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VERSO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

L'espansionismo nazifascista: crisi economica e miti imperiali.


Il '36 fu l'anno che determinò la svolta che portò al secondo conflitto mondiale; in questi mesi infatti si manifestarono pienamente le mire espansionistiche
dei paesi fascisti dell'Europa e del mondo:
• Italia: portò a compimento l'aggressione ai danni dell'Etiopia.
• Germania: dopo aver riunito la Saar al Reich in seguito ad un referendum, militarizzò la Renania, andando apertamente contro i trattati di
Versailles e dando un primo assaggio della politica Pangermanista del nuovo regime.
• Spagna: le truppe di Francisco Franco iniziarono un'insurrezione antirepubblicana con l'aiuto dei contingenti tedeschi e italiani.
• Giappone: si espanse verso la Manciuria.
La cause di questo espansionismo possono essere riconosciute in:
✗ Crisi del '29: La frantumazione del mercato internazionale in tanti mercati nazionali infatti portò gli stati a cercare in tutti i modi di allargare i
propri confini per aumentare le dimensioni del proprio mercato nazionale.
✗ Le tensioni preesistenti: queste nacquero con i trattati di pace del 1919; gli stati fascisti infatti erano convinti di essere stati ingiustamente
ridimensionati in favore degli interessi di UK e Francia.
La politica di riarmo e di conquista della “Grande Germania”.
Il caso tedesco fu emblematico; la Germania, infatti, fu la nazione più colpita dai trattati: privata delle colonie, ridimensionata e schiacciata dai risarcimenti.
Fu con Hitler che l'orgoglio tedesco vide la possibilità di risollevarsi tentando di forzare i vincoli sanciti con Versailles; il progetto hitleriano prevedeva:
➢ Affermare la supremazia tedesca in Europa e, in seguito, nel mondo.
Per fare questo si sarebbe prima dovuto unificare tutte le regioni abitate da una maggioranza tedesca (la Grande Germania), per poi progressivamente
espandersi per conquistare il proprio “spazio vitale”. Era un progetto di tipo:
• Economico: perché prevedeva di trovare l'autonomia economica per la Germania dopo la costituzione del nuovo ordine europeo.
• Politico e razziale: perché affondava le proprie radici sull'idea della superiorità del popolo tedesco, che legittimava il fatto che la Germania
diventasse la potenza dominatrice mondiale.
Dal '33 vennero poste le basi per attuare questo progetto:
1. 1933: uscita dalla Società delle nazioni.
2. 1936: violazione del trattato di Versailles con il riarmo della Renania.
3. 1938: inizio del programma di aggressione agli stati sovrani di cui prima vittima fu l'Austria.
L'egemonia nazista sui fascismi europei e la conferenza di Monaco.
Ad alimentare la tensione durante il permanente stato di guerra che caratterizzo gli anni '30, contribuirono: la diffusione dei fascismi e la polarizzazione di
essi sotto l'egemonia tedesca.
➢ Per quanto riguarda l'Italia, essa tentò di mantenersi inizialmente autonoma in politica estera, ma nel '36, con l'Asse Roma-Berlino e col Patto
d'Acciaio nel '39, dovette rinunciare alla propria autonomia ed entrare nell'orbita tedesca. A sancire ulteriormente questa nazificazione definitiva
del fascismo, contribuì infine la promulgazione delle leggi razziali nel 1938, con l'emarginazione della popolazione ebrea.
Questa politica nazifascista si poté compiere pienamente anche perché le potenze democratiche si mostrarono incerte sul da farsi:
• Stati Uniti: mantennero la neutralità.
• Francia e UK: sottovalutarono il tutto e credettero di poter allentare le tensioni attraverso continue concessioni alle rivendicazioni tedesche.
➔ Questa strategia culminò con la Conferenza di Monaco (settembre '38), quando Germania, Francia, Italia e UK si riunirono per risolvere la
crisi dei Sudeti (un popolo che viveva in una regione della Cecoslovacchia che era stata occupata dai tedeschi) e Francia e UK accettarono di
non prendere provvedimenti per via dell'assicurazione da parte di Hitler che non avrebbe modificato ulteriormente la geografia europea. Sei
mesi dopo l'intera Cecoslovacchia divenne tedesca.
La svolta decisiva si ebbe il primo settembre del '39 , quando le truppe tedesche invasero la Polonia per ricollegare la Prussia Orientale al resto del Reich; il
compromesso di Monaco era saltato e Francia e UK dichiararono guerra alla Germania, gli USA si mantennero neutrali. Era iniziata la II Guerra Mondiale.
IL DOMINIO NAZIFASCISTA SULL'EUROPA
L'invasione della Polonia.
All'alba del primo settembre '39 le truppe tedesche varcarono i confini polacchi. Dopo aver occupato i punti nevralgici con l'aiuto degli aerei da guerra, gli
Stukas, la loro avanzata si arrestò solo alle porte di Varsavia, dove si erano radunati 100000 uomini pronti a difendere la capitale; dopo il bombardamento
della Luftwaffe però la città dovette capitolare. Il mondo intero aveva potuto assistere alla potenza bellica tedesca, aveva vinto in sole quattro settimane.
Nel mentre l'Unione Sovietica aveva occupato con la forza le regioni orientali dello stato:
➢ Pochi giorni prima dell'attacco infatti Hitler si era garantito il Non-intervento sovietico, stipulando un patto che sanciva le rispettive zone di
influenza nello stato polacco. Nonostante l'URSS fosse vista come un acerrimo nemico, la sua potenza sarebbe stata una minaccia troppo grande.
Stalin dal canto suo decise di firmare l'accordo perché:
• Uno dei progetti dell'URSS era riconquistare i territori perduti con la Grande Guerra e consolidare la sua potenza di fronte a quelle occidentali.
• Non voleva entrare in guerra contro la Germania; nonostante la potenza russa, infatti, i tedeschi erano comunque troppo pericolosi.
• Aveva trovato molte difficoltà a stringere un'alleanza in funzione antinazista, perché le democrazie avevano sempre osteggiato lo stato comunista.
La strategia della guerra-lampo e l'occupazione della Francia.
La strategia utilizzata dalla Germania contro la Polonia era quella della Guerra-Lampo (Blitzkrieg), cioè campagne di breve durata molto più sicure e
vantaggiose sotto ogni punto di vista; esse consistevano in varie fasi:
1. Venivano portati avanti massicci bombardamenti per devastare le fila nemiche ed indebolirle.
2. Veniva concentrata gran parte delle forze belliche in un “punto di gravità”, in particolare mezzi corazzati, che potevano sfondare il fronte e
devastare le retrovie, impedendo ritirate ordinate.
3. Si concludeva l'operazione con degli sfondamenti laterali.
Sul fronte occidentale le operazioni ebbero una fase di stallo nell'inverno '39-'40, dove gli eserciti rimanevano fermi sulle proprie linee difensive, la
Maginot e la Siegfried. Le operazioni andarono avanti solo nei paesi baltici, dove l'URSS si espandeva sfruttando la neutralità tedesca nei suoi confronti.
• Nell'aprile-maggio del '40 ebbe nuovo slancio l'offensiva tedesca: furono invase Danimarca e Norvegia, fu istituito un governo fantoccio e la
Germania si impadronì così delle grandi miniere di ferro e di importanti punti strategici dove vennero installate delle basi navali e aeree.
• Nel maggio del '40 ebbe inizio anche la vera offensiva contro la Francia: fu violata la neutralità dei paesi delle Fiandre, quindi le forze anglo-
francesi si concentrarono in questa regione per difendersi; nel mentre grandi unità tedesche attaccarono più a Sud, nei pressi di Sedan e
sfondarono le linee, costringendo alla ritirata i francesi. La Francia fu invasa con grande rapidità e in Giugno i tedeschi arrivarono alle porte di
Parigi; qua il comandante Petain firmò la resa, scegliendo di non sacrificare le truppe in una battaglia che avrebbero comunque perso.
La Francia venne divisa in due parti:
• Parte settentrionale: controllata direttamente dalle Germania.
• Parte meridionale: era stato instaurato un governo d'estrema destra alleato alla Germania, con sede a Vichy e capeggiato dallo stesso Petain.
Solo in pochi si opposero a questo, fra loro il Col. De Gaulle, che pose le basi dell'organizzazione “Francia Libera”, primo nucleo della futura resistenza.
L'Italia dalla “non belligeranza” all'intervento.
L'Italia, inizialmente, scelse il “non intervento” (col beneplacito tedesco), nonostante nel Patto d'Acciaio fosse prevista l'entrata in guerra istantanea al
fianco della Germania. Si scelse questa strada perché:
• Gran parte dell'opinione pubblica era avversa alla guerra, per “tendenza morale”.
• Gran parte della classe dirigente, esponenti delle gerarchie fasciste ecc. erano contrarie perché l'Italia era troppo impreparata militarmente.
Questa politica ambigua aveva certamente un vantaggio:
✔ Permise di evitare d'impegnare l'Italia militarmente fintanto che non si fossero capiti di preciso quali fossero gli obiettivi tedeschi.
I continui successi tedeschi, e in particolare quelli contro la Francia, portarono Mussolini a ritenere che la guerra sarebbe durata breve tempo e che era
necessario entrarci per poter partecipare al tavolo delle trattative dalla parte dei vincitori. Il 10 Giugno del '40 fu così annunciata l'entrata in guerra.
L'ingresso nel conflitto dell'Italia mise ancora più in difficoltà la Francia, che dovette aprire un nuovo fronte nel Sud. La scelta fu comunque poco oculata,
la guerra durò ancora cinque anni e mise in mostra tutta l'impreparazione italiana.
La battaglia d'Inghilterra.
L'UK ormai era sola contro il colosso tedesco. Il progetto di Hitler contro di essa consisteva in:
➢ Distruzione della Royal Air Force e annientamento della capacità di resistenza della popolazione, che avrebbe dovuto finire per desiderare la resa.
Fu così che la Luftwaffe sganciò in territorio inglese tonnellate di esplosivi con gli obiettivi si distruggere le industrie e terrorizzare la popolazione. Furono
attaccati prima i porti e gli aeroporti meridionali, poi le città (Londra, Birmingham, Coventry) e le industrie, provocando più di quaranta mila morti.
Gli inglesi, però seppero opporre un'orgogliosa resistenza (they Took a stiff up a lip), chiusi a quadrato attorno al loro primo ministro Winston Churchill. La
Raf nel mentre otteneva grandi successi con l'utilizzo dei Radar, ancora sconosciuti ai tedeschi. L'Italia dal canto suo cercò di rompere il contatto tra la
patria e i dominions coloniali dell'UK, ma gli interventi furono insufficienti e alla fine la Germania dovette rinunciare al suo progetto.
La guerra nei Balcani e in Africa.
Alla fine del '40 la guerra stava ormai assumendo dimensioni mondiali, il Giappone si unì all'Italia e alla Germania col patto Tripartito, nel quale entrarono
anche Slovacchia, Ungheria, Romania.
L'Italia nel mentre aveva dato inizio alle sue attività belliche mostrando la sua incapacità (troppe poche truppe, troppo poco preparate) di condurre
autonomamente azioni belliche, infatti le truppe tedesche dovettero agire ben due volte in aiuto delle truppe italiane:
• Grecia: lo stato greco fu attaccato contando di vincere rapidamente, ma la resistenza delle truppe greche appoggiate da parte di quelle inglesi
aveva fatto subire gravi perdite al contingente italiano, costringendolo ad arretrare fino in Albania.
➔ Gli alleati tedeschi entrarono in soccorso delle truppe italiane permettendo di iniziare nuovamente l'avanzata.
• Africa: nel continente africano era stato aperto un nuovo fronte lungo i confini delle colonie italiane; qua le truppe si scontrarono con le corazzate
britanniche. Dopo alcuni iniziali successi fu una sequela continua di sconfitte che portarono alla perdita di vasti territori.
➔ La Germania non poteva permettere che l'UK, sconfiggendo l'Italia, riuscisse ad ottenere il controllo di tutta l'Africa, aumentando così la
propria influenza sul Mediterraneo e sui Balcani; fu così che essa intervenne con gli Afrika korps, guidati da Rommel, che fecero
indietreggiare gli inglesi con una serie di brillanti vittorie.
Nel mentre le azioni belliche nell'Europa continuavano e alla fine del '41 quasi tutto il continente era nelle mani del nazifascismo.
La grande strategia che i tedeschi utilizzarono e che li agevolò enormemente in queste vittorie fu:
➢ Militarizzazione delle economie dei paesi sconfitti: in questo modo le risorse naturale di queste regioni e i lavoratori (che venivano spediti nei
campi di lavoro) agivano in favore della macchina bellica tedesca. Questa scelta fu dettata dal ricordo di quanto la prima guerra avesse sfiancato
l'economia; in questo periodo invece, infatti, i tedeschi civili avevano comunque mantenuto un altissimo tenore di vita.

Mattia Lai, as 2010/2011, Liceo Scientifico Brotzu

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