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Quindicinale

Anno XLI

20.03.2019
Numero

718
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO

Raccolta fondi pro Parco del Piave - pag. 1


Carnevale 2019 - pag. 2/3/4/5
L’arte di Bice Lazzari - pag. 6
Alano: inaugurato il nuovo asilo - pag. 11
Salviamo il parco del Piave - pag. 32
Chiuso in redazione il 11.03.2019 - Prossima chiusura il 25.03.2019
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Ales-
sandro Bagatella, Ivan Dal Toè, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri) € 25,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri) € 50,00.
L’ABBONAMENTO PUÒ ESSERE SOTTOSCRITTO O RINNOVATO NEI SEGUENTI MODI: 1- versando la quota sul c/c postale n. 10153328 intestato alla PRO LOCO di FENER; 2- con bonifico
sul c/c Banco Posta intestato alla PRO LOCO di FENER, IBAN: IT49 M076 0111 9000 0001 0153 328; 3- pagando direttamente ad uno dei nostri seguenti recapiti: NEGOZIO “DA MILIO” - Alano;
BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR
“BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 CRONACA

Il neonato comitato: «Servono almeno 20mila euro per ripartire»

Raccolta fondi pro Parco del Piave


di Silvio Forcellini
Sono ingenti i danni al Parco del Piave di
Fener causati dall’esondazione del Piave
dell’ottobre 2018. All’interno della baita
della Pro Loco di Fener l’acqua ha
raggiunto quasi i due metri di altezza,
come non si era mai visto in passato,
compromettendo forse irreparabilmente
l’attrezzatura che vi era custodita: due
friggitrici, un forno completo di gas a
quattro fuochi, un gas a quattro fuochi più piastra elettrica, due frigoriferi, due congelatori, oltre naturalmente
all’intero impianto elettrico. E quando l’acqua si è finalmente ritirata, la baita è rimasta invasa da circa 15 centimetri
di fango e detriti. Si dovrà ritinteggiare, rifare i serramenti (quattro finestre e due porte) e la parete interna in
cartongesso (che delimitava le varie aree, tra cui il magazzino), oltre a ripulire tutta l’attrezzatura e i banchi da
lavoro e pensili in acciaio. Gravemente danneggiato anche il prefabbricato dei bagni, divelto dalle sue fondamenta e
con gli scarichi spezzati, mentre nella pista per automodelli radiocomandati, dove si sono poi depositati 25 cm di
fango e detriti, è stato divelto il box cronometraggio ed è entrata acqua nella casetta del mini bar dove c’era tutta
l’attrezzatura per il cronometraggio. Inoltre si dovrà ripristinare la strada di accesso. I periti incaricati hanno
calcolato che per ripristinare il tutto ci vorranno circa 95mila euro. Proprio per questo il neonato comitato
“SALVIAMO IL PARCO DEL PIAVE” di Fener - composto dalla Pro Loco di Fener, l’associazione “Libero
Pensiero” di Alano di Piave (“Reset Festival”), il “Comitato Genitori” del locale Istituto Comprensivo (“School
Festival”) e l’ASD Prealpi RC (“Pista Verde”) - ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e una raccolta fondi
“per rimettere a posto quello che la natura ha distrutto in una notte”. Un appello alle istituzioni, alle aziende e ai
privati per poter far rivivere quanto prima l’area. Più sopra l’IBAN del conto corrente bancario della Pro Loco di
Fener dove poter effettuare una donazione, anche di modesta entità. E’ possibile inoltre, nella dichiarazione dei
redditi, destinare alla Pro Loco di Fener il 5 per mille (scrivere nell’apposito spazio il codice fiscale dell’associazione
82004550255), oppure partecipare agli eventi che saranno via via organizzati e il cui ricavato sarà devoluto alla
ricostruzione del Parco del Piave. Considerato il danno complessivo stimato dai periti - come detto - in 95mila euro
(«Ma ne bastano 20mila per ripartire - ha spiegato Lorenza Segato della Pro Loco di Fener - e per rimettere in piedi
il minimo indispensabile per poter organizzare i primi eventi»), c’è davvero bisogno dell’aiuto di tutti!
Di seguito, alcune foto del sopralluogo effettuato mercoledì 20 febbraio al Parco del Piave di Fener, voluto dal
comitato “SALVIAMO IL PARCO DEL PIAVE” per rendere partecipi politici, istituzioni, stampa, mondo
imprenditoriale e cittadini dei danni causati nell’area dall’esondazione del Piave dell’ottobre 2018.
2 CRONACA

Carnevalando, fra l’entusiasmo di grandi e piccini


di Antonio Mondin – ProLoco Quero
Sabato 2 marzo Piazza Marconi ha ospitato la sedicesima edizione di Carnevalando, organizzato dalla Pro Loco di

Quero. Alle ore 14:00 la manifestazione si è aperta con l'iscrizione delle ma-
scherine, mentre il duo Barabba e Il Carnevale intrattenevano i presenti con
uno spassosissimo spettacolo. Seguiva la sfilata delle mascherine e relative
premiazioni; da segnalare la partecipazione dei bambini della scuola dell'in-
fanzia M. V. Casamatta il cui tema, quest'anno, era l'albero in tutte le forme,
stagioni e funzioni. Scelta dettata dalla volontà di ricordare la devastazione
delle foreste cadorine avvenuta nell'alluvione di ottobre. Genitori e maestre
hanno collaborato con entusiasmo alla creazione dei vestiti e nell'allestimento
del carro. Alle 16.30 sono arrivati i carri mascherati, sette in tutto, partiti da
Vas per proseguire verso Segusino e arrivare poi a Quero colorando il pome-
riggio di festa. Per tutto il tempo il chiosco della Pro Loco ha offerto a tutti crostoli e frittelle. Grazie tutti i collaboratori!
Vincitori della sfilata mascherine: Piccoli da 0 a 3 anni: 1° Adele Bogno fata dei fiori; 2° Gabriele de Bortoli jolly; 3°
Matteo Zancanaro pirata. Grandi da 4 anni in su: 1° Giorgia Vedova Mary Poppins; 2° Emma Andreazza poliziotta;
3° Anna Mondin piratesca. Gruppi: Asilo Maria Vergerio Casamatta; Hippie 6 ragazze.
3 CRONACA

Consueto successo della sfilata dei carri mascherati organizzata dalle Pro Loco di Alano e di Fener

Premiati “The Roy-Alan Family”,


“La Rinascita” e “Vikings”
di Silvio Forcellini
Anche quest’anno una bella giornata di
sole ha favorito organizzatori e parteci-
panti, garantendo così il consueto suc-
cesso del Carnevale alanese. Molte
persone, mascherate e non, hanno as-
sistito, nel corso del pomeriggio di do-
menica 3 marzo, alla tradizionale sfilata
dei carri mascherati organizzata dalle
Pro Loco di Alano e di Fener in colla-
borazione con la Amministrazione Co-
munale. Il variopinto e allegro corteo -
coordinato come sempre da Luciano
De Faveri - è partito quest’anno da Fener e ha toccato via via tutti i paesi del Comune: dapprima i Faveri, poi Cam-
po e Colmirano, infine Alano e Uson.
Giunti in piazza ad Alano, dove si è svolta la premiazione, i 12 carri in
concorso si sono sottoposti al giudizio di un’attenta giuria presentando
anche una piccola coreografia.
Il premio per l’idea più originale e simpatica è stato assegnato (nella
foto a fianco) a “The Roy-Alan Family” di Alano (capocarro Loris
Tessaro), con la famiglia reale inglese al gran completo: dalla regina
Elisabetta in abito pastello e borsetta d’ordinanza al principe consorte
Filippo, e poi Carlo e Camilla, William e Kate con prole, Harry e
Meghan con tanto di “pancione”, tutti ovviamente scortati dalle
“Coldstream Guards” dal caratteristico alto colbacco nero.
Il premio per la migliore realizzazione e coreografia (nella foto al cen-
tro) se lo è aggiudicato “La Rinascita” della Scuola Materna di Quero
(capocarro Elena Billò), un vero e proprio inno alla natura.
A “Vikings” della Parrocchia di Quero (capocarro Nicola Dalla Piazza)
- un imponente nave vichinga popolata da figuranti che ricordavano in
tutto e per tutto la popolare serie televisiva - gli organizzatori hanno
assegnato il premio speciale “Giacomo Ciorla” (nella foto sotto).
Alla sfilata alanese, oltre ai tre carri premiati, hanno partecipato anche:
“Al caret de Jacomo” di Colmirano (capocarro Daniele Licini), “Entra
nella ciotola” di Campo (capocarro Cristina Bertoli), “Gocce di vita” del-
la Scuola Media di Alano (i ragazzi guidati da Eliana Moncada - anche
se privi di carro - hanno dato vita a una coinvolgente esibizione di bal-
lo, con la partecipazione straordinaria di Musty e l’associazione “La
musica non ha confini”, un gruppo di bravissimi percussionisti con tan-
to di “sciamano” al seguito), “Le allegre mascherine” di Alano (capocar-
ro Massimo Licini), “Play Alano Boys” di Alano (capocarro Alex Simio-
ni), ), “Riserva di caccia de Cumiran” di Colmirano (capocarro Caterina
Tessaro), “Rosetta la trota protetta” di Schievenin (capocarro Cristina
Mondin), “Vivere a colori” di Alano (capocarro Franco Simioni), più il
consueto carro misto (capocarro Mario Licini).
A me - parere personalissimo, ben s’intenda - quest’anno piaceva in
particolare “la famiglia reale” (oltre a una inarrivabile Crudelia DeMon),
però tutti i carri e i costumi, per il lavoro che han richiesto e per la cura
dei particolari, hanno meritato comunque un grande plauso, indistinta-
mente.
Dopo la premiazione, gli “irriducibili”, come da copione, si sono diretti
ad Uson per chiudere la festa. Tavole imbandite di ogni ben di dio, approntate dalle due Pro Loco e dai comitati lo-
cali (cui va il grande ringraziamento degli organizzatori), avevano accolto i partecipanti anche alla partenza e a ogni
tappa intermedia. Lo sforzo organizzativo delle due Pro Loco (basti pensare ai 1.300 panini preparati e distribuiti nei
sei punti di ristoro) sarà economicamente per quest’anno sostenuto interamente dalla Pro Loco Alano, che così ha
4 CRONACA

voluto dare un segno tangibile di sostegno alla consorella di Fener per gli ingenti danni subiti al Parco del Piave a
causa dell’esondazione del fiume alla fine di ottobre 2018.
Al termine sia i presidenti delle due Pro Loco organizzatrici, Diego Dal Bon e Lorenza Segato, che il sindaco di Ala-
no, Serenella Bogana, non hanno nascosto tutta la loro soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione,
resa possibile - per quanto riguarda la viabilità - anche grazie al prezioso apporto dei volontari, della Protezione Ci-
vile di Alano, dei carabinieri e della polizia locale.

Le foto pubblicate in queste pagine sono di Silvio Forcellini e di Settimo Rizzotto (più qualcuna tratta dalla
pagina Fb di Oscar Licini, Cristina Mondin, Alessandra Pighetti e Valentina Spada).
5 CRONACA
6 PERSONAGGI

L’arte di Bice Lazzari


di Daniela Todoverto
Come fai, a un certo punto della tua vita, a sapere veramente qual è la strada giusta?
Vedi, quand’ero ancora bambina volevo fare la musicista; ma dopo tre anni di
Conservatorio decisi di smettere. Forse intuivo che non sarei riuscita altro che una
mediocre violinista. Più tardi mi trovai all’Accademia di belle arti; avevo quindici anni,
e ti assicuro che allora le mie idee non erano molto chiare. Penso che non ci sia stata
una vera e propria scelta. Essere artisti è per me qualcosa di molto vago, che
difficilmente potrei definire; penso che l’arte sia un fenomeno incerto e complesso e
volerne capire qualcosa, oltre i motivi della propria sincerità, sia dopotutto quasi un
atto di presunzione. Sì, c’è una scelta; ma la scelta appartiene alla tua innocenza, che
ti porta su una strada che non conosci ancora, ma che ti affascina, perché operando
per qualcosa di diverso ti senti migliore, soprattutto nei confronti di te stessa.
Le parole sono quelle di Bice Lazzari, riportate in una nota intervista del critico Guido
Montana. Artista e musicista, Bice inizia un lungo lavoro di ricerca che la porterà a
sperimentare diverse modalità espressive partendo dal figurativo, dalla pittura lagunare
veneziana, arrivando ad linguaggio armonico tutto suo, fatto di spazio e linee. Nata il 15
novembre 1900 a Venezia, Bice si forma all’Accademia e frequenta la “Scuola di
Burano”, un gruppo di artisti raccolti attorno al pittore mantovano Pio Semeghini. La giovane sperimenta la pittura di
luce di Semeghini e ne riprende alcuni temi realizzando opere delicate, dal tocco veloce e immediato come Bambina
con Nastri. Il 1924 è l’anno dell’esordio con la partecipazione alla mostra dell’Opera Bevilacqua la Masa presso Cà
Pesaro a Venezia. Stringe importanti amicizie con Carlo Scarpa e la sorella Ida e frequenta il caffè sulla riva delle
Zattere, entrando in contatto con il pittore Virgilio Guidi e i letterati Carlo Izzo e Aldo Camerino. Un mondo ricchissimo
di stimoli, di idee che di certo formeranno il pensiero e la visione di Bice. Negli anni ’30 inizia ad esporre le prime opere
di arte applicata a Villa Reale a Monza. Presenta arazzi, cuscini, stoffe,
aprendo quello che sarà un nuovo modo di sperimentare il suo
linguaggio fatto di linee e spazi. Si trasferisce a Roma e qui avviene
l’incontro più bello che cambia la sua vita. Conosce l’architetto Diego
Rosa che diventerà presto suo marito e con lui darà inizio ad viaggio di
arte, di scoperta, di condivisione, insomma, di vero cammino di vita. A
partire dall’estate del 1958 Bice e Diego trascorrono lunghi periodi
estivi a Bassano del Grappa e a Quero,
presso la sorella Gina a Casa Oliva, in
via Roma. In villeggiatura a Quero
ritrova la tranquillità per lavorare, per
passeggiare e riflettere. Mette per iscritto
tantissimi pensieri ispirati alla natura che la
circonda e Diego, con cura e dedizione, li trascrive a mano perché nulla venga perduto, o
non capito e tutto possa essere riletto dai posteri, assieme alle sue opere. Nel 1959 Bice è
costretta ad abbandonare la pittura tradizionale a causa di un avvelenamento organico ai
colori ad olio e comincia ad utilizzare materiali come colle, sabbie, tempere e matite. Con
queste nuove tecniche realizza opere di grande formato che si avvicinano all’arte informale
di Afro Basaldella, con il quale collaborerà per la decorazione del Caffè Aragno a Roma.
La ricerca artistica prosegue seguendo nuove vie e a proposito del suo lavoro dirà:
Parti per ottenere un certo risultato e inconsapevolmente ne realizzi un altro […] la tela
può prenderti la mano […]. Giochi e scopri che un segno ha un significato che
determina lo spazio: è un processo interno che conduce a una scoperta. Pensi di aver
dato vita a qualcosa che prima non era visibile. L’arte è un gioco. Si parte sempre da un
gioco.
Bice parla quindi di un’urgenza di espressione che parte dall’interno e segue dei percorsi propri per giungere ad un
risultato inaspettato. È tenendo presenti queste parole che dobbiamo accostarci alle sue opere, cogliere la bellezza
delle geometrie, l’uso dei colori primari, il segno che non è mai di troppo, ma che esprime una poesia, un ritmo che ha
origini lontane. Tutto ora trova il suo posto: la luce veneziana, la ricerca formale, il rigore del lavoro. Interessante anche
la valenza del gioco, perché è appunto nel gioco che il bambino-ARTISTA, come dirà Paul Klee, trova il suo maggior
atto creativo, libero di poter creare e di esprimere la sua gioia nell’esserci
qui e ora. Nel gioco si attinge alla parte più nascosta, più profonda, che si
esprime con forza, senza costruzioni.
Tante sono le opere di Bice Lazzari che si possono ammirare nei più
importanti musei italiani e americani. L’Archivio Bice Lazzari, istituito negli
anni ’80 a Roma, grazie all’amore e alla passione di Maria Grazia Oliva
Lapadula e alla cura delle nipoti Donatella e Nicoletta, conserva molte
opere della pittrice e tutti i suoi appunti, trascritti da Diego, espressione
del pensiero poetico di Bice. Sarebbe molto interessante poter conoscere
più da vicino l’arte di questa pittrice che risulta essere una delle voci
femminili più autorevoli del panorama culturale e artistico del ventesimo
secolo e che ha frequentato a lungo il nostro territorio, ritrovandone la
bellezza del paesaggio.
In foto, dall’alto: Autoritratto 1929; Bice Lazzari, Alberto Giacometti e Carlo Scarpa. Venezia 14 giugno 1962; Bice
Lazzari (Archivio Bice Lazzari Roma); Acrilico n.5 1975.
7 CRONACA

Ricordando Giorgio
di Silvio Forcellini
Tanta gente lo scorso 28 febbraio in chiesa a Cavarzano, paese dove risiedeva da decenni,
e tanta gente nel cimitero della “sua” Fener, dove riposerà con la moglie Nennella, per
l’ultimo saluto all’indimenticabile Giorgio Fabbiane, carissimo e generosissimo amico. Una
vita “dedicata agli amici e allo sport”, hanno scritto non a caso i suoi nipoti per ricordarlo. E
Giorgio era proprio così: se poteva dare una mano (per una pratica burocratica da espletare
nel capoluogo o altro), non si tirava mai indietro (tranne i casi in cui se ne dimenticava:
sempre disponibile sì, ma non propriamente un campione di affidabilità). Fenerese, classe
1936, nel 1958 si trasferì proprio a Belluno per lavoro (e ancor oggi, a distanza di anni, è
ricordato in particolare per aver gestito il bar in via Caffi, luogo di ritrovo e…di perdizione
per eccellenza nei pressi del vecchio ospedale). Qui, tra un’ombra e un panino serviti anche
da occasionali baristi reclutati al volo tra gli amici quando si assentava, si potevano trovare
anche gli…slittini (di cui Giorgio era allora responsabile provinciale). Oltre alla compagnia
degli amici e…delle amiche, Giorgio infatti aveva una grandissima passione per lo sport, che praticò un po’ da gio-
vane, ma di cui si occupò in seguito come giudice di gara o dirigente. Fu, tra le altre cose, socio fondatore della se-
zione bellunese dei Veterani dello Sport. E proprio per l’impegno e per la passione in ambito sportivo ricevette signi-
ficativi riconoscimenti: la “targa Leone di San Marco” della Regione Veneto, il “distintivo d’argento” della Provincia di
Belluno, la “stella d’argento” e la “stella di bronzo” del Coni, oltre al titolo di Cavaliere della Repubblica. Fu grazie a
Giorgio che, nei primi anni Settanta, un buon numero di tifosi bassofeltrini del Belluno, allora in serie C, si avvicinò
alla compagine gialloblù. Ricordo le partite casalinghe al Polisportivo, cui non mancavamo mai, precedute dal pran-
zo con la squadra e, in particolare, col “mister” Beraldo (“sennò non mi mangia”, si raccomandava con noi lo storico
dirigente Fornasier). Ricordo le trasferte a Udine, a Trento… Con Giorgio, ovviamente. E mi ha fatto un certo effetto
ritrovare, al cimitero di Fener, alcuni protagonisti di quegli anni gloriosi venuti a dare l’ultimo saluto all’amico. Tra
questi, anche “Roger” Grion, giunto appositamente da Gorizia, mitico terzino sinistro di quella squadra: non è un
caso se, per noi tifosi, “Bubacco-Cecco-Grion…” suonava allora quasi come “Sarti-Burgnich-Facchetti…” o “Cudici-
ni-Anquilletti-Schnellinger…”. Ma Giorgio - come detto - non era noto solo in ambito sportivo; per la sua simpatia e
affabilità era conosciuto un po’ ovunque, dalla provincia di Belluno…alla Russia (che aveva visitato non so quante
volte). Ma era universalmente conosciuto anche come “l’ebete”, il soprannome affibbiatogli dall’allora direttore del
Tornado, il compianto Renzo Stefano Mattei, “perché bisogna essere ebeti per perdersi ad Alleghe”. Fatale gli è
stata l’ultima visita nella sua amata casa fenerese, lo scorso mese di ottobre, ed il ritorno di fiamma della sua stufa
a kerosene: dapprima il ricovero all’ospedale di Padova, poi in quello di Agordo, dove le sue condizioni sono im-
provvisamente peggiorate e dove è mancato alla fine di febbraio. Ciao Giorgio, che la terra ti sia lieve…

Un pensiero per un caro amico


di Angelo Ceccotto
Ci ha lasciato dopo un periodo di sofferente malattia il Maestro Giuseppe Siragna, sempre
cosciente fino alla fine, moralmente consapevole della sua sorte, preparato a ogni evento
che ha accettato con serenità. Nobile personaggio di grande modestia, di alto valore morale
e profonda umanità. Si prestò per molti anni come amministratore parrocchiale operando
con passione e d’indirizzo alle esigenze di mantenimento dei beni religiosi. Fu più volte
amministratore comunale, proponendo tematiche volte allo sviluppo territoriale per il bene
collettivo. Giuseppe, soggetto di nobile modestia, assiduo interlocutore e punto di riferimen-
to per i suoi saggi consigli, non meno per il solidale impegno nel sociale. Esemplare verso
la sua famiglia e verso la comunità, altruista fino all’ultimo senza mai risparmiarsi al bisogno
altrui, e il cui fine è stato di aiutare quanti hanno bussato alla sua porta. Il proprio credo l’ha
disinteressatamente devoluto a una vita di missione, era fonte di saggezza, consapevole
che il bene verso il prossimo è un valore fondamentale per una comunità, che l’ha ricambia-
to di profonda stima. E d’altronde il suo schivo operare gli è stato riconosciuto, unitamente alla moglie Giuliana, da
un attestato e una medaglia al merito da parte del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, quali esempi d’impegno re-
ligioso e sociale. Se n’è andato un caro amico molto conosciuto, con il quale ci legava una lunga amicizia condivi-
dendo molte iniziative e collaborando in tante circostanze, conscio di avere avuto a fianco un’esemplare guida.
Grazie Giuseppe per il disinteressato bene che hai profuso verso la collettività, opera indelebile che non possiamo
dimenticare poiché divenuta guida da imitare per tutti noi. Di tutto questo ti siamo grati e riconoscenti per il concreto
bene che ci hai fatto e insegnato, nel guardare oltre le distinzioni di appartenenza sociale, di cultura o di colore, fa-
cendo ora tesoro di questo tuo nobile patrimonio. Ai famigliari giunga la nostra vicinanza con sentite condoglianze
Anche l’intera “famiglia” del Tornado, di cui Giuseppe Siragna era un assiduo lettore, è vicina al dolore della moglie
Giuliana, dei figli Roberto, Michela e Diego, dei nipoti e di tutti gli altri familiari. Di Giuseppe (originario di Campo ma
fenerese d’adozione, scomparso all’età di 90 anni) torneremo a occuparci sul prossimo numero. Possiamo solo dire
che era davvero una gran bella persona, umile e generosa. Ci mancherà.
8 ATTUALITÀ

21 MARZO 2019
Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo
delle vittime innocenti delle mafie
dal sito www.libera.it
Libera è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi,
scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un
impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di
criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia
sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica
trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per
una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito
e delle speranze della Costituzione. Ogni anno, il 21 marzo, primo
giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della memoria e
dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L'iniziativa
nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di
Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore che diventa
insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere
ricordata con il proprio nome. Dal 1996, ogni anno, una città diversa, un

lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un
interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Il 21 marzo in tanti luoghi del nostro Paese
per un abbraccio sincero ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del
terrorismo e del dovere. Il 1° marzo 2017, con voto unanime alla Camera dei Deputati, è stata approvata la
proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in
ricordo delle vittime delle mafie”.
Il prossimo 21 marzo, la XXIV edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime
innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, si svolgerà a Padova, scelta come piazza principale,
ma coinvolgerà il Veneto, Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano. Padova sarà così il
centro dell’iniziativa nazionale che per la prima volta non coinvolgerà una sola regione, ma tre – Veneto, Friuli Venezia
Giulia e Trentino Alto Adige – in rete per i principali obiettivi della giornata: la vicinanza ai familiari di vittime della
violenza mafiosa e la traduzione della memoria viva in responsabilità e impegno. Libera ha scelto Padova per stare
vicino a chi, nel Nordest, non si rassegna alla violenza mafiosa, alla corruzione e agli abusi di potere, ma per
valorizzare l’opera di tante realtà, laiche e cattoliche, istituzionali e associative, impegnate in quella terra
difficile ma generosa per il bene comune, per la dignità e la libertà delle persone. «Il primo obiettivo - ricorda il
presidente e fondatore don Luigi Ciotti- è la vicinanza alle famiglie di chi ha perso la vita. Non si tratta di una
celebrazione, ma di memoria viva che si traduce in impegno e responsabilità concreta». Perché nel Nordest - e le
tante inchieste giudiziarie lo stanno a dimostrare - la criminalità organizzata ha attecchito e prosperato con lo spaccio
di droga, ma pure nel più recente traffico di rifiuti, nelle finanze, nel riciclaggio di denaro sporco con l’acquisto di
immobili, fino alle redditizie sale scommesse". Il passaggio a Nord Est di Libera è un’occasione di riflessione e
rilancio per questo territorio: si tratta di cogliere la strutturazione locale degli scambi commerciali, culturali e sociali
esistenti, che hanno prodotto ricchezza e prosperità, ma che in parte hanno anche permesso a mafie e corruzione di
diventare soggetti riconosciuti e strumenti riconoscibili in un così vasto territorio. Libera vuole porre la lente di
ingrandimento sui territori del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia per analizzare come si sia posto in
essere un piano di sviluppo locale, a partire da un importante patrimonio naturale, e quali siano stati gli effetti
dell’incontro delle organizzazioni mafiose con il contesto imprenditoriale e politico triveneto. Andare al Nord Est per
parlare quindi di giustizia sociale, ambientale ed ecologica, per rivendicare il diritto a democratizzare lo sviluppo,
utilizzandolo per garantire lavoro, difesa dell’ambiente e partecipazione democratica alle scelte.
E noi? Il MIUR - Ministero dell’Istruzione Università Ricerca, in collaborazione con l’Associazione “Libera –
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, promuove la partecipazione delle scuole di ogni ordine e grado alla
9 ATTUALITÀ

“Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
I bambini, i ragazzi, gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Quero, con il supporto delle Biblioteche di Alano e Quero
Vas nell’ambito del progetto LeggerMente, da alcuni anni approfondiscono a scuola il tema dell’educazione alla
cittadinanza declinato in tanti modi: la tutela del territorio, le regole della convivenza civile, diritti e doveri, la
Costituzione Italiana, la corruzione, la legalità, la giustizia…Tanti argomenti su cui ragionare, riflettere e crescere come
Cittadini con la C maiuscola (http://www.libera.it/schede-712-passaggio_a_nordest_orizzonti_di_giustizia_sociale).
Per condividere gli approfondimenti fatti in classe con le famiglie e la
comunità locale, tutti gli studenti quest’anno hanno scritto un messaggio che il 21 Il 21 MARZO
MARZO verrà recapitato a tutti i cittadini dentro la cassetta della posta. Un
pensiero importante che arriva dai bambini e dai ragazzi, che invita noi adulti a
alle 12.15
riflettere e a impegnarci per fare insieme un passo avanti in convivenza civile, tutti i bambini e i
rispetto degli altri, cura dell’ambiente, passione per la giustizia. Alle 12.15 tutti i ragazzi ci aspettano
bambini e i ragazzi ci aspettano davanti al municipio di Alano e di Quero per un davanti al municipio
momento di condivisione.
E poi? Poi c’è la possibilità di scrivere ai ragazzi, mandare loro un pensiero, far di Alano e di Quero
sapere che cosa pensiamo e dire come ci impegniamo a nostra volta per crescere per un momento di
in senso di cittadinanza. Possiamo staccare una parte del biglietto che abbiamo condivisione.
ricevuto e mandare anche noi un messaggio che può essere recapitato agli
studenti inserendolo in una cassetta delle lettere costruita dai ragazzi che si trova all’esterno delle scuole.

Noi ci siamo, insieme, per costruire nuovi orizzonti di giustizia sociale.

LETTERE AL TORNADO

Vent fort
di Giuliana Manfroi
Il 29 ottobre verrà ricordato come quel giorno tri-
ste con tanti danni nella nostra Provincia.
Carpen è stato la porta aperta a Vaia (il ciclone
che ha devastato i nostri boschi N.d.R.).
Qui ha soffiato forte, certo non provocando danni
importanti come in altri luoghi del nostro territorio,
ma facendo sentire comunque la sua forza.
Alessandro, scultore attento e legato alla nostra
terra e alle sue tradizioni, non si è lasciato sfuggi-
re l'attimo.
Munito dei suoi strumenti di lavoro ha dato vita a
questa nuova opera chiamandola proprio vent
fort. La si può ammirare vicino alle altre sue
sculture a Carpen, nel piazzale del bar Piave.
Grazie Alessandro.
10 LETTERE AL TORNADO

Pista ciclabile: Calnova a senso unico?


di Mauro Arch. Miuzzi - gruppo consigliare querese “Il ponte”
Una nuova pista ciclabile attraverserà il paese. «Dal confine con il Comune di Lentiai» lungo la sinistra Piave, anche
con tratti in banchina e tratti a sbalzo, attraversando la passerella esistente sino a Quero e poi verso Fener e la
trevigiana. Questa la nuova pista ciclabile costruita per valorizzare il feltrino e, credo, le sue risorse turistico-ambientali.
Attraverserà il paese e sarà realizzata utilizzando fondi e contributi esterni. Pur essendo quindi a bilancio del Comune
di Quero Vas dove costituisce, con i suoi 4.360.000,00 (quattromilionitrecentosessantamila) €uro la fetta più grande
dei lavori pubblici previsti, non peserà direttamente sulle tasche dei suoi cittadini, così almeno se pensiamo che
contributi e fondi vengano da chissà dove e non dalla fiscalità generale alle quale appartengono le tasse che noi tutti
paghiamo. Tutte buone notizie e quando vedremo cicloturisti che attraverseranno i nostri paesi non potremmo che
esserne contenti. E’ un intervento che mi trova in linea generale e di principio consenziente e ne condivido sicuramente
i principi ispiratori, in particolare il turismo sportivo finalizzato alla fruizione del verde e del paesaggio che dalle nostre
parti, non sono solo io a dirlo, è bellissimo. Non posso tuttavia non rilevare almeno due perplessità.
La prima riguarda la finalità della pista ciclabile, ovverossia la valorizzazione turistica del feltrino e mi sembra strano, in
questo contesto, vedere un progetto che passa per la sinistra Piave e non collega invece i nostri paesi con Feltre. Un
passaggio lungo l’asse della feltrina avrebbe forse risolto qualche problema di traffico, valorizzato qualche nostro
monumento: in primis «Castelnuovo»; forse anche i ciclisti sarebbero più contenti di percorrere una pista meno
esposta al vento del Piave.
Quello che mi lascia più perplesso è il percorso che va da Quero a Fener. Di seguito riporto integralmente ciò che
è riportato nella relazione di progetto: «risale» (s’intende la pista ciclabile) «il pendio fino in prossimità del centro
abitato di Quero, di qui continua in sede promiscua lungo via Nazionale, ridiscendendo dalla Chiesa Parrocchiale fino
al ponte Tegorzo. La viabilità sarà organizzata in modo che
il percorso ciclabile che insiste sul tratto di strada
provinciale denominata Calnova, sia protetto e su sede
propria e il flusso veicolare limitato al senso unico in
salita da Alano verso Quero. Questa soluzione è stata
proposta tenendo conto del fatto che già oggi la strada è
utilizzata sia dai cicloturisti che scendono dal feltrino e
procedono verso la pedemontana che da innumerevoli pedoni
che utilizzano la strada per raggiungere la stazione di Alano
Fener o i servizi ubicati nell’abitato.» …..«L’utilizzo della
strada potrà essere riattivato alla piena circolazione viabilistica
in caso di necessità ed emergenza se si dovessero verificare
momentanee interruzioni della viabilità di collegamento»,
segue il sottostante disegno di progetto.
Spero che qualcuno ci ripensi e trovi un’altra soluzione.
11 RASSEGNA STAMPA

Quero Vas: Imu al minimo e servizi confermati


QUERO VAS. Imu al minimo per le imprese e servizi ai cittadini confermati: l’ultimo bilancio dell’amministrazione
Zanolla prima delle amministrative di maggio dipinge un quadro fiorente della situazione economica del Comune di
Quero Vas. A livello tariffario sono state mantenute tutte le tariffe invariate. Per il quinto anno consecutivo sono sta-
te esentate tutte le famiglie dalla Tasi mentre, per le aziende, l’Imu è al minimo previsto. Le aziende versano circa
400mila euro, ma questa somma va tutta nelle casse dello Stato. «In campagna elettorale, cinque anni fa - spiega
Zanolla - mi ero impegnato a ridistribuire parte delle risorse della fusione al tessuto imprenditoriale del territorio e ai
cittadini e così è stato fatto». E se per le imprese si è cercato di portare a zero la pressione fiscale dovuta al muni-
cipio, per i cittadini si è cercato di offrire dei servizi gratuiti. «Confermati tutti i contributi - prosegue il sindaco -: tra-
sporto scolastico gratuito per i bambini del comune, contributi alle scuole per poter svolgere progetti, libri di testo
gratuiti». Oltre alle agevolazioni che l’amministrazione da alle famiglie, una fetta è stata riservata anche al mondo
del volontariato, preziosa risorsa per la comunità, a cui sono stati confermati i contributi degli anni scorsi. «In
quest’ultimo bilancio è stato incrementato il contributo alla scuola materna che ha qualche difficoltà dovuta al calo
delle iscrizioni», aggiunge Zanolla. Un quadro quindi positivo per l’amministrazione che è stato possibile creare gra-
zie alla decisione, avvenuta cinque anni fa, di portare a compimento il progetto di fusione fra i due comuni di Quero
e di Vas. «La fusione ha portato benefici dal punto di vista economico - chiude Zanolla -, come la mancata applica-
zione della Tasi e l’Imu al minimo che hanno permesso di lasciare nelle tasche dei cittadini e delle imprese oltre un
milione e mezzo di euro in cinque anni».
da “Il Gazzettino” del 9 febbraio 2019

Taglio del nastro per la scuola comunale: il costo del primo stralcio è 390mila euro.
Il preside Sommacal: «Il contenitore c’è, noi dobbiamo mettere i contenuti».

Alano: inaugurato il nuovo asilo,


ora è la casa di sessanta bimbi
ALANO DI PIAVE. Con la inaugura-
zione, avvenuta ieri, della nuova
scuola dell’infanzia, il Comune di
Alano ha di fatto completato la sua
“cittadella scolastica” che agglomera
le tre scuole (infanzia, primaria e se-
condaria di primo grado). La nuova
scuola, anche se non ancora comple-
ta, ha tutto ciò che serve per renderla
fruibile ai 60 bambini iscritti, alle 6 in-
segnanti e al personale che già da
qualche settimana vi si sono trasferiti.
Il Comune «Questo momento è per
noi motivo di orgoglio», ha esordito il
sindaco Amalia Serenella Bogana. «Il
progetto è partito nel 2016 e, grazie
ad un sostanzioso finanziamento di 289mila euro, abbiamo potuto completare in tempi brevissimi questo primo
stralcio costato in totale 390mila euro. L’ambiente è confortevole ed è realizzato con materiali di ultima generazio-
ne. In questo luogo i bambini troveranno la loro seconda casa». L’onorevole Federico D'Incà ha definito il momento
«Una grande festa perché - ha spiegato - in un territorio con problemi demografici, inaugurare una struttura atta ad
ospitare bambini, è una grande speranza e noi vogliamo, come Governo, appoggiare il Comune affinché possa rea-
lizzare la parte mancante». Il secondo stralcio (220mila euro) prevede la realizzazione di mensa, cucina, terza se-
zione, uno studio e una sala ricevimento. Il dirigente scolastico Giuseppe Sommacal, si è complimentato con am-
ministrazione e uffici per la rapidità dell’esecuzione. «Adesso - ha aggiunto - abbiamo il contenitore e noi dobbiamo
riempirlo di contenuti». L’architetto Barcelloni Corte ha sintetizzato il progetto: «Gli spazi sono dimensionati secon-
do le norme tecniche dell’edilizia scolastica. Le sezioni possono accogliere fino a 30 alunni. La scuola si differenzia
volutamente per forma e colori dal resto e ricorda una serie di casette piccoline caratterizzate da colori vivaci per
dare la sensazione di allegria, accoglienza e luminosità». Per la Fondazione Cariverona che ha contribuito
all’acquisto degli arredi, Cesare Lasen ha segnalato le crescenti difficoltà per il reperimento di risorse da destinare a
belle iniziative come questa. Dopo la benedizione e il taglio del nastro accompagnato dal lancio di palloncini, è stata
scoperta una piccola targa con l’intitolazione di un’aula all’ingegner Francesco Collavo, scomparso di recente, che
ha progettato la struttura destinando al Comune la parcella che gli sarebbe spettata. «I soldi che Francesco ci ha
generosamente lasciato - ha spiegato il sindaco - li abbiamo impiegati per comprare alcuni arredi». Complessiva-
mente gli studenti iscritti all'Istituto Comprensivo di Quero sono 556 dei quali 195 frequentano le secondarie di Ala-
no e Quero, 247 le primarie di Alano e Quero e 114 le materne di Alano e Vas.
da “Il Gazzettino” del 10 marzo 2019
12 ATTUALITÀ

Quero Vas
Indice demografico in calo
I dati del 2018 mostrano una fase improntata al segno
meno per l’andamento demografico. Una tendenza che
conferma quanto registrato negli anni scorsi, con una co-
stante flessione degli abitanti, come si può vedere dal gra-
fico allegato. Per il 2018 è molto pesante il saldo naturale,
con una differenza negativa di 19 unità, il movimento mi-
gratorio non si porta in area positiva e registra una diffe-
renza negativa di 4 unità. Resta alta la percentuale dei cit-
tadini stranieri, tenuto conto anche delle numerose nuove
cittadinanze italiane acquisite nel corso di questi anni. In
molti godono della doppia cittadinanza: italiana e straniera.

Il Mercatino
REGALO, a seguito avvenuta ristrutturazione, due pareti per doccia in cristallo temperato,
compreso i sostegni per il montaggio.
Dimensioni: 70 cm e lato porta 85 cm.
Gli interessati possono prendere contatti telefonici al 333.27 23 619.
13 CRONACA

Notizie in breve
a cura di Sandro Curto
LA MORTE DI BRUNO DAL MAS Dopo Giorgio Fabbiane, un altro grande amico ci ha lasciato nelle scorse setti-
mane, questa volta per morte improvvisa. Si tratta di Bruno Dal Mas, classe 1940, frequentatore assiduo della no-
stra zona da oltre quarant’anni, prima per la sua attività di riparazione di macchine da caffè, poi per la sua passione
per le bocce di cui era arbitro ma soprattutto per le sue grandi amicizie con i fratelli Balzan (era sempre presente
alle riunioni conviviali del lunedì in falegnameria) e con i fratelli Gerlin del ristorante Tegorzo. Personaggio che a
prima vista poteva sembrare burbero ma di grande bontà e generosità e dotato della giusta ironia. Era stato anche
consigliere comunale di Cesiomaggiore dove viveva nella frazione di Pez.
SCOPA: A SCHIEVENIN-SCHIEVENIN LA GARA DELLA “PESA” DI SEGUSINO Grande partecipazione alla
prima gara di scopa all’asso del 2019 organizzata, sabato 9 marzo, dal bar “Alla Pesa” di Segusino con padrone di
casa il simpatico ed appassionato Marcello Coppe. Vittoria a sorpresa per la coppia querese formata da Marco
Schievenin e Sergio Schievenin che ha sbaragliato tutti gli avversari piegando in finale anche la coppia favorita for-
mata dagli alanesi Sandro Curto e Luigi Licini “Cene”; al terzo posto, pari merito, Luca De Paoli-Giovanni Mondin e
Siro Bortolin-Paolo Piccolotto.
COME ERAVAMO

Carnevale alanese
del 1981
(s.for.) Questa simpatica foto (a sinistra), di proprietà di
Luciano Mondin, si riferisce a un Carnevale alanese di
tanti anni fa (era il 1° marzo 1981, per la precisione). In
primo piano, Bruno Mondin (“Cavour”), alle redini Paolo
Buttol, sul calesse Adriana Buttol ed Elvira Rizzotto.
Non c’è che dire: un giretto unico, divertente e originale.

Calciatori feneresi
(s.for.) Calciatori feneresi al leggendario “canpét”, fine
anni Sessanta-inizio anni Settanta: in piedi, da sinistra,
Claudio Lasta, Ermanno Geronazzo, Dario Spada e
Sergio Melchiori; accosciati, sempre da sinistra, Piero
Drusian, Mario Cesaro, Massimo Soppelsa e Adriano
Lasta. La foto (a destra) è di proprietà di Piero Drusian.
14 AUSER

Auser: ultimi eventi invernali


di Carla Elda Franzoia * - Foto a Jesolo di Giuseppe Miuzzi
Lunedì 6 gennaio, una quarantina di soci del Circolo Auser “Al Ca-
minetto” ha raggiunto il Lido di Jesolo per visitare la Sand Nativity,
i presepi di sabbia, che quest’anno narravano suggestive ed emo-

zionanti scene bibliche come la storia di Adamo


ed Eva, Re Salomone , Davide e Golia, Mosè e
i 10 Comandamenti. Chiudeva il percorso della
mostra una gloriosa Natività, la cui copia è stata
esposta a Roma in Piazza San Pietro durante le
festività natalizie. Le sculture sono state realiz-
zate da artisti di fama internazionale. La comiti-
va Auser ha trascorso 30 minuti di meraviglia e
stupore e ha portato con sé un ricordo indimen-
ticabile. Una passeggiata sul lungomare e un
buffet a base di carne e pesce hanno chiuso la mattinata. Nel pomeriggio c’è stata la visita all’Azienda Agricola La Fa-
giana che coltiva e vende dell’ottimo riso Carnaroli.
L’Auser non vive solo di meraviglie artistiche, per cui
il 24 febbraio ha organizzato la festa dei com-
pleanni di gennaio e febbraio nella Casa delle As-
sociazioni di Quero Vas. I festeggiati hanno ricevuto
in omaggio una graziosa piantina di primule multico-
lori. Il pranzo ricco di appetitose pietanze si è conclu-
so con speciali torte fatte in casa. Alle 14.30 c’è stata
l’Assemblea Ordinaria dei soci. La Presidente ha letto
la Relazione delle Attività svolte nel 2018 e la Rela-
zione del Collegio dei Revisori dei Conti mentre la
Segretaria ha esposto il bilancio consuntivo che si è
chiuso positivamente per l’Associazione. E’ seguita la
votazione e tutto è stato approvato all’unanimità.
Il 24 marzo festeggeremo l’arrivo della Primavera
presso il Ristorante Grill Station di Quero.
Vi aspettiamo numerosi.
*Presidente Circolo Auser “Al Caminetto”

Auguri Corrado! CRONACA

di Alessandro Bagatella
La sera del 5 marzo scorso, alla “Miniera”, Corrado ha
voluto gentilmente offrirci una bicchierata,
accompagnata da diversi tipi di pizza, per festeggiare
in allegria ed amicizia i suoi primi 80 anni. Paolo, il
gestore, ha saputo con la sua maestria accontentare
tutti e, in special modo, il festeggiato Corrado,
portando vino, birra, caffè tutti in un gran piatto di

auguri che, assieme al nostro grazie, rinnoviamo a Corrado.


Tranquillo Corrado, non c’è fretta. Hai ancora tanti anni
davanti a te. Goditi la vita pienamente e auguri per i 100!
In foto: Corrado assieme alle sue adorate nipoti e l’allegra
brigata con il festeggiato.
15 CRONACA

Una candelina in più per


Pietro Berton!
Anche quest’ anno abbiamo festeggiato tutti assieme, al Castel di
Prada, il nostro super papà, nonno e bisnonno Piero, di Quero,
che ha raggiunto, il 10 dicembre scorso, la bella età di 94 anni!
Anche dalle pagine del Tornado vogliamo fargli arrivare il nostro
affetto, porgendogli i nostri più sentiti auguri.
Caro Piero, i 100 si avvicinano!!!
La tua famiglia”

Gli orari dei medici di base del Basso Feltrino


Cambiato l’orario del Dr. Angelo Segreto
(il sabato mattina la reperibilità è assicurata dalle ore 8.00 alle ore 10.00)

MEDICO DI BASE LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’

dott. Angelo Segreto


Cell. 349.3121759 12.00 – 14.00 9.00 – 11.00 12.00 – 14.00 14.30 – 16.30 14.30 – 16.30
Ambulatorio: Quero Quero Quero Quero Quero
Via Nazionale, 62/4 - Quero (appuntamento) (appuntamento) (appuntamento)

Dopo la pubblicazione, nel nr. 716, del vademecum è variato l’orario del Dr. Angelo Segreto. Ripubblichiamo la riga
della tabella con le indicazioni desunte dal sito dell’Aulss 1 Dolomiti. Per riavere il vademecum completo basterà sosti-
tuire la riga errata incollando questa nuova versione corretta.

Ricordando Bruno Miuzzi


di Alessandro Bagatella
Il ventitre febbraio scorso è mancato all’affetto dei suoi cari Bruno Miuzzi, di anni
71, di Quero. Da tempo era sofferente per vari problemi di salute, tanto da dover ri-
correre a strette cure. Il suo carattere buono e umile ha nascosto i suoi problemi di
sofferenza, per evitare preoccupazioni a chi gli era vicino, come la moglie Beppina.
La vita di Bruno è stata sempre riservata; Lui amava il lavoro e rimanere in casa
con i famigliari. Con il suo carattere bonario e paziente Bruno ha cercato di accon-
tentare tutti quando lo chiamavano per risolvere diverse necessità. Voglio ricordare
che la popolazione di Santa Maria e di Scalon gli può essere sempre grata; se per
tanti anni è stato possibile ricevere i segnali televisivi in queste località è merito
suo, prima che si decidesse ad intervenire la Rai. Grazie proprio a Bruno ed allo
scrivente, alle azioni intraprese, con dispendio di tempo e denaro, a favore della
comunità fu possibile avere accesso ad alcuni canali della televisione. Auguro a
Bruno che il bene che ha seminato in terra nella sua vita sia di premio per la vita
eterna. Alla moglie Beppina, ai fratelli Luigi, Giuseppe e Anna Maria, alle cognate,
nipoti e parenti tutti le più sentite condoglianze. Alle sue esequie han partecipato in
moltissimi per porgergli l’estremo saluto e ringraziarlo del bene che ha fatto.
16 LETTERE AL TORNADO

A proposito dell’8 marzo…


a cura di Silvio Forcellini
A proposito dell’8 marzo, “festa della donna”, propongo di seguito due
interessanti interventi di Chiara Saraceno, una delle più autorevoli
sociologhe italiane, studiosa in particolare della famiglia e dei suoi
cambiamenti. Prima un articolo della stessa Saraceno (dell’8 marzo 2019)
sulla scelta obbligata tra lavoro e famiglia che ancor oggi - per i ritardi
della nostra società - le donne sono costrette a fare. Poi una sua intervista
(dell’8 marzo 2017) in cui ripercorre il significato più profondo dell’8 marzo
e di come la violenza sulle donne sia un tema che avremmo dovuto
archiviare tempo fa, ma che ancora oggi rimane protagonista nella nostra
società.

LA SCELTA OBBLIGATA TRA LAVORO E FAMIGLIA


articolo di Chiara Saraceno
Le donne in età lavorativa in Italia da oltre un trentennio hanno un livello di istruzione pari o superiore a quello dei loro
coetanei. Sono anche occupate in percentuali superiori alle loro madri, anche se meno della maggior parte delle loro
coetanee europee. Tuttavia la percentuale di coloro che escono dal mercato del lavoro alla nascita di un figlio rimane
stabile attorno al 20%, mostrando quanto continui ad essere difficile nel nostro paese per una donna conciliare maternità
e lavoro, soprattutto se non si guadagna abbastanza per potersi permettere di acquistare sul mercato i servizi di cura -
asilo nido privato, baby sitter - che un welfare state miope non sempre è in grado di offrire. È una situazione che colpisce
soprattutto le donne a bassa istruzione e/o che vivono nel Mezzogiorno. Ma non sono esenti da questo rischio neppure le
donne ad alta istruzione, stante che sono esposte al rischio di rimanere in contratti di lavoro precari e in part-time
involontario più frequentemente e più a lungo dei loro coetanei con analoghe qualifiche, così come di essere più spesso
sovraqualificate rispetto al lavoro che fanno. Le cose sono peggiorate negli ultimi anni e per le più giovani. Si riduce così
il numero di quelle che riescono a costruirsi un curriculum tale da aprire loro potenzialmente posizioni apicali. Ma anche
queste, al dunque, trovano ostacoli in una implicita “quota blu”, che riserva le posizioni che contano prioritariamente ai
maschi. Una persistente divisione asimmetrica del lavoro famigliare tra uomini e donne, culture aziendali, ma anche
politiche, che continuano a sottovalutare e sotto-investire nelle donne, un modello di welfare che dà ancora largamente
per scontato che le famiglie possano contare su una ampia disponibilità di lavoro domestico e di cura gratuito da parte
delle donne si combinano a creare un ambiente sfavorevole per le donne. Spiegano il basso tasso di occupazione
femminile e il forte svantaggio sperimentato da chi ha bassa istruzione e vive ne Mezzogiorno. Spiegano anche perché le
donne occupate e con buone qualifiche faticano a raggiungere posizioni apicali in tutti i settori. Non ci si può sorprendere
allora che le une e le altre fatichino anche ad avere quel figlio in più che molte di loro pure vorrebbero. C'è poco da
festeggiare, quindi. Per questo l’8 marzo quest’anno torna alle origini. Le donne scioperano e tornano in piazza per
protestare e chiedere, pretendere, un cambiamento delle regole del gioco.

«NON CHIAMATELA FESTA, L’8 MARZO È LOTTA»


intervista a Chiara Saraceno
Il numero di femminicidi in Italia è rimasto pressoché invariato dal 2016 all’anno precedente, perché si parla di
emergenza?
Il problema è che non c’è stata una diminuzione dei femminicidi nonostante gli omicidi siano diminuiti. L’emergenza è che
dobbiamo interrogarci sul fatto che, soprattutto nei legami privati con i propri compagni o familiari, ci sia qualcosa nei
rapporti tra uomo e donna, nello stereotipo del maschile e del femminile, che fa sì che l’uomo si senta legittimato a
uccidere quando qualcosa va storto. Inoltre, ci sono anche donne che non colgono l’insopportabilità di alcuni
comportamenti maschili. Si sacrificano per il bene dell’unità familiare o perché pensano che il mondo sia fatto così,
lasciando trascorrere molto tempo prima di denunciare violenze e soprusi tra le mura domestiche. È questo a far sì che
alcuni uomini si sentano autorizzati a gesti di violenza impensabili.
Il 2016 è stato anche l’anno dei Family Day. Il richiamo alla famiglia tradizionale è una risposta?
No, il contrario. Quando parlo degli schemi di genere mi riferisco anche a quello. Trovo anzi preoccupante, al di là della
non correttezza di quegli slogan, la lotta che si è scatenata verso la cosiddetta teoria di genere, perché impedisce di
constatare quante asimmetrie rischiose possano derivare da questi stereotipi. L’uomo e la donna non coincidono più con i
ruoli sociali assegnati loro storicamente e purtroppo con la scusa di contrastare l’omosessualità, ammesso che sia giusto
contrastarla e non lo è, si mettono in discussione decenni di riflessioni femministe sul fatto che essere donna o uomo non
significa avere determinati ruoli sociali o determinate capacità.
Quindi esiste un concetto di famiglia ideale?
Ovviamente no. Intanto bisogna distinguere la famiglia ideale da quello che ciascuno di noi vorrebbe come famiglia. Tutti
potremmo avere un ideale di famiglia. Il problema è quando abbiamo un modello normativo di famiglia univoco e fondato
su una forte asimmetria di genere. Dovremmo tendere a lasciare spazio alla libertà di ciascuno di essere ciò che vuol
essere dando spazio alle risorse e associando la libertà con il rispetto e con il senso del limite.
Secondo una recente ricerca si registrano più casi di violenza sulle donne al nord che al sud, e in particolare nel
nord dell’Europa dove le condizioni di vita dovrebbero essere migliori. Come possiamo leggere questi dati?
17 LETTERE AL TORNADO

Intanto li prenderei con le pinze: c’è differenza tra dati statistici e giudiziari. Nel nord le donne denunciano molto di più,
ma secondo me il dato più importante è che la violenza contro le donne è trasversale. Non è un problema degli uomini
istruiti o più poveri ma è proprio in un certo modello di uomo. Può darsi comunque che in società in cui le donne hanno
più possibilità di rompere gli stereotipi, gli uomini indisponibili a questo cambiamento si sentano più sollecitati a reagire:
ma se andiamo a guardare le vittime di violenza troviamo professioniste e casalinghe, quindi sia chi ha rotto le
asimmetrie sia le donne convinte che la famiglia sia il loro mondo e si sentono responsabili se al marito non è piaciuta la
minestra. L’unica soluzione è bloccare la violenza da subito e rifiutare un rapporto che possa evolvere in violenza.
Parliamo di femminicidi o anche di violenze più lievi?
Da un rapporto realizzato in Italia qualche anno fa è risultata evidente una diminuzione delle violenze lievi.
Evidentemente c’è stato un cambiamento: più uomini hanno assunto un comportamento civilizzato nel quotidiano. Eppure
non diminuiscono le violenze gravi. È come se si fosse riusciti a intaccare la soglia del comportamento “spicciolo” ma non
si riesca a colpire lo zoccolo duro di quelli che ti mandano all’ospedale.
Lo Stato ha messo in campo misure volte a contrastare la violenza sulle donne, come il Protocollo Eva attivo da
inizio anno. Secondo lei si sta facendo abbastanza?
Sono misure utili ma non sufficienti. Dovremmo fare più prevenzione, anche se la Polizia fa già un lavoro interno di
sensibilizzazione: tengo spesso degli incontri con loro per parlare di questo tema. Ciò che non deve mai accadere è che
una donna che si rivolge alle strutture per denunciare maltrattamenti si senta rispondere che si tratta solo di una
discussione passeggera e che passerà. Però il problema vero è educare, fin quando si è bambini e bambine, al senso del
limite. È un tema di cui non si parla, ma con i social network si dimostra assolutamente centrale.
Si occupa del problema della violenza all’interno dei social network?
Faccio parte di una commissione parlamentare sull’hate speech nominata dalla Presidentessa Boldrini e abbiamo avuto
anche degli incontri con i rappresentanti di Facebook e Twitter. Le donne che sono sui social network ricevono molti più
insulti e proposte degli uomini. Ci sono persone che odiano le donne nel profondo. Ci sono pagine non liberamente
consultabili dove uomini mettono foto delle loro ragazze o delle loro sorelle per le loro masturbazioni virtuali, è
impressionante.
Alcuni tendono a ridurre questo problema alla sfera dei discorsi tra maschietti. Non è solo goliardia?
Esattamente, ma la goliardia si dedica prevalentemente alle donne ed è sempre sessuata. Dicono la parola “goliardia”
come se fosse normale, ma non è sempre buona, come non lo è il nonnismo nell’esercito. Per crescere non bisogna
necessariamente uniformarsi alla violenza linguistica, e l’anonimato serve a deresponsabilizzare gli uomini.
Questo tipo di linguaggio lo hanno creato i social network?
Probabilmente è sempre esistito. Anche per i ragazzi della Via Pal l’insulto era un modo di farsi amici. Ma l’arrivo dei
social network è stato come mettere una bomba atomica nelle mani di queste persone, le quali oltretutto si sentono
garantite dall’anonimato di internet. Aziende come Facebook o Twitter promettono di fare tanto, ma ancora non abbiamo
visto iniziative realmente significative, almeno in Italia. La quantità di messaggi violenti contro donne o immigrati rimossi
da queste aziende è molto maggiore in Francia e Germania che in Italia. Ma questo perché hanno la sede in Irlanda,
dove forse non colgono il senso dei messaggi pubblicati. Noi suggeriamo che abbiano una sede nei vari Paesi così da
poter filtrare meglio e avere un contatto con le forze dell’ordine. Un mese fa una ragazza ha scoperto l’esistenza di un
sito contenente linguaggi violenti contro le donne e l’ha denunciato sulla sua pagina. Facebook però ha bloccato lei, non
capendo chi fosse realmente la vittima.
La presidente della Camera Laura Boldrini è la politica italiana che più di tutte si è spesa pubblicamente su
questo tema. Non pensa che abbia ottenuto un effetto boomerang, attirando più ire che nuova sensibilità?
Le politiche ricevono più insulti rispetto agli uomini ovunque. Anche Hillary Clinton è stata insultata più di Trump secondo
gli studi americani. Essere donna non ti avvantaggia, ma ti rende anzi bersaglio di un linguaggio violento. Lei ha
trasformato il suo essere donna in una bandiera e questo agita chi ce l’ha con lei.
Dalla parola “femminicidio” al titolo “patata bollente”, come ci siamo arrivati?
Mi rendo conto che il termine “femminicidio” sia una parola violenta, ma parla dell’ammazzamento delle donne in quanto
tali, quindi è appropriata. Quello che mi rattrista è che la violenza sia necessaria per mobilitare più persone.
In che senso?
Dovremmo parlare di parità salariale e di relazioni di potere. Studio queste materie da anni e non avrei mai pensato che
dopo tutto questo tempo speso a lottare saremmo ancora stati qui a discutere di violenza, facendo inevitabilmente
passare il resto in secondo piano. “Patata bollente”… Abbiamo parlato di goliardia giustappunto. Non mi turba più di
tanto, ho sentito di peggio. Ma se mio nipotino a scuola impara il rispetto e poi apre un giornale e trova questo linguaggio
si sente legittimato. Ci sono ragazzini già alle elementari che pensano che sia normale mettere le mani sotto le gonne
delle ragazze perché lo sentono dire in giro.
Che significato ha quindi l’8 marzo?
Dovrebbe essere un giorno di battaglia. Io ogni 8 marzo sono un po’ depressa innanzitutto perché sono allergica alle
mimose (ride, ndr). Purtroppo l’8 marzo è diventato simile alla festa della mamma. Ma non è la mia festa, è come il Primo
Maggio, il giorno in cui si ricorda che la battaglia è ancora lunga. Non è un giorno da festeggiare ma un giorno in cui
prendere le misure di cosa si deve ancora fare.
Che ruolo dovrebbe avere l’uomo nell’affiancare le donne per i loro diritti?
I diritti delle donne sono una faccenda che riguarda sia le donne che gli uomini. Non solo perché dovrebbero rinunciare a
qualcosa, dato che finora hanno avuto un monopolio, ma anche perché è una battaglia che riguarda la società in cui
vivono, la nostra civiltà, la democrazia e il nostro saper vivere. La violenza sulle donne chiama gli uomini alla
responsabilità di contrastare gli altri uomini che fanno violenza. Devono lavorare per cambiare lo stesso modello di uomo.
18 CRONACA

Storia di una cassapanca


di Sandro Curto e Aldivo Licini
Sisto Curto, meglio conosciuto come
“Acio Pisaneti”, dopo aver emigrato per
anni fra Piemonte, Francia, Germania e
Africa, nel dopoguerra rientrò definiti-
vamente a Colmirano e divenne il fale-
gname del paese arrangiandosi con gli
attrezzi dell’epoca: pialla, sega, chiodi e
martello. Era il 1948 quando il mare-
sciallo Domenico Tessaro, “Eto Crech”,
gli commissionò una cassapanca, ben
presto realizzata da “Acio” a regola
d’arte e trasportata a “Eto” attraverso
l’orto confinante. Nel 1974 il figlio Dino
la mise a disposizione dei cacciatori in
Valderoa dove rimase fino al 2003 per
poi essere trasferita al “Sas” fino al 2018
quando, in seguito alla vendita della ca-
sera, è stata recuperata da Aldivo Licini e portata alle “Rine” dove rimarrà. Nei mesi scorsi la cassapanca ha com-
piuto 70 anni ma non li dimostra, merito della mano sapiente del costruttore “Acio”.

POESIA

A me pare e a me mare
di Maria Biz
Par oler de l Signor / Paron nostro redentor / son vegnista al mondo / asieme
a n fradel / che l sarìa a l me gemel. / Subito me mama l à pensà / visto che
se era in doi / “che nome ghe dae / a sti do fioi?” / “Maria e Giuseppe / Mari e
Bepi”. / L à ricordà / i genitor / del nostro Signor. / Ano 1943... / al mondo l
era in guera / tut l era in agitasion / parfìn la vegetasion. / A Comiran frasion /
del comun de Lan / i mei i avéa na casa vecia, / ben sistemà. / Davanti a la
casa / an tochet de prà / an bel giardin / che i semenéa / tuta roba genuin. /
La gente che paséa / a curiosar i fea. / Tuta sta bela verdura / proprio là in
bela visura. / Ghe n era semenà / patate, fasói, teghe, / seole, bisi e salata /
proprio vesin la piasa. / Le femene del paes / curiose le slonghéa al col / le
vardéa e do oci grosi le féa. / A veder sta belesa de roba, / la se domandea
“Jacum): / che l ghe mete la droga? / La droga l era la buasa / che le vache
le ghen féa anca masa / che le profuméa / tuta la piasa. / Na gran part / a la
metéa sul so ort / cussì al féa resusitar / anca i mort. / Col pa esa piripipì da
Uson / amigo de me pare / al lo saludea Jacum / e al ghe deséa: / “che pa-
sion che tu à / a semenar al tò prà. / Me pare al ghe dà / na ociada a l so
amigo / là in medo la strada; / orgoglioso me pare / al se metea a fisciare, / e
co do det i bafi / al se metea a ariciare. / L era soddisfà del so laor / par i paesani / al se fea onor. / Me marna l avea
pasion / a coltivar tanti fior / che a la fine la li portéa / in cesa al nostro Signor. / A la festa de la Madona de la Salute
/ e a San Jacum / a festegiar ghe n era / senpre me pare, / Quero, S’cevenin, Uson, / Fener e Lan. / L era na gran
festa tra paesan. / In quela ocasion / se movéa anca el Coro de Lan. / Al sindaco del comun / co la ricorensa del
Carneval / l onoréa co targa / e n mas de fior / al pì bel caro che féa onor. / Ringasion ste autorità / che me pare an-
ca dopo mort / i lo à ricordà / a donar na targa / al caro premià / par eser ancora / qua in tera ricordà.
a
La presente poesia è stata segnalata alla 36 edizione del Concorso 50&Più Prosa e Poesia, tenutosi a Salsomaggiore nel luglio 2018. Maria Biz vive
ad Alano Piave (BL). Ha partecipato a molti concorsi letterari ottenendo sempre premi e riconoscimenti. Le sue favole, racconti e poesie sono inseriti in
una antologia della casa editrice Bachronius. Nel 1996 ha pubblicato un libro di narrativa “La vita dei poveri” e uno di poesia “Il canto d'amore” e nel
2000 “Due cuori un'anima”. Partecipa al Concorso 50&Più da diversi anni.

Il Mercatino del Tornado


Vendesi in zona centrale Alano di Piave appartamento di mq. 80 + garage. Recente costruzione. Prezzo interes-
sante. Per informazioni: tel. 0439/779607.
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bianco. Con serratura. Richiesta di 250 € trattabili dopo visione. Info al 347.9435894 (Raffaele).
19 CRONACA

CIRCOLO A.C.L.I.

Un anno di Giulia e Lisa


(S.C.) Venerdì 1° marzo, le sorelle Dal Bon, Giulia e Lisa, hanno festeggiato il primo
anno della loro gestione del bar del Circolo A.C.L.I. di Alano-Quero Vas offrendo un
corposo rinfresco ai soci clienti della sede di Campo. Nella foto a fianco, un momento
della festa che si è protratta fino a notte inoltrata.

CIRCOLO A.C.L.I.

Gita al Parco Giardino Sigurtà


e a Borghetto sul Mincio
(s.for.) Il circolo A.C.L.I. di Alano-Quero Vas propone, per domenica
14 aprile 2019, una gita imperdibile, avente come meta il meraviglioso
Parco Giardino Sigurtà e l’incantevole Borghetto sul Mincio. Il pro-
gramma prevede: partenza alle ore 7.30 dal circolo A.C.L.I. a Campo;
arrivo previsto al Parco Giardino Sigurtà intorno alle ore 10.30; pranzo
al sacco (all’interno del parco ci sono aree apposite per il picnic ma
anche vari chioschi dove poter mangiare); nel pomeriggio visita a Bor-
ghetto sul Mincio; rientro previsto in serata, al più tardi per le 21.00.

QUOTA: 20 € (SOLO CORRIERA)

Il biglietto per il parco (da pagare al momento dell’ingresso) ha i se-


guenti costi (non compresi nella quota): adulti € 14; bambini e ragazzi
(5-14 anni) € 7; bambini (0-4 anni) e disabili al 100% (con certificazio-
ne) gratis; over 65 € 10; gruppo di almeno 25 persone (con prenota-
zione obbligatoria da fare almeno una settimana prima) € 9 (adulti) e €
5,50 (ragazzi). Se non si raggiungerà un numero minimo di iscrizioni
entro il 30 marzo, la gita verrà annullata. Per informazioni ed iscrizioni
(gradita una caparra di 10 €): Caterina 347.1701535 oppure Lisa (c/o
circolo A.C.L.I.) 340.9226392. Partecipate numerosi !!!

Sabato 6 aprile l’assemblea annuale


del Circolo ACLI di Alano-Quero Vas
Sabato 6 aprile 2019, alle ore 20,00 presso la sede (bar ACLI di Campo di Alano), è stata convocata la assemblea
annuale dei soci, per discutere il seguente Ordine del Giorno:
1. Bilancio consultivo 2018
2. Rinnovo del tesseramento
3. Festa del 1° maggio
4. Attività sociali 2019
5. Varie ed eventuali
La riunione è aperta a tutte le persone di buona volontà.
Alle ACLI si viene perché si può parlare liberamente.
Se non si sa, si può chiedere.
Se non ci sono risposte, si può approfondire l'argomento.
Se non si è della stessa idea, non si diventa nemici.
Impareremo a conoscerci
Forse costruiremo rapporti di amicizia, un tessuto di buone relazioni.
Sicuramente non costruiremo barriere, non pronunceremo condanne.
Certamente alle ACLI non ci si annoia.

Vi aspettiamo.
Il presidente del Circolo ACLI di Alano-Quero Vas
Nicola Doro
20 ATTUALITÀ

Perché votare alle elezioni europee di maggio 2019?


Come europei ci troviamo di fronte a molte sfide,
dall’immigrazione ai cambiamenti climatici, dalla disoccupazione
giovanile alla protezione dei dati. Viviamo in un mondo sempre più
globalizzato e competitivo. Allo stesso tempo il referendum sulla
Brexit ha dimostrato che l'UE non è un progetto irrevocabile. Men-
tre molti di noi danno per scontata la democrazia, questa sembra

essere sottoposta a crescenti minacce, sia nei


principi che nella pratica. Per questo stiamo
creando una comunità di sostenitori che incoraggino una maggiore affluenza degli elettori alle elezioni europee. Il no-
stro obiettivo non è di raccomandare questo o quel candidato. Sosteniamo il voto in sé, cioè l'impegno nel proces-
so democratico con cognizione di causa e in modo informato Vogliamo rafforzare il valore dello scambio di idee e
delle relazioni e costruire una comunità di sostenitori in tutta Europa che si impegnino per il voto. Difendiamo il concet-
to di democrazia affinché tutti insieme abbiamo la possibilità di decidere in che Europa vogliamo vivere.
Stavolta non basta sperare in un futuro migliore: ognuno di noi deve contribuire a creare quel futuro.
https://www.thistimeimvoting.eu/

LETTERE AL TORNADO
Monte Grappa
di Angelo Ceccotto
Monte Grappa, 14 febbraio 2019. Una
circostanza particolare in alta quota, un
invidiabile ambiente naturale d’estrema
suggestione, luogo sacro di Italianità e
della Memoria, è lì che si sono radunati i
rappresentanti di varie Associazioni dei
Comuni confinanti col monumentale sa-
crario di Cima Grappa. In questo conte-
sto, premiati dall’intercessione della Ma-
donnina del Grappa, colti da una legge-
ra brezza sibillina spruzzante qua e là
un avvolgente nevischio, si è svolto
l’incontro nel raccolto sacello per la S.
Messa, celebrata dal parroco di Onè di
Fonte, Don Gabriele, assieme al parroco
di Crespano del Grappa, Don Gaetano.
Di forte richiamo e di profondo sentire è stato quest’appuntamento permettendo di presentarci al cospetto della Ma-
dre Celeste per commemorare l’anniversario della sua mutilazione avvenuta a causa dello spostamento d’aria di
una grossa granata avversaria esplosa nelle vicinanze facendone cadere la statua dal suo piedestallo procurandole
rovinose ferite. Anch’essa, come molti soldati, non fu immune dalla tragedia causata dalla guerra, a perpetua me-
moria delle immani mutilazioni di miriadi di difensori della Patria e Caduti che lassù ora dimorano nell’eterno riposo
nel maestoso sacrario sotto la sua protezione. Commovente commemorazione e commovente ricordo espresso dai
celebranti, che hanno sottolineato l’incalcolabile sacrificio degli innumerevoli Caduti, la cui memoria era palpabile
sul sacro suolo, permettendo di rivivere una dolorosa realtà passata, riproposta alla riflessione per non cadere negli
errori e gli egoismi del passato portatori di guerre e sofferenza. A questo incontro hanno partecipato il Direttore del
Sacrario Militare Ten. Col. La Bella, il 1° Lgt. Uff. Casotto, il Presidente del Comitato “Alto Onore del Grappa” Prof.
Giuriatti e il suo predecessore Pres. Onorario Comm. Ceccotto, una rappresentanza della 22a compagnia "Skiatori"
di Romano d'Ezzelino, dei fondisti ed escursionisti storici per le vette del Massiccio del Grappa. A conclusione della
cerimonia, ritrovo presso il Rifugio Bassano di Cima Grappa per un amichevole ristoro.
21 ATTUALITÀ

Il manifesto della riparazione è


stato creato alcuni anni fa dal
gruppo di designer olandesi di
Platform21.
Reelco ha sempre condiviso
queste idee e contribuisce a
diffonderle anche con eventi e
workshop di riparazione.
I designer di Platform21 hanno
riflettuto sui processi di
progettazione e sul ruolo di
progettisti e consumatori.
Il loro manifesto vuol far
riflettere chi progetta per
cercare di limitare
l'obsolescenza programmata,
ormai sempre più breve, che
caratterizza tutti i prodotti che ci
circondano, accompagnata dalla
spinta al riciclo, cosa
sicuramente buona ma che ci
induce a gettare gli oggetti con
più leggerezza.
Già dalle scuole per l'infanzia
insegnano l'importanza del
riciclo degli oggetti, ma non
tanto del riuso o della
riparazione.
Riciclare significa
semplicemente buttare le cose o
portarle alla piazzola ecologica
e lasciare che altri soggetti se
ne occupino, sperando che la
plastica, il vetro, i metalli siano
poi veramente riutilizzati per
creare nuovi prodotti da
consumare.
Viene da sospettare che il
"riciclo" che tanto ci inculcano
sia un lupo vestito da pecora, un
sistema ingegnoso e perverso
per spingerci a gettare le cose
rotte, senza neppure prendere
in considerazione la possibilità
di una riparazione.
Non riciclare, Ripara!
COME ERAVAMO

Schievenin: dal cassetto dei ricordi


segnalazioni di Aldo Specia
(M.M.) Ci arrivano dal padovano queste due belle immagini, condivise dal nostro abbonato Aldo Specia, col cuore
sempre vicino al suo paese natale. Il panorama è degli anni sessanta (1964), mentre nella foto a fianco Aldo ci indica

anche chi sono i personaggi ritratti. Troviamo, da sinistra:


Luigi Schievenin, il secondo Andrea Perenzin, il terzo Aldo
Specia e il quarto Romano Perenzin. Lo scatto risale circa
all’anno 1947.
22 ATTUALITÀ

Le attività sportive ad Alano e Quero Vas


(estratto dal calendario Unione Sette Ville)

YOGA giovedì 16.30 - 17.30


c/o Casa delle Associazioni Alano (via Tenente De Rossi, 5)
Per info contattare Monica Boin 349.4115667

Le domande devono pervenire all’Ater di Belluno entro il 26 Aprile 2019


Il bando completo è consultabile online sul sito dell’Ater http://www.aterbl.it/it/concorsi.html

ASTERISCO

Suggerimenti per agevolare la realizzazione del nostro periodico


Ecco alcuni consigli per i contributi da pubblicare trasmessi alla Redazione:
Caratteristiche dei testi: articoli e testi, in genere, devono essere redatti in Word
o Open Office; da evitare il formato Pdf, in quanto la conversione in Word dei file
Pdf spesso è soggetta a complicazioni tecniche che ostacolano la riuscita del pro-
cesso. Da evitare anche l’invio di foto compresse nel medesimo file di Word, poi-
ché la loro definizione rischia di peggiorare parecchio rischiando di non poterle
pubblicare in quanto di qualità “scadente”.
Fotografie: le foto devono essere in formato .jpg e ciascuna in file separato con un
titolo illustrativo, al fine di consentirci l’individuazione delle stesse, magari in rela-
zione ad una didascalia che può essere scritta in calce all’articolo di riferimento.
Per una pubblicazione di qualità delle fotografie si raccomanda di osservare una
definizione non inferiore ai 500/600 KB, fino anche ad un 1 Mb, evitando dimensio-
ni eccessive. Da evitare anche lo foto prese dai canali social, di solito molto ridotte
nelle dimensioni e utili più che altro per una visione a monitor piuttosto che per la
stampa. Aver cura, inoltre, di inviare foto proprie, per le quali si abbia il diritto d’uso,
non violando così alcun diritto d’autore.
23 CRONACA

Sii come
l’acqua
di Sorgente
(T.D.C.) Vi ricordate come era la Sor-
gente di San Girolamo l’indomani del
29 ottobre 2018? In quei fatidici giorni
il Piave arrivò a lambire le porte di Ca-
stelnuovo e di alcune case in località
Stazione Quero Vas, nei pressi del
sottopassaggio della ferrovia. La Sor-
gente fu ricoperta di sabbia e materia-
le portato dalla furia dell’acqua, ma nel

punto dove sgorgava sorgente già


sembrava ci fosse voglia di rinascita:
uno zampillo cercava di forare la “le-
da”… Ed ecco che grazie alla buona
volontà di Wilmer Schievenin e Chri-
stian Icia Bagatella (Alpini Quero),
ora possiamo tornare a scendere per
le storiche scalette che dal Castello
di Quero portano giù verso il Piave,
dove possiamo dunque rivedere
sgorgare la Sorgente di San Girola-
mo Emiliani, Santo di cui si è avuta la
ricorrenza lo scorso mese di feb-
braio. Di seguito alcune foto durante i
difficili lavori di rimozione di sabbia e
piante: 

CIRCOLO AUSER “AL CAMINETTO” 
di ALANO DI PIAVE e QUERO VAS 
Domenica 24 marzo
alle ore 12:30
a Quero presso il 

Ci troveremo per stare insieme in allegria, gustare i piatti tipici della casa…
e dare il benvenuto alla Primavera!
Il pulmino partirà da Alano di Piave alle ore 11:30, sarà in piazza a Quero alle ore
12:00 e da Vas e altri percorsi su richiesta.
Affrettatevi per le prenotazioni in sede! 
Informazioni e prenotazioni in sede AUSER di Quero Vas tel.0439 787861 
Dal lunedì al venerdì dalle ore 15:00 alle ore 17:00 
24 RACCONTO

Mi Amor
di Nella Botto Tadozzi
Vicenda in tre atti e un epilogo tratta da una storia vera
Atto primo
Adalberto Pavàn detto Berto era un simpatico viveur, cordiale, affidabile e pieno di
amici. Scapolo per vocazione e grande seduttore, aveva sempre obbedito a una sua
morale: le donne degli amici non si toccano, le sposate nemmeno. Era balbuziente e
abilissimo barzellettiere, corredo che utilizzava con gran faccia tosta per divertire
l’uditorio e soprattutto le Gentili Signore.
Dopo il diploma di ragioniere, aveva deciso di continuare l’attività di famiglia Onoranze
Funebri Paradiso a cui lui aggiungeva, presentandosi serio serio alle ragazze: “E v-
vaai all’a-al di l-là c-con il s-sorriso”; e giù battute e risate, lui per primo.
Gli affari prosperavano e i suoi speravano che si decidesse a metter famiglia come i suoi amici ma lui: “Ho la v-vo-
caazione al c-celibaato.” E l’aveva mantenuta.
Finché, a settantasei anni, il destino gli aveva tirato uno scherzo. Durante un corso di salsa e bachata alla scuola di
ballo Tumbatumba, aveva perso la testa per due seducenti sorelle caraibiche color caramello, scaltre e bellissime, che
in breve tempo erano riuscite a trasformarlo in un bancomat. Lo chiamavano “Mi amòr” e lui, abbagliato dalle loro moi-
ne, sganciava. Anzi, se avesse potuto le avrebbe sposate entrambe. I suoi amici non lo riconoscevano più e temevano
che le due subdole avventuriere gli avrebbero prosciugato definitivamente il conto in banca con espedienti disonesti.
“M-macché!”, sbottava Berto. “Haa-hanno deetto che s-sono già sp-sposate. P-per uuna v-volta c-che avrei c-ceduuto
anch’io a m-mettermi l-la f-fede al dito.”
Un giorno le due caraibiche raccontarono a Berto che la loro sorella più giovane avrebbe tanto voluto rivederle ma non
avevano i soldi per pagarle il viaggio.
“E’ bella come voi?” Chiese loro Berto con gli occhi luccicanti.
“Di più!”
Finì che Berto le pagò il volo da Tegucigalpa e quella sera, in attesa che atterrasse, brindò più volte con del Prosecco
assieme alle due sorelle. Quando finalmente la ragazza apparve nella sala arrivi, lui vedeva il mondo annebbiato già
da un po’ e lì per lì non la riconobbe; gli sembrava che il suo viso non corrispondesse per niente a quello bello della fo-
to che le sorelle gli avevano mostrato. Stava per dirlo quando sentì cedere le ginocchia; si ricordò del troppo vino bevu-
to, si allentò il nodo del suo Ascot, si sedette. Poi per un attimo, ma solo per un attimo, gli balenò l’idea che si trattasse
di cataratta. ”Ma cosa mi salta in mente?” Allontanò il pensiero, lui si sentiva giovane, e poi suo padre l'aveva tolta a ot-
tant'anni.
Intanto, dopo i calorosi saluti di rito, le tre sorelle lo raggiunsero e lo stordirono con un mulinello di sguardi, sorrisi,
ammiccamenti.
L’indomani si svegliò in una camera d’albergo. Accanto a lui dormiva una ragazza color cannella, bruttina, grassoccia,
primitiva. Fece due più due e decise che non voleva assolutamente un figlio da lei. Cosa gli era preso a settantasei
anni? Ah, quelle due l’avevano irretito. Si sentì preso in giro. Scese in portineria, pagò il conto e avvisò le due amma-
liatrici che potevano venire a prendersi la loro sorella, poi sparì dal mondo.
Atto secondo
Tornò un mese dopo ma non rivelò mai a nessuno dov’era stato. Nel caffè di Piazza Flaminia le battute spiritose non si
contavano; chi gli chiedeva se si era ricoverato in una casa di riposo, chi se si fosse rifugiato in un convento, chi se
fosse stato a spassarsela in qualche posto trasgressivo. Berto assumeva allora un’espressione solenne e ieratica,
come a voler dimostrare un distacco dalle cose materiali; poi spalancava le braccia tenendo i palmi delle mani rivolti
verso l’alto, congiungeva i pollici con gli indici a cerchio e pronunciava un O-oo-oo-om che non finiva più anche per via
della balbuzie. Era irresistibile, e immancabilmente esplodeva la risata: impossibile non ridere, lo facevano tutti lui
compreso. Fu in quel periodo che lo soprannominarono mahatma.
Passavano i giorni. Ormai Berto si sentiva abbastanza disintossicato dalle due maliarde e riprese la solita vita, com-
presi gli incontri settimanali con i suoi vecchi compagni delle elementari: Agnese, Tino, Piero, Olimpia e i rispettivi con-
sorti, a cui si era aggiunto Remo, più grande di loro di otto anni, che era appena rimasto vedovo.
Ma tre mesi dopo, purtroppo, le due sorelle si rifecero vive.
Erano bellissime, gentilissime, affettuosissime e Berto non
ci mise cinque minuti per subire nuovamente il loro incan-
tesimo.
“Hola, querido!”
“Mi hermanito!”
“Perché hermanito?” Chiese Berto insospettito, che pur
con gli occhi incollati alle vicinissime e profumate scollatu-
re aveva ancora un dito dei piedi che toccava terra.
“Porque sì! Nuestra hermanita va a tener un bebé: es tu
hijo, Berto! Tienes ganas de ser un padre?”
La notizia arrivò come un fulmine. Berto si sentiva confuso, gli girava la testa, sudava freddo. Non riusciva a staccare
gli occhi dalle scollature e allo stesso tempo si immaginò con un neonato in braccio. Impallidì, dovette sedersi e pren-
der fiato. Poi svenne.
Tre mesi più tardi ancora non si capacitava, come era finito in questa situazione? Non avrebbe mai immaginato di di-
ventare padre. Però l’idea di un figlio, che inizialmente lo aveva sconvolto, adesso cominciava a prendere forma. Ave-
va perfino sentito battere il suo cuoricino mentre aspettava Yanira durante l’ecografia. Si era commosso. Meno male
che c’erano Vicenta e Ventura, loro sì che sapevano cosa serve a una mamma in attesa: vestiti premaman, massaggi,
creme antismagliature per il viso e per il corpo, parrucchiere per rinforzare i capelli. Berto non aveva mai speso così
25 RACCONTO

tanti soldi. Anche in gastronomia e al ristorante, perché Yanira aveva sempre la nausea e non se la sentiva di cucina-
re. Se solo fosse stata meno triste, e un po' più bella…
Olimpia e Agnese gli chiedevano se avesse perso il senno. “Svegliati, non vedi che quelle tre ti stanno spennando? Se
ne vanno insieme all’istituto di bellezza e ci stanno per ore. E fanno acquisti nelle migliori boutiques, non per il bambino
ma per se stesse!” Berto si riproponeva di imporre un aut aut al trio spendaccione ma poi ricadeva nel sortilegio delle
due belle incantatrici e sganciava. Finì che la culla e i primi vestitini li acquistò lui stesso accompagnato da Olimpia e
Agnese.
Atto terzo
Quando a Yanira si ruppero le acque mancava ancora un mese e mezzo al termine della gravidanza. Berto era preoc-
cupato che il bambino finisse in incubatrice ma Vicenta e Ventura lo tranquillizzarono: i neonati, nella loro famiglia, na-
scevano tutti di cinque chili, forti e sani.
Cominciò il travaglio e l’ostetrica gli chiese se voleva entrare in sala parto per far compagnia a Yanira e veder nascere
il loro bambino.
“Preferisco aspettare fuori, signora. Ho paura di svenire. Però ho bisogno di parlarle due minuti in privato, posso?”
“Veniamo anche noi!”, aggiunsero subito Vicenta e Ventura abbrancando Berto con sollecitudine.
L’ostetrica le fermò. Il loro atteggiamento era ambiguo e tutto lasciava supporre che stessero turlupinando
quell’anziano signore troppo dipendente dal loro fascino. Anche il comportamento di Yanira non era chiaro: quella ra-
gazza taciturna e sfuggente dallo sguardo triste sembrava assoggettata alle due sorelle che parlavano sempre al suo
posto e la controllavano con sguardi rapaci fintamente amorevoli.
“Ecco, signora. Volevo chiederle se in questo ospedale fate il test del DNA. Sa, quando sono solo ripenso a tutto e mi
viene il dubbio che il bambino non sia mio. Non vorrei diventare come san Giuseppe.” E Berto iniziò a raccontarle la
storia dal principio.
Ma intanto le contrazioni si intensificavano e l’ostetrica dovette interromperlo per assistere Yanira. Quella ragazza che
nell’acme della contrazione si teneva la pancia sussurrando “Mi amòr, mi amòr…” le faceva tenerezza e se la tenne vi-
cino come una figlia. Attese che il suo cuore si aprisse e il travaglio si completasse. Finché, poco prima delle spinte,
quel “Mi amòr” diventò un grido disperato. Ma non per il dolore fisico causato dall’utero che si contraeva; quel grido
proveniva dall’abisso dell’anima. L’ostetrica strinse delicatamente la mano di Yanira come per dirle “non sei sola, la-
sciati aiutare”.
La ragazza, guardandola per la prima volta negli occhi, le ricambiò la stretta e finalmente, da dov’era stato nascosto e
prigioniero per mesi, emerse il nome del suo amore: “Ramon es mi amor, él es el padre de mi hijo, solo él! Voglio dirlo
a Berto, chiamatelo, por favor.”
Un po' per essersi liberata dal peso e un po' per quella pausa dalle contrazioni che di solito precede il periodo espulsi-
vo, Janira si rilassò e si addormentò profondamente per dieci minuti. Ristorata, portò a termine con fiduciosa convin-
zione il suo compito di mettere al mondo. Pablito nacque in fretta e il suo vagito vigoroso superò le pareti della sala
parto diffondendo vivacità e buonumore nella sala d’attesa. Ma non sarebbe mai passato per un settimino secondo i
piani delle due zie imbroglione; le ecografie parlavano chiaro, e anche i suoi piedini, e poi pesava quattro chili e seicen-
to grammi.
Berto, intanto, era stato fatto accomodare in una stanza all’interno della sala parto; l’ostetrica aveva voluto proteggerlo
dalle due belle vampire, quel poveruomo aveva bisogno di raccogliere le idee. Lui si sentiva sollevato che fosse andato
tutto bene ma aveva un’aria sconvolta, sembrava invecchiato di dieci anni. Un’ora dopo finì di raccontare la sua storia
e l’ostetrica ritenne che era arrivato il momento che lui e Yanira si parlassero finalmente a cuore aperto.
Epilogo
Berto, ormai affezionato all’idea di diventare padre, decise che quel bambino andava aiutato negli studi, se un giorno
ne avesse dimostrato l’attitudine; aiutò Yanira durante i pochi mesi in cui lei restò in Italia, poi pagò il volo verso i Ca-
raibi per lei e Pablito. Di Vicenta e Ventura non seppe più nulla, erano sparite dopo aver realizzato che lui non era più
un pollo da spennare.
Spediti Yanira e il bambino, festeggiò con i suoi vecchi amici al caffè di piazza Flaminia e offrì da bere a tutti i presenti:
per poco non era diventato un altro San Giuseppe, si considerava un miracolato. Tutto il caffè convenne con viva par-
tecipazione.
E poi: era o non era il mahatma? Berto riassunse l’espressione solenne e ieratica del distacco dal mondo,
spalancò le braccia tenendo i palmi delle mani rivolti verso l’alto, congiunse i pollici con gli indici a cerchio,
poi distese le mani a piatto e le portò velocemente verso l’inguine pronunciando il suo O-oo-oo-om infinito.
Nel caffè scoppiò un boato festoso, Berto era ritornato se stesso.
In seguito, a perenne ricordo dello scampato pericolo, si comprò un canarino e lo chiamò... Indovinate come!
www.signorinabittotto.com
26 ATTUALITÀ

LETTERE AL TORNADO

Per Alfonso Maschio 80 primavere!


Il 15 febbraio Alfonso Maschio ha festeggiato il traguardo degli 80
anni insieme ai suoi amici presso il bar Ricci di Alano.
Ringraziamo di cuore gli invitati che hanno partecipato tutti con
entusiasmo a questa serata a sorpresa: i proprietari del bar, gli
amici storici, il pasticciere Collavo per la buonissima torta e, in
particolare, gli amici
della scopa all'asso,
che sono riusciti a
mantenere il silenzio
fino all'ultimo...
Dopo un primo
momento di
commozione, il
festeggiato ha ripreso
possesso della sua
consueta loquacità e la
festa è continuata in
allegria.
La famiglia
27 ATTUALITÀ

Bando rottamazione stufe 2019


Anche quest'anno la Giunta regionale, nell’ambito degli interventi
per la riduzione delle emissioni inquinanti, in particolare per le pol-
veri PM10, PM2.5 e Benzo(a)pirene, in coerenza con gli impegni
assunti con la sottoscrizione il 9 Giugno 2017 del “Nuovo Accordo
di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di ri-
sanamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino
Padano” ed in linea con quanto previsto dal vigente Piano Regiona-
le di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, con deliberazione n. 126
del 12 febbraio 2019 ha approvato un bando rivolto ai privati cit-
tadini per la sostituzione di generatori di calore domestici, alimenta-
ti a biomassa (legna, pellet), con apparecchi a basse emissioni ed
alta efficienza, con classificazione del generatore almeno 4 stelle
(ai sensi dl D.M. n. 186/2017) ed impiego di combustibile specifica-
to nel bando allegato alla deliberazione. Il bando prevede la concessione di contributi fino a:
1.600 euro per la Misura A, ovvero per la sostituzione del preesistente generatore a biomassa con l'acquisto di
stufe, termostufe, inserti, cucine e termocucine a pellet (UNI EN 14785), stufe e termostufe a legna (UNI EN
13240), cucine e termo cucine a legna (UNI EN 12815), inserti a legna (UNI EN 13229), stufe ad accumulo
alimentate a biomassa legnosa (UNI EN 15250).
5.000 euro (Misura B) per la rottamazione del vecchio generatore e l’acquisto di caldaie, di potenza al focolare
inferiore o uguale a 35 kW (UNI EN 303-5:2012). data notizia: 15/02/2019
La scadenza per la trasmissione delle istanze di contributo è il 30.04.2019.
http://www.regione.veneto.it/web/ambiente-e-territorio/rottamazione-stufe-bando-2019

Tabella tratta dall’allegato al bando regionale


Alcuni valori delle emissioni nei nostri Comuni

CRONACA

Nicola Berti al raduno veneto Inter club


di Sandro Curto
Si è tenuto a Fanzolo di Vedelago, domenica 27
gennaio, l’annuale raduno degli Inter Club del
Veneto alla presenza di Nicola Berti, classe 1967,
ex giocatore dell’Inter dove ha militato per dieci
anni vincendo un campionato, una Supercoppa
italiana e due Coppe Uefa. Nell’occasione sono
stati raccolti dei fondi (€uro 3.670,00) destinati in
beneficenza all’Unione Montana Agordina quale
contributo per i danni del maltempo dello scorso
ottobre.

Nelle foto il momento della consegna dell’assegno


simbolico all’assessore dell’ente agordino e, nell’altra, da
sinistra Valerio Bressan direttore generale degli Inter Club,
il presidente dell’Inter Club Fener Andrea Tolaini, Nicola
Berti e i due super tifosi Paolo Todoverto e Gianni Secco.
28 ATTUALITÀ

Contatta l’Associazione Feltrina Donatori Volontari Sangue


Diventa Donatore!

CRONACA

Il carnevale visto da… un carro!


di Stefano Bavaresco
Come da tradizione, anche in questo weekend carnevalesco svolto nei nostri Comuni, abbiamo assistito alla sfilata dei
carri mascherati. Dopo aver realizzato il presepio, noi giovani della Parrocchia di Quero (guidati da Nicola Dalla
Piazza), anche quest'anno, siamo riusciti ad essere presenti al Carnevale con il nostro carro dei vichinghi: famigerato
popolo guerriero che dominava i mari nel lontano IX secolo. Per questa edizione ci siamo trovati in 25 ragazzi motivati
per realizzare questo carro con l'obiettivo di renderlo ancora più bello di quello dello scorso anno e soprattutto con la
voglia di divertirci e far divertire: da sempre il nostro mantra quando si tratta di Carnevale! Abbiamo iniziato i preparativi
a metà gennaio e in un mesetto e mezzo siamo riusciti a realizzare l’enorme nave, tutti i vestiti, le spade, gli scudi e gli
accessori vari per ogni vichingo! Per noi è stata una bellissima esperienza di divertimento e allegria in amicizia,
che ha sicuramente ripagato il nostro duro lavoro. Vi rinnoviamo l’invito per il prossimo anno, sperando sempre di riu-
scire a divertirci e, soprattutto, a farvi divertire nel nome della festa più scherzosa di tutte: viva il Carnevale!
29 LIBRI

Piste ciclabili: un libro per conoscerle


La rete ciclabile europea si estende per oltre 70.000 chilometri. In Italia nei
prossimi anni andranno realizzati almeno 15.000 km di infrastrutture ciclabili.
Si stima che la ciclabilità generi un beneficio annuale di oltre 513 miliardi di €
in Europa. I benefici economici delle piste ciclabili di qualità sono almeno 4 o 5
volte i costi e il numero degli utilizzatori è in continua crescita.
formato 16,8x23 cm - pag. 368 euro 48,00 - isbn 978-88-6549-247-5
Un manuale dettagliato e di facile consultazione per immaginare, progettare, costruire,
gestire e promuovere le piste ciclabili e la ciclabilità, frutto di esperienze concrete in
Italia e all’estero. Il libro ospita più di 300 elementi grafici tra figure, grafici, tabelle e fo-
tografie, oltre a un’ampia bibliografia costituita da 55 fonti. Sono presi in esame gli
aspetti tecnici dell’intera filiera della ciclabilità, ovvero:
• le motivazioni per investire in una nuova pista ciclabile, • l’analisi normativa
• la progettazione delle infrastrutture ciclabili urbane e cicloturistiche, • la pianificazione
della mobilità, • l’analisi costi/benefici, • la scelta dei materiali e delle infrastrutture, • la
segnaletica, • le fasi di realizzazione, • l’integrazione con le altre strutture, • la promo-
zione della ciclabilità, • la gestione e la manutenzione delle infrastrutture ciclabili. Il manuale delle piste ciclabili e della
ciclabilità è uno strumento per trovare delle utili risposte a domande come: perché costruire le piste ciclabili? Quanto
costano? Come si progetta una pista ciclabile? Come si promuove? Come fare la manutenzione e assicurarne la ge-
stione?
È raccomandato ad amministratori, progettisti, tecnici, imprese, enti pubblici, associazioni, operatori turistici,
docenti, appassionati della bicicletta e a tutti coloro che, per lavoro o per impegno civico, hanno a cuore il fu-
turo della mobilità e la qualità della vita dei cittadini.
SERGIO DEROMEDIS è ingegnere e dal 1998 si occupa di ciclabilità come tecnico. Attualmente ricopre il ruolo di Di-
rettore Sostituto dell’Ufficio Infrastrutture Ciclopedonali della Provincia Autonoma di Trento. Ha progettato e diretto i
cantieri di oltre 50 infrastrutture ciclabili, 200 km di piste ciclopedonali, 3 Bicigrill, 16 ponti e opere varie. Ha collaborato
anche alla pianificazione, gestione e promozione della rete ciclopedonale trentina lunga oltre 400 km e che conta più di
2.000.000 di passaggi annuali. Ha partecipato a numerosi eventi pubblici (conferenze, corsi e serate) in tutta Italia in
qualità di esperto sulla ciclabilità e sul cicloturismo. Utilizza assiduamente la bicicletta come mezzo di trasporto e sva-
go percorrendo migliaia di chilometri ogni anno.
www.ediciclo.it COME ERAVAMO

Cartolina
da Fener
del 1962
segnalazione di
Alessandro Bagatella
Datata novembre 1962 questa
bella immagine panoramica di
Fener, verso >Segusino ed il
monte Cesen, che ha
viaggiato alla volta di Laveno
Mombello, in provincia di
Varese, portando un
messaggio d’amicizia e
divulgando la conoscenza del
nostro territorio. La propongo
ai nostri lettori come
testimonianza storica da
gustare e conservare con
attenzione.

Notizie dagli Alpini CRONACA

di Sandro Curto
Lo scorso 24 febbraio si sono svolte le votazioni per il rinnovo delle cariche sezionali della
prestigiosa Sezione Alpini Feltre per il triennio 2019-2021. Alla presidenza è stato confermato il
Presidente uscente Stefano Mariech; per lui c'è stato in pratica un plebiscito.
Verrà affiancato dai 25 consiglieri di sezione tra i quali, con bel risultato, il nostro collaboratore
l'alpino Claudio Dal Pos, di Quero Vas, del Gruppo Monte Cornella. Al Presidente Mariech ed ai
suoi consiglieri un augurio di un proficuo buon lavoro.
30 ATTUALITÀ

Feltre, Maratona di lettura 2019


Ecco il programma definitivo
“Su il sipario” sull’edizione 2019 della Maratona di Lettura, presentata alla stampa
dall’assessore alla Cultura del Comune di Feltre Alessandro Del Bianco e dalla Responsabile
dell’Ufficio Cultura Anna Viviani. Il format della rassegna, che già grande successo ha
riscosso negli anni passati, si amplia ulteriormente diventando una sorta di festival della lettura che ne fa, in assoluto,
l’evento culturale più rilevante della città. Come già anticipato, l’edizione 2019 della Maratona sarà dedicata allo
scrittore napoletano Antonio Scurati, già premio Campiello nel 2005, il cui ultimo romanzo storico “M. Il figlio del
secolo”, dedicato alla prima fase dell’ascesa politica di Benito
Mussolini e del Fascismo, sta riscuotendo uno straordinario
successo tanto da averne già fatto un vero e proprio caso editoriale.
“Saranno 4 giornate – dal 30 aprile al 4 maggio con l’esclusione di
mercoledì 1 maggio - durante le quali cercheremo di scandagliare
quell’epoca e quella temperie culturale senza preconcetti e sotto
diversi punti di vista: da quello storico, a quello politico, da quello
psicologico a quello artistico e musicale”, commenta Alessandro Del
Bianco, assessore alla cultura del Comune di Feltre. “In questo
viaggio dalle suggestioni poliedriche, aggiunge Del Bianco, saremo
accompagnati da studiosi e personalità di assoluto livello nazionale,
come Piero Ignazi, politologo italiano ed editorialista di importanti
testate quotidiane e periodiche nazionali, Adriano Zamperini,
docente di psicologia presso l’università di Padova, Piero Del Soldà,
filosofo, autore e conduttore del programma di Rai Radio3 “Tutta la
città ne parla” o, ancora, Luca Scarlini e Maria Adriana Giusti,
docente di architettura e design, solo per citarne alcuni”.
La manifestazione, che avrà al proprio interno anche alcuni
appuntamenti dedicati agli studenti delle scuole feltrine (in
particolare quello che vedrà protagonista alla media “Rocca” il
direttore del museo interattivo M9 di Mestre Marco Biscione)
culminerà nella giornata di sabato 4 maggio con le 12 ore della vera
e propria “maratona di lettura” che coinvolgerà una ventina di
location sparse per la città, frazioni comprese. Le letture saranno
intervallate da intermezzi musicali e saranno proposte, in alcuni casi,
anche in lingua straniera (arabo, cinese, albanese), quale segno di
apertura ed inclusione nei confronti dei molti cittadini stranieri
residenti nel nostro territorio.
Alla sera poi, nella consueta cornice dell’Auditorium Canossiano, l’atteso incontro conclusivo della rassegna con
l’autore a cui è dedicata, appunto Antonio Scurati, che sarà preceduto da un video-intervento di Corrado Augias.
La rassegna sarà anche affiancata da un’importante mostra allestita nelle sale della Galleria Rizzarda di cui sono in
corso di definizione gli ultimi dettagli e che costituirà un “evento nell’evento” di assoluto livello culturale.
Comunicato stampa - Feltre, 05 marzo 2019

Spese sanitarie: disponibili i dati della precompilata


Con un comunicato stampa, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha reso noto che sono disponibili sul sito web
www.sistemats.it i servizi telematici rivolti a tutti i cittadini per la consultazione delle proprie spese sanitarie trasmesse
al Sistema Tessera Sanitaria (TS), per la predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata da parte
dell’Agenzia delle Entrate. In particolare è possibile:
 consultare i propri dati di spesa sanitaria relativi agli anni 2017, 2018 e 2019 trasmessi dagli erogatori di presta-
zioni sanitarie. E’ possibile esportare tali dati, nonché visualizzare alcune statistiche quali, ad esempio, la riparti-
zione delle spese, sia per tipologia erogatore che per tipologia di spesa, e la relativa distribuzione mensile;
 segnalare eventuali incongruenze: le segnalazioni possono riguardare importi e classificazione della spesa,
nonché la titolarità del documento fiscale.
 esercitare l’opposizione all’invio di tali dati all’Agenzia delle entrate per la predisposizione della dichiarazione dei
redditi precompilata.
Fonte Ministero dell'Economia

La foto di copertina ASTERISCO

(M.M.) Scatto con la “brosa” (leggero strato di brina ghiacciata) per salutare la fine dell’inverno con la speranza che la
primavera non riservi sorprese con gelate improvvise ed improvvide. La mitezza del periodo invernale ha agevolato
l’anticipo della gemmazione di molte piante e sarebbe un vero peccato dover registrare un brusco calo delle
temperature. Lo facciamo virtualmente con questa ultima copertina e lo scatto offertoci dal nostro lettore Marco
Bollotto, che ha colto, con il telefonino, un Iphone 6s impostato a 1/100 s. nr. F=2,2, una bella inquadratura con la
foglia adagiata su un letto di una comune erba che infesta i nostri prati. D’effetto lo stagliarsi della foglia grande dal
caldo color marrone sul verde orlato di brina delle foglie piccole. Un contrasto efficace, che ravviva l’immagine e desta
la nostra attenzione.
31 ASTERISCO

I gradi di parentela
LA PARENTELA. E’ il vincolo che unisce le persone che discendono dalla stessa persona o, come il codice civile
afferma , dallo stesso stipite (art. 74 cod. civ.).
Ai fini della determinazione del vincolo si distinguono:
 la linea retta unisce le persone di cui l’una discende dall’altra (ad es. padre e figlio, nonno e nipote);
 la linea collaterale unisce le persone che, pur avendo un uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra
(ad es. fratelli, zio e nipote).
I gradi si contano calcolando le persone e togliendo lo stipite: tra padre e figlio c’è parentela di primo grado; tra fratelli
c’è parentela di secondo grado (figlio, padre, figlio = 3; 3 – 1 = 2); tra nonno e nipote, parentela di secondo grado
(nonno, padre, figlio = 3; 3 – 1 = 2); tra cugini parentela di quarto grado e così via.
L'AFFINITÀ. E’ il vincolo che unisce un coniuge ed i parenti dell’altro coniuge. Sono affini, perciò, i cognati, il suocero e
la nuora, ecc.. Per stabilire il grado di affinità si tiene conto del grado di parentela con cui l’affine è legato al coniuge;
così suocera e nuore sono affini in primo grado; i cognati sono affini di secondo grado, ecc. (Fonte testo: Inps)

COME ERAVAMO
Quando la corriera
si.. maschera..
Lo SquolaMus
(M.M.) La ditta ha da poco festeggiato i 90 anni di
attività e ne abbiamo dato conto nelle pagine dello
scorso numero. A riprova della vivacità della ditta e
della sua capacità di essere parte viva della comu-
nità in cui opera proponiamo queste foto, prove-
nienti dall’archivio della stessa Baratto Autoservizi,
che ci mostrano un’insolita corriera adibita a…
SquolaMus! Era un carnevale di tanti anni fa
(2002), in quel di Valdobbiadene, famoso per le sfi-
late di carri, cui si dedicavano con passione schie-
re di volontari. Un ricordo di genuino divertimento
32 ATTUALITÀ

Save
The
Park
Salviamo il Parco del Piave
30 03 2019

MUSICA DAL VIVO STAND


PISTA AUTOMODELLISMO ESIBIZIONI GASTRONOMICI
DJ SET
Tutti i proventi saranno devoluti alla rinascita
del Parco del Piave Dalle 14.30 alle 24.00

PRO LOCO
FENER

LIBRI
Questo Piatto di grano
Frutto della ricerca su migliaia di documenti e testimonianze, la storia della colonizza-
zione dell'Agro Pontino negli anni '30 e '40 del Novecento ne esce per molti aspetti di-
versa dalla narrazione tradizionale. Le lamentele, le proteste delle famiglie coloniche,
che, in luogo delle promesse di vita migliore, trovarono in Pontino la miseria di sempre,
nonostante gli immani sacrifici per trarre raccolti da terreni che si dimostrarono, troppo
spesso, scarsamente produttivi. Viene contestata inoltre l'idea di una colonizzazione
conclusa brillantemente nel 1939 con l'assegnazione di tutti i poderi realizzati, quando
invece, ancora nel '42-'43, si disponevano nuovi arrivi e nuove assegnazioni, in conti-
nua sostituzione di coloni disdettati o costretti dalle malattie al rimpatrio. Nel narrare le
fasi, le modalità, le scelte della colonizzazione, il focus resta puntato sulle conseguenze
che le decisioni ebbero sulle famiglie coloniche, le vere protagoniste di quella vicenda.
Ad esse quest'opera vuol rendere giustizia, preservandone i nomi, i volti, le origini e le
vicende dall'oblio in cui, non di rado, il procedere senza soste della Storia relega le sto-
rie silenziose degli umili. Autore: Giulio Alfieri - Atlantide Editore pp. 374 Anno 2018
La curiosità: nel libro sono citate anche famiglie di origine querese
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