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Storia e società

Francesca Anania
Giovanna Tosatti

L’AMICO AMERICANO
POLITICHE E STRUTTURE
PER LA PROPAGANDA IN ITALIA
NELLA PRIMA METÀ DEL NOVECENTO
Questa è la copia a stampa di un libro disponibile anche in formato
elettronico al sito www.biblink.it

Indice
Prefazione di Paola Carucci pag. 9

Introduzione pag. 13

1. Alle origini della propaganda americana in Italia


La campagna propagandistica americana nella Grande guerra pag. 17
Il dopoguerra: la propaganda, gli americani e l’Italia pag. 26

2. La nascita della società dei consumi nell’Italia degli anni Trenta


L’America e gli anni Trenta pag. 35
La nascita della pubblicità nell’Italia fascista pag. 37
Il Luce e la propaganda di regime pag. 41
Le immagini di un sogno pag. 45

3. La battaglia propagandistica nella Seconda guerra mondiale


La propaganda di guerra nella Francia di Vichy e in Inghilterra pag. 53
La macchina propagandistica dei regimi totalitari pag. 57
Gli Stati Uniti pag. 60
Verso una centralizzazione della propaganda
negli Stati Uniti: l’Office of War Information pag. 65
Questo libro è stato pubblicato con un contributo del Dipartimento L’impegno alleato sul fronte italiano: l’attività del PWB pag. 69
di Storia moderna e contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia,
Università degli Studi di Roma "La Sapienza" La guerra e il cinema pag. 78

i capitoli I, III, V sono di Giovanna Tosatti, 4. L’organizzazione della propaganda nell’Europa della ricostruzione
i capitoli II, IV, VI sono di Francesca Anania.
La visione americana: un’Europa federata pag. 87
Ottobre 2000
Biblink Editori, Roma La visione europea e italiana: una reinterpretazione pag. 90

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Le agenzie di propaganda pag. 93
La struttura della propaganda in Italia pag. 96
La radio pag. 99
Le pubbliche relazioni pag. 101

5. Nascita e sviluppo dell’USIS


L’USIS in Italia pag. 113
L’USIS al servizio del Piano Marshall pag. 120
Il fondo audiovisivo dell’USIS di Trieste pag. 127

6. Il mito americano
La produttività pag. 139
L’immaginario americano pag. 141
L’immaginario italiano pag. 145
La Guerra fredda e l’anticomunismo pag. 149

Abbreviazioni pag. 159

Indice dei nomi pag. 163

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Prefazione
Le autrici affrontano il tema della propaganda americana in Italia da
un duplice punto di vista, quello dell’apparato istituzionale preposto al-
l’organizzazione della propaganda e quello dei mezzi utilizzati e dei con-
tenuti privilegiati, collocando sullo sfondo sia gli aspetti politici ed eco-
nomici che l’influenza sull’orientamento dell’opinione pubblica, temi già
da tempo oggetto di ricerca nella storiografia italiana e straniera.
Il nucleo centrale dell’indagine è rappresentato dal ruolo della propa-
ganda nei primi anni della ricostruzione e, in particolare, nella prepara-
zione e attuazione degli aiuti del Piano Marshall. L’indagine prende le
mosse dall’analisi di un importante fondo di pellicole cinematografiche
conservato presso l’Archivio centrale dello Stato. Si tratta di ben 506 pel-
licole prodotte e distribuite dall’USIS (United States Information Service),
reperite a Trieste. Il fondo ricopre un lungo arco cronologico, dal 1944 al
1963, e pone pertanto un complesso problema di ricostruzione storica.
Le autrici, opportunamente, risalgono alle origini del fenomeno della
propaganda e cioè alla Prima guerra mondiale che segnò l’ingresso degli
Stati Uniti nelle vicende europee con un impegno destinato a crescere
progressivamente nel corso dei decenni successivi. E pertanto si parla del
Commettee on Public Information (CPI), istituito da Wilson nel 1917, e
dell’YMCA, senza trascurare il ruolo della Croce rossa americana. Sono
ripercorse puntualmente per gli anni della seconda guerra mondiale e del
dopoguerra le vicende dell’OSS, dell’OWI, del PWB e, infine, dell’USIS.
Emerge con chiarezza il collegamento tra propaganda, informazione e in-
telligence: nel 1946-47 la propaganda, definita informazione, viene ricono-
sciuta dal Congresso come strumento da usare nelle relazioni estere a
vantaggio della società americana e, sempre nel 1947, viene riorganizza-
to il sistema di sicurezza, con l’approvazione del National Security Act e
con la creazione della Central Intelligence Agency (CIA) per il coordina-
mento dell’attività dei dipartimenti e delle agenzie governative. Per l’Ita-

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lia, in considerazione dell’importanza politica e strategica unitamente al-
la sua debolezza politica, la propaganda punta sulla proposta del model-
lo di vita americano e sulla diffusione di valori di democrazia e di pro-
gresso scientifico ed economico, con toni rieducativi, resi necessari dalla
lunga durata del regime fascista, che assumono poi una connotazione de-
cisamente anticomunista negli anni della guerra fredda.
Una più approfondita analisi è riservata all’USIS che ha un ruolo cen-
trale nella politica propagandistica messa in atto in Europa, durante la
guerra fredda, seppure affiancato da altri organismi istituiti a sostegno
del Piano Marshall. Con le sue biblioteche e Reading Rooms a Roma, Na-
poli, Firenze, Milano, Palermo, Bari, Torino, Bologna, Genova e poi anche
Trieste, svolge una capillare attività culturale e di informazione, nonché
di intelligence, anche se le fonti a disposizione relativamente a questo
aspetto sono scarsissime.
La radio a onde corte è sicuramente il mezzo fondamentale della pro-
paganda e dell’informazione negli anni della guerra, oltre ovviamente al-
la fotografia e alla stampa, ma si delinea ben presto l’importanza del ci-
nema – mezzo peraltro ampiamente usato per la propaganda nazista e fa-
scista – che induce l’USIS a creare apposite cineteche. Sono anni in cui an-
che la letteratura americana, la musica e il cinema di finzione entrano, con
una influenza fortissima, nella cultura italiana.
Le pellicole dell’USIS, di provenienza americana e italiana, esaminate
dalle autrici illustrano tematiche e obiettivi e contribuiscono a una mag-
giore conoscenza della società e delle sue trasformazioni: «Il cinema può
dare informazioni al pubblico. Ma può fare più di questo – scrive Leo
Rosten, romanziere e sceneggiatore, a proposito della strategia del Piano
Marshall – può fornire la comprensione pubblica delle cose. Può focaliz-
zare l’attenzione sui problemi centrali che il pubblico deve decidere, le
scelte basilari che il popolo deve prendere».

PAOLA CARUCCI
Soprintendente all’Archivio centrale dello Stato

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Introduzione
Questo libro nasce da due curiosità: per quali ragioni il Dipartimento
di Stato americano orchestrò una campagna pubblicitaria che non ha
eguali nella storia, per accompagnare gli aiuti del Piano Marshall? E che
tipo di impatto ebbe una tale campagna sull’opinione pubblica italiana ed
europea?
L’occasione è scaturita dalla possibilità di consultare presso l’Archivio
Centrale dello Stato un fondo che raccoglie ben 506 film prodotti e distri-
buiti dal Servizio di Informazioni degli Stati Uniti d’America. Il fondo co-
pre un arco cronologico piuttosto vasto, circa vent’anni, dal ’44 al ’63, e
spazia su vari temi, uniti da un’ispirazione di fondo: diffondere l’ameri-
can way of life.
Con questo libro non abbiamo voluto affrontare né gli aspetti econo-
mici né quelli politici relativi all’intervento americano nell’Europa del se-
condo dopoguerra, già analizzati da una storiografia ampia e documen-
tata. L’influenza americana è stata riconosciuta in tutti gli studi dell’ulti-
mo ventennio; per citarne solo alcuni, pensiamo ai saggi di Aga Rossi, Di
Nolfo, Ellwood, Nuti, Romero, che hanno indagato i legami internazio-
nali fra Stati Uniti, Italia ed Europa, e, pur utilizzando le medesime fonti,
reperite in gran parte presso i National Archives, sono pervenuti a tesi an-
che opposte rispetto al peso dell’intervento americano nella politica dei
governi alleati. Non è stato approfondito, al contrario, il peso di questa in-
fluenza nella formazione dell’opinione pubblica: infatti, sono rimasti in
ombra la continuità dell’intervento americano, dalla Prima guerra mon-
diale al secondo dopoguerra, sia pure con forme e intensità diverse, le
modalità di tale intervento e l’uso intenso dei mezzi di comunicazione di
massa.
Organizzazioni come l’OWI, il PWB, l’USIS, seppur apparentemente
marginali nell’ambito del sistema politico, sono state strumenti fonda-
mentali per creare consenso intorno alle scelte politiche ed economiche

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compiute dai governi degli Stati Uniti. Non è un caso poi che queste stes- agli uomini che le guidavano e ai contenuti e ai valori che venivano tra-
se organizzazioni abbiano privilegiato il cinema per propagandare i mo- smessi attraverso queste stesse strutture. Ci ha permesso anche e soprat-
delli di vita, le idee, i valori della civiltà americana, dato che questo mez- tutto di capire come gli Stati Uniti tenessero a far passare la scelta filo-oc-
zo si era dimostrato, fin dalla sua nascita, il più efficace nel condizionare cidentale non solo fra le élites politiche ma anche fra la “gente comune”,
i comportamenti quotidiani e a volte le scelte politiche di un paese. investendo un capitale in denaro e in uomini di gran lunga superiore al-
Dal nostro studio emergono con forza alcune ipotesi. L’esportazione le risorse dedicate al Piano Marshall.
del modello americano nell’Europa occidentale avviene, in maniera con- F. A. e G.T.
sapevole ma non strutturata, a cominciare dagli anni Trenta: lo testimo-
nia, in particolare, l’assunzione dei modelli pubblicitari, dei rotocalchi,
della musica, del cinema hollywoodiano, che invade il mercato europeo
con le Majors. Ma se guardiamo alle istituzioni per la propaganda, il mas-
simo sforzo si produce a cominciare dall’intervento americano nella Se-
conda guerra mondiale, prima con l’OWI, poi con l’USIS, istituito ancora
prima dello scioglimento dell’OWI, e continua ben oltre l’arrivo degli aiu-
ti del Piano Marshall. Gli Stati Uniti in sostanza intraprendono questa
strada in sordina; negli anni Trenta e in parte durante la Seconda guerra
mondiale sembrano non avere l’intenzione di istituzionalizzare e rende-
re esplicito il loro intervento. Al contrario, la fine della guerra, la scelta di
partecipare alla ricostruzione europea con il Piano Marshall, e la divisio-
ne del mondo in blocchi contrapposti fanno cadere tutte le remore rispet-
to all’uso esplicito, in tempo di pace, di strumenti utili a condizionare l’o-
pinione pubblica europea. Al centro dell’operazione si pone l’USIS, che
per tutto il periodo della guerra fredda continuerà ad agire attraverso i
suoi centri sparsi nelle più importanti città europee.
Gli argomenti dei film che le sezioni cinematografiche proiettavano
nei circoli, nelle piazze, nei cinema davanti a milioni di spettatori diven-
tano la chiave per comprendere come questa grande operazione si sia
evoluta negli anni. I film spaziano dalle nuove tecnologie alla democra-
zia, dalla produttività al sindacato aziendale, dall’anticomunismo all’am-
biente, alla vita quotidiana in generale, dimostrando una volontà di in-
tervenire in tutti gli ambiti politici e sociali di un Paese.
Abbiamo dunque scelto di procedere su due piani: la storia delle isti-
tuzioni e la storia degli strumenti e dei contenuti della propaganda. Si è
voluto mettere in luce che, accanto ai processi economici e politici, altri
strumenti hanno avuto indubbiamente un peso maggiore nel condurre
l’Italia così come altri paesi europei sulla strada già percorsa dagli Stati
Uniti, verso la società dei consumi. Il mescolarsi dei due piani ci ha per-
messo di guardare contemporaneamente alle politiche, alle strutture e

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1. Alle origini della propaganda americana
in Italia

La campagna propagandistica americana nella Grande guerra

Non si può trattare il tema della propaganda americana durante la Se-


conda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi, quelli
della Guerra fredda, senza risalire al periodo in cui l’uso della propagan-
da cominciò a diffondersi nel mondo occidentale. Non è neppure possi-
bile comprendere la diffidenza degli americani e dello stesso Roosevelt
verso questo strumento di persuasione delle folle senza ricordare l’uso
che ne fece lo staff americano costituito appositamente durante la Gran-
de guerra, gli eccessi e le distorsioni che provocarono grande perplessità
in una parte consistente dell’opinione pubblica.
La Prima guerra mondiale in effetti può essere considerata un mo-
mento di svolta sotto molti punti di vista; fra l’altro essa segnò la fine del-
l’isolamento americano rispetto al continente europeo e la conquista di
un ruolo da protagonista che gli USA non avrebbero più perduto, soprat-
tutto nel campo economico; «da quella guerra gli S.U. uscirono come una
potenza che, con il proprio apporto economico e militare, ne aveva deci-
so la sorte, senza subirne che in minima parte le devastazioni»1. Per quan-
to riguarda in particolare i rapporti tra Italia e Stati Uniti, i due paesi ave-
vano alle spalle lunghi decenni di reciproco isolamento culturale e lonta-
nanza politica. L’unica eccezione era costituita dall’atteggiamento ameri-
cano verso gli strati più bassi della popolazione italiana, quelli che ali-
mentavano l’emigrazione; soltanto grazie agli emigranti e alle loro lette-
re e ad alcuni scrittori, in genere di area progressista, si erano diffusi in
Italia la conoscenza della civiltà americana e il mito dell’America come
Paese dei dollari e come patria della modernità e dei diritti2. Anche dopo

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l’inizio della cobelligeranza, Italia e Stati Uniti continuarono a muoversi In tutte le principali nazioni coinvolte nel conflitto (Francia, Germania,
su piani politici distanti: l’Italia, nonostante tutto, guardava con una cer- Inghilterra, Italia, Stati Uniti) lo sviluppo di strutture per la propaganda,
ta simpatia alla Germania, simbolo della vecchia Europa, il paese che era la ricerca di tecniche nuove ed efficaci – sia sul fronte interno che all’este-
stato sempre un punto di riferimento importante sul piano culturale, il ro, nei paesi alleati e in quelli nemici –, l’affinamento dei metodi proce-
paese che aveva compiuto parallelamente all’Italia il suo cammino di de- dettero si può dire in modo parallelo. Del resto in tutti questi paesi la pro-
collo economico, mentre il “Nemico” era ovviamente l’impero asburgico; paganda era stata alla fine accettata come un fatto inevitabile, ma contin-
gli Stati Uniti al contrario non avevano particolari motivi di ostilità verso gente, strettamente legato alla durata della guerra; una volta raggiunto l’o-
l’Austria, mentre individuavano il loro principale avversario nella Ger- biettivo, sarebbe cessata anche la necessità dell’utilizzo di uno strumento
mania aristocratica. ritenuto del tutto estraneo alle esigenze di uno stato democratico.
Prima della rotta di Caporetto «nella società italiana esisteva un atteg- In questo senso, la situazione della Russia sovietica era completamen-
giamento duplice verso l’America, fortemente differenziato per classi di te diversa: infatti in quel caso la propaganda si presentava come una ne-
origine. Questa dicotomia si amplificò con la guerra, dato che da un lato cessità non soltanto di tipo militare, per imporre la diffusione del pensie-
la simpatia popolare sfociò precocemente nel mito di Wilson, mentre la ro rivoluzionario, ma da considerare permanente e non occasionale: la
classe dirigente si manteneva chiusa alle novità ideologiche provenienti propaganda diveniva in questo caso un fattore profondamente integrato
da oltre-Atlantico. La sconfitta di Caporetto mutò quest’ultimo atteggia- nell’azione politica, e tendeva anche a trasformare quest’ultima.
mento, anche se nella nuova apertura giocò una certa dose di opportuni- Viene così in evidenza un altro cambiamento indotto dal conflitto
smo»3. Questo può spiegare la presa immediata della campagna propa- mondiale: la consapevolezza cioè che un’azione di influenza massiccia e
gandistica americana durante la Prima guerra mondiale. capillare era irrinunciabile in situazioni eccezionali, che coinvolgevano
In generale i paesi del mondo occidentale erano stati fino a quel mo- l’intera popolazione di uno Stato; per questo la propaganda doveva esse-
mento abbastanza contrari all’uso della propaganda; nessuno di questi re compresa ufficialmente tra i mezzi di azione dei governi; inoltre risul-
paesi era all’epoca dotato di strutture ufficiali per la propaganda, con l’ec- tava evidente che l’enormità dei mezzi da impiegare e la specificità delle
cezione della Germania, che aveva iniziato a muoversi in questa direzio- conoscenze psicologiche facevano della propaganda una tecnica da affi-
ne attraverso l’Ufficio stampa del Ministero degli esteri, servendosi dei dare a specialisti.
corrispondenti a Berlino dei giornali stranieri, e l’agenzia telegrafica uffi- Ovviamente, mentre il conflitto diveniva progressivamente più duro
ciale. Inoltre i diplomatici tedeschi e i rappresentanti degli uffici all’este- e la situazione più difficile sia per i combattenti che per i civili, mentre le
ro delle banche tedesche e delle compagnie di navigazione agivano come strutture, sia governative che private, prendevano maggiore confidenza
agenti per la diffusione di informazioni favorevoli al loro paese4. con questo potente strumento a loro disposizione, si studiavano metodi
Allo scoppio della guerra tutti gli Stati coinvolti avvertirono contem- nuovi, più diretti ed efficaci. Le innovazioni comunque non furono mol-
poraneamente la necessità di giustificare la loro partecipazione ad esso; te, rispetto al tradizionale uso di volantini e manifesti, all’utilizzo di pro-
nelle democrazie c’era bisogno di maggiori spiegazioni che nei regimi au- pagandisti; lo strumento più diffuso continuava ad essere la stampa, in
tocratici. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, già alcuni anni prima dell’i- particolare i quotidiani: i fatti che costituivano la base di questa propa-
nizio del conflitto era stata intrapresa una intensa campagna, più o meno ganda erano necessariamente desunti dalle traduzioni di rapporti in lin-
coscientemente propagandistica, per preparare il popolo americano alla gue straniere, che spesso venivano – forse deliberatamente – alterati. Si
eventualità di una guerra. Per questo fu costituita nel 1903 nell’ambito del- aggiungevano la manipolazione di fotografie e la falsificazione di docu-
l’Esercito una struttura di supporto per il Presidente, il General Staff, che menti originali.
divenne anche il centro delle attività di propaganda dell’Esercito; il suo Per quanto riguarda le novità, il Servizio di guerra psicologica del Mi-
collegamento con un’unità importante come l’Ufficio del Comando mili- nistero della guerra francese ebbe l’intuizione di effettuare lanci di volanti-
tare dell’Esercito gli consentiva di avere accesso ai canali di informazione5. ni dagli aerei, mentre la Crewe House inglese, diretta da Lord Northcliffe6,

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si propose come modello per la sua organizzazione sistematica e scienti- fu costituito il Gabinetto del Sottosegretario di Stato per la propaganda al-
fica; fu proprio la propaganda inglese, capace di utilizzare tutti i mezzi l’estero e per la stampa, nel cui ambito funzionava un Ufficio fotocine-
tecnici in maniera coordinata e di agire contemporaneamente sul piano matografico, incaricato di tenere i rapporti con la sezione parallela del
psicologico, politico ed economico, a contribuire alla preparazione dell’o- Comando supremo e di curare la diffusione dei materiali all’estero9.
pinione pubblica americana all’entrata in guerra. Anche gli Stati Uniti, co- Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il messaggio democratico wilso-
me si vedrà più avanti, riuscirono a creare un modello perfetto ed effi- niano e il mito nascente dell’America furono percepiti in questa occasio-
ciente di organizzazione della propaganda, soprattutto grazie alla sepa- ne come l’unica barriera ideologica in grado di arginare l’ondata propa-
razione dalla politica del servizio della propaganda, considerato per sua gandistica proveniente dall’Oriente europeo; per questo motivo il ruolo
natura puramente tecnico, e alla sua autonomia. svolto dalla propaganda americana in Europa fu un fattore importante sia
Una delle novità di rilievo fu anche l’utilizzo del cinema, strumento nello sforzo bellico, sia dal punto di vista politico. In Italia l’impegno de-
ancora giovane e poco diffuso, certamente in grado di colpire e influen- gli Stati Uniti nel settore della propaganda superò di gran lunga il coin-
zare le masse; a parte alcuni tentativi poco riusciti della Francia e l’uso più volgimento militare, limitato all’invio di un unico reggimento (il 232mo
consistente che ne fecero gli Stati Uniti, anche la Russia fu sollecita nel- Ohio) alla fine del mese di luglio del 1918 su un totale di circa due milio-
l’intuire le potenzialità a fini propagandistici di questo mezzo: il primo ni di soldati impegnati sul fronte europeo.
film girato in URSS nel 1917 fu appunto un film di propaganda, e altri se- La propaganda statunitense superò la fase dalla gestione delegata a
guirono, sotto la regia di Eisenstein. Interessante anche l’invenzione di enti privati all’inizio del 1918, quando Lloyd George prima e il presiden-
proiettare i film nel vagone-cinematografo compreso nel treno speciale di te Wilson poi, con i suoi “14 punti”, definirono il loro programma per la
Trotsky, un centro di propaganda ambulante costituito anche da un va- pace, la loro linea politica. Solo allora fu organizzato il Commettee on Pu-
gone-esposizione, un vagone-tipografia (nel quale stampare volantini e blic Information (CPI), più noto come Creel Committee – dal nome del
manifesti di volta in volta adatti alle esigenze locali) e un vagone-piatta- suo direttore George Creel – che fu di fatto il ministero americano per la
forma per tenervi riunioni politiche7. propaganda e la censura di guerra. Il CPI fu costituito da Wilson soltanto
Del resto, i primi decenni del secolo furono significativi anche per la pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra degli Stati Uniti, avvenuta il
nascita di molte invenzioni scientifiche, quali l’aeroplano, il cinema e la 6 aprile 1917, in quanto l’esperienza degli anni precedenti aveva dimo-
telegrafia senza fili, e tutto questo non poteva non rivoluzionare anche il strato che questo conflitto coinvolgeva l’intera popolazione degli Stati in-
metodo e la scala di intrattenimento e di informazione destinati alle gran- teressati, ed era quindi necessario preoccuparsi di costruire un clima di
di masse. solidarietà nazionale, raccogliere anche i civili intorno allo sforzo bellico.
In Italia la disfatta di Caporetto fece temere che la rotta militare si tra- La scelta di George Creel come direttore della struttura derivò dalla leal-
sformasse in rivoluzione sociale: si trattava di ricucire lo scollamento tra tà che questo giornalista aveva dimostrato a Wilson fin dagli inizi della
classe dirigente e base popolare e proprio in conseguenza di questo il go- sua carriera10.
verno fu indotto a dare impulso allo sviluppo di organismi di assistenza Al momento di massima espansione il CPI impiegava circa 150.000 la-
e propaganda civile. La propaganda entrò così nei programmi del Co- voratori tra volontari e stipendiati; giornalisti, scrittori, professori uni-
mando supremo; inizialmente si diffusero organismi, comitati patriottici versitari, artisti, attori e fotografi erano impegnati a preparare spettacoli,
e assistenziali8, strutture in prevalenza private, nate in Italia come altrove manifesti, film, fotografie e bollettini per mobilitare l’opinione pubblica a
per sopperire forse al mancato afflusso di informazioni determinato dal- favore di Wilson e dello sforzo bellico. Il CPI fu sciolto il 30 maggio 1919.
la censura. Dopo la disfatta di Caporetto, anche le strutture statali milita- Il Comitato era organizzato in due grandi sezioni: la Domestic Section
ri e civili sentirono la necessità di costituire propri uffici di informazione e la Foreign Section, con una serie di ulteriori suddivisioni, che ne fecero
e propaganda: si organizzò così una struttura esclusivamente dedicata al- un organismo piuttosto complesso e soggetto a continui mutamenti di or-
la propaganda fra le truppe (Ufficio P), mentre nel Ministero dell’interno ganizzazione; il CPI in effetti non cresceva secondo un piano preciso, ma

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la sua organizzazione era improvvisata in relazione alle esigenze che di Fu anche prodotta, per l’impegno congiunto di USA, Francia, Inghilterra
volta in volta si presentavano e sia la struttura che il personale cambiava- e Italia, la “Official War Review”, che raccontava la storia dello sforzo bel-
no continuamente. La più importante delle strutture per l’Interno era la lico di ciascuna nazione presentando i combattenti sui diversi fronti. In
Division of News, che accentrava l’informazione per i dipartimenti della ogni caso la gran parte dei programmi cinematografici distribuiti nei pae-
Guerra, Marina, Giustizia, Lavoro, per la Casa Bianca, per il National War si alleati erano di produzione americana, con voce americana e mostra-
Labour Board, per il Council of National Defense, per il War Industries vano il way of life americano; si potrebbe dire che ogni film prodotto a
Board, e per il War Trade Board11. Alcuni si lamentavano perché riteneva- Hollywood e inviato al di là dell’Atlantico era un contributo alla propa-
no che la Divisione fosse composta da uomini di vedute sociali radicali, ganda della civiltà americana.
simpatizzanti per il bolscevismo, ma sembra che il presidente Wilson eser- Attraverso le circa trenta filiali estere parte del materiale a stampa fu
citasse un controllo piuttosto stringente sull’operato della Divisione. tradotto e distribuito insieme ad una grande varietà di altro materiale
Un’iniziativa originale fu quella presentata nel mese di giugno del pubblicitario, come poster, cartoline, bandiere e film12; il Servizio si servi-
1917 da Donald Ryerson di Chicago, ossia l’utilizzo dei Four-minutes men, va anche di lettere di scrittori ben noti. Il Servizio telegrafico e via cavo,
conferenzieri che avevano a disposizione solo 4 minuti per trattare temi conosciuto come COMPUB, diffondeva sistematicamente il messaggio
relativi alla guerra nei teatri o in altri luoghi di incontro; alla fine della americano attraverso il globo, da Singapore a Buenos Ayres; in questa fa-
guerra almeno 75.000 oratori avevano tenuto non meno di un milione di se l’Associated Press e la United Press prestarono la loro collaborazione
brevi discorsi per circa quattro milioni di persone. Il CPI forniva notizia- in molti stati13.
ri per la stampa, e inaugurò il 10 maggio del 1917 il primo giornale uffi- In Italia il capo della missione del CPI fu il colonnello Charles Edward
ciale del governo, l’”Official Bulletin”, un quotidiano destinato a infor- Marriam, che, incaricato direttamente dal presidente Wilson, condusse
mare la popolazione dei progressi della guerra e delle iniziative ufficiali con sé uomini di sua fiducia per tastare il polso della popolazione italia-
prese per la sua prosecuzione; la sottoscrizione ammontava a 5 dollari na e raccogliere dati politici, economici e finanziari. Marriam scelse di
l’anno, ma i giornali, gli uffici postali, i pubblici ufficiali e le agenzie pub- mantenere al suo ufficio un carattere non ufficiale, per essere indipen-
bliche lo ricevevano gratuitamente. La sua circolazione iniziale fu di dente nei movimenti e libero di svolgere le sue indagini dove meglio gli
60.000 copie, salite a 118.000 nel mese di agosto del 1918. La stampa del sembrasse conveniente e per formarsi giudizi e convincimenti propri. Il
bollettino cessò il 31 marzo del 1919. Complessivamente il CPI pubblicò materiale di propaganda distribuito in Italia consisteva in manifesti, opu-
milioni di opere a stampa. scoli, fotografie e cartoline illustrate, con riferimento all’attività non sol-
Un altro notevole sforzo, anche dal punto di vista economico, fu com- tanto militare, ma anche industriale e commerciale degli Stati Uniti14.
piuto per avviare l’utilizzo del film come strumento più immediato per la Come spesso avviene, l’attività di propaganda fu delegata a livello uf-
diffusione delle notizie; anche se già dall’inizio del 1917 l’industria cine- ficiale ad un organismo che aveva anche compiti informativi; ma duran-
matografica aveva cominciato a introdurre le tematiche della guerra e te- te la prima guerra mondiale il CPI fu ampiamente ed efficacemente
mi patriottici nella propria produzione, la Divisione film fu costituita sol- coadiuvato, a partire dal 1917, da due enti, la Croce rossa americana e la
tanto il 25 settembre del 1917, e iniziò con il distribuire notiziari e docu- Young Men’s Christian Association (YMCA)15, i cui uomini indossavano
mentari che mostravano le fasi della guerra e le ultime notizie dal fronte. comunque l’uniforme dell’esercito americano. In questo caso la propa-
Successivamente furono prodotti anche film di tipo diverso; uno dei più ganda era affidata a enti il cui impegno prevalente si svolgeva nel campo
famosi, della primavera del 1918, fu Pershing’s Crusadees, che paragonava dell’assistenza; in questo modo l’azione degli Stati Uniti era rivolta più al-
il conflitto mondiale a una crociata; «I giovani americani – era scritto fra la popolazione civile che ai vertici politici e militari e rispondeva ad un
l’altro nei titoli di testa – vanno a salvare la civiltà, stanno andando a bat- orientamento di fondo della politica wilsoniana, teso a creare un legame
tersi per un motivo preciso, per salvare la Democrazia dalla fine. Marcia- diretto tra il popolo italiano e il presidente americano, scavalcando le rap-
no per portare la libertà americana alle moltitudini oppresse delle terra». presentanze politiche, sia negli Stati Uniti che in Italia. Di fatto Red Cross

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e YMCA si divisero in qualche maniera i compiti: alla prima era affidata lia (spirito pubblico, armi, derrate alimentari esistenti) per conto del Mi-
l’assistenza materiale, attraverso la distribuzione di cibo e vestiario, l’as- nistero dell’interno americano; la commissione, nella quale sembra fosse-
sistenza ai profughi, e naturalmente l’assistenza sanitaria; la seconda si ro inclusi espertissimi detective, venne sciolta nel mese di maggio18.
dedicò soprattutto all’assistenza morale e al sostegno psicologico delle Come la Croce rossa americana, al momento dell’entrata in guerra de-
truppe. gli Stati Uniti anche l’YMCA19 si era posta a disposizione dell’Esercito
La Croce rossa americana (CRA), si installò in Italia a Roma il 20 di- americano; in Italia, la sua attività ebbe inizio a partire dal mese di gen-
cembre 1917, organizzandosi immediatamente in tre dipartimenti: Affari naio del 1918, sotto la direzione di John S. Nollen, sulla base dell’espe-
civili, Affari militari, Affari sanitari; al momento dell’armistizio operava- rienza già avviata con ottimi risultati in Inghilterra e in Francia, con il
no in Italia 949 americani. Fra l’altro la CRA organizzò un efficiente siste- compito precipuo di innalzare il morale delle truppe. Una relazione del
ma di ostelli per i soldati nelle più importanti città italiane. «Eppure, l’as- prefetto di Torino alla Direzione generale della pubblica sicurezza del 24
sistenza diretta ai soldati fu solo una piccola parte delle attività della CRA gennaio 1924 riferisce sugli inizi dell’attività dell’YMCA in Italia: «Allor-
in Italia. Infatti, il Department of Military Affairs, che curava i settori ap- ché gli SU parteciparono ala guerra mondiale, il presidente Wilson pro-
pena menzionati, assorbì poco più del 10% dei 115 milioni spesi fra no- mosse una sottoscrizione nazionale destinata a provvedere generi di con-
vembre 1917 e giugno 1918. Quasi il 65% del totale, invece, fu impiegato forto agli eserciti alleati. La somma ricavata dalla sottoscrizione e che si fa
dal Department of Civil Affairs nell’assistenza civile, vale a dire nel soc- ascendere ad oltre 200 milioni di dollari, fu distribuita tra le principali as-
corso ai rifugiati delle terre invase, nei contributi alle famiglie dei solda- sociazioni religiose e filantropiche americane le quali ebbero incarico di
ti, nell’assistenza all’infanzia (orfanotrofi, scuole, asili), nella gestione di cooperare al miglioramento delle condizioni dei combattenti. L’YMCA
cantine, mense ed ouvroirs per le popolazioni civili»16. Le cifre spese per i venne così in Italia nel 1918 assumendo il nome di “Corpo americano -
contributi alle famiglie povere dei soldati più meritevoli, in particolare, Opera di fratellanza universale” e le modalità per il suo intervento furo-
sono particolarmente ragguardevoli; una prima distribuzione avvenne no stabilite da un contratto fra l’Intendenza generale del R. Esercito, nel
nel mese di aprile del 1918, per “celebrare” l’anniversario dell’entrata in quale si specificava che l’azione dell’associazione doveva integrare e dare
guerra degli Stati Uniti: in più di 7000 centri abitati furono beneficiate cir- maggiore sviluppo alla istituzione già esistente delle “Case del soldato”;
ca 290.000 famiglie con una spesa di 6 milioni di lire. L’iniziativa fu ripre- con la distribuzione di sussidi in derrate operata su larga scala l’YMCA
sa nei mesi successivi e raggiunse le famiglie dei soldati fin nei paesi più acquistò una larga popolarità nell’Esercito e nella popolazione civile»20.
sperduti, a rafforzare quel mito di un’America ricca e generosa che tal- Come quartier generale dell’Associazione venne scelta la città di Bo-
volta era stato già diffuso attraverso le testimonianze degli emigranti. logna, sia perché si trovava in una posizione particolarmente favorevole
Fin dall’inizio la campagna della CRA in Italia fu mirata al rafforza- per i trasporti, sia perché questa città era la sede dell’Intendenza genera-
mento del cosiddetto “Fronte interno”, la sua azione fu portata avanti in le dell’Esercito. Il lavoro dell’YMCA si sviluppò subito molto rapidamen-
modo da bilanciare due aspetti diversi, l’aiuto materiale e quello “mora- te, anche grazie alla cooperazione di ufficiali dell’Esercito italiano nella ri-
le”, l’assistenza e la propaganda: le distribuzioni di aiuti venivano ac- cerca di sedi e magazzini. Nell’autunno del 1918 erano impegnati nel-
compagnate da discorsi e omaggi di materiale propagandistico america- l’YMCA ben 270 americani, ciascuno con sei soldati al suo servizio, tanto
no17. Anche le autoambulanze, prima di raggiungere il fronte, venivano da arrivare a 1800 uomini; l’attività dell’Associazione si svolgeva soprat-
fatte sfilare nei centri abitati e presentate quale avanguardia dell’esercito tutto presso i soldati al fronte o nei campi di riposo o negli ospedali, o nel
alleato, che, come si è detto, non sarebbe mai stato inviato. settore dell’istruzione. L’impegno più assiduo fu messo nella creazione di
Comunque anche alla Croce rossa erano affidati compiti informativi: Case del soldato, talvolta semplici baracche di legno, che divenivano per
risulta da una nota della polizia che la commissione della Croce rossa i combattenti al fronte luoghi di ricreazione; erano dotate di fonografi,
americana in Italia con l’incarico ufficiale di compiere studi sulla tuber- chitarre, mandolini, tavoli e materiale per scrivere, libri, riviste, giochi e
colosi in realtà aveva anche la missione di studiare le condizioni dell’Ita- talvolta anche di un cinema.

24 25
Durante la primavera e l’estate del 1918 l’YMCA prese parte molto at- sura dell’esperienza di un intervento diretto di organizzazioni americane
tivamente alla propaganda intrapresa dal Governo italiano per controbi- in Italia; delle tre strutture di cui si è parlato soltanto l’YMCA continuò a
lanciare il lavoro svolto dai tedeschi; furono particolarmente impegnati i svolgere la sua attività in Italia.
conferenzieri dell’YMCA che conoscevano la lingua italiana, i quali con i Infatti dopo la fine della guerra, chiuse quasi tutte le sedi, rimasero
loro interventi contribuirono senza dubbio efficacemente a far rinascere operative quelle di Torino e di Roma; mentre durante la guerra l’attività
la fiducia nella forza delle truppe italiane. Fu anche assai curato il settore dell’YMCA era stata apolitica e aconfessionale, nel 1922 il prefetto di To-
degli spettacoli e delle rappresentazioni cinematografiche, con la scrittu- rino sottolineava come in quel periodo essa era invece rivolta prevalente-
razione di molti artisti, soprattutto cantanti lirici, artisti di varietà e comi- mente ai giovani e diretta a fare proseliti nella religione valdese; continuò
ci, e in un secondo momento anche di artisti che si dedicavano a rappre- la tradizione di tenere corsi di inglese, cicli di conferenze e manifestazio-
sentazioni di marionette e burattini. La cinematografia ha giocato un ruo- ni musicali, vennero fondati istituti di ricovero e di istruzione valendosi
lo importante nel lavoro dell’YMCA: le pellicole erano fornite dalla Com- di cospicue oblazioni fatte da valdesi americani e inglesi. Sia la sede di
munity Picture Company di New York, e, quando non furono più suffi- Torre Pellice sia quella di Roma (le più fiorenti) disponevano di una pale-
cienti, l’YMCA si rifornì anche a Parigi e in Italia; i soggetti seri erano co- stra per l’educazione fisica.
munque seguiti da soggetti comici. Le proiezioni continuarono anche do- L’ambasciatore degli USA De Martino nel 1927 scriveva che l’YMCA
po l’armistizio, nel periodo della smobilitazione, fino al numero di 500 a era un’istituzione assai potente e stimata e ritenuta impresa umanitaria da
settimana, spesso con l’aiuto di autocarri allestiti appositamente per rag- paragonarsi alla Croce rossa e che era opportuno tenere conto della gran-
giungere località prive di sale di proiezione; questa attività fu estesa poi de popolarità e influenza che essa aveva in America22. L’appoggio del go-
anche alla Dalmazia, in luoghi nei quali il cinematografo appariva per la verno americano all’YMCA, conosciuto anche dal Ministero degli affari
prima volta. Sembra che l’YMCA abbia organizzato più di 22.000 rappre- esteri, era tale che Mussolini stesso dispose che l’attività dell’YMCA si po-
sentazioni in 15 mesi, riuscendo a coinvolgere più di 19 milioni di spetta- tesse svolgere senza difficoltà nei limiti del suo programma statutario23.
tori; le pellicole in circolazione erano circa 500. Sembra che nel dopoguerra il fabbisogno dell’YMCA avesse raggiunto la
I rappresentanti dell’YMCA si cimentarono anche nel campo didatti- bella somma di 75 milioni di dollari, di cui il 90% era coperto con obla-
co, insegnando direttamente i primi rudimenti ai soldati analfabeti e te- zioni. I capi dell’YMCA sembra fossero quasi tutti massoni24. La sede tori-
nendo corsi di lingua inglese, soprattutto per gli ufficiali. Si trattò di cor- nese fu chiusa nel 1937 non per pressioni politiche (l’attività dell’YMCA
si più pratici che teorici e molto intensivi. A tutto questo si aggiunse an- aveva suscitato la gelosia degli ambienti cattolici e fascisti), ma per diffi-
che la cura dell’esercizio fisico, iniziato in un primo momento negli ospe- coltà economiche, mentre quella romana sopravvisse al fascismo25.
dali per la riabilitazione dei feriti; i giochi di squadra si dimostrarono il La guerra aveva creato una notevole simpatia nei confronti degli Sta-
modo migliore per educare gruppi numerosi di giovani ad essere svelti, a ti Uniti e di quello che si potrebbe definire quasi un nuovo culto, il presi-
pensare prontamente, a saper misurare la loro forza e a rafforzare il pro- dente Woodrow Wilson. «Wilson e Lenin, secondo una tendenza non
prio spirito21. nuova a dare concretezza ai fenomeni storici identificandoli nelle grandi
personalità, furono i due punti di riferimento nei quali il rifiuto del vec-
chio mondo d’anteguerra si univa con l’aspirazione ad una società nuova
Il dopoguerra: la propaganda, gli americani e l’Italia [...]. La fortuna del pacifismo wilsoniano non passò senza il diretto inter-
vento della classe dirigente, della propaganda americana e degli stessi ri-
A questo punto, sembra opportuno introdurre alcune considerazioni formisti del PSI»26. L’ultima frase citata mette in rilievo il ruolo che ebbe
sugli effetti di questo primo contatto diretto tra l’America e gli italiani. La durante la guerra la propaganda; come si è già accennato, durante il con-
fine della guerra, contrariamente a quanto sarebbe avvenuto, come si ve- flitto per la prima volta accanto alla guerra combattuta dagli eserciti si
drà, dopo la seconda guerra mondiale, coincise con una quasi totale chiu- svolse parallelamente una guerra psicologica, rivolta alle masse. Su que-

26 27
sto terreno, gli Stati Uniti avevano molto da insegnare all’Europa: una va promesso l’avvento di un mondo pacificato, la vittoria della democra-
propaganda basata su messaggi brevi e chiari come quelli dei Four-minu- zia su tutti gli autoritarismi, ma la realtà era stata poi ben diversa. Il pre-
tes men, piuttosto che su discorsi retorici e ampollosi, incomprensibili per giudizio aveva anche radici psicologiche: c’era qualcosa di misterioso e di
molti; una propaganda concreta, affidata a chi, mentre svolgeva questa repellente per l’opinione pubblica in questo processo di persuasione, che
attività, distribuiva anche beni preziosi, elargizioni in denaro e aiuti ma- implicava la negazione, o almeno l’affievolimento della facoltà razionale
teriali; una propaganda tanto più efficace e gradita in quanto si accompa- per condurre le “vittime” ad una conclusione preparata in anticipo.
gnava all’impegno a sollevare gli animi, a distrarre le menti dalla realtà Questo atteggiamento comunque non condusse, come diretta conse-
brutale della guerra. In questo senso ebbe un ruolo centrale l’utilizzo del guenza, alla vanificazione dell’esperienza accumulata durante la guerra.
mezzo cinematografico, molto sfruttato per la sua immediatezza di im- Al contrario, le tecniche e le conoscenze acquisite furono ampiamente
patto sulle popolazioni. sfruttate dalla società civile e con altri scopi. I film di propaganda a passo
Qui emerge un altro aspetto: anche se la decisione del governo ameri- ridotto, in formato 16 mm., erano divenuti strumenti di lavoro normali per
cano di entrare nel conflitto fu ammantata di motivazioni ideologiche, enti che desideravano pubblicizzare il loro lavoro (ospedali, scuole, istitu-
quali la lotta per la democrazia, in realtà l’unica vera spinta era quella zioni); nel mondo economico, la pubblicità in fondo poteva utilizzare le
economica. «La convinzione che l’economia americana si sostenesse su stesse tecniche della propaganda per convincere il pubblico non della giu-
una libera espansione e su mercati aperti, messi a quel punto in pericolo sta causa di un intervento in guerra, ma della bontà di un prodotto. E’ in-
dal conflitto, e il timore che l’assetto politico che sarebbe emerso dalla vit- teressante a questo proposito leggere il giudizio di Luigi Barzini in una sua
toria dell’altra parte costituisse una minaccia per questi interessi econo- corrispondenza del 1929 da New York: «La reclame americana è una mate-
mici, se non per la stessa sicurezza degli Stati Uniti»27. La guerra costituì ria scientifica che si insegna nelle università giornalistiche e commerciali,
in sostanza l’occasione per gli Stati Uniti di uscire dal proprio isolamento si connette alla psicologia delle masse, alla mentalità delle varie classi alle
per trovare sbocchi alla copiosa produzione industriale, e questo fu par- quali si fa appello, ed allo studio delle aspirazioni, delle tendenze e dei bi-
ticolarmente evidente nel campo del cinema. Ha scritto Victoria De Gra- sogni della gente. Essa è fatta da menti di primissimo ordine. I migliori
zia che «emergendo come un grosso affare durante la Grande guerra, l’in- laureati in giornalismo non vanno nei giornali, ma entrano al servizio del
dustria cinematografica americana si distinse rapidamente dalle sue con- commercio negli uffici di pubblicità. La reclame americana è quieta, seris-
troparti europee per la scala e la resa delle sue operazioni [...]. Sul piano sima, persuasiva e insinuante e costituisce una subdola e terribile offensi-
economico l’industria americana letteralmente schiacciò la produzione va commerciale. L’Italia ne è bombardata, ma pochi se ne accorgono per-
europea durante la prima guerra mondiale»28. Produzione europea che ché essa è mascherata da reclame italiana. Io che conosco i prodotti e la lo-
precedentemente aveva raggiunto posizioni di assoluta supremazia: l’I- ro provenienza, la vedo per tutto nelle nostre pubblicazioni, ma non c’è in
talia nei primi anni del secolo era una delle principali esportatrici di film essa una parola che lasci capire che si tratta di merce non italiana»29.
e le doveva anche essere riconosciuto il merito di aver inventato, sul pia- Per un altro verso, ma sempre sulla stessa linea, gli uffici pubblici in-
no tecnico, il sistema a più bobine, e, su un altro piano, il divismo. Nello ventarono le “relazioni pubbliche” per diffondere l’informazione; un
stesso periodo l’industria del cinema francese si era distinta come il più esempio viene dall’Inghilterra, dove i ministri della Sanità, dell’Educa-
importante fornitore mondiale, soprattutto attraverso un paio di società zione e del Lavoro costituirono per primi questo tipo di strutture e dove
che dominavano la rete mondiale di distribuzione. l’Empire Marketing Board, attraverso una sua unità per la produzione ci-
In realtà subito dopo la fine del conflitto si aprì negli Stati Uniti una fa- nematografica, produsse cortometraggi proiettati anche nei cinematogra-
se di riflessione e di ripensamento sulle aperture verso il mondo occiden- fi, oppure in scuole e istituzioni educative30.
tale e sull’uso della propaganda; l’attività del Creel Commettee cominciò Un altro settore nel quale gli Stati Uniti potevano essere considerati
ad essere giudicata sempre più controproducente, in quanto troppo certamente all’avanguardia era quello della valutazione delle reazioni
chiassosa e aggressiva; inoltre si era dimostrata bugiarda, in quanto ave- dell’opinione pubblica; in questo campo aveva già acquisito rinomanza

28 29
l’American Institute of Public Opinion, che aveva sede a New York ed era Note
diretto da Giorgio Gallup, ex professore della Harvard University. Un al-
tro segnale nella stessa direzione fu la fondazione nel 1937 di una rivista 1
. G.G. Migone, Introduzione, in G. Spini, G.G. Migone, M. Teodori, Italia e America dalla
specializzata in materia, la “Public Opinion Quarterly”. Grande guerra a oggi, Venezia, 1976, p.26.
Comunque una certa presenza americana riuscì a superare anche le 2. Cfr. ad esempio E. Franzina, Le Americhe tra immaginario e realtà. Cultura operaia e im-

barriere dei regimi totalitari europei; in Germania, gli influssi provenien- migrazione, in La riscoperta delle Americhe. Lavoratori e sindacato nell’emigrazione italiana in Ame-
rica Latina 1870-1970, a cura di V. Blengino, E. Franzina, A. Pepe, Milano, 1994, pp. 475-506.
ti d’oltreoceano avevano cominciato a farsi sentire già durante la Repub-
3
blica di Weimar, sopravvivendo anche dopo il 30 gennaio 1933. In qual- . Cfr. D. Rossini, Le radici del wilsonismo in Italia, 1917-1918. La campagna della Croce ros-
sa americana e dell’YMCA nel dopo-Caporetto, in “Storia delle relazioni internazionali”, 1993,
che modo, sia pure subendo molte limitazioni, fino allo scoppio della n. 2, p. 10; della stessa autrice cfr. anche Il mito americano nell’Italia della Grande Guerra, Ro-
guerra e oltre le sale cinematografiche delle principali città tedesche ri- ma-Bari, 2000.
uscirono a presentare al pubblico la produzione hollywoodiana più re- 4.R.S. Lambert, Propaganda, London, Edinburgh, Paris, Melbourne, Toronto, New York,
cente, cosicché i tedeschi ebbero modo di seguire le interpretazioni di 1938, p.23.
Marlene Dietrich, o quelle di Gary Cooper, Clark Gable, Joan Crawford e 5
. Cfr. M.T. Reynolds, The General Staff as a Propaganda Agency, in “The Public Opinion
Greta Garbo31. «La burocrazia nazionalsocialista – ha scritto Norbert Frei Quarterly”, july 1939, pp. 391-408.
6. Si trattava della sede dei servizi di propaganda dell’Enemy Propaganda Department
– mantenne lo stesso atteggiamento di relativa apertura anche nei con-
inglese; l’azione inglese in questo campo era basata su uno studio attento dei fattori e dei
fronti della letteratura americana contemporanea [...]. Alcuni libri ameri-
mezzi favorevoli alla creazione di una atmosfera desiderata, sulla esclusione dei ricorso al-
cani divennero veri e propri best-seller, compreso il Via col vento di Mar- le menzogne, sull’utilizzazione di fatti e non di idee, sulla concentrazione dello sforzo di
garet Mitchell»32. volta in volta su un solo obiettivo. Sulla campagna propagandistica della Crewe House cfr.
Per quanto riguarda l’Italia, se si lascia da parte l’espansione dell’in- il volume di Stuart, Secret of Crewe House. The story of a famous campaign, edito nel 1920; cfr.
anche M. Balfour, Propaganda in War 1939-1945. Organisations, Policies and Publics in Britain
dustria americana sul mercato italiano, la presenza americana durante il and Germany, London, Boston and Henley, 1979, pp. 3-10. Lord Northcliffe costituì un “Ad-
periodo fascista passò anche in questo caso quasi esclusivamente attra- visory Commettee” coinvolgendo noti giornalisti e pubblicisti, poi coordinò il suo lavoro
verso la diffusione del cinema, della letteratura, di alcuni balli o mode; gli con quello di altri dipartimenti governativi, alla fine venne creata una Commissione inte-
ralleata di propaganda.
americani tentarono anche di utilizzare il cinema in chiave propagandi-
7. Su questi temi, cfr. in particolare J. Ellul, Propagandes, Paris, 1962; Id., Histoire de la pro-
stica: sembra che a Hollywood e a New York attori, scrittori e registi ab-
pagande, Paris, 1976 (ed. it. Napoli, 1983).
biano tentato di organizzare un tipo di produzione cinematografica di ca- 8. Furono particolarmente attive le Opere federate, l’Unione generale degli insegnanti,
rattere antifascista, con l’appoggio in particolare dell’attore Conrad Na- l’Opera nazionale invalidi di guerra, l’Opera nazionale per gli orfani dei contadini, patro-
gel, ma il piano fallì per la direttiva data dal Governo ai produttori ame- nati vari.
ricani di non caratterizzare in senso politico la produzione: questo avve- 9. Cfr. in proposito N. della Volpe, Esercito e propaganda nella grande guerra (1915-1918),

niva nel 193733. Il regime comunque preferì evitare l’esclusione dal mer- Roma, 1989.
cato italiano del cinema americano, sia perché la produzione italiana in 10. Quando Wilson divenne governatore del New Jersey, Creel cominciò a lavorare per

questo settore era assai limitata, sia perché ci si illudeva di potersi appro- la sua nomina a presidente; si occupò anche della campagna per la rielezione di Wilson nel
1916, producendo un libro intitolato Wilson and the Issue; organizzò un comitato di scrittori
priare della forma tecnico-organizzativa di quella produzione senza il e pubblicisti per scrivere i testi dei discorsi di Wilson e altri pamphlets, e molti di questi di-
suo contenuto originale socio-culturale34. La rottura dell’”armistizio” av- vennero anche suoi collaboratori nel CPI. Alla fine della guerra Creel pubblicò due lavori
venne alla fine del 1938, quando una disposizione legislativa stabilì il mo- sull’attività del CPI, Complete Report of the Chairman of the Commettee on Public Information,
Washington, 1920, e How we adwertised America, New York, 1920.
nopolio completo del regime sulla distribuzione cinematografica.
11.
All’inizio della guerra sembra che i Dipartimenti governativi avessero complessiva-
mente più di 45 uffici di informazione, con una conseguente enorme confusione nella dif-
fusione delle notizie.
12. Cfr. in proposito D. Rossini, Le radici del wilsonismo, cit., p. 12.

30 31
13 24
. Le notizie sul CPI sono tratte da C. Larson, J.R. Mock, The lost Files of the Creel Com- . Ibidem.
mettee of 1917-19, in “The Public Opinion Quarterly”, january 1939, pp. 5-29; S. Vaughn, Hol- 25
. Cfr. in proposito G. Rochat, Regime fascista e chiese evangeliche, Torino, 1990, pp. 85 ss.
ding Fast the Inner Lines. Democracy, Nationalism and the Commettee on Public Information, Cha-
26
pel Hill, 1980. Larson e Mock furono anche gli autori del volume Words that Won the War. The . E. Ragionieri, La storia politica e sociale. In Storia d’Italia, vol. III, Dall’Unità a oggi, t. III,
story of the Commettee on Public Information 1917-1919, Princeton, 1939. Torino, 1976, p.2047.
27
14
. Le notizie sull’attività del CPI in Italia sono in un appunto del col. Aymonino, capo . E. Aga Rossi, La politica estera americana e l’Italia nella seconda guerra mondiale, in G. Spi-
del gruppo missioni eserciti alleati del Comando supremo dell’Esercito italiano, in Archivio ni, G.G. Migone, M. Teodori, L’Italia in America ..., cit., pp.159-160.
centrale dello Stato (d’ora in poi ACS), Presidenza del Consiglio dei ministri, Guerra europea, 28. V. De Grazia, La sfida dello ‘Star System’: l’americanismo nella formazione della cultura di
19.3/35 “Politica e propaganda italiana rispetto agli Stati Uniti”. massa in Europa, 1920-1965, in “Quaderni storici”, 1985, n. 58, pp.98-99.
15. L. Mercuri, Guerra psicologica. La propaganda anglo-americana in Italia 1942-46, Roma, 29
. ACS, Ministero della cultura popolare, Gabinetto, b. 314, fasc. “Report n.78, USA”,
1983, p.172. L’YMCA fu creata per fornire assistenza materiale e spirituale e svago ai solda- s.fasc.9
ti, ma i volontari dell’YMCA svolgevano apertamente anche opera di propaganda politica.
30. Cfr. R.S. Lambert, Propaganda, cit., pp.145-146.
16
. D. Rossini, Le radici del wilsonismo cit., p. 16.
31
. Comunque lo Stato nazista avviò fin dall’inizio una politica di compressione del ci-
17. Ibidem, pp. 14-21. Sull’attività in Italia del Dipartimento per gli affari civili cfr. l’opu-
nema americano e di incentivazione della produzione tedesca con la promulgazione di una
scolo curato dal Department of Public Information, Summary of Work Department of Civil Af- legge che imponeva ai distributori tedeschi di acquistare, per ogni film americano noleg-
fairs American Red Cross in Italy, March 23, 1918, Roma, [1918]; C.M. Bakewell, The story of the giato, un film tedesco; inoltre la Deutsche Bank fu indotta a finanziare il maggiore trust ci-
American Red Cross in Italy, New York, 1920. nematografico tedesco, l’UFA, con la speranza di buoni guadagni garantiti con la pubblici-
18
. ACS, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza. Divisione affari ge- tà dei film nazionali proiettati all’estero; cfr. G. Arcangeli, La cattura della ragione. Aspetti del-
nerali e riservati, Categoria A5G I guerra mondiale, b.40, fasc. 66 “Croce rossa americana”, la propaganda fascista, Roma, 1979, p.84.
s.fasc.1 “Missione in Italia”; cfr. in particolare la comunicazione dell’Ufficio centrale di in- 32
. N. Frei, Lo Stato nazista, ed. it. Roma-Bari, 1998, p.135.
vestigazione del 6 maggio 1919 al presidente del Consiglio dei ministri.
33.
ACS, Ministero della cultura popolare, Gabinetto, b. 46, fasc.281 “Filmi [sic] di carattere
19. Le associazioni YMCA erano circoli fondati nel giugno 1844 da un filantropo ingle- antifascista e di propaganda comunista”, Appunto del direttore generale della cinemato-
se, George Williams, con lo scopo di promuovere lo sviluppo spirituale, morale intellettua- grafia al ministro della Cultura popolare.
le e fisico dei giovani; erano informate a principi metodisti. La prima filiale fu aperta a Bo-
34.
ston nel 1851, poi iniziò la diffusione in Europa con l’apertura di una sede a Parigi nel 1855. V. De Grazia, La sfida dello ‘Star System’, cit., p.112.
Gli organi principali erano a Ginevra e a New York. In Italia queste associazioni si stabili-
rono più o meno intorno al 1870, riunite in una federazione il cui comitato esecutivo era pre-
sieduto da Mario Falchi, professore del liceo ginnasio di Pellice in provincia di Torino; que-
ste informazioni sono tratte da un telegramma della prefettura di Roma in data 23 agosto
1921, in ACS, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Divisione affari
generali e riservati, Categoria G1, b.3, fasc. 36 “Associazione cristiana della Gioventù”,
s.fasc.1. Le prime esperienze di assistenza ai soldati furono compiute dall’YMCA nel 1861,
durante la guerra civile degli Stati Uniti, e poi nella guerra ispano-americana e nella spedi-
zione contro il Messico.
20. Ibidem.
21
. Le notizie sull’attività dell’YMCA sono in Direzione generale dell’YMCA, Opera di
fratellanza universale, L’opera dell’YMCA presso l’Esercito italiano, febbraio 1918 - dicembre
1919, Roma, 1919. Cfr. anche l’opuscolo Che cos’è l’YMCA. Ciò che si propone. Che cosa ha fat-
to l’YMCA americana. Cosa farà l’YMCA nazionale, Roma, [1919].
22. Il fatto era riferito in un promemoria della Divisione affari generali e riservati della

Direzione generale della pubblica sicurezza del 20 febbraio 1929, in ACS, Ministero dell’in-
terno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Categoria G1,
b.3, fasc. 36 “Associazione cristiana della Gioventù”, s.fasc.1.
23. Ibidem, relazione della Legazione d’Italia a Vienna del 20 settembre 1930 alla Dire-

zione generale della pubblica sicurezza.

32 33
2. La nascita della società dei consumi
negli anni Trenta

L’America e gli anni Trenta

Negli anni Trenta in Italia come in altri paesi europei fa la sua prima ap-
parizione la società dei consumi. Numerosi saggi e libri suffragano l’ipote-
si che proprio in questi anni il mito americano cominci ad essere esporta-
to in Europa. La De Grazia1, per esempio, analizza in che modo la moder-
nità dei modelli americani sia penetrata nell’Italia fascista e come lo stesso
regime abbia sviluppato l’utilizzazione dei media del tempo, cinema e ra-
dio, per poter creare consenso nell’opinione pubblica. L’organizzazione
del Dopolavoro, che nasce in Italia negli anni Venti così come lo sviluppo
della produttività nell’agricoltura – si pensi alle bonifiche – come pure l’in-
cremento del commercio si può in un certo senso attribuire alle immagini
che arrivano attraverso i film americani. Immagini che parlano di organiz-
zazione del tempo libero, di beni di consumo, di cura del corpo, di sport.
D’altra parte una tendenza simile si riscontra in quasi tutti i paesi eu-
ropei. Nelle società industriali degli anni Trenta si diffonde una cultura di
massa che complica e nello stesso tempo semplifica i modelli culturali2. Se
da una parte diventa più complessa la società, più vasto e indifferenziato
il pubblico cui la cultura di massa si rivolge, dall’altra il nascente capita-
lismo di consumo porta una sempre maggiore unificazione nel gusto, nei
modi di vivere e di pensare. Ovviamente, la società italiana degli anni
Trenta, anche se condizionata dal regime fascista non fa eccezione. In ef-
fetti le nuove tecnologie, se sfruttate intelligentemente, portano al con-
trollo e all’integrazione sociale di vasti strati di popolazione, creando an-
che esperienze comuni di consumo, che prefigurano quello che poi av-
verrà dopo il 1945 in tutta l’Europa occidentale. Fenomeni come l’urba-

35
nizzazione, le prime spinte a un capitalismo sempre più legato alla pro- forti e stabili organizzazioni di lavoratori e imprenditori, che decidono su
duzione di beni d’uso quotidiano, la diffusione di nuovi mezzi di comu- questioni di grande importanza generale, insieme ad un apparato statale
nicazione di massa e di nuove forme di intrattenimento e di evasione co- che affida a gruppi privati le principali risorse collettive. Emerge dunque
minciano a modificare i comportamenti, le abitudini, la mentalità di stra- insieme a questa politica anche il bisogno di legittimarla presso una più
ti sociali come la piccola e media borghesia urbana, più direttamente in- vasta opinione pubblica. Uno degli obiettivi principali, che gli Americani
teressati a trasformare i loro modelli di vita. si pongono, è dunque quello di smorzare il conflitto là dove, per esempio
Già agli inizi del Novecento l’America comincia a conquistare quel nell’Europa del tempo, esplode con più virulenza, attraverso la creazione
ruolo che poi manterrà per tutto il secolo nel continente europeo. Ci ri- di una società del benessere sostanziata dalla crescita dei consumi. L’im-
corda Vaudagna che: «…Contrariamente alla comune opinione sulla cul- portanza che va assumendo il modello americano per l’Europa del ven-
tura pragmatica del paese d’oltre oceano, gli Stati Uniti si affacciano al tesimo secolo è dunque incontrovertibile. E la battaglia si gioca almeno in
ventesimo secolo con una simbologia pubblica altamente sviluppata e ri- questo campo, più che altro, sul terreno dell’immaginario.
tualizzata, di forte intensità retorica ed emotiva, una vera e propria reli- Esistono, comunque, una serie di ostacoli all’espandersi dell’america-
gione civile dell’American Way of Life»3. nizzazione, come le culture locali e nazionali o come l’influenza ancora
L’economia nel Nuovo Continente corre alla velocità di un treno forte di alcuni paesi europei come la Germania e la Francia. Inoltre, so-
espresso (di allora): l’immigrazione continua a stimolare il rapido au- prattutto fra le due guerre, l’Europa rappresenta ancora un punto di rife-
mento della popolazione, che da circa 50 milioni nel 1880 passa a 76 mi- rimento per lo sviluppo della cultura e del progresso anche per gli stessi
lioni nel 1900. Nascono e si sviluppano nuove industrie, mentre si pro- americani. Tener conto di tutti questi fattori appare essenziale per capir
ducono nuove invenzioni: l’illuminazione e la trazione elettrica, il telefo- meglio l’effettiva influenza esercitata dai modelli di oltreoceano sui part-
no, la macchina da scrivere, l’addizionatrice. Si concentrano proprietà e ner europei5. Come vedremo ancor meglio nel secondo dopoguerra gli
controllo e spuntano i grandi trust. Nel 1901 il numero di aderenti all’A- europei sono ben felici di farsi fagocitare dalla società dei consumi, so-
merican Federation of Labor si avvicina al milione. Dunque, alla fine del prattutto dopo le privazioni sofferte durante la Prima guerra mondiale.
XIX secolo gli Stati Uniti si presentano come il paese più ricco del mondo, Le immagini popolari e familiari che provengono dal paese della prospe-
e la loro industria compete su tutti i mercati internazionali. La rapida rità incrementano le fantasie di tutti coloro che, pur vivendo sotto regimi
espansione che aveva consentito di raggiungere questa posizione conti- e culture politiche molto differenti, non possono che essere attratti dal
nua nei primi due decenni del XX secolo, basti guardare gli indici di pro- paese dei supermarket, perché appare loro l’unico approdo per uscire
duzione, il crescente sviluppo urbano e l’incremento della popolazione4. dalla miseria, anche se gli Stati Uniti esportano la più grande crisi econo-
Dopo la crisi del ‘29 gli Stati Uniti si impegnano a ricostruire la fidu- mica e finanziaria di tutto il secolo.
cia pubblica del futuro e nelle capacità nazionali attraverso la National
Recovery Administration (NRA), la principale misura di politica indu-
striale, che contempla anche grandi parate che inneggiano alle capacità La nascita della pubblicità nell’Italia fascista
americane. Gli americani non utilizzano le battaglie simboliche solo al-
l’interno della nazione, ma le esportano dimostrando già da allora una Il fascismo, che si trova a gestire processi sociali nuovi, potendo nel
volontà di colonizzare almeno culturalmente il continente europeo. contempo utilizzare i moderni mezzi di comunicazione di massa, tenta
La leadership americana si connota per una cultura che vede gli stili così di perseguire una politica culturale e propagandistica omogenea nei
di vita e di consumo strettamente legati all’organizzazione delle istitu- suoi indirizzi, ma diversificata secondo le classi e gli strati sociali cui è ri-
zioni, in modo da indurre forti processi di modernizzazione nelle società volta e indubbiamente influenzata dalla cultura d’oltreoceano. Basti pen-
con cui viene a contatto. Nascono in questi anni, fra il ’32 e il ’38, negli Sta- sare ai notevoli sforzi compiuti per integrare – attraverso organismi come
ti Uniti, ma anche in alcuni paesi europei, Gran Bretagna e Scandinavia, l’OND, Opera Nazionale Dopolavoro, l’ONMI, Opera Nazionale Mater-

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nità e Infanzia, l’ONB, Opera Nazionale Balilla – anche strati popolari si- scente. Nasce il marchio per l’ immediata identificazione del prodotto:
no ad allora trascurati. E’ proprio il tipo di politica seguito, tendente a pri- dalla suorina della pastina glutinata Buitoni alla M del panettone Motta,
vilegiare la quantità degli iscritti più che la qualità dei contenuti, l’aspet- al cane che ascolta il disco della Voce del Padrone. Si moltiplicano i con-
to organizzativo più che quello culturale, la propaganda più che l’ideolo- corsi per lanciare e sostenere i prodotti: da “5000 mila lire per un sorriso”,
gia, la divagazione e l’evasione più che la dottrina e la politica, a partire ideato tra l’altro da Zavattini9, alle famose raccolte di figurine Perugina.
dalla fine degli anni Venti, quando ormai il regime si è assestato, a con- La villeggiatura, appannaggio solo di alcuni strati sociali, ma onnipre-
sentire la presenza di aspetti della vita sociale non molto dissimili da ana- sente nel cinema e nella pubblicità, l’affermarsi dei rotocalchi, con la con-
loghi fenomeni emergenti negli altri paesi democratici dell’Occidente6. seguente modifica del linguaggio, affidato ora anche alle immagini; il ci-
In un primo momento, il fascismo porta con sé una cultura antibor- nema, divertimento di massa dove spadroneggiano i film americani che
ghese che contraddice qualsiasi inno al consumismo: il fascismo rurale è entusiasmano ed attirano anche quegli intellettuali molto critici nei con-
contrario al lusso in favore della frugalità e considera la donna solo come fronti della società statunitense, come ad esempio Mario Soldati o Vitto-
madre e moglie e non certo come potenziale consumatrice di prodotti di rio Mussolini; infine la radio, che negli anni Trenta diventa sempre più
bellezza. Quindi lo sviluppo della società italiana viene da un certo pun- presenza quotidiana nella vita di milioni di italiani10 come il teatro legge-
to di vista bloccato da alcuni elementi insiti nell’ideologia fascista. D’al- ro e i prodotti di bellezza.
tro canto la nascita di alcune istituzioni, come la già citata Opera Nazio- Torino e Milano concorrono con Londra e Parigi, ed è qui che si con-
nale Dopolavoro, vanno in direzione opposta. L’obiettivo di rendere apo- centrano le industrie metalmeccaniche dove si produce il simbolo della
litici i lavoratori si ottiene anche attraverso queste associazioni. Nelle se- nuova èra come ci insegnano i Futuristi. Nel 1932 in Italia giravano
di dell’OND si organizzano spettacoli cinematografici, si ascolta la radio, 188.000 automobili, che rappresentavano la massima aspirazione della
si balla. Si sviluppa il primo turismo e si incrementa lo sport di massa. So- middle class. Indubbiamente l’influenza dell’America aveva un ruolo pre-
no associazioni istituite con lo scopo di far propaganda al regime. Le co- minente nel plasmare le aspirazioni di europei ed italiani. Il fordismo e
lonie, per esempio, sono programmate con chiare finalità propagandisti- l’organizzazione scientifica del management rappresentano la moderniz-
che. Concepite come “edifici manifesto”7 dell’educazione dei corpi e del- zazione11. Nel 1923 la Fiat aveva già adottato le tecniche americane nel-
lo spirito nel quadro dell’obiettivo di efficienza e miglioramento della po- l’appena nato stabilimento del Lingotto, mentre Mirafiori nel 1938 istitui-
polazione, assumono un importante ruolo sociale. va la prima linea di montaggio. L’industriale italiano Pininfarina visitava
Negli anni Trenta nascono i grandi magazzini, viene immessa sul mer- le industrie Ford nel 1921 e ritornava in Italia affascinato dai modelli ame-
cato la macchina da cucire. Non si comprano più il sapone o la pasta den- ricani. La Fiat 1500 (Aprilia) presentata nel 1935 è un chiaro esempio del-
tifricia fatti artigianalmente, ma quelli prodotti su scala industriale (sbar- le scelte filo-americane nello stesso disegno dell’auto. Osserva un noto di-
ca in Italia il gigante americano Palmolive). Si verifica una rivoluzione nel segnatore americano che: «The collaboration between the body-makers
settore dei prodotti alimentari, che prima venivano venduti al minuto and the car manufacturers remained a constant through this period and
senza etichette né confezioni; il consumatore si orienta sempre più verso beyond, showing how the acceptance of modernity was, in Italy, tempe-
le grandi marche (Bel Paese, Sugoro, Buitoni). Si diffonde l’uso delle sca- red at all times by the retention of craft skills and the aesthetic values re-
tolette e dei conservati (Cirio e Liebig). Cambia, ovviamente, anche la presented by them»12
pubblicità, prima rivolta solo ad élites, adesso ad un pubblico molto più Anche se la Fiat chiama le sue macchine Ardita e Balilla, cercando di
vasto, creando modelli ed aspettative che, anche se non immediatamente rispettare la simbologia politica fascista, resta preminente la filosofia for-
raggiungibili da gran parte della popolazione, coinvolgono un numero dista, che premia la produzione su vasta scala, per una clientela che deve
crescente di italiani8. divenire sempre più larga e che vuole una progettualità moderna. D’altra
Si trasforma il “manifesto”, che comincia ad essere affisso un po’ dap- parte il regime spinge per una produzione più intensa e per un allarga-
pertutto: si pensi ai poster di Marcello Dudovich prodotti per la Rina- mento del mercato con l’occhio rivolto alla concorrente tedesca Volkswa-

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gen. Ovviamente, malgrado la volontà di incrementare le vendite, ci tro- fermano. Lo sviluppo dell’industria Motta con il “panettone” inventato
viamo di fronte ad una falsa democratizzazione. Negli anni Trenta il co- per il Natale di tutti e venduto attraverso una campagna pubblicitaria che
sto di un’automobile corrisponde al salario annuale di un impiegato, mal- non ha eguali e che investe lo sport, il Giro d’Italia, e la cultura con scrit-
grado la Balilla sia una vettura economica e debba essere, nelle intenzio- tori come D’Annunzio e Pirandello. Il concorso indetto dal giornale “Il
ni dei produttori, la giusta aspirazione di una famiglia appartenente alla Tempo” nel 1938 per il miglior sorriso, dove si invita il pubblico a farsi fo-
classe media13. Paradossalmente nasce in questi anni la protocultura del- tografare e ad inviare la propria immagine al giornale, con un meccani-
la mobilità, malgrado nel regime si parli e si inneggi all’autarchia. Nel smo che ricorda da vicino i concorsi di bellezza americani. Pubblicità e
1930 le Mille Miglia diventano una passione nazionale e i duelli fra Tazio grafica divengono dunque mestieri importanti: si pensi a Boccasile grafi-
Nuvolari e Achille Varzi sono al centro dell’attenzione del dibattito pub- co de “Le grandi firme”, che fu attivo nella propaganda anche durante la
blico14. Mussolini mostra un interesse personale per il motociclismo. Le repubblica di Salò.
Moto Guzzi vengono spesso utilizzate personalmente dai gerarchi del re- Il dannunzianesimo, il decadentismo, il romanticismo che connotava-
gime. La misura di abolire le tasse sulle motociclette nel 1933 non è che la no la cultura italiana del tempo, vengono sempre più utilizzati dalla cul-
conferma della popolarità che un tale mezzo di trasporto ottiene fra la tura di massa o per meglio dire dall’industria culturale di massa. Cinema,
piccola e media borghesia. teatro, canzoni, radio diventano prodotti standardizzati, con modelli ben
Tutti questi fenomeni di per sé, al di là di ogni tentativo di riciclaggio definiti e collaudati dove “la formula sostituisce la forma”. L’impiegato
che il regime va tentando, sono tutt’altro che baluardi ideologici contro i statale e la cameriera inurbata, l’operaio e la stenodattilografa sognano,
tanto deprecati modelli di comportamento delle odiate democrazie occi- davanti allo schermo o davanti a un manifesto, di ripetere le avventure
dentali. che vedono così ben descritte e raccontate.
In effetti, sappiamo che il processo è ancora nella fase iniziale e che in- «…già nei primi anni Venti l’Europa comincia a diventare una colonia
veste solo parte della società italiana, con squilibri enormi tra Nord e Sud, del cinema americano… ma bisogna arrivare agli anni Trenta per consta-
tra città e campagna, tra alta e piccola borghesia urbana. Inoltre, se i ceti tare come folle di neofiti di tutti i continenti si convertano ai comanda-
operai non vengono direttamente investiti dal fenomeno, continua ad esi- menti hollywoodiani. Le orbite del sistema divistico americano sono dis-
stere un mondo contadino che conserva gelosamente le proprie tradizio- tribuite a immagine e somiglianza delle sfere celesti del sistema tolemai-
ni e sembra essere ancora impermeabile alle suggestioni del capitalismo, co […] Hollywood appare come un gigantesco firmamento dove è diffici-
anzi appare decisamente estraneo se non ostile alla società urbana prima le scegliere l’oggetto privilegiato: Greta Garbo o Marlene Dietrich, Janet
delineata. Gaynor o Shirley Temple, Clara Bow o Mirna Loy?»16
Ma nel complesso gli anni Trenta ci presentano una società ormai in
via di massificazione, con nuovi modelli culturali che sorgono e si dif-
fondono in modo più ampio di come avveniva in passato. Finisce con la Il Luce e la propaganda di regime
Prima guerra mondiale la competizione fra Europa e Stati Uniti. Lo stile
americano trionfa nei settori della comunicazione, dello spettacolo, della Poco dopo la presa del potere da parte del fascismo, viene costituito il
cultura in genere. Il liberty e la Belle Epoque vengono superati dalla ri- Sindacato di istruzione cinematografica, società privata per la produzio-
cerca della semplicità e della geometria degli spazi. ne di film a scopi educativi. Il sindacato è composto da uomini molto vi-
In Italia gli anni Trenta, sebbene si connotino per lo sviluppo delle cini al fascismo, come dimostra il fatto che il regime permette subito la
corporazioni e dell’autarchia e portino in definitiva ad una chiusura del proiezione in pubblico dei film da esso prodotti. Nel 1926 un regio decre-
paese nei confronti delle influenze culturali estere, rappresentano, con il to impone agli esercenti la proiezione obbligatoria dei documentari Luce.
ruolo assunto dalle comunicazioni, radio, cinema, stampa, il momento di L’Istituto Luce (Unione Cinematografica Educativa) viene istituito nel
maggiore espansione dello stile americano15. Numerosi esempi ce lo con- 1924 come organizzazione parastatale. A capo del Luce verranno chia-

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mati Paolucci de’ Calboli Barone, presidente nel 1933, e come direttore comunicazione comune, si costruiva la comunità. Il duce, con il suo stile
Luciano De Feo. In un primo tempo il Luce dipende direttamente dalla di vita, con la sua condotta, con il suo esempio, dettava le norme di com-
Presidenza del Consiglio, poi dal 1934 passa alle competenze del Sottose- portamento.
gretariato della Stampa e Propaganda. I documentari del Luce diventano I cinegiornali Luce sono legati agli scopi che il regime in determinati
subito un’importante arma di propaganda; contribuiscono a creare, come momenti si proponeva18. La propaganda in favore della politica agricola
sostengono molti studiosi, la fabbrica dell’immagine del duce17. del regime, che inizia subito, fin dal 1925, è il primo di questi obiettivi. Il
L’immagine che Mussolini offre di sé agli italiani, attraverso i cine- cinema fascista si collega alla ripresa produttiva delle campagne che do-
giornali e i documentari, aspira ad incarnare tutti i ruoli possibili, tutti i veva consentire al paese di affrancarsi dai milioni di quintali di grano che
modelli umani possibili, per cui attraverso i cinegiornali noi lo vediamo ogni anno era obbligato ad importare. Il più diffuso sistema adottato per
impegnato e seguito quasi quotidianamente, nelle più svariate attività le trasmissioni delle notizie sull’agricoltura era quello dei cineambulanti.
pubbliche e private. In un certo senso bisogna anche dire che, pur ap- L’Istituto Luce, in accordo con l’Opera nazionale combattenti, scaglionò
poggiandosi subito ai moderni mezzi di comunicazione di massa, cinema per le strade della penisola 32 autocinema, muniti di una piccola cinete-
e radio, Mussolini rispetto a Hitler e all’uso delle comunicazioni di mas- ca, di pellicole di insegnamento e di propaganda, a cui si affiancavano i
sa fatto dal nazismo – che mantiene sempre la distanza fra capo carisma- direttori di cattedre ambulanti di agricoltura, che spiegavano i film e mo-
tico e popolo – resta in bilico tra una concezione ottocentesca della pro- stravano i vantaggi di un’agricoltura condotta con metodi razionali.
paganda politica legata alla presenza fisica dell’uomo, di qui i suoi conti- La realtà che i cinegiornali Luce proponevano era comunque rosea.
nui viaggi lungo la penisola nel corso dell’anno, e l’utilizzazione moder- Tutte le immagini ci riportano un grande fervore edilizio; non si vede mai
na dei mass media per una più ampia diffusione della propria immagine. il volto della miseria, il volto dell’emigrazione, della disoccupazione, del-
Insomma l’immagine di Mussolini è quella del padre, del contadino, del- la delinquenza, con cui il regime, al di là della retorica, doveva quotidia-
l’uomo qualunque degli anni Venti; per poi passare negli anni Trenta a namente fare i conti. La cronaca ignora i delitti, e ignora, soprattutto dal
quella di conduttore di eserciti e di guerrieri. Dunque agli inizi del regi- ’30 in poi, la rappresentazione della classe operaia. Lo spettatore ideale dei
me rappresenta l’uomo medio; quando il regime ormai si è assestato pas- documentari e dei cinegiornali diviene sempre più l’uomo medio, il pic-
sa alla rappresentazione dell’eroe guerriero e del fondatore dell’Impero. colo borghese, spoliticizzato, che non rielabora i dati della realtà offertagli.
Ma per quale ragione nell’ottica del regime era tanto importante co- I film non sollecitano una conoscenza che esorbiti dalla pura curiosità,
struire l’immagine del duce? mentre propongono l’identificazione tra il mondo dello spettatore e quel-
Mussolini era colui che costituiva con la sua persona la prova vivente lo delle sfilate di moda, delle inaugurazioni, delle gare sportive, della vita
di un diverso modo di affrontare la vita, i rapporti con gli altri uomini e nelle stazioni balneari e invernali. Eliminata l’informazione sugli scanda-
la natura. Era la figura che costituiva la garanzia delle azioni fasciste. An- li politici ed amministrativi, eliminato ogni discorso politico al di fuori di
che qui era fortissimo l’influsso dell’esperienza bellica. Come in guerra quelli mussoliniani, eliminato ogni discorso culturale, resta una enorme
ogni azione, vista da un’ottica meramente individuale, appariva priva di quantità di materiali stereotipati ed organizzati per soddisfare la gente.
senso, venendo a mancare la visione generale di tutto l’insieme, per cui Questi sono dunque gli obiettivi e le finalità che il regime fascista in-
diventava necessario credere, avere fiducia (fede) in chi questo insieme tende perseguire con l’istituzione del Luce. I primi cinegiornali escono
poteva vedere e comprendere (i vari superiori) così ora il duce, che pote- nel 1927 e fino al ’31 la produzione è muta, raggiungendo il numero di 900
va dominare l’evento, arrivando a vedere quel che al singolo era preclu- unità. Dal ’31 al ’43 ne vengono realizzati altri 2000. Pur soddisfacendo in
so, dava un fine ed un significato alle azioni di ogni individuo. Pertanto parte la fame di cronaca – attraverso immagini di catastrofi, maremoti, al-
la libertà dell’individuo si fondava e consisteva nell’obbedienza e nella fi- luvioni in vari paesi del mondo – i cinegiornali, come d’altra parte i do-
ducia riposta in Mussolini: era in lui che ci si identificava, in ciò che rap- cumentari, descrivono l’Italia come il migliore dei mondi possibili, come
presentava. Attraverso i documentari del Luce si elaborava un codice di un paese capace di ottenere, grazie a Mussolini, una serie di primati in va-

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ri campi che spaziano dallo sport alla scienza, alla medicina, all’industria. biamente molto lontani da quelli dello Stato che rappresentava la salva-
Ciò che colpisce nelle notizie dall’interno, tra il ’30 e la guerra, è lo sforzo guardia della democrazia20. Produttività, modernizzazione, organizza-
di porre in primo piano la rapidità con cui il paese si avvia verso la mo- zione del tempo libero sono temi che ritroveremo nel secondo dopoguer-
dernizzazione e l’industrializzazione e come esso non tema confronti, in ra, utilizzati ampiamente dal Dipartimento di Stato per propagandare il
assenza di materie prime, sul piano dei ritmi produttivi e della qualità dei Piano Marshall.
prodotti. Basti comunque ripensare al film di Zeffirelli Tè con Mussolini per ca-
Pur nella preoccupazione costante di ripercorrere gli stessi schemi re- pire come l’immagine che l’Italia esportava all’estero, soprattutto nei pae-
torici, di riprodurre in modo ipertrofico identiche cerimonie ufficiali, sfi- si anglosassoni, fosse ben diversa e molto più “moderna” di quella che
late, tagli di nastri, inaugurazione di case della Maternità e di colonie, presentava all’interno. Non è un caso che gli americani confezionino, nel
questi cinegiornali, se visti uno dietro l’altro, costruiscono un vero e pro- 1934, una biografia di Mussolini dal titolo Una giornata del duce. Il film ov-
prio monumento cinematografico al regime. viamente era destinato al pubblico americano, ma, proprio perché monta-
La realtà italiana, grazie all’insieme di questi materiali, appare come to prevalentamente con materiale Luce, ci permette di cogliere la costru-
un’enorme scena su cui Mussolini irradia, con effetti miracolosi, giorno zione del mito, dell’immaginario nazionale e internazionale di un regime.
dopo giorno, il verbo e la luce. Padre della patria, salvatore, uomo del de-
stino, incarnazione della nazione, espressione della sua volontà, egli ap-
pare come l’uomo capace di guidare un popolo, di ricostituirne un’iden- Le immagini di un sogno
tità che risale all’antica Roma. Prima ancora che avvenga la mobilitazio-
ne verso l’Impero, gli operatori del Luce danno l’impressione di aver at- Il fascismo comincia ad interessarsi in maniera sistematica e massiccia
tuato un processo di automilitarizzazione e di muoversi alla conquista allo spettacolo cinematografico quando, superato il periodo squadristico
dei nuovi traguardi fissati dallo stesso Mussolini. degli anni Venti, si appoggia ad una serie di intellettuali che tendono ad
A cavallo degli anni Trenta, il mito del Duce penetra anche nella sala accreditare un volto diverso, interclassista del regime e guardano alla
cinematografica e si costituisce insieme ai miti americani come l’unico ve- borghesia come ad una interlocutrice privilegiata, al di là delle polemiche
ro punto di riferimento per il “popolo”. All’inizio il referente più imme- antiborghesi persistenti.
diato è Gabriele D’Annunzio, poi l’uomo forte incarnato da Maciste, solo Nel 1930 vengono inaugurati i nuovi impianti sonori della Cines Pit-
più tardi si punta verso la conquista di una ritualità religiosa in cui il dit- taluga (Società Anonima Stefano Pittaluga). Il R.D.L. del 28 settembre
tatore è il pontefice massimo e celebrante unico19. 1934 costituisce la Direzione generale della Cinematografia e affida l’in-
Sulla scena dei cinegiornali Mussolini si esibisce in una sorta di asso- carico di coordinare le attività cinematografiche, sia statali che private, al
lo continuo, usando i diversi luoghi della penisola, e da un certo momen- Sottosegretariato per la stampa e la propaganda, destinato a divenire di lì
to in poi piazza Venezia, in funzione di una vera e propria recita che rag- a poco il Ministero della cultura popolare.
giunge il massimo splendore nel periodo della conquista dell’Impero, con Nel 1935 viene istituito il Centro Sperimentale di cinematografia: l’o-
la guerra d’Etiopia. Come abbiamo già detto nel 1935-36 l’identificazione biettivo ufficiale è quello di creare, mediante una struttura controllata di-
di Mussolini con i valori dell’italianità è totale sia per quanto riguarda la rettamente, propri quadri capaci di rispondere all’esigenza di un cinema
propaganda interna, sia per quanto si riferisce alla trasmissione di questa politico per adeguarsi ai modelli del contemporaneo cinema nazista21. La
immagine sul piano internazionale. direzione del Centro viene affidata a Luigi Chiarini22. Nel 1937 si inaugu-
D’altra parte in questo stesso periodo l’uso così intenso del mezzo ci- ra Cinecittà. La Settimana Incom (Società anonima italiana industria ci-
nematografico porta paradossalmente l’Italia ad avvicinarsi alle forme di nematografica) viene fondata nello stesso anno.
propaganda già ampiamente utilizzate negli Stati Uniti e ad assimilare di La rinascita della cinematografia italiana è dovuta in gran parte a Ste-
conseguenza parte dell’american way of life per diffondere valori indub- fano Pittaluga e all’azione di un gruppo di giovani riuniti intorno alla ri-

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vista “Cinematografo” diretta da Alessandro Blasetti, che con mezzi qua- tervenga direttamente, imprimendo alla produzione il segno autorevole
si di fortuna riescono a realizzare Sole proprio sul finire del cinema muto. e severo della sua volontà e del suo controllo»24.
Dalla fusione della Cines con la Pittaluga nasce, nel 1930, il primo film so- Il cinema negli anni Trenta in Italia è un passatempo molto popolare,
noro italiano, La canzone dell’amore di Gennaro Righelli. soprattutto nelle grandi città del Nord e del Centro. I film contribuiscono
Nel 1934 Blasetti gira Vecchia Guardia, con la sceneggiatura di Giu- a creare un clima ideale per la promozione del consumo e in questo sen-
seppe Zucca, Leo Bomba e Guido Albertini, dove racconta i primi anni so rappresentano un momento di sviluppo per l’economia del paese. Di
del fascismo. Blasetti dichiara subito che il suo intento non è fare opera fatto la maggior parte dei film proiettati nelle sale cinematografiche ita-
di propaganda ma rappresentare «la condizione borghese e popolare liane dal 1920 al 1950 erano prodotti negli Stati Uniti, ad eccezione del pe-
dell’Italia, al momento dello squadrismo». L’azione non è motivata da riodo che va dal 1938 al 194525; quindi in sostanza le proiezioni america-
un discorso razionale e politico, ma dal sentimento e dall’istinto. Era ne si interrompono solo dopo l’avvicinamento alla Germania e durante la
questo un aspetto del film a cui Blasetti teneva molto; infatti in un’inter- guerra. Significativi sono i nomi dei cinematografi di allora, Lux, Eden,
vista pubblicata nel ’34 su “Il lavoro fascista” sottolinea che il bambino Excelsior, Smeraldo, Moderno, che suggeriscono un mondo fastoso e pie-
Mario, più del protagonista Roberto, rappresenta l’anima rivoluzionaria no di lussi e comodità. Questa opulenza così chiaramente manifestata
della famiglia23. contraddiceva le ambizioni del regime, che pensava in quegli anni in ter-
I tentativi di inglobare il cinema in una dimensione totalitaria si svi- mini di Impero, ma nello stesso tempo sostanziava i desideri della picco-
luppano a più livelli. la borghesia che aspirava a vivere nella prosperità. Anche se la propa-
Significativa, a questo riguardo, la creazione, nel 1928, dell’Istituto In- ganda fascista insisteva nell’assumere un atteggiamento slegato da qual-
ternazionale della Cinematografia Educativa, organo della Società delle siasi connotato di classe, mirava a incidere soprattutto sul “costume, sul
Nazioni. Questo organismo rappresenta, in modo esemplare, il tentativo carattere della borghesia” e in questo senso anche i film americani, che
di costruire una nuova immagine del fascismo capace di riscuotere suc- rappresentavano una classe media che viveva nel benessere, potevano es-
cesso nel mondo anglosassone. L’Istituto riesce a costituire comitati in va- sere utili. Con la costruzione di Cinecittà, Mussolini non fa che alimenta-
ri paesi del mondo, compresa la Cina. In questo periodo si punta al mas- re il sogno americano di milioni di italiani, proprio quando si stanno per
simo rilancio dell’immagine dell’Italia nel mondo e si cerca di imporre un chiudere le frontiere. «La gente continua a coltivare un proprio sogno
nuovo tipo di ritratto di “italiano di Mussolini”, non più in camicia nera, americano, a voler fuggire verso le parterie del West o dei Mari del Sud,
ma colto ed educato e in grado di far dimenticare presto le immagini vio- piuttosto che doversi imbarcare per l’Africa o partire per la Grecia […].
lente dello squadrismo. E’ lo stesso Alessandro De Feo, direttore dell’Isti- Sogna di guidare splendide Bugatti, o Maserati o Isotta Fraschini, di pos-
tuto, dopo un soggiorno in Unione Sovietica, a maturare l’idea di una mo- sedere pellicce, goielli, di poter indossare abiti da gran sera, di vivere in
stra internazionale del cinema da tenersi a Venezia, nella logica di scam- case moderne»26.
bio culturale con paesi a regime politico differente, in cui l’Italia ha tutto I film italiani non erano da meno. Giorno di nozze e Il signor Max rac-
da guadagnare. La mostra nasce nel 1932, dichiarando subito la propria contano le storie di piccolo borghesi e non si discostano molto dagli ana-
ambizione di affiancare l’ormai prestigiosa Biennale d’arte. loghi film americani. Ma non possiamo dimenticare che la cinematogra-
Con la nascita della Direzione generale della cinematografia nel 1934, fia statunitense era un vera e propria industria, che si era lanciata sui mer-
sotto la direzione di Luigi Freddi, lo Stato fascista decide di intervenire cati europei con forza, supportata da una campagna pubblicitaria senza
direttamente a sostegno del cinema italiano. Nel discorso inaugurale Lui- limiti. Al contrario, in Italia, il cinema era ancora un parente povero del
gi Freddi dirà: «Lo Stato aiuta, lo Stato premia, lo Stato controlla, lo Stato teatro e non certo un’industria trainante nell’economia nazionale. Le Ma-
sprona [...]. Trattandosi di un’industria la cui produzione riguarda diret- jors americane producevano bollettini, giornali, riviste per far conoscere
tamente la dignità, l’amor proprio, l’interesse economico e morale del re- le proprie produzioni. Per esempio, nel 1936, il bollettino della Twentieth
gime, non esito a dichiarare che è finalmente necessario che lo Stato in- Century Fox27 pubblicizza un’operetta dal titolo Music in the Air, che ha

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come set una regione della Germania, la Baviera. In Italia si stenta a com- due schieramenti29. La seconda guerra mondiale veniva così inquadrata
prendere il ruolo della pubblicità, sebbene ci siano dei casi contrari. La Ri- in una più vasta prospettiva simbolica di lettura della storia più recente.
nascente approfitta dell’uscita di un film con Shirley Temple per lanciare Essa rappresentava una tappa, l’ultima in ordine di tempo, di un proces-
alcuni capi di biancheria. Lo stesso film provoca una campagna pubblici- so iniziato nel 1915-18 e proseguito con la nascita del fascismo e la conse-
taria che si avvale di manifesti e di trasmissioni radiofoniche. Ma l’Italia guente conquista del potere. Come nei romanzi popolari, anche nella
e in generale l’Europa non hanno le strutture adatte per tali scopi e non vi guerra si sarebbe verificato il successo del povero sul ricco. Ma la gente
è interesse alla commercializzazione dei prodotti culturali. Malgrado ciò, non era disposta tanto facilmente ad abbandonare il sogno che proveniva
dal 1930 al 1950, lo star-system americano influenza il modello femminile da un paese raggiunto da un benessere quasi senza limiti. Un sogno che
europeo e di conseguenza vende sui mercati i propri prodotti di bellez- il fascismo aveva fino a poco tempo prima alimentato per occultare il suo
za. In Italia la Rizzoli nei grandi magazzini presenta i prodotti hollywoo- vero volto: non meraviglia dunque che, alla prima sconfitta, insieme al
diani come prodotti adatti alla gioventù e alla bellezza, mentre né la Chie- sogno si sia dileguato il consenso al regime.
sa cattolica né il regime fascista oppongono grandi resistenze.
Lo sviluppo del consumismo dunque rappresenta un importante fat-
tore di stabilizzazione per la società italiana tra le due guerre e nel dopo-
guerra. La privatizzazione del consumo fa gioco anche al fascismo, alme-
no negli anni di maggior consenso, perché permette alla middle class di
porsi degli obiettivi all’interno del sistema. Il modello americano, quindi,
influenza il paese, ma americanizzazione non vuol dire acquisire le tec-
nologie e la scienza di un paese che ha ormai superato economicamente
e socialmente il continente europeo. L’America è indubbiamente l’imma-
gine della modernità, è il simbolo dei beni materiali e della tecnologia, ma
l’Italia e l’Europa fanno un’opera di selezione e rimandano indietro tutto
quello che non si amalgama con le loro antiche tradizioni. L’Italia, in par-
ticolare, alle soglie della guerra, nel 1939, cerca di tagliare con il mondo
hollywoodiano, ma il mito stenta ad essere abbandonato e la gente conti-
nua a sognare, aspettando il ritorno dei suoi eroi.
Il 10 giugno 1940 nell’annunciare l’entrata in guerra dell’Italia Musso-
lini è esplicito nel ricollegare le ragioni del conflitto in corso a quelle per
le quali era nato il fascismo: «Questa lotta gigantesca non è che una fase
dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli pove-
ri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente
il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra; è la lotta dei
popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto; è
la lotta tra due secoli e le idee»28.
Nel discorso dunque povertà, giovinezza, fecondità e possibilità di un
futuro sono strettamente connesse. La guerra è tra popoli ricchi e popoli
poveri. Ed ancora una volta, analogamente a quanto avvenuto per lo
scontro tra fascismo e socialismo, è la fede ad istituire lo spartiacque fra i

48 49
Note 18
. Si veda sui cinegiornali Luce, M. Argentieri, L’Occhio del regime, Firenze, 1979.
19
. Cfr. G.P. Brunetta, Cent’anni di cinema italiano, cit., p.226 ss.
1 20
. Si veda V. De Grazia, The culture of Consent: Mass Organisation of Leisure in Fascist Italy, . Si veda ancora V. De Grazia, The Culture of Consent, cit., pp.127 ss.
Cambridge, 1981; How Fascism Ruled Women: Italy 1922-1945, Berkeley, 1992. 21
. Sulla storia del Centro si vedano F.M. De Sanctis, Il C.S.C. dal fascismo all’antifascismo,
2. Sulla propaganda e il consenso nel regime si veda P. Cavallo, P. Iaccio, L’immagine ri- in Vivere il cinema, Presidenza del Consiglio, Roma, 1986; E.G. Laura, Il C.S.C. tra tradizione e
flessa. Fare storia con i media, Napoli, 1998, pp.13-71. Cavallo in particolare ci mostra come i riforma, Roma, 1976.
film dell’epoca parlino alla piccola e media borghesia urbana, asse portante della nazione, 22. Giovanni Gentile aveva fatto la prefazione al volumetto Cinematografo di Chiarini,
almeno dal punto di vista dei modelli culturali. parlandone con molta stima.
3
. L’Estetica della politica. Europa e America negli anni Trenta, a cura di M. Vaudagna, Ro- 23
. Si veda D. Meccoli, Quattro chiacchiere con Blasetti, in “Il Lavoro fascista”, dicembre
ma-Bari, 1989, p.77. 1934; A. Blasetti, Scritti sul cinema, a cura di A. Aprà, Venezia, 1982.
4. Per un’analisi del capitalismo americano nel Novecento si vedano L. Galambos, J
24. Si veda L. Freddi, Il cinema, Roma, 1949, p.157.
Pratt, The Rise of the Corporate Commonwealth: United States Business and Public Policy in the
25
20th Century, New York, 1988; A.D. Chandler, La mano visibile. La rivoluzione manageriale nel- . Sull’ innegabile influenza del cinema hollywoodiano si veda G.P. Brunetta, La lunga
l’economia americana, Milano, 1982. marcia del cinema americano in Italia tra fascismo e guerra fredda, in G.P Brunetta, D.W. Ellwood,
5
Hollywood in Europa, Firenze, 1991.
. Cfr. L’Europa oggi, Storia d’Europa, Torino, 1993.
26
6.
. Sui rapporti in un primo tempo amichevoli fra Stati Uniti ed Italia fascista si veda an-
Si veda ancora, per quel che riguarda l’Italia, P. Cavallo, P. Iaccio, L’immagine riflessa, cora G.P. Brunetta, Il sogno a stelle e striscie di Mussolini, in L’estetica della politica, a cura di M.
cit, in particolare il primo e secondo capitolo; più in generale per l’Europa, G. Cross, Time Vaudagna, cit., p.184
and Money: The Making of Consumer Culture, London, 1993.
27.
7.
“Bullettin 20th Century Fox Film”, january 1936.
Uno studio approfondito del ruolo delle colonie nel regime fascista, dal punto di vi-
28.
sta della simbologia e dell’architettura in M.C. Redini, Le colonie marine degli anni Trenta, in B. Mussolini, Opera Omnia, Firenze, 1951-1962, XXIX, p.404.
M. Casciato, S. Mornati, C.P. Scavizzi, Il modo di costruire, Roma, 1992, p. 361 ss. 29
. Si vedano le ipotesi di P. Cavallo, Propaganda, consenso, immaginario, cit., p.60 ss.
8. Cfr. G.P. Ceserani, Storia della pubblicità in Italia, Bari, 1988.
9.
Id., Vetrina del Ventennio 1923/1943, Bari, 1982, pp.203-210.
10. Sull’ascolto e sullo sviluppo del mezzo radiofonico nell’Italia fascista si veda l’ottimo

studio di G. Isola, Abbassa la tua radio per favore…Storia dell’ascolto radiofonico nell’Italia fasci-
sta, Firenze, 1990. Il tentativo di ricostruire come la radio, che era posseduta solo da pochi,
fosse entrata nelle case e nelle abitudini degli italiani porta l’autore ad analizzare la pro-
grammazione di quegli anni, per giungere alla conclusione che almeno nei primi anni e fino
a tutti gli anni Trenta la propaganda si confondeva il più delle volte con l’intrattenimento.
11. Per un quadro più completo cfr. B.Wanrooij, Mobilitazione, modernizzazione, tradizione

in G. Sabbatucci, V. Vidotto, Storia d’Italia, Guerre e Fascismo 1914-1943, Roma-Bari, 1997.


12.
P. Sparke, Design in Italy, New York, 1988, p.47.
13.
Si veda A. Bellucci, L’automobile italiana 1918-1943, Bari, 1984
14. Su questi temi si vedano A. Redaelli, Le leggendarie Mille Miglia, Milano, 1989; A. San-

tini, Nuvolari, Milano, 1987.


15. Interessante appare al riguardo l’analisi dei modelli culturali degli italiani in G. Ve-

né, Mille lire al mese: vita quotidiana della famiglia nell’Italia fascista, Milano, 1988.
16
. G.P. Brunetta, Buio in sala, Venezia, 1989, p.118
17. Si veda per questa interpretazione G.P. Brunetta, Cent’anni di cinema italiano, Roma-
Bari, 1991, pp.179-181. In particolare le pagine dedicate alla fascistizzazione imperfetta e al-
la morfologia e alla metamorfosi della propaganda sono una perfetta ricostruzione dell’im-
maginario politico e sociale del fascismo.

50 51
3. La battaglia propagandistica nella
Seconda guerra mondiale

La propaganda di guerra nella Francia di Vichy e in Inghilterra

Dal momento dello scoppio della guerra si dovette arrivare al 13 giu-


gno 1942 perché negli Stati Uniti si decidesse di costituire una struttura
centrale per l’informazione e la propaganda sia all’interno che all’estero.
Naturalmente non tutti i paesi avevano fatto la medesima scelta, ma gli
atteggiamenti diversi dei singoli Stati coinvolti nel conflitto derivavano
in ogni caso dalle esperienze che ciascun paese aveva alle spalle e dalla si-
tuazione contingente in cui vennero a trovarsi.
In Francia, ad esempio, i differenti governi della Terza Repubblica, con
l’eccezione di quello del Fronte Popolare, non si erano preoccupati di or-
ganizzare una politica coerente dell’informazione. Questa lacuna, colma-
ta in qualche modo a partire dal 1939, ha pesato nella successiva organiz-
zazione delle nuove strutture destinate a controllare informazione e opi-
nione pubblica e ha fatto sì che le nuove strutture non fossero in grado di
lottare su un piano di parità con la propaganda nemica nel corso della
guerra. Il primo passo da parte del governo francese fu la costituzione di
un Commissariato per l’informazione dipendente dal presidente del
Consiglio, di cui fu nominato responsabile Jean Giraudoux; ben presto
questa struttura, a causa delle gravi carenze dovute sia alla debole perso-
nalità del suo direttore, sia all’assenza di una politica coerente del gover-
no in materia di informazione e propaganda, venne sostituita dal Mini-
stero dell’informazione, grazie a un decreto dell’1 aprile 19411. Infatti il
governo di Vichy si era dovuto rendere conto dell’importanza di un ap-
parato statale che potesse diffondere i temi della Rivoluzione nazionale
nella zona occupata e in quella libera, soprattutto per limitare l’influenza

53
della propaganda nazista sull’opinione pubblica francese nella zona oc- sostanza, da una parte la scuola formava i propagandisti professionali del
cupata, per contrastare l’azione della Propaganda Staffel, organo ufficia- regime e dall’altra si sforzava di guadagnare a quest’ultimo le élites am-
le del ministero tedesco, guidato da Goebbels, che mirava esplicitamente ministrative e sindacali con lo scopo di trasformarli in agenti della pro-
ad annientare la cultura francese2. Nel caso particolare della Francia la paganda benevoli verso il regime. La scuola funzionò fino al 1943, ossia
battaglia propagandistica e la guerra psicologica si combatterono fin dal- fino al momento in cui i tedeschi, occupata la zona libera, la requisirono
l’inizio addirittura entro i confini dello Stato; i francesi avevano il nemi- per le loro necessità.
co in casa e questo condizionò fortemente anche la propaganda del go- Nel mese di dicembre del 1941 la propaganda nella zona non occupa-
verno di Vichy. ta venne affidata a Paul Creyssell, sotto la tutela di Marion; questa deci-
La Francia inoltre muoveva da una situazione simile a quella che, co- sione coincise con l’entrata in guerra degli Stati Uniti e la mondializza-
me vedremo, caratterizzava anche gli Stati Uniti, ossia la necessità di co- zione del conflitto, e con una conseguente evoluzione della strategia del
ordinare l’azione di un gran numero di organizzazioni coinvolte in que- governo francese in tema di propaganda, in senso pluralista e non totali-
sto tipo di attività, non meno di 14, fra le quali si distinguevano il Sécre- tario. Creyssel, ex deputato radicale poi passato al Partito socialista, non
tariat général de la Jeunesse e il Service de propagande de la Légion et du aveva alcuna autorità né sull’apparato della propaganda personale del
Pavillon Haut3. Un Ufficio stampa nell’ambito del Ministero dell’infor- Capo dello Stato, né sui servizi dell’Esercito, della Marina, delle Colonie,
mazione, il Service interministériel d’Information, era particolarmente at- né su quello presente nella zona occupata. Creyssel considerava la pro-
tivo e serviva da collegamento fra i corrispondenti dei giornali accredita- paganda come un’impresa di seduzione dell’opinione pubblica da con-
ti e gli attachés de presse ministeriali. L’ottica del Service interministériel durre attraverso i propagandisti da lui diretti non con il metodo ripetiti-
era quella di inserire le notizie ufficiali in un contesto di propaganda. Ac- vo e autoritario tipico dell’organismo di Goebbels. La propaganda dove-
canto a questi uffici di informazione si andava facendo strada l’Office va essere un apparato di conquista delle anime basato sulla verità; una
français d’information (OFI) che, diversamente dalle altre strutture esi- funzione vitale e non un servizio amministrativo riservato a qualche spe-
stenti, si comportava come un’agenzia incaricata di fornire le notizie ai cialista isolato; naturalmente essa doveva essere anche subordinata alla
suoi abbonati, accompagnandole talvolta con commenti esplicativi, ma politica del governo, ma limitata nel suo impatto in ragione della presen-
nel contesto di un servizio generale di informazione. Questa diversità za tedesca sul suolo francese. La propaganda di Creyssel si serviva so-
conduceva l’OFI a pretendere di essere considerato l’organismo meglio prattutto di manifesti e pubblicazioni, manifestazioni e grandi spettacoli,
qualificato per diffondere notizie esatte e controllate e i temi della propa- adunate popolari per acclamare il capo dello Stato, conferenze e allocu-
ganda governativa4. zioni anche radiodiffuse, era una propaganda “da bocca a orecchie”; la
Il personaggio di spicco durante i primi anni del conflitto fu Paul Ma- consegna era quella di commentare i fatti di attualità, di adattarli all’am-
rion, un ex comunista laureato in filosofia, giornalista e conferenziere, poi biente sociale e ai sentimenti di ciascuno, di fare appello ai sentimenti di
passato al Partito popolare. patriottismo dei francesi. Progressivamente, i temi della propaganda
Un’iniziativa assolutamente originale di Marion fu la fondazione nel francese si ridussero a due, la lotta contro il comunismo e il gaullismo e il
mese di ottobre del 1941 della École nationale de cadres civiques con se- ruolo della Francia nell’Europa, ma il regime di Vichy, dal momento che
de a Mayet-de-la-Montagne, sotto l’egida del Segretariato generale del- non disponeva di una ideologia coerente e ben elaborata, demandò alla
l’informazione; anche se ufficialmente la scuola era stata creata per for- letteratura, al cinema, al teatro, alla pittura e alla propaganda il compito
mare uomini suscettibili di essere impiegati nei diversi servizi del Segre- di incarnare e di diffondere il suo mito rigeneratore della Rivoluzione na-
tariato generale dell’informazione, stampa, radio, cinema, censura e pro- zionale e sociale, che guardava alla creazione di una società nuova5.
paganda, in realtà essa si proponeva di orientare gli spiriti, di dare una Alcuni mesi dopo, l’1 ottobre 1942, anche nel settore dell’informazio-
formazione politica, quella del regime, a tutti i funzionari con responsa- ne si fece la scelta di privilegiare un unico organismo, in questo caso l’O-
bilità nelle amministrazioni pubbliche e a dirigenti del settore privato. In FI, già citato, che divenne la principale agenzia per la raccolta e la distri-

54 55
buzione delle informazioni, ufficiali e non, nelle due zone accanto alla destinata a fornire agli ascoltatori italiani notizie sull’Inghilterra e la ras-
DNB, l’agenzia tedesca ufficiale di informazione. segna della stampa britannica a proposito di avvenimenti concernenti l’I-
In Inghilterra in linea di principio esisteva una disposizione diversa talia; a questa e altre trasmissioni collaborarono Umberto Calosso12, un
nei confronti della propaganda: gli inglesi infatti non nutrivano alcun socialista che aveva combattuto a fianco di Carlo Rosselli e Paolo13 e Pie-
dubbio sulla correttezza democratica di influenzare l’opinione pubblica, ro Treves, figli di Claudio.
in quanto abituati da tempo a difendere la loro posizione nell’Impero6; in
questa logica si iniziò a ipotizzare la costituzione di un Ministero dell’in-
formazione (MOI) nel 1935, mentre nel Ministero degli esteri un Diparti- La macchina propagandistica dei regimi totalitari
mento per l’informazione esisteva già dal 19197. Nonostante questa pre-
disposizione positiva, gli inglesi impiegarono due anni dallo scoppio del- Per il caso tedesco, il primo punto da ricordare è la concezione che del-
la guerra per costituire, con l’approvazione dalla Camera dei Comuni, un la propaganda ebbe Joseph Goebbels, ministro per l’Informazione e la
organismo specifico per la propaganda, il Political Warfare Executive propaganda durante tutto il regime nazista, dall’11 marzo 1933: «la pro-
(PWE), diretto da un comitato esecutivo di tre membri, responsabili di paganda ha il solo obiettivo di conquistare le masse. Ogni mezzo capace
fronte al MOI e al Foreign Office; la sua sede coincideva con quella del- di raggiungere questo fine è buono, ogni mezzo che lo intralcia è catti-
l’European Service della BBC. Al PWE venne affidata la preparazione del- vo»14. La forza della propaganda nazista era nella sua adattabilità agli
le direttive in materia di propaganda per i servizi in lingue straniere del- obiettivi che il regime andava di volta in volta proponendo, accompa-
la BBC, l’elaborazione di opuscoli da lanciare oltre le linee nemiche, la col- gnata da una tecnica infallibile. Goebbels poi fu sempre attento in manie-
laborazione con i militari per l’azione sul fronte. ra quasi maniacale a rilevare gli stati d’animo del pubblico e specialmen-
Proprio nel settore della radio si deve registrare il miglior successo te di quello cinematografico; per questo si serviva dei rapporti che gli per-
dell’Inghilterra, con la trasmissione di Radio Londra della BBC, la più venivano dai 32 uffici della propaganda del Reich e dalla polizia politica
ascoltata sia in Italia che in Francia. La BBC8 cominciò ad aumentare la di Himmler. Accanto e alle dipendenze del Ministero dell’informazione e
sua produzione di programmi per l’estero più tardi di quanto avesse fat- propaganda sempre nel 1933 fu anche costituita la Camera della cultura,
to la Germania, ma il crescente impegno in questo settore fino alla fine che aveva il compito di promuovere la cultura tedesca e di regolare gli
della guerra servì a venire incontro al bisogno di notizie attendibili senti- aspetti economici e sociali degli affari culturali; il fine ultimo di questa
to sia in Italia che in Francia. «La distinzione – ha scritto Maura Piccialu- strategia era la mobilitazione di tutti gli artisti in un’organizzazione uni-
ti – tra propaganda (nei regimi totalitari) e informazione (nei paesi liberi) ficata sotto la guida del Reich15.
è, a ben guardare, già di per sé un valido argomento propagandistico [...]. Durante la guerra, la particolarità del caso Germania fu il passaggio
La BBC seppe cogliere il successo e battere sul tempo la propaganda av- delle competenze relative alla propaganda all’estero al Ministero degli af-
versaria, non solo puntando il più possibile su un’ampia diffusione delle fari esteri, sotto la guida di Ribbentrop. Per il resto, dal 1939 si affiancò al-
notizie, ma anche distinguendo nettamente queste dai commenti, cioè la struttura di Goebbels anche l’Ufficio propaganda della Wehrmacht, che
dalle interpretazioni più o meno soggettive dei fatti»9. La preparazione dirigeva e controllava tutta le attività di propaganda militare diretta sia ai
delle trasmissioni per l’Italia coinvolse diversi italiani, per lo più emigra- combattenti che alla popolazione civile del paese e dei territori occupati;
ti per motivi politici; i testi delle conversazioni del colonnello Stevens, alle sue dipendenze erano impegnati circa 300 ufficiali. L’ufficio di pro-
uno fra i commentatori più graditi al pubblico italiano, erano di Aldo Cas- paganda della Wehrmacht era anche autore e distributore di documenta-
suto, un giornalista triestino10; Candidus non era altro che lo pseudonimo ri di guerra ripresi durante le operazioni delle cosiddette “Compagnie di
di Carlo Maria Franzero, un cinquantenne torinese che si era trasferito in propaganda”, che a loro volta avevano diversi compiti: la corrisponden-
Inghilterra all’inizio degli anni Venti ed era divenuto corrispondente del za sulle operazioni militari, ai fini della propaganda all’interno e all’este-
“Giornale d’Italia”11; nel 1942 poi ebbe inizio Asterischi londinesi, rubrica ro; la propaganda sul fronte, contro le truppe nemiche con lo scopo di in-

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debolirne lo spirito combattivo, e tra le popolazioni delle zone coinvolte po del Governo, allora diretto da Gaetano Polverelli, venne costituita una
nella guerra per convincerle della necessità delle misure militari e per Sezione propaganda, che come suo primo compito iniziò ad elaborare
prevenirne gli atti di spionaggio e di sabotaggio; l’assistenza alle truppe disposizioni per i giornali: questi infatti dovevano diventare organi di
mediante i giornali del soldato (già ampiamente diffusi durante la prima propaganda dell’italianità e del regime. Ben presto il cinema venne ad af-
guerra mondiale), la trasmissione dei bollettini del Comando supremo fiancarsi alla stampa come strumento privilegiato della propaganda uffi-
delle Forze armate, i programmi ricreativi a mezzo radio e cinema. Inol- ciale: mentre i cinegiornali prodotti dall’Istituto Luce avrebbero dovuto
tre erano di loro competenza gli interrogatori dei prigionieri di guerra. documentare le realizzazioni del fascismo nei vari campi dell’attività na-
Ogni armata disponeva di una Compagnia di propaganda, ogni divisio- zionale e le manifestazioni tipiche del regime, anche il cinema e il teatro
ne aerea di una compagnia di corrispondenti, e i due comandi dei grup- potevano prestarsi ad essere veicoli propagandistici, se opportunamente
pi della Marina di una compagnia di corrispondenti ciascuno. controllati; intanto crescevano di anno in anno gli abbonati alla radio17.
Nei paesi occupati (Polonia, Belgio, Francia, Lussemburgo) operavano Comunque fu necessario l’esempio della Germania e del nuovo ministe-
anche le Sezioni per la propaganda, con un insieme di compiti numerosi e ro organizzato da Goebbels, contemporaneamente all’avvicinarsi della
complessi quali la propaganda diretta alle popolazioni dei paesi occupati, guerra di Etiopia, perché l’Ufficio stampa del capo del Governo venisse
la censura della stampa, l’assistenza morale alle truppe, l’esercizio delle trasformato, nel mese di settembre del 1934, ad opera di Galeazzo Ciano,
stazioni radiotrasmittenti, la sorveglianza sull’industria cinematografica e in Sottosegretariato di Stato per la stampa e la propaganda (dal 1937 Mi-
sulle sale di proiezione, sui locali pubblici, teatri, varietà, concerti. nistero della cultura popolare)18. L’azione propagandistica, in questo pe-
Decisamente interessante risulta la descrizione delle attrezzature uti- riodo, tendeva soprattutto a chiarire e illustrare al pubblico straniero i
lizzate dalla Compagnie di propaganda: si trattava di autocarri per le ri- principi e gli ordinamenti del regime, e documentare le grandi realizza-
prese cinematografiche, per l’incisione su dischi di discorsi, interrogatori, zioni del fascismo in tutti i campi cercando di vincere le avversioni e di-
ecc., per la radiodiffusione di messaggi; un’autofficina per lo sviluppo del- leguare diffidenze e preconcetti diffusi all’estero nei confronti dell’Italia.
le fotografie e per riparazioni, un mezzo dotato di un teleobiettivo per le Naturalmente con l’inizio della guerra cominciò a intensificarsi l’attività
fotografie a distanza. Un altro autocarro con la funzione di ufficio per la nei confronti dei paesi che interessavano l’Italia più da vicino, come la
Compagnia era attrezzato con macchine da scrivere, ciclostile, tavoli e se- Germania, il Giappone, i paesi balcanici, la Spagna, la Svizzera e le regio-
die pieghevoli e un telefono collegato direttamente con il Comando del- ni islamiche; lo scopo della propaganda si identificava soprattutto nella
l'Armata. I radiocronisti incaricati delle riprese sonore durante le opera- valorizzazione dello sforzo militare dell’Italia, mentre una particolare at-
zioni militari disponevano di un microfono collegato con uno speciale re- tenzione – testimoniata dalla creazione di un ufficio apposito – veniva de-
gistratore, situato in un apposito ricovero scavato nel terreno; le Compa- dicata all’ascolto delle trasmissioni radiofoniche estere19. La propaganda
gnie erano costituite da avvocati, giornalisti, ingegneri, fotografi, operato- verso l’interno era invece diretta a esporre le ragioni profonde dell’inter-
ri cinematografici inquadrati come semplici soldati agli ordini di ufficiali vento dell’Italia in guerra e ad illustrare gli errori commessi nei riguardi
dell’esercito addetti alla Propaganda della Wehrmacht. La Sezione di Pa- dell’Italia e delle nazioni amiche a partire dai trattati di pace del 191920.
rigi faceva circolare ben 650 documentari, si serviva di biblioteche mobili Un’attività sempre più intensa svolgeva anche il Servizio propaganda del
(anche queste molto diffuse in tutti i paesi) sistemate in particolari auto- PNF soprattutto nel campo delle pubblicazioni e delle mostre.
bus, aveva aperto circa 500 Case del soldato (già sperimentate durante la Almeno per il primo periodo della guerra fu sperimentato l’utilizzo,
Prima guerra mondiale), gestite direttamente dal Comando delle Forze ar- ai fini della propaganda, di generi particolari, come il teatro leggero e la
mate. A Parigi era ripresa la pubblicazione di giornali storici, quali “Paris canzone che «riuscirono, con una buona dose di complicità interessata
soir” e “Le Matin”, in edizione completamente controllata dai tedeschi16. degli autori e degli interpreti, nella raffinata operazione di sostituire i vec-
In Italia, finita la prima guerra mondiale, il termine “propaganda” ri- chi bersagli della satira con nuovi bersagli altrettanto ghiotti per il pub-
comparve nel lessico ufficiale nel 1931, quando nell’Ufficio stampa del ca- blico. L’unica differenza era costituita dal fatto che i nuovi personaggi

58 59
erano, appunto, i leaders dei paesi contro cui si combatteva»21. Per la pro- attraverso i suoi discorsi e la manipolazione delle notizie; questa sua vi-
paganda all’estero, si decise di dare la preferenza, tra i diversi mezzi dis- sione del tutto personale, unita alla diffidenza indotta dal ricordo degli
ponibili, a quelli visivi, come fotografie, giornali illustrati, pellicole di at- eccessi del Creel Commettee e l'insofferenza per l'ubiquità della propa-
tualità, documentari, per la maggiore efficacia che certamente avevano ganda tedesca e sovietica, produsse come risultato un’evoluzione verso
sulle masse. Ancora nei primi mesi del 1941 veniva inviato negli Stati un tipico miscuglio rooseveltiano fatto di prudenza, di mezze misure, di
Uniti un numero speciale del Cinegiornale Luce dedicato agli avveni- ambiguità. Infatti il metodo di Roosevelt consisteva nel creare una nuova
menti italiani, e un documentario, naturalmente doppiati in inglese22. agenzia quando una di quelle già operanti non riusciva ad ottenere buo-
ni risultati, in modo che la rivalità fra le agenzie risultasse stimolante.
In ogni caso, il compito si presentava più difficile che nella Prima
Gli Stati Uniti guerra mondiale, grazie alla dura repressione delle libertà di parola e di
opinione nelle terre nemiche o controllate dal nemico; proprio questo fat-
Comunque quando scoppiò la guerra nel 1939, gli Stati Uniti erano la to accresceva il valore della verità, l’arma che gli americani intendevano
sola potenza priva di un'agenzia di propaganda. Anche la propaganda utilizzare nella guerra psicologica.
politica era in alcuni casi lasciata all’iniziativa di istituzioni private, come Nel 1941 le agenzie di informazione e di propaganda esistenti negli
era il caso della WRLU di Boston, una stazione radio a onde corte che pro- Stati Uniti erano in tal numero che la confusione era divenuta intollerabi-
duceva essenzialmente programmi destinati all’Europa di carattere poli- le. Per citarne solo qualcuna, si possono ricordare:
tico e di ispirazione decisamente antitotalitaria e filobritannica. La stazio- - l’Office of Government Reports (OGR), agenzia creata come struttura
ne WRLU era mantenuta da una Fondazione creata nel 1935 con il nome amministrativa nell’ambito dell’Executive Office del presidente nel
di World Wide Broadcasting Foundation da un ingegnere specialista in 1939 con un nome ostentatamente innocuo per informare il pubblico
trasmissioni a onde corte «per diffondere programmi culturali e per pro- sui programmi di difesa e l’esecutivo sull’opinione pubblica; l’OGR
muovere quello spirito di collaborazione internazionale che gli america- includeva lo U.S. Information Service, già costituito nel 1934, ufficio
ni amano definire ‘buona volontà internazionale’ e che fu sottolineato nel centrale per le inchieste pubbliche in tutte le fasi di attività del gover-
motto scelto dalla WRLU ‘La voce della cultura e dell’amicizia’». Finan- no; le spese dell’OGR si avvicinavano alla cifra di 2.500.000 di dollari
ziatori dell’impresa furono la Fondazione Rockefeller, la società editrice ogni anno. Direttore dell’OGR fu nominato nel dicembre 1941 Lowell
del “Christian Science Monitor” (quotidiano assai ben costruito apparte- Mellet, primo editore del “Washington Daily News”, assistente del
nente alla setta religiosa The Church of Christ Scientist) e l’Università di presidente, che avrebbe poi giocato un ruolo-chiave nell’evoluzione
Harvard. Fino a tutto il 1936 la Fondazione mantenne un carattere di im- della strategia propagandistica nell’industria cinematografica24.
parzialità e finalità prevalentemente culturali, ma soprattutto dopo lo - l’Office of Facts and Figures (OFF), creato con un ordine esecutivo nel
scoppio della guerra i programmi di questa emittente divennero marca- mese di ottobre del 1941, composto di circa 400 persone; il suo ufficio
tamente politici e antitotalitari e sempre più mirati a diffondere messag- di Intelligence rimase sostanzialmente intatto nella sua organizzazione
gi di contenuto democratico alla Gran Bretagna e ai paesi occupati dalla e nelle sue funzioni quando venne inglobato nell’OWI; l’ufficio Opera-
Germania; all’inizio del 1941 si prevedeva di organizzare un serie di tra- tion serviva soprattutto come un punto centrale di contatto fra il go-
smissioni rivolte all’Italia. In quel periodo una parte delle trasmissioni verno e l’industria della radio; l’ufficio Liaison includeva divisioni che
era redatta dalla World Wide Broadcasting appositamente per gli stati fungevano da tramite tra il governo e gli altri media dell’informazio-
esteri, mentre altri notiziari e commenti si rivolgevano piuttosto a un ne pubblica. Ne era direttore Archibald MacLeish, che contempora-
pubblico americano23. neamente coordinava l’Interdipartimental Commettee on War Infor-
Il presidente Roosevelt, uomo politico consumato e ben consapevole mation. La funzione affidata all’OFF era piuttosto vaga, e consisteva
delle potenzialità dei media, cercava di influenzare l’opinione pubblica nel formulare programmi per diffondere la conoscenza dello sforzo

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difensivo; la sua autorità sull’informazione governativa era limitata rante i quattro anni della guerra29. In realtà, in considerazione della natura
strettamente a fornire consigli; dell’OSS, l’attività di propaganda si caratterizzava piuttosto come “black
- la Divisione dell’informazione nell’Office of Emergency Management propaganda”, che era stata già utilizzata a partire dalla Prima guerra mon-
(OEM), creata nel febbraio 1941, che serviva le agenzie di guerra25; diale, ma solo attraverso le pubblicazioni. «Il meccanismo è noto: utiliz-
- l’Office of the Coordinator of Information, creato nel mese di luglio zando le fonti più svariate (prigionieri di guerra, spionaggio, intercettazio-
del 1941, il primo servizio centralizzato di intelligence civile con re- ni di lettere a paesi neutrali, esiliati e disertori nei paesi neutrali, oltre alle
sponsabilità anche in ambito militare; lo guidava William Joseph Do- fonti ufficiali nemiche) veniva elaborata un’informazione veritiera, lingui-
novan, un irlandese cattolico, repubblicano e conservatore, che aveva sticamente aggiornata, con particolari che apparentemente potevano pro-
combattuto nella Prima guerra mondiale, aveva poi lavorato come av- venire solo da fonti proprie. Vi si mescolavano i dati che si volevano far
vocato a Wall Street e servito come funzionario di alto rango nel Di- passare e si trasmetteva il tutto attraverso una presunta radio tedesca (ita-
partimento della giustizia; il presidente Roosevelt era rimasto colpito liana, rumena o ungherese)»30. La più famosa e potente fu Soldatensender
dalla sua difesa appassionata del coinvolgimento degli Stati Uniti nel Calais, mentre Radio Livorno e Radio della Repubblica sociale italiana ebbero co-
conflitto europeo, dalla sua predizione che l’Inghilterra non sarebbe me obiettivo l’Italia. Nell’ambito dell’OSS si dedicò a questa attività so-
caduta sotto la pressione della Luftwaffe e dalla sua personale auda- prattutto la Morale Operations Branch, che si specializzò nella distribuzio-
cia e immaginazione26. Donovan raccoglieva e analizzava i materiali ne di giornali e di ordini militari falsificati, e nella preparazione di trasmis-
che riguardavano la sicurezza nazionale, per fornire informazioni uti- sioni clandestine provenienti da una “black radio” situata a Londra e orien-
li al presidente. Il Foreign Information Service di Robert Sherwood era tata verso Berlino. Per questa attività furono mobilitati autori anche molto
la sua sezione per la propaganda; basò la sua propaganda all’estero noti di Hollywood e di Broadway, sia liberali che vicini al comunismo31.
sulla diffusione di notizie vere, con una tendenza alla enfatizzazione In ogni caso, anche se una risposta univoca ed efficace non si era an-
della capacità produttiva americana; Sherwood pensava che tutta l’in- cora voluta trovare, la propaganda per gli Stati Uniti era assolutamente
formazione degli Stati Uniti dovesse essere considerata come un dis- necessaria, in quanto, come già era avvenuto nel caso della Prima guerra
corso continuo del presidente al mondo27. mondiale, mancava un’individuazione precisa delle ragioni dell’inter-
Nell’ambito dell’Office of the Coordinator of Information vennero vento americano. O meglio, esisteva un obiettivo militare ben chiaro, ed
prodotte le prime trasmissioni radio governative, a partire dal mese di era quello di conseguire la vittoria nel più breve tempo possibile, scon-
gennaio del 1942, a Londra utilizzando le stazioni su onde medie e lun- figgendo i paesi dell’Asse in Europa e il Giappone in Asia per «impedire
ghe della BBC; inizialmente ogni settimana venivano prodotti sette pro- ad essi di riacquistare la forza per sostenere una nuova guerra»32. Al con-
grammi, ma un anno dopo erano già divenuti 268228; nacque così la Voice trario, non erano affatto chiari gli obiettivi politici immediati, e ancora
of America, che sarebbe divenuta in poco tempo la trasmissione più se- meno lo erano quelli per il dopoguerra.
guita nei paesi dominati dai regimi autoritari. «Roosevelt ritenne possibile separare la fase militare da quella politi-
Comunque l’organismo con cui l’OWI si trovò in maggiore concorren- ca; prima di tutto vincere rapidamente la guerra sul campo di battaglia e
za fu l’Office of Strategic Service (OSS), che si sostituì all’Office of the Co- soltanto dopo occuparsi dei problemi politici e territoriali che si erano
ordinator of Information dopo il passaggio della sezione per la propagan- venuti a creare [...]. Tuttavia era impossibile condurre una guerra senza
da all’OWI. L’OSS, istituito con un provvedimento presidenziale del 1942, prendere decisioni politiche; il risultato fu che le decisioni politiche furo-
venne posto sotto la direzione militare dei capi di Stato maggiore ed ebbe no affidate ai militari. Ciò diede ai comandanti militari americani un po-
il mandato ambiguo di pianificare e svolgere servizi speciali e attività para- tere politico oltre che militare»33. Si trattava in realtà ancora di un atteg-
militari, che andavano decisamente oltre la semplice raccolta di informa- giamento fondamentalmente isolazionista.
zioni; per il suo attivismo Donovan riuscì ad ottenere cospicui finanzia- Rimaneva in ombra il vero fondamento dell’intervento in guerra, che
menti, fino a raggiungere la notevole cifra di cento milioni di dollari du- era certamente quello economico, la possibilità di un’espansione del com-

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mercio estero, la ricerca di una politica economica “della porta aperta”, posizione con la propaganda di Goebbels, il quale riteneva che la verità
per sostenere al di fuori degli Stati Uniti una produzione in costante non fosse importante: la propaganda, secondo il suo pensiero, non aveva
espansione e per mantenere il tasso di occupazione raggiunto. nulla a che fare con la verità.
In questa situazione di attesa, che vedeva Roosevelt protagonista mol- Naturalmente, come riconoscevano gli stessi propagandisti america-
to più del Dipartimento di Stato, l’accento fu posto soprattutto sulla mo- ni, della verità poteva essere fatto un uso selettivo, e la si poteva piegare
tivazione di un intervento americano nel conflitto in difesa dell’ideale de- ai propri fini. La decisione di usare le notizie come base per la propagan-
mocratico, valore questo facilmente propagandabile fra le masse e di da dette alla radio una parte importante nelle attività all’estero.
grande incidenza sia all’interno che all’estero. Da questo punto di vista, il
messaggio, semplice e incisivo, poteva corrispondere alle quattro essen-
ziali libertà dell’uomo che Roosevelt aveva proclamato di fronte al Con- Verso una centralizzazione della propaganda negli Stati Uniti:
gresso nel mese di gennaio del 1941: libertà di parola e di espressione, li- l’Office of War Information
bertà di culto, libertà dal bisogno e dalla paura. Intanto, nel mese di ago-
sto del 1941, nel corso di un incontro fra Roosevelt e Churchill si andava Il lungo cammino del Governo degli Stati Uniti verso la creazione di
chiarendo la visione del mondo per la quale gli alleati combattevano: au- una struttura centrale per la propaganda trovò una sua conclusione quan-
todeterminazione delle nazioni, uguaglianza di diritti per tutti, un siste- do venne costituito l’Office of War Information36; questo nuovo organi-
ma di sicurezza generale34. In questo senso, la guerra diveniva uno scon- smo, destinato ad assorbire o comunque a sovrapporsi a tutti gli altri en-
tro tra le forze del fascismo e quelle della democrazia. «Un giorno l’Italia ti di propaganda già esistenti37, fu creato con un provvedimento del 13
si ricostruirà da sé. Questo verrà fatto dal popolo italiano, che sceglierà il giugno 1942, sulla base di un progetto messo a punto dal fratello minore
proprio governo in base ai principi democratici di libertà e di uguaglian- del più celebre Dwight Eisenhower38. Se il presidente aveva preso infine
za [...]. Già stiamo aiutando il popolo italiano in Sicilia [...]. E’ nostro fer- questa decisione era perché riconosceva il diritto del popolo americano e
mo proposito di ridare a questi popoli la dignità e la libertà, la padronan- di tutti gli altri popoli che si opponevano all’aggressione dell’Asse di es-
za del proprio destino, il diritto alla libertà di parola, alla libertà di reli- sere informati in maniera veritiera sull’andamento della guerra. Il presi-
gione, alla liberazione dall’indigenza ed alla liberazione dal terrore»; in dente aveva dato l’indicazione di formulare e gestire programmi di infor-
queste parole, pronunciate da Roosevelt il 28 luglio 1943, era riassunto ef- mazione utilizzando radio, stampa, cinema e altri mezzi per favorire lo
ficacemente il programma politico degli Alleati nei confronti dell’Italia35. sviluppo di una conoscenza informata e intelligente, all’interno e all’este-
Una certa prudenza era dovuta anche alla notevole forza degli italo- ro, dello stato e dei progressi delle operazioni belliche e delle politiche di
americani, sei - sette milioni di persone politicamente conservatrici, so- guerra, le attività e gli sforzi del governo39. Altro argomento convincente
stanzialmente filofasciste, tanto da sostenere il regime mussoliniano fino era la necessità di contrastare la febbrile attività nemica in questo campo.
all’entrata in guerra degli Stati Uniti; per questo il nemico principale non A capo dell’OWI fu nominato Elmer Davis, giornalista, autore e com-
era l’Italia, ma era ancora una volta la Germania, di cui si voleva la resa mentatore della radio straordinariamente popolare. Davis, che all’epoca
incondizionata, seguita dalla conquista del paese con una occupazione aveva 51 anni, dal 1914 aveva lavorato per il “New York Times”, prima
militare per una definitiva sconfitta di Hitler e del nazismo. come reporter e poi come editorialista; durante la Prima guerra mondia-
L’unica cosa certa, dopo tutto quanto si è detto, era che la democrazia le era stato a bordo dell’Henry Ford Peace’s Ship per il giornale, ma nel
americana doveva essere molto prudente con la manipolazione dell’opi- 1924, lasciato il giornale per divenire uno scrittore free-lance, era divenuto
nione pubblica. La propaganda negli Stati Uniti non poteva essere basata autore di una regolare produzione di novelle, saggi e riviste. Tuttavia la
che sulla “strategia della verità”: persuadere il pubblico con una presen- sua notorietà derivò soprattutto dal suo ruolo di commentatore della ra-
tazione lineare dei fatti della guerra, che si trattasse degli americani op- dio, attività alla quale si era dedicato regolarmente a partire dal 1939; era
pure degli ascoltatori stranieri. Questa scelta segnava una netta contrap- seguita con particolare attenzione la sua trasmissione notturna, durante

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la quale riferiva gli avvenimenti con chiarezza e concisione. Nonostante mente. Addirittura, secondo Davis, i tedeschi attribuivano all’influenza
fosse un membro dell’American Labor Party di New York, Davis rispet- delle radio inglese e americana la responsabilità indiretta delle esecuzio-
tava il presidente Roosevelt, anche se non fu mai un suo stretto collabo- ni di 200.000 persone nelle regioni da loro occupate; infatti le radio ave-
ratore e neppure ne ricevette un particolare appoggio, al contrario di vano causato fra le popolazioni un certo fermento, che si era trasformato
quanto era avvenuto per Creel, strettamente legato al presidente Wilson40. in resistenza contro le autorità di occupazione tedesche43.
Davis ebbe occasione di esporre il suo programma di fronte al Con- I protagonisti della sezione per l’estero, l’Overseas Branch, usarono,
gresso degli Stati Uniti durante il dibattito per i finanziamenti alle agen- come del resto aveva chiesto lo stesso presidente Roosevelt, tutti i mezzi
zie di informazione e di guerra, nel mese di aprile del 1944; egli disse che di comunicazione disponibili. Il numero di ore di trasmissione della radio
nei paesi nemici l’obiettivo fondamentale era quello di seminare il dub- crebbe costantemente, da poco più di sei ore giornaliere nelle quattro lin-
bio nei popoli nemici, di convincere il nemico che la disfatta era certa; bi- gue principali a 6000 trasmissioni per settimana in 24 lingue diverse; in
sognava inoltre convincere le popolazioni che la fine del conflitto e l’epu- sostanza, dopo Pearl Harbor le trasmissioni erano state triplicate. In quel
razione degli elementi fascisti avrebbero consentito una pace onorevole e periodo, la radio internazionale era completamente nelle mani di privati,
una esistenza migliore. Nei paesi occupati il programma era quello di te- la NBC, la CBS, General Electric, la Crosley Corporation, la World-Wide
nere alto il morale del popolo e stimolare la resistenza41. Broadcasting Foundation; la produzione di programmi radio governativi
Le somme messe a disposizione dell’OWI furono notevoli: 37 milioni ebbe inizio nel mese di gennaio del 1942. A novembre, conclusa una trat-
di dollari nel suo primo anno di vita, di cui circa 9.500.000 spesi per la se- tativa con le stazioni radio a onde corte, l’OWI divenne responsabile del-
zione interna, i rimanenti 27.500.000 per la sezione estera. l’intera produzione all’estero; NBC e CBS continuarono a produrre i loro
L’OWI non doveva essere comunque un’agenzia centrale, cui delega- programmi, ma sotto la supervisione dell’OWI. I programmi erano pre-
re totalmente la funzione informativa, ma soltanto un’agenzia per il con- parati a New York e trasmessi a onde medie.
trollo, mentre i dipartimenti federali conservavano le loro unità informa- La principale pubblicazione dell’OWI era “Victory”, una rivista di ot-
tive. Lasciando da parte l’attività della sezione interna – che non interes- to pagine, generosamente illustrata, molto elegante dal punto di vista
sa in questa sede – ci si può soffermare sulla Overseas Branch, la cui di- grafico, stampata negli Stati Uniti e venduta o distribuita nei paesi nemi-
rezione fu affidata a Robert Sherwood; i suoi responsabili sapevano di do- ci o neutrali; non si trattava dunque di una rivista espressamente indiriz-
versi rivolgere a quattro diversi tipi di pubblico: i nemici, gli alleati nelle zata al lettore italiano, ma di un unico originale compilato sulla base del-
nazioni libere e nelle zone occupate, le nazioni neutrali e le forze armate le notizie fornite dalla rete di corrispondenti dell’OWI e tradotto in più
americane fuori dei confini degli Stati Uniti. «Alle nazioni alleate e occu- lingue. Lo stesso aspetto grafico della rivista trasmetteva un’impressione
pate – ha scritto Elmer Davis – noi dobbiamo raccontare la storia di cosa di ricchezza e di sicurezza, con le grandi fotografie a colori di generali
sta facendo l’America e cosa l’America è pronta a fare; questo è l’impegno americani, di uomini politici e di figure importanti nella storia america-
particolarmente nelle terre occupate, dove la gente non può che sperare na. Se la prima pagina di copertina conteneva una scena di guerra o il ri-
nella vittoria definitiva. Alle nazioni nemiche dobbiamo raccontare la tratto di un generale, l’ultima pagina era costantemente riservata a
stessa storia, fino a quando si convincano anch’essi che vinceremo»42. un’immagine di pace, un paesaggio americano o una città, in un binomio
Lo strumento principale era la radio a onde corte, che trasmetteva in ricorrente guerra/pace destinato a sottolineare il significato della guerra
30 o più lingue e dialetti diversi e godeva di un discreto ascolto, non- delle nazioni libere contro i paesi totalitari, per la pace e per la libertà. Al-
ostante che nelle terre nemiche o occupate il popolo rischiasse addirittu- tra rivista pubblicata in italiano per conto degli Stati Uniti era “Il mese.
ra la vita nell’ascoltarla. Davis riferiva ad esempio di una notizia diffusa Compendio della stampa internazionale”, di stampo antifascista, che fi-
dalla radio di Parigi controllata dai tedeschi, ossia che l’OWI disponeva no al 1945 servì a far conoscere articoli di quotidiani e periodici america-
di centomila propagandisti; evidentemente – fu la conclusione di Davis – ni e inglesi; vi facevano spicco i nomi di scrittori europei e americani
lavoravano tanto da sembrare molto più numerosi di quanti fossero real- messi al bando dal fascismo, come Sartre, Camus, Steinbeck, Fitzgerald,

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Virginia Woolf; fra i collaboratori italiani si possono citare Bruno Levi, ri- corte. Il Communications Facilities Bureau sorvegliava l’adeguatezza
entrato in Italia nel 1944, e Attilio Momigliano44. Il tema di fondo della ri- dell’area di ricezione della radio nel mondo e si occupava di sviluppare
vista era lo stretto rapporto che legava negli Stati Uniti democrazia, par- le comunicazioni e i nuovi mezzi, e le tariffe.
tecipazione e benessere sociale. In Italia si venne a conoscenza immediatamente della creazione di
Alle pubblicazioni fu affiancata la produzione di documentari e cine- questa Agenzia, a seguito di una comunicazione inviata al Ministero del-
giornali per il consumo all’estero; per esempio la Divisione Film produ- la cultura popolare da parte dell’Ufficio dell’addetto stampa presso la Le-
ceva, in collaborazione con il Ministero inglese dell’informazione, una gazione d’Italia a Berna del 27 giugno; nel documento46 si riferiva che Da-
edizione inglese di “United Newsreel” e, con le rappresentanze dei go- vis avrebbe lavorato in collaborazione con il comitato della radio ed un
verni ai quali i film erano diretti, “Free World Newsreel”. Alcuni docu- altro nuovo ufficio, pure di propaganda, detto “dei fatti e delle cifre”.
mentari, come Cow Boy, avevano lo scopo di correggere l’opinione dis- L’attività dell’ufficio si sarebbe svolta soprattutto nei paesi alleati e neu-
torta degli Stati Uniti diffusa in Europa, e di fornire un’immagine simpa- trali, mentre nei paesi nemici sarebbe stata limitata alla diffusione di ma-
tica della vita nel West dipingendo il cow boy come un individuo assen- nifestini e opuscoli clandestini. Per questa attività, in mancanza di addet-
nato e lavoratore, che dà il suo contributo alla vita economica del Paese; ti stampa presso le legazioni e i consolati americani, sarebbe stato scelto
Autobiografia di una Jeep, una delle produzioni di maggior successo del- un agente per ciascuno Stato in base alle capacità “vere o supposte”.
l’OWI, conteneva una descrizione del lavoro svolto dall’industria ameri- Sembra che Davis avesse chiesto in tutto il mondo rapporti e suggeri-
cana nel disegnare e produrre uno strumento di guerra completamente menti sul modo migliore di organizzare la propaganda. La prima riunio-
nuovo; Hymn of the Nations incentrata sull’Ouverture de La forza del destino ne a Berna era avvenuta il 18 giugno 1942.
di Verdi diretta da Arturo Toscanini, che appoggiava la causa alleata, con- Naturalmente, l’attenzione di questo organismo fu anche rivolta all’I-
teneva un messaggio propagandistico di identificazione tra Italia e Stati talia, soprattutto in prossimità dell’invasione. Nell’organizzazione del-
Uniti. In generale la guerra fu assente dai documentari dell’OWI, con l’u- l’Overseas Branch l’Italia era compresa nella Regione II, che aveva come
nica eccezione di Attack in the Pacific, che mostrava la preoccupazione responsabile Percy Winner. Il capo di ciascuna divisione regionale aveva
americana per la guerra globale e lo spirito aggressivo che caratterizzava diversi compiti: sviluppare le direttive della politica regionale per il con-
gli americani45. trollo di tutto il lavoro dell’OWI nella propria regione; mettere a punto
E’ interessante il fatto che la struttura per l’estero dell’OWI compren- dettagliati piani di produzione con il coinvolgimento di tutti i media; pre-
desse anche uffici di carattere tecnico; uno era l’Overseas Bureau of Re- sentare proposte e programmi per la propria regione alle conferenze del-
search and Analysis, che si occupava di assicurare un sistematico e ordi- lo staff, per il coordinamento con le politiche e i programmi delle altre re-
nato processo di intelligence, utilizzando fonti diverse, e di raccogliere e gioni; mantenere relazioni di lavoro più strette con i rappresentanti di al-
analizzare le informazioni; inoltre forniva il supporto ai responsabili del- tre agenzie federali e rappresentative di governi stranieri per coordinare
le regioni per la formulazione di decisioni politiche. Altro ufficio era il l’attività della propria regione con quella delle altre agenzie47.
Communications Facilities Bureau: il suo compito era quello di predi-
sporre una rete mondiale di comunicazioni che avrebbe trasportato la vo-
ce dell’America attraverso la radio e gli scritti, con l’uso di cavi o senza fi- L’impegno alleato sul fronte italiano: l’attività del PWB
li. Nel momento in cui venivano quasi a coincidere l’evento e l’impatto
sull’opinione pubblica, una nazione combattente doveva avere comuni- In verità, per tutto il periodo della guerra il fronte italiano fu conside-
cazioni rapide; gli Stati Uniti erano entrati in guerra del tutto imprepara- rato un teatro di operazioni secondario, anche se fu proprio l’invasione
ti in questo come negli altri aspetti della guerra moderna; progressi ri- dell’Italia la prima occasione per gli alleati anglo-americani di occupare
spetto all’inizio ne erano stati fatti, ma il Giappone e la Germania erano un paese europeo e assumere la responsabilità diretta della sua ammini-
ancora meglio equipaggiati, per esempio con radio trasmittenti a onde strazione. Inoltre, gli Stati Uniti riconobbero un ruolo preminente in Ita-

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lia agli inglesi, e ad essi vennero assegnate le posizioni più importanti sia volta nel mese di giugno del 1941 nell’ambito del Military Intelligence
negli organismi militari che nella Commissione di controllo. Infatti, al Service per integrare la guerra psicologica con i programmi del War De-
contrario degli americani, gli inglesi «avevano elaborato una chiara poli- partment50. L’ente, dipendente dall’Allied Force Headquarters, fu guida-
tica verso l’Italia [...] essi volevano un’Italia debole e subordinata, ed era- to dal 2 settembre 1943 dal colonnello Charles B. Hazeltine, un ufficiale
no favorevoli alla distruzione totale della forza militare italiana per im- dell’esercito americano51; americani, ma civili, erano i responsabili della
pedire all’Italia di minacciare di nuovo il predominio britannico nel Me- sezione Propaganda (sezione E) e della sezione Intelligence (sezione D), ri-
diterraneo e la sicurezza delle linee di comunicazione lungo la rotta Me- spettivamente Oliver Garrett e John Whitaker. Inizialmente lo staff era co-
diterraneo - Mar Rosso. Volevano inoltre privare l’Italia delle sue colonie stituito da un gruppo ristretto, in tutto 47 persone, ma verso la fine della
e modificarne i confini con la Jugoslavia». Viceversa «era negli interessi guerra esso avrebbe superato le mille unità. Nel PWB il peso dell’espe-
americani la restaurazione di un governo italiano stabile e democratico, rienza inglese dette a questa componente un ruolo predominante; infatti
che fosse in grado di promuovere una sana economia e di adottare una gli inglesi avevano un certo vantaggio sul terreno della propaganda gra-
politica commerciale liberistica, in linea con la politica degli investimenti zie al loro impero coloniale; inoltre, rispetto agli americani, che, come si è
degli Stati Uniti»48. visto, nel periodo compreso tra le due guerre avevano praticato una poli-
Le divergenze tra inglesi e americani sul modo di interpretare l’inter- tica isolazionista, gli inglesi avevano costantemente seguito le vicende
vento in Italia si riproposero anche nell’atteggiamento assunto dalle due politiche dei paesi europei; infine, per gli inglesi la guerra era iniziata più
nazioni alla caduta del fascismo, il 25 luglio 1943. Per quanto riguardava di due anni prima che per gli americani.
gli americani, il 21 febbraio 1943 fu approvata una direttiva per l’Italia L’attività della sezione Propaganda del PWB si basava sull’utilizzo di
dall’OWI’s Planning Board, che includeva rappresentanti del Diparti- radio, stampa, cinema, spettacoli e pubblicazioni52, mentre la Sezione D si
mento di Stato, dell’Esercito e della Marina; vi si affermava che il fascismo occupava di raccogliere informazioni dalle fonti locali sulle personalità
includeva non soltanto Mussolini e i suoi collaboratori politici e militari, politiche, sulla opinione pubblica, sugli elementi ostili e pericolosi, sulla
ma anche i Savoia, che avevano consegnato l’Italia al fascismo, e gli in- situazione economica53. A queste si aggiungeva una sezione Planning, con
dustriali che avevano appoggiato il regime. Dopo il 25 luglio, la BBC, che il compito di preparare piani di propaganda e direttive secondo la politi-
rifletteva la politica inglese, cominciò a proclamare che il cambio politico ca definita in questo campo.
coincideva con la fine del fascismo, e che l’Italia aveva rivolto le sue armi Al PWB era affidata, come funzione fondamentale, la direzione di tut-
contro l’unico nemico rimasto, ossia Hitler. Di parere diverso erano gli te le attività di propaganda nell’Italia liberata e di quella diretta alle zone
americani; l’OWI sostenne che non c’era alcuna differenza se il Governo occupate dai nazisti. Il PWB doveva controllare la radiodiffusione italiana
era nelle mani di Mussolini o di Badoglio e del re. e una serie di giornali fondati in diverse città; con il sistema delle licenze54
Dopo l’armistizio breve del 3 settembre gli sforzi dei propagandisti manteneva anche, insieme con l’Allied Publications Board, il controllo in-
dell’OWI si concentrarono sull’incoraggiamento al popolo italiano per as- diretto sulle altre pubblicazioni italiane; inoltre per più di un anno rimase
secondare la liberazione del suo paese; al seguito della campagna milita- l’unica agenzia di raccolta e diffusione delle notizie: in quel periodo non
re, i materiali di propaganda richiamavano gli italiani ad aumentare la lo- ebbero spazio neppure le agenzie britanniche o nordamericane55.
ro resistenza contro i tedeschi. Compito del PWB era di attaccare il morale del nemico, la sua volon-
In ogni caso, i capi dell’OWI durante questo primo periodo di guerra tà di combattere, di indebolirlo psicologicamente e rendere la sua sconfit-
in Italia dovettero accorgersi che il loro servizio al seguito dei militari ave- ta più facile sul campo di battaglia; sostenere invece il morale dei soldati
va maggior successo del loro sforzo di interpretare gli scopi della guerra. alleati, nella zona di combattimento, nei paesi nemici e in quelli occupati
Su questo terreno, un ruolo di particolare rilievo fu assunto dallo Psyco- dal nemico, nei paesi occupati dalle forze alleate; infine agire sui civili
logical Warfare Branch (PWB)49, un organismo anglo-americano sorto do- nelle zone occupate per coadiuvare l’azione delle autorità alleate nel ri-
po Pearl Harbor come evoluzione dello Special Study Group, nato a sua pristinare la vita quotidiana.

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La forza della guerra psicologica era la propaganda, e questa a sua ganda) nelle zone centrali delle città, nei quali si trovavano riviste, gior-
volta era il risultato di accurati studi di ciò che un particolare nemico pen- nali, pubblicazioni di guerra anglo-americane anche in lingua italiana; fu-
sa; l’obiettivo era quello di rendere più facile la sconfitta del nemico sul rono stabilite stazioni stampa e radio nelle città occupate; 34 diversi tipi
campo di battaglia. Gli uomini del PWB erano preparati in modo tale da di manifestini in italiano e 4 in tedesco furono preparati dal PWB in Afri-
poter attuare strategie diverse in relazione alla situazione psicologica dei ca e disseminati attraverso l’aviazione alleata. I manifestini come stru-
nemici; le informazioni in proposito potevano venire dagli interrogatori mento per la propaganda avevano alcuni vantaggi rispetto alla radio: po-
dei prigionieri. tevano essere letti più volte da persone diverse, potevano raggiungere il
I materiali utilizzati per queste necessità erano i manifestini e la radio; nemico dietro le linee, erano mezzi di comunicazione visibili e potevano
i primi dovevano essere scritti sulla base delle informazioni più recenti e utilizzare disegni e caricature: il viso di Mussolini, ad esempio, era idea-
stampati con apparecchi portatili. I mezzi per diffondere i materiali di le per i caricaturisti. Inoltre si proiettavano film di propaganda inglesi e
propaganda erano tre. L’aviazione militare poteva lanciarli impacchetta- americani, e per l’occasione furono riaperti sei teatri di Palermo58. Co-
ti, in modo che si disseminassero nel raggio della zona prescelta, in que- munque ogni cosa poteva essere veicolo per la propaganda: ad esempio
sto caso una zona di ridotte dimensioni; altro sistema era la distribuzione sulle AM-lire (stampate negli Stati Uniti) erano rappresentate le quattro
attraverso agenti o pattuglie notturne; terzo sistema era l’utilizzo del lan- libertà. Lentamente, tornava in circolazione anche il cinema americano,
cio per mezzo dell’artiglieria, mortai o granate di fucili adattati all’occor- assente dalle sale cinematografiche italiane da sei anni e per il resto del-
renza, per coprire una distanza di circa 15 chilometri56. l’Europa da quattro anni, in condizioni di particolare privilegio economi-
La strategia che prevedeva un determinante uso della propaganda co59. A questo proposito, risultano di particolare interesse le notizie sul-
venne attuata massicciamente quando gli alleati si mossero verso la Sici- l’attività dell’OWI e del PWB contenute nel rapporto di un gruppo di di-
lia; in questo caso la propaganda giocò un ruolo più ampio di quanto ne rigenti dell’industria cinematografica americana che ebbe l’occasione di
avesse avuto in passato. Gli attacchi aerei furono accompagnati da lanci visitare i teatri di guerra dell’Europa occidentale nell’estate del 1945; il
di manifestini: il messaggio era che gli alleati venivano come amici per li- rapporto fu stilato da Francis S. Harmon, vicepresidente del War Activity
berare gli italiani dalla dominazione fascista e per aiutare a ristabilire una Commettee60. Subito dopo lo sbarco degli alleati in Italia, tutti i film ita-
nazione libera. Per ottenere risultati era anche importante la quantità, in liani furono sequestrati e bloccati, poi furono riaperti i cinematografi in
modo che i manifestini potessero raggiungere il maggior numero possi- Sicilia nell’agosto del 1943, «ma il primo lungometraggio americano dei
bile di soldati nemici; ad esempio durante la campagna di Sicilia furono 40 selezionati e spediti dall’OWI non arrivò fino all’ottobre, cosicché in
lanciati circa 15 milioni di pezzi in una settimana. Si trattava anche di con- un primo tempo vennero utilizzate vecchie copie di film americani trova-
trastare la propaganda fascista, che continuava a trovare una via di pene- ti in Italia e in Sicilia. Fino ad oggi sono stati distribuiti attraverso l’OWI
trazione anche nella Sicilia liberata; «la propaganda fascista – era scritto 54 film, oltre a quelli vecchi trovati nei magazzini; inoltre sono state se-
in una relazione dell’Ispettorato censura militare del Ministero della questrate alcune copie illegali che circolavano in Italia sotto il nazismo, ne
guerra relativa al mese di gennaio del 1945 – la cui ispirazione e organiz- sono stati corretti i titoli e ripristinati i titoli di testa originali [...]. Respon-
zazione per unità di indirizzo ha probabili origini nella repubblica e cen- sabili del PWB hanno dichiarato che l’utilizzazione dei film americani in
tri ovunque, si dimostra attiva specie in Roma, in Sicilia e in Sardegna, Italia ha avuto un risultato molto positivo, che tra tutti i ‘media’ utilizza-
con il porre in evidenza le incomprensioni e gli errori degli alleati e del ti dal PWB nessuno si è dimostrato più efficace del cinema, che sono sta-
governo, le mancate promesse al popolo italiano, la mancata pubblica- ti proiettati importanti documentari insieme ai film a soggetto»61.
zione dell’armistizio ecc.»57. La forza del PWB era anche nell’immediatezza della sua azione: basta
Il team del PWB accompagnò le truppe e indirizzò la sua attività sia pensare alla rapidità con cui gli uomini del PWB riuscirono a iniziare la
verso i soldati nemici che verso la popolazione locale; furono proiettati pubblicazione di nuovi giornali nelle città a pochi giorni o addirittura a
film proibiti dal fascismo; furono aperti prop-shop (negozi della propa- poche ore dalla loro liberazione. Così a Palermo solo 15 giorni dopo la li-

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berazione, il 19 agosto, fu iniziata la pubblicazione di un nuovo giornale, mostravano lo strumento più efficace per la disseminazione delle notizie
“Sicilia liberata”, e in meno di 15 giorni la circolazione salì da 2000 a nell’isola, a dispetto della scarsezza di carta; risultava dall’indagine che
50.000 copie62. 1500 copie del “Corriere di Salerno” uscirono solo un gior- circa il 61% del campione di abitanti delle città leggeva quotidianamente
no dopo lo sbarco, mentre gli uffici in cui gli operatori del PWB lavora- il giornale65.
vano erano ancora sotto il fuoco nemico. Un giorno prima della caduta di Lo stesso genere di pressione psicologica e gli stessi sistemi rivolti ai
Napoli questo stesso giornale fu stampato con il titolo di “Giornale di soldati nemici venivano poi utilizzati in appoggio ai bombardamenti
Napoli”, per essere pronto per una distribuzione immediata subito dopo strategici degli impianti industriali, per distruggere la fonte di riforni-
la liberazione di questa città63. Sembra che gli sforzi alleati avessero suc- mento dei nemici; in questo caso i volantini servivano a minare il morale
cesso: infatti le unità di guerra psicologica, interrogando i primi italiani dei lavoratori dell’industria o altri settori della popolazione, per indebo-
prigionieri di guerra in Sicilia, appresero che avevano letto i manifestini lire la loro volontà di lavorare e per indurli a limitare la produzione di ar-
alleati e avevano avuto fiducia64. mi. Inoltre, lo sforzo propagandistico tendeva a tenere informate le po-
Un esempio interessante dei metodi usati dal PWB per conoscere polazioni sui progressi degli alleati, in modo che potesse venire da que-
l’impatto sull’opinione pubblica dei loro sforzi propagandistici è costi- ste l’aiuto determinante per la sconfitta del nemico. Nelle zone liberate
tuito da un esperimento effettuato subito dopo la liberazione della Sicilia, venivano utilizzati radio locali, poster, film, giornali, per convincere la
mai compiuto in precedenza, a cura della Public Opinion Survey Section popolazione locale che gli eserciti alleati erano effettivamente venuti a li-
del PWB. L’esperimento consisteva nell’applicazione delle tecniche dei berarla dalla dittatura.
sondaggi elettorali per una rilevazione del tutto diversa. Queste tecniche Nell’estate del 1944, il PWB decise di stabilire a Roma una sede cen-
presentavano due notevoli vantaggi: in primo luogo potevano coprire trale per l’Italia liberata, situata in via Veneto, dove vennero raccolti ma-
con grande rapidità un campione di popolazione significativo, in secon- teriali bibliografici e fotografici per metterli a disposizione di quanti fos-
do luogo, poiché l’uniformità era la caratteristica di questo metodo di ri- sero interessati alle attività delle Nazioni Unite. Si trattava di volumi,
cerca, i dati potevano essere presentati in una forma più precisa. L’espe- opuscoli, estratti relativi ad argomenti politici, storici, economici, sociali,
rimento dimostrava come potesse essere compiuto in soli sette giorni l’in- scientifici ecc.; a questo si aggiungeva una ricca documentazione foto-
tero ciclo di una indagine statistica, dalla pianificazione all’esecuzione al- grafica degli avvenimenti bellici, di agricoltura e della vita americana nei
la stesura della relazione finale. La rilevazione era stata compiuta attra- suoi vari aspetti. Il PWB intendeva rivolgersi soprattutto a funzionari dei
verso la consultazione di un campione di popolazione di quattro provin- ministeri, docenti universitari, giornalisti; ad un pubblico più vasto e me-
ce siciliane, Palermo, Caltanissetta, Catania e Messina, circa 7.000 perso- no qualificato era riservata la biblioteca, nella quale consultare giornali e
ne. A parte l’attenzione ad alcuni dati economici, utili soprattutto per le riviste. Libri e opuscoli riguardavano un ampio spettro di materie: agri-
autorità militari, l’inchiesta fu rivolta a conoscere le abitudini degli ascol- coltura, puericultura, commercio, educazione, finanza, edilizia, indu-
tatori della radio; delle cinque stazioni radio alleate (Londra, Palermo, stria, lavoro, nutrizione e salute, misure di soccorso, biografie, la seconda
Bari, Algeri e Tunisi), quelle più ascoltate erano Londra e Bari, l’ora pre- guerra mondiale, gli Stati Uniti, piani per il dopoguerra. Infine erano con-
ferita le otto di sera; Palermo e Londra erano più ascoltate per notiziari e servate nel centro del PWB esemplari di discorsi radio sui più diversi ar-
commenti, Palermo e Roma per i programmi musicali. Fra i commenta- gomenti, come storia, geografia, politica, religione, usi e costumi, perso-
tori inglesi il col. Stevens e Candidus avevano la preferenza. Quello che naggi eminenti, scienze e guerra, relativi solamente agli Stati Uniti66.
colpiva i rilevatori era l’assenza di italiani fra le personalità che gli ascol- Tuttavia la propaganda in qualche caso poteva anche rivelarsi contro-
tatori amavano ascoltare, e non soltanto del mondo politico, assenza che producente, se generava speranze che non venivano poi soddisfatte; per
veniva definita “impressionante e preoccupante”; questo era il risultato esempio era scritto in una lettera esaminata dagli uffici della censura mi-
del fatto che il fascismo aveva attirato nel suo ambito i membri più attivi litare: «Dove sono le promesse fatte al popolo per mezzo della propagan-
della comunità, e aveva costretto a nascondersi gli altri. I giornali si di- da di Radio Londra? Con tutto quello che oggi ci passano gli alleati si po-

74 75
trebbe [...] morire di fame [..] promesse, sempre promesse ed il popolo ha la ricostruzione l’OWI si impegnò costantemente per accrescere l’apprez-
ancora creduto ed è stato ancora una volta ingannato”67. E in un’altra let- zamento per il way of life americano, sia per cominciare a preparare il ruo-
tera: “I 300 grammi di pane [...] questa propaganda [...] ma perché irride- lo importante che l’America intendeva ricoprire nel mondo uscito dal
re la miseria? [...] eppure la Russia poco ha parlato, ma molto molto ha conflitto, sia per generare simpatia per la causa alleata. In questa ottica
fatto»68. Talvolta era oggetto di considerazioni e critiche anche la politica nel mese di ottobre del 1945 fu ad esempio tradotto in italiano e distri-
alleata, e più specialmente quella britannica del periodo di guerra e ante- buito a sindaci, segretari comunali e prefetti, un opuscolo sulla Storia del-
riore a questa, ritenuta in parte responsabile dello scoppio della confla- l’AMG, destinata ad illustrare l’attività svolta in Italia dal Governo mili-
grazione europea a causa di vedute poco lungimiranti nei confronti dei tare alleato nelle successive fasi della guerra di liberazione70. Nei mate-
regimi autoritari della Germania e dell’Italia. La Gran Bretagna veniva in- riali propagandistici americani del 1944-45, la nazione appariva come un
vitata a riflettere sulle conseguenze derivate in Europa dalla propaganda paese potente, specializzato, salubre; uno dei filoni concerneva il potere e
ideologica svolta per necessità di guerra – propaganda basata sulla con- la produttività americana.
trapposizione tra fascismo e antifascismo – e si esprimeva la speranza che Comunque la migliore propaganda poteva essere considerata in quel
essa adoperasse la sua influenza e il suo potere per creare condizioni di periodo il contatto diretto della popolazione con gli americani, già pre-
pacifica convivenza, anche nel proprio interesse69. parato in qualche modo dalla conoscenza indiretta che molti italiani ave-
Le funzioni del PWB cominciarono a ridursi a partire dal mese di gen- vano dell’America e degli americani attraverso la corrispondenza degli
naio del 1945; le funzioni di agenzia di stampa, di edizione di giornali e emigrati. L’arrivo delle truppe alleate e la permanenza degli alleati per un
di controllo della radio nell’Italia liberata vennero progressivamente ce- periodo insolitamente lungo, ossia finché venne mantenuta l’ammini-
dute a strutture italiane, mentre fu conservato il suo ruolo nei territori ri- strazione alleata, permise agli italiani di avere un’esperienza diretta del-
masti ancora sotto la giurisdizione alleata e per la propaganda diretta al l’enorme ricchezza di mezzi e risorse di cui disponevano gli americani,
nemico e alla popolazione italiana nelle zone occupate dai nazisti; le resi- che negli anni precedenti aveva costituito una caratteristica fondamenta-
duali funzioni di propaganda alleata nell’Italia liberata vennero restitui- le del mito americano. «L’immagine della potenza si fondeva anche con
te all’OWI e, per l’Inghilterra, al Ministero dell’informazione e al Political quella della democrazia e del benessere: la libertà politica, la liberazione
Intelligence Department del Ministero degli esteri. L’intervento alleato dell’individuo non erano scindibili dal benessere, dalle comodità, dal di-
sulla stampa e sulla radio in Italia ebbe termine contemporaneamente al- ritto alla felicità di ogni singolo cittadino. L’America liberatrice si presen-
la scomparsa del Governo militare alleato nell’Italia settentrionale, il 31 tava dunque secondo la doppia immagine di un paese ricco e felice e, nel
dicembre 1945, con l’unica eccezione, ovviamente, della zona di Trieste, contempo, profondamente democratico e civile; anzi, così democratico e
che aveva uno status particolare. civile proprio perché così avanzato dal punto di vista tecnologico»71.
Per tornare all’OWI, nonostante un’esistenza non troppo lunga, si può In questo suo impegno, l’OWI si trovò spesso in contrasto con altre
individuare un’evoluzione nel messaggio che questo organismo intende- agenzie e organizzazioni e in particolare con i Dipartimenti di Stato, del-
va trasmettere ai propri nemici, anche per neutralizzare l’immagine ne- la Guerra e della Marina, che erano gelosi delle loro prerogative, mentre
gativa dell’America, descritta talvolta come una società decadente, do- i segretari non attribuivano grande valore alla propaganda. Neppure il
minata dai gangsters. La fine della guerra portò con sé in primo luogo presidente fu un grande sostenitore dell’OWI, perché, malgrado i suoi
l’immagine degli americani come liberatori; c’era riconoscenza per la col- poteri di persuasore, era sospettoso della propaganda che sfuggiva al suo
laborazione prestata dagli alleati nell’opera di ricostruzione dell’Italia e diretto controllo . Alla fine della guerra, gli alleati non erano comunque
per gli aiuti a favore delle popolazioni maggiormente colpite dalla guer- soddisfatti dei risultati ottenuti; «i due paesi democratici hanno visto in
ra. Dal punto di vista politico, prevaleva un senso di gratitudine verso gli questo paese la diffusione del comunismo e ancora più la diffusione del-
alleati per aver liberato l’Italia dal fascismo e per la lotta condotta per il la paura del comunismo. Noi abbiamo fallito nel presentare adeguata-
trionfo degli ideali democratici. Inoltre nelle regioni liberate e avviate al- mente agli italiani l’altra alternativa - un modo di vita democratico. E’ sta-

76 77
to fatto molto in questo campo dagli ufficiali (del governo militare), ma è spetto dell’appello di Davis per una strategia della verità, si preparava a
mancata una direzione. Si sarebbe dovuto e potuto fare di più, attraverso manipolare le immagini del cinema in modi impercettibili per il pubbli-
la distribuzione della stampa, per mezzo dei film e della radio, mediante co. Più avanti il controllo avvenne anche attraverso la censura, che con-
le visite dei leader democratici»73. cedeva le licenze di esportazione ai film e controllava la proiezione di film
americani nelle zone liberate. Gli studi americani cominciarono a riceve-
re incentivi dal governo soprattutto quando, dal mese di agosto del 1940,
La guerra e il cinema per il cinema di produzione statunitense si chiusero definitivamente i
mercati della Germania (e con esso quello di tutte le terre occupate) e del-
Al momento dello scoppio della guerra, anche il cinema fu incluso fra l’Italia; naturalmente in questa occasione cadeva anche per il momento il
gli strumenti della propaganda; anzi, era forse considerato uno dei più ef- vincolo della pressione del mercato.
ficaci. Lo stesso Elmer Davis dichiarò che il modo più facile di far pene- In contrasto con gli altri media e soprattutto con la stampa, il cinema di
trare messaggi propagandistici nelle menti di molte persone era di intro- Hollywood, caratterizzato da una struttura oligopolistica, diede luogo a
durli attraverso un film di intrattenimento, quando gli spettatori non si una produzione politicamente monopolistica. Dopo lo scontro di Pearl
accorgevano di essere sottoposti alla propaganda74. I messaggi propagan- Harbor, Roosevelt decise di nominare Lowell Mellet – già ricordato come
distici dovevano essere introdotti casualmente e con naturalezza in un capo dell’Office of Government Report – coordinatore della produzione di
dialogo ordinario; ad esempio scene di massa potevano contenere donne film governativi. L’ufficio di collegamento con il cinema fu poi incardina-
in uniforme, ragazzi che partecipavano alle azioni di guerra come parte to nella sezione interna dell’OWI, quando questo fu costituito, con il nome
della loro attività quotidiana e uffici che distribuivano manifesti di guer- di Bureau of Motion Pictures (BMP). Il cinema doveva essere uno degli
ra. Rendendo la guerra pervasiva nella descrizione della vita ordinaria, il strumenti-chiave per informare il pubblico. Dopo i primi film prodotti con
cinema poteva mostrare che la nazione era unita, che ognuno partecipa- un soggetto antigiapponese e antitedesco l’Ufficio per il cinema volle inte-
va per la sua parte75. ressarsi direttamente della produzione dei film trasferendo la propaganda
La fiducia nel cinema come mezzo di propaganda era tale che fu affi- dai corto ai lungometraggi. L’OWI, una volta fatta la scelta di intervenire,
dato a sette film prodotti da Frank Capra – scelto personalmente dal ge- preferì convertire Hollywood, non censurarla. Infatti, se lasciata a se stes-
nerale Marshall – il difficile compito di spiegare alle reclute le motivazio- sa, Hollywood avrebbe continuato a produrre i film che credeva, facendo
ni dell’intervento degli Stati Uniti nel conflitto. La serie si intitolava Why torto allo sforzo bellico; in ogni caso, l’intervento dello staff del BMP nella
we fight; la prima pellicola, Preludio alla guerra, fu girata nel 1942, insieme fase della stesura del copione poteva produrre significativi salti di qualità.
con La battaglia di Inghilterra, l’ultimo film fu War comes to America, del Il risultato di questo impegno fu la produzione di numerosi film che
1945. I sette film furono descritti come altrettante lezioni di storia che, pur fondevano due miti potenti e con radici profonde nella cultura popolare
facendo appello all’emozione, erano comunque dominati dalla parola; americana e nei discorsi politici. Il primo era la divisione del mondo fra
del resto si trattava di cambiare completamente una situazione, che ve- uomini liberi e schiavi; poiché gli Stati Uniti avevano assunto la respon-
deva l’opinione pubblica americana alla fine del 1939, contraria almeno sabilità per la libertà ovunque, si era diffusa l’aspettativa che con una
per il 40% al conflitto e convinta che al tempo della Prima guerra mon- completa vittoria gli alleati avrebbero garantito la libertà per tutti. L’altro
diale l’America era stata vittima della propaganda e di interessi egoisti76. mito era una nuova versione universalizzata dell’idea di rigenerazione
Il governo, nella convinzione che i film avessero un potere straordina- attraverso la guerra: le differenti razze e classi che dividevano la società
rio per mobilitare l’opinione pubblica per la guerra, condusse uno sforzo americana potevano ritrovare armonia attraverso un atto di violenza san-
senza precedenti per plasmare i contenuti dei cortometraggi di Holly- tificato e rigenerante78. Con questa visione “positiva” della guerra, porta-
wood. Anche in questo caso fu coinvolto l’OWI, che fornì manuali di trice di armonia interna e internazionale, la propaganda di guerra contri-
istruzione agli studi sul modo di cooperare allo sforzo bellico77 e che, a di- buiva anche a preparare la nazione per la Guerra fredda

78 79
Note 17
. Per incentivare l’ascolto furono prese molteplici iniziative, dalla mostra nazionale
della radio agli autoradioraduni, a concorsi a premi a campagne fotografiche, furono stabi-
lite particolari agevolazioni per l’acquisto degli apparecchi, furono messe in onda trasmis-
1
. Su questo cfr. Ph. Amaury, De l’information et de la propagande d’État. Les deux premières sioni che risultassero gradite al pubblico; nel settore dell’informazione furono organizzati i
experiences d’un Ministère de l’Information en France, Paris, 1969. Notiziari politici, tradotti in 18 lingue e le Cronache del regime, trasmesse dal 1934 al 1938.
2. Cfr. in proposito E. Duman, La Propaganda Abteilung de France: taches et organisation, in 18
. Sull’evoluzione dell’organismo incaricato del controllo dell’informazione e della
“Revue d’histoire de la deuxième guerre mondiale”, 1951, n. 4. propaganda cfr. P.V. Cannistraro, La fabbrica del consenso. Fascismo e mass media, Bari, 1975; P.
3
. Pavillon Haut era il nome simbolico utilizzato dal Comitato della propaganda per il Ferrara, La fascistizzazione degli apparati di propaganda in Italia, in “Jahrbuch für Europäische
risorgimento francese, creato nel mese di giugno del 1939. Verwaltungsgeschichte”, 1998, n.10, pp.103-117.
19. Cfr. in proposito Il Ministero della cultura popolare, a cura di P. Ferrara, in L’Ammini-
4.
M.B. Palmer, L’Office français d’information (1940-1944), in “Revue d’histoire de la deu-
xième guerre mondiale”, 1976, n.101, p.27. strazione centrale dall’Unità alla Repubblica. Le strutture e i dirigenti, a cura di G. Melis, vol. IV,
Il Ministero della cultura popolare. Il Ministero delle poste e telegrafi, a cura di P. Ferrara e M.
5
. Su questi temi, cfr. Y. Limoré, La propagande et la formation de l’homme nouveau sous Giannetto, Bologna, 1992, p.37; cfr. anche A. Mignemi, La costruzione degli strumenti di propa-
Vichy, in “Guerres mondiales et conflits contemporaines”, 1995, n.180, pp.107-129; cfr. anche ganda, in Propaganda politica e mezzi di comunicazione di massa tra fascismo e democrazia, a cura
Ph. Amaury, De l’information et de la propagande d’Etat, cit. di A. Mignemi, Novara, 1995, pp.11-51.
6. R. Block, Propaganda and the Free Society, in “Public Opinion Quarterly”, 1948, p.677. 20
. Cfr. in proposito ACS, Ministero della cultura popolare, Gabinetto, b. 95, fasc. “Relazio-
7
. M. Balfour, Propaganda in War, cit., p.53. ni sull’attività svolta dalla Direzione generale della propaganda per gli anni 1940-41”,
8.
s.fasc.2.
Sulla BBC cfr. A. Briggs, The History of Broadcasting in the United Kingdom. The War of
21. P. Iaccio, Spettacolo, propaganda e cultura di massa dalla guerra alla Liberazione, in Propa-
Words, London, 1970.
9. Radio Londra 1940-1943. Inventario delle trasmissioni per l’Italia, a cura di M. Piccialuti
ganda politica e mezzi di comunicazione di massa, cit., p.76.
22
Caprioli, Roma, 1976, p.XIII. L’Italian Service fu organizzato nell’inverno 1939-1940. . ACS, Ministero della cultura popolare, Gabinetto, b. 95, fasc. “Relazioni sull’attività svol-
10.
ta dalla Direzione generale della propaganda per gli anni 1940-41”, s. fasc.2.
Queste trasmissioni iniziarono già alla fine del 1939.
23. Le notizie su queste trasmissioni sono in ACS, Ministero della cultura popolare, Gabi-
11.
Candidus fu autore di un libro, Quel che accadde in Italia, edito a Londra da Hodder e netto, b. 314, fasc. “Report n.78. USA”, s. fasc. 3
Stoughton Ltd.; una traduzione del volume è conservata nel fascicolo su C.M. Franzero in
24. C.R. Koppes, G.D. Black, Hollywood goes to War. How Politics, Profits and Propaganda
ACS, Ministero dell’interno, Direzione generale della pubblica sicurezza, Divisione polizia politica,
Fascicoli personali, b.528. Alla fine della guerra lo stesso Candidus curò la pubblicazione dei Shaped World War II Movies, Berkeley, Los Angeles, 1990, pp.50-51.
testi di una parte delle sue trasmissioni per Radio Londra nel volume Parla Candidus, Mila- 25
. L’OEM era stato costituito nel 1939 per sorvegliare le agenzie esecutive che prolife-
no, 1945. ravano rapidamente.
12.
Calosso espatriò dall’Italia nel 1931 e nel 1940 ottenne dal governo britannico la na- 26. R. Harris Smith , OSS. The Secret History of America’s First Central Intelligence Agency,
turalizzazione; cfr. in proposito il suo fascicolo in ACS, Ministero dell’interno, Direzione gene- Berkeley, Los Angeles, London, 1972, p.1. Dopo la guerra Donovan fu nominato ambascia-
rale della pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 958. tore in Thailandia dal presidente Eisenhower.
13. Paolo Treves si era trasferito a Londra con la madre definitivamente nel 1938; cfr. il 27. A.M. Winkler, The Politics of Propaganda. The Office of War Information 1942-45, New
suo fascicolo ibidem, b.5210. Haven, London, 1978, p.26; cfr. anche L.G. Hawkins, Jr, G.S. Pettee, OWI-Organisation and
14. La citazione, tratta dall’introduzione di L. Lochner a Diari intimi, Milano, 1949, è ri- Problems, in “Public Opinion Quarterly”, 1943, pp. 16-17.
presa da C. Romani, La propaganda nazista e il cinema, in “Mezzosecolo. Materiali di ricerca 28
. L. Carlton, The Voice of America: the Overseas Radio Bureau, in “Public Opinion Quar-
storica” Annali 1978/1979, n.3, p.206. Sui principi della propaganda di Goebbels cfr. ad terly”, 1943, p.46.
esempio W. Schramm , The Process and Effects of Mass Communication, Urbana, Chicago, Lon- 29. R. Harris Smith, OSS. The Secret History, cit.; i finanziamenti in parte provenivano da
don, 1970, pp.517-536.
società quali la Standard Oil Company e la Paramount Pictures.
15.
Per l’organizzazione di questa struttura, ibidem, pp.207 ss. 30. Cfr. A. Pizarroso Quintero, Stampa, radio e propaganda. Gli alleati in Italia 1943-1946, Mi-
16
. Le notizie sull’organizzazione della propaganda in Germania durante la guerra so- lano, 1989, p.17.
no state desunte da una relazione sulla visita compiuta a Berlino da una missione di ufficiali 31.
italiani dell’Ufficio Propaganda del Ministero della guerra italiano, tra il 23 ottobre e il 5 no- R. Harris Smith, OSS. The Secret History, cit. Sull’attività dell’OSS in Italia, cfr. la te-
vembre 1940; capo della missione era il colonnello Sergio Pinelli; la relazione è in ACS, Mi- stimonianza diretta del capo delle operazioni di questo organismo durante la campagna d’I-
nistero della cultura popolare, Gabinetto, b. 69, fasc. 449. talia, M. Corvo, The OSS in Italy, 1942-1945. A Personal Memoir, New York, 1990.

80 81
32 50
. Cfr. in proposito E. Aga Rossi, La politica estera americana, cit., p.161 . Ibidem.
33 51
. Ibidem, p. 162. . Hazeltine era uno dei più stretti collaboratori di Eisenhower e fu scelto per accen-
34 tuare il carattere militare dell’attività di psycological Warfare. Le linee strategiche della pro-
. Su questo incontro venne prodotto dalla British Paramount News un film di propa-
paganda rivolta al nemico furono indicate in un documento del colonnello C.B. Hazeltine,
ganda, della durata di circa 10 minuti, che tendeva a mettere in risalto, secondo un’agenzia
pubblicato in L. Mercuri, Guerra psicologica, cit., pp.241-259.
di stampa inglese, «il rispetto dei valori della vita che le due democrazie riunite si sono im-
52. Il PWB al seguito del Governo militare alleato aveva il compito di controllare il flus-
pegnate a proteggere»; il film mostrava fra l’altro i due statisti nell’atto di assistere al servi-
zio divino a bordo della nave “Prince of Wales”: in proposto cfr. ACS, Ministero della cultura so delle informazioni, esercitando la censura, autorizzando o vietando la pubblicazione di
popolare, Gabinetto, b. 138, fasc. “Incontro Churcill [sic] - Roosevelt. Documentario”. giornali, pubblicando direttamente propri organi di stampa e istituendo emittenti radio.
35 53
. Il testo è riportato su un manifestino intitolato I capi delle Nazioni Unite hanno promes- . L. Mercuri, Guerra psicologica, cit., pp.80 ss.
so, in ACS, Comando anglo-americano, fasc. 5 “Allied Force Headquarters. PWB, Leaflets for 54. La pubblicazione di giornali nell’Italia liberata, in Sardegna e in Sicilia era controlla-
propaganda”.
ta per eliminare sprechi di carta, evasione della censura militare e inutili doppioni; su que-
36. Cfr. in proposito R.W. Steele, Preparing the Public for War: Efforts to establish a national sto, cfr. A. Pizarroso Quintero, Stampa, radio e propaganda, cit., pp.56 ss. Per la Sardegna cfr.
Propaganda Agency, 1940-41, in “The American Historical Review”, 1970, n. 6, pp.1640-1653. anche Riscossa: settimanale politico, letterario e di informazione, a cura di M. Brigaglia, Caglia-
37 ri, 1974.
. L’OWI nacque dall’unione dell’Office of Facts and Figures, dell’Office of Govern-
55
ment Report, della Division of Information nell’OEM, e del Foreign Information Service del . Il monopolio in Italia terminò con la creazione, appoggiata dal PWB, dell’ANSA
COI, poi rinominato OSS; quest’ultimo divenne il cuore dell’Overseas Branch dell’OWI, (Agenzia nazionale stampa associata), avvenuta nei primi giorni di gennaio del 1945; l’AN-
mentre tutte le precedenti agenzie vennero variamente assorbite dalla sezione interna del- SA era stata costituita da vari quotidiani riuniti in cooperativa, per la raccolta delle notizie
l’OWI. e la distribuzione del Notiziario italiano e estero, primo esempio in Europa di una agenzia
38. Milton Eisenhower, educato nel Kansas, a partire dal 1920 aveva lavorato prima per amministrata e diretta dagli stessi giornali.
il Dipartimento di Stato a Edimburgo, poi nel Dipartimento dell’Agricoltura come diretto- 56.Quest’ultimo sistema era stato sperimentato durante la prima guerra mondiale dai
re dell’Informazione dal 1928 al 1941; per questo suo lavoro Milton Eisenhower aveva gran- francesi.
de familiarità con il settore dell’informazione; cfr. in proposito A. Winkler, The Politics of Pro- 57. ACS,
Ministero dell’interno, Gabinetto, 1944-45, b. 15, fasc. 1119.
paganda, cit., p.29.
58
39. . L. Mercuri, Guerra psicologica, cit., p.110.
J. Barnes, Fighting with Information: OWI Overseas, in “Public Opinion Quarterly”
59.
1943, p.35. Ibidem, pp. 145-146 n.
60.
40
. Ibidem, pp.32-33. Il testo del rapporto, che all’epoca era “riservatissimo” è pubblicato in Rapporto Har-
41. mon. L’Europa occidentale alla fine della seconda guerra mondiale (17 giugno - 18 luglio 1945), in
R.W. van de Velde, The Role of U.S. Propaganda in Italy’s Return to Political Democracy
“Mezzosecolo. Materiali di ricerca storica”, n.3, Annali 1978/1979, pp.310-335.
1943-1948, Princeton, 1954, p.158. L’OWI funzionava anche come agenzia di stampa e a tal
61
fine disponeva di una rete impressionante per la raccolta di notizie sui fronti di guerra; cfr. . Ibidem, pp. 323-327.
S. Rizzo, “Nuovo mondo” e la stampa alleata in Italia, in G. Spini, G.G. Migone, M. Teodori, Ita- 62. Il giornale era redatto da giornalisti italiani sulla base di notizie e informazioni di fon-
lia e America, cit., p.213. te alleata; in sostanza si trattava di un bollettino di informazione a carattere propagandisti-
42. Cfr. E. Davis, OWI has a Job, in “Public Opinion Quarterly”, 1943, pp.11-12. co; cfr, in proposito L. Mercuri, La Sicilia e gli alleati, in “Storia contemporanea”, 1972, pp.
43 897-968.
. Ibidem, p.13.
63. R.T. Holt, R. W. van de Velde, Strategic Psycological Operations and American Foreign Po-
44.
S. Rizzo, “Nuovo mondo” e la stampa alleata in Italia, cit., pp.208-209.
licy, Chicago, 1960, pp.135-136.
45.
C.A.H. Thomson , Overseas Information Service of the U.S. Government, Washington 64.
Ibidem, p. 141.
D.C., 1948, pp.71 ss.
65.
46. ACS. I risultati dell’indagine sono pubblicati in un opuscolo Survey of Public Opinion Hald
Ministero della cultura popolare, Gabinetto, b.328, fasc. “Stati Uniti”, s. fasc. “Con-
in Sicily, November 1943 - January 1944, Palermo, s.d. [ma 1944] conservato in ACS, Comando
flitto Stati Uniti”.
anglo-americano, fasc. 3 “A.F.H. P.W.B.”.
47.
J. Barnes, Fighting with Information, cit., p.35. 66.
La comunicazione relativa all’apertura del centro dal PWB fu inviata nel mese di no-
48.
E. Aga Rossi, La politica estera americana, cit., pp.169-170. vembre del 1944 fra l’altro al Ministero dell’interno, che a sua volta la diffuse a tutti gli uffi-
49. A.M. Winkler, The Politics of Propaganda, cit., p.113. Sull’organizzazione e l’attività del ci centrali del ministero; cfr. in proposito ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, 1944-45, fasc.
5647 “PWB. Archivio bibliografico e fotografico”.
PWB cfr. A. Pizarroso Quintero, Stampa, radio e propaganda, cit.

82 83
67
. ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, 1944-45, b. 15, fasc. 1119, relazione di gennaio
del 1945.
68
. Ibidem.
69. Ibidem, relazione luglio-agosto 1945.
70
. Ibidem, b. 162, fasc. 15215 “Storia dell’AMG”.
71. P. Cavallo, America sognata, America desiderata. Mito e immagini USA in Italia dallo sbar-

co alla fine della guerra (1943-1945), in “Storia contemporanea”, 1985, pp.761-762.


72
. L. Mercuri, Guerra psicologica, cit., p.150.
73.M.S. Lush e altri, Memorandum on the Future of Italy, s.d. [ma maggio 1945], citato da
D. W. Ellwood, La propaganda del Piano Marshall in Italia, in “Passato e presente”, sett.-dic.
1985, p.157.
74
. C.R. Koppes, G. D. Black, Hollywood goes to War, cit., p.64.
75
. Ibidem, p.64.
76
. E. MacCreary, La propagande cinématographique et l’opinion américaine. Les films “Pour-
quoi nous combattons”, in “Revue d’histoire de la deuxième guerre mondiale”, 1976, n.101,
pp.63-86.
77
. Si trattava del Government Information Manual for the Motion Pictures Industry, che co-
stituiva una completa rappresentazione della visione dell’America, della guerra e del mon-
do da parte dell’OWI.
78
. C.R. Koppes , G.D. Black, Hollywood goes to War, cit., p.325.

84
4. L’organizzazione della propaganda
nell’Europa della ricostruzione

La visione americana: un’Europa federata

L’Europa che emerge dal secondo conflitto mondiale è un continente


che ha ormai perso la sua centralità. Gli equilibri si sono profondamente
modificati con la presenza delle due grandi potenze Stati Uniti e Unione
Sovietica che giocano, come sappiamo, un ruolo decisivo nella spartizio-
ne del mondo. Lo stesso Roosevelt, nel maggio del ’42, dichiara esplicita-
mente di fronte al Ministro degli esteri sovietico Molotov che Stati Uniti,
Gran Bretagna, Unione Sovietica e Cina diverranno i poliziotti del mon-
do e avranno il monopolio del potere militare1.
D’altra parte, nel 1945, per gli europei l’”America” rappresenta la li-
bertà. E non solo la libertà, ma anche la modernità, lo sviluppo, l’avveni-
re. «L’America prefigura il nostro avvenire e, come entità non estranea al-
l’Europa ma ad essa consanguinea, conferisce un senso al nostro passato,
lo finalizza ad un disegno ottimista»2.
Negli ultimi anni storici italiani e straneri hanno ampiamente dibattu-
to concetti come americanismo, americanizzazione, american way of life,
sviscerando le visioni americane dell’Europa e concentrando l’attenzione
sulle scelte economiche e politiche che hanno caratterizzato i vari paesi
europei e sul condizionamento operato dalla politica americana nei con-
fronti dei governi filo-occidentali, a cominciare dall’Italia. Nel valutare le
sofferte scelte dell’integrazione, il problema dell’unità e della percezione
europea e all’opposto la rinascita degli Stati nazionali come ce la ripro-
pone, per esempio, Milward nel suo saggio L’Europa in formazione3, non si
può non considerare che esisteva nei circoli di politica estera statunitense
la volontà esplicita di restaurare l’Europa. Come ricorda John Harper e

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come ci confermano gli stessi documenti diplomatici (FRUS), George F. che gli americani perseguono già con l’arrivo di Truman e del suo staff
Kennan, nel 1947, vedeva come uno degli obiettivi fondamentali del Pia- alla presidenza.
no Marshall l’accelerazione della riunificazione europea4. Solo insistendo Il Piano Marshall segna l’inizio dell’interesse che gli Stati Uniti nutro-
su una federazione non solo economica ma politica, gli Stati Uniti e con no nei confronti del progetto che vede la costruzione di un’Europa fede-
essi la nuova Europa sarebbero stati in grado di opporsi al consolidarsi rata6: un’Europa che ovviamente ricomprende i paesi dell’area occiden-
del potere sovietico. L’appoggio che gli americani, in particolare il Segre- tale ma anche la Grecia e soprattutto la Turchia, sentinella dell’oriente nel
tario di Stato Dean Acheson, diedero al piano Shuman del 1950, alla na- sistema statunitense, come i filmati americani ripetutamente sostengono.
scita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) nel 1951, George Marshall annuncia il piano ideato dallo staff finanziario del Di-
alla stessa Comunità europea di difesa (CED) in poco tempo abortita, sta partimento di Stato ad una cerimonia per la consegna della laurea ad ho-
a testimoniare che in questo senso la volontà dello staff del Dipartimento norem all’Università di Harvard, il 5 giugno 1947; quasi un anno dopo, il
di Stato di proteggere e rassicurare i propri interlocutori era chiara. 31 marzo 1948, il Congresso degli Stati Uniti vota l’European Recovery
All’idea di una federazione europea si contrapponeva nei fatti la rina- Act e dall’estate l’ERP diviene operativo. Un’agenzia autonoma, l’Econo-
scita degli Stati e delle identità nazionali e non si può negare come so- mic Cooperation Administration (ECA), avrebbe gestito per quattro anni,
stiene Federico Romero5, che il bisogno dell’Italia, come della Francia o con apposite missioni in ogni paese partecipante, un flusso complessivo
della Germania, di liberalizzare il commercio e di creare un sistema di di aiuti per 12,3 miliardi di dollari. Circa sei miliardi di dollari verranno
compensazioni finanziarie con l’Unione europea dei pagamenti nasceva spesi dagli amministratori dell’ECA per beni e servizi da destinare a tut-
da ambizioni interne ai singoli paesi che, per elevare a più alti livelli i set- ti i paesi partecipanti. Alla fine del 1949, a poco più di un anno dall’ap-
tori depressi e non concorrenziali economicamente, avevano bisogno di provazione del Piano, l’Italia aveva già ottenuto sovvenzioni dirette per
un coordinamento e di un interventismo sovranazionale che solo la Co- 577 milioni di dollari ed era al quarto posto per entità di finanziamenti
munità europea poteva garantire. Sia per Milward sia per Romero dun- dopo Gran Bretagna, Francia e Germania.
que, le istituzioni comunitarie nascono per le esigenze di rafforzamento Nell’elaborare il piano i funzionari del Dipartimento di Stato si pone-
interno degli apparati statali nazionali, nonostante che gli Stati Uniti vano degli obiettivi prioritari: intensificare lo sforzo produttivo in tutti i
spingano decisamente nella direzione di una federazione di Stati europei. paesi, espandere il commercio con l’estero, creare e mantenere una stabi-
Queste tesi che pur hanno un valido fondamento, testimoniato dall’e- lità finanziaria interna ai singoli paesi europei, conditio sine qua non per
volversi lento di molte iniziative sovranazionali, non ci fanno però com- una stabilità politica, infine sviluppare la collaborazione economica eu-
prendere bene in che cosa consista la cosiddetta americanizzazione, se ropea7. Ma i filmati che accompagnarono il Piano ci dicono che quest’ul-
per americanizzazione si intenda anche esportazione di un modello poli- timo obiettivo caratterizzava più degli altri la presenza americana sullo
tico oltreché sociale e quindi esportazione del modello federativo. Ed è scenario europeo.
proprio il tentativo di riuscire a interpretare eventi contraddittori che si Una presenza indubbiamente ingombrante, perché gli Stati Uniti era-
sviluppano nel secondo dopoguerra come, da un lato, il riaffacciarsi di no fermamente convinti di avere una sorta di missione cui era impossi-
soluzioni nazionali e, dall’altro, la costruzione di strutture sovranaziona- bile sottrarsi, pena la loro sconfitta nella battaglia contro l’altra forza ege-
li che ci porta ad interrogare fonti nuove e particolari come i film e i do- monica rappresentata dall’Unione Sovietica, che condizionava le ideolo-
cumentari che accompagnarono l’arrivo degli aiuti previsti dal Piano gie delle classi subalterne del vecchio continente (almeno nell’ottica
Marshall, per tutto il 1948 fino al 1952. americana).
I film, che indubbiamente influenzano e formano un’opinione pub- Gli Stati Uniti d’America guardano e desiderano gli Stati Uniti d’Eu-
blica europea favorevole all’american way of life, ci indicano una delle ropa come risoluzione, se non vera e propria panacea, per gli antichi ma-
strade possibili da seguire attraverso la storia della costruzione del con- li di cui soffre da secoli il nostro continente come le guerre, i militarismi,
senso intorno ad alcune idee guida, come quella di un’Europa federata, i conflitti fra Stati nazionali. I film e i documentari che accompagnano il

88 89
Piano non fanno che testimoniare questa volontà di fondo e raffigurano L’ERP era nata con l’idea di riorganizzare la produzione e gli scambi
un modello buono per l’esportazione: incitano alla creazione di un mer- europei prendendo atto dei cambiamenti portati dalla guerra e della di-
cato unico e di istituzioni federali che servano a migliorare la “produtti- visione del continente10. Ciò comportava la riapertura dei mercati, la ri-
vità”, altra parola chiave di stampo fordista, ma anche la vita del singolo, presa degli scambi bilaterali e multilaterali, l’incremento delle esporta-
dell’individuo per condurlo verso la “felicità”. zioni. Dal giugno ’48 l’Europa aveva cominciato ad importare derrate ali-
Sotto il profilo strategico gli Americani coniugano modernizzazione, mentari e materie prime. Alla fine del 1949 poco meno di sei miliardi di
politiche sociali, amministrazione democratica e federativa dello Stato dollari erano stati spesi dagli amministratori dell’ECA per beni e servizi
con una continua ricerca di consenso nel sociale in senso sostanzialmen- da destinare ai paesi partecipanti. L’86% dei costi si riferiva a sovvenzio-
te anticomunista. Cercano i punti deboli degli Stati nazionali europei: ni dirette. Inoltre i paesi coinvolti nel Piano avevano accumulato l’equi-
scuola, istruzione, partecipazione politica, volontariato, sanità, sindacato, valente di più di 4,3 miliardi di dollari in “fondi di contropartita”: gli uti-
organizzazione e qualità della vita. Insomma esportano una forma mentis, li in moneta locale della vendita dei beni dell’ERP sui mercati nazionali.
un modello di vita, concezioni economiche e politiche che differiscono Nell’Economic Cooperation Act del ‘48 il Congresso degli Stati Uniti in-
molto dal “carattere” europeo. L’americanizzazione equivale in questo vitava esplicitamente l’Europa all’unificazione, indicando una serie di van-
caso alla modernizzazione, ma la modernizzazione della società presup- taggi che gli Stati Uniti avevano ottenuto grazie ad un mercato senza bar-
pone, nella politica “keynesiana” del Dipartimento di Stato, il federali- riere commerciali, condizione indispensabile per la pace e la prosperità.
smo in politica8. Ma in Europa la realtà appare subito più complessa, la grande emi-
grazione che aveva caratterizzato il continente agli inizi del Novecento, si
dirige in questi anni verso aree linguistiche più omogenee, dal Sud al
La visione europea ed italiana: una reinterpretazione Nord dell’Europa. Si rifiuta lo sradicamento totale a cui l’America ha abi-
tuato la sua popolazione e si cercano invece le radici e le identità comuni.
L’Europa, si sa, rappresenta tradizioni, identità radicate nei secoli, ap- La società è in un certo senso più omologata attorno alle comunità come
partenenze nazionali e regionali, usanze culturali e religiose e la reazione attorno alle burocrazie statali, alle clientele e ai corporativismi.
alla presenza e alla volontà dell’alleato amico/nemico è contraddittoria, L’Italia è un esempio di questo comportamento11. Innumerevoli sono
oltre che naturalmente diversificata da paese a paese. Mentre da un lato i gli impegni che i governi prendono sulla carta con gli Stati Uniti, fra i più
massimi rappresentanti del federalismo europeo, da Shuman a Monnet, importanti: lo sviluppo della produzione agricola e industriale, l’adozio-
ad Altiero Spinelli, che non a caso si ispirava alla convenzione di Filadel- ne di misure finanziarie che rendano stabile la moneta e pareggino il bi-
fia nell’elaborare il famoso “Manifesto di Ventotene”9, hanno a fonda- lancio, la libera circolazione delle merci e dei servizi e l’utilizzazione com-
mento delle loro teorizzazioni la concezione federalista delle istituzioni pleta e razionale della mano d’opera disponibile. La questione fonda-
americane, dall’altro le classi dirigenti dei partiti al governo recalcitrano mentale rimane però l’organizzazione amministrativa della gestione del
di fronte all’influenza che gli Stati Uniti intendono esercitare in favore del Piano. Il Governo De Gasperi sembra considerare un problema minore
processo di unificazione, rendendolo indubbiamente molto lento – si ar- quello del coordinamento degli organi che dovranno occuparsi dell’uti-
riva ai Trattati di Roma solo nel ’57 – e faticoso: si colloca in quest’ottica lizzazione dei fondi, in realtà con la creazione del Comitato interministe-
l’opposizione della Francia al patto di difesa europea. L’orgoglio della riale per la ricostruzione con una sua Segreteria dipendente direttamente
propria identità fa sì che il messaggio americano venga reinterpretato e dalla Presidenza del Consiglio, già dal 1945 la Democrazia Cristiana si era
confezionato secondo lo stile di vita europeo, che si esprime privilegian- assicurata il totale controllo dei fondi per la ricostruzione e di conse-
do gli obiettivi di politica interna e adattando il decisionismo americano guenza la futura gestione dell’ERP. Alla politica dei governi centristi, co-
alla lentezza della burocrazia degli Stati nazionali che, non è un caso, ver- me sappiamo, non interessava accrescere la domanda nel suo complesso,
rà trasferita pari pari nelle appena nate istituzioni sovranazionali. quanto convogliare i finanziamenti del Piano, attraverso la mediazione

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politica, verso i grandi gruppi ed apparati industriali privati e pubblici. Le interviste si servono di domande generiche con lo scopo di stabilire
In questo caso la concentrazione degli investimenti nella siderurgia, nel- il grado di informazione degli europei. Il 78% degli italiani contro il 91%
le ferrovie, nell’industria che si reputa di punta per il futuro, come la Fiat, dei francesi e l’89% degli inglesi risponde che ha sentito dire o letto qual-
connota la politica economica dell’Italia e la allontana da qualsiasi vellei- cosa del Piano Marshall; il Nord Italia è naturalmente più informato (82%)
tà keynesiana di allargamento della domanda12. rispetto al Sud e alle Isole (rispettivamente il 78% e il 72%). Nei tre paesi
Uno dei più importanti obiettivi a cui gli americani miravano nel pro- considerati le proporzioni tra favorevoli e sfavorevoli al Piano non sono
porre il Piano, era l’aumento della produttività industriale ed agricola, at- molto dissimili: il 65% favorevoli in Italia e il 60% in Francia e Inghilterra.
traverso un miglioramento delle relazioni fra operai e capitale, un muta- Ma quando le domande vanno più a fondo, cercando di chiarire per quali
mento delle tecnologie, l’impiego di nuovi metodi lavorativi che coinvol- ragioni gli Stati Uniti propongono il piano di ricostruzione europea, l’Ita-
gesse non solo l’Italia, ma l’insieme dell’Europa e in un primo tempo an- lia si differenzia, rispondendo che il principale obiettivo è fermare il co-
che i paesi sotto il controllo dell’Unione Sovietica. La struttura statale e munismo (20%), mentre per la Francia è la sovrapproduzione americana
governativa dei paesi europei era però considerata dallo staff del Dipar- accumulata durante le guerra; per l’Inghilterra, al contrario, il desiderio di
timento di Stato particolarmente arretrata e richiedeva una vera e propria aiutare i paesi europei è dovuto in gran parte alla dipendenza dell’econo-
rivoluzione nel funzionamento dell’apparato burocratico ereditato dai si- mia americana da quella europea.
stemi politici precedenti la guerra. L’Italia, in particolare, soffriva di una A guardare le risposte, il Piano Marshall sembra intervenire efficace-
situazione sociale non facile: proprio in quegli anni (1949) il fallimento mente per fornire “un ritorno di speranza”, “una trasfusione di sangue
del Piano del lavoro presentato dall’allora segretario generale della CGIL psicologica” ai popoli europei usciti stremati dalla guerra, come dice en-
Giuseppe Di Vittorio aveva avuto come conseguenza scioperi a catena tusiasticamente il direttore del programma Paul Hoffman, ex presidente
nelle più importanti fabbriche del paese. Nell’agricoltura i decreti del set- della Studebaker Motors. Per attuare i propositi dell’ERP, la propaganda
tembre ’46 e del dicembre ’47 del Ministro Antonio Segni avevano svuo- viene vista fin dall’inizio come una parte fondamentale dell’intera ope-
tato di senso il precedente tentativo di riforma (fra il ’44 e il ’45) di Fausto razione.
Gullo e così scioperi e occupazioni di terre si susseguivano senza sosta
nelle campagne del Meridione13.
In Europa e in Italia, il modello di sviluppo americano viene in un cer- Le agenzie di propaganda
to senso deviato. La filosofia della modernizzazione sociale propugnata
dal Piano non trova molti sostenitori, ma ciò che più importa al Diparti- Per farsi conoscere dai popoli europei, e in particolare dal popolo ita-
mento di Stato è la stabilizzazione politica e il suo consolidamento eco- liano, gli americani mettono in moto i più potenti mezzi di comunicazio-
nomico nel quadro della nascente e auspicata comunità europea. Sotto ne di massa, che d’altra parte avevano già iniziato ad usare dopo lo sbar-
questo profilo i governi che si instaurano nel dopoguerra rappresentano co in Sicilia nel 1943: la politica dell’Office of War Information ne è, infat-
una sicurezza per la strategia americana che aveva fra le sue priorità il so- ti, una riprova15. L’OWI, un’agenzia che coordinava i notiziari e le infor-
stenere l’anticomunismo. mazioni sulla guerra per l’interno e per l’estero, viene creata nel giugno
Qual era infine l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti del 1942 in concomitanza con l’entrata in guerra degli Stati Uniti: la poli-
del Piano Marshall? La risposta viene in parte data in un sondaggio in- tica dell’agenzia si indirizzava tra le altre cose alla diffusione e allo svi-
ternazionale condotto nel 1948 in tre paesi, Inghilterra, Italia, Francia, dal luppo del cinema hollywoodiano, del cinema di propaganda, del teatro.
BIPO (British Institute of Public Opinion), dalla DOXA e dall’IFOP (Insti- Lo scopo principale dei documentari prodotti da e per l’OWI era per
tut Français d’Opinion Publique). I risultati sembrano confermare la ne- esempio quello di descrivere i più importanti aspetti della vita america-
cessità di una più intensa campagna pubblicitaria proprio per l’Italia so- na, di far conoscere la società, la politica, l’economia, le capacità militari
prattutto verso settori sociali e geografici marginali14. degli Alleati16. Per distribuire o produrre film e cinegiornali venivano uti-

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lizzate società private americane o europee, ma soprattutto si faceva affi- nientata dai comunisti. In Polonia dopo la fuga di Mikolajczyk (1947), in
damento sulle competenze tecniche e culturali di sceneggiatori e registi, Ungheria, in Romania. Il panorama che si presenta ai loro occhi è simile:
che operavano ad Hollywood. L’agenzia verrà sciolta il 31 agosto del l’Europa ha un enorme bisogno dell’intervento economico e morale degli
1945, con la fine della guerra, e tutte le sue competenze passeranno all’U- Stati Uniti, di guardare alla prima federazione democratica della storia,
SIA (United States Information Agency) nell’ambito del Dipartimento di alla pratica dell’eguaglianza (almeno formale), alle libertà civili, ad una
Stato, che nel 1952 istituisce l’International Information Administration. sorta di capitalismo socializzato, altrimenti sarà risucchiata nei conflitti
L’USIA a sua volta comincia ad aprire i primi centri USIS (United State In- interstatali, che la caratterizzano da qualche secolo18.
formation Service) nel 194517, sotto il controllo delle Ambasciate america- Nulla di più promettente allora delle parole di George Marshall quan-
ne, mentre lo scopo rimane sempre lo stesso: informare, ma anche, e so- do affermava che: «il Piano è un’occasione unica offerta alle nazioni di ri-
prattutto, formare un’opinione pubblica favorevole agli Stati Uniti, inse- costruire la loro economia, migliorare il tenore di vita fra le masse e rag-
gnare ed esportare il modello di democrazia americana nel mondo. giungere entro il 1952 la stabilità economica. Ogni lavoratore, ogni citta-
Così inizia una vera e propria invasione pacifica che non si fermerà dino è coinvolto in questa rinascita. Il futuro e la pace dell’Italia e del-
che alla fine degli anni Cinquanta, quando nei paesi europei comince- l’Europa, il benessere di tutti i paesi, dipendono dalla volontà e dal lavo-
ranno a funzionare le politiche di protezionismo nei riguardi della cine- ro di ognuno di noi»19.
matografia di oltreoceano messe in atto dai governi europei già a metà La propaganda americana così quantifica gli aiuti che giungono in Eu-
del decennio. ropa: tre navi al giorno, mille dollari al minuto, due settimane di salario
La creazione e la dislocazione dei centri USIS viene preceduta da in- per ogni lavoratore americano. Circa sei miliardi di dollari vengono spesi
chieste a tappeto nei vari paesi europei condotte direttamente dai mem- dagli amministratori dell’ECA per beni e servizi da destinare a tutti i pae-
bri del Congresso e dai rappresentanti del Dipartimento di Stato. Il Report si partecipanti. Alla fine del 1949, a poco più di un anno dall’approvazio-
of the Committee on foreign relations: a resolution authoring the Committee in ne del Piano, l’Italia aveva già ottenuto sovvenzioni dirette per 577 milio-
foregn relations to make an investigation of the effects of certain State Depart- ni di dollari ed era al quarto posto dopo Gran Bretagna, Francia e Germa-
ment Activities, è un’indagine che, dal settembre all’ottobre 1947, coinvol- nia. In quattro anni l’Italia riceve 1387 milioni di dollari, corrispondenti al
ge l’USIS e le sue possibili azioni in Europa. Nell’introduzione, il rappor- due per cento del prodotto nazionale lordo20. Insieme agli aiuti giungono
to mette in luce l’azione dell’URSS nei paesi dell’occidente e la necessità i film; nel primo semestre del ’49 circa 16.800 proiezioni vengono orga-
di opporvisi con una politica che punti all’educazione dei popoli europei nizzate dalle sezioni USIS seguite da cinque milioni di spettatori. Sono
dove la presenza dei partiti comunisti appare consistente. L’indagine ha film propagandistici con un’impronta fortemente educativa che connote-
fra i suoi principali obiettivi quello di capire come gli Americani possano rà più o meno tutti i documentari dell’epoca. Gli uffici USIS, che vengono
imporre una leadership ai popoli europei, attraverso la loro storia, i loro aperti a Roma, Milano, Firenze, Napoli, Palermo dispongono ciascuno di
ideali, le loro motivazioni, e al tempo stesso coniugare il raggiungimento circa cento titoli fra film didattici e documentari, che proiettano nelle sale
di una tale politica con un atteggiamento fortemente aggressivo nei con- cinematografiche quando possono, ma più frequentemente nelle scuole,
fronti dell’URSS. nelle fabbriche o altrimenti, adoperando unità mobili, nelle piazze d’Ita-
Funzionari e deputati del Congresso si recano in 22 città dell’Europa lia. Ai cortometraggi come sappiamo seguirono i lungometraggi, che l’in-
escludendo però la Jugoslavia, l’Albania, la Russia, l’Irlanda. Vengono vi- dustria di Hollywood era pronta a riversare sul mercato europeo ed ita-
sitate le più importanti città dell’Europa occidentale oltre a Turchia, Gre- liano, per riconquistare il terreno perduto durante la guerra21. La pratica
cia, Italia, Spagna, Portogallo, sono interrogati ambasciate e uffici dell’U- imperialista della cinematografia statunitense ha inizio da qui e almeno in
SIS. Non solo uomini politici ma anche uomini della strada sono intervi- Italia va ben oltre il puro interesse economico, volendo condizionare la
stati in merito all’azione portata avanti attraverso film, radio, ecc. La mentalità di un paese che, gli americani non dimenticavano, aveva adot-
Commissione va anche negli Stati europei dove l’opposizione è stata an- tato consensualmente un regime totalitario. Tra i mass media, in Italia do-

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minava il cinema. La missione dell’ERP sapeva che, in quegli anni, veni- re la stampa di materiale informativo sugli Stati Uniti d’America, fondare
va venduto un solo giornale ogni dodici italiani, che la diffusione degli biblioteche, gestire scambi di personale o materiale di interesse culturale,
apparecchi radiofonici era circoscritta a meno della metà della popolazio- organizzare mostre sullo stile di vita americano, trasmettere i programmi
ne e che il tasso di analfabetismo si aggirava intorno al 15%. D’altro canto radio americani sulle frequenze medie e basse. Attraverso queste iniziati-
cresceva il pubblico cinematografico: nel periodo che va dal ’46 al ’48 gli ve il programma dell’USIS – che si proponeva di diffondere un’immagine
spettatori aumentano ad un ritmo del 10% all’anno. “completa e positiva dell’America” – fu presentato a milioni di italiani fra
Il primo centro USIS viene aperto a Roma nella primavera del 1945 sot- il 1947 e l’inizio del ’48. Per raggiungere la più alta audience possibile ven-
to gli auspici dell’Ambasciata americana e uno dei suoi primi obiettivi è nero utilizzati i mezzi di comunicazione di massa, la stampa, la radio, il ci-
quello di arrivare a parlare direttamente con la popolazione, utilizzando i nema.In Italia i filmati furono considerati il mezzo più efficace. Ciascun uf-
mezzi più idonei per raggiungere, come diceva lo stesso direttore della ficio USIS era dotato di una videoteca contenente circa 120 titoli (la sede
missione italiana, Andrew Berding, ex corrispondente a Roma dell’agen- della capitale ne ebbe di più), almeno due proiettori per pellicole da 16 mm
zia Associated Press, “Giuseppe nella fabbrica e Giovanni nei campi”22. e uno o due mezzi con cui trasportarli per le proiezioni che si svolgevano
I centri dell’USIS operano in maniera diversificata: aprono biblioteche, nelle città o nei paesi. L’USIS, oltre a proiettare i documentari nei suoi lo-
pubblicano notiziari giornalieri, organizzano trasmissioni radiofoniche con cali, nei teatri, nelle sale e addirittura nelle piazze attrezzate dagli italiani,
radiogiornali, editoriali di noti opinionisti americani, e musica americana distribuì anche gratuitamente le pellicole a quei gruppi che possedevano
molto gradita al pubblico italiano. Scopo dell’intera campagna è quello di dei proiettori. Veniva anche offerta la possibilità di chiedere in prestito
presentare l’America, o per meglio dire la democrazia americana agli euro- proiettori e cortometraggi. La maggior parte dei filmati era di tipo educa-
pei. I funzionari del Dipartimento di Stato pensano di utilizzare principal- tivo e affrontava vari aspetti della vita americana o delle tecniche indu-
mente il cinema attraverso la produzione di documentari e film didattici: striali ed agricole. Circa la metà delle pellicole era in italiano. Dato che le
nel periodo di attuazione del Piano Marshall, quindi nel momento di più videoteche USIS (dotate di pellicole da 16 mm) erano le più grandi dispo-
intensa propaganda, dal 1948 al 1952, la televisione era di là da venire23, gli nibili nell’Italia del ’47, vennero sovvenzionate da ogni tipo di associazio-
apparecchi radiofonici non erano molto diffusi almeno nelle case, mentre ne: educativa, culturale e religiosa. In base al rapporto USIS del novembre
l’arrivo di un cinemobile nei piccoli centri rurali del Nord e del Sud non era del ’48, fra il 1° luglio del ’47 e il 30 giugno del ’48, una media di 382.641
certo un avvenimento che le popolazioni fossero disposte a perdersi. italiani vide nel complesso ogni mese 1.519 film diversi25. Queste cifre so-
Non sembra un caso che la maggior parte dei documentari siano stati no più del doppio rispetto a quelle dell’anno precedente, il 1947, malgrado
prodotti tra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Cinquanta e lo svantaggio conseguente alla minore quantità di fondi e di personale.
che intorno al ’53 cessi lo stretto rapporto tra l’agenzia di informazione Anche altri paesi, soprattutto l’Unione Sovietica e la Gran Bretagna,
USIA e il Dipartimento di Stato. Dopo il 1953, alla fine del Piano Marshall, organizzarono proiezioni di documentari in Italia, ma i loro programmi
i centri USIS continueranno naturalmente e rimanere aperti, a funziona- erano meno diffusi e soprattutto non potevano contare sui finanziamenti
re, ma, sicuramente, con minore intensità e senza porsi come momento e le attrezzature provenienti dagli Stati Uniti. I programmi sovietici, per
prioritario quello dell’informazione e della diffusione della cultura statu- esempio, godevano di una certa facilità nella distribuzione delle pellico-
nitense in Italia e in Europa24. le, soprattutto attraverso le sezioni del PCI e del PSI, tuttavia erano svan-
taggiati dalla mancanza di documentari di buona qualità in italiano, dal-
la relativa penuria di proiettori e dall’eccessivo tono propagandistico. Un
La struttura della propaganda in Italia corrispondente del “New York Times” scrisse che i film di propaganda so-
vietici «avevano deposto un uovo in Italia», ma che comunque i filmati
Le principali iniziative delle sedi italiane dell’USIS furono in ordine di dell’USIS stavano perfettamente riuscendo nel loro intento, che era quel-
importanza: proiettare e distribuire documentari e cortometraggi, riforni- lo di”disorientare” anche gli iscritti e i militanti dei partiti di sinistra26.

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Malgrado una netta preferenza per le pellicole, l’USIS non trascurò la partiti politici ai rappresentanti della classe operaia, mentre un numero
carta stampata. Venne, infatti, sempre mantenuto un flusso costante di in- ancora maggiore veniva inviato direttamente dai funzionari americani
formazioni indirizzate a singoli individui o a gruppi che fanno opinione agli uffici, ai negozi e alle fabbriche.
nell’ambiente di lavoro o nella politica. Fra questi: direttori di giornali e Il ruolo del settore stampa dell’USIS, nel 1947, si distinse notevolmen-
di riviste, bibliotecari e scrittori, scienziati e altri intellettuali, funzionari te da quello svolto dai giornali di altre nazioni. Questo avvenne in gran
di enti governativi, politici ecc. Le informazioni diffuse dalla sezione parte perché l’America aveva un’influenza sull’Italia maggiore di qua-
stampa dell’USIS vennero poi raccolte in un bollettino quotidiano e in ar- lunque altra nazione e perché gli italiani volevano conoscere la politica e
ticoli su temi specifici, che potessero interessare l’Italia da vicino. lo stile di vita americani. L’Unione Sovietica era generalmente considera-
Lo scopo principale del “Notiziario Quotidiano”, così si chiamava il ta di secondaria importanza, ma avrebbe comunque potuto imporre la
bollettino, era quello di far conoscere ai politici italiani le posizioni uffi- sua linea di condotta ai quotidiani, settimanali e periodici comunisti e
ciali del governo degli Stati Uniti su questioni di carattere interno e inter- avrebbe potuto influenzarne altri. Tuttavia, l’URSS non disponeva di un
nazionale e di tenere aggiornato il pubblico sugli sviluppi relativi alla dis- servizio stampa esteso e gratuito come quello offerto dagli Stati Uniti e
tribuzione degli aiuti americani all’Italia. Durante il 1948 vengono distri- dalla Gran Bretagna.
buite giornalmente un migliaio di copie che devono essere confrontate
con le 1900 prodotte prima del taglio dei fondi, nel 1947, e con le 2000 del
1949 dopo che vennero messi a disposizione finanziamenti cospicui. In La radio
base a richieste o accordi di scambio e di pubblicazione circa 40-50 servi-
zi speciali apparvero ogni mese su periodici italiani ad ampia diffusione. La radio fu un mezzo di comunicazione di massa meno importante,
La sezione stampa dell’USIS forniva, inoltre, ad uso esclusivo dei diretto- ma comunque ben presente nei programmi americani di informazione ol-
ri di riviste tecniche e scientifiche, una media di 65 articoli al mese in lin- treoceano28. Secondo le stime dell’USIS anche se le trasmissioni che uti-
gua originale e circa 1000 fotografie o matrici per la stampa, ampiamente lizzavano le frequenze brevi della Voice of America (VOA) vennero note-
utilizzate dai giornali italiani poveri di illustrazioni. volmente pubblicizzate, gli ascoltatori delle due ore di trasmissione gior-
Il “Notiziario”27, importante punto di riferimento come fonte per gli naliere erano solamente poche migliaia. I programmi su frequenze medie
articoli che scrivevano gli stessi direttori dei giornali italiani, veniva letto registrati o trasmessi dalla RAI avevano naturalmente le preferenze del
da milioni di persone. Per semplificare e ampliare la sua distribuzione, pubblico. Si poteva tranquillamente parlare di milioni di persone29.
l’USIS pubblicò anche un indice mensile (in media dodicimila italiani ne I programmi VOA mandati in onda dalla RAI vennero drasticamente
ricevevano una copia). ridotti nel 1948, ma ottennero comunque dalla radio italiana più spazio
L’USIS, dunque, non solo fornisce veri e propri servizi ma, in alcune che in qualunque altro paese. La popolarità di questi programmi, in par-
occasioni, svolge anche dei compiti particolari di ricerca ed elaborazione ticolare di Radio Università, è testimoniata dalla notevole quantità di let-
scritta di dati nell’ambito di importanti progetti legati agli interessi ame- tere inviate dagli ascoltatori. Quando all’inizio del 1947 le trasmissioni
ricani, elaborati e gestiti dall’Ufficio Statunitense di Pubbliche Relazioni della VOA e i programmi musicali mandati in onda dalla RAI invitarono
per le Missioni di Aiuto Estere, e rivolte ad enti italiani o a singole perso- gli ascoltatori a richiedere i programmi stampati, nell’arco di quattro me-
nalità. In alcune occasioni l’USIS diede suggerimenti ai registi cinemato- si risposero circa 20.000 persone. La competizione con l’Unione Sovietica
grafici italiani, fornì indicazioni sul contenuto dei discorsi tenuti dai prin- e la Gran Bretagna nel campo radiofonico era comunque maggiore, infat-
cipali leader politici anticomunisti, fece circolare volantini ed opuscoli ti, i due paesi trasmettevano (in termini di ore) più di quanto non faces-
che descrivevano ed enfatizzavano il Piano Marshall e gli aiuti americani sero gli Stati Uniti.
all’Italia. Il numero di copie poteva alle volte raggiungere anche il milio- Un altro buon sistema per consentire agli italiani meno abbienti, che
ne. Molte copie venivano poi spedite dai dirigenti industriali italiani e dai non avevano la radio e leggevano poco quotidiani e riviste (se leggeva-

98 99
no), di essere informati, fu quello di organizzare delle mostre, general- Non è facile stabilire l’efficacia complessiva dell’attività dell’USIS nel
mente fotografiche, su vari aspetti della vita americana. Durante il ’47 cir- rendere gli italiani più “amichevoli” nei confronti dell’America. Le stati-
ca un milione e mezzo di persone vide le mostre fotografiche organizza- stiche relative al numero approssimativo di italiani che videro i filmati,
te dall’USIS e allestite in occasione di convegni, congressi e fiere. Nel- lessero gli opuscoli, ascoltarono i programmi radiofonici, visitarono le
l’ambito di queste manifestazioni si proiettavano dei documentari del- mostre e parteciparono agli scambi culturali, fecero emergere dati estre-
l’USIS e si distribuivano opuscoli sugli aiuti americani. Nel 1948 si conta- mamente positivi. Tuttavia, non è possibile ottenere informazioni precise
vano una media di tre mostre al giorno. ed obiettive sull’effettiva influenza esercitata. Numerosi sondaggi sull’o-
Le biblioteche collegate ai cinque uffici USIS già nel 1948 disponevano pinione pubblica tenuti nel 1947 e all’inizio del ’48 indicarono un atteg-
di circa 3000 volumi; la maggior parte dei libri erano di tipo educativo più giamento generalmente favorevole della popolazione verso l’America e
che di svago. Era inoltre possibile consultare ogni mese fra le 150 e le 200 gli americani32. Questa disposizione positiva non sembra comunque po-
riviste americane di tipo scientifico, tecnico o comunque di ampia diffu- ter essere attribuita esclusivamente alla propaganda dell’USIS o a qual-
sione. Le biblioteche, patrocinate da personaggi pubblici e da comuni cit- siasi altro singolo fattore isolato da una serie di altri elementi che agiva-
tadini, erano situate nelle più importanti città ed erano abitualmente ge- no sull’immaginario collettivo degli italiani appena usciti dalla guerra.
stite da associazioni italo-americane o da gruppi analoghi. La frequenza In assenza di dati è comunque possibile tentare di elaborare un’ipote-
mensile durante il 1947 oscillò fra i 10.000 e i 12.000 utenti al mese; queste si. La propaganda dell’USIS non riuscì, almeno agli inizi, a raggiungere
cifre salirono a 14.000 durante la prima metà del 1948. Uno studio dell’U- in modo significativo gli abitanti di piccoli paesi o gli operai non specia-
SIS dimostrò che la cultura americana prese il posto formalmente occu- lizzati delle piccole fabbriche, ma raggiunse e apparentemente influenzò
pato da quella tedesca e che gli studenti italiani erano più che soddisfatti numerosi personaggi pubblici che a loro volta indirizzavano le scelte di
del cambiamento30. molti altri italiani. Secondo un’inchiesta del “Globo”, un’importante rivi-
La diffusione di queste biblioteche circolanti era solo uno degli aspet- sta economica, la sigla “USIS” era fra le più conosciute in Italia, insieme a
ti del sostenuto programma di scambi culturali che il governo degli Stati quelle di industrie consolidate come la Fiat. Il direttore della sezione ita-
Uniti stava lentamente portando avanti. Altro momento importante era liana dell’USIS, Andrew Berding, ex corrispondente dell’agenzia Asso-
lo scambio di personale, soprattutto lavoratori e studenti, fra l’Italia e gli ciated Press – uomo certo non propenso a celebrare la sede che dirigeva –
Stati Uniti. Nell’anno scolastico ’46-’47 circa 80 italiani andarono in Ame- nel 1948 si espresse in questi termini: «L’indiscussa efficacia dell’USIS [...]
rica con borse di studio e, a partire dalla fine del ’47, un analogo numero è prontamente dimostrata dalle carte, lettere e documenti raccolti dalle
di americani venne in Italia. Nel 1948, 148 studenti italiani si recarono ne- strutture che si occupavano della comunicazione. Queste rivelano che un
gli Stati Uniti, mentre un numero di poco inferiore di professori parteci- mese dietro l’altro, i mezzi di comunicazione utilizzati, nei limiti delle lo-
pò al programma di scambi culturali. Questi scambi soddisfacevano ap- ro possibilità operative, influenzavano sempre di più gli italiani. Il risul-
pena le richieste degli italiani, che ogni mese facevano domanda per stu- tato complessivo può non essere facile da calcolare, ma, da un punto di
diare in America. L’accordo Fullbright, nato con lo scopo di incrementare vista qualitativo e quantitativo, le statistiche e le esperienze dirette degli
i viaggi di studenti e docenti fra i due paesi, divenne pienamente opera- operatori dei media impressionano anche i più scettici»33.
tivo alla fine del 1948. Gli addetti culturali organizzarono o facilitarono
altre importanti iniziative programmate per raggiungere una migliore co-
noscenza reciproca fra i due paesi. Anche se non si può valutare in ma- Le pubbliche relazioni
niera oggettiva l’efficacia di queste iniziative culturali, il rapporto Smith-
Mundt dell’USIS già dal 1947 sosteneva che: «attualmente le opportunità Il governo degli Stati Uniti si avvalse anche dell’ufficio di pubbliche
in Italia per l’instaurarsi di utili relazioni culturali sono limitate unica- relazioni della missione estera che si occupava degli aiuti all’Italia. L’uffi-
mente da questioni di carattere finanziario»31. cio fu istituito per mettere in atto l’articolo VIII, che riguardava l’accordo

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di assistenza stipulato fra i due governi il 4 luglio del 1947. Secondo quan- venne ampliato, in particolare quello italiano, a partire dal 1948: circa 60
to stabilito nell’accordo, il governo italiano si impegnava: «a permettere e italiani vennero assunti dall’AUSA per collaborare a tutte le iniziative; fra
ad organizzare una pubblicità esaustiva e continua sugli scopi, le fonti, le questi, una cifra che oscillava tra le 12 e le 20 persone si occupò della pro-
caratteristiche e i progressi del programma di assistenza americano in Ita- paganda35.
lia, senza tralasciare le indicazioni relative all’utilizzo dei fondi derivanti Il gruppo dirigente della missione per gli aiuti esteri venne sostituito
dalla vendita dei sussidi americani per aiutare la popolazione»34. prima del periodo elettorale per ottenere maggiore aggressività e miglio-
La maggior parte dei fondi dell’AUSA (Assistenza degli Stati Uniti ri risultati. Il nuovo direttore, Leon Dayton, esperto nella gestione dei sus-
d’America: nome abbreviato che gli italiani diedero alle iniziative ameri- sidi, grazie al suo dinamismo in seguito andò a dirigere la missione ECA
cane di assistenza e aiuti all’estero) fu impiegata per finanziare i progetti di in Italia (1950-1952), e la missione MSA in Turchia (1952-1954). Dayton
sussidio per le campagne e per le industrie selezionati dal governo italia- convinse i funzionari italiani ad essere meno apologetici rispetto agli aiu-
no ed approvati dagli americani. I progetti vennero scelti anche per il loro ti americani e più cooperativi riguardo ai progetti dell’AUSA. Inoltre, ina-
valore pubblicitario. Si distribuirono pasti gratuiti nelle scuole per milioni sprì i toni anti-comunisti e incrementò la produzione propagandistica sia
di bambini bisognosi e per i disoccupati, si fondarono “città dei ragazzi” o dell’AUSA sia del governo italiano36.
“villaggi dei bambini”; furono iniziate opere di bonifiche delle terre, irri- L’Ufficio di pubbliche relazioni utilizzò, dunque, in modo efficace tut-
gazioni, campagne contro la malaria e il colera, la costruzione di uno sta- ti i mezzi di comunicazione di massa italiani disponibili, grazie agli stret-
bilimento per la produzione di penicillina e di nuovi servizi di trasporto. ti rapporti con gli enti governativi italiani e con quelle società private che
L’ufficio pubbliche relazioni dell’AUSA lavorò a stretto contatto con controllavano la distribuzione di materiali informativi e di svago. Oltre ai
l’USIS e naturalmente con gli enti governativi italiani, per esempio con la tre documentari sugli aiuti americani l’INCOM (Industrie Corto Metrag-
Presidenza del Consiglio, che pubblicizzavano il ruolo americano nel- gi) organizzò la proiezione di una serie di cinegiornali (più di 6000 metri
l’ambito dell’accordo per gli aiuti all’estero. I funzionari dell’USIS misero di pellicola in tre mesi) e di due pellicole contenenti immagini girate in oc-
a disposizione del nuovo ufficio di propaganda le conoscenze e l’espe- casione dei discorsi sugli aiuti americani tenuti da funzionari pubblici ita-
rienza accumulate. L’USIS fu anche un importante veicolo per la pubbli- liani. Questi filmati vennero proiettati nelle sale italiane poco prima del-
cità dell’AUSA. Gli enti governativi italiani lavorarono con l’ufficio AU- le elezioni del 1948. Si calcola che i cortometraggi dell’INCOM furono vi-
SA per pubblicizzare le spedizioni americane di cibo e materiali vari e il sti da otto milioni di persone a settimana e i documentari su pellicole da
progetto del “fondo lire”. 35 mm, inclusi anche quelli distribuiti da società americane, da cinque
Uno dei settori che veniva guardato con più attenzione dalle organiz- milioni di persone.
zazioni americane (l’AUSA, l’USIS, l’USIA) fu proprio il settore della pro- L’AUSA elaborava un bollettino settimanale che si rivolgeva all’Am-
duzione di pellicole. A cavallo delle elezioni politiche del 18 aprile del ministrazione per gli aiuti internazionali (ente governativo italiano) e ne
1948, le società italiane che producevano documentari collaborarono con organizzava la spedizione a 3000 persone: direttori di giornali, noti opi-
l’ufficio per le pubbliche relazioni dell’AUSA e con gli esperti dell’USIS nionisti e funzionari statali. L’ufficio produceva anche pubblicazioni set-
per la realizzazione di tre importanti film sugli effetti degli aiuti america- timanali che vertevano su temi specifici relativi al programma di aiuti in-
ni. I filmati ebbero un’ampia distribuzione e vennero proiettati nelle sale ternazionali. Queste pubblicazioni venivano distribuite ogni sabato a tut-
italiane (35 mm) e in quelle dell’USIS (16 mm). ti i quotidiani e periodici. Era prassi comune incontrare i direttori dei
L’ufficio per le pubbliche relazioni non si sviluppò immediatamente. giornali per assicurarsi la diffusione locale delle notizie. Lo spazio dedi-
Nel settembre del 1947 l’intera missione per i sussidi all’estero era costi- cato dalla stampa quotidiana agli aiuti americani variava dai 6000 agli
tuita da sei americani e 20 italiani. Gli americani (un capo missione, due 8000 pollici per colonna al mese37.
delegati e tre osservatori) impiegarono gran parte del loro tempo per ela- Anche la radio fu un mezzo utile per la pubblicità; la RAI, infatti, era
borare politiche efficaci e “contattare” la popolazione italiana. Lo staff ben disposta a cooperare con l’Ufficio delle pubbliche relazioni. In gene-

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re, sia il canale “rosso” sia quello “blu”, trasmettevano le cerimonie che l’atteggiamento prevalentemente favorevole degli italiani nei confronti
venivano celebrate all’arrivo degli innumerevoli cargo pieni di derrate del Piano Marshall.
alimentari e di macchinari provenienti dall’America. La presenza di alte Dall’indagine DOXA di Elmo Roper nel febbraio del 1948 emerse che
cariche italiane e dell’Ambasciatore James Clement Dunn sottolineava tre quarti del campione esaminato aveva sentito parlare del Piano Mars-
l’importanza delle manifestazioni. La RAI inoltre mandava regolarmente hall e lo aveva valutato positivamente secondo un rapporto di cinque a
in onda notiziari e programmi che riguardavano la spedizione e la distri- uno. I funzionari americani confrontarono questi dati con altri elaborati
buzione degli aiuti, e l’utilizzo del “fondo lire”. Manifesti ed altri “mezzi alla fine del ’47 in cui la percentuale di coloro che erano a conoscenza de-
grafici” vennero utilizzati con efficacia per pubblicizzare gli aiuti ameri- gli aiuti americani veniva valutata tra il 30 e il 40%39.
cani e i sentimenti di amicizia nei confronti dell’Italia. Più di una dozzina Un altro segnale dell’efficacia del programma fu la quantità di sforzi
di manifesti di tipo diverso – alcuni dei quali furono premiati per il design che i comunisti fecero per cercare di contrastarlo. La propaganda comu-
in un concorso nazionale – vennero prodotti in centinaia di migliaia di co- nista ottenne un risultato che le sinistre non avrebbero mai voluto: pro-
pie e affissi sui muri di città e paesi prima delle elezioni politiche. L’uffi- dusse un’enorme diffusione di informazioni sugli aiuti americani. Il go-
cio AUSA per le pubbliche relazioni collaborò con le autorità italiane per verno italiano distribuì delle pubblicazioni che contestavano le accuse
allestire delle vetrine molto appariscenti, illuminate elettricamente, che della sinistra. I giornali che appoggiavano la coalizione dei partiti di cen-
vennero esposte a lungo in dieci grandi città. I manifesti affissi in luoghi tro, seguiti dalla stampa indipendente e perfino dai quotidiani di estrema
pubblici, inclusi strade e autobus, dicevano agli italiani che senza il car- destra, dedicarono all’argomento uno spazio enorme.
bone, l’olio e la benzina americani, il servizio di trasporti si sarebbe para- La consueta attività in Italia degli enti americani privati e commercia-
lizzato. Ogni qual volta era possibile, vennero applicate etichette e con- li che influenzavano l’opinione pubblica fu un altro importante fattore
trassegni identificativi sulle merci o sui loro contenitori, come previsto che ebbe delle conseguenze sull’atteggiamento degli italiani. Queste or-
dall’accordo bilaterale di aiuti. Le bollette del gas di uso domestico ven- ganizzazioni diffusero notizie relative agli aiuti all’Italia e all’interesse
nero accompagnate da un avviso stampato in cui si diceva che il gas era degli americani nelle elezioni del 1948 e indicarono come uno dei loro
prodotto con carbone americano offerto gratuitamente38. Una tecnica si- obiettivi principali la vittoria della Democrazia Cristiana e la conseguen-
mile venne utilizzata con le tessere per le razioni di pane. Le buste paga te sconfitta dei comunisti.
delle persone impiegate nei progetti AUSA di assistenza al lavoro conte- L’attività degli enti americani “non ufficiali” nel settore dell’informa-
nevano un comunicato che rendeva nota la loro provenienza americana. zione può essere raggruppata in cinque principali categorie: agenzie di
Ancora più efficace fu un francobollo, applicato su 75 milioni di lettere, stampa, filmati, quotidiani e periodici, libri e attività culturali.
che riportava il messaggio: “Aiuto dall’America: pane e lavoro”. Vennero A causa dell’inadeguata copertura delle notizie estere da parte del-
inoltre distribuiti milioni di opuscoli sugli aiuti americani. Questi “mez- l’ANSA, la principale agenzia italiana, i giornali italiani dipendevano
zi grafici” erano considerati tra i più efficaci per informare l’opinione moltissimo dalle agenzie di stampa americane per le loro notizie sull’A-
pubblica. merica e sul resto del mondo40. Nel 1947, una cifra stimata tra il 70% e
La pubblicità dell’AUSA – considerando il fatto che venne suddivisa l’80% dei quotidiani del paese si abbonò ai servizi delle quattro agenzie
tra l’Ufficio per le pubbliche relazioni, le agenzie italiane ufficiali e priva- americane attive in Italia.
te e l’USIS – fu relativamente efficace nell’informare gli italiani, in parti- Anche le pellicole americane, molto gradite in Italia, furono un impor-
colare le classi sociali più facilmente raggiungibili dai mezzi di comuni- tante mezzo attraverso il quale gli italiani impararono a conoscere gli
cazione di massa. L’AUSA cercò di raggiungere i ceti medio-alti e medio- aspetti positivi, o a volte negativi, della vita americana. I produttori ame-
bassi, e la manodopera qualificata e non, che costituiva un ampio settore ricani avevano un monopolio virtuale del settore delle pellicole d’intratte-
dei ceti subalterni. L’efficacia della campagna pubblicitaria e la presenza nimento da 35 mm41. Nonostante la verifica di tutte le pellicole considera-
dell’aiuto americano su cui si basava era in gran parte responsabile del- te per l’esportazione da parte del Dipartimento di selezione dell’Associa-

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zione americana di produzione cinematografica (i cui dieci produttori ge- convinzioni e le inclinazioni più diffuse della popolazione, che non a ca-
stivano circa il 90% del mercato estero), molte pellicole esportate crearo- so desiderava uscire il prima possibile dalle miserie della guerra.
no o contribuirono a creare immagini distorte della vita americana. Co- L’efficacia complessiva di questa propaganda fu tale che, a partire dal-
munque, le impressioni ricevute non furono mai negative. Milioni di ita- l’inizio del 1948, la popolarità degli americani e degli Stati Uniti tra gli ita-
liani, ogni settimana, videro e si entusiasmarono di fronte ai film ameri- liani apparve certamente maggiore di quanto non fosse nel 1947, quando
cani. vennero firmati i trattati di pace, prima che le truppe americane evacuas-
I funzionari USIS, dal canto loro, furono molto attenti al potenziale di sero il paese.
persuasione contenuto nei documentari americani selezionati per accom- Il sondaggio dell’UNESCO del 1948 su “come le nazioni si vedono” re-
pagnare le pellicole popolari. Attraverso l’individuazione di alcuni valo- se noto che gli italiani si sentivano in rapporti di amicizia più con gli ame-
ri base sui quali poi venivano stabiliti gli orientamenti politici, i film agi- ricani (il 54% degli intervistati) che con qualsiasi altro popolo; il 7% indicò
vano sulle convinzioni degli spettatori avendo conseguenze sul lungo pe- i francesi e gli svizzeri, il 5% i russi, il 18% fece riferimento a tutti i popoli
riodo. La diffusione dei documentari che illustravano l’american way of li- e il 15% non rispose. Lo stesso sondaggio confermava che gli italiani giu-
fe va ben oltre le elezioni del 1948. dicavano in modo molto favorevole il sistema socio-politico degli Stati
Quotidiani e periodici americani (in gran parte scritti dagli americani Uniti e che il desiderio di molti era di emigrare nel paese dei sogni42.Altre
per gli americani) ebbero una ristretta, ma significativa circolazione in inchieste, risalenti più o meno allo stesso periodo (1948), indicavano una
Italia; furono letti da molti opinionisti noti, tra cui molti direttori di gior- simpatia e ammirazione degli italiani per tutto ciò che era americano.
nali. Sebbene la domanda non fosse affatto ristretta a questa élite, diffi- I risultati della prima inchiesta DOXA del 1948, pubblicati da Elmo
coltà relative alle importazioni impedirono a molti italiani interessati di Roper sul “Times”, con il titolo Dove regna la libertà?, che abbiamo già
ottenere le pubblicazioni americane. menzionato, ribadiscono una generale approvazione per il Piano Mars-
I libri americani venduti in Italia, sia in lingua originale sia in traduzio- hall, soprattutto se il confronto avviene con le risposte date negli altri due
ne, esercitarono, come è noto, un’influenza nell’ambito dei circoli intellet- paesi europei, Francia e Gran Bretagna, coinvolti nel sondaggio. Tre quar-
tuali. Come nel caso dei quotidiani e dei periodici, le difficoltà di importa- ti degli italiani intervistati aveva sentito parlare del Piano: il 65% pensa-
zione e i prezzi relativamente alti impedirono una più vasta diffusione. va che il Piano avrebbe migliorato le condizioni in Italia, mentre solo il
E’ difficile valutare la capacità di influenza sull’opinione pubblica ita- 14% temeva conseguenze negative. La maggior parte attribuiva intenti
liana che ebbero le iniziative non-ufficiali americane. Inoltre, gli effetti positivi al Piano: il 70% delle risposte indicava il desiderio americano di
non possono essere verificati separatamente da quelli ottenuti dalle ini- impedire il comunismo, il 40% la ricerca di alleati nella politica interna-
ziative ufficiali. Gli osservatori USIS attribuirono una grande importanza zionale, il 26% sosteneva che gli americani erano ansiosi di aiutare l’Eu-
anche alle cosiddette iniziative private, che non si identificavano imme- ropa. Una minoranza attribuì al Piano intenti decisamente negativi: per il
diatamente con il governo americano e perciò stesso potevano assumere 23% l’America era interessata a spingere il mercato estero in direzione dei
nell’opinione pubblica una connotazione più oggettiva nel presentare gli suoi interessi e dei suoi prodotti e per l’11% gli Stati Uniti erano mossi so-
aspetti positivi e negativi dell’America. stanzialmente dall’anticomunismo.
L’USIS lavorò soprattutto per presentare un quadro completo e posi- Già un anno prima, nel 1947, la DOXA aveva reso noto che la maggior
tivo degli Stati Uniti e per convincere gli italiani dell’amicizia e dell’affi- parte degli italiani (75,8%), ritenevano che, tra le quattro grandi potenze, gli
dabilità degli americani. L’Ufficio pubbliche relazioni li informò dell’am- Stati Uniti fossero il paese con l’atteggiamento più favorevole verso l’Italia.
pio quantitativo di aiuti che stavano ricevendo, di come erano stati uti- Solo l’8,7% citava l’URSS ed ancora meno la Gran Bretagna o la Francia.
lizzati e delle amichevoli e pacifiche ragioni che avevano ispirato l’inter- Queste inchieste sono, entro un certo limite, ulteriori prove dell’effi-
vento. Ambedue gli enti governativi ebbero un discreto successo, perché cacia dell’”offensiva” diplomatica, economica e psicologica, mirante ad
il tipo di informazioni che diffondevano coincideva generalmente con le influenzare italiani ed europei negli anni cruciali del dopoguerra.

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Note 12
. Per una storia del periodo, P. Ginsborg, Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, Torino,
1989.
13
1 . Cfr. Il Piano Marshall, sondaggio internazionale, in “Sondaggi DOXA”, 1948-1953,
. Si vedano le registrazioni ufficiali contenute nelle Foreign Relations of the United States
pp.699 ss.
(di seguito FRUS), 1942, 3, pp.568-569, 573.
14. La politica dell’OWI in Italia dal 1943 al 1945 è descritta da Lamberto Mercuri nel suo
2. Cfr. L. Mercuri, La guerra psicologica, cit., p.190.
saggio Guerra psicologica, cit., dove, tra l’altro, sul tema della propaganda, viene citato F.C.
3
. Lo studioso non ammette che il processo di integrazione europea sia in parte il risul- Bartlett, Political Propaganda, New York, 1973.
tato della crisi irreversibile dei vecchi Stati sovrani ormai incapaci di opporsi alla globaliz- 15
. Per un quadro compiuto delle operazioni compiute dall’OWI, si veda C.A.H. Thom-
zazione portata avanti dagli Stati Uniti. Milward sostiene che l’idea che il processo dello svi-
son, Overseas Information Service of United States Government, cit., pp.64-75 e R.D. MacCann,
luppo economico eliminerà le vecchie frontiere è oramai superata. «In realtà si può spiegare
The People’s Film: A Political History of U.S. Government Motion Pictures, New York, 1955. Si
adeguatamente il processo di integrazione dell’Europa in formazione soltanto se si vede il
veda anche il Cap. III di questo stesso libro
prodotto della crescita delle ambizioni e del potere degli Stati nazionali […]. La Comunità fu
16. Sull’attività dell’USIS ci sono vari rapporti del Senato: in particolare, The United Sta-
il frutto non già dell’indebolimento dello Stato nazionale, ma del suo rafforzamento». Si ve-
da A.S. Milward, L’Europa in formazione, in Storia d’Europa, vol. I, Torino, 1993, pp.194-197. tes Information Service in Europe, Report of the Committee on Foreign Relations, S.Res.161, Was-
4. hington, 1948, pp.3-4, dove si specificano gli obiettivi dell’USIS: «The United States Infor-
«L’obiettivo del Piano Marshall così come lo concepì Kennan nel 1947, non doveva
mation Service must be the voice of America and the means of clarifying the opinion of the
essere la divisione dell’Europa […]. Kennan insisteva sul fatto che l’offerta dovesse essere
world concerning us. To be effective it must (1) tell the truth; (2) explain United States mo-
estesa all’Europa orientale e all’Unione sovietica». Cfr. J.L. Harper, Visioni americane dell’Eu-
tives; (3) bolster morale and extend hope; (4) give a true and convincing picture of Ameri-
ropa: ieri e oggi, in “Europa, Europe”, 1997, VI, n. 0, p.58.
can life, methods, and ideals; (5) combat misrepresentation and distorsion, and (6) agressi-
4
. Si veda F.Romero, L’Europa come strumento di nation-building: storia e storici dell’Italia re- vely interpret and support our foreign policy».
pubblicana, in “Passato e presente”, a. XIII, 1995, n. 36. 17
. Cfr. il già citato Report of the Committee on Foreign Relations, pp.201-210.
5. Vi è un’ampia storiografia a riguardo, tra gli altri, L. Levi, U. Morelli, L’unificazione eu-
18. Citato da D. Ellwodd, L’Europa ricostruita, cit., pp.118-119.
ropea, Torino, 1994, pp.52-53; P. Melandri, Les Etats-Unis face à l’unification de l’Europe 1945-
19.
1954, Paris, 1980, pp.9-14. I dati provengono da F. Romero, Gli Stati Uniti in Italia: il Piano Marshall e il Patto At-
6. lantico, in Storia dell’Italia repubblicana, Torino, 1994, pp.261 ss.
Cfr. D. Ellwood, L’Europa ricostruita, Bologna, 1994.
20
7. . Per un’analisi dettagliata dell’influenza che esercitò il cinema americano sui mercati
Si veda, per un’analisi di questo tipo, P. Ludlow, La trasformazione del sistema politico
europei, si veda E. Di Nolfo, La diplomazia del cinema americano in Europa nel secondo dopo-
europeo (1950-1953), in Storia d’Europa, cit., pp.420-433.
guerra, e P. Swann, Il Piccolo Dipartimento di Stato: Hollywood e il Dipartimento di Stato nell’Eu-
8. Pubblicato per la prima volta come Il Manifesto - programma di Ventotene - elementi di
ropa del dopoguerra, in G.P. Brunetta, D. Ellwood, Hollywood in Europa, Firenze, 1991.
discussione, “Quaderni del MFE”, n.1, Milano, poligrafato, agosto 1943. Per quel che riguar- 21. La documentazione di Washington citata dallo stesso Ellwood conferma la grande
da la posizione di Spinelli nei confronti della politica americana nel secondo dopoguerra si
operazione di propaganda. In particolare Ellwood fa riferimento alle note dettate da Ber-
veda anche A. Spinelli, La ricostruzione europea secondo il piano americano, in “Il Ponte”, a. IV,
ding per una relazione congressuale il 16/1/50 in NARG286, OSR Information Division,
n. 3, marzo 1948, pp.193-207.Nell’articolo Spinelli analizza il documento Outline of a Euro-
“Previous Testimony” sub-file.
pean Recovery Program, prodotto dal governo americano nel dicembre del 1947, che chiarisce
22. Della necessità di adoperarsi per sviluppare il medium televisivo in un paese come
la natura dell’intervento americano e si pone come volano per la nascita e l’organizzazione
di una struttura federale in Europa. l’Italia, gli americani sono ben consapevoli; lo attesta un appunto del Capo Servizio Infor-
9. mazione della Presidenza del Consiglio indirizzato nel 1950 al Ministro degli Affari Esteri
Si veda ancora l’interpretazione di D. Ellwood, L’Europa ricostruita, cit.
Carlo Sforza: «Ho ricevuto – scrive il capo del Servizio – per incarico di V.E. il prof. Ales-
10.In Italia, «il programma americano venne, per così dire, dapprima destrutturato, ri- sandro Moro, il quale mi ha esposto le intenzioni degli ambienti politici ed industriali ame-
dotto quasi ad una sorta di magazzino nel quale erano esposte merci diverse, scegliendo so- ricani disposti a favorire, in ogni modo, la sollecita applicazione dell’esercizio televisivo in
lo quelle più utili e meno costose sulla base delle diverse esigenze del mondo economico. Italia. Il nuovo strumento di educazione sociale, sulla base dell’esperienza americana (esi-
Da una parte infatti la grande industria si americanizzò, soprattutto nella selezione e for- stono già cinque milioni di telericeventi e pare che tra un anno questa cifra sarà raddop-
mazione del personale e del management […]. Dall’altra la piccola e media industria co- piata) potrà senza dubbio costituire un mezzo di distensione politica se accortamente ado-
minciò ad avviare un programma di modernizzazione». Cfr. L. Segreto, Americanizzare o mo- perato e potrà anche cementare l’unità europea alla quale il Governo italiano annette tan-
dernizzare l’economia? Progetti americani e risposte italiane negli anni Cinquanta e Sessanta, in ta importanza». Il documento è in un faldone dedicato alla “televisione”, contenuto nel
“Passato e Presente”, n. 37, gennaio/aprile 1996, pp.57-58. fondo non ordinato giacente presso l’ACS, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Servizi Spet-
11.
Cfr. P.P. D’Attorre, Aspetti dell’attuazione del Piano Marshall in Italia, in Istituto della tacolo, Informazioni e Proprietà intellettuale, Uffici dei Servizi per l’Informazione e l’Editoria,
Enciclopedia Italiana, Il Piano Marshall e l’Europa, Roma, 1983, pp.163-180. 1948-1962.

108 109
23
. Sulla storia e sugli obiettivi dell’USIS si vedano le due diverse monografie: R.T. Holt, U.S. Department of State, Third and Fourth Reports to Congress on the United States Foreign re-
R.W. Van de Velde, Strategic Psycological Operations and American Foreign Policy, cit. e W.S. lief Program, Washington, 1948; First Report and Second Report to Congress on the United States
Caldwell, The Organisation and Operations of America Information and Propaganda Activities in Foreign Relief Program, Washington, 1948; Second Report to Congress on the United States Fo-
Early Postwar Italy, Chicago, 1960. reign Aid Program, Washington, 1948; Durand Smith, Aid from America, in “Department of
24 State Bulletin”, XVIII, june 13, 1948, pp. 755-757
. Cfr. U.S. Department of State, American Embassy, Rome, Report for November 1948 and
34. Cfr. U.S. Department of State, American Embassy, Rome, Report on Organisation and
The Usis Report, November 1948. «The Usis Report indicated the type of groups that saw the
documentaries. A total of 512,951 persons attended film projections that month. Nearly Activities of the Embassy, 1947.
200.000 of these were in mixed audiences that could not be classified. The breakdown of 35. «Up to January the Government had publicized the source, quantity, and value of fo-
other showings was as follows: 1) churches and religious groups, about 90.000; 2) primary reign-relief supplies in the public press. It was somewhat reclutant to use other means of ad-
and secondary schools, 40.000; 3) workers groups, nearly 40.000; 4) Government agencies vising the Italian people primarily because of the fear of criticism of more expensive publi-
and armed forces, 37.000; and 5) rural audiences, about 34.000». city methods. When it was pointed out, however, that only a very small percentage were
25. Cfr. U.S. Documentaries Win over Soviet, in “New York Times”, june 6, 1948; J.A. Tha- adequately informed of the extent of America relief to Italy, the Italian Government
le, U.S. Voice Weakened in Italy, in “Chicago Daily News”, july 3, 1947. Caldwell nel suo sag- promptly began to utilize all available means to fully publicize the United States Foreign Re-
gio sulle attività dell’USIS in Italia scrive: «The unnamed correspondent noted that Soviet lief Program», in Third Report on the Foreign…, cit., 1948, p.50.
film, which had been shown widely before the elections in Red workers clubs, were then a 36
. Si vedano ancora Third Report on the Foreign…, cit., p.51 e The Second Report on the Fo-
dead letter because they ‘Bored the Italian worker to death’. At the same time, there was an reign Aid…, cit., p.110.
increasing demand for Usis documenatries eveng among communists. As the result of the
37.Queste informazioni ci vengono dai rapporti già citati: Second Report…, cit., p.110-
workers seeing American documentaries, he wrote, there had been some disorientation of
Communist ideas among many workers who saw that USIS film were more than just pro- 113, Third Report…, cit., pp.51-53.
paganda». W.S. Caldwell, Organisation and Operation, cit., p.170 ss. 38. E. Roper, Where Stands Freedom?, 1948, p.23.
26.
Si veda U.S. Department of State, American Embassy, Rome, Brief Outline of the U.S. 39.Le quattro agenzie americane che operavano in Italia si chiamavano: Associated
Information and Education Program in Italy, Usis, Rome, 1948. Per avere un’idea di come l’U- Press, United Press, International News Service, Overseas News Agency.
SIS utilizzasse ampiamente la stampa, si possono consultare i saggi di W.P. Davison, Voice 40. Cfr. UNESCO Film Centre, The Film Industry in Six European Countries, London, 1950,
of America,in L. Markel, editor, Public Opinion and Foreign Policy, New York, 1949, pp.172-173
pp.111 ss.
e W.S. Caldwell, American Propaganda in the 1948 Italian Election Campaign, Master’s thesis,
41. Si veda W. Buchanan, H. Cantril, How Nations See Each Other, Urbana, 1953, pp.170 ss.
Minnesota, 1953, pp.127 ss.
27.Le attività radiofoniche dell’USIS sono descritte nel Report on the United States Infor-
mation, Program in Italy, prepared for the Smith-Mundt Investigating subcommittee of Congress,
d’ora in poi Smith-Mundt Report, 1947, pp. 5-6 e 13-14 e nel “USIS Report”, november 1948,
Section VI.
28
. Per quel che riguarda i programmi e l’ascolto della RAI negli anni della ricostruzio-
ne si veda G. Isola, Cari amici vicini e lontani. Storia dell’ascolto radiofonico nel primo decennio
repubblicano, Firenze, 1995.
29.
Si veda “USIS Report”, november 1948, pp.1-2. «Main use of the libraries was by en-
gineers, doctors, teachers, editors, and business and prodessional people who consulted
books and magazines relating to their fields. They, in turn, often wrote articles based on the
information obtained and thus influenced public opinion. University students and profes-
sors came to the libraries for source materials for theses and other scholarly works».
30. Smith-Mundt Report, 1947, pp.10-11.
31
. I sondaggi e le valutazioni sull’opinione degli italiani nei confronti degli americani
sono riportati da R.T. Holt, R.W. Van de Velde, Strategic Psycological Operations, cit., pp.229
ss.
32.
Cfr. “Usis Report”, november 1948, p.2.
33.
Sono varie le fonti da cui si può trarre una vasta documentazione per conoscere le
forme di assistenza e di accordi che vennero stipulati fra Italia e Stati Uniti, in particolare:

110 111
5. Nascita e sviluppo dell’United States
Information Service

L’USIS in Italia

Nell’estate del 1945 la popolarità degli Stati Uniti presso gli italiani
raggiunse il suo massimo. Una statistica predisposta dagli uffici della
censura militare sulla base dell’esame della corrispondenza mostrava un
apprezzamento crescente degli italiani nei confronti degli Stati Uniti, dal
59,60% del mese di gennaio del 1945 a un 72,50% del mese di aprile, al
92,50% dei mesi di luglio-agosto al 65,80% di novembre1.
In questa situazione favorevole, sarebbe stato un errore per gli Stati
Uniti rinunciare a servirsi di una struttura destinata a protrarre l’utilizzo
della propaganda anche in tempo di pace, dal momento che finalmente
anche negli Stati Uniti era stato accettato il principio che la propaganda
poteva a pieno titolo affiancare la diplomazia come strumento per in-
fluenzare il corso degli eventi internazionali. Anche se rimaneva ancora
qualche perplessità, come dimostrava ad esempio il rifiuto di George
Marshall di affidare al Dipartimento di Stato la responsabilità della guer-
ra psicologica2, dopo alcune “false partenze” nel 1946 e 1947 il Congresso
riconobbe legalmente la propaganda (definita comunque “informazio-
ne”) come strumento da utilizzare nelle relazioni estere a vantaggio della
società americana3. Il 1947 fu l’anno in cui, nel mese di luglio, il Congres-
so approvò il National Security Act, riformando completamente l’appara-
to di sicurezza degli Stati Uniti e istituendo la Central Intelligence Agency
(CIA), per attuare un coordinamento dell’attività dei vari dipartimenti e
agenzie governative; il fatto da segnalare è che per la prima volta l’esi-
stenza di una agenzia centrale di intelligence era sancita da una legge vo-
tata dal Congresso4.

113
Inizialmente, prima che la Guerra fredda ricreasse una situazione di devano assumersi eccessivi rischi in presenza di una situazione di insta-
contrapposizione dura, simile a quella della guerra, la propaganda ame- bilità politica. In pochi mesi «le proposte per un rapido ritorno al libero
ricana continuò a rimanere fedele al principio di ispirarsi alla verità, sen- scambio e alla convertibilità monetaria si rivelarono di scarsa utilità pra-
za manipolazioni e limitandosi al massimo a nascondere alcune verità tica di fronte alle necessità immediate di un paese sull’orlo della banca-
scomode. Con il radicalizzarsi della contrapposizione tra i due blocchi e rotta, scosso dalla guerra e dal disordine politico [...]. L’idealismo social-
l’inasprirsi della Guerra fredda, si sarebbe maggiormente diffuso l’uso da liberale del New Deal e quello liberista di Hull lasciarono gradualmente
ambedue le parti della cosiddetta “black propaganda”, cui già si è accen- il posto ad una linea di politica estera più realistica e convincente, in cui
nato a proposito dell’OSS. l’Italia rivestiva un ruolo prevalentemente politico e strategico»7. Non si
Il primo interesse degli Stati Uniti in questi primi anni del dopoguerra poteva avviare alcuna strategia economica capitalistica in questa situa-
era certamente quello di favorire lo sviluppo economico dell’Italia e di dif- zione di impasse politico; fu proprio questo a convincere l’opinione pub-
fondere anche in Italia l’ideologia della produttività, unica strada valida blica americana della necessità di un impegno finanziario senza prece-
per la prosperità del Paese. In particolare sotto Cordell Hull il Dipartimen- denti da finalizzare alla ricostruzione economica europea.
to di Stato nell’estate del 1944 produsse uno studio sul modo di affrontare Non si trattava soltanto di inondare i paesi europei con gli aiuti eco-
i problemi del dopoguerra in Italia; «Il benessere economico di un paese – nomici, al fine di creare le premesse di un grande mercato mondiale nel
vi si leggeva – è condizione fondamentale per il mantenimento della stabi- quale gli Stati Uniti potessero espandersi; l’idea – più ambiziosa – era an-
lità interna e di rapporti pacifici con altri paesi». In Italia gli Stati Uniti che quella di convincere gli europei a mutare mentalità.
avrebbero dovuto favorire «un tipo di ricostruzione tale da creare un’eco- Dal punto di vista “politico”, la situazione di estrema debolezza del-
nomia in espansione che possa offrire agli italiani delle reali possibilità di l’Italia appena uscita dal conflitto permetteva agli Stati Uniti di giocare il
progresso economico». I leader americani temevano una depressione post- ruolo, certamente rassicurante e gratificante, di paese portatore dei valo-
bellica ed erano convinti che la vitalità e la crescita della economia ameri- ri della democrazia, del progresso, della scienza, valori a cui dovevano es-
cana dipendessero da un sistema internazionale aperto alle esportazioni e sere rieducati gli italiani dopo venti anni di regime fascista. Espressione
agli investimenti americani5. Non tutti nel Paese concordavano con questa di questo atteggiamento “didattico-pedagogico” fu la pubblicazione, tra
linea: le elezioni congressuali del 1944 e del 1946 dimostrarono il vigore e i mesi di maggio e ottobre del 1945, della rivista “Nuovo mondo”, edito a
il peso delle correnti isolazioniste e protezioniste del Paese. Roma dall’United States Information Service (USIS), in tutto sedici nu-
I primi mesi del 1946 coincisero probabilmente con il momento in cui meri con una media di 24 pagine e una tiratura di 150.000 copie. Molto
si determinò un nuovo orientamento della politica americana nei con- probabilmente questo compito che gli Stati Uniti si erano assegnati servi-
fronti dell’Unione Sovietica e Churchill si rese interprete della nuova at- va anche a ritagliarsi un ruolo centrale nei nuovi equilibri che si andava-
mosfera con il celebre discorso della “cortina di ferro” tenuto il 5 marzo; no lentamente disegnando e che pochi anni dopo avrebbero portato alla
ma «per tutto il 1946 il più importante dato di fatto politico non fu tanto divisione del mondo in due blocchi.
l’ondata di antisovietismo in sé, quanto il mancato tradursi di tali senti- La decisione di dare vita all’iniziativa di pubblicare una rivista in lin-
menti in programmi di aiuti esteri per promuovere gli interessi america- gua italiana, con la collaborazione di giornalisti e scrittori italiani di lun-
ni nell’Europa occidentale. Nel 1946 la principale tendenza politica inter- ga esperienza8, voleva evidentemente marcare il deciso cambiamento di
na, confermata chiaramente dalle elezioni congressuali di novembre, fu rotta rispetto all’atteggiamento rinunciatario tenuto dagli Stati Uniti ri-
quella di favorire la smobilitazione, protezionismo e tagli al bilancio. Il spetto agli inglesi durante l’occupazione della Sicilia e dell’Italia meri-
crescente isolazionismo negli Stati Uniti coincideva con il rapido deterio- dionale, cui si è accennato in precedenza. La rivista affrontava soprattut-
rarsi della situazione politica ed economica in Europa»6. to quattro temi, la guerra, l’Italia, l’America, l’America in Italia, ma si con-
Non si dimostrò neppure facile coinvolgere le imprese private ameri- figurava prevalentemente come un tentativo di impostare una politica
cane in un mercato globale di intervento estero: queste infatti non inten- culturale, come mai era avvenuto in precedenza. A posteriori, si può dire

114 115
che essa servì a colmare il vuoto tipico dei periodi di transizione dallo sta- dello Stato americano di essere dovunque e più attivamente presente nel
to di guerra allo stato di pace, mantenendo viva nella popolazione italia- mondo uscito dal conflitto. Questo programma informativo per l’estero
na una predisposizione positiva che si era stabilita e rafforzata fin dal mo- non sarebbe stato in competizione con le agenzie private all’estero, come
mento dello sbarco in Sicilia. Nell’autunno del 1945 la rivista dovette ces- l’Associated Press, l’United Press, l’International New Service, ma la sua
sare le pubblicazioni non soltanto perché il clima italiano e internaziona- attività si sarebbe concentrata nel gestire buone biblioteche nelle capitali
le andava già mutando, ma anche per la debolezza che le derivava dal- estere, distribuendo testi di discorsi tenuti da importanti personalità
l’immagine troppo edulcorata dell’America che essa diffondeva; manca- americane e atti del Congresso e dando informazioni sui progressi degli
va qualsiasi riferimento alla vita reale, ai problemi quotidiani, soprattut- Stati Uniti nei campi agricolo, scientifico e sociale. Anche l’OWI a suo
to ai conflitti sociali e razziali che costituivano l’altra faccia dell’America. tempo disponeva di biblioteche con un numero di volumi, atti ufficiali,
L’editore della rivista “Nuovo mondo”, come si è accennato, era l’U- pamphlets compreso tra 1000 e 9000 titoli a Londra, in Australia, in Sud
SIS; è la prima volta che si ha notizia di questo organismo, che giocherà Africa, in India e al Cairo; il programma dell’USIS era quello di aumen-
un ruolo centrale nella politica propagandistica messa in atto in Europa tare il numero delle biblioteche in alcuni paesi europei, fornendole anche
negli anni della Guerra fredda, seppure affiancata da altri organismi, ai di materiali di informazione per l’attualità.
quali venne affidato il compito di sostenere il programma di aiuti econo- Per quanto riguardava il mantenimento di un sistema di trasmissioni
mici noto con il nome di ERP (European Recovery Program) o di Piano radio, l’OWI alla fine della guerra disponeva di una rete di 29 stazioni,
Marshall. L’USIS in sostanza venne costituito prima ancora che fossero che trasmettevano in 17 lingue da S. Francisco e in 22 lingue da New York,
sciolti l’OWI e l’OSS. e sei stazioni radio oltremare. Il budget dell’OWI aveva raggiunto i 35 mi-
In effetti, nell’archivio del Ministero degli affari esteri è conservato un lioni di dollari nell’ultimo anno di vita, il suo personale si aggirava sulle
appunto con la notizia, trasmessa dall’Ambasciata degli Stati Uniti il 28 9000 unità, di cui circa 5000 impegnati oltremare; 5256 erano gli america-
febbraio 1945, del seguente tenore: «E’ prevista come prossima la istitu- ni, 3495 gli stranieri. Elmer Davis, concluso il suo incarico, era tornato al-
zione di un centro di informazioni degli Stati Uniti in Italia (United States le trasmissioni radio, che gli permettevano di guadagnare 50.000 dollari
Information Service in Italy). Tale centro sarà costituito sotto gli auspici del- l’anno invece dei 12.000 che ricavava dalla direzione dell’OWI10.
l’Ambasciata americana, e avrà come scopo quello di informare la popo- Al Dipartimento di Stato passarono anche alcuni uffici del disciolto
lazione dell’Italia liberata circa il popolo americano, la sua vita e civiltà, OSS11, con l’incarico di elaborare studi a scopo informativo su varie que-
le sue arti e i suoi interessi nel campo educativo, il suo progresso e i ser- stioni di politica internazionale e economica. Anche l’ufficio italiano del-
vizi nel campo sanitario, della cultura e dell’industria. Si spera così di po- l’OSS passò, sia pure in dimensioni ridotte, al servizio del Dipartimento
ter mettere in evidenza le attività e le relazioni degli Stati Uniti come na- di Stato; a questa struttura venne affidato anche il compito di indagare
zione e di promuovere i legami che uniscono l’Italia con gli Stati Uniti»9. sulla penetrazione inglese in Italia nel campo economico, per conoscere
Se anche l’istituzione dell’USIS e il suo approdo in Italia furono, come in quale misura la Gran Bretagna stesse consolidando la sua posizione in
si è detto, piuttosto precoci, della necessità di un servizio informativo in Italia e quali elementi di concorrenza tale attività avrebbe potuto presen-
tempo di pace negli Stati Uniti si cominciò a parlare più insistentemente tare per l’espansione economica e commerciale italiana. Rimanendo sem-
dopo la soppressione dell’OWI, decretata con un provvedimento del 31 pre nel campo economico, il governo americano era anche interessato al-
agosto 1945, quando il servizio di informazioni per l’estero, che, come si le notizie riguardanti l’importanza delle attività economiche italiane nei
è detto, costituiva l’attività più importante di quell’organismo, venne at- campi assicurativo, bancario e industriale nei paesi dell’Europa orientale
tribuito ad uffici permanenti di informazione presso le rappresentanze (Ungheria, Bulgaria, Romania) che subivano sempre più pesantemente
diplomatiche americane, sotto la sorveglianza del Dipartimento di Stato, l’influenza dell’URSS12.
come del resto era normale per uffici di tal genere. Il provvedimento do- In quel periodo l’interesse del Governo americano a una penetrazione
veva essere messo in relazione con la determinazione sempre crescente economica nei paesi europei si incontrava con la assoluta necessità di

116 117
questi ultimi di importare risorse dall’estero. La fornitura di crediti liqui- americani stampavano in 1000 copie un Notiziario giornaliero dell’USIS,
di e di aiuti finanziari a titolo gratuito o la concessione di prestiti a lungo inviato a 1000 editori italiani; inoltre distribuivano alcuni altri materiali,
termine e a basso tasso di interesse da parte americana concorsero a ri- come fotografie e profili biografici di leader americani da utilizzare in de-
mettere in sesto nel breve giro di due anni la maggior parte delle econo- terminate occasioni. Gli inglesi disponevano di otto uffici di informazio-
mie europee; già nel 1948 la produzione e il reddito si avvicinarono qua- ne, diretti dall’ambasciata, che fornivano un servizio eccellente agli edi-
si dovunque al livello di anteguerra, quando non lo superarono. Gli aiu- tori italiani; fra l’altro, venivano predisposti bollettini di commento dei
ti alla ricostruzione del vecchio continente sia in beni di consumo sia in fatti diplomatici e politici, e relativi ai settori dell’industria e del com-
beni strumentali avevano consentito all’economia statunitense, altrimen- mercio, del lavoro e della cultura, oppure riassuntivi di articoli sulla
ti impacciata dopo la fine delle commesse belliche dalla relativa staticità stampa inglese; tutto questo era tradotto in italiano.
della domanda interna, di riprendere quota e di espandersi13. Come si sa, Anche la Russia svolgeva una notevole attività informativa, soprat-
in Italia la ricostruzione fu accompagnata dagli aiuti concessi dall’UNR- tutto attraverso il bollettino settimanale “Notizie sovietiche”, pubblicato
RA14; ma questa prima campagna di intervento diretto degli Stati Uniti dall’ambasciata e rivolto agli intellettuali, stampato in 12.000 copie; a
nell’economia italiana non fu sostenuta da una particolare campagna questo si affiancava la “Rassegna della stampa sovietica” della Associa-
propagandistica. L’attività dell’USIS era intesa in quel periodo piuttosto zione per le relazioni culturali con l’Unione Sovietica.
come un’attività di informazione e di relazioni pubbliche, resa necessaria Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica erano in competizione
dal carattere delle relazioni internazionali e della comunicazione nel anche per quanto riguardava le trasmissioni radio; gli americani trasmet-
mondo moderno; per questo i materiali dell’USIS non avevano contenu- tevano giornalmente otto programmi di quindici minuti ciascuno a onde
to politico, ma erano prodotti per una platea più ampia possibile, con una corte, ed inoltre due programmi di musica ogni settimana, molto popola-
notevole caratterizzazione di tipo didattico e tecnico. Il compito naturale ri, Musical America e Hit Parade; l’USIS forniva poi circa 100 ore di musica
dell’USIS era quello di creare consenso intorno agli obiettivi della politi- dall’America alle radio italiane. Fra le attività era compresa la messa in
ca estera del Governo americano, far conoscere l’America agli europei e onda della famosa trasmissione Voice of America, un network radio che
sviluppare il rispetto per gli americani e le loro istituzioni, affinché si po- aveva il compito di combattere la propaganda comunista e diffondere
tesse confidare nella loro leadership morale. In questo senso il terreno era messaggi nel mondo libero; nel 1947 la trasmissioni duravano due ore al
già stato preparato da associazioni, agenzie, scuole, università e aveva giorno. Le trasmissioni inglesi della BBC, quattro programmi per un to-
dato buoni frutti anche l’iniziativa del mondo imprenditoriale americano tale di otto ore circa a settimana, avevano una notevole audience e gode-
di stabilire pubbliche relazioni all’estero; la comunicazione industriale, vano di buona reputazione dopo la guerra. I sovietici invece trasmetteva-
basata su film, radio e stampa, aveva giocato un ruolo importante15. no per sole tre ore con The Voice of Moscow notizie e commenti, ma i loro
In questa ottica era ad esempio costruito il Notiziario dell’USIS, che si programmi non erano considerati significativi.
pensava di arricchire con rassegne settimanali su argomenti scientifici e La struttura americana aveva aperto cinque biblioteche a Roma, Na-
artistico-letterari, nonché su problemi di lavoro16. Nei tre anni compresi poli, Firenze, Milano e Palermo, con un patrimonio di circa 2500 libri cia-
tra il 1945 e il 1947, l’attività dell’USIS fu forse poco appariscente, ma già scuna e 200-300 periodici e quattro Reading Rooms con 500 titoli ciascuna,
piuttosto intensa, soprattutto nel senso di organizzare i servizi in ben 22 a Bari, Torino, Bologna e Genova. Anche gli inglesi e i russi avevano aper-
paesi europei, fra i quali naturalmente era compresa anche l’Italia. to biblioteche negli uffici di cui disponevano in Italia; i libri in lingua rus-
Per la verità nel 1947 la situazione degli uffici e delle attività informa- sa avevano naturalmente una diffusione limitata, ma si poneva una par-
tive e educative in Italia vedeva una presenza e un impegno ancora di ticolare enfasi sui volumi della Accademia russa di Scienze, specializzati
gran lunga superiori degli inglesi rispetto agli americani; i primi avevano in materie scientifiche17.
impiegato 207 persone in questo tipo di servizi rispetto ai 48 americani e A partire dal 1946 gli americani misero gratuitamente a disposizione
avevano stanziato 545.000 dollari rispetto ai 151.855 degli americani. Gli del pubblico – come è stato già detto – un numero sempre crescente di

118 119
film anche didattici, che costituirono la prima cineteca pubblica di pro- ogni sforzo per tenere informati gli italiani sulle loro politiche, sulle mo-
paganda e cultura democratica18; dei cinque uffici dell’USIS che dispone- tivazioni, sugli obiettivi, sull’azione in favore della democrazia e della ri-
vano di cineteche, quello di Roma aveva anche 30 film di argomento me- costruzione europea. Al di là degli aiuti economici, era essenziale infor-
dico19. Alcuni di quei film erano di origine pubblicitaria e industriale, mare gli italiani dei piani americani per la pace, la ricostruzione e la li-
adattati solo dopo ad un uso didattico. L’incremento maggiore del film bertà, e combattere la sfiducia degli italiani e la propaganda ostile dei co-
didattico e di istruzione professionale nasceva dalla natura industriale di munisti.
quella società e dalle vaste e complesse esperienze di un esercito e di una In effetti il 1947 fu un anno cruciale dal punto di vista politico, carat-
Marina presso cui l’addestramento era basato sulla pratica. Oltre al fine terizzato da eventi numerosi e importanti. Basta ricordare nell’ordine, do-
didattico e propagandistico, dietro l’azione dell’USIS si nascondeva an- po il notevole successo del Partito comunista nelle elezioni municipali del
che un fine commerciale a favore dell’industria cinematografica USA, che 1946, la visita di De Gasperi, presidente del Consiglio, negli Stati Uniti in
aveva necessità di riorganizzarsi all’estero e riconquistare il terreno per- gennaio, l’eccidio di Portella della Ginestra e l’estromissione dei due par-
duto durante la guerra. Ricorda in un suo articolo Giannarelli che nel titi di sinistra dal governo nel mese di maggio, mentre da parte degli Sta-
1948 il 74% dei film proiettati per la prima volta in Italia provenivano da- ti Uniti venivano annunciate la “dottrina Truman” e il piano di aiuti ERP
gli Stati Uniti; furono 344 nel 1948 e 369 nel 1949 i film americani che usci- e, sull’altro fronte, i paesi dell’Europa orientale venivano trasformati in
rono sul mercato cinematografico italiano, la cifra più alta mai raggiunta repubbliche popolari e veniva istituito il Cominform. Comunque negli
nel dopoguerra20. Stati Uniti la svolta definitiva avvenne tra l’estate del 1948 e il 1950, quan-
Fra l’altro il governo americano affidava alle stesse pellicole commer- do la dirigenza politica americana raggiunse finalmente il consenso in-
ciali un ruolo determinante nei programmi di propaganda all’estero, al terno su due principi fondamentali quali l’anticomunismo e la distribu-
punto da esercitare una stretta vigilanza, una vera e propria censura sul- zione di massicci aiuti economici a paesi europei.
la produzione dei film, affinché questi presentassero una certa immagine Per quanto riguarda gli anni successivi, non è facile seguire l’intrec-
dell’America e trasmettessero un messaggio – meno esplicito ma proprio ciarsi degli avvenimenti e l’evoluzione dell’azione americana nei con-
per questo più penetrante ed efficace – della positività del modello di vi- fronti dell’Italia nel breve periodo compreso tra il 1948 e il 1953, dal mo-
ta americano, delle istituzioni democratiche del Paese21. mento che gli Stati Uniti non soltanto si mossero attivamente sul terreno
economico e su quello politico, ma scesero in campo anche con attività di
tipo clandestino. In particolare, nello scontro via via più duro contro il
L’USIS al servizio del Piano Marshall Partito comunista italiano l’evoluzione delle modalità di intervento degli
Stati Uniti fu molto evidente; si possono distinguere due fasi: nella prima
Le notizie riportate nel paragrafo precedente sulla situazione dei ser- fase, fino al 1951, si riteneva che la forte presenza comunista e socialista
vizi di informazione e di scambi culturali e sull’attività svolta dall’USIS in Italia potesse essere affrontata con strategie normali, e che la crescita e
in Italia nei primi due anni di vita erano state rilevate da una commissio- lo sviluppo economico e sociale (sostenuti con i vari piani di aiuto econo-
ne incaricata nei mesi di settembre e ottobre del 1947 di studiare la situa- mico che si susseguirono in quegli anni) potessero essere sufficienti a ri-
zione dei servizi di informazione e di scambi culturali degli Stati Uniti e durre il peso delle forze di sinistra in Italia entro limiti fisiologici22. Negli
dei suoi principali concorrenti e di proporre miglioramenti per rendere anni successivi, invece, a causa della delusione per gli scarsi risultati ot-
più efficace l’attività dell’USIS. Durante l’indagine fu prestata una parti- tenuti con la linea “morbida” e della radicalizzazione delle tensioni fra
colare attenzione alle politiche e ai metodi usati e agli obiettivi, alla qua- Stati Uniti e Unione Sovietica, il governo americano decise di scendere in
lificazione del personale, al controllo dei costi. Occorreva prepararsi a campo direttamente e di operare una militarizzazione della politica ame-
contrastare gli sforzi del potente Partito comunista, che tendeva ad atti- ricana. Questo cambiamento fu segnato ad esempio dalla trasformazione
rare i paesi nell’orbita sovietica, occorreva che gli americani facessero dell’Economic Cooperation Administration (ECA) in Mutual Security

120 121
Agency, ma ancora più da uno spregiudicato uso delle covert operations23. cambiamenti nelle strutture e in generale nel mondo del lavoro organiz-
Con quest’ultimo termine si possono intendere gli sforzi segreti per alte- zato: l’operazione era sostenuta dai sindacati americani, che cercavano in
rare le condizioni politiche in un paese straniero con mezzi finanziari, ogni modo di costituire sindacati non comunisti dove non esistevano. Un
paramilitari e di altra natura. Si possono comprendere in questo tipo di esempio significativo e importante dell’impegno profuso in questo senso
operazioni interventi molto diversi, dalla semplice propaganda alle ope- dagli americani, tramite l’agenzia del Piano Marshall, l’ECA, fu l’avvio
razioni di tipo politico (consistenti nel sostegno a forze politiche vicine della pubblicazione in Italia di una rivista mensile curata dal Comitato in-
agli Stati Uniti) o di tipo economico, alle azioni paramilitari24. Superfluo terministeriale per la ricostruzione intitolata proprio “Produttività”30; in
ricordare che il banco di prova di questa complessa macchina di guerra quel periodo – si era all’inizio degli anni Cinquanta – nell’industria ita-
psicologica furono le elezioni del 1948 in Italia; l’attività dell’USIS diven- liana si poteva riscontrare una produttività bassa o in qualche caso addi-
ne in questa occasione particolarmente intensa, gli Stati Uniti misero in rittura molto bassa, e una grave eccedenza di forza lavoro. La rivista, che
atto una incredibile gamma di invenzioni propagandistiche per fermare aveva un carattere eminentemente informativo delle esperienze pluride-
il Fronte popolare, come appelli personali trasmessi per radio, promesse cennali compiute negli Stati Uniti o in altri paesi, tendeva a presentare co-
di consistenti aiuti economici che sarebbero venuti a mancare in caso di me modello di riferimento la situazione americana, dove il Governo e il
vittoria delle sinistre, lettere dall’America e treni dell’amicizia25. Scese in mondo industriale lavoravano per creare un circolo virtuoso: la produtti-
campo anche un’organizzazione specifica, l’Office of Policy Coordina- vità nell’industria veniva incentivata soprattutto attraverso l’aumento
tion, che doveva affiancare la CIA sia nel campo dei finanziamenti clan- dei salari degli operai e la diminuzione dei prezzi, diveniva interesse co-
destini a partiti politici, a organizzazioni giovanili e sindacati, sia nella mune del lavoratore e del datore di lavoro nella vita quotidiana dell’im-
elaborazione di sofisticate tecniche di propaganda26. presa. Con l’aumento dell’occupazione si creava un nuovo sano mercato
Se ci si è soffermati su questo panorama, il motivo sta nel fatto che l’U- di consumatori, si tentava di perseguire la ricomposizione sociale attra-
SIA fu coinvolta in questo quadro sicuramente per gli aspetti legati alla verso una ricomposizione dei conflitti31.
propaganda e probabilmente anche in operazioni di intelligence. L’attività di propaganda del Piano Marshall in Italia ebbe inizio nel-
In questa situazione la politica entrava in grande stile nei programmi l’estate del 1948; a capo della missione informazione era stato nominato
di informazione e ricreativi dell’USIS, che metteva la sua organizzazione Andrew Berding, che precedentemente aveva diretto l’Associated Press a
a disposizione del Piano Marshall27, anche se già era previsto un organi- Roma e che sarebbe poi divenuto assistente segretario di Stato per gli af-
smo che si occupasse della propaganda del Piano di aiuti americano. fari politici. Nel primo mese di lavoro, Berding e il suo staff organizzaro-
L’impegno, come ha notato Ellwood, fu enorme: «Non c’è mai stato, né no una ricerca quotidiana sulla stampa italiana, prepararono una piccola
prima né dopo, un intervento propagandistico americano in Italia così mostra, produssero documentari, si accordarono con la rete radiofonica
esplicito e potente come quello degli anni 1948-53; nemmeno l’epoca del- italiana per una trasmissione settimanale a onde corte e un’altra di quin-
la guerra è paragonabile, se non altro perché le forze americane combat- dici minuti in italiano. «Arrivarono a ragionare in termini di decine di
tevano insieme ad altre in nome delle Nazioni Unite»28. Per la prima vol- film documentari, centinaia di programmi radio, migliaia di proiezioni e
ta in questa congiuntura la propaganda venne considerata fin dall’inizio spettacoli mobili, milioni di copie di opuscoli, decine di milioni di spetta-
come uno dei fattori fondamentali per il successo dell’intera operazione. tori per le loro mostre e film»32.
«Il problema non era solo di innalzare la produzione – ha scritto Ellwood Dopo aver analizzato la situazione italiana, ci si rese conto che un’of-
– ma la produttività; non solo di arginare la bancarotta dei governi, ma di fensiva propagandistica condotta utilizzando prevalentemente radio e
modernizzare lo Stato; non semplicemente di salvare le industrie in catti- stampa non avrebbe avuto grandi possibilità di penetrazione, dal mo-
ve acque, ma di trasformare la guerra tra capitalisti reazionari e lavorato- mento che solo un italiano su dodici all’epoca acquistava un quotidiano
ri rivoluzionari in un rapporto dinamico fra produttori illuminati e con- e la radio veniva ascoltata da non più della metà della popolazione. Si
sumatori soddisfatti»29. Ci fu un vero e proprio tentativo di provocare raggiunse così la convinzione che occorreva puntare molto sul messaggio

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visivo. Instaurando un principio mai applicato in precedenza, si decise di 12, nelle principali città italiane: Roma, Bari, Bologna, Catania, Firenze,
rivolgersi con iniziative specifiche a gruppi ben individuati, ad esempio Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Torino, Trieste. Venne poten-
lavoratori organizzati, casalinghe, lavoratori agricoli, dirigenti dell’indu- ziato il Servizio di informazioni, in modo da renderlo più completo, am-
stria e del commercio, persino bambini. pliando il Notiziario in modo da comprendere anche rassegne settimana-
Anche le iniziative furono spesso originali e diverse dai mezzi messi li su argomenti scientifici e artistico-letterari nonché su problemi del la-
in campo durante la Seconda guerra mondiale: «C’erano i concerti del- voro. Nel 1956, con l’aiuto di editori americani l’USIA lanciò il suo pro-
l’ERP e le gare di componimento dell’ERP, le competizioni d’arte del- gramma di diffusione di libri a basso prezzo per lettori stranieri; nel 1958
l’ERP e gli spettacoli di varietà alla radio dell’ERP, i treni ERP e i cerimo- fu inaugurato un servizio televisivo; furono prodotti quaranta documen-
niali ERP. C’erano calendari, fumetti, francobolli e atlanti. C’erano canta- tari, proiettati nei cinema ma anche, come del resto stava diventando or-
storie che raccontavano i miracoli sponsorizzati dall’ERP nei villaggi sici- mai abituale, nei paesi e nelle campagne, tramite l’utilizzo di 26 unità mo-
liani, e perfino spettacoli mobili di burattini ‘per portare il messaggio del bili di proiezione: risulta che, per il primo semestre del 1949, si siano svol-
Piano Marshall, apparentemente ai bambini, ma in realtà attraverso loro te circa 16.800 proiezioni con la partecipazione di un pubblico di 5 milio-
agli adulti semianalfabeti o analfabeti’; quest’ultima fu l’Operazione ni di persone, organizzate dagli enti di informazione americani. L’obietti-
Bambi, condotta in accordo con il Ministero della pubblica istruzione»33. vo era naturalmente quello di presentare al popolo italiano gli ideali di
Della produzione dei film si occuparono in successione prima l’Agenzia democrazia legati al modello americano35. Ci fu qualche timido tentativo
del Piano Marshall, ossia l’ECA, Economic Cooperation Administration, di approccio anche nel Trentino Alto Adige e fu prevista l’apertura di una
costituita dal Congresso nel 1948, e poi l’MSA, Mutual Security Agency, che seconda sede dell’USIS a Roma in un quartiere periferico, con l’intento di
la sostituì a partire dall’1 gennaio 1952. L’ECA aprì subito una sede a Pari- avvicinare agli Stati Uniti la classe operaia36.
gi, comprendente una Divisione per l’informazione, con il proposito di far Fra gli altri, è meglio conosciuto e studiato il caso di Trieste, città che co-
conoscere agli europei fatti e figure degli aiuti del Piano Marshall, di sti- stituiva ovviamente, in quei primi anni del dopoguerra, un caso a parte,
molare la produttività industriale e agricola, di promuovere l’idea di una ma che tuttavia può fornire qualche indicazione sulle modalità di inter-
comunità europea. Nell’ufficio di Parigi agiva uno staff di 6-7 americani e vento degli Stati Uniti. L’ufficio USIS locale veniva sostenuto finanziaria-
40 europei; la produzione dei film veniva decisa per lo più su richiesta dei mente dal GMA con un budget di oltre 50.000 dollari l’anno e direttamente
18 capi missione dislocati nei diversi paesi europei, per andare incontro a dal Governo degli Stati Uniti con un contributo di poco meno di 60.000
esigenze locali particolari: in questo caso l’ufficio di Parigi stendeva la sce- dollari. Il suo programma informativo era inserito nell’ambito dell’attività
neggiatura e affidava il contratto a una società cinematografica, con l’unica dell’Allied Information Service angloamericano. Il personale, in parte
clausola di non inserire in un film più di un riferimento all’ERP; altre volte americano, in parte reclutato in loco, era incaricato di gestire una vasta
un film “esemplare” era richiesto dai capi della Divisione per l’informazio- gamma di attività di natura propagandistica e di informazione, diretta non
ne, generalmente su un soggetto che poteva interessare tutti i paesi. solo ad illustrare la realtà politico-economica americana, ma anche, o for-
Tutti i film furono preparati da europei esclusivamente per gli euro- se soprattutto, a contrastare l’ideologia comunista. Infatti a Trieste il Parti-
pei: infatti produttori europei furono scelti dai supervisori americani per to comunista aveva un discreto seguito nella popolazione, in particolare
raccontare la storia del Piano Marshall nello stile più gradito agli europei. nella classe operaia; di conseguenza il contenimento del movimento co-
Per la distribuzione furono utilizzati soprattutto gli uffici dell’USIS an- munista diveniva l’obiettivo principale dell’USIS, che concentrò la sua at-
nessi alle ambasciate americane. In totale, tra il 1948 e il 1953 furono rea- tenzione propagandistica proprio sulla classe operaia, cercando di offrire
lizzate in Europa dall’ECA e dal MSA circa 180-200 pellicole34. a questa ogni possibile assistenza e proponendo insistentemente il model-
A partire dal 1948 anche l’USIS scese in campo, come si è accennato, a lo statunitense dei sindacati liberi. Oltre ad utilizzare ampiamente la pro-
favore del Piano Marshall. Intanto vennero ampliate e dotate di maggio- paganda radiofonica, tramite Radio Trieste37, l’USIS esercitava la propria at-
ri mezzi le strutture esistenti in Italia: le biblioteche da cinque divennero tività anche mediante un proprio Servizio stampa, che diffondeva pubbli-

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cazioni propagandistiche e aveva fondato un giornale con cadenza bisetti- Il Fondo audiovisivo dell’USIS di Trieste
manale, “La Tribuna dei lavoratori”, che veniva inviato direttamente a
15.000 operai, per la maggior parte membri dei sindacati di orientamento Si è già detto che sulla base dell’esperienza accumulata negli anni il ci-
comunista38; presso la biblioteca venivano organizzate manifestazioni cul- nema veniva ormai unanimemente ritenuto il mezzo più efficace per rag-
turali quali conferenze, programmi musicali e corsi di lingua inglese. giungere e influenzare il pubblico; questo giustifica la particolare atten-
La cineteca disponeva, al pari delle altre, di 500 film; le proiezioni si zione dedicata alla formazione di cineteche da parte dell’USIS. I docu-
svolgevano nelle fabbriche, nelle scuole, nei centri sportivi e culturali, nei mentari, i cinegiornali e i film di finzione diffusi già durante la guerra dal-
campi profughi, nelle istituzioni religiose, nelle sedi sindacali; special- l’OWI e poi dall’USIA, dovevano servire, anzitutto, a orientare l’opinio-
mente durante il periodo estivo, venivano utilizzate tre unità mobili; la ne pubblica in senso favorevole agli Stati Uniti e ad avviare un definitivo
diffusione dei film era particolarmente curata nei quartieri operai delle processo di defascistizzazione dell’Italia; si voleva affermare in particola-
città e nei campi profughi, e in questo caso i temi trattati erano soprattut- re la superiorità della democrazia sui regimi totalitari. I corto e i lungo-
to le attività e il potere dei sindacati liberi americani e gli aspetti positivi metraggi, alcune decine, distribuiti in Italia durante la guerra, tramite il
dell’american way of life. Psycological Warfare Branch, e dopo la guerra dall’USIS, comprendeva-
Dopo l’allontanamento da Trieste degli anglo-americani, anche l’atti- no opere di argomento generale sulle caratteristiche della vita e del lavo-
vità dell’ufficio dell’USIS locale, che dal 1955 era stata estesa alle Tre Ve- ro americano e titoli specificamente realizzati per l’Italia.
nezie, cominciò a diminuire, finché l’ufficio venne ridotto nel 1961 e defi- Grazie al fondo audiovisivo di più di 500 pellicole conservato proba-
nitivamente chiuso nel 1963. Sedi dell’USIS continuarono ad esistere solo bilmente quasi integro a Trieste presso il Commissariato del Governo nel-
a Milano e a Roma, collegate come sempre alle rappresentanze consolari la Regione Friuli Venezia Giulia, che lo aveva ereditato alla chiusura del-
degli Stati Uniti39. la Cineteca dell’USIS, è possibile oggi studiare meglio la composizione di
La ricerca di documentazione relativa all’attività delle strutture del- una cineteca USIS.
l’USIS in Italia negli archivi storici delle amministrazioni centrali dello Non è certo un caso che buona parte delle pellicole di questo fondo ci-
Stato, in particolare quelli della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei nematografico prodotte negli USA appartengano al periodo compreso tra
Ministeri dell’Interno e degli Affari esteri hanno dato assai scarsi risulta- la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Cinquanta: sono questi in-
ti. Se ne potrebbe dedurre che l’attività informativa svolta da questo or- fatti anni fondamentali, che vedono l’inizio e il dispiegarsi della Guerra
ganismo sia stata soltanto uno dei campi di intervento; recenti ricerche fredda, la politica di espansione economica attuata soprattutto attraverso
hanno messo in luce aspetti fino a questo momento meno conosciuti del- il Piano Marshall e, per quanto riguarda specificamente l’Italia, l’inter-
l’intervento americano in Italia negli anni della Guerra fredda, le cosid- vento diretto degli USA nella campagna per le elezioni politiche.
dette covert operations e non si può escludere che l’USIS sia stato coinvol- In generale, si tratta di documentari, cinegiornali, film di fiction e di
to in questo tipo di attività. Si trattava di forme diverse e subdole di in- animazione, ossia tutta la gamma espressiva offerta dal mezzo audiovisi-
tervento che tendevano a raggiungere obiettivi del tutto simili a quelli che vo, prodotti negli Stati Uniti o in Italia; spesso i film sono anche il risulta-
si poneva in quegli anni la propaganda, ossia la sconfitta del comunismo. to di una “ricostruzione” documentaria, con confini spesso indefinibili ri-
La storia dell’USIA subì un radicale mutamento nel 1952-53, quando spetto alla fiction; quest’ultima è in alcuni casi usata esplicitamente per
l’agenzia fu sostituita dalla International Information Administration a li- raccontare storie e situazioni della vita reale. Ci sono anche esempi nei
vello governativo e di conseguenza divenne agenzia indipendente40: in- quali l’uso della ripresa diretta del sonoro anticipa le tendenze giornali-
fatti in concomitanza con la cessazione degli aiuti americani ai Paesi oc- stiche della televisione o ne è già l’espressione41.
cidentali, probabilmente i compiti di informazione e diffusione della cul- Il film più vecchio risale al 1941 (a parte un paio di spezzoni del pe-
tura americana all’estero tornavano ad essere soltanto un problema di or- riodo fascista42), quello più recente al 1966. L’elencazione dei contenuti ri-
dinaria amministrazione. vela una grande ricchezza e varietà di temi: i film descrivono attività in-

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dustriali, agricole, dell’artigianato; molto presenti sono i temi della rico- e alla ricerca medica la pellicola RX: il titolo faceva riferimento alla sigla
struzione dell’Italia, vista sia da parte americana che da parte italiana, posta sulle ricette mediche, abbreviazione del latino recipe. Potrebbe trat-
l’organizzazione sociale e politica USA, le condizioni di vita dei paesi del- tarsi di una selezione dei 72 film “industriali” che l’USIS aveva mostrato
l’est europeo; altri riguardano la divulgazione di varie discipline scienti- a un ristretto gruppo di imprenditori italiani e che, recepite le loro criti-
fiche e di tecnologie di avanguardia, lo sport; ci sono poi descrizioni di- che, aveva poi adattato ad un uso didattico e reso disponibili per la proie-
dattiche dettagliate di mestieri e operazioni tecniche. zione nelle fabbriche, nei ritrovi dei lavoratori e nelle scuole tecniche e
Tuttavia l‘esercizio più interessante è quello di tentare una individua- professionali47.
zione dei diversi nuclei che costituiscono il fondo, sulla base del commit- Una parte della produzione statunitense, esattamente 33 pellicole, è
tente, della produzione e della datazione, per cercare di ricostruire a po- costituita da cinegiornali: il “Cinegiornale USA”, “Pagine americane”,
steriori come si sia andato componendo questo fondo, attraverso tutto il “Panorami d’America” prodotto dall’OWI, “La rivista cinematografica”.
periodo in cui rimase nella disponibilità dell’USIS e negli anni in cui, pas- Ovviamente i film di produzione statunitense che più scopertamente
sato al Commissariato del Governo nella Regione Friuli-Venezia Giulia, perseguono il fine propagandistico sono quelli prodotti nell’ambito del
continuò ad arricchirsi di nuove pellicole. E’ ovvio infatti che la composi- Piano Marshall, che per lo più contengono un riferimento diretto non tan-
zione del Fondo audiovisivo rispecchi le linee della politica propagandi- to al programma di aiuti, quanto specificamente ad alcune realizzazioni
stica americana e aiuti a comprendere quali messaggi, quali modelli gli rese possibili con i fondi stanziati nell’ambito del Piano; questi film, ed al-
americani volessero trasmettere agli europei. tri prodotti negli USA nel periodo più “caldo”, compreso tra il 1947 e il
Al nucleo più antico, del periodo della guerra, appartengono i due 1953, rispecchiano con molta evidenza nei loro contenuti le idee di pro-
film prodotti dai Servizi di oltremare43 e le due pellicole prodotte dalla Se- gresso economico elaborate forse già durante la guerra, che «ruotavano
zione estero dell’OWI nel 1942-4344 ed inoltre La cura del neonato della Walt attorno alla nozione di crescenti standard di vita ovunque, di benessere eco-
Disney. Sono stati prodotti in questi anni anche i documentari del ciclo nomico, come chiave della stabilità sociale e politica, di fascismo e comu-
“Panorami d’America. Serie di quadri”: dovevano essere in origine alme- nismo come, approssimativamente, l’uno immagine speculare dell’altro,
no dodici, ma nel Fondo audiovisivo se ne conservano sette, prodotti dai prodotti dai ritardi dell’industrializzazione, dalla sottoccupazione e dal-
Servizi d’Oltremare o dalla Sezione estero dell’OWI, oppure dall’USIS, la miseria»48.
tutti relativi alla società americana45. Nel Fondo dell’USIS di Trieste sono comprese circa 50 pellicole pro-
A questo stesso periodo risalgono anche più di venti film prodotti dal dotte nell’ambito del Piano Marshall: si passa da alcuni film che serviva-
Reparto cinema educativo della Direzione generale dell’educazione negli no a divulgare la conoscenza degli interventi americani, come Storia di un
anni 1941-46, tutti di carattere didattico, per insegnare operazioni tecni- salvataggio, che utilizza la tecnica dei cartoni animati e la struttura narra-
che: la tradizione dell’uso del mezzo audiovisivo con questa finalità, che tiva di una favola, o Dobbiamo vivere ancora, che si serve di una metafora
si era consolidata come uno degli aspetti storici della moderna istruzione per descrivere le materie prime e le tecnologie che salvano la vita all’Ita-
e della cultura locale, ebbe un ulteriore sviluppo negli Stati Uniti nel mo- lia, o L’Europa in cammino, che descrive gli interventi nei vari paesi euro-
mento in cui le esigenze belliche avevano indotto le autorità militari e i re- pei (Olanda, Danimarca, Belgio, Turchia, Italia, Grecia, Francia ...), alle
sponsabili dell’Esercito e della Marina a considerare il film uno strumen- numerose pellicole dedicate ai progressi compiuti in vari paesi e nei di-
to più rapido e più pratico del libro nell’addestramento tecnico di un versi settori, agricolo, industriale, dell’artigianato, dei trasporti e delle co-
esercito completamente meccanizzato46. municazioni. Per quanto riguarda le pellicole specificamente dedicate al-
Altre pellicole utilizzate a fini didattici avevano una chiara origine l’Italia, l’attenzione si rivolge soprattutto alle regioni più arretrate del
pubblicitaria e industriale: fra le industrie produttrici la General Motors, Mezzogiorno e delle isole (Sardegna agricola, Sulcis, Viaggio in Sicilia, Agru-
la General Electric, che nel 1954 produsse il film The story of light animan- meti d’Italia, Calabria, Bonifiche), ma non mancano i temi della ricostruzio-
dolo con marionette; la Squibb, che dedicò alla produzione di medicinali ne della flotta mercantile nei cantieri navali italiani (I due Conti, Nave in

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cantiere, Scalo a Genova), o della rete dei trasporti (Rotaie) e quelli del ri- Per quanto riguarda i film italiani, la data di produzione si colloca per
fornimento delle materie prime necessarie per il funzionamento degli im- la maggior parte di essi negli anni Cinquanta; in realtà non è facile rico-
pianti industriali (La via del petrolio, Un pezzo di carbone, Cotone)49. struire la sedimentazione delle pellicole nel Fondo dell’USIS, in quanto
Il messaggio ricorrente nei film è che il giusto utilizzo di macchinari solo raramente i documentari riportano la data di realizzazione; una da-
moderni ed efficienti, come quelli già ampiamente utilizzati negli Stati tazione precisa dei film è stata resa possibile in molti casi solo dal con-
Uniti, mentre aumenta la produzione, contribuisce anche a migliorare il fronto con i cataloghi disponibili, sia per i documentari americani del
tenore di vita dei lavoratori, in quanto permette la diminuzione delle ore Piano Marshall, sia per quelli italiani commissionati dalla Presidenza del
di lavoro e un aumento di disponibilità di beni. In sostanza la chiave del Consiglio dei ministri51.
progresso è la produttività50. Bisogna sottolineare che i documentari italiani presenti nel Fondo del-
In una linea di continuità con i film del Piano Marshall si pongono l’USIS non sono che una minima parte di quelli prodotti in Italia soprat-
quelli di contenuto anticomunista prodotti negli anni immediatamente tutto fra il 1948 e il 1955, gli anni d’oro della produzione per questo tipo
successivi; infatti il tema della contrapposizione tra il modello di società di prodotto grazie ai consistenti contributi statali previsti dalle norme del
occidentale, basato sui valori della libertà e della democrazia, e il totalita- 194752. Sarà sufficiente ricordare che nel 1955, ultimo anno di validità del-
rismo del blocco orientale era stato già adombrato, ad esempio, nel film la legge del 1947, furono prodotti 1149 documentari.
Senza paura o in alcune pellicole dedicate alla costituzione della NATO Comunque anche tra i film di produzione italiana, si possono indivi-
(come Uniti per la libertà, del 1952, un film a disegni animati che rievoca le duare alcuni nuclei di maggiore consistenza e interesse: i documentari
origini e la storia di questo organismo difensivo, creato per contrastare prodotti su commissione della Presidenza del Consiglio dei ministri, al-
quella che veniva definita la minaccia comunista); ma naturalmente nel- cuni film che riguardano Trieste, prodotti in parte dall’Ufficio spettacolo,
la seconda metà degli anni Cinquanta, in coincidenza con gli eventi del- Servizi stampa e informazioni del Commissariato generale per il governo
l’Ungheria, gli attacchi della propaganda americana contro il nemico di- del Territorio libero di Trieste, una serie di inchieste prodotte dalla Tele-
vennero più intensi e diretti. Nel Fondo USIS sono stati individuati otto visione italiana, all’epoca ai suoi primi passi, due serie di cinegiornali
film di contenuto anticomunista, tutti prodotti negli anni 1956-1960: Una (“Oggi e domani. Panorama di vita e lavoro della nuova Europa”, con 33
nazione in tormento, Ungheria eroica, Profughi, La rivolta di una generazione numeri, prodotta dalla Ovest Film tra il 1945 e il 1957, e “Rassegna men-
sulla lotta del popolo ungherese per liberarsi dal regime comunista e sul- sile d’Europa”, con 9 numeri).
la occupazione delle forze militari sovietiche per reprimere la rivolta; Fi- La struttura che in quegli anni si occupava in Italia di informazione
nalmente liberi, del 1956-57, che ha come protagonisti due ballerini un- era il Centro documentazione costituito nel 1951 nell’ambito del Servizio
gheresi; La frontiera, incentrato sulla contrapposizione tra la vita in Ce- informazioni della Presidenza del Consiglio dei ministri; il Centro eredi-
coslovacchia e quella nella Germania occidentale; Verso la libertà, che rac- tò le competenze di tre importanti strutture del Ministero della cultura
conta la fuga di uno studente dalla Cecoslovacchia fino agli Stati Uniti; in- popolare fascista, ossia le direzioni generali della Stampa italiana, della
fine un film a disegni animati, Uomini e polli, contro il totalitarismo del Stampa estera e della Propaganda, oltre alle competenze dell’Ispettorato
blocco orientale. della Radiotelevisione53. Per dirigere l’ufficio fu scelto Gastone Silvano
I film e i cinegiornali americani di cui si è parlato finora non esauri- Spinetti, che era stato in età ancora giovane direttore di divisione nel Mi-
scono il materiale audiovisivo di produzione statunitense compreso nel nistero della cultura popolare e che rimase in carica fino al 195754. L’atti-
Fondo dell’USIS; molte altre pellicole servivano a familiarizzare gli euro- vità del Centro di documentazione tra il 1951 e il 1967 si riassume nella ci-
pei con la società e le istituzioni americane, le tradizioni, le città e i mo- fra di 197 cortometraggi prodotti. Risulta dalla documentazione che negli
numenti, gli Stati con le loro diverse attività e caratteristiche geografiche, anni 1953-54 fu avviata una stretta collaborazione tra il Centro documen-
lo sviluppo tecnologico, i sindacati, i principi che sono alla base della con- tazione e l’Agenzia di informazione statunitense, l’USIA, concretizzata in
vivenza negli Stati Uniti. uno scambio di materiale filmato; altra iniziativa di una certa spettacola-

130 131
rità fu l’avvio nel 1952 del progetto “Il treno della rinascita”, che preve- I documentari prodotti dall’Istituto Luce59 compresi nel Fondo audio-
deva l’uso di un treno di otto vagoni messo a disposizione dal Ministero visivo dell’USIS sono 32; i temi non si discostano dai soliti, ma si aggiun-
dei trasporti per la proiezione nelle vetture di documentari diversi, tutti gono alcuni documentari, fra quelli prodotti per la Presidenza del Consi-
dedicati alla ricostruzione nazionale; il cortometraggio che sintetizza nel- glio dei ministri, dedicati a temi istituzionali: Mercato comune europeo, La
la maniera più efficace il contenuto di tutti gli altri è Meglio di ieri, di Ro- scuola dei grandi sulla lotta all’analfabetismo, Tiriamo le somme, che riguar-
molo Marcellini, prodotto dalla Documento Film55, costruito con la tecni- da il bilancio dello Stato, Nell’interesse di tutti, sulla rinascita delle forze
ca della fiction. Inutile dire che anche il Centro di documentazione si ser- dell’ordine, e Il domani non fa più paura, che illustra i vantaggi della pen-
vì ampiamente dei cinemobili, anzi ne fece costruire 15 nel 1952. La pro- sione concessa ai contadini.
duzione della Presidenza del Consiglio subì un forte calo alla fine degli
anni Cinquanta.
I documentari della Presidenza del Consiglio presenti nel Fondo del-
l’USIS sono in tutto 64 e riguardano soprattutto i temi dello sviluppo del
Paese e della ripresa economica, mentre alcuni altri film contengono pro-
fili di istituzioni pubbliche o ritratti di grandi artisti, come Giotto, Borro-
mini, Cellini. I moduli espressivi, comunque, non erano molto diversi da
quelli utilizzati dal regime fascista: «il gusto non si è ancora modificato –
ha scritto Bernagozzi –- ed è comprensibile quindi il ricorso al testo ri-
dondante, alla musica eroica, all’inquadratura trionfalistica»56. Sarà sol-
tanto l’avvento della televisione a spingere i documentaristi “ufficiali” a
un sensibile ammodernamento dei testi e dell’esposizione.
In generale nei documentari e cinegiornali italiani i temi trattati sono
i medesimi già incontrati nei film di produzione statunitense: la ricostru-
zione, la produttività, i progressi nel mondo industriale e agricolo, le reti
dei trasporti e delle comunicazioni, le bonifiche, le bellezze naturali. So-
no toccati i temi di attualità, ma non scopertamente la politica, presente
soltanto in un documentario della SEDI del 1956 dedicato alla visita del
presidente della Repubblica Gronchi in America57. I documentari più re-
centi sono quelli dedicati a eventi di rilievo come le Olimpiadi del 1960 a
Roma (Il viaggio della fiaccola olimpica e Roma olimpica) e la costruzione del-
l’Autostrada del Sole. Il soggetto è comunque, quasi sempre, l’Italia; solo
nei documentari appartenenti alla serie “Le inchieste del Telegiornale”
(11 in totale) si affacciano altri paesi europei; l’Olanda è molto presente
con varie inchieste: Una strada per domani e Terre nuove: un servizio dall’O-
landa riguardano rispettivamente l’emigrazione in Olanda e le terre sot-
tratte al mare, Luctor et emergo descrive le conseguenze di un’inondazio-
ne in una città olandese; altri due documentari, diretti ambedue dal regi-
sta Igor Scherb, rappresentano la Germania (Panorama tedesco) e la Dani-
marca (Villaggio danese)58.

132 133
Note 20
. A. Giannarelli, Una lettura dei film del 1948, in Il 1948 in Italia. La storia e i film, a cura
di N. Tranfaglia, Scandicci, 1991, p.60.
21
1 . Su questo tema, cfr. G. Muscio, Hollywood/Washington. L’industria cinematografica ame-
. ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, 1944-45, b.15, fasc. 1119.
ricana nella guerra fredda, Padova, 1977.
2. Probabilmente Marshall riteneva che un legame troppo stretto tra spionaggio e di- 22. In quel periodo gli Stati Uniti finanziarono generosamente alcune organizzazioni an-
plomazia avrebbe potuto compromettere la credibilità della politica estera statunitense; cfr.
ticomuniste in Italia, come il movimento di Luigi Gedda e dei Comitati civici, ed esercitaro-
M. Del Pero, Cia e covert operations nella politica estera americana del secondo dopoguerra, in “Ita-
no pressioni sul governo italiano perché svolgesse una consistente azione repressiva nei
lia contemporanea”, 1996, n. 205, p.698.
confronti del PCI e della CGIL.
3
. R.J. Block, Propaganda and the free Society, in “Public Opinion Quarterly”, 1948, pp.677- 23
. M. Del Pero, Gli Stati Uniti e la <guerra psicologica> in Italia (1948-1956), in “Studi sto-
686. Ralph Block, giornalista, produttore cinematografico, scrittore, fu ufficiale delll’OWI in
rici”, 1998, n. 4, pp.956 ss.
India e successivamente operò nella Divisione bibliografica dell’USIA tra il 1952 e il 1960; le
24. M. Del Pero, Cia e covert operations, cit., pp.693-694.
sue carte sono conservate nella Library of Congress, come quelle di altri giornalisti che ope-
rarono nell’OWI. 25
. Cfr. A. Gambino, Storia del dopoguerra dalla liberazione al potere DC, Bari, 1975, pp. 446-
4. Sui compiti della CIA, cfr. M. Del Pero, Cia e covert operations, cit., pp.696 ss. 449; per i “Treni dell’amicizia” cfr. anche M. Isnenghi, Alle origini del 18 aprile. Miti, riti, mass
5 media, in La Democrazia cristiana dal fascismo al 18 aprile, a cura di M. Isnenghi e S. Lanaro, Ve-
. J. L. Harper, L’America e la ricostruzione dell’Italia 1945-1948, Bologna, 1986, pp.20-21.
nezia, 1978, pp.299-303.
6. Ibidem, pp.155-156. 26. Cfr. su questo R. Faenza, M. Fini, Gli americani in Italia, Milano, 1976, pp.286 ss.; M.E.
7
. Ibidem, p.43-44. Guasconi, L’altra faccia della medaglia. Guerra psicologica e diplomazia sindacale nelle relazioni Ita-
8. Fra i redattori di “Nuovo mondo” si possono ricordare scrittori italiani, come Giorgio lia - Stati Uniti durante la prima fase della guerra fredda (1947-1955), Soveria Mannelli (Catan-
Bassani, e giornalisti come Arrigo Benedetti e Nicola Adelfi, che ne furono ambedue vicedi- zaro), 1999.
rettori. Sembra che l’iniziativa sia stata di Bruno Zevi, già collaboratore di “Victory”; la vita 27. E’ stato recentemente pubblicato dalla Biblioteca di storia moderna e contemporanea,

della rivista fu però fortemente condizionata dalle impostazioni e dai controlli americani. un opuscolo, Il Piano Marshall in Italia. Guida bibliografica 1947-1997, a cura di G. Bochicchio,
Cfr. in proposito l’articolo di S. Rizzo, “Nuovo mondo” e la stampa alleata in Italia (1943-45), cit. Roma, 1998.
9. Archivio storico-diplomatico del Ministero degli affari esteri (d’ora in poi ASDMAE), 28
. D.W. Ellwood, La propaganda del Piano Marshall in Italia, in “Passato e presente”, sett.-
Direzione generale affari politici, 1931-45, b.100, fasc. 88/1 “Stati Uniti. Relazioni culturali con dic. 1985, p. 154.
gli USA”. 29. Ibidem, p.162. La propaganda americana tendeva a sottolineare come con l’aumento
10.Sulla conclusione dell’esperienza dell’OWI cfr. United States Office of Mobilization and della produttività gli Stati Uniti avevano raggiunto un alto tenore di vita, mentre il lavora-
Reconversion. From War to Peace, a Challenge, Washington D.C., [1945]. tore poteva ottenere un miglioramento delle condizioni di vita, il progresso sociale e la for-
11.
L’OSS fu sciolto poche settimane dopo la resa giapponese, il 20 settembre 1945, con za e la capacità di difendere le istituzioni democratiche.
un ordine esecutivo del presidente Truman. 30. Il primo numero della rivista fu pubblicato nel mese di ottobre del 1951; nei primi

12. ASDMAE,
Affari politici 1931-1945, b. 100, “Stati Uniti. Politica interna americana”, s. tempi il mensile fu edito a cura del Comitato interministeriale per la ricostruzione, poi so-
fasc. “Politica degli USA 1945”, relazione dell’ambasciatore italiano a Washington del 9 di- stituito dal Comitato nazionale per la produttività, costituito nel mese di ottobre del 1951
cembre 1945. nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri.
31
13.
V. Castronovo, La storia economica, in Storia d’Italia, vol. IV, Dall’unità a oggi, t. I, Tori- . Di particolare interesse in proposito l’articolo di L.J.A. Villalon Più delle macchine,
no, 1975, p.359. l’Europa ha bisogno della mentalità americana, pubblicato nel numero di gennaio 1952 della ri-
vista “Produttività”. Villalon, redattore capo del quindicinale di New York “Modern In-
14. Il primo accordo fu sottoscritto l’8 marzo 1945. Su questo cfr. Venti mesi con l’UNRRA
dustry”, per iniziativa dell’ECA aveva visitato i principali paesi dell’Europa occidentale e
per la ripresa industriale italiana, Roma, 1948. aveva avuto modo di rendersi conto della diversa mentalità degli industriali europei e sta-
15. The United States Information Service. Report of the Commettee on Foreign Relations, cit., tunitensi. Cfr. anche P.P. D’Attorre, Anche noi possiamo essere prosperi. Aiuti ERP e politiche del-
pp. 3-4. la produttività negli anni Cinquanta, in “Quaderni storici” 1985, n.58, p. 56.
32.
16
. ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, Serie permanenti, 1944-1966, fasc. 140 D. D.W. Ellwood, La propaganda del Piano Marshall in Italia, cit., p. 162.
33
17. The United States Information Service in Europe, cit. . Ibidem, p.164.
34.
18.
Cfr. R. Branca, Società e scuola negli Stati Uniti, Roma, 1956. Le notizie sono state desunte da un articolo di A. Hemsing, The Marshall Plan’s Euro-
19
pean Film Unit, 1948-1955: a memoir and filmography, in “Historical Journal of Film, Radio and
. R.T. Holt, R.W. Van de Velde Strategic Psycological Operations, cit., pp.173-174.

134 135
Television”, 1994, vol. 14, n. 3, pp.269-297. Quella di Hemsing è una testimonianza diretta: 48
. Cfr. D.W. Ellwood, La propaganda del Piano Marshall in Italia, cit., p.161.
infatti, dopo una prima esperienza nell’OWI, tra il 1951 e il 1955 Hemsing fu a capo della Se- 49
. Non tutti i film prodotti per l’Italia sono conservati nel fondo dell’USIS; mancano ad
zione cinematografica della Divisione informazioni dell’ECA-MSA di Parigi.
esempio le pellicole Emilia, Il miracolo di Cassino, Free city, che è dedicato alla città di Trieste,
35. Cfr. G.P. Brunetta, Storia del cinema italiano dal 1945 agli anni Ottanta, Roma, 1982,
tornata alla vita e alle attività produttive grazie agli aiuti americani, Trieste to Lampedusa.
pp.161-164. 50. Ad esempio Uomini e macchine, è dedicato al problema di riuscire a mantenere, in una
36.Queste notizie sono state rilevate da ACS, Ministero dell’interno, Gabinetto, fasc. 140 D società in continua evoluzione, un giusto equilibrio fra tradizione e innovazione, fra eredi-
“USIS, Ufficio informazioni e relazioni culturali Stati Uniti”. All’inizio degli anni Sessanta tà del passato e tecnologia e consumo di massa; cfr. in proposito D.W. Ellwood, The USIS -
ebbe fine la fase espansiva dell’USIS, con la chiusura per esempio della sede di Genova. Trieste collection at the Archivio centrale dello Stato, Roma, in “Historical Journal of Film, Radio
37
. Radio Trieste raggiungeva un territorio molto vasto, ossia la costa orientale dell’Ita- and Television”, 1999, n.19, pp.399-404.
lia fino a Bari, la parte centrale e settentrionale dell’Italia fino a Bologna, la Slovenia e la co- 51
. Per il catalogo di questi documentari cfr. Presidenza del Consiglio dei ministri, Di-
sta dalmata. La Radio doveva apparire come una stazione straniera che appoggiasse la po- partimento per l’informazione e l’editoria, Per immagini. Gli audiovisivi prodotti dalla Presi-
litica statunitense. denza del Consiglio dei ministri (1952-1995), Roma, s.d.
38.Si trattava in gran parte di operai specializzati dell’industria, del 40% dei non spe- 52. I contributi statali furono distribuiti soprattutto a vantaggio della INCOM, della Do-
cializzati del settore del commercio e dell’80% dei ferrovieri. cumento film e della Astra, cfr. L. Quaglietti, Storia economico-politica del cinema italiano, Ro-
39. Le notizie sull’Ufficio USIS di Trieste sono in U. Cova, I filmati USIS di Trieste. Vicen- ma, 1980, pp.122-142.
de storico-istituzionali di un archivio cinematografico, in corso di pubblicazione nel Catalogo del 53
. Per questo ufficio cfr. M.A. Frabotta, Il cinegiornalismo governativo degli anni Cinquan-
Fondo cinematografico USIS di Trieste, curato dall’Archivio centrale dello Stato e dall’Uffi- ta, in Propaganda politica, cit., pp.206-227.
cio centrale beni archivistici del Ministero per i beni e le attività culturali. Il contributo di Co- 54. Spinetti fu autore fra l’altro del volume Le relazioni pubbliche nella pubblica ammini-
va fa riferimento a un volume di G. Chicco, Istituzioni diplomatiche statunitensi. Le finalità e le
strazione, Roma, 1957.
attività della Public Diplomacy ed i fatti del 1953 a Trieste, Trieste, 1992; dello stesso autore cfr.
55.
anche Trieste 1953 nei rapporti USA, Trieste, 1993. Una documentazione sull’attività dell’U- Su questo cfr. M.A. Frabotta, Il cinegiornalismo governativo, cit., p.210.
SIS di Trieste è conservata presso l’Archivio di Stato di Trieste, nella serie Miscellanea acqui- 56
. G. Bernagozzi, Il cinema “corto”. Il documentario dagli anni Quaranta agli anni Ottanta,
sti e doni, b.26, I e II, insieme a diverse relazioni sulla situazione del Territorio libero di Trie-
Firenze-Milano, 1979, p.126.
ste all’inizio degli anni Cinquanta.
57. In ogni caso, l’uomo politico italiano più presente nei documentari è Alcide De Ga-
40. L’USIA aveva circa 1300 addetti, distribuiti in 239 postazioni in 106 Stati.
speri, che compare 13 volte.
41. Cfr. in proposito A. Giannarelli, Selezionare - conservare - costruire - trasmettere la me-
58. Nel 1956 fu costituita nell’ambito della RAI la redazione DIDR (Documentari, in-
moria: gli archivi, in “Rassegna degli archivi di Stato”, 1993, pp.326-332.
chieste, dibattiti, rubriche) e in quello stesso anno si recarono all’estero le prime troupes; nel
42. Si tratta delle pellicole Provini del film “I Littoriali” e Colonia fascista. 1958 furono realizzati in Italia e all’estero un centinaio di documentari che non avevano ca-
43. rattere di reportage di viaggi, ma illustravano un fatto o un problema; cfr. in proposito RAI,
Il primo dei due film, La vallata del Tennessee, era una esaltazione del lavoro del pote-
Radiotelevisione italiana, Dieci anni di televisione in Italia, Roma, 1964.
re pubblico, attento alla conservazione del suolo e alla sperimentazione di pratiche agrico-
59
le atte a migliorare le condizioni di vita della gente della vallata; l’altro, La città dell’acciaio, . “L’Unione Cinema Educativo”, fondata nel mese di settembre del 1924, venne tra-
descrive la vita di una città industriale. sformata in ente morale e assunse il nome di “Istituto nazionale Luce” nel 1925; dal 1927 al-
44. l’attività documentaristica si affiancò la produzione dei cinegiornali, che arrivò fino a cin-
Sono La Biblioteca del Congresso e La libertà di imparare.
que edizioni settimanali; il sonoro fu introdotto nel 1931. Dopo la guerra l’Istituto Luce ri-
45.Sono Il villaggio, La città dell’acciaio, già ricordato, Per un domani migliore, sui moderni prese l’attività nel 1949. Cfr. in proposito Istituto Luce, Ipotesi per un catalogo, Roma, 1990.
sistemi di insegnamento, La libertà di imparare, Il nord-ovest degli Stati Uniti, La Biblioteca del
Congresso, Dietro i colonnati di Washington.
46. Lo sviluppo del cinema educativo negli USA cominciò nel 1941 con la creazione del-

la Sezione cinematografica dell’educazione nella Divisione generale dell’educazione, ma


l’uso del sussidio audiovisivo era già prima un fatto diffuso.
47. R.T. Holt e R.W. Van de Velde, Strategic Psycological Operations, cit., pp.173-174. Ne-
gli Stati Uniti il film industriale era assai diffuso, in quanto ritenuto molto utile ai fini del-
l’aumento della produzione per uomo. Ad esempio l’organismo tedesco per la produttivi-
tà, RKW, disponeva nel suo Servizio film di circa 100 pellicole di questo tipo da mostrare
agli industriali tedeschi, oltre a una ricca letteratura tecnica americana.

136 137
6. Il mito americano
La produttività

«Di fronte ai sogni di dominio e di potenza delle nazioni europee, l’A-


merica si poneva come mito della libertà politica e di liberazione dell’in-
dividuo, in cui il singolo ritrovava la propria unità nel volontarismo che
la cultura americana propugnava e in cui la realizzazione delle potenzia-
lità umane sembrava non dover più dipendere da circostanze di nascita o
di censo, ma dalle capacità morali, di carattere e di autodisciplina di
ognuno»1.
Il mito dell’America diviene, tra il 1948 e il 1950, l’american dream: non
più l’immagine della terra promessa, ma quella della prosperità riprodu-
cibile. Non solo il mercato di massa, il consumo, le tecnologie produttive
sono i gangli costitutivi di un modello sociale, ma è l’organizzazione po-
litica del paese, la partecipazione di massa, la codificazione di libertà, co-
me quelle di stampa, che non possono che essere connaturate al sistema
democratico, che fanno degli USA qualcosa di riproducibile. Dunque
americanizzazione, modernizzazione e democratizzazione sono proposti
ed accolti come sinonimi.
«Una cosa che stupisce e affascina in America è che se si compra un og-
getto qualsiasi, una pila, una vite, una scatola di polvere per fare il succo di
arancia, vi sono sulla scatola delle istruzioni che, a prima vista, ci paiono
incomprensibili. E non sono incomprensibili perché difficili, ma perché
troppo facili: esse spiegano all’utente più stupido come deve procedere per
ottenere un risultato. E il risultato seguirà senza fallo, se l’utente, anche stu-
pidamente, avrà seguito le istruzioni, senza sgarrare di un millimetro»2.
In sintesi l’operazione compiuta con il Piano Marshall è quella sopra
descritta. Il modello americano è esportato e spiegato al pubblico europeo

139
e proprio per la sua capacità di essere comprensibile a tutti vince e pro- nomico avvengono in termini talmente rapidi da non lasciare il tempo al
spera anche sotto apparenze nazionali. paese di maturare culturalmente ed ideologicamente.
Il fondo cinematografico scoperto casualmente a Trieste, nel 1984, nel- Nei film e nei documentari che invasero l’Italia come l’Europa, i prin-
la sede del Commissariato del Governo della Regione Friuli-Venezia Giu- cipi chiave dell’operazione voluta dal Dipartimento di Stato americano
lia, un tempo Commissariato generale per il Governo di Trieste, che lo sono palesi: convincere le popolazioni che la buona riuscita del Piano non
aveva avuto in deposito nel lontano 1954 dal Governo Militare Alleato, è interesse del solo “signor Marshall”, ma di tutti gli europei, dimostrare
consta di ben 506 bobine cinematografiche, ora conservate presso l’Ar- la profondità, ma soprattutto la convenienza della cooperazione italo-
chivio Centrale dello Stato, particolarmente interessanti perché distribui- americana ed europea, coinvolgere i gruppi sociali più esposti alla pro-
te o prodotte dall’USIS in gran parte negli anni 1947-1952 per propagan- paganda comunista come gli operai, i contadini, i lavoratori organizzati
dare in Italia e in Europa il Piano di ricostruzione economica3. Il fondo di- in sindacati, ma anche parti della società ancora marginali nelle economie
mostra come, soprattutto in Italia, paese chiave nella politica internazio- del continente europeo come le donne e i bambini8.
nale del dopoguerra, vi siano ancora tracce di questa grande operazione Il Piano, lo ricordano varie fonti ufficiali già ampiamente citate da Da-
pubblicitaria compiuta dal Dipartimento di Stato americano e dal suo vid Ellwood, aveva quattro obiettivi: fare in modo che si intensificasse lo
staff. sforzo produttivo di tutti i paesi coinvolti, espandere l’importazione e l’e-
Un’attenta analisi del fondo, dei cortometraggi e dei cinegiornali, de- sportazione di beni in Europa, creare e mantenere la stabilità finanziaria
linea temi strettamente collegati a quelli più ufficiali del Piano. Molti dei e quindi politica in ogni singolo paese, sviluppare la collaborazione eco-
film prodotti in Italia, dal Luce, dalla INCOM e da altre società cinema- nomica europea. Il motto del Piano era «anche voi potete essere come
tografiche, per conto dell’USIS, sono ovviamente dedicati alla ricostru- noi»9. Quattro obiettivi dunque che si potrebbero riassumere in una sola
zione mediante gli aiuti ERP delle zone e dei settori più colpiti dalla guer- parola lanciata più volte dai filmati USIS: “produttività”. La politica del-
ra, come il Meridione o la grande industria del Nord. Ma molti altri, la la produttività10, segna, infatti, uno sviluppo epocale; non fu solo alla ba-
gran parte, prodotti e distribuiti direttamente dalle società americane, ci se dell’egemonia consensuale di cui gli Stati Uniti godettero nell’Europa
parlano di un mondo sconosciuto e allo stesso tempo agognato dove pro- occidentale dagli anni Cinquanta agli anni Sessanta, ma in definitiva eb-
duttività nel lavoro, ottime relazioni industriali, competitività e consumi be anche l’effetto di garantire una stabilizzazione politica delle società eu-
si sposano strettamente al benessere familiare e alla gestione del tempo li- ropee. La legittimità della politica democratica venne rimessa a nuovo:
bero4. L’iniziativa individuale opera, dunque, nell’ambito familiare per produttività significava collaborazione tra partiti, paesi, classi.
migliorare le condizioni di vita di tutti. In questo modo il modello ameri-
cano si fa più vicino alla società familistica italiana5. L’immagine dell’A-
merica che arriva in Italia è quella di un paese rurale, dove si vive un’esi- L’immaginario americano
stenza tranquilla che tutti possono imitare e che, paradossalmente, appa-
re molto vicina ad un’economia agricola, ad un’economia del risparmio. Analizzare alcuni dei film del fondo cinematografico USIS ci permette
Il modello consumistico vero e proprio, l’american way of life, legato all’i- di indagare il mito dall’interno, attraverso i valori trasmessi, attraverso le
niziativa personale, ma, soprattutto, al rischio, arriverà solo qualche an- immagini di un’epoca e di una nazione particolare come gli Stati Uniti.
no dopo, con l’avvento della televisione nel 19546. I filmati prodotti e distribuiti dall’USIS insistono su vari concetti:
L’Italia all’epoca appariva agli americani e agli europei come un pae- un’unità politica ed economica dell’Europa che porti ad una federazione,
se abbastanza virtuoso per essere povero, non abbastanza per essere ric- basata sulla liberalizzazione degli scambi e dei commerci. Una società,
co perché, in realtà, per gestire la ricchezza con senso di responsabilità oc- che dovrebbe coltivare le human relations nelle industrie, creare le coope-
corre un alto senso morale: lo ricorda anche Guido Carli nei suoi Pensieri rative nelle campagne, costruire il sindacato aziendale e le organizzazio-
di un ex Governatore7. Ma in Italia, lo sviluppo e il cosiddetto miracolo eco- ni non politiche dei lavoratori.

140 141
Alcuni di questi film sono emblematici come Lavoro e fede, prodotto nell’Europa del dopoguerra. Il documentario è costruito per propagan-
dalla Transfilm nel 1950 sull’industria automobilistica, Il sindacato azien- dare gli obiettivi della CECA che furono – gli studiosi dell’epoca concor-
dale, prodotto da Louis De Rochemont, nel 1951, Idee di operai, nella serie dano – lenti ad essere raggiunti e comunque di dimensioni modeste12. Il
“Rassegna mensile d’Europa”, del 1950, l’Ufficio nazionale per i rapporti di filmato mostra un italiano, un tedesco e un inglese che sono costretti per
lavoro del 1950 e il bellissimo film di Jack Arnold, prodotto autonoma- la chiusura di alcune miniere a recarsi in altri paesi europei: chi in Belgio
mente dal sindacato dei tessili nel 1950, Con queste mani. La produttività, come il signor Cordaro, chi in Norvegia come l’operaio inglese13. A tutti
il sindacato aziendale, le cooperative agricole: con questi temi il mito si garantisce una casa e un buon stipendio, anche se i rischi restano. Ma
americano tenta e riesce a scalzare quello sovietico. solo costruendo una stretta alleanza fra tutti i paesi dell’Europa occiden-
Nei film prodotti direttamente o per conto dell’USIS da società ameri- tale, ci ricorda il filmato, si potranno superare le difficoltà e la crisi eco-
cane ed europee si raccontano delle storie in modo del tutto particolare. nomica che i disastri della guerra hanno creato.
Tre esempi chiariranno questa tesi: Il meccanico, anch’esso come molti dei La CECA indubbiamente apre la strada all’accordo fra la Francia e la
film appartenenti al fondo dell’USIS, del 1950, prodotto dall’United Film, Germania: accordo fondamentale, che era venuto a mancare proprio ne-
Lavoro e fede e Minatori d’Europa del regista John Ferno, con il soggetto di gli anni Venti. Gli americani, attraverso i protagonisti di tre diverse storie
Nelo Risi, del 1952. comuni, avvertono i cittadini europei che solo per mezzo di una tale al-
Nel Meccanico si narra una situazione generale, la vita di un operaio leanza si cementerà lo sviluppo economico e politico degli altri paesi.
qualunque, che però ha un nome e un cognome, possiede una casa, una Nel filmato si canta un inno al modello comunitario, che gli europei
famiglia, due figli. L’effetto è straordinario. Da un lato si parla di un uo- dovrebbero costruire al più presto. Al primo posto emerge ovviamente
mo qualunque, dall’altro quest’uomo ha una sua specificità, che gli è da- una politica continentale della produzione e della commercializzazione
ta dalla famiglia, dai figli, dal suo modo di vivere, dal possedere una ca- del carbone e dell’acciaio. La costruzione delle acciaierie norvegesi di-
sa, un’automobile, del tempo libero. Tutto questo fa scattare un processo venta un elemento del sistema produttivo europeo integrato in via di rea-
di identificazione nel pubblico che si immedesima totalmente nel prota- lizzazione. Viene offerto ad ogni lavoratore la possibilità di muoversi li-
gonista del racconto. beramente all’interno di un mercato europeo aperto, dopo che le esigen-
In Lavoro e fede, dal titolo decisamente emblematico, basta osservare ze produttive di un singolo paese costringono alla chiusura delle miniere
come viene descritta la fabbrica americana della Studebaker, basta riflet- e degli impianti ormai obsoleti, che altrimenti dovrebbero essere tenuti in
tere sui suoi metodi produttivi e sulla politica del personale, per consta- vita a spese dello Stato. Da questo punto di vista non si propone tanto una
tare come venga offerta allo spettatore europeo la presunta superiorità politica keynesiana di intervento dello Stato imprenditore, quindi la ga-
del modello americano. Anche qui il filmato parla al singolo, non alla ranzia di un lavoro comunque e in qualsiasi circostanza, quanto la possi-
classe; alletta l’operaio con la prospettiva di un consumismo immediato, bilità di produrre lavoro e ricchezza con la libera circolazione delle merci
da tradurre subito nel benessere familiare, che non si ottiene in un futuro e del lavoro all’interno di un grande mercato14.
lontano, lottando insieme con altri, ma si raggiunge subito, basta averne Non esistono differenze fra lavoratori italiani, tedeschi o inglesi pur-
la capacità e l’intelligenza. Sta qui la forza del mito che riposiziona i va- ché tutti siano disposti ad abbandonare il loro paese natio e ad emigrare
lori e propone una libertà nel benessere che rompe con tutte le possibili dove si trova lavoro. In questa proposta c’è tutta la filosofia degli ameri-
appartenenze politiche o religiose. Gli americani dimostrano attraverso cani: un popolo di emigranti, provenienti da tutti i paesi d’Europa e dis-
questi film di aver vinto la guerra non tanto grazie al loro esercito, quan- posti ad andare in luoghi sconosciuti e a volte ostili pur di ottenere il suc-
to grazie alle loro ricchezze, alla quantità di prodotti e macchine riversa- cesso. L’Europa impoverita dalle due grandi guerre scatenate nel Nove-
ti sui mercati mondiali11. cento non può che considerare con occhio benevolo i beni di consumo che
Nel film Minatori d’Europa si raccontano tre storie parallele di emi- il Nuovo Mondo gli prospetta, tralasciando qualsiasi valutazione morale
granti che esercitano un mestiere difficile (i minatori), ma molto richiesto o strategica sul liberismo economico. Negli USA le istituzioni federali ga-

142 143
rantiscono un quadro comune di riferimento, una cittadinanza che si L’immaginario italiano
estende a tutti mentre allo stesso tempo ognuno è libero di costruirsi au-
tonomamente una vita e un lavoro lasciandosi alle spalle le tradizioni fa- L’Italia si differenzia dal resto dell’Europa: i segni dello stile di vita
miliari. In Europa i minatori finiti in Belgio o trasferitisi in Germania, da americano stentano ad essere accolti. L’americanizzazione passa attra-
qualunque paese provengano, Italia, Gran Bretagna, Turchia, vogliono ri- verso determinati stereotipi, che ritroviamo nel film di Steno Un america-
tornare in maggioranza ai loro paesi di origine ed è questa ferma volontà no a Roma e nel carattere del suo protagonista, l’attore Alberto Sordi, che
che la proposta americana si trova contro. I paesi europei non consenti- innesta il mito americano in un provincialismo estremizzato16. La realtà
ranno – la Gran Bretagna vi si opporrà sempre anche se sollecitata in sen- dunque molto spesso offusca il mito. Identità nazionale e modelli di vita
so opposto dai cugini d’oltreoceano – ai tempi veloci del grande mercato americani, nel periodo che corre tra l’arrivo degli aiuti dell’ERP, nell’e-
unico che verrà adottato nel Piano Delors solo molto più tardi, per fer- state del 1948, e la fine degli stessi, nel 1952, anno che vede avvicinarsi an-
mare la decadenza del Continente. che la fine del cosiddetto centrismo, in un’Italia che va emergendo velo-
Quindi non è tanto il modello politico, quanto l’organizzazione della cemente dalle macerie della guerra e che arriverà per prima al traguardo
vita quotidiana che viene esportata e spiegata al pubblico europeo me- della ricostruzione nazionale, si intrecciano, altre volte convergono, ma
diante l’invasione del cinema, e che proprio per la sua capacità di essere molto spesso divaricano. Mentre l’italiano prova la sua arte di arrangiar-
comprensibile a tutti e di essere trasmessa attraverso un medium di mas- si, invocando nello stesso tempo lo Stato sociale17, l’americano che osser-
sa come il cinema vince in parte sulle identità nazionali, malgrado queste viamo nei film e nei documentari che accompagnano il Piano, rischia tut-
siano molte e diverse. to pur di accrescere il suo benessere, senza frapporre differenze di classe
Molti dunque i documentari dedicati all’Europa, alla nascita degli or- o di ceto.
ganismi internazionali, alla formazione del Patto Atlantico15 come allean- L’italiano, dunque, banalizza le varie forme di americanismo, la pub-
za che oltre allo scopo di proteggere da un eventuale, alquanto improba- blicità, l’inglese, il consumismo, il divismo e le innesta all’interno di
bile, invasione dell’Unione Sovietica voleva essere, e i documentari non un’ancora ben forte identità nazionale ed arriverà forse a farsi coinvolge-
fanno che confermarcelo, un’ancora di salvezza per i paesi più deboli del- re solo dopo l’avvento della televisione. Ma come abbiamo visto il mes-
l’Occidente. In particolare, per l’Italia, nel contesto di un confronto geo- saggio ispiratore dei cortometraggi è rivolto non solo al “popolo”, ma an-
politico tra Stati Uniti e URSS, l’adesione all’Alleanza Atlantica qualifica che alle élites intellettuali, che accolgono fino in fondo l’invito ad imitare
in sostanza il processo di fondazione della Repubblica e ricrea in qualche l’esempio americano. Che l’”evangelizzazione” passi, anche se con qual-
modo un’identità nazionale. Nel complesso tutto ciò avverrà nelle scelte che difficoltà, lo confermano le testimonianze di Umberto Eco, Beniami-
politiche ed economiche di un paese che naturalmente si colloca nello no Placido, Carlo Cipolla.
scacchiere occidentale. Ma l’European Recovery Program rappresenta Nei film di produzione americana i riferimenti all’Italia sono sempre
una tappa importante non solo nella ricostruzione di un paese come l’I- occasionali, al contrario dei film distribuiti dall’USIS, ma prodotti in Ita-
talia, ma anche nella costruzione di una generale mentalità democratica. lia, come Ieri e oggi, Nostro pane quotidiano, Italia d’oggi, La Terra nuova, e rea-
La società che i filmati di propaganda del Piano propongono al pubblico lizzati da registi italiani di una certa notorietà come Romolo Marcellini,
italiano ed europeo è essenzialmente democratica e pluralista, basata sul- Vittorio Sala, Francesco De Feo, Nicola Adelfi, in cui emerge con forza il
la libertà di espressione e sulla libertà di negoziazione, dove i diversi clima di quegli anni. Ma, nello stesso tempo, questi stessi film peccano di
gruppi sociali, con interessi alle volte contrastanti, dialogano attraverso un ottimismo ingenuo e compiono un’azione che in termini psicanalitici
una contrattazione legittima ed accettata da tutti. In questo modo non si appare come una “denegazione”: negano cioè che l’Italia abbia dei pro-
destabilizzano i governi e non si lacera la società con conflitti irrisolvibi- blemi, ribadendo d’altro canto che quelli esistenti siano pienamente risol-
li. Questo è il sistema di modernizzazione vincente negli USA e questo è vibili. L’azione propagandistica del Piano è racchiusa in una filosofia che
il sistema che gli europei debbono adottare. mette lo spettatore di fronte ad una situazione a dir poco schizofrenica.

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Come abbiamo già detto i decreti del ’46 e ’47, che riguardavano l’a- calisti cattolici. Il 22 luglio il Consiglio nazionale delle ACLI rende noto
gricoltura, non risolsero il problema dello spezzettamento del latifondo «che il recente sciopero generale, avendo infranto l’essenza del Patto di
né quello dell’assistenza e della disoccupazione dei braccianti. Ci furono Roma e violato lo spirito e la lettera dello statuto, ha prodotto una defini-
le grandi occupazioni di terre che ebbero come epicentro la Calabria e gli tiva e irreparabile rottura dell’unità sindacale»20. Il 18 ottobre, appog-
scioperi a rovescio nel Fucino. giandosi alle ACLI, i cattolici danno vita alla libera CGIL con a capo Giu-
Nel 1950 il Parlamento italiano approva una legge di riforma che, pur lio Pastore. A loro volta anche i sindacalisti laici e non comunisti, repub-
con vari limiti, attua una ridistribuzione della proprietà agraria. Ma l’ap- blicani e socialdemocratici, costituiscono nel maggio del 1949 un’orga-
plicazione della legge non coinvolge i sindacati, anche perché dopo le nizzazione autonoma, la Federazione italiana del lavoro (FIL), che si tra-
elezioni del 1948 lo scontro tra il sindacalismo di matrice marxista e quel- sformerà il 5 marzo 1950 nell’Unione italiana del lavoro. Il 30 aprile la
lo cattolico aveva assunto le dimensioni di una dura contrapposizione. Confederazione italiana dei sindacati lavoratori (CISL) sorge sulle ceneri
Non bisogna inoltre dimenticare che anche se la riforma si presentava de- della libera CGIL.
cisamente moderata, il padronato agrario la contrastò, appoggiandosi an- Il Patto di Roma, che era stato firmato nel giugno del 1944 da Giusep-
che a forme di squadrismo18. pe Di Vittorio per il PCI, Achille Grandi per la DC ed Emilio Canevari per
Nonostante la situazione sociale fosse incandescente, i filmati del Pia- i socialisti e che aveva fatto rinascere la Confederazione generale italiana
no Marshall ci fanno vedere che tutto viene applicato secondo le regole e del lavoro su basi unitarie e di cooperazione tra i partiti antifascisti che
che la terra in presenza dell’allora Ministro dell’Agricoltura Antonio Se- partecipavano alla Resistenza, è infranto. Alla fine degli anni Quaranta,
gni viene distribuita a sorteggio fra salariati e braccianti, che ringraziano dopo le elezioni del 18 aprile, l’attentato a Togliatti, e l’arrivo degli aiuti
contenti e commossi. Al contrario la suddivisione non fu così equa, per- del Piano Marshall, la situazione è ovviamente cambiata.
ché vennero debitamente esclusi tutti i lavoratori iscritti alla Federbrac- Gli anni Cinquanta vedono nelle grandi fabbriche del Nord la sconfit-
cianti-Cgil. Dalla fine della guerra al 1952 la situazione nelle campagne ta della CGIL e l’imporsi del sindacato aziendale – nato da una scissione
del Sud non era molto migliorata: vi erano stati 84 morti, 700.000 brac- – come “sindacato apolitico”, basato sulla contrattazione aziendale, che
cianti erano ancora esclusi da qualsiasi assistenza farmaceutica, la media lega la produttività e l’efficienza del sistema ai miglioramenti salariali,
dell’occupazione effettiva in agricoltura era di 124 giornate lavorative mentre l’Italia si avvia verso la ripresa economica, favorita dall’ingresso
l’anno per gli uomini e di 80 giornate per le donne. Di tutto questo non vi nella Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).
è traccia nei filmati USIS. Dall’altra parte gli industriali italiani non sembrano essere molto dis-
La missione americana a Roma in un primo momento ribadisce la ri- ponibili ai programmi di assistenza tecnica e ai nuovi metodi di produ-
levanza dell’ideologia del farmer e dimostra scarsa pazienza nei confron- zione che gli americani propongono per promuovere un cambiamento
ti dei grandi proprietari terrieri, ma col tempo ridisegna il suo program- delle relazioni industriali all’interno delle fabbriche. Le resistenze conti-
ma, a cominciare dalla propaganda che, lasciandosi alle spalle qualsiasi nuano per tutti gli anni Cinquanta, malgrado aumentino i finanziamenti
volontà riformatrice, si indirizza prevalentemente in senso antisovietico. stanziati dall’European Cooperation Administration (ECA), per i mac-
La stessa strategia la ritroviamo sul tema del sindacato aziendale19, che chinari da utilizzare nelle aziende meccaniche e tessili di piccole e medie
in Italia non porta certo alla storia idilliaca che ci racconta il film Un’idea dimensioni, come dimostrano il film Un’idea in cammino e la testimonian-
in cammino prodotto dalla Astra film nel 1952, dove operai e dirigenti si za di un rappresentante del’American Society of Mechanical Engineers,
accordano pacificamente per l’aumento della produttività e per il con- che esprime tutte le sue perplessità circa la buona volontà degli italiani,
temporaneo aumento dei salari in una fabbrica metalmeccanica. citato nel saggio di Segreto Americanizzare o modernizzare l’economia?: «A
Il sindacato aziendale italiano si configura in ben altra maniera. Milano i dirigenti della Edison non sono interessati all’assistenza tecnica.
Il primo contraccolpo, dopo l’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948 e A Torino – racconta il dirigente americano – sono rimasto a lungo con gli
la proclamazione dello sciopero da parte della CGIL è l’uscita dei sinda- industriali Gabrielli e Marchesi, ma non abbiamo parlato di assistenza

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tecnica. A Roma Zellerbach (capo della missione ECA) ha riunito vari La guerra fredda e l’anticomunismo
gruppi per giungere alla stesura di un programma per l’Italia entro tren-
ta giorni. Ho visto Rossi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Valletta, Dall’analisi dei documentari USIS di taglio più strettamente antico-
Marchesi e Croce della Fiat, cercando di ottenere il loro appoggio anche munista come Libertà di stampa e L’oscurità è finita del 1950 o Campane a
solo per sviluppare un piano molto semplice… Gli effetti netti di questi morto in Istria e Uomini e polli del 1948 emerge l’esigenza sociale e politica
incontri sono costituiti dalla spiacevole constatazione della più totale sfi- del Piano che sottostà al problema sollevato dal comunismo. Il comuni-
ducia tra tutte le parti coinvolte in Italia»21. smo è rappresentato, infatti, in tutti i documenti del Dipartimento di Sta-
Questa sfiducia della maggior parte degli industriali, tranne qualche to come figlio della povertà, della scarsità, dell’arretratezza; per combat-
eccezione (come l’appoggio incondizionato di Adriano Olivetti al piano terlo, dunque, bisogna innestare al più presto nelle economie europee,
americano), dimostra la difficile modernizzazione di buona parte della uscite disastrate dalla guerra, un processo di espansione che porti alla
classe dirigente italiana, che addirittura rifiuta le offerte dell’alleato-ne- produzione di massa e ai consumi di massa, come è accaduto negli USA
mico perché potrebbero implicare un cambiamento radicale nei rapporti negli anni Quaranta.
fra le classi. I gruppi sociali tradizionalmente tagliati fuori dal benessere economi-
La società italiana è una società ancora fortemente legata alle differen- co, come i lavoratori industriali ed agricoli, su cui la presa ideologica e
ze fra ceti e gruppi e non è disponibile, soprattutto all’interno di settori politica dei partiti comunisti ha più peso, verranno dunque coinvolti in
chiave quali l’industria o l’agricoltura, al sovvertimento che comporte- questo sviluppo senza limiti che gli americani prospettano attraverso i
rebbe l’adozione di metodi di gestioni e di marketing importati da ol- documentari e i film, e se l’esempio americano verrà seguito sino in fon-
treoceano. La politica impostata dai governi centristi del dopoguerra e do, saranno integrati nella dinamica della crescita dei consumi e di con-
dal presidente della Confindustria, Angelo Costa, come abbiamo detto in seguenza si sentiranno più rappresentati in una società di capitalismo
precedenza, teneva conto di fattori come l’abbondanza di manodopera e avanzato.
la scarsità di capitali, tipici di un paese come l’Italia, – esattamente l’op- Viene allora spontaneo pensare alle parole di un alto esponente del
posto di quel che si poteva riscontrare nella società americana – che im- Piano, il noto romanziere e sceneggiatore, Leo Rosten, che così descrive la
pedivano sostanzialmente un intervento drastico nei rapporti fra capita- strategia degli ispiratori del Piano: «Il cinema può dare informazioni al
le e lavoro instaurati nei primi anni del secolo. pubblico. Ma può fare di più di questo: può fornire la comprensione pub-
Malgrado questo atteggiamento negativo la produzione industriale e blica delle cose. Può focalizzare l’attenzione sui problemi centrali che il
di conseguenza l’occupazione in settori strategici per l’Italia, come il mec- pubblico deve decidere, le scelte basilari che il popolo deve prendere. Il
canico e il tessile aumenteranno, nell’arco di quattro anni, dal 1947 al cinema può rendere chiaro ed intelligibile la enorme complessità di pro-
1951. L’indice cresce da meno di 70 (nel ’47) a oltre 140 (nel ’51), a dimo- blemi geografici, militari, strategici, economici […]. Lo schermo può illu-
strazione del fatto che anche se gli aiuti diretti erano stati poco conside- minare e può essere usato per dare al pubblico un quadro continuo, chia-
rati, la nuova mentalità era in qualche modo passata attraverso la filoso- ro e comprensibile»23.
fia produttivistica e la ricomposizione dello scontro tra le classi in un si- Alcuni dei film proiettati nelle sale cinematografiche delle sezioni del-
stema capitalistico avanzato propagandati dai filmati che avevano ac- l’USIS di Firenze, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste e nelle sottose-
compagnato il Piano. zioni di Bari, Catania e Genova, dopo lo scoppio della guerra di Corea e
In Italia comunque il programma americano viene ridisegnato a co- quindi all’inizio dell’era della guerra fredda, ruotano intorno ai problemi
minciare dalla propaganda, che, come il Fondo USIS dimostra, verrà pre- della difesa militare dei paesi alleati, ma soprattutto dell’Europa. I primi
valentemente indirizzata in senso antisovietico, lasciandosi alle spalle la quattro, Il Canada, Cos’è la Nato, Difesa del Nord-Lo scudo vichingo, Intorno a
volontà riformatrice dello staff del Dipartimento di Stato in gran parte di questo tavolo, non fanno che ribadire l’importanza dell’Alleanza atlantica
origine rooseveltiana22. in paesi molto diversi tra loro come il Canada, il Sud Europa, l’Italia, la

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Norvegia e la Danimarca, descrivendo con particolari la NATO: come Togliatti riassume le preoccupazioni della sinistra e del suo alleato
funziona l’organizzazione, il lavoro dei vari comitati, quali risultati si sia- l’URSS: «Le prospettive che voi imponete all’Italia con questi accordi – af-
no ottenuti nei paesi membri dell’alleanza. Altri, come Nasce l’Europa, ferma Togliatti – sono le stesse che ci si sono presentate quando abbiamo
film prodotto nella serie “Mondo libero”, No alla guerra, Senza paura, Si- discusso dei risultati della battaglia del 18 aprile: prospettive di stentata
curezza comune, collegano strettamente i primi passi fatti verso l’Europa vita economica, di lenta degradazione della nostra economia, di accen-
unita, con le varie riunioni del Consiglio d’Europa e del pool della CECA, tuata offensiva contro le masse lavoratrici attraverso le misure più diver-
all’integrazione difensiva tra le nazioni, che dovrebbe rappresentare un se, sia economiche che di polizia, prospettive di ingiustificata limitazione
valido impedimento ad un eventuale terzo conflitto mondiale24. Il con- e abbandono della nostra indipendenza nazionale, per legare la nostra
fronto descritto con i cartoni animati di Philip Stapp, un noto disegnato- politica estera alla politica di guerra dei gruppi dirigenti imperialistici de-
re dell’epoca, è sempre fra un’unione imposta da uno Stato totalitario co- gli Stati Uniti, prospettive di guerra che noi deprechiamo»27.
me l’URSS e un’unione fra uomini liberi voluta dagli USA. Nell’intervento di Togliatti si coglie indubbiamente l’inquietudine per
Soldati della libertà e Transatlantico, Transatlantic entrano nel merito della la situazione internazionale e una visione appena accennata del possibile
struttura organizzativa e ci fanno conoscere l’addestramento dei soldati ed crollo del capitalismo americano. Togliatti sembra prevedere l’acuirsi del-
ufficiali di fanteria di tutti i paesi del Patto Atlantico a Fort Benning negli lo scontro tra i due blocchi e il ruolo più politico che economico del Piano
Stati Uniti; mentre il racconto della scoperta dell’America serve da pretesto Marshall. D’altra parte non intuisce l’importanza che va assumendo il mi-
per ribadire i legami sempre più stretti che uniscono il paese all’Europa. to nella coscienza popolare. Se, indubbiamente, la volontà americana si fa
La guerra di Corea dunque stravolge in un certo senso i contenuti del esplicita con l’affermarsi della Guerra fredda, resta ferma la scelta, anche
Piano Marshall: il Patto Atlantico firmato nel 1949 si trasforma in un si- nei film di taglio più anticomunista, di infondere l’immagine dell’effi-
stema di difesa, la NATO, che coinvolge gran parte dei paesi dell’area oc- cienza americana nella mente degli europei: immagine che si esprime nel-
cidentale; si consente così, malgrado le resistenze della Francia, al riarmo l’amore per la meccanizzazione del lavoro, per l’automazione nelle mac-
della Germania, mentre cominciano a circolare alcune proposte per la chine di pace e di guerra. Nel propagandare un esercito europeo ed un’or-
creazione di un esercito europeo. La propaganda si fa più insistente ed ganizzazione militare governata dagli Stati Uniti come la NATO, si chie-
ideologica soprattutto nei confronti di un paese come l’Italia, che vede de all’Europa occidentale di aderire volontariamente agli stili di vita e ai
operare al suo interno il più grande partito comunista europeo25: i film, modelli culturali di oltreoceano anche nel modo di difendersi dall’ex al-
come abbiamo visto, trattano dell’alleanza militare e descrivono l’URSS leato comunista28.
come un paese senza libertà, dove si esercita una repressione indiscrimi- Gli Europei, dalla Germania all’Italia, nei fatti, nelle parole, nella me-
nata sugli individui che si ribellano all’omologazione totalitaria. Dalla moria collettiva accettano di misurarsi con il mito, ma, come abbiamo già
propaganda in positivo, che descriveva gli Stati Uniti come il paese di visto per l’Italia, lo sottopongono ad una reinterpretazione che fa i conti
Bengodi, si passa ad una propaganda tutta in negativo contro il nemico con le identità nazionali.
comunista che aveva invaso la Corea del Sud. I film non fanno che parla- I paesi europei che aderiscono alla NATO aumentano le loro spese per
re del «più grande programma di spese militari di tutta la storia»26, men- la difesa da 4,4 miliardi di dollari del 1949 a 8 miliardi di dollari nel 1951,
tre il Mutual Defense Assistance Program (MDAP), il programma di aiu- per rincorrere l’efficienza dimostrata dagli Stati Uniti. In parte grazie an-
ti militari, aumenta i suoi fondi, che passano in un anno, dal 1950 al 1951, che a questa scelta, la produzione industriale dell’Europa occidentale su-
da 1,5 miliardi di dollari a più di 5 miliardi. La ripresa economica dell’I- pera, nel ’51, del 62% il livello del 194729.
talia e dell’Europa viene in questo modo legata alla difesa militare in fun- Allo stesso tempo le enormi spese per la difesa, sommandosi agli alti
zione antisovietica e anticomunista. prezzi dei beni importati e alla scarsità delle materie prime, producono
Il PCI, come sappiamo, si oppone fin dall’inizio al Piano e nella dis- inflazione, che mette in crisi la bilancia commerciale complessiva del-
cussione parlamentare, che inizia alla Camera l’8 luglio del 1948, Palmiro l’Europa occidentale. Tra il luglio del 1950 e il giugno del 1951, il costo

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della vita sale del 20% in Francia e del 9-10% in Gran Bretagna, Germania Sul riarmo i francesi concordano pienamente con gli Americani e rad-
occidentale e Italia. Ogni singolo paese risponde diversamente agli aiuti doppiano i loro sforzi: il programma per l’aviazione viene concluso in tre
e alle proposte del Marshall. anni anziché in cinque. Ma non possiamo dimenticare che la Francia è
Sebbene la Gran Bretagna fosse la massima beneficiaria del Piano ostile a qualsiasi idea che stabilisca un legame tra gli aiuti americani e il
Marshall, di fatto gli aiuti raggiungono soltanto il 2,5% della produzione loro consenso al riarmo tedesco e, proprio per aggirare questo ostacolo,
nazionale. I fondi di contropartita vengono anche qui, come in Italia, uti- propone lo schema della Comunità europea di difesa contemporanea-
lizzati per riscattare il debito pubblico a breve scadenza piuttosto che il mente al piano Shuman. Intanto l’economia, malgrado gli aiuti, non de-
rinnovamento industriale. E’ il sintomo ancora una volta di una reinter- colla. Mentre la produzione industriale della Germania occidentale au-
pretazione della politica economica del Dipartimento di Stato. In pubbli- menta del 39% tra il 1951 e il 1953, quella della Francia aumenta solo del
co gli sforzi didattici del Consiglio angloamericano per la produttività so- 9%. Dunque, il riarmo indebolisce in qualche modo le iniziative volte a
no comunque continui: 138 gruppi di manager, operai e tecnici specializ- modernizzare il paese, distogliendo una parte delle risorse dagli investi-
zati si recano negli Stati Uniti per vedere da vicino il modo in cui i lavo- menti produttivi e minando la forza della moneta.
ratori americani si organizzano e combattono contro i vecchi sistemi in- Infine, negli anni fra il 1949 e il 1953, la Repubblica Federale, seguen-
dustriali per aumentare la produttività. Quella che viene riportata in In- do le indicazioni del Dipartimento di Stato, spende per il welfare sociale
ghilterra è però un’immagine idealizzata degli Stati Uniti, dove storica- una gran parte del reddito nazionale, anche perché, ancora nel 1950, il nu-
mente è l’alto costo del lavoro a determinare la necessità di un alto grado mero dei bisognosi si avvicina ai 17 milioni.
di meccanizzazione. Mentre in Gran Bretagna il rapporto tra costo dei sa- Al momento dell’instaurazione del governo federale, la politica del
lari e costo dei capitali continua ad essere esattamente l’opposto. Piano Marshall diviene più esplicita. Un ministero speciale dell’ERP, sot-
Tuttavia, nel 1953, i segni dell’espansione e quindi della vittoria del- toposto al vicecancelliere, viene creato e aiuta a trasformare il program-
l’american way sono evidenti. Per la prima volta dal dopoguerra viene ma americano di aiuti in un importante “polizza di assicurazione contro
raggiunto l’equilibrio con il dollaro, mentre il paese comincia ad entrare i rischi”31, che era la cosa che più interessava ai tedeschi in quel momen-
nel grande boom commerciale dell’Europa occidentale. Le industrie del- to. Una tale politica allevia la sofferenza di un’espansione trainata dalle
l’automobile si trovano ad essere avvantaggiate negli sforzi per la difesa, esportazioni e basata sulla repressione della domanda interna attraverso
mentre la disoccupazione scende all’1,5%. la deflazione. La Germania assume in questo periodo un ruolo da prota-
La Francia, seconda soltanto alla Gran Bretagna come beneficiaria de- gonista nell’EPU e nell’intero processo di liberalizzazione degli scambi.
gli aiuti americani, non è da meno in questa corsa ad uscire dalla preca- Il processo di americanizzazione dell’economia è ben avviato. Le
rietà del dopoguerra. Ma i francesi sono più restii a riconoscere l’amico esportazioni salgono del 58% tra il 1948 e il 1950, mentre migliora la bi-
americano. Nel 1951 scoppiano scioperi nell’industria fomentati, secondo lancia dei pagamenti. Il primo saldo attivo compare nel 1951-1952: sia le
l’ambasciatore americano, dal PCF, ma in realtà dovuti al fatto che il po- esportazioni che le importazioni superano le previsioni fornite dall’OE-
tere d’acquisto dei lavoratori dell’industria è ancora al di sotto di quello CE nel 1948. Ma nemmeno l’esplicito appoggio del Governo federale e di
del 1938. Adenauer permette agli americani di eliminare una volta per tutte la ten-
L’industria e il commercio non intendono seguire i consigli di Jean denza, profondamente radicata nei tedeschi, a creare cartelli industriali
Monnet sull’opportunità di modernizzarsi a tutti i costi e contestano la per organizzare la concorrenza e gestire centralmente le più importanti
sua idea di «inglobare alcune caratteristiche della vita industriale ameri- trattative sui salari.
cana nel processo di pianificazione»30. Le esortazioni di Monnet ad emu- In definitiva si può parlare di vie nazionali all’americanizzazione. Il si-
lare gli americani per provocare cambiamenti continui in settori di punta gnificato di cosa vuol dire “America” per la società europea uscita dalla
dell’industria non sono dunque ben viste e forse con qualche ragione, Seconda guerra mondiale lo ritroviamo in primo luogo in alcuni obiettivi
perché si rivolgono principalmente alle industrie nazionalizzate. che il Piano Marshall si proponeva e che, come abbiamo visto, vengono

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in parte raggiunti, in parte recuperati all’interno di una strategia nazio- Note
nale; e in secondo luogo, negli eventi sociali, nei modelli di vita adottati,
nei comportamenti privilegiati, che mettono in evidenza che il processo è 1
. T. Bonazzi, I padri pellegrini e il mito politico americano, Bologna, 1980, p.469.
in via di sviluppo e non si esaurirà con gli anni Cinquanta. 2. U. Eco, La scoperta dell’America, Bari, 1983, p.44.
La presenza americana si va man mano stabilizzando e l’opinione 3
. Rimando, per un’analisi più approfondita del “Fondo USIS”, al terzo paragrafo del V
pubblica viene fagocitata dalla modernizzazione post-bellica, rappresen- capitolo di questo stesso libro.
tata dai tre simboli dell’american way: Coca cola, cinema e dollaro. Le for- 4
. Per uno studio dei film americani si veda R.D. MacCann, The People’s Film. A Political
me di comportamento collettivo, che rispecchiano le scelte fatte dai go- History of U.S. Government Motion Pictures, New York, 1948.
verni nazionali e dalle prime istituzioni sovranazionali europee nel cam- 5
. Per questa interpretazione si veda P. Ginsborg, Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, cit.,
po politico ed economico, divengono quelle tipiche delle società di mas- pp.462-463. Ginsborg sostiene che «Fu la famiglia a costituire la struttura elementare per
sa contemporanee. soddisfare i bisogni nell’Italia contemporanea. La modernizzazione italiana, come quella di
altri paesi, non si basò sulla responsabilità collettiva e sull’azione comune, ma sulle oppor-
tunità che offriva ai singoli nuclei familiari di migliorare il loro livello di vita».
6. Cfr. F. Anania, Davanti allo schermo. Storia del pubblico televisivo, Roma, 1998.
7
. G. Carli, Intervista sul capitalismo italiano, a cura di E. Scalfari, Bari, 1977, p.44 ss.
8. Cfr “USIS Report”, november, 1948, cit., p.3: «First, the report stated that proselytes to

communism came from the levels of industrial and agricultural workers not adequately rea-
ched by present-day mass-media machinary; it argued that propaganda could reach these
workers best through film. Second, the report emphasized the entertainment value of good
documentaries and held that selected ones could be distributed profitably as shorts accom-
panying American commercial entertainment features».
9. Cfr. The United States Information Service in Europe. Report of the Committee on Foreign re-

lations, cit., pp.3-4


10. Cfr Ch. Maier, The Politics of Productivity: Foundations of American International Econo-

mic Policy after World War Two, in “International Organisation”, XXXI, 1977, pp.607-633.
11. Su queste ipotesi, P.P. D’Attorre, Nemici per la pelle. Sogno americano e mito sovietico nel-

l’Italia contemporanea, Milano, 1991. In particolare sui consumi, S. Gundle, L’americanizzazio-


ne del quotidiano. Televisione e consumismo nell’Italia degli anni cinquanta, in “Quaderni Stori-
ci”, 1986, n.62, pp.574-575.
12. Cfr. D. Ellwood, L’Europa ricostruita, cit., p. 226-228, che a sua volta fa riferimento alle te-

si di Milward. Si veda A. Milward, The Reconstruction of Western Europe 1945-51, London, 1981,
p.398, dove si parla del trattato della CECA firmato nell’aprile del 1951 a Parigi, come di «una
serie di norme complicate con cui gli interessi dei vari Stati venivano accuratamente bilancia-
ti e adattati, in modo da permettere a ognuno di raggiungere i propri obiettivi nazionali».
13. Ricordiamo che l’Inghilterra nel 1947 aveva nazionalizzato le miniere di carbone in-

sieme alla radio, ai telegrafi, ai trasporti, all’elettricità e al gas.


14. Il Manifesto europeo riprende le indicazioni degli americani e cerca di conciliarle con

le esigenze delle nazioni europee. Il Manifesto viene firmato nell’agosto del 1951 dai mini-
stri dell’OECE e ribadisce l’importanza della collaborazione europea per arrivare ad un au-
mento della produzione del 25% nel giro di cinque anni.
15. Si veda F. Romero, Gli Stati Uniti in Italia: il Piano Marshall e il Patto Atlantico, in Storia

dell’Italia repubblicana, Torino, 1994.

154 155
16 28
. Sulla lingua, il dialetto e il bilinguismo yankee-trasteverino di Alberto Sordi, si veda . Una nuova tesi sui rapporti in Italia e in parte in alcuni paesi europei fra Stati Uniti
l’affascinante volume di G.P. Brunetta, Cent’anni di cinema italiano, cit., pp.333-336. e le forze di sinistra, PCI, PSI, Labour Party, viene proposta da Leopoldo Nuti che attraver-
17 so un’utilizzazione intensa delle fonti provenienti dai National Archives descrive la politi-
. Si può tranquillamente adattare il discorso che Sophie Body-Gendrot fa per la Fran-
ca degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia e cerca di individuare attraverso quali strumenti
cia alla situazione italiana. La storica ricorda che un giovane americano in vacanza in Fran-
Stati Uniti ed Unione Sovietica si combattevano sul territorio italiano ed europeo senza pe-
cia sarebbe sorpreso dalla «sedentarietà dei Francesi, la persistenza della famiglia allargata
rò rileggere la storia dell’Italia repubblicana solo come il risultato delle trame di Whashing-
e le sue riunioni domenicali, il vivere dei giovani nella casa paterna ben oltre quell’età in cui
ton e Mosca. Cfr. L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra. Importanza e limiti della presen-
un giovane americano ha lasciato la propria, il comportamento della madre francese, al ser-
za americana in Italia, Bari, 1999.
vizio del marito e dei figli, l’obbligo per il collegiale o il liceale di scegliersi una strada qua-
29
si irreversibile a un’età in cui lui, lo studente americano, non sa ancora che cosa vuole, la va- . Vari gli studi sull’ utilizzazione e sugli obiettivi raggiunti con gli aiuti del Piano
rietà dei paesaggi e dei tipi di abitazione, l’importanza attribuita alla cucina, il rifiuto di as- Marshall. Oltre già citato Ellwood, si veda C. Esposito, America’s Feeble Weapon: Funding the
sumersi personalmente le proprie responsabilità, unitamente al continuo appellarsi ai pub- Marshall Plan in France and Italy, 1948-1950, Westport, 1994; C. Spagnolo, La polemica sul ‘Co-
blici poteri». Cfr. S. Body-Gendrot, Il modello americano in Francia, in P. Ariès, G. Duby, La vi- untry study’, il fondo lire e la dimensione internazionale del Piano Marshall in Italia, Europa, Ame-
ta privata. Il Novecento, Roma-Bari, 1988, pp.326-327. rica. L’integrazione dell’economia italiana (1945-1963), in “Studi Storici”, 1996, n. 1.
18. Si veda, per un’attenta analisi della riforma agraria e delle sue conseguenze, P. Bevi- 30. J. Monnet, Memoirs, New York, 1978, p.190.
lacqua, Breve storia del Mezzogiorno, Roma, 1993. 31
. G. Hardach, The Marshall Plan in Germany, in “Journal of European Economic Hi-
19
. Sul sindacato aziendale e sulla campagna per la produttività condotta dagli ameri- story”, winter 1987.
cani che cercarono di coinvolgere le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli indu-
striali, si veda M.E. Guasconi, L’altra faccia della medaglia, cit., pp.93-113.
20. Una storia accurata delle battaglie sindacali di quegli anni in. S. Turone, Storia del

sindacato in Italia. Dal 1943 al crollo del comunismo, Roma-Bari, 1992. In particolare per l’ana-
lisi della scissione si vedano le pp.155-158.
21
. L. Segreto, Americanizzare o modernizzare l’economia? Progetti americani e risposte italia-
ne negli anni Cinquanta e Sessanta, cit, p. 63. La tesi dell’articolo non fa che sostanziare quel-
lo che si va affermando in questo libro e cioè che il programma americano in Italia venne ne-
gli anni Cinquanta-Sessanta ridisegnato e ridotto ad una sorta di grande magazzino.
22.Cfr. ancora The United States Information Service in Europe, Report of the Committee
on Foreign Relations, cit. In particolare, il paragrafo intitolato, Individual Views of Senator
Henry Cabot Lodge, JR, pp.18-23.
23. Cfr. G.D. Black, C.R. Koppes, OWI goes it on the Movies: The Bureau of Intelligence’s Cri-

ticism of Hollywood 1942-1943, in “Prologue”, spring 1974, pp.48-49, già utilizzato da L. Mer-
curi, Guerra psicologica, cit.
24
. Uno studio interessante sull’Europa durante la guerra fredda, sui rapporti tra Est e
Ovest è compiuto da Ch. .Maier, I fondamenti politici del dopoguerra, in Storia d’Europa. L’Eu-
ropa oggi, Torino, 1993, pp.314-372. Ricorda Maier come «sia l’Occidente che l’Est abbiano
beneficiato della disciplina imposta dalla guerra fredda. Di certo l’Europa occidentale fu fa-
vorita dall’assistenza prestata dagli Stati Uniti nella ricostruzione di un’area di circolazione
commerciale e finanziaria multilaterale. E, in ogni caso, dalla fine degli anni Quaranta fino
ai primi anni Settanta gli europei hanno goduto di una fase di sviluppo senza precedenti».
25. Sui rapporti fra Stati Uniti e PCI si veda anche il saggio di S. Sechi, Truman, la politi-

ca dei sacrifici e l’apparato militare del PCI, in “Nuova Storia Contemporanea”, 1999, n. 6.
26. Così lo definisce D. Ellwood in L’Europa ricostruita, cit., p.235.
27
. Si veda G. Negri, Il dibattito parlamentare sul Piano Marshall del giugno-luglio 1948, in
Dossier Provvedimento, Contributo per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario del Piano
Marshall, Camera dei Deputati, p.25.

156 157
Abbreviazioni
ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
ACS Archivio Centrale dello Stato
AFHQ Allied Force Headquarters
ANSA Agenzia Nazionale Stampa Associata
AUSA (Ufficio) Assistenza degli Stati Uniti d’America
BBC British Broadcasting Corporation
BIPO British Institute of Public Opinion
BMP Bureau of Motion Pictures
CBS Columbia Broadcasting System
CECA Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio
CED Comunità Europea di Difesa
CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro
CIA Central Intelligence Agency
CISL Confederazione Italiana dei Sindacati Lavoratori
COI Office of the Co-ordinator of Information
CPI Committee on Public Information
CRA American Red Cross
DC Democrazia Cristiana
DNB Deutsches Nachrichtenbüro
ECA Economic Co-operation Administration
EPU European Payments Union
ERP European Recovery Program
FIL Federazione Italiana del Lavoro
GMA Governo Militare Alleato
IFOP Institut Français d’Opinion Publique
INCOM Industria Cortometraggi Milano
LUCE L’Unione Cinematografica Educativa
MDAP Mutual Defence Assistance Program
MOI Ministry of Information

159
MSA Mutual Security Agency
NATO North Atlantic Treaty Organisation
NBC National Broadcasting Company
NRA National Recovery Administration
OECE Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica
OEM Office of Emergency Management
OFF Office of Facts and Figures
OFI Office Français d’Information
OGR Office of Government Reports
ONB Opera Nazionale Balilla
ONC Opera Nazionale Combattenti
OND Opera Nazionale Dopolavoro
ONMI Opera Nazionale Maternità e Infanzia
OSS Office of Strategic Service
OWI Office of War Information
PCF Parti Communiste Français
PCI Partito Comunista Italiano
PWB Psychological Warfare Branch
PWE Political Warfare Executive
UFA Universum Film Aktiengesellschaft
UNESCO United Nations Educational, Scientific
and Cultural Organisation
UNRRA United Nations Relief and Rehabilitation Administration
USIA United States Information Agency
USIS United States Information Service
VOA Voice of America
YMCA Young Men’s Christian Association

160
Indice dei nomi
Acheson, Dean, 88
Adelfi, Nicola, 134, 145
Adenauer, Konrad, 153
Aga Rossi, Elena, 13, 33, 82
Albertini, Guido, 46
Amaury, Philippe, 80
Anania, Francesca, 155
Aprà, Adriano, 51
Arcangeli, Gianfranco, 33
Argentieri, Mino, 51
Ariès, Philippe, 156
Arnold, Jak, 142
Aymonino, colonnello, 32
Badoglio, Pietro, 70
Bakewell, Charles M., 32
Balfour, Michael, 31, 80
Barnes, Joseph, 82
Bartlett, Frederic Charles, 109
Barzini, Luigi, 29
Bassani, Giorgio, 134
Bellucci, Alberto, 50
Benedetti, Arrigo, 134
Berding, Andrew, 96, 101, 109, 123
Bernagozzi, Giampaolo, 132, 137
Bevilacqua, Piero, 156
Black, Gregory D., 81, 84, 156
Blasetti, Alessandro, 46, 51
Blengino, Vanni, 31
Block, Ralph J., 80, 134

163
Boccasile, Gino, 41 Creel, George, 21, 31, 66
Bochicchio, Gisella, 135 Creyssel, Paul, 55
Body-Gendrot, Sophie, 156 Cross, Gary S., 50
Bomba, Leo, 46 D’Annunzio, Gabriele, 41, 44
Bonazzi, Tiziano, 155 D’Attorre, Pier Paolo, 108, 135, 155
Borromini, Francesco, 132 Davis, Elmer, 65, 66, 67, 69, 78, 79, 82, 117
Branca, Remo, 134 Davison, Walter Phillips, 110
Briggs, Asa, 80 Dayton, Leon, 103
Brigaglia, Manlio, 83 De Feo, Francesco, 145
Brunetta, Gian Piero, 50, 51, 109, 136, 156 De Feo, Luciano, 42
Buchanan, William, 111 De Gasperi, Alcide, 121, 137
Caldwell, W.S., 110 De Grazia, Victoria, 28, 33, 35, 50, 51
Calosso, Umberto, 57, 80 De Martino, Giacomo, 27
Camus, Albert, 67 De Rochemont, Louis, 142
Candidus, v. Franzero Carlo Maria, 56, 74, 80 De Sanctis, Filippo Maria, 51
Canevari, Emilio, 147 Del Pero, Mario, 134, 135
Cannistraro, Philip V., 81 Della Volpe, Nicola, 31
Cantril, Hadley, 111 Di Nolfo, Ennio, 13, 109
Capra, Frank, 78 Di Vittorio, Giuseppe, 92, 147
Carli, Guido, 140, 155 Dietrich, Marlene, 30, 41
Carlton, Leonard, 81 Disney, Walt, 128
Casciato, Maristella, 50 Donovan, William Joseph, 62, 81
Cassuto, Aldo, 56 Duby, Georges, 156
Castronovo, Valerio, 134 Dudovich, Marcello, 38
Cavallo, Pietro, 50, 51, 84 Duman, Elisabeth, 80
Cellini, Benvenuto, 132 Dunn, James Clement, 104
Ceserani, Gian Paolo, 50 Eco, Umberto, 145
Chandler, A.D., 50 Eisenhower, Dwight, 65, 81, 83
Chiarini, Luigi, 45, 51 Eisenhower, Milton, 82
Chicco, Gianni, 136 Eisenstein, Sergei, 20
Churchill, Winston, 64, 114 Ellul, Jacques, 31
Ciano, Galeazzo, 59 Ellwood, David W., 13, 51, 84, 108, 109, 122, 135, 137, 141, 155, 156
Cipolla, Carlo M., 145 Esposito, Chiarella, 157
Cooper, Gary, 30 Faenza, Roberto, 135
Corvo, Max, 81 Falchi, Mario, 32
Costa, Angelo, 148 Ferrara, Patrizia, 81
Cova, Ugo, 136 Fini, Marco, 135
Crawford, Joan, 30 Fitzgerald, Francis Scott, 67

164 165
Frabotta, Maria Adelaide, 137 Isola, Gianni, 50, 110
Franzero, Carlo Maria (Candidus), 56, 74, 80 Kennan, George F., 88, 108
Franzina, Emilio, 31 Koppes, Clayton R., 81, 84, 156
Freddi, Luigi, 46, 51 Lambert, Richard S., 31, 33, 109
Frei, Norbert, 30, 33 Lanaro, Silvio, 135
Fullbright, William, 100 Larson, Cedric, 32
Gable, Clark, 30 Laura, Ernesto G., 51
Galambos, Louis, 50 Lenin, Vladimir Ilic Uljanov, 27
Gallup, Giorgio, 30 Levi, Bruno, 68
Gambino, Antonio, 135 Levi, Lucio, 108
Garbo, Greta, 30, 41 Limoré, Yagil, 80
Garrett, Oliver, 71 Lloyd George, David, 21
Gedda, Luigi, 135 Lochner, Louis P., 80
Gentile, Giovanni, 51 Ludlow, P., 108
Giannarelli, Ansano, 120, 135, 136 Lush, M.S., 84
Giannetto, Marina, 81 MacCann, Richard Dyer, 109, 155
Ginsborg, Paul, 109, 155 MacCreary, Eugène, 84
Giotto da Bondone, 132 MacLeish, Archibald, 61
Giraudoux, Jean, 53 Maier, Charles S., 155, 156
Goebbels, Joseph, 54, 55, 57, 59, 65, 80 Marcellini, Romolo, 132, 145
Grandi, Achille, 147 Marion, Paul, 54, 55
Gronchi, Giovanni, 132 Marriam, Charles Edward, 23
Guasconi, Maria Eleonora, 135, 156 Marshall, George, 78, 89, 95, 113, 134, 141
Gullo, Fausto, 92 Meccoli, Domenico, 51
Gundle, Stephen, 155 Melandri, Pierre, 108
Hardach, Gerd, 157 Melis, Guido, 81
Harmon, Francis, 73, 83 Mellet, Lowell, 51, 79
Harper, John L., 87, 108, 134 Mercuri, Lamberto, 32, 83, 84, 108, 109, 156
Hawkins, Lester G., 81 Mignemi, Adolfo, 81
Hazeltine, Charles B., 71, 83 Migone, Gian Giacomo, 31, 33, 82
Hemsing, Albert, 135, 136 Mikolajczyk, Stanislaw, 95
Himmler, Heinrich, 57 Milward, Alan S., 87, 88, 108, 155
Hitler, Adolf, 42, 64, 70 Mitchell, Margaret, 30
Hoffman, Paul, 93 Mock, James R., 32
Holt, Robert T., 83, 110, 134, 136 Molotov, Vjaceslav Michaijlovic, 87
Hull, Cordell, 114, 115 Momigliano, Attilio, 68
Iaccio, Pasquale, 50, 81 Monnet, Jean Paul, 90, 152, 157
Isnenghi, Mario, 135 Morelli, Umberto, 108

166 167
Mornati, Stefania, 50 Rosselli, Carlo, 57
Moro, Alessandro, 109 Rossini, Daniela, 31, 32
Muscio, Giuliana, 135 Rosten, Leo, 149
Mussolini, Benito, 27, 40, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 51, 70, 73 Ryerson, Donald, 22
Mussolini, Vittorio, 39 Santini, Aldo, 50
Nagel, Conrad, 30 Sartre, Paul, 67
Negri, Giovanni, 156 Savoia, 70
Nollen, Joseph, 25 Scalfari, Eugenio, 155
Northcliffe, Lord, 19, 31 Scavizzi, Paola, 50
Nuti, Leopoldo, 13, 157 Scherb, Igor, 132
Nuvolari, Tazio, 40, 50 Sechi, Salvatore, 156
Olivetti, Adriano, 148 Segni, Antonio, 92, 146
Palmer, R.B., 80 Segreto, Luciano, 108, 147, 156
Pastore, Giulio, 147 Sforza, Carlo, 109
Paulucci de’ Calboli Barone, 42 Sherwood, Robert, 62, 66
Pepe, Adolfo, 31 Shuman, Robert, 90
Pettee, George S., 81 Smith, Harris R., 81
Piccialuti, Maura, 56, 80 Smith, Durand, 111
Pinelli, Sergio, 80 Soldati, Mario, 39
Pirandello, Luigi, 41 Sordi, Alberto, 145, 156
Pittaluga, Stefano, 45, 46 Spagnolo, Carlo, 157
Pizarroso Quintero, Alejandro, 81, 82, 83 Sparke, Penny, 50
Placido, Beniamino, 145 Spinelli, Altiero, 90, 108
Polverelli, Gaetano, 59 Spinetti, Gastone Silvano, 131, 137
Pratt, Joseph, 50 Spini, Giorgio, 31, 33, 82
Quaglietti, Lorenzo, 137 Stapp, Philip, 150
Ragionieri, Ernesto, 33 Steele, Richard W., 82
Redaelli, Alberto, 50 Steinbeck, John Ernst, 67
Redini, Maria Caterina, 50 Stevens, colonnello, 56, 74
Reynolds, Mary T., 31 Stuart, Campbell, 31
Ribbentrop, Joachim von, 57 Swann, Paul, 109
Righelli, Gennaro, 46 Temple, Shirley, 41, 48
Rizzo, Stefano, 82, 134 Teodori, Massimo, 31, 33, 82
Rochat, Giorgio, 33 Thale, J.A., 110
Romani, Cinzia, 80 Thomson, Charles Alexander Holmes, 82, 109
Romero, Federico, 13, 88, 108, 109, 155 Togliatti, Palmiro, 146, 147, 151
Roosevelt, Franklin Delano, 17, 60, 61, 62, 63, 64, 66, 67, 79, 82, 87 Tosatti, Giovanna, 4
Roper, Elmo, 105, 107, 111 Toscanini, Arturo, 68

168 169
Tranfaglia, Nicola, 135
Treves, Claudio, 57
Treves, Paolo, 80
Treves, Piero, 57
Trotsky, Lev Davidovic, 20
Truman, Harry S., 82, 134, 156
Turone, Sergio, 156
Van de Velde, Robert W., 82, 83, 110, 134, 136
Vanzina, Stefano (detto Steno), 145
Varzi, Achille, 40
Vaudagna, Maurizio, 36, 50, 51
Vaughn, Stephen, 32
Vené, Gianfranco, 50
Villalon, Luis J.A., 135
Wanrooij, Bruno P.F., 50
Whitaker, John, 71
Williams, George, 32
Wilson, Woodrow, 9, 18, 21, 22, 23, 25, 27, 31, 66
Winkler, Allan M., 81, 82
Winner, Percy, 69
Woolf, Virginia, 68
Zavattini, Cesare, 39
Zeffirelli, Franco, 45
Zevi, Bruno, 134
Zucca, Giuseppe, 46

170
ISBN: 88-88071-00-8

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