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La “Buona Tecnica”
La comparsa di nuove norme nel panorama Italiano riguardo ai sistemi antincendio ad acqua, sta ridisegnano
interamente una filosofia di “buona tecnica” che pareva ormai persa.
Ebbene, parlando delle pompe antincendio, ci addentreremo proprio negli aspetti di quella “buona tecnica” di cui, in
passato, si teneva raramente conto.
Il Tipo di Pompa
Una prima grande novità arriva dalla nuova norma UNI EN 12845 e riguarda la tipologia delle pompe antincendio.
Si richiede infatti che:
• “dovunque è possibile si devono utilizzare pompe centrifughe ad asse orizzontale installate sotto battente… e,
se non fattibile si possono utilizzare pompe orizzontali soprabattente o pompe verticali a flusso assiale”.
• “…le installazioni soprabattente e con pompe sommerse dovrebbero essere evitate ed usate solo dove non
praticabile un’installazione sottobattente…”
In considerazione di ciò, la norma ha sancito quali tipi di pompe devono essere usati e per quali altri se ne sconsiglia
l’adozione.
Il fatto che la norma non menzioni altre possibilità, potrebbe essere interpretato come semplice lacuna, ma dopo oltre 15
anni di elaborazione della norma e alla luce dell’esperienza internazionale, è ragionevole supporre che sia una voluta
omissione, forse, perché altre soluzioni non rispondono a quei requisiti generali di sicurezza richiamati dalle direttive
europee.
Ovviamente lo stato dell’arte è in continua evoluzione, pertanto anche le norme sono sempre alla affannosa rincorsa di
un continuo adeguamento alla migliore soluzione tecnica .
Ecco alcuni esempi di pompe centrifughe che la norma non ritiene di menzionare, ma che nessuno si sognerebbe mai di
utilizzare per il servizio antincendio :
La norma privilegia la scelta della pompa ad asse orizzontale sottobattente, motivandola per la
semplicità di smontaggio (“back pull out” se ad aspirazione centrale “end suction”) e con la possibilità di
accedere agli organi della pompa, senza dover
smontare le tubazioni di aspirazione e mandata.
La curva caratteristica della pompa deve essere del tipo stabile, e cioè, una curva in cui la prevalenza massima e la
prevalenza a mandata chiusa sono coincidenti e la prevalenza totale diminuisce in maniera continua con l’aumento della
portata….
Non è pertanto accettabile nessun tipo di curva che tenda a cadere di prevalenza verso il valore di “shut-off “ (prevalenza
a mandata chiusa).
Se ammettessimo una caduta di prevalenza in quella zona, sarebbe necessario individuare quando questo accada (al
10%“, al 20% o al 50% della portata di progetto? ) Vedi esempio fig 1
fig 1
Sempre riferendoci alla curva, va inoltre considerato che la curva ideale per un impianto antincendio deve essere la più
piatta possibile, poiché ciò favorisce l’incontro con le aree favorita e sfavorita (figure 2 ).
fig 2 - fig 3
Una curva molto ripida (fig 3), al contrario, crea problemi nel dimensionamento di una rete sprinkler. Anche se la rete
idranti non richiede “normativamente” le verifiche sulle diverse aree, va da sé, che nella progettazione sia necessario
rapportare la curva dell’impianto con quella caratteristica della pompa, soprattutto in reti complesse o reti miste nuove ed
esistenti. Inoltre pressioni elevate sulle reti idranti possono dar luogo alla ingestibilità della manichetta e della lancia.
La scelta di curve “piatte” è di fatto prevista sia dalla UNI EN 12845 nei sistemi precalcolati, che richiede il 140% di
portata a non meno del 70% della prevalenza, che dalla norma NFPA 20, dove addirittura questi valori, per tutte le
pompe salgono al150% della portata a non meno del 65% della prevalenza. Con tali valori le curve di impianti anche
diversi, non avranno problemi ad adattarsi. (fig 4)
fig 4
• esistono pompe centrifughe che per loro natura sono state progettate per avere curve ripide, ad esempio quelle
adottate per gli impianti di pressurizzazione idrica (acquedotti, impianti domestici e industriali, ecc) , dove la
curva ripida viene addirittura esasperata con la regolazione e il controllo delle pompe tramite apparecchiature
come gli inverter, in grado di gestire forti variazioni di pressione oltre che di portate.
• Vi sono invece altre pompe centrifughe che non sono progettate per lavorare in impianti con requisiti di
variazione e controllo della pressione, perché di fatto hanno curve generalmente “piatte”.
Quindi: la pompa giusta per il servizio giusto!
Riguardo alla curva caratteristica della pompa sarebbe opportuno poi adottare criteri di scelta, che nel mondo
industriale e di processo sono uno standard e seguire alcune preziose indicazioni:
1. che la pompa antincendio venga selezionata con una curva caratteristica tale che la pendenza massima dal
punto di funzionamento allo shut-off , ad esempio :
a. non ecceda il 15% per le pompe ad asse orizzontale,
b. non ecceda del 30% per le pompe ad asse verticale immerse (vertical turbine pump).
e che :
2. il punto di funzionamento deve essere situato a sinistra del punto di massimo rendimento della pompa,
3. il valore di NPSHr (richiesto) dalle pompe antincendio non superi al punto di funzionamento i 4,5 m per le
pompe ad asse orizzontale o gli 8,5 m per le pompe ad asse verticale a flusso assiale,
4. la tolleranza inferiore sulla prevalenza non potrà essere inferiore a “0”, in accordo alle ISO 9906 circa le
prestazioni delle pompe (vedi nota ..”altri valori di tolleranza (es. tolleranze solo positive ) possono essere
definite da accordi “other tolerance ranges…)., ovvero non considerando i valori di tolleranza molto “comodi ”
che la norma ISO 9906 grado 2 definisce (fig 5). Se ci si aspettano 100 m3/h a 80m, pochi sanno che le
pompe, essendo provate con queste tolleranze (ISO 9906 grado 2), la portata reale potrà essere anche
di 92m3/h (-8%) e la prevalenza reale potrà essere anche 76m (-5%).
La norma NFPA 20, non ammette tolleranze negative sulla prevalenza!
fig 5
Ed inoltre considerare ad esempio che:
1. il diametro della girante installata dovrebbe essere al massimo al 95% del diametro massimo installabile,
alfine di disporre di un margine di variazione in caso di variate condizioni di esercizio o erronee valutazioni.
2. nel caso di uso di pompe azionate da motori Diesel, la massima velocità di rotazione, non dovrebbe
superare il 95% della massima velocità dichiarata del motore Diesel.
Molte di queste prescrizioni, che potrebbero apparire “aliene”, sono invece adottate come criteri standard
dall’engineering a livello nazionale ed internazionale, oltre che essere utilizzate come criterio di comparazione
tecnica/economica oggettiva.
Pensare che la pompa antincendio sia una pompa “standard” è un grave errore, poiché in realtà è una macchina che
deve garantire il funzionamento restandosene a “riposo” per la maggior parte del suo tempo, quindi la sua disponibilità è
aleatoria, a meno di tenerla in moto 24 ore su 24 ore, come accade in impianti di processo.
Va evidenziato invece, che la curva caratteristica di una pompa di pressurizzazione, sia invece importante
che sia ripida, permettendo cosi una buona regolazione e controllo della rete antincendio.
Le pompe sommerse, e, in genere le pompe multistadio (a più giranti ), hanno proprio tali caratteristiche.
Occorre inoltre ricordare che le portate delle pompe di pressurizzazione devono essere piccole.
La futura revisione della norma UNI EN 12845 (come previsto da sempre, invece nella norma NFPA 20)
prevederà che la portata di queste pompe non superi quella del valore erogato da un erogatore sprinkler.
In sostanza la pompa di pressurizzazione o jockey, non deve servire ad irrigare i giardini o lavare gli
automezzi.
Le curve in aspirazione
Tipo di valvole
Restando in tema di problemi che si possono verificare nella condotta
di aspirazione, va evidenziato che l’uso di valvole a farfalla,
è da evitare, poiché queste riducono la sezione di passaggio (a
parità di sezione ovviamente). La cosa peggiore però è nella loro
caratteristica di spezzare il flusso, favorendo proprio
quelle turbolenze tanto dannose, soprattutto nelle vicinanze
dell’aspirazione delle pompe.
La norma NFPA 20 infatti richiede l’uso delle sole valvole a
saracinesca, dove il passaggio del flusso è totale e la
turbolenza è ridotta al minimo.
Di recente la norma NFPA 20, ammette l’uso delle valvole a farfalla
in aspirazione, ma solo se poste a 15,3 metri dalla flangia
della pompa.!
Si può tradurre come ”battente netto positivo in aspirazione” e fondamentalmente si tratta di un numero espresso in metri
derivante da una somma algebrica tra i valori di pressione barometrica, perdite di carico , tensione di vapore del liquido e
pressione all’aspirazione.
Se il valore di NPSHd (disponibile) varia con le caratteristiche dell’impianto, quindi con le perdite di carico della condotta,
con la tensione di vapore del liquido, con la pressione barometrica, con l’altitudine s.l.m. e col battente di liquido che può
stare sopra o sotto l’asse della pompa, il valore dell’NPSHr (richiesto) invece è un valore intrinseco di ogni pompa, che in
genere peggiora all’aumentare dei giri, e migliora se si riduce la prevalenza di mandata. In sostanza, l’NPSHr della
pompa, dipende soprattutto dal progetto della girante, e si traduce semplicemente nella capacità di “catturare il fluido”
senza spezzarlo.
Poniamo un caso come rappresentato dalla figura e consideriamo una pompa soprabattente, dove possiamo avere un
dislivello negativo dell’acqua a -3,2 m, una
temperatura di 15°C (Tens vapore 0,17m), e
sebbene una velocità del flusso di 1.5m/s, una
valvola di fondo ed una curva che creano
perdite di carico di circa 2 m, risultato : un
disastro
La pompa nell’esempio, per norma dovrà
avere un NPSHr inferiore ai 4m, (un metro è
la differenza normativa, richiesta tra
disponibile e richiesto) e, più questo valore si
avvicina ai 4m più il fluido prima tenderà a
vaporizzare, fino a distaccarsi. Ovviamente
con pressioni barometriche più basse,
temperatura dell’acqua più alte e perdite di
carico in condotta maggiori, il disastro è
ulteriormente assicurato!
Si potrà supporre che tale esempio sia un
limite, ma se in un impianto sottobattente
supponiamo di utilizzare acqua a 40°C (la
tensione di vapore è di circa 0,75m) o di
trovarci in collina a 600m s.l.m. (press bar
9,62m) e con il livello minimo X a 0,1m dall’asse della pompa e provare ad usare una pompa con NPSHr di 7 m, ci
troveremo ancora una volta in un fallimento.
Il valore tra NPSHd e NPSHr va quindi assolutamente sempre verificato, anche con pompe sottobattente o con pompe
verticali immerse!
Sbagliato pertanto pensare che la sola bassa velocità in aspirazione sia sufficiente a garantire il funzionamento corretto
di una pompa centrifuga.
Temperatura dell’acqua, altitudine e perdite di carico create da valvole a farfalla in aspirazione, curve e cambi di
direzione del flusso, sono situazioni che incidono violentemente sulla capacità della pompa di “catturare il flusso”!
Occorre pertanto che il progettista “progetti” e che verifichi le condizioni di aspirazione e che l’impiantista realizzi su tale
progetto e non si presuma che sia sufficiente ingrandire un po’ la condotta di aspirazione.
Oltre la pompa
Cono in mandata
Tale accessorio è in grado di assorbire le vibrazioni e piccoli disallineamenti tra l’aspirazione della pompa e la tubazione
di aspirazione della stessa, che, essendo solidale con la riserva idrica, può provocare seri problemi alla pompa e alla
riserva idrica (allagamenti di locali pompe interrati sono un tipico esempio della mancata adozione di giunti antivibranti).
Occorre fare attenzione però che se usato il giunto antivibrante in gomma, questo non va posto sulla bocca di
aspirazione della pompa (la norma vieta di posizionarci le valvole e per ragioni ovvie non è saggio posizionarci un
“problema” ) , infatti la sua sezione interna viene ridotta drasticamente del 20% ed oltre, a seconda di quanto forza
dispongo per serrare i bulloni frapposti al giunto, creando due variazioni di sezione (una sorta di doppio diaframma) che
produce turbolenza e aumento localizzato della velocità proprio vicino alla girante.
Pertanto il giunto elastico va posto lontano dalla bocca aspirante.
SI
NO
Strumentazione
E’ assolutamente necessario sostenere le tubazioni di aspirazione (dando per scontato che in mandata accada lo
stesso), semplicemente per il fatto che le flange di tutte le pompe possono sopportare modeste tensioni e carichi e
comunque nei limiti del tipo di materiale dei corpi pompa utilizzato.
Corpi pompa in ghisa, sono fragili per la natura stessa del materiale, e quindi sollecitare a trazione o flessione questo
materiale vuol dire provocare gravi fratture alla
pompa. Ma anche con altri materiali sussistono
problemi. Se le flangie di un corpo in acciaio inox
vengono caricate in modo non omogeneo, la
pompa intera, seguirà questo comportamento fino
ad arrecare disallineamenti importanti tra pompa e
motore. Quasi sempre un problema di
disallineamenti è causato proprio da tubazioni che
caricano le flange fino a produrre distorsioni perfino
ai basamenti.
.
I basamenti delle pompe poi, devono essere fissati o cementati e saldamente
ancorati a basamenti/manufatti di cemento, atti a sostenere i carichi statici e dinamici.
In presenza di motori Diesel, le prescrizioni dei motoristi diventano importanti (vedi figura a lato), dovei pesi minimi
richiesti per le fondazioni sono mediamente da 2,5 a 3 volte il peso della macchina che vi deve essere posata sopra.
Fondamentale diventa poi il sistema di ancoraggio che deve essere tale da assicurare la macchina alla fondazione.
La norma UNI EN 12845 specifica che Il serbatoio gasolio deve alimentare per
gravità il motore Diesel, non essendoci altro modo per garantire sempre l’arrivo
del gasolio al motore. Poi, fornisce anche un’altra importante indicazione relativa
cioè al suo posizionamento: non deve stare sopra il motore Diesel.
Ciò non significa però posizionarlo in siti angusti, in mezzo alle tubazioni, sopra
le pompe o adiacenti ai quadri elettrici. In caso di manutenzione, tutti i
componenti devo essere facilmente raggiungibili. Il concetto di facile accesso ai
componenti dovrebbe muovere i fabbricanti in tal senso, e non a cercare
incredibili espedienti per il solo scopo di “compattare” il più possibile.
Con la nuova norma UNI 11292, relativa ai locali pompe, poi avremo anche
vasche di raccolta e pompe di caricamento, che creeranno maggiori ingombri!
Vero è che la norma nuova UNI EN 12845 (come la “vecchia UNI 9490”), richiede
che le tubazioni di andata e ritorno del gasolio devono essere in metallo (tubazioni
di materiale plastico sono a rischio di rottura, in caso di surriscaldamento del Diesel),
ma in ogni caso, occorre evitare che la vibrazione del Diesel si trasmettano alle
tubazioni del gasolio, danneggiandole e lasciando riversare combustibile a terra.
Perciò è buona tecnica, prevedere due tratti di robuste connessioni flessibili tra il
diesel e la condotte del gasolio.
(la norma NFPA20 impone da sempre questa soluzione)
E’ lo strumento col quale potranno essere effettuate prove e collaudi in campo, per verificare che le prestazioni siano
coerenti con le richieste di progetto, e quando ciò non si verifica, sarà doveroso sostituire le parti della pompa
antincendio per ripristinare le caratteristiche.
Il misuratore di portata di qualsiasi tipo si voglia adottare, ha necessità di disporre di tratti rettilinei a monte e a valle dello
stesso, ovvero, non devono esserci valvole o curve in prossimità dello strumento.
Le lunghezze dei tratti rettilinei, variano in funzione del tipo di misuratore , e vengono prescritte dal costruttore dello
stesso. Possiamo trovarci con 5 diametri a monte e 2 a valle e fino a 10 diametri a monte e a valle.
La valvola di
intercettazione a valle è
decisamente opportuna
e non è un opzione, a
meno di creare
contropressioni con
assurde strozzature o
circuiti particolar come
i“colli d’oca” o sifoni. La valvola posta dopo il misuratore di portata, garantisce che la tubazione sia sempre piena
d’acqua e permette al contempo la regolazione della portata erogata dalla pompa durante le prove periodiche.
La nuova UNI EN 12845 prevede che il locale pompe sia protetto da un impianto sprinkler.
Ebbene questa novità pare stia disorientando impiantisti e progettisti, nonché assemblatori
di package antincendio che predispongono perfino attacchi di vario tipo su collettori!
Il monitoraggio
Insieme alla manutenzione, il monitoraggio è di vitale importanza in un impianto antincendio. Senza poter monitorare lo
stato della situazione e la sua variata condizione, disporre di un impianto antincendio è di fatto quasi inutile averlo.
Ovviamente per una macchina come la pompa antincendio, che è un’insieme di componenti complessi, è essenziale che
i segnali di stato o anomalia vengano riportati in luogo, dove qualcuno possa prendere atto e intraprendere le dovute
azioni, affinché un anomalia venga risolta al più presto.
La nuova UNI EN 12845, è molto più dettagliata che in passato riguardo il monitoraggio, si passa dal monitorare le
pompe antincendio, le valvole di intercettazione, la pressione in rete, i livelli dei fluidi ecc.
Il monitoraggio, ovviamente, deve rientrare in quella buona progettazione e installazione elettrica. Spesso invece
viene demandata al costruttore delle pompe antincendio o all’impiantista idraulico che per ovvie ragioni di competenza,
non possono avere la visione completa del monitoraggio di tutti i componenti coinvolti, delle modalità di trasmissione dei
dati e soprattutto delle interazioni con altri impianti.
Con la nuova UNI EN 12845, il livello minimo della riserva idrica è drasticamente cambiato. Questo si può trovare infatti
al di sotto dell’asse della pompa (fino a 2 m ), pur considerando la stessa sempre idonea per un’installazione
sottobattente ( con i 2/3 del volume della riserva al di sopra dell’asse della pompa)