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1.

Per cominciare
Nella prospettiva linguistica, il genere testuale, prima
e al di là del suo porsi come elemento indispensabile
per individuare le caratteristiche di registro di un testo
(Halliday 1978), è riferimento essenziale per compren- EC
dere quell’aspetto della nozione di intertestualità che si
realizza nella dimensione paradigmatica come rimando
implicito a una parte specifica dell’universo del discorso
in cui la nuova istanza si iscrive. Assimilabile al concetto
di norma linguistica (Coseriu 1974), in bilico tra univer-
sale e particolare, il genere non costituisce una classe
rigidamente delimitata dalla presenza inderogabile di La guida turistica come genere:
caratteristiche, ma piuttosto si configura come sfondo tratti costitutivi e
ultimo che abbraccia ogni nuovo testo, pronto tuttavia a realizzazioni testuali
spostarsi al presentarsi di ogni sua nuova realizzazione
concreta, come ben sintetizza l’immagine dell’orizzonte
che segue il movimento dell’osservatore1. Francesca Santulli
Di genere sono state date svariate definizioni, che hanno
messo in luce aspetti di volta in volta diversi, sostan-
zialmente legati al prevalere degli scopi dell’emittente, questo genere e dall’affermarsi delle sue caratteristiche
delle caratteristiche dei testi, ovvero delle attese dei più tipiche in relazione e in contrapposizione ad altri
destinatari. Né tali aspetti sono – o devono essere – in testi precedenti, si cercherà di mettere in luce i tratti
contraddizione o in posizione di esclusione reciproca, che maggiormente distinguono una guida turistica in
tanto più se si considera che si discute qui di una fonda- quanto tale, senza trascurare di mostrare alcune, talora
mentale chiave di accesso alla comunicazione, riferibile macroscopiche, possibilità di variazione nella loro rea-
ad aspetti anche profondamente diversi del linguaggio e lizzazione.
del suo uso. Considerando, ad esempio, le ben note me-
tafunzioni (Halliday 1994) continuamente evocate negli 2. Origini
approcci pragmatici ai testi, il genere può essere colle-
La guida turistica, strumento diffusissimo e per molti
gato alla componente ideativa (in quanto fondato sullo irrinunciabile di preparazione e di ausilio al viaggio,
scopo), ma anche a quella interpersonale (se si pensa al non ha, nella sua versione oggi dominante, origini mol-
rapporto tra emittente e destinatario) ed infine a quella to remote. Anche spingendo lo sguardo oltre i confini
testuale, che dà conto delle caratteristiche “canoniche” della produzione in lingua italiana, iniziata solo alla
dei testi. Qui si utilizzerà la nozione di genere in que- fine dell’Ottocento, gli agili manualetti, legati in modo
sta prospettiva multiplanare, nella quale si intrecciano emblematico al nome dell’editore tedesco Baedeker ma
aspetti diversi che tuttavia si caratterizzano per il loro prodotti anche da altre case d’Oltralpe, appaiono e si
appartenere al mondo concreto, storico della produzio- diffondono solo con pochi decenni di anticipo, progres-
ne testuale. Il genere è dunque legato all’accoglimento sivamente includendo mete sempre più diversificate
di norme sovente implicite eppure storicamente deter- inizialmente proposte a lettori capaci di comprendere
minate nella loro mutevole stabilità, che corrispondono le grandi lingue del viaggio, inglese e francese soprat-
al raggiungimento degli scopi della comunicazione e tutto. La nascita di questo particolarissimo e fortunato
al soddisfacimento delle attese; il genere è azione so- tipo di manuale è stata solitamente collegata alla evo-
ciale2 che determina le caratteristiche delle singole oc- luzione, e al declino, di un genere letterario specifico,
correnze testuali, così più pienamente comprensibili in il diario di viaggio, talora sottolineando come lo spo-
virtù della presenza stessa di questa norma e allo stesso starsi di quest’ultimo, sia per i tratti formali sia per gli
tempo inserite nella dinamica evolutiva che è uno degli aspetti contenutistici, nel dominio sempre più marcato
aspetti più caratteristici e fecondi di questo tipo di tas- della prosa letteraria, con conseguente perdita del suo
sonomia. potenziale valore d’uso, abbia creato una sorta di vuoto
Entro questa prospettiva si prenderà in esame la guida in quest’area della produzione testuale, ben presto oc-
turistica, prodotto di origine relativamente recente ep- cupato da nuovi eredi della tradizione medioevale dei
pure fortemente caratterizzato, genere testuale dunque manuali di istruzione per i viaggi (e soprattutto per i
facilmente riconoscibile da tutti i punti di vista qui con- pellegrinaggi), più vari, più ricchi e soprattutto più col-
siderati più importanti, sia nella dimensione pragmati- ti rispetto ai loro remoti predecessori3. Non è peraltro
ca che include le condizioni del suo uso e i rapporti tra indispensabile accettare tale interpretazione, sintetizza-
le parti coinvolte nella comunicazione, sia per caratte- bile in un meccanismo di catena di spinta e trazione,
ristiche più strettamente testuali decisamente marcate. per rilevare come, di fatto, l’esigenza da parte del viag-
In questo intervento, partendo dalla fase di sviluppo di giatore ottocentesco di avere a disposizione materiali di

E|C Serie Speciale ISSN (on-line): 1970-7452 © 2007 AISS - Associazione Italiana di Studi Semiotici
Anno IV, n. 6, 2010, pp. 25-34 ISSN (print): 1973-2716 T. reg. Trib. di Palermo n. 2 - 17.1.2005
consultazione più agili rispetto ai volumi storico-artistici L’esperienza soggettiva dell’autore è decisamente in pri-
utilizzati dai suoi precursori educati alla moda del Grand mo piano, incarnata testualmente nella forma di prima
Tour abbia sicuramente determinato una risposta in ter- persona che, in una narrazione omodiegetica, si com-
mini di produzione libraria, indirizzata ad un numero bina marcatamente con il passato remoto (un Präteritum
crescente di persone in movimento mosse da obiettivi in originale: “ich ließ mich…; ich befand mich…; doch
più vari, non più strettamente formativi e culturali, e nahm ich mich bald zusammen…, ecc.”)5; anche le ri-
avviate a trasformarsi nell’esercito sempre più numero- flessioni generali sulla storia dell’arte si richiamano al
so dei turisti4. modo personalissimo di rievocarle e di appropriarsene
Il nuovo testo, la guida, informa, prepara, aiuta, forni- per poter, grazie ad esse, leggere in una nuova luce i dati
sce i suggerimenti preziosi di chi già conosce le destina- sensoriali e vivere diversamente l’esperienza del luogo.
zioni lontane, ponendosi dalla parte del viaggiatore e Il primo giudizio di Goethe su Paestum è parso a molti
conducendolo, nella sua lingua ed entro il suo orienta- commentatori severo (in particolare, colpisce il senso
mento prospettico, nel processo di contatto con il nuovo del terribile “furchtbar”), solo mitigato da quanto si legge
e diverso. In questo aspetto si può individuare il legame più avanti nel diario, in occasione del secondo contatto
con il diario di viaggio, che era stato una fonte impor- con il sito, là dove l’autore scrive che il tempio centrale
tante di conoscenze (non di rado arricchite dalle im- “è da preferirsi a tutto quanto si può vedere in Sicilia”
magini schizzate dall’autore) acquisite come fatti, infor- (p. 500). Questo si potrebbe considerare un caso tipico
mazioni oggettive e tuttavia filtrate dalla sensibilità del di educazione artistica e di evoluzione del gusto, presu-
contemporaneo e del connazionale che, pur narrando mibilmente esito dell’esperienza stessa del viaggio.
l’esperienza personale e soggettiva, consentiva al letto- Ma anche in questo diario particolarissimo non manca-
re di identificarsi, almeno in parte, e prendere contatto no brani più distaccati e oggettivi, nei quali il testo pare
diretto con le mete (remote, o comunque spesso perce- precocemente assumere il tono di una guida:
pite come tali) di quei viaggi rivissuti nella memoria che
avrebbero potuto facilmente diventare le future destina- “Domenica siamo stati a Pompei. Nel mondo sono avvenute
zioni di un suo personale percorso. molte disgrazie, ma poche che abbiano serbato in sé tanta
gioia per i posteri come questa. Non conosco nulla di più
2.1. Due esempi d’autore interessante. Le case sono piccole e chiuse in breve spazio,
Anche in quello che si potrebbe considerare uno degli ma tutte, nell’interno, decorate nel modo più grazioso (aufs
esempi più tipici, e più noti, di racconto letterario di zierlichste). Degna di nota (merkwürdig) la porta della città, con
le tombe nella immediata vicinanza. La tomba di una sa-
26 viaggio, il diario dedicato da Goethe al suo soggiorno
cerdotessa ha la forma di una panca semicircolare con la
italiano, le vicende personali rappresentano innegabil-
spalliera di pietra sulla quale è incisa l’iscrizione in caratteri
mente il filo conduttore della narrazione; in particola- maiuscoli. Al di sopra della spalliera si vedono (sieht man) il
re, la distanza temporale tra gli accadimenti e la ste- mare e il sole che volge al tramonto. Un magnifico posto,
sura definitiva del testo (il primo volume fu pubblicato degno di bei pensieri” (p. 339)
trent’anni dopo la partenza) contribuisce a stabilire un
filtro tra l’esperienza diretta dei luoghi e la rielabora- Dal racconto dell’esperienza, cronologicamente aggan-
zione di questa in forma di racconto, di storia culturale ciata alla realtà contingente e personalmente vissuta, si
ed artistica mediata dalla sensibilità e dalle riflessioni passa a considerazioni generali e, soprattutto, alla de-
dell’autore. Per evocare quell’atmosfera basti un brevis- scrizione distaccata e tuttavia valutativa (grazioso, degna
simo brano, sovente citato, dedicato alla prima scoperta di nota): un paesaggio archeologico tratteggiato a grandi
di Paestum: linee, indugiando poi su qualche particolare, nel qua-
le – seppur implicitamente, ricorrendo ad una forma
“Intanto mi ero fatto guidare da un contadino nei meandri
impersonale – si include il visitatore che può fermarsi a
dei monumenti; la prima impressione non poteva che su-
scitare in me maraviglia. Mi trovavo in un mondo del tutto
contemplare il tramonto, facendo esperienza dell’edifi-
nuovo. Poiché come i secoli si evolvono dal severo verso il cante influsso dei luoghi.
grazioso, così formano essi anche l’uomo, si potrebbe dire Un altro esempio, forse meno noto, ma ugualmente
lo generano. Ora i nostri occhi e tutto il nostro intimo sono d’autore: il vivace resoconto del soggiorno napoleta-
attratti da una forma architettonica più sottile e sono da no di Alessandro Dumas, pubblicato come Il corricolo
essa determinati in modo che queste masse di colonne sen- (1841-43), nel quale alle vicende personali e agli aned-
za slancio, rotonde, una accanto all’altra ci appaiono grevi, doti locali si mescolano, più numerose che nel viaggio
persino terribili. Però mi ripresi subito, mi ricordai degli goethiano, pagine di descrizione di luoghi e di visite di
insegnamenti della storia dell’arte, riflettei sul tempo che
tono decisamente distaccato, che parrebbero stralciate
trovava adatto questo modo di costruire, mi richiamai alla
mente il severo stile della plastica e, dopo un’ora, mi sentii
da una guida. Così, ad esempio, nella lunga presenta-
vicino a quei monumenti e lodai il mio genio che mi conce- zione delle ricchezze archeologiche conservate nel mu-
deva di vedere con i miei occhi quanto di essi era conservato seo di Napoli (p. 493 e segg.), pur partendo dal dato
perché non ce ne possiamo fare un’idea dalle riproduzioni” personale (“Cominciammo con le statue…”), si assume
(Goethe 1816, p. 361). ben presto il tono distaccato della presentazione tra-

Francesca Santulli · La guida turistica come genere: tratti costitutivi e realizzazioni testuali
sparente, veridittiva, che intreccia la descrizione degli almente immaginata nella realtà del luogo, nel momen-
oggetti con il racconto di vicende relative al loro ritro- to della visita. Il ritirarsi del narratore, la scomparsa
vamento o alla loro conservazione (ad es.: “Nel 1799, della storia, sembrano così compensati dalla presenza
un proiettile si portò via la testa di Nonio figlio…”). Il di un narratario omodiegetico, discreta perché non turbi
percorso di visita è scandito come in una guida accura- l’aspirazione all’oggettività del testo, e tuttavia riflessa
ta e dettagliata: “Vi sono inoltre il Toro Farnese […], in forme testuali precise ancorché di norma fortemente
l’Agrippina […], e infine l’Aristide […]. Di là si passa implicite, che diventano i tratti distintivi più marcati del
nella sala dei piccoli bronzi […]. Accanto alla sala dei genere (cfr. infra).
piccoli bronzi è il gabinetto dei commestibili […]. Poi
si passa nella sala dei gioielli…”; si arricchisce inoltre di 3. Pluralità di scopi e mescolanza di tipi
dati e riflessioni di carattere artistico e, quel che qui è La guida intesa come genere testuale ha uno scopo
maggiormente interessante, è presentato talora con ri- generico che si afferma fin dalla produzione dei primi
chiami diretti al destinatario, sia impliciti (“non bisogna esemplari, e cioè quello di fornire un aiuto al viaggia-
correre a questi due o tre quadri, bisogna vederli tutti”; tore: informazioni, suggerimenti, indicazioni che age-
“non bisogna andarsene senza visitare il gabinetto dei volino la realizzazione del viaggio. Una prise en char-
papiri”) sia esplicitamente codificati nella forma diret- ge del turista che si articola, come osserva Moirand
ta dell’imperativo (“andate, cercate ancora, guardate (2004, p.152), primariamente su tre livelli: quello co-
in tutti gli angoli …”) e del futuro di previsione (“nel gnitivo (far conoscere), quello sensoriale (far vedere),
momento della vostra partenza farete fermare la vostra e, non meno importante, quello consultivo (suggerire,
vettura per rendere ancora un’ultima visita a quella far fare), instaurando una comunicazione tipicamente
sala…”). Dumas, com’è evidente, immagina il suo let- asimmetrica con una evidente componente didattica.
tore come il futuro viaggiatore che ripercorrerà quello Nell’espressione linguistica concreta questi livelli si rea-
stesso cammino, giovandosi delle osservazioni, dei sug- lizzano in una tipologia testuale8 variegata e complessa:
gerimenti, persino degli espedienti da lui stesso illustrati se da un lato la descrizione è lo strumento naturalmente
nella forma del racconto diaristico. deputato a mostrare i luoghi, dall’altro la trasmissione
delle conoscenze e la spinta verso l’adozione di un com-
2.2. Deissi portamento possono avvalersi di più tipi testuali. Una
Se dunque la guida origina dai diari di viaggio, sia per i attivazione cognitiva si effettua attraverso l’esposizione
contenuti che per l’uso che ne viene fatto, sono le parti di dati (come ad esempio orari, indirizzi, ecc.) ma an-
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qui menzionate e commentate quelle più significative: che attraverso la narrazione di fatti, che occupano le
nel nuovo genere testuale esse diventano la norma, ri- parti “storiche” delle guide, con riferimenti alle vicende
baltando completamente l’origo pragmatica del testo. Il politiche, economiche e culturali di città e paesi che si
diario di viaggio evoca un altrove, nel tempo e nello propongono per la visita. Per contro, il livello consul-
spazio, è il racconto delle vicende vissute, proposto da un tivo implica una forma di argomentazione (per lo più
narratore omodiegetico che per lo più ingloba nel te- implicitamente realizzata attraverso l’uso di elementi
sto le descrizioni dei luoghi, dei personaggi incontrati, valutativi) da cui scaturisce il suggerimento, ma si tra-
gli aneddoti più o meno veritieri e realistici che contri- duce anche in una componente regolamentativa, legata
buiscono a ricreare il colore locale, ma anche i fatti di all’intento stesso di organizzare il viaggio e di guidare i
storia, di cultura, di arte. Nella guida la voce soggettiva, passi lungo un determinato percorso.
incarnata nel pronome di prima persona, scompare, so- Se la presenza di tipi testuali diversi (intesi qui à la
stituita da una presentazione il più possibile distaccata Werlich) dentro uno stesso testo certo non stupisce ed
e trasparente, realizzata tipicamente con la non-perso- anzi può considerarsi la norma, Kerbrat vede invece
na6, la descrizione veridittiva e la forma impersonale. nella guida la presenza di più “generi di discorso”, e
Il racconto delle vicende del passato si trasforma nel- segnatamente il descrittivo, il procedurale, il critico e il
la presentazione acronica di un percorso conoscitivo, promozionale, considerandola perciò un “genere ibri-
proiettato piuttosto nel futuro della possibilità, e forse do” (2004, pp.134-135). Prescindendo dalla questione
del desiderio: è evidente che la scrittura di una guida terminologica e limitandosi ad osservare che la nozione
presuppone una conoscenza dei luoghi preliminarmen- di genere implicitamente adottata da Kerbrat non si
te e direttamente acquisita, ma quella esperienza è te- riferisce all’insieme di norme, storicamente determina-
stualmente cancellata, trasferita dal piano della storia te, che guidano la produzione (e la ricezione) dei testi,
all’eterno presente di un discorso7 che assume piuttosto la presenza nella guida di componenti diverse è certa-
i tratti della prescrizione. L’illic, infine, il luogo distante, mente innegabile sicché le osservazioni proposte dalla
remoto e diverso e perciò ancor più significativamen- studiosa francese non si discostano nella sostanza da
te protagonista del racconto, si sposta, si avvicina e si quanto qui rilevato. Resta da precisare che la nozione
identifica con il qui della guida, quel cammino presente stessa di genere ibrido può sollevare qualche perplessi-
lungo il quale si muovono i passi del viaggiatore, guidati tà, semplicemente in considerazione del fatto che, es-
appunto dal testo, nel sincronismo di una fruizione ide- sendo nei testi la mescolanza di elementi (che definirei

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più propriamente tipologici) diversi la norma piuttosto riazioni anche cospicue, rilevabili tanto nell’evoluzio-
che l’eccezione, non esisterebbero che generi ibridi9. In ne diacronica quanto nella prospettiva sincronica che
ogni caso, i tratti discorsivi individuati da Kerbrat sono include prodotti sempre più diversificati in risposta ad
primari nella individuazione e nella descrizione del ge- esigenze e gusti talora molto diversi.
nere guida e mi sembra che ciò che li rende particolar- Ogni guida ha un’introduzione che non solo ne chiarisce
mente interessanti sia soprattutto la loro mescolanza e l’organizzazione e dà suggerimenti per la proficua con-
la loro azione congiunta finalizzata al raggiungimento sultazione del testo, ma rappresenta anche, più sottil-
di una meta, precisa e tuttavia articolata in scopi più mente, il luogo principale della definizione delle identità
specifici, che manifestano componenti promozionali e coinvolte e degli obiettivi perseguiti. Nell’introduzione
direzionali insieme: spingere al viaggio e determinarne la guida, come voce narrante, si presenta, esplicita i suoi
le caratteristiche. scopi e le caratteristiche principali dei mezzi con i quali
La descrizione puramente oggettiva, mirante a rico- intende perseguirli, ma al tempo stesso costruisce l’iden-
struire l’immagine dell’oggetto il più possibile depu- tità del narratario, del futuro viaggiatore che ha scelto
rata del punto di vista dell’osservatore, non è difatti lo di servirsi di quella guida, e, ancor più implicitamente,
strumento ideale per realizzare anche l’intento diretti- l’identità del luogo – non di ogni singola località, bensì
vo e giungere a guidare i passi e lo sguardo del lettore. del luogo in quanto meta del viaggio, del suo ruolo nel
L’insinuarsi degli elementi valutativi (espressi innanzi- processo globale di azione e di comunicazione13.
tutto con un’accorta selezione di aggettivi) e soprattutto Quanto all’organizzazione generale del testo e delle
del discorso procedurale – che, in lingua italiana, as- voci principali, si danno sostanzialmente due possibili-
sume tipicamente la forma dell’impersonale, spesso in tà: l’articolazione in percorsi e l’ordinamento alfabeti-
combinazione con il gerundio (“si segue il corso Cavour co. La proposta di percorsi precostituiti, sia per un viag-
fino ad un trivio …”; “risalendo il colle, si raggiunge la gio più lungo sia nella visita di una singola città, appare
fortezza…”; “proseguendo la discesa si arriva a palazzo da un lato più impositiva nei confronti del destinatario,
Vallemani…”) – consentono una forma di “descrizione che si trova quasi costretto a muoversi lungo un binario
partecipativa” nella quale, scomparso il narratore tipico obbligato ed ha solo la libertà di dosare il tempo dedi-
dei racconti di viaggio, si manifesta tuttavia un narrata- cato a ciascuna tappa o, al massimo, di saltarne qualcu-
rio che si muove nel paesaggio, segue i percorsi tracciati na; d’altro lato, però, la presenza di itinerari garantisce
grazie alle forme impersonali dei verbi di moto (“si segue, una coerenza maggiore alla guida e alla sua proposta
si giunge, si arriva …”), coglie e apprezza le percezioni di viaggio, che si riflette anche nella struttura testua-
28 sensoriali (“si vede, si scorge, si sente…”) talora evocate le e linguistica. La casualità della sequenza alfabetica
ancor più implicitamente con un sostantivo (molto spes- può diventare, viceversa, un elemento significativo per
so: la vista)10. Questo narratario omodiegetico è tuttavia evitare una presentazione rigidamente gerarchica delle
una presenza molto discreta e la mancanza (o rarità) di mete proposte e, inoltre, favorire una consultazione più
forme personali come l’imperativo o il futuro consente immediata e più libera del manuale; tuttavia, essa risulta
di mantenere la trasparenza del discorso, lasciando in in una frammentazione del testo che, nei casi più gravi,
ombra il soggetto enunciatore che, rivelandosi nel testo, sconfina nella dispersione assoluta – delle informazioni,
potrebbe compromettere l’impressione di oggettività delle relazioni geografiche e cronologiche e dunque dei
che è dichiaratamente uno degli obiettivi primari delle possibili percorsi spaziali e storico-culturali.
guide. La promozione dei luoghi si ottiene dunque con La contrapposizione tra il percorso integrato e la lem-
la descrizione critica (positiva) unita all’indicazione dei matizzazione non riguarda del resto solo l’organizza-
percorsi ritenuti ottimali per conoscerli, mettendo così zione macroscopica della guida: estendendosi, come si
sottilmente in atto una operazione di instradamento del è accennato, anche alle parti dedicate a singole città o
viaggiatore che ha indotto Barthes a considerare la gui- località, essa investe lo schema di realizzazione concreta
da come l’esatto opposto di ciò che dovrebbe essere, e del viaggio fin nei suoi aspetti più minuti. All’interno
cioè un mezzo di “accecamento”11. delle descrizioni delle singole città i luoghi degni di at-
tenzione non sono certo presentati in ordine alfabetico,
4. Mosse obbligate e facoltative ma la frammentazione per voci isolate, ancorché ricon-
Se dunque la guida è un esempio evidente di testo inte- ducibili nella sincronia della fruizione di testo e pianta
so come realizzazione di un atto linguistico (o di più atti ad un ipotetico percorso spaziale, contribuisce a deter-
simultaneamente compiuti) in forma di genere12, coe- minare quell’isolamento delle singole manifestazioni
rentemente essa mostra, dalle origini e a tutt’oggi, una culturali (architettoniche, urbanistiche, archeologiche,
serie di elementi costantemente ricorrenti come mosse museali) che, per dirla con le parole di Barthes, rende
obbligate nel processo comunicativo, cui si aggiungono il monumento “indecifrabile, perciò stupido” (1957, p.
parti facoltative, che possono essere più o meno svilup- 120).
pate o addirittura assenti. La realizzazione di queste L’organizzazione generale del testo riguarda anche la
mosse obbedisce, come già si è detto, ad un canone presenza, e la distribuzione, di dati informativi, in pri-
talora molto preciso, ma può ovviamente mostrare va- mo luogo relativamente a strutture essenziali per il sog-

Francesca Santulli · La guida turistica come genere: tratti costitutivi e realizzazioni testuali
giorno, come alberghi e ristoranti. Elenchi, più o meno il manuale (soprattutto se si scelgono tecniche e sup-
ampi e più o meno ricchi di dettagli, possono essere porti di stampa di qualità) con evidente disagio per il
collocati in sezioni apposite, oppure presentati all’inizio turista, esse sostituiscono la fruizione diretta, limitano la
di ciascun percorso o di ciascuna voce (ad esempio una possibilità di cogliere i luoghi in una prospettiva mobile
città). Altre informazioni pratiche e utilissime, come e personale, impongono inutilmente un punto di vista.
orari di apertura di musei, possibilità e condizioni per Tuttavia, nell’ottica dell’accecamento di cui si è fatto
la visita di siti, vengono di solito integrate nel testo, ma cenno, esse sono essenziali proprio perché impongono
la loro distribuzione è ovviamente legata alla modalità un punto di vista e soprattutto garantiscono al turista
generale di presentazione prescelta dalla singola guida. che la sua visita potrà ritenersi riuscita (e conclusa)
Anche le informazioni storiche non sono di solito mai quando avrà colto tutte le immagini presentate, e le
del tutto assenti, ma possono essere sviluppate con di- avrà magari duplicate fermandole nella memoria della
versi gradi di approfondimento: in alcuni casi lunghi sua macchina fotografica.
paragrafi (sia per la storia di regioni sia per quella di Un simile effetto di enfatizzazione e di valutazione è ot-
singole città o persino di singoli monumenti) ben deli- tenuto attraverso lo sfruttamento sistematico del codice
mitati ed individuabili nel testo, in altri brevi cenni in- tipografico, che consente di realizzare una vera e pro-
globati nelle note introduttive di una sezione o di una pria gerarchia di valori e quindi di trasmettere impli-
singola voce; talvolta note storiche possono occupare citamente importanti consigli, che riguardano innanzi
appositi riquadri che si presentano come opportunità di tutto la selezione dei luoghi e dei monumenti da privile-
approfondimento e di estensione delle conoscenze del giare nel percorso e il tempo da dedicarvi nell’economia
turista. Meno costante la presenza di informazioni più generale della propria visita personale. Pur con alcune
varie: folklore e tradizioni, enogastronomia, feste e ma- modeste differenze, tutte le guide turistiche fondano
nifestazioni possono essere sistematicamente rubricati, l’organizzazione tipografica del testo in primo luogo
apparire solo nei casi più significativi o essere comple- sull’evidenza dei caratteri e sulla distribuzione degli
tamente ignorati. spazi, ai livelli micro- e mesotipografico (Stöckl 2005, p.
Il nucleo fondante della guida è, naturalmente, la de- 209), che riguardano rispettivamente la dimensione del-
scrizione dei luoghi della visita, che si accompagna le singole lettere e la configurazione dei paragrafi. Al di
più o meno esplicitamente all’elargizione di consigli. là dell’abitudine, frequentissima, di distinguere le parti
La mossa obbligata più caratteristica di questo gene- informative di sfondo (storia, tradizioni, ecc.) con l’uso
re testuale consente però per la sua realizzazione una di caratteri più piccoli, ciò che è più interessante e signi-
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gamma ampia e diversificata di varianti che riguarda- ficativo è l’alternanza di corpi e stili all’interno del per-
no, come si è già detto, l’organizzazione del testo, ma corso di visita, nel quale la variazione delle dimensioni
anche la presenza (eventuale) di immagini, il tipo di si intreccia con il ricorso a neretti, corsivi, maiuscoletti,
carte e piante proposte, le modalità stesse di scrittura e che stabiliscono una gerarchia facilmente ricostruibile
di stampa. Se strumenti topografici, benché talora così da parte del lettore. Se il maiuscoletto è di frequente uti-
ridotti da poter essere considerati al di sotto della so- lizzato per introdurre (sotto)sezioni diverse (ad esempio
glia dell’essenzialità, sono sempre presenti in una guida, “TRANSETTO SIN.”, nel percorso di visita di una chiesa),
non altrettanto può dirsi per le immagini, il cui rifiuto corsivo e neretto, e soprattutto quest’ultimo, hanno una
rappresenta, storicamente, un tratto innovativo e carat- ovvia funzione di enfatizzazione, che in molte collane
teristico delle “migliori guide borghesi” di tradizione si combina, in verità curiosamente, con la dimensione,
ottocentesca (Di Mauro 1982, p. 388). Nel contesto ita- sicché può avvenire che anche nei paragrafi in corpo
liano le guide rosse Touring rappresentano compiuta- più piccolo non manchino i neretti: in quei casi la gui-
mente questa scelta, poiché in esse mancano non solo da di solito suggerisce un percorso essenziale primario
le fotografie ma anche schizzi, disegni (che si trovano (corpo più grande) e tratta gli approfondimenti (pure
invece nelle guide verdi e nella Guida rapida): si tratta oggettivamente non trascurabili, ma incompatibili con
dunque di vere e proprie scelte editoriali, che contribu- una visita veloce) in paragrafi anche molto ampi (in
iscono a caratterizzare linee di prodotto indirizzate a corpo più piccolo), all’interno dei quali si ripropone la
turisti diversi per formazione culturale e per finalità ed scala valutativa e la gerarchizzazione dei valori. Il giu-
esigenze legate al viaggio. La fotografia, che ha incar- dizio sul singolo luogo, monumento, dipinto si concre-
nato una modalità forte (e subdola) di presentazione va- tizza infine, in modo più tipico e sintetico, nell’asterisco,
lutativa, è caratteristica dominante in numerose serie di simbolo grafico considerato di grande utilità pratica e
grande diffusione e, oltre a costituire un modo di valo- sistematicamente adottato a partire dal Baedeker. Da
rizzazione del singolo oggetto artistico (o paesaggistico), un punto di vista ideologico esso può però essere consi-
consente di fornire la rappresentazione “privilegiata” di derato il riflesso esemplare “della tendenza caratteristi-
quello stesso oggetto, alla quale implicitamente il turista ca dell’Ottocento positivista a catalogare e incasellare”
è invitato ad adeguarsi. A ben guardare, in una guida (Di Mauro 1982, p. 387) e dunque uno strumento per
da utilizzarsi nel momento della visita le fotografie sono la quantificazione e la mercificazione della produzione
decisamente superflue: oltre ad appesantire fisicamente culturale (Ricci 1977, pp. 366-367), funzionale al pro-

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Fig. 1 - Orvieto nella Guida breve (1939)

cesso di valorizzazione del singolo oggetto e – soprattut- di cui si è già fatto cenno. Il mercato offre un’ampia va-
30 to – di instradamento del turista. rietà di prodotti, garantendo la sopravvivenza dei ma-
Questa organizzazione tipografica, che di solito è rite- nualetti sobri e privi di immagini (in Italia le classiche
nuta così ovvia e consolidata nell’uso da non richiedere guide rosse) accanto alla produzione di guide “visuali”
una esplicita legenda, è tratto sicuramente marcato e che puntano sul “far vedere” piuttosto che sul descrive-
indispensabile nella costruzione di una guida, atteso re e raccontare (come nel caso delle guide Mondadori
e riconosciuto dai fruitori nei suoi significati essenzia- che dichiarano esplicitamente in quarta di copertina di
li, benché compaia in realizzazioni concrete che pos- “mostrare quello di cui le altre parlano”). Per cercare di
sono essere tra loro diversissime: si pensi a quanto già mettere in luce gli aspetti più significativi della variazio-
osservato a proposito della presenza o meno di piante, ne, che si fonda ovviamente anche su una dimensione
disegni e fotografie, e si consideri inoltre l’importanza evolutiva diacronica, si concluderanno queste note con
della organizzazione generale della pagina, intesa non un breve esame comparativo di tre esempi di descrizio-
più come somma di sequenze lineari, ma come spazio ne, estratti da prodotti molto diversi e relativi tutti al
bidimensionale nel quale si distribuiscono immagini e duomo di Orvieto14.
frammenti di testo. La differenza tra le diverse linee edi-
toriali si vede oggi innanzi tutto a questo livello (che si 5. Un confronto: il duomo di Orvieto in tre di-
può definire macrotipografico), con l’affermarsi di pro- verse prospettive
dotti che privilegiano configurazioni di tipo ipertestuale Nella Guida Breve della Consociazione Turistica Italiana
(e spiccatamente multimodale), affiancando ad usi più (questa era nel 1939 la denominazione del Touring),
tradizionali dello spazio tipografico soluzioni innovative forma sintetica delle ormai classiche guide rosse e orga-
che superano, nell’organizzazione topologica, la linea- nizzata primariamente per itinerari, Orvieto rappresen-
rità della scrittura alfabetica. Di ciò si vedrà un esempio ta un intero capitolo (il quindicesimo), ma si colloca nel
nella tecnica di presentazione del duomo di Orvieto percorso (ferroviario e stradale) da Firenze a Roma (cap.
contenuta nella Guida Mondadori. 12), dove si trova un rimando alla trattazione, ampia e
Questo aspetto macroscopico si combina con una ten- separata, riservata ai siti più importanti (“Staz. Orvieto
denza progressiva alla frammentazione del testo che m. 124 (per la città v. pag. 191)”; “km 208.2 Orvieto m.
non è sconosciuta neppure a prodotti più tradizionali, 315, pag. 191”). La struttura testuale di questa guida
riflessa anche nell’evoluzione di tratti linguistici specifi- è particolarmente compatta e la descrizione si snoda
ci, in primo luogo la presenza del discorso procedurale lungo un percorso coerente e fortemente coeso, le cui

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Fig. 2 - Orvieto nella Guida Mondadori: la rappresentazione ipertestuale del duomo

tracce sono evidenti nelle forme linguistiche utilizzate. ecc.), con commenti critici che inglobano elementi di
31
In questo quadro, l’incontro con il Duomo di Orvieto storia artistica:
è il culmine di un processo di avvicinamento che felice-
mente consente al visitatore il contatto con l’edificio più “In fondo alla navata d., si apre la *Cappella Nuova o
importante della città (segnalato da grassetto e asteri- della Madonna di S. Brizio, decorata dei celebri affreschi
sco), non casualmente definito “miracolo d’arte”, di cui di L. Signorelli (1400-1504), il quale in ampie composizioni,
con stile possente, tutto plasticità ed energia negli stupendi
sono date brevissime note storiche (“A d. parte la via del
nudi, quasi anticipatore dell’arte di Michelangelo, rappre-
Duomo […], che conduce alla solitaria erbosa piazza ove
sentò il dramma dei Novissimi” (p. 192)
sorge, miracolo d’arte, il Duomo*”)15. Tutta la descri-
zione è, però, in corpo più piccolo, nonostante in essa
Questa è però piuttosto un’eccezione. Predomina infatti
siano inglobati numerosi corsivi, neretti e persino aste-
la sequenza descrittiva, che segue un percorso fisico na-
rischi, talvolta in combinazione tra loro. Si tratta di un
turale per il turista e che, quando i passi devono essere
esempio tipico di percorso di visita importante e consi-
guidati con maggiore attenzione, fa ricorso al tipico di-
gliato, che tuttavia richiede un tempo abbastanza lungo
scorso procedurale, elemento distintivo e primario per
e perciò diventa una necessaria, per quanto amara, ri-
la coesione linguistica, oltre che pragmatica, del testo:
nuncia per chi ha pochissimo tempo da dedicare a que-
sta pur importante città. L’articolazione della descrizio- “Si ritorna nella crociera; a d., l’Altare dei Magi […]. –
ne è segnata innanzitutto dalla scansione dei paragrafi, PRESBITERIO: grandioso *coro ligneo gotico […]. In fondo,
con cui si combinano, come titoli inseriti nel testo, le grande vetrata, del 1325-34. – A sin. si passa nelle Sagrestie,
parole in maiuscoletto (FACCIATA, INTERNO, PRESBITERIO, ove sono due *Crocifissi in legno, della sc. Del Maitani. –
SAGRESTIE), che segnano le varie tappe della visita. Le Ridiscesi nella crociera, a d. l’altare della Visitazione […]”
descrizioni vere e proprie sono stringate, qualche volta
prive di verbi (“ricchissimi i profondi portali…”), spesso Diversa organizzazione generale, fondata sull’ordi-
presentate in forma di mero elenco (“Navata mediana: namento alfabetico delle località di interesse, caratte-
a d., acquasantiera, di A. Federighi (1485); a sin. fonte bat- rizza la Guida rapida d’Italia, sempre di produzione del
tesimale, gotico del ‘300 e del ‘400…”), soprattutto nella Touring, che però, oltre a collocarsi in un periodo signi-
sequenza degli affreschi di Signorelli. In qualche caso ficativamente più recente16, rappresenta un’altra linea
però si va oltre l’uso dell’aggettivo o dell’avverbio valu- editoriale, molto vicina, per formato e per impostazio-
tativo (stupendo, celebre, insigne, riccamente intarsiato, ne, a quella delle guide verdi. Sotto la voce Orvieto,

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dopo le notizie storico-urbanistiche, si passa alla visita, vilegia il luogo della quantità, benché il rilievo che la
organizzata ancora per lemmi, uno dei quali dedicato descrizione del monumento ha nell’economia del testo
al Duomo**, introdotto come “una delle più significa- faccia ritenere che dal dato quantitativo possa discen-
tive creazioni dell’architettura gotica italiana”. Anche dere anche una valutazione qualitativa. Non è tuttavia
qui, dopo una brevissima introduzione, si descrive dap- questa scelta qualificativa ciò che distingue più signifi-
prima la facciata, riservando un neretto con ben due cativamente l’ultimo degli esemplari prescelti per que-
asterischi ai rilievi** presenti sui pilastri tra i portali, sto confronto, che mostra tratti innovativi macroscopici
poi l’interno, procedendo dalla navata mediana al tran- legati soprattutto all’uso delle immagini (primariamente
setto fino alla cappella Nuova (con gli affreschi** del fotografiche) e all’organizzazione della pagina. La strut-
Signorelli), quindi il presbiterio e la cappella del Corporale. tura generale della guida è fondata sulla lemmatizza-
Numerose le occorrenze di asterischi che segnano sin- zione (ancorché non ordinata alfabeticamente ma, per
gole opere o affreschi (ad esempio il coro ligneo e il re- ogni singola regione, in sequenza numerica collegata ad
liquiario del Corporale). Tutto è scandito dalla mera una rappresentazione cartografica), che domina anche
successione dei dati: la sequenza degli spazi, quella de- la descrizione delle singole località. Nel caso di Orvieto,
gli affreschi dentro la cappella; anche quando bisogna in realtà, un paragrafo introduttivo, oltre a dare infor-
muoversi a ritroso, tornare al centro del transetto e poi mazioni minime, traccia implicitamente un itinerario,
raggiungerne l’estremità sinistra non vi è indicazione nominando vie da percorrere per raggiungere tre chiese
esplicita di percorso e il visitatore deve affidarsi soltanto minori:
alle indicazioni spaziali relative (d., sin., in fondo, ecc.)
per orientarsi. La descrizione ingloba però i dati essen- “La chiesetta del XIII secolo di San Lorenzo in Arari, in
ziali relativi agli autori e alle caratteristiche delle opere, fondo a via Scalza, ha pareti affrescate […]. Via Malabranca
talvolta condensando ingegnosamente la storia in una porta a San Giovenale. La chiesetta, situata all’estremità
occidentale di Orvieto, è ricoperta quasi interamente di af-
prospettiva temporale realizzata attraverso la scelta dei
freschi […]. Sant’Andrea, in piazza della Repubblica, è
tempi del verbo: caratterizzata da un singolare campanile…” (p. 20)

“La facciata, completata nel ’500, ha forma di grandioso


Altri lemmi sono dedicati a musei, palazzi e al famoso
trittico, splendente di marmi policromi, sculture e mosaici
(rifatti nel ’600 e ’700). Mirabili sono l’ampio e profondo pozzo di San Patrizio. Al Duomo, invece, è riservato un
portale mediano e il rosone* centrale, dovuto ad Andrea trattamento particolare, messo in atto in questa guida
Orcagna (sec XIV), al quale si affiancheranno le edicole per nei casi di maggiore rilevanza degli edifici o dei luoghi
32
accogliere le statue dei profeti (metà del ’400) e si sovrappor- (ad esempio, la Basilica di Assisi, la piazza del Popolo
ranno le nicchie per le statue degli apostoli (1560-70)” ad Ascoli, il palazzo ducale di Urbino, ecc.). Un am-
pio riquadro, che in questo caso si estende a cavallo di
Anche in questo testo l’aggettivazione, pur sostanzial- due pagine pur senza occuparle interamente, è dedica-
mente sobria, si contraddistingue per la sua forza valu- to a questo monumento di cui è riprodotta una visione
tativa: ritorna soprattutto la rilevanza, la significatività assonometrica, in parte con spaccato, che consente di
dell’opera entro una data classe (“uno dei momenti più mettere in evidenza i tratti principali dell’edificio (fig.
significativi della storia dell’arte italiana…; tra i più rile- 1). I punti più significativi sono marcati con dei “se-
vanti episodi della pittura murale trecentesca…”). Nella gnaposto” collegati con sottili lineette a denominazio-
sostanza dunque, con un inevitabile ma pure modesto ni, piccole porzioni di testo per lo più accompagnate
cambiamento imputabile alla variazione diacronica, la da immagini fotografiche che mostrano particolari,
lingua usata per la descrizione presenta caratteristiche riprodotti talvolta con tecniche d’effetto, che isolano
abbastanza simili a quelle dell’altro esemplare consi- singoli elementi (ad esempio di un dipinto). L’insieme
derato sopra: si consideri, emblematico, il modo di in- costituisce una forma originale di ipertesto realizzato
trodurre l’interno dell’edificio, “di severa maestà” nel simultaneamente nello spazio bidimensionale della pa-
primo caso diventa “maestoso” nel testo più recente. gina: trattati come ideali hotspot, i punti significativi si
Stesso concetto, stessa radice lessicale, con l’astrazione animano e si mostrano collegati attraverso un link, rap-
nominale – precisata da un’ulteriore aggettivazione – presentato dalla linea tracciata sulla pagina, ad altret-
tipica dello stile più aulico contrapposta alla più quoti- tanti pop-up di approfondimento, anch’essi presentati
diana concretezza del pur ricercato aggettivo. tutt’intorno alla veduta principale. La frammentazione
Introdotto poeticamente e metaforicamente nella Guida si accentua, anche nella dimensione dell’impatto visivo
Breve “miracolo d’arte”, presentato come esemplare di del testo, ma l’orientamento del visitatore è agevolato
spicco nella categoria di edifici che condividono la sua dalla riproduzione, non fotografica, che esalta l’effet-
predominante caratteristica stilistica “una delle più si- to tridimensionale e costituisce un essenziale e como-
gnificative creazioni dell’architettura gotica italiana” do riferimento. Qui l’immagine non rappresenta tanto
nella Guida Rapida, il Duomo di Orvieto è, più semplice- l’esito di una visione prospettica privilegiata, proposta
mente, “una delle più grandi cattedrali di Italia” nella (e quasi imposta) al viaggiatore, quanto piuttosto il mo-
Guida Mondadori: una presentazione, questa, che pri- dello, nel quale si riconosce agevolmente l’edificio reale

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che però risulta semplificato, ridotto quasi ai suoi tratti Si tratta però di un viaggio particolare, non quello ri-
essenziali e perciò più facilmente fruibile. costruito attraverso storie e memorie di altri viaggiatori
che spinge a immaginare paesi remoti eppure reali, ma
6. Per concludere quello che porta a muoversi attraverso paesi inesistenti
L’analisi qui presentata, pur nella sua essenzialità, con- ma decisamente vicini che incarnano gli etnostereotipi
ferma che la guida turistica può senz’altro essere esami- più diffusi relativi a diverse aree del nostro mondo at-
nata nella prospettiva del genere testuale, anzi risulta tuale. Caratteristiche fisiche e culturali, eventi storici,
un caso particolarmente significativo ed esemplare di tradizioni e luoghi comuni sono scherzosamente sfrut-
testo riconducibile ad un canone di norme ben radicato tati per costruire paesi, per descriverli dettagliatamente
e piuttosto stabile. Tratti essenziali e ricorrenti marcano e soprattutto per proporre itinerari di visita. L’effetto
la guida, coinvolgendo tanto la dinamica degli scopi e di realtà è ottenuto grazie alla riproduzione accurata
delle attese, quanto alcune caratteristiche macro- e mi- di tutti i tratti tipici della guida turistica, fin nei minimi
croscopiche del testo. Ciò accade nonostante una note- dettagli, che riguardano la presentazione di informazio-
vole variabilità che investe innanzi tutto la dimensione ni ma anche i suggerimenti e le prescrizioni per il viag-
diacronica: a partire dalle origini pure relativamente gio. Appare evidente che questi libri, costruendo paesi
recenti, l’evoluzione della guida riflette in modo evi- inesistenti, esercitano le armi della satira e dell’ironia
dente non solo il cambiamento sociale (particolarmente su vicende politiche e tradizioni culturali nient’affatto
sensibile nel settore specifico del turismo), ma anche i immaginarie; tuttavia, ad un livello metatestuale, essi si
mutamenti della lingua e soprattutto della testualità. rivelano potenti strumenti di critica del genere testuale
In questo ambito più specifico, si manifestano alcune parodiato, di quelle guide che, pur efficaci e irrinuncia-
innovazioni lessicali e sintattiche sintetizzabili nella bili ausili, costringendo ad assumere un punto di vista
tendenza ad assumere un tono meno aulico, sobrio e precostituito rischiano di trasformarsi in subdole e peri-
però al tempo stesso sostenuto, ma più vicino all’uso colose contraffazioni della realtà.
reale dei parlanti; si presentano tuttavia, con maggiore
evidenza, anche tratti testuali radicalmente nuovi, indi-
viduabili solo in modo embrionale nei primi esemplari, Note
che rispondono ad una evoluzione più generale delle 1
Riferimento immediato è la metafora del genere come “oriz-
tecniche di scrittura, soprattutto della scrittura d’uso:
zonte di attesa dei destinatari” (Jauss 1977).
in primo luogo, frammentarietà, ipertestualità, multi- 2
Questa prospettiva, abbracciata da Miller (1984), consente 33
modalità. Questi mutamenti diacronici si realizzano in di ricollegare la nozione moderna di genere a quella origina-
realtà in una dimensione sincronica pure caratterizza- ria di matrice aristotelica, nella quale non era assente la com-
ta dalla variazione, sicché oggi coesistono sul mercato ponente pragmatica, in quanto i generi classici riflettevano
volumi legati alle strategie del passato e prodotti che la rispondenza a situazioni sociali diverse, caratterizzate da
realizzano pienamente le nuove tecniche comunicative, elementi e scopi ben precisi.
3
destinati evidentemente a diverse categorie di lettori e Questa interpretazione è proposta da Calvi (2005, p. 97),
di turisti. che sottolinea anche come nel processo di assestamento dei
Nonostante questa variegata diversità l’identità di ge- generi si producano distinzioni e ibridazioni linguistiche tra il
nere della guida non pare certo minacciata, sia nella livello letterario e quello della “lingua della comunicazione”.
4
contrapposizione a generi limitrofi (diari di viaggio, E tuttavia sulla coesistenza, e contrapposizione, di diario di
viaggio e guida turistica cfr. Antelmi (in questo stesso volu-
saggi e articoli dedicati a luoghi più o meno remoti, ma
me).
anche pieghevoli, libricini e materiali promozionali lo- 5
Per Benveniste il passé simple (e dunque forme corrispondenti
cali di varia natura) sia in considerazione della coesione nelle altre lingue europee, quali il passato remoto italiano e
interna, assicurata senza difficoltà dal riproporsi di quei il Präteritum tedesco) è tempo caratteristico dell’enunciazione
tratti particolarmente distintivi che qui si sono breve- storica che, se “rigorosamente” intesa, può presentare solo
mente illustrati e discussi. La guida è un genere al punto forme di “terza persona” (1959, p. 285); trattandosi qui di
di riuscire a generare una parodia di se stessa, il fittizio narrazione autobiografica, nella quale il parlante riferisce di
rifacimento di un testo dedicato a paesi inesistenti (ma se stesso, occorre la prima persona, altrimenti incompatibile
non propriamente immaginari) che, presentati e descrit- con la strutturazione primaria dell’enunciazione, che si può
ti secondo il canone consolidato, diventano meta di un considerare “marcata” proprio in virtù della sua specifica (ed
infrequente) funzionalità.
viaggio fantastico, intessuto di divertimento e di ironia. 6
Per la “correlazione di personalità” che oppone la prima e
Un editore australiano, Hardie Grant Books, ha pubbli-
seconda persona verbale (io-tu) alla terza (non-persona) cfr.
cato una serie fortunata di guide, la Jetlag Travel Guide, Benveniste (1946).
che raccoglie alcuni volumi dedicati a paesi nei quali 7
Irrinunciabile riferimento teorico è ancora una volta la di-
“non vorreste mai andare”17. Come sottolineato nella stinzione tra i due piani fondamentali dell’enunciazione, sto-
presentazione che si legge sul sito web, questi testi sono ria e discorso (Benveniste 1959). In prospettiva analoga, per
ideali per una forma di “armchair travel”, il viaggio che la distribuzione dei tempi nel testo cfr. anche Weinrich (1971),
si fa restando seduti in poltrona, guidati dalla fantasia. che distingue tra mondo narrato e mondo commentato.

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8
Si fa qui riferimento alla ben nota classificazione dei tipi te- francais”, in Bulletin de la Societé de Linguistique LIV/1;
stuali proposta da Werlich (1975), che, benché certo non esau- trad. it. “Le relazioni di tempo nel verbo francese”, in
stiva e probabilmente migliorabile, può costituire comunque Problemi di linguistica generale, Milano, Mondadori, 1990,
un utile e schematico modello di riferimento. pp. 283-300.
9
Una utile panoramica sulla distinzione tra generi e tipi te- Calvi, M. V., 2005, Il linguaggio spagnolo del turismo, Viareggio-
stuali in Mortara Garavelli (1988); per una ricognizione legata Lucca, Baroni.
anche al discorso turistico rimando a Santulli 2007c pp. 51- Coseriu, E., 1974, Synchronie, Diachronie und Geschichte: das
66. Problem des Sprachwandels, München, Fink.
10
Ho analizzato le forme del discorso procedurale tipico della Di Mauro, L., 1982, “L’Italia e le guide turistiche dall’Unità
guida in lingua italiana, considerandolo tratto caratteristico ad oggi”, in De Seta, C., a cura di, Storia d’Italia 5, Il pae-
del genere in questione (Santulli 2007a). saggio, Torino, Einaudi, pp. 369-428.
11
Il celebre giudizio di Barthes nasce nell’ambito di una anali- Dumas, A., 1841, Le Corricolo. Impressions de voyage; trad. it.
si centrata soprattutto sulla Guida Blu della Spagna, nella qua- Il Corricolo (introduzione e note di G. Doria), Napoli,
le viene rilevata una perfetta aderenza all’ideologia franchista Colonnese, 1999.
dominante nel momento storico in cui il testo veniva prodotto Goethe, J. W. 1816, Italienische Reise; trad. it. Viaggio in Italia (a
(1957, p. 118-121). cura di G.V. Amoretti), Torino, UTET, 1965.
12 Halliday, M.A.K., 1978, Language as Social Semiotics, London,
La definizione di testo come a speech act in generic form, propo-
Arnold; trad. it.: Il linguaggio come semiotica sociale, Bologna,
sta da Bazerman (1994, p. 99), evidenziando la componente
Zanichelli, 1983.
pragmatica e dunque implicando che un testo deve rispon-
Halliday, M. A. K., 1994, An Introduction to Functional Grammar,
dere a precise condizioni di felicità, consente una più precisa
London, Arnold.
interpretazione degli scopi e dei mezzi della retorica.
13 Jauss, H.R., 1977, Alterität und Modernität der mittelalterlichen
Su questo aspetto cfr. l’intervento di Antelmi in questo vo- Literatur, München, Fink; trad. it. Alterità e modernità nella
lume. letteratura medioevale, Torino, Bollati Boringhieri, 1989.
14
Per una descrizione più dettagliata delle pubblicazioni qui Kerbrat-Orecchioni, C., 2004, “Suivez la guide! Les modali-
considerate rimandando ad una mia più ampia trattazione, tés de l’invitation au voyage dans les guides touristiques:
inserita in un volume interamente dedicato alla comunicazio- l’exemple de l’île d’Aphrodite”, in Baider, F., Burger, M.,
ne turistica in chiave pragmatica (Santulli, 2007b). Goutsos, D.,, a cura, pp. 133-150.
15
Nei riferimenti e nelle citazioni si è cercato di riprodurre il Miller, C., 1984, “Genre as Social Action”, in Quarterly journal
più fedelmente possibile le caratteristiche tipografiche degli of Speech 70, pp. 151-167.
originali, mentre la sottolineatura è utilizzata per evidenziare Moirand, S., 2004, “Le même et l’autre dans le guides de
i punti via via discussi. voyage au XXIe siècle”, in: Baider, F., Burger, M.,
16
34 Il testo qui esaminato risale al 1994, ma la guida è stata Goutsos, D., a cura, pp. 151-172.
ristampata, con aggiornamenti, nel 2002. Ricci, G., 1977, “Gli incunaboli del Baedeker. Siena e le pri-
17
L’idea, sviluppata da una piccola società di produzione li- me guide del viaggio borghese”, in Ricerche storiche VII/2,
braria e audiovisiva, la Working Dog, con sede a Melbourne, pp. 345-81.
è stata accolta con grandissimo favore dal pubblico: settecen- Santulli, F., 2007a, “Il discorso procedurale come tratto di-
tomila copie vendute in tutto il modo, traduzioni in numerose stintivo della guida turistica: evoluzione diacronica e
lingue, in italiano per i tipi di Rizzoli. variazioni sincroniche”, in Linguistica, linguaggi specialistici,
18
L’idea, sviluppata da una piccola società di produzione li- didattica delle lingue. Studi in onore di Leo Schena, a cura di
braria e audiovisiva, la Working Dog, con sede a Melbourne, Garzone, G. e Salvi, R.), Roma, CISU, pp. 227-240.
è stata accolta con grandissimo favore dal pubblico: settecen- Santulli, F., 2007b, “Le parole e i luoghi. Descrizione e rac-
tomila copie vendute in tutto il modo, traduzioni in numerose conto“, in Santulli, F., a cura, Pragmatica della comunicazione
lingue, in italiano per i tipi di Rizzoli. turistica, Roma, Editori Riuniti, pp. 81-153.
Santulli, F., 2007c, “Tassonomie”, in F. Santulli (a cura di),
Pragmatica della comunicazione turistica, Roma, Editori
Bibliografia Riuniti, pp. 51-78.
Stöckl, H., 2005, “Typography: body and dress of a text. –
A signing mode between language and image”, in Visual
Baider, F., Burger, M., Goutsos, D., a cura, 2004, La communi-
Communication 4/2, pp. 205-214.
cation touristique. Approches discursives de l’identité et de l’alterité,
Weinrich, H., 1971, Tempus. Besprochene und erzählte Welt,
Paris, L’Harmattan.
Stuttgart, Kohlhammer; trad. it., Tempus. Le funzioni dei
Barthes, R., 1957, Mythologies, Paris, Seuil; trad. it. Miti d’oggi,
tempi nel testo, Bologna, il Mulino, 1978.
Torino, Einaudi, 1974.
Werlich, E., 1975, Typologie der Texte. Entwurf eines Textlinguistischen
Bazerman, C., 1994, “Systems of Genres and the Enactment
Modells zur Grundlegung einer Textgrammatik, Heidelberg,
of Social Intentions”, in: Freedman, A., Medway, P., a
cura, Genre and the New Rhetoric, London, Taylor & Francis, Quelle und Meyer.
pp. 79-101.
Benveniste, É., 1946, “Structure des relations de person-
ne dans le verbe”, in Bulletin de la Societé de Linguistique,
XLIII/1; trad. it. “Struttura delle relazioni di perso-
na nel verbo”, in Problemi di linguistica generale, Milano,
Mondadori, 1990, pp. 269-282.
Benveniste, É., 1959, “Les relations de temps dans le verb

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