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Olga Kravets
C. Silla, The rise of consumer capitalism in Amer-
ica, 1880-1930, 2018
(doi: 10.1423/94638)
Ente di afferenza:
Universit Bologna (unibo)
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RECENSIONI
In questa rubrica vengono recensiti libri italiani e stranieri, ad eccezione di quelli i cui
autori fanno parte della direzione di questa rivista.
alla scelta del campo e questa enfasi secondo il quale il tempo, gli spazi e gli
su risultati in parte intuitivi, il volume individui che vi si muovono all’interno
rappresenta un contributo basato su non sono da considerarsi reciproca-
una ricca documentazione empirica mente estranei: «We are inspired by
ed è di sicuro interesse dal punto di a tradition of transnational feminism,
vista sociologico per lo studio della which both acknowledge the diverse
realtà penitenziaria. forms of privilege and the politics
of borders and racial classifications
system at their core and the possibility
Lena Martinsson and Diana Mulinari, and the need for developing forms of
eds., Dreaming global change, doing local solidarity within and through diverse
feminisms. Visions of feminism. Global struggles» (p. 8, enfasi nell’originale).
North/Global South encounters, conver- Il femminismo transnazionale è una
sations and disagreements, London-New pratica situata, in cui le storie e le
York, Routledge, 2018, 180 pp. comunità sono intrinsecamente legate
(oppure favorevoli al legame) le une
Claudia Giorleo alle altre: da non intendersi come
Università della Calabria progetto unificatore, il femminismo
transnazionale diventa uno strumento
Il volume Dreaming Global Chan- per comprendere le diverse società
ge, Doing Local Feminisms. Visions of del mondo, non in termini di una
Feminism. Global North/Global South narrazione del progresso unidirezionale,
Encounters, Conversations and Disagre- b ensì ne l l a l o r o s i m u l t a n e i t à
ements, curato da Lena Martinsson temporale e in condizioni diverse di
e Diana Mulinari, muove dalla presa subordinazione (p. 6). Il testo invita a
di coscienza rispetto alla necessità di rendersi sensibili alle diverse «situated
ripensare nozioni e significati legati a knowledges» (p. 13) nel contesto trans-
identità, appartenenza e rappresenta- nazionale economico, politico, culturale
zione. Attraverso gli scritti che com- e simbolico contemporaneo. Le pratiche
pongono gli otto capitoli del volume, femministe transnazionali richiedono,
le curatrici offrono una panoramica infatti, un lavoro comparativo, non
interessante su rivendicazioni, lotte l’annullamento delle differenze: vale a
e posizionamenti nell’ampio scenario dire confrontare le oppressioni multiple
dei femminismi transnazionali con- e le loro sovrapposizioni. Contestando
temporanei. «We want to locate this la logica singolare e universalizzante
anthology» affermano Martinsson e del femminismo dominante bianco, i
Mulinari «within forms of knowledge femminismi (a partire dagli anni Ot-
production that are both situated in tanta del Novecento) hanno prodotto
specific places and trans-located» (p. una forma di teorizzazione nuova con
2). Gli spaccati proposti nel volume la quale riflettere sull’insieme delle
vanno dall’Argentina alla Bielorussia, caratteristiche localizzate, ovvero sulla
dal Pakistan alla Svezia, da Taiwan posizione (mai neutrale) da cui poniamo
alla Turchia. Pur trattandosi di contesti le domande e in cui il soggetto si
apparentemente diversi e lontani tra forma. La costruzione di un soggetto
di loro, il volume parte dall’assunto del femminismo che sia situato e in
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del futuro. Mulinari (pp. 138-158) una nuova configurazione della politica
presenta alcuni casi di solidarietà tout court.
femminista transnazionale in Argentina.
Tra questi si segnala quello di alcuni
accademici che decidono di «combine Alessandro Mongili, Topologie postco-
their title of professor with feminist loniali. Innovazione e modernizzazione
slogans at the foot of their e-mails, in Sardegna, Cagliari, Condaghes, 2015,
supporting the struggle for the right 320 pp.
to state-subventioned abortion» (p.
143). In questo modo, «from solemn Andrea Cerroni
academics [they become] into feminist Università di Milano-Bicocca
troublemakers» (p. 143), contribuendo
allo svelamento di generalizzazioni e Il volume di Mongili è un’opera
unità provvisorie che alimentano il preziosa che sfugge a una classificazione
primato teorico al Nord Globale. Il mainstream. Organizzato in due parti,
volume di Martinsson e Mulinari impie- esso affronta, nella prima, le principali
ga il termine «femminismo transnazio- questioni teoriche proprie della socio-
nale» per indicare dunque un insieme logia dell’innovazione, relazionandole
eterogeneo di possibilità analitiche e in prospettiva storica alla realtà della
pratiche per costituire un punto di Sardegna, nella seconda, casi recenti
partenza (e non necessariamente di di innovazione nella regione, in settori
arrivo), per comprendere relazioni di molto eterogenei, quali l’informatica,
potere storiche, contestuali, materiali e la panificazione, la linguistica e in un
simboliche, nonché le sfide poste dai parco scientifico-tecnologico.
nuovi sviluppi socioeconomici, politici, Il rapporto fra la realtà sociale
internazionali in un mondo globalizza- e lo stesso panorama naturale della
to. Ha certamente il merito di passare Sardegna con quella viene defini-
in rassegna alcune delle nuove risposte ta Terramanna, ovvero quella terra
e strategie a tali sfide a livello pratico, magna che potremmo chiamare «il
invitando alla necessità di riesaminare Continente» diventa il paradigma del
vecchi concetti e vecchi paradigmi rapporto complesso fra provincia e
per poterne poi sviluppare di nuovi. Centro, ma anche fra locale e globale,
Tale invito rappresenta però anche il cultura popolare e cultura ufficiale, e
limite del testo: in questo modo non addirittura esclusione e modernizza-
è problematizzato fino in fondo l’ap- zione, subalternità ed egemonia. La
plicazione del termine transnazionale. Sardegna sta a Terramanna come le
Sarebbe a dire: quale cambiamento molteplici località della storia stanno
epistemologico implica passare alla al Global North della globalizzazione
categoria descrittiva di «transnazionale» e come ogni provincia sta all’ideologia.
(piuttosto che internazionale, globale E di qui l’Autore usa la sponda della
o sovranazionale)? Utilizzare questa critica post-coloniale per attaccare gli
categoria può garantire, da solo, che le STS, che vorrebbe spingere oltre la
differenze nelle teorie e negli approcci (ormai acquisita) demitizzazione della
possano perpetuarsi? La posta in gioco scienza e della stessa tecnoscienza sino
è chiaramente altissima: implicherebbe al sostrato ibrido delle dinamiche del
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