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Guida all'uso del programma per il calcolo dei solai misti legno-calcestruzzo
con connettori a piolo e ramponi TECNARIA
secondo il DM 17/01/2018, le indicazioni della Approvazione Tecnica di
Prodotto Avis Technique e la Valutazione Tecnica Europea ETA-18/06049
Tecnaria S.p.A.
Viale Pecori Giraldi, 55
36061 Bassano del Grappa (VI) Italia
tel. 0424 502029
Fax. 0424 502386
info@tecnaria.com
wwww.tecnaria.com
Sommario 1
AVVERTENZE PRELIMINARI 4
Pulsante FILE 7
Pulsante DATI 8
Tavolato ............................................................................................................................................. 13
Travicelli ............................................................................................................................................ 13
CLS .................................................................................................................................................... 14
Legno ................................................................................................................................................. 14
Altri.................................................................................................................................................... 15
Pulsante CALCOLA 16
Pulsante GUIDA 17
Sezione RISULTATI 17
Staffe.................................................................................................................................................. 21
IMPOSTA STAMPANTE................................................................................................................. 21
STAMPA ........................................................................................................................................... 21
SU FILE............................................................................................................................................. 21
STAMPA ........................................................................................................................................... 21
ANNULLA ........................................................................................................................................ 21
Procedura di calcolo 22
Normativa di riferimento 22
Note di calcolo 26
Connettore BASE 30
Connettore MAXI 31
Connettore OMEGA 31
Armatura 34
Telo impermeabile 34
AVVERTENZE PRELIMINARI
Il programma esegue il calcolo del dimensionamento di strutture in legno-calcestruzzo
calcolando la distanza fra i connettori a piolo e ramponi Tecnaria date la geometria, i materiali
ed i carichi; il sistema di calcolo e le caratteristiche meccaniche sono quelle indicate nella
Approvazione Tecnica di Prodotto Avis Technique. Tale certificazione è stata rilasciata da un
ente terzo, il CSTB, ente che fa parte della EOTA (vedasi www.eota.eu ).
Esegue le verifiche complete sul sistema misto: sul legno, sul calcestruzzo e sul connettore.
Nell'inserimento dei dati è necessario utilizzare il punto decimale e non la virgola.
Quando si variano i dati è necessario cliccare sul pulsante "calcola" per aggiornare i risultati.
Vengono proposte alcune scelte di default che si riferiscono a tipologie usuali.
Per il calcolo dei solai a semplice orditura basta applicare l'opzione relativa.
Nel caso dei solai a doppia orditura il programma esegue il calcolo della sola orditura principale
nel caso in cui l’orditura secondaria è posizionato sopra la principale; una volta verificata la
trave principale è necessario eseguire un nuovo calcolo per la orditura secondaria attivando
l'opzione "solaio a singola orditura" e utilizzando come luce di calcolo l'interasse delle travi
principali.
Il programma calcola automaticamente i carichi permanenti di tutto ciò che è al disotto della
soletta, soletta compresa, pertanto è necessario inserire solo i carichi permanenti ed accidentali
gravanti sopra la soletta.
Inoltre i dati di default del programma sono stati cambiati e sono stati scelti valori più opportuni
per le situazioni di rinforzo di solai esistenti.
L’utilizzo del programma porta quindi a risultati differenti da quelli che si potevano ottenere nel
programma precedente.
Pulsante FILE
Nel menu File troviamo i comandi connessi con creazione ed eliminazione dei set di dati,
apertura e salvataggio di set di dati su file, stampa e gestione delle opzioni di stampa e infine il
comando per uscire dal programma.
NUOVO: predispone l'ambiente per l'immissione di un nuovo set di dati, qualora vi sia in
memoria un set di dati non salvato richiede all'utente se vuole salvare gli stessi su di un file.
APRI: carica un set di dati precedentemente salvato su file tramite il comando SALVA, qualora
vi sia in memoria un set di dati non ancora salvato, richiede se si desidera procedere al
salvataggio su file degli stessi.
SALVA: salva il set di dati attualmente in memoria in un file, se il set di dati non era mai stato
salvato precedentemente su file visualizza all'utente la finestra di salvataggio con nome,
proponendo un nome standard che l'utente può modificare se lo desidera. Qualora al set di dati
risulti già assegnato un file dati, procede al salvataggio diretto dei dati sullo stesso,
riscrivendolo.
SALVA CON NOME: provoca la visualizzazione della finestra di salvataggio del set di dati su
file, se il set di dati attualmente in memoria risulta già associato a un file dati propone lo stesso
come scelta di default, se invece è il primo salvataggio del set di dati, propone un nome standard
come scelta di default.
IMPOSTA STAMPANTE: visualizza il pannello di controllo delle stampanti, da cui è
possibile scegliere tra le stampanti installate sul sistema, e eventualmente variare le impostazioni
delle stesse.
STAMPA: apre una nuova finestra in cui viene richiesto il nome del progetto ed il nome del
Progettista, poi ulteriori scelte:
SU FILE: permette di memorizzare i dati ed i risultati su un file di testo.
TESTO: manda in stampa in formato testo i dati ed i risultati con le attuali impostazioni della
stampante.
ESCI: provoca l'uscita dal programma stesso, qualora vi sia in memoria un set di dati che non è
stato modificato, il programma propone se si vuole salvare il set di dati stesso (caso in cui viene
visualizzata la finestra di salvataggio), non salvare e uscire, oppure annullare il comando di
uscita.
N.B. La stessa procedura a cui si assiste nel caso di comando ESCI e set di dati da salvare si ha
anche nel caso in cui sempre in presenza di un set di dati non salvato su file, si vengano a creare
condizioni per cui si richiede la chiusura dell'applicazione, quali la chiusura del sistema stesso
e/o comunque un comando di chiusura dato all'applicazione in uno dei vari modi possibili sotto
Windows.
Pulsante DATI
La finestra DATI serve per l'immissione in appositi campi di tutti i dati attinenti a geometria,
carichi e materiali utilizzati, utili ai fini delle procedure di calcolo.
All'interno della finestra sono presenti le sezioni:
RIEPIOLOGO DATI
GEOMETRIA
CARICHI PORTATI
RAPPPORTO ADM. L/FRECCIA
MATERIALI STRUTTURALI
INSERIMENTO AVANZATO CARATTERISTICHE MECCANICHE
In questa sezione è presente solo se l’utente ha scelto trave non puntellata né tirantata.
I risultati vengono riportati solo dopo aver cliccato “Calcola”.
SI tratta delle verifiche della fase transitoria del legno quando il calcestruzzo non ha ancora fatto
presa ma è già stato posizionato.
Si noti che i carichi sono i pesi propri, quelli che sono stati definiti come carichi permanenti
strutturali a cui vanno sommati i carichi inseriti dall’utente come “Altri di 1° fase”.
Questa non è la verifica di sicurezza della fase transitoria (che dovrebbe comprendere anche i
carichi variabili dei operatori e dei loro eventuali mezzi), è una verifica intermedia necessaria
per il calcolo della verifica finale mista.
Legno - flessione. Verifica adimensionale a flessione del legno.
Legno - taglio. Verifica taglio del legno.
Freccia prima fase. Deformata che assume la trave in legno sotto il carico indicato.
Sezione GEOMETRIA
Spessore assito: spessore del tavolato ligneo, delle pianelle di laterizio oppure delle tavelle; da
esprimere in cm, con spessori che generalmente variano tra i 2 e 3 cm. Nel caso si adotti il
connettore montato direttamente sul tavolato il programma non accetta valori superiori a 4cm.
Spessore isolante: spessore di un eventuale strato di materiale isolante posto fra assito e soletta,
da esprimere in cm, la presenza del materiale isolante fa aumentare l’altezza della sezione e
produce un aumento di resistenza e rigidezza del solaio.
Spessore CLS: altezza della soletta di calcestruzzo (esclusi eventuali strati e/o riporti non aventi
funzioni strutturali), da esprimere in cm, con un intervallo di spessori che generalmente varia tra
4 e 6 cm, dove il valore inferiore è da considerarsi un minimo sotto al quale la soletta non
garantisce la sua efficienza ai fini strutturali; spessori maggiori non portano a sostanziali
miglioramenti in quanto aumentano anche il peso. Per calcestruzzi fibrorinforzati ad alte
prestazioni è possibile anche scendere sotto i 4 cm di spessore.
Si fa presente che affinché un solaio misto legno-calcestruzzo possa essere considerato
infinitamente rigido nel piano orizzontale, la soletta deve avere spessore non inferiore a 5cm
(DM 17/01/2018 “Norme tecniche per le costruzioni” al 7.2.6)
Interasse travi: distanza tra gli assi delle travi di legno, da esprimere in cm.
Base travi: larghezza della sezione rettangolare delle travi, da esprimere in cm.
Altezza travi: altezza della sezione rettangolare delle travi, da esprimere in cm.
Luce travi: luce di calcolo del solaio nel senso delle travi, da esprimere in cm.
Interasse travetti: distanza tra gli assi dei travetti in legno in appoggio sulle travi principali, da
esprimere in cm.
Base travetti: larghezza della sezione rettangolare dei travetti, da esprimere in cm.
Altezza travetti: altezza della sezione rettangolare dei travetti, da esprimere in cm.
Il programma calcola automaticamente i carichi permanenti di tutto ciò che è al disotto della
soletta, soletta compresa, pertanto è necessario inserire solo i carichi permanenti ed accidentali
gravanti sopra la soletta.
Valori da esprimere in kN/m²,
Caso di struttura puntellata:
Iniziali (ad es. sottofondo): valore di carico iniziale posizionato dopo la rimozione dei
puntelli. Ad esempio il peso del massetto interposto tra la soletta di calcestruzzo
collaborante e la pavimentazione con funzioni di riempimento (per permettere la posa di
impianti etc.) e/o livellamento; generalmente tale valore varia tra 0.3 e 1 kN/m² in
funzione dello spessore. Questo carico entra nel calcolo della freccia attiva solo per la
componente viscosa.
Iniziali (ad es. massetto): altro valore del carico iniziale. Il programma lo somma al
precedente. Questo carico entra nel calcolo della freccia attiva solo per la componente
viscosa.
1° di tipo fragile (ad es. tramezze): peso del primo elemento posizionato che abbia
natura fragile, quindi che se posato su un solaio deformabile rischia di danneggiarsi. Ad
esempio il peso di tramezza in tamponatura o di pareti in vetro. Il peso delle tramezze è
generalmente compreso fra 0.7 e 1.5 kN/m²; tale parametro è significativo solo ai fini del
carico complessivo che grava sul solaio, ma non salvaguarda da problemi locali che
vanno affrontati a parte e con soluzioni ad hoc. Se non ci sono tramezze potrebbe essere
il carico di pavimentazioni di tipo ceramico o in marmo, con piastrelle molto grandi. Se
ci sono sia tramezze fragili che pavimentazioni fragili in questa cella va messo solo uno
dei due dati, quello relativo alla struttura che viene installata per prima. Questo carico
entra nel calcolo della freccia attiva solo per la componente viscosa.
Successivi: eventuali carichi posizionati dopo il primo carico di tipo fragile, che con la
loro presenza possono far deformare il solaio al punto di danneggiare il primo carico di
tipo fragile. Questo carico entra nel calcolo della freccia attiva sia per la componente
iniziale che per la componente viscosa.
Se il 1° carico di tipo fragile è nullo (non ci sono finiture fragili) allora anche questo
carico come gli altri nel calcolo della freccia attiva ha solo una componente viscosa, non
essendoci nulla che si possa danneggiare.
Caso di struttura non puntellata né tirantata
Altri di 1° fase (ad es. controsoffitto): questo carico è un carico aggiuntivo che agisce
in prima fase, prima che il calcestruzzo abbia fatto presa. Può essere usato per
aggiungere ai carichi di prima fase che il programma si calcola da sé il peso di un
eventuale controsoffitto o di una altra struttura presente già in prima fase. Questo carico
non entra nel calcolo della freccia attiva.
Iniziali (ad es. massetto): valore di carico iniziale posizionato dopo la rimozione dei
puntelli. Ad esempio il peso del massetto interposto tra la soletta di calcestruzzo
collaborante e la pavimentazione con funzioni di riempimento (per permettere la posa di
impianti etc.) e/o livellamento; generalmente tale valore varia tra 0.3 e 1 kN/m² in
funzione dello spessore. Questo carico entra nel calcolo della freccia attiva solo per la
componente viscosa.
1° di tipo fragile (ad es. tramezze in laterizio): peso del primo elemento posizionato
che abbia natura fragile, quindi che se posato su un solaio deformabile rischia di
danneggiarsi. Ad esempio il peso di tramezza in tamponatura o di pareti in vetro. Il peso
delle tramezze è generalmente compreso fra 0.7 e 1.5 kN/m²; tale parametro è
significativo solo ai fini del carico complessivo che grava sul solaio, ma non salvaguarda
da problemi locali che vanno affrontati a parte e con soluzioni ad hoc. Se non ci sono
tramezze potrebbe essere il carico di pavimentazioni di tipo ceramico o in marmo, con
piastrelle molto grandi. Se ci sono sia tramezze fragili che pavimentazioni fragili in
questa cella va messo solo uno dei due dati, quello relativo alla struttura che viene
installata per prima. Questo carico entra nel calcolo della freccia attiva solo per la
componente viscosa.
Successivi (ad es. pavimento): eventuali carichi posizionati dopo il primo carico di tipo
fragile, che con la loro presenza possono far deformare il solaio al punto di danneggiare
il primo carico di tipo fragile. Questo carico entra nel calcolo della freccia attiva sia per
la componente iniziale che per la componente viscosa.
Se il 1° carico di tipo fragile è nullo (non ci sono finiture fragili) allora anche questo
carico come gli altri nel calcolo della freccia attiva ha solo una componente viscosa, non
essendoci nulla che si possa danneggiare.
Sovraccarichi variabili: sovraccarico accidentale come da normativa o da specifiche di
progetto, da esprimere in kN/m². Valori di riferimento sono espressi nella tendina di scelta. È
possibile inserire direttamente un valore nella casella al disotto della tendina se si seleziona
“utente …” nella precedente casella. In tale case è necessario anche indicare il relativo
coefficiente di combinazione ψ2. Per fare ciò cliccare su “Altri” ed inserire il valore su
Coefficiente di combinazione per carichi quasi permanenti ψ2. Per carico neve sotto i mille metri
di altezza tale valore è zero.
In questa sezione viene richiesta la freccia massima ammissibile per le deformazioni; tale valore
indica l’abbassamento di progetto consentito in mezzeria, il valore è espresso in rapporto
luce/freccia.
Le verifiche riportate sono tre:
- La freccia istantanea per il solo carico variabile (nel programma Istantanea var.) è la
deformata relativa ai soli carichi variabili in combinazione di carico rara calcolata
utilizzando le rigidezze per carichi di breve durata degli elementi costitutivi della sezione
mista (legno, calcestruzzo e connettori).
Rigidezze: a tempo zero
Carico: Q
Le NTC2018 dicono che, se è il caso di limitarla, è raccomandato che sia inferiore a L /
300.
Si consiglia di limitarla se ci sono finiture di tipo fragile portate dal solaio.
E’ una deformata concettualmente simile a quella della freccia attiva, che è più completa.
Peso specifico assito: peso specifico dell'assito, pianelle o tavelle; valore da esprimere in kN/m³.
Peso specifico isolante: peso specifico dell’eventuale strato di isolante, da esprimere in kN/m³.
Classe calcestruzzo strutturale: si fa riferimento alle classi previste dal D.M. 17/01/2018. Il
programma, in base alla scelta fatta, assume le caratteristiche meccaniche (resistenza
caratteristica cilindrica, modulo di elasticità, peso specifico, resistenza a trazione caratteristica,
coefficiente di viscosità e coefficiente di sicurezza) .
Il programma contempla anche i calcestruzzi leggeri strutturali prodotti dalla Laterlite S.p.a.
“Leca CLS 1400”, Leca “CentroStorico”, Leca CLS 1600”, “Leca CLS 1800”; le relative
caratteristiche meccaniche implementate nel programma sono fornite dalla Laterlite S.p.a..
Sono inclusi anche nuovi calcestruzzi con rinforzo di fibre metalliche che permette di ottenere
elevate resistenza a compressione e a trazione. Utilizzando questi tipi di calcestruzzi è possibile
evitare di posare la rete metallica e conseguentemente utilizzare spessori di calcestruzzo anche
di soli 2 o 3 cm. Tecnaria produce appositamente per questi casi dei connettori ad altezza 20 mm
e 30 mm.
Tra i dati da indicare per i calcestruzzi è presente anche la resistenza a trazione. Tale dato viene
utilizzato nelle verifiche puntone tirante della soletta.
La resistenza a trazione dei calcestruzzi alleggeriti viene valutata secondo la formula [4.1.50]
delle NTC2018.
È possibile definire direttamente le caratteristiche meccaniche agendo sul pulsante CLS nella
sezione Inserimento avanzato
Tipo di legno: si fa riferimento ai tipi di legno previsti dalle norme di prodotto collegate alle
NTC2018. Il programma, in base alla scelta fatta, assume le caratteristiche meccaniche
(resistenza caratteristica a flessione, a trazione, a taglio, modulo di elasticità, peso specifico e
coefficiente di sicurezza sul materiale) così come definite dalle norme di prodotto. È possibile
definire direttamente le caratteristiche meccaniche agendo sul pulsante LEGNO nella sezione
Inserimento avanzato.
Si forniscono di seguito le equivalenze con le denominazioni commerciali:
Provenienze centro Europa:
abete, pino, larice, douglasia - 1a categoria C30
abete, pino, larice, douglasia - 2a categoria C24
abete, pino, larice, douglasia - 3a categoria C16
castagno, quercia, olmo, robinia - classe unica D30
Provenienza Italia:
fare riferimento alla classificazione UNI 11035; tuttavia per le querce caducifoglie cresciute in
Italia, a meno che non si proceda ad una corretta classificazione del materiale.
Si sottolinea l’importanza di eseguire una corretta classificazione del legno (sia antico che
nuovo) al fine di applicare la giusta classe.
Umidità iniziale legno: umidità del legno al momento della rimozione dei puntelli (messa in
carico della struttura). Nel caso di legno non sufficientemente stagionato si raccomanda di
riferirsi ad una umidità maggiore del 20%.
Tipologia connettore: scelta riferita al tipo di connettore. È possibile scegliere se posizionare il
connettore a diretto contatto della trave o sul tavolato, in quest’ultimo caso il connettore avrà
resistenza e rigidezza più basse proporzionalmente allo spessore del tavolato presente; nel caso
di applicazione sul tavolato si consiglia di utilizzare il connettore MAXI.
Nel caso di utilizzo su travetti con pianelle o tavelle è consigliato l’utilizzo del connettore
Omega.
I connettore Base e Maxi non sono applicabili su pianelle o tavelle.
Nei solai a doppia orditura la scelta è limitata ai connettori a contatto con la trave.
Il programma, in base alla scelta fatta, assume le caratteristiche meccaniche (resistenza
caratteristica e rigidezza) desunte dalle prove meccaniche eseguite sui connettori (vedere
paragrafo Normativa di riferimento).
Tavolato: scelta riferita al posizionamento dei connettori rispetto al tavolato nel caso di solaio a
singola orditura:
"Assito interrotto" si riferisce al caso in cui l'assito viene interrotto in corrispondenza della
trave in modo tale da formare un cordolo continuo tra estradosso della trave ed intradosso della
soletta;
"Assito carotato" si riferisce al caso in cui il cordolo non si forma perché i connettori vengono
alloggiati in fori praticati sull'assito e l'estradosso delle travi risulta in parte coperto dall'assito.
Travicelli: scelta riferita alla diversa modalità di appoggio dei travicelli nel caso di solaio a
doppia orditura:
"Travicelli interrotti" si riferisce al caso in cui i travicelli vengono interrotti in corrispondenza
della trave in modo tale da formare un cordolo continuo tra estradosso della trave ed intradosso
della soletta;
"Travicelli continui" si riferisce al caso in cui il cordolo non si forma perché i travicelli sono
passanti sulla trave ed i connettori vengono alloggiati negli spazi lasciati fra un travicello e
l’altro e l'estradosso delle travi risulta in parte coperto dai travicelli.
Spaziatura connettori: si riferisce alla modalità di spaziatura dei connettori lungo la trave:
"Costante" i connettori saranno distribuiti ad interasse costante lungo la trave;
"Variabile" l’interasse dei connettori varia in funzione dello sforzo di taglio, pertanto i
connettori saranno posizionati più fitti ai quarti estremi, pertanto la trave andrà suddivisa in 3
porzioni:
1/4 + 1/4 della luce verso gli estremi = appoggi (interasse connettori minore)
2/4 della luce nella porzione centrale = metà centrale (interasse connettori maggiore)
Pulsante CALCOLA
Lancia la procedura di calcolo la quale procede prima ad una verifica elementare della coerenza
dei dati di input immessi e quindi al calcolo vero e proprio. Qualora la verifica di coerenza dei
dati di input dia esito negativo, la procedura viene interrotta e l'utente avvisato del problema e
invitato a prendere provvedimenti.
I controlli condotti riguardano la non nullità o negatività di una certa serie di valori nella fase
precedente il calcolo, la coerenza di quanto ottenuto nelle fasi intermedie e il non superamento
delle sollecitazioni massime nella fase finale.
Il pulsante rimanda alla finestra RISULTATI.
Pulsante GUIDA
Sezione RISULTATI
Connettore tipo: viene indicato il tipo di connettore utilizzando la sigla commerciale; l’ultimo
numero indica l’altezza totale del connettore espressa in millimetri.
Se è stata scelta l’opzione “spaziatura connettori costante”, comparirà:
Spaziatura costante: indica l'interasse a cui andranno posizionati i connettori, qualora si decida
di porli a distanza costante.
Se è stata scelta l’opzione “spaziatura connettori variabile”, la trave andrà suddivisa in 3
porzioni: [1/4 + 1/4 appoggi] e [2/4 metà centrale], comparirà:
Spaziatura variabile - ai quarti estremi della trave: indica l'interasse a cui andranno
posizionati i connettori ai quarti estremi della trave.
Spaziatura variabile - nella metà centrale: indica l'interasse a cui andranno posizionati i
connettori nella metà centrale della trave.
Numero connettori per trave: in base alla spaziatura proposta dal calcolo, il programma indica
il numero totale di connettori su ciascuna trave.
Numero connettori a metro quadro: in base alla spaziatura proposta dal calcolo, il programma
indica il numero totale di connettori riferito al metro quadro di solaio; se il solaio è a doppia
orditura allora il numero indicato si riferisce ai soli connettori sull’orditura principale.
Per motivi costruttivi l’interasse dei connettori non può essere superiore a 50 cm, pertanto il
programma non prevede interassi superiori.
Anche se i connettori possono essere posizionati anche a contatto fra loro, il programma utilizza
6 cm come interasse minimo per il connettore di tipo Base e di tipo Omega, e 7.2 cm per i
connettori di tipo Maxi. Qualora il programma suggerisca interassi inferiori i connettori
andranno posti in opera affiancati su più file, ad esempio se la spaziatura di calcolo è 5 cm i
connettori andranno disposti ad interasse 10 cm su due file.
Nel caso di solai a doppia orditura con travicelli continui, non essendo possibile posizionare i
connettori in corrispondenza degli appoggi dei travicelli, bisognerà distribuire i connettori che
risultano dal calcolo nello spazio fra un travicello e l’altro infittendoli in maniera tale da avere lo
stesso numero di connettori per unità di lunghezza; ad esempio se la spaziatura di calcolo è 8cm,
i travicelli hanno base 8cm e l’interasse di questi è 32cm, lo spazio lasciato fra i travicelli è 32-
8=24cm ed i 32/8=4 connettori da piazzare in un tratto di 32cm andranno posti ad interasse
24/4=6cm nello spazio lasciato fra i travicelli.
Beff: viene visualizzata la larghezza di calcestruzzo collaborante utilizzate nel calcolo
Biso: viene visualizzata la distanza da tenere tra un elemento di isolante e l’altro in
corrispondenza alla trave. Tale larghezza definisce la misura del cordolo di calcestruzzo
all’altezza dell’isolante.
Btav: nel caso di solaio a singola orditura con tavolato interrotto viene visualizzata la distanza
tra le tavole interrotte in corrispondenza alla trave. Tale larghezza definisce la misura del
cordolo di calcestruzzo all’altezza del tavolato.
Nel caso di solaio a singola orditura con tavolato carotato, definisce il diametro della carota.
Nel caso di solaio a doppia orditura, definisce la larghezza del cordolo di calcestruzzo di
collegamento tra le tavole di casseratura laterali.
Btr: nel caso di solaio a doppia orditura con travetti interrotti definisce la distanza tra le teste dei
travetti.
M: momento di calcolo allo stato limite ultimo, nella sezione di mezzeria
V: taglio di calcolo allo stato limite ultimo, nella sezione di appoggio
EJ t0: rigidezza equivalente della trave mista a tempo zero per le verifiche di esercizio.
EJ tinf: rigidezza equivalente della trave mista a tempo infinito per le verifiche di esercizio.
Verifiche SLU a tempo ZERO: sono forniti i risultati relativi alle verifiche a breve termine. Per
maggiori dettagli consultare il paragrafo Note di calcolo.
CLS – tensione sup. c, max: tensione nel calcestruzzo al lembo superiore, espressa in N/mm²;
confronto con la resistenza di progetto. Valori positivi indicano compressione.
CLS – tensione inf. c, min: tensione nel calcestruzzo al lembo inferiore, espressa in N/mm²; tale
valore può risultare negativo, in tal caso le tensioni di trazione saranno assorbite da apposita
armatura.
LEGNO - tensoflessione: risultato della verifica a tensoflessione nel legno, numero puro; la
verifica è soddisfatta se il risultato è minore di 1.
LEGNO - taglio l: tensione di taglio massima nel legno, espressa in N/mm²; confronto con la
resistenza a taglio di progetto.
CONNETTORE - taglio Fcon,max: Verifica connettore: sforzo di taglio massimo sul connettore,
espresso in N; confronto con la resistenza di progetto.
Verifiche a tempo INFINITO: sono forniti i risultati relativi alle verifiche a lungo termine, cioè
considerando il fenomeno della viscosità. Le verifiche di resistenza sono effettuate con la
combinazione di carico allo SLU (per maggiori dettagli consultare il paragrafo Note di calcolo).
Verifiche SLE
Nel caso di calcolo deformata come da Approvazione Tecnica di Prodotto e DM 17/01/2018
vengono riportate:
Freccia iniziale solo Q Frmax: valore dell’abbassamento massimo in mezzeria espresso in mm;
confronto con il valore di progetto. Le componenti di tale valore sono: carico variabile. Tale
deformata rappresenta la massima deformata per carichi di breve durata.
Freccia attiva Frmax: valore dell’abbassamento massimo in mezzeria espresso in mm; confronto
con il valore di progetto. Le componenti di tale valore sono: carico variabile per effetto iniziale,
carico variabile per effetto viscosità, carico peso proprio e permanenti per effetto viscosità. Tale
deformata rappresenta la massima deformata che si può avere oltre a quella che si manifesta
all’inizio sotto carichi permanenti.
Freccia totale Frmax: valore dell’abbassamento massimo in mezzeria espresso in mm; confronto
con il valore di progetto. Le componenti di tale valore sono: carico variabile per effetto iniziale,
carico variabile per effetto viscosità, carico peso proprio e permanenti per effetto iniziale e per
effetto viscosità. Tale deformata rappresenta la massima deformata totale.
Armatura corrente per trave: viene proposta la quantità di armatura longitudinale minima per
trave, da disporre sull'estradosso delle travi; per ulteriori informazioni si rimanda al paragrafo
Armatura.
L’armatura proposta è in cm²/trave, pertanto:
utilizzando barre diametro 8 mm:
una barra: 0,50 cm²/trave;
due barre: 1,01 cm²/trave;
tre barre: 1,51 cm²/trave;
utilizzando barre diametro 10mm:
una barra: 0,79 cm²/trave;
due barre: 1,57 cm²/trave;
tre barre: 2,36 cm²/trave;
utilizzando barre diametro 12 mm:
una barra: 1,13 cm²/trave;
due barre: 2,26 cm²/trave;
tre barre: 3,39 cm²/trave;
utilizzando barre diametro 14 mm:
una barra: 1,54 cm²/trave;
due barre: 3,08 cm²/trave;
tre barre: 4,62 cm²/trave;
utilizzando barre diametro 16 mm:
una barra: 2,01 cm²/trave;
due barre: 4,02 cm²/trave;
tre barre: 6,03 cm²/trave;
N.B. L’eventuale insorgenza di tensioni di trazione nel calcestruzzo non deve destare
preoccupazione in quanto il programma calcola la risultante delle tensioni di trazione nel
cordolo e calcola l’area di armatura minima in grado di assorbire interamente tale forza. Per
ulteriori informazioni si rimanda al paragrafo Note di calcolo.
Nota importante: il programma non esegue la verifica a flessione della soletta nella direzione
trasversale alla trave in legno. Quindi questa verifica va fatta a parte dal progettista e
conseguentemente la quantità di armatura va eventualmente integrata.
Staffe: viene proposta l’area delle staffe a metro lineare di trave, per ogni trave; la staffatura
proposta è in cm²/m, pertanto:
utilizzando staffe a due braccia diametro 8 mm:
passo 10 cm: 10,05 cm²/m;
passo 15 cm: 6,70 cm²/m;
passo 20 cm: 5,03 cm²/m;
passo 30 cm: 3,05 cm²/m;
utilizzando staffe a due braccia diametro 6 mm:
passo 10 cm: 5,65 cm²/m;
passo 15 cm: 3,77 cm²/m;
passo 20 cm: 2,83 cm²/m;
passo 30 cm: 1,71 cm²/m;
utilizzando staffe a due braccia diametro 5 mm:
passo 10 cm: 3,93 cm²/m;
passo 15 cm: 2,62 cm²/m;
passo 20 cm: 1,96 cm²/m;
passo 30 cm: 1,19 cm²/m;
Per ulteriori informazioni si rimanda al paragrafo Armatura. e Note di calcolo.
Inoltre è riportato l’esito della verifica del puntone di calcestruzzo che si genera in verticale nel
raccordo.
Per l'applicabilità dei risultati del dimensionamento alle strutture risulta indispensabile:
posizionare i connettori secondo le specifiche fornite dal produttore:
eseguire la puntellazione del solaio prima del getto della soletta e mantenerla per tutto il
tempo previsto nella finestra “maturazione del getto”;
disporre sempre un'armatura di ripartizione (rete elettrosaldata) nella soletta di
calcestruzzo in grado di assorbire le sollecitazioni di trazione.
Il presente file di guida e il programma a cui fa riferimento sono stati realizzati nella versione
originale per conto della TECNARIA S.p.A. dall'Ing. Marco Lauriola e dall'Ing. Andrea Sorbi.
Gli aggiornamenti del programma e della guida sono stati realizzati dall’ing. Enrico Nespolo di
Tecnaria S.p.A. con la collaborazione dell’ing. Marco Lauriola.
Procedura di calcolo
Normativa di riferimento
Per quanto riguarda le procedure di calcolo e verifica degli elementi considerati si è fatto
riferimento alla normativa qui di seguito riportata:
La larghezza di soletta collaborante con la trave di legno è definita secondo le seguenti
modalità.
Se è stato scelto il tipo di calcolo alla deformata come da specifiche tecniche di prodotto tale
larghezza è calcolata da specifiche indicazioni al punto 1.22 dell’Annesso 1.
Altrimenti in accordo alla UNI EN 1994 “Eurocodice 4 – Progettazione delle strutture composte
acciaio-calcestruzzo”, pari ad un quarto della luce.
In ogni caso tale dimensione non può superare l’interasse fra le travi.
Le caratteristiche meccaniche del calcestruzzo per le classi proposte dal programma, così
come i coefficienti di viscosità, si riferiscono alle NTC2018.”; l’equivalenza con le classi Rck
dalla UNI ENV 206 ”Calcestruzzo - Specificazione, prestazione, produzione e conformità”.
Per i calcestruzzi alleggeriti prodotti dalla Laterlite e per gli altri calcestruzzi fibrorinforzati le
caratteristiche sono state concordate con i produttori. In ogni caso il progettista dovrà controllare
tali dati e assumersene la responsabilità.
Classe Resistenza Modulo di Peso specifico Resistenza a
cilindrica elasticità trazione car
caratteristica (5%)
fck [N/mm²] Ecm [N/mm²] c [kN/m³] f ckt [N/mm²]
C20/25 - Rck25 20 29000 25 1.55
C25/30 - Rck30 25 30500 25 1.80
C28/35 - Rck35 28 31500 25 1.94
C30/37 - Rck37 30 32000 25 2.03
C32/40 - Rck40 32 32500 25 2.12
C35/45 - Rck45 35 33500 25 2.46
C40/50 - Rck50 40 35000 25 2.66
Leca CLS 1400 20 15000 15.5 1.32
Leca 25 17000 16.5 1.53
CentroStorico
Leca CLS 1600 31.5 20000 17.5 1.78
Leca CLS 1800 40.5 25000 19.5 2.11
MasterEmaco 70 29000 24
S445 FR 5,95
GeoLite Magma 58,1 28000 25 5,25
Betonfix CR 66,4 27300 25 7,58
Betonfix HCR 70 27300 24 5,60
Planitop HPC 70 38000 24
Floor 5,95
MonoTop 634 54,8 28000 24 5,89
Sika Grout 312 57,3 27000 23,5 6,10
I carichi (pesi propri e carichi accidentali) sono presi dal D.M. 17/01/2018 “Norme Tecniche per
le Costruzioni”
Le caratteristiche meccaniche del legno sono prese da:
- per le conifere ed il pioppo (classi C) dalla UNI EN 338 “Legno strutturale - Classi di
resistenza”;
- per le latifoglie (classe D) dalla UNI EN 338 “Legno strutturale - Classi di resistenza”;
- per il legno lamellare incollato dalla EN 14080:2013 “Legno lamellare incollato e legno
massiccio incollato – Requisiti”, entrato in vigore in Italia da agosto 2015.
- per il legno massiccio cresciuto in Italia dalla UNI 11035; tuttavia per le querce
caducifoglie cresciute in Italia, a meno che non si proceda ad una corretta classificazione, nel
calcolo è prudente utilizzare non più che la classe D30.
- Il peso specifico è preso dal D.M. 17/01/2018 “Norme Tecniche per le Costruzioni”.
Si sottolinea l’importanza di eseguire una corretta classificazione del legno (sia antico che
nuovo) al fine di applicare la giusta classe.
Resistenza Resistenza Resistenza Modulo di Peso
Normativa Classe caratteristica caratteristica caratteristica elasticità specifico
a flessione a trazione a taglio caratteristico medio
fmk [N/mm²] ftk [N/mm²] fvk [N/mm²] E0k [N/mm²] m
[kN/m³]
EN 338 C16 16 10 3,2 8000 3,70
EN 338 C18 18 11 3,4 9000 3,80
EN 338 C22 22 13 3,8 10000 4,10
EN 338 C24 24 14 4,0 11000 4,20
EN 338 C27 27 16 4,0 11500 4,50
EN 338 C30 30 18 4,0 12000 4,60
EN 338 D18 18 11 3,4 9500 5,70
EN 338 D24 24 18 4,0 10000 5,80
EN 338 D30 30 18 4,0 11000 6,40
EN 14080- GL24h 24 19,2 3,5 11500 4,20
2013
EN 14080- GL28h 28 22,3 3,5 12600 4,60
2013
EN 14080- GL32h 32 25,6 3,5 14200 4,90
2013
UNI Abete Italia 25 15 4 11800 4,50
11035 S2
UNI Abete Italia 18 11 3,4 9500 4,50
11035 S3
UNI Pino laricio 40 24 4 15000 5,50
11035 Italia S1
UNI Pino laricio 22 13 3,8 12000 5,20
11035 Italia S2
UNI Pino laricio 15 9 3,0 11000 5,20
11035 Italia S3
UNI Larice nord 23 14 3,8 12500 6,1
11035 Italia S2
UNI Larice nord 18 11 3,4 11500 6,2
11035 Italia S3
UNI Douglasia 35 21 4,0 15800 5,4
11035 Italia S1
UNI Douglasia 22 13 3,8 13000 5,0
11035 Italia S2/S3
UNI Altre 33 20 4,0 12300 5,75
11035 conifere
Italia S1
UNI Altre 26 16 4,0 11400 5,75
11035 conifere
Italia S2
UNI Altre 22 13 3,8 10500 5,75
11035 conifere
Italia S3
UNI Castagno 28 17 4,0 12500 5,80
11035 Italia S
UNI Querce 42 25 4,0 12000 8,25
11035 caducifoglie
Italia S
UNI Pioppo e 26 16 2,7 8000 4,60
11035 ontano Italia
S
UNI Altre 27 16 4,0 11500 5,60
11035 latifoglie
Italia S
- utilizzare i coefficienti proposti dal D.M. 17/01/2018 “Norme Tecniche per le Costruzioni”, in
particolare per il legno di default si fa riferimento alla colonna A del 4.4.6, quindi legno non per
produzioni continuative con coeff di variazione sotto 15%.
Per il significato dei simboli vedere anche il paragrafo inserimento avanzato caratteristiche
meccaniche.
Il calcolo dei solai misti legno-calcestruzzo proposto nel presente software si basa sulla teoria di
Möhler nella versione proposta nell'Eurocode 5 “Design of timber structures” (EN 1995-1-
1:2004) Annex B: Mechanically jointed beams.
Il metodo consiste nel considerare la deformabilità della connessione fra legno e calcestruzzo;
tale deformabilità consente lo scorrimento relativo per taglio fra legno e calcestruzzo pur
contrastandolo con la rigidezza a taglio propria della connessione.
Viene abbandonata l'ipotesi di conservazione delle sezioni piane per la sezione composta; tale
ipotesi resta valida per la sola sezione di legno e la sola sezione di calcestruzzo; di conseguenza
esiste un asse neutro per il legno ed uno per il calcestruzzo.
Ai fini della rigidezza, la sezione di calcestruzzo viene considerata interamente reagente;
qualora sia soggetta a tensioni di trazione è necessario disporre un'armatura in grado di assorbire
interamente tali sforzi (il programma esegue automaticamente il calcolo di questa armatura).
Le ipotesi di base sono:
elasticità lineare;
travi semplicemente appoggiate;
carico ripartito uniformemente sulla luce.
Il programma esegue il calcolo utilizzando il metodo semiprobabilistico agli stati limite.
Le resistenze di calcolo Rd del legno sono ricavate dalle resistenze caratteristiche Rk
utilizzando la seguente relazione:
Rd = Kmod x Rk / m,l
Indicando con "m" la flessione e con "n" la trazione, con d le tensioni di progetto e fd le
resistenze di progetto, la verifica di resistenza a tensoflessione sul legno è soddisfatta se:
m,d / fm,d + n,d / fn,d ≤ 1
I solai legno-calcestruzzo in zona sismica, dal punto di vista della resistenza e della rigidezza
orizzontale, si comportano sostanzialmente come i solai di laterocemento e i solai a travi di
acciaio con soletta di calcestruzzo.
Infatti il comportamento meccanico nei confronti delle azioni orizzontali è determinato
esclusivamente dalla soletta di calcestruzzo (che funziona come lastra) e dalla sua connessione
con gli elementi strutturali in elevazione (murature, telai o setti di c.a., telai metallici).
Dal punto di vista normativo citiamo alcuni punti del DM. 17/01/2018 “Norme tecniche per le
costruzioni”:
7.2.2 Criteri generali di progettazione dei sistemi strutturali
La componente verticale deve essere considerata, in aggiunta a quanto indicato al § 3.2.3.1,
anche in presenza di elementi pressoché orizzontali con luce superiore a 20 m, elementi
precompressi (con l’esclusione dei solai di luce inferiore a 8 m), elementi a mensola di luce
superiore a 4 m, strutture di tipo spingente, pilastri in falso, edifici con piani sospesi, ponti e
costruzioni con isolamento nei casi specificati in § 7.10.5.3.2.
Ciò significa che nei casi normali, cioè per solai di luce inferiore ai 20m, l’azione sismica
verticale non va presa in considerazione.
Gli orizzontamenti, ove presenti, devono essere dotati di rigidezza e resistenza tali da consentire
la ridistribuzione delle forze orizzontali tra i diversi sistemi resistenti a sviluppo verticale.
Connettore BASE
Il connettore viene fornito in varie misure per le altezze da 20, 30, 40, 60, 70, 80, 105, 125, 150,
175 e 200 mm.
È costituito da un piolo 12 mm di diametro con testa ribattuta e da una piastrina di base quadrata
(50x50 mm) con i quattro angoli ripiegati a rampone verso il basso: piolo e piastrina sono poi
collegati tra loro tramite stampaggio e ricalco a freddo. La piastrina, spessa 3.8 mm, è provvista
di due fori atti a permettere il passaggio delle viti.
I connettori sono forniti con 2 viti tirafondi 8x100mm o (8x70 o 8x120mm) (DIN 571) a testa
esagonale e stelo tronco-conico appositamente realizzate per questo tipo di applicazione.
Si suggerisce l'impiego di viti lunghe 70mm per travi con altezza inferiore ai 100mm, e viti da
120mm per le applicazioni sopra l’assito.
Connettore MAXI
Il connettore viene fornito in varie misure per le altezze da 20, 30, 40, 60, 70, 80, 105, 125, 150,
175 e 200 mm.
È costituito da un piolo 12 mm di diametro con testa ribattuta e da una piastrina di base quadrata
(50x75 mm) con i quattro angoli ripiegati a rampone verso il basso: piolo e piastrina sono poi
collegati tra loro tramite stampaggio e ricalco a freddo. La piastrina, spessa 3.8 mm, è provvista
di due fori atti a permettere il passaggio delle viti.
La zincatura a freddo di tutti gli elementi assicura una eccellente resistenza alla corrosione.
I connettori sono forniti con 2 viti tirafondi 10x120mm (o 10x100 o 10x140mm) (DIN 571) a
testa esagonale e stelo tronco-conico appositamente realizzate per questo tipo di applicazione.
Il connettore MAXI, avendo viti più robuste, è indicato anche per montaggio su tavolato.
Si suggerisce l'impiego di viti lunghe 100mm per applicazione del connettore a diretto contatto
della trave lignea e da 140mm per applicazioni sopra assito con spessore variabile da 30 a 40mm
La zincatura a freddo di tutti gli elementi assicura una eccellente resistenza alla corrosione.
Connettore OMEGA
Per i connettori tipo “Maxi” è disponibile anche a noleggio un doppio trapano che esegue
contemporaneamente i due prefori necessari per alloggiare le viti del connettore.
Nei solai a doppia orditura i connettori andranno previsti (dove necessario) a diretto contatto
della trave principale, per cui sarà necessario metterne a nudo l’estradosso. Per l’orditura
secondaria generalmente non è necessario utilizzare i connettori se i travicelli sono di lunghezza
inferiore ai 160cm, la necessità o meno dei connettori sulla orditura secondaria deve essere
verificata con opportuno calcolo.
Nel programma di calcolo pertanto l'opzione "assito interrotto" si riferisce al caso in cui l'assito
(e i travetti nei solai a doppia orditura) viene interrotto in corrispondenza della trave in modo
tale da formare un cordolo continuo tra estradosso della trave ed intradosso della soletta;
l'opzione "assito carotato" è nei casi in cui il cordolo non si forma perché i connettori vengono
alloggiati in fori praticati nell'assito e l'estradosso delle travi risulta in parte coperto dall'assito
(e/o dai travetti nel caso dei solai a doppia orditura). È preferibile l'interruzione del tavolato (e
dei travetti nei solai a doppia orditura).
Un eventuale foglio di materiale impermeabile andrà posizionato sopra il tavolato e sotto i
connettori.
Il programma propone due tipi di disposizione dei connettori: spaziatura costante e spaziatura
variabile; è preferibile utilizzare la spaziatura variabile anche perché porta ad un minor consumo
di connettori a parità di prestazioni.
In tal caso la trave andrà suddivisa in 3 porzioni:
1/4 + 1/4 della luce verso la muratura = appoggi
2/4 della luce nella porzione centrale = metà centrale
Quando la spaziatura proposta è inferiore a 50 mm, per ragioni di spazio, è necessario disporre i
connettori su due o più file parallele in modo da rispettare l'interasse di calcolo.
Si consiglia comunque di disporre i connettori sfalsati fra loro in modo che le viti non siano
allineate lungo una stessa fibra.
Altezza dei connettori
Il programma propone nell'output di calcolo l'altezza massima del connettore in funzione della
geometria e del copriferro impostato.
Le varie altezze disponibili sono: 20-30 - 40 - 60 - 70 - 80 - 105 - 125 - 150 - 175 e 200 mm
Armatura
Normalmente è necessario disporre nella soletta una rete elettrosaldata a maglia quadrata non
superiore a 20x20 cm e diametro non inferiore a 6 mm; bisogna aver cura di sovrapporre almeno
una maglia nel caso di giunzioni tra più fogli.
Negli edifici a struttura di cemento armato la rete elettrosaldata deve essere ancorata nelle travi
perimetrali; negli edifici di muratura la rete deve essere ancorata nel cordolo, qualora questo non
venga realizzato bisogna disporre su tutto il perimetro, all'altezza della soletta, ferri alloggiati in
fori praticati nella muratura preventivamente iniettati di malta fluida, tali armature di cucitura
devono essere di diametro non inferiore a 16 mm ad interasse non superiore a 50cm e di
lunghezza almeno 40 volte il diametro, ancorati per la metà nella muratura.
Nei solai a semplice orditura o nell'orditura secondaria dei solai a doppia orditura con tavolato
interrotto è opportuno disporre almeno un ferro 10mm per trave sull'estradosso della trave di
legno al lato dei connettori, possibilmente non a contatto per consentire il corretto ricoprimento
dei connettori da parte del calcestruzzo.
Sulle travi principali dei solai a doppia orditura, qualora si utilizzi l’opzione di travicelli
interrotti, si viene a formare un vero e proprio cordolo di calcestruzzo che deve essere confinato
da una gabbia formata da almeno 4 ferri 12 mm longitudinali e staffe almeno 6 mm ogni
20cm.
Nei casi in cui l'armatura qui proposta risulta insufficiente, il programma ne fornisce l'area della
sezione totale; tale area si riferisce a tutto il ferro quando non viene costruita la gabbia oppure al
solo ferro inferiore della gabbia.
Telo impermeabile
Come fra le persone sussistono forti differenze fra vari individui anche all’interno della stessa
famiglia, la natura biologica del materiale da costruzione “legno” fa sì che in una struttura ci sia
forte disomogeneità fra gli elementi lignei in termini di dimensioni, specie legnosa, classe di
qualità, gravità ed ubicazione di eventuale degrado biologico, comportamento in relazione alle
variazioni termoigrometriche, ecc. Questo però non deve scoraggiare il progettista a recuperare
le strutture di legno perché oggi sono disponibili tecniche di diagnosi in grado di fornire con
sufficiente precisione i dati necessari per affrontare una corretta progettazione. Inoltre negli
ultimi anni la maggiore sensibilità per le strutture antiche ha stimolato notevolmente le ricerche
e la sperimentazione delle tecniche di consolidamento, pertanto, allo stato attuale, abbiamo a
disposizione svariati materiali e tecniche collaudate e sicure per risolvere la maggior parte dei
problemi che si possono presentare.
Nel panorama edilizio italiano le strutture di legno sono rappresentate per lo più da solai e
coperture che, alla luce degli attuali criteri di sicurezza, generalmente rivelano una sostanziale
inadeguatezza ai carichi dettati dalle attuali normative.
Su queste strutture può presentarsi l’esigenza di intervenire essenzialmente nei seguenti due
casi:
per migliorare il comportamento strutturale (aumento di carico utile in relazione alla mutata
destinazione d’uso, miglioramento del comportamento strutturale globale, irrigidimento,
aumento della sicurezza);
per ripristinare la funzionalità statica a seguito di degrado biologico e/o strutturale.
Un corretto approccio mirato alla conservazione deve prevedere interventi che non siano
eccessivamente invasivi, pertanto in certi casi bisogna rinunciare all’obiettivo di adeguare le
strutture alle attuali esigenze ma adeguare le esigenze alla struttura oggetto di studio (ad
esempio imponendo limitazioni sui carichi).
Il problema della riabilitazione delle strutture di legno dovrebbe seguire i seguenti passi:
analisi storica per acquisire elementi quali l’epoca di costruzione, la o le destinazioni d’uso,
gli eventuali interventi o rimaneggiamenti, ecc.;
indagine diagnostica estesa a tutti gli elementi della struttura comprendente: identificazione
della specie legnosa, rilievo dimensionale essenziale, classificazione secondo la qualità
resistente, valutazione mediante ispezione visiva dello stato di degrado compresi eventuali
difetti strutturali (ad esempio carie, attacchi da insetti, rotture, sezioni di minima resistenza,
ecc.), valutazione strumentale in situ finalizzata a quantificare l’estensione e la gravità del
degrado nelle parti in vista e di quello eventualmente presente nelle parti non in vista o
inaccessibili, stima della sezione resistente residua, stima della efficienza dei collegamenti;
rilievo delle parti non strutturali (pavimenti, riempimenti, rivestimenti, ecc.) che gravano
sulla struttura;
valutazione del regime tensionale alle epoche in cui ci sono stati importanti cambiamenti
(variazioni di schemi statici, aggiunta, sostituzione o rimozione di elementi, variazione dei
carichi, ecc.);
valutazione del regime tensionale allo stato attuale considerando la qualità e le sezioni
resistenti residue attuali;
nel caso in cui la sicurezza attuale non venga giudicata sufficiente anche in considerazione
alle eventuali variazioni dei carchi previste, lo studio di più soluzioni di intervento;
scelta dell’intervento privilegiando le soluzioni meno invasive ma comunque senza mai
prescindere dalla sicurezza.
Gli interventi generalmente prevedono la sostituzione, l’integrazione o il rinforzo di interi
elementi strutturali, la ricostruzione di parti degradate, il rinforzo dei giunti; fra gli interventi
devono essere compresi quelli atti ad eliminare o mitigare il pericolo di degrado, ad esempio la
protezione dall’umidità, la realizzazione di meccanismi di aerazione specialmente nelle zone di
contatto con le murature, l’eliminazione del contatto con il terreno, ecc.
In via generale sono da preferirsi gli interventi che si integrano con le strutture esistenti e
collaborano con esse, gli interventi che provocano importanti variazioni degli schemi statici
sono da valutare attentamente in quanto possono essere origine di altri problemi; solo nel caso in
cui il materiale esistente non sia più in grado di resistere alle sollecitazioni bisogna operare alla
sostituzione o integrazione con nuovo materiale che esoneri la vecchia struttura dalla funzione
statica.
Si può intervenire con legno o con materiali diversi dal legno (acciaio, calcestruzzo,
conglomerati epossidici, ecc.) giuntati al materiale preesistente mediante unioni di tipo
meccanico o incollaggio.
L’utilizzo del legno per la riparazione e il consolidamento delle strutture lignee costituisce la
soluzione più largamente applicata nel passato; non è raro ad esempio incontrare nelle vecchie
strutture elementi riparati o parzialmente ricostruiti mediante protesi di legno unite per mezzo di
giunzioni a dardo di Giove, tecnica questa che richiede una accurata esecuzione delle
lavorazioni.
A volte la protesi o l’elemento di rinforzo viene giuntato meccanicamente per mezzo di elementi
metallici quali chiodi, bulloni, viti, fasce e piastre metalliche, spinotti di ferro o di legno, ecc...
In alternativa è possibile utilizzare come protesi o rinforzo elementi metallici o calcestruzzo,
anziché legno, sempre giuntati con unioni meccaniche.
In generale le unioni meccaniche danno garanzia di efficienza e durata nel tempo perché
consentono leggeri movimenti delle varie parti e normalmente non sono soggette a fenomeni di
degrado.
Da qualche decina di anni, in luogo dei materiali tradizionali si è iniziato a far uso anche di
materiali di origine sintetica; tra questi le resine epossidiche, grazie ad alcune loro peculiari
caratteristiche, sono diventate di ampio utilizzo. Le resine epossidiche vengono generalmente
usate pure o caricate con inerte minerale fine (filler) per realizzare incollaggi in opera fra legno e
legno o fra legno e mezzi di unione metallici; se caricate con inerti di granulometria da fine a
grossa si realizzano dei conglomerati adatti a riempimenti e ricostruzioni.
Nelle strutture di legno i particolari costruttivi ben progettati conferiscono durabilità all’opera,
pertanto nella progettazione degli interventi di consolidamento bisogna tener presente le
seguenti regole di base:
il degrado biologico del legno da parte dei funghi della carie avviene quando l’umidità del
legno supera il 20%; nelle strutture protette dalle intemperie e ben aerate normalmente non si
supera tale valore; bisogna quindi provvedere all’aerazione naturale dei locali con struttura
lignea, evitare le “trappole di umidità” ad esempio non rincalzando con malta le testate delle
travi inserite nei muri, evitare che gli elementi metallici a contatto con il legno finiscano
all’esterno e quindi siano oggetto di condense, evitare l’esposizione diretta alla pioggia
specialmente sulle sezioni trasversali, provvedere alla manutenzione dei manti di copertura,
evitare le guaine non traspiranti;
esistono specie legnose più durabili di altre; è bene pertanto scegliere la specie legnosa più
idonea alle condizioni di esercizio;
il legno, a causa della sua igroscopicità, scambia umidità con l’ambiente; per conseguenza
esso subisce dei movimenti che, se impediti, generano pericolose autotensioni; pertanto è
necessario lasciare la possibilità agli elementi lignei di “muoversi” piuttosto liberamente, evitare
le strutture iperstatiche, utilizzare sistemi di giunzione non troppo rigidi;
i movimenti del legno dovuti alle variazioni di umidità sono molto maggiori in direzione
ortogonale alla fibratura rispetto a quelli in direzione parallela; bisogna pertanto fare attenzione
a non contrastarli.
PRODOTTI TECNARIA
Connettori tecnaria ctf a piolo per strutture metalliche
I connettori, tra i quali il più diffuso è il tipo a piolo saldato a scintillio, rappresentano un punto
critico nella progettazione di travi composte, soprattutto nel caso di solai dove tra la trave in
acciaio e la soletta in calcestruzzo è di sovente interposta la lamiera grecata protetta con
zincatura a caldo.
Nell'intento di superare le difficoltà applicative derivanti dai pioli saldati, TECNARIA ha ideato
un nuovo sistema che prevede l'infissione a freddo dei connettori a mezzo di chiodi speciali.
Il connettore è costituito da un piolo, con testa simile ai connettori tipo "Nelson", inserito in una
piastra di base opportunamente sagomata ed irrigidita. Due chiodi di fissaggio in materiale ad
altissima resistenza realizzano, attraverso la piastra, il collegamento del connettore con la trave
in acciaio. I chiodi sono infissi mediante una chiodatrice a sparo o pneumatica.
Per maggiori informazioni sui connettori per strutture in acciaio visitate il sito
www.tecnaria.com.
Per maggiori informazioni sui connettori per strutture in acciaio visitate il sito
www.tecnaria.com
Per maggiori informazioni sui connettori per solai in calcestruzzo visitate il sito
www.tecnaria.com
TECNARIA s.p.a.
Guida all'uso del programma per il calcolo dei solai misti legno-calcestruzzo
con connettori a piolo e ramponi TECNARIA
secondo il metodo agli stati limite