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Il voto non è condizione necessaria e sufficiente per la democrazia. Leader politici del secolo
scorso trasformarono il suffragio popolare in un sistema di scelta obbligata: o si votava SI o
si votava NO. Chi votava contro il regime, contro il sistema, era perseguitato o, se fortunato,
ridotto ai margini della società.
E’ esattamente questo quello che è successo in FIAT: un leader carismatico ha utilizzato metodi
democratici per trasformare un libero processo di scelta dell’elettore in una scelta obbligata. Voti
SI e sei dentro, voti NO e sei fuori. Semplice e democratico.
Ma effettivamente la democrazia accetta il dissenso, anzi una delle finalità della democrazia
dovrebbe essere proprio questa: dare la possibilità e gli strumenti al cittadino di formarsi una
opinione e votare affinché la propria opinione sia efficace.
Oggi la situazione è cambiata e la “democrazia politica” non è capace di opporre resistenza
alla reazione dei settori economici. Riduzione dei diritti e forme di coercizione per spingere i
cittadini ad accettare supinamente decisioni impopolari sono ormai sempre più frequenti. Più la
situazione diventa difficile, più la reazione diventa pressante.
Come si è arrivati a ciò? Probabilmente perché di tutte le scienze sociali l’unica che riesce a
fornire risposte verificate e verificabili è l’economia. La fede cieca nel mercato sta portando però
alla demolizione dello stato sociale assistenziale, praticamente la liberazione del mercato da
quei correttivi imposti dalla politica che vanno contro le ragioni economiciste. Questo comporta
l’assunzione dell’imprenditore come vicario sia del rappresentante democratico, sia del
consumatore; in quanto egli prende decisioni in base alle tendenze del cittadino/consumatore. Il
mercato è così assunto come guida, non più soltanto dell’azione economica, ma anche sociale
e politica.
Economia, politica e società sono così indotte a dissolversi nel mercato che considera disagi e
conflitti solo come momenti di rottura dell’equilibrio. Questo equilibrio a sua volta è ricomponibile
mediante la spinta di diversi agenti del mercato dando così spazio alla mano invisibile teorizzata
da Adam Smith.
Ma cosa succederà quando il mercato, ancorato alla ragione calcolante, sarà isolato
completamente dalle richieste della società?