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DETTAGLI COSTRUTTIVI:

“THE ART OF DETAILING”


FABRIZIO PALMISANO
Studio Vitone & Associati, Bari
Politecnico di Bari, Bari

STUDIO VITONE & ASSOCIATI


Dettagli costruttivi
D.M. Infrastrutture e Trasporti 14.09.2005
“Norme tecniche per le Costruzioni” (par. 5.1.6)

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“Nessun problema è infatti tanto originale da
non aver qualche antecedente”
Eduardo Torroja

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THE ART OF DETAILING
R. Park & T. Paulay (1975)

‘I recenti sviluppi mirati a capire il comportamento delle


strutture in calcestruzzo hanno portato metodi di analisi e
progetto più sofisticati.
… Si potrebbe pensare che questo sviluppo da solo possa
produrre strutture più funzionali ed economiche.

Ogni buon progettista sa, tuttavia, che il progetto è molto di


più che proporzionare una sezione strutturale o ottenere sforzi
sicuri.
L’economia complessiva, la fattibilità e la facilità nella
costruzione sono alcuni tra gli altri aspetti ugualmente
importanti di un progetto di successo.
Infatti una analisi elaborata diventa inutile se le calcolazioni
non sono riportate in strutture di successo.’

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La finalità del detailing
CEB-Fip Model Code 90 (par. 9) – Eurocode 2 (parte 1-1, par.9)

Il detailing è l’insieme delle indicazioni relative ai


valori limiti, alla localizzazione ed al disegno degli
elementi di armatura nonché alle caratteristiche
geometriche delle sezioni resistenti che devono
essere rispettate in aggiunta alle indicazioni che
risultano dalle analisi numeriche.

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La finalità del detailing
Il detailing è una indispensabile integrazione del calcolo al
fine di realizzare gli obiettivi prestazionali del progetto:
•per compensare la limitata affidabilità del
modello, specie quando è consentito l’uso di modelli
A - GLI OBIETTIVI semplificati
delle verifiche:
•per assicurare tolleranze alle inevitabili
1. AFFIDABILITA’ DEL approssimazioni di cantiere
MODELLO
2. CAPACITA’
PRESTAZIONALE
DELLA STRUTTURA

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CEB-Fip Model Code 90 (par. 1.4.5.2)

Sez. Orig. a Sez. Rid. a% A% J%

20cmx20cm 3.66cm 16.34cmx16.34cm -18.30% -33.25% -55.44%

30cmx30cm 3.74cm 26.26cmx26.26cm -12.47% -23.38% -41.29%

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La finalità del detailing
Il detailing è una indispensabile integrazione del calcolo al
fine di realizzare gli obiettivi prestazionali del progetto:
•per compensare la limitata affidabilità del
modello, specie quando è consentito l’uso di modelli
A - GLI OBIETTIVI semplificati
delle verifiche:
•per assicurare tolleranze alle inevitabili
1. AFFIDABILITA’ DEL approssimazioni di cantiere
MODELLO
2. CAPACITA’ •per garantire, anche attraverso regole empiriche,
PRESTAZIONALE il perseguimento delle prestazioni quando le
DELLA STRUTTURA relative valutazioni numeriche non sono
praticamente possibili oppure non sono prescritte,
perché inattendibili o troppo complesse, in
relazione alla affidabilità dei risultati o alla
economia del progetto

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O.P.C.M. 3274,
CIRC. MIN. LL.PP. 10.04.1997 n. 65/AA.GG.

NELLE TRAVI IL RAPPORTO B/H


NON DEVE ESSERE MINORE DI 0.25

Evitare il possibile pericolo di instabilità laterale in campo di


risposta non lineare

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La finalità del detailing
Il detailing è una indispensabile integrazione del calcolo al
fine di realizzare gli obiettivi prestazionali del progetto:
•per compensare la limitata affidabilità del
modello, specie quando è consentito l’uso di modelli
A - GLI OBIETTIVI semplificati
delle verifiche:
•per assicurare tolleranze alle inevitabili
1. AFFIDABILITA’ DEL approssimazioni di cantiere
MODELLO
2. CAPACITA’ •per garantire, anche attraverso regole empiriche,
PRESTAZIONALE il perseguimento delle prestazioni quando le
DELLA STRUTTURA relative valutazioni numeriche non sono
praticamente possibili oppure non sono prescritte,
perché inattendibili o troppo complesse, in
relazione alla affidabilità dei risultati o alla
economia del progetto
•per garantire il perseguimento degli obiettivi
prestazionali minimi e inderogabili richiesti per
l’opera

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PERCENTUALI MINIME ARMATURA A FLESSIONE
(zona non sismica)

Esempio:
Eurocode 2 (UNI EN 1992-1-1, par. 9.2.1.1)

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PERCENTUALI MINIME ARMATURA A FLESSIONE
(zona non sismica)

NII
NI

MII MI

NI
NII

II I
(post-fessurazione) (pre-fessurazione)
M
NIIII M
NII

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La finalità del detailing
Il detailing è una indispensabile integrazione del calcolo al
fine di realizzare gli obiettivi prestazionali del progetto:
•per compensare la limitata affidabilità del
modello, specie quando è consentito l’uso di modelli
A - GLI OBIETTIVI semplificati
delle verifiche:
•per assicurare tolleranze alle inevitabili
1. AFFIDABILITA’ DEL approssimazioni di cantiere
MODELLO
2. CAPACITA’ •per garantire, anche attraverso regole empiriche,
PRESTAZIONALE il perseguimento delle prestazioni quando le
DELLA STRUTTURA relative valutazioni numeriche non sono
praticamente possibili oppure non sono prescritte,
perché inattendibili o troppo complesse, in
relazione alla affidabilità dei risultati o alla
economia del progetto
•per garantire il perseguimento degli obiettivi
prestazionali minimi e inderogabili richiesti per
l’opera

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REQUISITI DI BASE – Eurocodici (UNI-EN 1990 maggio 2004)

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Metodi di analisi strutturale secondo
EUROCODE 2 (UNI EN 1992-1-1)
5.4 - Analisi elastica lineare
5.5 - Analisi elastica lineare con ridistribuzione limitata
5.6 – Analisi plastica
5.7 – Analisi non lineare

STM

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TASK GROUP 1.1 Design applications
Convener: Almeida
Members: Bousias, Corres Peiretti, Fillo, Friedrich, Haugerud, Kálny,
Miehlbradt, Palmisano, Perez-Fadón, Reineck, Rissanen, Shiratani, Voumard,
Westerberg

WORKING PARTY 1.1.3 Design examples for the application of


strut-and-tie models
Convener: Reineck
Members: Almeida, Bousias, Camara, Chen, Corres Peiretti, Fillo, Goldack,
Haugerud, Ichihashi, Kálny, Kuchma, Lourenço, Miehlbradt, Nguyen,
Palmisano, Perez-Fadón, Shiratani, Voumard, Westerberg, Yanez

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REGIONI IN CUI SI UTILIZZANO I MODELLI STM

‘I modelli tirante puntone possono essere utilizzati per il


calcolo allo SLU di regioni in continuità (stato fessurato di
travi e piastre, …) e per il calcolo allo SLU e la
disposizione delle armature nelle regioni di discontinuità
(…). In generale queste ultime si estendono fino ad una
distanza h (altezza della sezione dell’elemento) dalla
discontinuità.’
(UNI EN 1992 – 5.6.4)

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D-regions
a) Discontinuità
geometrica

•Discontinuità statica

c) Discontinuità statica
e geometrica

Schlaich J, Schafer K. Designing and detailing using Strut-and-tie


Models. Proc. of the Workshop Strut-and-Tie Models for the
Design of Structural Concrete, ed. K. Shafer, 1996, National Cheng
Kung University, Tainan STUDIO VITONE & ASSOCIATI
D-regions

Schlaich J, Schafer K. Designing and detailing


using Strut-and-tie Models. Proc. of the
Workshop Strut-and-Tie Models for the Design
of Structural Concrete, ed. K. Shafer, 1996,
National Cheng Kung University, Tainan

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IL METODO DEL PERCORSO DEL CARICO
LPM
PER ‘DISEGNARE’ LO
STM

‘Fra i mezzi possibili per lo sviluppo di idonei modelli


tirante-puntone si includono la determinazione di linee
isostatiche e di distribuzioni di tensioni derivanti dalla
teoria dell’eleasticità lineare oppure il ricorso al
metodo del percorso del carico. Tutti i modelli tirante-
puntone possono essere ottimizzati con criteri
energetici.’
(UNI EN 1992 – 5.6.4)

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Lo Strut and Tie Model:

- E’ un modello formato dall’organizzazione di


elementi lineari ad asse rettilineo. Tutti i nodi sono
sconnessi alla rotazione e tutte le azioni esterne e le
reazioni vincolari sono costituite da forze applicate
direttamente nei nodi.

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I fondamenti del Load Path Method:
- L’equilibrio: le forze
rappresentano i carichi che,
lungo il loro percorso, dai
punti di applicazione S, sino ai
vincoli E, ed in corrispondenza
di ogni deviazione della
traiettoria, sono tuttavia
obbligate, per tenersi in
equilibrio, a spingere sulla
restante struttura,
applicandole spinte H e
ricevendone il sostegno delle
reazioni, uguali e contrarie
alle stesse.

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I fondamenti del Load Path Method:
L’espressione
1 dell’energia di deformazione è:
D =  N i li i
- La congruenza: il 2 i
percorso ‘migliore’ è
quello cui corrisponde il Dove:
minimo di energia di - il pedice “i” individua il generico tratto del
deformazione. Fra gli percorso LP;
infiniti percorsi
‘equilibrati’ il carico
- “Ni” indica l’intensità del vettore che interessa

opterà, inevitabilmente,
l’i-esimo tratto;

per l’unico anche - “i “ è la deformazione caratterizzante l’i -

‘congruente’, esimo tratto;


conformemente al - “l i” rappresenta la lunghezza del generico
principio di unicità della tratto.
soluzione.

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VERIFICARE UNA STRUTTURA
CON IL MODELLO STM
LE VERIFICHE:
A – GLI OBIETTIVI delle verifiche

1. AFFIDABILITA’ DEL MODELLO


2. CAPACITA’ PRESTAZIONALE DELLA STRUTTURA

B – IL PROCEDIMENTO di verifica

1 – IL “DISEGNO” DEL MODELLO


2 – LE ASTE TESE
3 – LE ASTE COMPRESSE
4 – I NODI

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1. VALUTAZIONE PRELIMINARE
DELLA AFFIDABILITA’ DEL
MODELLO

LA QUALITA’ DEL “DISEGNO” DEL


MODELLO

1.1 L’ADERENZA FRA GEOMETRIA


DEL MODELLO E FORMA
DELLA STRUTTURA
HL5

HT4

HL6

Auditorium di Roma, Parco della Musica


Progetto Architettonico: Renzo Piano Building Workshop
Progetto delle Strutture: Studio Vitone & Associati STUDIO VITONE & ASSOCIATI
1. VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA
AFFIDABILITA’ DEL MODELLO

LA QUALITA’ DEL “DISEGNO” DEL


MODELLO

1.2 L’ADERENZA FRA IL DISEGNO


DELLE ASTE E QUELLO DEI
FLUSSI DEGLI SFORZI
INTERNI NELLE CONDIZIONI
PRE-FESSURATIVE

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INFLUENZA DEL “DISEGNO” DELLE ARMATURE SUL REALE COMPORTAMENTO
POST-FESSURATIVO DELLA STRUTTURA

M>0
type 4
M

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INFLUENZA DEL “DISEGNO” DELLE ARMATURE SUL REALE COMPORTAMENTO
POST-FESSURATIVO DELLA STRUTTURA

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INFLUENZA DEL “DISEGNO” DELLE ARMATURE SUL REALE COMPORTAMENTO
POST-FESSURATIVO DELLA STRUTTURA

G. Elia, F. Palmisano, A. Vitone, C. Vitone: “An interactive procedure


to design strut and tie models in reinforced concrete structures using
the ‘evolutionary structural optimisation’ method”. Atti della 4th ASMO
UK / ISSMO conference on Engineering Design Optimization, Newcastle-
upon-Tyne, Gran Bretagna, 4-5 Luglio 2002. STUDIO VITONE & ASSOCIATI
UN ESEMPIO DI ‘DETAILING’:

L’INFITTIMENTO DELLE STAFFE NELLE ZONE DI


ESTREMITÀ DEI PILASTRI

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STUDIO VITONE & ASSOCIATI
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STUDIO VITONE & ASSOCIATI
Infittimento delle staffe per
l’introduzione del carico Infittimento delle staffe
verticale per
l’introduzione del carico
orizzontale

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Infittimento delle staffe per
evitare lo sbandamento delle
barre longitudinali in presenza
di azioni orizzontali

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a/3

a
Zone infittimento staffe

b/3

D.M. Infrastrutture e Trasporti 14.09.2005


(zone sismiche)

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Infittimento delle staffe per “confinare” il
calcestruzzo
[UNI EN 1992-1-1:2005, par. 3.1.9 ]

vedi particolare "a"

s s s s

F
particolare "a"

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Fase non fessurata

Le spinte diffuse trovano


equilibrio con un percorso
in parte nel cls ed in parte
nella staffa

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Fase fessurata
Al crescere del carico si
fessura la zona di cls
soggetta a trazione e le
spinte non equilibrate si
formano anche in zone più
interne

Il processo di fessurazione
si arresta allorché le spinte
trovano equilibrio
percorrendo il cls con sola
compressione, esso non
interessa la zona confinata

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b0
s

b1
area confinata

0.25b1

0.25s

b0

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