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1. Non siamo consapevoli di alcune delle cose piu’ ovvie. Questa invisibilita’ non
e’ dovuta ad alcuna mancanza di informazioni provenienti dall’occhio, ma solo
ad una frammentazione preesistente della realta’, ad una classificazione delle
persone e delle cose della realta’, che fa si’ che alcune siano visibili mentre
altre rimangono invisibili.
2. Possiamo osservare spesso che alcuni fatti che davamo per scontati, che
erano basilari per la nostra comprensione e per il nostro comportamento, tutto
ad un tratto si rivelano essere pure illusioni
3. Le nostre reazioni agli eventi, le risposte agli stimoli sono rapportate ad una
certa deifinizione, comune a tutti i membri della comunita’ cui apparteniamo.
Ogni volta che incontriamo delle persone o delle cose, e facciamo la loro
conoscenza, sono implicate sempre e dovunque delle rappresentazioni. Gli individui
e i gruppi creano rappresentazioni nel corso della comunicazione e cooperazione. Le
rappresentazioni non sono create dagli individui isolati, tuttavia, una volta create
hanno una vita propria, circolano, si fondono, si attraggono e si respingono dando
origine a nuove rappresentazioni mentre le vecchie scompaiono.
Capitolo 2 - Una societa’ pensante – gli individui e i gruppi, lungi dall’essere recettori
passivi, pensano autonomamente, producono e comunicano le loro proprie specifiche
rappresentazioni, e le soluzioni ai problemi che loro stessi si pongono.
Il mondo della nostra esperienza e dela nostra realta’ si e’ spaccato in due, e le leggi
che governano il nostro mondo quotidiano ora non hanno piu’ alcuna chiara relazione
con quelle che governano il mondo della scienza.
Tutta la conoscenza presupponeva tale visione della realta’, ed una disciplina che si
occupava di una delle due sfere era totalmente differente da una disciplina che si
occupava dell’altra, non avendo le scienze sacre assolutamente niente in comune
con le scienze profane. Questa distinzione e’ stata ora abbandonata. Essa e’ stata
sostituita da un’altra distinzione, fondamentale, tra universi consensuali e universi
reificati.
Il contrasto fra i due universi ha un impatto psicologico. La linea che li demarca divide
in due la realta’ collettiva e la realta’ fisica. Risulta subito evidente che le scienze
rappresentano gli strumenti attraverso i quali comprendiamo l’universo reificato,
mentre le rappresentazioni sociali hanno a che fare con l’universo consensuale.
Scopo del primo e’ di stabilire un mappa di forze, oggetti ed eventi che sono
indipendenti dai nostri desideri e al di fuori della nostra consapevolezza. Dall’altra
parte le rappresentazioni ristabiliscono la consapevolezza collettiva e le danno forma,
spiegando oggetti ed eventi in modo tale da renderli accessibili a tuttti e da farli
coincidere con i nostri interessi immediati.
Quando un individuo non trova quello che si aspettava di trovare, e resta con un
senso di incompletezza e di confusione. E’ in questo modo che l’handicappato
mentale, o le persone che appartengono ad altre culture, sono disturbanti, poiche’
essi sono come noi eppure non sono come noi. Infatti tutte le cose proibite e remote,
argomenti o persone, quelle che abbiamo esiliato alle estreme frontiere del nostro
universo, sono sempre dotate di caratteristiche immaginarie, ed esse preoccupano e
disturbano proprio perche’ ci sono senza esserci, sono percepite senza essere
percepite, la loro irrealta’ diventa evidente quando siamo in loro presenza, quando la
loro realta’ ci si impone. Il non familiare attrae ed affascina gli individui e le comunita’
e, nello stesso tempo, li allarma, li costringe a rendere esplicite le implicite assunzioni
che sono alla base di consenso. E quando la diversita’ si impone a noi sotto la forma
di qualcosa ‘non abbastanza’ come dovrebbe essere, noi istintivamente la rifiutiamo
perche’ minaccia l’ordine prestabilito. L’atto di rappresentazione e’ un mezzo per
trasferire cio’ che ci disturba, cio’ che minaccia il nostro universo, dall’esterno
all’interno.
Nei nostri universi consensuali la tensione di base tra il familiare e il non familiare si
risolve sempre in favore del primo. Prima di vedere e di ascoltare una persona noi
l’abbiamo gia’ giudicata, l’abbiamo classificata e ce ne siamo creati un’immagine.
Cosi’ che tutte le indagini che facciamo, e gli sforzi che compiamo per ottenere
informazioni, servono solamente a confermare questa immagine.
Capitolo 4 – Nel passato la scienza era basata sul senso comune e rendeva il senso
comune meno comune, ma adesso il senso comune e’ la scienza resa comune.
La neutralita’ e’ proibita proprio dalla logica del sistema in cui ciascun oggetto ed
essere deve avere un valore positivo o negativo ed assumere un dato posto in una
gerarchia chiaramente graduata.
Nella nostra societa’ dare una nome ha un significato molto speciale, quasi solenne.
Nel momento in cui assegniamo un nome a qualcosa, noi la liberiamo da una
disturbante anonimita’ per dotarla di una genealogia e per includerla in un complesso
di parole specifiche, per collocarla, di fatto, nella matrice d’identita’ della nostra
cultura.
L’immagine del concetto cessa di essere un segno e diventa una replica della realta’.
Allora la nozione o l’entita’ dalla quale e’ derivata perde il suo carattere astratto,
arbitrario, ed acquisisce un’esistenza quasi fisica, independente.
Capitolo 5 – La teoria delle rappresentazioni sociali, d’altra parte, assum come punto
di partenza la diversita’ degli individui, degli atteggiamenti dei fenomeni in tutta la loro
stranezza e non previdibilita’. Il suo scopo e’ di scoprire come gli individui e i gruppi
possono costruire un mondo stabile, prevedibile, a partire da questa diversita’.
La teoria delle rappresentazioni sociali assume che noi agiamo su due differenti
classi di motivazione, che il pensiero e’ bicausale piuttosto che monocausale e che
stabilisce simultaneamente una relazione di cause ed effetto ed una relazione di fini e
mezzi. E’ in questa dualita’ che le rappresentazioni differiscono dalla scienza.
Quando un fenomeno ricorre noi stabiliamo una correlazione tra noi stessi ed esso e
poi troviamo qualche spiegazione significativa che suggerisce l’esistenza di una
regola o di una legge che deve ancora essere scoperta.