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La circolare di aggiornamento del mese di dicembre 2018
SCADENZARIO FISCALE
VERSAMENTO MENSILE – IVA
Liquidazione e versamento dell’IVA relativa al mese precedente.
Versamento telematico
RITENUTE SUI REDDITI DI LAVORO AUTONOMO, DIPENDENTE E SU
17 dicembre 2018
PROVVIGIONI
L’autocertificazione va presentata:
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INTRASTAT
I soggetti che hanno effettuato operazioni intracomunitarie
presentano all’Agenzia delle Entrate i modelli
INTRASTAT:
relativi al mese di novembre 2018, in via obbligatoria
o facoltativa;
mediante trasmissione telematica.
I soggetti che, nel mese di novembre 2018, hanno
superato la soglia per la presentazione trimestrale dei
modelli INTRASTAT presentano:
i modelli relativi ai mesi di ottobre e novembre
27 dicembre 2018 2018, appositamente contrassegnati, in via obbligatoria
o facoltativa;
mediante trasmissione telematica.
Con il provv. Agenzia delle Entrate 25.9.2017 n.
194409 sono state previste semplificazioni per la presentazione
dei modelli INTRASTAT, a partire dagli
elenchi relativi al 2018.
VERSAMENTO – ACCONTO IVA 2018
I soggetti titolari di partita IVA, sia mensili che trimestrali, devono
versare l’acconto IVA relativo al 2018 in base a uno dei tre metodi:
storico, analitico o previsionale.
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1. Acconto Iva
Il 27 dicembre è il termine ultimo per versare l’acconto IVA dovuto in relazione alle liquidazioni
periodiche di chiusura, ossia alle liquidazioni riguardanti l'ultimo mese o l'ultimo trimestre dell'anno.
Chi deve versare l’acconto e chi è esonerato
Sono obbligati al versamento dell'acconto tutti i contribuenti mensili e quelli trimestrali sottoposti agli
obblighi di liquidazione e di versamento previsti dalla disciplina Iva.
Sono esonerati dal versamento dell’acconto i soggetti che non dispongono di uno dei due dati (quello
“storico” o quello “previsionale”), su cui sostanzialmente si basa il calcolo.
Ad esempio, relativamente all’acconto Iva 2018, è il caso dei soggetti che si trovano in una di queste
situazioni:
1) storico;
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2) previsionale;
3) analitico.
Metodo storico
Applicando il metodo storico, l’acconto Iva è pari all'88% del versamento effettuato, o che avrebbe
dovuto essere effettuato, per il mese o trimestre dell'anno precedente.
Il versamento preso a base del calcolo deve essere, ovviamente, al lordo dell’acconto dovuto per l’anno
precedente.
Semplificando, relativamente all’anno 2018, la base di calcolo, su cui applicare l’88%, è pari al debito
d’imposta risultante:
1. dalla liquidazione periodica relativa al mese di dicembre 2017, per i contribuenti mensili;
2. dalla dichiarazione annuale Iva 2018, per i contribuenti trimestrali ordinari.
3. dalla liquidazione periodica del quarto trimestre 2017, per i contribuenti trimestrali “speciali”.
Metodo previsionale
Con il metodo previsionale l’acconto viene calcolato sulla base di una stima delle operazioni che si
ritiene di effettuare sino al 31 dicembre.
In altre parole, con l’utilizzo di tale metodo, per l’anno 2018, l’acconto è pari all’88% dell’Iva che si
prevede di dover versare:
Metodo analitico
Il calcolo con il metodo analitico si basa sulle operazioni effettuate sino al 20 dicembre. In particolare,
l’acconto è pari al 100% dell’importo risultante da un’apposita liquidazione che tiene conto dell’Iva
relativa alle seguenti operazioni:
1. operazioni annotate nel registro delle fatture emesse (o dei corrispettivi) dal 1° dicembre al 20
dicembre (se si tratta di contribuenti mensili) o dal 1° ottobre al 20 dicembre (se si tratta di
contribuenti trimestrali);
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2. operazioni effettuate, ma non ancora registrate o fatturate, dal 1° novembre al 20 dicembre (se
si tratta di contribuenti mensili) o fino al 20 dicembre (se si tratta di contribuenti trimestrali);
3. operazioni annotate nel registro delle fatture degli acquisti dal 1° dicembre al 20 dicembre (se si
tratta di contribuenti mensili) o dal 1° ottobre al 20 dicembre (se si tratta di contribuenti
trimestrali).
Codici tributo
I codici tributo da utilizzare nell’F24 per il versamento dell’acconto Iva sono i seguenti:
Casi particolari
1. passaggio da regime mensile a regime trimestrale: occorre calcolare l’acconto con riferimento
alle liquidazioni degli ultimi tre mesi dell’anno precedente;
2. passaggio da regime trimestrale a regime mensile: l’acconto deve essere calcolato su un terzo
dell’imposta versata per il quarto trimestre.
Soggetti con contabilità separate
I contribuenti che, ai sensi dell’articolo 36 del D.P.R. n. 633/1972, tengono la contabilità separata,
devono determinare distintamente l'importo riferibile a ogni attività svolta e, quindi, sono tenuti ad
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1 Premessa
In relazione agli interventi di cui all’art. 16 del DL 63/2013 (recupero edilizio, interventi antisismici e
c.d. “bonus mobili”), il co. 2-bis, inserito dalla L. 205/2017 (legge di bilancio 2018), dispone che: “Al
fine di effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della
realizzazione degli interventi di cui al presente articolo, in analogia a quanto già previsto in materia di
detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, sono trasmesse per via telematica
all’ENEA le informazioni sugli interventi effettuati. L’ENEA elabora le informazioni pervenute e
trasmette una relazione sui risultati degli interventi al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero
dell’economia e delle finanze, alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, nell’ambito
delle rispettive competenze territoriali”.
Considerato che il fine del nuovo adempimento è quello di “effettuare il monitoraggio e la
valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi”, la
comunicazione all’ENEA deve essere inviata soltanto per gli interventi di recupero che sono anche
volti al risparmio energetico e non per tutti gli interventi di recupero di cui all’art. 16-bis del TUIR.
Con la guida ENEA 21.11.2018 sono state riepilogate le informazioni necessarie per la trasmissione
dei dati.
2 Decorrenza
La disposizione contenuta nel citato co. 2-bis dell’art. 16 del DL 63/2013 è entrata in vigore
l’1.1.2018 (data di entrata in vigore della suddetta L. 205/2017).
Di conseguenza, la nuova comunicazione all’ENEA deve essere trasmessa in relazione agli interventi
ultimati a decorrere dall’1.1.2018.
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In relazione agli interventi ultimati negli anni successivi, il sito da utilizzare sarà oggetto di
aggiornamento da parte dell’ENEA.
Nello specifico, devono essere comunicati i dati indicati nella seguente tabella.
Serramenti comprensivi riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi
di infissi delimitanti gli ambienti riscaldati con l’esterno e i vani freddi
riduzione della trasmittanza delle strutture opache verticali (pareti
esterne) ovvero che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai
vani freddi e dal terreno
Coibentazioni delle strutture riduzione della trasmittanza delle strutture opache orizzontali e
opache inclinate (coperture) che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno
e dai vani freddi
riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti delimitanti gli
ambienti riscaldati con l’esterno, i vani freddi e il terreno
Installazione o sostituzione installazione di collettori solari (solare termico) per produzione di
di impianti tecnologici acqua calda sanitaria e/o riscaldamento ambienti
sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per
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6 Modalità di trasmissione
Analogamente a quanto previsto per le detrazioni derivanti dagli interventi di riqualificazione
energetica degli edifici, la trasmissione dei dati all’ENEA deve avvenire:
entro 90 giorni dalla fine dei lavori;
di regola, in via telematica, attraverso il sito internet www.acs.enea.it (in alcuni casi, in relazione
ad interventi di riqualificazione energetica particolarmente complessi, è possibile, in
subordine, trasmettere la comunicazione a mezzo di raccomandata), ai sensi dell’art. 4 del
DM 19.2.2007.
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Dopo essersi autenticati, si potrà procedere con la compilazione della comunicazione seguendo i
seguenti passaggi:
compilazione dei dati anagrafici del beneficiario della detrazione fiscale;
compilazione dei dati dell’immobile;
descrizione dell’intervento;
verifica;
invia e stampa.
L’avveduta trasmissione della comunicazione è completata con la stampa dell’intero modello su cui
sono indicati la data di trasmissione e un codice identificativo dell’avvenuta trasmissione.
Con riferimento agli interventi di riqualificazione energetica, si ricorda che la ris. Agenzia delle
Entrate 11.9.2007 n. 244 (risposta al quesito n. 3) ha precisato che i 90 giorni entro cui procedere
all’invio della documentazione all’ENEA decorrono dalla data del c.d. “collaudo” dei lavori, a nulla
rilevando il momento (o i momenti) di effettuazione dei pagamenti (in tal senso la guida Agenzia delle
Entrate ottobre 2018).
La circ. Agenzia delle Entrate 23.4.2010 n. 21 (§ 3.1) ha poi chiarito che, qualora il collaudo non sia
necessario in considerazione del tipo d’intervento svolto (es. sostituzione di finestre comprensive di
infissi), la data di fine lavori può essere comprovata dalla documentazione emessa dal soggetto che ha
eseguito i lavori (o dal tecnico che compila la scheda informativa).
Non è ritenuta valida, a tal fine, una dichiarazione del contribuente resa in sede di autocertificazione.
8 Profili sanzionatori
Il co. 2-bis dell’art. 16 del DL 63/2013 non stabilisce quali siano le sanzioni applicabili in caso di
omessa presentazione della comunicazione all’ENEA.
Potrebbero, tuttavia, profilarsi due ipotesi:
sono applicabili le disposizioni previste per la detrazione per gli interventi di riqualificazione
energetica, stante il testo normativo secondo cui il nuovo adempimento avviene “in analogia
a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli
edifici”. Di conseguenza, l’omessa trasmissione della comunicazione all’ENEA sarebbe una
causa di decadenza dal diritto di beneficiare dell’agevolazione, sanabile mediante l’istituto
della c.d. “remissione in bonis” di cui all’art. 2 co. 1 del DL 16/2012;
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è applicabile la sanzione amministrativa di cui all’art. 11 co. 1 del DLgs. 18.12.97 n. 471, prevista
per l’omissione di ogni comunicazione prescritta dalla legge tributaria, che può variare da
250,00 a 2.000,00 euro.
La concessione di omaggi da parte degli esercenti arti e professioni rappresenta un fatto usuale, in
special modo in occasione di festività e ricorrenze.
Di seguito si riepilogano i principali aspetti del regime fiscale di tali cessioni nell’ambito delle imposte
sui redditi, dell’IRAP e dell’IVA.
Omaggi ai clienti
Il costo dei beni oggetto di cessione gratuita od omaggio alla clientela è deducibile dal reddito del
professionista a titolo di spesa di rappresentanza, nel limite dell’1% dei compensi percepiti nel periodo
d’imposta.
Analogo trattamento è applicabile ai fini IRAP.
Omaggi ai dipendenti o ai collaboratori del professionista
Per i professionisti, il costo sostenuto per l’acquisto di beni dati in omaggio ai propri dipendenti (o
collaboratori) non è specificamente disciplinato.
Il costo di tali omaggi dovrebbe essere integralmente deducibile dal reddito di lavoro autonomo pro-
fessionale, al pari di ogni altra spesa per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato sostenuta dal
professionista, dal momento che le liberalità ai dipendenti non rientrano tra le spese di rappresentanza,
secondo la nozione fornita dal DM 19.11.2008 (applicabile anche al reddito di lavoro autonomo).
Ai fini IRAP, la riconduzione di tali oneri tra le spese per prestazioni di lavoro dovrebbe escluderne
la deducibilità, salvo che essi:
-risultino funzionali all’attività di lavoro autonomo e non assumano natura retributiva per il
dipendente o il collaboratore;
-oppure siano destinati a lavoratori per i quali è prevista la deducibilità dei relativi costi (es.
dipendenti a tempo indeterminato).
Trattamento Iva
L’IVA relativa alle spese di rappresentanza è detraibile solo in relazione all’acquisto di beni di costo
unitario non superiore a 50,00 euro (l’art. 30 del DLgs. 21.11.2014 n. 175, in vigore dal 13.12.2014, ha
infatti previsto l’incremento da 25,82 a 50,00 euro della soglia per la detraibilità dell’IVA sugli omaggi,
al fine di allineare il valore unitario per la detrazione IVA a quello previsto per la deducibilità ai fini
delle imposte sui redditi).
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Regime forfetario
Non assumono alcuna rilevanza nella determinazione del reddito le spese per omaggi acquistati nel-
l’ambito del regime forfetario, di cui alla L. 190/2014, in quanto, nell’ambito di tale regime, il reddito
imponibile è quantificato tramite l’applicazione del coefficiente di redditività previsto per la specifica
attività svolta all’ammontare dei ricavi o compensi percepiti nel periodo d’imposta. Ciò significa che le
spese eventualmente sostenute non sono deducibili analiticamente, essendo il loro ammontare
predefinito nel coefficiente di redditività.
Non sono estensibili le considerazioni sopra svolte con riferimento al regime dei c.d. “contribuenti
minimi” ex DL 98/2011.
Per tali contribuenti che determinano il reddito secondo il regime di vantaggio per l’imprenditoria
giovanile e i lavoratori in mobilità (c.d. “contribuenti minimi” di cui all’art. 27 del DL 98/2011)28,
dovrebbero valere i chiarimenti forniti dall’Amministrazione finanziaria con riferimento al “vecchio”
regime dei minimi.
La circ. Agenzia delle Entrate 13.7.2009 n. 34 (§ 9) ha precisato che le spese per omaggi possono
essere dedotte integralmente soltanto se di valore pari o inferiore a 50,00 euro (in base al principio
di cassa proprio del regime in esame), a condizione che l’inerenza sia dimostrabile sulla base di
criteri oggettivi. Per gli omaggi di valore unitario superiore a 50,00 euro, si applica il trattamento
previsto per le altre spese di rappresentanza e, quindi, sempre secondo la circ. 34/2009, la deducibilità
nel limite del plafond dell’1% del reddito di lavoro autonomo professionale.
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RISPOSTE AI QUESITI
Le informazioni riportate potrebbero subire delle modifiche a seguito di eventuali aggiornamenti normativi successivi alla
data della redazione della presente newsletter.
Auguriamo a tutti i nostri lettori delle serene festività con l’augurio di un buon nuovo anno 2019.
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