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come la sola concepibile di fronte alla violenza del capitali-

smo e ai feticismi della modernità: «Lo Stato non vale per

Salti! Salti! Salti! ogni cosa», egli scrisse, prendendo chiaramente posizione
contro «le presuntuose esagerazioni del fattore politico»
Daniel Bensaïd che trasformano lo Stato burocratico nell'incarnazione
dell'universale astratto. Piuttosto che essere un'unilaterale
La riflessione sull'agire politico rivoluzionario non può passione per il sociale, i suoi sforzi sono diretti verso
che partire da una riflessione critica sul pensiero di l'emersione di una politica degli oppressi a partire dalla
Lenin, sui suoi limiti, sulla sua attualità. Di fronte al costituzione di corpi politici non statali, che preparino la
cerchio stregato del feticismo, strada alla necessaria estinzione dello Stato come corpo
Lenin riconobbe la necessità dell'agire consapevole ed separato.
organizzato, in una forma strettamente relazionata La questione vitale, urgente, è quella della politica dal
ma chiaramente distinta dalla classe. Una forma, che basso, politica per coloro che sono esclusi e tagliati fuori
si chiami partito o meno, che sia in grado di saper dalla politica statale delle classi dirigenti.
cogliere le fratture del tempo omogeneo, e sia pronta Dobbiamo risolvere l'enigma delle rivoluzioni proletarie e
ad intervenire per mutare le rivolte in rivoluzioni. Il delle loro ripetute tragedie: come scrollarsi di dosso la pol-
pensiero strategico, nella versione leniniana, si vere e vincere la scommessa?
presenta così come pensiero del possibile, come Come può una classe fisicamente e moralmente menoma-
negazione radicale della fine della storia. ta nella sua vita quotidiana dalla schiavitù involontaria del
lavoro salariato trasformarsi nel soggetto universale dell'e-
mancipazione umana? Le risposte di Marx a questa que-
stione rappresentano una scommessa sociologica - lo svi-
Hannah Arendt temeva che la politica potesse sparire com- luppo industriale conduce all'incremento numerico e alla
pletamente dal mondo. Il secolo appena trascorso ha co- concentrazione della classe lavoratrice, le quali a loro volta
nosciuto tali disastri che la questione se "la politica conti- conducono al progresso nella sua organizzazione e co-
nua ad avere un significato" è diventata inevitabile. Le im- scienza. La logica stessa del capitale conduce alla «costitu-
plicazioni contenute in questi timori erano eminentemen- zione del proletariato in classe dirigente».
te pratiche: «L'assenza di significato a cui sta arrivando La prefazione di Engels all'edizione del 1890 del Manifesto
tutta la politica è confermata dal vicolo cieco in cui si comunista conferma quest'affermazione: «Per quanto ri-
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stanno chiudendo le specifiche questioni politiche» . guarda il trionfo finale delle idee sostenute nel Manifesto,
Secondo la Arendt, la forma assunta da questa paventata Marx contava solamente ed esclusivamente sullo sviluppo
scomparsa della politica era il totalitarismo. intellettuale della classe lavoratrice, derivante necessaria-
Oggi siamo confrontati a differenti forme di pericolo: il to- mente dall'azione unitaria e dalla discussione». L'illusione
talitarismo, il volto umano della tirannia del mercato fi- secondo la quale la concessione del suffragio universale
nanziario. Qui la politica si trova stritolata tra l'ordine dei avrebbe permesso al proletariato inglese, che rappresenta-
mercati finanziari - fatto per sembrare naturale - e le pre- va la maggioranza della società, di adeguare la rappresen-
scrizioni moralizzanti del capitalismo ventriloquo. La fine tanza politica alla realtà sociale deriva da questa scommes-
della politica e la fine della storia coincidono allora nell'in- sa. Nello stesso spirito, nel suo commento del 1898 al Ma-
fernale ripetizione dell'eternità della merce, in cui risuona- nifesto, Antonio Labriola ha espresso il punto di vista che
no le voci stonate di Fukuyama e Furet: «L'idea di un'altra l'auspicata unione dei comunisti e del proletariato fosse un
società è diventata quasi impossibile da concepire, e nes- fatto compiuto sin da subito. L'emancipazione del proleta-
suno nel mondo oggi ne parla. Siamo qui, condannati a riato sarebbe derivata necessariamente da questo sviluppo
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vivere nel mondo qual è» . Questo è peggio della malinco- sociale.
nia - è la disperazione, come avrebbe detto Blanqui, que- La storia convulsa dell'ultimo secolo mostra che non pos-
st'eternità del genere umano attraverso il Dow Jones e l'FT siamo fuggire facilmente dallo stregato mondo delle merci
100. e dai suoi dei assetati di sangue.
Hannah Arendt pensava di poter fornire una data d'inizio e L'importanza attuale di Lenin risulta necessariamente da
di fine della politica: inaugurata da Platone e Aristotele, quest'affermazione. Se la politica oggi continua ad avere
aveva trovato la sua conclusione definitiva nelle teorie di una possibilità di evitare il doppio pericolo di una natura-
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Marx . Con lo stesso gesto con cui aveva annunciato la fine lizzazione dell'economia e di un fatalismo storico, questa
della filosofia, Marx avrebbe pronunciato anche quella del- possiblità ha bisogno di un nuovo gesto leninista nelle
la politica. nuove condizioni della globalizzazione imperiale. Il pen-
Questo giudizio, tuttavia, non riconosce la politica di Marx siero politico di Lenin è quello della politica come strate-

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gia, del momento propizio e degli anelli deboli. sono intrecciati. «Non dobbiamo immaginarci la rivolu-
Il tempo "omogeneo e vuoto" del progresso meccanico, zione come un atto singolo: la rivoluzione sarà una rapida
privo di crisi e interruzioni, non è un tempo politico. L'i- successione di esplosioni più o meno violente, che si alter-
dea sostenuta da Kautsky di un' "accumulazione passiva di neranno con fasi più o meno calme. Per questo motivo
forze" appartiene a questa concezione del tempo. Versione l'attività essenziale del nostro partito, il fulcro della sua
primitiva della forza calma, questo "socialismo fuori del attività, deve essere un lavoro possibile e necessario sia in
tempo" e a velocità di tartaruga dissolve le incertezze della periodi di violentissime esplosioni sia in quello calma,
lotta politica nelle leggi conclamate dell'evoluzione storica. cioè un lavoro di agitazione politica unificata per tutta la
Lenin, al contrario, pensa la politica come un tempo pieno Russia».
di lotte, un tempo di crisi e crolli. Per lui la specificità della Le rivoluzioni hanno il loro ritmo, segnato da accelerazio-
politica è espressa nel concetto di crisi rivoluzionaria, che ni e rallentamenti. Hanno la loro geometria, nella quale la
non è la continuazione logica di un "movimento sociale", linea dritta è interrotta da biforcazioni e svolte improvvi-
ma una crisi generale delle relazioni reciproche tra tutte le se. Il partito appare così in una nuova luce. Per Lenin, non
classi nella società. La crisi è allora definita come "crisi è più il risultato di un'esperienza di accumulazione, né l'in-
nazionale". segnante modesto il cui compito è di risollevare il proleta-
Essa mette a nudo le linee di conflitto che sono state oscu- riato dalle tenebre dell'ignoranza all'illuminazione della
rate dalla fantasmagoria mistica delle merci. Solo allora, e ragione. Esso diventa un operatore strategico, una specie
non in virtù di una presunta maturazione storica, il prole- di scatola del cambio della lotta di classe. Come Walter
tariato può essere trasformato e "diventare ciò che è". Benjamin aveva chiaramente riconosciuto, il tempo strate-
La crisi rivoluzionaria e la lotta politica sono quindi stretta- gico della politica non è il tempo vuoto e omogeneo della
mente legate. "La coscienza di sé che può avere la classe la- meccanica classica, ma un tempo spezzato, pieno di nodi e
voratrice è legata indissolubilmente a una precisa cono- di grembi gravidi di eventi.
scenza delle relazioni reciproche tra tutte le classi nella so- Senza alcun dubbio, nella formazione del pensiero di Le-
cietà contemporanea, una conoscenza non solo teorica, al nin c'è un intreccio di continuità e rotture. La maggiore
contrario bisognerebbe dire che è meno teorica che fonda- rottura (che non è una "rottura epistemologica") può esse-
ta sull'esperienza della politica". Solo attraverso il test della re collocata nel 1902, attorno a Che fare? e a Un passo
pratica politica, infatti, questa conoscenza dei rapporti re- avanti, o di nuovo nel 1914-1916, quando era necessario ri-
ciproci tra le classi può essere acquisita. Essa trasforma la pensare l'imperialismo e lo Stato all'ombra della guerra e
"nostra rivoluzione" in una "rivoluzione per tutto il popo- ritrovando di nuovo il filo della logica hegeliana. Allo stesso
lo". tempo, da Lo sviluppo del capitalismo in Russia, un'opera
Si tratta di un approccio del tutto opposto a un operaismo fondativa, in poi, Lenin stabilirà l'impalcatura che gli per-
rozzo, che riduce il politico al sociale. Lenin rifiuta catego- metterà successivamente di operare correzioni teoriche e
ricamente di confondere la questione delle classi con quel- aggiustamenti strategici.
la dei partiti. La lotta di classe non si riduce all'antagoni- I dibattiti nel corso dei quali fu definito il bolscevismo sono
smo tra il lavoratore e il suo padrone. Mette a confronto il un'espressione di questa rivoluzione nella rivoluzione.
proletariato con l'intera classe capitalista sul livello del Delle polemiche del Che fare? e di Un passo avanti, due
processo della produzione capitalista come intero, che co- indietro, i testi classici conservano l'idea di un'avanguardia
stituisce l'oggetto della ricerca nel III Libro del Capitale. centralizzata con una disciplina militare. La questione rea-
Per questo motivo, inoltre, è perfettamente logico che il ca- le è altrove. Lenin lotta contro la confusione, che egli de-
pitolo incompiuto sulle classi di Marx arrivi precisamente a scrive come "disorganizzante", tra il partito e la classe.
questo punto e non nel I Libro sul processo produttivo o Operare una distinzione tra di essi trova il suo contesto
nel II sul processo di circolazione. In quanto partito politi- nelle grandi controversie allora in corso nel movimento so-
co, la socialdemocrazia rivoluzionaria rappresenta quindi cialista e in particolare in Russia. Si oppone alle correnti
la classe lavoratrice non solo nella sua relazione con un populiste, economiciste e mensceviche, che a volte conver-
gruppo di datori di lavoro, ma anche con «tutte le classi gono nel difendere il "socialismo puro". L'apparente in-
della società contemporanea, con lo Stato come forza or- transigenza di questa ortodossia formale esprime di fatto
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ganizzata » . l'idea che la rivoluzione democratica deve essere una tap-
Il tempo del momento propizio nella strategia leninista pa necessaria sulla strada dell'evoluzione storica. Si pre-
non è quello delle Penelopi e delle Danaidi elettorali, il cui supponeva che, mentre aspettava di rafforzarsi e di rag-
lavoro è costantemente fatto e disfatto, ma quello che dà giungere la maggioranza sociale ed elettorale, il nascente
un ritmo alla lotta ed è sospeso dalle crisi - il tempo del movimento operaio dovesse lasciare il ruolo di direzione
momento opportuno e della singola congiuntura, dove ne- alla borghesia e accontentarsi di agire in supporto della
cessità e contingenza, atto e processo, storia ed evento modernizzazione capitalista. Questa fiducia nella direzione

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della storia, nella quale ogni cosa sarebbe giunta al mo- cati di produttori, che arriverebbe a ridurre la lotta di classe
mento dovuto per coloro che lo attendevano, esprime le al confronto tra interessi settoriali privi di sintesi.
posizioni orotodosse di Kautsky nella Seconda Internazio- La politica, al contrario, ha un linguaggio, una grammatica
nale: dobbiamo avanzare pazientemente lungo la "strada e una sintassi proprie. Nella sfera politica, la lotta di classe
per il potere" finché il potere non cadrà come un frutto trasfigurata ha «la sua più piena, più rigorosa e più defini-
maturo. ta espressione nella lotta tra i partiti». Derivando da un re-
D'altra parte, per Lenin è l'obiettivo a orientare il movi- gistro specifico, non riducibile alle sue determinazioni im-
mento; la strategia consegue il primato sulla tattica, la poli- mediate, il discorso politico è più vicino all'algebra che al-
tica sulla storia. Per questo è necessario delimitare se stessi l'aritmetica.
prima di unirsi e, per unirsi, utilizzzare ogni manifestazio- La sua necessità appartiene a un ordine differente, «molto
ne di scontento ed elaborare sino ai minimi elementi di più complesso», di quello delle rivendicazioni sociali diret-
una protesta, foss'anche embrionale. In altre parole, con- tamente legate alla relazione di sfruttamento. Contraria-
cepire la lotta politica come molto più ampia e complessa mente a ciò che immagina il "marxista volgare", la politica
della lotta economica dei lavoratori contro i padroni e il non segue pedissequamente l'economia. Il modello ideale
governo. Così, quando Raboceie Dielo deduce gli obiettivi del militante rivoluzionario non è il sindacalista dall'oriz-
politici dalla lotta economica, Lenin lo critica per il fatto di zonte limitato, ma "il tribuno del popolo" che soffia sulla
abbassare il livello dell'attività politica multiforme del pro- brace della sovversione in tutte le sfere della società.
letariato. È illusorio pensare che il movimento della classe Al "leninismo", o piuttosto al "leninismo" stalinizzato edi-
operaia, da solo, sia capace di elaborare da sé un'ideologia ficato come un'ortodossia di Stato, viene spesso attribuita
indipendente. la responsabilità del dispotismo burocratico.
Il mero sviluppo spontaneo del movimento operaio, al Si crede che nella nozione di partito di avanguardia, sepa-
contrario, conduce alla subordinazione all'ideologia bor- rato dalla classe, siano contenuti i germi della sostituzione
ghese. Per l'ideologia dominante non si tratta della mani- dell'apparato al movimento sociale reale e di tutti i gironi
polazione della coscienza, ma del risultato oggettivo del fe- dell'inferno burocratico.
ticismo delle merci. Si può sfuggire alla sua morsa d'acciaio Tuttavia, per quanto ingiusta possa essere, quest'accusa
e alla sua schiavitù forzata solo attraverso la crisi rivoluzio- solleva una difficoltà reale. Se il politico non è identico al
naria e la lotta politica dei partiti. Questa, infatti, è la rispo- sociale, la rappresentazione dell'uno da parte dell'altro di-
sta di Lenin all'enigma irrisolto di Marx. venta necessariamente problematica: su cosa può basarsi
In Lenin ogni cosa conduce alla concezione della politica la sua legittimità?
come l'irruzione grazie alla quale ciò che era assente di- In Lenin esiste una forte tentazione di risolvere la contrad-
venta presente: «La divisione in classi è certamente, in ul- dizione supponendo un adeguamento tendenziale tra rap-
tima istanza, la base più profonda per i raggruppamenti presentanti e rappresentati, culminante nel deperimento
politici», ma quest'ultima opzione «è stabilita solo dalla dello Stato politico. Le contraddizioni della rappresentan-
lotta di classe». Così «il comunismo erompe letteralmente za, che non consente nessun depositario esclusivo ed è
da tutti i punti della lotta sociale: fiorisce decisamente da messa costantemente in discussione dalla pluralità delle
ogni dove. Se uno degli sbocchi è completamente bloccato, forme costituenti, sono allo stesso tempo eliminate. Que-
allora il contagio ne troverà un altro; a volte il più inatte- st'aspetto della questione rischia di coprirne un altro, non
so. Per questo non possiamo sapere quale scintilla appic- meno importante, nella misura in cui Lenin non sembra ri-
cherà il fuoco». conoscere la piena portata della sua innovazione. Pensan-
Da qui lo slogan che secondo Tucholskij sintetizza la politi- do di star parafrasando un testo canonico di Kautsky, egli
ca leninista: "Essere pronti!" Pronti per l'improbabile, per lo distorce in maniera decisiva.
l'inatteso, per l'evento. Quando Lenin descrive la politica Kautsky aveva scritto che la "scienza" arriva al proletariato
come "economia concentrata", questa concentrazione si- dall'esterno della lotta di classe, portata dagli "intellettuali
gnifica un cambiamento qualitativo a partire dal quale la borghesi". Con uno straordinario scivolamento semantico,
politica conseguirà necessariamente il primato sull'econo- Lenin traduce che la «coscienza politica di classe» (anziché
mia. la "scienza") giunge «dall'esterno della lotta economica»
Sostenendo la fusione tra i punti di vista politico ed econo- (anziché dall'esterno della lotta di classe, che è tanto politi-
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mico, Bucharin, invece, «sta scivolando verso l'eclettici- ca quanto sociale!) , portata non più dagli intellettuali
smo». Allo stesso modo, nella sua polemica del 1921 contro come categoria sociale, ma dal partito in quanto soggetto
l'Opposizione operaia, Lenin critica questo "nome sventu- che struttura in modo specifico il campo politico. La diffe-
rato" che riduce il politico al sociale e che sostiene che la renza è di sostanza.
direzione dell'economia nazionale dovrebbe essere affida- Una tale insistenza sul linguaggio della politica, nel quale
ta direttamente ai produttori raggruppati insieme in sinda- la realtà sociale si manifesta attraverso un gioco continuo

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di spostamenti e condensazioni, dovrebbe condurre logi- cra di quanto vorrebbe il mito aureo del leninismo. Si sa
camente a un pensiero della pluralità e della rappresentan- come Zinoviev e Kamenev si resero colpevoli di rottura del-
za. Se il partito non è la classe, la classe stessa dovrebbe es- la disciplina rendendo pubblica la loro opposizione all'in-
sere rappresentata politicamente da una pluralità di partiti surrezione e nonostante ciò non furono rimossi in maniera
che esprimano le sue differenze e contraddizioni. La rap- permanente dalle loro responsabilità.
presentanza del sociale nel poitico dovrebbe allora diven- Lo stesso Lenin, in circostanze estreme, non esitò a riven-
tare l'oggetto di un'elaborazione istituzionale e giuridica. dicare un diritto personale a disobbedire al partito. Così
Lenin non arriva così lontano. Uno studio dettagliato, che egli decise di dimettersi dalle proprie cariche per avere "la
andasse oltre le dimensioni di questo articolo, delle sue po- libertà di fare propaganda" nella base del partito. Nel mo-
sizioni sulla questione nazionale, sulla questione dei sinda- mento critico della decisione, egli scrisse senza mezza ter-
cati nel 1921, e sulla democrazia nel 1917 ci consentirebbe mini al Comitato centrale: «Sono andato dove non volete
di appurarlo. che io vada [allo Smolny, sede dei soviet]. Arrivederci».
Così egli sottomette la rappresentanza alle regole ispirate La sua stessa logica lo spinge a pensare la pluralità e la rap-
dalla Comune di Parigi, miranti a limitare la professionaliz- presentanza in un paese senza tradizioni parlamentari o
zazione politica: i rappresentanti eletti devono ricevere democratiche. Ma Lenin non va sino in fondo. Ci sono
uno stipendio uguale a quello di un operaio qualificato, (almeno) due ragioni per questo. La prima è che egli
una vigilanza costante sui favori e i privilegi dei funzionari, ereditava dalla Rivoluzione francese l'illusione che una
la responsabilità degli eletti di fronte a coloro che gli hanno volta che l'oppressore fosse stato rimosso, l'omo-
eletti. geneizzazione del popolo (o della classe) sarebbe stata solo
Contrariamente a un mito persistente, egli non difese il una questione di tempo: le contraddizioni in seno al
mandato imperativo. Sia in seno al partito: «i poteri dei de- popolo sarebbero giunte solo dall'altro (lo straniero) o dal
legati non devono essere limitati dal mandato imperati- tradimento.
vo»; nell'esercizio dei loro poteri «sono completamente li- La seconda è che la distinzione tra politico e sociale non è
beri e indipendenti»; il congresso o l'assemblea sono sovra- una garanzia contro un ribaltamento fatale: anziché anda-
ni. Sia per quanto riguarda gli organismi statali, dove «il di- re verso la socializzazione della politica, la dittatura può si-
ritto di revocare i deputati» non deve essere confuso con il gnificare la stratificazione burocratica del sociale. Non fu
mandato imperativo, che ridurrebbe la rappresentanza a lo stesso Lenin a predire «l'estinzione della lotta tra i parti-
una sommatoria di interessi particolari e limitati punti di ti nei soviet?»
vista locali, senza alcuna possibilità di sintesi, il che prive- In Stato e Rivoluzione i partiti perdono la loro funzione in
rebbe la decisione democratica di ogni sostanza e rilevan- favore di una democrazia diretta, che non sarebbe più uno
za. Stato separato. Ma, contrariamente alle speranze iniziali, la
Per quanto riguarda la pluralità, Lenin affermò continua- stratificazione della società prevalse sulla socializzazione
mente che «la lotta tra opinioni differenti» nel partito è delle funzioni dello Stato. Assorbiti dal pericolo principale
inevitabile e necessaria, nella misura in cui ha luogo entro dell'accerchiamento militare e della restaurazione capitali-
confini «decisi di comune accordo». sta, i rivoluzionari non hanno visto crescere sotto i loro
Egli sosteneva «che è necessario includere nelle regole del piedi il pericolo non meno grave della controrivoluzione
partito la garanzia dei diritti delle minoranze, in modo burocratica. Paradossalmente, i punti deboli sono legati
tale che le insoddisfazioni, le irritazioni e i conflitti che si tanto, o anche più, alle sue inclinazioni libertarie quanto
prsenteranno costantemente e inevitabilmente possano es- alle sue tentazioni autoritarie, come se un legame segreto
sere allontanate dagli abituali costumi filistei dello scan- unisse le due.
dalo e delle polemiche meschine verso il canale ancora ina- La crisi rivoluzionaria appare come il momento critico del
bituale di una lotta regolare e degna per le proprie convin- possibile scioglimento, in cui la teoria diventa strategia:
zioni. «La storia in generale e la storia delle rivoluzioni in parti-
Tra queste garanzie, noi proponiamo che la minoranza colare sono più ricche di contenuto, più varie, più multila-
l'ottenimento di uno o più gruppi letterari, con il diritto di terali, più vive, più "astute" di quanto immaginino i parti-
essere rappresentati al congresso e con completa libertà di ti migliori, le avanguardie più coscienti delle classi più
espressione». avanzate. E la cosa si capisce, perché le migliori avanguar-
Se la politica è una questione di scelte e decisioni, essa im- die esprimono la coscienza, la volontà, le passioni, la fan-
plica una pluralità organizzata. Si tratta di una questione di tasia di decine di migliaia di uomini, ma la rivoluzione
principi organizzativi. Le forme organizzative possono va- viene realizzata in un momento di slancio eccezionale e di
riare a seconda delle circostanze concrete, a condizione di straordinaria tensione di tutte le facoltà umane, viene ra-
non perdere le linee guida nel labirinto delle opportunità. lizzata dalla coscienza, dalla volontà, dalle passioni, dalla
Allora anche la nota disciplina nell'azione appare meno sa- fantasia di varie decine di milioni di uomini, spronati

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dalla più aspra lotta di classe. Derivano di qui due conclu- che in momenti di crisi, se non lo si farà cadere».
sioni pratiche molto importanti: la prima è che la classe La crisi può essere risolta solo o dalla disfatta, per mano di
rivoluzionaria, per assolvere il suo compito, deve sapersi una reazione spesso feroce, o dall'intervento di un soggetto
impadronire di tutte le forme o di tutti i lati dell'attività risoluto.
sociale, senza eccezione alcuna (portando a termine, dopo È questa l'interpretazione del leninismo in Storia e co-
la conquista del potere politico, e talvolta con grande ri- scienza di classe di Lukacs. Già nel Quinto Congresso del-
schio e con grave pericolo, ciò che non è riuscita a realizza- l'Internazionale Comunista questa gli valeva l'anatema del
re in precedenza); la seconda conclusione è che la classe ri- bolscevismo termidoriano.
voluzionaria deve essere pronta a sostituire nel modo più Lukacs infatti insisteva sul fatto che solo la coscienza di
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rapido e inatteso una forma di attività con l'altra» . classe può indicare la strada per uscire dall'impasse del ca-
Da questo Lenin deduce la necessità di essere disponibili pitalismo. Finché mancherà questa coscienza, la crisi ri-
all'inatteso, in cui si rivela la verità nascosta dei rapporti marrà permanente, tornerà al punto di partenza, ripeterà il
sociali: «Non sappiamo né possiamo sapere quale scintilla suo ciclo. Lukacs insisteva sul fatto che la differenza tra
- tra le moltissime scintille che si sprigionano attualmente "crisi finale" del capitalismo e le sue crisi precedenti non
in tutti i paesi sotto l'influsso della crisi economica e poli- risiede in un'estenzione e in un'intensità delle crisi in
tica mondiale - farà scoppiare l'incendio, nel senso di un quanto tali. Questi cambiamenti quantitativi sono soltanto
eccezionale risveglio delle masse, e siamo quindi tenuti a sintomatici di differenze fondamentali nella qualità che di-
metterci "al lavoro" con i nostri principi nuovi, comunisti, stinguono queste crisi le une dalle altre… A queste affer-
in tutti i campi, di qualsiasi genere, anche nei più vecchi, mazioni faceva eco Trotskij nel 1930, quando di fronte alla
aridi e apparentemente infecondi, perché altrimenti non reazione nazista e stalinista riconduceva la crisi dell'uma-
saremo all'altezza del compito, non saremo onnilaterali, nità alla crisi della sua direzione rivoluzionaria.
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non padroneggeremo tutti i tipi di armi (…)» . La strategia è un calcolo di massa, velocità e tempo, scrive-
Coltivare tutti i terreni! Stare all'erta per le soluzioni più va Chateaubriand. Per Sun Tzu, l'arte della guerra era già
imprevedibili! Rimanere pronti per gli improvvisi cambi di l'arte del cambiamento e della velocità.
forma! Sapere come usare tutte le armi! Quest'arte esigeva di acquisire la «prontezza della lepre » e
Questi sono i principi di una politica concepita come arte di «prendere prontamente le decisioni», perché è provato
dell'inatteso e delle possibilità effettive di una congiuntura che la vittoria più famosa avrebbe potuto mutarsi in disfat-
determinate. ta, se la battaglia fosse stata mossa un giorno prima o qual-
Questa rivoluzione nella politica ci riporta alla nozione di che ora dopo. La regola di condotta che deriva da ciò è vali-
crisi rivoluzionaria sistematizzata in Il fallimento della Se- da tanto per i politici quanto per i militari: non lasciarsi
conda internazionale. Essa è definita come un'interazione sfuggire nessuna occasione propizia. I cinque elementi
tra diversi elementi variabili in una situazione: quando non sono dappertutto né egualmente puri. Le quattro sta-
quelli in alto non possono più governare come prima; gioni non si succedono alla stessa velocità ogni anno; l'alba
quando quelli in basso non sopportano più di essere op- e il tramonto non sono sempre allo stesso punto dell'oriz-
pressi come lo erano prima; e quando questa doppia im- zonte.
possibilità è espressa da un'improvvisa effervescenza delle Alcuni giorni sono più lunghi e altri più brevi. La luna e cre-
masse. Adottando questi criteri Trotskij afferma nella sua scente o calante e non brilla sempre allo stesso modo.
Storia della rivoluzione russa che queste premesse si con- Un'armata ben condotta e ben disciplinata deve saper imi-
dizionano reciprocamente. Più il proletariato agisce con tare tutte queste variazioni.
decisione e sicurezza, maggiori possibilità ha di trascinare La nozione di crisi rivoluzionaria riprende questa lezione
dietro di sé gli strati intermedi, più isolata sarà la classe di- di strategia, politicizzandola. In circostanze eccezionali,
rigente e più acuta la sua demoralizzazione. D'altro lato, l'equilibrio delle forze raggiunge un punto critico.
una demoralizzazione delle classi dirigenti porterà acqua Come scrive Lefebvre, ogni cambiamento dei ritmi produ-
al mulino della classe rivoluzionaria. Ma le crisi non garan- ce effetti e conflitti.
tiscono le condizioni della propria risoluzione. Disorganizza e turba. Può anche produrre un vuoto nel
Per questo motivo, per Lenin l'intervento di un partito ri- tempo, che può esserre colmato con un'invenzione, con
voluzionario è il fattore decisivo in una situazione critica: una creazione. Questo succede, individualmente e social-
«La rivoluzione non sorge da ogni situazione rivoluziona- mente, solo passando attraverso una crisi8.
ria; le rivoluzioni emergono solo da situazioni in cui ai Un vuoto nel tempo? Un momento eccezionale? Da cui
cambiamenti oggetti summenzionati si accompagna un può sorgere il fatto non compiuto, che contraddice la fata-
cambiamento soggettivo, cioè, la capacità della classe ri- lità del fatto compiuto.
voluzionaria di condurre un'azione di massa abbastanza Nel 1905, Lenin si unisce a Sun Tzu nel suo elogio della
forte da spezzare il vecchio governo, che on cadrà mai, an- prontezza. È necessario, scrive, «iniziare in tempo», «agire

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immediatamente». Formare immediatamente gruppi di suo posto nel contesto della rivoluzione mondiale. La crisi
lotta, dappertutto. Dobbiamo essere in grado di cogliere al in cui si realizza il dualismo di poteri, tuttavia, non si redu-
volo questo momenti evanescenti di cui parla Hegel e che ce a una crisi economica o a un conflitto immediato tra for-
costituiscono un'eccellente definizione di dialettica. La ri- za lavoro e capitale nel processo produttivo. La questione
voluzione in Russia non è il risultato organico della rivolu- leninista - chi la spunterà? - è quella della direzione politi-
zione borghese prolungata in rivoluzione proletaria, ma ca: quale classe sarà capace di risolvere le contraddizioni
un groviglio di due rivoluzioni. Evitare il probabile disa- che stanno soffocando la società, di imporre un'alternativa
stro dipende da un senso acuto del momento. logica a quella dell'accumulazione del capitale, di trascen-
Una particolare istruzione valida ieri può non esserlo oggi, dere i rapporti di produzione esistenti e aprire un nuovo
ma esserlo di nuovo domani. Sino al 4 luglio 1917 lo slogan spettro di possibilità? La crisi rivoluzionaria, quindi, non è
"Tutto il potere ai soviet" era corretto. Dopo non lo fu più: una semplice crisi sociale, ma una crisi nazionale: in Russia
«In questo momento, solo in questo momento, forse per come in Germania, in Spagna come in Cina. La questione
pochi giorni al massimo o per una settimana o due, un go- oggi è senza dubbio più complessa nella misura in cui la
verno di questo genere potrebbe sopravvivere… » Pochi globalizzazione capitalista ha rafforzato la sovrapposizione
giorni! Una settimana! Il 29 settembre 1917 Lenin scrisse degli spazi nazionali, continentali e mondiali. Una crisi ri-
all'esitante Comitato centrale: «La crisi è matura». Aspetta- voluzionaria in un paese di importanza strategica avrebbe
re stava diventando un crimine. immediatamente una dimenzione internazionale e richie-
L'1 ottobre egli spingeva a prendere il potere senza indugi, derebbe risposte in termini sia nazionali che continentali,
a passare all'insurrezione. Qualche giorno dopo sosteneva o anche direttamente globali su questioni come l'energia,
di nuovo: «Sto scrivendo queste righe l'8 ottobre… Il suc- l'ecologia, gli armamenti, i movimenti migratori, ecc. Cre-
cesso della rivoluzione russa e mondiale dipende da due o dere di poter eludere queste difficoltà eliminando la que-
tre giorni di lotta». Continuava a insistere «Sto scrivendo stione della conquista del potere politico (con il pretesto
queste righe la sera del 24. La situazione è estremamente che il potere oggi ha ormai perso il legame con un territorio
critica. Infatti, ora è assolutamente chiaro che ritardare determinato ed è diffuso dappertutto) in favore di una
l'insurrezione sarebbe fatale… Tutto si regge su un capel- retorica dei "contropoteri" rimane un'illusione. I poteri
lo». È necessario agire «stasera, stanotte». economici, militari e culturali sono forse diffusi in maniera
«Rotture nella gradualità » annotava Lenin a margine della più ampia, ma sono anche più concentrati che mai. Puoi
Scienza della logica di Hegel all'inizio della guerra. E affer- pretendere di ignorare il potere, ma il potere non ignorerà
mava, «la gradualità non spiega niente senza I salti. Salti! te. Puoi sentirti superiore rifiutando di prenderlo, ma dalla
Salti! Salti!». Catalonia del 1937 al Chiapas, passando per il Cile,
Tre brevi osservazioni per concludere sulla rilevanza di Le- l'esperienza mostra sino ai giorni nostri che esso non
nin oggi. Il suo pensiero strategico definisce una prontezza esiterà a prendere te nel modo più brutale.
all'agire in relazione a qualunque evento possa accadere. In una parola: la strategia del contro potere ha un significa-
Ma questo evento non è l'Evento assoluto, venuto dal nul- to solo nella prospettiva del dualismo di poteri e della sua
la, che alcuni hanno menzionato in riferimento all'11 set- risoluzione. Chi la spunterà?
tembre. Esso è collocato in condizioni di possibilità stori- Infine, i detrattori spesso identificano il "leninismo" e Le-
camente determinate. Questo lo distingue dal miracolo re- nin stesso con una forma storica del partito politico, che si
ligioso. dice sia morta insieme al crollo dello stato-partito burocra-
Così la crisi rivoluzionaria del 1917 e la sua risoluzione at- tico. In questo giudizio affrettato ci sono molta ignoranza
traverso l'insurrezione diventa pensabile strategicamente storica e leggerezza politica, che possono essere spiegate
sulla base dell'impalcatura tracciata da Sviluppo del capi- solo parzialmente con il trauma delle pratiche dello stalini-
talismo in Russia. Questa relazione dialettica tra necessità smo.
e contingenza, struttura e interruzione, storia ed evento, L'esperienza del secolo passato pone la questione della bu-
pone le basi per la possibilità di una politica organizzata rocratizzazione come fenomeno sociale piuttosto che in
sulla durata mentre la scommessa volontaristica sull'im- termini di forma del partito d'avanguardia ereditata dal
provvisa irruzione di un evento che possa permetterci di Che fare? e le organizzazioni di massa (non solo quelle po-
resistere all'aria dei tempi conduce generalmente a un at- litiche, ma anche i sindacati e le associazioni) non sono
teggiamento di resistenza estetica, piuttosto che all'impe- certo le meno burocratiche: in Francia il caso della Cfdt,
gno militante a modificare pazientemente il corso delle del Partito socialista, del Partito comunista, o dei Verdi
cose. sono assolutamente eloquenti. Ma, d'altro lato - come ab-
Per Lenin, come per Trotskij la crisi rivoluzionaria si forma biamo accennato - nella distinzione leninista tra partito e
e ha inizio nell'arena nazionale, che allo stesso tempo co- classe ci sono alcune piste fertili per pensare la relazione
stituisce la base della lotta per l'egemonia, e prenderà il tra movimenti sociali e rappresentanza politica. Ugual-

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mente, nei principi del centralismo democratico, screditati
in modo superficiale, i detrattori sottolineano in primo
luogo l'ipercentralismo esemplificato dal sinistro modello
dei partiti stalinisti.
Ma un certo grado di centralizzazione, lungi dall'essere op-
posto alla democrazia, è una condizione essenziale per la
sua esistenza - perché la delimitazione del partito è uno
strumento per resistere agli effetti di decomposizione del-
l'ideologia dominante, e dunque per mirare a una certa
uguaglianza tra i membri, contro le ineguaglianze che sono
generate inevitabilmente dalle relazioni sociali e dalla divi-
sione del lavoro. Oggi possiamo vedere molto bene come la
debolezza di questi principi, lungi dal favorire una forma
più alta di democrazia, porti alla cooptazione da parte dei
media e alla legittimazione plebiscitaria di leader che sono
sempre meno controllati dalla base. Inoltre, la democrazia
in un partito rivoluzionario ha il fine di produrre decisioni
assunte collettivamente per agire sui rapporti di forza.
Quando i detrattori superficiali del leninismo affermano di
essersi liberati da una disciplina opprimente, nei fatti stan-
no svuotando la discussione di tutta la sua rilevanza, ridu-
cendola a un forum di opinioni che non vincola nessuno:
dopo uno scambio di opinioni senza una decisione comu-
ne, ognuno può andarsene come è venuto e non c'è nessu-
na pratica condivisa che consenta di mettere alla prova la
validità delle posizioni opposte che si stavano discutendo.
Infine, in particolare i burocrati riciclati dagli ex partiti co-
munisti sottolineano la crisi della forma partito, spesso per
evitare di parlare della crisi di contenuto programmatico e
per giustificare l'assenza di preoccupazioni strategiche.
Una politica senza partiti (qualunque nome si dia loro: mo-
vimento, organizzazione, lega, partito) finisce nella mag-
gior parte dei casi come una politica senza politica: o un
codismo senza scopo nei confronti della spontaneità dei
movimenti sociali o la peggiore forma di avanguardismo
individualistico elitario o infine una rimozione del politico
a vantaggio dell'estetico o dell'etico.

*Traduzione dall'inglese di Cinzia Arruzza.

1. H. Arendt, Was ist Politik?, Munich, 1993, pp. 28, 31.


2. F. Furet, The Passing of an Illusion, Chicago, 1999, p. 502.
3. H. Arendt, op. cit., p. 146.
4. Lenin, “Che fare?”, in: Opere, vol. 5, Roma, Editori Riuniti, 1958, p. 370.
5. Lenin, “Che fare?”, op. cit., p. 389.
6. Lenin, “L'estremismo malattia infantile del comunismo”, in: Opere, vol. 31, Roma, Editori Riuniti 1967, p. 87
7. Ibid., p. 89.
8. H. Lefebvre, Eléments de rythmanalyse, Paris, Syllepses, 1996.

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