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ALFONSO FERRAIOLI

DON RAFFAELE DE CRISTOFARO – ANGELA VITALE

LA VIA DEL DONO


Chi salva una vita salva il mondo intero

Via Crucis
con testimonianze e riflessioni sull’importanza
della donazione degli organi

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PRESENTAZIONE

Perché una Via Crucis incentrata sul tema della


“donazione degli organi?”.
La passione, morte e risurrezione di Gesù ci fanno
ripercorrere le fasi della vita di chi dona (Gesù), di chi riceve
(Noi) «Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la
tua Santa Croce hai redento il mondo» e di chi opera perché
ciò avvenga (Dio Padre) «Padre, nelle tue mani consegno il
mio spirito» (Lc 23,46).
Passione e dolore, morte e sgomento, Resurrezione e
vita nuova, le tre esperienze principali che il cristiano
attraversa nel cammino della Via Crucis.
Il centro di ogni stazione sarà l’ASCOLTO di una
brano biblico. Seguirà la lettura di un testo tratto dal mio libro
recentemente pubblicato “Il Dono”. Il sottotitolo che ho
scelto è: «Chi salva una vita salva il mondo intero», una
semplice frase che racchiude tutto il progetto di Dio Padre per
l’umanità, la salvezza.
Scrive San Giovanni: «Dio ha tanto amato il mondo
da mandare a noi il suo unico Figlio, perché chiunque crede
in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).

Dio non ha eliminato la morte, l’ha affrontata, le ha


dato un senso e ha promesso a noi che crediamo in lui, la vita
eterna. Per questo motivo, dopo l’ascolto della Parola di Dio
e una riflessione, ogni stazione si conclude con la preghiera

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che apre il nostro cuore per farci entrare l’amore di Dio,
quell’amore che poi non siamo invitati a donare agli altri.
Se la Via Crucis viene fatta in gruppo, il versetto del
tradizionale canto “Stabat Mater” ci aiuterà a pregare meglio
perché, dice il grande S. Agostino, chi canta prega due volte.

Cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica


riguardo al trapianto degli Organi? Al n. 2296 leggiamo:
«Il trapianto di organi è conforme alla legge morale
se i danni e i rischi fisici e psichici in cui incorre il donatore
sono proporzionati al bene che si cerca per il destinatario.
La donazione di organi dopo la morte è un atto nobile
e meritorio ed è da incoraggiare come manifestazione di
generosa solidarietà. Non è moralmente accettabile se il
donatore o i suoi aventi diritto non vi hanno dato il loro
esplicito assenso.
E' inoltre moralmente inammissibile provocare
direttamente la mutilazione invalidante o la morte di un
essere umano, sia pure per ritardare il decesso di altre
persone».

E tra i tanti discorsi pronunciati dai Papi o da illustri


teologi mi piace ricordare le parole di San Giovanni Paolo II,
durante il Discorso del 29 Agosto 2000, ai partecipanti del 18°
Congresso Internazionale della società dei trapianti.
Il Santo Padre considera i trapianti «una grande
conquista della scienza a servizio dell'uomo» grazie alla
quale «non sono pochi coloro che ai nostri giorni
sopravvivono». In un'ottica di autentica cultura del dono e
della solidarietà la medicina dei trapianti si rivela come uno

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«strumento prezioso nel raggiungimento della prima
finalità dell'arte medica, il servizio alla vita umana».

Già nella Lettera Enciclica Evangelium vitae lo stesso


Papa San Giovanni Paolo II affermava (al n. 86) che, tra i gesti
che concorrono ad alimentare un'autentica cultura della vita
«merita un particolare apprezzamento la donazione di
organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire
una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta
privi di speranza».

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I stazione
GESÙ VIENE CONDANNATO A MORTE

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (15,12-15)


Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo disse:
«Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi
chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono:
«Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Ma che male ha
fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!».
Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà
per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo
consegnò perché fosse crocifisso.

RIFLESSIONE
(Tutti i testi sono tratti dal libro “Il dono” dello stesso autore).

La fine non è altro che l’inizio

Quattro aprile, ore 3,15 mi sveglio, e come al solito


iniziano a frullare nella mia testa pensieri, impegni e tante
iniziative. […] Improvvisamente penso alla morte e alla vita:
“Chi salva una vita, salva il mondo intero”.
Così riusciamo anche a sconfiggere la morte?
Domanda che mi ripeto di continuo… per un attimo ho quasi
un timore per i miei pensieri, timore che ormai la follia sia
completamente entrata in me. […] Una vita che va via,
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quando si può, riesce a moltiplicare le vite che possono
salvarsi attraverso la donazione degli organi.

PREGHIERA
“Ma che male ha fatto”, disse Pilato.
Queste stesse parole le diciamo anche noi
quando veniamo a sapere
che una persona cara sta male.
Sembra una vera sentenza di condanna a morte,
per di più ingiusta,
eppure non è altro che l’inizio di un percorso
fatto di attese, imprevisti e speranze.
Signore,
tu che ben conosci il patire,
vogliamo sentirti vicino nella sofferenza;
fa che i nostri cari ammalati ti sentano accanto
e perdonaci per quelle volte che attribuiamo a Te
la causa dei mali che ci affliggono.
Tu, Gesù, Figlio di Dio, hai sofferto come noi.
Ci consolano le tue parole
“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”,
per questo, accresci la nostra fede, speranza e carità.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
Chiusa in un dolore atroce / era là sotto la croce /
dolce Madre di Gesù.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
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II stazione
GESÙ CARICATO DELLA CROCE INIZIA IL CAMMINO

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (27,27-31)


Dopo la condanna a morte, i soldati del governatore
condussero Gesù nel pretorio e, spogliatolo, gli misero
addosso un manto scarlatto; intrecciata una corona di spine
gliela posero sul capo, con una canna nella mano destra. Poi,
inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei
Giudei!». Sputandogli addosso, gli toglievano di mano la
canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo
spogliarono del mantello, gli rimisero le sue vesti, poi lo
condussero via per crocifiggerlo.

L’inizio del cammino

Un giorno di tanti anni fa, era tra Aprile-Maggio del


1983 quando mi fu diagnosticata la malattia: rene policistico.
È una malattia genetica autosomica dominante, una delle
patologie genetiche più comuni nell’uomo. […] Un ghigno
che sembra un amaro sorriso mi si stampa sulla faccia, il
cervello inizia a macinare pensieri senza senso, non
potrebbero che essere tali, in quanto ero completamente
all’oscuro di cosa potesse significare tutto ciò.
L’unica certezza era che la mia vita sarebbe
completamente cambiata. Inizia così una vita fatta di attese…
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attesa del regresso della malattia, controlli di routine, l’attesa
ansiosa dei risultati, non certamente per vedere se andavo
verso la guarigione, sapevo che era impossibile, ma per
controllare il progredire della malattia.
Vivere nell’attesa di andare verso il peggioramento
con la speranza che questo avvenga il più tardi possibile, ed
allontanare quanto prima lo spauracchio della “macchina” che
mi mantiene in vita.

PREGHIERA
Signore, quando una persona si ammala
inizia per lei un percorso che,
per noi cristiani, prende il nome di “Calvario”.
Tu conosci bene cosa significa questa salita.
Ci consola, perciò, sapere che la stessa strada
è stata già percorsa da Te Gesù,
che hai vinto la morte risorgendo
e per questo c’inviti a seguire le tue orme.
Eppure portare la croce è faticoso; il peso insopportabile.
Signore, sostieni coloro che sono spaventati,
affinché intravedano i piccoli spiragli di luce
che potranno dilatarsi solo se confidano totalmente in Te
che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
Il tuo cuore desolato / fu in quell’ora trapassato /
dallo strazio più crudel.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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PREGHIERA DEL DIALIZZATO1

Signore,
Tu mi hai donato l’Anima ed un Corpo.
Ho cercato di onorare l’Anima
mantenendo viva la Fede in Te,
anche se ho peccato.
Il Corpo è stato segnato
da un male subdolo e crudele,
che mi ha reso schiavo
di una macchina per sopravvivere.
Rabbia e disperazione
mi sono stati compagni, ma poi,
vedendo la sofferenza ben più dolorosa
di tanti miei fratelli,
ho capito che proprio attraverso
questa sofferenza si può comprendere
il senso vero della Vita
ed ho ritrovato la Pace,
perché la Vita vale sempre la pena di essere
vissuta.

Signore,
domani ripeterò il rito ormai consueto,
Tu dammi la forza di sopportarlo,
e sia fatta sempre la Tua Volontà,
anche con la dialisi. Amen.

1
http://www.emodializzati.it/preghiera-dializzato/

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III stazione
GESÙ CROLLA SOTTO IL PESO DELLA CROCE

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

LEGGENDO LE SACRE SCRITTURE


Il profeta Isaia aveva visto il Salvatore caricato delle nostre
sofferenze, addossato dei nostri dolori. Egli è stato trafitto per
le nostre colpe. (cfr. Isaia 53,4-5). Umiliato e sopraffatto dal
peso della croce, ancora più sfinito dai patimenti della
flagellazione e coronazione di spine, Gesù cade al suolo privo
di forze.

La stanchezza che fa crollare

Dopo il trapianto del rene esclamo: “Ce l’ho fatta,


come sono contento”; l’ho capito poi dopo perché appena
pronunciata questa frase, tutti si girarono allontanandosi di
qualche passo. […]
Mi portano in camera ed inizia una lotta tra me e un
infermiere; ogni volta che entrava in camera per fare dei
monitoraggi io gli domandavo: “Il rene è partito?, ho
iniziato a urinare?”. Lui effettuava i monitoraggi senza
nemmeno guardarmi in faccia e scappava via.
[…] La mattina seguente il primario insieme ad altri
medici iniziarono a parlarmi. A mano a mano che andavano
avanti, le speranze presero il posto dello smarrimento.
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Alla fine, detto in parole povere, avevo rischiato molto
seriamente la vita ed il rene era stato di nuovo tolto.

PREGHIERA
Portare un peso quando si è obbligati a portarlo,
diventa ancora più pesante.
Vorremmo fermarci, riposarci, ma non si può.
La sofferenza c’impedisce di scappare per evitarla.
Guardiamo a Te, Gesù, che senza forze, sei crollato.
In quei momenti hai pensato a noi e per noi ti sei rialzato.
Guarda
coloro che sono caduti
fisicamente e psicologicamente nella disperazione.
Manda loro qualcuno che li risollevi,
dando loro la voglia di continuare a credere in se stessi,
per custodire nel proprio cuore la sicura speranza in Te
che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
Quanto triste, quanto affranta / ti sentivi, o Madre Santa /
del divino Salvator!
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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IV stazione
GESÙ INCROCIA GLI OCCHIA DELLA MADRE

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO LUCA (2,34-35)


Quando Gesù bambino fu presentato al Tempio, il vecchio
Simeone disse a Maria: «Questo bambino è qui per la caduta
e la risurrezione di molti in Israele e come segno di
contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -,
affinché siano svelati i pensieri di molti cuori»..
La Madonna si ricordò quelle parole quando incontrò il suo
Gesù sofferente lungo il percorso del Calvario e lo seguì con
un indescrivibile dolore materno.

L’impotenza di fronte al dolore

Appena ci diedero la notizia che per la nostra


giovanissima bambina, si bambina, nonostante i suoi 17 anni,
ormai non c’era più niente da fare, ci stringemmo in un solo
corpo io e mia moglie, noi due, il papà e la mamma. Tutto
crollava, solo macerie intorno a noi, poi una voce
accompagnata da un dolce viso e due mani che racchiusero in
un’unica entità le nostre, ci spiegò della donazione degli
organi e di come la nostra bambina avrebbe potuto salvare
altre vite.

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Non capivamo perché parti della nostra bambina
avrebbero dovuto essere utilizzate per questo, rifiutammo
categoricamente non volevamo assolutamente nemmeno
sentirne parlare. Scappai via da quell’uomo con il camice
bianco seguita da mio marito, avrei voluto afferrarlo e
sbatterlo forte, poi ho capito dopo, era solo un modo per
sfogare il dolore, non era rabbia verso di lui, anzi.
Avvolsi teneramente il braccio attorno alle sue spalle,
capivo che sentiva una parte della sua carne che aveva tenuta
nel suo grembo scappare via. […] Era la nostra bambina che
andava via, che lasciava noi, i suoi sogni, il suo fidanzatino,
così in un attimo.

PREGHIERA
Quando gli occhi di chi soffre
incrociano quelli dei propri cari,
l’impotenza rende la sofferenza ancor più dolorosa.
Eppure gli occhi materni di Maria
diedero tanta forza a Gesù,
così come quelli di Gesù spinsero la Madre
a seguirlo ancora lungo la strada del Calvario.
Signore,
incoraggia le mamme che vedono i loro figli
soffrire nel corpo e nell’anima,
e dona loro l’instancabile forza per lottare, attendere e
sperare. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

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Canto
Con che spasimo piangevi / mentre trepida vedevi /
il tuo Figlio nel dolor.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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PREGHIERA PER I DONATORI DI ORGANI

O Padre,
tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo
morendo sulla croce ha ridonato la Vita al mondo
e ci ha dato l’esempio,
perché non viviamo più per noi stessi
ma per Colui che ci ha salvato dalla morte e dal male.

Ti rendiamo grazie per i BENEFATTORI


che hanno voluto che la loro morte
divenisse occasione di Vita per altri fratelli e sorelle.
Noi non conosciamo i loro nomi,
ma ti chiediamo di scriverli sul libro della Vita;
dona loro il cento per uno e la vita eterna,
consola il dolore dei loro familiari
con il conforto della tua presenza.

Fa che ricordiamo sempre


Quanto è preziosa la vita umana,
soprattutto quando essa è fragile e debole.

Rendici testimoni del tuo amore


e fa che un giorno meritiamo di essere accolti nel tuo
Regno, insieme a coloro che ci hanno ridonato la Vita e
con tutti i Santi che cantano in eterno le tue lodi Amen.

(Luigi Moretti,
Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno)

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V stazione
GESÙ VIENE AIUTATO DA SIMONE IL CIRENEO

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (15,21)


Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo
Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di
Alessandro e Rufo.

Il sostegno vicendevole

Tenendoci per mano, io e mio marito, ci allontanammo


dal reparto, come a voler scappare via da chi aveva proposto
quelle cose; donare gli organi di nostra figlia.
C’incamminammo lungo il corridoio senza nemmeno sapere
dove andare, era la prima volta che eravamo entrati in
quell’ospedale lontano dal nostro paese…
Camminavamo come degli automi, trovammo una
stanza con una porta aperta ed alcune sedie, vi entrammo
senza nemmeno vedere dov’eravamo, cademmo affranti su di
esse e tenendoci abbracciati chiudemmo gli occhi avvolti in
un torpore.

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PREGHIERA
Il Cireneo fu “costretto”
a prendere quella croce per aiutare Gesù.
Ognuno di noi porta dei pesi nel cuore
che non vorrebbe avere.
Oltre ai nostri pesi,
portiamo anche le sofferenze delle persone
che ci sono accanto.
Signore,
accresci la nostra forza,
per renderci capaci di essere di reale aiuto per gli altri,
consapevoli che tu ci rafforzi giorno per giorno,
se confidiamo in Te che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.

Canto
Se ti fossi stato accanto / forse che non avrei pianto /
o Madonna, anch’io con te?
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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VI stazione
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

LEGGENDO LE SACRE SCRITTURE


Il profeta Isaia aveva visto il volto del Servo Sofferente
proprio come appariva Gesù durante la salita al Calvario:
«Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere. Disprezzato come il più
miserabile degli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il
patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era
disprezzato e non ne avevamo alcuna stima» (Isaia, 53,3-4).
Tra la folla rumorosa, una donna si avvicina a Gesù e, con un
candido lino, cerca di dargli un piccolo sollievo asciugando il
suo volto.

La compassione silenziosa

Rosa, donna e mamma, vive momenti del suo lavoro


in ospedale con queste emozioni. Sono emozioni uniche,
difficili da descrivere e raccontare; tutti i giorni si aspetta la
notizia. All’improvviso arriva: “Non preparate il rene
artificiale di… perché è in ospedale: c’è un donatore”.
L’emozione sale, il cuore batte forte, vorresti
chiamarlo ma non lo fai. Aspetti, perché spesso il rene non è
compatibile e viene donato ad un altro paziente con maggiore
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compatibilità. C’è chi festeggia e chi continua ad aspettare la
chiamata.

PREGHIERA
Una donna si fa spazio tra la folla
e asciuga un pò il volto sofferente di Gesù.
Le lacrime visibili e quelle invisibili,
la fatica del percorso della malattia, la paura di non farcela…
La Veronica con rispetto e discrezione
asciuga il volto di Gesù;
non gli cancella la condanna a morte,
ma attraverso quel gesto,
fa tutto ciò che è in suo potere per risollevarlo.
Fa, o Gesù, che come Te impariamo ad apprezzare
qualsiasi gesto o dono che riceviamo
e a saper fare agli altri, ciò che è possibile,
per la gioia di vedere di fronte a noi volti sereni o
quantomeno certi, di non essere soli nella ripida salita.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
Dopo averti contemplata / col tuo Figlio addolorata /
quanta pena sento in cuor.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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PREGHIERA DEL TRAPIANTATO
Dio onnipotente ed eterno,
noi adoriamo in Te
il Padre che prende cura di tutti gli esseri,
il Signore della vita e della morte,
la Forza feconda dell’amore
che tutto e tutti vuole comporre in unità.

Nella Tua Provvidenza


Tu hai dotato la natura
di abbondanti risorse per l’uomo da Te creato
a Tua immagine e somiglianza, perché possa
pienamente realizzarsi,
secondo il Tuo progetto.

Noi Ti ringraziamo per averci dato


la possibilità di continuare a vivere
per il generoso contributo di fratelli,
che ci hanno donato una parte di sé.

Fa’ che questo meraviglioso gesto umanitario


sia per loro pegno d’infinita beatitudine
con Te,
nella gloria del cielo. Amen

Don Mario Turla, Parroco di Travagliato (Bs)

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VII stazione
GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI
VIENE INCHIODATO SULLA CROCE

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (15,24-27)


Lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di
esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino
quando lo crocifissero.

Il crollo fisico e psicologico

All’improvviso tutti i sogni svaniscono, la


spensieratezza lascia il posto ad un serio problema. Attese,
pianti, tutto raccolto in una sola parola “Dialisi”. Avrei voluto
che fosse solo un brutto sogno, ma non era così! Versavo
lacrime, non volevo accettare quello che stava accadendo al
mio sposo e così, tre giorni a settimana, prendevo l’auto e lo
accompagnavo a vivere, sì, a vivere! Perché nonostante ciò,
quella macchina della dialisi era per me una consolazione in
quanto ridava la vita al mio amore.
Stare lì a giorni alterni, per quattro ore, durante le quali
all’improvviso ti può e ti vengono spesso svenimenti, cali di
pressione e, la cosa più dolorosa, i crampi.

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Lacci lunghi e doppi aghi che ti penetravano il braccio;
con uno prendevano il sangue che attraversava la macchina
per purificarlo dalle scorie, poiché i reni non riuscivano più
ad assolvere la loro funzione e con l’altro lo iniettavano di
nuovo.

PREGHIERA
Signore, tu che ben conosci il patire,
sostieni coloro che soffrono e
hanno perduto la serenità.
Volgi il tuo sguardo sui malati crocifissi,
quelli costretti a rimanere a letto
senza potersi rialzare liberamente,
e ai dializzati che per lunghe ore
sono legati a una macchina per poter vivere.
Da a tutti la forza di guardare a Te
che sulla croce ci hai insegnato a credere
nella presenza
del Padre nostro accanto a noi.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
Le ferite che il peccato/ sul suo corpo ha provocato /
Siano impresse, o Madre, in me.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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VIII stazione
GESÙ MUORE

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (15,33-37)


Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle
tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì,
Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei
presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a
inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava
da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo
scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

L’apparente sconfitta

“Pronto?! Centro trapianti di Salerno”. Dopo sei


mesi dalla dialisi arriva la chiamata del tutto inaspettata.
Sentendo quella voce un mix di emozioni. Arrivati li, non
sapevamo come comportarci, mi ricordo una sedia, un rosario
tra le dita mai lasciato, quasi a consumarlo per 24 ore. Ma le
mie preghiere non servirono a niente, perché il dono non era
compatibile.

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Ritornò la tristezza sul mio volto e quel viso stanco e
deluso ci riportò a casa. Dio solo sa quanto ho pianto… in
quel periodo le lacrime erano il mio pasto. Ci facemmo forza
e andammo avanti sperando in una prossima chiamata.
Trascorrono i giorni, all’improvviso il 23 marzo, dopo
sei mesi, squilla il telefono: “Pronto?! Centro trapianti di
Salerno”. […] “Stavolta sarà la volta buona me lo sento”.
Enrico rinasce. Il trapianto riuscito. Chiunque tu sia, rimarrai
sempre nei nostri cuori perché hai ridato il sorriso alla persona
più importante della mia vita”.

PREGHIERA
Signore,
quando tutto sembra finito,
a volte vediamo accadere qualcosa che non ci aspettavamo.
La tua Madre Addolorata
ti vide distrutto fisicamente e poi morire,
eppure ebbe la gioia di rivederti Risorto.
Continua a infondere nel nostro cuore,
la forza di saper superare la barriera della disperazione
per giungere alla visione del tuo volto.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
E vedesti il tuo Figliuolo / così afflitto, così solo /
dare l’ultimo respir.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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IX stazione
GESÙ DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (15,43-46)


Giuseppe di Arimatea, membro autorevole del Sinedrio, con
coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si
meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli
domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione,
concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un
lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo
mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una
pietra all’entrata del sepolcro.

L’attesa

Un malato di cuore che aspetta il dono cioè il trapianto


dell’organo di cui ha bisogno, conta le crisi, sa che quante più
crisi subentrano più si avvicina il momento fatale, sa che
quando più l’attesa si prolunga più la possibilità di crisi
estrema si avvicina ed è così che trascorri la vita, se tale la si
può definire.
Il dono c’è, “esiste”, ma tali iniziative sono poche, non
bastano a far si che “il ragazzo” non conti più le crisi, che la
macchina smetta in fretta di purificare il tuo sangue, che quei
volti ingialliti ritornino a riacquistare il loro bel colore

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naturale, prima che la morte possa colpirli con quel brutto
colore sul volto.
È così che inizia l’attesa, l’attesa di una rinascita, conti
le notti, ti attacchi al telefono, lo fai vivere in te e con te,
perché è attraverso il suo tramite che ti può arrivare la
chiamata che ti fa sobbalzare, ma allo stesso momento crea
dentro di te un vortice di strani sentimenti.

PREGHIERA
Silenzio, angoscia, buio.
O Gesù,
dopo la tua morte questo hanno vissuto i tuoi discepoli.
Questo viviamo anche noi
ogni volta che una persona a noi cara muore.
Insegnaci a ricordarci che il tuo sepolcro si è aperto
e ora tu sei accanto a ciascuno di noi
per insegnarci ad affrontare la sofferenza e la morte,
ma anche le gioie che ci sono e ci saranno donate.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Canto
Di dolori quale abisso / presso, o Madre, Crocifisso /
voglio piangere con te.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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X stazione
GESÙ È RISORTO

Guida: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.


Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

DAL VANGELO SECONDO MARCO (16,1-6)


Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo
e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere il
corpo di Gesù. Di buon mattino, il primo giorno della
settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra
loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del
sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era
già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel
sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una
veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non
abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È
risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto».

Per riflettere…

Improvvisamente una grossa porta che prima non


avevamo nemmeno notato si aprì e uscirono due persone che
camminavano un poco barcollando, poi dopo pochi secondi
ne uscì un altro su di una sedia a rotelle spinto da un
infermiere, nel frattempo anche mio marito aveva aperto gli
occhi ed osservava la scena.

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Un ragazzino ed una giovane ragazza, ad occhio
dell’età di nostra figlia, uscirono accompagnati da due
infermiere e si allontanarono.
Le infermiere ritornarono dopo poco, io gli chiesi: che
reparto è? Una di loro rispose: reparto dialisi, chissà se mai
avranno la possibilità di abbandonare quella macchina e
ritornare a svolgere la loro vita. E varcò di nuovo quella porta.
Dolore, tristezza, malinconia, senso di colpa assaliva le nostre
menti.
Abbiamo smesso di piangere, certamente il dolore non
era affatto sparito, tutt’altro, ma abbiamo capito che avremmo
potuto salvare delle vite nel nome della nostra bambina.
Abbiamo lasciato quella sala e tornando sui nostri
passi, ripercorrendo a ritroso quel corridoio siamo ritornati al
punto in cui era pervenuta la proposta. Ci siamo stretti di
nuovo in un abbraccio con il medico e abbiamo acconsentito
a che la vita vincesse sulla morte.

PREGHIERA
Tante volte, Gesù,
l’avevi detto ai tuoi amici che dopo tre giorni saresti
risorto. Lo avevano dimenticato in quei momenti di dolore.
Anche a noi la morte ci fa dimenticare tutto
in quei momenti o lunghi periodi neri.
Signore,
se stiamo qui è perché sappiamo che invisibilmente
stringi la mano a ciascuno di noi.

29
Afferraci quando sfuggiamo;
abbracciaci quando le lacrime, anche quelle nascoste,
bagnano il nostro cuore;
sostienici se la paura ci fa crollare.
Tu sei Dio e vivi e Regni con Dio Padre,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Canto
O Madonna, o Gesù buono / vi chiediamo il grande dono /
dell’eterna gloria in ciel.
Santa Madre, deh! Voi fate, che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

30
PREGHIERA FINALE

Signore Gesù Cristo,


ti rendo grazie per gli immensi benefici
che mi hai meritato
con la tua passione e morte.

Accogli questa meditazione sulla tua passione


come segno del mio amore
e della mia riconoscenza per te.

Fa, o Signore, che il frutto prezioso di questa meditazione


sia la pazienza cristiana
in tutte le afflizioni della vita
e l’abbandono filiale alla tua volontà.
Concedimi di essere tuo
nella vita e nella morte,
per i meriti della tua passione.

IL SIGNORE CI BENEDICA, CI PRESERVI DA OGNI MALE E


CI CONDUCA ALLA VITA ETERNA. AMEN.

31
32
CONCLUSIONE

Concludiamo questo incontro di preghiera e riflessione


con una storia di morte che diventa una storia di vita, di
altruismo, di amore… È una storia che c’insegna di come è
grande la voglia di fare del bene.
Nicholas Green, un bambino statunitense, vittima a
sette anni di un assassinio sull’autostrada mentre era con i
genitori e la sorella. L’automobile su cui viaggiava insieme
ai genitori fu scambiata per quella di un gioielliere da alcuni
rapinatori che tentarono un furto, degenerato poi in omicidio.
Ricoverato in ospedale, Nicholas morì qualche giorno dopo.
I genitori autorizzano il prelievo e la donazione degli
organi. Ne beneficiarono sette italiani, di cui quattro bambini
e un adulto, mentre altri due riacquistarono la vista grazie al
trapianto delle cornee.
Un padre e una madre in un paese straniero si vedono
strappare via il proprio bambino davanti ai loro occhi e loro
salvano sette vite in quello stesso paese, donando gli organi
del proprio figlio.

Un ultimo, ma non meno importante pensiero,


va a tutti gli angeli che
hanno donato ad altre persone
i loro organi per permettere loro di continuare a vivere.

33
PREGHIERA
DEL DONATORE DI ORGANI1

Signore Iddio,
Tu che dall’alto vedi le miserie e le sofferenze umane,
Tu che hai sacrificato il Tuo Figlio
per la salvezza dell’Umanità,
Tu che hai fatto l’uomo libero,
liberami dall’egoismo e concedimi di rendere
ai fratelli sofferenti ciò che Tu mi hai dato.

Fa che una parte di me, dopo la mia morte,


renda felici altre persone colpiti da malattie
e bisognose di trapianti.
Dammi la gioia di donare,
come ha fatto Tuo Figlio in croce donando tutto se stesso,
almeno una parte del mio corpo
perché possa ridare la vita a qualcuno
e diffondere così amore,
speranza e pace. Amen

1
https://www.vallionainmarcia.it/preghiere-del-donatore/
34
Dopo il libro e lo spettacolo teatrale, La Via del Dono
raggiunge il vertice di questa esperienza di annuncio…
Si noi annunciamo che quando il nostro corpo si fermerà, se
ci sono le condizioni, è possibile con qualche nostro organo,
far rivivere altri nostri simili… fratelli nell’umanità.

Ripercorrere la Via della Croce è innanzitutto il segno


della gratitudine profonda per quanto il Signore ha patito per
noi. È rispondere alla chiamata a mettersi dietro di Lui per
imparare a portare la nostra croce ed aiutare i fratelli a
portare la loro.

La Via Crucis per noi cristiani è il cammino di Gesù, il


Figlio di Dio, che ha voluto condividere con noi ogni cosa,
anche il dolore, per non farci sentire soli nella sofferenza.

Grazie a te, Alfonso, per quanto fai, per come lo fai e


per l’entusiasmo che ci contagia e fa riflettere sempre più
profondamente su tematiche fondamentali riguardanti la
nostra Vita…

Don Raffaele De Cristofaro

35
Quando ho letto il libro Il Dono di Alfonso Ferraioli ho
subito pensato alla Via Crucis.
Sono cristiana, cattolica e praticante e da sempre vivo
il tempo di Quaresima con attenzione particolare alla pratica
della Via Crucis.
Meditare, pregare e riflettere sulla Passione, Morte e
Resurrezione di Cristo è l essenza dell’essere cristiano.
Il dolore, i tormenti, le torture, il buio ed infine la
vittoria, sì, la vittoria della Vita sulla Morte, sono gli elementi
che emergono dal libro Il Dono.
Leggevo e pensavo già alle stazioni,
nella mia mente avevo già visto questa nuova pubblicazione.
E cosi è stato, ringrazio l’autore per avermi reso partecipe di
questa stesura, in realtà, il mio contributo è stato minimo, ma
sono contenta del risultato finale, anche perché ho avuto
l’opportunità di "studiare" sia il libro che la Via Crucis.

Angela Vitale

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Percorrendo la via del Dono incontriamo
Valentina ed Anna

Valentina una ragazzina di 15 anni che vive


la sua splendida età.
Anna, una bimba di 5 anni che vive la bellezza sorridente
della sua dolce età.
Valentina avrà per sempre 15 anni.
Anna vivrà gli anni a venire.
Valentina è donatrice di Vita.
Anna aveva sette mesi quando gli è stata ridonata la Vita
Voglio partire da qui,
Voglio portare gli esempi di Vita che durante questo mio
percorso ho conosciuto.
Ho conosciuto la vita che Valentina, attraverso il gran gesto
effettuato dai suoi cari, ha ridato a chi era lì lì
per far a meno di essa.

Ho conosciuto la vita vissuta per soli sette mesi, che Anna


stava li li per far a meno di essa, riafferrata grazie a chi
come Valentina ha donato per la salvezza dell’umanità.
Entrambe hanno conosciuto e vissuto il Calvario.

Quello di Valentina si è presentato quella mattina di giugno


sotto forma di asfalto polveroso che ha inghiottito la Sua
esistenza di giovanetta che va incontro alla vita.

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Anna, invece, il suo Calvario è rappresentato da un’infame
malattia che colpisce il suo piccolo fegato.
Valentina risorge attraverso la Vita che dona ad altri
bambini, coinvolti come Anna in un doloroso Calvario.
Parte di se vive in Loro.

Anna Risorge attraverso quel meraviglioso Dono che


effettua chi crede fermamente che “Salvando una vita si
salva il mondo intero”.
Io lo so cosa significa il Calvario e il Risorgere.

Io lo so cosa significa l’Attesa.


Io lo so cosa significa vivere con la paura che la disperazione
possa prendere il sopravvento.
Io sono Rinato e non posso tacere,
non posso tenere solo per me la grande forza
che il Signore mi ha donato,
voglio gridare forte di non arrendersi,
di dire che Donare si può.

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Grazie… grazie a due care persone che hanno dato
la possibilità di aggiungere quest’ulteriore veicolo
Meraviglioso per la divulgazione del tema delle Donazioni
degli Organi al Libro e alla Rappresentazione teatrale.

Una Via Crucis racchiusa in una Preghiera Speciale,


consentitemi, per Persone veramente speciali, coloro che nel
momento del dolore per la perdita di un proprio caro, hanno
il senso di Solidarietà e Amore per gli altri, donando parte dei
loro cari per la loro Rinascita.
Grazie ad Angela Vitale e Don Raffaele De Cristofaro
per il grande lavoro effettuato, è vero il mio libro ha ispirato,
ma il lavoro per la Via Crucis è stato Loro… Grazie anche a
nome di chi percorre il Calvario con la speranza della
Resurrezione grazie a “La Via Del Dono”.

Alfonso Ferraioli

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