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"La WebTv"

Questo post è stato tratto dal 16° capitolo del libro - Le logiche della televisione
(a cura di: G.Bettini; P.Braga; A.Fumagalli) edito da Franco Angeli.

Introduzione:
Addentrarsi nel fitto tessuto degli intrecci tra televisione e nuove tecnologie digitali è un impresa
che richiede un atteggiamento attento a cogliere i tratti definitori del fenomeno senza perdere di
vista la sua complessità. Le forme assunte da questo incontro sono molteplici e comprendono sia la
trasmissione di prodotti televisivi attraverso il web (webcasting), sia l'integrazione dell'offerta
televisiva con contenuti distribuiti on-line (webTV).
Oggi la maggior parte delle televisioni dispone di siti web e ofre servizi di televisione digitale e la
gran parte trasmetterà digitalmente, solo entro il 2010, ampliando in modo significativo, il numero
di canali, abbassando il costo di trasmissione e incrementando la possibilità di fusione tra
televisione e rete. Nello stesso tempo anche internet si è evoluto a diversi livelli, qualificandosi
progressivamente come medium domestico fruito da casa alla pari di alcuni media predecessori,
come radio e televisione, e in molti casi sostitutivo proprio a questi ultimi.
Già agli inizi degli anni 90, quando i media digitali e interattivi muovevano i primi passi, George
Gilder ipotizzava l'evoluzione del mezzo televisivo verso quello che lui chiamò Teleputer: si
immaginò dunque questo medium, in grado di radunare e spedire film, documenti, notizie e clip, in
tutto il mondo e in cui l'utente avrebbe sempre potuto "ordinare quello che voleva, esattamente
quando lo voleva".
In sostanza possiamo dire che esistono due modi di interpretare l'evoluzione e la convergenza fra i
due media: da un lato, si privilegia una convergenza lineare verso un nuovo medium che
ricomprenda in sè quelli che lo hanno preceduto. Nel secondo caso la prospettiva è quella di una
coevoluzione dei media che ne ridefinisce assetti e caratteristiche attraverso una fitta rete di
relazioni. La web tv può essere letta, dunque, come un nuovo medium o come una delle possibili
intersezioni tra media differenti.
A questo punto emergono tre diversi filoni di riflessione:
• Uno prettamente economico che si interroga su quali trasformazioni nel business e
nell'assetto produttivo vengono introdotte nella webTV
• Uno legato ai linguaggi e a quali elementi di novità introducono queste emittenti.
• Uno, comunicativo-antropologico che tenga conto di come si relazionano gli utenti.

Guarda il videodocumentario sulla TV del futuro (da digitalk)

Le varie forme di intersezione tra internet e televisione affondano le loro radici in alcuni processi di
evoluzione avviati a partire dagli anni settanta, che toccano l'assetto produttivo e le dinamiche di
fruizione e consumo.
Ripercorrendo in modo sintetico, queste radici possiamo osservare che, negli anni settanta:
• Dal punto di vista dell'assetto produttivo, si sviluppano le prime conglomerate: imprese
multimediali da cui parte la convergenza produttiva e distributiva tra i media e apparato di
telecomunicazione fino ad arrivare a una situazione in cui le reti di telecomunicazione sono
diventate l'infrastruttura essenziale del nuovo sistema dei media.
• Dal punto di vista socioculturale si definisce lo statuto del computer come mezzo di
comunicazione (medium) e un bisogno di personalizzazione del consumo dei media. Nasce
inoltre un esigenza di indipendenza dagli elementi di condivisione e sincronizzazione delle
pratiche di fruizione, prima fra tutte l'organizzazione palinsestuale del flusso. televisivo.
Arrivati a questo punto cerchiamo di fare chiarezza cercando di catalogare nella maniera più
chiara possibile, le svariate forme di intersezione tra internet e tv o tra tv e computer:

Alcuni fenomeni di intersezione tra televisione e web li troviamo nella categoria webcasting, con
questo termine, dal punto di vista informatico, si intende la trasmissione di segnale audio o video
sul web. Consiste nell’invio in tempo reale o ritardato di trasmissioni audio e video mediante
tecnologie web. Il suono o il video sono catturati con sistemi audio-video convenzionali, quindi
digitalizzati e inviati in streaming su un web server. Un client webcast consente agli utenti di
connettersi ad un server che sta distribuendo (webacasting) e di ascoltare o visualizzare il contenuto
audiovisuale.
Ne sono un esempio quei siti che offrono repertori di video accessibili online detti web video on
demand , e le web cam.
Attraverso i web video on demand si accede a un menù di prodotti audiovisivi visionabili senza
vincoli di tempo. In questi casi l'utente non interagisce con un palinsesto, come accade per il mezzo
televisivo ma con una libreria di contenuti e può scegliere l'oggetto oltre ai tempi della fruizione.
Le web cam, invece, sono telecamere collocate in un punto fisso (un luogo di interesse geografico o
naturalistico) o situate nel luogo di un evento (ad esempio un concerto o uno spettacolo) che
trasmettono le proprie immagini in diretta e a ciclo continuo attraverso internet.
collegandosi a questi siti si ha l'opportunità di vedere un luogo o seguire un evento in diretta.
Spesso è possibile anche prendere il controllo della telecamera e agire sul punto di ripresa
simulando una sorta di regia da parte dell'utente.
In sostanza possiamo dire che la rete si presta a ricomprendere dimensioni televisive (la
trasmissione in diretta o l'offerta di programmi registrati) abbinandole a caratteristiche proprie di
internet (costruire spazi di dialogo; offrire approfondimenti anche nel formato del testo verbale e
trasmettere in modalità interattiva e mirata).
Un'altra forma interessante di web tv potrebbe essere quella di separare il concetto di interattività
dalla tecnologia che attualmente lo ospita, cioè il computer. Questo approccio, può realizzarsi
attraverso l'offerta dei sistemi che consentono di navigare online attraverso il televisore. In questo
modo l'utente non percepisce più il web come legato esclusivamente al computer, e i programmi
televisivi possono venire integrati con contenuti offerti dal web.
Quando viene connesso a internet il televisore diventa una sorta di terminale domestico destinato a
ospitare diverse forme di informazione e intrattenimento di volta in volta declinate nel formato
broadcast o interattivo.
Si può parlare allora di enchanced broadcasting o di interactive broadcasting. il primo offre la
possibilità di arricchire i servizi televisivi con contenuti multimediali, dati e giochi eventualmente
sincronizzabili con il programma in onda. La piattaforma più adatta è la TV digitale integrata con
disco rigido e videoregistrazione digitale. L'Interactive broadcasting, consente invece, all'utente di
interagire attraverso un canale di ritorno e di usufruire di servizi più avanzati come pubblicità
interattiva, pay TV, home banking, t-commerce e video on demand.
A questo punto è opportuno fare una riflessione posta su tre livelli:
1. Nuove trasformazioni a livello produttivo introdotte dalla web TV.
2. Lo sviluppo di nuovi linguaggi.
3. La personalizzazione del consumo.

Nuovi soggetti e modelli nell'universo produttivo:

Lo sviluppo della televisione digitale e le sue intersezioni con la rete delineano, infatti, un nuovo
panorama caratterizzato da:
• Aumento del numero dei canali e delle emittenti
• Disponibilità di una molteplicità di contenuti fruibili con modalità differenti di erogazione e
consumo
• Emergere di nuove figure di mediazione.
Si tratta, innanzitutto, dei content provider che detengono i diritti sui prodotti culturali che
vengono messi in circolazione dai media (dalla ripresa in diretta degli eventi sportivi, alle
produzioni audiovisive d'archivio). In secondo luogo i service provider, che confezionano e
commercializzano l'offerta finale al pubblico (dai boquet di canali digitali alle library di video
offerti online).
La nuova centralità dei canali di trasmissione fa sì che acquisiscano sempre maggiore importanza
anche i loro proprietari o gestori (network provider come fastweb). Nella comunicazione in rete
delle web TV e nell'offerta del digitale terrestre l'operatore che gestisce le reti sta diventando,
infatti, sempre più attivo nell'organizzazione dell'offerta e nella sua commercializzazione,
configurandosi come un nuovo anello di congiunzione fra offerta e domanda. L'Attività delle
emittenti si trova così collocata tra due strozzature operate a monte da i content provider e a valle
dai service e network provider.
Questo nuovo assetto, da un lato fa emergere come la semplice moltiplicazione delle emittenti non
si traduca necessariamente in un processo di disintermediazione e di maggiore libertà e autonomia
da parte del fruitore. Piuttosto si ha uno spostamento di responsabilità della funzione sociale di
selezione e organizzazione delle offerte di contenuto.
Le intersezioni tra televisione e internet generano due nuovi modelli. Il primo è il business per user,
tipico delle reti digitali terrestri che vendono al singolo utente la possibilità di accesso a un
pacchetto di canali. Il ritorno economico per l'emittente deriva, in questo caso, dai ricavi della
vendita dei pacchetti di canali al singolo acquirente. Il secondo è il modello tipico di alcune offerte
televisive in rete dove è la stessa attività di fruizione dell'utente che deve produrre reddito.
Due esempi significativi di questo secondo modello sono le offerte di consumo lean forward dove
la transazione commerciale è ciò su cui si basa la possibilità di consumare il prodotto come nei
sistemi di VOD (video on demand) e oferte di consumo lean back che aggiungono impulsive
enhancement nel flusso del programma e sollecitano lo spettatore a fare transazioni che generano
reddito. Si tratta dei casi di e-advertising, ma anche della trasmissione di eventi che possono
muovere l'impulse retail, cioè l'acquisto di impulso.
Queste ultime osservazioni fanno emergere due caratteristiche:
• L'assimilazione delle attività di consumo di prodotti culturali con le attività di acquisto e
consumo di beni materiali.
• Il privilegio accordato ai prodotti culturali in grado di generare processi di acquisto.
Guarda il videodocumentario sulla TV del futuro (da digitalk)

Le forme dell'offerta:

Tra le forme dell'offerta, il primo elemento da osservare è il modo in cui i canali digitali. webcasting
e webTV costruiscono palinsesti. Venendo meno al vincolo temporale della fruizione, il palinsesto
non si basa più sull'organizzazione dei ritmi e delle durate della messa in onda, quanto sulla
coerenza tematica dell'offerta e l'individuazione del target.
I nuclei attorno a cui si organizza la nuova offerta possono essere, allora, la costanza di temi e
generi; l'individuazione di uno specifico segmento di audience; la scelta di una nicchia di pubblico
costituita dall'intersezione tra un segmento di audience e uno dei suoi generi preferiti.
In questo modo l'offerta digitale, il webcasting e le webTV tendono a creare attorno a sè comunità
virtuali su cui modellare le proprie programmazioni e veicolare i valori attorno ai quali riconoscersi.
Si tratta di offerte che hanno una grande capacità di generare universi condivisi.

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Le forme del consumo

Affrontando il tema della nuova organizzazione palinsestuale e delle intersezioni tra forme
espressive televisive e new media abbiamo concentrato l'attenzione sui mediae, solo a tratti, sulle
modalità di relazione con il loro pubblico. Tuttavia, come si è sottolineato nella prima parte del
saggio, uno dei principali elementi innovativi dell'intersezione tra televisione e internet è proprio
legato all'interattività.
Come sottolineano i contributi più recenti su questo tema il termine interattività è molto utilizzato
come criterio di definizione delle possibilità aperte dalle nuove tecnologie rispetto al broadcasting,
ma ne sono poco definite le caratteristiche e il significato. In termini genarali si fa riferimento a una
comunicazione interattiva quando- a partire da specifiche configurazioni tecnologiche - l'utente di
un medium ha la possibilità di interagire per riorganizzare il palinsesto; attivare una fruizione
dialogica con un testo; inviare messaggi che si rendono visibili attraverso i media che sta
utilizzando.
Il modello tipico della comunicazione televisiva, sinora, è stato quello della trasmissione (in cui
pochi soggetti controllano produzione e distribuzione dell'informazione), mentre gli altri modelli
restavano tipici delle interazioni faccia a faccia o della navigazione online. La possibilità di
interagire con il mezzo televisivo, invece, consentirebbe una moltiplicazione dei modelli di traffico
anche nell'ambito della comunicazione televisiva spostandola verso la comunicazione
interpersonale e online. L'interattività può essere allora definita come "la misura della capacità
potenziale di un medium di consentire all'utente di esercitare un influenza sul contenuto e/o sulla
forma della comunicazione mediata e le diverse forme di televisione interattiva possono essere
classificate all'intersezione tra i diversi modelli: l'interattivirà di consultazione che consente
all'utente di scegliere a partire da una pre-selezione di prodotti mediali. L'Interattività di
conversazione che consente all'utente di produrre un proprio input che viene immagazzinata
immediatamente dall'emittente infine c'è l'interattività di registrazione basta sulla capacità di
adattare l'offerta alle esigenze immesse dall'utente (come nel caso delle possibilità di t-commerce).

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Riflessioni sul concetto di interattività


Pubblicato da Tommy a 1.41

Conclusioni e riflessioni sull'interattività:

Osservata da i vari punti di vista, l'interattività del mezzo televisivo comprende:


Le relazioni testo lettore (processi ermeneutici)
Le relazioni tra attori sociali e media nel loro complesso (i già visti modelli di traffico
informativo e le trasformazioni delle condizioni di esperienza)
Le aggregazioni simboliche del pubblico attorno a un prodotto mediale (i dialoghi e le
comunità che si raccolgono attorno a un genere o a uno specifico testo).

L'interattività, riguarda il modo in cui utente, medium, messaggio e ambiente interagiscono e ,in
questo senso, agiamo in un modello comunicativo che è ancora prettamente televisivo. Si ha, infatti,
una moltiplicazione dell'offerta e, quindi, delle possibilità di scelta, ma resta sostanzialmente stabile
la relazione tra emittenti e recettori. Se si osservano, infatti, il numero di azioni comunicative
compiute dai diversi soggetti - la distribuzione dei turni di parola e i ritmi dell'interazione - emerge
che l'emittente occupa la maggior parte del tempo di interazione e l'utente è impegnato soprattutto
in attività di percezione, del programma piuttosto che nell'offerta di un proprio contributo a
quest'ultimo.

Guarda il videodocumentario sulla TV del futuro (da digitalk)

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