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Bruno Kessler e il primo Pup 1961 - 1964 SentieriUrbani 8

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale 70% NE/TN - anno IV - numero 8 - luglio 2012 - € 10,00
Sentieri
Issn: 2036-3109

In questo numero
LA RIVISTA DELLA SEZIONE TRENTINO

1961 - 1964
DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA
Urbani
Bruno Kessler
e il primo Pup
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pubblicità
SentieriUrbani
8
LA RIVISTA DELLA SEZIONE TRENTINO
DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA

Sentieri Urbani 05 Editoriale


rivista quadrimestrale della Sezione Trentino di Giovanna Ulrici
dell’Istituto Nazionale di Urbanistica
nuova serie 06 Visione, Pianificazione, Progetto. Un'intervista a Bernardo Secchi
anno IV - numero 8 a cura di Alessandro Franceschini
luglio 2012
12 Dossier: Bruno Kessler e il primo Pup 1961/1964
registrazione presso il Tribunale di Trento a cura di Sergio Giovanazzi e Alessandro Franceschini
n. 1376 del 10.12.2008
14 I protagonisti
Issn 2036-3109
15 Trentino 1961: alcuni dati
direttore responsabile
Alessandro Franceschini
direttore@sentieri-urbani.eu 16 Cronologia degli eventi

redazione 18 Bibliografia di riferimento


Elisa Coletti, Paola Ischia,
Giovanna Ulrici, Bruno Zanon 19 L’Italia e il Trentino all’inizio degli anni ‘60
redazione@sentieri-urbani.eu
20 La situazione urbanistica in Italia in rapporto alle emergenze socio-politiche
ha collaborato a questo numero
Sergio Giovanazzi
21 Il boom economico: un ritratto dell’Italia negli anni Sessanta
progetto grafico di Pasquale Saraceno
Progetto & Immagine s.r.l. - Trento
24 Così lavorammo ad un nuovo codice dell’urbanistica
concessionaria di pubblicità di Giuseppe Samonà
Publimedia snc
via Filippo Serafini, 10 25 Quella maniera “disinvolta” di operare...
38122 Trento di Giovanni Astengo
0461.238913
26 La scheda/1: La nascita di una nuova organizzazione territoriale: il
© Tutti i Diritti sono riservati
Comprensorio
prezzo di copertina e abbonamenti
Una copia € 10 - Abbonamento a 3 numeri € 25 28 Il Trentino: la situazione culturale e socio-economica nel ‘61
Per ricevere Sentieri urbani è sufficiente inviare una
e_mail indicando i dati postali di chi desidera 33 Verso l’utopia “tecnicamente fondata”
abbonarsi alla rivista:
diffusione@sentieri-urbani.eu 34 Il “programma Kessler” e l’avvio della pianificazione
I testi e le proposte di pubblicazione che pervengono
in redazione sono sottoposti a valutazione secondo 36 La scheda/2: Le esperienze di pianificazione in atto in Trentino negli
competenze specifiche e interpellando anni Sessanta
lettori esterni
38 Le prime scelte di fondo e il Convegno di Torbole
contatti
www.sentieri-urbani.eu
328.0198754 42 La proposta di piano presentata al IX Congresso Inu

editore 46 La scheda/3: Quando Samonà spiegò agli architetti...


Bi Quattro Editrice
via F. Serafini, 10 51 La prima edizione del Pup
38122 Trento
53 Il 23 maggio 1964 la Giunta provinciale deliberava l’approvazione del
Istituto Nazionale di Urbanistica
Sezione Trentino piano
Via Oss Mazzurana, 54
38122 Trento 65 L’eredità del Piano Urbanistico Provinciale
direttivo 2012/2014 66 Nel Pup del 2008 abbiamo raccolto la lezione di Kessler adattandola ai
Giovanna Ulrici presidente tempi. Intervista a Mauro Gilmozzi a cura di Giovanna Ulrici
Bruno Zanon vice presidente
Elisa Coletti segretario
Alessandro Franceschini tesoriere 72 Il recupero di Castel Vasio: un sogno da conservare
Davide Geneletti consigliere
Marco Giovanazzi consigliere 74 60 anni di CIPRA Intervazionale. 20 anni di CIPRA Italia
Paola Ischia consigliere di Luigi Casanova

76 Inu: eletti i vertici della “sezione Trentino”. Ulrici alla presidenza


di Elisa Coletti

77 Oggi la città. Pratiche dell’abitare nella città contemporanea

78 Biblioteca dell'urbanista
Bruno Kessler mentre firma le tavole
del Piano urbanistico provinciale

04
Editoriale
Trovo che ci siano almeno due buoni motivi per introdurre con grande orgoglio questo numero di Sentieri Urbani, curato
da Alessandro Franceschini e Sergio Giovanazzi. Nelle pagine che seguono si ripercorre, con ampie testimonianze
dell'epoca, il processo di formazione del primo Piano Urbanistico della Provincia autonoma di Trento, per brevità
attribuito a Bruno Kessler politico e a Giuseppe Samonà urbanista e approvato nel lontano 1967.

La prima ragione. Ce ne fosse bisogno, l'“avventura del primo Pup” rende evidente che, se le norme urbanistiche
creano buone occasioni, solo le persone che pensano e agiscono con una coscienza urbanistica (e ancor prima civile)
si rendono responsabili del buon disegno di un territorio. Senza voler scivolare nella retorica del passato, va riconosciuta
la forza della personalità e della professionalità di chi all'epoca si assunse un grande onere: di dare una via di soluzione e
riscatto ad un Trentino in difficoltà, di decifrare i segnali più o meno forti del presente e di decidere di puntare su una idea
di futuro concretizzata in uno strumento di pianificazione urbanistica.

Il secondo motivo sta nella constatazione che il processo di formazione del primo Pup resta quale esemplare
costruzione condivisa di un nuovo modello insediativo, lontano dalla tradizionale contrapposizione città-campagna,
basato sulla ricerca di una giusta scala e di una corrispondente identità anche di gestione d'area vasta. Su questo
modello continua non solo a giocarsi il successo del nuovo strumento urbanistico provinciale e delle nuove Comunità di
Valle, ma anche, e ancor di più, la capacità di esercizio di democrazia, o di governo del territorio, da parte della
popolazione e delle forze che vi risiedono. Come allora è cruciale il riconoscimento che una adeguata scala territoriale
ed amministrativa non compromette l'identità delle singole comunità che vi abitano. E che scelte infrastrutturali e
insediative e produttive possono condizionare la fortuna di un territorio se armoniche al contesto ambientale e sociale:
chissà che il successo di questa idea di governo possa avere un contributo positivo, almeno uno, dalla recessione che ci
sta opprimendo disperdendo il dominio di una cattiva politica alleata al troppo facile richiamo della rendita
immobiliare.

Walter Micheli, proprio riferendosi al primo Pup, citava Adriano Olivetti che sul primo numero della rivista dell'Istituto
nazionale di urbanistica, nel 1949, scriveva: «L'urbanistica reclama la pianificazione; e può darsi una pianificazione
democratica, cioè libera? Questo interrogativo dominerà implicitamente o esplicitamente il nostro lavoro. È soltanto
nella soluzione del rapporto individuo-collettività… che è possibile anticipare la soluzione». Le parole di Olivetti
inquadrano la visione dell'Inu di allora e, superata una lunga stagione di ideologie e tecnicismi politici, anche quella
attuale.

Le successive esperienze provinciali di pianificazione a larga scala hanno esteso le loro radici nel Piano del '67, dovendo
confrontarsi anche con gli effetti di quel Piano: effetti positivi, se si guardano i dati socio-economici del Trentino del
dopoguerra e le opportunità per le valli. Ma anche negativi, se si valutano le conseguenze ambientali di certe scelte di
sviluppo insediativo industriale e residenziale sulle quali poi sia il Piano Mancuso-Mioni del 1987, promosso dall'assessore
Micheli, con le politiche di tutela e messa in sicurezza ambientale (e la nuova legge sui parchi e sulla Via), sia la Variante
del 2002, promossa dall'assessore Roberto Pinter e compiuta nel Piano generale del 2008, promosso all'assessore Mauro
Gilmozzi (con la legge sulle “seconde case”, le aree agricole di pregio) sono dovuti intervenire. Il percorso a ritroso è però
gioco pericoloso, anche perché le responsabilità per una riuscita imperfetta possono essere in parte demandate
all'attuazione del Piano, ai diversi soggetti e interessi che se ne sono poi serviti, snaturandolo.

Non ho mai dimenticato i ricordi dei lunghissimi viaggi su e giù per le strade del Trentino che a noi studenti Iuav il professor
Lorenzo Moro amava raccontare, rammentando il suo coinvolgimento come neolaureato nel gruppo di lavoro di
Samonà. In particolare il grande studio sui centri storici e sull'edilizia rurale. Per me, prima di conoscere il Piano e il Trentino,
la narrazione di quella esperienza ha rappresentato un serio modello focalizzato su di una sistematica conoscenza,
diretta e concreta, del territorio. E la bellezza di poter lavorare sperimentando nuovi strumenti e approcci interdisciplinari:
il Pup fu il primo piano di area vasta prodotto in Italia.

Vi invito quindi alla lettura di questo numero di Sentieri Urbani: inusuale perché, nel rispetto della citazione storica ma
senza voler applicare metodologie di ricerca storica, ripercorre un passaggio cruciale dell'urbanistica trentina e
nazionale.
Giovanna Ulrici
presidente INU Sezione Trentino
05
Visione,
Pianificazione,
Progetto
Un’intervista a Bernardo Secchi
a cura di Alessandro Franceschini

Professore, all'inizio degli anni Sessanta il


Trentino, sotto la visione politica di Bruno
Kessler, si appresta ad implementare un
piano territoriale di area vasta e Lei è tra i
professionisti chiamati da Giuseppe
Samonà a far parte dell'equipe di progetto.
Che ricordo ha di quell'esperienza?
«In quel periodo mi occupavo
principalmente di economia urbana, che
avevo iniziato ad insegnare presso l'Istituto
Universitario di Architettura di Venezia.
Samonà, che era allora il rettore di quella
Scuola, mi aveva coinvolto, giovanissimo, nel
gruppo di lavoro proprio per quanto
riguardava gli aspetti relativi all'economia
urbana. Naturalmente, né io né tantomeno
Samonà, abbiamo mai creduto molto negli
specialismi della divisione disciplinare. Ogni
componente dell'equipe di progetto offriva il
suo contributo a tutto campo. Ricordo le
lunghe serate passate assieme, dopo uno
giornata di lavoro, a Samonà all'Hotel
Trento. Lui non era una buona forchetta,
diffidava dei piaceri della cucina. Così si
passava molto tempo a parlare e a
immaginare scenari di progetto e idee di
sviluppo. È stato come fare una seconda
università. Per questi motivi si è trattato di
un'esperienza fondamentale per me. Ma, in
fondo, anche per quanto riguarda la storia
della pianificazione nel nostro Paese, visto
che per la prima volta si intraprendeva una
pianificazione di area vasta. Devo però anche
aggiungere che, purtroppo, di
quell'esperienza trentina non è stato capito
nulla».
Bernardo Secchi, professore ordinario di Urbanistica all'Istituto Universitario di
Architettura di Venezia, è stato preside della Facoltà di Architettura di Può spiegare meglio questo concetto?
Milano. Ha insegnato nell'Ecole d'Architecture di Ginevra, nell'Università di «La vera grande intuizione di quel piano è
Lovanio, di Zurigo, nell'Institut d'Urbanisme de Paris e nell'Ecole quella della teorizzazione della “unità
d'Architecture de Bretagne (Rennes). Ha partecipato alla redazione di insediative”. Già in quegli anni era chiaro
numerosi piani e progetti in Italia e in Europa.
come anche nel Trentino fosse in atto un
fenomeno di dispersione urbana e che fosse
ormai impossibile ragionare nei termini
classici di contrapposizione tra città e
campagna e tra città e insediamenti diffusi.
Le unità insediative, la cui formazione era
una conseguenza diretta delle caratteristiche

06
Kessler era un “vecchio” democristiano che possedeva
una grande capacità politica e, soprattutto, idee e visioni.
Con lui si passavano delle ore molto interessanti
e devo dire che è stato uno dei pochissimi personaggi
politici con cui ho amato conversare

morfologiche ed ambientali del territorio, Kessler».


erano un'occasione interessante per inventare
nuovi scenari di sviluppo insediativo». …che è considerato il “padre politico”
del Piano urbanistico provinciale.
In effetti la presenza preponderante del «Kessler era un “vecchio” democristiano,
sistema morfologico è una componente che che possedeva una grande capacità
ha condizionato molto le dinamiche politica e, soprattutto, idee e visioni. Era
insediative nel Trentino. molto attaccato alla sua terra, in
«Con Samonà, scherzavamo spesso su questo particolare alla natia Val di Sole. Con lui si
aspetto. Dicevano che progettare in montagna passavano delle ore molto interessanti e
è molto più facile che progettare in pianura, devo dire che è stato uno dei pochissimi
perché lì il territorio detta delle regole che è personaggi politici (oltre a lui mi viene in
bene osservare: la morfologia, la rete mente solo Mino Martinazzoli, storico
idrografica, il soleggiamento… una griglia di sindaco di Brescia e ultimo Segretario
vincoli ai quali l'insediamento si deve nazionale della Democrazia Cristiana) con
necessariamente conformare». cui ho amato conversare. La sua
caratteristica era quella di circondarsi di
Ritorniamo, per cortesia, alle unità persone che la pensavano diversamente da
insediative. lui. Metteva continuamente in discussione
«Sì, il riconoscimento e la codificazione di i suoi princìpi. Non a caso si era attorniato
quelle unità insediative non è stato capito fino di professionisti che avevano anche delle
in fondo. Quell'idea è stata ad un certo punto idee politiche diverse da lui, come
“burocratizzata”, ridotta a perimetri che Samonà. Il quale aveva un'attrazione per i
hanno preso il nome di comprensori. Invece problemi sociali e non pensava –
nell'intuizione originaria, le unità insediative diversamente da molti altri – che
non avevano perimetri, ma erano delle l'industria fosse la panacea a tutti i
“macchie” che ordinavano gerarchicamente il problemi di sviluppo».
territorio. In questo modo è stato “tradita”
l'intuizione originaria di Samonà. Durante la Tra l'altro Samonà, nel caso del piano
redazione del piano emergevano sempre due trentino, non si comportava da
posizioni dialettiche: una era quella vulcanica “archistar” ma era spesso a Trento per
di Giuseppe Samonà. L'altra era quella dei seguire i lavori…
funzionari della Provincia autonoma di «Per sua predisposizione Samonà era
Trento. Questi pretendevano delle definizioni sempre “sul pezzo”. Amava essere lui,
univoche che potessero essere tradotte in direttamente, a fare le cose. Non che non
legge. Questa distanza spesso faceva si fidasse dei suoi collaboratori. Ma amava
innervosire Samonà. D'altronde si trattava di molto il suo lavoro, anche negli aspetti più
un lavoro difficile, che veniva fatto per la concreti. Il lavoro che facemmo a Trento
prima volta in Italia. Esisteva solo qualche ci impegnò molto e il capogruppo era
esempio internazionale. Qualcosa era stato sempre presente. Per quanto mi riguarda
fatto nel Piano intercomunale di Milano, era il mio lavoro a tempo pieno di allora.
esperienza urbanistica molto frustrante a cui Bisogna inoltre tener conto che il piano
avevo avuto l'occasione di collaborare. era completamente disegnato a mano.
Tuttavia, per quanto riguarda il piano Eravamo abbondantemente nell'era pre-
trentino, ricordo un clima molto disteso informatica. Il piano era redatto su grandi
dentro il gruppo di lavoro che era tavole con pennini a china, acquerelli,
caratterizzato dalla presenza di professionisti retini su trasferibili. A volte si
molto capaci. E poi c'era, ovviamente, Bruno commetteva un errore che comprometteva

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tutta una tavola e che doveva essere, piana di Tione… In particolare non si era
conseguentemente, rifatta da zero». capito che anche il fenomeno del turismo
residenziale potesse essere urbanisticamente
Tra l'altro le tavole originali del piano governato in maniera creativa. Invece spesso
sono andate perdute, rovinate ci si è accontentati di uno sviluppo caotico.
irrimediabilmente dall'alluvione del Ma questo non può che essere considerato
1966… un effetto collaterale del grande boom
«Sì e questo è un vero peccato. Ma capita economico degli anni Sessanta che vedeva
frequentemente che le amministrazioni l'Italia uscire, finalmente, dalla povertà e
perdano la tavole originarie di un piano diventare un paese ricco».
anche senza eventi catastrofici, come nel
caso del Trentino. Penso, ad esempio, ai C'era una percezione di “distanza” tra il
disegni originari del mio piano per Siena, Trentino di allora e i territori di pianura e
che l'amministrazione senese ha di Milano, in particolare?
inspiegabilmente perduto». «Devo dire che già allora si percepiva una
maggiore civiltà rispetto alla pianura che
Come era il Trentino degli anni abitualmente frequentavo. Se posso
Sessanta? Si ha spesso l'impressione che raccontare un piccolo aneddoto: durante i
si trattasse di una terra arretrata e miei soggiorni a Trento ero solito frequentare
povera. una libreria collocata in via Belenzani, nel
«No, il Trentino di allora non era una terra centro storico del capoluogo. Quando i
arretrata, né economicamente né proprietari mi ebbero “inquadrato” come un
culturalmente. Basti pensare che già allora ricercatore e docente dell'università, mi
esisteva un fenomeno turistico lasciarono liberamente fare delle ricerche
significativo. C'erano però due grossi bibliografiche sulle scalette dei loro scaffali.
rischi. Il primo era quello del mito Ebbene, con mia grande sorpresa in quella
dell'industrializzazione. Si credeva che libreria trovavo tanti libri esauriti che a
l'industria potesse essere la soluzione a Milano era impossibile ottenere. Così il mio
molti dei problemi di crescita economica. fornitore ufficiali di libri esauriti e rari
Noi cercavamo di far capire che l'industria divenne quella libreria di Trento».
non era, a volte, la soluzione migliore e,
soprattutto, che il suo arrivo non era Come è finita la sua avventura con il Piano
scevro da problemi di natura urbanistica e urbanistico del Trentino?
ambientale. Le conseguenza più gravi di «Finito il piano, Samonà mi diede il compito
quelle scelte le possiamo vedere oggi di “tenere la posizione”. Fui nominato così
soprattutto nelle zone a nord di Trento e a all'interno della Commissione urbanistica
sud di Rovereto». provinciale, che aveva il compito di
esaminare i piani regolatori generali e di
Ed il secondo rischio? verificarne la coerenza con il Piano
«Il secondo rischio riguardava il sistema urbanistico provinciale. Devo ammettere che
turistico, ed in particolare il suo sviluppo in quella commissione godevo di una certa
legato alla villeggiatura “famigliare”. Ed in autorevolezza che mi portava ad essere uno
effetti è stato un po' così: si è puntato su dei membri più ascoltati. Ricordo, sempre
un afflusso turistico famigliare, basato come aneddoto, la bocciatura clamorosa del
principalmente sulla “seconda casa” che ha Piano regolatore della città di Arco, firmato
compromesso territori e paesaggi di grande da Renata Egle Trincanato, allora molto
interesse: penso alla Val di Fiemme, a San intima con Samonà. Con mia sorpresa, egli
Martino nel Primiero, alla Val di Sole, alla stesso mi confessò, a quattr'occhi, la sua

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Più passa il tempo, più devo ammettere che la mia
generazione di urbanisti ha delle enormi
responsabilità dentro la storia della nostra disciplina:
non abbiamo saputo cogliere fino in fondo gli
stimoli e le intuizioni dei nostri maestri

solidarietà: un piano che avrebbe bocciato Giovanni Astengo… Certo, abbiamo subito
anche lui, se avesse dovuto e se avesse potuto. la grande interruzione e cesura avvenuta
Un'altra bocciatura che fece scalpore fu negli anni Settanta, quando la disciplina si è
quella del Piano regolatore di Rovereto, che politicizzata e si è creduto di poter
era veramente un pessimo piano. In quel caso, sostituire il territorio reale con delle teorie
per sostenere le mie tesi, dovetti farmi anche astratte e ideologiche. Ma non è una scusa
dei nemici. In generale le attese del piano, sufficiente e oggi possiamo dire che la mia
calate sulle realtà locali, facevano fatica a generazione ha fallito il proprio compito.
emergere, soffocate dalla prevalenza degli Non è un caso che oggi in Italia ci sia una
interessi localistici». grandissima difficoltà, da parte di tutti, di
parlare di città e di territorio. Per cui oggi
Dopo l'approvazione del piano lavorare nel nostro paese è simile ad una
cominciarono tuttavia i problemi. In perdita di tempo. E non è un caso che
particolare per quanto riguarda l'idea di attualmente i miei interessi professionali
Comprensorio e la sua attuazione sul siano tutti all'estero. In Belgio, in Francia,
territorio. perfino in Russia. All'estero l'importanza del
«In effetti con la formazione dei Comprensori, territorio è accettata e voluta da tutte le
iniziarono anche i problemi. Come al solito, componenti della società. Qui da noi
questo non ha a che fare con la forza del piano l'urbanistica sembra trasformata in un
urbanistico, ma con la distribuzione del mercato dei suoli, in un mercato politico».
potere. Purtroppo la classe politica di allora
non era all'altezza di Kessler. Come ho già Quale stato il ruolo dell'Inu in questa
detto, lui era una persona intelligente e con negligenza disciplinare?
grande capacità di “visione”. Però, purtroppo, «L'Istituto Nazionale di Urbanistica ha
era circondato da politici ed amministratori avuto, in questo senso, delle forti
meno dotati. E questo ha portato ad responsabilità, perché ha portato il dibattito
un'attuazione del piano urbanistico banale e inerente le trasformazioni del territorio sul
superficiale. In questo senso le successive piano squisitamente giuridico. Pensando
revisioni hanno fatto perdere il carico erroneamente che il diritto fosse il mezzo
potenziale del piano. Si è perso totalmente, ad per comprendere le relazioni sociali e
esempio, il concetto di unità insediativa. I spaziali della nostra società che si
tanti professori che si sono succeduti a esprimono nella costruzione del territorio.
Trento, in occasione delle successive revisioni Mentre è esattamente il contrario: è dalla
del piano, avevano l'opportunità di lavorare comprensione delle dinamiche del territorio
con maggiore profondità sul concetto di unità che si possono comprendere le
insediativa. Era l'occasione per uscire della caratteristiche delle relazioni socio-spaziali,
dialettica tra città e campagna che ha portato governandole – successivamente – con il
nel resto d'Italia al fenomeno della diritto. Ma non è solo questo il problema.
dispersione». La dicotomia tra giurisprudenza ed
urbanistica ha fatto precipitare la disciplina
Intende dire che la disciplina non è stata in un'atmosfera tetra e terribilmente noiosa.
all'altezza della sfida? Questo ha portato gli urbanisti ad essere
«Più passa il tempo, più devo ammettere che degli esclusi ed oggi nessuno più li ascolta. E
la mia generazione di urbanisti ha delle questo è, probabilmente, l'aspetto più
enormi responsabilità dentro alla storia della disastroso».
nostra disciplina. Ovvero non aver accolto gli
stimoli e le intuizioni dei nostri maestri,
Giuseppe Samonà, Giancarlo De Carlo,

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Dossier:
Bruno Kessler e il
primo Pup 1961/1964
a cura di Sergio Giovanazzi e Alessandro Franceschini

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Cinquant'anni fa il Trentino fu protagonista di un'importante pagina della storia
dell'urbanistica italiana: Bruno Kessler, giovane presidente della Provincia di Trento,
raccolse attorno a sé architetti, urbanisti, economisti, sociologi e demografi per dar vita al
primo piano urbanistico di area vasta realizzato nel nostro Paese. Il Piano urbanistico della
Provincia di Trento fu adottato dalla Giunta Provinciale il 23 maggio 1964 (con l’adozione
definitiva approvata il 10 agosto 1967), dopo tre intensi anni di lavori preparatori, durante i
quali di un singolare accordo tra politica e lavoro scientifico permisero la realizzazione di
quella che Leonardo Benevolo avrà modo di definire come “un'utopia tecnicamente
fondata”.

Questo numero di Sentieri Urbani intendere ripercorrere non tanto la struttura del piano,
peraltro già ampiamente contenuta in un volume monografico sul Pup edito dalla
Provincia autonoma di Trento nel 1968, quanto piuttosto le tappe della sua articolazione
politica e della sua predisposizione tecnica. L'occasione di questo lavoro è stata la
sistematizzazione di una serie di materiali raccolti negli anni Ottanta da Sergio Giovanazzi
che Giuseppe Samonà volle al suo fianco nella redazione del piano. Si tratta di documenti
spesso ancora inediti, che hanno la forza di raccontare «da dietro le quinte» l'evoluzione
del percorso di piano.

Dagli anni Sessanta ad oggi, il territorio trentino ha vissuto mezzo secolo di intenso sviluppo,
durante i quali da una parte si è creato un particolare quadro istituzionale di autonomia,
che ha registrato il momento più significativo nella modifica dello Statuto del 1972,
dall'altra parte si è tentato di incanalare il processo di trasformazione con l'utilizzo di
strumenti pianificatori in parte nuovi. Nel Trentino, durante il periodo che va dal 1960 ad
oggi, le caratteristiche strutturali delle popolazioni della campagna si sono
profondamente evolute verso forme specifiche dei gruppi urbani anche in modo parziale
e non uniforme. La composizione della popolazione attiva, per citare soltanto gli elementi
di maggiore rilevanza, si è ormai differenziata nei settori di attività verso caratteristiche
tipicamente urbane. Quasi ovunque gli addetti al settore primario costituiscono la
porzione più ridotta, mentre gli addetti al terziario superano quelli dell'industria.

La diversità, rispetto agli anni '60, aumentano considerando che la stessa attività agricola
si sta profondamente modificando verso una specializzazione che richiede agli operatori
forti capacità di astrazione, al di là del fatto concreto quotidiano. La stratificazione socio-
politica è più rilevante e differenziata che nel passato e comporta una parallela maggiore
stratificazione urbana che, se non raggiunge il grado tipico delle grandi città, è ben più
rilevante di una volta.

La scolarizzazione fino agli ultimi livelli, ha interessato nelle vallate un alto numero di
giovani e la loro presenza attiva è ovunque testimoniata dall'aumento dell'as-
sociazionismo e dalla partecipazione al dibattito su argomenti d vario interesse. Anche la
mobilità della popolazione si è accresciuta oltre i prevedibili andamenti legati all'esodo
agricolo ed è frequente il caso di spostamenti rilevanti dall'agricoltura al turismo, ma in
tempi recenti in maggior misura dall'industria ad altre attività legate al turismo, al
commercio, ai servizi.

Per la prima volta in una regione italiana cambiamenti di questa portata sono stati stimolati
anche da un complesso di interventi pianificatori variamente articolati, che hanno trovato
nell'idea di comprensorio la loro espressione unificante. La “campagna urbanizzata”, in
cui per ognuno dovevano essere effettivamente la possibilità di scelta, obiettivo primo del
piano provinciale già nel 1961, si è dunque realizzata – per certi aspetti – su larghe parti del
territorio trentino.

13
I protagonisti
Il politico
Bruno Kessler
(1924 - 1991)
Presidente della Provincia
autonoma di Trento dal 1961 al
1973, è considerato il “padre”
del Pup e dell’Università di
Trento. Deputato e Senatore, è
stato Sottosegretario della
Repubblica.

I progettisti
Giuseppe Samonà Nino Andreatta Sergio Giovanazzi
(1898 - 1983) (1928 - 2007) (1937)
Fra i maggiori architetti italiani del Politico ed economista, ebbe un Laureato in Architettura a Venezia
Novecento, Samonà è stato un lungo sodalizio con Bruno Kessler con Giuseppe Samonà, entra a
celebre urbanista. Nel 1936 viene sul tema dell'autonomia. far parte dell’equipe di progetto
chiamato dall'Istituto Universitario Professore univeristario ha del Pup nell’estate del 1961. Ha
di Architettura di Venezia, dove insegnato economia ad Urbino, curato anche la fase attuativa del
prosegue l'attività accademica Trento, Milano. Dal 1980 al 1998 fu piano, firmando il Piano
fino al 1971. più volte Ministro della Repubblica. Comprensoriale della Val di Sole.

Il coordinatore
Giampaolo Andreatta
(1931)
Dirigente della provincia
autonoma di Trento è stato a
lungo collaboratore di Bruno
Kessler e Nino Andreatta.
All’interno dell’equipe del Pup
coordinava l’Ufficio Studi.

I collaboratori generali
Sandro Boato Bernardo Secchi Giambosco Janes
(1938) (1934) (1934)
Laureato in Architettura a Professore ordinario di urbanistica Laureato in Giurisprudenza presso
Venezia con Giuseppe Samonà, presso l’Iuav di Venezia. Ha l'Università di Bologna ha diretto
entra a far parte dell’equipe di firmato piani urbanistici e ricerche l'Ufficio Urbanistico della Provincia
progetto del Pup nell’estate del in Italia e all’estero. autonoma di Trento costituito
1961. In seguito ha lavorato proprio in occasione della
presso il Servizio Urbanistica della redazione del Pup.
Provincia autonoma di Trento.

I consulenti
Franco Demarchi Pietro Nervi Romano Prodi
(1921 - 2004) (1932) (1939)
Figura poliedrica di studioso e Nato a Toirano, provincia di Economista, professore
di sacerdote, è stato Savona. Laureato in Scienze universitario, è stato allievo di
professore di sociologia Agrarie all’Università Cattolica Nino Andreatta. Per due volte è
all’Università di Trento, Sacro Cuore di Milano, è stato presidente del Consiglio
all’Università Cattolica di docente di economia e dei Ministri della Repubblica.
Milano, all’Università di Trieste politica montana e forestale
e in molte altre istituzioni. all’Università di Trento.

Gli altri consulenti


Rodolfo Benini Pietro Leonardi Ivo Perini
Ercole Calcaterra Domenico Maione Umberto Potoschnig
Alfredo de Riccabona Giulio Menato Gino Tomasi
Bruno Gentilini Lorenzo Moro Giannantonio Venzo

14
Trentino 1961:
alcuni dati
Comuni: 227 / Abitanti: 412.104 / Estensione: 6.212 Kmq

Popolazione attiva,
distinta per sesso
(valori ogni 1000 abitanti)

Trentino: Italia:
Donne: 96 Donne: 99
Uomini: 304 Uomini: 299

Occupati secondo
grandi rami di attività
Trentino: Italia:
agricoltura: 26% agricoltura: 30%
industria 39% industria 39%
altro 35% altro 31%

Incremento
demografico (1871/1961)
Trentino 2,2% Italia 6,8%

Tasso
di disoccupazione
Trentino 8,9% Italia 7,7%

Istruzione
Trentino: Italia:
analfabeti: 0,5% analfabeti: 7,5%
diplomati 3,5% diplomati 3,8%
laureati 8,5 % laureati 11,8 %

Fonte: Istat del 1961

15
‘61
Cronologia
1961 / 25 aprile 1962 / inizio 1962 / novembre
- Bruno Kessler espone al Consiglio - Si inizia con una vasta - Presentazione della prima,
provinciale il suo primo ricognizione della realtà completa proposta di Pup al
programma quadriennale: provinciale, con indagini dirette congresso Inu di Milano:
«Riteniamo che la Giunta, pur con e coordinate (sociologiche, - Dieci comprensori, correlati alle
i necessari contemperamenti, sull'agricoltura, sui servizi, valli e alla loro storia;
debba impostare la sua attività su sull'edilizia e sulle preesistenze - Lettura del territorio, attraverso
basi scientifiche senza tuttavia ambientali, sull'energia); le sue trasformazioni, in
cadere nell'eccesso opposto, - Prime elaborazioni particolari le più recenti e quelle
consistente nel considerare come demografiche; in corso;
sperimentale ogni risultanza - Prime verifiche con gli - Analisi della struttura
scientifica». amministratori locali (Cles, insediativa;
Fondo, Malè). - Analisi di quella socio –
economica - demografica;
1961 / 31 luglio - Il comprensorio come struttura
- Viene affidato l’incarico a 1962 / aprile capace di realizzare il concetto
Giuseppe Samonà e Giovanni - Convegno Torbole, presieduto di campagna urbanizzata,
Astengo (subito ritiratosi) dell’Iuav da Bruno Kessler ed organizzato individuabile usando alcuni
di Venezia di redigere il Piano dall'Ufficio Studi. precisi criteri;
urbanistico provinciale. Parteciparono: Samonà e i suoi - Trento enucleata come città
collaboratori, Nino Andretta, comprensorio;
Lombardini, Secchi, Calcaterra, - Superstrada della Valsugana;
1961 / ottobre Braga, Rivolta. Dibattito tra le - Strade di completamento
- Si svolge a Trento il primo ipotesi di dell'autostrada;
seminario sul tema del Pup: localizzazione/programma - Prime indicazioni sul turismo.
confronto con i primi risultati dello economico e le prime scelte
studio Tèkne affidato dalla urbanistiche, orientate verso
Regione TAA per studiare l'equilibrio territoriale, capace di 1963 / riunioni nei comprensori
l’industraializzazione delle formare “città senza - verifiche di tutte le ipotesi con
province di Trento e di Bolzano. concentrazione”, una nuova gli amministratori.
organizzazione territoriale,
fondata su dimensioni
1961 / dicembre opportune: si precisano dunque, 1963 / primavera
- Fine dello studio Tèkne sulle anche nei loro confini, i - dichiarazione di Kessler al
ipotesi di localizzazione industriale comprensori, con le tipologie Consiglio Provinciale:
nella regione. Emergono tre formative di queste nuove città «Ove si arrivasse a proporre e a
ipotesi di organizzazione (relative all'industria diffusa, ai far accettare nei comprensori
territoriale; l'ultima prevedeva servizi altrettanto decentrati, al un discorso unitario sui principali
“una zona di concentrazione recupero del patrimonio edilizio problemi con reciproci sacrifici
industriale, urbana e fatta di servizi antico, all'uso equilibrato delle individuali in vista di maggiori
lungo l'asta Rovereto – Bolzano e risorse ambientali finalizzate utilità collettive, già si farebbe
la formazione di una serie di poli di all'equilibri territoriale). un grosso passo in avanti. Su
sviluppo industriale all'interno di Si precisa quindi il concetto di questa strada d'altra parte ci
alcune valli”. In Trentino si “campagna urbanizzata”. stiamo avviando con profitto ed
prevedono nove aree. Il Pup Sono individuate sette grandi in quattro comprensori – Val di
rifiuta questa schematizzazione a unità territoriali, la prima Sola, Cismon, Bassa Valsugana,
favore di una pianificazione più proposta di suddivisione e Val Lagarina già si sta per
articolata, più comprensiva delle comprensoriale; iniziare la pianificazione».
realtà e tradizioni locali. all'interno di queste, più comuni E inoltre: «Non ci nascondiamo
formano le “unità insediative”, che stiamo per porre in
quasi quartieri della nuova città, movimento una organizzazione
1961 utili per un'organizzazione che potrà avere oggi sviluppi
- Prime ipotesi sul Prg di Trento, unitaria dei servizi. imprevedibili».
formulate dal gruppo del prof.
Marconi, che accentuano il ruolo
del capoluogo egemone. Duri
scontri con il gruppo Samonà.

16
1964/23 maggio 1964 / I contenuti
1963 / ottobre
Approvazione del progetto PUP del progetto PUP:
- Convegno Inu di Cagliari:
da parte della Giunta Provinciale - I comprensori e le unità
presentazione dell'attività
- Esso materialmente costituito insediative per garantire a tutti
urbanistica della Provincia in una
dalla relazione illustrativa, delle le scelte proprie della vita
sede nazionale. Grandi consensi
norme di attuazione e della urbana: è necessario localizzare
alla relazione di Kessler.
cartografia, che per tutte le parti anche nella campagna
abitate e dalla cartografia, della strutture produttive e di servizi di
scala 1:10.000, era firmato dal grandi dimensioni e valori;
1963 / novembre
prof. Giuseppe Samonà dal prof. questi devono operare con la
Preparazione della stesura
Nino Andretta e dall'arch. Sergio massima efficienza possibile;
ufficiale del Pup in un quadro
Giovanazzi, mentre gli studi e le quindi necessita di una
completo (scala 1:10.000).
ricerche che lo dimensione più grande dei
accompagnavano erano stati singoli Comuni, capace di
coordinati dal Dott. Giampaolo accogliere e di utilizzare tutte
1963/dicembre
Andreatta. I contenuti del piano queste strutture.
Presentazione al Consiglio della
sintetizzavano i risultati del - l'intervento urbanistico i suoi
nuova legge urbanistica
dibattito precedente. Nel settori:
provinciale, redatta in funzione
presentarli Kessler ribadiva un a) Settore della tutela del
delle caratteristiche del progetto
quadro di riferimento ormai paesaggio anteposto a tutti gli
di piano. Previsione del piano
costante nel processo di piano: altro perché costituisce il
comprensoriale e quindi dei
«Le indagini effettuate hanno vincolo oggettivo fra la
consorzi per sua predisposizione e
portato ad individuare l'esistenza configurazione fisica del
approvazione.
ed il progressivo accentuarsi, territorio e la dimensione e
anche da noi, di squilibri territoriali, localizzazione degli interventi;
settoriali e sociali che inducono b) Settore residenziale che
1964 / gennaio-aprile gran parte della popolazione e comprende sia le zone di nuovo
Ulteriore tornata di consultazioni dei capitolati a defluire dalla sviluppo che gli interventi nelle
nelle quali disse Kessler: «sulle periferia per accentuarsi verso zone residenziali esistenti;
premesse, sugli obiettivi di fondo l'asta dell'Adige, o verso altri centri c) Settore delle infrastrutture di
e sulle indicazioni di maggior di minore importanza. collegamento;

‘64
rilievo del Pup abbiamo I detti squilibri, inoltre, inducono d) Settore dell'industria e
riscontrato un'ampia e per noi buona parte della popolazione artigianato;
significativa adesione degli giovane, ad abbandonarla e) Settore agricolo;
amministratori pubblici locali, periferia per la emigrazione, f) Settore turistico;
nonché delle rappresentanze dei all'interno o all'esterno. Un esodo g) Centri direzionali e commer-
vari gruppi economico-sociali». così massiccio dalla periferia, con ciali.
il conseguente accentramento di
gran parte della popolazione nei
centri principali, ed una tendenza
così forte verso l'emigrazione, sono
fenomeni di fronte ai quali la
Giunta provinciale si è posta
l'interrogativo se essi andavano
passivamente accettati e se,
invece dovevano essere in
qualche modo fermati e corretti.
Le risposta a questa domanda
comportava, come appena
evidente, una scelta politica di
fondo, scelta che non poteva
essere fatta che dall'organico che
la più generale responsabilità in
ordine al futuro sviluppo
urbanistico del territorio».

17
Bibliografia di riferimento

Autori vari Provincia autonoma di Trento Franco Mancuso (a cura di)


Il Piano urbanistico provinciale Il Piano urbanistico del Trentino L’urbanistica del territorio

Supplemento al nr. 8-9 de “Il Trentino” Marsilio - Padova Marsilio - Venezia


1968 1968 1991

Si tratta di un fascicolo edito all’indomani Il documento più completo per quanto riguarda il Dopo vent’anni dall’approvazione del Pup,
dell’entrata in vigore del Pup. Contiene un’ampia Pup del Trentino. Curato da Sandro Boato e Franco Mancuso è incaricato di redigerne la
premessa metodologica una sintesi delle attività Romano Prodi, con la supervisione di Nino prima variante generale. Questo volume
di analisi ed il contenuto delle principali scelte di Andreatta, facendo sintesi dei tanti documenti raccoglie il progetto pensato per il Trentino
piano sia a livello generale che a livello delle scelte redatti dall’equipe di progetto a partire dal 1961. dopo l’attuazione delle previsioni del primo
specifiche. Uno strumento pensato per una larga Contiene un racconto dettagliato di tutto il piano e, che si fonda sulla visione politica di
diffusione e per una comprensione del Pup anche percorso di piano e un approfondimento di tutte le Walter Micheli. Il lavoro di Giuseppe Samonà
da parte dei non esperti. Presente anche un scelte progettuali. Sono inoltre contenute tutte le viene ripensato alla luce della nuove sensibilità
essenziale apparato cartografico con gli interventi tavole del Piano urbanistico provinciale in scala ambientali e di tutela del territorio emerse a
generali del piano. 1:10.000. partire dai primi anni Ottanta.

Bruno Zanon Paolo Castelnovi (a cura di) Gianni Faustini


Pianificazione territoriale e gestione Progetto di revisione dei piano Bruno Kessler
dell'ambiente in Trentino urbanistico provinciale
CittàStudi - Milano Provincia autonoma di Trento - Trento FSMT - Trento
1993 2003 2011

Il volume ripercorre in maniera ragionata le Il volume contiene l’esito degli studi effettuati La vita di Bruno Kessler ripercorsa nelle sue due
vicende legate al primo Piano urbanistico durante la XII legislatura che hanno dato avvio al declinazioni principali: l’attività politica e
provinciale (1967) e delle sua prima revisione processo di revisione dello strumento urbanistico l’impegno sociale. Parlare di Kessler significa
generale (1987), prestando attenzione, in provinciale. Si tratta di una sorta di “documento ovviamente parlare delle vicende istituzionali
particolare, alla declinazione dei temi preliminare”, coordinato dai professori Roberto della provincia di Trento dal dopoguerra alla fine
dell’ambiente e della tutela del paesaggio. Il libro Gambino e Paolo Castelnovi del Politecnico di degli anni Ottanta. Anche se il volume non si
contempla anche le iniziative legislative intercorse Torino, che contiene una “Nuova idea di sofferma squisitamente sulle vicende del Piano
tra i due piani e le iniziative legate alla territorio”: un obiettivo non solo politico ma urbanistico provinciale, emerge comunque con
pianificazione sott’ordinata (Piani anche dettato dall’inderogabile esigenza di forza la visione politica di Kessler ed il suo
Comprensoriali) ridefinire il Pup del 1987. progetto per il Trentino.

18
L’Italia e il Trentino
all’inizio degli anni ‘60

19
La situazione
urbanistica in Italia
in rapporto
alle emergenze
socio-politiche

La ricostruzione del dopoguerra e il successivo, rapido Se si considera accanto all'attrattiva dell'Inu quella
sviluppo economico avevano provocato nel Paese del Ministero dei Lavori Pubblici si ha l’dea di
un'espansione edilizia tumultuosa, che procedeva con un'attività imponente, che tuttavia non riesce a
ritmi molto più accelerati della capacità di fornire gli strumenti adeguati per dare ordine allo
coordinamento e di guida dell'apparato pubblico. Fu sviluppo edilizio e urbano. Il Ministero, già nel 1954,
questa l'immagine concreta di un tipo di sviluppo aveva predisposto e reso esecutivo il primo elenco dei
affidato alle leggi di mercato e alle energie di uomini tesi Comuni tenuti, ai sensi della legge del 1942, a formare
all'affrancamento dai secolari problemi della miseria. un proprio Piano regolatore generale.
Mentre gli urbanisti si disperavano per questa Accanto a questi, si stavano muovendo gli studi per i
situazione e la loro voce stentava a farsi sentire, gli piani territoriali di coordinamento, previsti dalla
economisti cercavano vie per lo sviluppo più guidato. stessa legge, che generalmente interessavano il
Anche nella provincia di Trento i due grandi problemi territorio di una intera regione.
nazionali dell'emigrazione e della concentrazione Questa vasta attività pianificatoria rivelava in tutta la
(ovvero l’ammassamento di residenti nei centri sua entità le carenze strutturali della legge del 1942,
principali e il conseguente spopolamento di quelli già allora inadeguata sul piano dei contenuti e dei
minori) con le loro conseguenze ambientali, metodi.
costituivano la realtà di quei giorni. Tre erano gli argomenti sui quali il dibattito era più
Qui la grande emigrazione era verso l'esterno e acceso e che, in sostanza, frenavano la pratica
concludeva un processo iniziato almeno cento anni utilizzazione dei piani.
prima. Ma esisteva anche un fenomeno di movimenti Il primo e il più dibattuto a livello dell'opinione
interni, dalle valli verso le città di Trento e Rovereto, pubblica, riguardava il regime di suoli, che nella sua
che a loro volta diventavano aree di forte forma assolutamente privatistica, sottraendo ai piani
concentrazione. L'impoverimento delle valli era la disponibilità dei terreni stessi, li sottoponeva ad
temperato, in alcune aree, dal turismo, fenomeno di ogni sorta di discrezionalità e di arbitrio, pubblico e
antica data, ma con andamenti ciclici, e che tendeva privato.
anch'esso a concentrarsi nelle zone più celebrate. Il secondo si riferiva alla necessità di individuare le
Nelle zone di concentrazione si tentò qui, alla fine degli grandi linee di una pianificazione nazionale e
anni '50 una risposta di “ordine edilizio” più che di regionale, che i piani territoriali di coordinamento
pianificazione. non erano in grado di affrontare, sia perché la loro
I primi passi dell'attività urbanistica nella Provincia formazione era, di fatto, sottratta all'iniziativa
autonoma di Trento, verso il 1960, si muovono in un politica, sia per la carenza dell'ordinamento regionale
quadro nazionale complesso, caratterizzato da che la Costituzione prevedeva estesa a tutto il Paese.
espansione edilizia dovuta alla favorevole congiuntura Il terzo argomento, allora ristretto alla cerchia degli
economica, senza regole e freni, alla quale facevano da studiosi, riguardava la pianificazione intercomunale
contrappunto, tra l'altro, avanzate proposte degli che si rilevava, in molti casi, sempre più necessaria,
urbanisti raccolti nell'Inu. ma che non trovava i modi di realizzarsi.
L'impegno culturale dell'Istituto si centrava su due temi Al centro dunque attività urbanistica, alla fine degli
particolarmente significativi: da una parte i rapporti con anni '50, stanno gli studi e la lotta per una nuova
la pianificazione economica, dall'altra gli studi e le legge urbanistica.
proposte per la preparazione di un vero codice
dell'urbanistica.

20
Dossier:
Il contesto

Il boom economico:
un ritratto dell’Italia
negli anni Sessanta
di Pasquale Saraceno*

Pasquale Saraceno

Gli anni intercorsi dalla fine della parentesi post- intorno all'11% del reddito nel 1950 ad una che di
bellica (che convenzionalmente si pone al 1950, stima superiore al 17% nel periodo più recente.
chiusura del periodo della ricostruzione) ad oggi Questo rilevante progresso economico ha tra le
sono noti come gli anni del “miracolo italiano”. sue massime manifestazioni l'intensificazione
Gli aspetti più rilevanti di questo periodo sono del processo di creazione dei posti di lavoro.
costituiti dall'aumento del reddito e da quello, Mentre nel 1950 l'aumento di occupazione dei
correlativo, dell'occupazione. Il reddito nazionale settori non agricoli s'aggirava intorno alle
pro-capite (tenuto, quindi, conto dell'espansione 200.000 unità annue ( inferiore di circa 1/6
demografica) ha subito un incremento annuo all'aumento naturale netto delle forze di lavoro),
medio del 6%, passaggio che è di circa 7 volte oggi si è passati alle 500/600 mila unità di nuovo
superiore a quello mediamente avutosi nel occupati all'anno; entità più che doppia
novantennio trascorso dagli anni dell'Unità al dell'aumento naturale delle forze di lavoro e più
1950. Tale andamento, già di per sé che tripla di tale aumento al netto del flusso * Il testo è tratto dall’articolo
notevolissimo, è reso ancor più significativo e migratorio. In tal modo il problema “Programma economico e
positivo dall'aumento più che proporzionale pianificazione urbanistica”
dell'inadeguata utilizzazione della nostra forza pubblicato su Urbanistica nr. 38 del
degli investimenti netti, passati da una quota lavoro, cioè quello che non più di dieci anni fa marzo 1963.

21
Il progresso del nostro sistema economico si è attuato
senza che venissero poste in essere quelle “politiche propulsive”
in assenza delle quali si riteneva che non si sarebbero potuti
attingere tassi elevati di sviluppo.

era giustamente considerato il massimo problema Ridotta la forza di lavoro agricolo a 4 milioni di unità,
economico e sociale del Paese, può ritenersi avviato a l'attuale grande esodo dall'agricoltura può
soluzione; ed anzi si sta andando verso una situazione considerarsi concluso e, in conseguenza, potremo dire
nella quale il mantenimento dei ritmi di progresso che la nostra economia avrà finalmente raggiunto una
raggiunti negli scorsi anni troverà un ostacolo situazione di pieno impiego.
crescente nella disponibilità di mano d'opera. Queste, dunque, appaiono essere le più notevoli
Questo quadro, così confortante nel suo insieme, caratteristiche del processo in corso: il sistema
richiede ora di essere qualificato mediante economico “auto propulsivo” tende a raggiungere il
l'identificazione di alcune modalità del processo di pieno impiego, trasformando radicalmente il Paese in
sviluppo in corso (...). una comunità ad alto livello industriale.
Il primo elemento da sottolineare è che il progresso del In un'economia in via di profonda trasformazione
nostro sistema economico si è attuato senza che quale è oggi l'economia italiana e, in particolare, con il
venissero poste in essere quelle “politiche propulsive” passaggio di ingenti forze di lavoro dall'agricoltura
in assenza delle quali si riteneva, (...), che non si all'industria, e con l'estendersi, nei settori non agricoli
sarebbero potuti attingere tassi elevati di sviluppo. In ancora arretrati, di forme moderne di attività capaci
effetti, il sistema si è rilevato capace di raggiungere, e di dar luogo ad altri ritmi di incremento di
mantenere un ritmo molto intenso, il progresso per produttività, non possono mancare rilevanti fenomeni
effetto degli impulsi fornitigli dal mercato interno ed di redistribuzione di popolazione in tutto il territorio
internazionale. L'operare di quegli stimoli e l'intensità nazionale. Per rendersi conto dell'imponenza
e la continuità di quest'impulso si presentano oggi tali raggiunta da questi movimenti in questi ultimi anni
da consentirci di definire il nostro sistema come “auto non occorre neanche più seguire i dati offerti dalle
propulsivo”, ove, con tale termine, si intende un rilevazioni anagrafiche; basta la diretta esperienza che
sistema nel quale produttori e consumatori, con le ognuno di noi compie ogni giorno. Questo processo di
loro decisioni, possono dar luogo ad una domanda redistribuzione della popolazione italiana ed il
globale (e ad un'accumulazione di capitale) sufficiente progresso civile che riflette il rilevante sviluppo
a dar impiego ai fattori disponibili. economico in corso, creano nuove rilevanti esigenze
Una seconda modalità del processo di cui si è discorso che si presentano in ogni caso quale che sia la
è costituita dall'entità delle forze di lavoro che, in localizzazione delle nuove strutture produttive nelle
aggiunta alle nove leve, potranno alimentare l'ulteriore quali si concreta il progresso economico. Ma noi
espansione del nostro sistema produttivo. Come è sappiamo che questa localizzazione non si svolge in
noto, è soprattutto il settore agricolo quello che modo soddisfacente; è un giudizio, questo, intorno al
contiene la maggior parte della forza di lavoro che non quale non vi sono ormai più apprezzabili divergenze
trova quindi la possibilità di essere utilizzata altrove. di opinioni anche se sussistono incertezze rilevanti
quanto alle misure da prendere per correggere la grave
L'esodo di forze lavoro dall'agricoltura è però
distorsione oggi esistente.
fenomeno in corso da decenni e anche se oggi si
presentava in proporzioni imponenti, ed anzi proprio L'indice più drammatico e significativo di questa
per questo motivo, è destinato ad un non lontano distorsione è costituito senza dubbio dall'entità del
esaurimento, s'intende ove continui, come è lecito flusso migratorio che oggi richiede l'Italia nord-
assumere, l'attuale moto di progresso. Si calcola infatti occidentale per sostenere il ritmo di progresso
che intorno al 1973, la forza di lavoro agricolo sarà economico che vi si svolge; nel decennio 1951-61
ridotta a circa 4 milioni di unità, da 7 milioni e mezzo questo flusso ha raggiunto 1.050.000 unità, pari a
qual era nel 1950; e ciò anche supponendo che nel quasi il 10% della popolazione di quelle regioni. A
prossimo avvenire il saggio di progresso economico del questo movimento le regioni centro-orientali danno
nostro Paese sia di un 20-30% inferiore agli altissimi ormai un contributo decrescente, pur avendo
livelli degli ultimi anni. raggiunto nel decennio un'emigrazione totale di circa
460 mila unità; assume invece importanza crescente

22
Dossier:
Il contesto

Diventa un impegno sempre più urgente


ottenere che i nuovi posti di lavoro si ripartiscano
sul territorio nazionale in proporzioni più corrispondenti
alla ripartizione regionale della forza lavoro disponibile.

l'immigrazione dal Mezzogiorno; l'esodo da queste


regioni è stato, nel decennio, di circa 1.800.000 unità,
pari ai 2/3 dell'incremento naturale avutosi nel
periodo nella popolazione meridionale, e di questo
flusso la parte maggiore si è diretta appunto verso il
Nord e solo una parte minore verso l'estero e verso
altre regioni del Paese.
Il rilevante intervento in corso nel Mezzogiorno, se
ha dato luogo ad importanti fenomeni di
industrializzazione, non ha potuto evitare il protrarsi
di un tipo di sviluppo economico e di distribuzione
delle risorse che ha finito per mettere a capo a due
equilibri opposti e ugualmente gravi: situazioni di
congestione di abbandono e di disgregazione sociale
in vaste zone della parte arretrata del Paese.
Gli svolgimenti ulteriori, che l'esistente sistema di
convenzione tende a determinare, non possono che
esasperare queste situazioni: il sistema industriale
italiano possiede oggi una forte capacità di
espansione ed esprime normalmente una rilevante
domanda di lavoro. Di fronte alla distorsione che i
dati e le considerazioni ora esposte mettono in
evidenza, assumono oggi grande importanza per
l'avvenire non soltanto della nostra economia, i
seguenti due quesiti: dove si localizzerà nei prossimi
anni la domanda di lavoro che sarà espressa nel
nostro sistema produttivo? E da dove può provenire
l'offerta di lavoro che dovrà essere utilizzata nelle
future strutture produttive?
(...)
Più ancora che in passato vale oggi la considerazione
che è nell'interesse generale del Paese, e non soltanto
del Sud, ottenere, in un programma economico, che il
progresso della economia delle regioni nord-
occidentali – progresso oggi inconcepibile senza una
rilevante immigrazione – si svolga in modo da non
impedire l'estensione al Mezzogiorno del nostro
sistema industriale. In altri termini, diventa un
impegno sempre più urgente ottenere che i nuovi
posti di lavoro si ripartiscano sul territorio nazionale
in proporzioni più corrispondenti alla ripartizione
regionale della forza lavoro disponibile.

23
«Così lavorammo per un
nuovo Codice dell'urbanistica…»
di Giuseppe Samonà*

Con Astengo ci incontrammo più volte per


lavorare indisturbati e così prese corpo
quello che fu poi il primo schema di codice
dell'urbanistica

Si creò in tal modo, attraverso l'attività dell'Inu, un


forte movimento di idee per la riforma della legge
urbanistica, che ebbe come conseguenza il
riconoscimento ufficiale del Ministero dei Lavori
Pubblici, espressosi nell’incarico affidato a proprie
commissioni di esperti di studiare questo problema.
Così, il 12 dicembre 1960, il ministero dei Lavori
Pubblici, con On. Zaccagnini, insediava la prima
Commissione nazionale per la riforma della legge
urbanistica di cui facevano parte, fra numerosi altri, il
prof. Astengo, il prof. Piccinato e l'autore di queste
pagine.
Questo primo schema, consegnato nel testo definitivo
Giuseppe Samonà il 20 dicembre 1961, annacquava i concetti
fondamentali stabiliti dal codice per l'urbanistica.
Nel 1959, in occasione del settimo convegno dell'Inu Accadde quindi che, quando fu nominato ministro dei
tenutosi a Lecce, fu solennemente stabilito, che Lavori Pubblici al posto dell'On. Zaccagnini, l'On.
l'Istituto di urbanistica si sarebbe occupato di Fiorentino Sullo, questi, avendo idee assai più radicali
studiare a fondo una nuova formulazione della legge sulla riforma della legge urbanistica, accantonava lo
urbanistica, non essendo possibile usare ancora schema suddetto e, con una commissione interamente
quella in vigore, del 7 agosto 1942, n. 1150. rinnovata, dalla quale tuttavia facevano parte ancora
Nelle more di decisione da prendere collegialmente su chi scrive, Astengo e Piccinato, il 28 marzo del 1962
tale argomento da parte della giunta dell'Inu, chi riprendeva lo studio della legge delle fondamenta. Lo
scrive e l'architetto Astengo si accordavano per schema di legge Sullo fu formulato entro il periodo
tracciare un primo schema di quello che avrebbe brevissimo di due mesi e mezzo. Esso mise a punto, in
dovuto essere il nuovo codice dell'urbanistica italiana, maniera molto precisa, alcuni concetti giuridici
come fu allora battezzato. Con Astengo ci fondamentali espressi nel modo più sintetico per la
incontrammo più volte durante l'inverno 1959-60 in formulazione di una legge urbanistica veramente
varie città, per lavorare indisturbati sull'argomento, capace di avviare ad uno sviluppo vigoroso i piani
da cui gradatamente furono enucleati i primi urbanistici del nostro paese.
lineamenti. Prese corpo quello che fu poi, nel Per sommi capi tali concetti riguardano:
novembre 1960, il primo schema di codice - l'affermazione della necessità che l'indirizzo e il
dell'urbanistica. Alla formulazione di questo schema coordinamento nazionale della pianificazione
(sulla scorta di quanto da Astengo e da me era stato urbanistica si attuino nel quadro della
già tracciato nel primo schema e dalle osservazioni programmazione economica nazionale e in
fatte sullo schema stesso durante le numerose riferimento agli obiettivi fissati da questa.
peregrinazioni per le città d'Italia) lavorò la - la competenza regionale della pianificazione
commissione nominata dall'Inu, di cui facevano parte urbanistica secondo i principi di una legge-quadro e il
l'Astengo e da me, il prof. Piccinato, l'Avv. Delli Santi, conseguente obbligo alle regioni di formare il piano
il prof. Toschi. Questa commissione mise a punto, in regolatore generale del proprio territorio, ripartendolo
forma definitiva, il codice dell'urbanistica, che fu in comprensori e organizzandolo in relazione alla
ufficialmente presentato al settimo congresso dell'Inu programmazione economica nazionale.
tenutosi a Roma nell'autunno del 1960. - l’individuazione, nelle regioni, di comprensori di
Nel codice sono contenute tutte le idee della nuova pianificazione formati da uno o più comuni e
struttura che si sarebbe poi data, negli schemi della organizzati come entità unitarie che realizzano la
legge successiva, alla pianificazione urbanistica nelle pianificazione regionale.
sue diverse scale – dalla regionale, alla - l’individuazione del fabbisogno di terreno da
comprensoriale, alla comunale – includendovi per la espropriare per realizzare la pianificazione
prima volta il concetto di integrazione fra i piani urbanistica, calcolandone l'indennità per le aree che
urbanistici e programmi economici. prima del piano non avevano destinazione urbana,

24
Dossier:
Il contesto

come se il terreno stesso avesse destinazione agricola obiezioni fatta alla proposta Sullo e delle
e fosse libero da vincoli di contratti agrari; calcolando dichiarazioni programmatiche fatte dall'On. Moro
l'indennità in base al prezzo di cessione delle più
sulla legislazioniamento al governo dei partiti di
vicine aree di nuova urbanizzazione, aumentate della
centro-sinistra.
rendita differenziale di posizione in misura non
superiore a un coefficiente massimo da stabilire, per Quanto alle obiezioni allo schema Sullo, due fra le
le aree inedificate già comprese in zona urbanizzata. tante erano insormontabili: la prima sostiene
- l'espropriazione preventiva materialmente eseguita, l'incostituzionalità del trasferimento in forma
man mano che si presenta il bisogno di avere suoli perenne della proprietà del suolo alle
disponibili per la formazione delle opere di amministrazioni comunali e agli altri enti pubblici,
urbanizzazione, da realizzare come prima fase dei che avrebbero potuto cederlo a coloro che
piani particolareggiati di esecuzione. costituiscono secondo il piano, solo come diritto di
- la proprietà perenne dei terreni espropriati alle superficie; la seconda riguarda il criterio di
amministrazioni comunali, as altri enti pubblici e allo valutazione unificato e la generalizzazione
Stato, che ne cedono il diritto di superficie, dopo aver dell'esproprio preventivo a tutti i terreni necessari
eseguito le opere do urbanizzazione e di sviluppo dei alla pianificazione, entrambi accusati di essere
servizi pubblici, a coloro che costituiscono gli edifici arbitrari e incompatibili con le garanzie assegnate
secondo le previsioni del piano particolareggiato. all'art. 42 della Costituzione alla proprietà privata.
Purtroppo, lo schema di legge urbanistica, una volta
Con questi concetti fondamentali, che accette queste due obiezioni, veniva a perdere uno
perfezionavano e andavano molto oltre quelli degli strumenti più efficaci di tutta la sua
già formulati dalla proposta di codice organizzazione normativa. Infatti, dovendo
dell'urbanistica, si sperava di poter cogliere, in affrontare il problema della determinazione
periodo breve, un risultato positivo dai vari esami che dell'indennità di esproprio, la commissione
lo schema Sullo doveva subire prima che fosse Pieraccini stentò a trovare una soluzione che
discusso in Parlamento. Purtroppo, in questi esami lo concordasse con l'opinione generale dei suoi membri
schema suscitò una serie di obiezioni che riuscirono a e ne presentò, con lo schema, due diverse
insabbiarlo definitivamente. Esso fu tuttavia preso formulazioni. Queste, fra loro piuttosto
dall'On. Pieraccini che, appena nominato ministro contraddittorie, nonostante avessero,
dei Lavori Pubbilci col primo governo di centro- probabilmente, subito altre modifiche, contribuirono
sinistra, ne curò personalmente la stesura con una in seguito a insabbiare la proposta di legge, che, a sua
nuova commissione, di cui facevano parte gli stessi volta, come quella Sullo, e la precedente Zaccagnini,
rappresentanti dell'Inu, più una serie di nuovi venne accantonata in attesa di successivi * Il testo è tratto dal volume
L’urbanistica e l’avvenire delle
membri. La commissione aveva il compito di studiare ammodernamenti. città, editori Laterza, Bari,
una nuova proposta di legge, che tenesse conto delle 1973 (5^ edizione)

Quella maniera “disinvolta” di operare...


di Giovanni Astengo
Percorrendo il Paese si trova in ogni dove il segno di un modo “disinvolto” di operare:
ovunque incontriamo espansioni enormi e caotiche che, o hanno travolto i piani
scrupolosamente redatti, o sono riuscite a farsi esse stesse ufficialmente riconoscere,
assoggettando i piani. Tipica per volumetria assurdamente elevata e compatta, per
deficiente strutturazione stradale, per assenza di zone di sosta e di posteggio, per totale
mancanza di verde è, ad esempio, l'estesissima espansione in atto a Salerno, che pure è fra
i Comuni ad obbligatoria redazione di piano. I risultati sono deprimenti. O i piani sono
fatti a metà e dopo il piano generale non si passa alla redazione dei piani
particolareggiati, come avviene a Torino, cosicché le approssimative indicazioni
volumetriche di Piani Regolatori Generali si prestano a tutte le possibili interpretazioni,
o il Piano Generale stesso non si cura dei centri storici, cosicché là dove sarebbe occorsa
modestia ed oculatezza, come ad Ascoli Piceno, diventa lecito inserire masse incombenti.
O si instaura un regime extra-legale, tollerato dalle autorità centrali, come ad esempio
Assisi, dove non ci si cura minimamente di dar corso ai disposti del Consiglio Superiore e
del Ministro, o come a Venezia e a Savona, dove, come documentiamo nelle pagine che
seguono, i Commissari prefettizi fanno e disfano a piacimento senza rendere conto ad
alcuno. In questo mare magno di malvezzo, di incompetenza se non anche di arroganti
soprusi c'è responsabilità per tutti: dai poteri centrali alle Autorità tutorie, alle
Amministrazioni locali, altre ché agli stessi progettisti. Cosicché il proposito di
risanamento morale, che è finalmente affiorato in solenni dichiarazioni programmatiche ,
Giovanni Astengo
diventa estrema urgenza nel campo della politica urbanistica

(Tratto da: “La situazione urbanistica in Italia”, pubblicato su Urbanistica nr. 31 del luglio 1960.)

25
LA SCHEDA

1 Samonà e la nascita di una


nuova organizzazione territoriale:
il Comprensorio

Com’è noto, la riforma urbanistica si fermò, ma alcune schematico, riteniamo, tuttavia, che si possa grosso
proposte, quelle meno incidenti su interessi pubblici e modo configurare per comuni di media grandezza una
privati, ebbero un seguito. Tra queste va sicuramente tipologia definita da tre elementi: i caratteri peculiari
citata “l'idea” di comprensorio. Seguirne il processo del comune, quelli tipici del gruppo di comuni minori
formativo, la nascita, i primi sviluppi è essenziale anche con cui esso crea continue integrazioni per reciproca
per la piena composizione dell'esperienza trentina. influenza, e finalmente quelli del gruppo a cui il
Va ascritto a Giuseppe Samonà, nella seconda metà comune stesso appartiene, insieme ad altri della
degli anni '50, il merito di aver dato una riposta medesima importanza, riteniamo nell'orbita di
convincente all'aspirazione di diversificare, secondo le determinate grandi caratteristiche territoriali. Quanto
caratteristiche proprie di ogni territorio, i dispositivi alla norma, essa dovrebbe indicare le modalità con cui
giuridici per ciascun tipo di piano. le caratteristiche peculiari di ogni comune debbano
Queste aspirazioni emersero in particolare nel V specificarsi nella configurazione zonale dello stato di
Congresso dell'Inu, svoltosi a Genova nel 1956, dove fu fatto e dovrebbe altresì, indicare per grandi linee gli
presentata una indagine approfondita della elementi di carattere geografico, economico,
pianificazione comunale e furono esaminati i problemi demografico, ecc…, che servono a definire le
inerenti i piani di quindici grandi città, medie e piccole. caratteristiche di ogni zona , in riferimento sia al
Contribuì a sviluppare questa problematica anche il VI gruppo a cui il comune stesso appartiene, si al sotto-
Congresso, che ebbe sede a Torino nel 1958, dove fu gruppo di minori comuni con i quali è integrato per
affrontato il problema della pianificazione reciproca influenza diretta.
intercomunale come strumento di mediazione tra piani Le funzioni precise della norma sarebbero
regionali e piani comunali e furono elaborate proposte sostanzialmente rivolte a definire in ogni comune la
per una chiarificazione legislativa della materia. correlazione fra le caratteristiche zonali di gruppo, in
L'elaborazione di Samonà appare per la prima volta nel modo tale che i comuni stessi rientrino tutti nel quadro
libro “L'urbanistica e l'avvenire della città”, nel 1959 ed di un “piano dei piani”, cioè di un programma
è sviluppata nel quadro di una serie di considerazioni visualizzato dei criteri di pianificazione di tutto il
sulla situazione urbanistica italiana. comprensorio»2.
La proposta di Samonà riguardava, per comuni medi e Samonà propone che esperti italiani, sotto la guida del
piccoli, una procedura che faceva corrispondere ai Ministero dei Lavori Pubblici, procedano ad una prima
caratteri particolari di ogni territorio comunale una schematica messa a punto di una carta del territorio
precisa modalità di formazione e d'attuazione del descrittiva della distribuzione dei comuni, aggregati in
piano, secondo nuovi criteri. aree regionali circoscritte secondo gruppi di affinità.
«Ammessa la validità dell'istanza, si tratterebbe di «In ognuno dei raggruppamenti comunali, dunque,
tipizzare gli aggregati comunali scartando il criterio dovrebbe essere formato un programma dei criteri di
troppo generico e discontinuo fondato sul rapporto fra pianificazione di tutto il comprensorio, entro il quale
numero di popolazione ed importanza del comune, per troverebbe adeguata correlazione ognuno dei piani
fissarsi su quello della determinazione tipologica dei comunali già in atto in una qualunque delle sue fasi, e
caratteri del comune stesso, non cosa di semplice altresì quei comuni che non hanno ancora formato il
individuazione come presenza di localizzate affinità di piano e che dalle nuove norme di legge sarebbero
gruppo in determinate regioni geografiche, chiamati a farlo secondo le modalità che appresso
economiche, etc…»1 diremo. È dunque questo il piano comprensoriale,
Samonà rileva, in sostanza, un divario probabilmente questo piano dei piani, lo strumento designato a norma
notevole nel modo di costituire i gruppi tipologici in di legge per formare l'inquadramento della
ogni regione d'Italia. Tale rilievo potrebbe dar luogo a pianificazione comunale. Tale piano, pertanto,
osservazioni importanti, per esempio, sulla varia basandosi sulle sommarie indicazioni di gruppo (ecco
suscettibilità all'integrazione delle diverse parti del perché la raccolta generale dei dati per formare i
territorio italiano: «Entro i limiti del nostro disegno raggruppamenti può essere assai semplificata) ne

26
Dossier:
Il contesto

estenderà e approfondirà i caratteri con analisi territoriale, finge anche da piano regolatore generale nei
appropriata, in modo da poter delineare il programma territori dei comuni non tenuti alla sua formazione. Da
generale di pianificazione. Fra i dati che il piano dovrà esso è dunque possibile passare direttamente alla
approfondire saranno comprese anche le situazioni formazione dei piani particolareggiati.
discendenti dal piano regolatore dei diversi comuni, di Il progetto di legge specifico poi che anche gli enti
cui il programma dovrà tener conto come dati da pubblici, oltre i privati, sono tenuti ad assumere le
analizzare per assimilare sotto forma di vincoli relativi, prescrizioni e i vincoli del piano stesso, dando in questo
ma ovviamente variabili entro limiti che il programma modo un decisivo contributo alla coordinata gestione
stesso fisserà in base all'indagine di tutto il urbanistica del territorio.
comprensorio, ai nuovi elementi emersi e alle Questa indicazione tendeva a correggere una situazione
correlazioni fra questi e i programmi dei piani di tensione che molto spesso vedeva le amministrazioni
regolatori esistenti»3. dello Stato agire indipendentemente dalle indicazioni
dei piani. Nel comprensorio invece le amministrazioni e
Samonà riteneva che l'amministrazione dei piani gli enti pubblici sarebbero stati associati sia alle
comprensoriali dovesse essere affidata in un primo decisioni nel momento di formazione del piano, sia alla
tempo al Ministero dei Lavori Pubblici e passare sua gestione. Tuttavia il concetto di “gestione del piano”
successivamente, a pianificazione avviata, ai comuni non era ancora chiaro nemmeno a livello teorico.
riuniti in consorzio. Infatti la proposta di Samonà, sopra riportata, di un
Riteneva che da questo sistema dovessero essere piano economico esecutivo come parte integrante del
esclusi i comuni più grandi, con gli altri congiunti e già piano comprensoriale, non trova accenno nel progetto
integrati, mentre i piani comprensoriali sarebbero stati di legge, mentre non è specificato il ruolo delle
limitati alla regione circostante. amministrazioni e degli enti pubblici all'interno del
Per Samonà il piano comprensoriale sarebbe stato consorzio.
altresì l'occasione di risolvere il problema del Va invece sottolineata la carica innovatrice di questo
finanziamento dei piani. Anche questo significava una esercizio collegiale dei poteri di pianificazione, in grado
temporanea limitazione dell'autonomia di dare nuove capacità alla periferia nei confronti delle
amministrativa. Infatti lo Stato avrebbe dovuto grandi aree metropolitane e concrete possibilità di
assumersi il compito di fornire adeguati finanziamenti successo alle nuove tendenze che proiettavano
alle opere produttive più onerose previste dal piano. l'urbanizzazione in una campagna organizzata.
L'esperienza della Provincia di Trento avrebbe
«Il piano comprensoriale dovrebbe, dunque, avere tra i dimostrato che doveva essere ancora approfondito il
suoi compiti quello di formare un piano economico di rapporto tra piano regionale e comprensoriale e, in
tutte le opere necessarie al comprensorio, sulla particolare, tra questo e la pianificazione comunale.
falsariga di ciò che prevede la legge tedesca. A tale È abbastanza singolare che il progetto di legge abbia
piano dovrebbe essere allegato quello dei relativi lasciato un tale grado di indeterminatezza in una
finanziamenti, concordato nei tempi d'attuazione con questione così rilevante. Tanto più che altre,
tutti gli enti che fanno parte dell'impresa. In tale piano contemporanee legislazioni europee avevano affrontato
economico dovrebbero entrare anche i finanziamenti il problema di questo rapporto, dando pertinenti
per avviare tutte le procedure di esproprio soluzioni. Si desidera citare al proposito la legge sulla
indispensabili alla creazione dei demani comunali e pianificazione territoriale e sulla urbanistica del Belgio,
per gli espropri interni al nucleo urbano»4. del 29 marzo 1962, che prevede tre livelli: regionale,
Il dibattito, seguito a questa prima proposta, ha comprensoriale e comunale e che assegna loro compiti
consentito di indicare con maggiore precisione il ruolo, precisi ed integrati. Il piano regionale, tra l'altro, deve
la funzione e quindi i contenuti del comprensorio che prevedere l'indicazione dei limiti approssimativi dei
trova una sua completa formulazione nel secondo comprensori, che sono poi definiti per decreto reale. Il
progetto della nuova legge urbanistica, presentato nel piano comprensoriale, a sua volta, deve comprendere
giugno del 1962 dal Ministro Sullo. «le misure regolatrici richieste dalle esigenze socio-
Qui l'originaria proposta di Samonà è modificare nel economiche del comprensorio» e delle relative alle
senso che si affidano ai piani regionali e non allo Stato principali vie di comunicazioni. Può altresì riferirsi a
il compito di ripartire il territorio regionale in tutte o a parte delle materie comprese in un piano
comprensori e di indicare per quali di essi fosse generale comunale, a cui sono affidate le destinazioni
obbligatoria la formazione del piano. d'uso del suolo e le norme “estetiche” che regolano le
Si precisa poi che le leggi regionali devono prevedere costruzioni.
“la creazione di appositi Enti a carattere consorziale Questo insieme di proposte, di studi e dibattiti
per la formazione, per l'adozione e per l'esecuzione del accompagnava quel vasto movimento politico che
piano”. A questi dovranno partecipare le avrebbe preso il nome di centro-sinistra e che, a partire
amministrazioni provinciali, quelle comunali e gli altri dal 1962, avrebbe aperto così grandi speranze agli
enti pubblici interessati e potranno essere loro urbanisti.
delegate particolari attribuzioni spettanti ai comuni
che ne fanno parte. Le citazioni 1, 2, 3 e 4 sono tratte dal libro di Giuseppe Samonà, L’urbanistica e
Il piano comprensoriale, che è essenzialmente un piano l’avvenire della città, op.cit.

27
Il Trentino:
cenni sulla situazione politica
e socio-economica
intorno al 1961

Il quadro demografico ed economico resto del paese, si registrava all'interno del territorio
La provincia di Trento fa parte della regione Trentino- provinciale un forte movimento pendolare
Alto Adige, che occupa convergente verso i maggiori centri di Trento e
un territorio di circa 13.600 Kmq in gran parte Rovereto, i quali, nel decennio precedente, avevano
montuoso, su cui vivevano, nel 1961, 775.000 abitanti. assorbito tutto l'incremento assoluto di popolazione
La situazione nelle due province è diversa: il Trentino verificatosi nella provincia, altri e meno intensi
aveva una popolazione più numerosa dell'Alto Adige; movimenti si svilupparono verso i centri delle vallate.
diversa è anche la densità: 66 ab/Kmq nel Trentino L'esodo agricolo aveva assunto proporzioni assai
contro 49 ab/Kmq nell'Alto Adige. Il territorio della rilevanti, provocando un invecchiamento della
regione è produttivo e coltivabile solo in piccola parte; popolazione attiva nell'agricoltura, che aveva un'età
appena il 10% dell'intera superficie è rappresentato dai media di 45 anni, contro i 35 anni, età media nei
fondovalle fertili e coltivabili. servizi e nell'industria.
Nell'ultimo secolo l'incremento demografico assoluto è Favoriti da agevolazioni di varia natura, molti comuni,
stato molto meno sensibile che nel resto dell'Italia per la nel tentativo di combattere questo esodo generale,
costanza e l'importanza delle emigrazioni, le quali, nel hanno cercato con ogni mezzo di localizzare impianti
solo Trentino, hanno provocato un esodo, in cento anni, industriali, ubicandoli frammentariamente dovunque
grosso modo pari in valore numerico alla attuale ci fosse un territorio libero sufficientemente ampio e
popolazione della provincia. non lontano dalle grandi comunicazioni.
Infatti il grado di depressione e la conseguente staticità Questo fatto ha spesso portato alla distribuzione di
demografica del suo territorio, verso il 1960, possono in molte possibilità di trasformazione dell'agricoltura, di
parte essere evidenziati dal confronto tra il numero di un incremento qualificato del turismo, che tendeva a
persone presenti circa un secolo prima, nel 1869, e quello divenire uno degli elementi trainanti dello sviluppo.
indicato dall'ultimo censimento.
Nella provincia, nel 1869, i presenti erano circa 335.000; Il quadro storico
novanta anni più tardi, circa 396.000, con un aumento di I caratteri singolari di questa terra di montagna si
soli 60.000 residenti, mentre l'incremento naturale sono formati lentamente nei secoli
superava le 120.000 unità. Tale vistosa differenza dovuta e le componenti più rilevanti della sua storia sono
alla continua emigrazione, va localizzata soprattutto assai significative per la comprensione della situazione
nelle valli, dove la situazione economica si presentava attuale. L'istanza dell'autonomia, formulata in varie
particolarmente difficile. forme, ha sempre costituito un elemento dominante
L'aumento del reddito, verificatosi negli anni '50 specie nelle storia del Trentino, sia nei rapporti esterni, della
nel nord Italia, si era fatto sentire in ritardo ed in misura provincia con i potenti stati confinanti, sia nei
ridotta, talché la struttura economica non era riuscita ad rapporti interni, dei gruppi vallivi con il centro e nelle
assorbire tutte le forze-lavoro presenti nella provincia. frequenti relazioni tra loro.
Verso il 1960, circa 11.000 persone, vale a adire il 10% Dal medioevo 1800 la storia della regione è
della popolazione attiva, emigravano stagionalmente caratterizzata dal dissiduo, a volte rapido, a volte
dalla provincia, mentre permaneva una forte aliquota di emergente, tra i Principi Vescovi di Trento ed i Conti
emigrazione stabili. del Tirolo i quali, nel corso dei secoli, riuscirono a
Accanto a questi vistosi movimenti verso l'estero o il capovolgere la primitiva posizione di sudditanza per

28
Dossier:
Il contesto

La piana tra Arco e Riva del Garda, 1960 circa (tratto da Pat, Il piano urbanistico del Trentino, Marsilio, 1968)

29
diventare dominatori di fatto del Trentino. cooperativi costituirono una solida rete strutturale
Questo avvenne tuttavia con una lunga serie di per lo sviluppo economico.
resistenze, mentre nelle valli, alcuni gruppi formati I governi italiani, dopo la fine della prima guerra
essenzialmente da contadini riuscirono a mantenere e mondiale, e, successivamente, l'esperienza fascista
rafforzare una certa autonomia, prima nei confronti del volsero in senso nazionalista la lotta dei trentini per
Vescovo e poi della Casa d'Austria. l'autonomia e, nel mito dello stato centralizzato,
Queste vicende mettono in giusto rilievo la differente soffocarono le aspettative autonomistiche, premessa
formazione di fondo fra la popolazione trentina e quella per la creazione di strumenti operativi della
dell'Alto Adige: tra le genti di questa terra più democrazia.
settentrionale, più legate alle sorti del Tirolo e Le istanze represse per vent'anni esplosero dopo la
dell'Austria, e le genti del Trentino, la cui formazione seconda guerra mondiale attraverso un largo
come gruppo unitario nei diversi nei diversi nuclei movimento popolare, che richiese con decisione una
vallivi, si venne determinando sotto l'urto delle alterne propria dorma di amministrazione autonoma.
vicende di una lotta di predominio locale tra il Dalla caduta del fascismo divenne inoltre vivo il
Principe-Vescovo ed i Conti del Tirolo. problema della minoranza tedesca, impostato negli
Questi gruppi acquistarono in tal modo una più ampia accordi Degasperi-Gruber con la promessa di una
comprensione dei propri titoli di autonomia e larga autonomia per quel gruppo etnico.
raggiungono così, lentamente, una condizione di Nella contestuale richiesta di autonomia i trentini si
relativa indipendenza nella gestione del proprio trovarono così solidali con il gruppo etnico tedesco,
interesse, che li pone in singolare contrasto con le genti anche se diversa era la motivazione della richiesta.
dell'Alto Adige, più stabilmente incorporate all'Austria Per il gruppo tedesco si trattava infatti di garantire la
e assorbite senza contrasto da quel governo. difesa dei valori e delle tradizioni etniche, per i
Quando, dopo le guerre napoleoniche, sparisce anche trentini di affermare esigenze di autonomia contro
ogni parvenza di indipendenza politica ed il Principato ogni forma di centralismo.
viene stabilmente acquistato dall'Austria, la coscienza Di qui lo Statuto Speciale per il Trentino-Alto Adige
di autonomia locale, stabilmente inserita nell'Impero e che fu approvato con la legge costituzionale il 26
diretta soprattutto alla salvaguardia dei valori febbraio 1948. In esso, tendo conto delle
tradizionali operanti, diventa l'elemento preponderante fondamentali differenze sociali, culturali ed
di una certa politica locale ed il traguardo verso cui economiche dei gruppo etnici della regione, fu
essa tendeva con ogni forza. prevista l'articolazione della Regione in due
Nel Trentino la lotta per ottenere tale autonomia Provincie autonome.
amministrativa fu molto dura ed alterna e continuò per La distribuzione, operata dallo Statuto, delle
tutto il secolo scorso. I deputati trentini alla Dieta di competenze legislative tra Regione e Provincia
Innsbruck ed il Parlamento di Vienna tentarono con induce a rilevare, grosso modo, una assegnazione alla
ogni mezzo legale di ottenere il loro scopo, senza Regione di un generale potere nel campo degli
peraltro nulla ottenere con l'ostruzionismo, interventi economici degli interventi medesimi.
l'opposizione ed infine la volontaria astensione dei La vita della Regione fu ben presto travagliata da
lavori parlamentari che essi misero in atto. incomprensioni e contrastanti con il gruppo tedesco,
Contemporaneamente a proprio per irrobustire alla che, già dall'inizio, tendeva ad una forma di
base il senso dell'autonomia, nelle vallate si precisavano autonomia più integrale, ponendo le premesse per
una serie rilevante di organizzazioni di tipo uno stato di profonda crisi istituzionale e politica.
comunitario e cooperativo con lo scopo di realizzare Già nei primi anni del 1950, anche attraverso il
opere di interesse pubblico spesso di mole assai ricorso al governo austriaco, il gruppo tedesco
rilevante, tanto che nel corso del secolo mentre i richiedeva la revisione degli accordi che avevano
comuni, aiutati dal governo centrale, riuscirono a portato alla formazione della Regione. Dopo una
costruire o a migliorare gran parte della rete stradale lunga serie di vicissitudini politiche e legislative, con
primaria e secondaria della provincia, i movimenti le leggi costituzionali 10 novembre 1971 n° 1 e 28

30
Dossier:
Il contesto

febbraio 1972 n° 1 il nuovo Statuto speciale per il produrrà due disegni di politica urbanistica
Trentino-Alto Adige fu composto con sostanziali opposti, che si tradurranno in strumenti di
ed essenziali modifiche rispetto al primo. pianificazione senza punti di contatto.
La Regione sussiste ancora, ma la massima parte Le due prime leggi urbanistiche in vigore nella
delle sue potestà e competenze è stata trasferita provincia di Trento dall'8 luglio 1960 e nel Sud-
alle due Provincia, che fatta eccezione per alcune Tirolo dal 10 dello stesso mese, recepivano
materie riguardanti gli ordinamenti, sono divenute integralmente i principi della legge urbanistica dello
di diritto titolari anche di poteri di intervento in Stato del 1942 e sotto il profilo tecnico, salvo per la
tutti i settori economico-sociali riservati alla loro pianificazione a livello provinciale, risultavano una
autonomia. trasposizione in sede locale dei criteri e delle
Provincia di Trento e Provincia di Bolzano, salvo premesse che avevano giustificato questa legge
alcune materie di specifica importanza nazionale vent'anni prima.
per la tutela e sviluppo del gruppo minoritario Per quanto riguarda il Trentino le difficoltà di
sudtirolese, sono poste su un piano di uguaglianza, giungere all'approvazione trascinarono la
con potestà e competenze veramente amplissime, il discussione per tre anni con due successive
che rende arbitri e responsabili del proprio destino approvazioni del Consiglio Provinciale di Trento,
e futuro. essendo le prime formulazioni respinte dal
Governo.
L'attività urbanistica degli anni Cinquanta È interessante rileggere qualche brano della
Nonostante un quadro politico travagliato, relazione al disegno di legge, presentato l'11
l'attività legislativa ed operativa delle due provincie novembre 1958.
andava precisando ed acquistava sempre maggiore «Fra i mezzi di attuazione della disciplina
consistenza. urbanistica si presenta per primo, in ordine logico,
Già alla fine degli anni '50, le provincie di Trento e il piano urbanistico provinciale la cui progettazione
Bolzano, ognuna con una propria legge urbanistica, spetta alla Giunta Provinciale disporre. È il caso di
hanno dato il via all'attuazione della loro rilevare come la diversa denominazione di tale
competenza in materia. piano, rispetto a quello corrispondente previsto
L'evoluzione degli studi urbanistici tuttavia e la dalla legge dello Stato (che parla di piano
loro scarsa diffusione locale, non aveva allora territoriale di coordinamento), vuole avere un suo
permesso di formulare ipotesi di lavoro coordinate significato: in un ambito territoriale limitato (come
in tutti i settori e di tradurle in strumenti legislativi quello della Provincia), occorre, non tanto un piano
idonei ed efficienti. di coordinamento (che sembrerebbe appunto voler
Questi due strumenti legislativi erano assai simili “coordinare” lo sviluppo urbanistico dei singoli
tra loro e non riflettevano ancor la sostanziale comuni) ma piuttosto un piano di direttiva
difformità della situazione socio-economica delle generale, che non solo coordini, ma promuova anche
due provincie. Mentre infatti nel Trentino i temi lo sviluppo dell'intero territorio, provvedendo
del sottosviluppo di larga parte del territorio, razionalmente a tutto ciò che sfugge alla
dell'emigrazione, del reddito procapite inferiore pianificazione separata dei singoli comuni. Ciò
alla media nazionale costituivano i dati di fondo spiega anche il contenuto del piano urbanistico
anche per l'intervento urbanistico e lo avrebbero provinciale e, correlativamente, da ragione degli
poi orientato verso una politica di sviluppo, nel elementi di cui esso deve essere costituito».
Sud-Tirolo il maggior benessere economico, I livelli di pianificazione indicati sono
soprattutto del gruppo tedesco, unito alla difesa essenzialmente di sue tipi: a livello provinciale, il
dei valori etnici spingeva anche l'urbanistica in piano urbanistico provinciale, a livello comunale, i
direzione di un'attività di controllo e di tutela piani regolatori generali ed i piani intercomunali,
piuttosto che di promozione. Questa differenza tra anche questi sullo schema della legge del 1942.
le due provincie sarà destinata a dilatarsi e Sul piano pratico tuttavia, il piano urbanistico

31
provinciale per poter essere efficace nelle indicazioni funzionamento di un organo consultivo a
da esso prospettate avrebbe dovuto presupporre disposizione sia della Giunta che dei singoli
l'esistenza o, quantomeno, la previsione di presenza comuni.
entro breve tempo di una pianificazione più Ideato come organo di consulenza tecnica, non
dettagliata, che, data la legge, non poteva che essere a lo si era potuto sottrarre alle esigenze di
livello comunale o al massimo intercomunale. rappresentatività categoriale. Nel contesto
I comuni della provincia erano però 227 di cui 206 complessivamente positivo del suo
sotto i 3000 abitanti: comuni molto piccoli, dunque, funzionamento composto fra il tecnico-
nei quali era difficile precisare, caso per caso, le urbanistico e il corporativo, si sono tuttavia
prospettive di sviluppo indicate dalla pianificazione carenze per la precarietà dei collegamenti fra i
territoriale. singoli problemi ed i temi generali.
D'altra parte nella formulazione di questa prima legge Un tale apparato tecnico-giuridico non era certo
urbanistica si era considerato solo il rapporto tra le in grado di affrontare i gravi problemi edilizi che
due forme di autonomia, la provincia da una parte ed i già allora vi ponevano in tutte le loro urgenze
comuni dall'altra. Il rapporto indicato si esauriva, come, ad esempio, a Trento che, senza piano e
infatti, in una funzione o coattiva o di stimolo da parte senza direttive, invadeva le aree lasciate libere
della provincia verso i comuni ed in una nelle urbanizzazioni di fine ottocento e di inizio
partecipazione ridotta a semplici proposte dei comuni secolo; a Madonna di Campiglio, dove era
verso il piano provinciale. cominciato l'assalto dei condomini, a Canazei
In tutto il Paese l'istituto dei piani intercomunali si era ecc…
rivelato del resto, per il modo comunque dissociante Tanto meno aveva la forza di proporre un piano
ed autonomo con cui raccoglieva esigenze provinciale che affrontasse i complessi problemi
complementari, non idoneo come strumento di sviluppo di quel periodo.
operativo. Infatti da un lato le procedure per la
formazione del piano non tutelavano a sufficienza la
reale autonomia dei singoli comuni e dall'altro non
consentivano la promozione di efficaci rapporti di
programmazione tra Regione e Provincia autonoma da
una parte e comuni di una stessa area dall'altra.
L'impossibilità avvertita di far procedere in tempi
adeguati la pianificazione urbanistica a scala
provinciale e a scala comunale con i piani regolatori
generali aveva portato così a definire nella legge
provinciale con maggiore dettaglio il contenuto dei
programmi di fabbricazione, che, nelle intenzioni degli
estensori avrebbero dovuto sostituire i piani regolatori
generali della maggior parte dei comuni. E in questo
senso si era organizzata una struttura minima, - un
solo ufficio retto dal geometra Attilio Solari con un
consulente di Bologna – che mirava a redigere un
regolamento- tipo da far approvare da tutti i comuni
minori.
Tre quelli maggiori, solo Rovereto e Tesero
disponevano di Prg, approvati verso il 1957 con
apposite leggi provinciali.
Sotto il profilo istituzionale, la legge provinciale
prevedeva e preordinava l'istituzione ed il

32
Verso l’utopia
“tecnicamente fondata”

33
Il “Programma Kessler” e
l’avvio della pianificazione
Nel maggio 1961 la Provincia autonoma di Trento - sotto Il centro-sinistra in corso di attuazione nel paese,
la guida del nuovo Presidente Bruno Kessler - mise a aveva aperto, come si è osservato, grandi speranze
punto per la prima volta un piano quadriennale, un esame anche gli urbanisti che finalmente vedevano
complessivo cioè delle proprie possibilità di intervento, riconosciuta la programmazione come metodo
sia nel campo legislativo che in quello operativo, seguito unificante di tutti gli interventi pubblici.
da un programma di azioni su direttrici ben individuate. Da parte sua, Kessler aveva intuito che in queste
Da tale esame emerse la necessità di coordinare tra loro proposte stavano grandi possibilità di rinnovamento
gli interventi urbanistici che, per la recente legge, per la realtà provinciale e nel suo programma aveva
dovevano iniziarsi, e, in relazione a quanto esposto, di dato un obiettivo ben preciso alla sua azione politica e
trovare il modo di superare le difficoltà evidenti di tale quindi a tutta l'attività di programmazione.
processo. Questo insieme di indicazioni, comunemente «Il movente ed insieme la giustificazione – scriveva
chiamate “Programma Kessler”, costituivano il primo, Kessler – di questo impegno di programmazione
organico tentativo di programmare l'attività dell'ente vengono individuati in un diverso ordine di fattori che
pubblico su un certo arco di anni, indirizzandolo al richiamiamo qui in sintesi, anche se, per la loro
raggiungimento di obiettivi condivisi. Fu esposto al appartenenza alla nostra formazione politico-
Consiglio provinciale il 26 aprile 1961. culturale, potrebbero essere dati per scontati.
Kessler, da poco eletto presidente della Giunta, portò una Non si vorrebbe che queste enunciazioni fossero
forte carica di novità nell'attività della amministrazione, intese come un utile esercizio accademico o, dunque,
scuotendo il torpore che l'aveva avvolta per anni, con sproporzionate alle esigenze del nostro lavoro. Con
l'introduzione, tra l'altro, della programmazione come esse vogliamo soltanto inquadrare razionalmente uno
metodo di governo. sforzo, indipendentemente dalla sue dimensioni.
Questo impegno è così formulato: «Riteniamo che la Il primo fattore è di ordine culturale. Un'azione
Giunta, pur con i necessari contemperamenti, debba politica è veramente efficace nella misura in cui riesce
impostare la sua attività su basi scientifiche senza ad interpretare le esigenze e le aspirazioni delle
tuttavia cadere nell'eccesso opposto, consistente nel popolazioni ponendosi, in questo contesto umano,
considerare come sperimentale ogni risultanza come elemento di sviluppo sia economico che sociale.
scientifica; il dato scientifico dovrà essere mediato sia dal Poggiata su questi presupposti, l'azione politica
buon senso, sia dalla realtà delle necessità delle diventa azione diretta alla crescita civile e morale
popolazioni»1. delle popolazioni, senza sovrapposizioni o
paternalismi. Una riflessione attenta sui
comportamenti delle nostre popolazioni ci porta alla
conclusione che, consapevolmente o
inconsapevolmente, queste aspirano a darsi un assetto
compiutamente democratico.
Dossier:
Il progetto

Dopo il periodo della ricostruzione e del l'indeterminatezza della legge del 1960 e per gli echi del
soddisfacimento dei più urgenti bisogni il nostro paese dibattito nazionale. Nel suo programma Kessler
si avvia verso un periodo di più acuto esame del avverte la portata della problematica, ma non ha ancora
sistema socio-economico, tendendo a pervenire ad una preso una decisione circa il senso da dare all'azione
società nella quale, eliminate le situazioni di disagio e urbanistica.
di squilibrio, l'uomo possa realizzare la propria Egli asseriva che: «Notevoli divergenze di indirizzo
pienezza di cittadino libero. sussistono in sede di pratica attuazione della disciplina
È per questo che quando parliamo di programmazione, urbanistica e tali divergenze di manifestano, sia sul
vogliamo che siano ben chiare queste premesse: nello piano della metodologia, sia sul piano più
studio e nel lavoro si ha di mira l'uomo e non la propriamente del contenuto»3.
struttura od il fenomeno economico, considerati come Subito dopo proponeva alcuni orientamenti operativi
valori finali. D'altra parte in questa azione, non si vuole tendenti alla individuazione di zone in grado di essere
imporsi l'uomo ma, interponendolo, tentare di considerate unitariamente sotto il profilo territoriale,
favorirne in tutte le direzioni una completa e libera economico e sociale. Annunciava infine che sarebbe
espansione. Ci sembra anche nostro dovere l'assisterlo stato costituito entro breve tempo, un comitato di
in questo momento di evoluzione sociale, in modo da progettazione del piano.
non compromettere quei valori spirituali che nel Nell'estate del 1961 il gruppo di esperti, con a capo
tempo, hanno costituito la forza morale della società Giuseppe Samonà, iniziò il lavoro (31 luglio) con la
trentina. Il secondo fattore è di natura economica. prima visita e la stesura di un programma operativo.
Abbiamo, a questo proposito, esperienze storiche Questo si precisò nel settembre dello stesso anno,
direttamente sentite dalle nostre popolazioni e durante un seminario promossodall’Ufficio Studi della
facilmente documentabili, che confrontano questo Provincia, che vide riuniti tutti consulenti incaricati
spunto d'analisi. Come l'industria milanese, alla sua degli studi di settore annunciati da Kessler nel suo
prima rivoluzione, spezzò anche nel Trentino la piccola programma. Partecipò inoltre la Regione Trentino Alto
industri locale, portando la nostra terra al margine Adige, alla quale allora spettavano le competenze dei
dello sviluppo industriale, così oggi, in periodo di terza settori economici e che aveva incaricato per conto suo
rivoluzione industriale, occorre proporsi precisi una società di consulenza specializzata (la Tèkne Spa
obiettivi e metodi certi di lavoro, nei tempi tecnici che di Milano) di predisporre un piano di localizzazioni
sono propri dei momenti di espansione industriale, per industriali sul territorio regionale. In quell'occasione
non vedere accentuata nella nostra provincia la furono discussi soltanto gli indirizzi più generali del
depressione, sia in senso relativo che assoluto»2. piano e si convenne di finalizzare al piano tutte le
Dal programma del 1961 non emerge ancora lo stretto ricerche di settore già in elaborazione. Si stabilì inoltre
legame che subito dopo si stabilì tra attività politica e di dar corso ad alcune specifiche indagini.
proposta urbanistica. Questa maturò con sorprendente
rapidità lungo il corso dello stesso anno e si precisò Note 1, 2, 3: Provincia autonoma di Trento, Programma della Provincia di
nella primavera successiva in occasione di un convegno Trento per il 1961-1964, Trento, 1961.
interdisciplinare svoltosi a Torbole.
All'inizio della legislatura, la funzione del piano
provinciale non era ancora ben definita per
LA SCHEDA

2 Il Pup e le prime
esperienze di pianificazione
in Trentino negli anni ‘60

Lo studio della Tèkne considerava una distribuzione per poli, realizzata


Alla fine degli anni '50 si produsse in Trentino, come in attraverso «una zona di concentrazione industriale,
altre aree marginali rispetto ai grandi poli dello sviluppo urbana e di servizi lungo l'asta Rovereto-Bolzano e
economico, uno sforzo considerevole per creare nella formazione di una seria di poli di sviluppo
nell'industria nuovi posti di lavoro in grado di frenare industriale all'interno di alcune valli»2.
l'emigrazione e l'esodo agricolo. Le prime dislocazioni, Per quanto riguarda la provincia di Trento, si
furono individuate in aree spesso non idonee. Valga per proponevano nove aree, la più grande convergente su
tutti l'esempio della fabbrica di siliciuri di Trento, la più piccola ridotta al Primiero.
Mezzocorona, nella Piana Rotaliana, che non solo In alcuni casi i termini del problema si ponevano in
occupò un'area pregiata per la produzione del Teroldego modo drammatico. Esistevano infatti alcune sacche
(vino principale del Trentino), ma produsse, e ancora di particolare depressione nelle vallare laterali
continua, un notevole degrado per i fumi molesti. dell'Adige – Vallarsa, Terragnolo, Val di Cembra –
L'assessorato regionale all'Industria, cercò di nelle quali le caratteristiche geografiche sembravano
razionalizzare il fenomeno, predisponendo, tramite una impedire qualsiasi plausibile previsione di sviluppo
ampia consulenza, una serie di proposte, che tendevano industriale o turistico. Nello stesso tempo la
a configurarsi come un vero e proprio piano generale di difficoltà di costruire una nuova rete viabile con un
sviluppo, sul modello delle analoghe esperienze svolte accettabile grado di scorrimento sembrava impedire
nel Mezzogiorno. movimenti pendolari tollerabili verso la valle
Lo studio, elaboratto dalla Tèkne con la supervisione di dell'Adige e quindi rendeva inoperante e non
Bernardo Secchi, venne presentato alla discussione alla applicabile lo schema della città-regione.
fine del 1961. Per quanto interessa la pianificazione Questi schemi fondati sul criterio di individuazione
urbanistica, considerate le caratteristiche della regione dei poli di sviluppo, riferito alla gravitazione
esso proponeva tre alternative. spontanea su un centro, si dimostrarono troppo
La prima considerava lo sviluppo industriale lungo l'asta poco comprensivi della realtà e delle tradizioni locali
Rovereto-Trento-Bolzano. Questo avrebbe comportato e in alcuni aspetti particolari furono aspramente
un accentramento della popolazione in questa area, con avversati.
conseguente forte immigrazione interna, deterioramento
della tradizionale tipologia urbana, aumento dei costi di Il Piano regolatore generale di Trento
insediamento. Per contro avrebbe consentito Si pone in questo quadro la contemporanea attività
un'utilizzazione ottimale delle maggiori infrastrutture urbanistica del comune di Trento che, nella
esistenti e l'uso di possibili economie esterne in misura redazione del proprio piano regolatore, stava
assai elevata. seguendo un percorso autonomo, assai vicina all'idea
La seconda ipotesi si contrapponeva alla precedente e della concentrazione dello sviluppo sulla Val
considerava un'industrializzazione diffusa e capillare su d'Adige e in particolare nel territorio del comune
tutto il territorio regionale. Tra i fattori positivi di maggiore.
questa alternativa si elencavano il mantenimento della Il lavoro di progettazione del Prg di Trento era
distribuzione territoriale della popolazione, la buona iniziato qualche tempo avanti quello del piano
utilizzazione dei servizi esistenti, un più agevole urbanistico provinciale e si era mosso su una
incremento della occupazione femminile. Tra quelli prospettiva che isolava la città dal territorio,
negativi «l'eccessiva dispersione degli investimenti e facendola sì emergere come il fatto più rilevante nei
infrastrutture, la difficoltà a costruire centri capaci di riguardi dell'intera regione, ma senza rilevarne le
esercitare un'attrazione, la difficile riduzione della connessioni più profonde.
superficie agraria, a causa della permanenza della Si può dire che il Prg di Trento si risolse in un
popolazione in luogo, un aumento dei costi di disegno di schematica tecnica urbanistica e questo
distribuzione e vendita e, infine, la persistenza di una può far comprendere le difficoltà di dialogo con il
struttura cosmologica di tipo rurale, con effetti che, alla piano provinciale che tentava di definire un quadro
lunga, potevano ritardare lo sviluppo socio-economico»1. di prospettive assai più articolato.
La terza alternativa si inseriva tra le due prime e Il dibattito si schematizzò molto presto su due

36
visioni: da una parte “Trento” con la proposta di antichi, che ne costituiscono ancora la struttura più
accentramento dello sviluppo; dall'altra la “Provincia” significativa. Le trasformazioni dei modi di vita
con i comuni delle valli, che, in tutte le riunioni di quel nell'ultimo secolo sono intervenute su di esso
periodo, reclamavano una diversa concezione dello snaturando, dove sono state più massicce, l'equilibrio
sviluppo. ed i caratteri primitivi o progressivamente impoverendo
La Regione, sostenuta, come sembrava, da motivi di i valori storici e degradando l'ambiente fisico, dove si
ordine tecnico e da considerazioni strettamente sono fatte sentire meno.
economiche, proponeva la sua terza alternativa, cioè la Nel passato, il triplice rapporto di gruppo sociale –
concentrazione sulla Val d'Adige contemporanea a una struttura insediativa – ambiente naturale adeguava con
concentrazione minore dello sviluppo in alcuni poli continuità le caratteristiche proprie alle nuove esigenze;
periferici collocato dentro le vallate della provincia. il gruppo sociale agiva, con maggiore o minore lentezza
a seconda della sua forza interna, sulle strutture per
Le indagini di base per il Pup adattare l'ambiente in cui viveva; d'altra parte
Fu chiaro già dal dibattito finale dell'incontro l'ambiente stesso condizionava le strutture e il gruppo
dell’ottobre 1961 (si veda la “cronologia” alle pagg. 16- sociale. La continuità fra centro antico e nuovo sviluppo
17) che il gruppo di Samonà non poteva accettare le era mantenuta per una crescita dall'interno verso
conclusioni alle quali tendevano lo studio della Regione l'esterno: le caratteristiche antiche suggerivano per
e quelli per il Prg di Trento senza sottoporle ad attenta propria forza quelle nuove.
verifica e soprattutto senza esplorare altre possibilità. Recentemente invece l'urbanesimo nelle città, i flussi
Il convincimento che fosse possibile operare altrimenti turistici nei borghi delle vallate, hanno in parte
orientò le prime indagini verso una ricerca conoscitiva distrutto la continuità con l'antico tessuto edilizio,
sul territorio che partiva dai fatti e dai fenomeni più sostituendo sviluppi indifferenziati e quasi sempre
direttamente legati all'uomo, alla sua vita, all'ambiente. generici alla lenta caratterizzazione del passato.
Si decise dunque di compiere una vasta ricognizione Tale processo è ancora in atto, e in modo sempre più
della realtà provinciale, per precisare i contorni di uno incidente. Anche l'ambiente naturale, la campagna o il
spazio, urbanisticamente intenso, in cui le relazioni tra paesaggio montano, così ricco d'interessi, ha subito
i fatti fossero intese nei loro aspetti conoscitivi, di profondi mutamenti nel corso degli ultimi decenni; gli
individualità e di vitalità. insediamenti sono aumentati e le distanze tra di essi
In primo luogo fu promossa un'indagine sociologica conseguentemente ridotte, i grandi spazi liberi, che una
affidata a Franco Demarchi, intesa a individuare le volta esaltavano la funzione della città in rapporto agli
possibili reazioni popolari alla realizzazione del piano, insediamenti minori, sono spariti. Si assiste, in ritardo
in quanto esso, se inteso nel solo senso astratto della rispetto ad altre regioni, ad una progressiva
dimensione economico, avrebbe potuto compromettere integrazione delle culture, a una tendenza ad un
l'efficienza dei sistemi culturali locali senza offrire livellamento sempre più accentuato»3.
valide alternative. Altre indagini, più specifiche, riguardavano il turismo,
Considerata altresì l'importanza che la lettura l'energia, la situazione della viabilità e degli acquedotti.
dell'insediamento umano presentava nella Oltre a queste, fu di sostanziale aiuto il lavoro svolto in
comprensione dei fatti salienti di un determinato campo agricolo da Ercole Calcaterra e da Pietro Nevi. La
territorio – delle sue condizioni attuali e delle loro indagine, pur principalmente diretta alla
trasformazioni subite – venne impostato il rilevamento individuazione delle premesse economiche riguardanti
di tutti i nuclei abitati della provincia, con particolare la minima proprietà culturale, venne in quella sede
riguardo alle loro parti più antiche, definite agganciata agli studi per il piano provinciale, in
“preesistenze ambientali” e ai singoli edifici, valutati considerazione della vastità dei problemi che sarebbero
rispetto alle caratteristiche architettonico-ambientali, emersi da un'indagine svolta alla identificazione
allo stato di conservazione, alla destinazione d'uso. dell'assetto ottimale dell'azienda agricola nel Trentino.
Connesse alla finalità più generale di ordine conoscitivo Si trattava, infatti di individuare la dimensione ottimale
ve ne erano altre aventi relazioni con gli aspetti dell'azienda in relazione al tipo di indirizzo culturale,
operativi della pianificazione e cioè l'individuazione dei attuale o previsto, e di dedurre conseguentemente la
centri di maggior interesse storico, dei loro caratteri qualità degli addetti che potevano trovare
urbani, della loro localizzazione sul territorio e delle nell'agricoltura un'adeguata fonte di reddito.
loro eventuali interrelazioni; la misurazione dell'entità I risultati delle indagini, la problematica da essi
delle trasformazioni subite dal patrimonio storico- sollevata, gli interrogativi del piano di
architettonico in generale; la valutazione del fabbisogno industrializzazione furono discussi in diverse riunioni
di vani abitativi da restaurare e da costruire ex-novo. di sindaci e di amministratori, svoltosi all'inizio del
Questa indagine, compiuta dall'autunno del 1961 alla 1962 a Cles, Fondo e Malè. Queste riunioni si infittivano
primavera dell'anno successivo, contemporaneamente mano a mano che il piano prendeva corpo e divennero
ad un'altra relativa ai servizi e infrastrutture esistenti a metodo di confronto e di verifica.
livello comunale, consentì di penetrare più a fondo nella
realtà provinciale. 1 - 3: le citazioni sono tratte da S. Giovanazzi, A. Boato, R. Moro,
Ci si accorse subito che il territorio era Indagine nell’edilizia e nelle presistenze ambientali, Provincia autonoma di
«caratterizzato da un notevole numero di insediamenti Trento, 1963

37
Le prime scelte
di fondo e il
“Convegno di Torbole”
L’intenso lavoro di approfondimento fu presentato in una richiesta di dimensioni nuove, si propone una campagna
prima sintesi, pubblicata nell'aprile del 1962 e discusso a che diventa città senza concentrazione fondata su
fondo nell'ambito di un convegno sui problemi alcune grandi strutture e organizzata in grandi unità di
strutturali della Provincia, svoltosi a Torbole nel maggio decentramento, formate con il consenso dei comuni e
dello stesso anno, promosso dall'Ufficio Studi dell’ente degli uomini che in esse vivono.
provinciale.
La parte generale di questa relazione, nel testo I principi della pianificazione
predisposto da Samonà costituisce un primo insieme dei La prima parte dunque si apre con alcune enunciazioni
criteri elaboratori per la successiva fase di progetto e di principio, molto sintetiche,
risulta di particolare interesse se si adotta come chiave di che tuttavia saranno la chiave per interpretare il più
lettura la ricerca degli elementi più significativi di uno complesso insieme del piano.
spazio riferibile all'intervento urbanistico e alla nuova «Nella struttura di un territorio vi sono dei fatti
configurazione dei territori aperti della campagna, nei sostanzialmente stabili che l'urbanistica deve saper
quali – secondo gli urbanisti – contatti sempre più cogliere e conservare come elementi fondamentali per la
distanziati avrebbero potuto formare un nuovo tipo di formazione dei criteri di sviluppo della vita nel
città, senza concentrazione. territorio stesso.
Inizia dunque da qui, dalla prima “idea di campagna Nel Trentino i fatti più stabili sono quelli naturali, sia in
urbanizzata”, il lungo cammino che porterà, tredici anni rapporto all'agricoltura, sia in rapporto alle diverse
dopo, alla più complessa ed articolata proposta della attività di insediamento fra le quali oggi è sempre più
“città in estensione”. appariscente quella del turismo. Pertanto nella
Pianificare non La parte centrale della relazione fu presentata formazione dei piani di sviluppo occorre tener conto di
significa sconvolgere, all'attenzione degli studiosi presenti, che erano le punte questi fatti come basi per ogni programma di
ma determinare le più avanzate della cultura socio-economica di quel trasformazione strutturale.
caratteristiche della momento. Pianificare non significa sconvolgere, ma determinare le
In essa si riconosce facilmente il pensiero di Samonà, caratteristiche della situazione in ogni punto per quello
situazione in ogni
come si era venuto maturando nell'incontro con la realtà che esse veramente sono e per quanto possono
punto per quello che
trentina. Dà un'idea delle profonde differenze, si spontaneamente rendere. Qualunque organismo,
esse veramente sono forzato oltre certi limiti, si spezza, si ammala e qualche
potrebbe dire ideologiche, con le proposte della Regione
e per quanto possono e della ricchezza di indicazioni che stavano emergendo volta può anche morire. È perciò che dobbiamo tener
spontaneamente dalle indagini territoriali e dagli incontri con gli conto delle più stabili caratteristiche della Provincia,
rendere amministratori locali. individuandone gli elementi significativi per trarre da
Finalizzando la lettura di questa relazione alla ricerca essi le previsioni sull'assetto del territorio alla fine di un
delle idee che poi, nel piano, avranno uno sviluppo determinato periodo di tempo.
articolato e un'applicazione più matura, sembra utile Evidentemente le nostre previsioni si riferiscono a un
dividerla in quattro parti, anche se l'edizione originale futuro che non può sempre svolgersi in modo lineare;
non presenta alcuna suddivisione. nel suo sviluppo potranno verificarsi situazioni di crisi.
In una prima parte infatti si possono trovare i criteri di Pertanto il nostro compito è di portare la struttura del
base della pianificazione, in particolare dei territori territorio ad un livello tale da assorbire senza eccessive
aperti della campagna, che costituiscono l'elemento scosse anche le discontinuità accidentali, di prepararla
tipico del Trentino. cioè a resistere, senza gravi fratture, anche alle
Nella seconda sono incisivamente precisati gli obiettivi trasformazioni non prevedibili»1.
centrali dell'attività di pianificazione verso un equilibrio Queste enunciazioni sono derivate da una critica al
territoriale capace di formare “città senza modo di fare urbanistica nell'ultimo secolo, che Samonà,
concentrazione”. del resto, aveva sviluppato approfonditamente nel suo
Nella terza si descrivono i fenomeni che possono ultimo libro.
concorrere alla realizzazione di questi; e cioè un esodo «Non aver saputo prepararsi in tempo, a tutti i livelli,
graduale dall'agricoltura all'industria, senza per assorbire queste scosse, ha provocato delle crisi
impoverimento di alcune zone e arricchimento di altre, gravissime in tutta l'urbanistica europea e soprattutto
realizzato anche con spostamenti di popolazioni, ma in quella italiana: è ben noto quanto è accaduto nelle
accettati, lenti, sedimentati; uno sviluppo turistico che nostre città con l'urbanesimo, perché esse, non essendo
faccia perno sull'ambiente, sull'edilizia tradizionale, sulla preparate, hanno subìto la pressione sempre più grande
storia; localizzazioni industriali distribuite sul territorio di interessi, di natura economica, che si sono acuiti fino
ed integrate a questo. all'estremo ed hanno prodotto gravi disgregazioni nel
Nella quarta, infine partendo dalla costatazione della tessuto urbano di molte città storiche di incomparabile

38
Dossier:
Il progetto

valore. infine, lentamente, la città.


Questo sfaldamento della città, questa sua ipertrofia Solo oggi questo può avvenire, dato che i mezzo in
esterna, comincia solo oggi ad essere sanata, perché movimento hanno ridotto le distanze e diminuito la
solo oggi si comprendono i lati negativi dei fenomeni continuità dei contatti dell'uomo col territorio.
che provocano l'espansione a macchia d'olio, I contatti sempre più distanziati formeranno nel
muovendo dall'interno verso l'esterno con spinte territorio aperto un nuovo tipo di città, un città senza
irrefrenabili e laceranti. concentrazione che l'urbanistica dovrà configurare a
Oggi si cerca di limitare le cause più cruente di questa seconda delle caratteristiche geografiche e sociali del
crescita, cioè le azioni sollecitatrici delle fasce territorio»4.
industriali, fissando la loro reale consistenza critica e
decentrando da esse quelle parti che per attitudine al I fenomeni formativi della nuova città
forte richiamo di mano d'opera, provocherebbero La descrizione dei fenomeni che possono concorrere
l'incremento di questa, oltre le capacità tollerabili della alla formazione della città senza
popolazione urbana esistente. concentrazione occupa la terza parte. In questo ha
Nelle città gli urbanisti possono svolgere tale opera una parte preponderante il problema delle nuove
con una certa efficacia, perché hanno ormai una certa localizzazioni industriali che allora era forse, sul piano Nel Trentino
esperienza dei fenomeni locali più appariscenti, che si pratico, il più urgente. dobbiamo trovare
sono formati in 60 o 70 anni, e che permettono di «Nel nostro piano, per definire le relazioni con i cardini
capire abbastanza bene quali sono i mezzi per l'equilibrio necessario, dobbiamo pensare alle più
fondamentali di
arrestare l'ipertrofia della città stessa e salvarla»2. convenienti utilizzazioni del suolo, stabilendone
dimensioni funzionali per il trapasso di un certo ogni parte del
I primi ragionamenti sulla realtà trentina, sulla
numero di agricoltori dell'agricoltura all'industria. territorio per
struttura dei suoi insediamenti in rapporto agli spazi
aperti, impongono di considerare la campagna in modo In Italia in genere il rapporto tra la produzione determinarne la
nuovo. Si apre qui la formulazione, forse per la prima industriale e quella agricola è di molto al di sotto della struttura organica
volta, di quella che sarà una delle idee più fortunate del media europea; perciò dobbiamo fare un grande passo
piano. avanti, potenziando molto di più gli impianti
«Viceversa è più nuovo il complesso dei fenomeni che industriali, senza tuttavia concentrarli in determinate
si presentano all'urbanisti nel territorio aperto della zone impoverendo le altre.
campagna quando questa tende ad urbanizzarsi per i La localizzazione delle industrie deve essere, poi,
fatti che in parte dipendono da una sua interna vitalità, graduale; cioè non deve realizzarsi tutta nello stesso
in parte da relazioni con attività di luoghi già momento, ma avvenire con lentezza determinata dalle
fortemente urbanizzati. caratteristiche della zona.
Sentiamo che l'urbanizzazione della campagna, come È infatti nell'interesse di tutti che le localizzazioni
tendenza, deve essere guidata in senso organico e industriali si formino gradualmente, per far sì che il
funzionale, e che non si possono determinare, perciò travaso dei lavoratori avvenga senza discontinuità e si
delle localizzazioni di attività economico-sociali di vada sedimentando in zone prestabilite, dove gli
carattere nuovo, senza pensare a ponderare i possibili uomini, per mezzo di questo lento trapasso, non si
effetti di queste trasformazioni, in rapporto alle distacchino da quelle terre cui sono frizionati, perché
caratteristiche più significative dell'ambiente in ci si vi hanno vissuto, e possono adattarsi grado a grado a
dovrebbero attuare»3. mutamenti non improvvisi.
Se non avverranno mutamenti di questo tipo, le genti
Gli obiettivi centrali che vivono sul territorio avranno l'impressione che
La seconda parte, che è quella centrale, è molto breve e quanto si trasforma è dovuto alla loro volontà e vi
mette in relazione causale ambiente, equilibrio e città contribuiranno con senso realistico, stabilizzando
senza concentrazione. talune componenti di sviluppo, la cui vivacità e
«Nel Trentino il nostro compito sarà perciò quello di potenza non può realizzarsi che attraverso l'azione
coordinare gli elementi più significativi dell'ambiente individuale condizionata.
naturale in cui portiamo la pianificazione. Il piano dove, perciò, programmare un trapasso
Dobbiamo cioè trovare i cardini fondamentali di ogni graduale dall'agricoltura all'industria fino al limite che
parte del territorio per determinarne la struttura l'agricoltura può sopportare e dovrà ancora subire
organica. Nella Provincia di Trento una struttura trasformazioni efficaci ed efficienti per un certo
organica è facilmente individuabile. carico di popolazione, raggiungendo una certa
In questo territorio abbiamo veramente dati basilari e produttività limite.
caratteristiche precise, che costituiscono da una parte D'altra parte, il trapasso a localizzazioni di natura
un limite e dall'altra un incentivo a trovare giuste industriale, deve contemperarsi alle esigenze
soluzioni. dell'ambiente con le sue strutture residenziali e con le
D'altra parte una delle idee fondamentali da tener sue necessita turistiche.
presente in ogni piano territoriale è quella della La nostra provincia presenta da questo punto di vista
creazione di un giusto equilibrio di relazioni fra le requisiti straordinari. In essa residenza e turismo
varie parti del territorio, facendo in modo che in esso i possono formare in molte zone unità integrate piene Riferimenti
di risorse e di varie possibilità. Esse, se giustamente 1. G. Samonà, Relazione al
movimenti pendolari si riducano a movimenti vivi ed Convegno di Torbole, Provincia
attivi. orientate, daranno spinte efficaci all'economia locale autonoma di Trento, 1962
Dove i movimenti pendolari hanno avuto questa senza turbare i requisiti dell'ambiente, ma al 2, 3. G. Samonà, L’urbanistica e
contrario valorizzazione i monumenti e l'edilizia l’avvenire delle città, Op. cit.
caratteristica sono nate le città.
4. G. Samonà, Relazione al
I percorsi creati dai grandi movimenti di massa tradizionale più caratteristica»5. Convegno di Torbole, Provincia
determinano incontro a sé strade, servizi, residenze ed È opportuno ricordare a questo punto che forse per la autonoma di Trento, 1962

39
prima volta un programma di recuperi non solo dei centri quando le attività terziarie potranno localizzar visi,
storici, ma anche dell'intera edilizia tradizionale, entra a usufruendo liberamente di quella profonda tecnico-
far parte di un programma politico. Tuttavia in quel amministrativi, a cui tutti ormai aspirano e che
momento, in presenza del piano della Regione sulle rappresento elemento indispensabile per le unità
localizzazioni industriali sono queste che prendono il urbanizzate dell'avvenire. Si tratta di una struttura
primo posto. che dovrebbe accentrare tutte le scuole medie
«Molto più delicata e difficile mi sembra invece la superiori in una localizzazione ben determinata in
localizzazione dell'industria. Localizzazione necessaria, rapporto a unità territoriale. Questa struttura
ma da fare con estrema cautela, per evitare che si creino dovrebbe lasciare che ogni sua parte riferente ad un
profonde discontinuità nei movimenti migratori interni determinato tipo di scuola, possa liberamente
della popolazione e che l'eccessiva estensione di strutture articolarsi in rapporto alle sue interne funzioni.
produttive di questo tipo possa portare notevoli Rappresenterebbero comuni per tutte le scuole di
inconvenienti alla configurazione ed all'equilibrio di un questo aggregato, le attrezzature scientifiche e
territorio cos' ben caratterizzato come il Trentino, in ogni tecniche che invece di essere disperse e ripetute in
sua valle. L'unico modo per localizzare le industrie in tante località (a disposizione di ogni tipo di istituto)
maniera organica e funzionale rispetto al territorio, perché sarebbero invece riunite in unico complesso assai più
L'unico modo per esse non gli siano lesive, è quello di suddividerle potenziabile; mentre tutto l'organismo avrebbe gli
integrandole nelle grandi unità territoriali che insegnanti migliori e offrirebbe agli allievi quelle
localizzare le
costituiranno domani la configurazione strutturale di benefiche e profonde integrazioni che nascono dalla
industrie in
tutto il territorio»6. convivenza e dall'incontro continuo ricco di relazioni,
maniera organica stimolate dalle materie di studio e dagli insegnanti
e funzionale Le tipologie fondamentali della nuova città comuni.
rispetto al La relazione si conclude con le idee di base per una nuova Un centro di questo genere potrebbe essere anche un
territorio è quello organizzazione fondata su dimensioni opportune, dettate elemento caratteristico ed essenziale di cultura per
di suddividerle dalle nuove grandezze dei fenomeni. tutta l'unità urbanizzata, in cui è localizzato:
integrandole nelle «Assistiamo oggi alla grandiosa trasformazione di tutte le biblioteche, sale per conferenze, particolari
grandi unità nostre strutture, ma purtroppo constatiamo ogni giorno attrezzature scientifiche disponibili per corsi speciali,
territoriali che questa crescita sempre più gagliarda, avviene entro le potrebbero dare a questo centro una forza spirituale
rotaie di una costrizione tirannica, dettata dalla determinante per la zona che offrirebbe all'unità
concentrazione delle metropoli. urbanizzata un senso di efficienza civica che è propria
Le nostre strutture produttive avrebbero invece bisogno della città»8.
di grande spazio per organizzarsi in modo perfetto per Le 'grandi strutture' che costituiranno i poli urbani
ritrovare liberamente una loro funzionalità che le faccia della campagna-città, non sono tutte nuove, ma vanno
crescere nel tempo, senza ostacoli, nel modo più idoneo. Il piuttosto cercate nella unificazione dei molti servizi,
bisogno di avere dimensioni nuove per tutte le cose che sparsi in piccoli nuclei, e nella localizzazione nella
circondano l'uomo che vive in società, continua a campagna.
dimostrarci che la concentrazione è ormai un'idea «Come si è detto, molte strutture di carattere
superata. È un'idea della città chiusa con millenni di pubblico e di attività terziaria, potrebbero e
storia; oggi questa città si è aperta verso la campagna ha dovrebbero trovare efficaci localizzazioni nel
infranto le sue mura ed è quindi un paradosso, un territorio aperto, diventando i fuochi di un'attività
anacronismo continuare a vederla crescere per zone unitaria, che trova in queste localizzazioni i suoi
edilizie di concentrazione»7. grandi parametri misuratori. Oggi queste attività sono
La nuova città deriva dunque dalla considerazione che nei tutte polverizzate e ripetute Comune per Comune,
tempi moderni la città chiusa ha finito il suo ruolo. Ma senza che tra esse vi sia un vero e proprio efficace
come procedere alla costruzione della nuova città? coordinamento»9.
La risposta sintetica sta nel pensare a uno spazio aperto e Quest'idea si città senza concentrazione, costruita per
alla esatta definizione in esso di alcune grandi strutture, di grandi strutture di attività unificate, comporta
cui, nella relazione, si dà qualche esempio. necessariamente una nuova organizzazione
«Dimentichiamo per il momento che siano della amministrativa, correlata alle nuove funzioni. E' l'idea
concentrazioni, cerchiamo di non pensare più per di comprensorio, per ora appena fondata nei suoi
concentrazioni; si apriranno allora per noi dei grandi elementi di base, che comincia a prendere forma.
orizzonti, vedremo le cose in modo completamente «La campagna urbanizzata, concepita per grandi
diverso, con nuove dimensioni, con una distribuzione non unità, dovrebbe intendere in modo completamente
vincolata da direttrici tiranniche e minute, lo spazio sarà diverso il decentramento amministrativo, intenderlo
un elemento che troverà i suoi limiti in una forma cioè per grandi localizzazioni organiche, che hanno la
corrispondente in tutto e per tutto alle necessità pratiche giusta dimensione in rapporto alle nuove attività e alle
e spirituali di uomini nuovi. capacità potenziali della campagna urbanizzata nei
In questa nuova configurazione dello spazio urbanizzato, suoi grandi nuovi nuclei.
le grandi strutture acquistano un interesse preminente. La Val di Sole e la Val di Non, riunite in un unico
Poiché esse rappresentano le fondamentali localizzazioni, complesso, formano una di queste grandi unità, dove
cioè i punti di riferimento di questo spazio urbanizzato, i cercheremo di attuare questa forma nuova di
parametri su cui potremo costruire le nuove dimensioni di decentramento.
una campagna che diventa città, senza concentrazione. Anche la Valle dell'Adige troverà una sua organicità
Una di queste strutture per la sua evidenza può essere qui per zone caratterizzate dalla presenza dei più grossi
5 - 9. G. Samonà, Relazione al
Convegno di Torbole, Provincia
descritta con una certa efficacia, per dare un'idea della insediamenti urbani del Trentino e del suo capoluogo.
autonoma di Trento, 1962 funzione che tali strutture avranno nello spazio aperto, Potremo subito dire che questa valle dovrà opporre

40
Dossier:
Il progetto

alla presenza di alcuni territorio metropolitani, contenuti della città-campagna, ad esempio le


abbastanza vasti, un campagna urbanizzata, in cui il grandi strutture, rimanevano ancora tipo
decentramento avrà particolari caratteristiche. La Val logicamente indefinite.
di Non invece dovrà essere concepita come una grande Sul territorio del Trentino le prime proposte per il
zona metropolitana che dovrà formare uno stato Piano provinciale avevano infatti individuato una
organico ed efficace di equilibrio con le città della Valle suddivisione in grandi comprensori di valle.
dell'Adige, i cui territori metropolitani stabiliranno con Nell'ambito dei comprensori si distinguevano i piani
la metropoli della Val di Non, rapporti funzionali intercomunali e all'interno di questi i piani
distribuiti senza discontinuità, nello scambio delle comunali di piccoli gruppi di comuni aventi
fondamentali relazioni di carattere economico-sociale. interesse di settore.
Intanto occorre sottolineare un fatto nuovo che troverà Ci sembra importante rilevare l'articolazione dei
espressioni particolari, sovrapponendosi a quanto comprensori in sotto-unità, qui chiamate unità
esiste, cioè a dire l'aumentata dimensione logica e intercomunali, che, in questa prima suddivisione,
funzionale dovuta a queste grandi unità. avevano dimensioni abbastanza rilevanti. La loro
Nelle zone del meridione esistono territori vastissimi funzione è chiarita in uno studio sui contenuti dei
per molti comuni, viceversa nelle regioni settentrionali piani ai diversi livelli, contemporaneo a quello
d'Italia, i comuni sono molto frazionati; nel Trentino citato.
abbiamo un grandissimo numero di comuni «Il piano provinciale prevede dunque la divisione del
piccolissimi, non tanto per l'estensione dei loro comprensorio di valle in più unità intercomunali,
territori, quanto per il numero delle genti che vi sono che pur essendo integrate nell'unità comprensoriale,
insediate. ne costituiscono l’articolazione dei settori
Questa situazione del Trentino ha un significato che caratteristici, entro i quali il consorzio dei comuni
non dobbiamo dimenticare. del comprensorio si scompone in consorzi minori
Corrisponde, essa, ad una certa tradizione locale, ad del territorio intercomunale che hanno finalità
attaccamento a determinare abitudini, situazioni e proprie, anche se subordinate agli scopi del
relazioni, che rendono gli aspetti analitici della vita consorzio maggiore istituito per il comprensorio11.
territoriale validamente caratterizzanti. Le “finalità proprie” erano individuate
Di fronte a questi fatti analitici, la nuova dimensione essenzialmente in un'organizzazione unitaria dei
che viene creandosi in tutto il territorio per essere servizi, delle comunicazioni e della residenza che
vitale, deve essere condivisa pienamente da coloro che trovava una sua omogeneità soltanto a scala
devono viverla, cioè da tutti i piccoli Comuni che inferiore rispetto a quella del comprensorio.
dovranno unirsi, per costituire questa nuova Pur sottoponendo a serrata critica, questo livello
dimensione. Di tratta di spiegare ai Comuni come intermedio tra il comune ed il comprensorio rimarrà
questa dimensione nuova abbia una profonda funzione nella prima edizione formale del Pup nel 1964 ed
morale nello sviluppo umano delle valli, una funzione a anche in quella definitiva del 1967, sotto il nome di Al convegno di
cui i Comuni non possono sottrarsi, perché supera ed “unità insediativa”. Torbole il dibattito
integra i piccoli interessi locali di un'industria qui ed I criteri generali così formulati proponevano dunque sul piano si svolse
un ufficio pubblico colà, perché rappresenta un fatto di un'organizzazione territoriale ben difforme da prevalentemente
partecipazione, la cui potenza rappresenta è garantita quella della città-regione, di cui faceva eco il piano attorno ai due
solo se tutte le forze vive di una valle si riuniscono in di localizzazioni industriali, e che allora trovava diversi concetti
questa grande unità conurbandola, per farla diventare negli studi del piano intercomunale di Milano la sua città-campagna
un efficace organismo, una vera e propria grandiosa più avanzata elaborazione. (comprensorio) e
metropoli dell'avvenire. Al convegno di Torbole il dibattito sul piano si di città-regione, il
In questa unità più Comuni formeranno un insieme svolse prevalentemente attorno ai due diversi primo sostenuto
minor che per illazione potremo chiamare quartiere concetti città-campagna (comprensorio) e di città-
da Samonà e
anche se non si tratta in nessun caso di un quartiere regione, il primo sostenuto da Samonà e dagli
con riferimenti a quelli urbani, ma di una campagna in dagli urbanisti, il
urbanisti, il secondo proposto dagli economisti.
cui gli insediamenti dei vai Comuni che lo L'esame delle due alternative riguardò non tanto i secondo proposto
compongono, saranno ancora distanziati e nella loro contenuti teorici, quanto alla capacità di dagli economisti.
campagna aperta cominceranno a trovare posto quelle risposta dell'una o dell'altra ai bisogni locali, di
infrastrutture di servizio differenti dalle strutture breve e di lungo periodo, secondo l'interpretazione
produttive industriali, a cui in definitiva si riferirà il politica del governo provinciale. Samonà, da parte
nuovo volto di questi caratteristici nuovi quartieri, se sua, aveva già dichiarato che «le idee
così vogliamo ancora chiamarli. La nascita di tutto programmatiche della giunta provinciale erano
questo sarà per alcuni anni piuttosto incerta, costituirà assimilabili non come intenzioni di una politica
un principio quasi uno schizzo di tutto il processo; ma locale, ma come intenzioni di uno studioso di
poco alla volta ognuno dei fatti fondamentali prenderà problemi urbanistici»12.
il suo particolare carattere e allora gradatamente La discussione dimostrò che il comprensorio, come
vedremo crescere queste nuova grandi unità fatte di unità territoriale equilibratrice, era in grado di
campagne e di città insieme»10. rispondere efficacemente alla situazione culturale,
sociale ed economica del Trentino.
La prima suddivisione comprensoriale 10 - 11. Ufficio Studio e gruppo
Negli elaborati presentati al convegno di Torbole, le Urbanisti, Il Piano urbanistico
indicazioni territoriali rimanevano ancora vaghe. provinciale, Provincia autonoma
di Trento, Trento, 1962.
L'attenzione si era accentrata soprattutto sulla quarta 12. G. Samonà, Comunicazione agli
parte della relazione, sulla divisione cioè del territorio Architetti e Ingegneri della Provincia,
aperto in grandi città, i Comprensori, mentre i Trento, 1962.

41
La proposta di piano
presentata al IX Congresso Inu
Nell'autunno del 1962 la struttura di base del piano è influenza esterna è stata sempre piegata ai modi di
chiarita. Il territorio provinciale è definitivamente vivere e ai costumi singolari di quei gruppi.
diviso in dieci comprensori, il sistema industriale si Non aver tenuto conto delle fondamentali
articola in ognuno di essi, sono precisate le grandi mediazioni psicologiche che si verificano
infrastrutture di comunicazione. nell'ambiente del Trentino, ha fatto sì che in un
Il gruppo di progettazione presentò il lavoro al IX secolo di sviluppo la intensificazione delle iniziative
Congresso Inu, svoltosi a Milano dal 23 al 25 novembre economiche e la formazione delle conseguenti
1962, dove il tema in discussione riguardava il rapporto strutture promosse da nuove esigenze sociali,
tra programmazione economica e piani urbanistici. abbiano in parte contaminato, senza l'opportuno
È interessante rileggere almeno parte di quella ricambio, talune delle caratteristiche di questa
relazione, pubblicata in pochi esemplari e ora agli atti singolare provincia, deformando le più valide e
presso l'Ufficio Studi della Provincia. sedimentate espressioni della sua vita sociale.
L'insieme di criteri e di indicazioni presentate alcuni La popolazione, infatti, va perdendo la sua bella
mesi prima a Torbole, è qui rielaborato nel senso di una unità di valle, soprattutto nelle zone in cui le attività
maggior concretezza. Vi sono infatti confluiti i risultati industriali e commerciali si sono di più intensificate,
delle prime indagini territoriali e si è giunti, attraverso cioè, lungo il grande solco creato dall'Adige. Qui il
Alcuni concetti riflessioni più mature, a un'attenta valutazione della ritmo dei traffici di questi anni ha spazzato via quasi
realtà locale. Alcuni concetti, come quello delle grandi ogni traccia delle antiche caratteristiche; la natura,
sono forse più
strutture formative della nuova città, sono forse più trasformata dall'attacco di nuovi grossi fatti
stemperati, ma stemperati, ma altri come l'ambiente e il calore strutturali, dovuti a uno sviluppo economico
altri come determinante dei centri antichi, hanno assunto un peso determinatosi senza alcuna organicità di programmi,
l'ambiente e il più consistente. si è come ritirata ai margini della valle sulle pendici
calore della montagna, dove ancora castelli e antichi centri,
determinante Ambiente e sviluppo presentano la testimonianza dell'equilibrio
dei centri La nuova relazione inizia rilevando che, nella struttura tradizionale tra le attività umane e la terra in cui si
antichi, hanno geografica del Trentino, le valli «costituiscono manifestano»1.
assunto un peso l'elemento naturale predominante per la vita delle
più consistente. popolazioni insediate. Esso presenta singolari Le trasformazioni subite dal territorio
caratteristiche di organicità di cui ancora oggi si Si prende atto del processo di trasformazione che,
configurano i costumi si queste singolari popolazioni, soprattutto nei più grossi
che vivono nel territorio provinciale in zone adagiate insediamenti, ha creato attrezzature sempre
entro il poderoso sistema alpino e spesso interamente maggiori, ma non ha saputo organizzarle nello spazio
circondate delle montagne. secondo un nuovo, appropriato ordine. La situazione
In passato molti di questi insediamenti hanno dovuto delle singole parti del territorio è letta in questa
trovare dentro di sé le risorse fondamentali per chiave: «Trento ha perduto gran parte della sua
l'esistenza e per lo sviluppo delle loro attività, malgrado mirabile unità, e si è venuta sbriciolando in
la vicinanza a grandi centri fiorenti di vita economica e un'edilizia frammentaria e periferica dilagante ai
culturale, data la difficoltà delle comunicazioni che margini del tessuto storico senza un prestabilito
hanno sempre creato ostacoli ai contatti diretti. ordine. L'ipertrofia provocata da tale sviluppo ha
Così pur essendo sviluppati nel Trentino fin da tempi strizzato il libero fluire della grande circolazione e
antichissimi, rapporti e scambi di cultura e di con la sua invadenza promiscua di strutture
commercio nelle varie attività con centri italiani e con residenziali, di magazzini, di complessi industriali
l'Austria, il carattere anche politico di tali rapporti fu alternati a fasci di binari e strade di circolazione di
sempre mediato dalla relativa asprezza delle ogni grado, non è riuscita più a trovare un
comunicazioni. coordinamento logico delle varie funzioni, che
Ancora oggi il flusso dei traffici trova gli attriti perciò, rendono assai meno di quanto potrebbero se
caratteristici della configurazione naturale, che non fossero soffocate le une dalle altre.
ostacola le relazioni dirette, malgrado l'aumentata Da Trento il discorso potrebbe estendersi con
potenza dei mezzi di comunicazione, la loro maggiore osservazioni altrettanto gravi, a tutto il territorio
grandi dimensioni del traffico lungo i paesaggi più della valle, sia al nord che al sud della città e nella
frequentati dell'alta Valle dell'Adige per la provenienza Vallagarina, intorno a Rovereto, e più in là in tratti di
dall'Europa, della Valle Legarina per le provenienze dai aree frammentariamente trasformate, come quelle
grandi centri della pianura veneta. per esempio, nelle adiacenze di Arco e di Riva.
L'urbanistica deve tener conto di questa situazione nel In relazione a questi due ultimi comuni, emergono
valutare le espressioni ambientali relative allo stato di tutti i fenomeni della iniziativa economica legati alle
fatto su cui dovrà portare l'intervento. Si tratta di un zone in cui l'interesse turistico è penetrato in forma
ambiente che è prezioso per chi promuove qualunque industriale, con le esigenze della sua imponente
programma di sviluppo del territorio; e va notato che formazione di strutture per l'ospitalità, che sono
questa preziosità si è formata con tutte le esperienze quasi sempre localizzate senza un preordinato
avvenute nel tempo ed al di dentro delle quali ogni piano, e perciò sono spesso sgradevoli alla vista,

42
disarmonici nei rapporti spaziali con l'ambiente e, proporzionata alle potenziali capacità delle
oltretutto, scarsamente funzionali per l'impaccio localizzazioni stesse.
reciproco che creano tra loro le diverse iniziative non In questo senso i comprensori concretano nel
collegate e spesso contrastanti»2. territorio quel bisogno di trasformare la campagna
Si rileva a questo punto che il compito del piano aperta e povera di pubbliche attrezzature, in una
diventa difficile e delicato, nel tentativo di conciliare i campagna poderosamente urbanizzata in cui alle
caratteri delle aree più compromesse con le “zone non grandi unità metropolitane di concentrazione, si
contaminate, che si estendono spesso per larghissimi affiancano grandi estensioni territoriali di nuovo
tratti del territorio delle valli, con una configurazione genere, che sviluppano per grande ampiezza, beni e
naturale ancora presente in tutta la sua eloquenza: servizi adeguati alle fondamentali esigenze della vita
tuttavia il prezioso equilibrio fra ambiente naturale e moderna. Il comprensorio nasce pertanto come
insediamenti umani si va qui gradatamente perdendo esigenza di una nuova dimensione funzionale nei
per l'abbandono sempre più accentuato dei centri e rapporti sociali tra gruppi»5.
degli insediamenti sparsi, da parte delle popolazioni
composte in gran numero da contadini giovani. L'esodo I criteri di individuazione dei comprensori
è stimolato dal diffondersi della informazione, che crea Nella prima fase il progetto di piano sostanzialmente
un richiamo verso nuove terre in apparenza più ha cercato «di operare secondo alcuni criteri di
attraenti, sia per posti di lavoro più remunerativi e efficienza individuano in ogni comprensorio quel
meno faticosi, sia per l'offerta più variata di servizi»3. gruppo di comuni, il cui intorno potesse formare, per
caratteristiche permanenti, una zona prevalentemente
Le strategie omogenea, non tanto e non sempre per la situazione
Di fronte a questa situazione, e in contrasto con i naturale del territorio, quanto per la confluenza di
programmi economici in corso di interessi che uniscono e impegnano, come attività di
elaborazione, il progetto di piano diceva di non gruppo, i diversi comuni raccolti nel comprensorio in
assumere come sua ipotesi di fondo la ceessità di una determinata prevalente direzione.
polarizzare tutto «lo sviluppo del territorio provinciale La individuazione dei comprensori, che costituiscono
sui grandi schemi di localizzazione industriale, sia le unità fondamentali del Piano provinciale, è basata
pure ordinatamente ubicati in zone pertinenti, né di dunque essenzialmente sulle caratteristiche spiccate e
legare in modo categorico ed esclusivo la riforma singolari delle diverse valli della provincia.
dell'agricoltura alla riduzione del rapporto contadini – Si è arrivati a questa messa a fuoco dopo una serie di
superficie coltivabile, per giungere quindi ala prove sullo schema delle valli, prove che hanno avuto
formazione di minime unità culturali»4. lo scopo si sensibilizzare ulteriormente la visione del
Si afferma quindi che la complessità dei fenomeni territorio per parametri urbanistici formati secondo
emergenti dalle varie situazioni di depressione e di un più attento esame del concetto di unità organica.
sottosviluppo di molte zone della Provincia, doveva Si è così potuto accertare che, in rapporto alla Localizzando
suggerire formulazioni più realistiche e complesse. situazione di fatto, una visione non schematica, ma opportunamente
Tali situazioni, da un lato presentavano una evoluzione più analitica dei fenomeni territoriali, riesce ad nel territorio
demografica molto complessa e in parte negativa, individuare meglio talune strutture rispondenti, alle aperto molte
dall'altro si collegavano fortemente alla configurazione, esigenze di un determinato gruppo di interessi strutture di
ancora molto caratterizzata, delle comunità di valle, fondamentali, qualora si precisi l'area della più carattere
che mantenevano, malgrado gli sfaldamenti dovuti alla frequente confluenza di tali interessi, cioè, il pubblico e di
trasformazione della dinamica economica, un loro comprensorio territoriale entro il quale si manifestano
gran parte delle
singolare status di gruppo a cui conveniva riferire in le emergenti significative dei fenomeni da analizzare»6.
attività terziarie,
ogni caso la complessa fenomenologia del territorio Il successivo approfondimento del piano, fino alle
si potranno
provinciale. edizioni del 1964 e del 1967, porterà altre precisazioni
Si trattava di precisare e qualificare le relazioni fra la e una più sistematica enunciazione. Ma i temi di creare i poli di
campagna e i centri con parametri di nuove fondo sono già definiti, come è definita la necessità una nuova
dimensioni, da promuovere per creare la struttura che essi, per essere vitali, siano pienamente condivisi organizzazione
sociale dei territori aperti. da tutti coloro che dovranno viverli. unitaria
Tuttavia si avverte che è necessario costituire anche
La campagna urbanizzata una nuova configurazione amministrativa per
Le nuove dimensioni, che sono essenzialmente i nuovi «sviluppare tutte le attività previste in questo quadro
servizi, arricchiscono l'urbanizzazione della campagna rinnovato della situazione territoriale della Provincia
e contribuiscono a fissare sul territorio le qualità di Trento. Infatti, non è sufficiente il potere che viene
proprie alla vita civica. emanato dalla propulsione programmatica del piano
Localizzando opportunamente nel territorio aperto provinciale, o da quella del piano comprensoriale, me
molte strutture di carattere pubblico e di gran parte è necessario che i comuni del comprensorio,
delle attività terziarie, si potranno creare i poli di una l'amministrazione provinciale e gli enti pubblici
nuova organizzazione unitaria. interessati, si riuniscano in consorzio per la
«Si perviene così al concetto di campagna urbanizzata, formazione, l'adozione e l'esecuzione del piano, e che
formata da grandi unità comprensoriali, che impostano il consorzio stesso assuma la gestione delle pubbliche
in modo completamente nuovo, sia il decentramento attività e dei servizi conseguenti»7. 1 - 8. Le citazioni sono tratte da
amministrativo, che quello per la formazione di tutte le Sulla base di queste considerazioni il progetto divise il Giuseppe Sampnà e Gruppo
altre attività terziarie. Le unità comprensoriali territorio della provincia in dieci comprensori, Urbanisti, Criteri programmatici
generali del Piano urbanistico
diventano cioè, grandi localizzazioni organiche di rispetto ai sette della precedente proposta. provinciale dalla Provincia autonoma
attività in cui i servizi in genere hanno una dimensione di Trento, Trento, 1962

43
Tavola del Piano Urbanistico
del Trentino, 1967
44
Per quanto riguarda Trento, come città, si ritenne più le altre provincie. Ma si pensache la provincia di
produttiva una sua enucleazione dai comprensori, Trento potrà trovare nella provincia di Venezia,
attribuendole la funzione di città-cerniera nello sviluppo un'efficace alleata alla formazione di tale percorso,
della Provincia. Non era forse estraneo il ricordo perché esso non solo aumenta i contatti fra il Trentino
dell'antico attributo di “città a statuto speciale” che essa e Mestre – Marghera verso Venezia come porto
aveva sotto l'amministrazione austriaca. naturale della nostra Provincia, ma anche perché
È interesse altresì rilevare che, a differenza della edizione attraverso questa superstrada, il traffico europeo
poi approvata nel 1964, comprensori coincidono, quasi proveniente dal Brennero può incanalarsi con maggior
sempre con la configurazione geografica delle valli. Basti facilità verso Venezia e addirittura verso le città
notare che il comprensorio del Sarca Calavino, poi dell'Adriatico passando per Venezia e collegandosi alla
aggregati, a loro richiesta, a quello dell'Adige. strada Romea.
Anche la superstrada è apprezzata con strade di
Le prime indicazioni infrastrutturali. La superstrada servizio che immettono il traffico del terreno
della Valsugana circostante nei nodi in essa costituiti ogni sei otto
Questa proposta di piano definisce delle infrastrutture chilometri. Autostrada e relative strade di servizio,
che dovevano costituire il legame tra le diverse unità costituiscono il sistema stradale fondamentale del
comprensoriali della Provincia. trentino, servendo le zone più impegnate nei piani di
«Sono da evidenziare in tal senso anzitutto le strade sviluppo industriale agricolo e costituendo altresì, i
complementari del'autostrada del Brennero previste per canali essenziali per l'allacciamento del resto del
ricavare il massimo vantaggio funzionale da questa sistema circolatorio del Trentino alle altre provincie
importantissima arteria internazionale che corre lungo le italiane. Si collega infatti a queste due principali arterie
sponde dell'Adige con pochi nodi di allacciamento alle di circolazione, che in rapporto all'attività del Trentino
strade ordinarie, progettate in prossimità di più grandi sono in un certo senso complementari, il doppio
centri. Le dette strade complementari creano un sistema sistema delle localizzazioni industriali; le une previste
si parallele e di normali all'autostrada, con lo scopo di per la Vallagarina, per il comune di Trento e per l'Alta
servire sia le zone industriali, che i terreni agricoli, Valle dell'Adige, le altre previste per la Valsugana.
riportando il loro traffico sui nodi dell'autostrada il più Le prime sono legate a rosario alla autostrada del
presto e il più direttamente possibile». Brennero per interposte strade di servizio,
Forse la più pregnante indicazione riguarda il nuovo analogamente le seconde, per quanto concentrate in un
collegamento con il Veneto, costituisce una specie di minor numero di punti, sono legate alla superstrada
primogenita del piano. Valsugana, Castelfranco, Mestre, Venezia, Litorale
Oltre queste opere, che trasformano l'autostrada in un adriatico.
efficace strumento per incrementare le relazioni La complementarietà delle due grandi strade è
economiche in profondità nel territorio dell'Alta Valle evidente, una parte del traffico industriale di Trento e
dell'Adige e della Vallagarina, si è progettata una dell'Alta Valsugana, può infatti incanalarsi nella
superstrada che allaccia il Trentino alle città del Veneto superstrada della Valsugana per raggiungere Venezia,
e, particolarmente, a Venezia attraverso la Valsugana, il porto di Marghera o le altre città dell'Adriatico e
servendosi del nuovo tracciato di variante alla statale viceversa. All'opposto una gran parte del traffico della
progettato dal compartimento dell'A.N.A.S. di Bolzano, Valsugana può incanalarsi, attraverso l'autostrada per
che riguarda anche la provincia di Belluno; mentre la raggiungere i grandi centri italiani o quelli europei»8.
restante parte del tracciato dovrà essere concordata con

45
LA SCHEDA

3 Quando Samonà spiegò


agli architetti «Il Pup è un piano
da costruire assieme»

Cari amici, senza eccessive scosse anche le discontinuità


i punti programmatici esposto dal Presidente della accidentali, prepararla cioè a resistere senza fratture
Giunta provinciale ed in particolar il problema irreparabili agli inevitabili sconvolgimenti futuri.
dell'ordinamento fra i vari settori non è solo (...)
nell'intenzione di un apolitica locale, che può essere Il nostro compito sarebbe perciò quello di
anche plausibile e giustificata, ma è anche nella mia coordinare gli elementi più significativi
intenzione di studioso di problemi urbanistici, in dell'ambiente naturale in cui portiamo la
quanto nella realtà questi problemi non possono essere pianificazione. Dobbiamo cioè trovare i cardini
approfonditi come si deve se l'aspetto del fondamentali di un territorio per determinarne la
coordinamento non diventa un fatto essenziale. struttura organica. Per fortuna nella provincia di
Nella struttura di un territorio ci sono dei fatti Trento una struttura organica è facilmente
sostanzialmente stabili, determinati, caratteristici, e individuabile. Ci sono invece territori in cui non
l'intuizione dell'urbanista sta nel capre quali siano e esistono o quasi dei segni di organicità a cui
quali occorre conservare, perché la compagine di una l'urbanista si riferisce per determinare i primi
certa società di un cero determinato periodo di tempo, lineamenti di una ipotesi di pianificazione. Nel
con una su storia, non agisca per salti ma evolva territorio trentino abbiamo veramente dati
lentamente, si non vuole alterare senza rimedio la sua fondamentali caratteristiche precise che
configurazione. costituiscono da una parte un limite e dall'altra un
Quindi per prima cosa, soprattutto in un territorio come incentivo a trovare giuste soluzioni.
questo del Trentino, in cui esiste una certa instabilità Dopo questa premessa vorrei subito dirvi che mi
fra fenomeni di natura agricola e di natura industriale, aspetto da Voi una collaborazione efficace che oserò
in cui il turismo si inserisce spesso come fatto chiedervi quando avrò abbozzato per grandi linee le
complementare, è essenziale prendere in considerazione caratteristiche fondamentali del Piano provinciale.
alcuni aspetti caratteristici di queste attività secondarie, In quest'occasione sarà infatti molto utile la vostra
saperli scegliere, discriminarli in quanto vanno collaborazione per stabilire se le caratteristiche da
stabilizzati con quelli primari dell'agricoltura. Questo è me prescelte per mettere in rilievo i criteri
un cardine fondamentale di quanto dobbiamo fare qui in fondamentali dello sviluppo di questo territorio
Trentino per p9ianificare senza sconvolgere. siano ben congeniate, equilibrate e realistiche e non
Pianificare, infatti non significa sconvolgere, ma costituiscano interruzioni possibili della continuità
determinare le caratteristiche della situazione in ogni dell'ambiente, interruzioni che dovremo e potremo
punto per quello che esse veramente sono e per quanto correggere insieme.
possono spontaneamente rendere. Qualunque Su questo punto fondamentale dobbiamo essere
organismo forzato oltre certi limiti per determinati d'accordo. C'è infatti una ragione invalida perché la
obiettivi, si spezza, si ammala e qualche volta può anche vostra collaborazione sia piena ed efficace, Che cosa
morire. infatti ci si aspetta da voi? Ovviamente la tutela del
Perciò noi dobbiamo tener conto delle caratteristiche piano di cui sarete i depositari e gli urbanisti nel
più profonde e stabili della Provincia, individuare, in farlo attuale dai Comuni e da gruppi di Comuni dei
altre parole, gli elementi significativi e trarre da essi le suoi principali direzionali.
previsioni e il convincimento per conoscere quali Vorrei immediatamente parlare di questa vostra
potranno essere gli aspetti del territorio in un funzione che si presenta forse per la prima volta sui
determinato periodo di tempo futuro. lavori di pianificazione in Italia. In altra sede vi ho
Evidentemente la nostra previsione può arrivare fino ad nominato l'architetto condotto o ingegnere condotto
un certo punto perché il futuro non può svolgersi tutto che conoscendo a fondo il piano provinciale e le sue
in modo lineare; si potranno avere anche delle crisi, però linee programmatiche può contribuire ad una certa
il nostro compito è di portare ad un determinato livello caratterizzazione di un suo determinato settore nel
la struttura del territorio, di prepararla ad assorbire quale egli vede in vera grandezza i fenomeni e può

46
fare in modo che essi non si discostino quando Provincia di Trento.
saranno interpretati dai piani dagli scopi del piano (...)
generale provinciale. Allo stesso modo potrete agire Io purtroppo vedrò poco di tutto questo, ma molti
voi se sarete i depositari e gli interpreti del piano di voi che sono giovani mi auguro che potranno
provinciale se conoscerete e condividerete il suo riuscire a vedere la forma di questo territorio
schema generale, se avrete partecipato alla sua metropolitano di cui noi in questi anni forniremo la
elaborazione e quindi siete coscienti che la direzione grandiosa traccia.
seguita dal piano è quella giusta e non ce nè un'altra Chi di voi avrà la tutela dei Comuni che
da sostituire e quindi la farete rispettare nei Comuni compongono questo territorio metropolitano dovrà
di cui avrete la tutela urbanistica. accompagnarli verso questo nuovo destino
Dicevo altra volta ai colleghi che se costruissimo uno d'integrazione verso questa nuova base di sviluppo,
strumento perfetto e poi lo facessimo adoperare a questa coerenza collaborativa dalla quale si
persone incapaci di usarlo, questo strumento perfetto otterranno i principi fondamentali dell'unità.
in pochissimo tempo di rovinerebbe. Pertanto uno Il piano è ancora, devo dirlo, una specie di
strumento perfetto può essere costruito con utilità diagramma che il tecnico, come consulente, affida
solo se di trovano persone capaci di farlo. alla politica, che lo interpreta e lo rende esecutivo.
Nel caso del piano provinciale, considerato come uno Questo diagramma dipende da due fattori
strumento perfetto, le persone capaci di usarlo dovrete essenziali: dipende dal grado di priorità di senso
essere voi, perché a voi sarà affidato il piano per assoluto che il paino dà a certi interventi e dalla
realizzarlo. Perciò sarebbe strano e controproducente gradualità nel tempo di tutti gli altri perché gli
che voi vi sottraste alla responsabilità di avere con me organismi concepiti si vadano attuando senza la
uno scambio di idee e di darmi una collaborazione che pericolosità di interruzioni improvvise e di
vi convincesse che tutto quello che si va facendo in travolgimenti.
questa grandiosa opera è nel senso giusto. Infatti sono Tutto questo significa, in termini molto pratici,
se sarete convinti che questo strumento è veramente danaro, stima, costi di urbanizzazione, elementi
capace di agire nel senso giusto, lo userete come va tutti che dobbiamo dare e per i quali il vostro
usato e non cercherete di cambiarlo, ritenendo di far contributo sarà prezioso. Nel momento in cui si
meglio. Questo grande organismo del piano merita dovranno tirare le somme e arrivare ai costi di
infatti di essere profondamente meditato nel queste urbanizzazioni per quanto la mia esperienza
complesso logico delle idee, nelle sue attribuzioni e sia abbastanza avanti in questo campo, il Vostro
localizzazioni di massima, nelle dimensioni aiuto locale può essere determinante e lo richiedo a
fondamentali e nelle direttive che stabilisce per un voi fin d'ora.
certo periodo di tempo. Quando vi sarà affidato il A tal proposito nella discussione che abbiamo avuto
compito di cominciare ad attuarlo se noi ne avrete durante il nostro primo incontro qualcuno ha
assimilato i principi saprete quali sono le direzioni i richiesto giustamente che si ricorresse, da parte
cui vanno portati li interventi e quindi non ne farete nostra, alla consulenza dei tecnici locali subito per
fallare le finalità. Devo aggiungere ancora che certe far tesoro della loro particolare competenza in
cose per essere fatte nel modo giusto e non in quello determinati settori.
contrario al piano occorre che siamo accompagnate ad Tanto il presidente quanto l'Assessore
una propaganda capillare che interpreti le idee del all'Urbanistica sono favorevolissimi a questo tipo di
piano in una forma facile e pratica, sminuzzandolo consulenza. Perciò io presto richiederò il vostro
analiticamente nei dettagli in modo che penetri nella parere e il vostro giudizio su questioni particolari
coscienza di tutti il valore dei suoi concetti direttivi. di cui voi avere una cognizione molto maggiore
Testo tratto da:
Potremo adesso parlare delle idee del piano, non tanto della mia. Potrà essere questo il primo passo G. Samonà, Comunicazione
del piano della Provincia di Trento in sé, ma del piano fondamentale per rapporti più intimi tra noi ed ai agli Architetti e Ingegneri della
in generale, e poi magari anche di quello della quali tengo moltissimo. Provincia, Trento, 1962.

47
50
La prima edizione
del Pup

49
CARTA
GENERALE
DEGLI
INTERVENTI
DEL PIANO
Giuseppe Samonà firma le tavole del
Piano urbanistico provinciale dopo l’approvazione
da parte della Giunta della Provincia autonoma di Trento

52
Dossier:
Il piano

Il 23 maggio 1964,
la Giunta provinciale deliberava
l'approvazione del piano

Il 23 maggio 1964, la Giunta provinciale, sotto la «la penetrazione tecnica del progetto stesso presso le
presidenza di Bruno Kessler, deliberava l'approvazione genti trentine, con la parola viva e concreta del
del piano. Presidente degli amministratori della Provincia
Esso, materialmente costituito dalla relazione Autonoma, che in un colloquio continuo con esse,
illustrativa, dalle norme di attuazione e dalla cartografia, svolto comune per comune, hanno trasformato il
che tutte le parti abitate e si sviluppava nel dettaglio tecnicismo della teoria urbanistica in un fatto umano
della scala 1:10.000, era firmato da Giuseppe Samonà, da di partecipazione generale alla forma rigeneratrice di
Nino Andretta e da Sergio Giovanazzi, mentre gli studi e sviluppo che il Piano propone per il maggior benessere
le ricerche per lo accompagnavano erano stati coordinati di tutte le popolazioni insediate della Provincia».
da Giampaolo Andretta. Dalla lettura delle parti più significative della relazione
I contenuti del piano sintetizzavano i risultati del e dal confronto con i primi schemi del piano, riassunti
dibattito precedente. Nel presentarli Kessler ribadiva un nel capitoli precedenti, si potrà avere un'idea
quadro di riferimento ormai costante nel processo di dell'evoluzione dei suoi contenuti. Alcuni di essi,
piano: infatti sono rimasti inalterati fin dai primi appunti,
«Le indagini effettuate hanno portato ad individuare mentre altri hanno avuto continui aggiustamenti e
l'esistenza ed il progressivo accentuarsi, anche da noi, di risultano riproposti in un quadro più organico.
squilibri territoriali, settoriali e sociali che inducono
gran parte della popolazione e dei capitolati a defluire I contenuti del piano
dalla periferia per accentuarsi verso l'asta dell'Adige, o Già nella prima parte della relazione, in coerenza con la
verso altri centri di minore importanza. proposta relativa alla specificità dello spazio
I detti squilibri, inoltre, inducono buona parte della urbanistico, l'ambiente naturale era assunto come
popolazione giovane, ad abbandonare la periferia per le struttura portante degli interventi in stretto rapporto
emigrazioni, all'interno o all'esterno. con i principali fatti della storia. Questi, infatti, posti in
Un esodo così massiccio dalla periferia, con il relazione all'ambiente stesso, hanno reso più concrete
conseguente accertamento di gran parte della le scelte urbanistiche di carattere generale e quelle che
popolazione nei centri principali, ed una tendenza così riguardano l'estensione e i contenuti
forte verso l'emigrazione, sono fenomeni di fronte ai dell'organizzazione comprensoriale.
quali la Giunta provinciale si è posta l'interrogativo se L'ambiente naturale era visto essenzialmente come
essi andavano passivamente accettati e se, invece, quadro morfologico nel quale situavano i fenomeni
dovevano essere in qualche modo fermati o corretti. geografici, che a loro volta erano annotati soprattutto
La risposta a questa domanda comportava, come appare per la capacità di caratterizzare in modo specifico le
evidente, una scelta politica di fondo, scelta che non singole parti del territorio.
poteva essere fatta che dall'organo che ha la più generale Un esempio può valere per tutti:
responsabilità in ordine al futuro sviluppo urbanistico «Il fiume Sarca, nel tronco inferiore, attraversava la
del territorio. valle omonima che si allarga prima di raggiungere il
Tale organo è appunto la Giunta provinciale, la quale, lago di Garda. Ivi sorgono, addossata alla montagna e
dopo avere attentamente valutato i danni che derivavano dominata da un magnifico castello, Arco, cittadina
dal progresso depuramento che deriva all'economia interessante per la configurazione architettonica del
provinciale da un così massiccio fenomeno migratorio , suo centro storico, e Riva, che specchia sul bellissimo
ha ritenuto di dover tentare con movimenti, per lago di Garda in cui il Sarca finisce il suo corso.
ristabilire gradualmente sul territorio un equilibrio Aspetto completamente diverso ha la lunga e stretta
nuovo in grado di assicurare, via via, alle popolazioni, la valle denominata delle Giudicarie Inferiori e percorsa
possibilità di soddisfare le esigenze dei tempi moderni dal fiume Chiese, sulle cui sponde si allineano centri
anche nel luogo della loro abituale residenza. urbani caratteristici, che ebbero tanta parte nelle
In altre parole, la Giunta provinciale ha ritenuto di dover vicende storiche del Principato vescovile di Trento».
migliorare il rapporto città-campagna, a favore di Per ogni vallata erano messi in rilievo i rapporti
quest'ultima, anche per la considerazione, non ultima fondamentali tra ambiente naturale e storia che in esso
come importanza, che il disagio denunciato da gran si è svolta.
parte del nostro modo agricolo, trovi in questo squilibrio Nella descrizione di questo ambiente naturale la
una delle fondamentali cause». relazione cercava di cogliere le differenze tra una zona Le citazioni sono tratte
dalla Relazione illustrativa del
Da parte sua Samonà metteva in rilievo la novità di e l'altra e di rilevare i punti di passaggio. Piano urbanistico provinciale,
questo progetto urbanistico e rilevava la particolare Di particolare peso risultava il fatto che oltre il 65% del Provincia autonoma di
impostazione che aveva reso possibile territorio provinciale è posto al di sopra dei mille metri, Trento, 1964

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Il piano fissa un primo riferimento fondamentale che rifiuta
l'abbandono di qualsiasi parte del territorio provinciale, anche di
quello più povero, contrastando una posizione corrente allora in
molti ambienti tecnici e politici

mentre a superficie dei fondovalle più popolosi i fertili, territorio forme di equilibrio sociale ed economico
indicati tra i 70 e 500 metri, non rappresentava più del relativamente più stabili di quelle attuali».
13%». Da questa premessa la prima, immediata conclusione
A questa descrizione seguivano alcune brevi annotazioni riguarda l'obiettivo non solo di fermare le correnti
sulle vicende del Trentino, con la partecipazione che esse migratorie verso l'esterno, ma anche quelle interne alla
interessavano soltanto per quanto riguarda direttamente provincia.
i dati e le situazioni di cui il piano si occupa. «Così semplificando, nelle previsioni di
È risultata di grande interesse operativo la constatazione riorganizzazione dell'agricoltura l'esodo dei 16.000
che nel Trentino si sviluppò solo parzialmente una vera e contadini dal lavoro agricolo non induce il piano a
propria unità di interessi e una vera unità politico- programmare la modificazione delle loro correnti
amministrativa. Si notava invece che «questa terra fu alla migratorie per far confluire forze di lavoro verso la
confluenza, fin dall'origine della sua storia, di genti e di Valle dell'Adige, potenziata di tanto da accoglierle,
culture diverse». impedendo così molta parte di essa di migrare in altre
Al piano interessava soprattutto rilevare che, nelle provincie o all'estero, ma al contrario deve cercare di
continue lotte succedutesi dal primo medioevo, le impostare un programma urbanistico che organizzi la
popolazioni trentine costrette a difendere la loro terra strutturazione del territorio in modo che il più grande
venivano «acquistando un loro singolare comportamento numero di forze attive in procinto di emigrare, siano
autonomistico, circoscritto ai propri interessi nei accolte di attività extra agricole nel luogo d'origine e
contrasti con le forze belligeranti». nell'ambito di movimenti pendolari tollerabili».
Il piano rilevava che, in senso generale, «la popolazione Il piano fissa così un primo riferimento fondamentale
trentina, molte volte minacciata dall'invasione della che rifiuta l'abbandono di qualsiasi parte del territorio
propria terra e dalla deturpazione delle sue cose più provinciale, anche di quello più povero, contrastando
preziose, non seppe vedere nella violenza d'urto degli una posizione corrente allora in vari ambienti tecnici e
eserciti alcun interesse che potesse far propria resistenza politici.
nei nuclei insediativi accentrati per il mantenimento di «Un programma urbanistico che si prefigga di dare al
circoscritti interessi di gruppo. territorio un assetto di provvedere allo sviluppo
Una coscienza di gruppo condizionata alla indipendenza equilibrato delle diverse attività, fondandosi sulla
della propria terra, ma estesa al territorio più ampio della eliminazione delle correnti migratorie, impone alle
valle, venne con soppressione del Principio che strutture ed infrastrutture una serie di condizioni
attraverso i secoli, malgrado le sue deficienze determinanti che dipendono dal modo secondo cui si
organizzative, le leggi istituzionali». trasformeranno l'organizzazione degli insediamenti
La relazione porta quindi in nota le suddivisioni umani, i loro rapporti ed il valore delle attività che si
amministrative succedutesi nella provincia dopo la fine svolgono nello spazio continuo della campagna».
del Principato. Il secondo obiettivo di questo programma trova il suo
riferimento spaziale non tanto nell'ambiente urbano,
Le finalità del programma urbanistico ma nello spazio continuo della campagna, con i suoi
Le finalità del programma urbanistico sono contenuti nei problemi e le sue note potenzialità.
tre capitoli «Aspetti di fondo di un programma Questi obiettivi sono poi messi a confronto con la
urbanistico», «I Comprensori», «La delimitazione dei situazione attuale non solo del trentino, ma anche del
Comprensori nel Piano Urbanistico Provinciale». resto del paese. Di questa la relazione sintetizza
Queste finalità, esposte nella relazione in modo chiaro e alcuni aspetti che chiariscono meglio le finalità
scorrevole, sono state nella realtà, come si è visto, il adottate e introducono le successive proposte.
frutto della convergenza di due visioni politico-culturale «Dunque si è manifestata da tempo una crisi profonda
mediate da un vivace dibattito a tutti i livelli. dell'ambiente della campagna, nella stabilità dei suoi
L'idea-base del complesso lavoro di pianificazione è valori umani travolti dalle esigenze di una nuova
contenuta nel primo paragrafo del capitolo «Aspetti di economia, che provoca la morte dell'insediamento
fondo di un programma urbanistico», dove si ritrova un sparso e la decadenza dei centri urbani minori
primo riferimento alle caratteristiche naturali ed disseminati nel territorio aperto.
ecologiche del Trentino, sul quale si impianta la fase di La città regione è uno dei fenomeni conseguenti alla
programmazione. crisi. Le grandi concentrazioni di interessi si
Questa, se «volesse contribuire al pieno assorbimento contrappongono alla relativa dispersione di valori
dell'occupazione, dovrebbe prevedere tipi di intervento degli interessi decentrati, ma non organizzati e
strutturale capaci di determinare nelle varie parti del provocano il naturale depuramento delle vastissime

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Dossier:
Il piano

È attraverso il Piano che la Provincia autonoma di Trento


individua le dimensioni e le caratteristiche delle aree
comprensoriali e i compiti che a ciascuna di esse sono assegnati per
costruire l'“equilibrio più stabile”

regione periferiche con i loro piccoli insediamenti. «Le complesse cause dell'impoverimento della
Questi, un tempo ricchi di vista limitata, sono oggi periferia sono altresì rilevabili nella mancanza
travolti dalla crisi e posti generalmente in uno stato più dell'organizzazione e strutturazione della periferia
o meno grave di degrado dai fenomeni conseguenti alla stessa, che non è più in grado di soddisfare quelle
lenta emorragia delle energie più giovani, che provoca la esigenze di natura spirituale ed economica, che
graduale scomparsa del contadino come parte della consentano all'uomo di vivere in modo civile.
struttura sociale di tradizione millenaria. L'urbanistica Far vivere il territorio aperto delle periferiche
solo da poco ha scoperto che la mancanza di equilibrio provinciali con forme concrete e razionalmente
nella situazione delle aree periferiche dipende in gran pianificate di decentramento, sembra dunque
parte dai processi irrazionali con cui si attuano le necessario dispositivo per equilibrare ed elidere i
strutture e le infrastrutture di larghe zone territoriali. difetti della congestione urbana, a condizione che il
Le conseguenze dell'irrazionalità di questo processo, processo si realizzi nelle attività secondarie e
oggi così diffuso, sono le grandi migrazioni depuratrici, terziarie, con la consapevole partecipazione di coloro
l'abbandono della campagna e i centri fiorenti, la su cui esso converge, concretandosi in strutture ed
scomparsa di economie e di ambienti una volta infrastrutture proporzionate al futuro sviluppo di un
straordinariamente caratterizzanti. sistema che acquisti nuove dimensioni».
Si potrebbe obiettare che questa situazione di fuga dalla
conseguenza necessaria delle trasformazioni sociali a Le nuove dimensioni territoriali
cui tutti i paesi sono oggi sottoposti. Le nuove dimensioni del sistema sono considerate
Tuttavia, con la concentrazione che si sostituisce alla necessarie per ovviare
campagna ancora popolata, niente di più favorevole per all'impoverimento delle periferiche e alla loro
l'uomo compensa i gravi fenomeni di depuramento incapacità di promuovere nuove forme di vita
periferico. associata. Riassumendo la elaborazione dottrinale e
Al contrario, nei centri più ricchi si forma la il lungo dibattito intorno a questo problema, la
congestione come conseguenza dell'accresciuto relazione del piano osserva che gli aspetti di fondo
accentramento e ne deriva il malessere del programma urbanistico richiedono il
dell'addensamento che provoca la scarsezza ed il ridimensionamento dell'attuale suddivisione
rapido invecchiamento dei servizi collettivi troppo comunale, «perché i gruppi sociali si coordino in
usati ed affollati, il disagio di abitare nei tristi quartieri nuclei più vasti e siano in grado di partecipare allo
fatti di case sovraccariche di inquilini, il tormento di sviluppo dei programmi di pianificazione e di
mancare della capacità di acquisto ai prezzi di decentramento strutturale ed economico con
concentrazione». sufficiente autorità.
Di fronte alla situazione generale del Paese la relazione La dottrina urbanistica ha dato il nome di
osserva che anche nel Trentino si è manifestata una “comprensorio” a questa dimensione: esso raccoglie
tendenza notevole in questo senso. La sintetica analisi più comuni di un territorio in entità unitarie più
della situazione della periferica che segue a queste estese, per attuare la pianificazione secondo i criteri
considerazioni prepara la formulazione del terzo che fanno già parte della nuova legge della Provincia
elemento di base del programma urbanistico. di Trento, in cui i comprensori sono considerati la
Nel Trentino le direzioni dell'accentramento sono dimensione urbanistica intermediata tra Provincia e
precise ed esattamente localizzabili, considerando sia i Comune».
movimenti migratori e pendolari della popolazione, che, Il comprensorio assicura dunque la nuova
secondo le analisi dell'Ufficio Studi, interessano circa dimensione del sistema, sufficiente per realizzare gli
28.000 persone che lavorano e dimorano al di fuori del obiettivi che il piano si è dato. Ed è attraverso il
Comune ove hanno la propria residenza, sia le piano che la Provincia autonoma di Trento individua
localizzazioni dei nuovi insediamenti industriali, la dimensione e le caratteristiche delle aree
ubicati con netta prevalenza lungo l'asta dell'Adige e comprensoriali e i compiti che a ciascuna di esse
nella zona del Basso Sarca. Anche le strutture edilizie, sono assegnati per costruire l'“equilibrio più stabile”.
conseguenza e cause dell'accertamento, si sono La relazione individua la prima finalità operative del
sviluppate con estrema evidenza nei centri maggiori. A piano, che rappresenta, dunque, uno strumento che
Trento e Rovereto si è riversato infatti il 732% stimola i comuni a coordinarsi in più grandi unità
dell'incremento edilizio realizzato nell'ultimo decennio. per realizzare, più concretamente, quei programmi si
Da questo è possibile precisare il terzo e riassuntivo sviluppo, di decentramento di servizi e di attività
aspetto del programma urbanistico. pubbliche, che garantiscano organicità ed equilibrio

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56
Tavola delle unità insediative

57
La tutela
del paesaggio
I parchi attrezzati I parchi naturali
Si tratta di aree del territorio Per le spiccate caratteristiche
provinciale definite così per ambientali il Piano ha distinto nel
specificare la prevalenza nell’uso del territorio provinciale due grandi aree:
rispetto di determinate forme di nel Trentino occidentale il parco del
equilibrio che ne vincola la Tovel-Brenta-val di Genova ed in
edificabilità e la indirizzano verso quello orientale il parco Paneveggio -
modi il più possibile efficienti di Pale di San Martino
valorizzazione totale

all'espansione delle attività del territorio». Il Piano non vuole essere uno strumento rivolto a
È chiara tuttavia la coscienza che nessun strumento polarizzare tutti gli interessi su un programma di
tecnico potrà ovviare ai gravi problemi di sviluppo economico del territorio, anche se gli schemi
impoverimento delle aree periferiche se non interverrà di localizzazione industriale, la individuazione delle
una forte volontà di innovamento che deve trovare zone turistiche, il potenziamento del commercio e la
proprio nella periferia il suo punto di partenza. riforma dell'agricoltura sono elementi fondamentali
«Questo programma coinvolge la campagna, quale per il benessere, da tenere nel massimo conto».
protagonista delle nuove strutture e dovrebbe animarla In rapporto alla individuazione quindi delle aree
con una spinta vivificatrice che viene dal suo stesso comprensoriali si rileva che gli aspetti economici
interno. Qui una nuova attività capillare dovrebbe hanno una grande importanza, ma che non sono
sorgere, stimolata dalla capacità formativa dei nuovi sufficienti per dare concretezza al programma di
servizi e delle altre attività terziarie, e dovrebbe rinnovamento.
sostituirsi alla attuale decadenza concretandosi in «Il Piano ritiene che un programma si sviluppo
organiche urbanizzazioni di nuovo genere, che economico, sia pure fondato su indagini
potrebbero estendersi a tutte le aree del territorio tecnicamente approfondite, fornirebbe per
aperto, inteso come periferia. l'efficienza e il benessere, risultanze assai più
Noi pensiamo che questo sia uno dei modi più realistici schematiche di quelle relative alle esigenze complesse
per impedire l'allontanamento dalla propria terra delle dei fenomeni che emergono dalle varie situazioni
popolazioni ed in particolare dei contadini. territoriali.
Questo dato di coscienza può essere stimolato dalle Il piano urbanistico della Provincia può preparare
opere di piano, che avranno modo di creare la solo le linee indicative di una formulazione
consapevolezza diffusa che il processo di sviluppo metodologica dei fenomeni più complessi lasciando
dipende dalla piena partecipazione ad esso in tutto che i piani comprensoriali ne avviino il concreto
l'insieme dei gruppi sociali ed una dimensione dei svolgimento.
gruppi stessi, concepita con tanta ampiezza da Di questa formulazione si è parlato abbastanza in
consentire la organizzazione di tutte le sue forze senso tecnico, qui parrebbe opportuno aggiungere
spirituali e materiali per conseguire lo sviluppo interno qualche cosa che dia un significato umanamente più
e stabilire relazioni organiche con l'intero corpo della preciso alle finalità del lavoro e che ne illustri il senso
Provincia, della Regione e del Paese». delle elaborazioni presentate, facendo vedere come
Si precisano quindi le due polarità del sistema esse rappresentino i canali indicativi di uno spazio
comprensoriale, che devono combinarsi in una ancora aperto all'ulteriore indagine più specializzata
«dimensione organica che condiziona la possibilità di sul territorio aperto in rapporto alle esigenze dei
massima efficienza di un processo equilibrato di gruppi sociali».
sviluppo alla piena intesa di tutto l'insieme che vi è Il piano stabilisce così i primi fondamentali criteri di
incluso». rapporto con la pianificazione comprensoriale in un
Considerando questo quadro di riferimento concreto, processo che si vuole aperto e pronto ad accogliere
non è difficile proporre i criteri teorici per la tutti i nuovi suggerimenti in un quadro di obiettivi
individuazione delle aree comprensoriali, la cui precisamente definito.
dimensione dipende essenzialmente Per far questo il piano compie una prima
«dal fatto di essere tanto grande e di avere obiettivi ed elaborazione teorica di questa nuova entità,
interessi così importanti da richiedere l'azione affermando dapprima in modo categorico che il
organizzativa ed unificata dei diversi gradi della cultura. comprensorio non è soltanto una entità tecnica
Ovviamente, anche l'unità geografica, o quella di un voluta dagli urbanisti per rendere più equilibrati ed
ambiente definito da particolari processi e situazioni omogenei i processi della pianificazione, sia pure con
storiche, possono contribuire all'individuazione le finalità di massimizzare il benessere degli uomini
dell'area comprensoriale. insediati nel territorio.
Per stabilire quest'area non può esistere, infatti un unico «Risulta infatti, da quanto si è precedentemente
principio di individuazione, ma criteri di efficienza illustrato, che l'unità del comprensorio esprime
definiti attraverso quei fenomeni accertati che hanno soprattutto quella complessa ed attuale esigenza
valore propulsivo in rapporto alle caratteristiche del dell'uomo di vivere interamente la civiltà del nostro
gruppo sociale a cui i fenomeni stessi si riferiscono e ai tempo; esigenza che si traduce sia nel senso
fattori geografici, storici, ecologici che ne condizionano individuale del diritto al godimento di tutti i vantaggi
l'insieme. spirituali e materiali, offerti dal più aggiornato

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Dossier:
Il piano
Le infrastrutture stradali
di collegamento
L’autostrada del Brennero La Valsugana e la Rovereto-Riva
Il piano individua l’articolazione del I collegamenti con il territorio
tracciato dell’autostrada Brennero- extraprovinciale sono garantiti da due
Modena che attraversa il Trentino strade a scorrimento veloce: una
lungo la Valle dell’Adige. Si tratta del lungo la Valsugana, in direzione
più importante collegamento Venezia, e una (mai realizzata) di
autostradale transfrontaliero italiano collegamento con Riva del Garda e
quindi con la Lombardia

servizio sociale fatto alle comunità accentrate, dove idee di base del piano fondate sulla precisazione attiva
infatti gli uomini della periferica emigrano, sia nella e indica chiaramente che il comprensorio non è inteso
volontà politico-sociale di appartenere ad un gruppo come ente intermedio, cioè come struttura
di tali dimensioni da stabilire con le altre comunità amministrativa calata nella realtà dei comuni per fini di
rapporti funzionali al livello formativo dello sviluppo. decentramento e quindi, per un certo riguardo,
È ovvio, infatti, da quanto già illustrato, che la emanazione del potere centrale. Problema questo,
dimensione comprensoriale, impostando in modo come si vedrà, attuale ancora molti anni più tardi. La
completamente nuovo i problemi dell'equilibrio relazione riassume e riordina quindi quanto già
economico-sociale di vasti territori, viene a proporre sviluppato e conclude dicendo che:
una grande localizzazione organica si attività in cui i «i parametri spaziali per la scelta dei comprensori del
servizi intesi nel senso più generale, avranno una Trentino si sono fatti dipendere da criteri di massima
dimensione ed una varietà proporzionata alla sua efficienza che saranno più brevemente sotto indicati e
capacità potenziale. che si sono subordinati ai fatti più significativi
È altresì chiaro che questa dimensione organica in cui dell'ambiente e alla trasformazioni prodotte dagli
sono in modo nuovo distribuiti bene e servizi insediamenti umani.
adeguati alla capacità di accogliere pubbliche I criteri di massima efficienza adottati si riferiscono:
attrezzature che potenzino l'urbanizzazione de - Alla popolazione nella caratterizzazione della sua
territorio aperto, deve avere al suo interno un dinamica, con particolare riguardo all’analisi della
complesso di forze produttrici di cultura. forme secondo cui in ogni parte del territorio si sono
Così la dimensione funzionale del comprensorio si create, sviluppate ed applicate le attività delle diverse
viene determinando nell'incontro di due esigenze: la classi professionali;
prima è quella di accrescere la capacità dei servizi - Al modo più razionale col quale si possono
per le genti che non fanno parte delle grandi aree di raggruppare varie forme di attività agricola, insistenti
decentramento urbano; la seconda è quella di su un determinato territorio, per ottenere la organicità
stimolare in queste genti una produzione di cultura ai funzionale del complesso della produzione circoscritta
diversi livelli dell'attività professionale. al territorio stesso.
La dimensione del comprensorio diventa dunque un - All'individuazione di un territorio tanto esteso da
fatto sociale complesso che va indagato consentire con l'unità delle attività turistiche con
profondamente nell'essenza stessa dei comuni e degli l'unità delle attività turistiche o con una loro
altri enti che ne fanno parte. Essa non può che particolare varietà il massimo dello sviluppo;
formarsi gradatamente da uno stato di coscienza - Al rapporto ottimale fra le grandi infrastrutture e le
diffuso con la cultura a tutto l'insieme sociale. A attività di commercio e dell'industri e delle risorse del
questa cultura i programmi politici forniscono un sottosuolo inesistenti su un territorio;
indirizzo propulsivo concreto e i piani urbanistici - Alla presenza della città di Trento come guida di
danno indicazioni tecnica di parametri da verificare. tutto il Trentino e come cerniera fra i diversi
Il punto di convergenza della volontà di più comuni comprensori e alla presenza degli altri centri urbani di
di darsi una dimensione più grande, per conseguire Rovereto, Riva, Arco, Pergine, Levico, Ala, Malè, Cles,
maggiore prestigio politico e culturale, da cui trarre Tione, Predazzo, Borgo e Fiera di Primiero, che
tutti i vantaggi di una futura massima efficienza, non costituiscono fulcro propulsivo di ognuno dei
può pertanto realizzarsi con le sole idee comprensori;
programmatiche imposte dall'alto sia pure per buone - Ad una particolare vocazione paesistica.
ragioni di carattere tecnico espresse da piani
urbanistici. E' necessario invece conseguire la piena e Questi criteri di efficienza, in quanto formatori dei
consapevole adesione di tutti i comuni a far parte di parametri spaziali di ogni comprensorio, sono stati
un comprensorio e, se del caso, per il resto delle sempre considerati, nel complesso dei fenomeni e delle
autonomie locali e per ottenere una più organica attività, come elementi di valutazione di una situazione
forma di partecipazione alla vita della nuova unità complessiva del territorio stesso nello stato presente e
territoriale è preferibile non irrigidirsi a mantenere nei suoi eventuali futuri sviluppi.
insieme tutti i comuni di un gruppo comprensoriale, Queste situazioni hanno comportato in sede di ricerca
ma escludere quelli che non sentono d'associarsi, urbanistica la messa a punto delle relazioni fra
anche se ragioni tecniche seguirebbero il loro fenomeni e forme di efficienza secondo un'espressione
inserimento nel gruppo». combinata delle loro caratteristiche.
Quest'ultima precisazione dà il senso profondo delle Si è prevenuto a tipi di accertamento che hanno dato

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Gli areoporti
Le piste di volo Gli altiporti
Al fine di modernizzare il sistema di Il Piano prevede, ma demanda ai
collegamento a fini turistici, il piano Piani Comprensoriali, la costruzione di
prevede la costruzione di cinque piste un sistema di altiporti, implementati
di volo: a sud di Trento, tra Arco e nelle zone montane più alte, a servizio
Riva, nella val di Sole, nell’Alta val di del turismo e per una più moderna
Non e a Predazzo. organizzazione del tempo libero

una più concreta qualificazione degli aspetti umani del esaurirsi all'interno del comprensorio, ma, entro i
problema territoriale e della unità organica assunta dai termini di una dialettica interna al sistema dei dieci
gruppi insediati». comprensori, dovranno orientarsi verso una sintesi
L'ultima considerazione contribuisce da un lato a unificatrice, che troverà i suoi maggiori stimoli nel
definire con chiarezza il contenuto del comprensorio centro urbano più importante e per tradizione più
come fenomeno essenzialmente positivo, dall'altro qualificato a provocare gli incitamenti necessari a
individua al suo interno una dimensione urbanistica questa sintesi».
più ridotta, caratterizzata da una relativa omogeneità Il Piano assume dunque la funzione di promuovere a
di comportamento, che consente un'autonoma livello provinciale la formazione di una serie di opere
organizzazione delle attività di servizio come elemento che garantiscano e stimolino l'attività del
coagulante del fatto urbanistico. Il Piano chiama “unità comprensorio, precisando le principali relazioni che
insediative” questa dimensione territoriale all'interno servono dei dieci comprensori nell'organizzazione
del comprensorio e ritiene che essa contribuisca a dare unitaria della Provincia. Esse sono costituite sia da
una maggiore vitalità al comprensorio stesso e possa una
rendere più valida l'organizzazione unitaria di tutto il «rete di grandi comunicazioni fungenti da
territorio. infrastrutture fondamentali, sia delle forme di
«Le unità insediative rappresentano perciò, a nostro integrazione delle produzioni agricole, industriali,
avviso, i pilastri di quella nuova organizzazione a cui il turistiche, impostate secondo criteri si
piano comprensoriale dovrà dare vita con i suoi specializzazione del tutto nuovi, a cui fa capo la
programmi e le sue progettazioni». finalità di una reciproca intesa sulle possibilità di
Nel capitolo seguente si dà una ulteriore precisazione sviluppare azioni unificatrici intercomprensoriali, e
delle finalità di questa dimensione. In effetti il Piano sia infine della funzione di città guida, e quindi
articola i suoi interventi prevedendo il raggruppamento integratrice, che potrebbe assumere Trento, qualora
dei piccoli centri urbani di ogni comprensorio appunto rafforzasse il ruolo di punto di convergenza di quelle
nelle unità insediative che attività che dovranno riqualificare la struttura sociale
«rappresentano entità specializzate per stimolare le di ciascun comprensorio.
relazioni tra luogo e luogo e intensificare gli scambi tra Sono dunque preminenti fra i compiti del Piano
comprensorio e comprensorio, rendono più armonico il Urbanistico Provinciale, anzitutto la formazione
rapporto delle varie parti del comprensorio stesso e dell'infrastruttura viabile fondamentale; in secondo
l'integrazione unificatrice dei programmi». luogo l'individuazione dei nessi infrastrutturali tra i
In questa prima edizione del piano l'unità insediativa comprensori, come esame di convergenze e
non è, concettualmente, meglio specificata. Essa compenetrazioni delle loro attività; in terzo luogo la
tuttavia serve come quadro di riferimento per le formazione dei criteri organizzativi del tessuto
previsioni particolari in ogni comprensorio, contenute urbano di Trento in funzione di attività da
nella terza parte della relazione. programmare per il ruolo di città guida di tutto il
processo di sviluppo».
Il piano provinciale e i piani comprensoriali Le indicazioni relative a questi compiti sono
Il Piano vuole lasciare largo spazio all'attività vincolanti per i piani comprensoriali. Il Piano
pianificatrice del comprensorio. provinciale garantisce l'organizzazione unitaria della
Tuttavia si preoccupa di precisare provincia e la realizzazione dell'obiettivo
«in modo più specifico quali siano ed in che senso fondamentale, definito dalla convergenza di interessi
agiscano alcune strutture fondamentali destinate alle politici e culturali.
attività di integrazione e di unificazione degli sviluppi Una breve lettura riassuntiva si queste indicazioni
produttivi dei diversi comprensori. Essa indicherà, urbanistiche fondamentali può dare un'idea del loro
altresì, in che cosa consiste l'intervento urbanistico di rapporto con il comprensorio.
Trento, per farne la città guida integratrice del
complesso di attività che si vanno svolgendo nei Le indicazioni fondamentali del Piano provinciale
comprensori trentini. Per quanto riguarda il sistema delle comunicazioni:
La dimensione e la qualificazione di queste attività è «Il piano forma la rete della grande viabilità sia
infatti imposta, per ogni comprensorio, sul criterio di operando integrazioni e ulteriori specializzazioni
proporzionalità all'importanza di esse e definita nella rete viaria esistente e in quella già in progetto
secondo concetti di autonomia, per finalità prima del piano, sia indicando nuove strade
culturalmente unitarie, che, come è ovvio, non potranno fondamentali e sia correggendo tracciati esistenti per

60
Dossier:
Il piano

Le aree industriali
Trento, Lavis, Mezzolombardo Tione
Su cui gravitano le valli di Sole, di Non, di Su cui gravita il Comprensorio delle
Fiemme, di Fassa, di Cembra e in parte Giudicarie in tutta la sua ampiezza per un
della Valsugana per un totale di 228 000 totale di 35 000 abitanti
abitanti

Rovereto, Arco, Riva Borgo Valsugana


Su cui gravitano le valli del Sarca e la Su cui gravita una parte dell’Alta Valsugana
Vallagarina per un totale di 102 000 e l’intera Valsugana per un totale di 47 000
abitanti abitanti

dar loro l'efficienza infrastrutturale proporzionata alle Come ogni altro polo di sviluppo, le localizzazioni
necessità di futuro sviluppo. industriali e i poli periferici sono stati situati e
Questa infrastruttura è formata essenzialmente da un sistemati in modo che la formazione di influenza e di
sistema stradale di base, di cui fanno parte: interessi ad ampio raggio che ne derivano nel
- L'autostrada del Brennero; territorio circostante, siano tali da integrare e
- Una nuova arteria di scorrimento veloce, che unificare l'organizzazione di vaste aree
innestandosi all'altezza di Trento, segua all'incirca il caratterizzanti l'unità comprensoriale».
percorso della strada della Valsugana e, superato È opportuno ricordare che, nella logica del tempo, i
Castelfranco, si dirige in linea retta su Venezia, indi di criteri di localizzazione e la effettiva ubicazione sul
immettere nella Romea per servire la fascia territoriale territorio delle aree industriali costituivano
dell'Adriatico; l'elemento più sicuro per attuare l'equilibrio
- La superstrada con percorso Est-Ovest che, partendo territoriale, obiettivo primo del piano.
da Rovereto, raggiunge Riva del Garda e quindi si porta Per quanto riguarda gli altri settori di attività
verso la Lombardia, percorrendo il progettato economiche, la relazione del progetto di piano dà
raddoppio alla Gardesana Occidentale. solo alcune indicazioni di metodo, rinviando una
A questo fondamentale sistema che si polarizza su loro migliore precisazione ai piani comprensoriali.
Trento allacciando il Trentino al resto del Paese, si Ci preme solo rilevare che, nel capitolo riservato al
collegano le altre comunicazioni principali, che sono turismo, fa la prima comparsa il concetto di “parco
quasi sempre di strade esistenti, opportunamente attrezzato”: «dove una buona parte del turismo di
migliorate nelle loro caratteristiche». massa e di quello familiare, di quello selezionato o di
In tal modo la provincia di Trento si collega cura potrà trovare una zona di confluenza di spazi
efficacemente con i grandi sistemi autostradali dei molto vasti e ricchi per varietà di servizi e di
Nord-Europa e dell'Italia settentrionale. incontri.
Il secondo settore sul quale il Piano interviene con I parchi costituiscono in tal modo un settore di
indicazioni vincolanti è costituito dalle localizzazioni intensa e qualificata valorizzazione turistica
industriali. Queste sono ubicate in stretta connessione preservando il paesaggio da contaminazioni banali e
con la rete della grande viabilità e costituiscono non caratterizzanti.
«un sistema determinante sia per l'organizzazione Essi comprendono territori di campagna
interna dei comprensori sia per la reciproca generalmente a prato o zone di bosco che, pur
integrazione. Tale ubicazione costituisce uno degli continuando a mantenere la loro utilizzazione
elementi fondamentali nella realizzazione delle finalità specifica, avranno particolari norme per la
che il Piano Urbanistico Provinciale propone ai attuazione di alcuni interventi che ai fini della
comprensori. valorizzazione turistica si renderanno in essi
I criteri preminenti seguiti nella loro ubicazione sono: necessari».
- La quantità di forze lavoro disponibili in un raggio L'opportunità di individuare un sistema di parchi
d'azione che renda tollerabili i movimenti pendolari; attrezzati nel territorio della provincia era nata
- La vicinanza di grandi arterie di comunicazione sia osservando le particolari caratteristiche ambientali
stradale che ferroviaria; dei fondovalle e degli altipiani, in cui tra una natura
- La possibilità di rifornimento idrico; ancora incontaminata si intercala il territorio
- La posizione non nociva agli insediamenti e alla coltivato della campagna. La loro organizzazione a
agricoltura; parco attrezzato consentiva inoltre di proporre un
- La posizione non in contrasto con le esigenze tessuto connettivo tra i piccoli insediamenti delle
panoramiche dell'ambiente; vallate.
Lo schema generale della loro localizzazione si può In questa prima edizione del piano le loro
grosso modo assimilare a due grandi assi che caratteristiche non sono ancora ben individuate.
costituiscono un insieme cruciforme, l'uno con Anche le norme di attuazione relative non precisano
andamento nord-sud si adagia sulla Val d'Adige, finalità e contenuti ma rinviano ai piani
Vallagarina e sul Basso Sarca, l'altro con andamento est- comprensoriali la definizione dei perimetri e degli
ovest si estende lungo la Valsugana. altri tipi di vincolo.
Attorno a questo sistema di grossi insediamenti I parchi attrezzati costituiranno così uno degli
industriali che costituiranno un'ossatura strutturale argomenti sui quali si concentrerà la discussione e il
funzionalmente efficace, si articolano altre dibattito tra il '64 e il '67.
localizzazioni nei comprensori più periferici. Il piano riteneva che un'altra attività che poteva

61
Il centro storico di Trento all’inizio degli
Anni Sessanta: da notare la Piazza Duomo
“trasformata” in parcheggio per
autovetture. Tratto da Il piano urbanistico
del Trentino, op.cit.

caratterizzare in modo unitario lo sviluppo dei dicei


comprensoriali fosse quella turistica e quindi dava per
questa alcuni criteri di organizzazione riferiti
essenzialmente a tre tipi, ad ognuno dei quali
corrispondeva una determinata categoria di turisti:
«la prima si rivolge alla villeggiatura estiva di carattere
familiare che accoglie ancora una forma tipica del turismo
stagionale tradizionale; la seconda pratica il turismo di
carattere sportivo che riguarda sia la neve l'escursionismo e
l'alpinismo, sia gli sport lacuali, e che porta forti aliquote
di turismo internazionale; la terza è quella dei turisti
domenicali che svolgono il classico impiego del tempo
libero in montagna o sui laghi nelle più svariate forme di
attività e cercano l'attuazione estiva e invernale di carattere
multiforme.
Un'altra aliquota delle correnti turistiche è rappresentata
da quanti ricercano nel Trentino, i benefici delle cure nelle
numerose stazioni termali, alcune assai sviluppate altre
bisognose di ulteriori interventi».
«Un altro settore fra i più importanti dell'effettività
turistica è il turismo della neve, che si sviluppa in forma di
sport sia invernale che estivo. Qui l'esigenza nuova e
fondamentale riguarda soprattutto la possibilità di legare
tra loro diversi impianti destinati e attrezzati per lo sport
della neve, facendo in modo che i turisti possano percorrere
una considerevole varietà di territori naturali che
presentino a questo sport una configurazione
continuamente mutevole, perché esso possa svolgersi senza
la monotonia della ripetizione delle stesse vie in una sola
zona.
Per ottenere questo fine, il piano provinciale ha diviso in
due grandi zone tutto il territorio della montagna trentina
in cui si pratica il turismo della neve: la zona orientale e
quella occidentale, organizzando in ciascuna di esse il
coordinamento più ampio possibile del turismo a carattere
intercomprensoriale. In senso generale è altresì importante
assegnare una destinazione d'uso molto precisa a tutta
l'edilizia tradizionale, che abbia una configurazione
abbastanza caratterizzata da creare ambienti per il turismo
selezionato».
Si è già rilevato che il piano affidava un compito integratore
fondamentale al complesso delle attività terziarie che
costituiva uno dei punti fondamentali su cui doveva basarsi
il nuovo equilibrio territoriale proposto.
«Il complesso delle attività terziarie costituisce uno dei
punti fondamentali su cui basa il nuovo equilibrio
territoriale proposto dal Piano; esso trova la sua efficace
qualificazione nella localizzazione e formazione dei centri
di servizio, scelti col criterio della complementarietà e
dimensionati alle funzioni da assolvere, sia in rapporto agli
insediamenti che sono immediatamente contermini, sia in
relazione alle esigenze di tutto il comprensorio.
La funzione di città guida che Trento potrà assumere si

62
Dossier:
Il piano

65
materializza con evidenza nell'ubicazione dei suoi necessità di potenziare le attività nell'ambito della
centri direzionali protesi verso Nord, vale a dire versa fondamentali localizzazioni economiche.
la parte più interessante del comprensorio. Queste zone sono da considerare punto di riferimento
Similmente la nuova configurazione di Rovereto è in un modo nuovo di organizzare lo spazio con le
caratterizzata dal centro direzionale posto strutture, e a loro volta, elementi di una pianificazione
trasversalmente alla valle, verso la corona di che si origina in un quadro più vasto del comprensorio
insediamenti sparsi sulla sponda destra dell'Adige e stesso. Si tratta perciò, come si è ampiamente detto, di
verso le grandi comunicazioni che lambiscono tale problemi assai complessi che si verranno assestando e
parte del territorio. risolvendo man mano che i consorzi di gestione
Negli altri comprensori i centri direzionali comprensoriale conquisteranno una maggiore maturità
contribuiscono sempre e molte volte in modo e la terziarizzazione avrà gradatamente urbanizzato
preminente, a creare interrelazioni nei diversi tutto il territorio con un grado di efficienza di cui il
insediamenti del comprensorio stesso». Piano può essere soltanto il supporto.
Si è già sottolineata la preoccupazione, costante nel Per sviluppare tutte le attività inerenti a questa
piano, di chiarire i proprio contenuti specifici e il organizzazione in un quadro rinnovato delle situazioni
rapporto con i piani comprensoriali anche e territoriali. La legge Urbanistica Provinciale n. 2 del 2
soprattutto al di là del semplice contenuto normativo. marzo 1964, ha previsto la costituzione di consorzi per
A questo riguardo risulta particolarmente la formazione, l'adozione e l'esecuzione dei relativi
interessante la lettura di alcune parti del capitolo piani comprensoriali».
conclusivo della relazione generale, nel quale si L'illustrazione del programma operativo del piano
precisano una serie di rapporti ideali. riguarda invece il carattere e la formazione dei
«Giunti a questo punto, da urbanisti dobbiamo dire comprensori in rapporto alle finalità del piano e
che il piano provinciale, in una situazione così costituisce la seconda parte della relazione.
straordinaria venutasi a creare, non può essere che la Per fornire una chiave di lettura in concordanza con gli
trama di un graduale trapasso e di uno stimolo ad una obiettivi di questo, occorre permettere alcune idee sulla
forma di organizzazione della campagna, individuata condizione dell'uomo nell'assetto territoriale, che il
da entità assai più vaste dei singoli comuni che ne piano assume come istanza di base finalizzata
fanno parte e che si avvieranno a raggiungere un nell'impiego di migliorare il benessere sociale.
livello di efficienza con una cultura, ai diversi strati «L'uomo inteso nei valori più concreti, come
professionali, sempre più diffusa. espressione dell'insieme sociale di cui fa parte e in cui la
Questa sarà la garanzia che il processo generale di sua attività è condizionata, costituisce l'aspetto di
sviluppo si svolgerà con forma equilibrata a tutti i fondo che riassume e caratterizza le istanze
livelli, che le emigrazioni di carattere professionale, indispensabili in un coacervo di situazioni e di attività
oggi emorragiche, saranno limitate alle forme di una ben definite che interessano particolarmente
logica contingenza nell'ambito di una necessaria l'Urbanistica.
compensazione. Essa ne coglie i valori della struttura tradizionale e di
Tutto questo porterà ad una sempre più chiara quella creata con lo sviluppo, come espressione nuova,
determinazione quantitativa delle attività terziarie, dell'ambiente dell'uomo, predispone, di base a queste
cosicché il nuovo equilibrio conquisterà una sempre esigenze, i servizi sociali necessari, determinando i
maggiore rispondenza con le dimensioni ed i caratteri parametri dello spazio che l'accoglie in organismi
del comprensorio. funzionali.
Per arrivare a questa maturità occorrono ovviamente I parametri più generali per illuminare questa
anni di lavoro costruttivo sia del consorzio dei comuni condizione dell'uomo possono essere in qualche modo
insediati in ogni comprensorio, che della Provincia, forniti, sia pure imperfettamente, dal rapporto
della Regione e dello Stato, nei cui relativi quadri quantitativo che passa fra le tre grandi classi di attività
l'attività comprensoriale dovrà muoversi. economiche»
Il piano provinciale sarà perciò un buon piano se avrà
saputo lasciare ampio spazio per gli ulteriori L’ultima parte del Pup è dedicata alle indicazioni,
approfondimenti dei problemi, in sede di attuazione puntuali e specifiche per ogni comprensorio.
di questi piani. Dopo l’adozione del maggio 1964 il Piano avrà un lungo
Tutte le relazioni fra campagna e centri urbani iter approvativo e di revisione che si concluderà con
saranno da precisare e qualificare secondo concetti l’adozione definitiva il 10 agosto 1967.
distributivi non più legati ai centri stessi, ma alla

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L’eredità del
primo Pup del Trentino

65
Intervista a Mauro Gilmozzi
Nel Pup del 2008 abbiamo
raccolto la lezione di Kessler,
adattandola ai tempi
a cura di Giovanna Ulrici

Domanda: Grazie Assessore per questa intervista,


Foto: Romano Magrone - Archivio Ufficio stampa della Provincia autonoma di Trento

che ospiteremo nel prossimo numero di Sentieri


Urbani, curato in collaborazione con l'architetto
Sergio Giovanazzi, che per l'occasione ha messo a
disposizione il suo archivio. Il numero
monografico viene dedicato al primo Piano
Urbanistico Provinciale, di Bruno Kessler e di
Giuseppe Samonà. Quanto di quella esperienza di
pianificazione degli anni '60 è ancora vivo nella
recente revisione del Pup?
Gilmozzi: Del primo Piano Urbanistico abbiamo
valorizzato diverse cose. La prima è l'idea di
territorio alpino, ovvero l'idea di un territorio che è
costruito su relazioni integrate tra la città e le valli,
su un modello di decentramento, di rete. Una
condizione del tutto attuale che di fatto si
contrappone ad un modello metropolitano,
centralista, dove il territorio è al servizio della città, è
periferia, dormitorio.
La seconda è una visione strategica del futuro,
partendo dall'analisi delle condizioni di contesto.
Una relazione tenuta dal prof. Samonà presso
l'Ordine degli architetti e degli ingegneri all'inizio
degli anni Sessanta evidenziava molto bene il
contesto di riferimento su cui sarebbe poi stato
costruito il Pup 67. Ovviamente il Pup 2008 si fonda
su analisi e considerazioni diverse, ma l'approccio
non è cambiato.
La terza è l'architettura istituzionale e di servizio,
fondamentale per garantire lavoro e qualità della
vita su tutto il territorio. Condizione irrinunciabile
per mantenere la presenza dell'uomo in montagna.
Mauro Gilmozzi è Assessore all’Urbanistica, Enti Locali Allora si pensò all'istituzione dei Comprensori come
e Personale della Provincia autonoma di Trento
livello intermedio tra la Provincia e i Comuni, per
rafforzare l'autonomia delle Valli e nel contempo
decentrare servizi. Oggi con le Comunità di Valle
stiamo cercando di dare più forza a quel disegno,
ovviamente aggiornandolo e cercando di superare
alcuni ostacoli che hanno effettivamente soffocato
negli anni le potenzialità che esso rappresentava,
soprattutto in chiave politica.
Mi piace sottolineare che questo tema era stato
affrontato anche in precedenza. Un bell'articolo di
Vittorio Riccabona, Consigliere Comunale di Trento
sul finire dell'800 (un tempo in cui il Trentino
rivendicava ma non aveva quella forte autonomia
istituzionale e di rappresentanza che ha oggi e la

66
Dal primo Pup
abbiamo imparato
l’idea di un territorio
costruito su relazioni
integrate tra città
e campagna...

città sopperiva a quest'ultima funzione), proponeva dalle dogane. Oggi siamo globali ed in balìa degli
una legge istitutiva di livelli istituzionali intermedi oligopoli privati. In ogni caso, ciò che io più apprezzo
elettivi come punto d'equilibrio tra' il livello nella visione di sviluppo del piano Kessler non è solo
regionale ed i 374 comuni dell'epoca. Per sottolineare la programmazione della fase di industrializzazione
come il dibattito attuale sulle Comunità di Valle che del Trentino, quanto l'idea di legare questo sviluppo
vengono presentate come un invenzione dell'ultima alla conoscenza. Investire sull'Università e sulla
ora, trovi invece il suo riferimento nella storia del ricerca è stata una idea importante: il Trentino si
nostro territorio, costruita su modelli di sussidiarietà sviluppa non solo se produce ma se abbina alla
istituzionale, di cooperazione imprenditoriale, di reti produzione fattori di formazione e di cultura.
culturali e sociali, su proprietà collettive, secondo
modelli del tutto attuali. D. Cosa rappresentano 30 anni per una Politica di
Altri elementi o analogie con il piano di Kessler, sono sviluppo definita in un Piano provinciale?
riconducibili agli assetti normativi, essenziali allora, G. Tutto dipende dalla qualità e intensità dei
dispersivi e troppo complessi oggi o alla formazione, cambiamenti socio economici e scientifici che
quale condizione indispensabile per evolvere in ogni intervengono in questo lasso di tempo. Sta a noi
campo. intuirne gli sviluppi ed investire sulla capacità di
adattamento ed anticipazione dei fenomeni. Il mondo
D. Torneremo dopo su questo argomento. globale muta molto più velocemente di quello del
Volevamo chiederle in particolare quali altre forti secolo scorso. Le sicurezze del dopoguerra (posto
eredità ha raccolto la pianificazione provinciale di fisso, casa, studio, pensione) stanno sfumando
oggi dalle esperienze degli altri Piani provinciali. lasciando il campo ad incertezze, a dinamiche nuove,
G. Del Pup di Kessler, come detto, il Trentino ha a cambiamenti più repentini a cui dobbiamo dare
ereditato un uso compiuto delle potenzialità' risposte in un quadro che guardi avanti, che segni la
dell'Autonomia, lo sviluppo industriale, il strada appunto, ma con strumenti capaci di verificare
decentramento istituzionale, l'università e l'Istituto i risultati attesi ed eventualmente correggere la rotta.
Trentino di Cultura, la rete stradale e autostradale.
Dal Pup di Walter Micheli (la revisione del 1987), D. Quale è stata quindi l'evoluzione del paradigma
l'idea di porre un limite allo sviluppo quando esso di sviluppo produttivo che nel Pup di Kessler e
sfrutta eccessivamente le risorse territoriali, ma Samonà era stato declinato in chiave industriale?
anche la valorizzazione dei Parchi Naturali, già' G. Con le analisi condotte sulle condizioni di contesto
presenti nel primo PUP, ma attivati in questa fase; e su possibili scenari futuri, durante i lavoro di stesura
l'idea di dar vita ad attività lavorative che fossero nel del nuovo Pup, aiutati anche dagli approfondimenti
contempo a sostegno della qualità' ambientale e del Piano di Sviluppo, abbiamo elaborato anche noi
straordinari ammortizzatori sociali (progettone). una strategia di medio-lungo termine. Partendo
proprio dal concetto di paesaggio come espressione
D. Il primo Pup in effetti contava su di una leva dell'identità territoriale. Paesaggio come frutto e
economica forte, la crescita industriale sulla soglia sedimentazione di scelte su cui certamente anche il
del Trentino. Leva di che, procedendo con questa Primo Pup ha inciso molto. In altri termini, pensando
simmetria di raffronto con il presente, ora manca. che il paesaggio, sia il nostro spazio di vita, più' che
G. Non ho dubbi nel dire che il benessere di cui un panorama da cartolina, abbiamo immaginato che
disponiamo è anche figlio di quella politica di un territorio così piccolo e fragile, ma anche così
sviluppo, ed anche oggi il tema dello sviluppo deve straordinariamente bello e all'avanguardia, potesse
far parte di una qualunque strategia territoriale. La reggere l'urto della globalizzazione solo orientando le
domanda è semmai quale sviluppo, visto che ora le proprie politiche di sviluppo verso l'eccellenza
condizioni sono completamente cambiate. Il secolo diffusa, come antitesi all'omologazione imperante sui
scorso è stato caratterizzato da un forte spirito mercati e per noi meno interessante. Quindi il Pup
nazionalista, da due guerre, dei monopoli pubblici, contribuisce ad un idea di sviluppo che punti a

67
realizzare le condizioni di contesto per attrarre o professor Roberto Gambino, o del professor Paolo
mantenere in trentino, imprese e persone che di tali Castelnovi che con il primo ha collaborato per gli
fattori di eccellenza si servano per creare lavoro ed aspetti del paesaggio o del professor Bruno Zanon
opportunità di crescita o di non marginalizzazione del della nostra Università che ha approfondito i punti
nostro territorio. I poli tecnologici, il progetto di di forza e di debolezza delle diverse parti del mostro
collegamento metropolitani veloci che chiamiamo Territorio. Ci siamo poi avvalsi di consulenze di
Metroland, la localizzazione di centri universitari e di natura economica. Il Professor Matteo Caroli della
ricerca, le tutele ambientali di aree naturali (le Dolomiti, Luiss di Roma ci ha seguiti per tutto il percorso,
i laghi), di aree agricole di pregio per fermare interfacciandosi con il Comitato per la
l'espansione urbana e difendere un modello agricolo programmazione economica, presieduto dal
sempre più orientato alla qualità o lo stop alle seconde professor Roberto Camagni. Altri professionisti
case, sono alcuni esempi di come un Piano urbanistico hanno approfondito alcuni aspetti normativi e forte
possa contribuire a dare garanzie per la realizzazione di è comunque stata la correlazione con altre riforme
un idea di futuro. Ovviamente, non va trascurata la che in quel frangente stavano venendo avanti. Una
responsabilità delle Comunità di Valle anche come su tutte la riforma istituzionale. Ciò ha favorito e
forma di partecipazione e confronto locale nei processi fornito stimoli al processo di elaborazione politica.
di pianificazione territoriale dentro il quadro generale C'è nel nuovo Pup un forte messaggio culturale sul
del Pup, o il ruolo che abbiamo attribuito alla paesaggio come espressione dell'identità. C'è una
formazione istituendo addirittura una scuola per il forte consapevolezza che solo il senso di
governo del territorio e del paesaggio, Step appunto, ma appartenenza può salvare il paesaggio e non come
dominante resta l'idea che il paesaggio che verrà, sia il forma di difesa ma come capacità di comprendere
punto d'incontro tra sviluppo e tutela e non la loro che la qualità del territorio è elemento forte del suo
contrapposizione. sviluppo, della sua competitività.

D. E per quanto riguarda i cambiamenti intercorsi D. Il processo del Piano: nel caso del primo Pup
nello scenario politico? l'ascolto, la raccolta di idee e il coinvolgimento di
G. Direi che hanno influenzato non poco l'attuazione soggetti rappresentativi delle varie realtà locali è
della “vision” iniziale, a volte semplicemente per non stato grande, come viene testimoniato nei
averla saputa verificare ed aggiornare. Anche per questo materiali che pubblichiamo su questo numero di
nel nuovo Pup abbiamo inserito strumenti di SU.
autovalutazione e di flessibilità. G. La partecipazione è stata anche per noi uno dei
punti di forza del nuovo Pup. Da un lato, facilitata
D. Quali differenze nei ruoli del politico e del da nuovi strumenti di comunicazione e
pianificatore dal Pup di Kessler e Samonà? In divulgazione, dall'altro molto impegnativa per la
particolare ciò che colpisce del primo PUP è la complessità della materia. Molti pensano ancora che
capacità di dare una forma anche tecnico-scientifica, l'urbanistica si occupi semplicemente
urbanistica, ad un processo e ad una elaborazione dell'edificabilità dei suoli e della conseguente
politica. Quale il peso delle figure degli urbanisti attività edilizia. Ciò nonostante abbiamo superato
nell'ultimo Pup? tre adozioni con relativa partecipazione formale al
G. Va preliminarmente osservato che nella stesura procedimento; numerosi sono stati gli incontri con
dell'ultimo Pup, tutte le consulenze sono state rappresentanze di categorie e sindacati; altrettanti
acquisite avendo come riferimento una struttura gli incontri specifici con i Comuni, le Commissioni
organizzativa interna che negli anni ha maturato una consiliari ed altre istituzioni; sul territorio abbiamo
forte competenza ed esperienza in campo urbanistico, incontrato distintamente centinaia di
anche a livello interdipartimentale. Amministratori pubblici e migliaia di cittadini, delle
Peraltro anche nel nostro caso ci siamo affidati ad cui osservazioni e contributi abbiamo stampato
esperti di chiara fama, come un urbanista del calibro del anche una sintesi con relative risposte. Non a caso

68
...la visione strategica
nel futuro e l’architettura
istituzionale e di servizio
fondamentale per
garantire lavoro

l'opposizione al Pup in aula non ha sortito artigiani ad esempio, hanno organizzato corsi di
nell'opinione pubblica l'effetto sperato e la discussione formazione ed incontri specifici su tutto il territorio
in Consiglio Provinciale per l'approvazione del PUP è per presentarsi preparati ai tavoli di lavoro. La stessa
stata breve, forse troppo breve per un atto così Provincia ha sostenuto tramite Trentino Sviluppo
importante. delle azioni di animazione territoriale per facilitare
una visione di sintesi da parte delle categorie locali,
D. Questo enorme lavoro che recupera un modello in grado di esprimere i bisogni, le vocazioni, le
di ascolto già sperimentato con altre forme nel aspettative del territorio. Anche le Associazioni
primo Pup, ha portato l'approvazione del Piano. ambientaliste mi sembrano pronte. Per questo è
Questo è stato consegnato alle Comunità di Valle, urgente che si aprano i tavoli di confronto e che a
per proseguire nel lavoro anche di ascolto e questi partecipino anche i Comuni. Certo ci si dovrà'
partecipazione. L'impressione è che i medesimi abituare a gestire i conflitti. Ma se diamo valore alla
soggetti che hanno partecipato attivamente nella pianificazione, l'azione politica di mediazione, di
fase di redazione del Pup non siano ancora pronti a scelta e di responsabilità è quanto mai necessaria.
riconoscere il ruolo della Comunità quale recettore
di proposte, visioni, osservazioni. Le chiediamo una D. Rispetto all'Istituzione di Kessler, quale è
riflessione. quindi oggi la missione per la Provincia?
G. Innanzitutto dobbiamo dire che nella legislatura G. È quella di cedere competenze e responsabilità' al
precedente si è dato vita ad una serie di riforme molto territorio, assumendo una funzione di
importanti che si sono concluse solo alla fine della coordinamento e controllo, tanto da stimolare
legislatura stessa, che potremo per questo definire l'azione concreta di una programmazione di
costituente. Solo in questa legislatura è stato possibile Comunità e nel contempo garantire coerenza con
concentrarsi sull'attuazione delle riforme, tenendo una pianificazione provinciale, sempre più' attenta
conto che il cambio amministrativo nei comuni e nelle ad integrarsi e confrontarsi con esperienze che
Comunità con le elezioni del 2010, ha fortemente maturano fuori dal proprio territorio, in una
ritardato il processo. In secondo luogo, penso che si dimensione europea, globale.
debba dare tempo al tempo. La riforma è un processo
che va accompagnato. E non abbiamo certo lasciato D. Se è comune ai due Piani il tema delle relazioni,
scorrere il tempo invano. Con la Scuola "Step" abbiamo ci sono differenze per la concretizzazione del
avviato percorsi di formazione. Ciò ha permesso di modello di comunicazione per il Trentino.
mettere a disposizione delle Comunità tecnici per G. Se per comunicazione si intendono le connessioni
facilitare l'avvio dell'esercizio delle nuove competenze. interne ed esterne al Trentino, ovviamente le
Tutte le Comunità stanno elaborando i nuovi Piani differenze sono gigantesche. Penso alla fibra ottica,
Territoriali, secondo logiche partecipate previste dalla ma anche ai sistemi di mobilità su rotaia che sono le
Legge. Abbiamo attivato le nuove Commissioni di sfide più urgenti da cogliere a livello paese. Se, come
Comunità con competenze paesaggistiche ma anche di abbiamo detto, il Trentino vuole essere un punto di
valutazione dei PRG. Siamo partiti a fine 2010 e mi riferimento nella rete delle relazioni globali, per
pare che il lavoro fatto sia molto. Certo c'è ancora l'eccellente livello di attrattività che esso esercita
molta strada da fare, cose da correggere ed esperienze all'esterno, ecco, questo Trentino dovrà essere un
da maturare, ma io sono fiducioso soprattutto perché, nodo di quella rete. Che si tratti
sento che un po' alla volta c'è maggiore dell'infrastrutturazione con la banda larga o i
consapevolezza dell'importante ruolo delle Comunità collegamenti ferroviari veloci, non c'è dubbio che se
nella pianificazione urbanistica. il Trentino non si doterà, come sta facendo peraltro,
di queste opportunità di connessione sarà destinato
D. Ma il Territorio è pronto a partecipare a questa alla marginalità. Questi sono i temi del futuro.
elaborazione? Queste sono le domande giuste quando pensiamo a
G. Io penso proprio di sì. Alcune categorie, come gli "come saremo tra 20 anni" .

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Il recupero di Castel Vasio:
un sogno da conservare
Il recupero del complesso storico, coronamento del sogno
agreste di una famiglia lombarda, è stato condotto nel segno
del restauro conservativo con il determinante contributo
dei prodotti naturali Tassullo

Identità del complesso ed autenticità della sua struttura


materica costituiscono i principi concettuali e operativi
dell'intervento. Il progetto di restauro è stato predisposto
dall'architetto Nullo Pirazzoli, docente presso l'Università Iuav
di Venezia. «Obiettivo precipuo dell'intervento – spiega il
professore – è stata la conservazione dell'edificio come
permanenza materica, lavorando per aggiunte coerenti e mai
per sottrazione, attraverso un notevole lavoro di traduzione
delle tecnologie costruttive locali, in termini di compatibilità
con i prodotti da costruzione contemporanei – senza scadere
nell'interpretazione vernacolare – per il consolidamento e il
restauro dell'esistente come per la realizzazione dei nuovi
interventi, minimi ma necessari, richiesti dalle modalità d'uso
odierne».
Valutazioni estetiche e gerarchie storiche aprioristiche sono
state estromesse dal progetto, mirato piuttosto a limitare le
richieste di sacrificio ai soli elementi non rispondenti a requisiti
minimi di solidità e sicurezza, o di impedimento a ragionevoli
adeguamenti.
L'architetto Giovanni Berti di Artistudio è stato coprogettista e
direttore dei lavori. «Per mantenere coerente la struttura dal
punto di vista materico – racconta il professionista – sono stati
ricercati materiali costruttivi quanto più possibile naturali,
ispirandoci ai concetti della bioedilizia per i restanti interventi.
È il caso, ad esempio, del recupero e riuso di molti degli
I lavori di restauro di Castello di Vasio elementi architettonici già presenti nel sito; dei rinforzi
Si tratta di un insediamento di origine medievale situato nel strutturali eseguiti in gran parte in legno; dei prodotti per
comune di Fondo (provincia di Trento), in cima a un ripido l'isolamento, totalmente di origine naturale; degli impianti
dosso che presidia l'alta Val di Non. È costituito da una torre di termici, con sistemi radianti a soffitto e a pavimento o a piastre,
vedetta in pietra dalla pianta pressoché quadrata (con lati di dal comfort elevato e a basso consumo energetico. La scelta dei
circa 13 metri, alta una decina di metri alla gronda) e da due materiali per il ripristino degli apparati murari si è subito
corpi edificati situati ad est e a sud, oltre ad altre tracce del indirizzata verso i prodotti Tassullo, che impiega materie prime
complesso fortificato, raccolti attorno a una corte aperta verso locali per la sua produzione, in particolare per le malte a base di
nord. calce idraulica naturale utilizzate nei consolidamenti, nella
Condotti direttamente dal proprietario in qualità di ricucitura delle murature e dei soffitti a volte, nei massetti di
capomastro, i lavori di recupero sono iniziati nel 2004 sulla base pavimentazione, nei manti esterni e nelle rifiniture. Tutti i
di un accurato progetto di conservazione, seguiti costantemente prodotti impiegati sono stati testati in laboratorio per
dagli Uffici della Soprintendenza ai Beni Architettonici di verificarne la compatibilità con i materiali originali, soprattutto
Trento. «Ho coinvolto alcuni degli artigiani operanti nell'area – per le malte di consolidamento e per quelle utilizzate nei
spiega il proprietario – che hanno risposto con passione a quella rivestimenti esterni, la cui colorazione è stata campionata
che sembrava un'impresa impossibile: ristrutturare un edificio direttamente da Tassullo sulla base dell'esistente».
diffusamente rimaneggiato nel corso dei secoli e abbandonato Il risultato finale di questa complessa fabbrica è un edificio più
da tempo, che presentava notevoli problematiche di carattere solido e coerente, con più lunghe aspettative di vita ma non per
statico-conservativo e che, soprattutto, era praticamente questo più elegante o ringiovanito nell'immagine. Nel suo
inaccessibile ai normali mezzi di cantiere. Oggi il castello è riproporsi come luogo dell'abitare, il Castello di Vasio
diventato un luogo abitato e ospitale, che mantiene intatte le restituisce ai visitatori la propria autenticità come manufatto
sue originarie caratteristiche architettoniche e di cultura architettonico e testimone della storia, prodotto di una cultura
materiale tramandateci dalla storia, nel quale funzionano un bed progettuale predisposta all'ascolto e di una perizia tecnica
and breakfast e un'accogliente sala per la ristorazione che hanno spinte fino al più ragionevole limite terapeutico, presupposto
già ottenuto ottimi riscontri da parte del pubblico». condiviso per la conservazione di un patrimonio edilizio.

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I materiali Tassullo
Ecco, nel dettaglio, i prodotti Tassullo impiegati durante
il restauro del Castello di Vasio.

FENIX/B per il consolidamento delle murature in pietra.


Si tratta di una miscela ad alta fluidità e a ritiro controllato, prodotta con l'uso
esclusivo di calce FENIX NHL 5, filler dolomitico selezionato e pronta all'uso,
utilizzabile per iniezioni di consolidamento in murature in pietra e mattoni
perché in grado di riprodurre, dal punto di vista fisico, chimico e
mineralogico, le malte di allettamento originarie; le sue caratteristiche di
fluidità, adesione ed elasticità restituiscono continuità strutturale alle
murature che presentano vuoti e fessure, senza generare porzioni locali
rigide né sviluppare gradienti termici in fase di maturazione.

FENIX NHL 5 per la formulazione di malte direttamente in cantiere e del


calcestruzzo di calce.
Questa calce idraulica naturale, purissima e certificata, con basso tenore di
calce libera e particolarmente elastica, ha permesso la preparazione in
La tecnica di restauro: cantiere del calcestruzzo di calce impiegato per le sottomurazioni e le
fra conservazione e adeguamento cordolature: la miscela formulata prevedeva l'uso di 400 kg di legante per
I lavori di conservazione hanno interessato l'intero complesso ogni metro cubo di inerte, quest'ultimo con dimensioni comprese fra 0 e 30
mm selezionato secondo un'apposita curva granulometrica.
edificato, dal consolidamento del terreno di fondazione alla
copertura in legno, ma gran parte delle opere sono state rivolte T30V per il pareggiamento delle superfici.
ai paramenti murari e ai rivestimenti. Dal punto di vista È una malta pronta a base di FENIX NHL 5, idonea per il confezionamento di
intonaci, riempimenti e rinzaffi, a media e alta resistenza, con un bassissimo
costruttivo, la principale difficoltà incontrata è consistita nel contenuto di sali idrosolubili e granulometria formata da inerti selezionati con
ritrovamento di una falda in cima al dosso, che provocava diametro massimo di 4 mm.
l'innalzamento del livello di umidità nelle strutture di
fondazione specie nei giorni di pioggia e seguenti, incompatibile T30rc per il scuci-cuci.
Ideale per il restauro e il risanamento grazie all'elevata compatibilità con le
con gli interventi di consolidamento mediante iniezione di malte murature storiche, è' una malta di calce idraulica naturale Fenix NHL 5 ed
liquide. È stato perciò necessario costruire un cunicolo di inerti selezionati, con granulometria massima di 4 mm. E' dotata di elevate
areazione, inizialmente non previsto e interamente realizzato a traspirabilità, resistenza ed elasticità ed è indicata per la realizzazione di
rinzaffi consolidanti, riempimenti e tamponature, per la realizzazione di giunti
mano, in grado di consentire la prosecuzione delle opere, di in murature faccia a vista e per l'allettamento di mattoni.
seguito elencate in sintesi:
- scuci-cuci con materiali lapidei della medesima natura e
dimensioni, in presenza di lesioni passanti nelle murature di fluida Fenix/B a base di calce idraulica, attraverso microfori o
fondazione e al piano terreno del castello e del limitrofo rustico, lesioni e fenditure esistenti;
legati esclusivamente con malta a base di calce idraulica naturale - scopertura di intonaci antichi da tinteggiature e scialbi di calce,
Fenix NHL5 senza ricorso a cordoli in conglomerato, cuciture con restauro dei rivestimenti a intonaco interni operando per
armate o barre di irrigidimento; ridurre rigonfiamenti e decoesioni, eliminare efflorescenze,
- iniezione di miscela Fenix/B a base di calce idraulica naturale risarcire lesioni e lacune, con limitate iniezioni di miscela
in presenza di disomogeneità, sconnessione e incoerenze idraulica a base di calce e sabbia medio-fine seguite da pulitura;
murarie di origine meccanica, mediante perforazioni localizzate - realizzazione di nuovo intonaco a tinta neutra a base di calce e
e caduta a bassa pressione del fluido all'interno delle murature, sabbia;
fino a permeare gli interstizi tra i conci; - protezione di superfici intonacate con idonei prodotti acrilici o
- integrazione di lacune nella muratura con risarcimento totale o acrilico-siliconici.
riduzione delle aree di rottura, con apparecchiatura regolare di
pietrame legato tramite calce idraulica naturale e strato di Oltre ai paramenti murari, sono stati consolidati e ripristinati gli
finitura a intonaco neutro a base di calce e sabbia; elementi portanti e gli assiti dei solai, i tiranti del sottotetto, i
- sutura delle lesioni profonde con riempimento degli interstizi rivestimenti, gli infissi interni ed esterni, tutti in legno.
per ripristinare la continuità del paramento murario, con malta Gli interventi di nuova costruzione hanno interessato, fra l'altro:
T30rc a base di calce idraulica naturale cromaticamente - formazione di uno strato di protezione sommitale anche in
distinguibile; funzione dell'appoggio dell'orditura del tetto, secondo criteri di
- previo accurato smontaggio per recuperare e reimpiegare il distinguibilità dei completamenti e delle aggiunte;
materiale lapideo nella successiva ricostituzione del manufatto, - sostituzione della copertura e di un solaio lignei con manufatti
ricostruzione delle apparecchiature murarie spiombate, nuovi, realizzati con tecnologie tradizionali;
lesionate o crollate con finitura superficiale a intonaco a base di - sutura e reintegrazione di un tratto di muratura crollato,
calce e sabbia in tinta neutra; lasciando testimonianza dell'intervento;
- ripristino delle porzioni di volte crollate con recupero o - posizionamento di lastre di vetro intelaiate nell'interasse tra i
ricostruzione dei conci legati con malta a base di calce idraulica correntini della copertura del castello, che consentono di cogliere
naturale T30V; la presenza del manufatto antico;
- ripresa di piccole lesioni, previa pulitura e stuccatura con - realizzazione di tramezzature con pareti di legno e di arredi
legante a base di calce fino ad incontrare le superficie non fissi;
interessata dal degrado; - liberazione di aperture tamponate;
- consolidamento degli strati di malta del materiale lapideo - posa delle pavimentazioni esterna (acciottolato di pezzature
microfessurato di murature a vista, seguito da protezione con irregolare e regolare in file parallele) e interna, laddove mancanti,
prodotti inorganici ed eventuale stuccatura con malta a base di con elementi in graniglia, porfido, calce sabbia e pietra macinata,
calce idraulica naturale con inerte di media granulometria; lastrame, mattoni a spina);
- consolidamento degli intonaci esterni con iniezioni di miscela - realizzazione di infissi interni ed esterni in legno o legno e vetro.

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60 anni di
CIPRA Internazionale
20 anni di CIPRA Italia
21 luglio 2012, Tesero (TN): Convegno su “Alpi ed Innovazione”

di Luigi Casanova*

Dall'interno di una delle vallate più conservatrici delle emettono grandi quantità di gas alteranti il clima: il
Alpi era difficile attendersi l'emergere di uno spaccato comune di Cavalese ad esempio nel 2013 arriverà
tanto vitale del vivere e della innovazione, tecnologica vicino al traguardo dell'autarchia energetica giunta
e culturale. Il convegno di Fiemme, nel celebrare i 60 al 90% sia nella produzione di energia termica che
anni di vita di CIPRA Internazionale ed i 20 di CIPRA elettrica (teleriscaldamento a biomasse,
Italia, ha voluto aggiornare i contenuti ed i movimenti cogenerazione da gas, pannelli fotovoltaici diffusi,
innovatori presenti nell'arco delle Dolomiti, lo energia idroelettrica, bioenergia da deiezioni
ricordiamo, recentemente, 26 giugno 2009, dichiarate animali). Obiettivi che saranno seguiti da numerosi
patrimonio naturale dell'umanità. altri esempi, presenti sia nel Primiero (che ha
Il Vicepresidente di CIPRA International, Helmuth costruito assieme a Fassa e Fiemme la rete culturale
Moroder, ha sottolineato come un convegno, con un e programmatica) che in altri comuni come Predazzo
titolo simile, solo 20 anni fa sarebbe stato impensabile e Carano.
nelle Alpi italiane, l'ambientalismo era confinato ad un Dal punto di vista conservazionistico è stata
ruolo di puro antagonismo e la controparte, particolarmente stimolante la relazione del dott.
istituzionale e produttiva, ideologicamente rifiutava Cesare Lasen, che ha illustrato lo stato dei lavori di
ogni approccio, ogni confronto. CIPRA Italia, Dolomiti UNESCO e le straordinarie occasioni di
attraverso il suo Vicepresidente, Luigi Casanova, ha governance partecipata che questo strumento apre
voluto far emergere i tanti aspetti positivi oggi non solo alle associazioni ambientalistiche e
chiaramente leggibili, una lunga ma significativa alpinistiche (già colte da CIPRA, CAI e Mountain
maturazione, che oggi, in piena crisi economica, Wilderness), ma a tutto il mondo imprenditoriale
costruisce nuove opportunità di speranza e fiducia del turismo e del Vivere nelle Alpi. Un universo fatto
rivolte ai giovani nel territorio delle Dolomiti. di reti, di condivisione, di progettualità basata sulla
Il convegno ha dato voce ad esperienze diverse, sia conservazione e promozione del paesaggio, della
produttive che conservazionistiche ed istituzionali. geologia, delle tecniche di turismo alternativo e
Alla presenza di numerosi amministratori locali e sostenibile, della formazione. Di straordinario
dell'Assessore provinciale all'urbanistica e agli enti interesse, vero motore di innovazione conservatrice
locali Mauro Gilmozzi è stato presentato lo stato di attiva, è stata la relazione del dott. Claudio Ferrari
conservazione dell'ambiente forestale e l'avvio della (Provincia Autonoma di Trento) che ha illustrato le
filiera del legno tutta centrata, oltre che sulla prospettive della rete delle aree naturali inserita in
produzione di legname certificato di alta qualità, sulla Rete Natura 2000, un progetto che unisce in una
riconversione energetica dalle fonti cornice unitaria parchi nazionali, regionali, locali,
fossili. fluviali, agricoli e geologici che spontaneamente
L'intera valle ha poi illustrato gli sforzi diffusi e stanno maturando nella realtà del Trentino.
* Vice presidente diversificati tendenti a ridurre nel modo più Dalla conservazione alla produzione. Anche diverse
Cipra Italia significativo possibile la dipendenza dalle energie che aziende della valle stanno investendo in sostenibilità,

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Foto panoramica realizzata dal versante svizzero sulla catena a nord delle Alpi. Di Renzo Boglino

La ONG CIPRA Internazionale (CIPRA sta per "Commissione


Internazionale per la Protezione delle Alpi") e le sue
rappresentanze nazionali da più di mezzo secolo sono
impegnate a favore di uno sviluppo sostenibile delle Alpi. Si
tratta di una missione che vale la pena compiere, poiché
nel grande arco alpino, che si estende per 1.100 chilometri
attraverso otto Stati, vivono 13 milioni di persone. In questo
habitat multiforme, la CIPRA ricerca modi e mezzi per
conciliare ecologia, economia e sociale.
La CIPRA è un moderno crocevia di informazioni in più
lingue rivolto a persone interessate all'interno e all'esterno
in innovazione creativa, nel riuso dei materiali di scarto, delle Alpi.
come la Sportiva, azienda leader nella produzione di Con uno sviluppo sostenibile a livelli diversi, la CIPRA si
calzature di alta montagna e sportive. Per arrivare alla propone di sfruttare le potenzialità del territorio alpino e
mobilità. Accanto alla proposta sostenuta da un
salvaguardarne la diversità culturale e naturale. Per questo
movimento spontaneo come Transdolomites che è
arrivata a progettare una nuova ferrovia che collega le motivo, già nel 1952, anno della sua costituzione, ha
Dolomiti di Fassa a Trento, si è associata la voce di richiesto la stipulazione di un trattato internazionale per
Confindustria di Belluno che ci presenta il sogno di un un'ampia protezione del territorio alpino, la Convenzione
circuito tutto in ferrovia, moderna e veloce, che delle Alpi. Dopo quasi 40 anni e un intenso lavoro della
circumnavighi le Dolomiti intere, da Cortina a Brunico, CIPRA ci si è riusciti e nel 1991 i Ministri dell'Ambiente degli
da Bolzano a Trento, attraverso la Valsugana per arrivare
a Feltre e Belluno. Stati Alpini hanno siglato a Salisburgo la Convenzione delle
Ai contenuti del convegno, già di per sé ricchi, vanno Alpi. Oggi, la CIPRA segue l'attuazione della Convenzione
aggiunti altri passaggi innovativi, comunque presenti nel delle Alpi, gode dello status di osservatore ufficiale,
territorio dolomitico. La richiesta di autonomia per tutti partecipa alle Conferenze delle Alpi ed è impegnata in
i territori delle montagne italiane, il progetto avanzato e vari Gruppi di lavoro.
condiviso da Mountain Wilderness con la Società
CIPRA Italia è nata nel 1992 a Torino, raccogliendo negli
Funivie Marmolada per la riqualificazione turistica del
gruppo della Marmolada, primo esempio in Italia e forse anni l'adesione delle organizzazioni più impegnate nella
europeo di collaborazione attiva fra ambientalismo e difesa dell'ambiente e dello spazio montano. CIPRA Italia
imprenditoria, l'adesione delle Comunità di Fiemme e opera come un tavolo di lavoro aperto alla discussione sui
Primiero ad Alleanza nelle Alpi, le ormai sempre più temi della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile nelle Alpi,
diffuse esperienze che legano l'agricoltura di montagna
per questo vengono organizzati incontri aperti, oltre che ai
al turismo di qualità.
Il Convegno è stato un inno di speranza inserito in una delegati delle associazioni membre, anche ad esperti
crisi economica di dimensioni epocali: non si tratta di dell'intero arco alpino italiano.
una crisi finanziaria, ma di una crisi di risorse, di una INU partecipa a CIPRA Italia da molti anni e si avvale di un
crisi climatica che presenta a noi tutti il dovere di una suo delegato. Dal 2012, su nomina congiunta delle Sezioni
riconversione. Riconversione che non può che avvenire Trentino e Alto Adige, ratificata dal Direttivo Nazionale, il
in senso ambientalista e grazie al recepimento dei
territori alpini, tutti, delle linee di indirizzo presenti rappresentante in Cipra è il prof. Bruno Zanon,
nella Convenzione delle Alpi attraverso una governance Vicepresidente della Sezione Trentino, ed il socio
partecipata. supplente l'arch. Alessia Michela Politi, della Sezione Alto
Adige.
http://www.cipra.org

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INU: eletti i vertici della Inu/Trentino
“sezione Trentino” Chi siamo,
cosa vogliamo,
Ulrici alla presidenza come partecipare
31 maggio 2012: un duplice impegno per la sezione trentina di Inu. COSA È L’INU?
Incontro “Gestione e pianificazione delle aree produttive: una L’Istituto Nazionale di Urbanistica è stato
ricerca di Inu Alto Adige-Südtirol” e assemblea elettiva. fondato nel 1930 per promuovere gli studi
Molte ore piacevolmente trascorse in un intreccio di riflessioni edilizi e urbanistici, diffondendo i princìpi della
attinenti il tema delle aree industriali, di ragionamenti in merito a pianificazione. Lo Statuto, approvato con DPR
impegni e obiettivi che la sezione ha assunto per il prossimo biennio 21.11.1949, definisce l’Inu come “Ente di diritto
e di considerazioni inerenti la nomina del nuovo direttivo. pubblico ... di alta cultura e di coordinamento
Numerosi i soci presenti e i membri del direttivo uscente, forte e tecnico giuridicamente riconosciuto” (art. 1).
L’Inu è organizzato come libera associazione di
sincero l'interesse di tutti.
Enti e persone fisiche, senza fini di lucro. In tale
L'assemblea si è aperta con la relazione della Presidente, Giovanna
forma l’Istituto persegue con costanza nel
Ulrici, che è intervenuta descrivendo gli obiettivi perseguiti
tempo i propri scopi statutari, eminentemente
nell'ultimo biennio dalla sezione Trentino, caratterizzati da un forte culturali e scientifici: la ricerca nei diversi campi
rinnovamento del proprio ruolo nel contesto culturale e di interesse dell’urbanistica, l’aggiornamento
professionale trentino e da una intensa produzione nel campo continuo e il rinnovamento della cultura e delle
culturale, anche a livello nazionale, divulgativo ed editoriale, tecniche urbanistiche, la diffusione di una
tramite la rivista Sentieri Urbani. cultura sociale sui temi della città, del territorio,
Ulrici ha inoltre informato della nomina del prof. Davide Geneletti, dell’ambiente e dei beni culturali.
membro del Direttivo uscente, quale rappresentante sostituto delle
Associazioni Ambientaliste nel Comitato Provinciale per l'Ambiente. LA SEZIONE “TRENTINO”
L'Assemblea è stata occasione per comunicare la nomina del prof. Dopo molti anni di “affiliazione” alla sezione
Bruno Zanon quale rappresentante nazionale di INU in CIPRA della Regione Veneto i membri effettivi presenti
(Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi). in Regione hanno costituito, nel 1985, la sezione
Il segretario uscente, Elisa Coletti, ha poi richiamato gli obiettivi che Trentino-Alto Adige dell’Istituto, inizialmente
il direttivo ha perseguito nel corso dell'ultimo biennio, ricordando suddivisa in due “comitati” per poter rispondere
inoltre gli impegni già assunti ma non ancora portati a termine e meglio alle specificità normative e legislative
quelli in corso di definizione. L'intero direttivo ha tracciato, molto delle due provincia autonome. Per questo, nel
brevemente, il quadro delle attività messe in calendario per il 2012, 1993 i due comitati si costituiscono in sezioni
allargando il ragionamento anche agli impegni per il 2013. autonome provinciali.
A seguire la presentazione del bilancio, curata dal Tesoriere L’attività della Sezione Trentino si concentra
Alessandro Franceschini, e l'approvazione dello stesso. nella promozione di convegni, seminari di studi,
corsi di formazione, studi che abbiano come
Poi la raccolta delle candidature con i consueti chiarimenti sui ruoli
oggetto le trasformazioni del territorio. La
e sulle mansioni di ciascuna figura. L'assemblea ha quindi eletto,
sezione è storicamente dotata di un foglio
all'unanimità, i nuovi componenti del direttivo (in ordine alfabetico):
informativo che nel 2008 è diventata rivista
Elisa Coletti, Alessandro Franceschini,Davide Geneletti, Marco riconosciuta dal tribunale: Sentieri Urbani.
Giovanazzi, Paola Ischia, Giovanna Ulrici e Bruno Zanon.
COME ASSOCIARSI
18 giugno 2012: nomina delle cariche istituzionali. Il Direttivo INU Per associarsi all’Istituto Nazionale di
della Sezione trentina si è riunito in convocazione ordinaria a Urbanistica occorre presentare al Presidente
seguito del rinnovo in occasione dell'Assemblea elettiva. della Sezione di competenza (per residenza o
La Presidente uscente, Giovanna Ulrici, ha aperto l'incontro, luogo di lavoro) una domanda sottoscritta da
richiamando i contenuti dello Statuto e le modalità di assegnazione due Membri effettivi dell’Istituto e
degli incarichi interni al Direttivo, invitando i presenti a dichiarare la accompagnata da un breve curriculum e dalla
propria disponibilità a candidarsi. Dopo ampia discussione si ricevuta di pagamento della quota associativa
individuano le seguenti figure: Presidente: G. Ulrici; Vice presidente: per il primo anno. Il Consiglio direttivo locale
B. Zanon; Segretario: E. Coletti; Tesoriere e Coordinatore Urbanistica approva le domande e le trasmette alla sede
Informazioni: A. Franceschini. nazionale per la ratifica e la registrazione.
A fronte della proposta formulata in sede di Assemblea e avvallata Per gli Enti pubblici che intendono associarsi è
dai soci, attinente la creazione di una rete di confronto e sufficiente inviare alla sede nazionale
collaborazione continua e diretta, tra il direttivo ed i soci è stato dell’Istituto la delibera degli organi competenti
inoltre proposto e deliberato di organizzare direttivi in forma contenente anche l’impegno di spesa per la
“allargata”, a garanzia di un migliore e più diretto coinvolgimento prima quota annuale. Per contatti e ulteriori
delle parti e per facilitare la costruzione di gruppi di lavoro sui temi informazioni: Segreteria INU Sezione Trentina
(arch. Elisa Coletti, elisa_coletti@alice.it ).
e i programmi per il biennio raccogliendo manifestazioni di
interesse, valorizzando forme snelle ed efficaci di comunicazione.
(e.c.)

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L’INIZIATIVA

Oggi la città.
Pratiche dell’abitare nella
città contemporanea
Oggi la città è stato un ciclo di incontri aperti alla cittadinanza, rivolti a provenienza, evocando così la retorica e il panico del ghetto segregato.
un pubblico ampio, per riflettere collettivamente sulle forme e le Il 1^ marzo, presso la Sala degli affreschi, Azzurra Muzzonigro
trasformazioni del vivere urbano contemporaneo. Si tratta di un una (introdotta da Silvia Alba) ha parlato de “La città rom-pidgin di
serie di appuntamenti organizzati dall'associazione Professional Savorengo Ker”, ovvero il tentativo di realizzare una città meticcia aperta
Dreamers in collaborazione con la sezione Trenino dell'Istituto alle differenze e alla sperimentazione sociale. Il 15 marzo presso la Sala
Nazionale di Urbanistica, l'Ordine degli Architetti PPC della provincia degli affreschi Mimmo Perrotta e Luca Lambertini (introdotti da Bruno
di Trento, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università Zanon) hanno presentato il volume “Bologna al bivio. Una città come le
di Trento e con il sostegno della Fondazione Cassa Risparmio di Trento e altre?”, un’interessante indagine su una città – come il capoluogo emiliano
Rovereto. Il ciclo è stato curato da Alessandro Franceschini e Andrea – che dopo anni di “buon governo” soffre una crisi di senso legata alla
Mubi Brighenti. propria progettualità per il futuro. Il 29 marzo, presso la Sala Caritro
Negli incontri si è cercato di portare insieme studiosi, amministratori e Giovanni Attili, introdotto da Francesco Minora, ha parlato di “Planning,
cittadini, proponendo di superare risolutamente il piatto schema violenza e patrimonio”. Attraverso l'esperienza maturata nel corso di
“domande della cittadinanza – risposte dell'amministrazione”, per un'indagine presso le popolazioni native del Nord America. L'obiettivo è
andare ad esplorare in profondità la pluralità di pratiche e di immaginari comprendere in che misura e come il processo di pianificazione possa
che intervengono nell'articolazione dello spazio comune della città. A tal effettivamente aprirsi agli abitanti di un determinato spazio.
fine sono stati invitati una serie di giovani ricercatori universitari Il 12 aprile 2012 presso la Sala degli Affreschi, Paolo Barberi (introdotto
provenienti da diverse discipline, che vanno dall'urbanistica da Giorgio Antoniacomi) ha presentato ho studio su “Il quartiere
all'antropologia alla sociologia. Tiburtino III a Roma” : una borgata romana che incarna gran parte dei
Il ciclo è iniziato il 2 febbraio presso la Sala Caritro. Giovanni Semi e miti, delle aspirazioni, e delle difficoltà che hanno accompagnato il
Andrea Mubi Brighenti hanno presentato “lo Squaderno n. 21” dedicato processo di urbanizzazione della capitale.
al tema Abitare: prospettive sui molti modi di vivere nelle città (edizioni Il 26 aprile presso la Sala degli Affreschi, Elena Granata e Carolina
professionaldreamers, 2011). Dopo l'introduzione generale di Alessandro Pacchi hanno presentato - introdotti e moderati da Giovanna Ulrici - “La
Franceschini è intervenuto Alberto Winterle dell'Ordine degli Architetti macchina del tempo. Come leggere la città europea contemporanea”
PPC di Trento. Il 16 febbraio presso la Sala degli affreschi, Adriano (Marinotti editore, 2011), mentre il 10 maggio Sala Caritro Jérôme Denis,
Cancellieri, Daniele Lamanna (introdotti da Francesco Gabbi) hanno David Pontille ha presentato “Nel mondo della segnaletica. L'ecologia
affrontato il tema “Hotel-House day”. L'Hotel house (nella foto) è un grafica degli spazi del metrò” (edizioni professionaldreamers, 2011). Ha
caso unico ma al tempo stesso emblematico delle trasformazioni introdotto e moderato l’incontro Giovanna Sonda.
territoriali nell'Italia contemporanse, Progettato come mega residenze
vacanza sulla costa marchigiana oggi è occupato da immigrati di diversa

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Biblioteca
dell’ rbanista

Bernardo Secchi Alessandro Coppola Francesco Infussi


“Tra letteratura e urbanistica-Between “Apocalypse Town” “Dal recinto al territorio”
literature and urbanism”

Giavedoni editore, Pordenone Editori Laterza Bruno Mondadori


2011, 10 euro 2012, 13 euro 2011, 30 euro

Il volume, bilingue, è stato editato a seguito Dalle praterie urbane di Youngstown, dove I quartieri di edilizia sociale non godono di
della lectio magistralis di Bernardo Secchi l'amministrazione comunale si è ormai ridotta buona stampa. A Milano, come altrove, la
all’interno degli incontri di Pordenone legge - a pianificare con zelo l'autodistruzione della loro storia sembra coincidere con
la città complessa, tenuta dall’urbanista il 18 città, all'industria del riciclo e della l'evoluzione della cattiva fama che oggi
settembre 2010. Nel volume Secchi riflette sul decostruzione di Buffalo, in cui attivisti hanno. Ricerche, progetti e politiche di
senso del mestiere dell’urbanista e, visionari smontano con dovizia e con amore ciò riqualificazione hanno inoltre considerato
brevemente, sulla sua esperienza tesa a che resta della città; dai deserti alimentari di spesso la città pubblica come ambito
“studiare” molte città e molti territori in Detroit e Philadelphia, dove sono scomparsi separato, enfatizzando i confini che la
Italia, in Europa e nel mondo. negozi e supermercati e gli abitanti si definiscono. Questa immagine stereotipata
La parte più significativa dello scritto è organizzano con geniali intraprese agricole, spesso impedisce di riconoscerne le qualità e
comunque dedicata al rapporto tra la agli esperimenti di Cleveland dove fra le le potenzialità. È quanto mai necessaria una
disciplina e la latteratura: «di ciascuna città e macerie della città sta prendendo forma un rieducazione dello sguardo nei confronti di
territorio -scrive Secchi - ho cercato di nuovo paesaggio de-urbanizzato: Alessandro queste realtà, per riuscire a intervenire oltre
conoscerne l’attività letteraria. Di leggere Coppola racconta territori e popolazioni di il loro recinto ed entro più vasti settori
tutto: giornali e riviste, manifesti e volantini, un'America che non conosciamo, storie di urbani. Il volume esplora i differenti
documenti, rapporti di ricerca e relazioni di persone che inventano nuovi modi di vita, "territori" entro i quali è possibile collocare
progetti, verbali e delibere contemporanei e perché da quelle parti sono in molti «a credere la città pubblica oggi a Milano, per
del passato e, naturalmente, libri scritti da che il trovarsi ai margini dei grandi flussi conoscerla e per riqualificarla, ma anche per
autori grandi e piccoli, noti e oscuri che in dell'economia globale non sia più il problema abitarla.
quella città e in quel territorio avevano da risolvere, ma la grande occasione da non «Guardare al progetto dell'housing sociale e
vissuto e che quella città o territorio sprecare». alla riqualificazione della città pubblica (...)
raccontavano. Non solo libri di urbanistica, Tuttavia, spiega l’autore, nei crateri dello comporta forse un approccio differente da
ma romanzi, poesie, cronache; insomma tutto sviluppo torna a fiorire l’utopia: visioni del quello impiegato nel passato e governato
ciò che veniva scritto e letto in quei luoghi». futuro spesso ingenue e irrealistiche, ma che in dalla convinzione che la “perifericità” della
Dopo aver rifelettuto anche sull’importaza territori espulsi dalla corrente principale della città pubblica consista, innanzitutto, in una
delle «carte» per il mestriere di urbanista, storia vengono a rappresentare forze potenti di serie di “mancanze” tali da essere colmate
Secchi indica quattro libri che possono essere trasformazione delle società locali e di (entro un'interpetazione Milano-centrica)
miliari per imparare questa professione: e I identificazione da parte delle popolazioni solo aumentando le possibilità di
suoi consigli possono spiazzare perchè non residue che le compongono. Se molto del collegamento con il centro che l'ha gemmata,
sono attinti, come si potrebbe pensare, ai pensiero utopico del diciannovesimo e del stabilendo, o ristabilendo, quei legami che
classici volume della disciplina, ma ai classici ventesimo secolo voleva edificare nuove città sembrano essere insufficienti.
della letteratura da cui si può imparare le abbandonando le vecchie, nelle città della così Come è possibile trasformare un problema,
qualità che servono all’urbanista: «uscire dalla detta Rust Belt negli Stati Uniti - Detroit, comunemente riconosciuto, diffuso e
biblioteca ed esplorare il mondo», «ricercare Cleveland, Flint e Youngstown, fra le altre - si radicato nell'immaginario collettivo, in una
la verità e l’interpretazione giusta e sperimenta l’utopia proprio le rovine di queste risorsa di cui tutta la città può aspirare e
pertinente del mondo», «sapere da che punto ultime. Lì si sviluppano idee non certamente servirsi?
di vista si sta guardando il mondo: se da nani nuove ma che tornano ad essere credibili in Una prima mossa comporta un ritorno al
o da giganti» ed, infine, «sapere che la città che, per riprendere le parole di uno dei territorio. Per abbandonare le “idee ricevute”
cartografia ci porta alla relatà ma non dice la testimoni presenti nel libro, «sono morte sulla città pubblica, forse occorre,
verità». abbastanza per poter rinascere». innanzitutto, ritrovare la fertilità della
“costatazione diretta»”.

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