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Parte 1
Corso di formazione Veneto Agricoltura - Legnaro Marzo 2005
Foto C. Sessa
Sommario Le piante officinali alcune precisazioni Le piante officinali come piante agrarie Domesticazione di piante officinali Biologico o convenzionale ? Aspetti chiave della coltivazione biologica, le infestanti, la fertilit, la difesa, il materiale di propagazione La propagazione nelle piante officinali particolarit di interesse agrario La concimazione Lirrigazione Altre cure colturali La raccolta Il condizionamento o la prima trasformazione Attrezzatura minima per la coltivazione e/o il condizionamento
Le piante officinali: una breve premessa Sono censite non meno di 25.000 specie di piante officinali, di queste 450 costituiscono il 95% delle specie commerciate nei mercati occidentali Nellambiente temperato (compreso fra circolo polare e tropico) sono coltivabili circa 120 specie di piante medicinali ed aromatiche che potremmo definire maggiori.
Altre specie non sono di interesse agrario a causa della ridottissima richiesta di mercato o della crescita troppo lenta che giustificano maggiormente il ricorso a raccolte spontanee o a gestioni di tipo forestale. Alcune non si prestano ad una coltivazione propriamente detta (es.: alghe)
Nei fatti il 75%-80% delle piante officinali utilizzate e commercializzate in occidente provengono da raccolta di popolazioni spontanee. Si presume, o quantomeno si auspica che la coltivazione delle piante officinali si espanda in modo da limitare i prelievi in natura che divengono di anno in anno sempre pi dannosi ed offensivi. La scelta su una specie o su unaltra deve tener conto del mercato e della situazione pedoclimatica e colturale di cui si dispone. IN REALTA LA COLTIVAZIONE DI PIANTE OFFICINALI E UNA ATTIVITA PECULIARE DELLAZIENDA AGRICOLA E UNA VOLTA IMPOSTATA E POSSIBILE SPAZIARE SU MOLTE SPECIE.
Dato che il grosso della materia prima commercializzata ottenuta da queste piante proviene da raccolta spontanea, ne consegue che una grande parte delle piante officinali che oggi troviamo sul mercato in realt coltivata da poco tempo oppure non mai stata coltivata.
La vicinanza ai c.d. parenti selvatici della maggior parte delle piante officinali, le rende sostanzialmente diverse dalle piante agrarie che sono piante che derivano da una lunghissima convivenza con luomo e delle quali talora non esiste nemmeno una forma selvatica.
Questo fatto fondamentale per avere un approccio corretto al problema della coltivazione, che resa difficile dalla poca domesticit delle piante stesse che si manifesta come scarsa produttivit, difficolt nella propagazione, scarsa competitivit con le infestanti (bilanciata, per contro, da una relativa resistenza a malattie ed insetti)
La non domesticit si manifesta con altre caratteristiche agronomiche indesiderate come la scalarit della fioritura o della fruttificazione, la disomogenenit della produzione, la dormienza dei semi, la tendenza a divenire infestante PIANTE OFFICINALI COLTIVATE CONSIDERATE DOMESTICHE o quasi camomilla comune, camomilla romana, salvia, rosmarino, lavanda ibrida, lavanda vera, menta div. var., assenzio gentile, valeriana officinale, digitale, papavero da oppio, dragoncello, basilico, calendula, iperico, santoreggia ortense, timo, anice, finocchio, zafferano, iris e poche altre. PIANTE OFFICINALI COLTIVATE DA CONSIDERARSI SELVATICHE malva, passiflora, ortica, achillea, origano, santoreggia montana, tarassaco, bardana, echinacea, biancospino, ginkgo, arnica, assenzio, genziana, melissa, verga doro, piantaggine e tutte le altre.
Pianta per lo pi erbacea o suffruticosa perenne o vivace, talora annuale, (ma anche arbustiva o arborea). Grande variabilit morfologica e fitochimica allinterno della medesima popolazione. Difficile da propagare per seme a causa di dormienza o quiescenza spiccata (ma difficile anche trovare i semi). Rustica ed adattabile ma normalmente cresce meglio in condizioni di intensivit: pu essere assimilata ad una ortiva da pieno campo. Abbastanza tollerante verso malattie ed insetti ma poco competitiva nei confronti delle malerbe. Necessita di mezzi tecnici e macchinari specifici. Necessita di trattamento post-raccolta (essiccazione). Necessita di lavoro manuale. Sempre di pi una specie esotica.
La domesticazione (o addomesticazione) delle piante officinali E comune che si parta con la coltivazione di una pianta raccogliendo materiale in natura; in tal caso opportuno farlo con un minimo di razionalit:
1) 2) raccogliere i semi o le propaggini (talee, rizomi, bulbi) nel momento adatto e a maturit completa; raccoglierli possibilmente in zone simili a quelle in cui si andr a coltivarle e tenendo conto del fatto che le popolazioni di una stessa pianta si comportano diversamente a seconda che provengano da zone fredde e umide o da zone calde e siccitose; raccogliere semi da pi piante e possibilmente da pi siti distanti fra loro; fare dei piccoli campi di confronto in cui tutte le singole raccolte di semi (accessioni) possono crescere sotto locchio del coltivatore che ne apprezzer le differenze e le qualit; oltre alla valutazione agronomica sul campo, fare anche una valutazione della qualit organolettica (profumo e sapore) e biochimica (principi attivi)
3) 4)
5)
Scegliendo la variet migliore avrete compiuto il primo passo della domesticazione; se poi, nellambito della stessa popolazione pi adatta, avrete scelto il seme o le propaggini dalle piante migliori, avrete anche fatto una selezione massale ovvero un primo passo di miglioramento genetico.
Biologico o convenzionale? Sebbene la domanda possa sembrare ovvia, conviene dare una risposta motivandola un minimo e indicando anche altre opzioni. E ovvio che per un prodotto come la pianta officinale, destinato a complemento dellalimentazione e/o a beneficiare la salute della persona, difficile pensare che possa contenere residui di sostanze chimiche estranee. Il mercato, in questo senso, sembra gi avere scelto proponendo e richiedendo sempre pi prodotti di questo tipo (fitoterapici, cosmetici) con ingredienti da piante officinali derivanti da agricoltura (o racc. spont. ) biologica certificata. Nel 2003-2004, la materia prima da agricoltura biologica ha avuto prezzi doppi rispetto al convenzionale. In pratica non esiste un prontuario chimico per la difesa delle piante officinali da insetti e malattie, infatti non esistono diserbanti, fungicidi ed insetticidi registrati per limpiego sulle piante officinali (salvo menta e alcune aromatiche)
TUTTAVIA: lindustria dei farmaci e degli aromi al momento poco interessata a qualificare il proprio prodotto finito (ottenuto con procedimenti industriali che possono essere definiti in molti modi tranne che biologici) e pertanto una produzione agricola finalizzata a questi impieghi non ha senso che sia bio.
=> La lotta alle erbe infestanti =>> La fertilit del terreno =>>> La difesa da insetti e malattie =>>>> Lapprovvigionamento del materiale di propagazione
Un terreno in conversione al biologico passa da un contenuto di 5000 semi di infestanti a mq a 35000 semi a mq. In annate particolari o a seguito di pratiche agronomiche errate hanno luogo infestazioni distruttive.
Sono la maggiore causa di perdita di prodotto nelle coltivazioni biologiche. Sono particolarmente dannose nelle colture poliennali, dove determinano la durata della coltura. Mezzi agronomici di controllo: rotazione, aratura leggera, consociazioni, falsa semina e falsa semina ripetuta, blind tillage Mezzi diretti meccanici: erpici strigliatori, sarchiatrici rotative interfila, zappature manuali Mezzi diretti fisici: pirodiserbo, vapore, idrossido di potassio Altre tecniche: pacciamatura, consociazione, sovesci repressivi (essenze biocide) Bioerbicidi
I
Favino da sovescio o da granella cereale autunno vernino
XI
II
VII - X
Medica o trifoglio per 3 anni
III - VI
Poliennale a filari per 3-4 anni (salvia, menta, melissa)
Attrezzi per le lavorazioni interfila (eliminazione delle malerbe) a basso impatto sul terreno
Blade weeder
(erpice a lame) Strato dei semi dormienti
Weel weeder
(erpice a ruote dentate) Strato dei semi dormienti Zone lavorate dalla molla
Mineralizzazione annua media in un suolo italiano 1,5%: 1365 Kg di humus consumato per stagione
NO3PO4-
CO2
Le piante officinali normalmente sono rustiche e tolleranti verso le maggiori avversit parassitarie, al contrario dei fruttiferi e delle ortive.
Scegliendo colture adatte al pedoclima e nutrendole in modo adeguato, le p.o. normalmente non manifestano problemi di questo tipo.
Le rotazioni prevengono laffermarsi di malattie e parassiti. La sanit del materiale di propagazione fondamentale per lavvio di una coltivazione indenne.
Mezzi tecnici
Ci sono casi noti di parassiti che danneggiano le piante officinali: ruggine della malva, avvizzimento bruno delliperico, Phoma della salvia, cicaline della melissa, afidi su ortica, la mosca dellarnica.
Controllo biologico: Rilascio di antagonisti specifici: Batteri, Nematodi, virus, predatori e parassitoidi Controllo chimico: Utilizzo di fitofarmaci tradizionali (rame zolfo) o di origine vegetale (piretro, rotenone, quassio, saponi potassici) inseriti nellallegato II del Reg. CE 2092/91. Attenzione: tale utilizzo deve essere autorizzato dallO.d.C.
Il materiale di propagazione
In coltura biologica le piante devono essere propagate a partire da materiale certificato biologico o in regime di deroga. La difficolt nellapprovvigionamento di semi e piantine molto sentita dai coltivatori, e il ricorso stesso alla deroga reso complesso da alcuni elementi che perturbano il mercato italiano. Le soluzioni sono sostanzialmente due: 1) 2) Rivolgersi al mercato estero (Germania, Svizzera, USA*); Prevedere una produzione in proprio di sementi nel piano colturale.
Questultima ipotesi consente anche di adattare la pianta alle proprie condizioni colturali, attuando un elementare procedimento di miglioramento genetico. *Limportazione da stati extra UE o equiparati deve seguire una procedura autorizzativa particolare
METODI CLONALI: da una o pi piante madri si prelevano germogli, gemme o altri tipi di propaguli che vengono rimessi a dimora. Il risultato sar una popolazione identica alle piante di provenienza. VANTAGGI 1) 2) La progenie identica al genitore e ne conserva le caratteristiche agronomiche e biochimiche E lunico sistema per la moltiplicazione di piante sterili (ibridi: lavandino, menta) e quello migliore per specie con seme scarsamente germinabile (rosmarino, lavanda) Sviluppo pi rapido della coltura
3)
SVANTAGGI 1) 2) 3) 4) Tecnica laboriosa Elevato costo della piantina Uniformit eccessiva e rischio per eventuali malattie Difficile conservare il materiale di propagazione
METODI GAMICI: si utilizza il seme derivante da una fecondazione fra individui diversi. Pu essere seminato in pieno campo o in vivaio. E lunico sistema per le piante annuali. VANTAGGI 1) 2) 3) costi ridotti di produzione delle piantine possibilit di semina diretta facile conservazione del materiale di propagazione
SVANTAGGI 1) 2) 3) caratteri favorevoli non si conservano nella discendenza da seme difficile propagare piante a semi recalcitranti impossibile moltiplicare le piante a semi sterili
I volumi di adacquamento e le turnazioni devono essere decisi in base a parametri irrigui calcolati in loco in base al terreno ed il clima.
Indicativamente una specie irrigua che produce da 2 a 5 raccolte per stagione, pari a 20 tonnellate di biomassa verde per Ha (menta, ortica, malva, melissa, bardana, valeriana), pu richiedere da 3500 a 5000 mc /ha/anno.
Indicativamente una specie irrigua facoltativa (salvia, timo, santoreggia) pu avvantaggiarsi e dare fino a 15 tonnellate in due raccolte con 1500 2000 mc/ha/anno I sistemi irrigui pi indicati sono quelli a basso impatto sul terreno (manichette, sprinklers (a spruzzo)) e che non insudiciano le parti aeree (per le specie a foglia).
La raccolta
Delle piante officinali si possono raccogliere: 1) 2) 3) 4) Sommit fogliose o fiorite Fiori interi Semi e frutti Radici ed altri organi ipogei
La raccolta pu e deve essere meccanizzata per tutte le specie erbacee e semilegnose e si fa, rispettivamente alle parti di cui sopra, con: 1) 2) 3) 4) Falciatrici, falciacaricatrici, mietilegatrici e simili Macchine ad hoc o a mano Come in 1) e si trebbia il prodotto a fermo dopo averlo seccato (o pi raramente con mietitrebbiatrici in campo) Aratri scavaradici
Dove non possibile o per raccolte particolari (stimmi, cortecce, bacche), si procede a mano.
Inoltre, lagricoltore deve poter assolutamente stabilizzare il prodotto verde tramite: 1) 2) 3) Essiccazione Surgelamento Trasformazione (distillazione o estrazione dal fresco)