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La storia di Pinu

3. La Naja

di Giuseppe Albanese
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La storia di Pinu La Naja


Nel 1962 Pinu parte per il servizio militare di leva al 52 Rgt. Fanteria dArresto ALPI di Fossano. Diventa chef della mensa ufficiali collezionando successi come cuoco e pasticciere. Dopo la Naja la permanenza di Pinu a Polizzi dura solo 15 giorni. I suoi amici non cerano pi, tutti emigrati. Si sentiva straniero nella sua terra natia. Foto di copertina: Cacciatori delle Alpi Tag: 52 reggimento fanteria alpi,cravatta rossa,finivu u surdatu,fossano,pinu,polizzi generosa,saint vincent,sicilia bedda, siculo,

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La visita ai parenti in Sicilia La cravatta rosso brillante Nuovo men del cuoco siculo Bravo Soldato della mia Compagnia Delloperato gastronomico e dolciario La festa del Battaglione Le 6 torte militari Lo schiaffo del Generale Lispezione del Generale Comandante Il temporale estivo Infernale inverno piemontese La guardia La promessa della riassunzione La gita fuori presidio Il Congedo Il ritorno a casa Pinuzzu arrivavu, finivu u surdatu Straniero in patria Note sullAutore

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La visita ai parenti in Sicilia Pinu, trascorse a casa sua i pochi giorni che lo separavano dallinizio della naja, non finendo mai di raccontare tutto quello che aveva visto durante la permanenza in Valle dAosta. Vicissitudini, avvenimenti belli e brutti, diversit di ogni cosa, i paesaggi dal vero! Quelli che da ragazzino lo inquietavano e si chiedeva sovente: Ma sono veri o fantasia di pittori? E loro, i familiari tutti! Lo ascoltavano come se fosse un Profeta che parla alla sua gente e credere solamente nel bene ... (Ma si! ... Che ce di male?). Dopo due giorni a casa, risalut i suoi familiari e part dalla stazione di Palermo con il lungo treno per Torino. 24 ore di viaggio lungo ed estenuante venne compensato dalla visione della grande stazione ferroviaria Porta Nuova con tanti binari dove arrivavano e partivano gli innumerevoli convogli diretti in tutta Italia e nella vicina Francia. Al binario 23 era pronto il treno diretto a Cuneo con fermata a Fossano e consentire la discesa dei ragazzi diretti nella CAR (Centro Addestramento Reclute) del 52 Reggimento Fanteria dArresto ALPI. La storia del 52 Reggimento Fanteria ALPI inizia nel 1859 a Cuneo, dove Giuseppe Garibaldi lo fond unendo tre reggimenti di volontari, i famosi Cacciatori delle Alpi. Ricostituito pi volte venne sciolto nel 1943 alla fine della II Guerra Mondiale. Nel 1958 venne nuovamente reso operativo come C.A.R. (Centro Addestramento Reclute) nella stessa citt di Cuneo, che lo aveva visto nascere, fino al 1964. Successivamente trasferito nel Nord Est venne trasformato in Battaglione di Fanteria dArresto dove stato definitivamente sciolto nel 1996. La Bandiera di Guerra esposta, a Roma, nel Museo delle Bandiere al Vittoriano.

Nella carrozza ferroviaria Pinu conobbe altri giovani diretti ella stessa Caserma. Era il 27 marzo 1962. Il giorno dopo, fece conoscenza con laria militaresca e i comandi a voce alta dai graduati nel grande piazzale per la prima adunata.

Fossano

gpeano.org/~ipertesti/i-rifugi-antiarerei/rifugi/paesi/fossano.htm

Fossano con 25mila abitanti il quarto comune pi popoloso della provincia di Cuneo, dopo Cuneo, Alba e Bra. Fa parte delle cosiddette sette sorelle (le citt pi importanti della provincia di Cuneo), insieme a Cuneo, Alba, Bra, Mondov, Savigliano e Saluzzo. Lagricoltura costituisce ancora un settore importante. Si producono: ortofrutticoli e uva; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli; sono praticate anche la pesca e la silvicoltura. Il settore economico secondario rappresentato da aziende dei settori alimentare, cartario,chimico, edile, elettronico, manifatturiero, meccanico, metallurgico e tessile.

La cravatta rosso brillante I nuovi arrivati furono avviati nel magazzino vestiario, le dettero la divisa di panno color verde oliva dove nei colletti dei giubili si cucirono le mostrine color verde bandiera; la cravatta color rosso brillante. Il neo soldato; cio Pinu, rimase stupito e incredulo; chiese subito al suo caporale di squadra: il perch di quei colori. 2

Caporale Maggiore come mai portiamo la cravatta rossa? Le fu detto che: Il 52 Reggimento onorava il colore rosso della camicia di Garibaldi. A ho capito! Durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918) il 52 Reggimento Fanteria ALPI si batte valorosamente alla Marmolada, al Passo Fedaia, al Sasso di Mezzod, al Col di Lana, al Ponte di Vidor, sul Grappa. Inviato in Francia nel 1918, combatte a Bligny, Bois de Courton, sul fiume Aisne, Sissonne, Vauxerre, Chemin des Dames , Rozoy sur Serre. Al reggimento vengono conferite la Croce di Cavaliere dellOrdine Militare di Savoia e due Medaglie dArgento al Valor Militare e ottiene come riconoscimento di portare la cravatta rossa.

A Pinu, non le dispiaciuto affatto tutto ci, e indoss la divisa molto volentieri. Solo i scarponcini le dettero due numeri pi grandi, cos il piede navig dentro malgrado avesse due paia di calzettoni. Era impossibile marciare e camminare con i scarponi due numeri pi grandi. La pelle dei piedi con lo strofinamento dettero segni di infiammazione e le vesciche stavano per apparire. Chiese al suo comandante di squadra se era possibile averne un paio di scarponi pi piccoli. Il Caporale gentiluomo lo port nel magazzino dove allinterno le pareti erano pieni di mensole di legno con migliaia di scarponi messi alla rinfusa (modo disordinato) e per fortuna; trov il numero 39 che Pinu calz molto volentieri. (Grazie a Dio) e al Caporale!! 3

Quindici giorni li trascorse in truppa. Impar a marciare e capire molte cose durante le lezioni in aula e sul campo. Impar a sparare con il pesante fucile americano (Garant), con il mitra, e lanci per la prima volta la bomba, s.r.c.m. Sempre con il caporale o il sergente vicino, al poligono militare di BRA. Nella prima squadra del Plotone, i soldati pi piccoli erano nelle file davanti e il caporale capo squadra che li affiancava. Durante un rientro dal poligono, propose una domanda al caporale: Caporale maggiore, pu chiedere al Sergente o al Sotto Tenente del nostro plotone, se hanno bisogno di un cuoco e pasticcere alla mensa Ufficiale? La risposta fu: Si ci chieder.

Bomba a mano srcm

Fucile Garant

Due giorni dopo il soldato Pinu fu chiamato dal Tenente che le chiese: Dove hai lavorato prima? Oppure sei uno che vuole imboscarsi alla mensa pur non sapendo fare nulla e passarsela meglio rispetto ai tuoi commilitoni in truppa? Il soldato Pinu rispose: Signor Tenente! Nulla di tutto questo! Le do gli indirizzi dove ho lavorato per accertarsene. Trascorsero ancora due giorni e finalmente il caporale le dette ordine di trasferirsi alla mensa Ufficiale e prendere il posto del cuoco appena congedato. (Una vera fortuna non vi pare?) Successivamente il neo cuoco soldatino, fu atteso dal Tenente responsabile e amministratore dei servizi di ristorazione della Maggiorit. 4

Fu presentato agli altri Ufficiali e sotto Ufficiali, insieme al gruppo di soldati addetti ai vari servizi; cucina, sala, e bar. Terminata la presentazione; il responsabile della mensa disse al soldato Pinu: Sappi soldato, che anche io sono originario della Sicilia e dal paese di Cinisi, Palermo. Pinu le rispose: Sono contento Signor Tenente! E, finiti di bere un crodino, (bibita analcolica) al bar, si avviarono in cucina per prendere le consegne e la responsabile attivit di cuciniere della mensa per Ufficiali. Pinu dette uno sguardo generale allambiente che le bast a sapere dove erano sistemate le attrezzature e gli alimenti negli appositi scaffali. Il Maresciallo addetto al rifornimento viveri della mensa disse al nuovo soldato cuoco; di sostituire il men in corso con quello nuovo nella speranza e certezza! Di avere dentro i piatti dei commensali nuove pietanze e farli contenti nel gustare cose diverse da prima. Anche perch erano alcuni giorni che non mangiavano bene anzi proprio male! Laiutante cuoco non aveva esperienza culinaria sufficiente per una mensa per Ufficiali. Lindomani mattina il soldatino non fece la adunata in cortile assieme alla sua Compagnia; ma, si avvi verso il grande caseggiato della Maggiorit e verso la cucina.

Nuovo men del cuoco siculo Indossata la divisa da cuoco fece scrivere il men con le seguenti pietanze. -- Antipasto: affettati misti alla piemontese, peperoni alla bagna cauda e involtini di prosciutto ripieni di insalata allitaliana o (russa). Primi. -- Bucatini con salsa di rag di carne. Gnocchi alla romana con burro e parmigiano. Secondi. -Brasato di manzo alla piemontese e scaloppe di vitello al marsala. Contorni. -- Patate alla parigina (noisette) fagiolini al burro e insalata mista. Essendo un gioved chiese al Maresciallo se poteva dare il dolce, poich in valle dAosta nei ristoranti veniva servito. Al si; aggiunse nel men. Crem caramel e crostata di ciliegie. Per il collaudo e la sicurezza; Pinu, fu assistito e guardato a vista, per vedere se era veramente capace ad espletare il delicato lavoro di cuoco e pasticcere. Dopo qualche ora di assistenza, i Superiori graduati costatarono che il siculo sapeva veramente fare quello che aveva detto precedentemente. Subito dopo gli osservatori si dileguarono come cavallette nellaria. Poche ore dopo i primi odori di una buona preparazione culinaria e dolciaria si sentirono nel corridoio e locali vari della Maggiorit. Il Comandante di Battaglione era un Maggiore che non tard a fare la comparsa in cucina seguendo la scia del profumo lungo il corridoio che portava alla mensa. Alla comparsa in cucina dellAlto Ufficiale: tutti scattarono sullattenti!! Era dobbligo dire: Comandi Signor Maggiore! Egli rispose: Riposo soldati! 6

Sono venuto per conoscere il nuovo responsabile della mensa. Con laria militaresca ma con segni di bonaria volont e umanit disse al cuoco: Mi raccomando in cucina lordine e la pulizia e non lasciare nulla al caso! Signor si, Signor Maggiore! Rispose il cuciniere sempre sullattenti salutandolo con il classico saluto militare e il battere dei tacchi delle scarpe che si sent unito ed efficace nel locale quando lAlto Ufficiale gir le spalle per allontanarsi dalla mensa. Il lavoro prosegu indisturbato da parte di tutti. La contentezza di avere conosciuto lAlto Ufficiale in Capo della Caserma! Serv alla squadra ad alzare il morale ancora di pi. Due ore dopo si videro i primi risultati delle pietanze e dei dolci. Nella mattinata di quel gioved: tutti gli Ufficiali e i Sotto Ufficiali venivano a dare una occhiata in cucina per rendersene conto di come andavano le cose. Il Tenente e il Maresciallo responsabili della mensa veramente, erano un poco preoccupati, tanto da chiedere ripetutamente: Chef! Ce la facciamo ad andare a tavola, alle ore tredici? La risposta del nuovo cuoco era: Certamente! Sar tutto pronto come programmato. Signor Tenente!. Intanto i preparati venivano composti facevano venire lacqualina in bocca a tutti, curiosi di potere assaggiare al pi presto parte dei preparati. Anche Pinu, era desideroso di gustare i suoi piatti; e perch; no..! La fame della giovent era sempre presente ed a qualsiasi ora del giorno e della notte! Che ci vuoi fare! Bravo Soldato della mia Compagnia Alle ore 13 in punto la sala da pranzo era piena. Al centro sala un tavolo era riservato al Comandante di Battaglione e la sua famiglia. Ai lati, i tavoli dei Capitani comandanti di Compagnia. E ai lati ancora: i tavoli dei Tenenti e Sottotenenti mentre nella sala confinante erano i Marescialli e i Sergenti. Il Maresciallo impaziente dette il via agli antipasti, ai primi, ai secondi e in ultimo i dolci. I camerieri soldati fecero la spola, (andirivieni) 7

tra le sale e la cucina dove trovavano tutto alla perfezione. Il sudore alla fronte si vide a tutti gli addetti al servizio. Laiuto cuoco confess a Pinu: Questo lavoro e profumi, ultimamente non esistevano pi da noi. Bravo chef, ci hai fatto vedere come si lavora veramente! I commensali intanto, avevano mangiato tutto e molto volentieri. Verso la fine del pranzo in sala si sentiva un certo brusio e mormorio. Pinu, si chiese: Chiss cosa avranno da dirsi e sentenziato riguardo al pranzo? Una cosa era certa: quando parte delle portate non ritorna in cucina: segno che tutto

andato bene. (Meno male?) Dopo il caff; entr il Tenente in cucina e disse al cuoco: Cambia la giacca bianca con una pulita, e vieni in sala che il Maggiore deve parlarti. Poich si era in un ambiente militare! Non sapevi mai quello che poteva accadere. Ordini, contro ordini, punizioni ecc. ecc. 8

Comunque: con le gambe tremolanti e lincertezza come fosse una chiamata a rapporto per chiss quale cosa. Pinu entra in sala dietro al Tenente con il cappello bianco sotto il braccio sinistro; che si ferm ad un metro dal tavolo del Maggiore pronunciando la famosa frase: Comandi, Signor Maggiore! Lui, stava parlando con sua moglie e sua figlia. Per alcuni attimi, Pinu, pens: Chiss cosa vorr e perch mi ha chiamato? Forse vorr punirmi per qualche pietanza malfatta? Pu anche succedere! Ma no! ... Niente di tutto questo! Il Maggiore con i suoi commensali volle complimentarsi per aver gustato il pranzo preparato dal nuovo cuoco pasticcere. In particolar modo: per i dolci fatti a regola darte. Egli continu a dirle: Le crem caramel sono state deliziose; la crostata con le ciliegie dei campi di Fossano non lavevo ancora mangiata. Bravo soldato! Con un certo tremolio alle gambe il neo cuoco ringrazi il suo Comandante con i suoi familiari; e rispettosamente se ne torn in cucina; dove ad attenderlo incuriositi i suoi addetti alla mensa vollero sapere cosa le disse il Maggiore. Durante il breve tragitto della sala, lo chef scorse il suo Capitano che lo guard come se volesse dirle anche lui: bravo soldato della mia Compagnia. Il Tenente che amministrava la mensa, era contento e felice. Subito non ha detto nulla al cuoco siculo come lui. Si! ... Perch anche lui era di origine siciliana, e precisamente dal paese di Cinisi in provincia di Palermo. Delloperato gastronomico e dolciario Ma, alla sera e prima di cena and a trovare il suo paesano in cucina, per dirgli come stato contento delloperato gastronomico e dolciario fatto ai suoi superiori e a tutti i commensali. 9

Lo abbracci e ringrazi immensamente dicendole: Ho immaginato che qualcosa sapevi fare, ma non mi sarei aspettato tanto da un ragazzo siciliano professionalmente preparato e responsabile sopratutto! Grazie Signor Tenente. Per diversi mesi limpegno in cucina prosegu armoniosamente. Il nuovo chef cerc di accontentare nei limiti del possibile; tutti e per tutto. Due giorni alla settimana, si sbizzarriva a preparare succulenti pietanze e fantasiose torte. Gli Ufficiali, tutti!, quando potevano andavano a trovare il cuoco, davano una sbirciatina a tutto e verificare quello che si veniva preparato. A volte lo chef porgeva un frammento di pietanze o di ritagli di dolci per un assaggio in estemporanea. Loro non dicevano mai grazie si limitavano soltanto di fare un sorriso, sia pure militaresco, al loro oramai collaudato chef. Tutto ci: rese sempre pi costruttivo il rapporto di stima reciproca. E, cosa c di meglio, negli uomini anche con la divisa? La festa del Battaglione Arriv il giorno della festa annonaria del Battaglione. Nelloccasione si doveva preparare un importante banchetto servito verso mezzanotte e subito dopo i primi balli. Gli invitati erano tutti gli Ufficiali dei due battaglioni con le relative famiglie: esclusi i bambini. Il numero complessivo era di circa 150 persone. Il grande salone delle feste venne riempito di fiori e stelle filante dai diversi colori. Per gli occhi di Pinu che non avevano mai visto feste del genere; stato come aver sognato. Per alcuni momenti fantastic, si immedesim membro partecipe alla festa. E mentre preparava le portate, si sentiva un Ufficiale vestito in grande uniforme con la fascia di seta azzurra che diagonalmente fasciava il torace trascinando delicatamente nel centro della sala da ballo, una delle belle ballerine presenti. Vestita con abito lungo a forma di campana e iniziare i passi di danza di una qualsiasi musica ballabile come possa essere stata: la melodia di 10

un tango argentino o un delicato valzer viennese. (Eanche bello; sognare, no? Che male c!) Per lannuale ricorrenza, fu il Capitano ad impartire gli ordini di ogni cosa. Quella Domenica, la Caserma del 52 Reggimento fu vestita e abbellita in ogni parte. Bandiere Tricolore e Vessilli erano sistemati nei punti pi importanti del perimetro militare. Ufficiali, sottufficiali e soldati del quadro permanente,dovevano indossare divise pulitissime, I calzoni dovevano avere la famosa piega, e le scarpe lucide. Nulla doveva apparire fuori posto. Gli aiutanti e collaboratori vari erano ispezionati sovente dal Tenente. Lunico ad avere campo libero era lo chef siciliano. Per alcuni giorni e notti, nella mente frullarono una quantit di cose da poter fare, sempre nei limiti del possibile! Daccordo con i vertici della mensa Pinu scrisse la lunga lista del men, che fu approvata unanimemente. Il men fu stampato in una tipografia della cittadina di Fossano su carta pergamena e con i colori del Tricolore Italiano. Insomma: ancora una volta il siculo doveva dare, e fare il meglio di se. Le sue piccole spalle dovevano sopportare ancora una volta, un grande peso gastronomico e dolciario, per la Naia. Il Maresciallo addetto ai viveri, procur ogni ben di Dio. Era un uomo taciturno di media statura con un paio di baffi sotto al naso ben curati che davano una immagine severa s!! Ma paterna e affabile: caratteristiche umane che difficilmente si trovano tra gli elementi autoritari e militari. Tre giorni furono impiegati per le varie preparazioni; oltre al servizio di mensa giornaliera. Il Capitano responsabile della manifestazione disse allo chef e collaboratori: Mi raccomando ragazzi della mensa, non fatemi fare brutta figura. Abbiamo con noi il Generale di Torino e il Colonnello da Cuneo con le famiglie.

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Pinu vide i volti spauriti dei suoi aiutanti e rispose al suo Capitano: Non dubiti Signore; ho dei bravi collaboratori che se mi danno retta porteremo a buon fine la festa del Battaglione. Animati e incoraggiati dallo chef, si mise in moto la laboriosit di ognuno. Un cartello grande fu appeso al muro della cucina, dove ricordava i nomi delle pietanze e dolci della lunga lista Salatini assortiti, canaps al caviale e salmone, decorati con burro composto, tranci ai frutti di mare in gelatina acidulata al limone, involtini di prosciutto cotto ripieni di asparagi del Piemonte in gelatina con profumo di aceto e vino bianco. Triangoli di torta Pasqualina alle varie erbe, mozzarelle in carrozzella a quadrettini, suppl di riso alla milanese ripieni di rag alla bolognese, cannelloni ripieni al forno, lasagne verdi ai funghi porcini con besciamella e parmigiano, tranci di pollo ripieno e cima alla genovese con uovo sodo nel centro. Fagiolini al burro patate alla duchessa e insalata mista con pomodori, peperoni, cuore di lattuga e chicchi di mais sbollentati. I dolci: assortimento di biscotti frollini, farfalle di pasta sfoglia, paste di mandorle e di nocciole del Piemonte. Sei torte 60 x 60 con pan di Spagna crema pasticcera imbevute di sciroppo zuccherino al profumo di Strega di Benevento. Sopra, uno strato di pasta di mandorla decorate con motivi del corpo militare e dei suoi superiori. (Fonte immagine: fanteria darresto.splinder.com)

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Le 6 torte militari La prima, scritta con cioccolato fuso: Viva il Generale di Brigata. La seconda: Viva il Colonnello. La terza: Viva il nostro Maggiore. La quarta: Viva il Corpo del 52 F.A.C. (Fanteria Alpi CAR). La quinta torta dedicata al Comandante la prima Compagnia: Viva il nostro Capitano, mentre la sesta torta, Pinu l dedicata a tutti: Ufficiali di grado inferiore sottufficiali soldati e parenti invitati. Ogni torta recava una mini bandiera tricolore in pasta di mandorla e il pennone di cioccolato fondente; ai lati, dei soldatini anche essi di pasta di mandorle con la divisa color verde oliva e con mini mostrine e cravattina rossa. Un vero lavoro da certosino! Ma di grande effetto! Ricorda Pinu, che durante la produzione i collaboratori guardavano lartefice increduli e meravigliati. Non si aspettavano di vedere svolgere tutto quel lavoro nella calma pi completa e sicura. Tutti volevano offrire al loro chef; una bibita, un caff, un bicchiere di vino o: un grappino. Ma lo chef era troppo impegnato; si limitava soltanto a ringraziarli, ma, doveva portare avanti il delicato impegno. Allora e in quel lontano periodo, erano pochi i pasticceri e cuochi portati allArte alla fantasia alla creazione. A fare mangiare con gli occhi prima; e con la bocca dopo! Massima popolare imparata dal suo ex capo pasticcere. (Grazie!!!) La Domenica della festa, alle ore venti e trenta tutto era pronto. Gli Ufficiali e le loro donne si apprestavano a salire la scala che portava ai saloni e ai bar, dove bravi barman e camerieri servivano gli aperitivi con dei salatini fatte dallo chef siciliano. Nel tempo di unora circa: tutti erano presenti. Il grande salone pieno di tavoli a quattro posti era pronto ad accogliere gli invitati. Confinante al salone era una veranda con al centro un lungo tavolo che ospitava le sei torte, dietro stata sistemata la vera bandiera del Reggimento. Ai lati, due grandi vasi in vetro di 13

Murano e dentro delle rose rosse con boccioli dai petali appena aperti. Ogni rosa e un bocciolo, erano legati con un nastrino tricolore che alla fine della serata, dei camerieri in guanti bianchi porgevano alle donne degli Ufficiali. Tutti hanno ammirato il lungo tavolo imbandito da pi di quaranta specialit gastronomiche, sei torte dedicate a loro: pi di cento bottiglie di vini del Piemonte con il famoso Moscato dAsti che facevano da cornice al lungo tavolo pieno di piatti di portata. Tutti ammiravano quel ben di DIO ma nessuno os dire qualche parola, si limitavano a guardarsi in faccia luno con laltro. Questo particolare fu riferito a Pinu, dai camerieri in sala. Il servizio ai tavoli, era riservato agli Ufficiali con le spalline dorate cio. Il Generale il Colonnello il Tenente Colonnello e il Maggiore: tutti gli altri, si servivano da se. Nel salone accanto: una orchestrina suonava in sordina (piano) mentre gli Ufficiali pi giovani si alternavano ai balli lenti. Poich lo chef aveva il compito di scaldare alcune pietanze, faceva lanti rivieni con la sala e cucina ; ma: vedeva tutto quello che succedeva. Rimase stupito e meravigliato nel vedere danzare gli Ufficiali con le donne in perfetta sintonia. Gli abiti femminili adatti alla serata le divise impeccabili degli Ufficiali con la banda trasversale di colore azzurro chiaro con il pom pom allestremit inferiore; per gli occhi di Pinu fu uno spettacolo indimenticabile ed unico. Una scenografia da scena da film. Veramente! Comunque: durante la serata tutto fu mangiato e gustato; alcuni giovani Ufficiali tolte i guanti, si leccarono le dita dopo aver mangiato qualcosa; o di salato o di dolce. La festa dur fino alle ore tre del mattino successivo. Alle ore 24 in punto, lo staf della cucina sente un fragoroso applauso. Tutti si chiesero: Che succede! Intanto il Capitano e 14

il Tenente entrarono in cucina e ordinarono allo chef di seguirlo in sala. Sostituita la giacca bianca e il cappello con lorlo sudato dalla fronte e stretto tra i due Ufficiali, dette limpressione di essere portato il prigione. Ma No! ... Niente di tutto questo! Lo schiaffo del Generale Entrata la porta; un secondo applauso ancora pi forte venne dato al cuoco e pasticcere siciliano. Questa volta il cappello a cento pieghe rimase in testa. Lo lev soltanto per fare linchino e ringraziare tutti. Chiese soltanto al suo Capitano, se poteva avere un terzo applauso per i suoi collaboratori della mensa. Gli applausi continuarono accompagnati da complimenti; in particolar modo: dalle donne degli Ufficiali. Il Generale fece avvicinare lartefice delle prelibatezze vicino al suo tavolo e, rimanendo seduto, si compliment sinceramente. Si alz dando un schiaffo leggero, sulla guancia del suo soldato. Segno di gratitudine! Perch no? Salut lalto Ufficiale e insieme ai due responsabili della festa, si avvi verso la cucina scoppiando in un pianto liberatorio. E dalla stanchezza e dalla contentezza soddisfatto di avere svolto e avere dato al prossimo, il risultato delle sue qualit di libero e responsabile professionista. Oramai Pinu, lavor indisturbato e a tempo pieno come fosse stato un operatore assunto a tempo indeterminato in quella grande fabbrica Italiana, che si chiamava: Naja. Lo stipendio era del tutto immaginario!.. 15

Una misera paghetta veniva data ogni dieci giorni; puntuali! Decade era il suo nome! ... Quel giorno e i successivi per i militari non tutti! Era festa grande; perch ci si poteva comperare qualcosa; un panino e salame, un gelato, una bottiglia di vino, andare a vedere un film al cinema della cittadina, dei pacchetti di sigarette dai nomi: alfa, nazionali, oppure, per i pi facoltosi: Minerva; allora queste erano le marche! [immagine da: forze armate.eu] Qualche sigaro chiamato: branca o toscano, considerati un lusso! ( Per quei tempi! ) Trascorsi i mesi chiamati quadrimestri di addestramento, le reclute venivano smistate nei vari Reggimenti sparsi in tutta Italia. Quel giorno: era dedicato ai saluti, i soldati amici non si vedevano pi. Facevano parte integrante nei vari corpi militari italiani. Pinu, rimase nel quadro permanente del suo 52 Reggimento a Fossano dove terminer la ferma, tra undici mesi. Lispezione del Generale Comandante Annualmente e prima del periodo estivo, avvniva una importante ispezione militare da parte del Generale Comandante la zona Nord Ovest Italiana. Le Regioni erano: Liguria, Piemonte e Lombarda. Le disse il Tenente che lispezione avvniva a sorpresa e senza preavviso in un giorno qualsiasi della settimana. In quel periodo tutti i giorni erano buoni, lordine era di essere pronti in cucina, per Alle nove e quaranta, le macchine di colore blu con le bandierine svolazzante sul lato destro del mezzo; varcarono la soglia del portone della Caserma, dirigendosi e fermandosi nel centro del piazzale e sotto il cippo dove sventolavano le bandiere del corpo. Tutti presenti erano gli Ufficiali, sotto Ufficiali, graduati vari e soldati, perfettamente schierati per dare il saluto Ufficiale con tanto di Presentazione delle armi a lalto personaggio militare.

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Dalla vetrata della cucina si vedeva ogni cosa succedeva nel piazzale. Anche le grida ad alta voce degli Ufficiali che impartivano gli ordini si sentivano, cos i lavoranti della mensa compreso il cuoco molto indaffarato; godette dello scenario militare. Present, Arms! (Fonte: army.mil)

Presentare le armi un comando usato da molti eserciti nel mondo come segno di rispetto. Il men del giorno fu sostituito con quello nuovo e la lista era cos! Antipasti: affettato misto, verdure miste allagro dolce, insalata russa e vitello tonnato. Primi: ravioli alla Piemontese con sugo di arrosto, tagliatelle alluovo con salsa di tartufi delle Langhe. Secondi: pollo alla diavola con peperoni rossi di Fossno al forno, scaloppe alla valdostana con sopra, prosciutto cotto e formaggio fontina. Contorni: spinaci al burro e parmigiano e patate fiammifero. Dessrt, torta di mele renette e fragole, budini al caramello. Vini: esclusivamente Piemontesi. Impartiti gli ordini ai collaboratori, lo chef si caric di un altro impegno culinario molto serio da espletare. Ogni aiutante 17

collabor con anima e corpo. Tutti vollero i consigli essenziali dal loro chef. Oltre ai rumori dei suppellettili della cucina; si sentivano a bassa voce e con delicatezza, le parole ... Chef, cos va bene?. Chef, mi guardi questo!. Mi assaggi questa salsa!. E senza peccare di superiorit lo chef rispondeva: Si va bene, bravo, oppure: aggiungi un pizzico di questo o di quello. Insomma: tutto il lavoro e preparativi andava molto bene. Tutto funzionava come un orologio svizzero; i tempi venivano rispettati e le pietanze facevano la loro apparizione. Il Maresciallo e gli aiutanti cucinieri non si davano pacenel vedere dirigere con serenit e sicurezza i vari lavori. Mentre si davano da fare; non smisero mai di guardare con la coda dellocchio il loro cuoco e pasticcere, e come volessero dirle: (chiss quale cosa!) Da chiss quale Pianeta della via latta esso proveniva e da dove tutto invidiabilmente, funziona nel giusto modo e corretto! E non dove si lavora tra le urla, baccani vari e prepotenza. Spesse volte inutili. Solo il Maresciallo, si avvicinava allo chef, e a bassa voce le chiedeva: Sei sicuro di farcela? Posso dire al Tenente che alle ore tredici possono sedersi a tavola?. Lui le rispondeva. Maresci Non si preoccupi, vedr che alle 13 e 30 pu avvisare il Tenente che tutto pronto . Parola di siculo! Ancora una volta fu chiamato in sala da pranzo dove una trentina di Alti Ufficiali e Ufficiali vari; gustarono i prodotti gastronomici preparati per loro. Pinu anche sta volta fu a tu per tu con uomini militari dalle spalline e stellette dorate, per ricevere dei complimenti. Certo; trovarsi di fronte ad Ufficiali di quella portata? ... Non mai facile e distensivo; anzi: le gambe tremano sempre e sei portato a dire. Signor Si. Qualunque cosa dicessero! Avvicinandosi al tavolo del Generale: lo saluta con un colpo di tacco, ben riuscito! ... Si; perch non sempre riesce il colpo di 18

tacco! E con il cappello sotto il braccio sinistro con ai lati il Capitano e il Tenente ascolta le poche parole dellalto Ufficiale. Quando avviene il tuo congedo?. Lo chef: Ancora qualche mese, Signor Generale. A te, non ti mandiamo in congedo!. Logicamente era una battuta scherzosa. Le chiese ancora. Chi il tuo Comandante di Compagn Compagnia?. E prosegu: Complimenti soldato, tutto era buono. A una cosa soltanto! Non avevo ancora mangiato la bistecca alla valdostana; mi spieghi il procedimento?. Signorsi, Signor Generale. E una fetta di noce bovina alla milanese, passata in padella con burro e olio di oliva, prima da una sola parte, poi si mette una fetta di prosciutto cotto e una fetta di formaggio fontina della valle dAosta con due foglie di salvia a formare una V, si copre con un coperchio senza toccare il formaggio e si passa in forno caldo per il tempo di ssa fusione della Fontina e servita sopra un letto di patate fritte al fiammifero. Il Generale: Veramente bravo, soldato. Grazie, Signor Generale. Che salutandolo militarmente parlando assieme i due suoi Ufficiali, se ne ritorna in cucina dove e nellattesa spasmodica i suoi aiutanti vollero sapere come era andata. Lo chef le rispose: La nostra grande fatica stata ripagata. Per una volta sotto la NAIA ce qualcuno che paga moralmente e gentilmente. Vi pare, poco? 19

Il temporale estivo Era il 1962 quando un pomeriggio del mese di agosto terminato il servizio di cucina, il gruppo della mensa esce dalla Caserma per una passeggiata nel centro della cittadina. Durante il percorso ammiravano le campagne assai coltivate a granoturco ortaggi frutteti e erbe varie usate come foraggio per alcuni animali da latte e da carne. La giornata era calda e afosa. Lumidit nella pianura era assai presente e al limite massimo per i sofferenti dellapparato respiratorio; per i giovani non era un problema! Giunti nel corso principale dove ai lati erano schierati palazzi e abitazioni civili con annessi attivit artigianali commerciali e uffici vari. A livello stradale e ai due lati erano dei passaggi pedonali in cui i cittadini potevano camminare liberamente e non bagnarsi quando pioveva a dirotto. Il Corso centrale era riservato per il traffico automobilistico e di posteggi. I temporali nella zona erano di frequenti; per alcune volte si assisteva a quelli pi tremendi e terribili. Uno di questi si preannunzi quel giorno con la comparsa di una nuvola nera e minacciosa che copr improvvisamente il cielo della cittadina. Per il gruppo di soldati risult provvidenziale trovarsi gi sotto i portici, perch: si scaten un temporale cos violento che Pinu non aveva mai visto in vita sua. Per pi di trenta minuti una pioggia assai copiosa seguita da una impressionante grandinata dai chicchi grandi come nocciole e grandi come noci che cadendo con violenza sui tetti delle macchine sui lampioni della illuminazione pubblica e sul lastricato del corso, esplodevano come piccole granate. Era veramente scoraggiante vedere e sentire tutto quel disastro meteorologico estivo! I luminosissimi lampi e fulmini che accompagnavano il temporale aggiunsero ancora di pi lo spauracchio di quel pomeriggio. Il rumore infernale e pauroso cre un fuggi fuggi, dove si nascondevano anche i pi coraggiosi e temerari. 20

Tutto tremava; alcuni vetri di finestre andavano in frantumi. I tetti delle macchine posteggiate qua e la ebbero la loro parte; escoriazioni delle vernici e ammaccamenti vari furono i risultati del tremendo temporale. A fine evento i proprietari hanno dovuto fare risanare le ferite, portando i mezzi nelle carrozzerie. Da sotto i portici i soldati in libera uscita erano raggruppati come i pulcini attorno la chioccia. Tra di loro cera anche Pinu, impauriti si diressero verso un vicino bar per bere una bibita o un caff. Spostarono gli occhi verso il viale e videro la strada carrozzabile trasformata in un fiume in piena, (che bello diceva qualcuno!) Mica tanto dicevo io! Comunque; sin da piccolo sapeva, per sentito dire! Che le forze della natura quando si scatenano veramente, possono essere incontrollate e pericolose. Temporale estivo

Fonte: wallpapers-diq.com

Alle ore 18 il gruppo della mensa doveva rientrare per il servizio. Due chilometri si dovevano fare a piedi passando per una strada secondaria e in mezzo la campagna: e che cosa videro? La grandine caduta con violenza, spogli quasi tutti gli alberi, cespugli, piantine di ortaggi e fiori, i loro steli erano ripiegati 21

verso il terreno come se fossero falciati per dispetto. Vedere i rami quasi nudi in piena estate fu una cosa impressionante! Dette il senso di essere in un campo di battaglia subito dopo la lotta. Infernale inverno piemontese Terminata la stagione estiva e quella autunnale: arriv anche linverno. La strada che passava davanti la caserma era transitata da contadini, agricoltori e abitanti delle case in campagna. In quegli anni le automobili non erano molto diffuse, si vedevano tante biciclette e qualche motorino; i meno ambienti se la facevano forzatamente a piedi fino in citt. Linverno della pianura Piemontese veramente un inferno. Freddo, umido, nebbia e brina erano gli ingredienti giusti; (si fa per dire ) Per una mala stagione invernale dellalta Italia. Succedeva che: avendo le Jeep del Comando impegnate, si doveva andare a piedi a comperare qualche alimento nel negozio autorizzato e nel centro citt. Le capit diverse volte a Pinu di fare quel tragitto la mattina presto e incrociare dei ciclisti della zona avvolti da mantello nero con cappuccio pieni di brina che a distanza ravvicinata si scorgevano i volti con i ghiaccioli al naso lunghi anche dieci centimetri causati dal vapore che usciva dalle narici e dalla bocca. Sembravano quei personaggi mitici delle varie storielle e favole di un tempo che fu. ( Come strano il Mondo!) La guardia Al cuoco le capit una sola volta di montare di guardia allentrata principale della caserma. Il corpo di guardia era composto da un Ufficiale o SottUfficiale, un Caporale e sei soldati semplici, tra laltro tutti del quadro 22

permanente cio; i soldati addetti ai servizi necessari al buon andamento della caserma. Vestito in fureria con scarponi, ghette, pastrano (cappotto militare) elmetto e fucile da combattimento mod. 91. Alle ore 18 cambi la guardia e il soldato chef, fece il primo turno di due ore in garitta (posto obbligato al lato del portone dentrata e, allesterno) e, con il fucile armato di proiettili veri. La sera con un freddo da cani smont alle ore 20. Daccordo con il Caporale e il Tenente di picchetto, sal il cucina e prendere una torta di frutta un bottiglione di vino Chianti e 20 panini farciti di burro prosciutto e formaggio preparati la mattina stessa. Sapendo le restrizioni e la disciplina della guardia, per 24 ore si come essere al fronte; pronti per ogni evenienza in qualsiasi momento. E stata, dura! Verso le 22, nella stanzetta come fosse stata una cella; sopra il tavolo di legno e allinpiedi, fu consumato quel graditissimo spuntino fuori ordinanza. E, che ce di meglio in quella circostanza; di una sorpresa cos? Con la fame che si ha a 20 anni, i ragazzi amici assaporarono e mangiarono i panini e la torta nel modo pi felice che si possa credere grazie alla iniziativa dello chef siciliano. Con quella occasione venne di pi rafforzata la stima e laltruismo, che regn fino al congedo. Giorno dopo giorno trascorsero 14 mesi di naia e lavoro, trenta giorni ancora e si aveva in mano il congedo. Quel foglio di carta pergamenata che ti attesta che hai servito la Patria con onore ed abnegazione militare. Viva lItalia.

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La promessa della riassunzione Una Domenica mattina degli ultimi 30 giorni di pre congedo; Pinu venne chiamato dallUfficiale di picchetto di scendere perch un Signore di Aosta voleva parlarmi. Erano le ore 10 e 30 circa, in cucina si stava preparando la salsa maionese che serviva per decorare linsalata russa che terminata loperazione; scende al corpo di guardia e vede che, il Signore che lo cercava era il suo precedente datore di lavoro. Si salutarono con reciproco rispetto invitandolo a salire fino al bar degli Ufficiali. ( Non le sembrava vero!) E mai pi, di rivedere il titolare dellIndustria dolciaria scomodarsi e andare a trovare un suo dipendente, ma! Sar vero? E poi, perch e venuto a trovarmi? ... Sorseggiarono due Campri Soda seduti ad un tavolo del bar riservato esclusivamente agli Ufficiali militari e non ai civili, parlarono del pi e del meno. Ma ad un tratto! Invit il suo pasticcere a tornare a lavorare nella sua Azienda aostana. Capirai? La contentezza e la soddisfazione lo attanagli di gioia. Quel siculo precedentemente vessato umiliato e bistrattato: era diventato e riconosciuto una persona ed un operaio affidabile e per bene. ( Grazie, Signor Direttore!)

Alfa Romeo 1750 (fonte: motorimania.net) 24

Ottenuto il si e il ritorno in Azienda; ringrazi Pinu, stringendogli la mano destra, che in quel momento, sent qualcosa di strano nel palmo della mano. E per non essere sprovvduto e ingenuamente bambino Pinu fece finta di nulla. Si salutarono con un forte abbraccio e i due si divisero; uno sal nella macchina (Alfa Romeo 1750 color verdino) e parte. Laltro vestito da chef di cucina si avvi alla mensa e continuare il pranzo ai suoi Ufficiali. Pochi passi e vide che lintruso nella mano era un biglietto da 100 mila lire, piegato e ripiegato fino a diventare un piccolo dado. Quel giorno di Domenica, Pinu, virtualmente si sent veramente un bambino ingenuo, e credere nei miracoli (Che ce di male?) Cento mila lire a quei tempi, era una sommetta che faceva piacere averla in tasca o nel portafoglio. Quel giorno si sent ricco e fortunato. (Perch no! ...) In quel lontano periodo solo i figli di pap disponevano di quella sommetta. La gita fuori presidio Finito il servizio, Pinu pag una bibita a tutti i membri della Maggiorit; esclusi i graduati!.. La sera, and a cena come un vero cliente e con gli abiti civili insieme con lattendente del Maggiore soldato Miami di Venezia, e il soldato infermiere; Mario Cecchi. Il locale era il migliore e conosciuto ristorante della cittadina di Fossno, Le Due Spade in centro citt. (Finalmente!!!) Gli abiti civili erano date ad una famiglia per custodirle e per qualche sera andarsele a cambiare per recarsi in qualche sala da ballo o balera nei dintorni del presidio militare. Poche volte, gli sciagurati, (nel senso buono!) Erano andati fuori presidio per ballare. Pur sapendo di rischiare la massima punizione qualora venivano visti. E, una di quelle poche volte successo e gli rimasta impressa nella memoria a vita natural durante! 25

Questo lepisodio. I quattro soldati amici per la pelle si recarono fuori presidio affittando una macchina con autista. Luomo con la patente e il mezzo era il marito di una giovane donna titolari di un bar e dove i soldati erano assidui clienti. Ad una festa patronale di un paese vicino, ma fuori presidio!
Castello di Fossano (fonte: abitareblog.it)

I soldati si divertirono a ballare e consumare una misera bibita; i soldi erano pochi! Ma le ragazze erano tante. Lautista pens bene; anzi: male! Di bere diversi bicchierini di Cognac; ovvro! Brend, non abbiamo saputo quanti erano i bicchierini. Alla mezzanotte il gruppo di ballerini sale in macchina e aspetta che lautista sale dalla parte del volante. Invece; no!.. Voleva salire a tutti i costi dal lato opposto alla guida. In quel lato era seduto Pinu per fortuna fresco di Patente ma non di macchina sua. Pensammo che scherzasse lautista, niente affatto! Anzi: vedemmo i sintomi di una vera ciucca in dialetto Piemontese (ubriachezza) dietro insistenza sal al posto giusto e percorremmo pochi chilometri di percorso; per fortuna il traffico era nullo. Ferm la macchina e si accasci sopra il volante. Che fare?? 26

Lunico ad avere la patente era Pinu, il cuoco che preso il posto di guida accomodarono il ciucco al sedile accanto, reggendolo con forza dalle braccia dei soldati seduti dietro. Erano da percorrere sei chilometri circa ed era una notte di autunno inoltrato, un freddo boia uno spauracchio tremendo e andatura piano. Ad ogni curva che si doveva fare a destra; lui, il ciucco! La vedeva a sinistra, e viceversa. I fumi dellalcool e la puzza del fermento gastrico dentro labitacolo era da vomito. (Immaginate voi!) Ad un tratto: si sent il classico rumore del vomito vero!! Una boccata di liquido quasi infiammabile si rivers sui pantaloni di Pinu intento alla guida. Un coro di Ferma! Ferma la macchina! ... Fermata la macchina, scesero tutti per dare soccorso allirresponsabile autista. Era in uno stato pietoso e al limite del coma etilico. Tutti eravamo disperati, erano le una di notte quando arrivammo davanti il suo bar. Pinu con la squadra della maggiorit e il cappellano

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La povera sposina sapeva che si sarebbe rientrati alla mezzanotte, e quando vide al volante un soldato e non suo marito fece un grido di disperazione temendo che suo marito fosse morto. Tocc a Pinu dire quello che era successo a suo marito e della maledetta bevuta del Brend a nostra insaputa anche! Noi eravamo a ballare e cercare di rimorchiare qualche ragazza, per una eventuale pomiciata. Vi sembra giusto? ... Ad ogni modo: consegnato alla donna il malconcio marito e la sua macchina; i bravi soldatini si presentarono in Caserma alle ore due. Pronti per andare a passare il resto della mattina in camera di rigore. Ma, se punivano gli addetti alla mensa e bar, gli Ufficiali dovevano fare il digiuno o mangiare il pasto della truppa. Fortuna volle che lUfficiale di picchetto era quello del precedente spuntino con panini e torta accompagnati dal vino Chianti. Ha fatto un serio richiamo militare al gruppo tutti sullattenti e ascoltare il rimprovero recitato: con aria marziale. Ma poi ha chiuso un occhio: anzi, tutti e due. Merito anche dello chef siculo che era in buoni rapporti con tutti i superiori della Caserma. ( E questo mi pregio a dirlo.) Il Congedo Arriv il giorno del congedo. Era il 3 giugno 1963 e faceva gi caldo, la mattinata pass salutando tutti i suoi amici e il ricambio della mensa.( Cio; il cuoco il secondo laiutante e il lavapiatti). I nuovi prepararono a Pinu, due panini ben farciti per il viaggio. E, con il suo borsone degli indumenti, il congedo arrotolato e legato con il nastrino tricolore infilato nel taschino della camicia con il berretto in testa adornato dalle tre medaglie date dal comando. 28

Esce dai locali della Maggiorit scende le scale che portano alluscita dove ad attenderlo era il corpo di guardia schierato e pronto a ricevere il saluto militare. Strinse la mano allUfficiale di picchetto, si avvicin alla bandiera Italiana e quella del Reggimento baciando i nastri penzolanti della fiamma dorata della cima del bastone; e con gli occhi lacrimanti usc dal portone dove quel portone lo vide entrare ed uscire per 15 mesi. Il ritorno a casa Assieme ad alcuni suoi congedanti, si avviarono verso la stazione ferroviaria e prendere il treno per Torino . Ancora un saluto e alle 21 e 30 sal nel convoglio diretto a Palermo. Dopo 24 ore di viaggio attraversando lItalia arriv nella stazione centrale della capitale della sua Sicilia. Trascorse la notte in sala di attesa fino al mattino che; fatto colazione al bar usc per andare nella piazzetta dove tra qualche ora era pronta la corriera e portarlo fino al suo paese di Polizzi Generosa. Ma, mentre era in attesa nella piazza dove si fermavano le corriere per i vari paesi, pass un camion militare della Compagnia Duca di Aosta in stanza a Palermo carico di militari armati con destinazione un paese delle Madonne e a pochi chilometri da Polizzi. Dovevano andare a sostituire una squadra di soldati accampati nelle campagne di Petralia. Il Sergente responsabile del carico fece fermare il mezzo e chiese al soldato ancora in divisa: Dove devi andare soldato con la cravatta rossa? Vuoi un passaggio? Il congedante rispose: Buongiorno Sergente veramente dovrei prendere la corriera per Polizzi; il mio paese sono appena congedato e dovrei raggiungere i miei familiari.

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Il Sergente: Su! ... Salta sul camion dietro assieme ai soldati; perch passeremo proprio dal tuo paese come ai detto che si chiama? Polizzi Generosa, Sergente! Accettato il passaggio sal sul cassone dove salut una squadra di soldati seduti sulle panchine e con il telone verde rialzato a met. Ogni soldato aveva uno zaino e un fucile; il congedante aveva un sacco da campeggio e il congedo arrotolato sul taschino della camicia, il berretto era piegato a met e infilato nella fessura tra la spallina e la camicia sopra la manica sinistra. Se lo ha potuto permettere non facendo pi parte dellEsercito e sottoposto a disciplina. Non cera lautostrada Palermo-Catania

Il viaggio da Palermo fino al paese di Campofelice Roccella, and diciamo bene; perch la strada era tutta in pianura asfaltata e che costeggiava il mare. Quel mare tanto desiderato. Ma ... da Campofelice in poi la strada era in terra battuta che si inerpicava su per i monti Madoniti passando per altri paesi. Lautista del camion doveva recuperare il tempo perso con il congedante e aveva fretta di arrivare al campo militare. Il caldo si faceva sentire, la polvere gialla della strada a causa del turbino entrava dietro al cassone e in parte veniva respirata dai soldati. 30

La velocit, la polvere, le numerose curve e contro curve con tornanti improvvisi; quei 30 chilometri di percorso maledetto dellentro terra sicula sono stati fatti odiosamente al limite della sofferenza umana. Dette uno sguardo ai volti cerulei e quasi al vomito dei soldati, ma nessuno ebbe voglia di dire una parola: ( vorrei vedere in quelle condizioni?) Superato il paese di Collesano e il borgo medievale di Scillato dove iniziano i monti delle Madonie: seconda catena montuosa della Sicilia. Scillato (Foto: sicilia.indettaglio.it)

A Pinu, restavano 14 chilometri ancora di tortura stradale perch era si, tutta immersa nel verde della valle dei mulini polizzani (mulini ad acqua che macinavano il grano) ma, con tantissime curve e tornanti. Il che!! ... Era un traballamento continuo che se avesse saputo prima un viaggio cos disgraziato!! ... Non lavrebbe fatto neanche per un chilo di Oro zecchino: (allora si usava chiamarlo cos,loro!) 31

Finalmente!! Il mezzo militare si ferm nella periferia di Polizzi al Carmine e vicino a brivatura (fontana con acqua corrente permanente e dove si dissetavano i muli quando lasciavano o rientravano i contadini e boscaioli dal lavoro nei campi.) Pinu, salut il Sergente con il suo seguito, avviandosi a piedi verso casa sua. Flomaria dei Mulini, nella vallata dei noccioleti All'incrocio del Vallone Santa Croce col torrente Rio Secco si snodano 13 mulini ad acqua risalenti al XII, XIV, XV secolo, come attestano gli atti notarili. Alcuni ormai sono allo stato di ruderi, altri sono stati manomessi e si riconoscono soprattutto per le botti, qualche altro, ristrutturato, diventato centro agrituristico. Il mulino posto pi in alto Nuavu di Susu, da questa posizione possibile scorgere, tra i noccioleti e la roverella, che ricoprono il pendo, i mulini posti in basso: Nuavu di Jusu, Supranu, Turre, Granni, Du Spitale, S. Giuseppe, Da Via, Pitta, Purcara, Sciumazzu, Canzira, Sciumi Granni le cui denominazioni derivano dalla posizione occupata, dalla propriet o dalla forma. L'attivit molitoria, favorita dall'abbondanza delle sorgenti, stata per lunghi secoli il perno dell'economia locale ed ha influito sulla crescita culturale e sociale di questo importante centro demaniale. [da: www.polizzigenerosa.it]

Pinuzzu arrivavu, finivu u surdatu Erano le ore 13 e 30 e una fame da lupo attanagliava lo stomaco vuoto. Giunto a casa, con il portone aperto entr nella stanzetta dove rivide sua nonna Concetta intenta a filare la lana con il fusello di legno e il gomitolo tra le mani scarne dalla vecchiaia serena. 32

Essa, not una ombra avvicinasi, alz lo sguardo e vide suo nipote tornato dalla vita militare. Non potendosi alzare dalla sedia, si avvicin Pinu per stringerla al petto salutandola affettuosa-mente: Ciao nonna come stai? Hai visto che sono tornato? Tutti e quattro gli occhi, si inumidirono improvvisamente e la nonna Concetta ad alta voce chiam le sue figlie: Mom, Mar Mom, Mar!...(Gandolfa e zia Maria). Essi stavano infornando il pane casereccio; allora quasi tutte le famiglie faceva il pane in casa ogni 15 giorni. Sentite le urla, le due figlie si avvicinarono e la nonna disse: Pinuzzu arrivavu, finivu u surdatu. (Pino arriv, ha finito di fare il militare). Con i fullr (fazzoletti di seta) annodati ai capelli si precipitarono sul loro ragazzo ancora in divisa salutandolo affettuosamente. Vollero che le raccontasse tutto; anche il viaggio. Pinu le rispose: Prima di tutto vorri mangiare qualcosa, poi vi racconter (la via Crucis) che ho fatto nellultimo tratto di strada siciliana. Una parte di pane era gi nel forno mentre altri pani lievitavano ancora le due massaie si premurarono a prenderne uno crudo e manipolarlo con acqua e olio di oliva. Lo resero pi molle e fecero delle schiacciate (focacce) salate e condite con olio di oliva formaggio grattugiato stagionato e origano. Con laltra met fecero le focaccine fritte e zuccherate: una vera bont. Pinu sent di nuovo il profumo e il sapore di casa sua e di quelle cose semplici e piacevoli. Non stato un pranzo normale, bens 33

uno spuntino tappa fame: la cena venne fatta la sera perch tornavano dai lavori gli uomini di casa: pap zii e fratelli. Intanto che assaporava le schiacciatine qualcosa le raccont alle donne; mentre il resto delle vicissitudini le lasci per la sera. Per arriv anche la sera!! ... E, con nove persone a tavola, mentre si mangiava la pasta con la salsa di pomodoro, lo spezzatino di carne di maiale e insalata verde accompagnato dal vino rosato prodotto dagli zii in particolar modo zio Rosario, si perch lui era il tecnocrate raffinato di casa. Pinu, raccont parte delle sue avventure e disavventure degli anni passati. Polizzi Generosa, la grande piazza con il monumento ai Caduti e i monti Madoniti

Tutti lo guardavano e lo sentivano parlare un poco in italiano e un poco in dialetto con momenti di gioia e momenti di commozione. Lo fecero sentire come uno che venuto da tanto lontano e con 34

tanta esperienza di vita vissuta tra le insidie, i tranelli e anche cose belle: perch no! ... Porte del Parco delle Madonie Unione dei Comuni di Polizzi Generosa e Castellana Sicula con lobiettivo di razionalizzare i costi e migliorare la qualit dei servizi ai cittadini attraverso una gestione congiunta.

Straniero in patria La serata dur a lungo, parl solo lui; per una volta si sent una persona importante, sicuro, sincero e con tante cose da dire: quelle tante cose che le sarebbero piaciute sentirle dire quando era pi giovane e inesperto da altre persone!! Invece no!.. Cosa vedono? What do they see?

Foto di Joe Cirina on a visit to Polizzi, emigratifotosicilia.com

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A quei tempi tutto era diverso, tutti tacevano, non dialogo istruttivo, ma cera soltanto tanta povert, cattiveria, sfott e cretinate varie, tutti ingredienti pietanza disgustosa e cattiva. (Allora era cos: che ci vuoi

cera un miseria, per una fare?)

La permanenza a Polizzi dur solo 15 giorni. I suoi amici non cerano pi, tutti emigrati; chi, per lalta Italia, chi per altri Stati Europei o America del nord. Si trov come un pesce fuori dallacqua, tutto vedeva diverso, anche perch lui oramai aveva assimilato gran parte delle cose dellAlta Italia.

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Giuseppe Pinu Albanese Giuseppe Albanese, pasticcere, pittore, chitarrista e film maker, autodidatta, racconta se stesso senza pudori, in un italiano diretto, molto personale. Come nella scrittura tecnica il testo si caratterizza per chiarezza, concisione, organizzazione/ comprensivit, lasciando allultimo posto la grammatica e le convenzioni del cos detto italiano corretto. Lautobiografia copre gli ultimi quattro decenni del XX secolo: i favolosi anni 60 che si concludono con le rivolte del 1968 e il primo allunaggio; gli anni 70 del terrorismo; gli anni 80 dellautunno delle nazioni con la caduta del muro di Berlino; gli anni 90 - alba dell'era dell'Informazione - che si concludono con la nascita di Google e lintroduzione dellEuro. Pinu nel 2001 si ritira dal lavoro; diciannovenne, il 12 novembre 1958, aveva lasciato la natia Polizzi Generosa nel parco delle Madonie, in provincia di Palermo, Sicilia, per realizzare un sogno professionale e di vita nel profondo nord, in Valle dAosta alle pendici del Monte Bianco. Link Associazione Nazionale Cacciatori delle Alpi www.associazionenazionalecacciatoridellealpi.it/start.aspx

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