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Electronic Music Production

Sound Theory
Fisicamente, il suono può essere definito come propagazione di una perturbazione dello
stato di quiete delle particelle in un mezzo elastico. Se ad esempio consideriamo l’aria
come mezzo, la propagazione del suono sarà determinata dall’oscillazione delle sue
particelle nello spazio e nel tempo; questa oscillazione causerà degli stadi di maggiore
concentrazione delle particelle e, di conseguenza, degli stadi di rarefazione delle stesse.
Compressione e rarefazione rappresentano in pratica delle variazioni di pressione nel
mezzo rispetto allo stato di quiete (pressione atmosferica, nel caso dell’aria).
ANDAMENTO SINUSOIDALE
L’alternanza di questi due stadi, se regolare e costante, descrive un andamento ciclico
definito sinusoidale, poiché rispecchia quello di una sinusoide trigonometrica.

La sinusoide è una forma d’onda legata al moto


armonico di un punto su una circonferenza
Una sinusoide acustica (si chiama anche tono puro) è quindi un evento fisico che può
essere descritto da diverse variabili. Una di queste è l’ampiezza: con questo termine si
esprime genericamente l’entità della variazione di pressione rispetto alla normale
pressione atmosferica. In particolare, più spesso si prendono in considerazione i valori di
ampiezza di picco.
Maggiore è l’ampiezza di picco raggiunta, maggiore è la variazione di pressione ottenuta.
Dal punto di vista psicofisico, una variazione di ampiezza rappresenta per un
ascoltatore una variazione di volume o intensità.
L’intensità di una pressione sonora si misura in Pascal (Pa).

In realtà la riposta del nostro


apparato uditivo non è
sufficientemente rapida da
consentirci di percepire i valori
di picco; in pratica, ciò che ci da
una sensazione di volume è un
valore definito RMS o valore
efficace, da non confondere con
la media aritmetica.
AMPIEZZA RMS (valore efficace)
Root Mean Square significa che:
a) Si eleva al quadrato ognuno dei valori di ampiezza rilevati.
b) Si calcola la media dei risultati ottenuti
c) Si calcola la radice quadrata della media

SOLO nelle sinusoidi, il valore di picco e il valore efficace sono legati dal rapporto:

Veff = Vp * 0,707

Questi calcoli ci aiutano a capire il significato di RMS,


ma fortunatamente leggere i meters è molto più facile!
FREQUENZA E ALTEZZA
Un’altra importante caratteristica che ci permette di distinguere una sinusoide da un’altra è
la frequenza: questa è determinata dalla rapidità con la quale il ciclo sinusoidale si
conclude. In maniera più precisa, la frequenza è definita dal numero di cicli completati dalla
sinusoide nel tempo di un secondo e si misura in Hertz (Hz= 1/sec)
Per l’ascoltatore le variazioni di frequenza rappresentano delle variazioni di altezza o
intonazione del suono, permettendogli così di identificare suoni più acuti o più gravi

Il nostro sistema uditivo non è in grado


di percepire qualsiasi suono
indipendentemente dal suo valore di
frequenza; esiste al contrario un range
medio di udibilità che va da un minimo
di 20 Hz ad un massimo di 20000 Hz
VELOCITA’ DEL SUONO

In aria equivale a 331,6 m/s + 0,6 * t


(t è la temperatura in gradi Celsius)
FREQUENZA E LUNGHEZZA D’ONDA

Sono caratteristiche proprie delle onde sinusoidali.


La lunghezza d’onda è la distanza percorsa da un’onda nel tempo di un ciclo. La
frequenza è il numero di cicli al secondo (o hertz).

Frequenza e lunghezza d’onda sono legate dalla formula:

lunghezza d’onda (m) = velocità del suono (m/s)


frequenza (Hz.)
che può essere anche scritta:

frequenza = velocità del suono


lunghezza d’onda

Il periodo T è il tempo impiegato nel compiere un ciclo. Si misura in secondi.

T(s) = 1/f
FREQUENZA E LUNGHEZZA D’ONDA
In aria alla temperatura di 23 °C, poiché la velocità di propagazione è di circa 345 m/s, si
ha che:
• un’onda alla frequenza di 100 Hz presenta una lunghezza d’onda di 3,45 m;
• una frequenza di 1 kHz presenta una lunghezza d’onda di 0,345 m (34,5 cm);
• una frequenza di 10 kHz presenta una lunghezza d’onda di 0,0345 m (3,45 cm);

Corrispondenza tra frequenza e lunghezza d’onda del suono


(UTET: “Manuale di Acustica applicata”)
CONCETTO DI FASE: FENOMENI DI INTERFERENZA

Un altro importante concetto in relazione ai suoni complessi è quello di fase. Abbiamo


già visto come la fase può influenzare il risultato di una somma tra sinusoidi. Essendo
un suono complesso scomponibile nella somma di più sinusoidi i fenomeni di
interferenza di fase (costruttiva o distruttiva) potranno avvenire per diverse
frequenze del nostro segnale.

Se consideriamo all’interno di una


stanza una sorgente
sonora ed un ascoltatore, i suoni
riflessi dalle pareti arriveranno
all’ascoltatore con fasi
differenti rispetto al suono diretto. Se
si tratta di un suono complesso,
allora si avranno
interferenze costruttive per alcune
frequenze e distruttive per altre,
dipendentemente
dalla lunghezza d’onda.
INTERFERENZA
L’interferenza sonora è un fenomeno che riguarda due o più onde che abbiano la
stessa frequenza.
I casi limite che si possono verificare sono:
a) onde perfettamente in fase (Δϕ0 = 0°): l’ampiezza dell’onda risultante è uguale alla
somma delle ampiezza delle due singole onde (interferenza costruttiva);
INTERFERENZA

b) onde in opposizione di fase (Δϕ0 = 180°): l’ampiezza dell’onda risultante è uguale alla
differenza delle ampiezze delle due onde (interferenza distruttiva);

Nel caso particolare in cui le ampiezze sono uguali, le due onde in opposizione di fase
si cancellano l’una con l’altra.
ONDE COMPLESSE

Ogni onda complessa può essere ricondotta alle sue componenti sinusoidali.
La frequenza più bassa è la fondamentale. Le frequenze multiple della fondamentale
si chiamano seconda, terza, quarta armonica ecc.

Il contenuto in frequenza di un suono (o spettro) è legato al concetto psicofisico di


timbro.

fondamentale

3a
armonica

2a
armonica
INVILUPPO SONORO

Ogni suono complesso è caratterizzato da un certo andamento della sua forma d’onda nel
tempo. Questo andamento, detto inviluppo sonoro, ne determina in maniera fondamentale
le caratteristiche timbriche.
Il SISTEMA UDITIVO
L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e dal canale uditivo. Il primo ha
particolare importanza per il convogliare il suono nel canale uditivo, ma anche per ciò che
riguarda l’identificazione della provenienza dei suoni. Il canale uditivo, che termina con la
membrana del timpano, funziona secondo il principio delle canne d’organo: le sue
dimensioni sono tali da causare delle risonanze interne in corrispondenza di alcune
frequenze (a seconda della relazione che c’è tra la lunghezza del canale e la lunghezza
d’onda della frequenza considerata); queste risonanze ci rendono di conseguenza
maggiormente sensibili ad alcune frequenze e meno ad altre.
La vibrazione del timpano causa il movimento di un sistema di 3 ossicini (martello, incudine
e staffa) che costituiscono l’orecchio medio. In pratica questo sistema di leve trasforma
l’energia acustica in energia meccanica. Nell’orecchio medio troviamo anche la tromba di
Eustachio, che serve a riequilibrare gradualmente la pressione nell’orecchio medio con
quella esterna, separata dalla membrana del timpano.

Gli ossicini dell’orecchio medio, che trasmettono le


vibrazioni meccaniche del timpano alla finestra ovale
della coclea.
Il movimento di questi 3 ossicini viene trasferito su di un’altra membrana, la finestra ovale,
con la quale comincia l’orecchio interno.
L’organo principale è la coclea, un organo cavo che contiene la membrana basilare e un
fluido, sollecitato appunto dai movimenti della finestra ovale. Nella coclea le onde prodotte
nel fluido diventano impulsi nervosi per mezzo di recettori ciliati situati sulla membrana
basilare.
orecchio medio finestra ovale
fluido
orecchio interno

timpano

canale uditivo

membrana
basilare
finestra
circolare

tromba di Eustachio
Electronic Music Production

Sound Theory 2
LIVELLI SONORI
Al fine di sviluppare una comprensione dei decibel, abbiamo prima bisogno di
esaminare i logaritmi e la scala logaritmica. Il logaritmo (log) è una funzione matematica
che riduce grandi valori numerici in numeri più piccoli e utilizzabili.
In audio, noi usiamo valori logaritmici per esprimere le differenze di intensità tra due
suoni (spesso, ma non sempre, comparando un valore misurato con un valore di
riferimento standard).

Il logaritmo è la
funzione inversa alla
funzione esponenziale Funzione logaritmica Funzione esponenziale
I LOGARITMI

Si definisce Logaritmo in base a di un argomento x


l’esponente che è necessario assegnare alla base
a per ottenere l’argomento x.

• La base è un numero reale diverso da 1


– se a = 10 si definisce logaritmo decimale
(log x)
– se a = e si definisce logaritmo naturale
(ln x)
L’uso dei logaritmi è ritenuto fondamentale per ottenere una scala di valori che descriva
in maniera verosimile la nostra percezione sonora, ma non solo: i logaritmi ci
permettono di racchiudere in una scala di valori piuttosto ristretta (circa da 0 a 130 dB)
un range di variazioni di pressione che può andare dai già citati 20 µPa a oltre 60 Pa.
Le pressioni sonore, quando vengono espresse in dB, si chiamano Livelli.

loga x = y implica che ay = x


.
esempio:
log2 2 = 1 perché 21 =1
.
oppure:

log2 0,5 = -1 perché 2-1 = 0,5


Sound Pressure Level (dBSPL) Sound Pressure (Pascal)

martello pneumatico

strada trafficata
comparazione tra LIVELLI
DI PRESSIONE SONORA
e voci in conversazione
PRESSIONI SONORE ufficio tranquillo
espresse in Pascal

rumore di fondo in studio

=
A complicare ulteriormente il
discorso si aggiunge il fatto che
la nostra sensibilità alle
110 phon
variazioni di ampiezza cambia a
seconda della frequenza
considerata. Non è ad 90 phon

esempio esatto che la nostra


soglia di udibilità corrisponde a 70 phon
0 dBspl : questo è un
valore plausibilmente valido 50 phon
per alcune frequenze ma
decisamente errato per altre.
30 phon
Questo tipo di
comportamento è stato
MAF 10 phon
studiato in primis da Fletcher e
Munson, ed è stata tracciata
una famiglia di curve che lo
rappresentassero nella maniera
più precisa. Curve di equal loudness
Nel tempo l’andamento di queste curve è stato MAF = Minimum Audible Field
perfezionato fino a divenire uno standard internazionale.
SENSAZIONE DI TONALITA’ E OTTAVE

Anche considerando la risposta


dell’orecchio rispetto alle variazioni di
frequenza si può notare un
comportamento non lineare.
Dividendo le frequenze udibili in bande
della dimensione di un’ottava ciascuna,
noteremo che la dimensione di queste
bande (in hertz) non rimane costante, ma
cresce al crescere della frequenza. Ciò è
dovuto al fatto che, come già visto, la
sensazione di “ottava” è legata ad un
raddoppio di frequenza, e questo significa
che se tra 100 e 200 Hz abbiamo
un’ottava, l’avremo anche tra 1000 e 2000
e tra 10000 e 20000 Hz. Anche in questo
caso, quindi, si parla di un andamento
logaritmico della sensazione di tonalità
legata alla frequenza.
Fenomeni psicoacustici
IL MASCHERAMENTO

Il fenomeno del mascheramento avviene quando al nostro orecchio arrivano 2 o più


componenti in frequenza vicine tra loro. Se una di queste è notevolmente superiore in
ampiezza, la soglia di udibilità verrà modificata in maniera tale da poter rendere non
udibili le altre.

il mascheramento innalza la soglia


di udibilità tra le frequenze
adiacenti la frequenza mascherante

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