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Pedalare

in Romagna
I percorsi più
affascinanti
per ciclisti e bikers

A cura di
Davide Cassani
Massimo Previato

Testi di
Massimo Previato

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Indice

3
4 Presentazione

7 In bicicletta

8 Cervia_Monte Cavallo

10 Cervia_San Marino

12 Cervia_Pieve di Rivoschio

14 Faenza_Marradi

18 Gran fondo del sale

21 La nove colli

24 Cervia_Perticara

26 Cervia_Barbotto

29 In mountain bike

30 Milano Marittima_Ortazzino

32 Marina Romea_Pineta di San Vitale

34 Alfonsine_Anita

36 Milano Marittima_Pineta di Classe

38 Riolo Terme_Monte Mauro

41 Casola Valsenio_Monte Battaglia

44 Villa San Giorgio in Vezzano_Monte Osadella

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Presentazione

4
> Con questa pubblicazione,
la Provincia di Ravenna intende contribuire
ulteriormente alla crescita del cicloturismo in
Romagna. Già da diversi anni, soprattutto nei
mesi primaverili, molte migliaia di appassionati
e specialisti della bicicletta scelgono la
riviera adriatica dell’Emilia Romagna per la
loro preparazione agonistica. Professionisti,
dilettanti ed ancor più amatori, trovano in
quest’area le condizioni ideali per pedalare. Vi
sono fattori fisici, culturali e organizzativi, oltre
che economici, che rendono questo territorio
particolarmente adatto a chi va in bici. Prima di
tutto la varietà del percorso. In pochi chilometri si
passa dalla pianura alla collina e alla montagna,
offrendo tutta la gamma di percorsi richiesti dai
ciclisti che si snodano in territori in cui la cultura
e la passione della bicicletta ha radici profonde
e coinvolge larghissime fasce di popolazione
residente. Recenti indagini hanno confermato che
la Romagna è la realtà a più alta concentrazione
di biciclette. Non rappresenta una casualità che
molti dei grandi campioni del ciclismo vengano
da queste terre. La ricchezza di offerte ricettive
sulla costa, poi, rende il soggiorno accessibile
a tutte le tasche. Molti operatori negli ultimi anni
si sono specializzati nell’accoglienza dei ciclisti,
attrezzando gli alberghi con locali idonei per
il ricovero delle biciclette, mini officine, menù
particolari per gli sportivi, materiali informativi
sui percorsi e servizi per i ciclisti.
Di recente sono nate scuole di ciclismo curate

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da esperti professionisti ed attrezzate
con supporti tecnologici modernissimi.
Non da ultimo, manifestazioni sportive come
la Nove Colli di Cesenatico, la Gran Fondo del
Sale nell’ambito di Sportour di Cervia e la
Monaco-Cesenatico stanno contribuendo a far
conoscere ad un pubblico sempre più largo le
opportunità di questi territori.
Questa nuova guida propone 15 percorsi
su strada o in mountain-bike che, partendo da
diverse località della provincia di Ravenna,
si inoltrano nel territorio collinare o verso il Parco
del Delta del Po. Un ringraziamento particolare
a Davide Cassani e Massimo Previato che hanno
curato la redazione della guida, ma anche ai molti
operatori e appassionati che hanno dato consigli 5
e ne hanno ispirato la realizzazione.

Libero Asioli
Assessore al Turismo
Provincia di Ravenna

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In bicicletta

7
> Cari amici, anch’io ho iniziato così, andando
alla scoperta delle strade più adatte alle due
ruote. Sono stato fra i pionieri però, perché a
parte qualche cartina redatta esclusivamente
per gli automobilisti, i tracciati me li sono dovuti
trovare giorno per giorno a colpi di pedale.
A forza di percorrerli li ho imparati a memoria,
consentendo di allenarmi, ma anche di fare
delle passeggiate in completa libertà.
Sarebbe stato un po’ egoistico però tenere
un tale patrimonio tutto per me, ed allora ho
deciso di farvi partecipare a questo tour della
specialissima. Del resto non è stato difficile
trovare itinerari adatti a tutti i gusti e a tutte le età
perché la Romagna, non a caso, è considerata la
terra dei ciclisti. Questa guida quindi contiene una
varietà di proposte ed accontenta scalatori
e passisti, ma soprattutto nutre lo sguardo.
Infatti punta molto sull’ambiente e vi farà visitare
angoli in cui il panorama si sposa al silenzio
di strade sgombre dal traffico. Qui potrete
preparare eventuali appuntamenti agonistici,
pedalare in scioltezza oppure fare qualche
sosta per lo spuntino. La guida sarà comunque
uno strumento molto utile perché consentirà
di studiare a tavolino ogni tracciato prima delle
vostre uscite, grazie al testo ed alle illustrazioni
cartografiche. Così non vi perderete più,
anche se la fatica sarà sempre la stessa,
ma ognuno potrà scegliere la sua.

Davide Cassani

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Cervia
Monte Cavallo

Lunghezza: 90 km
Difficoltà: media
Durata: 3/4 ore

8
> Da sapere Non è uno scherzo Monte Cavallo con
il suo 15% di arrembante pendenza. Quando si arriva al suo cospetto,
per fortuna, c’è già stato tutto il tempo per riscaldarsi. Varrebbe la pena
salire fino a Teodorano un po’ prima, ma la rocca si compiace proprio
d’essere inespugnabile. Il 39x26 sarà una panacea per molti mali.

> Da vedere Teodorano è un antico borgo medioevale, nel


1063 apparteneva alla chiesa di Ravenna. A Formignano invece si trovava
uno dei più importanti centri minerari della Romagna. La miniera chiusa
nel 1962 rappresenta un importante esempio di archeologia industriale.
Nella frazione di Pisignano invece troviamo una delle più antiche pievi
del ravennate, quella di S. Stefano. Risale al 977 e nel 1512 fu distrutta
per essere riedificata nel 1521.

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0 2 4 6
chilometri

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4
sul Rubicone
Montiano RIMINI
NORD

Longiano

Montenovo Santarcàngelo
di Romagna Santa
Cento Giustina
CerviaRoncofreddo Montalbano o ia

Us

ecch
San Marino F.

ár
M
Santa Camerano
Paola ne F.
ico Borghi
Rub Corpolò
F.

Lunghezza: Sogliano Montecchio Villa Verucchio


al 125 km
Rubicone
Difficoltà: medio-alta
Durata: 5 ore Verucchio

Pietra
dell’ Uso Bruciato
Serravalle
Aléssio
Pietracuta
10 Montetiffi
Villanova
> Da sapere La grimpeur mania viene così: alcune S. salite
Marino
come queste hanno fatto il miracolo. Quest’angolo recondito inoltre
Secchiano
consente di conoscere, finalmente, la cima aguzza che contrasta ogni
Pietramàura Poggio di
sguardo di pianura. Alcuni tratti potrebbero rivelarsi indigesti, meglio
Chiesanuova
0 2 4 6
consultare l’altimetria. Monte
chilometri Maggio Fiorentino
San Leo
> Da vedere Castello
A San Marino, la porta di San Francesco
rappresenta un mirabile esempio architettonico del quattordicesimo
secolo. La chiesa di San Francesco, anch’essa del quattordicesimo secolo,
è un’ opera dei maestri comacini. Il palazzo del governo invece è in stile
gotico cristiano ed appartiene al quindicesimo secolo. La basilica del
Santo, in stile neoclassico con campanile romanico, ha al proprio lato
la chiesetta di San Pietro in cui si conservano le nicchie di San Marino
e San Leo, scavate nella viva roccia. Nella chiesa di San Quirino del
sedicesimo secolo infine fu ospitato Garibaldi nel
PERCORSO 1849.
n°5/a
Borgo Magg.
Maggio
Monte

521 m
526 m

S. Marino
317 m Fiorentino

500

400
176 m Bivio S. Leo
116 m Ponte Verucchio

Acquaviva
273 m

300
32 m Savignano

200
Verucchio

32 m Savignano
4 m Montaletto

116 m
Ponte
6 m Villalta
2 m Cervia

2 m Cervia

100

0m
Km
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130

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0 2 4 6
chilometri

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San Vittore
Tessello Calisese

San Carlo Montiano


Teodorano Montereale Longiano
Sorrivoli

F. S àvio
e
ltr Luzzena
Cervia
T.
Vo
Roncofreddo
Pieve di Borello Monteaguzzo
Rivoschio
Ciola Araldi ne Borghi
co
Boratella bi

Ru
F.
Santa Maria
Riopetra Sogliano
A1
4 Pieve di Linaro Borgostecchi al Rubicone
Rivoschio
Lunghezza: 130 km
Difficoltà: alta Mercato Ponte
Saraceno dell’Uso
Durata: 6 ore Renchio
Pietra
Monte Rontagnano dell’Uso
Rullato Castello Villanova
Barbotto
Secchiano
12 Sarsina Savignano
> Da sapere di fondisti
È un percorso per Rigo e scalatori.
Valbiano
Le tre salite a Pieve di Rivoschio, Ciola e Barbotto non perdonano senza
Perticara San Leo
preparazione. Questo per sconsigliare chi non ha le possibilità di ritornare

ia
h
recc
Lago gambe, ma anche per invogliare chiNovafeltria
a casa con le proprie ama le gran fondo:
di Quarto San Donato

a
sarà un buon banco di prova per le loro imprese future.
Pagno F. M
Il 39x26Donicilio
è d’obbligo, non si sa mai. Lombardi
4 Monte
> Da vedere0 2 6
La rocca 8 Forlimpopoli fuBenedetto
di Soanne
edificata nei primi
anni del 1300 e completata
chilometri da Pino Ordelaffi e Caterina Sforza. Villagrande
Maciano
La città fu patria di Pellegrino Artusi, ma appartiene alla sua storia anche
la razzia di denaro e gioielli fatta nel teatro dal brigante soprannominato
il Passatore durante la sera del 25 gennaio 1851. Il Castrum Suliani fu
retto nella seconda metà del tredicesimo secolo dai Malatesta di Sogliano,
che se lo contesero con i Malatesta di Rimini. Oggi è l’agricoltura la
maggiore economia di questa cittadina, che ha nel formaggio di fossa una
leccornia conosciuta da tutti i buongustai.

PERCORSO n°7/a
531 m Ciola
Pieve di Rivoschino

Le Croci
607 m

700
177 m Mercato Saraceno

351 m Sogliano
509 m Strigara
215 m San Romano

600
400 m

500
230 m Borghi
205 m Linaro

Barbotto 515 m

400
32 m Savignano
58 m Meldola

Piavola 190 m

300
49 m Fratta
2 m Cervia

2 m Cervia

200
100
0m

Km
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140

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0 2 4 6 8
chilometri

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Faenza
Marradi

Lunghezza: 120 km
Difficoltà: alta
Durata: 5/6 ore

14
> Da sapere Nove chilometri di salita e diciotto di discesa
bastano? La scalata alla Sambuca è una delle più lunghe della Romagna, poi
si scende a Marradi cercando più che altro di tenere le dita sui freni senza farle
intorpidire. È un percorso più regolare che massacrante ed esalterà le doti
dei fondisti. Non si può dire che sia alla portata di tutti, si tratta comunque
di una classica sulla quale sono in molti a cimentarsi. La prima parte, fino a
Palazzuolo, è da scrivere sul manuale dei tracciati. Poi la salitona ed il tuffo
a valle che riportano al ciclismo d’altri tempi. Roba da vivere con la pelle
d’oca, che sicuramente vi verrà.

> Da vedere A Faenza, Palazzo della Podestà e del municipio


risplendono dall’alto della loro storia. Di epoca medioevale, furono
entrambi restaurati ed il secondo fece parte delle residenze manfrediane.
La cattedrale di piazza della Libertà è uno dei migliori esempi di arte
rinascimentale della Romagna. Il loggiato di portico degli Orefici
del seicento e la fontana monumentale PERCORSO
con bronzin°8/a
del diciassettesimo
1061 m

1000
Passo Sambuca
437 m Palazzuolo

800
195 m Casola Valsenio

328 m Marradi

600
192 m Modigliana
98 m Riolo Terme

400
34 m Faenza
34 m Faenza

200

0m
Km
0 20 40 60 80 100 120

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0 2 4 6
chilometri

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secolo fanno parte delle perle faentine. Se proprio volete, potete fare
un salto anche a palazzo Milzetti, il più ricco e significativo palazzo
neoclassico della regione, oppure al teatro Masini, uno dei più belli
d’Italia. Dimenticavamo: al museo internazionale della ceramica
è raccolto un patrimonio di valore mondiale.

> A Riolo Terme la suggestiva rocca del XIV secolo conserva ancora tutto il
fascino del passato. Anche le poderose mura di cinta del XV e XVI secolo
stanno a significare le lotte vissute da questo illustre borgo. Lo stabilimento
termale dei “Bagni”, rimesso a nuovo negli anni sessanta, mantiene
inalterate le sue caratteristiche ed è immerso in un florido parco ricco di
essenze. Nel borgo troneggiano i tre possenti torrioni della rocca
e la torre Quadra: ristrutturato senza alterazioni il complesso è sede di
manifestazioni culturali. Di rigore è una visita a Monte Mauro dove si trova
la “Vena del Gesso”. Questo luogo è caratterizzato dai fenomeni carsici
16 della roccia gessosa e da una particolare disposizione di questi strati
causata da complesse fasi geologiche. La natura offre alcune specie
botaniche pregiate, quali la Cheilante persica. Le scoscese pareti gessose
sono l’ambiente ideale per la nidificazione del gufo reale, ma questo habitat
consente la presenza anche a coleotteri, lepidotteri e vertebrati.
La chiesa di Monte Mauro, recentemente ricostruita, insieme ai resti del
castello, rappresenta una testimonianza importantissima di un territorio che
comprendeva ben 23 insediamenti ecclesiastico militari ed era amministrato
proprio da questa pieve chiamata Santa Maria in Tiberiaci.
Nel parco del Carnè invece si possono ammirare fioriture di dente di cane
e anemone dei prati; in giugno compaiono gli appariscenti fiori del giglio
rosso. Fra maggiociondoli, sambuchi, vecchi carpini, gerani selvatici e
ciclamini, la zona è comunque un vero e proprio eden da osservare e
“respirare”. La grotta della Tanaccia, frequentata nell’era del bronzo,
è circondata da robinie e presenta al suo ingresso un tappeto di felci
inconfondibili: si tratta delle lingua cervina. La grotta di Tiberio è situata
nei pressi di Borgo Rivola. Narra la leggenda che al re fosse stata predetta
la morte per folgore. Per questo si era ritirato nella caverna, dalla quale
uscì solo in un giorno di cielo sereno: non fu sufficiente perché venne
ugualmente fulminato. La torre del Marino, nella strada che conduce
a Brisighella, fu eretta verso la fine del quindicesimo secolo per scopi
difensivi e di avvistamento dalla famiglia dei Naldi. In seguito appartenne
ai Rondinini e costituì il prototipo architettonico per le successive torri
sorte in questo territorio. Vicino sorge l’omonimo agriturismo, con ottima
vista sulla vallata.

> La “preistorica” Casola Valsenio fu colonizzata solo alla fine del primo
millennio grazie ai benedettini che vi collocarono alcune abbazie,
fra cui quella, rinomatissima, di Valsenio. Il borgo assunse importanza
dal XIII secolo ed ospitò i fuggiaschi dell’omonimo castello bruciato nel
1216 dai faentini. Le sorti del comune dal 1300 sono le stesse del contado
imolese, tanto che ancora oggi la parrocchia appartiene
a questa diocesi. Casola è ora il paese delle torri: quella di Galbetto del

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17
XV secolo e dell’orologio regolato nel 1560. È anche il centro delle erbe
officinali, il vivaio cattura le attenzioni di un pubblico sempre crescente.
In periferia si sprofonda nella quiete del rigoglioso parco del Cardello, la
casa museo dello scrittore Alfredo Oriani, tipico esempio di abitazione
signorile romagnola. Spunti architettonici interessanti sono contenuti anche
nella chiesa di Sant’Apollinare, ai confini con la Toscana. La torre di Ceruno si
aggrappa ancora al cielo dal poggio in cui fu eretta nel quattordicesimo secolo.

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Gran fondo
del sale

Lunghezza: 165 km
Difficoltà: molto alta
Durata: 6/7 ore

18
> Da sapere Il tracciato è diventato un appuntamento classico
del ciclismo amatoriale d’inizio stagione. Ciclisti di tutta Italia provano
la pedalata nella prima gara dell’Udace, disputandosi la Gran Fondo del Sale
anche per eliminare la ruggine dell’inverno. Si riassapora l’asfalto bollente
delle classicissime con un collaudo severo ma ben bilanciato. Il tracciato
poi s’addentra nella “Romagna solatìa” e attacca quattro colli che si fanno
rispettare. Polenta sembrerebbe alla portata, ma è da prendere con
le molle. Giunti alla chiesa di memoria carducciana vi auguriamo di “vederla”
bene: dopo La Fratta inizia il rush finale.

> Da vedere Il museo costituisce il vanto di Sarsina.


Contiene fra l’altro alcune iscrizioni romane, il mausoleo scomposto di
Rufus, un pavimento musivo in cui è raffigurato il “Trionfo di Dioniso”.
Al piano superiore si possono ammirare anche alcune sculture in marmo.
La passeggiata archeologica non può tralasciare però un visita
al monumento di Plauto e alla piazza intitolata al grande poeta.

PERCORSO n°10/a
644 m

Cavallo

700
338 m Teodorano

600
m Oriola
26 m Incrocio Via Emilia Diègaro

305 m Collinello
Monte

26 m Panignina BivioVia Emilia


480 m

330 m Polenta
300 m Ranchio

134 m Mercato Saraceno


Musella M. Finocchio

257 m Bertinoro
120 m Osteria di Piavola

500
81 m Bivio Montevecchio

81 m Bivio per Meldola


242 m Sarsina

Montevecchio 324 400


2 m Gran Fondo del Sale

2 m Gran Fondo del Sale


205 m Linaro

400
m
90 m Ponte Giorgi

20 m S. Maria Nuova
20 m S. Maria Nuova

49 m Fratta Terme

300
60 m S.Vittore

70 m S. Carlo
71 m Borello

71 m Borello

30 m Meldola
15 m Matellica

15 m Matellica

200
2 m Cervia
2 m Cervia

100
0 m

Km
0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165

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0 2 4 6
chilometri

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20
Qui si trova la millenaria cattedrale con la cappella di San Vicinio,
il palazzo vescovile e la cupola del seminario. All’ingresso di Sarsina
è invece situato il monumento ad Obulacco, eretto nel primo secolo a.C.
Anche i dintorni sono ricchi di storia e testimonianze antiche di questo
illustre territorio. Ad esempio la vicina Calbano, pur sottoposta al logorio
dei secoli, rende ancora l’immagine del borgo medioevale fortificato
che difendeva i romani. Sempre nell’immediata periferia le
“Marmitte dei Giganti”, uniche in Romagna, rappresentano un’opera
scolpita dall’acqua nel corso dei secoli. Anche il castello di Casalecchio,
ricordato già nel 1179 come proprietà della chiesa, merita una visita
soprattutto per il suo vasto salone dotato di un camino cinquecentesco.
Fra le vicine località è da menzionare Ranchio, che diede i natali al pittore
settecentesco Michele Valbonesi.È sua la pala d’altare che impreziosisce
la chiesa parrocchiale.

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La nove colli

Lunghezza: 202 km
Difficoltà: molto alta
Durata: 8/9 ore

21
> Da sapere Un’avventura, una sfacchinata, un’impresa
o una gita? Comunque vogliate chiamare la fatica della nove colli, vi
resterà sempre impressa. D’altra parte, se non fosse così, dove sarebbe
il divertimento? Quello naturalmente di raccontare che anche voi avete
scalato, sudato, imprecato, forato, smanettato nel cambio, implorato...
e sperato di salire sulla prima auto di passaggio, salvo poi concludere in bici
il percorso e dire, senza fiato, “...ce l’ho fatta, è stata dura, lo rifarei”. Che
consigli vi possiamo dare? Prima di tutto, se non amate le salite pensateci
un attimo. Quando siete a Pieve di Rivoschio iniziate a contare le forze.
Al Barbotto fate un esame di coscienza. A Montetiffi decidete se vi conviene
proseguire ed a Perticara mettetecela tutta per convincervi che tornerete a
casa con le vostre gambe. A Maiolo prendetela con calma ed a Secchiano
pensate che è finita. Quello che verrà dopo, al Gorolo, sarà già entrato
a far parte della vostra storia. Tutte queste considerazioni naturalmente
sono rivolte al cicloturista che non è in gara, ma vuole provare ugualmente
l’ebbrezza di concludere uno dei tracciati classici delle gran fondo nazionali.

PERCORSO n°16/a
405 m Montetiffi

Perticara

Passo del Grillo


787 m
Pieve di Rivoschio

531 m Ciola

653 m

800
Barbotto

337 m Gorolo
Madonna di Pugliano
515 m

434 m

600
400 m

400
2 m Cervia

2 m Cervia

200

0m

Km
0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

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0 2 4 6 8
chilometri

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Se poi intendete sfruttare questa esperienza per partecipare alle nove colli
di Cesenatico, in bocca al lupo!

> Da vedere A Bertinoro, il palazzo comunale fu edificato


nel 1306 da Pino degli Ordelaffi. È stato più volte rimaneggiato, l’ultima
volta nel 1934, ed ha al suo interno alcuni pregevoli locali come la sala del
Popolo e la sala Magna. A fianco si trova la torre dell’Orologio, rinforzata
nel 1599. Ma Bertinoro è conosciuto anche per la sua proverbiale
ospitalità e la colonna degli Anelli sta a testimoniare questa tradizione
secolare. La cattedrale risale al 1500 ed è in stile bramantesco. La rocca
ospitò nel 1177 Federico Barbarossa ed ora sta ritornando agli antichi
splendori grazie ad un opportuno restauro. Sede del vescovado ospita
inoltre il Centro per lo studio e la conservazione dell’arredo liturgico e
del costume religioso. La chiesa di Polenta è resa famosa dai versi del
Carducci dedicati a Dante Alighieri. “Qui Dante inginocchiossi?”, recita
la sua lirica in modo interrogativo. La pieve è ricordata già alla fine del IX 23
secolo, il castello di Polenta risale al 1403 ma fu distrutto dopo il 1820
per costruire case private. Tutto questo territorio comunque trasuda
fascino e mistero, immerso in una proverbiale quiete che forse proprio la
storia gli ha saputo infondere. Si narra, fra l’altro, che oltre alle
frequentazioni del Carducci, sulla collinetta di Corzano vi fosse anche il
cipresso di Francesca da Polenta. La vittima della tragedia malatestiana pare
vi sostasse in contemplazione, per ammirare la sinuosità di queste colline.

> Fratta Terme invece offre le sue acque conosciute fin dal tempo
dei romani: sgorgano con pregiate qualità curative dalle sette antiche
sorgenti. L’oratorio di Santa Lucia, eretto nel secolo scorso, conserva una
tela raffigurante la martire siracusana di scuola bolognese.
Nella chiesa del Suffragio invece si può ammirare una Madonna con
bambino datata 1575. Il monastero è noto per avere ospitato le sorelle
di Giovanni Pascoli dopo la tragedia che colpì la famiglia. Anche il poeta
trascorse alcuni periodi a Sogliano dedicando a questi ameni luoghi
rime e poesie. Pietra dell’Uso si trova nei pressi del ponte da cui passa
il percorso. Nel dodicesimo secolo apparteneva ai Bizinghi e all’Abbazia
di Montetiffi; sulla sommità di questo sperone roccioso, situato a 271
metri, sorgono la chiesa ed i resti dell’antico castello. Montetiffi è nelle
vicinanze ed è ricordato per le sue teglie. La piadina romagnola, infatti,
per avere la fragranza ed il sapore che la contraddistinguono, deve
essere cotta quassù. Nell’XI secolo fu sede di un’importante abbazia
Benedettina. San Giovanni in Galilea, a sud di Borghi di fronte a Torriana
e Montebello, è racchiuso nel perimetro delle antiche mura malatestiane.
Si tratta di un gioiello medioevale che ospita dal 1800 il museo Renzi con
reperti preistorici e d’epoca.

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Cervia ������������
Perticara ���������
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Lunghezza: 122������������
km
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Difficoltà: alta ��������� �����������
Durata: 5/6 ore
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����������
> Da sapere A Perticara
���������� si arriva dopo 7 chilometri in verticale,
la pendenza non azzarda oltre il 12%, ma si fa rispettare. Scalare col 39x23
���������
vuol dire agilità. Attenti però: la���������
��������� Perticara può anche ingannare. ����������
�������
All’inizio si distende e sembra di averla in pugno, ma poi vi chiederete
se non finisca mai. Come sempre la risposta è arrivati� in cima.
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> Da vedere �����
L’Oratorio di Santa Lucia, eretto nel secolo scorso,
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conserva una tela, raffigurante la martire siracusana, di scuola bolognese.
Nella chiesa del Suffragio invece si può ammirare una Madonna con
bambino datata 1575. Il monastero è noto per avere ospitato le sorelle
di Giovanni Pascoli dopo la tragedia che colpì la famiglia. Anche
il poeta trascorse alcuni periodi a Sogliano dedicando a questi luoghi
ameni rime e poesie.

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0 2 4 6
chilometri

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Cervia
Barbotto

Lunghezza: 105 km
Difficoltà: alta
Durata: 6 ore

26
> Da sapere Se non fosse per il passo più temuto della
Romagna, sarebbe un percorso come tanti altri. Per alcuni ciclisti è un incubo,
per altri una manna, dipende dai punti di vista. Sta di fatto che il Barbotto
ha fatto storia, e non c’è appassionato di questo sport che non abbia tentato in
qualche modo di scalarlo. Impresa non certo impossibile, ma occorre mantenere
il ritmo costante ed usare un 36x26. Sono quasi sei chilometri con una pendenza
che giunge in progressione fino al 18%, ma se proprio le gambe non ce la
dovessero fare, non sarà certo un disonore scendere. Lo hanno fatto in tanti...

> Da vedere Forum Saraceni era già nel 1223 un centro


fiorente di mercati e fiere. Saraceno, figlio del signore ravennate Alberico
degli Onesti, possedeva questo e com’era d’uso a quei tempi diede il
nome alla cittadina. Mercato Saraceno, che oggi conta circa 6.000 abitanti,
fu, dal 1900, un luogo importante anche per le sue miniere di zolfo.
Oggi in questo territorio prevale l’economia agricola, il vino sangiovese
PERCORSO n°15/a
rappresenta uno dei punti forti dell’offerta.
515 m Barbotto

509 m Strigara
607 m Le Croci

700
440 m Montegelli

600
351 m Sogliano

500

400
230 m Borghi
Mercato Saraceno

300
71 m San Carlo

32 m Savignano
70 m Borello
35 m Cesena

200
134 m
2 m Cervia

2 m Cervia
10 m Sala

100

0m

Km
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

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0 2 4 6
chilometri

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In mountain
bike

29
> Qualcuno un giorno mi disse che con la
mountain bike si sentiva in cima al mondo.
Quella frase mi restò scolpita nella mente,
tanto che volli provare una simile sensazione.
Lo feci sulla mia pelle, perché all’inizio fu
veramente dura. Capii ben presto però che
gettare via la bicicletta dalla rabbia o dalla
disperazione non serviva a nulla. Meglio
invece riprovarci, e così anch’io intravidi la
cima immaginifica: esisteva veramente. Da
quel momento ho scorrazzato per l’Appennino
romagnolo, e sapete che vi dico? Ne è valsa la
pena! Al punto che adesso la fatica è passata
in secondo piano ed ha vinto l’emozione che
fa accapponare la pelle, la solitudine che
gratifica i sensi. E poi quel silenzio di velluto
che accompagna l’incedere delle due ruote,
il cielo che si spalma sul sentiero, l’orizzonte
che schiude ad una nuova magia. Questi
percorsi che vi propongo li ho vissuti così,
arrampicandomi, come sospinto da tutti questi
elementi. Credetemi, conquistare il monte è un
modo per farselo amico: la volta successiva vi
rispetterà e potrete stringergli la mano.

Massimo Previato

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B

c o
T.
C. ai Punta

C. del Comune

Milano Lido di Classe


Foce
Marittima C. Belluzzi del Sávio
Ortazzino
Lido di Sávio

Sávio
Lunghezza: 28 km
Difficoltà: bassa
Durata: 1 ora e 30’ C. Rubboli
Fiu

m
eS
avio

30
> Da sapere C. Giuliani Per rompere il fiato è l’itinerario giusto.
Si inizia con pochi chilometri, ma il cuore pulsa
Ca delle Aiein questo parco.
Il percorso soft non richiede particolari destrezze tecniche, ma vista aguzza
per osservare. Le gomme possono essere anche di sezione stretta, meglio
portare camera d’aria di scorta e pompa. L’acqua scarseggia, serve la
borraccia piena. Stazzone

> Da vedere Il patrimonio artistico culturale di Cervia


è assai vasto grazie ad una storia che ha radici lontane. Le uniche
V

testimonianze della Città Vecchia però sono la chiesa sconsacrata della


Milano
Madonna della Neve ed il santuario della Madonna del Pino. La prima si
Marittima
trova in mezzo alle saline e fu costruita entro le mura antiche nel 1603, la
seconda fa bella mostra nei pressi delle Terme e risale al 1487. Sulla piazza
0 si affaccia poi
principale 1 il palazzo comunale,
2 uno dei maggiori edifici del
quadrilatero, realizzato nel settecento insieme alla cattedrale che
chilometri
lo fronteggia. Poco più avanti corso Mazzini ospita la chiesa del Suffragio,
costruita nel 1722 dalla confraternita del SS Sacramento. Proseguendo si
possono visitare la chiesa di S. Antonio da Padova ed i magazzini del sale.
Questi ultimi si dividono nelle due mirabili opere architettoniche della torre
e della darsena, protette un tempo dalla torre S. Michele.

PERCORSO n°2/b

200
Milano Marittima

Milano Marittima
Foce del Bevano
Nullo Baldini

Nullo Baldini
Lido di Savio

Lido di Savio
Ortazzino

100

0m
Km
0 10 20 30

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0 1 2
chilometri

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Marina Romea
Pineta
di San Vitale

Lunghezza: 27 km
Difficoltà: bassa
Durata: 2 ore e 30’

32
> Da sapere Cicloturismo soft ed osservazione naturalistica
mimetizzano la fatica. Le emergenze ambientali costellano il tracciato,
il fondo sconnesso dei sentieri richiede un po’ di allenamento.
Da non dimenticare borraccia, camera d’aria, pompa e barrette
alimentari. Durante il percorso non vi sono punti di ristoro.

> Da vedere Fra la Pineta di San Vitale e la Pialassa


è un continuo susseguirsi di vallivi, chiari e bassure mentre l’avifauna
palustre la fa da padrona. Qui planano anche alcune specie protette
come il Cavaliere d’Italia e l’Avocetta che nidificano fra i rossi ciuffetti
della salicornia. Nel bosco termofilo troneggia il “Pino marittimo”,
il sottobosco custodisce biancospini, prugnoli e ligustri. Punte Alberete
invece è un suggestivo e raro esempio di foresta allagata con essenze
tipiche dei boschi idrofili planiziari. Pioppi bianchi, salici e frassini
salgono al cielo fra il fitto ricamo di gigli e ninfee. Qui nidificano
la Moretta tabaccaia, il Tarabuso ed il Marangone minore. In quanto
alle emergenze storico – culturali, spicca fra le testimonianze di questo
territorio la “Ca’ Vecia”, antica casa della aie in cui si ammassavano
le pigne per poi estrarne i pignoli. L’Oratorio Madonna del Pino ricorda
un passato in cui i matrimoni avvenivano fra il verde ed il cinguettio.
Madonna del Pino

200
Ponte Fossatone

Ponte Fossatone
Marina Romea

Marina Romea
Ponte Taglio
Ca’ Vecia

Ca’ Nova

100
Sterrato

0m
Km
0 10 20 30

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0 1 2
chilometri

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Alfonsine
Anita

Lunghezza: 40 km
Difficoltà: bassa
Durata: 2 ore e 30’

34
> Da sapere Bastano due gomme anche lisce, un po’
di voglia di pedalare ed una borraccia d’acqua, da riempire a casa. La prima
fontana, infatti, è dopo 17 chilometri di full immersion nella natura. Potrebbe
bastare per non sentire la sete, ma non si sa mai. Per chi riuscirà a forare in questo
tracciato proponiamo un premio speciale alla sfortuna. Sconsigliamo di affrontare
questo viaggio nella bassura con la nebbia. Non che manchi il fascino, ma
perdereste la possibilità di vedere aironi, avocette, garzette e cavalieri d’Italia
che planano intorno, e non solo!

> Da vedere La riserva di Alfonsine è stata istituita nel 1990


e si suddivide in tre stazioni: lo stagno della fornace Violani, il boschetto
del tre canali e la fascia boscosa del canale Mulini. Ninfee bianche e testuggini
caratterizzano lo stagno. La fascia boscosa invece è ricca di orchidee, pioppi,
frassini e salici, gli stessi che ritroviamo nel boschetto. Ad Alfonsine si può
visitare anche la casa natale del poeta Vincenzo Monti, centro visita della
riserva e del parco regionale. S. Alberto è la principale località di questa
stazione del parco del delta del Po in cui si erige ancora la casa di Olindo
Guerrini, oggi centro culturale. Il “Palazzone” è il più importante centro visita
di quest’area del parco. A Villanova di Bagnacavallo potrete visitare
l’ Ecomuseo della civiltà palustre.

PERCORSO n°3/b
Oasi di Boscoforte

Oasi di Boscoforte
Oasi della Furlana

200
(Fontana)
Traghetto

Traghetto

Alfonsine
Alfonsine

100

0m
Km
0 10 20 30 40

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0 1 2 3
chilometri

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Milano
Marittima
Pineta
di Classe

Lunghezza: 36 km
Difficoltà: bassa
Durata: 2 ore e 30’

36
> Da sapere Cicloturismo soft ed osservazione naturalistica
mimetizzano la fatica. Le emergenze ambientali costellano il tracciato,
il fondo sconnesso dei sentieri richiede un po’ di allenamento. Da non
dimenticare borraccia, camera d’aria, pompa e barrette alimentari.
Durante il percorso non vi sono punti di ristoro.

> Da vedere Il patrimonio artistico culturale di Cervia


è assai vasto grazie ad una storia che ha radici lontane. Le uniche
testimonianze della Città Vecchia però sono la chiesa sconsacrata della
Madonna della Neve ed il santuario della Madonna del Pino. La prima
si trova in mezzo alle saline e fu costruita entro le mura antiche nel 1603,
la seconda fa bella mostra nei pressi delle Terme e risale al 1487. Sulla
piazza principale si affaccia poi il palazzo comunale, uno dei maggiori
edifici del quadrilatero, realizzato nel settecento insieme alla cattedrale
che lo fronteggia. Poco più avanti corso Mazzini ospita la chiesa
del Suffragio, costruita nel 1722 dalla confraternita del SS Sacramento.
Proseguendo si possono visitare la chiesa di S. Antonio da Padova
ed i magazzini del sale. Questi ultimi si dividono nelle due mirabili opere
architettoniche della torre e della darsena, protette un tempo
dalla torre S. Michele.

PERCORSO n°1/b
Canale Fosso Ghiaia
Canale Fosso Ghiaia

200
Via dei Lombardi
Milano Marittima

Milano Marittima
Via Nullo Baldini
Via dei Lombardi
Via Nullo Baldini

Parco IO Maggio

Canale Via Cupa


Stadio dei Pini

Canale Via Cupa

Stadio dei Pini


Fiume Savio
Fiume Savio

100

0m
Km
0 10 20 30 40

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0 1 2
chilometri

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Riolo Terme
Monte Mauro

Lunghezza: 22 km
Difficoltà: media
Durata: 1 ora e 30’

38
> Da sapere Potrebbe esserci un po’ di fango, ma non tale da
impaccarvi le ruote. La scalata a Monte Mauro in compenso è all’asciutto,
d’estate anche troppo. L’ultimo tratto è talmente sassoso, che le gomme
slittano anche restando sulla sella: meglio montare una sezione ampia
(almeno 1,9). La discesa da questo versante presenta un tratto da bici
“molleggiata”. Non dimenticate casco, guanti, camera d’aria, pompa e fate
provviste di acqua in paese. Se proprio la sete fosse irresistibile, fermatevi
in uno dei tanti casolari abitati del percorso.

> Da vedere A Riolo Terme, la suggestiva rocca del


quattordicesimo secolo conserva ancora tutto il fascino del passato. Anche
le poderose mura di cinta del quindicesimo e sedicesimo secolo stanno
a testimoniare le lotte vissute in questo illustre borgo. Lo stabilimento
termale dei “Bagni”, rimesso a nuovo negli anni sessanta, mantiene
inalterate le sue caratteristiche ed è immerso in un florido parco ricco
PERCORSO n°5/b
di essenze. Nel borgo troneggiano i tre possenti torrioni della rocca
Monte
Mauro
515 m

500

400
154 m Mongardino

100 m Borgo Rivola

300
98 m Riolo Terme

98 m Riolo Terme

200

100

0m
Km
0 11 22

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0 1 2
chilometri

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40
e la torre Quadra: ristrutturato senza alterazioni, il complesso storico
è sede di manifestazioni culturali. Di rigore è una visita a Monte Mauro
dove si trova la “Vena del Gesso”, fenomeno iniziato otto milioni di anni
fa. La natura offre alcune specie botaniche pregiate quali la Cheilante
persica. Le scoscese pareti gessose sono l’ambiente ideale per
la nidificazione del gufo reale, ma questo habitat consente la presenza
anche a coleotteri, lepidotteri e vertebrati. La chiesa di Monte Mauro,
recentemente ricostruita, insieme ai resti del castello, rappresenta una
testimonianza importantissima di un territorio che comprendeva ben 23
insediamenti ecclesiastico militari ed era amministrato proprio
da questa pieve chiamata Santa Maria in Tiberiaci. Nel parco del Carnè
invece si possono ammirare fioriture di dente di cane e anemone
dei prati; in giugno compaiono gli appariscenti fiori del giglio rosso.
Fra maggiociondoli, sambuchi, vecchi carpini, gerani selvatici e ciclamini
la zona è comunque un vero e proprio eden da osservare e “respirare”.
La grotta della Tanaccia, frequentata nell’era del bronzo,è circondata
da robinie e presenta al suo ingresso un tappeto di felci inconfondibili:
le lingua cervina. La grotta di Tiberio è situata nei pressi di Borgo Rivola.
Narra la leggenda che al re fosse stata predetta la morte per folgore.
Per questo si era ritirato nella caverna dalla quale uscì solo in un giorno
di cielo sereno: non fu sufficiente perché fu ugualmente fulminato.
Brilla in alto come il sole la torre del Marino. Si trova nella strada che
conduce a Brisighella e fu eretta verso la fine del quindicesimo secolo
per scopi difensivi e di avvistamento dalla famiglia dei Naldi.
In seguito appartenne ai Rondinini e costituì il prototipo architettonico
per le successive torri sorte in questo territorio. Ora è frequentata dai
barbagianni e sorvolata dal gheppio, di casa negli ambienti collinari anche
abitati. Vicino sorge l’omonimo agriturismo, con ottima vista sulla vallata.

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Casola
Valsenio
Monte
Battaglia

Lunghezza: 20 km
Difficoltà: alta
Durata: 2 ore

41
> Da sapere L’unico rischio di questo percorso è il fango,
ma si trova solo quando piove forte. Conviene inoltre seguire il nostro
chilometraggio per evitare spiacevoli dietrofront ed imprecazioni del
tipo “accidenti a chi ha fatto questo percorso”. La prima scalata a monte
Battaglia è impegnativa, poi arrivano le discese “allegre”. Occorrono casco,
guanti, camera d’aria, pompa e un po’ d’acqua.

> Da vedere Casola è ora il paese delle torri: quella del


Galbetto del quindicesimo secolo e quella dell’orologio del 1560.
Ma è anche il centro delle erbe officinali. Il giardino botanico cattura
le attenzioni di un pubblico sempre crescente. Ci si arriva attraverso
la strada della lavanda e vi si possono ammirare oltre 400 specie;
le piante vengono coltivate, studiate e analizzate per il loro utilizzo nei
diversi campi applicativi, che spaziano dal medico, al biologico,
al cosmetico, alimentare e di sperimentazione genetica. Le ricche aiuole,
il laboratorio dell’alchimista, la PERCORSO
biblioteca botanica,
n¡6/btutto fa parte
Battaglia
Monte
447 m S. Ruffillo

715 m

della Battagliola

800
426 m Cavalle

450 m Monte

195 m Casola Valsenio


195 m Casola Valsenio

600

400

200

0m
Km
0 10 20

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0 1 2
chilometri

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43
di questo patrimonio che per essere divulgato si avvale anche
del mercatino delle erbe e dei prodotti dell’erboristeria. In periferia
sprofonda nella quiete del rigoglioso parco del Cardello la casa
museo dello scrittore Alfredo Oriani, tipico esempio di abitazione
signorile romagnola. Spunti architettonici interessanti sono contenuti
anche nella chiesa di Sant’Apollinare, ai confini con la Toscana.
La torre di Ceruno si aggrappa ancora al cielo, dal poggio in cui fu eretta
nel quattordicesimo secolo. Sul Monte Battaglia scandisce ancora
il tempo il maschio della rocca militare, eretta a baluardo del territorio
nel dodicesimo secolo. Il luogo però fu sconvolto dagli avvenimenti
della seconda guerra mondiale e teatro di sanguinosi combattimenti
fra partigiani, alleati e tedeschi. La chiesa di San Ruffillo del diciottesimo
secolo sembra custodire un luogo incantato, dove la casa colonica Buta
riesce a fermare il tempo: conserva ancora la stalla ed i servizi al piano
terra e l’abitazione al piano superiore. Il loggiato a tre arcate è per i palati
fini dell’architettura povera.

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Villa
San Giorgio
in Vezzano
Monte
Osadella

Lunghezza: 22 km
Difficoltà: media
Durata: 3 ore

44
> Da sapere La prima parte scivola via liscia, poi il monte
Osadella fa sentire gli artigli e fin sotto Ca’ Vicchio il sentiero resta
spiccicato sul crinale. Il fango è in agguato: meglio usare sezioni strette
e tenere le scolpiture dentro al single track. Il rampichino servirà
oltremodo, per l’ultima discesa meglio gonfiare bene. Servono casco,
borraccia, camera d’aria di scorta, cartina e buona vista.

> Da vedere A Riolo Terme, la suggestiva rocca del


quattordicesimo secolo conserva ancora tutto il fascino del passato. Anche
le poderose mura di cinta del quindicesimo e sedicesimo secolo stanno
a testimoniare le lotte vissute in questo illustre borgo. Lo stabilimento
termale dei “Bagni”, rimesso a nuovo negli anni sessanta, mantiene
inalterate le sue caratteristiche ed è immerso in un florido parco ricco di
essenze. Nel borgo troneggiano i tre possenti torrioni della rocca
e la torre Quadra: ristrutturato senza alterazioni, il complesso storico
è sede di manifestazioni culturali. Di rigore è una visita a Monte Mauro

PERCORSO n°7/b
88 m Villa S. Giorgio in Vezzano

88 m Villa S. Giorgio in Vezzano


201 m Torre di Marino

Monte Osadella

201 m Cannazzetto

400
185 m Casetrebbo
157 m Purcianella
180 m Biano

116 m Brisighella

261 m

300
74 m Casalino

200

100

0m
Km
0 11 22

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Villa

0 1 2
chilometri

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dove si trova la “Vena del Gesso”, fenomeno iniziato otto milioni di anni
fa. La natura offre alcune specie botaniche pregiate quali la Cheilante
persica. Le scoscese pareti gessose sono l’ambiente ideale per la
nidificazione del gufo reale, ma questo habitat consente la presenza
anche a coleotteri, lepidotteri e vertebrati. La chiesa di Monte Mauro,
recentemente ricostruita, insieme ai resti del castello, rappresenta una
testimonianza importantissima di un territorio che comprendeva ben 23
insediamenti ecclesiastico militari ed era amministrato proprio da questa
pieve chiamata Santa Maria in Tiberiaci. Nel parco del Carnè invece
si possono ammirare fioriture di dente di cane e anemone dei prati;
in giugno compaiono gli appariscenti fiori del giglio rosso.
Fra maggiociondoli, sambuchi, vecchi carpini, gerani selvatici e ciclamini
la zona è comunque un vero e proprio eden da osservare e “respirare”.
La grotta della Tanaccia, frequentata nell’era del bronzo, è circondata
da robinie e presenta al suo ingresso un tappeto di felci inconfondibili:
le lingua cervina. La grotta di Tiberio è situata nei pressi di Borgo Rivola.
Narra la leggenda che al re fosse stata predetta la morte per folgore.
Per questo si era ritirato nella caverna dalla quale uscì solo in un giorno
di cielo sereno: non fu sufficiente perché fu ugualmente fulminato.
Brilla in alto come il sole la torre del Marino. Si trova nella strada che
conduce a Brisighella e fu eretta verso la fine del quindicesimo secolo
per scopi difensivi e di avvistamento dalla famiglia dei Naldi.
In seguito appartenne ai Rondinini e costituì il prototipo architettonico
per le successive torri sorte in questo territorio. Ora è frequentata dai
barbagianni e sorvolata dal gheppio, di casa negli ambienti collinari anche
abitati. Vicino sorge l’omonimo agriturismo, con ottima vista sulla vallata.

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Informazioni

Porto Corsini
via Po 32/B
tel. 0544/447399
prolocoportocorsini@racine.ra.it
Uffici informazioni Uffici informazioni apertura stagionale
e accoglienza turistica turistiche
Punta Marina Terme
Ravenna Casal Borsetti via della Fontana 4
via Salara 8/12 via delle Viole 1/A tel. 0544/437312
tel. 0544/35404 tel. 0544/444912 iat@puntamarinaterme.it
iatravenna@comune.ra.it prolococasalborsetti@racine.ra.it apertura stagionale
apertura annuale apertura stagionale
Pinarella
via delle Industrie 14 Lido Adriano via Tritone 15/B
(Mausoleo di Teodorico) viale Petrarca 434 tel. 0544/988869
tel. 0544/451539 tel. 0544/495353 pinarella@cerviaturismo.it
teodoricoiat@comune.ra.it prolocolidoadriano@racine.ra.it apertura stagionale
apertura annuale apertura stagionale
Tagliata
Classe Lido di Classe piazzale dei Pesci 1
via Romea Sud 226 viale F.lli Vivaldi 51 tel. 0544/987945
(S. Apollinare in Classe) tel. 0544/939278 tagliata@cerviaturismo.it
tel. 0544/473661 lidodiclasse.iat@libero.it apertura stagionale
classeiat@comune.ra.it apertura stagionale
apertura annuale Bagnacavallo
Lido di Dante piazza della Libertà 13
Cervia via Catone 10 tel. 0545/280898
viale dei Mille 65 tel. 0544/492106 turismo@comune.
tel. 0544/974400 lidodidante.iat@libero.it bagnacavallo.ra.it
iatcervia@cerviaturismo.it apertura stagionale apertura annuale
apertura stagionale
Lido di Savio Brisighella
Milano Marittima viale Romagna 244 piazzetta Porta
viale Matteotti 39/41 tel. 0544/949063 Gabolo 5
tel. 0544/993435 lidodisavio.iat@libero.it tel. 0546/81166
iatmilanomarittima@ apertura stagionale iat.brisighella@racine.ra.it
cerviaturismo.it apertura stagionale
apertura annuale Marina di Ravenna
viale delle Nazioni 159 Casola Valsenio
Faenza tel. 0544/530117 via Roma 48/A
voltone della Molinella 2 proloco@marinadiravenna.org tel. 0546/73033
tel. 0546/25231 apertura stagionale iat.casolavalsenio@racine.ra.it
prolocofaenza@racine.ra.it apertura stagionale
apertura annuale Marina Romea
viale Ferrara 7
Riolo Terme tel. 0544/446035
corso Matteotti 40 prolocomarinaromea@racine.ra.it
tel. 0546/71044 apertura stagionale
iat.rioloterme@racine.ra.it
apertura annuale

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