Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
Fasi
- Codifica
- Ritenzione
- Recupero
Ora, gli ideatori di tale modello di memoria, definito modale, (Atkinson, Shiffrin
1968) supponevano che l’informazione elaborata temporaneamente dalla memoria a
breve termine venisse trasferita attraverso la ripetizione (il rehearsal) nella memoria
a lungo termine. Sostanzialmente più l’input permane nella memoria a breve termine
attraverso la ripetizione, maggiori sarebbero le garanzie di un suo trasferimento nella
memoria a lungo termine. Di fatto, che la ripetizione svolga un ruolo importante nella
memorizzazione è indubitabile, tuttavia la sua importanza varia dal tipo di
apprendimento e dagli obiettivi che ci si pone. La sola ripetizione, infatti, non può
garantire il trasferimento dell’informazione dalla memoria a breve termine alla
memoria a lungo termine; essa non conduce automaticamente alla costruzione di un
ricordo stabile nel tempo se non interviene un’elaborazione più profonda. D’altra
parte, se si supponesse che la sola ripetizione di un certo materiale fosse sufficiente a
creare un ricordo stabile si ricadrebbe facilmente in una visione meccanicistica
dell’apprendimento pericolosamente incline alle teorie comportamentiste.
Craick e Lockart (1972) hanno proposto un modello funzionale, basato sull’ipotesi
della profondità di codifica. In questa nuova prospettiva, l’elaborazione
dell’informazione procede lungo un continuum secondo un percorso che procede dai
livelli più superficiali di codifica, (i tratti sensoriali e fisici) fino a pervenire ad una
elaborazione profonda dell’input a livello semantico. La variabile dunque non è più
solo il tempo di ripetizione, ma diviene un fattore centrale la profondità di codifica,
ossia il livello semantico e dunque significativo dell’elaborazione.
È evidente come il modello di Craick e Lockart presenti forti punti di coerenza con le
teorie dell’apprendimento significativo proposte da Ausubel e assunte a presupposto
da Novak per l’uso delle mappe concettuali. Esse consentono, infatti, un tipo di
elaborazione significativa; basandosi nella rappresentazione esplicita dei rapporti fra i
concetti, esse favoriscono un’elaborazione profonda, a livello delle associazioni
semantiche, del materiale da apprendere.
L’uso delle mappe concettuali per descrivere quanto già appreso prima di integrare
un nuovo input consente di fatto un ripasso di tipo elaborativo e presenta le
caratteristiche che presiedono all’apprendimento, alla riorganizzazione delle
conoscenze e non solo alla conservazione dell’informazione. Ritroviamo lo stesso
concetto in Novak, quando si riferisce all’apprendimento meccanico e a quello
significativo: l’apprendimento meccanico si rivela vantaggioso solo per ristudiare
esattamente lo stesso argomento, mentre l’apprendimento significativo facilita anche
l’apprendimento di nuove informazioni .
ORGANIZZAZIONE DELLA MEMORIA SEMANTICA
Nella memoria a lungo termine è custodita la nostra conoscenza del mondo; si tratta
di un livello di conoscenza più astratta, semantica. È, in sostanza, la memoria nella
quale sono depositati e organizzati i concetti che presiedono al nostro sapere. La
psicologia cognitiva ha descritto vari possibili modelli di organizzazione della
memoria semantica, partendo dal presupposto che tale organizzazione deve essere
funzionale al recupero rapido delle informazioni necessarie all’interazione dell’uomo
con il mondo. Come vengono organizzati i concetti nella memoria semantica? Le
modalità di rappresentazione delle conoscenze attraverso le mappe concettuali
corrispondono all’organizzazione dei concetti nella memoria? Possono dunque
costituire un valido strumento per una didattica “ecologica”? Nel prossimo paragrafo
cercheremo di rispondere a questi quesiti.