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Colombo
 
 
 Anatomia
del
sistema
nervoso

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Anatomia
del
s

ANATOMIA DEL SISTEMA NERVOSO Indice

Prof.ssa Rita Rezzani

Anno accademico 2008/2009


I semestre
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
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nervoso

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- La ricezione periferica dello stimolo e la sua conduzione al centro


avviene dunque ad opera di un solo neurone.
Gli impulsi effettori sono trasmessi in maniera differente nel sistema
Generalità.
 somatico e in quello simpatico:

Il nevrasse è connesso con tutta la periferia del corpo (tutti gli organi - sistema somatico: interviene un solo neurone (motoneurone
non nervosi) tramite il sistema nervoso periferico, in cui si possono somatico) che trasmette l’impulso in periferia.
distinguere: - Sistema viscerale: l’efferenza dell’impulso avviene ad opera di
due neuroni:
- sistema nervoso periferico somatico: innervazione che o Neurone pregangliare: ha sede nel nevrasse e fa capo a
conduce stimoli propri della vita di relazione. un ganglio
- Sistema nervoso viscerale o simpatico: innerva visceri, vasi e o Neurone postgangliare: dal ganglio raggiunge l’organo
ghiandole. innervato.
I nervi appartenenti al sistema nervoso somatico emergono I nervi vengono notoriamente distinti secondo la loro origine in:
direttamente dal nevrasse e si distribuiscono ai distretti superficiali e
scheletrici del corpo: - nervi encefalici: originano dall’encefalo
- nervi spinali: originano dal midollo spinale.
- mucose
- cute,
- ossa
- articolazioni
- muscoli
- organi di senso
sul decorso di tali nervi sono intercalati i gangli somatici, veri e propri
aggregati di neuroni sensitivi.
I nervi del sistema nervoso simpatico hanno la funzione di condurre
stimoli viscerali, propri della vita vegetativa:
- sono detti nervi viscerali
- nel decorso di questi nervi sono intercalati i gangli viscerali.
Gli impulsi afferenti al nevrasse (sia della sensibilità somatica che di
quella viscerale) sono raccolti dalle cellule dei gangli encefalo spinali:
- i neuroni gangliari sono neuroni T, in cui vi sono due rami
o ramo periferico o pregangliare: innerva la periferia e
raccoglie gli stimoli.
o Ramo centrale o postgangliare: invia lo stimolo al
nevrasse.
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Il tessuto connettivo che avvolge i nervi (epinervio, perinervio,


endonervio) ha una duplice funzione:
- protettiva: avvolge le fibre separandole dall’ambiente
Il
nervo:
struttura,
recettori,
gangli.
 circostante.
- Trofica: da passaggio ai vasi sanguiferi che irrorano i fascetti
nervosi.
Struttura del nervo.
L’epinervio è una guaina avventiziale che avvolge esternamente il
I nervi appaiono come cordoni cilindrici biancastri: nervo:

- emergono dal nevrasse con delle radici - dalla faccia profonda nascono gruppi di lamelle connettivali che si
- le radici confluiscono poi in un unico tronco. dispongono concentricamente a delimitare fasci e fascicoli di
- Lungo il loro decorso i nervi cedono dei rami collaterali. nervi, costituendo il perinervio.
- Nel territorio d’innervazione terminano con dei rami terminali, o Le singole lamelle del perinervio sono costituite da
nati dalla suddivisione del ramo principale. fibroblasti uniti da giunzioni occludenti, alternati a sottili
lamelle collagene.
Quando rami collaterali e rami terminali di diversi nervi invece di o Per questa particolare composizione il perinervio forma
distribuirsi separatamente ai tessuti si congiungono uno all’altro formano una barriera alla diffusione di grosse molecole.
una anastomosi:
L’endonervio è una sottile trama connettivale che avvolge le singole
- un fitto sistema di nervi anastomotici tra nervi differenti o rami di fibre:
uno stesso nervo forma un plesso.
- Dà passaggio ai capillari sanguigni e linfatici che penetrano tra le
Ad eccezione dei nervi più sottili, ogni nervo è affiancato da: singole fibre.
- arteria propria Nei nervi encefalici, gli involucri esterni rappresentano la prosecuzione
- vene delle meningi.
- fibre simpatiche destinate alle pareti dei vasi.
I nervi sono composti da fasci paralleli di fibre nervose comprese entro
guaine di tessuto connettivo fibroso. Fibre nervose.
A seconda del loro calibro, i fasci vengono distinti in:
Le fibre nervose del sistema nervoso periferico sono costituite da:
- fasci primari
- fasci secondari - assone di neuroni effettori o sensitivi.
- fasci terziari. - Cellule di Schwann: cellule satelliti che rivestono i nervi
o Sono in particolare simbiosi con gli assoni, infatti si
Il calibro di tali fasci può variare notevolmente lungo il decorso per: accrescono sempre in contemporanea.
- scambi di fibre tra fasci differenti Le cellule di Schwann possono avvolgere le fibre in maniera differente,
- variazioni del connettivo che li avvolge. costituendo due differenti tipologie di fibre nervose, a seconda del
rivestimento mielinico:
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- fibre amieliniche: la cellula di Schwann compie un solo giro o Fibre Aβ: calibro progressivamente decrescente, quindi
attorno all’assone. anche la velocità di propagazione. Stimoli tattili o
- Fibre mieliniche: la cellula di Schwann si avvolge numerose pressori.
volte sull’assone, formando uno spesso rivestimento di lamelle o Fibre Aδ: calibro ancora minore e minor velocità.
concentriche, la guaina mielinica. Deputate allo stimolo dolorifico.
La guaina mielinica è il risultato di un iperavvolgimento attorno - Fibre B: sono fibre mieliniche con piccolo diametro. Sono fibre
all’assone di una cellula di Schwann. Questo porta a alcune peculiarità: che ineriscono gli stimoli viscerali, sia effettrici sia sensitivi.
- Fibre C: sono fibre amieliniche di piccolo calibro. Trasportano
- neurilemma: il lembo più esterno della cellula di Schwann, stimoli dolorifici e termici. Sono anche fibre effettrici viscerali
contenente parte di citoplasma e nucleo. postgangliari.
- Nodi di Ranvier: sono i punti in cui le cellule di Schwann sono a
contatto tra loro, in cui sono presenti solamente i prolungamenti Si ricorda che la maggiore distinzione delle fibre è in base alla guaina
citoplasmatici delle cellule senza le lamelle superavvolte. mielinica:
- Incisure di Schmidt-Lanterman: sono fessure irregolari lungo il - mieliniche: tipi A e B
tragitto della fibra nervosa, corrispondente al citoplasma - amieliniche: tipo C.
intercalato nelle lamelle mieliniche.
Le fibre nervose possono permettere:
Terminazioni nervose.
- conduzione dell’impulso: è saltatoria nel caso delle fibre
mieliniche, è più veloce quanto maggiore è il diametro di una
fibra. Terminazioni periferiche dei nervi effettori.
- Trasporto chimico: all’interno dell’assone vi è un trasporto di I prolungamenti periferici dei nervi motori somatici e viscerali terminano
sostanze in doppio senso. con espansioni specializzate per la trasmissione dell’impulso al tessuto
muscolare: le giunzioni neuromuscolari:
Classificazione delle fibre nervose. - liberano dei neurotrasmettitori
Le fibre nervose si distinguono in base al proprio calibro e al rivestimento - questi entrano in contatto con la superficie delle fibre e delle
mielinico, quindi anche in base alla velocità di propabazione dell’impulso. cellule muscolari
- a contatto con il neurotrasmettitore il muscolo attua la
Si possono individuare tre grandi classi di fibre:
contrazione.
- fibre A: hanno calibro di grosse dimensioni e rivestimento
Le terminazioni somatiche, che mettono capo alla muscolatura
mielinico. Conducono gli impulsi velocemente. Con dimensioni
scheletrica:
progressivamente decrescenti si usa una ulteriore divisione delle
fibre A: - neurotrasmettitore: acetilcolina
o fibre Aα: hanno un diametro elevato e conducono stimoli - modalità di giunzione: la modalità di congiunzione con il tessuto
solitamente tattili o pressori. Alternativamente sono muscolare varia a seconda della tipologia di fibre muscolari con
fibre effettrici somatiche. cui entrano in contatto
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o fibre muscolari fasiche: fibre che richiedono una - solo in alcuni casi i prolungamenti hanno le terminazioni libere.
contrazione rapida e veloce, sono innervate con la placca - In altri casi terminano in rapporto con corpuscoli sensitivi:
motrice. o Formazioni che favoriscono e amplificano la stimolazione
o Fibre muscolari toniche: contrazione lenta e di lunga del terminale sensitivo.
durata, per il mantenimento del tono muscolare. Innervata Terminazioni libere e corpuscoli sensitivi sono dispersi in tutto
mediante numerosi collaterali che si espandono e si l’organismo e portano al sistema nervoso centrale tutti gli ambiti della
distribuiscono a diverse aree. sensibilità generale:
Anche le fibre postgangliari parasimpatiche utilizzano l’acetilcolina come - propriocettiva
neurotrasmettitore. - esterocettiva
Le giunzioni neuromuscolari simpatiche non prendono intimo contatto - enterocettiva o viscerale.
con le cellule muscolari lisce:
- neurotrasmettitore: noradrenalina. Recettori della sensibilità somatica generale.
- Modalità di giunzione: l’assone scorre a distanza dalle cellule
muscolari lisce e emette piccoli gruppi di vescicole sinaptiche La sensibilità somatica generale comprende differenti tipi di sensibilità,
che, grazie alla demielizzazione, permettono la trasmissione raccolte da differenti tipi di recettori.
dell’impulso. Si distinguono innanzitutto due differenti tipologie di sensibilità somatica:
- sensibilità esterocettiva: è una sensibilità che raccoglie stimoli
Terminazioni periferiche dei nervi sensitivi. dall’ambiente esterno (tramite recettori posti sulla cute)
- sensibilità propriocettiva: che riceve stimoli dall’interno del
Nell’ambito della sensibilità si distingue anche dal punto di vista corpo, dalle ossa, dai muscoli e dalle articolazioni. È, infatti, detta
recettoriale tra: anche sensibilità osteoartromuscolare.
- sensibilità generale Sensibilità somatica esterocettiva.
- sensibilità specifica.
Nell’ambito della sensibilità somatica esterocettiva sono presenti diversi
Nell’ambito della sensibilità specifica si hanno dei recettori specifici tipi di sensibilità:
per il tipo di impulso che possono essere:
- tattile
- recettori primari: sono cellule nervose (es. sensibilità ottica e - termica
olfattiva) che sono dislocate in periferia. Il loro assone si porta nel - dolorifica o nocicettiva
SNC, per contrarre sinapsi con il secondo ordine di neuroni.
- Recettori secondari: sono cellule epiteliali altamente modificate I recettori della sensibilità esterocettiva sono di due tipologie generiche:
atte ad accogliere lo stimolo e trasmetterlo mettendosi in - terminazione libera
giunzione citoneurale con assoni di neuroni gangliari. - terminazione corpuscolare
La sensibilità generale, non utilizza elementi o organi specifici. La
stimolazione avviene sulle terminazioni periferiche delle fibre Le terminazioni libere si trovano spesso:
postgangliari determinandone la depolarizzazione di membrana:
- nello spessore dell’epidermide
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- nell’epitelio corneale
- nelle mucose congiuntivali Nelle ossa e nel periostio sono presenti due differenti tipi di recettori che
- nelle mucose nasali ed orali sono anche in grado di recepire stimoli dolorifici:
- attorno al bulbo dei peli, ove ricevono informazioni circa il
movimento di questi ultimi. - corpuscoli di Pacini
- terminazioni libere.
I corpuscoli sensitivi invece sono di vario genere:
Nei muscoli e nelle giunzioni muscolari sono presenti:
- corpuscoli tattili di Meissner,
- corpuscoli a clava di Krause - organi tendinei di Golgi
- corpuscoli di Ruffini - fusi neuromuscolari.
- corpusoclli lamellati di Pacini: sono di notevoli dimensioni, visibili
quasi ad occhio nudo, ricevono stimoli pressori e vibratori.
Gangli.
La classificazione morfologica dei recettori è estremamente complessa e
difficile, quindi si preferisce una classificazione funzionale, che prevede: I gangli sono ingrossamenti fusati o tondeggianti dei nervi che
- meccanocettori: rispondono a stimoli tattili e vengono suddivisi contengono aggregati di neuoroni.
in base alla soglia di eccitazione e alla capacità di adattamento Si distinguono:
allo stimolo
- termocettori: non è ancora chiara la specificità morfologica e - gangli encefalo spinali: sono costituiti da neuroni sensitivi atti
vengono distinti in: alla ricezione di stimoli sensitivi.
o recettori per il caldo: sono suscettibili all’innalzamento - Gangli del sistema simpatico: sono costituiti da neuroni effettori
della temperatura rispetto alla cute viscerali.
o recettori per il freddo: suscettibili ad un abbassamento
della temperatura Gangli encefalo spinali.
- nocicettori: recepiscono il dolore cutaneo. Sono
I gangli sensitivi dei nervi encefalici e spinali sono aggregati di fibre e
sostanzialmente delle terminazioni libere intraepidermiche.
cellule avvolti da una capsula fibrosa che invia all’interno dei setti
Recettori della sensibilità propriocettiva. connettivali percorsi da vasi sanguigni:
I propriocettori sono sensibili alla tensione, allo stiramento e alla - fibre: sono prevalentemente mieliniche e raccolte in fasci.
pressione a livello muscolare, tendineo, osseo e cartilagineo. Sono sia Occupano la parte centrale del ganglio.
terminazioni libere sia corpuscoli sensitivi. - Cellule: sono raccolte in gruppi tra i fasci di fibre e risultano
Nello spessore delle capsule articolari, dei legamenti e delle membrane maggiormente posizionate in periferia.
sinoviali si trovano diversi recettori: Nei gangli sensitivi si distinguono due tipologie di cellule:
- tipo I: simili a corpuscoli di Ruffini. - cellule principali: pirenoforo molto voluminoso, circondato da
- Tipo II: simili ai corpuscoli di Pacini. una corona di cellule satelliti. Danno origine ad un assone che
- Tipo III: simili ai corpuscoli tendinei di Golgi. dopo un breve e tortuoso percorso si suddivide in due, formando
- Tipo IV: sono terminazioni libere. la T (fibre centrali e periferiche).
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- Cellule satelliti: elementi appiattiti di aspetto epiteliale con il


medesimo significato delle cellule di Schwann. Avvolgono con la
loro superficie basale, altamente adattabile alle irregolarità dei
neuroni, il pirenoforo delle cellule principali.

Gangli viscerali.
I gangli viscerali possono avere dimensioni notevolmente variabili:
- il ganglio ciliaco è grande come un fagiolo
- altri gangli all’interno degli organi sono microscopici.
Sono addensamenti neuronali assieme a fibre sia mieliniche che
amieliniche avvolti da una capsula connettivale. Si possono distinguere,
come nei gangli encefalo spinali:
- cellule principali: hanno dimensioni notevolmente minori
rispetto alle cellule dei neuroni T dei gangli encefalo spinali.
o Sono ricche di arborizzazioni dendritiche
o Superficie altamente irregolare, citoplasma basofilo e
nucleo vescicoloso.
o L’assone ha forma variabile e si ramifica a distanza
dall’origine.
- Cellule satelliti: sono cellule di natura gliale che avvolgono i
corpi cellulari e i neuriti delle cellule principali.
- Cellule fluorescenti: piccoli corpi neuronali ricchi in dopamina.
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- Nervi toracici: sono 12, prendono il nome dal numero della


vertebra sovrastante
- Nervi lombari: sono 5 e prendono il numero dalla vertebra
Nervi
spinali.
 sovrastante.
- Nervi sacrali: 5 paia che escono dai fori sacrali.
Si definiscono nervi spinali o rachidiani i nervi che fuoriescono in serie - Nervi coccigei: sono 3 paia. Solo Co1 si porta alla periferia
regolari da entrambi i lati del midollo spinale: passando a lato del coccige, mentre gli altri due oltrepassano il
- sono 33 paia sacco durale e sono compresi nel filum terminale.
- si distinguono secondo le regioni della colonna in nervi
o cervicali Radici dei nervi spinali.
o toracici
o lombari Le radici dei nervi spinali sono costituite da numerose radicole:
o sacrali - sono formate da filamenti che emergono in serie lineari dal fondo
o coccigei. dei solchi laterali (anteriore e posteriore).
Dato l’accrescimento ontogenetico differenziale tra rachide e midollo
spinale, le radici nei nervi spinali hanno lunghezza differente:
Generalità.
- le radici superiori sono più corte e hanno un decorso pressoché
orizzontale.
I nervi spinali si formano dal midollo spinale, dal quale fuoriescono con
- Le radici inferiori si piegano verso il basso con decorso obliquo,
due radici:
per raggiungere i propri fori.
- radice anteriore: contiene fibre efferenti (motrici) - Dalle radici degli ultimi nervi toracici, tutte assumono in
- radice posteriore: contiene fibre afferenti. Sul suo decorso è andamento verticale a formare la cauda equina.
intercalato un ganglio, il ganglio spinale.
Immerse nel liquor, le radici attraversano lo spazio subaracnoideo:
Le due radici si riuniscono in vicinanza del foro intervertebrale e formano
- le radici anteriori e posteriori perforano la dura madre
il nervo, che non appena uscito dal canale intervertebrale si divide in
due rami: separatamente
- la dura le riveste e forma una guaina che si fonde tra radice
- ramo anteriore anteriore e posteriore a livello della formazione del nervo,
- ramo posteriore. - il nervo spinale, dopo la fusione delle radici, percorre il foro
I nervi sono suddivisi in regioni a seconda del loro rapporto con le intervertebrale.
vertebre da cui fuoriescono: La radice anteriore, motoria, è meno voluminosa di quella sensitiva:
- nervi cervicali: sono 8 (C1-C8), uno in più delle vertebre - fa eccezione la radice di C1
cervicali. - le fibre motrici somatiche sono costituite dagli assoni dei
o C1: passa al di sopra dell’atlante, tra questo e l’osso motoneuroni localizzati nelle corna anteriori del midollo spinale
occipitale.
o C2-C8: prendono il numero della vertebra sottostante.
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- le fibre effettrici viscerali, di calibro minore, originano dai Rami e metameria cutanea muscolare.
neuroni effettori viscerali nella sostanza grigia posteriore alle
corna anteriori. All’uscita del foro intervertebrale il nervo spinale si divide in un ramo
o Le fibre effettrici viscerali simpatiche nascono nella posteriore e uno anteriore, entrambi nervi misti.
colonna grigia laterale del tratto toraco-lombare (C8-L2) I rami posteriori sono di norma sottili e si dirigono posteriormente:
o Le fibre effettrici viscerali parasimpatiche nascono - conservano la propria individualità
nella colonna laterale dei neuromeri sacrali (S2-S4). - innervano i muscoli e la cute (sens) della regine dorsale del
 Terminano in sinapsi nei gangli del parasimpatico tronco.
pelvico.
I rami anteriori sono più voluminosi e in diretta continuazione del tronco
La radice posteriore, sensitiva, contiene fibre afferenti, sia somatiche d’origine:
che viscerali:
- si dirigono fuori e in avanti intrecciandosi tra loro a formare i
- sono i prolungamenti centrali dei neuriti delle cellule cosiddetti plessi nervosi
pseudounipolari (cellule T) dei gangli sensitivi spinali. - fanno eccezione i nervi toracici, i quali decorrono indipendenti tra
- Il ganglio è un raggruppamento neuronale presente nel tratto loro, scambiandosi all’origine sottili arcate anastomotiche.
distale della radice sensitiva. - Le fibre si distribuiscono alla muscolatura ventrale e alla cute
- Le fibre della radice posteriore possono essere sia mieliniche che delle regioni corrispondenti e alla muscolatura della parte
amieliniche. appendicolare.
La confluenza delle due radici anteriore e posteriore forma il nervo L’origine dei plessi dei nervi spinali è da ricercarsi negli spostamenti
spinale, che risulta quindi un nervo misto: avvenuti durante lo sviluppo dei territori periferici corrispondenti:
- la componente mista si mantiene anche nella ramificazione - soprattutto durante la comparsa delle appendici.
successiva. - Con la formazione di un plesso le fibre di un nervo si mescolano
Il calibro dei nervi dipende dall’estensione del territorio che essi debbono assieme a quelle di un altro nervo.
innervare: - Un nervo periferico, originatosi da un plesso, può contenere fibre
- aumenta dal 1° al 6° cervicale di due o più nervi spinali.
- dal 6° cervicale al 1° toracico, nervi del plesso brachiale, il calibro Viene tuttavia mantenuto un regolare ordinamento segmentale o
è notevole. metamerico delle aree e dei territori di innervazione:
- I successivi nervi toracici sono sottili - alla serie ordinata dei nervi spinali (non quelli periferici, tuttavia)
- I nervi lombari sono voluminosi in progressione crescente fino al corrispondono
5°, che è il più grande in assoluto o dermatomeri: segmenti periferici cutanei. Ciascuna
- I nervi sacrali hanno calibro elevato che decresce fino al 1° radice posteriore fornisce fibre sensitive provenienti da un
coccigeo. dermatomero
- Gli ultimi due nervi coccigei hanno un diametro ristretto, sono o miomeri: segmenti periferici muscolari. Ciascuna radice
rudimentali e non escono dal canale vertebrale. anteriore fornisce fibre a un miomero.
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I dermatomeri si presentano sul tronco e sul collo come strisce anulari posture mantenute invariate per lungo periodo.
perpendicolari all’asse del corpo:
- nel collo i territori cutanei hanno una disposizione meno netta e Collaterali dei nervi spinali.
forma trapezoidale
- negli arti, in relazione alle particolari modalità di sviluppo, hanno All’uscita del foro intervertebrale, prima di dividersi in due rami terminali,
forma più complessa e estensione varia. anteriore e posteriore, il nervo spinale emette dei collaterali:
I miomeri sono in genere rappresentati da parti di vari muscoli, tutte - ramo meningeo: rientra nello speco vertebrale dove si
innervate dalle fibre di una singola radice anteriore: distribuisce con fibre sensitive alle meningi, al tessuto peridurale
e alle vertebre.
- anche i miomeri hanno disposizione metamerica. o Sono presenti esili rami motori viscerali, che si portano ai
- Si susseguono ordinatamente nel tronco e nel collo vasi del canale vertebrale.
- Negli arti la disposizione è più complessa - ramo comunicante bianco: presente solamente nei nervi
- La maggioranza dei muscoli ha innervazione plurisegmentale (da toracici e lombari superiori (C8-L2) che si collega alla catena del
più neuromeri) simpatico, con fibre mieliniche pregangliari.
- L’innervazione sensitiva propriocettiva, per i muscoli, segue i o Presenti fibre amieliniche afferenti viscerali, originate nel
miomeri e non i dermatomeri. ganglio spinale, che portano nei visceri le loro fibre
attraverso questa strada.
NOTA CLINICA. Se a causa di un’erniazione di un disco intervertebrale - Ramo comunicante grigio: contiene fibre postgangliari
viene compresso un nervo spinale si ha una sintomatologia dolorosa a amieliniche, originate dai gangli della catena del simpatico, che
livello del miotomo corrispondente: rientrano nel nervo per distribuirsi ai territori periferici.
- parestesie e ipoestesie vengono riferite al dermatomero relativo,
ma sono di più difficile localizzazione, data spesso l’estensione
sovrapposta di dermatomeri contigui.
- L’erniazione di un disco intervertebrale causa, di norma, la
compressione del nervo posto al di sotto del disco
intervertebrale:
o Esempio se il disco è tra L4 e L5, il nervo interessato è
L5.
Parestesie nei territori di
La parestesia è un'alterazione distribuzione di un nervo
della sensibilità degli arti o di periferico possono essere
altre parti del corpo. In causate da ischemie prodotte
particolare, il termine descrive
da compressione o riduzione
una condizione caratterizzata
dell’apporto ematico a causa di
da perdita del senso del tatto a
livello locale, formicolii o
ipersensibilità tattile
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- I suoi rami terminali provvedono all’innervazione motoria dei


muscoli suboccipitali.
Rami posteriori dei nervi spinali. - Emana un ramo anastomotico che si unisce ad un altro ramo
anastomotico del ramo posteriore del 2° nervo cervicale.
I rami dorsali o posteriori dei nervi spinali presentano caratteri comuni e
disposizione regolare nelle differenti regioni del tronco: Il ramo dorsale del 2° nervo cervicale o nervo grande occipitale è il
più grosso dei rami posteriori dei nervi spinali:
- innervazione sensitiva della cute nella regione dorsale del tronco
- innervazione motoria dei muscoli propri di questa regione - è un nervo con grande prevalenza di fibre sensitive
(muscoli spinodorsali). - origina dal braccio posteriore del 2° nervo cervicale e esce al di
sotto del muscolo obliquo inferiore della testa
I rami posteriori, con l’eccezione dei primi due rami cervicali, sono più - piega verso l’alto e medialmente e perfora il muscolo semispinale
piccoli dei corrispondenti rami anteriori: e il trapezio, facendosi sottocutaneo nella regione occipitale.
- dopo la loro origine dal nervo attraversano lo spazio che separa i o Si divide nei suoi rami terminali che innervano
processi trasversi di due vertebre contigue.  Muscolo occipitale
- decorrono generalmente con direzione obliqua e in basso.  Galea aponeurotica.
o Il territorio di innervazione è sempre caudale rispetto al o Nel tratto iniziale cede rami per i muscoli
forame d’emergenza.  Obliquo inferiore
- Raggiungono i muscoli delle docce vertebrali, che innervano con  Semispinale
due rami, mediale e laterale.  Lunghissimo della testa
o Uno dei due rami si distribuisce alla cute sovrastante.  Splenio
 Trapezio.
Nervi occipitali. - Il territorio di distribuzione confina
Il primo e il secondo ramo posteriore cervicale sono anche chiamati o Anteriormente: con il nervo sovraorbitario (ramo frontale
nervi occipitali: dell’oftalmico)
- hanno caratteri particolari rispetto agli altri rami posteriori o Lateralmente: con il nervo piccolo occipitale, derivante
cervicali. dal plesso cervicale.
Il ramo dorsale del 1° nervo cervicale o nervo sottoccipitale è più - Emette due rami anastomotici per i rami posteriori di 1° e 3°
voluminoso del suo braccio anteriore ed è esclusivamente motore: nervo cervicale.
- si stacca ad angolo retto dal tronco del 1° nervo occipitale
- attraversa la membrana atlantoccipitale posteriore e esce dal
canale vertebrale
- si dirige in fuori orizzontalmente e termina nell’interstizio
triangolare delimitato da:
o medialmente: muscolo grande retto posteriore della testa
o lateralmente: muscolo obliquo superiore della testa
o inferiormente: muscolo obliquo superiore della testa.
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Il ramo mediale diminuisce di calibro


procedendo caudalmente:
- da nervo misto nei settori craniali
- diviene nervo prevalentemente
motorio nei settori caudali
il ramo laterale cresce di dimensioni
procedendo caudalmente:
- è nervo prevalentemente motorio in
alto
- diviene nervo misto procedendo
verso il basso.

Rami dorsali dei nervi lombari.


I rami dorsali dei nervi lombari hanno
distribuzione pressoché analoga a quella
degli ultimi rami dorsali dei nervi toracici:
- ramo mediale: sottili e
prevalentemente motori
Rami dorsali cervicali (3° - 8°). - ramo laterale: nervi misti, che sono
I rami dorsali dal 3° al 8° nervo cervicale diminuiscono di calibro più voluminosi e raggiungono la cute
procedendo verso il basso: nella zona glutea.
- si staccano subito dopo l’uscita dal foro vertebrale e piegano
posteriormente Rami dorsali dei nervi sacrococcigei.
- si dirigono verso le docce vertebrali e formano due rami, mediale I rami dorsali dei nervi sacrococcigei
e laterale. raggiungono la regione dorsale passando
- Innervano i muscoli superficiali e profondi della nuca e del collo. per i 4 fori sacrali e per lo iato sacrale (S5 e
Co1):
Il ramo mediale del braccio posteriore del 3° nervo cervicale è detto
anche terzo nervo occipitale: - giunti sulla faccia dorsale del sacro
si anastomizzano tra loro con arcate
- è voluminoso
successive
- piega cranialmente e si affianca al nervo grande occipitale
o rami mediali diventano sottili
- sale fino alla cute della nuca.
o rami laterali diventano di maggior calibro, distribuendosi a:
Rami dorsali dei nervi toracici.  muscoli della regione sacrale
I rami dorsali dei nervi toracici si dividono, come i cervicali, in un ramo  muscolo grande gluteo
mediale e un ramo laterale.  regioni cutanee glutee.
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del
sistema
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Anatomia
del
s

Plesso cervicale.
Rami anteriori dei nervi spinali.
Il plesso cervicale è formato dai rami anteriori dei nervi da C1 a C4, più
I rami anteriori dei nervi spinali continuano in direzione anteriore e un’anastomosi con C5:
laterale il tronco dei nervi da cui originano: - i rami anteriori dei nervi cervicali da C1 a C4 formano tre arcate
- si distribuiscono alla muscolatura e alla cute della regione anastomotiche sovrapposte in direzione verticale.
anterolaterale del collo e del tronco e agli arti superiori Anteriormente ai processi trasversi delle vertebre corrispondenti, i rami
- hanno dimensioni nettamente maggiori dei corrispondenti rami anteriori da C2 a C4 emanano due rami, ascendente e discendente:
posteriori.
- costituiscono anse anastomotiche con i corrispondenti rami degli
I rami anteriori dei nervi toracici sono gli unici a decorrere isolati, altri nervi, formando le anse cervicali, disposte una sopra l’altra
conservando la corrispondente disposizione metamerica: in
- sono definiti nervi intercostali, dato il loro percorso nello spazio o superiore
intercostale corrispondente. o media
Tutti gli altri rami anteriori dei nervi spinali si intrecciano tra loro, o inferiore
costituendo numerose e vistose anastomosi e costituendo i plessi, quali: - C1 si unisce al ramo ascendente del 2° nervo cervicale anteriore.
- Il ramo anteriore del 4° nervo cervicale invia il ramo discendente,
- plesso cervicale che forma l’ansa cervicale inferiore, al ramo anteriore del 5°
- plesso brachiale nervo cervicale.
- plesso lombare
- plesso sacrale Localizzazione. Il plesso cervicale è situato profondamente nel collo
- plesso pudendo davanti ai processi trasversi delle vertebre, nell’interstizio compreso tra:
- plesso coccigeo. - anteromedialmente: muscolo scaleno anteriore e muscoli
prevertebrali
- posterolateralmente: muscolo scaleno medio, splenio ed
elevatore della scapola.
Il plesso cervicale è raggiungibile rimuovendo il margine posteriore del
muscolo sternocleidomastoideo:
- anteromedialmente si trova il fascio vascolo nervoso del collo
e i linfonodi giugulari interni.
- Superiormente e anteromedialmente i nervi
o Glossofaringeo
o Vago
o Ipoflosso
o Ganglio cervicale superiore del simpatico.
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del
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Anatomia
del
s

Il plesso cervicale fornisce: Rami anastomotici.


- rami anastomotici Entrano in anastomosi con il plesso cervicale:
- rami cutanei
- 4 o 5 rami comunicanti grigi dalla catena del simpatico
- rami muscolari.
- nervo vago, con un esile filuzzo
- nervo ipoglosso in tre occasioni.
La connessione anastomotica con il nervo ipoglosso è di importanza
rilevante:
- primo ramo anastomotico: deriva dal ramo anteriore del 1°
nervo cervicale. Confluisce con l’ipoglosso nel suo tratto
discendente e lo abbandona per costituire la radice superiore
dell’ansa cervicale.
- Secondo e terzo ramo anastomotico: si uniscono in un tronco
detto nervo cervicale ascendente che partecipa alla formazione
dell’ansa dell’ipoglosso.

Rami cutanei.
I rami cutanei del plesso cervicale sono sensitivi e si fanno superficiali
perforando la fascia cervicale superficiale, dietro il muscolo
sternocleidomastoideo.
Sono:
- nervo cutaneo trasverso del collo: decorre trasversalmente in
avanti
- nervo piccolo occipitale: decorre in senso obliquo supero
posteriormente.
- Nervo grande auricolare: è ascendente.
- Nervi sopraclavicolari: sono discendenti.

Nervo cutaneo trasverso del collo (C2-C3)


Il nervo cutaneo trasverso origina dall’ansa cervicale media:
- aggira il margine posteriore dello sternocleidomastoideo e
procede in avanti
- passa profondamente alla vena giugulare esterna.
- Anteriormente allo sternocleidomastoideo perfora la fascia
cervicale superficiale e il platisma
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del
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Anatomia
del
s

o Si dispone ad innervare la cute nella zona sopra e


sottoioidea.

Nervo piccolo occipitale (C2).


Il nervo piccolo occipitale nasce dall’ansa cervicale media:
- raggiunge il margine posteriore dello sternocleidomastoideo e lo
segue fino alla testa
- innerva la cute della regione occipitale e mastoidea.

Nervo grande auricolare (C2-C3).


Il nervo grande auricolare è il più voluminoso dei rami superficiali del
plesso e nasce dall’ansa cervicale media:
- decorso: decorre posteriormente al muscolo
sternocleidomastoideo e ne percorre la superficie laterale
ascendendo verticalmente
- innervazione: raggiunge la cute del padiglione aurcolare, ma
emana collaterali che innervano anche:
o regione parotidea
o parte masseterina e angolo della mandibola.
- Lungo il decorso cede rami sensitivi che si anastomizzano con:
o Nervo facciale

Nervi sopraclavicolari (C3-C4)


I nervi sopraclavicolari sono tre fascetti che si portano inferiormente
alla regione sopraclavicolare:
- origine: originano dall’ansa cervicale inferiore in un unico ramo
- Decorso: da profondamente il muscolo sternocleidomastoideo si
dividono in anteriore, medio e posteriore, che si portano
caudalmente alla regione sopraclavicolare.
- Territorio d’innervazione: cute della parte superiore del torace
e della spalla.
Rami muscolari.
I rami muscolari del plesso cervicale comprendono:
- nervi a disposizione segmentale
- nervi per il muscolo sternocleidomastoideo
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Anatomia
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- nervi per il muscolo trapezio - radici accessorie: 3° e 5° nervo cervicale, incostanti.


- nervo cervicale discendente Il nervo discende nel collo, poi nel torace e infine raggiunge il diaframma,
- nervo frenico. dove si ramifica in numerosi rami terminali:
I nervi a disposizione segmentale originano dal plesso cervicale per - l’origine craniale del nervo è data dall’ontogenesi, poiché in fase
innervare la muscolatura contigua al plesso stesso: di sviluppo il diaframma ha una posizione alta che in seguito si
- retto anteriore e retto laterale della testa abbassa e con lui il nervo.
- scaleno anteriore e scaleno medio Decorso. Il decorso avviene in tre regioni:
- muscolo elevatore della scapola
- muscolo romboide - nel collo
- muscolo lungo della testa e lungo del collo. - nel torace
- sul diaframma.
I nervi per i muscoli sternocleidomastoideo e trapezio originano dal
2° e 3° ramo anteriore cervicale (ansa cervicale media) e si portano Nel collo il nervo frenico è diretto obliquamente in direzione medio-
direttamente ai rispettivi muscoli. caudale:
- addossato inizialmente alla faccia anteriore del muscolo scaleno
Nervo cervicale discendente (C2-C3). anteriore.
Il nervo cervicale discendente origina dalla radice inferiore dell’ansa - A livello della clavicola abbandona il muscolo scaleno e si porta
cervicale: tra l’arteria succlavia (anteriormente) e la vena succlavia
- nasce con due radici dal 2° e 3° ramo cervicale (posteriormente)
- discende dietro la vena giugulare interna, all’interno della guaina - Entra nel torace sulla faccia anteromediale della cupola pleurica.
che riveste il fascio vascolonervoso del collo fino al tendine - Si porta in basso lateralmente al nervo vago.
medio del muscolo omoioideo. Nel torace scende applicandosi alla faccia mediastinica dei polmoni:
- Si anastomizza con la radice superiore dell’ansa cervicale
- destra: fiancheggia lateralmente la vena anonima di destra e la
formando l’ansa dell’ipoglosso.
vena cava superiore, si porta caudalmente con un decorso
- Territorio d’innervazione: muscoli omoioideo, sternoioideo e
maggiormente mediale rispetto al sinistro. Passa a fianco
sternotiroioideo
dell’atrio e del ventricolo sinistro e perfora il diaframma.
Nervo frenico (C3-C4-C5). - Sinistra: incrocia superficialmente l’arco aortico. Si porta poi
Il nervo frenico è il nervo più grosso e più lungo originato dal plesso caudalmente descrivendo una leggera curva a concavità mediale
cervicale. È costituito da: per poi giungere nel diaframma.
- fibre motrici: componente prevalente che innerva il diaframma, Territori d’innervazione. Giunto sul diaframma, il nervo frenico si
di cui è il solo nervo motore. suddivide nei suoi rami terminali che provvedono all’innervazione:
- Fibre sensitive: pleura, pericardio, peritoneo aderente alla - le diramazioni motorie entrano a contatto con il muscolo
superficie inferiore del diaframma, parete posteriore dell’addome. diaframma.
Origine. Il nervo frenico origina con: - Le diramazione sensitive si distribuiscono a
- radice principale: 4° nervo cervicale
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Anatomia
del
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o Pleura, pericardio, grossi vasi che attraversano il


diaframma
o Altri perforano il diaframma e si pongono sulla faccia
posteriore del peritoneo
o Alcuni rami terminali, in prevalenza a dx, scendono oltre il
diaframma lungo la parete posteriore dell’addome e
mettono capo al plesso celiaco.
NOTA CLINICA. Lesioni al nervo frenico producono paralisi
all’emidiaframma corrispondente.
Questa paralisi può essere indotta in caso di intervento chirurgico al
polmone:
- si blocca il nervo frenico corrispondente
- con iniezione di anestetico a livello della superficie anteriore del
terzo medio dello scaleno anteriore.
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del
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Plesso brachiale. - tronchi primari: occupano la loggia sopraclavicolare.


- Tronchi secondari: sono contenuti nel cavo ascellare.
Il plesso brachiale è formato dai rami anteriori del 5° 6° 7° e 8° nervo
cervicale e dal 1° nervo toracico:
- partecipano alla costituzione del plesso anche fibre provenienti
da:
o 2° nervo toracico
o 4° nervo cervicale.
Con variazioni minime individuali, il plesso brachiale è formato da una
serie di anastomosi caratteristiche che permettono di individuare:
- tre tronchi primari: superiore, medio, inferiore
- tre tronchi secondari: laterale, mediale e posteriore.
I tronchi primari si formano come segue:
- tronco primario superiore: il ramo del 5° e del 6° nervo
cervicale si uniscono tra loro, ricevendo anche un contingente da
C4.
- Tronco primario medio: formato da C7 nella sua individualità.
- Tronco primario inferiore: formato dal 1° nervo toracico in
anastomosi con l’8° nervo cervicale e un piccolo contingente da
T2.
I tronchi primari si dirigono lateralmente verso il cavo dell’ascella, e
appena sotto la clavicola o dietro, si dividono ciascuno in:
- ramo posteriore
- ramo inferiore
i rami anteriori e posteriori nati dai tronchi primari si uniscono
peculiarmente per formare i tronchi secondari:
- tronco secondario posteriore: dato dall’unione di tutti e tre i
rami posteriori.
- Tronco secondario laterale: dato dall’unione dei tronchi primari Localizzazione e rapporti dei tronchi primari.
anteriori superiore e medio I tronchi primari e le radici anteriori dei nervi che li formano
- Tronco secondario mediale: dato dal ramo anteriore del tronco costituiscono la porzione sovraclaveare del plesso, che è compresa tra:
primario inferiore. - muscolo scaleno anteriore
Il plesso brachiale si sviluppa trasversalmente dai lati della colonna - scaleno medio e posteriore.
vertebrale alla cavità ascellare:
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La porzione sovraclaveare è unita ai muscoli scaleni da una lamina - superiormente il plesso cervicale
fibrosa in dipendenza della fascia cervicale superficiale. - inferiormente la radice anteriore del 2° nervo toracico.
I rapporti con le formazioni circostanti prevedono: La catena del simpatico può essere connessa al plesso brachiale con
- nella parte infero mediale della loggia è rivestita dalle fasce alcuni rami comunicanti grigi.
cervicali superficiali e medie.
- Al di sotto e davanti dei tronchi primari circola l’arteria
succlavia, che emette alcune collaterali
o Arteria scapolare posteriore
o Arteria trasversa della scapola.

Localizzazione e rapporti dei tronchi secondari.


I tronchi secondari costituiscono la porzione sottoclaveare del plesso,
al limite tra la cavità ascellare e la loggia sopraclavicolare:
- inizialmente i tre tronchi si trovano posteriormente all’arteria
ascellare
- successivamente la circondano posizionandosi medialmente,
lateralmente e posteriormente.
- Anteriormente sono ricoperti dalla fascia clavipettorale e dal m.
piccolo pettorale.
- Posteriormente poggiano sul muscolo sottoscapolare e sui
tendini dei muscoli grande dorsale e grande rotondo.

Rami terminali.
Dai tronchi secondari originano i rami terminali del plesso brachiale, a
cui si aggiungono numerosi rami collaterali e anastomotici:
- dal tronco secondario posteriore: nervo ascellare e nervo
radiale.
- Dal tronco secondario mediale: radice mediale del nervo
mediano, nervo ulnare, nervi cutanei mediali del braccio e
dell’avambraccio. Rami collaterali.
- Dal tronco secondario laterale: radice laterale del nervo I rami collaterali del plesso brachiale, in prevalenza motori, si
mediano, nervo muscolocutaneo. distribuiscono a:
- muscoli del cinto scapolare
Rami anastomotici. - muscoli del dorso e del torace
I rami anastomotici del plesso brachiale riguardano: - muscoli intertrasversari
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- muscoli scaleni
- muscolo lungo del collo
I rami collaterali si suddividono in:
- rami dorsali: nervi toracici posteriori, nervi sottoscapolari, nervo
toracodorsale e nervo ascellare
- rami ventrali: nervo succlavio, nervi toracici anteriori e nervo
sovrascapolare.

Nervo ascellare o circonflesso (C5 e C6)


Il nervo ascellare è un grosso nervo che viene talvolta anche
considerato come ramo terminale del plesso brachiale:
- qualità: nervo misto, presenta numerose fibre sensitive per la
cute e per la regione deltoidea e posterolaterale del braccio.
Anche fibre propriocettive per l’articolazione scapolomerale.
- Origine: nasce nella cavità ascellare dal tronco secondario
posteriore.
- Decorso: si porta nella parte superiore della loggia posteriore del
braccio, dirigendosi lateralmente. Per far ciò deve attraversare il
quadrilatero di Velpeau.
o Passando dal quadrilatero di Velpeau emana un
collaterale, il nervo cutaneo laterale del braccio, che si
dirige in basso e in fuori per innervare la regione cutanea
posterolaterale del braccio.
o Il nervo ascellare circonda la superficie convessa del collo
chirurgico dell’omero per raggiungere il deltoide con
numerosi rami.
- Territorio d’innervazione: il nervo ascellare proprio innerva il Rami terminali del plesso brachiale.
deltoide. I rami terminali del plesso brachiale si distribuiscono alle parti
o Nervo cutaneo laterale del braccio: innerva la cute del prossimali e distali dell’arto superiore:
braccio, nella regione posterolaterale. - sono nervi lunghi che originano dai tronchi secondari nella cavità
ascellare.
- Il nervo radiale è l’unico a nascere posteriormente all’arteria
ascellare, generato dal tronco secondario posteriore.
- Altri nervi nascono ventralmente all’arteria ascellare e si
distaccano dalle radici secondarie laterale e mediale:
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o Nervo muscolocutaneo o Sensitiva: cute di una parte posteriore del braccio, della
o Nervo mediano regione mediana posteriore dell’avambraccio e del polso,
o Nervo ulnare metà laterale del dorso della mano e delle prime tre dita,
o Nervo cutaneo mediale dell’avambraccio salvo le ultime due falangi.
o Nervo cutaneo mediale del braccio. Rami terminali.
I rami terminali del nervo radiale nascono a livello dell’articolazione del
Nervo radiale (C5 -> T1).
gomito nella sua parte laterale, dividendosi in:
Il nervo radiale è un grosso nervo che origina dal tronco secondario
posteriore del plesso brachiale ed ha origine da tutti i nervi spinali del - ramo radiale profondo: prevalentemente motore
plesso brachiale: - ramo radiale superficiale: solamente sensitivo.
- origine: nasce nell’ascella in continuazione del tronco Il ramo radiale profondo è il ramo più voluminoso del nervo radiale ed
secondario posteriore. è prevalentemente motore:
- Qualità: nervo misto, sia sensitivo che motorio. - origine: origina dal nervo radiale unico a livello della parte
- Decorso: il decorso generale è dall’ascella, passando per la mediale del gomito.
loggia posteriore del braccio, piegando anteriormente - Decorso: attraversa a pieno il muscolo supinatore. Continua tra
nell’avambraccio e giungendo alla volta della mano. lo strato muscolare profondo e il superficiale della loggia
o Si porta posteriormente e lateralmente abbandonando la posteriore dei muscoli del braccio e giunto al terzo distale inizia a
cavità ascellare assieme all’arteria omerale profonda ramificarsi. Si distribuisce alla superficie dorsale dell’articolazione
o Passa tra il capo lungo e il capo mediale del tricipite del polso.
brachiale, passando sotto il margine inferiore del muscolo - Territorio d’innervazione:
grande rotondo. o Motoria: innerva i muscoli della loggia posteriore
o Decorre nel solco del nervo radiale (faccia posteriore dell’avambraccio:
dell’omero) assieme all’arteria.  Estensore breve del carpo
o Raggiunge il margine laterale dell’omero, perfora il setto  Supinatore
intermuscolare laterale e raggiunge la faccia anteriore del  Estensore comune delle dita
braccio  Estensore proprio del mignolo,
o Passa tra:  abduttore lungo del pollice
 Medialmente: muscolo brachiale  estensore breve e lungo del pollice
 Lateralmente: muscolo brachioradiale  estensore proprio dell’indice.
o Si divide nei suoi due rami terminali: o Sensitiva: le fibre si distribuiscono come rami articolari
 Ramo profondo del nervo radiale per l’articolazione del polso.
 Ramo superficiale del nervo radiale.
Il ramo radiale superficiale è molto più sottile del precedente e
- Territorio d’innervazione: il nervo radiale innerva tutta la parte
totalmente sensitivo:
estensoria dell’arto superiore.
o Motoria: muscoli posteriori del braccio (tricipite brachiale) - origine: origina dal gomito posteriormente.
e muscoli laterali e posteriori dell’avambraccio. - Decorso: decorre in maniera rettilinea nella regione
anterolaterale dell’avambraccio (affianca i vasi radiali) e poi ne
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Anatomia
del
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contorna il margine laterale e ripiegare posteriormente. Giunge


sul margine laterale dell’articolazione del polso dove si sfiocca in
numerosi rami superficiali che si distribuiscono nella metà
laterale della mano.
- Innervazione: l’innervazione è totalmente sensitiva e prevede:
o Cute della parte laterale dell’avambraccio
o Cute della parte laterale del dorso della mano
o prime due falangi di indice, pollice e medio.

Nervo muscolocutaneo (C5, C6, C7).


Il nervo muscolocutaneo è un nervo misto che è il più profondo e
posteriore del cavo ascellare:
- componenti: sia motoria che somatosensitiva
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del
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del
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- origine: origina dal tronco secondario laterale del plesso


brachiale.
- Decorso: decorre nella parte profonda della loggia anteriore del
braccio e in quella laterale superficiale dell’avambraccio.
o Dal cavo ascellare, appoggia direttamente sul muscolo
sottoscapolare e piega verso il basso e lateralmente
o Nel braccio attraversa il muscolo coracobrachiale,
profondamente nella loggia anteriore.
o Si porta in basso e lateralmente, tra bicipite e muscolo
brachiale.
o A livello del gomito perfora la fascia brachiale e diviene
nervo cutaneo laterale dell’avambraccio (dividendosi in
anteriore e posteriore) che innerverà la parte laterale
dell’avambraccio con due rami.
- Territorio:
o Motoria: la componente motoria riguarda
prevalentemente i muscoli della loggia anteriore del
braccio (bicipite, brachiale e coracobrachiale)
o Sensitiva: la componente sensitiva riguarda
prevalentemente:
 la regione laterale dell’avambraccio
 la parte anteriore dell’articolazione del gomito
 l’omero.

Nervo mediano (C5 -> T1).


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del
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Il nervo mediano è il nervo di maggior calibro del plesso brachiale ed ha


la caratteristica di non emanare fibre all’interno del braccio ma
portandole tutte all’avambraccio:
- origine: nasce dall’unione di due radici provenienti dal tronco
secondario laterale (C5, C6, C7) e dal tronco secondario mediale
(C8, T1).
- Decorso: le due radici convergono a V formando un’ansa
anteriormente all’arteria ascellare.
o Posto lateralmente e in avanti rispetto al nervo ulnare e
medialmente rispetto al muscolocutaneo
o Discende nella loggia anteriore del braccio assieme
all’arteria brachiale e alle omonime vene
o Separato dal nervo ulnare dal setto intermuscolare
mediale del braccio.
o A livello del gomito è incrociato superficialmente dal
lacerto fibroso del bicipite brachiale.
o Prosegue nell’avambraccio facendosi nuovamente
profondo, nella loggia anteriore, sotto i muscoli flessori.
o Termina nel tunnel carpale, passando sotto i tendini
trasversi, assieme ai tendini dei flessori del carpo.
o A livello del palmo della mano si divide nei suoi rami
terminali:
 Nervo dell’eminenza tenar
 Nervi digitali palmari propri
 Nervi digitali palmari comuni.
- Innervazione: non sfiora il braccio e si distribuisce
principalmente nell’avambraccio distale e nel polso:
o Motoria: muscoli dell’epitroclea e eminenza tenar.
o Sensitiva: cute della regione anteriore del polso e della
parte laterale della mano (prime tre dita e metà laterale
del IV).
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Anatomia
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Rami terminali. o Attraversa la cavità ascellare in posizione più mediale e


Non appena uscito dal canale del carpo, il nervo mediano si divide in superficiale rispetto agli altri nervi.
due brevi tronchi, mediale e laterale, da cui derivano i diversi rami o Penetra nella loggia anteriore del braccio con l’arteria
muscolari e cutanei: brachiale e il nervo mediano
- nervo dell’eminenza tenar o Prima del gomito piega posteriormente e perfora la
- nervi digitali palmari propri. membrana intermuscolare mediale e si porta nella loggia
- Nervi digitali palmari comuni. posteriore.
o Passa in una doccia fibrosa all’interno dell’articolazione
Il nervo dell’eminenza tenar innerva con tre rami distinti i muscoli epitroclea-olecrano
dell’eminenza tenar (parte laterale della mano, in relazione al pollice): o Si porta nuovamente nella parte mediale della loggia
- adduttore breve del pollice anteriore dei muscoli dell’avambraccio.
- opponente del pollice o Decorre profondamente ai muscoli flessori e adagiato
- capo superficiale del flessore breve del pollice. all’arteria ulnare sulla superficie anteriore del muscolo
I nervi digitali palmari propri si distinguono in tre nervi: flessore profondo delle dita
o Scorre al di sotto del legamento trasverso del carpo
- nervo palmare laterale del pollice (tunnel carpale) e a livello dell’osso pisiforme si divide nei
- nervo palmare mediale del pollice rami terminali
- nervo palmare laterale dell’indice  Ramo palmare superficiale: ramo che si porta
Sono nervi che si distribuiscono alla cute della superficie palmare del superficialmente
pollice e alla parte laterale dell’indice.  Ramo terminale profondo: ramo palmare
I nervi digitali palmari comuni forniscono rami cutanei per: profondo.
- Territorio d’innervazione: si esegue una distinzione tra:
- la superficie palmare interna dell’indice
o Fibre motrici: si portano ai muscoli:
- superficie palmare del medio
 dell’avambraccio (flessore ulnare del carpo e i due
- metà laterale della superficie palmare dell’anulare.
capi mediali del flessore profondo delle dita – per
- Estremità dorsale di 2° 3° 4° dito.
anulare e mignolo).
Nervo ulnare (C7, C8, T1).  Della mano: eminenza ipotenar, muscoli
Il nervo ulnare è un nervo misto che si porta nella parte mediale interossei, due lombricali e due muscoli
dell’avambraccio per raggiungere il polso e la mano senza emettere dell’eminenza tenar.
collaterali: o Fibre sensitive: si distribuiscono alla cute mediale del
carpo sia dorsalmente che ventralmente e alla cute della
- origine: cavità ascellare, dal tronco secondario mediale del mano (palmarmente da metà mediale del 4° dito al 5° e
plesso brachiale (C8 e T1) e spesso riceve un contingente di dorsalmente da metà del 3° dito al 5°).
fibre dal ramo ventrale di C7.
- Decorso: il decorso generico prevede il passaggio anteriore nella
cavità ascellare, il passaggio nella loggia anteriore dei muscoli
del braccio e la discesa medialmente nell’avambraccio.
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Anatomia
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Rami terminali.
Il ramo palmare superficiale della mano prosegue la direzione del
nervo ulnare portandosi, assieme all’arteria ulnare, fino all’eminenza
ipotenar:
- motore innerva il muscolo palmare breve
- sensitivo: innerva la cute dell’eminenza ipotenar e si divide in
ulteriori due rami che innervano l’anulare e il mignolo palmare e
dorsale, nonché il medio nella sua parte mediale.
Il ramo palmare profondo della mano è prevalentemente motorio e
innerva i muscoli flessori propri della mano (interossei, adduttore del
pollice e flessore breve del pollice, muscoli dell’eminenza ipotenar).
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Anatomia
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I primi 6 nervi intercostali percorrono tutta l’estensione dello spazio


Nervi intercostali. intercostale:
I nervi intercostali sono i rami anteriori delle dodici paia di nervi toracici, - in vicinanza dello sterno incrociano anteriormente l’arteria
che mantengono un’organizzazione segmentale e un decorso mammaria interna, perforano la parete toracica (muscolo
relativamente indipendente: intercostale interno, membrana intercostale esterna e muscolo
grande pettorale) e si portano sottocute, distribuendosi nella
- decorrono ciascuno nel corrispondente spazio intercostale parete anterolaterale del torace.
(inferiore al neuromero) - Il 2°, 3°, 4° nervo vanno nella parte mediale della mammella, i
- il 12° nervo, invece, decorre sul margine inferiore della 12° costa, rami mammari mediali.
pertanto è detto nervo sottocostale.
Gli ultimi 6 nervi intercostali proseguono oltre il corrispondente spazio
I nervi intercostali sono nervi misti, che forniscono: intercostale portandosi verso il basso:
- l’innervazione cutanea della parete toracoaddominale - incrociano le cartilagini costali sottostanti e si immettono nello
- innervazione muscolare per i muscoli toracici. spessore della parete addominale (tra l’obliquo interno e il
I primi due nervi forniscono anche rami per il plesso brachiale: trasverso dell’addome) e raggiungono il retto dell’addome.
- il 1° nervo toracico partecipa estesamente alla formazione del - terminano come rami cutanei anteriori alla parete dell’addome
plesso brachiale - il nervo sottocostale emana un ramo anastomotico alla
- il 2° nero toracico, con la sua componente sensitiva cutanea, formazione del plesso lombare.
costituisce il nervo intercostobrachiale, che si anastomizza con Rami anastomotici.
il nervo cutaneo mediale del braccio e con il nervo cutaneo I rami anastomotici dei nervi intercostali sono dati dalle seguenti
posteriore del radiale. anastomosi con:
- Dal 3° al 6° innervano esclusivamente la parte toracica - catena del simpatico: ogni nervo invia rami comunicanti bianchi
- Dal 7° all’11° innervano anche parte della parete addominale. e grigi alla catena del simpatico
- Il 12° o nervo sottocostale, si porta alla parete dell’addome e alla - plesso brachiale: 1° nervo entra con convinzione e il 2° con rami
regione glutea. secondari
Decorso. Ciascun nervo intercotale origina dal foro intervertebrale - plesso lombare: il 12° nervo intercostale può anastomizzarsi
corrispondente e occupa la parte di mezzo dello spazio intercostale: con il 1° nervo lombare.
- a livello dell’angolo costale piega cranialmente per raggiungere il Rami collaterali.
margine superiore della costa. È in rapporto con la faccia Ogni nervo intercostale emette dei rami collaterali in diversi punti:
profonda del muscolo intercostale esterno. - ramo cutaneo laterale: prima di raggiungere l’angolo costale
- Superato l’angolo si dirige profondamente, assieme ai vasi, tra i - rami muscolari: si distaccano in vari punti lungo il decorso
muscoli intercostali interno e profondo. - rami propriocettivi: si distaccano assieme ai rami muscolari per
- Nel tratto anteriore, torna nella parte intermedia dello spazio portare la sensibilità delle coste, dello sterno, delle articolazioni
intercostale poggiando superficialmente sulla fascia intercostale costovertebrali e delle pleure parietali.
esterna.
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Plesso lombare.
Il plesso lombare è un plesso situato caudalmente formato dai nervi 1°
2° 3° 4° lombari con un ramo anastomotico del 12° nervo toracico:
- posto davanti ai processi trasversi delle vertebre lombari,
compreso tra i due piani d’intersezione della porzione
paravertebrale del muscolo psoas (ileo e grande psoas).
Ogni ramo anteriore, o radice del plesso, si divide in tre rami:
- due diventano rami periferici del plesso
- uno è un ramo anastomotico per il nervo sottostante.
Le particolarità riguardano:
- 4° nervo lombare, con il ramo anastomotico che si porta a L5.
Tale ramo è detto ramo comunicante ed è molto voluminoso e
contribuisce a formare il tronco lombosacrale, importante per la
formazione del plesso sacrale.
- Il 1° nervo lombare riceve l’anastomosi dal 12° nervo toracico.
In base allo schema descritto, deriva che ogni nervo spinale lombare da
origine a:
- due nervi periferici
- un’ansa anastomotica.
Il 1° nervo lombare si divide in:
- nervo ileoipogastrico
- nervo ileo inguinale
- 1° ansa anastomotica.
Il 2° nervo lombare si divide in:
- nervo cutaneo laterale della coscia
- nervo genitofemorale
- seconda ansa anastomotica, che si divide rispettivamente in
due rami:
o radice superiore del nervo otturatorio.
o Radice superiore del nervo femorale.
Il ramo anteriore del 3° nervo lombare emette:
- radice media del nervo otturatorio
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- radice media del nervo femorale


- terza ansa anastomotica (spesso mancante).
Dal 4° nervo lombare prendono origine:
- radice inferiore del nervo femorale
- radice inferiore del nervo otturatorio
- quarta ansa anastomotica (che va a formare il tronco
lombosacrale).
Complessivamente il plesso lombare ha una forma triangolare in cui si
individuano:
- base sulla colonna lombare
- apice alla confluenza delle tre radici sul nervo femorale.
Le radici del plesso e il tratto iniziale dei rami periferici passano tra le
inserzioni del muscolo psoas, sulla faccia anteriore della colonna
vertebrale:
- la catena lombare del simpatico e i rami comunicanti collegati al
plesso lombare sono più mediali, davanti ai corpi vertebrali.
- I rami del plesso lombare emergono sulla faccia anteriore e sulla
faccia laterale del muscolo psoas I rami collaterali lunghi divengono veri e propri nervi, e sono ad
- Tutto il plesso è coperto superficialmente dal foglietto parietale eccezione del nervo cutaneo laterale della coscia, che è totalmente
del peritoneo. sensitivo, nervi motori.
Nervo ileoipogastrico (T12, L1). Nasce dal ramo anteriore del 1° nervo
Rami collaterali. lombare:

I rami collaterali del plesso lombare si distinguono in: - decorso: si porta superficialmente al quadrato dei lombi e penetra
nell’aponeurosi del muscolo trasverso dell’addome, per inserirsi tra il
- rami collaterali brevi trasverso e l’obliquo interno.
- rami collaterali lunghi. o Successivamente emette due rami, uno profondo e uno
I rami collaterali brevi sono nervuzzi motori per i muscoli del tronco superficiale
 Ramo genitale: percorre il canale inguinale e si
quali:
dispone sulla cute dei genitali esterni.
- grande e piccolo psoas  Ramo cutaneo anteriore: passa tra l’obliquo interno e
- nervi per i muscoli intertrasversari laterali. l’obliquo esterno e innerva la cute della regione
- Nervi per il muscolo quadrato dei lombi. ipogastrica.
Il nervo ileo inguinale (L1) nasce dal ramo anteriore del 1° nervo lombare e
decorre sotto il nervo ileoipogastrico:
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- decorso: si porta anterolateralmente assieme all’ileoipogastrico alla


spina iliaca superiore, per dividersi in due rami:
o ramo genitale: scende nel canale inguinale accollandosi al
cordone spermatico (maschio) o al legamento rotondo dell’utero
(femmina) per penetrare sotto la cute della faccia mediale della
coscia e sullo scroto per i maschi o le grandi labbra per le
femmine.
o Ramo ipogastrico: termina sul retto dell’addome nella regione
ipogastrica
Il nervo genitofemorale (L1 e L2) nasce dal ramo anteriore del 2° nervo
lombare:
- decorso: si porta in basso e in avanti, costeggiando il muscolo grande
psoas, passandogli davanti e raggiungendo il legamento inguinale,
dove si divide in due rami:
o ramo genitale: imbocca l’orifizio esterno del canale inguinale e
cede rami muscolari per il trasverso, l’obliquo interno e il
cremastere. Sull’orifizio esterno emette rami sensitivi per lo
scroto o il grande labbro.
o Ramo femorale: si affianca all’arteria iliaca esterna e con essa
esce dal bacino passando per la lacuna dei vasi e attraversata
la lamina cribrosa, provvede all’innervazione sensitiva della
cute mediale della coscia.
Il nervo cutaneo laterale della coscia (L2-L3) è tra i rami collaterali del plesso
lombare l’unico nervo sensitivo:
- nasce dalla divisione posteriore dei rami anteriori del 2° e 3° nervo
lombare, attraversa obliquamente e verso l’esterno il muscolo grande
psoas e entra sotto la fascia del muscolo iliaco, passa tra le due spine
iliache anteriori e nella coscia si fa sottocutaneo, dividendosi in:
o ramo gluteo: si porta indietro e infuori per innervare la cute
della chiappa.
o Ramo femorale: procede verticalmente fino al ginocchio
innervando la cute anterolaterale della coscia.
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Rami terminali. - le radici si dirigono in basso e lateralmente nello spessore del


muscolo grande psoas e si fondono in un unico tronco a livello
I rami terminali escono dal bacino e si distribuiscono ai muscoli e alla
del processo trasverso della 5° vertebra lombare.
cute dell’arto inferiore e sono:
- Il nervo emerge dal muscolo grande psoas e procede
- nervo otturatorio caudalmente tra il grande psoas e il muscolo iliaco, ricoperto
- nervo femorale. dalla fascia iliaca, che lo separa dal peritoneo e dagli organi
Il nervo otturatorio (L2, L3, L4) è un nervo destinato principalmente alla della fossa iliaca.
loggia degli adduttori (medialmente nella coscia): - Passa assieme al muscolo ileopsoas nella lacuna dei muscoli (i
vasi percorrono medialmente la lacuna dei vasi.
- origine: origina con tre radici dai rami anteriori di 2° (ansa
- Giunge al triangolo femorale di Scarpa, in cui il nervo femorale si
lombare) nervo lombare, del 3° e del 4° nervo lombare, facendosi
divide ne suoi rami terminali:
un tronco unico che scende anteriormente al grande psoas
o Nervo muscolocutaneo laterale: emesso dal tronco
- decorso: il nervo, passando tra i fasci del muscolo grande
anteriore. Nervo superficiale
psoas, decorre medialmente al nervo femorale e, una volta
o Nervo muscolocutaneo mediale: come il precedente.
passato lo stretto superiore abbandona il muscolo per portarsi
o Nervo per il muscolo quadricipite: emesso dal tronco
nella loggia dei muscoli adduttori della coscia.
posteriore. Nervo profondo.
- Territorio d’innervazione:
o Nervo safeno: profondamente anch’esso.
o Muscolare: innerva il muscolo otturatorio esterno, i
muscoli adduttore (grande, breve, lungo) e il muscolo Rami collaterali.
gracile. I rami collaterali del nervo femorale, lungo il tragitto, si dirigono a:
o Cutaneo: rami sensitivi per i tronchi articolari dell’anca e - muscolo grande psoas
del ginocchio. - muscolo iliaco
- muscolo pettineo
Nervo femorale (L1, L2, L3, L4). - arteria femorale (origina sopra il legamento inguinale e
Il nervo femorale è tra i rami più grandi del plesso lombare. È un nervo accompagna l’arteria fino a metà coscia).
misto che fornisce:
- i muscoli della loggia anteriore della coscia,
- territorio cutaneo del ginocchio, della gamba e del dorso del
piede.
- Muscolo ileopsoas
- Contribuisce all’innervazione del gruppo mediale.
Origine. Origina con tre radici dai nervi 2° 3° 4° lombari e con
un’anastomosi dal L1.
Decorso. Il tronco unitario si dirige distalmente nella coscia per poi
dividersi in vari rami terminali nel triangolo femorale di Scarpa:
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Rami terminali.
Il nervo muscolocutaneo laterale ha una doppia componente (motoria
e sensitiva) che distribuisce portandosi in basso appoggiandosi sulla
faccia profonda del muscolo sartorio:
- rami motori: si distribuiscono nel muscolo sartorio
- rami sensitivi: innervano la superficie anteriore della coscia, fino
al ginocchio dividendosi in numerosi rami, alcuni dei quali
diventano sottocutanei, altri seguono il nervo e la vena safena
profondamente.
Il nervo muscolocutaneo mediale è anch’esso misto ma molto più
sottile del precedente:
- fibre motorie: innerva il muscolo pettineo e l’adduttore lungo
- rami cutanei: cute della faccia supero mediale della coscia,
distalmente alla superficie cutanea servita dai rami genitali del
plesso.
Il nervo del muscolo quadricipite è il più profondo e il più voluminoso
dei rami terminali del nervo femorale:
- quasi totalmente motorio
- si divide in quattro rami muscolari per innervare i quattro
componenti del muscolo quadricipite:
o vasto laterale
o vasto mediale
o retto anteriore
o vasto intermedio.
- Alcuni rami sensitivi si distaccano per innervare:
o Periostio della rotula e del femore
o Articolazione del ginocchio.
Il nervo safeno è il ramo più importante tra i terminali del nervo
femorale:
- componente: esclusivamente sensitivo.
- Decorso: inizialmente decorre come satellite dell’arteria
femorale, sul lato esterno di questa.
o Penetra nel canale degli adduttori per qualche centimetro,
per poi uscire perforando la parete anteriore.
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o Si porta al condilo mediale del femore decorrendo


profondamente al muscolo sartorio nel solco tra vasto
mediale e grande adduttore
o Si divide nei suoi rami terminali:
 Ramo rotuleo.
 Ramo tibiale.
o Durante il decorso nella coscia emana numerosi
collaterali per la cute della coscia posteromediale e un
ramo articolare per il ginocchio.
- Territorio d’innervazione: porta la sensibilità della
o cute posteromediale della coscia,
o della superficie patellare del ginocchio
o dalla cute posteromediale della gamba
o della superficie dorsomediale del piede.
Il ramo rotuleo si fa subito superficiale perforando il sartorio e la fascia
che lo riveste per poi portarsi inferiormente e circondare la rotula, per
innervare la regione posteromediale della rotula e il legamento patellare.
Il ramo tibiale è la diretta continuazione del nervo safeno ed è più
voluminoso del precedente:
- circonda posteriormente il condilo mediale del femore attorno
all’inserzione del muscolo sartorio
- raggiunge il piano sottocutaneo della faccia mediale della gamba,
entrando in rapporto con la vena grande safena.
- Segue verso il basso il decorso mediale della vena, passa
anteriormente al malleolo mediale e raggiunge la radice del primo
dito.
- Innervazione: cute della faccia mediale e posteromediale della
gamba, del malleolo tibiale e della superficie dorsomediale del
piede.
NOTA CLINICA. La neuropatia del nervo femorale si caratterizza di:
- ipostenia e atrofia del quadricipite femorale con notevole difficoltà
nella deambulazione.
- Parestesie e dolore a livello della superficie anteriore e mediale
della coscia, della superficie mediale della gamba (zona del
nervo safeno).
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Plesso sacrale. o Arteria pudenda interna.


Il plesso sacrale è formato dall’unione di: Da ogni ramo anteriore del plesso sacrale emergono due o tre rami
comunicanti grigi per la catena del simpatico.
- tronco lombosacrale (L4-L5)
- rami anteriori di 1° 2° 3° nervo sacrale, i quali hanno un calibro
decrescente in senso caudocraniale.
Le quattro radici del plesso sacrale si riuniscono in un unico tronco, di
fronte al foro ischiatico, da cui nascono poi:
- ramo terminale: è un grosso tronco che si porta caudalmente,
detto nervo ischiatico.
- Rami collaterali.
Nervo per nervo, il plesso sacrale è costituito da:
- tronco lombosacrale: che prevede tutte le fibre del 5° nervo
lombare e un contingente cospicuo dal 4° lombare.
- 1° nervo sacrale: entra nel plesso sacrale con la totalità delle
sue fibre anteriori.
- 2° nervo sacrale: è detto nervo bigemino, poiché si divide in due
rami secondari (superiore e inferiore) di cui
o superiore: entra nel plesso sacrale, ed è il più grande.
o Inferiore: partecipa al plesso pudendo.
- 3° nervo sacrale: cede poche fibre al plesso sacrale, poiché
quelle inferiori continuano nel plesso pudendo.
Nell’insieme il plesso sacrale ha forma triangolare, in cui:
- la base è data dall’osso sacro
- l’apice è situato nel foro ischiatico
il plesso sacrale è situato lateralmente nella piccola pelvi, applicato al
contro la faccia anteriore del muscolo piriforme:
- rivestito anteriormente dalla fascia pelvica, che lo separa dai vasi
iliaci interni e dalla catena del simpatico
- ha rapporti viscerali con l’intestino retto e con il cavo
retrovescicale (maschio) o retro uterino (femmina).
- È invece in relazione con le seguenti arterie:
o Arterie sacrali laterali
o Arteria ischiatica
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- nervo gluteo superiore, muscolo medio e piccolo gluteo e tensore


della fascia lata
- nervo gluteo inferiore, per il grande gluteo
- nervo del muscolo piriforme, motore per il muscolo piriforme.

Rami collaterali.
I rami collaterali del plesso sacrale possono essere distinti in:
- anteriori Ramo terminale: il nervo ischiatico (L4, L5, S1, S2, S3).
- posteriori.
Il nervo ischiatico è il nervo più lungo e voluminoso del corpo umano,
Tali rami si distribuiscono principalmente alla cintura dell’arto inferiore. dato il suo decorso dal bacino fino al piede:
I rami anteriori sono quasi esclusivamente dei rami motori: - componenti: nervo misto
- originano dalla faccia anteriore del plesso e escono dalla grande - origine: origina da tutte le radici dei nervi che costituiscono il
incisura ischiatica plesso sacrale. Nel tratto iniziale è appiattito e in senso
- si dirigono ai muscoli anteroposteriore misura 1,5 cm in altezza e 5 mm di spessore.
o gemello inferiore e superiore - Decorso: il decorso generico prevede l’origine nel bacino, poi il
o quadrato del femore passaggio nella natica, nella coscia, nella gamba e nel piede.
o muscolo otturatorio. o Bacino: il tronco esce dal bacino passando per il grande
foro ischiatico, sotto al margine inferiore del muscolo
I rami posteriori emergono dalla faccia posteriore del plesso sacrale e
piriforme.
sono:
o Natica: ne percorre la parte inferiore e profonda,
- nervo cutaneo posteriore della coscia, sensitivo passando tra il grande trocantere e la tuberosità
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ischiatica, assieme all’arteria ischiatica. Decorre sulle


superfici de muscoli gemello superiore, otturatorio interno,
gemello inferiore, quadrato del femore ed è rivestito
esternamente dal grande gluteo.
o Coscia: nella coscia il muscolo discende verticalmente in
compagnia dell’arteria ischiatica.
 Si avvicina alla linea aspra del femore,
progressivamente ed è accolto in un interstizio
muscolare formato da:
• Medialmente: bicipite femorale
• Lateralmente: vasto laterale.
 Proseguendo distalmente è incrociato
posteriormente dal capo lungo del bicipite.
 Arriva all’angolo superiore della losanga politea,
per dividersi nei suoi rami terminali:
• Nervo tibiale
• Nervo peroniero comune.
- Territorio d’innervazione: in maniera generica, l’innervazione
prevede:
o Motoria: logge posteriori di coscia, gamba e piede
o Sensitiva cutanea: cute della gamba e del piede, eccetto
una striscia mediale in cui interviene il nervo safeno.

Rami collaterali.
Il nervo ischiatico, lungo il suo decorso fornisce rami collaterali
muscolari o articolari:
- rami muscolari: capo lungo del muscolo bicipite, capo breve del
bicipite, muscolo semitendinoso e semimembranoso, grande
adduttore.
- rami articolari: si distribuiscono alle articolazioni di anca e
ginocchio.
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Rami terminali: nervo tibiale (L4, L5, S1, S2, S3).


Il nervo tibiale è posto sulla diretta continuazione del nervo ischiatico:
- origine: parte dall’angolo superiore della losanga poplitea, a
livello dell’interstizio tra semimembranoso e bicipite femorale.
- Decorso: scende profondamente al muscolo soleo e si porta fino
al piede, a livello plantare
o Gamba: nella losanga poplitea discende rivestito dalla
sola fascia superficiale, anteriormente rispetto ai vasi
poplitei. Si approfonda poi tra i due capi del gastrocnemio
passando, assieme ai vasi, nell’anello popliteo. Scende
dirigendosi verso il malleolo tibiale
o Caviglia: discende tra il muscolo tibiale posteriore e il
flessore lungo delle dita. Passa tra il margine posteriore
del malleolo tibiale e il margine mediale del tendine
calcaneale (d’Achille).
o Piede: discende nel calcagno dividendosi, a quel livello,
nei suoi rami terminali:
 Nervo plantare mediale
 Nervo plantare laterale.
- Territorio d’innervazione: l’innervazione data dal nervo tibiale
prevede:
o Muscolare: innerva i muscoli della loggia posteriore della
gamba e i muscoli plantari del piede
o Sensitiva: la componente sensitiva è molto estesa e si
distribuisce a:
 Cute del tratto distale dell’area posterolaterale
della gamba
 Cute del tallone
 Cute della pianta e del margine laterale del piede.
 Faccia plantare e faccia dorsale delle falangi
distali.
 Articolazione tibiotarsica e articolazioni intrinseche
del piede.
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Rami collaterali del nervo tibiale.


I rami collaterali del nervo tibiale sono sia muscolari che sensitivi.
I rami muscolari innervano:
- muscolo popliteo
- muscoli posteriori superficiali della gamba (plantare, soleo,
gemelli)
- muscoli posteriori profondi della gamba (tibiale posteriore,
flessore lungo delle dita, flessore lungo dell’alluce).
I rami sensitivi portano sensibilità da:
- articolazione del ginocchio
- articolazione tibiotarsica
- calcagno
- cute della pianta del piede
- cute posterolaterale del terzo inferiore della gamba (nervo
cutaneo mediale della sura)
Rami terminali del nervo tibiale.
I rami terminali del nervo tibiale originano dalla divisione del nervo
principale nella doccia del calcagno:
- nervo plantare mediale: porta fibre motorie e sensitive ai
muscoli della pianta del piede e alla cute della porzione mediale.
- Nervo plantare laterale: innerva la porzione laterale della cute
della pianta del piede e innerva i muscoli in esso contenuti.

Rami terminali: nervo peroniero comune (L4, L5, S1, S2).


Il nervo peroniero comune è il ramo di divisione laterale del nervo
ischiatico:
- origine: losanga poplitea.
- Decorso: circoscrive il bicipite femorale e percorre mezzo giro
portandosi nella parte anteriore della gamba, circondando il collo
della fibula e si divide nei suoi rami terminali:
o Nervo peroniero profondo: decorre profondamente ai
muscoli della loggia anterolaterale della gamba.
o Nervo peroniero superficiale: decorre superficialmente.
- Territorio d’innervazione: innerva con le due componenti:
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o Motoria: muscoli anterolaterali della gamba (peronieri),


del piede e l’estensore breve delle dita.
o Sensitiva: cute della metà laterale della gamba, del collo
e del dorso del piede. Fibre si portano fino alla faccia
volare del piede, giungendo fino alla falange distale.
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Ramo terminale: il nervo pudendo (S2, S3, S4).


Il nervo pudendo è l’unico ramo terminale che origina dal plesso
pudendo:
Plesso pudendo.
- componenti: viscerale (fibre pregangliari del parasimpatico con
Il Plesso pudendo è costituito fondamentalmente dal ramo anteriore del azione vasodilatatoria per le arterie degli organi genitali), motrice
3° nervo sacrale, che si collega con un’arcata anastomotica al 4° nervo e sensitiva.
sacrale: - Decorso: si dirige in basso dalle radici del plesso pudendo esce
- un piccolo contingente anastomotico giunge anche dal 2° nervo dal bacino passando per la parte inferiore del foro ischiatico,
sacrale (nervo bigemino). nella fessura tra i muscoli piriforme e ischio coccigeo.
Il plesso pudendo permette l’innervazione di: o Entra nella fossa ischio rettale passando per il piccolo foro
ischiatico.
- organi genitali
o Li si divide nei suoi due rami
- parte terminale dell’intestino e delle vie urinarie
 Nervo perineale: si divide in due rami, che
- muscoli del diaframma pelvico
innervano la cute del perineo, della parte dorsale
- cute del perineo.
del pene (o il grande labbro) e lo scroto e i muscoli
Localizzazione. Tale plesso poggia sul margine inferiore del muscolo della vescica e dell’ano.
piriforme e su quello superiore del muscolo ischio coccigeo:  Nervo dorsale del pene: innerva il glande nei
- è ricoperto anteriormente dalla fascia pelvica maschi e il clitoride nella femmina.
- questa lo fissa assieme ai vasi sacrali laterali alla parete
posterolaterale della piccola pelvi. Plesso coccigeo.
Forma e diramazione. Emette un grosso ramo terminale, il nervo Il plesso coccigeo è una unione dei nervi S5 e Co1, con un contributo
pudendo che raccoglie fibre da tutte le radici del plesso, di cui ne da S4, che si saldano tra loro formando un’ansa a concavità inferiore:
rappresenta la continuazione.
- situato ai lati del coccige, davanti al muscolo ischiococcigeo ed è
Rami anastomotici. ricoperto dalla fascia pelvica.
Riceve anastomosi dalle radici del 2° 3° 4° nervo sacrale. Emana inoltre - È connesso all’estremità inferiore della catena del simpatico
un ramo anastomotico al 5° nervo sacrale del plesso coccigeo. tramite rami comunicanti grigi:
Emette numerosi rami comunicanti grigi alla catena del simpatico, che - Si divide in
dipartono tutti dalle radici del plesso. o Rami anteriori: viscerali, costituiti da fibre pregangliari
del parasimpatico sacrale. Si collegano al plesso
Rami collaterali. ipogastrico per unirsi ai nervi del simpatico.
I rami collaterali presenti nel plesso pudendo sono di due tipi: o Rami posteriori: somatici, si distribuiscono al muscolo
coccigeo e alla cute della regione del coccige.
- rami viscerali: costituiti da fibre parasimpatiche pregangliari per i
visceri della piccola pelvi (pene/vagina, retto e vescica)
- rami muscolari e sensitivi somatici: innervano la cute e i
muscoli del perineo.
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Anatomia
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Inoltre non tutti i nervi sono misti, come nel caso dei nervi spinali, ma
possono essere misti, viscerali, motori o sensitivi a seconda del nervo.
Il punto della superficie dove nasce il nervo sull’encefalo è definito
Nervi
encefalici.
 emergenza o origine apparente:
- l’origine reale indica il nucleo all’interno dell’encefalo da cui il
Generalità. nervo nasce.
o Nervo motore: l’origine sarà un nucleo motore all’interno
I nervi cranici o encefalici sono nervi che emergono pari e simmetrici del tronco encefalico
dalla superficie dell’encefalo: o Nervo sensitivo: l’origine reale sarà il ganglio dove hanno
sede i proto neuroni sensitivi, mentre il nucleo encefalico
- attraverso i fori del cranio si portano sulla superficie esocranica. corrispondente è il nucleo di terminazione, poiché riceve
- Sono dodici paia numerate in ordine progressivo in senso i prolungamenti postgangliari.
craniocaudale, in base all’emergenza dall’encefalo
- Si distribuiscono alla testa e al collo. I nervi encefalici hanno composizione disomogenea:
o Fa eccezione il nervo vago, X, che innerva anche strutture - I, II, VIII nervo encefalico: trasportano unicamente sensibilità
toraciche e addominali. specifiche.
Il I paio (nervo olfattivo) è annesso al telencefalo: - IV, VI, XI e XII nervi encefalici: sono costituiti solamente di fibre
motrici somatiche.
- costituito oltre dal ramo terminale anche da filamenti olfattivi che - III nervo encefalico: è un nervo effettore somatico
originano dai neuroni sensoriali primari nell’epitelio della mucosa - Il V paio: costituito da fibre sensitive e motrici somatiche.
olfattiva - VII, IX e X: accolgono fibre di natura effettrice e sensitiva, sia
- tali fibre terminano nella corteccia del bulbo olfattivo. somatica che viscerale.
Il II paio (nervo ottico) non è propriamente un nervo periferico: Sul decorso dei nervi encefalici che contengono fibre sensitive (sia
- costituito da un fascio di fibre mieliniche che connette la retina ai somatiche che viscerali) sono intercalati uno o più gangli, contenenti
centri diencefalici cellule T (protoneuroni sensitivi):
Con l’eccezione delle prime due paia di nervi, tutti gli altri emergono dal - fibre periferiche raccolgono lo stimolo
tronco encefalico: - fibre centrali le portano ai nuclei di terminazione encefalici.
- mesencefalo: III e IV Le fibre effettrici viscerali contenute solamente in alcuni dei nervi
- ponte: V, VI, VII encefalici, sono fibre pregangliari parasimpatiche che originano dai
- ponte e bulbo: VIII nuclei parasimpatici encefalici e terminano nei gangli parasimpatici
- bulbo: IX, X, XI, XII. (motori):
Tutti i nervi cranici, ad eccezione del IV, emergono dalla superficie - i gangli parasimpatici (a differenza dei simpatici) sono situati
ventrale o laterale dell’encefalo: vicino al territorio d’innervazione.
- non ricalcano la distribuzione dei nervi spinali.
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- Le fibre pregangliari del III, VII, IX paio di nervi encefalici lasciano


il proprio nervo di origine e si anastomizzano con i rami del nervo
trigemino.
o Raggiungono il ganglio attraverso le fibre del V nervo
encefalico
o Il trigemino, che nasce con sensibilità e motilità solamente
somatica, si arricchisce di fibre viscerali parasimpatiche.
Nei tratti terminali dei nervi encefalici, spesso si riscontrano anastomosi
con:
- fibre postgangliari simpatiche.
- Collaterali di altri nervi cranici.
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Analisi specifica dei nervi encefalici. sottomucosa passando per la lamina cribrosa, dove si dividono
ulteriormente il fascetti primari amielinici, che si portano alla
faccia basale delle cellule olfattive (protoneuroni sensoriali).
- Territorio d’innervazione: setto nasale e conca nasale
superiore.
Nervo Olfattivo (I)
Emergenza Bulbo olfattivo
Fori d’uscita dal cranio Fori della lamina cribrosa dell’etmoide
Composizione del Sensitivo somatico specifico
nervo
Origine reale delle fibre Epitelio olfattivo
del nervo
Decorso del nervo Filamenti del nervo olfattivo – lamina cribrosa – bulbo
olfattivo.
Distribuzione Mucosa olfattiva.
periferica.

Nervo olfattivo (I paio).


Il nervo olfattivo veicola stimoli sensoriali ricevuti a livello della mucosa
della regione olfattiva delle cavità nasali:
- origine: emerge dal bulbo olfattivo, nel telencefalo, il quale
poggia sulla lamina cribrosa dell’osso etmoide.
- Decorso: il nervo è composto da due serie di fascetti
secondari, mediale e laterale, che si portano fino alla tonaca
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Nervo ottico (II paio).


Il nervo ottico è formato dagli assoni delle cellule gangliari multipolari
della retina che, in corrispondenza della papilla convergono a costituire
un unico fascio che abbandona il bulbo oculare e penetra nella cavità
cranica:
- emergenza: chiasma ottico
- origine: cellule gangliari multipolari della retina
- componente: sensitiva somatica specifica
- decorso: il nervo ottico si porta da dietro al bulbo oculare al
chiasma ottico, passando per il foro ottico, dove si distribuisce
parte omolateralmente e parte eterolateralmente al corpo
genicolato mediale o alla lamina quadrigemina (tubercolo
superiore).
o Le fibre provenienti dalle cellule multipolari si portano al
polo posteriore del bulbo oculare e attraversano lo strato
retinico, la corioidea e la lamina cribrosa della sclerotica
per convergere in un unico fascio
o Il fascio si fa mielinico e viene avvolto dalle meningi.
o Attraversa il foro ottico e si porta nella fossa cranica
media, raggiungendo il chiasma ottico.
o I due nervi ottici si scambiano le fibre corrispondenti al
lato nasale della retina e proseguono posteriormente nei
tratti ottici.
o Terminano nei corpi genicolati laterali del diencefalo.
o Alcune fibre si portano al tubercolo quadrigemino
superiore e al nucleo pretettale del mesencefalo, per
costituire i riflessi visivi.
- Territorio di distribuzione: polo anteriore dell’occhio.
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subaracnoidale si possono danneggiare il nervo ottico e i vasi


centrali della retina
- anche fratture della cavità cranica e neoformazioni endocraniche
o danni neurologici possono portare a un danno con sintomi
visivi.
A seguito di lesioni del nervo ottico si ha un’alterazione del riflesso di
costrizione alla luce, sia nel lato colpito che come reazione
consensuale dal lato sano:
- il riflesso di costrizione si altera anche in caso di danno al nervo
oculomotore, ma in questo caso è coinvolto esclusivamente il lato
danneggiato.

Nervo oculomotore comune (III paio).


Il nervo oculomotore comune è un nervo totalmente motore, sia
somatico che viscerale, che provvede ad innervare i muscoli dell’occhio:
- emergenza e origine: dalla fossa interpeduncolare nel
mesencefalo.
- Componente: motoria viscerale e motoria somatica.
Nervo Ottico (II)
- Decorso: il nervo oculomotore si porta dal mesencefalo
Emergenza Chiasma ottico
all’occhio, attraverso il foro ottico.
Fori d’uscita dal cranio Foro ottico o il nervo si dirige ventralmente passando tra le arterie
Composizione del Sensitivo somatico specifico cerebrale posteriore e cerebellare superiore.
nervo o Giunge al processo clinoideo superiore, dove penetra nel
Origine reale delle fibre Cellule multipolari della retina seno cavernoso passando nella dura madre.
del nervo o Giunge poi alla fessura orbitaria superiore, dove si divide
Decorso del nervo Nervo ottico – foro ottico – chiasma ottico – tratto ottico. in due rami, superiore e inferiore, che penetrano nella
Distribuzione Strato dei coni e dei bastoncelli nell’occhio. cavità orbitaria attraverso l’anello tendineo comune di
periferica. Zinn
- Territorio d’innervazione: i due rami terminali innervano
rispettivamente i muscoli superiori e inferiori dell’occhio:
NOTA CLINICA. Il nervo ottico è avvolto dalle meningi che si prolungano o Ramo superiore: muscolo retto superiore e elevatore
fino al bulbo oculare: della palpebra superiore.
- la dura si fonde con la sclera dell’occhio ed è parecchio robusta, o Ramo inferiore: piega in basso e innerva il muscolo
quindi, in caso di aumentata pressione del liquor nello spazio obliquo inferiore, il retto inferiore e il retto mediale.
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 Radice breve del ganglio ciliare: è una radice


Anello tendineo comune di Zinn.
visceroeffettrice che si distacca dal ramo inferiore
per entrare nel ganglio ciliare. È una formazione a forma d’imbuto posta in stretto rapporto con il foro ottico che
serve da punto d’origine per i muscoli retti e per l’elevatore della palpebra e l’obliquo
• Fibre del parasimpatico originate dal superiore.
nucleo di Edinger-Westphal.
È diviso in due da un setto:
• Dal ganglio originano le fibre postgangliari
- parte superiore: nervo ottico e arteria oftalmica.
che si portano ai muscoli ciliare e sfintere
- Parte inferiore: rami dell’oculomotore, vena oftalmica superiore, nervo
della pupilla. abducente e ramo naso ciliare dell’oftalmico.
NOTA CLINICA. Se vi è la paralisi completa del nervo oculomotore si
verificano i seguenti sintomi:
- occhio divergente in basso e lateralmente (strabismo dovuto Nervo trocleare (IV paio).
all’azione non contrastata del muscolo retto laterale e obliquo
superiore). Il nervo trocleare o patetico è il nervo cranico più sottile, costituito
- Pupilla fissa e dilatata, assente il riflesso di contrazione alla luce unicamente da fibre motorie somatiche che si distribuiscono al muscolo
e difficoltà di accomodazione. obliquo superiore controlaterale:
Spesso si verificano paralisi parziali, in cui non vi è il coinvolgimento - Origine reale: nucleo del trocleare .
delle fibre parasimpatiche, con soltanto strabismo lieve. - origine apparente: a livello del solco trasversale, al confine tra la
lamina quadrigemina e il velo midollare superiore. Unico nervo
Nervo Oculomotore comune (III)
cranico ad emergenza dorsale.
Emergenza Fossa interpeduncolare (mesencefalo) - Decorso: le fibre si incrociano poco prima del punto di
Fori d’uscita dal cranio Fessura orbitaria superiore emergenza con le controlaterali e si portano in avanti dirigendosi
Composizione del Motore somatico e motore viscerale. verso la rocca petrosa dell’osso temporale. Giunge a livello del
nervo processo clinoideo posteriore e perfora lo strato interno della
Origine reale delle fibre Nucleo dell’oculomotore (componente somatica) e nucleo di dura madre entrando nel seno cavernoso, prosegue verso l’alto
del nervo Edinger-Westphal (componente visceroeffettrice). fino alla fessura orbitaria superiore.
Decorso del nervo Parete laterale del seno cavernoso – fessura orbitaria - Territorio d’innervazione: dopo essere passato sopra l’anello
superiore – cavità orbitaria. tendineo di Zinn entra nella cavità orbitaria e cede le sue fibre al
Distribuzione Strato dei coni e dei bastoncelli nell’occhio. muscolo obliquo superiore.
periferica.
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Nervo trocleare (VI)


Emergenza Solco trasversale al confine tra la lamina quadrigemina e il
velo midollare superiore.
Fori d’uscita dal cranio Fessura orbitaria superiore.
Composizione del Motore somatico.
nervo
Origine reale delle fibre Nucleo del nervo trocleare (callotta del mesencefalo).
del nervo
Decorso del nervo Parete laterale del seno cavernoso – fessura orbitaria
superiore
Distribuzione Muscolo obliquo superiore.
periferica.

Nervo trigemino (V paio).


Il nervo trigemino è il nervo più voluminoso tra i nervi cranici. Il nome è
dato dal fatto che perifericamente si divide in tre branche:
- nervo oftalmico
- nervo mascellare
- nervo mandibolare.
Componenti. È un nervo misto, costituito prevalentemente da fibre
sensitive somatiche e da un piccolo contingente di fibre motrici
somatiche.
Durante il suo percorso accoglie delle anastomosi che portano fibre
viscerali.
Emergenza. Le due componenti emergono separatamente, con due
distinte radici dalla superficie dalla superficie ventrolaterale del ponte, al
limite con il peduncolo cerebellare medio:
- radice sensitiva: di dimensioni maggiori, trasporta numerose
fibre sensitive.
- Radice motoria: è una fibra nervosa molto più sottile della radice
sensitiva.
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Origine. L’origine è differente a seconda delle componenti e vi sono o il cavo trigeminale di Meckel è una cavità delimitata da
differenze anche all’interno della medesima componente sensitiva. uno sdoppiamento della dura madre encefalica che
E fibre sensitive somatiche originano prevalentemente dal ganglio appoggia sull’apice della piramide petrosa.
Semilunare del Gasser, posto nella fossa cranica media all’apice o Accoglie il ganglio semilunare di Gasser.
dell’osso temporale in un recesso della dura madre detto recesso di - La radice sensitiva penetra nel ganglio semilunare dal margine
Meckel: inferiore e quella motoria, mantenendo la propria individualità, vi
passa sotto.
- inviano le fibre centrali ai nuclei del trigemino nel tronco - Dal margine anteriore, convesso, del ganglio semilunare, escono
encefalico le tre branche del nervo trigemino:
o nucleo sensitivo principale del trigemino (ponte) o In alto e medialmente: nervo oftalmico.
o nucleo della radice discendente del trigemino (bulbo e o In centro: nervo mascellare
midollo spinale). o In basso e lateralmente: nervo mandibolare.
- Le fibre postgangliari o periferiche si disperdono nelle tre branche
del nervo trigemino (oftalmica, mascellare e mandibolare). Alle tre branche del nervo trigemino si trovano annessi diversi gangli
parasimpatici ai quali giungono fibre pregangliari mediante anastomosi
Le fibre della sensibilità somatica propriocettiva dei muscoli con altri nervi encefalici:
masticatori, dei muscoli mimici e di quelli degli alveoli dentali nascono da
fibre che non hanno protoneuroni nel ganglio semilunare: - ganglio ciliare
- ganglio sfenopalatino
- i protoneuroni sono nel nucleo sensitivo mesencefalico del - ganglio otico
trigemino. - gangli sottomandibolare e sottolinguale.
Le fibre motrici somatiche hanno origine dai motoneuroni del nucleo Da tali gangli escono fibre che, unendosi alle tre branche del trigemino,
masticatorio, e terminano nella sola branca mandibolare. innervano i propri territori.
Territorio d’innervazione. Il territorio d’innervazione è quello raggiunto
Ganglio semilunare di
Decorso. Dopo l’emergenza dalla anteriormente dalle tre branche del nervo trigemino.
Gasser. superficie ventrolaterale del ponte le - Sensibilità somatica: cute della faccia e di gran parte del cuoio
È un ganglio sensitivo che radici si dirigono in alto e in avanti: capelluto, dei denti, dal bulbo oculare, dalle mucose della bocca
accoglie i neuroni - si portano all’apice della rocca e del naso, dalle meningi cerebrali, informazioni propriocettive
pseudounipolari delle fibre petrosa del temporale dell’articolazione temporomandibolare.
sensitive somatiche del nervo
trigemino. passando sotto il seno petroso o Sensibilità propriocettiva: muscoli masticatori, muscoli
superiore e al tentorio del mimici e alveoli dentali (protoneuroni nel nucleo
Ha la forma di una mezza luna,
con il margine concavo volto in cervelletto mesencefalico), muscoli estrinseci dell’occhio.
alto e indietro e il margine - perforano poi la dura madre e - Motilità somatica: muscoli masticatori, muscolo tensore del
convesso che guarda in basso entrano nel cavo trigeminale timpano, muscolo tensore del velo del palato, ventre anteriore del
e in avanti. di Meckel, nella fossa cranica muscolo digastrico, muscolo miloioideo.
È accolto nel cavo trigeminale media:
di Meckel e posto sull’apice
della rocca petrosa, poggiante
sulla membrana
fibrocartilaginea che occlude il
foro lacero.
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del nervo
Decorso del nervo Radice motoria V nervo – branca mandibolare – foro ovale –
fossa zigomatica
Distribuzione Muscoli masticatori, parte dei muscoli sopraioidei, muscolo
periferica. tensore del martello, muscolo tensore del velo del palato.
Composizione del Sensitivo somatico generale
nervo
Origine reale delle fibre Ganglio semilunare
del nervo
Decorso del nervo Branche oftalmica, mascellare e mandibolare – ganglio
semilunare – radice sensitiva del V paio.
Distribuzione Cute della faccia, mucosa della bocca, del naso, dei denti,
periferica. della congiuntiva.
Composizione del Sensitiva somatica generale.
nervo
NOTA CLINICA. Il nervo trigemino nel sul tratto unitario può essere
Origine reale delle fibre Nucleo mesencefalico
danneggiato da traumi, aneurismi, infezioni meningee e tumori. In tal del nervo
caso si presentano questi sintomi: Decorso del nervo Branche mandibolare e mascellare – radice sensitiva del V
- paralisi dei muscoli masticatori con deviazione della mandibola paio
dal lato interessato Distribuzione Muscoli masticatori (fusi neuromuscolari) e alveoli dentali.
- ipoestesia o anestesia della cute e delle mucose sul lato periferica.
interessato.
- Perdita del riflesso corneale e dello starnuto.
Nervo oftalmico.
La nervralgia del trigemino (tic doloroso) produce attacchi di dolore
acuto nell’area di distribuzione, soprattutto in area mandibolare: Il nervo oftalmico è il nervo che si distribuisce nella porzione superiore
della faccia ed è il più piccolo tra i rami del nervo trigemino:
- tali attacchi sono spesso scatenati dalla stimolazione di
particolari aree del volto. - componenti: sensitiva.
- Origine: origina dal lato mediale del ganglio semilunare del
Nervo Trigemino (V)
Gasser.
Emergenza Superficie ventrale del ponte
- Decorso: il nervo oftalmico decorre dall’apice della rocca
Fori d’uscita dal cranio 1° branca: Fessura orbitaria superiore. petrosa, dove c’è il ganglio semilunare, al bulbo oculare, dove si
2° branca: foro rotondo dirama nei suoi tre rami terminali:
3° branca: foro ovale. o Abbandona il cavo di Meckel e si porta nello spessore
Composizione del Motore somatico laterale del seno cavernoso.
nervo o Prima di penetrare nella cavità orbitaria attraverso la
Origine reale delle fibre Nucleo masticatorio fessura superiore si divide nei suoi tre rami:
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 Nervo nasociliare - Territorio d’innervazione: innerva la cute della radice mediale


 Nervo frontale del naso, della palpebra, delle vie lacrimali, la dura madre della
 Nervo lacrimale. fossa cranica superiore e parte della mucosa delle cavità nasali.
o Riceve anche anastomosi dal plesso simpatico dell’arteria I rami collaterali del nervo nasociliare sono:
carotide interna a livello del seno cavernoso.
o Cede rami anastomotici ai nervi oculomotore comune, - radice lunga del ganglio ciliare: le fibre attraversano il ganglio
trocleare e abducente, per dargli fibre propriocettive per i ciliare senza interrompersi e fuoriescono seguendo i nervi ciliari
muscoli degli occhi. brevi nel bulbo oculare.
- Territorio d’innervazione: cute della fronte, volta cranica, parte - Nervi ciliari lunghi: le fibre si distribuiscono anch’esse nel bulbo
del naso, bulbo oculare e congiuntiva, parete della mucosa della oculare, al corpo ciliare e alla cornea (con annesse fibre
cavità nasale. simpatiche postgangliari per il muscolo dilatatore della pupilla)
- Nervo etmoidale posteriore: attraversa il canale omonimo nella
Lungo il decorso del nervo oftalmico si trova il ganglio ciliare, da cui parete mediale della cavità orbitaria e raggiunge la mucosa delle
originano fibre postgangliari per i muscoli intrinseci del bulbo oculare cellule etmoidali posteriori e del seno sfenoidale.
(ciliare e sfintere della pupilla).
Lungo il decorso emette un ramo collaterale, detto ramo del tentorio Nervo frontale.
del cervelletto (d’Arnold) che si porta posteriormente a innervare il Il nervo frontale è il ramo più voluminoso tra i rami dell’oftalmico:
tentorio del cervelletto. - decorso: penetra nella cavità orbitaria sopra l’anello tendineo e
percorre l’intera volta della cavità orbitaria. Prima del margine
Nervo nasociliare. sovraorbitario si divide in due rami:
Il nervo nasociliare è il ramo mediale di divisione del nervo oftalmico: o nervo sovraorbitario: laterale e più voluminoso, passa
- origine: dal nervo oftalmico, prima di passare per la fessura per l’incisura sovraorbitaria dell’osso frontale.
orbitaria superiore. o Nervo sovra trocleare: esce dalla cavità orbitaria sopra
- Decorso: entra nella cavità oculare tramite l’anello di Zinn e si la troclea dell’obliquo superiore.
porta tra i muscoli obliquo superiore e retto mediale dell’occhio, - Territorio d’innervazione: i due rami terminali innervano territori
accostandosi alla parete mediale dell’orbita. Si divide poi in due differenti:
rami o Nervo sovra trocleare: innerva la parte laterale della
o Nervo infratrocleare: raggiunge il contorno mediale palpebra e la cute della radice del naso e della gabella.
dell’orbita, sotto la troclea del muscolo obliquo superiore e o Nervo sovraorbitario: innerva la fronte e il cuoio
si distribuisce alle vie lacrimali, alla parte mediale della capelluto, della parte media della palpebra superiore e la
congiuntiva e della palpebra superiore e alla cute della mucosa del seno frontale.
radice del naso.
o Nervo etmoidale anteriore: si porta con un ramo al di Nervo lacrimale.
sopra dell’osso etmoide, per innervare la dura madre della Il nervo lacrimale è il nervo più sottile tra i rami del nervo oftalmico:
fossa cranica anteriore. Innerva inoltre la mucosa della - decorso: entra nella cavità orbitaria, passando per la fessura
volta della cavità nasale. orbitaria superiore nella sua parte laterale e fuori dall’anello di
Zinn e raggiunge la ghiandola lacrimale.
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- Innervazione: innerva la ghiandola lacrimale. Riceve anche un


contingente di fibre dal nervo zigomaticotemporale che veicola
fibre secretrici nate dal ganglio sfenopalatino.

Ganglio ciliare.
Il ganglio ciliare, di natura parasimpatica, è un piccolo e appiattito
ganglio situato nella massa adiposa della parte posteriore della cavità
orbitaria (tra il muscolo retto laterale e il nervo ottico):
- vi afferiscono tre rami, le radici del ganglio ciliare (breve,
lunga, simpatica).
- Escono numerose fibre, i rami ciliari brevi.
- È attraversato anche da fibre simpatiche postgangliari e fibre
sensitive della branca oftalmica.

NOTA CLINICA. Fratture che interessano la fessura orbitaria superiore


portano lesioni di tutti i rami di divisione del nervo oftalmico, con
interessamento anche dei nervi oculomotori:
- tuttavia spesso la sindrome non è riconosciuta per le
conseguenze ben peggiori del trauma cranico concomitante.
Nervo mascellare.
Il nervo mascellare è il secondo ramo di divisione del nervo trigemino
ed è quello di dimensioni e posizione intermedia.
Decorso. Fuoriesce dal contorno anteriore del ganglio semilunare e si
porta in avanti in un prolungamento del cavo di Meckel:
- raggiunge il foro rotondo dello sfenoide, lo attraversa e si porta
nella fossa pterigo-palatina.
- Percorre in senso postero-anteriore tale fossa e si porta nella
fessura orbitaria inferiore, da dove entra nella cavità orbitale.
- Passa nel solco infraorbitale, scavato alla base della cavità
oculare,
- Il nervo mascellare si divide in rami collaterali e un’unica radice
terminale, il nervo infraorbitale.

Rami collaterali del nervo mascellare.


I rami collaterali del nervo mascellare sono:
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- nervo meningeo medio


- nervo zigomatico
- nervi sfeno-palatini,
- nervi alveolari supero-posteriori.
Il nervo meningeo medio origina dalla porzione intracranica del nervo
mascellare:
- accompagna l’arteria meningea media e si distribuisce sulla dura
madre encefalica.
Il nervo zigomatico nasce dal nervo mascellare in corrispondenza della
fossa pterigopalatina:
- passa nella fessura orbitaria inferiore e percorre il margine infero
laterale della cavità orbitaria.
- Giunge nel canale zigomatico, dove si divide in:
o nervo zigomatico-temporale: si distribuisce alla cute
della parte anteriore della regione temporale.
o Nervo zigomatico facciale: si dispone sulla cute della
regione zigomatica.
I nervi sfenopalatini sono molto corti e sottili.
Nervo infraorbitale.
- origine: nascono a livello della fossa pterigopalatina e si portano Il nervo infraorbitale è il nervo che è la diretta prosecuzione del nervo
nel ganglio sfenopalatino. mascellare all’interno della cavità orbitaria:
- Decorso: dal ganglio sfenopalatino si dividono in vari rami.
- origine: origina nel solco infraorbitale, nella parete inferiore della
- Territori d’innervazione: innervano la mucosa del palato duro e
cavità orbitale.
della fossa nasale, del palato molle. Portano fibre inoltre al nervo
- Decorso: passa nel canale infraorbitale emergendo poi dal foro
zigomatico che le cede al nervo lacrimale per innervare la
infraorbitale dell’osso mascellare, per sfioccare in numerosi rami.
ghiandola lacrimale.
- Territorio di distribuzione: il territorio di distribuzione è sia
I nervi alveolari supero-posteriori nascono nella fossa pterigopalatina superficiale che interno.
e penetrano nell’osso mascellare in canalicoli ossei puntando o Nervi alveolari supero-anteriori: formano il plesso
caudalmente: dentale superiore assieme ai posteriori nati da un
- si uniscono con i nervi alveolari supero-anteriori del nervo collaterale.
infraorbitario per formare il plesso dentale superiore, che porta o Nervi cutanei: cute e tonaca mucosa del vestibolo della
la sensibilità dei denti, della gengiva e degli alveoli dentali. fossa nasale. Palpebra inferiore, labbro superiore e cute
annessa.
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- origine: origina dall’estremità laterale del contorno anteriore del


ganglio semilunare e si completa con l’unione della radice
motoria del trigemino.
- Decorso: decorre in un diverticolo del cavo di Meckel della dura
madre, raggiunge il foro ovale e vi si immette, dopo di che si
divide in:
o Ramo collaterale: nervo spinoso.
o Rami principali: anteriore e posteriore.
Il nervo spinoso rientra nella cavità cranica attraverso il foro spinoso,
assieme all’arteria meningea media:
- territorio: innerva la dura madre della fossa cranica media.
I rami terminali originano dai tronchi anteriore e posteriore. Dal tronco
anteriore originano i nervi:
- nervo temporale profondo (anteriore, medio e posteriore)
- nervo masseterino
- nervo buccinatore
- nervo pterigoideo esterno.
Dal tronco posteriore originano i nervi:
- nervo auricolo-temporale
- nervo linguale
- nervo alveolare inferiore.
- Nervo pterigoideo interno,
- Nervo del muscolo tensore del velo palatino
- Nervo del muscolo tensore del timpano.

Nervo mandibolare.
Il nervo mandibolare è la III branca del nervo trigemino ed è la più
voluminosa. È l’unica ad avere anche la componente motoria.
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- Territorio: cute della guancia (rami esterni), tonaca mucosa della


guancia (rami interni) innervando sia con fibre sensitive sia con le
eccitosecretrici delle ghiandole geniene e labiali.

Nervo masseterino.
Il nervo masseterino è un nervo motore e si dirige lateralmente
passando per l’incisura del ramo della mandibola:
- territorio: innerva la faccia profonda del muscolo massetere.

Nervo pterigoideo esterno.


Il nervo pterigoideo esterno è un nervo motore che innerva il muscolo
pterigoideo esterno.

Nervo auricolo-temporale.
Il nervo auricolo-temporale è un nervo prevalentemente sensitivo, che
contiene tuttavia anche fibre postgangliari parasimpatiche originate dal
ganglio otico dell’Arnold per la ghiandola parotide:
- origine: origina dal tronco anteriore del nervo mandibolare
formando un occhiello con le sue due radici.
- Decorso: si porta posteriormente incrociando medialmente il
Nervi temporali profondi. collo del condilo della mandibola. Entra nella ghiandola parotide
I nervi temporali profondi anteriore, medio e posteriore sono tre con alcune fibre eccitosecretrici. Piega poi verso l’alto, passa
nervi motori: davanti al meato acustico esterno e sale profondamente nella
- origine: dal ramo anteriore del nervo mandibolare. cute della regione temporale.
- Decorso: decorrono sulla faccia inferiore dello sfenoide, e, - Territorio d’innervazione: ghiandola parotide (eccitosecrezione)
raggiunta la cresta infratemporale piegano sulla parete laterale e cute della regione temporale.
del cranio.
Nervo linguale.
- Territorio: innervano il muscolo temporale.
Il nervo linguale è un nervo sensitivo voluminoso:
Nervo buccinatore. - componenti: sensitiva. Sensoriale gustativa e fibre pregangliari
Il nervo buccinatore è composto in gran prevalenza da fibre sensitive, simpatiche inviate dalla corda del timpano.
anche se accoglie fibre postgangliari parasimpatiche, originate dal - Decorso: si porta anteriormente formando una curva con
ganglio otico e destinate all’innervazione eccitosecretrice: concavità anterosuperiore.
- origine: si porta in avanti e si pone sulla faccia laterale del o Decorre tra l’interstizio tra il muscolo pterigoideo esterno e
muscolo buccinatore, dove si divide in numerosi rami. il muscolo pterigoideo interno.
o Poi tra il pterigoideo interno e la faccia mediale del ramo
della mandibola.
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o Giunge nel pavimento della bocca e si porta alla punta o Dal canale esce attraverso il foro mentale, dividendosi in
della lingua, passando dal basso, dove si risolve nei rami due rami terminali:
terminali.  Nervo mentale: innerva la cute del mento e del
- Innervazione: innerva la punta della lingua (sia sensitiva labbro inferiore.
generale che gustativa) e la tonaca mucosa della lingua.  Nervo incisivo: innerva denti e gengive della
parte anteriore dell’arcata inferiore.
- Territorio d’innervazione: si divide nelle sue due componenti:
o Motoria: innerva il muscolo milo-ioideo e il ventre
anteriore del muscolo digastrico.
o Sensitiva: innerva l’arcata dentale inferiore e la cute del
mento e del labbro inferiore.

Nervo pterigoideo interno.


Il nervo pterigoideo interno è un nervo motore, che innerva il muscolo
omonimo.

Nervo del muscolo tensore del velo palatino.


Il nervo tensore del velo palatino si reca ad innervare il muscolo
omonimo.

Nervo del muscolo tensore del timpano.


Nervo alveolare inferiore. Il nervo del muscolo tensore del timpano è un nervo motore, sottile,
Il nervo alveolare inferiore è un nervo voluminoso circa come il nervo che innerva il muscolo omonimo nella cavità timpanica.
linguale:
- componenti: prevalentemente sensitive, ma anche motrici
somatiche.
- Origine: tronco posteriore del nervo mandibolare.
- Decorso: descrive, come il linguale, una curva a concavità
mediale, poi si porta in alto per raggiungere il ramo della
mandibola:
o Emette, prima di immettersi nel canale mediale, il nervo
milo-ioideo, che innerva il muscolo miloioideo e il ventre
anteriore del digastrico.
o Entra nel canale della mandibola
 Emette dei rami collaterali, che danno luogo ai
nervi dentali infero-posteriori, che innervano i
denti posteriori dell’arcata dentale inferiore.
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
del
sistema
nervoso

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del
s

Nervo abducente (VI paio).

Il nervo abducente è un piccolo nervo motore che innerva soltanto il


muscolo retto laterale dell’occhio:
- origine apparente: emerge dal solco bulbopontino (sotto le fibre
trasverse del ponte).
- Origine reale: nucleo del nervo abducente, nel ponte, sotto il
colliculus facialis.
- Decorso: si porta in avanti e si immette nel seno cavernoso della
dura madre, entrandovi posteriormente. Decorre lateralmente
all’arteria carotide interna ed esce dall’estremità anteriore del
seno cavernoso. Passa poi per la fessura orbitale superiore dello
sfenoide e all’interno dell’anello tendineo comune.
- Territorio d’innervazione: muscolo retto laterale dell’occhio.
Nervo Abducente (VI)
Emergenza Solco bulbopontino
Fori d’uscita dal cranio Fessura orbitaria superiore.
Composizione del Motore somatico.
nervo
Origine reale delle fibre Nucleo del nervo abducente
del nervo
Decorso del nervo Seno cavernoso – fessura orbitaria superiore – cavità
orbitaria
Distribuzione Muscolo retto laterale.
periferica.
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
del
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nervoso

 60

Anatomia
del
s

NOTA CLINICA. Le lesioni del nervo abducente possono essere


causate da:
- traumi
- compressioni
- infezioni (dato il particolare decorso nel seno cavernoso).
Una lesione del nervo abducente può causare uno strabismo
convergente:
- il muscolo retto laterale non contrasta più l’azione del retto
mediale, il quale è innervato dal nervo oculomotore.

Nervo facciale (VII paio).


Il nervo facciale, VII nervo encefalico, è un nervo misto. Esso fa
emergenza scomposto in due parti, con componenti differenti tra loro,
che hanno un percorso contiguo:
- nervo facciale propriamente detto.
- Nervo intermedio di Wrisberg.
Il nervo facciale propriamente detto rappresenta la parte motoria del
nervo facciale:
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
del
sistema
nervoso

 61

Anatomia
del
s

- componenti: motoria somatica, fibre pregangliari del o Fibre pregangliari: gangli sottomandibolari e sottolinguali
parasimpatico eccito secretorie (VE). per l’innervazione delle ghiandole sottomandibolari,
- Origine: origina da due differenti nuclei all’interno del ponte sottolinguali e ghiandole della lingua.
o Motorio somatico: nucleo del nervo facciale, nella Emergenza del nervo facciale. Il nervo facciale (sia proprio che
callotta del ponte intermedio) è in corrispondenza della fossetta retrolivare del bulbo:
o Visceroeffettore: nucleo lacrimatorio dello Yagita, nella
callotta del ponte. - il nervo facciale propriamente detto è posto medialmente
- Territorio d’innervazione: l’innervazione del nervo facciale - il nervo intermedio del Wrisberg è posto lateralmente.
propriamente detto va scomposta nelle sue due componenti: Decorso. Il nervo facciale, subito dopo essere emerso dal bulbo si porta
o Motoria somatica: muscoli pellicciai di testa e collo, anteriormente e superiormente:
ventre posteriore del muscolo digastrico, muscolo stilo- - dalla fossa cranica posteriore entra nel meato acustico interno,
ioideo, muscolo stapedio, elevatore del velo palatino, nella piramide del temporale
muscolo dell’ugola. - Sul fondo del meato entra nel canale facciale (o acquedotto di
o Fibre pregangliari (VE): giungono al ganglio Falloppia) e lo percorre interamente, formando pieghe (o
sfenopalatino, da cui innervano la ghiandola lacrimale, le ginocchi) lateralmente e posteriormente
ghiandole nasali e palatine. o In corrispondenza della piega posteriore vi è il ginocchio
Il nervo intermedio rappresenta in gran parte la componente sensitiva del nervo facciale, in corrispondenza del quale è
del nervo facciale: presente il ganglio genicolato, in cui terminano
- componenti: fibre sensitive somatiche, fibre sensitive specifiche anatomicamente le fibre del nervo intermedio del facciale.
del gusto, fibre eccitosecretrici pregangliari del simpatico. - Si dirige poi indietro decorrendo tra il vestibolo (medialmente) e
- Origine reale: l’origine reale delle fibre sensitive postgangliari è la cavità timpanica.
dal ganglio genicolato situato lungo il nervo facciale quando - Esce dal canale facciale attraverso il foro stilomastoideo,
questo decorre entro il canale facciale della piramide del situato dietro al processo mastoideo, e viene a trovarsi nella
temporale. I nuclei sensitivi sono differenti a seconda delle fibre: loggia parotidea.
o Sensibilità somatica: nucleo della radice discendente
del nervo trigemino (ponte-bulbo-midollo spinale).
o Sensibilità gustativa: nucleo del fascicolo solitario
(bulbo).
o Fibre parasimpatiche pregangliari: nucleo salivatorio
superiore (callotta del ponte).
- Territorio d’innervazione: l’innervazione va descritta per le
diverse componenti:
o Fibre sensitive somatiche: cute dell’orecchio esterno,
o Fibre gustative: calici gustativi della parte anteriore della
lingua
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
del
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nervoso

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Anatomia
del
s

Rami collaterali.
Lungo il suo decorso entro il canale facciale, il nervo facciale emette dei
rami collaterali:
- nervo grande petroso superficiale
- nervo stapedio
- corda del timpano.

Nervo grande petroso superficiale.


Il nervo grande petroso superficiale è un nervo motorio e
visceroeffettore destinato al ganglio sfenopalatino di Meckel:
- composizione: fibre motrici e fibre pregangliari parasimpatiche.
- origine: dal nervo facciale propriamente detto, a livello del
ginocchio del nervo facciale.
- Decorso: il nervo grande petroso passa nello iato del canale
facciale, e si porta sulla faccia anterosuperiore della rocca
petrosa:
o È rivestito dalla dura madre e si porta all’apice della
piramide.
o Esce poi dal foro lacero e subito si fonde con il nervo
petroso profondo del plesso carotico interno
dell’ortosimpatico
 Formano il nervo del canale pterigoideo o nervo
vidiano.
o Il nervo vidiano si reca poi al ganglio sfenopalatino di
Meckel nella fossa pterigomascellare.
- Territorio d’innervazione: le due componenti innervano zone
differenti dopo essere giunti nella fossa pterigomascellare:
o Fibre visceroeffettrici: dal ganglio sfenopalatino si
portano alla ghiandola lacrimale, alle ghiandole della
fossa nasale e del palato.
o Fibre motorie: innervano il muscolo elevatore del velo
palatino e muscolo dell’ugola.
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
del
sistema
nervoso

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Anatomia
del
s

- origine: nervo facciale appena uscito dal foro stilomastoideo.


- Territorio: muscolo occipitale, muscoli auricolari superiore e
posteriore, cute del padiglione auricolare e regione mastoidea.

Nervo del muscolo digastrico.


Il nervo del muscolo digastrico è un nervo motore che, divisosi dal
facciale appena fuori dal foro stilomastoideo, innerva due muscoli:
- ventre posteriore del muscolo digastrico.
- Muscolo stilo-ioideo.
Nervo stapedio.
Il nervo stapedio origina dal nervo facciale dietro la cavità timpanica: Rami terminali del nervo facciale.
- origine: nervo facciale propriamente detto. I rami terminali del nervo facciale originano dalla divisione del nervo
- Territorio: dopo aver percorso un canalicolo nel temporale, si facciale all’interno della loggia parotidea, sono entrambi motori:
porta al muscolo stapedio. - ramo temporo-facciale: si dirige in avanti e verso l’alto,
provvedendo all’innervazione dei muscoli pellicciai della testa
Corda del timpano.
superiori al piano orizzontale passante per la commessura delle
La corda del timpano nasce dal nervo intermedio del facciale e porta
labbra.
sensibilità gustativa oltre che fibre eccitosecretrici:
- Ramo cervico-facciale: innerva i muscoli pelliccia della testa
- origine: nasce dal nervo facciale intermedio poco prima di uscire sottostanti al labbro inferiore e il muscolo platisma del collo.
dal foro stilo-mastoideo.
- Decorso: si porta in avanti nella cavità del timpano, si accolla al
timpano stesso e si porta anteriormente: NOTE CLINICHE. La paralisi unilaterale del nervo facciale, porta i
o Fuoriesce dalla cavità grazie ad un forellino della sua seguenti segni clinici:
parete anteriore. - flaccidità dei muscoli mimici.
o si porta nella fossa infratemporale, dove incontra il nervo - Ristagno di cibo nel vestibolo
linguale, al quale si unisce. - Deflusso di saliva dall’angolo della bocca con deviazione verso il
- Territorio d’innervazione: suddividendolo secondo le fibre è il lato sano
medesimo del nervo linguale: - lesioni della mucosa della guancia durante la masticazione.
o Fibre pregangliari parasimpatiche: ganglio sottolinguale
Se la paralisi riguarda anche la componente viscerale, allora la lesione
e sottomandibolare, per innervare le ghiandole omonime.
avviene a livello della corda del timpano:
o Fibre gustative: si portano ai calici gustativi della parte
anteriore della lingua. - nel caso di infezioni ai seni mastoidei si ha perdita del gusto dei
2/3 anteriori della lingua.
Nervo auricolare posteriore. Se è interessato anche l’udito, allora il problema è più prossimale e
Il nervo auricolare posteriore è un nervo misto che si porta dietro al coinvolge anche il nervo stapedio:
padiglione auricolare:
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Colombo
 
 
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 64

Anatomia
del
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- il muscolo stapedio smorza normalmente le vibrazioni della staffa nervo


- se ciò non è possibile, si ha presenza di acusia, ovvero maggior Origine reale delle fibre Ganglio genicolato
sensibilità alle sensazioni uditive. del nervo
Nervo Facciale propriamente detto (VII) Decorso del nervo Nervo linguale – corda del timpano – ganglio genicolato –
nervo intermedio.
Emergenza Fossetta sopraolivare del bulbo
Distribuzione Papille gustative anteriore al V linguale.
Fori d’uscita dal cranio Meato acustico interno periferica.
Composizione del Motore somatico.
nervo
Origine reale delle fibre Nucleo del nervo facciale
del nervo
Decorso del nervo Meato acustico interno – canale di Falloppio – loggia
parotidea – faccia.
Distribuzione Muscoli mimici, stapedio, parte dei sopraioidei.
periferica.
Composizione del Effettore viscerale.
nervo
Origine reale delle fibre Nucleo muconasolacrimale
del nervo
Decorso del nervo Nervo facciale - nervo grande petroso superficiale – ganglio
sfenopalatino – nervo zigomatico, nervi palatini e nervi nasali
Distribuzione Ghiandola lacrimale, ghiandole della mucosa del naso e del
periferica. palato.

Nervo Intermedio del nervo facciale(VII)


Emergenza Fossetta sopraolivare del bulbo
Fori d’uscita dal cranio Meato acustico interno
Composizione del Effettore viscerale.
nervo
Origine reale delle fibre Nucleo salivatorio superiore
del nervo
Decorso del nervo Nervo intermedio – corda del timpano – nervo linguale –
gangli sottomandibolare e sottolinguale.
Distribuzione Ghiandole sottomandibolare e sottolinguale.
periferica.
Composizione del Sensitivo viscerale.
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Colombo
 
 
 Anatomia
del
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 65

Anatomia
del
s

o I rami si suddividono in fibre di minor calibro, per


Nervo statoacustico (VIII paio). penetrare in canalicoli scavati nelle aree medesime,
all’interno dell’apparato vestibolare.
Il nervo acustico, VIII paio di nervi encefalici, è un nervo - Territorio d’innervazione: l’intero apparato vestibolare (creste
esclusivamente sensitivo ed è connesso all’orecchio. ampollari, sacculo, macula acustica dell’urticolo).
Tale nervo consta di due nervi distinti:
- nervo vestibolare: provvede alla conduzione degli stimoli
inerenti al senso dell’equilibrio o al senso statico.
- Nervo cocleare: deputato alla conduzione di stimoli uditivi.
L’origine apparente del nervo acustico si trova nel bulbo, a livello della
fossetta retrolivare:
- i due nervi emergono strettamente appaiati
- si fanno distinti quando il nervo entra nel meato acustico interno
(piramide dell’osso temporale).

Nervo vestibolare.
Il nervo vestibolare è il nervo deputato alla conduzione degli impulsi
sensoriali inerenti al senso dell’equilibrio e al senso statico:
- origine reale: è nel ganglio vestibolare di Scarpa, posto entro
il meato acustico interno. Da origine a
o fibre periferiche: si portano alle macule acustiche
dell’urticolo e del sacculo, nonché alle creste ampollari dei
tre condotti semicircolari.
o Fibre centrali: si dirigono nel bulbo attraverso il nervo
acustico, dove raggiungono i nuclei vestibolari
superiore, inferiore, laterale, mediale.
- Decorso: dall’emergenza del nervo statoacustico nella fossetta
retrolivare si porta nel meato acustico interno, a livello della
piramide del temporale.
o Lungo il decorso nel meato acustico interno incontra il
ganglio vestibolare di Scarpa.
o Dopo il ganglio si divide in due rami, superiore e inferiore,
che terminano nel fondo del meato acustico interno.
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 Anatomia
del
sistema
nervoso

 66

Anatomia
del
s

- o Terminano da li nell’organo spirale di Corti.


Nervo Nervo statoacustico (VIII). Nervo vestibolare. - Territorio d’innervazione: spirale di Corti.
Emergenza Fossetta retrolivare del bulbo. Nervo Nervo statoacustico (VIII). Nervo cocleare.
Fori d’uscita dal cranio Meato acustico interno Emergenza Fossetta retrolivare del bulbo.
Composizione del Somato sentitivo specifico. Fori d’uscita dal cranio Meato acustico interno
nervo Composizione del nervo Somato sentitivo specifico.
Origine reale delle fibre Ganglio vestibolare di Scarpa Origine reale delle fibre Ganglio spirale di Corti
del nervo del nervo
Decorso del nervo Nervi urticolare e ampollare – ganglio vestibolare – nervo Decorso del nervo Neuriti periferici – ganglio spirale – prolungamenti centrali
statoacustico – meato acustico interno. del ganglio spirale nel modiolo della chiocciola – nervo
Distribuzione Creste ampollari e macule acustiche. statoacustico – meato acustico interno
periferica. Distribuzione periferica. Organo di Corti.

Nervo cocleare.
Il nervo cocleare è il ramo del nervo statoacustico che porta la Nervo glossofaringeo (IX paio).
sensibilità uditiva ai nuclei cocleari del tronco encefalico: Il nervo glossofaringeo è un nervo misto che si porta nella regione
- origine: nel meato acustico interno, come ramo di divisione del faringea:
nervo statoacustico, nel ganglio spirale di Corti, dove i neuroni - Componenti e territorio d’innervazione: nel glossofaringeo
T emanano: sono presenti numerosissime componenti.
o fibre periferiche: si portano poi all’organo spirale di Corti. o Fibre motrici somatiche: innervano i muscoli della
o Fibre centrali: si portano, tramite il nervo statoacustico, faringe, soprattutto il muscolo costrittore superiore della
ai nuclei sensitivi: nucleo cocleare dorsale e nucleo faringe e il muscolo stilo-faringeo.
cocleare ventrale, situati nella callotta del ponte e nel o Fibre pregangliari del prarasimpatico
bulbo. (eccitosecretrici): destinate al ganglio otico dell’Arnold
- Decorso: si porta al ganglio spirale del Corti, passando per il per l’innervazione delle ghiandole parotide, geniene e
meato acustico interno: labiali.
o Sul fondo del meato acustico interno si apre a formare un o Fibre sensitive somatiche: innervano parte del
cono, la cui base è applicata al tractus spiralis padiglione auricolare.
foraminosus. o Fibre sensitive viscerali: innervano la tonaca mucosa
o Si scompone in fascetti che entrano nel tractus spiralis dell’istmo delle fauci con la tonsilla palatina, della tonaca
foraminosus, percorrono i canali del modiolo della mucosa della faringe e della tonaca mucosa dell’orecchio
chiocciola e raggiungono il ganglio spirale di Corti. medio.
o Dal ganglio spirale nascono i rami periferici, che
percorrono i canalicoli della lamina spirale ossea per
portarsi al labirinto membranoso,
Enrico
Colombo
 
 
 Anatomia
del
sistema
nervoso

 67

Anatomia
del
s

o Fibre sensitive specifiche: fibre gustative che si o Uscito dalla cavità del cranio, il nervo glosso-faringeo si
distribuiscono alla lingua e ai calici gustativi della regione porta in avanti, descrivendo una concavità aperta
del V linguale. superiormente
- Emergenza: il nervo glossofaringeo emerge dal solco laterale o Passa tra la vena giugulare interna e l’arteria carotide
posteriore del bulbo, appena sopra alla radice del nervo vago. interna,
o Emerge con numerose radicole che convergono in un o Poi tra il muscolo stiloglosso e stilo-faringeo, costeggia a
unico tronco. lato la faringe
- Origini reali: le origini reali sono molto differenti tra loro, viste le o Raggiunge la base della lingua.
numerose componenti del nervo glossofaringeo:
o Fibre motrici somatiche: nascono dal nucleo ambiguo,
nel bulbo.
o Fibre pregangliari del parasimpatico: originano nel
bulbo dal nucleo salivatorio inferiore.
o Fibre sensitive somatiche: originano dal ganglio
superiore dell’Ehrenritter, a livello dell’uscita del
glossofaringeo dal cranio. Nascono
 Fibre periferiche: si portano al padiglione
auricolare.
 Fibre centrali: hanno come nucleo sensitivo il
nucleo della radice discendente del nervo
trigemino.
o Fibre sensitive viscerali e gustative: nascono dal
ganglio petroso che è situato lungo il decorso del
glossofaringeo.
 Fibre centrali: conducono a due distinti nuclei
sensitivi a seconda delle componenti.
• Fibre viscerali: nucleo dell’ala cinerea.
• Fibre gustative: nucleo del tratto solitario.
- Decorso: il nervo glossofaringeo esce dal cranio attraverso il
foro giugulare.
o A livello del foro è presente un piccolo rigonfiamento, il
ganglio superiore dell’Ehrenritter.
o Oltrepassato il foro giugulare vi è un secondo
rigonfiamento, più voluminoso, il ganglio petroso
dell’Andresch.
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 Anatomia
del
sistema
nervoso

 68

Anatomia
del
s

Rami collaterali.
I principali rami collaterali del nervo glossofaringeo sono:
- nervo timpanico di Jacobson.
- Rami faringei
- Ramo stilo-faringeo
- Rami tonsillari.

Nervo timpanico di Jacobson.


Il nervo timpanico di jacobson è un nervo formato da fibre sensitive e
fibre pregangliari:
- origine: origina dal glossofaringeo a livello del ganglio petroso
dellAndersch.
- Decorso: attraversa il canale timpanico della piramide del
temporale e entra nella cavità del timpano, per tappezzarne le
mucose.
o Da luogo a numerosi ramoscelli sensitivi per le mucose
della cavità timpanica, della cavità mastoidea, della tuba
uditiva.
o Prosegue poi verso l’alto con il suo ramo terminale, il
nervo piccolo petroso.
- Territorio d’innervazione: tonaca mucosa delle cavità
timpaniche.
Nervo piccolo petroso superficiale.
Il nervo piccolo petroso superficiale è costituito da fibre pregangliari
nate nel nucleo salivatorio inferiore del bulbo:
- origine: dal ramo ascendente del nervo timpanico di jacobson.
- Decorso: si porta sulla superficie anterosuperiore della piramide
petrosa, sotto la dura madre. Si porta esternamente al cranio dal
foro lacero, entra nella fossa infratemporale e entra nel ganglio
otico dell’Arnold.

Rami faringei.
I rami faringei del nervo glossofaringeo sono motori e sensitivi:
- si portano alla faringe
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Colombo
 
 
 Anatomia
del
sistema
nervoso

 69

Anatomia
del
s

- assieme ai nervi del vago e quelli dell’ortosimpatico formano il


plesso faringeo.

Ramo stilo-faringeo.
Il ramo stilo-faringeo è un ramo motore, che innerva unicamente il
muscolo stilo faringeo.

Rami tonsillari.
I rami tonsillari del nervo glossofaringeo sono rami sensitivi:
- formano il plesso tonsillare (di Andersch) che provvede ad
innervare la tonsilla palatina e l’istmo delle fauci.
Enrico
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 Anatomia
del
sistema
nervoso

 70

Anatomia
del
s

Rami terminali. Composizione del Sensitivo viscerale


nervo
I rami terminali del nervo glossofaringeo entrano nello spessore della Origine reale delle fibre Ganglio petroso
lingua, a livello della base: del nervo
- si diramano nei nervi linguali, che ne innervano la parte Decorso del nervo Rami linguali, faringei, tonsillari – nervo timpanico e nervo
posteriore. del seno carotideo – nervo glossofaringeo – ganglio petroso
– foro giugulare
- Territorio e componente: innervano la tonaca mucosa e le
papille del V linguale e delle vicinanze, portando sensibilità Distribuzione Papille gustative vallate e mucosa del terzo posteriore della
periferica. lingua e del palato. Glomo e seno carotideo.
gustativa.
Nervo Nervo glossofaringeo (IX)
Emergenza Solco laterale posteriore del bulbo
Fori d’uscita dal cranio Foro giugulare Nervo vago (X paio).
Composizione del Motore somatico Il nervo vago, X paio di nervi encefalici, è un nervo di estrema
nervo importanza per la sua innervazione a livello splancnico che comprende il
Origine reale delle fibre Nucleo ambiguo cuore, gran parte dell’apparato respiratorio e di quello digerente:
del nervo
- componente: è un nervo misto, che consta di numerose
Decorso del nervo Nervo glossofaringeo – foro giugulre – rami faringei
componenti:
Distribuzione Muscolo costrittore superiore e medio della laringe, muscolo o fibre motrici somatiche: innervano i muscoli della
periferica. stilofaringeo
laringe, quelli della faringe (costrittori medio e inferiore) e
Composizione del Effettore viscerale la muscolatura striata della parte superiore dell’esofago.
nervo
o Fibre pregangliari del parasimpatico encefalico: fibre
Origine reale delle fibre Nucleo salivatorio inferiore deputate all’innervazione motrice e eccitosecretrice dei
del nervo
numerosi organi a cui il nervo vago è annesso.
Decorso del nervo Nervo glossofaringeo – nervo timpanico di Jacobson – nervi o Fibre sensitive somatiche: innervano parte della cute
piccolo petroso superficiale – ganglio otico – nervo
auricolotemporale del condotto uditivo esterno.
o Fibre sensitive viscerali: provvedono all’innervazione
Distribuzione Ghiandole parotide, salivari minori.
periferica. della laringe, della faringe, degli organi toraco-addominali
a cui il nervo vago si distribuisce.
Composizione del Somato sensitivo generale
nervo o Fibre sensitive specifiche gustative: si portano ai calici
gustativi sulla radice della lingua e sulla faccia anteriore
Origine reale delle fibre Ganglio superiore
del nervo dell’epiglottide.
- Energenza: il nervo vago emerge dal solco laterale posteriore
Decorso del nervo rami auricolari – nervo timpanico – nervo glossofaringeo –
ganglio superiore – foro giugulare. del bulbo, tra le radici del glossofaringeo e dell’accessorio.
o Emerge con numerose radicole che convergono subito in
Distribuzione Mucosa della cassa timpanica e della tuba di Eustachio.
periferica. un unico tronco.
Cute del padiglione auricolare.
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del
sistema
nervoso

 71

Anatomia
del
s

- Origini reali: le origini nucleari che pertengono al vago sono Nella cavità toracica entrambi i nervi fiancheggiano la trachea e
numerose come le sue componenti incrociano anteriormente il bronco del loro lato:
o Fibre motrici somatiche: originano dal nucleo ambiguo, - vago destro: passa dietro all’esofago, dove si risolve nel plesso
nella parte inferiore del nucleo situato nel bulbo. esofageo posteriore,
o Fibre pregangliari parasimpatiche: nascono dal nucleo - vago sinistro: passa anteriormente all’esofago formando il
motore dorsale del vago, situato nel bulbo. plesso esofageo anteriore.
o Fibre sensitive somatiche: originano dal ganglio
giugulare, intercalato sul percorso del nervo vago alla Dai due plessi esofagei dei due nervi vaghi si ricostruiscono i tronchi
sua uscita dal cranio. nervosi, che attraversano l’orifizio esofageo del diaframma e passano
 Fibre centrali: le fibre centrali dei neuroni T del nella cavità addominale:
ganglio giugulare hanno come nucleo sensitivo il - vago destro: si porta posteriormente terminando nel ganglio
nucleo della radice discendente del trigemino. celiaco destro
o Fibre sensitive viscerali: le fibre sensitive viscerali e - vago sinistro: è anteriore e si porta alla piccola curvatura dello
quelle specifiche del gusto mettono capo al ganglio stomaco.
nodoso, situato sotto il ganglio giugulare. Le fibre centrali
però hanno differenze a seconda della componente.
 Fibre sensitive viscerali: nucleo dell’ala cinerea,
nel ponte.
 Fibre sensitive specifiche del gusto: nucleo del
tratto solitario.

Decorso del nervo vago.


Il nervo vago esce dal cranio passando per il foro giugulare:
- appena sotto il foro presenta il ganglio giugulare, molto piccolo
- subito sotto vi è anche il ganglio nodoso, di dimensioni
maggiori.
- Discende nel collo dietro la vena giugulare interna e l’arteria
carotide (prima interna e poi comune) entro una guaina fibrosa
comune, a formare il fascicolo fascolonervoso del collo.
Alla base del collo i nervi dei due lati hanno decorsi differenti:
- vago destro: passa tra la vena succlavia destra (anteriore) e
l’arteria succlavia destra (posteriore).
- Vago sinistro: passa tra l’arteria carotide comune che gli sta
anteriormente e l’arteria succlavia sinistra. Entrato nella cavità
toracica incontra l’arco dell’aorta.
Enrico
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 Anatomia
del
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nervoso

 72

Anatomia
del
s

Rami della parte cervicale del vago.


Lungo il decorso nel collo, il nervo vago emette i seguenti rami
collaterali:
- rami faringei
- nervo laringeo superiore
- rami cardiaci superiori.

I rami faringei.
I rami faringei del nervo vago sono solitamente due e si portano alla
faringe per formare assieme ai nervi faringei del nervo glossofaringeo e
a quelli dell’ortosimpatico il plesso faringeo.

Nervo laringeo superiore.


Il nervo laringeo superiore si dirige in basso e medialmente verso
l’osso ioide. Successivamente si divide in due rami:
- ramo esterno: si pone a innervare la tonaca mucosa della parte
inferiore della laringe.
- Ramo interno: innerva la parte profonda della tonaca mucosa
della laringe.

Rami cardiaci superiori.


I rami cardiaci superiori del nervo vago sono 1/3 e discendono
costeggiando anteriormente la carotide comune:
- si recano attorno all’arco dell’aorta dove formano il plesso
cardiaco assieme ai rami dell’ortosimpatico.

Rami della parte toracica del vago.


I rami collaterali che originano dal vago nel suo decorso nel torace sono:
- nervo laringeo inferiore
- rami cardiaci inferiori.
- Rami tracheali
- Rami bronchiali
- Rami esofagei.
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del
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nervoso

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Anatomia
del
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I rami cardiaci inferiori si portano attorno all’arco dell’aorta per - Rami celiaci: entrano a costituire il plesso celiaco
partecipare alla costituzione del plesso cardiaco assieme ai rami dell’ortosimpatico.
superiori e alle fibre dell’ortosimpatico. - Rami lienali: seguono l’arteria lienale e vanno alla milza
I rami tracheali sono fibre destinate alla trachea. - Rami renali: si recano ai reni
I rami bronchiali si portano sotto alla biforcazione della trachea, per Termina entrando nel ganglio celiaco dell’ortosimpatico:
costituire il plesso polmonare con i rami polmonari dell’ortosimpatico. - le fibre che penetrano dal vago al ganglio non sono pertinenti
I rami esofagei sono destinati alla parte inferiore dell’esofago. all’ortosimpatico
- escono dunque assieme alle fibre efferenti senza formare
Nervo laringeo inferiore. neuroni T.
Il nervo laringeo inferiore prende origine dal tratto iniziale della parte il nervo vago sinistro si porta alla piccola curvatura dello stomaco,
toracica del nervo vago: dove forma il plesso gastrico anteriore. Da tale plesso originano poi:
- nervo laringeo inferiore destro: nasce più in alto del sinistro e - rami gastrici: si portano alla faccia anteriore dello stomaco.
circonda l’arteria succlavia destra. - Rami epatici: si portano al fegato.
- Nervo laringeo inferiore sinistro: nasce più in basso di quello Nervo Nervo vago (X)
destro e circonda l’arco aortico.
Emergenza Solco laterale posteriore del bulbo
Decorso. Il nervo laringeo inferiore sale verso l’alto, tra la trachea e
Fori d’uscita dal cranio Foro giugulare
l’esofago per arrivare sulla faccia anteriore e inferiore della mucosa della
Composizione del Motore somatico
laringe:
nervo
- si risolve in rami motori, che innervano i muscoli laterali e Origine reale delle fibre Nucleo ambiguo
posteriori della laringe del nervo
- da un ramo anastomotico che si anastomizza con un ramo Decorso del nervo Foro giugulare – ramo esterno del nervo laringeo superiore e
interno del nervo laringeo superiore a formare l’ansa di Galeno. nervo ricorrente (laringeo inferiore)
- Si staccano anche altri rami: Distribuzione Muscoli faringei e laringei.
o Rami cardiaci medi: giungono al plesso cardiaco periferica.
o Rami faringei: per il plesso faringeo Composizione del Effettore viscerale
o Rami tracheali nervo
o Rami esofagei Origine reale delle fibre Nucleo motore dorsale del vago
del nervo
Rami della parte addominale del nervo vago. Decorso del nervo Tutto il tragitto del vago nel collo, torace, addome
Distribuzione Visceri del collo, del torace, dell’addome. Rami collaterali
Nel cavo addominale, i due nervi vaghi dei due lati sono differenti. periferica. dell’aorta.
Il nervo vago destro da luogo, dietro alla piccola curvatura dello Composizione del Somatosensitivo generale
stomaco al plesso gastrico posteriore, che fornisce: nervo
- rami gastrici: per la faccia posteriore dello stomaco. Origine reale delle fibre Ganglio giugulare
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del nervo
Decorso del nervo Ramo auricolare - ganglio giugulare – nervo vago.
Distribuzione Padiglione auricolare
periferica.
Composizione del Sensitivo viscerale
nervo
Origine reale delle fibre Ganglio nodoso
del nervo
Decorso del nervo Rami collaterali del vago – ganglio nodoso – nervo vago
Distribuzione Visceri di collo, torace, addome. Collaterali dell’aorta. Seno e
periferica. glomo aortico.
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Nervo accessorio (XI paio). Composizione del nervo Motore somatico


Origine reale delle fibre del Nucleo dell’accessorio
Il nervo accessorio consta dell’unione di due nervi distinti tra loro per nervo
componente, funzione e territorio di distribuzione: Decorso del nervo Radici spinali – foro giugulare – nervo accessorio
- nervo accessorio del vago: è un nervo effettore viscerale, Distribuzione periferica. Muscoli sternocleidomastoideo e trapezio.
formato da fibre pregangliari del parasimpatico encefalico.
- Nero accessorio spinale: nervo motore, che innerva i muscoli
trapezio e sternocleidomastoideo. NOTA CLINICA. Danneggiamento del nervo accessorio in maniera
Il nervo accessorio del vago emerge dal solco laterale posteriore del isolata rispetto al nervo vago è molto raro:
bulbo, sotto l’emergenza del nervo vago, con radicole che poi si fondono - produce ipostenia dei muscoli corrispondenti con difficoltà
in un unico tronco: nell’elevazione della spalla.
- origine reale: nel nucleo accessorio del vago, situato nel bulbo, Molto più frequente è la lesione dell’accessorio unita a quella del vago,
che è la prosecuzione caudale del nucleo motore dorsale del nota come sindrome del foro giugulare.
vago.
Il nervo accessorio spinale, invece, emerge dal contorno laterale del
tratto superiore della parte cervicale del midollo spinale:
- origine reale: nucleo del nervo accessorio spinale, dal V
segmento cervicale fino all’inizio del bulbo.
- Esce dal tratto cervicale con radicole che si dirigono cranialmente
per unirsi al tronco del nervo accessorio del vago.
Decorso. Il nervo accessorio esce dal cranio attraverso il foro giugulare
e si divide quasi subito in due rami:
- ramo interno: fibre pertinenti al nervo accessorio del vago, si
fonde con il nervo vago e le sue fibre innervano le stesse
destinazioni delle fibre pregangliari del vago (cuore, parte di
polmoni, laringe, faringe e stomaco).
- Ramo esterno: fibre del nervo accessorio spinale, che si
dirigono in basso per innervare:
o La faccia mediale dello sternocleidomastoideo
o La faccia mediale del muscolo trapezio, a livello della
loggia sopraclavicolare.
Nervo Nervo accessorio (XI paio)
Emergenza Cordone laterale del midollo spinale
Fori d’uscita dal cranio Foro giugulare
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Nervo ipoglosso (XII paio).


Il nervo ipoglosso è un nervo esclusivamente motore, formato da fibre
motrici somatiche per i muscoli sottoioidei e per i muscoli della lingua:
- emergenza: solco laterale anteriore del bulbo, con numerose
radicole che convergono in un unico tronco.
- Origine reale: nucleo del nervo ipoglosso, nel bulbo in
corrispondenza dell’ala bianca interna (pavimento del IV
ventricolo).
- Decorso: il nervo ipoglosso esce dalla cavità cranica mediante i
canali condiloidei anteriori dell’osso occipitale. Si trova dunque
dietro al fascicolo vascolo-nervoso del collo:
o Passa poi tra la vena giugulare interna (posta
lateralmente) e il nervo vago e l’arteria carotide interna
(posti medialmente).
o Si porta poi davanti al fascio vascolo-nervoso del collo e
attraversa l’intervallo compreso tra i muscoli stiloglosso e
stiloioideo.
o Si porta anteriormente sino alla loggia sottolinguale, dove
poi emette i suoi rami terminali, destinati ai muscoli della
lingua (rami linguali).
Durante il decorso, l’ipoglosso emette alcuni rilevanti rami collaterali:
- ramo discendente: è il ramo maggiore tra i collaterali, che si
porta in basso e lateralmente e, unendosi al nervo cervicale
discendente del plesso cervicale, forma l’ansa dell’ipoglosso,
che si distribuisce ai muscoli sottoioidei.
- Ramo per il muscolo tiroioideo: ramo motorio destinato
all’innervazione del muscolo omonimo
- Ramo per il muscolo genioioideo: ramo motore destinato
all’innervazione del muscolo genioioideo.
Nervo Nervo ipoglosso (XII paio)
Emergenza Solco anterolaterale del bulbo
Fori d’uscita dal cranio Canale dell’ipoglosso (canale condiloideo anteriore)
Composizione del nervo Motore somatico
Origine reale delle fibre del Nucleo dell’ipoglosso
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nervo
Decorso del nervo Radici bulbari – nervo ipoglosso – canale dell’ipoglosso
– rami linguali.
Distribuzione periferica. Muscoli della lingua e alcuni muscoli sopraioidei.

NOTA CLINICA. Se si ha una lesione monolaterale del nervo ipoglosso i


segni sono:
- paralisi monolaterale ed emiatrofia della lingua
o quando viene protrusa si sposta allontanandosi dal lato
leso
o se la lingua viene retratta, il lato paralizzato si solleva più
in alto.
Con paralisi bilaterale la lingua rimane immobile:
- conservate la sensibilità gustativa e della mucosa.
- Articolazione delle parole e deglutizione diventano azioni molto
difficoltose.
-


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Anatomia
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- Parasimpatico: i nuclei visceroeffettori sono situati entro il tronco


encefalico e nella parte sacrale del midollo spinale. I gangli sono
Sistema
nervoso
simpatico.
 inoltre localizzati in prossimità dell’organo da innervare.
Le differenze istologiche tra i due sistemi riguardano:
- ortosimpatico: fibre pregangliari colinergiche e postgangliari
Generalità. adrenergiche.
- Parasimpatico: sia le fibre pregangliari che quelle postgangliari
Il sistema nervoso simpatico è una parte di sistema nervoso che sono colinergiche.
presiede alle funzioni vegetative:
Le differenze funzionali non sono legate alla presenza all’interno di
- chiamato anche sistema nervoso vegetativo, in contrapposizione particolari organi, essendo entrambi presenti in tutti i visceri, bensì alla
a tutta la restante parte del sistema nervoso. funzione antagonista dei due sistemi:
- Contrapposto a sistema nervoso della vita di relazione.
- mentre il parasimpatico rallenta il battito cardiaco l’ortosimpatico
- Chiamato anche sistema nervoso autonomo, poiché gode di
lo aumenta.
relativa indipendenza rispetto al nevrasse, nonostante sia
- Mentre l’ortosimpatico contrale il muscolo sfintere della vescica il
comunque subordinato ad esso.
parasimpatico fa contrarre il detrusore dell’urina.
Il sistema simpatico consta di:
- nuclei visceroeffettori: localizzati nel nevrasse
- cellule effettrici viscerali: localizzate nei nuclei visceroeffettori Centri nevrassiali.
ed emanano le fibre pregangliari.
- Gangli simpatici: ricevono le fibre pregangliari e attraverso i loro I centri nevrassiali sono rappresentati dai nuclei del tronco encefalico e
neuroni gangliari simpatici emettono le fibre postgangliari dalle colonne viscerali del midollo spinale che si distinguono in:
- Fibre postgangliari: sono fibre che si recano ai visceri per - centri effettori
provvedere alla motilità della muscolatura involontaria o alla - centri sensitivi.
viscerosecrezione.
Il simpatico è suddiviso, in base a differenze anatomiche, istologiche e Centri effettori viscerali.
funzionali, in due grandi settori:
I centri effettori viscerali danno origine a fibre effettrici viscerali che
- ortosimpatico
portano stimoli dal nevrasse alla muscolatura liscia o alle ghiandole:
- parasimpatico.
- i centri effettori viscerali (nel nevrasse) non sono affatto autonomi
Per quanto riguarda le differenze anatomiche tra i due differenti sistemi
o ricevono afferenze da livelli superiori (diencefalo o anche
si può puntualizzare:
corteccia) che però non raggiungono il livello di
- sistema ortosimpatico: i nuclei visceroeffettori sono nel midollo coscienza.
spinale lombare e toracico. I gangli sono inoltre situati subito in - I centri effettori viscerali sono anche ovviamente intercalati su
prossimità delle vertebre. archi riflessi viscerali.
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Anatomia
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La conduzione dell’impulso visceroeffettore avviene secondo una catena - il prolungamento periferico si dirige al territorio da innervare
di due neuroni: - il prolungamento centrale si reca ai centri sensitivi viscerali.
- neurone primario o pregangliare: è situato nei centri nevrassi
ali del tronco encefalico o del midollo spinale. Invia fibre al
neurone secondario.
- Neurone secondario o postgangliare: è situato nel ganglio e
riceve le fibre dal neurone primario. Le sue fibre periferiche
innervano i visceri.
Le fibre pregangliari sono generalmente fibre di tipo B: mieliniche di
piccolo calibro.
Le fibre postgangliari sono prive della guaina mielinica e i loro fasci
sono di colore grigio:
- sono fibre C, neuriti amielinici di piccolo calibro.
Le attività del sistema simpatico efferente sono controllate da centri
nevrassiali localizzati in:
- formazione reticolare
- ipotalamo
- talamo
- lobi limbico e frontale.

Centri sensitivi viscerali.


I centri sensitivi viscerali del simpatico sono le stazioni d’arrivo di
impulsi sensitivi viscerali:
- ricevono i prolungamenti centrali di cellule T situate nei gangli
encefalo spinali
- i prolungamenti periferici giungono al ganglio sensitivo viscerale
dall’organo innervato.
- I centri sensitivi sono connessi, così come quelli somatici, con
centri superiori diencefalici e corticali.
La conduzione degli impulsi sensitivi è simile a quella della sensibilità
somatica:
- avviene tramite fibre il cui proto neurone è una cellula T situata
nel ganglio
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Anatomia
del
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Considerazioni anatomofunzionali. - Recettori β: operano nell’aumento della frequenza cardiaca,


nella forza di contrazione cardiaca, nell’inibizione della motilità
La distribuzione periferica dei nervi del sistema simpatico e la gastrica.
suddivisione dei centri nevrassiali, con la loro azione, è stata definita in
base a dati: Funzioni del sistema simpatico.
- fisiologici Il territorio d’innervazione delle fibre e l’azione da esse esercitate è stato
- farmacologici. ricavato da analisi combinate sui mediatori chimici e sulla stimolazione
delle fibre.
Trasmissione chimica dell’impulso nervoso. Alcuni distretti viscerali ricevono innervazioni da un sistema solo, altri da
Dall’esame della trasmissione chimica dell’impulso nervoso si è ottenuta ambedue i settori del sistema simpatico (ortosimpatico e parasimpatico).
la conoscenza dei mediatori chimici degli assoni a livello dei terminali Ricevono fibre unicamente dal sistema simpatico propriamente detto:
sinaptici nel sistema simpatico.
- muscoli erettori dei peli.
L’acetilcolina è il mediatore chimico di: - Milza
- tutti i neuroni pregangliari. - Fegato
- Maggior parte dei neuroni postgangliari parasimpatici. - Vasi viscerali.
- Neuroni postgangliari simpatici che hanno azione Molti altri visceri presentano una doppia innervazione da parte dei due
o eccitosecretoria sulle ghiandole sudoripare sistemi, che possono agire in maniera sinergica o antagonista.
o vasodilatatoria sui vasi dei muscoli scheletrici.
Un esempio di antagonismo tra simpatico e parasimpatico è dato
La noradrenalina è invece il mediatore chimico della restante parte dall’innervazione del cuore:
delle terminazioni postgangliari simpatiche.
- simpatico: azione eccitatrice, stimola la frequenza e la forza di
Acetilcolina e adrenalina agiscono a livello di recettori specifici sulle contrazione
cellule effettrici e determinano modificazioni della permeabilità della - parasimpatico: azione inibitrice, riduce il ritmo cardiaco.
membrana, con conseguente depolarizzazione della membrana stessa.
Un esempio di sinergia tra i due comparti si trova nelle ghiandole
I recettori colinergici vengono ad esempio suddivisi in due classi: salivari:
- recettori muscarinici - simpatico: induce la secrezione di sostanze sierose
- recettori nicotinici - parasimpatico: induce la secrezione di sostanze mucose.
I recettori adrenergici vengono suddivisi in: I distretti viscerali sono innervati solitamente da sistemi afferenti e
- recettori α: operano ad esempio nella vasocostrizione periferica, efferenti, che insieme costituiscono un arco nervoso passante per il
nella contrazione del muscolo dilatatore della pupilla, nella nevrasse che costituisce la base anatomica per i riflessi viscerali.
contrazione delgli sfinteri dello stomaco, dell’intestino e della Ad esempio:
vescica.
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- afferenze sensitive dal seno carotideo passanti per il nervo


glossofaringeo indiano ai centri del vaso la pressione del sangue
circolante.
- Dai distretti del vago partono di riflesso segnali che riducono la
frequenza cardiaca.
- Nello stesso tempo, si attua un’inibizione dei centri vasomotori e
cardioacceleratori presenti nei primi segmenti toracici del midollo
(plesso cardiaco).
Le afferenze sensitive viscerali determinano non soltanto
un’attivazione riflessa dei centri effettori viscerali del simpatico:
- attivano dei centri effettori somatici.
- Così anche uno stimolo sensitivo somatico può attivare un centro
effettore viscerale.
Le afferenze al sistema nervoso simpatico postano informazioni
provenienti da:
- visceri pelvici
- tratto gastroenterico
- apparato respiratorio
- cuore
- vasi sanguigni
- altri organi di addome, torace, testa e collo.
Le fibre implicate e contenute nei nervi spinali, nel nervo vago e nei rami
del trigemino, proiettano alla parte inferiore del nucleo del tratto
solitario, il quale proietta a sua volta a
o Area laterale dell’ipotalamo.
o Nucleo centrale dell’amigdala
o Nucleo interstiziale della stria terminale.
o Nuclei parasimpatici craniali.
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Le efferenze dal sistema nervoso simpatico sono implicate in tutte o L’attività di alcune ghiandole endocrine può essere
quelle reazioni che prevedono la fuga-attacco: modulata in relazione alle attività simpatiche o
- riflesso di dilatazione pupillare alla luce. parasimpatiche.
- Aumento della frequenza e forza di contrazione cardiaca
(aumento conseguente della pressione).
- Bronco dilatazione Sistema ortosimpatico o simpatico.
- Riduzione delle secrezioni e della motilità gastrica.
- Sudorazione L’ortosimpatico ha come suo nucleo visceroeffettore la colonna
- Erezione dei peli. intermedio - laterale del midollo spinale:
Le fibre che mettono capo ai neuroni effettori viscerali derivano da: - dal C8 a L2.
- Forma il corno laterale del midollo spinale stesso.
- nuclei paraventricolare e preottici dell’ipotalamo
- nucleo centrale dell’amigdala La colonna intermedia laterale è sede dei centri ortosimpatici
- neuroni reticolari del bulbo. nevrassiali, che sono distribuiti così:
Queste fibre discendono nel fascicolo longitudinale dorsale verso il - C8-T1: vi è il centro cilio-spinale del Budge, che presiede
midollo spinale viaggiando assieme alle fibre reticolospinali laterali: all’innervazione del muscolo dilatatore della pupilla.
- C8-T2: presente il centro cardioacceleratore.
- si scaricano sui neuroni simpatici spinali, da cui partono fibre - T3 a T5: presente il centro polmonare, che presiede alla
effettrici pregangliari. respirazione.
Le efferenze del sistema nervoso parasimpatico sono implicate in: - T6 a L2: presente il centro per i visceri addomino-pelvici.
- costrizione pupillare Dalle cellule effettrici viscerali della colonna intermedia laterale
- accomodazione del cristallino per la visione da vicino nascono le fibre pregangliari che escono dal midollo spinale mediante
- lacrimazione le radici anteriori dei nervi toracici e delle prime due lombari:
- salivazione - si portano ai gangli dell’ortosimpatico tramite i rami comunicanti
- riduzione di frequenza e battito cardiaco bianchi.
- bronco costrizione.
- Aumento di peristalsi e secrezione gastrica I gangli dell’ortosimpatico sono chiamati gangli vertebrali, che sono
- Erezione di pene e clitoride allineati per tutta la lunghezza della colonna, e a seconda della posizione
- Defecazione e minzione. che occupano si distinguono:
I nuclei effettori parasimpatici (sacrali e craniali) ricevono fibre dai nuclei - gangli laterovertebrali: sono quelli allineati lateralmente ai corpi
ipotalamici: delle vertebre
- gangli prevertebrali: si trovano anteriormente ai corpi vertebrali
- le risposte viscerali quindi possono venire sia da stimoli delle vertebre lombari. Sono i gangli del plesso celiaco
propriocettivi dei visceri sia da stimoli del sistema limbico. dell’ortosimpatico.
- L’intervento dell’ipotalamo si estende dunque anche alla
regolazione delle attività ipofisarie. I gangli laterovertebrali formano da ciascun lato della colonna il tronco
del simpatico:
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- sono connessi tra loro dall’interposizione di fibre nervose dette Parte cervicale del simpatico.
cordoni longitudinali intermedi.
- Il tronco del simpatico si estende dalla base del cranio fino al Il tratto cervicale del tronco del simpatico si trova da subito sotto il foro
coccige, carotico esterno (base del cranio) fino a davanti al collo della prima costa
o In tal punto si unisce a quello eterolaterale mediante (dove continua con il tratto toracico):
un’ansa anastomotica. - si trova davanti ai processi trasversi delle vertebre cervicali
- Ciascun tronco del simpatico presenta 24 gangli laterovertebrali, - applicato alla fascia cervicale profonda
di cui il tratto cervicale del tronco del simpatico possiede tre gangli:
o 2-3 cervicali
o 11 toracici - ganglio cervicale superiore: di forma fusata, si trova di fronte ai
o 5 gangli lombari processi trasversi di C2 e C3.
o 4 gangli sacrali - Ganglio cervicale medio: è incostante e situato davanti ai
o 1 ganglio coccigeo. processi trasversi di C5 o di C6.
- Il tronco del simpatico è connesso ai nervi spinali del proprio lato - Ganglio cervicale inferiore: davanti al processo trasverso della
mediante i rami comunicanti grigi o bianchi. C7.
o È frequentemente fuso con il primo ganglio toracico per
I rami comunicanti bianchi (bianchi a causa delle fibre mieliniche) formare il ganglio stellato.
constano di fibre pregangliari che abbandonano i nervi spinali per
portarsi ai gangli laterovertebrali: Il cordone longitudinale intermedio che collega il ganglio cervicale medio
con quello inferiore è diviso in due fibre:
- sono esclusivi dei nervi toracici e dei primi nervi lombari.
- Si dirigono ai gangli corrispondenti lombari e toracici. - una passa anteriormente all’arteria succlavia e prende il nome di
- Non tutte le fibre si interrompono però nel ganglio ansa succlavia di Vieussens.
corrispondente, poiché alcune salgono o scendono ad altri Ganglio cervicale superiore.
gangli. Dal ganglio cervicale superiore originano i seguenti rami:
I rami comunicanti grigi (grigi perché amielinici) compiono il percorso - nervo carotico interno
inverso dei bianchi: - nervi carotici esterni: formano il plesso carotico esterno,
- sono fibre postgangliari che si portano ai nervi spinali attorno all’arteria carotide esterna e ai suoi rami. Discendono
- si recano alla periferia mediante il decorso dei nervi spinali stessi. anche alla carotide comune.
- Ogni nervo spinale ha il proprio ramo comunicante grigio, che lo - Rami faringei: destinati al plesso faringeo
connette al ganglio corrispondente. - Rami laringei: destinato al plesso laringeo
Nell’ortosimpatico si possono considerare diverse parti: - Nervo cardiaco superiore: scende verso l’arco aortico per
partecipare alla costituzione del plesso cardiaco, donde deriva
- parte cervicale
l’innervazione del cuore e delle coronarie.
- parte toracica
- parte lombare (o addominale) Il nervo carotico interno accompagna l’arteria carotide interna e si
- parte pelvica. scompone entro il canale carotico della piramide temporale nel plesso
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carotico interno (o plesso carotico, o plesso cavernoso), che percorre il Parte toracica del simpatico.
seno cavernoso della dura madre:
Il tratto toracico del tronco del simpatico fa seguito a quello cervicale
- fuoriuscito dal seno cavernoso il plesso carotico interno si e giunge nel diaframma, da cui si porta nella cavità addominale
distribuisce in rami terminali che seguono i rami dell’arteria passando tra i pilastri mediale e intermedio del muscolo:
carotide interna.
- si distende dinnanzi alle teste delle coste da 2 a 12.
Il plesso carotico interno da luogo a rami collaterali: - È ricoperto dalla pleura parietale.
- nervi carotico-timpanici (entrano a costituire il plesso timpanico) Possiede 11 gangli toracici, da cui originano i rami:
- nervo petroso profondo, che si unisce al grande petroso
superficiale per formare il nervo vidiano - rami aortici: formano il plesso dell’aorta toracica.
- radice simpatica del ganglio ciliare. - Rami polmonari: costituiscono, assieme ai rami bronchiali del
nervo vago, il plesso polmonare, per l’innervazione del
Ganglio cervicale medio. polmone.
Dal ganglio cervicale medio originano i seguenti rami: - Rami esofagei: prendono parte con i rami esofagei del nervo
vago alla costituzione del plesso esofageo, per l’innervazione
- rami carotici: formano, assieme ai nervi carotici esterni del
dell’esofago.
ganglio cervicale superiore, il plesso nervoso attorno alla carotide
- Nervo grande splancnico: si forma dall’unione dei rami che
comune
provengono da 6° 7° 8° e 9° ganglio toracico:
- nervo cardiaco medio: partecipa alla costituzione del plesso
o Decorso: discende davanti alla colonna vertebrale, passa
cardiaco attorno all’arco dell’aorta.
tra i due pilastri più mediali del diaframma e all’interno
Ganglio cervicale inferiore. della cavità addominale termina nel ganglio celiaco.
Dal ganglio cervicale inferiore originano i seguenti rami: o Le fibre sono destinate ad estinguersi nel ganglio celiaco,
da cui poi deriveranno altre fibre postgangliari.
- rami per il plesso succlavio: circondano l’arteria succlavia e si
- Nervo piccolo splancnico: origina da 10° e 9° ganglio celiaco
continuano poi nei plessi nervosi accompagnati dalle arterie che
o Decorso: si porta oltre il diaframma nella cavità
alla succlavia fanno seguito (arteria ascellare, arteria brachiale,
addominale assieme al grande splancnico. Termina nel
ecc…)
ganglio reno-aortico.
o si dipartono poi numerosi plesso tante quante sono le
o Costituzione: fibre pregangliari che hanno oltrepassato i
arterie da innervare.
gangli da cui origina senza interrompersi.
o Si diparte pertanto anche il plesso vertebrale, che
circonda l’arteria vertebrale fino alla cavità del cranio.
- Nervo cardiaco inferiore: si porta attorno all’arco dell’aorta per
partecipare alla costituzione del plesso cardiaco.
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Parte lombare dell’ortosimpatico.


Il tratto lombare dell’ortosimpatico si trova anteriormente ai corpi
vertebrali lombari, medialmente al muscolo grande psoas:
- il tratto destro è ricoperto dalla vena cava inferiore
- il tratto sinistro è prossimo all’aorta.
Possiede circa 4-5 gangli lombari, i cui rami efferenti partecipano alla
costituzione del plessi simpatici periaortici, plessi nervosi impari che
sono disposti a catena attorno all’aorta addominale:
- plesso celiaco
- plesso aortico addominale
- plesso ipogastrico: si biforca poi in due plessi pelvici, destro e
sinistro (pertinenti alla parte pelvica del tratto).

Plesso celiaco.
Il plesso celiaco, impari e mediano, si trova subito sotto il diaframma, in
prossimità del tratto iniziale dell’aorta addominale:
- in tal punto l’aorta emana l’arteria celiaca e l’arteria mesenterica
superiore
- è posto dietro al peritoneo.
È un grande e fitto plesso nervoso alla cui costituzione partecipano:
- i rami efferenti dei gangli lombari dei due tronchi del simpatico
- due nervi grandi splancnici
- due nervi piccoli splancnici
- il nervo vago destro
- i rami frenico-addominali del nervo frenico
- i rami efferenti dei gangli prevertebrali che si trovano nello stesso
ganglio celiaco.
Entro il plesso celiaco sono accolti numerosi gangli (tutti pari, sinistro e
destro) dell’ortosimpatico:
- due gangli celiaci I gangli celiaci.
- due gangli reno-aortici I gangli celiaci destro e sinistro, hanno una forma di semiluna concava
- due gangli mesenterici superiori. superiormente. Sono posti sui due lati dell’aorta.
A ciascun ganglio celiaco pervengono fibre da:
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- nervo grande splancnico, sull’estremità laterale - plesso lienale: accompagna l’arteria lienale, giunge alla milza e
- nervo piccolo splancnico, sull’estremità inferiore gli fornisce rami.
- rami frenico-addominali del nervo frenico. o Da rami al pancreas
Il ganglio celiaco destro riceve anche fibre del nervo vago sul suo lato o Altri rami seguono l’arteria gastro-epiploica sinistra, si
laterale. recano alla grande curvatura dello stomaco e formano il
plesso gastrico interiore.
Di questi nervi celiaci, solo le fibre provenienti dai nervi splancnici sono - Plesso epatico: segue l’arteria epatica e si reca al fegato.
fibre pregangliari: o Emana rami che costituiscono il plesso cistico, per la
- le altre fibre li attraversano semplicemente. cistifellea
I gangli reno-aortici. o Altri rami sono per il duodeno e il pancreas
I gangli reno-aortici, destro e sinistro, sono gangli di dimensioni inferiori o Altri rami ancora si portano ad accompagnare l’arteria
ai gangli celiaci e gli si situano inferiormente: gastro-epiploica destra e si recano al plesso gastrico
inferiore.
- sono situati nel punto in cui le arterie renali si dipanano dall’aorta - Plesso gastrico superiore: circonda l’arteria gastirca sinistra e
- ciascun ganglio reno-aortico riceve fibre dal nervo piccolo arriva alla piccola curvatura dello stomaco.
splancnico del proprio lato. - Plesso mesenterico superiore: è il plesso secondario di
I ganglio mesenterici superiori. maggiori dimensioni. Accompagna l’arteria mesenterica inferiore
I gangli mesenterici superiori sono due piccoli gangli che stanno sopra e si distribuisce a
l’origine dell’arteria mesenterica dall’aorta. o Intestino tenue
o Intestino cieco con appendice vermiforme
Plessi nervosi che si staccano dal plesso celiaco. o Colon ascendente
Dal plesso celiaco si distaccano anche dei plessi nervosi secondari, o Metà destra del colon trasverso.
alcuni pari e altri impari, che si accompagnano alle arterie che originano
dall’aorta.
Plesso aortico addominale.
Plessi nervosi secondari pari.
I plessi secondari pari derivanti dal plesso celiaco sono: Il plesso aortico addominale è la prosecuzione inferiore del plesso
celiaco:
- plesso frenico: segue l’arteria frenica inferiore e si distribuisce al
diaframma con fibre vasomotorie. Da anche rami alle ghiandole - discende verso il basso davanti e lateralmente all’aorta.
surrenali. - Da origine ad un plesso secondario impari:
- Plesso surrenale: accompagna l’arteria surrenale media e si o Plesso mesenterico inferiore: questo plesso
reca alla ghiandola surrenale accompagna l’arteria mesenterica inferiore e si
- Plesso renale: accompagna l’arteria renale e giunge al rene distribuisce a:
- Plesso spermatico: segue l’arteria spermatica interna e si porta  Metà sinistra del colon trasverso
al testicolo del maschio o all’ovaia della femmina.  Colon discendente
 Colon iliaco
Plessi nervosi secondari impari.
 Colon pelvico
I plessi nervosi secondari impari provenienti dal ganglio celiaco sono:
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 Intestino retto con i rami emorroidali superiori. Plesso ipogastrico.


Il plesso ipogastrico è la prosecuzione inferiore del plesso aortico
addominale:
- giunto al promontorio si divide in due tronchi (destro e sinistro)
che proseguono nella cavità pelvica con i plessi pelvici.
- Emette come plessi nervosi secondari i plessi iliaci, destro e
sinistro, che accompagnano le due arterie iliache esterne.

Parte pelvica dell’ortosimpatico.


Il tratto sacro-coccigeo del tronco del simpatico presenta in genere 4
gangli sacrali e 1 ganglio coccigeo:
- sono posti davanti all’osso sacro negli intervalli tra i fori sacrali
anteriori.
- I rami efferenti da tali gangli generano il plesso pelvico.
Il plesso pelvico è una formazione pari, simmetrica e di dimensioni
cospicue:
- continua inferiormente il plesso ipogastrico.
- Nella sua costituzione entrano anche un gran numero di fibre del
parasimpatico sacrale.
- Accompagna medialmente l’arteria ipogastrica, è situato latero-
posteriormetne all’intestino retto e si prolunga poi in avanti
attorno alla base della vescica (nella donna anche attorno al collo
dell’utero e all’estremità superiore della vagina).
Dal plesso pelvico si dipartono numerosi plessi nervosi secondari, che
accompagnano i rami collaterali dell’arteria ipogastrica
- plesso emorroidale medio: segue l’arteria emorroidale media.
Innerva l’intestino retto.
- Plesso vescicale: è per la vescica urinaria e per la parte
terminale dell’uretere e quella iniziale dell’uretra.
- Plesso vescicolo-deferenziale: presenta differenze in base al
sesso.
o Maschio: per la vescichetta seminale e il dotto deferente.
o Femmina: per l’utero e la vagina.
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- Plesso prostatico: nel maschio, innerva la prostata. Parasimpatico encefalico.


- Plesso cavernoso del pene/clitoride: presenta differenze tra
maschio e femmina, ma inerisce ai meccanismi di erezione in I nuclei visceroeffettori del parasimpatico encefalico emanano le loro
quanto regola l’afflusso sanguigno. fibre annesse ai nervi encefalici di cui ne ricalcano il decorso:
o Maschio: innerva i corpi cavernosi del pene, dell’uretra e - nervo oculomotore
del glande. - nervo facciale
o Femmina: innerva i corpi cavernosi del clitoride, del bulbo - nervo glossofaringeo
e del vestibolo. - nervo vago
- nervo accessorio.

Parasimpatico del nervo oculomotore.


Il parasimpatico del nervo oculomotore comprende fibre
visceroeffettrici che promuovono la contrazione della pupilla e
l’accomodazione della vista da vicino.
Gli assoni pregangliari originano dal nucleo viscerale mesencefalico di
Edinger-Westphal e giungono al ganglio ciliare tramite il nervo
oculomotore:
- dal ganglio ciliare partono fibre (fibre ciliari brevi) che sono
deputate al muscolo sfintere della pupilla e al muscolo ciliare.

Parasimpatico del nervo facciale (VII).


Il parasimpatico del nervo facciale appartiene ai due componenti del
VII nervo cranico:
Sistema parasimpatico. - nervo facciale propriamente detto
- nervo intermedio (di Wrisberg).
Il sistema parasimpatico ha i suoi nuclei visceroeffettori in due distinte Il parasimpatico annesso al nervo facciale propriamente detto
aree (tronco encefalico e parte sacrale del midollo spinale), pertanto si comprende fibre effettrici viscerali che innervano:
individano: - ghiandola lacrimale
- parasimpatico encefalico - ghiandole delle cavità nasali e del palato
- parasimpatico sacrale. - vasi corrispondenti a tali ghiandole (azione vasodilatatoria).
Tali fibre hanno origine nel tronco encefalico e terminano sulle mucose
del palato e del naso, nonché alle ghiandole lacrimali, passando per il
loro ganglio viscerale:
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- origine: nucleo naso lacrimale - Fibre sensitive viscerali: sensibilità gustativa del terzo
- ganglio: ganglio genicolato posteriore della lingua, sensibilità generale del palato e del terzo
- decorso: fuoriescono dal ganglio attraverso il nervo grande posteriore della lingua,
petroso superficiale, poi entrano nel nervo vidiano (unione del - Fibre sensitive viscerali vascolari: pressione e pH del sangue
grande petroso superficiale e di quello profondo) e giungono nel a livello del seno e del glomo carotideo.
ganglio sfenopalatino. Le fibre postgangliari entrano nei nervi.
o Nervo zigomatico: per terminare alla ghiandola lacrimale
o Nervi nasali e palatini: si distribuiscono alle mucose. I neuroni effettori pregangliari hanno origine nel tronco e si portano alle
ghiandole previste:
Il parasimpatico annesso al nervo intermedio di Wrisberg comprende:
- origine: nucleo salivatorio superiore
- fibre visceroeffettrici: - decorso: nervo glossofaringeo, nervo timpanico di Jacobson e
o stimolano la secrezione delle ghiandole sottolinguali e terminano nel ganglio otico
sottomandibolari - ganglio: ganglio otico dell’Arnold
o hanno azione vasodilatatoria sui vasi annessi - fibre postgangliari: si recano alla parotide (tramite il nervo
- fibre sensitive ausiliarie specifiche: auricolo-temporale), alle ghiandole salivari minori, linguali,
o mediano la sensibilità gustativa dei due terzi anteriori faringee (tramite collaterali del nervo mandibolare o del nervo
della lingua. glossofaringeo).
Gli assoni pregangliari effettori per le ghiandole sottomandibolari e
sottolinguali hanno il seguente percorso:
Le fibre sensitive viscerali hanno l’origine reale nel ganglio petroso:
- origine: nucleo salivatorio superiore
- decorso: nervo intermedio, corda del timpano, nervo linguale - fibre centrali: nucleo del tratto solitario
(ramo del nervo mandibolare del trigemino) fino ai gangli - fibre periferiche: rami faringei, tonsillari, linguali, nervo
- gangli: sottomandibolare e sottolinguale timpanico e nervo del seno carotideo.
- fibre postgangliari: si distribuiscono alle ghiandole vicine.
Le fibre sensitive viscerali per il gusto originano nel ganglio genicolato: Parasimpatico del nervo vago (X).
- fibre centrali: nucleo del tratto solitario Il nervo vago raggruppa un numero molto elevato di fibre effettrici
- fibre periferiche: passano nella corda del timpano, poi nel nervo viscerali (circa l’80%) e di fibre sensitive viscerali.
linguale e s distribuiscono alla lingua anteriore.
Componente effettrice viscerale.
La componente effettrice viscerale controlla:
Parasimpatico del nervo glossofaringeo.
- cuore: riduce la frequenza e abbassa la velocità di trasmissione
Il parasimpatico all’interno del nervo glossofaringeo comprende: degli impulsi
- fibre effettrici viscerali: per la parotide, per le ghiandole salivali - polmoni: costrizione dei bronchioli e aumento di secrezione delle
minori e per la vasodilatazione dei vasi annessi alle ghiandole ghiandole bronchiali.
citate. - Esofago, stomaco, intestino, colon: aumento della peristalsi e
rilasciamento degli sfinteri.
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- Pancreas: regola la secrezione esocrina e il rilascio endocrino di Componente viscerale effettrice.


insulina. La componente visceroeffettrice prevede delle fibre che agiscono a
- Cistifellea: regola l’emissione della bile. livello di:
- Vasi: dilata i vasi polmonari. - intestino: stimolano la peristalsi del colon discendente, ileo
Il percorso degli stimoli dal nevrasse agli organi innervati procede come pelvico e del retto.
segue: - Vescica: determinano la contrazione del muscolo detrusore della
- origine: nucleo motore dorsale del vago. vescica.
- Gangli: le fibre terminano in sinapsi con gangli o agglomerati di - Sfinteri: causano il rilascio degli sfinteri vescicali e rettali.
cellule gangliari dislocate alla periferia, in corrispondenza degli - Corpi cavernosi di pene/clitoride: azione vasodilatatoria su tali
organi innervati (caratteristica del parasimpatico). corpi, favorendone l’erezione.
- Fibre postgangliari: si dirigono agli organi nelle vicinanze dei Il decorso dei nervi del parasimpatico sacrale nella sua componente
loro gangli. viscerale effettrice è:
- origine: colonna effettrice viscerale dei neuromeri sacrali da S2
Componente sensitiva viscerale.
a S5.
La componente sensitiva viscerale, che origina nel ganglio nodoso,
- Emergenza: gli assoni emergono dal plesso sacrale e si portano
raccoglie stimoli della sensibilità specifica da:
ai gangli, che sono situati in vicinanza degli organi da innervare.
- Sensibilità gustativa: calici gustativi distribuiti sull’epiglottide e - Fibre postgangliari: dai gangli si portano ai vicini visceri.
sulla faringe.
- Sensibilità generale: mucosa faringea e laringea, del pericardio. Componente sensitiva.
- Sensibilità viscerale vascolare: cambiamenti di pressione e pH La componente sensitiva viscerale prevede fibre che raccolgono stimoli
dal glomo aortico e seno aortico. Impulsi provenienti dalle pareti dolorifici da:
atriali. - vescica
- Sensibilità generale: tensione degli alveoli polmonari, stimoli - prostata
sulla distensione dei visceri cavi dell’addome che determinano la - collo dell’utero (solo femmina).
sensazione di nausea.
Le fibre sensitive viscerali hanno la loro origine nei gangli spinali
I neuroni sensitivi si trovano nel ganglio nodoso (o plessiforme): annessi alle radici posteriori dei nervi sacrali:
- fibre centrali: nucleo del tratto solitario - fibre pregangliari: sono le radici posteriori dei nervi sacrali
- fibre periferiche: si distribuiscono alla periferia assieme alle fibre - fibre postgangliari: dal ganglio si portano anteriormente agli
del vago sulle mucose e sui distretti vascolari. organi da innervare.

Parasimpatico sacrale.
Il parasimpatico sacrale comprende diverse fibre visceroeffettrici e
alcune fibre sensitive viscerali.
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Equatore: circonferenza perpendicolare all’asse ottico, con decorso


craniocaudale, equidistante dal polo anteriore e dal polo posteriore.
Il bulbo oculare è tagliato idealmente in due piani di simmetria, che
Apparato
della
vista.
 dividono l’occhio in 4 quadranti:

L’apparato della vista è costituito interamente da organi simmetrici e - meridiano orizzontale: piano trasversale passante per il centro
pari, situati per la maggior parte nella parte anteriore della testa: della cornea anteriormente
- meridiano verticale: piano sagittale passante per il centro della
- lateralmente alla radice del naso cornea.
- sotto la fronte
L’occhio è accolto nella capsula di Tenone, ma non aderisce ad essa,
Di tali organi, il principale è l’occhio o bulbo oculare, gli altri organi poiché ne è separato da una fessura che consente la mobilità del bulbo:
sono detti organi accessori dell’occhio.
- ciascun bulbo poggia su una massa di tessuto adiposo (corpo
adiposo dell’orbita), che consente assieme alla capsula di
Bulbo oculare. mantenere l’occhio nella sua posizione naturale e con la
sporgenza corretta.
Il bulbo oculare è l’organo fotosensibile deputato alla captazione dei Il bulbo è rivestito da tre membrane sovrapposte, che dalla più
segnali luminosi dall’esterno che, trasformati in impulsi nervosi, danno superficiale alla più profonda sono:
luogo alla visione. - tonaca fibrosa: comprende anteriormente la cornea e
È un organo di forma sferoidale, accolto nella cavità orbitaria (struttura posteriormente la sclera. I due segmenti (corneale e sclerale)
ossea di forma piramidale con base anteriore), la quale è rivestita da una sono in continuità tra loro in corrispondenza di un piccolo solco, il
capsula connettivale, la fascia del bulbo o capsula di Tenone. limbus sclerocorneale, posto nel sesto anteriore dell’occhio.
- Tonaca vascolare: è una tonaca che può essere scomposta in
una parte anteriore e una parte posteriore:
Generalità.
o Parte anteriore: si espande nel corpo ciliare e più avanti
Il bulbo oculare è costituito da due segmenti di sfera adesi, con ancora nell’iride, il quale regola l’afflusso di luce
differente raggio di curvatura: all’interno del bulbo mediante un foro centrale, la pupilla.
- cornea: sfera anteriore o Parte posteriore: è la porzione più estesa e regolare, che
- sclera: sfera posteriore. prende il nome di coroide.
- Retina: membrana più profonda, di natura nervosa. Dalla sua
Asse anatomico: diametro anteroposteriore passante per il centro della parte posteriore, che è adesa al coroide, nasce il nervo ottico.
cornea e quello della sclera. o Parte anteriore: contribuisce profondamente alla
Asse ottico: normalmente incluso nell’asse anatomico. formazione del corpo ciliare e dell’iride. Non partecipando
Asse visivo: diametro che dal centro della cornea giunge alla fovea alla costituzione del nervo ottico, viene anche denominata
centralis della retina, responsabile della visione cromatica e distinta. parte cieca della retina.
Tale asse diverge dall’asse anatomico di 7°. o il limite tra la parte ottica della retina e la parte cieca è
segnato da un solco detto ora serrata.
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La cornea anteriormente e l’iride, posteriormente, delimitano uno spazio


detto camera anteriore dell’occhio:
- ripiena di un liquido trasparente detto umore acqueo.
Posteriormente all’iride si trova una struttura a forma di lente biconvessa,
il cristallino o lente:
- connessa all’apparato ciliare per mezzo di sottili fibre zonulari,
che formano la zonula ciliare.
- Lo spazio compreso tra iride, zonula ciliare e cristallino è detto
camera posteriore dell’occhio, ripiena anch’essa di umore
acqueo.
Lo spazio del bulbo oculare restante, situato posteriormente al cristallino
e delimitato dalla retina è detto corpo vitreo; è occupato da una
sostanza gelatinosa incolore, l’umor vitreo.
L’apparato diottrico dell’occhio costituisce una lente convergente
dotata di un ampio potere refrattivo. È costituita da:
- corpo vitreo
- cristallino
- umore acqueo
- cornea.

NOTA CLINICA. Un occhio con conformazione normale e in condizioni


di riposo è definito emmetrope se la lunghezza dell’asse ottico e la
capacità di refrazione dell’apparato diottrico sono tali che oggetti posti a
distanza infinita proiettano immagini sulla parte visiva della retina.
Quando la relazione tra potere refrattivo e lunghezza dell’asse ottico non
è corretta si parla di:
- ipermetropia o presbiopia: se l’immagine si forma dietro la
retina
- ipometropia o miopia: se l’immagine si forma anteriormente alla
retina.
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Tonaca fibrosa dell’occhio - Nervi: terminazioni libere pertinenti ai nervi ciliari.


La tonaca fibrosa dell’occhio è costituita anteriormente dalla cornea e
posteriormente dalla sclera. Cornea.
La cornea è il segmento anteriore della tonaca fibrosa che riveste
Sclera. l’occhio. È trasparente ed è in continuità con la sclera mediante il limbus
sclerocorneale:
La sclera è una lamina biancastra costituita essenzialmente di
connettivo ricco di fibre elastiche che si intrecciano tra loro e si - costituisce un orlo di transizione tra sclera e cornea
sovrappongono in diversi strati: - è tagliato a sbieco per permettere la sovrapposizione dei margini
senza aumento di spessore.
- funzione: protezione nei confronti delle altre membrane.
Formazione delle strutture tendinee dei muscoli oculari. La superficie anteriore della cornea ha un raggio di curvatura maggiore
- Superficie esterna: convessa, in rapporto con la capsula di della superficie posteriore:
Tenone, dalla quale è separata da uno spazio molto sottile - è in contatto con l’ambiente esterno
attraversato da trabecole connettivali che però non impediscono i - è rivestita solamente dalla congiuntiva bulbare.
movimenti del bulbo. La superficie posteriore è meno convessa di quella anteriore:
- Superficie interna: in gran parte accollata al coroide, al corpo
ciliare e all’iride. Separata da queste strutture da uno spazio - delimita la camera anteriore dell’occhio
sottile di connettivo lasso detto spazio pericoroideo, - è in contatto con l’umore acqueo, che la nutre.
attraversato da vasi e nervi che passano tra le membrane. Struttura.
Le trabecole di connettivo lasso che sono emanate dalla superficie La struttura della cornea è dimostrata da una sezione trasversale, che
interna della sclera verso il coroide, l’iride o il corpo ciliare, sono individua cinque strati che, dalla superficie alla zona profonda, sono:
soggette a facile distacco: - epitelio corneale: l’epitelio corneale è un epitelio pavimentoso
- in tal caso si forma uno stralcio di tessuto cotonoso e pigmentato misto, con cellule superficiali appiattite e dotate di microvilli e
che genera una macchia brunastra detta lamina fusca. cellule basali che diventano via via poliedriche e provvedono alla
ricostruzione delle cellule superficiali.
Nel punto di emergenza del nervo ottico, la sclera forma una lamina - Membrana di Browman: fibre collagene disposte in varie e
cribrosa, attraversata da esili fascetti di fibre del nervo ottico. casuali direzioni, che formano lo strato basale dell’epitelio
Sulla porzione anteriore della sclera si applica la congiuntiva bulbare: corneale.
- è la porzione sclerale visibile nell’occhio esternamente, - Strato corneale: è caratterizzato da lamelle collagene disposte
- costituisce il bianco dell’occhio. in modo parallelo nella medesima lamella e ortogonale alla
lamella contigua.
VASI E NERVI. La sclera è povera di vasi sanguigni propri: o fibre: sono cementate da materiale costituito da acido
- arterie: sono rami delle arterie ciliari anteriori. Formano un ialuronico, che trattiene l’acqua, per rendere permeabile lo
plesso più fitto attorno alla cornea. strato alla diffusione di sostanze nutritive.
- Vene: si raccolgono nelle vene ciliari e nelle vene vorticose. o Cellule: cellule connettivali fisse, le cellule corneali;
- Vasi linfatici: non esistono. leucociti circolanti.
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- Membrana di Descemet: è composta da fibre sottili a formare


un reticolo e aderisce alle cellule dell’endotelio corneale.
- Endotelio corneale: cellule endoteliali tenute insieme da
zonulae occludens, che si interrompono a tratti per permettere il
passaggio di nutrienti.
Vasi linfatici ed ematici sono assenti. Il nutrimento avviene grazie alla
permeabilità delle strutture corneali.
I nervi sono presenti in grande quantità e portano una ricca innervazione
dolorifica.

Tonaca vascolare dell’occhio.


La tonaca vascolare dell’occhio, detta anche uvea, è interposta tra:
- tonaca fibrosa
- tonaca nervosa (retina).
È una zona molto ricca di vasi sanguigni e caratterizzata da un’alta
pigmentazione a causa della presenza di tessuto muscolare.
Può essere suddivisa nettamente in tre zone, che in senso
anteroposteriore sono:
- iride
- corpo ciliare Iride.
- coroide.
L’iride è il segmento anteriore della tonaca vascolare dell’occhio:
- disco circolare situato dinnanzi al cristallino
o viene a contatto con esso nella sua parte centrale
- separato dalla cornea dall’umore acque della camera anteriore
dell’occhio.
- La parte centrale è aperta con un foro a diametro variabile, la
pupilla,
o La pupilla non è sempre centrale
o Il suo diametro varia in condizioni farmacologiche o di
differente illuminazione.
La faccia anteriore dell’iride è osservabile attraverso alla cornea e
assume differenti colori a seconda dei soggetti:
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- la colorazione dipende da un pigmento nel suo strato profondo I vasi linfatici nell’iride, così come la coroide e il corpo ciliare, non ci
(parte iridea della retina) e da eventualmente altri pigmenti negli sono. Vi sono solamente alcune lacune linfatiche.
strati superficiali. I nervi sono abbondanti e sono formati da fibre sensitive e
o Lo strato profondo corrisponde ad una colorazione molto visceroeffettrici:
scura, che diventa però azzurra-grigiastra grazie alla
diffrazione dei raggi luminosi - sono rami ciliari brevi del ganglio ciliare.
o Altri colori dell’occhio dipendono dalla presenza di - Nervi ciliari lunghi del nervo nasociliare, ramificazione
pigmenti negli strati superficiali. dell’oftalmico.
o Muscolo sfintere della pupilla: innervato da fibre
La faccia posteriore dell’iride è appoggiata al cristallino e contribuisce a parasimpatiche posgangliari, che nascono dal nucleo di
formare la parete anteriore della camera posteriore dell’occhio: Edinger-Westphal nel mesencefalo e giungono al ganglio
- si presenta uniformemente scura per la presenza della parte ciliare.
iridea della retina. o Muscolo dilatatore della pupilla: innervato da fibre
Struttura. simpatiche postgangliari, che originano dal ganglio
L’iride consta di tre strati disposti in senso anteroposteriore: cervicale superiore, il quale riceve fibre dal centro
nasociliare del midollo spinale (C8-T1).
- strato endoteliale: riveste la faccia anteriore dell’iride ed è in
continuità con quello della faccia posteriore della cornea. È ANATOMIA FUNZIONALE. L’iride regola la quantità di luce che penetra
discontinuo e manca in corrispondenza di depressioni (cripte). nella pupilla in relazione alle condizioni di luminosità:
- Stroma: è la parte più voluminosa dell’iride ed è costituita da - miosi: attuata dal muscolo sfintere della pupilla, in condizioni di
connettivo fibrillare. Riccamente vascolarizzata e innervata. alta luminosità. Il muscolo, a forma di anello, si contrae dando
o Presenta internamente un muscolo anulare, lo sfintere luogo ad un restringimento della pupilla
della pupilla, che con la sua contrazione determina il - midriasi: attuata dal muscolo dilatatore della pupilla, che
restringimento pupillare o miosi. essendo formato a raggiera, con la contrazione dilata la pupilla.
- Epitelio: l’epitelio è distinto in uno strato interno e uno strato
esterno: Corpo ciliare.
o Strato interno: costituito da cellule poliedriche ricche di
pigmento nero, che ne conferisce un aspetto scuro. Il corpo ciliare è la zona intermedia tra l’iride e la coroide:
o Strato esterno: in continuazione con o strato esterno - separato dalla coroide mediante l’ora serrata, un solco
della parte ciliare della retina. Formato da cellule - la sua superficie interna è rivestita dalla porzione ciliare della
mioepiteliali retina, altamente pigmentata.
 nel loro insieme costituiscono il muscolo - Ha forma circolare e il suo spessore si incrementa in senso
dilatatore della pupilla, la cui contrazione posteroanteriore.
determina la dilatazione della pupilla o midriasi.
Il corpo ciliare si presenta costituito da:
Vasi e nervi.
- corona ciliare: parte anteriore
I vasi sanguigni sono molto numerosi.
- orbicolo ciliare: parte posteriore
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- muscolo ciliare: struttura muscolare che è applicato alla faccia - va dall’ingresso del nervo ottico fino all’ora serrata della retina
esterna del corpo ciliare. - continua gradatamente nel corpo ciliare
Il corpo ciliare si presenta fornito di rilievi nella sua parte anteriore, detti - presa singolarmente appare come 2/3 di sfera cava.
processi ciliari: - Si presenta di color ruggine scuro a causa dell’alta
vascolarizzazione
- tra i processi sono presenti delle vallecule, da cui nascono fibre o Nutre gli strati esterni e l’epitelio pigmentato della retina.
tese fino alla zona equatoriale del cristallino o Ha funzione di assorbire i raggi luminosi che attraversano
- tali fibre costituiscono la zonula ciliare di Zinn. la retina, evitandone la loro riflessione.
I vasi sanguigni sono presenti in gran quantità all’interno dei processi La coroide è adesa alla faccia profonda della sclera per mezzo di uno
ciliari, i quali sono in gran parte costituiti da capillari sanguiferi e vene. strato di tessuto connettivo lasso, la lamina sovracoroidea, attraversata
I vasi linfatici mancano, sono presenti alcune lacune linfatiche. da vasi e nervi:
I nervi sono rami dei nervi ciliari e sono sia sensitivi che effettori - la coroide è molto delicata e lacerabile.
viscerali: - Può separarsi dalla sclera, lasciando adesa ad essa solamente la
- rami sensitivi: terminano con arborizzazioni libere lamina sovracoroidea.
- rami viscereoeffettori: si distribuiscono al muscolo ciliare. Posteriormente, presenta un foro di circa 1,5 mm che permette il
Giungono fibre originate dal ganglio ciliare, che rispondono al passaggio del nervo ottico.
nucleo mesencefalico dell’oculomotore. La coroide è costituita essenzialmente di tre strati in continuità tra loro:
- lamina sovracoroidea: aderisce alla sclera.
ANATOMIA FUNZIONALE. La contrazione del muscolo ciliare - Lamina vascolare: costituita dalle ramificazioni delle arterie e
determina il riflesso di accomodamento, un processo che permette delle vene proprie della coroide.
l’adattamento del cristallino, funzionale alla visione di oggetti vicini. - Lamina coriocapillare: costituita da una rete vascolare più
La contrazione del muscolo ciliare provoca: vicina alla retina per la sua stessa nutrizione.
- sposta il corpo ciliare anteriormente verso la cornea I vasi sanguigni sono presenti in gran quantità disposti su due strati,
- lo sposta medialmente verso l’asse dell’occhio. mentre mancano vasi linfatici. Sono tuttavia presenti abbondanti lacune
- Permette il rilassamento delle fibre della zonula di Zinn linfatiche, soprattutto nella lamina sovracoroidea.
o A questo consegue una mancata tensione del cristallino, il I nervi rami dei nervi ciliari, terminano prevalentemente sulle pareti dei
quale aumenta il proprio diametro sagittale vasi.
o Aumenta anche la curvatura della lente del cristallino,
quindi la messa a fuoco.
La retina.
Coroide. La retina o tonaca nervosa è la più interna delle tonache del bulbo
oculare e va considerata di natura nervosa.
La coroide è una lamina connettivale che riveste i due terzi posteriori
del bulbo oculare:
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Colombo
 
 
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È compresa tra il punto di entrata del nervo ottico e il margine pupillare


dell’iride. Consta di due lamine sovrapposte che si dividono in due
foglietti (interno e esterno) a livello del margine pupillare dell’iride.
Nell’insieme, la retina può essere suddivisa in due zone:
- parte cieca: è la porizione di retina situata profondamente
all’iride e al corpo cigliare.
- Parte ottica o visiva: porzione posteriore.
La retina cieca è costituita dalle sue parti ciliare e iridee, che aderiscono
ai due relativi corpi:
- è molto sottile
- è insensibile alla luce
- è costituita in entrambi i foglietti da cellule epiteliali.
La parte ottica o visiva della retina è compresa tra:
- ingresso del nervo ottico.
- Ora serrata.
Questa porzione è la più estesa della retina:
- foglietto esterno: costituito di cellule con caratteristiche epiteliali
adese alla membrana basale della coroide ed è detto strato
pigmentato,
- foglietto interno: presenta una struttura più complicata e
risponde alle funzioni visive. È pertanto detto retina
propriamente detta.
La retina propriamente detta è una membrana che aderisce alle cellule
dello strato pigmentato:
- attraverso lo strato pigmentato è in relazione con la coroide.
- La sua superficie profonda è in rapporto con il corpo vitreo.
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Regioni della retina. Struttura della retina.


Nella retina si descrivono tre regioni peculiari: Per la presenza di rodopsina, la retina appare di color rosso scuro:
- papilla del nervo ottico - costituita da una serie di 10 strati sovrapposti.
- macula lutea La retina propriamente detta è compresa tra l’epitelio pigmentato e il
- ora serrata. corpo vitreo e presenta i seguenti strati, che dalla superficie alla
profondità sono:
Papilla del nervo ottico.
La papilla ottica rappresenta il punto di convergenza delle fibre nervose - strato dei coni e dei bastoncelli
originate dalla retina che vanno a costituire il nervo ottico: - membrana limitante esterna
- strato dei granuli esterni o nucleare esterno
- forma di disco circolare o ellittico con asse maggiore trasversale
- strato plessiforme esterno
- colore chiaro, quasi traslucido.
- strato dei granuli interni o nucleare interno
- Situata in prossimità del polo posteriore del bulbo
- strato plessiforme interno
La papilla ottica presenta nella sua zona centrale una depressione dalla - strato delle cellule multipolari
quale emergono i vasi retinici: l’escavazione fisiologica. - strato delle fibre nervose
- membrana limitante interna.
Macula lutea.
La macula lutea è una piccola parte della retina che, leggermente Strato dei coni e dei bastoncelli.
ellittica, si trova in prossimità del polo posteriore del bulbo oculare, Questo strato è così nominato a causa della forma del segmento esterno
situata lateralmente ad esso. (o articolo) di queste cellule nervose altamente specializzate e
Il suo centro corrisponde all’estremità posteriore dell’asse visivo. I suoi differenziate.
limiti sono invece indistinti: I coni e i bastoncelli rappresentano gli elementi recettoriali dell’apparato
- diametro è mediamente 2 mm visivo:
- la parte periferica è in rilievo - sono capaci di trasformare l’energia luminosa in potenziali
- la parte centrale è occupata da una fossetta, la fovea centralis, elettrici.
in corrispondenza della quale la retina si fa sottile. - I coni, non i bastoncelli i quali possiedono rodopsina, possiedono
La fovea centralis è la regione della visione distinta. pigmenti capaci di discriminare le frequenze dei colori rosso,
verde e blu.
Ora serrata. I bastoncelli sono disposti in fila perpendicolarmente alla membrana
L’ora serrata costituisce il limite anteriore tra la parte cieca e la parte limitante esterna:
ottica della retina:
- ciascun bastoncello è in continuità con una fibra nervosa relativa
- appare come una linea festonata circolare nello strato più profondo.
- localizzata circa 6-7 mm dietro la cornea. - L’estremità libera è invece rivolta verso l’epitelio pigmentato,
- La retina, a questo livello si assottiglia e modifica struttura.
giungendo al contatto.
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I coni, di contro, non raggiungono l’epitelio pigmentato, ma terminano Il loro pirenoforo è localizzato all’interno dello strato dei granuli interni.
appena prima di avere il contatto. Si distinguono due classi di cellule bipolari a seconda del fotorecettore
Nella gran parte della retina sono visibili gruppi di bastoncelli paralleli con cui entrano in contatto:
intervallati da un cono: - cellule bipolari dei coni
- nella fovea centralis, fino a 0,25 mm dal suo centro, vi sono - cellule bipolari dei bastoncelli.
solamente coni Nella zona della macula fovea le cellule bipolari contraggono la sinapsi
- allontanandosi dalla fovea, cominciano ad evidenziarsi più con bastoncelli o coni in rapporto di 1:1. Tale rapporto aumenta a favore
bastoncelli. dei coni e dei bastoncelli:
- A 3-4 mm dalla fovea centralis, i bastoncelli iniziano a essere
veramente più numerosi dei coni. - in zone lontane dal territorio maculare, le cellule bipolari sono
- In prossimità dell’ora serrata i bastoncelli diminuiscono di sempre multisinaptiche, ovvero ricevono sinapsi da più coni e più
numero, senza che quello dei coni aumenti. bastoncelli.
Dal punto di vista citologico, coni e bastoncelli presentano le seguenti Tutte le cellule bipolari possono essere, a seconda della tipologia di
caratteristiche: eccitazione, di tipo:
- articolo esterno: coni e bastoncelli possiedono una emanazione - on
cilindrica o a forma di cono che sporge verso l’epitelio - off
pigmentato. All’intero di questo vi sono numerose cisterne del Cellule gangliari o multipolari.
reticolo endoplasmatico impilate.
I neuroni gangliari della retina sono neuroni multipolari con un nucleo
- Ciglio di connessione: nove coppie di microtubuli che molto voluminoso:
connettono l’articolo esterno all’articolo interno quindi al corpo
cellulare. Nell’articolo interno vi è un centriolo formato da nove - contraggono sinapsi con le cellule bipolari della retina
coppie gruppi di microtubuli a tre a tre. - gli assoni si dirigono verso la papilla ottica, per lasciare il bulbo
o Ellissoide: il complesso centriolare va sotto il nome di come fibre del nervo ottico.
ellissoide. Nei coni è molto ricco di mitocondri, nei Possono anche le cellule gangliari essere on o off a seconda del tipo di
bastoncelli ci sono ma sono in numero minore. sinapsi.
- Mioide: zona inferiore, in cui diminuiscono i mitocondri,
aumentano le cisterne del reticolo endoplasmatico e Cellule di Muller.
dell’apparato di Golgi. Le cellule di Muller sono cellule gliali che attraversano radialmente
- Fibra esterna: trasmette l’impulso al pirenoforo del neurone l’intero strato della retina nervosa:
recettoriale. - mantengono l’omeostasi del microambiente extracellulare retinico
(trasporto ionico, isolamento dei recettori, supporto meccanico,
Cellule bipolari. assorbimento dei neurotrasmettitori).
Le cellule bipolari sono neuroni disposti radialmente che contraggono
sinapsi, con il loro assone esterno, con i coni, i bastoncelli e con le loro
cellule orizzontali nello strato plessiforme esterno. ANATOMIA FUNZIONALE. Le modalità con cui la luce modifica il
rilascio dei neurotrasmettitori dai coni e dai bastoncelli, e gli effetti di tali
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neurotrasmettitori sui due tipi di cellule bipolari condizionano le risposte


delle cellule gangliari:
- il rilascio di neurotrasmettitori di coni e bastoncelli è massimo al
buio e cessa con la luce.
- I pedicelli delle cellule dei coni contraggono sinapsi con cellule
bipolari con due modi:
o Cellule bipolari on: sinapsi con invaginazione. Queste
cellule si attivano solo quando lo stimolo luminoso cade al
centro del loro campo recettoriale.
o Cellule bipolari off: sinapsi piane. Si attivano quando lo
stimolo luminoso non cade nel loro campo recettoriale,
inibendo il centro on.
- Le cellule bipolari dei bastoncelli hanno sinapsi solamente di tipo
Off.

Nervo ottico.
Il nervo ottico si costituisce con le numerose cellule gangliari della
retina che inviano le loro fibre attraverso la papilla ottica nel nervo:
- la papilla ottica si presenta, all’esame oftalmoscopio, come un
piccolo disco bianco rosastro, leggermente ovalare, del diametro
di circa 3 mm, situato al polo posteriore del bulbo.
- Il nervo è lungo circa 5 cm, con variazioni individuali.
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Sulla base dei principali rapporti che contrae nel suo decorso, il nervo Umore acqueo.
ottico può essere scomposto in:
L’umore acqueo è un liquido contenuto nella camera anteriore e
- porzione intrabulbare: costituita dalle fibre che seguono posteriore dell’occhio:
immediatamente la papilla ottica.
- liquido incolore che contiene amminoacidi, glucosio, alta
o Le fibre ancora amieliniche, passano per un orifizio della
concentrazione di acido ascorbico.
coroide e si insinuano attraverso le maglie della lamina
- Consente la nutrizione degli elementi che bagna (cristallino e
cribrosa della sclera.
cornea).
o Nell’attraversare la sclera, il nervo acquista la guaina
- Ha una pressione di circa 14-20 mmHg.
mielinica.
o Emergendo dal bulbo oculare li nervo viene avvolto dalle L’umore acqueo è secreto dall’epitelio dei processi ciliari e
tre guaine (dura, aracnoide e pia) che continuano con le probabilmente anche dall’epitelio dell’iride nella camera posteriore.
meningi a livello del foro ottico. Passa poi nella camera anteriore attraverso la pupilla e viene riassorbito
- Porzione orbitaria: lunga circa 3 cm, ha un decorso che all’angolo dell’iride.
presenta varie curve, che permettono di evitare lo stiramento del
nervo durante il movimento del bulbo oculare. Corpo vitreo.
o A 7 mm dal suo inizio, il nervo si espande nel ganglio
ciliare. Il corpo vitreo occupa i 4/5 del globo oculare posteriormente e
- Porzione canalicolare: lunga circa 8 mm. Il nervo attraversa presenta, nella sua regione centrale, la fossa ialoidea, che si adatta alla
l’anello di Zinn e oltrepassa il foro ottico. forma del cristallino, il quale poggia anteriormente.
o È fissato alle radici della piccola ala dello sfenoide È una sostanza incolore costituita prevalentemente d’acqua, ma a
mediante espansioni della dura madre. differenza dell’umore acqueo, presenta un certo contenuto cellulare:
o È in rapporto con l’arteria oftalmica, la quale gli passa - nella parte centrale assume consistenza liquida
sotto lateralmente. - in periferia pare un gel.
- Porzione intracranica: lunga circa 10 mm, il nervo raggiunge il - È ricco di acido ialuronico, che è sintetizzato da cellule
chiasma ottico, davanti alla sella turcica. particolari, gli ialociti, le quali hanno anche funzione fagocitaria.
o Perde il rivestimento durale e rimane circondato
solamente dall’aracnoide e dalla pia madre. Il corpo vitreo, assieme al corpo ciliare, partecipa alla formazione del
legamento sospensore del cristallino, nella zonula ciliare di Zinn.

Apparato diottrico dell’occhio.


Gli elementi del bulbo oculare che trasmettono e rifrangono la luce sono:
- cornea
- l’umore acqueo
- il cristallino
- il corpo vitreo.
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- ai lati si distacca dall’iride e contribuisce alla formazione della


camera posteriore.
- Il polo anteriore è a circa 3,5 mm dalla cornea.
La faccia posteriore è accolta nella fossa ialoidea della superficie
anteriore del corpo vitreo:
- il polo posteriore dista circa 16 mm dalla fovea centrale della
retina.
- L’equatore, situato nel piano del corpo ciliare, è collegato al
corpo ciliare per mezzo della zonula ciliare di Zinn.
Struttura.
Il cristallino è costituito da:
- capsula del cristallino: lo riveste esternamente.
- Cellule dell’epitelio del cristallino: sono adese alla superficie
profonda della capsula.
- Sostanza del cristallino: ne rappresenta la polpa.
La capsula del cristallino è una membrana perfettamente continua che
circonda da ogni lato il cristallino:
- trasparente, molto elastica e friabile
- operando trazione sulle fibre della zonula si distacca una lamella
superficiale, detta lamella zonulare.
Le cellule dell’epitelio del cristallino nella regione equatoriale
crescono discretamente in altezza e si dispongono in file radiali:
- da questi elementi così modificati, l’epitelio da luogo alle vere e
proprie fibre del cristallino.
La sostanza del cristallino, che rappresenta la quasi totalità
Cristallino. dell’organo, è costituita da fibre di notevole lunghezza e peculiari
Il cristallino o lente è un organo a forma di lente biconvessa, di modalità di impacchettarsi tra loro:
consistenza elastica a contorno circolare. È situato: - disposte in senso meridiano, dalla parte anteriore a quella
- dietro all’iride posteriore dell’organo
- davanti al corpo vitreo. - si presentano chiare, trasparenti e molto flessibili
La faccia anteriore è in rapporto: - il citoplasma è molto ricco d’acqua.
- Sono unite tra loro da sostanza cementante
- centralmente con la camera anteriore, mediante la pupilla
- più lateralmente con l’iride Dal cristallino sono assenti vasi e nervi. È nutrito dall’umore acqueo.
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La fascia del bulbo è un setto fibroso che separa il bulbo oculare dal
NOTA CLINICA. La curvatura delle facce del cristallino cambia secondo corpo adiposo dell’orbita:
le condizioni della visione: - tra la sclera e la fascia vi è un sottile strato di connettivo
- con occhio riposo o nella visione da lontano le fibre sono tese e estremamente lasso, tanto da poter essere considerato una
sono meno incurvate fessura linfatica
- per la visione degli oggetti vicini il muscolo ciliare è teso e le fibre - consente lo scorrimento reciproco delle formazioni a cui si
del cristallino sono più rilassate, quindi concave. interpone.
Nel vivente il cristallino è trasparente, incolore, elastico e costituito
sostanzialmente da un nucleo centrale che continua impercettibilmente Muscoli propri dell’occhio.
in uno strato corticale: L’apparato motore dell’occhio comprende i muscoli estrinseci dell’occhio
- nell’anziano il cristallino subisce un progressivo indurimento. (retti e obliqui) e il muscolo elevatore della palpebra, che viene
o Spesso anche a causa di disidratazione compreso per contiguità.
o Il cristallino perde la sua plasticità I muscoli retti originano dall’anello tendineo comune di Zinn, che si
o Diventa opalescente. inserisce sul fondo della cavità orbitaria, circoscrivendo la parte mediale
- La totale opalescenza del cristallino è detta cataratta. della fessura orbitaria superiore e il foro ottico:
- L’elasticità del cristallino è una condizione indispensabile per i
cambiamenti di curvatura che si hanno nell’accomodazione. - da passaggio al nervo ottico e alla arteria oftalmica.
o Quando la rigidità del nucleo si estende agli strati - Passano anche: nervo oculomotore, nasociliare, abducente e la
superficiali, l’organo diventa tutto rigido e causa vena oftalmica superiore.
presbiopia. I movimenti dei due occhi sono sinergici, ovvero all’azione di un muscolo
da un lato si affiancano azioni di:
- altri tre muscoli dello stesso lato
Organi accessori dell’occhio. - muscoli controlaterali.

Gli organi accessori dell’occhio sono contenuti nella cavità orbitaria, in


rapporto più o meno stretto con il bulbo oculare, per l’espletamento della Muscolo retto superiore.
visione. Il muscolo retto superiore è il muscolo situato superiormente al bulbo
Si possono raggruppare in due categorie: oculare:
- apparato motore: muscoli estrinseci dell’occhio - origine: anello tendineo di Zinn, margine superiore,
- apparato protettore: congiuntiva, sopracciglio, palpebre, - decorso: decorre in modo rettilineo, passando inferiormente al
apparato lacrimale. muscolo elevatore della palpebra.
- Inserzione: si inserisce sulla sclera del bulbo oculare,
L’occhio è situato nella parte anteriore della cavità orbitaria, davanti al
superiormente e anteriormente all’equatore.
corpo adiposo dell’orbita, una massa di grasso che occupa buona
- Azione: produce elevazione e modesta adduzione del bulbo
parte della cavità.
oculare.
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- Innervazione: nervo oculomotore. Muscolo obliquo superiore.


Il muscolo obliquo superiore è il muscolo situato superiormente al
Muscolo retto mediale. bulbo oculare:
Il muscolo retto mediale è il muscolo più robusto, situato medialmente - origine: margine mediale del foro ottico,
all’occhio: - decorso: si dirige in avanti coprendo il tetto della cavità oculare,
- origine: anello tendineo di Zinn, margine mediale, con un tendine cilindrico. Tale tendine passa per un anello
- Inserzione: si inserisce sulla sclera del bulbo oculare, fibrocartilagineo situato sulla parte mediale del tetto dell’osso
medialmente a pochi mm dal limbus sclerocorneale, frontale, la troclea. Dopo aver attraversato tale anello si dirige
anteriormente all’equatore. lateralmente e obliquamente.
- Azione: produce rotazione in senso mediale dell’occhio. - Inserzione: dietro all’inserzione del muscolo retto superiore,
- Innervazione: nervo oculomotore. posteriormente all’equatore.
- Azione: produce rotazione in basso e lateralmente del polo
anteriore.
Muscolo retto inferiore. - Innervazione: nervo trocleare.
Il muscolo retto inferiore è il muscolo situato inferiormente al bulbo
oculare: Muscolo obliquo inferiore.
- origine: anello tendineo di Zinn, margine inferiore, Il muscolo obliquo inferiore è situato inferiormente al bulbo oculare:
- Inserzione: si inserisce sulla sclera del bulbo oculare, sulla
superficie inferiore, anteriormente all’equatore. - origine: osso mascellare, sotto la fossa del sacco lacrimale.
- Azione: produce abbassamento del polo anteriore del bulbo - decorso: si porta lateralmente.
oculare e lieve rotazione mediale. - Inserzione: dietro all’inserzione del muscolo retto inferiore,
- Innervazione: nervo oculomotore. posteriormente all’equatore.
- Azione: produce rotazione in alto e medialmente del polo
anteriore.
Muscolo retto laterale. - Innervazione: nervo oculomotore.
Il muscolo retto laterale è il muscolo situato lateralmente al bulbo
oculare: Muscolo elevatore della palpebra superiore.
- origine: anello tendineo di Zinn, margine laterale,
Il muscolo elevatore della palpebra superiore è il muscolo deputato
- Inserzione: si inserisce sulla sclera del bulbo oculare, all’innalzamento della palpebra superiore:
lateralmetne e anteriormente all’equatore.
- Azione: produce rotazione laterale del polo anteriore dell’occhio. - origine: anello tendineo e foro ottico nei loro margini superiori,
- Innervazione: nervo abducente. - decorso: si dirige in avanti passando sopra al muscolo retto
superiore per terminare con un espansione fibrosa
- Inserzione: tarso della palpebra.
- Azione: produce innalzamento della palpebra superiore.
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- Innervazione: nervo oculomotore. Congiuntiva.


La congiuntiva è una membrana con caratteristiche mucose che
riveste:
- superficie eterna della sclera (congiuntiva bulbare)
- facce posteriori delle palpebre (congiuntiva palpebrale).
Le zone in cui la congiuntiva si ripiega su sé stessa per passare da
bulbare a palpebrale sono dette fornici congiuntivali, e se ne
individuano:
- fornice congiuntivale superiore
- fornice congiuntivale inferiore.
La congiuntiva, nel suo insieme, forma una sorta di sacco appiattito il cui
fondo, molto esteso, è di forma circolare, delimitato perifericamente dai
fornici:
- è applicato contro la faccia anteriore del bulbo oculare.
- La parete anteriore è aderente alle palpebre
- Nella parte centrale del fondo del sacco, delimitata dal limbus
sclerocorneale, la congiuntiva è sostituita dalla cornea.
Con le palpebre chiuse il sacco è chiuso, mentre se i margini palpebrali
sono distanziati (occhio aperto) il sacco è aperto anteriormente.
La congiuntiva appare liscia:
- presenta evidenti pieghe in prossimità dei fornici
- la congiuntiva palpebrale ha un colorito roseo, ma traspare il
colore giallastro delle ghiandole tarsali.
- Attraverso la congiuntiva bulbare traspare il colore bianco della
sclera.
Nella parte laterale del fornice superiore, sboccano i condotti escretori
delle ghiandole lacrimali.

Struttura della congiuntiva.


Essendo un tessuto di natura mucosa, la congiuntiva è composta dai
seguenti strati (in senso superfico-profondo).
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- epitelio di rivestimento: pavimentoso nella parte corneale e - congiuntiva bulbare, palpebrale e dei fornici: nervo oftalmico
progressivamente batiprisimatico in prossimità dei fornici. Vi sono e nervo infraorbitario.
intercalate numerose cellule caliciformi mucipare.
- lamina propria: connettivo lasso fibrillare, infiltrato di cellule
Apparato lacrimale.
linfoidi. Aderisce ai connettivi del tarso e della sclera.
Nella congiuntiva dei fornici e nella massima parte della congiuntiva L’apparato lacrimale dell’occhio, assieme alle palpebre e alla
bulbare, segue un terzo strato, lo strato sottocongiuntivale: congiuntiva, costituisce il sistema di protezione dell’occhio.
- costituito da connettivo fibrillare molto lasso È formato da:
- conferisce alla congiuntiva capacità di movimento sui piani - ghiandola lacrimale
sottostanti. - vie lacrimali: dotti lacrimali, sacco lacrimale, condotto
- Vi si trovano le ghiandole lacrimali accessorie e delle nasolacrimale.
ghiandole di Henle (ghiandole tubulari semplici a secrezione
mucosa). Ghiandola lacrimale.
La ghiandola lacrimale è una ghiandola tubuloacinosa che versa
Vasi e nervi nella congiuntiva. attraverso piccoli condotti secretori le lacrime nella parte laterale del
La congiuntiva, a seconda dei suoi punti, è irrorata da sangue arterioso fornice congiuntivale superiore.
proveniente da: È suddivisa in due parti dal tendine del muscolo elevatore della palpebra
- arterie palpebrali: congiuntiva dei fornici, congiuntiva palpebrale superiore:
e periferia della congiuntiva bulbare - parte orbitaria
- arterie ciliari anteriori: congiuntiva prossima al limbus - parte palpebrale.
sclerocorneale.
La parte orbitaria è anche detta ghiandola lacrimale superiore:
Le vene sono affluenti dalla rete venosa profonda delle palpebre e delle
- forma ovoidale con asse maggiore di circa 2 cm
vene ciliari anteriori.
- in alto è situata nella fossa lacrimale dell’osso frontale
I vasi linfatici si dispongono su due strati formando delle reti linfatiche a - in basso poggia sui tendini dei muscoli retto laterale e elevatore
livello della lamina propria e profondamente allo strato della palpebra superiore.
sottocongiuntivale: - In avanti è a contatto con il margine anteriore dell’orbita, nella
- drenano anche il liquido interstiziale che nutre la cornea sua parte laterale.
- il drenaggio della congiuntiva avviene ad opera dei vasi linfatici La parte palpebrale è chiamata ghiandola lacrimale inferiore ed è
delle palpebre. generalmente appiattita e più piccola della precedente:
L’innervazione avviene ad opera di nervi differenti a seconda dei - localizzata sotto l’espansione laterale del muscolo elevatore della
territori: palpebra
- anello congiuntivale: nervi ciliari (lunghi e brevi) - in basso è in rapporto con il corpo adiposo dell’orbita e raggiunge
anteriormente il fornice congiuntivale.
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Gli adenomeri sono costituiti da cellule alte e presentano caratteristiche - Si restringe inferiormente per proseguire nel canale
di elementi ghiandolari sierosi. nasolacrimale.
Il secreto della ghiandola è il liquido lacrimale: Il canale nasolacrimale è contenuto nell’omonimo canale osseo e si
- limpido, acquoso e a reazione alcalina. porta in basso e medialmente per aprirsi nel meato inferiore delle cavità
- Contiene tracce di bicarbonato di sodio, cloruro e una specifica nasali.
prealbumina La parete delle vie lacrimali è ricoperta da una mucosa (epitelio
- Possiede anche agenti antibatterici: IgA, lactoferrina, lisozima. pavimentoso nei condotti e cilindrico nel sacco, con cellule caliciformi
- Funzione: mantiene umida la cornea e la congiuntiva. mucipare intercalate). Sotto la mucosa vi è la lamina propria, connettivo
Vasi e nervi. spesso infiltrato di linfociti.
La ghiandola lacrimale è irrorata da rami dell’arteria lacrimale,
collaterale dell’arteria oftalmica.
Le vene, tramite la vena lacrimale, drenano alla vena oftalmica
superiore.
I condotti linfatici nascono dai linfonodi preauricolari e parotidei
profondi, nonché dai sistemi linfatici delle palpebre e della congiuntiva.
I nervi sono rami del nervo lacrimale, che trasportano:
- fibre secretrici parasimpatiche postgangliari (ganglio
sfenopalatino).
- Fibre pregangliari provenienti dal nervo intermedio
- Terminali assonici simpatici del ganglio cervicale superiore.

Vie lacrimali.
Le vie lacrimali sono costituite da piccoli condotti (dotti lacrimali) che
sboccano nel meato inferiore delle cavità nasali.
I condotti lacrimali originano dai punti lacrimali all’apice delle papille
lacrimali e si distinguono in:
- condotto lacrimale superiore
- condotto lacrimale inferiore.
I condotti lacrimali riversano il liquido lacrimale nel sacco lacrimale:
- situato nella fossa lacrimale, tra il processo frontale del
mascellare e l’osso lacrimale.
- Lungo 1,5 cm e largo 5 mm
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Apparato
dell’udito.


Generalità.
L’apparato dell’udito è costituito da organi contenuti per la maggior
parte nello spessore dell’osso temporale.
La funzione di tali organi è quello di assicurare la percezione di due
differenti tipologie di stimoli:
- stimoli uditivi.
- Stimoli gravitari e di accelerazione.
Di conseguenza nell’orecchio sono contenuti due tipi diversi di recettori:
- recettori acustici per la sensibilità uditiva
- recettori statocinetici per la sensibilità gravitazionale e di
accelerazione.
L’apparato dell’udito viene suddiviso topograficamente in tre parti che si
susseguono proseguendo in senso lateromediale:
- orecchio esterno.
- Orecchio medio
- Orecchio interno.
L’orecchio esterno e l’orecchio medio sono totalmente pertinenti alla
sensibilità uditiva.
L’orecchio interno, invece, si distingue in due parti:
- parte acustica: condotto cocleare
- parte vestibolare: organi vestibolari e canalicoli semicircolari
membranosi.
La sensibilità uditiva, raccolta dal nervo cocleare, e la sensibilità stato
cinetica, raccolta dal nervo vestibolare, vengono portate nel cranio
passando per il fondo del meato acustico interno per portarsi ai centri
assiali del bulbo e del ponte.
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Orecchio esterno. - elice: è il rilievo più periferico. Con la sua radice suddivide la
conca in una porzione superiore e una anteriore.
L’orecchio esterno comprende due porzioni che hanno la funzione di - Lobulo: è la parte terminale dell’elice, che è pendente. È una
raccogliere i segnali acustici e convogliarli verso la membrana del plica cutanea priva di scheletro cartilagineo.
timpano: - Tubercolo di Darwin: è un rilievo più o meno accentuato
presente sul bordo posterosuperiore dell’elice.
- padiglione auricolare
- Antelice: è un secondo rilievo situato tra la conca e l’elice,
- meato acustico esterno.
separato da quest’ultimo mediante il solco dell’elice.
- Fossa triangolare: cavità apparente delimitata dalle due
Padiglione auricolare. branche d’origine dell’antelice. Situata superiormente.
- Trago: sotto la radice del’elice e davanti alla conca.
Il padiglione dell’orecchio ha la forma di una lamina fortemente
- Antitrago: rilievo che delimita la parte posteriore della conca ed
irregolare ed è costituito da uno scheletro fibrocartilagineo rivestito da
è situato dietro al trago,
cute:
- Incisura intertragica: è un solco nel margine inferiore della
- situato nella parte laterale della testa, anteriormente alla regione conca situato tra il trago e l’antitrago.
temporale
Il padiglione auricolare può presentare notevoli variazioni individuali
- ha forma pressoché ovale con asse maggiore diretto
pertinenti alla forma, alle dimensioni e alla sporgenza.
verticalmente e leggermente obliquo verso l’avanti e il basso.
- Raggiunge le sue dimensioni definitive attorno ai 7 anni e ha un
asse maggiore di 60-65 mm e minore di 30-35 mm. Vasi e nervi.
Le arterie del padiglione auricolare sono rami delle arterie appartenenti
Configurazione esterna. al sistema della carotide esterna:
Il padiglione auricolare mostra due facce: - auricolare posteriore
- temporale superficiale.
- faccia laterale
- faccia mediale. Le vene del padiglione confluiscono nelle diramazioni della vena
giugulare esterna:
La faccia mediale è libera nella sua parte posteriore e adesa alla testa
nella sua parte anteriore: - anteriormente nella vena temporale superficiale.
- Posteriormente nella vena auricolare posteriore.
- nel punto in cui si attacca alla testa presenta il solco
cefaloauricolare I vasi linfatici mettono capo a tre sistemi di linfonodi differenti:
- presenta rilievi e irregolarità corrispondenti alla faccia laterale. - linfonodi pteragici e parotidei sottofasciali
La faccia laterale mostra rilievi caratteristici e numerose depressioni: - linfonodi parotidei inferiore
- linfonodi mastoidei.
- conca: è la depressione maggiore, posta al centro del padiglione
e continua con il meato acustico esterno L’innervazione cutanea del padiglione auricolare dipende da:
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- nervo trigemino: trago e parte discendente dell’elice attraverso - scheletro cartilagineo


rami del nervo auricolotemporale (mandibolare). - legamenti
- Plesso cervicale: mediante il nervo auricolare innerva tutta la - muscoli
faccia mediale e la maggior parte della faccia laterale del - rivestimento cutaneo.
padiglione. Lo scheletro cartilagineo è formato da una lamina irregolare di
- Vago, glossofaringeo e facciale: innervano la cute della conca. cartilagine rivestita da un pericondrio spesso:
L’innervazione motoria prevista da rami del nervo facciale, che sono - mantiene i rilievi visibili sulla cute tranne nel lobulo, in cui non è
destinati ai muscoli estrinseci e intrinseci del padiglione. presente
- è in continuità con lo scheletro cartilagineo del meato acustico
esterno.
I legamenti estrinseci costituiscono un vincolo del padiglione auricolare
con l’osso temporale:
- legamento anteriore: teso tra il tubercolo zigomatico alla radice
dell’elice e alla parte superiore del trago.
- Legamento posteriore: collega la cartilagine del padiglione con
il processo mastoideo.
I legamenti intrinseci sono tesi tra i rilievi della cartilagine e hanno la
funzione di mantenere la forma del padiglione.
I muscoli del padiglione auricolare sono rudimentali, sono importanti
negli altri animali per l’orientazione del padiglione auricolare.
La cute è scarsamente pigmentata e molto aderente soprattutto nella
faccia laterale dell’orecchio. È scarsamente aderente a livello del lobulo
per la presenza di tessuto adiposo sottocutaneo.

ANATOMIA FUNZIONALE. Da un punto di vista funzionale nell’uomo


l’importanza del padiglione è ridotta.
Tuttavia trova la sua funzione nella localizzazione della sorgente sonora
nello spazio e nella concentrazione della pressione sonora all’interno del
meato acustico esterno.
I rilievi della conca e la sua morfologia permette un processo di
sfasamento delle onde sonore che permette la localizzazione spaziale
Struttura. del messaggio acustico, soprattutto sul piano verticale.
Il padiglione auricolare è costituito da:
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Meato acustico esterno. - ramo auricolare del nervo vago.


Il meato acustico esterno è un condotto che si estende dalla conca del
padiglione auricolare fino alla membrana del timpano, nell’orecchio Struttura.
medio: La porzione cartilaginea ha una forma di doccia concava superiormente
- formato da uno scheletro cartilagineo nel suo terzo laterale ed è unita tramite un istmo alla cartilagine del padiglione auricolare:
- formato da scheletro osseo nel suo terzo mediale. - sulla faccia anteriore presenta fessure colmate da tessuto
Sul piano orizzontale ha un andamento a S, mentre sul piano frontale ha connettivo fibroso, le incisure di Santorini.
un andamento convesso superiormente, ma nel complesso, il condotto si - La doccia cartilaginea è chiusa superiormente da tessuto
dirige in basso (inclinato di 80° dal piano sagittale) e dall’indietro in connettivo fibroso denso, che ha anche funzione di connetterla
avanti. con la parte ossea.
Il meato è lungo circa 2,5 cm: La porzione ossea presente nei due terzi mediali del condotto è formata
principalmente da:
- ha diametro variabile, che si restringe gradualmente procedendo
verso l’interno (da 7,8 mm a 6,3) - osso timpanico: ha la forma di una doccia concava
- a livello del passaggio tra scheletro cartilagineo e scheletro superiormente
osseo vi è un restringimento denominato istmo. - squama dell’osso temporale: completa il condotto superiormente.
Il meato acustico esterno è in rapporto: Il meato acustico esterno è rivestito internamente da cute:
- superiormente con la squama dell’osso temporale - si assottiglia progressivamente nella parte ottica
- inferiormente con la ghiandola parotide - continua sulla faccia esterna della membrana del timpano
- anteriormente con l’articolazione temporomandibolare - annessi cutanei
- posteriormente con le celle mastoidee (separato da uno strato o peli
osseo). o ghiandole sebacee
o ghiandole ceruminose: ghiandole sudoripare apocrine
che con il loro dotto escretore si aprono sulla superficie
Vasi e nervi.
cutanea o all’interno di un follicolo pilifero.
Le arterie del meato acustico esterno provengono dai rami della carotide  Il cerume, secreto da tali ghiandole, è una
esterna: sostanza densa e giallastra che è formata dal
- arterie auricolari posteriore, temporale superficiale e parotidea. secreto delle ghiandole ceruminose, dall’epitelio
desquamato e dal sebo delle ghiandole sebacee.
Le vene che drenano sono affluenti della vena temporale superficiale,  Esercita un’azione protettiva sulla pelle del meato
del plesso venoso temporomandibolare e dalle vene auricolari posteriori. acustico esterno.
I vasi linfatici sono identici ai vasi del padiglione auricolare.
I nervi sono totalmente sensitivi e sono rami provenienti da:
- nervo auricolotemporale (trigemino – mandibolare)
- nervo grande auricolare (plesso cervicale)
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Orecchio medio.
L’orecchio medio è costituito dalle seguenti parti:
- cavo del timpano
- membrana del timpano
- catena degli ossicini dell’udito
- apparato mastoideo
- tuba uditiva di Eustachio.

Cavo del timpano.


Il cavo del timpano è una camera ossea contenuta nella rocca petrosa
del temporale, posta tra l’orecchio esterno e l’orecchio interno.
Accoglie la catena degli ossicini, e comunica con: La parete mediale o labirintica presenta nella sua parte centrale un
- faringe, attraverso la tuba uditiva. rilievo tondeggiante, denominato promontorio, il quale è delimitato dalla
- Apparato mastoideo, attraverso l’aditus ad antrum. parte iniziale del giro basale della chiocciola:
- la sua superficie è solcata dal nervo timpanico di Jacobson (ramo
Configurazione esterna. del glossofaringeo) che penetra nel cavo del timpano dal basso,
dopo aver preso il canale timpanico.
Il cavo del timpano ha la forma di una lente biconcava, con:
Dietro il promontorio e in basso si trova la finestra rotonda, che
- due pareti: laterale e mediale
comunica con l’estremità inferiore della scala timpanica della chiocciola:
- una circonferenza: più piccola, che può essere suddivisa in
quattro pareti, anteriore, posteriore, inferiore e superiore. - è chiusa dalla membrana secondaria del timpano.
o Strato esterno formato dalla mucosa timpanica
La parete laterale è costituita per i tre quinti dalla membrana del
o Strato medio fibroso
timpano e per la restante parte da una cornice ossea che circonda la
o Strato endoteliforme interno, che continua nel
membrana.
rivestimento della cavità dell’orecchio interno osseo.
Sopra la finestra rotonda si trova la finestra ovale, orifizio ellittico in cui
si fissa, per mezzo del legamento anulare, la base della staffa.
Tra le due finestre si trova una depressione, il seno del timpano, che
medialmente è in rapporto con la parte ampollare del canale
semicircolare posteriore.
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Sopra e dietro la finestra ovale è presente una sporgenza arcuata, La parete anteriore o carotidea presenta nel suo terzo superiore un
delimitata dal secondo tratto del canale del nervo facciale e prosegue orifizio ovoidale, l’ostio timpanico della tuba uditiva, con il quale ha
per formarne il terzo tratto: inizio questo condotto:
- da questa sporgenza si solleva un rilievo osseo, l’eminenza - nella parte restante, la parete è costituita da una sottile lamina
piramidale, che delimita medialmente una cavità in cui è ossea che separa il cavo del timpano con la parte ascendente del
contenuto il muscolo stapedio. canale carotico
Poco superiormente e anteriormente alla finestra ovale si trova l’orifizio - sopra l’orifizio tubarico, sulla faccia mediale del cavo del timpano,
del canale del muscolo tensore del timpano, da cui emerge il tendine si trova il canale del muscolo tensore del timpano.
del muscolo tensore del timpano. La parete posteriore o mastoidea, è occupata superiormente
dall’aditus ad antrum:
La parete mediale separa il cavo del timpano da alcune parti del labirinto - ampio foro che conduce all’antro timpanico.
osseo: - Sotto l’aditus si trova la fossa dell’incudine, ce si articola con il
processo breve dell’incudine
- la finestra ovale comunica medialmente con il vestibolo, nel quale - Lateralmente all’eminenza piramidale si trova il foro d’ingresso
sono disposti sacculo e urticolo della corda del timpano, che da ingresso all’omonimo ramo del
- al promontorio corrisponde la parte iniziale del giro basale della nervo facciale.
chiocciola membranosa. - Lungo il confine tra la parete posteriore e la parete mediale del
cavo del timpano decorre la terza parte del canale facciale, in cui
scorrono il nervo facciale e l’arteria stilomastoidea.
La parete superiore è formata dal tegmen tympani, lamina ossea
appartenente alla piramide del temporale che separa il cavo del timpano
dalla fossa cranica media:
- forma la volta della parte più alta del cavo del timpano, in cui
sono contenute la testa del martello e gran parte dell’incudine.
La parete inferiore, o giugulare, ha la forma di una stretta doccia il cui
fondo è spesso cribrato per la possibile apertura di celle timpaniche:
- si trova l’orifizio di sbocco del canale timpanico, che da
passaggio al nervo timpanico e all’arteria timpanica inferiore.
- Tale parete ha rapporto con la fossa giugulare, in cui è accolto il
bulbo della vena giugulare interna.
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Vasi e nervi. Membrana del timpano.


L’irrorazione ematica è garantita da una delicata rete di arterie che La membrana del timpano chiude il fondo del meato acustico esterno,
forniscono le mucose del cavo del timpano, le parti ossee e gli ossicini e separandolo dal cavo del timpano.
i muscoli. È una membrana a forma ellittica:
Le arterie che concorrono maggiormente all’irrorazione del cavo del - alta 9-10 mm
timpano sono: - larga 8-9 mm
- arteria caroticotimpanica: piccolo ramo che fuoriesce dalla - è inclinata con la faccia laterale in basso e in avanti per formare
carotide interna durante il passaggio nel suo canale. un angolo di 55° con il pavimento del meato.
- Arteria timpanica inferiore: ramo dell’arteria faringea esterna - È fatta a forma di imbuto con concavità laterale e convessità
(carotide esterna). mediale
- Arteria stilomastoidea: ramo della carotide esterna o Il punto più infossato dell’imbuto è detto ombelico o
- Arteria timpanica superiore: ramo dell’arteria meningea media. umbus.
Il sistema venoso del cavo del timpano defluisce:
- superiormente nelle vene meningee medie Configurazione esterna.
- inferiormente nel bulbo della vena giugulare interna e nei plessi La membrana del timpano presenta due superfici:
pterigoideo, faringeo e carotideo interno.
- superficie laterale
I vasi linfatici nel cavo del timpano si dirigono ai linfonodi parotidei, - superficie mediale.
retro faringei e mastoidei.
La superficie laterale è prospiciente il meato acustico esterno.
L’innervazione sensitiva delle pareti del cavo del timpano è assicurata
dal nervo timpanico, ramo del glossofaringeo. - Per trasparenza si intravvede il collo del martello, che pare come
una stria biancastra, la stria malleolare.
L’innervazione simpatica è fornita dai nervi carotico timpanici del plesso - È rivestita da cellule cutanee, anche se molto sottili.
carotideo.
La superficie mediale guarda verso la cavità del timpano, di cui occupa
la gran parte della superficie:
Struttura.
- vi è applicato il manico del martello
Il cavo del timpano è rivestito da una mucosa che è in continuità con - la corda del timpano prende rapporto con questa faccia
quella che tappezza la tuba uditiva e le cavità pneumatiche della o segue il percorso del legamento timpanomalleolare
porzione mastoidea del temporale: anteriore
- epitelio pavimentoso semplice o passa sul collo del martello
- sottile lamina propria adesa al periostio o prosegue sul percorso del legamento timpanomalleolare
posteriore
in vicinanza della tuba uditiva possono essere presenti anche cellule con
- la sua superficie è tappezzata dalla mucosa del cavo del
ciglia vibratili.
timpano.
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Il margine è ispessito e si fissa al solco timpanico dell’osso timpanico All’innervazione della membrana timpanica partecipano:
mediante un’anello fibrocartilagineo detto orletto anulare: - nervo auricolotemporale: ramo auricolare del vago, che forma
- l’orletto è incompleto per l’assenza di solco superiormente, dove una rete sotto la cute.
è presente la squama e non l’osso timpanico. - nervo timpanico: ramo del glossofaringeo, che forma la rete
- L’orletto prosegue sia anteriormente che posteriormente a sottomucosa.
formare i due legamenti timpanomalleolari.
Nella membrana del timpano si possono individuare due parti: Struttura.
- pars tensa: parte mobile, più estesa La pars tensa della membrana timpanica si compone di tre strati:
- parte flaccida: è più piccola, di forma triangolare, situata al di
- strato cutaneo esterno
sopra dei due legamenti timpanomalleolari.
- strato fibroso interno
La pars tensa vede terminare su di sé, a livello dell’ombelico, il manico - strato mucoso interno.
del martello.
Lo strato cutaneo esterno, continua quello del meato acustico esterno:
La pars flaccida è la porzione di membrana timpanica compresa tra i
- costituito da epidermide molto sottile,
due legamenti timpanomalleolari e la squama dell’osso temporale:
- pochi strati di cellule cornee
- ha forma triangolare
lo strato fibroso risulta formato di fibre disposte in due modi distinti:
- presenta scarsa resistenza
- si mette in rapporto con il processo laterale del martello. - fibre radiate: fibre che dall’orletto anulare si dispongono
radialmente verso il manico de martello.
- Fibre circolari: formano numerose anse concentriche attorno al
Vasi e nervi.
manico del martello.
La vascolarizzazione della membrana è assicurata da reti vascolari sia di Vi sono poi, in prossimità dell’orlo, le fibre semilunari, fibre arcuate che
natura venosa che arteriosa situate sotto la cute e la mucosa. si inseriscono all’orlo con le loro estremità e volgono la convessità
Le arterie per la superficie cutanea provengono dai rami arteriosi che all’ombelico.
vascolarizzano il meato acustico interno (arteria timpanica anteriore e Lo strato fibroso della pars tensa conferisce alla membrana timpanica le
auricolare profonda). caratteristiche che consentono di vibrare in seguito di stimolazioni
Le arterie per la superficie mucosa derivano dalle arterie timpanica sonore.
anteriore e stilomastoidea. La tonaca mucosa che tappezza la faccia interna ha la medesima
Per quanto riguarda le vene: struttura del rivestimento del cavo del timpano, essendo in continuità:
- parte cutanea: rami della vena giugulare esterna - cellule epiteliali appiattite
- parte mucosa: rami della vena giugulare interna. - unico strato che poggia sulla lamina propria.
I vasi linfatici si distinguono in:
- interni: derivano dai linfonodi parotidei. Nella pars flaccida della membrana lo strato fibroso è sostituito da
- esterni: linfonodi auricolari anteriori. connettivo lasso.
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Catena degli ossicini dell’udito. - possiede nella sua parte posteriore una superficie articolare per
l’incudine.
La catena degli ossicini è formata da tre piccole ossa articolate tra loro
mediante diartrosi e mantenute nelle loro posizioni mediante un apparato Il collo del martello collega la testa al manico:
legamentoso. Sono: - lateralmente affronta la pars flaccida della membrana timpanica.
- martello - Medialmente è incrociato dalla corda del timpano.
- incudine Il manico del martello, contenuto nello spessore della membrana del
- staffa. timpano, è obliquo in basso, inietro e in dentro:
La catena degli ossicini è contenuta nel cavo del timpano e stabilisce - si dirige verso l’umbo della membrana del timpano.
un collegamento tra membrana del timpano e finestra ovale. - Presenta due processi che originano dalla sua parte superiore
L’ampiezza dei movimenti permessi agli ossicini della catena è regolata o Processo anteriore: è un prolungamento sottile che si
da due piccoli muscoli: dirige anteriormente verso la fessura petrotimpanica.
o Processo breve o laterale: è corto e tozzo, rivolto in
- muscolo stapedio. fuori, contro la pars flaccida della membrana del timpano.
- Muscolo tensore del timpano. Da inserzione ai due legamenti timpanomalleolari.
Incudine.
L’incudine ha una forma che ricorda vagamente un dente molare.
Presenta un corpo e due processi.
Il corpo dell’incudine è accolto nel recesso epitimpanico e presenta una
superficie articolare per la testa del martello.
Il processo breve o superiore si dirige verso la parete posteriore del
cavo del timpano:
- la raggiunge poco sotto l’aditus ad antrum
- si fissa nella fossa dell’incudine.
Il processo lungo o inferiore si porta in basso e termina, piegando
medialmente, con un processo lenticolare:
Configurazione esterna.
- è l’articolazione con la staffa.
Martello. Staffa.
Il martello, il più laterale degli ossicini, è formato da:
La staffa è situata medialmente all’incudine. È costituita da una testa,
- testa due archi e una base.
- collo
La testa si articola con il processo lenticolare dell’incudine:
- manico.
- nella sua parte posteriore da inserzione al muscolo stapedio.
La testa è situata nel recesso epitimpanico:
- ha forma ovoidale
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Anatomia
del
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I due archi (anteriore e posteriore) terminano nella base, una laminetta Struttura.
ellittica di tessuto osseo:
La catena degli ossicini dell’udito è completamente rivestita dalla
- la base si inserisce ad occupare la finestra ovale, mucosa del cavo del timpano, che è in continuità con il rivestimento delle
- è connessa al bordo della finestra mediante un legamento pareti:
anulare.
- il rivestimento mucoso crea delle tasche e delle pieghe.
Mezzi di fissaggio. I muscoli della catena degli ossicini sono due:
La catena degli ossicini è mantenuta nella sua posizione da: - muscolo tensore del timpano
- connessioni del manico del martello con la membrana timpanica. - muscolo stapedio.
- Legamento anulare della staffa Muscolo tensore del timpano.
- Legamenti dell’incudine e del martello. Il muscolo tensore del timpano è contenuto in un canale osseo situato
La testa del martello è vincolata al tetto del recesso epitimpanico dal sopra la tuba uditiva, nella parte anterire della parete mediale del cavo
legamento superiore del martello. del timpano:
Il collo del martello è connesso con l’osso timpanico mediante il - il canale terminan indietro aprendosi nel cavo del timpano davanti
legamento laterale. e un poco sopra la finestra ovale
Il legamento anteriore connette il processo anteriore del martello con la - dalla sua apertura esce il tendine del muscolo che, piegando ad
spina angolare dello sfenoide, passando attraverso la fessura angolo retto verso l’esterno, attraversa il cavo del timpano, fino a
petrotimpanica. raggiungere la radice del manico del martello.
- Innervazione: ramo del nervo mandibolare.
- Azione: la sua contrazione provoca uno spostamento mediale
Per quanto riguarda l’incudine: del manico del martello
- legamento posteriore: fissa il processo breve alla fossa o Consegue uno spostamento mediaqle anche dell’incudine
dell’incudine, sotto l’aditus ad antrum. e della staffa
- legamento superiore: collega il corpo dell’incudine alla volta del o La base della staffa entra più profondamente nella finestra
recesso epitimpanico. ovale.
Gli ossicini si articolano tra loro mediante diartrosi: Muscolo stapedio.
Il muscolo stapedio origina ed è contenuto nell’eminenza piramidale,
- la testa del martello si articola con il corpo dell’incudine mediante
piccolo rilievo osseo della parte posteriore della parete mediale del cavo
un’articolazione a sella
del timpano:
- il processo lenticolare dell’incudine si articola con la testa della
staffa mediante un’enartrosi. - inserzione: parte posteriore della testa della staffa.
- Innervazione: ramo del nervo facciale
Come tutte le diartrosi i capi articolari sono rivestiti di cartilagine
- Azione: determina un leggero spostamento della base della
articolare e connessi mediante capsule articolari, che al loro interno
staffa verso il cavo del timpano.
possiedono una membrana sinoviale.
I due muscoli agiscono sinergicamente in via riflessa, variando l’intensità
della loro contrazione in base alle richiese funzionali:
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 Anatomia
del
sistema
nervoso

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Anatomia
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- si contraggono simultaneamente e in forte risposta in seguito a Tuba uditiva.


stimolazioni sonore molto intense
o irrigidiscono la catena degli ossicini smorzando le La tuba uditiva è un condotto mediante il quale la cavità timpanica
vibrazioni trasmesse da questi. comunica con la rinofaringe.
- Agiscono in maniera modulata, sia agonista che antagonista, per È lungo circa 35-45 mm.
migliorare le percezioni delle varie tonalità di suoni:
o Se prevale il tensore del timpano si ha una migliore Configurazione esterna.
percezione dei suoni acuti
o Se prevale lo stapedio si percepiscono meglio i suoni La tuba uditiva è formata da due porzioni differenti:
gravi. - parte ossea: lunga circa 1 cm, scavata nell’osso temporale
- parte fibrocartilaginea: lunga circa 3 cm, che fa seguito
medialmente a quella ossea. È trasformata in canale da una
ANATOMIA FUNZIONALE. Dal punto di vista funzionale, la catena degli
lamina di tessuto fibroso inferiormente, poiché la cartilagine ha
ossicini è un sistema molto efficiente per la trasmissione dei suoni
forma di una doccia aperta in basso.
all’orecchio interno:
La tuba è diretta in avanti, medialmente e in basso. Non ha un diametro
- la membrana del timpano trasmette la vibrazione al martello
costante:
- il martello, tramite l’incudine, la trasmette alla staffa
- la staffa trasmette poi gli impulsi sonori nell’orecchio interno, - al momento del passaggio tra la cartilagine e la parte ossea vi è
attraverso la finestra ovale. un restringimento, l’istmo della tuba.
Il movimento del timpano e della staffa è sempre uguale: La parte ossea inizia con l’ostio timpanico della tuba uditiva, situato
nella parete anteriore del cavo del timpano:
- se la membrana ha vibrazione positiva (si sposta medialmente)
anche la staffa si sposta medialmente - decorre in basso e parallelamente al canale del muscolo tensore
- se il timpano ha fase negativa anche la staffa si sposta del timpano.
lateralmente. - Termina all’istmo, continuando con la parte cartilaginea.
Gli spostamenti della staffa vengono poi trasmessi alla perilinfa del La parte cartilaginea possiede uno scheletro di cartilagine a forma di
vestibolo: doccia molto ristretta, aperta inferiormente e per la gran parte anche
lateralmente:
- l’asse dei movimenti degli ossicini è una linea orizzontale, diretta
anteroposteriormente. - è chiusa in basso e lateralmente da una lamina di tessuto fibroso.
- Dall’incisura petrotimpanica anteriore raggiunge la fossetta - La doccia cartilaginea consta di due lamine verticali:
dell’incudine, passando per il processo anteriore del martello. o Lamina mediale: più ampia e arriva al fondo della
fessura
Le onde sonore possono tuttavia propagarsi anche con l’aria:
o Lamina laterale: delimita solamente la parte superiore
- In caso di distruzione della catena degli ossicini in seguito ad della faccia laterale della tuba.
intervento chirurgico si ha ipoacusia ma non totale assenza di - Sul margine inferiore della cartilagine laterale si inserisce il
percezione sonora. muscolo tensore del velo del palato.
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 Anatomia
del
sistema
nervoso

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Anatomia
del
s

- Sulla cartilagine della faccia mediale si inserisce il muscolo - equilibra la pressione che vi è sulla faccia esterna della
elevatore del veolo del palato. membrana timpanica.
o La contrazione di questi muscoli può allontanare le due - Un’occlusione della tuba uditiva altera il buon funzionamento
pareti della tuba, quindi modificare il diametro del della membrana del timpano e del sistema di trasmissione delle
condotto. onde sonore.
Mentre la parte ossea presenta una cavità normalmente aperta, la parte
cartilaginea e fibrosa delimita una cavità virtuale poiché le due pareti
aderiscono normalmente tra loro.
L’orifizio faringeo della tuba uditiva si apre nel rinofaringe e ha forma
triangolare con base inferiore, delimitato da due labbri:
- torus tubarius: labbro posteriore, assai in rilievo
- labbro anteriore: poco sporgente.

Struttura.
La tuba uditiva presenta un rivestimento che continua, alle due estremità
con quello del timpano e della faringe.
Nella porzione fibrocartilaginea la superficie del condotto presenta
pieghe che tendono a scomparire nella parte ossea.
La tonaca mucosa ha struttura simile a quella del rinofaringe:
- formata da epitelio cilindrico semplice cigliato che diventa
composto a livello dell’orifizio faringeo.
La lamina propria contiene ghiandole tubulo acinose a secrezione mista
e numerosi follicoli linfatici che si aggregano a formare la tonsilla
tubarica a livello dell’orifizio faringeo.

Funzione.
La tuba uditiva ha in sé una duplice funzione:
- drenare nella faringe le secrezioni del cavo del timpano
- permettere la penetrazione dell’aria nel cavo del timpano.
L’aria all’interno della cavità timpanica permette di creare le condizioni
ottimali per la vibrazione della membrana:
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sistema
nervoso

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o Finestra ovale
o Chiocciola ossea
Orecchio interno. o Acquedotto del vestibolo.
L’orecchio interno è costituito da: Nel vestibolo, schematizzato come un parallelepipedo, si considerano
sei pareti:
- labirinto osseo: complesso sistema di cavità scavate all’interno
dell’osso temporale. - anteriore
- Labirinto membranoso: insieme di vescicole e condotti - superiore
membranosi delimitati da pareti di tessuto connettivo, rivestiti da - posteriore
epitelio e contenuti nel labirinto osseo. - inferiore
- laterale
I due labirinti sono separati dallo spazio perilinfatico, formato da - mediale.
fessure tra loro comunicanti in cui circola la perilinfa, un liquido.
La parete laterale, rivolta verso il cavo del timpano, è occupata
totalmente dalla finestra ovale, chiusa dalla staffa e dal suo legamento
Labirinto osseo. anulare.
Il labirinto osseo è situato in una porzione molto compatta e resistente La parete mediale corrisponde al fondo del meato acustico interno:
della piramide del temporale. - presenta un rilievo osseo, che si dirige in basso e
posteriormente, detto cresta del vestibolo. L’estremità anteriore
Configurazione esterna. forma la piramide del vestibolo.
- La cresta del vestibolo separa:
Il labirinto osseo è costituito da due porzioni:
o Recesso ellittico: posterosuperiore, che accoglie
- parte posteriore o vestibolare: comprende il vestibolo, i canali l’urticolo.
semicircolari ossei e l’acquedotto del vestibolo. o Recesso sferico: posto anterioinferiormente, che
- Parte anteriore o acustica: comprende chiocciola e acquedotto accoglie il sacculo.
della chiocciola. - Nella parete mediale si osservano numerose aree perforate per il
Il meato acustico interno si trova in posizione mediale rispetto al passaggio dei nervi che provengono dagli organi del vestibolo.
labirinto osseo. - Dietro al recesso ellittico, in un solco verticale, si apre l’orifizio
interno dell’acquedotto del vestibolo.
Vestibolo.
La parete anteriore, breve e ristretta, corrisponde:
Il vestibolo è la parte centrale del labirinto osseo:
- superiormente al canale facciale
- piccola cavità di forma ovoidale (o schematicamente
- inferiormente presenta un ampio foro di forma ellittica, l’orifizio
parallelepipedo) appiattita trasversalmente
vestibolare della chiocciola, che porta nella scala vestibolare.
- localizzazione: tra il cavo del timpano e il meato acustico
interno. La parete posteriore, presenta l’orifizio del canale semicircolare
- Nel vestibolo hanno accesso posteriore.
o Canali semicircolari ossei La parete superiore o volta, presenta quattro orifizi:
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- due laterali
o anteriore: sbocco del braccio ampollare del canale
semicircolare laterale
o posteriore: sbocco del braccio semplice del canale
semicircolare laterale
- due mediali
o anteriore: sbocco del braccio ampollare del canale
semicircolare superiore
o posteriore: sbocco comune dei canali semicircolari
posteriore e superiore.
La parete inferiore, o pavimento, mostra la porzione iniziale della
lamina spirale ossea che si stacca dalla parete inferiore del vestibolo e si
porta anteriormente per entrare nella chiocciola:
- la parete inferiore è percorsa dalla fessura vestibolo timpanica,
fessura longitudinale
o conduce in una piccola cavità sottostante al vestibolo, la
cavità sottovestibolare, che continua in avanti con la
scala timpanica della chiocciola.
Canali semicircolari ossei.
o Questa fessura si forma poiché il pavimento del vestibolo
I canali semicircolari ossei sono tre:
è formato da due lamine distinte:
 Lamina spirale ossea propriamente detta: - anteriore
lamina mediale, di dimensioni maggiori. - posteriore
 Lamina spirale secondaria: lamina più piccola, - laterale.
situata lateralmente. Sono situati posteriormente e in alto rispetto al vestibolo:
- La fessura vestibolo timpanica è chiusa dal tratto iniziale del
- ciascuno rappresenta circa 2/3 di circonferenza
condotto cocleare, quindi le due cavità (vestibolare e
- sono schiacciati trasversalmente
sottovestibolare, sono completamente separate,
- sono differenti tra loro per lunghezza
- La cavità sottovestibolare comunica con l’orecchio medio
- hanno tuttavia un diametro costante: 0,8 mm
mediante la finestra rotonda, chiusa dalla membrana timpanica
- a una delle due estremità ciascun canale presenta un
secondaria.
rigonfiamento, l’ampolla, in cui il suo diametro raddoppia.
o Si distinguono dunque il braccio ampollare e il braccio
semplice.
- I canali semicircolari si aprono nella volta del vestibolo con 5 fori,
o Un foro è in comune tra il braccio semplice dei canali
semicircolari anteriore e posteriore.
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I canali semicircolari sono orientati nei tre piani dello spazio e Acquedotto del vestibolo.
costituiscono dunque un sistema adatto alla rilevazione di accelerazioni L’acquedotto del vestibolo è uno stretto canale che mette in
angolari prodotte dalla rotazione della testa: comunicazione la cavità vestibolare con la cavità cranica:
- tale rilevazione è attuata dai recettori ampollari. - inizia nella parete mediale del vestibolo
- Ogni canale giace su uno dei piani ortogonali: - sbocca a livello della fossetta ungueale, nella faccia
o Canale semicircolare anteriore: a andamento verticale posteromediale della piramide del temporale.
o Canale semicircolare posteriore: anch’esso a
andamento verticale.
o Canale semicircolare laterale: ha andamento
orizzontale.
Il canale semicircolare laterale in realtà è inclinato anteriormente di
circa 30°, secondo una direttrice che va dal meato acustico esterno alla
fessura laterale dell’occhio:
- la convessità è rivolta lateralmente
- forma un angolo di 90° con il canale semicircolare posteriore.
- Sporge sopra la fossetta ovale
- Ha direzione orizzontale
- L’ampolla è situata nella parete superiore del vestibolo, in avanti
e lateralmente.
Il canale semicircolare anteriore è perpendicolare all’asse maggiore
della piramide del temporale:
- la convessità è rivolta in alto
- l’ampolla ossea è anteriore e si apre nella parte superiore e
laterale del vestibolo. Chiocciola ossea.
- L’estremità semplice si unisce con l’estremità del canale Il canale della chiocciola ossea deriva il suo nome dalla sua particolare
posteriore per formare il braccio comune, che si apre nella parte struttura a guscio di lumaca.
mediale del vestibolo. È essenzialmente costituito da:
Il canale semicircolare posteriore è posto lateralmente e inferiormente - canale spirale: canale osseo avvolto attorno al modiolo.
a quello anteriore: - modiolo: tronco centrale al canale.
- è perpendicolare alla faccia posteriore della piramide del La chiocciola è in rapporto:
temporale - medialmente con il fondo del meato acustico interno
- la convessità è rivolta a lato e indietro. - lateralmente con la parete mediale del cavo del timpano.
- Forma un angolo di 90° con l’anello anteriore.
Le due chiocciole dei due lati (dx e sx) sono simmetriche:
- L’ampolla si apre nella parte posteriore e inferiore del vestibolo.
- destra: si avvolge a spirale con movimento antiorario
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- sinistra: si avvolge a spirale in modo orario. - scala anteriore o vestibolare: situata anteriormente e comunica
L’asse è generalmente orizzontale o lievemente inclinato in basso e in con il vestibolo.
avanti. - Scala posteriore o timpanica: si apre nella cassa del timpano
attraverso la finestra rotonda.
Il modiolo forma il nucleo centrale della chiocciola e appare come un
cono ad apice tronco: La scala vestibolare della chiocciola si apre nella parete anteriore del
vestibolo, quella timpanica nella cavità sottovestibolare.
- base inferiore, diretta verso il fondo del meato acustico interno.
L’intervallo tra il margine libero della lamina spirale e la superficie interna
Il canale spirale si avvolge attorno al modiolo descrivendo delle spire del canale cocleare osseo è rivestito dalla membrana basilare della
con calibro decrescente, compiendo 2 giri e 3/4: chiocciola:
- compie un giro basale, - completa la separazione tra le due scale
- un giro medio - le due scale comunicano all’apice mediante un foro, detto
- e un giro apicale. elicotrema, che si trova immediatamente sotto il fondo chiuso
Il canale spirale, osservato in sezione ossea, pare percorso dalla lamina della chiocciola.
spirale ossea, una lamina che aderisce all’asse della chiocciola o Stabilisce la comunicazione tra la perilinfa della scala
(modiolo) e sale con decorso spirale fino all’apice: timpanica con quella della scala vestibolare.
- termina con un rilievo osseo evidente, l’hamulus o rostro.
Acquedotto della chiocciola.
- Nella parte di lamina prossima al modiolo è scavato il canale
L’acquedotto della chiocciola è un canale osseo di piccolo calibro che
spirale del modiolo, un canalicolo osseo in cui è situato il
mette in comunicazione lo spazio perilinfatico della chiocciola con lo
ganglio spirale del Corti:
spazio subaracnoideo della fossa cerebellare:
o Il ganglio ha la medesima forma del canale e la stessa
lunghezza - origina dalla fossetta piramidale posta nella faccia inferiore della
o Appare come un cordoncino con decorso spiralizzante. rocca petrosa del temporale.
o È il ganglio del nervo cocleare. - S porta obliquamente in alto, in avanti e lateralmente
- Raggiunge la scala timpanica della chiocciola, nella quale si
La base del modiolo risulta perforata da numerosi buchetti in cui
immette.
passano i ramuncoli del nervo cocleare:
L’acquedotto mette in comunicazione la cavità endocranica con la scala
- questi rami percorrono il modiolo in numerosi canali scavati nello
timpanica, ma non direttamente per l’interposizione tra le due della
spessore del modiolo che si aprono nel canale spirale
fossetta piramidale:
- emergono poi dai foramina nervina, piccoli fori sulla lamina
spirale ossea - questa, dal punto di vista funzionale, ostacola il deflusso tra
- una volta emersi entrano in contatto con i relativi gangli (ganglio liquor e perilinfa.
spirale).
Meato acustico interno.
La lamina spirale suddivide il canale spirale in due compartimenti detti Il meato acustico interno è un canale osseo che, dalla faccia posteriore
scale: della parte petrosa del temporale si dirige verso l’orecchio interno:
- con orientamento obliquo in avanti e lateralmente
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- forma con l’asse maggiore della rocca petrosa un angolo di 45°.


Il meato acustico interno contiene:
- nervo facciale
- nervo vestibolococleare.
- Arteria del labirinto (ramo dell’arteria basilare).
La parete laterale del meato acustico interno è chiusa da una lamina
ossea tutta cribrata di piccoli fori, corrispondenti alle macule cribrose
sulla parete mediale del vestibolo.
Una cresta trasversale divide in due porzioni la parete laterale del
meato.
Nella porzione superiore sono presenti:
- orifizio superiore del canale facciale: vi passa il nervo facciale
(VII)
- fossetta vestibolare superiore: vi passa il ramo superiore del
nervo vestibolare.
Nella porzione inferiore sono presenti i seguenti fori:
- fossetta cocleare: corrisponde alla base del modiolo e presenta Configurazione e struttura.
i forellini in cui passano i rami del nervo cocleare (tractus spiralis
foraminosus). Il labirinto membranoso è costituito da:
- Fossetta vestibolare inferiore: con il foramen singulare, in cui - condotto endolinfatico
entra il ramo inferiore del nervo vestibolare. - vestobolo membranoso
o sacculo, porzione inferiore, di dimensioni minori.
Labirinto membranoso. o urticolo, porzione superiore.
- Canali semicircolari membranosi
Tutte le cavità ossee sopra descritte sono rivestite da una sottile - Condotto cocleare.
membrana connettivale, la quale è continua:
Il labirinto si presenta come un insieme di organi cavi che contengono un
- con il periostio endocranico, per mezzo dell’acquedotto della liquido denominato endolinfa, tra loro comunicanti:
chiocciola.
- Con la dura madre endocranica per mezzo dell’acquedotto del - la superficie interna della parete membranosa è rivestita da
vestibolo. epitelio
- in alcune sedi, le cellule sono differenziate in recettori acustici e
In queste cavità sono contenuti dei sacchi membranosi, che nel recettori statocinetici.
complesso prendono il nome di labirinto membranoso.
Tra il labirinto membranoso e quello osseo vi è lo spazio perilinfatico,
in cui circola la perilinfa.
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Dal punto di vista funzionale si divide il labirinto membranoso in: o cellule di sostegno: alte, prismatiche nella loro metà
- labirinto posteriore: responsabile della percezione di stimoli prossimale e sottili nella metà distale, che raggiunge la
statocinetici. Formato dai canali semicircolari membranosi, dal superficie con un bordo spesso
sacculo e dall’urticolo e dal condotto endolinfatico. o cellule cigliate: cellule che sull’estremità apicale
- Labirinto anteriore: responsabile della percezione di stimoli possiedono un pelo acustico, costituito da varie
acustici. Formato dal condotto cocleare. stereociglia e un chinociglio. Sono di 2 tipi
 tipo 1: cellule di forma ampollare
Canali semicircolari membranosi.  tipo 2: cellule cilindriche.
I canali semicircolari membranosi si trovano all’interno dei canali Le ciglia dei recettori penetrano in una formazione gelatinosa a forma di
semicircolari ossei e, sebbene non li occupano totalmente, ne ricalcano cupola, la cupola ampollare:
la forma e il decorso.
- questa forma una sorta di diaframma gelatinoso che interrompe il
Ciascun canale semicircolare membranoso possiede due estremità: lume dei canali semicircolari.
- estremità ampollare o laterale: diventa più larga alla base, per
contenere i recettori ampollari.
- Estremità semplice: la più mediale, senza ampolla.
I tre canali si aprono nell’urticolo con cinque orifizi, due semplici e tre
ampollari:
- ciascuna ampolla presenta nella sua parte media una piccola
piega trasversale di forma semilunare, la cresta ampollare.
- Nella cresta sono presenti le terminazioni del nervo vestibolare.
Struttura dei canali semicircolari.
La parete dei canali semicircolari membranosi presenta la struttura
comune a tutto il labirinto membranoso:
- tonaca connettivale esterna: tessuto connettivo posto
superficialmente al lume
- epitelio interno: strato di cellule epiteliali cubiche o pavimentose
semplici. In alcune zone presenta caratteristiche di apparato
recettoriale.
Vestibolo membranoso.
Nella superficie interna di ciascuna ampolla, infatti, nella zona vicina L’urticolo è la più voluminosa delle due vescicole vestibolari:
all’urticolo vi è la cresta ampollare, disposta perpendicolarmente
- situato postero superiormente nel vestibolo
all’asse del canale, che è un rilievo dell’epitelio:
- forma irregolarmente allungata
- costituita da due tipi di cellule - viene in contatto con il recesso ellittico e la superficie sottostante.
- La sua faccia laterale corrisponde alla finestra ovale, dunque
anche alla base della staffa.
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- Riceve gli sbocchi ampollari nella sua faccia laterale. - all’interno e sulla superficie di membrana vi sono piccoli granuli di
Dalla parte anteromediale dell’urticolo si distacca il condotto carbonato di calcio, detti otoconi.
urticosacculare, che lo collega al sacculo: - Le cellule di sostegno, alte e sottili, raggiungono la membrana
basale.
- dalla parte centrale del condotto si distacca il condotto o Hanno un corpo ingrandito in prossimità del nucleo
endolinfatico, che riceve un ramo anche dal sacculo. o Terminano sulla superficie libera con un bordo ispessito.
I recettori sensoriali si trovano nella macula dell’urticolo, zona a forma - Le cellule cigliate, così come nelle creste ampollari, si
di disco situata nella parete mediale dell’organo: distinguono in cellule di tipo 1 e tipo 2.
- cellule sensoriali o La loro superficie apicale è bagnata dall’endolinfa, che
- cellule di sostegno. viene mantenuta separata dagli altri liquidi extracellulari
per mezzo di giunzioni occludenti a livello della superficie
Il sacculo è più piccolo dell’urticolo ed è situato sotto questo, a contatto basolaterale delle cellule cigliate
del recesso sferico in prossimità dell’orifizio della scala vestibolare della o Sotto le giunzioni strette è presente la cintura
chiocciola: desmosomica.
- forma irregolarmente sferica, leggermente allungata. Cellule cigliate.
- Medialmente presenta l’orifizio d’imbocco del ramo sacculare Cellula di tipo 1. Le cellule del tipo 1 dell’apparato vestibolare hanno la
del condotto endolinfatico
forma di un’ampolla con collo ristretto e una base più ampia, in cui si
- Inferiormente l’orifizio del canale reuniente, che lo collega al trova il nucleo:
condotto cocleare.
- Sulla parete interna, vi è la macula del sacculo, che presenta un - possiedono una decina di stereociglia e un chinociglio,
epitelio differenziato come nell’urticolo. decisamente più lungo
o il chinociglio presenta la classica organizzazione
Le macule di urticolo e sacculo sono generalmente perpendicolari tra microtubulare con nove coppie di microtubuli e una
loro. interna.
Struttura. o Le stereociglia sono organizzate in file regolari con
I due organi risultano costituiti da: dimensioni crescenti verso il chinociglio
- epitelio: strato prospiciente il lume. - Le stereociglia sono unite tra loro da materiale filamentoso, che
- Tonaca connettivale: funge da membrana basale dell’epitelio. ne influenza l’oscillazione
o Il legame delle stereociglia costituisce il tip-link coinvolto
L’epitelio si differenzia a livello delle macule in cellule recettoriali
nella trasduzione del segnale nervoso.
particolari:
o Il loro movimento è aiutato da quello del chinociglio, il
- le macule dell’urticolo e del sacculo hanno struttura analoga a quale funge da leva.
quella delle creste ampollari - La cellula di tipo 1 è accolta da una terminazione afferente che la
- possiedono cellule epiteliali neurosensoriali e cellule di sostegno. comprende in tutto il suo volume, con una terminazione a forma
La parte sensitiva della macula è ricoperta da una sostanza gelatinosa, di calice.
la membrana otolitica, nel cui spessore si spingono i fascetti di ciglia - Vi sono anche alcune sinapsi sul calice nervoso attuate da fibre
delle cellule cigliate: efferenti.
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Cellule di tipo 2. Le cellule di tipo 2 sono generalmente cilindriche e o Assorbe l’endolinfa prodotta dalla stria vascolare della
presentano dimensioni molto variabili. Possono avere caratteristiche chiocciola membranosa.
simili a quelle del tipo 1, ma: o Se il sacco endolinfatico viene danneggiato si ha
- presentano stereociglia e chinocigila più corti. accumulo di endolinfa e conseguenti danni alla funzione
- Stabiliscono contatti sinaptici sulla loro base, ma senza dell’apparato sia vestibolare che cocleare.
espansioni caliciformi. Il condotto endolinfatico si costituisce per l’incontro di due canali di
Le terminazioni efferenti a livello delle cellule recettoriali vestibolari piccole dimensioni, che originano dalla faccia mediale dell’urticolo e del
portano impulsi provenienti dal tronco encefalico. sacculo, dirigendosi in alto e indietro:
Le cellule cigliate non presentano piani di simmetria: - ramo sacculare: continua direttamente nel dotto
- ramo urticulare: è più sottile e presenta la valvola
- sono strutturalmente polarizzate per cui l’orientamento delle urticoloendolinfatica, che permette di escludere i recettori
formazioni apicali assume grande importanza nella risposta allo urticolari dall’effetto delle vibrazioni endolinfatiche provenienti
stimolo meccanico dalla coclea.
- nelle macule, in posizione centrale, è presente un rilievo, definito
striola: Condotto cocleare.
o separa due gruppi di cellule cigliate con orientamento Il condotto cocleare è un canale delimitato esternamente da pareti di
opposto del chinociglio. tessuto connettivo, contenuto per la maggior parte nella scala
Nelle due macule (urticolo e sacculo) le direzioni dei chino cigli in vestibolare del canale spirale della chiocciola, seguendone
prossimità della striola sono differenti: l’andamento:
- macula dell’urticolo: i chinocigli sono da entrambi i lati rivolti - origine: nasce a fondo cieco nel pavimento del vestibolo con il
verso la striola nome di cieco vestibolare
- macula del sacculo: i chinocigli divergono dalla striola. - dopo aver ricevuto lo sbocco del canale reuniente, proveniente
dal sacculo, situato subito sopra di esso, penetra nella scala
Questa differente disposizione assume notevole importanza funzionale,
vestibolare
poiché è il fattore determinante nella risposta agli stimoli meccanici.
- percorre 2 giri e mezzo nella chiocciola
Nelle creste ampollari, i chini cigli sono: - nel canale spirale il condotto cocleare occupa una posizione
- canale semicircolare laterale: sono disposti in maniera opposta eccentrica
a quella dei canali semicircolari superiore e posteriore. o si interpone tra il margine libero della lamina spirale ossea
e la parete laterale del canale spirale.
Condotto endolinfatico. o Contribuisce alla separazione delle due scale.
Il condotto endolinfatico è un sacco membranoso che percorre per Il condotto cocleare, situato nella scala vestibolare, appare triangolare
tutta la lunghezza il canale dell’acquedotto vestibolare osseo: in sezione trasversale, con:
- termina distalmente sulla faccia posteriore della piramide del - base: parete laterale della chiocciola
temporale.
- Al di sotto della dura madre forma un rigonfiamento a fondo
cieco, il sacco endolinfatico.
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- lati: inferiormente la lamina spirale e superiormente la o Prominenza spirale: sporgenza situata tra le due creste,
membrana di Reissner, una membrana che lo separa dallo che forma inferiormente a sé il solco spirale esterno.
spazio perilinfatico della scala vestibolare. Un altro importante ispessimento dell’endostio si osserva sulla faccia
Quindi nel condotto cocleare si possono individuare tre pareti: della lamina spirale ossea compresa all’interno del condotto cocleare, il
- parete laterale, formata dal condotto cocleare lembo spirale:
- parete timpanica, costituita per la maggior parte dalla membrana - sporge nel lume del dotto cocleare.
basilare (la restante dalla lamina spirale) - Occupa tutta l’estensione della chiocciola e si riduce
- membrana di Reissner. progressivamente nel giungere alla cupola.
- Nella sua superficie superiore esso presenta numerosi solchi che
incrociandosi determinano delle sporgenze prismatiche dette
denti acustici.
- Lateralmente a questi, la faccia esterna del lembo spirale si fa
concava, scavata dal solco spirale interno, che si divide in due
labbri
o Labbro vestibolare: prosegue rivestito da una superficie
cuticolare di aspetto laminare che si porta verso l’organo
spirale di Corti: la membrana tectoria.
o Labbro timpanico: continua con il margine della
membrana basilare.
- Nel punto in cui queste due formazioni continuano l’una nell’altra
si formano una serie di orifizi, i foramina nervina, attraverso i
quali passano i rami periferici del ganglio cocleare (verso l’organo
di Corti).
La membrana di Reissner si inserisce sulla faccia anteriore a breve
distanza dal margine libero della lamina spirale, in corrispondenza
Le pareti che delimitano le cavità del labirinto osseo sono rivestite da dell’origine del lembo spirale:
uno strato di periostio, che sulla parete esterna risulta ispessito: - si porta in avanti e in fuori inserendosi alla cresta d’inserzione
- prende il nome di legamento spirale, poiché regge la membrana per la membrana di Reissner.
basilare. - Forma un angolo di 45° con il legamento spirale.
- Il legamento spirale si solleva in tre punti. - Costituisce la parete anteriore del condotto cocleare, con funzioni
o Cresta d’inserzione per la membrana basilare di divisione tra:
o Cresta d’inserzione per la membrana vestibolare di o Condotto cocleare
Reissner: aumenta di spessore per dare apporto alla o Scala vestibolare.
membrana vestibolare Struttura
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Parete esterna. - la membrana basilare aumenta la propria larghezza


La regione del solco spirale esterno è rivestita da epitelio isoprismatico progressivamente dal giro basale a quello apicale.
semplice. Configurazione e struttura dell’organo di Corti.
La stria vascolare, situata superiormente, è rivestita da epitelio L’organo di corti deriva dalla differenziazione dell’epitelio di rivestimento
stratificato, le cui cellule superficiali a contatto con l’endolinfa, sono di del canale cocleare.
forma cilindrica. L’organo di Corti è posto sulla zona tecta della membrana basilare e
L’irrorazione è garantita dall’arteria cocleare che circonda il modiolo contiene i recettori acustici del labirinto anteriore:
passando sulla scala vestibolare all’interno del legamento spirale: - funzione: analisi dei suoni che vengono trasmessi alla chiocciola
- il deflusso del sangue avviene nel sistema venoso della scala come fibrazioni della perilinfa e dell’endolinfa.
timpanica. - Costituzione: costituito da cellule di sostegno che ne formano
Parete vestibolare. l’impalcatura e da cellule acustiche, elementi sensoriali
È costituita dalla membrana di Reissner, formata da: secondari.
- sottile lamina di connettivo Le cellule acustiche sono disposte in modo da costituire un rilievo che
- strato di cellule epiteliali appiattite percorre quasi tutto il pavimento del condotto cocleare:
tale membrana separa il dotto cocleare dalla perilinfa della scala - in sezione trasversale ha la forma di un trapezio con lato minore
vestibolare. rivolto verso il modiolo
- è percorso nella sua parte assile da un canale triangolare, la
Parte timpanica. galleria spirale di Corti, delimitato da cellule dei pilastri (cellule
Il lembo spirale presenta una struttura fibrosa ed è notevolmente di sostegno).
vascolarizzato:
Cellule di sostegno dell’organo di Corti.
- rivestito da uno strato di cellule epiteliali alte, che nel solco Le cellule di sostegno dell’organo di Corti sono:
spirale interno diventano cubiche.
- pilastri di Corti
La membrana basilare ha una struttura connettivale molto complessa, - Cellule di Deiters
infatti in essa si susseguono nella zona in cui vi è l’organo di Corti, i - Cellule di Hensen
seguenti strati: - Cellule di Claudius.
- strato limitante: lamina sottile e omogenea, con l’aspetto di una I pilastri di corti sono cellule alte, rigide e impiantate sulla zona tecta
membrana basale della membrana basilare, disposte su due file (interna e esterna):
- strato intermedio: fibre connettivali con decorso radiale, le
corde acustiche, contenute in una sostanza fondamentale - ogni cellula possiede:
omogenea. o piede: poggia sulla membrana basilare.
- Strato timpanico: formato da tessuto connettivo lasso. o Corpo: elemento di forma allungata
o Testa: situata superiormente, con un lieve rigonfiamento.
La ricchezza delle fibre nello strato intermedio è in relazione con la - Le due serie di pilastri sono orientate in modo tale da affrontarsi
capacità della membrana basilare di vibrare per effetto della con le loro teste, ma non con le basi e col corpo, formando
stimolazione sonora: l’arcata di Corti.
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o Si delimita una galleria di Corti a forma triangolare, con La loro parte apicale è immersa in un liquido che risulta separato dagli
l’apice rivolto verso la cavità del condotto cocleare e la altri compartimenti extracellulari da giunzioni serrate a livello del
base verso la zona tecta della membrana basilare. perimetro apicale e da una cintura di desmosomi inferiormente.
I pilastri sono costituiti nella loro parte superiore da materiale A seconda della loro posizione nel condotto cocleare sono classificate in:
filamentoso, simile ai tonofilamenti, che li rende rigidi. - cellule acustiche interne
I pilastri interni si impiantano sulla membrana basilare in vicinanza dei - cellule acustiche esterne.
foramina nervina, in cui passano i rami del nervo cocleare. Le cellule acustiche interne sono circa 3500 disposte in un'unica fila,
tesa medialmente ai pilastri interni:
Le cellule di Deiters si collocano sul versante esterno delle arcate di - hanno aspetto cilindrico e sezione ellittica
corti, per tre o 4 file: - nella parte apicale hanno 20 stereocigli disposte a V o a U.
- cellule aventi corpo prismatico che possiede un incavo a livello Le cellule acustiche esterne sono circa 13000 e sono disposte su più
apicale per accogliere una cellula acustica. file (3 o 4):
- Dall’incavo vengono emanate delle falangi che si portano in alto - il numero delle file aumenta da 3 a 5 passando dal giro basale a
e entrano in contatto con le falangi vicine quello apicale.
- Tra le falangi e le cellule acustiche vengono a delimitarsi spazi - Hanno forma cilindrica e sezione circolare
intercellulari che si organizzano nello spazio di Nuel, - Nell’estremità distale hanno un ispessimento da cui dipartono
attraversato dalle fibre nervose che raggiungono le cellule stereociglia con disposizione identica a quelle delle cellule
acustiche esterne. acustiche interne.
Le cellule di Hensen sono cellule epiteliali che fanno seguito - Le ciglia sono tuttavia più numerose (60-100).
esternamente alle cellule di Deiters: La superficie basale delle cellule acustiche, sia interne che esterne,
- si dispongono in un unico strato su più file, di altezza riceve un assone afferente presinaptico, in corrispondenza del quale
decrescente viene liberato un neurotrasmettitore.
- decrescono man mano verso l’esterno per confinare con le La maggior parte delle cellule acustiche riceve anche l’innervazione
cellule di Claudius. efferente da parte di neuroni situati nel tronco encefalico.
Le cellule di Claudius sono esterne alle cellule di Hensen: L’innervazione afferente è molto presente a livello delle cellule acustiche
- somigliano a cellule epiteliali isoprismatiche interne, mentre è scarsa in quelle esterne. Quella efferente è
- disposte su un unico strato esattamente il contrario, è assai maggiore nelle cellule acustiche
- sono simili alle cellule epiteliali del solco spirale esterno. esterne.
Cellule sensoriali dell’organo di Corti. La parte apicale delle cellule acustiche esterne si trova tra gli spazi della
Le cellule sensoriali acustiche dell’organo di Corti sono cellule epiteliali membrana reticolare, delimitata dalle falangi delle cellule di Deiters.
altamente specializzate ma mantengono il proprio carattere epiteliale. La membrana reticolare ha un aspetto di reticolo per la regolarità con
cui si interconnettono tra loro le porzioni cellulari di:
- teste dei pilastri
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- falangi delle cellule di Deiters - le cellule cigliate degli apparati vestibolare e cocleare sono
- cellule di Hensen. predisposte a ricevere stimoli particolarmente rapidi o con
Questa membrana conferisce stabilità alle cellule acustiche interne e elevate frequenze.
esterne e favorisce l’interazione, per percepire i movimenti della - La stimolazione delle ciglia apre i canali ionici della membrana
membrana basilare, tra: plasmatica delle cellule, determinando modificazione del
potenziale di membrana, quindi rilascio del neurotrasmettitore.
- stereociglia delle cellule acustiche - Le fibre afferenti in contatto con le cellule cigliate vengono
- membrana tectoria. eccitate dal neurotrasmettitore e scaricano potenziali d’azione
che codificano:
Superiormente alla membrana reticolare si estende la membrana o Intensità
tectoria, formazione cuticolare fibrosa che parte dall’epitelio del lembo o Decorso temporale
spirale: o Frequenza dello stimolo.
- è ancorata alla fila più esterna delle cellule di Deiters Il fascetto di stereociglia funge da apparato recettore degli stimoli
- è in stretto contatto con le ciglia delle cellule acustiche esterne. meccanici e può avere una lunghezza variabile da 1 a 100 µm:
- Costituisce un sistema di copertura e di isolamento dell’organo di - le cellule sensoriali che rispondono a stimoli acustici, vibratori e
corti dalla restante parte della scala media. acceleratori di bassa frequenza sono quelle che posseggono
- Viene messa in movimento assieme all’organo di Corti in seguito fascetti di stereociglia più lunghi.
alla vibrazione della membrana basilare. - Le cellule deputate a captare segnali ad alte frequenze hanno
o Questa stimola le ciglia e produce l’eccitamento delle ciglia più corte.
cellule acustiche. Le stereociglia sono rigide e di forma cilindrica a causa di un robusto
L’endolinfa contenuta negli spazi sottostanti alla membrana reticolare citoscheletro di actina:
ha una composizione ionica differente da quella contenuta negli altri - alla base hanno un diametro ristretto
compartimenti del labirinto membranoso: - ciò consente di muovere il ciglio in maniera tale che questo non
- possiede una grande percentuale di Na+ (sodio) invece che alte si fletta, ma compia solo una rotazione a livello della base.
concentrazioni di potassio Si ritiene che l’apertura e la chiusura dei canali ionici sia regolata da una
- le alte concentrazioni sodiche permettono alle fibre nervose del connessione filamentosa tra due stereociglia adiacenti:
nervo cocleare la depolarizzazione nel mezzo ambiente.
- questo legame è definito legame tip-link
- costituiti da una sottile fibra disposta obliquamente tra le
ANATOMIA FUNZIONALE. Le cellule cigliate dei sei diversi organi estremità distali di stereociglia adiacenti
sensoriali presenti nell’orecchio interno (coclea, tre canali semicircolari, - la fibra è collegata con la porta dei canali ionici, implicati nella
urticolo e sacculo) sono trasduttori di stimoli meccanici che presentano trasduzione.
caratteristiche simili tra loro: - Il movimento del ciglio determina trazione o rilascio sulla fibra
legante, con conseguente chiusura o apertura dei canali ionici.
Apparato vestibolare.
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La deflessione delle stereociglia viene determinata in modo differente: L’orecchio risulta formato da un apparato di trasmissione e
- a livello del sacculo e dell’urticolo: che sono dotati di organi amplificazione dei segnali acustici, che poi vengono convertiti in stimoli
otolitici elettrici dall’apparato del Corti:
- a livello dei canali semicircolari: dotati di creste ampollari. - gli stimoli meccanici vengono convertiti in segnali nervosi, per
I movimenti della testa attivano comunque contemporaneamente sia i diventare sensazioni uditive coscienti.
recettori delle macule sia le creste ampollari: Le onde sonore entrano nel meato acustico esterno convogliate dal
- la quantità dell’effetto dipende se il moto accelerato è di padiglione auricolare:
traslazione o di rotazione. - trasferiscono la vibrazione alla pars tensa del timpano
Nelle macule, con recettori otolitici, un’accelerazione lineare della forza - questa trasferisce la vibrazione alla catena degli ossicini, che ha
di gravità sposta la membrana otolitica e, di conseguenza modifica la il potere di amplificare il segnale di circa 22 volte in condizioni
posizione delle ciglia immerse: normali.
- La staffa preme la perilinfa attraverso il foro ovale.
- nelle cellule cigliate si genera una risposta elettrica che attiva poi
la fibra afferente. La conduzione del segnale acustico nell’orecchio interno è permessa da:
Nelle creste ampollari la deflessione delle stereociglia è causata dallo - spostamenti perilinfa e endolinfa
spostamento dell’endolinfa: - vibrazioni della membrana basilare e delle pareti della chiocciola.
- a causa dell’inerzia, l’endolinfa si muove in ritardo rispetto al Il movimento della staffa, che funziona come un pistone, genera aumenti
capo, producendo una forza sulla cupola delle creste ampollari. e riduzioni di pressione che si diffondono nella perilinfa che riempie la
- La deformazione sulla cupola causa la flessione delle ciglia, le scala vestibolare alla velocità del suono:
quali attivano la risposta elettrica. - la perilinfa è un liquido incomprimibile, quindi quando viene
I canali semicircolari lavorano in coppia con quelli dell’orecchio opposto, premuto dalla staffa attua uno spostamento all’interno della scala
generando risposte eccitatorie o inibitorie nei due lati della testa. vestibolare, poi della scala timpanica.
- Dalla scala timpanica la perilinfa va a premere sulla membrana
Il senso di movimento del chinociglio determina risposte differenti: secondaria del timpano, tesa sulla finestra rotonda. Quando lo
- stereociglia flesse verso il chinociglio: si genera stimolo pressorio cessa, il liquido torna indietro
depolarizzazione, con conseguente aumento del rilascio di Il movimento del liquido sollecita la membrana basilare:
neurotrasmettitori
- stereociglia flesse in direzione opposta al chinociglio: - la diversa ampiezza della membrana nei diversi punti della
iperpolarizzazione di membrana, con conseguente stop al rilascio chiocciola permette una scomposizione e risposta ottimale delle
del neurotrasmettitore. frequenze sui diversi punti della membrana.
- Le ciglia delle cellule acustiche sono tanto più lunghe quanto più
Apparato cocleare. basse sono le frequenze che debbono captare
Le onde sonore sono un trasferimento vibratorio di energia meccanica o Il rapporto tra la posizione della cellula nella chiocciola e
all’interno di un mezzo di propagazione normalmente costituito dall’aria. la frequenza che essa deve percepire consente la
mappatura tonotopica.
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- La vibrazione della membrana basilare causa uno strofinamento


delle ciglia sulla membrana tectoria, quindi la flessione delle
ciglia delle cellule acustiche.
Le informazioni della flessione delle ciglia vengono trasmesse quindi ai
neuroni che hanno sede nel ganglio cocleare:
- circa il 90% delle cellule del ganglio cocleare si mettono in
rapporto con le cellule acustiche interne
o le cellule acustiche interne sono raggiunte da 10 o più
fibre provenienti da 10 neuroni del primo tipo del ganglio
spirale.
o La trasmissione nervosa è bilanciata in modo da
mantenere un’organizzazione tonotopica.
- Le cellule acustiche esterne sono innervate da poche fibre
afferenti e non è dimostrato che contribuiscano alla trasmissione
dell’impulso sonoro:
o Una fibra proveniente da un neurone del tipo II del ganglio
spirale provvede all’innervazione di una decina di cellule
acustiche esterne.
o Sono innervate invece da fibre efferenti che sono scarse
sulle cellule acustiche interne.
 Ciò riduce la sensibilità e la capacità discriminativa
nei confronti delle varie frequenze,
 Costituisce un sistema di modulazione che può
intervenire nei primi processi di codifica del
messaggio acustico.

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