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Informatore politico a cura del circolo del e scrivici a
PARTITO DEMOCRATICO di Osio Sopra
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La Costituzione italiana
TITOLO V: Le Regioni, le provincie, i Comuni – art. 114/15 cosi modificato il 18 ottobre 2001 dal Governo
di centrosinistrae e oggi è riferimento base senza la quale non sarebbe possibile parlare di federalismo
fiscale:
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo
Stato e sono Enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla
Costituzione.
Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento

FEDERALISMO: Abbiamo votato contro un pasticcio che toglie soldi ai comuni e aumenta
le tasse sulle famiglie e le imprese
Speravamo in un federalismo municipale serio, fatto di autonomia e responsabilità. Purtroppo,
nonostante l’approccio dialogante del ministro Calderoli e l’approvazione di alcune modifiche in bicamerale
ne è uscito un decreto che toglie soldi ai comuni e aumenta le tasse sulle famiglie e le imprese. Con questo
federalismo municipale, infatti, i comuni avranno meno risorse di prima, perché (contrariamente agli
impegni assunti pochi mesi fa dal Governo) saranno confermati i pesantissimi tagli dei trasferimenti decisi
nell’estate 2010. Quanto all’autonomia tributaria tanto rivendicata dai sindaci, fino al 2014 rimarrà
sostanzialmente una chimera.
In secondo luogo, lavoratori e pensionati pagheranno più tasse perché è diventato possibile
aumentare le addizionali IRPEF da subito in 3543 comuni (il 44% del totale) e dal 2013 tutti i municipi. Dal
2014 la stangata ricadrà anche sulle imprese e gli enti non commerciali, che con l’introduzione dell’Imposta
Municipale (IMU) dovranno fare i conti con una patrimoniale molto più esosa di quanto accade oggi
(l’aliquota IMU è fissata – con probabile sottostima – al 7.6 per mille, contro l’attuale 6.4 per mille di
aliquota media ICI:più19%. Viene previsto un consistente sgravio fiscale per i
proprietari di immobili affittati, grazie alla cedolare secca e all’IMU con aliquota
dimezzata, ma non ci sono alcuni benefici per 4 milioni di famiglie che vivono in
affitto, quelle più a rischio di povertà. Il risultato complessivo è una
redistribuzione del carico fiscale molto iniqua.
In terzo luogo, il principio federalista della responsabilizzazione degli
amministratori locali nei confronti dei cittadini contribuenti viene disatteso,
poiché la principale imposta comunale (IMU) graverà in prevalenza su soggetti
non residenti nel comune che la riscuote, alla faccia del principio “pago, vedo,
voto”.
All’Italia non servono pasticci, ma riforme incisive e coraggiose mentre la
Lega e questo governo va “avanti” con slogan senza senso e ben lontani dalla
realtà.

Lo spadone di Alberto da Giussano, invece di ergersi verso il cielo, si affloscia


penosamente al volere del padrone Berlusconi.

“La Lega si è sempre adeguata alle proposte del premier e della maggioranza”
(Roberto Calderoli ad una riunione della Lega e Berlusconi al convegno dei “responsabili” (10/04/2011)

Sono arrivati in700 al CIE di Cagliari. Tunisini. Da Lampedusa. Ma questa volta invece del silenzio o della
paura ha prevalso la solidarietà. E la gente del capoluogo sta portando generi di conforto ai ragazzi stipati a
Elmas. Per risposta è arrivato uno striscione scritto dai migranti e appeso sulle reti del CIE: «Grazie».
QUALCU$O ERA COMU$ISTA: Sfogo quasi serio di uno di noi
di Giovanni Zambelli

In quest’epoca dove si dice che non ci sono più ideali e tutto è appiattito al volere del denaro. Un’epoca dove si dice che
gli ideali sono tutti vecchi ed ammuffiti. Ecco, in quest’epoca io ci stò a modo mio. Ho votato comunista anche quando sono
cambiati i nomi, le sigle, i simboli, ma continuo ad essere quello di sempre perché la mia è una scelta di vita. Ora milito nel
Grande Partito Democratico perché in esso vi trovo quegli ideali che mi hanno accompagnato per tutta la mia vita. Lo scrivo
qui alla maniera di Gaber come con il suo brano “qualcuno era comunista”
Il mio sentimento può non interessare a nessuno, ma penso che si possa dire ugualmente, non solo come sfogo
personale, ma per una riflessione mia e per confrontarla con chi mi legge, e che a sua volta possa riflettere e condividere o
irridere quanto scrivo.
Del resto spesso leggiamo notizie su giornali o ci sorbiamo servizi televisivi che hanno poco di veritiero o di interesse. In
mezzo a questo modo di fare informazione ci può stare anche qualcosa di modesto che può essere letto con leggerezza e
senza alcuna pretesa di fare opinione. Tutto è giustificabile e giustificato, e mi scusi chi mi legge se gli rubo un pò di tempo.

 Ero comunista perché ho condiviso le scelte di libertà del comunismo di Berlinguer.


 Ero comunista perché molti partigiani lo erano e hanno lottato con tutto il cuore per la libertà e la democrazia.
 Sono Democratico perché quella libertà , in diversi cuori non sia sostituita dal disinteresse per i più deboli, dall’arrivismo
e dalla discriminazione tra esseri umani.
 Sono Democratico perché non sono dalla parte di chi non sa cosa vuol dire vivere con un reddito insufficiente.
 Sono Democratico perché credo in una scuola libera che formi i cittadini di domani senza pregiudizi.
 Sono Democratico perché non ne posso più di un governo senza scrupoli morali, etici e politici .
 Sono Democratico perché vorrei che la legge fosse davvero uguale per tutti
 Sono Democratico perché soffro quando vedo che le lotte di decenni della classe operaia stanno sfumando sotto il ricatto
dei potenti.
 Sono Democratico perché non sono d’accordo che il 45% del bene economico sia posseduto dal 10%.
 Sono Democratico perché soffro quando la gente muore sul lavoro e perché c’è chi dice che la sicurezza è un costo.
 Sono Democratico perché soffro quando inermi esseri umani saltano in aria per il gesto di un kamikaze.
 Sono Democratico perché soffro per quell’ essere umano che fa il kamikaze.
 Sono Democratico perché credo nella libertà di pensiero e soffro se chi lo manifesta è preso a manganellate o
bombardato da esseri che dovrebbero essere umani.
 Sono orgoglioso di stare nel Partito Democratico perché Bersani e Rosi Bindi sono persone serie
 Sono orgoglioso di essere Italiano perché sono d’accordo con Roberto Saviano sulla Costituzione
 Sono orgoglioso di essere Italiano perché abbiamo un Presidente della Repubblica saggio e garante della democrazia

Voglio restare perché l’Italia ha la Costituzione più bella del mondo! (R. Saviano a “Vieni via con me”)

DISUMA$I E VERGOG$OSI da Lega e PDL


Dai banchi della Lega un insulto ad una parlamentare con handicap:
“handicappata di merda, applaudi!.” e ancora: “non fate parlare quell’handicappata del cazzo! “
e con il “fora di ball” di Bossi si è toccato il fondo
Durante il dibattito alla Camera sulla discussione del processo breve, la
parlamentare Ileana Argentin, presente in aula, come sempre sulla sua sedia a rotelle
accanto ai banchi delle commissioni alla base dell’emiciclo alla Camera, la affianca il suo
assistente che, non solo le garantisce il movimento, ma usa le mani al posto suo. peerchè
l’hadicap di Ileana le impedisce l’uso delle mani.
Nella bagarre di ieri (31 marzo 2011) la deputata Pd chiede di parlare, pur con il
microfono rotto, per denunciare un fatto grave, un altro segno di degrado per le
istituzioni: «Si è appena avvicinato un collega», spiega Argentin rivolta al presidente
Fini «e già lei sa che questo è avvenuto - per dire al mio operatore che non deve
permettersi di applaudire». Il leghista Massimo Polledri urla un «ha ragione», Fini lo
riprende: «Ma come si permette!». Argentin gela tutti: «Ricordo all'aula che io non muovo le mani...». Dai banchi del Pd
gridano «Vergogna!», mentre dal settore della Lega vola un «handicappata di merda applaudi»
Tutto è cominciato quando Osvaldo Napoli, deputato Pdl, si è avvicinato al posto di Ileana Argentin, contestando il fatto che il
suo assistente stesse applaudendo. Lei, che ha le mani bloccate da anni a causa della sua malattia, con voce ferma, rivolta a
Fini, ha parlato a tutti: «Non desidero le scuse di nessuno. Credo che lei mi conosca abbastanza per sapere che non
strumentalizzo mai queste cose, ma se desidero applaudire un mio avversario, lo faccio come credo e quando credo. Se
non lo posso fare con le mie mani, lo faccio con le mani di chiunque». Applausi dal centrosinistra, che poi le ha espresso
compatto solidarietà. Se nell’aula del parlamento, che deve essere il massimo strumento di democrazia e civiltà, persone si
comportano in questo modo dove andremo a finire. La vicenda è di una gravità inaudita e a nulla possono valere scuse
posteriori al fatto. Infine, a raschiare il fondo dell’inumanità, ci pensa Bossi con il suo “fora di ball”rivolta a quei
disperati rimasti vivi che scappano dalla guerra.
Se questi sono i nostri rappresentanti votati, alle prossime elezioni guardiamoli in faccia prima di rivotarli

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