figlior') considerato da molti come resîi-
Conf. Líng. 146), ma non sen.rbra gliolanza dìvina come affermata di Dio, sebbene il significato attri- monianza di una cristologia pre-
esscrci diretta conlessione tra quc- nella Sapìenza di Salomone e nel buito a quella identìficazione sem- paolina sul Figlio divino. Ma, se
sto e I'uso paolino del termine per libro del Siracide appena mcnzio- bra essere stato fortemente esaÌta- questi passi contengono eîfettiva-
Gesir. Iovece Filone mostra un'ap nati. to alla luce della risurrezione e del- mente una tradizione <prepaoli-
propriazione itrdipendente del1a la glorificazione celeste piir di na)), I'appropriazione da parte di
designazione veterolestamentaria 2. GESU - È un dato ampiamen- quanto îosse mai esplicito o per- Paolo di tali tradizioni dimostra
del re (Sal 89,27) e di Israele (Es te acquisito tra gli stllcljosi che Ge- fino possibile nel ministero stesso che egli non vedeva alcuna fonda-
4,22), che, comunque, può esserc sir parlava di l)io come <Padre) di Gesu. mentale discontinuità tra il suo
un esempio dì come ìmmagini e (aramaico 'arlrdJ in un modo che modo di concepire Gesu e quello
concetti biblicì potevano essere esprimeva un'insolita îamiliarilà e 3, FIGLIOLANZA DIVINA DI dei suoi predecessorì e delle Chie-
adattatì a piu vaste credenze reli- jntimità, e che si comportava in un
GESU AL DI FUORI DI PAOLO segiudeo-cdstiane, come quelÌa di
giose, come sembra esserc il caso modo che lifletLeva un proîondo 3.1 Tradizione pr€paolina - Gerusalemme.
anche nel NT. seÌlso dì una speciale condizione Alcuni studiosi hanno sostenuto 3,2 Dopo Paolo
Infatli, le pjir comunì applica- e responsabilità nei riguardi di - La figliolan-
che i riferimenti di Paolo alla fi- za divina di cesir è di particolare
zioni del concetto di figliolanza dì- Dio. E giusto perciò considerare gliolanza divina di Gesìr mostra- importanza nei vangeli sìnottici,
vina negli antìchi tesri giudaicj so se questi elcmenti del milistero di no calatteristiche della credenza scritti successivamente alle lettere
no in riîerimento all'individuo Gesù possano aver influenzato la (prepaolina> in Gesir come <Fi- di Paolo, e ha connotazioni diver-
giusto, ai Giudei giusti in senso corrcezione di Gesir come Figlìo di glio> di Dio, in particolare Rm se in ciascuno degli evangelisti. In
collettivo e a lsraele come popolo Dio in Paolo e nel Cristiarlesimo 1,1-4j lTs l,l0; Gal 4,4-6 e Rm Marteo la figliolanza divina di Ce-
eletto di Dio. In un certo numero primitivo. Per il nostro scopo pos- 8,3. E tìrttavia fuorviante parlare sù, sebbene menzionata raramen-
di passi dell'AT gli lsraeliti sono siamo îare solo alcune rilcvanti os- in Paolo di una <formula> cristo- te, ha una forte connotazione e
chiarnari (figli, di Dio (Dt 14,l; servaziolii. logica suì Figlio mandato da Dio, connessione messianica (per esem-
Is 1.2; Ger 3,22; Os 1,10) c in sen- Pdmo, appare verosirnile che jl che alcuni hanno sùpposto in Rm pio, Mt 16,16)e i discepoli 1o ac-
so collcttivo <primogenito) di Dio linguaggio e la pratica religiosa dì 8,3 e Gal 4,4. Questi dùe riferi- clamano come Figlio di Dio (per
(.Es 4,22) e figlio (Os 11,1). E in Gesr.Ì stesso siano statì di grande menti paolini usano verbi greci di- eseÌnpio, Mt 14,33). Una simile
tcsti giudaici non canonici queste ìrteresse e rilevanza pcr i suoi se- versi. e hanno in comune solo il connotazione messianica della fi,
applicazioni sono frequenti: Sap guaci, sia durantc il úinistelo di concetto del Figlio che viene man- gliolanza dìvina appare in Luca
2,18; 5,5; Sir 4,10; Ps. Sa/. 13,9i Gesù che. specialmenle alla luce dato da Dio, un modo abbastan- (per esempio, 1,32-35). In Marco,
18,4 (individui giusti); Sap 12,21; della convinzione che era stalo ri- za owio per riferirsi a una figura ìnvece, l'aîîermazione è stretta-
16.10.26: 18.,1.13 (lsraele). Sìl]1il- suscitalo, nei primi anni seguen- considerata come operante per mente connessa coÍ il segreto sulla
mente, in Giuseppe e Asenal i gíú- ti. Secondo, il îatto che Paolo ab" mandalo divino. vera (trascendente) identità di Ge-
sti Israeliti sono chiamati <îigli> bia conservato il terminc aramai' Per quanto riguarda Rm 1,3-4, sù e (con I'ironica eccezione di Mc
del (Dio vivente) o dell'(Altissi co aàòa nelle sue Chiese di Ìingua Hengel (90) e Scott (236) hanno 15,39) solo Dìo (Mc l,1l; 9,7) e
mo> (Cir.rs. e,4s. 16,14; 19,8), e greca e i1 suo uso in contesli che latto notare che i tentativi di rico- idemòni (per esempio, Mc 3,11;
Giuseppe (che sembra essere una menzionano la 1ìgliolanza divina ltruire l'efîettiva espressione di 5,7) riconoscono la figliolanza di-
rappresentazione idealizzata del di Gesir lRm 8,15; Gal 4,6, il piìr una formula di credo prepaolìna vina dì Gesii.
giusto ebreo o di Israele) viene ac- antìco rìferimento cristiano al ter- (r,edi Credo) da questo testo si so- La figliolanza divina di Gcsir è
cÌamato diverse volte <fìglio, e mine), si stliegano forse meglio co- no rivelati delle ipotesi non veri- importante anche nella Ìettera agli
<<îiglio primogenito)) di Dio (Glas. ne indicazioni che aÌcune tradizio- licabili (e divergenti). Ciò nono- Ebrei. dove la sua condizione di
e As. 6,3-5l' 13,13; 18,11; 21,4; nisulla relazione cli Gesù con Dio rtante, è possibile che il brano pre- Fìglio lo esalta al di sopra dei pro-
23,10). erano conosciute e avevano la lo- servi delle fondamentali convin- feti (Eb t,l-2) e degli angeli (Eb
Vermes (227 230) cita tesli rab- ro efîettiva influcnza nella lbrma- rioÍi prepaoline su Gesù come ere- 1,3-14; 2,5). In verità, in Eb 1,2
binici in cui antiche e sante perso- zione della primiliva concezionc dc davidico per discendenza fisi- il Fielio è (erede di tutte le cose));
ne ebree vengono indicate come cristjàna di lui colnc Figlio di Dio. t^(kaîa sarka) ota <<costituito (ro- la sua îigliolanza acquista così un
<figli> di Dio neL senso che sono NaturaLmenle la prima cristolo. ti.rthentos) Figlio di Dio inlcon significato su scala cosmica.
Figlio di Dio 620 621 Figlio di Dio
È comunque in Ciovanni che l,l6; 4,4.6; 1Ts 1,10), (ìl proprjo taÌmente monoteistica che Paolo 15,19; lCor 9,12; 2cot 2,12i
la figliolanza divina di Gesit ha Figlio> (Rm 8,3), (il Figlio> (lCor continùava a condìvidere e a pro- 10,14; Gal 1,7; Fil 1,27; lTs 3,2).
una connotazione lrascendente. 15,28) e (iÌ figljo diletto) (Col muovere nelle sue Chiese (redi Sembra che la frase sia colÌegata
espressa con una chiatezza c un'en 1,13). È chiaro che per Paolo ciò Dio). con i vicini riferimenti a Cesu co-
fasi che non hanno riscontro in che è veramente importante è la Da tutta la struttura della cristo- me Figlio di Dio (Rm 1,2-4) e con
nessun altro scritto del NT. Dalla convinzione che Cesù è figlio di logia paolina è evidente che Pao- la più ampia discussione ìn Roma-
confessione del Battista (Gv 1,34) Dio, non tanto il tilolo cristologi- lo pensava che Gesii condìvidesse ni, dove la figliolanza divina di
fino all'affèrmazione di Gv 20,31, co o le îormule verbali lisse per gli attributi e i ruoli di Dio, che Gesù viene menzionata numerose
che costjtuisce il punto culminan- espÌ imere tale convinzione. partecipasse della gloria divina e, volte (7 su 17 volte nel cotpus pao-
te, il quarlo evangelista sottolinea In ruttj i suoi riferimenti a Ge- laîto molto piu importante, fosse lino tradizionale; cîr. 2cor 4,4,
che Gesu de\"essere rìconosciuto sir come Figlio di Dio Paolo ìrsa degno di ricevere una venerazio' dove la frase unica <<il vangelo del-
come Figlio di Dio, afîermando l'ariìcolo determinativo. che non ne formale insieme a Dio nelle as- la gloria di Cristo>) sembra simil-
esplicitamente che il Figlio è di ori- senpre può essere esPresso facil- semblee cristiane (vedi C:u'lto). menîe collegata con la discussio-
gine divina (per esempio, Cv 1,14; mente nelle tradùzioni dall'origi- Possiamo perciò dire che quello ne contestuale della gloria divina
t7,I -5). In Giovanni l'aflerma- nale greco. 11 sjgnificato dell'arti- che Paolo chiamava <il Figlio di di Cristo in 2Cor 3,12-4,6). Ma
zjone di Gesìì di essere Figlio di colo detemlinatìvo è che Paolo ve- Dio)) era da lui considerato come l'espressione <il vangelo del Figlio
Dio equivale all'affermazjone del- de la figliolanza divina di Gesù co- divino in qualche modo unico; pe- suor>, sebbene unica in Paolo, di-
la sua divinità. come dimostra- lne unica e non considera Cesu co- rò né rel background giudaico di mostra che I'apostolo poteva con-
no le accuse di bestemmìa da par- me membro di una classe di altre Paolo né nel suo stesso uso (a dif- siderare il proprio messaggio e mi
te di pcrsonaggi giudei nel cor' figure che possono essere conside- ferenza di Giovanni) il linguaggio nistero come in relazione con la fi-
so deL racconto (Gv 5,18; 10,36; rate come figli di Dio, come quel- della figliolanza divina riconosce- gliolanza divina di Gesir. E il ri-
t9,7). le che si incontrano nelle fonli giu- va di per se stesso la divinità. Nella lievo dato alla figliolanza di Gesu
L'enîasi giovannea sj sviluppò daiche o pagane (per esempio, gli tradizione giudaica di Paolo chia- in Romani e Galati suggerisce
successivamente nella fede cristia argeti, i giusti, i grandi personag- mare una figura umana <<Figlio> inoltre che f identificazione di Ge-
na, perché (Figlio di Dio) dìven- gi, gli operalorì di prodigi; ma cfr. di Dio significava soprattutto at- sìr come Figlio di Dio era per Pao-
ne il modo preî€rìto per parlare sotto,4.5). tribuire ad essa una posìzione, uno lo piu importante di qualto a pri-
della natura divina di Ccsii e fu È importante, come ha sottoli- ,t/4/ts e un favore speciali presso ma vista potrebbe sembrare, in
usato per distingucre la sua natu- neato Hengel, che Paolo si riîeri- Dio. I riferimenti di Paolo a Ge- particolare nel pr€sentare il signi-
ra divina da quella umana, come sca a Gesù come Figlio di Dio so- sù come il <Figlio> di Diq signiii- ficato redentore di Gesu in conte-
si può vedere gìà in I grazio (Eph. praltutto (undici volte) in Roma- cavano che Gesù godeva di una sti cristocentrici e in relazione ai
20,2). Come ha fatto notare ni e Galati (Hengel 28 30). Sia la posizione, uno slQltl.t e un favore temi religiosi giudaici.
Dunn, nessun'altra espressione relativa scarsa frequenza che Ìa di- unico presso Dio. Questo suggerimento è sottoli-
cristoÌogica <ha avuto la proîon- stribuzione dei riîerimenti di Pao- Per definire precisamente che neato dalla descrizione di Paolo,
dítà storica e il polere duraturo di lo a Gesù come Figlio di Dio sug- cosa significasse per Paolo la fi- in Gal 1,15-16, deìl'esperienza che
"Figlio di Dio"> (Dunn 12). Dob- geriscono che per l'apostolo La fì- gliolanza di Gesu è necessa o con- lo trasiormò da oppositore ad
bìamo però slarc attcnli a defini- glìolanza divina dj Cesù ùon co- siderare piir da vicino i riferimen- apostolo di Gesu: Dio <sì com-
re le connotazioni paoljne in rife- stituiva l'appropriazione dj un li in questionc. Ci soffermeremo piacque di rir.elare a me (en emoù
rimento a Gesu comc Figlio di Dio concetto mitologico Pagano come sulle ricorrenze delle lettere ia cui il suo Figlio> (Cal 1,16). In veri-
senza leggere nell'espressione il strumento decisivo per giustifica- autenticità paolina è accettala tà, Paolo fa riferimento al fatto
contenuto che essa ebbe nel Cri- re il culto dell'uomo Gesù tra i pa- qùasi universalm€nte (scbbene Col che ha visto <(Gesir il SignoreD
siianesimo posteriore. ganj convertìtì (con //4 Bousset I,13 ed Ei4,13 siano conformi al- (lcor 1,9) e include se stesso in
208-209). Al contrado, Paolo fa le categorìe stabilile nelle lettere si- una lista di coloro ai quali <Crì
4. L'USo Dl PAOLO Nei tre- riferimento al Figlio di Dio con curamente paoline). CercÌ'ìeremo sto> è apparso uCor l5,l-8). Pe-
dici scritti del NT attrìbuiti a Pao- terminì adattati dallo sfondo giu- dì stabilire il significato, prestan- rò Cal 1,15-16 indica che l'espe-
1o il tjtoÌo <il Figlìo di Dio> non daico, per fare aifermazioni cri- do attenzione ai contesti. rienza in questione includeva il ri-
è fisso né lrequenle: ricorre solo stologiche chiaramente esclusjvi- 4.1 Il vangelo e il Figlio - In conoscimento che Gesir è Figlio
quattro volte e non scmpre con lo stiche in modi e contesti che inte- Rm 1,9 Paolo parÌa del <vangelo unico di Dio (ton hÌion autou) e
stesso ordine delle parole greche ragiscono direttamente con ele- del Figlio suo ldi Dio]), una ùa- che la sua chiamata era per pro-
(Rm I,,1; 2cor I,l9; Gal 2,20; Eî 1nenti importanti della tradizione se insolita in Paolo (in aggiunta ai clamare il Figlio di Dio (Gal 1,16)
4,13). Neì restanti tredìci riferi giudaica. Questì iÍcludevano la nùmerosi îerimenti a <<il vange- specialmente tra j Gentili. Paolo
menti alla figljolanza divina di Ge- Tòú (vedi Legge), l'importanza lon; cfr. (il vangelo di Dio>, Rm aveva certamente sentito afferma-
su troviamo: (suo Figliot (Rm unica di lsraeÌe, la speranza mes- 1,1; 15,16;2Cor 11,7; lTs 2,2.8.9, zioni giudeo cristianc su Gesu, che
1.3.9: 5,10; 8,29.32; lCor 1,9; Gal sianica e la prospettiva ibndamen- e <il vangelo di Cristo), Rm aveva probabilmenre considerato
Figlio di Dio 622 623 Figlio di Dio
come una ripugnante glorilicazio- 2,8 di dargli <in possesso le genti rimenti di Paolo vanno molto al ne messo a moÍe (per i nostri pec-
ne di un falso profeta e che vero- (ethnc\D. di là dei re davidici dell'AT. Nel- cati)r, e in Rm 8,34, poco dopo
similmente avevano contribuito ad ln lTs 1,9-10, come in Rm 1,4, le attese messianiche giudaiche l'affermazione che stiamo esami-
accrcsccrc lc ragioni della sua ze- la figliolanza di Gesù vicne men- troviamo qualcosa che si awicina nando, menziona (<Cristo Gesil
lanre opposizione ai giudeo- zionata in connessione con Dio ai riferimenti di Paolo a G€sìr, il che è mortoD. Questo dimostra la
cristiani iÌl nome della tradizione che I'ha risuscitato (ègeire) dai Figlio glorioso e celeste, probabil- flessibilità di Paolo nel linguaggio
giudaica (Cal 1,13-1.1). N€lla tra- morti. Non ci sono qui allusioni mente solo nell'<Eletto) di 1f, e nei titoli cristologici che si rife-
dizione gir,rdaica antica acclama- a passi dell'AT su Davide, ciò no- 37-71, che siede sul trono di Dio riscono alla morte di Gesù. La ra-
re una persona dìsprezzata come nostante a Gesìr, come Figlio di- e sembra essere riveslito di attri- gione della scelta di <Figlior in
un fìglio di Dio signifìcava rico- vino che libera dall'ira (divina) buti trasce]ldenti, mentre non c'è Rm 8,32 sembra essere che Paolo
noscere la sua divina legittimazio- escatologica (lTs 1,10), viene at- assolutamente nessun parallelo per vuole qui sottolineare, per così di-
ne e la sua giustizia (per esempio, tribuito un ruolo messianico che l'idea che il personaggio messia- rc, il coinvolgimento personale di
Sap 2,12 2O; 5,1 8). Il riferimen- può essere paragonato alle attese nico sarebbe stato risuscitato e co- Dio nella morte sacrificale di Ge-
to di Paolo alla rivclazione che messianiche di Qìrmran e di docu- sîituito Figlio di Dio, e che con ciò sir: è la morte del Figlio di Dio
Gesu è il Figlio di Dto (tou hlion menti come P.r. Sal. 17-18. Que- eserciti un potere e un'autorità di- (cfr. Schweizer 384).
arror) può perciò essere consjde- sto carattere escatologico, unito al vini. Ma nei passi considerati Pao- Paolo sembra aver usato una
rato ncl scnso chc l'esperienza contrasto fra gli (idoli) pagani e lo usa motivi, linguaggio e imma- chiara allusione scritturistica per
comportava per Paolo un diretto <il Dio vivo e vero> (lTs 1,9), ri- gini tratti dalla tradizione del Mes- sottolineare quesio punto. La fra-
capovolgimento della sùa idea di flette fortemente lo sfondo religio- sia regale del Giudaismo per espri- se (non ha risparmiato (oalr
Gesu, da falso protcra a rapprc- so giudaico, fornendo ulteriori in- mere queste chiare credenze sulla epheisato\ il proptio Figlio)) ir Rm
sentante unico di Dio. dicazioni che il <figlio> divino che posizione esaltata di Gesìi nel pia- 8,32 sembra avere lo scopo di ri"
4.2I1Figlio regale -ln diversi agisce qui a nome di Dio è, come no di Dio. chiamare le parole dell'angelo ad
passi Paolo presenta Gesu in una in Rm 1,3-4, il rappresentante mes- 4.3I1Figlio sacrificato - ln al- Abramo: <Non mi hai rifiutato
condizione e un ruolo regali, rifa- sianico di Dio. meno tre altri passi Paolo fa iife- (ouk epheisÒ) ruo flglio , il tuo uni-
cendosi alle tradizioni davidiche Un altro riferimento a Figlio di rimento a Gesir come Figlio di Dio co figlio)) (Gn 22,12.16), collegan-
dell'AT e applicandolc a Gesu co- Dio con un carattere messianico- esplicitamente come consegnato, do così l'offerta di Gesu da parte
me <Figlio> di Dio re e Messia, regale si trova in lcor 15,24-28. o che si consegna egli stesso, alla di Dio all'offerta di Isacco da par-
Abbiamo già nolato due di questì Le immagìni regali abbondano, morte. Un esempìo sorprendente te di Abramo.
passi come possibile teslimonian- con la menzione di un <regno> è Rrn 8,32, dove Paolo dice che È questa enîasi su ciò che la
za di una cristologia (<prepaolina>. (lcor 15,24), dì Cristo che regna l)io <non ha risparmiato il pro- morte dì Gesil rappresentava per
ln Rm 1,3-4 ci sono echi di 2sam (1Cor 15,25) e pone <tutti i nemi- p o FigÌio, ma lo ha dato per tutti Dio che spiega probabilmente an-
7,12 14. Come (discendente (sper- ci sotto isuoi piedi> (lcor 15,25; noi)). L'aflermazione è ancora pìù che il riferimento di Paolo alla
ma) dì Davìder, Gesu fu <risuscj- un'aLiusione a Sal 110,1, un salmo teologicamente sbalorditiva se si <morte del Figlìo suo ldi Dìo]r in
tato (arasla.rD dai morti)) da Dio regale che viene spesso citato di- liene presente che (dare>> Qtarodi- Rm 5,10. Il contesto illustra lage-
(cfr. 2sam 7,12 LXX: (lnnalzerò rettamente o indirettamente nel dón Ò è lo stesso verbo che Paolo nerale tendenza di Paolo a usare
lanasae.rrr] la tua discendenza [/oll NT). Dopo che <tutte le cose) (in- usa in modo risonante tre volte in il titolo di <Cristo) nei riferimen-
spetma soulrr). E la costituzione clusa la morte, lCor 15,26) saran- Rm l.24 28 in riferimento a Dio ti alla morte di Gesìr (Rm 5,6.8;
di Gesii con potenza come Figlio no sottomesse a questo figlio re- che abbandona I'umanità pecca- e cfr. 1'espressione piu piena <il Si-
divino ìn Rm 1,4 pùò essere un'e- gale, egLi a sua volta <sarà sotto- Lrice al giudizio, facendo della gnore nostro Gesu Cristo> in Rm
co della promcssa di Dio in 2sam messo) a Dio (lCor 15,28): un'i- morte di Gesù un atto intenzionale 5,1l), in particolare nelle afferma-
7,14: ((lo gli sarò padre ed egli mi dea che dimostra ulteriormente e solenne di Dio proprio come I'i- zioni cristocentriche che presenta-
sarà figlioD. Come pùre potrem- come iÌ figlio non sia qui una di- ra divina contro il peccato dell'u- no la morte come un atto di Ge-
mo avere qui un'allusione a Sal vinità [uova e rivale, sul modello manità di cui sj parla in Rm l. Pe- sir. NIa Rm 5,10-11 ha il suo pun-
2,7, dove Dio annuncia che ha della mitologia paganaJ ma agisca rò in Rm 8,32 il Figlio vienc <da- to centrale teocentrico sulla ricon-
<generalo)) il re come suo iìglio (come jl re dell'AT e le figure mes- toD per amore dei peccatori e dà ciljazione dei <nemici)) di Dio con
(una descrizione simboLica dell'in sianiche) in nome di Dio. E se Co- l'assìcùrazioùe che non saranno qLresl'ultimo, e sul rallegramento
tronizzazione del re). E il riferi- lossesi viene accettata come auten- conda[nati e separati da Dio. in Dio (Rm 5,1 1) come conseguen-
mento di Paolo alla sua missione tica di Paolo, il riîerimento in Col Ma qùal è il significato, in Rm za di questa riconciliazione. Che
<per otenere l'obbedienza alla le- J ,13 al <regno del suo ldi Dio] Fi- 8,32, della designazione come Fi- questo sia awenuto per mezzo del-
de da parte di tutte le gentj (e1r- glio dilelto)) allude ugualmente a glìo di Dio di colui che viene con- la morte del FigÌio di Dio sotloli-
r?e^ri,r)r (Rm 1,15) può essere Gesù nelle vesti di Messia regale. segnato? In Rm 4,25 Paolo usa il nea quamo Dio sia stato diretta-
uD'allusione alla promessa fatta Certameùte, lo scopo e la base '.'erbo potadidÒmi in riferimcnto mente coinvolto nel compimento
da Dio al (figlio) regale nel Sal della fieliolanza di Gesù nei rife- a (Gesil nostro Signore> che vie, di questa riconciliazione.
Figlio di Dio 6U 625 Figlio di Dio
ln Ca1 2,20 Paolo parla del (Fi- îerìmento al Figlio come <manda- to del suo Figlio)), che si ùnisco- dobbiamo probabilmente vedere
glio di Dio, che mi ha amato e ha to)) da Dio. Ma, come abbiamo no al Figlio nell'invocare Dio co- un'allusione a qualcosa di simile.
dato se stesso Qtaradidómí) pet già indicato, f identificazione in ríe <<Abba, Padre)), I ora sono I1 <sì> divino è in cesìr, il Figlio
mer, un'aîlermazione che sotto- questi passi di una <formula>> è eredi di Dio (e, come appare chia- di Dio (2Cor 1,19), perché (tutte
linea il ruolo attivo di Gesu in un dubbia. Molto più importante è ro da Gal 3,27-28, I'espressione le promesse di Dio in lui sono di-
piu ampio contesto cristocentdco invece che entrambi questi riferi- <figli> di Dio non fa distinzione venute "sì")) (2cor 1,20); e que-
(Cal 1,15-21). La vadante testua- menti al Figlio che viene manda- tra maschi e femmine; include en- sto significa che i c stiani sono re-
le <Dio e Cristo)) al posto di <Fi to siano in contesti che trattano irambi, alla pari). si liberi come appartenenti a Dio
glio di Dior, sebbene appoggiata della îó,'4, h legge ebraica. In Rm Anche in Rm 8 Paolo collega attraverso il Figlio (2Cor 1,20b) e
da diversi manoscritti greci, è pro- 8,3-4 il Fìglio viene mandato pro- esplicitamente GesìÌ il Fjglio con ricevono lo Spirito come garanzia
babiÌmente un'allerazione del te- prio per superare I'impossibilità la figliolanza dei cristiani. Dopo della piena salvezza escatologica
sto origiDale. Siamo così neÌla ne- della Legge a salvare, come de- il riferimento all'invio del Figlìo (2cot 1,22). (La (<conoscenza del
cessità di determinare il significa- scritta in Rm 7, e rendere possibi- in Rm 8,3, Paolo menziona il do- Figlio di Dio> in Ei 4,13 è proba-
to qui della menzione del <Figlio le il compimento della <giustizia) no dello Spi to (Rm 8,5-13, col- bilmente un'allusione all'idea del-
di Dio>, mentre in sette altri casi, della Tóli nella libeÍà dello Spi- legato esplicitamente con Gesu, la redenzione degli eletti suÌ mo-
immediatamente prima e dopo rito dato dal Figlio. E Gal 4,4 (lo Spirito di Cristo)), Rm 8,9) € dello della iigliolanza divina di
Gal2,20, Paolo lo chìama <<Cesu menziona il Figlio che viene man- parla dei cristiani coúe (îigli di Gesù).
Cristo) (Cal 2,16), (Clisto Gesù)) dato (per riscattare coloro che Dio> (Rm 8,14), che invocano Dio Quest'idea di alrri figli di Dio è
(Gal 2,16) e (Cristo)) (Gal erano sotto la Legge> (i coi limiti come (Abba, Padre, (Rm 8,15) e interessanle alla luce della folte
2,16-19.21). sono sottolineati in Gal 3,l-4,1) e sono coeredi di Cristo. E in Rm connoîazione dell'uniciù della îi-
L'espressione <ìl Figlio di Dio> rendere possibile la loro <adozio- 8,18-27 Paolo elabora le consc- gliolanza divina di Gesu che ab
sottolinea l'altissimo favore e ono- ne a figli>. guenze sia presenti che luture del- biamo notato prima. La risoluzio-
re divino di colui di cui si aflèr- ln Rm 8,3 e Gal4,4 Paolo sot- 1'adozione diviDa. Segue Rm 8,28- ne della tensionc sembra essere che
ma 1'amore e la donazione di sé. tolinea pure che il Figlio divino 30, un vero passo teocentrico che Paolo si riferisce coerentemente
E questa descrizione di Gesii rel- apparve in forma umana, che è sottolinea f iniziativa redentrice di alla figlìolanza dei crjstiani come
de anche Dio implicitamenle com probabilmeDte un'allusione all'i- Dio, in cui si dice che i redenti so a una figliolanza derivata, conces-
partecipe dell'azione redentrice di dea che Cesù è ùn'<incamaz ione> no slali <predestinati ad essere sa attraverso e suL modello di Ge
Gesir. come viene conîermato nel del Figlio <(preesistentc). Ma 1'u- conformi all'immagine del Figlio su, mentre Cesu è il prolotipo, la
1'alfermazione seguente (Gal 2,21) manità del Figlio significa pure suo, perché egli sia il primogeni- cui îigliolanza non è derivata da
dove Paolo fa riferinento alla che la liberazione, avviata in mo- to tra molli fratelli) (Rm 8,29). un aitro.
<<grazia di Dio> in connessione do divino, dalla condanna della Cioè l'unico liglio di Dio è qui jl
con la morte di Gesir. Tóri fu eîfettùata dal Figlio nel- prototipo, come pure I'agente, per Vedí anche: Adozione, figlio-
Dato che Rm 8.32 mostrava che la slera deÌl'esistenza ùmana, in mezzo del quale gli altri sono li- lanza; Cristo; Cristologia; Dio;
Paolo probabilmenle paragonava particolare per mezzo d€lla sua berati come figli di Dio. L'unici- Esallazione e intron izzazione: Im
la nlorîe del Figlio di Dio all'of- morte. tà di Gesu il Figlio non è restritti- magine di Dio; Morte di Cristo;
îerta di Isacco, è ùgualmente pos 4.5 Il l'iglio e i figli di Dio - va, ma redentrice. È possibile che Preesìstenza; Primogenito; Sìgno-
sibile che il riîerimento di Paolo Sebbene I'aolo designi costante- il terrnrne primogenilo alluda a Es re; Spirito Santo.
in Gal 2,20 al dono di sé da parte mente cesù come il Figlio dìvino ,1,22, applicando a Gesii un titolo
del Figlio di Dio presenti una [a- con una connotazione di esclusi- di Israele e con I'idea implicita che Brur. tslank J., Parles drd.,IeirJ. SANT
miliarità con la tradizione giudai- vjtà, in diversi passi fa implicita- egli è diventato la base deL ricosîi- 16, KÒsel, Mùnchen 1968; Boùsset W., rbr-
ca su questa storia. Sebbene il rac- mente o esplicitaúente riferimento tuito popolo di Dìo che include sia tìos ChtìsÌas, Abingdon, Nashville 1970

conto di Genesi non dica nulla cir- alla liberazione dei redenti nella ll92lji Byrne 8., (Sorro/Gad, <Seed
Giudei che Gentili. d Abruhun>, AlBib 83, Pontilicaì Bibli
ca l'alleggiamento di lsacco, an- fratellanza con Gesil e in una re- I restanti riferimenti di Paolo al caÌInstìule. Roma 1979; Culmann O., ft?
tiche tradizioni giudaiche gli attrì- Iazione filiale con Dio, sul modello Figlio riflettono questa idea di Dio Chtìstolop al rhe Nkv Testaìrcnt. SCi/,
buiscono una premurosa disponi- della figlìolanza di Gesir (su que- London i963; Cuss D.,lnpetidtCuh díd
che libera gli altri aîfaverso I'u- Honontl Terms in the Nev Testanent.Pà
bilità a offrire se stesso in obbe- sto punto cfr. in particolare Byr- nico Figlio in una condizione col- radosis 23, Universrté de Friboùrg. Fribourg
dienza a Djo (per esempio, 2,4, ne). Gal4,5 dice che 1o scopo del- legata alla sua, lCor 1,9 descrive 1974; DunD J. D. C., Chtislolory ìn the
18,5; 32,2-4i 40,2; Giuseppe Fla- I'invio del Figlio è <alfinché rice- i cristiani come chiamati da Dio Mdking, SC\'I, London 1989.ì Fitzmyer J.
v|o, Ant. 1.13.2-4 225-236). vessimo l'adozione a îip,lt (hyio- 4., A WontlerinS Atunean: Collected Atu
alla (comunione (,koinònia) del Fi- ira,c,E ralr, SBLIIS 25, SchoÌars, Missou-
4.4 Il Figlio e la (Tdre)) Gli thesía\> (vedi Adozione, figliolan- gljo suo>; ciò suggerisce che il lo- Ìa (MT) 1979; Hensel M., Fistio di Dio.
studiosi indicano spesso Rm 8,3 e za), e i versetti seguenti parlano ro sfdlís è sia dipendente dal Fi- L otí8ine della crìstolagiu e la stoia dela
Gal,1,4 comc cscmpi di una (for- dci cristiani come <fieli(hyioù,t di gljo sia partecipe della sua condi-
teligiahe siudea elle isti.a, StLrdi biblìcl6?,
Paideia, Brescia 198,1i Klm 5., The Òri8in
mula) cristologica in cuj si fa ri- Dio che hanno ricevuîo <lo Spiri- zione filiaÌe, E in 2cor l,l9-20 aJ Paul's GÒspet, WUNT 2/4, J. C. B.
Figliolanza 626 627 Filemone, lettera a
l,1ohr, Tiibinsen 198.1:i KraDrer \\.. tù nclla Chiesa prjmitiva), l'inler- Il ringraziamento e la preghie- lo possa ritenere con sé per il pro-
Chtist, Loftl, .So, ,/ Co./, SBI 50. SCII, preîazione data dalla maggìor par- ra (Fm 4-7) sono centrati su File- prio servizio. Questo sembra oscu-
London l9ó6; \lichel O.,.So . iti N IDf,! t'l,
!ol. 3, Dp.607 ó6Ei Nock A. D., (srn r/ te degli aurori che seguono il me- mone, che viene Ìodato per la sua rare l'altra preoccupazione di
(ìod, it1 Puulihe und Hellnisrtt Thousht. todo storìco cririco e iÌ significa- fede in Cristo e il suo amore per Paolo, che Fiìemone perdoni One-
in Z. Steilan (ed.), d$.ryr on Relisio drtj to (naturaLc)) del testo è che que- i santi. Entrambe queste virtù han- simo e lo accolga come un fratel-
tlte A cienf Wùtd, allare don, Orlord sta lettera fu scritta tra ìl 58 e il flo (<rianimato) (arapard) i santi Io cristiano (Fm 16). È possibile
1972, \ol. 2, pp.928-9]tì Id.. Eltlr Genfi
lc (htistiùtit.r anl ltt II(llenísti( Bd.k 60 cl.C. mentre Paolo era in una e sono motivo di gioia e incorag- che ia fiducia di PaoÌo nel suo ri-
!/r!rd. Harner & Ros. Ne'! vo.k 196.ll pr-igionc Iomana. La lettera sem- giamento per I'apostolo. L'accen- Iascio e il progetto di visìtare Fi-
Schocps H. .1., Parl, \\.r!rìÌrrer, PhiÌa' bra indirizzala a Filemone (Fm l), to è posto sull'amore di Filemo- lemone (Fm 22) siano in relazio-
delph;a l96li L. Schr'.ìzcr cr al., iÌior, un ricco pagano di Colosse diven ne, nort su una specilica azione. È ne con entrambe qùeste richieste.
hriothesi.l, À G/-Nl vol. XtV, coLl.
10 2?:1j ScotiJ. 1V1., .1.|optioú u.t Solit of tato cristiano sotto ilministero dì la stessa parola (splangknq) che Non potrebbe essere che Onesimo
{;od, ÌVUNT 2/48, J. C. B. Nlohr, Tùbin Paolo (Fm 19). Comprende: saluti Paolo usa nel v. 20, dove antici- ritorni a Colosse prima di Paolo,
g€n 1992t \ie.nrcs C., Gsrrì i 'erleo, BoÌla, pa l'effetto della risposta di File-
di Paolo (Fm 1 3)j ringraziamento sia perdonato da Filemone e sia
Roma l9El. poi consegnato a Paolo al momen-
e preghìera (Fm 4-7); intercessio- moÍe.
L. ll/. Hurtado ne pcr C)nesimo (Fm l8-22)j salu- La richiesta o intercessione to delia visita dell'apostolo a Co-
ti finali e benedizione (Fm 2l-25). - di Paolo in favore di Onesimo losse?
I1 nocciolo della lellera riguar (Fm 8-22) porta il lettore attraver- I saluti finali (Fm 23-25) sono
FIGLIOLANZA: vedi Adozio- da Onesimo, schiavo di Filemone, so una serie di tormentosi ritardi, quasi identici alla sezione conclu-
nc, iìgliolanza; Figlio di Dio che aveva fatto quaÌche torto al perché Paolo proprio non sembra siva della lettera ai Colossesi (Col
suo padrone (Fm l8), aveva in- voler arrivare al punto (l'injzio, 4,12-18). La forma plurale (rt
contrato Paolo in prigione (Fm 9), (Ti prego per il mio liglio Onesi- moa) nella bencdizione ((La gra-
FILEMONE, LETTERA A si era convcrtito (Fm 10) ed era di mo), nel v. 10, sì completa solo zia del Signore Gesu Cristo sia con
venlato LLn utile compagno (yedi nel v. 17). Ma Paolo sta attento il vostro spiritor) ha un significa-
SoMMAR() LStùiad.ll'inlerprclalio.e: Collaboratori, Paolo e isuoi) di a usare tatto e diplomazia nel trat- to singolare e non conîerma neces-
I I \lcrÒd. sld.i.Ò.rlricÒ: 1.2 I a rico- Paolo per il vangelo (Fm I 1.13). tare questo argomento piuttosto sariamente la naîura pubblica del-
srrùzio.e dì Kno\: l.l CrìLica rclorica: NIa, secondo le vigenti leggi sùl- delicato. Deve affermare con de- la lettera.
l..1Analogie l.Balii I 5 Critìca ic(lcraria
e scicnzc socìaÌi:2. Qucrioni arîuali di la schiavitir, Paolo sa che Onesi- cisione la sua richiesta, però la de- La lettera a Filemone e quella
interprctaziorci 2. I Oresìmo: !schìaro ùÌo deve ritornare dal legittimo cisione dev'essere volontaria; vuo- ai Colossesi sono strettamente col-
tuggili!o' o (nre\saggero iNiato''?i :.2 proprietario. Nella Lettera cgli im- le che Filemone agisca per convin- legate. Entrambe sono scritte dallo
La lelrera: frivali o pubbÌì.a?: I Signi plora Filelìlone non solo di acco- zione, non perché costretto (Fn'ì stesso luogo, indirizzate alla stes-
gliere (Fm 17), perdonare (Fm 18; l4). Perciò si rivolge a Filemone sa Chiesa, iurono portate a Colos-
Filemone è la piir br"'ve (in gre- redl Perdono) e rìconoscere il come a un amico e collaboratore. se da Tichico (Col4,8-9), €ntram-
co 335 parole) e la pirì personalc nuovo stato di C)nesimo coDre fra- non con autorità aposrolica. be menzìonano circostanze simili
delle letterc deì corpas paolino. teìlo nella fede (Fm i6), ma anche Sebbene le circostanze che ac- sulla prigionia di Paolo (Col 4,3;
Nonostanle i problemi letterari, di rinuncìare a ogní diritto su di compagnano l'arrivo di Onesimo Frn 1.13) e hanno una lista_quasì
storici c interpretativi che la lette- luì, in modo che possa contìnua- nel luogo dove Paolo è in prigio identica di saÌuli personali. E mol
ra solleva per la ricerca moderna, re a servire insicme a Paolo (Fm ne e la sua conversione alla fede to verosimile che le due lettere fos-
essa presenta un'affascinante ve- l 3.21). cristiana siano incerle, questa se' sero tenute insi€me come corri-
duta non solo su un angolo de1 Neì salutí inìziali (Fm l-3) Pao- zione chiarisce il forte attaccamen- spondenza di Paolo a Colosse.
mondo sociale del I sec.. ma an- lo chiama Filcmonc <caro colla- to che Paolo ha sviluppato per il Sfortunatamente la relazione tra
che sui principi cristiani operanti boratorer. Non abbiamo modo di suo ((figlio)) (Fm l0) e (fratello) qùeste due lettere si perse quando
in un parLicolare contcsto all'in sapere come í due si fossero cono- spirituale (Fm 16) e la stima per i compilatori del NT le separaro-
terno della Chiesa primitiva. scir.rti e se Fm 19 implichi che Fi- ìl servizio di Onesimo, mentre egli no nel canone,
lemone sia stato convertito da si trovava agli arresti domiciliari. 1.2 La ricostruzione di Knox -
1. STORIA DELL'INTLRPRE- Paolo. Se così è, questo avvenne Tutto qùesto pone PaoÌo di Lo studio provocatorio di J, Knox
TAZIONE LI Metodo storico- durante il soggiorno di Paolo a fronte a una scelta difficile: one- su Filemone ha segnato ùna rot-
critico - NonosLanle la presenza Efeso e in circostanze simili a simo, il cui nome significa <<utile>, tura con I'interyretazione tradizio-
dì antiche leorie critiche che mel- quelle in cui Epafra, un altro re- può essere di utilità per il suo pa- nale su diversi punti. Primo, egli
tevalo in questione l'aurenticità c sidenle di Colosse. venne alla fe- drone se ritorna, e per Paolo solo identifica Archippo come il desti-
lo scopo deÌla lettera (F. C. Baur, de per il ministero di Paolo (Col se resta. Nonostante il tatto di natario della lettera e quindi il pa-
per esempio, la considerava un 1,7; 4,12). Né c'è modo di sapere Paolo nel rivolgersi a Filemone, è drone di Onesimo. ll (minisrerot
(romanzo fittizio), che cerca dì se Appìa fosse moglie di Filemo- owio che egli desideri che Filgmo- (diakonian) che Archippo deve
trattare il probleùa della schjavi- ne e Archippo suo figlìo. ne rilasci Onesimo, in modo che compiere secondo lJammonimen-
Fil€mone, lcffcra a 628 629 Filemone, lettera a
to di Paolo (Co1 4,17) si riferisce re o amicjzia e indurre simpatia o 1.5 Critica letteraria e scienze bondano anche sul come e dove
aÌ modo iù cr.ri egli deve accoglie- benevolenza, allo scopo di dispor- sociali - Lo studio piir ampio e Onesimo fu convertito, se effetti-
re e trattare Oncsimo. Filemone è re lavorevolmente l'ascoltatore importante sulla lettera a Filemo- vamente ritornò da Filemone, se
un (sorvegliante)) delle Chiese del- per i meritj della propria causa)) ne da questa prospettiva è quel- Paolo riuscì a trattenerlo come
la valle del Lyco, con una proba, (Church l9-20). Secondo le cate- 1o di N. Petersen, che si rifa a suo collaboratore e se egli div€n-
bile residcnza a Laodicea. Secon gorie retoriche, la lettera a Filemo- modelli sociologici e antropolo- tò o meno vescovo di Efeso. Due
do, egli rìtiene che (la lettera in- ne sarebbe divisa in esordio (Fm gici (quelli, per esempio, di Levi- questioni meritano, comùnque,
viala ai Laodiccsi> che Paolo vuo 4 7), prova (Fm 8-16) e perorazio- Strauss, Evans-Pritchard, Berger, una speciale menzione.
le che venga letta a Colosse (Col ne (Fm l7-22j redi Critica reto- Eco) e ai risultati della sociologia 2.1 Onesimo: <schi&vo luggiti-
4,16) sia da idenrificare con <la rica). del NT (gli scritti di J. Elliott, B. voD o (messaggero inviato))? -
lettera a Filemonen. Terzo, Knox Qùesto metodo non mette ne- Malina, W, Meeks e G, Theissen; L'interpretazione tradizionale tra
pensa che lo schiavo aîliancato cessariamenle ìn discussione I'in- redi Approcci sociologìci a i comm€ntatori è basata sull'ipo-
Onesimo sia la stessa persona che terpretazione di f-ilemone data so- Paolo). tesi che Onesimo fosse uno schia-
divenne vcscovo di Efeso e può es pra. I suoi sostenitori pensano che Fondamentalmente Petersen vo fuggitivo che aveva probabil-
sere statoil responsabile della rac- esso îornisca ulteriori elementi di trasferisce la lettera in una storia, mente rubato qualcosa al suo pa-
colta delle leltere di Paolo nel lt comprensione della forma e della allo scopo di creare un <mondo drone (Fm 11.18). Quest'idea fu
sec. (lgnazio, Epr. 1.3). Questo, struttura delle lettere di Paolo (cfr. narrativo> ìn cui Paolo è il narra- messa in discussione da Knox, i
sostiene Knox, potrebbe spjegarc White; vedi Lettere, forme episto- tore e Filemone I'attore. Questa cui dubbi sono resi piir îorti da
la prcscrvazione e f inclusione di lari). I1 fatto che fosse usato un storia si svolSe in mezzo a due winter, secondo il quale Onesimo
questa breve e personale lettera oel espediente retorico comune per realtà sociaÌir la Chiesa e il mon- fù (mandator a Paolo dalla co-
canone. <nascondere il vero obiettivo> in do. 11 nocciolo della lettera, secon- munità di Colosse per venire in-
La reazione degLi studiosi alla modo che gli ascoltatori o i ìetto- do Petersen. è costituito dalle ca- contro ad alcune necessità mate-
ricostruzione di Knox è varià ri potessero trovarlo da sé, può tegorie sociologiche di <parente- riali dell'apostolo mentre era agli
Mentre la maggior parte la ritie spiegare il modo ambiguo ed enig- la) e dalla tensione di lronte alla arresti domiciliari. La parlenza di
ne bizzarra, interessarlte e/o inge- matico in cui Paolo eiîettivamen- quale si trova Filemone quando si Onesimo e la conseguente separa-
gnosa, gran parte della sua rico- te fa la sua richiesta a Filemone confronta con i valori di parente- zione (Fm 15) da Filemone non
struzione viene rifiutata come prj- (Derrett). la nel mondo e nella Chiesa. Pao- implica necessariamente che fos-
va di sufficiente fondamenlo per l.,l Analogie legali - S. Win- 1o îorza Filemone a decidere tra i se fuggito. La situazioùe potreb-
essere presa sul serio. Sembra piii ler ha esaminato Filemone per i due. be essere simile a quella che ave-
naturale concludere che FiÌemone, paralleli con le forme legali e il lin- Gli approcci storico e letterario va portato Epafrodito da Filippi
la prima persona alla quale la let- guaggio usati al tempo di Paolo e sottoiineati sopra non sono reci- a Paolo quando l'apostolo era in
tera si rivolge, sia il destinatario crede che ci siano significative procamente esclusivi. Sono piul- prigione (cfr. Fil 2,22-30).
e queLlo presso iL quale Paolo in- analogie che aiulano a spiegare tosto tentativi posilivi da parte di Le conclusioni di Winter sono
tercede ìn lavore dì Onesimo. Né certe frasi nella lettera. La pre- diverse discipline di scoprire la na- basate su diverse osservazioni: pri-
la lettera a cui si fa rilerimento in ghiera di Paolo in Fm l0 (paraka- tura e 1(] scopo di questa lettera. mo, egli crede che gli elogi di Pao-
Col ,1,16 può essere identiîicata lÒ... petù, per esenpio, somiglia E, anche se la lettera a Filemone lo a Filemonc nella seziooe dei rin-
con certezza con la nostra lettera a una formula usata nelle petizio- non frr necessàriamente scritta co- graziamenti (Fm 4-7) esprjmano la
a Filemone. D'altra parte, la pro- nilegali; anapempoin Fm l2 (<Te me un documento legale o stori- gratiludine dell'aposlolo per aver-
posta di Knox circa la conserva- I'ho rimandato...))) è un termine co, cj soúo intuizioni che, combi- gli mandato Onesimo; secondo,
zione e la funzione di questa let- legale che si comprende meglio nel nate con il metodo storico-critico, interpreta alcune frasi nel senso
tera resta sìrggestiva. senso che riferisce il caso di One- possono essere utili. che qùello che Paolo (ha sentito)
1,3 Critica retorica -
Questo simo <<alla propria aùlorità supe- della îede di Filemone (Fm 5) pro-
approccio analizza la lettera a Fi- riore)); e l'idea di compartecipa- 2. QUESTIONI ATTUALI DI viene da Onesimo, che (tutto il be-
lcmonc mcdiante Ìe categorie del- zi,orc (koinònia) tra Paolo e Fi- INTERPRETAZIONE II di. ne> Q)antos agathou, Pm 6; cît,
la retorica antica. F, Forresîer lemone, nota Winter, ha qual- battilo degli studiosi continua su wright) e (la tua partecipazione
Church, per esempio, ritiene che cosa di più degli elementi di una questioni in cui il testo è ambiguo alla feder, (koinijnia, v. 6) sia la
faccia uso di strumenti della re- <associazione consensìlale)), una e per Ie quali non ci sono conclu- risposta di Paolo all'invio di One-
torica classica, come <palhos), socielos ií cui la partecipazione sioni certe. Tra queste c'è il desti- sjmo da parte di Filemone (Vy'in-
(ethos) e <retorica forcnse>, al- era legalmente vincolante. La pe- natario della lettera (Filemone o ter 3-4), Alcuni punti di questa
lo scopo di persuadere Filemone tizione di Paolo a Filemone è che Archippo), I'indirizzo del desîina- esegesi sono discutibili e manca-
ad accetlare la sua richiesta. <(La Onesimo sia accolto in questa so- tario (Colosse o Laodicea) e il luo- no di un appoggio nel corpo prin-
chiave> della rctorica dclibcrativa, cietas come socio alla pari (Win- go della prigionia di Paolo (Roma, cipale della lettera.
scrive Church, (è dimostrare amo- ter 1987, 7). Efeso o Cesarea). Le ipotesi ab- Tutto questo, comunque, non
631 lilemoúe. lettem a
Filcmone. lettera a 630
I problemi letterari, storici e in- stiani, non sulla legge romana o
signilìca necessariamente che One- 2.2 La leltera: privata o pùbbli- terpretativi che ancora permango- sull'autorità apostolica. I rilascio
simo fosse uno schiavo iìggitivo ca? Alcuni studiosi hanno de- no non devono sminuire la bellez- di C)nesimo per il ministero di
ncl senso tradizionalc di diserto.e dotro che la brevità, l'appelLo per- za e il significato di questa lette- Paolo dev'essere un'azione volon-
(cfr. Bruce 197). P. Lampe sostie- sonale a una persoùa e la delìca- ra. Fondamentalmente essa non taria finalizzata al bene piii gran-
ne che la situazione dì Onesimo tezza con cui Paolo tratta la sua contiene esplicite dottrine etichc o de per tutte le parti coinvolte.
non si accorda con le categorie di richiesta confermano che si tratta reologiche, né ci sono attacchi a Paolo è iiducioso che avrà succes
un (fùggitivo)) (/r8l1lrrs). Secon- di una lettera privata. Alcuni fat- eresie nella Chiesa. Ciò nonostan- so neÌlo stimolarc Filemone a <fa
do certe condizioni della legisla- tori, comunque, depongono a la- te, conliene alcune verità impor- rc anche più> di quanlo gli ha
zione romana sulla schiavitù, eÌa vore della sua natura pubblìca: l) tanti che non devono essere pas chiesto (Fm 21).
possibile per uno schiavo cercare la lunghezza supera qùella della sate sotto silenzio. Infine, come scrivcva ìn modo
rrn avvocato o un intercessore che maggior parle delle lettere priva- Primo, essa apre una fineslra appropriato W. Barclay, <abbia
facesse da medialore per riparare te; 2) i saluti sono estesi a più di sulla natura della prigjonja di Pao mo qui una delle grandj avventu-
un torîo fatto al padrone. In que- una persona e, in effetti, inclùdo- lo e sulle relazioni personalì che re dellagrazia della Chiesa primi-
sto caso Onesimo legalmenle si re- no una Chiesa domestica; 3) era l'apostolo aveva con isuoi amici tiva) (Braclay 316). Anchc sc Don
ca nel posto in cui Paolo è prigio- usanza leggere le lettere di Paolo e collaboratori (Fm 23.24; Col sappiamo come si sia conclusa ia
niero per cercare aiuto (Lampe; a lutta la Chiesa durante le cele- 4,12-14), e termina mostrando l'ot- storia, abbiamo buone ragioni per
Bruce 197; Barlchyi redl Schiavo, brazionj cultuali; 4) ì1 linguaggio timismo che Paolo aveva per il suo sospettare che la fidLlcia di Paolo
schiavitu)- legale e tecnico sono caratteristi- rilascio e il desiderio di visitare iL (Fm 2l) in Filemonc sia stata ono-
È ragionevole suggerire lo sce- che più di un docùmeÌlto pubbli- caro amico Filemone. rata e che Orjesimo, prìma schia
nario seguenle? Onesimo avrebbe co che di una lettera privala; 5) la Secondo. la lettera fornisce un vo e ora fratello in Crìsto. abbia
coÌlosciuto Paolo dai coùtatti che lettera possiede tutte le carattcri- piccolo commento sulla schiavitu continuato a servire Paolo.
Filemofle aveva avuto con l'apo- stiche delle lertere pjù lunghe di nel mondo antico. Se Ìetta insie-
stolo (jn visita a Efeso?) e proba- Paolo indirizzate alle Chiese. co- me a Col 3,22-4,1, cominciamo a Verli anche: Colossesi. lettera
bilmente era diverltalo anche suo me l'inclusione di Timoteo come comprender€ come la conversione ai: Pastore. Paolo come: Schiavo,
amico. Qualche serio incjdente do mittente, saluto, ringraziamenLo, alla.fede cristiana abbatteva tuÍe schiavitÌr.
mestico aveva comprornesso le re- corpo e salutj finali; 6) Le designa- le barriere sociali, razziali ed eco-
lazioni tra il padrone e Onesimo, zioùi <collaboratore>> (slnergos), nomiche (Patzia 91-93). Sebbene Brùr L Connentarit Barday w., Zl'?
chc conosceva isuoi diritti civili e <<sorella> (adelphe) e <compagno Paolo non parli direltamenle del- t,ette6 qf Tinoîhf, Tìtus dnr! Phìlenon,
sapeva che Paolo poleva interce- d'atn'iir, (synstatiótes) in Fm 1-2 l'abolizione della schiavitù, que- westmiDster, Pliladclplia l9ó0: Bruce F.
fanno pensare a titoli di Chiesa. F., The Lpistle to th. Colossìant, to Phile
dere per lui. Mentre faceva visita sta lettera è un esempio, tanto mo , and b the Ephelian3, NlCN f. Eerd-
a Paolo e lo assisteva nelle sue ne- Infine non possiamo non perce- quanto ogni altro scritto, della ve- mans, crand Rapids 1984i Gnilka J., rer
cessità quando era agli arresti do pire che la richiesla di Paolo e il rità di Gal 3,28: (Non c'è più giu' Phìlenonbtiel, HTKNT, Hcrdd, Irreiburs
miciliari (Fm 11.13), Onesino di problema delle relazioni sociali deo né greco; non c'è più schiavo
Basel-\lìen 1982i Lohsc E., Lellere dì Co-
hîtp\i ? n Fi!?tnÒn.. Clommentario reoÌo
venùe credente (Fm 10), Paolo, al- coinvolgono tutta la comunità c - né libero; non c'è piu uomo né sjco dcl\uolo llef amenro xl/1, Paìdei!,
lora, scrisse questa <lettera di in- stiana e non solo una singola per- donna, poiché tutli voi siete uno ll.cscìa 1979r \'fa.tìr R. P., ColassiMs aitl
tercessione> confidando che File sona. Lohse, citando Wickert, ia ìn Cristo Gesù). In questa situa- Plilenon. NCB, Eerdnx,rs, Gand Rapids
úone avrebbe pcrdonato l'<oiîe- notare che (nel corpo di Cristo le l98l (rir.)iO'Brien P. T.. Colossians, Phì
zione in cùi padrone, schiavo e /emor. WBC 4,1, \ord, Waco 1982i Pal-
sa>; (adikeó), cancellato ogni de- questioni personali non sono piu apostolo sono tutti parte dell'uni- ?ia A... E?hesin s, Calossians, Philc lalt,
bito k(ti è debitorer, Fn 18.19), private>) (Lohse 187, n.9). (ln ca famiglia di Cristo (Fm 16) si è HendrjcksoD, Pcabody (lVA) l99l: StuhÌ
accettato Oncsimo come (îratel- breve>, conclude Marîin, (questa stabilita ùna nuova relazione e una
úac]trcr P ., Der Èt ieJ ah Ph iàrr or, EKKNT
18, Neukirchener, Ziirich l9rllri Suhl A.,
Ìo nel Signore> (Fm l6) c lasciato corta epjstola non deve essere con- nuova collaborazione. La Chiesa Der Rrielan PhilenÒn, ZBNT ll, Theolo-
Onesino al servizio di Paolo (Fm siderata tanto come una lettera nel srro insieme dev'essere caraL- gischer Verlag, Ziirich l9E). IL Stulit Batt-
21). Non è necessario dedurre da pdvata di Paolo come individuo... chv S. S.. Pfttle/roÌ. Epistle to.ln ABD.
terizzata da virtir quali l'amore, il vol. v. pF. 105 ll0; Chùrch F. F., Rrelo
Fm 18 e 19 che Onesimo avesse ru- ma come una lettera apostolica su perdono, l'ùguaglianza e la fralel- ricdl Sttt.Ìure and Desisn ta Putrl\ Lettet
baro del denaro a Filemone oltre. una questione personaÌett (Martin laùza. Io Phìletnon, it H'I'F 1l (1978) 17 l3j Dcr
forse, a quaÌìlo gli servìva per il 144). ln altre parole, Paolo rife- Terzo, la letteraè un capolavo- rct J. D. Nf., The Functìù1al the Epìsîle
viaggio da PaoLo (cfr. O'Brien risce il suo caso a tutta Ìa Chiesa. to Philetna . \i ZNrl 19 (19E8) 85i Knox
ro di diplomazia paslorale. La ri- J., Philenon, /1nan! the t.ctte6 oJ Pau!,
299-300). È anche possibile che Fi- La natura pubblica della lettera chiesta di Paolo non è accompa Abinedon, New York 1959i Lampe P., dei
lemone avesse prestalo Onesimo a può spiegare anche il suo valore gnata da espressioni di coercizio- ne Sklarc fluchr des Onesitnts.;nZNlt 16
Paolo (una modifica della teoria nella raccolta e nel canone delle (19EJ) 115-137i P.lcrscn N. R., tclò.o!e
ne. La riconciliazione tra Filemo- tìns Paul: Phiktto dhd rhe Soridop a.f
dell'(invio)), cosicché il (debilo) lettere di Paolo (vedi Canone). ne e Onesimo è basata sui princì- Paul\ Natdîite L otld,loúrc$, Philadeì-
si riferìsce al tempo e non al com- pi dell'amore e del perdono cri rhìa l9E5; \hire J., Thc SîruttùdlA ab,s
penso in denaro (Patzia 114). 3. SIGNIFICATO TEOLOGICO
Filippesi, lettera ai 632 633 Filippesi, lcttera ai

is ofPhilemon: A Point o.f Depa urein the te preghiera e il suo affetto per lo- grazìa per la rinnovata generosità ma. îìeri di essere cittadini roma
Fonnal Analsis a.f the Pauline Leîtet, ro, la sua fiducia in Dio nei loro c conclude la lettera con ùna dos- ni (cfr. At 16,21). Due volte in
SBLASP, Scholars, Missoula l911i Winter slrutta
5., Met hodalaEical Obse ttatìans an u Nev
riguardi, dà alcure notizie sulla sologia a Dio, saluli a tutti e una qrìesta breve Iettera Paolo
Intetprctatìon a.f Paul\ Letret to Philenon, sua prigionia e gli inaspertati ef- benedizione (4,1-23). questofìtto: (Soltanto però com-
in USoR 35 (1984) 203 212i wìnter S., fetti positivi che questa ha avuto ponatevi da cìttadjni degni del
Paul's Leîtet to Philemon. in NIS 33 (l9E?) e li informa della probabilità di ve- 2. LA CITTA E I SUOI ABI vangelor (Fjl 1,27), dove il verbo
1 15i Wrjghr N. T., Crrlrtos as <Mesìah,
in Paul: Philenan 6. irîhe CIìnax of the nir liberato dalla prigione e di riu- TANTI Filippi era una città chc usa per (comportalevi), po
Corerdnl, Forress, MinnealoLis 1991, pp. nirsi ancora a loro (Fil 1,3-26). molto antica e con una sua lunga I í t eu es I h e, srgîíîlca lettcralùenle
4l-55. Dai ringraziamenti l'apostolo storia quando Paolo vi arrivò e <c,ivere da cittadino, \'ivere comc
passa a esortare i Fìlippesi a vive- piu tardi scrisse la sua lettera ai persona ljbera), e anche (Paúe
A. Patzìa cristiani di quella comùnità. Era cipare al governo>. Scegliendo
re in un rnodo degno del vangelo
di Cristo: in arrnonia gli uni con stata cost rila da Filippo di Ma- questo termine, Paolo sembra far
FILIPPESI, LETTERA AI gli altri, Ìottando per la fede del cedonia nel 358-357 a.C. accanto appello al loro orgoglio dì essere
vangelo, senza timore degli avver- a un'antica città della Tracia situa- cilladini romani. ed estendere ora
sari del vangelo, ben disposti a ta a otto miglia dal mare, in una quest'idea alla Chiesa, la nuova
SorvMARro L Contenuto; 2. La citlà c i
suoi abilanti; 3. La Chiela e il suo apo soflrire per esso, zelanti nell'imi- regione fertile e ricca di sorgenti; comunità alla quale apparLengo-
sLolo; 4. Alcùne questionj critich€i:1.1 tare Cristo Gesu. nel cercare il be- egli ìa fortiiicò e le diede iL pro- no e dclla quale devono essere
Autenticìrà; 4.2 Unirà; 4.3 Luogo e da, ne degli altri con umìltà, adem- prio nome. Piu tardi Filippi diven- <<cjttadini)) responsabili, osservan-
tai4.3.l Luogo;4.l.2Datai4.4Opposi' ne parte dell'impero romano e Llna do la sua legge deÌl'amore. L'al
torì; :1.5 L'inno a Crìstoi 5. Temi teolo-
piendo i propri compiti senza mor-
sici. morazioni o lamentele e conser- delle stazioni hrngo la strada prin- tra affermazione di Paolo si lro-
vandosi puri e santi, irreprensibi- cipale che collegava Roma con va in Fil 3,20: <La nostra.patria
Filippesi è una lettera che 1'apo- li figli di Dìo (Fil 1,27-2,18), 1'Oriente. Distrutta dalle guerre, Q)olíteuna\ invece ò nei cielì...>.
stolo Paolo scrisse alla Chiesa del- Paolo manifesta il desiderio di fu ricostruita daLl'imperatore Ot- Anche qui la scelta deÌla parola
la città di Filippi in Macedonia, la inviare loro Timoteo, appena sa- taviano, che la costìtuì come politeumq rìchiana qucllo che
p ma Chiesa da lui fondata in Eu- rà in grado di farlo, e la sua in- avamposto militare, la popolò con aveva dctto in 1,27 e suggerisce
ropa. È la più personale di tutte tenzione di rimandare loro Epa- veterani delle sue guerre, ne fece che ancora una volta faccia rife-
le lettere. Anche se non è un trat ftodito, uno di loro, che essi ave- una colonia romalla e le diede lo rimento allo statuto civile di Filip-
tato teologico, Filippesi ha molto vano invialo a lui: un uomo che ius itolicum, il priviÌegio piir alto pi comc colonia romana, e ricot
da dire su Dio e sul suo modo di aveva schiato la vita per potare che un nunicipio di provincia po- di ai Filippesj che essi apparîengo-
comportarsi con gli uomini, su all'apostolo i loro doni (2,19-3,1), tesse ottenere (redi Sistema lega- no a una comunità piu aLta, piir
Cristo Gesu e sui cristiani e su co- A questo punto, la lettera cam- le romano). Di conseguenza, co- importantc e piir durarura. Perciò
me essi devono vivere in questo bia tono. Inizia un violento attac- me i cittadiúi di Roma, i cilladini la scelta di FiÌippi come luogo di
mondo. I termini (sorvegliantì)) co diPaolo conrro coloro che vo- di Filippi potevano comprare e Lancio del vangelo in Europa era
((vescovi)), CEI) e <diaconi) (l,l) gliono insidiare i Filippesi, perso- vendere proprietà, erano eseDti da conformc alla stralegia missiona-
ricorrono qui per l'unica volîa nel- ne che sono <nemici della croce di imposte îondiarie e dalla capita- ria di Paolo di scegliere imporlanlì
lc lettere di Paolo, ma senza alcu- Cristo). L'apostolo respinge qual- zione, e godevano della prolezio- e famose città e località strategi-
na esplicitazjone sù che cosa que- siasi influenza questi possano aver ne della legge romana. Fu così che come centri idealì dai quali la
ste persone îacessero o su che ti avuto con un'afîermazione della che, qùando Paolo fece il suo pri- buona rlovella del vangelo si sa-
po di autorità esercitassero all'in- propria aùtorità basata non su mo viaggio in Europa, intenzio- rebbe potuta propagare.
terno della Chiesa. uno.t/a/ s, ma sul sacrificio, pren- nalmelìte lasciò la città portuale di
dendo come suo modello il Cristo Neapoli per cominciare La sua pre- 3. LA CHIESA E IL SUO APO-
l. CONTENUTO La lettera dell'inno a Cristo (cfr. 3,.1- I 1 con dicazione del vangelo nella picco- STOLO Paolo venne a Filippi
la ma più importante città di Fi- jn seguito a una visione che aveva
inizia con un saluto che è al rem 2,6-ll); non sui propri meriti, ma
po stesso simile (per esempio, (A sugli straordìnari meriti di Cristo lippi del primo distretto della Ma- avuto a TÌoade. Vide <un mace
a B, salutel>) e diverso (per esem- Gesit (3,2-21). cedonìa (At 16,12). done, che gli diceva: (Passa in
pio, <da Dìo, Padre nostro, e dal Paolo conclude con un appello Filippi era abitata prevalente- Macedonia e aiutaci). Subito do-
Signore Gesu Cristo)) dalle letle- all'unìtà nella Chjesa, specialmen- menîe da Romani. ma tra i suoi po la visione Paolo e i suoi accom-
re che erano tipiche delle îormc te tra i suoi capi; dà il suo consi- abitanti vi eiano anche molti ma- pagnatori, desumcndo che Dio li
epistoÌari del primo secolo (Fil glio su come i cristiani devono sen- ccdoni, greci e alcuni ebrei. I suoi aveva chiamati a predicare ilvan_
1,1-2) (fedl Lettere, forme episto- tìre, pensare e agire; solleva i Fi- abitanti erano lieri della loro cit- gclo in Macedonia, abbandonano
lari). lippesi da ognj possibile senso di tà, lìeri del loro lcgame con Ro- andare in Biti
i loro tentativi di
Paolo poi ringrazia Dio per i Fi- colpa per quelle volte che non han- rna, fieri di osservare le usanze ro- nia e decidono invccc di recarsi Ìì
lippesi, ricorda loro la sua costan no potuto mandargLi aiuto, li rin- mane e obbedire alla legge di Ro (At 16,9-10). Secondo il racconlo
Filippesi. Ìettera ai ol4 ótì 5 Filippesi, lettera ai
degliAni, primo convertìro al Cri- la voce. C'erano evidentemente di- rìutore di qÌresla lettcra e del suo Paolol Nel Il sec. d.C. Policarpo,
stianesimo a Filippi fÌr una don- visioni tra grùppi 2,2), con
(1,2'1a contcnuto. Il tono della lettera è vescovo di Smirne. scriveva alla
na, Lidia. Sebbene fosse pagana, persone egoiste, presuntuose, che rroppo personale perché sia diver- Chiesa di Filippi menzionando che
era nondimeno una timorata di pensavano solo al proprio interes- \amenle. Ad esen-rpio, già I'uso da Paolo aveva mandato loro delle
Dio che era stata attratta dai no- se (2,3-4). C'era chi mormorava e parte di Paolo dcL pronomc per- <leltere) (Policarpo, Phil. 3,2).
bili ideali della religione ebraica criticava (2,14) e chi semplicemen- \onale sìngolare <io>, <mc>, Questa osservazione di Policarpo,
(At 16,14). Quando senrì paolo te non andava d'accordo con sli (mior che ricorre 51 volle in rrniîa alìe csrarlerisriche deìla sÌes
predicare il vangelo e, come dice altri (4,2), e rutto questo all,intJr- na lettcra così breve depoùe sa lettera clìe elenchiamo di segui
Luca, Dio aprì il suo cuore, cre- no della Chiesa. In modo garba- a fàvore di ciò. lnollre il nome di to, sono pcr molti suîîicicnti ra-
dette in cesù Crìsto e fù battez- to, mettendo davanti a loro l,e- Timotco riappare solo in 2,19 e gioni per considerare quesLa sin
zata insieme alla sua famiglia (At sempio di Crìsto, paolo li richia- t)er nulla, cone invece ci si potreb- goÌa leltera in reallà la fusione di
16,14-15). Quesre persone diven- ma amabilmente all'armonia e alla be aspettare, nei saluti finali. ln due o piir lettele: l) la tranqujlla,
tarono il nucleo della Chiesa di Fi- mutua preoccupazjone gli uni per etlettì, quindi, è Paolo soltanto ordinaria preparazione per la con
lippi, e mentre si incontravano a sli altri. che rìvendica il diritlo di essere cÌusione della lettera in Fil 3,1; 2)
casa di Lidia mostrarono grande Non si conosce molto di piil cir- l'aLrtore di Filippesi. il radicale carnbiamelto di tono ri-
cordialità nella loro ospiralirà ver- ca la composizione della Chiesa di Storicamente la Chiesa ha ac spetto al resto delÌa leltera che ini-
so Paolo e i suoi compagnì, con- Filippi, ma nomi come Epafrodi- cettato questa rivendicazione sen- zia in Fil 3,2 îino a 4,3 incluso; 3)
vincendoli ad andare ad abitate to, Evodia. Sintiche e Clemente za probÌemi; Polìcarpo di Smirne, L'osservazione clle Fil 3.1 si armo
con loro (At 16,15). tutti menzionati da Paolo come Ireneo, Clemente Alessandrino, nizza benc proprio con,1,4; ,tr) il
Gli unici altri Filippesi conver- suoi membri (Fil 2,25i 4,2-3) 'Iertulliarìo e altri non solo citano
titi menzionati negli Atti erano il - in- fatto che Paolo aspetti la fine de1la
dicano che questa prima Chiesa la lettera, ma la atlribuiscollo uni- Lcttcra pcr rìngraziare j Filippesi
soldato romano, che faceva da cristiana in teua europea era co- camente a Paolo (vedi Paolo ncl- per la loro generosilà \'erso di 1ìrì.
guardia alla prigìone dove era sta- stituita in larga misÌrra da Greci. ìa tradizionc della Chiesa primiri Le ragioni pcr considcrare FiLip-
to rinchiuso Paolo, e la sua fami- Inoltre si può desumere con sicu- va). Ncl XIX sec., però, alcùni pesi una lettera composita sono
glia (At 16,30-33). Però le circo- rezza che fin dal suo inizio le dol1- sludiosi cominciarono a metterc in forti, così come lo sono quelle
stanze straordinarie in cui il car, ne giocarono un ruolo importan- dubbio che Paolo avesse scritto Fi contrarìe: l) il fatto che in Filip-
ceriere divenne cristiano suscitaro- te in questa Chiesa. anche come lippcsi. ll piir articolaro di qùestì pesi cì sia una sconnessione e che
no in lui un taÌe affetto per Paolo guide. Non solo prjmo convertito studiosi era W. C. Baw (Paul, lhe Paolo si interrompa in Fil 3,2 non
e Sila che lavò loro le pìaghe, li fu una donna, ricca e influente (At Apostle el.Iesus Chrisr). Le ricer' dcvc sorprendere in una lettera
portò a casa sua e preparò il cibo 16,14), ma è possibile che tutte le che storiche portarono quesLo stu- personale, lamìliare, îorse non
sulla mensa perché mangiasseto. altre donne che si riunivano con dioso alÌa conclusione che Paolo, scrilta o detLala LuLta in ùna vol-
La reazione di queste due per- Lidia lungo il fiume anche prima delle lettere che portano il suo no- ta, di una persona abituata a brlr-
sone, una donna ricca e distinta e che Paolo arrivasse a Filippi (At me, scrisse solo Romani, I 2 Co schi cambiamenti di stiLe senza
un soldato romano, e di quelli che 16,13) sj siano convertite anch,esse rinzi e CaLati. Nonostante la gran- preavviso (clr. Rm 16,16-19; lTs
vivevano con loro, fornisce il to- alla iède in cesù Crìsto sul suo de lorza ed erudizione con cui 2,13-16);2) non ci sono mano-
no delle relazioni che si sarebbe- esempio e sulla sua testirnonìan- llaur preseùtava le proprie argo- scritti grcci, per quanto indietro si
ro instaurare tra la Chiesa di Fi za. E un latto deglo di nota che rnentazioni, le sue conclusioni non vacla, né c'è aLcun padre della
lippi e Paolo. È ovvio da questa dei quattro Filippesi menzionati IìLrono conlincentì, né riscossero Chiesa primitiva che diano la piu
breve lettera, senza dubbio ìtna per nome in questa lettera, due ún vasto conscnso. Alla fine cad piccola indicazione che Filippesi
delle diverse che l'apostolo scrìs siano donne e vengano designate dero in disuso e scomparvero del abbia mai avuio una lorma diver-
se ai Filippesi (cfr. Policarpo, da Paolo come persone che han- rutto. Di tanto in tanto, pcrò, al- sa da quella che abbiamo oggi; 3)
Pill. 3,2), che Don solo egli nutrì- no collaborato slreDùan]enîe con rrì srìrdìosi hanno cercaio dì riaf- è difficile isolarc una parte della
va un pì-oîondo atlelto per i Fi- lui nella proclamazione del vanse- lermare le sue tesì, ma con scarso lettera da un'altra, perché gli stessi
lippesi, ma anche questi per Ìui 10 (Fjl 4,3; vedi Uomo e donnà). o ncssun successo. si può perciò terminj, lc sresse radici e gli stessi
(cfr. Fìl 1,7; 4,16). Quando si ri- dire con sicurezza che la grande motivì pervadono tutte ìe presun-
volge ad essi non lo la cone (l'a- 4. ALCUNE QUESTIONI CRI- rnaggioranza degli studiosi del NT te parti. lnoltre, lo sviluppo del-
postolo Paolo), ma solo come TICHE 4.l Autenticità
(servo di Cristo Gesù); non ave- - Seb- \ono oggi cerli che Paolo îu 1'au- l'argomentazione di Paolo in una
bene la Iettera ai Filippesi si apra rore di Filippesi e che il problema parle delÌa lertera dipende spesso
va bisogno dì convincerli della sua con le parole ((Da) Paolo e Timo- clell'autenticità della lettera ha so- da ciò che ha detto in un'altra par-
autorità. Questo non vuole dire teo) (Fil 1,1) è chiaro che, qualun- ìo un'importanza storica. te (clÌ. specialmentc Fil 2,6-ll con
però che in questa Chiesa non ci que sia stata la ragione per cui il 4.2 Unilà Filippesi è ùna let- 3,1-11 e con 3,20 21i clr. Hooler
fossero fatti che raftdstavano nome di Timoteo sia legato a qÌlel- rcra sìngola o i1 rìsultato della fù 331 333); 4) sc Fil 3,1 e 4,4 si ar-
Paolo e conlro i quali egìi aÌzava lo dell'apostolo, è Paolo Ì,unico sione di diverse Ìettere scritte da rnonizzano bene, tanto che il cap.
Filippesi, lett€ra ai 636 6i7 Filippesi, lettera ai
3 dev'essere consìderaÌo una let- lo erano stati compiuti da perso- ìn Occidente, in particolarc in ne di grande importaua per Paolo
tera separata, è difficile spiegare ne diverse nell'arco di tempo del- Spagna (Rrn 15,24-28); 4) alcuni durante la sùa permanenza a E1è-
perché qualsiasi scriba avveduto la sua prigionia. harÌno desunto da Fil 1,30 e so - ed è inconcepibile per I'apo-
che avesse voluto unificare le va- 4.3.1.1 Roma - Come ipoteti- 4,15-16 (cfr. anche 2,12.22) che stolo accettare dei donì per sé da
rie lettere l'avrebbe coÌlocata in co luogo dal quale Paolo scrisse la Paolo affermi qui di non esserc - parte della Chjcsa di Filippi du
questo punto, dove apparente- lettera, Roma non solo si accor- tornato a Filippi da quando lui e ranle questo periodo di raccolla
mente rompe l'uni1à dell'insieme. da con la maggior parte di questi Timoteo avevano lbndato quella per la Chiesa di Gerusalemne (FiÌ
Lo stesso vale per la cosiddetta Ìet- cdte , ma è anche l'ipotesi più an- Chiesa: un'alfelmazione che non 2,25i 1,lc)-20);3) la Chiesa della
tera di ringraziamento (Fi1 tica e sostenuta pir) a lungo, risa- avrcbbe potuto lare se stava sc città dalla quale Paolo scriveva era
4,10-20). Perché uno scriba intel- lente già al II sec. d.C. e ai prolo- vendo da Roma, dal momento che una Chiesa divisa - clivisa su di
ligente, volendo unire insi€me le ghi marcioniti. Paolo fu prigionìe- era stato a Fjlippi due volte tra la lui (Fil 1,15-17) , un latto che
lettere ai Filippesi in una singola ro a Roma, agli arresti domicilia- fondazione della Chiesa di questa non si accorda alfatto con ìl qua-
lettera, avrebbe collocato questa , per almeno due anni (At 28,30). cjttà (At l6) e il suo viaggio a Ro- dro della Chiesa di Efèso (At l9;
palticolare (lettera> alla fine, in- Aveva lì dei soldati di guardia (At ma (At 20,1-6). 20,17 3l); 4) Paolo parla piutto
vece che all'inizio? 28,16), ma godeva di un certo gra- 4.3.1.2 Eîeso La ricerca mo sto aspramente dei cristiani che
Non ci sono perciò ragioni co- do di liberrà dj ricevere ospiti e do- derrìa ha suggerito Efeso come stanno intoÌno a lùi, îatta eccezio-
srringenti per dubitare che Filip- ni e di scrivere e mandare lettere luogo di composizione della lette- ne di Timoteo (Fil 2,19-21), un
pesi venga originalmente da Pao- (At 28,17.30); lì era libero di pre- ra, adducendo a sostegno di que- fatto strano se si considera che i
lo come singola lettera e Don co- dicare il vangelo (At 28,31); lì sa- sr'ipotesi le ragioni segùentir l) il sùoi migliorì amici, Priscilla e
me lettere diverse messe insieme rebbe comparso davanti a Cesare rilerimento al pretorio può indi- ,Aquila, sitrovavano a Efeso quan-
posterìormente da un anonimo re- e lì si sarebbe definitivamente de- care la residenza dj qualsiasi pro- do egli era lì (At 18,2.18.24-26;
dattore. FiUppesi dev'essere quin- ciso il suo destino. Lì c'era il pre- curatore di provincia, a Eleso o al- lCor 16,19).
di considerata dagli interpreti co- torio (Fil l,13) e <que11i della ca- trove (cfr, Mt 27,27; Cìv 211,28.33); 4.3.1.3 Corinto Dìversi elc-
me un insieme uniaario. sa di Cesare) (Fi14,22), chc com- 2) Timoteo era con PaoÌo a Efeso menti suggeriscono la possibililà
4.3 Lùogo e data I1 luogo e prendevano la guardia imperiale, (At 19,22; Fil 1,1)i 3) la distaùza di Corinto come lùogo in cÌri fu
il tempo in cui Paolo scdsse la let- gli schiavi e le persone libere alle tra Efeso e Filippi è minima in scritta Filippesi: l) Corinto era
tera di Filippesi sono qìJestioni im- dipendenze dell'imperatore. Lì confronto a quella lra Roma e Fi- geograiìcamcnte piir vicina a fi-
portanti che hanno la loro inciden- c'era una Chiesa sulficienfemen- lippi, cd elimina il problema del lippi, piir vicina della stessa tstè-
za nell'interpretazione del testo, in te nùmerosa non tutta iedele a tempo richicsto dai vari viaggi tra so; 2) a Corjnto c'era un procon-
partìcolare sùi problemi delL'iden- Paolo, non esscndo stata fondata Filippi e il luogo della prigionia di sole (At 18,12) e di consegucnza
tità degli oppositori di Paolo e la da lui, che poteva presentare quel- Paolo; 4) mentre Paolo era a Efe un prctorio e una (casa di Cesa-
natùra della loro opposizione. le divisioni in varie fazioni alle so era continuata una grande at- re>; 3) Paolo scrissc evidenLemen-
4.3.1 Luogo - Prima di poter quali fa riferinento PaoLo neLla tività evangelica nelÌa città e din- te Filìppesi prima della sua pole-
determinare la provenieùza di Fi- sua letlera (clr. Fil I,14-17). rorni (Ar 19,10.25-26; clr. Fil mica con ì giudeo-crisllani che era-
lippesi, bisogna tenel presente vari Tuttavia f identificazione di Ro- I,l2-14), come pure la polemica sì-l no venuli da Gerusalcmme da par-
fattori: l) Paolo era in prigione ma come il luogo in cui Paolo Paolo e il suo insegnamento (At 1e di Giacomo (cîr. GaL 2,12), per-
quando scriveva (Fil l,'7,13,l'7); 2) scrisse Filippesi non è senza pro- 19,2 9; cli. Fil 1,15); 5) Paolo par- ché non c'è menzione in questa let-
stava per subire un processo che blemi: l) la distanza tra Roma e la del suo essere imprigjonato in tera del suo apostolato; perciò lu
poteva concludersi con la condan- Filippi rende difficile, sostengono varie occasioni (2cor 11,23). Dì scritta probabìlnrenle plima di I
na a morte (1.19-20;2,17) o con alcuni. far rientrare iÌ numero di conseguenza, il fatto che Atti non Corinzi (una lettera che Paolo
ilproscioglimento (1 ,25 ,2,24); 3) viaggi tra queste due città nel tcm- menzioni che era stato messo in scrisse da Efeso), menlre era an-
dov'era trattenuto c'era un preto po della durata della prigionia di prigione non è necessarìamente un cora a Corinto; ,1) la forte oppo-
rio (1,13), come pùre per sone ap- Paolo; 2) nel racconto degli Atti argomenlo contro la possibiÌità sizione che Paolo incontrò a Co-
partenenli alÌa casa dì Cesare non c'è alcuna indicazione che Ti- che fosse elfettivamente imprigio- rinlo, persino con pericolo dì mor-
(4,22);4) Timoteo era con Paolo moteo fosse a Roma con Paolo, nato lì (cfr. lCor 15,32; 2cor 1,8). te, € la visione nottuÌna di inco-
(1,1; 2,19 23); 5) intorno a lui con- mentre FiÌ 1,1 dice chiaramente L'ipotesi clesina, pur ìncon- raggìamento che egli ebbe al ri-
tinuava un'estesa ed effettiva at- che Timoteo era con lui dovunque lrando ùn crescente consenso. non guardo (At 18,10), parallela a
tivìtà evangelica (1,14-17); 6) Pao egli abbia scritto questa lettera; 3) è priva di serie obiezionì: l) si ba- quella che ebbe nrentre era in pri-
lo progettàva di visilare Filìppi f intenzione di Paolo cra di visitare sa principalmente sù una deduzio- gione a Gerusalcmme (At 23,1l),
una volta prosciolto (2,21):'7) cet- Filippi una volta ljbero (Fil 2,24), ùe dai testì appena citati; 2) nulla permette di dedurte che i ncmici
tamente diversi viaggi probabil menhe il sùo progetto preceden- viene dctto iù FiÌippesi della <coÌ di Paolo lo avevano îatto arresta-
mente îino a qùattro lra Filip- temente affermato era di lasciarc letta> per ì povcri di Gerusaleln- re, mettere jn prigione e minaccia-
pÌ e illuogo della prjgione di Pao I'Orìente e dedicarsi alla missìone me senza dubbio una questio- ro di morte- NIa. conlorlalo da
filippesi, l€ttera ai 638 639 Filippesi, leltera ai

questo invito notturno al corag- Rm l,l3-15; 15,23-29). Anche su Su questo probl€ma del luogo opponevano a Paolo, il quale so-
gio, egli poteva essere fiducioso questo pulto c'è una stretta cor- in cui Paolo scrisse Filippesi non steneva tenacemenle la necessità
del rilascio e rassicurare per que- relazione tra le afîermazioni di F! tutti gli interrogativi possono ot- della fede in Cristo ma rifiutava
sto i Filippesi (Fil 1,25;2,24). lippesi e quelle degli Atti (19,21; tenere una sposta, e in effetti non la necessità dell'osservanza della
Le obiezioni a questa ipotesi so- 23,1l). Il progetto di Paolo di di- è possibile arrivare a un'identifi- Legge.
cazione di assoluta certezza.
-frf- C'era però anche un secondo
no simili a quelle avanzate contro rigersi verso Occidente occupava
I'ipotesi efesina; 1) I'ipotesi è ba- gran parte dei suoi pensied, per- tavia, nell'interesse di cercare di gruppo di oppositori, persone
sata tutta su congetture, e 2) le ché credeva che il suo lavoro in comprendere questa letiera, e in molto diverse da quelle del grup-
aspre osservazioni di Paolo su Oriente fosse ormai concluso (Rm particolare nel cercare di identiîi po menziolato sopra. costoro
quelli che stanno intorno a lui (Fil 15,20.23-24). Ritenere che poi care gli oppositori che vi vengono avevano minacciato i Filippesi, li
2,19-21) non si spiegano se si pen- avesse cambiato idea e che proget- menzionati, si può sosten€re che avevano spaventati con le loro mi-
sa che Priscilla e Aquila erano tasse di tornare in Oriente da Ro- Cesarea è giustificata alla pari, o nacce e avevano cercalo di mina-
ugualmente con I'apostolo quando ma sarebbe un'ipoîesi imbaraz- forse meglio, di ogni altra teo a re la solidità della loro lede nel
si trovava a Corinto (At 18,1-2.18). zante e senza fondamento nei fat- sulla provenienza della lettera. vargelo (Fil 1,27-29). Molto vero-
4.3.1.4 Cesarea -
Un'altra ipo- ti. Non è affatto strano pensare, 4.3.2 Data Se Paolo scrisse similmente questo gruppo era lo
tesi sul luogo di provenienza di Fi- invece, che Paolo volesse tornare Ia lettera ai Filippesi da Roma, la stesso di quelli che Paolo chiame-
lippesi -quella di Cesarea -
seb- a Filippi nel suo viaggio da Cesa- scrisse nei primi anni sessanta, tra rà <cani>, (<caîtivj operai), (che
bene tardiva nella sua formulazio- rea verso Occidente, per visitare i il60 e il 63 d.C.; se da Efeso, tra praticano la mutilazione) (Fil
ne, è pienamente giustificata e si suoi leali e generosì amici. il 54 e il 57 d.C.; se da Corinto, 3,2), (nemici della croce di Cri-
atmor,izza con la maggior parte Le obiezioni mosse contro Ce- intorno al 50 d.C. Se invece scris- sto> (Fil3,18), persone <la cui fi-
dei fatti essenziali: l) Luca dice sarea non sono sufficienti per far se la lettera da Cesarea, la scrisse ne sarà la perdizione) (Fil 3,l9).
esplicitamente che Paolo fu impd- scartare l'ipotesi che iosse questo tra il il 60 d.C.
58 e È difficile identiiicarli come giu-
gionato a Cesarea nel pretorio di il luogo dal quale Paolo scrisse ai 4.4Oppositori - GIi oppositori daizzanti, cioè giudeo-.Trsliarl,
Erode (At 23,35), Ìa residenza del Filippesi: l'obiezione che la di-
1) menzionati in Filippesi non pos- quanto piultosto come Giùdei, in
procuratore romano (vedi Sistemi stanza tra Cesarea e Filippi è trop- sono essere compresi come un sin- partìcolare missionari giudei, che
politici) e quartier generale della po grande per il numero di comu- golo grlppo di persone, bensì co- in modo aggressivo facevano pres-
guarnigione romana in Palestina; nicazioni da una parte all'altra è me diversi. Un gruppo si oppone- sione sui convertili di Filippi, per
2) la prigionia di Paolo a Cesarea in parte annullata dalla lunghez- va allo stesso Paolo, e sebbene i sino con la fo.za. Essi predicava-
fu alquanto lùnga (At24,27), dal]'- za della permanenza di Paolo nella suoi esponenti predicassero Cri- no che la giustificazione e la per-
do così il tempo per diversi viaggi prigione di Cesarea, perciò si è sto. 1o facevano allo scopo di ac- fezione erano già raggiunti ((orat
da Cesarea a Filippi; 3) sebbene forse dato troppo peso a questo crescere Ie sofferenze dell'apostolo (cfr. Fil 3,12-15) con la sottomis-
Paolo fosse tenuto in custodia, go- problema della distanza quando si che era in prigione. Si trattava di sione alla circoncisione e attenen-
deva nondimeno di una notevole considera o Roma o Cesarea; 2) cristiani, prescindendo dal loro at- dosi a deteiminate leggi rituali (Fil
libertà con l'opportunità di esse- nemmeno l'obiezione che Paolo, teggiamento ostile, perché Paolo 3,19); ùn messaggio che oÎlÌiva vi-
re aiutato dagli amici (At 24,23; dovunque egli fosse quando scri- li chiama <fratelli> (Fil 1,14-15). sibili e tangibili segni del favore di
cfr. Fil 2,25-30: 4,10-20)t 4) Fil 1,7 veva Filippesi, si trovava di fron- È possibile che questi cristiani Dio nel presente, non nel mondo
implica che a Paolo già era stata te a una possibilità molto reale avessero una teologia dell'(<ùomo futuro e invisibile. Le parole ec-
concessa un'udienza e che aveva di morte, è valida nel caso di Ce- divino)) che faceva considerare lo- cessivamente aspre di Paolo in Fil
difeso se stesso e il vangelo, men- sarea (cfr. Al 21,31.36; 22,22; ro elementi come umiltà, mitezza, 3.2 riflettono forse la sua stessa
tre Fil 1,6 indica che ancora si tro- 23,30). È vero che come cittadino prigionia e sofferenza cose che frustrazione per la fanatica e in-
va in prigione, nonostante la sua romano I'apostolo aveva il dirit- Paolo difendeva o stava spe men- nessibile opposizione che incon-
diîesa. Qùesto si armonizza con to di appellarsi a Cesare, ma se i -
tando una prova che egli non trava da parte dei Giudei sia a Ge-
gli eventi che ebbero luogo a Ce- Giùdei avessero potuto provare sapesse nulla del Potere glorioso rusalemme che a Cesarea (At
sarea (Af 24,1-2'7), mentre il rac- che aveva violato il loro tempio in- di Cristo, e che quindi non era un 2,31 -26,32. cfr. 28, 19).
troducendo un pagano nella par- candidato degno per una guida ,1.5 L'inno a Cristo Fil 2,6-ll
conto di Paolo a Roma si conclu-
de con la descrizione di lui come te proibita ai Gentili, profanando cristiana che potesse essere imita- è iÌ primo esempio di un altico in-
prigioniero, senza nessun accen- così il loro lùogo sacro, allora an- ta. O è possibile che fossero giu- no cdstiano. Ma chi lo compose
no a una sua qualche difesa (At che come cittadino romano sareb- daizzanti, che insegnavano non e quale fu la fonte delle idee
28,16-31)i 5) quando Paolo scris- be stato, per la legge ebraica, pas- solo la necessità delìa fede in Cd- espresse in esso? Molti studiosi ri-
se ai Filippesi era fiducioso che sa- sibile di morte per mano dei Giu- sto, ma anche la necessità dell'os- tengono che I'autore losse Paolo
rebbe stato liberato (1,24-26) e dei (cft. At 25,11; cfr. anche Ciu- servanza della legge giudaica, in- (Martin 1960) ed è questa anche
avrebbe fatto loro visita nel suo seppe Flavio, Bell 5.193-194i Ant. cluse la circoncisione e le regole sui I'opinione iradizionale. 11 modo in
viaggio verso Occidente (2,24; cît, 15.4r1). cibi e le bevande, e che perciò si cui questa sezione combacia cosi
Filippesi, lettera ai 640 6,11 Filippesi, letfera ai
perfettamente con I'argomenta- to qùesti studiosi. Nella tradizio- scelte e con ii suo comportamcn- slo così da essere complesa corret-
zione di Paolo nel cap. 2 e con tut ne evangelica (Cv 13,3,17) viene to chc la vera natura di Dio rion iamenTe. ha influenzalo il modo
lo il tenore della lettera non por- riportato un episodio della vita di è caratterìzzata dall'aîferrale o di pensare sja di coloro che sostcn-
ta subito a pensare a ùn autor€ di- Cristo che fornisce un modello dalÌ'ollenere, ma piultoslo dal gono la sovranirà di Dio che di co-
verso. Alcuni studiosi, però, han- quasi perfetto per il movimento condivÌdere, dal donare generosa- loro che si fanno paladinidella li-
no visto nell'inno carattcristiche di dcll'inno a Cristo in Fil 2. Sia il mente e dal darc se stesso Per gÌi bera volontà degli esseri umani.
stile, vocabolario e dottrina che qùarto evangelista che Paolo co- altri allo scopo di arricchìrli. Nel coÌltesro dì Fìl 2 Paolo non
suggelisconO un autore diverso da minciaío in modo sinile; Giovan- Che Paolo abbia composto e usa la parola salveza in riferimen-
Paolo. Ma che sia opera di Paolo ni inizia iì suo racconto dicendo meno quest'iùno, esso era indub to alla salvezza escalologica, la
o di qualche altro autore cristia- che Gesù lavò i piedideì suoi di- bjamente parte intcgraDte della let- salvezza della propria anima, ma
no fa poca differenza, dal mo, scepoli (il lavoro di uno schia- tera, non un'interpolazione suc- piuÍosLo alla sdlrte dclla comuni
mento che si accorda con l'inten- volservo) perché sapeva che il Pa- ccssiva, perché con csso Paolo dà tà cristìana di Filjppi. Lacerali da
to di Paolo in questo punto, si ar- dre gÌi aveva dato tutto nelle ma- aì Filippesi le basi della slra jstan- presunzione, orgoglio ed egoismo
monizza con il suo pensiero quan- ni e che egli stesso era venuto da za ctica. Li prega dì vivere umil (Fil 2,3-4), i Filippesi seotono irl
do scrive ai Filippesi ed è incorpo- Dio e a Dio ritornava (Gv 13,3; ù1ente, generosameùte, disinteres- queste parole I'esortazjone dell'a
rato senz'alcuna riselva nella sua cfr. Hawthorne 1983, 18-79), sati, prcnrurosi per il bene dcgli al postolo a segujre L'esempio dì Cri
lettera, L'inno di Filippesi inizia con I'af- trj (Fil 2,1-5), perché questo era sto (Fil 2,5 11), a umìliare se stes-
Gli studiosi hanno cercato in fermazione <<che Gesu, pur essen- l'attegSiaùeùto che aveva Cristo si e ad assur'ùere il ruolo del ser
molte direzioni la fonte delle idee do in forma di Dio e non appro- Cesù e che guidò tutto iLsuo com- vo, ad operare docilmente nel pro
coùtenute in quest'inno. Alcuni fittando del suo essere uguale a portamento, un attcggiamento che curare saÌùte (cìoè (salvezza))) al-
hanno suggerito lo sfondo del mi- Dio, assunse la forma di uno dev'cssere imitato da tutti coloro la loro Chiesa e impegnarsi in que-
to gnostico del (redentore- schiavo e compì il lavoro di un ser- che portano il suo noùre. sto compito lillo a cbe sia compiu
redento)), che descrive la discesa vo (Fil 2,6-8). Tutto I'inno conser- L'ìnno a Cristo non è I'unico to. Se fanno ciò, scopriranno che
in qnesto mondo di una (persona- va il motivo della discesa-ascesa Iattore che ha contribuito all'in- non fanno altro cl]e cooperare con
luce>, che viene a portare la co- che è importante nel racconto îlucnza di Filippesì. ln questa let Dio, che è già operante in mczzo
noscelza ai figli della luce, appa- evangelico (Gv l3,3- 17)> (Haw- tera si trova anche la massima di a Loro, dando loro questi desideri
re in forma umana e sopporta la thorne 198?, 65). vila di Paolo, che poi è diventata e l'energia pcr conpierli.
miseria, il dolore e la sofferenza anchc la massima di vita per mol ln tufte le leltere dì Paolo, for-
come gli altri uomini, iinché lascia 5. TEMI TEOLOGICI Per i ti cristianir (Per me il vivere è Cri- se la più importante aflèrmazio-
questo mondo e ritorna a quello suoi temi teologici l'influenza del- sto e il morire un guadagno) (Fil ne che abbia a che vedere con la
della Ìuce (Bultmanî 165, 174). la iettera ai Filippesi sulla Chiesa 1,21). Queste due affermazionj, dottrina della santificazione si tro-
Altri hanno pensato al tema di sembra non essere in proporzione unite a quella che segue, cioè <es va in Fil 3,8-16. La santità dcscrit
Adamo dell'Antìco Testamento con la sua estensione. Forse que- scrc sciolto dal corpo per essere ta qui è uùa comprensione sempre
(ì,edi Adamo e Cristo). Sia Ada- sto è in gran parte dovuto al su- con Cristo sarebbe assai meglio clescenle del sùblime valore dì Ge-
mo che Cristo erano esseri umani blime inno a Cristo (Fil 2,6-l l), ùn Iche vivere])), hanno avuto gran sù Cristo da parte deì cristiani, con
fatti a immagine di Dio (Cn 1,26; inno che riassume con eleganza de rilievo teologico. Suggeriscono nicnte al mondo che la possa di
Fil 2,6, essendo <<immagine> e f insegnamento di Paolo sulla per- che ìa condizionc dci cristiani che struqgere o sminuire. A sua volta
(forma) considerate come sinoni- sona di Gesu Crtsto e sulla natu- muoìono ncl Signore è quella di è anche una comprensione dei cri-
mi), ma mentre Adamo disobbe- ru di Dio (vedi Crìstologia). una consapevole lèlicità, supeÌiore stianì da parle di Gesir Cristo. En
dì e si affannò per essere come Mentre fornisce una magnifica a ciò che si può sperimerÌtare sul- trambi glì elemcnti sono presenti:
Dio, Cristo obbedì a Dio, e inve- descrizione di Gesu Cristo - pree- la terra. Se è davvero qùesto che I'opera dì Dio o di Cristo, c I'o
ce di affannarsi per l'uguaglianza sistente, uguale a Dio, che si in- esse suggeriscono, aÌlora solleva- pera dei cristiani. La santiîicazio-
con lui scelse la via della servitù carna, un essere umano, un servo, no ilprobÌema della nccessità della ne per PaoÌo crca perciò spazio
e della mortalità. Come conse- totalmente obbediente a Dio, poi risurezione del corpo o di un nuo- per la crescita, I'avanzamento e il
guenza, iì primo Adamo fu scac- esaltato da Dio nel posto più alto vo corpo dal cielo (cir. Cullùann; progr-esso da pane dei crìstiani (Fil
ciato dalparadiso a causa delsuo in cielo o sulla terra, l'oggetto di ma cfr. anchc F1l 3,20-21) (vedi 1,9.25). Come indicano i molti im-
egoismo, mentre l'ultimo Adamo. adorazione per tutii gli esseri crea- Immortalità j Stato intermcdio). perativi presenti nel corso di que-
Cristo. lu esaltato da Dio e rice- ti a gloria dì Dio Padre - que- Inoltrc in Filippesi c'è I'osser sta le[era, la santificazione richie-
vetle il posto piil alto per il suo aL- st'inno descrive in modo chiaro vazjone di Paolo citata spesso: de inîatti progresso (per esempio,
truismo (Dunn ll4-121i ma con chi è realmente Dio. Poiché Gesù (Allendete alla vostra salvezza... Fil 3,8-9; cfr- Beker 2I8'219).
, a Wright). Crìsto, che era della stessa natura ò Dio infalli che opera in voi> (Fil lDfine iL lema della gìoia che at
Forse non è necessario cercare di Dio e agì conformemente a 2,12 l3). Qucsta osservazione, ra- rraversa tutla la letlera ai Filippe-
così lonîano come hanno suggeri- quella naaura, mostrò qon le sue ramenle collocata nel suo conle- sj ha avuto Lrna proionda influen-
Iilippi 642 643 trilosofia

za sui cristiani nel corso dei seco- cohura reÌieiosa 11, Paideia, Brescia 198ó; zione. Pochi studiavano per esse ticolare verso il Loro antropomor-
Dunn J. D. G., Cr.6rolosj ìn Ihe MdkinS, re filosoli di professione o legge- iismo e la presentazione di essi
li, riportandoli spesso a questa let- wesrminsrer, PhiÌadelphia 1980i CarÌand
tera. Apprendiamo qui chc la D. f:., The Compositian dnd Lìtetat! Uni- vano più di una piccola selezione continuamente coinvolti in futili
gioia non è taùto un sentimeùto, Ìt oJ Phìlìppían\: Sone Neslected Faclors, di testi fondamentali, ma compen- djspuîe, passìoni umane e attività
quanto uno stato d'animo carat- iÌì NZ27 (1985) l4l-lr-3i Hawihornc G. f., di di dottrine di una scuola come immorali.
Ward BibLì.ú! Thetnes: PhllNiars, $ ord, quello che si trova in
Diogene I medioplatonicì e gli epicurei
terizzato dalla pace, ùn atteggia- Waco l98li Hooker lvl. D., Pìstis Chntou,
mento che guarda alla vita in- nI NLS 35 (1989) 331 333iHurtado L., ".e
Laerzio erano comuni fonti di co- sostencvano che Dio fosse assolu-
clusi tùtti i suoi alti e bassi con sus 6 Lotdl! Exonple in Phil. 2:5-l I, i^ noscenza. Tarso. la città natale di lamente trascendente, una forza
J. c. Hurd - G. P. Ricbardson (edd.), Fro,? Paolo. vantava una îiorente scuo- divina immateriale, puro intelìet-
la giusta disposizione. È ùn mo- .Iasus to Paul: Studìes in Hanout oI Iiun-
do fidùcioso dj guardare alla vita cis Wright Beare, La]J.ietUni!enily Press.
la lilosofica. Sebbene sia invero' to o razionalità. Il volere di Dio
che è radicato nella fede nel Signo- WarerÌoo 1984i Nllrdn R. P.. An Earlr Cti' simile che Paolo la frequentasse, era compiuto da dèi minori per
re vivente della Chiesa (Fil 1,25; stian Canfession. Phìlíppians ìi.5-ll i, Re è ragionevole supporre che abbia evitare il contatto con la materia.
cen t I nte rp re tat io n,'l r r,r) ale Press, London incontralo dei filosoli nella La sua residenza era al di là della
3,1; 4,4.10). Per Paolo la gioia è 1960t Id., Catmen Chtísti: Phílippìa s ìi.
sua
una comprensione dell'esisteùza gioventu, anche se la sua forma- luna, nella siera dell'ordine quie-
5-l I in Recenr lntcrpretaÌio and in îhe Ser-
che rende possibile accettare sia rins oî Ea r Chtistian wolsli, Eerdnans, zione ebìle luogo probabilmente a to dove si muovevano le stelle. GIi
I'euforia che la depressione, accet- Grand Rapids 1983 (riv.)i Walson D. F., / Cerusalemme. Nella Ìetteratura stoici, però, erano immanentisti
Rheto calAnalrsis o.fPhilippians, ahc! Ls giudaica del periodo ellenistico si nella loro visione di Dio, Tutte e
tare con creativa sottomissione Inpli':atìa s.fot the Uniî! Qu?stion, in NT
eventi che portano ora delizia ora 30 (1988) 57-88t wrisht N. T., (Halpag'
rileva l'influenza della filosofia tre le scuole sostenevano che l'at-
sgomenlo, perché la gioìa permet- noe' and the Mes ins o.f Philìppians greca (vedi EÌlenismo). tributo piìr alto e piu divino di Dio
te di vedere al di là di ogni evento ri.J ll, in "lIS 37 (Orl 198ó) 12ì-352. fosse I'intelletto (rors) o la ragio-
particolare il Signore sovrano, che I,SCUOLE FILOSOFICHE _ ne (/ogos). Perciò la parte razio-
G, F. Howîhorne 1.1 Elemenlicomuni Platoni- nale dell'aDima umana era ugual-
è al di sopra di tutti gli eventi.
smo, aristotelismo e stoicismo mente considerata divina, una
Vedî anchei Casa di Cesate, ca- FILIPPI: redi Filippesi, lettera ai hanno caraîteristìche comrrni tra porzione, o <seme>, di Dio.
sa imperiale; Cristologia; Gioia; loro e con il pensiero eLlenistico in 1.2 Epicurei - Gli epicurei, pur
generale. Tutte sostenevano I'esi credendo negli dèi come (esseri
Imitazione di Paolo/di Cristo.
stenza di una divinità suprema al beati e immortali), tendevano a
FILOSOFIA
BtRl I- Cot htchtdri: Batîb K., The Epi- dj sopra e al di là dj ogni altra for- vivere come se la religione non
nle ]a thc Philippians, John Knox, RiclÌ za soprannaturale, tùttavia la real- fosse ìmportante. Essi spìegavano
mond 1962: Bearc I' W., A Conntentatr si,\rvaeo l Scùolc lilosolicler Ll Ele
lrcnti comùnit L2 Epicureil LI l\'fedìo'
rà degli dèi del pantheon tradizio- tulto in tcrmini di forze naturali
on the Episîle to the Phí|ìppiant. HNTC, nale raramente veniva messa in di- e credevano che ogni cosa fosse
Halper, New York 1959; CoìlaDsc J.1.. plalonismoi 1.,1 Peripatelici; L5 Sloici:
The Epistle afSainr Paul tu the Philippians, 1.6 Cinìcì; 1.7 Filone d'Alessandria;2. scussione. Questi erano considera- composta di (atomi)) (Diogene
EpwoÍh, London l9l9i Gn ka J., Lelîeta P.01ó.le lììosofìa eÌlcnificar 2.Ì Osser ri come figli o servi della divinità Laerzio, Viî. 10.38-44). La fortui-
aí tilbpesi, C|rà Nuova, Roma 198Óri vazionì generaÌì; 2.2 Paokr e iì llatoli
suprema ed erano talvolta chiama- ta collìsione degli atomi era la cau-
Hawrlrorre G F., Phìlippians,\\BC 43, smo; 2.3 L'inlheDza sroica nelle ìelere;
Word, \Va.o 1983: Lighlloot J. U.. S/. , :l P,.lÒ e ì'.soriazìone morale cì ica: ti dcriÌno es 6)edi Dcmòni ed esor- sa di tutti gli eventi naturali, e pre-
Pttul' Epìst le o th? PhilipzidÌr, illcmiÌlan,
1 2.5 PaoLo e filon€! 2.6 Sommarìo. cismo). Raramente la filosofia del domirlava il caso. Appoggiavano
London 1894: \1.ìrrin lì. P.. The Epistle of periodo ellenìstico e iÌnperiaÌe era anche la validità della libera vo-
H) ta the Phìlippians, TNTC, Éerdmans, Nel I sec. d,C. quattro erano le area; gli antichi lilosoîi studiava- lontà in opposizione al fatalismo.
Grand Rapids 1959i Ìd.. Pl;lplrtns, NCB, principali filosolie che occupava-
Eerdnans, GraDd Ralids 1976r Nlichael J no quella che noi chiameremmo Lo scopo della filosolia era di li-
H., The Eptstle îa the Phíl;ppiarr, \'INTC, no il campo intellettuale: i medio- (teologia) insieme aLla fisÌca, al- berare l'uomo da tutte le paure o
Hodder & Stoughtoo, I-ondon 1928i platonici, gli stoici, i perjpatetici la logica e ad altre materie. Cice- preoccupazioni, permettendo di
O'Brjen P. T, The Episîle to th? PhillP
prars, NICTC, Eerdmans, (]rand Rapids e gli epicurei. C'erano poi i cinici rone si lamentava che g1i stoici raggiungere la tranquillità d'ani-
199lt S1l\z .\'L, Philippíuns, Moody Prcss, chc vivevano di elemosina e si me- îossero ((miserabilmente e pieto- mo (otaruxia; Diogens Laerzio,
Clìclgo 1988. /. srr.r: llassler J \1. (cd.), scolavano tra la gente, offrendo (Dir. 2.86).
samenle superstiziosi> vit. 10.82, l17, 120. 131-135).
Pauline Theolog. 1: l hcssdlo ians, Phìlip consigli morali a livello popolare. La maggior parte dei filosofi dj Gli epicurei si procurarono una
pi(ots, Galatidns, Phìletnor, Fonress, \Iin
neapolis 1991iilaur F. C., Pdul, the Apo Nel mondo antico la filosofia era qùesle tre scuole dal I sec. a.C. in cattiva f ama per il iatto dì defini-
iÌ1e ol Jees Chtist,2roll., williams & Nor considerata parte normale dell'e- poi soslenevano una vìsione piu rc il piacere come il bene prima-
sa1c, London l8l5i Bcler J. C., Pdùl lle ducazione che avrebbe pleparato razionale della credenza lradizio- rio che si doveva perseguire nella
..1/os//c. Fonres, Phiiadeìphia 1980i tsì.rlt_
ma']nR., Teabsìa del Nuora Testonìenîo, un giovane alla carriera politica o nale negli dèi (vedi Religioni vita (Diogene Laetzio, Viî.
Bibìioreca dì l€oloeia coùtcmporanea 46, a quella militare. L'influenza fi- greco-romane). Tutavia, la filo- 10.128-129). Sebbene Epìcuro pre-
Qùerniana, BrescìÀ 1985 (19931)i cull- losoiica era perciò molto diffusa sofia conservò una cerla cìsasse questo, facendo noLare co-
nanr a.. h Dla aliîà dell'anitna o tisut ".llenistica
nelÌe classi elevate e tra i ricchi che distanza dalla pietà popolare e fu me ogni eccesso (nel mangiare o
rcziane dei narîi? La îe1tìnonio.a del
Nuato Testdmento, Biblìoteca minima di potevano permettersj un'edùca- critica verso i miri degli dèi, in par nell'immoraÌità) losse incompari-
Filosofia 644 645 lilosofia
bile con il vero piacere e l'alara- riore e dcllo gnosticismo (yedl Lo stoicismo divenne per breve (fondatore del cinismo) viveva in
xr',a, isuoi
seguaci furono spesso Gnosi, gnosticismo). tempo la iilosolia dominante del- una botte con solo un mantello e
rimproverati dagli a.ltri filosofi co- 1.4 Peripatetici I peripate- I'inìzio dell'impero, una della fa- una ciotola col suo nome, rinun-
me effeminati o dissoÌùti. tici erano seguacì di Aristotele vorite dai Romani. Sebbcne gli in ciando alla îine anche alla cioto-
1.3 Medioplalonismo - Plato (384-322 a.C.), discepolo di Pla- teressi di qùesta scuola ai suoi inizi la. ll cinico si riconosceva dal suo
ne aveva sostenuto che l'elemen- tone. Arislolele era nel sùo meto- fossero di vasta portata, dal I sec. mantello logoro e dal suo elemo-
to razionale clell'anima umana do molto piir empirico e indutti- a.C. l'interesse sembra essersi con- sinare (sebbene si diccsse che al-
losse imnortale. Mentre questo vo di Platone. Rifiutava l'anima centrato quasi esclusivamente sul- cuni lavoravano). Loro caratteri-
intelletto era concesso dal dio che spirituale di Platone, sostcncndo l'etica. L'itterrogativo dominan- stica era il rifiuto di ogni norma
aveva formato l'universo (il De- che fosse inseparabile dal corpo, te divenne: <Come può il saggìo e l'essere fieri della loro <<spudo-
miurgo). la îormazione del resro fatta eccezione per la forza del vivere in armonia con la natÌtra?)). ratezza), sebbene si considerasse-
della persona umana era aîfidata pensiero. Anche se le cpere cli Ari-
La vita in conformità con la na- ro come riformatori morali. L'i-
a dèi minori, che erano essi stessi stotele conobbero un rìsvcglio tra lura includeva il pensiero di una deale cinico della <audacla>> Qtar-
creazione del Demiurgo (Platonc. i lìÌosofi alla fine del I sec. a.C., vita vissuta razionalmente, in ac- ,'esia) nel parÌa.re si dimostrava nel
Ti. 4Oa,4la-43a). Questi dèì trri- la scuola peripaletica aveva assor- cordo con la parte divino- loro predicare in pubblico che era
nori fornivano anche le parti mor- bito molto deÌ platonismo ed e di razionale della natura umana e spesso caustico, ingiudoso e arro-
tali dell'anima: le <passioni irra- poca impoÌtanza per iÌ nostro nell'accettazione del prop o desti- gante nell'esporre i ((peccati)) de-
zionali) e l'avidità. Durante il I scopo. no da Dìo (che è comunque inevi- gli ascoltatori. Paragonavano i lo-
sec. a.C. anche il Demiurgo fu 1.5 Stoici Lo stoicìsmo può tabile). Si credeva che questo por- ro metodi a quelli di un medico
considerato uDa divinità minore. esscre calatterizzato come un ma- lasse a ìÌÍa vita virtuosa, e la vir- che intervenisse su di un paziente
allontanando di molto la divin! rerialismo religjoso, di tipo pan- tir era I'unico (beneD assoluto che con cancrena, Non sembrano aver
tà suprema dal mondo materia tcistico. Gli sloici non ammetteva- gli stoici riconoscevano. Tutti gli avuto mai interesse al pensiero
le. Queslo favorì la tendenza a no la (sostanza immaLeriaLc>; per altri, inclusi Ìa salute, la ricchez- speculativo, Ijmitando in genere la
una denigrazione delÌe cose ma essì tùtto ciò che era reale era ma- za, la, f orza,la bellezza, perfino la loro attenzione all'etica. Di tutte
teriali come sostanze inferiori; in teliale. iicluso Dìo. Dio veniva vita o la mone (redi Vita e mor- le scuole, i cinici erano gli unici piir
partjcolare il corpo era un osta- variarnente descritto come (Iuo te) erano definiti <indiîîerenti> disposti a lavorare con la gente co-
colo per il progresso verso Dio. co), (ragione) (1ogos) o (spìrito) (adiaphoto), perché, si diceva. si- mLrne.
Raramente però esso îu consi- (pneuna). (Spirito, per gli sloicj mili cose non fanno dilferenza per 1.7 Filone d'Alessandria Fi-
d".ralo cattivo per natura (redl eÌa però una soslanza matcrìale, la virtir o la |elicità di un saggio. lone (30 ca. a.C. - 45 ca, d.C.) era
Corpo). mollo diveÌso dallo Spì1ilo Santo L'ideale di vita stoico era una ri- un erudito ebreo che scrisse am-
L'universo medioplatonico era dei gìudeo-cristiani (redi Spirito cerca l'onemente individualistica, piamente sul Pentateuco, usando
popolato da una sclìiera di esseri Santo). Affermavano che Dio esi- egocentrica, della virtii nella pie-
irtermedi che agivano come servi
il metodo allegorico per fare in
ste in ogni cosa nell'universo, tal- na indipendenza da ogni appoggio modo che i t€sti preseltassero le
del dio supremo; essi erano anche volta come (spirìtor; egli forma esterno. Gli stoici svilupparono la zioni di filosofia e di etica. Le sue
coinvolti negli oracoli ed erano Ìl Fato e 1u1ta la rcaltà secondo la diatriba etica (vedl Retorica), che opere mostrano una profonda co-
presenti ai sacrifici e alle celebra- ragione divina. NonostaDte il suo fu adottata anche da molri che noscenza della letteratura, della fi-
zionì misteriche (Plutarco, De def. materialismo, lo stoicismo non era non si consideravano stoici, inclusi losofia e della retorica classiche,
Or. 416d-411b; De fac. 914c,d\. ateo e poleva esprimere una pro- Plutarco e Paolo. Nella sua visione filosofica egli era
L'ascesa di una persona verso la îonda riverenza per Dio e la sua
divinità, allo scopo di liberare Ì'a sapienza nel îormare la natura. Si
1,6 Cinici - Il cinismo fu un essenzialmcnte medioplatonico
predecessore dello stoicismo; si è (clr. Filone, Op. Mund.; Migt,
nima dal suo ciclo di reincarnazio- ritiene che la citazionc di PaoÌo nel spesso pensato che fosse pitì un Abr. 2.9; 11.62\, sebbene forte-
ne e dall'atlaccamento al corpo, discorso all'Areopago, <<di luj stir- modo di vita che una filosofia menre ìnl'lu€nzato dallo stoicismo
aweniva attraverso la ricerca fi- pe noi sìamo) (At 17,28), sia del (Diogene Laerzio, Vít. 6.103), e nella sua etica (cfr. Filone, Oma.
losofica (Platone, Ii. 90b-c: clr. poeta stoico Arato, anch'egii del- Malherbe nota che lo srile di vita Prob. Lib.: Mísr. Abr. 22.127-128i
Plvarco, De Jac. 943d; De gen. la Cilìcia come l'apostolo (redi cinico si combinava con filosofie
593d-594a). L'intelleno divìno,
36.197; Abr. 1.5 6) e Della sua ap-
Atene, Paolo ad). Diversi altri in sostanza molto disparate. La propriazione dei concetti stoici del
come quello che veniva immesso maestri stoici provenivano dalla chiave del pensiero cinico è una vi- </ogos>r di Dio e dello (spirito)
negli uomini, era stato messo an- città, natale di Paolo, farso, ìnclu- ta coerente, \'issuta (conîorme al- del mondo (pneuma). Qùesti due
che in diversi tipi di (corpi, che so Atenodoro, che era nella cer- la natura)). Questo viene interpre- ultimi concetti furono riformula-
erano dive[tati stelle o semidei. chia dell'imperatore Augusto e lato nel senso di una indipenden- ti da Filone sotto l'influenza del
Abbiamo perciò nella tradizione che nei sùoi ultini anni rirornò a za da ogni sostegno esterno, vìven- suo Giùdaismo, così da diventare
platonica già una base per gli s!i Tarso e ne divenne ìl cirtadino più do solo del minimo indispensabi- moÌto piil personali di quanto tos-
luppi della religione aslrale posîe- importante. lc. Il famoso Diogene di Sinope sero nello sîoicismo.
Filosofia 646 641 Filosofia
Sebbene la lilosofia di Filone ni erano giustiîicabili, anche se re la conoscenza di Dio e del mon- do, del quale non si può dire che
losse propriamente greca, egli ri- non sempre spiegabili. Paolo ave- do, per Paolo questa conoscenza viva in templi o idoli (At 17,24-
mase fedeìe al Ciudaismo, soste- va in comune con i platonici la si poteva ricevere solo come rive- 27 .29; vedí ldalatria) . Questo Dio
nendo il monoteisrno e l'ispirazio- concezione di Dio come un essere lazione da Dio, attraverso la me- è l'origine della vita umana. aven-
ne divina della legge giudaica. immateriale, ma non lo conside- diazione dello Spirito e proclama- do fatto tutti i popoti di una sola
Considerava ancora il significa- rava lontano dal mondo materia- ta nella predicazione (1Cor famislia (At 17,26.28-29). Simili
to letterale della Legge come un le. Egli concepiva Dio come coin- l,l1-18; 2,6-16). La <sapienza> opinioni sono ritenute già patri-
compagno necessario per il suo si- volto nella sua creazioDeJ nella non può essere ottenuta dal bas- monio della filosofia greca, per cui
gnilicato allegorico,e 1'obbedien- quale rivela se stesso, chiama gli so. Questo può in parte essere cau- non c'è niente di esclusivamente
za alla Legge come necessaria per uomini al pentimento e alla fede sato dal fatto che ogni simile ar- cristiano in questa prima parte.
seguire il sentiero della perfezio- nel suo Figlio Gesù Cristo, e sal- gomentazione può essere contami- Nemmeno però è non cristiana;
ne spirituale (Migt. Abt. 16.93|' va. Il îondamento di tutto ciò era nata dal peccato, ma la spiegazio- stabilisce un punto di contatto tra
25.451-26.458). Come Paolo, Fi- nella vita e nella morte di Cristo, ne che Paolo fornisce è che in que- i filosofi e Paolo, che cita anche
lone considerava Abramo (insie- e su questo è basato il continuo sto modo tutta l'umanità è posta in suo appoggio due righe di poe-
me a Isacco e Giacobbe) un im- rapporto di Dio con l'umanità at- nella necessita della grazia di Dio, sia greca (At 17,28): (In lui infat-
portante modello per la persona traverso la predicazione e lo Spi- assolutamente priva di ogni stru- ti viviamo, ci muoviamo ed esi-
virtuosa, come in qualche modo rito Santo (per esempio, lTs mento di aùtoesaltazione (lcor stiamo> (Epimenide) e (poiché di
superiore alla Legge. Diceva che I,4-6.9-10; cal 1,3-4; lCor 1,t9-2s). lui stirpe noi siamon (dallo stoico
Abramo aveva portato a compi- l,l8-25.30; 2Cor 5,17-21; Eî L'unico testo in Paolo (o nel Atato, Phoen. 5),
rnento una vita (conforme alla na- 1,3-14). A questo rigùardo, Pao- NT) in cui ricorre il termine (fi- Verso la fine del discorso ven-
tura)t; i patriarchi erano (leggi vi- lo presenta somiglianze esterne losofia> è Col 2,8: (Badate che gono introdotti i temi del perdo-
venti>, mentre il codice mosaico con la concezione stoica di Dio co- nessuno vi inganni con la sua fi- no e del pentimento (At 17,30),
è semplicemente la registrazione me immanente, anche se l'aposto- losofia e con vuoti raggiri ispirati che implicano un giorno del giu-
del loro stile d,i \ita (Abt. 1.5-6; lo mai identifica Dio con la natu- alla tradizione umana, secondo gli dizio al quale presiedera Gesìr (At
11.52; 46.2'76; Migr. Abr. ra o I'universo come îacevano gii elementi del mondo e non secon- 17,31), che non viene nominato
22.121-23.131). E Abramo non stoici. Perciò Paolo può dire che do Cristo). Paolo ha qui di mira esplicitamente, ma si parla di lui
rappresenta semplicemente un <<grazie a lui e per lùi sono tutte non Ìe filosofie propriamente det- come di <un uomo che egli [Dio]
personaggio storico, ma il viaggio le cose); ùna lrase che suona mol- te, ma la mescolanza speculativa ha designato>, la cui risurrezione
di ogni anima che cetcaDlo (Abr. to stoica (Rm 11,36; cfr. Col di idee del Ciudaismo, della reli- dai morti ne è la prova (At 17,31).
14.66;15.68; Miet. Abt. \.2). Pet I,16). Tuttavia, Dio rimane tra- gione e filosofia ellenistiche che Se si prescinde dalla sua funzione
Filone la vita virtuosa è un viag' scendente rispetto al mondo che erano chiaramente correnti a Co- letteraria nel libro degli Atti, il di-
gio dell'anima che finisce in una ha creato (1Cor 8,6; Col l,l5-19; lossi (vedi Colossesi, lettera ai), scorso è un buon esempio della
pìÌr stretla comunione con Ie <po- Ef 4,6). Per i lilosofi ellenistici la L'apostolo risponde riaîfermando p ma predicazione cristiana adat-
tenze), divine, che sono interme- divinità suprema poteva essere de- la tradizione (secondo Cristo)) tata a un ùditorio pagano elleni-
diari di Dio nel mondo; qualcuno finita un artefice o modellatore (kata Chtistou), cloè una tradizio- stico.
potrebbe dire che Filone credeva dell'universo, ma non creava dal ne sia riguardante Cristo. sia com- Molti studiosi sostengono che
in un'unione mistica con Dio (re- nulla (vedi Mondo, cosmologia); patibile con lui. At 17 sia incompatibile con il Pao-
di Mistica). Certamente credeva la materia era coetema a lui (o, nel L'incontro pit) famoso di Pao- lo autore di Rm 1-3, che esclude
nella proîezia e nella possessione caso dello stoicismo. la natura era lo con la filosofia è riferito in At ogni teologia naturale. Ma non c'è
divina estatica (Iilone, Mígt. Abr. coestensiva a lui). Alla lùce di que- 17,16-34. Luca descrive qui Pao- niente ilr At 17 che supponga una
'7.34-35; vedi Visioni, esperienza sta concezione della materia è in- lo nell'Agorà di Atene, dove atti- conoscenza salvifica di Dio; e in
estatica). teressante che Paolo consideri Ge- ra l'attenzione di alcuni epicurei ogni caso i due diversi destinatari
sù non solo lo strumento di Dio e stoici. Il racconto di Luca è un'e- (i cristiani di Roma e i pagani ate-
2. PAOLO E LA FILOSOFIA nella creazione, ma anche come co del rjfiuto di Socrate da parte niesi) richiedevano un modo di
ELLENISTICA - 2.1 Osserva- anteriore al mondo fisico: (Egli è degli Ateniesi: come Socrate, Pao- parlare alquanto diverso. Dobbia-
zioni generali Da questa pano- prima di tutte le cose) (Col 1,17). lo parla con chiunque nell'Agorà; mo presumere che nel parlare ai
ramica si può vedere che tra Pao- Una grande di fferen za ta P ao- è accusato di introdurre (divinità Gentili Paolo prendesse un punto
lo e i filosoii c'erano moltì ele- lo e i filosofi conternporanei ri- shanjercr, (koins daímoniai cfr. di partenza diverso dall'AT, e il
menti comuni, come pure molte guardava l'approccio alla cono- Plalone, Ap. 24b-c) ed è r€spinto discorso di At 17 può essere con-
differenze. Quasi tuttì quelli che scenza di Dio. Mentre la filosofia da molti (redi Atene, Paolo ad). siderato come comprendente di-
riflettevano in maniera profonda aflermava che l'argomentazione Paolo costruisce la prima parte deì versi temi paoÌini comuni, inclusi
sul problema, ritenevano che Dio da certi principi primari era il mo- suo messaggio sull'esistenza del- i tipici elementi apocalittici della
fosse un essere morale le cui azio- do piu appropriato per raggiunge- I'unico Dio che ha creato il mon- risurrezione e del giudizio futuro
Filosofia 648 649 Filosofia
diazione della fonle della sapien- gate col riferimento a una comu-
associati a Cesu (cfr. lTs 1,9-10; i due. Alcuni vedono le somiglian-
cfr. Stonehouse). ze come una coincidenza dovuta za ebraica, come sipuò vedere dal- ne tradizione sapienziale ebraica
l'uso di <ira> (Rm l,I8: vedi lla, anteriore a entrambi, Questo po-
2.2 Paolo e il platonismo L'i- all'uso di un linguaggio comune,
d€a che le cose che possono esse- ma è senz'altro possibile ch€ Pao- distruzione), (ciò che di Dio si trebbe spiegare elementi come la
lo rielaborasse consapevolmente può conoscere)) (Rm 1,19, che im- circoncisione, che ha significato
re afferrate solo con I'intelligen-
za siano piir divine di quelle che dei concetti popolari stoici alla lu- plica anche un'essenza ch€ non si simbolico (Filone, Mígr. Abr.
ce della teologia crisliana. Cosi aa-
può conoscere) e <dalla creazione 16.92); o che I'umanità e il mon-
sono aperte all'esame dei sensi era
tut keia, <<aúos]ullicienzar, (2cot del mondoD (Rm 1,20). La prassi do sono (stoltezza> in confronto
una nozione platonica che diven-
ne un dato corrente nel periodo el- 9.8), e uularkés, ( autosu l ficiente) di Paolo di usare deliberatamen- aila conoscenza e al disegno di Dio
(Fil 4,I l), sono usati come termi- te t€mi stoici, rielaborandoli, è un (Migr. Abr.24.134-38; cfr. lCor
lenistico. Perciò Paolo alferma
che <noi non fissiamo lo sguardo ni tecnici nei princìpi cinicie stoi- tentativo del Cristianesimo primi- l,l8-29). Recentemente alcuni
sulle cose visibili, ma su quelle in- ci per esprimere I'appagamento rivo di comunicazione tra varie hanno proposto che le lettere ai
visibili)) (2cor 4,18; anche 2cor del saggio di una ((vita in armo- culture, ancora piir significativo se Corilzi si avvicinino a Filone, o
5,7; Col 1,5)i l'idea dell'invisibi nia con la natura), che si raggiun- lo stoicismo e un'influenza stoiciz- a una concezione di tipo filonia-
lità in lTm I,l7;6,16, sebbene si- ge con un lungo alleoamento e zante erano operanti nelle Chiese no della perfezione spirituale, a
mile, proviene da tradizioni del- rompendo ogni dipendenza dalla dei Gentili. causa di un uso filosofico della
2,4 Paolo I'esortazione morale Legge (l Corinzi; per esempio, R.
l'AT (per esempio, Es 20,4; socielà umana o dai beni materia- e

33,20). Similmente, il concetto di li. In questo nìodo il saggio diven- cinica - A. Malherbe ha dimo- Horsley, J. Davis); o per una com-
strato diversi paralleli tematici e prensione di Mosè come uomo
un archetipo celeste, o (ideaD, sul ta una figùra eroica, che si erge
quale sono modellatj i particolari perfino al di sopra degli dèi nel verbali tra parti delle lettere di glorioso, carismatico, ripieno di
terreni proviene dall'universo pLa- raggiungere l'indipendenza. Pao- Paolo e l'ideale del lilosofo cini- Spirito (2 Corinzi; cîr. Filone, Zll.
lo invece postulava per il cristia- co <moderato>, come idealizzato Mos. 2.69-70: N{útir 63-e). Que-
tooico. È usata da Filone (per
esempio, Leg. All- 1,31) e influen- \o ùn'aularkeia che è paradossal- in particolare da Dione Crisosto- sto è fortemente inverosimile per
za I'allegoria di Gal 4,24-26, seb- mente un'esistenza dipcndente, mo. Il testo pitr rilevante è la de- la situazione in 1 Corinzi, dove i
dcrivante dalla grazia di Dio. So- scrizione del suo ministero in lTs problemi della maggior parte dei
bene ogni intluenza platonica sLl
Paolo fosse senza dubbio media- miglia all'indipendenza cinica e 2. Il filosofo che viene ingiuriato G€ntili convertiti non avevano
ta dal Ciudaismo (cfr. lCor sroica nella sua rinuncia alla ne- dalla folla, ma <con coraggio>, chiaramente una base giudaica.
15,48-49; Fil 3,21). L'(uomo in- cessità della ricchezza maleriale, <senza inganno)), con <purezza di Può darsi, però, che ci siano stati
intenzjone) (cfr. lTs 2,2-3) attac- lì concetti di tipo filoniano porta-
teriore)) (vedi Psicologia) dj 2Cor ma intemamenle ò molto diversa:
4,16 ha un parallelo formale nel- la sua lorza deriva non da una de- ca i ciarlatani che ingannano i 1o- ti nella Chiesa dag[ intrusi giudeo-
la Repubblica di Platone (lX cisione di volontà. ma dalla cer- ro ascoltatori con motivi disone- cristiani al tempo in cui fu scritta
tezza del I'avore e della presenza sti (cfr. 1Ts 2,3.5), era idealizza- la seconda lettera ai Corinzi.
589A), ma per Platonc è una for-
di Dio. E non è cgocentrica, ma to da Dione e dagli altri. Anche il 2.6 Sommario - È possibile
za razionale dì volontà, mentre il
è un <appagamento)) che mette in
tema della dolcezza nella correzio- che Paolo abbia usato un vocabo-
concetto di Paolo è piir ampio del-
la pura razionalità e include una grado di essere al servizio degli al- ne era conosciuto da alcuni dei ci- lario filosofico per i suoi fini apo-
tri. nici più moderatì (cfr. lTs 2,6-8). logetici o didatticji egli non era pe-
speranza escatologica di un'esi-
stenza da risorli nella sua totalità lTm 6,6-8.12 suona piir stoico Anche qùi, come per i paralleli rò condizionato dal contenuto o
(vedi Escatologia). nella sua concentrazione sulla ri- stoici, Paolo usava il materiale di- dal metodo delle filosofie in voga.
nuncia c sul tema della (batta- sponibile, úa con un o entamen- Come uomo del suo tempo €ra in-
2.3 L'inîluenza sîoica nelle let-
glia), anche se questi temi sono to nuovo. La sua audacia non era formato delle coùenti intellettuali,
-
lere Le numerose somiglianze
dovuta a una sicurezza di sé o al- ma Ia sua pfeoccupazione non era,
tra il linguaggio di Paolo e il lin- cristianizzati per illoro legame con
guaggio e il pensiero stoici, in par- la pietà (lTm 6,6.1l) e con la îe- l'indipendenza, ma al suo senso come per Filone, quella di conci-
de (lTm 6,ll.l2), una parola ri- delia chiamata di Dio: una dipen- liare il suo messaggio con la filo-
ticolare quello di Seneca, sono sta-
pugnanie per un filosofo. Un al- denza che poteva anche essere d- sofia. Per I'apostolo il vangelo era
te ampiamente notate (per esem-
pio, Rm 1,19-20.26; 11,36; l2,l; tro caso è ia (teologia natùrale) pugnanle per un cinico. Il conte- I'unico strumento per la sapienza
9,l.l9i nuto della sua predicazione era il divina (1Cor l,2l\ 2,6-16: cft.Ef
lcot 3,21-23: 6,12; 1 ,31: di Rm l,l9'20. Gli stoici sviluppa-
vangelo, non la legge naturale o l5- l8).
t2,12-2'7: Cal 1,16; Ef 4,6; rono ampiamente il tema della co-
I'ascetismo finì a se stessi.
r,

5,22-ó,9). Sevenster e altri hanno noscenza dell'csistenza di Dio at-


dimostrato che nell'ultimo caso traverso I'osservazione di un or- 2.5 Paolo e Filone Molti stu- Vedi anchq Ellenismo; Miste-
molte somiglianze sono solo for- dine nell'universo, che è raziona- diosi pensano che Paolo non fos- ro; Religioni greco-romane; Sa-
se direttamente influenzato da Fi- pienza.
mali, e che sotto il linguaggio ci le e ha una sua finalità. Comun-
que, I'influenza stoica qui passa lone, sebbene ci siano alcune so-
sono concetti molto diversi di Dio,
dell'umanità e della relazìone tra probabilmente allraverso la me- miglianze che possono essere spie- BrBr Buhmann R.. Teolaaia del Nuot,r
Follia 650 65t Forte e debole
lesraflenlo. Iliblioteca di reologia co!rem- tcgia similc, lc duc lcttere rifletto- bilmente ipotetica) non hanno pa- po era il mutuo rispetto e l'accet-
poranea 46, Que.inìana, Brcscia 1985 .o siîìraTioni diverse ralleli in I
(r993r); conzelmann \l-, I Catinthi.t.t,
Corinzi. La particola- tazione recjproca. Paolo non ten-
Herm, Fortress, Phìladelpbia l915i Davis re sfumatura di koll,os ((immon- de i forti prigionìeri delle debo-
J., Wisdon a (1Spi r,UrileNity Pres oî 1. CORINTO I cristiani di Co- do))) in Rm 14,14 e kaÍharos lezze dei deboli. I lorti doveva-
America, Ney York 19E,1; DìlLon 1., Ire dnto erano divisi sulproblema sc ((mondo)) in Rm 14,20 riflette no astenersi dal mangiare la car-
Míddle Plabnísts, Gsald Duckso(h. Lon- e dove si potessero mangiare cibi
don l9?7; Durn J. D. C , {orl,rnr. WBC
delle dispute sugli scrupoli ebrai- ne non perché gli altri si oppone-
38a b, Word, Daìlas 1988i HonÌey R. 4., ofleÍi agli tdoli (eidólothuta, ci (cfr. Rm 14,1;yediPuritàeim- vano o si offendevanor ma per-
Pneunntìkos rs. Ptlchik.,s: Disrinctio t of lCor 8,1.,1.7.10; 10,19). I <îorti) purità)i nessuno dei due termini ri ché per i deboli c'era il perico-
SDiriîuol Status a tu r the Caîinthians. in (un lermìne non usato in lcor corre in 1 Corinzi, mentre il lin- 10 di compromettere la loro inte-
íIR 69 (1976) 269 288i l.sin'1.,.1 Ar.rro- 8-10, ma sinonirno di <chi crede gllaggio eídÒl- e syneídèsis, fre-
tf a.l Westen Philosoph!. 1: Cldssicdl grita cedendo alla tentazione di
fiorgll, Universi!y Press, Oxfo.d 1989i di slare in piedi), lCor 10,12) ne quente in lcor
8-10, è assente in seguire pratiche che ritenevano
Long A. A. ' Sedley D. N., The IIe e islì.' mangiavano senza alcun proble- Romani. Inoltre, la stretta connes- îondamentalmente peccaminose
PhilasopheB. 2 voll., Uni!ersity Press,
canrbridee l9SliMalherbe A. J., Pauldnd
ma, nella consapevolezza che rno- sione di Rm 15,7-13 con Rm (lCor 8,10; Rm 14,14-15). Paolo
the Papuldt Phlbsophers, Fortress, Mìn- noteismo volesse dire che gli idoli 14, l-15,6 (cfr. ptoslambanesthe, proibiva di mangiare la carne de-
neapolis 1989i NlafinR. P-, 2 Cotnúhìuns, non csistono (1Cor 8,1-6; vedi (accogliete)), in Rm 14,l e 15,7), gli idoli nei templì pagani (1Cor
WBC,10, Word, Naco 1986i Paigeî., S/oi- Dio). I deboli non avevano uùa ta- unita al tema globale della letre- to,14-22).
cìst , <eleutherìu, an.l Cotítnunitr dî Co le sicurezza, perché la loro co-
nth.li M. J. Vr'ilkins - T. Paìce (edd.), ra, indica una separazione soprat- Comportarsi in un modo che
Wotship, Theolo+y dntl Minìstr! ín the Ear scienza(slrelde.tr, impediva loro tutto tra giudeo-cristiani e pagano- pone una pietra d'inciampo (1Cor
t Cnrlc,l, JSNTSS 81, JSOT, Shelîcld dì mangiarne, nonostante che cristiani. 8,9.13; 10,32; Rm 14,13.20-21)
1992, pp. 180 l9l; Sardbach f. H., î,e pressioni sociali (Willis), economi- Perciò, su uno sfondo di anti-
Srri.i, Chato &Windus, London l915i Se- davanli a un altro per il quale Cri-
chc (Thcìssen) e religìosc spinges- semitismo comune nella Roma del
!€nsrer J. N., Parlar./Sere.a, SNT:1, Lci sto è morto (1Cor 8,ll;Rm 14,15)
d€n, BriÌl l96l; Stonehoxse N. 8., Parl re sero a farlo. Pùò darsi che eldd- I sec., alcuni credenti Gentili met- non è camminare secondo la via
.fore the Arcopaeus and Other NT Studies. lo t h ut a si rjf etjsca specifÌcamen- tevano in ridicolo i più conserva-
Tyndale, Lordon 1957. dell'amore che rafforza sia l'indi-
tc alcibo consumato in uù tempio tori giudeo-cristiani, che essi con-
pagano (Fee), o piu generalmente
viduo che la comunità (lCor 8,1;
T. paige sideravano deboli nella fede (Rm 10,23; Rm 14,15.19; 15,2). Dietro
al cibo sacrificale che poteva es- 14,1) per i loro scrupoli alimenta- ì'invito a poùe l'interesse del pros-
sere mangiato in varì luoghi. In ri e di calendario (redi Giorni sa- simo al di sopra del proprio c'è I'e-
FOLLIA: vedi Croce, teologia ogni caso, i lortj affermavano il cri, calendario); i deboli risponde- sempio e l'insegnamento di Gesù
dellai Sapierza loro dìritto (1Co.8,9) a parteci- vano condannando i (forti)) (Rm (Thompson). La rinuncia di Pao-
pare, anche se questo induceva i 14,3-4.10; cfr. 2,1-11?). Essi non lo al suo diritto al sostegno mate-
FORMAZIO NE/ED U CA- deboli nella tentazione di unirsi in sentivano nessun obbligo dj ab- riale come apostolo (lCot 9; vedi
ZIONE DI PAOLO: vedi Filo- qualcosa che ritenevano un'azio- bandonare l'eredità ebraica, e le
ne idolatrica (l Cor 8,10-13). Aìuto finanziario) illustra il carat-
sofia; Giudeo, Paolo come; Reto loro differenze facevano dei pasti
tere dell'amore altruistico richie-
rica comuni e delle celebrazioni litur- sto nel farsi servo di
2. ROMA Molti considerano giche altrettante occasioni di con- tutti per la Io-
Rm 14-15 una semplice parenesi di ro salvezza (lcor 9,19; cfr. Mc
llitto (Rm 14,1). Paolo non mer- 10,44). Questo è in defiritiva ser-
FORTE E DEBOLE caraltere generale, svjluppata dal- Leva in dubbio le loro motivazio-
la precedente corrispondenza di vire Cristo (lCor 8,12 negativa-
ni (Rm 14,6). Se i deboli avessero
PaoÌo con i Corinzi (per esempio, mente; Rm 14,6-8.18), imitarlo
insistito perché tutti i cristiani os- (lCor
SoNrv\Ro - l. Cori'foi ?. Romai 3. Lc rì
R- J. Karris in Donfried). tJn nu- 10,33-11,1; Rm 15,3-6) e
servassero la Legge, ci saremmo glorificare Dio (1Cor 10,31; Rm
mero sempre crescente di sludiosi aspettati una risposta simile a
In 1Cor 8-10 e Rm i4-15 Paolo ritiene, però, che Paolo faccia ri- r 5,6-7.9).
quella che si trova nella lertera ai
tratta dei probl€mi tra cristiani ferimento a speciliche circostan- Galati.
(îorti)> e <deboli>. I forli eserci- ze della Chicsa di Roma (Don- Vedi anche: Amore; Approcci
tavano i loro di tti e la loro libeità fried, Tomson, Wedderburn). I ri- sociologici a Paolo; Cibi olferti
3. LE RISPOSTE Dì PAOLO
a danno dei credenti piil scrupo- ferimentj al vegetarianismo (Rm agli idoli e leggi alimentari giudai-
ln entrambi i casi Paolo è chiara-
losi. che erano ritenuti di avere 14,2; dovuto forse alla ditlicoltà che; Coscienza; Demòni ed esor-
ìnente d'accordo con i forti che il
una coscienza debole (1 Corinzi) di procùrarsi carne sicuramente cismo; ldolatria; Pietra d'inciam-
cibo ìn se stesso è, dal pùnto di vi-
o una fede debole (Romani). An- kasher; cîr. Giuseppe Flavio, I4r. po; Pùrità e impùrità; Roma e il
sta religioso, indifferente (1Cor
che se in entrambi i casi il proble- 3 13-14; vedl Roma e il Cristiane- Cristianesìmo romano.
lì,8; Rm 14,14; 15,1), però non
ma comune era la convenienza di simo romano), all'osservanza deì eerca di persuadere i deboli (a par-
mangiare o meno certi cibi e Pao- giorni sacri (Rm 14,5-6)e aÌl'asti- tc l'ammonimento ai Romani di
BÌBL Black D. A., Paul, Apostle ol
lleaknesr: <,leheheia, antl Its Co4nates in
lo adotta nella risposta una stra- ncnza dal vino (Rm 14,21; proba' rron giudicare i forti); il suo sco- the Pdulìne Liîeraturc, AUSS ?/3, Perer
652 653 Frutto dello spirifo
Forza
POSTE Gal5.22-23rappresen- 12,15-16), gli alberi e la vigna pro- L'esortazione di Gal5,l6 stabi-
lan!. Neq Yorl Iq84; Dontried K P durranno il loro frutto (Gl lisce i parametri per la vita nello
tc'i.i, Thp Ro uns D.rdl!. Heridri(l\on, ta I'unico testo che si riferisce al
P."bo.lt rMAì l99l rri\.)i Fccc D.. -Ej <frutto dello Spirito)), ma Paolo 2,18-22). Spirito, determinando un'opposi-
dòbù;h, on.e /t?ain: An Interprention utilizza una metafora analoga in zione alla licenza della carne; Gal
ot tCorinthnns 8-/0, irr Ailr 6Ì (1980) 2. IL CONTESTO DI GALATI 5,18 esclude il legalismo come gui-
i72 197: De Loren/i L \ed.), Frcrdotn aúd altri testi. Egli considera le Chie-
I.ow: The Cuide lor Christion Li.le (tCot se e la vita dei cristiani come dei - Com'è stato prima richiamato, da per il credente. La capacità for-
s-l0r xn /4 lJ). MsB, Abbazla di S F'o- campi e dei giardini dai quali il Gal 5,22-23 rappresenta il testo nita dallo Spirito esclude sia il le-
Lo. Romr l98l; Nlcck\ w . -/!ds,r?n/ d'd principale nel quale viene delinea- galismo che la licenziosità. Lega-
the Brcthet: Ronans 14:l15JJ, in G. F DOSSeSsOre, Che ha pfofuso amo_
i". t.trlpo pet loro. può attende- ro il (fruÍo dello Spirito)). Nella lismo e licenziosita sono inoltre
Hawrhorne - O. Berz (edd ),Tta(riuon und
htk.prcntrch in the |e\ Teslourc ' I C re dei risultati positivi, <<frutto per lettera ai Calati si trovano la di- definiti dalla lista dei vizi (6al
B l\lohr. Tùbingcn l988 Lerdmans. GrJnd Dio) (Rm l,l3:'1,4\. ln Fil l'22 lesa dell'apostoÌato paolino e la 5,19-21) e delle virtir (Gal5,22-23;
Raórds 1987i Thcisen C , Fù|tt t deboliù tensione tra la Legge e lo Spirito. yedl Vjrtù e vizi). Paolo utilizza i
.,,;r,nro 4aahq ,,'.iotoriú dìuù rchItin^ Paolo indica che il suo continua-
re a vivere avrà come risultato il Sembra che i credenti centili si termini desiderío (epíthynia) e
teololico. in l.! . Salioloeíu del .rbt ìanesi'
nú Dùt itiro.Maticttl, Genova 198?, pp lrutto del suo lavoro. Egli rife-
si stessero legando alla Legge nella carne (sarx) per evidenziare il con-
242:257; Thompson M. R ' Clothed \"ith risce al dono dei FiliPPesi Per lui modalità che Paolo proibiva, in trasto che caratterizza la vita gui
Christ: The Exanple and Tnîhins oJ Je (frutto) del loro amore. quanto essa minacciava di mettere data dallo Spirito e la vita gover-
sus ìn Romans /2.1_/J /J, JSNTSS 59'
come
ÍSOT. Shellield 1991. pp 16l_216i To ì_ Molto simile all'idea del (frut- in pericolo <<la verità del vangelo)) nata dagli impulsi carnali.
son P. J., Pdul ottd the Jevish Lav: Ha' to dello Spirito> è il riferimento al (Gal 2,1l-21). Gal 5,13-26 esorta i 2.2 Fotma della vita nello SDi-
lakha in the Lettct of the Apostk to the (fnrtto della luce)) (,o karpos lou credenti della Galazia a vivere/cam- rito La lista del (frutto dello
c"n//es. CRINT l.l, Minneapolii' Foúrcis minare secondo lo Spirito e a non Spirito)r in Gal 5,22-23 offre una
1990: wedderburn A. J Nl..Th? Reaso s
protos), descritto come bontà,
îot Ranans, T. & T Clark, Edinbursh oirrstizia e rerità (Ef 5.9). Il van- seguire i desideri della came, carat- forma positiva della vita nello Spi-
'1988:
willis $., /rro1,14ett itt Cotinth: The ;elo produce,, f rutto', accompa- teristici di coloro che sono al di rito, ponendola in contrasto ri-
Pouline A\uhent ìn lco nrhiansS and 10,
cnando il suo effetto !oluto (Col fuori della comuniîà credente. Era spetto alla lista dei vìzi di Gal
SBt.DS 68. Scholars, Chico (CA) 1985 necessario, per Paolo, mostrare 5,19-21. Gal 5,25 ((Se pertanto vi-
i,6.t0). ll ufrutto" della vita nuo-
M. B. ThomPson va in Cristo è giustizia (Fil l,ll) che la libertà dalla Legge non si- viamo dello Spirito, camminiamo
e santilicazione (R-nr 6,21-22i ve-
gnifica escludere le obbligazioni del anche secondo lo Spirito)) forni-
di Santità, santificazione). vivere morale. Comunque, la re- sce un versetto sintetico per que-
FORZA: vedi Debolezza; Pote- Attraverso una metafora con_ sponsabjlità della condotta mora- sta sezione, mediante la ripetizio-
re; Trionfo traria, Paolo descrive coloro che le non deve essere determinata dai ne del dativo <<SpiÍito>> Q)neuma'
sono separati da Cristo come (in- dettami della Legge, ma dall'ope- /,). L'enlatico sommario di Pao- I

fruttuosi) (ak.rrpos). Ef 5,11 parla razìone, dalla capacità e dal suffi lo è piu comprensibile come esor-
FRUTTO DELLO SPIRITO di ouanti camminano nelle tene- cjente dono dello Spirito (sul con- tazione a <comportarsi)) (sloikó-
l
bre come di vite imProduttive (Rm tcsto di Galati, cfr. Barclay). men) secondo lo Spirito.
l- Merafore simili e oppore; 6,21). La vita non rigenerata Pro- 2.1 Ca.ne e Spirito - In Cal Il contesto sottolinea la poten-
s{rvvARr(t - 5,16.l8 viene creato un contrasto za dello Spirito come motivazio-
2. Il con!€sto di Galari; 2 1 Carne e SPi duce frutto oer la morte, eviden-
rno: 2.2 Fo.ma della vita ncllo Spirito: ziando vizi negativi invece delle per sottolineare le azioni caratte- ne e capacità del vivere cristiano.
3. Fontì paoline; 4 Le grazic spirilLt'ìir ristiche dello Spirilo Q)neumotù, La concezione paolina della vita
5. Conclusione virrù positive prodotte dallo Spi-
rito (Rm 7,4; Col 1,5'9; Cal L'esortazione di Cal 5,16 viene nello Spirito viene formulata sia i

L'espressione (il frutto dello 5, r 9-21). cspressa mediante una costruzio- in modo positivo che negativo. Le
SDirito. è una metafora utilizza- Paolo può aver mutuato la me- ne attiva, con il dativo Q)neumati virtù (il frutto dello Spirito) sono l

i; da Paolo per descrivere le virtil rafora della fruttuosità e dell'in- pe poteile), lladolta con <cammi- esempi genuini del carattere etico
nate secondo lo Spiritor. La for- prodotto in coloro che cammìna-
che manifestano le realtà della vi- fruftuosità dall'AT. ln esso lsraele
ta in Cristo. Paolo non Parla del viene paragonato a un albero Pro_ rna verbale di Cal 5,18 è passiva, no secondo lo Spirito.
frutto della fede, ma Parla espli- duttivo oppure a una vigna (Per dj nùovo con il dativo, che signi-
citamente del (frutto dello Spiri- esemoio. Sal 80,8-18; ls 5,1-7; lìca <essere condotti dallo Spiri- 3. FONTI PAOLINE È molto
21,2-è; Cer 2,21 I1,16; l2.lOi Os ót, Q)neumati ageslle). Quando improbabile che la lista delle vir-
lo>> (ho kar7os lou Pneumalos) ln
14,6, cft. 4Esd 9, 31-12) e lsaia rrna viene illuminata dall'altra. le tu sia interamente una creazione
Cal 5,22-23 egli cataloga le com-
Donenti del (frutto dello Spirito", può accusare la &vìgna del Signo- drre idee sonomolto simili. <Cam- di Paolo. Una delle maggiori in-
core .uao,", gioja. pace. paziqn- re, Derche non produce il suo minare secondo lo Spirito)) signi- fluenze deriva dall'AT. Nella sua
giusto frutto lls 5.2.4) Tutta- f ica non soddisfare i desideri del- lettera ai Romani, Paolo indica
za, benevolenza, bontà, fedeltà' che I'amore, la prima virtil nella
via- ouando lsraele verrà restau_ la carne, mentÍe (.(essere guidati
mitezza e dominio di sé))
rato É lo Spirito sarà riversato. la dallo Spirito)) indica il contrario lista di Gal 5, porta a compimen-
terra diventerà piena di frutti (ls cli essere sotto la Legge. to i comandi specifici del decalo-
I - METAFORE SIMILI E OP'
I

I
Frutto dello Spirito 654
6s5 Frutto dello Spirito
go (Rm 13,8-10). Tuttavia Paolo 3,12-15. Queste grazie, provoca-
non codiiica in modo iormale 8li te dallo Spirito, vanno al di là dei more caratterizza Dio e quando de I'esperienza indi\.iduale. Egli
ìnsegnamenti etjci dell'AT. Poca limili naturali della virti.r, cosicché viene reaÌizzato da uornini e don- esige che la pace reeoli le loro
o nessuna influenza diretta deÌ pe- ì credenti, ad esempio, dimostra- ne, questo adempìe la Legge (Rm esperienze comuni, cosicché ci sia
riodo intedestamentario può esse- no L'amore attraverso l'amare i 13,10). Esso rapprcscnta un'azio l'armonia nella comunità (Nlelick
re stabilita con cerlezza, beùché propri nemici (Rm l2,l4i cfr. Mt ne dì donazione dj sé per il bene 301-302).
sia probabile che il suo insegna- 5,44). Il completamcnto di queste degli altri, non necessaLiamente Pazienza (makrothlmía) - La
mento morale complessivo riflet- virtu dimostra J'opera dello Spi- un'emozione. l1 miglior esempio pazìcnza rappresenta uD valore
ta il retroterra rabbinico di Paolo rilo neì credenti. Comunque, può di quest'amorc ò, certamente, positivo, che abbraccia iermezza
(Davies 1'17-226). O. Wischmeyer non esserci una perietta corrispon- l'autodonazione di Cristo sulla e capacità di resistenza. La pazien-
ha comunque addotto, a partire denza tra queste liste e il progres- croce (Gal 2,20; E1 5,25). za, o la tolleraDza, è una qualità
dal Giudaismo ellenistico. un in- so nella vira cristiana. V. Furnish Gìoia (charu) Anche se Pao di Dio (Sal 103,8) e deve cssere rì,
sieme impressionante di paralleli suggerisce chc esse non hanno la lo spesso esorla i credenti a gioire prodotta nel popolo di Dio (lCor
sull'(amorer. Ma, come nota C. funzione di rappresentare I'idea- <nel Signore> (cfr. Fil 3,1: 4,4). 13,4; Eî 4,2; Col I,lt; 3,12),
D. Fee, (i paralleli addolli sono le cristìano verso il quale tutti de- nella lista dcl frutto deÌlo Spirito Benevolenzq (chrastotes) Lo
di dubbio valore: la lode della vono tendcre; sono piufiosto dif- si trova I'unica occorrenza della Spirito Santo produce nei credenri
"virtii" o dell"'eros" non è cer- lèrenti modi verso i quali Paolo parola (gioia> in Galati. Anche l'aftitudine deLla dolcezza, o bcne-
to la stessa di ùn'esortazione all'a- indirizza se stesso in situazioni sto- nelle prove i credentì possorlo con- volenza, dinamizzando l'amore.
gape,t (Fee 626). rìche concrete, per spiegare come servare la gioia del Signore, che La bontà è una qualità dell'azio-
La lista delle virtir è paragona- si esprirne la vita nuova in Cristo impedìsce loro di cedere alla totaÌe ne benevola di Dio e delle sue azio
bile alla termìnologia e allo stile (Fúrnish 87). Queste virtir posso- disperazione. Mentre I'amore è ni verso i peccatori (Rm 2,4; Eî
dell'etica ellenistica. Mentre il vo- no essere viste già comc evidcnza chiaramente artribuilo a Dio. 1o 2,'7: Tt 3.1). I cristianj non trova-
cabolario è simile all'insegnamen- dell'opera dello Spìrito nello svi- slesso non si può dire, in nodo no miglioÌe modalità per prosegui-
Lo greco, Paolo non utilizza ll] lùppo dei credenti, in corlrasto d- esplicito, della gioia; ma il suo ca- re nella benevolenza di Dio che nel
qualità in modo greco. Alcuùi dei spetto alle (opere della carne> rattere di dono divino ò chiaro in mostrare agli altd la benevolenza
concetti e delÌe descrizioni nella lì- (CaL 5,19-21). In definitiva, pos- altri contesti (per esenpio, Rm di Dio (Ef 4,32).
sta sono piir <specificamcnte cri siamo affermare che le virtil sono \4,1'7). Bo tà (dgathósynC) - Labon
stiani), altri meno. Per Paolo, co- segni ben deîiniti dello Spjrito. Pace (eircnc) L'csistenza cri là include I'idea della generosità,
munque, queste vinù sono sernpre Paolo elenca nove virtu o gra- stiana gcnuina dimostra la pace di ma si concentra sull'iDcidenza mo
a beneficio della comunìtà c per zie (da non intendere come una li- Dio, in quanto j crcdenti sono in rale. Comc termine inusuale, es-
I'edilìcazione della Chiesa e non. sta esauriente) che compongono il pace con Dio (Rm 5,1). La pace, so con'ìpare nella LXX e soltanto
come nell'etica greca, semplice- (frutto dello Spirito): iLmodo di come lutte le grazie nella lista, non quallro volte nel NT. Funs ritie-
mente per la formazione del carat- vivere di coloro che vengono ina- rapprcserlta una condizione previa ne che (la bontà è un'attitudine
tere. Esse vengono sempre tratla bitati e vivificati dallo Spirito della giustìficazione; ìnvece, pel della generosa benevolenza verso
te dal punto di vista della lìbertà (Bruce 1982,251). Il (fÌutto del- Paolo, la giustificazione costitùì gli altri, felice di realizzare nolto
crlstiana e dell'obbedienza iù Cri lo Spirito)) è ovviamenle inteso co- sce la condizione e la radice da11a di piir di quanto viene richiesro
slo. me opposto alle (opere della car- quale si sviluppano queste quali- dal1a semplice giustizia> (Fung
Benché Paolo, con l'eccezione ne). L'espressione (îrutto dello là. La pace è la serenìtà concessa 268). Questa magnanitue gelero-
dell'amore (agdpé), adottì termi Spjrito) indica che le qualilà enu- ai credenti per sostenerli. H. D. sità è il contrario dell'invidia (Gal
ni convenzionali, questi norl rap- merate non rappresentano il risul- Betz suggerisce che questa trìpli- 5,21).
presentano le <virtil) nel senso tato dell'osscrvanza di url codice ce struttura iniziale (amore, gioia, Fedeltà (pistis) Pr.rlrs può si-
lradizionale, ma sono manifesta legale, ma devono essere altribui- pace) riveli urì importantc clemen- gnilicare sia (<îede, che (fedeltà)).
zioni della redenzione dìvina. te alla potenza dello Spjrito San- to dell'etjca paoLina: (Non ci si ll contesto, che elenca otto qùali
to (Fune 262-263). Le cararleristi- può aspettare semplicemente di tà etiche, iDdica che ci sì aspette-
Queste figurano nella comunità
cristiana come riflessi delÌa presen- che etjche prodotte dallo Spirito agire in modo responsabile, dal rebbe una connolazione allreîtan-
za di Cristo nella Chiesa, per mez- si trovano in netto contrasto ri- punto di vista etico; è necessario to etica della plslrs. Poiché Dio è
zo dello Spirito. spetto aile attività naturali e agli innanzitutto essere abililati, po- fcdele (Rm 3,3) anche il suo po-
atreggiamenti dclla vita incentra Lenziati e motivati prima di poter polo deve essere fedele. Il termi-
1. LE GRAZIE SPIRITUALI ta su se stessi. agire) (Betz 287). Poiché, median- ne indica l'idea di aiîidabilità o di
I-e grazie incluse nella lista paoli Amore (o!apè) È molto ìm- te lo Spirito, l'amore , la gioia e la credìbilità.
na del (1Ìutto dello SpiritoD devo- portante che (l'amole) si trovi in pace di Dìo sono presenti nei cre- Milezza(pfttulès) Questa
no essere conîroùtale con le ana- cima aLla lista. Quest'enfasi è pre- denti, essi dovrcbbero agire in mo qualiLà combina la fèrmezza e Lru-
Ìoehe liste di Fil 4,8 e di Col sentc anche aLîr-ove in Paolo. L'a .1o rispondenre. I Col 3,15 l'esor mihà. denotaÌldo fermezza sorro
Lazione paolina alla pacc trascen controllo. Essa rnanca di ogni sen
Frutto dello Spirito 656

so negativo, di assenza di spirito, legalismo, ma rappresentano 1o


coraggio o vigore, a volte associa- sviluppo dell'aîtività escatologica
to con il termine (mitezza). Que- dello Spirito (Barclay 1991,
sta grazia spiituale è meglio com- 119- 125),
prensibile come umile disposizio-
ne verso la volontà divina (Burton Vedi anche: Carne; Doni dello
317). Spidto; Etica; Gioia; Pace, ricon-
Domi io di sé (enkruteia) - ciliazione; Sandta, santificazione;
Quest'ultimo termirie è particolar- Spirito Santo; Spiritualità; Virtìr
mente importante, L'idea è stata e vizi.
introdotta nell'etica greca da So-
crate e, al tempo di Paolo, il ter- BIBL. Barclay J. NI. G., Obelins rhe
mine è diventato un concetto Pri- Ttuth: Paul\ Ethics in Galar;arr, Forlress,
Minreapoìis l99li Barclay w., Flesh ad GALATI, LETTERA AI malcdizione della Legge, cosicché
rnario nel pensiero ellenistico. La Spnit: A Exaninaîion oÍ Galatians
sua collocazione alla fine della li- Jrl4?3, AbìngdoD, Nashvjlle 1962i Bctz H. noi potessimo ricevere il suo Spi-
sta indica, probabilmente, che D., Cdla1@d, Herm, Fonress, Philadelphja SoMNJ{RÌo Ì I a Galùzia: I I I 'invîsi. rito (Gal3,l3-1.1; redi Spirito San-
1979i Bruce F. F., Connentat! on G.lld to). Lo Spirito, non la Legge, cj
proprio come l'amore, la prima 1iars, NIGTC, Eerdmans, Grand Rapids
ne celtica; 1 .2 La GaLazia elLcnjficaj 1 . 3
La Gaìa"ia.oma at 1.4 Cultùra e rcligro dona l'identità di îigli di Dio (Gal
qualità, rappresenta I'adempimen- 191 1 t BDrfon E. D . , The Epist le 1a t he Ca- ne delÌa Gabiaronana: 2. Cónlesro stó
to della Legge, il dominio di sé ldîians. lCC, T. e T. Clark. Edinbxrgh ricot 2.1 Aùtore;2.2 Destinararii 2.1.1 4,6; vedi Adozione, îigliolanza).
1921: DaÌ Covolo E.. 1/ (€típM coúè c,- I credenti devono diiendere la lo-
adempie la richiesta complela del- lica alla 4'asi nella parcnesi diOdl 5,16 24,
Collocazionc deÌle Chicscj 2.2.2 La tela
1'etica greca. zione dì Paoìo con le Chi€se h Calazia: ro libertà dalla schiavitù della Leg-
in Rira 29 (1981) 319-19l; Davies W. D., 2.2.1 La crisi nelÌe Chiese deÌla Gaìazia:
Pauland Rabbini. Judaisln, lo(.ess, Phi' ge (Cal 5,1) e già utilizzano la 1o-
2.3 Dara: 2.3.1 Lc visit. a Gerùsalemme
5. CONCLUSIONE - Mentre la ladclphia 1980 (riv.)i Fce C. D., The l1ítn e La dalazionc; 2.3.2 La <prima, visila e ro libertà per adempiere la Legge
Episrle ta îhe Caìnrhidns, NÌCNT, Eerd- ìa dalazione (Cal4,l3); 2.3.3 La dcsijna con il servizio vicendevole, me-
lista dei vizi, o delle <opere della mans, Grand Rapids 198E: Ì:Lrng R. Y. K., zione e la dalat 3. Cene.e leuerarioi 3.1 diante l'amore (Gal 5,13-14). Non
carne>, viene presentata senza una The Epctle ta Ìhe Gdlalhas. NICNT, Eerd
IL genere della lerierai 3.2 La slrutlura
struttLua, per contrasto i (<ftutti maDs, Grand Rapids 1988i furnish V. P-, dell'argomenîazionei 4. Conrenutii,1.I ci trovìamo piir sotto la Legge che
dello Spirito> sono caratterizzati Theolag! and EÌhics in Pírl. Abincdoù, Saluii (Gal 1,1-5)j 4.2 Rinprovero (Caì ci divide, ma siamo guidati daLlo
Nashville l9ó8j Longenecker R. N., Ctld_ 1,6 :1,11); :1.2.1 Aùtobioeralia (Cal
da una struttura unilaria. Quest'ù- liars. WBC 41, Word. DaÌlas 1991: Long- Spidto che ci unisce. Paolo acco-
l, l3-2,21);'1.2.2 A.somenlazione daÌla
nità è composta di tre livelli con- sworrh w., Errns rn Pdrl: The Shape oJ
Scritlura (Gal 3,6-29)i 4.3 Sezione di ri
sta quesLi concetti centrali della li
cettuali, i più importanti dei qua- Chisridn Lí|e,i' The An tlatafthe Sacie- chiesra (caì 4,t2 6,10)i 4.1.1 Aùrobìo- bertà mediante la croce di Cristo
li si trovano all'inizio e alla îine. ù aJChrìstìdn Ethics O9al) 29 56i l.ulÌD. (GaL 4,12 20)i 4.3.2 Allcgoria a e dell'unità mediante il suo Spiri-
J., The Spnh ìn Gdlatìd,SBLDS 49, Scho 'rrafia dalla Scrittura (Cal4,2l 3l)r 4-3.3
parlire
L'((amore) all'inizio e il (dominio lars, Chico {CA) 1980; \'reÌìck R R Jr', lstruzioDì cljchc (Gal5,l 6,10)i 4.4 Con
to ad altre tematiche complemen-
di sé> alla fine rappresentano la Philippians, Colossìdns, Phìleno , NAC, cÌusione (6al 6.1l-18). tari: una narrazione della propria
perfezione e la completezza. Do- Broadman, Nashville l99l i Penna R., d,a chiamara a evangeLizzare i Centi-
útità edilcoù. Aspetti ecclesiolol!ìri de'a'
ve i <îrutti dello Spiritot sono pre- gape in San Paolo, n L'apostola Paolo. La libertà e l'ùnità in Cristo li (Gal l,13-16), un ricordo della
senti fanno crescere Ìa vita della Studi di eseeesi e rcologia, Edizioni Paoli- rappresentano le tematiche centra- sua fedeltà al vangelo per i Genti
Chiesa e dei suoi membri, Non c'è n€, Cinisello Balsamo 1991, pp. 515-592; li della lettera di Paolo ai Galati. li nelÌa sua relazione con gli altri
Pi1a A., Catala.hi deitizi e delb tnîu,lt
spazio per Ìe <opere della carne>. Sinossì paotina. Edir.ioií San PàoLo. Cini-
La sua lettera è indirizzaia a cri- apostoli (Gal 1,17-2,21), una spie,
Per coloro che in Galazia temo- sello Balsamo 1994, pp.259 2?l; Schwejzer stiani la cui preoccupazione per gazìone della giustificazione me-
no che l'abbandono della Legge E.. Trcdìtional Ethi.dl Patte s in the Pa ' l'osseryanza della Legge rischiava diante la fede, non mediante Ie
per lo Spirito porti al libertinismo, lhe ad Postpaulìne Letrers and Theít De' di dividere Ie loro comunità in de- opere della Legge (Gal 2,16;
wlopmenÌ, iD E. Besl - R. McL. Wilson
Paolo assicura che contro qùeste (edd.), 7'ei and In teryteîalton, University marcazioni razziali, separando i 3,6-l2i vedi Opere della Legge),
cose non c!è legge; né queste ca- Press, Cambridge 1979, pp. 195'209; wi Giudei dai Gentili. Tali separazio- un'esposizione di testi dell'AT sul-
ratteristiche devono essere codili- schmeyet O., Det hóchstu we8. Das l3 Kd' oi non dovrebbero essere lollera- le promesse di Abramo e sulla leg-
piÌel des I Kotiktherbrìeles, l,loh!, Giiier (non c'è giudeo né gre-
cate in una legge nuova. Queste sloh 1981.
te, perché ge mosaica nel contesto della sto-
grazie offerte dallo Spirito non so- co, schiavo o lìbero, maschio o ria della salvezza (Gal 3,6-25;
no originate da nessuna forma di D. S. Dockerl femmina; poiché tùtti voi siete 4,21-31) e una definizione dell'e-
uno in Cristo Gesir) (Gal 3,28). tica cristiana in termini di carne e
Questa nuova Ìrnità, che trascen- Spirito (Gal 5,13-6,10).
de tutte le barriere razziali, socia- Il significato di questi temi cen-
li e sessuali è fondata sulla <veri- trali in Galati conferisce a questa
tà del vangelo> (Gal 2,5). Cristo Iellera un posto privilegiato in
e stato crociîisso per liberarci dalla ogni considerazione della crono-
Galati, lett€m ai 658 6-_59 Galaai- l€ttera ai

logia e della teologia paolina. La retroterra di questo dibattito è ne- sorpassa ia lbllìa dcì Calli>). Tut- ca, venivano descritti dagli stori-
lettera ha avuto un impatto Pro- cessario dvedere tre fasi nella sto- tilvìa de!e esserci uÌla parte di vc- ci greci e latini corne barbari guer-
fondo sul pensiero e sull'azione ria della Galazia: f invasione cel- rità nella sua narrazione, perché rieli che invadevano e saccheggia-
cristiana attraverso la storia della tica, la Galazia ellenistica e la Ga- rltre fonti antiche descrìvono le vano i Paesi vicini. Essi erano in-
Chiesa. Lutero I'ha denominata lazia tomana. modalità con quaLì devastaro-
1e llùenzati più dalla cultura e dalla
(la mia lettera personale, alla qua- 1,1 L'invasione celtica - Quan- no I'Asia Mìnore occìdentale e ser religiore fiigia, che daLl'ellenizza-
le mi sono fidanzato: la mia Ca- do un esercito di Celti (chiamati rentrionalc: riccvevano tributi an- zione. A Pessinunte prendevano
terina von Bora>, anche Galli o Galati, dagli autori che da1 rcgno dei ScÌeucidi, fino parte al îamoso tempio antico deL-
greci e latini) invasero e, in segui- a quando Alralo I, re di Pergamo, la dea Frigia, la madre degli dèi,
l. LA GALAZIA - Nella sua let- to, si stabilirono nella regione iì capace, linalmente, di sconfig chiamata Agdistis. Il santuario,
tera (alle Chiese della Galazia) centro-seltenfionale dell'Asia Mi- gerlì e dì conlìnarli, dopo ìl 232 con i suoi portici di marmo bian-
(Gal 1,2) Paolo ha rimproveralo nore (rnoderna Turchia), conferi- a.C., in fissi confini. Illoro terri- co, era oggetto di venerazione. I
i destinatari di essere (stolti Ca- rono alla loro nuova Patria il Pro- torio superava le 200 miglia, da sacerdoti venivaro considerati so-
latir (Gal 3,1). La sua Prima let- prio nome: Galazia. Questi Celti sud-ovest a nord-est. delimitato vrani a causa dell'immenso pote-
tera ai Corinzi istruiva quella (o Galati, come venivano di soli- cialla Licaonia e da1la Panfilìa a re che esercitavano nella loro so-
Chiesa a fare ciò che egli aveva to chiamati in Asia Minore), che sud, dalLa tsitinia, dalla Paflago- cìetà.
detto (alle Chiese della Galazia), appartenevano allo stesso ceppo nia e dal Ponlo a nord, dalla Cap- ln Galazia il tipo di governo di-
per qùanto riguardava la colletta dci Celti della Francia o della Bd- padocia a est e dalla Frigia a ovest. venne piu totalitario: dal 63 a.C,
(lcor 16,1). In una lettera a Ti tannia. erano emigrati dall'Euro- I Calari, che dimoravano in que- le tribu non venivano più coman-
moteo, lo informava che <Cre- pa centrale in Grecia. Secondo lo sto lerritorio! erano composli di clate da un concilio e da tetrarchi.
scente €ra andato in Galazia)) storico romano Livio (23-'19 d.C.) trc tribù: quella più potente, dei ma da tre re trìbali; dal 42 a.C.
(2Tm 4,10). Presso gli studiosi del essi (s'inîiammarono dal deside- l rocmi. era collocata a est di Ta- Deiolaro, dopo una guerra civile,
NT sono ancora questioni molto rioD dj passare nel ricco Paese de! \ iumi ai Tectosagi appartcneva la gùadagnò il contlollo di tutta la
dibattute la localizzazione geogra- l'Asia. La loro opportunità giun- fortezza di Ancira (moderna An- Calazia. Durante una serie di
îica delle Chiese in Galazia e 1'o- se quando furono invitati da Ni- kara)j i ToÌistobogii vivevano nel- guene i Galati furono scolfitti
rigine etnica dei Galati ai quali comede I, re della Bitinia, che ave- I'area di Pessinunle, nella parle dalla potenza di Roma. Nel 190
Paolo si rivolgeva. Aìcuni (in par- va bisogno di mercenari p€r la sua occidentale della Cìalazia. Ognj tri- a.C. si allearono con il re seleuci
ticolare J. B. Lightfoot e H. D. campagna di ricooquisla della par- bù era suddivisa in quattro tetÌar da, Antioco lII, contro Roma, ma
Betz), seguendo la maggior Parte te piu vasta dclla Bitinia. Nel278 chìe; ogni tctrarchia avcva urr pro- nel 189 a.C. îurono sconfitti a
dei coúmentatori patristici, me- a.C. circa ventimila Galati mosse- prio letrarca, un giudice, un co Magnesia, dal console N,lanlio
dievali e della Riforma. hanno ri- ro guerra, per conto dj Nicomede, nranclante militare e due coman Vulso.
tenùto che Galati îìJ scritta per cri- fino a quando tutta la Bitinia ri- danti subordinatj. Le rappresen- I Galati cominciarono a vedcre
stianì celti (Galli), i cuj discendenti conobbe Ia sùa sovranità. Livio tanze delle dodici retrarchic lor- ibenefici del loro sostegno aLla
vissero intorno ad Ancira, Pessi- descrive qùesti feroci guerrieri ga- mavano un concilio a Drineme- causa romana. Cosi, quando il ge-
nunte e Tavium, tre città localiz- lati, che ispiravano un tale terro- rum. La nobiltà celtìca dominava neraìe romano Pompeo marciò
zate a setientrione dell'Asia Mino- re che <sia i più lontani sia i Piir sulla popolazione locale; benché i conlro Mitridatc V, i Galati si al-
ie. Altri (in particolare E de W. vicini obbedivano, ugualmente, ai Galaai conservassero la proplia learono con lui. Nel 64 a.C. Pom-
Burton. F. F. Bruce e R. N. Lon- loro ordini: ...alti di corporatu- linglla celtica, in buona parte peo ricompensò il loro sostegno
genecker) sostengono che le Chie- ra, capjgliatura lunga e rossiccia, rdottaroúo la religione locale, Co- dcsignando la Galazia colne reBrìo
se della Galazia furono fondale da enormi scudi, spade molto lunghe; siun'jnvasione celtica diede origi alleato ed estendendo i suoi con-
Paolo, come ricordato in AÎ inoltre, canti, comc nelle occasioni ne alla Calazia, in Asia Nlinore. fini sìno a includere le regioni me-
13-14, ad Antiochia di Pisidia, della guerra, urla, salti e terribile l.2l,a Galazia ellenistica Li- ridionali e orientali. Qìrando nel
Iconio, Listra e Derbe, nel Meri- iracasso delle braccia, con le quali \io, scrivendo nel I sec. d.C., da 36 a.C. la Galazia passò ad Amin-
dione dell'Asia Minore. ed erano battevano gli scudi, secondo alcu- una prospettjva romana, raccon- ta, segretario e generale di Deio-
composte da Centjli di diverse ori- ni costÌrmi ancenstrali; tutte que- La l'ellenizzazione della Galazia: taro, jl territorio ìncluse parti della
gini etniche (Frigj, Pisidiani e Li ste cose venivano utilizzate delibe- r<Questi nostri antenati ebbero a Pisidia e della Frigìa. Più tardi,
caonici). I riferimenti di At 16,6 ratamente per terrorizzare i loro che îare con iveri Cìalli. nati nel- Amìnta, come ricompensa per
((<la regione della Frigia e della nemici, (Livio, Hisl, 38.1 8.3-9). le loro terre; quesli ora sono de l'ajuto dato nella battaglia di
Galazia)) e di At 18,23 (da regio- La reale finalità della descrizio- generaîi, razTc mìste e realmente Azio, ricevette da Augusto larga
ne della Galazia e della FrigiaD), ne di Livio consisteva nel dimo- gallo greci, come sono chiamati) partc della Licaonia, una sezione
in quesro djbaltito, sono stariutj- strare il potere di Roma, che av€- (l-ivio, I1rs1. 28.17.9). Benché i della Cilicia, denominata Cilicia
lizzatj a sostegno di enrrambe le va sconfitîo qùesti nemici terrifi- (lalli fossero conosciuti come Trachea, e gran parte delÌa Pisi-
localizzaziori. Per comprendere il canti ((Quanto il valore romano ,eallo-grccir, (ìalati di lingua gre- dìa e deÌl'lsauria. Come risultato,
660 ó61 Galafi, lettera ai
Geleti, Iettera ai
sto fondamento, la sezione di At la Calazia eÍano considerati Ga, galata, anche se è chiaro chc mol-
il territorio detla Calazia incluse lali. Alcune iscrizioni che riporta-
13,l4-14,23 viene considerata co- ta parte di cssa era di origine ana-
una larga area dell'Asia Minore no nomi di schiavi si riferiscono
me narrazione della nascita della tolica (Mitchell 1058).
meridionale che non era mai sta- a cssi come Galati, anche se nes-
ta, dal punto di vista etnico, Ga- Chi€sa nella regio[e della Frigia Anche dove sono stati trovati
suno di loro possiede un nome cel, nomi celtici, vengono generalmen-
lazia. Quando Aminta, ultimo re Galatica e At 16,16 e 18,23 come
riferimenti alle successive visite di tico. Un'iscrizione (l sec. d.C.) di te associati a onomastiche dì fa-
della Galazia, fu ucciso in batta- Pednelissus, al margjne meridio-
glia contro gli Omanandensi, nel Paolo nella stessa regione. La con- :nìglie greche, romane e frigie. In-
cezione alternativa, per la quale nale della Pisidia, designa questa latti il sangue celtico puÍo dcve es-
25 a.C., Augusto non afiidò il re-
questi riferimenti in At 16,6 e città come (la città della Calazia). sere stato molto raro. L'annota-
gno al figlio di Aminta, ma lo dor-
18,23 descrivono una visita di Un'altra iscrizione di Apollonia, zione dì BACD fonda il proprio
ganizzò come provincia romana
Paolo a settentrione, nel territo- nella regione lrigia della provin- caso sulÌ'uso frequente da parte di
sotto I'auto ta di un governato-
rio originale della Galazia roma- cia, denomìnava i residenti di que- Memmone delnome dei Calati per
re. Così il regno della Galazia di-
na, non riconosce la costruzione sta città come Calati. ln questi (gente con una ben definita indi,
venne la provincia romana della
grammaticale di queste frasi in At- luoghi, come ad Atene e Rodi, si vidualità, che giunse in Asia dal-
Calazia.
trovano numerose iscrizioni su I'Europa). Su questa base viene
1.3 La Galazia romana - Co- ti k(la r€gione della Galazia e del-
pietre tombali che desjgnano resi-
la Frigia) indica una regione e non sostenuto che Memmone (cerla-
me provincia romana, la Galazia
due) e la costituzione storica del- denti stranieri come ì Calati. an- mente non si sarebbe indirizzato
includeva il territorio oliginario
la provincia romana della Calazia. che se i nomi sono quasi turti gre- ai Licaonici come Calari)) (BACD
(l'area che va da Pessinunte ver-
Sembra che Atti segua la modali- ci, bcnché alcune rivelino un retro I 50). Presumibilmenre dobbiamo
so occidente a Tavium verso orien-
tà tipica greca per distinguere una terra frigio. dedurre che Paolo avrebbe segui-
te), con aggiunte maggiori da al-
provincia romana elencando le re_ Sembra che il nome dei Calati to la stessa usanza di Memmone
tre regioni: Ia Frigia, I'lsauria e la
gioni di questa provincia. fosse largamente utilizzato come (una deduzione dìscussa in quan-
Pisidia. Ciltà e villasgi, come An-
Così, al tempo di Paolo, la Pro- designazione pcr persone di origi- lo tale). Memmone, contempora-
tiochia di Pisidia, lconio, Listra e
Derbe, ora lacevano Palte dei con- vincia romana della Galazia si ne sia frigia chc celtica. Anche se nco di Paolo, scrisse una lunga
estendeva dal Ponto, sul Mar Ne- questo fatto è ben attestato (cfr. storia della propria città, Eraclea
fini della provincia della Galazia
Parti della Panfilia che, formal- ro, alla Panfilia, súl Mediterra- specialmente Hemer 299-305), vie- Pontica. [-a finalità del suo rife-
neo. (Le Chiese della Galazia)) al- ne posto in discussione da studio, rimento ai Galati serviva a mostra-
mente, appartenevano ad Amin-
ta furono restituite da Augusto al- le quali si rivolse Paolo avrebbe- si aùtorevoli come W. Bauer, re che I'invasione celtica nel II sec.
ro potuto collocarsi nel territorio Greek-English Lexicon e clall'ar a.C. indebolÌ la sua cirtà e ridus-
la Panîilia; e alcune parti occiden-
settenlrionale etnico delle tribil ticolo sulla Calazia, contenuto se il suo territorio- Così isuoi ri-
tali della Licaonia e della Cilicia nell'1D8. Qùesl'ulrimo sostiene
Tarsense furono traslerite al suo della Galazia, in vicinanza delle Ierimenti non stabiliscono la de-
città provinciali di Pessinunte, An- che (il nomc dei Galali sarebbe signazione propria per iresidenti
alleato, Archelao, re della Cappa-
cira e Tavium, oppure avrebbero difficilmente una designazione ap- della provincia romana della Ca-
docia. Ma nel 5 d.C. la Provincia
della Galazia venne di nuovo al- potuto appartenere alla regione propriata per tutligli abitanri della lazia nel I sec. d.C.
meridionale dell'estesa provincia provincia romana; piuttosto, po- La documcntazione indica che
Iargata mediante nuove annessio-
romana in cui, secondo la narra- trebbc evocare speciali memorìe il nome degli invasorj celti diven-
ni: una larga fetta delÌa Paflago-
zione di At 13-14, Paolo visitò An- della storia della tribii> (Mcllink ne onorifico per molte persone
nia venne aggiunta e, circa tre anni
tiochia di Pisidia, lconio, Listra e 338). Ma se il terrnine <Galati) era dell'Asia Minore, all'interno dei
pitl tardi, fu annessa Parte del designazione esclusiva per Celti
Ponto e, quindi, designata come Derbe. Sia I'indirizzo della Gala- confini allargati della provincia
zia settenfionale che di quella me- dal sangue puro, si sarebbe potu romana della Calazia nel I sec.
Ponto Galatico, per distinguerlo lo applicare soltanto a un nume-
dal resto del Ponto che non appar- ridionale sono possibili come risul- d.C. Così, ovunqùe ùella provill-
tato dei conlini allargati delÌa pfo- ro molto ristretto dell'aristocrazia cia romana della Galazia, al tem-
teneva alla Galazia.
ln analogia con questa designa- vincia romana nel I sec. d.C. celtica. S. N4itchell apporta po di Paoìo, dei membri della
1l geografo greco Srrabone de- un'ampia ricerca per dimostrare Chiesa avrebbero potuto essere
zione ufficiale romana del Ponto
scrive la popolazione della provin- che, benché la nobiltà pare si îos- considerati come Galati. La que-
Calatico, si dedotto che i riîeri-
è
menti di At 16,6 e 18,23 dovreb- cia come mista e distingue i Gala- se distinta dal rcsto della popola- stione della loro localizzazione
ti dai Paflagoni, i Frigi, i Pisidia- zione, probabilmente la classe in- nella Galazia setlentrionale o me-
bero essere considerati come de-
ni, i Licaonici e gli Isaurici. Molti feriore contraeva liberamente noz- ridionale non può essere decisa,
signazione della Frigia Galatica,
di questi gruppi etnici conservaro' ze ed era in buona parte amalga- per un'ipote$i o per l'altra, sem-
questa parte della Frigia inclusa
no la propria lingua. Ma quaÌun- mata con quella superiore. E signi- plicemente su base geografica e
nella provincia della Calazia, Pet
que sia srata la loro lingua madre licativo che la popolazione conta- deve attendere un ultcriore tratla-
distinguerla da quella parte della dìna, in questo perìodo, non
Frigia che si trova nell'Asia Pro- o i retroterra etnici, tutti gli abi- ve rnento nella discussione suÌla lct
tanti della provincia romana del nisse citata comc Irisia ma come tcra di Paolo ai caìaîi.
consolare (Frigia Asiana). Su que-
Galati, lettera ai 662 663 Galati, lette.a ai

Verso la fine del I sec. (74 ca. ta di grano, una conocchia e un le <Chiese della Galazia> (Gal sentò Cristo crocifisso, essi credet-
d.C.) vespasiano staccò una buo- rocchetto per indicare 1'allevamen- 1,2). Gli studiosi sono divisi ri- tero e ricevettero lo Spirito Santo
na parte della Pisidia dalla provin- to delle pecore e la tosatura della guardo alla collocazione geogra- (Gal 3,1-2).
cia galatica, Nel ll sec. (137 ca. lana; una vite o un grappolo d'u- lica di queste Chiese (cfr. la di- 2.2.3 La crísi elle Chiese della
d.C.) la porzione licaonica della va per mostrare che per moltì la scussione sopra). L'evidenza sem- Galozia -
Stbito dopo la nascita
provincia fu trasferita alla Cilicia produzione di vino era imPor- bra propendere per Ia collocazio- delle Chiese in Galazia, queste fu-
e all'Isauria, per formare la Pro- tante. ne nella Galazia meridionale, Tutti rono inîiltrate da (agitatoriD ch€
vincia ampliata della Cilicia. La vasta area del terreno colti- i residenti di quest'intera provin- predicavano un vangelo diverso da
quello di Paolo (cal 1,6-9). L'i-
Quindi verso la fine del III sec. vabile e di quello per il pascolo era cia erano propriamente chiamati
(297 ca. d.C.) il resto delle regio- attraversata dalle strade romane, Galati, a prescindere dalla loro dentità di questi agitatori è diven-
ni meridionali della Galazia fu tra- che collegavano le città e i vilÌag- o gine etnica. Paolo normalmen- tata oggetto di ampie discussioni
sf€rito auna nuova provincia della gi mediante un sistema eccellente te classificava le Chiese che fon- (vedi Gildaizzantt|' Oppositori di
Pisidia, con Antiochia di Pisidia di comu[icazione. ll culto frigio dava secondo le provincie: <Chie- Paolo).
come sua capitale, e Iconio come della Madre degli dèi era diffuso se dell'Asia)) (lCor 16,19), <Chie- E molto probabile che essi fos-
sua seconda citta. La Provincia come lo erano i templi di Zeus se della Macedonia) (2cor 8,1) o sero dei giudeo-cdstiani che insi-
della CaÌazia veniva così ddotta, (cfr. At 14,13). Quando Ancira di- <<Acaiar> (2cot 9,2). Così, potreb- stevano sulla necessità dell'appar-
per approssimazione, alle sue an- venne la capitale deÌla Provincia be essere naturale per Paolo rife- tenenza alla nazione giudaica per
tiche dimensioni etniche, ossia al romana della Galazia iì culto im- rirsi alle Chiese di Antiochia di P; ricevere la benedizione di Dio.
territorio settentrionale degli inva- periale verne stabilito in essa. I re- sidia, Iconio, Listra e Derbe (tut- Qùindi, essi dchiedevano i segni
sori celti. Non è sorpreldente, sti del tempio di Augusto e di Ro- te città nella provincia romana caratteristici dell'identità giudaica:
pertanto, che i commentatori Pa- ma possono ancofa essere visti ad della Calazia) come (Chiese del- la circoncisione. I'osservanza del
tristici, seguiti dai commentatori Ancira (ora Ankara, capitale del- la Galazia)) e rivolgersi ai membri sabato (vedi Giomi sacri, calenda-
medievali e dformatori, suppones- la moderna Turchia) di queste Chiese come Galati. In- o) e I'osservanza della legge mo-
sero che Paolo indirizzò la sua let- fatti non potrebbe esserci nessùn saica. Senza dubbio essi si appel-
tera alle Chiese della Galazia set- 2. CONTESTO STORICO -
Per altro nome singolo appropriato
per loro. Poiché non vi è chiara
lavano all'esempio della circonci-
tentrionale, giacché qui si trova- comprendere le temaliche centra- sione di Abramo, nelÌa loro pro-
va la sola Galazia del Periodo Pa- li della lertera dobbiamo conside- evidenza che Paolo avess€ fonda- paganda per persuadere i creden-
tristico. rare il contesto storico: l'autore, to delle Chiese nella Galazia set- ti Galati che senza la circoncisio-
1.4 Cultura religione della Ga'
e i destinatari e la datazione della tentrionale, sembra meglio consi- ne era impossibile partecipare al-
lettera. derare la narrazione di At 13-14 le benedizioni dell'alleanza pro-
lazia romana -
La Galazia era
2.1 AllloÌe Paolo s'introdu- come ricordo della fondazione messe ad Abramo. Probabilmen-
una orovincia rurale. Le poche cìt-
tà maggiori. in Particolare Anci- ce nella p ma riga della lettera co- delle Chiese in Calazia alle quali te gli intrusi avevano prevadcato
ra, Antiochia di Pisidia e i Piccoli me (<Paolo apostoìo> (Gal 1,1) e Paolo si indirizzava nella lettera ai l'autorità paolina, invocando il so-
villaggi erano separati da vasti sottolinea l'autorità delÌa sua de- Galati. Ar 16,6 e 18,23 si dferisco- stegno dell'auto tà piir alta dei
tratti di campagna. La Provincia cisione sul problema delle Chiese no alle visite successive per raffor- primi apostoli nella Chiesa di Ge-
era normalmente capace di soddi- galate con Ìe parole: <Ecco io Pao- zare queste stesse Chiese in Gala- ruSalemme.
sfare alle prop e necessità alimen- 10 vi dico...> (Gal 5,2). La sua Pa- zia- Cli agitatori stavano convincen-
tari mediante la produzione di gra- ternità è accettata da tutti, a ec- 2.2.2 La rclazione di Paolo con do i convertiti della Galazia a pas-
no, fondamentale Prodotto di so- cezione di pochi critici radicali. le Chiese ín Galazia La descri- sare dalla loro parte. Evidente-
stentamento. La lana raPPresen- Quasi tutti gli studiosi considera- zione di Paolo della sua prima vi- mente il loro messaggio incontrò
tava il prodotto che arrecava be- no Galati come il modello dello sita in Galazia indica che vi giun- una necessità nelle Chiese delìa
nessere alla provincia. Molta parte stile e della teologia paolina. se a causa di uria certa malattia Galazia, Essi potevano aver smar-
dell'area centrale e meridionale 2.2 Destinatari - Paolo si ri- che suscitava repulsione (vedi, rito la loro identità, poiché la Ìo-
della regione costituiva url'enor- volee ai destinatari della lettera co- Cuarigione, malattia). Nondime ro fede in Cristo li escludeva sia
me lattoria di pecore. Strabone me-a suoi figU (Cal 4,19). Per in- no, quando qui egli predicò il van- dai loro templi pagani sia dalla si-
c'informa che grazie alle Pecore dividuare questi credenti dobbia- gelo, i suoi convertiti Io accolsero nagoga giudaica. Così essi cerca-
molti fecero fortuna, specialmen- mo localizzare l'ambiente nel qua- come un angelo di Dio, come se rono un'identificazione con il po-
le essi vivevano, le relazioni che fosse stato Cristo stesso. La loro polo giudaico, aflinché avesse sen-
te Aminta, che aveva 300 greggi
Molte delle pietre tombali della avevano con l'apostolo, e le dif- risposta a Paolo fu estremamente so I'appartenenza al popolo di
Galazia rappresentavano lo stes- licoltà che stavano attraversando generosa, Paolo dice che se fosse Dio. Sembra anche che essi desi-
so soggetto: un giogo di buoi con le loro Chiese, stato possibile essi gli avrebbero derassero porsi sotto la disciplina
un aratro e falcetti che simboliz- 2.2.1 Collocazione delle Chiese dato i loro stessi occhi (Cal della legge mosaica, in quanto cre-
zavano la seminagione e la raccol- - Paolo indirizza la sua lettera al- 4,12-15). Quando Paolo rappre- devano che la Legge avrebbe ol-
Galati, letlera ai 664 6tì5 Galati, lettera ai
îerto Ìoro ùna guida chiara nel- ne) con la visita di At 9,26-30 0a rusalemme, non era necessado per ùi studiosi, rimane diîficile spie-
le loro problematiche morali. In prima dopo la conversione) e la vi- lui riferire della visita djaiuto per gare il compofiamento di Pietro.
ogni caso, essi furono affascinati sita ill occasione del concilio di la carestia (At I1,27-30), giacché Dobbiamo ancora domandarci
dal messaggio degli inlrusi e diven- Cal 2,1-10 con quella di At on s'incontrò in quest'occasione perché egli avrebbe abbandonato
tarono ostili nei conùonti di 15,1-30, la lettera di Paolo ai Ga- con gli apostoli. ln deiinìtiva, la la comunione di mensa con glì
Pao1o. lati potrebbe essere collocata do- narrazionc di Atti, rispetto a que- etnico'cristiani ad Antiochia. do-
2.3 D^l^ -Paolo delinea un po la conferenza di Gerusalemme sta visita, non fa menzione di que po la conlerenza di Gerusalemme
quadro della propria vita, daltem- descritta inAt 15,l-30 (= Gal sto tipo d'incontro. E ha anche descritta da Paolo in Gal 2,1-10.
po della sua conversione al tem- 2,1-10). Questo îipo di equazione scnso che Paolo non si riferisca al DaÌla prospettiva di Paolo, la con-
po in cui scrive questa lettera. Un sembra ragionevole, poiché en- (decreto apostolico}>, daro che es- dotta di Pietro non può essere di-
confronto di qu€st'autobiografia trambe le narrazioni della visita so non viene considerato nella nar fesa, irl quanto viola la verità del
con le sue altre ìettere e con Attì per la conferenza si riferiscono al- razione di Atti come ùna negazio- vangelo difesiì durante l'assemblea
ha condotto a diverse ipotesi con- la stessa questione (l'obbligatorie- ne della decisione principale di di Cerusalemme.
flittuali riguardo aÌla collocazio- tà per i Gentili convertiti di osser- non richiedere la circoncisione. 2.3.1.2 Cal 2,1-10 = At
ne di qùesta lette.a nella cronolo- vare la legge giudaica), gli stessi Quindi la rivendicazione di Pao- 11,27-30 La critica per 1'eqùa-
gia della vita di Paolo (vedi Pao- partecipanti (Paolo e Barnaba sal- Ìo per la quale (da parre delle per- zione tra Cal 2,1-10 e At 15,1-20
lo negli Atti e nelle Lettere). Que- gono a Gerusalemme Per conferi- sone ragguardevoli. . . non fu im- ha indotto alcuni a suggerire
ste ipotesi possono essere valuta- re con Pietro, Giacomo e altri) e posto nulla) (Cal 2,6). concorda un'altra equazioùe; Gal 2,1-10 :
te sul îondamento di tre dati: 1) la stessa decisione (l'esigenza del- con la narrazione di Atti. Poiché At 11,27-30. llbenefìcio di que-
le visite a Gerusalemme; 2) il si- la circoncisione non viene impo- i crisriani galati erano tufti trop- st'equazione risiede nel fatto che
gnificato di (la prima volta) in sta ai Gentili convertiti), po desìderosi dì porsi sotto qual- evita ogni sospctto che Paolo ab-
Gal 4,13; 3) la localizzazione del- Due obiezioni fondamentali siasi decreto chc provenìsse dalla bia mancato di riponare tutto del-
le Chiese nella Galazia settentrio- sorte contro quest'equazione so- Chìesa di Cerusalemme, Paolo le sue visite a Gerusalemme, do-
nale o meridionale, no le omissìoni di Paolo, che si può aver decìso che qualsiasi men po Ìa sua conversione, giacché in
2.3,1 Le visite a Getusalemme trova sotto giuramento in Gal zione del <decrelo apostoljco) sa- quest!eqùazione le prime due vi-
e lq datazione Il punto fonda- 1,20, di qualsiasi riferimento alla lebbc stata poco giudiziosa, a me- site in Atti equivalgono alle due vi-
mentale della disputa, nella discus- visita di soccorso per la carestia l1o che fosse assolùtamente neces sile elencate in Galati. E Paolo
sione delle visite a Gerusalemme, (Ar 11,27 -30), oppùre di qualsia- saria. Poiché egli non si appellò non rifed il decreto apostolico per
gira intorno alle diverse visite di si riferim€nto al ((decreto aposto- Inaì al (decreto apostolico> in nes la semplice ragione che questa let-
Paolo a Cerusalemme descritte in lico)) della conferenza (At suna delle sue lettere, possiamo tera fù sc tta prima della confe-
questa lettera e quelle descritte in 15,20.29). Alcuni studiosi asseri- conclùdere che non si scntì obbli- rerìza diAt 15, quando i relativi
Atti. fn Galati sono menzionate scono che conservare l'equazione sato a osservarlo (anche se alcuni decreti lùrono stabiliti. Inoltre,
soltanto due visiter 1) cal 1,18, ìa Gal2,l-10 = At 15,l-20 alla luce hanno suggerito che egli poteva qùcst'equazione permetre di valù-
prima visita dopo la conversione; di queste dùe omissioni, necessa- non avere simpatia nei confronti tare dir'ettamente I'affermazion€
2) Gal2,1-10,la visita per il con- riamente implica ùn attacco IIei del clecreto). Dopo tutto. la sua di Gal 1,21: <Quindi andai nella
cilio. ln Atti vengono ricordate 5 confronti della piena verità della autorità non era fbndata sul decre regione dclla Siria e della CiliciaD.
visiîe di Paolo a Gerusalemme: l) narrazione paolina o della narra- to dì Cerusalemme. ma sulla <ri- Se Gal 2.1-20 si riîerisce alla con-
At 9,26-30, Ia prima visita dopo zione in Atti, o di entrambe. Già velazjonc da parte di Gesu Cdsto)> ferenza di Gerùsalemme, che av-
la conversione; 2) At 11,30 la vi- studiosi comc J. B. Lightfoot e J. (Gal 1,12), venne dopo 1a missione di Paolo
sita di soccorso per la carestia; 3) G. Machen. che certamente so- Un'altra critica rìspeLto all'c- in Galazia. allora la calazia deve
At 15.1-30, la visita per il conci- stengono la credibilità di entram- qùazione di cal 2,1-10 : At essere letta nell'affermazione di
lio;4) At 18,22, una breve visita; be le narrazioni, ritengono che 15,1-20 è che essa rende difficilc Gal 1,21. Ma sc Gal 2,1-10 si ri-
5) At 21,15-17, 1a visita con l'ar- queste dùe omissioni, dalla pro- ìa spiegazionc clcll'abbandono da îerisce alla conferenza awenuta
resto. Rispetto ai dìversi tertativi spettiva di Paolo, possono essere parte di Pietro e (anche di Barna- durante la visita raccontata in At
con i quali si cerca di rapportare spiegate sùlla base che esse Don so' ba) dalla comunione di mensa con 11,27-30, allora rimane in piedi la
le visite descritte in Galati con no rilevantj per la sua discussione gli etnico cristiani ad Antiochìa Ìeltura narurale del testo: Paolo si
quelle di Atti, due meritaro par- in Galati e, quindi, Paolo non si (Gal 2,11-t1), dopo che gli orien- recò sollanto in Siria e in Cilicia,
ticolare attenzione: Gal 2.1-10 = senîiva obbligato a riferirle. Poi- lamenti per questa comunjone fu- tra lc due visite gerosolinritane di
At 15,1-30; e Gal 2,1-10 = At ché il punto centrale dell'autobio- r ono stabiliti aÌl'assembÌea. secon- Cal l,18 e di 2,1-10.
11,30. grafia paolina consisteva nel regi- rlo la narlazione di Attì. Ma an E anche facìle vedere delle so-
2.3.1.1 Gal2,1'10 = At 15,1-30 strare la sùa relazione con i primi .hc se 1'ìncidenle di Antiochia ios- migliaùze tra la narrazione paoli
Se accoppiamo la visita di Gal apostoli a Gerusalemrne e non '. avvenuto prima dell'assenblea na dcll'incidente di Antiochia. in
1.18 (la prima dopo la conversio- semplicemente la sua visita a Ge- ,li At 15, cone suggeriscono alcu- Gal 2,11 1,1, e l'incidente di An
Galati. lettera ai 666 66',7 Calati, lettera ai

me sostegno, questo indizio. An- lettere furono scritîe durante lo del tempo come dmprovero per la
tiochia, descritto inAt 15,1-2, Pri-
che se il termine (primot) dovreb- stesso periodo, in un tempo in cui mancanza d'incontro rispetlo al-
ma dell'assemblea di Gerusalem-
be essere inteso come vero compa- Paolo affrontò una lotta feroce le attcse del mittente. Di solito l'e-
me. Entrambi si riferiscono a un
rativo (il <primo)) 1ra due), non è per la libertà delle sue Chiese gen- spressione di rimprovero era se-
conflitto sull'applicazione della
legge giudaica per iGentjli con!er- Der nienle chiaro quale visita sia tili, di fronte alla pressione di soc- grÌita dalle ragioni del rimprove-
designata: porrebbe riferirsi alla combere alvincolo verso il modo ro. Paolo rimprovera i suoi letto-
titi ed entrambi indicano che iL giudaico di vivere. Ma i tentativi ri per la loro slealtà rispetto al van-
conflitto fu causato da una dele- visita di At 16,6, ossia a ùna visi-
gazione di Gerusalemme. Se que- ta orima della seconda \'jsita di At di datare la lettera sulla base di gelo (Gal 1,6-10) e collega questo
l8;23, o potrebbe rilerjrsi aLla vi- questi confronti teologici con al- rimprovero a una narrazione au-
ste narrazioni si riieriscono allo
sita di At 13,14-14,23, ossiaauna tre lettere sono stati utilizzati per tobiograîica sulla sua lealtà dspel
stesso awenimento, sarebbe ra-
gionevole concludere che Paolo prima della seconda visita di At sostenere date più antiche (Lon- to alla verità del vangelo (Gal
scrisse Galati nel Periodo della 16,ó, o potrebbe riferirsi ad At genecker) e tardive (Lightfoot). l,l I -2,21). Quindi li rimprovera
13,14-14,21à, a una visita Prima L'approccio soggettivo a questi per la loro stoltezza riguardo al
conferenza di Gerusalemme, di cui
in At 15,1-20. É se così, Possiamo del viaggio di ritorno di At conîronti e la natura occasionale vangelo (Gal3,1-5) e collega que-
14,21b-23. Quindi questo termine delle lettere paoline (ogni lettera sto rimprovero alla spìegazione del
identilicare la visita per la confe-
non offre molto aiulo per Ìa da- risponde a un'occasione specifica) signiîicato del vangelo alla luce
renza di Gal 2,1-10 con la visita
tazione deÌla lettera ai Galati. rende questi tentativi, nel miglio- del1a sua esposizione scritturistica
per il soccorso della carestia di At
2.3.3 Ld destínazíone e la data re dei casi. soltanto dei livelli se- (Gal 3,6-4,11). Le lettere di rim-
tt,2't -30. condari di sostegno per teorie al- provero contenevano delle richie-
Ma anche quest'identiîicazione - La questione della data della la ricerca di una base più solida. ste per mettere le cose a posto.
incontra dei problemi Non c'è lettera è in relazione alla questio-
ne della destinazione, ma bisogna La dalazione di Galati rimane Paolo comincia Ìa sua richiesta in
nessun dferimento a una visita Per
ammettere che una determinazio- un ben noto e pcr alcuni affasci- Gal 4,12 con l'appello personalc
una conîerenza in At 11,27-30 e nante enigma storico. Ma il risul a imitarlo nel restare lermi per la
nessuna indicazione che Paolo e ne della destinazione non decide
necessariamente la data. Se viene tato del dibattito, tirato per le lun- libertà del vangelo. Questa richie-
Barnaba s'incontrarono con glì ghe, sulla datazione ha poco o nes- sta è rafforzata da una narrazio-
aúostoli, Certamente, Atti riPoc accettaia la struttura di Atti, una
destinazione per la Galazia setten- sun eîfetto sull'interpretazione ne autobiografica della sua rela-
ta una narrazione selettiva, ma c'è
trionale significa che la lettera fu delle principali tematìche della let- zione con i credenti della Galazia
veramente Poca evidenza nel testo (Oal 4,12-20) c da una trattazio-
per equiparare la visita di Cal scritta dopo il cosiddetto secon- tera.
do viaggio missionario (dopo At ne allegorica della storia di Abra-
2.1- I0 con quella di At 11.27-10 ùo (Gal 4,21-31). La richiesta dì
vi sono differenze minori 18,22), ir' daÍazione tra il 53
rna 3. GENERE LETTERARIO
Anche se
3.1 [ genere della lett€ra Un'at- restare saldi nella libertà è quindi
tra Gal2,1-10 e At 15,1-20, in de- e il 57 d.C. destinazione è Per
Se la
la Galazia meridionale (come sem- tenzione considerevole è stata da spiegata in una serie di istruzioni
finitiva entrambe le pericopi sem- ta negli anni receiti al genere lel eriche specilìche (Gal 5,1-6,10).
brano descrivere una conferenza bra pìu probabile alla luce della di-
scussione Precedente), la lettera terario di Galati. Un confronto Paolo sottolinca lc principali tc-
a Gerusalemme. Inoltre, se Gal dettagliato tra Galati e le lettere el matiche della lellera con la sot
2.1-10 equivale ad At 11,27-30, al- potrebbe essere stata scritta imme-
diatamente dopo il Prìmo viaggio lenistiche (ùedi Lettcrc, formc cpi- toscrjzjone di suo pugno (Gal
lora a Gerusalemme ci îurono due stolari) dello stesso periodo indi- 6,r1-r8).
conferenze. Molti studiosi hanno missionario e Prima dell'assem-
blea dj Gerusalemme, nel 49 d C cano cbc Paolo ha utilizzato uù 3.2 La strulfura dell'argomen-
pensato che è molto imProbabile
Ma se l'equazione lra Gal 2,1-10 modello fisso epistolare denomi- tazionc .- Alcunc rccenti analisi
che ci furono due conlerenze, tn
e At 15.1 20 ò leggermente favo- nato come genere di ((rimprovcro- r-etoriche hanno tentato di spiegare
cui gli stessi interlocutori disctls- richicsta> (cfr. Hansen e Longe- ì metodi e le strutture dell'argo-
sero della stessa questione, con lo rita dai tesii, come si è ipotizzato
sopra, allora la lettera fu srritta ncckcr). Contrariamente al suo mentazione paolina in Calati (ve-
stesso tisultalo. Questa duplica- (iosîrime in flrtie le altr-e sue lette- dl Rctorica; Critica retorìca). Es
zione di conferenze è inutile se ri- nei la Calazia meridionale, qual-
t"tpo dopo la conlerenza di re, in Calati Paolo non f'a scguire se diÌnoslrano n]olte somiglianze
mane I'equazione tra Gal2,1-10 e isuoi saluti (Gal 1,1-5) con un ti- tra la struttura dcll'argomentazio-
"ha
Gerusalemme. tra il 50 e il 5? d.C
Ar 15.1-20. po di ringraziamento. Invecc, cgli ùe paolina in Galali e le indìcazio-
2,3.2 La <prima> tísita e la dtt- È stato spesso nolato che un
e (Gal4,13) ll riferjmen- confronto di Galati con 2 Corinzi cspriùle stupore e rimplovero: ni dei manuali di retorica classica.
tazío <Mi merar'ìglio chc così in frctta H. D. Betz classjfica l'argomento
to di Paolo al tempo in cui (la Pri- e Romani mostra una somiglian-
za di tor]o e di temi, specialmqntc dzr colui che vi ha chiamati con la di Paolo come un csempio di rc-
ma volta predicò il vangelo)) in grazia di Cristo passiate a un al- torìca îorense, pojché ritiene che
Galazia (Gal 4,13) è stato assun in relazione alla controversia sul
ruolo della legge giudaica nelle tro vangclo> (Ca1 1,6). Paolo adolti le tecniche della per-
to qome indizio Per la data della L'espressione <nri neravigljo> suasionc usate in tribunalc per in
lettera. Sfortunataúente, lutte ìe Chiese dei Centili Questa somi
glianza può indicare che queste tr0 .ra spesso ùtìlizzata rlelle letler'e dìrizzarsì al giudicc o alla gjuria,
parti del dibattito vendicano, co-
668 669 Galali, lett€ra ai
Galati, lettera ai
plice negazione di ogni dipenden- 2,1-10) e nel conflitto con Pietro
al line di difendere o accusare Sembra meglio classificare 1'ar-
za da ogni mediazione o autorità (Gal 2,11-14); ha incarnato l'es-
qualcuno riguardo ad azioni Pas- gomentazione paolina in Galati
come un misto di retorica îorense
riguardo alla legittimità del suo senza del vangelo (GaÌ 2,15-21).
satc. Paolo si dilènde contro alcu
ne accuse (Cìal 1,10); nello stesso c deliberativa. La sezione delrim-
apostolato e la sua rivendicazio- La sua testimonianza di fedele
provero clelÌa lettera (Gal 1,6-4,11) ne di una commissione divina sot- rappresentante del vangelo rima-
tempo accusa i suoi oPPosilorì di
tolinea l'autorità aposrolica, che ne alla base della sua autorità di
pcrvertire il vangclo (Cal 1,7). ha lc caralteristiche della retorica
rappresenterà un elemento caral- apostolo e forte rimprovero nei
Betz, utilizzando le categorie del- îo1ense, ma con Cal4,12 awiere
il caÍÌbiamento principale verso la teristico nella sua lettera. Inoltre confronti della slealtà al vange-
la retorica lorense classica. stIùt-
retorica deliberaliva. Paolo non si la dichiarazione paolina per la lo da parte dei credenti deila Ca-
tùra GalaÌi nel segucnte rlìodo: quale la croce di Cristo rappresen- lazia.
preoccupa piir di accusare o di di-
fendere, quanto di persuadere i ta la condizione per la libertà dal L'elemento primario della sto,
I. Prescritto epistolare (Gal presente secolo malvagio (GaÌ 1,4) ria della chiamata di Paolo (Cai
1,1 5) credenti galati ad adottare un cer-
pone la croce al centro della sua 1,13-21;' vedi Colversione e chia-
IL Exord iù m (1(inlroduzione>, to modo di comportarsì. ESLi co-
mjncia iÌ suo appello per questo teologia, nella quale essa rimane mata di Paolo) consiste nel sotto-
Cal 1,6-l l) come vera finalità della lettera lineare che egli fu chiamato da
IlI. N.rrratio (<<\afi azione>), Gal nuovo modo di agire con Gal
(Gal 2,19 .21; 3 ,l .13l' 4,5; 5 ,l I .24i Dio, non dalla Chiesa, a predica-
1,12-2,t1) 4,12: (Siate come met. Quest'e-
sortazione è quilldi sostenuta dal 6,12. 14). L'argomentazione cen- re il vangelo. Prima che la chia-
lV. Prcpoii,io ((proposizione), trale di Paolo è che soltanto la cro- mata gratuita di Dio interrompes-
Gal 2,15'21) comando, derivante dalla storia di
Abramo. di <cacciare la schìava e ce rappresenta la via per la salvez- se il suo percorso, egli era impe-
Y. Ptobolio ((confermar, Gal za e quindi ogni tentativo di sosti- gnato in una campagna di distru-
3,1-4,3r) il suo figlio)) (Gal 21,30), chiarili-
cato dalle istruzionì auto.itative a tuzione dell'opera della croce con zione neì confronti della Chiesa di
Y L Exhott at io k<csorlazioner,
restare saLdi nella lìbertà (Gal le opere della Legge deve essere del Dio, a causa della sua zelante de-
Gal 5,1-6,10) tutto rigettato. vozione alle tradizioni del Ciudai-
VIl. Postscritto epistolare - 5,l-12) e definito, in terminì spe-
4.2 Rimprovero (Gal 1,6-4,11) smo (Gal l,l3-14). La chiamata di
Percrclio (<<conc]-Ltsione>, Gal cilici, altraverso I'esorlazione eti-
ca a camninare nello Spirito (Gal - Subito dopo il paragrafo di Dio non rappresenta un'aggiunta
6,l l- r 8). apertura, Paolo esprime il suo
5,13 6,10). Così nc risulta il se- secondariai come i profeti dell'AT
guente modello: rìmprovero per la diserzione dei (cfr. Ger 1,5 e Is 49,1; redi Pro-
Lo stesso Betz ha dovuto am- Galati verso un vangelo diverso feta, Paolo come), Paolo è slato
meltere l'incapacità di citare Pa- (Gal 1,6) e pone chiunque distor-
Saluti (GaÌ 1,1 5) messo da parte fìn dal seno di sua
ralleli per la sezione esortativa ce il vangelo di Cristo sotto una madre (Gal 1,15). Paolo ascoltò la
(Cal 5,1-6,10) in base ai manuali Rìmprovero (Gal I,6-4,1 1)
Autobiograiia (Gal 1,13-2,21) duplce maledizione (Gal 1,7-9). In chiamata quando Dio gli rìvelò il
di retorica classica. Per questa ra- questo modo Paolo stabilisce, daÌ- suo Figìio, così che potesse annun-
gione G. Kennedy sostiene che Argomento dalla Scrittura (Gal
3,6.29) I'inizio, il criterio definitivo della ciare Cisto ai Gentili (Gal 1,16).
Galati è pìu concepibile comc re vera autorità: l'adesione all'unico
torica deliberaliva, a causa della Richiesta (Cì.ìl 4, l2-6, 10) Quando Paolo ascoltò la chiama-
Aulobiografia (Gal 4, l2-20) vangelo. ll riconoscimento che egli ta, non consultò <sangue né car-
sua linalità nell'esortarc o dìssua-
Argomemo daÌla Scrittura (Gal stesso verrà giudicato in base al- ne), né si recò a Gerusalemme, da
dere I'uditorio rispelto ad azioni
4,21 3l ) Ì'adesione al vangelo come servo coloro che erano apostoli prima di
future, dimostrando che queste di Cristo g1ì impedisce di cercare lui; invece giunse ìn Arabia e quin-
azioni sono utili o dannose Pao- lstruzione elìca (Gal 5,l-6,10)
Sottoscrizionc (Gal 6,1 1-18) l'approvazione umana (Gal I,10). di ritornò a Damasco (GaL 1,16-
lo ccrca di dissrLadere i credentì ga- La solidità del vangelo non era de l7). Fu soltanto tre aDni piir rardi
lati dal seguir e falsi maestri, dimo- rivata dalla tradizione umana; è
4. CONTENUTI 4.1 Salùfi che sì recò a Gerusalemme per vi-
strando gli elfetti dannosi: sepa-
(Cal 1,1-5) offcrta dalla <rivelazione di Gesu sitarc Pietro, per breve tempo. A
razione da Cristo e dalla grazia - Accanto agli eìe-
Cristo, (Gal 1,11-12): Gesii Cri- eccezione di Giacomo, Pietro lu
(Gal 5,4), esclusione dal regno di menli fissi del mittcnte, i destina-
tari e i saluti, presenti ìù tutte le sto è nello slesso tempo I'origine l'unico apostolo che Paolo vide ìn
Dio (GaÌ 5,21) e raccoÌto di cor- c il soggetto delvangelo. quell'occasione (Gal 1,18 19). Do-
ruzione (Gal 6,8). Egli soltolinca sue formule iniziali, questo para-
grafb dì apertura contiene due di- 4.2.1 Autobiogrufio (Cal 1,13- po questa visita egli rimase nelle
la convenienza del percorso indi- 2,21l
cato loro e li esorta a seguire que- chiarazioni teologiche sig ficati - L'autobiografia paolina regioni della Siria e della Ciljcia,
ve, che anticipano i lemi ceùtrali ò essenzialn'ìente una rappresenta- sconosciuto di vollo alle Chiese
sto percorso, olfrendo la Promes_ zione della sua fedeltà all'unico della Ciudea; esse senlirono sol-
sa di un raccolto Per Ìa vita eter- della lettera. Innanzitutlo ìn Gal
1.1 l'autodesignazione di Paolo vero vangelo: egli fu chiamato da tanto che egli ora andava predi-
na (Cial 6,8) e accordando la be Dio ad annunciare il vangelo (Gal cando la fede che precedeùtemente
nedizione su lutli coloro che cam- come aposlolo va oltre i suoi rifc
rimenli alla sua posizione aposto 1,16)i difese il vangelo durante aveva cercato di distruggere (Gal
ninano secondo <qu€sto canone) l'assemblea di Gerusalemme (Gal 1,21-24). Ouesta Darte della sto
(Gal 6,16). lica nelle altre lettere. La sua du
670 611 Galati, l€ltera ai
Galati, lettera ai
a dilendc I'indipendenza di Pao- re la mensa con i Gentili nella I1 conflirto di AÌltiochia rappre- fìca licenziosità morale. ma lo
Chiesa. Secondo Paolo, Pietro ce- sentava l'immagine speculare delia strumento per raggiungere 10 sco-
lo daì primi apostoli. Dio lo man-
dette alla loro richiesta a causa del crisi affrontata dai credenti della po più alto: (affinché possa vive-
dò direttamente a essere aPostolo
limore per coloro che erano cir- Galazia, in quanto ia questione re per Dio) (Cal 2,19). Questa vi-
dei Gentili.
Ma Paolo non operò in îorma concisi, in particolare dei Giudei. clella costrizione per i Gentili a vì- ta per Dio è potenzializzata da
vere come i Giudei rappresentava Crisao (<Cristo vive in me))); è vis-
autonoma. Come mostra Ì'episo- Questo signilica, probabilmenle,
dio successivo della sua aurobio che egli cominciò a preoccuparsi ia questione centrale per le Chie- suta mediante la îede in Cristo
grafia, cgli ricevette il pieno soste degli eîfetti negativi che la sua co- se della Galazia. ((\'ivo mediant€ la fede del Figlio
gno di coÌoro che erano conside- mrrnione di mensa con i Gentili Paolo sintetizza la propda au- di Dio>); è motìvata dall'amore
rati piìl imporlanti, come capi di avrebbc determinato sulla missio- lobiograiia con un'alfermazione sacrilicale di Cristo (<che mi ha
Gerusalemme (Cal 2,1-10). ll ri ne della Chiesa a Gerusalemme. intensamente personale che, nel- amalo e ha dato se stesso per
srrlraro dell'assemblca di Gerusa- presso i Giudei. Se i Giudei, non lo stesso tempo, serve come para- me)). L'esperienza di Paolo deter-
digma per tutti i cristiani (Gal mina una o l'altra scelta: tentare
lemme [ù che Paolo e Barnaba ri- cristiani, di Gerusalemme avesse-
ro sentito che Pietro aveva man- 2,15-21). Nella propria esperien- di oltenere la giustizia (mediante
cevettero la mano destra, in segno
gialo con i Gentili, essi non solo za, come giudeo per nascita (Gal la Legge>r, e così negare il valore
di comunione, dai capi deJla Chie-
avrebbero potuto rifiutare la testi- 2,15; tedl Giudeo, Paolo come), della morte di Cristo (cal 2,21);
sa madre a Soslegno della loro
missionc verso i Gentili. I capi di monianza della Chiesa, ma sareb- cgli aveva riconosciuto che era sta- oppure moiire alla Legge median-
ro giustificato dalla îede in Cristo, te la partecipazione alla morte di
Gerusalemme non aggiunsero lul- bero diventati attivamente ostili
non dalle opere della Legge (Gal Cristo, e così vivere per Dio me-
la al mcssaggio di Paolo (Gal nei confronti della Chiesa, a cau-
2,6-9). Ma benché Paolo operas- sa delÌa tolleranza di questa pra- 2,16). Come implicazione deve es- diante l'inabilante vita di Cristo
tica (per il retroterra sociale della sere chiaro che coloro che sono (GaI 2,19-20; ,edi Morte di Cri-
sc per stabilire un corsenso con gentili peccatori (Gal 2,15) do-
qùesti capi, non permise agli ultra- Palesîìna, ledi Movimenti rivolu- sto). Paolo propone la propria
zionari). \'rebbero essere giustificati soltan- esperienza in Gal 2,15-21 per di-
conservatori giudeo-<cristiani>>
(ialsi cristiani, agli occhi di Pao- L'abbandono della comunione to dalla lede in Cristo e non daìle mostrare che questa partecipazio-
di mensa con i Gentili da parte di opere delìa Legge (Gal2,l6). Pao- ne agli eventi del vangelo, non l'a-
lo) di distruggere la sua missione
Pietro divideva la Chiesa in fazio- lo ccrcò la giustit'icazione soltan- desione alla Legge, rappresenta la
presso i Geùtili. Quando fu falla
pressione perché il suo collabora- ne giudaica e gentile e con l'azio- lo in Cristo, ma fu trovato pecca- fonte della vita e della giustizia.
tore gentilc, Tilo, venisse circon ne, se non con le parole, costrìn- torc sulla base della Legge (Gal Ne1 successivo capirolo egli utiliz-
geva i Centili a pensare che avreb- 2,I7), perché mangiava con i Gen- za la storia di Abramo pcr dimo-
ciso, Paolo rifiutò dì cedere; egli
rimase saldo alla <verità dcl van- bero dovùto djvenlare giudei s€ rili. Poiché la sua comunione di strare la stessa tesi.
gelo> (come spera che ì credenti volevano condividere la mensa mensa con i Geniìli si fondava sìrl- 1.2.2 Argomentazione dalla
con gli apostoli e con la Chiesa la comune fede in Cristo, questi Scrittutd (Gal 3,6-29) - L'argo-
galati iacciano qÌlando saranno
madre. Dalla prospettiva di Pao- veniva biasimalo come colui che mento su Abramo viene introdot-
spinti a farsi circoncidere).
Nell'episodio successivo della lo, l'azione di Pietro rappresenta- causò la rottura di Paolo con la to da cinque mordaci domande
va un illeggittimo accomodamen- Legge, attraverso la comunione di (Cal 3,1-5), con le quali iGalati
sua aulobiograiia, Paolo descri-
to del vangelo; era ùn compromes- rnensa coni Centili (Gal2,l7). Ma vengono rimproverati per la loro
ve come afflontò Pietro Der di-
fendere la verità dcl vangelo (Gal so rispetto alla verità del vangelo.
Paolo rigetta in forma ilremovj- stoltezza. In queste domande si
Pietro fu accusato d'ipocrisia, non bile quaLsiasi nozione che conside- trova anche I'accusa per 1a quale
2,11-14). Quando Pietro visitò la
Chjesa di Antiochia, seguì il mo- di eresia. Pietro e Paolo non fu- ri Crìsto come servo del peccato. i Calati hanno mancato di com-
Solo se la Lcgge, che separa i Gin- prendere il significato del messag-
do divivere della comùnità, com- roÍo d'accordo sulla verità del
vangelo; ma l'azione di Pietro si dei dai Gentili. fosse stata riedili- gio riguardante Crislo crociîisso
posta di gìùdeo-cristìani e di Gen-
cata, allora Paolo sarebbe stato (Gal 3,1) e non hanno riconosciu
tili, mangiando con gli etnico- rivelò inconsistente rispetto alla
colto come trasgressore sulla sua to le implìcazioni della loro espe-
cdstiani. Senza dubbio la sua Pre- fede nel vangelo. Attraverso I'ap-
base (Cal 2,18). In reallà egli è rìenza dello Spirito (Gal3,2 5). La
senza alla comunione di mensa poggio dell'adesione dei Giudei al-
rìrono alla Legge, per cui la Leg-
la Legge, che richiedeva la sePa- loro passata (Gal 3,2.3) e presen-
con i Gentili veniva intesa come gc non può più essere usata per-
razione dei Giùdei e dei Gentili e te (Gal 3,5) esperienza dello Spi-
un'uîficiale approvazione dell'u- eondannare la comunìone di men- rilo rappresenta l'indiscutibile
nione e dell'egùaglianza tra Gju che suggeriva come necessada Per
la salvezza I'incorporazione alla sa con i Gentìli. La sùa morte al prova che essi stanno già speri-
dei e Centili nella Chiesa. Ma la Legge si è compjuta coD l'ùnio- mentando la piena benedizione di
quando alcÌrDi delegati, inviati di nazione giudaica, Pietro ha nega-
ne a Cristo, nella sua morLe: (So- Dio. Le domande di Paolo sono
Ciaconro dalla Chiesa di cerusa- to I'essenza del vangelo, che pro-
clamava Ia salvezza sia per i Giu- no stato crocilisso con Cristo)) posle coùe nette antitesi, così che
lemme, giunsero ad Antiochia, (Gal 2,19).
dei che per i Gentili attraverso la i Galati saranno costretti dalla lo-
convinsero Pietro a intelIomPere
Ia pratica dei Giudei di condivide- croce e I'incorporazione a Cristo. La morte alla f.egge non signi- ro esperienza dello Spirito a sce-
Galati. letterr ai 612
613 Galali. lelfera ai
gliere la giusta risposta: (Non me- de, in quanto richiede l'osservan-
diante I'osservanza della Legge, za di opere della Legge quale con- za di PaoÌo che il suo argomento 4,3 Sezione di dchiesta (Gal
polrebbe condùrre i sùoì lettori al- 4,12-6,10) - Paolo passa dal rim-
ma attraverso il credere ciò che ab- dizione per vivere, come dimostra
La citazione dì Lv 18,5 (Gal 3,l3).
la questione se cgli abbia negato provero aLIa richiesta. La richie-
biamo ascoltato su Cristo croci-
fisso !)). La Legge esige un'obbedienza per- qualsiasi 1ìnalità delÌa Legge sta iniziale di Gal4,l2 ((Siate co-
(<<Perché dunque Ìa Legge?... E me me!>) si riferisce realmente a
La prevista risposta dej Calati fetta (Cial 3,10) e offre la vita sul-
la base di quest'obbedienza perfet-
quindi la Legge opposta alle pro una rjchicsta di fedeltà rispetto at-
è confermata dall'esposizione del-
la Scrittùra (redl Antico Testa- ra (Cal 3,12), ma la Legge è inca- messe di Dio?>). La descrizìone la verità del vangelo e di resisten-
memo iD Paolo)- Paolo cita Gn pace di produrre vita o giustizia della îinalità negativa, della fun- za risoluta contro gli agitatori.
15,6 per ridelinire iÌ îondaúento davanti a Dio (Gal3,2l). La mo- zioùe lemporanea e dell'origine Paolo sviluppa la sua autobìogra-
della fìgliolanza abramilica. Il se- daÌità per La benedizione non si medìata della Legge lascia i Gala- fia per illustrare come a Cerusa-
gno dell'alleanza - il vero segno realizza mediante la Legge, ma îi convertiti senza una ragìone va- lemme (Gal 2,3.5) e ad Antiochia
della ligliolanza abramitica è la con la croce di Cristo. Cristo ci ha lida per rivolgersi alla Legge (Cal (Gal 2,11-1,1) egÌi è rimasto fede-
fede, non la circoncisione. La sua redenti dalla maledizìone della 3,19-25). Al centro di Ge,l3,26-29 le al vangelo e ha resistito decisa-
si trova l'unione dei credenti gen- mente alle pressìoni provenjenti da
seconda citazione daìla storia di Legge diventando maledizione al
Abraùo (Gn 12,3 e 18,18) viene posto nostro (Gal 3,13-14). I cre- 1iìi con Crislo- La condizione giudeo crìstiani, simili a quelle che
jnterpretata come profezia dell'e- denti della Galazia hanno già ri- uguale cli tutti i credenli come ([i- dovevano ironteggiare le Chiese
gli di DioD, <discendenza di Abra- dclla Galazia. Ora torna all'auto
sperjenza presenle dei credenti cevuto la benedizione di Abramo
gentili. Poiché la Scrittura aveva quando hanno dcevuto lo Spirito mo)) ed (eredi)) in Cristo annulla biografia per rafforzare la richie-
previsto che mediante la fede Dio medianle la îede nel messaggio ogni tentativo di conquistare uno sta iniziale, ricordando ai Galali
della croce (Gal 3,1-2.14). stato superiore mediante la circon- la stretta relaziono chc condivide-
avrebbe giùstificato i Centili, es-
il Seguendo questo contrasto fra cisione o l'osservanza della Leg- vano con Paolo, prima del loro
sa aveva preannuncialo vange-
ge. All'inizio e alla fine dell'argo- abbandono del vangelo.
lo ad Abramo: i Gentili sarcbbe- la Legge e ia fede, Paolo affronta
ro stati inclusi nelÌa benedizione il contrasto fra Legge e promessa, menlo lralto dalla storia di Abra- 1.3.I Autobiografia (Gal
promcssa ad Abramo. delìneando il percorso della storia 11'ìo, il punto principale di PaoLo 4,12-20) La narrazione deÌla
è che l'inclusione dei credenti gen- precedente accoglienza da parte
t credentì galati sono slati in- dclla salvezza. Poiché la promes-
dotti a crcdcre che sarebbero sta- sa della benedizione è stata fatta tili nel popolo di Dio è fondato dei Galati (come se egli fosse Ge-
ti inclusi nella benedizione pro- ad Abramo e alla sùa discenden- esclllsivamenTe srÌlla loro ìdentifi- siì Cristo), anche quando soifri-
messa ad Abramo mediante 1'os- za 430 anni prima del dono della cazione con Cristo. A causa del- va pcr ùna ripugnante malattia ed
l'identificazione con Cristo, non essi erano disposti a donarglì ilo-
servanza della legge mosaica. In Legge, non può essere modifica-
realtà, coloro che sono dalla fedc ta o annullata da qùest'ultimo. hanno più signiticato identifica- ro stessi occhi, aggiunge grande
zioni fondare sulla razza, sulÌa lorza alla sua richiesta per rirno-
appartengono già al gruppo della Questo argomento, tratto dalla
condizionc sociale o sulle differen- vare identificazione e imilazione.
benedizione (Cal3,9), menlre co- storia, progettato pcr distrugger€
è
loro che contano sulle opere della Ìa sintesi tra la promessa di Abra- 7e sessuali. La sua richiesla che lo imitino è
Paolo chiude Ìa sezione dei rim- anche intensificata dal contrasto
Legge sono sotto la malediziole mo c la legge mosaica che ha con-
(Gal3,l0), perché la Scrittura (Dt dotto i Galati a rivolgcrsi alla Leg- proveri della sua lcttera con una fra le cattive intenzioni degli infil
2'7 ,26) poîe sotto la maledizione ge come condizìone Per sperimen- rappresentazione drammatica del trati e la sua preoccupazione per
rare Ìa benedizione promessa. La prìma e del dopo (Gal 4,1-l l), per i suoi ((figli)), come una madre nel-
tulti coloro che non osseNano tut-
te le cose scritte nel libro della Leg- deiinizione paolina della discen- oppolre la schiavitìr di prima e la le doglie per i îigli non ancora na
ge, Se gli stessi osservanti della denza in prospettiva messianica libertà dopo che Crisro è stato in- ti, che soffre per loro fino a quan-
(Gal3,16) muove i confìni nazio- viato dal Padre ed è stato accolto do Cristo sia colnpletamente for-
Legge si trovano sotto maledizio-
dai credenti galati. Ora che han- mato in loro (vedl Pastore, Paolo
ne per ìÌ latto che anch'essi non nalistici giudaici come delimit.rzio"
hanno osservato tutta la Legge, al- ni per l'eredità della benedizione no sperjmentato lo Spirito che do- comc).
Il collegamcnto che na loro 1a certezza della figliolan- 1.3.2 Allegoría a pa ire dolla
lora il rischio di incorrere nella abramitica.
maledizione è anche maggiore per Paolo stabilisce tra Abramo e C - za dìvina, è assurdo per loro tor- Scri urc (Cal4,2l-3l) - L'inizia-
nare a vivere come schiavi sotto la le richiesta di Paolo di Gal 4,12
i crcdenti genlili, che accettano sto oltrepassa la legge mosaica e
Legge. ln passato essi erano schia- vìene ora espressa con la citazio-
solmlto alcùne esigenze della Leg- la nazione giudaica come canale
per la ricezione della promessa di vi delle divinità diqùesto mondo, ne di un imperativo, presente nel-
ge per essere identifìcati con Israe-
le. La citazione di Ab 2,4 dimo- Abramo, con il risultato che sol- ora sono ligli di Dio. Il riÍìprove- la Legge stessa. Se i Galati sono
tanto Cristo rappresenta il canalc Ìo di Paolo sì conclude con un'e così desiderosi di essere sotto la
stra che la giustizia mediante la fe
per la benedizione promessa. spressione di timore che la sùa fa- Legge, allora seguano la Legge.
de rappresenta la condizìone per
la vita (Gal 3,11). Due domande retoriche in Cal tjca per loro possa essere stata va- La (battuta finale)) dell'allegoria
3,19-21 rivelano la consapevolez- na (Cal 4,1l; redi Caducità, vuo- consiste nelÌ'ordinare ai Calati,
Nla la Legge non deriva dalla 1è-
to, vanità). mediante la Legge, di <cacciare ia
Galati. lettera ai 674 6',7 5 Galati. leftera ai

schiava e il suo figlio) (Cal ,1,30; rúsaleúme prcsente. Paolo ha già Servitevi vicendevolmente (Gal contro le opere della carne in con-
cfi. Gn 21,10). Paolo interpreta attribuito questa caratteristica deÌ- 5,13) ! linuità rispetto al suo attacco con,
Gn 2l attraverso la strlltlura già la schiavitù alla legge rnosaica (Gal Viviamo secondo lo Spirito (in- tro le opere della Legge.
stabilita per Gal 3. ln qùesta strul 3,22 24; 4,1-lO]' e in certo modo dicativo). La propaganda degli inîiltrati a
tura Paolo vede una corrisponden- a Gerusaleùme (Cal 2,4). La sua Camminiamo secondo 1o Spiri favore della circoncisione e della
za reale tra la situazione storica dei allegorizzazione deve essere vista to (Cal 5,25)! Legge, evjdentemente, conduce a
dùe liglì di Abramo e le due sorti come contrattacco nei confronti un disordine sociale e a una man-
dei discendenti di Abramo durante della lazione giudaico-cristiana Dopo la dichiarazione enfatica canza di amore nelle comunità del
ìlsuo tempo, coloro che sono na della Chiesa di Gerusalemùte, che di Gal 5,2-12 per la quale la fede la Galazia. Nella lista paolina delle
Li secondo la came e quelli nati se- aveva tentato di privare i credenti e Cristo, da utla parte, e la circon- opere della carne, queslì peccati
condo lo Spirito. gentìli deÌla loro libcrtà, richieden- cisione e la Legge, dall'altra, rap- sociali ricevono l'enîasì maggiore.
Ma Paolo passa da una robusta do loro di larsi circonciderc (Gal presentano delle alternative che si La descrizione di Paolo dell'oppo-
interprctazione tipologica, lbnda 2,1-6) e che ora tentava di îarc la escLudono, I'imperativo paolino di sizione della carne e dello Spirito
la su delle corrispondcnze stori- stessa cosa jn Galazia (ttedi Giu- Gal 5.13 richiama il comando di viene sviluppata come modalirà
che, a dellnizioni allegoriche. Qui, daj,zzar,tt). Era quest'esperienza Cal 5,1. Sia in Gal5,1 che in Gal per spiegare la relazione del cri-
di nuovo, la chiave si trova co attuale degÌi (agiratori) nclla 5,13 si trova prima una proposi- stiano rispctto alla Legge. La Leg-
nunque nella struttura teologica Chiesa che ispirava a Paolo Ì'ap- ziole indicativa, riguardantc la li- ge costiluisce ancora un elemenlo
di Gal 3; in quest'argomentazio proccio allegorico al testo e che ne bertà in Cristo, seSuita da un im- centrale del pensiero paolino (Gal
ne i Genrili converiiti venivano rappresenla la chiave interpreta- perativo e da ùn avvertimento. In 5,14.18.23; 6,2). La sua asserzio-
identjficati come veri figli ed ere tiva. Cal 5.1 Paolo ordìna ai Galati di ne, pl]r la qua.le chi è condotto dal-
di di Abramo nello stesso scnso di Melìtre I'alLegorja di Agar-Sara restare saldi; iú Gal 5,13li esorta lo Spirìto non si trova sotto la
Isacco, sulla base della promessa serve principalmente come base a servirsi vicendevolmente nell'a- Leggc (Cal 5,18), implica che una
îatta ad Abramo e alÌe loro espe per I'appello paolino a resistere al- more. L'awertimcnto di Gal 5,1 vita softo la Legge è una vita sog
ricnze dello Spirìto. In quest'algo I'influenza degli infiltratì, nello è contro un rilorno alla schiavitu getta ai desideri della carne. Le
meùto si trova un contrasto fra stesso tempo pone jÌ fondamento sotto la Legge; in Gal 5,13 lo è in opere della carne, quiodi, devono
1'alleanza abramitica e l'alleaùza concettuale per le istruzioni etjche vece contro ogni possibilità offerta essereviste come risultato dcl vi-
sinaitica che conduce alla schiavi nel resto della lettera. Le anrilesi alla carne- vere sotto la Legge, piil che sotto
tu. Così, quando Paolo ridefinj- tra liberlà-schìavitù e spirito- ll fatto che in Gal 5,13 Paolo la guida dello Spirito. Il risùlrato
sce i termini della sua trattazione carne! presentate nell'allegoria, awerte che la carne rappresenta il del vivere sotto la guìda dello Spi-
allegorica di Cn 21, Sara (e Ìa sua preparano la fase delL'appello eti- pericolo per la liberlà in Cristo, in- rito si riconosce nel frutto dello
corrispondente Gelusalemme dì co a restare nella libertà contro la vcce della schiavitir sotto la Leg- Spirito (redl Frutto dello Spìrito),
lassù, la vera madre Sion) viene schiavitil sotto la Legge, e a cam- ge, ha indotto molti a supporre contro il quaÌe non c'è Legge (Gal
identiiicata come 1a madre dei Ga nirlare nello Spirito, così da supe- che in Gal 5,13 Paolo comincia ad 5,23). L'amore adempie la Legge
lati credenti ir1 Cristo. rare i desideri della carne. attaccare il libertinismo e l'antile- (Gal 5,1,1), la (legge di Crislo))
Le equazioni che Paolo stabili- 4.1.3 Isttuzioni eliche (Gal galismo. La descrizione della guer- (Gal6,2), Lo Spirito, non la Leg-
sce tra Agar e il Sjnai, tra ìL Sinai ra tra la carne e lo Spirito nei ver- ge, può liberare dai desideri della
5,1 6,10) - L'identità nuova dei setti che seguono è intesa a con- calne.
e la Cerusalemme presente sono credenti galati conduce a un nlìo-
problematiche. La principalc dif- vo compolta1nento (cfr. Barclay; ièrma di quest'ipotesi. Ma, nell'al- 4.4 Conclusione (Gal 6,11-18)
îicoltà rispetto a lali equazioùj è |edi E|ica). Per grazia essi sono Legoria che precede questa sezio- - Nelle comuni letrere ellenistiche
la loro apparente carenza dì vali- veri ligli della donna libera (Gal ne, Paolo ha identificato la schia- l'autore può chiudere la letlera
dilà rispetto alla fondamentale ,1,31), nati dalla potenza dello Spi- vitù sia con l'alleanza sinaitica che scrivendo una sintesi dei contenuti
convinzione giudaica per 1a quale rito (Gal 4,29). Ora essi devono con la carne. Coloro che vivoio della lettera di propria mano. Pao-
la Legge è stata data ai discendenti imparare a esprimere Ìa loro nuo- secondo la carner come Ismaele! lo lo fa in questa lettera. La de-
di Isacco, sul nonte Sìnai, noÌl e va identità iù uù nuovo conìpor- vengono identificati con coloro nuncia degli infiltrati (Gal
lìa nulla a che fare con Agar. La tamento. NIa egÌi fonda, costan- che propongono l'alleanza sinai- 6, 12-1 3), le afiermazioni autobio-
spìegazionepiil soddislacente delle lemente, i sì.roi impcrativÌ suglì in- lica. Nella sottosc zione che segue graîiche della personale fedeltà al-
etluazioni allegoriche di Paolo vie- dicativi della grazia: qùesta sezione coloro che divulga- la croce di Cristo (cal 6,14), con
ne semplicemente stabilita in Gal no la circoncisione si vantano nella la menzione delle stjgmate di Cri-
4,25: <Perché lei è schiava con tut Per la libertà Cristo ci ha libe carne. Così è meglio interpretare sto, come prova di questa fedeltà
ti i suoi figli>. Laschiavitu rap rali (indicativo). Gal 5,13-6,10 nel suo contesto. (Gal 6,1?) e il rìcordo che la cir-
preseùta l'elemento comune che State saldi (Gal 5,1) ! Paolo non ha cambiato fronte per concisione non signifìca nienre,
collega Agar (la schjava), l'alÌean- Voi siete stati chiamati a liber!à colnbattere, in questa sezione, ìl mentre la nuova creazione signi-
za donala al monte Sinai e la Ge- (indjcativo). libertinismo. Il suo è un attacco lica tufto (Gal 6,l5), ribadiscono
616 671 Gelosia. zelo
G^l^zia.
e sottolineano le principali tema- ton ed.), Presbyterian & Retormed, Nutìey GELOSIA, ZELO È possibile che Paolo consideras-
(NJ) l9?7i Mussne. F., aa |eîteru di Gal|- se il suo zelo come neila tradizio-
tiche della lettera. I.a prima bene li, Commenlario teoloCico del Nuovo Te ne di N4attatia, che per il suo gran-
dizione su coloro che seguono sramenro lx. Paìdeia, Brescia 1987; Penn'ì
SovNrARro I Lo zcLo precrisdano dj
R., Lo Spirito diCríslo. Cristologia e p eu' Paolo. 2. ll nuol.o ccnrro dcÌlo zclo di de zelo per la Legge e le tradizjo-
questa regola, anche sull'Israele di Peoloi 3. Geìosia e zelo ncgariyi; 4. Ge
na ta I os ia sec on do un' oris i na Ie.fa m u ldzio" ni era stato paragonato a Finees,
Dio (Cal 6,16), la sua seconda be- ne paolind,Paid.ia,Btescia 1976: Pilta A.,
loqi. e Telo divini jl njpote di Aronne ( I ldac 2,26.54:'
nedizione (Gal 6,18), 1'appellati- D$posì.io e e n1ess,188ia delta leîteru ai Ga
cfr. lQH 14,13 15; Duporlt
vo (fratelli e sorellet) (odelphoi) e lult, AnBib Ponlificio hthùto Biblico,
131, La maggior parte delle ricorren-
184-185). Finees moslrò zelo per
Roma 1992r Ramsay \v. l.{-, A Hisrotical ze nel NT delle idee reiative a (ge-
l'<amen> linale esprimono la fi- Connenfary on St. Paul's Epistle to the Dio quando uccise di sua iniziati-
ducia di Paolo che la sua richie- Czlarlidrs. Hodder & Stoushion, London losia) e <zelor (associate a zèlos,
(lottare) o (es- va l'israelita Zimri e la madianita
sta a <restarc saldi)' neLla libertà 1900r; Ridderbos H. N., The Epistle o! <7elor>, e zaloÒ,
Cozbi, facendo così espiazione per
in Cristo <cammìnando nello Spi- Pa l îa the Churches a.f Gdlr/ra, NICNT, scrc geloso>) si trovano neLl€ l1-t-
Eerdmans, Grand Rapids 1953; Schlie. H , gli Israeliti c allontanando il fla-
rito)) sarà seguita dai suoi lettori Leteru aì Galati, Bibli'oteca di rudi biblici
tere di PaoÌo, inclusi diversi usi
gello che si era allbattuto su lsrae-
cristiani. 3, Paideia, Brcscia 1965; Siolt J R w., non tecnici del termine (zelota)
The Message of GalaÌi1ns, lîter\a$ify, (zalotes). Lo zelo ftppresenta uno
le per il culto al Baal-Peor (Nm
Down€rs Grovc (lL) 1968i via.d A , Srn 25,1-15).
Vedi anche'. Abramo: Antico PoÒlÒ Lerètu ai Galati. Citrà Nuova. Ro-
sforzo intenso c un'cncrgia cmo-
L'opinione di S. G. F. Brandon
Testamento in Paolor Antiochia na 1970. Il. Srrdi: BarclaY J M O, zionale focaÌizzatì verso uno sco-
secondo cui c'erano legami tra Ge-
sull'Oronte; Circoncisione; Con- Obeún! the Ttuth: A Studr o.f Paul's po, e 10 (zelota) è uno che perse-
su o i suoj discepoli e il movimen-
versione e chiamata di Paolo; Cri- Ethi.s in Gdlaîíans. T. e T. Clarl. Edin- gue con un'iclea fìssa lo scopo, che
bursh 1988i Barrer C. K., Freedom and to poÌitico degli zeloti dev'essere
tica retorica: Croce, teologia del- Obligation: A stud! of the Epìstle rc rhe Ga'
colnporta spcsso di proteggere e respiDta come estrema, e I'esisten-
la; Cronologia di PaoÌoi Etica; Fe- la.ùrs, SPCK, LondoD 198t; BriNmead B sostencre la santilà di quello sco za di una setta zelota prima del 68
de; Frutlo dello Spirito; Gentili; H.. Galatiéns as Dìaloxítul Respanse t., OL po. La gelosia è il cor spetLivo re-
porerls, SBLDS 65, Scholars, Chico (CA) d.C. è oggi molto djscussa (vedi
Gerusalemme; Giudaizzantii Giu- lazjonale dello zelo, sopraltùtto un Movimenli ri!oluzionari). Ma il
1982i Buck C. H., The Dste o.f Galdtidns,
stificazione; Legge; Legge di Cri in JBa 70 {1951) ll3 l22i Drane J. W, concentrarsi di
emozioni verso Paolo precristiano potrebbe esse-
sto; Maledizìone , maledetto, ana- Paul Lihe i e or Legalìst? A Stud! ìn the Lrna persona, nel desiderio di un ie considerato uno <zelota) in un
tema; Opere delÌa Legge; OPPo- Theologf oI the Maior Pdulike Epistles, più stretlo e rinnovato legame, o
SPCK, London 1975i Dunn J. D. G , Je- senso piu basilare e antico. Come
sitori di Paoloi Pietro; Retorica; sus, Pautand the La\): Studiesi Mark and
un provare ìnvidia di un'altra per- iariseo (Fjl 3,5), un membro del-
Spirjto Santo; Vangelo. GdlalidrJ, Westninsle.-John Knox. Loui sona. La gelosia è spesso egoista la setta ((piir rigida)) del Giudai-
svillc 1990; French D-, The Romak Road e ùegativa, sebbene Dio sia giusta-
t)sten ol Atid Minùr, ANRW LL.7.l. pp smo (At 26,5), eglj era veramente
BrÈ1. L Connentiti: BarclaYw,Ird menle geloso quando viene.;iola- u1]o (zelota)) per la legge di Nlosè
6q8 ?2oi Hafsen C. \\., Ab.úam ù Ga-
Lcttes la thc Cdldtians ond Ephesìdns, latians: Epistolary an.l Rhetoicil conîexts, to il suo diritto a una totale obbe- (Fil 3,6), protcggendo e difenden-
DSB, St. Andrcls. Edìnburgh 1976 (riv ): TSNTSS 29. Academic, SbefficLd 1989; dienza da parte del suo popolo.
R.17 H D.. Galatiaks: A Cotnnlentdtv on do la sìra santità conlro ogni vio-
HaysR- 8., The Fdith oÍ Jesus Christ: An Inoltre Paolo considera una gelo-
Pn l \ t..tter to lrc Churches in Calaîía, Inrestigatìo, of the Ndùatìve Subsfructu' lazione (Hengel 1991, 63-68).
Herm, Fonress, PhiladeÌphia 1979i Bruce rc al Aahtìans 3 : I 1: I I,SBj-DS 56, Scho_ sia divina al livcllo umano del tut- Se Saulo di Tarso non fu mai
F.[.,7 he E?ìs e ta theOalrlrrrr, NIGTC. la.s, Chico (CA) 1983; Hemer C. J., île to possibile.
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Baok of Arts ìn the SetinÉ af Helle istic
de\.1., /1 CtlticdL and Exegetìcal Canmen Ansto4r (C. Gempf ed.), EisanbraLrns, Wi_
meùto politico del potere romano,
tdry n the E?ìstte b the Galalktns, ICC. T. nona Lakc (lN) 1990i Lull D., Zhe Spri,l I. LO ZELO PRECRISTIANO come invece cercò di fare il movi-
e T- Cìark, ldinburgh 1921; Colc R A , in Galaria: Psul s lntetptetation ol Pneu' DI PAOLO - Forse i'ampio uso mento politico degli zeloti (cfr.
The Epistle al Pdul to the Galatidns, ma as I)itì e Powet, SBLDS 49, Scholars, da parte di Paolo dei concetti di
TNTC, Eerdmans, Grand Rapids 1989 Hengel 1989, 93-94), il suo instan-
Chico (CA) 1980: Mellink M. J., Gala/ta,
(rir.)i Co.saDi 8., rerel4 at Gdla,i, Nlariet_ in IDA, vol. 2. pp. 3ló 38: Mirchell S., Po-
<zelo> e <gelosia>> è dovuto al suo cabile zelo era esattamente della
1ì, Gcnova 1990: Cousar Cl.8.. Galatìunt, puldrion and Land in Ratnan Galatia, ambìente di provenienza e alla sua stessa iltensità. In seguito alla
lnt.; Johr Knox, Allanla 1982i EleÌjns G., Il.7-2, pp. 1053 108IiRamsayW., zelante peisonalità. At22,3 patla morte di Stefano per lapidazione
t.a wilùdell ewns?lo. Camnento alld l.t- me Cíties ol St. Pttl, Hodder & Sroùgh_
^NRVr'
tera di Cdlat i. \Iaticttl. Geùo!3 1989i Fùne della sua rigorosa formazjone ri- (At 7,55-8,1), Saulo <cercò di di-
ron. London 1907r Id-, Sl. Paul The Tru'
E. Y. K., rtu Epis e îo the CalaÎians, ftlter d d the Roman Citizen, Ho.lder & cevula a Gerusalemme sotto Ga- struggere) la Chiesa con una vio-
NtCi!1. Eerdmans, Grand Rapids 1988; Sioùshton, LoDdon 1896; Sherk R. K , Rd_ maliele e del suo zelo giovanile per Lel1ta persecuzione (Gal 1,13). Co-
Guth.ie D., Galr//drs, NCB, MarshalÌ, na, Gdldtd, ANRW 11.7.2, pp 954 1052i la legge giudaica e per Dio. In Gal me ha sostenuto M. Hengel, que-
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W., Gdlrllars IVPN IC, Iúervarlilv, Dow- Church's Faith: Paulantl His Reent InteL l,l4 ricorda come da giovane egli sta (Chiesa) può essere qui un ri-
neN Grole (lL) 1994i Li8htloot J B , Sdrl z/el?/s, Ecrdmans, Grand Rapids 1988. avesse raggiunto una posizione sù- ferimento agli (ellenisd> giùdeo-
Pdul's F:pistte to thP Galattdr!, ZoDdcrran, periore nel Giudaismo rispetto ai cristiani (prina in Gerusalemme e
GraDd Rapids 1E65, 19571 Lonsenecker G. W. Hansen
suoi coetanei e connazionali per iJ poi a Damasco), che nella loro cri-
R. N., Grlarirr!, WBC 41. \lord, Dalìas
1990i l-ùthcr \4., A CakùE tatl oh 51 suo (accanìmenton (9. zelótes) tj.ca alla TótA e al tempjo sareb-
Pdul's Lspistl? ta the Gdlalians, Bak.r, ùell'osservanza delle tradizioni dei bero stati considerati da Saulo co-
(ìriDd Rapids 1979 tnt.): Machen J G , GALAZIL'. vedl Galati, lettc
padri (vedi Giudeo. Paolo come). me maledetti violatori della Leg-
Ma.he 'r Notes an Caldturs, (J H Skll'
Gelosia, zclo 6',7I
619 Gclosia. zelo
ge (Hergel 1991,72-84; Kim 44, 3. GELOSIA E ZELO NEGATI-
50). ParÌando dalla prospettiva Vt Perseguire una vila di zelo Corinto a qualcosa che farebbero Altrove I'apostolo collega lo
della sua esperienza dopo la con significa camÌninare con estrema dei non cristiani (lCor 3,4). Sor- sîuggire la gelosia e altrj <cleside
versionc, Paolo considerava que prudenza. È possibile che uno ab- prendentemente, nel parlare di un ri)) della carne [Rnl 13,13.14) al
altro aspetto della prassi corolta (rivestirsi> con decisione del Si-
sta fanatica persecuzione come il bia un giusto zelo diretto verso un
dei Corinzi, Paolo usa l'intensivo gnore Gesii Cristo e indossarc (le
compendio dcl suo zelo precristia- oggetlo o ùno scopo aPPropriato
no (fil 3,6: Hensel 1991, 71 79). (Cal a,18), ma può cssere altret- paruzèloó (<<pt o\ ocare la gelosia>)) arrni della lucer (Rm 13,12.14).
Percìò considerava lo zelo per Dio tanto facilmente diretto verso il nel chiedere alla Chiesa con un Con questo Paolo sembra dirc
manifestato da molti suoi conna- <(non beneD (gt, ou kalòs), radi- lingùaggio tratlo dall'AT: <O vo- che, per una coerente lede in Cri-
zionalì Ciudei cone (non secon- cato in un falso insegnamento o fi- gliamo provocare la gelosia del Si- sto, la potenza dello Spirito San-
do ùna retta conoscenza), perché nalizzato al proprio vantaggio (ve- gnore?r (lCor 10,22). In rappor- to produce nella vita del credente
essi erano (ignoranti della giusti- di Giùdaizzanti), Lo al loro zelo generalmente enco un modello dì comportamento do-
zia che viene da Dio> (lìm 10.2-3; E questo <zelo) distorto non miabile per i doni dclìo SpiriLo, minato daÌl'amore (Gal 5,5-6), in-
cfr. Fil 3,6). colpiscc soltanto 1'ìndividuo che cssi moshano poco interesse Per vece di ùna gelosia egoistica e di-
persegue quel cammino. (Gelo- I'edificazione della Chiesa (lCor strlrttiva (CaL 5,1 3. 15.20).
2. IL NUOVO CENTRO DELLO sia> è la sfumatura dello zélo"t nel 14,12).
ZELO Dl PAOLO ll suo zelo senso negativo che spesso si riversa Questi sintomi dimostrano qua- 4. GELOSIA E ZELO DIVINI '
micidiale portò Saulo a persegui nelle relazioni con gli altri. Que- le sia la causa fondamenîaLe della Nel secondo comandametto il Si
tare i cristiani fino a Damasco (At sto zelo deteriorato è pericoloso gelosia in questo senso negativoi gnore Dio viene caratterizzalo co-
9,1-2). Ma quando fu accecato da per la salute della comunità cristia- la mancanza di amore. L'amore, mc un (Dio gelosot) (Es 20,5; cfr.
ulla luce celesLe sulla via di Dama- na (Hahn). come Paolo lo descrive ai Corin- Dt 5,9), che richìede una relazio-
sco, non c'era alcun dubbio che I1 primo esempio nel NT di una zi, è incapace di gelosia (1Cor ne di alleanza in una fcdeltà ba-
ciò che stava perseguitando con gclosia comùnitaria dilagante fu la 13,4), di ira che è legata alla gelo- sala sùll'amore che esclude qual-
accanimento era Gesii. il Messia Chiesa di Corinto. La gelosia dei sia, o di qualsiasi cosa che (cerca siasi tipo di idolatria (Es 20,4.6).
jl proprio interesse) (lCor 13,5). Di conseguenza, 1'Ìnconsapevole
di Dio, non proprio la Chiesa (Al cristjani di qùesta comunità por-
9,3-5). Fu necessaria una rivelazio- tava a dispute (gr. er"ls) così aspre L'amore costruìsce la colnunìtà partccipazione dei Corinzi al cul
ne del Figlio di Dio per tlasforma- che eguagLiavano quelle dei non (lcor 8,1), cosa che invece non to dei demòni con la consumazio-
re lo zelo di Saulo in quelìo di un cristiani (1Cor 1,3 Jartrikoí ... kata prLò mai fare la gelosia nel suo ne di cibi offerti agli idoli (lcor
apostoLo di Gesu Crislo altrettanto anthrcpon). Paolo considerava la aspetto negativo. 10,20 2l) viere inteso da Paolo
attivo (Cal 1,15-17; redl Conver- gelosia come il problema fonda- Il comportamenlo ispirato all'a- come un (provocare la gelosia del
sione e chìamata di Paolo). mentale alla base delle fazioni che morc è una scelta, ma è anche Signore> (1Cor 10,22).
Come credeÌ]le in Cristo, che infettavano la comunità di Corin- <frutto> dello Spirito di Dio che La giusta gelosia djspiegata da
non cercava piil con zelo di stabi to (1cor 3,4). Anche in seguito, controlla la vita dei cristiani (Gal Dio spinge anchc l'infedele Israe-
lire la sua gìustizia mediante la dopo che a Corinto c'era stato un 5,22; ved, Spirìto Santo). La ge- le alla gelosia. Nel cantico di Mo-
sostanziale pcntiúenlo e progres- losia è anch'essa una scelta, emi- sè il Sìgnore diceva che la sua ge
Legge (Fil 3,9), I'aolo faceva di
tutto per seguire ($. dioka) la so, Paolo temeva il riemcrgere di nente tra le (opere della carùe)) losia era stata provocata dall'ido-
chiamaia di Cristo (Fil 3,12.14), tali contrasti dovuti a gelosia con (Cal 5,20), in continuo conflitto latria di Israele, e che a sua volta
e lo faceva con una tenacia che era le sue (esplosioni d'ira> (2Cor con lo Spirito che abita nei cre- li avrebbc resi gelosi rivolgendosi
in tutto c per tutto uguale allo (ze- 12,20) e dispùte simili allo spirito denti. ad altri popoli (Dt 32,21). Paolo
lo) corl cui prec€dcntemente aveva di contesa che si era manifestato Paolo ammonisce energicamen- cita questo passo in Rm 10,19 per
pcrseguìtato (gr. dloko) 1a Chiesa in precedenza (1Cor I,l2; 3,4). te i suoi lettori che la gelosia car dimostrare che è la giusta gelosia
(Fil 3,6; Cal 1,13), solo che ora vi- La reaListica comprensione e nale, l'ira e i dissensi che essa pro- di Dio che continua a usare la con-
veva operava per la potenza della
e preoccupazione di Paolo per la ge- voca tanto spesso (Cal 5,20) non versione dei Gentili per (provoca
risurrezione di Cristo (Fil 3,10). losa comunità di Corinto non de- si addicono a coloro che voglìono re [oro] alla gelosia)t (parazcloó,
Di conscguenza, Paolo apprez- v'essere scambiata per tojferanza (ereditare il regno di Dio) (Gaì Rm I l,1l). La stessa gelosia divi-
zava la premura per la giùsta cau- o simpatia. L'apostolo considera- 5,21). Lo stile di vita alternativo na dell'apostolo per lsraclc è quel-
sa (Gal4,l8) e resDingeva e denun- va tale comportamento come in- che egli addita loro è quello di una la chc lo rende ardcntemente de-
ziava lo zelo fuorvìante o egoisri- dice di un prolungato inlantilismo vita nella poîenza dello Spirito sìderoso di provocare i sùoì <con-
co (Gal 4,17). L'apostolo esorta- spirituale di credenti che si com- (Gal 5,16) e di un cammino con fe sangÌrinei secondo la carnc> (Rm
va perciò quelli che erano stati re- portavano come sc fossero anco- de (Cal 5,5). Se i credenli (cam- 9,3) ad accettare la stessa salvez
denti dalla grazja di Dio a essere ra dei mondani non credenti (1Cor rninano secondo lo Spiritot> (Gal za che ha offerlo alle nazioni co-
(zelanti) (gr- zé1olas) nelle opere 3,1 3), e non usa mezzi termini nel 5.25), non ci saranno gelosia e le me apostolo dei Genlili (Rm
buone (Tt 2,l4). paragonare le fazioni cristiane a eltre ovvic mani[estazioni deila r l .13. 1,+).
tarne. Paolo parlava anche aùabìl
Genlili 680 681 Gentili

mentc della sua (gelosia divina) Tione di PloÌo: 3.2 Proìo e Ìa úis\lonc tazione peggiorativa si può vede 2. RELAZIONI TRA CJIUDEI E
(lCor 11,2) per la Chiesa di Co ai (iendLii .+. Lo r,lrs dei lrltianì gen re dal duplice uso in lPt 2,9 12: GENTILI - Scbbcne le relazioni
1iÌi neÌla teologia di Paolo.
rinto, perché Ìa [oro relazione con <Voi siete... un e/ftros santo... la tra individui coprissero senza dub-
Cristo potesse essere pura. ll pen- (Centili)) è la traduzione abi- vostra condotta tra gliethnè sla ir bio tutte le opportunità, è possi-
tiinento dei Corinzi (2cor 7,10), tuale del lermine grcco efhnè, che reprensibile>. bile qualche prospettiva gcnerale.
proveniente da una (tristezza se- in Paolo e nel resto del NT è usa- Comunque, nel co4prrs paolino il 2.1 Affcggiamenti dei Genlili
condo Dio> provocò uno zelo (o to in riferimento alle nazioni dì rcferente di e1,4/?o,t sono sempre (a verso i Giudei - Molto si è scrit
<gelosia> divina; gr. {a/o.r) per versc da Israele. Clìe Dio ora ac- paúe Ia citazìone di Gn 17,5 in Rm to sull'estensionc dell'antisemiti
Paolo e gli altri (2cor 7,7.11). cetli uomini e donne da tutte le na-
,1,17-18) le nazioni diverse da Israe- smo nel moùdo greco-romano
Sebbene un tempo imnatura, ge- zioni in una piena relazionc di al- Le, talvolta in esplicito contrrlsto con (clr. Kraft - Nickelsburg, cap. 4,
losa e attraversata da conflitti leanza senza la nccessità dellà con- lsraele (per esempio, Rm 3,29; 9,2) per un sommario e bibliografia;
(lCor 3,1-3), queÌla Chiesa viene vcrsione al Giudaismo è un'intui- c occasionalnente in contrasto con Stern per i testi). I-a storia curo-
lodata dall'apostolo per cssere di- zione dovuta essenzialmente a Ia Chiesa (lcor 12,2; Ef 2,ll). pea recente rende estremamente
ventata un modeÌlo dì generoso ed Paolo, ma anche un'intuizione che Altri termini icorrono comc si- difficile il compito di una valuta
entusiastico zelo (2Cor 9,2). minacciava profonde divisioni al- nonimi: /4o"r, <popolo), ricorre zione imparziale della silLlazione
l'interno della Chiesa primitiva. solo in citazioni dell'AT, general- nel I sec. Una ricerca esauricnte
Vedi anche: Amore; Giudeo, L'afteggiamenîo di Paolo ver- rDente in riferimento al popolo dovrebbe distinguere tra Giudei in
Paolo come; lsraele. so i Gentili intimamente corìnes-
è ebraico, ma al plurale in Rm 15,11 Israclc, considerati come ùn popo-
so da una parte con la sua com- in parallelismo con e/ftre. In Rm lo che viveva nel proprio Paese da
B'BL. -Brandon S. G. F.. Gesn e s/; z€- prensione dello s/a/rs di lsraele e 9 il referente è trasferito dall'Israc- straniero, e Giudei della diaspora,
/oti, Rlzzoli. Milano 1983i Donaldson T- dall'altra con la sua esperienza di 1c come nazione al nuovo popolo considerati come vicini potenzial-
L., Zeakt and Conten: The Origín ql di Dio (cfr. sotto, 4). llel1en, <gre- mente miùacciosi. Bisognerebbe
Paut\ Christ"Tarah Anthhesis, in CBQ 5t una chiamata a essere apostolo dei
(1989) 655 682; Dùpoù! J., The Conrercian Centili. La controversia origina- co), in contrasto cotr ioudaios, anche distìnguere tra i varj generi
oJ Paul, and lts Influence an His UndeF ta dall'alllusso dei Gemili dentro
(ebreo) o (giudeo), in Rm l,l6; di testi: la sobria cronaca di uno
stantlìng of Sahati.rL b/ Frill, in W. W.
la Chiesa Lo obbligò a spiegare la 2,9.10i 3,9; 10,12: lCor t,22; Strabone, 1a litigiosa dilesa di ùn
Gasque - R. P. Mafiin (edtl.), lposrolic Seneca o le satire di un umorista
IIìsîory a d îhe Gospel, Eerdmans, Grand comprensione delle relazioni tra i 12,13; Gal 3,28; Col 3,11. Ma in
Rapjds 1970, !p. 176-194; Good E. V., due gruppi nel disegno di Dio. Rm l,14 è in contrasto con bar- di professione comc Giovenale.
.lealous!,in IDB,\o1.2, pp. 806-80r; Hahn baros, <barbaro)), per descrivere Ed è sempre necessario tener pre-
H. C., Zeal, \n NIDNTT, vo]..l, pp. ll66
1. TERMINOLOGIA Né la la totalità del mondo pagano. ll sente che solo una piccola parte
l168; Hcngel M., The Zeola^,'1. & T.
Clark, Edifburch 1989 (rad. i1., Gli zek) Bibbia ebraica né la sua traduzio- tetrriîe akrcbyst iq, <<prepuzio>, è della lettcratura anLica è arrivata
tì. Ricerche sul norìnento .lì lìberu.bne ne greca (LXX) svilupparono un usato come metonimia in Rm a noi e chc è possibìle che non
sìudaì.a dai IenpidíErcde I al 70 d.C..Bi- vocabolario specilico per disrin- 2,26-21 ; 3,30. 4,9(? ); Gal 2,7; Ei scmpre le persone colte sjano rap-
blioteca diroria e storiosrafia deitenpi bi lcot 9,21 ano- presentative degli atteggiameÍti
bììci ll, Paideia, Brescia 199ó); td., Ire guere la nazione di lsraele da quel- 2,11; Col 3,11. In
Pre Chtìs.ian Paul, Trjnii) Prels Interna- li che noi oggi chiamiano i GeIr- moi, <<quelli senza llal Legge>, so comuni.
donal, Philadelphia l99l (ttad.;t., I Pao dli. La parola e/rro.r (plurale e/I- no messi in contrasto co1't tous hy- Il quadro tradizionale (basato
lÒ pte./ìslÌùno, Sludi biblìci 100, Paid.i., po nomou, <quelli sotto llaì Leg- su commenti di autori come Gio-
Brcscja 1992i Kim S., The Origih ol Psul's na), (nazione), può essere molto
Corprl, Eerdnars. Craùd Rapids 1982; generale e ùniversalc, sebbene già ge>. In lCor 6 {2dikoi, (ingiusti) venale e Seneca) è che i Giudei ve-
Popk€s \\., ialos e..., in EDN?, \.o1.2, pp. nel periodo precristiano aveva svi- o forse (non giustificati)), e api- Divano considerari arroganti e stu-
100 l01j Rhoa.ls D., Z€a1ols, in /13D, roÌ-
luppato il significato di <nazione .rloi, (non credenti)), (infedeli), pidi: rifiutavano di lavorare il sa-
VI. pp. 1044 105.+i Snaith H.;v , Jealoàstl, bato (ùn segno di pigrizia); circon-
Zeabus, tn t. Richardson (ed.), ,1 îl€o- diversa daÌla propria) (cfr. lo svi sono usati per indicarc quelli che
losi.al Wanl Boak tf îhe Alr1e, MacmiÌ' luppo di termini come eht otchès, !ono îuori del gruppo cristiano, cidevano i loro figli (cosa ripLt
lan, Nes York 1950, pp. 115 1l6i Stumplf <etnarca) o (comandante ali una probabilmente nella piena consa- gnante); avcvano rigide regole ali-
A.. zèloó e(., in GZNa, !oL. lll, coll. pevolezza dell'ambiguità. Non è menlari; non erano socievoli e ri-
t50t 1517.
minoranza etnìca)), e I'aggettivo
eth ikos, <Íazionale>, in Polibio chiaro se si intenda includere o gettavano gli dèi (il -che era visto
A. B. Luler,.Ir. e altrove). Perciò nella LXX è usa- escludere i Giudei. Ciò che è chia- come misantropia). E molto vero-
to per tradurre góy, <<nazione>, ro è che Paolo usa qualunque ter- simile che questa fosse o I'opinio-
normalmente riîeriro a naTioni di- mine gli capita sotto mano, senza ne ufliciale o almeno quella comu
GENTILI verse da Israele; e anche la parola alcuDa preoccupazione di creare ne (ma cfr. Ciuscppe Fla\1,o, Ant.
'am, ugualmente <nazione>, Lrn vocabolario tecnico. Più signi- l4.l0.l 186- 188; 16.6.8 114-176,
SoMMARTo t. Terninoloeiai 2. ReÌazio quando non si riferisce alla nazio- licativa è Ia distinzione concettùa- che può lar pensare che I'atteggia-
ni ra Giudeie Genlìlii 2.1Atiegeì:rmcn ne di Israele. Però I'uso non è af- le tra la stessa stirpe di Paolo, ere- mento divenne più negativo dopo
ti dei Gentili verso i Giùdeii 2.2 Atles- dc delle promesse di Dio, e tufti la guerra giudaica del 66-70 d.C.).
giamenlidei Ciudei \erso ìCenlilij 3. La fatao coerente; e che il termine non
ùrissione ai Ge!1iìi: :l.l IÌ N'l con l'e.ce' abbia necessariamente una conno- gli altri, comunque descritti. I1 Ciudaismo ulficiale era non so-
Genlili
Gentili 682
logiche può essere ìnterpretato in posto ne11'età fulùra. Que sti
lo tolleralo. ma aveva ottenuto causa della natura delle leggi di
due modi. Dopo l'epico lavoro di (Gentili gjusti)) non facevano pe
specìîici privilcgi. I Giudei pote- purità della îól.r, i Giudei erano
rò in alcun modo parte del popo-
quasi obbligati a consìderare i E. R. Goodcnough, gli studiosi si
vano arrivare. e di fatto arrivaro-
sono mossi cautamenie dalla Pre- lo dell'alÌeanza.
no, a posizionì di prestigio nello Gentili comc ritualmente impuri, La posizione di coloro chc cer-
cedente prospettiva (implacabile
Staîo. Molti riferimenti piÌL anti- ma una tale impurità rituaÌe non
antipatia vcrso tutte le cose eÌle- cavano un piir stretto legame con
chi descrivono i Ciudeì come una era necessariamente un ostacolo
per l'amìcizia e la cooperazione. ùìstiche) verso la concessione di il Giudaismo (i cosiddetti (tilno
nazione di <filosofi> e lestimonia- rati di Dio>) è piit difficilc da de-
no ì.ln diffuso interesse per il con- Era, in ogni caso, di maggiore im-
una tollcranza molto maggiorc
portanza solo per coLoro che de- verso l'influenza greca (cfr. Hen terminare. Kraabcl negava l'esi-
cetto giuclaico di Dio. Per alcuni stenza propria di (timoratj di
gel, Goldstein e, per una vigoro-
il nonoteismo ebraico era equiva- sideravaùo entrare nel tempio di
sa diîcsa della posizione tradizio- Dio, come grùppo distinto nel no-
lente dell'<ateismo), perché i Giu- Gerusalemme (anche se è chiaro
nale, Feldman; tedi Ellenismo). stro periodo, sebbene i resti di
dei riîiùtavano di adorare gli dèi chc riti di purilìcazione venivano
L'ùso positivo da parte di Paolo Afrodisia scmbrino ora riafferma
dell'impero, e il loro Dio non ave- coDrpiuti anche lonlano da Geru-
va né îorma né immagine (vedl salemme), e tutti i farisei îuori di
di mctafore atletiche appoggia re la loro esistenza al di là di ogni
questo punto di visla, come pure dubbio (cfr. Rcynolds Tantrcn-
Dio). Una credenza alternativa era Israele dovevano in qùalche mo-
la sua conoscenza di autori paga- baum). Tali persone sarebbero
che essi adorassero un uomo con do convivere col fatto di essere state obblìgate a osservare, oltre
una testa d'asino. Se nella lettera- permanentemente contaminati da ni, sc polessìmo essere sicùri che
tura ci sono certamente moltì impurità corporale. La letteratu- si trattava di qualcosa di piu dì ai comaodamenti di Noè, le leggi
ùna semplice citazione di cjò che sugli (stranieri residenti), come
aspetti che sono volutamente of- ra rabbinica (di un periodo po- l'astensione dai lavoro di sabato
era diventato già proverbiale.
fensivi o che nettono in ridicolo steriore, ma presumibilmente un (Es 20,10 11), dal sangue (Lv
Dalla ?órd in poì nella tradizio
i Giudei, è anche chiaro che molti tempo il1 cui certi atreggiamenti 17,10 16) e dal lievito durante la
ne giudaica si facevano dislinzio-
erano attratti dai nobili ideali che erano piu inflessibili che nel I sec.)
vedevano nel Giudaismo. parla di Cìudei e Gentili che com- ni tra gruppi di Ccntiti; gli (stra- Pasqua (Es 12,18-19). Altre rego-
nieri residenti), in particolare, go- le alimentari, comunque, e la cir-
Tutte le affermazioni evidente" merclano e mangtano Insleme co-
devano di ùn trattamento sPecia- concisione, non sono inclùse in
mente antisemitiche della lettera- me un fatto normale (per esempio,
lc (Lv 17-26). Sulla base dell'al qùesli obblighi. Il proselitismo
tura antica devono essere anche b. Bet 45a, reinteryretato dalla pieno probabilmente era piii raro
Gemara posteriore in riferimento leanza di Cn 9 si erano svilLìppate
confrontale con un numero con- e per il nostro scopo non è pani-
ai proseliti incirconcisii m, AZ moltc tradiziorli sulle Ìeggi divine
siderevolc di affermazioni simili su colarmente rilevante, dal momen-
5,5). È possibile che alcuni grup- che obbligavano tutta l'ulnanità
altre razze. Mentre è possibile che (Giub. 1,'70-25; GenR 34; b. Sun to che i Gendli ai quali I'aolo è in-
(nell'insieme) i Romani non nu- pi all'interno del Giudaismo ab-
56a:. b. AZ 8,4; ccc.). Nonostan teressato ùon efano cvidentemente
trissero simpatia per i Giudei, è al- biano mantenuto ùna rigida sepa-
trettanto vero che (nelf insieme) i razione, forse soprattutto quelli tc l'affermazione di Novak (29) proseliti. Tùttavia è degno di no-
che (non c'è alcuna testimonian- ta che secondo la Mishna (m. Bik
Romani non sembravano nutrire che consideravano lo stesso lsraele
1.4) anche al pieno proselilo non
come corrotto e se stessi come il za convincente che questa dottri-
simpatia per i Creci. Il dimìnuti- vcniva dato il diritîo di chiaDare
resto puÌo. Ma anche questi non na îosse lormùlata prima dcl pe
vo lraecu[us eta ollensivo e Peg- Abrano (padre)).
giorativo. Il problema rlon cra erano probabilmente così rigidi riodo tannaitico... precisamcnle
dopo la distruzionc del tempio e Inîine, bisogna notare che il
tanto razziale. quanto piuttosto come ci piacerebbe credere. Nono-
lo scisnla cristiano>, la serie delle Ciiudaismo non è una cosa unica.
culturale e sociale. I pregiudizi stanle tutto il suo isolazionismo,
tradizioni suggerisce che le idee in ma una molteplicità. La doman-
vengono espressi con Più frequen_ la comunità di Qumran era certa-
essc coùlenute fossero molto an_ da <Chi è un ebreo?r) continua ad
za e con piu veemenza quando jl mente in contatto con altri grup-
pi giudaici con i quali ci saremmo teriori. Varic forme di questi <co- agitare le autorità israeliane, e la
loro oggetto è percepito comc una sÌla risposta per il I sec. non è sem-
invece aspettati un'ostilità, come mandamenti di Noèr) illcìudcvano
minaccia. MoÌte alfcrmazioni an- plice. I SalnaritaÌ]i devono certa-
lestimoniano alcune loro corri- proibizioni come I'idolatria, l'o-
tigiudaiche possono essere collo- mente cssere inclusi nella cerchia
spondenze (per esempio, 4QMMT)
rnicidio, il furto, l'incesto, la bc-
catc in contesti storici speciîici che degli eredi dj Abramo e Mosè, ep
e il loro centro in Gerusalemme, stemmia e la consumazione di car-
non è saggìo generalizzare.
ne di animali viventi, cone pure pure le ielazioni Ciudei Samarita-
2.2 Atteggiamenti dei Giudei e non è inconcepibile che i contatti
l'obbligo di istituire corti di giu ni possono esscre state a volte peg
Yerso iGentili Anche qui dob- con iÌ úondo esterno siano stati
stizia (ctr. I'ampia discussione in giori di queLle tra Giudci e Greci
biamo guardarci dal cluadro ste- anche piu ampi. Per quelli che vi- (clr. Kratl - Nickelsburg, capp. 2
ó. Sari 56a-60a). Secondo le tra-
reotipato del l' atteggiamento vevano al di fuori del Paese la pro-
dizioni rabbiniche lanche se non e 3). Semplicemente non saPPia-
ebraico verso i (peccatori gentili) babilità era proporzionalmente pcr Ì'autore dl Giubileí) i Ceùt1lt mo come il îariseo medio conside
e recenti studi (ad esempio quelli piii ampia.
che aclerivano ai comandamcnti di rasse gli esseni, o molti degli aÌtri
di Hengel c Novak) hanno forni Il poco che abbiamo delle testi-
Noè avrebbero potuto avere un gruppi che costituivano iÌ fenome-
to un importante codettivo. A moùianze non lelterarie e archeo-
Genlili 684
685 Gentili
no dcl Giudaisno anteriorc al 70 (sovvenire le usan-
sa l'accì.ìsa di
ze di Mosè>. L'accettazione di Per Luca ùn van8elo libero dal- sionc ai Gentili. Dobbiamo guar-
d.C., ma non è impossibiLe che un
devoto genrile potesse essere più Cornclio motivo di grande gioia,
ò
la Legge è la posizione predomi- darci dal considerare qucsta sezio
ma non Dorta a un movimento nante. sostcnuta senza esitazione ne come <riguardanter la missio-
accetlo, ad csempio, come com-
verso i Gentìli conle gruppo. ln da Giacomo. Pietlo c da lutle ìe nc ai Gentili o come <riguardan-
mensale di un ìrrivereítc'qm hq
'ar"es (<popolo della terrar) o di occasione dclla persecuzione con- autorità di Gerusalemme. te> iCjudeì; ci sono buone ragio
un presunto eretico . Né si tratta lro la Chìesa dì Ge.usalemme al- 3.2 Paolo e la missione ai Gen- ni per supporre clle il îema prìn-
semplicemenLe di ùna questione di cuni porlarono il valgclo anche ai
tili - Clì stessi rilerimenti di Pao- cipale di Rm 9-l I sia lo stcsso di
(:eúili (hellcnas, At I 1,20; la le- ìo alla sua opera (Rm 1,5.ll; cfr. quello delf intera leftera, cjoè la
gradi di rigore: cluando i criteri so-
zione allernativa hellenistas, 15,16 19; 16,26) suggerìscono che giustizia di Djo chc, almeno in
no diversi, ogni gruppo accusa
I'altro di lassismo (vedi Giorni sa <[Gindci] di lingra greca>, sebbe- cgli considerava se stcsso come palte, solleva il problema se I'al'
cri, calendario). ne preferita da NAr', è diflicile aventc un ruolo e una responsabi- flusso dei Ccntilj significhi che
da far quadrale con l'or'ienlamen- lilà importantj nel disegno di Dio Dio ha abbandoùato le sue pro-
3. LA ]VIISSIONE AI GENTILI to del racconlo di Luca). Nel loro
per il mondo. Per vcdcre la posi messc a Israele (Rm 9,6; clr.
zione cruciale dei cristiani gentiii Wrighl, cap. l3; redl Resraurazio-
3.1 Il NT con I'eccezio[e di primo viaggio missionario, Bama-
nel suo pensiero noD bìsogna in nc dj Israele). La risposra di Pao
Paolo Sorprendentementei ba e Saulo si recano nelle sinago-
terpretare Rm I1,13 comc una ri- lo inizia con una teolo-qia conven-
vangeli registrano pochi incontri ghe e si rivolgono ai Gentili solo
vendicazione dj essere I'unico apo- zionale del <resto). lna con una
îra GesÌr e i Gentili. Alcuni detti quando so11o respinti dai Giudei
(At 13,46). Comunque, non c'è in- stolo dei Gentili, né presumcre che duplice sfumatura: primo, il venir
appaiono (u rnori sti camente? )
Paolo pensasse che ognì individuo
sprezzanti (per esempio, Vt 5,47) certezza circa qùes1o movimento, meno di Israele ò cîîcttivamente
che ((ha ordinato il Signore) (At nclle aree che egli menziona aves- parte cleì dìsegno (e delLa pronres-
e non ce n!è nessuno, nemmeno in
se sentjto jl vangelo. Le sezioni au- sa) di Dio (sj norino quasi tuttj i
Luca, che sia inequivocabilmente 13,47; sul sìrggerimento di Jervell,
positivo per i Gentili come grup- che per Lùca fu I'accoglîe za del robiografiche di calati, 2 Corinzi passì dell'AT ciLaLi in Rm 9-10);
po. Non è assurdo supporre che messaggio da parte dei Giudei a c Filippesi forniscono ulteriori clet- secondo, proprio così Dio avcva
perfino i resoconti dell'attività di stimolare la missione verso i Gen- tagli circa la sua cornprcnsione potuto dimostrarc la sua miseri
tili, cfr. Wilsorì 222-224). della missionc ai Gentili. Esse in- cordía e la \ua salvczza per il moù
Gesù nelle regioni dei Gentili (per
Luca è consapevole degli oppo- dicano che certamente non era so do intcro (Rm 9,24 26; cfr. anche
esempio, Decapoli, Cesarea di Fi-
lippi) intendessero far pensare al sti punti di vista alf interno della lo a evangelizzare le regioni dei ì molti casi dipas [(ogni) o (tut-
lettore soprarrutto a un'attìvità tra Chiesa- Sebbene sia diflicile sta- CenliÌi, e che almeno iino alla to))l). Cosi l'ecclesjologia di passi
qualche gruppo di Giudei che pro- bilire quanto un pagano potesse composÌzione di Galati (e pcrciò come Et 1,22 23;2,14,22:3,9 10,
babilmente si lrovava 1à. La rispo- comprendere un dibattito tra Giu- bcn dopo l'incontro di Cal 2) non anche se non scritti da Paolo.
deì, o ritenerlo necessario, jl qua- c'era accordo generale sul contc- csprinìe solo quello che egli già
sta di Pietro a Cornelio (At 10-lt)
manifesta che qualsiasi cosa potes- dro che egli prcsenta è chiaro e ruto del vangclo deì fìentili (ùedl aveva in mente in Romani e in ve-
se avere insegnato Gesit riguardo convincente. ln At l5 il clibattito Missìone). rità implicito nell'<uno in Cristo
riguarda se il diventare proselito La presenza a quell'incontro di Gesù) di Gat 3,28.
ai Centili non ìncludeva niente del
vangelo libero da11a Legge predi- sia necessario per la salvezza, e la
Ti1o, un pagano incirconciso, in- La missìone ai Centili, lungi
calo da Paolo. La conclusione del sua esteùsione indica che almcno dicava chiaÌamelte la convinzio- dall'essere un progetto casLlale o
in Gerusalemme il problema a nc di Paolo che la circoncisione una reazionc al lallimento del van-
vangelo di Matteo presenta, però,
proprio alla îine, una tradizione questo punto era ben lungi dall'es- dei Centili non laceva partc dcl geÌo tra i Gjudei, sta al centro del
vangelo; e, proprio perché chìar a, I'aîfermazione della giustizia di
che si rifà all'autorità del Signo- sere rìsolto. Le conseguenti restri-
re. secondo cui ìl messaggio cri- zioni del decreto apostolico sem- cra causa di controversie. Quali Dio che <ha rinchìuso tutti nella
stiano dev'essere portato aÌ di là brano piil vicine ad alcune versionì che siano state le conseguenze pcr clisobbedienza, peÌ usare a lulli
dei confini del Giudaismo (cfi. an- dei comandamenti di Noè che a un Iito personalmenre (è possibile miserjcordia> (Rm 11,12). Rm
che Mc 13,10). sommario di tutta la TórA. b1 At che sia stato effètlìvamenle circon- 15,7-12 rafforza questo punro. La
21,17 26 1l problema è diverso. ciso, cIr. i Commentari), I'accor- missione ai Gcnlili è unlr natrrràle
I primi capitoli dcl libro degli
Alti non mostrano Lln compatto Giacomo e (tutti gli anzianiD do îinale deve aver sanziolato la concomilanza dell'unità di Dio e
esprimono preoccupazione circa le col]tinuazione di Paolo nella pre della sua grazìa.
movimento verso I'accettazione
dicerie che Paolo insegni ai Gir- dicazione del suo particolare mes-
dei Genlili o una radicale interpre-
tazione della Legge. Ildiscorso di dei della diaspora di abbandona- saggio tra i GerltìLi, anche se ,1. LO (STATUS) DEI CRISTIA-
Stefano potrebbe essere conside- rclaTóú. Viene ribadita la posi- un'opposizione a Paolo non auto- NI GENTILI NELLA TEOLO.
rato come critico verso I'osservan- zione circa i Gentili (At 21,25), e rizzata continuò a manifeslalsi GIA DI PAOI-O Ciò che non
Paolo senza esitazione si sottomet-
(Fil 3,2; forse 2cor ll,1-6). senÌbra essere stato chiarito nel
za della Lcgge, ttta Luca aîferma
esplicitamente che considera fal- te alla halakah sludalca. ln Rm 9 ll c'è una riflessione I'incontro di Ccrusalemme è la na-
pjir estcsa sul signilìcato della mis- tura delle relazioni tra lc comuDi-
686 6R1 Gerùsrlemme
Genlili
vera religione. Per quanto valida Prcss, Orlord 1983; Goldsrein J. A., Jera*
tà di Paolo e i giudeo-crisliani. Cristo, in cui non c'ò (né giudeo Att.ptunc? akd Relecîion oJ IIellenisnl,ìn
né greco) (CaL 3,28; na l'accusa di ipocrisia farisaica, è
Quelli (da parte di Giacomo) era- 'edl
no chiaramente persLÌasi che accet- Israele) chìaro che i farisei rappresentava- stía n SeU' Dertn it ia /Ì, F o(î tess, PhiìadeÌphia
no un verticc della pietà giudaica. 1981. !ol. 2, pr. 6.1E7; Goodenough E.
1.are l'ospitalità dei Gentili fosse Le origi itlel <<vtngelo dell'in R.. le||Ìsh Slhtbols in the Gtet. Ranton
impossibile per i cristiani osser- c irc'oncisíone >> di Paolo L'inci-
Eppure ora la sua esperienza cri-
Perrrd, l3 voll., PaDtheoD, Ncw York
vanti della 7órA; e se questo argo- dente dì Antiochia (Gal 2) indica stiana I'aveva introdotto in una 1953 1968i Ilengeì Nl., .tuddistn dnd Ilelle
mento non era stato discusso a che qucsta prosperdva era qualco- comunità con una conoscenza di nisn: Srudìes ín Thei/ Encounter ih Pdle
Dio molto più grande di quella che nine DurinÈ the Eurly H..lle istic Period,
Gerusalemme, non è improbabile sa di radicalmente nuovo neLl'au- 2 voll-, forrcss, Philadelphia 1974: Ìd.,
tocomprensione della Chiesa; e la aveva avuto primaj ma una comu-
che essi avessero dei buoni argo- Ebreì, gteci e bdtLotí. )tpettì .kll'ellenì.
menti per convinccre Pielro e Bar- scomparsa relativamente rapida nirà che, quantunqùe giudaica, era ztzio e del girdaísnto in epocu prcc stia
meno esigente del suo standarcl di ,d, Srudi bìblici 56, Paìdeia, l].escja I98lj
naba, I <Gentili giusli) potevaùo del giudeo cristianesimo come for-
td., Il PaÒla prcctuîídno, Sludj biblici 100.
sì essere accetti a Dio per la sùa za piil importante nella Chiesa îa osservanza d,ella Tóú.
lraìdeir, Brescìa 1992i KraabelA. I'.. Zl,e
grazia, ma non potevano essere pensare che la sollecita integrazio- 3) Paolo non spiega perché per Dìsuppeatuhce o.f Ìhe <Gatl Fearcts,, in
parte di Israele, e le relazioni con ne che essa presupponc fu troppo seguitasse la chiesa, ma è difîici N!me, 28 (1981) lll 126i Kraît R.
presto rimpiazzaîa da una sempli- le immaginare che Dt 27,26 non Nickelsbu.s C. E. w. (edd.), Lo tJudaisnl^.
loro avrebbero continuato a con- and lls Mo.le 1/nr?/r/rlels, Scholars,
taminale i giudeo-cristiani osser- ce presa di potere dei Geúljli (Rm giocasse nessun ruolo nel suo pen-
Atlanla (GA) 198ó. pp. 5i 80; NlcKnìght S.,
vanti della lórd. Con il crcscen ll,1 sembra rifletterc Ia paura di siero precristiano. Era certamen- A Lisht At o,s thc Gertìles: .le||ìsh Mìs
te successo della missione ai CeÌ] Paolo proprio per una tale even- te appropriato che il bestemmia- sionat! A(tivitr i thc Se.ond Tenple Pe
tore fosse giustizjato, in modo che ?nrd, liorrcss, N{inneafolis l99l: \,lend.ls
tili, questo problema e la minac- tualità). Tanto straordinarìa era D.. 7 hc Rìte dnd Fall aJ Jevish Nattana-
cia che costituiva per l'ìdcntità Ì'intuizione di Paolo che molti si manilestasse la maledizione di Iisn: .k||ish dntl Chtisnttl Ethkicìj in A
giudeo-cristiana sarebbero diven- sîorzi sono stati latti per cercar- Dio su di lui. Se è così, allora per cient Pdlestìt1e. Doubìeday. New York
tati sempre piu grandi. ne l'origine. La risposta stessa di il cristiano Paolo era essenziale 1992; No!.k D.- lr€ /rríge ol fhe Non Je||
ín Judoi n: An Hìttaticdl dnd Cansln.ti'
Comunque, la concezione che Paolo è chiara. ma non aiuta mol- una riconsiderazione della Tòrà, v Srtd! ol the Nodhide Laws, N.lclle , I o-
Paolo aveva della grazia di Dio lo to: (lo l'ho rìcevuto..- Per rivela- c dello s/clúr di lsraele che aveva ronÌo l98l; ReynoÌds J. Trnncnbaum R..
poriò ad aflermare che non ci po zione di Cesù Cristo) (Gal 1,12). rifiutato il Messia. ktNs and Go(lJedre5 dt Aphtodisíls, Caú-
Dato che, secondo Luca, una ri- bridCe Phiìoloeicrl Socìely,, Cambridge
teva essere distiÍzione davanti a Questi lattori, uniti alì'esperien- 1987; Stern NL, G/eek 4rd I ati, Aufhors
Dio tra il cristiano giudeo e il giu- \'elazione a PieLro oon produsse za dei Centili già nella Chiesa, on Jews atul Judutsì, I volÌ., hrael Aca
sto pagaro (cfr. Rm 3,29-30). La stranamente Ilcì suo caso lo stes- possono forse aiutarci a capire co- dcmy ot Scie.ces and Humanjties, Jeru!a-
lettera ai Calali è ùn'ampia argo- so eîfetto (A1 10,l-l l,I8), vale la me Paolo arrivò a comprendere lern 1974, 1980, l9E4; Watson Í. 8., Parl,
Judaisn and the Genliles: /1 So.tulogical
mentazione che i suoi convertiti pena domandarsi fino a che pun- che la missione universale della ,,lpl/oa.r, S\TSIIS 56, Univeristy Press,
già godevano di tulte le benedizio- to è possibile esplorare i mcccani- Chiesa comportava non semplice- Cambridge 19E6; Wìlson S - G., Thc Cc ti
nj dell'alleanza: erano gìà figli di smi che portarono alle conclusio- mente una politica di proseUtismo, bi and th. (i.ntib vfìssion in Luke Acts.
SN-l S\4S 21, Universitl Prcss, Canìbridee
Abramo (Cal 1,7.28-29). Quindi ni di Paolo (redi Conversione e ma una consapevolezza che la ri-
1973ìWrighr N. T., L,?e Cl nuxo.ftheCa
per i Gentili accettare il giogo della chiamata di Paolo). Tra gli studio- sposta a Cristo, e solo a lui, è rerarl. Foffess, N.Iinncapolis 199].
Tórîi non era solo una questione sì non c'è consenso, e tutto ciò che la base sulla quale ora Dio chia-
di indifferenza. ma un riiiuto della possiamo faÌe qui è di suggerire al- ma persone di ogni razza a com- D. R. de Loce!
loro accettazione da parte di Dio cùlli dej fattori che possoùo aver piere il suo disegno per la sua crea-
nel vangelo, e percjò un rifiuto di avuto la loro infLuenza. zione.
GERUSALEMME
Cristo (Cal 5,4). h Calati alÌora 1) Il riconoscimento che la di-
quasi cerlarnente uùa delle let- scendenza da Abramo in se stessa Vedí onchei Abtan.'o; Alleanza
tere pirì antichc di Paolo aùcora non è affarto una condizione suf- e nùova alleanza; Chiesa; Cibi of- Sov\raRro L. Centraììrà di Gcnsalcm
ficientc per la partecipazione alla mq i.1 Nel Ciudaisnro; 1.2 Ncl CÌistia
esistenti vediamo già non solo lerti agli idoli e leggi alimentari Dcsimo pr;ritj!oi 2. GeÌùsalcmme ei prì-
uù fondamento pienameùte svi- nùova alleanza di Dio, se Paolo giudaiche; Circoncisionc; Creazio- mi rnni di Paólo: 3. vìsilc di Paolo a Ce
luppalo della missione aj Gentili, non 1'aveva già ereditato dal suo ne e nuova creazione; GaÌati, let- nNalemmei :1. L'asscmblca deua Chiela
ma anche una profbnda convin- fariseismo, l'avrebbe derivalo dai tcra ai; Gerusalemme; Giudeo, di ceNsaÌcmmeì .l.l I probÌemisulrap
pclo; 4.2 Risultali deÌl'asscnblcai,1.2. I
zione circa la natura della Chiesa suoi istrultori cristiani e dalla sua Paolo come; Israele; Leggei Mis Sahczza ìndjpend€ntenen1. ddla c;co.-
colne vero lsraele di Dio, con Giu- stessa esperienza (vedi Giudeo, sione; Pace, riconciliazione; Pùri- cisionei,1.2.2 Riconoscimcnlo dell'apo-
d€i e Gentili nella stessa situazio- Paolo come). là e impùrità; Restaùrazione di lolato di Paoloi 4.2.3 ll dec.elo aposro
2) La stessa testimonianza di li.o: 5. S!.cesivc lisite di Paolo a Ge
ne davanti a Dio e tra loro. In que- lsraele; Ulivo; Vangelo. rusaÌemme; 6. La collcria; ?. Dedino dcl
sta prospettiva è verosimile che in Paolo (Fil 3,5-6; cfr. Gal 1,14) in la Chìesa di Gcrusalenmei ?.1 La nori.
Rm 11,26 Paolo ripeta la sua r! dica che ai suoi occhi niente di piit rrril GaCet J. G., îhe Origills o.f AnIì di ciacomo: 7.2 La tusa a Pella e ìa ca-
defi izione di <.tùLto Israeìe) (cfr. dell'osservanza della T6 ) poteva \.nirisùt: Auitudes fowdtd Judaìsn in Pu' {lúLa di GerusaÌcmmej r.3 IrÈrdìra dl ir
!ù and Chtkîian .'lnlrqri,,, Univerìrr fluenza dcÌìa Chiesa di Getusalt'n'nc.
Rm 9.6) come un nuovo popolo in darsi per il raggiungimento della
Gerusalemme 688 689 Cerusalemme

La relazione tra Paolo e la Chie- (37-34 a.C.) che Cerusalemme co- 1.2 Nel Cristianesimo primitivo rneno ha il merito di riservare un
sa di Gerusalemme solleva nume- nobbe il periodo di maggiore La centralità di Gerusalemme rLroÌo centrale agli apostoli nel
rose dillicohà, una delle quali ri- espansione ùrbanistica. Opera sua nella vita delÌa Chiesa prinitiva è proccsso di lrasmissione.
guarda la connessione tra i dati ri- furono la ricostruzione del tem- chiara fin dall'inizio. Gerusalem- Secoùdo il prologo di Luca (Lc
portati negli Atti deeli Apostoli e pìo, che superava in splendore me è il luogo delÌa morte e dclla 1,2), le tradizioni su Gesù furono
quelli conlenuti nelle lettere pao perfino il tempio salomonico, e risurrezione di Gesii c del conse- trasmessc dai ministri e testimoni
line. Come consìderare le eviden- molte altre opere di abbellimento. guente sviluppo della fede dei di- oculari della parola e tra questi Ìln
ti contraddizioni che ne emergo- Si possono così comprendere le af- scepoli (Mt 28; Mc 16 lma cfr. ruolo preninente îu quello degli
no? Come conciliare le varie visi- fermazioni di Plinio il Vecchio che <Galilea)) in Mc 14,28; 16,71; Lc apostoli. Questo processo ebbe
te di Paolo a Gerusalemme men- parÌava di Gerusalemme come 24; Gv 20). Fu la prima casa degli injzjo già dùranle il ministero di
zionate negli Atîi con quelle men- (della città di gran lunga piit fa- apostoli e dei capi della Chiesa (At Gesil, quando essi andarono a
zionate jo Galatj? Qual ò la rcla- nosa dell'Oriente>> (11N 5. 15.70), 15,2; Gal 1,1-2; cli. Rm 15,19.27), predicare il messaggio e a compie-
zione tra l'assemblea menzionata e di Giuseppe Flavio che parlava e il luogo da dove si sarebbe pro rc le opere di Cestr (Mc 6,10); in-
in At l5 e I'incootro menzionato del tempio come di <una sLruttu- pagata la nuova fede (Lc 24,45-53; segnamento che continuò con lo
in Gal 2? Quaì era la posta in gio ra piu ragguardevole di qualsiasi A1 1,1-8). Paolo maniièsta un'i stesso vigore dopo 1a risurrezione,
co del dibattito? Come fu risolra? altra solto il sole)) (,4at. 15.11.5 dea simile nella sùa descdzione dato che gli apostoli proseguiro-
E quale fu il ruolo e lo sralirs pro- 4)2t. della diffusione del vangelo ath a- no nel1a Ioro lestimonianza di ciò
prio di Giacomo, (il fratello del Numerosi salmi mostrano chia- verso il suo ministero (da CerF che avevano visto c udito (At
Signore>? ramente quale fosse f importanza salemme e dintorni iìno all'liliria> i 5,32; 10,39-41;
I ,8 .22; 2,32, 3,15
di Gerusalemùe nella vita di tsrae- (Rm 15,19). Sia per Paolo che per 13,31; lGv 1,1-3; 1Pt 5,1). In qLre-
I. CINTRALITÀ DI GERUSA- le (Sal 24; 46; 48; 76; 84; 87; 99; Luca (Lc 24,47), il vangelo cbbe sto processo, la base dellc opera
LEMME I 18; 122; 125-129; 132-135; ì1 suo punto di partenza in Geru- zioni fu Gerusalemme , dove si tro-
- 1,1 Nel Giudaismo salemme. vava la Chicsa madre del nuovo
La prjma menzione di Gerusalem 146-147). Nonostante la perdita
Alf interno della Chiesa madre gruppo.
me nella Bibbia scmbra essere il d- delf indipendenza politica dopo il
feriÌnento a Salen in Gn 14,18 63 a.C., Gerusalemme continuò deL Cristianesimo prìmitivo glj Essendo la Chiesa di Gerusa-
(clr. Sal 76,2). In seguito si fa ri- ad essere, sia per gli Ebrei di Pa- apostoli ebbelo il ruolo di gui- lcmme ùna comlrnità multilingue
fcrimcnto a una îortezza gebusea lestina che per quelli della diaspo- da e di custodi della tradizione (Al 6,1-6; 2,5 12), fu necessario
r'ìon conquistara da Giosuè (Gs ra, il cenlro del culto, (la città san- giudaico cristiana. In che nodo gli tradurrc in greco le tradizioni sù
ta)) (Is 52,1). Lì risiedeva il colle- apostoli abbiano trasmesso questa Gesù per gli cllenisli, o credenti di
10,3; 15,63;Gdc 1,21), che duran
te il regno di Davide fu conquista- gio legislativo, costìtùito dal som- tradizionc non è chiaro. Le teorie lingua greca. Non si può sapere
ta {] costitujta capitale del regno mo sacerdote e dal sìnedrio; lÌ si critiche più radÌcali considerano con cedezza se alcune dì qùeste
(2Sam 5,6-10). Cor la collocazio- trovava la setta piii jmportante e scarso o non sostanziale il coinvol tradizionì fossero già statc tradot-
ne dell'arca dell'alleanza nella cit- più influente, quella dei îarisei; gilnento degli aposloli nella tra te in greco dorante il ministero di
tà (2sam 6), questa djvenne anche ma! soprattutto, a Gerusalemme smissione della tradizione di Ge- Gesù, anche sc nor lo sì può esclu-
il cenlro religioso di cùlto. Poi, c'era il tempio. I sacrifici, ipelle- sir. Ciò è in non pìccola parte do- dere (Mc 7,24 37; Lc 7,1-10), úa
con la costauzione del tempio sa- grinaggi, la tassa annuale per il vuto agli eventi miracolosi presenti la traduzjone ebbe luogo iù alcu-
Lomonico, il culto religìoso di tempio, tutlo convergeva verso in gran parte della tradizione. I te- ne settinane. o al massimo alcu-
IsraeÌe ebbe delinirìvamente il suo Cerusalemme . Sebbene gli Ebrei stimoni oculari non possoDo essc- ni mesi, dopo la risurrezione. Fu
centro in Gcrusalcmne. che vivevano in Babilonia e in re coinvolti nella trasmìssione di rono tradolli iti greco non solo i
La disrruzione di Gerusalemme Egitto lossero piu numerosi di tradizioni che sono piene di mira- detti di Gesu, ma anche ì racconti
da parte di Nabucodonosor nel quelli che vivevaúo in Giudea, Ge- coli, se si afierma a prioti che tl di mlracoli e glì altri raccoùti sù

587 a.C. ebbe un elfètto enorme rusalernme era ancora la città san- miracolo ùon può accadere. La Ccsir che idiscepolì avevano con-
sia nella storia che nella religiorle la e, per l'ebreo comùne, i sùoi <scuola svedese) (Per esemPio B. diviso dulante il suo miùislero.
del popolo d'lsraele (Lamentazio- giorni pìù gloriosi erano ancora Gerhardsson) ha cercato di spie- Questo fu lauo in una comunìtà
ni; Sal 137). Dopo la distruzione posti nel fùturo. Negli ulrìmi gior- gare la trasmissionc delle lradizio- bilingue dagli apostoli, che erano
delL' jnpero babilonese, iÌ persia- ni tutte le strade avrebbero poftato ni su Gesìr in un modo simile a i testinoni oculari e avevano tra-
no Ciro permise aglì Ebrei esuli di a Sion, quaido il mondo pagano quello del Giudaismo rabbinico smesso queste tradizioni in nume
tornare a Gerusalen]me (Ez l-3). avrebbe riconosciuto Yhwh, e .lel TI e III sec.. dove le tradizioni rose occasioni dùrante iL ùiniste-
Sotto la gùida di Sesbassar, Zoro- questa concezione era così diffu- orali del Giudaìsmo venivano tra- ro di Cesù. Una simìle ricostruzio-
babele e Aggeo fu ricostruito il sa che anche la futÌrra speranza slnesse grazie a una memoriTzazio ne dcj îatti corlcorda con le paro-
rempìo e, col passar degli anni, an- cristiana avrebbe fatto ricorso al ne accurata e rneccanjca (vediGe- le di Luca in Lc 1,1-4.
che Gerusalemne. Fu però solo la metafora della (nuova Gerusa- sù, detli di). Questa spiefÌazione La ricostruzione data sopra di-
sotto il regno di Erode il G.ande lemme> (Ap 12,2-1i Eb 12,22\. non è priva di punti deboli, ma al- pende molto da cìò chc il terzo
Gerusalemme 690 691 Gerusalemme
evangelista aflcrma in Luca,Atti. so di Cilicia (At 9,1l; 21,39t 22,3). adata al vcrbo (lormato)). Gal veramente studiato sotto Gamalie-
Luca ha naturalmente un intento ll îatto chePaolo non menzioni la 1,22, che parla di Paolo come sco- le, lo avrebbe senz'altro menzio-
apologetico nella sua presentazìo- Palestina in Fil 3,5, dove cerca di nosciuto alla Chiesa della Ciudea, nato in qùalche parte delle sue let-
ne di questo materiale, in quan- slabilire la sua discendenza giudai- non coniuta la descrizione biogra- tere. Comunque, un argomento
to cerca di dimostrare nella sua ca, fa pensare che non fosse nato fica di Luca, perché si tratta di basato sul silenzio è alquanto pre-
opera in due volumi che Gerusa, in Giudea. Se fosse nato lì, certa- un'alfermazioie di car-attere gene- cario e bisogna tener presente che
lemlne ha un ruolo centrale nel mente l'avrebbe menzionato. dal rale e non vuol dire che la fama le lettere paoline tacciono anche il
progetto divino. Egli fa iniziare n]omento che sarebbe stato un ap- di Paolo îosse sconosciuta (come luogo di nascita dì Paolo; ciò no-
il prirno volume, il vangelo, a Ge- poggio alla sua afîermazione di es- rivela Gal 1,23) o che nessuna per- nostante sono pochi gÌi studiosi
rusalemme e lo conclude nella sere <<ebreo nato da Ebreir (Fil sona singola all'interno dclla Chie- che dubitano che fosse Tarso, co-
stessa cjttà. Fa iniziare anche gli 3,5; yedl Giudeo, Paolo come). sa di Ciudea lo conoscesse. Pao- me dice Luca.
Atti a Gerusalernme (Ar 1,3-8) e Quando venne Paolo per la pd- lo interpreta chiaramente ciò che
modella la diffusione del vangelo ma volta a Gerusalemme? La ri- ha scritto in Gal 1,22 alla luce di 3. VISITE DI PAOLO A CERU-
secondo le linee del paradigma sposta dipende dall'ìnlerprctazio- quanto aveva detto in Gal 1,18, SALE\,IME - In caÌ 1 e 2 Pao-
Gerusaìemme-Giudea-Samaria- ne che si dà ad At 22,3. Qui Luca che. sebbene fosse conosciuto da lo parla di due visite da lui fatte
confini della terra (At 1,8). La cita alcune delle palole di Paolo Pictro e da Giacomo e dagli altri a Gerusalemme dopo la sua con-
centralità di Gerusalemme pcr Lu- che si rivolge alla folla in Gerusa- che avcva incontrato dìrr'ante i versione. La prìma ebbe luogo tre
ca ò vista anche ùeL fatto che è iÌ lemme dicendo: (Io sono un giu- quindici giorni trascor5i a Gerusa- anni (Cal l,18) dopo la conversio-
luogo delle orj-sini della Chiesa (Lc deo, nato a Tarso di Cilicia, ma lemmc nella sua prima visiîa, era ne (Gal 1,15) e la scconda qùattor-
24; Al 1) e il luogo della venuta cresciuto in quesla città, îornato generalmentc sconosciuto. Il signi dìcì anni dopo (Gal 2,1; non è
dello Spirito (Ar 2). I capi della alla scuola di Gamaliele nelle piii ficato prjncipale dell'affermazjo- chialo se i quattordicì anni vada-
Chiesa di Gerusalemme sono an, rigidc norme della leSge patemar. ne di Paolo in Gal 1,22 è che egli no iÌìtesi a partire dalla sua con
che presentati comc i fondatori e Il l plice <nato... cresciuto... for- ha avuto poco contatto con la versionc o dalla visita precedente).
i supelvisori della Chiesa in Sama mato> è una unità letteraria ben Chiesa di Gcrusalemme. DuÌarìle la prima visita Paolo fu
ria (At 8, 14-25j cir. anchc jl ruo- attestata, che lornisce irìîormazio- Durante il periodo della sua lbr- assistito da Barnaba (At 9,27), che
lo della Chiesa di Gerusalenme ni biografiche sugli anni dalla na- mazione a Gerusalemme Paolo fece superare la paura e il sospet
nei rigua.rdi di quella dj Antìochia, scita all'adolescenza della vita di stùdiò solto la guida di un eminen to che gli altri nella Chiesa di Ce-
Ar 11,22). E il Ìuogo in cui ver- ùna persona. ll primo lerminc si tc maeslro fìriseo, Gamalìele (Ar rusalemme nutrivano nei riguardi
gono discusse le controversie teo riferisce alla nascila, il secondo ai 22,3). Sebbene I'apostolo neÌle sue di lui (At 9,26). Non sappianro se
logiche piu importanti (At 10 11), primi annì di vita e il terzo all'e- letterc non iaccia espresso riferi- Barnaba conoscesse Paolo già da
dove si svolgono i dibattiti (At 15) ducazione ricevùla in giovcntu. ll mento a questo fatto, esso si ac- prima, ma da questa relazione
e da dove vengono promulgati i modo in cui Luca intende questa corda molto bene con diversc sue nacqùero la collaborazione mis
decreri (At 15,19-35). Tufto qre- trilogia appare nel discorso di Ste, afîermazioni. Certo. se aveva stu- sionarìa (Ar 1l,25-15,41; Cal
sto non è certamente una creazio, fano in At 7,20-22, dove Mosè, dialo sotto Gamalielc, poteva van 2,1 10) e il perenne rispetto di
ne exloi,o di Luca; la sua prcsen- dopo che è <nato)', viene <cresciu- tarsi dì essere un <ebreo da Ebrei. Paolo per tsarnaba (lCor 9,6; Gal
tazione non è pura îinzione le e- to)) come fìglio adoitìvo (Es 2,6-8) îariseo quanto alla Legge... e ir- 2,13; Col4,l0). La visita compor-
raria. bensì basata sulla reallà. Ciò daLla îìglia del faraone e poi <for- reprensibile quanto alla giustizia lò un brcvc e privato incontro
che è evidente è il fatto che Cerù- mato) nella sapienza degÌi Egi- che deriva dall'osservanza dclla (per consultare)) (o <<per conosce-
salentue era veramenle il centro zlanl, Legge> (Fil 3,5-6). Il padre di Pao ret , historasai, Gal1,18; per il pri-
e la Chiesa madre del movimento Secondo At 22,3 Paolo nacque lo, anch'egli lariseo (Aî 23,6), ave- mo signilicato cîr. Dunn 110 113,
crjstiano. Con il suo prologo (Lc Della cìttà di Tarso, ma nei primi va senz'altro desiderato un'educa- 126-128) Pietro, e in q[ell'occasio-
1,1-4; At I,l-2) Luca si aspetra anni della sua vita la famiglia si zione simìle per il figlio, educazio- ne egli vidc soltanto Pietro e Gia-
chiaramente che il lcttore consideri trasferì a Gerusalemme ((in que- ne che avrebbe poi collocato Pao como, il îratello del Signore (Lu-
Luca-Aiti come uùa vera opera sta città)), ma cfr. Hengel,34, ìo in una posizione importante da ca afferna che Barnaba presentò
storica. 38 39), dove Paolo crebbe (si no- poter chìcdcre lettere di aulorizza- I'aolo (agli apostoli> [At 9,27],
ti che in At 23,16 la sorella di Pao- zione per continuare la sua perse- ma si lratta probabilmente di
2.GERUSALEMMEEIPRIMI lo viveva a Gerusalemmc c che in cuzione contro la Chiesa di Dama- un'cspressione di carattere gene-
ANNI DI PAOLO Sebbenc Al 26,4 l'cspressione ((ha il mio sco (At 9,2;22,5). L'argomenro rale per indicare il primato aposto-
Paolo in nessuna delle sue lettere popolo>t si comprende rneglio se principale contro I'accetlazione lico. Non va intesa cone in con-
faccia riferimento al suo luogo di rifèrita alla Giudea piuttosto che della presentazione che Luca fa di traslo con l'aîfermazione dì Pao
nascita, non c'è ragìone di dubì- a Tarso). In seguito fu folmato al- Paolo su clucsto punto è il silen- lo che egli vide soltanto Pietro e
tare dell'affèrmaziore di Luca. se- la scuola di GamaLiele (1'espressio- zio stesso di Paolo in proposito. Giacomo, il lratello del Signore.
condo il quale egli era nato a Tar- ne (ai piedi di Camaliele> è più Si presume che, se Paolo avesse Pietro e Ciacomo erano infattj j
Gerusalemme 692 (ierusalemrne
693
due apostoli principali). In questo de ìn questa occasionc come awe-
che l'errore di Pietro ripoftato in 15, l), l'argoùento (circoncisione)
incontro Paolo e Pietro certamen nuto in due volte diverse); 7) Gal
2 non è riportato in Attìi 8) Gal
Gal 2,11-14 è molto piu verosimi- e, latto più importante, il risul-
te non parlarono soÌo del piii e del Ìe che sia accaduto prima dell'as- tato (i Gentili non obbligati alla
meno. I1 verbo li,Jlor"eó suggerisce 2 : At 9. Di quesle otto, le ipo- semblea di Gerusalemme di At l5 cìrconcisione), sono signiîicativi
che Paolo si sia recato a vedere tesi piir probabili sono l, 2 e 6. invece che dopo; cioè l'errore di punti di corrispondenza t^ Gal2
Pietro per ottenere delle informa- 3.1 Gal2 = Ar 1r,30; 12,25 Pietro si comprende più iacilmen- e At 15. 3) Se Galati îosse stata
zioni. È molto verosimìÌe che in Secondo qùesta opinione abbiamo
te come avvenuto dopo gli eventi sc.itta all'incirca nello stesso pe-
questa occasione ricevette quelle lo schema seguente: Gal 1,18 = di At 11,30; 12,25 che dopo At rìodo di Romani e l-2 Corinzi, sa-
tradizioni chc egli trasmette in At 9,26-28; Gal 2,1-10 = At l5,l-ll. rebbe dawero strano ch€, secon,
lCor 7,10t 11,23-25; 15,3'7. E an- 11,30;12,25;eAî15,1 35 è omes- 3.2 Gal2 = At 11,30; 12,25 + do la prima opinione (Gal 2 = At
che possibile che durante questa so in Galati pcrché Paolo scrìsse At 15 Gli argomenti in favore
probabìLmente qùesta lettera pri- ll,2Oi 12,25), Paolo non avesse
visita Paolo fosse informato dcl- di questa opinione coinvolgoùo la menzionato o fatto allusione al-
le apparizioni del Risorto a Pietro ma che la visjta avesse luogo. Se-
duplice natura deì racconto dì Gal l'incidente di At 15. dal momen-
(1cor 15,5) e a Giacomo (lcor condo questa opinione la visita di 2. Durante la visita riferita in Cal to che questo avrebbe fornito un
15,7) da queste stesse (colonne) Paolo e Barnaba, causata dalla ca- 2 vennero prese alcune ìmporlar- appoggio imporlaùte alla sua ar,
(Gal2,9). La seconda visila coin- restia in At 11,30; 12,25,èidenti-
ti decisioni. Una riguardava il pro- gonìentazione contro i suoi oppo-
volse tutti gli apostoli e si concen ca alla seconda visita di Paolo di blema della circoncisione: i paga- sitori in Galati. 4) In Cal4,l3 l'iÌ1-
trò sui problemi della circoncisjo- GaÌ 2. A sostegno dì qucsta opi-
nione sono staîi avanzati diversi
ni non erano tenuti alla circonci- terpretazione dell'espressione lo
ne (Gal2,1-3) e deLl'apostoLato di sjone per diventare cristiani (Gal prcteton è più appropriata se ri-
Paolo (Gal 2,7-10). argomenti. Più importante è il lat-
2,1-3). Ciò corrisponde mclto be ferita a due diverse visùe di Pao,
Negli Alti vengono ricordale to che essa non r-ichìede l'omissio- ne ad At 15,1.5.13-21. Ugualmen- lo fatte in Gaiazia in due diversi
cinque diverse visite di Paolo a ne da parte di Paolo irl Galati di
te in quelLa visita fu deciso chc j vìaggi. Perciò Gaiati si compren-
Gerusalemme: l) dopo la convcr- una visila a Gerusalemme tra Gal pagani si preoccupassero delle ne- de meglio se composla dopo At l5
sione (Ar 9,26-28);2) una caùsata 1,18 e 2,1-10. Una tale omissione,
cessilà dei poveri di Cerusalemme e, se Gal 2 = At 11,30; 12,25, è
dalla (carestia> (At 11,30; 12,25); che invece la terza opinione richie-
(Cal 2,l0), ì1 che corrisponde al- strano che Paolo non menzioni
3) una visita riguardante il pÌoble- de (clr. sotto, 3.3), avrebbe espo-
I'aiulo per i poveri riferito in At nella sua leltera quanto accaduto
ma della circoncisione (At 15,l.5) sto Paolo all'accusa di disoneslà
11,30; 12,25. Questa opinione evi, all'assenblea di Gerusale me. 5)
e chiamata spesso <concilio di Ge lr di soppressione di fatti, metten-
do così a rischio tulta la sua ar-
ta anche la difficoltà sollevata dal In Gal 2,10, l'aîfermazione di
rusaÌemmeD, dal moùenlo che fatto che Paolo avrebbe omesso Paolo di essere stato sollecito nel
coinvolse tutta la Chiesa (At 15.6: gomentazione. Questa opinione
un liferiÌnento a una visita tra Gal ricordarsi dei povcri, dif ficiÌmen-
12,22); 4) una breve visita dopo il evita anche la nccessità di attribui- I,18 e 2,1-10, che invecc la pros- te pùò essere interpretata come -
suo secondo viaggio missìonario re a Lùca un errore nclla sua di-
sima opinione ancora presenta ferita a qualcosa che stava già fa-
(Ar 18,22); 5) I'ultima visira dopo sposizionc delle visitc di Paolo, co- (cfr. sotto, 3.3). D'altra parle, pe cendo, cioè un piuccheperîetto ri-
il terzo viaggio missionario; du- me invece sostiene 1a prossima rò, questa opinione attribuisce a îerìto alla visita dj soccorso per la
rante questa vìsita Paolo portò la opinione (cti. sotto, 3.2). Questa Luca un serio errore storico. caresria di At 11,30; 12,25. Lasua
colletta alla Chiesa, veÍne arresta- opinione fa anche rjlevare chc il
3.3 Gal 2 = At 15 Tra gli ar- interpretazioÍe molto piu naturale
to e imprigionato e, inîjne, fece decreto apostolico di Ar 15,22-29
gomenti in favore di qùesta opi-
in è in riftrimeDto a qùalcosa che
appello a Roma (At 21,1'7-25,12). noD viene meùzionato Gal
nionc ci sono i seguenti: 1) Anche Paolo avrebbe fatto in futuro, co
Ci sono almeno otto diversi mo- 2,1 10 e questo sù€:gerisce che Lu- a ùna semplice Lettura appare evi, me prospettìva, non come retro-
di in cui gli studiosi hanno cerca- ca e Paolo non si riferiscano alÌo
dente che At l5 e Gal2 siano mol- spelliva. 6) ln entrambi i racconti
to di collegare questc due serie di stcsso evento- Sia in At 11.27-28
to più similidi quanto invece lon Paolo e Barnaba fanno un reso-
racconti: l) Cal2 = At 15;2) CaL che in Cal 2,2 lo scopo del viag- lo siano At I 1,30; 12,25 e Gal 2. conto della missione tra i paganì
2: At lli 3) Gal 2 = At11 = gio a Gerusalemme viene altribui-
Sia At 15 che Cal 2 trarrano del (Cal 2,7-9; At 15,3.12). 7) Scmbra
At 15 (Luca, o le sue tradizioni, to a una rivelazionc divina. Ci so problema della responsabilità dei inverosimile che in due diverse oc
ha interprctato male quanto cra no inoltre alcune dilferenze tra At pagano-cristiani verso la Legge e casioni Paolo avesse incontrato la
successo nella visita di Gal 2, ri' l5 e Gal 2 che suggeriscono che si in particolare riguardo al proble- Chiesa di Gerusalemme e i suoi ca
portandola erroneamente due vol- tratti di due eventi diversi. Sccon' ma della circoncisione. Invece la pi per discutere dello stesso argo,
te); 4) Gal2 = At 18; 5) Gal 2 = do Gal 2, Paolo e Barnaba si ìn- circoncisione non viene affaito mento, sc cioè i GentiÌi dovessero
At 15,1-4; 6) Gal2 = Al I I + At contrarono privatamente con i ca- menzionala in At 11 ,30|' 12,25.2) essere circoncisi, e arrivare alla
15 (Luca, o le sue tradizioùi, ha pi della Chiesa di Gerusalemme; I tratti geogralici (cfr. Gal 2,7-8 stessa conclusione.
interpretato male quanto era suc- At 15, invece, presenta f inconlro con At15,12.22-29), le persone Un altro argomento in favore
cesso nella visita di Gal 2 riportan- coúe awenulo alla presenza di (Paolo, Baroaba, Pìe1ro, Giaco- della tesi che Gal 2 sia la versione
do erroneamente quello che accad- Tutta la Chicsa. Infinc si soslienc
mo), l'occasione (Gal 2,,1-5: At paolina di At 15 riguarda la descri-
Gerusalemme 694 695 Gerusalemme

zione che Paolo fa dell'evento ba che fronteggiano coloro che so- Un allro argomento che può es- conversione di Paolo. L'assem-
Nella descrizione di Paolo dell'in- stengono la necessità della circon- sere menzionato riguarda la cro- blea di Gerusalemm€, comulque,
cidente di Gal 2 è chiaro che egli cisione e che sono scelti perché va- nologia dei primi anni di Paolo. si inserisce meglio in questa suc-
considera se stesso come il capo. dano a Gerusalemme (At 15,2), e Paolo afîerma che tre anni dopo cessione cronologica (vedi Croro-
Eeli andò a Gerusalemme, in com- sempre Paolo e Barnaba ritorna- la conversione si recò per la pri- logia di Paolo).
pàgnia di Barnaba tGal 2.1): Pao' no ad Antiochia (At 15,22.35). ma volta a Gerusalemme (Gal Alla luce degli argomenti espo-
lo (non Barnaba e Paolo, e chia- Questa presentazione del ruolo di l,l8) e che la visita successiva eb- sti sopra sembra che, a meno che
nmente non Baruaba e Saulo) Po(- nirida di Paolo concorda con Cal be luogo quattordici anni dopo. non si voglia rigettare in modo ra-
tò con sé Tito (Cal 2,1); Paolo i megljo della presentazion€ che Sebbene sia possibile intendere dicale la presentazione lucana del-
esoose loro il vangelo che predica- si trova in Ar ll,30; 12,25 quattordici anni dopo la conver- le visite di Paolo, sia meglio rite-
va (Cal 2.2); i capi della Chiesa di Un argomento suPplementare sione (o undici anni dopo la pre- nere che Gal 1,18 = At 9,26-28t
Geiusalemme videro che a Paolo in favore di questa opinione ri- ccdente visita), è piir verosimile che Paolo non menziona la visita
era stato affidato il vangelo Per i guarda la reputazione di Paolo co- che Paolo pensi in modo conse- di soccorso per la carestia di At
Gentili (cal 2,7) e che Dio agiva at- me rnissionario. ln Alll,3Ol 12'25 guente: tre più quattordici, o di- 11,30: 12,25: e che Gal 2,1-10 :
traverso il ministero di Paolo Per il compimento dell'oPera missio- ciassette anni dopo la conversio- At 15,1-35. Secondo questa ipo-
ipagani (Cal 2,8). come conse- naria è ancora qualcosa di futuro. ne. La ragione di ciò sta nel fatto tesi, Paolo riferisce ai Galati le sue
cuenza di ció essi diedero a Paolo Egli deve ancora Partire Per un che in Gal l,l8.2l; 2,1 abbiamo visite a Cerusalemme allo scopo di
I Barnaba.,la destra in segno di viaeeio missionario e, quando una serie di tre <<poi>, (epeita), Ne- dimostrare la sua indipendenza
comunione> (Gal 2,9). Circa la que-s"to awiene, il gruppo viene de- gli altri casi in cui Paolo usa que- come apostolo (redi Calati, lette-
scritto come "Barnaba e Saulor. sto termine, eccetto in uno (lCor ra ai). Parla perciò loro della pri-
Dreoccupazione Per i Poveri. Pao-
lo fu sotlecjto nel farlo (2'10). E lnvece in Gal 2 la fama e il suc- 15,6.'7.23.46: 1Ts 4,17; I'eccezio- ma visita e dice che ebbe hrogo tre
chiaro che in Gal 2 Paolo Presenta cesso di Paolo come missionario ne è lcor 12,28), egli unisce ciò anni dopo la sua conversione, di-
se stesso come I'attore principale e sono già diffusi e riconosciuti. Le che segue a queÌlo che precede im- mostrando così che non era stato
il caoo. È vero che associa a sé Bar- colonne di Cerusalemme ricono- mediatamente; perciò è gìustifica- necessario per lui andare a Geru-
naba, ma in Calati non sidice Bar- scono che ciò che Pietro era Per to aspettarsi che faccia lo stesso salemme e incontrare gli aposto-
naba e Saulo o Barnaba e Paolo, la missione ai Giudei, Paolo lo era qui. Il primo <poi> (Gal 1,18) de- li. Dio lo aveva direttamente con-
ma chiaramente Paolo e Barnaba! oer la missione ai Gentili (Gal v'essere interpretato come <poi, sacrato per I'apostolato ai Genti-
lnvece nel racconto di At 11,30; i.7-8): ma querto riconoscìmento tre anni dopo Gal 1,15 (la sua con- li, e diconseguenza non si era
12,25, la situazione è tovesciata. non sarebbe stato possibile se fos- vcfsione)), andò a Gerusalemme. preoccupato di andare a incontra-
Lì è Barnaba che Prende con sé se corretta I'opinione che Gal2 = Il secondo (Gal l,2l) dev'essere re gli apostoli prima di tre arni.
Saulo come collaboratore (At At ll,3o; 12,25, perché non c'e- inlerpretato <(poi, dopo gli eventi In quella occasione egli aveva in-
I 1,25). La Chiesa manda Barna- rano le basi per riconoscere Pao- di Cal l,l8 (l'andata a Gerusalem- contrato solo Pietro e Giacomo e
ba e Saulo a Gerusalemme con un lo come /'apostolo dei Gentili. Se me)), si recò nelle regioni della Si- solo per quindici giorni. Non era
soccorso a causa della carestia (At la Chiesa avesse dovuto riconosce- ria e della Cilicia. Il terzo (Cal 2,1) certamente un periodo di tempo
11.30) e sempre Barnaba e Saulo re oualcuno in queslo senso, que- dovrebbe perciò essere interprela- suificiente per essere istruito da-
ritornano da Gerusalemme (At sti àoveva essere Barnaba. llrico- to nello stesso senso (poi, quattor- gli apostoli e riceverne un incari-
l2-25). La Chiesa allora manda noscimento di cui Paolo Parla in dìci anni dopo gÌi eventi di Gal co, avendone del resto incontrato
nrrnaba e Saulo (At I3,2) Per il Gal 2,7-9 non ci sarebbe stato se 1,18 e 2l
(che avevano avuto luo- solo due. L'unica altra vìsita che
primo viaggio missionario. I1 no- non losse slato dvelato profetica- go nello stcsso tempo)>, si recò di aveva avuto qualche rapporto con
mente, ma nulla suggerisce che ciò nrrovo a Gerusalemme. Siccome è la sua relazione con gli apostoli di
me <Paolor, aPPare Per la Prima
volta in At 13.9 e solo a Partire da sia avvenuto. A1 contrario, Ie co- piir verosimile che itre anni più Gerusalemme ebbe luogo quattor-
ouesto versetto Paolo viene collo- lonne di Cerusalemme <<videro>> quattordici assommino a diciasset- dici anni dopo, quando fu ricono-
cato in prima fila neì ruolo di gui- che Dio aveva affidato questa mis- te anni pieni piùtîosto che, imma- sciuto il suo apostolato indipen-
sione a Paolo e lo <riconobbero>> ginando I'inizio e la fine dei due dente (Gal 2,6-10) e fu ugualmente
da. La differenza di prospettiva di
ouesti due eveflti è Piuttosto im- sulla base di ciò che Paolo aveva periodi come fiazioni di anni, a convalidato il suo modo di conce-
portante. Luca considera Paolo, riferito e aveva già compiuto (Gal tredici o quattordici, è ugualmente pire la circoncisione (Gal 2,1-5;
artualmenie Saulo, come iì meno 2.2). Questo non sarebbe Potuto piir verosimile datare l'evento di cfr. lcor l5,l l). Paolo omette di
imDortante dei membri del grup- accadere durante la visita di soc- Cal 2 al tempo di At 15, piutto- menzionare la visita di soccorso
po. ll capo è Barnaba, ed è lui che corso oer la caresîia di Al I1.30; sto che al tempo di At 11,30; per Ìa carestia avvenuta tra questi
Drende con sé Saulo, non vlcever- 12,25, ma si comprende senza dif- 12,25. Considerazioni di ordine due eventi semplicemente perché
qa In At I5. invece' Paolo viene ficoltà avvenuto durante la vi-
se cronologico rendono difficile da- non era importante per la sua ar-
sita di 15, dopo il Primo viag-
At tare la visita di soccorso per la ca gomentazione; solo le due visite
Dresentato da Luca come il capo
àel gruppo. Sono Paolo e Barna- gio missionario di Paolo. reslia quattordici anni dopo la che egli menziona avevano inci-
Gerusalemme 691
696 Gerusalemme
denza nella dimostrazione della trasmesso da persona umana (GaÌ
(enti. inrerprelando questo Dro_ prova molto evidente del probìe_
sua chiamata apostolica. I,l.l l), ma dirertamenre da Cri- blema alla luce delle sue impiica- ma. (Tito doveva essere circonci_
sto stesso (Gal 1,12). Se un ange- ztoni sociologiche {cfr., per esem_ so per essere salvo?)). Sebbene al_
4. L'ASSEMBLEA DELLA lo del cielo non avrebbe potuto nio. Dunn 215-21j,242 261i ve(ti cuni chiedessero la sua circoncisio_
CHIESA DI GERUSALEMME cambiare questo vangelo, quanto Approcci sociologici a paolo), lo ne (questo sembra essere il sisnj_
- 4.1 I problemi sul tappeto meno I'avrebbe potuto I'assem- hanno visto comc un problema di ,icato di Cal 2,1), paolo affeima
li Gal 2,2 Paolo afferma che blea di Cerusalemme. Eppure se accettazione dei credenti nella co_ che la decisione dell'assemblea fu
quando si recò all'assemblea di l'assemblea avesse richiesto la cir- munità giudaica o del loro diven_ che non doveva essere circonciso.
Gerusalemme ci andò <in seguito concisione per i Gentili, l'aposto- tare membri a pieno titolo della L'assemblea lu d,accordo con
a una rivelazione>. Anche se non lato tra di loro sarebbe stato enor- Chiesa. Sia per Paolo chc pcr Lu_ Paolo che Ia salvezza viene solo
sappiamo con certezza come que- memente oslacolaro. Ciò sarebbe ca, però, il problema era visto so- per la lede! (Sebbene grammati_
sla rivelazione sia giunta a Paolo, stalo vero non solo per la predi- pratlutto da una prospettiva teo_ calmente Cal 2,3 permcfta la se-
il motivo per cui egli la menziona cazione evangelica da parte della logira, con implicazionj soteriolo_ guente interpretazione; (<Tito Don
è chiaro (è molto inverosimile che Chiesa di Gerusalemme, ma anche giche (può darsi che Lutero, con fu obbligaro a Iarsi circoncidere,
si riferisca alla prolezia di Agabo per i suoì sforzi. Egli sapeva bene il suo orienramcnto teologico, ab- ma vi si sottopose volontadamen_
in At I1,28, dato che in cal 2 non che l'obbligo della circoncisione bia compreso paolo meglio di te)), essa è esclusa da ciò che pao_
c'è alcuna menzione della care- preteso da alcìrni stava gìà causan- quel)i che sì avvicinano all'aposto_ lo dice in Gal 5,2-4. Inoltre. tutra
stia). Paolo vuole far sapere ai Ga- do nolti danni tra i suoi conver- lo con ùn orientamenlo piu socio_ l'argomentazione di paolo óontro
lati che non era stato convocato titi (At l5,l 3; clÌ. cal 1,7; Fil logico). Il problema per paolo ri- i suoi oppositori in Calazia sareb-
oppure obbligato dalla Chiesa di guardava il come uno potesse es_
3,2). Se quest'obbligo avesse avu- be stata indebolita se si fosse po-
Gerusalemme a partecipare alla to l'appoggio della Chicsa di Ge- sere giustificato davanti a Dio (Cal tuto rilevare che egli aveva dato il
conferenza. La forza che lo ave- rusalemme, ìl problema sarebbe 2,15; 3,6; Rm 4,9-12) e, nel suo suo assenso alla circoncisione di
va spinto a parteciparvi era la gui- diventato molto più grave. modo di inrendere il vangelo, per Tito).
da dello Spirito Santo; infatti, co- Un altro possibile pericolo che un Gentile divenuto credente far_ Per Paolo l'altra questione in
me apostolo indipendente, egli era Paolo temeva era la spaccatura si circoncidere equivaleva a deca- gioco riguardava il suo apostola_
sotto la guida e la direzione dello della Chiesa. Paolo avrebbe natu- dere dalla grazia salvifica (Cal to lvedl Aposrolo). Paolo certa_
Spirito, non sotto la Chiesa di Ce- ralmente continuato a predicare il J,2-4). Luca afferma ancora piu mente non cercava I'approvazio_
rusaÌemme. Da una prosp€ttiva vangelo (lcor 9,16), ma la Chie- chìaramente che jl problema coin_ ne o la conferma degli apostoli di
umana la causa della sua venuta sa sarebbe stata irrimediabilmen-
volgeva alcuni credenti giudei, Cerusalemme, perché ij suo apo-
a Gerusalemme fu l'insegnamen- te divisa. In effetti, se da Ccrusa- presumibilmente rappresentanti stolato era stato approvato da Djo
to di alcuni giudeo-cristiad, se- lemme fosse venuto un vangelo di- della Chiesa di Cerusalemme. i (Gal l,l; Rm 1,5; lcor 9,2). Co-
qondo i quali i credenti gentili non verso, che in realtà non era aîfat- quali sostenevano che se j Centili me avrebbero potuto essi appro_
potevano essere salvi senza la cir- to un vangelo (Cal 1,6-7), essi non non si fossero sottomessi alla cir_ vare Ia sua (indipendenza))? pro-
concisione (At 15,1-2). Ma anche avrebbero potuto essere conside- concisione non avrebbero potuto prio La rjcerca di una simile appro_
qui bisogna notare che fu la Chie- rati una vera Chiesa. La stessa
ottenere la salvezza (At 15,l ). per vazione avrebbe annullato la sua
sa di Antiochia. non di Cerusa- Chiesa madre sarebbe diventata l commentatod moderni è fone- rivendicazione di essere stato chia_
lemme, a prendere l'iniziativa del- apostala! lnfine, Paolo temeva mente discutibile aîfermare che mato indipendentemente come
l'andata di Paolo a Cerusalemme. cerramente che il progetto divino Luca non avesse ben compreso il apostolo. Paolo sperava che eli
E evidente che Paolo fosse mo!
problema e chc noi oggi possiamo apostoli di Cerusalemme ricon-o-
di unire Giudei e Greci e l'abbat-
to interessato all'esito deìl'assem- timento del muro di divisione me- comprendere meglio quale fosse la scessero cheDio lo aveva efîefti-
blea, perché intuiva che il suo la- diante la morte di Cristo potesse- reale posta in gioco. vamente chiamato per essere l,a-
voro e tùtta la missione tra i Gen- ro essere ostacolati dalle decisio- In Gal 2,1 Paolo aflerma di postolo dei Cenrili.
tili potevano essere (invano> (Gal ni dell'assemblea (El 2,I l-21). aver portato con sé a Gerusalem_ 4.2 Risulaati dell'assemblea
2,2) se I'esito dell'assemblea fos- L'enorme interesse di Paolo per la me un credente incirconciso di no- 4. 2. I
Salvezza ind ipendenteme n-
-
colletta (cfr. sollo, 6) dimostra il me Tito. Non è chiaro se si trat-
se andato nella direzione sbaglia-
tasse di una semplice coincidenza
te dalla circoncisione -
A Drescin-
ta, Non è chiaro cosa intendesse suo grande desìderio di promuo- dere da come si inrerpr..ru il d"cre-
Paolo con questa espressione, ma vere I'unità tra Giudei e Creci, ora o di un atto intenzionaÌe da DarLe to apostolico (cfr. sotto,4.2.j). ;

certaúente non pensava che fos- creata in Cristo. dj Paolo (molto verosìmjlmenre fu l'esito dell'assemblea di Cerusi-
se in pericolo la verilà del suo mes- Per Paolo erano in gioco due un atto intenzionale, perché por- lemme fu una chiara vittoria Der
saggio o che essa potesse essere in- questioni-chiave. Una riguardava tare all'assemblea di Cerusaiem- Paolo. La Chiesa riconobbe una-
sidiata da una qualsiasi decisione rne un credente gentile incirconci- nimemente che la salvezza si con-
il problema se i credenti gentili do-
dcll'assernblea, perché il suo van- vessgro essere circoncìsi per esse- so fu quantomeno provocatorio). seguiva solo per la grazia, I Cen-
gelo non era di origine umana né re giustificati. Alcuni studjosi re- ln ogni caso, Tito serviva come lili dovevano soltanto credere e
Gerusalemme 698
699 Gerusalemme
coloro che li importunavano do- (non (decise)) che la cifconcisio l,l3 14; 4,30), la Chicsa non può tato comc in contrapposizione a
rnandando la loro circoncisionc ne nofl era piiÌ necessaria. Luca ri- che concludere che coloro quello piir ampio di rurta la Chie
che
erano confùlati (At 15,14-21; Gal feriscc come questo lu riconosciu- haDno ricevuio lo Spirìto sono sta- sa descrifto in Ar 15,6.12.22, bensì
2,3-5). Ma su quale base îu rico- to per la prima volta nel suo rac- Li accettati da Dio nella comunità come ad esso sùpplementare (qua-
nosciuto ciò? coùto della conversione di Corne-
Iio. In At 10,44-48 Pietro battez-
escatologica cosÌ come sono, indi Ie raduno ufliciaÌe di qualsiasj
È oggi diificile per i cristiani va pcndenteltrente dalla circoùcisio- Chicsa non conrporla anche in
lutare il peso dell'argomento di za l'incirconcjso Cornelio pcrché ne. ll possesso dello Spirito è la te- contri privati tra uffìciali e capi dj
coloro che sostenevano la circon_ questi ha ricevuto lo Spirito (At slimonianza infallibile della sal quella Chiesa?). In quell'incontro
cisione dei CenliÌi. Due milÌenni 10,47). Più tardi, a Ccrusalemme, yezza (Af 19,2). Senza lo Spirito fu non soÌo attestata I'autenticì-
di Cristianesimo, che ha negato La quando viene interrogato sul Per- non sì appartiene a Cristo (lìm tà del messaggio di Paolo (Gal
necessità di questo segno e di que- ché avesse mangiato con questo 8,9); invece il possesso dello Spi- 2,2-6\, ma furono anche ricono-
sta pratica, e I'insegnamento del gentjle incirconciso, Pietro spiega rito indica chc i credenti hanno la scìute la sua chiamata clivina e la
NT, che respinge qucsta posizio- che lo SpiriLo era sceso su corne- vita (Rm 8,10 1l) e sono figti di sua iunzione apostolica (il gesto di
ne, fanùo apparire molto dcbole ljo, proprio come nella Pcnteco- Dio (Gal 1,6). La decisione deÌ- dare la mano destra rilerito in Gal
l'argomento dei sLloi sostenitori. ste era sceso su di loro. Alla luce l'assemblea di Gerusalernme era 2,9 rappresenta il suggello di un
Ma non era così al tempo de]l'as di queslo latto, ]a Cltiesa avcva perciò semplice e chiara, Non di- accordo contraltuale descritto ìn
semblea di Gerùsalemme, perché conclùso che Dio conccdeva che pendeva da considerazioni di ca- queslo versetto e in quello se-
non c'era allora un canone Deote anche i pagani chc si convertiva- rattere pragmatico o missìonario, gucnte).
stameÍtario al quale potcr far ri- no ricevessero la vita (,4.1 ll,l8). ma da ciò che Dio aveva îatto (At
All'assemblea di Gerusalemme sia Questo riconoscimento fu qual-
ferimento. Il partito della circon 15,12.14). Egli aveva rivelato di cosa di più di un semplice attesta-
cisione ragionava probabilmente Pietro (At 15,7-9) che Giacomo aver accettato i Gentili senza la cir- to di legittimità dell'apostolato di
così: 1) Tutti gÌi eroi c i capi dcL (At 15,14) richianlano questo epi- concisione. sulla base della sola îe- Paolo. Era irfatti evidente che egli
popolo dì Dio, dal tempo di Abra sodio, ma i lellori di Luca Perce- de. Non c'era pertanto niente da avesse i requisiti per essere aposto-
mo fino ad ora, erano stati circon piscolo come qùesto breve rifcri- decidere o da votare, ma bisogna- lo; aveva visto il Signore risorto
cisi; gli apostoli erano tutti circon- úento implichi tutlo iL racconto va solo riconoscere ciò che Dio (lCor 9,1) e questo è il motivo per
cisi; Gesù era circonciso! Se essa della venuta dcllo Spirito sopra aveva fatto e qoùtinuava a fare. cui ìnclude se stesso nella lista del-
era stata buona per il Figlio di Cornelio. come descrilto in At Nella nuova alleanza Dio accetta le apparizioni del fusorto agli apo-
Dio, perché un gentile avrebbe do- 10 11. Anche Paolo durante I'as- tutlj coloro che si pentono e cre- stoli in lcor 15,5-8. Ma quello che
vuto far difficoltà a seguire i suoi seùblea ricorda come Dio abbia dono in Cesil, siano essi Giudei o egli aveva ricevuto era un aposto-
passi? 2) Laverità non può essere reso testimonianza alla salvezza Greci (At 15,14 21). Il messaggio laro unico. La (grazia a lùì con-
determinata da votazione, dal nu- dei Gentili con <segni e prodigi> di Paolo veniva così legittimato. feritar (Gal2,9) compoÍava qual-
mero di voti o dal desiderio dei (At l5,l2). Per Luca <segni e pro- ùentre il partito della circot'ìcisio- cosa di pirì deÌ semplice essere
Centili e dei loro sostenilori Se digi>> sono compresi comc un n,to- ne era conlutato. La Chiesa ave aposaolo. Paolo usa quesla cspres,
così losse, la Chiesa non dovreb- do in cui Dio aveva iestilììoniato va un solo vangelo (lCor l5,ll); sione anche in lCor 3.10 e RrÌ
be richiedere piir il battesimo o la che Gesu era il Crjslo (At 2,22), sia i Giudei che i Greci sono giu- 15,15 16 per descrivere il cara[e
penitcnza neÌ caso questi diventas- la vcrità del vaùgeÌo (At 4,30; stificali per 1a sola fède (Ar 15,1l). re unico del suo apostoÌato, e il
sero impopolari? 3) Gesù mai ave 5,12; 14,3) e che Stefano era il La questione se i Giì.Ldei dovesse termjne (grazja) è usalo nello
va pensato che la circoncisione portavoce di Dio (At 6,8). Uno di ro essere circoncisi era un proble- stesso scnso ìn Rm l,5; 12,3 e
non 5arebbe più stata necessarìa. qucsti <segDj e prodigit> cra slata ma che riguardava solo ì giudeo- lCor 15,10. All'assemblca di ce
4) L'allcanza che Dio ha stipula- la venuta dello Spirito sopra i cristianj e non era pertincnte al rusalemme Paolo lu riconosciuto
lo con Abramo e per 1a qùale noj Gentili. Da Ìlotare che Paolo ar- problema piii urgente del mo- come /'apostolo dei Centìli, e il
siamo salvati (Gal 3,6-9 29; Rm gomenra ir modo simiLe il Gal mento. suo ruolo fra iCentili [u parago-
4,13 18) ha, come perenne requi- 3-2: dal momento che i Galati ave- 1. 2. 2 Rico nosc ime n to d el I'dpo nato e messo sullo stesso pjano di
sito, la circoncisione (Cn 17,9-14). vano ricevùto lo Spirito Per la fe- stolato di Paolo - Per Paolo I'as- quello di Pietro tra iCiudei.
Secondo le Scritture, il rifiuto del dc pur essendo incirconcisi, Dio li semblea di Gerusalemme fi anche Come Paolo intendesse questo
la circoncisione pone luorì di que- aveva accettali indipendentcmen- un'occasìone per il riconoscimento ruoìo si può desumere dalle sue
sta alleanza. Perciò i Gentili che te dalla circoncisione. della sua funzione apostolica. Seb- Ìettere. Egli scrisse alla Chiesa dj
vogliono entrare nella comunità II fatto che lo Spirito fosse sce- bene Luca negli Atti non faccia al- Roma perché I'ambìto del suo
salviîica devono sottol1']ettersi al- so sopra i Gcntili divenuti cledenti cun rilerimento a questo partico- apostolato si estendeva a tu i i
la circoncisione. rivela alla Chiesa che Dio li aveva lare, Paolo fa notare che essa eb- Gentili, inclusiîra questi i Roma-
I1 peso dei suddetti argomentj accettati. Dal mon'ìento che lo Spi- be luogo in un incontro p vato tra ni (Rln 1,5-6). Sebbene egli non
non va minimizzato. Ciò nono- riîo è sigillo e prìmizia della sal- lui e i capi della Chìesa (cal 2,9). avesse fondato la Chiesa di Roma
sianîe. la Chiesa (riconobbc)t vezza di\.ina (2Cor 1,22; 5,5; El
Questo incontro non va interpre- e sebbene non cercasse di costrui
Gerusalemme 700 701 Gerusaìemme

re su fondamento altrui (Rm marcazione deLle sfere missionarie scono a restrizioni alimeDtar-i: cose 10,25-33). Per Paolo tutte queste
Ì5,20), aveva cercato varie volte sia della Chiesa di Gerusalemme dedicate agliidolì, o carnì ofîcrte cose erano lecite (lCor 6,12;
di andare a Roma, perché, essen- che di Paolo probabilmente si aslì ìdoli (cfr. At 15,20.29: 21.25 10,23), e l'accertazionc del decre-
do egli 1'apostolo dei Gentili, que- comprende meglio se di natura so- con lCor 8,1-13; 10,14 33), e car- to avrebbe compromesso il suo
sta Chiesa era solto la sua giuri- prattutto geografica. Lo scopo ne impura secondo la legge ebrai- vangelo, in quanto avrebbe posto
sdizjone apostolica (Rm 1,13-15). della designazione di queste aree ca, cioò di animali uccisi per sof- i Centili sotto la Legge.
Questa responsabilità lo portava era quello di orientare le varie re- locamento e dai quaÌi non era Bisogna ammettere che se il de-
a esortare, ammonire e rimprove- sponsabìlità di Paolo e della Chie- uscilo lutto jl sangue (Lv 7,26 27; creto di Gerusalcmme insegnava
rare anche la Chiesa di Roma (Rm sa di Gerùsalemme, piuttosto che 17,10-14). Il quaÍo requisì.o era che 1a salvezza per i Gentili richie-
I 5, I 5-16). Questo riconoscimento imporre dei limiti. di natuÌa etica e riguardava l'im- deva che essi osservassero certe re-
dell'apostolato di Paolo sopra i 4.2.3 Il decreto apostolíco moralità sessuale. Esso poteva ri strizioni alimentari, allora in teo
Gentili da parte dei capi delÌa Nella sua versione dell'assem- ierirsi o alla mor-ale sessuale in ge- ria nell'assembLca di Gemsalen-
Chiesa di Gerusalemme si com- blea apostolica, Luca registra che nerale o, pÌu probabilmente, ai me Paolo era stato sconfitto. La
prende meglio se lo si vede come fu inviato un decreto alle Chie- matrimoni proibiti dalla Scrittula, salvezza o è libera, e solo mediante
dovuto a una loro rillessione sul- se dci Gentili che sintetizzava le comc ad esempio quello lra paren- ìa fede, o non è libera: non può
la sua attività missionaria descritta conclusioni dcll'assemblea (At ti strelti (Lv 18,6-18; nel Codice di cssere (per lo piii) libera. Ma è di-
in A1 13,1-14,28, piuttosto che su 15,19-21 .23-29). Il decreto ricono- Beza viene omesso il terzo requi- scìrtibile che il decreto di Gerusa-
quella di At 9,20-12,25. sceva che ai Gentili non era richiesta sito, gli <animali soffocatir, e c'è lemme debba essere interpretato in
Il punto di demarcazionc della la circoncisione (At 15,l9.Z 28). stato un tenlalivo da parte dello questo senso. Luca spiega il mo-
slera di apostolato di Paolo vienc Con questa promulgazione la li- scriba di interpretare le regole in tivo di questo decreto con iÌ fatro
desclitto come <i Gentili) (Gal bertà deL vangelo predicato da senso puramente etico: idolatria- che (Mosè, fin dai tempi antichi,
2,7-9). Non è chiaro se questo ter- Paolo ai Gentili riceveva il suo ri- omicidio-îornicazione. Queste re- ha chi lo predica in ogni città, poi-
mine vada inteso in senso geogra- conoscimento (Gal 2,2). l1 decre- strizioni vanno però intese in sen- ché viene letto ognì sabato nelle si-
fico (il mondo pagano in opposi- to conteneva però alcune r-estrizio- so rituale, alrrinentj At
15,28 nagoghe> (At 15,21). Per Luca ciò
zione alÌa Palestinaì o in senso et ni imposte ai Gentili (At 15,20.29; sembrerebbe ìmp1ìcare che l'asten- che è in gioco non è la giustifica-
nico (i Gentjlj in opposizione ai 21,25). L'area in cui questo decre- sione dall'idolatria, dall'omicidìo zione, ma i rapporli sociali tra
Giudei). Che Luca intendesse la to doveva essere Promulgato era e dalla fbrnicazione fossero le uni- Giudei Gentili. ll decreto non ag-
e
chiamata di Paolo in scnso geo- Antiochia, Siria e Cilicia (At che leggi morali che i cristiani gen- giunge un requisito per i Gentili
grafico è chiaro, dal monento che 15,23), cioè non tanto le Chiese tili dovevano osservare! Questa che cercano la salvezza, ma si rat-
la strategia di Paolo negli Atti è (paoliùe)), bensì le Chiese dell'a- variante non può essere accettata, ta pjuttosto di direttive date dallo
quella di usare le sitragoghe nelle rea in cui il partito della circonci- perché il peso dell'evidenza testua- Spirito (At 15,28) che cercano di
città del mondo pagano come ba sione causava i maggiori proble- le include la terza richiesta). promuovere la sensibìlità da par-
se della sua missione. E ugualmen- mi (At 15,1.30). Mohi stùdiosi, ritenendo che te dei cristiani gentili su quei punti
te evidente che nelle sue Chiese Qùeste Ìestrizioni si compren- questi requisiti compromettessero che erano particolarm€nte offen-
c'erano sia credenti gentili (Rm dono meglio in quanto basate sulle I'insegnameDto paolino della giu- sivi per i Ciudei.
I,15.14; 11,13-16.25-31; Cal 5,2; leggi di Noèi leggi essenziali che gli slificazione per la sola fède, han- Se si osserva iì comportamento
Ef 2,11-22\ che giudei (Rm Ebrei rjtenevano imposte dalla no negato che Paoìo possa avere stesso di Paolo in presenza di fra-
2,1'7-3,20tcft. Rm 16,3 con At Scrittura a tutti i popoli, dato che accetlato Lrn simile decreto. ll1ol- telli (piir deboli> pieni di scrupo-
18,2). La sottomissionc di Pao- risalivano a un periodo anteriore tre, si sostiene che Ie prescrizioni Ìi, è molto chiaro che egli adatta
lo alla disciplina della sinagoga ad Abramo (Gn 9,1-7). Ce n'era- del decreto contraddicano Gal 2,6, sempre la sua personaÌe libertà
(2cor 1,2,1) sarcbbe inspiegabile
1 no selte: proibizione delf idolatria, dove Paolo afferma che i capi di (vedi Libertà) e il suo comporta-
se la sua missione avesse vìetato il della bestcmmia, dello spargimen- Cerusalemme non <aggiunsero mento in modo da non offendere
contatto con i Giudei, e passi co- to di sangue, dell'immoralità ses- nulla al suo messaggio>. Di con- la sensibilità nelle sue comunità.
me lCor 9,20 e lTs 2,16 suppon- suale, del furto, della consum.rzio- scguenzar alcuni studiosi negano Problemi simili si erano presentati
gono un rninistero di PaoLo tra i ne di animali viventi (cìoè mangia- del tutto la sroricirà del decrelo di varie volte nelle sue comunità; a
a,irdei F usualmente inverosimile re il sangue di un animale) e, in Gerusalemme ; altri sostengono volte si trattava della consumazio-
che la Chìeú di Gerusalemme non scnso positi\.o, la necessità di sta- che fu emanato posteriormente ne della carne jmmolata agli idoli
esercitasse il suo mìnistero tra i bilire un sistema legale di giusti- (almeno dopo la composizione di (lCor 8,1-13; 10,23-33); a volte di
Gentili di Gerusalemme e di Pa- zia. Negli Atti vengono omesse le Galari); e moltissimi altri sosten- coloro che si opponevano a qual-
lestina. Perciò, considerato che leggi di Noè non controverse (be- gono che Paolo non avrebbe mai siasi consumo di carne (Rm
I'apostolato di Paolo non può es- stemmia, omicidio, furto, mante- accettalo un simile decreto, perché 14,1-15), In tali occasioni, sebbe-
sere interpretato esclusivarnenLe in niúento della giuslizia). Le prime in contrasto col suo insegnamen- ne Paolo fosse d'accordo con co-
senso gcografico o etnico, la de- tre menzjonate negli Atti si riferi- to e la sua prassi (lcor 8,1-13; loro che sostenevano la piena li,
703 Gerusalemme
Gerusalemme 102
C€rusalemme (cii. sotto,6); Lu zione della collctta richiese da par-
bertà, sempre dnunciava alla pro- simo primitivo è dimostrato dalle ca vi la indiretta allusione nel di- te suanolto teùpo (almeno alcu
pria libertà per non offendere i sue îrequentj visite jn queÌla città. scorso di Paolo davanti a Felice ni anni, 2cor 9,2) e fatica. Duran-
(deboli)) (yedi Forte e dcbole) ed Tre di queste sono già statc discus- (At 24,17). Nel processo di adem- tc il periodo della coÌletta ebbe
esortava quelli che avevano la sua se: Gal I,I8/At 9,26-28; At 11,10; pimento di un voto simile a quel- un'espedenza ill cui temette per la
stessa idea della libertà del vangelo 12,25, che Paolo non menziona; lo della vìsita precedente (At sùa slessa vita (2cor I,E). ma la
a fare lo stesso. Per Paolo la cir c cal 2,1-1o,/At l5,l-30. Luca re- 18,l8; 21,23-26), Paolo viene colletta continuò. Lo sforzo ri
concisione era in se stessa una qùe- gisrra altre dùe occasionì ìn cùi coinvolto in ùn tumulto. salvato chiedeva un'offerta da raccoglje-
stione irdlevanle, perché riguarda- Paolo t'a nuovamente visira a Ge- e arrestato da soldati della guar- re ogni seltimana (lcor 16,2) e che
va solo la presenza o meno di un rusalemme. nigione romana che faceva guar- îossero scelti deì rappresentanti
pezzo di pelle, a meno che non si La prima è menzionata solo dìa al tempio e stazìonava nella che sorvegliassero il trasporto del
sostenesse che Ìa rimozione di ta- brevemente e indirettamente. Pao- torre Antonia l{t
21,31-22,29). la colletta dùrante tutto ilviaggio
le pezzo di pelle fosse un requisi- lo, alla fine del suo secondo viag La successiva difesa di Paolo da- a GerusaÌemme (lcor 16,3). La
to per la salvezza. Quando perciò gio missionario, lasciò Eleso e ar- vanti al sìnedrio Si rjsolve LrBual- raccolta stessa delle offerte richie-
era in gioco una questione teolo- rivò a Cesarea. Da lì <salì a salu- mente in ùna tumulÌuosa divisio- se piii di un anno per essere com,
gica, riliulò di 1ar circoncidere Ti- tare la Chiesa) (At 18,18)- Si di- ne tra i rnembri farisei e sadducei pletata (2cor 8,10) e coinvolse
to (Cal 2,1-3); jnvece, nel caso di scute in merito a quale Chiesa di quel consiglio (At 22,30-23,10). Chiese in almeno tre grandi pro-
Tinoteo, quando non era ìn gio- Paolo avcssc salìitato, quclla di A causa di un complotto con- vince, Macedoùia e Acaia (Rm
co una questione teologica n]a so- Cesarea o di Gerusalemme, Daì tro la vìta di Paolo, il tribuno lo 15 ,26i 2cor 9 ,2), e Galazia (lCor
lo una maggiore libertà nell'eser- punto di vista grammatìcale en- fece trasièrire a Cesarea sotto 16,1; Ar 20,4), e forse perfino l'A-
citare il ministero tra i Giudei. ac trambe Ìe solùzioni sono possibi- stretta sorveglianza. Questo trat- sia (At 20,4). Paolo ìnoltre dovette
consenlì che venisse circonciso (At lì, ma Ì'espressione <(salì) è usata tamento gli fì riservato per il lat mandare Tito e un altro collabo-
16,l -3). spesso da Luca per indicare l'an- to che egli era cjttadino romano ratore per assistere nella coLletta
Pcr capìr'e I'idea di Paolo della data a Gerusalemme (Lc 2,4.42t (k 22,24-29). Per piir di due an- (2cor 8,16-24), e a causa di essa
libertà bisogna riconoscere che egli 18,31; 19,28; At 1 1,2; 15,2; ni Paolo rimase agli arresti sotto dovette posticipare la sua pro
era tahnente libero che. se non era 2l,l2.l5i 21,)li 25,1.9), perciò il governatorato di Felice e di Fe- grammata missione in Spagna
in gioco Lrna qùestione teologica, per lui l'espressioùe deve riferirsi sto (Ar 24,27 : 21,1-26,3 2). Alla fi- (Rm 15,28). Luca menziona sette
poteva rinunciare volentieri alla a Genìsalemme. Qùesto si adatte- ne, essendosi eglì appellalo a Ce persone che accompagnavano
sua libertà allo scopo di facilitare rcbbc bcnc coù la prcsentazione sare, lu mandato a Roma in atte- l'oîferta,
e At 20,16 fa pensare che
la difîusione del vangelo. Questo lùcana di Paolo che ritorna a Ge- sa di essere giudicato davanti al- una percentuale sulficientemente
si vede molto chiaramentc in lCor rusalemme dopo ogni viaggio mis- l'imperatore stesso (Af 2'7,l-28,30i alta di passeggeri della nave ac-
9,19-23. Sebbene libero, Paolo sì sionario. Questa interpretazione F l,12 14). compagnasse Paolo e l'offerta,
fa spontaneamente schiavo della rìcevc un appoggio supplementa- tanlo che l'apostolo poteva in-
debolezza degli altri: tra i Giudci re da ìinà indirelia osservaTione 6. LA COLLETTA fluenzare l'itinerarìo- Nemmeno
egli viveva come sotto la Legge, al contenuta in At 18,18. Lì Luca di-
-
Nelle sue
tre lettere più Ìunghe Paolo parla complotti (At 20,3), pericoli (At
1o scopo di guadagnare i suoi fra- ce che Paolo aveva fatto un voto di una colletta îatta dalle Chiese 20,23) e avvertimenti poterono
telli ciùdei (lCor 9,20). ll Paolo e si era fatto ta€lliare j capelli. Se, dei Centili in îavore della Chiesa dissuaderlo dal portare a îermjne
di lcor 8-10 non avrebbe avuto come sembra verosimile, si tratta di Gerusaleinme (1Cor l6,l-4; questa mìssione. Circa I'accetta
diîlicollà a esortare i credenti gen- di ùn voto di nazireato (Nm 2cor 8,1-9,15; Rm 15,25-32; vedl zione della colletta da parte della
tili a osseryare il decreto quando 6,1-21; At 23,21-26), il suo com- Colletta per i santi). E questa pro- Chiesa di Gerusalemme, questa
erano in presenza di Giudei, per- pimento richiedcva chc Paolo oî- babilmente la rjsposta di Paolo al- era per Paolo di grande importan-
ché una persona veramente libera frisse un sacrificio nel tempio di la richiesta della Chicsa di Geru- za e ne era molto preoccupato
è tale solo se può rinunciare alla GerusaÌemme. Oltre all'implicito salemme ai Gentili di <ricordarsi (Rm l s,31).
sua liberlà per amore deì più de- sciogljmento di questo voto, Lù- dei poveri> (Gal 2,10; redi Ric- Da Paolo la colletla non veni
boÌi. Pcr Paolo si può arrivare ca non fornisce nessun'altra inîor- chezza e povertà; se è dubbjo che va compresa come un'imposizìo-
perfino all'osservanza di un voto mazione sulla naLùra di questa vi- (ipoveri)) losse un termine tecni ne alle Chiese dei Gendli da parte
giudaico se questo può essere di sita. co per la Chiesa di Gerusalemme! dell'assemblea di Gerusalemme. Il
aiuto nel suo ministero tra i Giu- L'ulrima visita di Paolo a Ge- ò chiaro invece che la colletta era contenuto Cal2,l0 era inteso co-
dei. rusalemme ebbe luogo dopo il ter- per essa). La sua inportanza per lne uùa richiesta, piuttosto che
zo viaggio missionario (At 19,21; Paolo risalta non solo dall'ampio una (rassa)). Qùesto risùlta evi
5. SUCCESSIVE VISITE DI 20,22i 21,25-26). I-o scopo mani- spazio che dcdica a cssa nelle sue dentc daila tcrminologia che egli
PAOLO A GERUSALEMME festo diquesta visita era quello di leltere, ma anche da diversi ahri usa per descrivere la colletta: è un
Che per Paolo Gerusalemme los- portare il lrutto della colletta de1 lattori. Per esenlpio, l'organizza- (contributo) (1Cor 16, 1):un'<of'-
se Ia Chiesa madre del Cristiane- le Chiese deì centili alla Chiesa di
Gerusalemme 104 705 Gerusalemme
ferta generosa)) (2Cor 9,5); <be- moslrare che il corpo dì Cdsto era compimento di Rm 11,13-27 (ve- dgettare la presentazione che Giu-
nedizioni materiali) (Rm 15,27); uno: nessuno, né giudeo né greco, di Israele). Tuttavia, questa collet- seppe fa di questo evento perché,
((frutto> (Rm 15,28); (soccorso)) poteva dire dell'altro: <Non ho bi- ta avrebbe simboleggiato le <pri- a dilîerenza di Ant- I8.3.3 63-64.
(Rm 15,31;2cor 8,4;9,1); e sogno di teD (lCor 12,14-26). mizie>) dell'offerta dei centili a non sembra essere un'interpola-
un'(opera generosa)) da pafie del- Se i Gentili erano diventati par- Dio (Rm 15,16). La colletta era es- zione cristiana; inoltre Ciuseppe
le Chiese dei Gentili (2cor 8,6). tecipi dei benelici del vangelo (Rm sa stessa un'olferta a Dio (2cor sa.ebbe anche stato nella posizio-
La colletta aveva per Paolo va- 15,27) ed erano stati <innestati) 9,12), ma in un senso piil profon- ne di conoscere i iatti, essendo ad
ri scopi. Era cerîamenle ùn atto di nel popoÌo di Dìo (Rm 11,17-24; do simboleggiava che ora il mon- essi contenporaneo.
carità che veniva incontro a una El 2,11-22), questoj sosteneva do pagano stava convertendosi a Una descrizione alquanto diver-
reale necessità della Chiesa di Ge- Paolo, era dovuto a credenti giu- Dio. La salvezza era arrivata îino sa della morte di Giacomo è qùella
rusalemme. QuaÌùnque fosse f im- dei (quali Paolo, Barnaba e Pie- agli estremi confini della terra (At di Egesippo, un padre della Chie-
portanza della comunanza dei b€- tro) e all'eredità spirituale della 13,47) e la colletta dimostrava in sa del Il sec., riportata nella f1l-
ni dei primi giorni (At 4,32-5,1), Chiesa madre di Gerusalemme. modo innegabile che i centili, che s lo tía Ecc lesiostica (2.23.3- l8) di
il beneficio descritto in At /t,34 fìì Cìò che avevano <<ricevuto> (1Cor non avevano ricercato la giustizia, Eusebio. Secondo questo autore
solo temporaneo. La preoccupa- 11,23-26; 15,3-8) proveniva daÌ Si- ora l'avevallo raggiunta (Rm Giacomo, chiamato <(Giusto)), fu
zione degli ellenisti che anche le lo- gnore attraverso la Chiesa di Ge- 9,30). gettato dal tempio, lapidato e uc-
ro vedove beneficiassero della di- nlsalemme. Ora dovevano ricam- ciso a bastonate. Non si îa men-
stribuzione dei beni (At 6,1) fa biare il favore c prowedere alla 7. DECLINO DELLA CHIESA zione di un processo davanti al si-
pensare che Ia Chiesa disponesse Chiesa madre con i loro doni ma- DI GERUSALEMME - Sebbene nedrio. In entrambi i racconti, co-
solo di risorse limitate. La carestia teriali attraverso questa colletta disponiamo di una grande quan- munque, Ciacomo viene presen-
di At 11,28-30 potrebbe anche (Paolo potrebbe aver argomenta- tità di informazioni sulla cadura tato come martire lapidato in Ge-
aver avuto conseguenze durature to qui in modo simiÌe a lcor 9: di Gerusalemme nel70 d.C. e su- rusalemme da ciudei ostili (redi
per il benessere economico della proprio come un ministro ha iÌ di- gli eventi che portarono alÌa sua Giacomo e Paolo).
comunità ecclesiale. La colletta ritto di vivere del vangelo che pre- distruzione. non molto si sa con 7.2 La fuga a P€lla e la caduta
era perciò un amorevole atto di dica, cosÌ la Chiesa madre lperso- certezza della Chiesa di Gerrrsa- di Gerusalernme - Secondo la
benevolenza in linea con l'insegna- nificata come un (ministro))l ha lemme nel decennio precedente tradizione di Pella, la Chiesa di
mento di Gesu (Mt 5,42: 6,2; in questo caso il diritto di parte- questo evenlo ùé in quelli sr-rcces- Cerusalemme poté fùggire dalla
25,31-46; Mc 10,21; Lc 6,34-38; cipare ai doni materiali delle Chie- sivi. città e scampare a ùn terribile de-
12,33 ecc.) e con qÌrello della Chie- se dei Gentili, che essa ha latto na- 7.1 La mo.te di Giacomo Da stino. Eusebio (11,s1. Eccl. 3.5.3-4)
sa primitila (Rm 12,8.13; Gc scere). Questa ùnità sarebbe stata Ar 12,11 ; 1 5,13-21: 21,l8; cal 2,9 afferma che poco prima della di-
2,14-l'7). IÍ questo modo la col- ulteriormente raîforzata dal fafto (si noti I'ordine) e Cc l,l, è evi struzione di Gerusalemme la Chie-
letta sarebbe arìche servita come che l'offerta sarebbe stata porta- dente che Giacomo, il fratello del sa fu awertita da un oracolo di
prova della îede dei Gentilì, una la da numerosi rappresentanti deÌ- Signore, era il capo della Chiesa fÌrggire nella città di Pella in Pe-
dimostrazione del loro amore per le Chiese dei Gentili (1Cor 16,3; di Gerusalemme nel decennio d€- rea. È impossibile provare o con-
gli altri cristiani (lTs 4,9; Rm At 20,4-5), i quali avrebbero al gli anni cinquanta. Non c'è moti, futare questa tradizione (Epifa-
12,101 Gv 13,35), tempo slesso protello la colletta e vo di dubitare che egli ne rimase nio sì riferisce alla stessa tradizio-
Un'altra ragione sentita forte- simboleggiato I'unità della Chie- il capo fino alla morte, avvenuta ne ln tre occasronl l!1aer. 29,t.t.
mellte da Paolo riguardo alla col- sa nel consegnare l'offerta alla nel 62 d.C. Le due maggiori tra- 30.2.7; Mens. 151, ma è molto
letta era che essa offriva un'op- Chiesa di Gerusalemme. dizioni riguardanti la morte di probabile che egli dipenda da Eù,
portunità per rafîorzare i legami Una terza ragione per cui la coi- Giacomo provengono da Giusep- sebio per questa informazione). I
di unità tra Giudei e Gentili aÌl'in- letta era jmportante per Paolo ri- pe Flavio e da Egesippo. Giusep, vangeli, comunque, contengono
terno della Chjesa; fatto, qùesto, guardava il significato escatologi- pe Flayio (Ant.20.9.1 199-203) af nùmerosi avvertimenti che, se
particolarmente importante alla co dell'evento. Paolo pensava al- lerma che dopo la morte di Festo ascoltati, avrebbero portato i cri-
luce della divisione causata dai la colletla come simboleggiante in e prima dell'arrivo di Albino, il stiani a fuggire da Gerusalemme
suoi oppositori (Gal2,1l-13; lCor qualche modo I'unione escatolo- nuovo procuratore, il sommo sa- prima dell'arrivo di Vespasiano e
3; At1.5,1). Questa unità per Pao- gica dei Gentili nel popolo di Dio. cerdote Anano convocò il sinedrio delle legioni romane (Mc 13,13-23;
1o non si basava semplicement€ su E molto inverosimile che egli pen- per processare <Giacomo, il fra- Lc 21,20-24; Mt 24,l5-25).
una decisione volontada o una in- sasse che la colletta potesse essere tello di Gesù, chiamato Cristo>, 7,3 Perdita di influenza della
clinazione spiriluale da parte dei l'occasione perché i Giùdei si in- Giacomo fu condannato e lapida- Chiesa di Gerusalemme - Il rìtor-
Giudei cristiani e dei Gentili cri- gelosissero e ritornassero alla fe- to. AnaÍo fu in seguito deposto no dei cristiani a Gerusalemme do-
stiani, ma piuttosto sùÌ loro esse- de in Dio; in altre parole, non pen- dalla carica di sommo sacerdote po la distruzione della città nel70
re (in Cristo> un solo corpo. La sava che questo potesse essere I'e- per questo atto illegale (Gv 18,31). d.C. è testimoniato da ossari e
colletta avrebbe contribuito a di- vento che avrebbe determinaîo il Non ci sono forti motjvazionì per tombe, e da Eusebio (Híst. Eccl.
lt
Gesù, detti di 706 707
cesù, deafi di
4.5), che presenta una lista di ve- sily Press, Cambridee I925i LuedemaDn c-.
Opposttftn to Paul in Je||ish Christìanitt, vaghe, e ciò solleva il problema di gica. Pertanto, per alcuni di loro,
scovi giudei dal tempo della mor- Forress, MinneaDolis 1989i Munck J.. Pa!/ quale cnterio adoltare per poler- come ad esempio F. Neirynck e N.
te di Ciacomo alìa seconda rivol- and rhe Salwtion of Ma kùzl, John Knox.
ta nel 132-135 d.C. La città non Richmond 1959; Nicklc K. F., The Co ec-
le individuare corretramenre. A Walter, resîano solo due riferi_
lior, SBT 48, Allenson, Naperville 1966; ogni modo, queste allusioni o ri- menti espliciti in Paolo ai detti di
sarebbe però piil ritornata a esse-
Prrais I. D., Jetusalent, The Holj City: A sonanze non sembrano numerose. Cesù.
re la Chiesa n,ladre della cristiani- Ribliaqruph!,Scatectos, Me!ùch€n 1989,
tà. La proibizion€ di Adriano che
Una tale situazione lasorgcre lCor 7,10-l L ln lCor 7,10-l l
1991i Schnrithals W.. Pdrl and Jo|tes.SBT
qualche perplessità, se la si pone PaoÌo cita un (comando)) del Si-
vietava ai Giudei di vivere in Ge- 46, Aìlenson, Nape.villc 1965; Schùrz J. H.,
Pau I an.l lhe Anatonl o.f Apostoli( Autho a conlronto con la continuità che gnore, facendo notare che è oro-
rusalemme dopo la seconda rivol-
/itl, Univcrsity Press, Cambridg€ 1975i Si- esistc, e che è comùnemente rico- prio del Signore, e non suo. È ab-
ta impedì certamente ai gìudeo- nonM., The Apostolic Decrce and ltsSet nosciuta, tra Cesù e paolo per bastanza evidente che si tratta oui
cristiani di farvi ritorno, e i vesco- tine in the Ancient Chu.ch, in EJRL 52
quanlo riguarda la teologia e il di una riformulazione dell'inse-
vi - che Eusebio elenca - dopo (1969)437-4ó0: Stein R. H., The Relotion-
ship of Aalatians 2. l - I A end Atrs I 5 : I -25: comportamcnto. Questa scarsità e gnamento di Gesù sul divorzio,
la seconda rivolta portano tutti dei T||a NeSlecÌed Aryunlents, ii JETS t'Ì questa natura allùsiva deì riîerj-
nomi non ebraici (Hist. Eccl. 11971) 219.242t Unnik w. C. vÀn, îa6rs Jnenti di Paolo ai detti di cesù ha
conscr\'ato in Mc 10,9-12 (par. Mt
5.12). Il vescovato di cerusalem- ot Jerusaleùt: The CiU of Paul'î Youth, 19,6.9): Mr 5.32 (par. L; t6,18;
me rimase importante, il suo po- Epùofth, London l9ó2; Warson F., Paul, indotto molti studiosi a ritenere vedl Matrimonio e divorzio- adrrl-
.ludaisnt an.l the Gpn t ilcs, Unilenity Prcs, che Paolo non possedesse un,am- terio e incesto). L'inciso di lCor
tere fu però limitato e piil nostal- Cambrid8c 1986; Wilson S. G.. The Genti pia conoscenza della tradizione di 7,1la è stato inteso spesso come
gico che reale, ll centro di influen- les and th. Gentile Mission in Luke-Acrs,
Unive.sity Press, Cambridge 1973; Wrishl Gesù, oppure che non avesse al- una (libera> trasformazione del_
za nella Chiesa si era spostato in
N.I-, Jenlsdlen in rhe New Teslutnent, i^ cun interesse per questa tradizio- I'insegnamento di Cesù da parte
città più importanti come Cesarea,
P. w. L. Walkcr (cd.), Jeft.talen: Pasî and ne o per il Gesil storico. nostro
Efeso, Antiochia, Alessandria, Present i Purposes o.fcod, Tyndalc Hou
di Paolo. Ma si tratta iflvece di
lema cosLituisce perciò un elemen- ùna replica îedele dell,insegna_
Roma e piir tardi Costantinopoli. se, Canrbridse t992, pp. 53-77.
io essenziale del dibattito sui ran- mento di Gesir contenuto in Mc
Vedi anche: Circoncisiooe; Col-
R. H. Stein porti tra Cesu e Paolo lverliCeiir I0,ll (cfr. Mr 19,9), piuttosto che
e Paolo). di una sua (<libera trasformazìo-
letta per isanti; Cronologia di
Paolo; Galati, lettera ai; Giacomo ne). Come ha mostrato D. Wen-
GESÙ, DETTI DI I. RIFERIMENTI CERTI O ham, vi sono due elementi che ri-
e Paolo; Itinerari, progettidi viag-
gio, parusia apostolica; Opere del-
PROBABILI - Nelle lertere di velano che Paolo conosceva l,in-
SoMNraRro 1. Rilerimenti cerli o proba- Paolo vi sono sciriferimenti esol;- segnamento di Gesii sul divorzio
la Legge; Restaurazione di Israe- bilii 2. l,ossibjìi risonaDzei 3. Conlinui- ciri alle ,,parole del Signoleu: lòor nel suo contesto sinotticoj 1) in Mt
le; Tempio. tàlalfìnì1à nella reolosi.ì e nell'areggia-
menro prarico; 4. Temariche reologiche
7,l0- l l; 9,14; 11,23-25 14,37: l9 (par. Mc t0) cesù fonda il suo
e deÌli diGesu; 5. La tradizione naúali, 2cor 12,9; lTs 4,15-t7. Tra oue- insegnamen to sul princiDio
BIBL - F. F.. Paul: Apos e ol îhe
Bruce
vai ó. La scarsira deiriterimeDlic la loro sti.2cor 12,9 si riferisce natuial-
Heart SetFrce, Ecrdmans, Grand Rapids deJl',,un4 q31ng solar,. tratto da
1977i Catchpole D- R., Prul, Jatnes and the nalùra allusiva: 7. Sintesi e conclusione. mente alla paroÌa del Signore ri- Gn 2,24. e proprio quesfo princi-
Apostohc Dectee, in NrS 23 (1977) sorto e il <comando del Signore> pio viene usato da paolo nel pas-
428-4zl4r Dunf L D. G., Jesus, Paul and Se dai vangeli si passa alle let-
rn? LdH, Westminster, Louisville 19901 di lCor 14,37 è probabilmente un so che precede immediatamente it
tere paoline, si è subito colpiti dal insegnamento <profetico) di pao-
Foakes-Jackson F. J. ' LakèK., îhe Besìn suo inscgnamento sul matrjmonio
ninss oÍChristíant,. The Acls a.f the Apo-
fatto che in pratica mancano in lo che possiede <il pensjero di Cri-
queste ultime citazioni di detti di e il djvorzio (lCor 6,12-20), Der di-
srlpr. 5 voll.. MacmiLlan. New York slo) (lCor 2,16). I <{minimalisri>),
1920'1933 (ri$. Bakcr. Gúnd Rapids t979); Gesù. Pur facendo di cesù Cristo re che un cristiano. essendo mem-
Fohrer C. - Lohsc Ll., Sr., n ect.,iî, GLNT, che riducono il piu possibile i ri- bro del corpo di Cristo, non può
e della sua opera di salvezza il nu-
vol. XIl, coll.322-374; Gasquc W. W.,,,1 ierimcnti, le allusioni o le risonan- unlrsl a una prostituta; 2) in Mt
cleo centrale della sua predicazio-
Hisrory of the Ctitictsn of the Acts ol the ze dei detti di Cesù in paolo, ne- l9 all'insegnamento di Gesù sul
,lporl/€r, Eerdmans, Crand Rapids l9?5i ne, Paolo quasi maì cita dei detti gano che vi sia un riferimento al
Ceotgi D., Renetnbeúng the Poot, Abing- di Gesu o fa riîerimento al suo divorzio seguono i suoi detti su co-
don. Nashliu€ 1992; cerhardsron 8., Me- Gesir storico in tTs 4.15-17 e in- loro che sono eunuchiper il regno
nat), and Manusctipt; OralTrudition an.J
operato, tranne che per Ia sua rendono l espressione vsulla paro-
Wùten Trunsníssian in Rabbinìc Juddisn morte e la sùa risurrezione- Nella di Dio tMr r9,t0-t2). Si ririene
la del Signorcr 5olo in base af tin- spesso che a questi detti si alluda
and Eatly Chtislianíl', Cleerup, Uppsala- sua parenesi e nei suoi insegna- li
Lùnd l96l; Goppclt L., I'età apostolit:a e menti egli trasmette un contenu-
guaggio che nell'AT viene usato iî lcot 7,7.32-35, dove paolo
s!óapoirortd, Supplementi al Nuolo T€sta- dai proîeti pe. indicare la perso- parÌa del celibato come di un do-
Íìenîo 5, Paideia, Brescia 198ói HenSel M., to che è sirnile a quello che pro- ùa chc ha affidato loro I'incarico
The Pre "C h ri s t io n Pau I, Fortr€ss, Phlladel- viene da Gesù, eppure cita que- no partjcolare di Dio per poter ser-
phia l99l (trad. il., // Paolo prccrisîiano, c l'autorità dj parlare. Essi elimi- vire il Signore con maggiore im-
st'ultimo solo di rado. Vi posso- nano anche lcor 11,23-25, rite-
Srudì biblici 100. Pajdcia, Brescia 1992); Je-
no essere alcune allusioni o riso- pegno. Sembra pertanto che Paolo
wcú R., A Chrcnolos! o:f Paul's Lile, For- nendo che quanto vi è contenuto non conoscesse un detro isolato di
tress, Philadelphia 1979i Knox W. L., 51. nanze dei detti di Cesù nelle lette-
sia stato ricevuto e trasmesso da Cesir sul divorzio, ma tutto il suo
Paul ahd îhe Chutch oI.Ierusalen, Uni\et re paoline, ma rimangono molto
Paolo come una tradizionc litur, insegDamento sul matrimonio, jn-
708
I 109 Gcsù, defti di
Gesù. detti di
usata in lTs 4,17 e Mt 25,6). Re- Lc 12,39), tanto più che la meta-
qica non significa necessarialÌìen- centemente R. H. Cundry ha so- fora del ladro nell'AT e nella let-
cluso il Drincipio dell'"una carne
sola, e ia sua connessione con il ie che Paolo non sapesse di tra- stenuto che in 1Ts 4.15-17 Paolo teratura giudaica non viene mai
servizio oer il regno di Dio' smettere un autentico detto di ce- si richiama al detto di Gesir inse- inserita in un contesro escatologi-
ICot Ó.14. Aîche in lCor 9' 14 su. e neppurc indica chc cgli non rito in Gv 11,25-26 (e la cui for- co. Come ha mostrato Wenham,
Paolo cita un <comando> del Si- manifeslasse alcun interesse per i ma originale dovrebbe essere sta- vi è dunque un parallelo stretto tra
gnore, per dire che "quelli che arì- detti di Gesir. Al contrario, il ri- ta:<<Chi è morto risorgerà e chì vi- lTs 5,3 c Lc 2l,34-35 nel vocabo-
nunziano il vangelo vivano del ferimento specifico alla anolle') e ve non morirà ìn €terno))) e che, lario, nella struttura e nel signifi-
vaneelor. Anche ìn questo caso si I'uso del lermine Parodidosthai influenzato dalla tradizione pre- cato:
tratia di una ripetìzione ledele del t \essere consegnato"). che e tipi- giovannea della risurrezione di
delto di Cesu che si lrova ln Lc co Lleeli annunci della passione da Lazzara (cfr. Gv 12,13-18) e vo- lTs 5,3: (d'improvviso licol,
10.7 {Dar. Mt 10,10), sebbene non narte-di Cesù (Mc 9,31 Par.: Mc lendo consolare con maggiore ef- pirà... come le doglie... scam-
di unà sua citazione letterale D ì0.31 put.; Mc 14.18 Par.; Mt ficacia i Tessalonicesi che erano in petàt (aiphnidios autois ephì-
L. Dunqan ha dimostrato che co- 26,21; Cv ll,2l: Mc 14.21 Par') pena, egli descrive la venuta futura statui.,, hósper hè ódin..- ek-
me in l-Cor 7 Paolo rivela di co- e che ha una funzione di rilievo nei del Signore e l'incontro dei cre- phygòsin)
noscere sia il detto di Gesu sul di- racconti della passione dei vange- denti con lui come se fosse una vi- Lc 21,34-36: (piombi addos-
vorlo, sia l'inlerpretazione che es- li sinottici. dif ficilmentc avrebbe- sita imperiale Qtarousia), cor' i so improvviso come un laccio...
so ha ricevuto nella tradizione che ro lasciato Paolo all'oscuro della sudditi che vanno incontro ali'im- sfuggirer (eprslé eph'hymas
sra dierro ai sinottici' cosi in I Co-r
realtà storica dell'evento delL'ulti- peratore che si avvtcina (apontC- aiphnidios... hós paqk.-. ekphy-
g esli mostra di conoscere sla ll ma cena e delle Parole Pronunciate sLt), come avveniva nel mondo el- gein)
coripito missionario alfidato da da colui chc stava Per cssere con- lenistico (yedi Escatologia). Per il
Gesù, sia la sua interpretazlone segnato e crocifisso. Se non altro, fatto che si hanno qui innegabili (Pagis [(laccio))] e ddrn kdo-
nella tradizione Q. Tuttavia, se- la frase: (Fate questo in memona riferimenti a diversi detti di cesù, glie>l possono essere dÌle tradu-
condo alcunì studiosi, la Prassi di di n1e> (lcor 11,25) avrebbe do- P. Stuhlmacher ritiene che Paolo zioni di un oti,gir\ale hbl/hbl',
Paolo di rinunciare al suo diritto vuto ri;hiamarc I'attenzione di operì un suo adattamenîo profe- dovute a una vocalizzazione di
aDostolico sembrerebbe risPec- Paolo sull'imporlanza del ricordo tico della tradizione sinottica. Ma, versa, oppure, secondo Wen-
ciriare la sua libenà di fronre al co- di quei de(ti di GesLr e delle sue d'altra parte, N. Walter, ritenen- ham, il pagrs originale potreb-
mando di Gesù, oPPure manife- aTioni Itedi Cena del Signore, eu- do che sia incerto se Paolo si ri- be essere stato sostituito da
sterebbe un suo disinteresse Per i caristia). chiami qui espressamente a una Paolo con ddlr, per influsso di
ITs 4, t5'17. Per quanto riguar- ls
detti di Gesil in generale. Ma cer- tradizione di Gesir, propone di ve- 13,6-7 e Get 6,14-21\.
jl
tamente in questo caso <coman- da lTs 4.15-17, si ammette ormal dere in lTs 4,15-17 solo l'espres-
do' di Gesù fu inteso fin dagli ini- comunemente che dietro l'esPres- sione di alcune idee cristiane (Wal- Nel testo di I Tessalonicesi l'e-
\ione (sulla Darola del Signore" vi ter 66). Ma le diverse e chiare al- sortazione di Paolo a essere sve-
zi come una <concessione), Per
cui il rifiuto di awalersene da par- sia iJ linguaggìo profetico.dell'AT' lusioni ai detti dì Gesir in questo gli e sobri, e non addormentati e
te di Paolo non Può essere consl- Si e anche notaro (he \'l e una so- testo sembrano indicare che Pao, ubrìachi, è quanto viene racco-
derato una 'disobbedienzaD (Bru- stanziale affinità tra lTs 4,15-17 lo sa bene che il materiale che sta mandato in linea generale anche
ce 107-1081. Di falto Gesii, nel e lCor 15,51-52 c che in questo se- usando risaìe a Gesù e perciò bi- i,î Mt 24,42- 51 (par . Lc 21 ,41-46)
formùlare questo <comandor>, in- condo testo Paolo Parla di un sogna concludere che con l'espres- e Lc 21,34-36 (pat . Mc 13,33-37).
tende!a dire che gli apostoli avreb-
(misterot, di una rivelazione del sione (la parola del Signore> Pao- Tenendo presenti queste chiare
bero dovuto dedicarsi alla Predi- Signore risorto. Ma si ritiene an- lo si riferisce alla parola (o alle pa- allusioni ai detti escatologici di
che di solito che ri è qui una cer- roÌe) del Gesir storico, che sta uti- Gesù, come va intesa la formula
cazione del vangelo senza doversi
preoccupare di come mantenel sl' ta reminiscenza del detto escato- lizzando (cfr. Wenham, Gundry, introdutto.ia<<Voi ben sapete)?
in ouesto caso, la rinuncia di Pao- losico di Cesù contenuto in Mt Holtz), e non a un oracolo profe- Con tale formula inusuale proba-
lo aà awalersi diquesto privilegio, 24:30-ll e paratleli. lnoltre, D' tico pronunciato nel nome del Si- bilmente Paolo non pÙò riferirsi
(per non esser di peso)> a nessuna Wcnham vi vecle anche dir erse al- gnore. semplicemente a qualcosa che era
delle sue Chiese, ma Per Poter Pre- lusioni alla parabola delle vergini lTs 5,1 7. L'espressione <ben stalo insegnato da qualcun altro
dicare il vangelo con maggiore ef- {Mt 25,1-13ì Per esemprol (con sapeter, (qutoí,.. akribos oidale\ d\ al di fùori di lui e dei suoi colla-
ficacia, evitando equivoci di ordi- lui>/<il Signore" di lTs 4.14.17 1Ts 5,2 può rivelare anch'essa che boratori, anche se questo fosse av-
ne materiale (lTs 2,9-l0i lCor 9), e il <suono del comandor>/la <<vo- in lTs 5,1-7 si possono trovare al- venuto nel breve intervallo inter-
ce dell'arcangelot di 1Ts 4,16 so-
si trasforma Paradossalmente in a
lusioni a detti di Cesir. Si ritiene corso tra la sua fondazione della
una reale obbedienza al Signore no assimilati rispettivamente normalmenîe che i vv. 2 e 4 si ri- Chiesa di Tessalonica e la sua ste-
Gesìr. <con lui> di Mt 25,10 e al <(grido)) chiamino alla parabola del ladro, sura della I Tessalonicesi. Né può
lCot I1,23-25.].lfaÍo che lCor di Mt 25,6; inoltre, l'espressione a cuì accenna Gesir (M t 24,23i pat. rifèrirsi a quello che era solo il suo
11,23-25 sia una tradizione litur- eis opanlèsin, <<iîcontrare), vlene
Gesù, detti di 1t0 7tl Gesù, detfi di
insegnamento, fondato sulla tra- sta parte delle norlne rifacendosi spondenza di contcnuto, ma an- sione), o come I'opinione (ìa <mas-
dizione veterotestamentaria e giu- ai detti reali di Gesù, anche se li che una coìncidenza terntinoÌogi- sima))) di una sola parte. Sembra
daica, lnfatti si è già dimostrato ha interpretati e adattati sotto l'i ca: ouden koínon ouden... koi- dunque che con l'espressione <nel
in parte che quello che i Tessalo- spirazione del Signore. /?rsQi. Per questo motivo alcuùi ri- Signore cesù) in Rm 14,l4a paolo
nicesi dovrebbero <ben sapere>, in Sembra dunque in€vitabile con- tengono che con l'espressione <nel alluda a un detto di Gesù (Mc 7,15
1Ts 5,2-10, secondo i criteri della cludere che con la formùla intro- Signorc Gesrì> Paolo si riferisca al e par.), nella speraDza che i Roma-
dissomiglianza e della coerenza, duttoria (Voi ben sapete)) Paolo Gesù storico e tenti di mostrare ni riconoscano così la sùa autorità.
conriene chiare allusioni a detti di cerca dr' ricordare ai Tessalonice- che sta alludendo all'inscgnamento Rm 12,14-21 e lCor 1,11-t3. Vi
Gesu. E neppure Paolo può rife- si l'insegnamento che aveva comu- di Gesù. Altri però sono dell,awjso è un ampio consenso sul fatto che
rirsi qui al proprio insegnamento! nicato loro al momento della fon- che in Rm 14,14a.20 paolo espon- in Rm 12,14-21 e lCor 4,11-13 vi
che era fondato solo su una comu- dazione della loro Chiesa (cfr. 2Ts ga una massìma cristiana generica sono diverse reúiniscenze dei detri
ne tradizione cristiana, senza p€n- 2,15i 3,6), suLla base dei detti esca- o sintetizzi quello che è il suo oro- di Ccsù. Persino N. Walter. che
sare direttamente agli insegnamen- lologici di Gesù. prio vangelo (cfr. lCor 6,13; ti,8a) è un <minimalista>, è d'accordo
ti di CesÌr stesso. Alcuni paralleli Questo conferma la nostra pre- e che I'espressione (nel Signore Ge, su questo e fa rilevare la seguentc
tra il nostro brano e i detti del Si- cedente coDclusionc, relativa alla su> non si riferisca necessariamente serie di corrispondenze:
gnore riportati nei vangeli sono formula (sulla parola del Signo- al Gesù storico (cfr. Fil 2,19).
troppo evidenti, per cui questo re) (lTs 4,15). Si può inîatti, per Questa conclusione negativa Rm 12,14 Lc 6,28a
non può essete vero. Ed è anche analogia, formulare la seguente potrebbe venir conîermata dalla (Mr 5,44b v.t)
diîficile credere che Paolo non sa- equazione: come PaoÌo ha fonda- recente ipotesi di H. Ràisiinen. sc- Rm 12,17a Lc 6,29 par.
pesse che la tradizione cristiana to le norme che ora ricorda in lTs condo la quale il fatto che Paolo (lTs 5,l5a) Mt 5,39b-41
era fondata sugli insegnamenti 5,2-7 (<<da parte del Signore Ge- non faccia riferimento al logion dl Rm 12,18
stessi di Gesì1, soprattutto se si ri- su>) sull'insegnamento di Gesu,
Mc 9,50 par.
Mc 7,15 nella sua controversia con Mt 5,9
corda che era presente anche Sil- riconoscibile dalle molte allusioni Pietro ad Antiochia (cal 2,11 2t) Rm 12,19-21 Lc 6,27a+35 pat.
vano, il quale aveva recato certa- che vi vengono fatte, così anche e che Luca non vi accenni in At
nell'imparlire <sulla parola del Si- Mr 5,44a
mente qualche tradizione da Ge- l0-11; 15,7-9, rivcla che Mc ?,15 I Cor 4,lla Lc 6,21a par.
rusalemme ed era con Paolo sia gnoreD un nuovo insegnamento in llon è autentico. Ma queste argo-
quando era stata londata la Chie- lTs 4,13-18 sul destino del cristia-
Mt 5,6; 10,9-10;
mentazioni sono staîe confutatc
sa sia quando era stata scritta la no defunto egli lo fonda sull'ìnse- ,19
da H. Merkel e M. Thompson lCor 4,12b-t3 Lc 6,22 23 par.
I Tessalonicesi. gnamento di Gesu, per cuì an- (cfr. piir avanti). Inoltre, Thomp- Mt 5,11_12;
Può essere di qualche aiufo por- ch'esso conliene molte allusionia son si chiede giuslamentc come sia Lc 6,21-28
re a confronto il nostro testo con tale insegnamento. possibile per Paolo far presente (Mr 5,44)
1Ts 4,2 ((Voi conoscete quali nor- Pertanto, le formule <sulla pa' che <<nulla è immondo in se stes-
me vi abbiamo dato da parte deÌ rola del Signore) e <voi ben sape- (tutto
Signore Gesù))). L'espressione <da te)), che si susseguonol'una all'al-
soD e è mondo [= turti eli Vi è cerro chi dubira di qualcu-
alimenti sono mondil)) a una na di queste corrispondenzc. Ma
parte del Signore Gesù), (dra k - tra così da vicino nel contcsto in Chiesa sconosciuta, alÌa quale si si è praticamcnte d'accordo che
r.ior lasor) può riferirsi qui all'o- cui Paolo ricorda il suo precedente preoccupa di mostrare che egli Rm 12,14 rjspecchia Mt 5.44 (par.
rigine o alla fonte che ha ispirato insegnamento (da parte del Signo- conferma la Legge (Rm 2,13; 7,l2) Lc 6,2'l-28). E del tutto convincen-
quesfe norme. Quello che i Tessa- re Gesù) (lTs 4,2), rivelano che in e alla quale chiede aiuto per la sua te quanto conclude J. Piper, in ba-
lonicesi dovrebbero ((ben sapcre) lTs 4,15-5,7 Paolo allùde all'in- missione in Spagna. Se non pen- se al criterio della dissomiglianza:
(lTs 5,2) costituisce forse partc segnamento escatologico di Gesù. sa che a questa Chiesa sia già sta- <Non vì è dubbio che Gesù ha co-
delle (norme) che Paolo ha dato Rn 11,11. Si è in generc d'ac- to trasmesso un insegnamento sul mandato: "Amate i vostri nemi-
loro dia kyriou lasou. Ma nel tra- cordo nel ritenerc che Rm l4.l4a tipo di quello contenuto in Mc
(rlo so, e ne sono persuaso nel Si- ci"...;non troviamo nulla di così
smettere queste norme dia kfriou 7,15, sta camminando davvero su esplicito e cosi chiaro nell,ambien-
1eso, Paolo sapeva solo di essere gnore Gesù, che nulla è immondo un terreno minato. Dato che nel- te di Gesir, né è pensabile che la
ispirato dal Signore Cesir, oppu- in se slesso))) sìa un'allusione al la Chiesa di Roma era in corso un Chìesa primitiva abbia inventato
re era al corrente del fatto che es- detto di Gesu riportato in Mc 7,15 diverbio tra i(forti) e i(deboli)), questo detto e abbja imposto così
se traevano origine dall'ef fettivo (par. Mt l5,ll)e che Rm 14,20 non sarebbe stato convenie[te per su di sé un precetto talmente gra-
insegnamento del Signore Gesù ri ((Tutto è mondo[= lutti gli ali- Paolo pronunciare una semplice voso)) (Piper 56). Thompson ritie-
portato dalla tradizione? Le chiare menti sono mondil))) corrisponde affermazione senza giustificare in ne pertanîo che Rm 12,14 sia
risoranze dei detti di Gesù in lTs alla glossa redazionale di Marco qualche modo dal laro teologìco un'(eco praticamente certa)) o
5,2-? indicano che qùest'ultin'ìa è (<dichiarava úondi tutti gli ali- quello che sarebbe stato accolto <forse anche un'allusione), a un
la risposta piir probabile. Paolo menti)), Mc 7,19). Tra Rm 14,20 semplicemente come un corollarjo inscgnamento di cesù. Si collega
può aver trasmesso almeno que- e Mc 7,15 non vi è solo una corri- del suo vangelo (posto in discus- a qucsta osservazione il îatto che
112 'I t3 Cesù, detti di
Gesù, detti di
la serie di esortazioni di Paolo in Rm 13,8-10 e Cal 5,14. La ma9' corrisponde alla risposta di Gesu sì anche in Rm 13,8-10 Paolo al-
Rm 12.14-21 corrisponde a una se- gior parte degli studiosi vede an- su quale fosse iL comandamento lude chiaramente all'insegnamen-
rie did;tti di Gesù che vengono ri- che in Rm l3,8-10 e Gal 5,14 del- più grande (Mc 12,28-34i par. Mt to di Gesil sulla Legge.
nortati nella sezione centrale del le allusioni a detti di Gesir, soprat- 22,34-40 e Lc 10,25 28). Gli stu- Si è obicttato contro tale con-
àiscorso della pianura in Luca (Al- tutto a oueltj di Mc 12,28-34 e Par' diosi hanno discusso sull'autenti- clusione dicendo che mentre Ge-
lison) o del discorso della monta- Thompion n" 6 6"1 1u116 convin- cità di questo 1ogio, sinottico. vi sù sintetizza la Legge in due co-
pna in Matteo (Wenham) Questo to. e nelÌ'esposizione seguent€ era forse una simile tendenza a mandam€nti, Paolo la riassume in
ionferma t'ipotesi che le esortazio- riassumiamo le sue osservazioni riassumere tutta la Legge nel Giu- uno solo. Ma Thompson rispon-
ni oaoline nel loro comPlesso so- (aggiungendo 1e nostre a Partire daismo del I sec.? In caso positi- de opportunamente: ill Rm
no una reminiscenza di quei detti dal punto 5). vo, il principio della dissomiglian- 11,8-10 (e anche in Gal 5,14) Pao-
di Cesù e perciò che lo sono anche 1) ll collegamento che Paolo za (pcr esempio, i detti di Gesù che lo si riferisce solo al secondo co-
gli analoghj accenni biografici di stabilisce tra I'amore e il (debi- dilferiscono dal loro ambientc mandamento, perché nel contesto
lCor 4,11-13 (Walter, Thompson). to)) in Rm 13,8a Può rispecchia- hanno maggior probabilità di es- (o nei rispettivi contesti) egli inten-
Pur ammettendo tutto questo' re l'insegnamento dì Gesù che si sere autenticì) ridurrebbe la sua de esortare i suoi lettori a un ret-
N. Vy'alter riliene Però che si deb- esprime, per esempio. nelle sue originalità. Ma anche se glistudio- to comportamento reciproco, piir
ba lasciare aperta la questione (se narabole del servo spietato (Mt si fanno notare giustamente la pre- che a dar loro un insegnamento
Paolo, servendosi di questi detti' i8.23-35) e del debitore (Lc 7,36- senza di tali sintesi della Legge nel sulla tradizione di Gesìr. Rm 12,17
lo abbia fatto sapendo che erano 50) o in altri detti, come Lc 6,16; Ciudaismo, va osservata ugual- mostra come Paolo sia in grado di
deîti di Gesù) ('Jr'alter 56). Egti Mt 6,12 ecc. (cfr. Rm l5.l-3; Col mente la differenza fondamenta- usare solo la metà di una tradizio-
pensa che non vi sia alcuna indj- 3,I3): chi riceve amore da Dio ha le che esiste tra la prassi giudaica nc: nel citare Pr 3,4 k(Cercale di
cazione che Paolo li abbia consì- rìn debito di amore verso il Pros- da una lato e lc sintesi di Paolo e compiere il bene davanti a tutti gli
derati detti di Gesù, ma d'altra simo. dei sinottìci. La prassi giudaica uomini>) egli tralascia il riferimen-
parte non è in grado didimostra- 2l L'articolo to usato Per intro- tende a porre in evidenza ciò che to al Signore perché ciò esula dai
re che Paolo non li abbia ritenutr durre l'aamore vicendevole'r in nella Legge è più importante dal suoi scopi. Inoltre, nei versetti di
tali. Alcuni hanno visto nell'impe- Rm 13,8a indica che si tratta del punto di vista logico e perciò im- apertura ha già accennato al do-
rativo eulogeíte (<<benedite), Rm <noto comandamenlot che i let- plica tutto il resto, in modo da fa- vere che i credenti hanno di ama-
12,14), usato in una sezione dove tori dovrebbero riconoscere imme- cilitarc I'apprendimento e I'osser- re Dio (Rm l2,l-2) per fondare
Paolo esprime le sue esorrazront diatamente. Se si tengono presenti vanza di tutte le altre norme. Le tutta la sezione parenetica di Rm
per lo piu con dej Participi, degli Gv 13,34-35; 25,12-13,17 e lCv sintesi di Paolo e dei sinotlici vo- l2-15. ln realtà è del tutto proba-
infiniti o degli aggeltivi nelle fra- 3,11;2Gv 5; lPt 1,22, è Probabi- gliono invece sottolineare <che I'a- bile che Rm l2,l-2 alluda alla pri-
siverbali, una Prova che Paolo sta le che essi Io riconoscano come un more è ciò che verdrnenîe impor- ma parte della doppia sintesi del-
ùtilizzando un detto di Cesìl sen- comando del Signore. ta, pjr) degli scrupoli legalistici)) Ia Legge operata da Gesù.
za adattarlo allo stile grammatica- 3) L'espressione <ademPiere (Thompson). lnoltre, I'unione di Rm 13,7. L^ conclusione che
le del contesto. Avendo riPresen- l7tercó) la Legge' di Rm 13.8b Dr 6,5 e Lv 19,18, come avvìene Rm 13,8- l0 allude all'insegnamen-
tato un detto di Gesu con (bene- ànche Rm ll.l0b) e di Gal 5'14 in Mc 12,28-34, non trova analo- to di Gesù di Mc 12,28-34 (e par.)
dile (eulogeite) coloro che (vi) per- lsooralutto con la sua sfumatura gie nel Giudaismo (Neirynck). La rafforza l'ipotesi che Rm 13,7 ri-
secuitano, (cfr. Mt 5,44), Paolo escàtologica). mentre è rara nella sintesi della Legge in termiùi di prende il detto di Gesù di Mc
aòiungerebbe u bene dite leulogei- letteratura giudaica, trova un Pa- amore verso Dio (Dt 6,5) e di 12,l7 (e par.). Coloro che sono di
re) e non maledite (loro)D. ripeten- rallelo in Mt 5,11 (vedi Legge). amore verso ilprossimo (Lv 19,18) questa opinione si basano non sol-
do il termine erlogerle Per il fatto 4) L'esortazione di Paolo: va intesa come un insegnamento tanto sulla corrispondelza di con-
che I'uso di erlogeit€ in Rm l2'l4a
.Portare j pesi gli uni degli altrì' autentico di Gesù- In tal caso, se tenuto tra il comando paolino e il
<ha fatto ricordare immediata- così adempirete la legge di Cri- si tiene presente il collegamento di detto del Signore, ma anche sul
mente un /og,o, Piir familiar€>, ri- sto), in Gal 6,2 (cfr. anche lcor contenuto che vi è tra Gal 5,14 e farto che i detti del Signore che
portato in Lc 6,28. Se ciò è vero, 9.2I). dovrebbe essere collegata a Gal 6,2, come si è visto sopra (4), vengono ricvocati nelle esortazioni
la ripetizione dj eulogeite pró es' queJia diCal 5,t4: (Tutta La Leg- I'espressione singolare <la legge di successive di Rm 13,7 e 13,8-10 so-
Paolo allude qui ge infalti trova la sua Plenezza ln Cristo) di Gal6,2 non solo inclu- no strettamente collegati e si pre-
sere un segno che
volutamente a un detto di Gesù un solo Drecetto: "Amerai il Pros- de un riferimento a Cal 5,14, ma sentano nello stesso ordine in cui
(Thompson). Non si Può Però de- \imo ruo come te stesso"D (Lv rivela chiaramentc che la sintesi compaiooo nelle dispute di Mc
cidere se Paolo abbia voluto allu- 19-18. vedi Legge di Cristo). della legge di Cal 5,14 va intesa 1,2,13-17 .28-31 e Mt 22,15-22-3U0.
dere esoressamente ai delli di Ce- 51 Con una formulazione mol- tome I'insegnamenÍo di (Gesù) Quanti invece rifiutano questa
sir senzà arer esaminato Prima tut- ro simile a quella di Gal 5,14. an- Crisfo sulla Legge oppúe come la ipotesi lan[o notare che non sap-
ti i testi e senza aver tenuto Pre- che Rm 13.9 cita Lv19,18 come legge dula da (Gesù) Ctlslo. Se ciò piamo sc le due narrazioni dei si-
senti diversi altri fattori sintesi di tutta la Legge. Questo c vero, come in Cal 5,l4i 6,2, co' nottici erano già unite tra loro nel-
Gesù, detti di 114 715 Gesù, detti di
la raccolta premarciana delle di- si trovavano uniti nella raccolta ghiera del Signore che inizia con Tra le varie affinità che esisto-
spute, e accennano anche alla dif- p,.emarciana delle dispute, il loro <.Patert ('abba', Lc ll,2). Ma il no tra il concetto di regno di Dio
ficoltà che presentano le frasi ge- attuale collegamcnto in Marco e contesro di Rm 8,12-27 sembra ri in Paolo e quello di Gesir (si veda
neriche: <Rendere (apodote\ a tut- Matteo, che coÌrisponde al lega- portarci invece alla preghiera di piir avanti), il modo di esprimersi
li (pasin\ ciò che è loro dovùto... Ìne che esiste tra le dùe esortazio- Gesù aì Getsemani (Mc 14,32-42 di Paolo quando parla di (eredi-
Non abbiate nessun debito con nì di Paolo in Rm 13,7 e 8-10, è e par.; cfr. Thornpson). Paolo in- tare il regno di Dio)) può essere un
nessuno (mcdenùt (Rm 13,7a e ugualmente sjgnificaLivo. È percìò serisce l'invocazione <<Abba>> in segno che egli adotta il linguaggio
8a). Essi notano anche che man- molto probabile che Rm 13,7 sia un contesto in cui sta descrivendo caratteristico di Gesù. L'espressio-
ca in Rm 13,7 qualcosa che corri- una ripresa del detto di Gesit che la reale partecipazione dei cristia- ne <<ereditare il regno di Dio> non
sponda alla seconda parte del dop- si trova in Mc 12,17 e paralleli (ve- ni aÌla sofferenza di Cristo, in mo- è frequente nei sinotici (Mr 25,34;
pio detto di Gesii (<(Rendete a Dio dl Aurorità civile). do da poter divenire partecipi an- cft. Mt 5,5; 19,29), ma è pratica-
ciò che è di Diol>), che rappresen- Rm 8,15 e Gal 1,6. Si pensa co- che della sua gloria. lnoltre, i <ge- mente un sinoùimo dell'espressio-
ta il punto cellîrale di tutto quaú- mrnemente che I'invocazione ri- miti)) dei cristiani e l'idea secon- ne caratterislica di Gesir <enlrare
ro il detto, Si discute però se la fra- volta a Dio con il termine.4àÒ4, do cui Ìo Spirito li aiuta a formu- nel regno) (Mc 10,15 e par.; Mc
se di Rm 13,7, ((R"'ndete) il timo- a cui Paolo fa riferimento due vol- lare la preghiera che è secondo la 10,23 27 e par. ecc.). Ambedue si
re a chi gli è dovuto), (ló ton pho- te (Rm 8,15; Gal4,6) tragga la sua volontà di Dio ricordano rispelti- fondano sul modello TraÌro dal-
bon ton phobon\, si riferisca a origine da un insegnamenlo di Ge- vamente l'ansia e il lamento di Ge- l'AT, dove si parla di <ereditaret
quella seconda parte del logÌon di sù. Ma dobbiamo nolare anch€ le sù, e la sua preghiera al Getsema- o (entrare nella) terra promcssa
Gesù (Craniield). La cosa è incer- formule alquanto singolari: (1o ni: (Allontana da me questo cali- (per esempio, Dr 4,1:6,17-18;
Ta- Tuttavia 1'omissione della se- Spirito del suo Figlio, (Gal 4,6) e cel Però non ciò che io voglio, ma 16,20; cfr. anche le espressioni in
conda parte del doppio detto di (Ìo Spirito dì adozione)) (Rm ciò che vuoi tu> (Mc 14,36). cui si dice che Dio <dà> il regno
Gesìr da parte di Paolo si può in- E,l5). Con queste formule Paolo Il regno dí Dio. Bisogna infine [Lc 12,32; cîr. Lc 22,29; Mc 4,11
tendere alla stessa maniera di quel- non si riferisce forse allo Spirito prendere in esame i riterimenti di c par.] e i credenti lo <ricevono>
Ia di Rm 13,8-10r avendo già ri- santo come Spirito che abìta in Paolo al (regno di Dio> (Rm lMc I0,15 e par.; Lc 18,171). Tra
badito nell'alfermazione principa- Gesr), attestandolo (facendolo?) 14,17; lCor 4,20; 6,9 l0; 15,50; le varie espressioni sinonime usa
le di Rm 12,1-2 il dovere di ren- come Figlio di Dio e quindi ren- Gal 5.21: Col 4.10-1lr 1Ts te da Cesil (((entrare)), <ereditare)
dere a Dio quello chc è di Dio (os- dendolo in grado di usare qùesta 2,ll-12:2Ts 1,5; cfr. lCor 15,24: e (ricevere) il regno di Dio), sem-
sia tutlo il nostro essere), egli forÌna particolare di invocazione Col I,l3;2Tm 4,1.18). Tenendo bra che Paolo abbia scelto quella
omette di ripeierlo nelcorso di Rm a Dio? Se qùesto è il caso, quan- presente il fatto che nei sinottici il il
dell'<ereditare regno di Dior>
13, poiché non interessa il suo sco- do Paolo dice che questo Spirito regno di Dio costituisce il centro (lCor 6,9; 15,50; Gal 5,21) sotto
po immediato di insegnare ai suoi inviato da Dio nei nostri cuori gri- della predicazione di Gesù, men- 1'ìnflusso deÌ comune modo di diÌe
lettori quale sia l'atteggiaÌnento da cla <<Abba, Padre!, (Gal4,6), po- Lre la morte (e la risurrezione) di giudaico: <<ereditare>> il mondo lu-
lenere nei conîronti delle autori' trebbc richiamarsi al fatto che Cie- Gesù Cristo è il centro delf inse- turo o la vita eterna. È perciò ab-
tà civili. (Mentre nel detto origi- su ha insegnato ai suoi discePoli gnamento di Paolo, gli studiosi bastanza sicuro che Paolo abbia
naìe di Cesù la seconda parte vie- a usare la stessa lorma di invoca- tendono a sottolineare qùanto po- conosciÌrto la predicazione del Re-
ne posta in risalto, omettendola zione. Lo Spirito di Gesù, Figlio chi siano i casi in cui Paolo usa gno operata da Cesù e che la ri-
nel contesto di Rm 13 Paolo vie- di Dio, abita nei cuori di coÌoro questa espressione caratteristica di proponga nelle sue lettere.
ne a dare certamente maggior im_ che con la fede c il baltesimo si Gesù. Tùttavia, se è vero che l'i-
portanza alla prima. Questo è do uniscono al Figlio di Dio, Gesir dea racchiùsa nell'espressione (re- 2. POSSIBILI RISONANZE
vuto probabilmente alla siruazio- Cristo, e parteciparlo deLla sLra fi- gno di Dior> era diffusa nel Giu- Vi è anche un elevato numero di
ne in cui si trovavano i cristiani di glìolanza divina. E cluesto Spirìto daismo di quel tempo, I'espressio- testi in cui sj può intravedere una
Roma o a quella deÌla Chiesa pìir che abìta in loro quello che li ren- ùe come tale non era per nulla co- qualche risonanza dei detti di ce-
in generale, in quel momento cri- de ìn grado di usare la stessa for- mufle nel Giudaismo (né tanto me- sù, pur con vari gradi di probabi-
tico della storia). Se si amnette ma di invocazione a Dio che già no nell'ellenismo). Questa osser- lità. Non ne costituiscono un'at-
quesLo, le espressioni generaliz- ha usato Gesu, Figlio di Dio. Sem- vazione, assieme al fatto che il nu- testazione diretta e sono anche piu
zanti di Rm 13,7-8 non îanno Piir bÌa dunquc che in Rrn 8,15 e Gal mero complessivo delle ricorren- discussi di quelli che abbiamo trar-
problenìa. Esse indìcano ProPrìo 4.6 Paolo dimostri di conoscere il ze deÌl'espressione (regno di Dio> tato fin qui. Poiché in questa se-
che Paolo su un piano più gene- significalo pìù proîondo dell' jnvo- negli scritti non paolinì del NT, se de non possiamo soffermarci più
ralizzato applica a diverse auto- cazione,4rb4. us.1ta da Cesù (ve si escludono i sinottici, non supe- ampiamente ad arralizzafli e a ya-
rìtà un ilsegnamento di Gesir dl Adozìonc, figliolanza). la quello del corpas paolìno, in- lutarli, li elenchiamo semplicemen-
((<Rendete a Cesare qucl che è di Inoltre, alcuni esegeli si chicdo duce a ritenere che le otto ricor- te (si veda la tabella). Alcuni però
Cesare>). Anche se Mc 12,13-17 no se con (J4rrd. Padre!) Paolo renze paoline del regno di Dio non vanno ugùalmente esaminati piì)
e par., e lvlc 12,28-34 e Par. non non sj riferisca in reallà alìa pre siano per nulla irrilevanti, da vicino nei paragrafi seguenti.
.716 '717
C€su. d€tti di Gesù. detti di
/ c-orirrl. La I Corinzi si distin no a un precedente insegnamento L'affermazione (<Siete il tempio di pio, e che con questo nuovo tem-
gue tra Ie lettere dì Paolo per la di Paolo ai Corinzi. sul tcma del Dio> (lCor 3,16) si deve collega- pio egli intendeva la comunità del
presenza speciîìca di tre fiferimen- (corpo> e del (tempio)>, che si re in qualche modo a quella pre- nuovo popolo di Dio che egli
ti espliciti alla parola/comando del fondava sull'insegnanlento dì Ge- cedente, s€condo Ia quale il <îoù avrebbe creato con la sua espiazio-
Signore (1Cor 7,10; 9,14; 11,23' sù. ln sintesi, la sua opinione è damento)) che l'apostolo Paolo ha ne vicaria e con l'alleanza fonda-
26) e per ùna relativa frequenza di questa: lcor 10,16 e 11,23-2,lmo- gettato è Gesù Cristo (1Cor 3,11), ta sulla sua morte e risurrezione.
allusioni ai detti di Gesir. Essa si strano che la teologia di Paolo re- L'uso di (fondamentor, (theme- Il nuovo tempio era perciò il po-
distingue anchc per il lalto che laliva al corpo dì Cristo si foll- /lo,?) può tradire qui un influsso poìo di Dio che egli incoryorava
Paolo aflèrma espressamente che da in parte sui detti eucaristici di di ls 28,16, a cui si allude in Ef come suo sostìtuto e rappresentan-
su aLcune qùestionì non possiede Gesir. lcor 6,15 e anche lcor 2,20-22 e che viene espressamen- te, come già si stava realizzando
alcvr Herren\rot t (<parola dcl Si- 12,12.27 rjspecchiano Ia medesima te citato in 1Pt 2,4 10, due passi e sarebbe giunto al suo termine
gnorer, lCor 7, f2.25.,10) e per la tcologia del (corpo di Cristor. Ef ìn cui si esprime I'idea della Chie- con la sua risurrezione. Perciò es-
îor-nula: (Non sapetc che?...t), la 5,30, che parla ancora dei cristia- sa come tempio di Dio. In lPt so veniva inteso come un (corpo>
quale ricorre dieci vohe. Queste ni come (membra del corpo di 2,4-10 si cita Is 28,16 assieme a Sal cli risurrezione in Gv 2,21-22, do-
particolarità sollevano alcuni pro Cristor, fonda questa idea su Gn I 17(l l8),22 (la (pietra scaftata)) è ve il concerLo di corpo è forse nello
blemi interessanLi. relatìvi all'at- 2.2,1: (l due formeranno una car- divenuta <pietra angolare>), che stesso tempo individuale e collet-
teggìamento di Paolo nei riguar- ne soÌar. Proprio quest'ultjmo te- Gesil ha usato per spiegare il signi- tivo (e sotto queslo secondo aspet-
di della trasmissione dei /ogia del sto è quello a cui pensa Paolo ìn ficato del suo gesto simbolico nel to si awicina all'ideapaolina del-
Signorc cla un lato, e alla situazjo- lCor 6,15-17. Questo indica che tempio di Gerùsalemme (Mc la Chiesa come <<corpo di Cri-
ne dei Corinzi e la Ì]arura dclla 1
la conoscenza che iCorinzì han- 11,2'7-12,11c par.;cfr. Kim). Non sîo)). Diversi testi di Qumran do-
Corinzi dall'altro (nel corso della no di essere (membra di Crislo)) si potrebbe pensare che in lcor cumeDtano bene quale fosse I'am-
o del suo <corpor sì îonda sia sul- 3,11.16 Paolo riprenda l'inscgna- bientazione gjudaica deÌl'inlerpre
nostra trattazjone la prima serie di
l'insegîamento di Ciesir all'uhina mento di Gesù sul tempio e, allu- tazione metaforica o <<spirituale>
questi problemi vcrrà ripresa aÌ
cena, sia su un!inlerprelazione di dendo a Is 28,16 (cfr. Rm 9,33), del tempio sostenuta da Cesii, e
momento opporturo).
I-'uso che Paolo fa della formu-
Cn 2,24 che i Corinzi avevano im- non si riferisca anche a Sal branì comc quello di 1QH 7,4, che
parato da Paolo. È allora molto I l7(l l8),22 (cfr. kephale gonias in parlando della comunità ùsano il
la (Non sapete che?, è molto in-
interessantc il îatto che Gn 2,24 Sal l17 ,22 e lilhos.,. oktogòniaìos linguaggio del corpo e quello del-
dicativo e nel dibaîtito scienlifico
apparteùga alla hadízione sinot- in Is 28,16)? Le diverse somiglian- I'cdificio, confermano I'interpre
sui detti di Gcsil in Paolo non lìa tica dell'insegnanento di Gesir sul ze terminologiche tra 2cor 5,1 e tazione del tempio come corpo.
ricevuLo ún'altenzione adeguata. divorzio, a cui Paolo allude in Paolo sembÌa adottare un'irlter-
il detto sul tempio attribùito a Ge-
Tra le dìeci rìcorrcnze, siè spesso lcor 7,10-11 . Questo significa che srì (Mc 14,58, par. Mt 26,61) in- pretazione del tempio sia in senso
cit.rro iCor 5,6; 6,2 c 6,3; 6,9 co I'icìea paolina della Chiesa come dicano che 2cor 5,1 si rifà a quel colleÍivo (1Cor 3,16), sia ir sen-
mc richiami dei detii di Cesir che (corpo di Crìstor) si fonda, alme- detto e ne rispecchia un'interpre- so individuale (1Cor 6,19). Il cor-
sì trovano rispellivanrente jn NIc no ìn partc, sia sull'insegnamen- tazione che, come awiene in Gv po di risurrezione chc icredenti
8,15 l6 e par.; l\{t 19,28 (par. Lc ro di Gcsir all'ulLima cena. sia sùl 2,21-22, identifica il corpo di Ce- devono rivestire conie (un'abita-
22,29 30) e \,It 5,20. Quanto è det suo iùsegnanlento relativo al ma- sil risorto con ìl nuovo tempio. La zione da Dio, ùna dimora eterna,
to in lCor 9,13.2,1, d'alrra partc, trimonio/divorzio, basato su Gn formula introduttoria di Paolo in non coslruita da mani di uomo,
rìcalca una prassi comune nell'AT 2,24. La formula (Non sapete 2cor 5,1, (Sappiamo che...>), ri- nei cieli> (2Cor 5,1) è il corpo di
oppufe rìspecchja un uso colnúne. che?> di lCor'6,15.16 e i riferi- vela che egli in precedenza aveva risurrezione simile a qùello dell'ùÌ-
Restano da chiarirc i quatlro casi menti alla rradizione dell'ultima insegnato ai Corinzi la tipologia timo Adamo, l'(uomo celesteD
rimancnti: ce1'ìa in lCor 11,23-24; 10,16(lor- del tempio, fondandosi sul detto (lCor 15,42-49). Ma qùesto cor-
lCor 3,i6 ((<che siele ternpio dj se una var-iante della lormùla di Gesa! relativo al tempio. Perciò po di risurrezione ha già preso
Dio>) (Non sapcte che?))) rivelano dun- essi <<sanno)r di essere il <tempio consistenza nei credenti, in qÌran-
lCor 6,15 (rche ivostrj corpi que che Paolo aveva ìnsegnato in di Dio) (lCor 3,16) o (che il vo- to essi sono mortì e risorti con Cri-
sono men1bra di Cristo))) precedenza ai Corjnzi che la Chie- stro corpo è tempio dello Spirito sto con la fede e il battesimo, e Ìo
lCor 6,16 k(che chi si ùnjscc a sa è il <corpo di Cristo, e aveva Santo)) (1Cor 6,19). Spirito Santo ha già preso dimo-
una prostituta lornla con lei un trasmesso loro una dottrina suldi- A questo punto, il ragionarnen- ra in essi, trasformandoli nelÌ'im-
corpo solo)) vorzio ricorreùdo agli iùsegÌìa- to di Ellis ha bisogno di qualche magine gloriosa del Signore risor-
lCor 6,19 (<che il vostro corpo menti di Gesu (cfr. sopra). integrazìone, In altra sede ho cer- to (2cor 3,18). E a questo punto
è tempio dello Spirito Santo che Per chiarile quale sia I'origine cato di dìmostrare che Gesu ave- che si colloca l'afîermazione di
è in voì)). dclla tipologia del tempio in lCor va predetto Ia distruzione del tem- lcor 6,19! Lo spazio ci impedi-
E. E. Ellis ha cercato di dimo 3,16 e 6,19 può esscrc utile dchia- pio di Gerusalemme e aveva pro- sce di approfondire ulteriormeíte
str-are che qùesti ìrassi
siriferisco- marsi a lcor 3,ll e 2cor 5,1. messo di costruire un nuovo tem- questa tesi, ma a ogni modo la ti-
Gesù, detti di 119 Gesù, detti di
Possibili dei detti di Gesù

Romaúi 2Co nzi


1. Rm 12,1-2 Mc 12,17 par.; Mc 12,29-30 pat, 16, zcor 4,10 Mc 9,31 par.; Mc 10,33 par.: Mc 14,21.41 par.;
ecc. (cfr. Rm 4,25; 8,32i Gal 1,4; 2,20)
2. Rm 12,9"13 Mc 7,6 par. Mt 15,7; Mc 12,15 par. Mt 22,18;
15,26i Mt 7,1 pat. Lc 6,42 17, zcot 5,1 Mc 14,58 par. (cfr. sopra)
3. Rm 13,11-14 Lc 21,28.31.34 (cfr. lTs 5; Ef 6) 18. 2cor 6,16 Mc 14,58 (cfr. sopra)
4. Rnl 14,1-l3a Mt 7,1 par. Lc 6,37 (cfî. Rm 2,1-5; lcor 4,3-5) 19. 2Coî 12,12 Mc 6,7 par. (cfr. Mc 16,17-18)
5. Rm 14,13b Mc 9,42 rar. (cfr. lcor 8.13)
Galati
6. Rm 15,8-9 Mr 15,24; 8.ll: Mc 10,45 par. {cfr. ICor 9,19; ;
10.33; ll,l e Mc 10,44-45 pat. Mt 20.21-28)
t,
20, Gal I,4',2,20 cfr. 16, sopra

7. Rm 16,19 Mt 10,16 2l . Gal | ,l .12-16| Mt 16,16-17 (cfr. lCor 3,11; Wenham)


2,7 -9

lCorinzi Efesíni
8. lcor I,l8-2,16 Lc 10,21-24 par. Mt 11,25.27; 13,16-17 22. Ef 2,19-2r Mc 14,58 par. (cfr. lcor 3,11.16;2cor 6,16; Gal
lcor 1,20-25 Lc 11,29-32 pat. Mt 12,18-42 2,9; cfr. sopra)
lCor 1,23 Mt 11,16 par. Lc 7,23
lCor 2,8 Lc 23,13,35:,24,20 23. Ef 6,10-18 Lc 2l,28.31.34-36
9. lcor 4,1-5 Lc 12,41-46 pat, Mt 24,45-5li Mt 25,14-30 par.
Lc 19,12-27; Lc 12,3'7: Mt ,l pat, Lc 6,37a
'7
Filippesí
10. lcor 7,7 Mt 19,12 24. Fil t,2'7-2,11 Mc 10,43-45 par.; Lc 14,ll; Mr 21,12 par. Lc
18,14
11. lcor 8,13 Mc 9,42 par ,

12, lCor 9,19; 10,33; Mc 10,45 par. Colossesi


.l l,l
25. Col 3,5 Mc 9,43-48 (cfr. Mt 5,29; 18,8-9)
13. lcor 10,27 Lc 20,8
26. Col3,l3 Mt 6,12 par. Lc 11,4
14. lcot 13,2b Mr 17,20; Mc 11,22-23 par. Mt2l,2!
15. lCor 3,16; 5,6; I Tessalonicesi
6,2.3.9.ts.16.t9
conten€nti 21 , lTs 2,2-9 Mt 10,10 par. Lc 10,7
la formula
<Non sapete che?> 28. lTs4,8 Lc 10,16 (cfr. Mt 10,10; Cv 13,20)
(cfr. sopra)
29. lTs 5,15 Mt 5,39-,lO par. Lc 6,21-29 (cfr. Rn 12,11)

30, lTs 2,16 Mt 23,32-33


I
2 Tessalonicesi
i) 31. 2îs 2,1-12 Mc 13 par,
Gesù. detli di 720 121 Gesù. detti di
pologia del tempio difesa da Paolo nell'ellenismo) e quello della coe- lo dai giusti e da coloro che ne so, gli di Dio che sarebbero vissuti nel
(cfr. anchc 2cor 6,16-7,1) si fon- rcnza (un'affermazione paolina no degni (1Cor 6,9; lTs 2,12; 2Ts suo amore c neÌ suo benessere, si
da senz'ombra di dubbio sull'in- deve essere simile a un detto di Ge- 1,5; Cal 5,21; cfr. Mt 5,20.10) o era rcalizzato con la slta morle
segnamento specifico di Gesu sul sir e coerente con esso). La man- da coloro che soflo stati resi figli espiatrice e fonte di alleanza, e ciò
terÌ1pio, che ò strellamente colle canza di spazio cì ha impedito pe- di Dio e sono in grado di chiama era stalo conîelmato da Dio îa-
gato alla sùa predjcazione del Re- rò di tratlare più difiusamente i re Dto Abba (Rm 8,15-17; cal cendo risorgere Gesir. La Chiesa
gno- lCor 3,16; 6,19 e 2cor 5,1 casi elencati nella tabella allegata 4,6 7; cfr. Mc 10,15 e par.). Il ri- postpasquale tende pcrcìò a pre-
indicano chiaramente chc Paolo al punto 2. Naturalmente, una ri- lievo che Paolo dà alla grazìa di dicare la buona novella della sal-
aveva già insegnato queste cose ai cerca di questo genere íncÌude una vina corrisponde alla natura tra- \ezza già realizzatasl con la mor
Corinzi. buona dose di soggettività. Alcu- scendentale e graruita del Regno te (e la risurrezione) di Cristo,
Se rutto queLlo chc abbiamo ni potrebbero chjedersi se non vi predicato da Gesu, che si esprime piuttosto che ripetere scmplice-
detto è nel giuslo, tutte le ricorren- siano altre allusioni o risonanze con il fatto che il Regno <vienc), mente la predicazione di Gesir sul
ze della formuLa <Non sapete che non sono state scoperte, men- o è <(dato) da Dio, oppure il po- Regno, la quale aveva iÌ carattere
che?...r in I Corinzi (tranne lCor tÌe altri potrebbero ritenere che tra polo 10 (dceve)) o lo ((erediîa)>. Lo di una promessa e di un jnvito
9,13.2,1) e le sùe varianli in lCor i casi elencati alcuni debbano ve- si vedc anche nelle parabole del (cfr. Kim). Per questo anche Pao-
10,16 e 2cor 5,1 ri\elano che Pao nir rifiutali. Anche quando un'af- Regno, raccontate da Gesit (Mt lo ta della morte di Cesir sulla cro-
lo ha trasmesso ai Corirzi glì in- fernazione paolina sembra rispec- 20,1-)6i Lc
7,36-50; 15,11-32; ce il nucleo centrale della sua pre,
segnamenli di Gesir quando ha chiare chiaranente un dctto di Ge- 18,9-14; Mc 1,40-45). La sintesi dicazione. Egli esponc il suo signi-
londato quclLa Chiesa. su, i mìnimalisti desiderano sape- della Legge, che Gesù îa consistere ficato salvifico usando varie catc-
re se PaoLo era conscio del fat- nell'amore di Dìo e delprossimo, goric o metaforc, come ad esem
3. CONTINUITÀ,/AFFINITÀ to che essa risalìva veramentc a la sua critica mossa alla concezio- pio giustificazione, riconciliazio-
NELI,A I'EOLOCIA E NEI-- Gesu. ne della Legge a cuì si attenevano nc (vedl Pace, riconciliazione),
L'ATTEGGIAMENTO PRATI Stando così le cosc, si può adot- i Ciudeì suoi contemporanei, e il adozione, nuova creazione. vita
CO - Abbiamo visto che solo taÌe qLralche altro crilerio che ci sr.lo trascurare le leggi del sabato, nello Spirito, ttasformazione ecc.
qualche rara volta I'aolo indica perrnetta di lbrmulare un giudizio del dìgiùùo, della purità, della co- Le sue benedizioni sì alluano co
chìaramcnte che si riîeÌisce a un piir precÌso? Vorremmo suggerire munione nel sedersi a mensa. tro- me giustizia, pace, gioia, libertà,
detto di Gesù, e anche in questj ca qui che la continuità o l'alfinità varlo una stretta corispondenza in speranza, vita ecc. Queste calego
si, come per esempio in lCor tra Paolo c Gesù nella teoloBia e quello che Paolo insegna sulla rie/metafore e questc benedizioni
7,10-l 1 e 9,14, non lo cila alla lct llell'aheggianento pratico può es- Legge e nella sùa critica delle sono quelle promesse cspressa
lera ma lo tiptoduce íel s\to lir sere consìderato un lattore impor- ((opere della Legge> intese come mente o ìmplicitamente nella pre-
guaggio, usando talvoita una o tante, se non addiritlura un crite- un mezzo per raggiungere la giu- dicazione di Cesil sul Regno. Es-
due parolc e/o la lorma in cui es- rio. stìficazione. ll fatto che Cesir be- se sono diventate ora una realtà
si sono espressi. Queslo dìce che Si ammctte di solito che vi è una nedica i poveri e gli emarginati - con la morle di Gesu. Perciò il fat-
non si può fare del conlronto let reale continuità tra La predicazio- i <peccatoriir secondo la Legge - to che il vangelo di Gcsù relativo
tclale l'unico crilerio pcr giudica- ne del Regno da parte di Gcsit e che aderiscono alla sua predicazio- al Regno sia stato sostituito con il
re se un'afîermazione Paolina ri- la dottrina della giustiiicazione in ne del Regno, non solo è in conti- vangelo di Paolo relativo alla mor-
specchia o meno un deLlo clel Si Paolo (Bultmann, Jùngel). Come nuità con la predicazjone di Pao- te e alla surrezione di Gesù Cri-
gnore. Bisogna tener prescnte an abbiamo notato sopra, è signifi- lo ai Centili, ma anche con la sua sto non indica chc vi è discontinui-
che il parallelo nel contenuto e nel calivo il îatto che I'espressioùe ti- dottrina delÌa (giustilicazione del- tà lra Gesìl e Paolo. E piuttosto
significalo. I casi di allusionj c di picamcnte gesuana (regno di Dio) I'empio> per sola Erutia (Dahl vero il contrario: doveva essere so-
risonanze chc abbianÌo clerlcato sia usara aDche da Paolo (piir di 5), stituito in questa maniera.
sopra sono il frutto di un confron otto volte, mentre altrove nel NT È piìr giuslo dire che vi è una Paolo, però, nelf insegnare che
to critico di vocabolario. di îorma è usala raramente al di luori dei stretta corrispondenza tra I'inse- la salvezza promessa da Gesù con
e/o di contenuto tra le aflerùÌazio- vangeli). Come Gesit, Paolo inse- gnamento di Gesu che si incentra Ìa predicazione del Regno si era
ni paoline e í /ogld del Signore ri gna che il regno di Dio e sia pre- sul regno di Dio e la teologia di realizzata con la sua morte e risur-
portati nei sinottici. I critcri scien- seùte (Rm 14,17; lcor 4,20; Col Paolo nella sua globalità, piu che rezione, non potrebbe aver conti-
tiîici impiegati sono qùello della 1,13; 4,11), sia fururo (tutti gli al- tra il primo e la dottrina paolina nùato a usare il ìinguaggio del
dissomìglìanza (ossia: un'aîferma- Tri casi). Esso maniîesla la sua îor- della giustificazìone (!edl Centro (Regno))? E se lo ha fatto, perché
zione paolina che è simile a un dcî- za salviîjca attraverso lo Spirito della teologia di Paolo). In gene- ciò si verifica solo in pochi casi?
to dj Gesir può provenire solo da (lCor 4,20 cîr. NIt 12,28; Lc re, per la Chiesa postpasquale ciò Tra le varie categorie/metafore
quest'uÌtìmo, poiché esso è origi- 1 1,20). Sarà (ereditato> non dal-
che Gesù aveva proizesso con la che Paolo usa in sostituzione del
nale e diverge da quanto si trova la carne e il sangue e dai peccato- predicazione del Regno, ossia che lìnguaggio del Regno, la più rile-
sia nell'AT c nel Giudaìsno. sia ri (1Cor 15,50; Gal 5,21), nla so- avrebbe creato un popolo o dei fi- vante è quella della giustificazio-
(ì€sÌr. detti di 122 723 Cesù. detli di

bc avuto quesLo signifìcato ed egli rà rra Paolo e Cesù per quanto ri- egli avrebbe anche chiesto di sa-
ne. Pcrlomeno, color-o che soslen-
gono che il concctto di giustifica- Ie aveva applicato quanto si rife- guarda il loro insegnamento esca- pcre se era esatto quanto gli elle-
zione non è seùplicementc un riva alla figura d,el 'ehed Jhwh lologico (si veda soprattutto E. nisti testimonìavano su Gesù Cri-
(cratcre secondario, o qualcosa (<scrvo del Signore>) che doveva Schweizer a proposito del testo sto e il sùo insegnamento. Per
(consegnare la sua anima alla paolino di lCor 15,20-28. relati- esempio, se Paolo avesse udito che
che è sorto in seguito, per via del-
le polemichc, ma rapprescnta la morLe)) come 'ajrm ((sacriîicio in vo al Regno). L'insegnamento gli ellenisti gìustificavano la loro
categoria îondanentalc della so- riparazione di una colpat), (8ir- cscatologico di Gesu consiste nel- predicazione ai Gentili con il fat-
safi.ardo n1olti)) (Is 53,10-12; Mc la predicazione del regno di Dio. to che Gesù si rivolgeva agli emar-
reriologia paolina, devono spiega
re perché Paolo abbìa sostituìto iÌ 11,1i 25 e par.), Paolo natural- ln questo senso è interessante la ginati, non avrebbe awertito la
lingùaggio del Regno soprattulto menle ha interpretalo la saÌvezza continuità tra I'intenzione di Ge- necessità di sapere in che modo
realizzatasì con Ìa morte di Ciesil sù di riunire nel Regno il popolo Cesù giustilìcava questo suo atteg-
con quello della giustiîìcazione.
di Dio che aderisce a lui e la con- giamenlo, soprattutto perché es-
Certo, jl rnotivo potrcbbe essere soprattutto con la calegorìa della
giuslizia,/giust jficazione. Una ta- cezione paolina della Chiesa come so gli sarebbe stato difficile da ac-
dovuto al Iatto chc la <giustizia>
le calegoria, che esprime f idea di
popolo di Dio e corpo di Cristo. cettarsì prima della sua conversio-
era un probicma centraÌe dcl Giu-
daismo: bisognava cioò vedere se espiazione, di perdono dei pecca- Questi paralleli mostrano anche ne? Per Paolo Cesil non era ùn
ti e di resLaurazione di un retto quanto îosse profonda la cono- antico eroe leggeldario, ma un
cra possibile oltenere la sah'ezza
rapporto con Dio, ossia un rap- scenza che Paolo aveva della pre- suo contemporaneo che poco tem-
o continuarc a vivere in una rela-
porto di alleanza, presentava inol- dicazione del Regno eflettuara da po prima cra stato crocifisso co-
zioùe di alleanza coù Dio median-
tre ilvantaggio di rendere eviden- Gesir. me faLso Messia. Se si tiene pre-
te I'osscrvanza della Leg8e. Oppu
re lo si potrebbc spiegare dicendo ti gli intenti che Gesù si propone- C. Wolîf ha esaminato ìa docìt- sente questo fatîo, è impossibjle
va neL predicare il Rcgno e anch€ mentazione proveniente da Gesù pensare che Paolo non abbia cer-
che Paolo ha cercato dicvitare un
fÌaintendimento politico del suo il suo modo di comporlarsi nei ri- e da Paolo, per confrontare i lo- cato di conoscere piil accurata-
guardi dei peccatori. ro rispettivi atteggiamenti neì con- mente Gesù, la sua vita e il suo ìn-
vangelo nel mondo romano. Lo si
può collegare inoltre con la sua Pertaùto. non solo la strctia re- fronti di quattro elementi: la ri- segnamento da testimoni piir diret-
conversione da un atteggiamerlto lazione di contenuro rra il vange- nulcia, 1'astensione dal matrimo- ti, ad esempio Pietro e altrì clìe
lo del regno dì Dio predicato da nio, il servizio umile e la persecu- provenivano da Cerusalemme, co-
di zelo che si atteneva rìgidamen-
Gesù e il vangelo della morLe e ri- zione. Egli osserva che a qùesto ri me Barnaba. Silvano e Giovanni
te alla giusdzìa ottenuta median-
guardo vi sono (alcune notevoli Marco. Né è faciÌe ritenere che la
le la Legge (!,edi Opere della Leg- surrezjone di Cristo predicato da
ge) aLla convinzione che la giusti- Paolo, ma anche la scelta da par- corrispondenze) tra le due tigure stretta corrispondenza tra l'inse-
zia dì Dio si riceve solo tramìle re di Paolo della giustizia,/giusti- e conclude che Paolo in quanto gnamento e il comportamento di
apostolo e rappresentante di Ge- Gesiì e quelli di Paolo potrebbe es-
Gesu Cristo (Gal 1,13-16; Fil ficazione quale categoria più adat-
ta per interpretare la salvezza in sil Cristo (si rivela un [suo] fede- sersi resa possibile se Paolo non
3,4 1l). Per via di questa sua espe
Cesu Crisro. rivela che Paolo co- Ie seguace>. Non possiamo forse avesse desideraLo seriamente co
rienza, Paolo vide chiaraùente
nosceva benc la predicazione del vedere anche in questo una prova noscere Gesil.
che la giustizia di Dio sta nella sua
azione salvifica in Gesir Cristo e Reg[o eîfettuata da Gesìr, e la sua ulteriore che Paolo conosceva Possiamo quindi concludere che
concezione della proplia morte. rnoho bene la vita e I'insegnamen- le notevoli affinità tra Paolo e Ce-
consratò qujndì che la cateSoria di
giustizia,/giustificazione era la piu Abbiamo già fatto notare come to di Gesù? sù in îatto di teologia e di compor-
adatta a esprimere il fatto che ta- Paolo riprenda l'insegnamcnto Alcuni ritengono che le alfini- tamenlo possono essere viste co-
le salvczza consisteva r'ella gruzia originaÌe di Gesii sul tempio, co- tà tra PaoÌo e Gesù nella teologia me una prova che Paolo cotrosce-
e nell'atteggiamento pratico siano va profondamente l'insegnamen-
e non nella giustizia ollenuta me- n]e pure la sua invocazione sìngo-
lare rivolta a Dio come Abba e aí- da attribuire alla mediazione de- to e la condotta di Gesù. Posso-
diante 1a Legge, come ritcnevano
gÌi eileir'sll (Wedderburn 1 17- 143; no essere considerati come îrutto
ìGirideì. che la sùa idea dell'adozione dei
La ragione princìpalc sta però credenti nella famiglia di Dio. cfr. Hengel, Dunn). Certo, gli el- di una riflessione che Paolo ha
nella sua concezioÌÌe della morte Quesri insegnamenti di Cesù sono
lenisti possono essere coloro che condotto sui detti di Gesu, poiché
di Cesù come sacrìficio cspiatorio strettamenle legati alla sua predi- hanno trasmesso per primi la tra- e soprattutto attraverso i detti che
e di alleanza, che ha portato Ìa sal- cazione del Regno. Il latlo che Ce- dizione del Signore. Non sarebbe si esprime l'insegnamento di una
accolga ipeccatori, chc secon però realistico supporre che Pao- persona. Se la teologia dj Paolo,
vezza promessa da Gesil con la sua sÌ.r
predicazione dcl Regno (Rm do moltí cosrituisce iì fondamen- lo si sarebbe accontentato di co- e soprattutto la sua dottrina della
3,21-26:zcoî 5,21 ecc.). Poiché to della predicazione di Paolo ai noscere soltanto il loro insegna- giustificazione, riproduce fedel-
I'evenlo sttltiJîco eta il sactificio Gentili, è in realtà rÌn anlicipo e mento e il loro stile di vita. Poi- mente la predicazione di Gesù sul
espialorio e costitutivo dell'alleatl un pegno della sah'ezza, dell'in- ché egli non predicava altro che Regno, dobbiamo concludere che
za e, inoltre, poiché Gesù aveva gresso nel regno di Dio. Si è no- Gesìl Cristo e l'azione salvifica di egli la conosceva bene, e ciò im-
predetto che la sua mortc avreb tata spesso anche Ìa stretta aifini- Dio compiuta attraverso di lui, plica che egli conosceva bene an-
'724 't25
Gesù, detli di Gesù. detli di

chei detti di Gesù (incluse le pa- vere del vanSelo) (lCor 9,14; cîr. suana" del regno di Dior (Walter to,>, lCor 4,10-11; Rm 4,25; 8,32;
rabole) relalivi al regno di Dio. 1Ts 2,2-9; ,edi Aiuto finanziario) 63). Egli conclude che Paolo non Gal I,4; 2,20), che rìmanda agli
Qucsla constatazione di una e diverse allusioni di Paolo ai det- era iamiljare con il messaggio di annunci della passione da parte di
continuiti! teologica tra Gesu e ti di Cesu vertono sul tema dell'a- Gesil, oppure non era in grado di Gesu; alla sua trattazione cristo-
Paolo può far penderc la bilancia poslolato e della missiore (Rm (capire e assimilare questi ingre- logica e soteriologica in lCor
verso un giudizio piùr positìvo per 15,8-9; 16,19; lcor 4,1-5:, 7,1; dienti fondamentali della tradizio- l,l8-2,16, che è piena di remini-
i casi (come quelli esaminati sopra, 2cot ll,l2 GaI l,12-16; 2,7'8; ne su Gesu> (Walter 64). scenze del grido appassionato di
al punlo 2) in cui si discute se vi 1Ts 4.8 ecc.). Su questo punto bi- Sìmili alîermazioni possono pe lode elevato da Gesu (Lc lO,2I-24
sia qualche aLlusionc a un derto dj sogna conslatare che Paolo (se- rò provenire solo da quci <mini- e par.). Non abbiamo qui lo spa-
Gesu in un'afftrmazione di Pao- gue> (o imita) strettamente Gesù malistiD che accettano esclusiva- zio sufficiente per esaminare se
lo. Si può dunque lormulare una neÌla sua vita apostoljca di rinun- mente quei pochi testi di Paolo in dietro alla sua cristologia del ky-
tesi analoga a queÌla proposta da cja, di celibato, di umìle servizio cuivi è un esplicìto rjferimento ai rlo.t, alla soteriologia della ricon-
J. Jerenlias sul problema dell'au- e di sofierenza, cioò in quegli ele- detti di Gesir. Ma, come abbiamo ciliazione e della nuova creazione
renticità dei /o.qia del Signore nei menti che. come abbiamo visto so- visto. vi è una stretta continuilà ecc. non vi sia qualche insegna
sinottjci: nelle lcttere paoline, neì pra, suppongono che egli cono- tra la predicazione del Regno da mento specifico di Gesii. Ma ab-
casi in cui si discute se vi è un'al- scesse la vita di Gesìt e il suo inse- partc di Cesù e ilvangelo paolino biamo mosuato a sufficienza che
Lusione a un detto del Signore, il gnamento su questo genere di della salvezza di Dio attraverso la anche nelle sue aflermazioni cri-
peso delJa prova grava su coloro comportamento. E evidente che, morte e la risurrezione di Gesù stologiche e soteriologiche vi so-
che la negano, piir che su coloro jn quanto apostolo e mjssionario, Cristo, e la sua inîerpretazione dì no chiare reminiscenze degli inse-
che la ammeLtono. Paolo teneva in gran conto l'inse- questa salvezza sopratlutLo me- gnamenti di Gesil.
gnamento del suo Signore sùlÌ'a- diante la categoria della giustifi- Certo, è vero che egli non cìta
4 TFMATICHE TEOLOGICHE postolato e la missione, come pu- cazione. Abbiamo ceÌcato di mo- alcun detto di Gesir a sostegno del-
E DETTÌ DI CESÙ I dEtti di re ilsuo esempio (cfr. lcor 11,1). strare che la sostituzione del Re- le sue argomentazioni cristologi-
Cesrl che abbiamo irldividuato, Poiché le parole di Cesu all'ul- gno con la gìusrificazione non era che e soteriologiche. Ma tranne
anche se solo attraverso allusioni tima cena sono citate espressa- un semplìce espediente, ma una che in lCor 7,10-l I e 9,14 egli non
o risonanze, sono diversi lra loro mente da Paolo. non c'è bisogno necessità logica. E abbiamo anche usa in quesla maniera la tradizio-
e compaiono in vari contesti del di mostrare piu a fondo che esse aîfermato che qÌlesta continuità o ne di Cesìr nemmeno per altri tipi
l'insegnamento paolìno. La mag- hanno inlluiîo sulla sua doltrina unità suppone che Paolo cono- di affermazioùi teologichc. Rispet-
Sior parte di essi però verte su te- dell'eucaistia (redi Cena del Si- scesse pÍofondamente la predica- to ai suoi insegnamenti erici ed
nri che si inquadrano nell'insegna- gnore, eucarislia). Abbiaúo anche zione di Gesii sut Regno e la visio- escatologici, Paolo rivela una
mento e/l.o ed escaloloqico dr acceDnato alf influsso esercitato ne che Gesù aveva della propria maggior libertà nell'interpretare il
Paolo. È interessante il fatlo che dai detti di Cesù sul tempio e sul morte. Altrimenti non possiamo messaggio di Gesil quando lo in-
ìn un certo numero di passi Pao- matrimonio/divorzjo, come pure spiegare I'unità teologica tra Pao- serisce nella sua cristologia e so-
lo aÌluda a delti di Gesir che Nlat- dei detti eucaristici, sulla concezio- lo e Gesù. teriologia, dove spesso sostitùisce
teo e Luca hanno inserito neÌ di- ne paolina della Chiesa come cor- Oltre a qùesta considerazjone il linguaggio di Gesii con quello
scorso della nlontagna/della Pia- po di Ctisto. fondamenfale, contra Waller pos- suo proprio. Questo è del tutto
nura. D. C. ALlison nc ha dedot- Vcniamo ora alla questione se siamo far rilevare i riferimenti che comprensibile. La nostra esposi-
to che Paolo ha conoscìuto una anche la cristoÌogia e la soteriolo- Paolo fa al regno di Dio, i quali zione precedente (cfr. sopra, 3)
precedente raccolta di logia dr Ge- gia di Paolo riflettano l'inseglla- sono significativi ìn se stessi, ac- cerca di spiegarne in qualche mo-
su, conseNati ora in Lc 6,27-38, mento di Gesil. N. Waher affer- canto alle aifinità con la predica- do le ragioni.
la sezionlr centrale del discorso del- ma che proprio (nell'esporre il zione di Gesù sul Regno. Possia- Percjò nella sua cristologia e
la pianura (cfr. Mt 5,38-48; 7,12) contenuto centrale del suo valge_ mo anche ricordare il fatto che egÌi nella sua soteriologia, come pure
Nel constatare una (stretta dipen- Lo, nel fare qùeste importanti af- cita le paroÌe eucaristiche di Ce- in iutti gli altri settori della sua
denza) dalle tradizioni escatologi- fernazioni cristologiche e soLerio- sù, che diificilmente possono non teoÌogia, Paolo si richiama ai detti
che presinottiche di Cesil, D. logiche... Paolo non aderisce ad aver influenzato Ia sua soteriolo- di Gesù. In altri termini, l'insegna-
wenham ritiene che le aÌlusioni alcuna tradizione su Gesìr> (Wal- gia; le sue allusioni alf invocazio- mento di Gesù fornisce a Paolo il
paolìne siano una docùmentazio- ter 74). Egli ririene inoltre che ne Abba, con cui Gesu si rivolge lbndamento di tutta quanta la sua
ne importante per ricosLruire la <nell'esporre il vangelo di Cristo, a Dio e che forma la base della sua teologia.
sLoria di quelle tradizioni del van- Paolo non rivela alcùna traccia cristologia del Figlio, della sua so-
gelo. dell'influenza degli elementi teo- teriologia dell'adozione e del suo 5. LA TRADIZIONE NARRA-
Uno dei rìferimenti espliciti di logicamente piu rilevanli della pre insegnamento sulla testimonianza TM - Secondo N. Vy'alter,
Paolo a un detto di Gesù riguar- dicazione di Gesil, e soprattutto dello Spiriro in Rm 8; il suo uso (non vi alcuna prova che Paolo
è
da iÌ privilegio apostolico di <vi- della tipica interpretazione "ge- di paradidomai (<essere consegna- conoscesse la tradizione narrativa
'72'7
Gesir, detti di
Gesù, d€tti di '726
at'fidato agli apostoli la loro nììs- 10,33 I 1,1; 2Cor 4,5: 8,9: l0,l: Fil
su Cesil). Ma anchc <luesta è radidomai (2cor ,1,11; Rm 4,25; sione (Ìvlc 6,7-8 e par.; cir. Mc 2,6 8 si vede chiaramentc chc Pao-
un'allermazione positivista di un 8,32; Gal 2,20; cîr. lCor 11,23; 16,17-18). Il faîto che cgli consi lo sapeva che la vita di Gesir era
minimalista. Bisogna invece, con Gal 1,4) indica che Paolo conosce- dera i miracoli come segni di un stata una vìta dì povertà e di umi-
M. Hcngel, considerarc realistica va la tradizione della passìone. aposloÌo, in quanlo quesL'ultinlo le ser-vizio. In lCor 13.4-7 e Gal
meltc quale fosse lo Si/l lr? Le lCor 2,8 aÌlude alle autorità giu- rappresenta e dvela Gesù Cristo, 5,22 23 l'elenco delle virtir chc do-
Aer della predicazione missiona daichc c romane che hanno croci- non implica forse che egli sa che vrebbero definire la vira crisriana
rìa di Paolo: (Nell'antichità era j-isso Cesu e Rú 15.3 si riferisce GesÌì hà mosirato ì'efficàcia deì sono <tratti carattcristici) di Ce-
del tutto impossibile proclaÌnare probabilmenle agli <insulti> che la salvezza del regno di Dio attra- su (Dunn, Wedderburn). Paolo
K-l,rlos, Flglio di Dio e Redentore Gesù ha sofîerto sulLa croce (cfr. verso i nliracoli? E questa cono- esorta i cristiani a (rivestirsi dì
Lrn uomo crocifisso pochi anni prì- anche 2cor 13,4). Sarebbe certo scenza noll sta forse alla base del- Crìsro)) (Rm 13,14; Gal 3,27) e in,
ma, senza dire qualcosa su chi era, arbitrario dire che ì dati diretti e la sintesì della propria missione vira a <imitarlo> (lCor lÌ,1;lTs
che cosa aveva insegnato e latto, concreti di I Cor 1 1,23-25 e 15,3-5 apostolica, che egLi delinea in Rm 1,6). tn questi e in altri casi ìn cui
c pcrché era nìortor (Hel1gel l9l l, non sono in grado di documenta- 15,18-19: (Non oserò ìnlatti dire esprime le sue esorlazioni etiche,
34). Questa considerazìone do- re che Paolo conosceva una ver- alcunché di queste cose se non che egli parla spesso dell'esempio dr
vrebbe indune gli studiosi a esa sionc palticolare del racconto del- le ha compiute Ctisto pet mezzo Cristo, e questa <funzione escm-
minare con maggìorc cautela le in- la passione, per i] latîo che rispec- mio, affinché ì paganj si sottomer- plare di Cesù, qùale Paolo l'ha in
dicaTioni delle lcttere dì Paolo da chiano una formula liturgica e ke- tano all'obbedienza in parole e in tesa, è coercnte con la natura dì
cui si può dedurre che egli cono- rigmatìca (pdce Walter). Walter si azioni, con la forza dei segni mi Cesir descritta nei vangeli, (Bru-
sceva la tradizione narrativa su oppone a queste prove evidenti, racolosi c dci prodigi, con la po- ce 96; cfr. anchc H. Schùrmann).
Cesu, tenendo conto che sono aîfermando da un lato che Paolo tenza dello Spirito) (cfr. anche CcÍamerlte, quando Paolo par-
semplici indicazioni e non narra (ha certo conosciùto qualcosa del- lcor 2,4; lTs 1,5)? Cristo è per- la dell'esempio di Cristo che con-
zioni ampie della vita c delle azioni 1'evento della passione di Gesut, ciò operalore di miracoli e i mira sìste nella rinuncìa, nel servizio,
di Gesù. sul tipo dì quelle che si e dall'altro negando <che Paolo coli che Paolo aposlolo ha con]- ncll'amorc, ncll'umiltà, nella
trovano nei vangeli. conoscessc il r'acconto della pas- piuto sono in realtà le opere che mansueludine ecc., egli non si ri
In Gal3,1 PaoLo ricorda ai Ca- sione nella (o in una) versione pre- Crrslo ha compiuto attraverso di îerisce al comportamcnto di Ce-
lati che egli ha (presentato al vi sinottica> (Walter 63). Ma una ta- 1rl. Se Paolo non avesse sapùro sù dùaante la sua vita terreùa, ma
vo ai loro occhì Gesù Crislo cro- le distinzìone è del tutto arbitra- che Cristo aveva compìuto mira- alla sua esistenza globale, dalla
cifissor, la prima voha che ha Lo- ria. Se Paolo ha conosciuto qúal- coli, come avrebbe polulo parla sua preesislenza all'incarnazione e
ro predicato il vangelo. ln Cal cosa della passione di Gesù, ha co- re in questi terniini? (clr. oltre). alla vita tcrrena, fÌno aÌlo stato
6,17 e 2cor 4,10 egli parla della nosciuto ?'lrd veasìone del raccon- Del resto. uno dei detti di Pao- presente, dopo la sua glorìfìcazio-
sua vita apostolìca che è contras- to della passione. Come potrebbe Ìo sul Regno (1Cor 4,20) sembra ne (vedl Cristologia). Ma le azio-
segnata dal <portare le stigÌnale essere aLtrimenti? rìvelare che egli conosceva Ia pre e la natura di Cristo nella sua
Istignatal di Gesrì) e dal (porta- Poiché Paolo ta della morte e dicazione di Cesìl sul Regno, ac- esistcnza al di là della storia sono
re la trtor te lret]"riisl di Gesil)) nel della risurrczione di Gesu Cristo compagnata da rniracolì (cfr. Lc viste alÌa luce di quelle del Gesir
suo corpo. ln queslicasi,1'uso del ì1 centro della sua predicazione, è 11,20 e par.; C. Hauîe). Come lerreno (oppure, come dice Wed
nome Gesi (invece dell'espressio ùaturale che le sue allusioni alla Gesil aveva reso attuale con i mi- derburn, t88, sono (proiezioni al-
ne piu familiare (morte di Cristo îradiTione narrativa su Gesu si racoli Ia salvezza del Regno che L'indietro e in avanîi dci modclli
[Gesir])), come pure i termini stig concentrino sul racconto della stava predicaúdo, così anche Pao- dì azìone e del compofiamento del
nata c nekrasis indicano chiara- passioÍe. Non mancano però ìn- lo, il suo apostolo, aveva reso at- Cesù teÌrenor). Può essere certo
menîe che egli pensa al proces- dicazioni che egli conoscesse alt tuale attraverso i miracoli Ìa sal possibiÌe che, senza conoscere nul
so concrelo della crocifissionc di tìpj dj tradizione narrativa. Aùche vezza del vangelo che egli predi- la della vita e della natura del Ge-
Ccsu (Wolfl). Da questo latto a questo proposito walter affer- cava. Ma Paolo 10 faceva nel oo- su slorico. Paolo abbia allribuito
Kleinknecht deduce giustamcnte ma sbrigativamente che <lc azio- me di GesÌr Cristo ed era convin- scmpliccmcllte questc buone qua-
chc Paolo (deve aver avuto da- ni di Gesir non avevano aÌcun ri- to che con questa sua opera il Si- lità aÌ suo (Cristo)). Come però
vanli a sé clualche immagine vìsi lievo> nel quadro che Paolo trac- gnore rìsorto, Cìesil Crjsto, poJta- abbiamo notato sopra, le (note-
var della morte di Gcsil. La stes- cia di lui, (e certo non le sue azio- va avanti la sua opera di salvezza voli corrispondenze)) tra Gesil e
sa impressione si ricava da Fil ni in quanto operatore di miraco- come durante il suo ministero ter- Paolo per quanto riguarda una vi
3,10, dove Paolo parla della pro- li). Quando però Paolo parla dei reno. Paolo rivela così, sebbene ta di sofîerenza e di umile servi
pria volontà di (<partccipare alle (segni del vero apostolor> definen- per allusioni, di conoscere una tra zio fanno pensare più realistica-
soffcrenze ldi Cristo], diventando- doli (segni, prodigi e miracoli>) dizjone narrativa su Ccsii opcra- meùte che, avendo imparato dj
gli conîormc nella morte). (2cor 12,12; Rm 15,18-19; Gal lore di miracoÌi. fatro dalla vita e daÌìa condotta del
Abbìamo inoitre già osservato 3.5: lCor 2,4; lTs 1,5), sembra ri- ln testicome Rm 15,3.8 9; lcor Gesù slorico, Paolo, in quanto
che l'uso paolino de1 tcrmirle pa- cordare le parole con cui Gesù ha
Gesù. detti di '728 129 Gesù. detti di

suo apostolo, abbia cercato diimi- siderevole di riferimenti o di alhr- di Cesii di Mc 7 perché esso era verso le opere. Se questo pcrò noù
tarlo. E molto piu verosimile que- sioni ai detti di Gesù e alla îradi- noto ai Corinzì ed eIa proprio la ò avvenulo, lo si deve îorse al fat-
sto che non il latto che eeli si sia zione narrativa che 1o rìguarda. sùa retta interpretazione che costi- to che Paolo con un suo proprio
dedicato completamente alla ri- Compaiono in tutte le lettere di Luiva argomento dì controversia Ìinguaggio ha of ferto un'ìnterpre-
nuncia, al servizio e alla persecu- Paolo e sono connessi con tutti i tra i îorti e i deboli di Corinto. Co- tazione e una presenlazione piìi
zione solo come frutto della sua temi principali della sua teologia. sì pure, in Gal 2,11- 14 Paolo po- globale dell'insegnamento di Ge-
immaginazione (si notj beùe l'u- Gli studiosi però affermano di so- trebbe aver conosciuto la diversa su, c questo era necessario, in
so del nome (Gesù) in 2cor 4,5, lito che tali riferimenti sono (sor- ìnterpretazione del detto da parte quanto il suo vangelo vcrteva so
come pure in 2cor 4,10; Gal6,17). prendentemente) pochi. Ma il di quelli di Gerusalemme e aver prarlutto sulla cristologia e la so-
Dobbiamo qujndi ritenere che problema dì vedere se sono da ri- pensato che sulla lradizione di Ge- teriologia. A quanlo sembra, neL-
Paolo conoscesse ampiamente una tenere tanti o pochi dipende dal su egli non poteva parlare con la l'esporre che la salvezza avviene
aradizione narrativa sulla vita, il modo con cui si stabilisce il con- stessa autorità di Pietro. per grazia, egli ha ritenuto più in-
ministero e il comportamento di fronto. Certo, essi sono sorpren- J) Si è fatto notare che ìn lCor cisivo riîcrirsi alla riveÌazione ef-
Gesù, in quanto essa si rispecchia dentemente pochi in confronto 7,7 Paolo allúde probabiLmenle al fettjva della grazia di Dio nella
in quei testi in cui egli parla di Cri- con le citazioni dell'AT che si tro- detto di Cesu riportato in Mt morte vicaria di Cristo, piuttosto
sîo proponendolo come esempio vano in Paolo o con la prassi dei ì9,12. Ma in tal caso, dicendo in chc appellarsi alle parabole rac-
(anche se si dìscute se esemplo rabbini di quel tempo o dei iilo- lcor ?,25 di (non avere un co- contate da CcsiL a queslo propo-
debba essere inteso qui come qual- soli ellenisti, nel Ìoro richiamarsi mando del Signore quanto alÌe sito. Se si tiene presente tutto alue
cosa che va imitato; si veda Kiise- ai rispettivi maest . Ma, come ab- vergini>, egli affermerebbe che sto. risulta chiaro clte i casi in cui
mann, Martin; redi Inni, fram- biamo detto sopra, rjspetto ai ri- non ha trovato rilevantc per le Paolo omette diriîerirsi a un deL-
menti innici, cantj, canti spjri- ferimenti alle azioni e agli insegna- ((vergini)) il detto di Gesu di Mt ro di Gesil sono in realtà pochi, e
tuali). menti di Gesil che troviamo negli 9, 10- 12. si possono capire facilmerte.
Anche la continuità che esiste altri scritti del NT (per esempio 4) ll rnotivo per cui Paolo non 'fLlltavia, sc si confrontano i ri-
tra il fatto che Gesu accoglie i pec- Atti, le lettere giovannee e Giaco- cita gli esempi di Gesu chc ha la lerìmenti di PaoÌo alle Scritture
catori e la missione di Paolo ai mo), quelli degli scritti paolini non vorato di sabato, quando discute dell'AT con 1'abitudine deì rabbini
Gentili indica che Paolo conosce- sono per nulla pochi. sull'osservanza di alcuni giorni fe- di queL tempo e dei îilosofi di ri-
va una tradizione narrativa su A. J. M. Wedderburn (11?- 118) stivi (vedi Giorni sacri, calenda- chiamarsi alle parole dei loro mae-
quell'aspetto della vita di Gesu. elenca alcuni temi per i quali ci si rio), potrebbe essere che egli ave- stri, emerge chiaramente che j ri
Come si osseNato sopra, questo
è aspetterebbe che Paolo iacesse ri- va già insegnato ai Galati quale ferimerli di Paolo ai detli di Ce-
non si può negare ricorrendo al- ferimento alf insegnamento di Ge- fosse il vero signifìcato del saba su sono molto pochi. lnoltre,
I'ipotesi che gli ellenisti avrebbe- sù, ma di fatto tali riferimenti to, citando le guarigioni compiu- nentre i rilerimenti alle Scrìtture
ro mediato questo elemento del mancano: l) le discùssioni sull'os- le da Gesu nel giorno di sabato co- deÌl'AT sono Ìrolto spesso espli-
ministero di Gesir per giustiiicare servaDza di alcuni giorni (Gal me segno che egli già stava realiz- citi e leÙerali, benché alcuni resti-
la loro predicazione ai Gentìlì. In 4,10; Rm 1,1,5 6);2) iconsigli per zando il signilicato escatologico di no solo allusjvi, i suoi richiami ai
realtà, Rm l2,l6b (cfr. Rm 15,7) Ìe (verginir (lCor 7,25-28; cft. Mt quel giorno (si ùori il riierimento detti di Cesir sono per lo piu allu
sernbra indicare che Paolo cono- 19,10-12?); 3) I'atteggiamento da di Paolo alla sua precedente (fa- sivi, spesso solo una lontana eco,
sceva il signiîicato del rapporîo tenersi di lronte alle autorità (Rm tica) nei loro riguardi in Gal4,1l), e raramente sono cilazioni lette-
che Cesu aveva instaurato con gli 13,1-7); 4) il problema relativo agli oppure, nel caso di Rm 14,5-6, per rali.
umili (KAsemann 1980, 347; alimenti e al sedersi a una mensa il îatto che egli considera l'osser- Bisogna dunque lrovare un mo-
Thompson). comune (Rm l.lt lcor 8-10; Cal vanza del sabato (come anche l'os- tivo (o imoLivi) per questo fatto.
lniine, Rm 1,3-4; 9,5 e Cal 4,4 2,ll-14: cfi. Mc 7.15.18 19 e senanza del digiuno) come un Certamente, il grande rispelto che
(cfr. anche Gal 1,19: (Giacomo, par.); 5) la dottrina della salvez- adíaphoron (<<!ra q'Jestione indif- Paolo dimostra per il <comando>
il îratello del Signoren) rivelano za pet gîazia e non attraverso le ferente)>), in quanto egli Ìo ha già del Signore jn lCor 7,10-l l, man-
che Paolo non era neppure del tut- opere (cfr. per esempio la para- visto osservato in Gesu e non lo teneDdolo distinro dal suo proprio
to ignorante o privo di interesse bola degli operai della vigna, Mt eleva a un'opera meritoria per la insegnamento, e il suo rirÌcresci-
nei confronti della famiglia origi- 20,1- 16). sal\ezza. mento jn lCor 7,25 per non avele
naria di Gesu. Abbiamo però già osservato che 5) Per noi sarebbe più naturale un (comandor del Signore per le
l) in Rm 13,1 7 Paolo si richiama ed efficace se Paolo avesse citato <vergini>, indicano chìaramcnte
6. LA SCARSITA DEI RIFERI- all'insegnamento di Gesù di Mc qualche parabola di Gesù, per che la sua mancanza di inleresse
MENTI E LA LORO NATURA 12,17 e 2) in Rm l4,l4a-20 egli al- esempio quella degli operai della per i detti del Signore o iÌ rispctto
ALLUSM - Se quanto abbìa- lude al detto di Gesr'r di Mc vigna o del figliol prodigo (Lc 15), chc cgli mostra nei loro confron-
mo detto sin qui è esatto, nel .o,. 7,l5.19. In lCor 8- 10 egli potreb- per dimostrare la sua dottrina del- ti non sono sufficienti a chiarire
prs paolino vi è un numero con- be aver eviîato di riferirsi al detto la salvezza per grazia e non atlra- queslo feùolllcno.
Gesù. detti di 730 731 Gesù, defti di
Alcunì tenta[o di spiegare que- riferisce maì alle tradizioni di Ce- se (lCor ll,2; 15,1; Fil 4,9; Col sopra). Per Paolo, Ccsu è signifì-
sta scarsità ricorrendo all'ipotesi sù contenute nel suo vangelo € I 2,7; lTs 4,1 2; 2Ts 2,15;3,6; cfr. calivameùte e anzitutto non un
che gli avversari di Paolo avesse- Giovanni presenta solo pochi ri- aùche Rnl 6,17) e alla conoscenza maestro. ma ll Crslo che è morto
ro un ruolo importante a questo ierimenti alle tradizioni che si ri- che essi già hanno acquisito dej va- e risorto (redl RisurrezÌone) per la
riguardo. Wedderburn ritiene che îrovano nel vangelo di Giovanni, ri insegnamenti contcnuti nella salvezza clell'Lrnanità! Perciò il si-
Paolo vedesse che l'insegnamen- Nelle altre lettere non paoline e tradizione (1Cor 3,16 i 5.6; gnilicato che Gesir in quaùto Si-
to di Gesir era detenuto in gran nell'Apocalisse la situazione è la 6.2.3.9.15.16.19: 2cor 4.15: 5.1; Snore rjsorto assume per Paolo
parte da (<mafli nemicher e veni- stessa. La scarsità dei rilerimenti Gal 2.16; lTs 2,ll-12; 3,3-4; 5,2 è csscnzialmentc c iondamental-
va frainteso in senso legalistico dai espliciti alla tradizione di Gesù, ccc.). Abbiamo già notato sopra menle diverso da quello che un
suoi avversari giudaizzanti (Wed' che troviamo in Paolo, non signi- che alcuni di questì testi si richia- rabbino o un filosofo possieclc nei
derburn 100). Come abbiamo no- fica dunque che egli non la cono- maro a detti di Ciesù. confÌonti del suo discepolo. Per
tato, questa ipotesi può spiegare scesse o che non avesse alcun in- E quindi molto probabile che la tanto, il rodo con cuiPaolo si rì-
perché Paolo non si sia riîerito a teresse nei suoi riguardì. Su que- predicazione iniziale dì Paolo, chiama alf insegnamento cli Ccsir
qualche detto di Gesu (cfr. Mc sto punto B. Gerhardsson ha so" svolta nei vari luoghi, includesse nelle sue letlere non può essere po
7,15 e par.) solo per qualche caso stenùto che la tradizione concre- una lrasmissione separata della sto sullo sresso piano dì qucllo con
eccezionale, come quello di Gal ta di Gesir veniva considerata una lradizione di Ccsù (la tradizione cui un rabbino o un filosolo si ri
2,ll-14 o lCor 8-10, Maessanon realtà indipendente e veniva tra- antiocheùa?), come pure la pre chiama al proprio maestro negli
è in grado di spiegare il problema smessa separatamente come un'u- sentazìone cristologica e soterio- scritti rabbinici o filosofici.
nella sua totalità. H, W. Kuhn ri- nità a sé stante nell'ambito della logica dell'evenlo Crislo e la pa- Se tcniamo prcscntì gli aciden-
tiene che questo fenomeno sia do- Chiesa primitiva (Gerhardsson), Ìenesi fondatà sia sull'evenlo Cri- telLati realistici deLl'afferùazioùe
vuto al faîto che PaoÌo si serve Qùesto argomento diventa convin- sto sia sulla tradizione di Gesir. dj Hengel, chc abbjamo ciiato so-
della sua teoÌogia della croce per cente se si osserva il rapporto ge- Pertanto, nelle lettere indirizzatc pra! possiamo imùlaginarci che,
opporsi ai due gruppi dei suoi av- nerale tra le lettere, gli Atti e l'A- aì suoi lèdeìì ai quali già aveva co iniziando a predicare nelle singo-
versarj di Corinto: il primo, quel- pocalisse da un lato e i vangeli dal- municato la tradizione di Ccsu, lc località, Paolo abbia esposto il
lo dei giudeo-c stiani, si richiama- l'altro. Narrazioni esplicite su Ge- non era piu tenulo a rjpeterla. Era significato delÌa n'Ìorte (e della ri-
va a una raccolta di detti di Cesìt su si trovano solo nei vangeli, e i sufficieù1e solo accennarvi, se era sur|ezione) di (ìesù Cristo in re-
del genere di quelli contenuti in Q, vangeli contengono solo la tradi- necessario. lazione all'insegnamenlo di Gesir,
i quali presentavano Gesir come zione di Gesìr. D'altra parte Gia- Perciò il rnotivo principale per che PaoÌo trasmetteva separata-
un maestro di sapienza, mentre il como, tra i primi cristiani, è un cui nelle lellere di Paolo, e negLi meùte, per ùoshate come il pri-
secondo, quello degli <entusiasti), chiaro esempio di autore che ela- altri scrirti del NT al di fuori dei mo avesse aclcmpiuto 1e pronles-
tramandava i racconti dei miracoli bora molti motivi, espressioni e vangelì, ì riferimenri sono più se contenute nel sccondo. Ncllc
di Gesù, nei quali egli v".niva pre- parole della tradizione di Gesìr, scarsì di nùmero e piìr alÌusivi di sue letteÌe l1on aveva bisogÌro di ri
sentato come un (uomo dìvino) senza citare nemmeno un detto di qùanto ci si attenderebbe, potreb- pelere qùesr'ultimo. Poiché i sùoi
(theios anèr\ ditipo ellenistico. Ma Gesù. be essere che Paolo e gli altri per- avvetsati non ncgavano la natura
Kuhn non spiega però la reticen- Va anche osservato che, come sonaggi eminenti della Chiesa prì- della morte di Gesir in quanto re
za di Paolo sullatradizione di Ce- gjà in At 20,35, I'unico caso di ci- nitiva abbiano mantenulo separu- denzione escatologica o come rea-
sÌl nelle altre sue lettere. Perché tazione di un detto di Gesù in At- la la tradizione di Gesir, corne tra- lizzaziorìe della salvezza promes-
proprio in 1 Corinzi e soltanto qui ti (u agrcphon, ossia che non si dìzione particolare e sacra. sa ùell'insegÌÌaÌnento di Gesù,
Paolo cita per tre volte espressa- trova nei vangeli), così anche la ci- Tuttavia, potremmo essere in- Paolo non awefiìva la necessità di
mente i detti di Gesr) e si riferisce tazione di Paolo delle parole di dotti a pensale che i riferimenti di citarc quegli clementi dell'ìnsegna
al regno di Dio piii spesso che in Gesir in lCor 11,23-25 intende ri- Paolo all'insegnamento di Gesù menlo di Gesù che fossero adat-
tutte le altre lettere? ln ultima aDa- cordare alla Chiesa di Corinto le sarebbero slati pìu numerosì c ti a provarlo. I <giudaizzanti> di
lisi, l'<ipotesi degli avversari) non parole che essa già conosce. In avrebbero assunto la forma di una Antiochia, della Galazia, di Filippi
risolve il problema adeguata- questo passo, usando i terúini tec- citazione esatta se egli sì fosse ser- e dialtre località disputavano con
mente. nici giudaici che indicano una tra- vilo dì lale iDsegDamento per p/"o- lui solo perché esigevaoo che i
L'unica soluzione proponibile smissione fedele della tradizione, ydre la verità deÌ suo vangelo o Gcntili dovessero soLroporsi alla
sembra essgre quella chc osserva parclabon (ebt. qbl) e parcdókq d,.lla sua parenesi. Paolo però circoncìsione e prendere su di sé
anzitutto che 1'atteggìamento di (ebr. m.í/), Paolo afferma di aver fonda 1a prova della verità del suo ìl giogo della Legge dcll'alleaùza
Paolo nei conîronti della tradizio- trasmesso fedelmente ai Corinzi la vangelo sull'evento Crjsto, cioè per poler olteoere 1a sal\ezza tea-
ne di Cesu è del tùtto in linea con tradizione eucaristica. Cosi pure, non sulf inseSnamento di Gesiì, lizzatasi con la moÌte e la risurre
il fenomeno generaÌe che caratte in diversi altri casi Paolo si riferi- na s\l fatlo dr' C/rslo, che è il zione di Crisro, con cùi si adem-
rizza gli scritci del NT al di fuori sce alÌa (tradizione)) che ha tra- compinento delLa prornessa con piva I'antica alleanza. Cli (<entu
dei vangeli. Luca negli Attì non si snlesso o insegnato aÌle sue Chie- tenuta ùel suo iosegnamento (cfr. siasti)) di alorinto suscitavano la
Gesù, detti di 132 133 Gesù. d€tti di
reazione di Paolo con iL loro frain- 6,2) e aìtri testi (esaminati sopra, ogni modo, esse sono del tutto Cìesù. Qùesro dovlebbe ìndurre gli
tendimento delvangelo, poiché Ìo al punto l) 10 mostrano chiara- comprensibili. Non dovrebbero studiosi a ùn giudizio piir positi
interpretavano alla luce della sa- mentc. Una cosa simile si consta- piìl essere usate come prova che vo per quei casi in cuj si dìscute
pienza ellenìstica e ritenevano pÌe- ta per I'insegnamento escatologi- Paolo non conosceva o non Ìno- se vi sia un'allusione a un detto di
surltuosamcnt€ di aver già conse co di Paolo, e ITs,1,15-17; 5,1-7 shava alcun inleresse per la tradi- Cesìr, lasciando il peso della pro
guito Ìa salvezza. lo rivelano. Perciò Paolo si à se/- zione di Gesù o per il Gesù srorico. va a coloro che la negano, piùtlo-
Paolo avrebbe trovato pochi l/lro deì detti di Gesù per sostene- sto che a coloro che la ammet-
detti specifici di Gesir che lo avreb- re il proprio insegnamento quan- 7. SINTESI E CONCLUSIONE tooo.
bero poluto aiutare direttamente do si è trovato neLla situazione di Abbiamo individuato più di Un richiamo ai detti dì Gesù si
nella sua lotta contro i (giudaiz- doretne ptowre la veridicítà. venticinque casi in cùi Paolo con può individLrare in tuttj i temi
zanti> e gli (entusiasti) delle sue Normalmente, però, egli non ha certezza o con qualche probabìli- prìncipalì deÌla leologia paolina.
Chiese. Gesu infatti aveva condi- avuto bisogno dr citarc esprcssq- tà si riferisce o ailude a un detto La sua cristologia e 1a sua soterio
viso la stessa nrensa con gli Israe- mente i detfi di Gesù. Tuttavia, di Gesù. Abbiamo inoltre elenca logia sono condizionate dali'in-
liti (peccatori), non con i Genti- poiché come apostolo doveva ri-
to più di quaranta possibili riso- segnamenlo di Gesii al pari dcl-
Ìi, per indicare che essi potevano proporre lrinsegnamento del suo nanze di un detto di Gesir. Essc si le altrc sue tematiche teolog1che,
entrarc nel regno di Dio. Anziché Signore, egli lo ha riproposto nel trovano in tutte le lettere paoline, e questo porta a concludere che
al,4/e ùn detlo concreto di Cesu, suo proprio linguaggio, alludendo
anche se la maggior parte si con- J'insegnamento di Gesù forrìisce a
egli ha preferito spiegare il signi- o richiamando taìvolta qualche ccntra in I CorÌnzi e Romani. Paolo il fonclamcnto cli tutta quan
ficato conplessivo che la morte di suo detto speciijco. Questa ripro- Vi è una reale continuità tra ta la sua teologia.
Gesu aveva assunto per il suo po- posta si era rivelata necessaria per
l'ìnsegnamenlo di Gesir, che ver Paolo dimostra inoltJe di cono-
polo (la sua îunzione vicaria), ispi- rendere l'insegnamento di Cesil te principalmcntc sul rcgno di Dio, scere la tradizione narrativa delìa
randosial Lenore generale delf in- pjù confacente alla mutata silua- e la teologia di Paolo nel suo com- passione dì Cesù, le sue opere di
segnamento di Cesù (di qui deri- zione postpasquale di Paolo (Gop- pÌesso. La sostìtuzìone del vange guarigione, il suo accogliere ì pcc-
va la continuità teologica tra Ce- peh 42-46) o al suo uditorio nel
lo deL Regno, predicato da Cesù, catori, la sua vìta di povertà e di
su e Paolo), per provare la verità mondo ellenistico. Bisogna inoltre con il vangelo apostoÌico deÌla ùmile servizio, i suoi lratti carat-
dcl suo vangelo della sola gttttio e notare che anche nella parenesi morte e della risurrczÌone di Ge- tcristici e altri aspetli.
della sola Jide, o quella della sua egli tende a porre in rilievo la croce su Cristo era dovuta logicamente I casi in cui Paolo non la rile-
teologia della croce contro una e la rìsurrezione di Cristo in quan-
al falto che la salvezza pronìessa rimento a uù detto di Gesù, mcn-
teologia della gloria (redl Croce, to costituivano motivazioni per- cla Gcsù nclla prcdicazjonc clcl Rc- lre 1o si attcndcrcbbc. sono di îai-
teologja della). Per le sue argo- suasive, più che i suoi detti o fatti gno si era realizzata con la sua ro pochi e conprerìsibili. Tuttavja.
menlazioni ha fatto ricorso a ci- concreti. Su qùesto punto Thomp- morte e risur-rezione. Con la catc- ìl îatto che i riîerimenti di PaoÌo
tazioni clelÌa Scrittura, che era son osserva giustamente: (Perché goria soteriologica fondamenlale ai detti dì Gesù non siano nume-
giunto a capire in una Ìnaniera Paolo dovrebbe rifcrirsi a un atto della giustìlìcazione, Paolo ha vo- rosi e siano allusivi, uùa caratte-
Duova alla luce dell'evento Cdsto. [o a un comandamento, potren]- luto csprimcre adegùatamcntc ristica comune aglì aitri scrìtti del
Nella parenesi, diversamente mo aggìungere noil di amore, di I'inteÌ]zione racchiusa nel vange- N1'eccetto i vangcli, richiede una
dalla teologia, di solito non si?ro- umiltà o di compassione vcrifica- lo deL Regno, annunciato da Gc- spiegazione. Come gli altri autori
va la verità del proprio insegna- tosi durante il ministero di Cesii, su. La continuità teologica tra Ge- dcl NT, Paolo ha considerato pro-
rrrento, e non si è perciò obbligati menlre poteva cilare il suo esem- sii e PaoÌo si constata iùoltre Del babilmente la tradìzione di Cesu
a citare le fonti a cui ci si ispira. pìo di una dedizionc totale sulla
richìamo concreto di Paolo al (re- come una reahà indipendente e
Perciò, come apostolo di Cristo croce? Perché avrebbe dovuto ci- gno dì Dìo> c all'<,4ZrAa>>, al suo l'ha trasmcssa scparata alle sue
che aveva ì1 pensiero di Cristo lare un sùo gesto potente di gua- insegnamenro sulla Legge, il tem Chiese al molnento della loro îon-
(1Cor 2,16) e parlava mosso dal- rigione, quando poteva riferirsi al- pio e l'escatologia, al suo accoglie dazione (cfr. Gerhardsson). Per
lo Spirito (lCor 7,40), Paolo tra- la risurrezìone? Tutto quello che re i peccatori e ad altri aspetti del Paolo, però, come pure per la
smetteva di solito il
suo insegna- Gesu aveva dctto e fafto prima sùo atteggiamento e della sua con- Chiesa postpasquale nel sLlo com-
nento autorevoÌe. NIa qì.lando si della sua morte e della sLla riven- dolla, come ad esempio alla rinun- plesso, Gesir era importante so-
trovava di frontc a opinioni o al- dicazione sbjadiva di significato di cia al cliritto di viverc del vangclo prattutto non come maestro, ma
teggiamenti contrad al suo inse- fronte all'evento-Cristo)). o con ì'umile servizio come il Cristo che era morto e ri-
gnamento, si trovava in do'ere di Perciò, la <scarsità>> e la natu- Le strctte affinità tra Ccsil c sorlo. Perciò Paolo ha coùcentra-
riferirsi o alludere agli insegna- ra allusiva dei riîerimenti di Pao- Paolo nella teologia e nell'alreg to la propÌia attenzione sull'evcn-
mentì di Gesù, per îondare i pro- lo ai delti di Gesù in parte sono giamento pratico possono essere to Crisro. Non può essere posto
pri inscgnamcnti apostolici suÌ- dovute al fatto che Paolo viveva coùsiderate una prova che Paolo sullo stesso piano di un rabbjno o
l'aurorità di cristo. Rm 14,14: in un tempo postpasquale e in par- conosceva prolondamente f inse- di ùn filosofo ellenistico che ciÌa
lcor 7,10-ll: 9,1,+j Gal 5,14 (+ tc sono un îenomeno normale. A gnamenlo e il comportamenlo di cotl clta lì qllo nlaeslro
Gesù, detti di 734 '735 G€sù e Paolo

Nelle sue lettere Paolo si è sen- prova che Paolo non conosceva o ween Jesus and Paul,Fótttcss, Philàdelphia VeNdndtscha.ft nlit dt?r Verkun.lisùns Je-
1983. pp. l-29;Id., Die Urs?.ùnse det cht i- sr, in E. L EIÌis tr Grilsscr (cdd.), "/es!J
tito in dovere non di provare Ia ra non mostrava ìnteresse per la tra-
sllicàer,}lN;on, in N?S l8 (1971) l5'38 ( erd 1,,zrlrr, \randcnhocrk & Rùprcdrl.
tura della morte di Cesu in quan- dizione di Gesu o per il Gcsu sto- The Origins af Christian Mistion. in Bct Còtlìngen 1915, tt. 01 3l4i Thontson
to compimento del ministero di rico, come spesso si suppone. veeh Jesus a d Pdul , Fant ess, Phììadelphìa \1., Cbthcd rlrl Cl'l6/, JSNTSS 59,
Gesii, ma di mostrare che quella Dobbiamo invece cercare allusio- 1983, pp.48 6,1)i Hohz T., Ttu.litìon í111 L JSOI, Shellleld 1991; Walter N.. Prrl ard
ThessalanichetbùeJ, in U . Luz H. Ueder the Lab Christún Jetus-1ìuditbn, i^ A.
salvezza era accessibile ai Gentili. ni ai detti di Cesù aLdi dentro delle (edd.), Die,v/;//e des NI. vande.hoeck & J. \'f. \\tdd..bxrn C. wollf (cdd.), Pdrl
al di là delle opere della Legge. afîermazionidi Paolo. Una volta Ruprechr, Górtiùs€n 1983; JungeÌE., P/o Jeirr, JSNTSS 37, JSOI, Shelfield
Perciò non aveva bisogno di cita- indjviduate queste allusionì o que- Io e Gesù. Alle aisínide a Uktobgid,Bi "rd
19E9, pp. 51 80i Wedderburn A. J. M.,
bliotcca lcologica 13. Pardeia, Brescia l97Ei Parland Jesut: rh? Prabte t oj C.rúinui
re la predicazione del Rcgno da ste risonanze ai detti di Cesu, pos-
Kàscmann 11., Canuncrtar! on úe Ra
parte di Gesù per provalne il com- ry, ìI A. J. Nl. tcddcrbuar C. Nollf
sjamo studiare più da vicino il me- nars. Eerdmars, Grand Rapids 1980i ld., (edd.), Parl dnd "/erar, p!. 99 I L5: Ìd., Parl
pimento nella sua morte; inoltre todo concrelo con cui Paolo 1e ha A Crìtiúl Anallsts a.Í Phìlippía s 2.5 I I, (nd.Ien6: SiÌnila U dnd (bntn iry,\nA.
egli avrebbe trovato pochi detti usate (cfr. Gundry, Ellis) e la lo- \n cotl dnd Chtìst, Harper & Ros. New J. M. wedderbùrn C. wolfl (cdd.), Pa!1
York 1968. pp..15'88i Kim 5., Jesus the tncl Jesùs.l)D. llr l4li WcDham D., Po!/'5
specifici, nel contesto giudaico del ro relazione con la storia della tra- San ol Cotl, Ìhe Skr1e, the a.fMan and Use oJ rhe.lcsùs Ttadilío : Thtee:iaùples.
ministero di Cesù, che gli îossero dizione sinottica (cli. Dungan, Al- Íhe Se\anî: the Rale of Zecharidh
'on in rhe ì. D. \\renham (e.1.), Go5"el Petspectì'es 5:
di qualche aiuto nelle sue dispute Lison, Kuhn e soprattutto Wen- SelÍJdenttlùation oJ.Iesus, ìn G. F. Ha} lhe Jc tt Ttutliîìtù1 O rsìde the Gospels,
thorne O. Belz (edd.), Ttodilion aul In JSO'l'. Sheliield 19E5, fp. i 3;t Id., Gaspel
contro i giudaizzanti e gli entusia- ham). t?/pn.ù1rior, FS E. E. Ellìs. Eerdnarrs. P.ttpc(ti\,ct 1: rhe Re.llsúvet\ oJ .lesus'
sti delle sue Chiese dei Centili. Crand Rapids 1987, Fp. l14 l48i Id.,./€ Lyhd rcla!i<\t I Discoù t se, JSOT, SheltieÌd
Paolo si è dunque riservato di Vedi afiche: Cena del Signore, trs'Kingdan PrcachínE and Chtistìdn Po 1984t \.)., Poxl: lblla||er ol lenls ot Ft tn
il significato complessivo titics, h Ptesblteùa n 'I hpahgìcdl Qu drtet det efChtistìoniU?.Ee lìars. Crard Ra-
spiegare eucaristia; Cristologia; Escatolo-
della morte di Gesu, ispirato in so- 4,222 (19E9) 6 ,19 (in coreano): Klcinknccht pi.ls I995i WoÌll C., IIunilì\ and \aU'
gia; Cesir e Paolo; Ciustilìcazio- K. î., D./ leidende Gerccht.fc t[tc: dic De idl in .Iesus LiJe and ùlessuse lnd in
stanza dall'insegnamento di Gesù, ne; Giustizia, gir,istizia di Dio; alrturtatne tlithj tlìsthe Ttuditio ron thc Apostolic Lxiste .e ol Paù|, in J. À1.
per provare la veriÎà del suo van- Legge; Regno di Dio/Cristo; Re- kleìtlenden Gercchten, und ìhrc Rezeption ^. arrl
Wedde'$urn C. Wolfl (cdd.). Pdrl
gelo della croce e della salvezza ,di P!/rs, WUNT 2/13, J. c. il. ìvlohr, Iù
staurazione di IsraeÌe; Risurre- bingen 1984i Kuhn \. H.. Dcr ìtdìsche.le
che si atlna sols grutia e sola Ííde, zione. sus bei Puulut,lk t ru1iîíonsgest hi( h t 1i. het S. Kim
Nella parenesi e nell'escatolo- und theotogisthes Ptubl?ni. in ZTK 67
gia, per fondare il proprio inse- (1970) 295 120; Nlafi R. Ir., Cannen Chrì
BrBL AlLison D. C., The Pauliùe Epi- sîi: Phìlìppíans - 5-l ! in Reent Intetpre
gnamento sùll'autorita del Signore stles a d îhe Srnoptic Gaspels: the Patte
tattun a d in the Settitlg ol LdtU Christian GESU E PAOLO
di fronte a opinioni contrarie, o.l the Pata els,irNTS28 (1982)1-32;Bm-
ee F. F.. Paul: AposÌte a! the Hea Set
IIlo6n". SNTSMS 4, Universiry Press,
Paolo talvolta si è riferito diretta- Free, Eerdmans, Grand Rapids 1977, pp.
Camb.idgc l96ri Merkel H., DP Crres
s(i\,!^k,) L SloJia della ri.er.a: l.l
mente a qualche detto di Gesir. heÌsch4fi lnd.r ]/etkiindìgrns -/err, in Nl.
95-112i Cranlield C. E. 8., A Críîìcaland Prima dr! 191.1: LLI Fe,dìùand Clh.is
H€ngel A. M. Sch{cmer (edd.), ,(oriss
Ma di solito non ha avuto bisogno Exesetical Conne tatt on the Episîle to heùscha.fl Gotte! und hirtnitis(het Kult, J. rian Bauri 1.1.2 williaù \lredea l.l.3l.a
di provate la verità del suo inse- the Ramans, lCC.2 \oD., T. & T. Cla.k. C. B. Mohr, Tùbineen 1991i Nc;ynck F., rerzionc a wrcdei Ll .1 willeln Heil-
Edinbursh 1979i DahlN., The Do.trine oJ Paut and rhe Sarìnss of J.rr!. ìn A. Van mùller . AÌbcn Schweiuert l l.5 Quale
gnamento. Era in grado di tra- JustìÍication: Its Sacial Funuio and lts Im- Ccsir c qùîle Paoìo?: 1 2 Rùdoìl Buìr
hoye (cd-), L'spótrc Paul,Leùven 1986, pp.
smettere il suo insegnamento au- plications,in Studies in Paul: TheoloEr.îot 265 321ì Piper J., (Lore Yout Enenties,: manni 1.2.1 Ii Ce!ìì di BultrDrnni 1.2.2
torevole come apostolo di Cristo the Eatly Christìan ,ltrsrlon, Augsburg, Jesus'Lote Catnnand in the Slnopîn'Go- conispondcnza ogg€rriva con PaoÌoi
\,finneapolis 1977, pp.95-120i Dungan D. Comìruiki Iì
che aveva il pensiero di Cristo e L., The Salitiss o.f Jesus ih the Churches
spels a d the EarU Chtistktn Purdencsìs, 1.2 3 51orica? 1.2.4 Gesù
SNTSMS 38, Univcrsily I'.es!. Cambrìdge \ro.ico c i1 ke,i!mai 1.2.5 IÌ sipniljcaro
parlava sotto la guida del suo Spi- o/Paul. Fortress, Philadellhia l97l; Dùnn dcll'opera di BùÌlmarnr 1.3 Daslì aùDi
1979i Ràisàn€n H., Zrrllerkun/t wn Mar
dto. Su questo pùnto raramente L D. G.. Matk 2.1-3.6: A Bridse betveen kus 7,15, \i The Totah an / arltîr, f-innish Clinquanra al gionìi nostrii l.l.l Joachìm
ha citato dei precisi detti di Gesir, Jesus and Paul on rhe Question o.f t he Ld\r , Exegetical Socicty. lleìshki ì986, pf. Jcrcmiasj 1.1.2 Werner G. Kùmmeli
in ksus, Paul and Ìhe Ldv, Westminsler- l.:1.:l La nùola lasc dclld riccrca (NeLt
ma li ha riproposti, alludendovi John Knox, Louisvjlle 1990, pp. l0-311 El-
209 218: Richardson P.. The Thuntleúolt
inQ and thc Wìsc Mdn ín Co.ínth,;itionl Quest)t 1.3.4 trbcrlia Jiingcli 1.1.5
con il proprio linguaggio. Benché t
lis E. E., Traditions in Cointhians, in Jesus to Paul: St dies in Honao.rJ i. w. Oriislloni e fùnrìcDi dcglj ùlliNi trcr
mostri un grande rispetto per i det- NIs 32 {1982) 481 502; Gerhardsson B., Beare, \. Lauric. Uni!ersi!:,, Wate oo r'anni; l.l.ó I progrcssì dcsÌi ultimi trer
ti di Cesìl e costruisca tutta la sua The Psfh o.f ie Caspel Truditian, in P. (ON) 1984, pp.9l l1l; Richardso! t'.' î'xrnii 2. L'insegDrmcnio diGcsù rccc
Stuhlmacher (cd.), ft? Goryeland the Go Coo.)iP., Losio.tfJesus ik I Corinîhians, piro da lJaolo; L La vìta dì Gesir e ìl {o
teologia su di essi, non se ne ser- sreb, Eerdmans, (na.d Rapids 1991, p!. ca.ùuere eseùrplarei:l Le lcrrcre c la prc
ìn D. wenhaú (ed.), Cospels Perspectitcs
ve aÌla lettera o in modo legalisti- 15-96; GoppelÌ L., ?eologia del Nuoro Te- 5: The JesusTra.lìîion Ou^i.le îhe Caspels, dicaTlone mì$iona.ir: 5. Rivclazionc c
co, ma li adatta alle nuove situa- stanenlo, 2 ral-]r.. Morceìlìana, Brescia JSOT, Sheffield 1985, tp. 39 62; Schiir Tradizione;6. Il resno di Dio; r. ls.aele
uditori 1982 1983; Cùndr,v R. H., The Heleniza mann H.. (DdJ Cerer. der Christus, (Cxl e laLcgeei 8- I pcccarori, glì enìÀ.ginati
zioni postpasqùali e ai suoi
tion oJ Dominicul Tt.lditìan a d Chtistìa' 6.2). Jesu veúallen und tllort als leÍ.tsul e la nrisericordir di Di.'i 9. La s.'lleren-
ellenisti, modificandone la lettera nizalía oJ Jewìsh Tradition in the Escha' tìsesittliche Nann nach Pdelrs, in J. Gnil zr. ìa croce c Ìa siùrilicazionc; 10. Cor-
ma rispettandone lo spirito. tolos! ol l-2 ftessalortdrr, in NfS 33 \a (ed.), Neues Testaneat und Kn|he, Het rinxitÌi e sviluppo.
Con queste premesse, la <scar- (1987) 161-178; Haule G., Reith Goîîes bei der, Freibùrs 1974. pp. 282J00i Srùhlma
sità) e la natura allusiva dei rife- Puulùs rnd h det .lesusîradtltor. in N7S ll .het P., Jetuendltio itì RóùteúieJ?,in La reÌazione tra Gesir e Paolo
(r985) 567 5?2i Hcngel M.. Between Jesus Theologische Beì1ùse l4 (1983) 240-2501
rimenii di Paolo ai detti di Gesir and Pdul: The <Helleni:tl,, the <Sewh> Schscizcr E.. /. ](ordrlel 15,24 28 ols Zeu è Lrnproblema di ordine storico
non dovrebbero piu costituire una a d Stephen lActs 6.1 l5; 7.54 8.3), tD Bet- Ètis paulinischer Esthutologie un.l ihrct che comporta ùna vasta ramifica-
Gesù e Paolo / ltr 131 G€sù e Paolo

zione teologica. Ci si deve chiede- vacissimo dibattito nei venti anni rappresentanza dell'umanità, Cri- posizioni radicali Iu molto ener,
re, cioè, se la teologia di Paolo sia che precedettero la prima guerra sto aveva realizzato una salvezza gica, sia tra i teologi liberali pro-
in armonia e in continuità con I'in- mondiale. La questione <(Gesù e (oggettiva))! che ora veniva comu- testanti in Germania (A. von Har-
segnamento e il ministero di Ge- Paolo)) in quegli annj divenne un nicata a quanticredevaro in que- nack, A. Jùlicher, A. Resch) sia
sù, oppure se tra i due vi sia un punto focale della discussione, a sti dogmi e prendevano parte ai sa- tra alcuni rappresentanti piu con-
abisso incolmabile. Di solito si livello sia popolare che accademi- cramentì. servatori dell'area linguistica in-
suppone che se alla religione cri- co, dato che un certo numero di Wrede precisava che questa glese (J. Moffat, C. A. A. Scort,
stiana compete appunto il titolo di studìosi tedeschi e francesi (H. H. prospettiva era estranea al modo J. G. Machen). Tra gli argomenti
(cristiana), deve porsi in un au- we[dt, M. Goguel, M. Brùckner, abituale coú cui dal lato teologi- più comuni avanzati da questa li-
tentico rapporto di continuità con P. Wernle) erano giunti alla con- co si intendeva la religiosità per- nea diîensiva possiamo elencare i
il messaggio di Cesù e con I'influs- clusione che vi era un significati- sonale e soprattutîo differiva pro- seguenti:
so che la sua altività ha esercitato vo divario tra l'insegnamento di fondamente dal semplice stile pro- l) Paolo conosce l'insegnamen-
sulle epoche successive. Ma su un Cesù ela teologia di Paolo. Alcuni fetico di cesir e dagli ideali etici to di Cesil in misura maggiore di
piano popolare e a livello scienti- tuttavia sostennero che, per le sue che egli aveva annunciato in una quanto siamo portati a pensare e
fico molti sono pronti ad afferma- doti organizzative e intellettuali, maniera così memorabile. La con- vi allude spesso, anche se lo cita
re che Paolo, il nostro testimone Paolo non avrebbe però elimina- versione di Paolo era consistita in raramente.
cristiano piir antico, si è allonta- to gli elementi religiosi essenziali un incontro colì il Cristo risorto, 2) Benché Paolo nclle sue iette-
nato dal messaggio di Gesu e ha emersi da Cesù. (Risalire da Pao- non con ilGesil terreno, e in real- rc si riferisca di rado alla vita di
elaborato un diverso sistema teo- lo a CesùD divenne lo slogan pre- tà egli era solo in grado di presen- Gesù, gli episodi piir salienti e an-
logico. Questo solleva gravi que- ferito di questi critici così radica- tare Cristo come un personaggio che la personalità di Gesù devono
stioni di ordine storico, ma costi- li. Queste ipotesi misero in allar- divino, perché non aveva cono- aver costitùito un tema rilevante
tuisce anche un complesso proble- me i fedeli e i teologi liberali pro- sciuto Gesu. Su tutti i punti in cui della sua predicazione missionaria
ma teologico, poiché Paolo ha in- testanti, le cui visuali teologiche si Paolo e Gesù potevano concorda- iniziale.
fluenzato profondamente il Cri- fondavano su una sintesi tra l'in- re, e per quanto Paolo possa avef 3) ll supposto abisso che sepa-
stianesimo posteriore. segnamento di Gesu e quello di conosciì.rto l'insegnamento di Ge- rerebbe Gesù da Paolo in fatto di
Paolo. sir, non si può dire che Paolo sia teologia è esagerato; per esempio,
I. STORIA DELLA RICERCA 1.1.2 Wi iqm Wrede -
Qùesto rimasto profondamente influenza- I'atteggiamento di Gesù di fronte
- 1.1 Prima del 1914 1.1.1 dibattito si acui ancora di piir con ro dalla personalità di Gesir o da- alla Legge era, pur a suo modo,
Fedinand Chtistían Baut - la pubblicazione del Paairs di W. gli orientamenti del suo pensiero, critico come quello di Paolo e la
Aprendo nel XIX sec. l'epoca mo- Wrede, nel 1904, un libro popo- Sotto tutti ì punti divista piu rile- cristologia implicita nelle sue al-
derna degli studi paolini, F. C. lare, scritto brillantemente, che di- vanti, il sistema teologico fonda- fcrmazioni non è così distante dai
Baur affermò che una rigorosa fendeva questa posizione radica- mentale di Paolo era lontanissimo chiarititoli divini e dalle lunzioni
analisi storica del NT rivela che vi le con una grande forza provoca- dalla figu.a di Cesu. \ty'rede pote- che Paolo gli attribuisce.
erano notevoli differenze tra le va- toda, Wrede affermava che la teo- va così concludere con l'afferma- 4) In molti settori della loro teo-
rie correnti della Chiesa primitiva. logia di Paolo rispecchiava una re- zione, spesso citata: (Paolo va logja, Cesir e Paolo erano deltut-
Soprattutto, egli pose in evidenza ligione di redenzione fondata so- considerato il secondo fondatore 1o unanimi, per esempio nella lo-
le differenze che sarebbero esisti- stanziahnente sull'idea di un essere del cristianesimo> (Wrede 179). ro doiîrina dell'amore paterno di
te tra Paolo da un lato e gli apo- soprannaturale (il Figlio di Dio) Paolo salvò così la fede cristiana Dio, nella loro concezione dell'e-
stoli di Cerusalemm€ e le Chiese che viene nel mondo per liberarlo dal (deperire come setta giudai- scatologia e nei loro ideali etici. Si
patestinesi dall'altro. Questi ulti- dalle forze che lo tengono prigio- ca>, c vi riuscì solo trasformando- può dire che questi clementi for-
mi erano inflùenzati in misura niero. Paolo avrebbe collegato la. Si può îacilmente intuire qua- mavano il nucleo centrale della re-
maggiore dall'insegnamento origi- questo sottofondo teologico, for- le carica esplosiva di ordine teo- ligione cristiana e che Ìe restanti
nario di Gesù, a cui si erano man- mato da un insieme di concezioni logico fosse racchiusa in questa differenze riguardavano solo que-
tenuti piir fedeli, mentre Paolo ha che egli avrebbe ereditato dal Giu- conclusione. ll dilernma che essa stioni marginali.
voluto rendersi indipendente da daismo apocalittico, con il raccon- pone alla teologia cristiana è ben 5) Alcuni hanno sostenuto che
tali tradizioni e si è alloltanato to della morte (vedi Crocifissione) espresso nell'osservazione di Wre- anche se la teoÌogia di Paolo cliî-
sensibilmente dall'insegnamento e della risurrezione di Gesir. Nel- de che (questo secondo fondato- îeriva da quella di Gesir, nella sua
di GesÌr, soprattutto nella sua cri- I'esperienza religiosa personale di re del cristianesimo, a confronto vita religiosa personale egli era in
stologia e per quanto riguarda la Paolo e nel suo sistema di pensie- con il primo, ha esercitato senza sintonia con lo spirito di Cristo e
validità della Legge. ro, era rilevante non Ia vita e l'in- dubbio l'influsso piir forte, ma mostrava chiaramente di essere in-
I problemi suscitati da questa segnamento di Gesù, ma solo il non il migliore>> (wrede 180). fluenzato dalla personalità di
tesi furono discussi in varia manie- fatto che Gesù era un uomo, che l.l-3 La reozione oWrede - GesÌr
ra e formarono I'oggetto di un vi- era morto ed era risuscitato. In La reazione a Wrede e a queste 6) Inîine, si possono trovare va-
'739
Cesù e l"olo '138 Gesù e Paolo

rie spiegarioni per il diverso oricn- pica degli ambienti ellenisticiin cui versa del problema (Gesil e Pao- tamente questa concezione religio-
tamento che caratterizza i vangeli si stava sviluppando il movimen- lo). llvece dell'abisso che si sa- sa di fondo. Ma quando Schweit-
e le lerlerei I'educazione rabbini- to crisliano. Quesro da un lato rebbe creato tra il GesÌì liberale e zer (e J. Weiss) cominciarono a
ca di Paolo (redl Ciudeo, Paolo îornì un notevolc sostegno alla un Paolo ellenizzato (o apocalit- scuotere lo fondamenta di questo
come), la sua esperienza persona- scuola della sîoria delle religioni, lico), egÌi propose di vedere un quadro liberale del Cesù storico,
le diversa, le esigenze dovÌrte alla la quale ritencva che gli influssi passaggio relativamente îacile dal si aprirono nuove vie per poter ca-
missione ai Gentili e alla polcnìi- piir decisivi fossero provenuti al Gesù apocaliî1ico a un Paolo apo- pire la relazione tra Gesù e Paolo.
ca contro i giudaizzanti, comc an- pensiero di Paolo non dal6iudai- calittico, separati tra loro dal fat- 1.2 Rudolf Bultmann -
Nella
che il latto cvidente che Paolo do- smo, ma dalla cultura ellenistica. to che gli eventi escatologici, a cui fase successiva del dibattito, che
veva vederc inevitabilmente il Cri- Dall'altro diede però anche un Cesù aveva guardato, potevano va dalla prima guerra mondiale fi-
slo sull'altro versante della cr'oce nuovo cont buto alproblema sto- essere considerati ora da Paolo co- no agli anni Cinquanta, icontri-
e clella crocifissione. rico delìa conlinuità tra Gesù e me una realtà chc era ah'Ì']eno ini- buti di R, BultmaÌrn firono diim-
Tùttì questi fattori restano pe- Paolo: se I'ala cllenistica del mo- ziata con la risurrezione del Mes- portanza decisiva. Come maggior
rò di ordine esterno e non tocca- vimento cristiano delle origini da- sia. rappresentante della reazione teo-
no la sostanziale unità interna che va maggiore importanza al Signo- L l.5 Quqle Gesìt e quqle Pao logica del dopoguerra contro la
esiste tra Cesu e Paolo. re risorto che al maestro lerreno, /o2 - Questi contributi, che si col- teologia liberale, egli portò avan-
Con questi argonicnti si intese la questione alLora non si pone locano al termine di un periodo di ti ìl dibattito in varie direzioni si-
conlutare nettamente la concezio- sempliceùrentc nei termini <Cesu polemiche così accese, servono gnilìcative, con le sue diverse ope-
ne di Paolo come (secondo fon- e Paolo), ma deve tener conto di tuttavia a illustrare ullo dei punti re su Gesù e su Paolo e con due
datorer del Crislianesimo e di questa terza reallà urì po' oscura, esscnzialì, impliciti nel dibattito. saggi specilici sulla questione (Ce-
corseguenza l'idea che egli aves- il <Cristìanesimo ellenistico)). Quando si confrontano tra loro su e Paolo>.
se pervertito o alterato prolonda- Dal lato opposto, nella sua ras- Gesù e Paolo € si cerca di chiarire 1.2.1. Il GesÌi di Bultmonn -
mente il vangeio annunciato da segna degli studi paolini che por- se tra loro si possono individuare Bultmann condivise l'opinione di
Cesr). Sostanzialmente il pensiero ta il titolo Gesch ichle der pa ul íni- delle continuità o delle corrispon- Schweitzer di un Gesù profeta
di Gesu e quello di Paolo sono in schen Forschung (<<Storia della ri- denze, tutto dipende da quale Ge- apocalittico, che proclamava la
armonia tra loro e ogni tipo di cerca su Paolo))) del 1911, A sù € da quale Paolo si pongono a venuta imminelte del regno di
evoluzione che da Cesù porta a Schweitzer si schierò con coloro confronto. Si continuò quindi a Dio. Nella sua opera sulla storia
Paolo va visto soltanto come che ritenevano che Paolo fosse in- discutere sul valore da attribuire delle forme nei vangeli, egli pose
un'interpretazione e una chiarifi- fl ùenzato dall'apocalittica giudai- al materiale evangelico come fonte in discussione la storicità di mol-
cazione legittima. ca. La sua interpretazione della utile per conoscere il Gesir stori- ta parte del materiale, ritenendo
e Al-
1.1.4 l|tilhelm Heílmùllet teologia di Paolo come ispirata a co (la maggior parte trascurò Gio- che i racconti evangelici fossero
bett Schhjeitzer Poco prima un (misticismo> escatologico si vannij ma pose una certa fiducia stati influenzati fortcmente dalla
dell'intervallo dovuto alla prima rese nota diversi anni dopo (con nel vangelo di Marco), tuttavia fede della Chiesa nella fase della
guerra mondiale, due contributi la pubblicazione di Die Mystík des quasi tutti coloro che presero parte loro trasmissione orale, come pu-
posero in rilievo altri importanti Apostels Paulus, 1930), ma già da a questo dibauito si attennero al- re dagli interessi dei singoli auto-
aspetti del dibattito, nelle sue fasi questa sua precedente rassegna ri- I'assioma che il vero Gesu era ri. Secondo lui, questo rendeva
successive. Nel 1912 w. Heilmùl- sulta chiaro che egli riteneva che quello della teologia liberale, che impossibile ricostruire urI quadro
ler alfrontò il problema delle fonti il pensiero di PaoÌo fosse del tut- aveva insegnato velità morali sem- attendibile della pcrsonalità di Ge-
cristiane che possono aver influi to comprensibile in base ai paral- plici ma profonde e aveva dato su o la sequenza degli episodi del-
to sul pensiero di Paolo. Mentre leli che esso rivelava con I'apoca- grande importanza alla <paterni la sua vita. Tuttavia (contro la co-
in precedenza Paolo era stato coll- littica giudaica. Ne conseguì che îà)) di Dio, alla (fratellanza)) di mune opinione), Bultmann ritene-
siderato in gran parte come una fi- neì suo famoso libro Storia della tutta l'umanità e al valore infini- va che era ancora possibile trac-
gura isolata, che aveva Iratto dal- ricerca sullrl vilo di Gesù (1906) to deÌl'anima umaDa. L'essenza ciare le linee fondamentali del
le prime comunità palestinesi tut- egli giunse a demolire tutti i ten- del Cristianesimo (e della religio- messaggio di Gesù, il cui annun-
le le informazioni su Gesir di cui tativi liberali di scrivere una bio- De in generale) era contenuta nel- cio egli vedeva racchiuso entro un
poteva disporre, Heitmùller con- grafia di 6esu e a presentare Ge- l'appello che 6csù aveva rivolto rivestimento escatologico che lo
centrò la sua attenzione suì grup- sil non come portavoce di una re- agli uomini di porre assoluta fidu- condizionava in maniera determi-
pi cristiani ellenistici nei quali ligiosità e di un'etica liberale, ma cia nel proprio Dio. Ponendo un nante. ll regno di Dio non consi-
Paolo cra stato formato come cri_ come un profeta apocalittico la cui simile 6esu su uno dei versanti del steva in un dominio di Dio sull'a-
stiano, e sostcnne che la sua rela- opera cra scandita dai tempi defi- confronto, restava solo da vedere nima umana (Harnack), ma espri-
tiva noflcuranza per lc parole e ì niti da un preciso programma se Paolo, nella sua relìgione o nel- meva il momento in cui Dio avreb-
lattidiGcsil non era dovuta a una apocalirtico. Schweitzer propose la sua teologia, aleva alterato pro- be condotto alla sua fine questo
lorma di idiosincrasia, ma era li- perciò una soluziore del tutto di- fondamente o sviluppato adegua- mondo corrotto. Gesù, pertanto,
Cesù e Paolo 140 '7
41 Gesù e Paolo
presentava in termini radicali un elaborala sul piano teorico rispet- Paolo su alcuni punti rilevanti, che era morto per noi, che era il
Dio creatore e giudice e il suo lin- to a cÌuella di Gesii. Anche nella Bultmann trovò che vi era tra di Figlio di Dio preesistente [],edi Fi
gùaggio non poteva venir elimina- cristologja Bultmann vide qualche loro una scarsa contìnuità storica. glio di Diol e che è il Signore) era
to comc una semplice (scorza>; elemcnto di somiglianza, poiché Il Gesii stotico e íl lcerig-
1.2.4 londato sulla risurrezione e sulla
pertanto, (chi trova Paolo sgra- Gesù. belìché (non abbia chiesto md Neltrattare il nostro argo- predicuione della Chiesa. non suj
devole e strano. deve lrovare cosi di aver fede nella sua pcrsona, ha mento, Bùltlnann arrecò ùn altro fatti e gli evenli delLa vita storica
anche Gesìrlr (Bultmann 1936, chieslo di aver lede nella sua ope- contributo significativo. Ritenne, di Gesu. ll signiiicato che il Gesu
194). ra. In alrri terùini, eglì si presen- cioè, che la questione relativa a storico possedeva per la fede era
l. 2. 2 Coîíspondenza ogge It ira tò con piena coscjenza dj csscre (Gesu e Paolon nascondesse un il semplice latto che era vissùto
con Paolo - Nella sua interpre- stato inviato da Dio nell'ultima problema leologico piu ampio, (Da"!s), non ii come era vissuto
tazjone della predìcazione dì Ge- ora della sroria del mondor lBult- quello del rapporto tra il GesiÌ sto- ( ltlls). Nella leologia di PaoÌo
sù, Bultùann si è allontanaro in mann 1936, 195). Era pcrciò ine- rico e la predicazione della Chic- <non si acquista una conoscenza
maniera decisiva dalla scuola libe- vitabilc che l'annunciarore diven- sa. Esso si era già affacciato nel del Messia: lo si accetta o Io si re-
rale, che dava importanza all'cti- tasse l'annùncìato. L'unica diîle- 1892, nclla protesta che M. Kiih- spinge) (Bùltmann 1929,236). Se
ca e si raflìgurava un Gesù mae- renza (benché sjgniîicativa) è che ler aveva sollevato contro le vite Gesù è maestro o si presenta co-
stro di verità universali senza tem- qucllo chc Gesir proclanìava come di Gesù di tendenza liberale: esse me esempio, lo si deve al fatto che
po. Nell'esaminare il messaggìo in-rmìnente inten'ento di Dio. Pao- lenlavano di sostiTuire al Crislo è già riconosciuto come Signore:
escatologico di Cesii e la siluazio- 1o lo predicava come opera di sal- della Chiesa un Cesu sbiadito, sto <Non è la natura esemplare del
nc umana che esso presupponeva, vezza che già si era realjzzata. ricamente incerlo e teologicamente Gesiì stoÌico che 1o rende Signo-
Bultmann vide in Cesu colui che 1.2.3 Continuitù storical irrilevante. Come (teologo della re) (Bultmann 1929, 239). Perciò
rìvolgeva un appello, che invita- Llultmanù operò una distjnzioDe parolar, Bultmann condivideva Bùltmann ritenne teologicamente
va a una obbedienza radicalc. lìi- fondamentale tra duc aspettj ca l'affermazione di Kàhler che il criticabile lo slogan radìcale: (Ri-
tenne che la critica rivolta da Ge ratterjstici del dibatlito sulla qùe- p ncipìo della <giustificazione per salìre da Paolo a Gesù)). (Tutto
sù ai larisei rappresentasse un at stione (Gesii e Paolo). Una cosa lede), sosîenuto dalla Riforma, quello che si può fare è andare a
tacco a ogni forma di (legalismot, e chiedcrsi quale corrispondenza doveva venir applicato anche al Gesir attraverso Paolo: Paolo ci
che richiedeva un'obbedìenza so- vi sia lra la proclamazione di Cie- metodo teologico: le verità teolo- chiede se siamo disposti a capire
1o parziale o esterna. Nel suo ap sù e la predicazionc cli Paolo; al giche non possono mai ricevere I'azìone di Dio in Cristo come un
pello radicale, Gcsir esige una de- tra cosa, deltullo di!ersa, e vedere conferma dai risultati ridotti e in- evento che ha deciso e decide ar
dizione totale alla volontà di Dio se Paolo. dircttamente o irldiret certi delÌa ricerca storica. ma so- tualmente le sorti del mondo I la
e 1'abbandono del proprio aùto- tamcntc, fosse iùlluenzato dall'in- no assicurati solo dalla fede. La nosîra soÍ€ personale>) (Buhmann
compiacimento. Anzi, Bultmann segnamenlo di Gesù. Su questo se- teologia cristiana non deve quin- 1936,201).
vide qui un punto di contatto con condo punto Bultmanrì vide che di limitarsi aile (e neppure partire 1.2.5 Il siqníJicqto dell'opera dì
la teologia di Paolo. Al londo del- tra Cesu e Paolo vi era un legame dalle) ricostruzioni della figura del Bultmann - A questo modo Bult-
la critica che Paolo muove alla storico del tutto ridotto- Egli îece Gesù storico, tentate dagli studio- mann aflrontò la questione (Ge-
Legge e della sua teologia della notare comc Paolo ciLi berl Poche si, Il punto di partenza resta sem- sii e Paolo) non su un piano pu-
croce (fed, Croce, teologia della) parolc di Gesir e, alche nel caso pre il kerigma, ossia l'annuncio ramente storico (in che misura
egli vide un attacco decisivo con- che si riescano a scoprire jn luì al- che il Cristo crocifisso è risuscita- Paolo conoscesse Gesù o fosse in-
tro il legalismo giudaico e ogni tre possibili allusioni, esse riguar- to dai morti e deve essere ricono- fluenzato da lui, o si trovasse drac-
tentativo di assicurarsi la salvez- dano solo I'e1ica di Paolo: (E na- sciùto come Signore (redi Predi- cordo con lui), ma nel contesto
za con mezzi puramente umani. trrale che eglillon si richiami alle cazione, kerigna). teologico piu vasto del rapporto
<<ll vero peccalo dell'uomo sta nel parolc dcl Signole a sostegno del- L'interpretazione che Bultmann tra il Gesir storico e il Cristo della
fatto che egli prende la propria vo- le proprie concezioni strettanlcn- diede del NT oîfri un grande so- fede. Furono proprio iÌ signiîica-
lontà nelle sue manj, cerca la pro te tcologiche, antropologiche e so- stegno a questo tìpo di teologia. ro pressante di questo problema
pria sicurezza c fa sorgere così una teriologiche)), in cui sì csprimono In particolare, egli affermò che la teologico eil modo radicale con
fiducia in se stesso, una sua "glo <le idec essenzialnente paoline)) mancanza di riierimenti in Paolo cùi Bultmann lo pose e vi diede
ria"> (Bultmann 1929,228). Ri- (Bultmann 1929, 223). Su questi alla vita e all'insegnamento di Ge- una risposta gli elementi che rese-
chiamandosi alle categorie erme- punti Paolo non dìpeùde da Gesir sir indicavano che I'unica cosa del ro così importand i comributi che
neutiche della filosofia esistenzia- e (l'insegnamenlo di Cesu - al- Gesù storico che interessasse la egli apportò al dibattito in corso.
lista, BuÌlmann scopeÌse così uùa meno tlei suoi aspetti essenziali predicazìone e la fede della Chie- Bisogna anche dare un giùsto ri-
corrispondenza oggetti\ a /soc hl i- non ha alcuna irnportanza pcr sa era che Gesù, colùi che er'a sta- lievo alla sua distinzione tra la
cre) tra Gesrì e Paolo nella loro Paolor. Percjò, pur constalando to cÌocifisso, era un fatto storico: continuità storica e la coÍispon-
concezione della realtà umana, an- una cena corrispondenza tra I'an- tutto quello che di lui era rilevan- denza oggettiva tra Gesu e Paolo.
che se la teologìa dì Paolo era più nuncio cli Gesir e il kerigma di te dal lato teologico (per esempio, Prima di Bulîmann il dibartito su
Gesù e Paolo 742 143 Gesù e Paolo
(Gesìr e Paolor aveva in gran par- su della storia e dal lato teologico filosofia esistenzialista. Egli affer- una specie di <docetismoD, che
teconfuso questi due aspetti e do- ritenne che, a ogni modo, i risul- mò in particolare che per Gesu il potrebbe subentrare se il
Cristo
po di lui vj fu ancora chi non ne tati sarebbero stati del tùtto irri- Regno non era semplicemente fu- predicato nei vangeli non resta îer-
tenne conto. Si è facilmente sup- levanti rispetto al kerìgma. Ma turo, ma già si stava realizzando mamelte ancorato al Gesù stori-
posto, per esempio, che se si pos- quando egli ribadì queste sue po- durante il suo ministero. Mentre co, e affermò che è troppo ridut-
sono trovare delle coinciderze di sizioni in una lezione del 1960 fu Bùltmann (al seguito di Schweit- tiva la restrizione di questo colle-
vocabolario tra GesÌl e Paolo, che costretto a diîenderle contro una zer) aveva intravisto una impor- gamento alla pura esistenza stori-
possano far intravedere una qual- tendenza che già si faceva strada tante distinzione tra Gesu che mi- ca di Gesù, come aveva voluto
che continuità (per esempio, che anche tra i suoi stessi discepoli. La rava all'immediato futuro e Pao- Bultmann. Se gli stùdiosi cristia-
Paolo si è chiamato alle tradizio- corrente aveva cominciato a riflui- 1o che guardava a un recente pas- ni non avessero svolto cerche sul-
ni di Gesìr in fatlo di eÌica e di re e podava con sé un rinnovato sato, Kùmmel vide ambedue con- la natura del ministero di Gesil, al-
escatologia), già questo è una pro- interesse per la vecchia questione dizionati alla stessa maniera dal- tri sarebbero stati disposti a intra-
va che vi è una stretta corrispon- dei rapporti tra Cesìl e Paolo. la tensione, che stavano vivendo, prenderle. Ma più importante era
denza nelle loro prospettive teolo- 1.3,1 Joschim Jeremías - A tra ì.lna salvezza già presente e il il fatto che i vangeli sinottici dve-
giche. Ma come gli studiosi del NT cominciare dagli anni Trenta, e in suo compimento ancora luturo lavano che una buona parte del
hanno imparato da altri settori di assoluta indipendenza rispetto alla (vedl Escatologia). La risu.rezio- Cristianesimo delle origini cerca-
dcerca, anche se si scoprono dei scuola buÌtmanniana. J. Jeremias ne e il dono dello Spirito (redl Spi- va di collegare la propria predica-
paralleli tra due fonti, e anche se aveva condotto una ricerca origi- rito Santo) avevano semplicemen- zione del vangelo a un racconto
tali paralleli rivelano una dipen- nale sul Gesrì storico, che ottenne te ampliato gli eîfetti della salvez- della vita di cesu; e anche se il ke-
denza dell'una dall'altra (ma tal- ampio successo. Eglì riteneva che za già presente in Gesù, noÍ solo rigma di Paolo mostrava poco in-
volta ciò non si ve fica), può trat- iosse possibile riscoprire i fatti Íella sua parola (Bultmann) ma teresse per questi aspetti, teneva
tarsi solo di fenomeni srìperficiali centrali della vita di Cesil e anche, anche nella sua persona, Perciò, certo presente il Gesir terreno,
che mascherano profonde diffe- in qualche caso, isuoi rpsisslmd nonostante le differenze di formu- esaltando la sua crocifissione. So-
renze nella sottostante struttura di wtba (<<proprio le sùe stesse pa- lazione tra la predicazione di Ce- lo a questo modo Paolo poteva
pensiero. Al contrario, come ha role>); egli pensava aùche che il sù e quella di Paolo, Kúmmel ri- opporsi all'entusiasmo che i suoi
affermato lo stesso studioso, una Gesù così dcostruito, nella co- tenne che la teologia di Paolo non neofiti attribuivano allo Spirito,
corrispondenza significativa tra il scienza che aveva del proprio sta- rappresenti un'alterazione fonda- poiché ebbe a constatare abba-
pensiero di Cesir e quello di Pao- to (come si pùò vedere nell'uso che mentale o una falsificazione del- stanza presto a Co nto che l'ap-
lo non suppone una semplice con- lece dell'invocazione Abba), nel l'insegnamento di Gesù, ma solo pellarsi esclusivamente allo Spiri-
tinuità storica, nel senso che le tra- suo liberarsi dalla Legge e qel va- una riformulazione piìr adeguata to potgva condufie a ogni genere
dizioni di Gesir sarebbero state lore salvilico che diede alla sua delle sue idee fondamentali. di fraintendimenti (yedi Coiîzi,
trasmesse a Paolo, o quest'ultimo morte, era in perîetta sintonia con 1.3.3 La nuovafase dellq ricer lettere ai). La ricerca sul Gesù sto-
le avrebbe ricevute. Bisognerebbe I'annuncio che di lui fece la Chie- ca (New Quest) - II dibattito sulla rico, pertanto, anche se non era ill
ancora afîrontare la questione sto' sa posteriore. In particolare, Je- question€ (Gesu e Paolo) poté pe- grado di fornire un fondamento
rica del come si è realizzata qÌre- remias vide una somiglianza signi- rò giungere a una fase ulteriore del storico alla f€de, era importante
sta ùotevole conispondenza (Bult- ficativa tra il Gesil che aveva ac- suo cammino quando si destò per poter discemere il vangelo au-
mann però non la affronta mai), colto i peccatori e gli emarginati nuovamentg un ampio interesse tentico dalle sue falsificazioni. In
e non sarebbe saggio separare net- e il Paolo che aveva predicato la per la ricerca su Gesir. Gli anni particolare, I'interpretazione che
tamente il problema della conti- giustificazione dell'empio per la Cinquanta videro diffondersi que- Kàsemann propose della figura del
nuità da quello d€lla corrispon- grazìa di Dio. sto rinnovato interesse per il Ge- Gesù storico come di un personag-
denza. Ma è già un gran passo 1.3.2 Werner G. Kùmmel - sù storico anche tra i discepoli di gio che si era opposto decisamen-
avanti lo stabilire che essi sono di- Nella stessa epoca Vy'. G. Kùmmel Bultmann, soprattutto E. Fuchs, te ai vincoli della Legge e aveva
stinti tra loro. tenne desto il problema ((Gesìl e G, Bornkamm e E. Kàsemann, abolito la distinzione tra il sacro
1.3 Dagli anni Cinquanta ai Paolor con importanti saggi sul- Pur aderendo ancora al principio e il profano, contribuì a rafforzare
giorni nostri - La posizione au- l'argomento. Pur essendo inflùen- (kerigmaticoD che il vangelo non il signiiicato eminentemente poli-
torevole che Bultmann occùpava zato notevolmente dalla posizio- può dipendere mai dai risulîati in- tico e sociale che egli diede al van-
nell'ambito della ricerca neotesta- ne di Bultmann, e concordando certi della ricerca storica, Kàse- gelo.
mentada tedesca ebbe come eifet- sostanzialmente con lui suÌ fatto mann assùnse una posizione di 1.3.4 Eberhard Jùngel - Ar.che
to quello di relegare in secondo che Paolo non possedeva inîorma- ampia portata esegetica e îeologi- sela strada percorsa dalla <<New
piano l'interesse per il Gesù stori- zioni sulla vita e l'insegnamento di ca nell'ambito di quella che diven- Quest> degli anni Cinqùanta e
co. Dal lato storico egli mise in Gesir, egli analizzò la corrispon- ne nota come la (New Quest> Sessanta aveva dato risultati piut-
dubbio la nostra capacità di rico denza tla Gesù e Paolo in una pro- (nuova via di dcerca) al Gesù sto- tosto scarsi, aveva però riaperto la
struire una figura precisa del Ge- spettiva che era meno ìegata alla rico. Egli pose in guardia contro questione storica su Gesr) e quin-
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45 Gesù e Paolo
Gesù e Paolo 144

di rinnovaro f interesse per la rela- 2) Se si vuole parlare della cor- liberata ampiamente da interessi Gesu nel sùo contesto palestinese,
zione tra Gesù e Paolo. ll sùlta- rispondenza rra Gesir e Paolo, bi- tcologici, djversamente dalla (Old taDto più appare difficile trovare
to piir imlnedialo che ne conseguì sogna condufe un'analisi delle lo Quest>, che restava legata alla teo- punti significativi di corrisponden-
fu ùna nuova presentazione della ro rispettive teologie che sia ìn gra- logia liberale, e dalla (New za con la teologia di Paolo, che si
corrisponde0za tra Gesu e Paolo a do di isolarne i n1otivi dominanti Quest), che dipeÍdeva dall'esi- è formulata alla lùce deÌÌa croce e
opera di E. Jiingel (1962). Unendo e individuare, al di denlro e al di stenzialismo dì teùdenza prote, dclla risurrezione e nell'ambito
la propria esegesi de1 NT a una par- là di essi, gli elementi fondamen- stante. Benché quindi si siano fatti della missione ai Gentili. Di fat-
ticolare abilità teologica, e richia- tali del loro peùsiero. Ma allo sta- notevoli progressi negli ultimi anni to, l'orientamento attuale della ri-
to attuaÌe regna una notevole do- per quanto riguarda la conoscen- cerca neotestamentaria rifiuta am-
mandosi fortemente alla <nuova
ermeneutica) del suo maestro E. se di incertezza su cluestj punti, sia
za dell'ambiente storico in cui si piamente di operare delle sintesi
per Gesù sia per Paolo. è svolto il ministero di Gesìr e delle teologiche in generale, per quan-
Fuchs, Júngel stabilì un confron- e
to tra la concezione del regno di L'inlerpretazione che Ìa Rìior- analogie che si possono cogliere to riguarda i rapporti tra Gesù e
Dio che energe dalle parabole e le ma ha dato di Paolo, e che domi- tra la sua incidenza su Israele e Paolo in particolare. È la diversi,
quella di altri movimenti palesti- tà all'interno del NT, più che la
affermazioni teologiche lbndamen- na in Gerùiania come pure in al-
tali di Paolo sulla giustjzìa di Dio. 1re aree della teologia evangelica, nesi contemporanei, vale a dire del sua unìtà, quella che attira soprat-
Nonostanle tutte le differenze di ha voluto vedere nella dottrina I sec. (per esempio ad opera di J. rullo l'attenzione e vi è una certa
linguaggio, Jiingel scopri una corri- della giustiîìcazione il centro del- K. Riches, A. E. Harvey, G. ripugnanza verso quelÌi che pos-
spondenza esselziale su questo pun- la teologia di Paolo, riLenendo che Theissen, M. Hengel, M. J. Borg, sono essere considerati tentativi
10: come nelle parabole, in quanto la sua polemica conn o la Legge in- E. P. Sanders), non si sono però apologetici di tappare i buchi.
narnzio i che attuano il loro sjgnì- rendesse opporsi all'idea che l'uo- inseriti questi risultati in una pa- La convinzione di molti studiosi
iicato, Dio si rende vicino alla sto- mo sia in grado di raggiuugere 1a noramica teologica che cerchi di ebreì ossia che Gesù si può ca-
ria e rivela una nuova parola che giustizia con le proprie forze. Oggi enucleare quale sia il punto cen- pire all'interno del Giudaismo, ma
sostituisce quella antica della Leg però, per via dei contributi che so- trale del messaggio e deglj intenti Paolo no - alla metà di questo se-
ge, così Paolo predica il soprag no venlrti dai lavori c1i K. Stendahl di Gesù. Nonostante un certo con- colo è diventata l'opinione famo-
senso che sta emergendo sulla pos- sa dì J. Klausner ed è stata ripro-
giungcre di una nuova epoca che e E. P. Sanders, si dubita chc si
ci libera dalla schiavitu della Leg- debba identilicare così facilmen- sibilità di ricostruire una figura posta in seguito da G. Vermes e
ge e da ognì vincolo con ìl passato. le la dottrìna della giustiîicazione storica di Cesil, contiÌìua a persi- altri. Anche se la maggiot parte
1.3.5 Omíssioni e ptobleni de- per lède con ìl nucleo ccntralc del- Stere Ìrna qualche incertezza sul- degÌi studiosi di Paolo non sareb-
glì ultimi rrent'anni - La natrLra la teologia paolina e che le affer- l'aurenticità del nateriale dei van- be disposta ad ammettere che
piuttoslo astratta della tesi di Jùn- mazioni di Paolo si dcbbano in- geli relativo ai detti e vi è un am- Paolo sia stato influenzato in ma-
gel ha iatto sì che la sua opera fos lendere ìn termini così individua- pio dissenso sui limiti entro cui niera decisiva da concezioni non
listici (vedi G justificazione; Cen- Gesu ha posto in discussione alcu- giudaiche (religioni misteriche [ve-
se utilizzata piii dai teologi che da-
gliesegeti diprolessione. Ma è in- tro della reologia di Paolo). So- ni elementi îondamentali del Giu- dl Religioni greco-romanel o gno-
teressante il fatto chc, dopo il li- praltutto in quest'ultimo deceD- daismo. In particolare, Sanders ha sticismo Iyedi cnosi, gnostici-
bro di Jùngel, negli uLtimi lren nio, si è assistito a un vivacc di- indotto a rivedere profondamen- smo]), persiste comunque una va-
t'anni in pralica non si sia piu battito sulLa teologia della Legge te i due aspetti in cui di soliro si sta tendenza a scorgere una note-
pùbblicato nulla sul problema del- in Paolo e molte aukrrevoli voci fa consisteie l'originalità del mes- vole divergenza tra le prospettive
la corrispondenza teologica tra giungono ad affermare che il pen- saggio di Gesili Ìa sua critica del- di Gesu e quelle di Paolo. Mentre
Gesil e Paoio. I motivj di questo sìero di Paolo ò conluso o si limi- la Legge e l'accoglienza riservata le precedentì generazioni si erano
disinteresse possono essere molte- ta a queslioni praLiche che hanno ai peccatorì. Aúche se moÌtì sono impegnate a respingere lettamente
plici e complessì, ma quesii sono lilevanza per la sua missione ai inclini a contestare Sanders su le obiezioni di parte ebraica che il
per Io meno i píù indicativi: Cìentili. Rispetto alle precedenti questo pùnto, la maggior parte de- Cristianesino era stato corrotto
gli studiosi sono d'accordo nel ri- da Paolo, l'attuale atteggiamento
l) In linea gencrale, la teologia generazionì, sono dìvcnutì pochi
e lo studio clel NT hanno percor- gli studiosi che sottoljneano anco- lenere che, per quanto riguarda ìl pluralistico e incline a tener con-
so strade diverse. L€ dimensioùi ra il dìnamisnìo che srarcbbe alla Gesù storico, il problema decisi- ro del punto di vista ebraico ha re-
teoloSjche della noslra tematica, basc dclla teologia di Paolo e che vo riguarda I'atteggiamenro che so gli studiosi meno insistenti e
cosl rilevanli per BultmanD e i suoi qùindi si sentono ancorain grado egli ha assunto nei confronri di meno polemici nella trattazione di
immediati successori. sono state di corliontare quest'ultima con gli lsraeÌe e la sua incidenza sulla questi temi.
semplicemente eluse o non hanno elementi ccntrali delÌa fìgura e del complessa siluazione religiosa, 1.3.6 I ptogtessi degli ultimi
attirato l'aÍenzione della maggior la teologia di Gesil. culturale e polilica del Giudaìsmo trcnt'onni - Se negli ultimi tre de-
parte degli studiosi del NT. Nello Nel lrattempo, mentre la ricer- palestinese, cenni vi è stata una scarsa tenden-
stesso tempo, ia teologia si è inte- ca sul Gesir srorico ha rìacquista- Ma quanro piir si tenta di col- za a ricercare quali possano esse-
ressata di meno al NT. to un suo spazio vitale, si è però locare la vita e la predicazione di re gli elementi dj corrispondenza
Cesù e Paolo '7
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4'7 Gesù e Paolo
tra Gesu e Paolo, si è però dedi- tà che diflicilmente può giungere tà invece sorge quando si tratta di nessùn riferimento alla Galilea e
cata molta attenzione al problcma a risultati di graùde rìlievo. vedere se in allri passi, in cui pos- a GerusaÌemme. Cli unici fatti a
della continuità storica. Anzitut ll sccondo aspetto della conti- siamo scopdre paralleli con i van- cui si rilerisce costantemente so-
lo, si è manifestato un nuovo in- nuiîà, che attira oggi l'attenzione geli, Paolo alluda o si richiami al- no la sua crocifissione e la sua ri-
teresse per la questione relativa al- della ricerca, riguzlrda il canale at- l'insegnamento di Gesir (per esem- surrezione, benché anche iIr que-
I'uso che Paolo può aver fatto del- traverso cui la tradizione dì Cesù pio il gruppo delle possibili allu- sto caso manchi l'indicazìone pre-
le tradizioni sul (o provenienti dal) ha potuto raggiungere Paolo. La sioni in Rm 12-14). Naturalmen- cisa del tempo, del luogo e delle
Cesu storico. La posjzione conser- maggiol parte ritienc che i conlatti te, coloro che sottolineano la di- circostanze colcomitanti. Il sem-
vatrice della scuola inglesc si è di Paolo con idiscepoli djrctli di stanza che esiste tra Gesu e Paolo plice îatto della crocifissione di
espressa nell'opera autorevole di Ccsu nelle Chiese palestjnesi non sono portati a ridurre al mjnimo Cdsto sembra dominare talmen-
w. D. Davies, Parland Rabbinic siano stati numcrosi, belché si di- il numero delle probabili allusio- te la prospettiva di Paolo da far
Judaism (1948), in cui l'autore, scùta sull'irÌ1p01 tanza chc può ni, mertre coloro che vedono una recedere in secondo piano ogni al-
partendo dalle citazioni e dalle at- aver avuto il primo incontro di stretta relazione tra i due perso- tro avvenimento.
lusioni che si trovano nelle lettere Paolo co1] Pietro (Cal 1,18). Si naggi tendono a una lettura mas- La croce occupa un posto cen-
di Paolo. deduce che <Paolo è im- manifèsta un grande interess€ per simalista. Certo. nel contesto del trale anche per quanto riguarda la
bevuto del pensiero e delle parole glj <cllenisli), ì1 gruppo radicale piu vasto dibattito il problema personalità di GesÌr e la sua iigu-
del suo SigÌ'ìore) (Davies 140). A giudeo-cristiano rappresentato da non riguarda il numero dei casi in ra morale. Vi sono riferimenti al-
essa si è associala 1a ricerca della Stefano e Barnaba che cra stato cui Paolo cita l'insegnamento di la dolcezza e alla maùsuetudine di
scuola scandìnava (H. Riesenleld, espuÌso da Gcrusalemme, che cra Gesr) o vi allude, ma ìl signilicato Gesu (2Cor 10,1) e al suo amore
B. Gerhardsson), secondo la quale divenuto bersaglio clella pcrsecu che Paolo attribuisce a tale inse- (Gal 2,20), ma qùesti tratti del suo
la prima generazione ha conserva- zione dì Paolo e aveva poi escrci- grlamento, Le parole di Gesir so- carattere vengono presentati non
to accuratamente il materiale su tato Ìrn'influenza assai rilevante su no dotate di particolare valore au- nel contesto di particolari episodi
Gesìr. Nel caso di Paolo, mollo di- di lui dopo la sua conversiolle. Si rorevole? Se Paolo vi allude, per- della sua vita o del suo compor-
pende dalla scoperta e dalla valu- pensa comurlemenle che se vi è un ché sono fuse così spesso con al- tamento verso il prossimo, bensì
tazione delle allusioùi all'insegna- qualche (ponte)) tra Cesù c Pao- tro materiale e non vengono evi- per sottolineare la sua dedizione
mento di Gesù. La minuziosa ana- 1o,lo si deve vederc proprio quì. denziate opportunam€nte come alÌa croce. Quando Paolo accen-
lisi di D, L. Dungan nel suo libro Ma ci è dì ostacolo la mancanza parole di Gesir? Inoltre, quale si- na all'obbedienza di Cristo (Rm
The Sayings of Jesus in the Chut di una documenrazione diretta e gnilicato potrebbe attribuire la cri- 5,19; Fil2,5-9) o alla sua grazia in
ches oÍ Poul (1971) ha preso in affidabile su questo grùppo. Se, ir1 stologia di PaoÌo a un Gesr) che è virtu della quale si è fatto povero
esame I'uso allusivo dei detti di terminì storici, non si può alfron- maestro in fatto di etica? (2Cor 8,9), sembra che abbia in
Gesu in lCor 7,10 e 9,14 e ha con- tare la questjone reÌativa a <Cesù mente tutto il dramma dell'incar-
cluso che i Corinzi erano già fa- e PaoloD senza riferirsi a questa 3. LA VITA DI GESU E IL SUO nazione e della croce (ledl Cristo-
úiliari con questo materiale e vì <Chìesa delle origini, coll]e a una CARATTERE ESEMPLARE logia), più che qualche evento par-
possono essere molti altri testi in terza realtà. è frustrante dover Non è elevato iÌ nùmero dei fatti ticolare della sua vita, Ed è pro-
cui Paolo allude all'insegnamcn- constatare che proprio cluesto de- delìa vita di Gesu che possiamo ra- babilmente significativo jl îatto
to di Gesii. Questo ha incoraggja- cjsivo periodo delle oligini e que- cimolare dalle lettere di Paolo: che nel citare l'esempio di Gesù
to gli studjosi a proseguire la ri- sto importante ramo (elÌenista> Gesir è nato ed è vissuto sotto la che ha sopportato ilpeso degli al-
cerca nella medesima direzione, della Chiesa sono gli clemenli che Legge (Gal 4,4), era di discenden- tri (Rm 15,3), Paolo non si riferi-
per vedere se Paolo dipenda da un restano piil oscuri. za davidica (Rm 1,3), aveva dei sca a delle parole o a dei îatti del-
materiale escatologico che trae ori- frateìlì, uno dei quali si chiamava la vita di Gesir, ma al modo con
gine da Gesù e se conosca non tan 2 I ,'ì NSF,GNAMENTO DI CE-
Giacomo (1cor 9,5; Gal l,l9), cui nei Salmi viene raffigurata la
to dei detti isolati, qùanlo invece SU RECEPITO DA PAOLO consumò un pasto nella notte un sofferenza del giusto.
dei blocchi piir consistenti di ma- Come abbiamo vislo, si è svilup- cui iu tradito, dùrante il quale Tutto questo però non ci auto-
teriale (D. Wenham, D. C. Alli- pata una ùotevole discussione sul- pronunciò alcune parole partico- rizza a dire che Paolo ignorasse la
son, P. Stuhlmacher). Si è intra- I'eslensione e il significato che va Iari (lcor 11,23-25), Non vi è al- lita del Gesìl terreno, o non mo-
preso anche un nuovo lavoro dj ri- attribuìto all'ùso paolino dell'in- cun fife.imento al battesimo di strasse per essa alcun interesse.
cerca sulla natura delle allusioni e segnamento di Gesir (redl Cesit, Cesù. ai molti miracoli da hri com- Egli si solferma tuttavia sulle ca-
dej richiami e sul metodo piu ap delti di). Non c'è problema per piuti e alle numerose parabole da ratteristiche generali più che su
propriato per poterli scoprire (M. quanlo riguarda i casi in cui Pao- lui raccontate, alle sue dispute con raccoùti dcttagliati e preferisce far
Thompson), anche se bisogna ri- Ìo cita espressamente lc paroÌe di i farisei, alla trasfigurazione o al- rilevare il significato della vicen-
conoscere che un gran numero di Ccsù (per esempio lCor 7,10; l'episodio del tempio; non vi è al, da di Gesu nel suo complesso, in-
studiosi è dell'awiso che una si- 9.14: I I,23; 1Ts 4,15, anche se I'o- cuna indicazione sull'ambientazio- terpretaùdola alla Ìuce delle Scrit-
mile impresa è così irta di difficol- rigine resta incelta). La dìîficoL- ne precisa del ministero di Cìesù. ture. Oltre agli esempi trattj dalla
Gesù e Paolo 748 149 Gesù e paolo
propria esperienza! Paolo si ri- chiesta di ulteriori inforrnazioni da ne diretta di Cristo lvedi Conver- comprensibile che siano stati que-
chiama alla figura dì Gesu corne parte di un uditorio, sia intcressa- sione e chiamata di Paoloì e solo sti îatti reÌativi a Cristo, ossia la
esempio di obbedieDZa, di dedizio to sia ostile. dopo tre anni egli ebbe occasione sua crocifissione e la sua risurre-
ne e di amore, Pcr escmpio, no- Ma il problema qui sta nel îat- di incontrare Pietro. Invece in zione, piir che i dettagli del suo in-
nostante le riserve di qualche stu- to che non conosciamo quale îos- lCor 15 egli ricorda ai Corinzi il segnamento o del suo ministero,
dioso, I'intenlo di Paolo ncl cita- se la predicazione originaria di credo che egli ha loro trasmesso e quelli che si sono impressi più a
re l'inno di Fil 2.5 ll sembra es- Paolo. Benché gli Atti ci riporti- che riguarda la morte e la risurre- fondo nell'animo di paolo.
ser in parte quello di fornire un no alcuni suoi discorsi. sicontinua zione di Cristo, dicendo che egli Un altro versetto che si cita
esempio morale (vedi Imitazione a discutere îino a che punlo essi stesso ha ricevuio questa tradizio- spesso a qùesto proposito è 2cor
di Paolo/di Cristoi Inni, fram- possano rifleltere la prcdicazione ne. In qùesto secondo caso vedia- 5,16, dove Paolo scrive: (Cosic-
menti innici, cantì, canli spiritua elîettiva di Paolo e fin dove giun- mo che Paolo eredìta e fa tesoro ché ormai noi non conosciamo piu
li). Si può tuftavia notare che una ga la manipolazione di Luca; a di tradizioni trasmessegli da colo- nessuno secondo la catne (kaÍa
laÌe presentazione gen€ralizzata ogni modo, persjno il discorso te- ro che sono stati cristiani prima di sar*a); e anche se abbiamo cono-
della virtu non è così incisiva ai fi- nuto ad Antiochia di Pisidia (At lui, e tra questì vi sono coloro che sciuto Cristo secondo la carne lei
ni dell'esortazione morale quanto 13,16 41) ci tbrnisce una ben scar- in Palestina sono stati testimoni kai egnòkamen kata sarka Chìí-
10 è dramùa-
invece la descrizioùe sa informazione sul Gesil tcrreno. ocularì delÌa risurrezione; in Ga- .t/orl. ora non lo conosciamo piu
tica che illustra quel punto par- Nelle sue Iettcrc Paolo taÌvolta ci latì invece tutto dipende da quan- cosi'. Per un certo periodo di tem,
ticolare. Allre scuole religiose e parla degli inizi della sua predica- to egli stesso ha potuto sperimen- po questo versetto era divenuto il
fjlosofiche del mondo greco- zione (1Ts 1,9-10; lCor 2,2), ma tare con la sua chiamata e la rive- testo fondamentale del dibattito su
tomano amavano raccontare sto- non ci lascia intravedere se in quel- lazione ricevuta. Questi due testi Gesil e Paolo, soprattutto da
rie dieroi (per esempio Mosè, Pi le occasioni abbia narrato ampia, ci indicano due modi diversi con quando Bultmann gli aveva attri-
tagora, Diogene, Socrate), la cui mente la vita dì Gesit. Inoltre. nel- cui Paolo può aver avvertito il buito un'interpretazione che dove-
condotta era un esempio vivente la lettera ai Romani, che Paolo problema della ricezione e della va suffragare la sua concezione se-
delle verità che essi predicavano. scrive a una comunità che non ha trasmissione di dati che riguarda- condo cui Paolo aveva ben poco
Si può allora intuire di qui il bi- fondato e nella quale espone lìrn- vano il 6esu terreno. interesse alla vita del Gesù terre-
sogno che c'era, almeno a livcllo gamente iì vangelo che predica, Sarebbe certo errato vedere no. Si è discusso a Ìungo se I'e-
popolare, dei raccontì dettagliati non troviamo nessuno dei detta- queste due prospeltive in assohì- spressione kafa sarka yada ú\ita
deí vangeli, accanto alle descrizio- gli sulla vita di Gesù che ci atten- ta antitesi tra loro. In ciascuna di al sostantivo o al verbo, dimenti-
ni più generìche fornite da Paolo. deremmo. Certo. dire che Paolo esse si polrebbero trovare degli cando così il fatto che quanto si
raramente si è riîerito alla vita di elefienti tetorici ehe sono in pra- dice qui di Cristo lo si aîferma di
4. LE LETTERE E LA PREDI. Gesil, perché di essa non dice mol- do di spiegare l'unjlateraljtà della îuiti gli uomjni nella prjma parte
CAZIONE MISSIONARIA _ to nelle sue lettere, signiiica fon- descrizione. Non si può quindi del versetto, Non si può cerio di-
Fin qùi abbiamo preso in conside- d,arsi su trn argumentum e silenlío, concludere da Calati che Paolo re che Paolo non si interessasse
razione la documentazione costi- ossia sù un genere di ragionamen- era rilutlante, o imbarazzato, di della vita normale e dei iatti che
luita dalle lettere. lVIa è chiaro che to che è sempre molto rischioso. îronte ai dati che riguardavano il riguardavano tutti quelli che in-
esse ci danno solo un quadro par- Affermare anzi che Paolo cono- Gesii storico. Come disse una vol- contrava! E chiaro però dal con-
ziale del pensiero di Paolo e si è sceva molto di piil di quanto dice ta C. H. Dodd con una batruta di testo (che parla della morte di Cri-
alfcrmato spesso che Paolo po- nelle sue lettere, e dover quindi spìrito, è ben dilficile che nel lo- sto lredl Morire e risorgere con
trebbe (o anzi <dovrebbe>) aver cercare una qualche ipotesi che ro prino incontro Pìetro e Paolo Cristo] e della nuova creazione in
presentato un qùadro piil comple spieghi questo suo silenzio, signi- abbiano trascorso una quindicina Cristo ltedl Creazione e nuova
to della vita e del ministero di Ge- fica procedere su una strada an- di giorni a parlare del tempo (cal creazionel) che iì modo con cui
sr.r quando iniziò a predicare il cor piu precaria. 1,18)! E però chiaro che Paolo è Paolo guarda a ogni uomo. inclu-
vangelo. Sarebbe quindi frLorvian- ben conscio della sua chiamata so lo stesso Cristo, è determinato
te trarre conclusioni generali solo 5. RIVELAZIONE E TRADI- particolare. Poiché non ha visto o dall'evento che ha scosso il mon-
dalle lettere, Si è fatto osservare ZTONE .- Vi è un'ìnteressanle di- seguito il Gesu terreno, la sua au- do, cioè dalla croce e dalla risur-
che una lettera, per la sùa stessa vergenza tra Gal I e lCor 15 nel torità pùò solo fondarsi suÌla chia- reziolle. Per Paolo questi non era-
natura, non è adatta a fornire de- modo con cui Paolo descrive le mata ricevuta lramite una visione no solo degli episodi che avevano
glì ampi racconti, e come paralle- origini del vangelo. In cal I egìi sulla via di Damasco. Ivi ha incon- concluso la vita di Gesrì; essi co-
lo si citano spesso in proposito il aflerma di essere indipendcnte da trato iÌ Cristo risorto. la cui cro- stituivano anche la morte di un
vangelo e le lettere di Ciovannì. ogni autorità ùmana e in partico- cifissione egli aveva in preceden- vecchio eone (con il suo vecchio
tsisogna inoltre tener presente che, Lare dagli apostoli di Gerusalem- za ritenuto lo \candalo piu gran- modo di vedere le cose) e l,inizio
se si predica un Cristo crocilìsso, me. La sua chiamata e il suo van- de per un giudeo come Lui tyedi di uno nuovo (redl Escatologia).
si suscita spontaneamenle la ri- gelo sorìo îrutto di una rivelazio- Giudeo, Paolo come). E quindi In questo senso, ogni informa-
Gesù e Paolo '7
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751 Gesù e Paolo
zione che Paolo può avcr riccvu- che qualÌdo Paolo usa delle neta-
to sulla vita e il ministero di Gesu fore che si ril'erìscolÌo al Regno, tribrì d'lsraele, per ríunire attor- me suo îine immediaro non il pro
sembra essere stata offuscata daÌla le applichi in maniera singolare al- no a sé il nucleo rinnovato del po- blema della salvezza individuale,
croce e dalla risurrezìone. Si è af- la sovranjtà del Signore (redl Si- poìo di Dio. cesù non ha fonda ma quello dell'jmparziatità dj Dio
fermato talvolta che PaoÌo fa po- gnore). In tal senso è particolar- to ùna Chiesa, perché la Chiesa verso i Ciudei e i Gentili. Anche
chi rifeÌimenti alla vita e all'inse mente indicativo il testo di lcor (Israele) già csisteva. Ma la restau- Paolo si occupa quindi della rico-
gnamento di Gesù perché si senti- 15,20-28, con il suo riferìmento al razione di Israele (vedi Restaura stituzìone di Israele e di una nuo-
!a poco sicuro nel citare dei fatti regno presente di Crislo, anche se zione di Israele) comportava una va deîinizione dei figli di Abramo
che potevano essere rjcordati e esso è solo un preludio e resta su- sfida al suo sistema di valori. Se, (vedl Restaurazione di Israele)-
Lrsati meglio dai suoi avversari di bordinalo al regno universale di guendo l'invito alla penitenza pre- Per Paolo. I'ambienle fu cui ciò
ambiente palestinese. Può anche Dio. Questo brano, inoltre, rive- dicato da Giovanni Battista. Ge- devc attuarsi l1on è quello delle
darsi che a qualche racco[ro di la chiaramente che Paolo intcnde sir esortò lsraele ad aderirc alla vo- tensioni politiche e religiose della
Ccsu operatore di miracoli faces la signoria di Cristo come una lontà di Dio e a mctterÌa in prati- Palesrìna, ma quello sociale in cui
se ingenuamente dcorso quaÌcuÌ1o consegùenza della risurrezione. ca con obbedienza assoluta. L'og si trovano a convivere Giùdei e
dei suoi neofiti entusiasti, per Questo potrebbe indicare che vi getto della sua poÌemica non era Gentili relle cìftà del mondo
esempio tra i cristiani di Corinto. è una divergenza ìmportante tra la il legalismo (ossia il ritenere che le greco-.omano (vedl Sociologia
Ma anche se una sola o ambedue predicazionc di Gcsir c la teologia opere meritassero la salvezza), ma delle Chiese missionarie). La mis-
le ipotesi fossero vere, è più im- di Paolo. Se Gesù ha parlato del una veduta ristretta. che racchiù- sione singolare che egli svolgeva
portante rilevarc che la struttura regno di Dio che si stava attuan- deva la volontà di Dio entro i con presso i Geùtili e anche il suo no-
della teologia di I'aolo accentua in do con il suo ministero. ha volu- fini della nazione e della tradizio- tevole successo dchiedevano che si
modo quasì escÌusivo i fatti ccn- to accentuare anzitutto gli efîetti ne (vedi Legge; C)pere della Leg vedesse l'idea per la quale la 7ó
trali che riguardano Gesir e che della sùa predicazione e della sua ge). Quando Cesu parlava del re- ri era sìifliciente come normale
hanno detenninato una svolta opera risanatrice. Sull'altro ver- gno di Dio, non assecondava le at- guida molale, e si trattava di una
drammatica ùella storia della sal- sante della croce e della risurrezio- tese tradizìonali. Anchc se 1a do revisione molto piìr prof'onda di
vezzar Gesù, cioè, era stalo croci- ne, Paolo ha concentrato il Regno cunentazione non ci consente for- quella che possiamo notare nel,
îisso, ma Dio 1o aveva risuscitato nel Signore risorto, e ìra perciò da- se di aflèrmare che eglì si è con I'insegnamento di Cesù. Paolo
dai mor1i. to rilievo a ùn evento e ha impo- trapposto all'autolità deI|a Tórd slesso guarda a Gesù come a un
stato una cristologìa chc sono tut- in linea di pÌincipio, e pe.ò chia- uomo che è vissuto sotto la Legge
6. tL RÉGNO Dl DtO Uno dei t'al pìu implìcitì neÌl'insegnamen- ro a suflìcienza che egli invìtava (cal4,4) e il cuiminisrero è rivol
temi che esemplificano bene la dif- to di Gesù. Tenendo presente que- il popolo a riconsiderare bene le to alla (circoncisione), per poîer
îerenza tra la teologia di Gesir c sta innegabile diîîerenza di pro- sue pretese di superiorità e inter- adempiere le promesse fatte ai pa-
quella di Paolo è il tema del regno spettiva, causala dagli eventi deÌ- pretava con grande apertura di triarchi (Rm 15,8). Egli però ritie-
di Dio (vedi Regno di Dio/Cristo). la croce e della rìsurrezione, dob- spirito la Legge, soprattutto per ne che qùcsto adempimento com-
Già ùno sguardo superficiale, a lì- biamo vedere se vi sono ancora al- quanto rigualdava iÌ sabato, la pu- portì ora una ridefìnizìone siste-
vello di vocabolario, rivela subi- tre corrispondenze significative tra rità e il comandamento dell'amo- matica delÌ'<lsraeie di DioD (redi
to che questa terminologia, chc ò la predìcazione di Cesu e la teo- rc. Proclamare, ad esempio, che Israele), in modo da includervi an
cosi centrale nel messaggio di Ge- logia di Paolo, che ci consentano ìlriposo del sabato doveva diven- chc i Gentili, che sono liberi dalla
su, ha una iunzione molto più - di nanLenerle unite in quanto ispi- tare un'occasione per compiere at- Legge. Paolo non si appella mai
doîta in Paolo. Essa fa parte an- rate dagli stessi intenti fondamen- ti di misericordia significava pas- alla vita o all'ìnsegnamento di Cri-
che del vocabolario paolino (pcr rali. sare da una concezìone che mira- sto co1ììe nodello della sua missio-
esempio: Rm 1,1,1?; iTs 2,12; Gal va solo a proteggere la vita di ne ai Gentili o del suo uso seletti-
5,21; lCor 4,20; 6,9), ma compa- 7. ISRAELE E LA LECCE La lsraele a un invito a dimostrare Ìa vo della Legge; sù questo punto
re spesso in formule che sembla- aicerca recente sul Gesù storico ha misericordia infinita di Dio. anche sembra che eglj sapesse che vi era
no fisse e mài nelle aftèrmazioni dato jmportanza alla questione de- in un ambiente storico così com- una signìîicativa divergerua tra Ìui
piu fbndamentali sulla salvezza. Si gli intenti che Gesù si proponeva Dlcsso e pieno di tensjoni come era e Gesu. Ma potremmo ancora so-
potrebbe pensare che ciò sia do- e ha rivolto la sua attenzione al qrello della Palestina. stenere ugualmente che vi è una
vùto a un semplice e superficiale rapporîo che egli ha intrattenuto Anche la tcologia dì Paolo trat- reale corrispondenza tta la dina-
mutamento di terminologia e che, con il popolo di Israele. Ne è la fondameÌrtalmente del disegno mjca implicita nel modo con cui
come hanno sostenuto Jùr1gel e emerso un certo consenso sÌll fat- (li Dio su lsraele. Si sta sempre piil Gesù si rivolge a Israele e la mis-
piÌl recentemente Wedderburn, I'i- to che egli, con il suo minjstero, rlfìrmando l'idea che Rm 9-11 sione di Paolo ai Gentili, svinco-
dea di iondo venga conservata là si proponeva di resLaùrare e rico- rron sia un'appendìce, ma costitui- lata dalla Legge.
dove Paolo parla della giustizia di struire lsraele: ha chiamato dodi- \ca parte integrante di quella let-
Dio. E però anche significativo ci discepoli, simbolo delle dodicj icra e che la teologia paolina del- 8. I PECCATORI, GLI EMAR-
lrr giustificazione si proponga co GINATI E LA MTSERICORDIA
Gesù e Paolo 752 753 Gesù e Paolo

DI DIO - Il dibattito recente su estende anche ai deboli (i,edi De- blema se Gesu abbia predetto la
propria morte o quale interpreta-
tare sempre e dovunque nel nostro
Gesù e i (<peccatori> ha sottolinea- bolezza), a1 nemici e agli empi corpo la morte di Gesu, perché an-
to quanto fosse ardito il suo mo- (Rm 4,5; 5,6-11 ecc.). Nonostan- zione vi abbia dato. Vì è però una che la vita di Cesrì si manifesti nel
do di accostarsi a coloro che non te tutte le diilerenze di ambiente qualche prova nella tradizione ben nostro corpo), (2cor 4,lO: yedí
ignoravano la Lggge, ma che co- e di linguaggio, e nonostante tut- consolidata dell'ultima cena (re- Croce, teologia della). Allo stes-
scientemente e ripetutamente var- ti i complessi ragionamenti di cui di Cena del Sìgnore, eucaristia) e so modo di Gesù, pur accentuan-
cavano i limiti di un normale com- si serve, è proprio qui, nel cuore nel /oglo, di Marco 10,45 che Ge- do maggiormente la funzione della
portamento giudaico. Le prostitu- della sua teologia, che Paolo si ri- sù sapeva che la sua vita di servi- croce, Paolo ritiene che questo
te e gli esattori delle tasse (famosi vela in perfetta si[tonia con la di- zio sarebbe culminata nella mor- modeÌlo evangelico rappresenti
per la loro disonestà) erano tra co- namica del messaggio e del mini- te e ha inteso questa mofie come una sîida radicale all'orgoglio, al
loro con cui Gesu condivideva la stero di Cristo. Per Gesù e per un riscatto per <úolti)). lnoltre, la chiusura e all'autosufficienza
mensa. La motivazione di questo Paolo il nucleo centrale della buo- poiché la teologia giudaica nella insiti nella natura umana (lcor
comportamentoJ che suscitava na novella consiste in un abbatti- sua lunga tradizione aveva tenta- I,l8-25; cfr. Lc 10,25-37i Mc
scalpore, risulta chiara nelle para- mento radicale dei confini ristret- to di delinire qùale fosse il desti- 10,35-45).
bole dello smarrimento (Lc 15) e ti, per mosîrare quanto sia lìbera no dei giusti martirizzati e aveva
nel detto sul medico (Mc 2,17): e gratuita I'azione di Dio miseri- affermato che essi sarebbero stati IO. CONTINUITÀ E SVILUPPO
Gesir fa del suo ministero un'oc- cordioso. certament€ giustificati da Dio, è Come ha mostrato la rassegna
casione decisiva di perdono, il mo- Poiché Paolo a questo propo- del tutto probabile attribuìre a Ce- storica che abbiamo deli[eato so-
mento in cui il regno di Dio, che sito non si richiama mai all'esem- su una qualche speranza che i pia- pra, dietro a molte discussioni che
si realizza con Ia sua attività, si ri- pio di Cesù, non è chiaro come si ni di Dio avrebbero trionfato an- si sono sviluppate attorno alla
vela come misericordia incondi- possa spiegare in îermini stodci che con e attraverso la sua morte questione (Gesù e Paolor vi so-
zionata e salvifica di Dio. Invece questa notevoìe corrispondenza imminente. no alcuni importanti presùpposti
di rafforzare le barriere protetti- teologica. La soluzione piir proba- Guardando indietro dall'altro teologici. Da un lato, vi è I'affer-
ve attorno a chi è puro e giusto, bile, proposta recentemente da versante della croce e della risur- mazione di Bultmann che (ogget-
Gesù propone volutamente una Wedderhurn ìn modo convincen- rezione, la prospettiva di Paolo è to della lede è il Cristo del kerig-
diversa definizione dell'amore di te, è che i cristiani giudei <elleni- in qualche punto radicalmente di- ma e non la persona del Gesii sto-
Dio, in modo da estenderlo anche sti>, che Paolo in un primo tem- versa: fondandosi con fiducia sul- rico) (Bultmann 1960, 17). La
ai poveri, agli storpi, agli impuri, po aveva perseguitato, nella loro l'esperienza cristiana della risurre- conseguenza logica di questa po-
agli (inconvertibiliD e ai nemici. apertura verso i Gentili che si era- zione, egli vede nella risurrezione sizione è quella di ridurre al mini,
Nel proporre un samadtano come no convertiti erano influenzati dal di Cristo e nella sua elevazione a mo la continùità tra il Cesu stor!
esempio di servizio verso il pros- ricordo del modo con cui Gesir si (Signore)) I'aprirsi di una nuova co e la teologia di Paolo e di dare
simo, nel far notare che le buone era rivolto ai peccatori, contro le era. Ma anch'egli vede la vita e ìa la massima importanza alla fede
qualità tipiche del popolo di Dio aspettative comuni, e traevano morte di Gesu caratterizzate so- pasquale. Sul lato opposto dello
si trovano anche al di là dei con- ispirazione dalla sua aperta esal- prattutto da un servizio di obbe- spettro si pone la convìnzione di
fini tradizionali (cfr. Mt 8,10-12; tazione del perdono misericordio- dienza (Fil2,5-11; Rm 15,3; 2cor J. W. Fraser che <non possiamo
Ma 1 ,24-30) , Gesu fa capire che la so di Dio. Sono forse queste le ten- 8,9). Inoltre, al pari di Cesu, an- accontentarci di quanto Paolo o
misericordia di Dio non si limita denze e le concezioni che Paolo ha ch'egli fa consistere la buona no- altri hanno creduto: deve essere
necessadamente al popolo giudai- fatto proprie qùando si è inserito vella del vangelo essenzialmente stato Gesù stesso a fornire la ba-
co, anche se egli si propone anzi- nella comunità ellenista che prima nel modello del servizio e della se e il motivo di fondo per cui tut-
tutto di dnnovare Israele. Nel con- aveva cercato di distruggere. giustif icazione (y i n d í ca t í o n), del- to quanto il Nuovo Testamento ha
testo di Paolo, i (peccatori)) non la morte e della vita nuova. Co- elaborato una propria interpreta-
sono soltanto i Giudei disobbe- 9. LA SOFFERENZA, LA CRO. me Gesù ha constatato che l'amo- zione della sua persona e della sua
dienti, ma anche e soprattutto i CE E LA GIUSTIFICAZIONE re di Dio si manifestava nella de- opera salviiica)) (Fraser 29). ln
centili. La sua teologia della giu- È chiaro a sufficienza che Ge- dizione con cui egli stesso si rivol- questa prospettiva è importante
stificazione cerca di stabilire com€ sr) ha adottato una vita di pover- geva agli altrì e ha ritenuto che saper trovare il piu possibile delle
anche questi ultimi possano venir ta e di abnegazione e che ha rite- I'essere discepoli consistesse so- somiglianze e una qualche conti-
inclusi nella famiglia di Abramo. nuto che la grandezza si misuras- prattutto nel perdere la propria vi- nuità tra Cesù e Paolo.
La missione ai Gentili a cui egli si se nel servizio ai fratelli. Poiché vi ta e nel ritrovarla (Mc 8,34-37), In realtà, non si può negare che
dedica, assieme al fatto che da è un forte sospetto che le parole cosi la teologia di Paolo esalta il vi sialo mutamenti e sviluppi si-
persecutore delle Chiese è stato di cesi! riportate nei vangeli sia- <Figlio di Dio che mi ha amato e gnificativi tra il messaggio di Ge-
trasformato in apostolo, stanno no state influenzate fortemente ha dato se stesso per mer (Gal di Paolo, Gli eventi
sù e la teologia
alla base della sua tipica visione dagli awenimenti successivi, molti 2,20) e definisce fondamentalmen- del venerdì santo e della Pasqua
della grazia di Dio, Ia quale si studiosi restano agnostici sul pro- te la vita cristiana come un (por- e l'importanza della missione ai
fl
Gesù slorico 754 755 Giacomo e Paolo
Gentili hanno reso inevitabili e in \jllc (c.ld.J, The Hísbrì.al Jt|t und ttt Kt- (;IA(JOMO E PAOLO parte dell'altro, per cui quanto essi
un certo senso necessari questi svi- rygnatic Chtisî, Abingdon, NeN York hanno in comune è del tutto ca-
Nashlille 1964, pD. 15-42: Davies W. D..
luppi. lnoltre, puf prescindendo Pauland Ruhbini Judaish, I.otrcss, Phi- !,rrNrrrl ,) l. ll prcLrlema dcl rappofo suale. Questa posizione fa però
dal diverso linguaggio e dal diver- r.r (iixcomo e Paolol 2. La concezionc dilficoltà, poiché Paolo (Cal 1,19;
so modo di pensare di Gesu e di oJ Jesus in ltpChu.chîs olPa!/. Blackwelì,
Oxford l97l; Fraser J. W.,.lcsusand Paul,
dcllc operc in Giaconro e in I,aoloi 3. I-a 2,9) e Luca (At Isa2l,l'l-26) par-
Paolo, i
loro ambienti sociali e Marcham, Applelord (Berkshire) 1974:
l.dc in Giacomo e PaoÌo; 4. La siufi-
licarione ir (ììaconro
'n e in Paolo: 5. (lon Lano di almeno due incontri fra i
culturali, del tutto diversi tra lo- Hèi.tmiillcr w., Zun P.oblen Poulus und due personaggi, durante i quali si
ro, avrebbero reso impossibile per Jesus, ii ZNtl 13 (l9l2t 3 20-33 7 j J ercmias
sarebbero dovute discutore queste
Paolo ripetere semplicemente la J., npssaggia ceìîule del Nuow Testa
A partire dall'epoca della Riibr-
rrerh, Bibliotcca minima di cùltura rcligio tematiche così rilevanti per il van-
predicazione di Gesù. Il problema sa 19, Pa;dcia, Brescia 1982:i Jùngel E., ma, Ciacomo e Paolo sol1o stati gelo. NeÌla versione di Paolo, que-
fondameDtale è di vedere se la teo- Paolo e Cesij. Alle otisini dell.t ctístolopio, corìsiderati spesso fautori di due sti incontrò Giacomo trc anni do-
Biblioteca t0ologica 13, Paideia, Brescia tcologic opposte, la prima delle
logia di Paolo è nella sua essenza I978r Kihler M.. r,,r? So Called Hisrotiul
po la propria conversione (Cal
coerente con ilmessaggio di Gesir Jesus und the ltistotic Bìbtical Chtist,Fot qualì si fonderebbc sulle opere (ve- l,l9), ma il suo primo ampio di-
e ne rappresenta un suo legittimo tress, Phìladelphia l9ó4 (189ó)j Kàsemann ./l Opere della Legge) e la secon- battito con Giacomo ebbe lùogo
sviluppo. Come abbìamo visto, E., II ptoble,na del Gesit stortco, in Saggi tla sulla grazia. Un'analisi dei te- <dopo quattordici anniD (Cal2,9).
csegelÌ.Ì, Marielti. Casale Monlerrato 1985,
non si può cercare una risposLa so- pp. 30-57i Irl., Btind Allels in the <Jesus \ti piil rilevantimostra invece che A questo momento Giacomo e i
lo scoprendo o negando che vi sia of Histort, Cont.ovtsy, in Ne|| Testoùenî jn realtà questi duc personaggi suoi colleghi approvarono piena-
no allusioni alle parole di Gestr in Ques!ìons of Todat, SCM, ì-oDdon t969ì hanno usato termini similiin mo- mente I'interpretazione che Pao-
Kla\Éîet J-, Lion Jents to Puul, Attcr &
Paolo. Questo fatto, che interes- Llo diverso e in contesti distinti. Gli lo dava del vangelo, riconoscen-
Unain, London l94l; Kùmmcl \)l. c., "k-
sa la continuità storica tra Gesù e sus und Pauhts 11939) e Jesus nd Paulus studiosimodemì in genere sono di do chc il rispettivo ministero si
Paolo, non è di per sé in grado di (t963) tn Heilsseschehen und Ceschichîe, quest'awiso, ritenendo che Giaco- svolgeva in ambiti e in stili diver-
N- C. Ehlcrt, Marbulg 1965, pp.8l-10ó, rìlo abbia conosciulo solo un pao-
chiarire se la teologia di Paolo sia 419-456; Riches J. K., .I"ss attd the TnA-
si. In Gal 2,12 Paolo accenna nuo-
coer€nte con quella di Gesir. Ma tlon ation ol Judaìsn,Seabury, New York linismo lìainteso. vamente a Giacomo, ma da quel
gli elementi che possediamo sono 1982r Sanders E- P., Paolo e il eiudoistno poco che dice non risulta chiaro se
sufficienti a farci constatare che, pdlesr/rese. Biblìoreca lcologica 21, Paideia,
B.escia 1986; ld., Gerr r,l Biudaisno. Ma
I. IL PROBLEMA DEL RAP- I'azione di Pietro di astenersi dal
consapevolmente o meno, Paolo rìetlì, Genova 1992i Schweitzer A., Oe, I)ORTO TRA CIACOMO E sedersi a mensa insieme ai Genti-
ha elaborato le prospettive prin- tchkhte det pauli'tkchet l-brc.r!ÌS, Túbin- I'AOLO - A cominciare da Lu- li, per il fatto che erano giunti <<al
cipali dell'insegnamento di Gesir gen l9lÌ lrrad. i\81., Paul and Hís thteÉ lero, l'insegna sotto cui sono sta cuni da parte di Ciacomo), aves-
prctery. i. & C. Black, London 19121;
ri condotti gli studi paolini è stata se a che fare con il motivo per cui
e il significato fondamentale del- Tho'npson lvl. 8., C/o/,ed with Chtist: The
la sua vita e della sua morte, in Exanì?te and Teachins ofJesus in Romans quella della <giustificazione solo Ciacomo stesso li aveva mandati.
modo da farne emergere tutta la /2./-1J.1J, JSOT, Shcflield l99li Vernes per îede, non attraverso le opere>. Non è perciò chiaro quale fosse
C.. Jesùs and the wo d oÍ Júdaisn, For- ì)'altra parîe non si può ignorare
dinamica e il senso più pieno. resr, Phiìadelphia 1984; \\ edderburn A. J,
I'atteggiamento di Giacoùo. Nella
M. (ed.), Ptlul.rnd Jesùs. CoUected Essals, il fatto che in Gc 2,241'autore af'- versione di Luca, Giacomo è pre-
Vedî anche: Cena del Signore, eu- JSNTSS 37, JSOT, Shellicld I989; wen- lerma: (Vedete che l'uomo viene sentato come il capo della Chiesa
ham D., Paul: Ia owt oÍJesut at Faun dichiarato giusto [o giustiîicato] in di Gerusalemme e abile m€diato-
ca stia; Centro della teologia di der ol Chtistianiry?, Eordmans, Grand Ra-
Paolo; Cristologia; Escatologia; pids I9t5; Wilson S- Q., Frcn Jesu! to base alle sue azioni lopere] e non re. Nei due testi lucani egli propo-
Etica; cesir, detti di; Giudeo, Psut: The Contoury and Consequences oJ solranto in base alla fede>. Que- ne rÍ tnodus virerdi per il quale
Paolo come; Imitazione di Pao- a Debare, 1D P. Richardson , J. C. Hurd \to contrasto apparente con la i giudeo-cristiani di stretta osser-
(edd.), Fton Jesus to Psut: Studies ìn Ho- concezione della giustificazione in vanza potevano vivere nella stes-
loldi Cristo; Interpreti di Paolo; noùof Fran is Wtight Reure, Willrid Laù
Legge; Regno di Dìo,/Cristo; Re- rier Universi), Warerloo (ON) 1984; Wi, l)aolo ulteriormente complicato
ò sa Chiesa con i cristiani provenien-
stau.azione dì Israele; Tradizione. th€rinelon B., ,/es!r Paul and the End of (lal fafto che sia Paolo (Rm ti dal paganesimo, senza che la fe-
Ihe Wotld: A Conparatiw Study in New .1,3.9.22; Gal 3,6) sia Giacomo de dei due gruppi venisse compro-
Testanlen î EschatoloÍ', lntervarsiry, Dow-
BltsL - Bore M. J., Corj7i.t, Holùess and nen Crove (IL) 1992; Wrede W., Pdrlls,
tcc 2,23) si riferiscono ad Abra messa. Come si possano coflcilia-
Polilics in the Teathinq oJ Jesus. Ed\yin HaÌle l904lrrad. ingl., Pa!/, Philip Creen, olo e citano Gn 15,6 a sostegno re tra loro queste due prospettive,
Mellen, New York-Toronlo 198,1; Brown London 19071. (lelle Ioro posizioni in apparenza e qùale sia la loro precisa crono-
C., HistoicalJesus, Quest af, tn DJC. pp. ()pposte. Questo non suggerireb- logia, costituisce uno degli argo-
326-341; Bulhann R., îàe Signif'cdnce of J. M. G, Barclay be îorse che uno di loro ha cono- mentj piil ardui della ricerca neo-
the Histotical Jesus Íar rhe Theolosr oÍ
Paul, ir Faith dnd UnderstakdinS I, Hat- sciulo l'altro e ha inleso polemiz- testamentaria, e su di esso non vi
per & Row, Ne$ York 1966 (1929), pp. /tÌre voluÎamente contro di lui? è alcun accordo.
220-2461ld., Jesus and Paul, in Existence GESÙ STORICO: yedi cristo-
a"d Fanr, Hodder & Sroùghtoù, London logia; Gesir, detti di; Cesì) e A questo problema si possono La seconda risposta sta nel pen-
196l (1936), pp. 183 201; Id., The Pritniti.
(iare quattro risposte. La prima sare che Paolo voglia correggere
Paolo.
w Chtistian KeryEno ond îhe Hístoticol Je- .onsistc nel negare che ri sia una Giacomo o una posizione di Gia-
ss (1960), in C. E. Braaten R.A.Harrk- (
tualche conoscenza dell'uno da como che non sembra nel giusto.
Giacomo e Paolo 't 56 151 Giacomo e Paolo
Questa potrebbe essere una solu- tengono perciò non storici i rac- non dice ancora quale sia la ver rità è del resto il tema con cui ini-
zione plausibile se sì poresse indi- conti di At 15 e 21, che tentano di sione pÌù verosimiìe con cui Ìa zia l'argomentazione di questa pe-
viduare una precisa ambientazìo- presentare ì due personaggi in coo- quarta risposta può venir forrnu- ncope (cc 2,14 17). Le opere che
ne Biudeo-cristiana per lo scritto perazione relativamente armonica lata. Un rapporto tra i due perso Giacomo eÌenca coùre eseirpi so-
di Giacomo. Anche se pochj stu- tra loro. naggi resta possibile sia nell'ìpo- no dùnque buone azioni (gesti di
diosi hanno dileso una simile am- La quarta risposta consiste nel tesi di uÌla data piu alta per Gia carità, generosità, imparzialità,
bientazione e un numero aùcora dire che CiacoDto reagisce contro como, sìa in quella che si attiene controllo della lingùa ccc.).
minore (tra cui soprattutto F. un insegnamento di Paolo che è a una dala piu bassa. La questjo, E vero che Paolo è conttario aÌ-
Spitta nel 1896) ha pensato a un stato frainreso. Due riferìmenti ne della datazionc alta o bassa va Ìe (operer, ma alle (operc)) ìnte-
ambiente soltanto giudaico, non ò cronologici rendono possibile una risolta con argomenti di ordine let- se come un mczzo per djventare
del tùt1o chiaro se i Giudei o i tale risposla. Il primo è il periodo terario o teologico. Questa è la giusti davantia Djo. Sono le opc-
giudeo-cristìani parlassero di fede degli anni 40-50, dopo che Paolo conclusione a cui perviene M. re che egli chjama (opere della
e di opere con la stessa termino- ebbe iniziato la sua predicazione Hengel, quale, pur ritenendo che
i1 l,egge). Quest'ultiIna espressione
logia usata da Giacomo. Inoltre, ai Gentili e prima del concilio di iÌ rapporto tra ì due sia certo. ri- si rirrova anche nci tesri di eum-
moltì studiosi non riescono a ca- Gerusalcmme (un gran nllmero di mane sul vago ncl defÌnirc una da- ren, ma non ò mai usata da Gia-
pire perché Giacomo abbia scrit- studìosiche si attengono a qucsta lazione più precisa per la leltcra di corno. La specificazione (deLÌa
Lo nella maniera che conosciano posizione ritengono storico ìl rac- Giacomo e si accontenta di dire Legge, (redl Legge) compare sem-
se Paolo non avesse scritto per pri- conto di At 15ì. Il secondo è co- che è slata scritta (abbiistanza pre, almeno nel conlesto immcdia
mo, poiché mentre il Giùdaismo sîituito dal tempo che è stato ne- presto) (e questo pùò voÌer dire to, quando Paolo parla negativa-
non sembra fonnare l'oggetto dei cessario perché gli insegnamenti ncl 60-66 d.C.; oppure nel 40-50 mente delle opcre. ln cosa consi-
temi trattati da Giacomo, neppu- contcnùti in Ronani e forse in Ga- d.c.). Stono queste (opere))? La piu itn-
re quando egli parla di îede e di latì si diffondessero in modo così Possiamo spie8are meglio per- llortanre è la circoncjsione. benché
opere, Paolo introduce quesri te- ampio da poter venir deformati ché preferiarno la cluarta risposta cgli parli in proposito anche di os-
mi nel dibattito reologico usando (ossia dopo il 60), ma prima che ccrcando di esaminare il modo con servanza dclle leste (giudaiche) e
una termìnologia che coincide con il co4prs paolino giungessc all'au- cui Giacomo e Paolo usano da dclle leggi alimenrarì (giudaiche;
quella di Giacomo. lnfine, questa tore della lettcra di Gìacomo (al- parle loro i tre tcrmini pì-oblen]a- redi Cibi offcrri agli idoli c leggi
risposta sembra collocare la lette- cuni collocano questo periodo di ttci opere,.fede e giustiJ icazione. alimentari giudaiche). ln altre pa-
ra di Giacomo in una data piu an tenpo addirjttura nel 96 d.C.). rolc, mentre non mcnziona nìai la
tica che è impossibile, soprattut- Tra i soslenitori di quest'ultima 2. LA CONCEZIONE DELLE generosità e le altre opere buone
to se Paolo avesse dovuto legger- posizione dobbiarno menzionare OPERE IN CIACOMO E IN in questi contesti negativi, Paolo
la prima di scrivere la sua lettera M. Dibeliùs, S. S. Laws e M. Hen- PAOLO Ciacomo e Paolo usa si oppone a qùegli atti cultuali dcl-
ai Galati. Questa posizione dun- geL. no il termine grcco e/"gd l(operc, la legge mosaica che rengono i
qùe, benché resti possibile, è tut- Tra queste quattro rispostc, la o (azioDi); rerJi Opere clclla Leg- Giudei separati dai Cenlili e che
tavia improbabile. prima e la terza sono improbabiìi gc). In Gc 2,14 26 l'autoÌe rrarta si potrcbbero riteneÌe Decessa per
La rerza risposta, quindi, è che per il latto che, da un lato, la coin- dj un tipo particolare di operc. Le divenire gìusti davanti a Dio. Que-
Giacomo abbia contraddetto cidenza tra Ciacomo e Paolo è due azioni che velgono citaLe qui slo coincide con il contesto cìelle
espressamente Paolo, forse dopo troppo grande, per cui una totale sono 1) I'olferta di Isacco da par lettere paoline, dove Paolo deve
aver letto Ia lettera ai Romani. indipendenza tra i due diventa jn- Le di Abramo e 2) l'ospitalità ac- fare i conti con il îa o che alcuni
Questo significa €videntemente verosimiÌe, e dall'altro se Giaco- cordata da lìaab agli esploratoÌi. giucfeo-cristiani esigono che i Gen
che la lettera di Giacomo è stata mo avesse letto Romani o Galati Per quanto riguiLrda il gesto di tili debbano divonrare proseÌiri del
scritta dopo il 56 e forse molto do' avrebbe preso un grosso abbaglio Abramo, da un punro di vista giu- (ìiudaismo per poter raggiungere
po il 61 (l'anno della morte di Gia- nei confronti di Paolo. Qualcosa daìco questa offerta er.a il punto la salyezza- Paolo ncga che sia ne
como), se si deve concedere alla di simile si può dire per la secon- culminante di una vìta condotta in cessario di!entare Giudci. mentre
lettera ai Romani il tempo che le da risposra; in altre parole, se obbedienza a Dìo e in scrvizio dì è necessario diventarc uonìini sal
era sùfficiente per giungere a Ge- Paolo ha letto qualcosa di Giaco- carità verso il prossimo (Gn 18; vali da Dio.
rusalemme. La maggior parte di mo in forna scritta, lo ha liain- Giub. 17,17; 19,8', Test. Abt.. rc Non vi è dunque opposizione
coloro che si attengono a questa teso; questo però lascia aperta la censione A, l,l7; 7k. Pr,.l Cen realc tra Giacomo c Paolo su que
risposta, nella forma modificata di possibilità che egli abbia udito in 21,13;,4RN7 e 32). Il fatkr che sto problema dolle opere. Non so-
W. Pratscher o nella forma origi- îorma orale un insegnamento di Isacco non Iosse stato ofîerto ve- lo Paolo usa un'espressione ((ope-
nale dei piu vecchi esegeti tedeschi, Giacomo distorto. La quarta ri- niva visto come rLna dichiarazio re deìla Legge))) che non compa-
vedono negli Atti un esplicito ten- sposta peflanto sembra la più pro, ne che Abramo era giustificato. re mai in Cìiacotuo le in rcaltà è
tativo di conciliare la teologia di babile. Anche il gesto di Raab veniva con proprio l'assenza di ogni riferi-
Paolo con quella di Giacomo e ri- Tuttavia, quqsta conclusione sidcrato un atlo di carità. La ca- mento alle opere di cui parla Pao
Giacomo e Paolo 758 159
Giacomo e paolo
lo che ha indotto Pratscher e Di- (circoncisione), ma la <fede che può vedere da Cal 5,19-2I. esli chiarare una tale giustizia (pe.
belius a n€gare che Giacomo sia opera per mezzo della carità)r. critica una îede che non oroduie esempjo, Cn 18,2ó: Es 23.7: Dr
l'autore della lettera), ma in passi Questa connessione tra fede e ca- le opere buone. Giacomo,ortnli- 25.1). un significato che e noro an-
come quello di Gal5,19-21 Paolo rità non è casuale, poiché ricorre nea invece che soLtanto un tino che a Paolo (per esempio Rm
offre una lista di opere cattive (si- altre volte in Paolo (per esempio inutile di (.fede,, non portu nil" 2,13 ). Sono questi isensi tradizio-
mile a quella di Gc 3,14-16) e può lCor 13,13; lTs 1,3; 3,6). Per opere buone; anzi, come abbiamo nali che si ritrovano anche in Gia_
alla fine concludere: (Vi preavvi- Paolo la fede è quindi un affidar- osservato, egli non dice nulla sul, como (egli però non usa mai dr,_
so [oral, come gia ho detto lin pas- si a Gesu come Signore, che deve la funzione della prassi rjtuaÌe eiu- kaiÒsis, che nella LXX comDare
satol, che chi Ie compie non ere- tradursi irr una vita di amore. Se dajca {forse perché qrerro non-e,u solo;n Lv 24,2ù. D'altrc iato
diterà il regno di Dio>. Similmen- manca l'amore (come mostrano le un problema che riguardava la sua Paolo parla spesso di Dio che ren-
te, in Rm 12,19-21 e Cal5,22-23; <<opere della carne> o dell'<ingiu- comunità). Giacomo e paolo so- de giusto un peccatore (giustifica
6,7-10 egli sostiene la necessita del- stizia)), non si può ereditare il re- no però d'accordo sull.importan_ cioè un peccatore, Rm 2,24) o di
le opere buone, alla stessa mani€- gno di Dio (lCor 6,9-10; vedl Re- za dell'obbedienza nella fecle. Lrna giustizia che si ottiene per il
ra di Giacomo. Paolo non di- gno di Dio/Cristo). Possiamo chiederci se Giacoúo fatto che la giustizja di Cristo vie_
sgiunge quindi la pratica della giu- Se si tengono presenti queste di- iaccia più di questo e se intenda ne trasmessa al peccatore (Rm
stizia dalla \alvezza eteîía. verse accentuazioni, non deve ap- ]n rcaltìr difenderc paolo, reftifi- 5,17), o infine della condizione che
padre strano che Giacomo e Paolo cando una delormazione della ne rjsulta {giustificazjone, Rm
3. LA FEDE IN PAOLO E IN usino l'esempio di Abramo in ma- concezione paoljna della grazia, 4.251 5,18; yedr Ciustificazione:
OIACOMO - Quando parla del- niera diversa. Per Paolo il fattore che rifiutava la necessità deìle ope_ Giustizia, giusrizia di Dio).
la fede, Giacomo dà una chiara principale è che Abramo è stato re (o quello che paolo avrebbe Purrroppo il sjgnificato paoli_
definizione di quello che intende dichiarato giusto prima che îosse chiamato ,.jl lrutro dello Spjrito"). not cJle ulacomo mostra certo di
per (sola fede). <<Tu credi che c'è istituito il rito della circoncisione Questo è senz'altro possibile. an non percepire, ha dominato il pen_
un solo Dio?> (Gc 2,19). Questo (Gn 15,6; 11,9-14). Poiché il pro- che se resta molto (dpoteticon, co- srero protestante fin dalj'epoca
non è solo il credo fondamentale blema riguarda la legge rituale, il me osserva Reumann (l57). Quel- della Riforma ed è stato lerao in
del Giudaismo, ma anche il credo fatto che Gn 15 venga dopo alcu- lo che sappjamo dj certo è che Giacomo da molte traduzioni lco-
che i Giudei pensavano che Abra- ni importanti gesti di obbedienza Giacomo dimostra una certa co me si è fatto per Gc 2. dove per
mo avesse scopefto. Si tratta di di Abraúo, come ìl lasciare la sua noscenza di affermazioni che sem- esempio il .,giustjficaroi, di Cc
ùn'ortodossia, ma in questo caso casa, non viene menzionato da brerebbero paoline, e che vengo- 2,24 potrebbe essere tradotto me-
di un'ortodossia che è del tÌrtto di- Paolo, per il quale il punto di par- no usate da qualche gruppo che gljo con ,.dichiarato giusto,,. per
stinta dall'obbedienza a Dio (Gc tenza è la fede. Per Giacomo la respinge il valore delle opere e ellmrnare eventuali risonanze con
2,18), un'ortodossia a cui aderi- questione fondamentale è che la qulndr non conserva l'equilibrio dì l'uso di Paolo). euesto ha Dorta
scono anche i demòni, Altrove in dichiarazione di giustizia in Gn Paolo. Possiamo solo cercare di to a un'opposizione artificiosa tra
Ciacomo troviamo un'altra defi- 15,6 non riguarda soltanto un'or- intravedere fino a che punto Gia- Giacomo e Paolo. Ciacomo da un
nizione di fede. Quella a cui ci si todossia, ma una fiducia che con- como conoscesse quale fosse l,o_ lato si chiede come facesse Dio a
riferisce in Gc 1,6 e 2,1 coruiste in duce alle effettive opere di giusli- rigine di queste affermazioni e fi- sapere che Abramo era giusto
un impegno personale che inclu- zia, per cìri (la [sua] fede coope- no a che punto inrendesse Derciò quando djsse: <Ora so che temì
rava con le opere di lui, e per le r iabllitare espressamente paolo al-
de fiducia e obbedienza; al contra- D1o> ir Gr\ 22,12, e perciò come
rio, la fede di cui si parla in Gc opere quella fede divenne perfet- I'interno della sua comunità. può sapere il lettore che la fede di
2,14-16 è un'ortodossia sgnza l'a- tar> (Gc 2,22\. Per Giacomo è im- cui parla Cn 15,6 è una fiducia (o
zione pratica, e Giacomo Ia vede portante che le opere precedano la 4. LA GIUSTIFICAZIONE IN fede) in Dio che ha reso Abramo
professata dai suoi avversari. dichiarazione fìnale di Dio; d'al- GIACOMO E IN PAOLO giusto. La risposta e che lo si Duò
Tornando a Paolo, si può vede- tra parte, a lui non interessa per Probabiimente tra i rre generi di sapere dalle opere che Abramo ha
re in Rm 10,9-10 una definizione nulla il rituale giudaico, ln altre terminologja usata in comulle da compiuto. E senza queste opere
della fede: essa consiste nell'affi- parole, questi due autori giungo- Ciacomo e Paolo il più frainteso ogni pretesa dj essere giusto o dj
dalsi al Signore Gesù Yiv€nte s nel no a parlare del racconto di Abra- è il gruppo semantico che racchiu- avere la fède è priva di fondamen-
confessare che <Cesir è il Signo- mo da prospettive diverse, seryen- de i termini dikaiosync l-Eiusti to. Paolo, d'altro lato, osserva che
reD (yedi Credo). Questo è abba- dosi di definizioni di fede che ac- ziar'), d i ko ios is l" p,ittsrifi cazioner r sia i Ciudei che i Gentili vengono
stanza vicino al tipo di fede basa- centuano asp€tti differenti, e per- e dikaioó t,,dichiarare giusto,. o meno di fronte ai giudizio di Dio
to su una relazione di fiducia, di vengono a conclusioni che sono ngrustrlrcare,)). Neila LXX queste e perciò il problema Úon è ouello
cui parla Giacomo nel cap. l. In complementari e non opposte tra parole significano dj solito mo- del come si possa dimostrare che
Gal 5,6 Paolo va oltre, afferman- loro, Paolo pone in rilievo il fat- strare la propria giustizia (ossia la propria fede è una fede vera, ma
do che in Crìsto non conta la pra- to che il rito esprime la fede, ma quella che uno acquislsce jn ba5e come Dio possa rendere eiusto co
tica delle azioni rituali giudaiche non la sostituisce: anzi, come si al proprìo comportamento) o di- lui che è ingiusro. La rispósta e che
Giacomo e Paolo '7
60 161 cioia
è Dio a farlo, non attraverso un 5, 19-21), trovandosi così d'accor- lcde un <antipaolinismo) sul lbn DrlL Davis P. H., fteE?ìstteoJ Jatnes,
atto cultuale (circoncisione ecc.), do con Giacomo (Gc 2,14.11.26). do dì molte sezioni di quesla let- NIGTC, Ecrdmans, c.ÀDd Rapids 1982,
ma con l'adesione a (o la fede in) Paolo stesso ha constatato che tela, poiché 1) la leltera nella sua pp. l9-21. 120-134: DibeÌius M.,
Gesil Cristo. I due autori usano i tah'olta veniva frainteso. Alcuni Hcrn, Folrcs, Phjladclphia 1976i"/d,?es,
Dunn
nlaggior parte non contjenc termi J. D. Cr., lhe Ner Petspe.tirc an pdut.it
termini in modi diversi perché il intesero male la sua afîermazione ni paolini e 2) le sezioni della ler a"/RZ 65 (1983) 9l-122i Hamann H. p.,
loro problema è diverso. che gli atti rituali non erano neqes- Iera erano in origine delle unjtà di r'ailh aùd trarks: Psuland Jdnes. it LT.t
Naturalmente è anche per que- sari per Ia salvezza. Essi cioè ca- stinte (detti o discorsi), e non 9 (1975) 3i 4l; He^ecl NL. Det Jakobu
è sb.ìe.f o Is dnf ipuulìn ische polen i k, tr G. F.
sto motivo che la <giustificazione> pirono che l'impegno etico non probabile che vertesscro tùtte sulla Hawllrorne - O. Bciz (€dd.), Trudiuaa and
occupa un posto diverso nelle lo- era importante ai îini della salvez- stessa temalica. L'ipotcsi di Hen- I ferpretdîìah in lhe Ne)t l'estanent,Ee.d
ro rispettive teologie. Per Paolo za (Rm 3,8; 6,1; 1Cor 6,l2). Pao- -qel, che ò possibile in un caso (Gc
mans, crald Rapids 1987, pp. 24È278: Je
questo concetto è fondamentale, lo ha rifiutato nettamente queste ter\tas J., Paul and .Ianes.;i ExpTin 66
2,14-26), è stara urilizzara per leg- (1954 l9J5) 368 37li t.aws S. S..,.1 Con-
per Giacomo invece è solo una interpretazjoni del suo vangelo. gcre jl tema tratLato jn quel passo ,rentat! an the Epìstle ol Janes, Haryer &
delle questioni di cui tratta e per- Mentre non possiamo essere sicu- anche in altri lesti. Tale ipotesì è Row, San Francisco 1980i Lodge J. C., -ra
ciò non è al centro dei suoi inte- ri se Giacomo si opponesse a una \1ata capovolta da Rcumann, co- tnes d d Paul at Crcts Puryoses? Ja es
2:22, \n Rlb 62 (1981) 195 21lt lUarin R.
ressi. ortodossia senza le opere, radica- rÌr'è noto, il qualc îorse è molto piir P.,,rrlr?s. WBC 18. word, Waco (TX)
ta nel Giudaismo (sul tipo di quel- vicino al vcro quando alTerma che l9rjE, p0.75 101i Moa D.. Paul and the
5. CONCLUSIONI - È dunque la combatluta piu tardi dai rabbi- Giacomo, lungi dalÌ'esscre anLipao- t.a|| i fhe t,dst Ten yea^. in 5"Ir40 (1987)
chiaro che Giacomo e Paolo si ni) o a un paoljnismo îrainteso lino, cerca di difendere Paolo. 287 307i Penra R., Ld giustìÍicd.ione pet
(sul tipo di quello che anche Pao- fe.le ìn Poolo e Gia.ano, ;' L upostoto
muovono su due piani diversi. In La questione del rapporto tra Pdolr, Edizioni Paoline. CiniscÌlo Balsamo
quello di Ciacomo nol1 costituisce lo ha respinto), poiché ambedue (liacomo e Paolo in parte consi- r 991, pp. .170 495; l,rallchet \l., Det HeL

problema la legge rituale giudai- queste posizioni possono costituire sle dunqùe in un nostro lraìnlen- rcnbtuder .lîkabus und die Jakobu radí
l'aÌnbiente a cuÌ ci si riferisce, la rÌon, vandenhocck & Rup.echr, Gòrlin8cn
ca (forse perché tutti i membri del- dimento di Paolo (e deriva dal t'ar l98l: Rcùmann J., (RìSnreousness, ih the
la sùa Chiesa sono Giudei), bensì seconda po-ssibiÌità sembra la piìt to che Lutero si è chicsto comc sì Ne\|'tcstatnent, foÍrcss, phjtadeìphja
l'etica. Qùi il problema è costìtuito probabile. E chiaro comunque che potesse giungere alla salvezza coÌl 1982, pp. 148 158: Snodprass K. R.. -/rrri-
da coloro che ritengono di essere Giacomo non polemizza contro la penitenza e le buone opere, .ficatiÒh b! Gtace ta the DaeB: Aa Andtls-
giusti di fronte a Dìo in base alla ciò che di laLto Paolo propone, e is.t the Plo.e.l Ronans 2 in the TheÒta
lliultosto che con la prassi rituale !! ol Paul, ir NTS 32 (1986) 72 9li fralis
loro ortodossia lossia I'adesione al che Paolo potrebbe condividere giudaica, c ha perciò lerlo se stes- \.8., Janes ùnd Paut: A Caùryatuùw Shl
proprio credo, inclusa la profes tutto quello che Giacomo scrive. so in Paolo) e ill partc ò un pro- dr, i )_w'Jr l2 (1969) 57-70i ward R. U..
sione che Gesii è il Signore), an- Tuttavia, PaoLo ha usato termini blema chc riguarda la lettura di Ji les dnd Paul: A Crítí.al Retiew. ìn
R.5r? ? (1961) 159 161
che se ignorano l'impegno dell'ob- come opere e giustirtcazione in Paokr in Giacomo. Di fatto. cia
bedienza, e soprattutto della cari- una maniera diversa da Giacomo. como e Paolo avevano le stcsse P. H. Daviet
1à. Abramo e Raab, diversamen' Se Giacomo prende di mira un idee sull'ìmportanza delle buonc
te dai demòni, dimostraùo che la paolinismo frainteso, è probabile operc nella vita cristiana, ma per
fede salvifica si manifesta con le che quanto si dice in Gc 2,14-26 il falto che svolgevano la loro at- GIOIA
opere. Paolo, dall'altra parte, in debba risalire a un tempo che ha lività in arec socialnlente e geogra-
Romani e ìn Galati si occupa del precedùto l'incontro di Giacomo licamente diverse, hanno affi-on- Per Paoìo il Cristianesimo era
rapporto che deve esistere nella con Paolo, perché verosimilmen- lalo questioni diverse e ltanno usa- una religione della gioia nella mi-
Chìesa tra i Giudei e i Gentili; eeÌi te una volîa che essi avessero par- lo ìn nìanicra cliversa una lermi- sura in cui era una relìgione della
cioè tiene che un gentile non deb- lato insieme del vangelo Giacomo ùoloSia comune. Anche rc Giaco- grazia. Poiché la sua giustificazio-
ba diventare giudeo per poter en- avrebbe dovuto citare le stesse pa- mo polentizza contro (Paolo)) (un ne dipendeva unjcamente dalla
rrare nel Regno. L'adesione a Ge- role di Paolo contro chiunque si latto che però resta incerro), si ri- grazìa, una delle conseguenze più
si1 come Sig[ore, inclusa I'obbe- fosse richiamato a Paolo quale te- r'olge contro un Paolo lrainteso e importanti della sua riconciliazio-
dienza che deriva da tale adesio- stimone autorevole dì quelle idee disrorto; in realtà, porrebbe benis- ne con Dio era la sua capacità di
ne, è tutto quello che è richiesto distorte che Giacomo vuole con- sino cercare di difenderlo. Luca (gloriarsi in Dio, per mezzo del Si
per la salvezza; quegli atti rituali testare. Questo sa.rebbe certamen- non sembra esserc in errore nel gnore nostro Gesù Cristo) (Rm
che distinguevano i Giudei risp€t- te awenuto se Giacomo avesse presentarci Paolo e Giacomo co- 5,11), nonostante le alflizioni, le
to agli altri non sono necessari per tentato di riabilitare Paolo, e an- rne due personaggi sosLanzialmen- ditficoltà e le prove a cui proprio
i Gentili, benché non siano proi- zi sarebbe stato ancor piu vero se le d'accordo tra loro 0lonostantc per questo è andato incontro.
biti ai Giudei. Nei casi in cui Paolo Giacomo avesse scritto la sua let- \r 21,17-26).
affronta il problema se si possa tera dopo che quelle di Paolo si Il vocubolario della gioìa. Sl
entrare nel Regno vivendo nel pec- erano diifuse ampiamente. fedi anche: Abramo; Fcde; Geru- 326 casì in cui ricorre la termino-
cato, egli nega decisamente che È quindi molto improbabile che salemme; Giustificazione; Opel e logia della gioia, 131 si trovano in
questo sia possibile (1Cor 6,9; Gal M. Hengel sìa nel giusto quando rlclla Legge. dieci lcttere che normalmente so-
Gioia 162 163 Giorni sacri, calendario
no attribuite a Paolo, ossia iÌ qua- nostri cuori e le nostre menli in Sìgnore> (Fil 3,1) e dopo una pa- The Histalr af the Ja!, ir\ ExpTih 9
ranta per cento. Anche se non si Cristo GesÌr)r. L'ultima parola, rentesi o interpolaziorle prosegùe (1897-1898) 334-336iMo ice W. c.,./olrlr
the Nev Tesldnent. Ee(lmans. crand lta
tiene conto di Efesini e di Colos- come già la prima, consiste in una lbrnendo il motivo di questa pìds l9E5i Srewarr J. S., ,1 Man in Christ.
sesi, resta comunque elevata la relazione personale, poiché la sto- <gioia nel Signorer>: (Siamo cit- Hodder & Stoushto.. London l9:15
percentuale del vocabolario neo- ria della gioia è (solo la storia di tadini del cielo)) (Fil 3,20). L'at-
testamentario della gioia attribui- un'esperienza prolonda che l'uo- tesa della venuta del Signore Ge- W. C, Morrìce
bile a Paolo. Egli può essere con- mo fa del suo Dio in Gesu)) (Mof- sù Cristo e della trasformazione
siderato quindi il teologo della lat). del <nostro misero corpo per con GIORNI SACRI.
gioia, così come è indubbiamente lormarlo al suo corpo glorioso)
Il ftutto dello spirito. La vita (FiÌ3,21) deve essere per i cristia- CALENDARIO
il teologo della grazia (in Ìui si tro-
vano 88 delle 153 ricoÍenze neo- cristiana è una vita di libertà gioio- ni un motivo sufficiente a conser-
testamentarie del termine cralri, sa, poiché con la venuta di Cristo varÌi pieni di speranza e di gioia. So\rNr^Rr. L Gioùiì \acri c caìenda.ì, 2
Paolo e igiomi sacri negli A1rì dcSli Apo
"grazìa'.. ossìa I'ottantotto per la Legge è stata superata dalla gra- Il messaggio della lettera ai Filip- srolii L I gìomi sac'i iel .r.prr paotiioi
cenroì F inTeres(ante il latfo che zia. Di fronte ai suoi awersad del- pesi è stato sìntetizzato lapìdaria- 3.1 lCor 5,8; 16,8 i 3 2 cal4,toi 3.t Col
i termini pìù corruni che esprimo- Ia Calazia, PaoÌo afferma corag- menle da Bengel in queste paro 2,16i 3.:1 Rm Ir,,5; 3.j lCor tó,2.
no la glota (chara, (gioia interio- giosamente che egli ha fiducja nel- lc: <<ll nucleo centrale di tutta la
rc>, e chaireín, <gioire>) derivìno la croce e in tutto quello che essa lettera è: siate Iieti, siale lieti!) Nel Giudaismo si ceìebravano
comporta (GaÌ 6,14). I credenti numerose leste e si osservavano
dalla stessa radice char- da cui (Bengel 766).
giorni particolarj. Lc itcertezze re-
proviene anche ili termine <grazia> devono gloriarsi non solo della
(charis). vt è quindi una relazio- morte di Cristo intesa come L'escolologia della Eioia. Pao- lative al calendario causarono pe-
ne stretta tra questi due concetti. espressione dell'amore dj Dio ver- lo collega conlinùamente la gioia rò delle divergenze tra i vari grLrp-
Coloro che hanno potuto speri- so tutti gli uomini, ma anche di con la speranza crisliana. Se è ve pi, e il lalto che la Chiesa abbia
mentare la grazia di Dio, come ha quello che essi ianno nell'adem- ro che nessuno può gloriarsi da, avvertito abbastanza presto la ne
fatto Paolo. sanno che rimanen- piere la legge di Cristo (Gal 6,2; vanli a Dio, i crisliani d'altra parte cessità di darsi una propria iden-
do saldi nella fede (2cor 1,24) redl Legge dì Cristo), mostrando possono esultare nella loro speran tità aumenlò ancora di più j pro
possono vivere la loro vita cristia- il loro amore verso il loro prossi- za di partecipare della gloria di blemi al riguardo per i pì itìi cri
na come se fosse una celebrazio- mo. Tra i nove frurti dello Spiri- Dio nella vita îutùra (Rm 5,2). stiani. Non sappiamo esattamen
ne di gioia (1cor 5,8), liberi da to elencati jn Cal 5,22-23 la gioia Questa speranza può conservale il te quali giorni paÌticolari fossero
ogni preoccupazione e paura. viene al secondo posto! come una credente nella gioia (Rm 12,12), osservati da Paolo e le sue Chie-
delle tre virtu della vita interiore. perché non solo implica l'attesa se, anche se ò chiaro che alcune di
L'essere in C/r'slo. Secondo Viene subito dopo quella che è la della vcnuta del Salvatore, il Si- queste osservalze crearono ùlte-
Paolo, il cristiano è una persona piil grande di tutte, l'amore, ed è gnore Cesù Cristo, per traslorma- riori conllitti.
che è <in Cristo>; in altri termini, seguita dalla pace (vedi Frutto del- re i nostri corpi fisici (Fil 3,20-21),
come rileva J. Stewart, (il cuore lo Spirito). lna ci rende certi della gioia di cui 1, GIORNI SACRI E CAI-EN.
della religione dì Paolo è l'unio- godremo nel mondo futuro. Se DARI - I problemi relativi al ca-
ne con Cristo)) (Stewart 14?). Es- La Eioia nella sef.ferenza, Le av- soffriamo con Cristo qui e ora, lendario sorgono per il fatto che
sere cristiani significa essereuniti versità della vita vanno accetiate possiamo attendere di prendere non viè una corrispondenza esat-
personalmente con il Cristo ri- come realtà che contribuiscono al parte al suo trionio nell'aldilà. ta tra il giorno, il mese lunare (29
progiesso morale e spirituale del giorni e nezzo) e l'anno (365 gior-
Questa unione con Cristo costitui-
La nota dominante della letie- cristiano (Rm 5,3-4). Del resto, è sce il cuore della religione di ni e un quarto). Nel mondo anti-
ra ai Filippesi è (rallegratevi nel in una lettera scrìtta durante la sua I)aolo. co erano in vigore piir calendari e
Signore> (Fil 3,1;4,4.10). Quella prigionia che Paolo dà il massimo la gente era lorse abifuata a se-
che J. Molfat ha definito (la sto- rilievo al dovere di conservare la Vedi anchet Amore; Filippesi, guirne diversi contemporanea-
ria della gioia> viene delineata in gioìa in mezzo alle sofferenze. No- lctlera ai; Frutro dello Spirilo; mente, a seconda delle circostan-
Fil 4,4-7, dove si presuppone che nostante tutto quello che gli è ac- (ìrazia; Pace, riconciliazione; Sof- ze. L'insistenza della Zóli sull'os-
la fonte sia il Signore Gesir Cristo caduto e nonostante le circostan- lerenza; Speranza. servanza d€lle feste nel tempo do-
che è risorto e regna. Si può so' ze in cui si lrova, l'apostolo può vuto (le tre grandi lestivirà annua-
stenere la lotta quotidiana contro ancora (rallegrarsi neÌ Signore> e r{rfl -- B€aLrpèrc N., Sd, Paala e ]a giaia. li, Es 23,14-17: il novilunio. Nm
l€ awersità esteriori e le inquietu- gloriarsi per I'opera che ha corn- ( itrà Nuova, Roma 1975; Bengel D. J. A., 10,10; 28,11 ecc.; anche l'osser-
dini interio , poiché (il Signore è piuto per il suo Signore. Avvian- (; oina Noyi Teslar?"rri, MacmiLlan, vanza del riposo non in un qual-
I ()odon t855rt Beyreurher E. , Finkenra r
vicino>>. La nostra sicurezza sta dosi verso il termine della lettera t:.. h!, RejÒice, in N1rÀ2, vol. 2, pp.
siasi giorno su serte, ma proprio
nel fatto che siamo custoditi dal- ai Filippesi, Paolo sinÍeflzzai <<Per Lil 16l: ConzcÌmann H., Chaitii ecc., t al settimo giorno) aggiunge un fat-
la pace di Cristo, che (conserua i il resto, fratelli miei, siate lieti nel ',/
NI, lol. Xv, coÌI. ,{93-527; Moffar J., tore di carattere teologico al pro
Giomi sacri. calcndario '7
64 765 Gìorni sacri, calendario
blena della scelta di un calerlda- giorni ciascuno) in Ap I I,12, do- l'ùltima cìtrà giudaica di quel ter- ma del non trasgredire le leggi giu-
rio.Si ternevano alche gli errori ve 3 anni e mezzo equivalgono a ritorio proprio per potervi tra- daiche suì cibi. I lesti piii rilevan-
dì calcolo, poichó potcvano indur- 42 mesi e a 1260 giorni. t,'ampia scorrere i giorni di festa. At 20,16 ti sono i seguenti.
re all'osservanza .1i un gìorno sba- diîiìsione dell'astrologia ncl mon- è piir problematico; sarebbe cetto 3.1 lcor 5,8; 16,8 Non sìa-
gliato, e addirittLLr.l aLla proîana- do antico può aver contribuito ul- logico intenderlo in riferimento al mo in grado di dire se e in che mi-
zione del sabaro. I inlalti la se! teriormente all'elaborazione dei desiderio di Paoìo di îare il pelle- sura si osservassero le feste nelle
timana, pir.lttosto che jl mese o calendari dell'ambiente giudaico. grinaggio a Gerusalemme per la Chiese di Paolo, perché la nuova
l'alìno, che sta alla base della pras- Se si prescinde dal giorno del- grande festività di Pentecoste, ma interpretazione del lievito che tro-
sì religiosa giudaìca. Un calcncla- I'Espiazione, dj ricorrenza annua- bisogna ricordare che proprio la viamo in lCor 5 indica che ci si ri-
rio adeguato riveste quíndi una le, i tempi particolaÌi previsri dal Pcntecoste segnava il limite crono- ferisce qui anzitutto a una fèsta iÍ
grande importanza religìosa. calendario delÌa lórd consistono logico al di là del quale la naviga- senso metafOrico. che deve essere
Dopo 1'csìlìo si è discusso sulla nelle feste, non nei digiuni (cfr. Os zione diventava troppo pericolo (osservata) tutto I'anno. Ma que-
natùra del cale[dario che doveva 2,11.13). Le feste e ìl sabato con sa, per cùi il testo potrebbe voler sto suppone comunque una certa
csscre adottato per il culto restaù- la sua vìgilia erano espressamen- dire semplicemente che Paolo non conoscenza del calendario giudai-
rato. Sembra che i larisei e isad- le esclusi neldigiuno pralicato da desiderava essere trattenuto in co da parte dei lettori (ved1 Cena
ducei, e perlanto anche l'appara Ciuditla (Gdt 8,i-6). Il digiuno Asia dalle condizioni meteorolo- del Signore, eucaristia).
to aÌnministrarivo de1 tempio, sí poteva essere osservato ìn occasio- giche (cîr. Ar 27,9). Poiché non si 3.2 Cal 4,10 - Uno degli ele-
siano attenuti a un rigido calenda ni parricolarj (per esempio, lSam dice altro su questa festività, è menti principali che caratterizza-
rio lunarc. con un nlcsc intercala- 7,6; Ne 9,1; C1 2,15; clr. lRe chiaro che essa non interessava no la polemica di Paolo nella Ìet-
re (il <secondo,Adar))) che veniva 21,27) e Zaccaria (?,3.5; 8,19) molto a Luca (vedi Itinerari, pro- tera ai Galati è il parallelo tra i
aggiunto ogni tre D quattro annì sembra alludere a un digiuno pra- gelti di viaggio, parusia aposto- Giudei sottomessj alla Legge e ì
(aLtri dettagli su qucsîo calendario ticalo quattro volte, uDa delle qua- lica). pagani che si sono assoggcttati ai
si possono lrovare in Schiirer l, li era lorse la cornmemorazione Tutti gli altri accenni al calenda- <non dèiri che li hanno resi schia-
1985,,\ppeúdice Ì ll). Ma questo della distruzione del tempio, il 9 rio che troviamo negli Atti si riferi- vi. Ma Cristo è il liberatore di am,
adattamento per alcuni era conlra del mese di Ab, ma non sappiamo (At 13,14.2'7 .42.44,
scono al sabato bedue. I pagani non sono mai stati
rio all'ordinc cÌclla crcazionc (per qualj îossero le altre tre! ùé se era- 15,21; 16,13; l'7,2: 18,4., 20,'7). sotto Ìa Lcgge, né sono statì coin-
esempio, 1É, 15,1 2t 82,4-6: no anCora tutte in vigore nel I sec. M. M. B. Tùrner ritiene che il li- volti neil'alleanza mosaica; ccrca-
Ciub. 6,36-38).ll lìbro clei Giubi- Ma risulta evidente dai vangeli bro degli Atti teslimoni un'os re di sottometterveli in quanto c -
lei (assieme ad allri scritti) difen- (Mt 6,16; 9,1,1 e par.; Lc l8,l2j servanza fedele del sabato da par- stiani convertiti sarebbe come farli
de il sistena rigido di ur1 anno îor- cfr. anche At 13,2) e dalla Dida- te della Chiesa primiriva, paga- tornare alla loro schiavitu di un
mato da cinqùanladùe seltimane c/td (D/d. 8) che regolari giorni di na e giudaica, ma che almeno nel- tempo, a quei (deboli e miserabi-
(Giub. 6,23-38\, e questo calenda- digiuno costituivano parte inte- I'area di Efeso si considerasse an, li elementi> (asthenc kai ptócha
rjo era seguito anche a Qumran, grante della religìosìtà giudaica e che la domenica sera come il tem- stoicheia, Gal4,9\. Quesri ultimi
dove si sono trovaLi testi che con- criltiana, e per quanto riguarda la po più opportuno per celebrare i vengono poi descritti come <gior-
tengono calendari completi. Diddché ancl\e uù segno di iden- pasti in comune (redi Agape fra- ni, mesi, stagioui e anDi), con una
Il calendario non costituiva un ljtà per i cristiani. terna). tern nologia, cioè, che strana
problema solo per gli esseni; lo te ment€ non è più precisa (diversa-
stimoniano altri scritti, tra cui -1-E 2. PAOLO E I GIORNI SACRI 3. I GIORNI SACRI NEL COR- mente da Col 2,16), forse per via
72 82, gruppi come quello dei sa- NEGLI ATTt DECìI,I APOSTO- PUS PAOLINO Sono scarsi i del parallelismo voluto da Paolo
maritanì, e anche una tradizione LI Il libro degli Atti conticne riferimenti al calendario nel cor- (cfr. Barclay 6l-64). L'(osserva-
rabbinica posrcrjore e molto di- qualche passo che interessa il ca- pus paolino. Si accenna tre vohe re> potrebbe voÌer dire (studiare))
scutibile. secondo cui i farisei lendaÌio, benché non sia chiaro se all'<inverno) (lCor 16,6; 2Tm questi tempi (come potrebbe con-
avrebbero cosLretto i sadducei a ci si riferisca a una prassj liturgi- ;1,21; Tt 3,12), ma questo non è fermare anche l'inclusione degli
osservare un calendario îarisaico ca o a senplici indicaziorìi crono- sufficiente per poter capire se vie- <anni>), piuttosto che <(seguirlin;
per il cùlto del tempio. Iù realtà, logiche. Benché in quesLo secon- ne seguito un calendario babilone- del resto, l'astroÌogia esercitava un
la tradizione rabbinica parla an- do caso possa sembrarc un po' se di dùe stagioni o quello piir co- influsso enorme sulla vita quoti-
che di una prolonda differcnza strano che ull aulore pagano usi mune di quattro stagioni. Non si diana dell'ambiente greco-romano
che esisteva tra ì farisei e i (boe- un calendario giudaico, è diffici- parla mai di digiuno, anche quan- e anche giudaico (vedi Culro). Gli
tusiani) in fatto di calendario (in. le inlgrpreLare diversanlente quan- do forse ce lo asperteremmo (per (elementi)) sono forse quelli ter-
Men l1,3i pìù ampiamente nel to è detto in At
12,3. Così pure in csempio, lCor 5). I passi che par- restri, ossia aria, îuoco e acqua
Taltnud c nella Tosefa). IÌ libro At 20,6 è dillicile trovare uÌ1a spie- lano dell'astenersi dai cibi posso- (come riteneva comunemente lran-
dell'Apocalisse sembra seguire un gazionc mìgliore per ìa decisione no riferirsi al digiuno, ma è più tica cosmologia), oppure i corpi
calendario solarc (12 mcsi di 30 di Paolo di rimanere a Filippi probabile che afftontino il proble- celesti (che secondo l'antica astro-
Giorni sncri. calendario 766 16'7 Giudaizztnti
logia lissavano i destini). Ma se ta cÌistiana (clr. Rm 14,3). La questo supponga che vi fossero GórLingen 1978: Rordorf W., Srrda],
non si suppone chc jn qlLalche Ìno scelta qui non è tra il seguire Cri- delle regolari riunioni cristìane alla SCM, London 1968i Schùt.t E., St atia del
popola giutlaíca dl tenpo di Gesù Cttto
do questi elenlenti fossero (seguì- sto e I'essere soggettiagli elemen- domenica (cfr. Rordorf 193-195) 075 a.C. - 135 d.C.),Edizione direua e ri-
ti> o (praricati), è dillicile capi- ti del mondo (clr. l'rrs di Col o al sabato (Bacchiocchi 90-101), vedùta da G. Vernes, F. N1ilÌar, \,1. Black,
re come maì siano divenuti argo- 2,20), perciò la queslione è trat-
e ma il contesto non parla di assem- Biblioî€ca di sloria e storios.afia dej lenpi
bibljcj l, vol. l, Paideìa, Brescia 1985i
mento dj polemica. Pùò anche Lata come uno dei taíti ttdiapho- blee della comunità ecclesiale. Schivej,er E., S/aves o/ rhe Elenents and
darsi che, neÌ conresto delle altre ra (<rcaltà indifferenti>). Quello a cui si îa appello è il bi- Watshìppers of Ansels: Gat 4:3 and Col
qucstioni affronrale in GaÌati, es- 3.4 Rm 14,5 Raramente gli lancio privato di ognuno. Non vi 2:8, 18,24,ÀJBL 1A1 (1988) 455 46E; Tur-
esegeti fanno notare quanto sia è nessuna prova a favore dell'opi ner M. M. 8., The SabbaÌh, Sunda)', and
si fossero considerati, almeno da- the Law i Luke-Ads, in D. A. Careon
gli awersari di Paolo, cone una strana f inserzione del problema niooe di Deissmann che la dome- led.), Fìon Sdbbdth ro Lord's Dat, Zon,
componente essenziale dell'allean- dei <(gjorni) a questo punto del di- njca dovesse essere giorno di pa- de an, Grand Rapids 1982. pp. 99 15t.
za coo Israele, o delf identità del scorso. Romani 14,5 interrompe il ga; conosciamo infatli soltanto un
popolo di Dio. Ma ìn ambcduc i ragionamento, nonostante sia in- salario qùotidiano (cfr. Ml 20), D. R. de Lacey
casi Paolo vede qucsta sottomis trodotto da una congiunzione lo- mensile e annuale. Si può dunque
sionc agli elementi in diretta op- gica (gal, (inlafti))). Dopo aver ragionevolmente supporre che GIORNO DEL SIGNORE:
posizione a qì.lella che i crjstjani accennato all!argomento, Paolo I'ordine dato da Paolo si fondi su vedl Escatologia
devono prestare a Cristo. tralascia di affrontarlo, e la sua una qualche struttura setlimana-
3.3 Col 2,16 Il tono genera- soluzjone generale (<<ciascuno pe- le della religiosità cristiana, ma
le di Colossesi è più irenico di rò cerchi di approfondire le sue non siamo assolutamente in gra- GIUDAIZZANTI
quello che domina la leltera.ai Ca- convinzioni personali))) non aiu- do di precisarla, Bacchiocchi fa
lati. I pericolì teologici che minac ta per nul1a una comunità a tisol- osservare che i Giudei non avreb
bero mai attato questioni linan SoMrraRro l- Ìnlroduzion.: 2. De{ini/ió
ciano la Chicsa restaùo sul piano vere il problema dell'osservanza di ne e ternìloloqiai 2.1 Ciudaizzanlet 2.2
delLe possibilità e non su qucllo un calendario. La soluzione piu ziarie in giorno di sabato; suppo- Qùeìlì della cjrconcisìone; 2.3 Coloro che
delLa realtà concreta. Ma si riba- probabile di questo problcma con- neldo che Paolo Iosse un rigoro- si fanno circoncidere: 3. Paolo e c.n,
sisre neÌ ritenere che la questione sal€mme: diversìtà nelìa prima mi!sione
disce ancora la libertà deL cristia- so osservantc del sabato, la dome-
cristianai 4- Dìversita neìÌ'opposizione: Ìa
no, che qui viene descritta un po' del calenda o a Roma era già sta- nica sarebbe stato il primo giorno varietà degÌi oppositorì di Paolo.
oscuramente colne un (docuúen- ta risolta (cfr. de Lacey). Paolo si in cui sì poteva farc un tale bilan-
lo scritto del nostro debilo, le cui richiama alla soluzione di un al- cio. Ma se Paolo coùsidera impor Nelle Ìettere paoline si riscontra,
condizior]i ci erano sfavorcvolìD Lro punto controverso per potel tanti soltanto ì comandamenti con una certa evidenza, che alcu-
(Col 2,1,1), e come ura liberazìo- sviluppare ulteriormente il paraÌ- noachici (redi Gentili), questa opi- ni giùdeo-cristiani dùbitavano se
nc dai (principali e potestà). ll lelo rigùardante il problema dei ci- nione diventa meno probabile. Si gli etnico-clistiani dovessero essere
passaggio dal (voi)) al <noi> (rro bi. Se è così, allora probabilrnen- può dunque dedurre ben poco dal considerati come membri, a pie-
babilmente (noi Giudei>) indica re tutte le questioni relative al ca- corpus paolino sul come le Chie- no lilolo, del popoÌo di Dio, nel
che si è ancora di lronte al proble- lendario erano slate afirontate, se di Paolo osservassero i vari ca- caso in cui non si conformassero
ma della Legge. La sua osservan- ma il parallelismo di Rm 14,2.5 e lendari. alle esigenze della Tórà (vedi Leg-
za basata su un calendario vienc 6 indica che erano anzitùtto i (for- ge). Alcuni devono anche aver ten-
vista solo come un'ombra (skia) in ti) quelli che osservavano i gior- Vedi a chet Agape fraterla; Ce- tato di spingere questi convertiti
confroito alla realtà (sóma) che è ni, e in tal caso questi ultimi era- na del Signore, eucaristia; Culto; alla circoncisione e a ùn modo di
Cdsto, ma non si afierma che le rÌo molto piu probabilmente giorni Opere della Legge. vivere giudaico. Inoltre, è evidente
due cose si escludano a vicenda. di testa che giorni di digiuno, ben- nel Cristianesimo pdmitivo che ai-
ll (giudizio> sembra coDsistere qui ché Michel supponga che vi sia qui BrBL Bacchiac.hi 5.. FrÒm Sahbath ù) cuni elnico-cristiani erano attaat-
jn una critica di quello che i crj- un chiasmo voluto, deducendo Sunda!: A Hìstorical Int'estigation al the ti dal Giùdaismo. Ilvetbo gíudaiz-
Rìse o.f Sundar Obserwnce in EatU Chri
stiani stanno lacendo, probabil esattamente il contrario. È più fa-
Jr?anil),. PontjlicaÌ Greeorian Universùy,
zare e il nome gíudaízzqnte soÍo
mente mangiare, bere e celebrare cile pensare che i giorni di parti- Roma 1977i Barclay J. M. G., Obetin! îhe stati utilizzati per entrambi i grup-
festività giùdaiche, diversamente colari e speciîiche îeste giudaiche Ttuth: A Sîutl! ol Paul's Ethics in Cala- pi sopra elencati, con una conse-
dal come si comportano coloro la sarebbero stati oggetto di polemi- ibn.î, Fortress, Nfinn€apolis l99l; Green guente mancanza di chiarezza nel
field J. C. Sokolo lf NL, .1sî rcLasícal dnd
cui parola d'ordine è (non pren- ca piil di quanto lo sarebbero sta-
Related One Texts in .le\ish Palesriniu significato.
dere, non gustare, oott toccare) ti dei giorni di digiuno. Arunaic, it\ JNES 48 ()989) 201-21,1i La-
(Col 2,21). Ma questo avveíinìen- 3.5 lcor 16.2 L'unico rìfe- cey D. R. de, The Sabbath/Sunda! Que. 1. INTRODUZIONE - In diversi
to non proviene da una qualche rimento di Paolo al primo giorno stìan a d fhe Lav ìn the Pauline Coryus, punti delle sue lettere Paolo indi-
ìn D. A. Carson (ed.), Fran Sabbarh to
autorità clle lo imponga come della settimana si trova in un pas- I.ottl's Da!, Zondervan. crand Rapids rizza le sue argomentazioni e la
un'alternativa necessaria. come so in cuì egli parla della colletta. r982, pp. 159 195t Mìchel O., Der Brielah sua collera verso gÌi oppositori che
Ltr'a conditio si e qua ro, della vi Gli studiosi hanno pensato che d;e Ro,tt€l, KeK. VaDdenhoeck & Rup.echt, stanno sviando oppure angoscian-
Giudaizzanti 768 '769
Giudaizzanti
do i suoi convcrtiti. Questi pro come l'unico difènsore dell'uni-
vengono, in alcuni casì almeno, versalismo delvangelo, in contra- Cal l,l3-14. Questo termine com- bile che îossero inclusì quelli pro-
pare per distinguere il modo di vi- venienti da Giacomo. ma îorse
dall'esteroo delle comunità. ln sto con la Chiesa primitiva, i cui
vere giudaico, nella sua globalità, Paolo ha anche in mente i Giudei
Galati,2 Corinzi e Filippesi ri- capi sarebbero stati, a cliversi liveÌ-
scontriamo quest'interazìone. Una li, Lribaiisri o particolarisri nella come si distingue dalle altre reli- in generale, compresì quelli non
delle qr.restionì che ha tenuto oc realizzazione dcl loro impegno per
gioni (cfr. Ignazio di Antiochia, cristiani; di îatto, tutticoloro che
cupati gli studiosj nell'ultino se, il Giudaismo. Philad. 6.1, in cui esso compare pensano secondo modelli giudaici.
colo e mezzo rjguarda l'identità di La ricerca più recente ha sco- opposto al cristianes|f,l].o, c h tíst ia- Tuttavia, dobbiamo stare atten-
questi oppositori. Il
problema perlo una maggiore diversilà nei nìsmos), Ur,a delle difficoltà in- ti nel tener conto, in definitiva, di
fondamcntale era se bisognava o gruppi e nelle teologie del NT. contrate nella discussione del si- alcune diversità tra coloro che
meno consjderarc questi opposilo L'enfasi suLla particolarità di ogni
gnificato di giudaizzante o giu- consideriamo come Giudei. Pierro
ri come un grùppo specifico, ca leltera. rivolta a ùna situazione daizzare riguarda ì'accertare se il deve essere incluso, come perso-
rarteristico di ogni contesto loca- specifìca, ha rivelaro, seguendo riferìmento possa indicare sempli- na giudea, così anche Giacomo e
lc, o sc bisognava considerare ogni L'interesse storìco di Baur, che i
cemente un'aderenza al modo di Giovanni, ma secondo Paolo,
rnovjInento di opposizione come nemici di Paolo non eraùo tutti vivere giudaico ser??4 che questo queste (tre colonne> non aveva-
parte di un movimento difîuso. ln appartenenti necessarjamenle al implichi alcuna intenzione delibe- no richiesto che gÌi etnico-cristiani
un saggio l'amoso del 1831 F. C. retroterra giudaico, né dovremmo rata di costrizione nei confronti fossero circoncisi, Il problema del,
Baùr identificò gli opposirori di con5iderarlj come un'opposizione dei GentiÌi. Così Giuseppe Flavio la traduzione di lor,t ek peùtomés
Paolo con coloro che gìunsero a
(Bell.2.l8.2 S 463) sembra distin- come <il partito della circoncisio-
coerente e organìzzata. Il partigia-
guere tra i gi]udaizzaúr (hoi iou- ne)) consiste nel fatto che essa non
Corinîo come emissaai di Pietro e 'nato non sempre assume la forma
che rìvendicavaùo di csserc <di di ùn partito organizzato. doizontes) e í Giùd,ei (hoi iou- tien como della diversità, ma sug-
Cristor. L'eîfetlo, lùngo rermi-
a
dclot. Nella letteratura crisliana gerisce che tutti coloro che appar-
ne. del conlributo dì Baur consi 2. DEFINIZIONE E TERMINO. il Íermine gíudaizzante catatleriz- lenevano al (partito della circon-
I"OCIA 2.1 Giudaizzante - Il za generalmente i cristiali che as- cisione> fossero convintì promo-
stette nel crcarc una spaccatura lla
Paolo e il suo iùsegnamcnto da tctúir.e giudaizzante deriva, come sumono le pratiche giudaiche. Per tori della circoncisionc per gli
una parte, e la Chiesa primitiva di lraslitterazione. attraverso il lati- esempio, Ignazio (Magn. 10.3) di- etnico-cristiani e, quindi, iÌrevìta
ce: <E assurdo dire "Cesil CIislo" bilmente coinvolti nell'opposizio-
Gerusalemmc dall'altra. Così, tra no, dal verbo Èreco ioudaizein
gli studiosÌ, si slabilì un conLrasto (ioudaizo). Quesl'ultimo iigura e praticare il giudaismo (iouddi- ne alla missione paolìna presso i
fra gli etnico-crjstiani e igiudeo- come hopax legonenon nel NT îelx))). Forse è corretto ritenere Gentili.
(Cal 2,14). Il significato normale che <giudaìzzare> non sia sinoni- Accanto al gruppo deì ciudei di
crjstiani; c questo contrasto ha in
fluenzato la comprensìone della del verbo era <vivere come un giu-
mo del vivere semplicemente co- cui sopra, probabiÌmente collega-
me un giudeo (iordaikÒs zèn), î,a to, in certo senso, con Gerusalem,
relazìone di Paolo con Gerusalem- deo, ìn adcsione ai costumigiudai-
piùttosto descriva una condizione me, abbiamo alt.i rìferimenti ai
me îino al presente (redl Interyreti cì). In questo senso lo si riscon-
di I,aolo). tra, per esempìo, in Plutarco (Clc. un po' artefatta dei neoconvertitì gìudaizzanti nelle Chiese della Ga-
(cfr. Est 8,17 LXX: <<Molti del po- lazia. Forse sarebbe troppo sem,
Un rìsulrato di questa concezio- 7.6), ìn Ciuseppe Flavio (per
ne è che Pàolo viene visto troppo esempio,8e11. 2.17.1U) e in lgna-
polo si fecero circoncidere e pra- plice identificarli con il <partiro
come un apostolo isolato, che, so zìo di Antiochia (Magr. 10,3). In ticarono il giudaismo per timore della circoncisione>r come sopra
lo, comprende veramente I'univer- Cal 2,14 esso significa probabil-
dei Ciudei)). indicato. Comunque, non è del
salismo e la libertà Ìappreseùtati mente (dive[tare un convertito 2.2 Quelli della circoncisiore - tutto chiaro se questi che richiede-
da Gesù. Evidentemente, nel ri- giudeo e osservare la Leggc)) (cfr. Secondo Cal 2,12 nell'incontro vano la circoncisione agli etnico-
cordo degli altri principali aposto- Cal 5,3). In Gal2 troviarno anche
con Pietro ad Antiochia, Paolo lo cristiani in Calazia lossero essi
li, entÌambe ll: cosc erano state di- un'espressione unica nel NT: lor-
accusò di essere timoroso ngi con- stessi giudei di nascita.
mentìcate, Irainlese oppure com- daikos zen, <vivere come un giu-
fronti dei Giùdei, <quellj della cir- 2.3 Coloro che si fanno circon'
promcssc- Un contrasto fuorvian concisione> (tous ek peritomcs:, ciderc Un testo centrale è quello
deo). Lo stato reljgjoso di Pietro
te caratterizzò tsaur e molti di co- viene defìniro da Paolo corne quel-
vedi Circoncisione). Un aspetto di Gal 6,13 ir cui Paolo, in modo
del problema riguarda ìl fatto che sorprendente, sosliene chc (anche
loro che seguivano Ìa sua Leologia, lo di un giudco (ioudaios hJpar
stabilendo un'opposizione assolu- lì.ltlavia come uno che vi-
cl?ói?) e
Paolo cridcò severamente alcuni coloro che si ianno circoncidere
credenti (GaÌ 2,14) insieme a Pi€- (hoi petítemnomenol) non osser
ta tra partjcolarismo e universali- vc secondo lo stìÌe di vita deiGen-
smo; quesro è Lipico di una pro- ttli (eth ikos,lnallro hapax lego- tro. Egli riferisce anche di <alcu- vano La Legge)). A prima vista
spcttiva moderna cosmopolita! me on NTt clr. ethnikos jù Ml ni da parte dj ciacomor (Gal questo sembra un caso chiaro di
che non dovrebbe csserc retro- 2,12) che egli non accusò d'ipocri- etnico-cristiani che, avendo rice-
5,47; 6,7; 18,17; 3Gv 7).
proiettata sul NT. Comunque, da ll rermlre ioudaísmos (giudaì- sia. Chi è incluso tra qrìeste per- vuto recenlemente la circoncisio
quesla prospelljva Paolo era visto sone citate come (quelli della cir- ne essi stessi, ora ccrcano di im
smo) ricorre nel NT soltanto in
concisione> (Cal 2,12)? E possi porla agli altri Gentili. Munk (88)
Giudaizzanti '771
7'70 Giudîizzanti
nota come gli interpÌeti hanno tcn- cuni copisti antichi lÌanno compre- tamente dice della Chiesa di ce, 4. DIVERSITÀ NELL'OPPOSI-
tato, p€r molto tempo, dj girare so il participio presenre. rusalemme. ZIONE: LA VARIETÀ DEGLÌ
intorÌìo a quesia possibilità (cioè Chc seguiamo o no jnteramen- Paolo non collega mai qualcu- OPPOSITORI DI PAOLO
che aoche gli elnico cristiani si te l'ipotesi di MuDk su questo ar- no dei suoi oppositori con Geru- Con il passare degli anni, jl tenta-
muovessero a favole del Giudai- Somento, è molto probabile che salemme. Inoltre, egli parla sern- tivo di Baur di presentare gli op-
smol conservando la concezione alcunc interpretazioni tradizionali pre delÌa Chiesa di cerusdemme positori di Paolo come giudaiz-
tradizionale secondo la qualc gli abbiano poco o nessun peso. È in termini positivi. Egli chiama i zanti è stato modificato gradual-
agiratori delle Chiese della Gala- ccrtamento chiaro che tous ek pe- cristiani di Gerusalemme (i san- mente e, per alcuni aspetti, rifiu-
zia erano giudco-cristiani. Queslo rllontr non può essere piir lradot- ti>r; si riierisce ai loro capi come tato. L'eccessiva semplificazione
viene fondato rendendo ilpartìcì- to semplÌcemenle con (il partito (apostoli)) e (fratelli del Signore) della divisione del primo Cristia-
pio presente e 1'artico]] (hoiperì della circoncisione>> (RSV) o an- e per tre di loro come <colonne) nesimo in due iazioni opposte e la
lelnnomeno, cot\ <<coloro che ap- che con (la fazione della circon- (anche se a malincuore). PaoÌo ri- mancanza di distinzione tra diver-
parlengono alla ciasse di quelli cisìone, (NRSV). Nell'utilizzazio- conosce che l'apostolato di Pietro se enfasi, all'interno di ogni fazio-
che... sono circoocìsi secondo il ne dei tcrmini è necessaria una presso i circoncisi è stato îecondo, ne, venne subito vista come caren-
costume slàbilito, "la classc dei" maggiore precisione, per cui le di- come lo è stata la propria missio- te da diversi punti di vista, anche
Ciudeì che ricevono la circonci- stinzionì sono ricavatc dall'uso ne presso i Gentili. Certamente, - nell'ultimo secolo. Gli studi piu re-
sione>. neulrale del tcrmine r(circoncisio- guardo a qùeste due sfere della centi di W. Lùtgerr, J. Munk e W.
Poìchó il participio presenre di nen, come in Rln 15,8 (((Cristo si missione, vi era una quai recipro- Schmithals offrono prospettive al-
petileî1 A ((circonciderc))) com- è fatro servitore dei circoncisi>) e ca vigilanza. Così, benché la Chie- temative sùlla situazione alla qua-
pare soltaDto due voÌte nel NT da ahri testj nei quali sembrano sa di Gerusalemme si differenzi, le Paolo s'indirizza. Lùtgert pose
(Gal 5,3; 6,13) e per nicntc nclla presupposli alcurlj gradi dì impe- nella propria missione, da quella altenzione all'esistenza di spiritua-
LXX o nei padri apostolici, si può gno per u.na politica della circon- di Paolo, vi è accordo di princi- li entusiastì, appartenemi a uno
chiarire ben poco sì.rl suo signifi- cìsione. E neccssario distinguere pìo che entrambe le missioni rap- gnosticismo libertino. e li conside-
cato. Tultavia. esso vieùe utilizza- ira i giudeo-cristiani chc accettano presentano l'opera dello Spirito. rava come oppositori di Paolo in
to da Cìjustjno i,tr Didl. 2'1,5; i GenLili come Ge tili, e all,rt che Gerusalemme pùò aver considera- I Corìnzi e (in compagnia deì giu-
123,1, due volte per ogni citazio- possono essere prop amente cle- to se stessa come rivolta, nella daizzanti) anche jn Galati.
ne e ìn ognuna dì quesle non c'è finiti come giudaizzanti, in quan- missione, soltallto a Israele, ma i Munk sottolineava Ia particola
dubbio che ilsignificato sja (ricc- to insisloùo sulla cir-concisione suoì capi, nondimeno! sosteneva- rità di ogni leltera come indirizza-
vere la circoncisione)). Munk ipo per tutti. InoLtre, l'etnico crjstia- no la missione di Paolo verso i ta a una specifica, e quindi pro-
tizza da ciò che, poiché il partici- nesimo non può esscre visto come Centili. Ciò che è ancora piir si- babilmente diversa, situazione.
pjo presentc di perilet ò, al. me- un'entità monocromatica e in es- gnificativo è che Paolo stesso può Com'è stato notato, in Galati egli
dio, non signilica mai (coloro chc sa devono essere riconosciutì di- dire: <Colui che aveva agito in considerava i giudaizzanti come
appaltengoÍro alla circoncisione), versj atteggiamenti verso la Leg- Pietro per farne un apostolo dei provenienti dai convertiti gentili;
ma sempre <colofo che ricevono ge e il tefipjo. Prima di avere a circoncisi aveva agito anche in me non vi erano giudaizzanti a Corin-
la circoncisioncr, oppure (coloro che fare piu specificamente con I'i- per i GentiUD (Oal 2,8). to e neppure a Filippi (dove, in de-
che sj îanno circonciderc>, questo dentità deglì opposilori di Paoio Un piiÌ equilibrato modo di con- iinitiva, alcune opposizioni prove-
deve essere anche il suo significa vogliamo climinare, se possibile, siderare la Chiesa di Gerusalemme nivano dai Giudei).
to per Cal 6,13. Quindi eli oppo- una lonte lradizionale dell'oppo- consiste nel riconoscere le diversi- Al posto di ciò che J. D. c.
sitorì di PaoÌo, che si danDo da fa- sizionc. tà di opinione in essa rappresenta- Dunn (1990, 370) chiama l'ipote-
re per 1a circoncìsiolÌe tra gli te, come vi erano diversità ad An- si (pangiudaizzante) di Baur. W.
etnico-cristiani dclla Calazia, so- 3. PAOLO E GERUSALEMN4E: tiochia e altrove. Alcuni, in discus- Schmithals ha proposto ìtn'ipotesi
no cssi stessi etJÌico-cristiani. La DIVERSITA NELLA PRIMA sioni particolari, possono essere di <pangnosticismor), per cui gli
loro circoncisionc è ancora presen- N,IISSIONECRISTIANA F. stati piìl vicini a Paolo, su ceÍe oppositori in Galati sono conside-
tc, pcr cui tutto quesLo movinen C. Baur non solo considerava tutti questioni, piir di altri. Ma alla li- rali non come giudaizzanti, ma co-
to giudaizTantc è abbastanza re- gli oppositori di Paolo come par- ne si trova la solìdarìetà nel van- mc giudeo-cristiani gnosticì, e così
cenle. Comunque dovrebbc cssc- te di ùn singolo movimeùto, ma li gelo di C sto (cfr. lcor l5,ll) e anche in Corinzi e Filippesi.
re notato cl'ìe, dal punlo dj vjsla collegava, mediante Gal2 e At 15, probabilmente Giacomo condivise Come è sLato mostrato sopra, le
lesluale. vi sono alltorevoli atte- a GeIùsalemme. Tllttavia, Paolo con Paolo iÌ mardrio per la sua fe- ipotesi massificanti ron sono pie-
stazioni dei manoscrirli Der il par- úon può realmcnte essere visto in de, dimostrando, al di là della di- namente adeguate per giustifica-
tjcipio pertttto passìva, peitetmè- contilnra opposizione con Cerusa- sputa! che quanto egli co[divide re lc diversità del I sec. Non è nem
menai (P16, B c altri), <coloro lemmc. Quanto egli asserisce in va coú I'apostolo dei Gentili era meno appropdato vedere le ercsie
che sono statì circolìcisir. che in conflitto con gli oppositori deve pìù importante di quanto lo unis- che venivano inflilLe al Cristiane,
ùltima analisi testimonia come al- essere dislinto da ciò che esplici se ai suoi seguaci di Gerusalemmc. simo primiLivo come provenienti
Giudaizzanti '772 173 Giudeo, Paolo come
da ambili giudaici. Ricerche cor- 2E (1982) 461'.178t Ellis È. E., Pdula d his Stuhìnacher P., ,e/ Brlel an ctie Raner, Molta dell'enlasi contempora-
OpponenE. Trends ih Res?ar.ft, in J. Neu, NTD 6, Vandenhoeck & Ruprecht, Góttin- nea sulla giudaicità di Paolo è
renti, esemplificale negli stìldi di \t.r lctl.t. Chrístídnit\ Judaisnt a d Othet fo-
D. Georgi, R. P. Martin, J. L. Su een 1989, pp. 13'11, 19.222-223; Id., The calizzata sul suo contesto sociale.
Crcco-Ronan C!/b, E. J. Brilì, Leiden Theme o.l Romans, in rlrrBR 36 (1988)
mny e C. C. Hill, hanno cercato 1975, vol. I, tp. 264-298i Fricdrich c., DÈ 3l-44; Sumney J. L., /denl{!i s Paul'.t Op' Essa tenta di studiare i suoi inse-
di riesaminare la divisìone nella Geenet des Pdutus in II Kotìnt herbief, i^ ponents: The Questian a.f Method in II Co- gnamenti e le sue parole su que-
O. Bciz er al. (edd.J, Abrahan unset Va /';r/r,?/r.r. JSNTSS 40, JSOT, ShellieÌd
Chjesa antica. Una maggiore at- te.. tustschtft fùt oÌta Micrel, E. J. Brill, stioni di stile di vita e di compor-
1990; Ihrall M. E.. Supe\AposÌles, Ser-
tenzione è stata conferjta agli el- Lejd€n 1963, !p. lEl 215 i Gafon L.. Parl taìtts o.f Chtisr, dnd Serrdnts oÍ Satan, iî tamento. Per esempio, Paolo con-
lenjsti ai loro ruoli nell'opposi- and Jensalen, ir1P. kichard J.C.Hurd divide Ia speranza apocalittica del
e "/S^I6 (1980) 12-57; wedderburn A. J.
zione a Paolo. Per esempio, può
(edd,.), Frotn .Iesut îo Paul: Studìes ín Ho, .\"1., The Reasons .fot Romans, T. e î. Cristianesimo primitivo: cosa si-
haur of F. Ir. Beate. wiltred Lauricr Uni CLark, Edìnbùrsh t989i Wilson S. G., Ger-
darsi che Paolo contrastasse gli vcrsity, Waterloo (ON) 1984, pp. ól 72j gnilica questo in termini di vita
tìle Judaíze5, in NîS 38 (1992) 605-ó16.
stessi oppositori in I e 2 Corinzi CearyiD., The Oppa enls a.f Ptlul in II Ca- quotidiana, in termini di un grup-
(anche se c'erano stati degli svjlup- tlnthiars, Fo.tt.ss, PhiladeÌphia 198ó; W. S. Campbell po che viveva al di fuori della cor-
Goodman Nf.. The Rulint: Class al Judea:
pi fra la composìzione clclLc due Thc Otìqins a.f the Je||ish RerÒtî against rente principale della vita nell'im-
lettere) e che quesîì oppositori îos- Ro 1e, A.D. 6670,Uniersìly Prcss, Cam, pero romano? Poiché lo studio so-
sero pneumatici. L'unica reale cvi- bridee l9E7i Gunther J. J., Sî. Paul's Op' GIUDEO, PAOLO COME ciale di Paolo costituisce adesso un
p., e ts dntl Theìr Backgtatutd: A Studr oI autonomo campo di ricerca, è im-
denza per igjudaizzanti rlella let- Ap.t<'alrptit und Je\'ísh SecÌa dn Tea-
tera ai Galati è chc erano gentili .ldas, NTS 35, E. J. Blijll. Lcidcn 1973; Soi\{MARro LDichjarazioniautobiografì- possibile qui onorare pienamente
di origine, per cuì si può ritenere Henqcl NI., Der Jdkobsbtìef als antipuult- .he di P:ó1ó: 2. l.'edù.à7ione ufliciaìe di qùesto aspeÚo degli studi paolini
nirche. Poletnik, in G. L Hawthorne - O. Paolo neì Giudaismo; 3. La concezione (redl Approcci sociologici a
chc la tesi di Munck è degna cli ltelz le.l.l.). TMditian a d Inîerprctdtion: apocalillica del nondo secondo Paolo;4.
considerazione. Essafs in lIonot of E. Eatle Ellis. Eerd- Aulocoscienza di Paolo come giudeo; 5. Paolo).
nans, Crand Rapjds 19E7, pp.248 278; Hill La mhiica dì Paolo; 6. Paolo e la lóln. Un recente studio di J. Neyrey,
Vedi onche: Abraùìo; Circonci- C. C., Hc enist and Hebtews: Reappraìsing comunque, dimostra che l'antro-
Dil,isbn withí rhe Eú i?rt Cht 'h. r:tit Negli ultimi annì un cambia- pologia culturale illumina le lettere
sione; Calati, lettera ai; Gentili; lress, Phìladclphia 1992: Hoìlada] C.,
úhar, ìt1 Hellcni,tìr' hldnìtn: A mento signiîìcativo si è veriîicato paoline e Paolo come giudeo. Se-
Gerusalenme; Giudeo, Paolo co- <Th.ìÒs
Crìtique.,.lthe Use o.l711is Catesa.J ìn NT negli studi paolini. Durante la pri- condo Neyrey, la prima educazio-
me; Giustificazione; Israele; Leg
ge; Opposilori di Paolo; Opere Crrilologt, SBLDS 40, ScholaN, Missou' ma parte del XX secolo, la domi- ne di Paolo, come giudeo fariseo
ìa l973iJerv€ÌÌJ.. D?r rc, wache Charìsna nante scuola della (storia delle rc-
della Legge. /i.kel, in J. Pried.ich et aì. (edd.), Re.lr- nel senso stretto del termine, ha
fettigung: t-eltschtitt Iùt Ernst Kòsenann ligioni> ha conferito paÍicolare condizioùato la sua concezione del
BrBr Baìrd \V., H,ilorr ol N.r lfr.r- zn C. B. ì\'fohr. liìbin-
70 Cehunsrag, J. enfasi all'approccio ellenistico di mondo e della realtà. Conseguen-
g.n 1976, pp. 185 198; Kàsemann E.. Palr/
ìIeút Rps..tlrch. I: lroht Deiy îo Tlibìngcn,
und Isrdel, iD New îestament Queslìons ol
Paolo: egli veniva considerato co- temenie. Paolo dimostra una
AuBsbùre Fortress, lvlintr€apoìis 1992; Id., rodr_!, Fortress, Phìladclphia 1969, pp. me un giudeo ellenizzato della dia- preoccupazione appassionata per
One agaitlst ile Afher. húrd Chut.h Con spora. Per esempio, R. Bultmann
183 181t 11,., Die LegiÌiùtilat .les Apostels: categorie come ordine, ggrarchia
íi.t in I Coti thidns,itiR.T.Forrra-B. Eiac Unttrstkhuns zu lI Kotinther lA 13, e i suoi seguaci ritenevano che il e norme di purità (redi Purità e
Gaveira (edd.), The CÒnrerynìo Conti ìn ZNfil41 (1942) 33-? I: KeîLun€n Nl., rel
n es: St .lies in Paul a .l lah in Ho ot Giudaismo sincretistico della dia- impurità).
A bJàssu,ssxveck .tes RÒnerbtìef?s. llel-
o.f J. t.auit Múflln. Abingdo , Nash!ill€ siùkì 1979; Kocstcr H., /rÌroductian ro Ìhe spora e la filosofia popolare del La preoccupazione di Paolo per
1990, pp. I l6 136: Ilarìeu P. W., O/)?rst New 1'estetrcht, rol.2.lortr ess, Philadcl tempo costituissero il retroterra queste categorie si prolungava li-
tion it1 Cotinth, in JSNZ 22 (198'11 :-lli phia i982i Lùdemann G., Op?osition to
Banert C. K.. Parl3 O|ponenîs iÌi II C.) dell'insegnamento paolino (vedi no al periodo successivo alla sua
Psul ìn Jtwtsh Ch.istionì0, fortress, \4in'
rùtîhitns, i\ NIS l7 (1970 ?1) 231 25.1; ùcapolis 1989i ]|.latî|n R. P., The Oppo- lnterpreti di Paolo). Oggi, invece, conversione (vedi Conversione e
Baur f. C., Pdùl îhe Apostle aJ Jesus nents ol Puul ìn lt Corinthians: An Old Is gli studiosi del NT riscontrano una chiamata di Paolo). Così Paolo
Crl'sl, London LE76j Beiz H. D., irarlrr Jr? Rer6iled- in G. F. Havrhorne O Iletz sempre maggior evidenza rispetto non fu del tutto una nuova perso-
un.l die sa.taÌìt.he Trddilior. BHT 45, J. lcdd.), Tradir rl a d Interyrerdtion in the
a. B. \Iohr, Tribirgen 1912, pt. 132-137: Ne|| Testontent: Essays ìn HÒnÒrofE. Ea/-
alla giudaicità della vita e dsl pen- na dopo la sua conversione: il suo
ld.. Colatianr: Conmentsry an Paul\ Ler /e E//r, Eerdmans, Grand Rapids 1987, pp. siero paolino. Infatti, questo cam- passato giudaico continuava a in-
tet ro the Churches tn Golul(. tlerm, tor 219'289r l\{anyn J. l-.. The Conwnunts oJ biamento appartiene al movimerl- fluenzarlo. Questa continuità ver-
lrc$, Phìladeldria 1979i CorsanjB., Clirt Haqdt an.l Satuh, in J. T. CaroÌl el al. to generale, tra gli studiosi cristia-
vtsdtì.!ì Pdah nello tetterd dì Galdti, i1 Rì (e.l.l.), Faìth ahd Hittary: Essay in
rà ùlteriormente illustrata nclla di-
Ho ot
.er.he Sîorica Bibliche 2 (1989) 91 ll9l o.ÌPaul w. Mey\S.\olars, Atlanta 1990,
ni, della riscoperta delle radici girÌ scussione seguenle.
DunD J. D. G., The Prúìngs.i fhe Wals p!. tar-Obsetvant Míssion
160-192r 1d..,4 daiche del Cristianesimo. Simul-
Bel||een Chri.trianitJ dn.j luddisnt dnd fheir ra Centiles: The Rack gtou n.l .l Gala t ìans, taùeamente gli studiosi di origine I. DTCHIARAZIONI AUTO-
Sighilcdnce lor the ChdrdcÌet of Chtistiu-
,lr],, Trinirv PÌes IrteùrarionaÌ, Phiìadel'
ir S-/I38 (1985)
and the Sahati.,n
301 32:l; MuDck J., Pdzl
alManktrl,John Knox,
gìudaica mostrano un crescente in- BTOGRAFTCHF, DT PAOI,O ,
phia 1991a ld., Jrddii?/i, in R. J. Colgi s Adanîa 1959; PeÍna R., Evalu.ione del teresse neL reclamare la giudaicità Il luogo idoneo per iniziare uno
- J. L. Houlden (edd.), ,4 Dictic,nsry of Bi' I'dtîe1gianento di Pdolo vetso gli Ebrei, ìi di Gesii e di Paolo. In conformi- studio srì Paolo giudeo è quello
blical Inîetprcratio ,Ttrliry Press Inlena- L apastolo Paob. Stutlìdiesegesi e reolo rà, il seguente contributo sottoLi- delle sue asserzioni autobiografi-
lional, Phjladehhia 1990, pt. ló9 371; Id., srr. Edizioni Paoline, Cinisello Bdsamo
The Reldtianship betveen Pauland Jerusd I99l, pp. 332 363j Schmithals \V., OzorlÈ nea la dimcnsione giudaica della che. ll brano piu pertinente del-
l.rt acco JÌng to Galatiun r / dnd-2. in N?ìS cislh ìn Co.oúh, l.b;ngdoa. Nashvillc l97li vjta e del pensiero dì Paolo. L'autobiografia è quello di Fil
175 Giudeo. Paolo come
Giud€o, Paolo come 774
tanto la legge scritta losse vinco che, come i farisei nei vangeli, cgli
3,4 6. Si tratta di un brano pole ferisce che i genirori di Paolo pro-
lante, mcntre i farisei credevano ha compreso se stesso come zelan
mico, nel quale Paolo enîatizza, venivano da Ciscala, in Galilea. Se
te e giùsto (vedi Cclosia, zelo).
in modo esplicito, le propde cre- la notizia di Girolamo è corretta, che Dio avesse rivelato 1a legge
denzialiin quanto giudeo: (Se aÌ- orale, insieme alla legge scritta. ln
I'aolo avrebbe potulo benissimo, 2. L'EDUCAZIONE UFFICÌA-
cuno ritiene di poter confidare nel- in casa sua, parlarc ebraico o ara-
Cal 1 ,14 Paolo scrìr'e che egli era
la carne, io piir di lui: circonciso
(accanito zelante... neÌ sostenerc LE DI PAOLO NEL CIUDAI-
maico.
l'ottavo giorno, delLa stirpe d'l- Tultavia Fil 3,4-6 riferisce, ri- le tradizioni dei padri). 11 termi- SN,IO Secondo Ar 22.3 Paolo
ne greco per (tÌadizioni) corri ricevette l'educazioùe uflìcia1e nel
sraele, della tribir di Beniamino, spetlo al Giudaismo di Paolo, piir
sponde all'espressione lecnica (pa- Ciudaismo del lempo, (ai piedi di
ebleo da Ebrei, lariseo quanto alla di una semplice identità giudaica.
rado.rrr) per la legge orale. La stes Camalieler. Qucsto famoso Ga-
Legge; quanlo a zelo persecutore Per esempio, egli rivendica il pro-
della Chiesa; irreprensibìle quan- prio essere beniaminita. Che cosa sa parola greca compare in Mc maÌiele era il îiglio o iÌ nipote del
7,5, dove l'evangelisla parla dell€ rinomato HilleÌ, che aveva avulo
to alla giustizia che deriva dall'os- precisamente PaoÌo avesse dichia-
<tradizioli dei padri;). Secondo E. un ruolo importante DelÌa folmu-
Servanza della Legger. In questo ralo con quest'affermazione non
Rivkin, Paolo siriconosce con ciò lazione dei rnetodi esegetici Qaid
teslo Paolo precisa che lc suc cre- è chiaro. Nondimeno, ciò che se"
denziali giudaiche e il propio zeLo gue può essere stato incluso nel membro della scuola che aveva in- dól) coÌì i quali dovrebbe essere
segnato la duplice legge. Gesìr, di- srudiata la Scritlura (cfr. t. Sa/l
per la sua religione possono esse- vanto di Paolo. Gerusalemme e il
Ie paragonati con quelli di pochi cendo che i farisei si sono seduti 7.11; ,1RN I^l $ 37). Rccentemen'
tempio erano Ìocalizzati nel terri-
sulla cattedra di Mosè (Mt 23,2), tc, alcuÌìi studiosj hanno posto in
altri Giudei o gìr.rdeo-cristiani. torio della trìbù di Beniamino. li aveva ricorloscìuti come maestri discussione l'asserzione secondo la
Ancora ossessionali da una fal, Clon la beparazione del regno del quale Paolo era stato educalo al-
sa dicotomia tra ilCiudaismo pa- Nord da Giuda, Beniamino e Ciu-
aùtorevoli della Legge. Di conse-
guenza, i farisei prctcndevano rap- la scuola di Gamaliele. I-a discus-
lestinese e quello della diaspora, da restaroDo lèdeÌi al regno di Da-
presentare il vero Israele che ave sione non può esscre ricapitolata
molti studiosi di Paolo rilìutano vide. Dopo l'esilio babilonese, Be-
dì considerare altentamente clue- niamino e Giuda divennero il cen-
va conoscìuto la volontà di Dio c1ui, ma una breve colsiderazione
per il mondo. sull'educazione giudaica al tempo
ste affer mazioni autobiografiche. tro della nuova comunilà. di Paolo chiarilica lo slondo dei
Un altro elenento centrale del
Cli studiosi della generazione pre Poi Paolo sostiene di essere primi anni di Paolo (cîr. Hengel
cedente separavano ncttamente un (ebreo da Ebrei). Di nuovo, egli la fede îarisaica era rappresenta-
to dalla risurrezione dei morti. Se 1, 78 83).
Gìudaismo incentrato sulla Legge, si dimostra certamenle evasivo nel
un membro della comuDità dell'aÌ- A partire dalprimo periodo el
per la Palcstina, da un Ciudaismo definire questa îrase (cfi. 2Cor lenisLico abbiamo nel Siracide 1a
eÌlenistico, di tipo sincretistico, per 1 I,22). Egli può aver voluto dire
lcanza (giudeo) o un genrile con-
vertito obbediva alla leggc orale e nola descrizione della sua (scuo
la diaspora. Giacché Tarso si tro- che il suo sangue era puro, in
vava nella diaspora, Paolo veni- quanto non aveva antenati paga- scritta, avrebbe preguslato I'esse- Ìa), orientata a insegnare la sa-
rc risorto per la vila eterna. pienza ai gio\ani aristocratici (Sir
va collocato sotto la categoria del ni. Pìii probabilmente eglì stava 51,23-38). Piir tardi e in pieno pe
Giudaismo ellcnistico. sincreti- contrapponendo se stesso agli el- In sintesi. Paolo stava dicendo
stico. lcnisti o ai Giùdei che parlavano che egli era ull interyrele e un mae riodo ellenislico sorse un movi-
stro, di lingua ebraica, delLa leg- mel]lo per istrùire l'inlera PoPo-
In contrasto con la vecchia con- greco. Quindi stava dicendo che
ge orale e scritta. lazione giudaica riguardo alLa Leg
cezione, le recentì scoperte archeo- aveva imparato a parlare ebraico,
Un ulteriore puflto dovrebbe es- ge (4. B-B 2la). Questo movimen-
logiche e lcttcrarje hanno dìmo- a casa. Secondo R. N. Longene-
strato la ricca varietà, nello stes- sere norninato riguardo alÌ'afier- to si preoccùpò di presen'are il
cker, cluest'interprelazione acqui-
mazione di Paolo stesso che si de- Giudaismo dall'assimilazione alla
so Ciudajsmo palestinese, sia nei sla maggiorì probabilità se Filìp-
finisce <irreprensìbile quanro al- cultùra e alla lingua gr eca. Anche
confronli della Legge che dcllc lin- pesi vìene ìetta alÌa luce di 2cor
piii tardi l'esigenza dì istruirc tut-
gue oltre all'aramaico (fedl Elle- 11,22. Qui PaoÌo elenca le sue la giustizìa che deriva dall'osser-
qùaliîiche contro gli altri Giudei vanza della Legge) (Fil 3,6). La ti divenn€ una delÌe prjncipali ti-
nismo). Molta simile varjetà ò ve-
coscienza tÌ.Ìrbata, colpevolizzata nalità dcl fariseismo. Durante la
ra per il Giudaisno della diaspo- o gi u deo-cristiani : (Sono Ebrei? generazjone di Paolo uùa rele dj
e tormemata dell'Occidente, rico-
r-a, anche sc il grcco rapprcsenta- Anch'io. Sono Israeliti? Anch'io.
noscibiÌe, in particolare, in Mar scuole elemcnta insegnava la
va la predominante lingua parla- Sono discendenti di Abramo? An-
tin Lutero e ùella sua epoca, non Bihbia ebraica ai bambini. che co-
ta. l\'lcntre iÌ greco costituiva Ìa ch'io)) (Longenecker 22).
mìnciavano la scuola all'età di sei
lingua dei Ciudej di Alessandrìa e Come ulteriore caùsa del vanto dovrcbbe essere trasferira all'in-
dìetro, nella psiche di Paolo (cfr. o selte anni (-v. (el 32c,4). Molte
d".ll'Egitto, la situazionc linguisti- in Filippessì, Paolo sostiene di es-
Stendhal). Le ansic cli un'epoca scuole superiori insegnavano ai
ca in Siria era diversa: successiva- sere t'ariseo. Qui il termine veni giovani a ìnterpÌetare il lcsto del-
mcnte Ia Siria produsse una lette- va delinito con precisione. L'e- non sono quellc diun'alÎra. Lc as-
serzioni biogralichc di Paolo so- la Bibbia e a spiegare le contrad-
ratura araúaica. DalprLnto di vi- spressioner (fariseo quanto alla
no maggiormente consìderate nel dizioni e jprobleni che vj incoù
sta geogratico, Tarso è molto vi- Legge>, si rìferiscc alÌa Ìcgge ora-
gjusto vaÌore quando si riconosce Travano. I mctodi eseetetìci lormu
cina alla Siria. Anche Girolamo ri- le. I sadducei ritenevano che soì
Giudeo, Paolo come
'7'7',7 Giudeo. Paolo come
116

lati da HiUel erano applicati sia Paolo conoscere questo? Come verso Isacco da te Prcnderà nome
Rm 9,29 Tcsto linale che al-
per interpretare il îesto della Bib- lude al testo iniziale mediante la afîerma Conzelmann (Conzel- una stirpe")> (Gn 21,12). R. Judan
bia che per applicare le leggi del parola-chiave spenna (discen, mann 166-167), Paolo aveva Llti- b. Shilun dice: Noù "lsacco", ma
Pentateuco alle necessità contem- denti e îigli). Lizzato uùa tradizìone gjudaica "in lsacco" è scrilto qui. R Aza-
poranee della società giudaica. haggadica che compare in un'oPc- riah dice a nome di Bar Hutah: il
Alcuni contenuti dell'educazio- Nel comporre qrLest'unità Pao- ra sùccessiva (/. Srtr 3,ll; cfr. à. Òel (<in>) indica due, cioè, lda te
l1e ufiiciale di Paolo sono com- Taan 9ai LAB ll.l4; Filone, Ze8. prenderà nome una stirpel in lui
10 utilizza aLcunc tecniche midra-
prensibili se viene presa in consi- shìche. L'uso di un testo paralle- A1. 2.86). che riconosce l'esistcnza di due
derazione la sua attività esegetica lo secondario per sorreggere e In Rm 9.6 29 il tesro iniziale mondi; egli erediterà due mondi
in brani come Rm 9,6,29, dove chiarire il testo principale si trova (Gn 21,12) che Paolo ùtilizza vie- ldice Dio]; lo ho dato uù segno
Paolo utilizza la Scrittura ebraica, spesso nei srccessivi midrashim ne usato in due modi diversi nel- idal quale i veli discendenti di
le tecniche midrashiche e lc tradi- classici. Altrettanlo conune è I'u- le tardive opere rabbiniche Pri- Abramo possono essere conosciu-
zioni esegetiche del suo tempo (ve tilizzazione di un lerúine-chiave mo, tl Talmudbabilonese cita Gn til, ossia colui che riconosce
di Antico Testamento in Paolo). sia nel resto iniziale che nella con- 21,ì2 in diversi contesti. ll seguen- espressamente [i giudjzi di Dio]l
In questo brano Paolo si trova a clusione della composizione, così re brano, tratto da Sa, i9b, è ti così chilrnque crede rlei due mon-
t'ronteggiare un problema posto da formarc una corrispondenza pico: di sarà chiamato "tua stirpe",
dai primi cristiani: perché Ìa mag- tra l'inizio e la conclusione di una <La circoncisione fu all'inizio menlre colui che rifiuta di crcde
gjor parte dei Giudei ha rigettaro comandata soltanto ad Abrarno .. re nei due mondi non sarà chìaÌna-
discussioue (incluslo). Anche l'u-
il proprio Cristo? Egli pone la so di terminì-chiave per accostare Se è così, iorse non dovrebbe es- to "1ua stirpe"> (edizione Sonci
questione in Rm 9,6: (Tuttavia la allri passi della Scrittura è ben co- sere osservata anche dai figli di no,17l).
parola di Dio non è venuta Íìe- nosciuto. Nella composizione di tsmaele (figlio di Abramo?). In- NeL precedente nidrush i vcti
no)). Quindi passa al Pentateuco Paolo la parola-chiave non si tro- îatli. altruverso Isacco Pte deù discendenîi di Abramo cledono in
per reperire i passi principali che va sempre nei testi chc sono stati nome una slitpe. Quindi i figli di dùe mondi. Quesla è Prccisamen-
aîîrontano qùesta problematica. ll citati. Nondimeno. essa si trova Esaù non dovrebbero ess€l-e co- te la posizione di Paolo in Roma
primo testo al quale Paolo sirife- sempre nel contesto della cjtazio- sîretti a praticarla? - alltarerso ni: la discendenza 1ìsica soltanto
risce è quello di Gn 21,12: (In ne, se non nella citazìone stessa. lsdcco. ma non lùtto lsacco)) (edi- non è suîficiente; coloro che han-
Isacco ti sarà data una discenden- ln modo analogo, i rabbini succes- zione Soncino). no una certa îede o un tjpo di fe-
za) (Rm 9,7). Un secondo testo sivi non sempre citano la parola- Sia Paolo che il successivo f41 dc sono lìglì di Abramo. Nel com
suppleme[tare è citato da Gn chiave. ,7rd babilonese utilizzano lo stes- mentare Rm 9,6 29, così Paolo
18,10: <Io verrò in qÌresto tempo Altrì elementi del modello mi so testo per dimostrarc chi aPPar- scrive in Rm 9.30-32: <Che dire
e Sara avrà un figlio) (Rm 9,9). drashico, trovati qui, sono Ie in- tenga a lsraele, ed entrambi asso- Ìno dunque? Che iCcntili, che
Nell'argomento che segue, Pao- troduzioni o le formule di citazio- ciano Esair a questo testo. Tutta- non rjcercavano la Siuslizia, han
lo cita altri testi minori dall'AT. ne per la Scrittura, le interruzioni via, a diîîerenza di Paolo,ll Tal no raggiunto la gìustizia; la Siusli-
del pensiero, causate dalla tratta- mud collega <in Isacco> alla di- zia però che deriva daLla fede;
Queste citazioni seconda e vengo-
no collegate al primo e al secondo zione di una ialsa conclusione o scendenza púramente fìsica deri mentre lsracle. che ricercava una
testo mediante l'uso di tre parole- vante dalla parentela giudaica. legge che glì desse la giustizìa, non
dalla discussione con un opposi-
chiave: <<discendenti r, (sperma, v. tore fittizio (che si ttova anche neÌ- Ma ciò che è piùt sorPrendente e giunto a realizzare la Lcgge. E
29), <<chiamare> (kaleó) e (figlio)) la diairiba), e l'uso delte parole del è il modo con cui Paolo e il suc- perché ùai? Perché non La ricer-
(hyios, yedi Adozlone, figliolan- testo iniziale riscontrabili nell'e- cessivo Geresi R4àr4 interpreta- cava dalla fede... t.
za). E. E. Ellis ha delineato il mo- sposizione. no quesÎo stesso tesÎo. In tal caso La concezione paolina dclla fe-
dello dell'uso della Scrittura nel Forse l'elemento più signilica- un aLtro iattore da aggiungere al- de è stretlamente relazionata a ciò
seguente modo (Ellis 155): tivo di questa sorra di unità midra- la discendenza fisica è associato al- chc abbiamo osservato nel M/
shica è 1'uso paolino delle tradizio- la frase (jn Isacco). (Per com- tlra.ch Rabba. In quaù1o îariseo
Rm 9,6-7 Tema e testo inizia- ni esegetiche contemporanee, che prendere il passo successivo il let- Paolo ha creduto nei dùe mondi,
le: Cn 21,12; sono state preservate per noi nel- tore ha bisogno di sapere che nel cioè non solo nel rnondo Presen
Rm 9,9 Secondo testo supple- le opere rabbiniche successive. Un I sec. le leîtere cbraiche avevano le, ma anche nella risurrezione: il
mentare: Gn 18,10; esempio, al di fuori di Rm 10.4. anche un equivalente numerico: mondo a venire. Quando PaoÌo
Rm 9,10-28 Esposizione con- sitrova in lCor 10,4, dove Paolo pojche bal ela seconda lettera dcl incontrò il Cristo risorto suLla stra-
îenente citazioni aggiunte (Rm scrive: <Bevevano infatti da una l'alfabeto. rapDrescntava anelle il da di Darnasco, riteneva che Cri
9,13.15.17.25-28) e collegate aì roccia spirituale che li accompa- simbolo cleì numero due). NeÌ Mi sto rappresentasse il <primo lrùt
testi iniziali mediante 1a paroìa- gnava...). La narrazione biblica drash Rabb.t aGí 53,12 leggiamo: to) della surreTioùe generale che
chiave kaleó (chiamate) e h!ios non contiene alcun accenno a una (E Dio disse ad Abramo: "Non doveva venirc. Da questo Punto in
(fielio) (Rm 9,12.21'26.27 \; roccia mobile. Come ha potuto ti dispiaccìa questo... perché atlra- poi, la sua fedc in utta rìsurrezjo-
Giudeo, Paolo come 718 1',79 Giudeo, Paolo come
ne geDerale si andava concreiiT- conosciuto la tradizione esegetica W. Pannenberg ha ccÌtarneùte Ancora. la risurrezione di Ge-
zando in ùna persona specifica, at- associata a Gn 21,12. euesta tra- ragione nel sostenerc che nel Giù- sù, conÌe primo frutto escalologi-
traverso la qualc egli aveva speri- dizione lrse nelle scuole della pa- daismo del I sec. la risurrezione co, fa cresccre l'atlesa di una ri-
mentato la conciliazione con Dio lestina e piii tardi riemerse nel Z4l- poteva essere cspressa soltanto neL surrezionc generale, alla lirle dj
e tutto ciò che il termine (fede) ,lrad di Gerusalemne e ir
Genesi linguaggio della tradizione apoca- lLuesto eone e della relativa ra-
signilicava per lui. Robba. E, certamente, questo apre littica (Panncnberg 96). lnfatti la sformazione di tutta la creazione
Prima di trarre quaisiasi conclù- la possibìlità che una rradizione lede nella risurrezione iaceva pa1- (vedi Escatologia). Così PaoÌo cre-
sione, comunque, al mosaico de- esegetica palestinese îosse stata una te della spcranza apocalitljca e del- deva che la îinc dì quesro lempo
ve essere aggiunto un altro tassel- fonte della dottrina paolina della Ìa concezione del mondo. Per fosse molto vicina. Secondo 1Ts
lo. Genesi Rabrd non è I'unica giustificazione mediante Ia iede. esempio, i discepolì dovevano già ,1,13-l8 Paolo sperava di essere vi-
opera rabbinica succcssìva nella Inoltre, sembra che con un se- aver scntito parlare dclla risurre_ vo ( 1Ts ,1,15) per veder e il ritorno
quale la fede nei due mondi viene condo testo paolino fosse associa- zione prima che potessero verifi_ di Gesu. Quindi dovrebbcro veri-
associata con Gn 21.12. Molta ta un'aÌtra tradizione esegetica: care la lomba vuo!a, e prima de1- ficarsì i due eventi riferìti: prjlno,
parte della stessa interpretazione (Io verrò in questo tempo e Sara le slesse apparizioni, quali elemen i(morti in Cristo risorgerannot
si trova anche nel Talnud d1 Ge- avrà un figlio)). Gn 18,l0 e Ìa stes- ti costìtutivi della risurrezione. Le e, secondo, i vivenli dovrebbero
rusalemme, NeJ 2.10. Anche oui sa figura di Sara erano associate cenlinaia di ossuari (ricettacoli di essere uniti alla traslormazione
il lPr signilica ,,due, e si rjferisce alla tematica della perseveranza ossa dci morli) scoperîi dagli ar- della nalura e di tulla la creazio-
al gjudeo che crede nei due mondi. dell'azione di Dio in Genesi Rob- chcologi, rei dintorùi di Gerusa- ne: (La crc!Ìzione nutle la speran
Queste drìe fonti palestinesi suc- àa e in altre fonri (cli. Steener 4T). Lemme, possono rappresentare il za di essere essa pure liberata dal-
cessive lanno intravederc la pos- L'utilizzazione che Paolo fa del- segno evjdente delÌa speranza giu- la schìavitir della corruzionc per
sìbilità dell'esistenza di una rradi- la Scrittura, delle tecniche midra- daica del I sec. in una risurrezio cntrare nella libertà deLla gloria deì
zione esegetica palestinese che ave- shiche e delle tradizioni esegetiche ne futura. fjgli di Dio, (Rln 8,20-21). Que
va associato la fede nei due mon- collemporanee, in Rm 9,6,29 pro- Che la risurrezione coslituisse si'aîfermazione è chiaraneùle
di con cn 21,12. Come abbiamo dussero ulla composizione alta- un elemento centrale nel messag- apocalitlica.
yisto, il Tdlntrl babilonese non mente elaborata. Tutto ciò non gjo paolino risùlta elidente. 1CoÌ Paolo condivide la concezione
conosce questa tradizione e inter- può essere stato il prodo o di una 15 da solo lo mostra bcne e Paolo apocalittica dei due eoni: questo
preta Gn 21,12 come rilerito sol- mente non formata. Se egli non lu melziona di continuo la risulrc- presente teùpo n-ralvagio sarà tra'
tanto alla discendenza fisica. edùcato da Gamaliele, lo fu da ziore: sembra che la morte salvì sl'ormato, da ùn'azìone di Dio, nel
La questione rimane: come pos- qualche altro maestro giudeo. In iìca e 1a risurrezionc di Cristo sìa- tempo îuturo, o nel regno di Dio
sono Paolo e questa tradizione ogni caso, sernbra chiaro che pao- no state il centro della sua predi- (vedi Regno di Dio/Cristo). Così
esegetica (se fu tale), trovata in al- lo Ìicevette una educazione uificia- cazioùe. Paolo dice che (tutta la creazio-
cune fontì <pubblicate)) cento an- le nel Ciudaismo del suo tempo. Inoltre, la risurrezione di Gesù ne geme nellc doglie del parto>>
ni dopo, aver interpretato 10 stes- rapprcsenla il Primo frulLo (Yedl (Rm 8,22) e attende (con impa-
so versetto in un modo cosi simi- 3. LA CONCEZIONE APOCA. Primizie, caparra) che anticipa e zienza la rivelazione dei figli di
le? G. Vermes propone una solu- LITTICA DEL MONDO SE- autenlìfica la risurrezione di Lurti Dior (Rni 8,19).
zjone (Vermes, cap. 6). Prima egli CONDO PAOLO coloro che gli appartengono (1Cor Forse 1'elemenlo centrale dell'a
riSetta dr'\,erse possibilità: che jl
- La concezio-
ne apocalittica di PaoÌo (vedi I 5,23). Questa risurrezione illclu- pocalittica cra la categoria clella Ìi-
NT dipenda dal Talmud e da Ge- Apocalittica) constituiva un mo- dcrà una trasformazione analoga velazjor1e. N,lolti scrjtti apocalìtt!
nesi Rabba (qúesti \on esistono al tivo centrale nel suo pensiero e a quella che subì íl corpo di Gesu cj rivelano ìl futuro; anche Paolo
tempo del NT): che la successiva nella sua teologia? Nel risponde- nella tomba. PaoLo puntualizza rivela il iutrLro.
tradizìone esegetica fbsse stata im- re a questa probìematica gli stu- tutto ciò in Fil 3,20 21: (... Aspel Nel descrivere il disegno di Dio
parata da Paolo; che le somigljan- diosi a volte cominciano con il de- liarno come salvatore il Signore per il 1ìlturo, Paolo, come altri alr
ze siano puramente casuali (c,è finire il termine, quindi con il re- Gesir Cristo, il quale trasfigurerà torì apocalìtlici, usava la parola
troppa sovÌapposìzione). Piutto- lazionare la loro delìnizione con il nostro misero corpo per confor- mislerc (mistcrion; per escmpio,
sto, egÌi ritiene aperta la possìbi- passi paoÌini e, da ciò. conclude- marlo al suo corpo glorioso, in Rm 11,25). L'uso che Paolo fa del
lità che il NT e la tradizione rab- re che I'apocalittica costjtuisce o virtiÌ del potere che ha di sotto- termine attesta un retroterra sia
binica successiva facessero ri leri- meno un elemento centrale Del suo mettere a sé tulte le cose). Con ca- giudaico che apocalittico. In ter-
mento a una fonte comune, vale pensiero. Comunque, poiché le tegorie apocalìtticlle Paolo sta mini gcnerali, le apocalìssi giudai-
a dire l'insegnamento gìùdaico definizioni degli studìosi sono di- parlando di una risu rrezio ne /i-tl- che rappresentavano ildjsegno di
tradizionale. Le tradizioni esege- verse, e meglio cominciare con la a7 e di una trasîormazione tale che Dio per Ìa storia cone anche la vi
tiche conservarono la fbnna <ora, cenlralità della fede paolina nella si può parlare del corpo come dì chanza deLla fine di questo 1em-
le) per centinaia di anni. Quindi risurrezione di CesìÌ e operare a Llrì (corpo spirìtuale, (vedi lm po. Esse utilìzzavaùo il lermine
Vermes sostieùe che Paolo aveva partire da queslo dato. morlalità). mrlero Per designare un fine o un
Giudeo, Paolo come 780 781 Giudeo, Piolo come
segreto di Dio che non può essere permette di penetrare nell'autoco
/ó/a (Caston, Gaeer, Stendhal). sto deve essere definito con atten-
conosciuto dalla ragione umana, scienza giudaica di Paolo meglio Certamenle la maggior parte de- zione!
ma che deve essere rivelalo da di altri passi paolini. glì studiosi del NT ha ragione nel La mistica di PaoÌo è ben deli
Dio. Nell'introdurre la sua discussio- riteoere che qualsiasi approccio a nita a parîire da ciò che non è e
Secondo iÌ (mistero)) che Pao- ne in Rm 9,2-3 egli rende noti ì partire dalle dùe alleanze sia ba- da ciò che è. ll rentativo dclla ge
lo rivela, Dio sì è formato un po- suoi sentimenti per il <<suo popo- !:1to sul fondamento di Rm l0lre- nerazione prccedenle, di ideÌrti
polo nuovo in Cristo e I'incredu- lo>, per i <consanguinei secondo licare Paolo con lc rcligioni mi
dl Isracle; Legge).
lità dei Giudei ha determinato la 1a carne>>. Egli è angosciato a pro-
Se i Ciudei devono peNenirc al- steriche (vedi Rcììgìoni greco
predicazione del vangelo ai Gen- posito dell'incredulità dei Giudei romane) del mondo ellenistìco,
la fede in Cristo per cssere salvati,
rìli. Conunque, alla iìne del tem- come soltanto un giudeo potreb- come Dio realizzerà lutlo questo? suÌla base dell'uso che cgli fa del
po, (tutto lsracle>, presumibil- be (vedl lsraele). Preoccupato del Paolo sa che l'elezione dei Ciu- Letú\\ne mJsleríon, è slato ù1'r il'r
mente il popolo giudajco che non generale rifiuto giudaico nei con-
dei rimane ancora (Rm I 1,28-29) successo (redl Inrerpreti di Paolo).
crede in Cristo, sarà condotto da fronti del Cristo, Paolo rigetta la e conoscc i1 disegno segreto (<mi- Irlohre, la precedente djscùssione
Dio alla îcdc in lui. possjbilità che <la parola di Dio
stero>) di Dio (nota glj clementi sul (Cristo mistico)) diPaolo, rap'
Molri studiosi concludono che sia venuta meno> (Rm 9,6). In Rm
delÌ'autocoscienza qui presenti). portato al suo lrequente uso de1-
Paolo stava parlando di un segre- I I,1 Paolo riîiuta anche I'ipotesi Dopo che (saranno entrate tutte la frase (in Cristo)> (vedi In Cri
to o di una rivelazione che aveva che Dio abbia (rìgettato il suo po-
le senti)), allora (tutto israele sa- sto; Vistica), non rappresenta piii
rìcevulo da Dio stesso; altri non poloD. La soluzione è semplice: la questione che g1j studiosi con
rà salvalor (Rm 11,25-2(r. Lage
ne sono sicuri. A prescindere da I'incredulità dei Giudei ha causa- losia per (tuttc le genli)) farà tor- tcmporanei affrontano. Piuttosto,
come Paolo dcevelte il <mistero), to la predìcazione del vangelo ai nare i Ciudei alla fede? La secon- la misrica paolina viene defiùita
questo termjne circolava nel lin- Gentili, che a loro volta hanno da venuta di Cesu causerà quesla pr-incipalmente a partire dall'cspe-
guaggio apocalittico. creduto. Anche se Paolo era (apo- fede? Paolo rivela il progetto ge- rienza che cgli dcscrjve in 2cor
Nondimeno, nell'uso del lin- stolo dei CentiliD (Rm I l,l3), non nerale di Dio per lsracle, non i det- 12.1-4 e dalla sua conoscenza dcl
guaggio e delle categorie apocalit- poteva dimenticare il suo popolo. piano escatologico di Djo (desclil
tagli. Paolo continùa a riconoscere
tiche tradizionati c'è una differen Proprio la conversione dei Genti- se stesso come un lcredcnte in Cri to sopra in connessione con il ter-
za tra Paolo e gli altrì autori apo- li a Cristo causa la gelosia dei Ciu- tnìsteto).ln 2cor
slo) giudeo, riservato per il piano ú:nne 12,1 Pao
calittici. ln Paolo manca La netta deir <(Cone apostolo dei Gentili,
di Dio. lo si vanta dclle <visioni e delle ri-
separazione Ùa questo tempo e io faccio onore al mio mìnistero, Anche la nozionc dell'assimila- velazioni del Signore>. Egli sta de-
qucllo îuturo. La risurrezione di neìla speranza di suscitare la ge- scrivcndo il suo essere (rapito al
zion€ dei Gentilì alla fine dcl tem
Gesu, in modo piii speciîico la sua losia di quelli del mio sangue e di po faccva parle delÌ'eredità giudai- terzo cielo) (2cor 12,2) c quindi
crocifissione e dsurezione, aveva- salvarne alcuni> (Rm I I,l3-14). ca di Paolo. In alcuni scenari apo- <in paradiso) (2cot 12,3; wdi
no introdotto un nuovo faîtore L'impeto con il quale Paolo rea- calittici i Centili si sarebbero con- Cielo, paradjso), dove ùdì (paro-
nell'equazione, Vi è una sovrap- lizza il proprio apostolato presso vertiti alla îine deÌ tempo e avreb- le indicibili che non è lecìto ad al-
posizione rra le due epoche: il tem- i Gentili ha fatto supporre ad al- bero fatto un pellcgrinaggio a Ge- cuno pronunciare) (2cor 12,4).
po nuovo è presente, in forma cuni studiosi che Paolo pensasse
prolettica, nell'opera della ricon-
r usalemme (vedi Colletta per i san- QuaÌ è il rctroterra di qùesto ti
di essere entrato nel reale disegno
ti). Quesr'attesa dell'assiÍìilazio- po d'csperienza? Un nÌtmero con-
ciliazione realizzata da Cristo. In- escatologico di Dio, consistente ne dei Gentili sembrà trovarsi die- siderevole di studiosì convicne nel
fatti. La trasformazione dei creden- nella saìvezza di tutto Israele. Pao-
tro Rm 11,25. Comunque, ncL consìderarc la <mistica della Mel.
ti si realizza segretamente in loro: 1o non solo ha una <sofferenza (mistero) che Paolo condivi kabah>, (in lelazione alla visione
(E noi tutti... riîÌettendo come in continua>) per i suoi <consangùi- de, Dio ha formato, dai giudeo- di Ezechiele dcl carro, a merkàbA,
uno specchio la gloria del Signo- nei secondo la carne>, ma ha da- cristiani e dai GentiÌi conveftiti. un comc trono di Dio), come retro-
re, veniamo trasformati in quella to se stesso per la loro salvezza, es- lerra dell'esperjenza di l'aolo
nuovo popolo di Dio ìn Cristo.
medesima immagine, di gloria in sendo la conversione dei Giudei (cfr., pcr esenpio, Bowker, Segal).
Come abbiamo vìsto, f increduli
gloria...) (2cor 3, lE). ùno dei risultati della sua missio-
tà dei Giudei ha deterrninalo l'an- G. Scholem (EncJud) assocta la
ne presso i Gentili. mistica antica della Me*abah con
nuncio del vangelo ai Centili.
4. AUTOCOSCIENZA DI PAO. Riguardo a questo puntor stu- aLcuni circoli farisaici, in partico-
LO COME GIUDEO La di diosi recenti hanno tentato percor-
5,LA MISTICA DI PAOLO _ lare con Johanan ben Zakkai. che
scussione precedente sul termine si diversi. Alcuni ritengono che
Gli stùdiosi contemporanei han- agì ìntorno al70 d.C., e con il po-
n61ero e ìl suo contesto sottostan- Paolo stia difendendo due modi no appena cominclato ad appro steriore Akiba.
tc in Rm 9-11 introducono un'al- diversi dell'alleanza con Dio: i fondire la mìstica paolina (redl Vi- Oggi gli stùdiosi datano la nlj
1ra dimensione deÌla giudaicità di Gentili si relazionano a Dio me- stica della Merkabah prina di
sionì, espericnza estatica). La mj-
Paolo, ossia la sua progressiva au diante la fede. mentre i Giùdei si quanto suppoÌìga Scholem. Tra i
stica paolina è giudaica e deri-
locoscienza giudajca. Rm 9-ll ci rapportano con lui mediante la va dal Cìiudaismo palestinese: quc- rololi del Mar N'lorto (redl Qum-
Giudeo, Paolo com€ '74 ) 783 GÌùdeo, Paolo come

ran e Paolo) sono stati trovati dei Bowker ha evidenziato l'impor- autobiograljche manifestano ìl lo, come giudeo, della sua pleoc-
frammenti della cosiddelta Litut- tanza delle credenziali giudaiche suo fariseisno. il suo zelo e la sua cupazione nei conîronti della Ió-
sia anselica (4Q400-407 = dell'esegeta, come la sua discen- giustizia sotlo la Leggc. I suoi ri. Da ùna parte, egLi non può ri
4QShirShabb). Questi frammenti denza diretta da Abramo (Bow- scritti rivelano la sua prodezza ese- liutare completamente Ia Tórà e,
descrivono il carro del lrono divì- ker). Le credenziali di Paolo si getica la sua appropriazione deLle
e dall'altra, non può accetlarÌa co-
no, uno dei temi centrali deìl'ori- adattano bene a quesl'esigenze. tradizjoni esegetiche, mediante le me aveva fatlo in Precedenza.
ginaria mistica giudaica. Qùesto Tuttavia, per stabilire una con- quale egli interpreta i passi della
rilrovamenlo dimostra che Paolo nessione con la mistica d,ella Mer- LXX. Tutto questo pone in evi- 6, PAOLO E LA, TÓRÀ La
avrebbe potuto conoscere la mìsti- kaóar, sono importanti, anche piu denza la sua formale educazione letteralura sulla relazione Lra Pao-
ca della Metkabah, specialmente delle credenzialj dì Paolo, le pa- nel Giudaismo del suo tempo. Ìo e la ?ó/'i, o t-egge, è immeùsa
per il fatlo che egli era comempo- role che egli utilizza in 2cor Certarnente, quest'educazione cra Quì la nostra intenziollc ùon con-
raneo di Johanan ben Zakkai. l2,l-4. Spjccano tre espressioni: precondizione per la sua istruzio- sjste nel rivedere quesla letleratu-
Questa antica mìsiica giudaica essere <rapito> (,4ú7rp tlzó), <<il tel- ne nella mislica della Merkabah ra (cfr., per csenpio Dunn, San-
era concenlrata in Paleslina e lro- zo cielor, (ltios oururoi) e <para- Per di più la sua mistica e la sua ders), ma nel delineare le princi-
vava espressione nella letteratura diso>> Qtaradeisos). J. D. Tabor concezione aPocalittica vanno in pali problematiche del dibattilo
apocalitiica, come la tradizione di ha dimostrato che queste parole siemc come la mano in un guan- contcmporaneo (redi Lcgge; ope-
Elloch (per esempio, 1EÍ 70-71i appaflerlgono al vocabolario del" to. Poiché La rivelazione del Pia re della Lcgge). Certanente, nel
2En 22i 3 Enoch). Alcuni circoli la mistica giudaica e cita, come no di Dio per il futuro rappreseù dibatrjto contemporaneo, sta
farisaici ponevano attenzione so- esempio, la Vita diAdamo ed Ew ta un ingrediente essenziale dell'a- emcrgendo uùa nuova prospetti-
prattutto al primo capitolo di Eze- (25,3) del I sec. | <E io vidi un car- pocalittica, l'ùno dipende dall'al- va su Paolo e 1a Legge.
chiele, che parla del catÍo (la mer- ro come il vento e le sue ruote era- iro- Il dilemna per gli sLudìosìè Po
kaàó) come trono di Dio. Anche no infùocare. Fui trasportato nel Due osservazioni singolari sto dalle alfermazioni apparente-
Scholem riferisce che l'antica let- Paradiso della giustizia, vidi la se- emergono dal precedente somma- mente conlraddittorie di Paolo
teratura parla di una <ascensio- de del Signore e la sua manifesta- rio. La prìma riguarda il come sulla Legge. Da una paÌte, Paolo
ne verso \a Merkabal> (Scholem zione era un fùoco insopportabi- Paolo si colloca bene nel Giudai- scmbta avere una concezione po
1961,46). le. Più dj mille angeli si trovava- smo (palestinese) del I sec , ante- sitìva della Legge: (Così 1a Legge
Questa forma deil'antica misti- no alla sinistra e alÌa destra del riore al 70 a.C., che conosciamo è sanLa e santo e gjuslo e buono
ca giudaica si combina con le as- carro)) (OIP 2.266-268). dalle altre fonti. Per esempio, la è il comandamento)) (Rm 7,ì2);
serzioni autobiografiche di Paolo. In questo brano la mistica non stessa combinazione di zelo per la (Togliamo dunque oSni valore al
In Fil 3,5-6 Paolo ci riferisce che sta parlando del futuro ma dell'a- Legge, concezione apocalitdca del la f,egge mediante la lèdc? Nien-
era fariseo zelante e irreprensibi- bitazione di Dio in paradiso, for- mondo e mislica caratterizzano la t'afîatto, anzi conlcrmiamo la
le quanto (<alla giustizia che deri- se nel settimo cielo. Altre visioni setta di Qumran. Anche se Paolo Legge)) (Rm 3,31). Dall'altra,
va dalla Legge)). In 2cor 11,22 (un associano iL paradiso con il terzo non è un esseno. rimane un devo- Paolo ha scritto negativaÍÌente
passo immediatamente preceden- cielo to religioso fariseo del suo tempo. sulla Legge e sernbra abbia attac-
te alla sua descrizione delle proprie Infine, il libro degli Atri ricor- La seconda sorprendente osserva- cato la Legge stessa: (Dalle ope-
visioni), Paolo sottolinea la sua di- da le visioni sperimentate da Pao- zione riguarda come tutii i pezzi rc della Legge non verrà giustiîi-
scendenza abramìtica: ((Sono stir- lo. Mentrc non tutte le visioni so- sj trovino insieme in ùn quadro ar- cato nessuno) (Gal2,l6); (Ora il
pe di Abramo? Anch'io?). L'an- no Ìe stesse, la sovrapposizione del monioso. Finora Paolo è slato di- lermiùe della Legge è Cristo (ne1
tica mistica giudaica veniva pra- vocabolario, insieme alle creden- pinto come un uomo marginale senso di concÌusìonc), perche sia
licata in alcuni circoli farisaici. Pe- zialj di Paolo, jndicano che la sua che vive, in modo scomodo, in data la giustizia a chiunquc cÌ-ede))
rò non ogni fariseo poteva studia- visione descritta in 2cor l2.l -4 era due mondi: quello eLlenistico e (Rm 10,,1). Forse Paolo si contrad-
re Ez l, a causa dei relativi peri- del tipo associato alla mistica della quello giudaico. Finora Paolo è dice da solo?
coli (cfr. m. 11ag 2,1). Se I'esege- Metksbah. Inoltre, la concezione stato rappresenlato corne una per- Secondo la concezionc tradizio-
ta avesse contemplato di nuovo la apocalittica dcl mondo secondo sona caratterizzata da mète con- nale. Paolo ha îormulato uúa ra-
visione del carro e non si fosse tro- Paolo e la sìJa cognizione di <mi- flìttuali e da serie contraddizioni djcale rottura rispetto alla conce
vato in condizione di purità, sa- stero> (rivelazione dcl piano futu- interne. Questo non è il cluadro zione posiliva dell'AT della Le8-
rebbe potuto morire: (Ma tu non ro di Dio) rappresentano delle Lrl che emerge dal precedente studio. ge. Paolo ha rigettato la Legge e
potrai vedere il mio vollo, perché teriori indicazioni del suo tipo dj (Jra siamo pronti per csamina- ha visto Cristo come termine o
nessun uomo può vedermi resta-
e orientamento mi5tico. re gli elementi che hanno îrantu conclusiole deLla Leggc. La con-
re vivo) (Es 33,20). Da qui Joha- Vi è un'afîascinante interrela- malo la sua sintesi prima della sua cezione tradizionale è meglio ar-
nan ben Zakkai insegnava la con- zione tra i dìr,ersi aspetti di Paolo cooversione: la sua relazione con ticolata da R. Bultnann e da altri
templazione mistica soltànto ai cone giudeo, che abbiamo esanli' la îólr. Ancora nulla rappresen- esegeli lutcrani tedcschi. I Giudei
(suoi discepoli favoriti). J. W. nato sin qui. Le sue affermazioni ta in modo più convjncente Pao hanno obbedito alla l-cgge Per ac-
Giudeo, Paolo come 784 785 Giudco, Paolo come

cumulare meriti per se stessi e ro giudei, prima di poter condivi- tiunro e la Lcggc è stala sostilui- lnfine, questa nuova Prospetti-
quindi guadagnare la saÌvezza. ln- dere la comunione di mensa con ra da un nuoro dono di Dio: Cri- va ci permette di considerare Piil
fatti il fariseo era il peggior pec- gli osservanti giudeo-cristiani. Co- sto. Così Paolo Può scrivere in chiaramente Paolo come un giu_
catore di tutti, perché rappresen- sì, la questione IIon era rappresen- lcot 1,5,20-22. <Ora, ìnvece, Cri- deo del I sec. Gli studiosi di origi-
tava meglio Io sforzo umano per tata dalla giustizia fondata sui me- sto è risuscitato dai morti, Primi- ne siudaica hanno Per molto tem-
riti, quanto sull'esclusività razzia- zia di coloro che sono morli. Poi- po;itenuto che Paolo aveva fiain'
affermare I'indipendenza da Dio
e per essere libero da qualsiasi di- le. Secondo Dunn, il problema per ché se a causa di un uomo venne teso il Giudaismo e che la sua con-
pendenza verso la grazia di Dio. Paolo consisteva nelle osservanze La morte, a causa di url uomo ver- cezione della Lcgge difleriva da
E. P. Sanders ha messo in di- della Legge che separavano i Giu- rà anche la risurrezione dei mor- ouelladi molti Ciudei del I sec. In
ri: e come tÌitti muoiono in Ada- rcalta- secondo Dunn, il Problema
scussione quest'interpretazione dei dai Gentili.
Per Dunn la questione che Pao- mo, così tutti riceveranno la vita è stato il ritratto ted€scoluterano
tradizionale della Legge, in nome
del ((nomismo dell'alleanzaD. Do- lo poneva non verteva suì come ci in Cristo). di Paolo. Paolo era un vero giu-
po un!esauriente aDalisi della let- si salvava: Ìa questione era socio- La nuova Prospettiva, a\aíza- dco del Ì sec.: non c'era una vera
teratura giudaica del tempo, San- logica. Le (opere della LeggeD ta Drima da Sanders e, quindi, svi- cliscontinuità tra Paolo c il suo
ders ha contestato la concezione erano la circoncisione, la purità, tuópara da Dunn. non risponde a passato giudaico. tgli era un figlio
tutte Ie questioni su Paolo e la Îó- di Abramo n66 2qcs113ra dì
di Bultmann nei conlronli del Giu- le leggi alimentari e I'osservanza "1'tg
rd, ma solo ad aLcune Essa cerca restringere I'alleanza alla nazione
daismo del I sec.: Bultmann ha let- del sabato, Nel mondo antico gli
di risolvere i cosiddetti attegia- giudaica: Abramo doveva essere
to il conflitto di Lutero, nei con- scrittori pagani consideravano
fronti del cattolicesimo, all'indie- queste pratjche come elementi di- menti contradditlori di Paolo ver- benedetto in tu11c le famiglie del-
tro, nel I sec. L'alleanza, la Leg- stintivi giudaici. Queste (opere so la Legge, delineati sopra. QLte- la Íerú (vedi Universalìsmo).
ge, lo statuto speciale di popolo della Legge> segnavano (i confi- sta nuova prospettiva tiene conto Tra lc altre questioni ancora
anche di alcune continuità tra l'at- aDerte ('è I'insegnamento di Pao-
eletto di Dio (di qui I'espressione ni del popolo dell'alleanza) (Dunn
(nomismo dell'alleanza)) erano 193). Paolo non si riferiva alla teggiamento generalmente positi- lo \erso il giudeo-(rjslianesimo
Legge per il fatto che questa sta- vo verso la Legge, nell'AT, e l'at- Paolo stava chiedendo ai giudeo-
solo dono della grazia di Dio per
Israele. I Giudei non devono con- biliva i confini per il popolo del- teggiamento di Paolo Paolo si è cristiani di abbandonare isegni di
quistare ciò che gia posseggono: I'alleanza. Cosi Paolo allo stesso opposlo alle parti più nazionalisti- confine posti dalla Legge nella lo-
la Legge era semplicemente lo tempo diceva sia sì che no alÌa che ed esclusivistiche della Lcggc, ro propri pra\\i? Forse cgliinsc-
in quanto l'azione di Dio. in Cri pna\'a (he dovelrno smertere di
strumento per conseryare il loro Legge. Secondo Dunn, Paolo di-
sto. ha csteso I'alleanza ai Ce ti- circoncidcrc i loro ligli e di osser-
stato di alleanza. Cosa, quindi, ceva no alla Legge quando essa
rinforzava il nazionalismo e I'e- li: ìa grazia ha sostiiuito il rito e vare le leggi alimentari a casa lo-
Paolo andava condannando quan-
do parlava di <opere della Leg- sclusivismo giudaico, ma diceva sì la Íazza. ro? Oppure slava Parlando della
ge>? Per rispondere a tale questjo- alla Legge quando esprimeva la L'osservazione di Dùnn, Per la condivisione tra giudeo-cristiani
ne, J. D. C. Dunn, che accetta la voÌontà di Dio. Come poteva Pao- uuale Paolo conferma la Legge ed etnico-cristiani in città come
ouando questa esprime la \olon- Antiochia e in altre con1unità mi-
concezione di Sanders del Giudai- lo fare ciò? Come poteva dire no
ad alcuni prowedimenti della Leg- rn ai Oio. e sorDrendenlemenle ste? La questione Può essere Po-
smo del I sec., conduce l'argomen-
ge e sì ad altri provvedimenti del- conlermata daÌla ricerca recente di sta in modo Piir inequivocabile:
to al di là dello stesso Sanders.
P. Tomson. P€r esemPio, in lCor Paolo ha abbandonato Per se stes-
Dunn precisa che la frase (opere la Legge stessa? La risposta sem-
5.1-5 Paolo scrive a proposito del- so gìi elenenti di confine (<opere
della Leggen compare tre volte in bra trovarsi nella concezione apo-
Cal 2,16. ln modo rilevante, la calittica di Paolo. Un cambiamen- l'uomo che ( vive con la moglie di della LeggeD)? OPPure egli ha
questione riguarda ìa comunione to ha avuto luogo dal vecchio tem- suo padreD. La questione riguar- continuato a osservarli, ma in no-
da una relazionc sessuale Proibì- do da non ìnterfcrire con il suo
di mensa tra giudeo-cristiani ed po al nuovo, in Cristo. La Legge,
aoostolato per i Centili? A questo
etnico-cristiani: in questo conte- o îóri, è stara sosrituita da Cri- ta secondo Lv 18,1-18 (Yedi Ses-
sualità, morale sessuale) Paolo Dunto. non \embra che ci sia una
sto Paolo si stava opponendo ai sto. L'affermazione di Paolo in
chiede alla comunità di esPellere risoosta chiara slla qu(stione.
giudeo-cristiani, che insistevano Rm 10,4 è centrale: (Ora il termi-
ne della Legge è Cristo, perché la l'uomo. Tomson scopre, Passo èoltanto poche voci giudaico-
nel conservare Ie leggi alimentari
(vedi Cibi offerti agli idoli e lessi giustizia sia data a chiunque cre- dopo passo, il consenso tra la di- cristiane sono soprawissute per ri_
de)). Paolo norl sta parlando del- scussione di Paolo e la tradizione ferirci come il giudeo-cristianesi
alimentari giudaiche), Il cuore del
laline come termine della Legge, legale giudaica successiva che spie- Ino ha reagito di lronte alla con-
problema per Paolo è rappresen-
ea le relazioni sessuali proibiie cezione di Paolo sulla Legge. Non
tato dall'inclusione dei Gentili nel- ma come il fine o I'adempimen-
to della Legge. Mentre la Legge Óuesto è soLtanto un csemPìo della sappiamo se queste voci sopravvis-
la comunìtà messianica, sullo stes-
rontinuità lra gli insegnamentl ctl- sute siano rappresentative dei cli-
so livello dei giudeo-cristiani. I esprimeva ancora la volontà di
giudeo-cristiani, dall'altra parte, Dio, non assumeva piir una fun- ci paolini e la tradizione legale giu- versi gruppi che comporgono il
giudeo-cristjalesino. Comunque,
volevano che i C€ntili diventasse- zione salvifica. Il tempo nuovo è daica.
"t86 187 Gindizio
Giudice
queste Poch€ voci, mentre sotto- /}, tsak€r, Grand Rapids 1976i Neyrcy J , oi soùo kim0 (<giudizior>, <sen- gura di Cristo. Applicandoli a Cri-
Ptlul, In Othet v/o/ds: A CultutdlReading
lineano la giudaicità di Gesù, con- of Hìs Lettets. Wefmìnster John Knox, t€nza)): Rm 2,2; 13,2), kqtakrino sto, egli cita testi dell'AT che si ri-
siderano Paolo come un furfante Loùisvillc 1990t Pannenbers W., "Iesru - (<condannare>: lcor 11,32); ka leriscono al giudizio di lhwh (2Ts
(Flusser, cap. l3). Alcuni Siudeo- Gad and Man, \\esrmin!|e.. Philadelphja lak ma (<<condanna>: Rm 5,16). 1,9-10, dove si cira Is 2.10.19.21).
1968r Rlvkin 8., PÀrlrsees. \n IDBSup, pp Tra ì termini dedvati da díka (<<gin- Collega il giudizio con il <<giornoi>
cristiani si riferìvano a Pietro co- 65?-663; Sanders E. P., Pdota e il siudai'
me loro capo, altri prelerivano sno ptlesrinese, Biblioleca teologica 21, stizia>, (punizione): 2Ts 1,9) vi della parusia di Cdsto (2Ts 1,6-10:
Ciacomo, il capo della Chiesa di Paideia. Brescia 198ói Scholen G. G., Ze è ekdikcsis (<castigo)): 2Ts 1,8) tCor 4,3'5), quando (comparire-
Cìerusalemme. gtundi corrcnti della nristica ebruica,Illle ed ekdíkos (<colui che castiga>: mo davanti al tribunale di Cristo)
ÌaDgolo. Genova 1986i Id., Metkabah M!'
Queste ilebiÌi e poche voci s/i.úm, in Àr.Jrd, vol. I l. coll. 1386 1389;
Rm 13,4; lTs 4,6). Paolo espri- (2cor 5,l0).
giudeo-cristiane costituiscono for- Scsal A. F., Paùl lr€ Conrerî: The APo- :ne però ilproprio pensiero ricor IÌ criterio in base al quale si ver-
se I'ultimo pronunciamento giu- stoLttc and Apostas! oJ SaLl the Pdrisee, rendo ad altre immagini, come rà giudicati è costituito dall'arteg-
daico su Paolo, il giùdeo? Speria- Yale, N*! Haven 1990; Siegncr \\. R., Ro quella delL'ira (o/ge: Rm l,l8), giamento o dalla relazione che si
nans9:6 29: A Midrash,in JSNÎ22 (19E1)
mo di no! Con le scoperte degli 37 52i StendahlK., Paolo td ebteie paEd' della distruzione (phrhorat Gal assume nei confronti dì Cristo: il
studiosi rispetto aL Giudaismo del ,i, Claùdìana, Torino 1995i Tabor J. D., 6,8; redl Ira, distruzione), del <<re- requisito fondamentale è se si
rempo di Paolo, forse alcune al- îhìngs Unutîeruble: Paul\ As.ent to Pa stitrú er, (.int a pod idó m i : 2îs 1,6\ (crede)) in lui (redi Fede), se si
rudise ìn lts Gîeco Ratnan, Judaic, and e della ricompensa (anlapodosisl <<conosce> Dio (vedi Conoscenza
tre voci giudaiche, contemporanee Earl! Chtislían Contexîs, Univenity Press
a Paolo, olfriranno una valutazio- of America, Lanham (MD) 1986i Tonson Col 3,24). e dono della conoscenza) e se si
ne piùr positiva di Paolo, il eiudeo. P., Paul and the Jevish Lav: Hatakha ik <obbedisce al vangelo del Signo-
the Le erc ol the Apos e to the Gentíles, ElemenÍi in comune con íl Giu- re Gesù) (2Ts 1,8.l0).
Foriress, Minneapolis 1990; vanniU . Dre
vedí a chd Antico Testamen- città iellaJanlazione dì Poolo: Ta6o e Ge
daismo crl elemenf i .Ii tottum. Anche I'esito del giudizio fina-
to ìn Paolo; Apocalittica; Circon- rrrdlen,?e, in L. Padovese(eò,.),I Sinpa' Sotto molti aspetti Paolo ripren- le è condizionato dalla propria
cisione; Conversione e chiamata di sio di Tano Paob Apostolo.Laúen'
su S. de alcune concezioni che si ritro- adesione a Cristo. Colui che non
tianum, Roma 1993, pp. l7-29; Vermes G , vano comuÌìemente nella lettera- crede verrà escluso dalla presen-
Paolo; Diaspora; Ellenismo; Jesusand the Vlortd ol Ju./arrl,, Forress,
Israele; Leggei Mistero; Opere Philadelphia 1984. tùra giudaica. I Ciudei non c stia- za del Signore (cfr. 2Ts 1,9), men-
della Leggei Paolo negii Atti e nel- ni non avrebbero avuto nulla da tre i credenti saranno destinati ad
le Lettere: Purità e impurita; W. R. Stegner obiettare contro I'attesa paolina di (abitare con il Signore) (2cor 5,8i
Qumran e Paolo; Restaurazione di un <giorno> finale di giudizio (Rm redi Stato intermedio). Paolo pe-
Israele; Visioni, esperienza esta- 2,16), quando (tutti si presente- rò nel descrivere il destino uma-
GIUDICE: vedi Dio; Ciudizio; ranno al trìbunale di Dio)) (Rm no non va al di là di questo. Non
tica. Giustizia, giustizia di Dio 14,10) per essere giudicati (secon- usa termini come Gehenna (Mc
BllL Laabllonidn Talnud: San
Testi: do le loro opere) (Rm 2,6; lTs 9,43.45.47) o le immagini impres-
,ed.tr, Hebr$r Énglis Edirions ol lhe Ba 4,6; cft. lEn 45,3; lEsd 7,33-44l' sionanti di alcuni scritti dell'apo-
bylooian TaÌmud, SorcìDo Press, London GIUDIZIO rerli Escatologia). Ma essi sareb- calittica giudaica (redi Apocalit-
19691Mi.lrash Rabba Cenails, The Midrash
Rabba, I Genesìs, Soncnro Press, Loùdon
bero stad certamente colpiti dal tica). Preferisce servirsi di termi-
I9't1a l.ife aJ Adat and Lte, nì OIP, vol. Paolo condivide con il suo am- fatto che Paolo rovesciava le con- ni astratti, ad esempio (<vita) (zoe]
2. pt. 266 268. biente giudaico la concezione che cezìoni abituali relative agli esiîi di e <mofiet> (thonotos: Rm 6,23; re
1,/. Srrdli Bek.r L C., Paul the Apastle, Dio, in quanlo Creatore, ha il di- questo giudizio. Poiché Dio è im-
Iorlres!, Pliladclphja 1980: Bowker J W ,
d/ Vita e morte), (distruzione)
<M.rkahah, visions aÌú the Visions of
ritto di chiamare gli uomini a ren- parzìale nel suo giudizio (Rm (olethros: lTs 5,3t apóleiat Fil
Parl- (1971) l:l-ll3 i ConzelnìanD H, dere conto della loro condotta e di 2,11), i Giudei e i Cerltili eraDo po- 3,19: phthotcr Gal 6,8; yedr' Ira,
"IS,s
1ColnrllonJ, ll€rù, Forrrcss, Phìladclphia fissare perciò il loro destino in sti sullo stesso piano di fronte a ta- distruzione). Egli si preoccupa piìr
rr75: Durù J. D. G.. Jesus. Pduland the conseguenza, le giudizio e alla possibilità di ve- di far presente il pericolo di per-
I-ar. \!erminsier lohn K!ox, LouisvilÌe
1990: Ellis E. I , P/opr?.r,d d Hetneneu' nir salvati pei mezzo di Crjsto. dere la vita in Cristo che di defi-
tn ù E(tlt Chtistìa ity, J. C.B.Nlohr,Tii Temínologia e significato. Nel' nire il modo piìr preciso in cui ciò
binscn l9l8i Flusscr D., ./?\rìsh :jouftes in Ìe lettere di Paolo vengono usati ll giudizio e ilvangelo di Cristo. può verificarsi.
L,a ! Chtistia ù!, Adana Books, New
York J.. lhe Oùeìns oÍAnti
19871 Gaeer
due gruppi semantici principali. Per Paolo, la reahà del giudizio
Se tiîìsin. Alttht.les Towtds Ju.)aisn in Come il nostro reîbo giudicdre, resta strettamente collegata al suo Il giudizio secondo le operc. Il
PaEdn and Chtìstian '1rtiqriry, Oxlord. così anche il greco tr/ino Può si- n'ìessaggio di una salvezza che si iatto che Paolo sottolinei la rela-
New York 198,1; GasrcrI'., Parl nnd the gÍificare (formarsi un'opinione>, realizza pe. mezzo di Cristo. Ben- zione con Cristo non è in contrad-
rrla/r, UDiv€rsi1l ol British Coìurnbia,
v.ncolver 1987: Hasthor\c C.F., Phili!' <decidere> (1cor 2,2), ma di so- ché parli dì un giusto giudizio di dizione con I'affermazione che il
pdri, NBC 43, word, \vaco 1983i Hùr lito questo verbo si riferisce a una Dio (Rm 2,5; 2Ts 1,5), delÌ'ira di giudizio awiene secondo le ope-
Eel \1., Jurlaen a d llellerlsm, Irorlr€s!, valutazione degli esseri umani Dio (Rm 1,18) e del tribunale di re. Egli infatti ritiene che le opere
l'hiladclphia l98likl., // PaÒb prcsuistid
no, Srudibjblici l0l), Paideia, Il.escia 1992: espressa da altri (lCor 4,5; 6,l) o Dio (Rm 14,10), normalmente egli degli uomini manifestino la loro
I oneenccke. lì. N.. Pdùl, '{Postle oJl ibel da Dio (Rm 2,16). I termiÍi afii- pone il giùdizio in relazione alla fi- natùra e nostrino quindi se ia lo-
Giudizio finale 788 789 Giustificazione
ro relazione con Dio è fondata sul- scipljna) per jndurli a1 pentimen- GIUSTIFICAZIONE che <<gìustizia>, L'AT preîerisce il
la fede oppure no (yedl Giacoù1o to. Ma saìebbe rischioso conclu- verbo piu che il nome, indicando,
e Paolo). Dire che ilgiudizio è se dele da queste due testimooianze presumibilmente, in tal modo che
s.ilMARro 1. Il sigrilicato del termine
condo le operc non significa aîfer- così ristrette che, secondo Paolo. <eiÌBtificazione't 2. La relazione dclla la giustificazione dipende da un'a-
mare che il premio o Ìa pùnizionc Dio si conporta senpre così di concezione paolina con queÌladel Oiudar zione di Dio, ragion per cui un in-
siano proporzionari alla quantità i'ronre alla disobbedienza dei cri- smocontemporaneoi 3. cóncezionepao- dividuo è posto in giusta relazio-
delle opere buone o caftive cbe si lina d€lla (sìustizia dj Dio'1 4. La rela-
stiani, oppure che Paolo pensi abi- zioDe ra fedee operenel pensìcro diPao- ne con Dio, ossia difeso o ricono-
sono compiute. ln Rm 2,5 11 Pao- tualmente che la malattia sia un lo; 5. L'imporralza dclla siuslificazione scìuto come giusto. Paolo sembra
lo distingue tra loro solo due grlrp- gjudizio divino. pcr il pensiero di Paolo. richiamare questa enfasi, poiché
pi, coloro che compiono il bene e Fondandosi su testi colne ICor utilizza il verbo díkaioii, <<gr]usti-
coloro che compiono il maÌe, e so- 3,14'15 e 2cor 5,10, alcuni han- Dal tempo della Riforma, nel ficare>, abbastanza spesso, ma ge-
lo due possibili esìti finaÌi (cfr. no ì-ite[ulo che Paolo pensasse a XVI sec., un'attenzione conside- neralmenîe evita l'ùtilizzazione del
Snodgrass). Scrivendo che coloro ùna valutazione finale del com revole è stata conferita al tema termine dlk4iosls, <giustificazio-
che sono dominati dalle opere de1- portarì:ìento clei cristiani, che della giustìficazione in Paolo. Per ner (Rm 4,25). Il verbo denota la
la carne <non erediteranno il re avrebbe stabilito vari livelli dì ri- \4artin Lutero la dottrina della potenza di Dio, 1'azione cosmica
gno di Dio> (Cal 5,19-21; cfr. compensa nella v;ta fittura (vedi giustificazione non era semplice- e universale ne1 realizzare un cam-
lCor 6,9-10; Ef 5,5: redl Resno Ricompensa). Questi testi, allet- mente il centro focale dell'insegna- biamento di situazione tra l'uma-
di Dio/Cristo), intende dire che se tanlima generici, non fomiscono mento paolino; essa rappresenla- nità peccatrice e Dio, attraverso la
coÌoro che si profèssano cristiani però alcun fondamento sicuro per va l'(articolo per mezzo del qua- quale Dio è capace di assolvere e
continuano a îare il male. e non ùna simile concezionc. Essi rive- Ie la Chiesa si regge o cade>, la ristabilire i credenti in una giusta
il bene, dimostrano di non essere lano invece chiaranìente che a pietra di paragone e iì cuore pul- e fedele relazione con lui.
cristiani e corrono il rischio di es- Paolo stava a cuore sottolineare la sante di tutta la teologia e la spi- Come la giustificazione è rap-
sere coùdannati nel giudizio îina responsabilità umana di îronte a ritualità cristiana. Questa conce- portata agÌi altri termini della so-
le. I cristiani non sono esenti da Dio, per poter esortare coD mag- zione è stata, comunque, sogget- teriologia paolina? Si è tentati di
tale giudizio, perché la sua îunzio- gior forza i cristiani a prenderc la ta a un esame scrupoloso durante adottare un approccio semplicisti-
ne è quella di mostrare, in base al- loro vita e il loro servizio con la gli ultimi due secoli. La recente di- co all'argomento, P€r esgmpio, si
le opere, se sono legati a Cristo dovuta serielà. scussione sulla comprensione pao- potrebbe cercare d'inquadrare la
oppure no (2Cor 5.10). lina della giustificazione ha cerca- giustificazione, la santificazione e
Vedi anche Apostasia, perscve- to di focalizzarsi su di un numero la salvezza in una struttura crono-
Il giudizio dei cristiani.Pet l cti ranza; Escatologia; GiLrstificazio- maggiore di temi, ognuno dei qùa- logica rigida di passato, presente
stiani che credono la giustificazio- ne; Ciustizia, giustizia di Dio: Ira, li merita attenzione particolare. e fùturo (Donfried), come segue:
ne attraverso la grazia rappresen- disr uzione; Ricon'ipensa; Salvez- Questo articolo si propone di Ciustificazione: un evento passa-
ta un'anticipazioùe reale, anche se za: Vita e nlorte. esplorare e di spiegare lo stato at- to, con implicazioni presenti (san-
non irreversibile (redl Apostasia, tuale della ricerca su tali questio- tificazione).
perseveranza), del verdetto dcl Biur. Donlrì€d K. P., .lunlìcÌtian dnd ni (sia ben chiaro, comunque, che Saniificazione: un evento Pre-
giudizio fìnale. Con la loro îede L6t ludsrtent i Paù|, iî ZhlW 6t t)916) queste problematiche non appar-
90 I l0j riÌson F. v., S/. Prut s Concepîion sente, dipendente da un evento
in Cristo essi sono entrati in una af Re.Òtnrntc, Hinri.hs'schc Buchhan- tengono semplicemente agli inle- passato (giustiîicazione), che pre-
relazione particolare con Dio e dh,ng, Leipzig l9SliRoctzel C..1., -/!dg ressi degli studiosi; sono d'impor- sema implicazioni future (sal-
perciò devono manifestarne i frut- tneht in the CotnÌnuniry, E J. Briì1, Leìden tanza vitale per il Cristianesimo e vezzaJ.
ti nella loro vita (vedi Fnìtto del- 1972i S.odg.ass K. R., Justtlicatiah b!
Grue ro the Daets: A Aralrsis o./ rhe per la spiritualità). Salvezza: un evento futuro, già
lo Spirito). Nel giudizio finale Pld.e oÍRonans 2 in the Thealop af Puul, Cominciamo considerando ciò anticipato e parzialmente speri-
la lestimonianza delle loro ope- ir N'-t l2 ( 1 986) 7: 9l i Trar is S. H ., c_,l/rrt che Paolo intende con il termine mentato nell'evento passato deÌla
re confermerà la consìstenza di unl lhe.IudgnE oI Co.l, \4arshaÌlPjcke-
ring, Basingsrokc 1986.
(giustiîicazione> e come questo si giustificazione e nell'evento pre-
questa reÌazione, che troverà il differenzia da tcrmiùi analoghi, sente della santificazione, dipen-
suo esito ultimo nella presenza S. H. Travis come (santificazione> (vedi San- dente da essi.
di Dio. tità, santilicazione) e (salvezzar. Ma questo è inadeguato: Ia giù-
Due testi della I Corinzi (icor stificazione presenta riferimenti
5,5; I 1,27-34) sembrano esprìme- GIUDIZIO FINALE: redl ] fI, STGNIFICATO DEL TER- sia al iuturo che al passato (Rm
rc la convinzione che. se i cristia- Escatologia; Giudizio
MINE (GIUSTIFICAZIONE> 2,13; 8,33; Gal 5,4-5) e sembra re-
ni sono colpevoJi di mancanze gra- lazionata sia aÌì'inizio della vita
ll vocabolario paoiino relativo alla
vi, Dio può servirsi della malattia giustificazione è îondato nell'AT c stiana che alla sua consumazio-
(r,edi Guarigione, malattia) e del-
e sembra espdmere la nozione di ne fìnale. ln modo analogo, la
la correziorle disciplitare (vedí Di- (giustezza> o (rettitudine), piil sanlificazione può anche rilerirsi
(;itstificazione 790 "t9l Giustificazione

a un evenio passato (lcor 6,11), CONCEZIONE PAOLINA CON chiaro e preciso possibile, quali stato di popolo dell'alleanza con
oppùre a uno fulùro (1Ts 5,23); e QUELLA DEL GIUDAISMO forme di condotta umana fossero Djo che possiede la Legger, men-
la salvezza raDpresenta un'idea ec- CONTENIPORANEO Negli appropriate nel contesto di que- tre i cristiani credono in <una mi-
anni recenti si è sviluppato un con- st'alleanza. La giustizia è così de- gliore giustizia fondata esclusiva-
cczionalmente complessa, che ab
braccia non semplicemente ùn sìderevoÌe dibaîtito sulÌa rclazio- finita come comportamento o at- mente sulla credente partecipazio-
evento lutulo, ma qualcosa avve ne della conceziofle paolina della teggiamenti concordi con l'allean- ne in Cristo)). Paolo, come il Giu-
nuto llel passato (Rm 8,24; lCor giùstificazìonc rispetto al Ciudai- za storica del popolo di Dio. Le daismo, era interessato alla que-
15,2) o che si sta realizzando ora smo del I sec., centralo sugli scritti <opere deÌla Legge)), cosÌ, non stione dell'ingresso e del rimane-
(l Cor 1,l8). di E. P. Sanders. Il suo principa- vengono concepite (come pensava re nell'alleanza. La fondamenta-
È importante nolare che ùon lc scritto orientato a questo tcma Lutero) come 10 strumento attra- le differenza è la dichiarazione
è s|aÍo Paolo e il giudai.tmo pale- verso il quale i Giudei credevano paolina per la quale i Giudei non
tutte le affermazioni di PaoLo stllìa
gìustifìcazionc sono rapportate iD sltncse \19l l) segllto, alcunl an- di poter otlenere 1'accesso all'al- posseggono alcuno statuto nazio-
modo specifico al lema della lede- ni dopo, dàl piii imporlante P4o- leanza; in questa essi già si trova- nale di privilegio; l'appartenenza
Le asserzioni sembrano cadere in b, la legge e il popolo giudaico vano, Piì.ìttosto, queste opere fap- all'alleanza è aperta a tùtti colo-
categorie generali (Hultgren)l 1) (1983). Il contributo di Sanders presentano un espressione del iat- ro che credono in Cristo e che co-
quelle collocate in contestj îorte rappresenla 1'esìgenza di una riva- to che i Giudei già appartenevano sì sì trovano in continuità con
mcnte Leocentrici, che si rìlerisco- lutazione completa rispetto alla all'alleanza del popolo di Dio e vi- Abramo (Rm 4),
no all'azione cosmica e universa nostra comprensione della relazio- vevano andando oltre le loro ob- L'analisi di Sanders è importan-
le di Dio in rapporto al peccalo ne di Paokr con il Ciudaismo (ve- bligazioni verso di essa. te, in ultima analisi, in quanto ci
deÌl'uomol 2) quclle che fanno ri di Ciudeo, Paolo come). Sanders Sanders sostiene quanto segùe. costrjnge ad aîfrontare questioni
îeÌimento aLla lede, che costitui- notava che Paolo è stato troppo Egli rigetta I'opinione che <la giu- complesse come la relazione tra
sce il segno di identificazione del spcsso lelto attraverso occhj lute_ stizia che deriva dalla Legge)) sia Paolo e il suo retroterra giudaico
popolo di Dio. Forse questo è vi- rani (una prospeltiva in netto con- (ùn'impresa medtoria che condù- e come il rapporto tra f idea della
lrasto con il punto di visra della ce a domandare una ricomPensa partecipazione in Cristo e la giu-
sto pìir come dìfîerenza di accen-
tuazione che di sostanza. Nel suo Riiorma, associala a Bullinger e da parte di Dio e sia così un rifiu- stiîicazione. È interessante che sia
senso generale, la giustifìcazioùe Calvino, sottolinea la divergenza to della grazia>. Le <opere della Lutero che Calvino abbiano con-
sembra sottolineare l'argomento tra la l,egge e ìl vangelo). Lutero Lcgg€> non venivano intese come siderato la nozione della partsci-
paolino dell'universalirà del van rilcneva che Paolo cliticasse un il fondamento per I'ingresso nel- pazione in Cristo come di centra-
gclo; non c'è dislil-rzione tra Giu- tentativo del tutto scolretlo dei I'alleanza, ma come il mezzo per le importanza per la loro dottrina
dei e Gentili. Ma nel suo senso piii Cììudei legalisti di uovare îavore conservare quest'alleanza. come della giustificazione, al punto che
rislretto La giustiiicazione è rap- e accoglienza da parte di Dio con Sanders stabilisce, (le opere sono Calvino laceva della giustificazio-
portata all'identità del popolo di I'acqùisizione della giustizia me- la condizione per restare ir, ma es- ne la conseguenza di questa par-
Dio e al fondamento della sua ap- diante l'osservanza delle opere del- se non ottengono la salvezza)t. Se tecipazione. Ma Sanders ha ragio-
pattenenza. la Lcgge (tedl Opere della Legge). Sanders ha ragione, i fondamen- ne? Il dibattito su tale problema-
In Paolo il linguaggio della giu- Questa concezione, sostiene San- tali connotati delf interpretazione tica continua e presumibilmente
stilicazione senÌbra in relazione sia ders, aveva condizioùato 1'analìsi luterana di Paolo sono scorretti e per diverso tempo, ma i seguenti
all'inaùgurazione della vita della di scrittori luterani cone Kàse- richiedono una revisione radicale. punti sembrano essere sulficiente-
fede che alla sua consumazione fi mann e Bùltmann. Questi studio- Quindi, secondo Sanders, in co- mente ben fondati da essere regi-
nale. Si lratta cli una nozione com- si, forse incoÌìsapevolmenle, han- sa consiste la differenza per Pao- strati.
plessa e onnicomprcnsiva, che an no letto Paolo attraverso gli oc- lo tra il Ciudaismo e il Cristiane- Primo, Sanders sembra piutto-
licipa jl verdetto del giudizio finale chiali luterani e così non hanno simo? Dopo aver sostenuto che i sto vago sulle ragioni per cui Pao-
(Rm 8,30-34), mediantc la dichia- comprcso che Paolo deve essere Giudei non avevano mai creduto Ìo era convinto della superiorità
razione anticipata del verdetto del- letlo in conlrasto rìspetto al con- nella salvezza basata sulle opere o del Cristianesimo sul Giudaismo.
1'assoluzione finale. La presente resto storico del Giudaismo nel I sìil solo sforTo ùmano. cosa deler- Il Ciudaismo viene presentato co-
esistenza del credente giustiîica scc. mina il vantaggio del Cristianesi- me negativo sempljcemenîe per il
lo rappresenta così un'anlicipa- Secondo Sanders, il Giudaismo mo rispetlo aÌ Giudaismo? Aven- fatto che non è Cristianesimo.
ta partecipazione alla libel azione palestjnese al tcmpo di Paolo do- do stabilito che non è corretto ve- Questi sono differenti distribuzioni
dall'ira futura, e un'assicurazio vrebbe essere caratterizzato come dere il Giùdaismo come religione della stessa alleanza. R. H. Gun-
nc del verdetto escatologico (vedl una forma di (nomisnro dell'al- dei meriti c il Cristianesimo come dry è uno degli studiosi che sotto-
Escatologia) di assoluzione finale leanza). La Legge deve essere con- religione delÌa grazia, Sanders pro- liDeano come la storia della salvez-
(R'1 5,9 1Cì). siderata come un'espressione del- pone qùanto segue. Il Giudaismo za non spiega tutto ciò che Paolo
l'alleanza tra Dio e Israele, e ha identiîjca la propria speranza della dice e ancor meno la passione con
2. LA RELAZIONE DELLA inteso significare, neì modo piir salvezza nel restare nel (proprio cuì lo dice-
Giusfilicazion€ '792 193 Giustificazione

Secondo, Sanders suggcrjscc 3. CONCEZIONE PAOLINA gelo buona novella per i pec- e si concentra sul dono stesso piil
che sia Paolo sia il Giudaismo DL,LLA (CIUSTIZIA DI DIO) catori. ProgressivamenLe, egli sco- che su Dio. Così commenta Kàse-
considerano le opere come il prÌn Vi è una stretta connessione se- prì che essa si riferiva alla giusti- mann: (ll dono non può mai es-
cipio per rcstarc nclla salvezza me- mantica lra i termini <gìustifica- zia che Dio ìmputa aì peccatori, sere sepaaato dal donatore. Esso
diante l'alleanza. Tuttavia. Pao- zione, (dikaltsrj) e (eiuslizia) (di- coprendo i loro peccati e permet- partecipa della potenza di Dio,
lo sembra considerarc lc opcre co- kalo.iyne) nell'inscgnamento pao tendo loro di essere compresì co- poiché Dio nel dono conpie il suo
me manileslazioni piir che stru- lino, capace di offrire in deliniti- mc giùsti davanti a Dio (coram ingresso sulla scena>l (Kàsemann
menti. In allre paroÌe, esse sono va un breve resoconLo della con- Deo\. 1969, 1'7 4).
una dimostrazione del fatto che i ceziolle paoliùa della giustizia nel- Questa conprensione della na Qùesta carenza di equilibri può
credend si trovano nell'aLleanza. la discussione presente (vedi Ciu- tura della giustìzia di Dio ha con- essere recuperata mediante la
più che nÌezzi attraverso i quali es stizja, gìustizia di Dio). L'idea del- rirluato a lrovare spazio nel dibat- comprensione della ((giustita)) co-
si continuano a reslarvi. Si enlra la rivelazione della giustizja dj Dio tito moderno, specialmente dal me rìferita a Dio stesso, piiì che
nella sfera dell'allenza mediant€ la è ovviamente di lnaggiore impor- versanle degli studìosi lurerani di a ciò che egli dona. Quindi, Kà-
fède. Qui si uova uÍ elemento ra lanza per la concezione paoli PaoÌo. Possono essere presi in semann sOstiene che la <giustizia
dicalmentc nuovo, che non rien- na del vangelo (per esempio, Rm consìderazìone due studìosi: R. di l)io>r sì rìferisce a Dio in azio-
tra lacilemente nelle ìdee del Giu- i, r 6- 17). Bultmann ed E. Kàsemann. ne: essa si rjferisce sia alla sua po-
daismo esìstente. come Sanders Ma cosa vlLol dire la frasc? Vi Bultmann, Io1ldando 1a propria lenza che al suo dono (quindi
sembra suggerire. Sanders può ò un'illustre storìa dell'inLerpreta- visioùe specialmenre su Rm 10,3 strettamente parlando, Kàsemann
aver ragìone nel ritenere che le zione di questa îormula, chc risa- e Fil 3,9, sosteneva che Ìa (giusti- non considera la (giustizia di DioD
opere buonc sono sia condizione ìe aì prinrì secoli della tradizione zia di Dio> non cra un tcrmine come appartenente agli attributi di
per sra segno del ttÍlanere nell'al cristiana. Agostino d'lppona pen- morale, ma relazìonale. I creden- Dio. ma come referenza a Dio in
leanza. Paolo, tuttavia, vede la tè- sa che (la giuslizia di Dio)) non si ti vcngono considcrati come giu- azione). Un insicme di frasi può
de come la necessaria e sLlîficien riferìsca alla personalc gìustizia dì sti mediante la loro fede. L'espres aiùtare a espdmere ciò che KAse-
te condiziane per e il segno dell'es Dio (in alhe paroLe, la giustizia sione <giustizia di DioD rapprcsen- mann ha in mente: (salvezza-
.rele nell'alleanza, con le opere con la quale Dio stesso è giusto), la un genilivo d'autore. Menfe il potenza creatrice) ; (trasformazìo-
(tun'alpiir) comc scgno dcl rima- ma alla giustizia che egli conferi- Ciudaismo considerava il conferi- ne della nostra esistenza)); (la
nere al suo inlerùo. sce aipeccatoli, per giustificarli (ìn meÍto di questa giustizia corne potenza-carattere del dono));
Terzo, Sanders tende a guarda- altre parole, la giùslizia che viene parte o come parcella della speran- <cambiamento di signorian (Kàse-
re la do rina paolina della giustì da Dio). Quesla interpretazione za escatologica lutura, qualcosa mann 1969, 168-182). Il tema fon-
ficazione in una Luce leggermente dclla fÌase sembra che abbia do- che dovrebbe avvenire alla fine damentale che attraversa 1a discus-
negativa, come un porre in discus- minalo la lradizione teologica oc- deìla storia, Bultmann sosteneva sione di Kàsemann è quello del po-
sione la nozione dell'elezione na- ciclcntale sino al XIV sec., quan- che Paolo dichiarava che questa Dio, rivelato esca-
tere salvifico di
zionale, etnica. In altre parole, la do scliltori come Cabriele Biel co- giustizia è impurata ai credemi nel tologicamente in Gesir Cristo.
dottrina paoÌina deÌla gìustifica- miociarono a reinterpretarla nei tempo presente, mediante la fede. Questo uniiica un numero di te-
zione è una sottilc messa in discus- tcrminì dclla <giustizia per la qua- E. Kàsemann ha sottoposto mi centrali paolini, compresi quelli
sione della nozione che Israele ha le Dio sresso è giusto)). I'interpretazione di Bultmann a della vittoria mediante Cristo, del-
dei dirittì speciali a causa deÌla sua L'interpretazione della lrase di- una penetrante critica su diversi li- la fedeltà di Dio alÌa sua alleanza
identità nazionalc. N. T. Whrigt, vcnne piu importante al tempo velÌi. Primo, egli riteneva che Bult- e del suo donare se stesso in po-
comunque, ha sostenuto clle la della Riforma. nel XVI sec. La mann fosse caduto nella trappola tenza e in azione,
dottrina paolina del1a gìustifica- breccia teologica di Lutero, pro- dell'individualismo radicale, basa- L'approccio di Kàsemann è sta-
zione dovrebbe essere visla posi- babilmente databilc a partirc dal to sul suo approccio antropocen- to molto influente negli anni re-
tivamente, come uo tentativo per 1515, si concentra sulla questione lrico alla teologia. Perlopiu, Bùlt- centi, sia positivamente che nega-
ridelinire chi è che entra nell'am- del cosa signilicasse parlarc di Dio lnann era preoccupato delle que- tivamente (cft, Way). Fondando-
bito delle promesse fatte da Dio ad come giusto. lnzialn]eùte Lutero slioni dell'esistenza umana; egÌi si su E. Kàsemann, P. Stuhlma-
Abramo (Wright 1980 e 1992). credeva che questo signifìcasse che avrebbe, secondo Kàsernann, do- cher ritiene inaccettabile conside-
Dio stesso fosse giuslo e che im- vùto prendere in considerazione il rare la <giustizia di Dio> come se
Queste idee, che si possono trova-
re sviluppate nei contributi di J. picgassc clucsta giustizia per.i- clisegno di Dio. lnoltrc, interpre- fosse una nozione puramente teo-
D. G. Dunn (1983), coosiderano compensare gli obbedienti e per Lando <la giusrizia di Dìo> come centrica, oppure un'idea escÌusiva-
la gjustificazione come la
ridefini- punirc ipcccatori. Pojché Lutero genitivo di autorc, Bultmann ha mente antropocentrica. Essa rac-
zione, da parle di Paolo, del co slesso si ricollosceva come pecca- stabilito un elemento di mediazio- coglie entrambi gli elementi, come
me l'eredità abranitica genuìna- tore, nol] aiusciva a comprendere ùe tra Dio che dona e il dono che l'incarnazione dell'azione salvifi-
mente comprenda i Genlili, a pre come la rivelazione dclla eiustizia viene offeno. L'approccio di Bù11- ca di Dio in Cristo. che oflre una
scinclere dalla Lcggc. di Dìo îosse conccpibilc come van- mann isola il dono dal donatore vita nuova ai credenti sulla sùa
Giustificazione '794 't95 Giustificazione
scia. La giustizia di Dio è sia di- dizione gìusra dell'uomo ìntesa co-
moshata chc vista ìn azione ncl-
to complesso della concezionc come un evcnto del passato, ma
me risultato dell'azione giustilica paolina della giustizia: senza dub- come qualcosa che si riîerisce al
l'evenlo redentivo di Cristo, sia trice di Dio) (Cranfield). bio rappresenta ùn'ìnterpretazio- fituro (Rm 2,12; 8,33; Gal 5,4-5).
nei termini della fedeltà di Dio alla Tulravia vi è un consenso gene- ne semplice di Paolo, che possie- Non si tratta semplìcemente di es-
sua alleanza sia nei terùini della rale su di un punto di îondamen de appunto I'attrazjone seduttiva sere giustificati nel passato e giu-
trasîormazioÍe salvifica del cre tale inporranza, che ha bisogno di della semplicità. Ma non è adegua- dicati nel futuro; c'è un elemcnto
denre. essere sottolinealo. La <giustizia tal Essa manca di rendere giustì- di <non ancora> dell'insegnamen-
Un approccio piir c tico è quel- di Dio>> per Paolo no rappresenta zia alla sfumata concezione dclla to paolino sulla giùstificazione che
Ìo di K. Stendahl, ìl quale rìtienc utl co celto norule. Piultosto, es- relazione tra la fede e le opere nel Sanders non pùò proprio spiegare.
che Kàsemann abbia ignoraro, sa rappresenta una dìchiarazione I'insegnamento di Paolo, espres- Una delle possibili spiegazioni
nella sua analisi, l'importanza del- profonda sulla relazione clì Dio sa in modo evidente nella chiara della modalità con la quale vengo-
Ia storia della salvezza (spesso ri- con la situazionc dell'uomo. Spe- affermazione che (non coloro che no rapportati la giustificazione e
ferita in tedesco, llellsgesch ic h te\, cialmente in aùbicntì popolari si ascoltano, ma coloro che metlo- il giudizio fùturo inpìica una
lnfatti Stendahl tiene che Kàse- liscoìrtra spesso la sconvolgente no in pratica la Lcgge saranno giu- maggiore scnsibilità rispetto ai di-
mann abbia virtualmente perso di tendenzii a rfjlizzare dei testi pao- stificati> (Rm 2,13). Alcuni (per versi contesti che presLrppongorlo
vista il fatto che Paolo localizza linipcr dipingere Dìo cotrte un ri- esempio Bultmann) hanno cerca- le letîere paoìine (N. M. Watson).
l'evento della giustiîicazione in un gorista morale e così vienc impo-
to di escludere ciò corne traccia Il messaggio paolino della giustj-
contesto storico specifico, ossìa sta a Dio una concezione LrnÌana della fase giudaica dj Paolo. Ma ficazione è diretio a diversi ascol-
nella storia dei rapporti di Dio con della giustizia. Se l'esegesi paoli- questo non è del tutto evidente. latori, con retroterra molto diversi
il suo popo)o, lsraele. L'approc- na ha raggiunto qualcosa, Ìo è per Forse la piu importante questio- tra di loro. Una dottrina si può ri-
cio di Kàsemann potrebbe indur- ricordarci la nccessità di irlterpre- ne! emergente dalla recente ricer- scontrare come applicata pratica-
re a un pcricoloso misticisÌno, tarc le frasi paohne nel loro con- ca paolina e concernente la rela- mente per scopi diversi. Sembra
ignorando che Paolo discute la lesto proprìo, più che imporre a zione tra fedc e opere, è incentra- che i Corinzi vivessero in una con-
giustificazione nel conteslo della esse delle interpretazioni ritcnute dizione teologica malsana e di ar
ta sulla chiariiicazione della rela-
<riflessione sul piano dì Dio per (<ovvicr.
zione tra il tema paolino della roganza spiritùale; l'obiettivo di
ilmondo>l. Facendo rìcorso a una (giustificazione mediante 1a fede> Paolo consiste nel demolire la lo-
serìe di pericopi (tra le qualì Ìe piir 4. LA RELAZIONE TRA FEDE e il <giudizio mediante le opere> ro arroganza ponendoli in guardja
significative ìn Rm 9 11), Stendahl E OPERE NEL PENSIERO DI (vedl Giacomo e Paolo). Qui sem- dal gìudizio. Paolo non conside-
rìtiene che Paolo sembra n]olro PAOLO Vienc qualche voLta bra che ci sia un'evidente contrad- ra il messaggio del giudizio come
pjù interessalo alla modalità con soltolincato che la giustiîicazione dizione, la cui soluzione è resa piu la sua ultima parola, ma piuttosto
la quale Dio rea\zza Ia salvezza mediante la lede jmplica una sva- difficile per il fatto che Paolo può la parola che essi hanno bisogno
mediante la storia (soprattutto, at lutazione delle opere umane. È parlare di questo giudizio iuturo di ascoltare per tutto il tempo in
traverso la storia d'lsraclc) che proprio così? Una lùnga e djstin- sia negativamente (iome avvelti- cuì restano inconsapevoli delle pie-
non all'idea astratta della giusti- ta tradìzione dell'intcrprerazione, mgnto contro la disobbedienza), ne implicazioni del vangelo. Dal-
ficazione mediaDte la fède. che trac la sua ispirazione ìn lar- sia positivamente (come incorag- l'altro lato, coloro che si trovano
Ancora una volta, un dibattit ga parte da l-utero, ha visto una giamento per l'obbedienza). E. P, in una condizione di abbattimen-
to importante è in corso e deve es- contraddizione iLssoLuta tra la fe- Sanders sostiene che Paolo ripro- to spirituale e di scoraggiamento
sere risollo. J. Reumann suggeri de e le opere. Esse sono conside- duce un atteggiamento giudaico li- hanno bisogno di essere rìassicu-
sce che possono essere dclineate rate conlc entità che si escludono pico del I sec., che può essere sin- rati sull'incondizionalta della gra-
quattro linee d'inter pretazione vjcendevolmente, che rallpl eseùta- retizzato nelle parole: <Dio giudì- zia. Se questa comprensione di
della <giustjzia di Dio>, in connes no duc vie radicalùentc opposte ca secondo le loro opere coloro Paolo è corretta, ciò implica che
sione ai rispcttivi capiscùola, co- dì pensiero c di risposta a Dio. La che salva mediante la sua grazia). il tema del giudizio in base all€
me segue: via delle opcre è vista come orien- Se la giustificazione mediante la opere non rappresenta la pafola
1. Cenitivo oggeltivo: (Una tata verso la realizzazione ùmana, fede risuona con l'accenîo della conclùsiva di Paolo per i suoi
giustizia che risulta valìda davan incentrata sulla giusljzìa umana e grazia, perché i credenti devono ascoltatori; essa è la sua penulîi-
ti a Dior (LÌÌtero). fondala sLri rncriti dell'uo1no- La essere giudicati in base alle loro ma parola, determinata dalla si-
2. Genitivo soggettivo: <Giusti- via deÌla fede è vista come ra.lical opere (cfr. Rm 2,12; 14,10; lcor tuazione pastorale dei destinatari
zia come atlributo o qualfà dì mente opposla, oì-ientata verso 1,15;2cor 5,10), che risùonano e intesa a scuotere chi sfrulta (e
Dio) (KAscmann). I'opera di Dio jn Crislo, incenlrata con I'accento della realizzazione così distorge) la proclamazione
3. Genitivo d'autore: (La giu sulla giustizia di Dio e îondata sul- Lrmana? Ma questo modo di af- evangelica della grazia.
stizia che viene da Dio) (Bult- la grazia djvìna. Irontare il problema e la sua so- Quest'attraente approccio lascia
mann). Qucsta rappleserlta una inade- luzione manca di trattare il fatto soddisfatti, iÌì quaiìto ricorda che
4. Genitjvo d'origine: <La con- guata compreùsione di un aspet- che la giustificazione non è vista le lettere di Paolo sono state invia-
Giustifìcazione '796
197 Giùslificazione
te davvero a diversi interlocutori, îjcazione per la concezione paoli- damentale di come j peccatori pos- sto. La posizione adottata da J.
ma non è facile riconoscere la <pe na del vangelo? Lutero, com'è no- sano trovare favore o accoglien- Jeremias illustra bene quesla po-
nultima parola di Dio), Come si to, la coDsidera come centrale. ,,a di fronte al Dio gìùsto. In que- sizione mediana. ll centro delf in-
può conoscere quale sia la parola Mentre alcuni scrittori moderni sto approccio, tuttavia, possono segnamento paolino non risiede
finale di Dio e quale semplicemen- hanno approvato la concezione di cssere delineate delle difîerenze. nella giustilicazione in quanto ta-
te la penultima? L'idea della fina- Lutero, allrì sono stati più crjtici. Bùltmann utilizza una posizione le; piuttosto, esso risiede nella gra-
lità della giustificazione sembra Il centro di gravità del pensiero di geneÌalmente luter'ana nel sottoli- zia di Dio. Ma la giustificazione
compromessa. Paolo si trova altrove, essi sosten- neare I'iùportanza positiva della rappresenta una delle vie attraver-
Forsc I'approccio piir semplice gono. Ma dove? Uùa cosa è rite- lede, mentre interprela il lingrìag so le quali viene descritta questa
è quello più raccomandabile. In nere che la giustificazrone non è r\ gio paolino della giustificazione grazia (nei termini giuridici della
uno dei piu antichi sclilti, Paolo centro della presentazione del Cri- con le categorie dell'esistenziali- grazia incondizionata e del perdo-
utilizza l'importante frase <oper'e stianesimo che PaoLo delinea (ùe- \mo C F R Cranfield rrtilizza no). Essa è centrale in un senso (in
della îede> (lTs 1,3). Questo do- dr'centro della teoLogia di Paolo); una posìzione piii riîormata, no- quello per cui esprime il <cuore))
vrebbe essere inteso, nel modo piu ma se non questo, cosa? Attual- Lando Ia pennaùente importanza del vangelo) e llon in un altro (in
naturale, come genitivo di origi- menLe è diflicilc idcntificare il cen- della Legge. quello per cui rappresenta soltan-
ne, ossia <le opere chc derivano tro dell'ìnsegnamento paolino, se 2) La gjustilicazione mediante to una via, tra le altre, per espri
dalla lede)). La îede è tale da non non altro perché vi e disaccordo la fede rappresenta ùn <craLere mere questo (cuore>).
produrre soltanto obbcdìenza (Rm tra gli studìosi sullo stesso signi- sussidiario) (A. Schwejtzer) nella Questo dibattito sembra desti-
1,5 parla di (obbedienza della fe- ficalo di (centro)): un princjpio di generale presentazione e concezio- nato a continuarc e non è chiaro
de)), chc signiîica, consìderando coerenza? un principio di sintesi? ne paolina del vangelo cristiano. se vi sia una speranza per un fon-
I'espressione comc geÍitivo di orì- ùi clitelio di autenticità? Queste Le origini di questa visione posso- daúentale consenso. Forse è im-
gine, I'obbedienza che deriva dalla dil ficoltà ristagnano sul percorso no essere rintracciate nel XIX sec., portante nolare che è realmente
îedc), ma anche attività. I credenti di qualsiasi tentati!o di raggiun- specialmente neglì scritti di W. dif îicile classiîicare alcuni approc-
sono così giustificati sul fonda gere un accordo sull'importanza wrede. Questi riteneva che la gìu- ci alla teologia paolina llei termi-
mento della fede, vista non cone clella giustificazione per
il pensie- stificazione mediante Ìa fede fos- ni di questa precisa struttura.
opera umana di merili, ma come ro di Paolo. Nondimeno. su tale se semplicementc una dottrina po- Nondimeno, sia la prima che la se-
un'espÌessione e ùn risultaîo del questione, possono essere identi- lemica, addolta per neùtralizzare conda posizione continuano ad at-
la grazia di Dio. E i credenti ven- ficate tra gli studiosj recenti tre po- lc minacce poste dal Giudaismo. traire sostenitori.
gono giudicati in base alle loro sizioni distinte. Neùtralizzata qùesta minaccia, Questa, dunque, rappresenta la
opere, visle come derivazione na- 1) La giustiîicazionc mediante Paolo era stato capace di svilup- situazione degli studiosi contem-
turale, risultalo ed espressione del la fede è di centrale ìmportanza pare gli aspetti positivi del proprìo poranei sui principali aspetti del-
la fede che giustifica. I credenti per la concezione paolina del Cri- pensiero (i quali, secondo Wrede, la teologia paolina della giustifi-
vengono giustificati dalla fedc e srianesìmo. Tra coloro che si col- erano concentrati sull'idea della cazione mediante Ia fede, È chia-
gìudicati dai suoi fiutti. Vi è così locano ìn quesLa posizione ci so- redenzione in Cristo). Così la reale ro che si tratta di uno degli aspet-
una profonda conDcssione tra gli no G. Bornkamm, H. Conzel- accentuazione del pensiero di Pao- ti più interessanti tra gli studiosi
elementi passati e iutr-rri deJla gìu- mann, E. Kiisemann e H. Kertel- lo si colloca al di là della giusîiîi- di Paolo, che attrae sclittori di
stificazione che include la fede e ge. Com'è stato rilevato sopra, cazione. Tra coloro che adottano considerevoli capacità e impegno.
il suo completamento. Le opere questa posizione è associata sto- qùesta posizione, possono essere E probabile che gli anni futuri te-
solro la dimostrazionc visibile di ricamente con Martin Lutero e notati (accanto alle loro prospet- stimonieranno un ulteriore dibat-
una fede reale e giustificante, noù forse non è sorprendente che tro- tive sù dove realmente si colloca tito sugli aspetti dell'insegnamento
deìla fede morta. dì cui si lamen vi eco tra n1olti studiosi del NT te- il centro del pensiero di Paolo) an- paolino, per il considerevole svi-
ta Giacomo (Gc 2,14-24). Così deschi luterani. Questa scuola 1en- ehe A. Schweitzer (il risorgere e il luppo fornito sia dagli ambiti ac-
questi due momenti della giusliiì- de a considerare la giustìficazio- rnorire del credente con Cristo) ed cademici sia da quelli ecclesiasti-
cazioúe si corrispondono (vedl ne come il reale centro leologico Ir. P. Sanders (la partecipazione ci; i primì, come stùdiosi, cerca-
Giacomo e Paolo). dì gravità nel pensiero di Paolo e del credente in Cristo). no di comprendere Paolo; gli al-
si mostra crìtica nei confronli di 3) Una lerza posizione può es- tri, come cristiani, cercano di ap-
5. L'IMPORTANZA DELLA ogni tentativo che cerchi di consi- scre considerata di compromesso piicarlo ai compiti e alle opportu-
CIUSTIFICAZIONE PER IL derarlo come meno importante. tra le precedenti. La giustificazio- nità della vita cristiana.
PENSIERO Dl PAOLO - ln La giustiîicazioùe nediante 1a fe- rìc mediante la fede è considerata
conclusione, possiano porte la de noù è soltanto odentata a chia- come una delle vie attraverso le Vedí anchq Centro della teolo-
quesiione che continua a esscÌc rire il vangclo c stiano in rappor- rluali si può pensare o vìsualizza- gia di Paolo; Ciustizia, giustizia di
controversa fra gli stLrdiosi di Pao- to al Giudaìsmo dcl I sec.i essa re ciò che Dio ha realizzato per i Dio; Interpreti di Paolo; Legge;
lor cluanto è ìrÌrporlante la giusti s'indirizza verso la questione fon- .Ìedenti in Cristo e mediante Cri- Opere della Legge.
Giùstizia, giùstizia di Dio 798
799 Giùstizia, giustizia di Dio
BrBr- .
BornkamÌn G., Paal.t, dpastob di tnax aJ the Cat?nunt: Christ und the Law
G?srì C/61o. Claudilna, Toriro L9?7i Co- in Paulin? Theolog!. fattress, l4inreapo inteso il costrutto genjtivale di lo, inoltre, che egli usa spesso La
s1toec C- H-, Justil:icutbn in Paul: A Lin- lis Ì99rr ld, Irc McJsi!/l ard thc Peaplc kaiosyne theou ((giustizia dj traduzìone della LXX della Bib
puíslit antl T heoloxicql iìpfle(tion. i .IBL o/Grd, O\lord Univeriry 1980 (lesi didot- Dio>) e 2) che cosa esso significhi
loraro noù pùbblìcata)i Id., The PdulofHi bia ebraica, bisogna tenere in giu-
106 (1987)
653-6?0; Cîanlìeld c. E. B.,
'4
Cùtical a d Exegelical Contnle tatt on the story ond !he /lpastle oI lutth, iD 7)'nB 29 nel contesto globale del pensiero sta considerazione la medesima
Epistle to the Roniint,lCC, 2 voÌì., T. e (1978) 6l 8SiZicslcr J. The MeotùnE a.l diPaolo. Va inteso forse come un terminologia che compare in que
T. Clark, Edinburglì 197j, 1979; DoDtiìcd ,{l!lìreorrr.xr i, Prrl.^.,Uri\crsity P.ess, genìtivo oggettjvo (forzando al- sta versione. Noi usiamo abitual-
K. P., Justi.ficatio dn.l LdsrJu.lqetnent ìn Canrìnidee l9?2.
Paù|. ln ZN\Y 67 (1916) 90 I l0; Dùùn J.
quanto la delinizione grammatica- mente i termirli <giustizia) o (giu-
D. G., L'?e New Pespectiw on Paul, tr A. E. Mccrath lc di genitivo oggettivo, ma glì ese- stilìcazione)) per tradurre il greco
B./À165 (1983)95 122; Cùndry R. H., G/d- geti usano ugualmente tale calego díkaioq,ne. Ma queste parole po-
.e, Woús a d Stu!ìnq Sared ir Paul, i^ Rib ria per designare quesio senso), trebbero espdmere solo in pa.te il
60 (1985) i 38: Hickiing C. J. A.. C€rlre GIUSTIZIA,
and Perìphetl i rhe Thought o.l St Pdul.
ossia: la giustizia che è valìda di senso del termine greco. Tocchia-
irì fl. A- Livinestone (ed.), Studia Aiblicu GIUSTIZIA DI DIO fronte a Dio? Oppure va inteso mo qui in qualche modo il proble-
IU. Popers o Paula dOthetNTArthon. come ùn genitivo soggettivo, riîe- ma che sta alla base di ogni inter
.ISNTSS.l. Acadcmic Prcss. Sheliieìd Ì9?8. rito alla giustizìa che Dio possiede, pretazione. Se le varie possibilità
pp. 199 2l4; HulLercn A. J.. Paùl's Cospel
Soì,$raRro L TernriroloEia, ambienl€ ed
cLcmcnri tondane.lalii LI t-e queslioni che descrive quindi la sua natura linguistiche vengono associate a
and iVtssion. Fol.ess, Philadelphia 1985j
lilologicher 1.2 I-'ambienre deÌì'ATi 1.3 (egli è giusto) oppure il sLLo lnodo diversi presupposti teologici, le in-
Kiis.riann É... Conlt tntat! on RÒnans,
I a Ìerre.am.a inieÍesramentaria: 2. La
Eerdn1ans, Crxnd Rapìds 1980i Id ,Idsi, di agirc (Dio agisce con giùstizia)? terpretazioni che ne derivano risul-
giuslizìa in Paoloi 2.1 Dìkaiosynèi2.2 Di
sti.ia dí Dìo it1 Puob, n\ Sa88ì esegetìci,
Nlariettj, Genova 1985, tp. lll l:l6i ld.,
kaiosi 2.3 Dikrioói 2.4 Dikaiosyna Lbcou; lnolrre, la giustizia, oppurc 1a giu- lano piil numerose (rediErmeneu
Gìurti.îicd.ione e staùa detld saltez.u ncllu
L Storia dell'intcrprctazionc;3 I L cpoca stizia cli Dio per mezzo di Cdsto, lica, interpretare Paolo).
parrislico mediculc: in OricDtci 3.2 L'c
Letreru uì Rotnani.i\ Prospetti)e t)dúlie,
poca pa!ristico-me.lìevele: l'O.cìdeDtei
\,iene trasmessa o attribuita? E l.l.lEtinologia 1.1.1.1
Paid€ia, B.escia I972, tp. 93 l18i K.Íclgc 1.3 l-a Rìloùna; 3.,1 Dopo Ìa Rilonnai questa giustizia crea un nuovo sla Ebraico G. Qucll ha sintetizza-
K., a G iustficd..ìane, ì11 Poah. St ud i sul li
struttum e sul siknifi.dl0 del toateîlo paù 1.5 Il dibarti(o contcmporanco c le \ue ro giùridico, una nuova condizio- to molto bene ì probleni che sta[-
tina dísiu\tdi&.n
k , Snppìernenri el GraD coÌrcDrii4. L! sirriizia di Dio come amo-
rc chc riprìnina una reìazione.
nc, oppule ùna nuova natura? no alla base della concezione
de Lesìco dcÌ NT 5, Paideia. Brescia 1991; lnoltre, dalprnto di vista delL'uo- ebraica della giustizia. Il concet-
Mccrarh A. F., Irstilia Dei: A ltistaty of mo, la giustizia dì Dìo viene speri to di giustizia nella Bibbìa ebrai
the Chtistian Doctùne o/ Justifkarion, Z Nel corprrs paolino iÌ tema della
volÌ. Univenity Pre$, Cambridge 198ói giufizia di Dio e la dotlrina della menlata come una tbrza etica, una ca sottolinea la reLazione che in-
\'IaÍìn R. P.,,Re.orcl/tdli.tt: A Stu.l! ol giustìlìcazione del peccatore, che vi nuova relazione con Dio, oppurc tcrcorre tra Dìo e gli uomini nel-
Puul's t heobg!, .lÒhù Knox, Atlarta l98l i come un essere soggetti a un nuo- I'ambito dì un'alleanza. Tta t va-
PenDa R., aa snlsrilì.?:ia e Det fedc in è collegata, assùmono un ruolo as-
Paolo e nt Gì.Lotno, in L'apostoÌo Poob. sai dlevante. Benché reccntemcnte
vo potere? Paolo ùsa questi termini li gruppi terminologici che in
Studi di eseSesi e realat:ìo, Ediliolì lJaoìj- si siano espressi dubbi sulla centra- nel contesto della giurisprudenza ebraico si collegano alla giustizia,
nc, Ciriscllo Balsano lt9l. pt.:170495; greco-romana! dove giustizia signi -sedeq ((rettitudine), (giuslizia),
Reumani J., Àl8,tf?orrrp.sr i îhe ù"e\| Te lità di queste tcmatìchc nel pensie-
lica <giudizio giusto)r (in senso le- (lealtà))) e r.'dd4d ((giustizia),
s/ar,?n/, Fortress, PhiÌadcÌphia 1982: San' ro paolino (Schweitzer, FitznìyeÌ,
d.Ìs E. P., Paala e il giud,tisrto talesriì1e gale), o li inlende alla luce del lo- (rettitudine), (integritàD) impli
Sanders; vrli Centro dclla tcologia
se. St tlìo co eatariro v tnodelli di rcli ro significato veterotestamentario? cano una norma. Nella LXX dl
di Paolo; Giustificazionel Interpre-
s,o,rc, Bibliot€ca Ìeologica 21. Pddeia, Bre
scìa 1986i ld., Paalú, ld leEee e il pop.,lo ti di Paolo), quesle tematiche so- l.l l,e qucstioni filologiche ka i os!né (<giLt.tiziat, viene usato
sirdatco, Studj bibìici 86, Paideia, Brescia no state in passato oggetto di am- Quando si tcnta di chiarire il te- 81 volte pcr ftad,Jrte sedeq, 134
I989ì Sejlrid M. A., Jrrlrrccti.rl b! Fahh: ora della giustizia di Dio, ii primo yolLe pet s,dAqA e 6 volte rende
pio dibattito, soprattutto perché
The Otiqìn and Detelopn( r ofd Certrul problema che si presenta è qùello liberamente I'a,g9cftivo saddîq
Pauline Thenp.NlS 68,E J. Brìì1, Lcidcn tenùte determinanii per capire la
del significato delle paroLc, le quali (((giusto)), (retto)), <onesto>). ln
1992i Sr€ndahl K., Paolo /ru ebrcìe pag.!- concezione paolìna della salvezza.
/lr. Claùdiana, Torino 1995i SruhlÍìacher Tullalia, benché glj srudiosi sj sia- non esistono di per sé, al di fuori atto casi díkaio$jné ((giustizia))
P., Gerc.htískeí1 Gotte! bei Pautus, no trovati esseùzialmenle d'accor-
di un contesto, e d'altra parte i te- tradùce ,esed ((<benevolcnza amo-
IRLANT Er, vandenlioeck & Rùprecht, sti non sono scrilli come fram- rosa), <miserìcordiar, <pietà>,
Góftingen 1966j ki., The llpostle Pau!'s do sull'importanza di questi ter-
víew oJ Rìshteou.tncss. ii Recon(ilìaîion, mini nel pensiero di Paolo, non si menti dal significato vagante, sen- <clemenza); per esempio, Gn
I ah),.tnd RighÌeousness: Lssors tn Biblicnl ,,a ulla base storica o ùn aggancio 19,19). Anche aÌtri termini ebrai-
è riusciti a trovare un consenso sùl
I&?rtu8r. Iolrcss, Phìladelphia 1986, pp.
signilìcato preciso che essi assu- a uÌr preciso ambiente culturale. ci che significano (schietto),
6E 93; Subilj! V., trslrslili&.ione tet le La lirlgua usata da Paolo era il (buonor, (equità),
de, Biblìoîeca dì cuhura reÌieiosa 27, Pai mono nell'uso paolino. <purezza> e
deia. Brescla l916i Watson N. Nl.. Jrrlúed greco, ma in quanto ebreo eglì era <scmplicità> sono resi talvolra con
by Faifh, Ju.lged hr lvaùs: A Antnlta- liglio di una cultura che era sìa d ika oslnc. Dlkaios (<rosseryante
,r-t ?, ùr NrS 29 {1983) 109-221i Way D. v.,
]. TERM]NOLOGIA, AMBIEN- ì

The Loft.lship o.fChtlsr: Etnsr Kasemonn s TE ED ELEMENTI FONDA- abrea sia greco-romana. Poiché del diritto), (giustoD, (equo))
Inktpretutìan o.î Pdut's Theoloqr, CllarcD MENTALI A questo riguardo, e-qli cita sempre nelle sue lettere dei lraduce 189 volte l'ebraico satldîq.
don, Oxlo.d l99l; WìlÌiams S. li., /lc
il vastissimo dibattito si è concen brani dell'AT, si deve supporre ln sostanza. tra i vari termini
Righteo6ress oJ Gad in Rotra \, ìr ttsL che egli sì collochi nclla tradizio- ebraici la radice s-d4 è l'unica che
99 (l9ll0) 2:11 290i Wigfii N. T., ?ne C/i trato sÌr due questionj: 1) come va
re della Bibbia ebraica. Per il fat- viene tradotta per 1o piu con dlkc
Giùstizia, giuslizia di Dio 800 801 Giustizia, giustizia di Dio
((diritto>, (<legge)) e i suoi deri ed e/eos ((elemosìna)), (pietà)); non era soltanto il Sigùore della della giustizia in vari testi, che ab-
vati, tra cui soprattutto dikaíosy- cfr. Is 1,27 LXX; Ziesler 59-60). t-egge, ma anche colui che vi ri bracciano tutti i settorì dell'esi-
r?é, mentre alti lermini ebraici si- Qualcosa di simile si ritrova nel rrtaneva ledele. Dio era ledele al- stenza, il punto focale della giu-
nonimi. come per esemplo hesed, NT a proposito di Ml 6,1, dove la I'alleanza. La giustizia di Dio si stizja resta sempre la relazione di
non sono colti nel loro significa- variante di alcuni MSS tardivi leg- manifeslava neìle azioni salviîi alleanza chc lsraele intralliene con
to esatto quando la LXX li rende ge eleemosynen rwece di dikaio- che, in corispondeùza con questa Yhwh. Essa si fonda sul modelìo
con e/eos ((pietà), (mise cor- syncn (cft . Przybylski 78). relazìone di alleanza. Una perso della fedeltà di Dio all'alleanza.
dia))), che introduce un fattore I .1 ,1.3 Latino - Nell'impero na era giusta se agiva ìn maniera La giustizia non è in primo luogo
emotivo assente in ebraico. Anche romano d'Occidente le traduzio- conforme alla relazione di allean- una qùalità etica; essa caratteriz-
per questi ultimi termrni dikaiosy- ni latine dsl NT hanno sostituito za con Yhwh e anche irapportj za invece la natura o l'azione di
ltc sarebbe la traduzione piir ap- il NT greco, per cui Paolo è stato con gli altri dovevano rispecchia Dio che agisce giustaniente all'in-
propriata, iúterpretato sulla base della versio- re questa caratteristica. La giusti- lerno di una relazÌone dì alleanza
ll termine ebraico piu comune ne latina. La Vetus Latina e la zia consisteva nel porsì in un rap- e che insegna come anche la con-
per indicare <giustizla> è €edeq, o Volgala hanno rcso dikaiosyné porto corretto con l'alleanza, piii troparte debba comportarsi in
il femminile .:"ddqó, che nell'AT con iirslllia ((giustizia>)). La con- che nell'essere (retto) o nel pra- questa relazione. <Forsc che il giu-
sono usati rispettivamente 117 e notazione legalista che è legata a ticare un'etica ispirala a ur1 qual- dice dj tutta la terra non praricherà
I 15 volte. L'idea ebraica di giusti- questa parola nel diritto romano che modello astratto. Quando la giustizia?) (Cn 18,25). La fèdel-
zia implica qualcosa di piu rispet- sì è sovrapposta al serco di dikaio- Giacobbe dice di Tamar: (<E piir tà di Dio all'alleanza, la giustizia
to alla concezione classica greca di s/re, il termine usato da Paolo. giusta di me), si rifcrisce al îatto di Dio. si manilesta nelle azioni
dare a ciascuno ciò che gli è do- La conceziore giuridica romana che essa è giusta nel senso che iú salvifiche di Yhrvh. Questa salvez-
vuto. Di solito, il termine si rife- della giuslizia era di tipo dislribu- ambito farniliare si è assuDta una za viene sperimentata in vari mo-
risce alle azioni salviliche di tivo: assegnare a ciascuno ciò che responsabililà che è conlorme al- di come una vittorìa di Israele sui
Yhwh, che testimoniano la fcdel- gli è dovuto, dare il premio o la 1'alleanza (Gn 38,26). suoi nemici o una rivcndicazione
tà di Dio all'alleanza. Per indica- pulizione a seconda del merito. Si 1.1.2.2 Nel mondo greco dell'innocenza di una persona di
re questa natura caratteristica del- è indebolito il senso d€lla giusti- romano - Gli dèi del pantheon îronte a Dio e alla presenza dei
la giustizia di Dio, dik1iosrnc è w zia fondata su una relazione di al- greco-romano erano soggetti a suoi nemici, e racchiùde elemen
termine non così duttile come leanza, caratterisdca dell'AT, e al fbrze che restavano al di là della ti soleriologici e forcnsi (yedl
quello ebraico. Nella letteratura suo poslo è subentrata I'immagi- Loro capacità di controllo (redi Trionfo).
lannaitica del Giudaisno rabbini- ne giudiziaÌia del peccatore posto Religionì greco-romane). Questa I profeti classici dell'Vtll sec.
co si è registrato un mulamento davanti al tribunale di Dio. La concezione si è Lrasformala in se sottolineano lortemenle le conno-
teologico e semantico, che ha ri- giustizia includeva cerlo anche nel- guito in una specie di fato ineso- tazìoni giuridiche ed etjche impli-
stretlo $edeq e ;"daqa aI seîso di I'AT un aspetto legale, ma era rabile, al quale erano soggetti an- cite nel termine sede4. Amos, a so
comporiamento corretto, mentre quello di un contendenîe che di che gli dèi (!edl Culto). L'idea gre stegno dei poveri, pone insieme la
,i"daqA è s13,fo usato prevalente- fronte ai suoi nemici veniva di- ca di una legge universale impli giustizia e il fare giusLizta Qniípat,
mente nel significato di elemosi- chiarato giusto da Dio. L'imma- cava che tanto gli dèì quanto gii Am 5,7.21; 6,12). I giùdici corrotti
na (Przybylski 75). Si è intesa sem- gine biblica deÌl'alleanza tra Dio uomini dovcsscro ottemperare a che non giudicano rettamcnte non
pre piir la giustizia di Dio come e gli uomini è passata in secondo qùeste norme assolute per poter osservano La gjustizia richiesta daÌ-
propensione divina a proteggere e piano, mentre il contesto latino ha essere gìusti. Dare aglì altri quel- la relazione di aÌleanza. L'oppres-
assistere il povero. Questa connes- richiamato anzitutto l'apparato le- lo che era loro dovuto costituiva sionc dci poveri, che essi esercita
sione è già presente nella Bibbia eale della corte giudiziaria. ll pas- il fondamento della giústizia; si ùo, è in aùtitesi con la gjustizia.
ebraica, come si può vedere in saggio linguistico dall'ebraico al doveva agire in base a una norma Osea, esaltando Ì'amore divino,
questo esempio: <(Egìi ['uomo vir- greco, e poi al latino, ha portato (Platone). Per i Greci la giustizia collega la giustizia con la benevo-
tuosol dona largamente ai pove- con sé un'alterazione del contenu- era una virtil. Secondo Aristotele Ìenza amorosa e la misericordia
ri, Ia sua giustizia rinÌane per Sem- to teologico, in quanto i termini la giùstizia garantiva il corlello (Os 2,19; 10,12). lvlichea parla di
pre, (Sal 112,9). che sono stati usati si sono sovrap- funzionamento di tutte le virtù. giustizia di Dio solo llel senso che
1.1.1.2 Creco La ricchezza posti al signifìcalo origiùaiio, op' Per ì1 diritto civile romano si ren- egli è coerente nel suo agire nel
dell'uso ebraico di solito viene ri- pure hanno introdotto elementi deva giiLstizia (ir.íilla) quando ci l'ambito dell'alleanza, per salva-
prodotta fedelmente nella LXX nuovi, dovuti alla lingua jI1 cui si si comportava verso gli altri con re Israele dai suoi nemicj e giustj-
(Quell). Nei casi, relativamente è tradotto il testo. formemente al loro slato giuridi- llcare colùi che si pente (Mi 6,5;
scarsi, in cui,iedeq, s'ddqd e;ad- 1.1.2 Le concezioni dífondo co, fissato dalla tradizione e dal 7,9). Isaia collega la giùslizia del
dí4 non sono tradotti con termini 1.1.2.1 Nel mondo ebraico - Una complesso delle leggi romane. popolo con 1a giustìzia di Dio e ì
derivanti da dlkdi-, per rendere componcnte fondamcntale della 1.2 L'ambiente dell'AT suoi giusti giudizi (Is 1,26;16,5:
$"daqA vengono nsaLl eleemosYne religiosità di lsraele era chc Yhwh N{entre l'AT ùsa la terminologia 26,9). La fedeltà dj Dio ncl libe-
Giustizia, giustizia di Dio 802 803 Ciuslizia, giùstizia di Dio
rare Israele si concretizza nelle fi- <Poiché l'elemosina libera dalla affer.ma che Yhwh porterà i figli ficazione per lede> (che viene spie-
gure del servo di Yhwh e di Ciro, morte e salva dall'andare nelle te- della luce a godere delle gioìe deL- gata in Rm 1-3), si dice che la
intesi come capi/liberatori (ls nebre> (Tb 4,10). Si insiste qùi sul- la vendetta lutura, tramite la giu- giustizia è (accreditaîaD o (im-
42,6;45,8.13.19). La relazione di l'individuo, piu che sulla comuni- slizia di Dio (1QM 18,8). <Questo putata) ad Abramo da parle di
alleanza è il fondamento della giu- tà. Viene inoltre posta in eviden- si rile sce sostanzialmente a]la îe- Dio, per il fatto che Abramo ha
stizia (Is 51,1). Dio promette di za la correlazione tra soflerenza e deltà diDio all'alleanza, che si ri- avuto iède/îiducia in Dìo (Rm
realizzare la giustizia, che spesso giustizia (Sap 3,1-5). Nella lette- veÌa in modo particolare nella ,1,3.5.6.9.11.12), e non per le sùe
viene intesa come una liberazione ratura maccabaìca sì fa strada l'i- guelra escatologica che instaura il opere. In Gal 3,6 la fede di Abra-
o una rivendicazione (ls 51,5.8i dea che i meriti di alcuni possono domjnio deLla giùstizia di Dio) mo in Dio (<gli iu accreditata co-
62,1.2). hr sostanza, nei profeti portare altri alla salvezza (2Mac (Kuyper). me giustizia). Qui la sottomissio-
classici la concezione della giusti- 12,38-46). ne fìduciosa di Abramo a Dio vie-
zia in relazione all'alleanza colle- 1.3.3 Apoctiîi - Nella lettera- 2. LA GIUSTIZIA IN PAOLO ne rilenula una (giùstiziar per lùi.
ga gli uomini al Dio vivente e ai lura apocalittica, come per esem- tL sostaùtivo <ginstizia>, (dikaios!- 2.1.2 La giusÍizia come dono
suoi disegni di alleanza, ricondu- pro I Testamentí deidodici patríar //el, l'aggcttjvo corrispondenLe Strettameme collegati al preceden-
cendo l'ordine del mondo alla chi, \l Libto di Enoch e t Giubi- (giusto) (dlkdio-!) e il verbo <giu- te sono quegli usi in cui si dice che
creazione e non a un'astralta nor- 1ei, si afferma chiaramente che la -\tificare)), <dichiararc, considera- la giustizia è ùn dono divino che
ma di condotta (si veda Scullion). giustizia di Dio caratterizzerà il re giuslo) o (rcndere giuslo)) (r1i regna nei credcnîi (Rm 5,17.21).
1.3 La letteratura inlertesta- tempo finale (per esempio, Te.r/, kaloó) ricorrono negli scritti pao- Qui essa è vista come una nuova
menlaria - 1.3. 1 LXX - La coù- Dan 5,'7-13). Secondo questa let- lini piu di 100 voÌte. Già qùesto to-
j suoi vari usi e signifi
realtà che domina o guida Ia vira
cezione greca della giustizia come teratura Dio non solo è fedele al- rale, con in Crìsto (cfr. Rm 8,I0). Secondo
virtù, come osservanza di una nor- 1'alleanza, ma dopo le tribolazio- cati, jndica la posizione centralc Cal 2,21 questa giuslizia deriva
ma, è stata sostituita con quella ni presenti farà giustizia al popo- che tali termini occupano nella dalla grazia dì Dio, poiché se los-
del seguire la volontà di Dio, che 1o dell'alleanza nel futuro escafo- teologia dcll'apostolo. se stato possjbile raggiungerla con
si esprime nell'alleanza (Schrenk). logico. Vogliano presentarc il signifi- I'obbccljenza alla Legge, la morte
Pedanto il campo semantico di di- Una caratteristica particolare cato del linguaggio paolino della di Cristo sarebbe sîata vana. fn
kalos nel greco della LXX si è am- deLl'apocalittica è anche Ia netta gjustizia/giustificazione nei suoi Gal 3,21 la giustizia (in noì, o in
pliato per influenza dell'ambien- dislinzione tra il giusto e l'ingiu- diversi contesti, tenendo presente quanto nostra situazione nuova
te ebraico. In 14 casi il termine sto. La giustizìa è vista inoltre co- chc lc ricorrerze dell'espressioDe (in Cristor) è resa equivalente al-
ebtatco s"dAqA, che poteva essere me una realtà escatologica con cui (giustizìa di Dio,) non hanno 1u1 la vita, che la l-egge non è in gra-
teso con dikaios))nè, è stato tra- Yhwh vendicherà il giusto (18 le il medesimo senso. Tcntcremo do di produrre.
dotto cor, eleèmosyne (che signi- 95,7). La giustizia di Dio si mani- poi di chiarire questi termini con 2.1.3 La giustizia della fede
îica (pietà)) <<misericordia)i per îesterà nei rendere giustizia al giu- una breve presentazione della sto- La giuslizia, fondala sulla parola
esempio Is 1,27; 59,16; Sal sto perseguitato. Si associa perciò ria della loro inrerpretazione e del- e sull'opera di Dio in Cristo, c do-
34Í351,24). Questo elemento emo- il motivo della soîferenza del giu- le posizioni degli studiosi moder no deJla grazia di Dìo, giunge ai
tivo che si è venuto ad aggiunge- sto con la concezione ebraica tra- ni. e di sintetìzzaÌe inline Ìe nostre credenti Íel contesto e attraverso
re, nel Giudaismo successivo ha dizionale di Dio come vendicato- conclusioni su queste concezioni la rnccliazione della îede. Quando
però ridotto il valore semantico di re (Sal 26; 31,14-18). iondanenlali di Paolo. in PaoÌo la giustizia e la îede so-
diksiosynè a <elemosina)), 1,3.4 Qumrun - Nei testi di 2.1 Dikaiosynè Paolo usa no poste in relazione tra loro, si
1.3.2 Deuterccanonici - O\tte Qumran si parla della giustizia di qucsLo lermine ìn riîcrimento a stabilisce quasì sempre un'antite-
alla concezione greca della giusti- Dio, che concede salvezza e per- Dio e agli uomini. In qùesto se- sì con una giustizia legalista, in
zia come vjrtù personale, vi sono dono. (E quando vacillo, le mise- condo caso l'origine ultima sta centrata sulla Legge. Percìò in Ro-
delÌe virlù sloiche che per loro na- ricordie di Dio sono sempre la mia sempre nelÌa natura c/o nell'azio- mani,1.ll.l3-14 si dice che la
tura sono collegate alla giustizia: salvezza. Quando iÌìciampo con il |e dì Dio. ll termine viene usato <gìustizia della fede> non si fon-
integrità, coraggio, costanza an- male della mia carne, la mia giu- in diversi contestì e connessioni. da sulla circoncisione. né sulle
che nella sventura, e dominio di stilicazione è neÌla giùstiia di Dio, 2.1.1 La giustízia dichidrata opere della Legge. In Rm 9,30-32;
sé. Nei testi duterocanoÍici si no- che dura pcr sempre> (lQS 11,12). {Jn uso particolare si riscontra 10,4 6.10 si contrappone la giusti-
la un crescente inleresse per le Negli lrai la giustizia di Dio ma- (tuando Paolo allèrma che nei cre- zia che viene dalla fede a quella
opere buone e i meriti del giusto. nifesta la fedeltà di Dio alla comu- (lcnti la giustizia è il risultato di che si fonda sulla Legge e al fare
Nel testamento che Tobi lascia al nità: <Tu espii il peccato e puri- urìa parola o di una dichiarazio le opere della Legge. Solo la pri
figlio Tobia si dice che l'elemosi- fichi gli uornini dalla colpa con rre di Dio. ln Rm 4, dove PaoÌo ma condùce alla vita. alla salvez-
na (elee Tosync) conduce anzitut- la tùa giusrìzia) (t'ddqA, IQH ll dclla relazione di Abramo con za. Fil 3,9 parla della giustìzia che
!o aìla salvezza, prima ancora di 4,37). Nella Cuerro dei fíglí della l)io il forclamento scrillurislico proviene dalla fede in Gesir, diver-
esaudire le suppliche del povero: luce contrc i îigli delle leneble si Llclla sua concezione della (giusti- sa da una <mia gilrstizia)) dcrivan-
Giuslizia, giustizia di Dio 804 E05 Giustizia, giustizia di Dio

te dalla Legge. Questa giustizia per ste nel rassomigliare a Dio, in op- 2.3 Dikaioo La forna verba ve. 660; re.1l Giudizioi Ricom-
fede è senza dubbio la giùstizia che posizione a una vita corrotta e ìn' le deÌ sosrantìvo g/rilizia (dikctioai, pensa).
proviene da Dio, <la quale dipen- gannevole. E una delle caratteri- (gjustificarcr, <rcndcrc gìusto)) 2,4 Dikaioslnó theou La
de daÌla fede>. Una tale alîerma- stiche di quelli che sono <figli della viene usata quasisempre per ìndi- concezione della giustizia dj Dìo,
zione viene contrapposta da Pao- luce>. distinti da coloro che coú- care I'azione divina che tocca il della sua natula. della sua funzio-
lo alla sua precedente esperisnza, piono le <opere infruttuose delle peccatorc in modo tale che la sua ne e dei suoì rjsultati occùpa un
quando, fondandosi sulla giusti- tenebre)' (Ef 5,9). Nelle Pastoraij relazione con Dio vieie alterata o posto centrale nell'ambito della
zia che proviene dalla Legge, egli si esorta a (tendere alÌa giustizia, trasfoÌnlata (oùtologicamenre, dottrjna paolina deÌla giùstilica-
si riteneva <irreprensibile> (Fil (lîÍt 6,l l; 2Tm 2,22) e a < forma- c01ì ùn n'ìu1aù1ento di natura; per zione del peccatorc. ll costrutto
3,6). Questo perfezionismo mora- re alla giustizia> (2Tm 3,16); il condizione, in conscgucnza diuna genitivale dlkdlos]rè heo ú, .<gi:U-
I

Ìe, simile a quello che Paolo rite- contesto è chiaramente quello di sentenza giudiziaria; o dal lato re- stizia di Dio) (R]lr I,l'7i3,5.21.22]'
neva di possedere per discenden- ùna vita morale, lnfine, se si pre- lazionale, poìché prima si era 10,3; 2Cor 5,21), o dikaios! è
za e per via della sua condotta per- sta un seNizio fedele, la <corona eslraùei e ora si è riconcilìalii si \'e dLttoù, <la sua giustìzia> (Rm
sonale, non porta però a una giu- di giustiziar neÌ giudizio escatolo- da oltre, al punto 3). Questa azio- 3,25.26), o ancora rè ek theou di
sta relazione con Dio. Secondo Tt gico viene concessa da Dio, <giu- nc di Dio, chc derìva dalla sua na- kaioilra, <giustizja(che proviene)
3.5 i credenti sono salvati non in sto -giudice)) (2Tm 4,8). tura iÌr quanto giusto, è vista sem- da Djo)) (Fil 3,9) si incontra 10
virtù di opere di gìustizia (e qui 2.2 Dikaios L'aggettivo dl- pre come un atto cli grazia e sj rea- voÌle. La maggior parte delle ri-
giustizia signiîica (obbedienza aÌla Àalos ((retto>, (giusto))) è attri- lizza quando si crede o si ha fidlr correnze si trova in RomanÌ, che
Legge))), ma per l'opera misericor- buito sia agli uomini che a Dio. cìa ir Crisro. rappresenta la lraltazione paolina
diosa e rigeneratrice in Cristo. Rm 3.21-31 è il tcsto in cui si piir ampia dcll'opera redentrice cli
Qùando viene detto degli uomini,
2.1.4 La giustizio dell'obbedien- li qualifica come coloro la cui vi- lralta piiì ampianlelÌte queslo ca- Crislo.
îa - Un ultimo contesto è rappre- la è conforme ai comandamenti di ratteristico tema paolino. Qui es- Rm I,16- 17 è essenziale per ca-
sentato dall'uso del termine giu- Dio (Ef 6,1), coloro che vivono so viene fondato da Paolo sulla pire jl significato di questa csprcs-
stizia jn senso etico, dove viene a davanti a lui in ledeltà (Rm 1,17; storja djAbramo (Rm 4). Lo siai sione. Per Paolo il vangelo os-
desìgnare la vita di obbedienza di Gal 3,1 l), che obbediscono aìpre- lronla anche in altri testi di fon- sia I'evento costitùito dalla vi1a,
coloro che sono stati giustificati. cetti di Dio (Rm 2,13; 3,10; lTm damcntalc importanza teologica, mortc c risurrczione di Cristo
ln Rù 6,13,18.19.20 si contrap- 1,9), che conducono una vira buo- come Rm 5,1.9 e Gal 2,11i 3,8.24. è la nanifestazione srolica dell'o-
pongono la vita o i corpi come na, retta, virtuosa (Rm 5,7; Fil I.a lormulazione negariva di que- pera redentrice di Dio. ln questo
struùenti o schiavi del peccato alla 4,8; Tt 1,8) ed esercitano equità e
sta verità consiste ùell'aflermazio langelo <sj rivela la giustizìa di
vita ofÎerta a Dio come strumen- giustizia (Col 4,1). ne opposta, ossia chc ncssuno è Dio>. Quì la giustìzìa di Dio e il
to di giustizia. Quello a cui si len- Talvolta Dio viene definito co- gjustjlicato (in virtii (lella Legge). vangelo (l'opera salvifica di Dio in
de qui chiaramente è una vita vis- me (giusto> nella sua natura e ln Rm 3.20i ,1.2 e Gal 2.16;3.11 Cristo) sono praticanente sinoni
suta come relazione con Cristo, azione, come colui che è in grado Paolo afferma categoricamente mi (mentrc la giustizia saÌvifica di
una vita r".tta conforme ai piani di di conqedeie Ìa giustizia e di fare che ò impossìbile accoglìere l'azio- Dio è conlrapposla alla rivelazio-
Dio. La giustizia (assieme alla pa- ciò che è giusto (Rm 3,26; 2Ts r1e giustjficatlice dì Dìo osservan ne dell'ira di Dio in Rm 1,18). La
ce e alla gioia) è ciò che caratte- 1,5-6;2Tm 4,8). Collegata a que- do scrupolosameDte le prescrizio îede reagisce al1'azione di giustì-
rizza la relazione del credentg con sta è l'idea che la Legge di Dio è nì della Legge. Vi sono alcuni tc- zia di Dìo c ne clcriva la vita.
gli altri (anziché giudicare o offen- <santa, giusta e buona) (Rm 7,12). sti ìr1 cui si dice che questa azione Diversamenle dall'infedeltà e
dere glì altri) ed è il fmtto porta- Il convincimento di PaoLo (Rm di Dio è dìretta non al peccatore, daÌla malvagìtà dell'uomo (Rm
to dal regno di Dio. 5,19) che per I'obbedienza di Cri- ma a coloro che sono già <giusti 3,3-5), Dio resta fedele, c in que-
Questa concezione della giusti sto a Dio (opposta alla disobbe- licatir. Il conleslo in cuì essa si sta fedeltà si manìfesta la sua giu
zia ritoma in diversi t".sti paoìini. dienza di Adamo) <molti saranno csplìca è sernpre il gjudizio esca stizia. Tale fedcltà (o giustizia) as-
In 2cor 6,7.14 è un segno carat- costìtuiti giusti)) si spiega nel con- tologico (Rm 2,13;8,33; Gal sume la sua configurazione sto-
teristico della vita cristiana (agire testo della Legge di Dio, che ma- 5,,1-5). In questi casiil punto prin- rica particolare (secondo la lun-
rettamente, giustamcntc, moral- nifcsta i suoi giusti pìaoi. Se si cipale ùon è la sahezza (sia per fe- ga descrizione di Paolo in Rm
mente), in opposizjone al male, al- guarda alla volontà di Dio nei con- cle sia attraverso lc opcre). lnvc- 3,21 31) nel sacrificio espjato-
la falsirà, all'iniquità (redi Etìca). fronti degli uomini, lo scopo del- cc. coloro che sono stati giustifi- rio deÌla morte di Cristo (Rm
La giìrstizìa è qùella qualità della la sua azione in Cristo è di trasfor- catì (per grazja attraverso Ia fede) 3,24-25). Si afîerma esplicìtamen-
vita che porta lrutto nella genero- mare gli uomini in esseri giusti, la cor]]paiono davanti al <trìbunale te che ìn quest'azione redentrìce la
sità (2cor 9,10) o nell'integrità e cui vira è conforme al volcre di di Cristo) (2cor 5,10), dove (la gir.rstizìa di Dio si è nlanifestata
irreprensibilità (FiÌ 1,ll). In El Dio e che perciò vengono trasfor' realtà empiÌica della vita di ognu- (Rm 3,21.25.26; vedl Nlorte di
4,24Ia giustizia è posta sullo stes mati nell'imnlagine di Cristo no, concretizzatasj nellc "operc", Cristo).
so piano delÌa santità, che consì- (2cor 3,18). sarà svelata e gìudìcata) (Cosgro- Neì tre testi di Romani (Rm l;
Giustizia, giustizia di Dio 806 807 Giìrstizia, giuslizia di Dio
3; l0) e iÍ Fil 3,9 la descrizione la ricchezza molteplice racchiusa zia conte qualcosa che Dio fa, ma nentre i Riformarori hanno poi
della giustizia di Dio e della sua di- nella concezione biblica della sal- lr-rostrano un grande interesse al coniato l'espressione sola fide
scesa nel mondo umano viene col- vezza in Cristo. Alcune di queste la risposta dell'uono. I'iù che da ((soltanto con 1a lede>) per defi-
legata alla îede in Gesìì e definita complesse ragioni si collegano al- rc importanza alla gíùsrizia di Dio nire la giustiîicazione ed esprime-
come un dono della grazia di Dio. l'interesse suscitato da Paolo, te- e alla giustìficazione, il Cristiane- re La loro concezione della giust;
Inoltre, tuiti questi testi rifiutano stjmoniato dalla crescita degli stu- simo orientale ha visto nell'econo- zia di Dio. EgÌi afferma che la ve
esplicitamente le (opere della Leg- di paolini che si è registrata con il mia divina una condisccndcnza dcl ra îcdc che gir.rstiîica è unita all'a-
ge) come strìrmento valido per rifiorire della teologia nel Xll sec., Figlio, che ha portato glì uominì more (De Zri,?. 15,18,32). Nel
raggiungere o ricevere questa giù- soprattutto con I'uso dei commen- a partecipare deLla natura divina, commentare lCor 13,2 egli sostie-
stizia di Dio o da Dio. tari paolini come strumenti di spe- c questo processo è stato inteso co- ne che 1a fede autentica opera at-
L'uso di (Siustizia di Dio> in culazione teologica. Inoltre, la me una deilicazione (piii che co- traverso I'amore (citando Gal 5,6:
2cor 5,21 si trova in un contesto Chiesa occjdentale teneva in gran- me una giustificazione). N,tcGrath cfr. Crabtree). In sintonia con al-
in cì.ri non compaiono tutti gli ele- dc considerazione la giurispruden- ritiene che le divergerlze teologiche cuni padri greci, Agostino sotto-
menti che caratterizzano Romani za classica, e ciò ha reso possibile tra I'Oriente e l'Occidente siano linea I'aspetto del dono, insito nel-
e Filippesi. Non si accenna al va- il collegamento semantico tra ir- dovule alla loro divcrsa intcrpre- la giustjficazione. Egli rjliene che
lore strumentale della îede e delle slillr (giustizia) e lrslificotio (Eilr- tazione dell'opera delÌo Spirilo la natùra dell'uomo viene lrasfor-
opere. ll contesto è quello deÌla stificazione) e ha consentito ai teo- Santo: l'Occidente tende a subor- mata da questo dono.
nùova creazione posta in atto dal- logi dell'alta scolastica di servirsi dinare I'opera dello SpiÌito Santo 3.2.2 Il catLolicesimo romono
l'op€ra di Dio in Cristo (2cor del concctto affjne di <giustifìca- al concctto della grazia che si frap- - Nella tradizione della Chiesa
5,17). Qìresta nuova creazione è zione)) per espdnere su un piano pone tra Dio e l'uomo, mentre la romana la giustizia di Dio era
costituita da coloro che sono sta- razìonale il dono dìvino agli uo- Chiesa orientale sostiene clle il do compresa piu comc ciò che veni-
ti riconciliati con Dio (2Cor mini in termini di giustizia. Lu- no divino è immediaro e che vi è va esigito da Dio. La concezione
5,18-19) e che nello stesso tempo tero ha pensato che gli scola- rrn inconrro diretto dell'uomo con medievale deÌla natura della giu-
diventano strumenti di quest'ope stici avessero inteso la giustizìa di lo Spirito Santo, inleso come una stificazione non sj rife va solo agli
ra riconciliatrice nell'ambito del- Dio comc uno strumento con cui deìlicazione. ln questa prospetti' inizì della vita cristiana, ma ancbe
la vecchia creazione che già esiste Dio punisce i peccatori (WA va è naturale che la Chìesa orien- alla sr.ra continuazione e al suo ul
(2cot 5,19-2Oi vedi Centro della 54.185.18-20), perciò non ha po- tale ùon dovesse ricorrere alla giu- timo stadìo di perfezione, nel qua-
teologia di Paolo; Pace, riconci- tuto capire come mai il vangelo, stificazione come metafora sole- le ìl cristiano è reso giusto agli oc-
liazione). Paolo corona queste sue che rivela la giustizia di Dio, po- dologica fondamentale, segucndo chi di Dio e degÌi altri mediante un
aflermazioni asserendo che lo sco- tesse essere una <buona novella). lc orme clella Chiesa occidentale. mutamento radicale nclla sua na-
po dell'identìficazione di Cristo La <scoperta) di Lutero che Dio 3.2 L'epoca patristico-medic* lura (Mccrath). La concezione
con noi, in questa nostra vita le- dona liberamente la gjustizia ai vale: I'Occidente I padri lalinì della gìustizia di Dio, che preva-
gata al peccato (2cor 5,21a), è credenti è un elemento interessante e Origenc intendono la giustizìa di leva in Occidente prima della Ri-
che, in unione con Cristo, (pos per capire come mai si sia colle- Djo come ùna giustizia distributi- forma, era quella di una giustizia
siamo diventare giustizia di Dio)) gata strettamente la Riîorma alla va: l)io rende a ciascuno ciò che distributiva con la quale Dio giu
(2cor 5,21b). Per la comprensio- dottrina della siustificazione. Il gli è dovuto, ricompensando il djca giustaÌnente, prendendo a
ne globale di questo termine, è desiderio della Chiesa cattolica ro- buono e punendo ìl malvagio. I modello la sua stessa santità. I teo-
úolto signilicativo che Paolo non mana di oltenere un consenso uni- Riformatori si sono rifatti ad Ago- logi ritenevano normalmentc chc
dica che in Cristo <<possiamo di- versale su questo punto ha fatto stino e alla sua concezione della il costrutto <<giustizìa di Dio)) fosse
ventare giusti) o (<possiamo rice- sì che al Concilio di Trento si di- giustizia di Dio. un genitivo soggetlivo, in quanto
vere la giustizia di Dio>, ma che scutesse della riconciliazione del- 3,2.1 Agosti o - Agostino ha la santità di Dio cra la norma con
<possiamo divenrare giustizia di l'uomo con Dio all'insegna della ritenuto che la giustizia di Dio non cuj tutti dovevano essere giùdica-
Dio> (cfr. oltre, al punto 4). dottrìna della giustificazione. Iosse la giùstizja che caratterìzza ti. Lutero, tormentalo da questa
3.1 L'epoca patristico-medie- la natura di Dio, ma quella attra- concezione di una giustizia di Dio
3. STORIA DELL'INTERPRE- vale: in Orient€ ln Oriente la verso cui Dio giustifica i peccalo- inesorabile, è riuscito a formùla
TAZIONE - Lo studio di A. E. concezione paolina della giusti- ri. La sua concezione della fede re un'interpretazione di tale giu-
Mccrath sulla sto a della dottri- zia di Dio e della giustificazione racchiudeva Lln aspetlo ìntellettua- stizia che era pìii profonda di
na della giustificazione è utile per del peccaîore non ha avuto un le: credere signilìca aflermarc con quanto avesse intuito la tradizio-
capire alcuni motivi che hanno in- ruoÌo rilevanle nell'interpretazio- un atto deÌla mente. Agostino ha ne che lo aveva preceduto. NeÌ-
dotto l'Occidente a intendere la ne dell'azione salvifica di Dio in unito la fede all'amore (se/m. La visione cattolica, la giustifica-
teologia paolina dell'azione salvi- Gesir Cristo. J. Reuúrann fa no- 90,6; 93,5; tp. 183,1.3). L'amo zione non veniva intesa tanto co
fica di Dio in Cristo sopraltutto tare che i padri apostolici si atten- re di Dio è il tema fondamentale mc una realtà deÌ presente, quan-
come giustificazione, trascùrando gono all'idea biblica della giusti- della sìra idea di giustjfjcazione, to invece come un processo che
Giustizia, giustizia di Dio 808 ri09 Girstizia, giustizia di Dio
conduceva aì giudizio ultimo nel ma che la giustizia di Dio è la cau- Ìor o santilicazione e giustilicazio, corrente pìelista, insistendo sulla
futuro. sa della salvezza e perciò non è la ne e ha ritenuto che la santifica giì.lstizia personale che deriva dalla
3.3 La Riforma In genere, i giustizia pei la quale Dio è giusto zionc consìsta nell'essere in Cristo. giustificazione. Nel suo sermone
Riformatori e i leologi che li han- in se stesso, ma la giustizia con cui Secoùdo Calvino. Dio ci comunì- <ll Signore nostra giustizia> egli
no seguili hanno inteso la (giusti noi siamo resi giusti da Dio. Que- ca la sua gìuslizia. In un scnso aderisce aÌ1a teoria dell'imputazio-
zia di Dio>) come un cosiddetto ge- sîo avviene con la fede nel vange- qùasì mìstico, atrraverso la fede ne, ma ritìene anche che lo Spiri-
nitivo oggettìvo (sopra, al punto lo. Lutero si richiama ad Agosti- Gcsù comunica se stesso a coloro to Santo eserciti una fulzione san-
1) in tutti i testi degli scrirti paoli- no per sostenere che la giustizia di che credono. T-e opere non hanno rilicalrice nei confronti del creden-
ni, eccetto forse in Rm 3,5.25.26. Dio è ciò che Dio elargisce e che alcuna îunzione nella giustiîica- tc. ll fondamento della giùstifica-
La giustizia di Dio è stata intesa rende I'uomo giusto. Egli dilende zione dei peccarorì. Cah,ino rifiula zione del credente è la giustizia di
da1 punto di vista individuale, cioè una giustificazione immediata. Un I'idea di uoa fìnzione, implicìta Dìo, (che è riposta in tutti coloro
come la giustizia che Dio dà a ùomo è nelÌo stesso tempo giusto nelìa gir.rstificazione clei peccato' a cui Dio la imputa). Egli sostie
ognuno e in base alla quale il pec- e peccatorer questo indica che la ri. Dio fornisce tutto queÌlo che è ne che non vi è vera fede ùna
catore risulLa gradito a Dio. La nuova concezioÍe di Lutero della necessario. Inoltre, Calvi0o mer- fède che giùstitica se non ha per
concezione teoccntrica di uoa giu- giustizia di Dio è composita, ag- te in guarcìia dalf intenclerc Ia gìu- suo oggctto la giustizia di Dio.
stizia di Dio che opera nell'ambi giungendosi all'idea tradizionale stizia come una qualilà; siamo giu WesÌey considera la îede nella
to dj un'alleanza, tipica dell'AT, della giustizia distributiva di Dio. sti solo iD quanro Cristo rìconcì- morte di Gesù, e quindi I'attrjbu-
è stata sostituita da una prospet Per Lutero le operc sono ìL ri- Ìia il Padre con noi. Più ancora dí zione della sua giustizia, come la
tiva antropocentrjca. I Riforma- sultato che deriva dalla giùstizia I-utcro, Calvino sottolinea che la causa, il line e il centro della sal-
tori e i Ìoro successori hanno con- concessa da Dio. La santificazio- giustizia di Dio consiste in una rc- \czza,
siderato spesso la giustizia di Dio ne è un processo che non si esau- lazione. L'iclea luterana della gìu- 3.5 Il dibaltito contemporaneo
dal punto di vista dell'uomo, per- rjsce in quesLa vita. Lutero ha di- stizia di Dio sembra contenere l'a- e le sue correnti Le varie posi-
ché hanno sostituito il fondamen- stinto chiaramente la giustificazìo- speuo dell'adempirnento di un do- zioni che si sono assunte nel cor-
lo biblico, che consiste in una re- ne dalla rigenerazione e dalla san- vere. Calvino sottolinea invece il so della storia dell'interpretazjo-
lazione di alleanza, con l'idea gre tificazione. Questa prospettiva lo latlo meraviglioso che la giustizia ne rispecchiano sostanzialmente
ca di una legge universale che de- ha portato a intendere la giustifi- di Dio ci viene comunicata. o con- due concezioni fondaúentali: 1) la
ve essere ossefvata lanto da Dio caTione come un nuovo sîato che gìustizia di Dio è una proprietà di
quaùto dagli uomjni, per poter es- si acquisiscc di fronte a Dio: <<Per- 3.4 Dopo la Riforma Come Dio (o di Cristo), che viene comu-
sere considerati giusti. L'aver po- ciò in noi stessi siamo peccatori, la Chiesa occidentale aveva fatto nicata e rende giusto il peccatore;
sto l'accento sull'individuo che è ma con la lede siamo anche giusti I'esperìenza dello scolasticismo neL 2) Dio, che è giusto, dichiara giu-
sotto la Legge, anziché sulla rela- per attrìbuzione divina. Perciò noi XII sec., l'orlodossia protestanle sto il peccatore mediante una tran-
zione di alleanza, ha fatto sì che crediamo in lui, che ci promette di è passata dall'enfasi cristologica di sMione legale (imputazione). Que-
più tardi si formulasse la teoria liberarci, e nello stesso tempo lot- Calvino ad altri centri di interes- ste due posizioni dominanli sono
della (finzione legale), secondo Ia tiamo perché il peccato non prsn- se! coÌne la predestìnazione, Ia divenute sempre piu oggetto di un
quale coloro che credono in Gesir da il soprawento su di noi, ma teologia comunionale e la perse ampio dibattito (vedi Interpreti di
sono giustificati, ossia ritenuti gitl- perché possiamo resistere îinché veranza dei saDti. ll luteranesiúo Paolo). J. Reumann .iliene che es-
sti, anche se di fatto non sono ta- egli non ce ne liberi> (WA 56.2?1). ha spostato la sua attenzionc dal- sc siano pirì londate sull'innodia
li. In questa prospettiva la l€de in In una certa concezione cattolica la giustificazione deì peccatori e crisliana che sul NT, poìché Pao-
Gesù viene a sostituire la giustizia Dio risponde a coloro che lanno dalla giustizia dì Dio verso uIl ap- 1o non parla dei meriti di Cristo
reale. quello che possono, donando Ìo- proîondjmento di quesri temi. nei o della natura giusta cli Dio, che
3.3.1 Luterc Gli intenti di ro una grazia abililante che li con- vari ambienli della Riforma. Il velgono impulate a noi. G. E.
Lutero erano personaÌi pastora-
e duce a sua volta alla grazia salvi movimenLo pielisra che si è anda- Ladd afferma che la giuslizia fo-
li, L'acuta distinzione teologica fica. Lùtero ha rotto con questa to affèrmando in seno al Ìuterane- rense (che viene djchiarata) non è
propugnata dal magistero della tradizione, in quanto ha ritenuto simo ha r-appresentato una reazio- rÌna giustizia reale, poiché la no-
Chiesa cattolica non era riuscita a che Dio fornisca anche le condi- Ile contro una concezione sttetta- slra relazione con Dio è altreîtan-
penetrare nelle parrocchie dei pic- zioni previe che portano alla giu- mentc lorcnsc della giustjzia. I rì- to reale come lo è la condizione
coli villaggi. Lutero aveva inteso stificazione (cfr. Watson). svohi pastoraÌi del pietisnlo han- etica soggettiva dj ogni individuo.
espressamente la <giustizia di 3.3,2 Calvino - Nel suo Coa- no poì ìnfluenzato il luterancsimo, Si è di latto <giusti> (ossia in una
Dio> come ùn cosiddetto genitivo mentqio ai Romani Calvino de- inducendoÌo a occuparsi maggior giusta relaziofle con Dio) in base
oggettivo, interpretando 1'espres- scrive la giustizia di Dio, di cui mente degli aspetti pratici della a quanto è stato fatto per noi
sione greca dikctiosyna theou d,t parla Rm 1,17, come ciò che vie- ltiustizia, col promuovere una pie obiettivamente da Cristo. ll con-
Rm 1,17 come giùstizia (che con- ne approvalo davanti al tribunale rà personale. tenuto etico ne consegue immedia
ta davanti a Dio>). Lutero aîfer- di Dio. Egli ha legato assieme tra John Weslev ha rìÌìvigorito la tanente. Ladd sosriene che la giu-
Giustizia, giustizia di Dio 810 8ll Giustizia, giuslizia di Dio
stizia come assolvimento dì un do- traverso cui l'uomo può ricono- quel momenlo constata che mìrta vocazione rinnovatrice si trasfor-
vere e 1a condotta retta sono due scere Dio come suo Signore e ot- il dominio sùll'universo. 11 lin- ma in un servizio.
realtà che si richiamano a vicenda. tenere così iÌ compiacimento divi' guaggio di Paolo e di Giovanni K. Kertelge, studioso cattolico
H. Cremer (1900) ha fatto intra- no. La fede è la risposta umana lengono qùindi a coincidere, poi- romano, segue una Dosizione che
prendere una Duova strada alla - piu adeguata alla rivelazione che ché <<abitando> in Cristo i credenti è simile a quelìa di Stuhlmacher.
cerca sottolineando che la conce- Dio fa di se stesso. La lede è di cliventano quello che sono. La giu- La giustizia di Dio è l'aftivirà re-
zione veterotestamentaria della fatto giustizia, perché è la via at- stizia di Dio è il potere di Dio in dentrice di Dio e non il dono del-
{"drqA ((gjustizia>) è quella di travelso cui si possono adempie- Cristo. che si estende sul mondo. la gìùstizia, che Dio ci fa per con-
ùna ledellà all'alleanza, e inten- re ipropri obblighi nei confronti La sal'/ezza viene sperimentata durcj alla saÌvezza. Questa realtà
dendola come un genitivo sogget- di Dio, all'interno di una relazìo- nell'ambito del domiùio di Cristo, consiste nella nuova relazÌone tra
tivo, non in senso ontologico, ma ne di alleanza. Ecco perchó Pao- parlecipando aL quale si risponde Dio e l'uomo, creata da Dio, la
in riferimento all'azione salvifica lo parla di <giustizia della fede) llla eiustizja di Dio (Kasemann; quale dal lato divino è dominio e
di Dio come redentore. in Rm 4,11.13. Bollier si pronun- efr. anche Way 177-236). da queÌlo urnano obbedìenza. Per
Alcunistudiosi, tra cui R. Bult- cia a favore di un genitivo sogget- Il genjtivo soggettivo vìene di Paolo i due aspeti della rcdcnzio-
mann. hanno tentato di ùnire as- tivo, ritenendo che la giustizia di Itso anche da due discepolidi Kà- ne escaLologica di Dio, quello re-
sjeúe gli aspetli soggettivi e ogget- Dio sìa la giustìzìa proprìa dì Dio seùann. C. Nlùller e P. Sluhlúa lativo al presente e quello che si ar,
tivi della giustizia di Dio, propo- e non la giustizia di cui Dio è aìl- clìer. Miiller (1965) concorda con tende per il îuturo, sono sostan-
nendo un <genidvo di autore) che torc e chc egli approva. Anticipan- Kàsemann, ùa accentua la vitto- zialmente identjcj, poiché ambe-
designa la giustizia di Dio come do le affelmazioni di E. K:ise- ria escatoÌogica di Dio, il proces- due si foidano sull'evento di Cri-
una realtà che viene dala ai cre- mann, Bollicr ha sostenùto inol- so cosmico îinale attraverso cui la sto. La giuslizia si otticne per fe
denti per formare la base della re- tre che questa giustizia di Dio pos- (reazione viene sottoùessa a Dio de, non comc un possesso! úta co-
lazione con Dio. La giustizia di siede un aspetto trascendcntc e un l|edi EscatoÌogia). La vittoria dc- me una Ìelazione con la quale si
Dio è il dono che rende possibile aspetto immanente, poiché ognu- liniliva di Dio manilèsta la sua riconoscono le esigenze chc Dio
a ognuno qùesta nuova esistenza. no è toccato direltamente dalla Iiuslizia e viene riconosciuta da- avanza suLla nostra vita.
Questa jnterpretazione esistenziale maùifeslazione di questa giustizia, lli uomini. Questa vittoria lìnaÌe H. Brunner ritieoe che le aîfer-
coinvolge la realtà kerjgmatica E. Kesemann ha assunto una lià si anticipa nel presente, poiché mazìoni dell'AT sulla giustizia si
dell'uomo, il quale con un'obbe- posizionc rilevante nel corso di il |egno di Dìo è una reallà della riferiscano a un ordine generale
diente decisione esistenziale con- tutto quesro diba ilo. Benché ri- \ ila quolidiana. P. Stùhlnìacher che corrisponde alÌa volontà divi-
tinua a îar proprio il verdetto di tcnga chc in Rm 3,5.25-26 la giu- \ottolinea l'aspetto salvjfico del- na, la quaÌe abbraccia sia Ia natu-
Dio, <che dichiara giusto), e di- stizia di Dio si riferisca alla natu- r giustizia di Dìo, nel senso che ra sia iL mondo umano. In Paolo
venta cosi ciò che viene dichiara- ra di Dio, egli sottolinea tuftavia lCreatore rende giuslo il mondo questa tematica guarda ilpassag-
to di essere. che la concezione paolina della rrr base alla sua ledeltà alÌa crea- gio dall'estraneità alla riconcilia-
Trascurando il sottofondo vete- giustizia di Dio ne pone in risalto ,,ione. rìsLlscilando anchc i mortì- zione (2cor 5,17-21), dal mondo
rotestamentario e la visione apo- la caratteristica di dono, diversa- La giustizia dì Dio è Ìa lorza cÌea- vecchio a quello nuovo, clalla vec-
rr ice di Dio, che alimenta la fede chia alla nuova creazìone. Gli uo-
calittica della storia propria di mente da quanto afferma l'apoqa-
Paolo, Bultmann è giùnto a una littica giudajca. <ll dono è in se , rinnova il mondo. Stuhlmacher mini vengono creati nuovamente
r ccle nella giusrizia di Dio il cen- da Cristo: la sua morte signilìca
concezione della giustizia di Dio stesso una forza, una realtà capa-
ch€ è sostanzialmente antropocen- ce di suscitare la salvezza)) (K:ise- ro deLla îeologìa paolina, in cui la sua sottomissione al peccato,
trica e individualista. mann). Ildono non è mai qualco- l'uolo srabilisce una correlazione ossia la forza che allontana da
Si sono latti molîi tentativi per sa che si possiede, prescindendo l,rrietta tra una concezione giudi- Dio, ma signiîica anche che i cre-
rivalutare il significato della giu- da chi I'ha donato. A questo mo- rieria e una concezione ontolog; clenti diventano <giustìzia di DioD.
stizia di Dio negli scrifii paolini (si do Kàsemann collega con la crea- , rrdella giustizìa. La giustificazio- Essi vengono trasformati dalla
vedano i riferimenti bibliografici zione la natura escatologica della rL si rìîerisce perciò a un'atlività forza di Dìo nel popolo del nuo-
in Brauch). Nel 1954 J. BolÌier, relazione con Dio, accentuando , rvina creatrice, la realizzazlone vo ordine restaurato, il nùovo
criticando la teoria della giustifi- ulteiiormenle il momento della ,Lclla giustizia di Dio iù quanto mondo rìconcilialo a cui appartie-
cazione inlesa come finzione lega- realizzazione finale dell'azione sal- .d enro della Parola, che crea ùn ne il popolo di Dio della nuova al-
le, ha sostenuto che Dio chìede a vifica di Dio in Gesu Cristo. La fe- fLrovo essere con il battesimo. leanza. In Rm I Paolo parla della
deltà di Dio è fedeltà alla creazio- ',ruhlmacher pensa che per Paolo volonlà del Crealore, che viene
ognuno di essere giusto, di ricono-
scere la sua sovranità e di sotto- ne, e non semplicemenle all'indi- 1r giustificazione sia un obbligo, oscurata dal rifiuto degli uomini,
mettersi al suo dominio. Con 1'an- viduo (cfr, Bultmann). La sovra- rrrl chiamata rinnovatrice che Dio ma il vangelo ha rivelalo la forza
tica alleanza. e anche con la nuo- nità di Dio sull'universo si realiz- , ,rì il suo potere rivolge all'uomo, redentrice di Dio. La giustizia di
va, Dio nella sua benevolenza ha za escatoLogicamente in Gesù. tu r condurlo a ìncontrarsi con lui Dio è la sua azione saLviîica reden-
doùato La fede come un mezzo at- Una persona che si trova a vivere rÌlir via aperîa da Cristo. Questa trice. Tale attìvità salvifica è sem-
Giustizia, giusfizia di Dio 812 813 Giustizia, giustizia di Dio
ple slala all'opera, come indica Dio che salva daì nernici. da situa- lui la (giùslizia di Dio)). Qùesta zia di Dio>, sottolinea ancora che
l'AT. ma ora è stata chiaramcnte zioni di perjcolo, da uno stato di espressione indica I'azione di Dio si tratta di una relazione e non di
rivelata nell'evenro di Cristo. l'er lontananza da Dio. In tali ambiti che restaura una relazione infran- un fatto giuridico ontologico. Il
coloro chc crcdono in Crislo la la giusrizia di Dio viene delìnita la. La (giustizia>, in questo con- testo parla della riconciliazione
realtà e il poteì e del peccalo sono spcsso comc <(amorc fcrmo> e co- testo, non è un attribùto statico di con Dio in Cristo e attraverso Cri-
srati eììminali- Si è creato un nuo- me <fedeltà> (peÌ esenlpio ls 1 1,5; Dio, ma designa l'amore miseri- sto (redi Centro della teologia di
vo ordine, che ha annullato l'alie 16,5; Sal 5,7'8; 89,13-14; 98,2-3). cordioso di Dio e il suo interven- Paolo; Pace, riconciliazione) e jn-
nazione provocata dal pcccato. Queste proprietà, che richìamano to redentore nel mondo tramite vita coloro che sono riconciliati a
Essere giusti o essere djclìiarati una reLazionc, in alcuni contesti Cristo. diventare strumentì dì quest'ope-
Siusti non è un arto giurìdico né sono praticamente sinonime di La giustizia di Dio, intesa come ra di rjconciliazione (2cor
una trasformazionc ontologica, <giustizia)) e (salvezzar (per esem- amore che ripristina una relazio 5,18-19). In questo contesto, l'e-
ma una reslaurazione del giusto pio Sal 8i,7-13). Si può percìò tra- ne, è un punto centrale del ragio- spressìone (diventare giustizia di
rapporto con Dio, poiché la reaÌ- durrc gjustizia di Dio con <azio- namento di Paolo in Rm 3,21-26. Dio, significa che i credenti diven-
tà alienanle del peccato è stata ne salvifica)) o <amore che ripri- L'incarnazìone della giustizìa di tano partecipi dcll'azìone riconci-
aboÌita. stina ùna relazioncr. Dio nell'opera redentrice delÌa lialrice di Dio, godendo del suo
l-'uso che Paolo îa dell'espres- croce porta al perdono, e il per amore restaulatole.
4 I ,A ]STIZTA D] DIO CO- . sione <giùstizìa di Dio)) si può dono restaura una relazione che si Per Paolo, quindi, la giustizia
ME AMORE 'ìTI CHE RIPRISTINA dunque capirc ncl modo migliore era spezzata. Pojché si tratta solo di Dio è la sua azione salvifica. In
U1'!A RELAZIONE - La storia sullo slbndo di questa caralteristi- di un'azione di Dio. Paolo la chia- linea con le affermazioni dell'AT
deÌl'interpretazione, incluse anche ca concezione veter-otestamenla- flìa (dono). Ma siccome un dono sulla gjustizia di Dio intesa come
lc posizionipiir recenti che abbia- ria. Per Paolo l'<ingiustizìa> de- non è tale finché non giunge al suo fedeltà di Dio e amore saldo per
mo delineato sopra, è caratteriz riva dalla disobbedienza. sia sul destinatario, bisogna <riceverlo Israele, Paolo consLata che questa
zata due aspetti fondaùÌentali: l) piano individuale, quando si riliu- nella fede>. Il risuLtato dì qrìesta azione divina si è manifestata ìn
la comprensionc dcLla giustizia di la dì riconoscere Dio (Rm 1,28), azione gratuita di Dio è la giusti- manicra deliniLiva nella vita, mor-
Dio è stata condizionata ampia- si resiste alla verità e si obbedisce licazione (<<rendere giustor) del te e risurrezione di Gesu. Acco-
mente da categorie Srcche e latj- aÌl'ingiustizia (Rm 2,8), sia sulpia- peccatore, Questo testo Don con- gliere questa condiscendenza divi-
ne, secondo lc quali la giustizia co- no collettivo del popolo di Dio che tiene nessun riferimento a una na con l'atto di fede ci giustifica
Dre una propÌietà della natura di si riîiuta di rico|roscere Dìo e si traÍsazioùe di ordine giu dico op- (ci rende giustì) con Dio. La giu-
Dio ci !ìene donata e ci rende giu mostra disobbediente all'alleanza pure ontologico, ma parla della re- stizia si rende presente in questa
sîi, oppure lorma la basc su cuj si (Rm 3.3-5; 10,21). staurazione di una relazione tra relazione che si è ristabilita. se si
fonda la sentenza di Dio, che ci di- Alla rcalrà costituita dall'allon- Dio e gli uomini attraverso ciò che vive ìn conformità con ìl volere di
chiara eiusti; 2) il dibaltito pììr re- tanamento o dall'alienazione, che Cristo ha fatto con la sua morte Dio.
cente, tentando di coÌÌegare ma8- vieng delinìra con termini sinoni- (redl Espiazione, propiziazione,
giormenle Paolo ai suoi fonda mi, quali <infcdeltà> (Rtrl 3,3) e cspiatorio). Vedi anche: Amorc; Centro del-
menti veterotcstamenlari, ha mo- (jnSiustjzia) (Rnl 3,5), Paolo ve- Anche il fatto che in Rm 10,3 la teologia dì Paolo; Creazione e
strato che le inlerpretazioni prece de rivolta la rivelazione (Rm siparli di (sottomettersi alla giu- nuova creazione; Croce, teologia
dentì non spiegavano_ adeguata- l,l6 l7) o la nanifestazione (Rm \tizia di Dio) conîerma che Pao- della; Dio j Escatologia; Espiazio-
meùte il suo pensiero. E stato par 3,21-26) della giustizia di Dio. In 1o la intende come un inte ento ne, propiziazjone, espiatorio; Fe-
tìcolarmcntc iùportante il richia- questi testi la manilèstazione sto- di Dio, che ristabilisce una relazio de; Giudizio; Giustìficazione; ln-
mo al conleslo dell'alleanza, in cui rìca concreta dclla giustizia di Dio ne. Tenlare di realizzare la propria teryreti di Paolo; Ira, distruzione:
nell'AT si parla della giustizia di è I'evento di Crìsto. che viene de- giustizia ossia di definire la pro- Legge; Misericordia; Pace, ricon-
Dio, vedeodo in esso lo sfondo su finito in Rm 1,16 come (il vange- pria posizione di fronte a Dio ciliazione; Restaurazione di Israe-
cùi vanno interprelate le aiferma- lo) e (ìl potere di Dio per La sal" significa riliutare Ìa venuta di Dio le; Romani, lettera ai; Salvezza;
zioni di Paolo. vezza)), e in Rm 3,24 cone (la re- in Cristo, la via attraverso cui Dio Trionfo.
ln tale contesto, e nonoslante denzione realizzata da Gesu Cri- salva il mondo,
altri possibili significati e altre siu- slor. Sottomettersi significa ricono- Brsr- BetzO., Det Eekreuzigte Ch.ísîus:
mature (Brunner), f idca deLla giu Paolo sostiene che Dio è fedelc \cere che la propria relazione con unsete Weisheit un.l GercLhtiEkeìt (de/ dlt,
alla relazione che si fonda sulla I)io si era spezzata e conlessare il tesîamentliche Hintergrund wn lKar l-2,
stizia di Dio compare soprattutto in G. F. Hawthorne-O. B€rz (edd.), Tra-
in testi che parlano di salvezza, in creazione./alleanza (Rm 3,3-4), (lominio di Cristo (Rm 10,?; redi ditian and Interyrctation ìn the Nev Tcsta,
cui I'azione redenLrice di Dio nei che la sua azione è gìusla (Rnr liignore). rrert, E€rdmans, craid Rapids 19E7, p!.
confronti del popolo dell'allean- 3,26), cd è appunlo questa azio- La difficile espressione di 2cor 195-215; Blaler P., Pa!/!i und Luthet ùber
Gattes Gerechtigkeir, ir Caúatìca 36 (t982)
za viene definita con questa cate- ne, che si contrappone alia crea- 5,21, e cioè che in (relazione a) 269'279i lrollier J. A., The RiEhîeousness
goria. Si tralta della giustizia di zione ribelle, a venir chiamata dir ( risto <(possiamo diventare giusti- alGad, h Int B ()954) 1a4-4lli Brauch M.
Gloria, glorificazione 8r4 815 Gloria, gloriîicazione
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u1ars. ir SWJT t9 (1916) ó l7i Lohsc E , nrenta.ie; 2. Il liano etùDo dj Dioi 3 dora corrisponde
Dic Gere(htisk.iî aa1les ìt1der Pd ltiitcheh Creazion€ e cadura; 4. crislo, la nùova trice della gÌoria divina, che sì rea- a homoiòma [<<somigiianza>] e a
Theologie.ln Die Einh.n d.r.\er., Tesro .reazìone c La Chiesa: ,l.l Promessa e lizzcrà con la venuta del Messia, erkr, I(immagìne>l).
merr5. VaDdcùhoeck & Ruprcchl, Gòtdn adeùpinrcntoi ,1.2 La giusiizia e lo Spi Il peccato entra nel mondo at-
Dorlerà la salvezza a lùtle le na-
ecn lt?3, pp.209-22?iMcCrath A. E..Ir' rito; 4.2.1 La Ciuslizia; 4.2.2 Lo Spirilo;
zìoni (ls 40,5; 58,8; 62,1-2). traverso Adamo (Rm 5,12 19).
stilid Dpi: A Ilísrot.) ql îhe (:htirria Doc' 4.3 La sloria trescnlc; 4.4 La Sloria fu_
ttine oJ JustiJicaÌio ,2 1()Ìì , Uùiler!ìtv I1 latto che gli autori della LXX Perciò, (pùr conoscendo Dio)), gli
Press, Cambridge 1986i Moorc R. K., 1s abbiano deciso di trad:tlrc kobód esseriumani non gli hanno dato
sues Inrolvd in thc Inte4Ìelatn l ., Dí La terminologìa relativa alla dell'AT con doira ha determinato gloria né gli hanno reso grazìe>
kdì^tnè Theoù in the Pauliac Cotp s,;r gloria cì permette di accedere pra-
CoUoqúutt: Thc Ausnalia dnd Nev Zed' un processo dj traslormazione se (Rm t,21), han.o cioè rifiurato il
land ThaalasìLdt Saci?ry 2l (1991) 59 70; ticameùte a tutta qùanta la teolo- lnantica sostanziale nell'uso che di culto e I'adorazione, che avrebbe
N1ùLlcr C., Orrl.sst/ccl.iSkeit und Catte' gia paolina (il soslantivo doxa r! questo secondo terrnine si è fat- dovuto essere la loro risposta alla
$o/,t. [Rl.ANT E6, Vardcnìroeck & Ru
corre settantasei volte, il verbo do- ro in contesto religìoso giudajco gloria divina che si rispecchia nella
prcchr, Gòrtìrecn 19641Piper .1 , The De'
nannrdion o.f the Rilhteouskess oI Co.] xdr, dodici volte, soprattutto nelle (Ilel greco profano esso signìlica creazione che li circonda e in Ioro
h Ronntnt 3:25 26, iD JSN r I (1980) 2 :12; lertere ai Romani e ai Corinzi), Le va <opìnione>, <stima), (lode))). stessi, che sono l'immagine di Dio.
Przrb!lskì 8., Iltshîcaúness nt Mdtthee sue radici veterotestamentarie so- Al contrario, con disegni vani e
and His Wotkl aJ Thourir, SNTSMS '11.
Questo mutamento si ripercuote
Unìlersit! Pre\s, Cambrìdse 1980r QuellG
no evidenti negli scritti di Paolo sull'uso ncolestamentario, soprat- lollì e con cuori ottenebrati (cfr.
Schrenk G.- /lk. e.!.. in CI-NI. lol ll, più che in ogni aÌtro ambito.'leÌ rutto in Ciovannì e ìn Paolo. lCor l,l8-25), con un atteggia-
{rnL I r9l 1328: lìeumaùn J.,.luslilication NT. mento idolatrico hanno scambia-
ú Aarl: Rirhteausn.rt a d lhe Cross, in 2, IL PIANO ETERNO DI DIO to la gloria di Dio con le immagi-
Mo.atiah Thealagical Semìt1at!: Bulletin
{19641 l6 lli Ìd., R;sftleousl:'e$ lEatU Jù ] I,F PREMESSE VETEROTE. Dio è <il Padre della gloria> (Ef nideÌle creature, umane e anima-
laistn Ncv Testunent), in.1Ar,vol v, STAMENTARIE Nell'AT la I ,17). La glorìa inizia e termina in Ìi (Rln I,21-23). Poiché hanno de-
np. 136 Trli ld., ,Cllrlco!snass lr the Ne\| gloria di Yhwh (k"bòd Yhwh, lui e il suo piano è quello di fame turpalo così radicalmente l'imma-
Testancnr. .h1s!iltatian in thc Uníted Sttr'
|es, I.ufhera Ron(ln Cothotic DidbSue, <gloria del Signore>, è un'espres- partecipi tutti, <La ricchezza del- gine divina, hanno inesorabilmen-
FoItrcss, PhiladclFhia l9li3r ld , Ire sione tecnica) è la sua presenza v! la sua gloria> (Rm 9,23; Ef 1,18; te perduto iÌ privilegio di essere il
nRtshîcoùsness o.f Gad, and rhe <Ecana' sibile e attiva nella creazione (Sal I,l6; Col 1,27) si riversa su colo- riflesso della sua gLoria (Rm 3,23).
,tr Dt (iotl,: T\|o Grcdr Da(tnnalThentes
19,1; Is 6,3), tra le nazioni (Sal ro che (egli ha predisposto alla La privazione della doJrd, che por-
ríìstuicatb Cot pule.t. in C. l)raeas (cd ),
Askun Thyteiru, 'l]trr-ateira Hoxsc, l.on' 97,6), e soptattulto in Israele, il gìorìa> (Rm 9,23). La sapienza ta a una cadlLcità desolata. alLa
don 1985, p!.6lj
6.lr-: Sabourin l , For popolo della sua alleanza. Essen- nisteriosa, rivelata da Paolo con corruzione e alla morte, pervade
nùlatnns a./ Chtistit Belie.fs itt Recent bi' do strettamente legata alla gran- la predicazione del suo vangelo, tutto I'ordine creato (Rm 8,20-22).
pasilioh an Poul't Epìsîles to /he Ranans
dnd Gulatidns. in /lsB 1 (1981) 120 l36l dezza e alla potenza di Dio crea- cra (preordinata prima dei secoli
Schweltzcr A., The M.,sticlstn o.f Ihe Apo tore e redenlore, la gloria è sPes- per la nostra gloria> (1Cor 2,7). 4. CRISTO, LA NUOVA CREA,
stle Prul, A. & C. ìllack, London 1931; so associata ai fenomeno della lu- L'elezione in Cristo (prima della ZIONE E LA CHIESA Tutto
Scùuion J. J., Àisrleo,J,e.'s (OT).in ABD.
vol- v, p!. ?2.1736: Soards M. L., Zh? ce o del fuoco, e in tal senso tal- creazione del moùdo), la prede- il vangelo di Paolo, che ruota at,
ttishteautness a/ God it the ultiùrys aJthe volta è di uno splendore così oP' stinazione amorevole di Dio. è (a torno alla morte e alla rìsurrezio-
Gloria, glorificazione 816 ll l7 Gloria, glorificazione
ne dì Cristo (Rn1 1,3-4; lCor creazione alle origini; egli è lo Questo movimento implica per 4.3 La gloria presente La glo-
15,3-4), prLò essere considerato co- splendore di una creazione nùova Clrìsto una caescìta personale nel- riîicazione di Clisto non riguarda
mc un messaggìo relativo alla 8lo- e finale (cft. 2cor 5,1'l i redi Crea- la gloria, reale e progressiva, Ri- solo la sua persona, ma anche gli
ria reslaurata e portata al suo zione e nuova creazione). spctto alla condizione ìn cui eeli altri, <perché egli sia il primoge-
cornpimenlo. ,1.2 La giustizia e lo Spirito prima della risurrezio-
si trovava nito tra moltj fratelii) (Rm 8,29),
4.1 Promessr e adempiuento In 2cor 3,6-18 si collega diretta- re, contrassegnata da <corruttibi- La sua dedizione amorevole alla
- I a heìlione dell'uomo attra mente la glorja della nuova aLlean- lità), (ignobilìtà, e (debolezza)), Chiesa (Ef 5,25) ia rende <(glorio-
verso il peccalo non ha abolito il za con il <ministero dello Spjrito)) il suo corpo di rìsurrezione è ca- sa), come sÌìa sposa (endoxon, El
piano eterno di Djo. Tra ipriviÌe- (2Cor 3,8) e <il ministero della r alterizzato da (incorrurtibilità)). 5,27). A questo 1ìne Ìa fede resta
gi concessi a Israele come nazio- giustizia)) (2cor 3,9). Giustizia e (glorìa)) e <potenzan (lCor un elemento essenzìale; la presen
ne cletta vi è <l'adozìone a figli, Spìrito, assicmc ad altri concetti 15,42-43; Fil 3,20'21; cfr. 2Cor za di Crislo con la potcnza dello
la gloria, le alleanze, la lcgìslazio srrettamente affini, come vita r 3,.1). Spjrito si attua (attraverso la fe-
ne, il culto c le pronesse) (Rm (2Cor 3,6), libertà (2cor 3,17) e 1.2.2 Lo Spitito - La gÌorili- de>- <secondo la ricchezza della
9.4) e iD Cristo qùeste promesse potenza (cli. lCor 2,4), formano Ia cazione di Cristo determina una sloria ldi Dio])) (El 3,16-17).
dell'alleanza, <non imporla quan- lnatrjce entro cui si colloca la glo- relazione con lo Spirilo Santo, che La glorìficazione della Chìesa si
le siano), hanùo il loro compi- a escaloÌogica rivelata ìo Cristo. ò nuova c non ha precedentì. rcallzza in particolare per il fatto
mcnto (il loro (sì))) ((per la gloria 1.2.1 La giustizia (ll vange- (L'ultimo Adamo divenne Spiri- che i credenti sono <conîormi al-
di Dio> (2cor 1,20). 1o dcLla glorìa di Cristo) (2cor 1o datore di vita, (lcor 15,,1i). In l'imrnagine del Figljo suo)) (Rm
La piùl densa concentrazioùe del ,1,4) è la rivclazìone della giustizia qùest'aflermazione, che è fonda- 8,29); l'ìmmagine gloriosa. detur-
vocabolarjo relativo alla gloria che di Dio (Rnl 1,17), una giustizia che ùlentale per capire la cristologia e pata e distorta universalmente in
trovjamo nelle leftere paoline (die porla alla gjustjficazione (Rm la pnelrmatologia di Paolo, l) si Adamo. viene ora restarÌrafa e
ci ricorrenze rra sostantivo e ver 3,21-26; cîr.2cor 5,21). Sulla cro- la riferimento allo Spjrito SaDto portata a1 suo compimento in Cri-
bo) è in 2cor 3,7- 11, dove si met- ce Cristo è <il Signore della glo- (cfr. lCor 2,l4- l5; Rm 8,l1; 2cor sLo e nella Chiesa. Quesra realtà
tono a confronto l'antica e La nuo ria> (lCor 2,8), poiché la sua rl1or- 3,6), e 2) la parola divenne è rlfe- è già in cammino (2cor 3.18 nel
va alleanza (2Cor 3,6), ponendo te è un saclificio propiziatorio lita alla risurrezione dì Cristo o, suo contesto): icredenti, (nello
la gloria come conune denomina- (Rm 3,25; vedi Espiazione, propi- pjù aÌnpiamente, alla sùa csalta- splendore del glorioso vangelo di
torc tra esse. Anche l'antica al- ziazione, espiatorio), una dimo- zione (conle indica lo sviluppo del Cristo che è ìmmagine di Dio)
leanza, con la sua <lettera) che strazione dell'amore di Dio (Rm ragionamento ne1 cap. l5). Per- (2Cor 21,.1), <contemplano [o (1i-
porta alla corldanna e alia morte, 5.E), che fa cessare la sua giusta tanlo (2cor 3,17) <il Signore [= flettonorl la gloria del Signorer,
è circonîusa cli gloria divina. N{a ira nei riguardi dei peccatori (Rm iL Crislo gloriîicato; cir. v. l8 e ossia Cristo (che è lo Spirito, 2Cor
la gloria della Legge, chc è inter l ,l8). zcor 4,4.61 è lo Spirito)) (= lo 3,17), (sono traslormati nella stes-
veùuta Lra la promessa e il suo La giustizia della gloria di Cri- Spirito Santo; cfr.2cor 3,6.8; ve- sa immagine di glorja in gloria)).
compìmento in visra del compi- sto, nascosta nella sua croce (1Cor r1l Spirito Santo). Questa equazio- Il Crìsto glorificato, in quanto
mento stesso (Gal 3,15-18), era 2,6-8), sj manilesta pienamente lÌe non fraintende o nega la distin- Spirito che dà la vìta, è la fonre
transjtoria (2cor 3,ll); è come se nclla sua risurrezione. Poiché egli zione personale tra Cristo e lo Spi- della glorificazione trasformarri,
I'antica alleanza non avesse pos- è stato (obbediente fino alla mor- rito; le reÌazìoni eterne e intraui- ce e progressiva della Chiesa (ve-
seduto alcuna gloria, a confroù1o te)). in corldizione di umiltà e di nitarìe resrano al dì fuori della dl Adamo e Cristo).
con La gloria sovracminente e sta- servitil, particolarmente accentua- prospettiva di queste afiermazio- Questa gloria attuale della Chie-
bile della nuova alleanza (2cor te dal latto che egli è <<di natura ni di Paolo (ìredl Dio). L'identiîi- sa, in modo paradossale e paral-
3,10- 1 1). divìnaD e (uguale a Dio> (ossia cazione qui è funzionale o escato- lelo all'esperienza del suo Signo-
I /or.r/ della nuova aÌleanza in
a parlecipa eternamente ed essen- logica, non ontologica; descrive re prima della risurrezione, è of-
Cristo è la rivelazìone ultima del- zialmente della gloria divina), (per ciò che nella storia è accaduto a fuscata da tribolazioni e avversi-
la gloria di Dio: è una gloria esca- questo slesso motivon (congiun- Cristo io quanto ((ultimo Adamot tà. La (partecipazione alle sue
rologica. Le sue dimensioni piir zione dio) Dio <l'ha esaltato) (Fil (1Cor 15,45). Con la sua glorifi- sofferenze> è la via attraverso cui
cornplele risultano chiare soprat- 2,6-9). Ricompensato con la vita cazione egli è stato talmente lra- i credenti sperjmenrano (la poren-
rùlto in 2cor 4,6 (dove si cita Gn per la sua morte, (gìùsdlicato nel- slormato dallo Spirito (Rm 1,4ì za della sua risurrezione) (Fil
1.3): come Dio ha detlo agLi inizil 10 Spjrito,... assùnto nella gloria> 8,11) ed è venulo in possesso del- 3,10; cfr. 2Cor 1,5); la condizio"
<Rifulga la Luce daÌle tcnebre>, (1Tm 3,16), (risuscitato dai mor- lo Spirìto in maniera così piena e ne di coloro che aspirano a essere
così egli concede aì credenti (la lu- ti per mezzo della gloria del Pa- permanente (Rm 8,9; 2cor 3,17) glorificati con Cristo consiste nel
ce della conosccnza della gloria di- dre) (Rm 6,4), l'umiliato Signore da formare ora con Io Spirito una <partecipare alle sùe sofferenze)
vina che rifulge sul volto dj Cri della gloria è divenuto ì1 Signorc cosa sola per quanto riguarda la (Rm 8,17). Paolo prega perché i
sto). La luce della gloria dì Cri glodficato della gloria (vedi Cri- \Lra attività di concedere la vita credentisiano rafforzati con ogni
sto corrisponde alla luce della stologia). cscatologica. energia <secondo la potenza del-
Glo.ia di Dio 818 Iì I9 Gnosi, gnosticismo

la glorìa ldi Dio]>, per essere (for- anche ora, nell'attesa, (sia glorì- dìpendenle dal Cristianesimo, di Ireneo, sono state confermate
ti pazienrì) (Col 1,11). La situa-
e ficato il noúe deÌ Signore nostro Non si è d'accordo tuttavia nel de- dalla scoperta di alcuni documenti
zione presente, in cui il rìnnova- Gesii Crislo in voi e voi in luì> tinire quando e come sia nato, gnostici originali a Nag Hamma-
mento dovuto alla gloria si lealiz- (2Ts I,l2). benché alcuni abbiano ientato re- di (Egitto). D'altra parte, però, le
za (interiormente> ma non ((esle- centemente di îar risalire le sue ra- fonti gnostiche che oggi possedia-
riormente)>, comporta dcl1e soffe Vedi dnche Adamo e Cristo; dici a qualche elemento margina- mo non contengono nulla che pos-
renze che sono (momentanee, e Creazione e nuova creazione; Cri- le del Giudaismo. Ma questa ipo- sa corrìspondere alle descrizioni
<leggere> in conlÌonto con la stologia; Dio; Escatologia; Imma- tesi deve spiegare come mai gli palristiche di uno gnosticìsmo dis-
<quantità smisurata ed eierna di gìne di Dio; Luce e tcncbra. gnostici abbiano assunto un atteg- soluto.
gloria> (2Cor 4,16-17; cfr. IùÌ giamento antigiudaico nel giudica- I padri della Chiesa sono una-
8,18; redl Afflizioni, prove, diî- tìfL Hegemann H., t1oxo, it1 EDNT. re 1'AT, per esempio definendo nimi nel vedere in Simone di Sa-
licoltà, tribolazioDe; Soffèrenza). \oÌ. l. pp. 34ó l,+r: KjlleL G., lorr, in Yhwh ùno stolto demiurgo. naria iÌ primo gnostico, benché la
,1.4 La gloria fulura Cristo,
CLNI,!ol.ll,coÌì. ll48 1358, 1370 l,+04j nostra fonte più antica, At 8, lo
Ne$man C C., Pdxl'i Glot!'Chlirolog!:
clìe abita nella Chiesa, ò (la spe Tftrdi!ian and Ithpîotì.,NTS ó9, E. J. Brjll, 1. LE FONTI I testi indiscùti Presenti Solo come un
ranza delÌa gloria) (Col 1,27). La Leidcn 1992; Schìier H., <Daxd, bei Pau- bilmente gnostici sono posterio.i ((mago)). Secondo le fonti''?48os,
poste-
glorificazionc dei credenti attende lut als heilsBes.hithtti.lltt lJelriÍJ, i Stu- aL ll sec. d.C. Quanti sostengono riori, Simone si sarebbe ritenuto
.l kÌu ùt Pd u I i tkr'ù n1 Con K rcss u s ln I etn.! t i o
la sua piena realizzazjonc al suo ri- n(lìs (:Qtholnlt\, AnBìb 1? 18, Ponriticio
uno gnosticismo precrisliano ri- un dio e avrebbe affermato che la
torno: (Quando si maniîesterà lstiruto Bibìico, Roma 1961, vol. l, !p. tengono ovviamente ch€ qrìesto sua compagna, prima dedita alla
.1r'j6i TurDcrR-, G/o/rard GbtÌfic.!îio, movimento esistesse anche prima prostituzione, fosse la reincarna-
C sto, la voslra vita, alÌora anche
À Chtistid tfaùls,T- & L Clark. Edin-
voi sarcle manìîesîati con lui nel_ e interpretano i testi del NT con- Tione di Elena di Troìa. Coloro
burgh 1980. pf. iE5 189.
la gloria> (Col 3,4). Allora Cristo, seguentemeùte. che tengono attendibile la descri-
(prinizia) dcl1a messe che si co- R. B. Gaffin .h. 1.1Le fonti patristiche Fino zione di Simone che ne fanio i Pa-
glie alla rìsur rezionc (1Cor a qualche îempo fa, gli studiosi di- dri pensano che gli Attì non cì for-
15,20.23), trasiormerà il corpo at pendevano completamente dalle niscano un quadro preciso della fi-
tuale e umile dei crcdenli (in con- GLORIA DI DIO: vedl Dio; descrizioni delLo gnosticismo che Bura di questo pcrsonaggio. Ma
(ìloria, glorificazionc sj lrovano nei padri della Chiesa. molti studiosi sono dell'opinjone
formità al suo corpo glorioso)) (Fil
3,20); (risuscitalì nella gLorìa)), Talvolta le fonti patristiche ci han- che i padri del1a Chiesa si siano
con ur't <corpo spiriluale) comc il GLOSSOLALIA: rerll Lingue no conservato alcùni brani degli sbasliati.
suo (lCor 15,,13-44), i credenli, scritti gnostici, ma per lo piu esse Secondo i padri della Chìesa,
che ora rivestono un corpo este sono di natura polemica. Le no- Simone ebbe un seguace samari-
riore, (porteranDo l' jmmagine del GNOSI. GNOSTICISMO stre fonti piii rjlevanti sono Giu- tano, dì nome Menandro, il qua-
lcristo] celeste) (iCor 15,49). stino martire di Samaria (morto le insegnava ad Antiochia di Siria
Questa rivelazione ullima e pale- So\r\1rR!) l l.e nr.li; l l Le lonri pa nel 165 d.C.), lreneo di Lione verso la fine deÌ I sec.; egli pro-
rririclrc; 1.2 l-e lonti djrcilc; 2. Lc dor- (morto verso il200 d.C.), Clemen- clamava che quanti avessero cre-
se della (ljbertà della gloria dei li r.inc g.o'li.lìe; 3. Lo enoslicisffo e ilco/-
gli di Dio> (Rm 8,21), avrà anche te Alessandrino (morto nel215 ca. duto in lui Íor sarebbero morti.
una linalità cosmica, poìché inclu- d.C.), Origene di Alessandria e ma il suo insegnamento perdette
cìerà la libertà di tulta quanta la (ìlj gùostici erano scguaci di va- Cesarea (moÍto neÌ 254 d.C.) ed ogni credibilità quando egli stes-
creazionc, in cui non si rispecchia ri movimenti reljgiosi che propo- Epifanio di Salamina di Cipro so morì. Un altro maestro in An-
alcuna inlmagine, c La cessazione nevano la salvezza attraverso la (morto nel 403 d.C.). tiochia, alf inizio del II sec., era
di ogni stato dj caducltà e di cor grò.í.r o (conoscenza), s'intende, Particolarmente importante è Saturnino, iÌ quale rireneva che il
rùzione (Rm 8,19 2l; vedl Escato delÌe proprie origini. Caratteristi- quanto riporta Ireneo di Lione, in redentore fosse il Cristo (incorpo-
logia). ca essenziale dello gnosticismo era un'op9ra che si è conservata in tra- reo)); egli professava cioè una con-
Il ritorno glorioso di Cristo si- il dualismo cosmologico, ossia duzione latina. l',4dve$us haere- cezione docetista del Cristo, che di
gnificherà ancbc per coloro chc un'opposizione lra il rrlondo spi- vs. I Philosophoumena di Ippo- fatto negava l'incarnazione (cfr.
non hanno creduto ulla (rovina rituale e quello cattivo e matcria- lito sono stati scoperti solo nel lGv 4,3).
elerna>. che consiste n€lla separa_ le. Contro lo gnosticismo polemiz- 1842. Clemente e Origene hanno In Asia Minore, neì primi anni
zione da lui e dalla <gloria della zarono ì padrì deLla Chiesa, che rnostrato una qualche simpatia del ll sec., era attivo Cerinto, i1
sua potenza) (2Ts 1,9). Quello sa- consÌdcrarono i diversi gruppi rerso le idee gnostiche. Benché quaÌe persava che Gesù fosse sem-
rà anche il (giorno) in cui cgLi ver gnostici come perversioni erelìche lipifanio abbia avuto dei contatti plìcemente un uomo sul quale il
rà detjnitivamente (pcr essere glo- del Cristianesimo. (liretti con gli gnostici egiziani, il Cristo era disceso come una co-
riiicato nei suoi santj)) (2Ts I,l0). Gli sludiosì moderni Ìilengono :uo Panarion, anche se ampio, lomba. Poiché il Cristo non pote-
Fino a quel momento la preghie- che lo gnosticismo fbsse un feno molto affidabile. Alcune af-
rron è va sofîrire, sì era allootanato da
ra dell'apostolo per la Chìesa ò che meno religioso che in parle era ìn- lcrmazioni dei Padri, e soprattutto Gesù prima della crocilissione. Un
Gnosi, gnosticismo 820 821 G osi, gnosticismo
che dai manoscritti la docìlmenta- famoso di quest'ultimo gruppo è mente gnostiche, sia perché sono
altro dei primi maesrri gnostici era
Basilide, al quale Ireneo attlibui- 7ior1e è costituita anche da testi \l Vangelo di Tomnaso, colr'po- di datazione incerta. Benché nel-
magici scritti su coppe (600 d.C.) sto probabilmente in Siria verso il la biblioteca di Nag Hammadi si
sce un sistema dualistico, ma lP
poljlo un sistema monistico. e da alcuni amuleti di Piombo, che 140 d.C.. che contiene I 14 detlì at- siano hovali dei testi ermetici, il
Uno gnostìco importante, an- possono risalire al III sec d.C. tribuiti a Gesir. Nel 1897 e nel 1904 Cotpus Hetmeticum nel sùo com-
che se atìpico, îu Nfarcione del Non vì sono però indizi che con- B. P. Grenfell e A. S. Hunt ave- plesso non è radicalmente duali-
Poùto (Turchia settentrionale), sentano di datale le origini del vano scoperlo a Ossirinco, in Egit- stico.
che inse8ùò a Roma dal 137 al l4'1 maùdeismo prima del II d.C to, dei detli non canonici o /ogia
d.C.. Egli contrappose il Dio del- Le fonli co7le.NeIXIX sec. fu- di Gesu; sappiamo ora che questi 2. LE DOTTRINE CNOSTICHE
rono pubblitati due codi.i gnostici papiri appartenevano a copie di un Non essendo vincolati da un'au-
I'AT a queÌlo del NT. Fu 1l Primo
a delinire un canone o una lista cupli, iL Codex Askewianus, che testo greco del Vangelo di Tom- toriià cenirale o da ùn canone
chiusa dei libli del NT, che com- contiene la P/s/ls So Phio, e il Co' scritturistico, gli gnostici hanno
orendeva anche un vangelo di Lu- dex Brùcianus, conLenente t Libri Alcuni studiosi, tra cui J. M. elaborato una quantità sconcer-
ca incomplero. Per luì Cesiì era di "/er: si trarta di dÌle opere gno- Robjnson e K. Rudolph, ritengo rante di teorie. Alla base di tutti
sollanto apparso: il suo corpo cra stiche abbastanza tardive. ll cop- no che i testi di Nag Hammadi ab- i sistemi chiaramente gnostici vi
un (fanlasma). Questo suo inse- to è la forma piu recente della lin- bìano conîermato la tesi di R. era un dualismo che contrappone-
gnamento docctista lu biasiÌnato '
gua egiziana ed è scritto quasi Bultmann dell'esistenza di uno va un Dio trascendente a un de-
completamente in lettere greche. gnostìcismo precrìstiano, accolto, miùrgo ignorante (che spesso era
asnramentc da Terrulliano. La
Chiesr di Martione ri diffuse in Una terza opera, il Codex Beroli- ma anche contestato, nel NT. Es- una caricatura di Yhwh dell'AT).
Egìtto, in Mesopotamia e in Ar- l?ers,s, bcnché acquistato nel XIX si si rifanno soprattutto all',,lpo In alcuni sistemi. la creazione del
menia. sec., fu pubbÌicato soltanto nel calisse di Adamo e alla Parafrasi mondo era jl îrutto dell'arrogan-
Il maestro gnostìco Piir famoso 1955: contiene un Vaneelo di Ma' di Sem, collocandole tra le opere za della Sopila (la Sapieùza), Ìna
l'ìr Valentino. chc da Alessandria /ia (Maddalena), tlra Soqhiu di gnostjche non cristiane di Nag la creazione della materia, inclu-
si lrasferì a Roma ncl 140 d.C Gesù, al\ Atti dí Pietrc e.un APo- Hammadi. Ma I'affermazione che so il corpo, era rjtenuta jntrinse-
Egli sosteùne una Pluralità di eo- criJo dí Cioranni, menzionalo da esse siano realmente opere non cri- camente caîtiva. Tùttavia, alcune
ni divini e divise l'umanirà in tre lreneo nel 180 d.C. stiane è stata lortemente critjcata; scintille della divinità erano rima-
classi: gli i/l.i o non credenti, im- Nel 1945 un nascondiglio che certamente non si presentano co- ste racchiuse nei corpi di alcuni in-
mersi nella natula c nelÌa carne, gli contcneva undici codicì copti e me composizioni precristiane. Del dividui pneumatici o spirituali, che
psic&rii, rcristicni cornuni che \i- orLalche frammenlo di altri due fu resto, G. W. MacRae, che soslie- ignoravano però la loro origine ce-
scoperto da alcuni contadini vici- ne uno gnosticismo precristiano, leste. ll Dio trascendente aveva in-
i er ano nella fede, e i Pneunqlrci.
ossia gli gnostici spirìtrÌali. I valen- no a Nag Hammadi, nell'Alto si trova costretto ad ammettere: viato un redentore (Cristo) che
tiniani che da lui dcÌivarono si di- Egirto, a 535 chilometri a sud del <E anche se in qualche caso abbia- aveva portato loro La salvezza nel-
visero iù duc scuoLe, una ilaliana Cairo. nelLa zona in cui il Nilo fa rno dej validi argomenti per rite- la forma di una grósl-r o (cono-
e l'altra orientaÌe. sul Problema un'aÍÌpia curva da occidenre a nere che le opere originali rappre- scenza) segreta. La maggior par-
oriente. Purtroppo, Però, alcuni sentare nella biblioteca ldi Nag re degli gnostici era docetista, poi-
del corpo di Cesù, ossia nel deîi
nire se fosse Psichico o Pneuùa!i fogb di papir o con alcune coper- Hammadil siano molto piir anti- ché riteneva che Crìsto non aves-
co- I maestri valentinìani più rile- rinc iurono bruciati in una stufa che delle copie che possediamo, se sofferto realmente e non si fosse
dopo che questo materiale fu Por" non siamo ancora in grado di de- jncarnato veramente, Gli gnostici
vantj îurono Toloneo, Eracleonc'
Teodoto e Nlarco ll Piu antico taLo nel villaggio dì al Qasr' La iinire con una certa sicurezza una speravano di poter fuggire dalla
commcntario noto su un libro del prima tradr.tzione di un trattato datazione precristianan. S. Petre- prigione del loro corpo al momen-
NT è quello che Eraclcone scrissc pro! enienle da questo blocco. ment ha posto in evidenza le de- to della morte e di attraversare le
sul vangelo di Giovanni !rcllo del VanRelo della lerilà,ti bolezze degli argomenti che si so- siere deì pianeti dei demòni ostili
1.2 Le fonti dirette Le Ío ti nubblicala nel 1956. DoPo molte no addotti per sostenere una da- per riunirsi a Dio. Naturalmente,
/r4rde€. Le comùnità mandee del- tonrplesse r icende. una lraduzlo- tazione precristiana dello gnosti- non avevano alcun motivo di cre-
I'lr3o meridioùale e dell'lran ru- nc inglese dei cinquantun trattatr cismo (cfr, Yamauchi; \'ediLelte- dere alla risurrezione del corpo.
,.locciientalc rappr escntano oggÌ le vide la luce nel 1917, soprattutto ratura paolina apocrifa; Paolo Poiché la salvezza non dipende-
Llnjche sopravvjvenze dello gnosti- a opera di J. M. Robinson nella tradizione della Chiesa pri- va dalla fede o dalle opere, ma
cismo. I loro testi. benché noti so La <bibliotcca di Nag Hamma- mitiva). dalla conoscenza della propria na-
da manoscrilli tardivj (del XVII di)), come si è chiamala questa Altre fonti. Altre fonti, come il tura, alcuni tra gli gnostici si ab-
10
raccolta. contiene testi di varia na Cotpus Hetmeticum,le Odidi Sa- bandonavano di proposito a un
c XVIII sec.), lùrono usati dagli
storici delle religioni e da R Bult- tùra: alcuni non gnostici, altri lomone, sitache, e I'Inno della comportamento dissoluto. carpo-
mànn Der ricostruile un pfesunto gnostici non clistiani e altri anco- petla restaío problematiche, sia crate, per esempio, esortava i suoi
gnosticismo Precrisliano. Oltre 12 sno\rici rristrcni. L'esempio piil Derché non sono inequivocabil- seguaci a commettere ogni sorta di
Gnosi, gnosticismo 822 823 Gnosi, gnoslicismo

peccati e suo figJio Epifanc inse mann 142) e i'accenno alle poten- cllenistica che trova il suo ambien- pato, oppure che veda in essa una
gnava che Ìa promiscuità era una zc di quesro mondo (Rm 8,38-39; te più adatto proprio nel contesto polemica coùlro un'eresia non
legge divina. Bultmann 220). Schmithals ha della missione)) (Horsley 48-49). gnostjca. trlohi studiosj sono del-
NIa la maggior parte degli gno- sLrpposto che glì avversari di Paolo Anche R. McL. wilson è giùnlo l'opinione che l'errorc deì Colos-
stici assunse un atteggiamento di in Galazia fossero degli gnostìci, a conclusioni simili: <A Corinto sesi non consista jn un'eresia gno-
profondo ascetismo nei confron- per la dubbia ragione che l'insi- non troviamo ancora lo gnosdcì- sdca o in un cuho misterico paga
ti del sesso e del matrimonio, ri- stenza di PaoÌo sul suo apostola- smo, ma Llna spccie di gróslst no. ma che sia da collegarsi a un
tenendo che la creazione della lo si fonderebbe su un concetlo di (wilson 112), ossia una tendenza misticismo gìudaico (per esenpio,
donna losse la fonte di ogni male aposloÌo che deriva dallo gnosti- che non è ancora giùnla a una sua Francis; vedi Colossesi, letîcra ai).
c che la procreazione dei figli ser- cismo (Schmithals l9'72, 13'64). formulazione sistematica. come EÉJirl. ,Alcuni hanno visto neÌ
visse solo a moltiplicare il nume Per molri studiosi è del tutto chia- awcrrà nel II sec. avanzalo (redl <muro di separazioner di El
ro delle anime irretite nel Potere ro che la lctteÌa ai Galati è diretta Corinzi, lettere aj). 2,14- t 6 lc potenze ostili chc si op
delle tenebre. Essi altendevano un contro i giudaizzanti. Bultmann e Fllrppesi. Schmithals ritiene che pongono all'ascesa dclle anime nel
tempo futuro nel qÌlale Le femmi- SchmithaLs, però, si trovano all'in- i libertiniconlro cui polemìzza plèrófla d|ioo (cfr. El 1,23; ve
ne sarebbero state trasformate in terno di un circolo ermeneutico Paolo (Fil 3,19) siano senz'allro di Pie\ezz.a\, secondo lo gnostici
maschi. che presuppone uno gnosticismo degli gnostjcj (Schmithals 1972, smo (per esempio, Schlicr 18-25).
Sappiamo poco sùl culto e la vi- precristiano, il quale si può dedur- 65-122). Altri pensano che l'inno Ma la spìegazione piir semplice sta
ta delle comuùilà gnostiche. ln re solo da fontj molto piu tardive. cristologico di FiÌ 2,6-ll si îondi neÌ vedcrvi un riferimento alla
moÌte delle loro sette alle donne Le letterc aí Coinzi. Poiché su un modello gnostjco (per esem- barriera che teneva lontani i paga-
era riservato un posto d'onore. ln Paolo parla di grdsis e di sophía pio, Bultmann 173,283-284; Kà- ni dai cortiliinterúi clel tempio di
linea generale gli gnostici interpre- nelle sue lettere ai Corinzi, la pos- semann). D'alLra parte, pcrò, Fil Cerusalemme (l"incoln 139-143;
ravano alcuni rìti, come cluello del sibiÌità di un'ambìentazione gno- 2,6-l I può essere inteso facilmente verli Elèsini, lelîera agli).
battesimo c dell'eùcaristia. comc stica risulterebbe qui quanto mai come un inno cristiano molto an- Le leîlere postarali. Pcr il fatto
simboli spirituali della gnosi. plaùsibile. E stato Schmithals a tico o come un esempio di linguag- chc lTm 6,20 si contrappone a
svjluppare in tutta la sua portata gio paolino enîatizzanre, che di una falsa g,'?ósir e 2Tm 2,18 pole-
3. LO GNOSTICISMO E IL la tesi che uno gnosticismo giudai- pende dalle immagini dcll'AT e,/o mizza contro quiìnti sostengono
(CORPUS) PAOLINO Ben- co caratterizzasse gli avversari di clalle tradizioni sapìcnziali gìudai- che Ìa risurrezione è già avveDu
ché non si posseggano testi gno- Paolo a Corinto. Una dellc prove che (redi Cristologia). Un coÌn ta, moLti hanno ritenuto che l'er-
stici anteriori al Cristianesimo, di maggior rilievo sarebbe I'anti- portamento libertino può londarsi rore contro cui si conìbatte nelle
molti studiosi (Robinson, Ru- tesi paolina tra p-ycftikos ((fisi- sú ùna concezione antjnomisla, letiere pastoralì sìa una forrna di
doLph) hanno pensato a un'origì- cor) e pneumotikos (<spirituale); pìuttosto che sullo gnoslicismo. ll gnosticismo. La llroibizjoùe del
ne precrìstiana dello gnosticismo. lCor 2,14-15; 15,44-46). Ma è del chiaro accenno di Paolo alla cir matrimonio e del mangiare le car-
Essi ritergono inohre dj poter tutlo anacroùistico Ìrsare delÌe di- concisione (Fil 3,2-3) rivela che i ni, avanzata dagli erelici (lTm
scorgere alcuni accennj allo gno- stìnzioni vaÌentiniane per capire la suoi avversari principali erano dei 4,3), vìenc jntesa corne una prova
sticismo nel N]', soprattulto negli termìnologia di Paolo (vedi Corin- giudaizzanLi o deì Giudei (tedl Fi- dell'ascetismo gnostico. Può dar-
scritti di Ciovanúi e di Paolo. FI. zi, lettere ai). ljppesi, lettera ai). si che nelle letterc pastolali si po-
Koester-. nella sua aulorevole in- Allrì studiosi sono dell'avviso Colosseii. Un buon nunero di leÌnizzi contro unà lorma incjpien
troduzione al NT, vcde un am- che non sia necessario vedere ne- studiosi. 1Ì a cui J. B. Liehtloot ncl te e rudimeùtale di gnosticisno,
biente gnostico dietro alÌe lettere gli avversa.i di Paolo degli gnosti- XIX sec., hanno pensato che l'e ma sarebbe anacronistico voler ve-
aì Corinzi, ai Fi1ìppesi, alLe Pasto- ci. R. A. Horsley ha cercalo dì il- resia di Colosse fosse una for- dere già nel1'cpoca del NT 10 gno
rali, ma non in quella ai Colosse- lustrare la (gnosi) degli awersa- ma di gnosticismo (per esempìo, sticismo pienamentc sviluppato
si. W. Schmìlhals trova degli gno- ri di l'aolo partendo dal Ciudai- tsornkamm). Alcuni escgeti han- dcl ll sec. I irnprobabile chc la
stici un po'ovunque nelle lettere smo ellcnistico, testimoniato da- no voluto spiegare jl (prinato di gros/s clelle leltere pastorali sia da
di Paolo, persino in Tessalonicesi glj scritti di Filone e dalla Sapien- Cristo)) di Col l,l8 ricorrendo al intendersi comc una conosccnza
e Galati (Schmithals 1972). za di Salomone, e úon quindi sul- la teoria della moltcplicilà degli che lendc a Liberare I'anima dalla
Galoti e Ronani. R. Bultmann la base delìo gnosticismo. Eglì eonj, una conccTione che si trova schiavitir del mondo Ílateriale, os
riteneva che molte idee gnostiche, conclùde cosìr <(Quello che Paolo sviluppata ncllo gnosticjsmo va sia una (conoscenza) in senso
ha di mira non è dunque ùn liber- lentiniano (Bultmann 475; Light- gnostico. Non vi è alcuna Prova
benché trasîormate, si dtrovasse
ro in Romani, per esempjo la ca- tinismo gnostico, ipotizzato da îoot 255-271). N'la, seguendo P. T. che ci si voglia riferire qui a una
dutà della crcazione (Rm 8,20-21; Reitzenstein, sviluppato ulterjor- O'Brien, si può bcnissimo trova- teoria d,:gLì eoni e dcgli arconti.
BultÍrann 172; tedi Caducità, mente da Schmilhals e ancora so- re una spiegazione della lclteÌa ai L'aîîermazione che la risurrezio
vuoto, vanità), l'esserc battezzati stenùto da alcÌrni esegeti, come Colossesi che non supponga un si ne sia già avvenuta dcriva proba-
rlel corpo di Crìsto (Rm 6,5; Bult- Barrett, ma una grosrs giudaico- stema gnostico pienanlcnle svilup- hiìmente da uù lraintendimento di
Gnosticismo 824 825 Cr^zia
quanto Paolo può aver insegnato, LiBhtloor J. lJ., Satt Parl\ Epis es to the GOVERNATORI: vedi Autori I. LA CiRAZIA DI DIO E DI
per esempio di qùello che si legge Colossisns aìd to Prllenor, \4icmìl]an,
London 1890'i LincoÌn A. T., E/res;arr,
tà civile; Imperatori romani; Prin- CRISTO ll co,'pui paolino
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aii Conoscenza e dono della cono-
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logia; Efesini, Ìettera agli; Elleni- Ndg Hannudi and the Ne|| Testdntent, i1 Questa seconda espressione si lro-
smo; Giudaizzanti; Interpreti di B. Alard (cd.), C,óe:r. tcJts.httJlJùt Hdns va, con una certa eleSanza, alla
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C., Mattitù ìn Cohtenporur! Vie$. n Se- SorvrrrARro - L La grazia di Dio c di cri'
dizìone della Chiesa primitiva; sro; 2. La grazia della salveT2a; 3. I doni dove forse rapprescnta un punto
.and Cent rr 6.1 (1987 l98E) l?9 l52i
Pienezza; ReligioDi greco-romane; O'Brien P. T., Cblo.rsiars, Phìleman,wBC deìla srazia: 4. La Brazia nelle lo.muÌe d'arrivo sìntctico che collega c,a
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Cros6, Harper & RoÈ, San franckco 1992i 1972; Sinronerri M., 7ìTlisnosîi.ì
^birgdon, ih lingua
identiîicazione sìa voluta da Pao-
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Col2r18. ìn F. O. F.ancis - W A Mcekr the Pasloral Episrles) and th? Carinrhiah
(edd.), Canflict /r Colosrdc, SDLSBS 4, grazia all'umanità, si lratta dì una dizione> di Eî 1,3'14 (redr'Bene-
Enî husìasn, il JSNT 31 (198?) 95 lZ; Wil
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Kiisenann I , ,1 Crhicsl Anabtsts o.l Phi the Propased Eritlence!, tsakcr, crand Ra- ìoto abituale neÌle lettere. ma an- Padre del nostro Signore Cesu
lÌpri.rr! 2rJ l/, iù R. W. Fùnk (ed.). Cod !ids 1981 (rn,.). che in questo caso il termine sem- Cristo). che ha (bencclctto) (gr.
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pp.,{5 88; Kocfer H., ftrbduttion ro the È. M. Yamauchi bra assumere un'ulteriore conno eulogcsas) grandernenle i credcn
Ne'| Testanent II: Histat! and LileruÌure tazjone teologica. Quando claris ti in Cristo (El l,3). ln sostanza,
a.f E a t U C h tìs r id ni ry, F ot tress, Philadcl!hia ha per soggetto gli uomini, si ri lodare la sua grazia gloriosa sìgn!
1982i Kovacs J. L.. The Archon!, the Spi
rit dnd the Death ol Chtist: Do We Need GNOSTICISMO: redi Gnosi, lerisce talvolta a un ringraziamen- lica lodare Dio. Un certo numcro
the Hlpathesìs af Cnasîic Opponents 10 grloslicismo; Letteratura paolina ro (rivolto a Dio), a una raccolta di testi usano cramt per esprime-
E-tplain lcat.2.ó /ó?, in J. \'larcus - N4. apocrifa; Oppositori di Paolo; di olferle (che si richiama alla gra- re la rìsposta uùrana di immensa
L. Soards (€dd.),,apó.!/r,pttu a d îhe Ne|| zia divina) o alle parole di bene- gratitudiùe, che sj traduce in rin-
fendment, JSO'I, Sheltield 1989, p!. Paolo nella tradizione della Chie-
2r7'236; I-rylon 8., The Cnaslìc S.tiptu- sa prinitiva volenza o di incoraggiamenlo che graziamento a Dio (per esempio,
res, DoùbÌeday, Carden ciry (NY) l98li si rivolgono ad altrì. lCor 15,5?). Tah'oÌta è la nÌenzio-
Grazi^ 826 827 Grazia

ne della grazia divina nel contesto Ma sostanzialmente (grazia> si ri- disciplinato e santo, nelÌ'attesa 12.,1-5; re./i Corpo di Cristo). In
im ediatamente precedente a pro- ferisce a uù evento di capitale im- della manilestazione del loro gran- un'ottjca leggermcnle diversa, nel
vocare l'espressìone riconoscente pottanza, I' azio ne escotolo gica dr de Dio e salvatore Gesù Cristo (Tt richiamare all'(unilà clello Spirì-
della clans umana (ossia del rin Dio in Gesù Cristo (così Bullmann 2,12-13). La graliludine Per la ro> (Ef ,1,3) c del corpo (Ef 4,4-6),
grazianento) nei confronti di Dio 274), come la si sperimenta nel do- a,4allsdivina deve motivare una l-i chais c darca (ul1 allro tcrmine
(per esempio, Rm 6,1,1.15.17; no (dórea/dÒreon) teale della giu- sposta che sia (zelante nclle buo- che indica (dono>) ìntroducono
2cor 9,14.15). Col 3,16 propone stificazione escalologica, che si ne opere)) (Tt 2,14). (Ef 4,7) il passo piu specifico e ri
quelÌo che dovrcbbe essere I'idea- manifesta nella grazia divina e di Scriverìdo ai Corinzi, Paolo ri- levante delÌa letleralura paolina
le, ossia che che un canto di ((gra- cui si diventa partecipi mediante corda la grazia di f)ìo concessa al- sui dori spirjtualì (Lf ,1,7-11).
titudiner (gr. en chariîù aDio ac- la fede (Rm 3,24;,1,4-5.16). I cre- le Chiese della Macedonia, le qua- Spesso Paolo parla del suo do-
compagnj tutto ciò che i Colosse- denti continuano a percepire que- li. nonostante la loro povertà, so- no personale dell'apostolalo (Ye-
si compiono <in parole e opere> sta grazia nell'opera continua di no state indotte dalla grazia a ver- di Apostolo) e dei cornpitì che vi
(Col 3,17). La srupefacente real- santiîicazione che si realizza nel- sare le loÌo olferte a favore dei sono collegali, in relazione alla
tà della crar"is divina richiede una la loro vira (Rm 5,2.21; 6,1.14.15). santi cli Gerusalemmc (2Cor <grazia> che è implicita in qLtesto
rìsposta pìena di tinoloso e rive- PaoLo stcsso ha fatto uù'espe- E,l-4). I Corinzi, che patìmcnti genere di vocazione. Sullo slondo
rente ossequio da parte della cra rienza unica e del tutto personale hanno ricevuto la grazia di Dio della controversia sorta ìn Gala-
rl^s umana. . della grazia divina, sopportando con iloro doni spirituali (sembra zia, Paolo parla della (grazia)) a
Ìa debolezza di una lunga soffe- che 2cor 8.1 si riferisca anche ai lui conlerita (Gal2,9). Allrovc egli
2, LA GRAZIA DELLA SAL- renza provocatagli dalla <spina loro charìsnata) e che hanno co- usa lo sresso Ìinguaggio rilerendosi
VEZZA La concezione paoli- nella carne)) (2cor 12,7.9). Anche nosciuto ùn modello di grazia iù al suo compito apostolico, confe
na delìa grazia si liassume eîfica- qui, come altrove, Paolo usa ìl ter- ciò che ha lalto i] loro Signore Ce- rito€:lì per grazia, di essere un sa-
cemente nelle parole di Ef 2,5: mine grazia in lunzione sinonima su Crisro (2Clor 8,9), sono invjta- cerdole o un rninistro al servizio
(Per grazia sjete stati salvati). o sostitutjva di poteDza divina (d"v- tì a rispondere con un'analoga del vangclo, perché l'olfcrta dei
Conzelmann ha certamente ragio- namis; cfî. Rm 5,20-21) e talvol- opcra generosa (el? tIule lè chari pagani divenga un'oblazione gra-
ne nel concludere: <ln Paolo cra- ta sembra usarlo anche in corre- ll, (in questa grazia),2cor 8,7). dita (Rm 15,15-16). Oppu|e egli
/rs ò il
concetto centrale, quello lazione con 1o Spirito dì Dìo (cfr. Essi devono darc allúaziorle Pra- parla di sé come un (sapiente ar
che esprime al meglio il suo Ìt'to Rm 6,14 c Cal 5,18; cfr. Bultmann lica a un loro precedentc impegno chite[o) (]Cor 3,10), come un
do di intcndere I'evento della sal- 21 6-2'7'7 | Dt\ní 203) . di venire in aiuto alla Chiesa di veicolo della ri\'elazione divina (El
vezzar (Conzelmann 581). Per Una salvezza così benevola e Gerusalerlme in uù momento dì 3,2), comc servo e predicatorc del
Paolo però la grazia non è un at- gratuita potrebbe venire fraintesa, bisogno (lCor 16,1; vedi Colletta vangelo ai pagani (El 3,7-8).
teggiamento o una caratteristica di come se incoraggiasse il crisliano per ìsanti).
Dio, che prima si sarebbe mante- a continuare a vivere nel peccato 4. LA GRAZIA NELÌ-E FOR-
nuta segreta, come se eglj fosse (Rm 6,1), ma a questo l'apostolo ]. I DONI DEI-I-A GRAZIA MULE Dl SALUTO Tutte
stato conoscir.lto solo come un Dìo si oppone vigorosameÍte ($. mè La letteralùra paolioa sviluppa f i cluanle lc leltere Paoline usano
irato. <Grazia)) manifesta invece gel?ollo, (è assurdo!))): coloro che dea dei donì spirituali Partcndo crdla nel loro salulo ìniziale e co-
(tu1to quanto I'agÌie generoso di sono morti al peccato non posso- sopaattullo dal concetto di c/],/fi me parle del normalc e formale
Dio> (Dunn, 202; cfr. Bultmann no piìr continuare a vivere in esso srla. un termine che significa <una prologo epistolare (rerli Leltere,
273-275), che rispecchia la narura (Rn 6,2). È vero proprìo il con- grazia di cui si è dotali PersonaL lorme epìsroÌari). E così pure tLlt-
generosa di Dio nella sua globa- trario: mentre le opere della Leg- merlte), e che è scmpre concrela 1e, senza alcuna eccezìonc, conten-
lità. ge (Cal2,16; vedi Opere della Leg- nelìe sue manifestazioni (Esscr gono c/r4l/s nella Ìoro benedjzio
Per Paolo la grazia di Dio rac- ge) non hanno alcuna funzione l2l: vedl Donì dello Spjrilo) Tal ne conclusiva (pcr esenlpio, Rm
chiude un orizzonte molto ampio, lella giustificazione, che è solo voÌta si usa però anclÌc crdl/"t, for 16,20: (La grazia del Signore no
che risale al disegno di elezione lrurto delìa grazia (Ei 2,8-9), le se per sottoliùeare la fonte della stro Gesir Cristo sja con voi))
prima della creazione del mondo buone opere devono costìtuire la grazia divina, chc concedc questi Qlresto uso unifotmc è stato stu
(Ef 1,3-6; ,edl Elezione e prede- caratteristica îondamentale di una doni e mette in gtado di liceverli. diato da T. Y. l\'lullins e altri co-
stinazione) e comprende la sua vita di gratitudine, la quale deve In Rm 12,6 ci4r'15 viene usato me se losse un elelnento dello sli
scelta di un resto d'lsraele (Rm contraddistinguere coloro che so- assieme a al4lij/r.r Per Porre in 1e epistolare lÌeotestamentario
11,5-6i redi Israele). Essa include no stati salvati dalla grazia di Dio cvidenza la gratÌlità dei diversi do- Sembra che Paolo, adotlando
l'offerta concreta del messaggio (El2,1O). La charis di Dio che si ni spìrituali che Dio ha concesso ardll.t per esprimere i suoi saluti,
del vangelo, che Paolo in 2Cor è manifestata nella salvezza (Tt (Rm 12,6-8). ln questo senso l!es- abbia sostituito iL termine elleni-
4.15 chiama cralls in luogo di 2,11) prodùce come ulteriore ef- scre doiatj di vari(r./rismat1 (Rr\1 stico usùale, crail ei, ((<salutiD),
euangelion (<vangelo>) o in Co1 fetto que1lo di educare (gr. pa! 12,6) deve tendere a formarc l'u con una parola carica di significa-
1,5-6 usa come suo eqùivalente. dero) i credenti a uno stile di vita nità dcl corpo di Crislo (Rrn to teologìco.
Guarigione, malrtlia 828 829 Guarigione, malatlia
Le trentasei volte in cui compa Vedí anche: Aiuto finanziario; giamento positivo di Paolo net tavia, Rm 1,18-32 e lCor l0,l l4
1e queslo uso sono abbastanza ri- Benedizione, dossologia, riìlgra- confronti deÌ1a professione del mostrano che Paolo credeva in lì-
levanti daÌ lalo slatistico, tanto da ziamento; Colletta per i santi; Do- rnedico (c1ì. Sir 38,1-15). nea generale al prìncìpio secondo
poter jndurre a pensare che si tÌatti ni dello Spirjto; Misericordia; Per- cui Ia malattia è causata qualche
di un accorgimento stìlislico; 1ut- dono; Spirito Santo. 1. LA MALATTIA COI\{E GIU. voÌta dal peccato.
tavia sembra che vi si possa vede- DIZIO - ln lCor I1,30 Paolo at-
re quaÌcosa di piir di un scmplice BrFr Bnlrmann R., Teabgid del Nuow trjbuisce la (debolezza> (d,r1re 2. LA MALATTIA COVIE NÍES
îenomeno di stile. Per intcndere Zcsrrrdrro, Biblioleca di reoloCia conlem ,4eia), la <malattia) (arrAstosf r'el SAGGERO DI SATANA In
po.anea.16, Qucrinilna, Brescia 1985t Con
corÌettamente questo dalo si può zeìÌnann I l., i la.is €.r., in GINI, vol. XV, NT in Mt 14,14 e par. Nlc 6,5.13; 2Cor 12.7 Paolo aîîcrma che una
lare un coùfronto tra I'uso di cfta- coll.581 590iDuDD J. D. G., Jestlt and the ll6,l8l; lCor 11,30) e anche la spiÌla nella caine, un Ìnessaggero
/ù ne1Ìe introduzjoni e rluello ne1- Srril, Wcsrmúrer, PhìÌadeÌphja 1975, pp motte (koì nao, <addormentarsi), di Satana, gli è slato dato per
le conclusìoni: lnentre tuttc lc let- 202 205i Esser H.-H., C.a.!, ìn.\1t Ir,
vol 2, pp. 115 124t lisllet F ., I,aul utld Hìs cfr. lCor 7,39; vedl Vita e mor schialîeggiarLo, perché non mon-
tere uniscono assjeme (grazia)) e Iea.lirgr, Broadrnan. NashvìlLc 1974, pp. te), che serpeggiano tra i cristiani tasse in superbia pel la grandezza
(pace)) (per esempio, Rm 1,7; E5 l02iMànson W., C,rre m /re NI, ù W. di Corinto, a un giudizio di Dio delle rìvelazionì a lùi concesse (re-
lCor 1,3) nelle introduzioni (an T. WhirÌey ied.), 1'tu Dadiùe e/ Grqce. per gli abusi che si verificano du- di Visioni, cspcricnza cstatica).
che se lTm 1,2 e 2Tm 1,2 inseri- SCNI, Londor 1932i Miuon C. L., Cra.e,
rante la Cena del Signore (!edi Ce Si è discusso a lungo suÌla na
.in 1DB, vol.2, Fp.4ó4 ,16rr l,Iollar J., c/d-
scono (mìserìcor dia)) tra <grazia) rc in lhe NT. Lo -r & Snìrb, New York na del Signore, eùcaristia). tura di questa spjna (ikolops). A
e (pace)), nelle conclLlsioni si tro 1932i lvùlìins I. \., Grcetì118 as a NT Paolo norl pensa a un efletto partire da Giovanni Crisostomo
va soLo <-qrazia). Ciò potrebbe di- Fom. i^ JRL 8l 11968) 418-426i Sùìirh C. magico del pane e del calice, né (Commenlo alla.teconda letlera ai
pendere semplicemente dallo stile R., The Bìble Dottrìhe of C/r&?, Lpwofh,
l-ondon 1956: Wcucr G.I,., Crzra, Rrand vuole insinuare che La malattia sia Corinzí 26.2) si è pensato che es
paolino, ma potrebbe trattarsi an- srclrcr, LcìDzie l9ll i Wjnklet R.. Dìc Gna' dovuta a potenze demoniache (ve- sa sia da intendersi come una sc-
che di ùn'ampia inclusíone. L'u- de itn Neuen TesîanP t, iil ZST tA ()933) di Demòni ed esorcismo), anche se rie di persecùzioni di cùi Paolo è
so costante dell'arlicolo, (/d gra- 642 680.
dice che I'alternativa al bere il ca- stato oggetto, tra clri quella da
zia), nelÌe conclusion:, (gt. hc cha, A. B. Lutet h. lice del Signore è il bere il calice parte cleì suoì nemici di Corinto.
ns) potrebbe conîermare che que dej demòni (1Cor 10,21). Ir un te- Infattì, la spìna viene definìta co-
sta è aùche I'intenzìone di Paolo. sro in cui crea un gioco di paroLe me un <messaggero)) o (angelo)
In sostanza, in sintonia con la no- GUARIGIONE, MALATTIA basandosi sulla radice del verbo (dngelos,2cot 12,7) di Satana, e
ta dominante della teoÌogia pao giudícare (ktin-), egli aflerma che ciò può indicare una persona o Lln
lìna (cfr. sopra), le lettere paoline se non si riconosce (diakrinó) 1l gruppo (c1r. Satana (angelo di lu-
SoNr L l-a nalaltia comc ejùdizioi
iniziano e terminano tutte facen- ^Rh
2. la ùalallia comcmcssiìss€ro diSata- corpo e il sangue del Signore, sì ce)) in 2cor I1,14), c (schiaffcg-
do risuonare una nota di grazia. nat 3. La Inal.Ìtria comc deìroÌezza, ma provoca il giudizìo d \vino (kima, gtarett (kolaphizó,2cor 12,7) è un
Norèi probabìLe che I'apostolo arche comc occasìone opportuna;4. La
guarisionc; ,1 t I doni della gua.igione;
lCor 11,29). Il comportamento gesto compiuto da una pcrsona.
volesse che tutti i suoi scritti îos- ,1.2 Paolo come guaritore: 4.3 La euaí dei Corinzi. mosso da desiderio di lnoltre, il contesto è quello della
sero recepiti entro il quadro onni eìone degÌiindemonjatìì4.4 Gli Aui de avidità e da spirito di divisione polemica di Paolo con ì suoi av-
comprensivo della grazia divina, (lcor 11,18-19), è come un di- versari(2cor 10-13) c sj può ricor-
dall'inizio alla fine. sprezzo della crocilissione. Per- dare che Nm 33,55 (LXX) usa
Inoltre, nel contesto di Col4,6, L'apostolo PaoÌo considera la tanto, quando i Corinzi si raduùa- l'immagine della spina per indica-
dove si parla della piedicazione del debolezza, la malattia e le altre tr; no jnsieme, non mangiano la Ce- re i nemici di lsraclc. D'altra par-
vangelo, Paolo esorta a presenta- bolazionj come un retaggio della ùa del Signore né annunziano j be- te, però, quesLa spina potrebbe es-
re la parola del vangelo con sen- natura decaduta (2cor 4,17), del- nefici della sua morte (1Cor sere stala data a Paolo piir o me-
sibilità e con grazia (en choriÍi).In la sua soîferenza in quanto servo 1 1,20.26), Al contrario, si rìvela- no all'cpoca delle sue visioni e del
Ef 4,29 si legge che le parole che di Cristo (2Cor 11,23-12,10), che no colpevoli e pronunciano su di le sue rivelazioni, quando non do-
i cristiani si comunicano tra loro lo spinge a predicare ì1 vangelo sé la propria condanna (cfr. Eb veva ancora far lronte aì suoi av-
devono servire alla necessaria edi- (Gal ,1,13-14), e inîine come un 10,29). Il giudizio che si manife- vetsari. I-'accenno a un messagge-
ficazione (gr. oikodomc), perché messaggero di Satana (2cor 12,7). sta con la malattia è considerato ro o angelo di Satana non senbra
possaÌlo giovare (lelleraLmente La malattia è vista perciò come un [na correTione salutare. in modo dunque rìlerirsi a un gruppo di av-
(per dare grazia), ossia i benefici giudizio o un castigo dì Dio dovu- che i credenti non vengaoo piil versari; in 2cor 11,14 15 questi ul
spirituali) a coloro che le ascolta to al peccato (lcor \1,27-32), an- condannati (katokríno) con tI iimi sono Satànà e isuoì servì sot-
no. ln ambedue i casi, questo at- che se Paolo non applica mai que- rlondo (cfr. Eb 12,9- I l). to ialse sembianze (diako aù, e
teggianento di benevolenza va in- sta interpretazione alla propria Non si può dire che Paolo col- non lanlo i suoi messaggeri.
teso come un rìflesso della grazia malattia o alla propria sofferen- lcghì sempre la malattia e la mor- Un'altra interpretazione, che ri-
divina. za. La ùenzione di Luca, il (caro le con gli abusi che si verificano sale al N4etlioevo, è che la spina
medìco) (Col 4,14), rivela l'atteg- durante la Cena del Signore. Tut- rappresentj ogni genere di tenla
Guarigione, malattia 830 831 Guarigi0ne, malaftia
zioni (così anche Calvino), e in rompa la missione inflessibile di la vista di Paolo iosse piuttosto Ìe guarìgioni) (chaùstúata iama-
particolare queÌle a carattere ses- Paolo. debole. Segucndo però I'antica /ar), nelle sue liste dci donì dello
suale. Ma essa non tiene conto del Se PaoÌo ha inteso la spina nel- credenza che gli occhi fossero 1'or- Spirito (lCor 12,9.28.30; NediDo
la lista delle tribolazioni e delle de la carne come r.rn disturbo fisico garo più delicato e prezioso del ni dello Spirito).
bolezze (vedi Afflizioni, prove, (e in talsenso.rary, (carne), si ri corpo (Dt 32,10; Sal l'7,8; Barn. Dopo aver introdotto il tema
difficoltà, tribolazione) elencate in ferirebbe al corpo fisico), ìn que- 19.9) e che il ca!arsi gli occhi fos- dei chatistllota ({doni)), lCor
2cot 11,23-29 e 12,10 e si londa sto passo egli ha espresso alcune se ìln atto di estrema dedizione 12,4) e aver affermato che a cìa-
su una concezione troppo rislret- sue concezioni sulla rnalattia e la (1Sam 1l,2), sopratlÌrtto come scuno è data uoa manilèslazio-
ta del termine (carne>. Del resto, guarigione. Aizitutto, la malartia prova di amicizia (Luciano, Srl ne partìcolarc dello Spirito (lCor
in lcor 7,? si alferma implicita lo ha umiliaro, impedendogli di di- I'amicizia 40-41), Paolo vuol dìre 12,7), egli ripele il lermine cft4li
mente che Paolo non ha lottato ventare vanitoso. ln secondo luo- iemplicemente che i Galati erano s/rdld (al plurale) parlando dclla
contro tentazioni di tipo sessuale go, la malattia è un messaggero di disposti a dare i propri occhi, co' guarigione c dice che ogni ildivi
(vedi Sessualirà, morale sessuale). Satana che provoca dolore e umi- me noi diremmo che siamo pron- duo (a//o.r-, al singolare) riceve i
La maggior parte degli esegeti, liazione. Terzo, l'uso del passivo a dare (il braccìo destro> per url
ti doni delle gùarigioni (al pluralc,
a cominciare da Tertulliano lDe edot hé (<è stafo dato,r, 2cot 12,'7) amico. cfr. lCor I2,28.30). Qui Paolo po
pudiciîia), ritengono che la spina allude velatameúte al fatto che la ll farto che i Galati (la lezio- trebbe voleÌ soltolineare che una
sia una sorta di malattia fisica. A malattia è stata data da Dio. Pao- re hymòn, (vostrar, e non ,7or, persona non possiede intrinscca-
favore di questa ipotesi sta la me- Ìo risolve questo paradosso dicen- <mia)), è la piir attestata) fossero mente jl potere di glLalire, ma lo
tafora della spina, la connessione do che la grazia del Signore gli è tentati di disprezzare o di trascu' può ricevcrc comc un carisma il1
îra manilestazioni demoniache e stata sùfficiente, anche se non è rare la condizione di Paolo (Cal particolari e di\erse circostanze.
malattia. sostenuta nell'antichità, stata esaudita la sÌla triplice richie- 4,14) è stato intcso coúe se essi ve- Poiché non parla di guaritori a
e la struttura del testo di 2cor sta che la spina si allontanasse da dessero nella sua malattia un pos- tcmpo pieno e menziona il dono
12,7-10, che imita le nanazioni dei lui. Perciò, in quarto luogo, Pao- sesso demonìaco. Cone dice il della guarigione solo parlando dci
miracoli di guarigione. 10 non afferma che la malattia contesto, però, i Galati erano ten- doni conccssi a una conunità lo
Poiché sono scarsi i dati in pro- debba essere sempre guarita da tati di riiiutare Paolo perché la sùa cale di credenti, Paolo non pensa
posito, alcuni non tentano neppu- Dio, e dice anzi che la debolezza malattia non si concilìava bene a guaritorj itineranti.
re di diagnosticare il genere di ma- che resta in lui rende ancora più con i miracoli che egli aveva com- 4.2 Paolo comc guaritore
lattia. Altri hanno pensalo all'e- evidente il potere di Cristo sulla piuto (GaÌ 3,5). La Dalatlia ali Poche voltc Paolo dice diretla-
pilessia (derivante dall'esperienza sua vita, iìno al punto che egli può Paolo non era così grave da do- mente dì essere un guaritorc (cfr.
della conversione; r,edl Conversio- vantarsi delle sue debolezze (zcot ver essere inclusa nell'elenco dcl- Cal 3,5). Tuttavja si poLrebbe in
ne e chiamata di Paolo), all'iste- 12,9- 10). le prove di 2cor | 1.24-2'7 e a\eva tendere che l'espressionc tradizio-
ria, all'emicrania, a una depressio- consentito a Paolo di iniziare la nale da lui usata per descrivere la
ne, a una grave forma di sciatica, 3, LA MALATTIA COME DE- sua predicazione tra i Galati, che propria opera, <segni e prodigi>
a reumatismi, a una qualche for- BOLEZZA. MA ANCHE COME lo avevano ricevuto come Cristo (saneia kai Íetata, Rm 15,18-19;
ma di sordità, alla lebbra, alla bal- OCCASIONE OPPORTUNA (Gal 4,14). Pertanto, anche la ma- 2cor 12,l2: cfr. 2Ts 2,9), includa
buzie e alla rctinite solare (un'in- In Gal4,l3 Paolo parla espÌicita- lattia diventa un'occasione oppor- anchc le guarigioni (c1i. per esem-
fiammazione della retina causata mente dj un suo Spossamento o tuna per predicare il vangelo. pio Gv 4,48;At 2,22;5,12). Ricor-
dalla luce abbagliante da cui Pao- malattia fìsica (aslreneian tes sat- dando però i miracoli dell'esodo
lo era stato investilo al momento kos) che 1o ha colpito. Se si pensa 4. LA GUARIGIONE Paolo (cfr. Es 7,3; Dt 6,22;'1,19l' 26,8)
della sua conversione). Lightfoot che questo testo sia alline a 2Cor non si esprime in toni trjonfalistj- e collegando i1 (poterc, ldtnanís\
si è rilerìto a Cal4,13.14 (cii. sot- 12,7, è logico concludere che si al- ci neì confronti della malatlia e con ì propri <segni e prodigi>,
to, 3) per interpretare la spina co- luda alla medesima malattia (cft. della gùarigione, anche se è coiì Paolo sotlolinea che è Dio 1'autore
me un disturbo oftalmico. Si è ac- sopra,2). Altri invece considera- vinto che nulla può separare una delle sue guarigiolii. Nella prospet-
colta spesso l'opinione di Ramsey, no i due passi indipendenti, facen- persona dall'amore di Dio (Rm riva di Paolo questi segnie prodi-
secondo cui Paolo avrebbe con- do notare che in realtà essi hanno 8,35-39) e che uno dei modi con gi, assieme al suo messaggio, so-
tratto in Panfilia una febbre ma- in comunc soltanto il termine cui si manifesta la presenza dello no opera di Cristo, chc agisce at-
larica periodica, poiché questa <carne> (.sar.r). Spirito Santo è il dono della gua Lraverso di lui, qualificaÌldolo co
spicgazione tiene conto del fatto L'affermazione di Paolo che i rigione. mc apostolo e conlribuendo a lar-
che la spina e Lrna malattia fisica Galati si sarebbero cavati gl; oc- 4.1 I doni deìla guarigione - gli ottenere l'obbedienza dei pa-
che si awerte in continuazione o chi per darglÌeli (GaÌ4,15) e il fat- I-'unica volta in cui Paolo parla gani.
spesso come qualcosa che percÙo- to che il poscritto sia vergato di espressamente della guarigione 4,3 La guarigione degli indemo-
te (2cor 12,7, kolaphizé, al pre sua mano in grossi caratteri (Gal dalla malattia si ha quando egli fa niali Nelle lettere autentica-
sente) e prostra, bcnché non inter- 6,11), ha portato a concludere che menzione dei doni, o (carismi del- mcnte paoline si menzionano i de-
Guarigionc, maìattia 832
Ìnòni solo in lCor 10,20-21 (cfr.

HI
po di Paolo ed erano portati ai
lTm 4,1) come se fossero divini malaii: le malattie cessavano e glj
tà venerate dai pagani (ledi tdo- spiiiti cattìvi fuggivano. ln At
lalria). l\,la diversamente da quan- 20,7-12 Paolo risuscira Eutico dai
to avviene nel mondo greco con- morti, dopo essersi geltato su di
temporaneo (yedl Ellenismo), lui e averlo abbracciato. E anche
Paolo non attribuisce le tribolazio- Paolo stesso lu guarito dal mor-
ni elencate in 2cor 11.24-27 ai de so dì ùna vipera velenosa, secon-
mòni o agLi spiriti cattivi. Solo in do Ar 28,1-6, Egli inoltre impose
2Cor 2,'7 (cfr. sopra, 2) è proba- Ìe mani e pregò con successo per
bile che egli attribuisca diretta- il padre di Publio (che era il <pri-
mente alla malattia una causa de- mo cittadino)) dell'isola di Malra),
moniaca. Una buona parte di il quale era costretto a letto, col-
quanto Paolo pensa sugli spiriti pito da lebbri e da dissenreria; per sù nel cielo oé dì quanlo e quag-
cattivi è collegata alla sua conce- questo fafio (anche gli altri isolani giù sulla terra)) (Es 20,3-4; Dt
zione dei principati e delle potesrà. che avevano malattie accorrevano HA LAXA H : ì'e,.11 Anlilìo'f e,iîà 5,7 8). I loro vicini pagani, però,
Si porrebbe pensare che Paolo ' e venivano sanati) (At 28,9). Lu- mento in Paolo; Giudeo, Paolo veneravano molti dèi e si coslrui
dovesse includere anche I'esorci- ca conferma perciò che 1'attivita come vano delle raffigurazionì materialì
smo ta t charismatd ((doni)). Il di Paolo come guaritore costitui- cli queste divinità, che spesso si dì-
c ha tisma delle <<opere prodigiose> sce part€ integrante della sua ope- slinguevano tra loro solo per l'em
(e erg.m.tta dynameÒn, lcoî ia mtsstonatla. IDOLATRIA bÌema che contrassegnava ognuna
12,10) potrebbe includere il pote- di cssc (clr. Cn 31,19.3,1; Nm
re di scacciare i demònì. Questi Vedi anche: Afflizioni, prove, SoriMARro 1. L'idolatria c I'AT:2. L'i 33,52; Dt 29,17). ln Egifto e in
charismata sono però per I'utilità difficoltà, triboÌazione; Debolez- dolatria nell'arnbiente me.lirerareo deÌ Mesopolamia, ma forse anche in
comune (lCor 12,7; yedl Corpo dì za; Demòni ed esorcismo; Doni Ì sec.: L llcorDporaùrcnro di Paolo ici Canaan, coloro che veneravano le
Cristo). Poiché Paolo vede tutti gli coDtronti dclf idolatria. divinità ritene!aùo che le imma-
dello Spirito; Oppositori di Pao-
uomini in relazione a Satana o a loi Satana, diavolo; Segni e mira- gini cultuali partecìpassero della
Cristo (2cor 6,14-15; cfr. Gaì L'idolatria, termine clle tradù-
coli; Sofferenza; Visioni, esperien- slessa realtà del dio che veniva
ce i1 greco eidÒlolaÍria (letteral
5,16-26), e i cristiani sono effetti- za estatica. rappresenlato, in quanto la pre-
mente: (culto deglj eiddla, idoli,
vamente passati da Satana a Cri-
immagini>), ìndica un lenomeno
senza, il polere e la personalità
sto (Col 1,13), sarebbe inconcepi- BrB'. ... AlexaDder W. N1., St. Paul's In- della divinità in qualche modo ri-
bile trovare anche gli esorcismi religioso pagano abbastanza co-
.fnmtl!, it\ ExpTim 15 (1904) 469473, siedevano nelLa sua i:llmagjne, per
nelle Liste paoline dei charismata. 545-548r Berz H. D.. Ì,ine ChistuÍAle- mune al tempo di Paolo: immagi
cui quello che poteva capitare al-
Luca ci presenta però Paolo che ratosie beì Pautus (2car 12, 7 ta), ìi ZTK ni o simbolì rnateriali di divinità I'immagine o all'idolo si verifìca-
ó6 (1969) 288 305i Fuùìish y. P., II Catin- o di altre forze soplannatùrali era-
compie esorcismi (cfr. sotto! 4.,1). llians, AB, Doìrbleday, carden Ciry (NY)
./a anche per la divinità (cli. Is
4.1 Gli Atti d€gli Apostoli - In ì964r Jcrlell J., The Sìsns aJ an Apostle, no oggetto di culto. N,Ia il termi- 46,1-2). Costruivano altari a que-
At 14,8-18 si narra che un uomo ia The Unknaten Pdù|, N,Iinnea- oe pÌrò riferirsi anche agÌi dèi rap- sli dèi e a quesle dee! curavano le
storpio dalla nascita fu guarito poìis 1984, cap. 5i Lighlfoot R H.,,tdirt
^igsburg, presentati dall'idolo. La critica e
Joro immaginì, oîfrivano loro sa-
quando Paolo si accorse che quel-
PaulS Epistle ta the Aabtiars. MacmilÌan,
London 188I ì lvullins T. Y., P.1ul't Than
il comportamento di Paolo nei crifici, condividevano il cibo of-
lo, dopo aver ascoltato la sua pre- ih the Ftesh, \n JRL 76 (t95i) 299-3A3, conlronti dei problerni relativì agli ferto loro solennemente, mangia-
dicazione, aveva fede di essere ri- Mattin R. P.,2cotiúhìans, WBC, Word, idoli e all'idolalria erano dettati da vano simbolicamente con gli dèi,
Waco 1986: Pracder S. l\'f.. Mita.le Wor
sanato. In At 16,16 18 una ragaz- ket dnd Missìonary: Paul ítt îhe Actsofrhe
uùrinterpretazione crìslologìca del e si prostravano di îronte a loro
za che aveva uno spirito di divi- ,4pos1€s, h K. H. Rjcna.ds (ed.), SBa ,198J monoteismo giudaico in cui egli per adorarlì (cfr. Nm 25,1-2).
nazione Qtneuma pyfhòna) dava .\enlinar Papers. SchoÌars Press, Chico era crescìùto e che respingeva de- Queste pratiche, però, crano
fastidio a Paolo fu guarjta da luì
e {CA) l9lj3, pp. 101 l29t Rairs€y W. M., S/. cjsamente ogni tipo di idolatrìa. proibile agli Israeliti. Cosroro non
Paul fhe Trirellet and the Rotnan Ci zen.
quando comandò allo spirito di Itodde. & Sloughlon, LondoD 1908, pp. dovevano avere altro dio all'in-
uscire da leì. Secondo At 19,1Ì,12 94-97i Tsciiìree G. H., C'ltist Triutnphd t: I. L'IDOLATRIA E L'AT L'i îuori del Dio vivo e vero (cfr. Ger
Dio compiva miracoli straordinari LxÒrcitn lhen d,d .Vor, l.{oddcr & dolatria era un problema di par- 10,10) di Abramo, lsacco e Cia-
Slouphton, London
ticolare rilievo per gli antichi
1985.
lramite fazzoÌer{i o grembiuli che cobbe, che si era rivelato a Mosè
erano slalì a contalto con il cor- G. H. Tweutrce [brei, ai qùali era stato comanda- con il none dì Jhwh (Es 6,2-3) e
to: <Non avrai altri dèi di lronte con I'esodo avcva Liberato Israele
iì me)). er (Non ti farai idolo né dalÌa schiavitir dell'Egilto (e per
immagine alcuna di quanto è las- conscgucnza dagli dèi dell'Egirto).
Idolatria 834 835 Idolatria
InoLtre. essi non dove!'ano co vangeli Gesir non parla mai del ma che praticavano ancora l'ido maniera, Paolo è fondamental-
struirsi nessuna raffigurazione peccato di ìdolaria, tranne che nel latria (cfr. lCor 5,9-11). Nella lo- mente d'accordo con i Corinzi e
materiale - immagine o idolo - senso particolare di servire <mam- ro risposla su questo punto, iCo- fonda il suo ragionamento sullo
dj cluest'unico Dio (Dt 6,4). mer,at (manÒnas, la ricchezza rinzi devono avergli opposto qùal- Shema. Petò egli interpreta lo
Secondo l'AT Israele non sem- materiale, Mt 6,24). che resistenza, o per lo meno de- Shema in i\a prospettiva cristo-
pre è stato ledele a questi coman- A1 di fuori deÌ Giudaismo, pe- vono avergli chjesto {lualche chia- logica e introcluce una dualiià in
damenti, e l'archeologia conferma rò. l'idolatria era un fenomeno rimento, perché iniziando da I Dio: <Il Srgrore nostro Dio)) del-
in qualche modo chc si vcnerava- molto difluso. Quel che si era ve- Cor 8,1e proseguendo fino a 11,1 la confessione giudaica diventa
no gìi idoli. La Bibbia lo spiega di rificato per le nazioni ai tempi eglj rivolge la sua artenzione al Le- (<l'ulico Dio Padre)) e (l'unico Si-
cendo che gli Israelitì avevano di- delL'antico Israele era altrettan- ma dell'idolatria. usando ilvoca- grore Gesù Cristor, in opposizio-
mcnticato il Dio che li aveva fatti to vero per i popoli dell'impero bolario della LXX, per esempio: ne ai <<molti dèi e molti sjgnori)
nascere, avevano abbandonato il romano: avevano molti dèi (cfr. eidÒlothylon (<cibo ofîerto agii del mondo greco-romano. Da
Dio che li aveva lormali. aveva- At 17,23) che dovevano essere te- idoli>, lCor 8,1.,1.7.10; 10,19; cfr. questo Dio e Signore Lutte le cose
no adottato dèi nuovi che in real- muti, pacificati, venerati; si do- anche hiercthytos, (carne jmmo- sono state create e attraverso lui
tà erano demòni, avevano costrui- vevano offÌire loro sacrifici e si latain sacrificio>, lCor 10,28), ei- tutto esiste. Non vi sono altri dèi
to idoli di queste divinirà, aveva- dovevano consumate con loto dóla (<<idoll>,lcot 72,2) e eidó- e quelli che sembrano tali sono
no sacriîicato loro e li avevano i pasti sacrificali (si veda OCD /elo, (<il tempio di un idolo>, soltanto una parte dell'ordine
adorati (cfr, Dt 32,15-18; Is 65,11 1842'1843). In tutto il mondo lCor 8,10), come pore altri termi- creato che si ribella: sono demòni
LXX; anche Ger 44,15-19; Ez 8). greco-romano <<gli idoli erano ve- ni che non si trovano nella LXX, (Wrieht; l'idea che sli idoli fosse-
Dì fronte a questa apostasia, i pro- nerati nei templi dedicari agÌi dèi per esempio, eid Ò lo lottia (<rdola- ro demòni era nota al Giudaismo,
feti avevano dichiarato l'impo- tradizionali dei pagani, nella ma- tria), lCor 10,14) e eidòlolates sì veda Str-B 3.48-60i cfr. Dt
tenza degli idoÌi (lCr 16,26; Is gia e nella superstizjone popolare, ((idolatrar, lCor 10,7). 32,11|' Bat 4,'l).
40,18-201 Ez 8,10), avevano esor- nelle religioni misteriche e neÌ cul" Uno dei peccati che Paolo ave- Quel che i Corinzi però non ave-
tato g1ì Israeliti a tornare al Signo- to misterico (Gatbet 2.'199i vedí va condannato a Corinto, e che si vano capito erar 1) che non tutti
re (ls l,16-19), pronunciando su Religioni greco-romane). Perciò era proposto di eliminare, rìguar- i cristianj possedevano questa co-
di loro I'imminenre giudizio divi- quando PaoLo nej suoi viaggi mis- dava quei cristiani che si erano noscenza e la capacità di compor-
no in caso contrario (Is 10,10- 1l), sionari venne a contatto con il convertiti dagli idoU (lCor 12,2) tarsi con una tale libertà nei con-
e li avevano ammoniti che si sa- mondo pagano incontrò ogni sor- per servirc il (Dio vivo e vero) froùti degli idoli (lCor 8,7); 2) che
rebbe certamente abbattuta su di ta di idoli e genle che li venerava. (cfr. 1Ts 1,9, che potrebbe riflet- la libertà di coloro che possedeva-
loro la catastrofe di essere espulsi Per esempio, quando giunse ad tere una precedente attìvità missio- no Ia (conoscenza)) poteva diven-
dalla loro terra e dispersi tra le na- Atene, (îrenleva nel suo spirito naria, cfr. At 14,15). Nonostante tare un ostacolo per i cristiani me-
zioni, in punizione del loro pecca- nel vedere la città piena di idoli)) la loro conversìone, costoro con- no intelligenti, con il pericolo che
to di idolarria (Ger 9,15-16; clr. (kateidolon, Al l'7,16). Atene rap- tinuavano a ftequenrare i templi questi, piir deboli (vedi Forte e de-
Sap 14,I l-21). presentava bene anche le altre cìttà (che ir1 una citlà come Corinto po- bole), fossero indotti a peccare
ellenistiche, dedite a varie iorme tevano essere evidentemente qua contro Ia loro coscienza mangian-
2. L'IDOLATRIA NELL'AM- dj idolatria. Efeso, ad esempio, si come dei rìstoranti), per consu- do le carni immolate agli idoli
BIENTE IvIEDITERRANEO era il centro del culto di Artemi- marvi i cibi offerti in sacrificio agli (1Cor 8,9-11); 3) che la realtà che
DEL I SEC. Sembra tuttavia de (Atti 19,28-36) e Corinto era idoli. Probabilmelte 1o facevano stava dietro f idolo alla cui men-
che nel I sec. f idolatria îosse or- nota come centro religioso in cui anche in buona coscienza, perché sa questi cristiani sedevano e man-
mai scomparsa dalla religione giu- si praticava f idolatria, con tutti i avevano (saputo)) che (non esist€ giavano era demoniaca (lCor
daica (cft. Rm 2,22; Gdt 8,18). Lo mali che vi erano connessi. alcun idolo al mondo> e che <non 10,20);4) inoltrePaolo come
Srelra di Dt 6,4 (<(AscoÌta, Israe- c'è che un Dio solo) (1cor 8,4). ha notato Wright sembra sup-
le, il Signore nostro Dio, il Signore 3. IL COMPORTAMENTO DI Sj è pensato che questa (conoscen- porre che essi avessero lrascurato
è uno solo>) era divenuto la con- PAOLO 1.\EI CONFRONTI zar dei Corinzi fosse ispirata alla Dt 6,5, che viene subito dopo lo
fessione caratteristica della fede DELL'IDOLATRIA Nel NT il concezione giudaico-ellenistica se- Shema: <<Atl],etai il Signore tuo
strettamente monoîeistica del Giu dibaltito più ampio sull'idolatria condo cui Ìa conoscenza dell'unì- Dio con tutto il quore, con tutta
daismo. Per i Giudei del I sec., le e il culto dcgli jdoli si trova in co vero Dio iniondeva nel sogget- l'anima e con tùtte le iorze>. Per-
parolc dj Dt 6,4 erano una chiara quella che ora viene definita la pri' lo una sapienza che lo metteva in mettendo che la conoscenza pas-
espressione di monoteismo, non di ma lettera di Paolo ai CorilÌzi. In grado di abbandonare gli idoli pa- sasse sopra agli interessi della co-
lnonolatria (adorazione di un so precedenza, in una lettera che ò gani, perché erano un'assurdità munità, essi peccavano contro i
lo dio, tra i tanti) o di enoteismo andata perduta, Paolo aveva esor dal puDto di vista religioso (cfr. membri delÌa loro stessa famiglia
(fede jn un solo dio, senza negare tato i Corjnzj a non frequentarc Horsley, Wright). e perciò peccavano contro Cristo
l'esistenza di altri). Per questo nci coloro che si dìcevano credenti. Se si intende il testo a questa (lCor 8,12). Paolo pertanto proi-
ldolatria 836 837 Imitazione di Paolo, di Cristo
bisce espressamente ai cristiani di contro cui bisogna mettere sempre
mangiare il cibo sacriîicato Ancient Paeonisn and Chtisrianìry, Al|S, 1. I TESTI PAOLINI - l.l lCor
agli in guardia i cristiani e da cui essi
idoli e di mangiarlo ,e1 tempio devono riîuggire (Gal 5,19-21; cfr.
N€w York 1979; Brunl J.. Rejecîed, Igno-
red, otMisunde$taod? The Fate o.î Pdul's
4,16 Nella I Corinzi vi sono
dell'idolo (Fee 359). due passi specifici in cui Paolo
lCor 10,1.{). Apprca.h to the Prcblem o.f tdol Food ìn
esorta i Corinzi a diventare suoi
Ea ! Chrisrianíry, iti NTS ll (1964 1965)
Benché Paolo abbia proibito di In Rm l,18-12, un brano che 138 153; Búchsel F-, e ólon ecc.,inGLNT, imiLatori (mimctaù. Il primo è
mangiare i cibi sacriîicali oonsu- può rispecchiare una polemica vol. lll, colÌ. 127-138i Clark€ A. C. - Win-
mati durante i banchetti cultuali giudaico-ellenistica contro I'idola-
lCor 4,16. Qui l'invito a diventa-
rer B. w. (edd.), OrP Ord, One Lonl in a
tvoîld of Religio s PtuÌalistt. îyîtd3le re imitatori di Paolo si trova al ter-
nei templi pagani, perche egli ri, tria (cfr. Sap Ì l-15), Paolo ricon-
teneva che coloro che così faceva- House. Cambridse l99li Couzelmann H.. mine di un elenco di tribolazioni
duce sostanzialmente all'idolatria
no si univano aj demòni (lcor I Cot int h ians, Het m, F ot ttess, Philadelphia soîferte da Paolo (1cor 4,9-13;
l'immoralità sessuale (vedl Sessua- 1975; Faur J-, The Biblícal ldeo of Idola- vedi Affl izioni, prove, diflicoltà,
10,19-21), egli non ha formuiaro lirà, morale sessuale) e ogni altro tt!, iD JQR $ (t978) t-t5].FeeC., Eidólo.
un simile divieto per coloro che ac- thlta Once Again. An Interprctatían o.Í I tribolazione). Paolo, assieme ai
genere dipeccato, grande o picco-
quistavano il cibo che avanzava Corinîhians 8-t0.iî Bib6l (1980) 172-197; suoi collaboratori, è divenÌrto
lo che sia. I pagani, che avrebbe- ld., The Fi.sf Epistle to îhe Corinthìans, (stolto a causa di Cristo>, è <di-
dopo tutte queste praîiche rituali ro dovuto riconoscere l'€sistenza NICNT, E€rdnans, Crand Rapids 1987;
e venivapoi venduto al mercato. sprezzato)), soffre <<la fame, la se-
di Dio osservando le sue opere C^.ber P. L., Idolany, i1 ISBE, \ol. 2, pp .
te, la nudità), è (schiaffeggiato>
A suo giudizio, se essi consuma- create. hanno mancato di venera- 799-800;Horsley R. A., Gnosis in Cotinth:
vano questo cibo a casa, o anche I Cotinîhions 8,1-6.iî NTS 27 (1980) 32-51; e (vaga di luogo in luogo>; chiu-
ie Dio come tale, e hanno scam- Hùbîer H., eidaìon ecc., in EDNZ, vol. l, de poi queslo elenco dicendo che
nella casa di un non credente biato il Dio immorrale e invisibile pp. 386'388; MacMullen R., Paganisn in
è divenuto come (la spazzatuta
(lCor 10,27), non partecipavano con immagini mortaU e visibili the Ranah E,npite, Yale Univershy, New
a un atto idolatrico né entravano Haven l98li Stambaush J. E. - Balch D. del mondo>,
(idoli). Per quesro Dio li ha ab- Fin dall'inizio di quesra letrera
in comunione con idemòni (lCor L.. The Ne|| Testonent in lrs Sociol Enei-
bandonati alle loro vie. lasciando .orm€rr, Westminsr€r, Philadelphia 1986; Paolo si rivolge contro quanti a
10,20-21). Potevano mangiare tut- che scguisscro iturpi desideri del îomsoîP. L. Paulond the La)1': Halakhr
to quello che si vendeva sul mer- Corinto ritengono che si sia gia
loro cuore (Rm I ,24). Perciò Pao- in the Lettets oJ îhe Apos e to the ceAti-
realizzata in loro la fine dei tempi
cato delle carni, senza sollevare Io include gli idolatri fra coloro /er, CRINT 3-1, Forrress, Mìnneapolis
una questione di coscienza. Se pe- 1990; Willis w. L., IdolMeaî in Colinth, in tutta la sua pienezza, vigore e
che non eredite.anno il regno di SBLDS 68, Scholars, Chico (CA) 1985i liberd (vedl Escatologia). Egli so-
rò, durante il pasto, qualcuno Dio (lCor 6,9). \N iîfet B. \\ ., Theological and Et hical Re-
avesse fatto osservare che qùella spodses 10 Relisious Plutalism - t co n-
sîiene che i Corinzi hanno frain-
Da Ef 5.5 risulta chiaramente teso la forza e la libertà del van-
era carne olfefta in sacrificio agli thíans 8 10, in TynB 41 rr990) 209.226i
che gli idoÌatri non sono soltanto Wdghî N. T., Manotheìsm, Chtistolog, gelo, perché non avevano capito
idoli, 1'ordine di Paoio era: (Non coloro che frequentano i templi Cotinthia s f.inTheClinax
mangiarne, per rispetto di colui
and Ethils. 1 il significato deÌla croce quando
pagani e venerano gli idoli; idola- oJ the Covenant: Chtist and the Law in
erano sîati battezzati in Cristo e
che ti ha avvisator. Se si ignora tri sono anche gli avidi e i concu- Psuline Theolog!, Forrress, Minneapolis
questo precetto delÌ'apostolo, si ri- 1992, pp. 120-136. nella sua mofie (cîr. Rm 6,3; ve-
piscenti: (Nessun fornicatore. o di Morire e risorgere con Cristo).
schia di arrecare danno al creden- impuro, o avaro che è roba da P. W. Comfo
te più debole (lCor 10,28; cfr. Ricorda loro, però, che quando
idolatri avrà parte ncl regno di
- era in mezzo a loro (non aveva sa-
8,10-11). Pertanto, per il riguar- Cristo e di Dio). ll îa1ro è che le puto altro se non Gest) Cristo, e
do dovuto ai cristiani più deboli, persone avide e bramose, che fan- IMITAZIONE DI PAOLO, questi crocifisso> (l Cor 2,2; si ve-
veniva chiesto a molti cristiani già no dei loro desideri l'oggetto del- DI CRISTO
liberati, i quali ben sapevano che da anche lCor 1,18.23). Pdma che
la loro devozione, sono idolatre tutte le cose giungano alla loro
(del Signore è la tcrra e quanto così come lo sono coloro che si
contiene) (c[r. Sal 24,1), di limi- Sovi{,aRro l I reri paolinii 1.1 lcor consumazione finaÌe, la vita cri-
prostrano davanti a un idolo in un 4.16; 1.2. lCor ll,l; 1.3. Fìl 3,17; 1.4. stiana, e soprattutto la concezio-
tarsi e di astenersi volontariamente tempio pagano, Perciò pleonexiq lTs 1,6;2,14i 1.5.2Ts 3,1-9; 2. I possi-
dal mangiare il cibo offerto agli biii frrintendimeori del concetÌo di imi- ne cristiana del potere e dell'aìrto-
(<avidiîà>) e eidò lol o I ria (<idola- leionei 3. L'initazione e la croce- rità, sono contrassegnate dalla
idoli. tria))) vengono Llsati come sinoni-
h altre lettere paoliÌìe si parla croce. Nei primi quattro capitoli
mi (cîr. anche Col 3,5). Nel colpas paolino sono relati- della lettera Paolo ha tentato di
ancora dell'idolatria, ma non sem-
vamente pochi i testi in cui si usa orientare diversamente l'idea che
pre nella stessa prospettiva o così
diffusamente come in I Corinzi.
Vedi anche: Atene, Paolo ad; la terminologia dell'imitazione i Corinzi avevano della forza del
Cibi oflerti aglì idolì c leggi ali- (mimCtes, mimeomai: lCor 4,16; vangelo, lacendo volgere il loro
Ad ogni modo, Paolo coliega l'i- mentari giudaiche: Culto: Demò-
dolatria in tutte le sue forme, tan-
lCor 11,1;Fil3,l7; lTs l,6i 2,14: sguardo verso la croce. ln parti-
ni ed esorcismo; Dio; Forte e de- 2Ts 3,6.9). Tuttavia il concetro colare, egli si è riferito alla propria
to reali quanto metaforiche (per bole; Religioni greco-romane. corrispondente ha un'importanza vita di apostolo, presentandola co-
esempio il desiderio di qualcosa
rilevante (conta Michaelis) nell'e- me un esempio di esistenza nel
che è al di sopra di Dio), con la Brsr |tc\an E. R., HoL" t"roees: .4n In tica di Paolo, anche se talvolta vie- mondo caratterizzata dalla croce.
magia e altre <opere della carne)), quir.v ith Llolatt_t und httute-Va^hip itl ne frainteso. Elencando le proprie tribolazio,
Imitazio[e di Paolo, di Cristo 838 839 Imitazione di Paolo, di Cristo
ni in lcor 4,9-13 Paolo spera di corpo è un tema che ricorre più re da <<nemici della croce di Cri- Dio in mezzo alle tribolazioni, es-
persuadere il suo uditorio che nella volte nel corso della lettera (si ve- sto)) (yedi Nemico, inimicizia, si sono divenuti (imitatori delle
sua propria debolezza si rivela la da lcor 8,1; 12,1'7.26: 14,5 e irr odio). Chiese di Dio in Gesìr Cristo, che
vera lorza deìla croce. Questo è modo meno esplicito lCor Per molti aspetti Fil 3,17 ripe- sono nella ciudeÒ) (lTs 2,14). Ri-
quanto si nasconde dietro il desi- ll,l'l-34:, 12,4-21). Per imitare te semplicemente le richieste che levando che l'accoglienza che i
derio di Paolo che i Corinzi diven- Paolo come egli imita Cdsto, il Paolo aveva rivolto ai Filippesi in Tessalonicesi hanno riservato al-
gano suoi imitatori. J. H. Schùtz quale fa esistere la comunità e la 1,27-30, chiedendo loro di condur- la parola di Dio in mezzo alle tri-
(230) descrive bene questo fatto sorregge (lcor 1,30), i Coinzi de- re una vita che fosse coniorme al- bolazioni riflette una situazione
quando dice: <<lmitare la debolez- vono assumersi il cornpito di edi- I'annientamento di Cristo e alla che è simile a quella della ciudea,
za e la forza di Cristo significa ac- ficare il corpo. Dal lato pratico, sua morte obbediente sulla croce Paolo spera di ralforzare la loro
cogliere la forza di Dio nella pro- ciò richiede che i Codnzi cerchi- (Fil 2,6-8; si vedano anche Fowl, fede. <<La loro persecuzione è di-
pria debolezza)). Invitando i Co- no il benessere degli altri e non il Hooker, Stanley), Come Dio ha ventata l'indice, le credenziali che
rinzi a imitarlo, Paolo fa riferi- proprio. avallato I'azione di Cristo risusci- autenticano la loro accoglienza del
mento alla propria vita di debolez- 1.3 Fil3,17 - In Fil 3,17 Pao- tandolo dalla morte e dandogli un lvangelol come logos theou>
za, indicandola come una via at- lo usa il termine insolito s-ymmi- nome che è al di sopra di ogni al- (Schiifz 226) .
traverso cui si realizza la vita se- , mètaí per ilúltare i Filippesi a di- tro nome, così (lcristo] trasfor- ln questi due passi l'imitazione
gnata dalla croce. Imitando Pao- ' ventare suoi (co-imitatori). Poi- merà il nostro misero corpo per a cuì si esorta consiste in una fe-
lo su questo punto, i Corinzi so- ché si tratta di un termine mai usa- conformarlo al suo corpo glorio- deltà in mezzo alle sofferenze e al-
no in grado di realizzare quella to altrove, non è chiaro se Paolo so) (Fil 3,21; vedi Risurrezione). le tribolazioni (DeBoer 97-99).
condotta di vita che è necessaria desideri che i Fìlippesi si unisca- l.4lTs7,6;2,14 Nelsaluta- Questa fedeltà, si esprime in una
per attendere degnamente il tor- no a lui nel diventare imitatod re i Tessalonicesi, Paolo afferma vita conforme alla croce, che Pao-
no di Cristo. (probabilmente di Cristo), o se ìa che essi sono dìvenuti <imitatori lo ha constatato in Cristo e che ha
l.2lcor 11,1 - All'inizio di I comunità di Filippi deve impe- di noi [Paolo, Silvano e Timoteo] accolto in sé (cfr. Stanley 868). Di-
Corinzi 11,1 Paolo esorta nuova- gnarsi collettivamente a imitare e del Signore> (lTs 1,6). Il fonda- versamente dalla situazione dei
mente i Corinzi a farsi suoi imita- Paolo. L'accenno che viene fatto mento di quest'assgrzione sta nel Corinzi, nel caso dei Tessalonice-
tori, Ma questa volta si aggiunge alla fine di Fil 3,17 all'(esempio fatto che i Tessalonicesi hanno Ii- si Paolo non ha bisogno di con-
un'altra frase: i Corinzi devono che avete in noi) potrebbe indica- cevuto il vangelo in m ezzo alle ti- vincerli che questa è l'unica ma-
imitare Paolo come egli imita C - re che va preferita questa secon- bolazioni e si sono mantenuti fe- niera di essere iedeli. Essi devono
sto. Questo versetto, benché costi- da ipotesi. deli (lTs 1,6-9). essere invece esortati e istruiti a
tuisca l'inizio del capitolo 11, In quanto jnvito a imitare Pao- Come sulta però dalla lettera, continuare quella vita conforme
chiude ìn realtà la pericope che ini- Io, Fil 3,17 rappresenta il punto sembra che i Tessalonicesi siano aìla croce che hanno iniziato a vi-
zia in lCor 10,23. L'invito all'imi- culminante di una descrizione del- ora meno saldi rispetto a un tem- vere fin dall'inizio, ad imitazione
tazione deve perciò intende.si in la sua vita, che inizia in Fil 3,4. po. Accogliendo il messaggio di del Signore.
questo contesto. Dopo aver elelrcato tutti gli ele- Paolo, hanno rotto radicalmente 1.5 2Ts 3,7-9 - L'unico altro
Si potrebbe essere tentati di leg- menti che costìtuiscono per lui un con il passato, ma questo ha atti- testo del corprs paolino in cui
gere l'invito di Paolo a imitarlo, motivo di vanto, Paolo afferma rato su di loro la disapprovazio- Paolo esorta all'imitazione di se
così come egli imita C sto, alla lu- che li ritiene come spazzatura ri- ne della società e della famiglia. stesso è 2Ts 3,?-9. Qui egÌi aifron-
ce di lCor 10,31, dove si dic€ che spetto alla conoscenza di Cristo Sembra che fossero abbastanza ta un certo <disordine)) ptesente
egli non cerca I'utile suo, (ma (Fil 3,7-8). Egli desidera infatti co- diîfusi nelle Chìese paoline il di- nella Chiesa di Tessalonica, ma di
quello di molti, perché giungano noscere Cristo in un modo tutto sagio e le sofferenze che questa si- cui non è chiara I'origine. Potreb-
alla salvezza>. Non è però verosi- particolare: (Conoscere lui, la po- tuazione portava con sé (cîr. Mal- bero esserne stati causa quei cri-
mile che Paolo affermi di imiîare tenza della sua dsurrezione, la hetbe 46-52i DeBoer I l5i yedi So- stiani che ritenevano che la paru-
C sto nel redimere gli uomini, co- partecipazione alle sue sofferen- ciologia delle Chiese missionarie). sia fosse talmente vicina da rifiu-
sì qome fa Cristo (si veda Schùtz). ze, diventandogli conforme lella Poiché le cose a Tessalolica sta- tare di impegnarsi in quelle attività
I1 tema dominante di questa pe- morte) (Fil3,l0). Ancora unavol- vano così, Paolo si è sentito in do- quotidiane che eralo necessarie
ricope (e in realtà di tutta questa ta Paolo vede nella proprìa vita di vere di incoraggiare e di dare qual- per tenere uniti tra loro il corpo
sezione dedicata al culto degli ido- discepolo una via attraverso cui che insegnamento a quella comu- e l'anima (vedi Disciplina). Oppu-
li)è costituito piùttosto dall'idea egli testimonia il significato della nità tribolata. Nell'esporre perciò re questi disordini potrebbero es-
dell'<ediiicazione> del corpo di croce, ed è questo che i Filippesi queste sue esortazioni e questo in- sere stati provocati da una sorta
Cristo (redi Corpo di Cristo), nel devono imitare. lnoltre, come si segnamento, ìn lTs 2,13-16 egli - di spiritualità protognostica (De-
cercare il bene degli altri anziché dice indirettamente in Fil3,18, se corda ai suoi lettori come aveva- Boer 132-135; vedi Gnosi, gnosti-
i propri interessi (cfr. lCor i Filippesi si rifiutano di imitare no accolto inizialmente il vange- cismo; Tessalonicesi, lettere ai),
10,23-24.33). L'ediiicazione del Paolo, corrono il rischio di vive- lo. Accogliendolo come parola di Ad ogni modo, in ambedue i casi
Imitazionc di Paolo, di Cristo 840 841 Imitazione di Paolo, di Cristo

Paolo aflerma chiaramente che chiari perché sia i cristiani moder- esercitatoil mestiere per diversi sto generico di 2Ts 3, I'esame dei
questo non è (secondo la tradizio- ni sia qùeÌli che formavano il suo anni, ma I'apprendista può solo testi specifici in cuì Paolo usa il
ne)) che i Tessaloniccsi hanno ri uditorio possano capire quali so- sperare di giùngere a fare gLi stes- linguaggio dell'imitazione ha mo-
cevuto da Paolo e i suoi collabo- no gli aspetti in cui Paolo va imi- si movimenti per istinto imitando strato che esso è slretlamente le-
ratori (2Ts 3,6). Anziché descrive talo. In qùesto seùso il linguaggio il maestro. Un insegnamento ver gato alla croce. Per Paolo la cro-
re la vita di quesli cristjaùi di Tes- di Iraolo rclativo all'imitazione bale, per quanto prolungato, noÍ ce è il segno sotto cùi viene giudi-
salonica nei termini di Lìn'attesa non è sostanzialmente diverso da è suîficicnte a far Ìmparare un me- cata tutta la vita cristiana in rela-
vigilanlc o di Llna spìritùalità jm- qùello di allrì testi in cui egli invi- stiere senza imitare 1'esempio con- zione alla parusia (yedi Giudizio).
pegnata, Paolo li chiama <oziosi>. ta i credenti a îare quello che egli creto di un maestro. IÌ fatto che la croce debba essere
Per confermare il suo riliuto di fa (si veda lCor ?,7-16; Gal Per Paolo sarebbe stato inùtile un segno di questa forza, che la
questo modo di vivere, egli si ri 4,12-20; Fil 4,9). leplicare semplicemente ai Filippe- lorza di Dio si riveli nella debo-
chiama all'esempìo della propria In secondo luogo, f individua- si, per esempio, il precetto astrat- lezza e nel fallimonto, va contro
vita e di quella dei suoi collabo- lismo che è cosÌ caratteristico del to <vivete una vita che sia confor- tutte le attese di coloro a cui Pao-
r-atori. Essi non solo hanno Prcdi mondo moderno potrebbe indur- me alla croce), senza dare a que lo si rivolgcva e anche del nostro
cato il vangelo ai Tessalonicesi, ci ad accusare cliunqùe ci coÌnan- lla frase un contcnuto concreto. mondo. La croce è scandalo per
ma si sono anche impegnati in di di imitarlo di essere quanlo mai iacendo riferimento alla propria i Giudei e stoltezza per i Creci (clr.
un'opera che ha poìtato i suoi presulltuoso (Best Prende in con- vita e al proprio modo di compor- lCor 1,23). Seúbra che anche per
frutli. I Tessalonicesi dovrebbcro siderazìone quest'accusa, 69-7 l). tarsi. Paolo riteneva che i Filippesi coloro che cercavano di essere fe-
imitare questo esempio (tedl Fab- Ma diversi motivi ci consigliano di non sapessero tradùrre in pratica deli al Dio di Cesù Cristo la vita
bricazione di tende). essere prudenti ne11'applicare que- questo suo precetto. hfatti, per secondo la croce fosse fonte di tur-
sto giudizio a Paolo. Dobbiamo non aver capito proprio questo bamento e di polemica. Paolo pe-
2, I POSSIBILI FRAINTENDI- tener presente sopÌaÎtLltto che l'i- aspetto della vita di uÌ discepolo rò ha capito che solo imitando
MENTI DEL CONCETTO DI dea di dover irnitare qualche ge- alcunì cristiani di fiÌìppi erano ca- qualcuno che 8ià aveva cercato di
IMITAZIONE Dopo aver esa- nere di modello morale era del tùt- duti vittime di errorì, probabiÌ- realizzare in se stesso una vita se-
mìnato i testi piu importanti in cùi to conune nel mondo antico (si mente ritenendo di condurre cosi condo la croce - con qualche ri-
PaoLo ùsa espressamente l'idea di veda, per esempio, lsocrale, Der?. una vila fedele a Cristo. Sembra sultato positivo - i nuovi disce
iúitazione, applicandola a se stes 4.11; Seneca, Ep. 6.5-6, 1.69; dunquc che occorresse presentare poli sarebbero stati in grado di da-
so, bisogna ancora precisare che I 1.9; Quintiliano, Inst. 2.28; Fi- ai Filippesi qualche esempio con- re un senso concreto alla croce nel-
questa nozione può venir îrainte lostrato, Ir4 1.19, lMac 9,23; creto sul come potessero realizza- le varie situazioni in cui si trova-
sa in diverse maniere. Anzitutto, 2Mac 6,2'7-28. Best riporla anco- re una vita conforme alla croce vano. La stranezza e la singolari-
la nostra concezione moderna di ra altri esempi). nelle circostanze in cui si trovava- tà di una vita confbrme alla sroce
imitazjone (ma anche in parte Inoltre, è dilficile che i neocon- no, se volevano giungere a questa è ciò che ha indotto Paolo a rac-
quella degli antichi) ci porla a ri- vertiti fossero ìn grado di soddi- meta con le loro stesse lorze e se comandare ad alcune delle sue
tenere che l'imitazione dovrcbbe sfare nella loro vita quotidiana le desideravano constatare come non
Chiese di imitare lui, così come
essere simile all'originale quanto esigenze della loro nuova fede e di avrebbero potuto arrivarci se con-
egli imjtava la vita della croce che
piu possibilc, dovrebbe essere cioè pratjcare quanto essa comportava tinuavano a comportarsi nel soli- egli vedeva realizzata in Cristo,
lo specchio dell'originale. Ma se Questi neofiti avevano bisogno di to modo.
applichiamo questa conceziorle a essere istruiti nella nuova fede e di I1 concetto di imitazione (per al-
Vedi anche: Croce, teologia del-
Paolo, per non parlare di Cristo, avere davanli a sé qualche escm- cuni aspetti) cra dunque essenzia-
la; Etica; \4orire e risorgere con
che Paolo imita, siarno su una pio concreto su come sj Potesse le alf insegnamento morale di Cristo; Servo, servizìo; Sofie-
strada sbagliata. Quando Paolo praricarla nelle varie circoslanze in Paolo. e non derivava da un desi-
feîza.
invita i crisdani ad essere imitatori cùi si trovavano a viveae. Possia- derio di autoesaltazione. Per Pao-
suoi e di Cristo desidera che essi mo capirlo se pensiamo al fatto lo (e per tutti icristiani) l'unica
presùnzione legata al linguaggio BÌBL llesr 8., Parl and Hìs Conreús,'î.
introducano nella loro vita alcuni chc per un apprendista è fonda- & 1. Cla.k. Edìrburgh 1988, ca!. 3iCareÌÌi
elementi particolari che caratleriz- nìentale I'imitazione del macstro dell'imitazione sarebbe quella di E. 4., Intitatins Paul: A DiscoLrse ol Po
zaro la sua. Evidentemenle quan_ nell'esercizio di un trlestiere o di coloro che pensano dì poter per- 8., Weshinslcr, Loujsville 1991i DeBoer
W. P., The Initation al Pa!1, Kok, Kam'
do egli, per esempio, esorta i Co un'arte. Per esempio, nelle prime correre 1a strada dell'apprendi-
rinzi a diventare suoi imitatori, lasi di apprendistato nell'arte del- mento senza osservare e imitare itt the ElhXs a.f Paul, JSNTSS 36, JSOT,
questiultimi non hanno capito che l'argellteria l'apprcndista sta sedu- quanti sono pial avanti nel cammi Shcffield 1990j GùttCemanns E., Der /eÈ
to di fronle alL'argentierc per po- no, imparando da loro. dende Apastelund seìn HeÍ, FRLANT90,
dovessero diventare îabbricatori Vandenhoeck & Ruprech!, Gotiingen 1966ì
di tende. I contesti particolari in teÌne imitarc i movimenti. ll mae HDoket M., Philippidns 2:ó /.i, in E. Gr:ls-
cui Paolo usa il liùguaggio dell'i- stro è in grado di lavorare quasi 3, L'IMITAZIONE E LA CRO, scr E. E. Ellis (edd.), Jes6 und Pdut,s:
mìîaTionc sono suîîicienlemeÌlte per istinto, dopo aver imparato ed CE A parte l'acceiìno piutto- L'erschti[t ftìt lvent GeorÉ Kùnnel .un
Immagine di Dio 842 843 Immagine di Dio
70. Geburtstag, v afieihocck & RLrprecht. ne> di Dio si vuole esprimerc l'i- (si rinnova)) progressivamente ni di Gn 1,26.27 includano anche
Gòltingcn 1975. pp. 151- ló4i lr'lalherbe A. dea che egli è la rappresentazione (oppure si trova in un processo di
J.. Pdul and the Zl,er.ralordns. Forress,
le donne non implica probabil-
vìsibile di Dio. Questo è partico- creazione) <ad immagine del suo mente la concezione dì una ugua-
Philadclphia 1987r l\'richaelis w., /Íllteo-
nrierc., jn GlNr, vol. vll. coll. 2t3'293i larmente eviderìte irì Col I,15, do- Creatore>. Questa immagine con- glianza tra l'uomo e la donna; il
Sclrútz J. H., Paul and the Anarhorl! oJ ve Cristo è (l'ìmmagiDe del Dio sjste in una <conoscenza> (epigna- testo parla piuttosto di umanità in
Aposralíc Authat it!, SN'l SNIS 26, Uni!cr invisibile)), ma 1o si può inlrave-
sily Prcss, Canbtidge l9?5i Stanlct D. Nf.,
.vD che trascura o supera i confi- senso indilferenziato.
Be.ane Itnitaîot.t ol Me: The Pauli e Con- dcrc anche in 2cor 4,4, dove La ni tra Giudei e Greci, schiavi e li- Bisogna inoltre tener presenle il
ceptioÌ o.î Apostalic Ttdtlilíon.1n Blh 40 gloria di Crislo viene consjdcrata beri, uomo e donna (Col 3,l l). contesto extrabiblico del concetto
(195rj) 859-877- un'espressione della divinilà: i non di immagine di Dio. È chiaro che
credenti non sono in grado di ve- 2. NELL'AT Questi vari usi nel mondo antico le immagini ve-
S. E. Fotrl
dere <lo splendorc dcl glorioso della nozione di immagine di Dio nivano valorizzate in base alla lo-
vangelo di Cristo, che è inmagi- nella letteratura paolina e negìi al- ro funzione, ossia come un mez-
IMMAGINE DI DIO ne di Dìon, e questo significa, co- tri passi del NT lisalgono alla scar- zo atlraverso il qLrale le divinità si
me risulta chiaro in 2Cor 4,6, chc se ricorreDze deì lermini selera, rendevano preseúti e visibili nel
<<la luce delÌa conoscenza della <immagine>, e d"mút, <<sorni- mondo degli uomiti. Una statua
SorvrNiaRro L Neìla ÌcttcraiLrra paolinai
2. Nell'ATi L I prccedenli deÌl'AT c
gloria di Dio> si conlempla (su1 glianza>, in Gn 1,26.2'7;5,1.3i o un'immagine di un dio rappre
volto di [Gesii] Cristor (cîr. anche 9,6. Secondo Cn 1,26.27 l'uma- sentava quel dio sulla terra. allo
Eb i,3, dove il fatto che Cristo è nità, composta di uomini e don stesso fiodo in cùi l'immagine di
La nozìone di immagine di Dio <l'impronta della soslanza di Dio)) ne, è creata /,e//'immagine di Dio un re ne rappresentava l'autorità
nella letteratura paolina rjcorre il fa di lui l'(irradiaziot]'c> Iapauga c secondo la sua somigÌianza. I1 nel paese che aveva conquistato.
tre diversi ambitir in riferimento smal della gloria di Dio). In Fil contesto ci permettc di dedurre In Genesi perciò l'umanità pren-
a Cristo (2cor,1,4; Fil 2,6; Col 2,6, d'aÌtra parte, non si usa soltanto che l'immagine divina de il posto di Dio sùlla terra, e
1,15), agli uomini maschi (lCor espressamente 1a terminologia re- consiste nel fatto che I'uomo vie- questo risuÌta ancora più eviden-
ll,7) e ai cristiani (Col 3,10). Nel lativa alla <<gloria>, ma il contra- ne autorizzato ad esercitare il suo te se si accetta l'ipotesi che Gn
NT essa coúpare altrove solo due sto tia I'csistenza di Cristo (nclla controllo sul mondo animale e sul- 1,26 non debba essere tradotro
volte: in Eb 1,3, dove è applicata forma di Dior e la sua successiva l'ambiente fisico che lo circonda con <nella nostra jmmagine>. ma
a Cristo, c in Gc 3,9, dove vjene assunzione della <forma di seNot In Gn 9,6 si proibisce di uccideÌe (in quanto nostra immagine>, op-
detta dell'umanità in gcnerale (e e la (somigliaÌ'ìza [homoiomql (o rneglio, si prescrive la pena ca- pure <pelché sia 1a nostra imma-
in taì senso è piu vicina all'uso del- umana)) (Fil2,7) indica che la for- pitale per l'uccisore) per ìl fatto gine)) (intcndendo la preposizione
l'AT che ai significali che le ven- ma di Dio è l'opposto esatto del- che (a sua propria immagine Dio bet come bet essentiae).
gono attribuiti negli scritti pao- I'umile condizione di servo. L'(im- ha latto l'uomo>. Questo potreb- In Egitto i testi letterari più vol
lini). magine di Dior, quando viene be significare che la vita umana è te parÌano del re come immagine
usata per Cristo, può clunque ri- sacrosanla perché in qualche mo- di Dio, ed è chiaro che cì si vuol
1. NELLA LETTERATURA ferirsi aÌ suo essere, fia per lo più do porta in sé f immagine di Dio riferire al suo diritto di governa-
PAOLINA I lerminì usati so denota la sua funzione ill quanto o, meglio ancora, che l'eliminazio- re, In Genesi non è il re ma l'u-
ùo morpha (Fil 2,6), tradotto di espressione della divinità. ne della vita ùmana in alcuni ca- manità in generale che possiede
solito con (formar. ed elkó, In tiferimento agli uotnini ma- si comporta una sanzione perché questo privilegio; ma anche qui il
(1Cor ll,7; 2cor 4,4; Col l,l5r .rcrl. In lcor I I ,7 Paolo parla de- Dio ha trasmesso la propria auto- cont€nuto fondamentale dell'im-
3,10), reso rlorlnalmentc con <im- gli uomini (:naschi: aral) in gene- dtà all'uomo. In cn 5,1,3 si ricor- magine è costituito dall'autorità di
magine) (in Eb 1,3 si trova però rale (e quindi non di quelli clisdani da che nella creazione Dio ha fat- Dio creatore. In realtà, dovrem-
charaklét,lradotto per lo più con in particolare), che sono (rlpdr- to Ì'uomo ,e//d sua somiglianza e mo forse tradurre così Gn 1,26:
(impronta), (stampo>, e in Cc cror) I'immagine e Ìa gloria di che Adamo è divenuto ìl padre di <Facciamo l'umanità... perché es-
3,9 si ha homoiasís, reso quasi Dio, e implicitarì1ente affèrma che ùn figlio che è re1la sua somiglian- sa possa dominarer.
sempre con <immagine>); non vi le donne non lo sono. Poiché ogni za, secondo la sùa immagine (pro-
è comunque una dilferenza preci maschio è jmmagine e gloria di babilmente non ha alcuna impor- 3, I PRECEDENTI DELL'AT E
sa tra questi termini. Ad essi si Dio (probabilmente nel seùso che tanza il fatto che le preposizioni PAOLO - È interessante il fato
possono accostare ìnoltre alcuni è crealo ad immagine di Dio ed siano scambiate tra loro rispetto che Paolo non usi mai il concetto
testi in cui si dice che i cristìani esprime la glolia di Dio), ogni a Gn l). ll significato di queste af di <immagine di Dio>> nel senso di
porl-ano I'immagirle di Cristo (Rm donna è subordinata all'uomo ed fermazioni è evidentemente che Genesi; soltanlo nella lettera di
8,29; lCor 15,49;2cor 3,18, tut- esprime la gloria dell'uomo. l'immagine di Dio non contraddi- Giacomo persiste ancora I'uso deÌ-
ti con elkdr). In iíetimento ai ctisfidtli. Col stingue soltanto la prìma genera- l'AT. Per Paolo l'espressione as-
In riferimenlo o C/islo- Quan 3,10 vede nel cristiano l'<uort'ìo zione umana, ma anche quelle sume natuaalmente dcgli impor
do si dice che Cristo è <immagi- nuovo) (ro reor ctnthropo.tl, che successive. ll îatto che le asserzio- lanti connotati cristologicj, so-
Immortalità 844 E,15 Immortalità
prattulto nel quadro della tipolo- rin R. P., Cdlrre, Chrisli: Phìlippians re spesso nel canone dell'AT tali, deperibili, soggetti a corruzio-
gia del nuovo Adamo, e non è ILs ll in Recent Ínrctprctatian and in the ebraico (cfr. Dn 12,2). S; posso- ne a causa del peccato (Rm 5,12;
:te1îìns oI Larl! Chrisrinh Worship,
strano che egli se ne serva Pel SNTSNfS ,1, University Press, Canbridge no però trarre alcune deduzioni da lCor 15,42.50; cfr. At2,22). -l.rt-
esporre il compìto dj Cristo nella 196r, pp. 99 l33 i Metlìnser T. N. D..,4à- Cn 1-3. ln Cn 2,17 si minaccia la tavia, poiché hanno Ì'eternità iln-
creazione e come manifestazione bill odet Uúítd? <Inaso Deù in tradiîbns- norte nel caso in cui si mangi del pressa nelle loro anime (clr. IQH
geschìtl1îlichet Sìtht. in ZAV 86 11911)
della divinità. Ma è anche com- .103 424; Nlìllcr \1., In îhe <lt a!e, dnd f rutro dell'albero deÌla conoscen- 3,19.20), bramano I'immortalità e
prensibile che in Colossesi l'e- aLìkene\!, a.f Gad, iii .IBL 9t (1912) za del bene e del male, e questa cercano di ottenerla con le buone
sptcssione assuma un senso anco- 289 30,1: Schellczvk L. (er).), Der Mensch punizione si attua con l'espulsio- opere (Rm 2,7) o di raggiungerla
als B,ld Gorles, Weee dcr Forschuns 124, ne dal giardjno, impedendo co- con la sapienza (Sap 8,13.17). Ma
ra piir ampio e venga applicala alla Wissenschaiìli.he Buclscscllschall, Dann-
(nuova u[]anità) che è in via di stadl 1969i SùÌlilan J. E., The lhúge a.f sì l'accesso all'albero della vita. il sostanza I'immortalilà non si
crcazione. Qùello che non sembra God: The Do(tùne aISt Augusrìnc and hs Quest'albero potrebbe rappresen prìò conseguire con 1'agire umano.
inquadrarsi bcnc nella leologìa ftlr?r.e, Th. P'ìo.y, I)ùbùque (lA) l9ól; tarc la vita in quanto proprietà che Essa è pìùttosto una realtà che (è
Wildbcrger IJ.. Das Abbìk1Coîtes, in TZ
paoliDa è il fatlo che ìn I Coriùzi 2l (19ó5) 245 259. 481-501; Wilson R. solo Dio possiede e che viene of- îatta risplendere per mezzo del
l'(imrnagine di Dio)) si applichi a M.L-,Genesi! l:26 an.l the Nev Tesîaùe î, ferta anche all'umanità. In bre- vangelo> (2Tm 1,10), ossia con
un genere piii ristrelto e sì rileri- ìn DiJdrasea 20 lt9t9) 117 125. ve, Adamo polrebbe essere stato I'apparizione deÌ Salvatore, Gesù
sca solo agli uomini maschi, e (creato né immortale né mortaÌe, Cristo, il quale da un lato con la
D. J. A. Clines ma con la possibilità di diventare
inoLtre che r'iel suo estendersi all'u- sua vita, morte e risurrezione ha
manità in generale perda ogni con- una cosa o I'altra- a seconda del- abolito la morte e dall'altro ha
ncssione con Ìa cristologia. IMMORTAI,ITÀ Ìa sua obbedienza o disobbedien- concesso l'immoíalilà a tutti co-
za a Dio. Benché non Iosse crea loro che credono (2Tm 1,10).
Vedi anche'. Adamo e Cristo; to co, I'immorlalità, per quanto Si può dire allora che I'immor-
SoNlr,rÀkro l L'imrnorlaìit:ì ncLl'AI e
riguardava il disegno divino era
Crislologia; Cloria, gÌori1ìcazionc; ncl (ìludaismo: 2. L'immonalhà in Pao- talità non è qualcosa di intrinse-
Uomo e donna. lÒ: I ConchNìonc. creato per I'immortalità)) (Harris co agli esseri umani, colpiti come
1983, 193-194). sono daglì effetti debilitanti del
BÌBL Bttt !.. The hndsc ol God ì G.1 Alha asia, tetmil:.e greco che si- l1 concetto di immortalità com- peccalo, né si raggiunge con queÌ-
,66 Sonk' t iuguìstíc and Hìttoti.dl gnifica lettcra <non soggetto
a1la pare però spesso nei lesti dj Qum- lo che si la, e neppure è un diritto
Considerutia s, 11Olll ltstontc t PdPeB alla morte), oppure (ciò che non ran e nel1a letteratura inlertesta che gli esseri umani possano pre-
Redd dt the Tenlh itteeting o./ Díe Oudîe'
stdnrenti.'.tt wctkge penskap in Suklúfri morirà nair, ricorre moltopoco ll]entaria, sopraltuîto nella Sa- tendere. Se qùesto diritto ò esisti-
la. I'rerorìa 1967, pp. 5 l3a ld., The Imu nel NT ed usato soltanto da Pao-
è picnza di Salomone. Ill questi to Lin tempo, è stato perduto con
s oÍcot1i, Lhe Book o.î Ce esis A iitu- lo (tre voltc: lCor 15,53.54; lTm scritti si dice che gli esseri umani la ribellione e la disobbedienza a
d! in Temlìnohg!, ìn B./Rl 5l (19ó8) 6,16) per esprimere il concetto di sono fatti per L'eternità, sono crea- Dio (cfr. Gn 3.1-?-2,1: Rm 5.12).
tl 2ói Berkoower G. C., Vin: The Inate
oJ Cod, lcrdmars, (ìrand Rapids lL)62: \mmoîtahfà. Aphthdlsia (alla let- ti per I'immorralità e sono desti- Per Paolo invece f immortalità è
Bitd P.. aMulc an(l Feilole Hc Crcdled tera: (non soggetto a depcrimen- nati alla gioia eterna in una vita sempre per gli uomini uno sraLo
Therùr: Cen !:27b ìt1 the Context.2/ |he to)), un altro termine esclusiva- senza fine (1QH 3,i9-36; IQS 4,7; che deriva all'esistenza umana dal
Prìesîly A(a ù1 oICrcnrianr,ir I7TR14
(198t) 129 l59i Clines D. .1. A., Tht hùtlgP mente paolino, è usato molîo piir Sap 2,23; cfi. anche Sap 3,4; 4,1; di îuori, un dono di Dio che si ri-
oJ Cod ìn Muù, in 7-tr, l9 (19681 53 101; frcquentemente dall'apostolo e 6,19; 8,13.l7; 15,3; si veda anche ceve con la fede. Paolo sarebbe
ld., Whaî Do6 Lw Da to Help? A dOthet denota ùn concetlo simìle, se non lMac 9,22: 14,5; 16,13; 17,12), stato d'accordo con qùeste paro-
Ir^'deena blt' A nd t ocet úric Oùentolitts ih
Ger.s;r 1 -r. nì Whaî Does Lk Do to Help?
addirittura identico (cfr. Rm 2,7i Questi ealtri îesti simili hanno for- le dell'autore del libro della Sa-
And Othet ReadetU Questb \ to fhe Olcl 2Tm 1,10). Spesso però aprlrar mato senza dubbio Io sfoùdo en- pienza, anche se avrebbe deside-
7?trrr ,1, JSOTSS 94, JSOT, Shcîlield sia e l'aggettivo corrispondenîe tro cui si è collocato f insegnamen- rato certamente trasiormarle in
1990. pp. 25 48i curis E. M., .1rr4se o/ aphthorlos velgono tradotti col1 to di Paolo su questo argomento, senso cristologico: <<Conoscerti Io
Aod IOT). ir ABD, val. I II, !rr. 189 391;
|an]Jl\ t ., hnae? al Gad u d Glot) o.l Man: <incorrutlibile), (ciò che è incor- che egli ha trasformato, chiarito Diol è giustizia perfetta, conoscere
tfolnpn in the Pauline ConSleSdrirrr, h K. ruttibiÌe)), (ìncorruttibilità) (lCor e fbndato saldamente alla lìrce del- la tua potenza è radice di immor-
Borres.n led.), !ndle of Gad and Cen.let 9,25t 15,42.50.52-54; cfr. Rm l'evento di Cristo. talifà)) (Sap 15,3; cfr.2Tm 1,10).
Madeh i Judea (:hti.tt)a Ttudìtn t,So-
ìun Vorlag, Oslo l99li I'cc L'- 1)., The Firsl 1,23; 1Tù'ì 1,17). Ncgli scritti di Paolo può aver pensato che i
Lpíslle to îhe Cotinîhidnt, NIL-NT, l.rd Paolo l'immortalità va intesa co- 2. L'IMMORTALITA IN PAO- credenti già possedessero l'immor-
nrans, GraDd Rapjds l9tla.let!.11 1., Ina' me un'esistenza i11corruttibile. im- LO Secondo Paolo, solo Dio è talità. Questo è possibile se si tie-
go Dei. Gen. I,2ó.1. in SpnliutlentLu1l, in der immortale (Rm 1,23; lTm l,17; ne presente che egli usa l'espres
peritura, che non muore o non ter-
C asìs uad Ln d. rdttintsthen Bnefen, clr. Dt 32,40; Sir 18,1) e a lui so-
VaDdcnhoeck & Rùprech(, CÒllineen 1960; mina lnai. sjoie zijé aiAnios ((vita eterna));
Jó.sson G. A., I ht llnase e/ God: Gene lo spetta l'immortalità (1Tm 6,16). cîr. Rm 5,21; 6,23) in parallelo
sìs I:2ó 28 ìn a Certutr o.l Old Testa Ent 1.L'IMMORTALITÀ NELL'AT Gli esscriumani, d'altro lato, per con quella relativa all'immortali-
r?a/.l, Alùqvisl & Wiksell, Lù!d I 9órii
^f
Lossk! v.. 1, the ltnu$ ind LÌkenes ol E NEL CIUDAISMO Il con- loro natura non posseggono I'im- tà. Ed è chiaro che Paolo non ri-
Go.l, A. R. Mowb.ay. London 1975r \lar cetto di immortalità non compa- mortalità. Essi sono invece mor- seNa esclùsivamente al futuro le
Immortalità 846 84'l Imperafori romani
benedizioni dcll'era ventura, in- tri testi paolini alludano all'im- suÌla stessa visione olistica dell'an- Dopo la fine della monarchia,
clusa la vita del tempo che verrà mortalità, almeno implicitamente. tropologia, propongono una for- con la cacciata de1 settimo e ulti-
(zÒe aionios: clr. Rm 5,211 6,23). Uno di questi è 2cor 5,1-10. Ben- ma di ri-creazionìsmo: una perdi- mo re romano, I',etrusco Tarqui-
Nta d'altra parte, contrariamen- ché si tralli di un testo di dìflicite ta temporanea di coscienza alla nio il Superbo, nel 510/509 a.C.,
te a quanto i Corinzi possono interpretazione, forse perché Pao- morte (un sonùo dell'anima), che nacque e prosperò la Repubblica
aver creduto (cfr. lCor 4,8.9; lo abbonda qui di immagini (o me- termina in una nuova creazione al romana, fino a che non cadde du-
15,12-19), egli aîferma che l'im taiore) - casa, tenda, vestito - la risurrezione, nell' ùllimo giorno rante il caos economico, politico
mortalità promessa da Dio ai cre- nel cercare di spiegare che cosa è (vedi Stato intermedio). e mìlilare del tardo periodo repub-
denti (1cor 15,53) - immortalì- la vita dopo la morte, quesLo è pe- blicano (133-l3l a.C.). Giùlio Ce-
tà nel senso più pieno deltermine rò chiaro da quanto egli scrive: per sare. emerso come un diltalore mi
Vedi anche. Corpo; EscatoÌo-
si può raggiungere solo con la via della bontà e dell'azione di Dio litare, introdusse il governo auto-
gia; Risurrezione; Slato il'Ìterme-
risurrezìone, un evento che è an- (2Cor 5,1-5) ciò che è mortale (1o cratico, poi adottato dagli impe-
diol Vita e mofte.
cora fuluro (1Cor 15,52-53). thnèton) saìt inghiottito dalla vi- ratori che glj succedettero. Le suc
lcor l5 è la fonte principale ta, la mortalità cederà il passo al- BrBÌ Bnt.e F. F., Paùlo hnnatîdlitt, intenzioni furono frustrate dalla
per capire il senso dell'immorgr I'immortalità. in S"/I 24 (19?l) .1il-472i BuÌrmarr R., sùa uccisione ad opera di una con-
lità in Paolo. ln questo capito- Anche Fil 1,20 2l e 3,20-21 van- dtho asia, in GLb! l, \a\.lV, coll. 200 2081 giura dì forze repubblicane nel44
10 egli usa lutti e lre i termini con no nella stessa direzione. ln que- Cooper J. w., aort, s,,t, dnd Lìlè [ret
1ur1ir.q, Eerdmxns, Grand RaDids l9E9: a.C. Nella battaglia diAzio del 31
cui designa l'immortahlìJt aIha a- sli testi Paolo non solo accenna al-
C:rllmanù O.. Immonalitù dell aninld o p a.C., Ottaviano sconfisse Antonio
si.t, aphtharsia e aphthafios (lcot la possibjlità che il credente goda surrcaidle dei n.)rÌì? Ld Ìestìt onìonra del e assunse ìl controllo degli afîari
15,42.50.52-5,1). Eglì stabilisce espressamente della presenza di Nuato Testaùten1a. EibÌioi..a mininra dì politici e nilitari di Rona.
un'opposìzione rra l'ìmmorralità Cristo dopo la morte, ma aîferma cuìiùra reÌigjosa 17, Brcscia l9E6'i Ellìs E.
8.,IlCatinthì.ths f.l l0ú1htLli e Ee.hd ll pcriodo impcrialc di Roma
e ciò che è phthartos ((soggetto al- con conviùzione che il corpo umi- rolo(-i. in NTS 6 11959-1960) 2l I 224i Ìd., può essere suddiviso nel periodo
la dissoluzione e alla morte)), le, morlale, corruttibile del cre- Paùl und His Re(e t I retrpte^, Eerd- del princìpalo (27 a.C.-180 d.C.),
(corruttjbileD, (mortaler). Egli dcnte sarà trasformato radical- maDs, craDd Rapid\ l9ó1, pp.35-48; Fee
basato su una concezione civile
sostiene che come vi sooo corpi mente e, per conseguenza, sarà re- C. D., The ltìrst l:pistle 1a the Cotìnthiuns,
NICr\"T, Eedmrns, Crand Ripids 198t, del rùolo dell'inperatore, seguì-
terrestri e corpi celesti, e la gloria so jmmortale alla parusia (r,edl tp. 755-E09i Har.lcr C, phthei.tj e(.., in to (dopo un perioclo dì caos) dal-
clcì primi è diversa da quella dei Escatologia). GZNI vol. XÌV, coll. 1067-l102, special' la riorganizzazione dell'impero
secondi, così sul piano umano vi nen1. coÌI. 1092 1099; Llar.it \f. J., ?Cor
5:l lA: l Watetthed ltt Parl e Esch1tolÒ sotto Diocleziano (284-305 d.C.),
è il corpo fisico Ìegato alla terra 3. CONCLUSIONE Vi sono e da un periodo di dominaziorÌe
e ìl corpo spiriluale della risurre- almeno tre posizioni esegetiche tra e?, in TlnB 22 (t911) 32-37t Id., Fron
ardw tu Ghtr,Zorlctvan, Crand Rapid! (284-176 d.C.), basata su un mo-
zione. e la dilferenza tra i due è coloro che hanno cercato dì inter- l991t n., Rdised It tnottal: Resurtcclion dello militare. L'ùltimo imperato-
profonda (redi Corpo). Il corpo pretare la concezione paolìna della and hnnrrlalíîl in the New Ieslunienr,
re romano lu Romolo Augustolo,
Eerdmans, Grand Rrpids l9E.li .lcrcmias.1.,
fisico dell'uoúo è segnato da de- vita dopo la morle. Esse si londa- destitujto nel476 d.C., quando ìL
Fldsh ond Bload C@nat I hetit ttu Kins'
bolezza, dìsonore, corruttibilità, no su visioni diverse della natura dom a/ God,it1NTS211956) l5l l59j Ladd centro del potere fu trasferito al
mortalità. 11 corpo della risurre umana. Il Cristianesimo tradizio- G.E-, A TheohEr oIthe New lesta t.ìtt, l'imperatore d'Oriente a Costan-
zione è caratteaizzato invece da nale. che si altiene a una concezio- Lerdùrrns, Grand R.ìpjds ì97.1. !p.
-i50'565r I incoìù A. T., /'aìa.liso an e nan
tinopoli.
gloria, potenza, immortalità (1Cor ne dualista o tripartita dell'essere ancotu. CietÒ e prosp(tlito esetobsica nel
15,42-44). Questa opposizione umano. ritiene che tra la morte e pensìero dì Paob.Bib\oîcca diculrura rc 1. TITOLI IMPERIALI La pa-
comporta una diitèrenza fonda- la risuÍezione vi sia una specie di ligìosa 4E, Paidcia. Brcscia 1985i R. Pen
rola latina ir peratot sigíi.flcava
mentale tra il prìmo Adamo e il se- stato intermedio, in cìli la parte na, So.lJerer.e apastaliche, anîrapobqid ed
e.\catobqid in ?Cat 1,7 5,14, i\ L drasîolo originariamcnte (comandante in
condo Adamo, tra l'uomo terre i1nmateriale dell'individuo conti- Pdolo, EdiTioni Paolìne, CiÌrìseÌÌo Bahamo capo, r.Lr1o che dà ordini)>, ed era
stre e qùello ceÌeste (vedl Adamo nua a vì\'ere un'esistenza conscia, 1991, pp.269 298i Wlìlelcy D. E. H.. Ire un litolo generico dei capi milita-
e Cristo). Poiché ciò che è îisico, separata dal corpo fjsico. Altri in- Theoto&! ol St. Pa,l, Black$cll, Oxlord
196ll, tf. 24E 269. ri romani. ma alla fine divenne un
o terrestre, non può ereditàre il re- vece pensano che non vi può es- titolo d'onore con forti connota
gno dj Dio, e ciò che è corruttibi- sere alcuna separazionc dell'anima J. J. Scott Jr. zioni milìtari (il termine correlato
le non può ereditare l'jmmortali- dal corpo, se la persona umana impeium st rilerisce al diritto di
tiì, è necessaria una traslormazio- deve coDtinuare a vivere come per- dare ordìni, o al potere ufficiale
ne radicale mediantc la quale ciò sona. Coloro che sj attengono a IMPERATORI ROMANI dei magistrati srLperiori o deÌl'im-
che è corrùttibile diventa iùcorrut- questa concezione devono sùppor- peratore). Giulio Cesare atlribuì a
tibile (lcor 15,52), e questo rap- re, pertanto, che alla morte Dio SoM\!^Rrc - L Titoliimpcrialii 2. La lon se stesso questadesignazione, e al-
presenta Ia vittoria îinale di Dio fornisca subilo ai credenti un cor- dazione deÌ principaroi 3. Pimc dinafi€ trettanto fece il figlio adottivo e
sulla morte (lCor 15,54-57). po spirituale di provenienza ceÌe- inrferialii,l. Lc luùzioni dell'in1peraro-
successore Augusto, benché que-
rci 5. CulLo dell'i'nI)eJarorci 6. Crìsiianì
E però anche possibile che al- ste. Altri ancora. che si fondano c governo romano. sl'ultimo preferisse il ritolo di
lmpcratori romani 848 849 Imperatori romani
ptinceps (che sigl.ilica (primo cit- magistrati, fu subordinalo nslle polare generaÌe Vespasiano (69-79 (decreti imperiali)t: l) edicta
tadino>). Augusto assunse il tito- funzioni ad Augusto e ai suoi suc- d.C.), che preparò 1a successione ((edittir), pronunciamenti del-
lo di imperator come vi praeno- cessori. Le gesta di Augusto sono dei suoi due figli, Tito (79-81 d.C.) I'imperatore indirizzati al pubbli-
ztea (lmperator Caesar), e così le- elencate ùell'iscrizione autobio- e Domiziano (81 96 d.C.). Fra co generale, che articolavano or-
cero i suoi successori. Nel 27 a.C. grafica Res gestae di\)ì Augustí queste due dìnastie cì fu un anno dini o politiche; 2) deÙeta (<<de-
ll dúirto di impetìum maius (<<im- (<Cesta del divino AugusLor; c[r, (69 d.C.) di sommosse militari, nel creti)), sentenze giudiziarie pro
petium superiore)t) iu attribuito Brunt e Moore). La base del po- corso del qùale tre di\'ersi impera- nunciatc dalf imperatore nella cor,
ad Augusto per tutta la vita. Au- terc d,el. princeps fu I'assunzione tori rivendicarono il trono: Galba, te di giustizja; 3)ma doîa (<.maí-
gusto, il cui nome effettivo era della potestà tribunizia (t ribu n ici.1 Otone e Vitellio. Seguìrono poi i dati)), direttive dell'imperatore ai
Caio Giulio Cesare Ottaviano, as- potestas) da patte di Augusto nel sei Antonini. ciascuno adottato funzionari del servizio inperiale
súÉe i7 cogno qten (<<cognomc>) di 23 a.C., che gli diede il diritto di dal proprio predecessore, ad ecce (ùn eccellente esempio ò la corrì-
<Cesarer perché era iiglio adotti- convocare il Senalo, il dirilto di zione dell'ultimo Aùtonino, Com spondenza lra Plinio e Traiano);
vo di Caio Giulio Cesare. Gli im- velo, il diritto di promulgare le modo, figlio naturale di Marco 4) rcscripfd ((rescrittiD), coÌrj-
peratori successivi usarono il no- leggi, e l'inviolabilità (sac rosa
nc- Aurelio: Nerva (96 98 d.C.), spondenza jmperiale coIÌsìstente in
me Ce"rale come parte dei loro ti- /l/aj). ll titolo delLa Jacrosanctitas Traiano (98-l ll d.C.), Adriano risposte scrjtte dell'impcratore in
toli imperiali (per es., Lc 3,1 la ri- conteneva echi repùbblicani e s01- (117-138 d.C.), Antonino Pio lellere separate (ep is t u I ae pfi tlci-
ferimento a <Tiberio Cesare>); tolineava 1a natura non militare (138 161 d.C.), Marco Aurelio prr, o in note a margine sùlla pe
inoltre jl termine era ampiamente del suo ruolo. Egli assunse anche ( 161- 180 d.C.) e Commodo tìzione originale (J?-/ó s. ript iones ) .
usato come un modo per riferirsi aÌtri titoli importanti, come quel- (180-192 d.C.).
all'imperatore regnante (Mc 12,14 lo d,i pater patriae (<padre delLa 5. CULTO DELL'tMPERATO-
e par.; Gv 19,12-16; At 17,7;25,8; patriar) e di potltifex maximus ,I. LE FUNZIONI DELL'IMPE. RE Iìculto impcriale aveva di-
Frl 1,22). Augusto (che significa ((sommo saccrdote))), con potcre RATORE A Roma, dal p/l/?- mensioni religiose oltre che polì-
<<venerabiÌe>) è un titolo onorifi- di controllo sulla religioùe di Sra- cep.r ci si aspettava che facessc tiche (redi Cùlto). I cùlli ellenisLici
co che fu conferito a Ottaviano lo. Questo sistema rimase disatti- pubbliche apparizioni ai giochi, ai del sovrano, chc cominciarono
dal Senato (a luj si fa riferimento vato sotto il solìtario Tiberio teatrie alle leste, dando l'impres con Alessandro Ì\1agno, onorava-
come <Cesaie Augùsto> in Lc 2,1) (14-37 d.C.), mentre l'incompe- sione (a diîferenza di cìulio Ce- no benefattori vivenLi, ill primo
e successivamente lu attribuito ai teùte Gaio Caligola (37,11 d.C.) sare, che Lrlilizzava queste occasio, luogo capì dinastici dei regni elle
suoi successori sul trono imperia- divenne il primo imperatore vera- ni per leggere e îirmare documen- nistici, con rsol,heoi lirzai, <onori
le. La traduzione greca di Augu- mente autocratico insediaro con il ti) di diveltirsi a simili spettacoli. parì agli dòi>; in altre parole, con
sto era Seòaslo,J (<(riverito, degno sostegno della guardia pretoriana Durante la prima fase dcll'ìmpc- templi, sacrifici, sacerdoti, ieste,
di onorer), ed è usata a proposi- (cfr. Fil 1,13). ro, compito principaÌe dell'imfie e giochì. Gli imperatori romani îu-
to delf imperatore in At25,21.25. ratore era di amministrare la giu- rono un po'pjii rillrttanti dei so-
ll termine latino /e)r (<re))) non iu 3. PRIME DINASTIE IMPE- stizia leggendo e rjspondcndo ai- vrani eÌlenisticì ad accettare ono-
mai usato ìn riîerimento all'impe- RIALI Il I sec. d.C. fu doni- le lettere e pelizioni, ascoltando ri divini (ìo partìcolare Augusto,
ratore romano d'Occjdente: lo fu nato da due dinastie imperiali, casi presentati oralmente (i cilta Tiberio e Claudio). Nella parte
invece a volte l'equivalente greco quella della famiglia giulio-claudia diùi roùaùi, corne Paolo, aveva orientale dell'impero, l'iù1peÌatore
basile4,r nella parte orientale del- (27 a.C,-68 d.C.) e quella della fa- no il diritto di presentare il pro- viverlte occr.Lpava un'ambigua po-
f impero (lPt 2,13,17; Gv 19,15), miglia flavìa (69-96 d.C.) . Due dei prio caso davanli all'in1peratore, sizionc ira gli dòi e i morlali. Sa
anche se raramente lino al II sec. primi tre imperatori giulio-claudi, cfr. At 25,9-12) e ricevendo am crifici erano immolari di solito a
Augusto (27 a.C.-14 d.C.) e Tibe- bascjate da varie cìttà dell'impe- ,favole dell'imperatore, piuttosto
2. LA FONDAZIONE DEL rio (14-37 d.C.), furono ifigli ro (un'ambasciata di GirLdei ales- chc a lui, e quasi non c'è prova che
PRINCIPATO - Augusto creò adottivi dei loro predecessorì. sandrini a Caligola nel 39,/40 d.C. il popolo invocasse l'impcratore.
un sistema imperiale in cui conser- Gaio (37-41 d.C.) più noto col è I'argomento d,ella Legatio ad I cùlti imperiali erano particolar-
vò in maniera latente i poteri di un soprannome afletluoso di (Cali- Caium di Fllone). Le risposte del mente popolari nella provincia ro
autocrate pur nell'apparenza di gola>, che significa <scarpetta)), l'impcratorc costitujvano un pae- mana dcll'Asia, dove un tempio fu
una monarchia costituzionale. Nel datogli dai soldati quand'era bam- cedenle giuridico. dedìcato ad Augusto e a Roma nel
27 a,C. Augusto rassegnò i suoi bino -, Claudio (41-54 d.C.) e Nell'adempimento di questo 29 a.C.
poteri straordinari e inizìò il pro- Nerone (54-68 d.C.) furono tutti compito legale, l'ìmperatore era Mcntrc nell'Oriente greco il cr.ll-
cesso di restaurazione teorica della investiti deÌ ritolo di imper"ator per circondato cla amici (arricr) c da to dell'imperatore si conccntrava
Repubblica, conselvando tÌrttavia acclamazione della guardia preto- un gruppo di collsiglieri (cor.i sul sovrano in carica, ne1l'Occi-
saldamenîe il controllo dello Sta- riana, un'iniziativa che il Senato /irnl)che lo aiutavano a prerdere dente romano I'enfasi era posta
to. lÌ Senato, che in questo perio- era stato costretto a ratificare. La le sue decisioni. C'eraùo quattro sul culto degli jmperatorj defunti
do era costituito da circa 600 ex dinastia flavia fu fondata dal po- Ilpi d:\ constitutiones ptincipun, o .livlntzzalt. La divinizzazjone po-
Imp gionamento 850 851 In Cristo
stuma di Giùlio Cesare nel 42 stema legale romano; Sistemi po- assenti neÉ:li aÌtri scrirli del NT, se ne salvilica del Messia. ll nome
a.C., decretata da un'apposita leg- litici, si escluclono i rilcrirnenri a Cristo <Gesù>, che spesso vi è unito, può
ge approvata dal senato (Plutar- in îorma pronominale nel lr'lateria- richiamare l'idea dclla sua figura
.o, Caes. 67,4), fu una manovta BroL. Barel! A. A., cdliS ta: The Cat ìe giovanneo. Questo concentrar- terrena e della sua umanità. La
messa in atto dal ligiio adottivo e tuption of Pa'|er, B.'l. Batsford, Nfanche- si nelle lettere paolile ha fatto forma alternativa (nel Sjgnore>)
ler 1989t Brurt P. A. Moorc J. M., Res pensare a molti esegeti che in al- sottolinea normalmente il potere
successore Ottaviano per legitti- Gestue Diri Augusti: The Achietet ents of
mare il proprio governo con il ti- the Dhine Au gustus, U ni\ ersity Press, Ox- cunc di queste ricorrenze, se non unico e I'autorità divina di Cristo.
tolo di divi filius ((figlio del dio lord 1967i Fishwìck D., Tfte lmpeialCuh in tutte, si tratti di una formula e perciò il suo diritto di esigere ob-
in the Laîì It/ee,E.J. B.ill, Lejden 1987i paolina. Si ritiene spcsso chc una bedienza o la sua capacità di libe-
Iciì.rliol))). lniziò così la lunga tra- Grìlfin M. T., ,Àr'e/or The End ol a D! a-
dizione della divinizzazione posl slr, Yalc University. New Haven-London tale lormula si fondasse su una rare da altrì (poleri> (per esempio
mortein, a (apoteosin, degli im- 1984ì llopkins K., Dlrlre Emperots ar the concezionc <locale> o spaziale di Fil 1,14; 1Ts 4,1). Tuttavia non
perarori deceduti, ritualizzata nel- St,nboli. Unitf al the Ratnun Etnpire, in Cristo, inteso cor]le sostanza o sempre si può dire che queste dif-
Canquetors a d Sldres. University Press, persona. N'la i diversj rnodi in cui tìrenze dì senso siano rispettate (si
la cerimonia della ronsecruÍio.ln Cambridge 1918, pp. 197 242 (rad. jt.,
violazione al tradizionale proto- Canquistdtari e schi.tri. Sociologia dell'itn- queste espressioni vengono ùsale veda, pcr esempio, Rm 16,1-16).
collo romano, due imperatori, a pero raùdnai BoÌlali Boringhieri, ToriDo nelle lettcrc di Paolo inducono a Diversamente dalla leTTeratrrra
quanto si riteneva, si altribuirono 1984)i Jones B. w., The Empetor Doni' pensare che esse Siano delle locu- giovannea, che insiste sul fatto che
rlnr, Roulledge, NeF York 1992; Nlillar F.,
personalmente il lilolo di ders The Enpew in the Ronun W.tld l3l BC"
TioDi îlessibili allraverso cui si po Cristo e i crcdcnti si appartengo-
((dio)) da vivi, Caligola (FiÌone, ,-1, JJZ./, Cornell University, Ithaca 1977; ne in evidenza una stÌumentalità no tra loro, Paolo non accentua
Zeg. 353) e Domjziano (Svetonio, Nlomjgliino 4., Claudius: The Elnperct o un modo diagire, oppure anche questo aspctto della reciprocità.
and His Alhietenpnt. Gieenivood, We l aspetto localc. Bcnchó jnoltre lettere compare certo l'ì-
Don. 13,2); nessuno dei due fu rporl (CT) 1981 (riv )i Pricc S. R. F . Ri Nelle sLre
djvinizzato dal Senato dopo la tu.l|t Po||et: The Ronlan hnperialCrft Paolo colleghi talvolta l'espressio tra
dea che Cristo è nei credenti o
'1nd
morte. ìn Asia lVinor,Uúterstry Press, Cambrid- ne <in Cdsto) con un'irnrnagine di icredenti (per esempio Cal 2,19;
ge 1984; Scort K., The InlpeialCult u deî Cristo che racchiude I'idea di una Rm E,l0; Col 1,27), ma solo in
/r? F/d!ùns, Kohlhammcr, SiullSarî 1936;
6. CRISTIANI E GOVERNO Ta)lor L. R., rhe Dirinit! o.f the Rondtl folma, di un corpo o di una co- qualche caso essa viene associata
ROMANO I primi cristiani eb- Ànpelo/, American PhjlologìcaÌ A$ocia strùzione, non si può dire che essa all'altra. e cioè che i credenri so-
bero visioni contrastanti deÌl'im- rlon, Middlelow! (CT) l93lt ueìnstock S., clerivi cla una concezione <corpo- no in Cristo.
Dirus Julius. Cla.ùìdon, oxiord l9?1. raliva)) o sì limiti solo a qLLesl'ulti- L'espressìone viene usaLa in tre
pero e dei suoi capi (v"di Autori-
tà civile). Paolo tenne un atteggia- D.E,Aue ma. Il ìingùaggio dj Paolo condi sensi diversi, disposti qùasì a
trian
mento positivo verso il govel- ride I'uso metaforico comune dcl- golo, anziche in un senso unico e
no romano e le sùe funzioni (Rm La nozìone di spazio, con la quale (lecùico). Su un lato del trìango
l3,l-7). La concezione di Paolo IMPRIGIONAMENTO: r,edi si íIìtende deliùire un'apparteùen lo si trovano csempì di questo ge
dell'awersario €scatologico ìn 2Ts Prigionia, prigioniero 7a o un'esclusione. ln modì diver- llere: (Alcuni/alcune Chiese (so-
2,4 (Nedi U oú'to dell'iniquità, po- sì, I'csplessione <in Cristo> mani- no) ìn Crisro), dove I'espressione
tere che trattiene) può essere sta- IMPURITÀ: Ì,erll Purità e im- 1èsra quincli Ia convi:rzione dj Pao- assumc Lln signiîìcato locale. Su
ta influenzata dal fallito tentativo purità lo che i piani sahilici di Dio si at un allro lato si trovano afferma-
di Caio di fare installare ìrna sua I rLano [ealmente àttraverso Crislo- zioni corne: (E stato Dio a ricon-
statua nel tempio di Gerusaleúme INCESTO: vedi Matrimonio e ciliare a sé il mondo in Cristo)
(Giuseppe Flavio, ,441. 18,8,2 divorzio, adulterio e incesto; Ses- I. L'USO DELL'ESPIìESSIONE (2cor 5,19). ln questo caso Crislo
lÈ26r-262: 8e .2,3,10 $$185-187; sualità, morale sessuale Paolo usa dìverse varianti del- è considerato lo strum€nto ciell'a-
Tacito, IJlsl.5,9; Filone, Ze8. l'espressionc. di cui le pìù frequen- zione di Dio lbenché iÌ senso di
188,208-228). Similmente, in lPt INCIRCONCISIONE: vedi li sono (in Cristo), <in Cristo Ge- questo versetio sia molto discus-
2.13-17 i cristiani sono incoraggiati Circoncisione; Gentili; lsraele sù) e (nel Sìgnore>. E probabile so). Talvoha <in Crjsto/nel Signo-
ad assoggettarsi aÌÌ'imperaîore e a che ognuna di csse voglìa accen- re) può mettere in evidenza il mo
onorarlo (qui è usato il termine Aa- luare una parlicolare s[umatura di do con cui un'azionc sì compie
.rlleri, ossia (re)). Un quadro IN CRISTO signifìcato. Le lettere paoline usa- ((dico la verità in Crisro), Rm
estremamente negativo diabolico
e no soLo una volta <(in Gesir) (Eî 9,1). L'uso delle espressioni in
dell'impero e degli imperatori è di- SovvaRro I. L'uso dell'espression€; 2. ,1,21) e mai <in Gesir Cristo>, ben Paolo si muove nelL'ambito di
Origìne e iondamenlo dell'€rpressionei 3. ché per altri versi siano abituali
segnato invece in Ap 13 e 17.
I significati teologici delÌ'espressjone in
questi significad e dÌ solìto 11on la-
nelle lettere ì rìlerimenti a (Gesil scia intravedere alcuna distinzio-
Vedi anche: A:ulotllà er\ile|' Ca- Cristo>. L'evidcnza chc ncll'c- ne fra le tre idee di luogo, stlu
sa di Cesare, casa imperiale; Cit- Le espressioni (in Cristo (Ge- \pressione vieie dala a <CrisLo)) mento e modo (peì-escmpio: <La
tadinanza, romana e celeste; Ro- sìr)>r e <nel Signore>> sono lrequen- indica che si v oìe porrc in primo vostra latjca non è vana nel Signo-
ma e il Cristianesimo romano; Si- ti nelle lettere paoline. Sono però IialÌo lo stato clorioso e la 1ìrnzio re), lCor 15,58).
In Cristo 852 853 In Cristo
Come hanno osseNato Robert- Tessalonicesi parla maggiormen- in cuìviviamo (per esempìo Deiss- sirumenlale e una visionc escato
son e altri, I'uso della preposizione te di Dio, in quanro viene a trat- mann, Boùsser). Altri hanno af- logica, e anche un signiîicato in
greca eÍ ((inr) in senso strumen- tare di più dell'escatologia, e for- feÌmaro che la concezione locale clusivo (localc). Questi studi han-
tale è un'estensione metaforica se tiene presente che questi suoi in- risale al mìto dclredenLore, di cuì Do îatto intravedere sempre di piir
deÌ senso locale (Robertson 590). rerlocutori solo da poco tempo si parlano glì scriLti gnostici (per che ln molli contesti il pcso deci-
Anche quando (in Cristo/nel Si sono convertiti dal paganesimo. esempio Kàsemann). Questa tesì sìvo dell'espressione non sta nel
gnore)) esprime una strumentali- Probabilmente Paolo si preoccu- inoltre ha fornito gli elementì per suo aspctto locale.
tà o un modo di agire, (Crjsto>) pa qui di salvare il monoteismo, capire le aîîcrrnazioni di Paolo Resta pcrò da vedere se l'ùso di
viene inteso sempre come una affermando I'efficacia della fede sulla partecipazione alla morte e una melalora spazìalc da parte di
(sfera) entro cui sì rimane. Le in Cristo. alla surrezìone di Cristo: come Paolo si colleghi necessariamente
espressioni in cui si usa <in> rac- In Colossesi ed Efesini è molto membra del corpo materiale del a qualcuna delle imÌt'tagini corpo-
chiudono un significato più spe- piu frequente l'uso di (1in Cri- redentore se ne condivide anche il ree di Cristo, a cui abbìamo accen-
cifico rispetto a quelle che usano sto/ne1 Signore). Si nota inoltre destino. A. Schrveitzer ha pensa nalo. Vi sono tuttavia tre ragioni
(per mezzo di>, come sì vede an- una sede di nuove immagini spa- to di poter trovare la fonle della fondamentali conlro l'idea che
che in Paolo stesso, quardo pas- ziali. In Crisro abira corporalmen- nozione paolina in ùn'antica idca dietro quesl'rìso vi sia la concezio-
sa dall'espressione <per mezzo di te 1a pienezza della divinità (Col giLÌdaica secondo cui l'eletto do ne dì una realtà organica. Usan-
un uomo) a (in Adamo> e (in 2,9). Il piano divìno della creazio- vesse unirsi realmente e fisicamen- do (in Cristo) e (nel Signore)
Cristo) (lCor 15,21-22). Di Cti- ne. della redenzione e della con- tc al Nlessia. Paolo norì 1a che estcndere in
sto, di nessun altro, si serve Dio
e sumazione finale di tutte le cose Nei decenni successivi del XX Lrn'accezione parlicolare Ja prassi
per risuscilare gli uominj dalla diventa comprensibile nella <sîe- sec. gli studiosi si sono ìnvece ri- comune e tacita con cui sirapPre
morte, proprio coúe la morte vie- ra, di Cristo (Ef 1,3-10). I credenti chjamati a una concczione piil am- scnta simbolicamente l'idea di
ne solo per mezzo dì Adamo. Una sono slatì falti sedere nei cie1i, per- pìa della <pcrsonalità corporat! uù'appartenenza o di un'esclusio
simile variazione di significalo si ché sono stati posti in lui (Ef 2,6i va>, che si peisa di poter trovare ne attraverso un Iuogo o uno sPa-
constata in 2Cor 5,18-19, dove Col 3,1). Sono stati resi membra nelle Sacre ScrittrLre ebraiche e nel- zio. Come ìl salmisra, Paolo si ral-
Paolo, dopo aver affermato di es di un corpo di cui egLi è iL capo (Ef la pìii antica letteratura gjudaica legra e spera (nel Sjgnore)) (per
sere srato riconciliato con Dìo per 4,15-16). lù Ìui sono stari ediiìca- (per esempio Best, IIoule). ln que- esempio FìL ;1,,1; cfr. Sal 5,I l; 9,2;
mezzo di Cristo, passa a dire che ti assìeme per formare un tempio sta prospetljva CÌisto vie[e visto 31,21.22). Egli applica un lin8lrag
la sua predicazione è coùsislila (Ei 2,21-22) e haùno rivestito l'uo- come una (pefsonat onnicont gio simile a persone per le quaÌi
nell'annunzio che Dio ha riconci- mo nuovo (Ei 4,22-24; Col 3,10). pfensi\'a, a cuì tutta la conìunità non si addice il modcllo della
lìato a sé il mondo in Cristo. In Tutte questl. immagini presenlano dei credenti è unita nclla propria <personalità corporativa): gli
questo secondo caso 1'esclusività Cristo come maniîestazione cen- esperienza e nel proprio destino. Israelili sono stati battezzati (iÌ'ì
che la proclamazione intende an- trale dj Dìo e del piano divino e Una tale jpolesi, che viene avan- Mosè, (lCor 10,2): Dio ha pro-
nuncìare costituisce una nozione per conseguenza colne fondamen- zata spesso ma che non è fondala messo di benedire le nazioni (in
molto più precisa. to della r'ìta e dell'unità di tutta la a suflicielÌza, ò stata giuslamente Abramo)) (Gal 3,8.9) e ha fatto
Talvolta Paolo aflerma che i Chiesa. criricata negli sludi piir recenti (si sorgere il faraone per Ílanilèsta-
credenti o le Ìoro azioni sono <nel- veda Wedderburn, Porter). re la sua potenza <in lui> (Rm
lo Spiriton (per esempio Rm 8,9; 2. ORICINE E FONDAMENTO ln cÌualche modo la concezìone 9,17); iFilippesi devono sostene-
9,1,14,11, vedi Spirito Santo). Se DELL'ESPRESSIONE - Sul locale e quasì fisica del linguaggio re la slessa lotta chc hanùo visro
possiamo vedere in Rm 8,1- I I il senso locale o spaziale dell'espr".s- diPaolo è stata ridimcnsionala da e udilo (in me) (Fil 1,30); il ma-
contesto appropriato, è evidente sione (in Cristo/nel SignoreD si ;r!r:rrne rìcerche deLla metà del se- rito non credente viene reso san-
che I'essere (in Cristo)) conduce sono basati molti studiosimoder- colo, soprattutto da quelle di F. ro (neÌla sua mogLie)) (1Cor 7,14).
all'essere <nello Spirito)), e non vi- ni per proporre le loro ipotesi sulla Neugebauer e NI. Bouttier. Ncu- Modi di dire paralleli si riscontra-
ceversa (Rm 8,1.2). In coloro che sua origine. Di solito queste ipo- (in Cristo)
gebaucr ha negato che no anche ahrove nel NT (per
appartengono a Cristo abita lo tesi dipendono da una concezio- o (nel Signore) abbia un senso esempio Mc 3,22; 14,6), negli au
Spirito di Cristo, per cui essi non ne quasi lisica di <Cristo), per po- spaziale, ritenendo invece che que tori gìudaìci di queltempo (<ln lui
sono (nella carne), ma (nello Spi- ter interprelare il senso spaziale stc espressionì racchiudano ùna [Dio], e in nessun altro, era la lo-
rito, (Rm 8,9). racchiÌrso nelle espressioni. Neì coùcezione legata al lempo, ossia ro salvezza): Giuseppe Flavio,
Per due volte Paolo dice che i primi decenni del XX sec. alcuni rli cssere inseriti nell'evento salvi- Ant.3.1.5. $ 23), nei papìri di ca-
Tessalonicesi sono (in Dio Padre studiosi hanno ritenuto che Pao- lico decisivo, morte e la risur-
La rattere profano (per esempio (Vi
e nel Signore Gesu Crisro) (lTs lo, ponendo sullo stesso pìano Cri- rczione di Cristo. Boutticr è stalo è un ulteriore debito che deriva dal
1,1;2Ts 1 ,1). Questa variante in- sto e lo Spirito, lo abbia inteso co- rolpito di piir dalla diversità degli prezzo del grano "in" Tolomeo)),
solita deriva dal fatto che PaoÌo me un fluido che penetra in ogni rrsi ìn Paolo, e ha rirenuto che sia- citato da Mayser 2.396), e anche
nella sua corrispondenza con i cosa, come l'ada che respiriamo e ro presenti in luj una concezione nelle fonti greche classiche del V
In Cristo 854 855 In Cristo
sec. a.C. (per esempio Sofocle, gine della dualità tra spirito e cor- uoúo, per mostrare che chiunqùe la <<sfera> decisiva entro cuì si at-
,4race 518, dove Tecmessa, prigio- po parlando di immersione e di in- uccide un solo essere umano è col- tua l'azione salvifica di Dio (At
niera, dice ad Aiace: ((ln te sono fusione e dicendo che lo Spirito pevole di uccidere lutto il mondo 4,2.12). E a conlèrma chc Paolo
completamente liberata))). La pre- riunisce i credenti in un ùnico cor- (m San 4,5). Con la trasgressione si richiama ad aflermazioni già
posizione greca eri, <in)), può in- po (1Cor 12,12.13). Talvolta egli diAdamo, la punizione si è river- presenli nella tradizione, Rm 6,3
dicare un'unione o una strumen- collega anche Cristo con 10 Spiri- sata su tutla l'ùmanitìr (4Esd 3,21|' rivela che già prima di lui la par-
talità, ma anche in questi casi è to che abita nei credenti (Rm 8,10; 2Bar23,4i 48,42.43). Il giudizio di tecipazione alla salvezza si espri-
sempre presente I'idea di una <sfe- lcor 15.45, forse anche Col 3,11; Dio sulle azionì di un solo uomo meva nel battcsjmo, per mezzo del
ra> che delimira il campo. Qùe- vedi Spirito Sanro). Ma noo vi è decide della vita o della morte di qualc si veniva a far parte deÌ <re-
st'uso piu ampio della metaîora alcuna identificazione tra queste molti: come per Adamo, così an- gno di Cristo). Questo linguaggio
spaziale rende improbabile che si due realtà (per esempio Rm 8,1l). che per Cristo, afferma Paolo e queste concezioni sono stalipo-
debba vedere un'immagine locale Qreste affermaziolli haDno piut- (lcot 15,22: Rm 15,12 21). La so- sti in particolare riljevo e sono sta-
concreta dietro iì linguaggìo di tosto il carattcae di uùa meloni- lidarietà con Adamo clcriva dal li ulteriormente precisati nclle let-
PaoÌo. mia: lo Spirito viene detto dj Cri- fatto che Dio vuole benedire o ùra- tere di Paolo.
lnolîre, benché siano stati fat- sto, perché è il mezzo attraverso Ledire attraverso di lui, e non da
ti deì tentativi in qùesto senso cui la signoria di Cristo si attua nei una discendenza fisica, benché in 3, I SIGNIFICATI TEOLOCICI
(Schweitzer, Sanders) non è pos- credenti (per esempio lCor 12,3), questo caso le due cose vengano DELL'ESPRESSIONF IN PAO-
sibile estendere alla piu vasta teo- E inleressante il fatto che I'espres- a coincidere. La dipendcnza di LO - Benché i vari significati si
Iogia di Paolo f immagiÍe di ìrn'u- sione (in Cristor esprima Ì'idea Paolo da questa concezione più sovrappongano notevolmente tra
nione quasi fisica con Cristo. vi che i credeoti sono il corpo di Cri- vasta risùlta chiara qùando egli aî loro, le ricorrenze dell'espressio-
è come un dissolvimento della me- sto, presentando anche Ia <sfera) lèrma che la benedizione divina si ne si possono suddividere in cin
tafora. da cui si deduce che essa eniro cui talc nozione e valìda: riversa <in Abramo, sui pagani, que ampie ùnità tematichc:
non si fonda su ùna qualche con <Noi, che siamo molli, siamo un ìquaLi evidentemente non discen- l) Piir di un terzo delle 15l ri-
cezione corporea piir definita del solo corpo in CristoD (Rln 12,5). dono îisicamente da questo pa correnze si riferiscono a qualcosa
la salvezza. Paolo fa derivare le Come ha alfermato Gundry, il triarca (Gal 3,8.9). che Dio ha fatto o fa artraverso
sue esigenze etiche da quello che corpo è qui una melafora che La connessione che Paolo sta- Cristo per la salvezza (per esem-
Dio ha realizzato in Cristo: (To esprime f interdipendenza e I'unità bilisce tra Cristo e Adamo deriva pio, <la redenzìone rcallzzata da
gliete vìa il lievito vecchio, per es- dei credenli, non un'cntità reale dal modo con cui egli intende 1o Crislo Gesu), Rm 3,24). Come
sere pasta nuova, poiché siete az (Cundry 223 24,1). scopo universale dell'opera reden abbiamo rilevato sopra, in Colos-
zìmi> (lCor 5,7). (Se un tempo Benché le spiegazioni che si ri- trice di Cristo sulla croce: <Uno sesi ed Elesini questo aspetto si
eravate tenebra, ora siete luce nel chiamano all'aspetto corporativo è morto per tuttj, e quindi tutti so- amplia sino ad includere la crea-
Signore. Comportatevi dunqùe non siano soddisiacenti. è chiaro Do morli)) (2cor 5,14.15). Comc zione e la sua consumazione ii
come figli della lucet) (Ef 5,8). Se che per Paolo i credenti partecipa- Adamo, Cristo è perciò ìl nuovo nalc.
Paolo si servisse di un concetto or- no in una qualche rrtisura reale alla ìnizio de1 genere umano (Gal 3,28; 2) Un altro terzo circa è forrna-
ganico di salvezza, parlerebbe morte e alla dsurrezione di Cristo. Ef 1,22'24i Col 3,9-l 1). L'idea che to da esoltazioni o da indicazioni
piuttosto di diversi livelli di par La vita in Cristo comporta la par- il destino del Messia e quello del sul modo in cui bisogna compor-
tecipazione mìstica (per esempìo, tecipazione con lui alla sua morle popolo di Dio siano collegati tra tarsi o su qualità che bisogna pos-
descriverebbe un processo gradua e alla sua surrezìone (Rm 6,1- 11; loro non è originale (si trova, per sedere (per esempio, ((Rallegrate-
le atlraverso cui si diventa ripieni 2Cor 13 ,4; Gal3,26-28), L'uso che csempio in Dn T,9-21: 2Bat 30\, vi nel Signore semprc), Fil 4,4;
di <luce))), ma non ùserebbe le Paolo fa di Adano come di una mentre lo è quella di un messiani- <Prisca e Aquila, mieì collabora-
formùlazioni paradossali che tro- figura che racchiude in sé tutti gli smo chiaramente universale. so- tori in Cristo Gesu), Rm 16,3).
viamo qui. uomini è di londamentale impor- stenuta da Paolo. Per luì le figu- 3l Una ventina di ricorrenze del-
L'uso che Paolo la di simboli talza per capire questo aspetto del re di Adamo e di Cristo sono cor- l'espressione descrivono la situa-
materialj è vigoroso ma anche di sùo pensiero. I paralleli a questo rclate tra loro per quanto riguar zione attuale del credente. in re-
versificato, e rivela piuttosto una riferimento ad Adamo, che sitro- da il giudizio e la salvezza che si lazione all'opera salvifica di Cri-
pluralità di metafore anziché una vano nell'anlica letteratura giùdai- cstendono a tutto il creato. sto (per esempio: (Noi, pur essen-
concezione realistica di fondo. ca, sono Particolarmente appro- L'espressione <in Cristo/nel Si- do moÌti, siamo un soÌo corpo in
L'immagine che Paolo ci presen- priati e rivelano ùna concezione gnore> è derivata probabilmente Crìstor, Rm 12,5).
ta del <corpo di CrisloD è collega- del desrino ùmano fondato sul di- da un precedente giudeo-cristiane- 4) Un'altra dozzina circa sì ri-
ta alla raffigurazione della comu- segno divino, che si accorda bene sino. ll libro degli Atti indica ferisce a persone o situazjoni par-
nità dei credenti come un tempio con le affermazioni di Paolo. Dìo cspressamente che, prima di Pao- ticolarj, semprc in relazione alla
di Dio (per esempio lCor 3,16.Ì7; il
ha stabilito che tutto genere lo, i primi credenti di Gerusalem- salvezza. Tra queste ve ne sono seì
Ef 2,19-22). Ecli gioca sull'imma- umano tragga origine da un solo lìle hanno proclamato Gesir come dove si afferma semplicemente che
Indurimento di Israele 856 s-i 7 Inni. lràmmenti inni(.i. canti. (.anli \pirituali
qualcuno è (in Cristo)) (Rm Chtísî ìn îhe Epinles oÍ the Apostle P(1u|,
SPCK, LoDdoD 1955i Bousse! W.,,l1/rior
I).JNI, FRAMMENTI INNICI, Ìre, desiderassero esprimere la lo
16,7.22t lcot 1,30; Gal 1,22; lTs C htistos. Gesch ì. hre des Ch rìsrusglaube ns
C]ANTI, CANTI SPIRITUALI ro devozìone religìosa nel modo a
3,8;2cor 12,2). wn den AnfànEen des Chtist tums bls he- loro abituale. Questo dovrebbe in-
5) Due occorrenze in Colossesi /laers, Vandenhoeck & RuprechÌ, GoÌlin- \,Ar\r^rh 1. llco.refocnrroùrisicoL cludere l'uso di canti religiosi. È
gen 1921,, 1965,i Bontrier M., fÌ Cà.rir. appunto questo conlesto che ci
si riferiscono specificamente alla Ì..a la ùostra tratraTione; L La !re!€
Érude d'exégèv eî de théalatìe paulinìen- lnnin.lrr,?zt paoliùoj 2.1 Crirerj
natura di Cristo (Col 1,19; 2,9). ,e, Univenilaires de lrance, Paris 1962;
7r di porta a pensare che il culto del
La freqùenza di queste espres-
per indiliduar gli l.nìj 2 2Comedìsrin la cristìanità giudaica abbia prefe-
Dejssmann A., Pdrlr,1 ,Slud! iìt Socìal d d gucrc BÌi inni dalle ahrc lon.ei .1. Clas
sioni nel vocabolario delle lettere Religious Hisîotr, Hodder & Sloughton. sin.azìof. c junzione degli innì: l.I In- r-ito e conservato dei salmi mes-
LondoD 1926i Gundry R. H., Soma in Bi-
e deÌle Chiese di Paolo de va mol- ni a sloDdo sa.raùrenial.; 3.2 Innl con sìanici, come ci sono testimonia-
blicat Thealapr, SNTSMS 29, Unìlersily reùrh(jrii l.l Inrl di coDlcsione:1.,1
lo probabilmenîe da una duplice Press, Cambrìdec 1976j Kàscmam 8., 1/ ti in maniera frammentaria iù Rm
ì,ìni cristoloeiciì 3.J I nni ctico-farenerici.
necessità: ptablenn teologico deltnotita clelcarpo di I 1,33-36 e in abbozzi di confèssio-
1) Per molte ragioÌ1j Paolo ha Crtto,i\ Plovcúive paali e, Paideìa, B.e ne di lede in Rm 1,3-4 (cfr. lTm
scia I9?2, !p. 149 l74i Mayscr 1., G.dm Le Chiese paoline che incontria
ritenulo doveroso affermare I'e ,tdtik det gùechíschen Paptri aus det Pt.t- mo nelle piìgine del NT eì ano co 1,17; 6,15-16).
sclusività o la particolarità deÌl'a- 1o,ne{eii, Walter dc Grùytcr, Berlin 19341 munilà cultuali. tbrmate da tl()mi, In secondo luogo, quando il
zione salvitica di Dii) per mezzo di \toìrle C. D. F., The Otisin oJ Chtistolo'
ni e donne. Qucsro risulta chiara- rncssaggio evangelico si ò diffuso
Cristo. Dicendo che Dìo ha agito g], Unlversity Press, Cambridse 1977j Ncù nel mondo elÌenistico, i pagani che
eèbauer F-.. Iùt Parlinische ritl Chtíslo,, mente dalle stcsse allermazioni di
(in Cristo) o che la redenzione si in NrS 4 (1951 l95E) 124 138; Oepke 4.. Paolo nelle sue letlere (soprattuL si sono convertili e sono enlrati
è attuata (in Cristo)) si esprime in ,er, in OaNl-, vol. ÌlÌ, coÌI. 55? 516ì Pen- nella Chiesa provenivano da un
to in lcor' 10 1,1). E quiùdi chia-
maniera concisa questa idea ((il na R., Lo Spitito di Crisro, Paidۓa. Bre-
ro che Ialiletterc dovrebbero con
ambiente religioso che cantava in-
scia 1976. tp.24E 25lj Porlcr S. E., rwo ni alle divinità greco romane. Vi
dono di Dio è la vita ererna in Cri- Myfhs: Canoruk Pe*onulìlf and Langua- Lenere tlualche alhLsionc a elenenti
sto GesÌl nostro Sìgnore>, Rm ge/Mehtslitt Deîeminísm, in Sì/7,11 (1990) sono ce amente alcune corrispon-
Lipici del culLo cristiano, come ad
6,23). 289-307; Robertson A. T., A Gnnnúr of denze superficìali nella lorma let-
the Gteek Nc)t Testanenr ín the Líshl a.f
csempjo al culto di Djo che si ma-
2) Era una cosa importante per teraria e nel linguaggio dell'inno-
I I isl orì.al ReseuR'h , Hodder & Stoù8hroD, nilcsta con il canto reÌigioso, clal
Paolo definire come i credenli do- dia pagana e dì quella cristia[a (si
Nc* York 1923'i Sanden E. P., Pdab e ìl rnomeúlo chc sia 1'amllientc giu-
vessero vivere sotto il potere sal- siuduitno paletr ìnese, Biblior€ca teolosica veda I'opera lbndamentale di Nor-
claico sja la prassi religiosa del
vifico di Cristo. Nelle affermazio- 21. Paideia. Br€scja 1986i Schweìtzcr A., den), nta sul piano piiL profondo
't he MlsÌicisn of Paul the Apostle, Black. mondo greco,romano (yedl Culto; del contenuto leologico e dell'aspi-
nì in cui si raccomanda, si delinea
London 1931; Wcdd.rburn A. L Nl., 1lrp- Religioni greco-romane) ricorreva
o si ìngiunge I'obbedicnza, I'e- tisn dnd Resuùection: Stu.lie\ i Pd11lì,le no norùalmcnle a inni rivoltì a
razione umana eùlergono delle
spressione <in Cristo/nel Sìgnore> Thealosr Aqainst hs Grueco-Ranan Back dif fcrenze sostanziali. Queste dif-
s/o!r./, \\UN 1 4.1, J. C. B. Molr, Tiibin Dio o agìi dèj. feÌ enze si manifestalo soprattut-
designa nello stesso tempo il do
no deLla salvezza e le esigenze di- sen I987a Id., .So?re orr€lwtians an Paul's 10 nel modo con cui le composi-
Ut. a.î the Phruses <ìn Chtisl> and (with I , IL CONTESTO EN'TRO CUI
vine che vi sono coLlegate (per Cllrìt), in
"I,SNI
25 (1985) 83 97i WriSht
SI COLLOCA LA NOSTRA
zìoni cristiane si rivolgono a Dio,
escmpio: <Rimanete saldi nel Si- N. T., <Cr;srrs) ds (rue$fuh, ìn Paul: Phi- che Gesù Cristo ci fa coDoscere co-
gnore>, Fil 4,1). Queste locuzio- temon 6, À The Clùnux oJ the Core anî, TRATTAZIONE - Idati relar! me Padre amorevole e tedele (il te-
Forires, \'linncapolis 1991, pp. 4l'55. rì aglì inni e ai cantì sì rovano sot, sto che piir si avvicina a questa no-
ni sono diventate perciò un mez-
to la superfìcìe dcÌ testo e devo[o I'I
zo aitraverso cúi Paolo descrive la M. A. Seiftid z,loíe è tlo a Zeur di Cleante,
e5serc fatti emergerc applicando che però finisce purlroppo con l'i-
vita di fede sotto la signoria di Cri-
alle lcttere del NT il rnetodo deÌla
sto, in un mondo pieno dialt po- dentilicare il padre degli dèi e de-
critica letterarìa delle îorme. AÌ di gli uomini con un fato impersona-
teri e tentazioni. Agire <in Cristo>
signiiica agire nella fede e nell'ob-
INDURIMEN.TO DI ISRAE. ìà però di alcuni accenni esplicitj lc), e nell'afiermazioùe csplicita
bedienza, di fronte ad alternative LE: vedi Antico Testamento in a innicristianì (in lCor 14,26; Col che il Dio e Padre di Gesir Cristo
Paolo; Elezione e predestiÍazione; 3,16; Ef 5,19 20), la loro presen- è il Dio che agisce nella storia.
che sono lalser (Poiché in Cristo
Israele; Restaurazione di Israele za si può cledurre anche da ah Molti elementi dell'ìnnologia
Gesù non è la circoncisione che
conta o la non circoncisione. ma clemenLiche vaono presi in dovu- nel NT risalgono alla tradizìone
La considerazione. Li elenchiamo dellc confessioni di fede dell'AT
la fede che opera per mezzo della
carità) (Gal 5,6). INIMICIZIA: r,edi Nemico. iri- con un breve connÌento, (per esempio Dt 26,5-8; Sal 105),
micizia, odio Anzitutto, il fafto che la Chie- che celebrano le potenti azioni di
Vedí anche: Adamo e Cristo; sa sia sortaìn seno alla fede giu- Dio nella storia della salvezza (cîr.
Corpo di Cristo; Cristo; Cristolo- daica ha reso inevilabile che i se- Bradshaw). La preghiera pagana
gia. INNI CRISTOLOGICI: vedí guaci del SignoÌe rìsofio, anch'cssi che si esprimc negli inni individua-
Cristologia; Culto; Filippesi, let- gìudei di nascita e dì tradizione, li è in gran parte concentrata 5u se
BrsL Best E., o e Bod! ih Chlisî: A tera ai; Innj, frammenti innici, chc sono veluti a îormare il nu- slessa e non sa liberarsi dal vincolo
Stud! oJ the Relationship oJ îhe Church ta canti, cantì spirituali cleo dclla comunità di Cerusaìem- dell'egocenlrismo (un esempio si-
Inni, frammenli innici, canti, canti spirifuali 858
I _ig Inni, frammenti innici, canti, canti spirifuali
gnificativo in proposito è l'invo- formata soltanto da inni di crea-
zione (Rm 11,33-36), gli eÌementi rommento di questi testi di Elesi stico si estende a tutta la perjcopc
cazione a Serapide che troviamo
ni cîr. Lincoln). NIoltì esegeti so- di ÌiL 2,6- 11, ed è ancora piir evi
nell'Inno a Serapide di. Atrslide, piu sìgniiicativi si trovano in quel-
in cui si esprimono alcuni peùsie- le confessioni di fede che celebra- Io però corllrari a vedere qui una dente in 1Tm 3,16, con I'anafora
classificazione così rigida e pen- (parole che iniziano alla stessa ma-
ri €levati, ma senza iÌ coinvolgi- no in forma ìnnica la for"za reden-
\ando che 1'aggettivo (spir ituale)) niera) e 1'epilbra (lìnali sìmili) che
mento di una religiosità persona- trice di Dio nel vangelo e, rìfacen-
si riferisca a tutti e tre isostantivi coslìluiscono un accorgimento let-
le: così secondo Delling 114; Fe- dosi ai testi dell'AT, li arricchìsco-
salmi, ìnni, canri rÌtengono terario evidente. La rima e l'asso-
stugière 99). Gli esempì di preghie- no interpretandoli alla luce dell'in-
ra innica che incontriamo nel NT carnazione e della redenzione ope- che questa lista non voelia desi- ùanza sottolineano quanto fosse
gnare dìversi generi di canti, ma poetica la composizioùe origina-
sono del tutto diversi, poiché esal- rata dal Messia di Israele (vedi
tano realtà oggetîive che nello stes- Cristo). Come soltolinea Deich- utilizzi semplicemente i termini più ria. Si trovano talvolta anche dei
so tempo restano intimamente le- gràber (201), (la lode della comu- inlportantj che vengono usatì dalla rirmi trocaicj, per esempio in Ef
gate all'esperienza personale che njtà è la risposta all'azione salvi- LXX per indicare in genere i can- 5,14, dove L'originale presenlava
il ièdele conduce in seno alla co- fica di Dio>, per cui gli inni cri- iì reÌigiosi (HengeÌ). una struttura giambica ternaria.
munità: la venùla del regno di stiani rif'lettono ed esprimono la 2.1 Criteri per individuarc gli in- 5) Com'è naturale in questo
Dio, la diffusione del vangelo nel gratitrLdine a Dio per tutto clucllo ni Secondo Slauffer. i criteri campo, il vocaboìario è raro, ri-
mondo e I'ediîicazione della che ha fatto per la riconciliazìone
prìncipali per individuare la pre- tuale, ierarico e pieno di hapax le-
senza di forme ìl]ùiche sono i se- SOmena.
Chiesa. del nondo (vedi Pace, riconcilia-
In sostanza, gìi inni cristiani zione). Tutte queste considerazio-
guentil 2.2 Come distinguere gli inlli
della Chiesa deÌ NT stanno ai 10- ni aggìungono ulteriore spessore l) IÌ
contesto dislurbato, come dalle altre forme - I-a distìnzio-
alla nostra lraltazione, perché gli in CoL 1,15-20, dove si inte|rom- ne lra poesia (per esempio lCr.:r
ro antecedenti giudaici e agli esem
pi pagani della religione greco- inni cristiani rappresentano il nu-
pe la (scorrevolezzar deÌla prosa l3; 15,32; Tt 1,12) c jnnoclìa è
romana così come il compimento cleo centrale del vangelo paolino, cpistolarc, lasciando intravedere molto sollile, e di latto i due ter-
come dobbiamo mostrare. così che si inseÌisce la citazione di mini possono coìncidere tra loro.
sta al desiderio che lo ha precedu-
materialc diverso. Quello che carattcrizza I'innodia
to. ll passaggio ò rappresentato
2, LA PRESENZA DI INNI NEL 2) La termiùologia e lo stile di è L'ar-gomcnto chc viene espresso
dal vangelo della grazia di Dio in
\ crgono notevolmente dalla pro- in lbrnÌa poetica. L'inno è scmprc
Gesu Cristo (che viene celebrato <CORPUST PAOLINO La
sa del conLesto e rnoslrano chc un inccntrato su Dio o Clisto e cele
in alcuni brani innici come 2Tm scoperta di forme innìche nella let
1,8-10; Tt 3,4-7 e nel testo teolo- teratura del NT è ilrisultato di un brano dì piil alta ispirazìoùe ler- bra qualche aspetto dclla natura
gicamente piu elaborato di Ef lavoro di ricerca reladvamenLe re- teraria viene introdotto ncl conte- o dcll'attìvilà clivioa.
1,3-14). La buona novella della cente, che ha analizzato le carat- sro (per escmpio lTm 3,16). È un'imprcsa dilîicile e delìca-
salvezza che è stata concessa agli teristiche letterarie dei documen-
3) Le îrasi irltÌoduttorie (Pcl' la djsccanere una specie di irìùo
questo dice) (EI 5,l4) e (Dobbia crisLiano da una prcccdcntc con-
uomini ha portato i cristiani a pen- ti. Una testimonianza direlta del-
sare che essi vivevano ormai nei 1a presenza e dell'uso di queste
mo confessarer (lTm 3,16) e il lessìone di lede ( r,erll Credo), ma
giorni del compimento escatologi- pronome rclativo poslo a1l'ìnizio il cr'ìterio principaìe (proposto da
composizioni lilurgiche si ha in (ftos, (il quale), Col 1,15; Fil2,6)
Col 3,16 (cfr. Ef 5,19-20). In que- Bultmann 9) rcsta qucllo della Ìun-
co; era dunque comprensibile che
indicano chc un tcsto prcfbrmato ghezza. ll Cre.lo nei primi lempi
le loro labbra si aprissero per lo- sto testo I'espressione <salmi, in-
vie[e inserito per illusLrare ciò che eta breve e si espriùeva corDc una
dare le potenti azioni di Dio, in ni e canti spirìtuali> (cioè canti do-
ringraziamento per la sua bontà. vuti all'intervento dello Spirito) sj sta esponendo. conlissione di fede duraùte il bat
Molto piir vicine alla pratica de- può riferirsi a diversi tipi di com- 4) Uno stiLe antitetjco formula resimo (per esempio Rm 10,9).
gli inni apostolici sono le confes- posizioni. <Salmi> richiama quelli un co lrasto, a vaslo raggio (Fil Qùando le allermazioni dcL Cre-
dell'AT, (inni)) potrebbe designa- 2,6-l l) o su un punto piir ristret- do divennero più lunghe, per po
sioni della comunità di Qumran
(per esempio in 1QS 10,9; nel ro- re un genere specificamente cd- to (Rm 1,3-4). Nel prìmo caso le teÌ defirlire meSlio la pcrsona e

tolo degli Inni, cfr. IQH 11,3-4). stiano, dedicato alla lode del Si- duc tappc dcll'odissca di Cristo l'opera di Cristo e 1a natura dì Dio
veùgorìo preselÌlale suppo0enclo quesli due generi di anplia
Il loro linguaggio elevato è Ìrn gnore risorto (un <salmo dì Cri-
Lrna sua esistenza prìma de) tem- nlentj si resero necessari aÌl'epo-
chiaro esempio di fede personale ston, come dice Hengel), mentre
po in Fil 2,6a (incarnato/situazio- ca del NT per via di îalsiinsegna-
e del desiderio di dare gloria a Dio <canti dello Spiriton potrebbe
per le sue azioni salvifiche. Ma an- esprimere una maniîestazione ne cosmologica), menhe nel se- menti e di polemiche si corì1in-
che queste maùifestazioni di lode spontanea di lode estatica, oppù- condo la sua esislenza lerrena ciarono ad usare îorme ìnrÌiche.
non contengono ancora ciò che re un canto con intenti esortativi;
((secondo la carner) \'iene con- Non era piir sulficiente adattare
trapposta allo stadio successìvo, in inni giudaici (come avvìene ìn Lc
caratterizza propriamente gli inùi quest'ultimo signiiicato è chiaro in
qLranto egli è (costituito Figlio dj 1-2 e Ìn Ap 15) per respingere gli
del NT. Benché una buona parte Ef 5,14, con l'appello ai neobat-
tezzati (si veda sotto 3.1; per un Dio> sccondo lo Spirito (yedi Crj- ìnsegnamenli estranei che mjnac-
della documentazione paolina sia
sloLogia). La composiziorle a di- ciavano il vangelo apostolico.
Inni, frammenli innici, canti, canti spirituali 860 E6l Inni, frammenti innici, canti, canti spirituali
L'inno tipicamente crisliano è dc- 3.1Inni a slondo sacramental€ 3.4 Inni cristologici - Siamo (uedl Trionfo) e soprattutto l'in-
rivato dalLa necessità cli aîîclma Alcuni branj di Efesini (Ef qui nel cuore delnostro argomen sediamento di un nuovo regno (ve-
rer 1) la centralità di Crìsto nelpia- 2,12-l9r su queslo testo si leda lo poiché, coÌne abbiamo visto, di Esaltazione e introrlizzazione)
no salvifico di Dìo e la sua rela- Marlin 1992, 167-176) e dellc pa- quelÌo che il NT insegna sulla per- e ha ricevuto dalle mani del Pa-
zione unica con Dio; 2) il valore slorali (Tt 3,4-7) sono stati defi- sona dì Cristo è conrenuto in real- dre il diritto digovernare suLla vi-
autentico della vita crisliana io niti inni battcsimalì (redl Batlesi- tà nei suoiinni (ledl Cristologia). ta umana e di essere il giudice della
quanlo superjore dal lato moralc; mo). A quesLo grùppo appartiene Esempì tipici nella lctteratura pao- storia, iprimi cristiani lo hanno
l) la lìbertà dci credenti da ognj anche Ef 5,14, l'esempio piu evi- lina sono Fil 2,6-11, Col l,l5-20 collocaro quasi sullo stesso piano
forma dcgener ata di religione e di dente di inno nel NT. Si suddivi- e 1Tm 3,16. Quesri tesli sono sta- di Dio nel loro culto lìturgjco.
superslirione, che li avrebbe tenuti de scnza difficolLà in lre stichi, in ti oggetto di intensi sludiin tempi L'innologia e la cristologìa con-
schiavi delÌa paura e del dùbbio. base allo stile. e rrova il suo Si/l recenti e sono stati analizzatì in ilùiscono pertanto nella lode del-
Possiamo però asserire che il in Leben naÍ'Jrale in un contesto d€ttaglio tutti e lre assieme da l'unico Signore (si veda Hengel)
nemico principale era rappresen battesin]ale. Colui che si conver- Sanders, Deichgràber e Fowl, che ben presto, subito dopo la
tato da un ilsegnamcnto di tipo te viene esortato a tenere una de- mentre singolarmente sono stati chiusura del canone del NT, lu ri-
gnostico, che bcn presto venne a gna coùdolla morale c ncllo stes- stùdiati Fil 2,6-l I (N,lartin, Rissi), renuro degno di ricevere inni (co-
costituire un pericolo per il mes so tempo gli sìpromette I'aiuto di- Col 1,15-20 (Gabarhuler) e 1Tm me a un djo) (così si esprime Pli-
saggio apostolic'o e si impose nel- vìno perché possa condurre una 1,16 (Gundry.). nio nella sLla descrizione dei cri-
le Chìesc dclla missione paolìna vita che sia alÌ'altezza dclla sua Può essere sufficienle qui sinte- stiani di Bitinia, neL 112 cl.C.).
(cfr- N4artin 1982). Esso ncgava la professione. NeÌl'ambito della let- lizzare solo qualche risultato com- 3.5In i€tico-parenetici n di-
posizione dì Cristo come unico tera ci si oppone inoltre alf idea di pìessivo. Il SigrÌore dei cristiarìi battito rcccntc si è concerÌtrato in
mediatore tra Dio e ilniondo (Co una vita morale indiflerente, una viele presentato nel suo ruolo co- gran parte sulla funzìone che gli
lossesi), insìnuava una morale las- concezjone che stava alfliggcndo smologico, in ambedue isensi di inni paolìni svolgono nell'illustra-
sista che poteva rendere i cristianì osiinatanlente le (lhiese dell'^sia questo aSgettivo. Anzilutro, la sua rc c nel rafforzare le esortazioni
indillerenti di îron1e alle altratti- N,linorc (lo stesso !,ale per Ef preesistcnza e L'azione che egli morali (ve./l Erica). La ctux ínler-
ve e ai pcccati della carne (Eîesini) 4,17-23; sì veda Marlin 1968). svolge nella creazione, prima del p/elal7l prìncìpale è costìtuita quì
e rcndeva incerlo il signjfìcato della 3,2 lnni contemplativi Ef tempo, formano come il frontespi da Fil 2,J-1i, dove il versetto 5,
vita, poiché lc cliviniLà astrali so- 1,3 1,1 è un escmpìo appropÌiato zio dcglì ìnni, e dall'ordine eter- che funge da inrroduzione, prepa-
no volubili e haono bìsogno di es- di rapsodia cristiana sui temi del- rìo in cui vive sjn dall'eternità egli ra la strada alla rccitazione dell'in-
sere placate (vedl Elementi dcl ìa fede trìnilaria c deLla redenzio- (scendc), in cluaùto incarnato, in no di Fil 2,6 11 (già prelbrnato e
mondo). Non è casualc il îat1o che ne. Può darsi che esso risalga a ùn una epifania. In secondo luogo, al concluso ir'ì se stesso). Le interpre-
la maggior parte dcSlì esempì degli modello gìudaico che si ambienta termine della sua vìta lerrena cgli tazioni si lrovarìo costrelte a do-
inni paolìni sì riîerisca a situazìoni nella sinagoga, dove si benedice assunìe il suo posto alla preseùza ver delinire qualc sia la traduzio-
in cui si può intravedere la presenza Dio (di qui derìverebbc allora il di Dio, ricevcndo l'onaggio e la ne migìiorc dcl greco eLlitrico di
dì concezioni gnostìche (redl Cno- rermine b'ruk ), ma in tal caso lodc unìversale da parte delle for- Paolo, che non usa un verbo ìn fil
si, grìosricismo) c rìvelino una pole- esso è slato trasîormato Prolon- ze spirittrali cosmiche (re./i Prin- 2,5b, e a precisare perciò qualc sia
mica diretta contro un insegnamen damente in senso crÌstiano attra cipati e potestà), che coufcssano ìì tìpo di richiamo che viene fatto
to eretjco sul piano della doluina verso i concetti fondaùrenlali di il suo potere e perciò sono costrel con la successiva cìlazione dell'im-
c della morale (per uno sviluppo di elezionc, salvezza e adozione (I-in- tc a rinunciare al controllo che poneùte (inno a Cristor (una bre-
questa tesi sì veda Sandcrs). coln; Martin 1992, ad loc.). esercilano sui destini umani. La ve panoramica clei diversi modi
3.3 Inni di confessione - La sua opera salvifica consiste nel du- con cui si può tradure il v. 5 si
3. CLASSIFICAZIONE E FUN- natura della vita cristiana emer- nire assieme le due sIeIe dell'esi- trova iù N'lartin 1976, e qualche ul-
ZTONE DEGLI lNNl Tenen- ge chiaramente quando i credenti stenza (quella celeste e quella ter- teriore dìscussione in Nfariin 1983.
do presente lluanto abbiamo det- vengono chiamali a testimoniare restre) e questa rìconciliazione vie- in rjsposta, per esempio, a Hurta-
to sinor'a, voglianÌo tenlare una la loro fede in tcmpo di prova. Al- ne descritta in termini cosmici. Gli do; si veda ora Fee).
cLassificazione del materiale pao- cuni branj delle pastorali (per inni sono essenziaLmenle solerio' ll problema consiste nel vedere
Ìino che attiene al nostro argolnen esempio 2Tm 2,11-13) suonano logici ncl loro inlento, ed esalta- se Paolo nel v. 5 passa da afîer-
to. Plescindendo cla alcuni esem- come inni dl confessione dei mar- no la persona di Cristo ncl suo mazioni riguardanti problemi pa-
plari che sono siari idcnriîicali co- tiri e mostrano quale vigore dove- rapporto con qùesto mondo, nel- storali della comuùità di Filippì,
me provenienti dalle sinagoghe del va caratterizzare la vita cristiana la sua funzione di concilialore e di in Fil 2,l-4. a una esposizione delle
Giudaismo eLlenistico (per esem nella Chiesa dcj prìmi Lempi, in clominatore universale. Ma poiché qualità eliche presenti nel Signo-
pio Rm 1 1,33-36), le coml'rosizio- una sìtùazione conllittuale che sa- cglj ha realizzaro quello che solo re incarnato e glorifìcato, e sopral-
ni tipjcarnente cristianc possono rebbe sfociata poi irì una aperta Dio può fare la Ìiappacificazio- ilr1io la sua umillà e la sùa dedi-
suddividersi nel modo segùeotel persecuzione. ne delle forze ostili dell'universo ziote (vedi Servo, servizio), con
Inni, frammenli innici, canfi, canti spirifuali 862 863 Insegnamento, parenesi

l'intento di oflrire un modello da viene incontro alle nccessità di una A.adcmir, Sheliield 1980, p!. lrl l9t (= diversi aspetti pradci della vita. ln
ìmitare. Altri invecc, di parere comulità contrassegnata da ten- |L, Betwec, Jcsut und Púrl, foltrcs, Phi- alcune lettere paoline la parenesi
L.lcl ria 1983, pf 7E 96)i Hurtado L.. Jc-
e riservata alla parte linaÌe (Rm
contrario, ritengoùo che Paolo sionj, come si deduce da Fil2,l-4, \ s ls t.onlb Exatnple in Phil 2:5-/ I, it L
fondi la sua coscienza pastorale di e conferisce ùna forza ulteriore al (-.Hùf.l G. P. Richardson (edd.), Fitn 12,1-15,13; GaÌ 5,1-6,10; lTs
aver agilo con llerezza e tutto richiamo etico-parenetico di Pao- .tesus ro Paul: Studies in Ho our o1 Frun 4,1'5,22; Col 3,1-,1,6; Eî 4,1 -6,20),
<tr wtight Bearc, Wiìirid Laùrìcr Uri!er- mentrein altre compare un po'
l'impegno possibile (nr Fil 2,1-4) lo. L'appello è qr.ÌelÌo dì accoglie- !Lry, \\'arerìoo (ON) 1984, fp. 113 126; Kà
sul modo con cui i cristianì devo- re I'autorità sovrana di Cristo co- jcmanD E., ,4 Ctiticdl A oUsìs aI Phil o!unque (l-2 Corinzi; Fìlippesi;
no vjvere la proprìa vita <in Cri- me un antidoto contro le deforma- ?..t-11, in R. \v. Iiunk (cd.), God d,d Pastorali). L'insegnamento pare-
sto> (NEB traduce così Fil 2,5: (ll zioni che si verificano in quella ahrist: Exjstence unù Ptoùder.e, Harlcr
& Ros, NeN Yo.k 1968, pp 45 88i Lincoln
netico di Paolo è influenzato dal-
vostro comportamento reciproco Chiesa. ricordando che Cristo è r\. T., tprs$dnr, WBC 42, $ord, Dalìas
le tradizioni giùdajche, greche e

scatudsca dalla vostra vita in Cri- giunto al sùo trono soltanto per- r990i NIarin R. P.. Catnen Chtisti: Phil cristiane.
sto Gesil>), ossia come membri correndo la via dell'obbedienza a 2J11, Ecrdmans, Cl.ànd Rapìds 1983
(riv.)i Ìd., €pl€srins, Colossiant, Phite I. GLI ELEMENTI CARATTE-
della sua Chiesa, e piir precisa- Dio (si spiega così Fil2,12), sacri- ,?rr, IDic, \!cslminster, Louisvjlle 1992ì
mente sottonlettendosi al suo Po- ficando se stesso e oîfrendosi a 1,1., An Episne ìn Sedrch a.f a Li.fe Serting.
RISTICI La parenesi affronta
tere (come si dice in FìÌ2,9-l l). Vi una morle espialrice. Il suo domi- tn ExpTìn|19 (t968) 296'342. 1.t., Hln1ns temi o questjoni (/opot di ordìne
t1îlp New Testaiitent: An Erolring Pdtlenl morale, come l'amicizia, il sesso,
sono poi precispzioni ulteriori iù nio universale e la <teologia della .l u/atshtp l:te.tpokses, ir Ex Audìtn 8
ambedue le posizioùi (Hurtado croce)) (redl Croce, teologia del- (\992) 33'11. Id., Philippiors, \CB, Eerd- il denaro, i genirori, il nutrimen-
per la prima; Fowl in parte per la la) si fondono insieme per conso- ùans, crardRapids l9?6tld., Re.a cìlio- to ecc,, offrendo consigli chiari e
seconda, ma con il pericolo di per liot1: A St,.td! ol Paul s Theahs!, londel- pratici. J. l. H. McDonald e D. E.
lidare maggiormente I'idea che bi- \.ìn.6rand Rapids 1990 (.it.)ì Id.,s.r?e
dere di visra iì fafto che il (cen- (conformarsi) Aune definiscono la parenesì in
sogna a lui (cfr. Fil Relle.lion\ an Ne\ Testdùtnt H.\)tn s, i1
tro) delf inno si trova in Fil R. R. Rovdon {ed), Chtist th( t.oftl.1t} base ai scgucnti elemend: 1) si fon-
3,10).
2,9-11, coùe fa osservare Kaise- eJVarsùy, Do\!ncrs Grove (Il-) 19E2, !p. da su un contenuto etico tradizìo-
-r7 :19i Nord.rì Ll., .,]-qroslos rr.or, I.ùb- nale, che esprime una sapienza
mann). Ma soprattutto il dibatti- Vedi anchet Credo; Culto; Ele- rcr, 51u((gar 1956i RiJsi iV]., l)cr Clllt1,
to reccnte che viene condotto nei h)tùtù6 in Phil 2,6 lt. in ,4\Rit Ì1.25.,1
convenzionale, appror,ata dalla
menti liturgici in Paolo.
Commenrari (Hawthorne, Silva) (19E,'). pp. ll1.1-l32a,i Rykc! L., /lc N?P società; 2) è generica per ùalura e
'Ii5tutn.nt lh t.itemD Cùtki\ú|, llneat, può cssere applicata a molte situa-
trascura ampiamcnte la possibili Brr! BaiÌcy J. L. Brock L- D. Van- \e* Yo.k pp 142 1,16i SandeF.1. T.,
tà che l'accentuazione cristologi- det, Lìterdry Forms ìn îhe New TesÌdmenî,
198.1,
h8ì. dl I 4ù1 n s,
zioni; 3) è talmcntc îamiliare da
1'l ). N. w slu rient Chtisto
ca assùnra da Fil 2,6-l I possa aver .loll! Knox Westùìnster, Louiville 1992i iNISNIS l\,
Te
LJnircAir! Prcss, (aùìbrid.ee poter Í!ngerc da seùplice (richia-
esercitato una funzione diversa, Bradshaw P., The Search Îot the Oixìn al L!]li Sih,a \1 , Pll/ipptùrr, Nloody, Chi mo)); 4) vie[e escmplificata corl fi
Chtistìa V/oBhip, SPCK, London 1992, rrro r989i Sraùllo E.. Ne|| Testdntent gure umanc che sj adducono co-
prinra che il brano fosse adottato pp. ?6'E2i Bùlrm.nn R., Bekenntnìs und /leolot-r, NIacmiÌhn, \e{ Yo'k 1956:
e inserilo in una lettera pastorale; Liedlra&nte te it ersÌen Pet%brie.f, it\ Co' \\'x! D. V., 1lìr Lo,óÌ,? o.f Chtìs|: Lt st ne modellì cli vjnu; 5) proviene da
Paolo, avendolo assuntor può nìettaneu Neatestanentica 11 (1947) l-14; Kùsertaa .t ta!.4r1'txIion.2/ Puùl's fhP.r person€ che rilengono di avere Piu
Dei.heràber R., Goîleshrnnus und Chti /r)sr. Clarendon, O\1o 1991. ttecialnren espcricnza dei loro ascoltatori.
averlo rcdatto (jntroducendo il v. sttshlln us ìn det .ftuhen Chtístenheit,
8c) in modo tale da adeguarlo ai VaDdenhoeck & Rùp.ccht, Gòllinecn i967;
propri intenti. Delliri1G.. Wotshìp í the New Testament, R. P. Marlin 2. LE FORNÍE Un lopos può
Se questa reoria di uno svilup- Dèrlon. Lonsman & Todd, London 19621 esprirnersi con un setrlplice impc-
Yee G. D., Philippians 2:5-tl: Hlnn or rativo (<Vìvele in pace tra voi>,
po in due tappe è esatta, prìò oi- Exuhd Paúline Prote? ii BBR 2 (t992)
fiire una base per concordare tra 29 46r Fefugière A. J., Petsonol Religion INSEGNAMENTO DI GE- lTs 5,13) o pjir difîr.rsamenle con
Ioro la fùnzione soteriologica e AnonE the Gteeks. Unìversiry ol Califor- SU: verll Ccsir, detti cli; Cjesù e conîronti, simililudini, proverbi o
quella cscmplare legate a questo nia, Berkclcy 195,1: Fowl S. E., The Story Paolo citazioli. La parenesì giudaica
inno. Nella sua forma precedcnte
o.fChtist in the Ethics a:f Pa&/, Academìc, racchiudeva spesso il motivo ca-
Shcllield I990! GabathuÌer H.-J., .I€rír
I'inno potrebbe aver celebrato Chtìsîut. Haupt .ler Kirche - Haupî det ratteristico delle (due vie)' (Pr
Welt, Zsjngli. Zntich 1965i Gloer W. H., t\SDGNAMENTO, ,1,18-19; Sal 1,6; îesl. ,4.se/' 1,3-5;
l'autorità cosmica del Signore glo-
Hoktologìes and Hrnns in îhe Nev Testa' lQS 3,13 4,26). Questo dualismo
rificator nell'assunìerlo e nell'a- PAIIENESI
dattarLo alla siLùazìone pastorale
ùre Ì: Fatn, Content and Ctìteríu.fot lden-
PRS ll (1984) ll5 ll2i Gùr
etico si ritrova jn PaoÌo quando
tifttathn,ln
di Filippi (redl Filippesi, lettera dty R.H., Fon1, Medhinq and Backgrcund parla dcl camlninare nello Spìrito
\,^r\rARro l. Cli eÌem.!ri carrl(eririci;
oJ the H)nn Quated ì lTinoth!3:16,ì1 (e non nella carne), o ncLia Luce (e
ai), Paolo ha posto in maggiore w. W. Gasque R. P. Nlartin (edd.), 2. Le fonne; l. I Dosjibili inllLrssj.
evidenza gli elementi della tota- noù nelle tenebre), e quando esor-
Apostalìc IIisîory aìd the Caspel. EeÀ-
le umiliazione e della Ìedenzione nans, Grand Rapids 1970, pp. 203-222; (Parenesir ò il terùine lecnico ra a spogliarsi e a rivestirsi di al-
(poiché la sua nìorte è awenuta.r'l Ha\lhorne G. [., Philippians, WBC 43, (ò la parola grcca che ìndica <am- cune reahà (Col 3,8 17; Ef
word, waco ( IX) 1983; H€ngelM., .ÉI,y,?n moùiùìento)), e che si usa anche in 4,22-24), che egli sintetizza nell'e-
Ltnd crcce,Fil2,8c: vedl Morte di
and ChtistaloÈt. in E. A.. Livinsslonc (ed.), spÌessioDe (rivestirsi di Crislo)
Crjsto), per cui il suo linguaggjo Shtrlid BìIJlìca 1978 III: Papets on Patland
iL.1ìiano) con cui si designa nor-
di umile abbassamento in Fil 2,6-8 Othet New Testanent Autlals, JSNTSS 3, rnalmente l'esortazione n-lorale sùi (Rm 13,14).
Insegnamento, parenesi 864 lì65 Intercessione
I cataloghi delle virtir e dci vizi pensiero cirÌico e stoico, che Pao- quanto Dio aveva operato in Crj- riîicazione di Cristo c perciò I'ìaù
erano u]l mezzo abbaslanza comu- Ìo avrebbe assimìlalo dalla cultu- \to, comc si poteva vedere nel ca no posto in evidenza il suo ruolo
ne con cui nel mondo antico si de, ra della sua città. natale, Tarso (At \o del battesimo cristiano (Rm celeste. Con le sue citazioni nel
scrivevano dei vaÌori di rilevanza 22,3; vedi Giudco, Paolo come; 6,1-10. l1-23). Essi scaturivano dal- NT. il salmo 110 ha contribuito a
sociale. Aune 1a osservarc che, di- Filosofia). Benché nello studìo del la coscìenza che Paolo aveva deÌla precisare quesLa nozione: (Oraco
versamente daÌl'indivìd u alismo melodo di Paolo i confronti con libertà del cristiano nello Spirito, lo del Signore al mio Signore:
che caratterizza le csortazioni di le tecnìche retorichc del mondo dalla necessità di teslimoniarc Cri- "Siedi alla mia desrra. linché io
ambìente greco, Ic ljste di Paolo greco-romano sembrino îruttùosi, sto nel rnoùdo, e soprattutto dalla ponga i tuoi ncmici a sgabello dei
tendono a sotlolineare virtu e vizi il coùtenuto della parenesi paoli- natura stessa dì Cdsto. come si era tuoi piedi")) (Rm 8,34: lCor
sociali, comc l'invidia, le liti o la na rispecchia un ambiente giudai- rivelata soprattutto nella croce. 15,25; Eî 1,20; Col 3,1j clr. NJt
malizia (Gal 5,19-23: Rm 1.29-31: co (cfr. sopralrufio Rm 13.8,10). 26,64; Mc 14,62; Eb 1,3.13; 8,1;
13,13; lCor 5,9 13; 6,9-10; 2cor ll lavoro di P. J. Tonson rintrac- Vedi onchd Codici domcstici;
10,12;12,2; IPt 3,22). Crjsto era
6,61:, 12,20; Col 3,5 17; Ef cia i legami chc collegano Ie esor- Edca; Pilosofia; Gesù, detti di; Sa-
stato intronizzato nei cieli ed era
4,2'3.31 32;5,3-5: lTm 6.4-5: Tt tazioni dell'apostolo alla hal okah pienzai Spìrito Saúlo; Tradizione;
chiaro perciò che come re la sua
r,7- 10). che Paolo ha conosciuto in qùan- Uomo nuovo c uomo vecchiot aìrlorità celeste era indìsculibile,
I codjci do,nestìci (che si indi- to fariseo. N4. B. Thourpson so- \iirlu e vizi.
Iino al suo riconoscimento defini-
cano spesso con iltclmine tedesco sticne che I'esempio e gli ìnsegna- llrrr ArDc A D., Ir?,\'err Tesrdrr€rl tivo (Fil 2,9-11).
HauslIkln, (tavole delÌa casa)) menti di Cesù abbiano costituilo iI hs Litetary Entinn|lerr, \\'cstÌDiÌrsrer, Nla un'ulteriore riflessione su l-
definivano qualì erano i cloverì re per Paolo l'orientaùento della sua PhiÌadeÌtlia l98l; Bosetti E., Co.Jìcìfttllts
l'opera sa1r,iîica di Clislo suscitò
ciproci tra marito e mogLie. geni- parenesi. lnîi: staio dello ti.et.d e prcspeîr^,e. li
Rf,B 35 (1987) 129'lr-9i Bradley I). G , Iie altd problemi. Cìesù aveva presen-
tori e figli, padroni e schiavi (Col Il fatro che la parcncsi fosse una Topas ds a Fo n in rhe Pauline Psruene- tato a Dio l'opera completa del
3,18-4,1; Ef 5,21-6,9; Tr 2,1-10; realtà tradizjonale è stato spesso rú,ln JAI 12 (1953) 23ri 2:16; Crouù J. E., suo sacrificio? Continuava a inter-
lTm 2,1-15;5,1-8;6,1 2; cfr. 1Pt addoLto per dimostrare che Pao- lh.: Otìg)n and lnrcation al th! Colassían
cedere presso il Padre, in rappre-
//a"rl.del, FRI.ANT 109, vandenhoeck &
2,ll 3,7). Le radici gjudaiche delle lo I'ha inserita sernplicemente nelle Rùprecht, Gortjnger l9?2i Fumi\h V. P.. seùtaDza degli uomini? Se Io Spi
H a us t aJet n risultano eviclenti nel sue lettere, senza collegatla con la Theolop and E/l;ci ni Prrl. AbiDsdoD,
quaÌ-lo comandamenlo e nella let- \aslùillc l96Ei \lcDonakl J. I H..
rito era veramente lo Spirito di
sua teologìa e la sua ctica. D. G. Cristo, esercitava un'analoga [un-
teratura sapienziale. J. E. Crouch Bradley ha aîfermato che Paolo rú tr d Didathe: Th! Artiluldtíon ^f7]8'
dnd
Strucîurc al the Eatliee Christidn Messa zione di intercessore? Paolo rispo-
riticnc che i codici domestici riflct, ha tirato fuori i suoi /opol da un r!, SNTSI]S 31, LrDircFirv lìess, (lan- se aîfcrmativamente a tutte que-
tano la preoccupazione di una (paniere di risposte)), senza voler lr.idge 1980j lvhhcrbe A. .l . Matul ExltaÈ ste domande.
Chiesa gjà progredita dì conserva venire incontro esplìcìtamente a Ítlian; A Grcca'Rat aI Sout.eboak. \\e
re la stabilità e l'ordinc di fronte particolari situazioni della comu- srmìnsrer, Philadelphla 1986t NleeÌs w. A ,

ad alcune tendelze al farÌatismo e


Thc Mottl ,vcùl oI the titst Chtistians, I. IL CRISTO GLORÌFICATO
nirà. V. P. Furnish, A. J. Malher- \\crminsrer, I,hiìadelfhia 19E6t Sehryn F. Nel NT solo in dùe tesli si par-
all'eresia. P. H. ToNner ha dimo- be e altli hanno criticato qùesta u., On the lnlet RetdriÒn oÍ I Peîet atd
Othet NT fpistles, il The Fit!] Epist[e al la espressamentc dell'intercessio-
stralo che lo scopo della teologia ipotesj, iacendo notare che Pao- ne celeste di Cdsto: Rm 8.14 ed Eb
.lr. P?re., Macmilllìn, Londor 1946, !p.
e della parenesi delle lettere pasto- lo ha adattato molto del suo ma- 165'466i Thompson \1.8., CIothe.l Nìth 7,25. ln ambedue viene usato il
rali non era quello di conservare teriale alÌe necessità dci suoi ascoì- (:htist: The Ertnlple and Teachìns aJ Je
uno s1a1r.r .1Ùo di tipo borghese, latori. Alcuni elenchi di vizi inten- t!t i RÒ]na s /?./-/i./J, JSNISS 59, ',erbo enl!nchanai (cfr. anche ,4.),-
lSOl, Sheificld 1991; lomson P. J., Parl percnlynchonó ed e /er-rsi), la cui
ma di lavolire la missione; l:ra per- devano affrontare i probÌemi di tnd îhe.Ie*ì.th Ldv: Haldka itr the t-cîtets radice denota una sorla di lralta
ciò coerente con il iine della pare determinate Chiese paoline (lCor ol the llposle h the Ce tiles, CRI\T IIL1, tiva, un supplicare e spcsso il pre-
nesì delle precedenti lettcrc paoline. 5,9 10; 6,9-10; 2cor 12,20,21,; vedí l_o.Íess. Nlinncapolir 1990;Towncr P. H.,
The Gadl .)f aùt hatulctìar: The St tctu- sentare un'istanza a îavore di
Virtu e vizi). Alcuni studi recenti t al Theobrr drtl Lthìts it the Pdstotel qualcuno. Paolo ricorre a quesLo
3.I POSSIBILI INFLUSSI In su Romani hanno mostrato che lii!//er, JSNTSS J+, JSOT, ShcliìeÌd 19E9. signilicato irl Rm 11,2, quando di-
passato gli studiosi avevano dedi anche in questa lettera di Paolo, ce che Elia ha latto ricorso a Dio
cato Poca attenzione alla parene che è quella ìn cùi le formulazio- M. B. Thompson
contro Israele (clr. At 25,24). Ma
si paolina, na oggì 1a situazione ni sono piir generali (la leftera è in- ìn genere neÌ NT questo gruppo
sta cambiando. L'ipotesidi E. G. dirizzata a una comunità che Pao, lessicale si riîerisce alla preghiera
Selwyn, secondo cui la prima pa- Ìo non avcva mai visitato), la pa-
t\TERCESSIONE
(clr. lTnr 2,1; ,+,5 ).
renesi cristiana racchiudeva un renesi era condizionata dalla situa, Rm 8,34 si trova in un noto
primitivo catechismo o un codìce zione in clri si trovavano i lettori. So!À'mrr 1. ll Crilo gÌo.ificaloì 2. L.o
Spirìro Sanro. contesto, in cui Paolo sintetiz-
dj santità, non è mai stata prova- Benché Paolo ricorresse a for- za l'opera compiuta da Dio in Cri-
la o smentita de nitivamente. Piir me e contenuti tradizionali, i suoi Paolo e i primi crisriani hanno sto a favore dei credenti (Rm
recentemenle A. Nfalherbe ha evi- ìmperativi morali erano fondati cercato di approfondire iÌ signifi- 8,31-39). In cìuesto versefto si elen-
denziato alcuni paralÌeli con il sugli indicativi che descrivevano cato della risuuezione c delia glo- cano gli eventi dccjsivi della i'ita
Intercessione 866 867 Intercessione

di Crislo: (Gesùr Crisro. che è la condizione dei credenti e garan- essi sembrano rroppo zoppìcantì Schnierviend). Sj tratta drrnque di
morlo. anzi, che è risuscìtato; sta tisce per sempre la loro sicurezza Per pOter camminare. un fenomeno percepibilc, udibile,
alla destra dj Dio c intercede per neÌ piano dì Dio. Perciò Rm 8,35 Sì discule ampiamente se que, di un modo dj parlare che può ve-
noi)). Questo porla Paolo ad esprì- pone subito in evìdenza che nulla sto mjnisrero dello Spirìto sì rife- riîicarsi facilnente nelÌe assemblec
rnere la propria fiducia nell'amo- può separare dall'amore di Dio, risca concretamente alla glossola- cultuali.
re inesauribile che Dio nutre ver- perché la misericordia dì Dio per lia (o aÌ (parLare in lingue>, cfr. L'avvcrsario piir deciso dell'o
so icredenli (Rm 8,35). Crjsto ò isuoi îedeli si manifesta eterna- lCor 12-1.1; redl Lingue). I <ge- pìnione di Kàsemann è A. J. M.
ìl loro avvocalo che prega conti- mcnte nei cieh in Cristo. miri inesprinlibili) (Rln 8,26) e i Wedderbùrn (si vedano anche Le

nuamente DÌo in loro îavore (ve (lamenti interiori> (Rm 8,23) po, osservazioni di C. E. B. Cranlield
dl Preghiera). 2. LO SPIRITO SANTO L'in- Lrebbero essere un linguaggio in- 423 42,1). Per lui il centro del pro-
Sù questo punto sj è sviluppato tercessione non è tùttavia solo comprensibile dj preghiera, che se- blema sta nel lerlnine a/a/dos
costanlernente un |ivace dibattito. opera dj Cristo. Paolo ha credu- condo Paolo si sarebbe manifesta- ((indicibile>), Esso non ha Lrn sen-
l) Dobbiarro ritenere che l'inler to che anchc 1o Spìrìto Santo cser- to tra i credenti di Corinto. E que so metaforìco (non vi ò alcun
cessione di Crislo conti0ua la sua citasse la funzioùe di inlercessore sto può essere ancora più verosi- esempio di tale uso in greco) e per
opera d1 redenzione? Crislo deve a lavore dei credenti. Rm 8.26-27 nÌile se pensiamo alla funzione Wedderburn signilìca soltanto che
ricordare eternanenLe a Dìo 1'ef- ò l'unico tcsto in cui PaoLo lo af- teologica dello Spirito descritta in queste parole non vengono pro-
ficacia della sua cr(ice, per îar sì lerma chiaramente. Come Cristo Rm I,18-27. Lo Spi to è una for- nunciate. Come prova adduce
che la salvezza si realizzi nci cre intercede nei cieh. cosi anche lo za eslerna che interviene nelle no- 2cot 12,4. Qùesto però è discuti-
denti'l I-utl:ro era di quest'avviso Spirito opera a îavore dci santi, stre tenebre e nella nostra conlu- bile. 2cor 12,4 si riferisce infatti
e per lùi Ì'ìntercessìonc di Crjsto, intercedendo per loro nelle lotte e sione; è un rimedio là dove non si a visioni celesti che Paolo non può
assicmc alla srLa morte e alla sua nelle linritazioni della vita terre- dispone di cure adeguate. Egli non e non deve tradLLrre jn un lìnguag
risulrezione, costituiva paric intc- s1re. \'la è essenziale conslatare infonde energia neicredenti che si gio umano. Rm 8,26 parla invece
graùte della salvezza. 2) Dall'allro come questa visione sì inquadri sibrzano di pregare, nra nella lo- dell'incapacità umana dei credenri
lalo stanno coloro che hanno po- nella p jLì ampia argoùentazione ro debolezza e nella Ìoro impoten- ad esprinere quello che vonebbc-
slo in eviclenza come I'opera di teologica di Rm 8. Dopo avcr csal- za riempie le Loro preghiere di un ro dire con la preghiera, ma non
Cristo sia complela in se slessa. tato Ia glorja della vila neÌlo Spi contenuto del tutto nuovo. ne sono in grado per vÌa dei loro
Poiché il mistero della salvezza si rilo (Rm 8,1-17), Paolo passa im- K. StendahÌ e E. Kàsemann so- limiti e della loro debolezza. Se
conclude suÌLa croce. la redenzio- mcdìatarncnte a parlare in Lermi- no tra coÌoro che hanno ritenuto Paolo clel resLo avesse voluto rife
ne si compie senza l'ultcrjore fun ni realistìcì della natura jmpcrîet- che la miglior interpretazione di rirsi chiaramente alÌa glossolalia,
zione mcdiatr'ìce del Cristo asce- ta e lìmitata della vita clistiana. Lo Rm 8,26 sia quella di vedcrvi <una avrebbe ccrtamente fornito qual-
so al cielo. Questo secondo modo Spirito di Crisro lraslorma i cre- semplice aliermazione di gLosso- che elemento più preciso, sullipo
di vedere è divenuto popolare so denti. ma tron conduce ancora al- laliar (Kàsemann l3l), parallela a cli quelli che usa in lCor l2-1,1
prattutto nella tradizione della Rì- la pcrfezione escatologica (vedl quella descritta piu ampiamente i1't (cfr. Dunn, 1479, per una discus
îorma (si veda in particolare K. Saùti1à, sandficazione). Coloro lCor 12-14. Secondo loro la fra- sìone in proposito). Ilpunto focale
Barth e i commentari di L. N4or che sono in Cristo conlinuano a se katho dei (<<co.r,e dobbiamo))) del testo è comunqùe chiaro. Le
ris e C. F. B. Cranîield). Esso pre- vivere in rrr nondo caratterìzza- non è una precisazione cIì ouk oi preghiere devono essere suggerite
suppone che, se per la salvezza oc- to da sofferenza, rovina, vanità e damen. No|r si tratta qui di deli- dallo Spirjto e devoÌro ricevere
corrono altrj requisiti al dì là del confusìone (Rm 8,18-25). La cÌea- nire i1 metodo corretto della pre, forza dallo Spirito, su questo ve1-
ìa mortc di Gesir. si viene a smi- zione stessa aspira alla propria re- ghiera. Inlece katho dei si tiîeti- sarlte d,cll' e s c h.r I o n.
nìrire radicalmente il valorc della denzione (Rlll 8,22). Tutto ò an- sce al contenuto deila preghjera:
croce. La maggior parte ritjene che cora chjamato alla speranza. Ma si vuole porre in evìd e[za che co Yedi anche: CristoÌogia; Esalta-
la sen]pÌice presenza di Cristo pres in mezzo a queste Lenebre, anche sa, non con'te (ll, non pós) pre- zione e intronjzzazione; Lingue;
so iÌ Padre nei cicli sia srfficiente se i credenti non sanno conÌe par' ghiamo, poiché è solo 1o Spirito Preghiera; Spirito Santo.
a reaLizzare questa interccssione. lare o pregare o manìfestare il 10- cl]e ci può condurre <secondo i di-
Quest'Ìllrinìa concezione senl ro culto,1o Spirito li assisle iù mo' segni di Dio) (Rm 8,27). Lo Spi- Ìlrll Baxernleind O., t.tn<J1anó e.t., it
bra esscrc quclla di Paolo. per do che essj sìano in grado di îor- rilo suscita gemiti che sono (ine- GINî, loL. Xlll, cou. 14,13-l:16.1i Bro$n
quanto riguarda la linalità della mulare una risposta adeguata a sprimibili) (a1ale/o-r) non nel sen- C., he rlnchtno,ìi NlDNrI, \oÌ. 2, pp.
1a loro prostra- so che non vengono deltì di fat ll. ll., ) Cùialdnd
8E2 8E:li CranlieÌd C.
croce. bcnchó alcuni abbiano fat- Dio, nonostantc Eresetiú| Contntentdt! o the Epìrle b
to presente che ad essa manca una zione: <Lo Spirito stesso intcrce- io, ma in quanto sono aL di 1à deÌle the Rantans,lCC, T & T. CÌark, Edin-
certa eflicacia pastorale, jn1plici de con insistcnza per noi, con ge- parole, che non si possono formu- burgh 19r5, t979, rol. l, p!.420-.g4iDuùn
lare con parole umane. Pcr Pao- J. D. G , Christolog! in the Making.\\e
ta invece nclle aîferìnazionì di mìti inesprimibili> (Rm 8,26). Dio smrìnrcr, PhiÌadeÌphia Ì9801 Id., Ronlars,
Paolo. Gesu Clisto è deiinillva- nella sua sovranità attira alla sùa lo, (la preghiera non ò mai senza \\'BC 38, 2 volÌ , \Vord. DaÌlar l98Ei Kàse-
mente cd cicrnamente solidale con presenza uomini e donne, anche se parole)' (Kàsemann 129, citando na rE.,llrùda îhù eico di libeltà,11Pù.-
lnterpr€ti di Paolo 868 869 Interpreti dj Paolo
spettire paolnie. Paileia,Brescia 1912, !0. centrata prevalentemente sulle der karintllìschen Cetneinde, det che PaoLo svìluppò la sua dottri-
175 lg:li La,ld G., À Theologr o.l the Ne questioni inerenti al centro del Gegens.rlz des peltinischen und na della girsrificazìooe mediante
Z?sk rerl. Berdmars, GraDd Rapìds 19r4,
pp.578 i8,1i MacRae G., A Nol? an lì.) pensiero di Paolo, alla visione paulinischen Chtistenthums it det la lede come centro dclla sùa teo-
na$ 8:26 27,1n fl7R\)913) 221-230: Mor paolina della Legge e all'identita Lil L es ten Ki rc he, der A pos lel Pe f tus logìa. lnoltre, secondo Baur, que-
tls L., The Lpistle to thc l?ohún-t, Lctd e natura dei suoi oppositori. Inol- in Rom lll pdtlíto di Ctisto nella sto originale e aspro conllìuo tra
mans, Crand Rapids 1988, pp.33.13.12: Chiesa di Corinto, il conflitto tta Pietro e Paolo non solo dominò
Nicd.nvinmer K.. Das Gebet des Gcisks, tre, le questioni centrali sollevate
Ròr18:2ó. i^ 7Z 20 (1964) ?52 265i Slen- da Baur concernenti la teologia di i/ Cristianesimo di Paolo e quello il resto dcgli scritti del NT, Íìa
lah|K., Paular Praret, ìr Meenìhgs: The Paolo e la sua collocazione nella (li Pietn nel[a Chiesa primìtita, condizionò 1o svìluppo storico deÌ-
Rìble as Dacutne t dnd at Crlldr, Fonrcss, storia della Chiesa primitiva d- I'aposîolo Pietro a Romal, úr TZ la Chiesa primirìva îino alla line
PhiÌadeÌphia 1984, pp. l5l'l6l i WeddeÌbùùr
úangono ancora ìrrisolte. 4 (1831) 6l-206. In esso espose il del II sec., quando finalmente si
A. J. Nl.. Rorraa 8r?ó Tordrrl d Thealo
! ú Abssolulia? À SJT 28 (1975) 369 317. fondaùento della sua int€rpreta rìsolse con I'unità emeÌgenle del-

G. M. Burqe
] F C I]AIJR E ì,4 SCIJOLA zione di Paolo e della storia della la Chiesa catrolica gerarchica.
Dl TUBINGA F. C. Baur fu Chjesa primitìva, applicando a La Scuola di Tubinga raggiun-
professore di NT all'università di lCor I,1l- l2 l'approccio dialetti- se il suo apice nel 1845 con la pub-
INTERPRETI DI PAOLO Tubìnga dal 1826 fino alla sua co, evolutivo della lilosoîia di F{e- blicazione dell'opera di BatÍ Pau-
moile nel 1860. Al cuore dell'ope- gel. Basandosi su queslo teslo, /us, der Apostel Jesu Chtisti. Seín
Sorl\r^Rro L F. C. Baur c la Scuoìa di ra di BauI c'era la coDvinzione che Baur postulò \tna opposizione Leben und l;lirken, seìne Brie;fe
Tubìn-qai 1-1 ll
modelÌo interpretari!oi non sj potesse più acceltare la tra- .fo nd a t n e n t a I e tr a il Cristianesimo und sei e Lehrc lPaolo, aposlolo
l.: L'inlhsso deÌlc lcsi di Bauri 2. Iden dizionale coÍcezione cristiana di proveniente dal moùdo Pagano, di Gesù Ctisto. La sua vita e le sue
îita c rÈoLogia degli oppoijlo.ì di PaÒìoi rapprcsenlato da PaoÌo e dal Par- opete, Ie s e letlete e íl suo ìnse-
2.1 La polarizzazjone deÌÌe opinioni ncÌ
un Dio trascendentp e personale.
XIX scc.r 2.2 Lilhrlool, Liitgcrl e la I concetti di ((rivelazione)) e di rito di Apollo, con il suo vange- Bnane tof. A coronamento clella
Scuolll della slo.ìa deÌÌcrcligionì:2.1 I 'ì- (miracolo). intesi I'ur1o come ma- lo ùniversale, Iibero dalla Legge, sua opera su Paolo, Baur ora so-
poresi BornlenùD Gcorgii 2.4 Ooster nilestazione della voÌonlà di Dio ellenisticamenle orientaro, e il steneva che il Paolo autentico si
dorp, Barctt c il rilorio a F.C. Baur; 1.5 poteva Ìitrovare solo là dove era
Il punto rrro deìl'eseecsi r.ccnlc: 3. I a e l'altlo come azione di un Dio giudeo-cristìanesimo rappresenta-
concezione paoìina della l.egge; 3.1 An personale nella sloriar vanno quin- to da Cefa e dal (partito di Cri evidente il conllitto tra ì1 Cristia-
teccdcnti al clmbiadento d' paradisma di respinti. A metà dclla sua car- sro)), con la sua particolare inler- nesimo ploveniente dal Giudai-
nclL cscgeii .e.eùrei l.l La (nuoln t.o- prelazione del signilicaro di Cesù, smo (petrino) e il Crisrianesìmo
sperri\ar sù Paoloi .1..1 L'alluaìe diver
riera Baur si persuase che questa
sì1! dìproposre:.1. Iìc.!lro dclla teolo' visione cristiafla tradizionale do- oÌientato verso la Legge e legato proveDiente dal mondo pagano
sia di lJaoìo:,1.1 Proporcàh€rnati!€ al veva venir sostiluita dalla nuova al Giudaismo. Secondo Baur, il (paolino), e dove la dorrrìna di
la.onceziooe tradirionaler .1.2 Il dibalri lilosoîia speculativa di Hegcl, che (parLiro di Crjsto)) era una fazio- Paolo sulla giustilicazione median-
ro aÌì'ìrnc.no c conrro la concczioDc (r.l
a suo parere forniva la Pìù coeren- ne giudaico-cÌistiana che seguiva Le la lede. libcra dalla Legge, ve-
dizionalei 5. Prosfciti\e per il lúuro.
te ed esaustiva spiegazione della Pietro, enfatizzando la propria re' niva presentata chiaramente come
La sroria dell'ìnterpretazionc di sroria e della natura della realtà. lilzione diretta con ilGesiL storico rjsposta a delle obiezjoni. Gli scritti
Paolo si estende dai suoi contem Negli ultimi quindici anni della sua alraverso gli aposroli originali che artribuili a Paolo. che evidenziano
poranei al preseltc e comprende vita però, Baur giunse a riîiutar€ Crìsto aveva chiamato. un tentativo di medìare qùesto con-
figurc di plino piano, come Ago I'astratta visione hegeliana dì Dio Quindi, in primo luogo, lcor flitto trovando una posizione di
stino, Lulero, Calvirlo e Wesley. come Spirito infinilo o Idea eter- 1.11 12 forniva una stmttura di mezzo, vennero considerati un se-
Questo alticolo prendc in conside- na, che nel processo evoiutivo della base per la comprensione del con condo stadio dello svìluppo della
razione la ricerca noderna sulla sLoria emerge daLla sua precedente fliÙo all'imerno del Cristianesimo Chiesa primitiva. lnoLtre, tuld i do-
vita e lc lcttere di Paolo, così co manilcstazione finita, e ritornò al- primitivo e della dinamica inter'- cumenti cho rilLettevano iL tentati-
mc si è andata sviluppando in mo- lora a un piir semplice razionalismo ùa relativa agli scrittj di Paolo. Il vo autorirario ed ecclesiologico di
do esponenziale dal ternpo di F. C. che enfatizzava principi etici uni- conhasto paolino lra Ìa Legge e il dsolvere questo conflitto furono ri-
Baur e della Scuola di Tubinga che versali, come ì1 significato della vita vangelo venne considerato come il tenuti parte dell'eventuale risolu-
crebbe intorno a lui. Tuttavia, no- e il valore del Crisrianesimo. No- riflesso dell'opposizione in seno al zione cattolica del conflitto (200 ca,
nostante il crescente volume di nostante ciò, fu I'orientamento he- Cristianesimo primitjvo tra Pao- d.C.), che opponeva aLl'interno del
stìrdi, le prospettjve di base della geliano della sua prima e ancora lo e il Cristianesimo proveniente Cristiancsimo Giudei e pagani e
Scuola di Tubinga hanno fornito non definjtiva jnterp.etazione di clal mondo pagano da una parte, che cambiò direzione soltanto in
sia la strullùra che i presuPPosti Paolo e del CristiaÌlesimo primiti- c dall'altra il Cristianesimo prove- reazione alla comune miraccia
pel l'altuale studio degli scritti di vo a diventare determinante per la nienle dal Giudaismo sostenuto da creata dallo gnosticismo.
Paolo fino a metà degli anni'70. successiva ricerca esegetica- Pietro, Giacomo e gli altd apostoli Forte di questo modello inter-
1.1 Il modello interpr€tativo - di Gerusalemme. Fu quindi con- pretativo, Baur concluse che solo
Quindi, come risullato dell'agen-
da lissata dall'opera di Baur, la ri- Nel l83l tsaur pubblicò il suo îe- rlo i condnui anacchi da parre dci le lettere ai Romani, ai Galali e ai
cerca paolina nel XX sec. si è con- condo saggio Dre Clristuspartei in ruoi opposirori giudco-crisliani Corjnzi potevano essere conside-
Iì71 Interpreti di I'aolo
Interpreti di Paolo 870
Sono soprattutlo questì tre Pro- incontrastata. A partire dalla Ri-
rale autentìchc. All' altro estremo, tra Simon Mago e Paolo! La mag- blcmi ad aver dererminato l'inter- forma, la maggior parte degliese-
le PastoraLi chiaramcnte non era- gior parte degli studiosi del NT prerazione di Paolo e il suo posto geti protestanti ha sostenulo chc
no auteùtiche, ma documenii della hanno rjgettato anche lo scettici- all'interno della sloria della Chiesa gli opposilori di Paolo erano (gju-
seconda mctà del II scc. scritti smo storico di Baur e il suo razio- primitiva negli ultimi centocin- daizzanti> che peroravano la ne-
contro gnostici e marcionitì. La nalismo filosofico, che per que- quant'anÌli. La risPosta a una di cessità per i cristiani di osservare
lettera a Filcmone e quelle deÌla stione di principio escludevano il queste problemaliche inîluenzerà la Legge mosaica e quella della cir
prigionja, sebbene tah,olta contro- sopraùDaluralc dalla storia. Am- in modo levante e sarà a sua vol- concisionc. Già nel xVII sec., pe
verse pcr qlranlo coocerneva la lo- pio consenso non hanno guada- ra molto infl uenzata dalÌ'interpre- rò, alcuúi ese3eti sostcnneÌo che
ro paternità e la loro reologìa, in gnato né il completo scetticismo tazione che sidarà delle alîre Qui gli oppositori diPaolo erano gno
realià erano aùch'esse dìretle con- rìguardo al Cesu storico manife- pcrò, per chiarezza, lelre questio stici. mentre altri aîlertnavano che
Lro gli oppositori gnoslici e lìro- stato dalla Scuola di Tubinga, co- ni verranno trattate in modo sepa_ tali oppositori non arÌdavano sem-
no scritte tra il 120 e il 140 d.C. me fece per escnpio D. f. Strauss rato, poiché a Partjte da Baut gli plicemenle annoverati tra i giu-
cone tardi esempi della scuola nel 1835 con là stra Vila di Gesù, inlerpreti di Paolo di solito sono daizzanri o gli gnostici, ùra ìnclu
paolìna. I e 2 Tessalonicesi vcn- né 1a decjsiva fiattura poslìilata cùtrati nella disputa percorrendo devano coÌoro che mescolavano
nero scritte nella generazjone se tra la vila e glì insegnamenti di Ge- una di queste lre strade. elementi legalisLici e gnostici e/o
guenle a cÌuelLa di Paolo (70-75 sir e degli apostoli dì Gerusalemme di enrusiasmo religìoso. I proprio
a.C.), ma non avevano uì'ìa parti' da una parte, e Paolo dall'altra. 2. IDENTITÀ E TEOLOGIA prima dell'opera di Baur, Edward
colare imponanza, pojché risuÌta- NlaÌsrado la debolezza dei giu- DECI-I OPPOSITORI DI PAO- Burlon nel 1829 offrì la Prcsenla-
vano inferiori dal purlto di vista dizi storici e teologici di Baùr, il LO Nel XX sec. nessun aspet- zione fino a oggì piir completa del-
della qualità teologica: non vi era suo coerente tentativo di îornire
- 1a tesi sccondo cui gli oppositori
to degli studì paoÌinj ha ricevLrto
traccia della dortrina paolina del un'interpr etazione esauriente € maggior atteùzione quanlo la que- di Paolo erano gnostjci. Quindi,
1a giusrilìcazìone mediante la Iè' coerenle dclla sloria della Chiesa sLione riguardante l'identità e le il dìbattito nella prima metà del
de. né dcl conllitto tra Pietro e primitiva sulla base del solo ragio- argomentazioni degli oppositori di XX sec. ha Le sue radiciintmcdia
Paolo. mentrc la loro escatologia iamenlo storico, senza licorrere a Paolo (redt Opposibri di Paolo). tc Ììella polarizzazione che cbbe
en[ava in conllitto con lCor ]5. intervcnti soprannaturali o a spie- E su nessun'altra questione il di- luogo cluranre il secolo scorso tra
Sotto la guida.li Baùr, i suoi al gazioni basate suL miracoloso, die- saccordo è stato più ampio. Dal- quanti sostenevano che gli oPPo_
lievi e seguaci applicarono questo de un impulso alÌ'esegesj biblica in I'opera di Baur jÌl poi ci sono sta- sitori di Paolo erano gnostjci e
schcma di fondo agli altrj scrilti epoca moderna. Inoltre, I'opera di re aln-ìeno olto teorie principali quanti, segùendo Baur, asseriva-
del NT, intcrprelandolì e classilj- Baùr montò la scena per il dìbat- proposte per la leltera ai GaÌatj, no che erano giudaiTzanli. lnoltre,
candoli sccondo la loro (tenden- rito deL XX sec. sul rapporto esi- e nci casi più dilficjli, come 2 Co il dìbattiro si incentrava in primo
za>; (Tendenz) teologica, o come stente tra la vita c L'jnsegnamento rinzi e Filippesi, sono state îormu- luogo sull'identità deglì opposiîori
paolini (per csempio, Ebrci, 1 I'ie- clel Gesir storico e la teologia di late rispctti\,amente non meno di di Paolo a Corinto, Per via del
tro), oppure come pctriùo-giu- I'aolo (redl Gesu e Paolo). Co- tredici e dìciotto proposte (cîr. ruolo cenlralc avuto da questa cit-
daizzantì (per esempio, Giacomo, munque, latto dclla massima im- Cunther l-5). Malgrado la gran tà nel miDistero di Paolo e sulla
llattco, di medjazio porlanza, la tratlazione di Baur su quantità di ipotesj forniulale, il di- dillerenza di argonentazione lra
(per esemPio, Lù-
^pocalisse);
ne o conciliatori Paolo suscilò le tre queslionì in- battito attuale sull'identità degli 1 e 2, Corinzi e Ìe altre letterc pao-
ca-Alti, N,larco), oppure di stam- terpretative correlate, con le qua- oppositori di Paolo nelle sue va- line. I-a tesi di Baur era deslinata
po cattoLico (2 Pictro, Giuda, Gio li rutti i successivi studiosi di Paolo ric lettere ò ancora incentrato su1- a durare nella misura in cui fosse
vannit redi Protocatrolicesimo). hanno dovuto lottare Del tentati- la validità dell'interpretazione di stata ìn Srado di sPiegare 1a teo-
L'inllusso delle lesi di Baur
1.2 r'o di elaborare un'immagine esau- Baur relatìva al conllitlo, ai tem- logìa di Paolo e l'opposizione in
Con il passarc clel tempo, gli ricnte della vita e della teologja di pi di Paolo, tra iL Crìstianesimo I e 2 Corinzi, dovc La questjor'Ìe
studiosi rifiutarono coùpletaolen- Paolo: l) I'identità e la prospettì- proveniente dal mondo Pagano e della Legge norÌ appare esserc cen-
re la valutazione della Scuola di va dcLl'opposizione a Paolo come quclLo provcniente dal Giudaismo, traÌe ma dove, spccie in 2 Corinzi,
Tubinga sulla data e sul carattere chiave interyrentiva per compren- e sulla sua cslensione all'interno il punto centrale dell'apologctjca
tardivi deLla naggioranza dellc ìct dere la sua vita c il suo pensiero; clel corpus paolino, dal moÌnento paolina ò ancora rappresentalo dal-
tere paoline. Anche la sùa analisl 2) la concezione paolina dclla Leg- che fu Baur il primo csegeta mo la proprja legittimità aposrolica.
degli allrì scritti deÌ NT c del Il ge in rapporto alla sua interpreta- clerno a lare degli oppositori di 2.2 Lightfoot, l,ùtgert e la
sec. come continuazione del con zione deL vangelo; 3) la ricerca dcl Paolo la chiavc interpretaliva di Scùola delìa storia delle religioni
flitto tra ùn Cristianesimo paoli- centro generatore deLla leologjal (utti gli scrilti di Paolo. Nella Cermania del XIX sec. la
no e uno giudaico si è dimostrata paolina (ammcsso che sia davve- 2,1 La polarizzazione delle opi- stragrande maggioranza degli cse
non plausibìle, pcrché basata sul ro possibìle parlare di un tale pril)- ioni nel XIX sec. Certo, 1'o- gcti pensava che Baur avesse ra-
l'inlordata identificazione presen- cìpjo generatorc all'interno dei di- pinione di Baur non era nuova, né gione, anchc pet quanto rìguarda
re nellc Ozie,e pscudoclemcntine versì scritti di Paolo).
Interpre(i di Paolo 872 873 Inlerpreti di Ptrolo
va Ic qùestionì in gioco nella cor- chiaramente ideùtiîicati con-le giu Tuttavia, fu proprio Ìa precisio- sulla base deLle incipjenti tenden
rispoùden7a con i Corinzj. Fuori daizzanti cristìani di ispìrazìone ne con cui la Scuola della storia ze gnostiche palesi in alcune parti
delÌa Germania, però, 1a reazione farisaica. Anche ilÌ Galazia. pcrò, delle religioni descrisse la natura del NT, uno gnosticismo precri-
a Baur si rivelò sjgnificativameo- era ancora prcscnte un'opposjzio- dello gnosticismo a determinarne stiano pienamenie sviluppato, co-
tc diversa. Cìò valeva soprattutto nc pneumalica, così chc Paolo nel anche la line. Infatti, l'ultimo se- mc cluello che vjene lesLimonialo
per l'lnghilterra, dove .l. B. I-ight- la sua letlera ai Galali combatte- rio tentativo di provare che gli op- per la prima volLa soltanto úel Il
foot fu ì1 capolila con la sua criti- va al tempo stesso su due lÌonli. posjtori di Paolo in 2 Corinzì era- c nel Ill sec. d.C.
ca a Baur intìlolata Sl. Paul and Fu però l'ascesa dclla Reltglo, Do gnostici fu qùello di R. BuÌt- 2.3 L'ip olesi Bornkamm-
t he Th rce (nella sna St. Pctul's Epi (Scuola dci-
sgesch i c ht I ic he Sc hule mann nel 1946, con il suo saggio Georgi La caduta dell'ipotesi
st/e to the Gulatiút1s. 1881- pp. la sroria delle reljSionì), con la sua Exeqetische Probleme des Zweilen Boussct-Reitzenstcin Bullmann,
292-374), nella quale allermò che cnfasì sulla gnosi e la rcLigione dei Korinthetb efes zu 2 Kor 5:1-5; quindi, Ìiberò Ì'esegesi dal fardel-
Paolo non si oppose aì principali misleri comc sfondo in cui conte- 5:ll-6:10; 10 l3; l2:21 lProblemi lo della sua passata ìnclinazionc a
(apostoli della circoncisione> Gìa stualizzare il Cristianesimo primi- esegetícidi 2 Corinti. A proposi collsiderare lo gnosticismo come
como, Pjelro e Giovanni. lnollrc. tivo, che senìbrò darc il colpo di to di 2cor 5,1 5: 5,11-6,14; I0-13; chiave del pcnsiero di Paolo, men-
Lightfoot suppose che gli opposi grazia al prcdonìjnìo esercitato 12,211, scritto in risposta al1'auto- tre al tempo slesso permise di con-
tori di Paolo non fossero tanro cri- dalla posizioùe dj Ilaur. La Scuo, revole articolo di E. Kàsemaùn, servare il valido giudizjo della
stiani rivali collegati alle tle <co- Ia della storia delle religioni si cri- Die LeBitimítal des Apostels. Ei- Scuola della storia delle religioni,
lonne)) (Gal 2,9), quaDto piì.rtto- staÌlizzò Ìleilc opcrc di W. Bossuet, ne Unteryuchung zu II Korinlh secondo cuì il Cristianesimo pri-
sto che gli oppositori a cùi fanno specie in quella del 1913, (.],r'ios et 10-13 [La legiltinità dell'apo- mÌtivo andava ìnterpretato alla lù-
r iferimento Colosscsi, Romani, I Cht islos. Ges.hi.hte des ChtisIu- stolo- Ricercd su 2cot 10-131, r\ ce deL suo contesto religioso. In-
Co nzi e le PasTorali J-acevàno sglaubens ron den Anliingen des ZNW 11 (1942) 33-'71. Kàsemann lìne, questo continrLo inleresse per
parte di un movimento (cristiano Chtistentuns bis Irenaets [Kltios era arrivato alla conclusione che l'ambierlte religioso di Paolo e dei
csseno), di orientan'ìento piil gno- Christos: storia della.fede in Cri- gli oppositori di Paolo a Corinto suoi oppositori a Corinto culmi-
stico rispetto ai giud aizzani fàrt sto dogliìnizi del Cristi.t esimo fi- erano semplicemente dei Pneuma- nò nella volumjnosa opera di Die-
saici ai qualì Paolo si oppose in no a Ireneol e nello studìo delle tici, che apparlenevano a un'asso- ler Georgj, Die Ge.ner des P.tu
Galatj, 2 Corinzi e Filippesi. Quin- anîiche religioni misteriche di R. ciazione di palestinesi della dia lus im 2. Korinlhetbtie/ IGli a\r-
spora c che nella loro predicazio- -',pr.îori.li Paolo nella stonda leÍ-
di, in contrasto con la situazione ìn Reitzeùstein, Die hellenístischen
Germania, I'influenza dì Lightfoot Mysterìenreligionen del 1921 lLe ne enfatizzavano le proprie impre terc oiCorinzù del 1964. L'opera
nel mondo di lingua inglese mirigò rcligioni nisteriche in epoca elle- se e doti spirìtuali. Secondo Kese- di Georgi era un'estensione e una
quella di Baur, poiché evìtò agli rrslical. Come risultato di queste mann, per dire qualcosa di piu, in conferrna della posizionc del suo
esegeti di interpretare le lettere di opere e di altre in quest'ofijca er- modo particolare per tentare dj mentore, Grìnther Bornkamm, la
Paolo come se rillettessero soÌtan- meneulica, ora l'attenzione degli comprendere costoro come gnosti cui interprctazione complessiva
to un tipo di eresia giudaizzante. esegeli neotestamentari si sposta- ci, bisognava andare oltre l'evi- della vjta e del pensiero di Paolo
In Germania la prima rottura si- va ìn modo vìgoroso verso ilmon- denza del testo. Rispondendo a si riassumeva nelÌa sua opera or-
gnificativa con Baur si verificò sol do concettuale dell'ellenismo. Per ciò, Bultmann sostenne che gli op- mai classica, PoullLr?d.11., Pdo-
tanto alf inizio del XX sec.. coù la di più, la Scuola della storia delle positori di Paolo in 2 Colinzi era- /o, Claudjana, Torino 19771.
pubblicazione nel 1908 del volu- rcligionì per la prinla voha ollri- no in etfetti quegli stessi cristiani La conclusioùe di Georgi fu che
me di W. Lùtgerl, Fr€iheitspredigt va una rjcostruzione dello svilup- gnostici aj quali Paolo si era op- i primi avversari di Baur non era
und Sch',t.i ngeister in Koùnth po del Cristianesjmo primitivo posto in lCor 15. Nella risposta di no statì capaci dj preseitare un'a-
IPredictizione delld lihetlà ed en esauriente e approfondita proprio BLìltmann, però, ciò che risulta dcguata allernaiiva, perché non
tu.ri.tsti a Carintol. Secondo il cone quella di Baur. Prima dì al- piu evidente è la determinazìone avevano suilicicntcmente preso
punto di vista di LùlgeÌl, gli op- lora il concetto dignosticismo era a mantenere a tutti i costi la teo- sul serio le originie gLiaspetti giu-
posito a cui Paolo si riferisce nei stalo usalo sempljcemente per de- ria dell'esistenza di ìrno gnostici- daici dell'opposizionc a Paolo. Lo
suoi vari scritti potevano cssere scrivere in modo generico certe smo precdstiano. I1 disperato ten sludio della terminologia in 2Cor
tutti racchiusì softo la dicitùra di tendenze teologìche; con l'ascesa tativo di Bulîrnann alÌa fine falli. 10 13 condusse Ceorgj alla conclu
(gnostici) o <pneumarici>; il lo- dcll'approccio della storia delle re- insjeme all'intero programma del- sione che gli opposilori di Paolo
ro bagaglio culrurale era costitui- ligjoni, a questo terÍÌine un lem- la Scuola della storia delle religioni erano nlissionari giudeo-cristjani
to da un Giùdaismo alessandrino po vago veniva ora attribuito il dj interpretare il Cristianesinlo pri e apostoli di origine palestinese,
hberale, che insegnava una gnosi contenuto concreto e ben de1ìni- nitivo sullo sfondo dello gnosti- che ricorrevano ai mctodi di pro-
sotto lorna dj esposizione hagga- to, necessario per competcrc con cismo tipico deÌle religioni miste paganda degli apologeti giudeo-
dìca e di ampÌiamenro della Scrit la capacìtà propria della Scuola di riche. Semplicemente non c'era al- ellenisrici. L'approlondito studio
Lura. Soltanto in Calati gli oppo- Tùbhga di deîinire I'esarta natu- cùna testimonianza che giustilicas- dell'attività missional ia dei
sitori di Paolo potevano essere ra del legalismo giudeo-crjstiano. \e Ìa loro pretesa di ricoslrÌlìre, giudeo-ellenistjcj da parte di Geor-
Interpreti di Ptrolo
Interpreti di Prolo 8',7 4 875

gi ccrcò quindi di lornjrc il fon- e chc cra divcnuto ripetutamente struendo sulle fondamenta di Pao campi cr-aÌÌo ugualmcnte divisi. I1

lo era o Pielro stesso o qualcuno îalto stesso che Barrett potcsse so-
Lùt-
dan1eÌ1to storico-reLigioso che la base sulla quaLe veniva attacca-
chc agiva a suo nome. Come Baur stenere la posizione di Baur in mo
gerl e Bùllmanù non elano duscili ro. Secorìdo Oosteùdorp (Another
a proclurre allo scopo di conlrasla- Jesus: A Cospel of Jewish Chri- prima dì lui, Barrett quindi Postu- clo così pcrsuasivo nonostantc le
rc l'ampia descrizione dj Baur clel stian Supetíorit), in II Corinthians, lò l'esjsrenza a Corinlo dì un (Par sue piu serie obieziolli, rese evi-
Giudaismo e dei giudaizzanti. Il rì- 1967), igiudaizzanti di Corinto, tito di Cefa) giudeo-crisliaDo op- delte ì] latto che l'esegesi si tro-
sultato dcSli studì dì Ccorgi sullc come quelli della GaÌazìa, aveva- poslo a Paolo. vava in uù momenlo di stallo Le
ionti giudco'cl1cnìstichc Ma allora perclié Pielro non era due posìzioni ibndamcnlali si era-
ò un'im- no collegato l'azione dello Spiri-
magine degli oppositori di Paolo Loall'osservanza deLla Legge (cîr. nenziorìato in 2 Corinzil Perché, no ora saldamentc consolidate e
visti come missìonari pneumalici Gal 5,13-26), così che l'intento di secondo Barlett, e contrarianÌen- sembravano esscre ben îortifica-
gìudeo-ellenìstici, Ia cui autocom- Paolo fu qucllo di opporre tra lo- re al parere dì Lìaur, Paolo nurri- tc con una rnassiccia cloLazione di
prcnsione sì basava sulla tradiTjo- ro Legge e Spirito (clr. Cal 3,1-5; va ancora rispctto per glì apostoli docLlnleùtatc argornentazìot'ti c

ne deì1'(uolno divino)) l/reios 2cor 3,6), in modo tale da con- di Ccrusalernme. Per quesla ragio- controargonÌeùlazioùi.
il loro ne Paolo diede slogo a lLltta la sua Ugualmente devastanli Pcr il di-
arar) prcscntc nel Giudaismo el traddirc insc8namento.
lenìstico. Benché ampíamenLe lrascurata, (ligorosa antipatia)) verso gli (al batljto Ìnodclno sono state le gra
La pubblicazionc dell'opera di I'opera di Oostendorp fu in gra- trr rrppresentcllti chc opera\xno vi perplessità sollevatc a proposi-
Georgi, infine, conlrappose alla do di collegare il problema dell'ac- : Corinto. i ouali abtr\J\ ano dcl to della realti\ storica che doveva
l'autorità di i'ierlo, ossia i<îalsi sorrcggere 1e due posizioni. Le te
resì di Baur sugli opposìtori di coglienza e del ruolo dello Spirito
Paolo un'antitesi uguaìmente si alÌa questione dell'obbedienza al- apostoli) dì 2cor 11,13-l5 Quin stìmonia ze raccolte da Georgi
stelnalica ed esaurieùle. Perlanto, la Legge sia nella teologia degli Ji per Barretl. come P<r K!\c D(r druro5tlaLc l c\istenza Jì un
se Liitgert aveva signjficalo la fi oppositori di Paolo che nella com- rnann printa di ltti. !a latta ùLlJ di- (uL'nlo di\irlo nel Ciudîismo.
ne del predominio delÌa posizione prensìone propria dì Paolo. Oo- !rinzione tra ì<falsi apostoli) c gli ouale chia!c itlLerprelativa dell'au
cli Baur, Ccorgi scmbrò avcr chia- stendorp riuscì a saldare ciò che, eminenti apostolì di Ccrusalenln'ìe tàcomprensione degli oppositori,
mato jn causa 1a sua stessa legjtti- nell'approccio piu
tradizionale di 2cor 1 1,5 e Gal 2,9 lnoltre, 2 sono slate serianente rnessc in di-
Ìnitàl L'imnagine tradizionale di agli opposirori dÌ Paolo, era sem- Corinzi e Cal2,l2 Partoùo da una scussionc. Altri halÌno criticaÌo il
Baur in quel momento sembrò ap- pre stato tenuto scparato: lo Spi- situazione sìmilel Pielro aveva tentativo da pàrte di Ceorgi di in-
partenere al passato. All'apparel'Ì- rito e la Legge. buone intenzìoni, ma sPcsso si fa lerpretare l'esprcssione <(ministri
za, I'unico compito Ìimasto era Ma per 1a storia del diba[ito è ceva intimorire e slrumentalizza- cli Cristo) in 2cor 11,23 nel sen-
quello di affinare la posizione di di importanza ancor maggiore il rc dagli ahri! A Cotinlo Pietro era so dì (inviatit, nlentre altri anco_
Georgi, cosa che da allora molti îatto che la posizione di Baur sia dìvenuto ancora ùna volta un uo- ra hanno respinto I'intera analisi
mo di paglia, lacilmentc maniPo ali Georgi, soslencndo che non esi-
esegeti hanno temato di fare. stata sostenuta anche da uno dei
2.4 Ooslendorp, Barrell e il ri- più aùIorevoli inrerpreti recenti di lalo da alcuni imposlori chc abu- stono parallelj giudaici alle tema-
torno a F. C. Baùr La nuova Paolo nel mondo anglosassone, C. savano deL suo nome e della sua tiche e ai Ìnctodi nlissionari di
ondata di ottimismo era prematu- K. Barrett. Nel 1953 Barrett get- aLÌtorìtà. Paolo pertanlo, come il1 Paolo- D'al1ro canto, quanti de
ra. Non solo I'opera di Georgi flr tò le fondamenta della sua futura (ìal 2. si ritÌovò di iuovo nella sidcrano conlinuare a riLelÌere che
scolnoda Posizionc di non Poter ri gli oDpositori di l'aolo erano in un
severamente criticata per La sua opera con I'articolo Paul and the
metodologja e per il suo modo di <Pillcrr> Aposlles (tn J. N. Seven- nudiare Pieiro. ma al lemPo slcs- ccrlo scnso (giudaizzanti), ora si
usare le fonti, ma la stessa posi- ster - W. C. Van Unnik [edd.], io di cloversì occupare dì qLrelli che devono confrontare con le sl'ide di
zione dì Baur rimase assaì \'iva. Studia Pqulína, FS Johannis de iì nome di Pietro intcndevano di- E. l). Sanders e la (nLlova prosllet
nonostante il grande successo ri Zrraún, 1953, pp. 1- 19). Dieci anni struggere la sua opela. Da questo ii\a su Paolo) da essa Prodotle
scosso dalla Scuola della storìa dopo Barrett eÌaborò questo stu- nlomcnto, l'opcra successiva di (cir. sotto,3.2). Ioîa1li, molti itr
Barrett îu lìnalizzata al raflorza questa olLica dLlbitaùo che la Po
delle reÌigioni. ln un'ironjca jnver- dio fondamcntale con un analogo
sione dì ruoli, però, furono D. W. riesame delÌe citazìoni e delle pos- ììento di questa posizione di Par- lemica di Paolo a!esse qualcosa a
(Jostendorp e C. K. Barrett, due sibili aLlusioni a Pìctro in 1 e 2 Co- tenza. che vedere con la Posizjone rcale
escgeti non originari della Germa tinzt (Cephas and Cotinth, irr O. 2.5 Il punto morto dell'csegesi dej suoi opposjtodl Quiùdi, come
nia, ad alzarsi per difendere la Betz et. al. [edd.l, Abraham un- recente -' Dopo Pìil di centocjn- Dcr I'rnotesi gnosticJ di ulla gene
classica tesi di Baur, bcnché con ser Valet. Juden und Cht ìstefi in ouant'anni dj esegcsi, il sultato ir zi,rne nr credent<. laflidabilitc
alcune modìfiche sìgnilicative. Gesprach úbet die Bibel, FS Otto iell'anpìa opcra di Barrelt fu storjca di entranbe le ipotesi dj
Oostcndorp rnodilicò l'ipotesi Michel,1963, pp. 1-12). Lì questo quello di distruggcre ogni iÌlusio- londo soprav!issule ora è ogget-
giudaisrica di Baur qùel tanto che stlldio. Barrett conclusc non solo ne che si fosse raggiunto ùn con- to di scrie pelplessjtà
bastava per inserire ì1 signiîicato che probabilmeùte Pietro aveva senso generalc circa l'iden1ilà c la Tnîine. l'aLluale situazione di
centrale deLlo Spirito (ledl Spiri' visitato Corìmo. ma anche che reoìogia degli oppositoLi di Pro- il risultato diretto e natu
staLlo è
to Santo), chc Baìur aveva escluso quindi l'<uomo) che stava co- 1,, A mcrà dccli anni '70 quc\tL rale della netodologia imPiega-
lnterpreti di Paolo 8't6 87',7
Inlcrpreti di Paolo

ta nel tentati'!o di determinare la essa sono dclermiDati, opposizio- ge e il vangeìo corrisponde alla Schoeps, Paul: the TheoloS! ol
the ADostle in the Li?ht af Jewish
natùra dell'opposizione a Paolo. ne che eglialfronlò non solo a Co- ìlrecedente, ma ampiamente tta-
L'inconcludente e inleriormcnte rinto, ma in Calazia, ad Antiochia scurata ìnsoddisfazione Provata Retigioùs HisîotY (1961: ed. led.
coDtraddirroria sloria degli stttdi e anche a Gerusalcmme. Essenzia- nel nostro secolo verso la tradizio_ l9i9) e quella di W. D Davies,
p.ìolini .r partire da Baur lÌa dilno- le per dnnovare lalc stuclio è rico- nale interpretazione che la Rifor- PaLtt and Robbini. ludaisn (1948t
strato che 5i deve resistere alla lell noscere chc, contraPPonendosi ai ma ha dato della centralità della cfr. ora la 4u ed. rivedula, 1980),
tazionc di ricostÌuire qualche im- suoi ollposilori, Paolo lece nasce- giùstificazione mediante Ìa fede cercarono in úodi dilferenti di
portanle ipotesi basandosi su re dei contrasti fra gli <apostoli nella teologia paolina (cfr. sotto, mettere in discussione la concezio_
lrammcnti c slogaD isolati lrattj colonne) e quanli, operando nel 4). Neppurc Johannes MLrnck ha ne tradizionalmente negativa del
dalle lctîere di Paolo, per pojcom- nomc di costoro. minavano la sua imoresso una svolta con la \ua Giudaismo € il Presunto antago-
pletarli rìcorrendo a paralleli di- essenzialc unità con gli apostoli di csplicila e fondata critica (P.rrl nismo esistente tra Paolo e gìiapo-
stanti. E lutto ciò per il semplice Gerusalemnre (c lr. Cal 2,1-10; aÀd the Salvation oI Mankind. stoli giudeo-cristiani, sullo sfondo
latto che non c'è alcuna tcstitllo_ lCor l5,l-ll;2cor I I,5-6), men- 1959i ed. ted. 1954) verso la con- del quale Paolo era stalo interpre-
niaùza direlta da parte cli alcuno tre al tcmpo stesso sj oPPoneva a tinua influenza di Baur sull'esegesi rafo a Darúre da Baur. Schoeps Pe-
degÌioppositoridi Paolo, a meno quanli rivendicavano di raPPre- noderna. Sostenere, come fa rò non negava l'interprctazione di
che Ciacomo non venga lelto co- sentarli. Munck, che I'unica differenza so- fondo che la RifoÌma dava della
me uno scritlo polcmico antipao- stanziale tra Paolo e g1i aPostoli Legge in Paolo; cercava semPLice-
lino, cosa sìcur-amente discutibile. 3. LA CONCEZIONE PAOLI. di Gerusalemme consisteva nella mente di mostrare Ia 5ùa irrilcvan-
La recentc proÈosta Presentata NA DELLA LECGE La com- strategia missionaria, basata sul- za ner la <corrente dominante) del
da Sumney di un <<approccio mi- prensione di Baur del conflitto la convinzione di Paolo che i Pa- Giuclaismo al tcmpo di Paolo,
nimalista)) ncll'identificazione de- nella Chiesa prìmitiva tra un Cri- sani dovevano essere guadagnati poiche Schoeps ritencva che in so-
gli opposilori di Paolo va quindi stianesimo proveniente dal mon- i cristo prima, come preludio al- stanza Paolo attaccasse soltanto
accetîaia per I'enfasi posra sulla do pagano, libero dalla Legge e la salvezza di lsraele, non sembra una distorsione del Giudaismo,
priorità che l'esegesi deve dare al paolino, e la sua controparte tenere conto della cÌitica paolina rappresentata dai giudco-ellenisti
metodo di <<focaìizzazione del te- giudeo-cristiana, petrina e giudaiz- della Legge stessa (vedi Missione) detla diaspora. Pcr conlro, Davies
sto>, Per la sua insistenza su zante, era legata alla e suffuagata lnoltre, I'assunto di Munck, se- diede prontamenle Per scontata la
un'efficace valutazione e su un sa_ dalla sua accettazione del modo in condo cui Paolo era convinto che critica di Paoio alla Lcgge come
no uso di fonti appropriate, insie- cui la Riforma intendeva il contra- la venuta dell'era messianica di- semDlice polemica e quindi non es-
me a un'applicazione <rigorosa- sto paolino fra Legge e vangelo pendesse dal suo ministero, così ,"n.ial" ó"t le concezioni di Pao-
menre> limitata della (tecnica a (vedi Legge). Come però ha osser- da diventare la figura centrale nel- lo altrimcnti <rabbiniche>. ln al-
specchio> (cioè, desumere la Po- vato Douglas Moo nel 1987, se- la storia della salvezza, fu consi- tre oarole. il Paolo dj S(hoep\ non
sizione degli oppositori di Paolo guendo l'intuizione dì Roben Je- derato non solo un'esagerazione' era abbastanza giudeo da cssere
direttamente dalle aflermaziotli di wett, <l'esegesi su Paolo e Ia Leg- ma anche un'insostenibile nega- vittorioso al suo tempo, e il Pao-
Paolo in qìranto a loro contrappo- ge negli ultimi dieci anni ha testi- zione della centralità di Cristo nel- lo di Davies Io era troppo Per es-
ste) e per il suo rifiuto del tentati- monjato un "cambiamento di pa- I'escatologia paolina. La tesi por- sere accetÎalo.
vo di accostarsi al testo con una radigma") (Moo 287). Tutli i ri- tante dì Munck, che gli oPPosito ll conscnso moderno Però ven-
ricostruzione predeterminata, ba- sultati tradizionalmente (certi) a ri di Paolo fossero GeDtili giudaiz- ne significativamente attaccato di
sata su elemeoti esterni. Nella pro- proposito del contrasto Paolino zanti, raccolse scarso conseDso. nuovo nel 1964 ncll'articolo ormai
speltiva della storia della ricerca tra la Legge e il vangelo vengono Tuttavia, I'interpretazione di Pao- programmatico di C- E B. Cran
è però significativo che, quando ora messi ill discussione così seria- lo da parte di Munck in Piu Punli field, St. Paul and rhe Low,in SJT
Sumney stesso applica il suo ne- mente che, doPo un lungo Perio- risulta penetrante e il suo netlo rl 17 (1964) 43-68. Cranficld non ne-
todo a 2 Corinzi, non olfre alcu- do di inattività caratterizzato soÌ- Iiùto della teoria di Baur sulla re- gava la centralità della Siustiîica
na nuova intuizione circa l'iden- tanto da ritocchi di minore impor- lazione conÎlittùale tra Paolo e il zionc mcdianle la fede Per la teo-
rità degli oppositori di Paolo. Se taoza del paradigma dominante, resto della Chiesa primitiva, basa- loeia di Paolo o l'interpretazione
bisogna lare progressi per supera- I'interpretazione clìe della Legge ra su una presunta dilterenza nel ch-e la Riforma diede degli oPPo
re l'attuale situazione di stallo, diede Paolo è attualmenle l'argo- lc loro concezioni londamentali a sitori di Paolo. Pìuttosto, egli si
questi si verificheraùno soltanto mento più dibattuto tra gli esege- proposiio di Gesù e della Lcgge' fece carico di ridefinirc l'essenza
qualora tale approccio orienrato al ti paolini. -rppare come un duraruro contrl- della critica paolina della Lcgge
testo si combini con una rinnova 3. I Ant€cedenti al cambiamen- buro detla sua opera. Per Munck. come critica della sua perversione
ta analisi della concezione paoli- to di paradigma nell'esegcsi recen- rra Paolo e il Cristianesimo di ori- in lcgali\nÌo, esscndo tale nerver-
na della Legge e del centro del suo tc - Quesla recente dissoluzione !.ine giudaica non esisteva nessun sione rappresentala dalla straordi-
pensiero, dal momento che essi si del consenso modcrno a proposi- conflitto teologico sostanziale. naria frasc paolina (rlc opeic del-
ripercuotono sull'opposizione e da to del contrasto paolìno tra la Leg- D'allro canto, I'opera di H. J. la Legge)) (clr. Rm 3,20 281 Gal
Interpreti di Paolo 878 879 Inferpreli di Paolo

3,2.10 ecc.). Secondo Cranfield, esegeti neotestamentari considera- piazzare il vecchio conscnso con ders, piultosto chc csigere una per-
Paolo coniò questa nùova espres- no ìl lbndamento storico della uno nuovo, poiché la sua critica fetta corfispondenza 1ra (opere e
sione idiomatica, perché nella lin- concezione di Cranfield sempre della concezione piit tradizionale giustizia) come base per la propria
gua greca non era disponibile al- più come un fantasma (cfr. la sua non la tocca nel suo nucleo cen- salvezza e con'ìe reqùisjto necessa_
cun termine per indjcare iÌ <lega- autodifesa: Cranfield 1991). trale. rio per entrare a far parte delÌ'al-
lismo>. Quindi, quando Paolo Inline, sebbene da una prospet- 3.2 La <nuova prospettiva) su leanza, ìl <nornismo dell'allean-
parla in termini negativi delle tiva assai diiîerente sulLa teologia Paolo Quindi, sebbene si pos za>, assai diifuso nel Giudaismo
<opere della Legge), o semplice- di Paolo nel suo insieme. un inte- sano certameùte lrovare critiche palestinese, (consiste nella convin-
mente della <Legge>, non si op- resse rinnovato alla teologia bibli- sostanziali al paradigma dominan- zione che il ruolo di ciascuno nel
pone alÌa Legge in quanto tale, ma ca ha portato Hartmut Gese e Pe- te anche prima del 1977, questi ar disegno di Dio è stabilito sulla ba-
alla sua perversione in giustizia ba- ter Stuhlmacher a rifiutare l'inler- tacchi al consenso prevalente era- se del patto e che il pallo richiede
sata sulle opere. Le affermazioni pretazione tradizjonale che la Ri- no anzitulto diretti all'interpreta- come risposta corretÎa da Parte
positive di Paolo a proposilo del- îorÌna ha dato del contrasto fra la zione che la Rìforma aveva dato dell'uomo l'obbedienza ai coman-
la Legge, invece, fanno riferimen- Legge e iJ vangelo come una di- di Paolo, pìil che ùn assalto alla damenti ivi contenuti, mentre ven-
to a una Legge libera dai suoi abu- stinzione teologica tra due vie di sùa considerazione degli opposito- gono forniti mezzi di espiazione in
si legalistici. Nel sostenere ciò salvezza in competizione (c[r. P. ri di PaoÌo come giudaizzanti. Ma caso di trasgressione> (Sanders
Craniield intendeva globalmente Stuhlmacher, Paltl's View of the fino a quando la concezione 1ra- 120). Quindi, secondo il Ciudai-
contrapPorsi al1'assioma, al suo Law in tlP Letlù to Romons, il1 dizionale degli oppositori rìmase smo palestinese del tempo di Pao-
tempo da tuttiEccettato, secondo sE,À. 50 (1985) 87-lo4; Reconcílía' sostanzialmente in piedi, i1 tenla- lo, (l'obbedicnza, e l'intenzjone di
cui per Paolo Crjslo aveva aboli tion, Lcùf, and Righteoùsness, tivo di riconsiderare la concezio- obbedire, soùo lichiestc se si vùol
to la Legge. Sebbene Crislo aves- 1986; e il suo recente coúìmenlo De propria di Paolo Poteva essere manere nell'alleanza e condivi
se aboliro il legalìsmo, per Paolo alÌa lettera ai Romani, 1989). La accantonato non soltanto come in- derne le promesse, ma esse non
Legge e il vangelo vengoÌ1o piut- fondato dal punto di vista teolo- guadagnano 1a misericordia div!
egli era il (punto d'arrìvo)) (/e1os)
della Legge stessa (Rm 10,4). ln toslo vistj come rappresentantj di gico o esegetico, ma anche come na)) (Sanders 216). Le conclusio
2cor 3,6 quindi è l'(inconìpren- un con!rasto cscatologico tra due storicamente svialo. Moo ha Per_ ni di Sanders sr.rLGiudaìsmo pale
sione legalistica)t e la (perversio- periodi nella storia del1a saLvezza tanto ragione quando data la di- stinese, bcnché sicuramente non
ne della Legge)) a uccidere, non la di Dio. tsenché conservi ancora struzione del consenso moderno nuovc (prima di lui cfr., pel esem-
Legge in quanto tale. l'interpretazjone che la Riîorma con I'awento del contributo di pio, I'opera di G. F. Moore) e non
La visione di Cranfield ha ri- ha dato della centralfà deLla giu- Sanders al dibattito, a comincja- esenti da critiche, non Potevano
srificazione mcdianle la lede in re dal 1977 con il suo ltbro Paolo cssere ignoratc, combinate com'e
scosso un ampio consenso ed è
stara mjgliorata in pirì direzioni Paolo e la corrispondenîe clilica e il giudaismo palesfinese (ed. it, rano con una corrispondente rcin-
(cfr. il suo commento in due vo del1a Legge separata dalla iède, Paideia, Brescia 1986). La conce- terprerazìone della polemìca pao-
lunli alla lettcra ai Romani, e gli questo approccio considera la zione di Paolo, propria di Sanders lina contro la Legge.
sLudi dj C. F. D. Moule, Ragnat Legge comc qualcosa che ha in sé è, naturalmente, in sé e per sé de- Per la stragrande úaggioranza
Bring c, di somma ìmporlanza, D. bisogno di (redenzione)), a molì- gna di nota ed esige una risposta. degli esegeti i1 mondo di Paolo im-
vo dcl ruolo avuto neLl'anlica al- Ma non è questo che impresse una provvisamenle cambiò e con tale
P. Fùller). Questa posizjone però
è stata anche severamente crilica- leanza in qùanto <7ór, del Sinai)). svolta negli studi paolini. cambiamento si manifestò il biso-
ta, perché a rnolti sembra fondarsi Attraverso la Ìedenzione di C sto Sanders cambiò il corso dell'e- gno dì ripensare la concezionc
sull'ipotesì, tutta da dimostratc, e per la potenza clello Spirito, Dio segesi su Paolo perché riuscì a paolina relativa a1 <problema))
chc le aflermazioni negalive di ha quindi rcdento non soltanto spìngere gli studiosi a ripensare della Leggc, tenendo conto della
l'umanità, ma anche la l-cgge in dalle fondamenta la natura del- (sohlzione)) ora ofîerta in Cristo,
Paolo a proposilo della Legge sì
riferiscono semplicemcnle al lega- quanto tale dal potere del Pecca- I'opposizjone che Paolo affrontò Inîatti. se Sandeis e i suoi soste-
lismo, anche quando l'espressio- to. Come <Tól'A di Sion> libela ed nelle sue Chiese e, di conseguen nitori hanno ragione circa la na-
nc completa <opere della Legge> cscatologica, Dio Iestituiscc alla za, il carattere e il contenuto del- tura del Ciudaismo palestinese al
non vienc usata (cfr., per esempio, Leggc la sua lunzione originale di le critiche che egÌi sollevò contro tempo di Paolo, allora la conce
CaL 3,10'12.l7- 19). Ahri hanùo dare la vita che aveva nel paradi tale opposizione. Egli compì que- zione che la Riforlna ha tradizio-
sottolineato la sua evidenle inca- so. Fino ad oggi, pcrò, lale ap- sta impresa presentando ilproprio naÌmente della poletnica di Paolo
proccjo non è stato sviluPPalo aP- ritratto di Paolo sullo sîondo di (viene Lasciata a mezz'aria, ed è
pacità di incorporare in modo ade-
guato alcune aflermazionj di Pao- pieno. Pcr giunra, la puntualizza- un'interpretazione esauriente e necessario o accusare Paolo di
lo sull'abolizione della Legge stes zionc che esso otlìe o va troppo forzatamente polemica dcl Giu- aver frainteso (o lravisato) i suoi
sa (per esempìo, Gal 3,12.15 20; lontano per la concezìone tradizio' daismo palestinese come una reli- oppositori, oppure trovare qualj
Rm 6,14;7,21). E ora, con l'awcn- ùaÌe, oppure non abbastanza lon- gìone non legalistica del <nomi aÌtrj oppositori egli intendesse cri-
to dell'opera di E. P. Saùders, gli tano per quantì cercano di rim_ smo dell'alleanza). Secondo San- ticare, (Moo 293). Una volta ac
Interpreti di Pîolo 880 lì8i Intcrpreti di Paolo
celtati, gli eîfetti del camìliamen sulla Legge semb: a maÌìcare com- spetliva, recenli soslenitori della l'esatla collocazione de1 <proble-
ro di paradigma a proposito del pletamente. visione pìù tradizionale, come F. lna) del ruolo della Legge nell'an
Ciudaismo introdofti da Sanders 3.3 L'attuale diversità di propo- li. Bruce, Seyoon Kìm, (ì. l-iidc- tìca e Duo!a alleanza. N{a solleva-
risultano quindì di vasta portata ste Così, a partire daÌl'opera rrann lchc ha ancora una voLta re la questione dell'int^luenza eser-
e decisivi per i1 modo in cùi Pao- rnLztale ol :andefs del l9l /. ven- raccollo e soslenuto in modo an] citata dall'escarologia dj Paolo
lo verrà letro nei decenni a venire. ne sferrato Ìln attacco vigoroso e, pìo ed esplicito la validità della sùlla sùa concezione della Legge
Corne sempre capita, per'ò, è in parle, coronato da successo Drospelriva della Scuola di Tubin- equivaÌe a richiamare l'attenzione
piir faciLe demolire che edificare. contro l'interpretazione lradizio- ga), OLfried Hofius, Nlarlin Hen- al pirì ampio problema del centro
Sìn dai primì anni '80 lo studio nale della concezione paolina delÌa ge1, Robert H. Cundry, ThoDras della teologìa paolina in quanto
della concezione paoljna della Legge, che derivava da Baur. Ma lì. Schreìner, Brice L. Martin e in tale, che è l'ultima e piil importan
Legge è stato segnato da una raî- la pletora dì nuove proposle pro- ìrarte S. WeslerhoÌm, continuano te questione sollevata dall'opera di
fica di studi che tentavano di tro- dotte in gran numero da questo a sostenere con vigore che il <canr Baur.
vare una soluzione alÌe implicazio- cambiamento di paladigma è af- biamento di paradigma) negli stu-
ni dell'opera di Sanders per <la fetîa sia da dissenso intemo che da cli paolini è stato molivo di llavi- 4, IL CENTRO D[LLA TEOLO-
nuova prospettiva sù Paolo>, per cririca esterna, poiché non è anco- samento e che <c'e più Paolo in CIA Dl PAOLO Fino alla pri-
citare il titolo delÌ'afiicolo scrifto ra emerso alcun consenso riguar- Luiero di quanto molti esegetì del lna melà degli anni '70, la quasi
nel 1983 da J. D. C. Dunn. che è dante la ragione o le ragioni per XX sec. siano disposti a concede- toralità dell'esegesi tedesca conser-
divenuto una delle voci di primo cui Paolo rifiutasse verarrente il re) (Westerholm 173). vò un Legame inscindibile fra la
piano di questo nuovo e radicale Giudaismo e le <opere della Leg- Per quanto riguarda Ìa questio- tradizionale interpretazìone che la
orientamento. Oltre ai molteplici ge>, né sull'attuale significato del- ne dell'ìdentità e della natura dc- Rilorma aveva dato clcl contrasto
studi di Dunn (per esempio, ìa sua I'espressìone <opere della Legge)) gli opposirori di Paolo, oggi il ri- paolino Legge/vangeÌo e la predo-
raccolta di saggi, Jesus, Paul, and negli scriftì di Paolo, lnoltre, le sLlÌtato positivo di questa grandc minante convinzionc che il centro
the Lav,: Stùdies in Mark and Ga- prime posizioni rappresentate da clivcrsìtà di opinione tra gli esege della teologia di Iraolo fosse il
latia s, 1990, e il suo commento Cranlield e Stuhlmacher conlinua- ti è che essa li spìnge a ritornare concetto della giustizia di Dio co-
ìn due volumi, Ro,aarr, 1988; ye- no a guadagnare adesioni, mentre altesto stesso. Cli sludiosì di Pao- me appariva nella dottrjna della
dl Romani, lettera ai), tra queste i recenti studi di Charles H. Co- lo si stanno ora accostando ai suoi gìustiîicazìone. Questa vjsione fu
nuove voci le piir rilcvanti sono sgrove, Z,te Cross and the Spirit: scr'ìtti con gli occhi ben aperti e allora ral[orzala dalla corrispon-
state le opere di Hejkki RAjsànen, A Stud! ín lhe Argument and con un sano scetlicismo nei con- dente interpretazione degli oppo-
specie il suo Paul utld the Law Theology of Galatians ( 198E); Ro- lonti di tuttiì paradigmi, quando silori di Paolo, visti per Io piiì co-
(1983), lc successive opere di San- man Heiligenthal, lltetke als Zeí- cercano iùtujzioni îresche ìn pas- me legalisti giudaizzanti, i qualì jn-
ders su Paolo e il Ciudaìsmo (cfr. chen, Untetsuchungen zut Bedeu- si che alL'improvviso appaiono an- sistevano sul fatto che. oltre alla
specialmente Poolo, la legge e il tung det tnenschlichen Taten im cofa come nuovì. E anche qui fede in Cristo, îossc nccessarìo os
popo lo gi ud.t ico, P aideia, Brescia Frúli uden tu m, Neuen Testa tnent I'enfasì di Paolo sulla sua sostan- servare la Legge per guadagnare
1989 [ed. amer. 19831; ]uddìsm: und Frúhchtisle fum [Opere co- ziale unità con gli apostoÌi dj Ge e/o maùlenere una condizÌone di
Ptactìce qnd Belìef 63BCE-66C8, r e segni. Studi sul signlicato del- rusalemme in quanto canalj del- gìustizia dinanzi a Dìo.
1992|, c Paul, l99l; cir. anche l'agirc umano neI Giudaismo an- l'insegnamento di Cristo e iL ruo ivla come per gli alrri pilastri
ReinhoÌd Liebers. Dus Gesetz ctls tico, nel Nuovo Testa tenÍo e nel lo positivo che la Legge ricopriva della visione di Baùr, anche que-
Eta nge liu n. Un tercuchu n Ren zur Cristianesi lo ptitnílí\,o), 1983; (in Cristo) e sotto il potere dello sto non rimase senza i suoi detrat-
Cesetzesktit ik des Pa ulus, 1989). Frank Thjclman, Frcm Plight to Spirito devono giocare un rùolo tori in Cermania, rnenlre l'esege
Quesri studi, spesso in disaccordo Solutlon: A .Iewislt Framcwork decisivo nella formazionc di un si anglosassone nolr lu mai domi-
l'uno con 1'altro su sìngoli punri for Understanding Paul's Viert of nuovo consenso (cfr. Gal5,1 6,16; nata da taÌe posìzìone o contenu-
dell'esegesi, sono uniti solo dalla lhe Law in Galotians and Ro- Rm 8,1-8; e l'uso della Lcggc ncl- ta allo st€sso rùodo in quesla di-
loro comunc convinzione riguar-- núns, 1989, e Peler J. Tomson, I'ctica paolina). Inoltre, la centra scussione. Fuori della Germania,
do Ìa natula non legalista deÌ Giù Pauland the Jev,ish Lov'; Halcrk- lità della convinzione escatologi- ìnvece, aÌcunì deglì esegeti più im
daismo neÌ I sec. e dal lero relati- ho in the Lefte\ oJ lhe Apostle to .a di Paolo chc Cristo ha dato ini portànti cercavano di comprende-
vo riliulo dclla tradizionale ìnLer the Genliles, 1990, sono molto zio aLla nuova creazione fondan- re la dottrina paolina dclla giusti
pretazione che la Riforma ha da- promettenti, perché rjconoscono il do la nuova allea[za, a compi- licazìone medianre la lede semplì-
ro dell'anlitesi Legge/vangelo co, ruolo positivo ricoperto dall'obbe- nento di Ger 31,31 3.1 ed Ez cemenle corne ùno deglì aspetti di
me chiave di lertlÌr-à delìa conce- dicnza alla Legge nelle strutture 36,26-2'7, \a seriamentc conside- una pìù vasta gamma dìtemaîiche
zione paolina dclla I"egge e della soterioloBichc sia del Giudajsmo rata comc una chiave dell'inler- teologichc. I diversi aspelti della
teologia dei suoì oppositori, spe- che di Paolo. Inoltre, sebbene ora prerazione paolina della Legge. E teoLogi.r di Paolo oon venivano
cie se si tienc conto del lafto che il pendoJo dell'opìnione comune inîatti su questo sîorldo che deve pertaoto organizzati sccondo un
in 2 Corjnzi quesra discussionc stia osciÌlando verso la nuova pro- cssere sollevata la questione del- rappolto di derivaziore cÌa questo
lnterpreli di Paolo 882 883 Inferpreti di Paolo
suPPoslo Punlo generatore del cogliere 1'enfasì di Wrede sull'e- Lc opere cli wrede, Deissnann l'orgoglio derivante dal lentativo
pensiero di Paolo. Piùttosto, iL scatologia e di comprenderla co- e Schweitzer, però, non riusciro- dell'umanità di giustiîicare se stes-
pensiero di Paolo fu analizzalo o me la strurtura del pensiero di no a imporsi nel mondo di lingua sa mediante la Legge. li risultato
secondo la stmttura tradizionale Paolo. Questa era Ì'argomentazio- tedesca. Non riuscì a trovare finale di questa perdita del pìinto
della teologia sistematica (per ne dì Sch\\eilzer nelsuo influente ascolto liori del Regno Unito e focale originario della giustifica'
esempio, creazione, antropologia, libto Die Mystik des Apostels dell'America neppìrre il riliuto zione è che il problema paolino
peccalo, redenzione, cristologia, Paulus lLa nistíca dell'apostolo formulato da parte di W. D. Da- della relazione tra Giudei e paga-
escalologia ecc.; per un primo Paolol del 1930, che in quel tem- vies della centralità del contrasto ni diventa prigioniero del probÌe-
esempio di questo approccio, cfr. po fu la più convincenle e comple- Legge/vangelo e della dottrjna ma occidentale della coscìenza in-
le opeÌe di D. E. H. Whìteley, Ire ta alternativa alla concezione tra- della giLrstificazione, sostenùta nel trospettiva.
Theology af St. Paul, 1961, e Her dizionale. Schrveitzer coniugò sùo Paul and Rabbitlic Judaism. Come corollario di questo
man Ridderbos, P4r/: An Outlíne l'enfasi di Wrede sull'escatologia Solo con glj scritti diKrister Sten- fraintendimento del ruolo della
of His TheoloÈy, 1975 fed. olan con il primo sviluppo da parte di dahl e di E. P. Sanders, che furo- giùstificazione mediante la fede
dese, 19661), oppure all'interno Adolf Deissmann deÌ (Cristo- no germe dj ulteriorl sviluppi, que- nel pensiero di Paolo, l'esperien-
della st[[tura di altri principi or- misticismo)) paolino (yedi Misti- sle prime riserve trovarono credi- za di Paolo sulla via di Damasco
ganizzativi (clr., per esempio, Ri- ca), che Deissmann aveva sostenu- to nell'esegesi. A partire dalle ope è stata quindi erroneamente uni-
chard N. Longenecket, Paul, Apo- to fosse (l'espressione caralterjsti- re di Srendahl e Sanders in poi, pe- versalizzata come un'esperienza di
st/e of Libetty,1964, che conside ca deÌ sùo Cristianesirno>, come rò, Ì'interprctazione tradizionale conversione, piuttosto che essere
rò la piu ampla questlone della si evidenzia dalle 164 volte in cui relativa al ceùîro del pensiero pao- correttamente compresa come la
(legalità-libertà) come struttura appare la formula (ìn Crìsto> ne- lino è stata messa sempre pju in di- specjfica chiamata di Paolo a es-
organizzativa per spiegare il pen gli scritti di Paolo (cfr. il suo li- scussione. sere l'apostolo deì pagani (redl
siero cli Paolo; F. F. Bruce, con la bro Paulus,l91l e 1926; nell'ed. I saggi proglarnmatici di Sten- Conversione e chiaulata di Paolo).
sùa opera Pctul: Apostle of the inglese del 1927 si hanno 140 tra dal\l, 1'he Apostle Paul a d the Pertanto, secondo Stendahl, <Ì'ar-
Heat t Set Free, 19f7, cl]e presentò cìtazioni e restiÌnoùianze). Per Intro.tpectite Conscience oJ the gomentazione di Paolo circa la
la teologia dj Paolo alf interno deÌ Schweitzer, quindi, cssere <in Cri- West del 1960 Pdul Arnong Je\rs
e giustificazione mediante la fede
profilo storico dei vjaggi missìonari stor) non era semplicementc una ond Ge tiles dcl 1963 [ed. ir, Clau- non nasce dalla sua "insoddisfa-
dj Paolo). E tuftavia, a causa del Ìealtiì cultuaLe come aveva sotto- diana, ToÌino 19951, furono ori- zionc" vcrso il Giudaismo. né va
l'influenza della Rilorma e delle linealo Deissmann. ma una Íeal- ginarjamente scritti jn ljngua svc- irltesa come un attacco frontale
sue problematiche suLlo siudio dì tà escatoLogica, che veniva vissu- dese e pubblicati in ingLese con il contro il "legalismo">, ma îu
Paolo e a causa del Iuolo di guida ta coùre un'esperjenza fisìca e sa, titalo Paul Atilong Jevs and Gen (claborata da Paolo proprio allo
svolto dall'esegesi redesca nei primi craÌnentale c chc veniva determi- riles and other Essals nel 1976. La scopo specilico e lìmitato di diien-
settant'anni dcl XX sec.,llproble nata dall'inaugulazione del regno reirterpretazione di Stendahl del- dcre i diritti dei convertiti dal pa-
ma dominaùte ncglì srudi paolini è escatologìco di Dio, ora prescnte Ln Leologia paolìna nasce dalla ganesimo di essere i legittimì e ge-
rimasto questo: la giustificazìonc nella svolta dei tempì. Inteso in convinzìone chc. a caLlsa dclla teo nuini eredi delle prorlesse dì Dio
mediante 1a îede è il centro concer- qùesto rnodo, il (misticìsmo) di ìogia de11a Rìîorma e della griglia a lsraele. I loro dirilti si basava
tuale del pensieÌo di Paolo (vedl Paolo era la chiave del suo pen- ermeneutjca proprja dell'esper ien' no unicamente sulla lede in Gesil
Centro delLil reologia di Paolo)? siero. ll titolo dellibro di Schweit- za vissLlta da Lulero con la sua Cristo) (Steodahl 130, 132). Per
4.1 Proposte alternafive ella zer è quindi fuorvianre, dal mo- conversìonc, I'irlsegnan]eùlo di Stendahl, diconseguenza! la con
concczione tradizionale Cìà nel mento che per lui qucsro mistici- Paolo rigualdanre la giustilìcazio- cezione paoliila della giustificazìo-
190,1, ùel suo libro ParlÍs, W. smo non era ilrisultato di qualch€ ne mediante la îcclc cra stato Ìi ne rnediante la lede serviva solo da
Wrede sostenne che la dottrina immediato c atcmporale (essere urosso dal suo cortesto origìnario dottrina apologetica che < "giùsti-
delLa gìustificazionc non era il ur-ro) con Cristo. Nonostante cjò, e sposlalo al centro del suo inse- ficava" lo stato dei cristiani pro-
principio generalore del pensieÌo Schrveitzer ha relcgato 1a dottrìna gnamento sulla salvezza. Pjil che venìeùti dal paganesimo come giu'
paolìno, ma semplìcemenle una della giusrificazione mecliantc la parlarc dello sldtulJ dei pagani nel dcionorarj) (5; cft. 130). In quan-
doltrina polemica (K a ù1pfes le hre) fede a un mcro <cratere seconda- disegno di Dìo pcr il mondo, co 10 tale, la dottrina della giustifi
contro il Ciudaìsmo del suo Len] îio) (Nebenktuter) del pensicro di rne avviene negli scrird dì Paolo, cazione mediaùte la 1ède non può
po. Egli ritcncva che il principio Paolo, pojché esso si rilrova solo la .lottriùa della giustificazionc avanzare la pretesa di esserc jl
generatore clella teologìa di Pao in alcunc lctterc (fondanìental- mcdiante Ia fede adesso viene con- principio che pervade e struttura
lo fosse la srÌa convinzionc csca- mente Galatì e Romani) e solo irl siderala come I'astratta r-isposla il pensiero di Paolo.
tologica che Cristo aveva inaugu riferìmento aL problcma specilico .lottrinalc alla disperazione e al PÌcssoché allo sLesso modo, ìl
rato ì1 princìpio prolettico del re- della Legge come era stato susci- lallimerlto dell'umanità, causati riesame da parte di E. P. Sanders
gno di Dio. Ma lu Lasciaro ad Al- tato dalla controversia di Paolo (ìal telltativo di Vivere secondo le del modello di Giudaismo e della
bert Schwejtzcr il compito di rac- contro igiudaizzanli. csigenre ùìorali delÌa Legge o da1- questione centralc clclla relazione
Iriterpreti di Paolo 884 885 Interpreti di Paolo
tra Giùdei e Centilj nel pensiero conoscere la natura occasionale risultato dell'obbedienza alla bedicnza. Paolo quindi si oppone-
paolino, ha indotto costui anche delle lettere di Paolo, un'altra è Legge. va alla Legge e a qùei gilrdeo-
a rivalutare la forza motrice de1la concludcre che il pensiero di Paolo La concezione di Bultmann si crisliani che si attenevano ad essa
teologia di Paolo. Proprio come maùca di coerenza interna o di un basa sulla sua reinterpretazione sia per ragioni quantitarive (nes
gli oppositori di Paolo non posso- fulcro concettualc. delle categorie teologiche paoline suno può osservare la Legge alla
no piu venire identificati come ,1.2 Il dibaftito all'intcrno e con- in termini esistenziali, secondo i perfezione), sia per ragioni quali-
Giudei legalisti, che credevano a tro la concezione tradiTionrle - quali Dio non veniva visro come rative (il tentativo stesso di osser-
una îorma di giustizia derivantc Anche l'interpretazione uadizio- un soggetto eslerno, ma solo nel- vare la Legge è .qià peccato). Il
dalle opere, così si deve abbando nale dclla giustilicazionc median la prospettiva della sua relazjone comrasto individuato da Lutero
nare anche la giustificazione me- te la lede come centro delpensie- con il genere umano, mentre l'u' tra la Legge e il vangelo giunge
diante la fede come definizione del ro di Paolo negli ultimì cinquan- manità era vista solo in relazione qùindi al suo apice nelÌa lettuta
pensiero dj Paolo (Sanders 1986, t'anni ha conosciuto in sé un si- a Dio. Per Bultmann. di conse- che Bultmann fa di Paolo.
601). Invece, segueùdo Schweit- gnificativo sviluppo. ll dibatriro
zer. la concezione domìnanle del- intcrno sì e concentrato sÌll signi-
guenza, la storia è l'arena nelÌa In netto contrasto con Bult-
quale Dio ciincontra in modo di- mann, Ernst Kàsemann nel suo ar-
la salvezza nelle lettere di Paolo è Iicato del concetto corrisponden- retîo e iDdividuale per sollecitare ticolo paradigmatico Goltesge
iÌ trasferimento da una slera di do- te di <giustizia di Dior nel pensie- una decisione in risposta alla pre- rcchtigkeit bei P(tulus, apparso in
minìo (peccato, morte, Legge) a lo di Paolo (ctr. Rm l,l7; dicazione del vangelo, piuttosto ZTK 58 (1961) 367-378 frrad. ir.,
un'altra (giustizia, vita, vangelo), 3,21 22.26; 10,3; 2cor 5,21; Fil che essere lo svilùppo del disegno La giustizia di Dia in Paolo, ltr
così che l'esserq salvati esige ed è 3,9) e sr.rlla relazione della dottri- redentivo di Dio in cammino ver, Saggi esegetici, Marierti, Casale
determinato dal divenire uno con na paolina della giustificazione so un compjmento linale con ìl ri Monferrato 1985, pp. 133-1451,
Cristo. Se il modello del ciudai con le sue altre affermiìzioni cen- torno di Crisro. sostcneva che per Paolo la giustj-
smo al tempo di Paolo si può chia- trali. Gli esegeti hanno soprattut- La legittimità di quesra reinter- zia di Djo non era prjmariamente
mare (nomismo dell'alleanza). il to ccrcato di comprendere il.l mo- pretazionc della visione paolina un dono, ma una potcnza cosmi
modello della religione di Paolo do piu preciso I'interazionc csi- della storia e dell'escatologia vie ca e creativa, sotlo la quaLe sì è in-
può quìndi essere descrillo come stcnte tra la giLrstiîicazione me- ne trovata in Paolo, il quale, se- dotti a vilere come parte del po-
(escatologia partccipazionista)) diante La lede e la nuova creazio- condo Bultmann. conlinua a de- polo di Dio - inteso corle un cor-
(Sanders 1986,751). ne, ìl ruolo dello Spirito, l'aflesa mitologìzzarc 1'apocalittico vange po essendo stati liberati nel bat-
Come H. Ràisànen, anche altri della trasformazione nrorale ìn lo giudaico di Gesù quale Figlìo tesimo dal potere del peccaio e
hanno sotlolineato come a motì- Cristo, iÌ giudizio imminente sul- dell'Uomo messianico, come ve della morte (vedi Vìta e morte).
vo della natura occasionale della le opere e Ìa speranza dì Paolo nel
niva predicato in origine dalla Per Kàiseùlann, il pensiero di Pao-
teologia paolìna si pretenda trop- luturo compimento e gjustilica-
po nel cercare i/ centro del pensie
Chiesa primitiva, rn un kerygna lo non va concepito anzitùîto jù
zione al rìtorro di Cristo. riguardante Gesu quale divino Fi termjni esistcnziali, ma secondo
ro di Paolo, tanto per comincìa- llpunto di partenza per il dibat- gììo dì Dìo (r,edi Figlio di Dìo), che caLegorie apocalittiche, nelle quaÌi
re. ln realtà, che Paolo non fosse tito attuale è l'opera di Rudolf poteva quindi essere prcdicato e il contenuto della giustizia di Dio
un teologo sistematìco sia nelsuo Bultmann, senza dubbìo il più au-
compreso in un contesto ellerìisti- è la sovranità di Crìsto sol mon-
modo di affiontare ona verità che lorevole csegeta neotestamentario
co. Secondo Bultmann, di conse- do e sr,Ll suo popolo come antici
nel presentarla, oggi è ampiamen- del XX sec. Ampliando la posizio- guenza, difîicilmente le leltere cli po del trionfo cosmico ljnale di
te riconosciuto. Secondo Ràisa- ne luterana di londo, BLÌltmann Paolo mostrano una traccìa del Dio. I-a salvezza perciò non è fon-
nen, però, non solo Paolo non è tella sr,a Theologie des Neuen Te- Gesù storico della uadizione girL damentalmcntc l'cspcrienza di ri
sistematico nella sua slruttura, ma stctments (1q48,,1977; ed. ìr. Que, pri
daìca e palestincsc deì cristiani cevere la giùsrizia di Dio, ma quel-
il suo pensiero stesso è caralteriz- riniana, Brescia 1985, pp. 257-270)
Ìnilivi, poiché Paolo ricevctrc la di essere ricondorli a obb-.dire
La
zato da contraddizioni interne a sosLiene chc pcr PaoÌo la giustizia
tradizione cristiana così come era alLa giustìzìa di Dio in Cristo.
proposito della relazione tra la di Dio, concessa al singolo in vir-
Legge e il sùo vangelo, passando tù della slra giustiîìcazione me- slata alterata atlraverso il fihro Piuttosto chc rifcrirsi a una giu-
della Chìesa ellenistica (ledl Ge stizia che viene da Dio come un
così da quella di ostilità ed esclLr- diante la fede, è un concetto fo- sir. derti di). ln linea con qucsta dono, comc sosteneva Bultmann,
sione reciproca nella lettera ai Ga- rense. ln quanto tale, non e un ricostruziooe, BuÌtmann rileneva per Kàsenìann la giustjzia di Dio
lati,a quella di compatibilirà e in- cambìamenlo etico operato in una che l'opposìzione a Paolo fosse un èil comporramemo giusto prop o
clusione nella lettela ai Romani. pcrsonat ma una leallà escatolo-
lcgalìsmo giudaizzante basato suÌ- di Dio, espresso nella sua attìvità
Ràisànen, con la sua interpretazio- gica che, pur essendo originaria-
la Legge stessa, che secondo Bult- salvjfica come compimento della
ne di un Paolo fondanentalnen- mente legata alla lìne dei Lernpi, mann non soÌo non si poteva ri sua fedeltà nei conîrontidella sua
te incoerente nel suo pensiero, non ora secondo Paolo è già sperinten, spcttare alla pcrîczione, ma era creazione e del suo popolo, fedel-
ha avuto la meglio, né potrebbe tata dal credente come puro dono causa essa stessa di vanto pecca tà sancita dall'alleanza (cfi. Way
essere diversamente. Una cosa è ri- della grazia di Dio, piu che come mjnoso proprio pcrché esìgcva ob- r 991).
lnterpreti di Paolo 886 887 Inferpreti di paolo
Il contributo piu importante a Schweitzer e di quanti la condivi- sto")) (dalla Pre.faz,íone alla ed.. gia nel pensiero di Paolo vada di
questa discussione in corso è sta- dono, per Paolo l'unione mistica del I984, XVll; cfr. anche la re- pari passo con le sue effettive af-
to l'ulîeriore sviluppo della pro- con Cristo e Ìa giusîificazione so- censìone dell'opera di Beker di R. fermazioni a livello dottrinale e
spettiva di fondo di Kàsemann no legate insieme in un'unica real- P. Marrin in,/BZ l0t [1982] personale a proposito di ciò che
nell'opera di Peter Stuhlmacher, tà, pjuttosto che essere in conflit- 463-66). lnvece, (il ceDtro coeren- Dio in Cristo ha realizzaro nella
che inizia con la forma riveduta to e distinte I'una dall'altra. Se- te di Paolo va visto come una storia e per il credente. Al tempo
della sua dissertazione del 1966, condo Stuhlmacher, essere giusti- struttura simbolica nella quale stesso, però, approlondite la que-
Gercchtigkeil Gotles bei Paulus ficati per Paolo implica essere po- un'esperienza priúordiale (la chia- stione inerente al centro della teo-
ILa giustizio di Dio in Paolol. Su sti nel regno dello Spirito e fare mata di Paolo) è tradotta in lin- logia di Paolo equivale anche a
questo sfondo di interpretazione I'esperienza di questa realtà in una guaggio in un modo particolare. chiedersi cosa signifìchi per il cre-
della giustizia di Dio tipica del- realizzazione prolettica della nuo- [...] Quel linguaggio è, per Pao- dente vivere nel regno di Dio, il
l'AT e dell'apocalittica giudaica, va creazione futura (clr. Rm lo, il linguaggio apocalittico del quale, nonostante sia già stato
Stuhlmacher ha sostenuto che la 8,2-l7u0-l1l; lCor 12,13). Ciudaismo, nel quale viveva e inaugurato, tuttavia non è stato
giustizia di Dio nel pensiero pao- Il paradigma fondamentale di pensavan (Beker i5-16). ancora stabilito in tutta la sua pie-
lino deve essere compresa tenen- Kzisemann, basato sulla convin- Secondo la visione di Beker, il nezza. All'interno di questo con-
do conto del latto che per Paolo zione che il pensiero apocalittico genio di Paolo sta nella sua corri- testo e come anticipo delf immi-
la n ova era della giustjzia di Djo è la <madre)) di ogni teologia cri- spondente abilità nel correlare e nente trionfo e giudizio di Dio. iÌ
ha già latto irruzione con Cristo, stiana, è stato ora ulteriormente applicare questo tema apocalitti- bisogno di delineare sia il signifi-
così che il poptrlo di Dio ora vive sviluppato e applicato in modo co globale e coerente a situazioni cato della giustizia dì Dio sia i
in una sovrapposizione di epoche. coerente a ogni aspetto del pensie- varic e distinte, senza dissolvere la mezzi della giustificazione del po-
L'esperienza presente della giusti- ro di Paolo nelÌ'opera di J. Chri- coerenza del vangelo. Cosi Beker polo di Dio, ora e in futuro, ri-
zia di Dio, pertanto, non si riferi- stlaù Beker, Paul lhe Apostle: The sostiene che secondo Paolo in fnane ancora il nodo cruciale per
sce primariamente a qualche tran- Triutnph of God in Life ond (quasi tutti i casi I'interpretazio- I'interpretazione delle lettere di
sazione forense in cielo che tra- Thougtu,1980, Aoche Beker rico- ne contingente de1 vangelo punta Paolo.
scende il tempo. Piuttosto, Paolo nosce, insieme alla maggior parte - in modo implicito o esplicìto -
poteva parlare della realtà attua- degli esegeti moderni, che il pen- all'imminente trionfo cosmico di 5. PROSPETTIVE PER IL FU-
le della giustizia di Dio nella vita siero di Paolo non ha uno svilup- Dio) (Beker l9). Beker perranro
del suo popolo proprio perché il po o una presentazione sistemati- rifiuta iltentativo di Bultmann di
TURO - La storia della ricerca
paolina a partire da Baur ha evi-
potere salvifico e giustìficante di ca, Il contributo di Beker, però, rimuovere gÌi elementi apocalitti- denziato l'importanza cruciaìe di
Dio, in consonanza con la sua fe- si distingue per il fatto di sostene- ci dal vangeìo di Paolo (cioè, di determinare il contesto storico in
deltà all'alleanza, era stato river- re che secondo Paolo il trionfo denlitologizzarli in un'autocom- cui il pensiero di Paolo si è svilup-
sato nel mondo tramite Cristo. La apocalittico di Dio, che ora si è prensione esisrenziale), in quanto pato ed espresso. Di conseguenza,
giustizia divina, quindi, è anzitut- proletticamente determinato nel- tentativo di rimr,rovere il contenuto i recenti studi su Paolo si sono
to la potenza di Dio che conduce I'evento di Cristo, ma che giunge- stesso del vangelo. A dillèrenza di sempre piu concentrati sullo stu-
nel nuovo mondo del regno di rà aìla sua vittoria finale nell'im- K.isemann e Stuhlmacher, però, dio e sulla classificazione della re-
Dio. Invece, I'esperienza che il cre- minente trionfo futuro di Dio, è Beker rifiuta anche la conclusio- torica di Paolo (olrre a H. D. Berz,
dente la clslla giustizia di Dio è re- nondimeno il centro coerente e ne sccondo la quale ij tema della Galatians, 1979, e Der Apostel
sa possibile dalla <<situazione fo- simbolico (non dottrjnale!) del giuslizia di Dio è il tema centrale Paulus und die sokrafische Trcdi-
rense)) determinata dalla croce di vangelo di Paolo. Per Beker il cen- degli scritti di Paolo. Pcr Beker, tiott. Eine exegetische Untersu-
Cristo e realizzata nel mondo at- tro del pensiero di Paolo non è anch'esso è semplicemente una chung zu einer <(Apologierr 2 Ko-
traverso la partecipazione al cor- quindi né una dottrina astratta da delle tante espressioni del fonda- rintet 10-13 [L'apostolo Paolo e
po di Cristo. una parte! né un'esperienza che mentalc tema simbolico delÌ'immi- lo lrudizione soctstica. SÍudio ese-
Stuhlmacher consequenzial- cambia la vita dall'alara. Secondo ncnte lrionfo di Dio. (Quindi la geÍico di una <apologio> (2Cor
mente scioglie la tensione tra le ca- Beker, è <<un errore definire ilcen- giustizia va vista come un simbo- 10 l3)1, 1972, quesLi conr buti si
tegorie teologìche di giustizia im- tro coerente di Paolo o in termini ìo tra gli altri e non cone il cen- trovano per la maggior parte in ar-
putata e giustizia efîettiva, o rea- di ulla definizione concettuale Lro delpersiero di Paolo) (Beker ticoli di riviste dedicati a passi spe-
le, sottolineando chc il ponte on- troppo rigorosa, cioè iD una con- l7). cifici) e sulla sociologia delle co-
tologico capace di rendere possi- cettualità pietri[icata ("giustifica- Come dimostrano la ricerca munità paoline (cfr. Wayne A.
bile le asserzioni paoline concer- zione mediante la fede", "parte- scicntiîica e lc proposte Iormula- Meeks, I ctistiani dei primi seco-
lrcnti la reale partecipazione del- cipazione sacramentale" ecc.), le a partire da Wrede fiDo a Be- li. Il mondo sociale dell'opostolo
I'uomo alla giustizia di Dio è il oppure in termini di una caratte- ker, la sfida ora è quella di ripen- Paolo, ll Mulino, Bologna 1992
concetto di Spirito. Quindi, in rizzazione troppo generale ("esse- sarc la teologia di Paolo in modo [ed. amer. 1983], e le varie opere
contrasto con la concezione di re in Cristo", "signoria di Cri- ralc chc la ccDrralità dell'escatolo- di Gerd Theissen, in modo parti-
rl
888 889 Interpreîi di Paolo
Int€rpreti di Paolo
prensionc di Paolo ncl Ciudaismo stra comprensione di Paolo così
colarc so.plopia del ctis!ianetimo nesimo' co'l Jhe oppo\iLori di
dcl suo tempo, non hanno consi- come egli comprendeva se stesso:
ì'li,"r-- rtrà?i"til, ceno\a 1987: Paolo divenncro gli alrri aposlo-
clerato con sufficienle serietà !a l'apostolo giudeo dei pagani, il cui
í;;;;;;;;;;; ;;"iogl"l " euo li Quanri pari rerrrisuardano pri-
filo'olie del Iìlatrjcc giudaica della dottrina di messaggio proveniva dalLa storia
i"i ì ',',i.riu. rali .tudì rimango- ma alle religioni e "llc l)aolo come fonle concettuale de- delsuo popolo, dalle loro Scritture
no soto degti ulili sussidi at servi- mondo greco-romano per sprega
cisiva pcr il suo pcnsiero. lnoltre, e dalla storia del Messia di lsraele.
)ì"" lll .oniolto o' ln.ipale di inle' re il pensiero di Paolo dcvono po-
\lulare un di\arìo''e non uD osll-
ll centro della discussione liguar-
pr"ture il aont"nuto ,.ìel pensiero dante la Lcgge e il ruolo della giu- Vedi on.het Centro della teolo-
lii"nio .or, .orn" ueniva espres- lilà vera e propria.' lra Paolo e la \lificazìone n(]l pensjero paolino gia di Paolo; Ermeneutica, inter-
i; i;;i;"*ì;; ;i'"lni detlè 'ue chie'a primitiva di ceru\alemT:' pretare Paolo; Gesir e Paolo; Giu-
c'è la qucstione dcLl'intelpretazio-
comunila e all oPposizione che 'i sullo slolrdo ol qllesla clecì\ru-
ne da piÌrtc di Paolo della storia stil icazione; Giustizia, giustizia di
i-"i La storia del- rre' \ale la pena ricordare lc paro-
della rcderzione (cfr. Gal 3-4; Dio; Legge: Operc della Legge.
"aìiii""'àà.
il'r;;;;;;ir;;;;;ir,"àu uuu' Ie di Rir'chl cià nel r856 ePli ri-
2cor 3,7-18; Rm 3,21-16; 9-11),
ii^;i.;;:;i;,i;ìi;laconcezio conobbecheii\alorcJuraturodì
Baur e della Scuola di rubinsa sa-
che di per sé può cssere risoLta sol- BrRr Be.k t J. C.. Ptulus. Der Apastel
;;;i;;i #;iiP;;io sarà deter- rebbe lanto da un rinnovato studio del- det, òlket, l - C. B. Ilohr, Iúbin-{èn 1989
rì""*,'*pi"i*a, dat fatto chc consistito nelle controrea-
l'uso e dell'interpretazione paoli-
(ratl. it., Paah), l aposkro dele leìri, Qre-
.ì ir,"rnr"i;no le suc lerrere o re- zioni cla e.sa susciLate: "La Scuo-
ni deìl'AT all'irterno della piit
rnrirrra, llrcscia 1996)a Bt\ie R.. Patl and
;";ilì;i;;ì;;;;úi"Àlnte a"t ra di rubinsa ò cadura a pezli e ampia questione della relazione di
th! Okl Telturcrr: A St dv i,l nrc beas o-f
Ek.tkrt, tuith dnd Ldn ir Pdul, nith Spe
'.'"ii,rì""ii"i"i" I iil"ioi"o gtt"o- la )ua irri'/iativa merilera ricono- ci.tl Re.ferencc b Rar1d\s930 lA:JA,ú ST
Itaolo e dcl suo varlgelo con lsrae-
;';;;;. ài;;;i;.;ì;àà. .o'i" '"se- essa scen/a \orranro nelra mirura in cui 25 ( l97l) 2l-ó0i ColF C., Die rcliríansee'
le quale popoLo clell'aùLica alÌea - schi.htlì.hc S<htle- DdtstcUrre uùd Ktilik
ri""""" ri.fiÀ.i. pil di mezzo condurrà a opporsi al sistema
za di Dio (verli Restaulazione di ihrcs Rildes vrù s oflistheù Erlats.nn!-
.ir" iJ, ruce del mon- della storia della chiesa primitiva
" lsraele). Solo oggi si sta comìn- 116, Vandcnhoeck & Ruprechr, C0!îingen
"pp"ìJ " del I rec e
ài ei"à..-'.ir""l"i.o q'posto. da S1"i
ln cul: ln'oraggela
::ll::s]::; ,Îrr ciando a intrapreDdere tale studio l96li Cranlicld C. E. 8., The Epittle to îhe
dellirueScritture.comepropone- nella mi:ura Ro rrr,lcc,I !oll., l. &T. cÌar\, Edìn
biblica piit (c[r., per esempio, le rccenti ope- bùrgh 1975, 1979; Id., (l"re oÍîhe
;;'A;ìis;;ì;ìi;; ;ei primi ae- di quanto sia sraro il ca\o^rinoran
alla teotosia w'otks
dedicarsi
re di DietÌich-Alex Koch, Dre La\', in lhe EpisrÌc to the Ronans,it,.ISNT
;"";i;i;;;;ì;.;."ió. iurro
"io {ciraro da Harri't 108-l0e) Schtift als Zeuge des E|ange- 13 (1991) 89-l0li DahÌ N. A., Srrdies i,
i';;;;;';;;; ta rarto che l e liunls. Unlersuchungen zur Ver- Paùl, AuesburS, Vinneapoli5 l9?7i Daries
ì.'.J -.a., "uula mos(rato in Dopo centocinquanl'anni di
\tendung und zutn verslcindnis
\\. D., Paul and Rabbinic Judaìsttt: Sotne
Rabbinìc Elentents in Puuline Thealasr,
"l
.n'c con,iaere.ote mi'ura il Ciu- 'tudi paolini pcrst'te ll br'ogno ol
det SchtiJl bei PoLtlus lLa Scrittu- Fortress, Phiìadeìphia 1980r; DurD J. D.
dairmo cleL tempo di Paolo fo"'e a\ere un c'aurlente nÌoclello ur:vr- C.. The Ne| PerspecriÉ o Parl.;î,BJRL
Nr quale lestímone del vangelo.
ia i"iir""i"a àar'.llenismo. cosi luppo' piurrosto che di conflitto' Studí sull'uso e sulla conprcnsío-
65 ( l98l) 95'122; Ellis É. E.. Parl and His

:['i.;;;;;"ì;ri"o della \ ira e del nensiero di Pao]o Recent hterpretets, Eúdmans, Crand Ra-
"ónsia"'u- ne della Sctittura in Paolol, 1986; pid! 196lr Id., Paul a d His Opponenrs:
i"it^or.. il .uo pensiero o come e un colrispondenle approiondi Richard B. Hays, tcioes of Scrip- Trends in Reseatch, iî, Prophecr ond Her-
-ì"aià à i".JÉ"i.ra. Paoìo era menlo di una reologia biblica e la
che tneneutic ìn Ea ! Chtistianitt: Tesîa
turc in tlle Leue$ of Paul, 1989; J. C.^'ev
il
:;ì;;#".; ì;;irdeo elleni'ra reologia di Paolo nell3 sloria del-
in'erisca ruolo aPorrolico
N. T. wright, The Clinax oÍ the
npnt Essuls. NUNT 18, B. Mohr,
Tibingeù 1978, 80 I l5ì E. J. Epp - G. W.
ì'))i ci"à"".-p"ór" come) l ur- Covenanl: Chtist and the Lav in \'lacRae (edd.), Zre À€'' Iestament and Iîs
iuiiu, it ptout"*o Iondamenlale la Chicra primtttva dallo sluJio
lale necessl- ,vo.l.rn L erpretets. l'oîttess, Philadelphia
I'auline Theoloqy, l99l; e i diveni
i.i."i'à í"*ri .,"Ji naolini è la dc ra è 'tara svolto solrolineara
secondo unapro- studi recenii sull'argomento e h at"
1989i FuLIer D. P., Gorzel and Law: Can
trusr ot Contitluujn? The Hernenertlcs ol
l;;;;ri;;; a;;;"testo religio- spettiva di Paolo
razioni di particolari passi-chiave DSrynsdtianolìsnt and Corenant îhealogt,
-" i"àià"i.l oti.rrio. all'inier- espliciramente eiudai"ca
nei quali Paolo cita, allude, o si Eerdrììans, crand Rapids 1980i ld., are
"ì"ìi di Paolo {olrre alfopera dijtho;'l-',:.-t'l; basa sull'AT esplicitamcnle per la
Un .t aI the ltible: Lt,lfol.t ry Aod s Plan
t ne uetttur ut fot th
Questo è lo spar- Samuel Sandflcl
"?ri-rip"".iero
"" latit.v. Zondervan, Grand Rapids
va interDreralo. sLra autocomprensione e teologia, 1992i Gùndr_! Voll J. Nl., Paul aù.l Perce-
;;;il';iil;;;;"ì;pìi"'uaroir.ri Schalom Pa t: A stuttr in H!5!or!' tesqi come Se.voon Ki'n, The Ot igin ol r?frn.?, wUN f 2/37, J. C. B. lvohr, Tù
Ben-Chorin Paltlus'^??t
Paolo.
'5i...".i de.ide la quc\lione I òlkcrapo.<tel in,iùdicher ' S-ich^t l)aul's Gospel, l98l; James M, bjnsc l990r (ìuolher J. J., Sî. Pa l'sop
ponuts dnd Thtit Bdckratound: A Stutl! o.f
L upo'tolo dctte gentt \.ott, Adopríon trs Sons of cod, Apo.ulrpti( rnd Jefith Seclotiu, Teo
sidlie iminerà il modoincuisileg- |Paolo 1992; e Karl Olav Sandnes, Parl .rrrrs, NTS 30, !. J. Brill, Lcidcn I9l3;
ge-paoro. E da come si regge
pao- ,,313i ^se
One of llle Prcphets, 1991t w- HattìsH., Thc Tiibìngett Schaol: A Histo-
lo si determinerà il Ììlodo ln cuì sr T,::,i*{:!;ii.t,Éiii,ii,; .1/ Antico Testamcnto in Paolo; rkdl and Thcobgi.ol l teeìsatbu o.f the
and SchoalaJF. C irú!., Baker, Crand Rapids
Gesù e Pao- contert: The Apostotote l'ìolèra, Paolo come). Il fituro r990i ltùbncr H.. Pauhlsíott l,u s eil
";i;;;;;h;i;;",ra
i" ijì"" nJti"i*ai Cc\u e Pao- Apostu\v ol S'rul rhe Pharisee"
dcglì studi paoljni in questo îran- t915 Eìtt ktìtivher t.ìtudtu )etithl- i1
iXi.li "".ì..rì Paolo nello \vi- tégot l'ta incle alcuni adercnri
5u rao- grnte della sua storia dipende pro- .lNR trll.25.,l, pp. 26.{9-2840j Kùl]]lnelw.
rrooo a"ffu Chiera primitira dal- alla "nuora prospcttl\aD
t)[io da questo gcnere di studi, se
G., ll Nuoro Tettahento. Stotìa de irdo
eitp scienrilicu tul prohlenta neotestaùrcù-
i:;ii;. à;;'';:ià;in'a Paoto il lo. che hanno dutamenre lavora- \ogliamo andare avanti nella no- /a/io, lÌ NfùlìDo, Bolosna l9?6: Moo D.,
;;;;; ;;lù;t;i"te del cristia- to per rinnovare la nostra
com-
Intronizzazione 890 891 Ira. distrnzione
Pauland îhe Low in the Ltst Ten vedts.i\ vi sono numerosi termini greci che esempio, Es 32,10: Nm 11,1.33; ra non sia semphcemente qualco
.SJî,10 (198?) 281 107; \loulc C. F. D., hanno il significato di dìstrùgge-
Obligatio, in the Lthi. Paul.ln w. F.
o.f
Am 2,6), e quest'inrervento viene sa che può essere dovuta alla real-
ÉarÌner ei aÌ. (edd.), cr.irtìun Hisbr! and re, come ad esempia apollyni e chiamaro da Isaia 1'<<opera sìngo tà del lnondo, ma trova la sùa ori-
Interyretation: Studíes Ptesented to hhk f'/póleia (cl]e denotano fondamcn- larer di Yhrvh. Verrà un giorno in gine ìn Dio c nel suo agire (Dunn
Íro.r, t-rniveniry Prcss, CaInbrldge 1916, talmeote una (disperazione)) o cui Yhwh stabilirà per senprc la 55). Cià f ira di Dio si rivcla <dal
Dp. 313 335i Neill S. - Wlieht T., Ire./a- una (pcrdita irreparabllùr), o le t h-
îetptetalion a:f the New Testatnenl sua sovranilà sulla storia e scon- cielo> nell'ostinata degenerazione
1dó,/',/986, Orford, New York l98li: San- fo.s ((cortuzione), (<l-oviÌìa) e îiggerà i suoì nenìci. Sarà questo dell'umanità, sia pagana sia giu
de1 F. P., Paoto e il pìudaisno palestitle <moIte); clr. olothreulcs, <sLet- il <gìorno delf iral (per esempjo, daica (Rm 1,18-3,20).
tc. Sîudio co lpd ttìro sLt ,lodclh di rclì minatore)), lcot 10,10), katulfo Sof 1,15.18; 2,2-3). Ilproblema di L'idea di Paolo è che nessu-
Arore. Bibliorcca tcoloeica 21, Paideia, Bre e kolhaircsÌs l<demolire> o <di-
scia 1986i Schwcìlzc. A . Patl th.l Hìs In come Jsraele alla fine sarebbe stato no è esente dal peccalo (Rm 3,23)
teryrcters: A Ctìtical Histat!. A.d^n & staccare)), kala/ geó (<far finire), liberato dall'ira di Dio era anco- e perciò, non importa se gìudeo
CharÌes Black, London 1912 (rist. 194E)l <rcndere ìnvaÌidort), phtheiro ra assillante aitempi di Paolo. Al- o grecoj nessuno è giusro (Rm
Il., The MlsÌicisrt qf Pdul llk Apastle. H. (<rovinare>, (dishuggerer) e pol- cuni Giudei ritenevano chc Israe
Hoh, Ne! York l93l; SlendahÌ K., Parl 3,9-10) e tutti sono perciò sogget-
Among .krs dnd Gentílet an.l Othet Ls lreó (<devastarcr). Quando si le si trovasse arlcora sotto la ma- ti all'iÌa diDio. lnîafti. in Elèsinì
rn$. Forircss. PhiladclDhia I916 (trid. it., ùsaoo questi ternÌir]i, solo dal con- ledizione dell'esilìo e pcrcjò non i desrinatari della lettcra, quando
Paala tra ebreie puscni, e ahtisdggi.Cla! testo si può dedurre se la djstru- fossc stato ancora liberato dalL'i- non erano arlcora cristiani, erano
diara, Tornro 1995)t SLnìie.\.LL., Identi- zione è provocata dall'opela utua-
fring Poul's Oppatpnts. The Q srion ol ra di Dìo (vedl Restaurazioie cli (ribelli)) e (pe1 natLlra meritevoii
Metho(l in 2 Corinîliians, JSN'ISS 40, Aca na. da un'azione satanica o dal lsraele). d'ira>, un modo di esprimersi
denic, Shet'lieÌd l?90; Way D. V., Lle gìudizio di Dìo.
I-or.lshíp a./ Chtis{: Enst Kaisendnn s In
Qucste premesse dovrebbero il- ebraico per ìndìcare chiè condan-
terprctutian oI Pu,l't TheÒ1o81, CÌarendor,
luminare la questione se Paolo in- ùato a solfrirc l'ira di Dio per la
oxîord l99r i Westerholm 5., Ieuel'3 Law
l. L'IRA Dl DIO ln Paolo si lendesse l'ira di Dio come una disobbedienza del suo peccato (Eî
aÌd the Chutch's Foìth: Pdul an.l Hls Re parla dcll'ìra di Dio soprattutto in realtà dinatura enotiva (ira allet 2,3; 5,6). Secondo Paolo, tu j so,
cent InterpreîeB, Ecttlnàts, Grard Rapids Romani, do!e sì dice chc cssa è rl tiva o emotiva), o come ùna con- no giustificatì mediante il sacrjfi-
1988. volta conlro I'empietà utuaùa (Rm seguenza deì farro chc il Dio san- cio di Gesùr Cristo e salanno sal
S. J. HaJemann 1,18; 2,5-8). L'jdca di îondo è che to interviene contro il peccato (ira vati dall'ira di Dio (Rm 5,8-9). Né
I'ira dj Dio, che si manifèsterà pie- effettiva o efficiente). Qualunquc la Legge né la circoncisione pos-
nameùLe e deîinitivalllcnt€ rlel soluzìone venga data al problema, sono far scampare daÌl'ira, perché
IN-TRONIZZAZIONE: i,edl <giorno delf ira> escatologico (Rm essa deve tener conto sia del giu- le norme della Legge e i segni fisi-
EsaÌtazione e intronizzazionc; Si 2,5;ctì.llsl,l0; 5,9), si rìr'cla già dizio sia dell'amore di Dio nei ci, come Ìa circoncisione, non so-
gnore; Trionfo dal cielo, comc la giustizia salvi- confronti di Israele e dell'umani- no mezzi che ci possano rendere
lica di Dio, che si rivela nel van- rà in generale, e deve escludere graditi a Dio (Rm 2,25-28). La vita
gelo (Rm l,l8). Se si vuol capire ogni idea di un'ira maliziosa o ca- di Abramo era per PaoÌo una pro-
IRA, DISTRUZTONE Paolo, bisogna tener presente la pricciosa da parte di Dio. C. H. va che 1'accoglìere la fede prece-
natura escatok)gica dell'ìra, chc ha Dodd, facendo rilevare che (Pao- deva Ìa circoncisione e la legge
S.\JNJ^Rh I I ir, dl l)ior 2. L'ira u'na lc sr.re radici nell'AT c ncl Ciudai- lo nol usamai il verbo "essere ìra- mosaica. In realta, senza la fede
na;3. La difruzione. to" con Dio come soggetto), e che Ìa Legge porta l'ira cli Dio alla sua
Nell'AT I'ira di Dio non è quaÌ- i|a, quando viene detta di Dio, è maniîestazione (katerg4zet a i, Rm
Ncl NT i due termini greci che cosa che appartiene alla natura <curìosamente impersonale), ha 4,15), facendo abbondare il pec-
indicano ira, otge e l11!fltos, pta- stessa di Dìo, ma è L'espressione rvanzato l'ipolesi autorevole che cato (Rm 5,20).
licamente si equivaÌgono. Nel col delÌa sua volontà, quando egli si l'ira <non è un sentimento o un at- Paolo considera l'ira come ùna
pr.is paolino, però, /r-l,r?oJ indi volge all'umanìtà pcccatrice e ri lcggiamento di Dio nci nostri ri- realtà prgsente e come clualcosa
ca sopratlutto l'ira umana e si usa belle, nel corso della sLoria. L'ira guardi, ma un procedimento o un che ci-si deve attendere pel jl fu-
negÌi elenchi degli atteggiamenti di Yhwh, come espressione della cllètlo che si manifesta nella reallà turo. E su questo punto che i] giu-
umani negativj (2Cor 12,20; Cìal sùa santità, della sua onnipoten- oggettiva dei îatti) (Dodd 21-22). dizio e la distruzione interferisco-
5,20; Ef 4,31 e Col 3,8), ad eccc- za e del suo dominio sovrano e re- ln altre paroÌe, l'ira è il rìsultato no con I'ira (cfi. orgè e dikaiok-
zione di Rm 2,8, dove si riîerisce gale, si scatcna contro le nazioni o la conseguenza inevitabiie del f/sld, (giusto giudizio), in Rm
all'ira e algiudizìo divino. Quan- che si sono ribellate contlo la sua Dcccato umano jn un ambito mo- 2,5). L'ira pÌesenre di Dio si con-
to a orgé, nella maggior parre dei sovranità (per esempio, Es 15,7; nlc, un effetto prevedibiÌe di un stata nella sua rivelazione dal cie-
casi si lratta di <ira di Dio>, an- Sal 2,1 6; Am 1,2-2,5; cfr. He- .erlo comportan'ìenlo O dj un cer lo (Rm 1,18) e neltriplice <abban-
che se manca la specificazione <di rion). L'ira di Yhwh si rivolge an- r(r modo di essere, e non è quindi clo:nor, (paradidò111ù con cui Dio
Dio>. Se invece prendiamo in con- che contro Israele, se quest'ultimo rrrr'azione di Dio contro i pecca- cspone i GentiLi alÌa loro condot-
siderazione f idea di distruzìone. non osserva 1'allearìza che egli ha (ìri (Dodd 23-24; cfr. Hanson). la abissale in cui il cuore, le pas-
risulta subito chiaro che iù Paolo slipulalo con la naziore elella (per NIIÌ Paolo sembra ritenere che l'i sioni e 1'ìntelligenza sono deditj al-
Ira. distruzione 892 893 Ira, distruzione
l'empielà (Rm 1,24.26.28) e le re- in risposta a Cristo, lasciando a D'altra partc, ii 2Ts 1,9 olethros Per Paolo la minaccia di distru-
lazioni di alleanza sono infrante. Dio la vendelta (Rm 12,19). Sal- .?larios sembra signiîicare <ro- zione, la figura di Satana o del Fi-
Così pure i Giudei, benché abbìa- vezza e ira sono per lui due realtà vina eterna)) o il contrario di vi- glio della dislruzione, e i Princi-
no 1c rivelaziolti di Dio (Rm 3,2), opposte; ì cristiani soDo destinati ta eterna. In lTs 5,3 (ripll idios pati e le Potestà ostili sono delle
ora non sono gìudicati pjù lavo- non alf ira, ma alla salvezza (1Ts olethros, <rovina improvvisa>, rcaltà concrete. così come lo so-
revolmente, per via deÌla loro di- 5,9). Di consegùenza, essi devono implica evidentemenle una qùal- no il male nel mondo e il rifiùto
sobbedienza (Rm 3,20). Perciò evitare ogni forma di male, inclu- chc pcrdita irreparabile o un even- dell'amore di Dio da parte degli
tutti, Giudei e Gentili, sono iù ba- so ogni genere di collera e d'ira to catastrofico che si veritica nel- uomini (2cor 1,3-4,2Ts 2,3-10
lia del giudizio. Tuttavia f ira di (thymos,2cot 12,20 ecc.). Un cer- la sloria. ln 1TÌÌ 6,9 si dice che cii. Fil 3,19). IÌ compito del cri-
Dio, in queslo momento del pro- to tipo di collera (parcrgízÒ) p]uò i ricchi cadono in un modo di vi' stìano è di opporsjin Cristo e con
cesso della storia, non è ancora avere risultati positivi (Rn 10,19) verc chc li conducc <in rovina e la fbrza di Dio a ogni male e ai
giunta al suo lermìne (Rm 5,9 e c in Efesini si aflerma che si può perdizione> (olethrcn kai apÒ- suoj elfetti rovinosi (Rm 6,6j lCor
1Ts l.l0: cir. Col 3.6). ma atten- elîeîtivamenle darsi alf ira (orgl- leidl?), indicando così probabil- 6,13 15: 2cor 10,8; Fìl 1,27-28).
de uDa sua manifestazione îutura, zomai), ma non bisogna assecon- mcntc lc conscgucnzc chc con il Sull'esempio dì Paolo, icristiani
così come la salvezza rlon è anco- darla e permellere che essa si tra- lempo produce una vila djssolu non devono venir meno al ìoro im
ra completa, e noù sarà sperimen- sformi in peccato (Ef 4,26, cît, ta. Come del resto si deve fare pegno o tornare al loro vecchio ie
tata completamente (Rm 5,21i Lincoin 301-302). Altrimenti di scmprc quando si vuol stabilirc il gime di vita (Gal 1,23), perché non
6,22) lìno all'ultìmo giorno. solito la collera e I'ira ùmana so- signiîicato di una parola, l'esege- sono piu accecati dal dio di que-
ll mezzo atliaverso cuj i creden no condannate da Paolo. I cristia- ta nel chiarìre ilsenso di distruzio- sto mondo, la cui attjvità porta al-
ti possono sfuggire all'ira escato- nì clevono inoltre essere cittadini ne deve teller conlo del conteslo. la rovina (2Cor 4,3-.1; 11,14-15).
logica è ì'azione salviîica di Dio jn fedeli e perciò non devono teme- Quando si tratta di termini co-
Gesu Crislo (Rm 5,8-9; cfr. 1Ts re l'ira di Dio o quella deÌle aùto- fie apollltfii, tl signiticato abituale Vedi onche: Amore; Dio; Esca-
1,10). Piil precisaùente, questo rità politiche che governano con in Paolo è <giudizio deîìnìtivo e tologia; Espiazioùe, propiziazio-
consiste neÌla morte cli Cristo. un giustizia (Rm 13,4-5; cfr. lPt irrevocabiler. Per Paolo il crede- ne, espialorio; Giudizio; Giustizia,
tema che Paolo ha già sviluppato 2,13-17; redi Autorità civile). An- re in Cristo Gesù risorto è il fon- giustizia di Dio; Maledizione, ma-
acccnnando all'Illaslallo, in Rm che quando il regime politico è in- clamento clella îede (lCor 15,14). ledetto, anatema; Misericordia;
3,25. Si è discusso a lungo se Pao- giuslo, ci si attende che i cristiani Anche se chi crede in questa real- Nemico, inimjcizia, odio; Pecca-
lo usi il temine hilastèrion pet ti- rimangano saldì nella fede (cîr. tà è soggeuo alla morte, ha ugual- to, colpa; Perdono; Trionfo.
ferirsi a un sacrificio espialorio, Ap 13,7-10), in attesa che Dio ven- mente la speranza della salvezza e
sottolineando allora 1'abolizione dichi il suo popolo. Paolo ritiene non deve temere una rovina lina- Brnr- Borchen G. L., Rotnans, Epistle
del peccato, o a un'offerta propi- che dovere del credente sia vivere le (lCor 15,17-18). N{a quando to, in Metcet Dicîiondr! (f the Rible, Mel.
ziaroria, che in qualche modo pla- una vita autenticamente cristiana l'aolo parla di coLoro che arreca- cer, Vacon (GA) 1990, p! - 172174t Botr
karî,rî, G., The Rewlsri.,n oJ God't wlath,
cherebbe l'ira divina rivolta con- e rendere testimonianza a Gesìr, no scandalo alla sensibilirà dei lo- \n EatU Christìdn Expetierce, SCM, Lon-
tro ilpeccalo. Alcuni esegeti riten anche sc questo pttò portare alìa ro fratelli e delle loro sorelle più doD 1969, pf.47-70t Búclsel F., irlrnrs,
gono che il terminc si riferisca a persecuzione. Ma egli è anche per- deboli, mangjando la carne offer- in GaNT, vol. iV, coì].589 604iCranlìeld
suaso che i nemici del vang€lo al- ta agli idoli (1Cor 8), egli avverte C. E.8., The Epístle to îhe Ro dns,ICC,
Cristo in qùanlo identificato con 2 voll., T. & T. Clark, Edinbursh 1975,
il copcrchio dell'arca, sul quale ve- la fine (el"' lelos) dovranno speri- i(forrir e coloro che hanno una 1979i Dodd C. H., The Epistle ol Paulta
nìva asperso il sangue dell'espia- mertarc su di sé l'ira di Dio (lTs coscienza piir salda che con que- lne,{or?dri, MNTC, Ha.per & Ro{, r\"es
zione nel rito previsto dall'AT. Se 2,16). !to loro gesto conlribuìscono alla York 1932; Dunn J. D. G.,,RoÌ,?ars, WBC
18. word, Dalìas 1988; HansonA. T., ràe
si pensa a una espìazione, allora distruzione (apollymi, îorse nel tttd h a.f t he l"anl b, SPCK, Lon do n I 957 |
si vuoÌ dire che Cristo, avendo 3. LA DISTRUZIONE Colo- scnso di una rovila escatologjca) Herion G. A. - Tt^\j\ S. H., Wruîh ol
preso su di sé i peccati, sostituisce ro che preleriscono vivere come a dei deboÌi, per ì qualì Cristo è God, ir /AD, voÌ. VI, tp. 9E9-998; Kleink-
o fa le veci di lsraele o dell'uma- loro pìace, lontano dalla volontà norto (Rm 14.15i lCor 8,111 cfr. necht H. et aÌ., argè erc., in GLNT. \al.
VllI, coll. 1073-1254; LincoÌn A. T.,Iplie-
nità in generale, placando così 1'ì- di Dio, vengono deîiniti da Pao- Dunn 38b, 821). In un ahro luo- rian.r, wBC 42, $rord, Dàlla\ 1990i Mac-
ra divina rivolta contro il pecca 1o <vasi di collera, già pronti per go Paolo parla di un dr.Lplice ef Gregor G. H. C., IÈe Cor.epî ofrhe W roth
to. Dio, con amore e misericordia, la distÌrìzione)) (Rm 9,22). <Di- letto che scaturisce dalla vita dei eî God ín rhe NT, iù NIS 7 (1960 1961)
in Cristo trasferisce su se stesso il struzione, è un termine che in credentj. Essi sono <profumot> di l0l l09i Monìs L., The Bìblicol Dotttine
aJ Judqntent, Ecrdmans, Crand Rapids
giudizio delf ira divina (Espiazio- Paolo assume mohi significati, e Clristo tanto per coloro che si sal- 1960i Oepke ,\., úpolr,ri. in Gl-N7, !ol.
ne, propiziazione, espjatorio). alcune parole, come olethros, pos- ',iÌno quanto per quelli che si per I, coll. l05l-10ó1ì RidderbosH., P.tul: An
sono significare semplicemente tlono: <Per gli uni odore di mor- Outlìtpa.f his Theolosr, Eerdm ans, Crand
Rapids 1975, pp. 9l 149j Schneide. J.,
2. L'tRA UMANA - Paolo de <penar>! o anche <morten, come rc per la morte e per gli altri odo-
alethrcaò e..., in Gr^î, lol. VIIÌ. coll.
sìdera che la condotta dei cristia- nell'espressione (rovina della car- rr di vita pei la vita) (2cor 4?r-482i I asker R. V. G., Zle Bibli.xl Doc-
ni sia ispirata all'amore (Rm 12,9), ne> (lCor' 5,5: vedi Disciplina). l, t 5- l6). 1ùne ol the Irraîh of Gad, Tyndale, Lon
lsraele 894
895 Israele
don l95l i Tra\is S. H.. C/rtísl and thc Iu.l la sua globalità, in qùanto costi
rernerl otGod, Nlarshall Pi.kering, Baling- tuisce un'eniità religiosa, il popolo della sua lettera. Conclude poi con ranno quesla regola, pace sìa su di
foke 19N6i Whìtele) D. F.. H.. Thealos! llio. ln Rm 2,17.28-29
storico di una frasc che si potrebbe tradur- loro e misericordìa, come pure sul,
oJ S/. Pr!/, Forlress, PhiLadelphia 1964, pp. re così: (Pace e misericordia su l'Israele di Dio>.
61.12. e 3,29 Paolo parla di (giudeor,
ma in Rm 9-11 prelerisce netta- tutti coloro che segùiranno questa Da questa breve rassegna deì
G. L. Botchefi menle (lsraele/islaelitar. Si ha norma, sull'lsraele di Dio) (di passi in cui Paolo accenna a Israe-
I'impressione chc quando egli vuo- questo genere è, ad cscmpio, la le risulta che prima di Rm 9-11
le porre in eviclenza l'appartenen- tradùzione della IìSV). Secondo non vi sono chiare atlestazionj in
ISRAELE za etnica usa il lermine gjudeo, ma questo modo di inlendere il testo, cui si identifichi la Chiesa con (il
quando tÌatla della sua eredilà spi- 1'ultima espressione, (1'lsraele di nuovo IsraeÌe), né di una teorìa
si)\,Nr^nn Llnlrodùzìone:2.Dctiùìzio rituale. solo lsraele,/israelita è in Dior, è solo un'apposìzione di che parli della sostitr.rzione
n. c lesrinoìoeiai 2.1 lsJaele di Dio grado dì dcsìgnare questo popolo quella che precede e perciò la be dell'<antico lsracle> con il nuovo.
nuovo lsraclci 2.2 l;! (lsraelc' alì'iNcr nedizione di Paolo si estende a tùt- Solo I'lsraele storico può attribuj-
nÒ di lsncLc?: I I'alleanza co. Israelc in quanto entità religiosa.
csrcsa ai GentiÌìi 4. t\.aeìe crcaziote deÌ-
d queicristjaniche, come lui, con- re a sé in manìera appropriata il
li parok dj Dìoi 5. L'erore di Ìraele: 2. DEFINIZIONE E TERMINO. siderano la circoncìsione un ele titolo di (lsraele di Dior.
r-ì. Lr
doppia !ilrazìonc di Israele: aDa LOCIA 2,1 Israele di Dio - mento non esscnziale. Ciò signi- 2.2 Un <lsraele)) alì'inlerno di
ro e nemico dcl vanleÌo; L L.ì solùzionc ficherebbe che Paolo, già in que- lsracle? - L'attribuzione del ti-
dì Paolo: lea.lc rcrauraÚ con ia ùrìs_ nuovo Isracle I testi prjncipali
!ìorc aiC€rtiìia 8. Isaclcin ùra prospct clelle lettcre di Paolo in cui si di- sla prima fase deìl'epoca del NT, tolo (lsraele>l e il riconoscere la
scute il problcma di lsraelc sono identifica la Chiesa cristiana con sua eredìtà non sìgnilica però che
Gal 6,1ó, Rrn 9-11 e anche 2cor <l'lsraele di Dior, in opposizione Paolo non Iosse del tutto coscientc
Paolo amnìette aperlamente di J,/.lJ, sebbenc rn nlrsura rlootta. al popolo storico di Dìo. Nla que- che la maggior partc clcL popolo di
essere unisraelita, di amare il po- ln lCor 10,18 Paolo fa un breve sta traduzione non è accettabilc Israele di fatto rifiutava iì suo
polo a cui apparLiene c di deside- accenno a lsraele Pcr ammonire i per diversi motivi. messaggio. ln urra prospettiva uni-
rare la sua salvezza. Benchó lsraele crjstiani a non essere presunluo- Anzitutto, bisogna osservare rarìa Paolo vede in Israele colui
non accolga ora jl vangelo, cgli si sì. In 2Cor 3 si contrnppo!ìe 1'an- che essa onìette il kdi ((e))) che nel che è amato per via dei suojpadri
rìfiuta di pensare che sia definiti- tica economia clella salvezza a testo grcco collcga le due espres- e quindi l'erede legittimo della
vamcnte respinto da Dio. Vede in quelÌa nuova, in lerminj di gloria, sioni, per cLLi si deve intenderel promessa e però nello stesso
esso il depositario di un'eredilà per sottolineare quanto La nuova (...sù quanti seguiranno questa tempo il ùelnjco del vangelo. Per
spiriluale chc ora si è aperta an- superi l'antica. Così pure, in 2cor norma e sull'lsraele di Dio). Se poier spiegare in modo adeguaLo
che ai Gentili. Non dice mai che 11,22, di îr'onte al vanto sîoggia- inoltre Paolo avesse \ro[]to real questa situazione Paolo ha dovu-
i Centili ora haùno sostituilo to da altri. Paolo afîerma diesse- nente identificare i credentì gen- to esaminare atlenlamente la sto-
Israele o che Israele non ha piu al- re anch'egli un israelila. Risulta tìlì con (l'lsraele di Dio)), sareb- ria di Israele delineata nelle Scrit-
cun ruolo nel luluro di Dìo. Al pertanto che il tcsto piil problcma- be strano che cgli usi qucsta ture. Ne ha conclùso che alcuni
contrario, vede nel clono che Dio rìco per quanto riguarda ilnostro espressione solo qui per la prima Giudei avrebbero ritenuto un'af-
ha fatto a Israele qualcosa di Jr- argomento è quello di Rm 9-l l; a volta, proprio alla conclusione fermazione ladicale e addirittura
revocabilc e r'itiene che Israele oc- esso dobbiamo quìndi rivolgere della sua lettera. Ma anche se fos' blaslenra il dire che non trr i i .li-
cupi un posto ìnsostiluibile nell'e una nìaggiorc attenziore. Ma dob- se vero che si jdentificano qui vc- sceùdenti di Abramo sono vera-
conomia divina della salvezza. biamo prima considerare Gal6,l6 ramente i credenLi con I'lsraele di nerte figli di Abramo, ncl s€nso
((l'lsraele di Dio)), che alcunj cse- l)io, sarebbe pÌuttosto lorzato far che condividono lo stesso genere
1. INTRODUZIONE Nella geti hanno ritenuto la prìma desi- diperldere una concezioùe così irn- di fede del loro padre Abramo.
Scrittura è ì1 nome con cui gnazìone della Chiesa come (il portante da una traduzione incer- La tesi di Paolo, che è stala og-
nolmalmente
sj indica ^rae1e il
popolo nuovo Israele>. ta, dal momento che, oltrc questo getto dì ampi lÌaintendimend e ha
dell'alleanza e la sùa terra. Quan- Paolo concludc la sua Ìettera ai passo, lìno al 160 d.C. non vi so indotto a interpretare in lÌlodo
do Paolo usa questo terrnine, non GaLati con una benedizione. ln no altre attestazionì di un'identi- non equìlibrato la relazìone tra
inrende designarc genericamerlle Gal 6,15 ha allèrmato che (non [tcaziol:,e esplicita della Clliesa con Giudei e Gentili nei riguardi del
coloro che rilengono di discende- è la circoncisione che conta, r1é la
(l'lsraele di Dio, o (il
nuovo vangelo, non è stala invenlala da
re fisicamente cla Abramo. EgLi in non circoncisione, ma I'essere lsraeler. Qucsto cscmpio isolato lui, se si tengono presenti le pre-
dica invece con esso il popolo del- rtuova creatura)>. Egli intende co- sarebbe diffìciie da spiegare jn se nesse su cuì eglì si fonda. Alf in-
l'alleanza conclusa con Abramo sìrifiutare e relalivizzarc le richie- stcsso. Comc mai nessuno. nci lerno del popolo di Israele Dio ha
Anche quando parla dì lsraele che ste di coloro che volevano îorza- cento anni successivi. ha usato sempre esercitato il suo diritto di
ha rifiutato ilvangelo, Paolo può rc i Gentili, converlitisi ìn Calazia, qoesto versetto per delinire la scegliere qualcùno in parlicolare,
a sottoporsi alla circoncisìone; Chicsa <il nuovo lsracLc>l? per poler rcalizzarc isuoi piani.
ancora scrvir-si di questa designa_
zione percllé pcnsa al popolo nel- quesro e infatti lo scopo principale Sembra dunque migliore la tra- Ogni giudeo sarebbe stato dispo
cluzìone seguente: <E quanti segui- sto ad ammetterlo. lsmaele era îi-
Israele 896 897 Isr:ìele

glio di Abramo, ma nessun giudeo un concetto di lsraele piuttoslo pletamente dai Genrili. In ultima gici si chiama <alLeanza>. I Gen-
Arabi, suoj discen
credeva che gli fÌuttuante. Quesio si deve selza analisi, egli sostiene che i ligli di tili hanno presunto coù troppa fa-
denti, fossero racchiusi nell'al- dubbio all'anrico conceÍo semiti- D\o (tekna tou theou) non sono i cilità di aver accesso alÌ'eredità di
leanza. Secondo l'Antico Testa- co di solidarietà, che l'individua- semplici îigli della caÍne (teknq lctt lsraele, per la quale non possono
mento, figli della fede venivano lìsmo moderno tlova diflicile da -sdlkos), ma i figli della promessa avanzare alcun didtto intrinseco.
considerati coloro che discendeva- capire, perche esso è rÌ1oho distan- (tekna lcs epqngelías, Rm 9,8). I1 fattore teologìco che va lenùLo
no dalla linea di Isacco (Rm 9,8) re da quasì lurto il pensìero rcli- E neppure Paolo identifica la presente qui è la nostra concezjo-
e questo perché la nascita di Isac- gioso contemporaneo (occidcn- coúunità cristiana con l'<lsraele ne della ledeltà di Dio. Se Dio è
co non era un fatto dì normale ge- tale). spirituaÌe>r, 7' <<Israele kota pnetr fedele e conserva la sua alleanza,
nerazione fisica, ma il frutto del- Bisogna tener distinto quello aa>r, e iGiudei corl L'<lsraele se- come può Israele venjr respinto to-
la promessa di Dio, accolta con fe- che PaoLo afferma ìn Romani da condo la carne). l'(lsraele krta talmente e delinitivamenle? Se,
de da Abrano (Rm 4,18-22). Poi- qùanto ha già esposto in preceden- sdtka> (.h. Gal 4,29). Il suo pen- per un qualche motivo, le promes-
ché secondo il racconto biblico vi za nella leftera aì (ìalati- ln que- siero su quesro punto ò molto piil se di lsracle sono rivolte ad altri,
erano già esempi di discendenîi di st'ultima egli parla di due gruppi complesso. allora Israele è venuLo meno e an-
Abramo che non erano ligli delÌa conùapposti, l'<Israele seconclo la I1 problema che sollevano che Dio è venuto meno nel suo
promessa, Paolo afferma pertan- came) e l'(Israele secondo 1o Spi- espressioni dd ripo vero Lsraele, piano relativo a lsraele (Rm 9,6).
to che non avrebbe dovuto costi- ritor (CaI4,29). Il parallelo piu vi Israele spirítuale o an.he Isruele Paolo deve dunque asserire nello
tuire problema il fatto di ricono- cino Della Lelrera ai Romani è in e.rcalologlco è che esse possono ve- stcsso tempo chc Dio è libero (e
scere che,in queÌ momento (non 4,14-16, dove si ùsano Ie espres- nir ùsate in senso errato, come se perciò non condizìonato da Israe-
tutti coloro che discendono da Stoni hoi ek rcrlro, ((Coloro che volessero affermare ìndireltamen- Ìe), ma anche che si è impegnato
Abramo sono Israele)). provengono dalla Legger) ed ?k te che la Chiesa è l'unico vero con Israele nel senso che portcrà
Sembra, almeno a prima vista, pisledj (<dalla lede)r. l\'la in que- Israele e che l'<Israele storico)) a lernine i suoi progelti relativi a
che a Paolo si debba attribuire la sto capirolo il ragionamenlo non non è migliore deÌle altre nazioni, questo popolo, colÌ la sua col]abo-
responsabilità di aver definito si sviluppa attorùo allo schema (a avendo perso complelamente la razione o nonostante la sua ribel-
(<lsraele)) in modo che questa no- oppure b>, bensì <ro sola a, fia propria eredità. E del tutto chia- lionc.
zione si adeguasse ai suoi intentj. d chebn.ln all're parole, il ragio- ro che Paolo. nonostante abbia
I1 problema sta dùnque nel defi- namento è inclusì\'o. non escLusi- !tabiìi1o úna dìstinzione radicale 4. ISRAELE CREAZIONE DEL-
nire (l'Israele di Diot. vo. Paolo asserisce che dopo la ve- all'jnterno di Israele e abbia per LA PAROLA Dl DIO tl pole
In Rm 2,28-29 Paolo aveva già nuta della fede (in Crisro) non solo ciò inserito un cùneo nel popolo re e la libertà creativa di Dìo so-
affermato che <giudeo non è chi coloro che seguono la Legge, i storico dì Dio, sarebbe stato cer no posti in evidenza da Paolo nella
appare tale all'eslerno)), e questo Ciudei, ma anche coloro chc ade- tamente disposto ad affermare che sua tuattazione di Israele in Rm
trova un parallelo in Rm 9,6b1 riscono alla îede, i Centili, posso- una parte dell'lsraelc storico ap- 9- 11. Con la sua chiamata Dio ha
<Non tutti i discendenti dì lsraele no venir lnclusi nel popolo di Dio. partiene anche all'lsraele escato- creato il suo popolo e con la sua
sono Israele>. Sembra dunque che Si può dire che in Rm 9-l I Pao- logico. parola porta a compimento quan-
espressioni come (Israele reale)), 10 libera anzitutto il concetto di to ha prcdisposto. Solo per que-
<vero Israele) o (lsraele interio- Israele da una iderìtificazione as- 3. L'ALLEANZA CON ISRAE- slo Israele è coslituito (e rico-
re> siano necessarie dal punto di soluta con tufti i discendcnti di LE ESTESA AI GENTILI È slituito) popolo di Dio. N{a que-
vista logico per espri$ere l'inten- Abramo e in un secondo momen- indubbio che Paolo non poteva sto non significa che Dio usi il suo
to di Paolo. ll vero Israele appar- to, avendo sciolto quesro legame, pensare a un lsraele escatologico potere in modo arbitrario. Egli ha
tiene a (lsraele) per quanto ri- prosegue includendo anche i Gen- chc non avesse incluso anche una anche il porere di suscitare 1ìglì
guarda la dìscendenza fisica, ma rili neÌÌ'(lsraele escatologicot. parte dell'lsraele storico. Il suo dalle pietrc, ma dì îatto qucllo che
non coincide con l'lsraeÌe storico. Ma dobbiamo lare bene atten- pcnsicro è concreto e orienlalo Paolo afferrÌla in Rm 9,l-22 è che
Dobbiamo però far nolare inci- zione a quello che Paofo dicc e a sulla storia, molto piu di quanto Dio non sceglie delle pietre, e nep
dentalmente che, avendo introdot- qLìello che noù dice. E vero che lasci intendere il successivo Ìùodo pure iCentilì, ma coloro chc ap-
to la nozione di <vero lsraele>, egli alferma che non tutta la di' di vedere pagano-cristiano. partcngono al popolo di Israele.
siaúo obbligati a invenlare anche scendenza di lsraele è Israele. E Inoltre, bisogna tener presenti La liberLà del vasaìo è assolula;
un'espressione neutrale, cioè poi continua sù qùesta base per alcunì îattori giuridici e tcologìci. può creare con 1'argilla qualunque
1'(lsraele storico)), per non r! dedurre da Rm 9,22 e quanlo se- Se a qualcuno viene lasciata un'c- vaso desideri, per uso volgare o
schiare di cadere nella facile iden- gue che anche i Gentili possono redità, dal punto dj vista legale per uso nobìle, e il vaso non può
tiiicazione di Israele con I'lsraele venir inclusi nel popolo di Dìo. non si può destiluire Ì'erede sen- opporsì alla sua destinazione. É
infedele o il ialso Israele, ossia con N,la per quanto sostenga i diritd /a infrangere i termini stcssi dcl allora dobbiamo ricordare che
un simbolo di disobbedienza. dei credenti, eeli non afferma mai colltralto o la !olontà testataria, Dio, il vasaio, Ltsa il popolo giu
Paolo stesso sembra servirsi di che Israele è srato sosliLuito com- o\sia quella che in termini tcolo- ddlco come se losse Ìa sua argilla.
Israele 898 899 Israele

Certo, il gilrdeo non è eo Dso (se- lo questi due elementi non sono e il benessere di lsraelc c vi si op- Ma la soluzione di Paolo non è
ma) o (îiglio di Dio)
t:t1c), (spet contraddiltori né si escludono a vi- posero quìndi radicalùente. Ma questa. Egli non miniùizza jl pro-
(tekno theou\, malo divenla so- cenda. L'errore di Israele sta nel Paolo giudica le cose diversamen blema, dicendo che tulti i Ciudei
lo con l'esserc chiamato (kaleir) îalto che la maggior Parte dcgli te: vede nella venuta di C sto una saranno salvati indipendentemente
e considerato (logrzesthaí) tale da lsraeliti ai tenpì di Paolo non ave- conlerma (gr. bebaian, Rm 4,)6) da Cristo o nel sostenere un'altra
Dio (Rm 9,7 8). Nla, d'altra Par- vano lede in Cesu Cristo. Questi delle promesse îatte ad Abramo e alleanza che assicuri loro la salvez-
te, questo popolo, in quanto lega- pcr loro era divenulo ùna Pietra come un ampliamento dell'alÌean- za t'uaura.
to storìcamente al suo Creatore d'jnciampo (Rm 9,30-10,4). Di so- za, che racchìùde ora in sé i cre-
con lJalleanza, occuPa una Posi lito si è rilenuto che questa man- denti Centili assieme ai credenti di 7. LA SOLUZIONE DI PAOLO:
zione unica. Solo dal momento cata acceÍazione di Crislo iosse lsraele. Egli si rifiuta di conside- ISRAELE RESTAURATO CON
dclla venuta di Cristo. e a motivo dovuta a (un alteggianento di au- rare lsraele <respìntor, ma lo ve LA MISSIONE AI GENTILI
di essa, iGentiÌipossono venir in- togiustificazione da parte dei Ciu- dc telnporaneamente indurito da La sìtuazione reale che Paolo si
clusi nel popoio di Dio, con rLn dei). La îrase (hanno cercalo di Ilio, fino a quaDdo tutti iCentili trovò a dover affrontare verso la
ampliamento dell'alleanza conclu- stabilire la propria giustizia)) (Rm entreranno nel Regno. îinc del suo ministero era che i
sa con lsraele; ì1 privilegio e 1a 10,3) è srata interpretata come se Gentjli erano disposti ad accoglie'
priorità dl Israele richiedono che i Giudei ritenessero che si potesse 6. LA DOPPIA SITUAZIONE re Crislo, ma i Giudei no. Alcuni
il vangelo giunga ai Gentili solo raggìungere la giustìzra cor. iI pto' DI ISRAEI,F: AMATO F NFMI- Giudci probabilmente sì atteneva
attraverso il Giudaismo. Perciò prio impegno, ossia con Ie buone CO DEL VANGELC) Come no ancora all'idea tradizionale
lsraele occupa un poslo inaliena- opere. Perciò tu11i coloro che si già abbjamo osservato. PaoÌo <prima i Giudei epoiiGentili>,
bile nei disegni e nei piani di Dio; erano impegnati in questo seÌ'Ìso sernbra avere un'idea piuttosto ossia che si poteva estendere il
se i Centilì sono chiamali a farne pensavano di esser\d riusciti e il ri- fluttuantc dì lsracle, perché ha vi- vangeÌo ai Centili dopo che lsraele
parte, devono riconoscere l'imPe- sultato dei loro s[orzi era che essi sto nel popolo una realtà corpo- l'avesse accolto. Forse Paolo ave-
gno prioritario che Dio ha assun- diverivano autogiustificati. Ave- .ariva. al di là dei meriti o delle va dovuto îarc i conti con questa
to con lsraele e lutto ciò che que- vano zelo, ma uno zelo sbaglialo mancanze deisuoisingoli ùenlb - posizione quando già in preceden-
sto larto comporta (EÎ 2,ll'221o (Rm 10,2). I-a sua concezione di Israele è nel- za aveva Lrdito gLi ellenisti procla-
riconosce espressamenle). Soprattuito E. P. Sanders ha Lo stesso tempo storica e comuni mare il messaggio clisdano. Ma
Fino alla venuta di Cristo, Dio scritto molto per correggere que- taria ldìversamenle da aÌcLlne vi qualdo ebbe a sperimentare la sua
con la sua pronessa continua a sta concezione dif fùsa dell'errore sioùi oderne che sono di natura visione sulla via di Damasco, si vi-
rinnovare lsraele secondo ì Piani di lsraele. Egli afîerma che 1o ze- teologìca/sìnÌbolìca e individuali de costretto a trovare il modo piir
delÌa sua grazia. Estendendo le lo non è di per sé una cosa sbaglia- slica). Ma poiché il suo modo di adatto per adeguare la proprìa
promesse ai Gentilj, anche la Pos- ta. Gli lsraeliti non hanno errato vedere e storico e daÌ momento missione a questo line (yedi Con-
sibilità dì un (nuovo lsraele, o di nelcerc4re giustizia, ma hanno
La che eglì parla dcll'Ìsraele attua- versione e chìamata di Paolo). Do-
cercato \tn g,e ere sbagliato di giu- Le ed empiÌico, sitrova in dilficol- vendo constatare in pratica che la
un (lsraele rinnovato) diveúta
ùna realtà. Pertanto, sia lsraele sllll4, uùa giustizia (per 5e stessi))! tà nel trovarne una definizione. realtà dello Spirito era presente
che Ia Chiesa sono una cteazione nel senso che era una giusrizia spe- lsraele si oppone al vangelo e al anche tra i Gentili, egÌi arrivò a
della parola divjna. Da questo cifica dei Gìudei in quanto Popo- cuni Ciudei sono nemici di Paolo concludere che I'ordine della sal-
punto di vjsta non t i è difîerenza lo e 1a giustizia di una situazione e tlel suo messaggio. Ma i Giudci vczza era cambiato. L'espressio
sosranziaLe tLa loro. Tuitarlja, dal precedente, anteriore alla venuta rìel loro complesso sono gÌi eredi ne (pljma i Giudei> sìgnìlicava
lato storico teologico Paolo de-
e della lede (in Gesil Cristo). L'er- Llclle promesse fatte ad Abramo e ora che mentre la posizione irre-
sidera mantenere viva la coscien- rore insito in questa giùsrizia sla .onlermate dalla venLfa di Cristo. vocabile di lsraele veniva confer-
za della prìorità di Israele e am- nella sua escÌusività e la <venuta Paolo nolì si tira indietro di mata dal vangelo, l'ordine con cui
morlisce i Gentili a non essere della fede) significa che la salvez- lìonle alla serietà di questo dilem i Ciudei e i Gentilì entravano neÌ-
troppo presuntuosi, co1 pericolo dì za di Cristo è aperta a chiunclue nra. La doppìa sìtuazione dì lsrae Ìa nùova comunità di fede era di
dimenticare che Dio si è impegna- abbia la iede, gjudeo o genliÌe; lc sla nel fal1o che respinge il vaù- fatto rovesciato.
ro anzitutto con Israele. non vi è alcuna distinzione (Rm gelo, ma è ancora amato per via La ùuova situazione era chc i
10,12). Sembra perlanto che il Llci patriarchj. Centili precedevano i Giudei e
5. L'ERRORE DI ISRAELE _ II vangelo di Paolo arrecasse olfesa Sj sono proposte dìvcrse solu- parlendo da questa.r€quenza slo-
fatto che una parte di lsraele non a moLti Giudei che non arrivava- /ionì di qucsto problcma. Una dì rìca reole Paolo giunse a formu-
venga inclusa neÌla salvezza è at- no a capire e/o a rjconoscere il (lLreste, abbastanza conlurle, è che lare una teologia della salvezza fi-
tribuito da Paolo alÌa predestina- nuovo giorno che era soÍo con ì)io propone due alleanze: una per nale di Israele, che seguiva quella
zione di Dio (redl Elezione e Pre- Gesù Cristo. Essi consideravano (ìiudci, chc ìmplica l'osscrvan- dei Centili (Rm I I,l2). Come il ri
destinazione) e alÌ'errore di lsraele e il messaggio di Paolo co-
l'opera /rì della Legge, e ùn'ahra per i fiùro del vangelo da parte dei Giu-
(Rm 9,6-29), Nel pensìero dì Pao- me una nlìnaccia conrro iL futuro ( icnrilì. îondata solo sulla fede. dei aveva deterÌninato la sua dif-
900 901 Israel€
lsraele
mente che in Dt 32 (Paolo non Nel pensiero dì Paolo sono in-
fusione presso i Cenlilj, così ora !to, corllorme a utl'e]ezio e Per trova soltanto la proîezia di lsrae- timamente intrecciati tra loro di-
I'accoglienza rjservata al vangelo úrazia, lRm I I.5). Egll ritìene che
ii resro attuale. costiluiro dai Giu le che non ha fede e che alla fine versi elementi: (Da Sion uscirà il
da DarLe dei Cenrili avrebbe assi- verrà restaurato, ma anche I'inten- liberatore, egli toglierà le empie-
curàto la conuersione dei Giudei' dei che credono, sia la Primizia
zione di Dio di "eccitarli alla ge- tà da Gìacobbe)) (Rm I 1,26); tut-
Paolo Eiunse a questa conclusio- della messe futura: è un segno di
sperarza. Sarebbe quindi nìeglio
losia", rivolgendosi ai Centili (Dt to lsraele - ossia il popolo nella
ne fondandosi sLllla Scrittura, suL- 32,43>). Egli prosegue facendo os- sua totalità (non necessariamente
la teologia e sull'esperienza. Que- îradurrc co\r Rm I 1,5: "Cosi an-
servare che <non è casuale che ogni suo membro) - sarà salva-
st'ultima, ossia il fatto che iCen- che al presenie \'iè gia un resto),'
L'esistenza di akarl Ciudei che
Paolo citi espressamente tutti e lo, e ciò inizierà con la risurrezio-
tili credevano ma i Giudei no, era due qìiesli versettj (Rm 10,19; ne dei morti.
credono è per Paolo l'indicc d€lla
evidente a tutti. 15,10)> e conclude che (Dt 32 Questa sarà la liberazione e la
| 'arsomenlazione teologica Îu salvezza di ltlla, lsraeìe.
Per spiegare il rrodo con cui con!iene Romani "in nuce"> rivcndicazione finale annunciata
inr ece ir ituPPata cla Paolo in ba- (Hays 164). Sembra che Paolo, ìn Dt 32,36-43 e, cosa moho signi-
questa Salvezza si sarebbe realtz-
se alla sua convinzione che Dio è trovandosi di fronte ai cuori indu- ficativa per Paolo, quando i Cen-
fedete. Egli era persuaso che la ve- 7ata. Paolo ha dovuto esamÌna-
re le Scritture alla luce della pro-
riti delìa maggior parte del suo po- tili esulteranno con lsraele (Dt
nuta di Cri\to dimostra!a che Dio polo, abbia visto in Dt 32 un te- 32,43). Ma Ia cosa più importan-
stesso è fedele e che giustifica chi
pria esperienza. É anche del tut-
ro nossibile che il comPlto aPosto- sto che, al di là del giudizio pre- te è che con la restaurazione di
ha fede (in Gesu, Rm 3'26). Si è sente, guardava inesorabilmente lsraele non è anzitutto Israele a es-
usato spesso in questo raglona- licà di Paolo a\else contemplalo
alla speranza fitura. Nonostante sere esaltato, ma la fedeltà e il no-
mento llcqncetto di un'(resto glu- una restaurazione reale di tsraele'
la tendenza che si risconLra in aÌ- me venerato di Dio.
sto)). Dio si è sempre riservato un ln Gal 1,15 Paolo riplende da ls Da quanto si è detto Ìisulta che
cuni studiosi a soltolineare in Rm
resto fedele, per assicurare il suc- 49,1 1'ìmmagine di colui clÌe è sta-
9-l I o il giudizio o la misericor- la missionc di Paolo non può es-
cesso finale dei suoi piani. Questo io scelto fin dal seno di sua ma-
dre lcfr. At 13,4?; vedi Profeta'
dia verso Israele, è chiaro che se serc vista indipendentemente dal-
resîo Doteva essere considerato iì si tiene presente la tradizione deu- la restaurazionc di Israele. L'apo-
sep.no del giudizio o della miseri-
Paoio come). ln questo testo la
teronomica ambeduc gli elemen- stolo considera la propria missìo-
.oi,lia. o anche di ambedue. ln vocazione del servo collega assìe-
me i due asDetlidella sua missio- ti sono prcsenti nella pericopc: ne ai Gentili come un catalizaato-
Rtîg,i2-29 e I 1,2-6 Paolo utiliz- (Consìdera dunque la bontà e la re della salvczza attuale di un re-
7a ollesto moti\ro. ll testo di Rm ne unitersaie: essere fautore del-
severità di Dio> (Rm 11,22). La sc- sto all'interno di Israelc e come
9,2i, che cira jl Proteta lsaia, di- la restaurazioÌ'ìe di Israeìe e luce
ner le nazioni. Non è quincli esat
verità è finalizzata alla compassio- lta prcmessa fiecessafla della sal-
ce cosi: (Se anche ii numero del nc definitiva di Dio ed ò normale vezza futura di futto lsraele; solo
fisli d'lsraele fosse come la sab- io vedere rn Paolo un aPostolo dei
quindi che Rm I I ternìini non con quando si raggiungerà la (misura
bií del mare, sarà salvato solo il Gentili. che non ha alcuna funzio-
tl tifiuîo, ma cor l^ rcstourazione piena> dei CentiÌi tutto Israele sa-
resto), Anche se è discutibile i'ag- ne nei riguardi di lsraele. È piir ap-
propriato coniiderarlo l'aposlolo di (tutto Israele)) (Rm 11,25). rà salvaro (Rm 11,25-26).
oiunta del termine (solor, assen- Nonostantc l'attuale ostinazio- Pertanto, con un ordine inver-
ie nel testo greco originale e an- dei Genlili in wsttt di Isrucle, Pet
ne di lsraele, ilprocesso storico in so rispetto a quello descritto nelle
che in ls 10,22 che viene cilato, na cui vi è una connessione stretta tra
la sua missione ai Gentili e la le- atto della nrissione ai Centili con- tradizioni prccedenti, lsraele e i
nresente in dilerse traduzioni mo- tinuerà dunque linché il loro nu- Centili condivideranno la salvez-
derne, in queslo Passo si ha un staurazione di lsraele.
mero sia completo, lorse quando za di Dio. Inoltre, nonostante la
chiaro esemPio del rema del resto' È però in Dt 12 che Paolo ha vi-
sto un testo scriltulistico adatto il vangelo sarà <pianlato) ovun- separazione presente o îutura tra
collesaro all'idea di un gludlzro que. Il pellegrinaggio delle genti ia Chiesa e lsraele, alla fine non
che simanifesrerà sopra Israele ln a mostrare come l'lsraele ribelle (ls 2,2-5) non seguirà, ma prcce- vi sarà piu alcuno <<sviluppo sepa-
Rm ll,2'6 non vi è dubbio che nossa r'enit ricondotto a Dio ln
derà Ia restaurazione di lsraele; le rato>, perché i loro destini resta"
Paolo vede nel resto un segno di br 32,2t 1. to li renderò gelosi con
nazioni non verranno perché ve- no strettamente legati tra loro nel-
sDeranza o dj mise cordia, Pii.r che uno che non è Popolo. li irriterò
con una nazione stoha)) ha inte'
clranno la gloria di lsraele, ma l'agire mist€rioso del piano erer-
d'i -siudizio (anche se quest'ultimo IsraeÌe verrà perché vedrà 1a sal- no di Dio- Israele non può perciò
resìa implicito). Anche qui egli ri-
(o il Das\o comc se i Centili fos_
vezzae la gloria che iGentili han- raggiungere la propria restaurazio-
corre a un esemPio scrìtturrsnco: sero l.la nazione ltoha4, il (,non
DoDolo',, e perciò ha trovato qui
no raggiunto in Cristo. Paolo è ne finché non si sarà rea\tzzata la
Elia riteneva erroneamente di es- stato îorse il primo a suggerire <pienezza dei Gentili) e i Centili
sere il solo che ancora era fedele ;no spunlo Per Lledurre che la mis'
quesla seqùenza ma, come osser- non possono venir inclusi nella ri-
a Dio. ma Dio gli rispose che si era sione ai Gentili avrebbe Portato
va Hofius, può aver trovato un surrezione sehza che prima Israe-
riservato settemila uomini' che indireîtamente Israele, Per la sua
pelosia, a riconoscere che le cose qualche appoggìo in alcuni lesti le veoga restaurato.
non avevano Piegato il ginocchìo dcll'AT che già la facevano intra-
davanti a Baal. E conclude Perclo: stavano come egli le vedeva'
R. B. Hays ha mostrato chiala- vedere. 8. ISRAELE tN UNA PROSPET-
((Così anche al Presente c'è un re-
Israele 902 903 Itincrari, progetli di viaggio, parusia apostolica
ciat ReJercnce 1o lÌan IX:3A'x:21, ir ST 198?, pp. 290-300i lvlorrìs L., The EpisÌle Paolo ha viaggiato ampiamen-
TIVA ODIERNA - La concezio-
XXv (19?l) 2l 60; Burcn P. M van, I/,e Ia the Ronons,l.rdÌnans, (nand Rapjds te nelmondo antico per adempie-
ne paolina di lsraele è del tutto Churh and lst el: Roìnrtns 9 ll. i^ The r98Ei Nlunck J., Cll6/ a/1cl Isruel: An ltt
escatologica. I cristiani di oggi Ptitlc?t on Sen ina rr Bul letir, Sùpplenenta ktptetdtion ol Rotnd e9 I /. Forlress, Phi re la missione affìdatagli da Crì-
spesso non condividono questa ry Issuc l, (1990) 5-18i Campbell W. S, Ìadelphia 196ri Pcnna R., Evolu.ìone del- sto risorto di essere apostolo dei
Pa ls Gaspel in a lnîellectual Canîext, I'dtîeggìatnerto di Paob reBo gli Ebrcì, iî Gentili. Le fonti di cui disponia-
prospeiti\a. Essi desiderano saPe Perer Lang, Frankfurt 1992i Clcnienls R L upastolo Paola, Edtz\ani Paollne. Cni
re dove si tror ano esattamente gli E., A Rennant Chosen b! Gtuce (Ron mo sono sufficienti a farci rico-
sello Balsamo 1991, pt. 332-366: Riiisiincn
Ebrei di oggi nei confronri del re- ./1rJ./. in D. A. Hagner N1. J Harris H., Paul, Go.l and Isnel: Ronúns 9 I I in struire buona parte dei suoi itine-
gno di Dio, guardando alle cose \cJd.), Paulinc str.lte\ Esart Prcsentctlta /l.cerl .Resear.*, jn J. Nelsner et al. (edd.). rari e a farci intlavedere i motìvi
F F Brr.?. Ecrúman5. Cra d Rapids 1c80, The Social Wo d a.f[ornidrive Chìstìdnì- per i quaLi egli ha inrrapreso que-
maggiormente dal Punto di vista pp. 106-L2i;clranlieLd C E B, Rahdns, t! and Juddisn: Lssdrs itt Tribwe to Ho,
dell'escatologia realizzata. Paolo lcc. T. & T. Clark, Edjnbugh l9i9i Ìtl , \atu Clrrk Kee, Fofikss. Philadelphja sti sùoi viaggi.
The Silnifìtdncc af<diapanîos, in Rat a s
erapiu che mai cosciente della di- 1988j Richardson P., k/rel in the tlposta
visione che correva tra lui e i mem-
XI:|A, i\ Sî11did Etuhgelica 2, Texle únd /1. Crrr.n, SNTSMS 10, tlniversity Press, 1 LE FONTI La lonte princi-
U tetsuchun?en81 (1961) 5'1t 50i Dahl \. Canbridge l9ó9i Sanders E. P -, Pdul. UDi pale deì viaggi di Paolo restano le
bri del suo popolo che non si era- A.. The Future al Itruel, iî, Studies oa P( !: \crsiry Prcs, Oxlord 1991t ld., Puola, la
no converîiti. Ma egli li vedeva TheolasJ Jat the Edrl)' Chtìslíon Mì'sían' lesse e ilpopala Eiudaíco, Stldibiblicj 8ó,
sue lettere, poiché csse cì fbrnìsco
AuJÌsburg. \'lìnneapolis 1917. pp 13l 158; Paidcia, BÌescia 1989i Seeal A.F., Paul the Do una docùmentazione diretta.
nella prospettiva del disegno de- Davìcs \\'. D., Pa!,|and t,il e Peopte of l.ruel Canrerî. The Apostolale an.l A],oslas! oI Dal momcnto però che sono scritti
finitivo di Dio. Da questo Punto e Pduland rhe Gentiles: A Suggesthn Can Sa lrhe Phdtisce,valeUnilersiry, Ncw Ha
di vjsta essi non sono respinti da .èninp Romdns I l:13 21,1D Pa rneand occasìonali e non coprono tutlo
ren 1990: Srendahl K., Pooh tru ebrci e pd
Dio, ma restano ancora membri JeÌris, Slr.lier, Forbe$, PhiÌadeÌpliia 198'1, L'arco dell'attività di Paolo, non
8!zri, Claudiana.'lorino 1995; Zìcsld .1.,
Dn. r2l rÒli Dinlier f.IhîHtstúttLùlrnJ ,{o,?dr.r, lPlNTC, Triùily Press lnterna- ci dicono tLltto sui sùoi viaggi.
potenzioli del suo regno etcrno Eschu Òh'pnol I vt 1.l 1r Fa\ l^'Yt 4 Ct n tionnl, Irhiladelphia 19E9. D'altro lato gli ALti, la nostra fon-
(come lo \ono tutti). îìhùtion to the Ptoblen ol Prc.lestirati.)n
Il fatto che jl popolo ebrajco n.l Indìridrdl RespansaL) l/ld, ú "//i (1956) W. S. Campbell
te secondaria più ampia, descrivo-
continui a esistere non dovrebbe
roq r2r-: Donlrjed K. P. led.),Ih.: ttoDluns no i viaggi di Paolo in dettaglio.
,,1/ra1.. Hcndrìckson. l'eabodv (\1.\) l99l Dal lato metodologico bisogna
essere Posto in connessione con iÌ (,j' .); Drn r I D C, . 8u,1',/r\. \\ rla ì8b,
suo rifiuto di accoglicre il messag- \\ orfl. l)ùl .'\ l '8!i Ùlrro r L.. Pttlù .lthe ISTITUZIONALI:zZ A,ZIO. esaminarc anzitutto le lettere e ve-
gio crisliano, ossja e\sere ljtenu- rrrdr, UDivenilt ol tlrilìsh Columbìa. NE: redi Prolocallolicesimo; So- rificare quali informazioni possia
vancoùlcr l9Eli (ìe[r ]U. A , Paul ott the mo dedùrne. ln un secondo tem-
io come il frutto deLla sua disob Catenuuts dnd llt Fttùrc Òf teu.l, ii 87 A ciologia delle Chiese Inissjonarie
po presenteremo la documentazio-
bedienza. E neppure dovrebbe es ll (19t7) 92 99i Haack€r K , Dt^ Beliennr'
sere visto comc una specie di le- nìt des Pdùh1s.ùt Haflnlús Istu.t\ nach ISTITUZIONI SOCIALI: vedi
ne degli Atti e infine dovremo ve
.let 1p.net-esrhnhlt,I\ t ril.i'r r \15ll dere fino a che punlo queste due
zione vivenle rivolta ai cristiani sul (1985) 4li l5li lJ.. |-ct tt'ttllttht'ct Ùls Approcci sociologici a Paolo; So-
fonti possono conciliarsi tra loro.
Dericolo dj una , rcLjPjosità cieca,', |iiedensnftnotundurt in N7.! 16 (1989) ciologìa delle Cl]iese missionarie
.ome norÌ ebbet o rìtenere alcuni 25-:ll: Hatumann S. .1., th( Sxlwt;o oJ
lsraclìn Roùld s Il:25 32: A tÌesponsr ta 2. LA TESTIMONIANZA DEL-
esiremisti. Non c'è bisogno di ìn- Kin?t ste duhl. ìn t:!,4r./i1ù .1 (19E9) LE LETTERE DI PAOLO - 2.1
sjstere che ogni cosa che accade in li lljr Hays R 8., tuhaes alS<tiptùe in ITINERARI,
ouesto mondo e causata direttr- the t .tîerc aJ Patl,lale Unile'sirr', New
I primi anni La rivelazione di
PROGETTI DI VIAGGIO, Cristo a Paolo ebbe luogo a Da
menrc da Dio. ma \arebbe inge Haven 1989i Henseì \{ . // PaÒb ptcttjstia
,o. Sludibibljci 100, Paid.ia, Br.scia 1991; PARUSIA APOSTOLICA ùrasco o neÌle vicinanze di questa
ruo ritenere cie sia un puro ac Holiùs O.. ;l/1/ed!/ í:i|l D. Su|ed: Di\ì' cìttà, dalla qualc eglì si recò poi
cidente della storia il fatto che il tt? Sdttotìon tnd l\ruel s D.lh'ekncc i1l Ro
popolo storico di Dio, iì Popolo ,id s 9 I l. ii The Pincelon S(]ninatl Btl SoM^laRro - l Le foDti; 2. La reslimo- in Arabia (GaÌ 1,16-17). ll regno
ls$e l9 l9l niaDza d€Ìle Iellere dì Paoìoi 2.1 I primi nabateo di Arabia si eslendeva a
/eir, Supplemcntary 1, (1990)
ebraico, continui a esistere a fian- ld.. Das Etanqeliùtn ùtld Istuel. Et\|Atun' annì: 2.21-a londazione dellÈ (lhìe!. dclla
!l rl')Sól Gaìazia; 2.3 Macedonia e Atcnci 2.4 IÌ oriente e a sud della Palestina. da.l-
co del Cristianesimo. lcn .ù Rùntr. ,l/, I ZI
).rr-l)a: l,,hnson Lì a , TltL \t4tLt'1tc t1t1 ministero slolto a Corinro e a Efeso: 2.5 l'Eùliate îino al Mar Ilosso. Pao-
iúea iì1r al Ronans tt,i Ca? 46 (198:l) Veno Gerusal€mne e Roma:2.6 Lc lcr lo potrebbe essere andato in Ara-
vedi a che Alleanza e nuova 91 103: Knscmann l:., I'aul dnd Isrel, itt r€.e dclla carlìvilaj 2.7 Lc lcrtcrc paro bia per iniziare la sua opera mis-
alleanza: EscatoÌogia; CenriÌi; t'-ev Tesîan?ht Qùestions aJ lixtdr' I'ar' ralii 2.8 Allri viaggij 2.9 Sjntcsi: 3. La pa
sionaria, oppure per cercarvi uo
Giùdeo, Paolo come; Pietra d'in- tress, Phìladcìphia 1969. fp l83-13ri Ka,r' rusìa apostolicai 3.I Deiini/onei 3.2Iror
ÌÒ. R. D.. Parll Corenant (.bnnunttv: mat 3.3 Signilicatoi 4. Ì motivi dei viag luogo dove poter riflettere in so-
ciampo; Restaurazione di Israele; gidiPaoloi 5. ClisposmnrcDti di Paolo litudine sul suo incontro con il
Jer dnd Gc lìle ìn Rotralis, John Knox
Romani, lettera ai; Ulivo. Atlanta 1988r Kiln S., rrc Orlsot o.f Pdul's s€condo gli Allii 5.1 La scqu.nza dei Crìslo risorto lredi Conversione e
Gripel, \\UNT 21:1. J C B.\lohr,Tùbin- viaggi di I'aoìo n€gìi Altiì 5.2 t problemi
gen r984rr Nlafin R. P., Reca àlittrion: /1 soueveti daì racconro degÌiAttii 6.ll con chiamara di Paolo).
RjBL Beket t. C., The Faithfutness o./
Gad and Ìhe P ariÌv ol hrael in Paùl s I'eÌ shrlv ol Paul's TheoloEt, T.ondctran, ironrotraÌelettereeeìl A1lì;6.1 Levisì In seguito egli tornò a Damasco
@ to rhe Ranlaus,ilK P Doofticd (ed )' cr!;d R;pids 1990 (riv )i N1eek5 v , ,rr.18 te a Gerusalemme: 6.2 La sroricira dceÌì (Gal 1,17), dove rimase nei tre an-
The Ramdns Debate. Hendrickson, P€abo ,1enîd tl the Rtuther: Ronluns l1: l'li:13 ' Ar!i: 6.3 Cal2,l-t0 € le visnc descriÍe Dc
ni successivi al suo incontro con
dv lMAl l99r Giv.)i Brine R , Pduland the
jn G. f. HaÍrhorne O Betz (cdd ). Ird' gli Atii; 6.3.1 Gal 2 e Ar 15; 6.3.2 caì
,t Studr o.f the ldeas ditioand Interprcbtion: Ess(ls ìn Honot 2 e At 11.27J0t 6.3.3 GaL 2, A1 15 c Cristo (Gal l,l8). In quel tenpo
Úà r"tn.",t, a.f
Electian, Faìrh dnd Lar in Paul)riîh Spe' òfE. Ea c Ellis.Eetdúais, Grand Rapids 18,22: 6.3.4 Conclusionit 6.il Sinlcsi. dovetre sfuggire dalle mani del go-
Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica 904 905 Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica
vernatore del re Areta lV (2cor conda visita prima di scrivere la sonaggi chc per primj annunciaro- ve aveva programmato di incon-
11,32 33). Si recò allora a Geru- lertera aì Galati (vedl Galati, let- no iÌ vangelo a Corinto
(2Cor trare Tito (2Cor 2,12-13); non
salemme, dove restò per quindici tera ai). I,19) sj trovavano assjeùrc dopo la avendolo trovato. si recò in Mà
giorni, ma tra gli apostoli iùcoù- 2.3 Macedonia e Atene - In Inissione a Tessalonica, quando cedonìa (2cor 2,13i 7,5). Qui Ti-
trò solo Cefa (redl Pietro) e Gia 1Ts 2,2 Paolo ci dice che dappri- scrisselo la I Tessalonicesi. Que- to ìo raggiunse con la confortan-
como. Si trasleri poi nellc regionj ma si recò a Filippi e poi a Tessa- sto fa pensaÌe che essi si îrovasse te notizìa che iCorinzi si erano
delLa Siria e delLa Cilicia (Gal lonìca; anche Fi1 4,15-16 suppone ro a Corinto qùando scrissero la raweduti dai loro errori e deside-
1,21), Le Chjese della Giudea ave' questa sequenza. Sembra che egli lettera c che dovremmo collocare ravano veclerlo (2Cor 7,6-7). Tito
vano sentìto che Paolo predicava abbia trascorso un certo periodo la prima visita di Paolo a Corjnto e altrj due compagni furono invia-
la fede che un tempo voleva di- di reripo a Tessalonica, durante il poco dopo il suo soggjorno in Ma ti a precederlo a Corinto. con una
slrùggere (Gal 1,23); possìamo de- quale ricevette aiuto dai cristiani cedonia. Fu certo un po'di tem, quarta lettcra dj l,aolo l2cor
durre allola che in Sirla e in Cili- di Filippi <piir di Lrna volta)) (Fil po dopo quesri fatti che l,aolo 8,l6 24), che probabilmente ò I'ar
cia egli era impegnato in un'ope- 4,16; vedl Tessalonicesi, Ìettele ai). scrisse la I Corinzi, poiché moìte tuale 2cor l-9, una lettera di ri,
ra mlssionaria. Dopo aver lajciato Tessalonica, cose crano avvenuie nel fratten-t concilìazione. In questa lettera
Quattordici anni dopo, Paolo andò ad Atene. Desiderava Lorna- po (Lùdemann 101-103). Questa Paolo spiegava anche che aveva
tornò a Gerusalemme con Barna- re a Tessalonica per far visita a sua seconda lcttera a Corinto (clr. mutato i suo programmi di viag-
ba e Tito. Questi quattordici an quella Chiesa, ma ne fu impedito la (lcttcra precedcnter n]enTjona gio (2cor I,l5-2,1; cfr. lCor
possono essere calcolati a partire da Satana e invìò quindì Timoteo ta in lcoÌ5,9 e ora pcrduta) îu 16,2-4), e questo forse gli artirò
dal suo incontro con Cristo o dalla a raflorzarÌa. Timoteo tornò da scritta da Efeso (lCor 16,8.19). I'accusa di essere incostante (2cor
sua prima liisita a Cerusalemme. lui con buone notizie (1Ts 2,17-18; per cui dobbìamo concludere che I,l7). Egli sperava di seguire Ti-
Quì egli ebbe un inconlro privato 3,1-6). Scriverìdo la I Tessaloni- qualche Lempo dopo il suo sog to (2cor' 9,4-5). Probabilnenre
con Gìacomo, Cefa e Giovanni, i ccsi Paolo csprcssc il desidcrio dj l1iorno a Corinîo Paolo si rccò a era stato informato che nuove agi
quali gli diedcro 1a mano destr-a in potersi recare a Tessalonica a vi- Efeso, dove sembra che si sia in- tazìoni si erano verilicate a Corin-
segno di comunione e permisero sltare ì credenti di quella cìttà (lTs traLtenuîo abbastanza a lungo. to, per cui scrisse 2cor l0-13. Era
che lui c Barnaba si rivolgessero 3,6.l0-1 1). Paolo dcscrìve i progetti dei di nuovo pronLo a recarsi a Corin-
ai Gentili (Gal2,1 10). Rilor òpoi 2,4ll ministero svolto a Corin- suoi viaggi luturi in lCor l6,l-8. to (2cor 12,14.20 2l; 13,1 2.10)
ad Antiochia e poco dopo sorsc to c a [Ìeso In 2cor 1.19 si al Sperava di arìdare a Corinlo jn oc- per quella che sarebbe stata la sua
qui I'incìdente per il quale egli ac- îerma che Paolo. Timorco e Sì1- casione della collena e magari terza visita e senbra che l'abbia
cusò Cefa e Giacomo cli ipocrisia vano furono iprjmi ad annuncja, cli unirsi a coloro che dovevano potLrta realizzare (e forse îu anche
(Gal 2,1l- 14). re ìl vangelo a Corinto (ve./l Co- rccarÌa a (ìerusalemme (lCol ben accolto), poìché scrisse la let-
2.2 La forldaziolre dclle Chiese rinzi, lettere ai). Questo ebbe luo 16,3-4; ,X,18-19). Ma esli pensava tera ai Romani da Corinto (Rm
della Galazia Paolo predicò la go probaLrihÌente subìro dopo la arìzitutto di andare, dopo la Pen- 16,23; cfr. lCor 1,14) e in Rm
prima volta il valigelo ai Galati missione in lVlaccdonia c ad A- tccoste, da Efeso ìn Maccdonia e 15,26 osserva che per la colletta in
perché trattenuto ivi da una rna- ter1e, per due rnolivi. Aùzitutto, dì poter trascorrcre l'inverno a danaro aveva già ricevùto contri,
lattia (Cal4,13; vedl Guarigione, quando Paolo si trovava a Corin- Corinto (lCor 6,5-6). l\,la nel frat- buti dalle Chiese dell'Acaia, che
lnalatlia); non attribuisce ad altri to 1ìrono ilratelli dclla Maccdo- lempo aveva inviato Timoteo a dovrebbero includere anche quel-
evenli questa visita di londazione. nia a venire incontro alle sue ne- Corinlo (1Cor 1,17; 16,10-11). la di Corinto.
Risuha chiaro da lcor l6.l che cessità (2cor 11,9). In secondo Sembra che costlli sia tornato a Prima dì scrivere la lettera ai
eglivisitò la CaLazia prima di scri luogo, Paolo si era trasferito da Efèso con la brutta notizia che né Romani Paolo aveva predicato ìl
vere la 1 Coriuzi (clr. sorlo,2.4), Filippj ad Atene e di lì aveva ùan- La lettera né la sua presenza ave- vangelo nell'lllìria (Rm 15,19).
ma egli non ci îorniscc aLtre noti- dato Tinìoteo a Tessalonìca; in- rano potuto sanare ilcontrasto fra Non sappiamo quando questo av-
zie sul lempo preciso in cui que- contrò nuovamcntc Timoteo nel I)aolo e i Corinzi. Paolo fece al- venne, anche se probabilmente re-
rto awenne- Si discute se abbia vi- luogo dove era slala scrilla la 1 lora una seconda visita a Corinto. sta collegato a un suo soggiorno
sitato Località come Aùcira e Pes- Tessaloniccsi (lTs 3, 1-2). Sìlvano (con trìstezza)) (2cor 2,1 2:13,2\. in Macedonia.
sinuùte (secondo la concezione che probabjlmente accompagùò Ti- lu umjliato davaùti a quella Chie- 2.5 Verso Gerusalemme € Ro-
propende per una Calazia setten moteo nel viaggìo di ritorno, poi- sa e lornò a Eîeso coll una gran ma - Paolo presenta altri progetti
trionale), oppure Antiochia di Pi ché si associò a Paolo e Timoteo (lc pena (2cor 12,21). Invjò allo, dì viaggio in Rm 15,22-31. Roma
sidia, Iconio, Ljstra e Derbe (se- nello scrivere Ia I Tessalonicesj, ra Tilo a Corinto coù la sua terza costiLuisce una meta da raggiun-
condo coloro che si attengono a poco dopo che Timoteo era torna- lcttera ai Corinzi, scritta ((tra mol- gersj né a breve termine né dopo
una calazia merìdionale). Si di- to da Paolo (1Ts 1,1;3,6; qùesti Le lacrime)) (2Cor 2,3-4.9: 7,8 12; un Ìungo tcmpo. Da Corinto egli
scute anche se to prcteron (Gal tre si trovano uriti solo a propo- iìlcuni ritengono che si tratti di Programma di andare a Gerusa-
4,13, (prima)) o <la prima volta>) sito di I e 2 Tessalonicesi). veùia- .ìCor J 0-13). lemme; questa è la terza visita a
voglia dire che Paolo fece una se mo dunque a sapere che i tre per- Andò in seguito a Troade, do quella città, di cui parla nelle sue
Itin€rari, progetti di viaggio, parusia apostolica 906 907 Itinerarì, p.ogetti di viaggio, parusia apostolica

lettere (si veda anche lCor 16,1-4; cluenza piir probabile degli eventì ìraturalmenLe dopo glj Atti e non ossia La presenza dell'autoriîà e del
2cor 1,16). Desidera portarvi La dcscrilli in queste lellere. Paolo e si può combìnare con il racconto polere apostolico. In que,(ti testi
colletta (Rm 15,25-21), benché te' Tito avevano evangelizzato Creta, Lli Luca. Paolo ricorda aisuoilettori la sua
sitrovi a do-
ma che. così facendo, dove Tito era rimaslo (Tl 1,5). 2.8 Altri viaggi - In diverse oc- autorità apostolica facendo sentire
ver affrontare I'opposizione dì Paolo si era poi recalo con Tirno_ .asioni Paolo elenca le difficoltà la propria presenza con la lettera
quelliche non credono (Rm 15,31; teo a Efeso, dove Timoteo si era che ha incontralo, e spesso questi stessa, accennando alla visita di un
cîr. lCor 16,3-4). Si propone poì lermato per contrappor si agli in' ostacoli sì riferiscono ai suoi viag- sùo inviato o a una sua visita Ìm
di andare a Roma. in modo da po- segnaùenti errati (lTm 1,3). Nel gj. Per esempìo, così afferma in minenle. La lettera e ìl messagge-
tersi felicirare con i Romani per la fraltempo, Paolo si era recato in 2cor 11.25b-27: (Tre volte ho fat- ro sostituiscono anticipatamente
iede in comune (Rm 1,12). Ma Macedonia (lTm 1,3), dove pro- lo naùfragio, ho trascorso un gior- la presenza personale di Paolo
poiché ha portato a telmine la sua babiÌmente scrisse la 1 Timoteo e no e una nolte in balìa delle on- quando egli non può mettersj Ìn
missione da Gerusalemme aÌl'lÌli- la lettera a Tito. Aveva poi pro- cle. Viaggi innumerevoli, pcricoli viaggio, ma ambedùe rappresen-
ria, afferma pure che ha in pro- gettato di lrascorrere Ì'jnvelno a di îiumi, pericoli di briganti, pe- tano un mezzo allraverso cui egli
getto di recarsi in Spagna per ini Nicopoli (TL 3,12). Sj trovava for- ricoli dai miei connazionali, peri- comunica la sùa presenza aposto-
ziarvi una nuova fase della sua se neL suo viaggio di rìtorno a Efe- colì dai pagani, pericoli nella cit- lica.
missione, dopo aver trascorso un so (lTm 3,14) quando fu arresta- tà. pericoli nel deserto, pericoli sul Queste pericopi riguardanti la
po' di rempo a Roma. Spera che to, iorse a Troade (2Tm:1,13 15). ùare..-; îatica e travaglio, veglie parusia apostolica ricordano per-
i cristiani di Roma diventino col- ln un qualche momento di que- senza numero! lame e sete, fre, ciò al lettore l'autorità apostolica
laboratori della sua missione in sto periodo dj tempo icce anche quenti digiuni, freddo e nudità> (si di Paolo. facendo sentire Ìa sua
Spagna (Rin 15,24.28). visira a Eleso e a N4ilelo (2Tn veda anche lCor 4,11; 2cor prcsenza in questi tre modi îra 1o-
2.6 Le lettere della cattività 4.20). Quando scrisse la 2 'Ì imo- 6.4 5), ro collegati. La presenza di Pao-
Paolo sitrova in prigione quando teo si tro\ava a Roma. dove attcn_ Poiché molte di queste esperien- lo ìn persona era ccrto il mezzo
scrive ai lilippesi (Fil 1,7.I3), ai deva la morte (2Tn l.l6- 17; 2.9: ze ci reslano ignole, simili testi ci principale con cui egli rendeva ef-
Colosscsi (Col 4.3.10.18), agli Efe- 4,6-8.16-18). ianno solo sperjmentare quan- fettiva la propria autorilà aposto-
sinì (Ef 3,1;6,20) e a FiÌemone QucsLa sequenza degli avveni- to siano numerose Ìe lacune della lica (lCor 4,19; Fil 1,24-25) ed egli
(Fm l). Da Fil 1,27; 2,2,1veniarìo menti non si irqùaclra bene nel mi- nostra conoscenza della vila di desiderava sicuramenle comunica-
a sapcre che avcva inlenzione di nistero di Paolo che si può rico- f'aolo. re di persona le proprie informa-
visitare Fjlìppi se c quando fosse struire dallc alrr e lellerc e dagli At- 2.9 Sintesi - Dalle lettere oc- zioni, piuttosro che affidarle a una
slato dimesso dal carcerc. AnclÌe ti, e rende ùecessar ia l'iporcsi che casionali di Paolo, che non copro- lettera o a un messaggero, ma in
scrivendo a Filemonc, peiìsava al1 Paolo abbja inlrapreso altr i viag- no îutto l'arco della sua aftività, quaÌche modo questi due mezzi
cora dj essere Ìibelato dalla prigio- gi dopo La sua liberazionc a lìo- possiamo ricostruire il seguente iti- sostitutivi erano necessari. Un in-
ne e sperava di far visira a lui (Fm ma, per i quali però non abbiamo nerario (escludendo la documen- vialo non possedeva lo stesso po-
22), che abìtava probabìlmcnte Lrna chiara docunentazione. Si îa tazione relativa ai viaggi posreriori tere di Paolo, come si deduce da
neììe vìcinànze di Colosse (Col inohre osservare che se Paolo fos- illa pÌigionia di Roma, poiché è lcot 4,11-201Timoteo tutt'al piu
4,9). Si discute però su quale sia se staro liberato di prìgione a Ro- discussa): l) Damasco, Arabia, potrà richiamare alla memoria le
iÌ luogo in cuj egli si lrovava jù n1a, i sLroi progelti cl ano dj anda l)amasco, Gerusalemme, Siria e vie indicate da Paolo, mentre Pao-
carceralo, e questo !ale per lutle re in Occjdente. non in Oricnle, e Cìlicia, Gerusalemme, Antiochia lo sara in grado di mettere alla
e tre 1e lellere; si Pensa a Roma, L,Ìlca avrebbc cerlalnentc I accon- di Siria; 2) visita di fondazione alle prova direttamente qu€llo che es-
Efeso e CesaÌea. Questa maDcan tato una tale liberaTìone. Questi Chiese della Galazia, in qualche si si vantano di saper fare.
za di consenso tra gli stùdiosi ren- fattori, assieme alLa negazione deÌ- lempo di questo periodo; 3) Filip- 3.2 Forma Funk ha ritenuto
de difficile utilizzare quesle lettc- l'autenlicità paolina delle pastora- pi, Tessalonica, Atenei ,1) Corin- che i passi riguardanti la parusia
re come documentazione attendi- li, dimostrata per altre vie, han- ro, Efeso, Corinto, Efeso, Troa- aposlolica siano i seguenti: Rm
biÌe per il nostro argomento, e a no indotlo a non lenere ìll nessun clc, Macedonia, Corinto, proget- 1,8-15; 15,14-33; lcat 4,14-21;
ogni modo non sappiamo se Pao_ conto questa doculttentazione dei ri di viaggio a Gerusalemme e a 2Coî 12,14-13,13; Gal 4, t2-20; Fil
lo sìa stato liberato in modo da viaggi di Paoìo (vedl LctteÌe Pa- l{oma. 2,19-24i lT s 2,11 -3 ,13. F m 2l-22.
poter realizzare questi suoi progct- srorali). Possiamo pcrò rilenerc Eglj ha inoltre supposto (252-253)
ti di viaggio. coù Fee che 1)aolo potrebbe aver I, LA PARUSIA APOSTOLICA che la parusia aposrolica sia com-
2.7 Le lettere pastorali G. D cambjato isuoi piani e avcr preso 3.l DeIinizione - Alcuni bra- posta di cinque unità letterarie, ma
Fee (3-5), ritenendo che le pasto la via dell'Oriente. Se si accetta ìi dclle lettere di Paolo sono stati dopo dì luì Jervìs (ì l3-114) ha mo-
rali siano autentica1nente paoline questo, allora si può larc affida- r(lcnrificati da Funk in base alla 1o- strato che in essa sono presenti in
e che siano state scritle dopo che mento suÌ]e iùlormazioùi che ci l) îorma e al loro conlenuto co- realtà soltanto tre unità lunziona
Paolo fu liberato di prìgjone a Ro- forniscono le lcttere paslo.ali, ma r)c unità letterarie concerncnti il li. Esse rigìrardano:
ma (At 28), ha ricostruilo la se- qucsÌa docuùentazione si colloca tcnra della (parusìa aposloljcar, 1) Lo scrìvere la lettera da par-
Itinerari, progetti di viaggio, pamsia apostolica 908 909 Itinerari, progetti di riaggio, parusia apostolica
te di Paolo lincluso iÌ modo con Rcplicando alle accuse secondo rusalemme all'IlÌiria e ha segùito energie (lCor 16,1-4; 2cor 8-9;
cui egli la scrive), un accenno al- cùi sapeva scrivere lettere altiso- il criterio di predicare solo neiluo- Rm 15,25-26). Per lui la colletta
l'autorità apostoLica che Paolo de- nanti, ma la sua presenza fisica era ghi dove Cdsto non era ancora co- era simbolo dell'unità delle Chie-
tiene e che Ìo Ìegittima a scrivere, debole, afferma: <Qucsto tale ri- nosciuto, per non costrujre su fon- se e delÌ'efficacia della salvezza
e un invito ad allinearsi con quan- fletta pcrò che quali noi siamo a damenta gettate da altri. Mentre estesa ai Centili. ll fatto che Pao-
to egÌi insegna. parole per lettera, assenti! tali sa- scrive ai Romani desidera conti- lo fosse disposto a rischiare la vi-
2) L'invio di un emissario dota- remo anche con i fatti, di presen- nuare a svolgere il proprio pjano ta pur di poter consegnare questa
to dellc credenzìali necessarie e di zar. Così comnenta Funk al ti- missionario, p.edicando in Occi- colletta (Rm 15,31) indìca quan-
quanlo ha bisogno per realizzare guardo (265): <Il porere di Paolo dente. Egli però si proponeva piil to fossero profondi i molivi che lo
quello che Paolo si alteÌlde da lui. è Ìegalo alla debolczza di Cristo, precisamente di limitare la propria spingevano a questo gesto di soli
l) Una visita di Paolo e il suo questo è vero, ma quel potete, an- opera in città come Efeso e Corin- darietà.
scopo, a cùi si ùnisce (a) l'annun che nella debolczza, è in grado di to. Sembra che si sia servilo di Vi è stata una certa dosc di fles-
cio di una visita. con un accenno farsi sentire>, Egli prome e per- questi nuclei urbani come centd sibilitàe di mutamenti nei progetti
alla sottomissione aÌla \'olontà di ciò di non mostrare alcuna cle- per raggiungere il territorio circo- di viaggio di Paolo, talvoÌta per
Dio al riguardo, oppure (b) il de- menza quando arrìverà a Corin- stante attraverso dei collaborato- necessità. Egli Ia osservare che i
siderio di compiere la visita, assie- to per la sua terza visita (2cor ri (per esempio, Col 1,7;4,12i ve sùoi piani erano ostacolati da Sa-
me aldesiderio e alla preghiera di 13,1-4). di Collaboratori, PaoÌo e i suoi). tana (lTs 2,17-18) e che non era
vedcre i suoi letlori, e la consta- Possiamo dunque constalare Tuttavia, Paolo non ha viaggia' stato in grado di recarsi a Roma
lazione che ò stato impedito dí !e- qrLale siail signilìcato che Paolo e
to solo per predicare il vangelo qùando voleva perché era tratte-
njre, unitaùlente a un'cspressione collega alla sua prcscnza fìsica e per fondare delle Chiese, maan- nuto dal suo servizio in Oriente
di amorc c di rìguardo verso Ì let- alLa parola orale. Queslo è uno dei che per far crescere e incoraggia- (Rm I,13; 15,22). Ulra malattia lo
tori. motivi per crLi spesso si augura di re queste Chiese, in modo chesi indusse a trattenersi a predicare il
Non è necessario che in ognitc- poter et'lètruare la visita di per- consolidassero stabilmente.Egli vangeÌo in Galazia (Gal4,l3-16).
sto siano presenti tutîe tre queste sona (1Ts- 3,10-ll; Rm 1,10; perciò esprime spesso il desiderio Egli cambiò anche i suoi progetti
unità o isingoli elemel]Li che le 15,30-32). E proprio la grande im- di vedere una sùa comunità, per diviaggio relativi a Corinto (1cor
colnpongono. lnfatti, solo 1'uni- porranza che eSlj artribuisce alla quel-
esempio per poterle fornire 16,2-4i 2cot l,15-16.23; 2,1) e
rà relatìva alla visjta è cluella che propria presenza che Io induce a lo che manca alla sua fede (lTs questo creò qualche difficoltà
ricorre in ogni lettera e solo lCor rirLnìre gli elementi che riguarda- 3,10; si veda anche lCor 16,5-7; (2cor I,l7).
4.14-21 contierle tutte c trc le no questa presenzaj sia di perso- 2cor 13,9-10). Questo si accorda . Paolo sapeva bene che i suoi
unità. na sia tramite una Ìettera o un bene con quanto si legge negli At- progetti di viaggio dipendevano
3.3 Significato - Paolo ha cer- messaggero, in particolari pericopi ti, dove Paolo torna continuamen- dalla volontà di Dio. Ai Corinti
to attlibuilo una graùde importan- dclle sue letlere e a usare la for- te a visjtare le sue comunità, per dice così: <<Verrò presto, se piacerà
za alla proprìa presenza nelle sue ma che è stata definita la <paru- raîforzarle e incoraggiarle (At alSignore>(lCor4,l9iclt, 16,7;
comunità c pcrciò alle sue visire, sia apostolica). 14,21-23;15,36.41 16,1-5; 18,23; Rm 1,10;15,32). Secondo gli At-
e questo rjsuLta chiaramente dalle 20,1-2). Ma Paolo ha anche viag- ti, lo Spirito in diversi modi gui
pericopi conccrnenti la parusia 4. I NTOTIVI DEI VIAGGI DI giato a lungo con I'intento di ve- da Paolo durante i suoi viaggi, so-
apostolica ma anche altrove. Egli I'AOLO ln quanto apostolo in- nire incontro alle situazioni diffi- prattutto quando inizia nuove fa-
scrive in Cal 4.20: <Vorrei essere viato ai Gendli, Paolo ha viaggia- co-
cili in cui si sono trovate le sue si della sua missione (Al I1,27-30i
vicìno a voi in questo momento c to pcr prociamare ìl vangelo. Co- munità, soprattutto a Corinto (sì 13,1-3; 16,6-10; 18,9-10),
poter cambiare la mia voce lcon me scrive in lCor 9.1ó: (Non e in- veda per esempio la <<visita con tri-
questa lettcral). Può anche par- latti per me uù vanto predicare il stezza>t,2cot 2,1-2). Inoltre, esli 5. GLI SPOSTAMENTI DI
lare della propria presenra ìn 1er vangelo; è per me un dovere: guai ha desiderato recarsi a Roma, PAOLO SECONDO GLI ATTI
minj di potcre. Scrive infatti in a me se non predìcassi il vangelo>). presso una qomunita che non ave- - 5.1 La sequenza dei viaggi di
lCor 4,19 21: <Ma verrò presto, Qucsro impegno, che siè assunto, va fondato, poiché come aposto- Paolo negli Atti - l) Da Gerusa-
sc piacerà al Signore, e mi rende 10 ha indotto a viaggiare per il lo dei G€ntili avvertiva la respon- lemme a Damasco, esperienza del
rò conto allora non già delle pa- mondo arltìco, predicardo iÌ van- sabilità di dover rafforzare e ar- Signore dsorto, incontro con Ana-
role di quelli, gonfi di orgoglio, gelo c iondando delle Chiese (Rm ricchire le Chiese dei Gentili (Rm nia, fuga da Damasco (At 9,1-25).
ma di ciò chc vcramente sanno fa- 10,1,1-15; 2cor 2,14i 10,14-16; Col l,l1-12; 15,15-16)edilavorareper 2) Pdma visita a cerusalemme,
re, perché iÌ regno di Dio non con, 1,25-29), dovendo affrontare spes- poter ottenere la loro <obbedien-presentazione agli apostoli, pre-
sisre in parole, ma ìn potenza. Che so serie difficoltà (2Cot ll,23-2'7\. za alla iede> (Rm 1,5; 15,18). dicazione a Cerusalemme (Aî
volete? Dcbbo venire a voi con il In Rm 15,19-20 leggiamo quali so- Paolo ha viaggiato intensamen-9,26-29). 3) A Cesarea, Tarso (At
bastone, o con amore e con spiri no 1e ragioni che hanno motivato re in occasione della colÌetta, alla 9,30). 4) Ad Antiochia di Siria con
to di dolcczTa'l). i suoi viaggi. Ha predicato da Ge- quale ha dedicato molto tempo ed Barnaba (At 11,25-26). 5) Visita
Itincrari, progctti di viaggio, parusia rposlolica 910 Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica
a Gerusalemme peI preslare aiu- contra. I1 quadro degli Atti può \i legati assieme da un solo arti- cipale su cuì le due fonti dilferi-
to nclla carestia, ritorno ad Antio essere inteso meglio se lo si vede , ()lo denotano una sola realtà, la scono (redi Cronologia di Paolo).
chia (Ar 11,29-30; 12,25). 6) Prì- composto da periodi di viaggio e tq:io PhtÌgio Galatictt. Questo sa- 6,1 Le visite a Gerusalemme -
mo !ìaggio missionarjo: Antio- altri periodi piir lunghi durante i cbbe allora il territorio frigio an- Nelle sue lettere Paolo parla solo
chia, Seleucia, a Cipro da Salami- quali Paolo sì e ìntrattenuto in rcsso aÌla zona meridionale della di tre visite a Gerusalemme: 1) la
na a Pafo, Pergc. Antiochia di Pi- qualche località. plovincia della Galazia e com- visita di consultazione tre anni do-
sidia (in realtà iù Frigia), lconio, Anche se non possiamo adden- Irenderebbe Antiochia di Pisidia, po la conversione (Gal 1,18-20); 2)
Listra, Derbe, Listra, lconio, An- trarci qui nel problena assai di- lcorlio, Listra e Derbe [vedl Ca- la visita per il concilio, ((quattor-
tiochia di Pisidia, Perge, Attalia, battuto deLle fonti di Luca (soprat- lati, lettera ai). dici aùni dopo> (Cal2,l-10); 3) la
Antiochia dj Sìria (At 1l,I - 1.1,28). tr,ltto le (sezioni noi)), è chiaro Luca ci dice che Paolo fu arre- visita in occasione della colletta
7) Terza vísila a Gerusalenme per che Luca era piu ìnformato su al- slato a Gerusalernme e andò a Ro- (Rm 15,25-32; lCor 16,1-4; 2cor
il concilio; rjtorno ad Antiochia cuni viaggi di Paolo che su altri. rDa per il processo. Resta proble- I ,16).
(At 15,1-35). 8) Secondo viaggìo Inoltre, Paolo fece dci viaggi di cui rùatico sapere come mai Luca ab- Atti enumera invece cinque vi-
missionario: Antiochìa, Siria, Ci Luca probabìlmente non sapeva l)ia terminato il suo racconto a sile a Gerusalemme: l) la visita oc-
licia. Derbe. Listra. telritorio della nulla (2cor I 1,25-27). Luca non rlucsto punto: iiniva qui la sua casionata dalla conversione (At
Galazia di Frigia, attravcrsamen- menziona nemmeno la <visita nel- lonte o è lùi che ha vohìto conclu- 9,26-30);2) la visita dovuta alla
lo della Misja, Troade, Sarnotra- la tristczza)' che Paolo fece a Co- rlere proprio qui? Se avesse ripor- car".stia (Al 11,27-30); 3) il conci-
cia, Neapoli, Filippi, Anfìpoli, rinlo durante il suo ministero di rato anche I'assoluzione di Paolo lio di Gerusalemme (At 15,1-30);
Apollonia, Tessalonica, Berea, Efeso (2Cor 2,1 ; 13,2). Luca non e la sua liberazione, avrebbe per- 4) una visita rapida (At 18,22); 5)
Atene, Corìnlo (per dicÌotto me intende\'a narrare una <<vita di seguito meglio isuoi scopi apolo- la visita in occasioùe della collet-
si), Cencre, Efeso, Cesarea. (ìeru- Paolo> completa, ma presgntarci getici. ll fatto che non si parli di ra (At 21,15-17).
salemme (ùna visila a Gerusalem alcùni episodi scelti, che si adat- liberazione ha indollo alcuùi a Si è in genere d'accordo che Cal
me !a quarta dj Paolol e certo sot- tavano allo scopo del suo rac- pensare che Paolo sia stato mar- 1,18-20 debba essere identificato
tintesa in At 18,22), Antiochia (At conto. tirizzato a Roma alla iine di que- con At 9,26-30, benché vì siano
15,36 18,22). 9) Terzo vìaggio in alcuni casi non possiamo d- sta prigionia (la tradizione della notevoli differenze tra i dÌre rac-
mìssionarìo: Antìochìa. Ierritorio coslLuire con precisione I'itinera- Chiesa primiîiva suppone che conti. La visita per la colletta pro-
dclla Calazìa diFrigia, Efeso (per rio esatto di Paolo (per esenpio Paolo sia stato alla fine martiriz- gettata da Paolo secondo Rm
1re anni), \'lacedonia, Grecia, F'i At 13.14: 15.41-16.1: 17.1,1 15i rato a Roma, per €serr,pi,o Atti dí 15,25-32 e la visita descritta in At
lippi, Troade, Asso, N{itilene, Sa- 19,1). At 16,6-10 solleva partico- Paolo 1l,l-7; Ensebio, Híst. Eccl. 21,15-17 sono evidentemente iden-
mo. Nlìleto, Cos, Rodi. Patara. lari diîficoltà. Dopo aver visitato 2.25.7-8). La predizione del mar- tiche, anche se Luca presenta que-
Tiro, Tolcmaiclc, Ccsarca (At Derbe e Listra, Paolo aveva forse tirio nel discorso di addio rivolto sta visita senza menzionare la col-
18,23 21,11). 10) Quinta visita a progettalo di pcrcorrcre la via Se- agLianziani di Eleso (At 20,25.38) letta (al suo scopo si accenna in At
Gerusalenùne (At 21,15 23,30). basle in direzione occidentalc, al- lu forse interpretata nel senso che 24,17, sebbene di passaggio).
11) Antipatridc, Cesarea, Sidone, la volta di Efeso, ma lo Spirito gli in essa si vide un'indicazione di La difficoltà più seria riguarda
l\'lira, Buoni Porti, Creta, VlaLta, ìrnpedì dì entrare nella provincia quanto sarebbe accaduto al termi- però Gal 2,1-10. Longenecker
Siracusa, Reggio, Pozzuoli, Roma di Asia. Ne conscguì chc cssi do- ne dei due annl. ln lclem 5,6-7 (lxxii-lxxxìii) elenca le soluzioni
(Ar 23,31 28,31). vellero viaggiare attraverso ta, (95 ca. d.C.) si dice che Paolo rag- più rilevanti che sono state propo-
5.2I problemi sollevati dal rac- Phtygian kei Galatikèn chórsn giunse <i confini dell'Occidente)>, ste al riguardo: a) Gal 2,1-10 è Ìa
conto degli Atti - Si supponc (At 16,6). Sc sj iîterd,e Phtygían un'espressione che potrebbe indi- visita per il concilio di Gerusalem-
spesso che gli Atli vogliano alfer come sostantivo. la irase afîerma care la Spagna, benché si tratîi me, descritta in At 15,1-30, men-
mare che Paolo ha ìntrapreso tre che essi allraversarono due regio- Iorse solo di una dgduzione trat- tre la visita in occasione della ca-
!ìaggi, duranLe i quali era sempre ni, la Frigia e la Galazia. Quest'ul- ta da Rm 15,24. restia non era considerata impor-
in movìmento. N{a questa è ura tima dovrebbe rìlèrirsi al lerrito- tante da Paolo, che quindi non
dcduzionc modcrna fuorviantc. ll rio scttcntrionale della provincia 6. IL CONFRONTO TRA LE l'ha menzìonata (questa era l'ipo-
racconto degli^tti è rroppo com della Galazia e dovrebbe compren- LETTERE E CLI ATTI - Come tesi tradizionale îino all'inizio del
plesso perché lo si possa alalizzare dere Ancira, Pessinunte e Tavium. lla mostrato T. H.Campbell XX sec.); b) Gal 2,1-10 è la visita
soltanto in tcrmini di trc viaggi, Seconclo l'ipotesi che si attiene a (80-87), se sì prescinde da qualche in occasione della carestia, descrit-
dal momento che Paolo in realtà uùa Galazia sellentriorale, Paolo omissione (per esempio, gli Atti ta in At 1 1,27-30, mentre la visita
<risiede> per un lungo periodo a svolse una sua missione in tali aree non menzionano la visita di Pao- per il concilio di Cerusalemme eb-
Corinto e a Efeso, lnentre in qual- in questo periodo. Ma d'altra par- lo in Arabia), vi è un accordo so- be luogo dopo che Paolo ebbe
che altra localìtà (per esempio Fi- le PhrÌgia può anche essere un stanziale tra le lctt€re e gli Atti per scritto Ia lettera ai Galati (Cun-
lippi) trascorre solo poco reúpo aggettivo che assieme a Golaliken quanto riguarda i viaggi di Pao ther, Brùce, Longenecker); c) Gal
per via dell'opposizione che vj in- si rjferiscc a chórani.l.Je aggetfi- lo. Ma veniamo ora al punto p n- 2,1 10 è la visita per il concilio
rl
Itine.ari, progetúi di viaggio, parusia aposfolica or t
,)ll Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica
di Gerusalemme, descritta in At to nello stesso tempo uno spicca-
15,1-30, che Luca ha pcrò trasfor- to interesse per Luca come stori- rrndenza a ricostruirla; il latto che tre. coDle osserva ancora Marshall
mato in due visite, in quanto ha possa regìstrare una notevole (1992,89-90), l,uca può aver rice-
co e un rigido scetticismo storico, 'iprecisione
fiainteso che idue racconti del mentre piu recentemente molti al- storica in quei punti do- vuto informazionierrate o parzia
concilio erano paralleli tra loro e tri nello srudiare gli Attj hanno \e cssa può essere verìficata indi- li, che non era in grado di verifi-
ha quindi inventato la visita dì At posto tra parentesi j problemi sto- ra chiaranente che vi sono dei li- care, o può esserc stato inl'luenza-
I I,27-30 (Lake, Haenchen); d) rici e si sono attenuti soltanto a rniti ncl modo con cui una pro- lo da prcgiudjzi consci o inconsci
Cal 2,1- 10 è la visira per il conci- questioni letterarie e teologiche. \l)ettiva teologica può plasmare lc che Io hanno indotto a chiudere un
lio di Gerusalemme, descritta in D'altra parte, però, altri studiosi narrazioni che si presentano come occhio su alcune cosc o a presen-
At l5,l-30, menrre Ar I1,27-30 è hanno ritenuto che gli Arti ci of- storiche e chc un intercsse per la tarne altre in nraniera lendenzio-
un racconto della visita per la col- frano un quadro storico artendi- \toria e un interesse per la teolo- sa. Ma se si lengono presenti i la-
letta, posto îuori contesto: inizial- bile. gia sono compatibili tra loro e non vorì di Hengel, di Hemer e di al
mente era collegato al materiale di ln uno studio cledicato alÌe pri- \i escludono a vjccnda) (Marshall trì, possiamo ritenere seriamentc
At 2I,15-l'7 , ma Luca ha preîerì- me parti degliAtti, M. Hengel af- t992, 90). che il racconto di Luca sui viaggì
to collocarlo prima (Bcare, Funk); ferma che Luca non è meno atten- G. Lùdemann (1989) ha cerca- di Paolo sia abbastanza aflcndibile
e) Gal 2,1- l0 è la visita per il con- dibile di altri srorici dell'antichi- Ìo didistingucrc neglj Arri cìò che dal lato storico.
cilio di Gerusalemme, descritta in tà. Egli fa notare che (l'analisi appartiene alla tradìzìone da ciò J. Knox (58) non ha quindi nes-
At l5,l-30, ma il concilio in real- condotta secoldo il metodo della chc proviene da1la redazione e ha sun motivo di scrivere: <Dubite,
tà ebbe luogo durante la visira di "storia deila rcdazione", così dif- poi tentato di analizzare il mate- rei di tutto quello che in Arrisi di-
cui parla At 18,22i AL 11,21-30 è iusa ai nostri giorni, la quale vuole rialc della tradizione per stabilire ce di Paolo, chc non sia allèrma-
un'invenzióne di Luca (Knox, Je- vedere iD Luca soprattutLo un teo- ciò che può cssere ritenuto stori- to o chiaramentc ìmpìicito anche
wett, Lùdemann). loeo dalla libera inventiva. non è co. Sostenendo che è nccessario nelle lettere). Sc le lettere di Pao
Molti studiosi fanno rilevare in grado di raggiungere il suo studiare bene la storia che sta die- lo devono restare la fonte prima-
che Cerusalemme occupa una po- obiettivo reale, ossia che egli co- tro gli Atti, I'opera di Lùdemann ria per isuoi viaggi, squalificare
sizione di rilicvo nelÌa diifusìone me "storico" cri$tiano si preoccu- rappresenla una Detta roÎtura nei gli Atti in questo modo significa
della Chiesa. Luca ha quindi del- pa di riferire gli eventi del passa- confronti di quclle di Haenchen e dimostrarsi scettici senza aicuna
le ragioni teologiche specifiche per to che cosrituiscono il fondamen- di Conzelmann. Anche sc i'anaii- necessità. Nel tentare di delineare
dire che Paolo fa cinque viaggi a to della fede c della sua diffusio- si di Liidemann suscita qualche iviaggi di Paolo dobbiamo quin-
Gerusalemme (Jewett 61, 92 93\, ne. Eglj t]on è interessato a presen- perplessità (si veda Marshall 1992, di iniziare dallc lcttere, come ab-
e questo per molti studiosi fa sor- tare in primo luogo la propria 87-88), è signilicarivo ii fatto che biamo fatto sopra, ma dobbiamo
gere seri dubbi sull'attendibilìtà "teologia"> (Hengel 67-68). egli sul valorc storico degli Atti as- poi anche prendere in seria consi-
storica di Luca a questo riguardo. C. Hemer ha dimostrato che suma un atteggiamento molto piit derazione la documentazione de-
Se ne deduce perciò che Paolo ha moltj elementi di dettaglio che for- positivo rispetto a quello di gran gli Atti e usarla per una nostra ri-
fatto solo le tre visite a CerusaÌem- mano il sottolondo degli Atti ri- parte della riccrca recente. costruzione, conccdendo comun-
me menzionate nelle sue lettere. cevono ampia conferma da altre Marshaf l (1990, 44-51; 1992, que senrpre la priorità alle lettere.
Dobbiamo però chiederci se, pur fonti, e conclude che Luca è mol- 9l-98) ha sostenuto chc Luca, se Dopo queste osservazioni, possia-
essendo vero che l'attività teolo- to più attendibile storicamente di da un lato ha fornjto un quadro trro tornare a parlare deÌla relazio-
gica e redazionale di Luca ha pla- quanto si sia spesso supposto. abbastanza ristretto di Paolo c ne che esiste tra la Ìisita a Geru
smato chiaramente i racconti che Benché un'accuratezza nei detta- della sua teologia e non lo ha se- salemmc descritta in Gal 2 e il rac-
egli narra, li ha però alterati in urla gli di fondo non significhi neces- guito servilmente fjno a Ltsare la conto delle vìsite di Paolo a Ge-
mlsuIa cosl ampra come sl suppo- sariamente che sia accùrato anche sua stessa terminologia, non lo ha rusalemme, che ci viene presenta-
ne talvolta. La teologia di Luca lo sviluppo fondamentale delrac- però travisalo in modo sostan- ro negli Arti.
non è forse collegara invece, alme, conto, Hemer ha mostrato che nei ziale. 6.3 Gal 2,1-10 e le visife descrit-
no in parte, alle circostanze reali casi in cui è possibile verilicare I'o- È quindi assai probabile che gli te n€gli Atti - Dobbiamo ricor-
della vita di Paolo e ad altri ele- pera di Luca si può constatare co- Atli ci forniscano un quadro sto- dare che le posizioni sintclizzate
menti della sua narrazione relaÍi- me egli sia attenro e preciso. Mar- rico molto pìù verosimile di quan- sopra in (a) e (b) (cfr. sopra, 6.1)
va alla Chiesa primitiva? Dobbia- shall fa notare che il lavoro di He- to molti hanno ritenuto. Questo acceltano la storicità del quadro
mo affrontare brevemente, a que- mer giunge a conclusioni \jgnifi, non significa che Luca dia sempre offerto dagli Atti. Le ipotesi (c) e
sto punto, il problema di Luca co- carive: .,E del lutro discuribile la necessariamelrte una descrizione (d) accordano agli Atti una minore
me storico. diflusa tendenza a ritenere che esarta o che non abbia rivestito il credibilità, mentre la (e) ritìene che
6.2 La storiciaà degli Atfi Al- I'interesse teologico implichi ns- materiale di una forma letteraria Atti sia del rurto inartendibile.
cuni stùdiosi, come E. Haenchen cessariamente una indifferenza e reologica propria. Certamente la Prescindendo dal fafto che l'ipo-
e H, Conzelmann, hanno mostra- verso la storia e anche una ceÍa sua prospettiva e i suoi intentiera- tesi (b) prende in seria considera-
no diversida quelli di Paolo. Inol- zione la probabile storicità degli
Itincrari, progetti di viaggio, parusia aposfoìica 914
915 Itinerari, progelti di viaggio, parusia apostolica

AtLi, un certo numero di ragioni ln seconclo luogo, supponendo lettera ai Galatì in prossimità del ro alle pressioni dei gjudco-
nilita strettamentc a sLro favore, sempre che il racconro degli Atti roncilio di Cerusalemme, e che le crìstiani di Gerusalcmme e sì se-
visite narrate in Gal 2.1-10 e At pararono dai cristianì provenien-
come ha mostralo Iecenterlìen1e sia sostanzialmente aflidabile, il
Longenecker (lxxvii-Ìx\xiii). silcnzio di Paolo in Galati sulla de-
li,1-30 sìano diverse. Sorgono ri dal paganesimo. E ben diîîicile
clunque problemi assai complessi ritenere che Barnaba, un pioniere
6.3.I Cdl 2 e At 15 \ri è una cisione principale del conciljo di
Iorte somigLianza tra questi due le- Gerusalemme è un argomento se si vuole identificare Gal2,l-10 dclla missione ai Centili, abbia
sli. Ambedue si rileriscono a un molto fone coDtro f identìficazio- con At
15,1-30. fatto questo dopo il concilio di
6.3.2 Gdl2 e Al 11,27-30 - Trc Gerusalemùe, svalutando così sia
incontro a Gerusalemme a cui ne di Gal 2,1-10 con Ar l5,l-30.
clementi inducono a ritenere che La decisione presa in cluelconcilio,
hanno pa.tecipato i particolare Luca, per lo rneno, ha ritenuto che
Paolo, Barnaba, Pietro e Giaco tale decìsione si potesse appÌicare Gal 2,1 10 debba essere identifì- nel quale egli secondo gli Attj ave-
ai credenti Centili in gcncrale (At cato con la vìsìta in occasione della va esercitato un ruolo impoitan,
mo, c che si è concluso a lavore
16,,1; 21,25; cfr. At 15,23). Anche
carestia, descritta in At 1 i,27-30. te, sia la propria opera missìona-
di una missione ai Gendli non con-
dizionata dalla Legge. Vi sono pe- se Paolo sarebbe stalo reslio ad Qùesti soì1o i fattori che vanno in ria. E anche l'atteggiamento di
rò aoche delle djlfclenze sjgnifi accogliere o a patrocinarc lc quat- rale direzione: Pietro è diîficile a spìegarsi, se è
cativc. In GaL 2 Paolo si lrola al tro proibizìoni (At 15,20.29), è
1) I due racconti sono scritti staîo assunLo subito dopo il con-
cenLro di questo ìnconho, mcntrc molto dilficile capire perché, se chìaramente sotto prospettive dì- ciìio. L'episodio di Antiochia è
verse, ma vi sono notevoÌj punti molto piir facilmente comprensi-
in At 15 assuile un ìuolo secon egli ha scritto la lcttcra ai Calati
dario. In Gal2.2 1a visita avviene dopo il concilio di Gerusalemme, di comatto. Barnaba era stato in- bilc se si è verificato prima del
avrebbe dovuto taccre complcta-
viato ad Antiochia perché ivì dei concilio, quando per i Giudei e i
in seguito a una rivelazione, men-
tre in At l5,l-3 è provocata dalla nente ùna decisione favorevole Gentìli si crano convertitì (At Gentili non vi erano ancora delle
I 1,19-26); sarebbe qùindi staro ov- direttive comuni sulla pal tecipa
Chiesa di Antiochia. ln Gal 2,2 del concilìo, chc avrebbe ralfor-
vio che avesse parlato della mis- zionc alla stessa mensa. Questo in-
l'inconrro è privato, rìstretto e in- zato enormenente la sua posizio-
lormalei in At 15,6.12 è un con- n-. nel conllitlo creatosi in Gala- sione ai Gentili con i responsabiÌ1 dica ancora una vofta che Gal
ri zia. Quesla omissione induce della Chiesa di Gerusalemme al 2,1-14 va collocato prima del con-
cilio pubblico che enana una a
pensare invece che Paolo abbia suo ritorno, anche se il viaggio cilio di Gerusalemme. E ciò sup-
solurione aùrorìtativa. DobbiaÌno
scrifto 1a lettera ai Galati prima del tendeva in primo luogo a portare pone anche che Barnaba e Paolo
chiederci sc clueste diflerenze sia-
no dovute alla diversa prospctti- concilio di At 15 e quindi che Gal
soccorso nella carestia. Qùesto ge, abbiano rinnovato la loro amici-
va e ai divcrsì intenti di Luca e di 2.1-10 non sia il resoconto che ùere di discussione si accorda be- zìa dopo il fatto descritto in Gal
PaoLo ci ha lasciato di quelconci- nc con la natura chiaramente prj- 2,11-14, e che siano perciò andati
Paolo, oppure se questi due autori
vara dell'incontro descritto in Gal poi ìnsieme a Gerusalemme per iJ
descrivano avvenìmenli disLiùti. lio. L'ùnica altenativa possibile
2,2. Il silenzio degli Atti su que- concilio (At 15,2).
Potremmo aùche coùcludere che sarebbe che il racconlo, riportato
da Lùca in At 15, di una decisio- sto punto non esclude la possibi Tuttavia, I'identificazione di
le diflèrenze dcrivano da pì ospel
tìve cliverse, sc non fosse per ìl lat- ne chc è a favore di Paolo e in cui
lità che queste discussioni abbia- Gal2,1-10 con la visita per la ca-
to che vi sono tre fatlori che ren- Paolo era coinvoho personalmen- no avuto lùogo realmente. lnoltre, restia di At 11,27-30 solleva qual-
le, non sia storica. la raccomandazione da parte dei chlr difficoltà. Una di esse riguar-
dono dubbia Llna iclentilicazione di
Gal 2 con At 15. Anzilulto, se ac- Un ultimo punto riguarda il fat- capi di Gerusalemùe, che si può da l'arco di tempo di tre e di quat,
cettjamo che gli Alti sìaoo artcn- to che in Gal 2,1I -14 Paolo parla tradurre come se volesse dire tordici anni, di cui parlano Gal
dibiÌi e ìclentilìchiamo Gal 2,1 10 del suo contrasto con Pietro e tsar- <co tinudte a ticordarvi dei poveri 1,18 e 2,1, che sono difîicilmente
(tnncmoneuomen, Gal 2,10), ac- inseribili nel quadro cronologico
con At 15,1-30, dobbiano chìeder- naba. In quesla contesa l'atreggia-
quista ùn senso migliore nel con- comunemenle acceft ato, delinito
ci cone mai Paolo in Cal 1-2 nor menlo di Pietro e Barnaba è favo-
abbia iano alcun riferirnenlo alla revole a queLlo de€li avversari di testo della visila per la carestia di in base alla crocifìssione di Gesì)
visita dovuLa alla carestia, dcscrìt- Paolo in Galazia. E comprensibi- Ar 11,27-30. e il ministero di Paolo a Corinto,
ta ir At 11,27-30. Sc sì tìene pre- le che si includa un raccollto di 2) L'interpretazione piir sponta- che viene datato sotto il procon-
questa polemica ìn una lelteÌa nea di Gal l,2l è che nel periodo solato dj Gallione (At 18,12). Se
scnte che egli giùra di dire la verj
rà (Gal 1,20), una tale omjssione scritta prima delconcilio, ma larlo intercorso tra le sue due prìme vi- si vogliono collocare in questo
site a Gerusalemme Paolo è stato spazio di tempo, bisogna ritenere
verrebbc a sminuire il valore deÌ dopo il concilio, e selza îarvi ri-
[eriú]enlo, significa privare di ogni ro/144lo in Siria c in Cilicia. Que' che i tre e i quattordici anni siano
suo ragionaÌnento. Non convincc
l'afiermazione secoùdo cùi Paolo forza ì1 ragionamenlo di Paolo, sto si accorda con la visita di Gal contemporanei e non consecutivi
poiché in quesra occasiorle Paolo J,1-10 se essa è quella della care- (per esempio, ambedue andrebbe-
ha coùsideralo questa visìta come
un falto ifrìlevantc e quindi non lascia intravedele che vi è un dis- \tia e non quella del concilio di ro computati a partìre dalla con-
(lerusalemme (cfr. sotto, 6.3,3). versione di Paolo). Una seconda
degno clì menzione, poìché i suoi sidio permanente tra luì e 91i apo-
avversari avrebbelo lalto notare stoli di Gerusalemme. Questo fa 3) Secondo Cal 2,11- l4 Barna- maggiore difficoltà sta nel fatto
subjto quesra sua negligcnza. pensare che Paolo abbja sclitto la lrr e Pietro ad Antiochia cedette- che se si identificano tra loro Gal
Ilinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica 916 917 Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica
2, I- 10 e At I 1 ,27-30 si \ iene a re la pressione dovuta all'accumular- la iorza di una delLe ragioni cbe za e la quarta nelle sue lettere oc-
stringere il tempo del secoodo sì dei viaggi di Paolo, che rìsulta Knox avanza per'affermare che il casioùali. Se la lettera ai Galati è
viaggio missionario, poichó csso dall'ìpotesi (b). Ma essa prcsenta confronto deve essere avvenuto srata scrirta prima di At 15,1-30,
dovrebbe essersì veriîicato tra il alneno tre punti deboli: tardi nella vita di Paolo. Si può di ciò è avvenuto prima delle visite
concilio di At 15 (probabilnenre l) Nelle leltere di Paolo Barnaba re peÌciò con le parole dì Longe- numero 3 e 4. Quando Paolo scri-
nel 48 49 d.C.) e I'incontro con non viene associato al ministero di necker: (Dobbiamo concludere ve della sua visita per la colletta,
Gallione a Corinto ncl 5l d.C., Paolo in N4acedonia e in Acaia che la ricostruzione di Knox for- non dice che essa è la lerza, per cui
dopo un soggiorno di diciotto mc- (1Cor 9,6 non rappresenta una ve- nisce una spiegazjone molto me- può essere benissimo la quintal
si in quellacittà. Ancora una vol ra eccezione), mentre quest'ipolesi no plausibile di una serie di clc- Paolo sicuramente non dice nulla
ta, queslo ùon è inpossibìle, so- suppone neccssariamcntc chc Pao- menti che si trovano nelle stesse che ci faccia intendere che non vi
praltutlo se si aderisce alÌ'ipotesi lo e Barnaba si trovino uniti do- lettere di Paolo, chc non il quadro sono state altre visite (cfr. Knox
della Galazia ùreridionale, ma al- po queslo mìnìstero, quando so- tradizionale deljneato negli Atli... 35-40).
cuni trovano da obiettare conlro no andarì a Gerusalemme per il Non è quindi per un pùro atteg- 6.4 Sintesi - La tabella della
clucsta jderltificaziorìe, per vìa dì conîronto (Cal 2,1). Cal 2,1-10 giamenlo di ingenuità che preie- pagjna seguente presenta la nostra
un lenpo così ristretto (cfr. Jcwett implica chiaramente che Paolo e riamo il quadro descritto da Lu- ricostruzione degli spostamenti di
89-93). Si porrcbbc rjmediare aù Barnaba lossero compagni di mìs- ca neglì Atli alla ricostruzione di Paolo e mostr-a come i dati dedu-
ticipando la data della crocilìssìo- sjone l'ino al ternpo di questo in- Knox> (Longenecker, lxxvii). cibiii dalle lettere dj Paolo e dagli
ne (collocandola nel 30 invece clÌe contro, 6.3.4 Conclusioní L'ipotesj AttÌ si possano concordare tra lo-
nel 33 d.C.), ma solo se lrascurja- 2) ln Gal 1,21 I'aolo affenna di più probabile è dunque che Cal ro (essa si fonda su quellapubbli-
mo la data probabilc del 37 per la essere andato in Siria e in Cjljcia 2,1-10 e At 11,27 30 si riferiscano cata in CampbelÌ 8?).
luga di Pàolo dalle mani di Arcta ncl periodo intercorso Lra le sue alla stessa vìsjta. Possiamo quìn
(2cor 11,32-33), benché quest'ul dùe prime visite a Gerusalemme. di costruire così la sequenza delle Vedi anche: Colletta per i san-
tima sia una data su cLLi non si do- Questo però suppone che egli ab- visite a (ìerusalemùe: li; Corinzi, leltere ai; Cronologia
vrebbe îare rnolto afîidarnento bia jntrapreso un'ampia opera di Paolo; Efeso; Galati, lettera ai;
(Hcmer 264). nìissionarja jn Galazia, Macedo- L Gal 1,18-20: At 9,26-30 Ccrusalcmme; Lettere pastorali;
L'idenrificazione dj Gal 2,1-10 nia e Acaia in qùeslo periodo. Ma lre anni dopo la (la visita dovuta Missionei Paolo negÌi Atîi e nelle
con Ar 11,27-30 richiede dunque ciò si oppone a quella che sembre- conversione allaconversione), Lettere; Viaggì nel mondo ro-
qualche ritocco della cronologia, rcbbe la lettura piir ùaturale di 2. Gal 2,1 l0: At 11,27-30 n'ìano,
anche se la cosa non è del lullo ìÍì- cluesto versetto e viene a gettare {]dopo quatlordici
presentigli discredito sull'affermazione di annir lla visita
possjbile. Se si tengono
per la carestia).
BrBr Baaerc P.. FuAlljne the Cospel:
argomenti a lavorc di una simile Paolo di djre la verità (Gal 1,20). The Srcpe aJthe Paulì e Mistìon,ii JETS
jdentiîicazione, che abbiamo de- 3. Ar 1i.1 30 30 (1987) 185-19E; Bru.e F. F., The Book
Inollre, poiché Paolo fa notare di (ìl concilio dj o/ /n€,,1cb, Eerdmans, Grand Rapids 19E8
linealo sopra, la necessità di que- essere lonlano da Gerusalemme, Cerusalemme), 0 n.); Canrpbell T. H., Paul\ <Missìondtr
sti rilocchi non vicnc a sminuire la sembra probabile che se si fosse 4. At 18,22 .Iaunle$> as Refle.ted ín tlis Letters, in
validità di questa ipotesi. spinto oltre la Cilicia lo avrebbe (la visira breve). -/ra 74 (1955) 80 8ij Conzelmann lt.,,,lclr
ol the Apostles, H.rm, FarLr€ss, PhiLadel'
6.3.3 Aal 2, At 15 e 18,22 delto chiaramente, perché questo s. Rm 15,25-33; At 21,15-17 phia l98ll Corley B. \ed.), C.nb.4ur on
Un'alúa possibile soluzione è che avrebbe ùlteriormente conierma- lcor 16,1-4; (la lisita per la Nc|| Tctamc t Sùt.lies: A Tìnefat Redp
Luca non possedesse informazio- to la sua indìpendenza da Ge sa- 2cor 1,16 collelra). praìsdland Ftesh Appr.'aches, Mercer Uni-
ni suffirienli, tali cioè che gli per- lemnle. lersiry,lvlacon (CA) 1983t Fee C. D., / drd
2 Timoth!, Titus. Heldrickso!, Peabody
mertessero di disporre il materia 3) Knox ha rjtenuto che la col- (\,1À) 1988i Fiîznyer J. A,., Paut dnd His
le in una sequenza coerente. Se letta îosse un obbligo imposto a Riteniamo pertanto che vi sono Theolos!: A Btiel Sketch, Prenrìce Haìì,
questo ò vero, il conteslo reaÌe in Paolo durante il confronto awe- stali due inconlrì durante i quali Fngle{ood Clìlts 1989,t Funk R. W.. Ine
cui si colloca il concilio di At 15 nulo a Gerusalemme. Ma se i ca- si è discusso sùlla posizione da ac- Apastolìc Parousia: Fatm and Sisnilican-
€. in N. R. Farmer ' C. F. D. Nfoule - R.
potrebbe essere quello deÌ viaggìo pi cli Gcrusalemme avessero impo- cordare ai Gentili, uno più ìnfor- R. Niebùhr (edd.), Chtistian Histat! und
a CerusaleÌnme, di cuì parla At s1o a Paolo dì intraprendere la col- male e privato (Gal 2,1-10 e At Interpretatian: Sludies Prese ted to John
18,22, come ritengono ì lautori lerra, sarebbe difficile spiegare 11,27-30) e l'altro di natura piu -(rrr, Universiiy Press, Canbridge 1961,
pp. 2,19 26rlj Cùnrher J. J., Paul, Messen-
dell'ipotesi (c), mentre la visita di perché Paolo esprìma qualche e- ibrmale, probabìlmente convoca-
pet and Exìle: A Studt ìn îhe Chtonolo!:t
,At 11 dovrebbe appartenere a una sitazìone nell'accettarla (Rm to per risolvere il problema solle- of Hts Lfc snd Leîîers,Iúdion, vallerFor
tradizione che si riferisce aÌla vi- 15,25 32) e anche il suo probabile varo dall'episodio verificatosi ad Be 1972i Haenchen 8., Tre Acts oJ the Apa-
sjta per il concilio o a quclla per riliulo (a giudicarc dal silenzio di Antjochia (At 15,1-30). In questa sÌles. A CoÌn entarr, WcrmiNler, PhiÌa
delphia l9?1; HengcÌ \,I., ,.1(ts dnd the Hi-
h colletta. Qucsta proposla di ùna Luca). È molto piir probabile che prospetliva Paolo ha farto cinque
nory- olEaliest Chrisîìunir], Fo.t.ess, Phr-
triplice visira,che Je$'ett (95-104) l'iniziativa deÌla colletra sia di visite a Gerusalemme. ma non ladclphia 1979i Heúer C. L, Thc B.rrk al
lìa elaboraro in dettaglìo, allenta Paolo. Questo viene ad allentare rveva motivo di menzionare la ter- Acts itt Íhe Seúing ol Helleltktic Hìsîott,
Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica 919 Itinerari, progetti di viaggio, parusia apostolica
Itinerari di Paolo (edito da C. H. Oempo, WUNT 49, J. C. cordihg to theTruditions in,4cfs, Fofress,
a. Mohr, Tùbingen 1989i Jervh L. A., Ire Minneapolis 1989; Marshatl r. H., The Acts
Puryose o.î Roùans: A Comparutive Let- oÍ rhe Apostks, NTG, JSOT, Sheffield
teî Structurc -fnrerrlsdliox, JSNTSS 55, 1992; ld., Luke's View ol PauL h SWJT
Lettere Afti JSOT, SheffieÌd l99l; JewerfR., A Chro- 33 (1990) 4l-51; OsE G., 7'he O.lisse! oÍ
nologr of Psul's Life, Foitress, Philadel- Paul, Rev€ll, Old Tappan (NY) 1968: Ram-
Damasco (Gal 1,17c) Damasco (At 9,1-22). phia 1979; Knox J., Crrptets in a LiÍe of say W. M., St, Paul Íhe Truvellet a the
Arabia (Gal 1,17b). Pdrl, (edito da D. R. A. Har€), Mercer Uni Ro an Citize ,Hodder & Sioughton, Lon-
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Gerusalemme (visita 2; Gal 2,1-10) Cerusalemme (At fl,29-30: 12,25).
Aùtiochia (At 13,1-4a). i
Cipro (At 13,4b-12). .ì
Galazia (Gal 4,13) Galazia meridionale (At 13,13-14,25)
Antiochia (Gal 2,11-14) Antiochia (At 14,26-28).
Cerusalemme (visita 3; At 15,1-29).'
Antiochia (At 15,30-35),
Siria e Cìlicia (At 15,41).
Derbe, Listra (At l6,l-5).
teritorio della ca.lazia di Frigia
(At 16,6)
Misia, Troade (At 16,7-10).
Filippi (lTs 2,2) Filippi (At 16,l l-40).
Tessalonica (lTs 2,2; Fil 4,f5-16) Tessalonica (At 17,1-9).
Berea (At 17,10-14).
Atene (lTs 3,1) Ate4e (At 1?,15-34).
Co nto (2cor f,lg; fl,7-9) Co nto (At 18,1-18a; per 18
Cencre (At 18,18b).
Efeso (At 18,19-21).
Cesarea (At 18,22a).
Gerùsalemme (visita 4; At 18,22b).
Antiochia (At 18,22c),
territorio della Galazia di Frigia
(At 18,23).
Efeso (lCor 16,1-8) Efeso (At l9,l-20,1; pèr circa tre
anni)
Corinto (2cor 2,1; 13,2)
torno a Efeso
Troade (2cor 2,12).
Macedonia (2cor 2,13; 7,5) Macedonia (At 20,1b).
Illi a (Rm l5,l9x
Corinto (2cor 13,1; Rm 15,26) Grecia (At 20,2b-3a).
Filippi (At 20,3b-6a).
Troade (At 20,6b-12).
Milero (At 20,15c-38).
Cesarea (At 21,8-14).
Progetto di visita a Gerusalemme, Gerusalemme (visita 5;
a Roma e in Spagna (Rm 15,22-2'7\, At 21 ,15-23 ,30\ .
(At 23,33 -26,32r,
C esaî ea
Roma (At 28,14b-31).
921 Legge

cìiversi secoli prìma e dopo Lute prìe opere buone, anche se com

KL
Ìo, questa sentenza non sembra- piute al di îuori dell'amore di Cri-
va escludere le operc btionc da sto. nó i mcriti del suo ordine
(tualche ruolo neila storìa della sal- avrebbero potuto salvaì lo dalla
vezza, e alt brani neÌle lellere di giustìzia lerribile di Dio. Infine,
Paolo sembravano indicare cbe dopo aver raggiunto una situazio-
queste opere erano necessarie (Gal l1e vicina alla disperazione, Lule
5,6; Rrn 6,13.19; cîr. Concilio di lo corì1inciò a meditare su testi co
TtenLo, Decrcto sullq giuslíJica- lne il Sal 3l,l-2 e Rm l,l7 e sco-
;lor" 6,10-l l). Tommaso d'Aquì- prì, aftraverso dj essi, che il line
no credeva, quindi, che poiché la della giuslizia di Dio non consiste-
natura umana richicdcva. in sc va nel condannare. ma ne] salva-
stessa, la potenza traslormatrice rc i pcccatorì. Dio rapprcscntava
KERIGMA: vedi Cenrro della 1,15-16; Rm 1,5.13-14; 15,18; cfr. della grazia divina per ereditare la il suo rifugio e la sùa polel]te for
teologìa di Paolo; Predicazione, At 9,15 i 22,2t: 26,17 ), egli pensò, vita eterna, l'umanità non si sa- tezza, pìri che jl suo accusatore
kerigma in modo diffuso, alla relazione tra rebbe potuta salvare con i proprì irato.
la legge giudaica e la fede in Cri- meriti neanche prima della cadu- Quest'esperienza modellò la let-
LEGALISMO: vedi Legge; s1o. Troviamo i risuÌtati di questo ta. Dopo la caduta, la grazia di tura di I-utcro delle letterc di Pao-
Opere della Legge pensiero prima nelle lettere ai Tes- Dio era ancora più necessaria per lo, specialmente di Galati. Qui egli
salonicesi e ai Corinzi, in Galati, la salveT,za, giacché l'ùmanità ve- riscontÌa, con ampia evidcnza, chc
LEGATURA DI ISACCO: ye. Filippesi e Romani, e in esrensio- niva separata due volle da Dio l'attività umana, o la <gìusrizia at-
dl Morte di Cristo; Saciiîicio, ol- ne minore in CoÌossesi, Efesini e (Summa Theologíoe, I-lI. 109.2). tivar, non importa quanto since-
ferta nelle Pastorali. La ìegge deJl'AT, sìmilmente, ave- ra o vigorosa, non può salvare
Nell'ulti.na metà del secolo nes- va operato a livcllo umano c, pur nessuno dalla collera divina. Que-
sun'area degli studi paolini è sta- essendo un bene iù qùanlo tale, sta sah,ezza può giungere soltan-
LEGGE ta sottoposta a piÌr radicale revi- mancava deÌla grazia richiesta da to mediante la (giustizia passiva);
sione della concezione paolina del- Dio, che rcndc capaci di osserva- ùna giustizia fornìta, nella sua in-
SoN&rARro - L La discnssione sùÌìa conce la Legge. Un'irresistibile eviden- re i sùoi precettì (l-1I.98.1-2). Co- tierezza, da Dio stcsso c îatta pro-
zione paolìna della LcCget 2. l-a legge za ha richiesto una revisione de- munque, la nuova legge del NT pria mediante la îede in Gesù Cri
giudaica neÌ le.iodo del Secondo Tcn gli assùnti cristiani, e specialmen-
pio; 3. La l€gge ciudaica neÌle leftere di
conteneva questa grazia; in tal sto. I-utero assumeva I'utilizzo
PaoÌoi 3.1 I e2TessaÌonicesi: 3.2 1 Co- te protestaDti, sulla relazione di modo i cristiani diventavano ca- della parola /egge, in branì comc
riùzìi 3.3 2 Corinrii 3.4 Oalatii 3.5 Filip- Paolo con qùesto singolo aspetto paci, mediante questa grazia, di Cal 2,16-21, quaLe cifÌa per le esi-
pesìi 3.6 Romanii 1. ConclLisione. molto importante della sua fede compiere le opere che mcritavano genze della giùstizia di Dio e di
orìgiÌtaria. AÌcune concezioni sulla per loro la vita eterna (I II.108.1; tutti i tentativì umani di essere sal-
Una carattcristica ben attestata natura di questa rivoìuzione negli 11,1.2; ll2.l;.114.1.9). In modo vatj mediante esse. Queste, egli
della religione giudaica al tempo studì paolini rappresentano, quin- analogo, il coùcilio di lreÌrto so- caedeva, non possono salvare, ma
di Paolo era la maniera con cui il di, un imporlante prereqùisito per steneva che questa giustificazione solranto condannare e ispirare ter-
modo di vivere giudaico era defi- una rilettura deÌle stesse asserzio- rappresentava ùn processo di coo- rore: (Non ìmporta come il sag-
nito sia nella iorma scÌitta che ni di Paolo sulla legge giudaica perazione con la grazia divina, chc gio e il giusto Possano essere se-
orale. Il
fondamento di questo (tedl Interpreti di PaoÌo). cominciava con Ìl pentimento e condo la ragione e la legge divina:
maLeriale era l'alleanza che Dio continuava nella forma di obbe- con tutte queste opere, nÌeriti!
aveva comunicato a Mosè e ave- 1, LA DISCUSSIONE SULLA dienza ai comandamenti di Dio e messe, giustizia e azioni dì cÌrlto
va fatto con il popolo d'lsraele CONCEZIONE PAOLINA della Chiesa (Concilio di Tren- essi non sono giustifìcatit) (l ttl
presso jL monte Sinai, come esso DELLA LEGGE fo, Decreto sulla giuslificazione
lo aveva conservato nei pdmi cin-
- Durante il pe-
riodo del Rinascimento e della Ri- 6.10-1 1).
26.140, commentando Cal 2,16).
Il ruoÌo della Legge non consiste
que libri della Bìbbìa ebraica. I forma, la Chiesa cattolica roma- Era soprattutto contro questo ne1 giustificare, ma ncl condan-
Giudei del tenpo di Paolo, se- na comprendeva l'asserto paolino p ncipio di cooperazione tra gra- nare e nel lertorizzare (LW
guendo Ìa tradizione biblica, sj ri- secondo il qrÌale (dalle opere del- zia e opere, espressa nelia dottri- 26.118-151). La salvezza viene da
lerivano spesso a questi scritri fon- la Legge nessuna carne verrà giu- na dei meriti dei santi. che i rifor- un'altra <legger, del lutto separa-
dativi, denominandoli come la stiîjcatar) (Gal 2, l6) come volesse matori innalzarono la bandiera del ta, la legge della grazia che dona
<Legge)) (ebr. úra, $. nomos). intenderc che nessuno potrebb€ dissenso. Prima della sua protesta La giustizia al ciedente a prescin-
Dopo la vocazione di Paolo ad an- ottenere la vita eterna senza l'aiuto contro la Chiesa cattolìca roma- dere da ogni suo sîorzo, e lo po-
nunciare Crisro ai Gentili (cal divino. Per la Chiesa cattolica, nei ùa, Lutero temeva che né le pro- ne al riparo dalle accuse della Leg-
Legge 922 923 l-egge

ge. Nella sfeÌa della giustificazio- d comandamenti della Legge rap- Dio punisce i peccati ljgorosamen- mente ad acqujstare credito non
ne, quindi, la Legge non trova po- presentava il mezzo per il quale il re, secondo la legge della relribu- solo nei circoli gilrdaici, lna tra
sto. Ponendo la propria fede in rabbino credeva che la salvezza zìone, che la salvezza non è mai chiunque operava da vicino in ta
Cristo, il cristiano è saljro al cie îosse raggiungibile. ll comune Llna cerlezza e che anche il Pcnti' le ambito. NeÌ 1927 Cì. F. Moore
lo e ha lasciato la Legge molto rabbino, quindi, credeva che la fi- ùento e la fede possono ess€re Lra_ pubblicò uno studjo, in dùe volu-
lontano, sotto, sulla terra (Z lrl nalità della religione rabbinica fos- sîormati in opere neritorie (BuLt mi, sùlla teologia rabbinica, chc,
26.15ó-157). se la ricerca deLla ricompensa sul- mann 66-69). in contraslo con I'opera di Weber,
È facile, quando si Ìegge Lute- la base dei meriti, che Dio fosse La rappresentazione luterana soltolinea!a il ruolo della grazia,
ro, concentrarsi sull'argomenta- un giudice severo. e che I'avvici dell'antico Giudaismo, ora espres- della n]isericordia e della pcnite11
zione teologica nei confronti del- narsi della morte portasse con sé sa con i vestitj solelÌni degli studio za nella piìr antica lettcratura del-
la Chiesa cattolica romana nella il terrore delÌa perdita deila salvez- sì. non rimase incontestata tra glì la religione rabbìnìca. A questo sc-
quale è così energicamente impe- za dovùta alla mancanza di medti. studiosi di orjSine giudaica. All'i guì nel 1948 lo sludio dettagliato
gnato, e non accorgersi della sot- Larga parte di questa rappre- nizio, nel 1894, l'eùinente rifor- di W. D. Davies, su -a'cro[o e il giLt-
tile improprietà ermeneutica nel- sentaziong del Giudaismo antico rnatore giudaìco C. G. Montefio daismo rdbbinico, nel quale ipo-
la quale il grande riîormatore e si fa strada nelle interprelazioni re si oppose con forza a ciò che tizzava che la dotlrina paolina del
teologo è caduto. Specialmente nei del NT in generale, e specialmen- cgli considerava una tendenza dei la giustjlìcazione mcdiante la fe-
suoi commenti a Galati, ma anche te nell'esposizioni degLi scritti pao- reologi crìstiani a rappresenlate dc, senza la Legge, rappresentas-
altrove, Lutero rileneva che i Giu- lini. Commentari, largamente usa- il Giudaismo rabbinico come se \oltanio ùna metafora tra le
dei, ai quaÌi apparteneva la visio- ti, come quello di W, Sanday e A. un'ombra scura contro la quale la tante, probabilmente sviluppata
ne della Legge contro la quale Headlam su Romani (ristampato teologia paolina avrcbbe potuto nella foga dcll'argomentazione
Paolo stava dibatrendo, possedes- 17 volte dal 1895 al 1952), e lib intensamente brillare. La lcttera- (Davies 221-223) c che le lettcre
sero la stessa teologia della giusti- influenti sul NT, come la descri- lùra rabbinica, contestava Monte- aposlolichc rivelassero scmpLice-
ficazione della Chiesa cattolica ro- zione popolare di R. Bultmann in fiore, rivela un Dio compassionc- nìente un lariseo Per il quale era
mana medievale. Quest'errore er- Il cristíanesimo ptìmítiro nel qua- vole e miserìcordioso, pronto a ormai spuntata 1'cpoca messiani-
meneuiico è stato poi perpetuato dro delle religioni antiche (.1949; metlere da parte anche gravi infra_ ca (Davies 7l-73; tedl Ciudeo,
lungo i quattro secoli successivi e Milano 1964), hanno utilizzato zioni della Legge al prino movì- Paolo come). Senza dubbio, co-
infine si presta come principio or- questa rappresentazion€ del Giu- mento verso il pentimento da par munque, l'evento di s!oÌta che ha
ganizzativo per innumerevoli stu- daismo come sfondo per le loro te delÌ'olfcnsore. lnolîre, qùesta permesso alìa clitica di !lontcfiore
diosi proteslanti dell'AT e dell'an- spiegazioni della teologia neotesta- rappresenta ì rabbini come colo- di uscire da ùn punto di ristagno
tico Giùdaisúo. mentaria. Ad esempio, nel com- ro che consideravano la Legge co_ e di immettersi nella corrente prin
Era spesso supposto tra gli stu- mentario di Sanday ed Headlam, me dono e gjoia, che conferiva, cipale fu 1a pubblicazione, nel
diosi dell'AT, per esempio, che in la dialettica paoÌina rispefto alla come per Paolo, un alto valore al- 1977, di E. P. Sanders, P4o1o e i1
definìtiva, dal periodo della re- Legge in Rm 7,7-25, che essi con- la lede in Dio, e deì quali la prc- giudaismo paleslinese (llrescja
staurazione dei Giudei in Israele siderano come autorappresenta- ghìera quotidiana era: (Sovrano 1986). ll libro di Sanders sÌ dìmo-
sorto Esdra, la storia del Giudai- zione della sua esistenza prima di lutti ì mondil Non a causa del- strò tanto incisivo non solo per il
smo fosse una storia di vorticosa della conversione, è interpretata le nostre giuste azioni poniamo le sllo approccio origjnale, ma Per-
degenerazione nel legalismo, nel- come la conseguenza naturale del- nostre sùppliche davanti a tc, ma ché si rivolgeva in modo ineqùivo-
I'ipocrisia e nella manca[za di la <severa>r concezione rabbinica per le tue abbondanti misericor- c.hiìe ed esal.lslivo contro la con-
compassìone. SimiÌmente, quando della Legge che, sostengono, (era dier (b. Yol7? 87b). Montefìore nel cezìooc distorta dcl Giudaismo
glì studiosi protestanti discuteva- fatale per la pace deÌla mente) 1900 si rivolse all'inglese Sl. P.1r1 che gLi srùdiosj lulerani, e coloro
no sul Giùdaismo rabbinico, ten- (Sanday ed Headlam 189). In mo- Association chiedendo: (C'è ai- che ne subivano I'influenza, ave-
devano a presumere che la pole- do analogo, Bultmann, in una se- meno la piÌì piccola possibilità che vano prodotto. Sanders si faceva
mica di Paolo contro di esso. in- ztoÍe del Crist ianesitno pri mitíy o voi. a diîferenza dei teologi, mi strada, passo dopo passo, attra_
terpretata attraverso gli occhiali intjtolata <Legalismo ebraico)), ri- crederete quando dico che tutto verso le opere più autorevoli de-
della reazione luterana contro il leneva che la concezione giudaica questo allare del Ciudice severo gli eseScii neoteslamentari con-
cattolicesimo romano, offrisse della Legge nel I sec. consideras- e della legge rigorosa è una fanta- temporanei, per dimoslrare che es_
una solida base per sistcmatizza- se impossibile <l'obbedienza radi- sia e uno spauracchio?>. si disprezzavano l'antico Giùdai-
re la religione della Mishna, del cale> a Dio, in quanto sosteneva All'inizio, la crilica di Monte- smo come una religione neÌla qua-
Talmud e degli scritti giudaici del- che. Llna volta osservata una cer- îiore aÌla caricatura luterana clel le la salvczza si otteneva con il suc-
l'epoca successiva. La descrizione ta lista di comandamenti. si era a Giudaìsmo pervenne a orecchi sor cesso dei propri merili. Poiintra-
(popolare) di F. Weber della teo- posto e liberi di fare qualunque di; ma, grazie all'opera di diversi prendeva un itiÌlerario un po' Pro-
logia talmudica (1880) è tjpica. cosa (Bultmann 66). Inoltre, dice- \tùdiosi aùtorevoli. nei successivi lisso noù solo attr-averso la lette_
L'osservanza dei molti e peculia- va Bultmann, viene insegnato che scttant'annì comìnciò gradual- ratura rabbinica dei prini 200 an-
Lcggc 924
925 Legg€
d d.C.. ma anche attravcrso la let- ge rappÌesenta esattamente il con-
teratul a qumranÌca, gli apocrifi e trario delle concezioni presenti in za giùdaica verso una religione dì- ders iD quanto non offre una plau-
gh pseudoepigrafì, per accertaÌe tuttj gli altri scritti giudaicì perve- \'ersa. sibile spiegazione sulla fondamen-
come questi cÌocumenti rispondes nutici) (Sandmel 1978,320) c che
Sanders sostiene che Paolo non tale giudaicità delle lettere paoli-
selo alla queslione: (Che cosa bi- possiede una <teologia della Leg- ne. Sanders, obietta Dùnn, ha tan-
l'origine della valutazione paolina
sogna fare per essere salvi?r. negativa della Legge è îondata, in ge>r, ma risponde in diversi modi to separato Paolo dal Giudaismo
La sua concLusione era che ìn larga parle, sull'idea dclla Legge alle diverse circostanze che mìnac- che dsuÌtano enigmatiche I'ango-
lurla questa ìetteratura giudaica che si era sviluppata nel fertìle ter- aiavano la sua missione di annun- scia di Paolo nei confronti dei
antica, a eccezione dell'atipico do- reno del Ciudaismo ellenistico. ciare sia ai Giudei che ai Centili Ciudei non crcdenti, in Rm 9,1-3,
cumento 4,Esd/a, la salvezza non la necessità della partecipazione in e ìa sua preoccupazione che gli
QÌreslo tipo di Ciudaismo, ipotiz-
gìungeva attraverso il successo di zava Sandmel, spesso conferiva Cristo alla salvezza. Per motivi etnico-cristiani possano compren-
un certo numero di opere merito- vaÌore aLla Legge come guida per pratici egli riteneva che dovesse- dere il loro debito spirituale nei
rie, ma mediante I'appartenenza gli altri ideali religiosi e così mi- ro essere annullate quelle partj del- confronti d'Israele, ìn Rm
all'alleanza deÌ popolo di Dio. La nimizzava l'importanza della sua la Legge che i pagani considera- 11,17-24 (Dunn 188; redl Roma-
risposta approprìata all'alleanza reale osservanza. Quindi Paolo vano con1e particolarmente giu- ni, lettcra ai).
era, certamente, l!obbedienza; ma era predisposlo a svalutare la Leg- daicl'ie (circoncisione, osscrvanza l.a descrizione di Paolo che
mezzì di espiazione erano imme- ge a causa delle sue radici giudai- .lcl sabato e pratiche alimentari). Dùnn propone, sostituendo quel-
diatamente a djsposizione per co- che, notevolmente influenzate dal- Queste potevano ostacolare la la precedente, ritieDe che Paolo
loro che non obbedivano piena- f insegnamento greco (Sandmel missione presso i Gentili e poteva abbia operato, nella sua ricom-
mente- Sanders ha denomìnato 1979, 48-53). Questa concezione no indulli a ritenere che la chiave prensione della Legge, nell'impe-
questo (modello di religiorle) co- perviene alle estreme conseguen- per la salvezza lbsse jl Gjudaismo, to della coitroversia con i giudeo-
me (nomismo dell'alleanza)) (San- ze nell'opera di H. Maccoby, il mentrc di fatto lo era la parteci- cristiani, i quali credevano che gli
ders 1986, 120; 1992,262-278) e, quale, in base a Cal 3,19 e 4,9-10, pazione in Cristo. Quando egli ctnico-cristiani, per conservare un
sosteneva, somigliava poco alle ipotizza che la concezione di Pao- non era costretto a dare ragione posto nel popoÌo dell'alleanza di
descrizioni de11a <soteriologia> lo della Legge fosse in larga mi- dell'accanlonamento della Legge, Dio, dovessero adottare le tre
giudaica presenti in molti testi del- sura derivala dallo gnosticismo rispondeva in modi diversì, alcu- (opere della Legger, che erano
la ricerca biblica protestanle. (NIaccoby 40-,18). nì dei quali risultavano incompa- I'emblema nazionale di lsraele: la
llolti studiosi ora ritengono Questa Lettura di Paolo, come
libili con gli altri. La sua spiega- cjrconcisionc (vedl Circoncisione),
che, come risultato di quesî'im- da molto tempo aveva rilevato W. zione centrale, comunque, sembÌa l'osservanza del sabato (vedi Gior-
portanle opera, Montefiore, San- D. Davies, partcndo da una nena cssere che la Legge era stata data ni sacri, calendario) e le osservan-
ders e altridissidenti nei confron- divisione tra il Giudaìsmo <orto- per condannare chiunque, cosic- ze alimentari (vedl Cibi offeni agli
tì della prospettiva prorestanLe dosso>) e la supposta varietà nella ché ognuno poteva essere salvalo idolj e Leggi alimentari giudaiche).
classica abbiano dimostrato la va- diaspora, risulta errata sia dal n'ìedia1'ìte Gesil Cristo. La polemica di Paolo contro le
lidità delle proprìe ipotesi. ll pro- punto di vista merodologico che Nondimeno, Paolo era ancora <opere della Legge>, quindi, non
blema ora è di!entalo come legge- storico. Queste nette divisioni evi- abbastanza giudeo, dal punlo di è dìretta contro l'esigenza dj con-
re Paolo, che dopo tutto sembra dentemente non esistono. Quindi vista piscologico, per non trovar- quistare la salvezza facendo delle
contestare fortemente i Ciudei che Sanders, sia in Poolo e il giudai- sì a disagio di fronte alÌ'alferma- opeie bLlone, ma contro il cre-
abbracciano la giLlstificazjone mc- sno paleslinese, sia nei successivi zione che in ogni situazione la dere che la salvezza sia. almeno
diante 1e <opere della Legger. La llbri su l'aolo fa plopria la con- Legge non era piir valida. Egli ave- in parte, condizionata dall'appar
risposta di lvlontefiore a tale que- cezione espressa da Moore (Moo- va convinzioni salde su ciò che è tenenza alla nazione d'Israele e
stione, nel 1894, si è djfîusa tra al- rc 2.91) nezzo secolo prima, ma giusto o sbagliato, proprio o im dall'osser!anza della Legge come
cuni studiosj. Egli riteneva aber- non attentamente sviluppata: Pao- proprio, dcrjvate dalla sua forma segno dj questo stato (Dunn
ranle la concezione di Paolo, jl Jo iniziò sempre con la plenessa, zione giudaica. Quando gli veni 191-196). Come risultato, le affer-
quale aveva ignorato che la dot assicurata dalla propria esperien- va chiesto di giudicare su speciîi- mazioni positive di Paolo sùlla
trina giudaica dc1 pentimento ri- za, che Gesil rappresenlava il sal- che problematiche, come aweni Legge non sono inconsistenti ri-
spelto alle infrazioni nei confronti vatore delmoÌldo e giunse a ritro- per esempio, per i Corinzi, l'o- spetto alle sue maggiori asserzio-
',a,
della Legge era molto complessa so da questa premessa aLla conclu- rigine della sua risposta era spes- ni negative, perché queste ultime
e che qùesto tipo di Giudaismo, se sione che tutlo il mondo, compresi so, in modo ironico, fondata sul- sono dirette contro l'uso cattivo
non tutto il Giudaismo, doveva es- i Giudei, aveva bisogno di essere la legge giudaica (Sanders 1991, della Legge, pìù che contro la Leg'
Sere Stato pesantcmentc influenza- salvato mediante Gesù. Nella con- Ir4-100). ge stessa (Dunn 200).
to dall'ellenisÌì1o. S. Sandmel so, cezione di Sanders, quindi, la leo- ln modo analogo, J. D. G. Questa lettura di Paolo, dice
sticnc, in modo analogo, che <1'ar- logia paolina rappreseùta un sal- l)unn ha accettalo il nuovo con- Dunn, presenta diversi vantaggi:
leggiamenro di Paolo lerso la Leg to fuori dal nonlismo dell'alleatl- scnso, rapprcseùtato dall'opera di essa riconoscc la legittimità della
Sanders. ma critica lo stesso San- protesta di Sanders contro il pa
Legge 926 92'7 Legge

radigma luterano per comprende- ventare giudei. Paolo, convinto za che Dio aveva stabilito con lo- La convinzione che la Legge
re il Ciudaismo, ma offre un qua- sulla base della propria esperìen- ro al Sinaj. Per gli esiliati, Ìe ma- rappresenlasse il segno distintivo
dro di Paolo più plausibile di quel- za che queste aggiunte aÌla lichie- ledizjoni del Pentateuco per la di- di lsraele come popoÌo scelto da
lo deliùeato dallo stesso Sanders. sta della fede in Cristo ibssero inú- sobbedienza nei conîronti dell'al- Dio negli aùni successivi intensi-
Ora Paolo è fermainente radica tili ostacoli, cominciò a lanciare leanza dovevano essere sembrate licò neì conlronti della religione
to nel Ciudaismo del I sec. e le sue delle argomentazioui per dimo- come una predizione sorprenden- ancestraÌe d'lsraclc l'opposizione
aficrmazionj sulla Legge, sia po- strarc la propria convinzione (Riii- temente accurata delf invasione ba- elÌenislica, clÌe dì\enne piu fre-
sitive che negative, vengono tenute sànen 1983,256-263). Nella con- bilonese e del consegùente csilio quente e violenla specialmenle sot-
insieme da una fondata convinzio- cezione di Ràisanen, egli ebbe po- lLv 26,11-16i Dt 28,43-52.64'611 to il re seleucida Antìoco IV. I li-
ne, con la quale pone in salto che co successo. Invece di produrre un 29,22-28:31,14 29). Così, quardo brì dei Maccabei testimoniano che
la Legge, anche se buona, può es- convincerlte controargomento, i Persiani sconlissero i Babilonesi Anlioco tentò di costringere Israe-
sere utilizzata malc, come uno egli costrùì una serie di afferma- e permìsero poi agli Israelìti espa- le a conîormarsi, dal punto di vi-
stlumento di vanto nazionale zior.i ad hoc, alcune reciproca- triad di tornare al loro paese di sta culturale, al rcsto del suo re-
(Dunn 200-203). mente contraddittorie e altre chia- origine, i condottieri del ritorno gno, impedendo ai GiLldei di pra-
Un'altra risposla molto ìnfluen- re distorsioni delÌa concezione giu- decisero, in modo consapcvolc, di ticare proprìo qùelle parti della lo-
te per il nuovo consenso vicnc dal- daica della Legge. ade re strettamente alla Legge per ro Legge che li distinguevano da-
la penna di H. Ràisànen. Come Il Paolo della descrizione di evitare una punizione furura an- glj altri popoli. Egli bandì la cir-
Dunn, Ràisànell accetta la rappre- Ràisànen offre una metafora sin' cora per disobbedienza. Essi cre- concisione (1!lac 1,48), martiriz-
sentazione di Sanders del Giudai- retica appropriata deÌlo slato del- devano che il loro tallone di Achil- zò coloro cl'ìe rilìutavano di man-
smo antico e, come altri, tenta di la ricerca contemporanea sulla vi- 1e, prima dell'esi1ìo, fosse stata la tliare carne impura (2Mac 6,18-31)
spiegare la polemica di Paolo con- sione paolina della Legge. Il rie- seduzione dell'idolatria. caÌrsata c, azione piu orrenda di tutte, cer-
tro le opere della Legge alla luce same del Giudaismo, comìnciato clalle influenze straniere. La stra- cò di costringere i Giudci ad aclo-
di questa nuova prospcttiva. Egli con Montefiore e culminato con da per un'alleanza restaurala, rì- rare gli dèì paSani (l Mac 2,15 28;
ritiene che Paolo, dopo la conver- Sanders, ha tollo in modo cosi spetto alla relazione con Dio, essi vedi ldolatria).
sione, in un primo tempo svilup- draùmatico il terreno da sotto i pensavano, consisteva in una rin- Alcunj Ciudei si piegarono sol
pò i suoi alteggiamenti verso la piedi degli studiosì, che non è stato novata determinazione nel difen- ro questo tipo di pressione e alrrì
Legge sotto f influenza della co- possibile pcrvenìre a un consenso dersi dalle ìnllùenze straniere dan- accetLarono anche il compromes-
munità eÌlenistico-cristiana, un sulÌa teologia paolina della Legge. nose, attraverso una rigorosa ob- so per tornaconto personale; rna
gruppo che pose in secondo pia- ln delirlitiva, questa confusione è bedienza alla Legge. molti diventarono piil risoluti che
ro la necessità degli aspetti giudai- lorse il sultato della disarmonia Possiamo chiaramgnte rìlevare mai nella loro convinzione che
ci particolari della Legge, per con- tra la rappresentazione paolina del queste convinzioni in Esdra e Nec- non avrebbero piu ìgnorato la
quistare i Gentili al Cristianesimo. Giudaismo e lo stesso Giudaismo mia: entrambi esprimono una va- Legge di Dio e condìr'iso Ic vie dei
Piu iardi, nell'impeto della pro- nella sua realtà? Potrebbe essere Lutazione negativa circa il malri- Gentìli. Essi crcdevano clre se
pria missione presso i Gentili, e il risultato delle disalmonìe inter- Inonio misto tra Giudei e Gentili lsracle losse stalo fedele all'allean-
per ragione di convenienza, Pao- ne di Paolo stesso e quindi delÌe in Palestina, proprio per il fatto za ùosaica, Dio li avrebbe protctti
lo escluse del tutto la Legge dalla sue lettere? Un'onesta dsposta a che queste azioni avrebbero potu- senza preoccuparsj della crescen-
sua agenda di evangelizzatore, queste problematiche richiedera to condurre Israele, ancora una te ira del ncmìco; ma se. dall'al-
senza pensare chiaaamente alle ra- una nuova lettura sia di Paolo sia volta, all'apostasia nazionale al-
e iro lato, avessero disobbedito al-
gioni che lo indussero a una tale delÌa letteratura giudaica del suo La puDizjone (Esd 9,10-15; cîr. Ne la Legge, iCentjlì lj avrcbbero
scelta (Ràisànen 1986, 300-301; tempo. 10,30). Qùeste convinzioni per sconfìtti in guerra ed essi avrebbe-
clr. Ì983, 256-263). mangono anchc lungo i due seco- ro cessato di essere, nel signìt'ica-
Ràisiinen suggerisce che Paolo 2. T,A I,FGGF GTIJI)ATCA NEI, li e mezzo successivi, come ri\'ela Lo più pieno, il popolo dell'allean
produsse il suo primo tentativo di PERIODO DEL SECONDO il libro di Tobia. In esso leggiamo za di Dio (Gdt 5,17-21; 8,18-23;
spiegazione della relazione tra la TEMPIO Dopo che i BabiÌo- della consapevolezza di Tobi che OtA.or 6-11). Come Darliele (Dn
Legge e la fede ìn Cristo quando nesi, nel586 a.C., distrussero Ge- la sconiitta e l'esilio hanno lag- 1,1-21; 3,1 30), decìsero dì non
i giudaizzanti invasero le sue Chie- rusalemme, incendiarono il tem- giunto Israele come glusta punì- trasgredire la Leggc, specialnen-
se della Galazia. Questo gruppo pio e deportarono gran parte del- zione per la rottura dell'alleanza te l'osservanza della circoncisione
era antagonista di Paolo e prodùs- la popoÌazione, sembra che molti rnosaìca (Tb 3,2-6) e della deter- (GiLtb. 15,11 3,1), le restrjzìoni ali-
se un caso rilevante, fondato su Israeliti in esilio abbiano adotta- ninazione dello stesso Tobi a os- mentari (Gdt 10,5; clr. 12,2) e
onesti argomenti derivanti dalla to la concezione di Geremìa e di servare rigorosamente il matrimo- l'osservanza del sabato (Glrà.
Scritiura ebraica, secondo il qua- Ezechiele e considerato la loro nio giudaico e le leggi aLiúenta 2,17-33), in quanto qùesti aspetti
le gli elnico-cristiani avrebbero do- esperienza come una punizione rì menire vive rra i Gentìlì lTb della Legge Ìi separavano pìu chia
vuto aderire alla Legge e così di- causata dalla rottura delL'allean- 1,9 l2t clr.4,12-13). ramente dalle nazioni circostanti.
Legge ota 929 Lcgge

Dal punto di vista poÌitico, lo so dei giusti, perché igiusti non noscenza vengono ripellllamen- devano, quindi, che la risposta alla
scopo di coloro che aderivano stendano le nlani a compiere il le associate con l'osseNanza deì loro oppressione consisteva nel-
strenuanente all'alleanza di Mo- maleD. Le carlive influenze dei comandamend (Sir I,26; 6,37: f impegno rinnovato di separare se
sè era di rìbeilarsi apenamente Gentjli nei tempi passatì avevano 9.15t l5.l; 16.4: 19,20; 2l,ll; stcssi clai Ccntili circostanti adc-
contro la dìnastia dei re seleucidi condotto Israele in esilio. Que- -24,l ; 24,23-29; 33 ,2-3; 31 ,81
23 ,2'7 lendo alla Legge, specialmente
e ottenere inîine f indipendenza sî'errore non deve essere ripetuto. 39,1-5; tsar 3,12; 3,36-4,1.12). Co- agli aspetti che caraLlerizzavano
politica. Altri, ruttavia, erano con- Nondimeno, nel I sec. a.C., mùnque, a prescÌndere da qucsti lsraele come popolo separato con
tenti di attendere che Dio stabilisse I'r timo degli Asmonei capitolò di sforzi di considerare seriamentc il un distinto moclo di vivere. Alcu
la nuova alleanza con ìl suo popo- îronte a Roma e molti Giudeì fu- pensiero dei Centili, non c'è dull ni, in questo gruppo, cercarono di
10, preannunciata da Geremia rono conlenti dei limiti che Roma bio che se tlna scelta doveva esse- disrruggere Ie dìvinità paganc e an-
(Ger 31,31-34) e da Ezechiele (Ez concesse alla libedà reljgiosa. Tut- re fatta, la Legge, non la sapicn- che di eliminare iGentili dal Pae
36,24-31,28), un'alÌeanza nella tavia, sorsero alcuni gruppi radì- za, doveva assumere la priorità se. all'intelno deì conlini deÌl'l-
quale Dio stesso avrebbe dato lo- cali che pretendcvano di essere gli (cfr. Sir 19,20 con 19,2,1). Questa sraele dalidico. Allri. credendo che
ro un (cuore nuovo) e uno (spi- eredi dclla famiglia asmonea e che lctteratura, inoltre, continua a Dio comincìato a stabilire la
avesse
rito nuovo), canrbiando il loro si proponevano di liberarc Israele esprimere un senso profondo di sua nuova alleanza neLle loro co
(cuore di pietra) e soslituendolo daìla presenza in<ltrinante dei Gen- doÌore di lrontc all'angoscia del ÌÌlunìtà. atLendevano I'intervento
coD un <cuore di carne> (Ez tili. Duranti gli anni di formazio- l'oppressione jr1 cuj la disobbe- escatologico di Dio, comc avcva
36,26). Così gli autoti dl Cìubilei nc della Chiesa antica questi grup- dienza alla Legge aveva portalo promesso ùedjante i protèti (redl
e dei docùmenri di Qumran evo pi si rafforzarono sino a quando, lsraele (Sir ,19,,1-7; Bat 2,2'l-3,13:, Restaurazione di lsracle).
carono spcsso quesLi Úani (Giub. incitati dagli errori e dalla corru- 4,12 13). Un altro gruppo, benché proba-
1,22-25; IQS 4,5; iQH 4,5.18; zione di alcuni proctuatori roma- ln altri scrifti del periodo, gli bilmente oon nÌeno legato alla
4QShirsabb 2) e attestarono la le- ni, succedutisi in modo frettolo- aspetti particolarmente giudaici Lcggc comc clcmcnto distìntivo di
de che queste prolezie dovevano so, iL Loro zeÌo scoppiò nella ribel- della Legge venivano ignorati (pcr Israele. credeva che il conmtto con
essere adempìute nelle loro comu- lione aperta contro Roma del 6ó esempio, Ps. --Foc.), allcgorizzati i Gentili e con le loro concezioni
nità. d.C. (redi Movimenti rivoluziona- (per esempjo, Ep. Arist. 139 169), non solo fosse permesso, ma mo-
Una volta che la famiglia dei ri). Moltidicoloro che partecipa- o altrimenti razionalizzatj (cf'r., strasse che gli aspetti migliori della
Maccabei rjuscì a espellere i Seleu- rono alla rivolta si preoccuparo- per esempio, Giuseppe Flavio, vita dei Genlili erano anricipatí
cidi, I'osservanza della Legge giu- no di imporre, come gli Asmonei Ap. 2.173-114.234; Aristobulo ci- neÌla legge mosaica. Alcuni Giu-
daica venne richiesta a tutti colo- di un tempo, aspetti panicolar- tato in Eusebio, Prcep. Er. dei desideravano andare oltre e co
ro che vivevano nel Paese, Giudei meme giudaici della Legge a ì3.12.9-ì6; 13.13.8), nel tentari\o ninciarono noo fare distinzioni
a
e non. Sotro Giovannì Ircano l, gli chìunque viveva nella teua santa di sottolineare, per i lettori Gen- esternc, dal puùro dj visra rnora-
ldumei furono costretti a solto- di lsraele (cfr. per esempio, Giu- tili, alcuni aspetti del Cjudaismcr le, tra ilmonoteismo e il dirirto dei
mettersi alla circoncisione e alle al- seppe Flavio, .Bel/. 2. 17.l0 S 454; che avrebbero potuto essere pjii Genlili, spiritualizzando in defini-
tre richieste legali (ciuseppe Fla- I/t/. t2 SS 65.67; 23 l$ 112-ll3). attraenti per loro. Alcuni Giudei tì\'a le leggi che governavano l'os-
'/io, Ant.13.9.1 S$ 257-258), e il Certamente non tutti i Giudei, spiÌitualjzzaÌono anche alcuni scrvanza dcl sabato, delle îestivj
successore di Ircano, AristobuÌo I, lungo i cinque secoli che vanno da aspetti propriamente giudaici delÌa tà e della circoncisione. La scalsa
cosrrinse anche gli Iturei a fare lo Esdra al tempo di Paolo, assun- Legge, al punto da consìdcrarc la !isibilirà di quest'ultimo gruppo
stesso (Giuseppe Fla.vio, Ant, sero un atteggiamento così radica- loro osseNanza pratica come non ìndica, probabilmente, che il loro
13.11.3 S 318). In modo appro- le e molti cercarono di raggiunge- nccessaria. Secondo Filone. che numeao era ristretto e la loì-o in-
priato, M. Hengel conclude che Ir- re alcuni livelli di compromesso non condivise la1l]ro attività, que lluenza insignificante. Per la mag-
cano e Aristobùlo adottarono que- con il mondo pagano che li circon- sto grùppo conccntrò itentativi dl gior parte dei Giudei del tempo di
sta politica in quanto considera- dava. In scritti come la Sapienza spiritualizzazione sulle leggi dcl' Paolo, quìndi, la Legge rappresen
vano tutto l'antico Israele come di Salomone, il Siracide e Baruc, l'osservanza per il sabato, della tava il segno didjstinzionc dclpo-
possesso di Dio e ritenevano co- per esempio, la Legge veniva stret- partccipazjone aìle feslività e de1- polo gìr.rdaìco, da osservare a tut
me parte del loro compito dì pu- tamente identificata con la (sa- la circoncisione (Filone, Mlgr. ti i cosli per evìtare la oraledizio-
rificare il Paese dai Gentili. co- pjenza) e giungeva a includere Abr.450\. ne che 1a l-cggc slcssa commina
stringendoli all'esclusione oppure contenuti che, in modo innegabi- In sirtesi, dall'ullimo periodo va ai trasgr-essori, e per alcùni Giù-
obblìgandoli a diventare giùdei le, possedevano filosofi e teologi dell'esilio in Babilonia, moltì Ciu- dei ilperiodo neÌ quale quesro ac-
(Hengel 197). Con loro, benché pagani. Nella Sapienza di Saiomo- dei ritennero che la loro sotlomis cadde signilìcò il compimcnto del
scritto molto prima, il Sal 125,3 ne è detto che la legge giudaica è sionc al potere straniero rappre- 1a promessa profetica della nùo-
doveva assumere una particolare stata donata al mondo mediante sentava una cliretta conscguenza va alleanza.
risorìanzar (Egli non lascerà pesa- Israele (Sap 18,4); nel Siracide e clella Ioro violazione della Legge
rc lo scettro degli empi sul posses, in Baruc la vera sapienza e la co- (lonata al Sinai. Molti Giudei cre 1- I A T.FGGF (IIIJDAICA NEL.
Legge 930 931 Legge
LE LETTERE DI PAOLO Se dente alla sanriîà di Dio che era in va alleanza sottolineano la santi- suo tempio, ì Corinzi dor.rebbero
torniamo allc Lcttere di Paolo, tro mezzo al suo popolo, sia perché rà mediante il comportamento e distingùersi dai <CeDtili) astenen^
viamo un largo margìne di discon- questo li distingùeva dalle nazio- per le stcsse ragioni; ma la nuova dosi dall'immoralità sessuale
tinuità, ma anche una sorprenden- r1ì pagane circoslanti (Lv 11,45; alleanza, a dif 1èrenza dall'antica, (1Cor 5,1; cfr, 1Ts 4,5) e separan-
te dimensione di continuilà, tra l8,l-5.24-30; t9,l: 20,1 -8.23-26ì). non viene determinaia in base a dosi da coloro che pretendono di
Paolo e il Ciudaismo del Secon- Presurnibilnente. la nuova allean cÌilerì eTnici. appartenere alla comunità di Dio,
do Tempio per quanto riguarda il za, profetizzata in Ger 3l e in Ez 3.2 I Corinzi L'attegiamen ma rifiutano di evìtare I'immora-
posto della Leggc nei rapporti cli 36-37, avrebbe avuto un effetto lo di Paolo verso la legge giudai lità (lCor 5,10 13). Paolo sostie-
Dio con ì1 suo popolo. analogo nel popolo di Dio: essa ca perviene a una notevole foca- ne la propria argomentazione sul-
3.1 1e 2 Tessalonicesi - La sarebbe servita per distinguere il lizzazione quando ci mùoviamo in l'espulsionc di coloro che nella
corrjspondenza tra Paolo e j Tes- suo popolo dal resto del mondo. I Corinzi. Benché Paolo utilizzi il Chiesa rifiutano di dissociarsi dal-
salonicesi è ÌargalÌìente ignorata Qùesto è cìò chc trovìamo in I terminc r?ot?oJ soÌtanto otto voÌ- la condotta sessuale disordinata
ncllo studio della concezione del, Tessalonicesi, in cui I'elemento di- te in questa Icttera (nove, se I Cor (vedl Sessualità, morale sessuale)
l'apostolo rispefto alla Legge. La stintivo dei Tessalonicesi consiste- 14.34 è originale), comc per la cor- dei Gentili citando un detto che ri-
parola rolros ((legge)) non com- va nell'adesione a (precetti speci- rispondenza tessalonicese una po- corre spesso in Deuteronomio e
parc, dopo lutto, in questc lette fici) (ti as parungehas, lTs 4,2) sizione verso la Legge è presuppo- che asserisce lo stesso principio nei
re, che lurono scritte prima che che Paolo dìede loro e che li avreb- sta in molto di ciò che Paolo dice confronti d'lsraele: (Togliete il
prcndessero picde 1e infiarnmate bero distinti dai <Gentili che non nella lettera a proposito della san- rnalvagio di mezzo a voi) (1cor
dìspute sulla Legge con igiudaiz- conoscono Dio) (lTs 4,5; Dcidun tità e dell'etìca. lnoltre, le poche 5,13;cfr. Dl l'7 ,7; 19,9; 22,21 .24;
za|li. Quindi, nelDassaro. è sem l8 28). Essi devono rcstare (sepa- vohe in cùi Paolo ne parla espli- 24,1). Eeli è anche preoccupato
brato sufficiente passare imnedia- raltr, (hagiasnos), p..rché lo Spi- citamente l-orniscc un'eccellente che essi si contaminino con l'ido-
tan'ìente oltre, verso iltcrreno più rito Santo di Dio abita in nezzo testimonianza del suo atteggia- latria e, come N. T, Vr'right ha di-
lertile di 2 Corinzi, calari, FiÌìp a loro e vengono istruiti da Dio Inenlo veÌso la Legge, in quanto mostrato, Paolo afîronta i1 pro-
pesi e lìomani. La mancanza del- slesso (lTs 4,7 9; clr. cer 3I ,34). questa non rappresenta in se stes- blcma del mangiare carne immo-
la paro\a nomos nelle lettere ai La malvagia îigura che sorgerà nel sa il pomo della discordia tra Ìuì lata agliidoli in base al punto fer-
Tessalonicesi, comunque, non si- tempo escatologico può, quindi, e i suoi oppositori, colne lo sarà mo della grande professione di fe-
gnìfìca che non possiamo spulcia essere descritta come (l'uomo sen- in nohe dellc sue leltere succcssi- de giudaica, espressa dalla Legge,
re da esse alcule inîormazioni sul- za legge) (anomia,2Ts 2,3.7-8). ve. Per questa ragione, I Corinzi secondo cui non c'è che un solo
la concezione di Paolo circa la Difficilmente Paolo ignorava gli rappresenla un canpo fertilc Per Dio (lcor 8,4i cfr. Dt 4,35.39;
Legge in questo primo stadio del- echi. sia del Levitico che di Cere- rìr:avate infbrmazioni sulla conce- 6,4\.
la sua carriera di scrifiore. Quan- rnia, contenuti nella sua descrizio- zione paolina deÌla Legge. Paolo diùostra anche in 1 Co
to possiamo ricavare si riveÌa uti- ne della comunirà tessalonicese. I primi due versetti della lette- rinzi che è consapevole di tutta la
1e per comprendere la concezione Così Paolo considerava la co- ra dirnoslrano che l'eÌÌfasi di Pao- storia dell'alleanza di Dio con
di Paolo della Legge nella sua cor- munità di Tessalonica come l'a- lo sulla corltinuità tra il popolo di Israele al Sinai, della mancanza
rispondenza successiva, maggior- dempimento della promessa di Dio dell'AT e il popolo nuova- d'Israele nell'osservare qùest'al-
mente orientata al problema. Dio di slabilirc una nùova allean- mente costituito non si è affievo- leanza e della promessa di un'al-
Come T. J. Deidun ha fatto no- za con il suo popolo, nella quale lira rispetto a l-2 Tessalonicesi. leanza escatologica (\)edi Escalo-
tare (Deidun l0-12), l'uso che la Legge sarebbe stata scritta nel Paolo si rivoÌge ai credenti corin- logia). In I Corinzi, proprio come
Paolo fa della frase <ia CÌriesa di cuore e osservata. Anche se 1a co- zi come <la Chiesa di Dio... mes- in I Tessalonicesi, egli mostra di
Tessalonica in Dio Padre e trel Si- munilà è composta prevalenîe- sa da parte in Cristo Cesù, chla- credeÌe che le Chiese esistono me-
gnore Gesii Cristo, in lTs I,I (cfr. mente di centili (lTs 1,9), Paolo mala pef essere separatat (lcor diante la sua opera missionaria e
2Ts 1,1) e la sua descrizione dei la considera com€ parallela all'l- 1,2), evocando, ancora una volta, che, sulla base della fede in Crì-
giudeo-cristiani come <le Chiese di sraele dell'alleanza mosaica, i1 cui la descrizione del Pentateuco cir' sto, sono eredi di qùesta nuova al-
Dio> in lTs 2,14, derivano dalla slato di (Chiesa di Dio)), origina- ca la costituzione di Israele come leanza, Queste convinzioni emer-
concezione velerotestamentaria to dalÌa consegna dei precetti, lo popolo di Dio al Sinai, Questa te- gono piir chiaramente in lcor l0
della <Chiesa di Dio), uno.rtat,.t caratterizza come popolo distinto. matica perviene al suo culmine in dove, mentre mette in guardia i
che caratterizzò lsraele nel giorni Non possiamo, a questo pùnto, lCor 3,10-17, in cui Paolo descri- Corinzi contro l'idolatria, Paolo
in cui, riunito, ricevette la Legge discernere i dettagli della relazio- ve la Chiesa di Corinto cometem- ricorda loro la storia dei iallimenti
da Mosè presso ìl Sinai (Dt 4,9-14; ne lra l'antica alleaÌtza e la nuova pio dj Dìo, soggetto alla più atten- d'Tsraele e le sue misere conse-
9,10; 10,4i 18,16). Israele doveva nel pensiero di Paolo. ma risulta ta conservazione, (Perché il tem- guenze; e quindi pronuncia il det-
osservare questa Legge, secondo elidente che tra i modelli delle due pio di Dio, che siete voi, è sacro) to: <Tutte queste cose però accad-
il Levitico, sia perché questa gli alleanze ci sono dei paralleli e delle (lCor 3,17). Inoltre, poiché costi- dero a loro come esempio, e sono
conierjva una santilà corrispon- differenze. Sia I'antica che la nuo- ruìscono la comunità di Dio e il state scritte per ammonimento no-
Legge 932 933 Legge
stro, di noi pet i qùali è arrivata servanza dei comandamenti di
la fine dei tempi)) (lcor 10,11). Dìo, e poì aflcrmare che la circon-
no più l'osservanza delle regole sa nel resto della lettera. Altrove
alimentari c la circoncisione, ma essa compare come un'autorità,
Quindi, i credenti di Corìnto rap- cisione, uno deì comandì princi-
il comportamento morale motiva- ora viene collegata al peccato e al-
presentano, nel pensiero di Pao pah della Legge, non aveva impor-
lo, l'lsraele cscatologico, la nuo- tanza? Cosa 1o Ì'Ìa spinto a dire che
to dallo Spirilo santificanle di la morte (vedr' Vita e morte),
va (comunità di Dio, che contra
Dio. aspetti malvagi del mondo presen-
avrebbe potuto osservarc o meno
sta sia con i Gentili da un lato, sia gli scrupoli alimcntari dei <dcbo- Comunque, la concezione pao- te che passeranno. Come può
lina della Legge è ancora piir sfac- Paolo sostenere entrambe le posi-
con <lsraele secondo la carne) lir (vedr Forte c debole) gìudeo- cettata. Un allro elemento della 7ìoni?
dall'altro (lCor 10,18.32; cfr. crisljaniperché eglj noD era (sot-
sua complessa struttura alfìora in 1 Corinzi non ci dà una rispo-
t2,2). to la Legge>, ma soggetto alla
lCor 15,56, ultimo riferimenro al- sta a tale questione. Dalla succes-
Molti punri della letrcra, nei <Lcgge dì Crislo))? In qual scnso
la Legge in questa Ìettera, Paolo siva lettera di Paolo, comunque,
quali Paolo si riferiscc in modo può sostenere l)aolo che la Legge
particolare alla Legge, corrispon- ha discusso sulla necessità della ri ricaviamo alcune informazioni che
è aùtorjtativa per i credcnti, quan-
dono bene alla rapprcsentazione surrezione fisica dalla morte dei ci aiutano a trovare una soluzione.
do i€lnora questi comandi centralì?
credenli e di Cristo. ha tentato di 3.3 2 Corinzi Al tempo in cui
dei credenti come nuovo Israele. I Corinzi non oîfre una rispo-
spiegare ai Greci, clìe non aveva- scrisse la 2 Corinzi, Paolo era en-
ln lcor 7.19 Paolo sostiene che sta esplicita a tale qucstione, ma
no lamiliarità con 1'escatologia, il trato in una burrascosa relazione
quanto realmenle intcressa, nei sc aggiungiamo i conlmenti di
tempo dell'attcsa prima del ritor- Paolo in lCor 7,19 a quelli di
valore eterno del corpo e ciò a cui con i Corìnzi, aggravata visibil-
è paragonabile la risurrezione cor- mente dall'arrivo a Corinto di un
no dj Cristo, non è sc si è sposatì lCor 9,19 23 possiamo cogliere un
o celibi, schiavi o liberi, circonci
porale, Il vertice della sua ar- gruppo di giudeo-cristiani che gli
moclello che può aiutarci a com-
si o incirconcisi, ma se si (osser- prendere il suo pensiero sulla Leg-
gomentazione giunge in
lCor si opponevano. A prescindere dal
j 15,54-55, con una parafrasi di Is cambiamento di situazione, 1'at-
vano comandaùenlj di Dio), ge.ln lcor 7,19la parte della Leg- 25,8 e con una citazione di Os teggiamento dì Paolo verso Ia leg-
ùna frase utilizzala spesso nella ge dalla quale Paolo desidera di-
14,4: (Dov'è, o mortc, la tua vit- ge giudaica in 2 Corìnzi si coniu-
letteratura del tempo di PaoÌo per spensare è la circoncisionc; in toria? Dov'è, o morîe, iltuo pun- ga bene con le nostre scoperte ri-
indicare I'osservanza della legge lCor 9,19-23 lo è l'osservanza a, giglionc?). La successiva afferma- levate in l-2 Tessalonicesi e in I
giudaica (Esd 9,4 LXX; Sir 32,23r limentare (cfr. lCor 8,1-13 e zìone di Paolo arriva. come un Corinzi. Troviamo ancora! per
Mt 19,17-19). Iù lCor 9,8-9 egli si 10,I -11,1). Entrambi questi aspetti
fulmine a ciel sereno, senza preav- esempio, Ì'appello alla Legge co-
rilà alla (lcgge mosaica) come a della Lcgge. come abbiamo visto
viso: <Il pungiglione della morte me autorità quando sì discute sul
un'autorità per la sua dìscussione sopra nel nostro srudio delÌa Lcg-
è il peccato e la iorza del peccato come i credenti debbano afîron-
sul latto che egli, conìe glì altrì ge ncl Giudaismo, vcnivano ap-
è la Legge) (lcor 15,56). ll pec- tare le questioni pratiche della vi-
predicatori del vangelo, ha il di- prezzali da ùolti Giudei come lcg-
cato non ha rappresentato, sino a ta quotidiana (2cor 8,15, che ci-
ritto di essere sostcnùto econolni- gi pafi icolarmente giudaiche, leggi
questo punlo, I'argomento premi ta Es 16,18; 2cor 13,1, che cita Dt
camcnte dalla comunità nella qua che dìstinguevano i Giudei dal re
nente di Paolo, né lo è stato la 19,15). In 2 Corinzi, come in 1
le opera (rÌedi Aiùto finanziario). sto deÌ mondo come popolo spe-
Legge. Perché improvvisamente Corinzi, inoltre, un passo non
In lCor 9,19-23 egli sostiene che ciale di Dio. Proprio questi aspetti
Paolo li menziona qui? sembra quadrare con la rappresen-
cerca di accontentare chiunquc, della Legge, ahamcnte apprezza- La sorpÌesa che il lettore awerte tazione deÌla continuità tra la leg-
giudeo o greco, <sotlo la l,cgge) li e specitìcj daÌ punto di vista et, ge giudaica e il nuovo Israele.
imbattendosi in lCor 15,56 dimo-
o meno, benché egli stesso ùon sia nìco. sono considerati da Paolo
(senza Legge, ma nella Legge di stra come, nel pensiero di Paolo, La tematica di cui si discute in
come non piir validj. la Legge iosse strettamente colle- 2cor 3,1-18 è il contrasto fra 10
Cristo) (lCor 9,21). In lCor 14,21 Se ci fermiamo a Ìificttere sul- gata aÌ peccato e alla morte. Co- stile ministeriale di Paolo e quel-
egli si richiama aÌÌa (Legge)) pcr la vocazionc cli Paolo a essere apo-
me un corridore, incapace di fer- lo dei suoi oppositori. In modo
argomentare circa il ruolo dcl par- stolo dei Gentih, possiamo chia- marsi alla dirittura d'arrivo, Paolo specifico Paolo rifiuta la concezio-
Ìare in linguc durar]te le celebra- Ìamente reùderci conto della ra-
non è capace di fermarsi alla sua ne secondo la quale le lettere di
zioni comunitarie (lCor 14,23). gionc dci suo rifiuto di queste leg, principale conclusione retorica, raccomandazione, come invece so-
Chiaramente. Paolo rileneva che gi: esse sono servite per Ìimitare
ma corre oltre, verso altri elementi stengono i suoi oppositori, rappre-
la Legge fosse valida, in qualche I'appartenenza aì popolo di Dio ai
che associa alla Legge. Quesro sgntano le credenziali necessarie
modo, per i membri della nuova Giudeì c a coloro che desiderano giunge come sorpresa non soltan- per il vero apostolato (2cor 3,1;
aÌleanza. convertilsi al CìiLldaìsmo. Comc to perché emerge come un nuovo vedl Aposîolo). Paolo rivendica di
Cià in questi pochi Iiîcrime0ti, abbiamo visto, Paolo aveva aft'er- soggetro nel capitolo 15, ma an- avere una lettera di raccomanda-
comunque, troviamo indizi che la mato l!inLento della Legge per la che perché ciò che Paolo dice sul- zione, ma non scritta con inchio-
concezìone paolina della Legge è separazione del popolo di Dio dal la Legge, in questo versetto, non stro o su tavole di pietra. Le sue
complessa. Come può sostcnere reslo deL monclo; ma gli ambiti sembra immediatamente compati- lettere sono scritte invece con lo
Paolo che quaùto contava era l'os crucjali della sepalazione non era- bile con ciò che ha detto su di es- Spirito del Dio vivente sulle tavo-
Legge 934 935 Legge
le del cuore umano (2Cor 3,2-3). (2cor 3,1; clr . Es 34,29-30 LXX; ,oc c contraddittorìa, risiede nel- te per la sLra condotta. Abbiamo
Le lettere non erano, certameÌrte, Tg. O q Es 34,29-30). Se una la- la natura delle aittrmazioni nega- anche scoperto che le regole spe-
scritte con inchiostro sulla pietra, Le gloria è attribuita al (ministero tive. Il più naturalc retroterra delle cifiche di questa separazione coin-
al tempo di Paolo, Illa con inchio- di ÌÌlorre) (2cor 3,7) e di <con- asserzioni di Paolo che la Lcgge è cìdono, in molti casi, con le rego-
stro sul papiro. Paolo, tuttavia, ha dannar (2cor 3,9), Paolo dice, allineata con il peccato, la morte le della legislazione mosaica, e
di proposito unito le due metalo- quanto più glorioso deve essere (il e la condanna, è la diîfisa convin- qualche volta sono citate da qùe-
re per richiamare i passi profetici minislero dello Spirilo)) e della zione, 1ra i Giudei del I sec., che sta legislazione parola per paroìa.
che si riîeriscono alla nuova al- (giìrstiziaD (2cor 3,8 9)! ln 2cor la Legge ha condannato Isracle al- Nondimeno, il codice mosaico,
lcanza, in cui Dio avrebbe sosti' 3,12-18 Paolo procede nel descri- la dominazione da parte dei paga- considerato dal punto di vista deÌ
tuito il (cuore di pietra) con un vcrc comc Mosè aveva velato iÌ ni proprio a causa della trasgres- suo ruolo storico, in quanto con-
(cuore di carne>, avrebbe posto suo voho per impedire agii Israe- sione dei suoi coúandamenti. danna giùstamente il popolo di
iÌ suo Spirito in loro (Ez 36,26-2'7) liti di accorgersj che la sua glofia Quando Paolo parla dell'(antica Dio pcr isuoi peccati, secondo
e scritto la sua legge <sul (loro) era evanescente. e commenta che alleanzar come (eliminata in Cri- Paolo è stato abolito. Per Paolo,
cuore> (Ger 31.33: vedi Prolèta. ii superamento dell'antica aLlean- sto)) (2cor 3,14), egli ptiò riierir- quindi, è ìmpossibile affermare
Paolo comc). Così, in 2Cor 3,6 za è ancora velalo per i Giudei in- si non a tutto ciò che contiene Ia che 1a legge mosaica, privata del-
Paolo asserisce di essere ministro creduli del tempo di Paolo (2Cor Legge, lr1a aLla scntenza di con- le pochc regole cultiche ed etniche,
di ùna nuova alleanza, non corne 3, 14). danna della Legge nei confronti sia ancora valida. Al contrario.
la vecchia alleanza scritta che (uc- Se confrontiamo 2cor 3,l -18 della trasgrcssìone deÌ1'alleanza da poiché Ìa Legge mosaica era ine-
ciser, riversando proprio le male- con il richiano di Paolo alla Leg- parte di Isiaele. Quesîa lettura ri- stricabilmente Umitaîa a un pedo
dizioni della Leggc sul disobbe- ge come gùida per la condotta in ceve una certa conferma dalla de- do dì tempo in cui i conîini dcl po-
dieùte lsraele, n-la come l'allean- 2cor 8,5; 13,1, incoùtriamo lo scrizione dell'alleanza sinaitica co- polo di Dio erano virtualmente
za che Geremia aveva predetto, la stesso problema scoperto in me (ministero di morte> (2cor identici ai confini del popolo giu-
quale avrcbbc in futuro confe.ito lCorinzi. Paolo sembra dire che 3,7), che richiama precisamente la daico, e per un tempo in cui il po-
il perdono del peccato e una rin- la l-egge non è piir valida, poiché punizione per la sua rottura secon- polo di Dio opcrava sotto una seÌì-
novata possibilità di conoscere e è collegata al peccato, alla morte do Lv 26,25 (LXX) e Dt 30,15.19. tenza di condanna giustamente
dì obbedire a Dio. c alla condanna (1Cor 15,56; 2Cor con la descrizione successiva, ap- comminata, è gìunta al suo termi-
La conclusione implicita di 3,7.9), e nello stesso tempo sem- propriata in questo contesto, del ne divinamente stabilito (cfr. spe-
Paolo alla sua argomentazione è bra considerarla, in definitiva, co- codice mosaico come <úiùistcro cialmente 2cor 3,11).
che qrÌesle lettere scrittc, come i me auloritadva. Questi sono due della condanna) (2cor 3,9). Se Acquisito ciò, ora ci troviamo
suoi oppositori pretendevallo lati della complessa visione della questa prospettiva è corretta, al- in una posizione migliore per com-
(2cor 3,1 2), offtivano ùna pro- Legge oppure sono, come Ràisà- lora Paolo non dice in questo pas- prendere le asserzioni dj Paolo sul-
va insignificante dcll'apostolato se nen e altri credono, indicazioni so che ogni aspetto della legisla- la legge giudaìca nelle leltere in cui
confrontatc con le <lettere> signì' che la concezione paolina della zione mosaica è stato abolìto, ma la Legge rappresenta una temati
iicative, dalpunto di vista escato- Lcggc è contraddirtoria?
conîusa e che Dio slesso ha abolito la sen- ca specifica del dibattito. Speria-
logico, che Paolo può esibire nel- Un iùdizio che quesri due ap- tenza di condanna emanata dalla mo che le nostre scoperte rilevate
la forma dcgli stessi Coriùzi, per- procci alÌa I-egge îanno parte di Legge nei confronti del suo popo- nella coÍispondenza di l-2 Tessa-
ché quesli si erano uniti al popo- una complessa ma coerente posi- lo per le sue trasgressioni. Come lonicesi e di 1-2 Corinzi ci aiutino
lo escatoLogico di Dio medìaflte il zione risicde nella presenza consi- Paolo afferma, (Dio ha riconci- a comprendere passi più difficili
minisÌeio paolino e rappresenta- stente dei due approccì nelle diver- liato a sé il mondo in Cristo, non di Galati, Filippesi e Romani.
vano l'adempimento, Iungamenle se lettere. 11 t'atto chc 1 Corinzi e imputando aglì uomini le loro col- 3.4 Calati La lettera di Pao-
atteso, dclla promessa profetica. 2 Corinzi contengano entrambi gli peD (2cor 5,19). lo ai Galati regisrra I'irata rispo-
Per concludere L'argoÌ'nento con atteggiamenli, anche se le lettere In sintesi, abbiamo scoperto sin sta dell'apostolo a un gruppo di
maggior forza, Paolo ìn 2cor sorlo irldirizzale a dìîferenti situa- qui che Paolo ha creduto certa- Chiese variegate che si sono poste
3,7-11 commenta la superiorità zioni. fiìostra in deîinitiva che mente che la pÌomessa della nuo- sotto l'infh-renza di giudeo-
della nuova alleanza, della quale Paolo non pronuùcia semplice- va alÌeanza era stata adempiuta cristiani che hanno predicato un
egli è ministro e di cui i Corìnzi so- mente un tipo di affermazione, coù Ia venuta di Gesu Cristo, che (altro vangelo>) (Gal 1,8-9). Que-
no la prova, sulla vccchia. La vec- quando gli conviene, per una si- il popolo dì Dio, costjtuito da que- sto gruppo, evidentemente messo
chia alleanza, egli dice, era glorio- tuazione, e un altro tipo di affer- sta nuova alleanza, aveva incluso sotto pressione da zelanti e violenti
sa, così gloriosa che quando lVIo- mazjone per una sìtuazione di- ì Gentili come Gentili, non in Giudeì della Palestina (Cal 6,12;
sò r-ìcevette la sripulazione di al- versa. quanto convertili al Gjudaismo, e vedi, Movimenti rivoluzionari),
leanza da Dìo, il suo volto era Una scconda indicazione che la che questo duovo llopolo costitui- pensava che fosse necessario di-
(gloriîicato)), al punto che glj coùcezione paolina della Legge è to, come il vecchio popolo di Dio, ventare pienamente proseliti del
Israeliti non potcvano guardarlo complessa e coerente, piu che ad cra separato dal mondo circostan- Giudaismo per essere giùstificati
937 Legge
Legge 936
Abramo, che cosLiltliva un'allean- verse metafore di essere unifica-
(redl Giustìlicazione) davantj a le <opere della Legger, come Pao-
ra permanente, adempiùta in Cri- te è quello della schjavitir. Prima
Dio nel giorno iinale delgiudìzio. lo le chiarìa (Gal 2,11-16), non
sto (Gal 3,15- l8), 1'alleanza sinai- Paolo paragona la precedente esi-
In questione si trovavano, in par- possono giustilicare ncssuno da-
lica fu stabilita (in vista delle tra stenza dei pagani della Galazia
ticolare, le richieste che i Gentili vanti a Dio, La ragione di questa sgressioni). Con quest'ultina fra-
concezione è duplice. Da un lato,
sotto ((gli elementi deÌ mondo>
della Galazia dovessero osscrva- se probabilmente Paolo vuol dire (stoikeía tou kosmou, tedi Ele-
re la circoncisione (Gal 2,3: Paolo dìce che nessuno può osser-
che Dio ha donato la Legge al Si- menti del mondo), una frase che
5,26.11 12; 6,12-13), il calen- vare tutta la Legge. Gli stessi op-
nai per rivelare chìaramellte il pec- evoca le loro precedenti pratiche
daÌio festivo giudaico (Gal ,1,10) positori di Paolo dimostrano que-
cato di lsraele, per trasformarlo idolatriche, alla vita del giovane
e ìe resirìzìoni alimcntari (Gal sto con la loro incapacità di osser- da qualcosa di poco definito e ru- erede di un riqco patrimonio che,
2,lt-11). vare la Legge (Gal 6,13); anche i
dimentale i11 specifiche trasgressio- nel frattempo, non si differenzia
I dettagli della rìsposta di Pao- Galali se ne accorgeranno se si sot-
ni contro la volontà di Dio. Pro- da una schiavo, Per i Galati accet-
1o sono condcnsati e spesso difîi- lometteranno al suo giogo (Gal babilmente qui Paolo sta alluden- tare il gioeo deÌl'alleanza sinaiti-
cili da comprendcrc; ma è chiaro 5,3); e l'esperienza storica di lsrae- do a urla nota ironia: nel momen- ca significava tornare dal tempo
che derivano dalle convinzioni lc, con la maledizione della Leg- to in cui Dio diede la Legge a Mo-
ge per la disobbedienza, dimostra
dello Spirito escatologico al tem-
centrali che un nuovo lenipo, nella sè sul Sinai, Israele stava già vio- po di prima, in cui il peccato do-
relazione di Dio con la sua crea- che quesro è vcro (Cal 3,10-12; lando ai piedi del monte la sua pri minava la loro esistenza (Gal
zìone, è comparso all'orizzonte e cîr. Col 2,1,1). Perché è in'ìpossì- ma stipulazione (Es 32,7-8: qfr. 4,I -l l). Quindi, Paolo paragona
che, in questo nuovo lempo, Dio bile osselvare la Legge? Paolo al- LAB 12,4, deÌ I sec. ca. d.C.). la vita sotto l'alleanza sinaitica ad
ha stabilito una nuova alleanza ludc a cìò che pensa su questa im- Il significato di ciò che intende
portanle questione in Gal 2,16, Agar, la schiava di Abramo che
con un popoÌo nuovamente costi asserire Paolo diventa ancora piil generò per Abramo il suo pri-
tuito (cal l,4t 4,4;4,24.281 cft. quando dìce che <dalle opere del-
chiaro quando egli descrive l'al- mo figlio, lsmaele (cal 4,21-31).
3,17). Vista da questa prospettjva, la Legge nessuna cdlre verrà giu-
leanza sinaitica come (pedagogoD Agar, egli dice, corrisponde alla
la reintroduzione proprio dj quelle slificata). ll terminc carne cra (paidagóeos),1o schiavo di fami- Gerusalemme presente (Gal 4,25)
barriere che dividevano i Giudci probabjlmente venuto in mente a
glia del mondo greco-romano, che e accettare l'alleanza sinaitica co-
dai Gentili non rappresentava so- Paolo non solo clalla nalura fisi- serviva come guardiano, educato- me vincolante significa abbando-
lo una piccola dcfezione dalla ca della circoncisione, che i suoi re e maestro dei bambini sino a nare la nuova Gerusdemme esca-
nucva alleanza e un ritorno ai oppositori si auguravano fosse quando pervenivano alla maturi- tologica, con la sua nuova allean-
giorni dell'antica alleanza, con le compiuta sui GaÌati, ma anche tà (Gal 3,23-25). Coioro che era- za della libertà dalla maledizione
sue divisioni tra i popoli (Gal dall'uso della parola per indicare no stati sotto la custodia del pe- della Legge (GaI4,24.26), e torna-
2,15-21) e con la sua Iegittima ma- la debolezza umana in passi bibLici
dagogo qualche volta ricordavano re alla Gerusalemme ((presenter in
ledizionc sul misero lallinento corne Gn 6,3.12, Ger 17,5 e ls
d'lsraele, incapace di ossen'are la 40,6. Così, il termìne sembra va-
amorevolmente il loro cuslode; cui permane la maledizione (Gal
ma spesso nella satira e nell'ope- 4,25t cît. lEscl 9,38-1,0,28i 2Bat
Legge (Gal 3,10-14); ciò rappre lere per Paolo come cifra per la re d'arte egli viene rappresentato 4). Quindi questo significa accet-
senlava invece I'annullamento del vulnerabilità umana neÌ peccare come una figura rude, con iÌ ba-
(Gal 5,19.21; 6,8). Per elevare le tare la schiava Agar come propria
valore dell'oppoÌtuna venuta di stone in mano! pronto a punire madre e vivere nella schiavitil in-
Cristo e della sua morte (GaÌ 2,21; <opere della Lcggc) al livello di
4,4; 5,4; clr. 3,13'lzl), la negazio requisitì per vivere una relazione
ogni disobbedienza. Come mostra sieme agli altri sùoi figli (cal
Cal 3,23, Ìa finaliLà di Paolo nel 4,2s).
ne dell'opera dello Spirilo efluso di allcanza armoniosa con Dio. se- paragonare 1'alleanza sjnaitica a
nel tempo cscatologico (Gal 3,1-5) condo Paolo bìsogna porre que- Questa esposizione generale
un pedadogo in questo passo è du- contro la possìbilità umana di as-
e l'abbaùdono delÌa promessa di sta relazionc al di îuori della por- plice: enfatizzare ilsuo scopo d'i- sumere l'alleanza mosaica e con-
Dio adempiuta per grazia (Gal tata dj chilLnqùe, sìa gìudeo che dentificare e punire il peccato e, tro questa validità attuale dell'al-
5,4). Questo era, in brcve, un gentile, perché f incUnazione rùlÌa
nello stesso tempo, accentuare la leanza, comunque, non esaurìsce
enorme eirore nel riLevamento dei na a disobbedìre agli ordinamen- sua natura temporanea. il commento di Paolo sulla Legge
tempi. ti di Dio impedisce a <qualsiasi ln Gal 4,21-5,1 Paolo utilizza in Galati. In pochi altri passaggi,
Da queslo punto di parteùza er- carne> di obbedire completamente
una serie di metafore per sostene- il commento di Paolo assùme una
meneutico, la discussione di Pao- alla Legge (Gal 2,1ó). re che coloro che desiderano vive- djrezione diversa. In Gal 5,14 di-
1o sulla Legge prende due direzio- La seconda ragionc per cui que-
re sotto il giogo dell'alÌeanza sinai- ce ai suoi lettori che <(tùtta la Leg-
ni. La prima, che non bisogna ste (operc dclla Legge) l1on pos-
tica hanllo girato le iancelte del- ge trova la sua pienezza in un so-
sorpr-endersi coDsuma la ù]ag sono pori-e ùessuno in relazione l'orologio all'indjetro, verso ùD lo precetto: "Amerai il prossimo
gior parte delle sue energìe, è che arnloniosa di alleanza con Dio è
lcmpo in cuì sia i Genlili che i Ciu- tuo come te stesso")), e in Gal 6,2
gli eleùen1i distintìvi dclla circon che 1'alleanza, di cui queste opere
dei erano schiavi del peccato. IÌ li esorta a portare i pesi gli uni de-
cisione, dell'osservaùza del saba- îanno par1e, eaa temporanea. A concetto che permelte a queste di- glj altrì (perché così adempirete la
to c delle regole alimentarì, oppure diîfercnza della promessa latta ad
Legge 938 939 Legge
legge di Cristo>. Queste aflerma- cia attiva per i Irilippesì (Fil 3,2 blica che Paolo utìlizza è quella sostiene A. J. M. Wedderburn
zioni sembrano sorpreùdenli sino suona collle un ammonimento di della potente ed eificace azione di (44-65), manteneva stretti legami
a quando ricordiamo 1) che la cor- un possibile, più che alluale, pe- Dio per scattare il suo popolo con Gerusalemme (Rm 3,8;
rìspondenza con i Corinzi ha mo ricolo), Paolo ha intravisto i1 dan- dalle condizioni avverse come gli 6,1.15i vedi Roma e il Cristiane-
strato un modello analogo nel no che essi potevano fare almeno esili, per ricondurlo nel suo Paese, simo romano). Dunque, la finali-
consìderare la legislazione mosai pe. giustìficare ìl pronunciamen- in vista di una relazione pacifica tà di Paolo in Romani consisteva
ca come obsoleta, ma con rileri- to di una difîida contro di loro a con se stesso. ln ls 46,13 e 5,5-8 probabilmente, almeno in parte,
menti posilivi alla Legge, e 2) che una delle sue Chiese îavorile (Fil Dio si rilerisce alla sua azione sal- nel correggere l'incomprensione
né nella corrispondenza con i Co- 4,15- l6). vifica come (la mia giustizia). sulla sua concezione della Legge.
rìnzi né in Galati Paolo dice che La dillicla di Paolo. benché bre- Paolo riprende questa nozione in Come in Calati, Paolo a propo-
ogni comandamenlo spccjîico del ve. offre un urile collcgamenlo tra Fil 3,9 per affermare che, in defi- sito della Legge formula afferma,
codicc mosaìco ò abrogato, ma le suc aîfermazioni stringate e in- nitiva, le attese bibliche di una ma- zioni sia negative che positive. Egli
soltanto ìl codice considerato glo- cisìve sulla Legge ilt Galati c i suoi nifestazione escatologica della giu- sostiene sia che le (opere della
baimente, con le sue malcdizioni commenti piir prudententenle sfu- stizia di Dio sono state adempiute Legge> non possono giÌrstificare,
per la disobbedienza e con le suc trrati in Ronani. Nell'arlicolare la parzialmente in Gesl) Cristo e per- sia che la Legge, non concepita piir
barriere contro i Gentili. sua caùsa contro i suoi opposito_ ciò l'attaccarsi alla vecchia, ìnade- come alleanza sinaitica, può esse-
La protesta di Paolo riguarda ri, Paolo sosliene, cone ha fatto guata giustizia, fondata sull'allean- re adempiuta dai cristiani. In Ro-
I'imposizione delle vecchie e prov- in Calati, chc csigere l'adcmpi za sancita al Sinai, significa porre mani, comunque, Paolo articola
visorie strutture sùl nuovo tempo nento di cluesLe richìeste ormai su- la propria fiducia nella (spazzatù- la sua critica dell'alleanza sinaiti-
escatologico della ricoùciliazione; perate significa confidare nella ra> (Fil 3,8). Questo breve com- ca in modo leggermente diveno da
strutture il clri scopo consisteva nel <carner. nell'umanità decadùta e mento in Filippesi sulla relazione Galati. ln calatì Paolo non ha
condanoar-e il peccato e nel sePa- nell'ìnadeguata capacità di com- tra la Legge, concepita durante mai menzionato il valto nella Leg-
rare iGiudei dai Genrilì (cîr. EI pìeÌe ciò che Dio richiede (Fil 1'alleanza sinaitica, e la (<giustizia ge (cfr. tuttavia Gal 6,13-14); in-
2,14- 18). Quindi, alcuni contenu- 3,3-4; cîr. GaÌ 2,16). Comunque, che viene da Dio> diventerà una te- vece in Romani la sua argomen-
ti della legge mosaica lestano ille- nello spiegare ciò che inlende as- matica dominante in Romani. tazione perviene a una nuova svol-
si sotto la critica di Paolo, Perché serìre, cgli compic un Passo suc-
non sono inficiati dalla natura cessivo rispetto a Galati vcrso Ìa
3.ó Romani - La concezione ta, in base alla tesi che pronuncia
della Legge in Romani, come per contro il (vantarsi> o il <gloriar-
temporale delle nìaledizioni e delle sua segucnte argomentazione di la sua valutazione in Galati, vie- si> nella Legge come possesso spe-
barriere. Questi aspetti della lcg Rornani. Porrc La fiducia nella cir- ne pienameqte îocalizzata se co- ciale del popolo giudaico (Rm
ge mosaica, crede Pao1o, non sol- concisìone tisica, nella discenden- nosciamo qualcosa della situazio- 2,1'7.23i 4,2; cîr. Fil 3,3-6).
tanto sono ancora validi, ma ven za giudaica c nella puntigliosa os- ne che ha causato la lettera. Quan- Quando Paolo comincia a de-
gono adempiuti dai credenti quan- servanza legale, dice, significa do Paolo scrisse Romani stava per scrivere il vangeÌo che desidera
do essi camminano ncllo Spirito contarc sulla ProPria inadeguata concludere la sua ccilletta di fon- <predicare anche a voi che siete in
(Gal 5,22-23;6,2; cfr. Ef 6,2). gjustizia più che sulla giustizia che di, provenienti dalle sue Chiese in Roma)) (Rm l,l5), tra i suoi pri-
3.5 !'ilippesi - Anche se Filip- deriva da Djo (Fil3,5-6.9; clr. Rm prevalenza composte di Centili, mi punti c'è il fatto che la pura e
pesi, a dillerenza di Galati, non è 2,1-3,20). per i giudeo-cristiani di Gerusa- semplice conoscenza di ciò che
stata scrilla prìnlariamente Per Questo nuovo livello della sua lemme (Rm 15,25). Comunque, Dio richiede non permette a nes-
correggere una noziorle crrala del caosa coDlro la reinLroduzione egli era preoccupato che questa of- suno di collocarsi in una giusta re-
ruolo della Legge nella sloria deL dcll'alleanza sinaitica è fondata su ferta, realizzata a prezzo di un no- lazione con Dio. Soltanto l'obbe-
la salvezza. nondimeno la conlro- due immagini bibliche. La prima tevole lavoro, non venisse accet- dienza alle richieste di Dio, dice
versia del1a Galazia risuonava an- è f immagine dcLl'inadeguata giu- tata da quella Chiesa e così egli Paolo, permette questo. Egli co-
cora nelle orecchie di Paolo quan- stizia propria d'Israelc durante le scrisse a Roma, tra l'altro, per mincia discutendo sul mondo dei
do scrisse quesla lettera. In Fil peregrìnazioni nel deserto, nlaì- chiedere che la preghiera della Gentili, in cui molti peccano con-
3,2-11, quindi, troviamo un arn grado Dìo 1o abbia condollo nel- Chiesa sostenesse il suo viaggio tro Dio (Rm 1,21-31) benché co-
monimento conlro gli stessi la terra promessa (Dl 9,1- 10,11). (Rln 15,30-32). Gli Atti desÌi Apo- noscano la sua venerazione, la po-
giudeo-cristiani che avevano cer_ Come per lsraele, la girsltzia pro' stoli ci mostrano che la preoccu- tenza, la divinità (Rm 1,20), I'a-
cato di girare le lancetle dell'oro- pria dì Paolo eta iondaLa sull'aì- pazione di Paolo era concentrata zione creativa (Rm 1,25) e il suo
Ìogio alf indietro, verso Lln tempo leanza sancita aL Sinai e quindi su ciò che alcùni giùdeo-cristiani progetto morale (Rm 1,32). Non-
ìn cui la circoncisione. le richieste rappresentava un inadegÙato stru- di Gerusalemme avevano sentilo dimeno. la loro conoscenza non è
alimentari e l'osservanza del saba- mento per raggiungere la salvez- sulla sua concezione della Legge accompagnata dall'obbedienza e
to separavano lsraele dai Geùtili za (lelteralmente, (1a risurrezio- (At 21,20-21). Analoghe voci ave- così, malgrado la Ìoro conoscen-
(Fil 3,2-3). Benché il grùPPo.non ne dai morti), FiL 3,9; cfr. Rm vano raggiunto anche la Chiesa di za, Dio li punisce, come meritaDo
rapplesenlasse ancora una mlnac- 10,2-3). La seconda inmagine bi- Roma, una comunità che, come i loro peccati (Rm 1,24.26.28)-
Legge 940 941 Legge

Poi Paolo passa al mondo giu- che dal gentile, e soltanto l'aiu- (Rnì 7,7). A1 contrario, la Legge tensioni mediante la concezione di
daico, dove f imparzialità divina to escatologico, derivante dall'al- è santa, buona e spirituale (Rm Paolo circa le due alleanze o due
(Rrn 2,ll) richiede che Ìo stesso leanza che Djo stabilisce ((la giu- 1,12.14i cîr.7,22); essa è così le- leggi, una vecchia e ùna nuova. La
modcllo di giudizio tuteli la veri stizja di Djo>, Rm 3,21), può por- gata al peccato soltanto perché sezìone di Rm 9,30-10,8 tende a
tà: <Perché non coloro che ascol- re rimedio alla sìtuazione. Questo mostra ilpeccato in quanto catti- coniermare qÌlesta concezione.
tano la l-egge sono giustj davanti di cerlo è avvenuto in Gesù Cri- va irasgressione e condanna il tra- Qui Paolo spiega che la maggior
a Dio, ma quelli che mettono in sto, perché su tutti i credenti, Giù- sgressore. Essa compie tutto ciò, parte di Israele ha mancato di cre-
pratjca la Legge saranno giustifì- dej e Genlili, e pronunciato il ver- secondo Paolo, in tre modi. Pri- dere al vangelo perché ha cercato
cati> (Rm 2,13). Questo modello detto favorevole per il giorno del mo, essa porta alla conoscenza del di perseguire la Legge (<come se
è così fermo, dice Paolo, che agli giudizio (Rm 3,21-26). peccato esplicitando la volonrà di derivasse dalle opere> (Rm 9,32),
occhi di Dio i Gentili, che osser- Da questo punto cl€ll'argomen- Dio, cosicché il popolo può cono- credendo che, malgrado la dispo-
vano la Legge nello Spirito ma tazione Paolo ha ampiamente fon- scere la volontà di Dio e compren- sizione escatologica consistente nel
vìolano la sua lettera. restando in- dato ia sua causa. Tùttavia, ri- dere che non deve farlo (Rm 3,20; riscatto dall'alleanza infranta in
circoncisi (Rm 2,26.29), hanno di mangono slegati due fili importan- 4,15; 5,13;1,7 .21-23). Secondo, la Gesìr Cristo k(la giustizia di Dio),
ritto di prendere parte al giudizio ti che richiedono attenzione. Pri- Legge dimosrra come sia insidio- Rm 10,3), si potesse contìnuare a
sulgiudeo che si vanta (Rrn 2,23) mo, Paolo deve rispondere alla si- so il peccato, che spinge l'umani- essere legati alla Legge del Sinai
del possesso della Legge, ma non gniîicariva obiezione per la quale tà a cadere in vie nelle quali essa come prova della propria appar-
obbedjsce a essa (Rm 2,14-29). eglì ha abrogato quella Legge che, può ribellarsi comro Dio (Rm tenenza al popolo di Dio (Rm
Benché queslo rimanga un passo dopo tutto, egli stesso considera ,7-12; cft. 5,20). lnfine, <la Leg-
'7
10,3; cfr. Fil3,9). Per dimostiare
complesso, il suo punto foùda come Parola di Dio (Rm 3,31). ge provoca I'ira) (Rm 4,15; cfr. che l'aggrapparsi alla Legge in
mentale è chiaro: i giudeo cristiani Paolo risponde a questa obiezio- 1,18), perché contiene ùn elenco questo modo non avrebbe condot-
non possono imporre agli etnico- ne appellandosi non all'alleanza di terribìli conseguenze che Dio to alla saìvezza, Paolo cita due
cristiani un modello che i Giudei sjnaitica, ma alla sezione narrali- stabilìsce per coloro che disobbe- passi dalla <<Legge>, Il primo, Lv
stessi non sono stati capacj, stoii va della Legge, specjalmente all'al- discono ai suoi comandi. Quin- 18,5, ricorda al lettore attento che
camente, di osservarc (cfr. Rm Leanza con Abramo, il primo (giu- di non è sorprendente che i creden- l'alleanza mosaica ha promesso la
2,24 e At 15,l0-l I). La ragìone di deo). Paolo osserva che Dio ha li siano (non piil sotto)), (siano vita soltanto a coloro che le obbe-
qilesto si trova nel fatto che <le accreditato Abramo come giusto morti a)) e siano stati (riscattati discono (Rm 10,5), cosa che
prescrizioni della Legge) (Rm (cn 15,6) prima della circoncisio- da> questa (legge del peccaîo e chiunque avesse letto Lv 26,14-16
2,26) e I'osservanza ((intcrìore> e ne (Gn 17,ll-14.23-27) e quindi della morte> (Rm 6.t4t 7,4.6: sapeva che Israele non aveva fat-
<spirituale) (Rm 2,28-29) è quan soslieoe che la circoncisione servì 8,2). A questo punto del nostro to, e che Paolo aveva appunto so-
to inteaessa a Dio, non il vanto per soltanto come sigillo per un'al- studio non dovrebbe sorprendere stenuto in modo €nergico che nes-
il possesso della Legge (Rm 2,23) leanza già stipulata sulla base della che mentre Paolo può, senza am- suno era stato capace di compie-
e i segni esterni, come la circonci fede di Abramo. Dj qui la fede, biguità, parlare dell'abrogazione re. Questa Legge, dice Paolo, è
sione (Rm 2,25-26). non le (operc) prescrilte dal co- del codice mosaico, nello stesso perv!.nuta al suo culmine (le1os) in
In Rm 3,9-20 Paolo passa a un dice di Mosè, produce la giustizia tempo possa parlare dell'autorità Cristo (Rm 10,4; cfr. ìVrisht 241)
livcllo successivo. sostenendo che (Rm 4,1.3-5.13) e Abramo serve della Legge e del suo compimen- e ha aperto la strada per una nuo-
nessuno, giudeo o gentile, adem- cone iÌ prototipo non solo per il to tÌa i credenti. In Romani la ten- va alleanza. 11 secondo passo ri-
pie pienamente cjò che la Legge ri- giudeo credente (e circonciso), ma sione tra questi due tipi di afier- prende molto del vocabolario di
chiede. Invece, quando vengono anche per il credent€ (e incircon- mazioni perviene aÌ suo culmine, D|9,4 e 30,12, che nel loro con-
confrontati con il modello che la ciso) gentile (Rm 4,11-12). In que- perché leggiamo, insieme ai com- testo originario parlavano dell'ob-
Legge richìede (Rm 3,19; cfr. Gb sto modo, Paolo dimostra che, in- menti sulla libel1à dalla Legge, che bedienza alla legge mosaica. Nel-
29,7-10), îutti i dìscorsi apologe- vece di abrogare la Legge, <la giu- la Legge è divina (Rm 7,22; 8,7), le mani di Paolo, tuttavia, questi
tici devono cessare, perché chjun stizia di Dio> è coerente con il che è (la legge dello spirito di vi- sono stati trasferiti in un contesto
que è condannato. Tutti, Giudei principio della fede, fondato sul- ta in Cristo Gesù> (Rm 8,2) e che diverso e ora parlano della giusti-
e GentiÌi. sono <sotto il peccato)) la stessa Legge. i credeùtj adempjono il suo <giu- zia medianre la fede in Cristo (Rm
(Rm 3,9; cfr. 8,7) e risultano inu- secondo probleúa che Paolo
ll sto precetto> quando cammina- 10,6-8; Hays 73-83). La vera leg-
tili il va[to nel possesso della Leg- deve affÌontare riguarda il perché no nello Spirito (Rm 8,4; cfr. ge che è giunta al suo fine ultimo
ge (Rm 3,27) o l'attenta osservan- Dio dona la Legge, se non appor- 13,8-10), cosa che coloro che non (le1os) può essere assorbita e dmo-
za delle stipulazioni del codicc úo- ta alcun vantaggio per il giudeo. credono non possono compiere dellata per assumere la forrna del-
saico (<opere della LeggeD, Rm Paolo fa notare attentanente che (Rm 8,7). la nuova aÌleanza.
3,28). L'alleanza mosaica è stata nulla di quanto ha derto dovreb- Le lestimonianze delle altre let-
rolLa sia sul versante nazionale che be portare alla conclusione che la tere paoline hannoiìnora orienta, 4.CONCLUSIONE Se il qua
su quello personale, sia dal giudeo Legge e il peccato sono identici to verso una soluzione di queste dro della concezione paolina del-
Legge 942 943 Legge di Cristo
T. T. Cìark, Edjnburgh l989 (trad. ìr., G/i .enî Inretprctets. Eerdnans, cran.l Rapids
la Legge qui rappresentato è cor- to sotto (la maledizione della Leg- îk
e
i. Ricerche sul brinento di Iiberuzia- 1988i \\Ìight N. T., Ire Clínax ol îhe Co,
retto, al suo cùore vi sj trovava la ge)), nella forma deLla dominazio- ne gìùdaico cl.ti tcln?i dì Ltode I dl70 d.C., re ant: chrìst und the Law in Parline
convinzione che la vecchia allean- ne dei Gentili, perché aveva roiîo Bibliot€ca dìstoria e roriografìa dei templ Theolag!. 1. e I. Clark, Edìnbìrrgh l99l.
l'alleanza, e alcuni di loro, in de- bìblici ll, Paìdeia, Brelcia 1996)j Hiibner
za, stipulata con lsiaele al Sinai,
îosse stata superata e che la nùo_ îiniliva, cercavano risposla alla lo-
\1., Ld leeK in Paob. Contributo allo sri F, Thielman
luppa de a teologia poolnra, Srudi bìbÌici
va alleanza, predetta da Geremia ro sventura nella promessa cli Ger 109, Paideia, Brescia 1995t Lyonnet S., ai
e da Ezechiele, iosse giunta. Il 3l e dj Ez 36-37. L'immagine di betà cristiand e legEe della Spìtita secún
LEGGE DI CRISTO
Paolo come aberrazione, nella da li. Paob. in L De I-a Polr.rì{: s
cambiamento di alleanze era ne- Lyonret, Lu rìtd se.ando Ìo Spìtìto. Con
cessario perché nessuno poteva os_ îorma ìn cui appare nell'opera di .lizìone del .tìstia o, Ale, Roma 1992r,
servare le stipulazioni delÌa vec- Montefiore. Sanders e altri è, pp. 201 23:1i Maccob,v H., Pouland Helle SoirvaR() - l. Anaìisj dell'inlcprelazionel
2. I tcri peolinii 2.1 ìCor 9,21i 2.2 cal
chia alleanza, un fatto che lsraele quindi, diffìcilmente nel gìusto. ,itr, Trinity Pres Inlernaiiorìal. Philadel 6,2; 2.2.1 Debolezze delle altrc prosper-
phia 1991; Ì\lonleliore C. G., Fist h/tpres
ha dimostrato a livello nazioùale. Se la nostra lettura è corretta. sians o.f P.tul, ir\ J QR 6 '19 E4) ,+2E 475j Id.,
tìvc;2.2.2 La legg€ di Crislo definita dal
Il cambiamenro era anche neces- anche I'imrÌlagine di Paolo, pro- Rdbbinic Ju..laìs,n and the Episles oJ Sî. contefo: 3. Conclùsionr.
sario perché, dopo Ìa stipulazio posta da Ràisanen, risulta confu- Pdrl, in JOR I3 (1900-1901) 161 2l7i \'Ioo-
ne deÌl'alleanza, Israele aveva usa- sa. l-a convinzione di Paolo che le
te G. F.. Judais t in the rbsr Centuie.' al ll siSnificato della frase (legge
lo la Legge per erigere delle bar-
the Chtìtfisn Eru: Thc Age althe ran aiÌn, di Cristo> (ho nomos lou Chri-
sue Chiese îormavano la comuni- 2 \oll., Harldd Unjversily, Carrbrjdge
riere 1ra se stesso e il mondo dei là della nuova alleanza. con tutte (MA) 1927i Pcnna R., It prohtena della Jlor) ò notoriamente difficile, poi-
Legge nelle lettere di San Pdola, fi L dpo ché Paolo 1'utilizza soltanto una
Gentili, barriere che, per sintetiz- le ramilìcazionì che questa convin-
stala Prolo. Studì di esegesi e teologù. Etl; volta (Cal6,2) nelle sue lettere (an-
zare, divennero un Punto di van- zjone comportava, rimane coeren- zioni Paolinc, Ciniscllo BalsaDro 1991, pp. che se c'ò un'espressione simile in
to e di îalsa sicurezza. La nuova te dalla sua lettera pjit antjca al- 496 5lE;ld., Leggee libertà nelpensìeto di
alleanza conservava la struttur a
lCor 9,21: (soggetto alla legge di
l'uliima, da quella piu irenica a Paolo, in J. Lanbrecht (ed.), The Tt.u 1o.l
CrisIor,len otnos Chlis1or]) e per
the Cospel (Galatians l:l-1:ll), IJ1SB 12,
formale della vecchia, inclusa la qLrella piìr polemica. Paolo non
sua barriera di separazione tra co-
Sr. Paul's Abbq, Roma 1993, p0.249 716; il fatto che l'uso della ftase nella
lormula la sua concezione della Pifra A.. Lu L?sse in Galalì,;n Distosì.io-
letlera ai Galati compare in mo-
loro che sono dentro e coloro che Legge come espediente nell'ardo- ne e tness.tggìo dellu lett?.a díGaldîí,
sono fuori. Tuttavia, questa bar- Bib 131, PoDrifìcio htituto Biblico, Roma^tj do lnatleso, senza alcuna chìara
re del momento. Piùttosto, essa 1992, pp. 169 199; RiiisàDer H., Pduland definizione. Cercheremo di diien-
riera smise di assumere carattere porta i segni di una posizione coltr- treZdw. WUNT 29, J. C. B. l\1ohr, Tùbin-
riazionale e assunse invece le di dere, brevemente, la seguente de-
plessa e attentamente valutata, de- een 1983: ld., Íhc lbnh ond Chrìs|: Es
mensioni dettate dallo Spirito, di- safs in Ge kana dEnslishon E Ptoblenl finizione: la <legge di Cristo) per
gna deÌla ricerca piu accurata e
mensioÍi che, nella loro incarna_ ofthe La|| in Earlt Chtìsriarilr. SESJ, Fin- Paolo include le norme morali del-
delÌa rjîlessione teologica pitì pro- nislì Ex€geticalSociery, H.lsinki 1986; San- la legge veterotestamentaria, foca-
zione pratica, coincisero in molti fonda. day Vr'. - H€adlarn A. C., A Ctiliúl dnd
particolari con I'antica alleanza E egetica! Catnne rar! on the t:pìele to lizzandole particolarmente sul co-
the Rot uns,lCC,'l. cT. CÌark, Edinburgh mandamento dell'anore del pros-
Questa nuova alÌeanza, inoltre, vedi anche, Alleanza e nuova 1902'i Sandcrs E. P., ./udaie : Ptucticc simo. Paolo sottolinea che questa
come avevano prcdetlo i proîeti, alleanzal Etica: Ciustizia, giusti- dnd Bcliel63RCE-óóCE, r rìnirr Pres I!
era scitta nel cuore e sarebbe stata Legge non può essere adempiuta
zia di Dio; Giudaizzanti; Giusti- renratìonal, PhiÌad€llhìa 1992i ld-, Paul,
senza I'azìone potenle dello Spi-
osseNata da coloro chc cammina- Oxford UniyeNity Press, New York l99l:
ficazione; lsraele; Legge di Cristo; ld., Paolo e íl pìutldismo pdlesrinese Sh1- rito Santo nella vita dei credenti.
vaDo nello Spirito. MaledizÌonc, maledetto, anatema; dìo cotnpsruîìw s tnodelli di rcligione, tsi
Tutto ciò significa, certamente, Opere della Legge; Restaurazione bliorcca tcologica 21, Paideia, Brescia 1986i
che la concezione paolìna della 1d., PaDIo, la lesqe e ìl popoh gi daicÒ, I. ANALISI DELL'INTEPRE-
d'lsraele. TAZIONE
Legge era, per larga misura, diver- Stùdi biblici 86, Paid€ia, Brescja 1989; - Qui si tenterà un'e-
Sandmel S., Ifte Ge,x6 .t Paut: A Stud! same delle diverse interpretazioni,
sarispetto alla concezion-e di molti trrrr - Alcrri J.-N., Foi et Loi daks l'épî rx ltrlorÌ,. Forlress, Philadclphia l9?9r Ìd.,
Ciudei del suo tempo. E dillicjle e anche se vi sono alcune sovrap-
trc dur R.rnaihs, \n Cot nent Die est il .Iadaisù and Chtistian Regtrrmsr, Oxlord
immaginare che l'autore di Tobia Jusîe? Cteîs pa iúetpréter l'éPîîre dux Ra' Universily Pre,cs, Nelv York 1978t 'Ihielman posizioni tra le diverse prospetti-
e di ciuditta. d1 Giubilei e dei ro' ldnions dù Seuil, Paris 1991, pp. F.. Èion Plìt:ht to Salutìon: A.leúsh Fru- ve, cercheremo dì porre I'accento
'rai,s,
8l 13li Buhnrann R., 1/ r'tltîianesino pti' nlework.fat Understdnditts Parl s yiev oJ
toli di Qumran si sarebbcro fovati suglì elementi propri di ogni inter-
nili'o ncl quadrc delle rctiqío ì antiche, theLav in Aahtia sd clRrndrr,NTS61.
pretazjone.
a proprio agio in compagnia di carzanri, MìÌaro 1964: Davies $. D., Pdrl E. J. B Leiden 1989i 'l onson P. J., Paul
ì1.

Paolo. Dall'altro lato, I'innegabile an.l Rabbinìc J ddtsnt: So,ne Rabbinic EIe' and the Jevish LaN: f{dlakdh in rhe Lei Legge dell'amorc - L'intepre-
elemento di discontinuità rischia ne ts i Paulìne Theolag!, fortress. Phi- îers olthe,lpastle ta rhe Gerrtles, CRINT tazione piu comune, rappresentata
ladelphia l980'i Dcidun l. J.. À'e, Cote- l.l, Fortress, Mirneapolis 1990: \\cbcr Ì.., dai comnenta a Calati di F. F.
di essere eccessivamente sottoli- a Moruhù ìn Paul, AnBib 89, Biblical Jùdís.he Theabsìe au| Crund des Talìnud
neato. Il mondo concettuale nel I tilure, Roma l98li Dunn J. D. G., Je und ret.nandtet Sútitett, aemeìnlasslich Bruce e da R. Y. K. Fung, inten-
s$, Pa l, dnr! Ihe t.r1w:Sîudìes in Markand (largetelh, Dótltliîe & lrankc, Lcipzie de la <legge di Crislo) come un
quale Paolo operava avrebbe de-
Gdlrrúns, $eslninrer John Knox, Loùi_ 1897: (1880r): \Veddcrburn A. .1. Nf., 7r?
siderato essere familiarc ai con_ modo diverso di descrivere la leg-
s\'ìÌle 1990i I:Iays R. 8., Éìhaes ql SÙipttl' Reasons fot Ronr"s,'t. e L Clark, Edin ge dell'amore, enunciata in Gal
temporani Giudci di Paolo. Essi rc in the Lerters oI Paul, Yale University, bursh 1988; westerholm 5., Istuel's Latt
sapevano che Israele aveva soffer- Ne$ Haven 1989i Jjengel M., The Zealoîs, an.l the Chùrch's Faith: Pùul uhtl His Rp 5,13.
Legge di Cristo 944 94s Lcgge di Cristo
Insegnqmento di Gesi C. H. sua aîfermazione secondo la quale Ia; conta invece l'osservanza dci sto immedìato. In questo caso il
Dodd e W. D. Davies soslengono egli è con <coloro chc sono senza comandamenti di Dio). Paolo contesto comincia con la parel1e-
che la frase si riferisce alle parole Legge, come uno senza Legge). può descrivere la legge rituale della si che comprende cal 5,13-6,10,
di Cesìr che assumono un ruolo Egli non desidera che i suoi letto- circoùcisione come insìgnificante. nclla quale Paolo sottolinea la vi-
autoritatìvo per la Chiesa. L'istru- ri deducano che, poiché è senza ma le norme morali e i comanda- ta nello Spirito. I crcdenti devo-
zione data da Gesir diventa la nuo- Legge, egli sia un antjnomista. In menti della Legge sono ancora no (cammilÌare nello Spirito>
va 7ólA per la comurìità cristiana. questo caso, I'origine dell'espres- vincolanti. (Cal 5,16), (essere guidari dallo
Se^)i come Gesù O. Hofius sione è meglio spiegata in modo 2.2 Gal6,2 2.2.1 Debolezze Spirito)) (Gal 5,18), manifestare (i
non interpreta Ia <legge di Cristo) retorico. Paolo la conia nel corso delle allrc prcspettive - Abbiamo Irutri dello Spirito> (cal 5,22-23),
come riferita agli insegnaúenti di della sua discussione per delinea- già visto che qucsta discussione è <vivere sccondo lo Spirito) (Gal
Gesù, né alla Iór? del Sinai e nep- re la sua posizione dì fronte alla stata ccntrata sulla frase <legge di 5,25), (lenersi nello Spirito> e (se-
pure alla legge dell'amore. Piut- Legge. lnoltre, il contesto sugge- Cristo> in GaÌ 6.2. ContÌariamen- minare nello Spiriro) (Cal 6,8),
tosto, egli considera l'espressio- risce che quando Paolo dice che è te a quanto sostiene Betz, non è Così possiamo concludere che i
ne corne fondata sui cantici del <Ilon sorto Ìa Legge> (1Cor 9,20) afîatto evidente che la frase sia credenti possono adempiere la leg-
(servo sofferente) di Is 42,1-4 e e <senza Legge) (1cor 9,21) egli polemica, specialmente per il lat- ge di Crislo soltanto mediante la
52,13-53,12.11 servo, coúe colui sta pensando, in modo particola- to che Paolo la utilizza nella sezio- poterza dello Spirito. Infarti, que
che si pone al posto degÌi altri, re, alla Legge in quanto crea una ne parenetjca della lettera, senza st'esortazione è indirizzata agli
porta il Deccato, si carica dei ((pe- rottura tra Giudei e Gentili. In tal fornire alcun sostanziale indizio (spiritualì> (Gal 6,1) che vivono
si)), dei peccati del peccatore. Ciò caso verrebbero considerate delle perché si debba intendere questa mediante la potenza eìargita dal-
sta in parallelo con GaÌ 6,2, secon- leggi speciîiche come la circonci- liase come una sposta agli oppo- lo Spirito. L'enfasi sullo Spirito
do cui chi adempie la legge di Cri- sione, le leggi alimentari e l'osser- sitori. Inohre è improbabile che le dimostra che la <legge di Cristo)
sto (porta i pesi) degli altri. Alla vanza del sabato. Paolo adatta il parole di Gesu costituìscano ùna non può essere descrirta come le-
luce di Gal 6,1, Hofius pensa che proprio stile di vita, per cui viv€ nùova îóré per Paolo. Mai in Ga- galistica o costt ittiva.
i <<pesi>> siano i <peccati e le mise- come un gìudeo quando si lrova lati, né nel contesto parallelo di L'ahro collegam".nto determi-
rie>>. Coloro che hanno fatto espe- con i Giudei ((sotto la Legge)) e 1Cor 9,21, Paolo cìta le parole di nato dal contesto si trova nelle pa-
rienza della potenza salviîica di come ùn gentile quando è con i Gesii come una nuova legge per i role (Legge)) e (adempireten (ar.l-
Dic nel vangelo sono così afîerrati Gentili ((senza Legge>), cosicché cristiani; e le citazioii esplicite del- plérAsetu). che richiamano Gal
da esso per cui, a loro volta, in- può proclamare il vangelo a ogÌìu- l'insegnamento di Gesii sono rare 5,1.1, in cui tutta la Legge si adem-
carnano il vangelo nella loro rela- no. Nondimeno, egÌi desidera sot- nelle lettere di Paolo (redi cesu, pj,e (peplarótai) nell'amore. In
zione con gli altri credenli. tolineare che è non <(scnza la leg- detti di). quest'ultimo testo è chiaro che
Modello di Crísto Analoga ge di Dio, ma soggetto alla legge Molti converrebbero nel soste- Paolo sta pensando alla legge del-
alla concezione precedente è quella di Cristor. nere che la <legge di CristoD jm- I'AT, poiché egli cira in modo par
proposta da R. B. Hays e da H. Questo probabilmente significa pÌica la <legge dell'amore>. ma la ticolare Lv 19,18. La connessione
Schùrmann. Ciò che sigdfica vi- che Paolo si attiene ancora alle frase può essere interpretata in tra questi due testj suggerisce la se-
vere secondo la legge di Cristo norme morali della legge vetero- modo piÌr specifico. In modo pro gu€nte conclusione: colui che
equivale a vivere secondo il model- testamentada. Egli non considera vocatorio, Hofius interpreta Gal adempic 1a legge di Cristo adem-
lo esemplificato in Cristo Gesìì, il la sua libertà dalla Legge come li- 6,2 alla luce del (servo sofferente pie anchc la legge dell'AT, che vie-
cui dare se stesso sulla croce diven- benà che può violare le norme di Yhwh>; ma quest'allusione non ne sintetizzata nella legge deÌl'a-
ta il paradigma pei tutti. morali della Legge. ll contesto ge- è evidente nel contesto di Gala- mor'e. Dal contesto precedente di
Prestito prowniente dagli oppo- neraie di lCor 8-10 confèrma que- ti. E la concezione di Hays e di Galali (per esempio, Gal2,11-14
sitorí - H. D. Betz ritiene che sta osservazione, in quanto la Pro- Schùrmann, secondo la quale il 4,10; 5,2'6) è evidenre che le leggi
Paolo utilizza in Gal 6,2 la frase blematica in questione è quella ccntro si trova nella donazione pa alimentari, la circoncisione e I'os-
<<legge di Cristo> in prospettiva della carne oîferta agli idoli (vedl radigmatica di sé, da parte di Cri- servanza di un certo calendario
polemica. L'espressione è rara in Idolatria). I Giudei e i giudeo- sto Gesù, anche se fondata su al (redl Giorni sacri, calcndado) non
Paolo e Betz sùggerisce che Pao- cristiani considererebbero questo tri brani della letteratura paolina sono piir vìncolanai per i credenti.
1o la utilizzi per rìspondere agli op- cibo come impuro, mentre gli e nei primi capilolj di calati, è La <legge di Cristo>> per i cre-
posjtori. etnico-cristiani tenderebbero a ve- troppo lontana dal contesto imme- denti è limitata alla legge dell'a-
dere il mangiare questi cibi come diato di Cal6 per essere credibile. more? Sì e no! L'amore rappre-
2. I TESTI PAOLINI 2.1 lcor materia indifferente. Una conier- 2.2.2 La legge di CrisÍo definì- senra il battito cardiaco e il cen-
9,21 Un esame di 1Cor 9,21 ri- ma delf interpretazione presenta- ld dal contesLo Una liase sor- tro dell'etica paolina; e anche in
vela che Paolo si considera ((sog- ta si trova in lcor 7,19: <La cir- prendente e poco usata, come la Galati Paolo spiega la vera natu-
getto alla legge di Cristo) per pre- concisione non conta nulla e la (legge dj Cristo)), è meglio inter- ra dcll'amore dclineando cìò che
venire un fraintendimento della non circoncisìone non conta nul- pretabile alLa luce del suo conte rappreser'ìta l'amore (Gal 5,22-23;
Leggi alimentari 946 Letteratura paolina apocrif a
6,1-2.6-10) e ciò che costituisce il Lesse e libeftd el pensieto di S. Puolo, in
aì Laodicesi e asli Alessandrini ATTI
non amare (Gal 5,15.19-21.26). J. Lambrecht (.d.), The Ttuth al the Go-
(yedl Canone). Quest'ulrima non
2. - Per gli studiosi di Pao-
Vel. ÀfSB 12, Sr. Paùl's Abbey, Roma lo e della rradizione paolina, l'o-
Un confronto tra Gal 5,14 e Rm 1993, pp. 249-216: Pirla A., Ld leSge diCri- ò giunta a noi. Quanto alla lette pera paolina apocrifa di gran lun-
13,8-10 mostra che per Paolo le sî o, ia Disposiziohe e me$a ggì.' della lexe
ra ai Laodicesi, potrebbe esscrci ga più interessante soÍo gli Atti di
norme morali della legge dell'AT ra diGalatí, AtBlb 13l.Ponliticio Isritùio
Iliblìco, Roma 199?, pp- 193-195t Schreiner sLata qùalche confusione. dal mo- Paolo del II sec. Purtroppo, non
devono essere incluse quando si 1. R., The Abolítíondnd Fu$ nent althe mento che lo stesso Marcione pen- ci è giunto il testo cornpleto. Le tre
definisce l'amore. La\| in Paul. jn JSNî 35 (1989) 17 74; sava che la lettcra di Paolo ai Lao parti principali dell'opera (gli ,1t
Altdmenti l'amore cade nel sen- Schiirmann H., <ra.! Ges€tzdes Christus>
timentalismo e nella vaghezza.
(Gol6:2): Jee Veùaltenund Wart aÌs let.t, clicesi fosse quella che conosciamo tì di Pqolo e Tecla, 3 Co nzi e i
stlltìsesittlìche Nom ndch Paul$, iÌ\ Neùe: come Efesini. Se il riferime[to è Martirio di Paolo), ìnfatti, furo-
Nondimeno. l'accento deve rima- Testunent und Kítthe. FS R. Scbnacken- a una lettera apocrifa di conLenu- no estrapolate e circolarono come
nere sùgli affetti del cuore e sulla burg, Herder, Ì_reibure 197:1, pp.2E2-300; to marcionita, allora non può es- libri separati dopo che gli Auí di
potenza dello Spirito, cosicché i Stîelaî I. ti., Ru.den Beatìns and fhe Law
aJ Chnst. ir JBL 91 (1975) 266 276. sere quella aiZaodlceJl che è giun- PiTolo in qÌranto tali erano larga-
credenti non si realizzeranno nel- La a noiin latino.
Questa, infatti, mente scaduli d'interesse; quesle
ìa conformità esteriore a una T. R. Schrciner e poco piii che una raccolta di frasi parti si sono cot'ìseryate, mentre la
norma- paoline, tratte princl)almente da maggior parte del rimanente so-
Filippesi e Galati, e dev'esserc sta- pravvive soÌo in forma frammen-
3. CONCLUSIONE In conclu- LEGGI ALIMENTARI: vedl la composta semplicemente per taria.
sione. abbiamo verilicato che 1'e- Cibo offerto agli idoli e leggi ali- colmare il vuoto nella corrispon- L'opera dev'essere stata scritta
spressione in Galati conierma e mentari giudaiche; Purità e impu-
rità
denza paolina che risultcrebbe da nella seconda metà del II sec.
approfondisce ciò che abbiamo Col 4.16. Essa è datata al IV scc. Stando a Tertùlliallo, che era in-
scoperto in I Corinzi. La legge di o prima, e nell'Occidente medie- teressato a lar sì che non ci si po-
Cristo è la legge dell'amore e in- vale era considerata perlopitr co- lesse rìchiamarc alla vicenda di
clude le norme morali trovate nel- LETTERATURA PAOLINA lne aulenticamentc paolìna, ben- Tecla per sostener'e che Paolo per-
la legge dell'AT, anche se non si APOCRIFA ché non canonica. metteva aile donne di insegnare e
csaurisce in queste. Inoltre, la leg- La corispondenza apocrifa lìa battezzare, l'autore era un presbi-
ge di Cristo può soltanto essere SoMMARn - 1. Lerter""i 2. Atti;3. Apoca- Paolo e i Corinzì (nota come J Co- tero d'Asia, che a segujto di qùe-
adÈmpiuta mediante la potenza Ìi$ii 4. Preghìera. rln;l), che include ùna lettera in- sto lavoro fu dÌnosso dalla sua ca-
dello Spirito Sanîo. viata dalla Chiesa di Corinto a rica (Tertulliano, De Bapt. 11.5),
Come con altre îigure impor- Paolo e la risposta di Paolo, ebbe Se questa notizia è aft'idabile, es-
anchet Amote; Etical tanti del NT, anche con Paolo è
origine probabilmente (anche se
Vedí sa non può signilicare che il pre-
accaduto che molte opere poste- alcuni non sono d'accordo) come
Legge. sbìtero fu deposto perché teltava
riori siano state pubblicate sotto patte d,egli Afii di Paolo (cft. sot-
il suo nome o come relazionì sul- di far passare la sua opera come
BrBL BarcLay J. -"{. G., Ohering îhe to), ma circolò anche scparata- opera di Paolo, dal momento che
A Sîudy of Pdul's Eîhìcs in Galo la sua attività. Queste opere ven- lnente, Sulla base del problema EIl Atti di Paolo noù pretendono
Truth:
lidrs, T. e T. Clark, Edinburgh 1988, pp. gono di solito raccolte [ella cate- sollevato dalla comuDità di Corin-
126-135: Betz H. D., Gdlstians: A Com-
di essere scritti da Paoio. Semmai
goria piuttosto disomogenea di
nentary on Paul's Lettet ro the Churches (apocrifi deÌ Nuovo Testamento>. to riguardo alla risurrczione iD I fudeposto perché attribuiva a
in Galdtia, Hetm. Fortress. Philad€lphia Corinzi, qucsta corrispondenza Paolo un insegnamento (come
1979, pp. 298'301| Bruce F. F., The E?istle rappresenta i cristiani della città quello menzionato da Tertùlliano
ta the Cdlatisns: A Camnentary ok the 1. LETTERE La lettera non greca come turbati dall'insegna- o la îorte difesa dcll'astinenza ses-
Gr€et Ist, NIGTC, Eerdmaùs, Grand Ra- era un genere popolare fra gli
pids 19E2, pp. 260-261; Da!ìes W. D., Pdal mento gnostjco di Simon lvlago e suale) che era ritenuto inaccetta-
snd Rab bini. .ludai,'n, F ofress, PhiÌad€l- scrittori della letteratura cristiana Cleobio e fornisce una risposta, bile. Sembra molto probabile che
phia 1980É, pp. 142 l4,l; Dodd C. H., Èr- apocrifa e, di conseguenza, nono- per così dire, paolina allo gnosti- l'autore incorporasse nella
nonos Chtistou.;D Studia Paulìna in Ho
sua
stante la lama di Paolo come au- cismo del II sec.
hotèh .hharhls de 7'|aah. De Et\er F. opera tradizioni leggende che già
e
Bohn, Haarlem 1951, pp. 96-l l0; Fung R.
tore di lettere, sono poche le let- La corrispondenza apocrifa fra circolavano oralmente nelle Chiese
y. K., The Epistle îa the Galaîídns, tere apocrife diffuse con il suo no- l)aolo e Seneca è costituita da paoline dell'Asia Minore. MacDo-
NICNT, EerdmaDs, G.and Rapids 1988, me. Una chiara allusione di Cle- quattordicj lettere scambiate fra nald sostiene che le vicende di Te-
pp.286 289; Hays R. 8., Chtísîohg a d mente Alessandrino (Protr.
Ethics in Cdlatìans: The La|| ofChtist, in Paolo e il suo contemporaneo, il cla. la storia di Paolo e il leone a
CBO 49 (198?)268-290: HotiLrs O.. rr.r G€-
9.87.4) a una lettera di Paolo ai filosofo e uomo di staîo romano Efeso. e la storia del martirio dì
set. det Mose un.l das Gesetz Chrisri, i1i Macedoni va intesa probabilmente Seneca. Essa presenta Seneca co- Paolo siano folcloristici nel con-
ZTK 80 (1983) 262-286t Lyonnel S . , l,iòel' come rjferita a Filippesi. 11 Cano-
tà ctisfiaha e legge delb Spìtito secondo S.
ùe molto ìmpres!ionato dall'inse tenuto e molto simili a ùn raccon-
ne Muratoriano (fine II sec.) fa ri- gnamento di Paolo, e presumibil- to orale nello stile
Paolr, in L De La Potterìe - S. Lyornet,
La ,iîa secondo lo Spniîo- Condizione del ferimento a lettere paoline spurie rìlente si proponeva uno scopo La storia di Tecla parla di una
cìstiano, Are, Roma 1992r: Penna R., usate dai marcioniti e indirizzate rupologetico. Risale al IV sec. giovane donna di un'eminente fa-
919 Letteratùra paolina apocrifa
Letleratura paolina apocrifa 948

pratlulto 2 Timolco. Ncgli donne votatc al celibato (vedovc, aÌtrimenti sconosciuta è descritta
miglia di Iconio che, conqùistata Lrni e
vergini che avevano rinullciato al nclio Pseùdo-Cipriano, De Rebap-
dal messaggio di Paolo, ìn parti- nelle altre compaiono personaggi
colare dalla sua insistenza sulla ne- come Onesiforo, Dema, Ermoge-
matrimonio, conlc Tcc1a, e don 116rz0 l7 (III sec. ?).
nc abbandonate daj loro marirì).
cessità diastenersi dai rapportj ne, Tito e Luca (questi ultimi con
\'lacDonald, la cui opera lratta 3. APOCALISSI Due apoca-
sessuali, rompe iì suo fidanzamen- Paolo a Roma negli, Alti di Pao-
pìù specilicamente deell Atri di lissi di Paolo si sollo conservate,
to. Condannata a essere bruciata /o, come in 2Tm 4,10-11). Negli
Alli di Paolo Rordorf tlova una Paolo, accetta che a scrìverlipos- entrambe jspirate dal riferimento
al palo, viene miracolosamente ri-
sa essere stato il presbiter'o men- di Paolo alla sua ascesa al cielo
sparmiata, e allora si accompagna conferma alla tcoria secondo cui
zionato da fertulliano, ma affer (2Cor 12,2; redl Visìoni, esperien-
a Paolo nel suo viaggio ad Antio- Ìe informazioni personali su Pao-
ma che le Ìeggende orali cla lui uti za estatica). Una è un'opera gno-
chia (di Pisidia), dove respinge le lo conlenute nelle lettere pastora-
lizzate crano storìe raccoùtate da
li si riîeriscono a viaggi che ebbe- stica, probabilmcnte del II sec., ri-
proflerte di un ulficiale della cit-
ro luogo dopo la linc di Atti, e ne
donne crisliane a giustificazione trovata îra j lesti di Nag Hamnìa
tà; viene gettata alle bestie feroci della loro scelta di vita e del loro di (CC V,2). Descrive l'ascesa di
nell'arena. e di nuovo \.iene mira- conclude che il racconto che gli
ministero come nubili indipcnden- Paolo attravcrso i cieli, dove egli
colosamente risparmiata. Dopo Alti di Paolo îar1no del viaggio fi-
questa esperienza, Paolo lc con- nale di Paolo a Roma linteso co-
lÌ dalÌ'autorirà maschìle. Aìiri assiste al giudizio delle anime nel
concordano con questa visione qualto e nel quìnÌo cielo, incon-
sente di diventare maestra; Tecla me un viaggio successivo a quello
della scclta di restare nubile, ab- tra nel setlimo ciclo un vecchio in
ritorna quindi a lconio, e poi si raccontato da Atti) e del suo mar-
bracciata da Tecla come afîcrma- lrono, che lo mil]accia di impedir
trasferisce a Seleucia (Isaurica) e tirio poggi su una lradizione sto-
zione di indipcndenza femminile gli l'ùlteriore asccsa, e sorpassa i
passa il resto della vila a operare rica.
dal matrin'lonio paîrjarcale e dal- dodici apostoli ùell'ortavo cielo
come evangelista e maestra di suc- La descrizione fisica di Paolo le strutturc
(Atli di Paolo e Teclo 3) è ben no- sociaÌi palriarcali. (1'Ogdoade) per incontrale gli spi-
cesso. Un altro episodio di libera-
zione miracolosa è quello di Pao- ta: <Uomo dipiccola statura, cal-
l\IacDonald soslìenc inoltre che litisuoi compagni nel decimo cie
qùcstc leggende orali erano note lo. L'opera, owialnenterlle, ha al-
lo che viene gettato in pasto ai leo- vo e con gambe stortc, con buo-
anche all'autore delle lcttcre pa- la base l'apocalittica giudaica; ma
ni ad Efeso: il leone che egli incon- na corporalura, e sopracciglia che
storalì (da lui datate al II sec.), che meùtre in un'apocalisse giudaica
tra è lo stesso che in precedenza si univano sopra il naso un po'
fa riferimento ad csse in lTm 4.7 il settimo cielo. contenente il tro-
aveva battezzato, su sua richicsta, adùnco, cordialer. L'impressione
c 2Tm 4,1'7, e scrisse per contra, no di Dio, sarcbbe il cielo più al-
a Gerico! Gli.4lll includevano di- moderna che qùesta non sia una
starle- Lc rcstrizioni che le letterc to, quest'opera si impegna in uùa
versi miracoli di guarigione
e risur- descrizione adulatoria è sbagliara. pastorali pongono all'ordine deÌ- polemica tipicamente gnostica
rezione operaîi dall'apostolo. La Secondo le idee lisiognomiche an-
le ledove e dellc donne maesLre contro il Dio giudaicot rappresen
sezione conclusiva racconta il tiche, il naso adunco, Le gambe
miravano a controlÌare e rcprime- tato comc il demiurgo, alla cui au-
viaggio finale per mare da Corin- slone, e le sopracciglia che siuni- re le attività delle donne celibata-
vano erano traLd considerati îavo-
torità Paolo è sottratto. Da rile
to a Roma, la predicazione a Ro- rie. La tradjzjonc paolina del ll vare allche iÌ fatto chc Paolo, l'a
ma, 1'arresto ordinato da Nerone revolmente, e la statura bassa non
sec. in Asia Ntlinore era quindì di- poslolo prcdiletto di molti gnostici
e il martirio (per la corrisponden- necessariamente era un elemento
visro con sfavore. IÌ rifèrimento
visa lra il radicalismo apocalitti- del II sec., sopravanzi i dodicj
za con i Corinzi cfr. sopra, l).
alla calvizie è il tratto piir sorpren-
co sociale delle donnc che raccon, apostoli. Se qucst'opera sia la
Sono stati fatti vari tentativi per tavano le stoÌie di Tecla e il con gnostrca Ascensione
dente, e potrebbe coDservare ùna di Paolo ct\t
individuare una buona tradizione formismo sociale e La posizione fa riferinrento Epilanto (Haer.
storica su Paolo dietro questi rac- memoria storica, I dipind primi-
p triarcale delle lettere pastoÌali. 38.2.5) appare dubbio, poiché
conti. Con ogni probabilità Tecla tivi delle catacombe ritraggono
era una persona reale, una conver- Paolo con pochi capelli. Quesro approccìo femrÌinista ha qucst'uhìma parla solo di tre cìeÌi.
rperto interessanti nuovc prospet ÌVolto diversa e I'lpocalisse di
tita di Paolo a Iconio, rimasla nel- Studi molto recenli deeli Atti di
rive sugliAtti apocriîi, ma proba Pdolo, la qualc divenne la piir po-
la memoria come una îigura emi- Paolo vedono quesl'opera come
bilmente ha bisogno di cssere ve, polare delle apocalissi crisriane ex-
nente della comunità cristiana in ùna prova interessanle della popo-
rificato da uìteriori studi sultema tracanoniche. Scritta origìnaria
quell'area; ma è impossibile dire larità del Cristianesimo in Asia
deÌ celibato come idcale sia per gli mentc in greco, in questà lingua
se qualcos'aÌtro nelie vicende che Minore nel ll sec., e si sono con-
rrominì che per le donne negli Ar- sopravvive solo in una redazione
la riguardano sia piu che leggen- centrati sul ruolo de1le donne ce-
Li apocrilì in generale e nella Chie- posreriore; possediamo invece pd
da (è possibile che lgnazio, in libatarie, che in generale hanno un
sa dcl ll sec. ìn particolare. mitivc versionì in latiÌlo, siriaco,
Rom 5.2, alluda alla storia di Te- ruolo eminente negli Alti apocri-
Paolo appare anche in un cerLo copto, armeno e arabo. All'inizio
cla nell'arena). Rordorf ha attira- fi del ll sec. e ]i'egli Attí dí Poolo numero di,\tti posterì,oîi (Atfi di
sono rappresentate soprattutto da
del Medioevo 1ìrono realizzate
to l'attenzione sùlle tradizioni che .,ltdrea e Paolo. Alri di Pietro e tutta una serie di redazionì latine,
Eli Attí di Paolo hanno in comu- Tecla. S. L. Davies ha sostenulo
ne (indipendentemente, a suo av- che gli Atti apocriîi furono scrìtti
l)uolo, Sloría sitiaca di Paolo che sintetizzano. adattano c intro-
tcc.). Una Predicazione di Pctokt ducorlo aggiunle altcsto, e una di
viso) con le lettere pastorali, so- da donne cristiane per gruppi di
Letteratura paolina apoc fa 950 951 Lettere, lorme epistolari
queste fu una fonle per la Com- scritta in dettaglio 1'enorme varie- d Paoline, Cinisello Balsano 1991, pp. molto se le lettere di Paolo deb-
677 686f Ro.dorl w.,lJo.hntals Pdulusak
medi(l diDarte. L'immensa du-
e tà di punizioni riservate alle diver- bano essere considerate come <let-
ten ùnd PdstonlbtieJe, in G. F. Ha*thor
ratura popolarità dell'opera du- se classi di peccatori. In sposta ùc o. Berz le.ld.). Trcdìtìon dnd huer tere personali private) o no. Era-
rante il Medioevo è dimostrata alle preghiere di Paolo e dell'ar- pretdtioh ìh the NeN Tesrdmeht: Estuls in no sicuramente private, in quan-
dalla sua traduzione nella maggior cangelo Michele, Dio concede ai Iranot ol E. Earle E is, J. C. B.l\'Iohr, Tú to opposte ai sagSi /etteruti,i qùali
bingcn,/Eerdmans, Grand Rapids 19E7, pp.
parte delle lingue vernacolari eu- dannati deÌl'inlerno un giorno di 319 32i I Id., TrodiÌioh and Composition in
pure potevano adottare la forma
ropee dell'epoca. Esistono diver- pausa dalle loro sofferenze ogni t he <Acîs a_f The.!a,: I he Slate o.l fhe
Que-
epistolare lna erano scrìtti per un
se redazioni anche in altre lingue, domenica. Come altre apocalissi r/ton, in Se-e;a 38 (1986).{3 52 (qùesto ta, uditorìo indeterminato, ut'ìiversa-
scicolo di,!€rr?la conliene allri articoÌi in- le, e alle lettere ufficiali,le q\ali
come l'armena. Sotto il titolo di di questo 1ipo, I'opera è interessa-
Apocalisse di Poolo si raccolgono ta sia alla giustizia dell'inîerno, non erano scritîe nel contesto di
così, in eîîetti, tutti i testi deriva- che viene descritta al îine di dis- R. J. Bauckhant una relazione personale. La lette-
ti da un'opera apocalittica cristia- suadere i lettori dal peccalo, sia al- ra ai Calati, per esenpio, è îorte-
na del periodo patristico. lnoltre, la compassione per ì condannaîi mente personale, scritla a un ben
ci sono altre influenti apocalissi a url'eternità di tormenti. LETTERE. ìdentificato grLrppo di persone che
successive, come le,4 pocalissi del FORME EPISTOI,ARI avevano una relazione ditetta con
la Vergine greca ed etiopjca, che 4. PREGHIERA Una breve Paolo; per quanto inclusivo pos-
nel contenuio sol'to pesantemente Prcghíeru dell'Apostolo Paolo SoNrNr^Rro L Lcttcrc personali trivate?r sa essere l'indirizzo, <le Chiese di
debitrici verso 1'lpocalísse di Pqo- (CG I,1) è scritta sù un foglio vo- 2- La lorma dcllc Ìettere paollne: 3. L'u Galazia>), questa lettera fu invìa-
/o. È difficile sopravvalutare I'in- lante a fiontespizio del Codice I so di ah.c tÌadiziorì ìetterarie. ta a un grùppo relativamente mi-
flúerza che 1'Apocalisse di PIolo della biblioteca di Nag Hammadi. nore nel mondo gleco-romano
La parola greca epistolè (<1.epi (Hansen).
ha avuto sul modo di raffigurarsi Ci sono alcuni echi paolini in un stolar, <leltera)) si riferiva origi- Ma quelle di Paolo sono lettere
I'aldilà, specialmente l'inferno, contesto concettuale fortemente nariamenle a una contunicazione
nell'immaginazione e nell'arte cri gnostico. un po'più che <private>. Egli scri-
orale inviata tramite un messagge vcva con l'autocoscienza dell'apo-
stiana.
La piu antica forma esisten- ro. Il termine lerlera, nel mondo stolo, nella veste, cioè, di rappre-
Vedi anchei Paolo negli Atti e
antico, poteva designarc un ampio senlante del Cristo risorto (si noti
te dell'opera, rappresentata dalla nelle Lettere; Paolo nella tradizio- spettro di documenti, includendo I'insistenza sul suo carattere di
versione lunga latina, ha un'intro- ne della Chiesa primitiva. una grande varictà di testi com- apostolo in Gal 1,1.15.16; 5,2),
duzione che pretende di registra-
merciali, governativi e legalì, non- impegnato in un'attività di istru-
re la scoperta dell'opera in una ca- BrBr. Bovon F. et al..l,es A.tes Apacry' ché relazioni politiche e militari, zione, consiglio, incoraggiamento
sa di Tarso nel 388 d.C. Questo phes des Ap1rres, Labor et Fjdes, Genève
1981i Dassmann E-, ,er Stachel in Fleisch: olLre a tutte le altre forme di cor- e rimprovero (da notare lTs 5,27
sembrerebbe datarla alla fine del
Pauius in det ftùhchtist liche Litetutut bis dspondenza, soprattutto di carat- e 2Ts 3,14-15 a proposito dell'im-
Iv sec. Ma ci sono ragioni per ri- Ir€rarr. Aschendorff, Munster 1979; Da- tere personale. Paolo adattò i mo-
tenere che l'introduzione fu ag- v|esS.L., The Retoh o.f the Widows: The
patto sulla Chiesa di Tessalonica).
giunta a una precedente forma Social lvo d of the Apocrrphal Acts, delli della lettera greco romana a La maggior parte delle leftere di
d,ell'Apocslísse. In ogni caso, es- winlon-Seabury, Ne$ York 1980; Erbe!- usi cristiani. Lc sue lettere. che Paolo sono indirizzate a comuni,
molto a fon_ ta M., Apocrli del Nuo|a Tesîanento, hanno affascjnaîo îante persone tà di credenti e soro destinate a
sa deve sicuramente voÌ1. II-IlI, Marjetli, Casale Monferrato nel corso delle generazioni, sono uùa lettura pÌrbbÌica all'interno
ti e tradizìoni apocalittiche piìr an- 1966-1969i Hennecke E. - Schneem€Lcher
per lo piìr costruite in naniera si- delÌe assemblee. Erano scritti oc-
tiche. alcune di origine giudaica, vl., Neutestamen iche Apokt),phen, J. C.
B. Mohr, Tùbinsen 1989, vol lI, pp 4l-50, mile alle lettere ellenistiche. Ma casionali, legati a un particolare
ed è strettamente collegata con )93-243,644'615i Hennecke E. - Schnee-
Apocalìsse di Pietro dell' r\izlo I'apostolo, che in fatto di leftera contcsto, riîeriti a situazioni spe-
1' melcher w. Wilson R. McL., N€, Îe-
tura si sentiva totalmcnte libero,
del II sec., probabilmente Per via s ta nen t A p a crf p ha, L\tterworth, London
cifiche (na si noti Elesini), e nel-
di una fonte comune. L'Apocslis' 1965, vol. Il, !p. 9l-93, \28'l,41, 322'390, non si vincolò a modelli fissì, e le intenzioni dovevano sostihrire Ia
?55 798: Himnellarb N1., Tours ol He : spesso combìnò insieme usanze e1- presenza fisica dello stesso Paolo
se di Pretro fu il piu popolare rac-
An Apocalrptic Foì'm in Jevish and Chn' lenistiche non giudaiche con usan- (redi Itinerari, progetti di viaggio,
conto del destino del giusto e del ttian Liîeratule, Uni\e$it! of Philadcllhia,
malvagio dopo la morte fino a che Philadelphia 19831 K^pp)et C., L'Apo.d' ze ellenistiche giudaiche. parusia apostolica). L'apostolo
I'Apocalísse di Paolo non la sop- lJpse lati e de Paul, \t\ Apocalrpses er era interessato alle condìzioni di
Vorsses dans I'Au delà,Editions dù Cerf, I. LETTERE PERSONALI PRI- vila dei suoì lettori, ma non nella
piantò. Paris 1987, pp. 237-266i MacDonald D R ,
L'Apocalisse riferisce come The LeSend andthe Apastle: The Battle.fot
VATE? Da quando Deissmann maniera impersonale tipica di
Paolo fu assunto in cielo e gli fu Paul in Sîo/! and Canan.W€rmiNler, Phi stabilì la distinzione fra le ((lette molte lettere ellenistiche. Egli trat-
mostrato il giudizio e la separazio- lad€llhia 1983: Malherbe A J., A Pl,ls/_ rer (intese come spontanee, quo tava ogni situazione come unica e
cal Descripîion af Paut, iD HTR 19 (1986) tidiane e occasionali) e le (episto-
ne delle anime dopo la morte, il 1?0'l?5; Penna R., La <l/isio Paub) e Ie
imporlanle. Allo stesso tempo, pe-
paradiso e la Gerusalemme cele oscehtlenze apocalìuìchc della <Divìha ìe') (intese come meccaniche, ar- rò. le sue lettere illustravano alcu-
ste, e l'inferno, di cui viene de- Cannedia,, i1 L'tqostolo Paolo, Edizio Iistiche e letterarie), si è discusso Di imporlanti punti teologici e for-
Lettere, forme epistolari 952 953 Le(tere, forme epistolari
mulavano una comprensione c - 2.2 Ringraziamento o benedi- rìuovi insegnamenti o richiaman-
stiana della vita che andava ben al zione introduttiva - A volte, le esorto, fratclli)), lCor 1,10; lTs
rlosi a istruzioni datc in preccden- 4,1; cfr. Rm t2,lj 15,30), ta for-
di là della particolare situazione lettere più intime del periodo el- /a, illustra questjoni teologiche da
storica, lenistico cominciavano con un n- mula dì rivelazione ((Voglio/vo-
graziamento agli dèi per i beneîi-
lui consideratc importanti (cîr, BLiamo che sappiate,,, Rm l,l3;
\pecialmenre Col t,9,14). Ìn pa- Cal I.l l; Fil 1,12,, I'espressione
2. LA FORMA DELLE LETTE- ci personali ricevuti. Paolo adot- recchi di questi brani sono presenti di gioia (Fm 7), l,espressione dì
RE PAOLINE - Molte lettere ta anche questo elemento della let- înche finalità di esortazìone (per meraviglia (cal 1,6) o l,aîferma_
antiche, scritte da scribi professio- tera ellenistica: lo usa spesso all'i- csempio, Fil 1,9-ll). Inolrre, i
nisti, erano fortemente stilizzate: nizio delle sue lettere, dove espri- zionc di condiscendenza (Gal
ringraziamenti e le richieste ivi 1,8-9), mentre la conclusione del
ogni sezione della struttura era de- me la sua gratitudine a Dìo, il Pa- c'spressi dimostrano 1a profonda
terminata fondamentalmente dal- dre di Gesù Cristo, per quello che corpo è oc!asionalmente seenala-
preoccupazlone pastorale < aoo ta Lla aîfermazioni escatol;eiche
la convenzionc, a prcscindere dal- ha realizzato nelle vite dei suoi let- .tolica di Paolo pcr isuoi lcttori. (Rn] 11,25-16; lTs 3, -t3) o da
l'occasione concreta che le moti- tori, per lo più gentili (per esem- lanto più che I'apostolo esprime
vava. La struttura generale della pio, lcor 1,4; Fil 1,3; Col 1,3; lTs una relazione sui viaggi (cfr. sof
t itlgîaziamenti eîlettlll e richiesre to, 2.4; ye./l Itinerari, progetti di
lettera ellenistica prevedeva un'a- 1,2t 2Ts I,3; Fm 4). L'apostolo, e.ffeltiye approTtati acl essi (ye./i
pertura, un corpo e una chiusura. tutlavia, non è un pedissequo imi- viaggio, parusia apostolica).
Preghiera). I-'addensarsi di varie formule
La îorma base della lettera paoli- tatore della convenzione epistola- Ricalcando una forma dj pre- epj5tolari in ccrri puntj strarepjci
na, in cui di regola non c'è una re, ma ne sviluppa e affina le strut- ghìera tipicamente veterolesta- segnala \r'gni [icative interruzioii o
netta cornice stereotipa o mecca- lure. ùìcntaria ed ebraica dì tono euìo
Due sono i tipi fondamentali di svolte nella le&era (Mullins). La
nica a separare Ie varie sezioni, ma gico (cfr. le conclusioni dossolo-
si ha piuttosto una graduale pro- struttura ricorrenti in queste sezio- transizione da una sezione oiu di-
giche dci libri del Salrerio: Sat dalica a una lunga sezionÉ pare-
gressione dall'una all'altra, com- ni di ringraziamento di Paolo (ve- 4l,13:'72,19-20 ecc.), Paolo intro-
prende i seguenti elementi: di Benedizione, dossologia, rin- nelica è a volte segnalata da una
duce duc dellc sue lcltere (2cor dossologia di chiusura e da una
2.1 Aperaura - Le lettere di graziamento). Il primo, che com-
1,3-4; Ef 1,3-14; cfr. lpr t,3-5) delle formule di rransizione (per
Paolo, che ricalcano le aperture prende fino a sette elemeDti base, con una benedizione introduttiva
consuete delle lettere ellenistiche comincia con il verbo di ringrazia- csempio, Rm 11,36-12,1; Ef
o e]ulogia (eulogèfos, (benedet, 3.2 l-4. I ; 1Ts 3, J I-4. I ). I resrj pa-
nella forma di <A a B, salute), mento e si conclude con una fra- Ío)). Mentre isuoi ringr7zia,nen- renetrci o r\ortativi erano ncll'ln_
contengono immancabilmente se &ina (o suoi equivalenti), in cui /i inhoduttivi sono focalizzati sul-
qùalche espansione di questo sa- viene dichiarato il contenuto del- riemc mctcriali tradizjoDali { lra
l'opera di Dio nella vira di alrri, cur. lìer e(empio, i<,codici dome-
luto base (per esempio, Rm I,l-7; l'intercessione dell'apostolo per i
Gal 1,1-5; 1Ts 1,1; Tt
1,1-4), suoi lettori (Fil 1,3-l I i Col I,3-14;
le sue e'l/ogle lodano Dio per le be- sîici)): cfì, Col 3,18-4,1; Ef
nedizioni di cui lui slcsso ò bcne- 5,22-6,9), risalenri atl,AT e alla
espansione ìn cui è sovente mun- lTs 1,2-3,13;2Ts 1,2-l2t 2,13-l4l ficiario. La formula a sfondo giu-
Fm 4-7; cfr. Ef l,l5-19). Il secon-
letteratura giudaica o anche alle
ciato lo scopo specifico delle let- daico, evidenteDtelÌte, si prestava
tere. L'identificazione del mittente do è di forma piìr semplice; inizia uadilioni nlorali cllcnistiche (clr.
dipiù quando Iuipure cntrava nel Fil 4.8-9; ve./l Codrci domesrici).
(con la citazione spesso dei colla- ugualmente con il rendimento di circuito della benedizione.
boratori) e dei destinatari è segui- grazie a Dio e si conclude con una Altra caral terisl ica del coroo
2.3 Corpo - li corpo dcllc let- delle lctrerc Ji Paùlo è la parou-
ta da ampie descrizioni dell'uno e frase Íoti, in cui viene spiegata la tcre di Paolo sì presenta molto va,
ragione della gratitudine espressa .'/d, cioè (presenza apostolica>), in
degli altri nei termini della loro re- rio, poiché è soprattutro quì che
lazione con Dio in Cristo. Paolo (lcor 1,4-9; cfr. Rm 1,8-10). cui I'afostolo parla dej suoi Diani
esse rillettono le diverse situazio- Lli viaggio o afferma di volér es-
di solito identifica se stesso con Ma se la struttura delle sezioni ni che danno occasionc alla corri,
di ringraziamento paoline è elle- sere vicino ai suoi lettori trami-
epiteti come <apostolo) e <ser-
vo), mentre i destinatari sono t\\stica, i contenuti (aparte alcuni
spondenza. Chiaramente. nel cor- te i propri collaboratori (1Cor
po delle sue Ìettere I'aposrolo si 4,1'7 -21 ; 16,5-12; Fil 2,19-30; lTs
chiarnati <<santi>>, (diletti) o (la elementi specificamente cristiani) concede piri îacilmente rilerimenti
Chiesa di Dio che è a...). L'usuale rivelano I'influenza dell'AT e del 2,11-3,11; Fm 22)t Ie lettere dove-
a se stesso e si sctlte pochissinlo le- vano funzionare come sostituti
saluto ellenistico, crairein (<<sah)- pensiero giudaico, Le sezioni che gato alle strutrure epìstolari. Non
te)), è sostituito da charis kaí eí- si aprono con frasi di ringrazia- della presenza personale di pao-
sempre ò facilc stabilire dove la se- lo, sicché ad essq doveva <essere
rene (<<grazia e pacerr). Questa for- mellto a Dio hanno una funzione zione del corpo cominci e dove fi-
mula di benedizione è insieme una epistolare, cioè introducono e pre- accordato un peso uguale alla
nisca (in I e 2 Tessalonicesi, per lsual presenza fisicaD (Doty).
constatazione del fatto che essi par- sentano i temi principali delle ri- csempio, il corpo appare dcl tut-
tecipano già della grazia e della pa- spettive lettere, dando in qualche I /opoi epjstolari. cioè i temì e
to saldato con ilringraziamento). imotivi costitutivi delle lettere an-
ce di Dio, e un'invocazione perché modo il tono e I'atmosfera. Mol- sono staLe tuttavia individuate di-
possano apprezzare e fare piìl pro- te hanno una funzione didattica, tiche, appaiono anche nelle lette-
vcrse possibili formulc d,inizio, re di Paolo. Fra qucsti sj possono
fonda esperienza di tali doni. per cui l'apostolo, proponendo uome le frasi con parqkaleò (<<yi ricordare le consideraziotli sui mo-
955 Lelt€re pastorali
Lettere, forme epistolari 954
Leresse e la benevolenza. mentre la Row, New York I 96ó, pp. 2 50,27 4; Id., The
tivi che spiegano il ricorso allo dizionali e formule di confessio-
conclusione chiudeva il discorso Apostalìc Psrorsia: Fam and SiE ifican-
scrivere lettere (Rú 15,15; lcor ne. Paolo appare svincolato da .e. ir w. R. Farner C. F. D. \foule -
qualsiasi convenzione stilistica, con una ricapitolazione degli ar- R. R. Nieblhr (edd.l. Crlrîian HistotJi and
4,14), sulla salute (2cor 1,8-11i Fil gomenti e un appello.Ilcorpo del Intetprctatíon: Sîudies Prcsented ro .lohtt
2,25-30), su questioni interne epistolare, omiletica od oratoria
cliscorso, invece, era destinato ad (ndjr, Unilersity Press, CaÍìbridee I961,
(1Cor 5,1-6,11; Fil4,2-4) e sul ri- che sia. La lorma epistolare svi- !p. 249-268; HanseD c. \\.. Ahnhan ìn
esporre i termini della questione.
congiungimento con i desrinatari luppata nelle lettere paoline è più Galarians: Epistolary and Rhetoical Can-
Per la maggior parte le lettere cri- lefrs, JSNTSS 29, JSOT, Sleffield 1989;
(Rm 15,14-33; 1Ts 2,17-3,13). rìcca tanto delle brevi letterc pri-
stiane primitive erano scritte fon- Lonsenecker R. N., Galalianr, wBC 41,
2.4 Chiùsùra A conclusione vate quauto dei più diîîusì saggi Word, Dallas 1990i Nlullirls T. y ., Farmu-
damentalmente per scopi ben pre-
delle sue lettere Paolo usa i saluti in forma epistolare dcll'ellenismo. las in Ne|| Testanlent Epis es, À JBL 9l
cisi. A parte le formule epistolari (1972) 380-390i ld., Totos as a Nev Testu-
tipici di chiusura delle lettere ellc- Ci limitiamo solo a mettere in evi-
nistiche per collegare le comunità denza brevemente quanto segue: di apertura e di chìusura, le lette- nent Fom, h "raz 99 (1980) 541 5171
re di Paolo corsistono di tre eìe- O'Btien P . T ., Innoduct ar! ThankssirinSs
al suo proprio ministero itineran- 3,t Forme liturgiche Le le1- in the Letîe5 afPaul,NTS 49, E. J. B.ill.
menti: nel primo, di tono conci"
te (cfr. Rm 16,3-16.21-23l.2cot tere dell'apostolo erano destinate L€id€n 1977j Richardr E. R., The Secrcta
ìiante, egli elogia ì suoi letrori per ry in the Leúets o.f Pa l, WUNT 2/42, J.
13,12-13; Col 4,10-17). Ma non ad essere lette ad alla voce nelle as-
sembÌee cui erano indirizzate (1Ts il loro comportamento passato, il C. B. Mohl, TiibinEen l99li Sanders J. L,
esprime I'abiîuale augurio di sa- The Ttansition.frah Ope ins Episîaldr!
),1/; Lol 4,1óJ. ror\e ProPrlo segmento medio è costituito da
lute o la parola greca di addio. A1 Th'lttksgìrìng îo Bad! in the Paulìne Car-
loro posto troviamo una benedi- questo specifico ambiente spiega consigli, mentre la parte finale pus, in JBL 81 (1962) 3,18-362; Srowers S.
zione 0Cor 16,23; Gal6,16.18; El perché nelle lettere cristiane siano contiene la parenesi (Aune). K., LetÌet Wtìtins in Grcco-Ranan Anti"
Come osserva Longenecker a qutr!, LEC 5, $cstminsrer, Philad€lphia
6,21-24i 2Ts 3,16.18) o una dos- incluse formule liturgiche. Cli stu- 1986i White J. L., /r/rodrctory Fartnulae
proposito di Galati (e vale per le
sologia (Rm 16,25'27; Fil 4,20; diosi receùli inseriscono in questa in îhe Bocl! oÍ the Pauli e Lertet, iD JBL
cfr. Eb 13,20-21). La benedizione categoria le seguentj forme: l) be- altre lettere dell'apostolo), <Pao- 90 (1911) 9r-91; td., Lisht frcn1 Atùent
lo sembra essersi servito quasi in- teters, fonress, Philadelphia 198ór ldem,
finale, che chiude definitivamen- nedizioni di <grazie>);2) eulogie The fotn dnd Frictìon o.fthe Bod! of the
te la lettera, dà spesso espressio- (Rm 1,25; 9,5); 3) dossologie (Rm consapevolmente delle forme re Orcetl-?rel, SBLDS 2, Scholars, NfìssoLr,
ne al iorte desiderio di Paolo (per 11,36; Gal 1,5); 4) innì (cfr. Col toriche a disposizione, adattando- la (lviT) 1972.
esempio, che la grazia del Signo- 3,16); 5) confessioni ed acclama- le aÌle sue strutture epìslolari rice-
P. T. O' Btien
re Gesù possa essere con i suoi de- zioni (Rm 10,9; lcor 12,3; vedí vure dalla tradizione e riempien-
stiÌlatari, lcor 16,24) e propone Elementi liturgici in Paolo). dole di motivi teologìci giudaici e
una nota di fiducia. 3.2 Retorica greco-romana - coo metodi cscgetici particolar- LETTERE PASTORAI,I
Fra le altre convenzioni di chiu- Paolo specifica come suo compi mente adatti a confutare quello
sura usate da Paolo possiamo ri- to primario, apostolico, la ptedi- che i gjudaizzanti andavano dicen
So\rN'\Rro L Canoùicira e patcrDià; 2.
cordare l'annotazione in cui di- cazione del vangelo (Gal 1,16), do ai suoi convertiti> (Longenec Occasione e datazìoDe: L Conrcr. ro
chiara di aggiungere una lrase o Scrive Ie sue lettere in quanto pre- ker cxix). rjcot 4. CoDlposizioner criliea lerrcrariar
5. Sirùttù.at 6. fcmì
due di sua propria mano (1Cor dicatore del vangelo, e le sue let-
l6,2li GaI 6,11; Col 4,18; 2Ts tere, pur essendo vere lettere, as- Yedí dnchet Benedizione. dos,
La prima e ìa seconda lettera a
3,17), il saluto del segretario di cui somigliano nondimeno per molti sologia, ringrazìamento; Codicj
.lomestici; Diatriba; Elementi li- Timoteo e queÌla a Tiro, deîjnite
Paolo si è servilo (per esempio aspetti al discorso orale. Di con-
a partire dal XVI scc. (lettere pa-
Terzo, Rm 16,221 cît. Richards), seguenza, ogni analisi della forma rurgici in Paolo; Ermeneutica, in-
epistolare dev'essere integrata da tcrpretare Paolo; Insegnamento, slorali), sono, il'ìsieme a FiÌemo-
9un santo bacio (per esempio, Rm ne, letteÌe del corprs paolino in-
16,16). un'analisi retorica della sua argo- parenesi; Itincrari, progetti di
d,irizzate a singoli individui. Co-
mentazione (redi Retorica; Criti- viaggio, parusia apostolicaj Reto-
me altre opere della letteratùra
3. L'USO DI ALTRE TRADI- ca retorica). Gli espedienti di per- r'ìca.
neotestamentaria scritte sotto il
ZIONI LETTERARIE - Oltre suasione dei manuali retorici clas-
nome di Paolo, csse usano il ge-
all'ampio spettro di artifici srìlisti- sici erano ben noti al tempo di lìm Aunc D. 1.. ?r?,\'?1, 7!!/a,,"nr
it hs Litctury Erriron err, LEC 8, Wc nerc letterario epistolare per tra
ci epistolari di cui abbiamo parla- Paolo, e non era necessario esse-
{minrer. Phil.ìdelphia l9E7t Bahr C. J., smettere Íon tanto comunicazio-
to. le lettere di Paolo impiegano re stati formalmente a scuola di re- the Srbscnptbn ìn the Paulitle Lette.s. rl ni personali, quanto esortazionì e
anche una varietà di aÌtre tradizio- torica per usarli. Ogni tjpo di ora- //11- 8r (1968) 2? 4l i Bje'keluùd C. J., Pa
insegnamenti, tra cui tradizioni
ni letterarie, incluse le forme re- zione poteva consistere di quattro tukulò. tonl, Fu ktion md Sinn der
tarakoló'Siìtze iì de pdulinis(:]pn Dùe[en, precedentemente cristallizzate già
toriche e gli espedìenti di persua- elemenlit'. 1) exotdium (introduzio-
Lr i!ersìtcrsiorÌa.ser. Oslo 1967; DcissaaDn in uso nclle comunità paoline (El-
sione del suo tempo, le strutture ne)i 2) narrutio (esposizione dei \ . t,tt:ht lNrn the Ancien I È/rr/. Hodder lis, Making). Di fronte alle deîe-
chiastiche, lo stile della diatriba, f atti): 1) pto batio (argomentazio- ,! Sloughron, London l9laì: Doty W. G.,
zioni e alle devastazioniprovoca-
i metodi esegetici midrashici, con r\e) e 4) percratio (conclusione). t tu(rs in Pritnitìre Chtisl@riry, lorrress.
L'introduzione nirava a influen- w.. La kuoÈe,
'r,iladclplria 1973t Funl R. te da falsi dottori, esse enfatizza-
cui si richiama all'autorità del- tttn t lcttic ond |rot.l qf Goi/, l-larpcr & no le istruzìoni sul ministero. la
l'AT, nonché materiali innici tra zare l'uditorio sollecitandonc I'in
Letfere pastorali 956 957 Lettere pastorali

corretla organizzazionc della Making). Le sue opiùioni lurono la critica del XX sec., Lightloot lario e stile, al n-raggiore sviluppo
Chiesa e lemì conncssi coù la fi elaborarc da H- J. Holtzmann, \ostenne che 3) i falsi dotîori gno- dell'organizzazione delle comunità
nalità di proteggere le comunità che sintetizzò le obiezioni sollevate sticizzanti erano gia presenti dù- e alla difficoltà di <collocare) que-
dcll'apostolo in Asia Minore e in contro la paternità paolina in cin- rante il mìnistero di Paolo (cfr. El- ste lettere nelle missioni paoline
Grecia durantc gli uìLimi anni della que punîj: 1) la situazione slorica; lis 1993,89-95), e anch'egli attri- menzio[ate in Atti.
sua vita. 2) la condanna dí lalsi dottorì gno- buì 4) i cambiamenti di vocabola- 1.3,1 Vocqbolarío - Le per-
sticizzantì; 3) il livello dell'orga- rio e di stile e 5) di enfasi teologi- plessità nate a proposìto del voca-
1, CANONICITÀ E PATERNI- nizzazione ecclesiale; 4) il vocabo- ca alla redazione delle Pastorali bolario non riguardavano soltan-
TÀ Nella Chìesa deÌl'epoca pa- lario e lo stile e 5) le concezioni e negli ultimi dieci anni di ministe- to la divergenza dalla termilolo-
tristica l'accoglienza dellc lettere glì argornenli teologicl. Baur era ro dell'apostolo. gia della letteratura paolina rico-
nel canone neotestanenlario era ambivalente circa le conseguenze Nel corso del XIX sec. sia gli nosciuta, ma anche l'assenza di
legata alla loro palernìtà paolina della sua critica contro la canoni- csegeti piìr legati alla tradizione gruppi di termini tipici di Paolo
poiché, come aficrmava Serapio- cirà delle Pastorali, ma la maggior che quelli pitr propensi a nuove (per esempio, apokalyptò, ener-
ne, vescovo di Antiochia (morto parte dei suoi seguaci riteneva che congetture accettavano f idea che geó, kauchaomai, pe sseua, hy-
intorno al 2ll d.C.), <noi acco- non awebbe avuto ncssun effetlo, Paolo stesso avesse scritto le sue pakouÒ, phtoneó) € l'uso di una
glìamo sia Pjetro che Paolo comc asserendo contlo I'evidenza che lettere o le avesse dettate parola terminologia differente per gli
apostoli di Cristo, îÌa rifiutiamo anticamente la pseudonimia era per parola. Di conseguenza essi stessi concetti a proposito dell'e-
gli scritti pseudepigraîici a loro at- un innocente espedicntc lettera- supponevano che, se si prendeva- scatologia (epiphaneia e íon più
tribuìrì> (Euscbio, Hist. Eccl. rio (cfr. Ellis, Pseudonymitl, in no le lettere principali come termi- p a rc us i a), dell' oryan\zzazote de],-
6.12.3). Qucsto gìudizio era r'ìr- Theology dnd Criticism). Essl ne di paragone, l'autenticità delle le comunità (presrlleloi e non più
tualmenle unanime, esplicìtamen- spesso attribuivano le Pastorali a altre si poteva determinare in ba- prohistemenoi e poimenes) e del-
te testimoniato dal Canone Mura <<discepoli> dì Paolo c citavano se a criteri interni, relativi cioè al la soteriologia (cfr. Dibelius). Al
toriano e da lreneo ( 180 ca. d.C.; come precedcnti le scuole di Pita- vocabolario, allo stile e ai motivi tempo stesso, molte espressioni
Adr. Haet. 1.16.3;2.14.7; 3.14.1) gora e Platone, che scrivevano let- teologici. Si dividevano in chi ac- paoline in queste lettere erano evi-
e probabilmente rintracciabile an tere sotto il nome di questi liloso- cettava che variazioni in questi denti a chiunque.
che in piir antìchc cilazioni (clr. fì. Non esiste però alcuna testimo- ambiti lossero sufficienti a esclu- Vennero compiuti tre tentativi
Teoîilo dj Artiochia, Aurol. 3.14|. nianza dell'esistenza di una <scuo- dcrne la paternjtà paolina (la tra- per rìsolvere questo problema. Al-
Policarpo, Púii.4.1) e alhìsioni la> di Paolo dopo la morte dell'a- dìzione Baur-Holtzmann) e chi at- cuni scrittori della tradizione
(cfr. lgnazio di Antiochia, ÉpÍ. postolo: i primi scrjttori dell'elà tribuiva tali dilferenze alla ver- Baùr-Holtzmann attribuirono ì
1,1.1). Le Pastorali (insien]e a 2 posLaposrolìca, come Clemente di satilità leiteraria di uno scrittore tratti paoLini a ùn consapevole ten-
Tessalonicesi e Filemone) manca- Rolna, Papia, Ignazio e Policar- come l'apostolo (la tradizion€ tativo da parte del lalsificatore di
ùo solo in un ùaùoscfitto incom- po, citano o si richiamano a diver- Lightioor-zahn). Il dibartito, che imitare Paolo, o di guadagnare
pleto delle lettcre di Paolo (P"6; si apostoli, ma non mostrano di ècontinuato e si è sviluppato nel autorità apostoLica grazie a quc-
200 ca. d.C.), e solo alcuni dotto essere a conoscenza di <scuole> te- corso del nostro secolo. ha fatto sto inganno (Donelson), oppure,
riercticì le hanno respinte: 1 2 Ti- se a lrasmettcre soltanlo gli inse- in qualche modo ciò che la il <me- rielaborando certe tradizioni pao-
mÒieo da Taziano c Basilide lcîr. gnamenti di un apostolo in parti- diano di apertura)) nel gioco del line. di ofliire a nome dell'aposto-
Clemenle di Alessandria, Slronr. colare (ver]i Interpreti di Paolo). rugDl (Prior; Ellis 1979). La con- lo ciò che egli riteneva che Paolo
2.1 1, fine; Girolarro, Connlento t-2 Il diheftifo nel XIX sec. cezione legata alla pseudepigraîia, avrebbe potuto insegnare se fosse
4 Zilo, Prefazione) c tutte e tre da J. B. Lightîoot e T. Zahn si op- però, fu scardinata da tre nuove stato là (Wolter). Alcuni, che ap-
Marcione (cîr. Terlulliano,,4dv. posero alla scuola di Baur osser- acquisizioni della critica del XX partenevano alla tradizione
Mtttc. 5.21). Esse, però, incontra vando che 1l ì1 mutamento delle secolo: il rùolo del segretario, la Ljghtloot Zah[, controbattevano
rono serie obiezioni nella crilica circostanze storiche e 2) la mag- lunzione dei comittenti e la pre- alfermando che il ruolo del segre-
letteraria del XIX secolo. gior evoluzione dell'o t ganizzazio- senza in quasi tutte le letter€ di tario e l'uso da parte di Paolo di
1.1 La Scuola di Baur - Nel ne ecclesiale crano ben giustìflca- Paolo di un considerevole nume- tradizioni composte da altri giu-
1835 F. C. Baur, che raccolse i pri- ti, se alcunj anni separavano le pd- ro di brani precedentemente cri- stilicavano le difièrenze stiÌistiche,
mi interrogativi letterarj sulLe Pa me lettere dì Paolo dal momento stallizzati e quindi non paolini (te- terminologiche e teologiche delle
storali, anivò alla conclusio[e che in cui scrissc le Pasrorali, ossia do- di Credo; Inni, frammenti innici, Pastorali (cfr. sotto, 4). Alcuni
esse riflettevano un contcsto po il rilascio dalla sua prìma re- canti, canîi spirituali; Elcmenti li- esegeti, agli inizi del XX sec., so-
postpaolino e, neÌÌa sua t-icostru_ clusione a Roma. liberazioùe ben turgici in Paolo). slennero che le Pastorali erano let
zione hegeliana dclLa sLoria del attestata tí lClem. 5 (95 ca. d.C. I 1.3 Gli sviluppi riel XX scc. tere originali di Paolo con inter-
Cristianesimo prìmitivo, le iden- Lightfoot) e nella letteratura del l'er molti studiosi il problema del- polazìoni del ll sec., soprattutto
tjficò come îalsi dcl II sec. (cli. El- ll scc. (Canone Muratoriano;.41li lc Pastorali continuò a riguarda- per quanto concerne 1'organizza
lis, F. C. Baw and his School, tÍ di Píeùo IVercellíl\. Anticipando rc questionj legate al loro vocabo- zione delle comunilà (Harnack),
Lettere paslorali 958 () 5g Lettere pastoreli
oppure che erano state r€dattc agli per le Pastoralì. Qualunque teo- rinagoghe e della comunità di 2. OCCASIONE E DATAZIONE
inizi del II sec., iùserendo îram- ria, secondo la quale alcuni verset- Qumran (per esempio, Lc 7,3; CD I sostenitori della paternità
menti originali di Paolo (Harri ti sono delle aggiunte successive, 11,9-10; IQS 6,14-t5,19-20: m" paolina deÌle Pastorali di soìito,
son). L'ipotcsj dej frammeùd non dcve produrre qualche manoscrit- l)aqqèt, pdqîd; cft. Thiering; ma non sempre (Reicke, Robin-
risLlÌtò moÌto convìnccntc, poiché to che ometta talì versetti, oppu- Weinfeld). Secondo 1Pt 5,1-3 (cfr. son), danno per affidabile Ia tra-
non poteva spiegare corne e pcr- re malcherà di ogni probabilità l , l ; 64 ca. d. C. ) e At 14 ,23:' 20,1"1 dizione secondo la qùale Paolo fu
ché un îalsificatore avesse ùsato i stolica. Le sezioni che Harnack ri- (cft. 20,28; 65 ca. d.C.), anche al- liberato dalla sua prima prigionia
îraÌnmenti in nìodo così strano tcneva essere delle interpolazioni cune Chiese in Asia Minore e in a Roma (At 28) - giustamente vi-
(Guthrie; Dibclius). I"'ipotesi del posleriori non sono assenîi da al- Grecia, fondate dalle missioni di sta da Harnack (1.240n) come <un
I'interpolazione in quel periodo iu cun manosùilto c perciò, con ogni Pietro e diPaolo, avevano un'or- fatto storico certo, e in segui-
considcrata uoa possibìlità. Ma probabilità, fanno parte delie Pa- ganizzazione ecclesiale riconosciu- to ebbe un secondo ministero nel-
con i progressi coùpjuti dalla cri- storali sìn dalf inizio. ta, anche se il termine anziani l'area dell'Egeo, durante il quaÌe
tica testuale e nella comprensione 1.3.2 L'oryanizzazione deua (ptesbyteroù in Atti è un'espres- si potrebbero collocare dug lette-
delÌe procedure segLrite nello scri- Chiesa La tradizione di Baur (e sione idiomatica di Luca pe( mi- re: 1 Timoteo e Tito. La tradizio-
vcrc ncl mondo $eco-romano, es dì Harnack) supponeva che i re- nisteri, variamente designati nel- ne è convalidata da due testimo-
sa per se credibilità. quisiti richiesti per il ministero di le prime lettere di Paolo. Qùeste nianze: l) i resoconti del Il sec.,
Com'era costLLme nell'antichità (vescovo)) o (Sorvegliante)) ((an- lettere rivelano ministeri stabiliti che stanno alla base degli Atti dì
(cfr. Ciceroùe, Fant 7.25.1; Ri- zianor?r lTm 3j 5; Tt l) riflertes- con responsabilità legate all'am- Paolo (9-ll:170-190 ca. d.C.), deÌ
chards 6-l), Paolo conservava una scro un'organizzazione ecclesiale lìlinistrazione e all'insegnamento, suo viaggio finale a Roma e del
copia dcJle sue lettere sia per uù'e (sviluppatar e quindi postpaolina. sebbene esse 1i identifìchino spes- martirio sotto Nerone, seguendo
ventùale successiva coDsultazione l-a tesi sì fondava su duc presup- so come attività (Rm 12,8; lcor una rotta diversa da quella descrit-
(cl'r. lCor 5,9-10; 2cor 7,8; 2Ts posti: lc piil antiche comunità non 12,28; Gal 6,6; 1Ts 5,12-13), più La ií At 2'l-28 (Rordorf; Zahn
2,15), sia pcr il pericolo che nel avevano ministeri strùttÌrrati e che come vere e proprie cariche 2,84) e 2) l'antichissima restimo-
trasporto lo scrilto si perdesse o l'antica prassi (e tcologia) cristia- (cfr. Fil i,1). Le Pastorali danno nianza di una missione paolina in
danneggiassc (cfr. Cicerone, -Falr? na si sviluppò gradualmente e ùna rnaggior risalto a ministeri deter- Spagna sùccessiva ad At 28.
16.18, line). E anche probabile fase dopo l'altra, come un gran- minati e ai requisiti necessari per 2.1 La missione di Paolo in Spa-
che permettesse alla Chiesa in clri de edilicio. Questi presupposti accedcre a essi, a causa, lra I'al- gna L'attendibilità di un viag-
scrìyeva di îarc una copia della let- erano profondamente radicati nel- tro, della crescente minaccia per gio missionario in Spagna deriva
tera per usÌ propri e che consen- la coscicnza del XIX sec.. imbe- le Chiese di Paolo creata da falsì soprattutto: I ) dall'anricipazione
lisse o invitasse i destinatarì a ri- vula di teorie cÌuali I'egualitari- doltori (Ellis, Ministty 92-107 | di tale impegno in Rm 15,24, At
produrre altre copie per se stessi smo, il progresso storico ed eco- ltl., Prophecy 113-115). Esse rap, I,8; 13,47 e 2) dalla testimonian-
(cfi. 2cor
o per le comuDjtà vicjne nomico e l'evoluzione biologìca. preserrtano un comprensibile svi- za in questo serso di |Clem. 5,7
1.1iAcaia; Gal 1.2: Col4.16). ln Esse però nor concoÌdano né con lúppo di un uso precedenle. (70 ca. d.C., cfr. Robirlson), ,4/11
qùesto modo l!aposlolo stesso da- la variegata organizzazione eccle- 1.4 Conclrrsione - ll ruolo del di Pietrc ÍVercellil l-3; 40 (proba-
va il via, potenzialmente lin dal siaLe deLlc comunità apostoliche, segretario (Richards, Roller) e I'u- bilmente in Asia Minore, 160-180
princìpio, a diverse lradiziorli te- né con l'odierna consapevolezza \o di tradjzioni già cristallizzate ca. d.C.) e nel Canone Muratoria-
stuali colr inevitabili variazìoni che lo <svilùppo) può essere o (cfr. sotto, 4.3) nella composizio- no (Roma, 170-190 ca. d.C.). Le
nella formulazione della sua cor gradualc o estremamente rapido ne delle Pastorali tagliarono le uhime due sono testimonianze in-
risponcicnza. Perciò sembra esse (rer1l Ministero; Chiesa, ordina- gambe all'ipotesi secondo cui si dipcndenti di ùna diîfusa tradizio-
re abbaslar]za ìùverosirÌile chc un mento e gorerno della). sarebbe tratlalo di scritti pseudoe, ne del ll sec., secondo la quale
interpolarore, il quale abbia inse- Dall'inizio, lc comùnità di tut- pigraîici, con i suoi errati presup- Paolo viaggiò da Roma alla Spa-
rilo in úodo arbitrario trc verset- te le nissjorli apostoliche hanno in posti tipici del XIX sec. circa la gna e, secondo ll1i di Píetrc, le-
tì in un qualsìasi puùlo del l'luire qualchc misura !Í' ot ganizzazlo- rìatura della paternità. Essi im- ce ritorno a Roma per il martirìo.
della tradizione, possa come per Ì'ìe. La Chiesa di Gerusalemme pongono al critico di dare prima- Clemente di Roma è a cono-
incantesimo îar violenza a tì.fta guidata dagli apostoli residenti, ria importanza alle intestazioni scenza di sette periodi di reclusio-
quanta la tradÌzÌone testuale (che specie Pietro (33-,12 ca. d.C.; Cal (l'aperlura delle lettere e alla testi- ne di Paolo, chiama Paolo e Pie-
oggi guardiamo con occhi abba- i,l8; At 2,14; 3,12; 5,3; 8,14; ÌÌlonianza slorica esterna. Questi tro ((i nostri buoni apostoli) e, se-
stanza diîferenti risperlo a quaÌ 9,32t 12,17), Giacomo (42'62 ca. rlue elementi suffragano solida- condo Ireneo (/dv. Haer.3,3,3.;
che generazionc prima di noi) [...] d.C.; Gal 2,9; At 12,17; 15,13; rìrelÌle la paternità paoiina (per 180 ca. d.C,), Clemente ascoltò il
da non lasciare neppure uù testi- 21,18) e gli anziani (At 11,30; rna opzione pseudoepigrafica, loro insegnamento. Questi parla
mone contrario (Aland l4l). 15,2; 21,18; ctu. Gc 5,14), aveva r'1ì . invece gli studi di Collius, Fa- della predicazione di Paolo in Oc-
Ciò che qui si dice a proposjto un'organizzazione più strutturata, lrris, l,larqheselli). cidente, che per uno scrittore dj
dclla lcttcra ai Romani vale anche probabiÌmente simìle a quella delle Roma signilica la Spagna o la Cal-
Lettere pastorali 960 961 Lettere pastorali
lia (cfi. 2Tm,+,10), e del latto che <Perchc regolassi ciò che rimane 2.25.8), dìce soltanto che fùro
'1.20), e Troade, dove aveva lascia-
abbia raggiunto (i conlìni delÌ'oc- da îare e perché stabilissi presbì- ro il suo mantello invernale e molti no giustiziati quasi nello sresso
cidenteD (1o terma tes dyseòs). reri in ognì cìtrà [...] lnlatti molti libri e pergamcne (r?embrana), tra perìodo. Probabihnenre Pietro
L'ultima fiase, come (<fìno agli ingannalori [...] soprattutto fra lc quali probabilmente copie del venne messo a morte più o meno
estreni conlini della lerra) (reós quellicbc vengono dalla cìrconci- le sue lettere precedentí e n'ìateriale all'inìzio della persecuzione di Ne-
escholou tès ges: A11,8), nell'uso sionc [...] Ìnettono in scompiglio tradizionale utile per l'insegÍa rone, nell'inverno o nella prìma-
del tenìpo si rifcriva alla regione intere t'amiglic> (Tt 1,5.10-ll). mento e per la composizione di aÌ vera del 65. e Paolo alÌa fine del
della Spagna intorno a Cadicc, do- Quesra minaccia può essere stato rrc lettere (2Tm 4,13.20; clr. Ri- 67, o comunque prima del suici
ve l'apostolo probabilmente viag ilmotivo per cui Paolo dovette chards 158-160). A quanto pare, dio di Nerone, avvcnuto il 9 giu-
giò in seguito alla liberuLzione dalla rornare dalla Spagna. da Troade partì per Roma con gno del 68 (clr. Zahn 2.61-6'7t Ed-
sua prima prìgionia a Roma (cîr. Per froDtcggiare il
problema
f intenzione di ritornarvi prima mundson 147-152; opllùre: Har
Ellis 1991, End of the Eatth\. Paolo adottò una nuova strategia dcll'inverno. nack 1.240-243). Sc così fosse,
Qùeste fonti sono suffragate da epistolare. Clontinuò come prima 2.3 Situazione c datazione di 2 avlebbe !critto 2 Tiìrroteo alla lì-
successive tradizìoni sulla libera- a operare da una città strategica, Timoteo Paolo inlraprese il suo ne dell'estate oppure nell'aulunno
zioì1e di Paolo e il suo mlnistero forse Corinto (2Tm 4,20), da cui ultimo viaggio missionarìo dall'E- del 67 d.C.
posleriore ad At 28 (Eusebio, partire per svariate visite a molte geo a Roma, dove venne ìmprigìo-
Hist. Eccl. 2.22.1-8i logos echei: Chiese, per esempìo in Macedonia nato di nuovo. scrisse 2 Timoteo 3. CONTESTO STORICO 3.1
2). Dal momento che, a quanlo (1Tm 1,3), a Creta (Tl 1,5), a Ni- Le comunità Altcmpo di Pao-
e subito dopo lu decapitato sulla
sembra, Origene non ela a cono_ copoli (Tl 3,12), a Mileto (2Tm
via Ostiense (2îr\ 4,61; Artì di lo, le Chiese non aveyaÌìo edifici
scenza del soggiorno di Paolo in 4,20) ed Efcso (lTn 1,3; 3,14; Paolo ll; Eusebio, 11isl. Eccl. parricolari e dì solito siritrovava-
Spagna (cfr. Eusebio, Har. Ercl. 4,13; 2î1n l,l5-18; ,1,19; ma clr. 2.25.5-8). Probabilmente è stato no nelle case di n1embri autorevoli
3.1.3.) c nessuna Chiesa in Spagna Zahù2.1'7-19). Ma egli non pote- arrestato a Efeso (Spicq 1.141) op- (vedi Sociologia delle Chiese mis-
rivendicò origini paoline, può cs- va mandare, come iaceva Prima pùre a Troade (Fee 244-245) e con- sionarie). Alcune di queste abita-
sersi trattato di una missionc bre- (lcor 4,17; 2cor 7,6.12 13i Ef dotto prigìoniero a Roma. PiÌi zioni potevano accogliere (in pie-
ve (63-64 ca. d.C.), intrapresa su 6,21'22; Col1,'7-8; cfr. Fil 2,25), probabilmentc, sccondo le tradi- dì) ùna comunità dj 100,1200 pcr-
bito dopo il suo rilascio (cfr. Zaho una lettera a ogni comùnità, con zioni deL II sec. utilìzzate negli Iti sone neÌ vano più ampio principa-
2.64-66). Di ritomo daÌla Spagna, ùn compagrìo che la spicgasse e di Poolo (9-10), totîò a Roma da le (ar.i,/n ) o in un giardino colon-
Paolo si recò presso le sue Chiese I'appLicasse. lnviò invece delle let- uomo libero (Rordorf 323; cîr. nato QJerisl!lium) un po' pìù in-
nell'area dell'Egco. rere a collaboralori fidati, Tito a Zahn 2.67) per prestare il suo aiu- terno alla casa (cfr. Ellis 1989,
2.2 La silùazione di I Timoteo Creta e Timoteo a Efeso, letlere to a una Chiesa che slava soffren- 139 145; 144)- Le comunjtà pao-
e Tito La situazione di che servivano come strumeùti di do <ripetute awersità e sconfitte> linc dell'arca egea avevano mem-
lTimoteo e Tito djflerisce da qr.rel comunicazione e di incoraggia- (1Clem. l,l ), dovute allacontinua bri benestanti, come si evince an-
La del primo ministero di Paolo mcnto personale, ma anche come persecuzione di Nerone. Potrebbe che dai suoi commenti su schiavi
nella zona dell'Egeo (53 58 ca. credenziali da parte dell'apostolo avere viaggiato sulle vie Egnatia e e padroni nelle Pastorali, e suì giu
d.C.; Kelly 6-10). OÌ a la sua mjs- per il 1oÌo insegnamento. .A.ppia (Troade-Filippi-Apollonia- sto modo di comportarsi da par-
sione si era estesa fino alla Gallia Pcr quanlo riguarda l'itinerario Brindisi Roma), ùn viaggio di cir- te di cristiani ricchi (lTm
(2Tm 4,10; Zahn 2.25-26) e le sue dcl suo secondo minisLero egeo, si ca tre settimane, oppure se- 6,1 1.17 19i cfr. Rm 16,23i Ef
comunità nell'Egeo si erano mol- rimane ampiamente nel campo guendo di nuovo Ìa tradizìolle del 6,5-9). A tali Chiese domestiche
tiplicate, fino a comprendere Cre- delle ipotesi, poiché Je lettere di Il sec. - su un itinerario che va probabilmente sj îa riferimento
ta, Mileto e Nicopoli (Tt 1,5; 3,12; Paolo e altre fonti risultano di da Troade a Coril]to passando per quando si parla di (famiglie)
2Tm 4,20). Esse erano sempre piìl scarso aiuto- L'apostolo fece ritor- Filippi e qùindi da lì in Italia e Ro- (lTm 3,15;2Tm l,16;4,19; Tt
minacciate da una contromissio- no dalla Spagna probabilmente ma (cfr. 2Tm 4,20; Rordorf). 1,l l; lTm 5,13?).
ne giudaizzante e gnostica (lTm soltanîo alla fìne del 64 d.C. e
Secondo la C,"orrco di Eusebio Plìnio (.8p. 10.96.9'10; 110 ca.
1.3-'7.t9-20i 4,1'2; 6,20; 2Tm operò a Creta (Tt 1,5), in Mace- (303 ca. d.C.;cîr. Cirolamo, I/r. d.C.), governatore della Bitinia-
4,3-4; Tt l,l0-16; cfr. Ellis, Pro- donia (lTm 1,3), come anche in 1;5i 12), Paolo venne martirizza- Ponto, riferisce che le massicce
phecy 92-93; l13-15), alla quale Acaia per circa un anno, trascor- to insieme a Pietro nel quattordi- conversioni al Cristianesìmo ave-
prendevano parte responsabili del- rendo l'ìnverno del65-66 (o 66 67) cesimo anno di Nerone (67-68 vano potenzialmente svuotato i
la Chiesa e probabilmenie cx col- a Nicopoli in Epiro (Tr 3,12; Zahn
d.C.). Tuttavia, né Lclem.5 né templi pagani della provincia <per
laboratori (2Tm 1,15-18; 2,16-17; 2.2T-35i 66\. Compose I Timoteo l' Ascensione di Isaia (4,2-5; 90 ca. molto lempo)) (100 ca. d.C.?). A
3,6-9;4,10; Tr 3,9-14). Alcune e Tito all'inizio dì questo Periodo, d.C.) indicano che i due aposto- meta degli anni sessanta, le Pasto-
chiese domestiche lurono deva- probabilmentc nel 65. Nella tarda h siano mortj insieme, e Djoni- rali indicano che nella zona dell'E-
state e quasi distruttc, come indi- primavera del66 o 67 visjtò Nlile- sio, vescovo di Corinto (170 ca. geo le conversionì erano già state
cano le istruzioni di Paolo a lito: to, dove lascjò Tro mo (2Tm d.C.; cfr. Eusebio, Hist, Eccl. numerose. Le prime Ìetlere di Pao-
Lettcre plrsîorali 962 963 Lettere pastorali

Lo livelano che anche nc81i an- storali gli oppositori rappresenta- bene a qùanto sembra essi Don in- genele letterado (yedi Lettere,
Ior-
ni cinquanta c'erano almeno due no sempre lo slesso tìDo di oppo- sistessero piu, come nella Ìettera me epistolari), Le distinzioni di
Chiese domcstjche a Colossi (Fm sizione (Kelly l0-ll; Dibclius ai Calati, sull'obbligo della circon Deissmann, nella migliore delle
2; Col 21,15) e due a Efeso (lCor 65-67), cioè soltanto una forma cisione. Essi proibivano il matri- ipotesi, erano semplicistiche e pro-
l6,l9j clr. 2Tm l,l6; 4,19) e pro- più sviluppata di qùeÌla lalsa dot- monio, si îacevano promotori di babilmenl€ errate, e i sùccessivi
babilmente quallro a Corinto (Rm trina che lormentò le altre missioni leggi alimentari e pretendcvano di tentativi di classificazione sono
16,21; lCor t,l1; 16,15-16; At aposLoliche di Paolo potenzial- comùnicare una (<conoscenza) stati liorvianti (cfr. Ellis, Makingi
18,7 8). Ce n'erano quattro o ciù- meùte fin dall'inizio. Essi nacque- spirituale (grdsrs) la cui fonte era- cfr. però anche Malherbe, ANRW
que a Roma (Rm 16,5.10 11.14-15; ro come un segmento (giudaiz- no, nelle parole di un oracolo ap I1.26.1, pp. 192-193; 325-326). ln
cîr. Fi1 4,22). Qùando viene spe- zalfet d,egli ebraioi, inLesi in sen'
plicato a Loro, spirjti diabolici eflefti, nell'antichità le lcttere po-
cificata uoa Chiesa domestìca. al- so !lrettamente rituale. ossia <il (lTm 4,1-3; 6,20). Essi rappresen- tevano assumere potenzialmente
meno un'altra è sotaintesa. \4en- partito delLa circoncisiole> della tavano lo stadio di una continua qùalsiasi îorma, come ha mosha-
tre molte comunità contavano i Chiesa di Cerusalemme (cfr. At contromissione, che in Ignazio to P. L. Schmidt (.r<P2.325), e se-
propri membri in rermini di deci I 1,2 con Tt 1,10; ledl Giudaizzan- (Mogn.8'llt Trall. 9; 110 ca. condo Cicerone (Fan 2.4) esse
ne, alcùne probabilmcntc aveva ti); costoro da una parte esigeva- d.C.) appare come una specie di erano semplicemente (di vari ti-
ùo tra i 100 c i 150 membri, inclu- no dai Centili ilrispetto deLle nor- <Giudaismo intrecciato con lo pir>, benché egli classificasse le
gnosticìsmo)) (Lightfoot), chc ne- proprie in lettere d'informazione
si iservi di casa. Un riflesso del- me mosaiche e dall'altra persegui-
vano un ritualismo ascetico carat- gava non solo la risurrezione di e in lertere <familiari e scherzose,
l'ampiezza e deLl'iùfluenza delÌa
Chiesa di Efeso si ha nel tuÌnulto terizzato dall'enlusiasmo per 1e vi Cristo. ma aùche Ia sua incarna- importanti e serie).
degli argentieri (,At 19,23-40), che sioni angeliche e, almeno nella zione fisica e la morte. e che in se- Le lettere dell'apostoÌo sono
diîficilmente a!rebbero rcaSilo in diaspora, da teDdenze gnosticiz- guito, nel ll sec., si sviluppò o si state concepite per essere usate da
modo Lanto vigoroso a una mino zanti a promuovere un'esperienza confuse con le eresie pienamente piii persone oltre che daì destina-
re minaccia ai propri affari. di sapienza e conoscenza (distor- gnostiche. Mentre alcuni opposi- tari immedìati (cîr. sopra, 1.3.1),
A metà degli anni sessanta, la ta) di!ìna e a screditare la mate- rori trovano il loro ambito di ori- e piir precisamente andavano let-
Chiesa di Ronra sofîrì il martirio Ìia, la risurrezione dei corpi e la gine nella mìssione deÌ (<partito te in comunità (Col4,16; lTs 5,27;
di <una grandc molliludire) redelzione (cti. lCor 15,12 con della circoncisione>, altri erano cfr. lCor 7,1.25; 8,1; l2,l;
(lclem. 6.1; cfr. Taciro, ,4x7?. 2Tm 2,18; redl Gnosi, gnostici- dottori nelle comunità paoline e l6,l.l2). Alla luce del sLìo ambien-
15.44) e le Chìese paoLine dell'E súro). Talvolta il loro ostcntaio persone che non condividevano te giudaico, nei quale neppure i
geo avevano subìto delèzìoni, co- ascetisrDo produceva un'arrogan- piir la teologia di Paolo, tra cui Targum potevaío essere letti in
me attestano lc Pastorali. Tutta- za che portava a una subdola li- precedenti compagni o collabora- comunità. ma solo 1a Scrittura ca-
via, tra il 56 e il 67 d.C., le comu- cenziosità sessuale (cfr. Gal 4,9; tori (1Tm 1.3-5:2Tm 1.15-16; Tt nonica (cfr. b. Meg 32a e Alexar-
nità paoline della Grccia e delÌ'A 5,13-21; Col2,18.23 con 1Tm 4,3; l,l0-ll). der, CRINT 2.1,238-239), esse f\-
sil erano cresciute nroLtissimo sia 2Tm 3,6 7; Tl 1,10.15). Mertre rono scritte e accolte come (Pa-
di numclo che per estensiole e Paolo sosteneva che ncll'cra mes- 4. COMPOSIZIONE: CRITICA roÌa di Dio>, cioè come autorità
probabiLmente il totale dci loro sìanica le leggi etiche dell',4.7 LETTERARIA Le questioni normativa e ispirata per le Chiese
lnembri si potcva conlare nell'or- mantcnevano la propria validìtà, letterarie sulle Pastorali si sono (cfr. 1Ts 2,13 con 2Ts 2,15). Esse
dine delle miglìaia. Ìnentre Le sue leggi riiuali erano su- concentrate sulla forma epistola- erano insegnamenti di un proieta
3.2 I collaboratori I collabo- perale (Col 2,17; cfr. Cal 4,9-10) re, il ruolo del segretario e l'uso apostolico che, contrariamente a
ratori di Paolo includono mohi di e non più vincolanti (Rm 10,4; di tradizioni già cristallizzate, che qualsiasi altro insegnamento o
quelli che vcngono menzionati in 13,8-10; Gal3,24-25), i suoi oppo- è forse I'aspetto piu signiîicativo scritto profetico nelle comunità,
Atti (Trofimo) e ÌrelÌe sue prime sìtori asserivano che le leggì rituaìi (clr. ElÌis, Makìne, Ellrs 1989, noD erano soggetti a (verifica) o
lettere: Apollo, Dema, Erasto, rimancvano vincolanti e tùttavia l04-107). controllo da parte di altri profeti
Luca, !larco, Priscilla c Acluila, essi, con la loro condotta, snatù- 4.1 La forma epistolare -Agli (lCor 9,3, anak nò; lcot 14,29,
Timoteo, Tjto, Tichico. Ahri ap- ravano i comandanrenti etici (cfr. inizi di questo secolo le (lettere> díaktinó, cor\ lCor 14,37-38). In
paiono soltanLo nella lettera a Ti- Ellis 1993, 36-3E; 51 52; 61; di Paolo, considerate come pro- altri termini, erano parti di un in-
to (Artema, Zena) oppure ìn 2 Ti- dotti non letterari rivolti esclusi- segnamento espresso sotto forma
Ìnoteo (Claudja, Cr-escente, Eu- Legge). vamente ai destinarari, venivano di lettera: Ìa lettera a Filemone af-
buÌo, Lino, Oncsìforo, Púdente, \elle Pastorali ì giudaizzanti distinte dalle <epistoler piii for- fronta una specifica questione per-
Carpo'l), dove collaborano con lr con tendenze gnostjche erano co- rnali della letteratura, rivolte a ùna sonale; altre, come I Corinzi, dan-
noscìuti come <il partito della cir- piir ampia cerchia di persone (G. no importanza a immediati pro-
Chjesa di Roma o partecipaùo agli
sviluppi della continua missione di concisione) (Tt 1,10) c contìnua À. Deissmann). Piil recentemen- blemi comunitari oppure, come
Paolo. vano a rivendicare di essere (dot- lc sono state oggetto di tentativi Romani ed Efesinì, a temi teolo-
3.3 Gli oppositori Nelle Pa- lori della Legge) (1Tm 1,7), seb- di identificare la (lettera)) come ùn gici pir) generali; 1 Timoteo e Ti-
Lettere pastorali 964 965 Lettere pastorali
lo (e ill qualche rnodo anchc 2 T! rribuito rnaggiormente che in al- scontrati in un dato passo forni presente nelle precedenti Lettere di
moteo) sono di [aLto ùanuali tra- tre leltere paoline (cîr. Richards scono linee-guida per una verifi- Paolo (ma cfr. lCor 10,13) e a
dizionali, che hanno alfinità di ge 23-24i 193-194). Per la îorma let- ca delle probabilità. quanto risulta ha avuto o
gine tra
nere lettcrario cort \a Regolat del tcraria delle Pastorali, però, piìr si- 4,,1 Classificazione delle tradi- iprofeti apocalittici giudeì o a
la conunità dt Qsmtan. L'aposto- gnificative sono le nùmerose tra- zioni - Le parti già cristallìzzate Qumran (cfr. lQ27 1,8). Fu tut-
lo la uso della forma epistolare dizioni già cristallizzate, in gran abbracciano una notevolc varietà tavia ulilizzata nella missione di
per una seric di ragioni, non ultì- parle non paoline, clìe in esse ven- di temi e forme letterarie (cfr. El- Giovanni (Ap 22,6) e iniziò a es-
ma quella che per orezzo di tale gono utilizzate. lis, Making). Tra di esse vi sono sere usata da Paolo e dai suoi col-
forrna può combinare la comuni- 4.3 Le tradizioni Da tempo dossologie (lTm l,l"/;6,15-16; w laboratori durante la sua prima
cazione e le relazioni personali con nelle Pastorali si è individuaro del dl Benedizione, dossologia, rin- prigionia a Cesarea o aRoma. In
il obiettivo principale dì istmi-
sr.ro materiale tradizionalc in alcuni graziamento), un elenco di vizi base all'analogia dell'uso che Ben
re ed edificare i credenti nelÌa ve- passi, come la confessiorle di lTm (lTm 1,9-10; r,edl Virtu e vizj), le Sira fa del termine <fedeltà> per
rità del vaúgelo di Cristo. 3,16 e i cinque detti con I'espres- regole della comunità per la con- designare le profezie di Samùele e
,l.2Ilscgretario Nell'antichi- sione: <Questa parola è degna di dotta delle mogli (lTm 2,9-3,la) lsaia (Sir 46,15: 48,22), sembra
tà, cccetto pcr lc lettcrc più brcvi, ledeù (pistos o logos\. ln altri pas- e i requisiti per i ministeri (1Tm che la formula regga una parola
un segletario era una necessjtà si se ne possono identificare altre, 3,1b-13), profezie premonitrici che non è afîatto un mero detto.
pratica, poiché la scarsa qualità usando criteri accettabilì. Alcune (lTm 4,1-5; 2Tm 3,1-5), confes- ma profezia di Dio diretta a quanti
clello stilo, dell'inchiostro e della pcricopi già precedentemente for- sioni, talvolra inniche (lTm 2,5-6; ascoltano. Quindi all'anziano che
carta rendeva la scrittura lcnta e mate vennero compostc da Pao- l,16; 2Tm 1,9-10; Tt 3,3 7; cfr. insegna (vescovo) si richiede di es-
laboriosa (cfr. QuinLiliaDo, .hsl. lo, altrc da persone che egli rico- lTm ì,15) e altri inni (lTrn sere (attaccato alla dottrina si-
10.3.31; 10.3.19-22) c pcr scì:jvc- nosceva dotate del dono proîeti- 6,ll-12.15-I6; 2Trr 2,11-13; Tt cura)) (Tt 1,9), e di Timoteo nel
re ùna paginella poleva essere ne- co dj poier ùìediare la rivelazione 2,ll-14). Alcune hanno la forma suo ministero si dice che è nutri-
cessaria anche piu dì un'ora (Rol- dìvina. di implicito o esplicilo midrash, to con îale (parola certa> e vie-
ler 13 1,1; 6 9). Soliramenre il se Ecco alcùni criteri per identifi- cioè di commento a tesli dell'AT ne spronalo a trasmetterla alle sue
gretario riportava il lesto su uoa care brani cilati o tramandati dalla (1Tm 1,9-10; 2,9-3,1a; 5,1?-18; comunità (2Tm 2,1 1' 13. 14). A
tavoLetta di ccra o di legno scgucn- tradizione (vedi Credo; Elementi 2Tm 2,19-21t clr. Ellis 1993, motivo delle loro tematiche e del
do un sistema stenoglalico, usa liturgici in Paolo): 1) una formù- lE8-197; 147-237: (profezia come vocabolario paolino, la maggior
to nell,ì scrittura greca o latina del la che altrove introduce o conclu- esegesi)). Un passo combina il ari- parte dei detti relativi alla (<pa-
I sec. (RicÌrards 24-43), e lo lrascri de del n1aleriale citato (per esem- drosh con la forma innica (Tt rola degna di îede)> sono stati pro-
veva successivamente in scrìttura pio, lTm 4,1; cfr. At 20,23;28,25i 3,3-7), due formc caratteristiche babilmente composti da Paolo,
normalc su papiro. Talc ajÌrtalrtc Eb 3,7); 2) ìl caraltere indipenden- dell'antica profezia cristiana (cfr. mentre lTm 2,9-3,1a (e iorse Tt
vieùe esplicilamenLe menzionato re del passo; 3) un numero relati- Aune, 453-455: (<l'inno profe- 3,3-8), composto da alt.i, è una
in Rm 16,22 ed è implicito dove !amente ampio di hapax legone- tico))). variante di una tradizione utiliz-
Paolo, seguendo l'usanza, aggìun- /?d e un'espressione idiomatica e Alcune tradizioni possono es- zara in comune con la missione dì
ge a una composjzionc rcclatta dal uno stilc chc differiscono dal resto sere idenliîicate e classificate an- Pietro (cù. lPt 3,1-5.18-22; lcor
segrelario una ùota a margine (per della lettera e da altli scritti dello che in base a tre îormule che le 14,34-35).
esempio, Fnr l9a; lCor 14,3.1-35; stesso aùlore; 4) ùn passo sorpren- introducono o le concludono: 4.4.2 <Sappiomo bene che...),
Ellis 19E9, 67-68) o una conclusjo- dcntcmente simile in un altro scrit- ((Questa parola è degna di fedeD - Questa frase e altre siúilj non
ne (per esempio, lCor 16,21 24; lo, con il quale è inlprobabile che Q)isîos o logos)i (Sappiamo bene sempre hanùo la ful1zione di intro-
Gal 6.ll-18: Col 4.18:2Ts 3.17: esista alcùna dipendenza lettera- cheù (touÍo gi aiskein/ídein otù e durre ùna formula (per esempio,
cîr. lTm 6,20-21; 2Tm 4,19-22; Tt ria. Un critcrio solo non può es- <Queste cose) (/aula). Tali passi 1Ts 1,4-5), ma talvolta vengono
3,15). Nel caso delle PastoraÌi si sere significativo, poiché un voca- sono relativamente indipendenti usate altrove come formule per in-
può clesumcrc Ia prcscnza del se- bolario o una forma idiomatica dai loro contesti e sono distinti da trodùrre la parafrasi di una cita-
gr elario da numerose particolari differente possono indicare soltan- altri criteri sopra elencati. zione biblica (At 2,30, cfr. Sal
tà stjlistiche e verbali, e si è sug- to un cambiamento di tema, un di- 4.1,I <Questa parola è degno di l32,ll; cfr. Policarpo, Pl?i/. 4,1)
gerito plaLrsibjlmente che cosLui verso segretario o un momcnto Éde)) - Questa formula introduce e altre tradizioni citate (Rm 6,6;
fosse Lùca (2Tm 4,ll; cfr. Stro- differente in cui si scrive. [noLtre, (1Tm 1,l5; ,1,9-10; 2Tm 2,11-13) Ef 5,5; lCor 6,9-10). Nelle Pasto-
bel 210; N,loule 43.1; Spiccl 1.199: una citaziotre può non essere una o concÌude (1Tm 2,9-3,1a; Tt rali sono usate come îormule per
Knight 5l: Iorse; ma cli. Nletzger tradizione trasmessa (per esempio, 3,3-8a) cinque passi che, eccetto introdurre una lista di vizi, para-
l0-16). ll lavoro del scgrctario po- Tt 1,12), e le tradjzioni trasmesse lTm 2,9-3,1a, sono alfermazioni lrasando il quinto e il nono co-
teva spaziare dallo scrivere sotto potevano essere parafrasate o in- confessionali di temi soteriologi- mandamento (lTm 1,9-10), e una
dettatura all'essere coautore, e scrite senza una formula di cita- ci paoÌini, il cui vocabolario è in profezia trasmessa (2Tn 3,1-5).
nelle PastoÌalì semhra aveÌ con zione. Tuttavia. diversi criteri ri- genere paolino. La formula non è 4.4.3 <Queste cose> - Q\esta
Lettere pastorali 966
961 l,cttere pastorali
formula si trova alla conclusioùe 4,1- 10 Un avvertìmento profe-
di materiale ciîato e ne introduce tico e sua applicazione 2,14-26 Evitare Ìe loro vie vane ordinamento e governo della; Cro-
l'applicazione alla situazione at, 111.4,11 6,2 Istruzioni a Timoteo 3,1 9 Profezia a proposito dei nologia di Paolo; Paolo negli At-
tùale, Essa appare alla fìne di pe- .l,l l-5,2 ll suo esempio per gli falsi dottori c sua applica li e nelle lettere; Paolo nella tra-
ricopi identificate sopra come par- altri zione dizione della Chicsa primitiva;
ti già fissale della tradizione (lTm 5,3 6,2 La sùa soNeglianza sul- 3.10-17 motivo e il modo di
11 Protocattolicesimo.
4,6.11:2Tm2,11; cît. Tt 1,15-16; la comunità: vedove, anziani, controbatLere i falsi dottori
2,1). Ricorre anche al termine di schiavi e altri 4,1 5 Esortazione a un ministe B)rL. ConlnÈntit Dtbelius 11. - CoDzel-
ro fedeìe manD l{., flre Pusroral Episîles. Hetm,
una norma sùl ministcro (1Tm 5,23 Parentesi personale: la pu- l'ortrcss, Philadelplìja 1972; Fee G. D.. ?,tr€
3,1b-l3; cfr. Tt 1,7-9), che è di- rezza noll esige ascetismo IV. 4,6-21 Situazione di Paolo e
Pasta.dl Epistles. Herrdrìckson, Peabody
stìnla dal suo contesto (Harnack IV. 6,3-t9 Ammonimenti fìnali sue pÌospetlive (\lA) 1988i Curhrie D., The PasîatulEpì
4,6-8 L'imminenza della moÌte rl1d.r, T\'lC, Eerdmans, Grand Rapids
1.482-483; Kelly 231), e al termi- 6,3,10 A proposrito dei lalsi l99Gr Holrznann H. J., Díe Pasnralbrie-
ne di regole sulla comunità e la fa- dottori e della loro sete di 4,9-16 La necessità della venu-
/d, Engehrann. I-eipzig 1880i Kelly J. N.
miglia (1Tm 5,5-6.9-10.17-20; guadagno ta dì Timotco D..'lhe Pastotul Episrles, BÌack, London
6,1.21Tt 2,2-14.15), che sono pro- 6,11-16 A proposiro deLle mo- 4,17-18 La sua fede nella pre- 1963i Knight G. W. lI1. The Pasratul Epi
senza di Dio e nella redcnzio- sl/.s. NlCl'C. EerdmaDs, Grand Rapids
babilmente tradizioni cristallizza, tivazioni e della condoiia 1992i Lea T. D. - Grìlfen H. P. Jr., 1,2
tesi in precedenza e successiva- dell'<<uomo di Dio> ne fìnale lr,o/ll.! Iirrs, NAC, Broadmm, Nashvil
mente inserite nelle lettere. 6,17 19A proposito deicredenti Y. 1,19-22 SaluLi e benedizìone le 1992; Lock W., The Posîotdl Lpist les, T.
4,1,1 Conclusione - Con ogni cchì scrittj da Paolo di proprio & L Clark. EdinlùrglÌ 1958 (192:lr);
pugno Nl.ìrcheselli-Casale C., ae let tere pdst aral ì,
probabìlità, molti altri passi sono V. 6.20-21 Amrìronimento e be- !.db, Bologna 1995i Schlattcr A., ,ie -(t
materiale tradizionale rielaborato: nedizione scritti da Paolo di che der Crieùen ìnt Urleildes Puulus.Ca.L-
confessioli inniche (1Tm 2,5-6; proprio pugno 6. TEMI - Cli insegnamenti del- wer, Stutrsart 1958 (1916 )i Sìricq C.. res
2Tm 1,9-10), una dossologia (lTm lc lcttcre in gran parte sono inclu- Epnrcs Pastarules,2 tall., Gabaìda. Paris
5.2 Tito 1969.
l,l7), un mandato piu una dosso- I. 1,1-4 Saluto si nelle tradizioni trasmcssc (e rie Srrdi: Aland K., Neutesratnenlliche
logia (lTm 6,11-16) e altri detti II. 1,5-2,1 Islruzioni per Tito laborate) e neÌla loro applicazio- Tcxtktitik ùnd E\egese, ìn K. Aland (ed.).
(1Tm 6,7-8.10a;2Tm 1,7). Nel- 1,5-9 Rcquisiti per i sorveglianri ne. Essì riguardano: l) gli erro' t|lisse"schd.fî und Kit(he. FS E. t.ohse,L',\-
rì dei îalsi maestÌi e la risposta ther, Biclcield 1989, pp. 132'148; Aùne D.
I'insieme, tale materiale cristalliz- 1,10-2,1 A proposito dei lalsi E., the Ode\ of Solotnon and EatU Chti
zatosi in precedenza fappresenta dottorì appropriaLa da dare a costoro srid Prcphe.!,iD Nl S 28 (1982) al5-460i
circa il 43qo di I Timoteo, il 16qo ll1.2,2-15 La sorveglianza sulla (1Tm 1.3-20: ,1.1-10; 6,3-10; Tt tsaw |. C., Die sogendnnÌe Pdsîarulbùe
di 2 Timoteo e il 46qo di Tiro (El comùnità e suo fondamento 1,10-2,1; 3,9 l1; 2Tm 2,14-4,5) e rri, Gorte, Tùbìngcn lE35; Collins R. F.,
Letîets That Paul Did Nat wtìte. C\otiet,
Iis, Makíng). IV. I Responsabilità dei cre-
3,1- l 2) i severi requisìti per i ministeri wìÌmiDgLon I988, p!. 88-l3li DonelsonL.
denti alla luce delle attività degli oppo- R., Ps.udepìgruth), d .l EÌhìcdl At'Èut11ent
5. STRUTTUR{ 3,1-2 A proposilo della vita ci- sitori (lTm 3.lb-13; Tt 1,5 9). ù Ìhe Posrotul Lpislles, J C. B. Nlohr, l ù'
bineen 1986j EdrnuDdson G., The Church
5.1 I Timoteo vile Non slegatc da questa situazione
in Rante in the First Ce ruÌ, Lonemans,
I. 1,1-20 Introduzione 3.3-8 Suo fondamento in una soDo: 3) altre norme sull'organjz- Londo! 1913i ElÌìs L. E., <The Lnd a.lthe
1,1-2 SaLìto <parola degna dì fcde>> zazìone della Chiesa llTm Eafth, (A.ts t:8),1n BaR 1 ( 1991) 123-132;
1,3-20 Un richiamo a contrasta- 3,9-11 A proposito deì falsj dor- 2,1 3,1.i;5,3-25; Tl 2,1-14) e sul- Id-, Thc Making.lf he Ne\| Testatnent Da
la condotta dei credentì (lTm .,,?e,/J (dj prossina pubbljcazione); ld.,
re ì giudaizzanti con tenden- lori Theabs! and C/;l;.ar?, T. & T. Cìark,
ze gnostiche V. 3,12-15 Una parola conclusiva 6,1-2; Tt 3,1 8). Come nelle altre Ldinburgh 1994i Id., The Pdstorals and
1.3-7 I loro errori 3,12-13 A proposito dei colla- lettere paoline, a tutti gli insegna- Paul,;n ExlTîn \A4 (19921993) 45 47; id..
Ihe Old Testitnent in Earb, Chtistianiry. J.
1,8-11 I1 corretto uso della boratori mentiviene dato: 4) ùn fondamen-
C. B. Nlohr, Tùbirsen )9911ld., Paulitle
Legge 3,14 Un ammonimento ripetuto to crislologico nella storja della TheÒlosr: Miitistry a d So.ie|.v. Eerdmans,
1,12-17 L'esempio di Paolo 3,15 Saluti e benedizione scritti salvezza (1Tm 3,16; Tt 2,11-14), Cr:nd Rapids r989j Id., P/ophec! and Her
l,l8-20 Tjmoteo opposto ai 1al, che comprende l'identità di Cristo ,leneùtit in Ed t Chtjtianùr. Baker,
da Paolo di proprio pugno Grand Rapids 1993:t Ll., Paul and Hìt
si dottori 5.3 2 limolco con Dio (Tt 2,13), la preesistenza Receù I ntetpreter.t, Eetdmans, Grand Ra
II. 2,1 ,1,10 Regole della comunirà I. 1,1-5 Saluro e ringtaziamento (1Tm 1,15: erchomaù, la discen- pids 1979j, pp. 49-57i Fabrìs R., aa l/ddÈ
2,1-8 Preghiere e loro finalirà IL 1,6 2,13 ApDeLlo a Timoteo denza umana davidica (2Tm 2,8), .iotrc paolitla, !db, Bologna 1995, pp.
ilministero fedele (lTm 6,13), l'o- 201-2óli Gulhrie D-, lntndrctìon to îhe
2,9-3,1a (Una parola degna di 1,G2,7 Per una testimoniarÌza fe- Nev TeslaDlent, lnlervarsity, DowDers
fede> per i mariti e le mogli dele di fronte all'opposizione pera salviîica (1Tù 2,5 6a; 2Tm Cro!e (Il-) 1990, p!.616 6,16i Harnacl A.,
3,1b-13 Requisiti per sorve- 2,8-13 Alla luce dell'esempio di 1.9-10), la risurrezione (2Tm 2.8) GeschìthÌe det dlt.htísrlithen Literutut. IL
glianti e minìstri Paolo la venuta lutura e il Regno (1Tm C.horoldgie, 2 voll., Uinrichs. l.eipTig 1958
t19041. vol. t. pp. 480-485; Harìson P. N.,
3,14-16 Loro finalità e îonda- III. 2,14 4,5 Avvertirnenti contro 6,)4t 2'lm 2,11 12; 4,8.18). The P.oblen a.l the Pastordl Epistles, Ox
mento cristologico i falsì dottori lord Universiry Prcss, London l92liLi8hr
Vedi anche: Canone; Chiesa, loot J. B-, The Date of the Pasîùal Lpi
Liberazione 968 969 Libertà
stlest The Close oJ îhe A.ts,jt BìbticatEs 1'aggclti\o eleut herc.J (,.libero,,) acquistare la libcrtà pcr coloro chc <potcrc dc1 r'cgno dell'aria> e dalle
e
ra_tr. Macmillan, London 1891,
l9q-41-i Nlrrchsel i-Cd\ate (., ,Mebo4
Dp. il etbo eleut heroo (.. liberare,).
) sono (sotto la Legge)), cristo stes- <potenze spirituali del male> in
qet ed cptttopos-: .anlrù4to trd oubt L'utilizzazione di questi termini so è <nato solto la Legge> (Gal sùo comando (Ei 2,1 10; 6,10 l8).
lune le leÚere pdstonti, jn Rìcerche Sòri.o- per 1a proclamazine del vangelo ,1,4-5), ha sollerto la morte, (la Il Crìsto che ascende tiene prigio
Biblilhe9/2(1997)a Merzser $i., Die tet.te (distinti dall'accezione riguardante rnaledizione della Legge>r per lo- nicre lc potenze ostjli e libera le lo-
Reis?,Is Apastlls Pauh^. Catver. Sttrrrcarr
197Ò; Múule C. F. D.. 7hc Prohlent Dith"
lo stato sociale, Col 3,11; Ef 6.8) ro (Gal 3,10 13). Queste persone ro precedenti vjttimc pcr un reale
P6îorah: A Reappruisut, ;11 BJRL 4,t è confirata a Gal, I-2 Corinzi e non sono più (sotto la Legger, ma servizio (Eî 4,'7-l3t 1,21i redi
(1964 1965).{30-.152; Ptiot M., puu! rhe Romanij ma il concetto di liberlà (sotto la graziar di Dio (Rm Prjncipati e potestà: Trionfo).
I-crel I',/rel, JSNfSS 23, JSOT, Shetfield permea tutte le lettere.
l989; Reicke ts., CàroÌ'1,Eie./er p.tstorct 6,14): una volta riscattati dalla 1.4 I-illerazione dalla carne -
briek, ir TLZ tat (197ó) 82-94i Rjchards Legge, essi ora sono eredi di Dio Spesso Paolo utilìzza il lermiÍe
E. R., The Skteîdr! in the LeieE ol pout, I, L'AZIONE LIBERATRICE (Gal 3,26-4,'7\, liberati per opera -raDr ((carner) per rìlèrirsi a tutta
J. C. B. Mohr, Tiibinger l99ltRobiÌson DI CRISTO ll ncmico princi- di Cristo dal <giogo della schiavi- la persona che sj trova in una con-
J. A- '1., Redatìnr îhe New Testamenî- pale delia libertà è il peccato (d,o-
SCM, LoDdon 1976r Rollct O.. DasFotDlt tù) (Cal 5,1). Coloro chc sono sta- dizionc di ribellìonc contro Dio e
Idr det pautitischeh Àriel€, Kohthanme.. ra in poi con la lettera maiuscola, ri liberati dalla Legge ora sono in schiavitir del Pecr:aTo l\'ledìan-
Srùltga.l 1933; W- Rordorf. No.tr,rh. ln quanto lnteso come potenza sposatì con Crisio (Rm 7,1-6). La te I'incarnazione e la morte di Cri-
Paulusakîen und Pastorulbriefc. ti G. F.
HawÌhorn. O. Berz (edd .), Tradìtion a .l
personificata), un tìranno sovra- Lcggc in sc stcssa non viene get- sto, il Pcccato vicnc <condanna-
lnteryretstìon in the New Testdneht FS F no che tiene tutta I'umanità in tata a mare, ma strappala dalla lo... nella carne) e le sue vittime
E. E/is, Eerdrnans, crand Rapids/J. C. B. schiaritir (Rm 3,9; Gal 3,22). per presa dcl Peccato c posta ncllc ma- vengono líberate dall'esìstenza
Mohr, Tùbineen 1987, pp.319-327t Srro- conservare ilsuo domìnio, il pec- ni di un nuovo padrone. Come (secondo la carne)) (Rm 8,3 4).
bel A., Schteiben des Lukas? Zun sDro.h
tichen Probtem det pastorutb eJe,; NI'S
cato si serve di diversi agenti: la strumento del Peccato, la Lcgge di Essi non sono piil (nclla carne),
l5 (1968 l9ó9) l9l 210; Tbìernrs ll. E., Me, carne, la Legge, le potenze derno- Dio è uno strumento di distruzio ma (in Cr-islo)) e <nello Spirito>
baqqet and Episkapos in the Lìtht oî the niache e la morte (yedi Vìta e mor- ne (Rln 7,7 l3; lcor 15,56); uti (Rm 8,1.9). Coloro che appanelì-
fctnplc S.tîlt. in ,ral t0U (t98t) 5q 74i te). Cristo viene per liberare gli es- lizzata da Cristo Signore, medjan- gono a Cristo (hanno crocifisso la
\!cinf eU M , The Oreant.dtiînat pt ern
snd the Pe alCade olSunrun Sect,yaî seri umani dalla schiavitu del pec- te la potenza dello Spirito, essa di- carne con le sue passioni e ì suoi
denho€ck & Ruprech!, còrringen 1986j cato e da tutte le potenze in suo venta strumento di grazia (Rm desiderjr; questj veÌlgono sostituiti
wottet M., Dìe Pastorulbiefe ats pautu- comando. Coloro che egli libera, 7,7-13; 8,2'8). Lo Spiriro dona la dalle viriir aliÌnenlare dalÌo Spiri
rr/adllioa, \ rrdenhoeck & RuDrechr cÒr-
ringen lqE8; Zahtr L, httrod;.ion tù úe
invece di diventare autonomi. en- lìberazione, non dalla <Legge> to (Cal 5,16-26; cfr. Rm 8,13). Es-
Ne Testament,3 \oll.. Klock. \,linneabó trano in una nuova condizione di stcssa (nomo.s) né daLla <Scrittu sere Ìiberati dalLa carne signilica
Ìis 197? (1909,i 1899r). vot.2, pp. I 1j3. schiavitù (Rm 6,12-23): diventano ftr, (gúphè), ma dalla (lettera) esscri libcri cla sc stessi, dal pro-
servi della volontà di Crisro (dou- (gfttmma) o ò,alla soa (maledizio prjo <io, decaduto, l'<io> della
E. E. E is /or) ed egli divenra il loro Signore ne) (Gal 3,13), che rappresenta vecchia umanità: (ll nostro uomo
$er esempio, lCor 7,22: R1n 6; Ef ciò che la Leggc djvcnta scnza lo vecchio è stato crocifisso con Lui
LIBERAZIONE: vedi Ltbeúèt 6,6-7). Spirito e senza Cristo, ùel quale (Cristo), perché losse díslrùtlo il
1.1 La morte redentiva di Cri- invece Ìa stessa Legge raggiuoge la corpo del peccalo e non lìssimo
LIBERE ASSOCTAZIONI: sto <Cristo crocìfisso)) è la <no- mèta fissata (zcor 3,4-17; Rm 7,6; più schiavi del Pcccato) (Rm 6,6;
stra redeùzione) (lCor I,18-31). 10,4, vedi Leggc). veali trloÌire e risorgere con Cri-
vedl Sociologia delle Chiese mis-
La sua morte rappresellta il prez- 1.3 Liberazione dalìe potenze sro).
sionarie
zo del riscatto che assicura la li- Donando se stesso (per i [ostri 1.5 Liberazione dalla morte
berazione dalla schiavitù del Pec- peccati>), Cristo ci riscatta dalle ll Peccaro rnoti!a l'ingresso delÌa
cato (lTm 2,6; cfr. Tr 2,14). I cri- potenze di <questo mondo perver- morte nel mondo (Rm 5.12: ̀di
LIBERT,À stiani (sono stati acquistati con il so) (Gal l,:l). Egli (ha djsarmato Vila e morte). Benché ripaghi un
prezzo) (lcor 6,20; '7,23) della ìe potenze e leautoritàn strappan- debito, la rnorte cliventa delegata
SoMvaRro - L L'azione tiberaÌrice di Crì- morte sacrifìcale di Cristo (1Cor do loro il documento del nostro del PeccaLo, esercitando il proprio
sloi l.l La morle .edenrr\a di Cl\loj L2
L beralone dalla schizvi l detla LeÈsei 15,3), Il (giorno della redenzione)) debito e <inchiodandolo aÌla cro- dominio su rutti gli csseri uma-
1.3 Lìb€razìone dalle polenze; 1.4 Libe, finale (Eî4,30; l,l4; Rm 8,18-25) ce> (Col 2,13-15; r'edl Trionfo). ni per co11to del Peccato (Rm
razione dalla came; 1.5 Liberazione dal- non vede l'ora di realizzare ciò che Inoltre, Crislo libera le persone 5,12-21). La morte che risulta dal-
la mofe; 2. La pralica della tibcnà cri-
stìana; 2.I Servizìo per Cristo! 2.2 L,uso
è stato compiuto mediante <il suo dall'uso del potere distrutaivo (me- la schiavitù clel Peccato è, nello
responsabìle della liberù;2.3 Servj,ìo per sangue> (Ef 1,7; Rm 3,24-25:' ve- diante slrumenti ùmani) della l,eg- stesso tempo, I'ellello dell'ira di
di Morte di Cristo), ge stessa e li convoca per la deci- Dio (Rm 1,18-32; 2.5-9; Ef2,1-3).
1.2 Liberazione dalla schiavitù sa osservanza della Legge sotto il N,lediante la sùa morte sacrifica-
Paolo è (l'apostolo della liber- della Legge - Essere (sotto la suo comando (Cal 4,3.8-9; Col le, Crisro riscalta iÌ suo popolo
tà)) (Longenecker). Egli utilizza il Legge> significa essere <sotto iÌ 2,I6-23). CoÌoro che sono (risor- dall'<ira ventura)) (Rnì 5,9; lTs
sostantìvo eleuthefia (A\beftà>), Peccato> (Cal 3,22-23). Al fine di ti con Cristo) sono liberati dal l.l0t 5,9); con la sua risurrezione
Libertà 971 Libertà
9',70

dalla moÍe. offre la ((vita eterna)) quanto temeva i membrì del par- sponsabjle, in ultima analisi, per strulte (lCor 8,7.11). \4a vi è an-
al posto della morte stessa (Rm tito deila circoncisione (Gal 2, 12); loro: <Chi sei tu per giudicare un che un perìcolo per ì crisiiani che
5,21: 6,23). ((L'uÌtimo nemico)) la loro approvazione, insierne a servo clle non è luo? Slia in pjedi sono consapevoli della loro Liber-
non è ancora distrutto (lCor qùella del gruppo di Ciacomo, era o cada, ciò riguarda il suo padro- tà nel prendere pane ai cibi paga-
15,20-26.42-58), ma coloro che so- vitale (cosi egli pensava) per la sua ne, (Rm 14,,1). ll debole e il forte ni. lCor 10.23 vale pe1 questi
sono sollevatì dall'arduo e incvi ,<ctederti (adelphoù più lbrti)), co-
no uniti a Cristo e inabìtati dal- sicurezza teologica e sociale. Co-
1o Spirito sono già ammessi neÌ- sì egli permise che quelli influen- tabiLe frustrante lavoro del îoÌma me ccrtamenle per i piu (debolit;
la (novità di vita)) (Rm 6,4.13; zassero le sue azioni e, in pratica, re I'altro a propria immaginc. ln infatti. mancanclo loro il segnale
8,1 17). annullò le sue convinzioni perso- vece ognuno è libero di assistere di pericolo dj una coscienza ferì
nali. Senza preoccuparsi dei rischi, l'altro diventando conforme al- ta (lcor 8,12), i primì possono
2. LA PRATICA DELLA LI- Paolo (si oppose (a Pietro) a viso l'immagine di CoLui che è l'unico trovarsi di fronte a un pericolo
BERTÀ CRISTIANA LA tCN- aperto> (Cal 2,11), in quanto ciò maestro di entrambi. maggiore (lCor 10,12). Mentre glì
sione tra liberlà e Legge, libertà e gli veniva richiesto dalla <libertà 2.2 L'uso respoúsabile della li- idoli e isacrifici loro olfertì non
obbligazioùe, che caratterjzza l'at- del vangeloi> (Gal 2,5.14-21) e in bertà - Collegate aLle dichiarazio- rappresentano nLrlla, i demòni ac-
tuale ricerca sù Paolo, è evidente quanto il servizio per Cristo non ni paoline sulla libertà sono le canto a Loro sono ccrtamenti rea-
nello stesso epistolario paolino lasciava spazio per timori nei con- ìstruzioni sull'rrso appropriato del- li: e questi sono capaci di sotto-
(Barrett 1-16; ,edi Etica). Prende- fronti degli altri (Cal 1,10). Per lo la stessa. mettere al loro domìnio c di con-
remo in considerazione tre lette- stesso motivo, il servizio per Cri- Calarl. La libertà spinge <la car- dùrre a un'intimità analoga a
re: Galati, 1 Corinzi e Romani. sto libera i credenti dalla schiavi- ner vcrso la iine distrullìva (Cial quella deLla (<Cena deL Sigrore)
Dopo aver dichiarato che <Cristo tiì di se stessi ((1e opere della car- 5,12.15.19-21), ma sotto la diÌe (lCor 10,19-21). DeboLi e forti im-
ci ha liberali per la libertà) (Gal ne))) e li lega, invece, alla (legge zione dello Spirito la liberLà viene parino la Iezioire dall'csperienza
5,1), Paolo esorta i lettori a non di Crìstor e al potere dello Spiri- utilizzata per servire a sostenerc le d'lsraele nel descrto: Lulti loro
utilizzare male la propria lìbertà to (Gal 5,16-6,10; vedi Spirito sjtuazioni di bisogno (Cal 6, l-10). hanùo ricevùto la prowìdenza e la
(Oal 5,I3), ma ad <adempiere la Santo). 1 Cor.lrzi. llluminatì dallo Spi- prolezìonc di Dio; llondimeno, la
legge di Cristo) (Gal6,2). In lcor I Co nzí, Poiché Cristo ha pa- rito (1Cor 2,6-16), i credentirico- maggior partc di loro caddc sotlo
8-l0la libertà di mangiare alcuni gato il riscatto, i credenti non ap- noscono che cibo e bevanda sono giudizio a causa dei propri pecca-
cibi viene qualificata dal coman- partengono piil a se stessi (lcor doni della benevolenza di Dio tì (l Cor l0,l-10). Anche i credenti
do dì rispettare i deboli. Rm 14-15 6,20: <siete stati comprati a caro (lCor 8,4-8; 10,25'26). <Non so- dovrebbero stare allenti a come ri
viene indirizzata in una situazio- prezzo)), ma agli altri (lCor 9,19: no lìbero? >, domanda Paolo spondono alla grazia; essi che han-
ne di conflitto tra i campioni del- (libero da tutti>). Inolrre Paolo (1Cor 9,1). Di fatto cgli lo è: se lo no tesdmoniato là sùa manìîesta
la libertà (<i forti>) e i difensori afferma: <Io stesso non sono sot- desidera può sposarsi; ha dirjtto zionc suprema (lCor l0,ll). La
della Legge ( i (deboli)); rredl Forte to la Legge) (lcoî 9,20)t 1l dou- alla ricoúìpensa per il suo miùisle- grazia di Dio è all'opera sia nella
e debole; Roma e il Cristianesimo /o,r di Cristo non può essere sotto ro; può condividere il cìbo dei pa- sua promessa di liberazione (lCor
romano). un secondo padrone, anche se si gani, senza rimorso di coscienza 10,13), che nel suo porre ìn guar-
2.1 Servizio per Cristo ll ser- traîta della legge di Dio. Ancora, (lCor 9,3-18; 10,27 30). lnoltrc, dja contro I'idolatria (lCor 10,1,1);
vizio per Cristo e la sottomissio Paolo contìnua: (Io pur essendo proprio di fronte a questì doni, non si può esìgere la paroLa della
ne alla sua signoria oflrono la ba- senza la legge di Dio, anzi essen- Paolo pronuncia un avver!imen- promessa mentre si disobbedisce
se per l'esercizio della libertà. do nella legge di Crislo (ennomos to: ("Tutio è lecito". ma non tut alla concomitante parola del co-
Galali. (lnlarti è iorse il favo- Chtistou)> (lcor 9,21). La vita to è utile! "Tutlo è lecito". ma mando.
re degli uomini che intendo gua- <(in Cristo)) (en ChristÒ) offte ll non iutto edifica!t) (1Cor 10,23; Rolnarl. Il (forte) peÌcepisce le
dagnarmi, o non pjuttosto quello contesto îondamentale per l'osser- Paolo cita qui uno slogan difiuso implicazioni etiche del vangclo piu
di Dio? Se ancora io piacessi agli vanza della Legge (ennomos Chri- a Corinto, con approvazioDe con chiararnente del (debolct). La per-
uomini, non sarei piii servitore di sloa). Le persone Ìlnite a Cristo clizionata). Un pericolo consiste sona chc <mangia tutlo)) e che
Cristo!r (Gal 1,10). Il servo di sono soggette alla sua legge, nel îaito che la libcÌtà dei credcn (considera tutti j giorni uguali)
Cristo non può logicamente esse- Romaní. Crrsla è il Signore sia ii (diventi occasione di caduu per (Rm 14,3.5) è la piir lìbera delle
re schiavo di nessun altro. L'ade- dei deboli che dei forti; il compor- i deboli) (1Cor 8,9), per coloro due. Per questo modvo Paolo
sione di Paolo a questo principio tamento di ognuno è diretto, in che mancano della vera conoscen s'indjrizza al iorte: (Accogliete
e la sua violazione da parte di Pie- definitiva, al Signore (Rm 14,3-8). za di Dio e dei cibi (lcor 8,4-E); chi è debole nella fede>, egli esoÍa
tro sono ugualmente evidenti du- Il debole non può, logicamente, essi saranno spinti a mangiarc car' loro all'ìnizjo (Rm 14,l). Come in
rante la crisi di Antiochia (Gal essere schiavo sia di Cristo che del- oe ìmmolata agli idoli (lCor 8,10); 1 Corinzi, è specialmeùle la co
2,11-14). Paolo sostiene che Pie- la Legge, né il forte può esserlo di e, quindi, essi avranno agìlo non scienza del piii debole chc deve es-

tro aveva abbandonato ìa comu Cristo e della propria libertà. Si in sintonia con le loro coscienze sere salvaguardata (Rrn 14, I 3-23).
nione di mensa con i pagani ìn milmente, soltanto Cristo è re- che, come risùÌtato, verranno di' È molto signiiìcatir,o che Paolo
t-ibertà 9',72 ,?3 Libertà
siesso, uno dei torri (Rm 15,1), scenza) non deve essere separato !isione nel trattcnersi non rappre che preoccupa ideboli (in quanto
non utilizzi la propria autorìtà dal frutto dello Spirjto,special- \cnta ùna perdita di libertà, ma (l'amore è il compimento della
apostolica per imporre le sue per- mente dall'amore (1Cor 13,1-ll). rrn'espressione di libertà. Per una Legge), Iìm 13,8-10). Il risultato
sonali convinzioni sul debole- Egli Paolo dichjara: (Infatti, pur es- raltionc analoga Paolo è libero di è coslituito dalla lode di Dio (Rm
non consiglia ai lorti di cercare, in sendo libero da tutti. mi sono fat- rinunciare come era libero dì ri 15,5-7),
qualsjasi modo, di cambiare i de- Ío ser\o (edoùlósa) di tutri per revere al Pagamenro Per il Pro
boli in forti; né per un attìmo egli guardagnarne il maggior numerot prio servizio (vedl Aiùto linanzia- Vedi anche: Amore; Autorità;
chiede ai fortì di rinunciare alla (1Cor 9,l9). r.-ormalmente si è rio). Egli ha jl dirjtto di rjnuncia- Aulorità civile; Cadùcità, vuoto,
propria libertà (ciò significhereb- schiavi contro la propria volontà; re al proprio diritto, per il bene al- vanità; Carne; Cibi offerti aglj
be ripudíare il proprio vero esse in talcaso, invece, I'atto di schia- rrui (lCor 9,7-23). idoLi e leggi alimentari giudajche;
re cristiano), ma li invìta a pratì- vizzazione è volontario c delibera- R o nani. Libetamefrte CrisLo ri- Coscienza; Etica; Forte e debole;
carla in ùn certo modo. Essi sono to, un esercizio della libertà cri- ccvc le diverse cspressionj di ado Legge; Legge di Cristo; Peccato,
liberi sia di eseÌcitare che di re- stiana: (Mi sono fatto servo>. Ora razione e di obbedienza offerte dai colpa; Principati c potestà; Schia-
slringere la loro libertà, ìn quaù- Paolo è (libero da tuttin (in quan- rnembri giudei c geùfili della sua vo, schiavitù; Spirìto Saùto;
to sono schiavi di Cristo e non del- io è servo di Cristo), è libero 1er" lamigÌia (Rm 14,3-8). L'incond! Trionîo: Vita e morte .

la liberlà che egli ha dolato a lo- lolo (eglì può (diventare rutto a zionata accettazione da parte di
ro. I forti sono lìberi di difendere tùttir, lCor 9,22). Inlatti Cristo Cristo sia dei Giudei che dei (len- B|BL. Earett C. K., areedoh and Ohlí
anche espressioni di debolezza, ordina che il servizio a lui sia tili devc essere rispecchiata nclla ga!ían: A Stnd! Òf the Epbtle to rhe Gala'
dalle quali essi stessi sono stati li- espresso medianLe iÌ servizio agli /;ars. Weslminstcr, Philadelphia 1985i
condotta vicendevole del forte e BILìnck J., 1.;.(]..1orr. in rVrNfI, vol- l,
berati. Ancor piil, attualmente essi altri ((Noi non predichiamo noi del debolc. (Colui che mangja, p!. rr5-72ri Brucc f. L, rhe Baak of thc
sono abbastanza iorti (per sop- stessi, ma Cristo Gesir Siglore; non disprezzì chì non mangja; chi A.rs. Ecrdmans. Grand Rapids l956iBùÌt
portaÌe le iniermità dei deboli) quallto a noi, siamo i vostri servi- manr R., Teologia delNaaro TesÌdne ta,
non mangia, non giudichj male chi Biblioteca di teolosia conremporanca .16,
(Rm 5, 1). torl [douloi] per amore di Gesu), mangia, perché Dio lo ha accolto)) Querlrìaùa, Brcscia 1985, 1993r; lpp E.
1

2.3 Servizio per amore (Un 2cor 4,5). Paolo è libero di man- (Rm 14,3). (Arcoglietevi perciò glj J., Paùt s Dìwrse Ilnaseùes oJ the Hunan
crisriano è perîettamente libero, giare carne immolata agli idoli, uni gli altri comc Cristo accolse Sitùatìan and Hb Uni|iùls t hene ol Free
signors di tutto, soggetto a nessu- ma è aÍche libero di astencrsi. Egli do,r. ni R. Guelichc (ed.), Unh] and Dí
|oi) (Rm 15,?). I forti
smettano le^iry l, ,\?w
^. Testuncn Theobst, ÈetC,-
no. Un cristiano è servo di tutti, ha la libertà di non esercitare la dj disprezzare i deboli; invece, do- rìans. Craùd Rapids 1978, pp. 100-ll6i
perfettamente premuroso, sogget- propria libertà: <Un vero spirìto po l'csempio di Crislo, essi porti r.onseneckcr R. r\'., Àk, Iestunent So.ial
lo a tù.ti, (Lutero 344); <sogget- emancipato, come qùello di Pao- Ethns.fat Totld!, t:.tlrî'ans, (ìrand Rapids
no le loro debolezze anche a ri- 198,1i ld., Púr1. ADostle of I'ibetù, Hàt'
to a nessuno) in relazione alla li- lo, non è vìncolato alla propria schio delf insullo (Rm 15,l 3). I pcr & Row, Ncw York 1964i Lùtcro M., la
bertà, (soggello a tùllin in relazio- emancipazione> (Bruce 432, n. deboli smettano di giudicare i forti lìbenà del uieiano. Lettera u I'eohe X,
ne a1l'amore. L'amore porta la li- 39). A causa dell'amore per i piu per loro acquisita libertà dalla
1a
CÌaùdiana. Io.ìno l99l'i Nlùssner F.,
bertà aLla sua massima espressio- d€boli, Paolo diventerà, se neces- Theatoeie det Fteiheit na.h Paulus,
I.-egge;al contrario, mostriùo Ìa Aschcndo.tl, Dù$cldorl I976; Pasror Ra-
ne (Schlier 466). sario, vegetariano (1Cor 8, 13); egli misericordia che 1'allcanza di Dio nó\F.. Ld libertad eú Ia Catta a las G.il.1
Galati. <<yol rnfatLi, fratelli, sie- è servo di Cristo e non del cibo. ha oîferto ai Gentili che sono scn- tis. Et tlio Òie8ético îeol/jsíco. Eapsa,
te stati chiamati a libertà. Purché <Nessuno cerchi l'utile proprio, Nladrìd l9?7; Penna R.,l,e88e e libertà nel
za Legge (RnÌ 15,8-12). Quest'ac' pch\ìerc di S. Paalo. ul.\. LaDrbrech! (ed ),
questa libertà non divenga urì pre- (lcor 10,2,1),
ma quello altrui, coglienza comporta rispetto per le The T.uth o.l rhe Gaspel (C.!taîians
testo per vivere secondo la carne, Così le aîfermazioni di lCor diverse espressioni della libertà. I / / /..1//. \'fSB 12, Sl. PauÌ's Abbcy, Ro_
ma nìediante la carità siate a ser- 10,27.29b-30 sono qualificate dal- deboli e i forti dcvono accettalsi Ina 1993, p!- 249-21ó; Richardlon P.,
\izlo (douleuete) gli uni degli al- la parentesi di lCor 10,28-29a, Pa l s [.thk oJ ]:rcedo]n, \\ eslminster, Phj
vicendevolmente come sono, Piu laddphia )9î9; Schlicr ll.. ele îherosecc.,
tri. Tutta la Legge infarti trova la Già nel trattenersi daÌ cibo, per che come potenziali convertiti ri- i. G/.NI, !ol. lll, coll. ,121 46El ld., C,jrri?
sua pienezza in un solo precettoi amore dell'altrui coscienza, Pao- spelto a una Propria Posiziole. narid tibe n. La co ce .ione paolìna del
"Amerai il prossimo tuo come te 1o non viola la propria coscienza. (Esitazioni discutibiliD (Rm 14, l) la Lbe à, ri Ld fine del tenpo, Blblia
teca di cullura.eìigiosd 16. Paideia, Bre
stesso") (GaÌ 5,13-14). Questo è Egli adeÌisce ancora alla convin- sono qLrasi certamenle dcstinale s.ìa 1974, pp. 2.1? 2ó5i Schnackenbùrs R ,
<l'amore di Cristo), ora iscrilto zione di lcor 10,26 (non ha ab- a rimanere argomcnto di contro- (:htìetidn Freedatn ac.onlins to Psul, i\
sul cuore dallo Spirito (Cal bandonato la convinzione che il ci- versia. Ma I'amore (dgape, Rm Chtislìan Lxi.ti e in the New Testanlen!,
5,22-6,2: cîr. 2cor 3,1-3). (Sul bo appartiene agli idoli o ai demò- Nolrc D:me, Soùth Bcnd (lN) 1969, pp.
14,15) oflre La più grande op- ll 53.
completamento di questo, rispet- ni) e riconosce ancora il suo dirir- portunilà per quesla divcrsità nel-
to a.lla triade di Gal 3,28, cfr. Lon- to al cibo. Egli rìnuncia al suo di- la comunìtà. L'amore rende ono- J. K. Chamblin
genecker 1984; Richardson) ritto, non lo annulla. Proprio co- re sia alla libertà che preoccrpa
I Corinzi, <La scienza gonfia, me uno che possiede queste con- i îor1i (in quanto la libertà pervie-
mentre la carità edifica)) (1cor vinzioni, Paolo agisce per conto ne alla sua massima espressione
8,2). Il dono dello Spirito (cono- del fralello più debole. La sua de- nell'alto di amore), sia aLla Legge
LiÍgue 974 975 Lingue

LINGUE (espressionj estatiche)) rjflette le sione di gratitùdine di Paolo per sul donatore di q.oeste pneunulì
conclusioni di studi moderni La propria esperìenza del parlarc ka, dal momento chc in reallà si
So\a\rARIo l TernrinoÌoeiai 2. La prcva- socio-scientilici (per esempio, Sa- in lingìre (1Cor 14,18; sebbcne aL tralfa di chatistnata. <manifesta-
lenza di Ìingue nelìa Chiesa p.imitiva; 3. marin, Kiìdahl; cfr. Gundry). cuni commentatod lo vcdano co- zior:Ltdi grazia>> (lCor 12,4).
Lingùe a Corirto. All'interno del movimento pen- rne ironia), e al suo desiderio che ln secondo luogo, Paolo chie-
tecostale classico o del rinnova- lutti parlino col dono delle lingue de ripetutameDte che qualsiasi ma-
Il fenomeno detto ((lingue)) è
mento carismatico si parla in lin, (lCor 14,5). nifesrazione di (parlare in lìngue>)
menzionato da Paolo solo nella li- gue, ma soÌo molto raramente ci all'interno deLla comùnità riceva
Chi sostiene che a Paolo non
sta dei carismi (charismola, <<do- un'interprelazione. lnlatti, men-
sono stale prove documentarie pjacesse vedere questo carìsma
ni>) in lCor 12,8-10 e nella suc- zional il <parlare ìn liÌìgue) con-
sufficienti per dare sostanza a pre- difîuso in altre comunità cita Ìa
cessiva discussione sul Ìoro giusto preferenza di Paolo per fenome- lenporancamcnte al dono com-
tese di xenolalia. Lo studio socio-
uso in lCor 12-14 (vedi Doni d,e|-
lo Spirito).
sciendfico, pur non negando ne- ni proîctici ìntelligibiÌi (lCor plementare hetmeneia glÒssón,
cessariamente la legittimità o l'u- 14,1-5.18-19) accanto al suo silen- (l'interpretazione delle lingue)
tilità di cerle moderne pretese di zio sull'argomento, dove alldmen- (lCor 12,10), e rende csplicira
l. TERMINOLOGIA - ln gene- glossolalia, tende a vederle in ter- ti sarebbe potuto sembrare appro I'impoÍanza di ùsare insieme am-
re, queslo (dono dello Spirito mini di influenze psicologìche e/o priato (per esempio, Rm 12; El4). bedue icarisnli (lCor 14,5.13.27).
Santor è rappresentato nel NT sociologiche (per esempio NIalony Testimonianze del periodo patri- lnoltrc, jl falto di spiegale ripetu-
dalÌ'associazione del v erbo laleó, e Lovekjn). La menzione da par- stico indicano che meùtre il par- tamerlte l'inutilità cli un'esplosio-
che significa <<parlare), col nome te di Paolo di <lingue degli uomi- lare irì lingue era îrequente in mol ne di lingue nell'assemblea (1Cor
g/ds"ra, soprattutto al caso stru- ni e degli angeli) in ìCor 13,1 rcn- ti luoghi, la Chiesa, in armonia col 14,2-1.6 12.13-19.23 25) indìca
mentale, che significa (in) o de possibile questa ampia varietà maggior interesse dì Paolo per l'c- che la presenza di linguc non in-
<conD lingue (cfr. lCor 12,30; di interpretazioni pet glÒssais la- dificazìone dclla comunìtà cristia terprctale nelÌa comunità di Co-
13,1; 14,5.18.23 ecc.). Occasional- /eia. Pregiudizi culturali, stoÌici e na, in genere incoraggiava di piir rinto costituiva cer-tamente il suo
mente, Paolo usa anche le forme teologici contro le pretese odier- l'attività proîetica. inleressc principale. Rifugiarsi
parîicipiali ho lalon glóssè oppn- ne di xenolaÌia influenzano pùre, semplicemcnte in sloghi di glosso
re ho lalÒn glassaís quando fa ri- senza dubbio, lali tladuzioni di- 3. LINGUE A CORINTO _ 3.I lalìa non era una dimostrazione di
ferimento alla persona o a (chi La situazione di Corinto Il con- spiritualiLà. Al contrario, nel con-
parla in una lingua o in lingue>> testo di Corinto ofîre ul'oppor- resto comunitario era ùn atto egoi
(cfr. lCor 14,2.4.5.6.13 ecc.). NeÌ- 2. LA PREVALENZA DI LIN- tunità unica per ùno studio del do- stico, che impccliva agli altri di
le versioni mod€rne questi termi- GUE NELLA CHIESA PRIMI- no delle lingue nella Chiesa prìmi prendere pienarnente Parte a quel
ni si rendono con glossoldlia. TIVA Che Paolo menzioni il tila. Dal discorso di Paolo su que- I'esperienza chc, interpretata, mi-
In lCor 12,10 la irase eleld ge parlare in lingue solo in I Corinzi sto carisma risultano chiari alcu- rava a ediîìcare l'intera comuùità
nè glòssÒn è stata úadotta in varì ha dato origine a due possibili ni latti. Primo, appare evìdenle deì credcnti.
modi: <a un altro la varietà delle spiegazioni contrastanti. O 1) que- che i Corinzi attribuivano gralde Una spjrìlualità autentica si sa-
lingue) (CEI), (vari tipi di lingueD sto fenomeno era così difluso tra valore al parlare in lingue. I ripe- rebbe dinìostrata in nìodi molto
(varíous kinds of longres, RSV c 1e Chiese deÌ NT che Paolo non tuli tentativi di Paolo di dare un piu sottjli. Parlare in lìngue, co-
NRSV) o <di linguaggi> (diLferent vedeva la necessifà dìparlarne, se conteslo signjficativo alla manife mc lo descrìve Paolo, è una ma-
kínds of tongues, NIV), e perfino non dove se l]e era abusalo (a Co- stazione appropriata di questo clo- nifestazìonc autelltica della grazia
(espressione estatìca di diversi ti- rinto), o 2) Paolo aveva scelto di no orientano chjaramente in quc- di Dio, sovranamente concessa
Di>, (ecstatic utterunce of di"fferent non meDzionare questo carisma sta direzione. A partire da lcor dallo Spirilo Santo (1Cor 12,8-11).
/íads, NEB). La diversità delle (problematico) ai Romani (Rm 12.1. sembra che egli prenda in \,[a parÌarc in lingue è solo una di
tradùzioni di g/ossa, dal generico 12,6-8) o aeli Eîesini (Eî 4,11), prestito il vocabolario dei CoÌin tali numerose manilcstazioni. Per
<lingua> alla lettura sostitutiva parlando di altd fènomeni cari- zi volgendo la loro attenzione a 14 quaÌcùno insistere sul dono delle
<linguaggio>, o l'interprelazione smatici, perché non voleva inco- pneuma I ika,let|era|Í1ente <(le cose lingue cone se f-osse il solo cari-
(espressione estatican, rappresen- raggiare l'uso o la diffusione di spirituali). Ma subito rivolge di sma legittimo dello Spirito signi-
ta i diversi presupposti delle varie questo dono. Chi sostiene la pre- nuovo il suo interesse dalle Pneu' fica negar.e la legittimità di altri
commissioni di traduzione. La lct- senza diffùsa di questo carisma la natika chat ismalq. Questo spo- cristiani. che maniiestavano altri
tura <linguaggì)) ha come sfondo appcllo non solo aÌla presenza di stamento ^i toglie imPortanza alla caÌismi ugualmcnle legittimi, ma
1'evento della Pentecoste descrit- lingue a Corinto, ma a passi co- persona che manifesta tali (cose non parlalano in lingue. La do-
to in At 2,5-11, in cui la folla udì me At 2,1 4 (Gerusalemme), At spir1t\!ali\, (pneumatlka), conside- manda di Paolo: (Tutti parlano
j 120 che parlavano in varie lingue 10,44-48 (Cesarea) e At 19,1-6 rata (spirituale) semplicemcnte lìnguc'?> (1Cor 12,10) è più che
diverse dalla proptla (xenolalid). (Efeso). Si ricorre anche, per dar per la manjîestazione di questi fe' scmplice retorica. Aùlicipa una ri
D'altra parte, la traduzione valore a questa ipotesi, all'espres, nomeni e pone, invece, l'accento sposta decisaÍÌentc negativa. Par-
Lingue 916 t)'7't Lingue

lare in lingue è, certamente, una anche se nel mistero. Questo do- li.sarebbe vero l'esatto conlrario. bene dell'assemblea, scegliendo di
manìfèstazione legittima dcllo Spi- no era un modo di pregare precon- DovÌebbe contribuire all'ùnità c linìtare per certì aspctti La propria
rito, chevìene concessa a vari cettuale o transrazionale (lCor alla comprensione c dovrebbe es azione.
membrì del corpo di Cristo. L'u- 14,14; cfr. Montague) che, ben in- sere escrcitato guardando ai biso_ Noù si poteva legiltìmameùte
so paolino di questa metafora, il terpretato, poteva mettere la co- gni degli altri. Cosa dicc esatta- alfermarc che lo Spirilo Santo
corpo di Cristo (redr'Corpo di Cri- munità di lede in grado di bene- nente Paolo? avesse semplicelllente soprallatto
sto), per la comunità di fede in dire, ringraziare o lodare Dio in Lo aiutava il fatto di avere scel- coLui che parlava in linguc. Que'
lCor 12,12-27 è importante, per- un modo veramente ispirato dal- to lamelafora del corpo di Cristo sto è evidentc sotto molti punti di
ché indica che qualsiasi espressio- lo Spirito (lCor 14,15-17). I paral- per descrivere la comuùità cristia- visla. Senbra che, in coloro che
ne legittima del carisma all'inter- leli tra questo passo e Rm 8,26-27 na. Questa metaîora era confor parlano in ljngue, ci sia qualcosa
no di quel corpo dovrebbe: l) hanno spinto molti ad aîîermare me al riconoscjmento cla Parle sua di simile a una (coscienza profe'
puntare al donatore piuttosto che che il parlare in lingue potesse ser- cbe icredenti fossero chiamati al- tica). una coscienza che permette
a.l suo beneîiciario, essendo mani- vire per intercedere e che Paolo, la koiÍoria, spesso tradotta come loro di partire e felnal si a proprio
lèstazione della grazia divina; 2) nel comporre Rm 8,26-27, pensas- (partecipazione a)) o (comunione piacimento. L'osservazione di
essere esercitata secondo la legge se proprio al parlare in lingue (cfr. con), un concelto centrale per ciò Paolo sugli spiritì dei profeti sot-
dell'amore (lCor 13,1-14,1); e 3) Kàsemann). che signìîica vivcrc come discepoli tomessi ai pÌoieli (lCor 1,1,32)
cercare il bene piit grande di con- Nonostante il suo valore, il do- di Gesù Cristo (1cor 1,9). Era sembra applicarsi ugualmenle be-
tribùire all'edificazione di coloro no delle lingue aveva anche diverse un'idea ulilizzata ripetutamente re a chi parla in Lingue. Il latto che
alla cui presenza si manifesta limitazioni. ln definitiva, aveva da Paolo ìn lCor 10,14-22, e alla 1) si possa Ìimitare il numero di
(lCor 14,2-5.12-19). Senza l'amo solo valore temporaneo. Diversa- cui lùce avcva osservato che, pur persone cì1e dovrebbe Parlare ìn
re, la capacità di parlare ìn lingue mente dall'amore, la capacità di essendo tuito lccilo. non lutto eIa lingue durante un particolare in-
è un atto decisamente non spiri- parlare in lingue avrebbe avuro un nccessariamcnte utile e non tuito conlro della coJnunìrà clistiana (in
tuale (lCor l3,l). termine (lCor 13,8). Esercitato edificava. e che i chiamati alla Àol gcnere non piir di due o tre), che
3.2 L'insegnamento di Paolo rrrla dovevaÌÌo cercare l'ùtile d1 2) possano parÌare uno alla volta
- senza amore, poteva dare ai nervi
jn modo orclinalo, e che 3) Possa-
Pcr riequilibrare iÌ pensiero dei (come un gorg o un ceúbalo, ttLti (lcoî t0,23-24). Non doveva
suoì ascoltatori di Corinto, che lCor 13,1), esscre un'espressione esserci disunione alf interno del no scegliere di restarc in sìlenzio,
chiaramenLe si abbandonavano a vanagloriosa, arrogante, spiccia, corpo (lCor 12,25a), ma piurto- parlando tranqujllamente a Dio
comportamenti disgregativi di va egoistica e irriaante di insensibili- sto ediiicazione (l Cot 14,12), p^ (lCor 1,1,27-28), Lutto scmbra in-
rio tipo, Paolo li incoraggiava a tà per la comunità (1Cor 13,4-7). ce (lCor 14,33), decoro e ordine dicarc che coloro che parlano in
vivere secondo la loro chiamata al- Esercìtala in comunità, ma senza (lCor 14,40). Paolo non approva- lingue harno ilconpleto control-
la santità (1Cor 1,2), uniti fra lo- un'appropriata interpretazione, va che per qualche motivo si ri- lo dclle piopric îacoltà. Possono
ro da una perfètta unione di pen- <lualsiasi maniiestazione del pat- ùunciasse al dono delle lingrLe prcndere dccisioni consapevoÌì sul
sjero e di intenti (lcor 1,10). Ri lare in Lingue, o da parte dì un in- (lCor 14,39). Fare questo avreb- proprio coúportamento e agirc in
fletlendo sul carattere teologico dividuo o di comune accordo da be reso sicuraúente colpevoli di modi che alla îinc contribuiscano
del parlare in lingue, enunciò al- parte delf intera comunità cristia- qualcosa di jmperdonabile per lui, al bene globale della comLùilà.
cìrne linee guida generali, perché na, avrebbe portato disordine cioè di spcgnere lo Spirìlo (lTs Le linoe-guida di Paolo, iÌ qua-
questo dono venisse utìlizzato nel (1cor 14,17.23). E Dio non è un 5,19), che sovranamente sceglie dì le afferma che sono addirittùra un
migliore dei modi, dcscrivcndone Dio di disordine, ma di pace (1Cor concederc qùesto carisma a certe <comando del Signore> (1Cor
l'uso nel contesto dell'importan- 14,22\. persone all'intenlo del corpo di 14,37), pongono la rcsponsabilità
te metaîora del corpo dì Cristo. 3.2.2 Linee guída per I'esercizio Cristo (lCor 12,11). N4a egli crc' primarìa deÌ <parlare in Ìingue>
3,2,1 Valore e límitazictne delle del dono Per usare neÌ miglior deva che fosse neccssario ricono dìrettamente suLle spalle cli chi par-
lingue Paolo riconosceva, per modo possibile il dono delÌe lin- sccre che ogni manifestazione di La. La persona che ha la capacjtà
esperienza personale, che la capa- gue, Paolo alferma che si dovreb- un carisma in un individuo, o per di parlare in lingue ha anche il Po-
cità di parlare in lingue era una co bero considerare alcune linee- mezzo di un indìviduo, implicava tere di provocare disordine o di
sa buona. Asseriva diparlare egli guida. La manifestazione di gra- uno sforzo di cooperazione tra lo edificare chiunque sia prcsenle nel
stesso ìn lingùe (1Cor 14,18) e de- zia concessa dallo Spirito Santo Spirito SaÌrto e il beneficiario del momento jn cui eserciLa quel ca
siderava ardentemente un'espe- dovrebbe riflettere il carattere del carisma (vedi Crlîo). La teologia risma. La ripetuta esortazionii di
rienza simile per tufti coloro a cui donatore. Se Dio è ùn Dio di pa- paolina chiarisce che, mentre la Paolo a fare ciò che ediiica e a la-
indirizzava la sua lettera (lcor ce, allora Ì'ùso di questo dono do- capacjtà di un indivìduo di parla- sciarsi guidale clall'amore può es-
14,5). Egli comprendeva che il vrebbe riflettere quella qualità. re in lingue può portare all'edili- sere la chìave della prima leltera
parlare in lìngue edificava chi vi Non dovrebbe contribuire alla di- cazione personalc (1Cor 14,4), ai Corinzj (cfr. lcor E,1). come
si impegnava (tcor 14,4). Dopo visione o conlusione, o all'insen quell'individuo dovrebbe collabo- non si cLc!e impcdire alla Chiesa
tutto, si parlava a Dio (lCor 14,2), sibilirà aì bisogni degli altri. lnfat- lare coD lo Spìrito per il maggior di parlarc in lingue (lCor 14,40),
Lingue 978 9',79 Lingue
così pure Ia persona che manife- s1o indica chiaramente che, quan- lingue sia qualcosa di diverso da Spirito. Tuttavia, abusandone in
sta questo dono deve agire solo do parlava in lingue, Paolo lo fa- ún corisma, un dono dello Spiri- pubblico, poteva agire in un mo-
per il bene di tutra 1a Chiesa e del- ceva in un modo da non causare to Santo; Paolo non alferma, co- do contrario all'intento divino;
l'estraneo eventualmente presen- disordine quando era in assem- ùre molii pentecostali dei giorni poteva diventare un segno di giu-
te (lCor 14,1.5. 12.26.10). bÌea, o in privato come parte del, nostri, che il parlare in lingue sia dizio contro il non credente, che
Se non è presente un interpre- la sua vita di devozione personale. segno o prova di baltesimo nello lo interpretava unicamente come
te, ma una persona crede di esse- L'unico esercizio di lingue che Spirito. Nell'ambito di lCor 12-14 maniîestazione di pazzia (1Cor
re stata ispirata a parlare in lingue, Paolo condanna chiaramente co- Paolo nota che (noi tulti siamo 14,23). Paolo si preoccupava che
esistono due alternative legittime me illegiltimo è proprio qrÌello che stati battezzati in un solo Spirito queslo carisma fosse usato in mo-
a beneficio della Chiesa: sembrano aver adottato i cristia- per formare un solo coryo... e tut- do positivo, per edificare, e non
l) Quella persona può assumer- ni di Corinto: il parlare in lingue rì ci siamo abbeverati a un solo come segno negativo. Di conse-
si la responsabilità di chiedere al per il parlare in lingue, senza in- Spiritor (1Cor 12,13), indican- guenza, considerando il compor-
Signore la capacità di interpreta- lerpretazione e senza riguardo al- do chiaramente di avere in mente tamento corretto dei cristiani riu-
re (lCor 14,13). Richiedere il ca- la vita e alla partecipazione della I'idea di conversione-iniziazione niti per jl culto, Paolo raccoman-
risma che renderebbe inrelligibile comunità. (Dunn). Nel complesso, i penteco- dava un discorso intelligibile fat-
alla comunità l'espressione in lin- Secondo Paolo, parlare in lin- stali interpretano tipicamente que- to con la propria intelligenza
gue non significa necessariamen- gue ha anche valore come (se- sto Passo come un rjferimento al (1cor 14,19), e specialmente con
te che il dono sarà dato. Lo Spiri- gno>. I Corinzi pensavano che le
to che distribuisce tali carismi è,
|uolo dello Spirito di porre i cre- il dono della profezia (1Cor
lingue avessero una lunzione po- denti nel corpo di Cristo, e non co- 14,1.3-5).
dopo tutto, sovrano quanto alla sitiva come segùo di spiritualità. me un'effusione dello Spirito da Infine, quanto Paoìo dice sul
loro concessione (1Cor 12,11). Ma Paolo, d'altra parte, era molto piil parle di Cristo (Brumback). Di (parlare in lingùer diventa chia-
se il bisoglo è autentico e lo Spi- preoccupato della fùnzìone poten- conseguenza, affermano pure con ro se si comprende la sua preoc-
rito sceglie di intervenire. non c'è zialmente negativa che il dono, al- insistenza che PaoÌo, ponendo la cupazione che, quando un carisma
alcun male nel chiedere. Compor- trjmenti buono, poteva avere se domanda <Tulli paÌ lano ljngue?)) si rnanifesta all'interno della co-
tarsi in tal modo non significa es, isolato dal contesto e daÌl'eserci- (lCor 12,30), anticipa legittima- munità cristiana, sia inteso a edi-
sere colpevoli di presunzione. zio appropriato. Nel passato d'I- mente una sposia negativa. Non ficare quella comunità. Ogni en-
L'assemblca alla fine poteva rice- sraele <lingue straniere> erano ser- si deve rilenere che tutte Ie parti fasi indebita sulÌ'esperienza indi-
verne edificazione (lCor 14,5). vite come segno del giudizio di del corpo di Cristo maniîestino 10 vidlrale, su voli estatici o manife-
2) Chi parla può pregare in si- Dìo. La citazione da parte di Pao- sLesso carLrma (lcor 12,14-27). staziori incomprensibili per I'in-
lenzio Dio (1Cor 14,28) con una lo di Is 28,1l- l2 in lCor 14,21 iù- L'irlsistenza di molti penteco- tera comunità devono essere evi-
preghiera che poni edificazione a tendeva darne un esempio speci- stali sulla capacùà di parlare in lin- lati come appropriazioni indebite
chi parla; si rivolge a Dio, ma noù îico. Quando gli Assiri sopraffe- gue come segno o prova del bat della grazia di Djo nella vita della
contribùisce al disordinc e alla cero Giuda, la loro lingua stranie- tesimo nello Spirito, valido per comunilà cristiana e incompatibili
conîusione nell'assemblea. ll fat- ra alla presenza di Giuda non po- tutti i crisîiani (così Brumback), col carattere autentico di Dio, che
to che Paolo accenni a tale possi- teva essere considerata che come rìon sj basa su Paolo; dipende sovranamente li concede a vari
bilità ha portato qualcuno a rite- giudizio di Dio sull'inîedeltà di piurtosto in modo considerevole mcmbri dclla Chiesa.
nere che il parlare in lingue aves- Giuda. Così pure per uùo stranie- dagli scritti di Lùca, sopratlul-
se un ruolo legittimo come (lin- ro. entrare in una riunione in cui to da At 2,1-39 (cfr. anche At
guaggio di preghiera> privato (per Vedi anche: Doni dello Spirito;
si manifestava il balbettio di Ìin- 10,44-48; 19,1-6; e îorse At
esempio, Hayford). Proîezia; Spirito Santo.
guc straniere senza alcuna inter- 8,9-.19). Qùesta dìslinzione non
Qucst'ultimo uso del dono, che pretazione, l'arto stesso di parla- cvidenzia due fenomenologiei
non ha bisogno di inlerpretazio- BrBr BDmback C.. Whar M?aheth
re ìn lingue poieva Ìnettere il non piuttosto fa appello a una singola Ir?s?, Gospeì Pùblishjng Hoùse, SprinC-
ne perché non si intromette neLla credente nell'impossibilità di di- lenomenologia con molti aspetti. 1ìcld (NlO) 1947; Carson D. A.. SrrrinS
vita delÌa comunità allo stesso mo- scernere la presenza di Dio (1Cor Si rìtiene che Pietro considerasse /ie Sput, BakeÌ, Grand Rapids 1987;
do di un'espressione ad alta voce, Chdstie Mural D., yÒicesJiÒm theCods:
121,23). La convinzione dell'estra- il parlare in lingue come segno o S?eaking *ì1 h TonEues, Raùtledsc & Kegan
può ben essere Ì'intento di Paolo. neo circa la pazzia di queste peÌ- prova dell'immanenza dello Spi- Paul. New York 1978; Cùilcn G. B., ^Sped
Paolo stesso, infarri, può aver par- sone, piùttosto che sulÌa presenza rito di Dio che era staro effuso co kins ||ùh longues, Yale Unjversily, Nc$
lato in lingue il pìù delle volre pro- di Dio, avrebbe potuto impedirgli Haven 1927i Dunn J. D. C.. Jesus and the
nÌe risposta alla profezia di Gioe- ,!pial, Wermjnster, Philadelphia 1975i Fe€
prio in questo modo sìlenzioso. Si ùlteriori contatti con tali persone, le (At 2,16-21 = GI2,28-32). Per G. D., The Firct Epistle rc the Coìnthians.
vantava di parlare spesso col do- e infine servirgli come criterio ne- I'aolo il dono delle lingue ìndìca- NICNT, Eerdmans, Grand Rapids l98tj
no delle lingue (1cor 14,18). ma gativo di giudizjo. \,a la presenza
di Dio come grazia, Cìromacki R. G., Irert{odern Tangues Mo
personalmente pretèriva non îar- E importante notare che Paolo re,rerr, P.esbyterian & Rcformcd, Phila
chc rendeva capace chiparlava di delphia l9ó7i Gùodry R. H., Ecstutic Ltrte-
lo in assemblea (lCor 14,19). Que- ncn sostiene mai che il parlare in pregare in modo ìspirato dallo /a,.€, in "I?sn.s. l7 (1966) 299-307:
^?8,
Lode 980 981 Luce e tenebra
H^tfatd J., The BenuU oJ Spitittual t.a - 1.I SIMBOLI DELLA LUCE E bra e del vuoto (2cor 4,6; cfr. Gn ce della bontà si riduce aLla cattu-
gra8e, \lord, Dallas 1992: Kareùar. E.. DELLATENtrBR\ L'usopri- 1 ,2-5). Al pa di altri autori biblici ra di particelle di lùce e fornisce
Ptuspettíw paaline. Patleia. ll.escia l912i
Kclscy M. t. Tang c Spetking, Dattble
mario di luce (pro.r) e tenebra - e corne a Qumran, dove I'e- una delle spiegazioni gnostiche
day, Carden Ciî\ (NY) ì96:li KjÌdahl J. P., (skotia) in Paolo è jn senso figu- spressione <figli dclla luce> veni- dello slato dilaniato dell'uomo
The Psrchobgy oJ SpeakìÌ1.p ít| Tonsues, rato. I Lermini vengono impiegati va usala quale autodesignazione (cfr. Jonas, Borchcrt).
Harpcr & Row, Ncw Yorl 1972i NÍcDoù' come simboli deglì opposti prin-
neìl K. - Nlonlagu€ G. T., Chtistìan h1ì della setta contro i nemici. desi-
tiatio dn.l Bapîìs'n ìn the llalr Spitìt. Li cìpi clcl bcnc e delmale, un uso di gnati invece come <tìglì delle te- 4. I FICLI DELLA LUCE E I FI-
tùrgìcaÌPres, Collcecvillc (NlN) l99l: \,la- tipo religìoso che risale atenlpì re- nebre)) (cfr. IQS 1,9; 2,16; GLIDELLETENEBRE Quelli
loùey H. N. - I ovekin A. 4., olo.s.vrla motissìmi. Questo impiego lìgura-
lia: Behdrìoral Scien.e Perst)eclires on 3,13.A-25) - Paolo vede la sirua- che hanno fa11o esperienza delf ir-
Speakin4 in Tongues, Oxlord Univcroil),
to nacque senza clubbjo da una ri- zione dell'uomo che si dibatte fra ruzione del vangelo nella loro vi-
Oxlord 19E5i Martin R. P..'Ihe Spirtr o d f lessione suLle dif ferenze fenome- peccato e condanna come uno sta- ta sono chiamati da Paolo (figli))
the ConItegdrioh,EeÀ1n ns, G.aDd Rapidt nologiche lìa il giorno e la notte to di tenebra (per esempio, Rnl (huioù ó,e\\a luce e del giorno, e
1984i l,lìlLs W. E. (ed.). Speiking i Ton e dalla natùra rivelante del gior-
gres, Eerdmans, Grand Rapids 1980; ld., 1,21; cir. Sal 107,10 14;D|28,29: non vanno più descritti in termini
A Theologìcal/Exereri.ol Apptuath t.) no,/luce contrapposta alla natura Mt 22,13i Gv 3,19). Satana, il ne- di noÚe e tenebra (lTs 5,5). Essi
G/r!sr/a1ta, Univcrsity Press of AÌrerica, nascosla e terrorizzante della nol- mico di Dio, è descritto come uno sono istrùiti pertanto da Paolo a
Lanham (V^) 19861 Mo.lagùe G. T., Ire te./tenebra.
Hol! Spìrtt; Crc||th al t Ttddilian, P^o che pretende di presenlarsi quaÌe vivere avendo come motivazione
lisr, New York l9?6: Robcck C. Il. Jr.,
L'uso lefier-ale di noîte e gior- angelo della luce, ma che in real- della loro vìta I'anticipazione del
Tonques, Giît ol in /,SBE, \.o1.4, pp. no è presente in parecchi brani di tà nel presente è un minisÍo delle tempo finale; non come persone
871-8?4i Samariù W. 1.. Tona es .,[ Me Paolo come puro Iiferimento tem- tenebre (2cor 11,14). In Colosse- che dormono, in una specie di tor-
ard,1rgeb, MacmiÌlan, NeÍ York 1972; porale (per esempio, lTs 2,9; 3,10;
Scippav., La gbssoklli! nelNuaro Tesla si ed Elesini il male è dipinlo nei pore morale, ma come persone
ne to, D'Antla, Napoli 1982j Spittler R. 2cor 11,25; cfr. lTm 5,5;2Tm termini di un solido regno delle che sono sveglie (Rm l3,ll; lTs
P., Clossoldlìa, in S. Nl. Llurg€ls - G. B. 1,4). ll fatro che la notte sia cita- potenze delle tenebre (Ef 6,12), dal 5,2-6). Da Ìoro ci si aspetta che de-
Mccc. (cdd.), Dictionat! aJ Petlîe(osrat la prima del giorno corrisponde pongano le <opere> delle tenebre
and Chatisnxúica Movtrterb, Zondcr\aD, quale qùelli che lle sono prigionieri
Grand Rapids 1988, pp.335 3.lliWìlÌiaDr
all'abitudine semitica di coùside- hanno bisogno di essere liberati e indossino la protettiva (armatu-
C. C., Toneues oJ rhe Spi/t, Univcrsir), ol rare il decorso del lempo secondo (Col 1,13; vedl Princjpati e pote- ra Uioplal deìla luce>) (Rm 13,12).
\lales. Cadill 19E1. lale ordine, che tuttavia non sem- stà). Nel passo parallelo di Paolo tale
pre viene osscrvato nclla Bibbja, armatura è identificata come la
C. M. Robeck .It. cÒnre ì-ìsìrlia evìdente da aìcùni 3. IL VANCELO COME LUCE corazza di îede e di amore e come
passi dei Salmi (pcr esempio, Sal CHE PENETRA NELLA TENE- I'elmo legato alla speranza della
LODE: vedl Culto; lnnj, fram- 32,4;42,3;55,10 ecc.) e dei pro- saÌvezza OTs 5,8; ,edl Trionfo).
menti innici, canti, canli spìritÌla- leti (per esempio, ls 28,19; 60,1 l;
BRA - ll modello della creazio-
ne della Iuce che splende nella te- In Efesini il tema della trasfor-
liì Preghiera Cer 9,1: 33,20 ecc.). nebra fu ripreso da Paolo e daì mazione della vita è ampÌiato con
La notte e la Lenebra sono con- primi cristiani daLl'AT come mes- l'esortazione ai lettori ad essere vi-
siderale dagÌi autori biblici, com- saggio di speranza (per esempio, gili (Ef 5,14), e a camminare co-
LUCE E TENEBRA preso Paolo, comc jL corlesto in Is 9,2; 60,1-3; Sal 18,28; 112,4), me figli della luce (Ef 5,8), porta-
cui si compiono azioni clle non so- e servì coúe punto di rjferimento tori del frutto della luce (inteso co-
Sor\rMARro l. I siùìboÌì della hrcc c dclÌr no allineatc a un modo di vivere per la proclamaziole del vangelo me bontà, giustizia e verità), con-
reneb.a: 2. Luce dì Dio c tcnebrs del propriamente divino. Con la not- a ùn mondo prigioniero del pec- lrapposto alle inîruttuose opere
noùdoi 3. lÌraneeìo come luce ch€ pe te e la tencbra Paolo àssocia l'u-
ncria nclla lcnebra: .1. I lieììdeÌìa hcc c cato (2cor 4,4-6; cîr. Ml 4,16i Gv delle tenebrc (Ei 5,7 1l) e alla di-
i lieli delle le.ebre; 5. I!ùùoraìirà c lucc. briachezza e il torpore o l'insen- 1,5.9). ll modello della Ìuce che sobbedienza (Ef 5,6). Queste ope-
sibilità spìritualc (lTs 5,7; cfr. El penetra nelLa tenebra non è impie- re delle tenebre possono risultare
A volte Paolo usa i simboli uni 5,14 consjdcrato come un canto gato da Paolo solo come un sim- al momento nascosle, ma la luce
versali della luce e della tenebra in battesimalc che proclama il pas- bolo della forza del vangelo in Cri- dì Crislo mefTe in evidenza come
sintonia con la sua ereclità ebrai- saggio alla luce di Crìsto; slo, ma è usato anche come un esse siano norte, rende visìbile il
ca. La luce ha origine da Dio ed Culto). 'edl
simbolo di speranza nell'awento vero carattere dell'azione umana
è associata a lÌri. mentre la tene del Signore nella rivelazione delle
e (Ef 5,12-14). lnoltre, dopo aver
bra è associata con il nemìco. Sa- 2. LUCE DI DIO E TENEBRA oscure e nascoste intenzioni dei messo iÌì evidenza Ìa reciprocità
tana. Il mondo è nelle tencbrc îi- DEL \IONDO - l-'uso metafo- cuori umani (lCor 4,5). QLrest'u- come elemento caratt€rizzante dei
no a che non irrompc la luce del rico diluce e tencbra nclla Bibbia. so della luce che risplende è in net- codici domestici cristiani rispetto
vangelo, e quelli (in Cristo> sono come Paolo afîerma. ha il suo to contrasto con le idee gnostiche ai codici autoritari del mondo el-
lrasformati da figìi delle tenebre fondamento 1ìel racconto della (cft. Vangelo di verità) e soprat- lenistico (Ef 5,21-6,9), la discus'
in figli della h.rce e vjvono nel cleazione, secondo cùi Dio intro- lulto con le successive concezioni sione culmina nella più ampia di-
<giorno> anziché nella <noLle)). duce la luce nel regno dclla tene- manichee, in cui la splendente lu- chiàrazione relativa all'armatura
Luce e tenebrri 982

di cuj il cristiano deve rivestirsi per inaccessibile ldpro.rl1or, usato solo


alhonlare la guerra contro le po- qui nel NTlr; nella formula di
tenze delle tenebre all'opera nel 2Tm 1,10 C sto Cesu il Saivato
mondo (Ef 6,10-17). Questa sezio- re è descritto come colui che ha
ne si concÌude inline con l'esoda- (<latto risplendere ll:)hotisantos, o
zione ad essere vigili e pronti per "reso evidente"l la vita e l'immor-
la battaglia e per la proclamazio- talità per mezzo del vangelo>.
ne del vangelo (Ef 6,18-20). Queste due formuÌe di fede sono
In contrapposizione ai peccatoii ùniche nel corprs paolino e offro-
e perversi del mondo, Paolo de- no buoni esempi della lotta che la
scrive i cristiani come îigli di Dio Chiesa primiriva dovette af fronta-
e come <luci Io "stelle", phÒstc re per evitare fraintendimenti cir-
resl nel mondo> (Fil 2,15; cir. ca il significato della persona di
Commentari). In queste parole Gesu in un
ambiente greco- MAGIA. potevano essere imbrigliate e usa-
non va letto il tentativo di atrrìbùi romano intriso di aspirazioni al- te, facendo ricorso a tecniche ade-
re ai credenti il carattere di esseri l'immoltalità. sia in riferiÌnento SoM!raR() 1. Deljnizione di masia; 2. guate. La magia perciò può esse-
divini o il possesso del semc divi- alla relazione di Cristo con Dio, Fontiì 3. Magia e nroDdo occùltoi 4. Fi re definita come un metodo di ma-
no come nel pensiero gnostico; qui sia in rilerimento alla sua parte nalilà del rìcorso alla magia; 5. La ma
nìpolare le porenze soprannaturali
gia iù ambìro eiùdaicoi 6.Iraolo e la ma
Paolo esorta invece i cristiani a nell'opera di salvezza. per assolvere determinati compiti
cia in ALrij 7. Paolo e la masia ne|e tet
condurre una vita responsabile, in con risultati garantiti. I maghi non
modo che l'attjvità apostolica da Vedi anche: Escatologia; Im- ricercavano la volontà della divi-
lui svolla fra di loro possa rivelarsi mortalità; Qumran e Paolo; Sata- La credenza in dèi, demòni e al- nità in una determinata questiole,
îruttuosa e non sia dotta a una na. diavolo. tre forme di poteri soprannatura- ma invocavano la divinità perché
latica inutile (FiÌ2,12-18). Il tema li contraddistingueva il modo di eseguisse precisamente quanto essi
dell'<eredità dei santi nella luce) BrBr. - ,le BesúIe kLitht, und
Aalen S., pensare del l
sec. d.C. Medjanîe avevano stabilito.
in Col 1,12 va inteso probabilmen- <fihstcrnìs, ìtn AT, in Spiitjudentun und la diffusissima pratica della magia
l- RdbótÌrrrrr, Det Norske Viderskapsa Nel definire la magia bisogna
te (salvo che non si riferisca agli kadcDri, Olo l95l; Achtenreier E. R., -re- si cercava di proteggetsi da que- tener presente anche un aspetto
angeli chc stanno dinanzi a Dio: t t Chrì,, the Lìsht aI the I'/o d. The Ri s1o ambito e aÌ rempo stesso di sociologico. NeÌl'impero romano
cfr. Commentari) ùel conteslo del- bli.al Un.le6f.!kding of Light and Da*- controllarlo. Quanti divennero cri-
re$, in Inl l7 (1963) ,139 449i Borcher! G. la magia era un'atrività illegale e
la salvezza o liberazione in Gesir L.,lnsì,èhts into the Gnoslic Threat, inE.
stiani ed entrarono a far parîe del- considerata socialmente deviante,
e non Ya interpretato nei termini N. l-onrenecker LL C. Tcnncy (edd.), le primitive comunità c stiane era- fuori dei confini della pratica re-
del successivo pensiero gnostico, Ne|| Dinensì.)n! ìn Ne\a Testantent Stud', no tentati di portare con sé le pro- ligiosa accettata. Nel mondo an-
in cui è previsto uno svegliarsi di Zonderlan. Grand Rapids 1974. pp.79-93j prie credenze e pratiche magiche,
ConzclmanD H., rÀolos e..., in GINZ, vol. tico accusare una persona o un
ciascuno al proprio destino. Xll, coLl. 591 646i Ìd., pr.s ec..,1n G LNT, come si può vedere dal raccon- gruppo di praticare la magia rap-
vol. XV, coll.361 ,192i [iloramo G., -t a.e to di At 19,18-19 a proposito di presentava un potente strumento
5. IMMORTALITÀ E LUCE _ e Enasi. SdÈsia sul!'illunlhazion. hèllo sno- quanto accadùto a Efeso. Costo- di controllo sociale. Sebbene i mo-
fi./s,no, Roma 1980; Ló
I riferimenti aÌla luce nelle lettere reram E., Sprilrrl Wukefulness ìn rlle
^ugùsrinianum, ro avevano bisogno di assumere tivi addotti da quantì accusavano
pastorali forniscono alcuni ele- ,\?4 l6rdlrerl. Glccrup, Lund 1961i Sra- un nuovo atteggiamento nei con, altri di magia e di stregoneria va-
menti interessanti. Nella formula chowlak L. R.. Di? Antithet? Li.ht fronti del Ìoro passato e di rein-
Fi steùìs. Ein Thend derpaùlÌnis.hen Pa- dano presi in seria considerazio-
di fede di 1Tm 6,16 Dio è presen terpretarlo alla luce deÌ1'annuncio ne, tuttavia la definizione socio-
tunese, n TQ l1l (i961) 385-421.
rato come il solo <che possìeda paolino del vangelo. logica di magia non esaurisce af-
I'immortalità, che abiti una Ìuce G. L. Borchert fatto la sua deîinizione (cfr. Betz
I. DEFINIZIONE DI MAGIA 1990, 212-219; pace Sesat), La
Nella società del tempo dì paolo magia era contraddistinta da ùn
la magia non era una îorma di di- insieme di caratteristiche oggetti-
vertimento basato sul sapiente uso ve e da una propria positiva au-
di trucchi illusionistici. Si tratta- todeîinizione.
va invece dj una cosa molto piu se-
rra, strettamente connessa a ciò 2. FONTI - Le piu importanti te-
che noj oggi chiameremmo strego- stimonianze per la nostra com-
neria, arti magiche, occultìsmo. prensione delle credenze e pratiche
La magia si basava sulla creden- magiche del tempo si trovano in
za in potenze soprannaturali che una raccolta dj papiri greci scoper-
Magia 984 985 Magia

ti in Egitlo (indlcati dall'abbrevia- Fato... demòni ostili... capi dei de- It [requente iscrizione <Proteggi- gi il mio destino inîausto; riserva-
ziore PGMi cfr. la traduzione in mòni... fale la cosa [chc io chie rùil>. Nei papiri magici si trova- mi cose buone nel mio oroscopot
inglese da part€ di Betz 1986). An- dolr (PG.41lV, 1345 1375). no diverse ìstruzioní per cosLruire (PGM Xrr, 618-640).
che se la maggior parle di questi Qucsta for-nula va recitata do-
queste specie di amuleti, come per 4.3 Altre finalità La magia
papiri risalgono al lll e IV sec. po aver compiuto un riro compli- csempio la seguente: (L'amuleto era usala anche per scopi meno
d.C. (alcuni però risalgono aln'ìe calo, usando, tra l'altro, un po' di protettjvo chc dcviportare: Su le- nobili. Si invocavano gli spi ri per
gno di tiglio scrivi in rosso vermi pilota.re l'athazione fisica di qual-
no aL I sec. a.C.), il loro contenù- Srasso e peli di asino, di capra e
to rifletle il modo in cui La nagia di toro nero. La persona che com- glio questo nome "[50 in ]cttere cun altro (afrodisiaci), per guada-
era praticala ai tempi di Paolo c piva il rìto c pronuDciava Ìa lbr- grcchel Preservami da ogni demo gnare favore e influenza presso al
anche prima (Luck 14 c i6). mula si aspellava che gli spiriti ne dell'aÌia sulla terra e sotto ter- tri, per guarire diversi tipi di ma-
Centinaia dì tavolette impreca' adempissero la sua richiesta, qua ra, e da ogni angelo e fantasma € lattie (vedi Guarìgione, malattia)
lora avcsse seguito la ricetta per li- cla ogni visita cli speftri, e da ogni e per ottenere che una divinità ap-
totie (defixiones) sono slate por-
tale alla luce degli archeologi in lo e per sc8no. sortilegjo, io lspazìo per il no- padsse rivelando conoscenze par-
tùtta l'area del Mediterraneo. La magia ricorreva anche a po- Inel". Avvolgilo in una pelle scar- ticolari. C'era anche un genere
terLe e lbrze impersonali per i pro- latta, appendilo a1 collo e porta malvagio di magia, rappresenlato
Queste tavolerte, scrilte ifl greco,
datano dal V sec. a.C. al Vl sec. pri scopi. tsssa la suo il principio lo> (PCM IV, 2694 2104). specia.lmenle dalle tavolette impre-
d.C. eriporlano formùle simili a della sirnpatia cosrnicir, priùcipio Qùesto testo ìllustra vivacemen- catotle (dertxíones). Questa fon'Da
quelle dei papili. Inoltre, sono sta secondo il quale ìl miclocosmo è le il timore degli spiriti cattjvi, da di magia cercava di infliggere pe-
ti scoperti numerosi amuleti ma- collegato al nìacrocosmo da un sì- cui le persone cercavano di proteg ne e sventure a oppositori e ne-
gici che aiutano a îar ancora piir stenìa dì corìispondenze. In que- gersr, mici.
chiarezza suLle pratichc magiche. sto complesso integrato di forze 4.2 Cambiare il destino Al
La nostra comprensione della ma- vitali ciò che inîlujsce su una par- tempo di Paolo molti nell'area 5. LA N,IAGIA IN AMBITO
le ha rìpcrcur-ssioni anche sull'al- mediteranea erano convinti che il GIUDAICO - La magia non era
Bia è inoltre accresciula dalle opere
di nume.osi autori greci e latini tra. I maghí perciò fanno uso di corso della loro vita fosse diretta- praticata affatto solo dai pagani.
che descrivono le pratjche nagi- viscere d'animalj, piante, erbe, mente influenzato daÌl'allinea- Nell'antichità era fiorenie anche la
che. pietre prezjose e metaÌli, rella con- mento de11e ste11e in cielo al mo- magia giudaica (Alexander 342).
vinzjonc che esista una corrjspon- nento deÌla loro ùascita. Questa Ci sono molte testimonianze del
3. MAGIA E MONDO OCCUL- denza cosmica. Anche Ìe sette vo- convinzione rillette i1 principio coinvolgimento dei Giudei in pra-
TO In quel tcmpo si portava- cali dcll'alfabero greco hanno il Ìo della simpatia cosmica e costitlri- tiche magiche nei derìterocanoni-
no amuleti, si recjtavano formulc ro corrispettìvo cosmico neÌle sette sce la base dell'astrologia. Secon- ci, neglì apocrifi, a Qumran, in
rnagiche e si compivano riti rnagi divinità planetarie. do la concezione popolare, però, Giuseppe Flavio, nelle piìr antiche
le stelle incarnavano o rappresen- tradizioni del Talmud e det midra-
ci, credendo che questc parole e
azioni potessero esercitare Ùn'in- 4. FINAI-ITA DEL RICORSO tavano potenze personificate (ye- shim, neeli scritti del Cristianesi-
l'luerlza irresistibile su uno o più ALLA NIAGIA Le persone che r/i Cùho). Così si attribuiscono mo primitivo, negli autori pagani
spiriti. I maghi prolessionisti ten rÌcorrevano alla magia perseguiva- nomi di divìnità al soÌe, alla luna, e nel NT stesso (At 19,13-20: <a1-
tavano di (evocare), (otkizo) dl ùo scopi di interesse pcrsonalc. ai pianeti e alle srelle. Quanti pra- cunì esorcìsti ambulanti Giude;t,
vinirà ben conosciute (per esen-tpio Noú si hanno esempi di pcrsoùe ticavano la magia proîessional- I papiri magici greci contengono
Mitra, Iside, Elios), ma piu spes che usassero Ìa magia per realiz- mente credevano che un destino anche diverse formule magiche di
so gli (angeli)) (angeloí) o <<asst zarc la \'olontà di una divinità. infausto potesse venir alterato in- probabile origine giudaica.
stenti> (pdledlo4 degli dèi. Si notì Anzi, la maSia veniva usata pro- lluenzando le divinità astrali me- Un interessante esempio di ma-
la seguenle fornula rnagica ìtr una prìo pcr inlluenzarc il volere di diante formule magiche appro- gja giudaica è il Testamento di Sq-
ricetta che, a quel che si dice, una divinità o di uno spirito. priate. Così, attraverso la magia lomone @,atabtle ta il I e il lll sec.
<funzionar: (lo vì invoco, santi, 4.1 Protezione Nella vita di una divinità importante poteva es- d.C.). ll Testamento, che essen-
potentissimÌ... assislenti del grao- ogii giorno si ricorrcva alla ma- sere invocata per opporsi alla ti- zialmente è ùn repertorio di for-
de dio, il potentc capo deì demò- gia ìn primo lÌro8o per ottenerc rannìa del îato. Per esempio, in un mule magiche, riferisce come Sa-
ni, voi abitanti del Caos, clell'E- prolezìone. ln un mondo riteùu testo Serapide è invocato per que- lomone ordinò a dei demòni di co-
rebo. dell'abìsso... voi che dimo- to popolato da orde dj spirili cat- sto motivo: (Io invoco te, signo- struìre il rempio di Gerusalemme!
rate nei recessi deicicLì. che vì na- tivi propensì ad arrecare danno jn re, santo, grandemente osannato ricorrendo alla magìa. Un altro
scondete negli angoli piil reconditi qualsjasi modo concepibile, le per- e onorato, reggitore del cosmo ìmportante libro antico di magia
sone cetcavaDo una protezione so (kos mo kro tÒ r), ISerapide] consi- di ambiente giudaico, tradotto in
delle case... capi diquellj che stan-
no negli inferi, ammiDistralori del- prannaturale. Questa dev'essere clera la mia nascita e non allonta- inglese e pubblicato sotto il titolo
l'infiùito, voi che esercitate iÌ vo- stata la ragionc principale pcr cui narti da me..- Proteggimi da ogni Sepher ha-Razim ((<Libro deì mi-
stro potcre sulla terra... signori dcl si llortavaùo amuÌeti magici, con nrio destino astrologico; distrug- steriD), con ogni probabilità risa-
Magia 986 98',7 Magia
le alÌV sec. d.C. Comunque, il li- smo (vedi Demòni cd esorcismo). vita nello Spirito. ln cal 5,20 egli Nonostante ciò, le potestà eserci-
bro contiene tradizioni e rifletle Una volta il loro tentativo di eser- condanna severamente la magia tano ancora la loro influenza e so-
pratiche magiche di certi segmen- citare i propri poteri su un inde- (phatmakeìa\, mettendola sullo no ostili alla Chiesa. La parusia di
tidel Giùdaismo che risalgono al moniato finì tragicamenter (L'uo- stesso piano dell'idolatria; en- Cristo porrà line alla loro tiran-
I d.C. L'opera descrive i set-
sec. mo che aveva lo spirito cattivo, trambe sono <opere della carne> nia sul mondo (lcor 15,24; Ef
te cieli e riporta i nomi degli an- slanciatosi su di loro, li afferrò e e non si dovrebbero riscontrare 1,10; Col 1,20). A causa della lo-
geli che popolano ciascuno di que- li trattò con tale violenza che essi nella vita di un credente (cfr. Ap ro pericolosa ostilità nei confron-
sti cieli. In qùesto contesto nume- fuggirono da quella casa nudi e 21,8, dove si aîferma che a quan- ti della Chiesa, queste potestà non
rose sono le formule magiche che coperti di ferìten (At 19,16). Ri- ti praticano la magia è riservata la devono essere invocate o utilizza-
insegnano come invocare gìi an- saputa la cosa tra i cristiani, <<mol- (seconda morte))). te dai cristiani; bisogna piuttosto
geli perché compiano quanto ri- ti di quelli che avevano abbraccia- 7.2 Maghi (2Tm 3,13) ll re- resistere, grazie al potere di Dio
chiesto dal negromante. Sembra to la |ede venivano a confessare in sto dj 2Tm 3,13 predìce che <i (Ef 6,10-20).
che gli angeli prendano il posto de- pubblico le loro pratiche magiche malvagi e gli impostori lgoeles] I termini usati da Paolo per de-
gli dèi pagani (rispetto ai testi ma- e un numcro coÍsiderevole di per- andranno sempre di male in peg- signare le potenze riflettono la va-
gici pagani); tuttavia pochi sono sone che avevano esercitalo le ar- gio, ingannatoriingannati nello
e sta gamma terminologica comùne
gli esempi di invocazioni diretta- ti magiche portavano i proprì li- stesso tempo)). In testi
letterarjgoe agli appartenenti a tutte le tradi-
mente rivolte a divinità pagane bri e li bruciavano alla visla di tut- è comunemente usato come termi- zioni religiose di quelÌ'epoca. Al-
(per esempio Elios, Afrodite, Er- ti)) (At 19,18 19). Questo raccon- ne dispregiativo per indicare un cuni di questi termini sono usati
mes). lo rafîorza la reputazione di Eie- mago, oppure un ciarlatano, un in testi magici (per esempio dyno,
Parlando dei vari lesli magici so come una specie di centro di irnbroglione. Anche se 2Tm 3.13 meís, kosmoktatores, thrc oi);
giLldaici, P. S. Alexander conclu credenze e pratìche magjche du- usa il termine in senso generale, è tuttavia il vocabolario paolino ri-
de che <come indicatore delÌ'at- rante il I scc. ll tcsto è importan- piu verosimiÌe che pensi a un ma- flette piir da vicino I'angelologia
mosfera spirituale in cui larghe îa- te anche per-ìa comprensione del- go, forse dello stesso tipo di Apol- e la demonologia del Ciudaismo
sce di popolazjone vivevano ric- l'ambiente precristiano di molti lonio di Tiana (Filostrato, Zl). del Secondo Tempio. Quando
chi e poveri, coÌ1i e ìgnoranti .- converliti da Paolo. I primi cristia- Questa interpretazione è resa più parla deì regno soprannaturale del
la loro importanza diflicilmenle ni erano fortemente tet1tati di probabile dal fatto che in 2Tm 3,8 male, Paolo ricorre a questo ba-
pùò essere sopravvalutatat (Ale- combinare le proprie credenze e gli ingannatori sono paragonati ai cino terminologico, familiare ai
xander 342). pratiche magiche con il loro esse- maghi che si opposero a Mosè suoi lettori, mettendo insieme spi-
re c stiani. Chiaramente Luca (Iannes e lambres). Anche qui la riti di ogni tipo (redi Principati e
6.PAOLO E LA MAGIA IN AT considera la magia come demonia- magia viene vista nella peggior lu- potestà).
TI - Luca riferisce un episodio in ca e come ambito del diavolo lcfr. ce possibile. 7.4 Gli <elementi del mondo),
cui Paolo deve misurarsi con un Garretr 101-109). ln proposito ri- 7.3 Principati e potestà L'espressione paolìna <elemen-
mago (At
13,6-12). Costui era uÌt flette quelle che crano le convin- Quanti praticavano la magia era- tìdel mondo) (stoicheia tou ko-
giudeo e si trovava al segùìto deÌ zioni anche di Paolo. no ossessionatamente interessati smou: Gal 4,3.9; Col 2,8.20) con
proconsole pagano dell'isola di alle potenze sopralnaturali per ra- ogni probabilità deriva dail'uso
Cipro. Paolo lo incontrò sulf iso- 7. PAOLO E LA MAGIA NEL- gioni utilitaristiche. Le lettere di che se ne faceva nell'astrologia e
la all'inizio del suo primo viaggio LE LETTERE PAOLINE - Paolo, in modo particolare Colos- nella magia (owiamente, è possi-
missionario. Quando iÌ proconsole Molto poco è stato scritto sul te- sesi ed Eîesini, forniscono ai loro bile anche che il significato <prin-
mostrò interesse per il vangeÌo ma della magia in rapporto alle lettori una nuova visione del mon- cìpi elementari> sia piir approp a-
predicato da Paolo, Elimas (il ma- lettere paoLine. Ciò probabilmen- do dell'occulto (redi Principati e to a questi contesti; yedl Elemen-
go) si oppose con forza a Paolo. te è dovulo al iatto che nelle let- potestà). Paolo non nega mai l'e- ti del mondo), L'espressione, per
Secondo Luca, Paolo accùsò Eli- tere indiscutibjlmente paoline so- sistenza reale di spiriti cattivi (ma esempio, ricorre nella sezione
mas di essere un figlio del diavo- lo una volta è melzionata esplici- cfr. lCor 8,4); anzi, egli è attenro astrologica del Testamento di Sa-
lo e il Signore immediatamente tamente (Gal 5,20). Inollre, la lo- a descriverli come servi sotto il lomone (18,I-2; cfr. anche 8,1-4),
colpì il mago con Ìa cecità. ro teologia non lascia trasparire controllo del principe del male, una sezione che con ogni proba-
Gli Atti riportano un altro nulla di una visione magica del Satana (per esempio El 2,2), Ma bilità è esistita indipendentemen-
drammatico episodio avvenuto mondo. ciò che piir conta è che Cristo ha te e il cui uso forse risale almeno
durante la predicazione di Paolo 7.1 Stregoneria (Gal 5,20) Se sconfitto tutte queste potenze con al I sec. a.C. Qui è utilizzata in ri-
a Eîeso (At 19,13-20; rediEfeso). Gal 5,20 rappresenta un'indicazio- la sua forza, sulla croce (Col 2,15; ferimento ai decani astrali, cioè i
Luca narra una situazioDe che ve- ne dell'atteggiamento globale di vedl Trionfo), e ora è esaltato ben trentasei spiriti che controllano
de coinvolti alcuni esorcisti ambu- Paolo nej confronti della magia, al di sopra di esse, in unaposizio- ciascuno dei dieci livelli della sîe-
lanti giudei che jnvocavano il no- possiamo concludere che egli la ne di sovranità (Ef 1,20-22; vedi ra celeste. L'espressione è usata in
me di Gesir nei loro ritì di esorci considerava incompatibjle con la Esaltazione e intronizzazìone). modo simile nei papiri magici
Magia 988 989 Maledizione, maledetto, anatema
(PGM 39, 18-21). Se Paolo mutua tcrminato da ùn Padre che ama e r507-r55r; Bcrz H. D. (ed.), TheCrcek Mu usaro da Paolo appare in antitesi
la îrase sloicheía tou kosmou dalla che <ci ha scelti prima dclla crea- ti.dlPaprtiìn Ttunslation .1r ler. Univer a <benedire) (Rm 12,14), va oltre
rity of Cbicago, Chicaeo 1986; ld., rydgic
tradizione rappresentata in questi zione del mondo> (El 1,4). La vo- aìd Mteer! in the Greek Magical Papirj, il domandare a Dio di riliutare la
scritti, 10 ha fatto con îale Preci- lontà e il progetto di questo bene- in Heqenìsnus und Urchtìstentun: Gesanl sua benedìzione e denota piutto-
sione perché essa faceva Parte di volo Padre celeste si st^ realízzaÈ lelte Au.fsàî.e, J. C. B. Mohr. Túbingcn sto l'invocazione di un danno o di
quella vasta gamma terminologj- do nella storia (Ef 1,5.9.10.11; 1990, vol. l, pp. 209,229i l-araoDe C. A. ,
Obbink D. (edd.), ruasr,to HìcM: Ancíent
un malanno sulla persona o sulle
ca, con la qùale sia ì Ciudei che 2,10); il Dio di Gesù non è ùna di- Grcek Magic and Rcligian, Orlord Unjycr persone, alle quali 1a maledizione
i Gentili denominavano il mondo vinità da strumentalizzare secon- sjry Prels, Ncw York l99li carrerl S. R.. viene indirizzata (cfr. Dr 28,25-68).
dell'occulto. In qLlesto caso egli do i propri capricci carnali. A Dio Ihe Detnise afîh? Detìl: Mdgic and the De
t onic in Luke's r/ndss, Forrress, !1jrì
può aver scelto un'espressione cj si accosta con umillà e gratitu- neapolls l9E9i coodenoueh E. R., J€nd, 2. LA MALEDIZIONE DELLA
specifica per le poteslà, perché era dine e 10 si prega in consonanza Srnhols in the Grcrc Ronan Peiod. I: LEGGE -Questa sorprendente
ben conosciùta dai lettori di Ga con il suo volere (Ef 3.14-19; ctr. The Archaeolosì.dt Et idence.r.an îhe Dia- espressione (GalI,l3) si riierisce
.?oru, BS 37, BoÌllngcn foùndation, N.$
lati e Colossesi. Paolo non neces- 1,15- 19). In contrapposizione ai York 1953; Graf F., Ld îtu!ìa nel nonda alla <maledizione> (cal 3,10, gr.
sariamente dà credito all'idea se- tentativi di manipolare Per i Pro- arl/.r, Laterza. Roma Bari 1995;Hopfner kataru come in Cal 3,13; cfr.
condo cui gli spiriti astrali hanno pri interessi il potere divino me- T.. Gti?chisch dE!pîk.het OJ.îenbatuns Louw-Nida 33.473) pronunciara
diante la magia, Eîesini sottolinea sr.arrcl. SPP 21, Adoìl M. Hakkef. Am
le chiavi del destino; gli interessa srerdan I97,+ (= Haessel. Leipzi8 l92l)i
dalla legge mosaica su tutti quelli
piuttosto includerli nella categoria il îatto che il crcdente accogÌie la t-r.k G., Il matíco nella culrtra dntica. che non la osservano completa-
del demoniaco e sostenere che, potenza del suo Dio per manife- MuNia, Milano 1994i Segal A., He enistìc mente (Gal 3,10); il fatto che quell
stare agli altri ùn amore aliruisti- Masic: Sone Questions ol Deliniîìan, in che (si richiamano alle opere del-
paíccipando alla mor te di Clisto' The Othet Juddisn oî Lútc Anti.tuiry, BJS
icredenti sono morti al loro infau co (Ef 3,16 17; 5,2). La lelîera oi- 127, Scholars, 1987, pp. 79 108i
la Legge> sì trovano sotto questa
sto influsso (vedi Morire e rjsor- fre anche una nuova Prospettiva Yaùauchi E. \"1., Masic ì the Bibtíet
^tlanra maledizione (Gal 3,10) sta a signi-
gere con Crisfo). sulle potenzc eridenziando la lo- qlorld, ]n TlnB 34 (1983) )69 2oo. fìcare che nessuno osseNa la Leg-
7.5 Paolo e una visione magica ro collùsione con il diavolo e sma- C, E. Arnold
ge completamente. L'espression€
del úondo (Efesiùi) - Diversi scherando il loro obiettivo di at- greca di Gal 3,10 (úosoi ex ergòn
aspetti dell'insegnamento della leL- taccare la Chiesa (Ef 2.2: 4,2'7; nomou) noí può essere ragione-
tera aglj Elesini sul foterc di\ ìno 6,12). Elesini assicura i credenti MALATTIA: redi Guarigione, volmente resa con (quanti sono
e sugli spiriti soprannaturali sem che ilpotere di Djo ha la capacità malattia nomisti (cioè, si identificano con
brano particolarmente appropriati di resistere a queste forze Secon- ii vecchio patto)D (Caneday 194),
per persone che sono arrivate a do Paolo iL potcre di Dio non si se non altro perché la irase greca
Cristo da un contesto di coinvol- oltìenc ricorrendo a incanlesimi e MALEDIZIONE, ex etgòn nomou iù lutte Ie sue pre-
gimento in pratiche magiche (Ar- formuÌe magichc, ma entrando in MALEDETTO, ANATEMA cedenti ricorrenze (Gal 2,16 [3 vol-
nold 1988, specialmenle 167-172). stretta unione con il C sto risor- tel; 3,2.5) signiîica costantemen-
Che questo tipo di personc fosse- to (Ef 2,5-6; 6,l0). te (dalle opere della Legge). Mol-
Sor"r\raRro L Maledizione coÌn€ ausu.io
ro venute a îar parle delle Chiese dìu malc ùmano;2. Lamaledizione del
to piu naturalmente essa va tra-
è sicuro, dal mornento che in quel Vedi aúche Demòni ed esorci- la Legge; 3. Maledeco/anatcma_ dotta con <tutti quelli che si richia-
tempo il ricorso alla magia era smo; Efcsini, lettera aglj; Elemeùti mano alle oper€ della Legge), e,
molto diîfuso. Una conferma di dlrl mondo: Mondo. cosmologia; Paolo usa cinque termini greci in considerazione degli obieftivi
ciò provicne da At 19.18 19. in cui Princìpali e
potestà; ReÌigioni diversi, quattro clei quali fra loro polemici di Paolo in Galati, deve
\i narra il rogo deÌ libri magici c greco lomane; satana, diavolo; imparentati, per un totale di do- includere sia i Giudei (i giudaiz-
Efeso, iesto particolalmente uti Trionfo- dici volte, per esprimere tre idee zanti) sia i Gentili (quelli ira i con-
le per comprendere le lotte delle strettamente connesse ma chiara- vertiti galati inclini a cedere alle
Chiese dell'Asia Minore. Bnn. Alexandcr P. S., lr.aridlturs rrd mente dìstinguibili. opinioni dei giudaizzanri). Ne se-
ln Efesini Paolo dichiara Ia su- Books aI Maetu, i^ G \cÍnes - F Nfillar gue che la maledizione della Leg"
rv. Goodmx! (ed11.), The Hìstorr o.f the I. MALEDIZIONE COME AU. ge di Gal 3,10 grava non soltanto
periorità del potere di Dio e la su- .lewith People in the /l!e al Jesus Chtìsl
premazia di Cristo su ognj Poten- (l7t B.C..l.D. 1JJl. vol 3/1, T & T. GURIO DI UN MALE UMANO sui Giudei ma anche sui Gentili,
za spirituale. \opra. ogni eltro no Clark. Edinburgh
Dokl C. E.,
1986, pp. 342ll9: Ar
Ire Colossta, Sln.rctisn1: The
- Nella sua unica correnza (Rm sicché quando il testo dice che Cri-
me che si Possa nomjnare" lEf tnt.tfdce Betice Christìanifi an.l Falk Be'
3,14, che cita Sal 10,7 [LXX: Sal sto cl ha dscattati dalla maledizio-
1.19-23: 4,8-10). Per chi vive co- tìef;r Catassae. J. C. B. Mohr, Tùbingen 9,28; cîr. 13,31), il sosaantivo (ma- ne della Legge (diventando luì
stantemcnle neL timore dei male- 1995, pp. E-102; C.E , Ephesians: Ledizione> (gr. ara) denota ((i1 con- stesso maledizione per noi lkalc-
fici inîlùssi degli spiriti cattivi, SN ISMS 63- Unìv.rsitv
P,r?r dnd rtlr?i..^rnold tenuto di quanto è espresso in una ra; cfr. Louw-Nida 33.4141> (Gal
Press, Cambridse l9E9i I.l , P.i'erj o/ lnaledizioner (Louw-Nida 33.4?3).
questo diventa motivo di grande ,a/*re.u. lrlervasiry Prc$, Downcrs 3,13), i pronomi di prima perso-
conforto. Il destino non è in úa- ano!. r992: Aune D.. rlld zic ìn LatU Chri' ll verbo <maledire) (gr. katarao- na plurale vanno intesi nella ma-
no a Potenze capricciose, ma è de- rrur14, in ANRW 2.23.2 (19E0), pP rnai), che nell'unico caso in cui è niera pil) naturale come riferenti-
Maledizione, maledef to, anatema 990
991 Malrimonio e divorzio. adult€rio e incesto
<Gesil è/sia malcdetto!)> ( lCor to the Cotitúhians, NICNT, Eerdmans.
si sia ai Giudei che ai Gentili (per Legge)) (Dunn 229, cfr. special- Grard Rapìds l9E7i Fun! R. Y. K.. /,le
12,3) ha spinto a immaginare tùt-
allre considerazioni a sostegno di mente 225-232, 23J , wdi Legge). Epistle to the GalarÌars, NICNT, E€rd
ta una serie di siluazioni di vita che
qùesta interpretazione cfr., Per questa nuova interpretazione è un mans, Grand Rapids l98Ei Hanerron KeÌty
possano giustificarlo, Ira cui le R. G.,:ja.rcd yialehce and the Cu e ofthe
csempio, Furg 148-149, 167 n. l, corollario logico dell'originale Lav lcslatians 3. t3): The Death aJ Chtísî
modo di Dùnn cli considerare le ipotesi che ci si rilerisca: 1) aì pas-
l8; lna anche Wright 143). sato precristiano dei lettori (o del
us a Sacti.fì(ìal Trdresîr. in xIS 36 (t990)
Per arrivare alla conclusiorle af_ <lopere della Legge> come deno- 98 I l8i (ulrr H. W., arallptna, À EDNT,
lo stesso Paolo); 2) a un cont'ron- vol. I, pp. E0 8l i Nlarrìn R. P., I he Spitìt
fermata in Gal 3,13, Paolo adot- tanti (quelle osservanzc clella Leg-
ge... che dovevano cat ailetizzare to con i persecutori giudej o con dnd the Congrcgation: Studies ifi I Coin
ta evidcntemenle il principio ese- thiart l2-15, lerdnans, Grand ì{apids
i magistrati romani; 3) al dualismo
getico ebraico della (uguale cate- il buon giudco e Lo disLinguevano l9E4i SranÌey C. D., (Under a Cutse': A
radicale di gnosticì di Corjnto che
goria) (ebr. g"aerA ia\t'): 1) ac- dal gentileD (Dunn 23). La valìdi- lresh Rea.lì s úGatatians 3_lA 11, in NTS
tà dcll'iùlerpretazione di Gal 3,13 esaltavano il Cristo celeste a spe- l6 (1990) 481'5llj Unnìk W. C. vaD, "Iesrsl
costando i due passi deì.rteronomi- Andthetnd or Kl''os (I Cot. l2:3), in B
sLa iu pìcdi o croLla a seconda che
se del Gesfr terrestre; 4) a cristja-
ci (Dt 21,23, citato in Gal 3,13, e Lirdars S. S. Smallcy (.dd.). Cr.isr and
si consideri corretto o meno il mo-
ni estaticì che oppongono resislen-
Dt 27,26, cirato in Gal 3,10), chc Spnít ín thc Ne|| Tesranc t: S|u.ties h Ho
do di intendere le <opere della za a un'esperienza di estasi che li ort d C. F. Ì1. ,4/oùle, tjnllenily Press,
nella LXX hanno in comune La ra
invadej 5) a cristiani io estasi che Ca)nbrldge 1973. pp. lll l26j Wighr N.
dice verbale (gr. k414r4 ; nel testo Legger da parte di Dunn (vedi 'I, Cutse and Cownant: Galoîiu \ 1.10 11.
di Paolo. entrambe Ìe citazioni co- Legge; Opere dclla Legge; Roma- cedono all'irruzione emotiva, e in The Clitnax o.f úe Cawndnt: Chtìst ond
danno sfogo a un'espressione che the La|| i Pîulíne Theolog!. FÒttess.
minciano con 1'aggettivo (male- ni, Ìettera ai).
Paolo ritiene blaslema. Probabil- Nfinneapolk 1992, pp. 137 l5ó.
.Ie|to> lgl. epikata llo.rl); e 2) in-
terpretando la prima occorrenza 3. I\{ALEDETTO/ANATEMA mente la soluzione migliorc è: 6)
di ritenere che il grido non ripor- R. Y. K. Fung
alla luce della seconda. Paolo ìù- ln cinqLle casì è usato il termi-
tende la morte dj Cristo (tedi îe gfeco analhetna ((anatcma); ti ùùa dichiatazione realmentc
clr. Louw Nida 33.474) per desi- espressa neglì íncontri della cornu- MANOSCRITTI: vedi Crltica
Espiazione, propiziazione, espja-
torio) sulla croce (vedi Crocifissio- gnare varie pcrsone come <(qual- ni1à di Corinto, bensì si rilerisca testuale
ne) come un farsi carico in via vi- cosa di) maledetto) (cfr. sopra il a quello che quanti non hanno lo
ca a della maledizione che giusta- senso del sccondo katara I<<fiale- Spirito Santo (cioè, non cristiani, MARANATHA: redi Elemen-
mente ricade su tutti coloro che dizione>l in Gal 3,13). Essere siano essi ciudei o Genrili) dico- ti litùrgici in Paolo
non pcrseverano nella perÎelta ob- (maledetto./anatenra> signiîica es- no dì Gesir, in contrapposizione
bedienza alla Legge. Ma in uÌlina sere abbandoDato alla collera del alla confessione cristiana di Gesr) MARCIONE: yedl Cànone;
analisi, l'applicazione di Dt 21,23 giudizio di Dio. ll îatto che Pao- come Si-qnore (cfr. Carson 24 3l; Paolo nella tradizione della Chie-
alla morte di Cristo da paÌte di lo parli del suo desiderìo di esscre cfr. la discussionc in Fee 578-581). sa primitiva
Paolo è determinata probabìlmen- egli stesso (malccletto)) e separa-
te dal suo principio ermeneutico to <da Cristo) a vantaggio di Vedi anche: Ira, distrùzjone;
cristiano di leggere I'AT alla luce Israele (Rm 9,3) e îaccia riîeri- Legge; tr{orte dj Cristo; Opcre del MATRIMONIO
dell'evento Cristo. mcnto a un aogclo (Gal 1,8-9) co- la Legge; Restaurazione di lsraele. E DIVORZIO,
L'inequivoca affermazione di me possìbile oggello di anatcma ADULTtrRIO E INCESTO
PaoÌo, secondo cui <Crislo ci ha djmostra coùre non ci sia in que- IlsL B!$lcr J. l\{.. 1aol /?.J a/,rt
riscattalo dalla maledizione della sto terfiine nessuna allusione al- an.l Confcs\ioa i Cante\[, i^ JBL 101
(Ì982) .115'418t Bra$rcÌì J. P.. (rre Aks SoNiM^nro l- IÌ.ontestoj 2_ IÌmatrim.)
Legge) facendosi portatore !ica- la disciplìna di scomunìca della sins oJ Ahrahath, retsus I the Curse oJ the nroi r. r o vor.o. +. L r{lulenu: J L|!
rio della maledizione. sembra mi- Chiesa. Luw): Ahather Laok ar Gal 3:IA ll. i11
lilare contro l'ipotesi che <la ma- L'opìnioÌÌe largamente dif fusa ttlz 5l (r99r ) 7l 9l i BruceF. Í ., The Cur

secondo cùi in lCor 16.22 si fa ri- se aJ tllc Lar', iI M. D. llookcr S. C. Paolo non scrive tratlati sul ma
ledizione della Legge>, pìir che es \\ ìlson (edd.), Pael d,d aúlinisnt: Estalt trimo11io, il divorzio. 1'adùlterio o
sere un dato di fatlo (cîr. GaÌ ferimento a un bando che esclu- ir HanauroJC. K. Baùetr, SPCK, London
3,10), sia soltanto una minaccia, da l'indegno dalla partecipazione 1982, pp. 2l-36: Clnc.la} A., (Re./€er? l'inceslo; se non fosse stato per i
alla Cena del Signore è stata 8iu- r' rn rhe Crrse 0l lE Ld||,: The problemi sorti in alcune Chiese da
ùna potenzialità negatìva associata c..1 Use
oÍ Deut 2l:22 23 ìn Gul 3:/ 1, in I/ l0 D.s. 1uì fondate, st.eltamente attinen-
con le tante osservanze della 7ó- slanentc respinta da Fee a favore (1989) 1E5 209r Carson D A., Shawi s the
r.A, cioè <luna "maledizione" in di ùn'iDlerpretazione che vede in Spìnt: A Thcalaqical Lxposirio oJ I Co
ti a tali questioni, non ne avrebbe
caso di non adempimento) (Stan questo testo l'anlmonimento îina- t inthians I2-14, Bakú, Gtard Rapids 198i,
latto il minimo cenno. Ma c,era
ley 505, 506). ln accordo con la le di Paolo ai suoì oppositori co- pp.:4 3li Donaldson T. L., Th? rC rse af no proble[ìì, sorgevano inter'roga-
th. Lav, d d fhe ln.htsìo ol rh. (ìentì tivi; di conseguenza Paolo, in qua
sua (nuova prospettiva su Paolo> rinzì che iossero evenlualmente lct; Gatatidns 3.tJ-|1, in NIS 32 (1986)
(cfr. Dunn 183-214), J. D. G tentati di disatteodcre le ingìunzio- lità di apostoìo di cesù C sto, af-
94 l12j Dunn J. D. c.. "16Ls. Pduland tlp
Dunn ifltende la (malcdizione del- ni da lùi espresse poco prjma (cfr. Ld||: Srrdic\ tn Mork a d Gulutìans, fronla gli uni e risponde agli aitri.
wcsimiDre. John Knox, Loùisrìllc (KeD
la LeggeD come (la maledizione di Fee 834-835,837 839).
una cattiva comprensione della L'enigma de1 grido blasfemo
ruckt) 1990i Fee C. D., The Fitst Epislle l. IL CONTESTO Paolo nac
Matrimonio e divorzio, adulterio e incesto 992 991 Malrimonio e divorzio, adulterio e incesto
que, visse, lavorò e viaggiò nel socìetà ben strutlurata (cfr. OCD tà, le varie affermazioni che col- si dell'esistenza del popolo> (Reis-
mondo greco-romano. Anche se 1309i RE 14.2259-2286). legano direttamente la felicità do- ser 582-583) iìl quanto popolo del-
si continua a discutere su quan- 1.2I1 Giudaismo - Pùr essen- mestica e la prosperità alla mono- l'alleanza dì Dio (cfr, Dt 22,22).
to abbia influito quest'ultimo sul do nato nell'impero romano, Pao- gamia, alla fedeltà e al rispetto L2.4 I mottimoni prcibiti La
modo dì pensare di Paolo, tut- lo apparteneva a una famiglia mostrano però che I'ideaìe non era legge dell'AT proibiva a parenti
tavia bisognerà accennare anche ebrea che aderiva rigidamente al- mai venuto meno e che molti stretti di contrarre fra loro matri-
solo di passaggio a come que- la fede e alle usanze giudaiche (Fil membri del popolo di Dio si sfor- monio e di avere relazioni sessua-
sta cultura considerava il matri- 3,5-6), e per la quale Ia Tórà era zavano di calarlo nella realtà (cfr. li (cfr. Lv 18,6-18). Di rìtorno dat-
monio, il divorzio, l'adulterio e la prima fonte di istruzione. Fre- 2Re 4,8-25i Sal 128; Pr 31,10-31; l'esilio, i capi di Israele emanaro-
I'incesto. quentò la scuola di Hillel, studiò Qo 9,9; Ml 2,14; clr. anche Sir no leggi contro i matrimoni con
1.1 n mondo greco-romano - sotto il rabbino Camaliele (At 25,1.8; 26,1-4. 13-18). <stranieri)) e pronunciarono un
Il matrimonio in epoca romana 22,3) e aderì al gruppo che osser- 1.2.2 Il dirorzio e le seconde voto in favore di quei cittadini del-
era considerato monogamo e p9r vava rigorosamente la Legge, il /?ozze - Di conseguenza, il divor- la nazione di Israele che non ac-
tutta la vita, (una relazione reci- gruppo dei larisei (cfr. Fil 3,5-6). zio era percepilo come qualcosa di consentissero a dare le proprie fi-
proca per tutta la vita, e una con- Così, sebbene Paolo conoscesse il contrario all'intenzione originaria gÌie in matrimonio ai figli deì po-
divisione dei diritti civili e religio- rnodo di pensare e di agire tipico di Dio per il benessere della comu- poli delle nazioni limitrofe, né per-
si> (Modestino, Digesto 23,2,1). del mondo greco-romano di cui nità fondata sull'alleanza, come mettessero aj propri ligli di sceglie-
Tuttavia il matrimonio, pur cono- faceva parte, tuttavia è probabile un'azione odiata da Dio (MÌ2,I6). re la propria moglie lra le figlie di
scendo la sua conclusione naturale che il suo pensiero e il suo stile di Tuttavia, I'AT fece alcùne conces- qÌresti stranieri (Ne 10,30-31). Tali
con la morteJ poteva essere inter- vita fossero influenzati anzitutto sioni per I'ostinata durezza degli matrimoni, si cr-edeva, costituiva-
rotto anche per volontà di ùno o da un Giudaismo plasmato dal- uominì (cfr. Mc 10,5) e così ven- no una mortale minaccia per la fe-
di entrambi i coniugi, se tra i due 1'AT piìr che dalle idee greco- nero permessi sia il divorzio che le de di Israele nell'unico vero Dio
veniva meno I'qffectío ma îalís. romane del tempo (redi Giudeo, nuove nozze di divorziati (Dt (cfÌ. Es 34,16; Esd 10,5; Ne
Non si richiedevano particolari Paolo come). 24,1-4). Sembra che nella storia 13,23,2',7: Mt 2,11).
procedure legali di divorzio, essen- 1,2,1 Il malrimonio Per la dell'antico Israele procedure di di- 1.3 Gesù Paolo aveva fami-
do sulficiente ùna semplice noti- presente trattazione è importante vorzio potessero essere avviate so- liarità anche con la tradizione su
fica scriîta oppure orale; in epo- notare che gli autori veterotesta- lo dal marito (ma cfr. Es 21,11), Cesii, Perciò quanto questi ebbe
ca inperiale, poi, potevano acce- mentari ebbero grande stima del per motìvi piutlosto imprecisati e a dire sul matrimonio, il divorzio
dere rapidamente al divorzio sia la matrimonio. Senza dubbio questo con relativa facilità. Si noti che se e I'adulterio deve aver costituito
moglie che il marito. L'adulterio, era vero perché essi intesero il ma- il marito trovava in lei (<qualche lo sfondo a partire dal quale Paolo
solitamente deîinito in senso stret- trimonio come il prolungamento cosa di vergognoso> ('îM: 'ervtdt elabora le risposte che dà alle sue
to come rapporto sessuale di una di quella fondamentale unità so- daba\ L){){i aschèmon pragma), Chiese (redi cesir, derti di).
donna sposata con un uomo diver- ciale che Dio aveva creato quan- doveva semplicemente scriverle un 1.3.I Il mat monio Gesù
so da suo marito, era considerato do, dopo aver plasmato I'uomo certilicato di divorzio e mandarla riafferma l'ìdeale matrimoniale
un grave delitto, forse perché lo si dalla polvere del suolo e la donna via (Dt 24,1-4; cfr. ts 50,1; Cer formulato agli injzi. Egli sorvola
riteneva una grave violazione dei da ìui, condusse la donna dall'uo- 3,8; in Os 2,2 si ha una forma sù tutta la storia intervenuta suc-
diritti di proprietà del marito, ed mo perché fosse la sua ùnica com- semplice di questo certificato). cessivamente e su qLranto può es-
era punito con pene severe, a vol- pagna, diventando così (ùna car- 1.2.3 L'tlduhetio
te persino con la morte della mo- ne sola> con lui (Gí 2,21-24i cfr.
- Abbastan- sere capitato o sancito nel frattem-
za contrariamente alle idee e alia po, e riporta coloro che Ìo inter-
glie e del suo compagno, o piir di 1,27-28). È vero che I'AT riferisce prassi moderna, l'AT non consi, rogano e il suo uditorio al tempo
frequente con l'esilio di entrambi usanze e pratiche decisamente in- derava I'adulterio un motìvo suî- della creazione. Gesù dice loro:
dalla famiglia e dalla società (cfr. compatibili con questo ideale, co- ficiente per dìvorziare. Una simi- (All'inizio della creazione Dio li
Lex lulíq de adulteriís coercendis, me per esempio la poligamia, il le inîedeltà implicava piurtoslo la creò maschio e femmina; per que-
18 ca. a.C.). Vennero emanate concubinato, la moglie considera- pena capitale di soÌito medjan- sto l'uomo lascerà suo padre e sua
delle leggi che proibivano il matri- ta proprietà del marito, costui vi- le lapidazione, ma anche con il ro- madre e i due saralno ùna carne
monio tra persone appartenenti a sto come il padrone della moglie. go (Lv 20,10; Gn 38,24) - per la sola)) (Mc 10,6-7; cfr. Gn 1,27;
classi diverse. Di speciale interes- I racconti di matrimoni monoga- donna adultera e per il suo arnan- 2,24). Con parole proprie aggiun-
se per noi sono quelle leggi o san- mici da parte di personaggi signi- re(Dt 22,22-24). La pena era così ge poi un nuovo comando, basa-
zioni che proibivano il matrimo- ficativi come Noè, Isacco e Giu- severa perché l'aduLterio cozzava lo su quanto era implicito nei te-
nio tra persone legate da vincoli di seppej le numerose narrazioni che contro <i fondamenti e i diritti sti della Scrittura: (L'uomo dun-
parentela, naturale o derivante da parlano di madti che trattano le personali del matrimonio e della que non separi ciò che Dio ha con-
adozione; questo tipo dí connu- proprie mogli con amore, rispet- lamiglia) e (contro la legge di Dio giuntor (Mc 10,9). Cesù quindi
bium \ot\ era accettabile in una to, senso di uguaglianza e fedel- (Es 20,14), minacciando così le ba- considera il matrimonio un'istitìi-
Matrimonio e divorzio, adulterio € inceslo 994 995 Matrimonio e divorzio, adulterio e incesto
zione divina, depositaria della be- re attenzìone a non trattare le pa- Rm 7,1-2; wdi Leggc di Cristo), e, implicitamente, i mariti alle mo-
nedizione di Dio. Deve essere mo- role di Cesii come rigide e infles- r'ìguardante tale unione, quando gli ncll'amore (Ef 5,25). DaÌl'in-
nogamico, durare tutta la vita e sibili prescrizioni giuridiche che aîfronta i problemi della Chjesa di sieme di questo passo scmbra chia-
originare un'incomparabile ùnio- non ammetlono alcuna ecc€zione. Corinto: (Agli sposati Jcristianil ro che di nuovo <la sottomissio-
ne spirituale di due persone un Infatti, già alf interno dei vangeìi ordino, non jo, ma il Sìgnore: la ne reciproca coesiste con una ge-
uomo e una donna uniti da Dio questo alto principio subì modifi- moglie non si separi dal marito rarchia di ruoli all'interÌro della fa-
tanto da non essere più due, ma cazioni, quando l'idea.le venne ca- (divorzi?) c qualora si separi, miglia lcristiana]. I credenti non
ùna cosa sola. lato nelle concrele sitùazioni del- rimanga scnza sposarsi o si rjcon- debbono continuare a fare a mo-
1.3.2 Ilcelibato - Secondo Ce- la vita, facendo emergere tutte le cili con il marito e il marito non do loro, così c'è un senso genera-
sù anche il vivere soli, ovvero ce- caratteristiche fragilità uÌnarìe, an- riprdi la moglìe, (lCor 7,10-ll; le in cuì il marito deve avere un at-
libatariamente, rappresentava una che da parte dei crisliani (Ml 19,9; cfr. Mc 10,ìl; ma clr. N{urphy- teggiamenro rispettoso nei con-
scelta. In base a qùanto dlerisco- cfr. Mt5,32). O'Connor 601-602). fronti dclla mogÌie, anteponendo
no i vangeìi, egli scelse questo sti- Essendo familiare con il mon- 2,2 Autorità e reciprocità nel gli interessi della moglie ai proprì.
le di vita per se stesso. Non si spo- do romano di cùi era cittadino, matrimonio - Al îine di ristahi- Questo però non elimina il ruolo
sò mai. E riteneva che anche altri giudeo di nascita e dì formazione, lire I'ordÌne in un gruppo crisria piir speciîico, secondo cui la mo-
avessero la capacità di accettare il e devoto discepolo e apostolo di no, pìccolo o grande, Paolo cra glie deve sottometlersi al maritot
celibalo per il regno di Dio. In ba- Gesù Cristo, Paolo si trovò a ere- pronto ad aîfcrmare che nella re- (I-incoÌn 366; ma cîr. Kroeger
se ai daîi a nostra disposjzione si ditare tutte queste tradizioni. A lazione di coppia il marito è il ca- 267 -283).
può affermare che Cesù non 10 ha partiie da esse formulò le proprie po della moglie (1cor 11,3; vedi D'altro canto, un marito cristia
proposto come lo stile di vita mi- idee sul matrimonio, il divorzio, Uomo e donna). Qui riflettc le no, descritto quj colne <capo del-
gliore. Egli considerava il celiba- l'adùlterio e l'incesto. usanze culturali del suo tempo e la propria moglìe>, aì quale la mo
lo cotne rt chaisma, come un do- la proprìa conprensione del pia- glie deve restare sotlomessa (cfr.
no concesso (ledotar) ad alcuni da 2.IL MATRIMONIO -
La visio- no divino. Egli pcrò rifiula la con- anche Col 3,18; Tt 2,5; 1Pr 3,1),
parte dì Dio (cft. Mt 19,10-12). ne che Paolo aveva del matrimo- cczione secondo la qLlale lo sposo ron ò autorìzzato a conandare la
1.3.3 L'oduherío - ln sintonia nio è sfaccettata e piuttosto com- era signorc o padrone della pro- ptopria moglie, ma riceve l'ordi-
co)l la Legge, Gesir era conlrario plessa. Le sue osservazioni richie- pria moglie, con il dirjtto di di ne di amarla con anore disinteres-
all'adulterio, condividendo appie- dono un'analisi attenta. sporre di lei a proprio piacimen- salo, quello stesso amore che Cri-
no 1'artico comando: <Non com- 2,1 Il matrimonio come unione lo. Al contrario. trascende diver- sto nutre per la sua Chiesa. In que-
mettere adulterio). Ma 1o supera inviolabil€ e permanente - Det- se norme culturalì del suo tempo sto senso, quindi, il marito in real-
in due modi significativi. Egli af- to semplicisticamente, Paolo rite- e sottolinea l'ùguagliaùza esistente tà sottomette se sîesso alla propria
ferma che un uomo che guarda neva che il matrimonio fosse per tra i due coniugi, e la respoùsabi- rnoglie, come lei a lui, per meuersi
una donna con l'espressa îinalità tutta la vita e che questa unione lità reciproca che uno ha nei con al suo scrvizio. Secondo Paolo,
di desiderarla (pros to epíth),mc fosse da considerarsi inviolabile. lronti dell'alho. (ll marito con-l- quindi, ogni esercizio di autorità
saí autcn) ha già commesso adul- Una simile concezione del matd- pia il suo dovere verso la nioglic; da parte del marito in relazione al-
terio con lei (Mt 5,27-28). Secon- monio era così radicata in Paolo, ugualmente anchc la moglie ver- la propria moglie va compiuto non
do lui un gesto così colpevole co- che egli quasi senza pensarci po- so ìl marito. La moglie non è ar- come afîermazione, ma come oî-
me 1'adulterio può essere con'ìmes- teva usarla a mo' d'esempio, men- bitra dcl proprio corpo, ma lo è îerta di sé.
so sia a letto sia nel pensiero. Inol- tre discuteva un argomento del il marito; aLIo stesso modo altche 2.3 ll matrimorio. Crisfo c la
lre, aiferma che chiunque divor- tutto diflerente. Per esempio, sc - il marito non è arbitro del proprio sua Chiesa Anche da Ef 5,22-33
zia dalla propria moglie e ne spo- ve: (O forse ignorate, fratelli, che corpo, ma lo è la moglie> (lCor si evince che Paolo ha una gran
sa un'altra commetle adulterio. e la Legge ha potere sull'uomo so- 7,3-4). <Per Paolo il letto malri de stima dclla relazione n1atrimo-
se una donna divorzia dal proprio lo per il tempo in cui egli vive? La rììoniale ha comc finalità quella di niale. I profeti dell'AT hanno de,
marito e ne sposa un altro com- donna sposata, infatti, è legata arcare unione tra iduc coniugi scritlo rnagnilicamente e audace-
mette adullerio (cfr. Mc 10,11). dalla Legge al marito finché egÌi (cir'. lCor 6,16) e di esprimere la mente Ì'unione d'alleanza tra Dio
In sintesi, per Gesu il matrimo- vive; ma se il marito muore, è li- loro tolale reciproca appartenen e lsracle in termìni di matrimonio
nio ideale viene realizzalo da due bera dalla Legge che la lega al ma- /a)(Fee 280). (cfr. Ez 16,8), proclamando al
persone, un uomo e una donna, rito)) (Rm 7,1-2). Questa idea di reciprocità all'in- tcmpo stesso la sacralità e 1'ono-
che decidono di vivere insieme in Paolo rialferrna la sua conce- terno del vi'rcolo matrimoniale rabilità del matrimonio. Nel sol-
una unione così stabile e inviola- zione dell'unione matrimoniale, vìene articolata anche nelìa ìetr-. co della medesima tradizione,
bile che solo Dio ha il diritto di che deve durare per tutta Ia vita, ra agli Efesini, dove i maritj e le Paolo proclama la sacralità e l'o-
sciogliere. Di qonseguenza, con- quando ripete e conferma la leg- nogli sono esoltalí a sollomettersi norabilità del matrimonio, usan-
danna il divorzio e proibisce che ge di Crisro (per questo sembra es- tli uni le altre <nel tinore di Cd do con audacia il vincolo matri-
ci si risposi. Tuttavia, bisogna fa- sere /c Legge che ha in mente in \lo)) (Eî 5,21), Ìe mogli ai maritì moniale tra 1na to e moglie come
t)91
Matrimorio e divorzio, adulterio e incesto 996 Matrimonio e divorzio, adulterio e inccsfo
analogia deÌ vincolo stretto fra Così scende ìn campo contro que- IrLeì-prelazlone non solo soltolinea taggj non sempre alla portata di
Cristo ela comunità dei credenti. sla aslineiza innaturale all'inter- I'importanza del mattimollio. ma chi è sposato (1Cor 7,32-35; cfr.
<<Questo è un mistero grande>, no del rapporto di coppia, afler- xl tempo sLesso si schiera contro Mt 19,10-12). Paolo stesso era ce,
sclive a proposito del matrimonio, mandor (Ciascuno abbia la pro- la poligamia, alÌDeno implìcita- libe, libcro da quellc legittime e ne,
<lo dico in riferimento a Cristo e pria moglie [un eufemismo per in- ìnente, cOme purc contro il divor cessarie responsabiljlà di prendersi
alla Chiesar (E15,32). Perché tra dicaie i rapporli sessùali: cfr. Es zio e nuove Dozze. Inoltì.e, essa cura di una moglie, chc ovviamen-
tutte le istituzio11i umane esistenti 2,1 LXX, ls 13,16 LXXI e ogni lneglio s'adatta al conlesto jn cùi le avrebbcro limitaro la sua atti-
a quel tempo ha scelto proprio f i- donna il proprio marito> (lcor rjcorre (lTnì 3,2; Tr 1,6), perché vità di apostolo. Egli però, senza
stjtuzione del mairimonio per il- 7,2). (Con ciò egli intende dire: I'enfasi qui non è posta tanto sul dubbjo îamiliare con le parole di
luslrare la relazìone che intercor- "Un ùomo già sposalo contiÍui ad lo stato del vcscovo, quanto sulla Gcsrì, riconosceva anche che jl ce-
re tra la comunità dei credcnti c avere relazioni con la propria mo- sua reputazione (clr. Houlden 78; libato è un charismo, ui dono <Ii
il suo Signore? Con ogfli proba- glie, e viceversa". E questo signi- Scott 31; vedi Chie(a, Ordinamen- Dio (l Cor 7,7), e che questo non
biljtà Paolo aveva una grarde sti- fica una vila coniugale complela), to e governo della; Mjnistero). vlene concesso a chiunque, anche
ma del matrimonio come perfet- (Fee 279), chc ò proprio quanto 2.6 Matrimonio e tcmpi di crisi se sL augurava che tufti lo acco_
to esempio di,herdsis, di unità sostiene dettaglialamente nei ver- Paolo da ùnrì parte si e battù gliessero alla luce della sùa com-
creata tra i due coniugi grazie al setd seguentì. to per la normalità del matrìrno- prensione dclla vastità della mis-
potere unificante dell'amore. 2.5 Matrimonio c rcsponsabili nio, anche consigliando a giovani sione e dclla brevilà del tcmpo a
2.4Matrimonio o ascetismo? delle comulitàL'alta stima che vedove di risposarsi (cîr. 1-fnr disposizjone (1Cor 7,26-35, spe-
Paolo, avendo una grande stima Paolo nutrc pcr jl matrimonio si 5,14), dall'ahra era coscjente chc cjalDrentc vv. 26 e 29; cfi. Mt
del matrimonio e mantenendosi riscontra anche negli orientanlenîi in tempi dicrisi o di pericolo ilma 19, Ì r).
fedele alle proprie radici ebraiche che prospetta per chi ricopre 1'uf- trimonio potcva tÌon esserc la stra- 2.8 ll malrimonio con un non
(<<Non è bene che I'uomo sia so- ficio dj vescovo. Un vescovo, scri- da ntig[iore da intrapÌendere credcnte - Nelsolco tracciato da
loD: Gn 2,18), considerava lo s1a ve, deve essere (r??,?.sglnaikos an- (lCor 7,26). Che tipo di crisi pao alcuni autori dell'AT, Paolo si op
to matrimoniale come lo stato drc, (lTlx' 3,2; Tt 1,6; cfr. lTm lo avesse in nlcnte quando dava pone r'isolùLamente aì matrinoni
normalmenÎe supposto di un 5,9), espressione greca traducibi- queste raccomanclazìoni può esse- misti, quando cioò uno dei coniu-
membro della comùnità cristiana le con: <marito dì una sola don- rc stato chiaro per la comunità di gi ò un credente e I'altro no. e si-
(cfr. Ef 5,22-33; Col 3,18-19; lTm na>>.Questa però è una cspressio- C-oì'jnto, ma non lo è piu per curamente proprio per le stesse ra_
3,2). Per questa ragione si scaglia ne notoriamenre difficile, e di con- chiunque legge qucsta stessa lette gioni che nesarono suì suoi prece
conlro quanli proìbivano di spo- seguenza ha provocato diverse tra- ra oggì. Di conscguenza, è presun- drrsorj dell'AT. Come Lor ,-r. for -
sarsi (lTm 4,3). Di conseguenza, duzioni e jnterpretazioni: 1) <il Luoso voler detenninare in cosa se, anch'egli prevedeva che mag-
le parole introdorre all'improwi- marito di una donna>: il vescovo consistessero queste situazionì di Uiore cra la possibilità per ìl coniu
so in lCor 7,1, alla lettera: <E co- dele essere una persona sposata; partjcolare tcnsione per lornire gc credcnte di venir distolto dalla
sa buona per I'uomo non toccare 2) (sposalo soltanlo con una don- poi una specie di rnanuale per l,a- fede in Dio da parte del coniugc
donna> (nel senso di (non avere na> (PhiÌlips): un poligamo non zione d'oggi. AL massimo si può pagano. rjspetro alla possjbilità
rapportj sessuali): cfr. Gn 20,6 può esscrc vescovo;3) <sposato far notare che Paolo, scnza ab- che il coniuge credenre aveva di
LXX; Rt 2,9 LXX; Pr 6,29 LXX) soltanto una volta> (Goodspeed, Lrandonare Ìa sua alta stima per il convertire il conìùgc pagano (cfr.
/?or vanno intese coúe riflesso Moffatt): se la prima moglie muo- matrimonio, in questa occasione Dt 7,3-4; Esd 9,12; Ne 10,30;
della posizione dì PaoÌo sùl matri- re, al vescovo non è permesso ri- dà ur consiglio contro di esso. 13,25). Paolo desidera evitare a
monio. Si tratta piuttosto di uno sposarsi;4) (îedele alla propda quando gravi circoslanze aulorjz- ogni costo questa tragedia ai cri-
s/ogan, che esprime il punto di vi- moglie>: ìl vescovo deve condur- ziLvano questo tipo di reslrizjone: slianì. Di conseguenza, le sue pa-
sta di alcuni nella Chiesa di Co- re una vita esemplare in qualità di sipuò usare questo consiglio senr role contro quesla unione assumo
nto che propugnavano uno stret- persona sposata. plicenìente comc un principio ispì- no la forma di un aspro comando
lo ascetismo, fino all'astinenza Tra tutte queste traduzioni e in- ratore per la vita nella Chiesa. non negativo e una domanda retorica:
sessuale anche nella relazione di terpretazioni possibili la migìiore come una regola vincolante pcr (Non lasciatevi legare al giogo
coppia (cfr. Scroggs 293-303). sembra I'u1tima. Essa lascia spa- una parte dei suoi membri. eslra[eo (r?e gineslhe heleroz!
Paolo respinge con fermezza que- zio alla possibilità che un vesco- 2.7 La scelta del cclibato Co- gountes) degli inîedeli. Quale rap-
sta concezione e ne proibisce la vo viva come Paolo, cioè da celi- nle Gesit, anche Paolo credeva c porto infatti ci può cssere tra la
pratica a causa di quelìe prassi be (1Cor 7,7; cfr. 7,25-38), ma al pensava chc il celibato invece del giustizia e I'iniquità, o quale unio
dannose e contrarie all'essete cri- tempo stesso, alla luce dell'alta sti- natrimonio fosse una scelta legit- ne tra la luce e le tenebre?, (2cor
stiaúl (pomeia$ lCor 7,2) che egli ma che Paolo ha per il matrimo- rirna per icristianj. Egli riteneva 6,14). Una simile interpretazione
sa bene ne potrebbero derivare, se nio e in contrapposizione agli av- che il celibato contportasse.lei di quesro passo della lettera ai Co-
tale concezione venisse adottata versari suoi (1Tm 4,3), raccoman- \ antaggi per chj scegljcva tale sri rinzi potrebbe risulra.e troppo sot-
come norma (clr. lCor 6,13-16). da aL vescovo d1 sposarsi, Questa lc di vita per il regno di Dio. van- tile, taÌe da limitare il testo trop-
Mat monio e divorzio, adultedo e incesto 998 999 Malrimonio e divorzio, :ìdulterio e inceslo
po severamente (come Martin 197, divorziare spettava unicamente al rìi di Corinto, preoccupati da un non sej piu legato dalle restrizio
qon cautela). Tuttavia è interes- marito (cfr. m. Yer 14t1). L'aîfer- simile dilemma. Cosa succede se ni previste dalla Legge divina che
sante notare che il verbo tradotto mazione di Pao1o, inoltre, mostra un marito che pervìene alÌa fede regola il marrìmonio. Sei libero di
qui con ((legare al giogo estraneo> che, sebbene le donne in genere in Cristo si trova sposato con una risposarti) (Fee, 303, solleva pe-
(heterczygeó) ha essenzialmente la fossero culturalmente libere di di- donna che non condivide la sua rò ampie obiezioni contro una si-
stessa radic€ del verbo usato da vorziare dal proprio marito, le stessa fede? Oppure, nel caso in mile interpreLazione solo per con-
Gesu quando parla del matrimo- donne cristiane non erano libere cui una donna credente si trova cluderc i suoi rilievi scrivendo:
nio: (L'uomo dunque non separi di farlo. Le parole di Gesìi, loro sposata con un marito pagano? La <Tutîo ciò non deve lar dire che
ciò che Dio ha congiunto [s/- Signore, che proibiva il divorzio, risposta di Paolo a questa doman Paolo disapprovo ntovc nozze in
zeug lmílr, (Mc 10,9). Così è cor- suonavano come un comando (pa- da è coerente con quanto ha afîer- simili casi; eglì semplicemente non
retto vedere il matdmonio come rangelló) coîtro l'esercizio di tale mato in precedenza: i credenti ,orl ne parla affatto))).
almeno un tipo, se non il solo ti- libertà, un comando che valeva al- devono cambiare la lot o condizio- L'eccczione all'ideale matrimo-
po, di cattivo accoppiamento che lo stesso modo non solo per le mo- oe di sposati, neppure in situazioni niale che Paolo offre qui era la so-
Paolo ha in mente. gli, ma anche per i mariti cristia- come questa, che può indurli a ri- luzione dell'apostolo a una speci-
ni (lcor 7,1I ). Lenere (non correltamente) che ci îica situazione di vita concreta,
3. DMRZIO - Paolo ha poco Se da una parte si attiene alla si- siano molivi per divorziare (clr. sorta in una Chiesa particolare in
da dire sul divorzio, semplicemen- tuazione ideale - (non si separi)) 2cor 6,121; lCor 6,15-16). La per- un periodo particolare. Perciò può
te perché secondo lui il matrimo- - dall'altra Paolo ammette, co- sona credente è ancora legala al risùltare utile chiedersi se Paolo
nio era un rapporto d'alleanza, me fece Gesir, la possibilità che un proprìo coniuge, tìn quando la può aver autorizzato altre eccezio-
valido per tutta la vita, stipulato divorzio venga consumato nono- nìorte non scioÌga il vincolo, per ni all'ideale lnatlimoniale, nel ca-
tra un marito e una moglie, rap- stante che un comando lo proibi- tutto il tcmpo in cui iì coniuge non so che rolture molto diflerenti, ma
porto che trova le sue radici nel sca. E allora? Ancora una volta credente sia d'accordo di vivere in- altrettanto serie, dell'unione tra
racconto della creazion€ dell'uo- Paolo difende 10 stesso principio sieme come marito o moglie con un marito e una nogÌie venissero
mo e della donna (Gn 2,24; cfr. enunciato da Gesù in circostanze il coniuge cristiano. A questo pun sottoposte alla sua valutazione per
Rm 7,2-3). sjúili: awiene (è permesso) il
se to però Paolo, per ispirazione, una risposta derimente. Dal fatto
3.1 Mafrimoniol id€ali e conces- divorzio, allora non ci si può ri- permette un'altra eccezione all' j- chedue eccez.ioni si trovìno già nei
sioni Come Gesil prjma di lui, sposare (per evitare di commette- cleale matrìmonialc: (Ma se il non testl canonrcÌ - una nel vangelo
però, anche Paolo si rende conto re adùlterio: cir. Mc 10,1 1-12i Ml credente vuole separ a.si (chórize- di Mateo (Mt 5,32; 19,9) e una
che la !ì1a porta le persone in si- 5,1l; 19,9; Lc 16,18). La persona ù, spezzl (c hórizeslrd) l'unìone
ta quì nella prima leftera di Paolo ai
tuazioni in cui l'ideale non è sem divorziata non può risposarsi. E matrimoniale; lquesto deve esse- Corinzi, I'una e l'altra comunqùe
pre raggiungibile, neppure dai re- se uD certo stato di cosc non può re iÌ senso inteso qui da Paolo, alla vòhe a ralforzare la santità del
denti. Perciò quando alfronta uno essere tollerato, allora l'apostolo luce del detto di Cesil sul matri- matrilrìonio mettendo fine ai suoi
specifico problema ancora aperto con la sua autorità impone che le monio in Mc 10,9: <L'uomo non lravisamenti è possìbile dedur-
(ean chótistè Ilcor'7,1 l; cfr. BDF parti si riconcilino, lei con iL pro- separi (,a?a chótizetò)r>l)a in qtr.e- re che anche altre eccezioni den-
3731), quando una donna nella piio ma to,lui con la propria mo- ste circostaDze il fratello [iL mari trassero nella stessa categoria?
Chiesa di Corìnto sembra essere glie (lCor 7,ll). Questo, quindi, lol o la sorella [a moglie] non so L'infèdeltà coniugale Qrorneio, Mf
sùl punto di (separarsi/divorzia- è il fine del matrimonio esposto da no soggetti a servitù (ou dedouló- 19,9, un termine con unrampia
re) (1Cor 7,l0), egli respinge que- Gesù (conservatoci dal vangelo di loi = non sono vincolati), (lCor gamma di significatì: cfi. Blom-
sta minaccia con una parola di Marco), verso cui Paolo con una 7, 15). berg 195 196) e l'abbandono del
Dio, da cui tira una conseguenza: certa enfasi incoraggia tuttj i cri- Questc due parole di Paolo coniuge credenîe da paÍe di quel-
<<Non si separi dal marito [cfr. Mc stiani a puntare: non divorziare; (<rnon vincolati)), cioè la nuova Lo non credente si riteneva che di-
10,121, e qualora si separi, riman- se lo fai, però, non dsposarti con eccezionc che ora aggiunge alla re- struggessero e sciogliessero liunio-
ga senza marito> (lCor 7,10- 1l). nessun altro. gola <Non divorziare! Se però di- ne sponsale. rendendo libero il co-
Sulla base di questa affermazio- 3,2 Le ecceziori Ma come l'i- vorzi, non puoi risposartìr>. han- niuge, che subiva il torto o veni-
ne di Paolo si potrebbe dedurre deaLe matrimoniale che GesÌt no causato un dibattito cnorme va abbandonato, di risposarsi sen-
che quando la Chiesa si traslerì nel enunciò (cfr. Mc 10,8-12) vcnne (clr. bibliografia). Non si è con- za commettere adulterio. È possi-
mondo greco-romano, le donne fin daÌl'inizio modificato da cordi nel delerminare cosa Paolo bile dedùrre da ciò che anche al-
cristiane, come quelle pagane, si un'eccezione (cîr. Mt 5,31; 19,9), abbia voluto precisamente dire. tre traversie deL vincolo coniuga-
sentirono culturalmente libere di sciogliendo di îatro il coniuge <in- Tuttavia si è inclini a pensare che le, pur non identiche a quelle (per
divorziare dai propri mariti. Que- nocente>r dal vincolo malrimonia- Paolo stesse dicendo al coniuge esempio, crùdeltà, abbandono,
sta libertà non era prevista in qùel- le e fornendo legittimi motivi per cristianot <Se ti trovi in circostaÌl- abusi sessuali, sistematica distru-
l'ambito giudaico da cui nacque il nuove ùozze, così Paolo irtrodus- zc come quesla - abbandonato zione psicolosjca dell'altro coniu-
Cristianesimo, dove il privilegio di se un'altra eccezione per i cristia- dal luo coniuge non crjstiano - ge, e simili), possono esser state
Mrt monio e divorzio, adulterio e incesto 1000 l00 t Ma1fimorio e divorzio, adulterio e incesto

considerate come eccezioni dell'i- oarametro - uno pef il mafito e \Lrale(cîr. lcor 5,1-5 con 2cor Vedi anche: Capo; Codìci do-
deale mat moniale e abbiano avu- uno per la moglie quando af- 1,5-9; Martin 33-38; Lampe mestici; Etica; Omosessualità; Ses-
to solo risposte autoritative mes- fronta le questioni inerenti ai di- 153-354; cfr. anche 2cor 12,21). sualità, moralc sessuale; Uomo e
se per iscritto e conservate dalla ritti coniugali e alle responsabili- donna.
Chiesa? tà che un coniuge condivide con 5. I-'INCESTO C'è un solo te-
A queste domande non vi sono l'altro (1Cor 7,3-4). Da questo si slo riportato nclle leltere di Pao- BrBr --. Barber C. J.. Mal.iase, DitaLe ot
risposte concordi. Basti ricordate può correttamente dedurre che <<il lo in cui si menziona I'incesto: Reùtdùlore: A R.ri?tt ofthe Relttunr Re-
lieíous Litennlrc, n\ Jounal o! Psrcholo
ouanlo segue: nonoslante I'ecce- messaggio aPostolico Proprio fin (Un uomo ha ìa moglie disuo pa-
sl a d T hcalosr 12 (1984) l?0-17?t Blom
zione aggiunta da Paolo a quella dall'idzio chiaxisce alle Chiese che dre> (1Cor 5,1). L'cspressione si- beq C. 1,., Maùidt:c, Dirorcc, Renatìa
contenuta nella tradizione di Ge- la piena fedelta coniugale dei due curamente signifìca che dopo la Èe, and Ctlìbacr, i z 11 (19901 16l-196:
morte del padrc un cristiano ha Boycr \. P., D!úrcc und Re,naùaee,Cre-
sir sembri provare la Possibilità sposi è un incondizionato coman-
Com, Sro\! ì97ó; Corìzelman\H., I Cotitt-
che egli prevedesse altre eccezio- damento divinot) (Hauck 734; cfr. \posato Ia vedova di suo padre, lrli?rr, liÌtress, Philadelphia 1975; Dcrrctr
ni. nel colprs Paolino non esiste lCor 6,9; vedi Sessuatta, morale cioè la matrigna (il siltagn.a'îiot J. D. M.. La|| ih th( Nett Testaùnnt. Dat"
una testimonìanza del mìnimo in- sessuale). 'ab IEt. gln. palrosl, (moglie dcl ron, Longùran & Todd. London 1978; Du-
ry C.. Di\otLe aù.l Rcntariaa., Bcthanl
coraggiamento per i cristiani ad Paolo credeva nello stesso alto padrc)), nella letteratura veterote-
fÌlìo\rslìip, ltfinneapolis 1967: Ellìotl J. K.,
aeire unilateralmente in rali que- ideale di matrimonio Proprio di \tamentaria e rabbinica desìgna la Poul's Teo.hing on Maftisse in I Corin
sr'íoni e a decidere di divorziare di Cesù, e quindi anch'egli riteneva natrignaj cîr. Lv 18,8; Str-B 3, thidns: Sone Prcble ts Conskler.td. it\ NTS
che, eccetto in un caso, se un co- 143, citato da Conzelmann 96). La 19 (1912-1913) 219-225t Elliscn S. ,{., DÌ
propria iniziativa. Se ne Può de- nrce tùl Renia iag ih the Churth,Zor
durre che ogni intenzione di divor- niuge divorziato si risposava com- .eazione di Paolo di fronre a quc- dcn àn. Crand Rapids 197?; Fec G. l)., 7,te
ziare non può essere attuata indi- metteva adulterio (cfr. Rm 7,3 con 5ta rclazione sessuale è di coster- Fittt ît)istle to /re CbrirlÌúÌs, NICNT,
pendentemente dalla comunit di Mc 10,11-12). Così egli aggiunge nazione, di collera, di condanna. Ecrdnrans, Grand l{apids 198?t Garland D.
la sua apostolica autorita a quel- l) Egli definisce questa unione E., Tht (htislian't I'osturc lbwtftl Mar
fede o contro la raccomandazio_ iase a rl Celího.!: I Cotikthia x 7,;î Re
ne e il sostegno dei responsabi- la di Gesù, la cui critica all'adul- ponrera; non il termine tecnico per lfrlr 80 11981) l5l-362; Haucl l:., rrot
liautorizzati della Chiesa (vedi terio viene articolata con un vigore incesto, ma un termìne che pur cheu.i ?(!., in G1.NI, voÌ. VIl, coil.
nella sua vasta gamma semantica ,!11 460i Cìrubbs J. E., Paga dnd Chtisîìan
Chiesa, ordinamento e govelno sorprendente.
Vu ío8c: The SÌak, oJ the Question, ii
della). La tragica serietà dell'adulterio' connota anzitulto atti scssuali ter- Jorthoto.l EatU Chtìstion Sr!,./Ìei 2 ( 199.{)
in quanto violazione della volon- ribili, perversi, proibìti, includen- 36! .ll2i Grubbs J. Il., Ldw sd Fanil)' ìn
4. L'ADULTERIO - Paolo dice tà di Dio, pùò essere colta dalla se- do anche gU atti incestuosi- [ cri- Late Antiquilf: The EDrperc/ Conslant iac's
molto poco a Proposito dell'adul- vera dichiarazione di Paolo secon- stìani devono lifuggìre lzr porneia, Mattioq? Lctlislalìo , Cl^rendon Prcs, Ox-
lord 1995i tleth W. A., Z,4e Meaning o.f Di-
terio, forse perché sa che in quan- do cui gli adulteri non erediteran- perché è contraria alla santa leg- torce i .Vatthe\t 19:3-9,in Chut.hDnn98
to eredi del Popolo dell'AT i cri- no il regno di Dio (lcor 6,9). La ge di Dio e merita la sua punizio- (Ì98a) 13l}152; Id., fre CÀonsins Bdsisfot
stiani per lo più sono già abba- severità della sua affermazione è ne (cfr. l Cor 6, l 3. l 8 , 2cor 12,21; Pelntìtlìnk Renldnìuk? aftet D^or.e fol
motivata dal fatto che I'adulterio Cìal 5,19-21; Ei5,3; Col 3,5; lTs Att h?rr: The Influenrc ol R. Il. Chatles,
stanza convinti che l'adulterio è a in z I I ( 1990) 143-159; Houìden J. I.., rne
loro vietato. Ma le afferrnazioni distrugge i1 vero tessuto dell'unio- 1,3). 2) Egli parla del peccato di Pdstotol l:pist let, PÈÍg$in, hves York I976j
di Paolo mostrano con chiarezza ne mat moniale. lacera la hena- quesl'uomo come di un peccato Kiisemann 8., P/o/rrsi.rcni llidiùro sacn
cbe egli considera l'adulterio una srj. I'unità progettata da Dio Per così perverso (che non sì riscon- nel TestaDrcIto,1n Saggi esesetici,
^-uobGenova 19E5, pp.69 82i KccDer
lvlarieÌ(i,
Derversione capace di distruggere il matrimonio, e ha la capacità di tra neanche tra ipagani>. Anche C.5.. A d Mdrríes A othet: Diror.e and
i'ideale divino e ch€ quindi attira spezzare ciò che secondo il detto i Romani avevano leggi che proi- Rcnluúir!!e in the Íea(hinErr'the NevTe
su di sé la maledizione di Dio. di Gesil nessuno deve dividere. Bi- bivano una lale azione (cfr. sopra, rrarrerr, llendrickson, Peabod.v (\'lA)
sogna notare, però (non per ahe_ L 1). 3) InfiDe, a motivo della gra- t99lt lît)elet C. C.,7 ha Ctassicol Concept
Paolo non definisce mai l'adul- ofHeud as <Sout&,.lnC. c. Hull(cd.),
terio. Se l'avesse fatto, Però, con raie alla fine I'opinione di Paolo vità di questo peccalo, ordina al- Eqtul to Setre. Rcrcll, Old Tnppan (NJ)
ogni probabilità sarebbe andato circa la scelleratezza dell'adulte- la comunità di espcllere questa 1987, pp. 2ó7-283; Lampe C- W. H.,
oltre la sua definizione come di un rio, o per attenuare l'asprezza del persona, di abbandonarla alla col- Chutch Dixipline ùnd rhe Inrerpretuti.'nof
the Epistles ro th? Corinrhìdns, i\ \N. R.
raDoDOrto sessuale tfa una donna suo giudizio contro di esso), che lera divina e di lasciarla nelle ma-
tranner (cd.), Cl,rrliaÌr dirtor! ancl Inter
sp'oiata e un uoúo diverso dal la sua severità è sempre tempera- ni di Satana. Va conscgnato alla prclr/lor, University Pr€ss, Caf)bridec
ta dal tenero cuore di un Pastore Ìnorte (cti. lCor 11,30; clr. Kese- I967, pp. l5l 154; Lincoln A.
-l.,
proprio marito. Egli I'avrebbe de- &/.€-
che desidera e si slorza di Provo- nann). Di nuovo, è impofiante lrnns, NBC 42, Wo!d, Dauas 1990; Mar
finito anche come raPporto ses- riî, R. P., 2 Cotínthi s, UBC ,10, Word,
suale tra un uomo sposato con care il pentimento del Peccatore e notare che una simile severità ha Waco r986r Nlurpby-O'ConíoL J., The Di
una donna diversa dalla ProPria la sua piena reintegrazione nella \empre uno scopo redentivo, così rorced tvotnan in I Carikthidns 7:10-ll. in
moglie, in contrasîo con le norme comrrnità dei credenli ( vedi Disci- che la Chiesa possa conservarsi JAa 100 (1981) 601'606; Reisser H., Doi
plina). Questo si può affermare pura e il peccatore salvarsi (lCor cheuùo. ir, NIDNTT, \ol. 2, pp. 582 583;
della moralità sessuale nel mondo S.art E. |., The Pastoral Eprrrl?l, llarper,
romano (cfr, sopra, 1.1) Paolo anche per quanti si erano macchla- 5,5.7), hùew York s.d.: Scroa9s R., Paul aul the
non ha mai tollerato un doppio ti del p€ccato di pelversione ses- Lschatob'li&t Won?r,in JAAR 4A (t912J
1002 1003 Ministero
Maturità
283-303i Smith D. L., Diva e dnd Remat signati direttamente da Dio a ri- guaggio di sapienza, di conoscen- signiD (Rm 16,7; il tesro può esse-
naAe: From lhe EùrD Chur.h rc John I c coprire un ruolo di presidenza nel- za, la fede, il dono di compiere re inteso anche diversamente:
rler. Ln IJ 1l ll99U) lll l4.Z; \\enham C la Chiesa. e la loro îunzione con- guarigioni, quello di operare mi- <persone ben conosciute agli apo-
J. : Cospel De fi nt t iuns oI A,lù t t e^ a nd u a'
sisteva nel mettere in grado gli al- racoli, la profezia, il discernimen- stoliD). In base a lCor I 1,4-5, poi,
men s Rizhîs.tn ExpTim 95 (1984) 330_332:
Wnherin;lon B., MdfreÌ, 5:32 and l9:9 - tri membri di esercitare i ProPri to degli spiriti, la varieta e l'inter- si può supporre che donne profe-
Excepîion ar Exceptìonat Siruaîíon?' n ministeri. Si hanno restimonianze pretazione delle lingue (lCor tizzassero e pregassero nell'assem-
NTS 3l (1985) 571-516. anche di minisreri piìr <ufficiali>r, 12,7-10). In Rm 12,4-8 Paolo sot- blea.
G. F. Hqwthorne come vescovi (sorveglianti), anzia- tolinea che i credenti hanno doni Se da una parte Paolo testimo-
ni, diaconi, e delegati aPostolici djfîerenti secondo la grazia a lo- nia che anche le donne svolge-
designati da alîri uomini (ùedl lo concessa. Nel suo elenco si ri- vano il proprio ministero, dall'al-
MATURITA: Yedl Perfetto, Apostolo; Chiesa, ordinamento e trovano i doni della proîezia, del tra testi come lCor 11,2-16,
matùfo governo della). servizio, dell'insegnameùto, del- 14,33b-35 e lTm 2,11-15 lasciano
l.1Chiese paoline come comu- I'esortazione, del donare, del pre- intendere che egli pretendesse da
MENTE: vedl Psicologia nità <<carismaliche)> - Che le siedere e del mostrare compassio- loro che lo esercitassero in modo
Chiese di Paolo fossero delle co- ne. Questi elenchi con ogni proba- tale da non ledere I'autorità alme-
MERITO: vedi Giustificazione; munità (cadsmatiche> lo si dedu- bilità non intendevano essere esau- no dei rispettivi madd, se non ad-
Legge; Opere della Legge ce danumerosi Passi deÌle sue let- stivi, ma esemplificativi dei mol- dirittura qùella dei maschi in ge-
tere. In Gal 1,5 I'apostolo ai suoi teplici doni di Dio al suo popolo nere (rtedi Uomo e donna).
MIDRASH: r€dl Antico Testa- convertiti rivolge questa doman- per facilitare I'edificazione della 1.4 Ministri designati da Dio -
mento in Paolo; Giudeo, Paolo da: <Colui che dunque vi conce- Chiesa. E questo avviene qùando Pur affermando che tutti i creden-
come de lo Spirito e opera Portenti in ogni parte collabora adeguata- tì hanno i doni del ministero, Pao-
mezzo a voi, lo fa grazie alle oPe- mente (Ef 4,16), cioè quando ogni lo riteneva anche chs alcuni era-
re della Legge o perché avete cre- membro della Chiesa usa il pro- no stati divinamente prescelti a ri-
MINISTERO duto alla predìcazione?t> La do- prio dono per il bene comune (r,edi coprire un ruolo dì presidenza nel-
manda di Paolo non avrcbbe sen_ Corpo di Crìsto). la Chiesa. Così in lCor 12,28, per
so se non risultasse vero f imPli- 1.3 Donne € ministero - Nel esempio, scrive che alcuni <Dio li
SoNINTARú l. ll lninìslero nclle Chiese
cito presupposîo, cioè che Dio li corprs paolino ci sono diverse in- ha posti [...] in primo luogo co-
paohnei 2. Paolo ministro l va Ùtùio-
,,P .( itÒlorici dcl mini.!ero. colmava con il suo Spirito e ope- dicazioni in base alle quaÌi si può me apostoli, in secondo luogo co-
rava niracoli in mezzo a loro (ve- affermare che le donne lavorava- me profeti, in terzo luogo come
Secondo I'apostolo Paolo il mi- dl Spirito sanlo). Iù lTs 5,19-21 no a fianco degli uomini per la maestrì) (poi vengono i miracoli.
nistero racchiude tùtto ciò che il Paolo esorta i suoi lettori cosìl causa del vangelo. Anzitutto c'è lo poi i doni di fare guarigiori ecc.).
Cristo esaltato ha compiuto e con- (Non spegnete 1o SPirito, non di- straordjnario esempio di Priscilla. Una simile concezione si ritrova
tiÌìua a compiere mediante i suoi sDrezzate lc Prolezie; esamillate l,ei e il marito, Aquila, erano col- anche in Ef 4,11-12, dove si dice
seguaci per l'edificazione della sùa ooni r:osa. ten,:te ciò chc è buo- laboratori di Paolo e per salvar- che Cristo <ha stabilito alcuni co-
Chiesa. Questo comPrende I'ade- nó>. Un'esortazione siúile Pre- gli la vita avevano dschiato la 10 me apostoli, allri comc profeti, al-
guato esercizio di qùei doni per il suppone nella Chiesa di Tessalo- ro testa. La Chiesa si radunava trì come evangelisti, altd come pa-
ministero, che Cristo ha concesso nica un ministero proîetico ispira- nella loro casa e a loro trrÌ1e Ìe stori e lnaestri, per rendere idonei
atutto il suo PoPolo, e il ministe- to dallo Spirito. L'ampia tratta- Chiese dei Cìentili erano grate (Rm i fratelli a compierc il ministero,
ro di quanti. come Paolo. sono zione paolina dei charísmata in 16,3-4; clr. lCor 16,19; 2Tm al line di edilicare il corpo di Cri
stati divinamenre deslgnatl Per lCor 12-14 è una lisposla ai Pro- 4,19). C'erano poi Evodia e Sìn sto'). I minjstri qui menzionati
îondare e formare 1e Chiese ln- blemi sorti neì confronli del mini- tiche, seguaci di Paolo, chc ave- hanno un ruoÌo che svolgono di-
clude anche quel)i designati da al- stero (carismatico) esercilato l]el- vano attivamenle predicato il van- rettamente di fronte agli altri
tri ùomini perché ricoPrano ruoli Ìa Chiesa di Corinto (ver1l CuLto). gelo nella comunità di Filippi (Fil membri della Chiesa. e la fùnzio-
1.2I cr€denti come úinistri ((ca- ,1,2-3); la diaconessa Febe, che ne dì mettere in grado gli altri
di presidenza nelle Chiese.
rismatici)) Qùando tratla i Pro- preslava il suo seryizio nella Chìe- membri di esercilare i propri mi
1. IL MINISTERO NELLE bleni connessi con il lninistero sa di Cencre (Rrn l6,l-2); inîine, nisteri (clr- Lincoln od loc.).
CHIESE PAOLINE Le Chie- (carjsmatico) in 1 Corinzi, Pao- frifena e Trìfosa. <<che hanno la- 1.5 Ministri prescelti da altri uo-
se fondate da Paolo erano comÙ- lo mette iù risalto che a tutli ì cre- vorato nel SigÌìoreDt a cosloro mini Nelle lettere pastorali a Ti,
nità (carismatiche>, composte da denti è stala data una delle varie Paolo invia i propri saluti (Rm moteo e a Tito si danno delle istru
individui, ciascuno dei quali ave- manifestazioni dello SPirito da I6,12). Inoltre, con ogni probabi- zìoni circa i requisiti dei candida-
va ricevuto i doni del minisrero da usarsi per ìL bcne comu-ne llCor Ijtà c'era una persona chiamata ti ad essere vescovì, diaconi e an-
esercitare per il bene comune l2-4 I l). Oue\te manliestazlonl Giunia, che con il propdo compa- ziani (lTm 3,1-7.8 13; Tt 1,5-9).
(lcor 12,7.11). Alcuni erano de- deilo Spirito comprendono il lin- gno Andronico erano (apostoli in, Tali ministri erano presceltì da
Minisfero 1004'l 1005 Minislero
Paolo e dai sùoi delcgati (Tt 1,5; delia comunità), sia un vescovo tledicarsi alle buone opere e a evi- steri ufficiali, essi erano così an-
cîr. At 14,23). [1 compilo del ve- (ospite della Chiesa domestica), il tare le contese (Tt 2,3-3,11). Tito titetici I'uno all'altro, come talvol-
scovo corlsisteva nell'ammaestra- che giustifichercbbc la sovrappo- itesso doveva essere il modello di ta si è ipotizzato? Non è facile ri-
re e amminjslrare la lamìglìa di sizione delle dcscrizioni dei com- eiò che insegnava (Tt 2,1-8\. spondere a questa domanda a cau-
Dio. Con ogni probabilità iÌ com piti dì anzìani e vescovi nelle let- 1.7 Carisma e ufficio Inten- sa della scarsa documentazione in
pito degli anziaÌi era quello di gui tere pasroralì (Giles). Se qucsta do qui rispondere a due interroga- nostro possesso, Alcuni indizi pe-
dare la Chiesa (lTm 5,17a), men- ipotesi si climostrasse corretta, sj rivi tra loro connessi. Anzitutto, rò suggeriscono che una simile
trc alcuÌli si dedicavano alla pre- comprenderebbero meglio i rifcri- 1eprimitive Chiese paoline dipen- contrapposizione non esistesse.
dicazìole, alf insegnamento e a menli ad anzianichc agiscono so- dcvano per il loro ministero sol- Per esempio, nel capitolo conclu-
combattere gli errori (lTm 5,17b; 1o comc rcsponsabili della comu- lanto da individui (carismaticir, sivo della sua leftera alle Chiese
Tt 1,9). Non abbiamo alcuna in- nità e i riferinenti ad anziani im- lon essendoci ministri <uf ficiali> <carismatiche)) della Galazia,
lormazione suÌ cornpiro dei dia pegnali aflche a insegna] e (ospili (cioè designati da altri uomini) ir Paolo scrive: (Chi viene istruito
coni- delle Chiese domestiche cone pùre quanto taìi? La testimonianza di nella dottrina, faccia parte di
Dal momento che lc clescrizio responsabili della comunità). lcor 12-14 a una prima lettura quanto possiede con chi lo istrui-
ni dei compiti dei vescovi e de- 1.6 tr ministero dei delegali apo- sembra rispecchiare una comuni- sce)) (Gal 6,6). Quesra esortazio-
gli anziani si assomigliano e in stolici - A quanlo sembra, Timo- 1a retta solo da quanti erano spon- ne a venir incontro alle necessità
Tt 1,5.7 i due Leîmini Q)resbyle- teo e Tito agivano da delegatì clel- taneamente dotati di vatr cha - del maestro ha sqarse possibilità di
rcì/episkopoi) sembrano esscre sì- l'apostolo Paolo (lTm l,3; Tt 1,5; rma1a. Inoltre, dalla lettera ai Ro- significare una richiesta di assi-
nonimi, in genere si è pcnsato che yedl Collaboratori, Paolo c i suoi). rnani e dalla secolda ai Corinzi stenza per Paolo stesso; una simile
ai tempi del NT i due termjni in- Timoteo riceve istruzioni su cone non si ricava alcuna indicazione richìesta contraddjrebbe la sua po-
dicassero lo stesso incarico. Re- confutare dothine falÌaci (lTm che ci fossero mìnistri (ufficialit sizione piu generale a proposito
centemerlte questa identificazione 1,3-1 1), regolare il culto pubblico nelle Chiese, alle quali vennero in- del sostegno economico da presta-
è stala conlestata. Si è prestato at- (1Tm 2,1-15), designare vescovi e dirizzate queste lettere. Si è quin- re aLmissionario. E pju verosimi-
tenzione al fatto che ie Chiese an- dìaconi (lTm 3,1 l3), regolamen- di tentati di concludere che ruoli le invece che si tratti di una esor-
ri(:he erano (lhiese domestichc. tare l'iscrizione delle vedove ne1- <ufficiali>r di presidenza appaNe- tazìone, perché chi era riconosciu-
Perciò, si è ipotizzato che i capi la lista per gli aiuti economici ro solo in un periodo successivo, to come un maestro delle Chiese
delle faniglie avesscro responsa- (1Tm 5,9-16), ordinare anziani, persino postpaolino, periodo in della Galazia fosse sostenuto da
bililà di sÌrpervisione sulle Chicsc ma noÌl frettolosamente (1Tm cuÌ il ministero si sviluppò secon- quanti venivano ammaestrati da
che si radunavano Ilella loro casa 5,22), assìcurandosi che fossero do forme ben diverse da quella lui. Questo lascia supporre che il
e quindi îosselo i vescovi deÌla appropriatamente remunerati e originaria, carismatica e sponta- maestro fosse qualcuno designa-
Chiesa primitiva (così per esempio che nessuna accùsa inîanante ve- nea (così per esempio, von Cam- to per questo compito; qualcuno
Theìssen. Holmberg. Giles). lnol- nisse mossa contro di loro (lTm penhausen). che esercitava una specie di rnini-
tre si e ipotizzato che, comc gli an 5, l7-21). Le responsabilità globali In questa tesi però ci sono delle stero ufficiale tra le Chiese cari-
ziani nella comunìtà giudaica non di Timoleo sono sintctizzate nel- difficoltà. Per esempio, la letrera smatiche della Galazia.
ricoprivano in quanto tali ùn ìn- l'istruzione: (Le cosc che hai udito di Paolo ai Filippesi erairdirizzata Un altro accenno si trova in lTs
carico sinagogale, ma crano capi da me in presenza di molti testi- ai vescovi e ai diaconi (FiÌ 1,1), e 5,12 13, dovc Paolo afferma: (<Vi
locali, così anche gli anzìani delle n-loni, trasmettile a persone lida- in lTs 5,12 l'apostolo richiama i preghiamo, fratellj, di aver riguar-
primitive comrìnità cristiane fos- te, le quali siano in grado di am- suoi lettori al rispetto verso quanti do per quellì che faticano tra di
sero capi della comunità in quan-
e maeslrare a loro volta anche altri)) si aflaticano tra loro e che hanno voi, che vi sono preposti nel Si-
to tali non ricoprissero un incari (2Tm 2,2). Ìn alhi termini, Timo- ricevuto questo incarico. Costoro gnore e vi an1moniscono; tralla-
co ecclesiale. Di conscSuenza, nel teo era responsabile di assicurare dovevano essere tenuti in alta con, teli con molto rispeto e carità, a
N-l gli anziani vanùo distintj dai la îedele trasmissione della tradi- siderazione a motivo della loro at- motivo del loro lavoro). In que-
vescovi. I vescovi erano coloro che zione apostolica alla generazione tìvità. In lCor 16,15-16 si menzio- sta stessa lettera, proprio alcunj
davano ospitalità alle Chiese do- srrr:r:essiva-A Tito viene data l'i- na il devoto servizio di Stefalta e versetti dopo, Paolo esorta i suoi
mesliche ed esercila!ano Lln ruo- struzione di scegliere anzianj ca- di altri. a cui i Corinzì sono invi, lettori a non spegnele Lo Spirito,
lo di supervisione sulla Chiesa che paci di predicare la sana doltrina tati a sottomettersi. Tutto ciò sug- a non disprezzare le parole dei
si radunava nella loro casa. Gli an- e di confutare coloro che la con- gerisce che fin dall'inizio nelle profeti, a esaminare ogni cosa
ziani alÌ'interno della comunità traddicono (Tl 1,5-9), e di dare Chiese paoline ci fossero ministri (lTs 5,19-21). Qui, uno dopo al-
cristiana erano i capi, ma non ne_ eglj stesso l'esempio (Tt 1,10 2,2). <ufficialir> a fianco di ministri ca- tro, vengono menzionati quelii che
cessariamente coÌoro che davano Doveva esortare i membri della rismatici, (vi sono preposti)) e il miÌìistero
ospiralìtà alla comunirà. Esisteva comunità cristiana a comportarsi Ciò porta a un secondo interro- dei profetì ispirati dallo Spirito,
la possibilità cl'le una pcrsona [os- in modo da <îar onorc alla dot- gativo, Se nelle Chiese paoline c'e- senza alcun accenno a una possi-
se sia un anziano (responsabile trina di Dio nostro Salvatore)), a rano ministeri carismatici e mini- bile contrapposizioùe lra loro.
MÌnistero 100ó 1007 Ministero

lnfine, è signilicativo che negli fatto stesso che Dio conferisca dei ora ministro del vangelo (Ef 3,7; Paolo predica il vangelo mo-
eÌenchi dei carismi, sia nella lette- carismi per il ministero giustifica Co1 1,23), ora ministro della Chie- strando i segni di un vero aposto-
ra ai Romani che ùella prìma aì il loro esercizio; la Chiesa ha il sa (Col 1,2-25), Paolo si conside- lo:<segni, prodigi e miracoli>
Corinzi, si menzioni il ministero compiro di dconoscere i carismi rò anzitutto apostolo di Gesu Cri- (2cot 12,12: evidentemente uno
di (presidenzar o di (governo) che Dio ha concesso e di permet- sto, chiamato e incaricato dal Si- slogan dei Corinzi adottato da
(Rm 12,8; lCor 12,28). Che que- terne I'esercizio (cfr. 1Ts 5,19-21). gnore risorto di <(ottenere I'obbe- Paolo; cfr. i Commentari), In Rm
sto dono sia elencato îra allri di A sostegno della terza modaìi- dienza alla îede da parte di tutte 15,18-19 l'apostolo dà una som-
natura piultosto carismarica lascia rà, si può notare che le lettere pa- le genti) (Rm 1,5; Gal I,l5-16). maria descrizione del suo ministe-
intendere che Paolo non abbia storali dvelano che Paolo stesso In quanto apostolo, Paolo agi- ro a servizio del vangelo: (Non
percepito alcuna contrapposizio- designa Timoteo e Tito ad agire sce da ambasciatore di Cristo, tra- oserei infatti parlare se non fosse
ne fra quelli che noi chiamiamo come suoi delegati rispeltivamen- mite il quale Dio rivolge il suo ap- che Cristo ha operato per mezzo
ministe ca smaticì e ministeri uf- te a Efeso e a Creta, e che anch'es- pello agli uomini perché si lasci- mio per condurre i pagani all'ob-
tìciali (così, per esempio, Holm- si a loro volta designano vescovi, no riconciliare con lui (2Cor 5,20). bedienza, con parole e opere, con
bcrg, Martin 1979). anziani e diaconi. Nel cotpus pao- PaoLo parla di questo ministero la potenza di segni e di prodigi,
1.8 La Chiesa e il ministero - lino solo nelle lettere pastorali si anche in iermini sacerdotali. Egli con la forza dello Spiritor. Da
Si è discusso molto sulla relazio menzìonano i requisiti (eccetto la si definisce <ministro di Gesii Cri- questa affermazione, reminiscen-
nc esislente tra ministero e Chie- breve indjcazione di <quelli appro- sto tra i pagani, esercitando l'uf- za delle descrizioni sinottich€ del
sa. Tutti concordano sul fatto che vatj), Ioi dokímoil - se non è usa- licio sacro del vangelo di Dio per- ministero pubblico del Gesù sto-
in deiiniliva deve essere Cristo ta ironicamente in lcor I l,19) ché i pagani diventino un'oblazio- rico, possiamo dedurre che il Cri-
stesso che incarica delle persone a e la designazione di questi mini- ne gradita, santificata dallo Spi- sto esaltato continuava a compie-
svolgere iL ministero nclla sua stri; I'esistenza di tali mìnisleri pe- riro Sanlo) (Rm 15,16). Probabil- re attraverso il ministero di Pao-
Chiesa. Il dìsaccordo emerge rò è riflessa anche in Fil 1,1 e in mente per rispondere ai sospetti lo ciò che aveva iniziato a fare
quando si tratta cii determinare co- lTs 5,12. Il colpas paolino ci la- nutriti dai Giudei circa 1a <puri- quale Gesir storico (yedi Gesù e
me questo incarico venga affida- scia completamente al buio per tà) dei pagani convertiti da Pao- Paolo).
to. Si sono proposte tre modalità: quanto riguarda il coinvolgirnen- lo, questi era indotto a parlare così Il ministero di Paolo non termi-
l) direttamente per vocazione di- to delle Chiese stesse nel processo del proprio ministero. Si conside- na una volta che ha portato i Gen-
vina; 2) tramite ùna mediazione di designazione dei propri vesco- rò come un sacerdote, responsa- tili all'iniziale obbedienza della fe-
umana, in ogni caso è la Chiesa vi, anziani e diaconi, eccetto le li- bile dell'oiferta dei Gentili e in de. Egli ha I'obbligo di insegnare,
che sceglie; 3) oppure tramile co- ste delle qualità e delle caratteri- modo particolare della purità di esortare e ammonire così che le
loro che sono stati essi stessi inca- stjche auspicate e richieste in lTm questa ofierta, Rispondeva del- persone da lui convertite possano
ricati da persone debitameùte aù- 3einTt2- l'offerta dei Gentili e con la sua raggiungere la piena maturità in
torizzate. Per quanîo riguarda il predicazione e il suo insegnamen- Cristo (CoÌ 1,28). Questo gli cau-
col'pr.s paolino, non sembrano es- 2. PAOLO MINISTRO Paolo to si sforzava di assicurare che co- sava un assillo quotidiano per le
serci testimonianze a sostegno del- considerò il proprio ministero an- storo fossero un'offerta accetta e Chiesc, specialmente quando ve-
la seconda modalità. mentre se ne zjtutto come quello di un aposto- gradita a Dio. deva i loro membri incespicare nel
possono addufre alcune a soste- Lo di Cristo, con la responsabilità 2,2 Gli elementi essenziali del proprio cammino cristiano (2Cor
gno della prima e della terza. di portare i Gentili all'obbedien- ministero di Paolo L'elemento 11.28-29: Gal 4.19). lr una sor-
A sostegno della prima, si può za della fede. Si trattava di un mi- fondamentale del ministero di prendente metafora Paolo descri-
nolare che Paolo stesso rivendica nistero in cùi lo stesso Cristo glo- Paolo era la predicazione deÌ van- ve se stesso come uno che fidanza
di aver ricevuto la missione apo riiicato era atîivamente coinvolto; gelo (lcor 1,17). Egli riconosce- altli con Cristo: ((Io provo per voi
stolica diretlamente per vocazio- un ministero esercitato cofl la pa- va che questo era lo strumeùto una specie di gelosia dìvina, aven-
ne divina e grazie aÌla rivclazione rola e 1'azione e nella potenza del- mediante il qualc Dio avcva scel- dovi promessi a un unico sposo,
di Gesir Cristo, senza alcun coin- lo Spirito Santo. Per Paolo la mo- to dj larsi conoscere agli uomini per presentarvi quale vergine ca-
volgimenîo da parte di quanti era- tivazione principale del proprio (1Cor 1,21); quesro era la poten- sta a Cristo) (2cor 11,2). Median-
no apostoLi prima di lui (Gal ministero consisteva nel desiderio za di Dio pcr la salvezza (Rm 1,16; te la sua predicazìone apostolica
1,1.15-16). ln lCor 12,28 afferma di veder realìzzato per tùtti l'amo- lCor 1,18). Egli sentìva di avere del vangelo îidanza altri con Cri-
che Dio costituisce apostoli, pro- re di Cristo (2cor 5,14) e nella I'obbligo di predicare questo van- sto. Quindi egli aveva la respon-
îeri, maestri e altri individui do- consapevolezza di dover portare a gelo, e prevedeva conseguenze sabilità di fare tutto quanto era in
esercitare il ministero in
tati pcr termine la missione che gli era sta- spaventose se non lo avesse îatto suo potere per assicurare la con
favore della Chiesa (cfr. Ef ta affidata (lCor 9,16-17). (lCor 9,16-17), Potela scegliere tinuità della loro devozione a Cri-
4,11-12). In questo caso non si ha 2.1 Apostolo di Gesù Cristo - solo di predicare gratuitamente sto, fino al giorno delLa sua venu-
alcun accenno a un incarico una- Pur definendosi ora ministro di oppure no; in modo consequen- ta. Questa devozione si trovava in
no. Da questi testi emerge che jl Cristo (Rm 15,16;2cor I I,23), ziale scelse di larlo gratuitamente. pericolo quando i loro pensieri ve-
Miùisfero 1008 1009 Ministcro
nivano sviati da false dottrine, e jD guardia i Filip-
Qùando mette rnesso in discussione sia in Gala (2cor 10,9-10). Criticano l'apo-
allora l'apostolo ceÌca con ogni pesi contro quanti si comportano zja che a Corinto (forse anche a stolato di Paolo sostencndo che
ùezzo di renderc loro più chìara da nemici deÌla croce di Cristo, Filippi; cfr. i Commentari). A cra di qualirà inferiore rispetto a
la verità deL valgelo. Paolo li esorta: <Fatevi miei im! quanto sembra, in Galazia gli op- loro, perché egli era ùn profano
Anche la preghiera era un ele- ratori, fratelli, e guardate a quelli positori di Paolo, dei giudaizzan nell'arte del parLare (2cor I 1,5-6);
mento essenziale del ministero di che si comportano secondo l'e- ti, avrebbero iùsinuato che egli mancava di ùn'adeguata discen-
Paolo. Lc sue leLlere menzionano sernpio che avete in noi) (Fil oon era stato fedele alla missione denza giudaica [2Cor I1,22); il suo
ripetutamerlte Ìe sue preghicrc per 3,17). Ai credenti di Tessalonjca che essi credevano avesse ricevu- apostolato non si basava sù visio
i sr,loi convertitì e per tutti gli al raccomanda di tenersi lonlani da to dagli apostoli a Gerùsalemme, ni e rìvelazioùi (2Cor 12,1); non
tri, dei quali era responsabile in quanti vivono nell'ozio, ricordan- dal momento che egli tralasciava compiva <i segni di un apostoLoD
quanto apostolo dei Gentili (Rm do loro quanto egli abbia Lavora- nella sua predicazione di richiede- (2cot 12,11-12). Essi attaccarono
1,8-10; Ef 1,15 19; 3,14-19; Fil to giorno c notte per non essere di re la circoncisione. A difesa della anche l'integrità personale di Pao-
1.3 5.9-11:Col 1,9-12i 2Tm 1,3; peso ad alcuno, <per darvi noi propria integrità apostolica e del- lo sul piano economico, insinuan-
Fm 4-6). ll motivo ricorrentc di stessi come esempio da imitare> la verjtà del vangeio che predica, do che il suo rifiuto di accettare
qucste preghiere era che i creden (2Ts 3,7-9). Non sorprende di tro- Paolo insiste sul fatto che egli non sostegno economjco da parte dei
ti potessero conoscere la speran- vare nelle leltere pastorali esorta- ha ricewto la sua missione di apo- Corinzi (come Ìoro naturalmente
za a cuj erano chiamati e la gran- zioni in base alle quali anche Ti- stolo da qualcuno e la sua com- facevano) fosse la prova che Paolo
dezza della potenza di Dio all'o- moteo e Tito devono cosLitùire un prensione del vangelo per i Gen- non amava realmente i suoi con-
pera in Loro (El I,17-19); che po- esempio chc icredenti devono se- tili non è stata (modellata sull'uo- vertiti (2cor I1,7-l l) e che di".tro
tesscro venir raffbrzati dallo Spi guire (lTm 4,12; Tt 2,7; cfr. Imi- mo)) (Gal 1,1.11). Turto gli è sta- questo paravento si cclasse la sua
rito per compreùdere l'amore di tazione di Paolo/di Cristo). to comunicato direttamente da smania di ottenere per sé un gua-
Dìo che sorpassa ognÌ conoscen 2.3 Il coinvolgimento del Cristo una rivelazione di Dio (Gal dagno ancor piìl grande attraver-
za (El 3,16-19); che la loro calllà glorificato Una delle cose sor- 1,12.15-17)i di conseguenza non ci so l'iniziativa della colletta (2Cor
si arricchisse sempre di piir in co- prendenti che emergono dallo stu- sono ragioni per accusarlo dinon 12,14-18).
noscenza e in ogni genere di di- dio deLle lettere di Paolo è la sua aver adempilrto con fedelta una Per amore della Chiesa di Corin-
scernimento, <per essere iltegrj e forte convinzione chc il Cristo glo- missione ricevuta dagli apostoli di to Paolo si sente obbligato a pun-
irreprensibili per il giorno di Cri fìcato fosse attivamente coinvol- Gerusalemme, Infatîi passarono tualizzare che, pur essendo un pro-
sto) (Fil 1,9-l l): infine, clìe potes- îo ncl suo ministero. Paolo attri- tre anni dalla sua esperienza di fano neÌl'al1e rgto ca, non è sprov-
sero conoscere Ia volontà di Dio buìsce il succcsso della sua missio- conversione-vocazione prima di visto di conoscenza (2cor 11,6)
c co5ì comportarsi in maniela de- ne a (ciò che Cristo ha operato per entrare per la prima volta in con- o di autorita (2cor 13,2-3.10).
sna del Sìsnore (Col 1,9-10). mezzo mio per condurre i Pagani tatto con Pietro (Gal I,l8-21). Fa notare anche che ha avuto vi-
Un ultedore aspetto del mjniste all'obbedienza, con parole e ope- Agli apostoli di Gerusalemme pre- sioni e rjvelazioni da pane di Dio
ro di Paolo era la consapevolezza re> (Rm 15,18). Era la voce di Cri- sentò quel vangelo che andava (2cot 12,1"5), ha compiuto se-
di poter plasmarc lo stile di vita sto stesso ad essere ascoltata me- predicando ormai da quattordici gni e prodigi (2cor 12,11-13) e
.he ì credenti dovevano assumc- diante la proclamazione dell'apo- anni; ed essi non vi aggiunsero può esibire la prova che Cristo
re. Se iCorinzi sono dit'enÌrtì or- stolo e dei suoi collaboratori (2cor nulla (Cal 2,1-10), Quindi, onesta- parla in lui (2Cor 13,2-3). Comun-
gogliosi della propria importanza, 5,20; clr. Ef 2,17). Cristo era l'au- mente non poteva venir accusato que, appare con chiarezza che
probabilmente a causa dell'(esca- tore delle (lettere vive) scritte nel di aver tradito una missione rice- Paolo respinge completamente
tologia realizzata)), Paolo li esor- cuore di uomini e donne, ma que- vuta a Gerusalemme. questo modo di valutare la ri-
ta piuftosro a farsi suoi imilatori sto lo otteneva grazie al ministe- A Corinto Paolo subì un forte vendicazione all'apostolato e i
e, per facilitare questo, manda Ti- ro <da scriba>> di Paolo e dei suoi attacco al suo apostolato. Questo crjteri trionialistici ad essa sog-
moteo perchó rìcordino le sue vie coÌlaboratori, ai qúali era stato af- venne scatenato da quelli che egli giacenti, Per Paolo i segni distin-
in Cristo (1Cor,1,16-17). Conclu- fidato il prezioso <inchiostrot del- denomina (îalsi apostoli)) (redi tivi dell'autentico ministero apo-
dcndo la sua rjsposTa alproblema lo Spirito (2Cor 3,1-3). Solo Cri- Oppositori di Paolo). Costoro lo stolico sono i sùoi frutti (cioè la
se mangiare o no la carne oflerta sto, ritiene Paolo, gli infonde la accusano di essere <animoso)) fondazione di comunità cristia-
agli idoli, Paolo esorîa i suoi let- forza necessaria per svolgere il mi- quando è assente e a debita distan- ner 2cor 3,2-3), le dìsposizioni
tori a non dare <motivo di scan- nislero della predicazjone e dell'in- za, ma di gssere (timido>r quando d'animo con cui viene svolto (in
dalo né ai Giudei né ai Greci. né segnamento, mediante il quale è presente (2cor 10,1). Eeli vi consonanza con la dolcezza e la
alla Chiesa di Dio>. Si facciano spera di presentare uomini e don- vrebbe <secondo la carne) (2cor mansuetudine di Cristo: 2cor
piuttosto suoi imilatori, cercando ne maturi in C sto(Col 1,28-29). 10,2). Ha l'abitudine di spaventare 10,1) e la pafiecipazione alle sof-
di piacere a tutti in tutto, perché 2.4 La difesa del proprio mini- le persone con lettere di îuoco da ferenze di Cristo (2cor 4,8-12;
almeno alcuni giungano alla sal- stero da parte di Paolo Il mi- lontano, ma <la sua presenza fi" 11,23-33). Ben lungi dal conside-
vczza (1Cor 10,32-l I ,l ; cfr. 9,22). njstero apostolico di Paolo venne sica è debole e la parola dimessa)) rare le proprie sofferenze come
Ministero l0l0 101 I Miracoli
qualcosa che squalifica la propria l'<epifania> della potenza di Dio, tro (lCor 4,3), compresi gli apo- no impegnati per I'edificazione
rivendicazione all'apostolicilà, egli Così, coltro i suoi oppositori a stoli di Gerusalemme (Gal 2,6). della Chiesa.
si appella ad esse conle a prove le- Corinto, Paolo sostiene che se da t']er Paolo ciò che contava era la
giuimanti (clr, GaÌ 6,1?). una parte il Ìninistelo apostolico valutazione che del suo ministero Vedi anchei Apostolo; Chiesa;
2.5 Debolezza e potenza - implica la manifestazione della avrebbe latto il Signore, nel gior- Chiesa, ordinamento e governo
Paolo rivendica di essere il rappre- potenza di Cristo, dall'ahra que- no della sua venuta (yedi Escato- della; Collaboratori, Paolo e i
senEnte attraverso cui Dio agisce. sta porenza si manifesta neLla de- logia). suoi; Debolezza; Doni dello Spi-
I suoi oppositori a Corinlo asse- bolezza dell'apostolo. Paolo allude alla sua convinzio- rito; Pastore, Paolo come; Servo,
riscono che la sua presenza iragi 2.6 Motivazioni per il míniste. ne circa la valutazione escatologi- servizio.
le e il suo parlare dinesso (2cor ro La molivazione di Paolo era ca del ministero per la prima vol-
10,10) sono incompalibili cor que- slaccettata. Essenzialmente egli ta in 1Ts 2,19-20. Qui I'apostolo B'BL. Commìssione Fed€ e Costituzione
sta pretesa (vedl Retorica). Dal era guidato dall'amore di Cristo esprime la speranza che i sìroi con- del Consislio ecùmeóico delle Chiese, Art
vertiti siano Ìa sua gioia e corona, resima, eucalisîíd e mikkrero l{iDocunen
momento che i Corinzi hanno pre per sé personalmente e Per [rtta to diLilna)), nr E,c/r;niton Oecume lcun,
stato ascoÌto ai suoi oppositori in l'umanità (2cor 5,14- l5; Gal di cui si potrà vantare nel giorno Edb,llologra 1986, vol. l, l39l-1,111; Bau-
proposito, Paolo scrive: <L'ho 2,20). Oltre a ciò, egli avvertiva del Signore. Un'allusione simiìe si î ett N., Charisna und Amt beìPaulus,ìD
detto prima e lo ripeto oÌar quan fortemente il dovere di esercitare trova anche in Fil 2,14-16, dove A. vanlrole (ed.), I7póte Pau!: Pe.sona
lité, Sryle et Conceptìon du Minísîère,Leu-
do verrò dì nuovo non perdonerò la missione apostolica che gli era Paolo esorta i suoi lettori a vivere ven Ulivershy, Leuven 1986, pp. 203 2281
più, dal nomento che cercaLe una slata allìdata (Rm 1,14-15i lcor in modo irreprensìbile, così che nel Campenhaù5en H. vaf., Ectlesíasti<dl Au-
prova chc CrisLo parla in me, lui 9,16-17) e di esercitarla in modo giorno di Cristo egli potrà vantarsi thoiry dnd Spìtitual Pawet in the Chutch
che ùon è debole, ma potenle in tale da poter rendere conto a Dio (di non aver corso invano, né in- o:f the Fitst Three Centuries, Adam& Char-

mezzo a voj. Inîatti, egli fu croci- della propria vira e della propria vano faticato) (vedl Caducità, Ìes Black. London 1969i Ell\sE.E., Pa li
ne Theolag: Minisù! and Societr, Eeld-
fisso per la sua debolezza, ma vi attività (lCor 4,1'5; 2cor 5,9-10). vuoto, vanita), nars, Grand Rapids Paternosrer, Exe-
ve per la potenza di Dio> (2Cor L'apostolo era spinto da un forte La forma piu sviluppaîa di que- tcr 1988i Giles K., Patrerns o.î Mlnisn!
sto insegnamento si trova in I Co- atnang îhe Fitst Christidns, Collins Dove,
13,2 4a\. E allora, per difendere desiderìo di vedere i suoi compa- \'felbourne 1989i Hanson A. T., île Plo
la <<debolezza>> della propria pre- trioti giudei giungcre alla cono- rinzi. In questa lettera Paolo di- nee. Mìnistr!, SPCK, London I975; Holm
senza e del proprio ministero, pur scenza salvifica di Cristo (Rm chiara di non essere tenuto a ren- beryB., Pauland Powt: The Structurc o.Í
affermando llel contempo che la 9,1-3i 10,1) e sperava che il suo dere conto ai Corinzi, asserendo Authotiry in the Ptimirire Chulch as Re
potenza divina si è manjfestata in ministero rra i Gentili suscitasse la che gli importa poco di venir giu- flected in the Pauline Episrles, Fatltess,
Philadelphia 1980; Kruse C. c., À'ew Te-
lui, scriver (Anche noi, che siamo loro gelosia, così da salvarne al- dicato da loro o da un consesso statnent Models lot Minist!: Jesus an.l
deboÌi in lui, saremo vivi con lui cunì (Rm 11,13-14). Paolo nutrì umano (lCor 4,3). Nessun giudi- Pdrl, Thomas Nelson, NashvilÌe 1985j Lin-
per la poicnza di Dio) (2CoÌ un forte affetto per i sùoj conver- zio sara pronunciato <prima che colî A. T., Ephesians, UBC 42, word,
Dallas 1990ìMartin R. P., rhe Fanilr and
13,4b). Chiaramente, qui ci tro titi, e questo lo ponò a voler con- venga ilSìgnore)). Quando verra, the FelloNshìp: New Tesrament lmages a.l
viamo di fronte a un paradosso. diviclere con loro non solo il van- ogni cosa verra alla luce e ognu- the C hutch, Eetdmat s, Gr and Rapids 198,1;
L'apostolo insinua che egli si iden- gelo, ma anche tutto se stesso (lTs no ricevera la sua lode da Dio Id., The Spìrit arul lhe Congrcgotion: Stu
tifica con il Gesir crocifisso nella 2,8). Questo afîetlo lo rende im- (1Cor 4,5). Un insegnamento an- .ties in t Carinrhidns /2-,1J, E€rdmans,
Grand Rapids 1 98.1; Nlorri s L., Mi isters oJ
debolezza e simultaneamente con pazicnte di visitarli e di pregare per cor piu chiaro sì trova in lcor Go.l, Intervarsity Pre$, London 196rli PeF
i1 Cristo vivente per la potenza di loro (1Ts 2,17-20; 3,9-10) c di con- 3,10-15, dove, usando la metafo- kjns P., Ministe g in the Paulíne Chur
Dio. sun1are le proprie energie e tutto ra della costruzione (con i
suoi .lei, PauÌh!, N€w York 1982i Schillebeeckx
E., Il ninisîera netla Chiesa, Queriniana.
2cor 12,9-10 è il locus c[assícus se stesso per loro (2cor 12,15). fantasiosi quanto concreti mate- llrescia 1992ri Theissen c., Socialasia del
per questo insegnamento deÌla riali da costruzione), Paolo sostie- Ctisîíanesi a pinitito, l.Iarie!ti, Genova
<poLenza nella debolezzat: <Egli 3. VALUTAZIONE ESCATO- ne che il minìstero di ciascuno sa- 1987i Wjúerineron B. 111, Wonen in the

lil Signorel mi ha detto: "Tì ba- LOGICA DEL MINISTERO _ rà provato con il fuoco nell'ulti- I:alliesr Chutches, SNTSMS i9, Uliversi-
ty Press, Canbridge 1988.
sta la mìa grazia; la mia potenza Il ministero di Paolo fu oggerto di mo giorno (lCor 3,13). Può darsi
infatti si manifesta pienanÌente molte critiche. L'autcnticità della che alcuni ministri cristiani non C. G. Ktuse
nella debolezza". NIi vanterò sùa apostoljcità venne messa in di- superino la prova, ma anche così
quindi ben volentieri dclle mie de- scussione in Galazia, a Corinto e saranno salvi (1Cor 3,15). Colo-
bolezze, perché dimori in me la a Filippi. Pur avendo difeso il pro- ro però i cui ministeri supereran- MINISTERO DELLE DON-
potenza di Cristo [...] Quando so- prio apostolato da quanti 10 criti- no la prova riceveranno la ricom- NE: redi Ministero; Uomo e
no debole, è allora clle sono for- cavaDo per aùrore della verità del pensa (lcor 3,14). Qui vediamo donna
te)r. Lc parole di Paolo quj indi vangelo, alla lìne sembra aver da come Paolo, dopo averlo applica-
cano che debolezza c potenza coe- lo scarsa importanza a come ve- to al proprio ministero, estenda il
sistono: è nella nassima dcbolez nisse giudicato il suo nlinistero dai principio della veriiica escatologi- MIRACOLI: redl Corinzi, lette-
za dell'apostoÌo che ha luogo sùoi convertiti o da chiunque al- ca al ministero di tutti quanti si so- re ai; Segni e miracoli
Misericordia l0t2 1013 Miscricordia

MISERICORDIA (per esempio, Sal 69,16-18; Is vcndo: <Dio usa misericordia con Anche i Ciudei però ((qùanto al-
30,18) e farlo rimpatriare da do- chi vuole> (Rm 9,18). Di fronte a I'elezione sono amati a causa dei
ve si trova in esìlio (per esempio, Dio non giova addurre alcun n1e padri) (Rm l 1,28). Ciò non signi-
SoMMARTo LSlondovclcrolesladenta
rio: 2. )lisericÒrdia lvaclci l. \liseri- Dt 30,3; ls 49,10.13; Ger 12,15;Ez rìto umano. La nosha salvezza è fica che ogni singolo israelita sa-
cordja conre spìnra aÌ scrlirio. 39,25). La misericordia di Dio ha dovuta alla misericordia di Dio. rà salvato (come pure, la predica-
anche una dimensione escatologi- Quando aflronla il problema zione aj GentiLi non implica clìe
Il Dio che Paolo adora c che ca, perché dallo fesed di Dio sgor- dell'elezione divina di alcuni, men- tutti i Gentili saranno saivati), ma
propone nella sua Predicazione è gherà il perdono finale e la reden- tre altri sono soggetti all'(ira di che nella prowidenza di Dio la
un Dio (ricco di nisericordiaD (Ef zìone deLsuo popolo (per cs€mpio, Dio)) (yedl Elezione e predestina- salvezza raggiungerà a tempo de-
2,,1). Ne1 pensiero dell'apostolo è ls 54,8; 55,3; Get 33,26). zione), Paolo non adduce motiva- bito i Giudei e anch'essi conosce-
fondamentale I'idea secondo cui Meno frequentemente (sei vol- zioni teoriche, per cui alcuni so- ranno la misericordia divina: <Dio
rulti sono peccatori (Rm 6,23) e te), nella LXX e/eos è usato per no saÌvati e altri reietti, ma ìnsi- infatti ha rìnchiuso tutti nelia di-
perciò degni di giudizio, tolalmen- l'ebraico rahamîm (reso con ol,t- ste sul fatto che ci sono <vasi d'j- sobbedienza, per usare a tutti mi-
te incapaci di oltenere la salvezza tí noiecc.), un termine che sem- ra)) che, dice, sono (pronti per la sericordia>> (Rm I1,32).
in base aj propri meriti. Se qual- bra de[otar€ il sentimento di pa- perdizione>. Di fronte a costoro
cuno riceve la saÌvezza. ciò avvie- rentela tra quanti sono natj dallo ci sono <vasi di misericordia da 3. MISERICORDIA COME
ne solo perché Dio è misericordìo- stesso ventre, o il sentimenlo ma- Dio predisposti alla gloria> (Rm SPINTA AL SERVIZIO - Pao-
so. La misericordia di Dio è al- terno dì una madre che ha parto- 9,23). Paolo non lascia alcun dub- Io parla di sé e dei propri collabo-
la base di tutto il messaggio di îtlo (rchem signiiica (utero)). bio suÌÌ'importanza della miseri- ratori come di qhi ha un ministe-
Paolo. cordia per quanti sono salvati. Co- ro grazie alla misericordìa ottenu-
Dio però l1on è tanto misericor- 2. I,IISERICORDIA SU ISRAE- storo sono salvati non in virtiì dei ta (2cor 4,1) e quìndi non devo-
dioso, cluanto <ricco di rnisericor- LE II modo di agire di Dio nei propri meriti, ma perché Dio è mi- no perdersi d'animo. La miseri-
dìa>. EgLi è <Padre misericordio- confronti di lsraele rappresenta sericordioso. cordia di Dio si è mostrata loro;
so e Dio di ogni consolazionet per Paolo l'esempio supremo di Da Rm 9-l I appare con chiarez- perciò si mettono al servizio dì
(2Cor 1,3). Non dobbi

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