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21 aprile 753: data tradizionale della fondazione di Roma (Varrone Reatino) → iniziò età
monarchica (sette re)
metà VII sec.: Tullo Ostilio distrugge Albalonga (guerra albana prospettata come guerra
civile), soppiantata da nuovi centri quali Aricia, Tuscolo, Lanuvio
VII-VI sec.: singole città etrusche per propria iniziativa si espandono occupando Campania e Lazio
616: inizio del regno di Tarquinio Prisco
VI sec.: riforme serviane
525: la colonia greca di Cuma resiste con successo ad Aricia ad una grande coalizione etrusco-
italica
509: Tarquinio il Superbo viene cacciato da Roma → fine età monarchica, inizio età repubblicana;
consolato di ben cinque consoli → inizio dei Fasti consulares; il console Orazio Pulvillo
inaugura il tempio di Giove Capitolino, innalzato dal Superbo → inizio dell’era capitolina;
Roma stipula un primo trattato con i Cartaginesi
504: Arrunte, figlio di Porsenna, viene battuto e ucciso ad Aricia da Aristodemo il Malaco, che
diviene tiranno di Cuma
V-inizio IV sec.: scendendo dall’Appennino meridionale, i Sanniti (i più importanti tra i Sabelli →
lingua osca) occupano le zone pianeggianti → Sannio
496: battaglia del Lago Regillo, una delle prime leggendarie vittorie romane; Livio attesta
l’esistenza di 21 tribù
493: foedus Cassianum (dal console Spurio Cassio) tra Roma e la lega Latina, di cui l’Urbe torna a
far parte; istituzione del tribunato della plebe (in alternativa all’edilità plebea), dotati di ius
auxilii, intercessio e sacrosanctitas
480:battaglia di Imera: i Siracusani, insieme con gli Agrigentini, sconfiggono i Cartaginesi
477: battaglia del fiume Cremera: i Fabi sono sterminati dai Veienti
458: battaglia del Monte Algido: il dittatore Lucio Quinzio Cincinnato sconfigge gli Equi
451-450: sospensione delle magistrature ordinarie → messa per iscritto dai decemviri legibus
scribundis, dieci patrizi il primo anno e cinque patrizi con cinque plebei (benché clientes
altamente influenzati) il secondo, la “Legge delle Dodici Tavole”
445: la Lex Canuleia (Gaio Canuleio) abolisce il divieto di connubio tra patrizi e plebei
443: nascita della magistratura del censor
421: ai plebei viene consentito l’accesso alla questura
406-396: durata tradizionale dell’assedio di Veio
396: presa di Veio: i Romani completano la sottomissione degli Etruschi
390: battaglia del fiume Allia: i Galli sconfiggono i Romani sull'Allia, un piccolo fiume nei pressi
di Roma (oggi noto come Fosso Bettina) → sacco di Roma
381: Tuscolo si stacca dalla lega latina per entrare nello stato romano
376: i tribuni della plebe Gaio Licinio Solone e Lucio Sestio Laterano richiedono, oltre
all’ammissione al consolato, che uno dei due consoli fosse obbligatoriamente plebeo (→ v.
367 a.C.)
367: approvate dal Senato e dal dictator Furio Camillo le Leges Liciniae-Sextiae: uno dei due
consoli deve essere plebeo; istituzione del praetor urbanus perché si occupi della giurisdizione
civile; ai due edili plebei vengono affiancati due edili patrizi (curules); lex de modo agrorum e
rateazione + riduzione del debito; il collegio religioso dei custodi e interpreti dei Libri Sibillini
passa da due a dieci componenti, metà patrizi e metà plebei (→ decemviri sacris faciundis)
354: i Romani stringono un patto con la lega sannitica
metà IV sec.: i Sanniti occupano un vasto territorio
345: trattato d’alleanza tra Romani e Sanniti, che riconosce le reciproche zone d’influenza, a
contatto nella media valle del Liri
343-290: le guerre sannitiche costituiscono il pretesto per l’espansione di Roma verso Sud
343-341: prima guerra sannitica
343: i Sidicini, attaccati dai Sanniti, chiedono aiuto ai Campani di Capua, i quali, in difficoltà, si
rivolgono ai Romani in deditionem (→ bellum iustum); battaglia del Monte Gauro: il console
romano Marco Valerio Corvo sconfigge i Sanniti
341: rinnovati con i Sanniti i termini del patto del 354, con la salvaguardia delle stesse zone di
influenza → i Sidicini entrano nell’area sannitica e i campani in quella romana
340-338: guerra latina
340: i Romani al comando di Publio Decio Mure, che cade combattendo, sconfiggono i Latini (con
Aurunci, Volsci e Campani), ribellatisi perché sfavoriti dal patto romano-sannitico
federazione latina
338: battaglia di Trifano: il generale Romano Tito Manlio Torquato sconfigge definitivamente i
Latini (sciolta la lega latina → perde validità il foedus Cassianum) → Roma stringe trattati con
singole città (divide et impera)
327: i Sanniti entrano in gran numero a Neapolis per assicurare il potere alla fazione loro favorevole
→ durante le discordie tra fazione filoromana e filosannitica, Neapolis viene posta d’assedio,
326-304: seconda guerra sannitica
326: Neapolis si arrende alle favorevoli condizioni (foedus aequissimum) poste dai Romani →
reazione dei Sanniti; la lex Peotelia Papiria abolisce praticamente la schiavitù per debiti,
riducendo l’applicazione del nexum a rari casi
321: battaglia delle Forche Caudine: i Romani nelle vicinanze di Caudio, sotto il comando dei
consoli Spurio Postumio e T. Verturio Calvino, sono sconfitti dai Sanniti, comandati dal loro
generale Gaio Ponzio Telesino → i Sanniti impongono un trattato che durerà per cinque anni
(in cui i Romani si riorganizzano)
317: Agatocle, tiranno di Siracusa, sbarca in Africa, ma, dopo aver combattuto valorosamente per
alcuni anni, deve ritirarsi per difendere la patria da altre città siceliote
315: battaglia di Lautulae: i Romani sono sconfitti dai Sanniti, nei pressi dell'attuale Terracina, nel
quadro della seconda guerra sannitica
314: i Romani, dopo la ripresa delle ostilità cercando di accerchiare i Sanniti dalla regione degli
Apuli, con cui intrattenevano relazioni diplomatiche, prendono Luceria, che da roccaforte
sannitica diviene colonia latina
312: il censore Appio Claudio Cieco inizia la costruzione della via Appia, che congiunge Roma con
Capua (e dal 244 con Brindisi)
311: battaglia di Imera: il generale cartaginese Amilcare sconfigge il tiranno Agatocle di Siracusa,
che viene posta sotto assedio
310: battaglia del lago Vadimone: i Romani sconfiggono gli Etruschi
306: Roma rinnova l’accordo con Cartagine (terzo)
305: battaglia di Boviano: i consoli romani M. Fulvio e L. Postumio sconfiggono definitivamente i
Sanniti
304: i Sanniti chiedono la pace → fine della seconda guerra sannitica
302: i Romani stringono un trattato contro i Tarantini, impegnandosi a non navigare oltre il
promontorio Lacinio, presso Crotone
300: la Lex Ogulnia consente ai plebei di accedere alle cariche sacerdotali più elevate (augurato e
pontificato), sancendo la definitiva equiparazione tra i due gruppi → fine della lotta tra patrizi
e plebei
298-290: terza guerra sannitica
298: mossa antisannitica dei Romani: ufficializzazione dell’alleanza con la Lucania, quando questa
è attaccata dai Sanniti → battaglia di Camerino: i Romani del console Lucio Cornelio Scipione
Barbato vengono sconfitti
295: battaglia di Sentino: i Romani sotto Fabio Rulliano e Publio Decio Mure sconfiggono i Sanniti
e i loro alleati Etruschi e Galli, costringendo gli Etruschi, Galli e Umbri a trattare la pace
293: battaglia di Aquilonia: i Romani di Lucio Papirio Cursore sconfiggono definitivamente i
Sanniti
290: i Sanniti sono costretti a chiedere la pace → dal bottino si inizia ad emettere la prima serie
monetale, l’aes grave; Romani conquistano la Sabina per opera di Manlio Curio Dentato
289: alla morte di Agatocle, i mercenari Mamertini sono scacciati da Siracusa e si impadroniscono
di Messana
287: con la Lex Hortensia i plebiscita, votati dai comizi tributi, acquisiscono valore di legge per
tutto il popolo romano, senza necessità di ratifica senatoria
285: battaglia di Arezzo: un esercito romano sotto Lucio Cecilio è distrutto dai Galli; dopo la
richiesta d’aiuto di Thurii, attaccata dai Lucani, i Romani stabiliscono un presidio in una zona
nell’orbita tarantina
283: battaglia di Lago Vadimone: un esercito romano sotto Publio Cornelio Dolabella sconfigge gli
i Galli Boi
282: una piccola flotta romana naviga nel golfo, entrando persino nel golfo di Taranto → i Tarantini
interpretano questo gesto come una provocazione, affondano alcune navi e gli ambasciatori di
Roma, giunti in seguito, vengono insultati;battaglia di Populonia: la resistenza etrusca alla
dominazione Romana dell'Italia è definitivamente spezzata
280: battaglia di Eraclea: primo scontro tra i Romani di Publio Valerio Levino e i Tarantini, questi
ultimi guidati da Pirro, re dell'Epiro, che ottiene la vittoria, ma ad un prezzo eccessivo
279: battaglia di Ascoli Satriano: Pirro sconfigge nuovamente i Romani
278: l’ultimo trattato romano-cartaginese vincola Roma a non concludere la pace con Pirro senza il
consenso di Cartagine
275: battaglia di Benevento: Pirro è definitivamente sconfitto dai Romani comandati da Manlio
Curio Dentato
272: i Romani conquistano Taranto
268: lo ius Ariminiensium stabilisce alcuni privilegi per le ultime dodici colonie latine dedotte:
possibilità di far testamento ed ereditare secondo diritto romano, ius commercii e possibilità di
votare nei comizi tributi
264-241: prima guerra punica
264: il Senato demanda la scelta della guerra con Cartagine ai comizi, convinti a votare per la
guerra dai consoli Appio Claudio Caudice e Marco Fulvio Flacco → Appio conduce un
presidio romano a Messina
263: Gerone II di Siracusa scioglie l’alleanza con Cartagine e si schiera con i Romani
262: battaglia di Agrigento: le forze cartaginesi sotto Annibale di Giscone e Annone sono sconfitte
dai Romani, che controllano così la maggior parte della Sicilia
261: Roma si munisce di una flotta di centosessanta navi da guerra munite di rostri e corvi
260: battaglia delle Isole Lipari: una forza navale romana è sconfitta dai Cartaginesi;
battaglia di Milazzo: una forza navale romana sotto Caio Duilio sconfigge la flotta cartaginese,
assicurando a Roma il controllo del Mediterraneo occidentale (→ colonna rostrata a Duilio)
256: battaglia di Capo Ecnomo: una flotta cartaginese sotto Amilcare e Annone è sconfitta nel
tentativo di arrestare un’invasione romana dell'Africa da parte dei consoli Marco Attilio
Regolo e Lucio Manlio Vulsone; battaglia di Adys: i Romani guidati da Regolo sconfiggono i
Cartaginesi nell’Africa settentrionale
255-242: guerra di logoramento in Sicilia
255: battaglia di Tunisi: i Cartaginesi guidati da Santippo, un mercenario greco, sconfiggono i
Romani alla guida di Regolo, che viene catturato
254: presa romana di Palermo
249: battaglia di Trapani: i Cartaginesi sotto Aderbale sconfiggono a Trapani la flotta
dell'ammiraglio romano Publio Claudio Pulcro
247: Cartagine affida la difesa della Sicilia ad Amilcare
244: fondazione di Brindisi
242: istituzione del praetor peregrinus incaricato di amministrare la giustizia tre Romani e stranieri
marzo 241: battaglia delle Isole Egadi: la vittoria navale dei Romani guidati da Gaio Lutazio Catulo
sui Cartaginesi, pone fine alla Prima Guerra Punica
241: Roma occupa tutta la Sicilia, ad eccezione di Messina e Siracusa → nascita delle province
romane; dopo la conquista dell’Italia, si perviene al numero definitivo di 35 tribù romane (4
urbane e 31 rustiche)
238: battaglia di Utica: mercenari cartaginesi in rivolta sono sconfitti dalle truppe fedeli di Amilcare
Barca, ma i mercenari in rivolta in Sardegna offrono l’isola a Roma, che invia un presidio,
facendosi cedere da Cartagine anche la Corsica
237: Sardegna e Corsica si affiancano alla Sicilia (241 a.C.) come province romane
236: i Galli riprendono le ostilità, ma vengono bloccati all’altezza di Ariminum
230: il Senato invia un’ambasceria di protesta alla regina del pirati illirici Teuta, ma uno dei due
legati viene assassinato
229: entrambi i consoli attaccano gli Illirici per terra e per mare, sconfiggendo Teuta (→
ampliamento del ruolo direttivo di Roma anche verso Oriente)
228: i Romani sono ammessi ai giochi Istmici
227: per amministrare le province, vengono creati due nuovi pretori, che affiancano i due incaricati
dell’amministrazione della giustizia
226: Roma stipula un trattato con Cartagine che vincola l’espansione punica a Sud dell’Ebro
225: battaglia di Faesulae (Fiesole): i Romani sono sconfitti dai Galli Boi, Insubri e Gesati;
battaglia di Talamone: i Romani sotto Emilio Papo e Gaio Attilio Regolo sconfiggono i Galli
223: i consoli invadono la Cisalpina → vittoria sulle rive dell’Oglio
222: battaglia di Clastidium (Casteggio): i Romani sotto Marco Claudio Marcello sconfiggono i
Galli → conquistata Mediolanum, capitale insubra
220: il censore Gaio Flaminio fa costruire la via Flaminia da Roma a Rimini
219: Annibale assedia Sagunto (a Sud dell’Ebro, ma già alleata romana)
218-202: Seconda guerra punica
primavera 218: Annibale parte dalla Spagna e valica Pirenei e Alpi;
218: battaglia del Ticino (sconfitto P. Cornelio Scipione) e battaglia della Trebbia: vittorie
cartaginesi; Gneo Cornelio Scipione si attesta a Emporiae (colonia marsigliese sulla costa ai
piedi dei Pirenei per contrastare i Cartaginesi in Spagna e bloccare loro la possibilità di inviare
contingenti in Italia; il plebiscito Claudio vieta ai senatori di possedere navi per il commercio
marittimo (la ricchezza costituisce una sicurezza)
217: battaglia del Trasimeno: vittoria cartaginese; dittatura di Quinto Fabio Massimo evita il grande
scontro campale; incontro di Naupatto: Filippo V sancisce la supremazia sui recalcitranti Achei
ed Etoli
216: consolato di Lucio Emilio Paolo e C. Terenzio Varrone sconfitti clamorosamente presso
Canne; popolazioni dell’Italia meridionale (→ Capua) si alleano ad Annibale, mentre le
colonie restano fedeli a Roma; Annibale si allea con Filippo V di Macedonia, che mira a
togliere il protettorato romano dalle coste orientali dell’Adriatico
215-205: prima guerra macedonica
215: morte di Gerone di Siracusa; il nipote ed erede Geronimo si allea con Annibale; la lex Oppia
pone un limite alle ostentazioni di ricchezza da parte delle donne (→ lex sumptuaria)
214: Geronimo ucciso in una congiura: i Cartaginesi si impadroniscono di Siracusa
213: Claudio Marcello proconsole assedia Siracusa, che cade nel 211 (→ saccheggio, anche di
opere d’arte)
212: i Romani assediano Capua, che capitola l’anno successivo (punita con la confisca del
territorio)
dal 211: dopo caduta di Siracusa, con la sottomissione di Agrigento (consegnata a Roma dalle
truppe mercenarie) e di altre città si completa la conquista della Sicilia; gli Scipioni (Gneo
e Publio) arrivano a Sagunto (→ base per le operazioni), ma entrambi cadono in battaglia
contro Asdrubale, che ha ricevuto rinforzi → Cartagine recupera i territori a Sud dell’Ebro
210: Publio Cornelio Scipione (figlio dell’altro P.C.S.) inviato in Spagna con imperium
proconsolare (anche se era stato solo edile) e riprende l’espansione verso Sud
209: Fabio Massimo, COS V, riprende Taranto (esponente dei conservatori → bottino solo di
denaro e ricchezze); Publio Cornelio Scipione espugna Nova Carthago (effetto sorpresa +
sfruttamento effetto di variazione del livello della laguna)
208: Claudio Marcello muore in un agguato durante una ricognizione; Scipione sconfigge
Asdrubale a Braecula (valle del Guadalquivir) ed è acclamato imperator dalle truppe;
207: Asdrubale giunge in Italia per via di terra: i consoli C. Claudio Nerone (che teneva a bada
Annibale in Puglia) e M. Livio Salinatore (che controllava le mosse di Asdrubale) lo
sconfiggono e uccidono al Metauro; Annibale resta confinato nel Bruzio
206: Scipione sconfigge l’esercito Cartaginese a Ilipa (basso corso del Baetis) e fonda Italica (più
antica città romana della Spagna, dove stanzia i veterani non più in grado di combattere;
Cartagine invia Magone Barca in Italia via mare
205: Magone sbarca a Genova, ma si ritira dopo un paio d’anni perché non ha ottenuti consistenti
rinforzi tra i Galli Cisalpini; consolato di Scipione: proposta di portare la guerra in Africa
accettata dai comizi, benché osteggiata da Fabio Massimo e dai senatori → gli è assegnata
come provincia la Sicilia (2 legioni) + aiuti volontari, rifornimenti e navi da parte degli Italici
(Etruschi); sbarca presso Utica, si allea con il capo numida Massinissa, della tribù dei Massili,
sconfigge il capo dei Numidi Massesili Siface ai Campi Magni (valle del fiume Begrada);
Massinissa diviene re di Numidia; Annibale richiamato in patria; Publio Sempronio Tuditano
conclude la pace di Fenice con Filippo V, cui viene concesso uno sbocco sull’Adriatico, e
Roma ha nuovi alleati (Sparta, Atene, Pergamo, Rodi, etc.)
202: Scipione sconfigge Annibale a Naraggara, presso Zama (superiorità della cavalleria + manipoli
disposti in colonna evitano le cariche degli elefanti); scompare la magistratura del dictator (→
sarà ripristinata da Silla
201: Annibale spinge Cartagine a chiedere la pace: rinuncia alla Spagna e alla flotta (tranne dieci
navi), indennità, consenso di Roma per intraprendere ogni guerra (esposta alle future
prevaricazioni dei Numidi)
200-196: seconda guerra macedonica
200: Filippo V stringe un accordo con il re seleucide Antioco III e attacca Atene, che chiede aiuto
a Roma: dopo un iniziale rifiuto dei comizi, in Senato prevale la corrente favorevole al
conflitto
198: eletto console Tito Quinzio Flaminino, che conduce la seconda guerra macedonica anche
l’anno seguente; dopo il rifiuto delle trattative di Filippo V (cui era chiesto di rinunciare a
ogni velleità sugli stati greci), con Roma si schierano la lega achea e la Beozia
197: battaglia di Cinocefale: Flaminino sconfigge Filippo V; scoppia una rivolta nell’Hispania
Ulterior, estesasi rapidamente anche alla Citerior
196: accolta richiesta di pace da parte di Filippo V, cui è imposta una modesta indennità di guerra,
la consegna della flotta e il ritiro dei presidii nelle città greche; ai giochi Istmici Flaminino
proclama la libertà della Grecia e da allora Roma in Oriente ottiene il ruolo di superiore
elemento di equilibrio (Senato romano → punto di riferimento)
195: Annibale esiliato a causa degli odii di una fazione ostile: si rifugia presso Antioco III di Siria;
consolato di Catone Censorius, che favorisce la sottomissione dei Celtiberi in Spagna e si batte
contro l’abrogazione della lex Oppia
194: Galli Insubri sconfitti presso la capitale Mediolanum → foedus: truppe su richiesta romana ma
organizzazione politico-sociale non cambia
192-188: guerra contro Antioco III di Siria
192: gli Etoli, scontenti dell’attribuzione di solo una parte della Tessaglia dopo Cinocefale, invitano
Antioco a mettersi a capo della riscossa contro l’egemonia romana → egli invade la Tessaglia
e Roma, incoraggiata da Eumene II di Pergamo, gli dichiara guerra → con lei si alleano la lega
achea e Filippo V (dispensato, perciò, dell’indennità di guerra
191: Publio Cornelio Scipione Nasica sconfigge i galli Boi: il territorio è confiscato; il console
Acilio Glabrione sbarca in Grecia, arrivando fino alle Termopili, dove il tribuno militare
Marco Porcio Catone piomba sugli Etoli alle spalle: Antioco III viene sconfitto → alla lega
etolica è concesso un armistizio;
190: il comando della campagna contro Antioco III in Asia è affidato al console Lucio Cornelio
Scipione, mentre l’Africano, anch’egli presente, è l’eminenza grigia del conflitto
189: battaglia di Magnesia sul Sipilo: i Romani sbaragliano l’esercito di Antioco III e Lucio ottiene
il cognomen onorifico di Asiatico; fondata colonia latina di Bononia sul precedente territorio
dei Boi; Marco Fulvio Nobiliore riduce gli Etoli all’obbedienza, costretti a ridimensionare la
lega (a favore anche di Filippo V), a dipendere da Roma per la politica estera e a pagare
un’indennità
188: trattato di Apamea, condotto da Gneo Manlio Vulsone e un’ambasceria di dieci senatori, per
imporre condizioni più dure di quelle proposte dagli Scipioni: al re seleucide viene imposta la
più grande indennità di guerra mai richiesta, la consegna della flotta (tranne dieci navi) e la
rinuncia ai territori a Ovest della catena del Tauro
187: Marco Emilio Lepido promuove la via Emilia, da Rimini a Piacenza; Catone intenta un
processo contro Lucio Cornelio Scipione, accusandolo di aver amministrato i 500 talenti
versati da Antioco III come anticipo sull’indennità di guerra senza l’autorizzazione senatoria
→ l’Africano, direttamente coinvolto, straccia i registri in Senato
186: senatusconsultum ultimum de Bacchanalibus
184: censura di Catone, che insiste nell’accusare Scipione l’Africano di connivenza con Antioco III
→ Scipione si ritira nella sua villa campana di Literno
183-182: Annibale, ospite di Prusia re di Bitinia, si suicida quando i Romani chiedono la sua
consegna
183: fondate colonie romane di Parma e Mutina sul precedente territorio dei Boi; morte di Scipione
l’Africano
180: deportati 40000 Liguri Apuani a ripopolare i territori devastati nel Sannio
171-168: terza guerra macedonica
171: Roma coglie pretesti per attaccare Perseo, figlio e successore di Filippo V al trono macedone
→ per tre anni i romani restano in posizione di stallo nei territori montuosi della frontiera
macedonica;
168: il console Lucio Emilio Paolo sconfigge Perseo a Pidna (in Pieria, presso il golfo Termaico) →
regno macedonico diviso e riorganizzato in quattro repubbliche autonome (programma
sostenuto da Catone), gli Epiroti schierati col re macedone duramente puniti e deportati in
Italia i mille Achei più rappresentativi (tra cui Polibio) per la neutralità della lega achea:
costoro restano esiliati in municipi italici fino al 150
167-43: il ricchissimo bottino della terza macedonica permette l’esenzione dei Romani dal tributo
fino alle misure fiscali straordinarie della guerra civile
155: ambasceria ateniese di Carneade (accademico), Critolao (peripatetico) e Diogene (stoico
favorevolmente accolta dal pretore Aulo Postumio Albino e dal senatore Gaio Acilio (che
scrissero annali in greco), mentre è osteggiata da Catone (→ Origines)
154: i Lusitani cominciano, con una scorreria nel territorio romano, una guerra che durerà fino al
139 a.C (morte del loro capo Viriato)
153: i Cartaginesi rifiutano di accettare a scatola chiusa il verdetto dell’ambasceria guidata da
Catone sui loro problemi con Massinissa → Catone in Senato propone strenuamente di portare
guerra a Cartagine (cenerume censeo Carthaginem esse delendam) e, benché osteggiato dal
parere di Scipione Nasica (→ timore per la fine del metus hostilis), prevalgono quelli che la
pensano come lui; insurrezione dei Celtiberi
149-146: terza guerra punica
149: Cartagine dichiara la resa ai Romani sbarcati in Africa, consegnano numerosi ostaggi e tutte le
armi, ma la condizione imposta di dover abbandonare Cartagine, condannata alla distruzione,
era inaccettabile → i Cartaginesi organizzano un’estrema resistenza e l’assedio alla città si
protrae; Andrisco, avventuriero greco che si spaccia per figlio di Perseo (→ Pseudofilippo)
raccoglie un esercito di Macedoni e Traci: Roma gli dichiara guerra, ma il piccolo contingente
romano là inviato è sconfitto; Catone accusa il pretore dell’Hispania Ulterior, Servio Sulpicio
Galba, di aver fatto uccidere o vendere come schiavi 7000 Lusitani; approvata la lex
Calpurnia, prima di una serie di leges de repetundis
148: Andrisco è sconfitto a Pidna da Quinto Cecilio Metello → le quattro repubbliche macedoniche
divengono provincia romana, inglobando Epiro e Tessaglia; si inizia a costruire la via Egnatia
da Bisanzio alla costa adriatica (prima via romana al di fuori del territorio italico); Spurio
Postumio Albino promuove la via Postumia da Genova ad Aquileia, connessa con la via Emilia
a Piacenza
147: Scipione Emiliano, tribuno militare nella campagna in Africa, secondogenito di Lucio Emilio
Paolo adottato dal figlio dell’Africano, è eletto console e chiude Cartagine in un blocco
strettissimo, serrandone artificialmente il porto; il Senato delibera la concessione a diverse
città, oltre a Sparta, si uscire dalla lega achea, con cui erano entrate in conflitto, ma
quest’ultima non accetta tale decisione
146: nella primavera Scipione Emiliano si impadronisce di Cartagine, la città viene rasa al suolo e il
territorio organizzato come provincia d’Africa; il console Lucio Mummio distrugge l’esercito
acheo sull’istmo e la capitale Corinto viene rasa al suolo, il territorio dichiarato ager publicus
populi Romani e gli abitanti venduti come schiavi → perdita dell’autonomia politica da parte
di molte città greche (controllate dal responsabile della provincia di Macedonia
145: i dieci commissari romani incaricati della sistemazione dell’Acaia rientrano a Roma, lasciando
Polibio a verificare l’attuazione del nuovo ordinamento
144: il filosofo stoico Panezio giunge a Roma e si unisce al circolo degli Scipioni
143: la guerra contro i Celtiberi riprende avendo come centro Numanzia, nell’alta valle del Duero
dopo 140: in Sicilia si infittiscono le manifestazioni di banditismo
137: il console Gaio Ostilio Mancino è costretto a d offrire una resa ai Numantini dopo esser stato
preso in trappola, ma il Senato disconosce il suo trattato, su suggerimento di Scipione
Emiliano
136: la prima rivolta servile organizzata, in Sicilia, ha origine presso Enna, capeggiata dal siro Euno
e da Cleone
134: inizio dell’assedio di Numanzia
133: Lucio Cornelio Scipione Emiliano rade al suolo Numanzia, dove i Cartaginesi avevano molti
interessi; Tiberio Sempronio Gracco è eletto tribuno della plebe → riforma agraria (lex
Sempronia); Attalo III, re di Pergamo, lascia in eredità il suo regno ai Romani → creazione
della provincia d’Asia
132: Tiberio Gracco viene rieletto al tribunato, cosa non lecita → Tiberio e trecento suoi seguaci
vengono uccisi, probabilmente su istigazione del pontifex maximus Scipione Nasica; in Sicilia
lo schiavo ribelle Euno conquista con i suoi seguaci Enna e Tauromenio, prima di essere
sconfitto dal console Publio Rupilio, che ivi rimarrà proconsole nel 131 a.C.
130: Marco Paperna seda la rivolta di Aristonico, figlio illegittimo di Eumene II, che rivendicava il
regno di Pergamo
129: Scipione Emiliano si adopera per esautorare i triumviri agrari, assegnando la decisione sui
terreni controversi ai consoli
125-118: costituzione della Gallia Narbonensis, con il pretesto di adempiere alla richiesta di aiuto
di Marsiglia, attaccata dai Galli Allobrogi
125: il console Marco Fulvio Flacco avanza la proposta di concedere la cittadinanza agli italici che
ne avessero fatto domanda
123: eletto tribuno della plebe Gaio Gracco, fratello di Tiberio, che propone un programma di
riforme più articolato; Quinto Cecilio Metello conquista le Baleari, precedentemente base di
pirati (→ Balearicus); acquisite basi in Cilicia, sottratte ai pirati
122: Gaio Gracco, non rieletto tribuno della plebe per l’anno 121 a.C., occupa in armi l’Aventino
con i suoi seguaci e, vedendosi attaccato dall’esercito consolare, si fa uccidere da un servo
120 c.a: dalla penisola dello Jutland si muovono le orde di Cimbri e Teutoni, barbari di stirpe
germanica prima verso il Danubio e poi verso l’Italia settentrionale
tra 119 e 114: fondazione di Narbo Martius (Gallia Narbonese)
118: alla morte di Micipsa, figlio di Massinissa, Giugurta diviene re di Numidia dopo aver
eliminato i figli di Micipsa e Iempsale e aver scacciato Aderbale → un arbitrato romano
richiesto da Aderbale divide il regno di Numidia tra questi e Giugurta
113: battaglia di Noreia (Neumarkt): Cimbri e Teutoni sconfiggono Gneo Papirio Carbone
112-105: bellum Iughurtinum
112: Giugurta si impadronisce di Cirta, la capitale numidica a Oriente, scacciando Aderbale e
uccidendo i mercanti italici: il Senato, su pressione popolare, dichiara guerra a Giugurta
111: una prima spedizione contro la Numidia non ha successo per la corruzione del comandante
Lucio Caturnio Bestia (console per l’anno), che concede un armistizio a Giugurta
110: diverse sconfitte romane in Numidia riaccendono il contrasto tra l’oligarchia corrotta e il
popolo
109: il console Quinto Cecilio Metello conquista diverse fortezze di Giugurta, ma non conclude la
guerra; battaglia della Valle del Rodano: Cimbri e Teutoni sconfiggono i Romani guidati da
Marco Giunio Silvano
107: Gaio Mario, prima legatus di Metello in Numidia, è eletto console e sconfigge Giugurta (105),
tradito dal suocero Bocco, re di Mauritania, corrotto dal questore Lucio Cornelio Silla; riforma
dell’esercito
106: Cepione attribuisce la questio de repetundis ad una giuria senatoria
6 ottobre 105: battaglia di Arausio (Orange): Cimbri e Teutoni sconfiggono gli eserciti Romani di
Quinto Servilio Cepione e di Gneo Manlio Massimo (più grande disfatta dopo Canne)
104: trionfo di Mario e uccisione di Giugurta → Numidia ripartita tra Bocco e un discendente di
Micipsa; seconda ribellione servile in Sicilia
104-100: cinque consolati consecutivi di Gaio Mario per far fronte a degli scontri con i Germani
103: approvata la Lex Appuleia de Maiestate, che darà grande adito a strumentalizzazioni
successive
102: battaglia di Aquae Sextiae: Gaio Mario sconfigge i Teutoni e gli Ambroni; l’altro console
Quinto Lutazio Catulo lascia dilagare i Cimbri nella pianura veneta
101: battaglia dei Campi Raudii (presso Vercellae, Venetia meridionale): Gaio Mario e Quinto
Lutazio Càtulo sconfiggono i Cimbri, nella battaglia in cui, per la prima volta nella storia,
venne usata la polvere da sparo; il console Manlio Aquilio uccide Atenione e stermina i ribelli
in Sicila; il tribuno della plebe di Gaio Servilio Glaucia assegna ai cavalieri la quaestio de
repetundis
100: il tribuno Lucio Appuleio Saturnino fa approvare un’iniziativa agraria a favore dei veterani di
Mario, costringendo il popolo al giuramento (→ Metello Numidico preferisce l’esilio) e fa
assassinare il rivale di Glaucia, che si candidava per il 99 → Mario, incaricato da un
senatusconsultum ultimum di ristabilire l’ordine li costringe a rifugiarsi nel Campidoglio, dove
gruppi di avversari li eliminano; nasce Gaio Giulio Cesare (c.a)
91: il tribunus plebis Marco Livio Druso propone l’estensione della cittadinanza romana agli Italici,
ma la procedura della rogatio viene dichiarata illegale e Druso viene assassinato da seguaci del
console Lucio Marcio Filippo, suo oppositore→ guerra sociale
90: Lucio Giulio Cesare fa approvare una legge che garantiva la cittadinanza a chi non si unisce ai
socii insorti o a chi ne fa richiesta entro sessanta giorni (Lex Iulia de civitate) ma permangono
resistenze nel gruppo sabellico
89: lex Plautia Papiria (Gaio Papirio Carbone + Marco Plautio Silvano) perfeziona la concessione
della cittadinanza mentre il provvedimento del console Gneo Pompeo Strabone concede il
diritto latino alle popolazioni a Nord del Po; dopo che Mitridate VI si impossessa di Bitinia e
Cappadocia, alleate dei Romani, viene inviato contro di lui Manio Aquilio, che ristabilisce la
situazione, e suggerisce a Nicomede, re di Bitinia, di saccheggiare il Ponto per pagare
l’indennità richiesta
88-85: prima guerra mitridatica
88: a Nola il console Lucio Cornelio Silla seda definitivamente la rivolta sociale; Roma deve
intervenire contro Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, che aveva fatto assassinare ottantamila
italici e aveva invaso altre regioni asiatiche e la Grecia → il console Silla parte per affrontare
Mitridate; Publio Sulpicio Rufo fa concedere il comando dell’operazione a Gaio Mario → Silla
marcia su Roma, occupa la città e dichiara Rufo, che viene messo a morte, e Mario, che fugge in
Tunisia, hostes publici
87: eletto console Lucio Cornelio Cinna per opera di Silla, ma questi passa dalla parte dei
democratici, richiamando Mario dall’esilio, ma è costretto a fuggire per l’opposizione del
collega Gneo Ottavio e i tumulti in città; Roma è assediata da Mario con un esercito di veterani
raccolti in Etruria; Silla sbarca in Grecia e inizia l’assedio di Atene
86: Gaio Mario, approfittando dell’assenza di Silla per la guerra mitridatica, viene eletto console e
invia un esercito comandato da Valerio Flacco a combattere Mitridate, ma il legato Gaio di
questo, Flavio Fimbria, lo uccide e ne prende il posto, riconquistando diverse città della
provincia d’Asia e scacciando Mitridate da Pergamo, suo quartier generale; Mario muore dopo
pochi mesi e a Cinna si fa affiancare da Gneo Papirio Carbone, coppia consolare riconfermata
anche nei due anni successivi (→ dominatio cinnana)
85: Mitridate VI viene costretto da Silla alla pace di Dardano → rientro nei confini del Ponto,
consegna della flotta nell’Egeo, pagamento di un’indennità; le truppe di Fimbria passano dalla
parte di Silla, che le affida al proprio legatus Lucio Licinio Murena, lasciato a presidio della
provincia d’Asia
primavera 84: Cinna, mentre sta per imbarcarsi ad Ancona per combattere Silla in Grecia, viene
assassinato dai suoi soldati; Carbone fa preparativi bellici sul suolo italico
83-82: seconda guerra mitridatica condotta da Licinio Murena: questione di poco conto
83: Silla sbarca a Brindisi, dove gli vanno incontro Crasso, il più importante esponente degli
equites, e Gneo Pompeo, che gli consegna tre legioni raccolte nel Piceno
82: Silla vince Mario il Giovane a Preneste e l’ultima resistenza dei Sanniti presso Porta
Collina, si impadronisce di Roma, con la carica di dictator legibus scribundis et reipublicae
constituendae a tempo indeterminato → compilate liste di proscrizione ed emanate leggi che
favoriscono gli optimates a scapito dei populares
80-79: istituita la provincia di Cilicia
80: il propretore mariano della Spagna Citeriore Quinto Sertorio organizza una rivolta dei Lusitani
79: Silla invia contro Sertorio Metello Pio, che non riesce a sedare la ribellione, nel frattempo
estesasi a tutta la Spagna e rafforzata dai superstiti seguaci di Lepido guidati da Marco
Perperna;
Silla abdica alla dittatura, si ritira a vita privata in Campania, dove muore l’anno dopo
78: il console Marco Emilio Lepido propone provvedimenti sovvertitori di quelli di Silla (ripristino
prerogative tribunizie, ripresa delle frumentationes, estromissione dei coloni sillani dai territori
sottratti agli italici) → inviato a sedare una rivolta in Etruria, ma si mette a capo dei rivoltosi,
favorendo una simile ribellione nell’Italia settentrionale → senatusconsultum ultimum: reazione
affidata al proconsole Lutazio Catulo e a Pompeo (imperium come propretore) → Pompeo a
Modena seda la rivolta del Nord mentre Catulo sconfigge Lepido al ponte Milvio
77: Pompeo giunge in Spagna verso la fine dell’anno, ma viene sconfitto alcune volte per non aver
voluto aspettare i rinforzi di Metello Pio; Mitridate offre la sua alleanza a Sertorio
74-73: Metello e Pompeo espugnano varie piazzeforti sertoriane
74-63: terza guerra mitridatica
74: al pretore Marco Antonio (figlio dell’Antonio che nel 102 aveva sconfitto i pirati in Cilicia)
ottiene un potere illimitato per debellare i predoni, ma è sconfitto a Creta; Mitridate invade la
provincia d’Asia per evitare che Roma entri in possesso della Bitinia, lasciatale in eredità da
Nicomede IV → viene inviato contro il re del Ponto Lucio Licinio Lucullo
73: a Capua scoppia una rivolta degli schiavi guidata dal Trace Spartaco; le violente proteste per le
difficoltà nei rifornimenti granari sfociano nella reintroduzione delle frumentationes abrogate da
Silla; Lucullo sgomina l’esercito mitridatico e penetra nel Ponto attraverso la Galazia con
l’appoggio del capo galata Deiotaro
72: Perperna assassina Sertorio per prendere il posto di comandante, ma viene presto sconfitto e
giustiziato; a Pompeo va il merito di aver concluso la guerra in Spagna con una razionale opera
di pacificazione → la Spagna diviene per Pompeo una base clientelare; Crasso si fa assegnare
uno speciale imperium proconsulare per venire a capo della guerra servile, chiude le bande di
rivoltosi nel Bruzio, che cercano di attraversare lo stretto per raggiungere la Sicilia, ma i pirati
cilici frodano Spartaco; Mitridate, sconfitto e spodestato da Lucullo anche in virtù della
cavalleria fornita da Deiotaro si rifugia dal genero Tigrane, re d’Armenia
71: Marco Licinio Crasso sconfigge a Brindisi una parte dei ribelli di Spartaco; l’altra metà degli
schiavi rivoltosi è sconfitta da Pompeo che rientrava in Italia dalla Spagna
70: consolato di Pompeo (con una speciale dispensa senatoria perché privo del regolare cursus
honorum) e Crasso, che abrogano le riforme sillane più invise, restaurando i poteri
dei tribuni della plebe; Cicerone difende i Siracusani contro il propretore Verre; i Romani
sottomettono tutte le piazzeforti del Ponto
69: Lucullo decide la spedizione in Armenia, che si estendeva dalla Mesopotamia alla Siria (da cui
Tigrane aveva estromesso gli ultimi seleucidi → nella battaglia di Tigranocerta i Romani
riportano la vittoria, ma Lucullo viene esautorato per l’opposizione dei finanzieri romani, adirati
con lui per la riduzione dei debiti nella provincia d’Asia
68-67: Quinto Cecilio Metello sottomette la provincia di Creta
67: la Lex Gabinia de piratis persequendis (tribuno Aulo Gabinio) concede a Pompeo un imperium
proconsulare (illimitato su tutto il Mediterraneo e sui litorali fino a 50 miglia nell’interno →
facoltà di indire arruolamenti, allestire la flotta e nominare legati) per debellare i pirati cilici,
impresa portata a termine in tre mesi
66: Pompeo ottiene un imperium extraordinarium (lex Manilia) illimitato per sconfiggere Mitridate
VI e si allea con i Parti → Tigrane si sottomette e Mitridate si rifugia nel Bosforo Cimmerio
(Crimea); Catilina tenta una candidatura al consolato, ma non è ammesso perché accusato de
ambitu (corruzione) → la congiura ordita ai danni dei consoli eletti non è messa in pratica →
Lucio non è incriminato grazie all’appoggio di Crasso
65: edilità di Cesare, che offre splendidi ludi
64: Catilina ritenta la candidatura al consolato, che è nuovamente rifiutata → ordita una congiura a
danno dei consoli dell’anno successivo; Pompeo riorganizza l’Oriente, riducendo a provincia il
Ponto, la Cilicia, la Siria ed affidando a sovrani di fiducia la Cappadocia, la Galazia e la Giudea
63: fine della seconda guerra mitridatica per il suicidio di Mitridate, tradito dal figlio Farnace, a cui
era stato promesso il regno del Bosforo → Pompeo sistema globalmente l’Oriente, ampliando la
propria personale clientela; il console Marco Tullio Cicerone scopre la congiura di
Catilina grazie a Fulvia, una congiurata, ed attacca Catilina in Senato con le Catilinarie →
Catilina si rifugia con i suoi seguaci in Etruria; pontificato massimo e pretura di Cesare
gennaio 62: battaglia di Pistoia: le forze del cospiratore Catilina sono sconfitte dalle forze armate
romane governative di Gaio Antonio (ai congiurati, illecitamente, non è concessa la
provocatio ad populum)
62: Pompeo sbarca a Brindisi e congeda le legioni → qualche mese dopo è celebrato il trionfo
60: primo triumvirato: Cesare sarebbe stato console per il 59 a.C. e avrebbe fatto approvare la
sistemazione pompeiana dei territori orientali ed avrebbe diminuito di un terzo le imposte che i
pubblicani, sostenitori di Crasso, dovevano allo Stato; alla fine del consolato, Cesare sarebbe
diventato per cinque anni proconsole della Gallia Cisalpina, della Narbonese e dell’Illirico
59: consolato di Cesare e di Marco Calpurnio Bibulo, che viene estromesso dal potere per aver
contrastato il collega con ogni mezzo, appigliandosi anche a divieti di natura religiosa;
approvata la legge che istituiva distribuzioni agrarie ai veterani di Pompeo; la lex Vatinia
ratifica il proconsolato quinquennale di Cesare nelle Gallie e nell’Illirico
58-50: conquista della Gallia da parte di Cesare
58-56: Cesare occupa l’intera Gallia fino al Reno
58: battaglia di Bibracte: vittoria di Cesare sugli Elvezi → inizia la conquista della Gallia; battaglia
in Alsazia (Battaglia di Vesonzio): Cesare sconfigge definitivamente i Germani Suebi di
Ariovisto ai piedi dei Vosgi → salda occupazione romana nel cuore della Gallia Comata vel
Bracata; nel frattempo Publio Licinio Crasso continua in Normandia la sottomissione delle zone
costiere settentrionali; il tribuno Publio Clodio reintroduce i collegia, associazioni artigiane
sciolte nel 64, istituisce frumentationes gratuite, fa annettere l’isola di Cipro, con il tesoro del
suo sovrano Tolomeo e fa approvare la lex Clodia, che condannava all’esilio chiunque avesse
condannato un cittadino romano senza concedere la provocatio ad populum → Cicerone
condannato all’esilio
57: Cicerone viene richiamato dall’esilio; Pompeo è efficace prefetto dell’annona e recluta una
banda armata agli ordini di Tito Annio Milone per fronteggiare le bande che Clodio aveva
radunato tra i collegia;
56: accordo di Lucca: Cesare avrebbe mantenuto il controllo delle Gallie per altri cinque anni,
Pompeo e Crasso sarebbero stati consoli per il 55 a.C. ed inseguito avrebbero ottenuto il
governatorato rispettivamente della Spagna e della Siria; l’evidenza del progetto imperialistico
su tutta la Gallia suscita la reazione dei Veneti di Bretagna, sconfitti da Cesare che aveva anche
allestito una flotta, mentre Crasso a Sud ottiene la sottomissione delle tribù d’Aquitania →
Cesare dichiara la Gallia provincia romana
55-54: Cesare si spinge in Britannia fino al Tamigi
55: consolato di Pompeo e Crasso: la lex Pompeia Licinia garantisce la proroga del proconsolato di
Cesare, mentre il tribuno Gaio Trebonio promuove l’assegnazione di un simile potere
quinquennale a Crasso in Siria e a Pompeo in Spagna; due popoli germanici invadono la Gallia
Belgica e Cesare li sopraffa e li stermina
54: morte di Giulia, figlia di Cesare e moglie di Pompeo
53: Cesare sconfigge una rivolta di Galli comandata da Ambiorige, sovrano degli Eburoni; battaglia
di Carre: un esercito romano guidato da Crasso, che viene ucciso con una colata di piombo fuso
in gola, è annientato dai Parti
gennaio 52: dopo gli scontri armati tra le bande del cesariano Publio Clodio ed il pompeiano Annio
Milone lungo la via Appia e la morte del primo, il popolo si ribella ed il Senato nomina
Pompeo consul sine collega per riportare l’ordine a Roma
52: battaglia di Gergovia: Vercingetorige infligge una lieve sconfitta a Cesare, che perde la sua aura
di imbattibilità; battaglia di Alesia: Cesare sconfigge il ribelle gallico Vercingetorige,
completando la conquista romana della Gallia transalpina; Pompeo stabilisce che i candidati alle
magistrature debbano essere presenti a Roma, ma un plebiscito dispensa Cesare; prolungato per
un altro quinquennio l’imperium proconsulare di Pompeo
51: Cesare chiede una proroga perché il suo comando militare sarebbe scaduto nel 50, lasciandolo
scoperto come privatus nel 49 prima del previsto consolato del 48, ma il console Marco Claudio
Marcello induce il Senato a respingere la richiesta
50: Cesare rifiuta di congedare le legioni al termine del suo mandato e compie ripetuti tentativi di
mediazione, falliti per l’intransigenza degli ottimati
1 gennaio 49: il tribuno Marco Antonio legge un messaggio di Cesare, nonostante l’opposizione dei
consoli Gaio Claudio Marcello e Lucio Cornelio Lentulo, ma le proposte vengono
rifiutate; i tribuni Quinto Cassio e Marco Antonio pongono il veto alla designazione
di Domizio Enobarbo quale proconsole delle Gallie al posto di Cesare, ma i
pompeiani li costringono a fuggire
7 gennaio 49: un senatusconsultum ultimum affida formalmente la difesa della respublica ai consoli
e in pratica la consegna a Pompeo
11 gennaio 49: Cesare varca in armi il Rubicone, che segnava il sacro pomerium di Roma e occupa
Rimini → inizio della guerra civile; il tribuno della plebe Marco Antonio si schiera
dalla parte di Cesare
49: Cesare scende incontrastato la penisola fino a Roma, da cui Pompeo ero fuggito, salpando da
Brindisi con 5 legioni e svariati senatori alla volta dell’Oriente → Cesare parte per la Spagna,
dove in meno di due mesi le forse pompeiane gli si arrendono → Cesare si fa assegnare una
dittatura straordinaria, proposta dal pretore urbano Marco Emilio Lepido, massima carica
rimasta nell’Urbe e concede la cittadinanza romana ai Transpadani prima di essere eletto come
console per il 48 e aver deposto, a dicembre, il potere dittatoriale; l’unico scacco dei cesariani è
in Africa, dove Gaio Scribonio Curione era stato inviato a contrastare il governatore provinciale
e il re di Numidia
48: all’inizio dell’anno Cesare salpa da Brindisi con Marco Antonio come luogotenente → presso la
costa illirica a Dyrrachium (Durazzo) gli opposti accampamenti si fronteggiano per mesi, prima
che Cesare, in difficoltà di approvvigionamento, ripieghi sulla Tessaglia, seguito da Pompeo →
battaglia di Farsalo: decisiva vittoria di Cesare contro Pompeo, che si rifugia in Egitto, ma
viene ucciso dai sicari inviati dai ministri di Tolemeo XIII → Cesare si duole di quest’atto e
favorisce, nella questione dinastica, la sorella di Tolemeo, Cleopatra VII
ottobre 48: Cesare ottiene una dittatura di durata annuale e il governo dell’Urbe è affidato al suo
magister equitum Marco Antonio
47: Cesare, bloccato nei quartieri reali di Alessandria dalle truppe tolemaiche, viene raggiunto dai
rinforzi di alleati orientali e riesce a sconfiggere Tolemeo XIII, insediando sul trono egiziano
Cleopatra insieme col fratello minore Tolemeo XIV; battaglia di Zela: Cesare sconfigge il re del
Bosforo Farnace, che aveva rioccupato il regno avito (Ponto) e invaso anche la Bitinia, in una
brillante e veloce campagna militare
46: consolato di Cesare e Marco Emilio Lepido→ battaglia di Tapso (costa orientale della Tunisia)
→ suicidio di Marco Porcio Catone, che aveva il comando del presidio di Utica → la Numidia
diviene provincia romana; Cesare ottiene una dittatura decennale reipublicae consituendae
causa
45: battaglia di Munda (tra Siviglia e Malaga): Cesare distrugge le ultime forze della resistenza
pompeiana (→ i figli Gneo e Sesto Pompeo) e diviene l'assoluto padrone di Roma
inizio 44: la dittatura cesariana reipublicae constituendae causa diviene a vita (magister equitum:
Lepido)
15 marzo 44: Giulio Cesare viene assassinato da una congiura senatoria a capo di Marco Giunio
Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto
notte fra 15 e 16 marzo 44: Lepido, in reazione al cesaricidio, fa occupare il foro dalle truppe
17 marzo 44: il console Marco Antonio in senato fa approvare un compromesso che prevede
l’amnistia per i congiurati e il riconoscimento degli atti di Cesare (così non dichiarato
tiranno)
20 marzo 44: la laudatio funebris tenuta da Antonio al funerale di Cesare suscita l’ira della folla,
commossa anche dai lasciti testamentari → i cesaricidi sono costretti ad allontanarsi
da Roma
44: la lex Antonia de actis Caesaris confirmandis ingiunge di pubblicare, con efficacia di legge, le
disposizioni cesariane; il console abolisce la dittatura
fine aprile 44: il pronipote Gaio Ottavio è adottato da Cesare per via testamentaria, ma il console
rifiuta di consegnargli i tre quarti dei beni di Cesare che gli spettano
44: Antonio rifiuta il proconsolato della Macedonia, attribuitagli per la lex de permutatione
provinciarum e la sostituisce con le Gallie (Transalpina + Cisalpina); Bruto e Cassio decidono
di organizzare il loro esercito in Oriente → Bruto sottrae la Macedonia e le sue truppe a Gaio
Antonio, Cassio elimina Publio Cornelio Dolabella, governatore di Siria, e i due collaborano per
assicurarsi anche il possesso dell’Asia Minore; Cicerone inizia la propaganda antiantoniana con
le sue orazioni, soprannominate Filippicae
ottobre 44: Antonio incolpa Ottaviano di aver cospirato contro di lui e questi induce alla defezione
le legioni che il primo aveva fatto venire dalla Macedonia
fine 44: Antonio si dirige in Cisalpina, che il proconsole precedente, Decimo Bruto, non aveva
intenzione di abbandonare
1 gennaio 43: con la V Filippica Cicerone ottiene dal Senato di ingiungere ad Antonio di
abbandonare la Cisalpina e di attribuire un comando militare (imperium pro praetore)
ad Ottaviano, insieme con l’incarico per i consoli Aulo Irzio e gaio Vibio Pansa di
arruolare nuove truppe
43: Marco Antonio assedia Decimo Bruto a Mutina, mentre il Senato annulla la sua opera
legislativa e organizza le ostilità
aprile 43: Ottaviano e i consoli sconfiggono Antonio a Modena → entrambi i consoli muoiono e
l’intero esercito dipende da Ottaviano; Antonio raccoglie le truppe superstiti e i rinforzi
del suo generale Publio Ventidio e si presenta in Narbonese all’accampamento di Lepido,
che con Lucio Munazio Planco e Asinio Pollione, comandanti cesariani, aderisce alla
causa di Antonio
luglio 43: Ottaviano marcia su Roma perché il Senato non ha accettato la sua candidatura a console
e viene eletto insieme col cugino Quinto Pedio → i consules suffecti, con la lex Pedia,
abrogano l’amnistia per i cesaricidi e annullano il provvedimento che dichiara Antonio
hostis publicus; nel frattempo Decimo Bruto, abbandonato dalle truppe, era stato ucciso
da un capo gallico
43-38: secondo triumvirato (poi prorogato fino al 33 a.C.), formalmente legalizzato come triumviri
reipublicae constituendae → ad Antonio la Gallia Comata, a Lepido la Narbonensis e la
Spagna, a Ottaviano Sicilia, Sardegna e Africa, mentre l’Italia è zona comune; compilate
liste di proscrizione
fine 43: per sovvenire alle necessità finanziare della guerra di Modena, il Senato ristabilisce il
tributum e il governo triumvirale impone nuove tasse
inizio ottobre 42: battaglia di Filippi (Macedonia, a N-E del monte Pangeo): Marco Antonio
sconfigge Cassio, che si suicida
23 ottobre 42: a Filippi viene sconfitto Bruto
42: Antonio stabilisce di tenersi tutta la parte orientale del dominii romani, oltre alle Gallie Comata
e la Narbonensis (la Cisalpina non era più provincia), a Lepido fu assegnata l’Africa, mentre a
Ottaviano spetta la Spagna e il compito di sistemare in Italia almeno 100000 veterani
41: il console Lucio Antonio e la moglie di Marco, Fulvia, vengono a guerra con Ottaviano, che li
costringe a chiudersi in Perugia; Cleopatra, che nel frattempo si è sbarazzata di Tolomeo XIV,
incontra Antonio a Tarso, in Cilicia, e induce il triumviro a trascorrere con lei l’inverno ad
Alessandria
febbraio 40: Perugia capitola e Ottaviano approfitta della vittoria per inviare parte delle sue truppe
ad occupare la Gallia; Antonio, che stava combattendo contro i Parte, che avevano
invaso la Siria ed erano dilagati in Asia Minore e in Palestina, informato della caduta
di Perugia, torna in Italia e raggiunge un accordo con Ottaviano: ad Antonio rimane
l’Oriente, a Ottaviano l’Occidente, Illirico compreso, l’Italia è a disposizione di
entrambi per gli arruolamenti e a Lepido è confermata l’Africa
39: il generale antoniano Ventidio riesce a liberare le province romane dai Parti; stipulato un
accordo con Sesto Pompeo a Miseno, con cui gli vengono assegnate Sicilia, Sardegna, Corsica e
Peloponneso, ma il patto dura poco, perché i triumviri non gli concedono i territori promessi
settembre-ottobre 37: Antonio e Ottaviano stipulano un nuovo accordo A Taranto, con cui
rinnovano il triumvirato per altri 5 anni
37: Antonio riconosce i gemelli avuti da Cleopatra nel 40, Alessandro Elio e Cleopatra Selene
36: Vipsanio Agrippa sconfigge Sesto Pompeo a Nauloco → in occasione dell’ovatio per la vittoria
Ottaviano ottiene la tribunicia sacrosanctitas a vita; Lepido pretende per sé la Sicilia, ma viene
completamente esautorato e gli resta solo la carica di pontifex maximus; Antonio organizza un
spedizione militare contro i Parti, ma riesce a conquistare solo l’Armenia, detronizzando nel 34
re Artavasde
maggio/giugno 32: Antonio divorzia da Ottavia per sposare una straniera
32: le principali città italiche giurano fedeltà (coniuratio totius Italiae) ad Ottaviano contro
Antonio,
accusato di voler trasferire il potere romano in Egitto; i consoli chiedono invano la ratifica delle
donazioni di Alessandria a Cleopatra e ai suoi figli, ma Ottaviano li costringe con la forza a
fuggire da Antonio con i senatori; Ottaviano dichiara guerra a Cleopatra (bellum iustum)
31-23: consolati consecutivi di Ottaviano, che alterna vari colleghi
2 settembre 31: battaglia di Azio: la flotta di Ottaviano, comandata da Vipsanio Agrippa, annienta
quella di Marco Antonio e il primo si avvia ad essere il dominatore unico di Roma
→ fine dell’età repubblicana, inizio dell’età imperiale; viene così sbaragliato
l’Egitto, l’ultima delle monarchie ellenistiche
estate 30: Ottaviano entra in Egitto mentre le ultime truppe antoniane disertano
1 agosto 30: Antonio si toglie la vita e Cleopatra ne segue l’esempio pochi giorni dopo → Ottaviano
guadagna l’Egitto e il merito di aver riportato una pace duratura dopo tante guerre civili
30-14 d.C.: principato del princeps Ottaviano, che detiene un potere illecito dietro una facciata
repubblicana come aveva fatto Giulio Cesare
30: Ottaviano ottiene lo ius auxilii (diritto d’appello) tribunizio, il diritto di creare patrizi e quello di
grazia nei giudizi criminali; lex Saenia: creare patrizi per colmare i vuoti creati dalle
proscrizioni e dalle guerre civili
29: il Senato viene scremato di circa 200 persone indegne
28: Ottaviano, COS VI assieme al genero Agrippa, è nominato princeps senatus
27-24: Ottaviano e Agrippa sono impegnati nella sistemazione di Gallia e Spagna
13 e 16 gennaio 27: Ottaviano rimette propagandisticamente il potere nelle mani del Senato e del
popolo → gli vengono però confermati i diritti acquisiti in precedenza, con
l’aggiunta di un imperium proconsulare decennale sulle province di frontiera
(diritto formalmente riconosciuto di stare a capo di gran parte dell’esercito)
27: il Senato nomina Ottaviano Augustus
23: Ottaviano rinuncia sponte sua al consolato, in cambio del quale ottiene l’imperium
proconsolare maius et infinitum, e gli viene attribuita a tempo indeterminato la tribunicia
potestas, completata dall’intercessio; inoltre è autorizzato a presentare in Senato proposte di
legge e a legiferare autonomamente tramite editti
22: Augusto assume la cura annonae; Augusto va in Grecia e in Asia per sistemare l’Oriente
20: il re dei Parti, incalzato da Tiberio, accondiscende a richiedere formalmente l’amicizia del
popolo romano
19: Ottaviano diviene console a vita e prefetto dei costumi; piegata la resistenza di Asturi e Cantabri
18-9: Augusto promuove le leggi de maritandis ordinibus e de adulteriis a difesa morale della
famiglia e a favore dell’incremento demografico
18: ad Agrippa sono conferiti tribunicia potestas e imperium proconsulare
16-15: Augusto torna in Gallia per arginare un’invasione germanica che aveva annientato la legione
del legato Marco Lollio (Lolliana clades)
15-14: sistematiche campagne contro le popolazioni alpine: Tiberio e il fratello Druso sottomettono
Rezia, Vindelicia, Vallis Poenina, Norico, Alpi Cozie e Alpi Marittime
13: rinnovati i poteri conferiti ad Agrippa nel 18 a.C.
12: Augusto, alla morte di Lepido, diviene pontifex maximus; Tiberio dà inizio alla campagna in
Pannonia e Druso a quella in Germania; morte di Marco Vipsanio Agrippa
9: Tiberio, subentrato al fratello defunto, si spinge fino all’Elba; Augusto erige l’Ara Pacis in
Campo Marzio
6: Tiberio abbandona famiglia e incarichi (aveva appena ricevuto la tribunicia potestas) per ritirarsi
in esilio volontario a Rodi, da cui tornerà solo dopo sette anni
2: Augusto, che rifiuta di essere chiamato dominus, viene proclamato pater patriae; i pretoriani,
guardia del corpo imperiale, sono al comando di due prefetti del pretorio; Giulia, figlia di
Augusto, è relegata nell’isola di Pandataria (Ventotene) per adulterio e frequentazioni
politicamente pericolose
0: nascita di Gesù Cristo (data convenzionale: probabilmente l’evento è accaduto pochi anni prima)