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1. IL DECADENTISMO IN ITALIA: le caratteristiche principali

Fra il 1890-1900 si forma il PROLETARIATO, fermentano i spiriti nazionalistici


accompagnati dalla promozione del socialismo e fascismo, la nuova generazione insorge
contro l'atteggiamento progressista del positivismo, l'osservazione concreta della realtà è sostituita
con la speculazione astratta ecc. Questa età si chiama – decadentismo.
Questo termine si usa prima in Francia negli anni '80 nel senso dispreggiativo e polemico
contro Baudelaire, Mallarme, Verlaine (i simbolisti). Il termine esprime una condanna morale
prima ancora che estetica. Però, poi il termine assume un valore neutro, di definizione storico-
culturale. In Italia, il termine si allarga a indicare non solo il gruppo dei ''decadenti'' e dei
simbolisti, ma tutta la poesia moderna dalla fine del romantismo o del verismo.
I poeti del decadentismo dicono che vivono in un momento quando tutta la società
sta decadendo per l'eccesso di civilizzazione. I rappresentanti della civiltà ''morente'' si
sentono minacciati dal proletariato e sentono che devono diffendersi. Loro esaltano nell'arte, nella
letteratura e nella vita i valori di bellezza, lusso, arte, artificio (esteti).
Le caratteristiche principali:
• la ricerca dei valori spirituali
• la coscienza del fallimento del positivismo e della scienza
• la sopravalutazione dell'arte
• l'uso dell'analogia
• la sensibilità raffinata e neurotica
• l'estetismo nel comportamento, stravaganza
• la volontà programmata di vivere in modi diversi da quelli borghesi

2. ANTONIO FOGAZZARO: la poetica e l’opera

La sua cultura è intessuta di due elementi: la fede religiosa e la dottrina


dell'evoluzionismo (darwinismo) filtrata attraverso lo spiritualismo cristiano. Fogazzaro è uno
dei sostenitori più fervidi di un evoluzionismo visto, come una concezione generale della vita.
La sua poetica si esprime sopratutto in due scritti:
• Bell'avvenire del romanzo in Italia – un saggio giovanile
• Il grande poeta dell'avvenire – una conferenza a Parigi
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Lui propone la nascita di ''poeti spiritualisti'' che cantano il vivere misterioso della natura e
celebrano amori spirituali e passioni di anime. Fogazzaro è un avversario dell'arte naturalista, lui
invece vuole auspicare un romanzo che si mantiene in una ''media via tra il convenzionalismo e il
realismo''. Il Fogazzaro così sembra auspicare un ''superuomo'', però il suo ''superuomo'' ha i tratti
del santo e non del poeta.
Il mondo di Fogazzaro è un mondo aristocratico a cui la sufficienza economica,
l'educazione e la cultura hanno dato una sensibilità raffinata e consentono il lusso di difficili
problemi sentimentali e morali.
I protagonisti delle sue opere tendono a essere proiezione dello scrittore, del suo sentire e
dei suoi conflitti interiori, fino a identificarsi con lui. Ci sono anche i personaggi secondari, tolti
spesso dalla vita reale, fatti parlare in dialetto, per segnare il distacco dai personaggi maggiori.
L’OPERA:
• opere in verso: il poemetto Miranda; le liriche di Valsolda
• raccolte di novelle: Fedele e altri racconti; Racconti brevi
• romanzi: Malombra; Daniele Cortis; Il mistero del poeta; Piccolo mondo antico;
Piccolo mondo moderno; Il Santo; Leila
• saggi e discorsi

3. GABRIELE D'ANNUNZIO: importanza, ideologia e opere

Il prototipo del decadentismo italiano è Gabriele D’Annunzio. Nasce a Pescara, dopo il liceo
si stabilisce a Roma dove inizia la sua attività di giornalista, scrittore, uomo del mondo.
Nel 1910, per causa di alcuni debiti, si trasferisce a Francia, e nel 1915 rientra in patria a
propagandarvi la guerra che esalta con spiriti nazionalistici ed estetizzanti. Poi prende parte
attiva alla guerra, e alla fine della guerra lui è animatore di moti nazionalistici: organizza “la
marcia di Ronchi” che occupa Fiume, dove promuove il fascismo. Dopo l’intervento delle
troppe governative deve lasciare la città e si ritira in una villa a Gardone Riviera.

L’IDEOLOGIA: D’Annunzio è uno dei primi a promuovere la dissoluzione del Positivismo.


Presto rifiuta la scienza, è il predicatore di un vago spiritualismo, è tra i polemisti contro la
democrazia. Più tardi, i suoi eroi non sono più aristocratici, ma mitici eroi del passato, robusti
fondatori di città; o il borghese – esploratore, dispregiatore del mondo circostante.
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D’Annunzio è tra i primi poeti del colonialismo, e tra i primi nel cantare le macchine –
però la città, le officine, le macchine, egli le vede e le rappresenta sempre mistificate e mitizzate.
Non era mai un “poeta puro” perché nel suo Decadentismo estetizzante anche i valori
supremi – la parola, la poesia, il verso, la bellezza – li vedeva sempre come strumenti utili a
incidere sulla realtà del mondo e a modificarla.
OPERE - si possono individuare 3 fasi della sua produzione letteraria:
1. periodo romano – periodo dell’estetismo (Primo vere; Elegie romane;
Novelle della Pescara; Il piacere)
2. periodo napoletano – (1891-93) prevale il tema della bontà; non c’è l’edonismo
sensuale (L’innocente; Poema paradisiaco)
3. fase del superuomismo – cui D’Ann. giunge grazie alla lettura di Nietzche (Le
Vergini delle Rocce; Il trionfo della morte)
RACCOLTE DI LIRICHE: Primo vere; Canto nuovo; Intermezzo di rime; L’Isotteo;
Elegie romane...
• Poema paradisiaco – narra il distacco dalla sensualità e dall’erotismo; è il
riavvicinamento alla famiglia e ai sentimenti d’infanzia; diviso in 3 parti
• Laudi – dovevano essere suddivise in 7 parti (Maia; Elettra; Alcione; Mèrope;
Asterope; Taipete; Celeno – le stelle dell’Espleiadi) – compone solo i primi 4
=> il tema che unifica questi libri è il tema di viaggio che ha come centro la Grecia; questo è un
incrocio tra la natura e storia

LA PROSA:
• Il libro delle vergini – queste novelle descrivono l’ambiente provinziale; la natura viene
esaltata sotto l’aspetto sensuale, l’autore è alla ricerca di una verginità naturale primitiva
• Novelle della Pescara – i racconti dove sono descritte le pulsioni destruttive dell’uomo
con scene di violenza
• Il piacere; Giovanni Episcopo; L’innocente; Il trionfo della morte; Le vergini
delle rocce; Il fuoco

LE OPERE TEATRALI:
• La città morta; Sogno d’un mattino di primavera; La Gioconda; La Gloria; La
nave; Parisina
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LE RACCOLTE DELLE PROSE DI AVANGUARDIA E DI MEMORIA E QUELLE POLITICHE E
PATRIOTICHE:
• Notturno; Taccuini...

• IL PIACERE – il romanzo del personaggio Andrea Sperelli, ma è anche romanzo di una


città vista attraverso gli occhi di questo personaggio. È il primo romanzo del filone
romanzesco che D’Ann. pensava di distribuire in cicli. È ambientato nella Roma lussuosa
con il protagonista conte Sperelli, poeta, pittore e musicista, che ha stabilito la sua dimora
nel palazzo vicino alla Trinità dei Monti. Lui passa le sue giornate tra le occupazioni
mondane, frequentando le persone eleganti, circondato dagli oggetti preziosi. È tormentato
dal ricordo di una relazione complicata con Elena Muti finita per l’improvvisa partenza della
donna da Roma. Viene sfidato al duello e viene ferito. Conosce Maria Feres, moglie di un
ministro, per cui comincia a sentire un amore spirituale, ma il rapporto peggiora perché
Sperelli cerca di riprodurre le stesse emozioni provate con Elena.

Le caratteristiche del romanzo:


- ambientato a Roma, il centro della nuova nazione (culturale, morale e politico)
- nel romanzo viene operata una rigorosa selezione dello spazio e delle architetture
urbane, predomina la categoria dello spazio
- la categoria di spazi interni prevale rispetto a quella degli spazi esterni
- esottismo – oltre all’arte europea vengono inseriti anche i motivi degli oggetti
dell’arte orientale
- Roma del romanzo è una città cosmopolita più che italiana, abitata da diversi
forestieri (Byron, Keats)
- la Roma cristiana viene emarginata mentre il sacro si sposta all’interno dei palazzi e
delle case dove gli oggetti di culto diventano importanti elementi d’arredamento
- il romanzo si può leggere come un intreccio di finzione letteraria e di biografia
dell’autore
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4. GIOVANNI PASCOLI: la poetica, i temi e lo stile

POETICA: Pascoli lavora negli stessi anni del D’Annunzio e Fogazzaro. Secondo Pascoli, il poeta è
un ‘fanciullino’ che sa vedere e scoprire nelle cose il nuovo, ma non sa cogliervi le relazioni e i
legami razionali. La poetica del ‘fanciullino’ è dunque concezione dell’arte come sogno, visione,
astrazione. L’artista aspira a una poesia asociale, fuori del tempo. In Pascoli c’è una tendenza a
ridurre la poesia a intuizione, momento, frammento.

TEMI: Le liriche di Pascoli sono state pubblicate da lui stesso secondo criteri di temi o di generi:
Myricae; Primi poemetti; Odi ed inni; Poemi del risorgimento; Poemi convivali;
Nuovi poemetti; Canti di Castelvecchio; Poesie varie. Gli argomenti ed i titoli stessi delle
liriche paiono suggerire una distinzione fra una lirica di intervento sulla società d’una parte e una
lirica intima dall’altra parte.
(I critici indicano nella sua opera la presenza di alcuni motivi o parole chiavi: siepe = metafora
politica contro il socialismo collettivista; nido = la famiglia, la casa)

LO STILE: La caratteristica di Pascoli è la disarticolazione della struttura sostenuta


tradizionalmente dalla lirica italiana. Anche nelle sue liriche più eloquenti, il discorso è franato, con
ritorni continui su se stesso, nel ricorso alle forze dell’emotività più che a quelle della ragione.
Alcune volte usa lingua attinta dai classici, un linguaggio quasi cifrato; ma di solito è un intreccio di
lingua aulica e di lingua umile. Pascoli usa tecnicismi di ogni genere, sono frequentatissime le
onomatopee, alliterazioni, rime interne ecc.

5. ITALO SVEVO: vita e ideologia

VITA: Il triestino Ettore Schmitz nasce da famiglia della buona borghesia commerziale. A 12 anni
va in Germania in collegio, e tornato a Trieste si iscrive a un istituto tecnico. Poi entra nell’impresa
dei suoceri, viaggia molto a Venezia, a Londra. Pubblica 2 romanzi a sue spese (Una vita;
Senilità) che non ottengono un gran successo. Ma la pubblicazione del 3° romanzo La coscienza
di Zeno gli dà la fama internazionale, e lui inizia la composizione di un 4° romanzo Il vecchione
o Le confessioni di un vegliarda. Muore dopo un incidente automobilistico.
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IDEOLOGIA: Durante lo studio in Germania, Svevo si accosta a pensatori come Schopenhauer e
Nietzche, subisce anche l’influsso del pensiero positivista (Darwin) ed ha una conoscenza non
superficiale di Marx. Da Darwin, come da Schopenhauer, Svevo deduce la spinta a un
approfondimento personale del tema dei “vinti” e ad un’analisi dei nulle inganni che l’uomo fa a
se stesso nel tentativo vano e illusorio di credersi arbitro del proprio destino. Svevo è influenzato
anche dalla dottrina di Freud, con la sua insistenza sull’inconscio. Poi si accosta al socialismo che
si può vedere nel racconto La tribù (racconto allegorico – il problema della felicità dell’uomo e di
come raggiungerla).
Svevo è un conservatore, la cui meditazione si esercita sull’uomo, nel suo posto nell’universo,
sulla sua immedicabile ‘malattia’. Il suo pensiero è volto alla meditazione sul’uomo, sulla senilità,
sulla indifferenza per la vita.

6. LE OPERE di Italo Svevo

UNA VITA – il suo 1° romanzo, un romanzo tardoverista, racconto della storia di un vinto; un
uomo sconfitto in perpetua lotta che è la vita.
Ad Alfonso Nitti la situazione economica ed il ruolo subalterno a cui è condannato per la nascita,
non gli permettono di realizzare le sue ambizioni sociali e letterarie. Le cause della sua sconfitta
sono interne – non è un intelettuale, non si oppone contro le strutture sociali che lo condannano,
lui è un inetto, predestinato ad essere sconfitto in un mondo dove gli altri difendono il loro posto
nel mondo.
SENILITÀ – è la storia di un vinto, Emilio Brentani, uomo impotente, tormentato da ambizioni
e paure che non sa dominare. È ammareggiato per non aver goduto piaceri e amori; ha una grande
paura di se stesso e della debolezza del proprio carattere. Cerca di cavarsi da questo stato d’animo
attraverso l’amore con una popolania, Angiolina, ma lei fugge con un altro. Lui ritorna alla sua
senilità, già vecchio a 35 anni, pronto per una vita di innerte tranquillità. Il libro è realista alla
maniera di Flaubert, non è costruito sui fatti, ma sulle loro risonanze in Emilio, ed è determinato da
moti interni.
LA COSCIENZA DI ZENO – Come cura, Zeno Cosini scrive la storia della propria vita, ma a
libro finito lui conclude che nemmeno la psicoanalisi può guarire. Il libro riassume tutta
l’esperienza umana di Svevo; lui è convinto che la vita è una lotta, l’inettudine non è più un destino
individuale ma una sorte universale. La vita è una malattia, e può apparire o un’enorme tragedia o
un’allegra commedia. Zeno è così uno fra i simboli massimi di una crisi che non è sociale ma
esistenziale.
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• NOVELLE: Corto viaggio sentimentale; Una burla riuscita; La novella del
buon vecchio e della bella fanciulla
• RACCONTO: La tribù
• i frammenti del romanzo: Il vecchione

7. I CREPUSCOLARI: poetica e opere

I CREPUSCOLARI prendono come argomento per la loro poesia gli aspetti più umili e
banali della vita quotidiana, togliendo però alle piccole cose quotidiane quel valore simbolico
che era proprio di Pascoli. Il ritmo della vita quotidiana si presenta in tutto il suo grigiore, privo di
ogni ideale superiore e di ogni entusiasmo.

I TEMI sono l’arridità, la sfiducia, la noia e l’incapacità di dare un significato alla vita.
Nelle liriche è presente l’ironia come una continua consapevolezza della vanità, delle illusioni e
della vacuità della vita quotidiana. Loro tendono alla riduzione della poesia e prosa e il loro
verso rompe il rapporto con la metrica tradizionale.

Il poeta più autentico e più reppresentativo del crepuscolarismo è GUIDO GOZZANO:


- resconto di un viaggio in India: Verso la cuna del mondo
- raccolte in versi: La via del rifugio; I colloqui
- novelle: L’ultima traccia; L’altare del passato
- raccolte di fiabbe: La principessa si sposa; Altre fiabbe
Al crepuscolarismo si accostano anche scrittori che poi se ne allontanano per tentare altre vie come
CORRADO GOVONI e ALDO PALAZZESCHI.

8. IL FUTURISMO e i suoi rappresentanti

I futuristi esaltano l’attivismo, la vita eroica, le macchine, i toni gridati. Il futurismo


nasce il 22 febbraio 1909 quando viene pubblicato il Manifesto del Futurismo, redato da F.T.
Marinetti.
Il futurismo proclama antipassatismo – la rottura con il passato e la tensione verso il futuro,
loro creano nuove parole, proclamano anche dinamismo che si esplica nell’attivismo collegato
con gli sviluppi della tecnica, loro esaltano la velocità.
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Il simultaneismo diventa uno dei tratti più tipici del futurismo. Esaltano il dinamismo nello
sport e l’amore per il record. Per la guerra dicono che è la sola igiene del mondo. I
RAPPRESENTANTI:

 FILIPPO TOMMASO MARINETTI – fondatore teorico del futurismo. Compone vari


manifesti, e anche romanzi (Il futurista; L’alcova d’aciaio), drammi (Prigionieri;
Vulcano), l’antologia I poeti futuristi.

 ALDO PALAZZESCHI – opera Due imperi mancati; romanzi (Le sorelle


Materassi; Roma; Il doge; I fratelli Cuccioli)

 CORRADO GOVONI – partito da modi dannunziani e simbolistici (La fiale), passo al


crepuscolarismo (Armonia in grigio et in silenzio), e poi al futurismo (Fuochi
d’artificio; Poesie elettriche)

 ARDENGO SOFFICI – fondatore con Papini di “Lacerba”, collaboratore della “Voce”.


Autore di raccolte poetiche (Simultaneità; Chimismi lirici) e di libri di guerra (La
ritirata del Friuli), di saggi teorici (Primi principi di una estetica futurista).

9. FILIPPO TOMMASO MARINETTI e le sue opere

È il fondatore, animatore e teorico del movimento futurista. Nasce as Alessandria d’Egitto,


studia a Parigi e si laurea in giurisprudenza. Le sue prime opere lui scrive in francese e gli danno
subito una notevole fama.

Fonda la rivista “Poesia”. Dopo la pubblicazione del Manifesto (22 feb 1909), si mette alla
testa del movimento che rivela gli scopi politici e nazionalistici oltre che letterari.

 romanzi: Mafarka il futurista; Il futurista; L’alcova d’aciaio (una sorte di diario di


guerra)

 drammi: I poeti futuristi, e alcune liriche


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10. BENEDETTO CROCE: il pensatore, l’ideologo, il critico

Era filosofo, storiografo, teorico e critico letterario, uno dei rappresentanti più operosi e
influenti della cultura borghese nella 1° metà del secolo.
Concepì una filosofia dello Spirito articolata in 4 momenti (estetica, logica, economia, filosofia),
esposta in alcune opere come:
- Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale
- Filosofia della pratica: economia ed etica
- Teoria e storia della storiografia
Compone anche scritti di storia:
- Storia del regno di Napoli
- Storia d’Italia dal 1871 al 1915
- La storia come pensiero e come azione
...e scritti di critica letteraria:
- La poesia di Dante, Ariosto, Shakespeare e Corneille
- Poesia e non poesia

Croce è stato sempre un intelettuale impegnato; contribuisce alla dissoluzione del positivismo e
al trionfo di un neo-idealismo, però combate il decadentismo. Per lui, LA POESIA è un momento
particolare dello Spirito, valutabile solo in base al concetto di bello senza altre categorie come vero,
utile, buono; L’ARTE è intuizione.
Però, poi Croce passa da quella prima definizione dell’arte come intuizione pura a quella
dell’arte come intuizione logica, e più tardi sottolinea il carattere universale (cosmico) dell’
intuizione estetica.
Le tesi di estetica gli permettono di teorizzare e praticare una critica letteraria. Scrive anche:

- Letteratura della Nuova Italia


- Saggi sulla letteratura italiana del’600
- Letteratura italiana del’600
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11. LUIGI PIRANDELLO: la vita e l’ideologia

VITA: Nasce ad Agrigento, studia filologia romanza a Roma e a Bonn, si stabilisce a Roma, intento
solo all’attività letteraria e giornalistica. Ma il fallimento di una impresa lo costringe
all’insegnamento nell’Istituto Superiore Femminile di Magistero, e poi è costretto di dare lezioni
private di giorno e scrivere la letteratura di notte. Dopo la 1° guerra mondiale si rivolge al teatro.
Nel ’21 Sei personaggi in cerca d’autore gli danno la fama mondiale, poi fonda una
compagnia teatrale con cui gira l’Europa e l’America. Nel ’34 riceve il premio Nobel. Lascia
un’enorme produzione letteraria.

IDEOLOGIA: Pirandello si forma nella cultura positivistica e rimane legato ad alcuni presupposti di
essa, anche se poi partecipa al moto antipositivista. Contemporaneamente lamenta il fallimento
degli ideali risorgimentali nella nuova Italia. Non crede ne nel socialismo ne nella democrazia.
La concezione del suo umorismo nasce dalla situazione sociale della fine del secolo quando
l’individuo incontra le difficoltà nello sforzo di adeguarsi alle rapide trasformazioni sociali e
culturali importante dalla civiltà industriale.
Per lui, l’uomo non è più il centro del mondo ma è dislocato in più centri, è incerto sulla
propria identità.
Il suo teatro e la sua narrativa rappresentano un grido contro le forze che limitano,
imprigionano, soffocano il libero espandersi dell’uomo. I suoi eroi sono tragici proprio perché
anelano a una libertà di affetti e di gesti che gli permette di essere pienamente se stessi.

12. LA POETICA DELL’UMORISMO DI PIRANDELLO

Ci sono 2 fasi dell’umorismo pirandelliano:

1) L’avvertimento del contrario – quando si nota un contrasto, una spacciatura

2) Il sentimento del contrario – il riconoscimento razionale e la consapevolezza del


contrasto i quali suscitano la compassione dell’osservatore. Con la 2° fase si ha l’umorismo.

L’umorismo pirandelliano si allontana dal comico, nella sua ultima fase non ci fa ridere. La
concezione dell’umorismo nasce dalla situazione sociale della fine del secolo quando l’individuo
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incontra le difficoltà nello sforzo di adeguarsi alle rapide trasformazioni sociali e culturali
importante dalla civiltà industriale.

L’esistenza dell’individuo diventa difficile e problematica perché deve accettare questi rapidi
cambiamenti di ritmo della vita. Così l’uomo non è più il centro del mondo ma è dislocato in più
centri, e disorientato ed è incerto sulla propria identità. Lui non è più artefice del proprio destino
ma deve lottare per confermare la propria presenza nel mondo.

13. LA NARRATIVA PIRANDELLIANA

ROMANZI:
• L’ESCLUSA – il suo 1° romanzo che rappresenta la rottura con i moduli veristici. (È
la storia di una donna respinta dal marito che le attribuisce un amante, ma ripresa
da lui quando, andata a costruirsi una sua vita, si è data realmente al presunto
amante.) L’invenzione paradossale, i ritratti inclementi dei vari personaggi, le
situazioni portate all’estremo, lo stile e la lingua, denunziano l’estraneità in Pirandello
ai presupposti del naturalismo.

• IL FU MATTIA PASCAL – pubblicato a puntate sulla rivista “Nuova antologia” . È


un racconto in forma autobiografica, scritto dallo stesso personaggio a vicenda
conclusa. (Dopo aver fuggito dal proprio paese, Mattia è considerato morto, cambia
il nome e assume una nuova identità, ma non può sposare la donna che ama perché
non è iscritto all’anagrafo. Torna al proprio paese, ma la sua moglie si è risposata e
lui è un vivo-morto al quale resta solo l’ombra della precedente identità.) Con quest’
opera Pirandello definisce il suo relativismo. Con quest’ opera muore ‘800 naturalista
e si affaccia il volto problematico e tormentato del ‘900.

• GIUSTINO RONCELLA NATO BOGGIOLO – P. rappresenta grotescamente il


mondo letterario romano e il contrasto fra la creazione artistica e la
strumentalizzazione commerciale di essa.
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• I VECCHI E I GIOVANI – il romanzo è centrato sulla dellusione storica per il
fallimento degli ideali risorgimentali, il conflitto tra la vecchia e la nuova generazione,
gli scandali politici ecc.
• QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE – il mondo di cinema
diventa simbolo della condizione dell’uomo nell’età delle macchine.
• UNO, NESSUNO e CENTOMILA – il romanzo rappresenta una sintesi di tutte le
sue tesi relativistiche. (Vitangelo Moscarda vive senza problemi fino al momento
in cui la moglie gli fa notare che ha il naso che gli pende a destra – questo banale
particolare lo mette in crisi e lui si mette a ricerca di se. Lui conclude che l’uomo non
è uno ne per se ne per gli altri, ma è ciò che appare agli altri. Chi fa questa ricerca,
non ritrova più la sua identità ma diventa nessuno.)

Scrive numerose novelle, raccolte con il titolo Novelle per un anno. Prima furono novelle
regionalistiche (la Sicilia e i siciliani sono deformati da un acre umor nero), poi i protagonisti delle
sue novelle furono piccoli borghesi, o intelettuali cittadini, travolti in casi strani e paradossali.
• Amori senza amore
• Quand’ero matto
• Bianche e nere
• La vita nuda
• Le due maschere

14. IL TEATRO di Luigi Pirandello

Durante la guerra, la produzione di Pirandello si rivolge sopratutto al teatro. Anche il suo teatro,
come la narrativa, si definisce sempre meglio con gli anni, come negazione e antitesi di quello
naturalista.
• La ragione degli altri – la protagonista è portavoce delle tesi dell’autore: le cose
sono quali noi le viviamo, e mutano apparenza e significato col passare del tempo”.
• Se non è così – la sua 1° commedia
• Pensaci, Giacomino!
• Così è (se vi pare) – parla dell’impossibilità di conoscere la verità e si suggerisce
come l’unico rimedio a nostro brancolare nel buoio una mutua comprensiva pietà
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• 6 personaggi in cerca d’autore – questo dramma gli porta il successo
internazionale. Da inizio alla trilogia del teatro nel teatro (Ciascuno a suo modo;
Questa sera si recita a soggetto)
• Liolà
• Il piacere dell’onestà
• Tutto per bene
• Come prima meglio di prima

• Il fu Mattia Pascal – Pirandello adopera la tecnica del sommario, il romanzo ha


una struttura circolare. La cattegoria dello spazio – P. prende un piccolo paese (e non
una grande città) Miragno con cui finisce e commincia la storia – si stacca dalla
tradizione. La storia non segue l’ordine cronologico, ma comincia a vicenda conclusa.

15. IL DOPOGUERRA e LA SOCIETÀ ITALIANA DURANTE IL FASCISMO

La guerra aveva rafforzato il radicalismo di destra, aveva accrescinato anche il numero degli
appartenenti ai ceti medi, che stretti tra un’alta borhesia e un proletariato organizzato, si sentivano
tagliati fuori dal processo storico. Il proleterizzarsi del loro ceto provocava un senso amaro di
frustrazione e di impotenza.
Molti autori come LUCIANO ZUCCOLI, UGO OJETI (romanzo Mio figlio ferroviere),
ALFREDO PANZINI (romanzo Il padrone sono me!) hanno scritto di questo stato d’animo.
L’aristocrazia del momento è quella industriale e agraria. L’ala rivoluzionaria del movimento
operaio voleva la rivoluzione sul modello russo, ma non sapeva né poteva farla. Un blocco
conservatore-reazionario affidò a Mussolini il compito di far fuori il movimento operaio e i suoi
capi per ristabilire l’ordine e la pace sociale.
Dopo l’ottobre del 1922 e marcia su Roma, il fascismo si insediò al governo dove rimase per
oltre 20 anni. Il fascismo sostituì lo stato liberale con uno stato dittatoriale-totalitario.
Fu caratterizzato dalla soppressione della lotta politica, dall’abolizione della libertà della
stampa, dal privilegiamento della religione cattolica, dalla teoria e politica della razza.
Gran parte della cultura liberale italiana per paura del socialismo aveva guardato al fascismo
con simpatia, ma se ne staccò quando esso si trasformò in dittatura e in regime. Gli avversari
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politici finivano in carceri fasciste e quelli ritenuti più pericolosi pagarono con la vita la loro
opposizione.
16. LE RIVISTE nell’età del FASCISMO

Il fascismo mirò ad agreggare gli intellettuali e a diffondere le sue parole d’ordine con scuole,
università, teatro, case editrici, riviste.
• la rivista “LA RONDA” (pubblicata a Roma dal 1919 al 1923 a cura di scrittori e critici come
VINCENZO CARDARELLI, EMILIO CECCHI, ANTONIO BALDINI, LORENZO MONTANO,
BRUNO BARILLI, ecc). La Ronda rifletté la tendenza all’ordine propria della borghesia
italiana, alimentò un disprezzo per il parlamentarismo e la politica, avversò il socialismo,
vide nel fascismo un fatto positivo, polemizzò contro il futurismo, il vocianesimo, Pascoli.
• le riviste di PIERO GOBETTI furono del tutto diverse della Ronda:
- “ENERGIE NUOVE” – Gobetti disdegna l’accademismo e la rettorica e pone
attenzione ai problemi concreti e precisi.
- “LA RIVOLUZIONE LIBERALE” – (soppressa dal regime) – maturò dai suoi
studi di storia e filosofia
- “IL BARETTI” – un periodico di cultura letteraria, organo dell’antifascismo
piemontese

• “SOLARIA” – fu l’espressione di una cultura che tendeva a prendere atto di quanto era
accaduto dal principio del secolo nella cultura e nelle lettere in Italia e fuori
• “PRIMATO” – (GIORGIO BOTTAI)-> propugnò un fascismo moderno. Su questa rivista
gli intellettuali potevano discuttere liberamente di letteratura e di problemi politici e morali
• “LETTERATURA” – esclusivamente letterario
• “LA RIFORMA LETTERARIA” – la palestra di coloro che lavoravano nei limiti del
regime
• “FRONTESPIZIO” – fu la rivista dei cattolici militanti

17. LA LIRICA nel VENTENNIO FASCISTA: IL FRAMMENTISMO

I lirici trovano nelle forme chiuse ed ermetiche un alibi a dire la propria avversione o
indifferenza al regime. La lirica novecentesca rifiuta i generi, i metri, rima; è una lirica che vuole
condensare in un minimo di fatti espressivi un massimo di significati e di suggestioni.
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In una sua prima fase, questa lirica si definisce come tendenza al frammento – a
componimenti di breve misura.
IL FRAMMENTISMO è caratterizzato da un discorso poetico raddensato, sciolto dai vincoli
tradizionali, liberato dalla oratoria. I rappresentanti della linea ligure (la rivista Riviera Ligure):
• Giovanni Boine – il romanzo Il peccato e altre cose, saggi si acuto intervento critico
sulla letteratura militante; Discorsi militari – è evidente l’affinità di Boine con le correnti
conservatrici.
• Piero Jahier – il rappresentante maggiore di un populismo contadino, esalta i contadini in
guerra (Con me e con gli alpini)
• Camillo Sbarbaro – versi (Resine; Pianissimo), prosa (Trucioli) – caratterizzato
dallo sforzo di tradurre la propria vicenda personale in una simbolica vicenda universale.

Altri scrittori, fuori dalla Liguria:


• Dino Campana – fu il più originale fra tutti. I suoi Canti orfici paiono riassumere le
tensioni e le aspirazioni di un’intera generazione.
• Arturo Onofri
• Clemente Rebora

18. L’importanza di GIUSEPPE UNGARETTI e la sua OPERA

Ungaretti fu una delle più notevoli personalità letterarie del ‘900 italiano, elaboratore di un
nuovo modello di lirica.
Alla base delle sue liriche era una POETICA che Ungaretti definì DELLA PAROLA. Per lui, la
parola non era suono o colore o presa sensuale del mondo, ma ricerca pensosa di un’essenzialità.

Ungaretti adoperò tutti gli strumenti tecnici dei simbolisti – sopratutto l’analogia e la sintesia –
a congiungere velocemente oggetti e affetti apparentemente lontani.

LE OPERE:
• Vita di un uomo: l’allegria – che unisce le due raccolte precedenti (Il porto sepolto e
Allegria di naufragi)
• Sentimento del tempo
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• Il dolore
• La terra promessa
• Morte delle stagioni

Sono importanti le sue traduzioni dei poeti stranieri come Racine, Mallarme, Shakespeare.

19. La lirica di EUGENIO MONTALE

La sua prima poesia è Meriggiare pallido e assorto, e poi segue la raccolta di poesie
Accordi che comprende 58 poesie. Il titolo della raccolta è un riferimento alla morte (gli scheleti
delle seppie che galleggiano sul mare), ma è anche un simbolo di essenzialità. Il linguaggio della
raccolta nasce da un’esperienza pascoliana e dannunziana.

Scrive Le occasioni dove raccoglie i testi pubblicati in riviste; la vita è presentata come
un’enigma assurdo, l’uomo si sente un albero bruciato dallo scirocco, a salvare può essere solo la
memoria: essa recupera dal passato un gesto o un momento che salva.

• La buffera e l’altro – Montale continua il suo esame di un mondo che sente sempre più
estraneo, in un rincorrersi di immagini e simboli che dicono quella ostile estraneità delle
cose e degli uomini.
• Satara
• Diario 71-72
• Quaderno di quattro anni

Nel 1975 ottiene il premio NOBEL.

20. La poesia di UMBERTO SABA: opere principali

In un 1° momento scrive sotto l’influsso della Voce e di Ungaretti e Montale.

Saba è ostile al frammentismo, tende a eliminare o evitare il lessico aulico, cercando i versi
mediocri e immortali. Non ama neanche l’ermetismo. Secondo il suo gusto, la poesia deve essere
discorso e canto.
17

I suoi versi sono pubblicati in varie raccolte che confluirono nel Canzoniere che è vario di
motivi e di toni. È pieno di un mondo di luoghi, di cose, di donne: Trieste, la moglie Lina e tante
altre donne, animali, osterie, caffé di periferia, ecc.

Saba ama la verità che giace al fondo delle cose per cui le umili cose gli si trasfigurano e il belato
lamentoso di una capra gli diventa la voce del dolore eterno del mondo.

Il Canzoniere è il libro della lirica e della vita di Saba perché era continuamente ampliato a
raccogliere la produzione nuova.

Gli scritti in prosa: Prose (raccolta di ricordi – racconti)


il saggio: Storia e cronistoria del Canzoniere
un romanzo incompiuto: Ernesto

21. L’ERMETISMO: rappresentanti e opere

La lirica dal 1930 circa all 2° guerra mondiale è battezzata con il termine ERMETISMO che
indica un modo di vedere le cose e che può riferirsi sia a lirici sia a prosatori.
Gli ERMETICI (o i lirici nuovi) costituirono una vera e propria ‘scuola’, sia per il loro
riferirsi agli stessi maestri (Mallarme, Rimbaud, Valery, Ungaretti), sia per una comune tematica
che si muove fra il mondo reale (disgregato e inorganico) e un sognato mondo di favola (libero e
felice).
È caratteristico il loro uso dell’analogia e della sintesia. Erano convinti che la poesia è tanto
maggiore quanto più vivo è lo scarto dal linguaggio comune. Volevano trasferire il lettore dalla
realtà in un mondo di mito.

I RAPPRESENTANTI:
Sergio Solmi Girogio de Chirico
Corrado Pavolini Libero de Libero
Salvatore Quasimodo Alfonso Gatto

SALVATORE QUASIMODO – collaboratore delle maggiori riviste letterarie del tempo,


insegnante di italiano nel Conservatorio di musica di Milano, ottiene il premio Nobel nel 1959.
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Autore di volumetti di versi:
Acque e terre Giorno dopo giorno
Oboe sommerso La vita non è sogno
Erato e Apollion La terra impareggiabile

22. CORRADO ALVARO: lo stile e le opere

Le sue opere principali: Romanzi:


Gente in Aspromonte - novelle L’età breve
Poesie grigioverdi L’uomo è forte
L’uomo nel labirinto Il nostro tempo è la speranza
L’amata alla finestra Un treno nel sud
Quasi una vita 75 racconti

Nella sua opera Il Meridione, grazie allo sviluppo industriale, affronta tutti gli aspetti di
modernità, di crudeltà, di corruzione.
Non gli sfugge che al di sotto dell’entusiasmo, dell’urbanesimo, e dell’espansione produttiva
della vita moderna si ritrovano irrisolti numerosi problemi dell’Italia e che in realtà lo squillibrio
fra settentrione e meridione diventava sempre più evidente con il progresso industriale del Nord e
con la permanente arretratezza e con la primitiva economia del Sud.

La gente in Aspromonte – Alvaro riprende i temi verghiani e li ripropone nei modi più lirici
che narrativi. Contrapone la realtà della vita in campagna e in città e rapporto ingiusto che sta tra la
vita in città e in campagna.

Offre una descrizione minuziosa con la quale mette in rilievo la realtà dei contadini. Non ci sono
dialoghi e l’autore non si concentra sui protagonisti ma sul mondo dei poveri in generale.
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23. La narrativa di ALBERTO MORAVIA

novelle:
Inverno di malato Cortigiana stanca
Fine di una relazione L’ufficiale inglese

romanzi:
Agostino La Romana
La disubbidienza La Ciocara
Il disprezzo La noia
L’amante infelice Gli indifferenti
Gli indifferenti – sono una specie di contaminazione poetica della tecnica del romanzo e quella
del teatro; sono anche una descrizione molto cruda e molto sfavorevole della borghesia di Roma.
Moravia contradice l’ideologia e la retorica fascista di un’Italia sana, potente, conquistatrice del
mondo.
Il mondo di Moravia è invece un mondo privo di luce, stanco e indifferente. I personaggi
cercano in vano di restituire il sapore alla vita e di vincere la loro stanchezza e l’inquietudine nelle
avventure, nel piacere e nel sesso. Moravia cerca di offrire una descrizione oggettiva e minuziosa
che solo raramente rivella il suo disgusto.
Il suo STILE è talvolta grezzo, spoglio e piatto, mentre il suo LESSICO dimostra le parole
povere, comuni e tutta la forza della sua prosa si trasferisce nella sintasi.
L’opera racconta il dramma di una generazione incapace di aderire alla vita e di provare
passioni sincere.
Agostino – è un romanzo di esistenzialismo o di formazione. Il tema fondamentale è il passagio
dall’adolescenza alla virilità. L’approccio di Agostino alla sessualità inizia con il cambiamento della
figura della madre e con il cambiamento del suo comportamento. Nel romanzo, Moravia fa soffrire
sia i ricchi, sia i poveri.

24. IL REALISMO MAGICO di MASSIMO BONTEMPELLI

Bontempelli è uno degli scrittori più insofferenti della tradizione. Fonda la rivista ‘900 dove si
vede il nucleo della sua poetica. Per il suo volume di racconti L’amante felice vince il premio
Strega.
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Quasi in tutte le sue opere rimane fedele alla poetica del REALISMO MAGICO – la capacità di
estrare il dato fantastico e irreale delle vicende quotidiane.

Con il suo RM tende a concigliare le spinte contraddittorie del tempo: il ritorno a un ordine
interiore e formale, ma pure il bisogno dell’immaginazione e della fantasia; la volontà di arrivare al
cuore segreto delle cose.

Le opere: Racconti e romanzi


Il figlio di due madri
Vita e morte di Adria e dei suoi figli
Giro del sole

Bontempelli usa la tecnica e l’intelligenza limpida con le quali contempla il mondo delle cose e
degli uomini. Attraverso questa intelligenza e attraverso la vena umoristica vengono filtrate nel
racconto le situazioni più complesse dell’uomo moderno.

25. L’opera di DINO BUZZATI

Buzzati fu giornalista, novelliere, romanziere, pittore, fu poco apprezzato dai contemporanei, ma


oggi pare uno degli scrittori tipici della crisi.

Le opere: Barnabo delle montagne – romanzo


I segreti del Bosco Vecchia – volume di racconti

Il deserto dei Tartari – capolavoro


--- Un romanzo fantastico, ambientato in un misterioso paese, confinante con un deserto popolato
dai Tartari. Il protagonista principale, ufficiale Drogo, inviato di guarnigione in una fortezza ai
margini del deserto, e vi passa la vita, aspettando vanamente un’invasione che non arriverà mai,
finché vecchio non viene rinviato in patria. Morirà di vecchiaia durante il ritorno, affrontando la
morte come ha afrontato la vita – con stoica dignità.
Il romanzo è un’allegoria che sta a dire la tragica nullità di una vita che si consuma
nell’attesa vana di un’occasione che non verrà mai.
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26. TOMMASO LANDOLFI e le sue opere

Il surrealista, fu il frequentatore degli ermetici, traduttore dal francese, dal tedesco, dal russo,
autore di una trentina di volumi (liriche, romanzi, raccolti).
Il libro La biere du pecheur (La bara del peccatore/La birra del pescatore) ha affermato
che, in antitesi con quello di D’Annunzio, il suo stato d’animo poteva dirsi uno stato d’insufficienza.
Questo stato d’insufficienza, male di vivere, si traduce nell’invenzione di favole e simboli dove il
reale è continuamente forzato a sfiorare il surreale.
Racconti Rien va
La pietra lunare Racconti impossibili
Racconto d’autunno

27. La situazione in Italia nel 2° Dopoguerra

La vecchia Italia rurale e artigiana è quasi scomparsa; l’intervento dello Stato nella produzione è
cresciuto enormemente e si è costituita una potente borghesia di Stato; le campagne si sono
spopolate; migrazioni interne hanno alterato l’aspetto e il costume di campagne e di città.
C’è un’evoluzione di mass-media: radio, televisione, cinema, giornalismo che fondono in se
informazione, influiscono sul gusto, trasformano la lingua. L’editoria è intrecciata con altre attività
come il giornalismo, il cinema, la radio, la TV. È mutato radicalmente il pubblico potenziale: si
forma un pubblico di massa.
Il quarantennio si può suddividere distinguendo:
1) una 1° fase dell’impegno e del neorealismo (dalla guerra agli anni ’50)
2) una 2° fase dello sperimentalismo e delle neoavanguardie (gli anni ’60)

28. IL NEOREALISMO nella letteratura italiana

Il neorealismo è un movimento o una tendenza a una letteratura realistica che rappresenta la


realtà italiana contemporanea, e che è scritta in modi accessabili a un pubblico più vasto di quello
di una volta.
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Il movimento operò sopratutto nella NARRATIVA. Alcuni autori del neorealismo (Pratolini,
Vittorini, Pavese, Levi...) formati sotto il fascismo e decadentismo; e per i più giovani
(Bassani, Calvino, Cassola) il neorealismo era la 1° esperienza letteraria.

La PRODUZIONE TEATRALE fu meno importante. Dominatore delle scene fu il napoletano


Eduardo de Filippo (Napoli milionaria; Filumena Marturano; Questi fantasmi;
Sabato, domenica e lunedi).

In lirica, si può parlare di POST-ERMETISMO , una lirica che, conservando alcuni caratteri
dell’ermetismo, mirava ad accogliere immagine e parole realistiche.

SALVATORE QUASIMODO – il rappresentante della transizione difficile dall’ermetismo alla


lirica degli anni ’60.
Acque e terre; Oboe sommerse; Erato e Apollion; Poesie; Giorno dopo giorno;
Discorso sulla poesia

ROCCO SCATELLARO FRANCO FORTINI


VITTORIO SERENI MARIO LUZI

29. CESARE PAVESE e le sue opere

Pavese è una figura contradditoria, diviso tra l’impegno politico e il disaggio esistenziale. È stato
considerato per molti anni lo scrittore realista anche se nella sua opera si trovano molte
caratteristiche del decadentismo. Le sue opere mostrano le antitesi tipo tra infanzia e maturità,
tra età primitiva dell’uomo e età civile e colta, tra campagna e città, ecc.
Cian Masino – racconti
Lavorare stanca – versi

Il tema della sua arte e della sua vita è la SOLITUDINE dalla quale Pavese cerca di uscire per tutta
la vita attraverso l’amore e la partecipazione alla vita sociale.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - versi Il mestiere di vivere – diario
Il compagno – romanzo Dialoghi con Lenco
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Per Pavese la sostanza dell’arte è il mito, l’arte è creazione di miti. Altre opere:
Paesi tuoi

Luna e i falò => Anguilla passa un periodo in America, torna nel proprio paese e il suo amico
d’infanzia Nida gli racconta della guerra e cose capitate. Nella trama capitano i diversi flash-back
che interrompono il racconto. Le figlie del sior Matteo (Irene, Silvia, Santa) hanno avuto una brutta
sorte e sono finite male nella vita. Queste 3 donne sono figure reali, ma nella memoria di Anguilla
restano nella loro giovinezza e sono così anche le figure mitiche. Loro tre sono il suo contatto con il
passato.

30. VASCO PRATOLINI: stile e temi

Da molto giovane perde la madre e vive con i nonni, poi si ammala di tuberculosi – di questa sua
difficile fanciullezza e adolescenza scrive in tante sue opere:

Via de’magazzini Cronache familiari

Conosce Elio Vittorini al quale lo avvicina l’ideologia antifascista. L’antifascismo diventa la


componenta essenziale della sua arte, diventa un elemento della fisionomia sentimentale e morale
dei suoi eroi positivi.

Pratolini fu tra i rappresentanti maggiori di neorealismo, sopratutto nel suo capolavoro


Cronache di poveri amanti.

Egli pensò a un ciclo narrativo Una storia italiana – 3 romanzi indipendenti tra loro:
Metello; Lo scialo; Allegoria e derisione.

Le altre opere:
Il quartiere Il tappetto verde
Uneroe del nostro tempo Le ragazze di San Freddiano

Collabora anche alla rivista Letteratura.


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31. ELIO VITTORINI e le sue opere

Comincia con un’attività giornalistica: a Firenze collabora alla rivista Solaria. Lavora come
traduttore dell’inglese (importante per l’influsso sulla sua opera). Capita la guerra di Spagna che lo
spinge ad un impegno politico e fa maturare in lui l’idea di una cultura rivoluzionaria.

La sua opera più importante: Conversazione in Sicilia;


...un’antologia Americana.

Partecipa al movimento della resistenza facendo parte del partito comunista italiano e la 2° guerra
mondiale fonda una rivista POLITECNICO. La fine della rivista coincide con il suo allontanamento
dal partito comunista.

Viaggio in Sardegna la Sardegna diventa una


Sardegna come infanzia  mitica terra d’infanzia e
Erica e i suoi fratteli e innocenza del mondo

Romanzi:
Il garofano rosso
La Garibaldina

I racconti: Piccola borghesia

32. CARLO LEVI e il suo romanzo più importante

Fu scrittore, saggista, pittore, laureato in medicina. Nel ’34 viene arrestato come antifascista e
mandato al confino in un paesetto in Lucania; così aveva modo di venire a contatto con un mondo
contadino primitivo.

A Roma, dopo la guerra, dirige L’ITALIA LIBERA (il giornale), e pubblica:


Cristo si è fermato a Eboli Il futuro ha un cuore antico
L’orologio La doppia notte dei tigli
Le parole sono pietre
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Il suo capolavoro – Cristo si è fermato a Eboli – racconto della sua permanenza in Lucania.
Il titolo dell’opera è significativo – il Cristo si fermò sulle rive del mare, ma non salì fino alle
montagne della Lucania, significa che Lucania, come altre terre del Mezzogiorno italiano, sono
state tagliate fuori dalla storia, non hanno vissuto i grandi fatti di storia e di cultura quali il
cristianesimo, l’età comunale, il Rinascimento, l’Illuminismo.

Nella Lucania di Levi coabitano 2 mondi:


- i Luigini – i potenti, i colti, i borghesi, tutti fascisti ed i ‘villani’
- i puri di cuore – superstiziosi, disperati eppure forse, la sola possibilità di riscatto

È un libro che voleva essere un’analisi di sociologia e di politica, mentre in realtà era un grido
disperato, una denuncia e una speranza.

33. La figura di ANTONIO GRAMSCI

Membro del Partito socialista, collabora al giornale del Partito L’AVARITI; dopo la guerra fonda il
periodico L’ORDINE NUOVO. Viene arrestato come antifascista e condannato a 20 anni in carcere.

Il pensiero di Gramsci si forma e sviluppa nel fuoco delle battaglie politiche della Torino
dell’immediato dopoguerra, ed è condizionato dalla dottrina marxista e dalla battaglia socialista che
si svolge in Italia.

Quaderni del carcere – le riflessioni sulla cultura, sugli intellettuali, sulla loro
organizzazione, sulla loro storia. Per Gramsci l’azione politica tende alla conquista del potere, ma
questo scopo ultimo non è raggiungibile senza la conquista preventiva di una egemonia culturale e
morale. Essa si può ottenere solo per la presenza di intellettuali organici, capaci di tradurre in
termini di cultura le esigenze e le aspirazioni delle classi subalterne.

Gramsci scrive della necessità di rielaborare e diffondere una filosofia della prassi.

Scrive un epistolario (più di 400 lettere).


26
34. LA CRISI DEL NEOREALISMO

IL NEOREALISMO – rappresenta l’aspirazione a un’arte fondata sull’impegno civile dello scrittore,


e che attraverso un’analisi critica della società borghese prospetta un’alternativa positiva al mondo
esistente.

Già intorno alla metà degli anni ’50 ha luogo una crisi che può essere documentata
attraverso fatti di letteratura:

1) alcuni rimproverano al Metello di Pratolini l’incapacità di esprimere in modo


esauriente il reale, altri rifiutano il libro e tutta l’operazione dei neorealisti

2) escono romanzi dove gli autori testimoniano e lamentano il fallimento degli ideali
resistenziali

La crisi del Neorealismo coincide con la crisi culturale e politica italiana e anche mondiale. L’Italia
conosce un suo boom economico ed è maturata una generazione nuova che, rimasta estranea al
fascismo, alla guerra, alla Resistenza, agli entusiasmi e speranze dell’immediato dopoguerra,
guarda criticamente la politica sinistra, legge i classici del marxismo ma in un contesto storico e
psicologico diverso.

35. I POSTERMETICI

Il termine si riferisce agli scrittori che si sono formati nel clima dell’ermetismo ma che, più tardi, si
sono aperti a interessi civili.
Ciò che unisce i postermetici è lo stato con cui hanno vissuto i difficili anni della loro vita.
• VITTORIO SERENI – dell’ermetismo lombardo
Frontiera (raccolta, libro d’antiguerra)
Diario d’Allegria
Stella variabile
La sua poesia è una poesia problematica, ma è anche una poesia dignitosa.
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• FRANCO FORTINI – vicino per un tempo all’ermetismo, ma se ne allontana presto,
polemizzando sia contro gli ermetici sia contro i neorealisti. Scritti di politica, polemica,
metodo:
Dieci inverni
Verifica dei poteri
Saggi italiani
Nelle sue liriche è presente una polemica contro la poesia che pretenda di essere rivoluzionaria solo
per i suoi contenuti.

• MARIO LUZI – comincia lavorando nei modi dell’ermetismo per procedere per una strada
sua.
Libro di Ispazia – dramma, il conflitto tra i cristiani e filosofi neoplatonici
nostalgici della morente cultura greca.
Su fondamenti invisibili – raccolta

=> Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Sandra Penna, Alfonso Gatto

36. PIER PAOLO PASOLINI e lo SPERIMENTALISMO

Un gruppo di lirici che nella 2° metà degli anni ’50 rifiutarono radicalmente le ideologie e le
poetiche del neorealismo si proclamarono neoavanguardisti e sperimentalisti.
Uno dei sperimentalisti più noti fu Pier Paolo Pasolini. Lui sperimentò quasi tutti i generi di
scrittura; fu linguista, storico, critico, disegnatore e regista cinematografico.
Alcuni motivi di fondo – la polemica contro ciò che è limite e costrinzione.
Le ceneri di Gramsci
Premio Viareggio
È stato il teorico e rappresentante più vivace di uno sperimentalismo radicalmente innovatore.
Una vita violenta
La religione del mio tempo => raccolte di versi
Poesia in forma di rosa
Empirismo eretico – raccolta di saggi
Calderon – tragedia in versi
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Il romanzo Ragazzi di vita – rappresenta la società neocapitalistica e il mondo prolettario
delle borgate romane. Rappresenta la miseria, la fame e tutti gli altri problemi del proletariato
romano. Si intreccia la descrizione di Roma con la descrizione dei personaggi. Roma viene
rappresentata come luogo pieno di contraddizioni ma al centro sono giovani sottoproletteri
destinati tutti o alla morte precoce o al carcere o alla prostituzione.
Il romanzo di 8 capitoli che raccontano un arco di 7 anni. Pasolini sperimenta linguisticamente
e stilisticamente, si può trovare il dialetto romano.

37. IL GRUPPO ‘63

Il movimento chiamato Gruppo ’63 da un convegno a Palermo nel 1963.

I suoi organi di battaglia furono alcune riviste (Quindici; Il Verri) e alcune antologie (I
novissimi; Vent’anni di impazienza).

LA TESI del gruppo – sola arte è quella di avanguardia il cui compito è lo smascheramento e
denunzia della mercificazione del mondo; questo compito può essere assolto solo attraverso il
linguaggio.

ELIO PAGLIARINI (poemetto La ragazza Carla)

EDUARDO SANGUINETTI (romanzo Capriccio italiano)

ANDREA ZANZOTTO (Vocativo; IX Ecloghe; Pasque; Poesie)

38. IL ROMANZO ISTITUZIONALE: Cassola, Bassani, Morante

Il romanzo istituzionale rappresenta la tendenza a un narrare che vuole contemperare tradizione e


innovazione; è destinato ad un pubblico vasto perché si tratta di un sottogenere a cui si possono
ricondurre opere di livello diverso – alto e medio.
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CARLO CASSOLA – si forma su Letteratura, poi si accosta a un raccontare dell’impegno e
compone alcuni intensi racconti:
Il soldato
Il taglio del bosco
La ragazza di Bube – romanzo; testimonianza della crisi della Resistenza e della sinistra.

GIORGIO BASSANI – si forma su Letteratura; viene coinvolto sentimentalmente nella


perseguitazione degli ebrei; la condizione di vittima resta l’argomento principale della sua narrativa
che solo nelle sue ultime opere sostituisce la figura dell’ebreo con la figura dell’omosessuale.

L’alba ai vetri In gran segreto


Poesie dal ’42 al ‘50 Gli occhiali d’oro

ELSA MORANTE – l’auttrice inclina verso una versione della vita tragicamente desolata che negli
anni ’70 si esprime nel tentativo di un romanzo popolare (La storia).

Menzogna e sortilegio
L’isola di Arturo

39. CARLO EMILIO GADDA: importanza e opere

Gadda non può essere ascritto a nessuna delle scuole o correnti degli anni ’20, ’30, ’40.

L’opera di Gadda è un fenomeno del 2° dopoguerra. Comincia a collaborare a Solaria dove pubblica
i suoi primi libri:

La Madonna dei filosofi


Il castello di Udine

La reazione di Gadda di fronte alla vita si definisce sempre più come una specie di rabbia
sprezzante, polemica irosa contro la società che gli sta intorno, disprezzo aristocratico verso gli
uomini, sfiducia assoluta nella storia.
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Gadda ha profondamente rinnovato la narrativa italiana attraverso un originale uso e mischio
di dialetti, gerghi, tecnicismi e linguaggi diversi e attraverso un continuo stravolgimento delle
strutture romanzesche tradizionali.

Gadda fu un grande scrittore sperimentale e un classico nello stesso tempo.


La Meccanica – romanzo
Giornale di guerra e di prigioneria – diario
Il primo libro delle favole

40. L’importanza di PRIMO LEVI e la sua opera

Israelita di buona famiglia borghese, studia e si laurea in chimica. Viene arrestato nel ’43 e
trasferito ad Auschwitz; viene liberato dai russi e dopo un viaggio ritorna in Italia.

Sente il bisogno di raccontare la sua esperienza: così nasce il suo capolavoro Se questo è un
uomo – un libro di memorie dove Levi cerca non di accusare e di polemizzare, ma di analizzare e
capire come il male possa essere frutto non di ignoranza e stupidità, ma proprio di intelligenza e
cultura, ma di un’intelligenza e cultura corrotte che hanno perso il limite e non distinguono più fra
il giusto e l’ingiusto.
Dalle sue descrizioni scientifiche, prive di rancore e giudizio, deriva la forza del libro.
La tregua – nuovo libro di memorie

Storie naturali
Lilit e altri racconti

romanzi: La chiave a stella


Se non ora, quando?
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41. La poetica e le opere di ITALO CALVINO

Calvino è la figura preminente della 2° metà del ‘900. I suoi primi libri sulla Resistenza (Il
sentiero dei nidi di ragno; Ultimo viene il corvo) parvero scritti neorealistici per la
tematica resistenziale e per impegno civile, però il suo neorealismo fu particolare in quanto lui
voleva non tanto documentare o informare quanto esprimere.
Nei romanzi Il visconte dimezzato; Il barone rampante; Il cavaliere inesistente, sul
modello del racconto filosofico dell’illuminismo, Calvino attraverso allegorie fantasiose esprimeva
la condizione mutilata dell’uomo.
La speculazione edilizia -> riprendeva gli stessi temi ma in chiave espressiva, di realismo
grottesco.
Poi, la stagione sperimentale :
Cosmicomiche Il castello dei destini incrociati
Ti con zero Palomar
Il giardino dei sentieri che si biforcano -> ricorso alla linguistica, allo strutturalismo e
semiologia.
L’opera di Calvino rivela la sua personalità inquieta, consapevole dei mutamenti accaduti nel
mondo e preoccupata di trovare modi espressivi in sintonia con il presente.
Il visconte dimezzato -> Calvino racconta di Medardo di Terralba, un visconte che partecipa a
una guerra di religione alla fine del ‘600 in Boemia. Il protagonista viene tagliato in 2 parti
speculari da una palla di cannone. Comincia la vita parallela delle 2 metà di Medardo. Il lato
maligno, capace di terribili atrocità ritorna al paese. Ma rivela anche inaspettate doti di umorismo e
di realismo. Torna anche l’altra metà – gentile, buona, altruista ma queste caratteristiche vengono
esasperate fino alla nausea.
A Calvino interessa il problemma dell’uomo contemporaneo dimezzato, cioè incompleto,
alienato, e proprio a tal fine, ha dimezzato il suo personaggio secondo la linea di frattura tra bene-
male.
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42. UMBERTO ECO e le sue opere

Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale, si è laureato all’univeristà di Torino,


pubblica Il problemma estetico in San Tommaso. Lavora come editore dei programmi
culturali della RAI, e poi insegna a Milano e a Firenze.
Ha fatto parte del Gruppo ’63. Collabora a quotidiani IL GIOCO; LA STAMPA; IL CORRIERE
DELLA SERA; LA REPUBBLICA, ecc.
Nel 1980 esce il romanzo che ottiene successo internazionale – IL NOME DELLA ROSA. In
questo romanzo l’autore narra proprio ciò che, in età matura, ha scoperto di non poter teorizzare. Il
libro, fatto di brani, citazioni, periodi incompiuti, ecc, è un vero e proprio pastiche di generi
letterari diversi. Per la sua inesaurabile complessità, ricchezza ed intertestualità, Il nome della
rosa è stato interrogato e interpretato secondo i più diversi e molteplici livelli di lettura: critico-
letteraria, semiotico-testuale, etico-religiosa, storico-letteraria.
Nel 1988 segue il romanzo Il pendolo di Foucault -> un libro fatto di libro, è molto
complesso, non ha una trama, un tempo o un’azione.
Sette anni di desiderio
L’isola del giorno prima – romanzo
Semiotica e filosofia del linguaggio
Sei passeggiate nei boschi narrativi
Bandolino
La misteriosa fiamma della regina Loana
La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea

43. L’opera di LEONARDO SCIASCIA

Sciascia è uno degli scrittori che vogliono intervenire attivamente, con le loro opere, sulla politica e
sul costume, e per farlo scelgono strutture come il giallo, il romanzo-saggio, ecc, ma cercando di
non restare prigionieri dello schema di quel genere.

Tramite insegnamento nelle elementari, Sciascia viene in contatto diretto con il mondo
contadino.
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Le parrochie di Regalpetra
Favola della dittatura
La Sicilia, il suo cuore – poesie

La caratteristica principale dell’autore è che analizza la realtà siciliana e la fa conoscere al


lettore.

Scrive anche 3 racconti lunghi nell’opera Gli zii di Sicilia; 2 romanzi che trattano il fenomeno
mafioso Il giorno della civetta (un romanzo di mafia con la struttura di un giallo) e A
ciascuno il suo (un giallo di tono pessimistico).

Il consiglio d’Egitto – pamphlet politico


Il mare color del vino – racconto giallo

44. IL TEATRO nella 2° metà del ‘900

Il teatro è messo in crisi dalla crescità del cinema, della radio, della TV. I fatti interni: l’influsso
sugli scrittori delle correnti di cultura e delle poetiche del ‘900.

Si formano teatri e teatrini sperimentali ma rivolti a un pubblico ristretto, c’è un scarso numero
di scrittori capaci di dare vita a un teatro moderno.

Gli scrittori di spicco maggiore sono stati uomini di generazioni precedenti: EDUARDO DE
FILIPPO, DIEGO FABBRI, DARIO FO -> il suo teatro è un teatro politico, sia che riprenda
dalla cronaca fatti caratteristici e scandali d’oggi, sia che cerchi i suoi tempi nel passato, mirando
sempre a negare istituzioni e costumi con la risata e la satira.

Il suo teatro ha ottenuto il premio Nobel (1997).

UGO BETTI -> dopo Pirandello crea un linguaggio autentico. Caratteristica: pessimismo
nichilistico. La Padrona; Il vento notturno.

EDUARDO DE FILIPPO -> la sua opera più celebre Natale in casa – usa il dialetto
napoletano a cui ha dato la dignità della lingua (Napoli milionaria; Questi fantasmi)
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PIER PAOLO PASOLINI -> autore e regista: Mamma Roma; Calderon.

45. IL POSTMODERNISMO: Baricco, Tabucchi, Giudice

Caratteri distintivi del postmodernismo: tendenza alla globalizzazione di tutte le attività proprie
dell’uomo (il capitalismo, l’industrialismo), la mondilizzazione del commercio, standard di vita e
costumi uniformi, sviluppo di nuovi strumenti di communicazione e di trasporto.
Gli scrittori rinunciano l’impegno e si tende alla produzione di opere neutre, mosse non da
passione, utopia o polemica ma dalla ricerca del successo, elementi del linguaggio tecnico, delle
pubblicità, forestierismi, ecc, entrano nel linguaggio letterario e ne formano un pastiche. La poesia
diventa autosufficiente.

ALESSANDRO BARICCO -> uno degli scrittori più conosciuti e amati dai lettori di narrativa in
Italia. L’amore per la musica e per la letteratura ha ispirato fin dall’inizio la sua attività di brillante
saggista e narratore.
Castelli di rabbia City
Oceano mare Novecento – teatro
Seta Davila Roa - teatro

ANTONIO TABUCCHI -> viaggia molto in Europa e s’innamora di Portogallo.


Marconi, se ben mi ricordo L’automobile
Una camicia piena di macchie

GIOVANNI GIUDICE -> saggista, traduttore, autore di vari volumi di versi.


La vita in versi
Motivo di fondo della sua lirica è la condizione alienata dell’uomo che il capitalismo riduce a massa;
usa un linguaggio umile e desublimato.
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46. LA PROSA DEL CONFINE: Tomizza, Magris

CLAUDIO MAGRIS -> è uno dei più notevoli saggisti contemporanei, lo scrittore e germanista.
Oltre che a Trieste, la sua formazione è legata anche a Torino dove Magris si laurea in lingua e
letteratura tedesca.

Lontano da dove
Dietro le parole

Il suo capolavoro è Danubio -> suggestivo diario sentimentale e viaggio nello spazio e nel
tempo.

Poi segue un romanzo breve Un altro mare e l’intenso e musicale racconto Il Conde.

FULVIO TOMIZZA -> istriano che ha raggiunto i suoi risultati più alti nei romanzi che narrano le
vicende della sua terra negli anni tragici della guerra e del dopoguerra.

Materada
La ragazza di Petrovia -> trilogia istriana
Il bosco di acacie

Gli sposi di Via Rossetti -> la storia di 2 giovani triestini di nazionalità slovena, sullo sfondo
della quale sono le vicende di Trieste negli anni del fascismo, della guerra, dell’occupazione tedesca,
ecc.

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