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a cura di
Clara Burini De Lorenzi – Miryam De Gaetano
Edizioni dell’Orso
Alessandria
© 2010
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via Rattazzi, 47 15100 Alessandria
tel. 0131.252349 fax 0131.257567
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È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata,
compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L’illecito sarà penalmente perse-
guibile a norma dell’art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.41
ISBN 978-88-6274-188-0
Presentazione p. VII
Introduzione XI
Miryam De Gaetano
Echi politici nell’esegesi draconziana di Ez 37, 1-14 223
Giancarlo Mazzoli
Boezio e Seneca: icone tragiche nei metra
della Consolatio philosophiae 253
Kurt Smolak
Osservazioni sulla struttura dell’Altus prosator medievale 271
Paola Santorelli
Venanzio Fortunato e le Muse (praef. 4; carm. 7, 8, 23-30;
7, 12, 11-32; 8, 18, 1-8; 9, 7, 17-20; 10, 9, 51-54; 11, 23, 6s;
App. 12, 1-4) 293
Andreas Rhoby
The structure of inscriptional dedicatory epigrams in Byzantium 309
Francesco Stella
Ad cantandum carmina. Testo e musica
nel Corpus di ritmi latini musicati 333
Mauro Donnini
Poeti paleocristiani, tardoantichi e medievali
nella lessicografia latina dei secoli XI-XIII 355
Maria Pia Ciccarese
Conclusioni 375
Indici 387
Presentazione
Per iniziativa dei membri del Consiglio direttivo del «Centro internazio-
nale di Studi sulla poesia greca e latina in età tardoantica e medievale»,
questo volume che racchiude gli Atti del IV Convegno di poesia cristiana e
tardoantica, svoltosi a Perugia dal 15 al 17 novembre 2007, viene dedicato
al prof. ANTONINO ISOLA, in occasione del suo 70° compleanno.
Il prof. Isola, Segretario del Consiglio direttivo del Centro, Ordinario di
Letteratura cristiana antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Uni-
versità di Perugia, dove è stato Direttore del Dipartimento di Studi paleo-
cristiani, tardoantichi e medievali negli anni 1999-2005, ha condotto ricer-
che di carattere filologico, storico e letterario, dedicando ampio spazio al
dibattito politico, religioso e culturale registrato nell’Africa settentrionale a
partire dall’anno 429. A questo filone di ricerca pertengono: l’edizione cri-
tica (con traduzione, introduzione e commento) del Psalmus contra
Vandalos Arianos di Fulgenzio di Ruspe (Torino 1983); la monografia I cri-
stiani dell’Africa vandalica nei sermones del tempo (429-534) (Milano
1990); la prima traduzione italiana (con introduzione e commento) della
Vita Fulgentii (Roma 1988) e la prima traduzione italiana – e prima in lin-
gua moderna – delle Epistulae di Fulgenzio (Roma 1999). Studi cui si
affiancano articoli che integrano gli esiti di ricerca raggiunti nelle mono-
grafie: Sulla paternità della Vita Fulgentii, in “Vetera Christianorum” 23
(1986), pp. 63-71; In margine a una lettura dell’epistolario fulgenziano, in
“Sacris Erudiri” 37 (1997), pp. 57-110; Note sulle eresie nell’Africa del
periodo vandalico, in “Vetera Christianorum” 34 (1997), pp. 231-249; Il
problema dei due Fulgenzi: un contributo della Vita Fulgentii, in “Auctores
nostri” 1 (2004), pp. 103-117; Echi di controversie dottrinali a Costan-
tinopoli nell’epistolario fulgenziano, in «Orientis radiata fulgore». La Sar-
degna nel contesto storico e culturale bizantino. Atti del Convegno di Studi
(Cagliari, 30 novembre-1 dicembre 2007), Cagliari 2008, pp. 177-196. In
preparazione l’edizione critica della Vita Fulgentii per la collana ‘Corpus
Christianorum’.
All’interesse scientifico prevalente si aggiungono altri studi che, sempre
nell’ambito cronologico del tardoantico, sono stati dedicati a tematiche di
diverso interesse: un volume sugli Annales de gestis Caroli Magni Impe-
Centro internazionale di studi sulla poesia greca e latina
in età tardoantica e medievale. Quaderni 5, 2010, pp. VII-VIII
VIII Presentazione
N.D.R.
In qualche sporadico caso, su richiesta dei singoli autori, alcuni criteri di citazione si
discostano dalle norme redazionali adottate.
Perugia: 15-17 novembre 2007
IV Convegno sul tema
Poesia tardoantica e medievale
Introduzione
Dopo quello del 15-16 novembre 2001, svolto in questa medesima Sala
delle Adunanze, sono ben lieto di introdurre i lavori di questo nuovo
Convegno internazionale incentrato sulla Poesia tardoantica e medievale.
Esso rientra nei programmi statutari del “Centro internazionale di Studi
sulla poesia greca e latina in età tardoantica e medievale”, istituito nel 1999
tra le Università di Macerata (sede legale), Perugia, Torino e la “Wiener
humanistische Gesellschaft” con sede presso l’Institut für Klassische Phi-
lologie dell’Università di Vienna. Il “Centro” ha lo scopo di svolgere e pro-
muovere per vie diverse attività di ricerca e documentazione sulla poesia
greca e latina in età tardoantica e medievale. Tra i suoi progetti più ambi-
ziosi c’è anche la realizzazione di un catalogo dei manoscritti che traman-
dano opere poetiche del periodo tardoantico e medievale e la preparazio-
ne di una Clavis poetica del medesimo periodo, corredata di uno specifico
incipitario. Al momento, l’attività maggiormente visibile del “Centro”
conta:
a) la collaborazione scientifica al Dottorato di ricerca su Poesia e cultura
tardoantica e medievale, attivato presso l’Università di Macerata;
b) l’organizzazione di tre Convegni scientifici sul tema di pertinenza: il
primo realizzato a Macerata nel 1998, mentre le sedi consorziate del “Cen-
tro” provvedevano all’approvazione del suo Statuto; il secondo – ricorda-
vo – proprio in questa Sala delle Adunanze della Facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università di Perugia, nei giorni 15-16 novembre 2001; il
terzo a Vienna, presso la sede della Österreichische Akademie der Wissen-
schaften, nei giorni 15-18 novembre 2004;
c) la pubblicazione di tre Quaderni, dove sono confluiti gli Atti relativi ai
Convegni di Macerata, Perugia e Vienna.
* * *
Quello che introduco, pertanto, è il quarto Convegno sulla Poesia tar-
doantica e medievale. Sono forse troppi? Decisamente no! La poesia è l’e-
spressione letteraria più antica. Nelle manifestazioni arcaiche la vediamo
collegata spesso alla religione e all’epopea dei popoli, ma con il tempo
saprà mostrare grande duttilità, moltiplicando forme e contenuti per rap-
Centro internazionale di studi sulla poesia greca e latina
in età tardoantica e medievale. Quaderni 5, 2010, pp. XI-XIII
XII Introduzione
presentare in versi cose, fatti e sentimenti secondo verità. Ciò vale anche
per il periodo tardoantico e medievale, che non di meno appare in debito
rispetto alla fortuna che accompagna la ricerca sulla poesia del periodo
arcaico e classico. Dei rari Convegni specifici richiamo alla memoria il
nutritissimo V corso della scuola superiore di archeologia e civiltà medievali
tenuto a Erice il 6-12 dicembre 1981 presso il Centro di cultura scientifica
“Ettore Majorana”, incentrato sul tema La poesia tardoantica: tra retorica,
teologia e politica. Mi piace ricordare che il Corso era diretto con perizia
magistrale dal carissimo Salvatore Costanza. E dunque ben venga questo
Convegno, non solo per l’urgenza sempre meritoria di partecipare alla
comunità scientifica gli approfondimenti e aggiornamenti su temi e pro-
blemi variamente dibattuti, ma anche per la necessità di render noti per-
corsi di frontiera, tasselli di un mosaico ampiamente lacunoso. Di fatto, la
poesia tardoantica e medievale cattura oggi l’attenzione degli studiosi non
più come sortita occasionale, magari come stravaganza o ghiribizzo all’in-
terno di preferenze diverse, ma stabilmente, cioè a tempo pieno, come
fanno molti di coloro che siedono in questa Sala.
La poesia greca e latina di età tardoantica e medievale si è fatta insomma
vedere, chiede spazi proporzionali alla sua importanza e trova sempre più
spesso ascolto. In questo quadro rientrano e vanno perciò debitamente
apprezzati progetti di grande spessore dei quali voglio qui ricordarne due,
diversi per metodologia e finalità, ma egualmente confortati dai generali
consensi della comunità scientifica internazionale:
a) uno è il progetto Musisque deoque, che s’innesta su altre iniziative pari-
menti coordinate dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e che vede impe-
gnata anche l’Università di Perugia. Esso intende realizzare una biblioteca
digitale di poesia latina classica, medievale e moderna fornendo al lettore,
insieme con il testo, la paradosis che lo riguarda;
b) l’altro è la collana Poeti cristiani, voluta e diretta con impegno e com-
petenza esemplari da Roberto Palla, ideatore e animatore anche del Centro
internazionale di Studi sulla poesia greca e latina in età tardoantica e medie-
vale. I volumi di questa Collana obbediscono a criteri di assoluto rigore
scientifico: oltre che l’Introduzione, il testo critico, la traduzione italiana e
il commento, essi possono accogliere la tradizione indiretta del testo di rife-
rimento, a sua volta proposta in edizione critica, quando questa sia utile
alla definizione delle scelte filologiche. Di questa Collana sono usciti fino-
ra sei volumi e altri sono in corso di stampa. Non sono molti, per ora, ma
questo non è un difetto: sappiamo tutti che la qualità non è mai figlia della
fretta.
Mi fermo qui, non senza ringraziare calorosamente il pubblico presente e
gli amici che per via telefonica o telegrafica mi hanno espresso apprezza-
Introduzione XIII
Antonino Isola
Ad cantandum carmina
Testo e musica nel Corpus di ritmi latini musicati
Nel capitolo della sua celebre Introduction sul rapporto fra poesia e musi-
ca il grande latinista svedese Dag Norberg aveva ricordato che «La poésie
rythmique était en général destinée à être chantée et non à être lue».1 Una
constatazione che, nella sua apparente ovvietà, ricorda in un attimo quan-
to falsificata sia la nostra conoscenza della lirica antica e medievale e quan-
to limitanti siano le abitudini di lettura moderne rispetto alla ricostruzione
del contesto storico di queste espressioni culturali. In realtà anche il capi-
tolo di Norberg presenta soprattutto una casistica di schemi strofici negli
inni ambrosiani e delle influenze dei ritornelli di inni ritmici sulla creazio-
ne di nuovi versi, senza occuparsi affatto dell’aspetto musicale, di cui
Norberg non aveva particolare esperienza. Anche la sua edizione di
Paolino d’Aquileia prescindeva del tutto, come le precedenti di Strecker o
Dümmler o altri grandi filologi, dall’elemento musicale, pur trattando di un
autore che alla corte carolingia aveva meritato il nome di Timotheus.
E invece le testimonianze di questa contestualizzazione orale, recitativa e
musicale2 sono frequenti sia all’interno dei testi stessi sia nelle fonti ester-
ne: l’appello Audite ricorre in numerosi ritmi,3 così come il riferimento al
canto attraverso i verbi canere o cantare, ma anche in alcune rubriche di
manoscritti, come quella del ritmo di Paolino d’Aquileia sulla resurrezione
di Lazzaro in Autun, B. M., si specifica che si tratta di carmina ad cantan-
dum. Anche nel celebre ritmo merovingio n. 42 Strecker si trova, accanto
alla discussa indicazione del contesto esecutivo, una definizione delle
1
D. NORBERG, Introduction à l’étude de la versification latine médiévale, Stockholm
1958, p. 136.
2
Studiata da D. JACOB, Poésie rythmique et “traditions discursives”: une perspective
prototypicaliste sur les genres médiévaux, in Poetry of the early medieval Europe.
Manuscripts, language and music of the Latin rhythmical texts, (Munich, 4-6 november
2000), a cura di E. D’ANGELO - F. STELLA, Firenze 2003, pp. 267-290.
3
Elenco in F. STELLA, Oralità testuale: questioni linguistiche sul “Corpus dei ritmi lati-
ni”, in Quesiti, temi e testi di poesia tardolatina, a cura di L. CASTAGNA, Frankfurt 2006,
p. 149.
Centro internazionale di studi sulla poesia greca e latina
in età tardoantica e medievale. Quaderni 5, 2010, pp. 333-353
334 Francesco Stella
4
Corpus Rhythmorum musicum, vol.1: Songs from non-liturgical transmission / Canti di
tradizione non liturgica, con cd-rom, directed by F. STELLA; musical edition by S.
BARRETT, Firenze, dic. 2007. In seguito abbreviato CRM/1.
Ad cantandum carmina 335
di euroconferenze Poetry of early medieval Europe realizzato con fondi
della Commissione Europea negli anni 1998-2000. Questo programma ha
consentito la formazione di un’équipe di ricerca internazionale, riflessa
nella composizione del Comitato Scientifico e nell’elenco degli editori e dei
collaboratori all’edizione, e l’elaborazione di due volumi con 44 studi pre-
paratori, presentati in tre convegni ad Arezzo, Ravello e München5 (inte-
grati da un workshop a Burgos nel 20036 e in due atelier informatici nel
2007 a Parigi e Arezzo), che hanno profondamente innovato gli studi sul-
l’argomento e che vogliamo considerare i veri e propri prolegomeni all’e-
dizione: riguardano la storia della versificazione, i confronti con la metrica
di altre letterature coeve, la storia della tradizione manoscritta, le teorie lin-
guistiche, le considerazioni sui metodi filologici adatti a questo tipo di testi,
l’analisi di singole liriche, l’anticipazione di editiones principes del Corpus,
il rapporto con la musica, le potenzialità scientifiche della tecnologia infor-
matica e altri temi correlati all’edizione.
La scansione prevista per la pubblicazione prende avvio dalle poesie tra-
mandate in raccolte testuali non liturgiche, edite in questo volume/cd e nel
successivo (dedicato ai ritmi computistici e ai calendari ritmici musicati),
per poi proseguire con gli inni e le altre composizioni liturgiche a caratte-
re ritmico. Questa articolazione dipende in primo luogo dalle recenti ricer-
che, dovute soprattutto a Sam Barrett, sulla musica dei grandi canzonieri
latini altomedievali e si collega così a una valorizzazione, se non a una vera
e propria riscoperta, della dimensione anche laica della produzione poeti-
co-musicale dell’alto medioevo latino, ed europeo.
Ogni tomo comprende un volume, con l’edizione “ricostruita” (comune-
mente detta “critica”) dei testi e un’analisi delle notazioni musicali con le
relative introduzioni specifiche e generali, e un cd-rom con le trascrizioni,
le riproduzioni dei manoscritti (finché le risorse ne permetteranno l’acqui-
sizione) e le schedature musicali, metriche e linguistiche, consultabili tra-
mite un programma di ricerca che fungerà anche da generatore di indici di
qualsiasi tipo.
5
Atti in Poesia dell’alto medioevo europeo. Manoscritti, lingua e musica dei ritmi latini.
Atti delle euroconferenze del “Corpus dei ritmi latini IV-IX secolo” (Arezzo, 6-7
novembre 1888 e Ravello, 9-12 settembre 1999), a cura di F. STELLA, Firenze 2000, e
Poetry of early medieval Europe: manuscripts, language and music of the Latin rhythmi-
cal texts. III Euroconference for the digital edition of the “Corpus rhythmorum”, a
cura di E. D’ANGELO e F. STELLA, Firenze 2003.
6
I materiali sono pubblicati in Poesía medieval, ed. by C. PÉREZ GONZÁLEZ - V.
VALCÁRCEL MARTÍNEZ, Burgos 2005, e sono on-line al sito www.unisi.it/tdtc/.
336 Francesco Stella
7
Un’introduzione agli stili del canto nuovo è in W. ARLT, Das eine Lied und die vielen
Lieder, in Festschrift Rudolf Bockholdt zum 60. Geburtstag, hrsg. von N. DUBOWY - S.
MEYER-ELLER, Pfaffenhoven, 1990, pp. 113-127. Sulle caratteristiche del canto antico
vd. S. BARRETT, Stylistic Layers in Early Medieval “Ritmi ad cantandum”, in Poesía
Latina Medieval (Siglos V-XV). Actos del IV Congreso del “Internationales Mittel-
lateinerkomitee” (Santiago de Compostela, 12-15 de septiembre de 2002), al cuidado
de M. C. DÍAZ Y DÍAZ - J. M. DÍAZ DE BUSTAMANTE, Firenze, 2005, pp. 525-538.
338 Francesco Stella
8
Tav. 1: lettere sull’asse orizzontale sono riferite alla direzione melodica, a = ascen-
dente e b = discendente, mentre c sale e scende e d è il suo contrario; x indica ripeti-
zione Sulle prime tavole di neumi, alla fine dell’XI secolo, cf. M. HUGLO, Les noms de
neumes et leur origine, in “Études Grégoriennes” 1 (1954), pp. 53-67.
Ad cantandum carmina 339
9
CRM/1, pp. 59-62.
340 Francesco Stella
10
CRM/1, pp. 17-38.
Ad cantandum carmina 341
11
« It is therefore possible that a melody using this pattern of repetition (ab cb cd e) for
the pseudo-sapphic strophe was also known in Italy before transmission north».
12
CRM/1, pp. 39-48.
342 Francesco Stella
Anche nel ritmo penitenziale Ad te Deus13 i neumi delle prime due stro-
fe sono quasi uguali, e questo suggerisce una ripetizione della linea melo-
dica in ogni strofa. Lo stesso caso in Ante saecula (cf. infra).
Alma Vera,14 un canto abecedario sui vizi capitali attribuito a lungo a
Rabano Mauro ma ben precedente alla sua epoca, è un campo di analisi
ricco di risultati perché nel manoscritto di Napoli presenta una linea melo-
dica analoga a quella di un altro inno ritmico, il Gratuletur, anch’esso pseu-
dorabaniano, salvo una differenza nelle sillabe 9 e 10 del primo verso, dove
Alma vera ha la sequenza pes-virga mentre Gratuletur ha virga-pes. Questa
discrepanza si giustifica forse con la presenza del quadrisillabo al posto del
più frequente trisillabo. Barrett ha anche pensato che questa corrispon-
denza possa rivelare che uno dei due, probabilmente Alma vera, è un con-
trafactum, una canzone con musica identica su testo diverso. Una seconda
spiegazione possibile è ovviamente l’inversa, che la melodia fosse associata
ad Alma vera prima che al Gratuletur, e una terza è che la linea melodica
fosse associata a un particolare tipo di verso, in questo caso il quindicisilla-
bo o doppio settenario ritmico.
In Ante secula,15 una ricapitolazione biblica sulle sei età dell’uomo com-
posta dal monaco Teofrido di Corbie (poi vescovo di Amiens) nel VII seco-
13
Ibid., pp. 49-58.
14
Ibid., pp. 63-76.
15
Ibid., pp. 89-104.
Ad cantandum carmina 343
lo, le melodie nelle due strofe sono quasi identiche e i neumi del primo e
del secondo verso e quelli del terzo e quarto sono simili fra loro. In entram-
be le strofe ci sono aggiustamenti melodici effettuati per incorporare silla-
be soprannumerarie:
ad esempio nel secondo emistichio del terzo verso nella prima strofa qui
tecum regnat cum sancto spiritu, la melodia è condensata in cadenza su spi-
ritu e sono aggiunte due note extra su sancto. Nella seconda strofa la silla-
ba soprannumeraria sul primo emistichio del verso 3 è adattata ripartendo
il pes della quarta sillaba in due virgae: de sex aetatibus et mundi principio
(dove il testo critico ha de sex aetates).
16
Ibid., pp. 119-128.
344 Francesco Stella
17
Ibid., pp. 3-16.
18
E. DE COUSSEMAKER, Histoire de l’harmonie au Moyen Âge, Paris 1852 [rist. an.
Hildesheim 1966], pp. 90-91.
19
U. SESINI, Poesia e musica nella latinità cristiana dal III al X secolo, Torino 1949, pp.
167-171.
20
H. SANDEN, Die Entzifferung der lateinischen Neumen, Kassel 1939.
21
CRM/1, pp. 159-176.
Ad cantandum carmina 345
22
Ibid., pp. 203-232.
346 Francesco Stella
23
Composizioni musicali su testo di Paolino di Aquileia: problemi e proposte editoriali,
in Paolino d’Aquileia e il contributo all’Europa carolingia. Atti del Convegno
Internazionale di Studi (Cividale del Friuli-Premariacco, 10-13 ottobre 2002), a cura
di P. CHIESA, Udine 2003, pp. 197-243: 201.
24
CRM/1, pp. 233-250.
25
J. LLEWELLYN, A Paulinus of Aquileia Versus in Eleventh-Century Italy, in The
Appearances of Medieval Rituals: The Play of Construction and Modification, ed. by N.
HOLGER PETERSEN [et ALII], Turnhout 2004, pp. 97-122: 103-104.
Ad cantandum carmina 347
creando il problema di come gestire i due spazi melodici rimanenti abi-
tualmente associati con le sillabe 4° e 5° del terzo verso di ogni strofa. E il
problema viene risolto creando un termine che sarebbe stato letto come
quadrisillabo per mantenere coerenza metrica (be-the-le-em).
Lo schema delle due melodie assomiglia a quello di Ad caeli clara (Par.
Lat. 1154 and Par. Lat. 8318, prima strofa). Sulla base dell’analisi dei con-
testi di trasmissione l’editore produce l’ipotesi che la melodia del Roma
123, dove il testo precede l’Introito della terza messa di Natale e viene defi-
nito versus in nativitate domini ante episcopum non sia arrivata in Italia dal
Nord, ma sia la versione di una melodia o di un fascio di procedimenti
melodici circolata in associazione con questo testo almeno dalla fine del IX
secolo e forse prima.
Anche l’altro inno natalizio di questo corpus, il Gratuletur omnis caro
erroneamente attribuito a Rabano Mauro, dimostra nelle differenti versio-
ni pervenute un’analogia di profilo melodico associata con questo testo in
aree specifiche, come la Renania Orientale, dal X al XIV secolo.
Il ritmo Homo quidam, breve versificazione dell’episodio evangelico di
Lazzaro e del ricco epulone,26 è esemplare del processo di adattamento
della musica (identica dalla seconda strofa in poi) all’irregolarità dell’ani-
sosillabismo: lo constatiamo nelle sillabe atone dei versi 3, 4 e 5, adattate
prima della nota associata alla prima sillaba.
26
CRM/1, pp. 267-292.
348 Francesco Stella
27
C’è un’unica eccezione notata da Barrett: «The only point of difference in Fulda Aa
62 from both London Add. 19768 and Wien 1888 occurs in the first line of the fifth
strophe, where Abraham is shifted to the melodic figures associated with syllables six
to eight. This disrupts the association of accent and melodic gesture, but retains the
overall melodic shape of the line».
28
CRM/1, pp. 301-314.
29
Ibid., pp. 315-340.
350 Francesco Stella
rapporto musica-ritmo:
difficulties involved in p
syllable count of the t
suggest that any melodi
been idiosyncratic and th
associated with this p
indicazioni fornite da qu
invece che la lettura can
direzione di una fo
melodica delle apparenti
Nel ritmo sul giudizio universale Qui de morte31 troviamo ben tre scribi
che lavorano alla musica sullo stesso manoscritto, trascrivendo linee melo-
diche diverse ma con un’apertura comune e adattando le sillabe soprannu-
merarie in modo da conservare uno schema di alternanza degli accenti: una
testimonianza preziosa sulla preminenza della recitazione accentuativa e
sulla pratica di creare libere variazioni musicali su una base che si conside-
rava associata a quello specifico testo o almeno a uno specifico schema
metrico-sintattico.
Nel caso del ritmo Quique cupitis32 sull’Anticristo che precede il Dies
irae, anticipandone anche l’incipit, i procedimenti di adattamento melodi-
30
Ibid., pp. 341-352.
31
Ibid., pp. 353-370.
32
Ibid.
Ad cantandum carmina 351
co sono stati già osservati e studiati da Gunilla Björkvall e Andreas Haug
in una delle euroconferenze organizzate dal gruppo di lavoro:33 un esempio
si legge all’inizio del secondo verso di entrambe le strofe, dove una sillaba
è stata aggiunta davanti allo schema di accentuazione alternata. Una tecni-
ca analoga riguarda la seconda sillaba del terzo verso della prima (èt | de ad-
| vén-| tum) e la decima del secondo verso della strofa 2: concép-| tus.
All’inizio del verso 3 della strofa seconda le sillabe sono raggruppate melo-
dicamente così: de trí-|bu| dán | [ ] |é-|rit| ór-|tus, aggiungendo cioè un suono
extra per elidere melodicamente (così Barrett) de e tri- alla prima sillaba,
mentre la successione di due sillabe accentate al centro dell’emistichio ha
portato all’omissione di un suono. Come ha osservato Barrett, in tutti que-
sti casi il principio sottostante era la conservazione del rapporto fra sillabe
accentate e determinati elementi melodici. In altri casi (sillabe 9-11 del
primo verso della prima strofa e terzo verso della seconda strofa) è stato
seguito un principio diverso: sillabe accentate sono state allineate con note
associate con la decima sillaba atona 1) ex | mé-|o ó|-re; e 2) ex | é-bre|ó-|rum.
de sum mo de - o nunc au - di - te glo - ri - o - sa fa - mi - na
et de ad ven --tum an - ti - chris - ti in ex - tre - mo tem po - re
de tri - bu dan e - rit or - tus ex e - bre - o - rum po - pu - lo
33
G. BJÖRKVALL - A. HAUG, Rhytmischer Vers: Performative Aspekte seiner Form. Zu
Monumenta Germaniae Historica Poetae IV 2 N. 35 und N. 88, in Poetry of the early
medieval Europe… cit., pp. 119-148.
352 Francesco Stella
34
Tertio in flore, ed. CRM/1, pp. 397-428.
Ad cantandum carmina 353
musica tendeva a riconoscere come uniforme e costante, è attiva dunque su
tutto il verso e non solo sulla cadenza, come pensava Norberg e come anco-
ra oggi comunemente si crede fra i mediolatinisti. Il ritmo dunque crea di
musica e testo un’unità che abitudini filologiche e la costrizione della stam-
pa hanno a lungo oscurato o frainteso, e che l’edizione digitale consente
finalmente di recuperare.
Francesco Stella