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IL BILANCIO D’ESERCIZIO
E CONSOLIDATO 2019
Aggiornato con:
• Decreto MEF 3 agosto 2017 (determinazione
della base imponibile IRES e IRAP dei soggetti
ITA GAAP e dei soggetti IAS adopter)
• Nuovo principio OIC n. 11 (finalità e postulati
del bilancio d’esercizio)
• Nuove indicazioni in nota integrativa
Riccardo Bauer
Andrea Sergiacomo
ISBN: 9788868058128
Giugno 2019
www.fiscoetasse.com
RICCARDO BAUER, ANDREA SERGIACOMO – IL BILANCIO D’ESERCIZIO E CONSOLIDATO 2019
Indice
1. Stato dell’arte ......................................................................................................................5
1.1 Aspetti generali ................................................................................................................................ 5
4.2 Variazioni nei criteri di valutazione delle singole aree di bilancio ................................................. 53
Decreto legislativo 9 aprile 1991, n. 127 – Attuazione delle direttive n. 78/660/CEE e n. 83/349/CEE
in materia societaria, relative ai conti annuali e consolidati; ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge
26 marzo 1990, n. 69 (estratto) ......................................................................................................... 144
Decreto Ministero dell’economia e delle finanze 3 agosto 2017 – Disposizioni di coordinamento per
la determinazione della base imponibile dell’IRES e dell’IRAP dei soggetti ITA GAAP e dei soggetti IAS
adopter, ai sensi dell’art. 13bis del decretolegge 30 dicembre 2016, n. 244, convertito con
modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2017, n. 19 ............................................................................ 156
1.
Stato dell’arte
Il presente capitolo ripercorre lo stato dell’arte delle modifiche al codice civile che riguardano le
disposizioni in materia di bilancio di esercizio e consolidato, con la legge 7 ottobre 2014, n. 154, con cui
il Governo ha recepito la direttiva 2013/34/ UE.
La direttiva 2013/34/UE abroga le precedenti direttive del Consiglio in materia di conti annuali e
consolidati, ne ripropone in parte molti dei contenuti e, nel contempo, reca innovazioni all’ordinamento
contabile europeo, al quale gli Stati membri hanno confermato le proprie norme. Il Governo italiano con
il d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139 ha provveduto in merito.
La direttiva 2013/34/UE costituisce, quindi, un atto sia di innovazione sia di abrogazione degli atti
legislativi precedenti dell’Unione europea in materia. Oggetto di trasposizione, pertanto, sono solo
alcune disposizioni in essa contenute, in quanto altre trovano la loro corrispondenza in previsioni
legislative già presenti nell’ordinamento nazionale e derivanti dal recepimento delle direttive 78/660/CEE
e 83/349/CEE del Consiglio, ora abrogate da parte della direttiva stessa 2013/34/ UE.
1) integra e modifica il codice civile e il d.lgs. 9 aprile 1991, n. 127, per allinearne le disposizioni
in materia di bilancio di esercizio e consolidato alle disposizioni della direttiva e ad altri
provvedimenti legislativi già esistenti;
2) apporta modifiche ad altri provvedimenti legislativi per adeguarne il contenuto alle prescrizioni
della direttiva o per esigenze di opportuno coordinamento. In particolare:
a) modifica il d.lgs. 26 maggio 1997, n. 173, in materia di conti annuali e consolidati delle
imprese di assicurazione, al fine di allineare alcuni aspetti di tale disciplina specialistica a
quella generale;
b) integra le disposizioni del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, in materia di revisione
c) legale dei conti, per recepire le innovazioni introdotte dalla direttiva 2013/34/ UE in
materia di contenuto del giudizio espresso dal revisore;
d) modifica l’ambito di applicazione del d.lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, recante le tipologie
dei soggetti tenuti a redigere il bilancio, su base individuale e/o consolidata, secondo i
principi contabili internazionali IAS/IFRS11.
Di seguito sono illustrati i contenuti e le finalità degli aspetti principali dei singoli articoli, che richiamano
le disposizioni della direttiva 2013/34/UE di cui costituiscono l’attuazione.
In particolare il testo va integrato con le numerose modifiche conseguenti nei principi contabili OIC per
cui si fa riferimento al testo specificamente prodotto dagli autori in materia. In questo testo si
analizzano le attuali norme a confronto con le precedenti per evidenziare meglio le differenze.
Si ricorda inoltre che il bilancio è predisposto in Italia in un formato che prevede l’evidenziazione delle
cifre dell’esercizio precedente2, parimenti ciò vale anche per la nota integrativa.
Inoltre dal 1° gennaio 2016 si è reso necessario adattare il piano dei conti alle attuali esigenze per la
nota integrativa e alle ulteriori specificità previste dai principi contabili OIC a seconda dei casi
applicativi.
Da parte sua, il nostro legislatore, inoltre, ha anche regolamentato alcune operazioni per le quali si
necessitava di un intervento legislativo: tra cui le norme relative alla valutazione e contabilizzazione in
bilancio degli strumenti finanziari derivati e delle operazioni di copertura.
Inoltre il d.lgs. 139/2015 introduce norme che interessano la nostra prassi contabile e che richiedono
anche l’adeguamento di alcune disposizioni tributarie: ad esempio, la contabilizzazione degli strumenti
finanziari derivati con valutazione a fair value e la valutazione dei titoli, oppure i crediti e debiti
determinati in base al costo ammortizzato.
L’articolo 12 comma 3 prevede infine che gli aspetti tecnici delle attuali norme siano definiti dai principi
contabili che l’Organismo di Contabilità ha provveduto ad aggiornare.
Prima di procedere con l’analisi delle variazioni intervenute, è opportuno precisare che è stato
modificato anche il quadro di riferimento della informativa economico finanziaria rispetto alle dimensioni
delle imprese di riferimento.
1 Per tener conto di quanto previsto dal Regolamento comunitario (CE) n. 575/2013, relativo ai requisiti prudenziali
per gli enti creditizi e le imprese di investimento, con riferimento alle società di partecipazione, nonché delle
innovazioni nel settore finanziario introdotte dal d.lgs. 13 agosto 2010, n. 141, e dai relativi provvedimenti attuativi,
che ha riordinato la disciplina dei soggetti operanti nel settore dell’intermediazione finanziaria.
2Questo significa che il bilancio delle imprese che chiudono al 31 dicembre 2015 va poi riclassificato nel 2016 per
poterlo comparare con le attuali regole.
L’intento della direttiva si può sintetizzare in poche parole: semplificazione per le imprese di minori
dimensioni e obblighi aggiuntivi per quelli di dimensioni maggiori.
Questo emerge dalla lettura dei “considerando” (premesse) della direttiva: il primo “considerando”
precisa che la direttiva tiene conto del programma per legiferare meglio della Commissione e, in
particolare, della comunicazione della Commissione intitolata ‘‘Legiferare con intelligenza nell’Unione
Europea”.
Il secondo “considerando” rammenta che il Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo 2011 ha esortato gli
Stati membri a ridurre l’onere normativo nel suo complesso, in particolare per le PMI, a livello sia
dell’Unione Europea che nazionale, e proposto misure intese a incrementare la produttività, ad esempio
l’eliminazione degli oneri amministrativi e il miglioramento del quadro normativo per le Piccole e medie
imprese.
La suddivisione delle imprese è effettuata in base a tre parametri che riguardano il livello di ricavi, il
totale dell’attivo di stato patrimoniale e il numero medio dei dipendenti, ed in base ad essi modifica il
tipo di documenti da presentare e il loro contenuto.
Le imprese che redigono i bilanci in forma abbreviata sono quelle che non abbiano emesso titoli
negoziati in mercati regolamentati, e che, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi
consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti:
Queste imprese sono esonerate dalla redazione del rendiconto finanziario e possono non
applicare la valutazione del costo ammortizzato per titoli, crediti e debiti, ma se stipulano contratti
derivati devono seguire le disposizioni destinate alle imprese maggiori.
Ciò può sembrare strano e contro la logica della semplificazione per le imprese di minori dimensioni, ma
d’altro canto, se una impresa decide di fare ricorso a strumenti finanziari derivati, deve poi anche essere
in grado di gestirli e relazionarli correttamente.
Questa situazione di informativa di tipo minimale rischia di creare uno “zoccolo duro” di non adeguata
informativa contabile molto pericoloso e rappresenta un arretramento delle conoscenze rispetto alla
situazione attuale dato che circa il 90% delle aziende italiane è costituito da PMI.
Resta comunque anche per le micro-imprese l’obbligo di depositare il bilancio perché il MEF non ha
recepito la possibilità contenuta nella direttiva di esonero da tale obbligo: infatti nel nostro Paese solo le
imprese costituite in forma diversa dalle società di capitali ne sono esonerate.
Per le imprese maggiori, invece, vi sono obblighi aggiuntivi che riguardano in alcuni casi la totalità di
esse, ed in altri solo alcune.
Tutte queste imprese devono applicare la presentazione del rendiconto finanziario come richiesto
dall’art. 2423, comma 1, che oggi è, a pieno titolo, uno dei documenti che compongono il bilancio, e per
cui il Principio Contabile OIC n. 10 – Rendiconto finanziario, emesso il 5 agosto 2014, può essere utile
nei casi operativi.
Tutto ciò ha richiesto una rivisitazione dei principi contabili e un deciso intervento dell’Organismo di
Contabilità che a fine dicembre 2016 ha aggiornato 20 su 30 principi contabili, abrogandone due ormai
superati. Si ricorda che i principi contabili rivisti si applicano dal 1° gennaio 2016 e sono i seguenti.
Numero argomento
9 Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali
10 La redazione del rendiconto finanziario
12 Schemi di bilancio
13 Rimanenze
14 Disponibilità liquide
15 Crediti
16 Immobilizzazioni materiali
17 Bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto
18 Ratei e risconti
19 Debiti
20 Titoli di debito
21 Partecipazioni
23 Lavori in corso su ordinazione
24 Immobilizzazioni immateriali
25 Imposte sul reddito
26 Operazioni, attività e passività in valuta estera
28 Patrimonio netto
29 Cambiamento di principi contabili, cambiamento di stime contabili, correzioni di errori,
fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio
31 Fondi per rischi ed oneri e TFR
32 Strumenti finanziari derivati
A seguito dell’aggiornamento dei principi contabili sono stati inoltre abrogati l’OIC 22 – Conti d’ordine e
l’OIC 3 – Le informazioni sugli strumenti finanziari da includere nella nota integrativa e nella relazione
sulla gestione. A breve è prevista l’emissione del Principio OIC 11 – Finalità e postulati del bilancio
d’esercizio.
La principale novità di questo Principio riguarda l’interpretazione del principio generale della prevalenza
della sostanza sulla forma che l’articolo 2423-bis comma 1 prevede nella seguente forma “la rilevazione
e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto ”.
In particolare l’OIC 11 definisce alcune fattispecie di riferimento da tener presente. Molti considerano
questi come esempi ed altri potrebbero essercene, mentre altri li considerano come gli unici esempi
applicabili.
Altra novità è la miglior definizione del principio della rilevanza anche considerando che il comma 4
dell’articolo 2423 del codice civile prevede che non occorre rispettare gli obblighi di rilevazione,
valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare
una rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono invece fermi gli obblighi in tema di regolare
tenuta delle scritture contabili.
Le società inoltre illustrano nella nota integrativa i criteri con i quali hanno dato attuazione alla presente
disposizione.
In ogni principio contabile rivisto è dedicato uno o più paragrafi relativi alle imprese che redigono il
bilancio in forma abbreviata e alle micro-imprese. In questa pubblicazione si illustrano gli aspetti
principali applicabili alle singole aree di bilancio rimandando il lettore alla analisi dei singoli principi
disponibili sul sito dell’Organismo Italiano di Contabilità.
2.
Gli attuali schemi di bilancio: Stato Patrimoniale e Conto
Economico
Numerose sono le modifiche alla legislazione sulla informativa contabile che emergono dalla riforma, tra
le aree chiave del d.lgs. 139/2015 si può notare:
• Modifica degli schemi di bilancio – artt. 2424 e 2425 del codice civile
• Introduzione del rendiconto finanziario – art. 2425-ter
• Modifica dei principi di redazione del bilancio e criteri generali – artt. 2423 e 2423-bis
• Modifica dei criteri di valutazione – art. 2426
• Modifica della nota integrativa – art. 2427
• Introduzione di informazioni relative al valore equo degli strumenti finanziari – art. 2427-bis
• Modifica della relazione sulla gestione – art. 2428
• Modifica del bilancio abbreviato – art. 2435-bis
• Introduzione del bilancio delle micro-imprese – art. 2435-ter
Due articoli sono stati aggiunti e quasi tutti quelli relativi alla informativa finanziaria sono stati
modificati.
Partiamo dagli schemi di bilancio che, essendo stati modificati, richiedono altrettante modifiche nei piani
dei conti e nei sistemi informatici relativi.
L’art. 2423 – Redazione del bilancio – introduce il rendiconto finanziario come un documento che
compone il bilancio stesso e inoltre al comma 4 fa presente che:
‘‘[4] non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e
informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una
rappresentazione veritiera e corretta. rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare
tenuta delle scritture contabili. le società illustrano nella nota integrativa i criteri con i
quali hanno dato attuazione alla presente disposizione’’.
Questo comma recepisce il principio della rilevanza introdotto dall’art. 6, paragrafo 1, lettera j) della
direttiva e la modifica di cui all’art. 2423, che richiede in nota integrativa di illustrare i criteri con i quali
la società ha dato attuazione a tale disposizione.
È opportuno chiarire che il criterio della rilevanza non mette in alcun modo in discussione gli obblighi
relativi alla tenuta di una corretta contabilità, che restano invariati. Esso vale per tutti i tipi di impresa.
Il criterio della rilevanza era già presente nel Principio Contabile OIC n. 11 specificando quanto segue:
significatività e rilevanza
Il bilancio deve esporre solo quelle informazioni che hanno un effetto significativo e rilevante sui dati di
bilancio o sul processo decisionale dei destinatari. Errori, semplificazioni e arrotondamenti sono
tecnicamente inevitabili e trovano il loro limite nel concetto di rilevanza; essi cioè non devono essere di
portata tale da avere un effetto rilevante sui dati di bilancio e sul loro significativo per i destinatari.
La risposta a questa domanda può trovare una soluzione nel fatto che “ in nota integrativa si devono
illustrare i criteri con i quali la società ha dato attuazione a tale disposizione’’. Dato che chi redige il
bilancio (e quindi la nota integrativa che ne è parte integrante) sono gli amministratori ed in particolare
il soggetto preposto alla redazione dei documenti contabili, a lui spetterebbe la definizione delle soglie.
Nessun principio contabile, né tanto meno i principi di revisione infatti definiscono in termini precisi il
concetto di rilevanza che quindi va determinato ad hoc nei singoli casi.
Ad esempio in una società con e 100 milioni di utile netto probabilmente 1 milione di euro potrebbero
essere considerati non rilevanti, ma se invece vi fosse una perdita di e 100 milioni di euro, forse la
percezione della rilevanza potrebbe essere diversa se si rischia di incorrere nelle disposizioni previste
dagli artt. 2446 e 2447 c.c.
L’art. 2423-bis – Principi di redazione del bilancio – viene modificato al comma 1 che precedentemente
era il seguente: ‘‘La valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della
continuazione dell’attività’’, vedendosi depennare quanto segue “nonché tenuto conto della funzione
economica dell’elemento dell’attivo e del passivo considerato’ ’.
“la rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della sostanza
dell’operazione o del contratto”.
In effetti la modifica non apporta molte novità, se non una migliore indicazione della importanza della
prevalenza della sostanza sulla forma degli eventi per determinare la loro registrazione in contabilità. In
parole povere bisogna registrare i fatti secondo la sostanza dell’operazione. In effetti tale principio da
anni è presente nella normativa internazionale con l’acronimo della “prevalenza della sostanza sulla
forma”.
L’aspetto che ancora presenta problemi è la coesistenza della “esistenza dell’operazione o del
contratto”. In particolare questo riguarda ad esempio il leasing finanziario, che, secondo l’analisi del
contratto in Italia è assimilabile ad un contratto d’affitto i cui canoni vengono inclusi in conto economico
per competenza e, invece, secondo la sostanza dell’operazione, in sede internazionale, è assimilabile ad
un acquisto di immobilizzazioni di tipo rateale di beni soggetti al leasing finanziario e quindi capitalizzato
e ammortizzato progressivamente.
In particolare esso si applica se ricorrono certe condizioni che definiscono un leasing come di tipo
finanziario, in tal caso quindi la sostanza è diversa dalla forma del contratto, i cui effetti in bilancio sono
molto diversi.
Le ragioni di tale approccio stanno anche nel fatto che a livello internazionale le regole applicative sul
leasing previste da IAS 17 sono in fase di modifica e quindi si è voluto attendere che le nuove regole
siano definite prima di procedere con le modifiche del codice civile.
Le modifiche nello stato patrimoniale sono numerose e riguardano sia aspetti innovativi introdotti negli
schemi che abrogazioni di aspetti precedenti. In particolare lo stato patrimoniale attivo deve essere
redatto come segue:
attivo
A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata.
B) Immobilizzazioni, con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria:
I Immobilizzazioni immateriali:
1) costi di impianto e di ampliamento;
2) costi di sviluppo;
3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno;
4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili;
5) avviamento;
6) immobilizzazioni in corso e acconti;
7) altre.
II Immobilizzazioni materiali:
1) terreni e fabbricati;
2) impianti e macchinario;
3) attrezzature industriali e commerciali;
4) altri beni;
5) immobilizzazioni in corso e acconti.
III Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi
esigibili entro l’esercizio successivo:
1) partecipazioni in:
a) imprese controllate;
b) imprese collegate;
c) imprese controllanti;
d) imprese sottoposte al controllo delle controllanti;
d-bis) altre imprese;
2) crediti:
a) verso imprese controllate;
b) verso imprese collegate;
c) verso controllanti;
d) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti;
d-bis) verso altri;
3) altri titoli;
4) strumenti finanziari derivati attivi;
Totale.
Totale immobilizzazioni (B);
C) Attivo circolante:
I Rimanenze:
1) materie prime, sussidiarie e di consumo;
2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati;
3) lavori in corso su ordinazione;
4) prodotti finiti e merci;
5) acconti.
II Crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo:
1) verso clienti;
2) verso imprese controllate;
3) verso imprese collegate;
4) verso controllanti;
5) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti;
5-bis) crediti tributari;
5-ter) imposte anticipate;
5-quater) verso altri;
III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni:
1) partecipazioni in imprese controllate;
2) partecipazioni in imprese collegate;
3) partecipazioni in imprese controllanti;
Totale.
3-bis) partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti;
4) altre partecipazioni;
5) strumenti finanziari derivati attivi;
6) altri titoli.
IV Disponibilità liquide:
passivo
A) Patrimonio netto:
I Capitale.
II Riserva da soprapprezzo delle azioni. III Riserve di rivalutazione.
IV Riserva legale.
V Riserve statutarie.
VI altre riserve, distintamente indicate.
VII riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi.
VIII Utili (perdite) portati a nuovo.
IX Utile (perdita) dell’esercizio.
X riserva negativa per azioni proprie in portafoglio.
Totale.
B) Fondi per rischi e oneri:
1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili;
2) per imposte, anche differite;
3) strumenti finanziari derivati passivi;
4) altri.
Totale.
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato.
D) Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo:
1) obbligazioni;
2) obbligazioni convertibili;
3) debiti verso soci per finanziamenti;
4) debiti verso banche;
5) debiti verso altri finanziatori;
6) acconti;
7) debiti verso fornitori;
8) debiti rappresentati da titoli di credito;
Se un elemento dell’attivo o del passivo ricade sotto più voci dello schema, nella nota integrativa deve
annotarsi, qualora ciò sia necessario ai fini della comprensione del bilancio, la sua appartenenza anche
a voci diverse da quella nella quale è iscritto.
Costi di sviluppo
Nell’ambito delle immobilizzazioni immateriali possono essere capitalizzati solo i costi di sviluppo e non
potranno più essere capitalizzate le spese di pubblicità e le spese di ricerca applicata. In tal senso la
norma nazionale si allinea con quanto già avviene in sede internazionale.
Precedentemente le spese di pubblicità che potevano essere capitalizzabili erano quelle relative alla
pubblicità di tipo istituzionale con cui si perseguiva l’obiettivo di creare una immagine favorevole
all’impresa e i costi di pubblicità di un prodotto con cui si desiderava raggiungere lo scopo di far
conoscere l’esistenza di un bene o di un servizio, in modo da attrarre la preferenza dei consumatori,
incrementando le vendite.
La differenza tra costi di ricerca e sviluppo risiede in OIC 24 e in IAS 38 ove come ricerca si intende una
investigazione originale e programmata, intrapresa nella speranza di ottenere nuove formule di
conoscenza e di comprensione tecnica e scientifica, mentre per lo sviluppo si intende riferirsi alla
traduzione dei ritrovati della ricerca in un programma o un disegno per la produzione di nuovi o
sostanzialmente migliorati materiali, dispositivi, prodotti, processi o servizi prima di iniziare la
produzione commerciale.
La sola attinenza a specifici progetti di ricerca e sviluppo non è condizione sufficiente affinché i relativi
costi abbiano legittimità di capitalizzazione.
Per tale finalità, essi debbono anche rispondere positivamente alle seguenti specifiche caratteristiche:
Tale modifica prevede la separata indicazione nei crediti e debiti sia a breve che a lungo termine dei
rapporti con imprese sottoposte al controllo delle controllanti che quindi si differenzieranno dalle altre
imprese. Questa modifica necessita di intervenire sul piano dei conti. Con una metafora potremmo dire
che, dopo aver evidenziato i crediti e debiti con le imprese controllate (le società figlie), con le imprese
collegate (le cugine), le imprese controllanti (la casa madre) ora si includono anche le altre imprese
sottoposte al controllo delle controllanti che, dal punto di vista delle controllanti sarebbero le altre
“sorelle”.
Tale modifica prevede la separata indicazione nei crediti e debiti a breve e lungo termine dei dati relativi
agli strumenti finanziari attivi e passivi che per la prima volta vengono introdotti in bilancio e non solo in
nota integrativa sotto forma di informazioni addizionali come avveniva precedentemente. Questa
Ratei e risconti
In questa voce è stata eliminata la separata indicazione in bilancio del disaggio sui prestiti che non va
più riportata. Questo vale sia per i ratei e risconti iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale che nel
passivo dello stato patrimoniale.
Patrimonio netto
Nelle Altre riserve la sottovoce VI – Riserva per azioni proprie in portafoglio è stata sostituita dalla voce
– Altre riserve specificatamente indicate, dato che la riserva per azioni proprie non è stata depennata.
Infatti le azioni proprie, che precedentemente erano incluse della voce III – Immobilizzazioni
Finanziarie, sono ora direttamente dedotte dal Patrimonio netto per un uguale importo, con iscrizione al
passivo del bilancio di una specifica voce, con segno negativo – X – Riserva negativa per azioni proprie
in portafoglio3.
Alla voce VII si aggiunge la Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi che per la
prima volta viene introdotta in bilancio e che viene trattata successivamente.
Capitale sociale a
Riserva libera a
3
Vedi modifica all’art. 2357-ter – Disciplina delle proprie azioni.
a Riserva libera
Fondi rischi
Nella voce B) Fondi rischi e oneri è aggiunto il numero 3) Fondi rischi e oneri per strumenti finanziari
derivati passivi che accoglie le variazioni di fair value derivanti dalla valutazione degli strumenti
finanziari derivati, trattati successivamente.
È importante anche conoscere ciò che è stato abrogato dalle attuali norme.
In particolare sono stati abrogati i conti d’ordine (ex art. 2424 comma 3) e le norme sulle voci relative
alle azioni proprie che, come detto prima, ora sono inserite a deduzione del Patrimonio netto ed inoltre
è stata abrogata la relativa riserva, prima inclusa, che era indicata nella voce A – Patrimonio netto.
I conti d’ordine si includevano in calce allo stato patrimoniale dettagliando le garanzie prestate
direttamente o indirettamente, distinguendosi fra fideiussioni, avalli, altre garanzie personali e garanzie
reali, ed indicando separatamente, per ciascun tipo, le garanzie prestate a favore di imprese controllate
e collegate, nonché di controllanti e di imprese sottoposte al controllo di queste ultime. Queste
informazioni sono poi comunque illustrate in nota integrativa.
Totale
B) Costi della produzione:
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci;
7) per servizi;
8) per godimento di beni di terzi;
9) per il personale:
a) salari e stipendi;
b) oneri sociali;
c) trattamento di fine rapporto;
d) trattamento di quiescenza e simili;
e) altri costi;
10) ammortamenti e svalutazioni:
a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali;
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali;
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni;
d) svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide;
11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci;
12) accantonamenti per rischi;
13) altri accantonamenti;
14) oneri diversi di gestione. Totale.
Differenza tra valore e costi della produzione (A B).
C) Proventi e oneri finanziari:
15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi ad imprese controllate e
collegate e di quelli relativi a controllanti e a imprese sottoposte al controllo di quest’ultime;
16) altri proventi finanziari:
a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate
e collegate e di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste
ultime;
b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni;
c) da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e
collegate e di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime;
17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e
collegate e verso controllanti;
17-bis) utili e perdite su cambi. Totale (15 + 16 17+ 17-bis).
d) rettifiche di valore di attività e passività finanziarie:
18) rivalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;
c) di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
d) di strumenti finanziari derivati;
19) svalutazioni:
a) di partecipazioni;
b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni;
c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni;
d) di strumenti finanziari derivati;
Totale delle rettifiche (18 19).
risultato prima delle imposte (a-b+-C+-d);
20) imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate;
21) utile (perdite) dell’esercizio.
Tale modifica prevede la separata indicazione nei proventi e oneri con imprese sottoposte al controllo
delle controllanti che quindi si differenzieranno dalle altre imprese. Questa modifica porta alla necessità
di modificare il piano dei conti.
Rivalutazioni e svalutazioni
È abrogata la suddivisione degli oneri e proventi tra ordinari e straordinari e tutta la sezione E che li
evidenziava. A parte ogni considerazione di carattere fiscale ai fini IRES e IRAP per cui tali voci non
hanno rilevanza, gli eventi di questo tipo saranno inclusi nei proventi ed oneri a seconda della loro
natura e non sono più separatamente riconoscibili dalla lettura del conto economico.
Questa modifica, conforme alle norme internazionali IAS/IFRS, in effetti riduce il valore segnaletico del
bilancio e della situazione economica e rimanda alla nota integrativa la loro separata identificazione.
Il numero 13 del primo comma dell’art. 2427, contenuto della nota integrativa, precisa ora la necessità
di indicare nella nota stessa “l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o
incidenza eccezionali’’.
In sintesi un evento non comporta oneri o proventi straordinari perché è eccezionale, anormale o
imprevisto, ma in quanto tale evento non si collega alla normale gestione dell’impresa. Ora
l’impostazione viene ribaltata.
In tal senso il Principio Contabile nazionale OIC n. 29 prevede profonde modifiche. A seguito della
abrogazione della Classe E, le altre voci finali sono state rinumerate come segue:
3.
Il rendiconto finanziario
L’azienda per poter operare secondo economicità deve perseguire i propri fini istituzionali operando con
relativa autonomia finanziaria e monetaria, senza il ricorso perdurante a finanziamenti da parte di terze
economie. La misurazione e l’accertamento del grado di conseguimento di questo obiettivo sono vitali
per l’impresa per valutare gli esiti e le prospettive della gestione. La composizione e divulgazione del
rendiconto finanziario assolvono a questi fabbisogni conoscitivi.
Riconoscendo questi aspetti il d.lgs. 139/2015 introduce nel codice civile un nuovo articolo 2425-ter e
pone il rendiconto finanziario, a tutti gli effetti, come uno dei documenti che compongono il bilancio
d’esercizio, precisando anche il modo in cui va redatto.
[1] Dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente,
l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi
finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di
finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci.
Il rendiconto finanziario è quindi quel documento che permette di analizzare e di comunicare le cause
delle variazioni che date grandezze finanziarie e monetarie critiche per l’impresa (tipicamente i fondi
liquidi) hanno avuto in un determinato periodo di tempo, quale è, per esempio, il periodo
amministrativo a cui si rapporta l’esercizio. In altre parole, la redazione e l’analisi del rendiconto
finanziario consentono agli organi di governo dell’impresa di comprendere e di “far comprendere” ai
terzi come si siano originate e quali siano le condizioni di relativo equilibrio finanziario e monetario che
riguardano l’impresa stessa al termine di un determinato periodo amministrativo.
Va osservato che il rendiconto finanziario fornisce informazioni che non sono desumibili dagli schemi di
Stato Patrimoniale e Conto Economico, per cui il suo ruolo essenziale riguarda il fatto che tale prospetto
fornisce elementi di natura finanziaria non ottenibili nemmeno dallo stato patrimoniale comparato,
anche se corredato dal conto economico, in quanto lo stato patrimoniale non mostra chiaramente le
variazioni avvenute nelle risorse patrimoniali e finanziarie e le cause che le hanno determinate.
Va osservato che il codice civile prevede espressamente l’obbligo generalizzato di redigere il rendiconto
finanziario eccetto per le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviato che possono non
presentarlo, mentre sono esonerate le micro-imprese.
Le attuali norme hanno comunque mantenuto che la nota integrativa contenga l’indicazione delle
variazioni intervenute nella consistenza delle voci dell’attivo e del passivo nonché, nel dettaglio, le
movimentazioni intercorse tra un esercizio e l’altro, delle immobilizzazioni. Tuttavia nelle informazioni
fornite dal sistema informativo di bilancio (tra cui l’obbligo di comparare le voci dell’esercizio con quelle
dell’esercizio precedente), il prospetto di sintesi che può realizzare le variazioni della situazione
finanziaria è il rendiconto finanziario.
Esso pone in evidenza i valori relativi alle risorse finanziarie di cui l’impresa ha avuto necessità nel
corso dell’esercizio nonché i relativi impieghi. In particolare, sono evidenziati:
Il rendiconto finanziario consente quindi di effettuare il collegamento tra aspetti economici e quelli
finanziari della gestione aziendale. L’entità dei costi e dei ricavi, in particolare di quelli monetari,
rappresenta il primo fattore d’influenza dell’entità delle risorse finanziarie di cui si voglia analizzare le
variazioni di liquidità o di capitale circolante netto; ad esso saranno sommati i flussi finanziari derivanti
dall’attività d’investimento o disinvestimento; quelli correlati a variazioni di risorse finanziarie non
connesse alla gestione e quelli relativi alla gestione finanziaria.
Per inquadrare il discorso sul rendiconto finanziario è necessario riprendere alcune definizioni.
Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli assegni e dal denaro e
valori in cassa. Le disponibilità liquide comprendono anche depositi bancari e postali, assegni e denaro e
valori in cassa espressi in valuta estera (vedi OIC 14).
Gestione reddituale
Per gestione reddituale si intendono i flussi finanziari della gestione reddituale stessa che derivano dalla
acquisizione, produzione e distribuzione di beni e dalla fornitura di servizi e gli altri flussi non compresi
nell’attività di investimento e di finanziamento.
Alcuni esempi di flussi finanziari generati o assorbiti dalla gestione reddituale sono:
La gestione reddituale è composta da operazioni che si concretizzano in ricavi e in costi necessari per
produrre tali ricavi.
Essi sono riflessi nel conto economico e rappresentano anche le fonti di finanziamento dell’impresa, in
particolare quelle di autofinanziamento. Da esse si genera la liquidità necessaria per finanziare la
gestione futura.
Il flusso finanziario della gestione reddituale è determinato con il metodo indiretto che prevede che
all’utile (perdita) dell’esercizio si aggiungano o tolgano i seguenti elementi:
– elementi di natura non monetaria che non hanno richiesto esborso/incasso di disponibilità
liquide e che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto . Ad esempio gli
ammortamenti di immobilizzazioni, gli accantonamenti ai fondi rischi e oneri, le svalutazioni per
perdite di valore; le rivalutazioni di attività; gli utili non distribuiti relativi a partecipazioni in
società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto;
– variazioni del capitale circolante netto connesse ai costi o ricavi della gestione redditual e. Ad
esempio le variazioni di rimanenze, le variazioni di crediti verso clienti e di debiti verso fornitori,
le variazioni di ratei e risconti attivi/passivi, e in genere le variazioni del capitale circolante netto
rappresentate dagli scostamenti rispetto ai saldi dell’esercizio precedente;
– operazioni i cui effetti sono compresi tra i flussi derivanti dall’attività di investimento e
finanziamento. Come ad esempio le plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla cessione di
attività.
Come detto prima l’utile/perdita dell’esercizio è rettificato, per tener conto delle variazioni del capitale
circolante netto, in questi casi:
– l’incremento dei crediti verso clienti è sottratto dall’utile (perdita) dell’esercizio, in quanto tale
aumento rappresenta il minore ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi di competenza
dell’esercizio e accreditati al conto economico; al contrario una diminuzione dei crediti è
aggiunta all’utile (perdita) dell’esercizio in quanto rappresenta il maggior ammontare dei crediti
incassati rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico;
– l’incremento (decremento) dei debiti verso fornitori è sommato (sottratto) all’utile (perdita)
dell’esercizio, in quanto rappresenta una parte di costi della produzione non ancora pagata (o
una parte di costi della produzione pagata in più rispetto ai costi di competenza);
Attività di investimento
I flussi finanziari dell’attività di investimento comprendono i flussi che derivano dall’acquisto e dalla
vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non
immobilizzate.
Ad esempio si includono:
I flussi finanziari derivanti dalla vendita di immobilizzazioni sono distintamente presentati nell’attività di
investimento, per l’entrata effettivamente incassata nell’esercizio pari al c.d. prezzo di realizzo (cioè il
valore netto contabile aumentato della plusvalenza o ridotto dalla minusvalenza) rettificato dalla
variazione dei crediti verso clienti per immobilizzazioni; ciò al fine di evidenziare in modo unitario la
fonte di risorse finanziarie generate dall’operazione di vendita.
Considerato che nel conto economico è rilevata la plusvalenza o minusvalenza rispetto al valore
contabile netto dell’immobilizzazione, la società rettifica l’utile/ perdita dell’esercizio nella gestione
reddituale per il valore della plus/minusvalenza.
Attività di finanziamento
I flussi finanziari dell’attività di finanziamento comprendono i flussi che derivano dall’ottenimento o dalla
restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito.
Ad esempio si includono:
Dato che l’obiettivo è di rappresentare le variazioni finanziarie che hanno interessato il patrimonio
aziendale, non tutte le variazioni assumono rilievo ai fini che qui interessano.
Per redigere il rendiconto finanziario bisogna tenere conto dei movimenti che riguardano variazioni
di tipo finanziario come:
Inoltre vi possono essere movimenti patrimoniali che non modificano la situazione finanziaria
come ad esempio la conversione in azioni d’obbligazioni convertibili, l’estinzione di un debito con il
trasferimento di un’attività, il conferimento d’immobilizzazioni per aumento del capitale sociale, ecc.
L’art. 2425-ter specifica come va redatto il rendiconto finanziario. Il suo scopo è di illustrare le variazioni
di cassa. In ogni caso devono essere fornite le seguenti informazioni:
Il rendiconto finanziario può essere redatto con il metodo diretto o con il metodo indiretto. Il metodo
diretto consiste nella contrapposizione delle entrate e uscite monetarie che derivano dalla gestione
caratteristica mentre il metodo indiretto consiste nella presentazione rettificando l’utile o la perdita
dell’esercizio riportato nel conto economico. La scelta del metodo dovrà essere coerente nel tempo e
dipenderà da:
L’adozione del rendiconto finanziario secondo il metodo indiretto ha impatti limitati sul sistema
organizzativo e contabile: infatti rappresenta un report standard perché il flusso di cassa generato dalla
gestione operativa è un semplice calcolo che deriva dalla somma tra il risultato dell’esercizio, gli
elementi non monetari e le variazioni di capitale circolante netto, grandezze già rilevate dal sistema
informativo.
L’adozione del metodo diretto invece potrebbe avere un impatto più rilevante sul sistema informativo.
Necessita infatti di adeguare i sistemi per permettere l’individuazione dei movimenti di cassa tra l’attività
corrente, di finanziamento e di investimento.
Vediamo con un esempio come si costruisce partendo dall’analisi comparativa dei valori dello stato
patrimoniale.
Si considerino i seguenti dati della Società XY che al 31 dicembre 20X1 presenta la seguente situazione
patrimoniale ed economica:
1) Acquisizione di immobilizzazioni per € 1.915, suddivise fra beni immateriali per € 188 e beni
materiali per € 1.727.
2) Ammortamenti a carico dell’esercizio per € 763, di cui € 138 relativi alle immobilizzazioni
immateriali e € 625 a quelle materiali.
3) Alienazione di cespiti iscritti tra le immobilizzazioni materiali: valore contabile pari a € 157,
ricavato pari a € 44, minusvalenza pari a € 113.
4) Aumento di capitale a pagamento interamente versato per € 628.
5) Distribuzione di dividendi ai soci per € 297.
Rendiconto finanziario
fonti di finanziamento
liquidità generata dalla gestione reddituale dell’esercizio:
• Utile netto d’esercizio 371
rettifiche relative a voci che non hanno avuto effetto sulla liquidità:
• Ammortamento dell’esercizio 763
• Altri accantonamenti 157
• Aumento crediti verso clienti (1.359)
• Aumento rimanenze (95)
• Aumento risconti attivi (16)
• Aumento fornitori (805)
• Aumento ratei passivi 29
• Aumento altri debiti e debiti verso istituti previdenza e sicurtà 124
• Aumento debiti tributari 28
Indennità di anzianità dell’esercizio:
• Quota 176
• Pagamenti (72)
Totale Liquidità generata dalla gestione reddituale (699)
Assunzione nuovi mutui 1.256
Aumento capitale 628
Valore netto contabile cespiti venduti 157
1.342
IMPIEGHI DI LIQUIDITÀ
Acquisti cespiti patrimoniali 1.915
Pagamento mutui 19
Pagamento dividendi 297
2.231
DIMINUZIONE DI LIQUIDITÀ (889)
LIQUIDITÀ ALL’INIZIO DELL’ESERCIZIO 1.002
LIQUIDITÀ ALLA FINE DELL’ESERCIZIO 113
La preparazione del rendiconto finanziario non è facile e richiede l’utilizzo di informazioni non presentate
direttamente nel conto economico e nello stato patrimoniale. Alcune delle informazioni necessarie
possono essere tra quelle inserite nella nota integrativa, ma non vi è nessuna certezza di ciò,
soprattutto se si tratta di voci che, pur essendo necessarie per la quadratura del rendiconto possono
essere omesse poiché il loro ammontare è irrilevante.
Quando il rendiconto finanziario non quadra, gli errori più comuni si possono cercare nelle voci che vi
figurano suddivise su più linee, in particolare per quelle voci che non sono riportate come semplice
differenza tra gli ammontari esposti in due stati patrimoniali consecutivi, ma la differenza viene
suddivisa su più voci, in particolare:
• le immobilizzazioni materiali figurano nel rendiconto finanziario nelle voci ammortamenti delle
immobilizzazioni, valore netto contabile dei cespiti alienati e acquisizione di immobilizzazioni
materiali. La somma algebrica di queste tre voci deve corrispondere alla differenza tra gli
ammontari esposti in due stati patrimoniali consecutivi. Eventuali rivalutazioni monetarie
accreditate a riserve di patrimonio netto non devono essere rilevate nel rendiconto
finanziario, mentre si deve tener conto delle eventuali imposte imputate alle riserve;
• le immobilizzazioni immateriali presentano gli stessi problemi delle materiali, ma il caso
dell’alienazione è più raro poiché esse sono generalmente ammortizzate completamente e non
vengono vendute;
• la variazione del fondo TFR e degli altri fondi di quiescenza va suddivisa tra accantonamento al
fondo TFR e indennità di anzianità pagata;
• i movimenti dei conti di patrimonio netto: non sono rilevanti le riclassifichi come l’imputazione
dell’utile a riserva legale e ad altre riserve e la copertura di perdite attraverso l’uso di riserve o
la riduzione del capitale. Devono invece essere rilevate nel rendiconto finanziario le distribuzioni
di dividendi o riserve, i versamenti di denaro da parte dei soci, se imputati al patrimonio netto,
ed i crediti derivanti dalla sottoscrizione di azioni di nuova emissione, anche se non interamente
liberate. Particolare attenzione deve essere prestata ai costi che anziché essere imputati al
conto economico vengono imputati direttamente a qualche riserva di patrimonio netto in virtù di
norme speciali.
Per rafforzare le differenze tra variazioni di fondi liquidi immaginiamo qualche situazione reale cercando
di identificarne gli effetti.
Immaginiamo di dover indicare se ed in quale misura gli accadimenti di seguito riportati diano origine a
flussi di Cassa (attribuendo il segno + alle fonti della risorsa finanziaria considerata ed il segno – agli
impieghi).
Supponiamo che gli accadimenti riportati si verifichino nel corso dell’esercizio 2018; gli stessi vanno
peraltro valutati, ai fini della individuazione dei rispettivi flussi di Cassa, in data 31.12.2018.
Nel primo caso immaginando un’asse dei tempi in cui collocare gli eventi esclusivamente di tipo
finanziario potremmo porre al:
• 31 agosto 2018 – acquisto di una partecipazione per e 15.000 – Effetto finanziario: NULLA
• 30 novembre 2018 – 90 giorni dopo avviene il pagamento di 1/3 dell’importo pari a e 500
• 28 febbraio 2019 – 180 giorni dopo avviene il pagamento di un altro 1/3 dell’importo pari a e
500
• 31 agosto 2019 – 2 anni dopo avviene il pagamento di un altro 1/3 dell’importo pari a e 500.
Nel primo caso considerato non vi sono effetti relativi alla variazione del reddito e del patrimonio netto,
perché trattasi di acquisto di una partecipazione.
In caso di rendiconto finanziario consolidato bisogna ricordarsi di elidere i flussi finanziari infragruppo
prima della preparazione del rendiconto finanziario consolidato.
Quando nel corso dell’esercizio una società controllata inizia o cessa di far parte dell’area di
consolidamento, i flussi finanziari del gruppo includono i flussi finanziari della controllata relativi allo
stesso periodo per il quale il conto economico del gruppo comprende il risultato economico della
controllata.
Il flusso finanziario derivante dal corrispettivo pagato/incassato per l’acquisizione e la cessione di una
società controllata è presentato distintamente nell’attività di investimento, al netto delle disponibilità
liquide acquisite o dismesse come parte dell’operazione. Di conseguenza, la società rettifica la
variazione nel valore delle singole attività/passività intervenuta con l’operazione di acquisizione o
cessione della società controllata.
Il flusso finanziario relativo all’acquisizione di una società controllata non può essere compensata con
quello relativo alla cessione di un’altra società controllata.
Nella presentazione del flusso dell’attività di finanziamento è stata introdotta la distinzione tra flussi
finanziari derivanti dal capitale proprio o dal capitale di debito.
In merito alla classificazione dei flussi finanziari connessi ai derivati di copertura, tali flussi sono
presentati nella stessa categoria dei flussi finanziari dell’elemento coperto (ad es. un finanziamento a
medio lungo termine).
Le operazioni di investimento o di finanziamento che non richiedono l’impiego di disponibilità liquide non
sono presentate nel rendiconto finanziario.
Ad esempio sono escluse l’emissione di azioni per l’acquisizione di una società controllata; la
conversione di debiti in capitale; la permuta di attività.
Tra le informazioni da fornire al termine del rendiconto finanziario singolo o di gruppo si ricordano:
– gli interessi pagati e ricevuti siano presentati distintamente tra i flussi finanziari della gestione
reddituale salvo particolari casi in cui essi si riferiscano direttamente ad investimenti o
finanziamenti;
– i dividendi ricevuti e pagati siano presentati distintamente, rispettivamente, nella gestione
reddituale e nell’attività di finanziamento;
– nei flussi da attività di finanziamento si distinguono i flussi finanziari derivanti dal capitale
proprio o dal capitale di debito;
– nell’attività di investimento il flusso finanziario per acquisto di una società controllata o di un
ramo d’azienda è presentato distintamente, al netto delle disponibilità liquide acquisite o
dismesse come parte dell’operazione;
– i flussi finanziari per i derivati di copertura sono presentati nella stessa categoria dei flussi
finanziari dell’elemento coperto;
– la classificazione delle imposte nella gestione reddituale avviene in modo distinto.
Le operazioni di investimento o di finanziamento che non richiedono l’impiego di disponibilità liquide non
sono da includere nel rendiconto finanziario. Alcuni esempi di operazioni non monetarie sono l’emissione
di azioni per l’acquisizione di una società controllata; la conversione di debiti in capitale; la permuta di
attività.
esempio 1
dati contabili
attività
passività
Ratei passivi 50 25 25
Debiti tributari 50 40 10
Patrimonio netto:
Riserve 100 80 20
Personale:
Interessi passivi 50
Rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel capitale
circolante netto
Accantonamenti al fondo TFR 30
Immobilizzazioni materiali
Investimenti (710)
Mezzi di terzi
Mezzi propri
(Dividendi) €0
Altre rettifiche
Interessi incassati/(pagati) €0
Dividendi incassati €0
immobilizzazioni materiali €0
(Investimenti) €0
immobilizzazioni immateriali €0
(Investimenti) €0
immobilizzazioni finanziarie €0
(Investimenti) €0
(Investimenti) €0
Mezzi di terzi
Accensione finanziamenti €0
Rimborso finanziamenti €0
Mezzi propri
4.
Le modifiche nei criteri di valutazione
Con il recepimento della direttiva 34/2013 il legislatore nazionale rivede le disposizioni dell’art. 2426,
Criteri di valutazioni, sia recependo vere e proprie modifiche al sistema sia ammodernando alcune
disposizioni esistenti.
Nel primo caso ci si riferisce ai criteri ammortamento dell’avviamento e dei costi di sviluppo, nel
secondo caso allineandosi alla prassi internazionale in materia ed introducendo il criterio del costo
ammortizzato e del fair value per diverse poste di bilancio.
Questo fatto introduce di fatto nel nostro sistema dei nuovi criteri di valutazione che necessitano di
essere approfonditi e che non mancheranno di creare diversi effetti: essi sono il criterio del costo
ammortizzato e del fair value. Quest’ultimo verrà illustrato nella determinazione del valore degli
strumenti finanziari derivati, mentre ora vediamo quello del costo ammortizzato.
Il costo ammortizzato di una attività o di una passività è l’ammontare al quale l’attività o passività è
valutata al momento della rilevazione iniziale, meno i rimborsi di capitale, più o meno l’ammortamento
accumulato, utilizzando il metodo dell’interesse effettivo, di tutte le differenze tra il valore iniziale
ed il valore alla scadenza, e meno le riduzioni per perdite di valore o di non incassabilità.
Tutte le attività finanziarie che sono escluse dalla valutazione a fair value e hanno una scadenza fissa
dovrebbero essere valutate al costo ammortizzato. Secondo le attuali norme il metodo del costo
ammortizzato si applica quindi ai crediti, ai debiti e ai prestiti di ogni genere.
relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli
stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o
presso terzi; le immobilizzazioni rappresentate da titoli sono rilevate in bilancio con il criterio
del costo ammortizzato, ove applicabile;
(...)
7) il disaggio e l’aggio su prestiti sono rilevati secondo il criterio stabilito dal numero 8);
8) i crediti e i debiti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato,
tenendo conto del fattore temporale e, per quanto riguarda i crediti, del valore di
presumibile realizzo;
(...)
L’applicazione del criterio è obbligatoria per tutti i tipi di società, ma è previsto un esonero per coloro
che redigono il bilancio abbreviato ex art 2435-bis e per le microimprese. L’introduzione di questa novità
si accompagna alla esplicita previsione di dover tener conto “del fattore temporale” nella valutazione dei
crediti e dei debiti, ossia, di dover procedere con l’attualizzazione di crediti e debiti infruttiferi o fruttiferi,
ma ad un tasso inferiore a quello di mercato.
Applicando il metodo del costo ammortizzato ai crediti, bisogna precisare che in fase di prima
rilevazione un credito viene valutato a fair value, mentre successivamente va valutato al costo
ammortizzato.
Come già affermato il metodo del costo ammortizzato è un metodo di tipo finanziario che rettifica
l’ammontare registrato inizialmente per tenere conto della maturazione degli interessi, che porteranno
gradualmente a modificare il valore da quello registrato inizialmente, al valore nominale che sarà
incassato.
I crediti a breve termine privi di un prestabilito tasso di interesse sono normalmente valutati al loro
valore originario a meno che l’effetto dell’imputazione dell’interesse sia significativo. In questo caso si
parla di metodo del tasso d’interesse effettivo.
Il metodo del tasso di interesse effettivo è un metodo per calcolare il costo ammortizzato di una attività
e passività finanziaria (o gruppi di attività e passività finanziarie) e di ripartire gli interessi attivi o passivi
nei diversi periodi di competenza. Il tasso di interesse effettivo è quello che rende esattamente
uguali i valori attuali dei futuri pagamenti o incassi su tutta la vita dello strumento finanziario ed il
valore contabile dell’attività e della passività finanziaria.
Quando si calcola il tasso di interesse effettivo l’impresa deve stimare i flussi di cassa considerando tutti
i termini contrattuali, ma non le future perdite su crediti. Il calcolo deve comprendere tutti i pagamenti
effettuati tra le parti che costituiscono una parte integrante degli interessi, anche se diversamente
denominati (commissioni, spese, ecc.), i costi dell’operazione e tutti gli altri premi o sconti. Vi è la
presunzione che tutti i flussi di cassa relativi ad una operazione possano essere stimati attendibilmente,
per cui nei rari casi in cui ciò non fosse possibile, si dovrà utilizzare il flusso di cassa contrattuale sulla
durata contrattuale dello strumento.
Vediamo alcuni esempi di applicazione del costo ammortizzato sui crediti e sui titoli obbligazionari
acquistati da una impresa.
Un venditore di elettrodomestici per promuovere le vendite ai clienti offre un finanziamento a tasso zero
che viene gestito da una società finanziaria. La forma legale dell’operazione è che il venditore vende un
bene al cliente a e 100 e simultaneamente il cliente sottoscrive un contratto con la società finanziaria.
Questo contratto prevede il pagamento di e 100 dal cliente alla società finanziaria al termine di due
anni. L’accordo quadro prevede che il venditore riceva immediatamente e 82 dalla società finanziaria. Il
venditore non ha diritto a ricevere altri incassi dalla finanziaria, ma questa non potrà rivalersi su di essi
in caso di insolvenze o ritardi nei pagamenti. Il venditore contabilizza come ricavo e 82 al momento
della vendita perché ha trasferito tutti i rischi e benefici alla società finanziaria.
In data 1° gennaio 20X0, un’entità acquista un’obbligazione al prezzo di e 90, sostenendo costi di
negoziazione pari a e 5. L’obbligazione dà diritto a ricevere interessi attivi pari a e 4/ anno per i
successivi cinque anni (31 dicembre 20X0 – 31 dicembre 20X4). L’obbligazione deve essere rimborsata
a e 110, in data 31 dicembre 20X4.
il tasso di interesse effettivo è pari a 6,96%, vale a dire al tasso che attualizza i cash flow
attesi dal titolo obbligazionario per eguagliarli al valore iniziale di questo.
Supponiamo che la Alfa s.p.a. emetta un prestito obbligazionario del valore nominale di e 1.000.000,
scadenza ad 8 anni, prezzo di emissione 87,50, tasso fisso del 4,3 pagabile annualmente al 31.12.X di
ogni anno. Si dà atto che l’incasso netto al 31.12.X0 è pari ad € 875.000, il TIR è pari al 6,34%. Si
sviluppino le scritture contabili e la tabella con cui utilizzare il metodo del costo ammortizzato sul
relativo risconto attivo.
0 € 875.000,00
Banca a 875.000
a Banca 34.400
In caso di emissioni alla pari delle obbligazioni, la scrittura contabile da effettuare è la seguente:
Obbligazionisti c/sott. a
Disaggio di emissione a
a Prestiti Obbligazionari
a Aggio di emissione
Nel caso di prestiti obbligazionari indicizzati, le scritture contabili sono le seguenti e di fatto ricalcano le
precedenti:
Obbligazionisti c/sott. a
Disaggio di emissione a
a Aggio di emissione
Caso pratico 1
- tasso di interesse: 6% annuo (calcolato sul valore nominale) con scadenza annuale e
decorrenza a partire dalla data di emissione
Supponiamo che la Gamma s.p.a. emetta sotto la pari ad un prezzo di 0,95, allora si verificherebbe la
seguente situazione contabile:
Disaggio su prestiti a 50
Il conto disaggio su prestiti rappresenta un costo pluriennale che deve essere ripartito, secondo il
principio di competenza, su tutti gli esercizi in cui l’impresa gode del finanziamento.
Supponiamo che la Gamma s.p.a. emetta sopra la pari ad un prezzo di 1,05, allora si verificherebbe la
seguente situazione contabile:
a Aggio su prestiti 50
L’aggio su prestiti rappresenta un ricavo pluriennale che l’impresa dovrà ripartire fra gli esercizi di
durata del prestito obbligazionario, secondo il principio di competenza. Secondo questa modalità di
contabilizzazione il conto aggio ha natura patrimoniale:
Nelle scritture di assestamento è necessario rilevare anche la quota di interessi passivi maturati sul
prestito sino alla chiusura dell’esercizio e che saranno liquidati in quello successivo.
Si supponga che la Gamma s.p.a. abbia emesso un prestito obbligazionario convertibile in azioni di e
700.000 e che all’atto del rimborso in unica soluzione tutti i sottoscrittori abbiano optato per la
conversione dei titoli in azioni.
Caso pratico 2
Supposto che la Gamma s.p.a. abbia emesso un prestito obbligazionario convertibile di e 700.000,
secondo la metodologia di conversione indiretta, il rapporto di cambio che è stato prestabilito ai fini
della conversione può far emergere una differenza positiva oppure una differenza negativa.
Nella tabella seguente, al punto n. 3, il valore della partecipazione è inferiore al valore nominale del
prestito, al punto n. 4, il valore della partecipazione è superiore al valore nominale del prestito.
a Partecipazioni 600.000
Caso pratico 3
La Gamma s.p.a. ha emesso un prestito obbligazionario convertibile in azioni per e 500.000. Di seguito
le scritture contabili:
Nell’esaminare le variazioni nei criteri di valutazione delle singole aree di bilancio andremo nell’ordine in
cui sono illustrare dall’art. 2426, iniziando quindi con i costi di impianto e di ampliamento.
attendibilmente la vita utile, sono ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. Fino a
che l’ammortamento dei costi di impianto e ampliamento e di sviluppo non è completato possono essere
distribuiti dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l’ammontare dei costi non
ammortizzati; (...)
La variazione si collega a quanto descritto nel paragrafo 2.3 – Principali variazioni
– Costi di sviluppo e prevede il fatto che possano essere capitalizzati solo i costi di sviluppo e non
più le spese di pubblicità e di ricerca applicata.
Avviamento
• nel primo caso si precisa che in caso di ripristino di valore esso non può essere applicato
all’avviamento;
È in effetti abbastanza anomalo non poter prevedere una vita utile dell’avviamento, ma un caso
possibile è quello legato alla determinazione dell’avviamento in caso di acquisizione di azienda per cui
può essere difficile prevederne la durata nel tempo. Si ritiene però che chi acquista una azienda fa piani
di sviluppo e di integrazione della stessa per cui solo dall’esame di questa documentazione si può
giungere alla conclusione se l’avviamento ha una vita utile o meno.
In ogni caso, a differenza del passato, la nota integrativa deve fornire una illustrazione del periodo di
ammortamento adottato.
sindacale, se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto. l’ammortamento
dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita utile; nei casi eccezionali in cui non è
possibile stimarne attendibilmente la vita utile, è ammortizzato entro un periodo non
superiore a dieci anni. nella nota integrativa è fornita una spiegazione del periodo di
ammortamento dell’avviamento;
(...)
Partecipazioni
La variazione consiste nel considerare l’applicazione del metodo del patrimonio netto dell’acquisto della
partecipazione come riferito alla data di acquisizione mentre precedentemente questo aspetto non era
precisato e aveva creato alcune confusioni ed errori.
La variazione consiste nella modifica di attività e passività in valuta come attività e passività monetarie
come già previsto dai Principi Contabili internazionali.
Importante è anche conoscere quali norme sono state abrogate. Nei criteri di valutazione si considerano
anche le attrezzature industriali e piccoli utensili.
Queste voci sono continuamente rinnovate ma hanno spesso valori modesti in relazione alle dimensioni
dell’attività dell’impresa per cui si poteva iscriverli ad un valore costante, ed in questo caso
rappresentavano una classe di rimanenze ad hoc. La valutazione era facoltativa e si poteva
naturalmente spesare a conto economico questi acquisti data la loro scarsa rilevanza nel contesto
generale.
Ora questa facoltà di capitalizzazione non è più possibile e restano le due alternative:
5.
Strumenti finanziari e strumenti finanziari derivati
A partire dal 1° gennaio 2005 furono introdotti nel codice civile gli articoli 2427-bis e 2428 comma 2, n.
6-bis, dal d.lgs. 394/2003. Essi richiedevano una guida applicativa ed interpretativa delle norme, per cui
il Principio Contabile OIC 3 rappresentò la risposta a queste attese. L’art. 2427-bis viene ora modificato
e successivamente è stato emesso da OIC il Principio Contabile n. 32 – Strumenti finanziari derivati.
Le suddette disposizioni introdussero importanti informazioni nella nota integrativa, nell’articolo 2427-
bis del codice civile relative agli “strumenti finanziari” e integrarono l’articolo 2428 sulla relazione sulla
gestione, con analoghe modifiche. Queste si applicano per le corrispondenti disposizioni sul bilancio
consolidato e di bilancio di banche e istituti finanziari.
La norma intervenne sull’informativa di bilancio, senza incidere sui principi di redazione del bilancio per
la valutazione e contabilizzazione degli strumenti finanziari. Con la attuale norma, questo aspetto viene
completato e il valore degli strumenti finanziari anche derivati è inserito in bilancio completando l’opera.
Le definizioni di strumenti finanziari erano previste già da tempo dall’art. 1 terzo comma del d.lgs.
58/1998 (Legge Draghi), per cui è utile riprendere le definizioni.
Per aiutarci ora interviene il secondo comma del numero 11-bis) dell’art. 2426 – Criteri di valutazioni –
del codice civile che precisa che per la definizione di “strumento finanziario”, di “attività finanziaria” e
“passività finanziaria”, di “strumento finanziario derivato”, di “costo ammortizzato”, di “fair value”, di
“attività monetaria” e “passività monetaria”, “parte correlata” e “modelli e tecniche di valutazione
generalmente accettati” si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall’Unione europea.
I Principi internazionali IFRS che fanno riferimento a quanto sopra sono il Principio Contabile
internazionale IAS 32 – Strumenti finanziari: esposizione in bilancio, (rivisto il 29 dicembre 2017), IAS
39 – Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione (emesso con valenza dal 1° gennaio 2005), IFRS 7 –
Strumenti finanziari: informazioni integrative (con valenza dal 30 giugno 2011) e IFRS 9 – Strumenti
finanziari.
Secondo il Principio Contabile nazionale OIC 32 e i Principi Contabili internazionali IAS 32, IAS 39 e IFRS
7 uno strumento finanziario è rappresentato da un contratto che dà luogo a un’attività finanziaria per
un’impresa e, di contro, a una passività finanziaria o un elemento di patrimonio netto per l’altra.
a) disponibilità liquide;
b) uno strumento rappresentativo di capitale di un’altra entità;
c) un diritto contrattuale:
i) a ricevere disponibilità liquide o un’altra attività finanziaria da un’altra entità; o
ii) a scambiare attività o passività finanziarie con un’altra impresa alle condizioni che sono
potenzialmente favorevoli all’entità; o
d) un contratto che sarà o potrà essere estinto tramite strumenti rappresentativi di capitale
dell’impresa ed è:
i) un non derivato per cui l’impresa è o può essere obbligata a ricevere un numero variabile
di strumenti rappresentativi di capitale dell’entità; o
ii) un derivato che sarà o potrà essere estinto con modalità diverse dallo scambio di un
importo fisso di disponibilità liquide o di altra attività finanziaria contro un numero fisso di
strumenti rappresentativi di capitale dell’entità.
A tal fine, gli strumenti rappresentativi di capitale dell’impresa non includono strumenti finanziari con
opzione a vendere classificati come strumenti rappresentativi di capitale, né strumenti che pongano a
carico dell’impresa un’obbligazione a consegnare a un’altra parte una quota proporzionale dell’attivo
netto dell’impresa solo in caso di liquidazione e che sono classificati come strumenti rappresentativi di
capitale. Gli strumenti rappresentativi di capitale dell’impresa non comprendono altresì gli strumenti che
siano contratti per ricevere o consegnare in futuro degli strumenti rappresentativi di capitale dell’entità.
Come strumento rappresentativo del patrimonio netto (equity instrument) si intende un qualsiasi
contratto che evidenzi un interesse di partecipazione alle attività di un’impresa dopo aver dedotto tutte
le passività. Generalmente si tratta di azioni, quote o diritti di acquistare o sottoscrivere azioni o quote
di società.
Come si vede le definizioni di cui sopra sono di tale ampia portata da far ricadere nell’ambito degli
strumenti finanziari una pluralità di fattispecie che vanno dalle disponibilità liquide, ai titoli nonché ai
crediti e debiti generati dall’impresa. Ciascuna di queste classi include diversi tipi di strumenti finanziari
derivati.
I titoli includono:
1. i titoli azionari, tra cui rientrano i nuovi strumenti finanziari previsti dall’art. 2350 comma 2 del
codice civile i cui rendimenti sono correlati ai risultati dell’attività in un particolare settore di
attività e gli strumenti di cui all’art. 2346 del codice civile 4;
2. i titoli obbligazionari, le obbligazioni convertibili e simili.
Da ultimo anche i crediti e debiti generati nel corso nella attività ordinaria d’impresa rientrano nella
definizione di strumento finanziario.
Inoltre il paragrafo 9 dello IAS 39 considera anche i seguenti termini che sono:
4Articolo 2346 (Emissione delle azioni). (...) Resta salva la possibilità che la società, a seguito dell’apporto da parte
dei soci o di terzi anche di opera o servizi, emetta strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o di diritti
amministrativi, escluso il voto nell’assemblea generale degli azionisti. In tal caso lo statuto ne disciplina le modalità
e condizioni di emissione, i diritti che conferiscono, le sanzioni in caso di inadempimento delle prestazioni e, se
ammessa, la legge di circolazione.
– elemento coperto;
– strumento di copertura;
– investimenti posseduti sino a scadenza;
– finanziamenti e crediti;
– acquisto o vendita secondo le convenzioni ordinarie;
– costi dell’operazione.
I termini ‘‘contratto’’ e ‘‘contrattuale’’ si riferiscono a un accordo tra due o più parti che abbia
conseguenze economiche chiare, tali che le parti abbiano una limitata, o nessuna, possibilità di evitarle,
solitamente perché l’accordo è reso esecutivo da una norma di legge. I contratti, e quindi gli strumenti
finanziari, possono assumere forme diverse e non necessitano della forma scritta.
• uno strumento con opzione a vendere è uno strumento finanziario che conferisce al suo
possessore il diritto di rivendere all’emittente in cambio di disponibilità liquide o di un’altra
attività finanziaria o è automaticamente ceduto all’emittente qualora si verifichi un evento
futuro incerto, oppure in caso di decesso o pensionamento del suo possessore;
• il fair value è il corrispettivo al quale un’attività può essere scambiata, o una passività estinta, in
una libera transazione fra parti consapevoli e disponibili.
Uno strumento finanziario derivato è così definito in quanto DERIVA da quello di attività sottostante
(attività reale o finanziaria) o perché è correlato all’andamento di nozionali legati all’andamento dei tassi
di mercato (tasso di interesse o di cambio) o di indici (indice di borsa o dei prezzi).
Uno strumento finanziario derivato è tale se un contratto rientra nelle categorie prima elencate ed
INOLTRE presenta TUTTE E TRE queste caratteristiche:
1. Il suo valore si modifica al variare di specifici tassi d’interesse, di prezzi e di altri indici o altre
variabili;
2. Non richiede versamenti iniziali;
3. È regolato ad una data futura.
È inoltre necessario distinguere tra derivati utilizzati per operazioni di copertura e derivati utilizzati per
operazioni speculative.
I primi sono derivati utilizzati per compensare le variazioni di fair value o di flussi finanziari dell’elemento
oggetto di copertura, i secondi sono tenuti dall’azienda per coprire dei rischi ma a puro titolo
speculativo. Nel primo caso naturalmente bisogna anche valutare l’efficacia della copertura del rischio
tramite lo strumento derivato.
Gli strumenti che rientrano nella definizione di strumento derivato sono suddivisi in tre categorie:
I primi (contratti a termine) prevedono lo scambio di un determinato bene ad una data futura e ad un
prezzo prefissato al momento della stipula del contratto. Oggetto del contratto possono essere sia merci
(commodity) o strumenti finanziari (ad esempio indici di borsa) o valute.
I secondi (opzioni) attribuiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare (nel caso di
opzioni call) o di vendere (nel caso di opzioni put) attività finanziarie (azioni, obbligazioni, valute,
strumenti finanziari derivati) o reali (merci) ad un prezzo prefissato (strike price) ad una certa data
(opzione europea) o entro una certa data (opzione americana). Il diritto è rilasciato al venditore dietro
corresponsione di un premio che rappresenta la perdita potenziale massima a cui va incontro chi
acquista.
I terzi (swap) rappresentano strumenti mediante i quali le due parti si impegnano a scambiarsi tra loro
a date prestabilite flussi di cassa secondo uno schema convenuto.
Si ricorda inoltre che l’art. 2426 precisa che sono considerati strumenti finanziari derivati anche quelli
collegati a merci che conferiscono ad entrambi i contraenti, il diritto di procedere alla liquidazione del
contratto per contanti o altri strumenti finanziari. Questo, ad eccezione del caso in cui:
a) il contratto sia stato concluso per soddisfare le esigenze previste dalla società che redige il
bilancio, di acquisto, di vendita o di utilizzo delle merci;
b) sia destinato a tale scopo fin dalla sua conclusione;
c) sia eseguito con consegna delle merci.
Le principali caratteristiche che le merci devono avere affinché possano essere negoziate a termine
sono le seguenti:
Va premesso che una società in continuità aziendale non ha alcuna intenzione o necessità di liquidare,
ridurre in modo rilevante le sue operazioni o effettuare delle operazioni in modo sconveniente. Il fair
value pertanto NON è il valore che una impresa potrebbe incassare o pagare in un’operazione forzata o
una liquidazione immediata. Il fair value comunque riflette la qualità del credito dello strumento. Il
comma 11bis dell’art. 2426 che riportiamo successivamente precisa che gli strumenti finanziari sono
iscritti al fair value e le variazioni al fair value, di norma, si imputano a Conto Economico. Se
invece lo strumento copre il rischio di variazione dei flussi finanziari attesi di un altro strumento
finanziario o di un’operazione programmata, gli effetti delle variazioni si registrano direttamente ad una
riserva positiva o negativa di patrimonio netto – VII – Riserva per operazioni di copertura dei flussi
finanziari attesi.
Tale riserva è imputata al conto economico nella misura e nei tempi corrispondenti al verificarsi o al
modificarsi dei flussi di cassa dello strumento coperto o al verificarsi dell’operazione oggetto di
copertura e fino ad allora è “sostanzialmente intoccabile”, cioè:
• non sono distribuibili gli utili derivanti dalla valutazione a fair value;
• non può essere utilizzata in alcun modo, neanche per perdite;
• le riserve non possono essere considerate nel computo del patrimonio netto nei casi previsti
dagli articoli 2412, 2433, 2442, 2446 e 2447 (ultimi due casi per perdite oltre i limiti consentiti
dalle norme).
I casi previsti dalle norme suddette riguardano gli esempi che seguono:
Si supponga che la società Alfa abbia sottoscritto uno specifico swap derivante da alcune combinazioni
con vendita di opzioni:
Alla luce di questa considerazione si presume che la Alfa abbia al 31.12.2017 accantonato un fondo
rischi che contenga la variazione negativa di 70.000 registrata dallo swap in questo caso non vanno
effettuate le scritture di transizione.
Si supponga che la società Alfa abbia sottoscritto uno specifico swap derivante da alcune combinazioni
con vendita di opzioni:
Si supponga che la società Alfa abbia sottoscritto uno specifico swap derivante da alcune combinazioni
con vendita di opzioni:
La società Gamma detiene un contratto di finanziamento di 2.000.000 e con durata triennale ed al tasso
d’interesse fisso pari al 7,5%. Il pagamento delle rate semestrali avviene alle scadenze 30.6. e 31.12. Il
contratto è stato stipulato al 30.6.X0. Posto che i tassi di interesse del mercato sono al ribasso il fair
value del finanziamento sarebbe negativo, pertanto la società stipula a tutela un IRS di 2.000.000 e
impegnandosi a pagare un tasso variabile pari all’Euribor a 6 mesi.
DATA Prima reg. del diff. IRS Al reg. diff. IRS Dopo reg. diff. IRS
Procediamo con le rilevazioni contabili. Alla data X0 l’IRS vale zero pertanto:
Posto che gli interessi pagati siano uguali a 1m×7,5%×6 mesi = 75.000
Procediamo alla rilevazione del fair value del IRS che avevamo considerato per e 40.000.
attivi
Giova osservare come la voce “derivato attivo” debba essere collocata tra le immobilizzazioni
finanziarie voce b.iii.4) derivati attivi.
La società Gamma detiene un contratto di finanziamento di 4.000.000 a con durata triennale ed al tasso
d’interesse fisso pari al 7,5%. Il pagamento delle rate semestrali avviene alle scadenze 30.6. e 31.12. Il
contratto è stato stipulato al 30.6.X0. Posto che i tassi di interesse del mercato sono al ribasso il fair
value del finanziamento sarebbe negativo, pertanto la società stipula a tutela un IRS di 2.000.000 a
impegnandosi a pagare un tasso variabile pari all’Euribor a 6 mesi.
DATA Prima reg. del diff. IRS Al reg. diff. IRS Dopo reg. diff. IRS
Posto che gli interessi pagati siano uguali a 1m×7,5%×6 mesi = 150.000
Procediamo alla rilevazione del fair value del IRS che avevamo considerato per e 40.000.
Giova osservare come la voce “derivato attivo” debba essere collocata tra le immobilizzazioni
finanziarie voce b.iii.4) derivati attivi.
il contratto di riporto
Banca c/c
In data 31.12.X0 il costo del premio pagato deve essere confrontato con il valore di mercato ed iscritto
al minore tra costo e valore di realizzo:
Alla fine del periodo qualora sia sorto il diritto alla liquidazione del differenziale maturato, l’operazione di
contabilizzazione è la seguente:
Banca a Diversi
Crediti diversi
Proventi finanziari
[1] La società può emettere obbligazioni al portatore o nominative per somma complessivamente non
eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili risultanti dall’ultimo
bilancio approvato. I sindaci attestano il rispetto del suddetto limite.
[2] Il limite di cui al primo comma può essere superato se le obbligazioni emesse in eccedenza sono
destinate alla sottoscrizione da parte di investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma
delle leggi speciali. In caso di successiva circolazione delle obbligazioni, chi le trasferisce risponde della
solvenza della società nei confronti degli acquirenti che non siano investitori professionali.
[3] Non è soggetta al limite di cui al primo comma, e non rientra nel calcolo al fine del medesimo,
l’emissione di obbligazioni garantite da ipoteca di primo grado su immobili di proprietà della società,
sino a due terzi del valore degli immobili medesimi.
[4] Al computo del limite di cui al primo comma concorrono gli importi relativi a garanzie comunque
prestate dalla società per obbligazioni emesse da altre società, anche estere.
[5] I commi primo e secondo non si applicano alle emissioni di obbligazioni destinate ad essere quotate
in mercati regolamentari o in sistemi multilaterali di negoziazione ovvero di obbligazioni che danno il
diritto di acquisire ovvero di sottoscrivere azioni.
[6] Quando ricorrono particolari ragioni che interessano l’economia nazionale, la società può essere
autorizzata con provvedimento dell’autorità governativa, ad emettere obbligazioni per somma
superiore a quanto previsto nel presente articolo, con l’osservanza dei limiti, delle modalità e delle
cautele stabilite nel provvedimento stesso.
[7] Restano salve le disposizioni di leggi speciali relative a particolari categorie di società e alle riserve di
attività.
[1] La deliberazione sulla distribuzione degli utili è adottata dall’assemblea che approva il bilancio
ovvero, qualora il bilancio sia approvato dal consiglio di sorveglianza, dall’assemblea convocata a norma
dell’articolo 2364-bis, secondo comma.
[2] Non possono essere pagati dividendi sulle azioni, se non per utili realmente conseguiti e
risultanti dal bilancio regolarmente approvato.
[3] Se si verifica una perdita del capitale sociale, non può farsi luogo a ripartizione di utili fino a che il
capitale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente.
[4] I dividendi erogati in violazione delle disposizioni del presente articolo non sono ripetibili, se i soci li
hanno riscossi in buona fede in base a bilancio regolarmente approvato, da cui risultano utili netti
corrispondenti.
esempio: analizziamo il caso di riduzione del capitale sociale quando la società controllata
ha azioni nella società controllante
Capitale sociale a
Debito v/controllate
Riserva da riduzi.
art. 2447. riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale
[1] Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al disotto del minimo stabilito
dall’articolo 2327, gli amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia, il consiglio di
sorveglianza devono senza indugio convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il
contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione
della società.
Per imputazione alla riserva per operazioni di copertura di flussi finanziari attesi
Chiaramente i dati da inserire nelle registrazioni devono essere corretti e quindi riassumiamo ora gli
aspetti chiave della valutazione come previsto dalla norma.
Per aiutare i redattori nella redazione del bilancio e della nota integrativa, si ricorda che gli strumenti
finanziari derivati possono essere distinti in due macro categorie: i derivati utilizzati con fini di
copertura e quelli con finalità speculative.
ias 39 – Hedging
IAS 39: Tipologie di copertura (hedging)
IAS 39 distinge tre tipologie di operazioni di copertura:
– la copertura di fair value (fair value hedge – strumenti a tasso fisso)
– la copertura di flussi di finanziari (cash flow hedge – strumenti a tasso variabile)
– la copertura dell’investimento netto in una gestione estera
Per sapere se una operazione è di copertura o meno, ci si può riferire alle istruzioni della Banca d’Italia
che definiscono le operazioni di copertura come quelle poste in essere con lo scopo di proteggere dl
rischio di avverse variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio o dei prezzi di mercato il valore di
singole o insiemi di attività o passività di bilancio o “fuori bilancio’’.
1. all’origine dell’operazione;
2. l’efficacia della copertura da valutare in fase prospettica.
La norma poi distingue tra una operazione con copertura efficace e una operazione con copertura
inefficace e ciò incide sulla registrazione degli effetti.
In conclusione per la valutazione degli strumenti finanziari derivati un breve riassunto è ora necessario.
Le variazioni del valore di mercato dello strumento derivato vanno analizzate preventivamente per
quello che riguarda la situazione di una assenza di copertura o una copertura inefficace da una
situazione di copertura efficace.
In caso di assenza di copertura o di una copertura inefficace le variazioni dal valore di mercato
vanno a conto economico. Si tratterebbe di operazioni di tipo speculativo.
In caso di copertura efficace bisogna distinguere se le variazioni dipendono da fair value, da flussi
finanziari o da variazioni dell’investimento netto. Nel primo caso le variazioni vanno registrate nel conto
economico, negli altri due casi a patrimonio netto nella riserva, comunque indisponibile.
Il problema consiste nel fatto che il criterio adottato dall’impresa per valutare l’efficacia di una copertura
da un rischio dipende dalla strategia di gestione del rischio stesso adottato dalla direzione aziendale. In
che modo dovrà essere valutata l’efficacia delle coperture ai fini di dimostrarne l’idoneità all’applicazione
del relativo trattamento contabile all’inizio della relazione e successivamente?
La soluzione la prospetta lo IAS 39 che non specifica un unico criterio per la valutazione dell’efficacia
della copertura. L’adeguatezza del criterio adottato dipenderà dalla natura del rischio coperto e dalla
tipologia dello strumento di copertura utilizzato. Inoltre, il criterio adottato dovrà essere ragionevole e
coerente con quello usato per altre operazioni di copertura analoghe, tranne nei casi in cui sia stato
possibile giustificare l’uso di criteri diversi. L’impresa deve documentare le modalità con cui valuterà
l’efficacia all’inizio della relazione di copertura e quindi applicare il metodo di verifica dell’efficacia
prescelto in modo coerente per tutta la durata della copertura.
Una impresa può utilizzare diverse tecniche matematiche per misurare l’efficacia della copertura,
comprese tecniche di ratio analysis e statistiche, quali ad esempio le analisi di regressione 5.
L’art. 2426 ribadisce che il fair value è determinato con riferimento al valore di mercato, per gli
strumenti finanziari per i quali è possibile individuare facilmente un mercato attivo. Se il valore di
5Per approfondimenti in merito si rinvia il lettore a PWC, Gli strumenti finanziari, volume 4 di G.A. Toselli e M. Rota,
EGEA.
mercato non fosse facilmente individuabile o non esista del tutto un mercato, la valutazione può essere
rilevata comunque da uno strumento analogo.
Ma quando un mercato è attivo? Da cosa si nota che lo è? Quali sono gli elementi caratterizzanti?
OIC 3 precisa che un mercato si intende come attivo ogni qualvolta sono prontamente pubblicate a
disposizione degli operatori “quotazioni’’ che scaturiscono da regolari e correnti transazioni di mercato;
in pratica è un mercato che è in grado di esprimere “il valore realizzabile di una attività come il prezzo
previsto in un accordo vincolante tra parti consapevoli e disponibili in una transazione libera”.
Le “parti’’ sono naturalmente compratori e venditori liberi (cioè consapevoli) di poter negoziare senza
interferenze il contratto e disponibili a concludere una operazione simile.
1. esiste un mercato mobiliare attivo accessibile al pubblico, in cui è negoziata l’attività finanziaria;
il mercato è attivo se ha scambi frequenti e volumi tali da garantire una certa liquidità del
mercato stesso6;
2. l’attività finanziaria è stata emessa da una società che gode di un rating assegnatole da una
agenzia terza indipendente.
Il problema della presenza di un mercato attivo è cruciale, dato che con la crisi economica i mercati si
sono dimostrati “inattivi” e speculativi.
In presenza di un mercato attivo, ai fini di determinare il fair value degli strumenti finanziari, l’impresa
deve individuare per ogni singolo strumento:
Si ricorda che in ogni caso le dinamiche e le condizioni di mercato portano ad una differenziazione più o
meno ampia tra i prezzi “denaro’’ (bid) e quelli “lettera” (ask), OIC 3 fa presente che si deve fare
6In generale la liquidità di un mercato si valuta in base alla sua ampiezza, al suo spessore (cadute di domanda e
offerta in presenza di forti oscillazioni di prezzo) all’elasticità (velocità di reazione di domanda e offerta alle
variazioni di prezzo) ai costi di smobilizzo (commissioni, ecc.).
riferimento ai prezzi BID per le posizioni “lunghe” (cioè attività detenute e le passività da emettere) e a
prezzi ASK per le posizioni “corte’’ (cioè attività da acquisire e passività detenute).
In pratica si richiede al soggetto detentore (cessionario) di valutare la posizione non in base al proprio
prezzo “lettera”, cioè al prezzo al quale offre di vendere (comprare) ma al prezzo “denaro” degli altri
operatori, cioè al prezzo al quale gli altri dichiarano di voler acquistare (vendere). Questo è certamente
il modo più prudenziale di affrontare il problema ed evitare di iscrivere attese poi non realizzabili.
Se l’impresa detiene attività e passività con caratteristiche tali da portare a posizioni compensative per il
rischio mercato, può utilizzare i prezzi medi di mercato per stabilire i fair value delle posizioni
compensate. È la cosiddetta “posizione aperta” che deve essere effettuata solo se i fattori di rischio
delle posizioni sono i medesimi.
Per gli strumenti per cui non vi è invece un mercato attivo, tra cui la gran parte degli strumenti
finanziari derivati “over the counter” si ricorrerà o a mercati simili o a modelli e tecniche di
valutazione generalmente accettati 7 e sempre con una ragionevole approssimazione al “valore
equo”. Solo se l’applicazione dei criteri illustrati non desse un risultato attendibile, si potrà ritornare al
costo storico.
Una tecnica di valutazione deve incorporare tutti i fattori che i partecipanti al mercato considererebbero
nello stabilire il prezzo tra cui:
7 I metodi di valutazione generalmente accettati sono il discounted cash flow (DCF) e l’option pricing models.
Nell’applicare i modelli di valutazione si potranno usare uno o più tassi di attualizzazione purché essi
consentano di assimilare il tasso di rendimento di strumenti finanziari con le stesse caratteristiche e
profili di rischio di credito dello strumento, termine di definizione dei tassi di interesse, termine di
rimborso del capitale, valute.
Infine l’appendice B del Principio Contabile OIC 3 fa presente quali sono i metodi per la valutazione del
fair value delle partecipazioni che si riassumono in quotazioni di borsa, metodo delle transazioni dirette,
metodo delle transazioni comparabili, metodo dei multipli di borsa, metodi analitici di tipo finanziario,
reddituale e patrimoniale.
• il metodo comparativo;
• il metodo di capitalizzazione dei redditi;
• il metodo del costo.
Il metodo comparativo si basa sul fatto che il valore di mercato viene determinato in relazione ai
prezzi corrisposti per proprietà immobiliari simili o equivalenti a quella oggetto di valutazione. L’analisi
dei prezzi di vendita si basa sull’uso di unità di misura adeguate, correggendo eventuali differenze tra le
proprietà individuali valutate a quelle di confronto. Tale metodo è applicabile ad una ampia varietà di
casi e produce risultasti convincenti a condizione che si disponga di dati di mercato sufficienti. La sua
attendibilità diminuisce tuttavia quando le condizioni di mercato sono caratterizzate da cambiamenti
repentine o nelle valutazioni per le quali esistono limitate transazioni di mercato.
Il metodo di capitalizzazione dei redditi si basa sul fatto che il valore di mercato è stimato in base
ai benefici attesi dall’immobile in termini di flussi di reddito. Per determinare il valore dell’immobile in
oggetto, il metodo capitalizza gli utili netti generati da proprietà immobiliari comparabili. Tale metodo è
spesso applicato alla proprietà di diritti immobiliari in un immobile oggetto di locazione.
Il metodo del costo si basa sul fatto che il valore dell’immobile è determinato con riferimento ai costi
di costruzione di un immobile equivalente. Tale metodo è spesso applicato nelle valutazioni di
costruzioni nuove o recenti, progetti di costruzione, ampliamenti o risistemazioni.
Questi metodi di valutazione non consentono di includere investimenti futuri tesi a migliorare o
valorizzare l’immobile e non riflettono i benefici futuri collegati a tale investimento futuro.
Come si nota dalle indicazioni precedenti, la determinazione del valore di mercato di uno strumento
finanziario con modelli o tecniche valutative richiede competenze altamente specialistiche e procedure
informatiche per gestire i calcoli. È bene quindi per le imprese verificare tempestivamente, in base al
grado di utilizzo degli strumenti finanziari, di essere in grado e di dotarsi di competenze e strumenti
interni o in quale misura ricorrere a consulenti esterni per ottenere questi dati.
Se svolte internamente queste funzioni, è necessario verificare la struttura aziendale che svolgerà il
processo valutativo, verificare il grado di competenze e attivare una opportuna formazione interna.
Occorre inoltre migliorare/strutturare un ambiente informatico che sia in grado di censire tutte le
caratteristiche degli strumenti finanziari in essere e determinare i dati necessari a sviluppare il modello
di valutazione prescelto ed effettuare i calcoli, nel caso in cui il percorso del mercato attivo non sia
fattibile.
Se invece ci si rivolge a specialisti esterni bisogna essere in grado di fornire i valori di mercato che
devono essere inclusi in nota integrativa e con essi definire modalità e tempistica per la prestazione del
servizio.
L’art. 2427-bis, comma 1, punto 1 stabilisce che nella nota integrativa siano indicati per ciascuna
categoria di strumenti finanziari derivati, il fair value e le informazioni sulla loro impresa e natura.
Il legislatore non ha voluto fornire una struttura definita contenente le informazioni qualitative e
quantitative per non appesantire l’informativa di bilancio con dettagli eccessivi anche se chi redige il
bilancio deve prestare attenzione a non omettere informazioni rilevanti a causa di aggregazioni
eccessive. Così se una società ha un grande numero di strumenti finanziari con caratteristiche similari e
nessun contratto è singolarmente rilevante, è corretto raggruppare gli strumenti per classe.
OIC 3, seguendo la linea dell’art. 2427-bis, fa presente che “spetterà alla Direzione aziendale
raggruppare gli strumenti finanziari per classi pertinenti alla natura delle informazioni fornite,
considerando aspetti quali le caratteristiche degli strumenti e le finalità del loro utilizzo”.
OIC 3 fornisce comunque un esempio in forma tabellare delle informazioni richieste dall’art. 2427-bis
che non si riproduce. La tabella va compilata solo se l’impresa ha stipulato molteplici contratti derivati
con finalità di trading e/o di copertura, se invece il numero fosse ridotto, basterà fornire l’informativa
per ogni singolo contratto dei seguenti elementi:
Infine nel caso di informazioni per immobilizzazioni finanziarie iscritte in bilancio ad un valore superiore
al loro fair value, la nota integrativa deve evidenziare 8 il valore contabile ed il fair value delle singole
attività (anche raggruppate) oltre alle ragioni per cui si è ritenuto di non dover ridurre il valore
contabile.
Con il d.l. 185/2008, art. 15, c. 13, è applicabile la deroga all’applicazione del valore di realizzo
desumibile dall’andamento del mercato per gli investimenti non durevoli in titoli che possono essere
valutati al valore risultante dall’ultimo bilancio approvato (o dalla relazione semestrale se disponibile),
eccetto il caso in cui la perdita abbia carattere durevole. In ogni caso oggi con le nuove norme si
applica il criterio del costo ammortizzato.
La norma equipara, in via eccezionale e ai soli fini valutativi, i titoli iscritti nell’attivo circolante del
bilancio a quelli immobilizzati imponendo la svalutazione solo in presenza di perdite durevoli di valore.
La deroga può essere applicata solo per alcuni titoli.
L’impresa che esercita la deroga riporta in nota integrativa i criteri seguiti per l’individuazione dei titoli
oggetto di deroga, l’ammontare della differenza tra il valore dei titoli iscritto in bilancio ed il relativo
valore desumibile dall’andamento del mercato. È opportuno indicare anche le motivazioni in base alle
quali si è ritenuta temporanea la perdita di valore.
Non sono da meno gli effetti del decreto per la relazione sulla gestione. In essa devono essere fornite le
informazioni sull’uso di strumenti finanziari, individuati in base ai criteri contabili di cui sopra,
specificando gli obiettivi che l’impresa persegue nel gestire il rischio finanziario incluse le politiche
seguite per coprirsi dai rischi dei contratti derivati. Inoltre si devono illustrare le esposizioni della società
rispetto ai:
8
Come richiesto dall’art. 2427-bis al primo comma punto 2).
– Rischi di prezzo
– Rischi di credito
– Rischi di liquidità
– Rischi di variazione dei flussi finanziari.
Rischio di prezzo
1) rischio di cambio;
2) rischio di tasso di interesse;
3) il rischio di mercato.
Il rischio di cambio è il rischio che il valore di uno strumento finanziario fluttui a causa di cambiamenti
nei tassi di cambio; il rischio di tasso di interesse è il rischio che il valore di uno strumento finanziario
fluttui a causa di cambiamenti nei tassi di interesse; il rischio di mercato è il rischio che il valore di uno
strumento finanziario fluttui a causa dei cambiamenti dei prezzi di mercato. Questi cambiamenti
possono essere provocati da fattori specifici del singolo titolo, del suo emittente o da fattori che
influenzano tutti i titoli negoziati in un mercato.
In genere con il termine rischi di prezzo si intendono sia il potenziale utile che la potenziale perdita.
Rischio di credito
È il rischio che una delle parti non sia in grado di adempiere alle sue obbligazioni e causi una perdita
all’altra parte (ad es. fallisce una parte contraente).
Rischio di liquidità
È il rischio che l’impresa incontri difficoltà nella raccolta dei fondi per adempiere agli impegni connessi
agli strumenti finanziari. Il rischio di liquidità può portare all’impossibilità di vendere un’attività
finanziaria velocemente e ad un prezzo vicino al valore corrente.
È il rischio di fluttuazioni dei futuri flussi di cassa correlati ad uno strumento finanziario monetario. Per
esempio, in caso di strumento di debito a tasso variabile, tali fluttuazioni porteranno a un cambiamento
del tasso di interesse effettivo senza corrispondenti variazioni del suo valore corrente.
In generale nella relazione sulla gestione le informazioni fornite devono essere RILEVANTI per la
valutazione della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’esercizio e non devono essere
troppo dettagliate, anzi la loro sintesi è sempre preferibile, purché ciò non porti a informazioni
incomplete od omesse.
La turbolenza finanziaria innescata dalla crisi del mercato statunitense dei mutui subprime e il
rallentamento, in molti Paesi, dell’economia reale può determinare, per le società, difficoltà nel reperire
nuove risorse finanziarie, nel realizzare integralmente le proprie esposizioni finanziarie nonché nel
rispettare le condizioni contrattuali dei debiti in essere. È inoltre aumentata l’esposizione ai rischi di
mercato connessi con la volatilità delle variabili finanziarie.
Nell’attuale fase di irrigidimento dei mercati finanziari, diviene particolarmente importante assicurare in
bilancio un’adeguata informativa sul rischio di liquidità. A tale scopo le società, in conformità a quanto
previsto dall’OIC 32 e dall’IFRS 7, sono tenute a fornire nelle note al bilancio sia le informazioni di
natura qualitativa (le esposizioni, come esse si originano, gli obiettivi, le politiche e i processi aziendali
per gestire il rischio di liquidità nonché i metodi per misurarlo) sia le informazioni di natura quantitativa
relative a tale profilo di rischio. In particolare, nell’indicare i flussi finanziari contrattuali in forma non
attualizzata, le società dovranno determinare in maniera appropriata sia il numero di fasce di scadenza
sia l’ampiezza di tali fasce, secondo il principio di significatività. Qualora sussista un significativo rischio
di liquidità, è necessario che gli amministratori descrivano come la società gestisce tale rischio. Se in
altre parti del bilancio sono richiamate le azioni poste in essere o che si porranno in essere per
fronteggiare tale rischio sarà necessario effettuare un apposito rinvio.
Gli intermediari bancari e finanziari vigilati, oltre a fornire le informazioni previste dall’IRFS 7 9 e dalla
normativa emanata dalla Banca d’Italia, considerata la loro peculiare operatività, valuteranno
l’opportunità di fornire ulteriori dati, se necessari per rendere ancora più chiara la rappresentazione di
tale profilo di rischio.
In merito alla concentrazione dei rischi, si osserva che per le imprese industriali assumono particolare
rilievo i crediti commerciali. Al di là di quanto previsto per l’esposizione al rischio di credito,
andrebbero evidenziati possibili rischi di concentrazione nei confronti di singole controparti, o di classi di
clienti, che possano risultare significativi.
Si richiama infine l’esigenza – per tutte le società – che nelle note al bilancio venga fornita un’ampia
e dettagliata informativa sulle politiche contabili adottate – ivi incluse le scelte applicative che danno
attuazione ai principi generali stabiliti per gli strumenti finanziari, in particolare con riferimento alle
metodologie applicate nella valutazione degli strumenti finanziari complessi e/o illiquidi.
9Si ricorda che tutti gli istituti di credito applicano i principi contabili internazionali, per cui non ci si riferisce all’OIC
32.
6.
Le modifiche alla nota integrativa
Numerose sono le variazioni in nota integrativa derivanti dall’art. 2427 che in parte riassumono gli
aspetti precedentemente discussi, mentre in altri casi si occupano di modificare gli aspetti preesistenti
ed in altri ancora introducono nuove informazioni da dare.
Considerando ogni punto separatamente, le informazioni da fornire in nota integrativa diventano circa
una trentina. Esse presentano contenuti ed aspetti molto differenti.
Per iniziare non cominceremo dal primo, ma dal secondo comma, completamente sostituito, che
introduce un sistema organizzativo di presentazione delle note incluse nella nota integrativa precisando
che “le informazioni in nota integrativa relative alle voci dello stato patrimoniale e del conto economico
sono presentate secondo l’ordine in cui le relative voci sono indicate nello stato patrimoniale e nel conto
economico’’.
La prassi si era già adeguata in tal senso, ma comunque è utile precisarlo nelle norme di legge per
uniformare i metodi di presentazione delle informazioni in tutti i bilanci.
La nota integrativa, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni, prevede queste variazioni:
Costi di sviluppo
La variazione riguarda il fatto che sono state soppresse le parole “costi di ricerca, di sviluppo e
pubblicità” lasciando solamente i costi di sviluppo con i costi di impianto ed ampliamento. Questi
aspetti sono stati discussi nel capitolo 2 – Novità negli schemi di bilancio, ove si è precisato che i costi di
ricerca e di pubblicità non si possono più capitalizzare.
Ratei e risconti
La variazione in questo caso riguarda il fatto che precedentemente l’analisi dei ratei e risconti poteva
essere fornita “se il loro ammontare era apprezzabile ”; questa frase ora è stata tolta. Se ne deduce che
in ogni caso bisognerà fornire sempre l’analisi della composizione dei ratei e risconti.
A parere di chi scrive invece si può riprendere la modifica al terzo comma dell’art. 2423 ove si diceva
che “Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e
informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una
rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta delle
scritture contabili. Le società illustrano nella nota integrativa i criteri con i quali hanno dato attuazione
alla presente disposizione’’.
Questo significa che in nota integrativa bisogna specificare i criteri di attuazione del concetto di
rilevanza e a quel punto si valuterà se le variazioni nei ratei e risconti (e in ogni altra voce del bilancio)
siano superiori alle soglie di rilevanza dichiarate ed in tal caso si forniranno le illustrazioni necessarie.
Il numero 9 dell’art. 2427 è stato completamente sostituito e prevede che la nota integrativa fornisca
quanto segue:
9) l’importo complessivo degli impegni, delle garanzie e delle passività potenziali non
risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione della natura delle garanzie reali
prestate; gli impegni esistenti in materia di trattamento di quiescenza e simili, nonché gli
impegni assunti nei confronti di imprese controllate, collegate, nonché controllanti e
imprese sottoposte al controllo di quest’ultime sono distintamente indicati;
• le garanzie;
• le passività potenziali non risultanti dallo stato patrimoniale;
• le garanzie reali prestate;
• gli impegni in caso di trattamento di quiescenza e simili.
Garanzie
Le garanzie comprendono sia le garanzie prestate che quelle ricevute dalla società. Le garanzie prestate
sono rilasciate dalla società con riferimento ad un’obbligazione propria o altrui, le garanzie ricevute sono
rilasciate da terzi a beneficio o nell’interesse della società.
In particolare, queste garanzie sono rilasciate a beneficio della società quando rafforzano la prospettiva
di realizzazione di una pretesa creditoria; sono invece rilasciate nell’interesse della società quando si
riferiscono a posizioni passive (impegni o debiti) assunti dalla società.
Nelle garanzie prestate o ricevute dalla società si comprendono sia le garanzie personali che le garanzie
reali.
Per garanzie personali si intendono le obbligazioni di garanzia prestate o ricevute dalla società con
riferimento ad un certo rapporto che prevedono che il garante risponda indistintamente con il proprio
patrimonio. Costituiscono esempi di garanzie personali le fideiussioni, gli avalli, i contratti autonomi di
garanzia e le lettere di patronage forti.
Si ricorda e si distingue tra lettere di patronage “forte” (o impegnativo) e lettere di patronage “debole”
(o semplice). Solo le lettere di patronage forte sono iscritte nei conti d’ordine. A differenza delle lettere
di patronage forte, infatti, le lettere di patronage debole non richiedono, invece alcuna iscrizione fra i
conti d’ordine, in quanto contengono soltanto tenui e generiche rassicurazioni (o “conforti”) al
“creditore” circa il buon esito dell’operazione, per cui non si profila – nei fatti – alcun rischio di esborso
futuro che possa gravare sulla patronnant. Esempi di lettere di patronage deboli sono costituiti da
dichiarazioni di consapevolezza, di futuro mantenimento della partecipazione, di influenza e simili.
Per garanzie reali si intendono le obbligazioni di garanzia prestate o ricevute dalla società con
riferimento ad un certo rapporto che prevedono che il garante risponda specificatamente con i beni dati
in garanzia. Rientrano tra le garanzie reali i pegni e le ipoteche.
Impegni
Gli impegni rappresentano obbligazioni assunte dalla società verso terzi che traggono origine da negozi
giuridici con effetti obbligatori certi ma non ancora eseguiti da nessuna delle due parti (c.d. contratti ad
esecuzione differita). In particolare la norma desidera conoscere gli impegni in caso di trattamenti di
quiescenza.
In questa area ci si riferisce agli impegni presi per importi da riconoscere alla cessazione del rapporto in
funzione della durata del rapporto stesso e delle altre condizioni di maturazione previste dalle
contrattazioni sottostanti. Si pensi alle agevolazioni a favore delle posizioni apicali (ad es. direttore
generale) in caso di licenziamento o interruzione del rapporto di lavoro.
Tali impegni sottoscritti all’inizio del rapporto sono indeterminati nell’ammontare, in quanto possono
essere subordinati al verificarsi di varie condizioni di maturazione (età, anzianità di servizio, ecc.) e
potrebbero richiedere anche il ricorso a calcoli matematico-attuariali. Tuttavia, per determinati
trattamenti di quiescenza, essi sono stimabili alla data di bilancio con ragionevole attendibilità.
Tali impegni riguardano eventuali oneri da sostenere per le indennità percepite in caso di cessazione dei
rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, tra cui sono compresi gli incarichi di amministratore
di società, se in tal modo concordati tra le parti.
Per “potenzialità” si intende una situazione, una condizione od una fattispecie esistente alla data di
bilancio, caratterizzate da uno stato d’incertezza, che al verificarsi o meno di uno o più eventi futuri,
potranno concretizzarsi in una perdita (passività potenziale), ovvero in un utile (attività potenziale).
Le passività potenziali rappresentano passività connesse a “potenzialità”, cioè a situazioni già esistenti
alla data di bilancio, ma con esito pendente in quanto si risolveranno in futuro.
In relazione al loro grado di realizzazione e di avveramento, gli eventi futuri possono classificarsi in
probabili, possibili o remoti.
Un evento è probabile quando il suo accadimento è ritenuto più verosimile, piuttosto che il contrario
(cioè non meramente eventuale), in base a motivi ed argomenti oggettivi e attendibili, ma non certi.
Opinione probabile è del resto quella basata su ragioni tali da meritare l’assenso di persona prudente.
Un evento è possibile quando dipende da un’eventualità che può o meno verificarsi; ossia il grado di
accadimento dell’evento futuro è inferiore al probabile. Si tratta dunque di eventi contraddistinti da una
ridotta probabilità di sopravvenienza.
Un evento è remoto quando ha scarsissime possibilità di verificarsi; ossia, potrà accadere solo in
situazioni eccezionali.
Nel caso di passività potenziali ritenute possibili, sono indicate in nota integrativa le seguenti
informazioni:
• l’indicazione del parere della direzione dell’impresa e dei suoi consulenti legali ed altri esperti,
ove disponibili.
In alcuni casi, gli ammontari richiesti in una causa o in una controversia sono marcatamente esagerati
rispetto alla reale situazione. In questi casi, non è necessario, anzi potrebbe essere fuorviante, mettere
in evidenza l’ammontare dei danni richiesti.
10) la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attività e
secondo aree geografiche; (all’inizio del numero sono state soppresse le parole, ‘‘se significativa’’)
(...)
La variazione in questo caso riguarda come per i ratei e risconti che l’informazione poteva essere fornita
“se i loro ammontari erano apprezzabili”; questa frase ora è stata tolta. Se ne deduce che in ogni caso
bisognerà fornire l’analisi della composizione dei ricavi per categorie ed aree geografiche. Come tali si
intendono Italia ed estero, dettagliandolo per continenti o Paesi.
13) l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza
eccezionali;
(...)
Come discusso nel capitolo 2 – Le novità negli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico le voci E
20 e E 21 – Oneri e proventi straordinari sono state abrogate e sostituite dalla indicazione in nota
integrativa dell’importo e della natura degli elementi di ricavo e di costo di entità o incidenza
eccezionali.
È difficile fornire una casistica di tali elementi dato le molteplici fattispecie, ma dalla descrizione del
costo e ricavo in nota integrativa deve emergere la eccezionalità del fatto, ad esempio danni derivanti
da un terremoto, da una alluvione (non ricorrente), ecc.
16) l’ammontare dei compensi, delle anticipazioni e dei crediti concessi agli amministratori ed ai
sindaci, cumulativamente per ciascuna categoria, precisando il tasso d’interesse, le principali
condizioni e gli importi eventualmente rimborsati, cancellati o oggetto di rinuncia, nonché
gli impegni assunti per loro conto per effetto di garanzie di qualsiasi tipo prestate,
precisando il totale per ciascuna categoria;
(...)
Il punto 16 dell’art. 2427 della nota integrativa è stato ampliato come richiesta di informazione.
L’informativa sui compensi ad amministratori e sindaci nel periodo coperto dal bilancio già in vigore si
aggiungono ora le richieste per anticipazioni e crediti (di ogni natura) concessi ad amministratori e
sindaci ed altro.
La norma desidera che siano fornite specifiche informazioni in merito, si tratta spesso di situazioni a
rischio in cui poi i crediti o gli anticipi non vengono rimborsati o vengono cancellati, oppure si apre un
contenzioso una volta che il rapporto si conclude.
In sintesi si richiedono i movimenti di questi conti specificando gli importi rimborsati, quelli cancellati per
rinuncia ad escutere il credito o il prestito concesso, i tassi di interesse e condizioni per prestiti concessi,
per confrontarli con i tassi di mercato e soprattutto garanzie a qualsiasi titolo prestate dalle società
verso i loro amministratori che prevedano l’escussione a carico della società una volta che il rapporto si
concludesse.
Questo aumento di informazioni si pone nella nuova ottica di approfondimento e trasparenza dei
rapporti delle società con i propri amministratori, evidenziando varie tipologie contrattuali che possano
fornire fringe benefits di varia natura su cui poi maturano diritti acquisiti.
Options e warrants
18) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni, i warrants, le opzioni e i titoli o valori
simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono;
(...)
La norma estende l’informativa già in vigore sulle azioni di godimento e le obbligazioni convertibili in
azioni ad opzioni (options) e warrants.
Le opzioni (options) attribuiscono all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare (nel caso di
opzioni call) o di vendere (nel caso di opzioni put) attività finanziarie (azioni, obbligazioni, valute,
strumenti finanziari derivati) o reali (merci) ad un prezzo prefissato ( strike price) ad una certa data
(opzione europea) o entro una certa data (opzione americana). Il diritto è rilasciato al venditore dietro
corresponsione di un premio che rappresenta la perdita potenziale massima a cui va incontro chi
acquista.
I warrants sono una particolare categoria di obbligazioni che comporta l’associazione al titolo
obbligazionario di un buono che attribuisce al possessore il diritto di sottoscrivere o acquistare un
determinato numero di azioni o di obbligazioni della società emittente o di un’altra società ad un prezzo
prefissato entro un arco temporale prestabilito. La diversità rispetto alle obbligazioni convertibili è
dovuta alla divisibilità dei due diritti: il warrant infatti è separabile rispetto al titolo obbligazionario e può
avere una autonoma circolazione, essendo scambiabile sul mercato ed esercitabile dal detentore senza
dover rinunciare ai diritti concernenti il titolo obbligazionario.
22-bis) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l’importo, la natura del rapporto e ogni
altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le
stesse (abrogato “siano rilevanti e”) non siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le
informazioni relative alle singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo
quando la loro separata evidenziazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni
medesime sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della società;
(...)
La variazione consiste nel togliere le parole qualora siano rilevanti e comunque mantiene la informativa
per i casi in cui queste operazioni non siano concluse a normali condizioni di mercato.
(...)
La modifica è in effetti uno spostamento della stessa informazione che precedentemente era inclusa
nella relazione sulla gestione ed ora è classificata in nota integrativa da cui devono in ogni caso risultare
i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio.
Si considerano fatti di rilievo quelli che, richiedendo o meno variazioni nei valori dello stesso,
influenzano la situazione rappresentata in bilancio e sono di importanza tale che la loro mancata
comunicazione comprometterebbe la possibilità dei destinatari dell’informazione societaria di fare
corrette valutazioni e prendere decisioni appropriate.
I fatti intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio sono quei fatti, positivi e/o negativi, che avvengono tra
la data di chiusura e la data di formazione del bilancio d’esercizio.
Sono quei fatti che modificano condizioni già esistenti alla data di riferimento del bilancio, ma che si
manifestano solo dopo la chiusura dell’esercizio e che richiedono modifiche ai valori delle attività e
passività in bilancio, in conformità al postulato della competenza.
• la definizione dopo la chiusura dell’esercizio di una causa legale in essere alla data di bilancio
per un importo diverso da quello prevedibile a tale data;
• i fatti intervenuti dopo la data di chiusura dell’esercizio da cui emerga che talune attività già alla
data di bilancio avevano subìto riduzioni durevoli di valore o riduzioni del valore di mercato
rispetto al costo (a seconda delle fattispecie) ovvero evidenzino situazioni, esistenti alla data di
bilancio, che incidano sulle valutazioni di bilancio; per esempio:
– il deterioramento della situazione finanziaria di un debitore, confermata dal fallimento dello
stesso dopo la data di chiusura, che normalmente indica che la situazione di perdita del
credito esisteva già alla data di bilancio;
– la vendita di prodotti giacenti a magazzino a fine anno a prezzi inferiori rispetto al costo
fornisce l’indicazione di un minor valore di realizzo alla data di bilancio;
• la definizione, dopo la chiusura dell’esercizio, di un maggior prezzo di acquisto di un’attività
acquisita o di un minor prezzo di vendita di un’attività ceduta prima della fine dell’esercizio;
• la determinazione, dopo la chiusura dell’esercizio, di un premio da corrispondere a dipendenti
quale emolumento per le prestazioni relative all’esercizio chiuso;
• la scoperta di un errore o di una frode.
b) Fatti successivi che non devono essere recepiti nei valori di bilancio
Sono quei fatti che modificano situazioni esistenti alla data di bilancio, ma che non richiedono variazione
dei valori di bilancio, in quanto di competenza dell’esercizio successivo. Ne possono essere esempi:
• la diminuzione nel valore di mercato di taluni titoli nel periodo successivo rispetto alla chiusura
dell’esercizio, in quanto tale riduzione riflette condizioni di mercato intervenute dopo la chiusura
dell’esercizio;
• la distruzione di impianti di produzione causata da calamità;
• la perdita derivante dalla variazione delle parità di cambio con valute estere;
• la sostituzione di un prestito a breve con uno a lungo termine conclusasi nel periodo tra la data
di chiusura dell’esercizio e quella di formazione del bilancio. Il trattamento contabile di questa
fattispecie è disciplinato dall’OIC 19 Debiti;
• la ristrutturazione di un debito avente effetti contabili nel periodo tra la data di chiusura
dell’esercizio e quella di formazione del bilancio. Il trattamento contabile di questa fattispecie è
disciplinato dall’OIC 6.
c) Fatti successivi che possono incidere sulla continuità aziendale
Alcuni fatti successivi alla data di chiusura del bilancio possono far venire meno il presupposto della
continuità aziendale. Gli amministratori, ad esempio, possono motivatamente manifestare l’intendimento
di proporre la liquidazione della società o di cessare l’attività operativa. Oppure le condizioni gestionali
della società stessa, quali un peggioramento nel risultato di gestione e nella posizione finanziaria dopo
la chiusura dell’esercizio, possono far sorgere la necessità di considerare se, nella redazione del bilancio
d’esercizio, sia ancora appropriato basarsi sul presupposto della continuità aziendale.
Se il presupposto della continuità aziendale non risulta essere più appropriato al momento della
redazione del bilancio, è necessario che nelle valutazioni di bilancio si tenga conto degli effetti del venir
meno della continuità aziendale.
I fatti del tipo (a) sono rilevati in bilancio per riflettere l’effetto che tali eventi comportano sulla
situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico alla data di chiusura dell’esercizio.
I fatti del tipo (b) non sono rilevati in bilancio; tuttavia sono illustrati nella nota integrativa perché
rappresentano avvenimenti la cui mancata comunicazione comprometterebbe la possibilità per i
destinatari dell’informazione societaria di fare corrette valutazioni e prendere appropriate decisioni.
Il termine entro cui il fatto si deve verificare perché se ne tenga conto è la data di formazione del
bilancio, che nella generalità dei casi è individuata con la data di redazione del progetto di bilancio
d’esercizio da parte degli amministratori.
Tuttavia, se tra la data di formazione del bilancio e la data di approvazione da parte dell’organo
assembleare si verificassero eventi tali da avere un effetto rilevante sul bilancio, gli amministratori
debbono adeguatamente modificare il progetto di bilancio, nel rispetto del procedimento previsto per la
formazione del bilancio.
Alcuni esempi di fatti successivi che non sono rilevati nel bilancio e che richiedono un’informativa in
nota integrativa sono:
Bilancio consolidato
(...)
Le informazioni che vanno dal 22-quinquies al 22-sexies sono state introdotte per la prima volta dal
d.lgs. 139/2015 in osservanza alla direttiva UE 13/34.
Si tratta di norme applicabili solo nel caso in cui la società faccia parte di un gruppo di imprese che
redige il bilancio consolidato e fornisce indicazioni su nome, sede legale e luogo in cui è depositato il
bilancio consolidato.
(...)
La norma novellata rappresenta una innovazione e prevede che, in nota integrativa, gli amministratori
presentino una proposta di destinazione di utili o di copertura delle perdite alla assemblea dei soci.
In tal modo si evita che sia direttamente l’assemblea dei soci a fare la proposta e poi a deliberare sulla
stessa proposta. Oggi la proposta è inclusa in nota integrativa e la delibera spetta sempre alla
assemblea dei soci che approva il bilancio. I sindaci nella loro relazione devono esprimersi se
concordano con tale proposta.
Questo aspetto già si applica da tempo nei bilanci redatti secondo IAS/IFRS.
7.
Le modifiche al bilancio consolidato
Le novità nel bilancio consolidato sono molteplici e comportano cambiamenti nei metodi e nelle
procedure da adottare nella sua redazione, dal 1° gennaio 2016.
Il bilancio consolidato, come è noto, nasce con l’obiettivo di fornire una visione d’insieme della capacità
economica, finanziaria e patrimoniale delle imprese appartenenti al Gruppo. Non sempre, però, pur in
presenza di un Gruppo, sussiste l’obbligo di redazione del bilancio consolidato da parte della
capogruppo.
Il legislatore ha infatti completato la circostanza in cui, pur in presenza di un Gruppo, inteso come un
insieme di società fra loro collegate da vincoli di partecipazione, queste risultino essere di dimensioni tali
da non rendere rilevante per il lettore esterno, l’analisi dell’andamento del Gruppo nel suo insieme a
fianco all’analisi dell’andamento delle singole realtà aziendali.
Da qui è nata l’idea, sin dal d.lgs. 127/1991, di prevedere parametri in base ai quali definire quando
scatta l’obbligo di redazione del bilancio consolidato e quando invece sussiste la possibilità di esonero
dalla sua predisposizione.
Se l’impresa controllante, unitamente alle sue controllate non superano per due esercizi consecutivi due
dei relativi limiti, la capogruppo è esonerata dal redigere il bilancio consolidato. Vista la crescita
dimensionale dei gruppi, considerando che l’ultimo aggiornamento di questi parametri è avvenuto nel
2008 con il d.lgs. 173/2008 il legislatore ha ritenuto opportuno incrementare gli importi previsti per il
totale dell’attivo patrimoniale e dei ricavi come segue:
L’esonero comunque non si applica se l’ente a cui ci si riferisce è un EIP (ente di interesse pubblico) o
un ESRI (enti sottoposti a regime intermedio). Secondo l’art. 16, c. 1 del d.lgs. 39/2010 gli EIP sono:
• le società italiane emittenti valori mobiliari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati
italiani e dell’Unione europea;
• le banche;
• le imprese di assicurazione;
• le imprese di riassicurazione con sede legale in Italia, e le sedi secondarie in Italia delle imprese
di riassicurazione extracomunitarie.
Gli ESRI “Enti Sottoposti a Regime Intermedio”, categoria che esiste solo in Italia, sono rappresentati da
un insieme di società ed istituti quali:
• le società emittenti strumenti finanziari che, ancorché non quotati su mercati regolamentati,
sono diffusi tra il pubblico in maniera rilevante;
• le società di gestione dei mercati regolamentati;
• le società che gestiscono i sistemi di compensazione e di garanzia;
• le società di gestione accentrata di strumenti finanziari;
• le società di intermediazione mobiliare;
• le società di gestione del risparmio;
Si ricorda che il d.lgs. 127/1991 non si applica alle banche ed istituti di credito che si riferiscono per
questo aspetto al d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385, modificato in modo simile al d.lgs. 127/1991.
Nulla è invece cambiato con riferimento ai parametri previsti per l’applicazione dell’esonero da parte dei
cosiddetti sottogruppi10, i quali però potranno depositare presso il Registro delle Imprese, il bilancio
consolidato della capogruppo nella lingua comunemente utilizzata negli ambienti della finanza
internazionale, anziché in italiano, come attualmente avviene. In questo modo si potranno ridurre i costi
di tante realtà nazionali aventi capogruppo europee che redigono il consolidato in inglese.
La capogruppo, una volta definite le imprese che appartengono al suo Gruppo, valuta quali di queste,
pur essendo controllate possano risultare escluse dalla procedura di consolidamento. Su questo aspetto
la riforma è intervenuta con una novità da non sottovalutare.
Nel tempo, diverse capogruppo si sono avvalse della possibilità di escludere dal consolidato alcune
realtà aziendali adducendo il fatto che non era possibile ottenere, tempestivamente, o senza spese
sproporzionate, le necessarie informazioni sulla controllata. Il legislatore, con l’art. 28 novellato che si
riproduce, ha mantenuto questa possibilità, limitandola però a casi eccezionali.
(1) Lettera modificata dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi
inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 2, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
Bisogna anche ricordare che i limiti dimensionali sono stati aumentati e quindi i Gruppi che devono
redigere i bilanci consolidati sono gruppi di medie dimensioni e quindi organizzativamente strutturati.
Dato inoltre che ormai tutte le principali aziende sono dotate di sistemi informatici per la tenuta della
contabilità è improbabile che il rilascio delle informazioni della capogruppo non sia gestibile
tempestivamente o possa comportare il sostenimento di costi sproporzionati. È però attendibile che
possano sussistere difficoltà oggettive se una società neo acquisita (magari a fine esercizio) debba
redigere il proprio bilancio con principi contabili diversi da quelli finora seguiti, in quanto (ad esempio
introducendo gli IAS/IFRS) è necessario predisporre una rendicontazione contabile del tutto nuova e
quindi potrebbero sussistere le condizioni di esclusione previste dal comma 2, lettera c) dell’art. 28 del
d.lgs. 127/1991.
Oggi le imprese devono includere obbligatoriamente il rendiconto finanziario consolidato. La cosa non è
nuova per molte imprese che già volontariamente lo predisponevano.
In tal senso il OIC n. 10 – Il rendiconto finanziario può fornire aiuto nella sua redazione e in alcuni temi
specifici del bilancio consolidato che sono trattati nel capitolo 3 di questo testo.
Si ricorda inoltre che sono state previste modifiche agli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico
del bilancio civilistico che ovviamente si riflettono in modo speculare sui corrispondenti documenti
consolidati.
Diverse sono le novità da applicare nei prossimi bilanci consolidati. Come sempre il bilancio va redatto
con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e
finanziaria del complesso delle imprese consolidate.
Vero è però che il legislatore ha introdotto il seguente comma 3-bis nell’articolo 29:
3-bis. Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione, informativa
e consolidamento quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una rappresentazione
veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta delle scritture contabili. Le
società illustrano nella nota integrativa i criteri con i quali hanno dato attuazione alla presente
disposizione (1).
(1) Comma inserito dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio
a partire da tale data, dall’art. 7, comma 3, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
Questa affermazione potrebbe vedere le applicazioni più variegate, per il modo in cui è stata formulata,
dato che il concetto di “irrilevanza” non ha un parametro standard di riferimento per cui è auspicabile
un intervento dell’Organismo di Contabilità che delimiti il discorso e ponga un freno ad un utilizzo
improprio di questa nuova opzione.
Una volta definite le imprese da consolidare, la società capogruppo avvia il processo di consolidamento
elidendo il valore della partecipazione inclusa nel proprio bilancio contro la corrispondente frazione di
patrimonio netto della controllata. Questa attività prevede l’identificazione del patrimonio netto della
controllata da prendere come riferimento.
Il Principio Contabile OIC n. 17 da tempo ha sostenuto l’importanza di assumere i valori contabili riferiti
alla data dell’acquisizione dell’azienda consolidata, consentendo solo in subordine l’assunzione dei valori
contabili riferiti alla data in cui l’impresa risulta inclusa per la prima volta nel consolidamento.
La riforma non ha escluso tale possibilità (peraltro non applicabile in sede internazionale), ma ha
previsto la possibilità di considerare i valori alla data della acquisizione. Un po’ più di “coraggio” avrebbe
allineato il nostro Paese alla prassi internazionale.
1. L’eliminazione prescritta dell’articolo 31, comma 2, lettera a), è attuata sulla base dei valori contabili
riferiti alla data di acquisizione o alla data in cui l’impresa è inclusa per la prima volta nel
consolidamento.
3. L’eventuale residuo, se negativo, è iscritto in una voce del patrimonio netto denominata “riserva di
consolidamento”, ovvero, quando sia dovuto a previsione di risultati economici sfavorevoli, in una voce
denominata “fondo di consolidamento per rischi ed oneri futuri”; se positivo, è iscritto in una voce
dell’attivo denominata “avviamento”, salvo che debba essere in tutto o in parte imputato a
conto economico. L’importo iscritto nell’attivo è ammortizzato nel periodo previsto dal primo
comma, n. 6, dell’articolo 2426 del codice civile.
La modifica riguarda il cambio di allocazione della differenza che precedentemente era denominata
“differenza di consolidamento”; in tal modo ci si allinea a quanto già presente in sede internazionale.
Naturalmente le differenze nei criteri di ammortamento previste nel bilancio civilistico si riflettono anche
sul bilancio consolidato per le partecipazioni possedute in Italia.
L’art. 2426 prevede ora che l’ammortamento dell’avviamento avvenga in base alla sua vita utile e che
solo in casi eccezionali, se non fosse possibile determinare la vita utile, si stima un periodo non
superiore a dieci anni.
La riforma ribadisce che i criteri di valutazione devono essere uniformi tra le società che fanno parte del
perimetro di consolidamento e che “solo in casi eccezionali, sono ammesse deroghe al principio
enunciato, purché tali deroghe siano indicate e debitamente motivate nella nota integrativa”.
Tra i principi di consolidamento non vi sono sostanziali variazioni da segnalare salvo il fatto che prima
potevano non essere eliminati i crediti e i debiti tra le imprese incluse nel consolidamento e i proventi e
gli oneri relativi ad operazioni effettuate fra le imprese medesime, se irrilevanti.
Ora questa opzione non è più prevista e quindi la loro eliminazione è un obbligo, mentre resta una
facoltà per gli utili e le perdite conseguenti ad operazioni effettuate tra tali imprese e relative a valori
compresi nel patrimonio, diversi da lavori in corso su ordinazione di terzi.
In merito alla redazione della nota integrativa al bilancio chiuso al 31.12.2018 analizziamo quali sono le
novità che devono essere riportate nella stessa.
Infatti giova osservare come in data otto gennaio 2019 , con relativo comunicato pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale, il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto e disponibile sul sito la nuova
versione della tassonomia XBRL per la predisposizione dei bilanci ai fini del deposito presso il Registro
delle Imprese. La nuova tassonomia, con riferimento sia al bilancio ordinario, ma anche semplificato e
“micro”, differisce dalla precedente versione solo con riferimento ai contenuti da riportare in nota
integrativa, infatti su quest’ultima vengono introdotte delle novità in merito alle sovvenzioni ricevute e/o
ai contributi pubblici.
Infatti tra le principali novità che si riferiscono a tutte e tre le configurazioni di bilancio ovvero ordinaria,
abbreviata e micro viene introdotto nel formato xbrl il campo testuale dedicato all'informativa prevista
dalla legge annuale sul mercato e la concorrenza in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 1, c. 125 e
ss. L. 4.08.2017, n. 124.
La norma prevede che le imprese, che nel 2018 dovessero aver ricevuto sovvenzioni, contributi,
incarichi retribuiti oppure vantaggi economici di qualunque genere dalle Pubbliche Amministrazioni, o
comunque a carico di risorse pubbliche, hanno l'obbligo di specificare tali importi nel bilancio d'esercizio
e, qualora redatto, nel bilancio consolidato.
La ratio della norma a parere di chi scrive, è rivolta ad accentuare gli obblighi di pubblicità e di
trasparenza per i soggetti che hanno rapporti con le Pubbliche Amministrazioni al fine di specificarne i
rapporti e darne contezza sotto forma di pubblicità notizia.
Giova evidenzia come il tenore della novità faccia espresso riferimento, tra gli altri, ai c.d. incarichi
retribuiti fa rientrare all'interno degli obblighi di comunicazione, anche quelle somme ricevute a titolo di
corrispettivo, ossia in qualità di controprestazione a seguito dello scambio di beni o servizi.
Si sottolinea come l’estensore del bilancio debba fare attenzione al concetto generico di vantaggio
economico cui fa riferimento la norma in quanto quest’ultimo esso non si limita al concetto di
attribuzione di risorse finanziarie, ma va esteso anche alle risorse strumentali. Entrando invece nel
merito circa la determinazione di tali importi, qualora essi non siano esclusivamente circoscritti a
specifica erogazione di denaro, si dovrà far riferimento ai valori dichiarati dalle Pubbliche
Amministrazioni che hanno siglato l'accordo.
In ogni caso si fa presente che l'obbligo di comunicazione e l'importo che dovrà essere espresso
nell'apposita sezione della nota integrativa sarà da definire secondo il criterio di cassa
indipendentemente dall'anno di competenza a cui le medesime somme si riferiscono.
Il legislatore, ha previsto una soglia come clausola di esclusione, prevedendo che tale obbligo non
sussista ove l'importo determinato dal soggetto beneficiario sia inferiore ai 10.000 euro nel periodo
considerato.
Nel caso in cui tale obbligo comunicativo non fosse rispettato, l'impresa beneficiante dovrà provvedere
alla restituzione delle somme ricevute entro 3 mesi dal deposito del bilancio.
Questi aspetti sono stati trattati nei capitoli precedenti e ad essi ci si rifà per i relativi approfondimenti.
2) informazioni sulla loro entità e sulla loro natura, compresi i termini e le condizioni significative che
possono influenzare l’importo, le scadenze e la certezza dei flussi finanziari futuri;
2-bis) gli assunti fondamentali su cui si basano i modelli e le tecniche di valutazione, qualora il fair value
non ne sia stato determinato sulla base di evidenze di mercato; 2-ter) le variazioni di valore iscritte
direttamente nel conto economico, nonché quelle imputate alle riserve di patrimonio netto;
2-quater) una tabella che indichi i movimenti delle riserve di fair value avvenuti nell’esercizio (10);
o-quater) per le immobilizzazioni finanziarie iscritte a un valore superiore al loro fair value, con
esclusione delle partecipazioni in società controllate e collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice
civile e delle partecipazioni in joint venture:
1) il valore contabile e il fair value delle singole attività, o di appropriati raggruppamenti di tali attività;
2) i motivi per i quali il valore contabile non è stato ridotto, inclusa la natura degli elementi sostanziali
sui quali si basa il convincimento che tale valore possa essere recuperato;
o-quinquies) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l’importo, la natura del rapporto e
ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le
stesse siano rilevanti e non siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le informazioni
relative alle singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro
separata evidenza sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla situazione
patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico consolidati (11);
o-sexies) la natura e l’obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con
indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici
da essi derivanti siano significativi e l’indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione
patrimoniale e finanziaria e il risultato economico consolidati;
o-septies) separatamente, l’importo dei corrispettivi spettanti al revisore legale o alla società di revisione
legale per la revisione dei conti consolidati, per gli altri servizi di verifica, per i servizi di consulenza
fiscale e per altri servizi diversi dalla revisione legale forniti al gruppo;
o-octies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più grande
di imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata, nonché il luogo in cui è disponibile la
copia del bilancio consolidato (12);
o-novies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più piccolo
di imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata nonché il luogo in cui è disponibile la
copia del bilancio consolidato (12);
o-decies) la natura e l’effetto patrimoniale, finanziario ed economico dei fatti di rilievo avvenuti dopo la
data di riferimento del bilancio consolidato (12).
2. Omissis.
(1) Lettera inserita dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a
partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(2) Lettera modificata dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi
inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(3) Lettera modificata dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi
inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(4) Lettera modificata dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi
inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(5) Lettera sostituita dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio
a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(6) Lettera modificata dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi
inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(7) Lettera sostituita dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio
a partire da tale data,dall’art. 7, comma 9, lett. g), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(8) Lettera sostituita dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio
a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. h), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(9) Lettera abrogata, a decorrere dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari
aventi inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. i), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(10) Lettera modificata, a decorrere dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi
finanziari aventi inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. l), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
(11) Lettera modificata, a decorrere dal 1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi
finanziari aventi inizio a partire da tale data, dall’art. 7, comma 9, lett. m), d.lgs. 18 agosto 2015, n.
139.
(12) Per l’inserimento nel presente comma delle lettere o-octies), o-novies) e o-decies), a decorrere dal
1° gennaio 2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data,
vedi l’art. 7, comma 9, lett. n), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
L’unica modifica nella relazione sulla gestione riguarda l’abrogazione dei fatti di rilievo avvenuti dopo la
data di riferimento del bilancio consolidato che sono ora inseriti in nota integrativa.
La riforma ha abrogato la necessità di informare il BUSA per le s.p.a. e le s.r.l. dell’avvenuto deposito
del bilancio consolidato.
8.
Modifiche al bilancio in forma abbreviata
Le società, che non abbiano emesso titoli negoziati sui mercati regolamentati, possono redigere il
bilancio in forma abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi
consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti:
Nel bilancio in forma abbreviata attualmente lo stato patrimoniale comprende solo le voci
contrassegnate nell’articolo 2424 con lettere maiuscole e con numeri romani; le voci A e D dell’attivo
possono essere comprese nella voce CII; dalle voci BI e BII dell’attivo devono essere detratti in forma
esplicita gli ammortamenti e le svalutazioni; la voce E del passivo può essere compresa nella voce D;
nelle voci CII dell’attivo e D del passivo devono essere separatamente indicati i crediti e i debiti esigibili
oltre l’esercizio successivo.
Inoltre nel conto economico del bilancio in forma abbreviata le seguenti voci previste dall’art. 2425
possono essere tra loro raggruppate: voce A2 e A3; voce B9 (c), B9 (d), B9 (e); voci B10 (a), B10 (b),
B10 (c); voci C16 (b) e C16 (c); voci D18 (a), D18 (b), D18 (c), D 18(d); voci D19 (a), D19 (b), D19 (c),
D 19(d).
Nella nota integrativa (quando applicabili) attualmente sono invece omesse le indicazioni richieste dal
numero 10) dell’articolo 2426 e dai numeri 2), 3), 7), 9), 10),12), 13), 14), 15), 16) e 17) dell’articolo
2427 e dal n. 1 del comma 1 dell’art. 2427bis; le indicazioni richieste dal numero 6) dell’articolo 2427
sono riferite all’importo globale dei debiti iscritti in bilancio.
Qualora le società indicate nel primo comma forniscano nella nota integrativa le informazioni richieste
dai numeri 3) e 4) dell’articolo 2428, esse sono esonerate dalla redazione della relazione sulla gestione.
Le società che a norma del presente articolo redigono il bilancio in forma abbreviata devono redigerlo in
forma ordinaria quando per il secondo esercizio consecutivo abbiano superato due dei tre parametri
previsti.
Le principali novità per gli schemi di bilancio abbreviato e i criteri di redazione riguardano:
• l’esonero dalla redazione del rendiconto finanziario per le imprese che lo redigono;
• il fatto di non dover più esporre separatamente nello schema di stato patrimoniale gli
ammortamenti e le svalutazioni. Questo NON significa che non devono essere fatti ma solo che
non appaiono nello schema;
• il fatto che si applicano anche a queste società tutte le norme che riguardano gli strumenti
finanziari derivati illustrate nel capitolo relativo;
• l’importante facoltà di poter iscrivere i crediti al presunto valore di realizzo e i debiti al valore
nominale, mentre per le altre società è obbligatorio applicare il costo ammortizzato.
Le principali novità per la redazione della nota integrativa del bilancio abbreviato prevedono che chi lo
redige continui a considerare questi aspetti nel redigerlo in osservanza alle norme di legge e ai principi
contabili, considerando in particolare che:
• Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una
rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari
necessarie allo scopo.
• Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e
informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una
rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta
delle scritture contabili. Le società illustrano nella nota integrativa i criteri usati in tale contesto.
• Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione cogente è incompatibile con la
rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota
integrativa deve motivarne la deroga e deve indicarne l’influenza sulla rappresentazione della
situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla
deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al
valore recuperato.
• Si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio.
• Gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente (ad
esempio le rimanenze).
• Se un elemento dell’attivo o del passivo ricade sotto più voci dello schema, nella nota
integrativa deve annotarsi, qualora ciò sia necessario ai fini della comprensione del bilancio, la
sua appartenenza anche a voci diverse da quella nella quale è iscritto.
• Le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono
essere valutate, con riferimento ad una o più tra dette imprese, anziché secondo il criterio
indicato al numero 1), per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto
risultante dall’ultimo bilancio delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le rettifiche
richieste dai princìpi di redazione del bilancio consolidato nonché quelle necessarie per il rispetto
dei princìpi indicati negli articoli 2423 e 2423-bis. Quando la partecipazione è iscritta per la
prima volta in base al metodo del patrimonio netto, il costo di acquisto superiore al valore
corrispondente del patrimonio netto riferito alla data di acquisizione o risultante dall’ultimo
bilancio dell’impresa controllata o collegata può essere iscritto nell’attivo, purché ne siano
indicate le ragioni nella nota integrativa. La differenza, per la parte attribuibile a beni
ammortizzabili o all’avviamento, deve essere ammortizzata. Negli esercizi successivi le
plusvalenze, derivanti dall’applicazione del metodo del patrimonio netto, rispetto al valore
indicato nel bilancio dell’esercizio precedente sono iscritte in una riserva non distribuibile.
• L’avviamento può essere iscritto nell’attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale,
se acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto. L’ammortamento
dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita utile; nei casi eccezionali in cui non è possibile
stimarne attendibilmente la vita utile, è ammortizzato entro un periodo non superiore a dieci
anni. Nella nota integrativa è fornita una spiegazione del periodo di ammortamento
dell’avviamento.
1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella
conversione dei valori non espressi all’origine in moneta avente corso legale nello Stato;
2) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce: il costo; le precedenti
rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni; le acquisizioni, gli spostamenti da una ad altra voce,
le alienazioni avvenuti nell’esercizio; le rivalutazioni, gli ammortamenti e le svalutazioni
effettuati nell’esercizio; il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla
chiusura dell’esercizio;
3) distintamente per ciascuna voce, l’ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore
a cinque anni, e dei debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione
della natura delle garanzie ma senza ripartizione geografica;
4) l’ammontare degli oneri finanziari imputati nell’esercizio ai valori iscritti nell’attivo dello stato
patrimoniale, distintamente per ogni voce;
5) l’importo complessivo degli impegni, delle garanzie e delle passività potenziali non risultanti
dallo stato patrimoniale, con indicazione della natura delle garanzie reali prestate; gli impegni
esistenti in materia di trattamento di quiescenza e simili, nonché gli impegni assunti nei
confronti di imprese controllate, collegate, nonché controllanti e imprese sottoposte al controllo
di quest’ultime sono distintamente indicati;
6) l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali;
7) il numero medio dei dipendenti, senza la ripartizione per categoria;
8) l’ammontare dei compensi, delle anticipazioni e dei crediti concessi agli spettanti agli
amministratori ed ai sindaci, cumulativamente per ciascuna categoria, precisando il tasso
d’interesse, le principali condizioni e gli importi eventualmente rimborsati, cancellati o oggetto di
rinuncia, nonché gli impegni assunti per loro conto per effetto di garanzie di qualsiasi tipo
prestate, precisando il totale per ciascuna categoria;
9) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l’importo, la natura del rapporto e ogni
altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora
le stesse non siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le informazioni relative alle
singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro
separata evidenziazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime
sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della società;
10) la natura e l’obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, omettendo il
loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi
derivanti siano significativi e l’indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione
patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società;
11) la natura e l’effetto patrimoniale, finanziario ed economico dei fatti di rilievo avvenuti dopo la
chiusura dell’esercizio;
12) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più piccolo di
imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata, senza dover citare il luogo in
cui è disponibile la copia del bilancio consolidato. Raramente questa situazione si applica alle
imprese che redigono il bilancio abbreviato;
13) per ciascuna categoria di strumenti finanziari derivati:
a) il loro fair value;
b) informazioni sulla loro entità e sulla loro natura, compresi i termini e le condizioni
significative che possono influenzare l’importo, le scadenze e la certezza dei flussi
finanziari futuri;
b-bis) gli assunti fondamentali su cui si basano i modelli e le tecniche di valutazione, qualora
il fair value non sia stato determinato sulla base di evidenze di mercato;
b-ter) le variazioni di valore iscritte direttamente nel conto economico, nonché quelle
imputate alle riserve di patrimonio netto;
b-quater) una tabella che indichi i movimenti delle riserve di fair value avvenuti nell’esercizio.
Ci si potrebbe chiedere perché per le imprese che redigono il bilancio abbreviato siano state conservate
le norme di informativa applicabili alle altre imprese. In effetti il motivo è che, se tali imprese utilizzano
questi strumenti, devono avere anche gli aspetti di organizzazione contabile tali da poter sapere se ci
guadagnano o ci perdono nel periodo in cui li utilizzano.
Come si nota gli aspetti fondamentali della redazione e della informativa di bilancio non mutano di nulla
tra le altre imprese e queste e quindi è molto importante che il sistema di controllo interno sia in grado
di produrre questi dati e siano dati attendibili.
Per comodità dei lettori si riassume l’articolo del codice relativo al bilancio abbreviato con i soli commi
variati e che sono esposti in grassetto.
2424, dal primo comma, numeri 4) e 6), dell’articolo 2426, la nota integrativa fornisce le
indicazioni richieste dal primo comma dell’articolo 2427, numeri 1), 2), 6), per quest’ultimo
limitatamente ai soli debiti senza indicazione della ripartizione geografica, 8), 9), 13), 15),
per quest’ultimo anche omettendo la ripartizione per categoria, 16), 22-bis), 22-ter), per
quest’ultimo anche omettendo le indicazioni riguardanti gli effetti patrimoniali, finanziari
ed economici, 22-quater), 22-sexies), per quest’ultimo anche omettendo l’indicazione del
luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato, nonché dal primo comma
dell’articolo 2427-bis, numero 1) (4).
[6]. Le società possono limitare l’informativa richiesta ai sensi dell’articolo 2427, primo comma, numero
22-bis, alle operazioni realizzate direttamente o indirettamente con i loro maggiori azionisti ed a quelle
con i membri degli organi di amministrazione e controllo, nonché con le imprese in cui la società
stessa detiene una partecipazione (5).
[7]. Qualora le società indicate nel primo comma forniscano nella nota integrativa le informazioni
richieste dai numeri 3) e 4) dell’articolo 2428, esse sono esonerate dalla redazione della relazione sulla
gestione.
[8]. le società che redigono il bilancio in forma abbreviata, in deroga a quanto disposto
dall’articolo 2426, hanno la facoltà di iscrivere i titoli al costo di acquisto, i crediti al valore
di presumibile realizzo e i debiti al valore nominale (6).
[9]. Le società che a norma del presente articolo redigono il bilancio in forma abbreviata devono
redigerlo in forma ordinaria quando per il secondo esercizio consecutivo abbiano superato due dei limiti
indicati nel primo comma.
______________________________________
(1) Comma modificato dall’art. 6, comma 12, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai
bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs.
n. 139/2015.
(2) Comma modificato dall’art. 6, comma 12, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai
bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs.
n. 139/2015.
(3) Comma abrogato dall’art. 6, comma 12, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai
bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs.
n. 139/2015.
(4) Comma sostituito, da ultimo, dall’art. 6, comma 12, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a
decorrere dai bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello
stesso d.lgs. n. 139/2015.
(5) Comma modificato da ultimo, dall’art. 6, comma 12, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a
decorrere dai bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello
stesso d.lgs. n. 139/2015.
(6) Comma inserito dall’art. 6, comma 12, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci
chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n.
139/2015.
9.
Il bilancio delle micro-imprese
Completamente nuovo è invece l’articolo 2435-ter che introduce nella nostra legislazione il bilancio delle
micro-imprese applicabile dal 1° gennaio 2016.
Sono considerate micro-imprese le società che nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi
consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti:
Resta comunque anche per le micro-imprese l’obbligo di depositare il bilancio perché il MEF non ha
recepito la possibilità contenuta nella direttiva di esonero da tale obbligo: infatti nel nostro Paese solo le
imprese costituite in forma diversa dalle società di capitali ne sono esonerate.
In sintesi esse producono solo uno Stato Patrimoniale e un Conto Economico redatto secondo gli schemi
di legge del bilancio abbreviato di cui prima e nulla più.
Non è prevista alcuna forma di revisione di tali prospetti, mentre sarebbe opportuno che la loro
compilazione spettasse almeno ad un commercialista o un soggetto abilitato e si mantenesse una
qualche forma di controllo esterno.
La norma, a mio avviso, presenta prospettive di rischio elevate di assenza o carenza di informativa con
effetti non irrilevanti su fenomeni di non trasparenza. Chi impedisce, infatti, di creare tante mini imprese
ove i costi amministrativi sono così scarsi e la scarsa trasparenza una logica evidenza?
La platea e le conseguenze di questo zoccolo duro di base sono più ampie di quanto si creda, visto che
in Italia l’80% delle imprese rientra in almeno due di questi parametri.
Per comodità dei lettori si riassume l’articolo del codice relativo al bilancio per le micro-imprese.
[4] Le società che si avvalgono delle esenzioni previste del presente articolo devono redigere il bilancio,
a seconda dei casi, in forma abbreviata o in forma ordinaria quando per il secondo esercizio consecutivo
abbiano superato due dei limiti indicati nel primo comma.
____________________________
(1) Articolo inserito dall’art. 6, comma 13, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi
dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
10.
Gli effetti fiscali delle attuali norme
Come visto in questo testo le nuove regole contabili per i soggetti OIC sono state introdotte con la
modifica del codice civile e dall’OIC tramite il d.lgs. 139/2015 e la revisione per principi contabili.
È quindi fondamentale analizzare la ricaduta fiscale, in materia di reddito d’impresa e Irap di queste
regole. Ciò è avvenuto grazie all’art. 13-bis del d.l. 244/2016 che ha modificato l’art. 83 del Tuir
introducendo il comma 1-bis ed estendendo alle imprese OIC adopter (diverse dalle micro imprese) il
principio di derivazione rafforzata, prevedendo anche per queste l’applicazione dei decreti ministeriali
emanati per il passaggio agli IAS.
Un precedente del tutto simile si ritrova nella introduzione dei Principi IAS/IFRS con il d.lgs. 38/2005
che, solo dopo alcuni anni, trovarono le necessarie modifiche sia del Tuir che al decreto IRAP con la
legge 244 del 24 dicembre 2007. In tal senso l’articolo 83 del Tuir prevede una “deroga” ai diversi criteri
di quantificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio delle operazioni o degli elementi
patrimoniali ed economici, contenuti nella prima sezione per i soggetti IAS adopter, mentre il decreto
IRAP rimanda alla corretta applicazione dei principi contabili.
Tali deroghe furono diffusamente illustrate ed analizzate dall’Agenzia delle Entrate con la circolare 7/E
del 28 febbraio 2011.
Le disposizioni di coordinamento sono avvenute con il d.m. 3 agosto 2017 che ha modificato il d.m. 8
giugno 2011 e il d.m. 1° aprile 2009 che si riassumono di seguito.
Le disposizioni di coordinamento sono contenute nel d.m. 3 agosto 2017 che ha previsto quanto segue.
articolo descrizione
1 Norme che modificano d.m. 8 giugno 2011 e che si applicano sia ai soggetti IAS che
ai soggetti OIC adopter.
2 Richiamo ad alcune disposizioni del d.m. 1 aprile 2009, n. 48 e 8 giugno 2011 che
si applicano ai soggetti OIC adopter a seguito della introduzione della derivazione
rafforzata.
3 Clausola di salvaguardia per i comportamenti del 2016 derivanti dal fatto che il d.m. è
stato emanato tardivamente per fare salvi i comportamenti anche non coerenti dei
contribuenti, lasciando quindi intendere che quelli coerenti sono considerati come
validamente assunti.
applicazione dei dd.mm. 1° aprile 2009 n 48 e 8 giugno 2011 ai soggetti oiC adopter
se si tratta di
individuare il
soggetto cui spetta
l’attribuzione di
ritenute o crediti
d’imposta;
riguardanti
interessi, dividendi
e altri proventi
derivanti da titoli
acquisiti in base a
contratti di riporto e
pronti contro ter-
mine e mutuo di
titoli garantito.
12 Rilevanza IRAP Vedi n. 2 sopra Art. 2 c. 1 lett. Vedi n. 2 sopra.
b) n. 1 che
richiama art. 2, c.
2
d.m. 8.6.2011
13 Classificazione de- gli Gli immobili di cui da OIC Art. 2 c. 1 lett. b) Rilevanza fiscale degli
immobili 16 si considerano n. 2 che richiama ammortamenti legata
strumentali solo se presenta- art. 3 c. 1 a concetto di
no i requisiti di cui all’art. d.m. 8.6.2011 strumentalità di cui
43 Tuir all’art. 43 Tuir.
14 Strumenti finanziari Gli strumenti finanziari si Art. 2 c. 1 lett. b) Si disattiva la
considerano similari: alle n. 1 che richiama rilevanza fiscale della
azioni se presentano i reuisiti art. 5 c. 1, 2, qualificazione e
classificazione di
di cui alla lett. a) c. 2 dell’art. 3 d.m. 8.6.2011
bilancio, a vantaggio
44 Tuir, alle obbligazioni se delle disposizioni
presentano i requisiti della fiscali che qualificano
lett. c) c. 2 dell’art. 44 del gli strumenti finanziari
Tuir. assimilati alle azioni e
alle obbligazioni in
Confermata l’applicazione. A) base all’art. 44 del
dell’art. 109 c. 9 – Tuir.
indeducibilità delle
remunerazioni per gli
strumenti finanziari di tipo
equity o associazioni in
partecipa- zioni con apporto
non di servizio o di opera;
dell’art. 109 c.4 secondo
periodo o si considerano
imputati a CE i componenti
imputati direttamente a
patrimonio con riferimento
agli strumenti finanziari
assimilati alle obbligazioni
15 Strumenti finanziari Vedi sopra n. 3 Art. 2 c. 1 lett. b) Vedi sopra n. 3.
con diritto di con- n. 1 che richia-
versione ma art. 5, c. 4
d.m. 8.6.2011
16 Finanziamenti infra- Vedi sopra n. 4 Art. 2 c. 1 lett. b) Vedi sopra n. 4.
gruppo n. 3 che richiama
art. 5, c. 4-bis
d.m. 8.6.2011
Esistono in ogni caso una serie di disposizioni del Tuir che continuano ad essere applicate anche a
seguito della derivazione rafforzata (ad esempio, rateizzazione plusvalenze e contributi, principio di
cassa per dividendi, contributi e compensi amministratori).
stanziamento di poste a fine anno che non trovava riconoscimento fiscale, con necessità di gestirne
l’impatto con variazioni in aumento e in diminuzione in dichiarazione.
A seguito invece della introduzione del principio di derivazione rafforzata, l’aspetto fiscale non divergerà
più da quello contabile, garantendo in tal modo la deducibilità (o l’imponibilità) di una serie di casistiche
contabilizzate a fine anno.
Questo non significa tuttavia che si potranno dedurre integralmente gli accantonamenti ai fondi, in
quanto l’art. 9 del d.m. 8 giugno 2011 prevede espressamente la loro indeducibilità, ancorandone la
deduzione non tanto alla natura dell’elemento reddituale, che in base a OIC 2 trova spazio delle aree B
e C del conto economico, quanto a quello patrimoniale, in modo che se la contropartita è rappresentata
da un fondo ciò comporterà l’indeducibilità del relativo costo, a differenza del caso in cui essa invece
sarà rappresentata da un debito.
Minore impatto ci si aspetta dalla competenza relativa a cessioni di beni e prestazioni di servizi in
quanto non emergono differenze tra i principi contabili e le disposizioni di cui all’art. 109 comma 2 del
Tuir.
• Le principali variazioni che potrebbero avere effetti da valutare caso per caso possono
riguardare:
• Azioni proprie;
• Costi di pubblicità e ricerca;
• Derivati;
• Riserve di copertura;
• Oneri e proventi da strumenti derivati;
• Abolizione di oneri e proventi straordinari;
• Applicazione del costo ammortizzato alla valutazione dei crediti e debiti.
Azioni proprie
Gli impatti fiscali si possono determinare in caso di distribuzione ai soci delle riserve di patrimonio netto,
dato che esse ora vengono detratte dal patrimonio11. È ovvio che di ciò ne risentono le diverse norme
che fanno riferimento all’entità del patrimonio ad esempio i limiti alla emissione di obbligazioni.
11
Vedi risoluzioni Agenzia delle Entrate 26/E/2011 e 12/2011 che le assimila ad un aumento di capitale.
La circostanza di non poter più capitalizzare questi costi non porta di per sé conseguenze fiscali dal
momento che l’attuale articolo 108 del Tuir consente sia la deduzione in un solo esercizio che in più
esercizi.
Derivati
Essendo esplicitati nelle attuali voci del bilancio, il vigente articolo 112 del Tuir non appare di immediata
applicabilità anche ai soggetti diversi dagli IAS adopter, dal momento che i commi 3-bis e 6 derogano
per i soggetti IAS. Tale specifica deroga sarebbe da rivedere dato che oggi vi è sostanziale coincidenza
tra i soggetti. Osservazioni similari possono essere fatte sul decreto 8 giugno 2011, laddove vengono
ulteriormente disciplinati gli aspetti fiscali dei derivati e delle operazioni di copertura.
Riserve di copertura
Viene prevista la possibilità di iscrizione di una riserva di copertura dei flussi finanziari attesi, in sintonia
con i criteri IAS. Vale in questo senso l’articolo 112 del Tuir riportato successivamente con gli effetti
sopra citati.
Coerentemente con l’iscrizione delle voci di stato patrimoniale, sono rilevati gli aspetti economici per cui
vale ancora una volta il rimando all’articolo 112 del Tuir, avendo individuato il periodo di competenza
civilistico/fiscale.
Sul piano IRES, ferma la rilevanza di tali componenti nell’esercizio di contabilizzazione, permane la
necessità di verificare se non sussistano le condizioni quantitative per il rifacimento del bilancio
dell’esercizio, con le connesse criticità. Più delicato è l’aspetto IRAP, laddove si debba privilegiare il
principio di correlazione temporale dei componenti positivi e negativi del conto economico, piuttosto che
quello di presa diretta dagli schemi di bilancio, come da articolo 5 del d.lgs. 446/1997.
Appendice normativa
! In grassetto le variazioni relative alle modifiche apportate dal d.lgs. 18 agosto 2015, n.
139, le parti barrate indicano invece le abrogazioni operate dal citato decreto.
[1] Gli amministratori non possono disporre delle azioni acquistate a norma dei due articoli precedenti
se non previa autorizzazione dell’assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. A tal fine
possono essere previste, nei limiti stabiliti dal primo e secondo comma dell’articolo 2357, operazioni
successive di acquisto ed alienazione.
[2] Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono
attribuiti proporzionalmente alle altre azioni. Il diritto di voto è sospeso, ma le azioni proprie sono
tuttavia computate ai fini del calcolo delle maggioranze e delle quote richieste per la costituzione e per
le deliberazioni dell’assemblea. Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il
computo delle azioni proprie è disciplinato dall’articolo 2368, terzo comma.
[3] L’acquisto di azioni proprie comporta una riduzione del patrimonio netto di eguale
importo, tramite l’iscrizione nel passivo del bilancio di una specifica voce, con segno
negativo12.
12Comma sostituito dall’art. 6, comma 1, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, applicabile ai bilanci chiusi dal 1° gennaio
2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
[1] Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal
conto economico, dal rendiconto finanziario e dalla nota integrativa13.
[2] Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la
situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio.
[3] Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una
rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo
scopo.
[4] Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e
informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una
rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare
tenuta delle scritture contabili. Le società illustrano nella nota integrativa i criteri con i
quali hanno dato attuazione alla presente disposizione14.
[5] Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile con la
rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota integrativa
deve motivare la deroga e deve indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione
patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla deroga devono
essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al valore recuperato.
[6] Il bilancio deve essere redatto in unità di euro, senza cifre decimali, ad eccezione della nota
integrativa che può essere redatta in migliaia di euro.
Art. 2423bis. Princìpi di redazione del bilancio
[1] Nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti princìpi:
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della
continuazione dell’attività;
1bis) la rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della
sostanza dell’operazione o del contratto15;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio;
13Comma modificato dall’art. 6, comma 2, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, applicabile ai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
14Comma inserito dall’art. 6, comma 2, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, applicabile ai bilanci a decorrere dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
15Numero inserito dall’art. 6, comma 3, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente
dalla data dell’incasso o del pagamento;
4) si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti
dopo la chiusura di questo;
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro.
[2] Deroghe al principio enunciato nel numero 6) del comma precedente sono consentite in casi
eccezionali. La nota integrativa deve motivare la deroga e indicarne l’influenza sulla rappresentazione
della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico.
Attivo:
A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata.
B) Immobilizzazioni, con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria: I
Immobilizzazioni immateriali:
1) costi di impianto e di ampliamento;
2) costi di sviluppo;
3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno;
4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili;
5) avviamento;
6) immobilizzazioni in corso e acconti;
7) altre. Totale.
II Immobilizzazioni materiali:
1) terreni e fabbricati;
2) impianti e macchinario;
3) attrezzature industriali e commerciali;
4) altri beni;
5) immobilizzazioni in corso e acconti. Totale.
III Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi
esigibili entro l’esercizio successivo:
1) partecipazioni in:
a) imprese controllate;
b) imprese collegate;
c) imprese controllanti;
IV Disponibilità liquide:
1) depositi bancari e postali;
2) assegni;
3) danaro e valori in cassa.
Totale.
Totale attivo circolante (C).
D) Ratei e risconti.
Passivo:
A) Patrimonio netto: I Capitale.
II Riserva da soprapprezzo delle azioni. III Riserve di rivalutazione.
IV Riserva legale.
V Riserve statutarie.
VI Altre riserve, distintamente indicate.
VII Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi.
VIII Utili (perdite) portati a nuovo.
IX Utile (perdita) dell’esercizio.
X Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio.
Totale.
B) Fondi per rischi e oneri:
1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili;
2) per imposte, anche differite;
3) strumenti finanziari derivati passivi;
4) altri.
Totale.
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato.
D) Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo:
1) obbligazioni;
2) obbligazioni convertibili;
3) debiti verso soci per finanziamenti;
4) debiti verso banche;
5) debiti verso altri finanziatori;
6) acconti;
7) debiti verso fornitori;
8) debiti rappresentati da titoli di credito;
9) debiti verso imprese controllate;
10) debiti verso imprese collegate;
16Comma modificato dall’art. 6, comma 4, lett. da a) a m), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a partire dai bilanci chiusi
dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
17Comma abrogato dall’art. 6, comma 4, lett. n), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
più esercizi, l’entità dei quali vari in ragione del tempo. [7] Le azioni proprie sono rilevate in bilancio a
diretta riduzione del patrimonio netto, ai sensi di quanto disposto dal terzo comma dell’articolo
2357ter18.
18Comma aggiunto dall’art. 6, comma 5, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci dal 1° gennaio
2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
19Articolo modificato dall’art. 6, comma 6, lett. da a) a g), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
[1] Dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello
precedente, l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine
dell’esercizio, ed i flussi finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di
investimento, da quella di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le
operazioni con i soci.
20Articolo inserito dall’art. 6, comma 7, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1° gennaio
2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
21Numero modificato dall’art. 6, comma 8, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
alla frazione di patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio dell’impresa partecipata, la differenza
dovrà essere motivata nella nota integrativa 22
;
4) le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere
valutate, con riferimento ad una o più tra dette imprese, anziché secondo il criterio indicato al numero
1), per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio
delle imprese medesime, detratti i dividendi ed operate le rettifiche richieste dai princìpi di redazione del
bilancio consolidato nonché quelle necessarie per il rispetto dei princìpi indicati negli articoli 2423 e
2423bis.
Quando la partecipazione è iscritta per la prima volta in base al metodo del patrimonio netto, il costo di
acquisto superiore al valore corrispondente del patrimonio netto riferito alla data di acquisizione o
risultante dall’ultimo bilancio dell’impresa controllata o collegata può essere iscritto nell’attivo, purché ne
siano indicate le ragioni nella nota integrativa. La differenza, per la parte attribuibile a beni
ammortizzabili o all’avviamento, deve essere ammortizzata.
Negli esercizi successivi le plusvalenze, derivanti dall’applicazione del metodo del patrimonio netto,
rispetto al valore indicato nel bilancio dell’esercizio precedente sono iscritte in una riserva non
distribuibile 23
;
5) i costi di impianto e di ampliamento e i costi di sviluppo aventi utilità pluriennale
possono essere iscritti nell’attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale. I
costi di impianto e ampliamento devono essere ammortizzati entro un periodo non
superiore a cinque anni. I costi di sviluppo sono ammortizzati secondo la loro vita utile; nei
casi eccezionali in cui non è possibile stimarne attendibilmente la vita utile, sono
ammortizzati entro un periodo non superiore a cinque anni. Fino a che l’ammortamento dei
costi di impianto e ampliamento e di sviluppo non è completato possono essere distribuiti
dividendi solo se residuano riserve disponibili sufficienti a coprire l’ammontare dei costi
non ammortizzati 24
;
6) l’avviamento può essere iscritto nell’attivo con il consenso, ove esistente, del collegio sindacale, se
acquisito a titolo oneroso, nei limiti del costo per esso sostenuto. L’ammortamento dell’avviamento
è effettuato secondo la sua vita utile; nei casi eccezionali in cui non è possibile stimarne
attendibilmente la vita utile, è ammortizzato entro un periodo non superiore a dieci anni.
22Numero modificato dall’art. 6, comma 8, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
23Numero modificato dall’art. 6, comma 8, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
24Numero sostituito dall’art. 6, comma 8, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016 ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
25Numero modificato dall’art. 6, comma 8, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
26Numero sostituito dall’art. 6, comma 8, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
27Numero sostituito dall’art. 6, comma 8, lett. g), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
28Numero sostituito dall’art. 6, comma 8, lett. h), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139 a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
[2] Ai fini della presente Sezione, per la definizione di “strumento finanziario”, di “attività
finanziaria” e “passività finanziaria”, di “strumento finanziario derivato”, di “costo
ammortizzato”, di “fair value”, di “attività monetaria” e “passività monetaria”, “parte
correlata” e “modello e tecnica di valutazione generalmente accettato” si fa riferimento ai
principi contabili internazionali adottati dall’Unione europea 31
.
[3] Ai fini dell’applicazione delle disposizioni del primo comma, numero 11bis), sono
considerati strumenti finanziari derivati anche quelli collegati a merci che conferiscono
all’una o all’altra parte contraente il diritto di procedere alla liquidazione del contratto per
contanti o mediante altri strumenti finanziari, ad eccezione del caso in cui si verifichino
contemporaneamente le seguenti condizioni:
a) il contratto sia stato concluso e sia mantenuto per soddisfare le esigenze previste
dalla società che redige il bilancio di acquisto, di vendita o di utilizzo delle merci;
b) il contratto sia stato destinato a tale scopo fin dalla sua conclusione;
c) si prevede che il contratto sia eseguito mediante consegna della merce 32
.
[4] Il fair value è determinato con riferimento:
29Numero inserito dall’art. 6, comma 8, lett. i), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
30Numero abrogato dall’art. 6, comma 8, lett. l), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
31Comma aggiunto dall’art. 6, comma 8, lett. m), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
32Comma aggiunto dall’art. 6, comma 8, lett. m), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
a) al valore di mercato, per gli strumenti finanziari per i quali è possibile individuare
facilmente un mercato attivo; qualora il valore di mercato non sia facilmente
individuabile per uno strumento, ma possa essere individuato per i suoi componenti
o per uno strumento analogo, il valore di mercato può essere derivato da quello dei
componenti o dello strumento analogo;
b) al valore che risulta da modelli e tecniche di valutazione generalmente accettati, per
gli strumenti per i quali non sia possibile individuare facilmente un mercato attivo;
tali modelli e tecniche di valutazione devono assicurare una ragionevole
approssimazione al valore di mercato 33
.
[5] Il fair value non è determinato se l’applicazione dei criteri indicati al quarto comma non
dà un risultato attendibile 34
.
33Comma aggiunto dall’art. 6, comma 8, lett. m), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
34Comma aggiunto dall’art. 6, comma 8, lett. m), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
35Numero modificato dall’art. 6, comma 9, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016
e applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
segnalando altresì le differenze rispetto a quelle operate negli esercizi precedenti ed evidenziando la
loro influenza sui risultati economici dell’esercizio 36
;
4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del passivo; in particolare, per
le voci del patrimonio netto, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, la formazione e le
utilizzazioni;
5) l’elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di società fiduciaria o per
interposta persona, in imprese controllate e collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la
sede, il capitale, l’importo del patrimonio netto, l’utile o la perdita dell’ultimo esercizio, la quota
posseduta e il valore attribuito in bilancio o il corrispondente credito;
6) distintamente per ciascuna voce, l’ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a
cinque anni, e dei debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione della natura
delle garanzie e con specifica ripartizione secondo le aree geografiche;
6bis) eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi successivamente alla
chiusura dell’esercizio;
6ter) distintamente per ciascuna voce, l’ammontare dei crediti e dei debiti relativi ad operazioni che
prevedono l’obbligo per l’acquirente di retrocessione a termine;
7) la composizione delle voci ‘‘ratei e risconti attivi’’ e ‘‘ratei e risconti passivi’’ e della voce ‘‘altri fondi’’
dello stato patrimoniale, nonché la composizione della voce ‘‘altre riserve’’ 37
;
7bis) le voci di patrimonio netto devono essere analiticamente indicate, con specificazione in appositi
prospetti della loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta
utilizzazione nei precedenti esercizi;
8) l’ammontare degli oneri finanziari imputati nell’esercizio ai valori iscritti nell’attivo dello stato
patrimoniale, distintamente per ogni voce;
9) l’importo complessivo degli impegni, delle garanzie e delle passività potenziali non
risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione della natura delle garanzie reali
prestate; gli impegni esistenti in materia di trattamento di quiescenza e simili, nonché gli
impegni assunti nei confronti di imprese controllate, collegate, nonché controllanti e
imprese sottoposte al controllo di quest’ultime sono distintamente indicati 38
;
10) la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attività e secondo aree
geografiche ;
39
11) l’ammontare dei proventi da partecipazioni, indicati nell’articolo 2425, numero 15), diversi dai
dividendi;
12) la suddivisione degli interessi ed altri oneri finanziari, indicati nell’articolo 2425, numero 17), relativi
a prestiti obbligazionari, a debiti verso banche, e altri;
13) l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali 40
;
14) un apposito prospetto contenente:
a) la descrizione delle differenze temporanee che hanno comportato la rilevazione di imposte
differite e anticipate, specificando l’aliquota applicata e le variazioni rispetto all’esercizio
precedente, gli importi accreditati o addebitati a conto economico oppure a patrimonio netto, le
voci escluse dal computo e le relative motivazioni;
b) l’ammontare delle imposte anticipate contabilizzato in bilancio attinenti a perdite dell’esercizio o
di esercizi precedenti e le motivazioni dell’iscrizione, l’ammontare non ancora contabilizzato e le
motivazioni della mancata iscrizione;
15) il numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria;
16) l’ammontare dei compensi, delle anticipazioni e dei crediti concessi agli spettanti agli
amministratori ed ai sindaci, cumulativamente per ciascuna categoria, precisando il tasso d’interesse, le
principali condizioni e gli importi eventualmente rimborsati, cancellati o oggetto di rinuncia, nonché gli
impegni assunti per loro conto per effetto di garanzie di qualsiasi tipo prestate, precisando il totale per
ciascuna categoria 41
;
16bis) salvo che la società sia inclusa in un ambito di consolidamento e le informazioni siano contenute
nella nota integrativa del relativo bilancio consolidato, l’importo totale dei corrispettivi spettanti al
revisore legale o alla società di revisione legale per la revisione legale dei conti annuali, l’importo totale
dei corrispettivi di competenza per gli altri servizi di verifica svolti, l’importo totale dei corrispettivi di
competenza per i servizi di consulenza fiscale e l’importo totale dei corrispettivi di competenza per altri
servizi diversi dalla revisione contabile 42
;
39Numero modificato dall’art. 6, comma 9, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016
e applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
40Numero sostituito dall’art. 6, comma 9, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e
applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
41Numero modificato dall’art. 6, comma 9, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016
e applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
42 Numero aggiunto dall’art. 37, comma 16, d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39.
17) il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della società e il numero e il valore
nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l’esercizio;
18) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni, i warrants, le opzioni e i titoli o valori
simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono 43
;
19) il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla società, con l’indicazione dei
diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni
relative;
19bis) i finanziamenti effettuati dai soci alla società, ripartiti per scadenze e con la separata indicazione
di quelli con clausola di postergazione rispetto agli altri creditori;
20) i dati richiesti dal terzo comma dell’articolo 2447septies con riferimento ai patrimoni destinati ad
uno specifico affare ai sensi della lettera a) del primo comma dell’articolo 2447bis;
21) i dati richiesti dall’articolo 2447decies, ottavo comma;
22) le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte
prevalente dei rischi e dei benefìci inerenti ai beni che ne costituiscono oggetto, sulla base di un
apposito prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute quale determinato
utilizzando tassi di interesse pari all’onere finanziario effettivo inerenti i singoli contratti, l’onere
finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all’esercizio, l’ammontare complessivo al quale i beni
oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell’esercizio qualora fossero stati
considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti, rettifiche e riprese di valore
che sarebbero stati inerenti all’esercizio;
22bis) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l’importo, la natura del rapporto e ogni
altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, qualora le
stesse non siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le informazioni relative alle singole
operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro separata
evidenziazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla situazione
patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della società 44
;
22ter) la natura e l’obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione
del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi
43Numero modificato dall’art. 6, comma 9, lett. g), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016
e applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
44Numero aggiunto dal comma 1 dell’art. 1, d.lgs. 3 novembre 2008, n. 173, con i limiti di applicabilità previsti
dall’art. 6 dello stesso decreto
derivanti siano significativi e l’indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione
patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società ;
45
22quater) la natura e l’effetto patrimoniale, finanziario ed economico dei fatti di rilievo avvenuti dopo la
chiusura dell’esercizio 46
;
22quinquies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più
grande di imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata, nonché il luogo in cui è
disponibile la copia del bilancio consolidato 47
;
22sexies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più piccolo
di imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata nonché il luogo in cui è disponibile la
copia del bilancio consolidato 48
;
22septies) la proposta di destinazione degli utili o di copertura delle perdite 49
.
[2] Le informazioni in nota integrativa relative alle voci dello stato patrimoniale e del conto economico
sono presentate secondo l’ordine in cui le relative voci sono indicate nello stato patrimoniale e nel conto
economico 50
.
45Numero da ultimo modificato dall’art. 6, comma 9, lett. h), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1°
gennaio 2016 e applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di
quanto disposto dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
46Numero aggiunto dall’art. 6, comma 9, lett. i), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e
applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
47Numero aggiunto dall’art. 6, comma 9, lett. i), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e
applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
48Numero aggiunto dall’art. 6, comma 9, lett. i), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e
applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
49Numero aggiunto dall’art. 6, comma 9, lett. i), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1° gennaio 2016 e
applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di quanto disposto
dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
50Comma da ultimo sostituito dall’art. 6, comma 9, lett. l), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dal 1°
gennaio 2016 e applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, ai sensi di
quanto disposto dall’art. 12, comma 1, del medesimo d.lgs. n. 139/2015.
51Rubrica modificato dall’art. 6, comma 10, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
[1] Il bilancio deve essere corredato da una relazione degli amministratori contenente un’analisi fedele,
equilibrata ed esauriente della situazione della società e dell’andamento e del risultato della gestione,
nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con
particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione dei principali rischi e
incertezze cui la società è esposta. [2] L’analisi di cui al primo comma è coerente con l’entità e la
complessità degli affari della società e contiene, nella misura necessaria alla comprensione della
situazione della società e dell’andamento e del risultato della sua gestione, gli indicatori di risultato
finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti all’attività specifica della società, comprese le
informazioni attinenti all’ambiente e al personale. L’analisi contiene, ove opportuno, riferimenti agli
importi riportati nel bilancio e chiarimenti aggiuntivi su di essi.
52Comma modificato dall’art. 6, comma 10, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
53Commi abrogati dall’art. 6, comma 10, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015. Il comma 5 è stato
abrogato dal d.lgs. 3 novembre 2008, n. 173.
[1] Le società, che non abbiano emesso titoli negoziati in mercati regolamentati, possono redigere il
bilancio in forma abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi
consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti:
54Numero abrogato dall’art. 6, comma 11, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
dell’attivo e D del passivo devono essere separatamente indicati i crediti e i debiti esigibili oltre
l’esercizio successivo. Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata sono esonerate
dalla redazione del rendiconto finanziario 55
.
[3] Nel conto economico del bilancio in forma abbreviata le seguenti voci previste dall’articolo 2425
possono essere tra loro raggruppate:
voci A2 e A3
voci B9(c), B9(d), B9(e)
voci B10(a), B10(b), B10(c)
voci C16(b) e C16(c)
voci D18(a), D18(b), D18(c), D18(d)
voci D19(a), D19(b), D19(c), D19(d)56
[4]57
[5] Fermo restando le indicazioni richieste dal terzo, quarto e quinto comma dell’articolo
2423, dal secondo e quinto comma dell’articolo 2423ter, dal secondo comma dell’articolo
2424, dal primo comma, numeri 4) e 6), dell’articolo 2426, la nota integrativa fornisce le
indicazioni richieste dal primo comma dell’articolo 2427, numeri 1), 2), 6), per quest’ultimo
limitatamente ai soli debiti senza indicazione della ripartizione geografica, 8), 9), 13), 15),
per quest’ultimo anche omettendo la ripartizione per categoria, 16), 22bis), 22ter), per
quest’ultimo anche omettendo le indicazioni riguardanti gli effetti patrimoniali, finanziari
ed economici, 22quater), 22sexies), per quest’ultimo anche omettendo l’indicazione del
luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato, nonché dal primo comma
dell’articolo 2427bis, numero 1) 58
.
[6] Le società possono limitare l’informativa richiesta ai sensi dell’articolo 2427, primo comma, numero
22bis, alle operazioni realizzate direttamente o indirettamente con i loro maggiori azionisti ed a quelle
con i membri degli organi di amministrazione e controllo, nonché con le imprese in cui la società stessa
detiene una partecipazione 59
.
55Comma modificato dall’art. 6, comma 12, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
56Comma modificato dall’art. 6, comma 12, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
57Comma abrogato dall’art. 6, comma 12, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
58Comma sostituito, da ultimo, dall’art. 6, comma 12, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci
chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
59 Comma modificato da ultimo, dall’art. 6, comma 12, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai
bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n.
139/2015.
[7] Qualora le società indicate nel primo comma forniscano nella nota integrativa le informazioni
richieste dai numeri 3) e 4) dell’articolo 2428, esse sono esonerate dalla redazione della relazione sulla
gestione.
[8] Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata, in deroga a quanto disposto dall’articolo
2426, hanno la facoltà di iscrivere i titoli al costo di acquisto, i crediti al valore di presumibile realizzo e i
debiti al valore nominale 60
.
[9] Le società che a norma del presente articolo redigono il bilancio in forma abbreviata devono
redigerlo in forma ordinaria quando per il secondo esercizio consecutivo abbiano superato due dei limiti
indicati nel primo comma.
[1] Sono considerate microimprese le società di cui all’articolo 2435bis che nel primo
esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei
seguenti limiti:
1) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 175.000 euro;
2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 350.000 euro;
3) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 5 unità.
[2] Fatte salve le norme del presente articolo, gli schemi di bilancio e i criteri di valutazione
delle microimprese sono determinati secondo quanto disposto dall’articolo 2435bis. Le
microimprese sono esonerate dalla redazione:
1) del rendiconto finanziario;
2) della nota integrativa quando in calce allo stato patrimoniale risultino le informazioni
previste dal primo comma dell’articolo 2427, numeri 9) e 16);
3) della relazione sulla gestione: quando in calce allo stato patrimoniale risultino le
informazioni richieste dai numeri 3) e 4) dell’articolo 2428.
[3] Non sono applicabili le disposizioni di cui al quinto comma dell’articolo 2423 e al
numero
11bis del primo comma dell’articolo 2426.
60Come inserito dall’art. 6, comma 12, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
61Articolo inserito dall’art. 6, comma 13, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1° gennaio
2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
[4] Le società che si avvalgono delle esenzioni previste del presente articolo devono
redigere il bilancio, a seconda dei casi, in forma abbreviata o in forma ordinaria quando per
il secondo esercizio consecutivo abbiano superato due dei limiti indicati nel primo comma.
[1] Il bilancio deve essere redatto con l’osservanza delle disposizioni di cui alla sezione IX,
del capo V del presente libro. Esso è presentato ai soci entro il termine stabilito dall’atto costitutivo
e comunque non superiore a centoventi giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale, salva la possibilità di
un maggior termine nei limiti ed alle condizioni previsti dal secondo comma dell’articolo 2364 62
.
[2] Entro trenta giorni dalla decisione dei soci di approvazione del bilancio deve essere depositata
presso l’ufficio del registro delle imprese, a norma dell’articolo 2435, copia del bilancio approvato.
[3] La decisione dei soci che approva il bilancio decide sulla distribuzione degli utili ai soci.
[4] Possono essere distribuiti esclusivamente gli utili realmente conseguiti e risultanti da bilancio
regolarmente approvato.
[5] Se si verifica una perdita del capitale sociale, non può farsi luogo a ripartizione degli utili fino a che il
capitale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente.
[6] Gli utili erogati in violazione delle disposizioni del presente articolo non sono ripetibili se i soci li
hanno riscossi in buona fede in base a bilancio regolarmente approvato, da cui risultano utili netti
corrispondenti.
62Comma modificato dall’art. 6, comma 14, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
! In grassetto le variazioni relative alle modifiche apportate dal d.lgs. 18 agosto 2015, n.
139.
1. Non sono soggette all’obbligo indicato nell’articolo 25 le imprese controllanti che, unitamente alle
imprese controllate, non abbiano superato, per due esercizi consecutivi, due dei seguenti limiti:
b) 20.000.000 euro nel totale degli attivi degli stati patrimoniali 63;
c) 40.000.000 euro nel totale dei ricavi delle vendite e delle prestazioni 64
;
d) 250 dipendenti occupati in media durante l’esercizio 65
.
2. L’esonero previsto dal comma precedente non si applica se l’impresa controllante è un ente di
interesse pubblico ai sensi dell’articolo 16 del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39,
ovvero un ente sottoposto a regime intermedio, ai sensi dell’art. 19ter del medesimo
decreto legislativo 66
.
3. Non sono inoltre soggette all’obbligo indicato nell’art. 25 le imprese a loro volta controllate quando la
controllante sia titolare di oltre il 95 per cento delle azioni o quote dell’impresa controllata ovvero, in
difetto di tale condizione, quando la redazione del bilancio consolidato non sia richiesta almeno sei mesi
prima della fine dell’esercizio da tanti soci che rappresentino almeno il 5% del capitale.
3bis. Non sono altresì soggette all’obbligo indicato nell’articolo 25 le imprese che controllano solo
imprese che, individualmente e nel loro insieme, sono irrilevanti ai fini indicati nel secondo comma
dell’articolo 29, nonché le imprese che controllano solo imprese che possono essere escluse
dal consolidamento ai sensi dell’articolo 28 67 68
.
63
Lettera modificata dall’art. 7, comma 1, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
64Lettera modificata dall’art. 7, comma 1, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
65 Comma sostituito dall’art. 19, comma 2, l. 6 febbraio 1996, n. 52.
66Comma modificato dall’art. 7, comma 1, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1
° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015 e da ultimo
dall’art. 27 comma 1 d.lgs. 17 luglio 2016, n. 135.
67
Comma inserito dall’art. 1, comma 1, lett. a), d.lgs. 31 marzo 2011, n. 56.
1.73
68Comma modificato dall’art. 7, comma 1, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1 ° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
69 Alinea modificato dall’art. 1, comma 1, lett. b), d.lgs. 31 marzo 2011, n. 56.
70Lettera modificata dall’art. 7, comma 1, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1
° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
71Lettera modificata dall’art. 7, comma 1, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1
° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
72Lettera modificata dall’art. 7, comma 1, lett. g), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1
° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
73 Comma abrogato dall’art. 3, comma 1, lett. a), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
74 Alinea modificato dall’art. 3, comma 1, lett. b), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
1. Il bilancio consolidato è redatto dagli amministratori dell’impresa controllante. Esso è costituito dallo
stato patrimoniale, dal conto economico, del rendiconto finanziario e dalla nota integrativa 76
.
2. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la
situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico del complesso delle imprese costituito dalla
controllante e dalle controllate.
3. Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni del presente decreto non sono sufficienti a dare
una rappresentazione veritiera e corretta, il bilancio deve fornire le informazioni supplementari
necessarie allo scopo.
3bis. Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione,
informativa e consolidamento quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di
dare una rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di
regolare tenuta delle scritture contabili. Le società illustrano nella nota integrativa i criteri
con i quali hanno dato attuazione alla presente disposizione 77
.
4. Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile con la
rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota integrativa
deve motivare la deroga e indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale,
finanziaria e del risultato economico.
5. Le modalità di redazione dello stato patrimoniale e del conto economico consolidati, la struttura e il
contenuto degli stessi, nonché i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio
all’altro, se non in casi eccezionali. La nota integrativa deve motivare la deroga e indicarne l’influenza
sulla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico consolidati.
6. Il bilancio consolidato può essere redatto in migliaia di euro 78
.
75Lettera modificata dall’art. 7, comma 2, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
76Comma modificato dall’art. 7, comma 3, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1 ° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
77Comma inserito dall’art. 7, comma 3, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1 °
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
78 Comma aggiunto dall’art. 16, comma 8, lett. b), d.lgs. 24 giugno 1998, n. 213.
1. Nella redazione del bilancio consolidato gli elementi dell’attivo e del passivo nonché i proventi e gli
oneri delle imprese incluse nel consolidamento sono ripresi integralmente.
2. Sono invece eliminati:
a) le partecipazioni in imprese incluse nel consolidamento e le corrispondenti frazioni del
patrimonio netto di queste;
b) i crediti e i debiti tra le imprese incluse nel consolidamento;
c) i proventi e gli oneri relativi ad operazioni effettuate fra le imprese medesime;
d) gli utili e le perdite conseguenti ad operazioni effettuate tra tali imprese e relative a valori
compresi nel patrimonio, diversi da lavori in corso su ordinazione di terzi.
3. Possono non essere eliminati, indicandone il motivo nella nota integrativa: gli importi di cui alla
lettera d) relativi ad operazioni correnti dell’impresa, concluse a normali condizioni di mercato, se la loro
eliminazione comporta costi sproporzionati 79
.
4. Si applica l’articolo 2424bis, settimo comma, del codice civile. Ai fini della eliminazione
prevista nel secondo comma, lettera a), dal patrimonio netto delle imprese incluse nel consolidamento
deve previamente essere detratto il valore contabile delle azioni o quote della società che redige il
bilancio consolidato appartenenti a quelle.
5. 80
Art. 32. Struttura e contenuto dello stato patrimoniale e del conto economico e del
rendiconto finanziario consolidati 81
1. Salvi gli adeguamenti necessari, la struttura e il contenuto dello stato patrimoniale, del conto
economico e del rendiconto finanziario consolidati sono quelli prescritti per i bilanci di esercizio delle
imprese incluse nel consolidamento. Se questi sono soggetti a discipline diverse, devono essere
adottati la struttura e il contenuto più idonei a realizzare i fini indicati nel comma 2 dell’articolo
29, dandone motivazione nella nota integrativa 82
.
79Comma modificato dall’art. 7, comma 4, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
80Comma abrogato dall’art. 2-bis, comma 4, lett. a), d.l. 29 giugno 1994, n. 416, conv., con modif., in l. 8 agosto
1994, n. 503.
81Rubrica modificata dall’art. 7, comma 5, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
82Comma modificato dall’art. 7, comma 5, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
2. Le voci relative alle rimanenze possono essere raggruppate quando la loro distinta indicazione
comporti costi sproporzionati.
3. L’importo del capitale e delle riserve delle imprese controllate corrispondente a partecipazioni di terzi
è iscritto in una voce del patrimonio netto denominata “capitale e riserve di terzi”.
4. La parte del risultato economico consolidato corrispondente a partecipazioni di terzi è iscritta in una
voce denominata “utile (perdita) dell’esercizio di pertinenza di terzi”.
1. L’eliminazione prescritta dell’articolo 31, comma 2, lettera a), è attuata sulla base dei valori contabili
riferiti alla data di acquisizione o alla data in cui l’impresa è inclusa per la prima volta nel
consolidamento 83
.
2. Se l’eliminazione determina una differenza, questa è imputata nel bilancio consolidato, ove possibile,
agli elementi dell’attivo e del passivo delle imprese incluse nel consolidamento.
3. L’eventuale residuo, se negativo, è iscritto in una voce del patrimonio netto denominata “riserva di
consolidamento”, ovvero, quando sia dovuto a previsione di risultati economici sfavorevoli, in una voce
denominata “fondo di consolidamento per rischi ed oneri futuri”; se positivo, è iscritto in una voce
dell’attivo denominata “avviamento” salvo che debba essere in tutto o in parte imputato a
conto economico o è portato esplicitamente in detrazione della riserva da consolidamento fino a
concorrenza della medesima. L’importo iscritto nell’attivo è ammortizzato nel periodo previsto dal
primo comma, n. 6, dell’articolo 2426 del codice civile 84
.
4. Le voci indicate nel precedente comma, i criteri utilizzati per la loro determinazione e le variazioni
significative rispetto al bilancio consolidato dell’esercizio precedente devono essere adeguatamente
illustrati nella nota integrativa.
1. Gli elementi dell’attivo e del passivo devono essere valutati con criteri uniformi.
2. A tale scopo devono essere rettificati i valori di elementi valutati con criteri difformi.
83Comma modificato dall’art. 7, comma 6, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
84Comma modificato dall’art. 7, comma 6, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
2bis. In casi eccezionali, sono ammesse deroghe al principio enunciato al comma, purché
tali deroghe siano indicate e debitamente motivate nella nota integrativa 85
.
1. Le partecipazioni costituenti immobilizzazioni in imprese collegate sono valutate con il criterio indicato
nel primo comma, n. 4 dell’articolo 2426, del codice civile; tuttavia la differenza positiva tra il
valore calcolato con tale criterio e il valore iscritto nel bilancio precedente, per la parte derivante da
utili, è iscritta in apposita voce del conto economico 86
.
2. Quando l’entità della partecipazione è irrilevante ai fini indicati nel secondo comma dell’art. 29, può
non essere applicato il criterio di valutazione richiamato dal comma precedente.
3. 87
1. La nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni del presente decreto:
a) i criteri di valutazione applicati;
b) i criteri e i tassi applicati nella conversione dei bilanci espressi in moneta non avente corso legale
nello Stato;
bbis) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce; il costo; le
precedenti rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni; le acquisizioni, gli spostamenti da
una ad altra voce, le alienazioni avvenute nell’esercizio, le rivalutazioni, gli ammortamenti
e le svalutazioni effettuati nell’esercizio; il totale delle rivalutazioni riguardanti le
immobilizzazioni esistenti alla chiusura dell’esercizio 88
;
c) le ragioni delle più significative variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del
passivo 89
;
85Comma inserito dall’art. 7, comma 7, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
86Comma modificato dall’art. 3, comma 2, lett. a), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32 e dall’art. 7, comma 8, d.lgs. 18
agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12,
comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
87 Comma abrogato dall’art. 3, comma 2, lett. b), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
88Lettera inserita dall’art. 7, comma 9, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
89Lettera modificata dall’art. 7, comma 9, lett. b), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
90Lettera modificata dall’art. 7, comma 9, lett. c), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
91Lettera modificata dall’art. 7, comma 9, lett. d), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
92Lettera sostituita dall’art. 7, comma 9, lett. e), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
93Lettera modificata dall’art. 7, comma 9, lett. f), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
94Lettera sostituita dall’art. 7, comma 9, lett. g), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
rinuncia, nonché gli impegni assunti per loro conto per effetto di garanzie di qualsiasi tipo
prestate, precisando il totale per ciascuna categoria 95
;
oter) per ciascuna categoria di strumenti finanziari derivati:
1) il loro fair value;
2) informazioni sulla loro entità e sulla loro natura, compresi i termini e le condizioni significative
che possono influenzare l’importo, le scadenze e la certezza dei flussi finanziari futuri;
2bis) gli assunti fondamentali su cui si basano i modelli e le tecniche di valutazione,
qualora il fair value non ne sia stato determinato sulla base di evidenze di mercato;
2ter) le variazioni di valore iscritte direttamente nel conto economico, nonché quelle
imputate alle riserve di patrimonio netto;
2quater) una tabella che indichi i movimenti delle riserve di fair value avvenuti
nell’esercizio 96
;
oquater) per le immobilizzazioni finanziarie iscritte a un valore superiore al loro fair value, con
esclusione delle partecipazioni in società controllate e collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice
civile e delle partecipazioni in joint venture:
1) il valore contabile e il fair value delle singole attività, o di appropriati raggruppamenti di tali attività;
2) i motivi per i quali il valore contabile non è stato ridotto, inclusa la natura degli elementi sostanziali
sui quali si basa il convincimento che tale valore possa essere recuperato;
oquinquies) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l’importo, la natura del rapporto e
ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, e non
siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le informazioni relative alle singole operazioni
possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro separata evidenza sia necessaria
per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul
risultato economico consolidati 97
;
osexies) la natura e l’obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con
indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici
da essi derivanti siano significativi e l’indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione
patrimoniale e finanziaria e il risultato economico consolidati 98
;
95Lettera sostituita dall’art. 7, comma 9, lett. h), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
96Lettera modificata dall’art. 7, comma 9, lett. l), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal 1°
gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
97Lettera modificata dall’art. 7, comma 9, lett. m), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
98 Lettera aggiunta dall’art. 38, comma 1, d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39.
osepties) separatamente, l’importo dei corrispettivi spettanti al revisore legale o alla società di revisione
legale per la revisione dei conti consolidati, per gli altri servizi di verifica, per i servizi di consulenza
fiscale e per altri servizi diversi dalla revisione legale forniti al gruppo;
oocties) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme
più grande di imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata, nonché il
luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato 99
;
onovies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme
più piccolo di imprese di cui l’impresa fa parte in quanto impresa controllata nonché il
luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato 100
;
odecies) la natura e l’effetto patrimoniale, finanziario ed economico dei fatti di rilievo
avvenuti dopo la data di riferimento del bilancio consolidato 101
.
2. La nota integrativa deve inoltre contenere:
a) l’elenco delle imprese incluse nel consolidamento col metodo integrale ai sensi dell’articolo 26;
b) l’elenco delle imprese incluse nel consolidamento col metodo proporzionale ai sensi dell’articolo 37;
c) l’elenco delle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto ai sensi del comma 1
dell’articolo 36 102
;
d) l’elenco delle altre partecipazioni in imprese controllate e collegate.
2bis. Ai fini dell’applicazione del comma 1, lettere oter), oquater) e oquinquies) e dell’articolo 40,
comma 2, lettera dbis), per le definizioni di “strumento finanziario”, “strumento finanziario derivato”,
“fair value” e “parte correlata” si fa riferimento ai principi contabili internazionali adottati dall’Unione
Europea 103
.
99 Per l’inserimento nel presente comma delle lettere o-octies), o-novies) e o-decies), a decorrere dal 1° gennaio
2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, vedi gli artt. 7, comma 9,
lett. n), e 12, comma 1, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
100 Per l’inserimento nel presente comma delle lettere o-octies), o-novies) e o-decies), a decorrere dal 1° gennaio
2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, vedi gli artt. 7, comma 9,
lett. n), e 12, comma 1, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
101 Per l’inserimento nel presente comma delle lettere o-octies), o-novies) e o-decies), a decorrere dal 1° gennaio
2016 applicabile ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da tale data, vedi gli artt. 7, comma 9,
lett. n), e 12, comma 1, d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139.
102 Lettera modificata dall’art. 3, comma 3, d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
103
Comma aggiunto dall’art. 4, comma 2, d.lgs. 30 dicembre 2003, n. 394 e, successivamente, sostituito dall’art. 2,
comma 3, d.lgs. 3 novembre 2008, n. 173.
1. Il bilancio consolidato deve essere corredato da una relazione degli amministratori contenente
un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione dell’insieme delle imprese incluse nel
consolidamento e dell’andamento e del risultato della gestione nel suo insieme e nei vari settori, con
particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione dei principali rischi e
incertezze cui le imprese incluse nel consolidamento sono esposte 104
.
1bis. L’analisi di cui al comma 1 è coerente con l’entità e la complessità degli affari dell’insieme delle
imprese incluse nel bilancio consolidato e contiene, nella misura necessaria alla comprensione della
situazione dell’insieme delle imprese incluse nel consolidamento e dell’andamento e del risultato della
loro gestione, gli indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti alle
attività specifiche delle imprese, comprese le informazioni attinenti all’ambiente e al personale. L’analisi
contiene, ove opportuno, riferimenti agli importi riportati nel bilancio consolidato e chiarimenti aggiuntivi
su di essi 105
.
2. Dalla relazione devono in ogni caso risultare:
a) le attività di ricerca e di sviluppo;
c) l’evoluzione prevedibile della gestione;
d) il numero e il valore nominale delle azioni o quote dell’impresa controllante possedute da essa o da
imprese controllate, anche per il tramite di società fiduciarie o per interposta persona, con l’indicazione
della quota di capitale corrispondente;
dbis) in relazione all’uso da parte delle imprese incluse nel bilancio consolidato di strumenti finanziari e
se rilevanti per la valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico
dell’esercizio complessivi:
1) gli obiettivi e le politiche delle imprese in materia di gestione del rischio finanziario, comprese le loro
politiche di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni previste;
2) l’esposizione delle imprese al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di
variazione dei flussi finanziari .
106
2bis. La relazione di cui al comma 1 e la relazione di cui all’articolo 2428 del codice civile possono
essere presentate in un unico documento, dando maggiore rilievo, ove opportuno, alle questioni che
sono rilevanti per il complesso delle imprese incluse nel consolidamento 107
.
104 Comma modificato dall’art. 1, comma 2, lett. a) e b), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
105 Comma inserito dall’art. 1, comma 2, lett. c), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
106 Lettera aggiunta dall’art. 5, comma 1, d.lgs. 30 dicembre 2003, n. 394.
107 Comma aggiunto dall’art. 1, comma 2, lett. d), d.lgs. 2 febbraio 2007, n. 32.
1. Una copia del bilancio consolidato e delle relazioni indicate all’articolo 41, commi 2 e 4, deve essere
depositata, a cura degli amministratori, presso l’ufficio del registro delle imprese, con il bilancio
d’esercizio.
3. Si applica il secondo comma dell’articolo 2435 del codice civile 108
.
n) agli operatori del micro credito iscritti nell’albo di cui all’articolo 111 del decreto legislativo 1
settembre 1993, n. 385;
o) ai confidi iscritti nell’albo di cui all’articolo 112bis del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385. 109
109Comma sostituito dall’art. 7, comma 12, lett. a), d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139, a decorrere dai bilanci chiusi dal
1° gennaio 2016, ai sensi di quanto disposto dall’art. 12, comma 1, dello stesso d.lgs. n. 139/2015.
1. Al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze dell’8 giugno 2011 sono apportate le seguenti
modifiche:
a) all’art. 2:
1) al comma 1 è aggiunto in fine il seguente periodo: «Per i componenti di cui al primo periodo,
imputati direttamente a patrimonio o al prospetto delle altre componenti di conto economico
complessivo (OCI), per i quali non è mai prevista l’imputazione a conto economico, la rilevanza
fiscale è stabilita secondo le disposizioni applicabili ai componenti imputati al conto economico
aventi la medesima natura»;
2) al comma 2 il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Se per tali componenti non è mai
prevista l’imputazione a conto economico, la rilevanza ai fini IRAP è stabilita secondo le
disposizioni applicabili ai componenti imputati al conto economico aventi la medesima natura»;
b) all’art. 5:
1) al comma 4 sono aggiunte in fine le seguenti parole: «; parimenti, in capo al detentore di tali
diritti, è ammesso in deduzione l’importo corrispondente ai maggiori interessi attivi contabilizzati
e assoggettati a tassazione per effetto dello scorporo e della rilevazione contabile dei diritti
stessi. La disposizione non si applica se il detentore iscrive in bilancio uno strumento finanziario
derivato ai sensi dell’art. 112 del testo unico»;
2) dopo il comma 4 è aggiunto il seguente comma: «4bis. Nel caso di operazioni di finanziamento
tra soggetti tra i quali sussiste il rapporto di controllo di cui all’art. 2359 del codice civile
assumono rilevanza fiscale esclusivamente i componenti positivi e negativi imputati a conto
economico desumibili dal contratto di finanziamento, laddove siano rilevati nello stato
patrimoniale componenti derivanti dal processo di attualizzazione a tassi di mercato previsto dal
criterio del costo ammortizzato»;
c) all’art. 7, comma 4, sono aggiunte in fine le seguenti parole: «ovvero dal primo bilancio di
esercizio approvato successivamente alla data di negoziazione dello strumento di copertura».
Art. 2. Disposizioni compatibili per i soggetti che redigono il bilancio in base a codice civile,
diverse dalle microimprese di cui all’articolo 2435ter del codice civile
1. Per i soggetti di cui al comma 1bis dell’art. 83 del testo unico delle imposte sui redditi si applicano le
disposizioni di cui:
a) al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 1° aprile 2009, n. 48 contenute nei
seguenti articoli:
1) art. 2, commi 1, 2 e 3;
2) art. 3:
i. commi 1, 3 e 4;
ii. comma 2, primo periodo, anche alle operazioni intercorse tra le microimprese di cui all’art.
2435ter del codice civile e soggetti di cui al comma 1bis dell’art. 83 del testo unico delle imposte
sui redditi e, secondo periodo, alle operazioni intercorse tra i soggetti di cui al comma 1bis
dell’art. 83 del testo unico delle imposte sui redditi;
b) al decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 8 giugno 2011 contenute nei seguenti
articoli:
1) art. 2, comma 2;
2) art. 3, comma 1, per gli immobili di cui al principio contabile OIC 16;
3) art. 5;
4) art. 7, commi 2, 3 e 4;
5) art. 9, per le passività di scadenza o ammontare incerti che presentano i requisiti di cui all’OIC
31.
1. Con riferimento ai periodi di imposta precedenti a quello in corso alla data di entrata in vigore del
presente decreto, per i quali i termini per il versamento a saldo delle imposte dirette sono scaduti
anteriormente alla medesima data, sono fatti salvi gli effetti sulla determinazione della base imponibile
generati dall’applicazione delle norme fiscali, ai fini IRES e IRAP, anche non coerenti con le disposizioni
di cui al presente decreto.