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In questi due anni, avete studiato una forma "standard" di greco, basata sul dialetto attico della
prosa letteraria, utilizzato, in forme più o meno pure, dalla maggior parte degli scrittori e anche dai
poeti di teatro; l'Attico, con forme di avvicinamento allo Ionico, altro dialetto con cui è strettamente
imparentato e dal quale si differenzia molto meno che rispetto ad altri dialetti, è inoltre diventato,
per motivi di prestigio culturale, la lingua base del greco comune ellenistico che si è diffuso, a
partire dalle conquiste di Alessandro Magno, in tutto il Mediterraneo orientale. Tuttavia, accanto
all'Attico, sono da sempre esistiti molti altri dialetti che hanno conosciuto, soprattutto in poesia, un
vasto utilizzo (seppur in forme spesso molto distanti da quelle del parlato reale, tanto che spesso si
può parlare più di una coloritura dialettale applicata all'Attico letterario, piuttosto che di uso vero e
proprio di un altro dialetto - è questo, in particolare, il caso del dorico nei cori della tragedia), cui va
aggiunta la lingua poetica del greco, una vera e propria lingua autonoma usata in modo regolare per
diversi generi letterari a partire dall'epica omerica e che è decisamente la lingua più usata per
scrivere versi e che consiste di un miscuglio di caratteristiche dialettali diverse, soprattutto ioniche.
Riassumendo, potremmo dire che le lingue letterarie maggioritarie del greco sono due: l'Attico, per
la prosa, e la "lingua omerica" per la poesia, con varie eccezioni che vedono, ad esempio, l'utilizzo
dello Ionico da parte di storici come Erodoto, dell'Attico nei dialoghi della tragedia e della
commedia, di altri dialetti nella poesia lirica (soprattutto il Dorico per la lirica corale e l'Eolico per
la lirica monodica).
Quest'anno, per poter leggere più agilmente i testi della letteratura, studieremo insieme le principali
caratteristiche dialettali dei principali generi letterari e autori, cercando di comprendere le forme
linguistiche peculiari dello Ionico (in particolare della forma usata da Erodoto), dell'Eolico
(parlando soprattutto della produzione lirica di Saffo e Alceo), del Dorico (poche nozioni saranno
sufficienti per poter leggere, infatti, i cori delle tragedie) e passeremo, infine, ad analizzare un po'
più in profondità, la cosiddetta lingua omerica, che innesta nella sua base ionica elementi dialettali
(soprattutto eolici) e qualche forma linguistica recente che più da vicino ricorda l'Attico che avete
finora studiato.
Sul gruppo ionico
1) Una delle caratteristiche più evidenti del dialetto ionico è il vocalismo pervasivo in /e/:
l'α lungo diventa η anche se puro (sono tipicamente ioniche, dunque, forme come σοφίη,
νεηνίης, ἰητρός...)
ε e η "invadono" la prima declinazione (gen. s. m. -έω1, gen. p. -έων, dat. p. -ηισι2)
ἤν al posto di ἄν
2) Vale la pena di ricordare, in Ionico, il frequente fenomeno della psilosi, cioè la mancanza di
aspirazione iniziale, anche in forme composte (κατίζω al posto di καθίζω, ὑπίστημι al posto di
ὑφίστημι...)
3) Molti verbi in -μι vengono coniugati in Ionico come verbi contratti (caratteristica che verrà
ereditata dal greco più tardo)
4) Vi sono poi altre caratteristiche fonetiche che differenziano lo Ionico dall'Attico:
σσ in luogo di ττ
ρσ in luogo di ρρ (ἀρσήν al posto dell'attico ἀρρήν)
ξεῖνος, κοὐρη, οὔρος invece di ξένος, κόρη, ὄρος
5) Infine, i temi in vocale con apofonia della terza declinazione hanno una flessione "semplificata"
rispetto all'Attico e mantengono lo ι inalterato durante la flessione:
πόλις
gen. s. πόλιος
nom. p. πόλιες
6) Per quanto riguarda la morfologia pronominale è utile ricordare forme come ωὐτός e κεῖνος in
luogo dei regolari αὐτός ed ἐκεῖνος.
1
Si noti che quando la prima vocale coinvolta è una ε, lo Ionico evita la contrazione (si ottiene così un participio
caratteristico del verbo εἰμι con ἐών anziché ὤν, da non confondere con la forma ionica, utilizzatissima da Erodoto ὦν,
che sostituisce οὖν "dunque")..
2
Questa forma di dativo è anche detta "dativo lungo" per via dell'aggiunta dello ι finale; è possibile incontrare anche
forme brevi con lo stesso vocalismo, scritte, a volte, con ι sottoscritto (-ῃς); è, inoltre, comune anche alla seconda
declinazione che presenta la forma -οισι.
Eolico: alcuni "strumenti" per leggere Saffo e Alceo
3
Si elencano di seguito in particolare le forme frequenti nel dialetto di Lesbo, usato da poeti come Saffo e Alceo.
4
L'esito in ο è esito comune delle sonanti, tanto che si hanno anche forme come δέκοτος da δέκnτος che in Attico
darebbe δέκατος.
5
La forma eolica del verbo εἰμι è ἐμμι; da ricordare anche forme come σελάννα in luogo di σελήνη, dove si nota anche
la conservazione di α.
6
Κῆνος per ἐκείνος.
7
Nel dialetto di Lesbo, quella che invece è la ζ originaria dell'Attico è pronunciata σδ.
8
In questa e altre particelle l'accento sull'ultima sillaba è solo illusorio, giacché si tratta di elementi che sintatticamente
si legano strettamente a ciò che segue.
9
Con lo Ionico l'Eolico condivide anche le cosiddette forme di "dativo lungo".
10
Collegata a questa forma di infinito è quella di δίδωμι: δίδων.
Dorico
Il dorico fa parte dei dialetti greci occidentali, quelli che più a lungo di tutti hanno conservato, per
esempio, il digamma. Il dorico è usato, principalmente, per la lirica corale (di difficilissima lettura e
le cui caratteristiche saranno, quindi, tralasciate) e per i cori della tragedia (dove, in realtà, è
presente solo una leggerissima patina di coloratura dorica, con pochi dorismi lessicali, diversi
arcaismi e omerismi, non sempre realmente dorici, e una generalizzazione del suono di α, anche
dove i veri dialetti dorici non lo avrebbero11); anche nella lingua dell'epica il dorico non lascia quasi
nessuna traccia.
11
Ad esempio in dorico /ae/ contrae in η e non in α, mentre realmente doriche sono le forme in α del gen. s. m., -ᾶν del
gen. p.
12
Ad esempio in fome come φατι=φησι e al plurale dei verbi in -οντι.
La lingua di Omero
È utile, per leggere l'epica ed altri generi di poesia esametrica, tenere in mente le diverse peculiarità
di tutti i dialetti greci analizzati precedentemente e ripassare le nozioni di grammatica storica già
viste al ginnasio. La lingua omerica, infatti, presenta una grandissima varietà di forme coesistenti e
di forme peculiari che difficilmente possono essere comprese in un elenco che sia davvero esaustivo
senza risultare troppo complesso.
Peculiarità fonetiche:
1) il gruppo /eo/ contrae in ευ, mentre le altre contrazioni di solito non avvengono
2) esistono le cosiddette forme "distratte", nelle quali spesso avviene anche assimilazione (si hanno così
forme come ὁράασθαι, ὁρόω
3) il digamma di conserva, ma la sua presenza si nota soltanto nella scansione metrico-prosodica del verso
4) non sempre la metatesi avviene (il gruppo εω, per lo più monosillabico, alterna con ηο)
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Similmente abbiamo il dativo lungo anche per la seconda declinazione.
14
Attestato anche in forma contratta.
15
Citiamo in nota anche alcune forme dell'indefinito τις: gen. τεο/τευ, dat. τεῳ/τῳ.
1 p. -μεν -μεσθα, -μεθα -μεν -μεσθα, -μεθα
2 p. -τε -σθε -τε -σθε -τε -σθε
3 p. -ουσι(ν) -νται -ον -οντο -ετωσαν, -ντων -εσθωσαν, -σθων
-σι(ν), -ᾰσι(ν) -ν, -σαν -ντο, -ατο -ντων -σθων
-ᾱσι(ν) -αν -αντο
1 d. -μεθον
2 d. -τον -σθον -τον -σθον -τον -σθον
3 d. -τον -σθον -την -σθην -των -σθων