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it/documents/315
Riportiamo di seguito un vademecum con le raccomandazioni sulle cure dentarie nei pazienti
cardiopatici, tratte dagli atti del simposio "Cardiologi e Odontoiatri a confronto sul paziente
odontoiatrico cardiopatico e scoagulato: quale approccio?" tenutosi a Palmanova il 25 settembre 2010
e organizzato da ANDI Udine.
- È importante che l'odontoiatra raccolga un'anamnesi farmacologica: una buona pratica clinica
potrebbe essere quella di suggerire al paziente -nel momento in cui viene fissato l'appuntamento - di
portare con sé l'elenco dei fermaci che assume.
- Non c'è alcuna necessità di sospendere la TAO (1) (warfarin, acenocumarolo) e l'antiaggregazione
piastrinica in caso di interventi odontoiatrici "semplici" (ad esempio estrazione di uno o due elementi
dentari), ma è opportuno che l'INR (2) (in caso di TAO) venga verificato il giorno prima della
procedura e sia inferiore a 3 e che vengano adottati gli accorgimenti consigliati (acido tranexamico
locale, punti di sutura...). È prudente che, in questi casi, gli interventi vengano eseguiti in mattinata e
si eviti la seduta del "fine settimana".
- I pazienti in doppia antiaggregazione (ASA (3) + clopidogrel, ASA + ticlopidina, ASA + prasugrel)
sono, di regola, ad elevato rischio aterotrombotico: la sospensione di uno o di entrambi i farmaci è
fortemente sconsigliata.
- Se l'odontoiatra valuta che il rischio emorragico - in un paziente anticoagulato che deve sottoporsi
ad una procedura - sia tale da non consentire il mantenimento della TAO, l'eventuale sospensione del
farmaco dovrebbe essere concordata con il medico di riferimento del paziente, possibilmente
attraverso un contatto diretto tra i professionisti. Per i pazienti portatori di protesi valvolari cardiache
è consigliabile la consulenza/parere di un cardiologo del centro di riferimento.
- Si ricorda che uno degli elementi che favorisce il sanguinamento è rappresentato dalla flogosi
parodontale. È consigliabile pertanto, in particolare nei pazienti anticoagulati o antiaggregati, adottare
provvedimenti atti a ridurre la flogosi nei giorni che precedono l'intervento.
- Le indicazioni alla profilassi per l'endocardite infettiva sono state rivalutate e limitate ai pazienti a
rischio elevato (in particolare portatori di protesi valvolari o pazienti con precedente endocardite
infettiva) sottoposti a procedure che prevedono la manipolazione dei tessuti gengivali o della regione
periapicale dei denti o la perforazione della mucosa orale (ad eccezione dell'infiltrazione di
anestetico locale in mucosa non infetta).
- La valutazione preoperatoria per una eventuale "bonifica dentaria" non può limitarsi all'aspetto
radiologico, ma deve comprendere una valutazione clinica.
- II cardiologo che segue pazienti con valvulopatie, per i quali si prevede una prospettiva di tipo
chirurgico, deve consigliare al paziente controlli odontoiatrici periodici in modo da prevenire e
curare le parodontiti.
Note:
1 di 2 04/04/17 17:37
OMCEO Udine http://www.omceoudine.it/documents/315
(2) La sigla 'INR' sta per 'International Normalized Ratio' ed esprime un rapporto tra il tempo di
coagulazione di un soggetto in terapia ed un PT di controllo, adattato e trasformato in base a
standard di riferimento, in modo da minimizzare le differenze di laboratorio. Per fare un esempio,
una persona con INR pari a 2 ha un tempo di coagulazione approssimativamente doppio rispetto alla
norma. Valori maggiori (e al contrario valori decrescenti di PT) indicano che il sangue è sempre
meno coagulato.
(3) ASA = Acido acetilsalicilico. E' il farmaco antiaggregante di riferimento, in quanto la sua
efficacia e sicurezza sono state dimostrate solidamente in numerose sperimentazioni cliniche
controllate.
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