Sie sind auf Seite 1von 25

MYANMAR: SPIRAGLI DI DEMOCRAZIA?

di Piergiorgio Pescali

1 . Introduzione: un percorso lungo e tortuoso Il biennio appena trascorso stato per il Myanmar un periodo di transizione culminato, nel mese di novembre 2010, in due episodi politicamente significativi: le elezioni generali e la liberazione di Aung San Suu Kyi. Le premesse di questi importanti eventi si erano delineate gi alla met del 2008 quando, un discusso referendum tenutosi poche settimane dopo il devastante ciclone Nargis, approv la nuova costituzione birmana con un improbabile 93,82% di voti favorevoli [1]. Subito dopo, lSPDC (State Peace and Development Council), lacronimo dietro al quale si cela la giunta militare al potere in Myanmar, fiss per il 2010 le consultazioni, senza per indicare n mese n giorno. Sarebbero state le prime votazioni nazionali dopo quelle tenutesi il 27 maggio 1990, quando lNLD (National League for Democracy), il partito di cui Aung San Suu Kyi Segretario Generale, aveva sbaragliato tutti gli avversari conquistando 392 dei 492 seggi del Pyithu Hlutlaw (il parlamento del Myanmar) [2]. In seguito, la giunta militare birmana riusc comunque a trovare lo stratagemma per mantenere il potere, affermando che i candidati eletti a maggio avrebbero avuto il solo compito di redigere la Costituzione, ossatura del futuro stato democratico [3]. Il rifiuto dellNLD ad accettare il voltafaccia dei generali e le veementi proteste levatesi dal mondo occidentale, indussero i militari ad interrompere il processo di democratizzazione,

continuando la violenta repressione di chi si opponeva alla loro politica. Il boicottaggio economico, invocato dalla stessa dissidenza birmana ed attuato da Stati Uniti ed Unione Europea, contribu a proiettare il Myanmar tra le braccia cinesi. Come ebbe a dire larcivescovo di Yangon, Mons. Charles Bo: continuando a criticare la giunta, la comunit internazionale e gli Stati Uniti ottengono come unico risultato quello di spingere sempre pi la nazione verso la Cina. Ecco quindi due chiavi che si potrebbero utilizzare per riportare il paese al dialogo: lOccidente deve cercare di influenzare Pechino affinch questi induca i militari ad accettare i cambiamenti e gli Stati Uniti devono cessare di criticare violentemente il Myanmar imponendo un embargo che danneggia solo la popolazione [4]. Come vedremo, sar proprio Aung San Suu Kyi che, appena liberata, riprender queste tesi, spiazzando molti dei suoi stessi sostenitori. 2. Primi segnali di apertura Dopo i due anni pi critici della recente storia birmana (nel 2007 le manifestazioni dei monaci e nel 2008 il ciclone Nargis), il 2009 stato caratterizzato da una serie di segnali e di contatti bilaterali tra governo birmano e statunitense; un indizio sul fatto che, allinterno della giunta, gli equilibri di potere sono, a tuttoggi, in via di trasformazione. Il 18 febbraio il Segretario di Stato Hillary Clinton, prendendo atto dellinutilit dellembargo nel mutare latteggiamento dei militari al potere in Myanmar, dichiarava la disponibilit da parte dellamministrazione Obama di alleggerire le sanzioni [5]. Due giorni dopo il

segnale di approvazione giungeva da Nay Pyi Taw: unamnistia concedeva la libert a 6.313 detenuti. A questo primo rilascio ne segu un secondo in settembre, quando le celle birmane si aprirono per altri 7.144 carcerati. Della totalit di questi, per, solo 161 erano prigionieri politici; una minima parte dei 2.200 attivisti rinchiusi nelle carceri della nazione [6]. Veniva invece a complicarsi la situazione di Aung San Suu Kyi, che il 10 agosto fu giudicata colpevole di aver violato i termini degli arresti domiciliari a cui era soggetta dal 2003. Alla Lady si contestava lospitalit offerta a John Yettaw, uno squilibrato statunitense veterano del Vietnam, intrufolatosi illegalmente nella residenza il 3 maggio. I tre anni di lavori forzati sentenziati dalla corte, vennero commutati in diciotto mesi di arresti domiciliari dallo stesso Than Shwe [7]. Il cambio del verdetto fu sicuramente un espediente per impedire ad Aung San Suu Kyi di partecipare attivamente alle elezioni del 2010 senza gravare sulla sua cagionevole salute, ma anche un segnale di dialogo lanciato della giunta militare verso lamministrazione Obama. Questa, difatti, si era mostrata pi flessibile e aperta di quella Bush, ma era anche allarmata dalle notizie di un accordo tra il Myanmar e la Corea del nord per una collaborazione nucleare. Collaborazione, del resto, non ancora dimostrata, costringendo i principali accusatori a riferire solo di attivit sospette nordcoreane in Myanmar [8]. 3. Il programma nucleare del Myanmar In realt, le ambizioni nucleari del Myanmar affondavano le radici gi nel 1955, quando lallora governo civile birmano di U Nu fond la Union of Burma Atomic Energy Center [9]. Furono gli stessi militari nel 1962 con il generale Ne Win, ad arrestare il programma, ritenuto

dispendioso e inutile, per poi riattivarlo nel 2001. Il basso livello di conoscenze tecnologiche degli ingegneri birmani, sommato ad una scarsa disponibilit finanziaria, renderebbe tutto il progetto molto aleatorio, tanto da far nascere seri dubbi sulla reale fattibilit. Lo stesso rapporto di Robert E. Kelly, un ex ispettore della IAEA (International Atomic Energy Agency) sulla base del quale si fondavano le tesi di una proliferazione nucleare birmano-nord coreana, affermava che la qualit delle parti meccaniche esaminate nelle foto e nei video trafugati da un tecnico militare, era molto basso: Se qualcuno sta realmente programmando di costruire unarma nucleare, un ordigno complesso fatto di componenti al alta precisione, allora la Birmania non pronta scriveva Kelley [10]. Inoltre, la principale fonte su cui si basava il rapporto era Sai Thein Win, un alto ufficiale dellesercito birmano fuggito dal proprio paese, il quale non era un esperto nucleare, bens un ingegnere meccanico [11]. Apparve infine molto improbabile che in soli tre anni le due nazioni abbiano potuto sviluppare programmi scientifici cos sofisticati. Le relazioni diplomatiche tra Corea del nord e Myanmar, infatti, furono ristabilite nel 2007 dopo che nel 1983 un attentato organizzato da Pyongyang aveva decimato una delegazione ministeriale sud coreana in visita a Rangoon, inducendo il governo birmano a tranciare ogni rapporto con Kim Il Sung. Occorre poi aggiungere che un Myanmar potenza nucleare sarebbe difficilmente accettato dai paesi limitrofi, dallAsean e in particolare dalla stessa Cina, gi impegnata ad imbrigliare le ambizioni atomiche della Corea del nord. Non neppure pensabile che il possesso della tecnologia nucleare possa ridare ai generali birmani quella popolarit

che hanno avuto, ai tempi, Mao Zedong o Indira Gandhi. Oltre a mancare il consenso ideologico, i 55 milioni di birmani non hanno uno spirito nazionalistico spiccato, come dimostrano i conflitti etnici che dilaniano la periferia della nazione sin dalla sia nascita e che, nella met del 2009, sono sfociati nella guerra del Kokang, una regione al confine tra la Cina e lo stato Shan. 4. Le Guardie di Frontiera Armate e il conflitto del Kokang Causa dello scatenarsi delle ostilit fu il nuovo assetto militare disegnato dalla costituzione del 2008, che prevedeva la trasformazione degli eserciti etnici in Guardie di Frontiera Armate (GFA) sotto lautorit del comandante in capo del Tatmadaw, il generale Than Shwe [12]. Ogni battaglione di GFA sarebbe stato formato da 305 soldati e diciotto ufficiali sotto il comando di tre maggiori, due dei quali appartenenti al gruppo armato etnico. Tutto lapparato militare avrebbe, infine, obbedito a generali birmani, eliminando di fatto lautonomia che i singoli stati etnici si erano ritagliati con gli accordi di cessate il fuoco stipulati tra la fine degli anni Ottanta e la met degli anni Novanta. La richiesta, formulata nellaprile 2009 ai diciassette gruppi etnici con cui esisteva uno stato di non belligeranza, di iniziare convertire le forze militari in Guardie di Frontiera Armate, trov la ferma opposizione dei sei eserciti pi forti: lUWSA (United Wa State Army), il KIO (Kachin Independence Organization) e lMNDAA (Myanmar National Democratic Alliance Army) lungo il confine cinese; il KNU (Karen National Union), lNMSP (New Mon State Party), il KPC (Karen Peace Council) lungo il confine thailandese. Nel giro di poche settimane, circa duemila soldati dellMNDAA ingaggiarono cruenti combattimenti con lesercito birmano, costringendo

trentamila profughi a varcare la frontiera sino-birmana per riversarsi nella provincia cinese dello Yunnan. La marea di fuggiaschi preoccup a tal punto il governo centrale cinese, da indurlo ad istituire una speciale commissione per la risoluzione del conflitto destituendo, di fatto, il governo di Kunming dalla gestione dei rapporti con le etnie di frontiera. La Cina, come tutti gli stati confinanti il Myanmar, paventava che una recrudescenza delle istanze autonomiste avrebbe contagiato anche le minoranze culturali e linguistiche dello Yunnan; dopo il Tibet e lo Xinjiang, Pechino non aveva certo bisogno di aprire altri fronti autonomisti. Inoltre, a seguito della sconfitta subita dallMNDAA nellagosto 2009, il KIO e lUWSA, timorosi che il Tatmadaw potesse sferrare unoffensiva anche nelle aree da loro amministrate, allertarono le truppe, forti rispettivamente di diecimila e ventimila uomini e consigliarono le famiglie dei funzionari del governo centrale di stanza entro i loro confini etnici, di abbandonare le regioni. Sotto gli auspici del governo cinese, i Wa ed i Kachin accettarono di tornare al tavolo delle trattative, allentando la tensione, ma la lezione del Kokang indusse Pechino a intervenire direttamente e con pi incisivit nella politica etnica di Nay Pyi Taw. 5. Gli interessi economici cinesi e indiani in Myanmar Il Myanmar , infatti, troppo importante dal punto di vista economico perch la Cina possa abbandonarlo. La sua posizione geografica ne fa un baluardo naturale e militare contro lIndia, laltra grande potenza asiatica che contende alleconomia cinese lo sfruttamento delle immense risorse naturali birmane. La competizione tra i

due giganti asiatici infuocata e la giunta birmana deve continuamente mediare per non scontentare luno o laltro paese. Se la Cina fa la parte del leone per quanto riguarda gli investimenti in Myanmar, lIndia indispensabile al regime per mantenere i legami con le potenze occidentali. A differenza dei suoi predecessori, Than Shwe ha una spiccata simpatia per Nuova Delhi, ma la potente lobby filocinese allinterno dellSPDC sempre riuscita a far spostare lago della bilancia verso Pechino [13]. La necessit di mantenere una politica equilibrata, ha portato Than Shwe, notoriamente refrattario ai viaggi allestero, a visitare lIndia tra il 25 e il 29 luglio 2010 e poi la Cina tra il 7 e l11 settembre successivo. Con Nuova Delhi la delegazione birmana ha concluso accordi in campo culturale, archeologico e scientifico, mentre dal punto di vista economico il Myanmar riuscito ad ottenere un prestito di 60 milioni di dollari per la costruzione di una linea ferroviaria, di altri 10 milioni di dollari per lacquisto di attrezzature agricole e un aumento degli investimenti pari a 6,3 miliardi di dollari [14]. Ben poca cosa di fronte agli 8,17 miliardi di dollari investiti dalle compagnie cinesi nei soli primi sei mesi dellanno fiscale 2010 (aprile-agosto) [15]. In questa cifra, che equivale alla met dellintero ammontare degli investimenti cinesi effettuati in Myanmar negli ultimi ventanni, non sono inclusi i capitali spesi nelle aree di confine, dove il governo centrale ha uno scarso controllo. La quasi totalit degli interessi cinesi nel paese sono concentrati nel campo energetico: le cinque compagnie elettriche statali cinesi hanno investito 5,03 miliardi di dollari per la costruzione di due centrali idroelettriche, mentre la China National Petroleum Corporation sta realizzando un oleodotto e un gasdotto per 2,15 miliardi di

dollari che collegheranno il porto di Kyaukphyu, nello stato Rakhine, a Kunming, abbreviando il tempo di trasferimento di petrolio e gas naturale proveniente da Medio Oriente ed Africa evitando al contempo lattraversamento dello stretto di Malacca, infestato dai pirati. Le linee saranno pronte entro il 2012 e trasporteranno l85% dellenergia importata da Pechino per alimentare il proprio sistema produttivo. 5. Le sanzioni economiche Cina e India non sono le sole economie che traggono profitto dal Myanmar. La Thailandia importa da sola il 46,9% delle esportazioni birmane e il fabbisogno energetico dei thailandesi dipende per il 25% dal gas della nazione confinante, mentre la minuscola Singapore il terzo partner commerciale [16]. Facile, quindi, ipotizzare che sono numerose le aziende europee e statunitensi che si avvalgono di paesi terzi (come, appunto, Singapore) per fare affari con i generali, nonostante la Comunit Europea abbia rinnovato il boicottaggio il 26 aprile 2010 e gli Stati Uniti mantengano ancora attivo il Burmese Freedom and Democracy Act del 2003 [17] [18]. La francese Total e la statunitense Chevron, entrambe impegnate nello sfruttamento di gas naturale nel giacimento off shore di Yadana, sono le aziende pi pesantemente coinvolte in Myanmar e per questo anche le pi criticate dalle associazioni che appoggiano il boicottaggio. Nel settembre 2009 ha fatto scalpore il rapporto dellONG thailandese Earth Rights International, che rimproverava alle due multinazionali di aver portato nelle tasche dei generali 4,83 miliardi di dollari [19]. Pi pesantemente, lassociazione giungeva ad accusare la Total e la Chevron di essere implicate nella violazione dei diritti umani contribuendo persino ad assassini, torture e violenze

sessuali compiute dallesercito birmano [20]. Jean Franois Lassalle, portavoce della Total, rimand le accuse (peraltro non nuove) al mittente dicendo che la francese Total ha avviato numerosi progetti sanitari e educativi parallelamente allestrazione del gas naturale ed il nostro Collaborative Learning Project, criticato dalla ERI nel suo rapporto, riconosciuto a livello mondiale come uno dei programmi etici pi avanzati [21]. Vero che un paese vergine e poco sfruttato come il Myanmar, rappresenta una manna per i mercati europei e americani, spossati da una crisi economica incalzante. Lembargo imposto alla nazione, ha permesso alla sua economia di non risentire del crollo mondiale. Nonostante il ciclone Nargis sia costato pi di due punti percentuali, il PIL nel 2009 aumentato dell1,8%, mentre per il 2010 e il 2011 si prevede un balzo compreso tra il 3 e il 5% [22] [23]. 6. Verso le elezioni: la costituzione contestata Queste proiezioni godono anche del conforto delle recenti elezioni e, ancor pi, del rilascio di Aung San Suu Kyi preceduto, nel febbraio 2010, da quello dellex generale Tin Oo, vice presidente dellNLD. Tin Oo ha giocato un ruolo importante nella decisione del partito democratico di non partecipare alle consultazioni nazionali. Teatro della discordia stata principalmente la costituzione, la quale garantiva il 25% dei seggi di entrambe le camere (la Amyotha Hluttaw e la Pyithu Hluttaw) ai militari designati dal Consiglio nazionale di Difesa e Sicurezza [24]. Gli emendamenti sarebbero stati approvati con il voto favorevole dei tre quarti dellassemblea, il che significava che i generali

avrebbero continuato ad avere il controllo delle due camere parlamentari. Particolarmente criticato era anche il capitolo dedicato ai requisiti richiesti al presidente del Myanmar, il quale avrebbe ricoperto anche la carica di capo del governo [25]. Alcuni di questi titoli erano contemplati anche nella costituzione democratica del 1947 (cittadinanza birmana, avere entrambe i genitori nati in Birmania, fedina penale pulita, non avere rapporti o appoggi da enti o governi stranieri), mentre altri, in particolare il risiedere nella nazione da almeno da ventanni, non essere sposato con stranieri e non avere figli stranieri, erano caratteristiche introdotte ex novo [26]. Contrariamente a quanto affermato e scritto da numerosi commentatori e media, Aung San Suu Kyi sarebbe esclusa dalla carica non in quanto sposata con il tibetologo inglese Michael Aris (morto nel 1999), ma perch ha due figli con passaporto britannico. Alla fine di marzo 2010, al termine di un acceso dibattito interno, il Comitato Centrale dellNLD decideva di non partecipare alle elezioni [27]. Il successivo 7 maggio, ultimo giorno utile per presentare liscrizione alle liste elettorali, un gruppo di membri dellNLD, tra cui Than Nyein e Khin Maung Swe risolveva di formare un nuovo partito, lNDF (National Democratic Force) per prendere parte alle consultazioni. LNLD, assieme ad unaltra decina di partiti, veniva sciolto ufficialmente dalla Commissione Elettorale il 14 settembre [28]. Il 1 ottobre il governo informava la stampa estera che nessun giornalista non accreditato sarebbe potuto entrare nel paese per seguire le elezioni: Dato che abbiamo molta esperienza nelle elezioni, non abbiamo bisogno di esperti in materia rendeva noto, neppure ironicamente, Thein Soe, presidente della Commissione

Elettorale [29]. Qualche settimana prima era stata annullata la procedura, introdotta solo in maggio, per lottenimento del visto direttamente allarrivo in aeroporto. Le porte del paese si stavano chiudendo per evitare che occhi indiscreti potessero far trapelare notizie non controllate. Secondo il rapporto annuale di Reporter Sans Frontieres, il Myanmar sarebbe al 174 posto su 178 nella lista della libert di stampa [30]. Lultima tappa verso le elezioni fu ladozione della bandiera e dello stemma nazionale, secondo quando riportato dalla costituzione [31]. La nuova bandiera riprendeva le bande e i colori del primo stato birmano indipendente, proclamato il 1 ottobre 1943 sotto la sfera dinfluenza giapponese. Ba Maw ne era il presidente, mentre Aung San, padre di Aung San Suu Kyi, era ministro della Difesa [32]. Il giorno stesso dellindipendenza, il direttivo birmano dichiar guerra alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti [33]. 7. Le elezioni del 7 novembre 2010 Il 7 novembre, 27 milioni di birmani vennero chiamati a dare il loro voto su una rosa di 37 partiti, la maggior parte dei quali simpatetici al regime militare. Numerose associazioni indipendenti accusarono brogli e intimidazioni. Lassenza dellNLD dalla scheda elettorale, gioc un ruolo decisivo per molti elettori, i quali decisero di boicottare le urne. Secondo dati non ufficiali, il 73,8% degli aventi diritto avrebbe votato, ma la percentuale varierebbe da stato a stato per via del disinteresse mostrato dalle minoranze etniche verso la politica di Nay Pyi Taw e della difficolt, in alcune regioni, nel raggiungere i seggi elettorali. Dei 37 partiti, 15 non hanno ottenuto alcun seggio, mentre 17 dei 24 movimenti etnici sono riusciti a far eleggere almeno un loro rappresentante. I risultati, resi

noti il 17 novembre, non hanno serbato sorprese: lUSDP (Union Solidarity and Development Party), ha conquistato la maggioranza assoluta in entrambe le camere; sar quindi questo partito, il cui leader il primo ministro uscente Thein Sein, che dominer la vita politica birmana nei prossimi anni [Tab. A e Tab B]. I seggi occupati dallUSDP, sommati a quelli che spettano di diritto ai militari, permetteranno al partito della giunta di eleggere il futuro presidente birmano senza cercare alcun appoggio esterno. Ma lUSDP, lungi dallessere un partito monolitico, annovera tra i suoi membri anche uomini daffari, commercianti, arrivisti politici, amministratori opportunisti; gente, insomma, che non ha una precisa idea politica e che antepone i propri interessi alla fedelt ideologica. Il maggiore partito dopposizione, lNDF, sar presente con quattro seggi nella Amyotha Hluttaw (la Camera Alta, equivalente grosso modo al nostro Senato) e con 12 nella Pyithu Hluttaw (la Camera Bassa, equivalente alla nostra Camera dei Deputati). Le elezioni di novembre, pur caratterizzate da una gestione monopolistica del potere, hanno comunque segnato un passo avanti verso la via per la democrazia disciplinata lanciata dal generale Khin Nyunt nel 2003 [34]. La soglia del 25% di seggi assegnata di diritto ai militari, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere il primo passo verso una transizione democratica indolore (il 25% sempre meglio che il 100% attuale). Dopotutto il Tatmadaw lunica organizzazione in Myanmar in grado di mantenere unito il paese. Neppure lNLD e la figura di Aung San Suu Kyi hanno una struttura cos ramificata e organizzata quanto quella del Tatmadaw, senza contare che il movimento democratico birmano al di fuori dei confini etnici bamar non ha un sostegno significativo [35]. Il ritiro improvviso delle forze armate dalla vita pubblica e politica,

rischierebbe di far piombare la nazione in una guerra civile ancor pi sanguinosa di quella attuale, destabilizzando lintera regione del Sudest asiatico. Anche Aung San Suu Kyi ha ammesso che la transizione dobbligo e in pi occasioni ha ripetuto che i militari dovranno continuare ad avere un ruolo importante nel futuro della politica nazionale [36] [37]. Gli stessi rappresentanti delle nazioni che pi criticano il regime di Than Shwe e la mancanza di una democrazia nel paese, in privato mostrano una visione assai differente della realt: I birmani non sono ancora pronti a gestire il Paese con la democrazia; il rischio che la Birmania cada in uno stato di caos incontrollato simile a quello che ha portato alla dissoluzione della Yugoslavia e nessuno, neppure il mio governo, accetterebbe questa destabilizzazione [38]. Infine c lincognita del futuro dellSPDC: c una nuova generazione di militari pronta a rimpiazzare Than Shwe e Maung Aye, rispettivamente numero uno e due della giunta, i quali si dimetteranno presto a causa della loro et. Tutte e due sanno che in Myanmar non mai accaduto che vi fosse un trasferimento di poteri pacifico (Ne Win e Khin Nyunt, loro predecessori, sono stati posti agli arresti domiciliari quando erano al vertice). La loro preoccupazione, quindi, trovare il modo di mettersi da parte volontariamente, preservando gli interessi economici e politici delle loro famiglie ritagliandosi un posto onorifico e di poco impegno. Occorrer vedere chi, dopo loro, prender il potere ed in che modo lo gestir. Sar anche questa la grande scommessa dellNLD e di Aung San Suu Kyi, che il 13 novembre, una settimana dopo le elezioni, venne rilasciata dagli arresti domiciliari a cui era confinata dal 2003. 8. La liberazione di Aung San Suu Kyi

La liberazione stata salutata, a ragione, con soddisfazione da governi e organizzazioni di tutto il mondo, ma sin dalle sue prime battute, la Lady ha mostrato un cambiamento della sua politica. Sembra che i lunghi anni di segregazione le abbiamo insegnato che per cambiare il regime dei generali non serve il pugno di ferro, ma una tattica vincente, una prerogativa indispensabile per ogni politico, ma che a lei sempre mancata. Sono sempre pi, allinterno dellNLD, coloro che si chiedono quali frutti abbia portato lintransigenza mostrata sino ad oggi dal loro segretario generale. Troppe, infatti, sono le occasioni mancate, a partire dal fallimento dei colloqui con Khin Nyunt, nel 2003, considerato da molti, e a ragione, come lunico militare in grado di cambiare le sorti della nazione. Pur continuando a rappresentare la maggioranza dellelettorato birmano, lNLD sta perdendo pezzi. Un primo gruppo stato espulso dalla stessa Aung San Suu Kyi nel 1997, un secondo, pi consistente, nel 2003 allindomani della rottura dei negoziati con Khin Nyunt. Nellottobre 2008, cento membri dellala giovanile dellNLD hanno lasciato il partito perch il nepotismo non lasciava loro spazio; infine, nel maggio 2010, la formazione dellNDF. Anche lassoluzione data alla Cina riguardo al suo coinvolgimento nella gestione economica delle risorse del Myanmar, apparsa a molti incomprensibile. La dichiarazione secondo cui non vi alcuna prova che la Cina stia depredando le ricchezze della Birmania ha dellincredibile, se non delleresia, per le centinaia di organizzazioni che in Occidente da anni si battono a fianco del Premio Nobel per la Pace e che hanno sempre sostenuto che Pechino, uno dei principali alleati di Nay Pyi Daw, sia complice di un bracconaggio economico ai danni del

popolo birmano [39]. Ma Aung San Suu Kyi, pur essendo stata agli arresti domiciliari negli ultimi sette anni, non pu non sapere che la pi grande economia asiatica pesantemente coinvolta nel depauperamento delle risorse naturali birmane. La Signora ha semplicemente capito che la chiave della svolta politica nel suo paese si trova proprio in Cina ed con essa, pi che con i governi occidentali, che dovr trovare un modus vivendi. 9. I conflitti etnici chiave della democratizzazione Lo stesso governo cinese ha tutto linteresse affinch il processo di democratizzazione proceda. La Cina indispensabile affinch i gruppi minoritari abbiano un interlocutore valido e affidabile. Aung San Suu Kyi, in quanto bamar e figlia di Aung San, le cui gesta contro le minoranze non lo fanno certo ricordare come un eroe, non ha potere sulle periferie del paese. La Cina potrebbe fare da mediatore tra il governo centrale, i movimenti democratici e le spinte autonomiste delle minoranze etniche, rivalutando cos la propria posizione internazionale agli occhi dei governi occidentali. A nulla, infatti, servirebbe una Conferenza di Panglong II come richiesto dalla leader dellNLD [40]. La quasi totalit dei gruppi etnici ha gi fatto sapere che, anche nel caso fosse indetta, non intendono parteciparvi. I conflitti in Myanmar non sono diretti solo contro il governo centrale, ma sono multietnici e a volte addirittura tribali allinterno di una stessa componente culturale o linguistica come hanno dimostrato i violenti scontri avvenuti in novembre lungo il confine thailandese, quando un gruppo di Karen contrari alla trasformazione del DKBA (Democratic Karen Buddhist Army) in Guardie di Frontiera Armate, ha attaccato la cittadina di frontiera di

Myawaddy, causando la fuga in Thailandia di 10.000 profughi. La necessit di mantenere alto lo stato dallarme e di procurarsi armi, cibo e logistica per le proprie popolazioni, sarebbe, secondo la maggior parte dei gruppi etnici, il motivo per cui la superficie di terreno destinata alla coltivazione doppio in Myanmar sia, tra il 2009 e il 2010, aumentata del 20%. Si calcola che il valore potenziale delloppio ricavato nel 2010, sia di 177 milioni di dollari, il 69% in pi rispetto al 2009 [41]. A questo si deve aggiungere il guadagno, ben superiore, del commercio di meta-anfetamine, la cui facile preparazione chimica e smercio, sta soppiantando la coltivazione di papaveri. Il perdurare dello stato di belligeranza, oltre a portare una pericolosa instabilit economica e politica in tutta la regione, comporta anche continue violazioni dei diritti umani tra cui quelli, particolarmente deplorevoli, dei bambini soldato, della violenza sulle donne e lallontanamento forzato dai villaggi di appartenenza. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, sia il Tatmadaw che altri 15 gruppi militari etnici, recluterebbero bambini inquadrandoli nelle loro brigate, confermando che il problema comune a tutte le fazioni in lotta [42]. 10. Il 2011: quale futuro per il Myanmar? Il 2011 continuer ad essere un anno di transizione per il Myanmar. In febbraio, stante a quanto afferma la costituzione, lSPDC dovrebbe cedere i poteri ad un governo civile (in realt allala politica dei militari, dato che il vincitore delle elezioni lUSDP) [43].

Il nuovo presidente avr libert dazione o sar una marionetta in mano al Tatmadaw? Than Shwe e Maung Aye si ritireranno a vita privata lasciando che la nuova generazione di militari, alcuni dei quali pi disposti al dialogo di quanto lo siano stati i loro predecessori, prendano il potere al loro posto? Il dialogo appena iniziato con lamministrazione Obama, si estender anche allUnione Europea o tutto si concluder con un nulla di fatto? Infine occorrer osservare se Aung San Suu Kyi avr realmente la libert di espressione e di movimento promessa dalla giunta allatto della sua liberazione. In ogni caso, il Premio Nobel per la Pace dovr cominciare a fare delle scelte in campo politico e sociale. E le scelte, si sa, portano sempre nuove responsabilit e, immancabilmente, critiche, alla quali Suu Kyi oltre a non essere abituata, non accetta neppure volentieri [44]. I compromessi ai quali dovr cedere, coglieranno di sorpresa molti suoi sostenitori. Nelle poche settimane di libert trascorse dal 13 novembre alla fine del 2010, ha gi messo in discussione alcuni dei suoi punti fermi, tra cui le stesse sanzioni [45]. E con questa nuova Aung San Suu Kyi che la giunta militare e i governi occidentali dovranno confrontarsi.

Tab. A - Risultati e seggi alla Amyotha Hluttaw (Casa delle Nazionalit o Camera Alta) Partito USDP (Union Solidarity and Development Party) (*) RNDP (Rakhine Nationalities Development Party) NUP (National Unity Party) (*) NDF (National Democratic Force) CPP (Chin Progressive Party) SNDP (Shan Nationalities Democratic Party) All Mon Region Democracy Party Phalon-Sawaw Democratic Party CNP (Chin National Party) WDP (Wa Democratic Party) (*) Altri partiti Militari Totale Fonte: Myanmar November 2010 % voti 76,79% 4,17% 2,98% 2,38% 2,38% 1,78% 1,78% 1,78% 1,19% 0,60% 4,17% Seggi 129 7 5 4 4 3 3 3 2 1 1 56

Union

Election

224 Commission, 17

(*) Partiti vicini alla giunta militare

Tab. B - Risultati e seggi alla Pyithu Hluttaw (Casa dei Rappresentanti o Camera Bassa) Partito USDP (Union Solidarity and Development Party) (*) SNDP (Shan Nationalities Democratic Party) NUP (National Unity Party) (*) NDF (National Democratic Force) RNDP (Rakhine Nationalities Development Party) All Mon Region Democracy Party Pa-O National Organization (*) CNP (Chin National Party) CPP (Chin Progressive Party) WDP (Wa Democratic Party) (*) Phalon-Sawaw Democratic Party Unity and Democracy Party of Kachin State (*) Kyain People Party (*) Inn Nationalities Development Party Taaung (Palaung) National Party (*) Altri Militari Totale Fonte: Myanmar November 2010 % voti 78,48% 5,45% 3,64% 3,64% 2,72% 0,91% 0,91% 0,61% 0,61% 0,61% 0,61% 0,30% 0,30% 0,30% 0,30% 0,61% Seggi 259 18 12 12 9 3 3 2 2 2 2 1 1 1 1 2 110

Union

Election

440 Commission, 17

(*) Partiti vicini alla giunta militare

NOTE

[1] Union of Myanmar Commission for Holding the Referendum Announcement No. 12/2008 26 May 2008

[2] Khin Kyaw Han - Democratic Voice of Burma 1990 Multi-Party Democracy General Elections

[3] SLORC Declaration No. 1/90 27 July 1990

[4] Intervista dellautore a Mons. Charles Bo, Pathein, febbraio 2008

[5] Developing a Comprehensive Partnership With Indonesia. Remarks by Hillary Rodham Clinton With Indonesian Foreign Minister Noer Hassan Wirajuda, Jakarta, February 18, 2009

[6] Human Rights Watch - Country Summary Burma, January 2010, p. 2

[7] Union of Myanmar - Office of the Chairman of the State Peace and Development Council. Letter No 04/NaYaKa (Oo)/La Nga Hka del 10 agosto 2009

[8] Report to the Security Council from the Panel of Expert Estabilished Pursuant to Resolution 1874 (2009), p. 19

[9] Bulletin of the Atomic Scientists, Dec. 1956, p. 380

[10] Nuclear Activities in Burma, by Robert E. Kelley, Ali Fowle, Democratic Voice of Burma, May 25, 2010, p. 11

[11] Nuclear Activities in Burma, by Robert E. Kelley, Ali Fowle, Democratic Voice of Burma, May 25, 2010, pp. 8-9

[12] Constitution of the Republic of the Union of Myanmar (Official English Translation), Cap.VII 338

[13] Joseph Allchin, Burmese generals hate China, says India, Democratic Voice of Burma, December 27, 2010

[14] India Ministry of External Affair, Joint Statement during the visit of Chairman, State Peace and Development Council of Myanmar, July 27, 2010

[15] Thomas Kean e Kyaw Thu, New Chinese foreign investment commitments exceed $8 billion, The Myanmar Times, Aug. 16-22, 2010

[16] International Monetary Found, DoTS, 2010

[17] European Union Council Decision 2010/232/CFSP of 26 April 2010 renewing restrictive measures against Burma/Myanmar

[18] Congress of United States of America, Burmese Freedom and Democracy Act of 2003

[19] Earth Rights International, Getting it Wrong: Flawed Corporate Social Responsibility and Misrepresentation Surrounding Total and Chevrons Yadana Gas Pipeline in Military-Ruled Burma (Mynamar), September 2009, p. 36

[20] Earth Rights International, Getting it Wrong: Flawed Corporate Social Responsibility and Misrepresentation Surrounding Total and Chevrons Yadana Gas Pipeline in Military-Ruled Burma (Mynamar), September 2009, p. 39

[21] Intervista dellautore, 12 settembre 2009

[22] Asia Development Bank, Myanmar Fact Sheet as of 31 December 2009, p.2

[23] IMF, World Economic Outlook, Recovery, Risk and Rebalancing, October 2010 Table A4 - Emerging and Developing Economics: Real GDP, p. 201

[24] Constitution of the Republic of the Union of Myanmar (Official English Translation), Cap.IV 109 (b) e 141 (b)

[25] Constitution of the Republic of the Union of Myanmar (Official English Translation), Cap.I 16

[26] Constitution of the Republic of the Union of Myanmar (Official English Translation), Cap.III 59 (b-d-e-f)

[27] NLD, A Message to the People of Burma, April 6, 2010

[28] Union Election Commission, Notification No. 97/2010, September 14, 2010

[29] Union Election Commission Press Conference, Nay Pyi Taw, October 18, 2010

[30] Reporter Sans Frontieres, Classement mondial 2010

[31] Constitution of the Republic of the Union of Myanmar (Official English Translation), Cap. XIII 437 (a) e 438 (a)

[32] Aung San Suu Kyi, Libera dalla Sperling&Kupfer Editori, Milano, 1996 p. 20

paura,

[33] Justin Wintle, Perfect Hostage-A Life of Aung san Suu Kyi, Hutchinson, London, 2007 p.116

[34] Myanmar Information Committee, General Khin Nyunts Speech on Development and Progressive Changes in Myanmar, Sheet N C-2746, 30 August 2003

[35] I bamar, chiamati anche birmani sono letnia maggioritaria del Myanmar, rappresentando il 68% della popolazione.

[36] John Simpson, Aung San Suu Kyi Aims For Peaceful Revolution, BBC, November 15, 2010

[37] AFP, Call for peaceful devolution, November 15, 2010

[38] Colloquio privato tra lautore e lambasciatore di un paese occidentale che appoggia apertamente Aung San Suu Kyi, Yangon, 4 novembre 2010

[39] Intervista dellautore, Yangon, 15 novembre 2010

[40] Conferenza stampa di Aung San Suu Kyi, Yangon, 14 Novembre 2010

[41] UNODC, South-East Asia Opium Survey 2010 Lao PDR, Myanmar, December 2010

[42] UN Security Council, Report of the Segretary-General on children and armed conflict in Myanmar, 1 June 2009

[43] Constitution of the Republic of the Union of Myanmar (Official English Translation), Cap. IV 123

[44] Justin Wintle, Perfect Hostage-A Life of Aung san Suu Kyi, Hutchinson, London, 2007 pp.216-217

[45] Intervista dellautore, Yangon, 15 novembre 2010

Das könnte Ihnen auch gefallen