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del cristianesimo
1. Che cos’è la storia del cristianesimo?
1. Il dibattito epistemologico, iniziato agli inizi del Novecento, è ancora in
corso
2. La storia del cristianesimo non si riduce alla storia della Chiesa né alla storia
del Papato né alla storia dei dogmi
5. In sintesi, si può dire che la storia del cristianesimo è una serie feconda e
continua di adattamenti del messaggio evangelico ai vari contesti sociali e
culturali
Cristianesimo
e cultura classica
(ellenistica,
greco-romana)
L’incontro tra cristianesimo e cultura ellenistica non è stato né facile né
immediato. Già san Paolo, nel famoso discorso all’Areopago di Atene
riportato in At 17,22-34 e poi gli scrittori cristiani del II secolo, utilizzano
categorie e metodi della filosofia greca per annunciare il Vangelo.
3. Anche chi studia discipline scientifiche o tecniche, prima o poi deve fare
i conti con le grandi questioni della vita umana: il bene e il male, l’amore e
il dolore, la giustizia e la verità. Sapere come la cultura cristiana ha
elaborato e affrontato tali tematiche, concorre a una piena formazione
culturale e umana.
L’influsso del cristianesimo sulla cultura
e della cultura sul cristianesimo
1. Il cristianesimo ha trasformato i rapporti civili e familiari, i modi di
produrre e distribuire i beni, l’esercizio delle professioni, l’arte di
costruire le città e di governarle, il modo di concepire il tempo e di
scandire con riti e feste il ritmo dei giorni e delle stagioni.
I protestanti olandesi nel 1971 erano il 36% della popolazione; nel 2010
sono scesi al 15,6; i cattolici dal 40,4 al 24,5.
Nel 1958 i frati agostiniani nei Paesi Bassi erano 380 frati. Oggi sono solo
39. Il più giovane ha 70 anni…
1945: Indonesia
1946: Filippine
1948: India e Israele
1956: Marocco e Sudan
1960: Congo, Kenya, Madagascar,
Uganda
1962: Algeria
1970: Angola, Mozambico
1975: Vietnam
Fino al 1950 più del 40% della popolazione italiana è dedita all’agricoltura;
il reddito pro capite non supera le 300.000 lire; gli analfabeti sopra i 6 anni
costituiscono ancora quasi il 13% degli abitanti.
“Se bisogna diventare uomini nel XIII secolo per essere cristiani, c’è di
disperare di poter riprendere contatto con i nostri contemporanei” (A.
Chavasse, 1947)
Sia tra i Domenicani che tra i Gesuiti, ci sono figure che tentano di porsi in
una via intermedia tra modernismo e natimodernismo: Gardeil, Lagrange e
Sertillanges tra i primi; de Grandmaison, Maréchal e Rousselot tra i secondi
Interessanti sono studiosi “di confine” (tra filosofia, storia e teologia), laici
(“teologi in giacchetta”): Blondel, Gilson, Mounier, Maritain
Un metodo nuovo in teologia
Un metodo nuovo in teologia
Gli artefici del “rinnovamento” sono uomini di studio e di biblioteca. Alcuni
iniziano a sentirsi a disagio in tale lavoro “a tavolino” e cercano contatti con
la cultura circostante. Scoprono che le persone hanno problemi diversi da
quelli trattati da loro trattati. Perciò intraprendono un metodo “induttivo”, che
parte dall’esperienza.