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INSIEME ,
CAMMINIAMO !
periodico di informazione della
Parrocchia Gesù Adolescente
Anno 3
Numero 14
Siamo portatori di luce…
Giugno 2011
Pasqua è leggerezza.
È essere portati dal vento. Leggi i racconti della risurrezione: sono processioni del cuore, corse col
fiato in gola alle prime luci dell'alba, sussurri lievi di parole, odore di pesce arrostito sulla sabbia, un
esserci e scomparire. "Non mi trattenere" dice Gesù a Maria di Magdala. E le parole, tutte, a togliere
peso. A sciogliere, non a legare, ad aprire, non a chiudere.
Un bisogno di vento leggero, di un vento che ti sfiori il viso. Perché questa è stagione di pesantezze.
Insopportabili. E ogni giorno sono parole come pietre, come macigni. E dove si è mai rifugiato, ti
chiedi, mi chiedo, il vento leggero della Pasqua? Costretto a spietato esilio.
"Come siete pesanti" ti, mi vien detto da alcuni. E dove è mai la gioia di cui fa dono il Risorto? Lo
cantate "vivente"… e parlate come se fosse "morto". Cantate nelle chiese a squarciagola: "I cieli e la
terra sono pieni della tua gloria…". Pieni! E poi giudicate e parlate dei nostri cieli e della nostra terra
come se fossero vuoti. Come se lui si fosse ritratto, fosse rientrato nella tomba. All'ombra dei morti e
non nell'aria aperta dei viventi. Come se il suo Spirito, quello che soffiò il Risorto, si fosse esaurito ed
oggi non fosse più vero che là dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia.
Non vogliamo certo cadere in un facile, ingenuo, astratto ottimismo. Ci piace, ci sembra doveroso,
stare, sano realismo, ad occhi aperti su ciò che accade dentro di noi e fuori di noi. Ma vi sembrano
esempi di sano realismo, vi sembrano fotografia corretta della realtà i notiziari dei nostri telegiornali?
Da ingenuo sognatore a volte mi sorprendo a pensare che cosa succederebbe se ad ogni notizia più o
meno funerea aggiungessimo un "forse" e un "ma". Un forse che va a interrogare se non ci sia dell'al-
tro. A ridimensionare quel giudizio che sembra così totale e così perentorio. O forse potremmo spesso
aggiungere un "ma": è vero, questo è un segno negativo, ma leggi, guarda, altri segni. O sei cieco?
Cieco perché il bene tu lo vedi solo nel tuo territorio, a casa tua?
E se cominciassimo a fare esercizio di racconti positivi? Di passaggi segreti della grazia? Di sconfina-
menti del vento della risurrezione? Raccontatori impenitenti e testardi di un'altra cronaca, che non è
meno vera. Stento a pensare che sia vera solo per me:l 'avventura della realtà non è forse in sorte a
tutti? L' avventura dello Spirito non dovrebbe essere data a tutti sorprenderla? Comincio anche a
pensare che, quando il lamento prende il sopravvento nei nostri pronunciamenti, nelle no-
stre assemblee siamo in perdita certa di fede. Per miopia di cuore e di visione.
Sul bisogno di raccontare con la vita, con i nostri volti, troppo spesso incupiti, la gioia, insiste il Cardi-
nal Martini, ricordando come "già nel tempo presente che ci è dato dobbiamo vivere questa gioia,
questa esultanza, questa serenità, questa pace, qualunque siano le circostanze in cui ci troviamo, an-
che se molto sofferte e dolorose. Ciò non significa passare sopra alle sofferenze ,ma rendere più acuto
il nostro sguardo…" .
E aggiunge: "Credo che di serenità ci sia tanto bisogno per ciascuno di noi, ma anche per la nostra
società e per le nostre comunità che troppo spesso si lamentano, magari con buoni motivi, ma ri-
schiando di rimanere come imprigionate in questa lamentosità, senza accorgersi che proprio questo è
il gioco del demonio. Invece il Signore vuole che guardiamo alla nostra vita, qualunque essa sia, con
gratitudine, con riconoscenza, con fiducia, provando gioia per il bene che facciamo, e per quello che
molti altri fanno".
…..continua la lettura a pagina 16
Pagina 2 INSIEME ,CAMMINIAMO ! Anno 3
CINEBARNAB.forum
il Cinema d’argomento religioso
Mi è giunta direttamente da un parrocchiano maturo, che conosco da sem-
pre e stimo, una richiesta di cinematografia a sfondo religioso, come a dirmi
che, essendo la nostra un’iniziativa in ambito parrocchiale, almeno una par-
te dei lavori proposti dovrebbe essere di tale argomento; mi sono permesso di rispondere che, in “commissione”,
quella che seleziona le opere da proiettare, si organizzano le scelte tenendo conto di alcuni principi che tutti rite-
niamo di “buon cinema” e cioè “che rispetti lo spettatore”, “che ami i propri personaggi”, “che non abbia paura di
imboccare strade ardue”, “che sappia dire qualcosa del mondo che ci circonda” e direi che, se esiste, come esiste,
una cinematografia “religiosa” con queste caratteristiche non ci lasciamo certo sfuggire l’occasione per assecon-
darne la proiezione.
Un bell’esempio di tale cinema lo abbiamo proposto di recente ed era “Uomini di Dio” di Xavier Beauvois, un sog-
getto non certo commerciale che comunque ha avuto un importante riscontro di critica e di pubblico e questo,
sono d’accordo con i critici, perché a volerlo e confezionarlo così è stato un regista “non credente” e, ciò nono-
stante, non insensibile rispetto ad una vicenda terribile e significativa come quella dei monaci cistercensi vittime
nel 1996 di un oscuro momento politico in Algeria; senza eccedere con la polemica, molta critica autorevole attri-
buisce la qualità e quindi il successo del lavoro alla sensibilità e al tipo di approccio di una personalità lontana,
per scelta meditata, dalla Chiesa nel senso, e qui occorre riflettere, che un “credente”, più o meno inquadrato ed
allineato con la Chiesa cattolica, non sarebbe riuscito a cogliere il senso profondo dell’”avamposto cristiano in ter-
ra musulmana”, convinto com’è che la Religione cristiana sia anche cattolica e quindi rivesta grande importanza
anche l’aspetto, per così dire, “politico” della presenza missionaria; in questo lavoro emerge invece l’umanità in-
discutibile di persone, anche se “religiosi”, la cui fede muove veramente le montagne, si libera dal proselitismo e
si propone in senso evangelico, limpido e scevro da condizionamenti; i monaci protagonisti fanno fiorire il loro
“credo” senza dimenticarne gli aspetti formali e spirituali ma improntando il loro quotidiano ad una grande so-
brietà, mettendo a disposizione di una comunità umile sia economicamente che culturalmente un presidio medico
e sociale di notevole spessore, condividendo la “responsabilità religiosa” con le autorità musulmane di comunità
con grande rispetto e stima reciproci; tutto questo in modo naturale, integrandosi e partecipando della vita co-
munitaria in modo condiviso e familiare, senza pretendere nulla in cambio.
Uno degli aspetti portanti, ben espressi nel film, della loro personalità che non è quella di superuomini in odore di
santità, è l’umana debolezza che si evince dal travaglio che ognuno di loro vive prima di dichiararsi pronto ad ac-
cogliere il proprio destino con grande coerenza; ciò li rende uomini tra gli uomini e solo la furia cieca
dell’irrazionale riesce a strapparli al “bene” mentre il “male”, lo si percepisce nell’economia del racconto, arriva
più dalle “forze governative” che non dai cosiddetti “fondamentalisti” e questo è da spiegare: un’altra caratteristi-
ca dei monaci, che fa luce appunto sull’epilogo, è lo studio e la conoscenza del Corano che il Padre priore coltiva
con quotidiana dedizione; tale conoscenza che diventa cammin facendo sensibilità , gli consente, come dicevamo,
di conseguire stima ed autorevolezza con i capi religiosi della comunità ma, in un drammatico contatto con i ter-
roristi, grazie ad una citazione coranica, gli fa guadagnare anche la stima di un capo terrorista la cui vis rivoluzio-
naria non prescindeva evidentemente dalla propria formazione religiosa.
Ora, riuscire a cogliere tutte queste sfumature edificanti, come dicevo, secondo i critici, è più da “non credente”
che da “credente”; è discutibile; io la prendo come provocazione; certo il film è stupendo e consiglio chi non lo
avesse già fatto di andarlo a vedere e di prestare, tra l’altro, attenzione alla bellissima scena dell’”ultima cena”
sottolineata dalla musica celestiale del “Lago dei cigni” di Ciaicovski; una scena da storia del cinema, emozionan-
te, poetica, luminosa, veramente da “pelle d’oca”.
Tornando alla richiesta iniziale che ha ispirato tutto quest’ordine di considerazioni posso aggiungere che le nostre
scelte vanno sempre nella direzione del cinema autoriale e i nostri “canoni” che ho citato direi che possono ga-
rantire ai nostri affezionati che non si troveranno mai di fronte a lavori vuoti o commerciali; religione, e forse me-
glio, religiosità si trovano comunque anche in tanti altri lavori che proponiamo e non potrebbe essere altrimenti
perché le abbiamo dentro. Lino Giorgini
In un mondo dove le parole dette a sproposito non hanno piu’ peso e dissolvono
ogni relazione affettiva ecco una proposta per parlare invece in modo vitale, per
ascoltare e dare ascolto…Il silenzio diventa spazio per le parole interiori, luogo
dell’anima e delle emozioni… “Immateriale come un canto, il silenzio contiene il ru-
more dello scorrere dell’acqua o il crepitio di un ceppo nel camino”…Lo si trova su
una vetta, nel deserto, racchiuso in un paesaggio e recuperato nel proprio cuore…è
ascolto di cio’ che ci supera, contemplazione e mistero…è porta per aprirsi a Dio…è
incontro col Padre .
Ines Caminiti
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Replica ad Ottobre
Le ricette di ANNA
1 busta da 450 gr di misto per insalata russa surgelato (oppure misto di pa-
tate e carote a cubetti e piselli)
200 gr di patate—1 barattolo da 225ml di maionese Calvè—1 barattolo da
225ml di giardiniera di verdure
3 uova—olio extravergine di oliva—aceto balsamico—1 spicchio di limone - gamberi surgelati (facoltativi)
Preparazione
Alcune ore prima (meglio la sera prima se deve essere pronta per pranzo) cuocere a vapore il misto per russa
porlo in un contenitore capiente e condirlo con poco olio, sale, uno spruzzo di aceto balsamico e il succo di uno
spicchio limone; coprire il contenitore e mettere in frigo a raffreddare.
Cuocere a vapore le patate intere dopo aver bucherellato la buccia con la forchetta, sbucciarle, schiacciarle con la
forchetta, condirle con olio e sale e aggiungerle al misto di verdure, riponendo il tutto in frigo a raffreddare.
Preparare le uova sode mettendo le uova in acqua fredda, portando ad ebollizione e lasciandole bollire non più di
12 minuti altrimenti il tuorlo diventa verde; farle raffreddare cambiando spesso l'acqua nel pentolino quindi met-
terle in frigo ancora col guscio.
Scolare la giardiniera recuperando il liquido, tenere da parte un po' di pezzetti colorati per la decorazione, ad e-
sempio alcune cipolline tagliate a metà, dei pezzetti di carota, di peperone e di cetriolo, dei ciuffi di cavolfiore che
rimetterete in frigo nello stesso barattolo con il loro liquido originale. Passare nel mixer il resto della giardiniera
tritandola in modo grossolano e quindi aggiungerla alle altre verdure mescolando bene e riponendo nuovamente
in frigo.
Quando il tutto sarà ben freddo aggiungere mescolando con cura circa 2/3 della maionese e disporre artistica-
mente in un piatto da portata. Sgusciare con attenzione le uova e tagliarle a spicchi o a fettine con l'apposito ta-
gliauova. Decorare l'insalata con le uova, i pezzetti di giardiniera scolati dal liquido; volendo si possono aggiunge-
re alla decorazione alcuni gamberi leggermente scottati e sgusciati. Completare alcuni ciuffi di maionese usando
una siringa o una tasca da pasticciere oppure utilizzare la maionese in tubetto.
Anna Rossi
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La parola martire purtroppo non appartiene solo al passato, ce ne sono tanti, troppi, e Shahbaz Bhatti lo è in
ogni senso.
Ha pagato con la vita la sua coerenza di servitore dello Stato e cattolico fedele al Vangelo: ministro pachistano
per le minoranze religiose, difensore di Asia, la donna condannata a morte per blasfemia.
Non si è mai preoccupato di proteggersi, esponendosi sempre per gli altri, soprattutto per la gente più povera:
ha combattuto per i diritti dei cristiani e di tutte le minoranze oppresse, in particolare contro la legge sulla bla-
sfemia che condanna a morte chi offende Maometto.
Laureato in legge, iniziò ad occuparsi di politica perché toccò con mano le ingiustizie del Pakistan: aveva 23
anni quando il Governo propose una carta di identità diversa per cristiani e musulmani. Lui si oppose, protestò
senza paura, guidando diverse manifestazioni, e da allora capì che quella doveva essere la sua strada.
Una volta spiegò a chi gli chiedeva perché non si facesse sacerdote, che restare laico gli permetteva di vivere
più facilmente tra la gente bisognosa, perché i preti in Pakistan sono sottoposti a troppe limitazioni.
Nel febbraio di quest’anno fu minacciato di morte e gli amici gli consigliarono di trasferirsi in Italia, ma lui non
ne volle sapere, il suo posto era in Pakistan, a battersi per i diritti degli oppressi: era perfettamente consapevo-
le del pericolo, ma una sua fuga sarebbe stata una vittoria per gli intolleranti.
I suoi assassini lo hanno colpito il 2 marzo con 25 colpi di kalashnikov mentre risaliva in macchina dopo essere
stato a trovare la madre; hanno lasciato volantini di rivendicazione firmati da Al Qaeda e dai talebani del Pun-
jab, in cui promettono la stessa fine a chi si oppone alla legge sulla blasfemia introdotta nel 1986.
Più di ogni parola e di ogni commozione, il senso della sua vita e della sua morte è riportato nel suo testamento
spirituale:
“Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica.
Mio padre, insegnante in pensione, e mia madre, casalinga, mi hanno educato secondo i valori cristiani e gli
insegnamenti della Bibbia, che hanno influenzato la mia infanzia. Fin da bambino ero solito andare in chiesa e
trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù
che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa.
Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua
quando avevo solo tredici anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la sal-
vezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponen-
domi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo Pae-
se islamico.
Mi è stato richiesto di porre fine alla mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa
vita. La mia risposta è sempre stata la stessa. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo
un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto
seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio
battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il
sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo Pae-
se. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e
hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire
Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani del mondo che
hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di
solidarietà, d’amore, di comprensione, di cooperazione e di tolleranza tra le due religioni. Se tali sforzi conti-
nueranno, sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambia-
mento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une
le altre, porteranno armonia, coltiveranno la pace e la comprensione in questa regione.
Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come
esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e
bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto
ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna.”
Shahbaz Bhatti, ministro pachistano per le minoranze, assassinato il 2 marzo 2011 a Islamabad.
Pagina 6 INSIEME ,CAMMINIAMO ! Anno 3
Perché la tessera?
Facile capirlo!
Chiariti questi punti essenziali , invitiamo tutti a partecipare attivamente, a collaborare, ad esprime-
re suggerimenti e critiche che sostengano la crescita di una realtà di aggregazione nella quale cre-
diamo tutti fortemente
Remare contro non serve a nessuno…..
l’ASSEMBLEA DEI SOCI per l’adozione del nuovo statuto sociale, assoluta-
mente necessario per la crescita della PCDR ,si terrà il giorno
14 giugno alle ore 20,45
Vi aspettiamo tutti, è importante esserci e partecipare con idee suggerimenti critiche e tanta voglia
di fare
Il CONSIGLIO DIRETTIVO della Polisportiva Città dei Ragazzi
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OSPITI A MENSA
Emilia Spallarossa
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Caro Papa Benedetto XVI,siamo un gruppo di bambini di catechismo della Parrocchia Gesu' Adolescente di Geno-
va, via Padre G. Semeria 38 e quest’anno, il 15 Maggio alle ore 10.45, vivremo l'esperienza bellissima degli invi-
tati alla cena di Gesu'.
Gesu' ci chiama a seguirlo, sin dal giorno del nostro Battesimo, richiesto dai nostri genitori.
Noi stiamo imparando a conoscerlo e desideriamo essere amici con lui.
Quest'anno saremo gli invitati, i beati, alla sua mensa. E' un invito importantissimo e degno di onore. Egli ci sta
accanto, ci guida nelle nostre giornate e si da' come nutrimento delle nostre anime nel pane e nel vino eucaristi-
co.
Nel Vangelo di Luca 18, 16-17 parla cosi': “Lasciate che i fanciulli vengano a me, non glielo impedite perche' a chi
e' come loro e' permesso entrare nel regno dei cieli”.
Caro Papa, il tuo predecessore, Giovanni Paolo II ha scritto una bella lettera indirizzata a tutti i bambini, in cui
dice: “ Quanto e' importante il bambino agli occhi di Gesu'. Al cielo sono destinati quanti sono semplici come i
bambini, quanti come loro sono pieni di fiducioso abbandono, ricchi di bonta' e puri. Alza la tua manina, divino
bambino, benedici i bambini di tutta la terra!”.
Grazie Papa Giovanni Paolo II, anche se non abbiamo avuto l'occasione di ringraziarti allora e di conoscerti, se
non per mezzo dei nostri genitori, insegnanti e catechisti.
Ci e' stata data tanta importanza: Gesu' ci prediligeva! Tu lo hai ricordato e dimostrato con questo scritto. Da
parte nostra, l'impegno nel nostro dovere e amore per Gesu' e per ogni fratello, anche se abbiamo paura che non
sia mai abbastanza e che venga meno.
Abbiamo pero' l'aiuto di tante valide persone! Tu stesso per primo sostienici con la tua preghiera e benedizione
dall'alto, e poi tutti quelli che concorrono a diffondere il Suo amore: il nostro parroco, le catechiste, i nostri geni-
tori, gli amici.
Le tue parole hanno suscitato in noi coraggio e speranza, grazie per la fiducia che ci dai, speriamo che la sensibi-
lita' e l'ingenuita' che ora abbiamo rimangano in noi per sempre!
Caro Benedetto XVI, ora sei tu il nostro Papa, e siamo certi che anche tu la pensi cosi'. Sei dalla nostra parte e
delle persone che sono piene di fiducioso abbandono in Gesu', ricchi di bonta' e puri di cuore.
Donaci allora anche tu la tua benedizione e predilezione: e' come se fosse Gesu' stesso a farlo!
Sentiamo di portarti rispetto, di ricambiare la tua benedizione e ti vogliamo bene. CIAO!!!
Pagina 9 INSIEME ,CAMMINIAMO ! Anno 3
Prima Comunione…
I nostri pensieri...le nostre emozioni
• Ero molto agitata, ma la cosa che piu' mi e' piaciuta e' stata mangiare
l'ostia, cioe' ricevere Gesu' dentro di me (Ilaria Z.)
• E’ stato bellissimo quando ho fatto la Comunione (Tommaso)
• E' stato emozionante ricevere Gesu' nel cuore (GianLuca)
• Il giorno della mia Prima Comunione, ho provato molta emozione,
gioia e felicita', nel ricevere per la prima volta nel mio cuore Ge-
su' (Benedetta)
• Ero molto emozionata, mi batteva il cuore molto forte, non riuscivo a
stare ferma e quasi mi tremavano le mani (Margherita)
• E' stato bello sentire dentro di me Gesu' (Federico S.)
• E' stato molto emozionante fare la Prima Comunione e mi e' piaciuto molto prendere il corpo di Gesu' e il
vino (Arianna)
• Ero molto emozionato quel giorno, e non era per l'ostia buona o cattiva, ma l'importante e' che mi e' entra-
to dentro Gesu' (Leonardo)
• Sono felicissima, perche' questa Domenica ho finalmente ricevuto Gesu' nel mio cuore pieno d'amore solo
per lui. (Carola)
• Il 15 Maggio ho fatto la mia Prima Comunione, ero veramente agitata, ma appena mi hanno passato il gra-
no coltivato a catechismo, tutta l'agitazione se n'e' andata e al suo posto si e' trasferita la gioia (Laura)
• L'emozione che ho provato il giorno della mia Comunione e' stato immenso, soprattutto quando ho ricevuto
l'ostia consacrata (Daniele)
• Il giorno della mia Prima Comunione ero molto teso e agitato, comunque l'emozione che ho avuto nel rice-
vere Gesu' nel cuore e' stata grande. Ho provato molta gioia non solo nei regali e nella festa al ristorante,
ma ero gioioso di Gesu' che ora e' dentro il mio cuoricino (Massimiliano)
• La Prima Comunione e' una cosa stupenda, un'emozione mai provata prima e se penso che questo gesto lo
ripetero' piu' di una volta, mi emoziono ancora di piu' (Rodolfo)
• Ho vissuto un momento di felicita' e allegria, alla Prima Comunione, ero anche agitatissima (Chiara)
• Ero felice, ma anche molto emozionata di ricevere Gesu', perche' io credo in lui, e' molto buono e perdona
tutti, inoltre ero al decimo cielo al momento di prendere l'ostia, pensavo di svenire, fortunatamente avevo
Gesu' al mio fianco che mi ha dato la forza, ed ero super contenta (Bianca)
• Mi sono emozionata tantissimo, avevo anche paura di dire la frase davanti a tutti. Il momento in cui mi
sono emozionata di piu' e' stato quando ho preso l'ostia e il vino (Viviana)
• La cosa piu' bella e' stata ricevere Gesu', ero molto felice e agitata, ero la prima a prendere l'ostia, e tutti
mi guardavano (Silvia)
• Ero contento e cosciente di ricevere Gesu', anche se il vino era un po' amaro (Filippo)
• Ero felice di accogliere Gesu' nel mio cuore perche' credo in Lui. Ero emozionato e contento, cri-
stallino e puro quando ho mangiato l'ostia sottoforma di Gesu' (Matteo)
• Al momento di prendere l'ostia le gambe mi tremavano perche' ero emozionata. Poi ero felice di
aver ricevuto Gesu' in me (Ilaria M.)
• La cosa che mi e' piaciuta di piu' della mia Comunione e' stata il ricevere Gesu' nel cuore. Non
mi importava tanto dei regali, ma solo di Lui (Elena)
GIUGNO
• Venerdì 3 Primo venerdì del mese ore 17,00 Adorazione Eucaristica per le vocazioni sa-
cerdotali e religiose, Vespri
• Sabato 4 ore 21,00 Teatro la compagnia “I ragazzi del muretto” in : “Vinsanto”, com-
media brillante in due atti
• Domenica 5 Festa della Parrocchia e chiusura dell’anno Pastorale. Pranzo comunitario,
giochi alla Città dei Ragazzi.
• Mercoledi 8 ore 18,00 riunione per il Campo estivo 2011 aperta a genitori e ragaz-
zi;ultime informazioni e SALDO quota
Giugno
Luglio:
Feriali ore 8.30; 18.00 *** Festive ore 9.00; 11.00
Agosto:
Feriali ore 8.30 *** Festive ore 9.00; 11.00
Settembre:
Feriali ore 8.30; 18,00 *** Festive ore 9.00; 11.00
sono padre Enrico Gandini, il vostro parroco e con questa lettera pensata insie-
me alle catechiste vorrei iniziare ad intraprendere un dialogo con la vostra fami-
glia. Siccome vostro figlio/a è nato nel 2004 e frequenta la seconda classe ele-
mentare, la nostra comunità vi vuole proporre un cammino di iniziazione cristia-
na, il catechismo. Ci offriamo quindi per collaborare assieme a voi
nell’educazione alla fede di vostro figlio/a, anche e soprattutto con la vostra atti-
va partecipazione. Ai vostri figli faremo vivere importanti e significativi momenti
in questa bella avventura che è l’incontro con Gesù, Via, Verità e Vita. Il clima
che gli faremo respirare sarà di amicizia, armonia, e gioia nell’accoglienza
dell’altro.
Vi informiamo che per l'anno 2011/12, per i bambini/e ed i ragazzi/e che intendono fre-
quentare gli incontri di catechismo, occorre effettuare l'ISCRIZIONE per il primo anno o la
CONFERMA di iscrizione per gli anni successivi. Questo, sia per motivi organizzativi, sia co-
me segno di adesione consapevole all’itinerario di Iniziazione Cristiana, prima di tutto da par-
te dei genitori, che sono i primi educatori alla fede dei loro figli.
Perché il catechismo?
Perché i nostri bambini e ragazzi incontrino Cristo, Via, Verità e Vita e non
per abitudine,
per tradizione,
per imposizione.
Certificato di Battesimo;
Nulla osta del proprio Parroco, per i fuori Parrocchia.
NOI GENITORI_____________________________________________________________________
cognome______________________________________nome_____________________
nato/a a__________________________________il_____________________________
residente in_____________________________________________CAP________
cell.papà_______________________ cell.mamma_______________________________
parrocchia di appartenenza_________________________________________________
scuola________________________________________________classe_____________
Si allega: □ la quota annuale di € 20.00 (+ € 15,00 per ogni altro fratello iscritto);
Coloro che si iscrivono per la prima volta devono inoltre portare :
□ Certificato di Battesimo;
□ Nulla osta del proprio Parroco, per i fuori Parrocchia.
Il/La sottoscritto/a dichiara di essere consapevole che gli oratori, le parrocchie, potranno utilizzare i dati contenuti nel presente
modulo esclusivamente nell’ambito e per fini istituzionali propri e della pubblica amministrazione (legge 31/12/1996, n.675
“Tutela della Privacy”-art.27)
Che faccia farebbero i vari Dante, Manzoni e Shakespeare, non ci è dato saperlo. Allibita? Senz'altro. Divertita?
Probabile. E se osservassero meglio il giovane mentre “sfoglia” i loro capolavori per mezzo di un e-book, sicu-
ramente inizierebbero a confabulare su quella strana lavagnetta metallica luminosa. Tablet, i-pad, pdf, libri vir-
tuali, ecc : tutti termini che hanno poco a che fare con la letteratura, eppure quanto mai attuali. Vi immaginate
se il buon Don Abbondio, prima di essere interrotto da Perpetua, “ruminasse” sull'identità di Carneade, strin-
gendo tra le mani un e-book ? E se il capitano Achab, alla ricerca della temibile Moby Dick, aggiornasse il suo
diario di bordo...virtuale? Ci chiederemmo se stessimo leggendo il racconto Herman Melville oppure uno di Isa-
ac Asimov, prima di tutto. Dopodichè una domanda balenerebbe nella nostra mente: ma che fine hanno fatto i
libri?
Ed è la questione che sta coinvolgendo un po' tutti i “puristi” della lettura, di fronte all'avanzata prepotente del-
le nuove tecnologie multimediali studiate per riprodurre, in via digitale, uno dei piaceri più intensi ed affasci-
nanti della società umana.
Steve Jobs, fondatore della Apple, ci ha visto lungo. Prima con il telefono touch screen più famoso del mondo,
ora con l'I-pad, ha sicuramente rivoluzionato il modo di concepire la lettura. Con una semplice ma molto costo-
sa “tavoletta” possiamo viaggiare su internet, redigere un documento, guardare un film e, appunto, “divorare”
la nostra opera letteraria preferita. Una pacchia, non c'è che dire! Senza considerare i notevoli vantaggi che
porta un oggetto così leggero e maneggevole: molto più spazio nelle nostre borse e multimedialità allo stato
puro.
Tante scuole nel mondo hanno sposato con entusiasmo l'ascesa al successo dei Tablet, sostituendo i pesanti
testi scolastici con questi luminosissimi schermi portatili. E se il Pierino di turno dimenticasse il dizionario a ca-
sa, la mamma rimedierebbe prontamente inviandoglielo via posta elettronica, oppure acquistandolo diretta-
mente dall'apposito negozio virtuale.
Siete affascinati? Increduli? Ma è questa la realtà di oggi.
Ora, dopo questa mole di termini tecnici di chiara origine anglosassone, fate un semplicissimo gesto: andate
dalla vostra libreria che gelosamente custodite, e osservatela bene.Un giorno potrebbe non esistere più, ridotta
ad un semplice CD. Prendete un libro in mano, quello che preferite. E dopo averlo aperto, sfiorate le pagine,
annusate l'odore che queste emanano: vi assicuro che accarezzare un freddo schermo non è la stessa cosa.
Volete forse che il piacere di passare un pomeriggio in libreria, da Feltrinelli, alla Berio, non faccia parte più
della vostra vita? Io non credo. E allora, come novelli Montag in Farenheit, dove il protagonista lotta con tutte
le sue forze per difendere il diritto alla lettura, il diritto di poter leggere fisicamente un racconto, salvate i libri.
Quelli elettronici sono comodi, leggeri, rapidi ed intuitivi...forse troppo. I tablet hanno invaso il mercato con
prepotenza, ma non sono riusciti ad abbattere il muro che le pagine ingiallite hanno innalzato in più di due mil-
lenni: e mai lo faranno. La Magna Charta Libertatum, la Bibbia, la nostra Costituzione. L'uomo sancisce la sua
realtà e la scolpisce nel marmo dei libri di carta. E non c'è batteria da ricaricare, perchè è la nostra storia che
alimenta i nostri pensieri, i nostri sogni, le nostre speranze. Che trovano casa in un vero libro, oggi e sempre.
Francesco Colombo
Ho trovato un tesoro…
Ho letto questo articolo insieme a mia figlia, le ho spiegato alcune parole, e insieme abbiamo pianto
perché l’orrore della vita di tanti bambini nel mondo è troppo grande anche solo da immaginare.
E insieme abbiamo pregato che nessuno, ma proprio nessuno di noi, possa essere maledetto da Dio.
E’ stato un momento forte e inaspettato in quel giorno e non importa davvero se non ho trovato quel
cercavo.
Francesca Lacapra e Benedetta Pozzi
Parrocchia Gesù Adolescente
Padri Barnabiti …..INSIEME , CAMMINIAMO!
Via Padre G Semeria, 38-GENOVA Periodico trimestrale della Comunità Parrocchiale
tel 010358177
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parrocchiagesuado@libero.it fabio.giuffra@gmail.com
ANAGRAFE PARROCCHIALE
…..continua da pagina 1
Oggi sembra prevalere il lamento e la paura. Così facendo ci rendiamo, occorre dirlo con coraggio e fortezza,
insignificanti. Quale vangelo, quale buona notizia darebbe una chiesa che allungasse la litania delle cose che
non vanno? Riprendete, sembra dirci il Signore, un viso fiducioso. Non mi annunciate con un volto smunto e
tetro.
Passo per le strade, vedo mugugni e visi abbuiati. Come se avessimo disimparato a sorridere, come se, come
cristiani, avessimo disimparato la leggerezza del Risorto. E quasi non ci accorgiamo che questi volti impenetra-
bili sono in stretta inscindibile connessione con il vizio ricorrente di dare a noi stessi, agli altri, alle cose troppa
importanza.
Ho ritrovato questo invito al sorriso, il sacramento del sorriso, nelle seguenti parole:
“Ecco un elogio di quel prezioso sacramento della fraternità riconciliata che è il sorriso, prima di tutto, su se
stessi, e poi donato agli altri. Il sorriso è sempre espressione di tenerezza e misericordia. Chi sorride si rende
disponibile, accogliente, apre uno spazio alla relazione. Il sorriso è attenzione, invito, un segno di incoraggia-
mento. Chi sorride all'altro e dell'altro, non chi lo deride, rende effettiva l'accoglienza, porta comprensione e
conforto. Il sorriso è sguardo indulgente e misericordioso sull'altrui debolezza, è lo sguardo di chi sa bene di
essere altrettanto dolorosamente afflitto dalla propria precarietà. La capacità di sorridere sul proprio dolore, sul
non senso, ha il potere di frenare la caduta nel baratro della disperazione, da un lato, e, dall'altro, di salvaguar-
dare dal cinismo corrosivo della disillusione.
La vita, interpretata nella luce di un sorriso sofferto, ci faccia scoprire che ognuno è assoluto e assolutamente
relativo.
Chiediamo al Signore di tutti la pace e la capacità di venerare la bellezza del mondo senza diventare esteti, ve-
nerare la verità senza diventare fanatici, amare il bene senza diventare grigi moralisti mancanti di pietà, amare
il mistero senza diventare troppo pii, accettare la contingenza e la fragilità senza andare alla deriva. Forse pro-
prio in questo "senza" è nascosto quel sovrappiù di grazia che ci fa chiamare e riconoscere fratelli, che ci fa dire
che mai potremmo vivere gli uni senza gli altri". Ciao ,buon periodo estivo a tutti,. p. Enrico.
Enrico