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Maunrzro Buona

PUNTE DI FRECCIA A TRE ALETTE DAL FRIULI-VENEZIA GIULIA E DAI TERRITORI CONTERMINI

In questo breve contributo si considerano le frecce a tre alette recuperate o scavate nell'area dell'attuale Friuli specialmente nei territori un tempo appartenenti ai municipia di lulium Carnicum e Aquileia. Intendimento di questa nota di invitare gli editori e gli studiosi a una maggior attenzione e a una pi precisa analisi di questi manufatti di cui esistono tipi ben diversi. Una maggior disponibilit di accurate descrizioni e disegni potr permettere in futuro di perfezionarne la tipologia e di individuarne con precisione le aree di diffusione.

Definiaione e utilizzo

Molto spesso le punte di freccia (denominazione che pu talora comprendere anche punte di altri oggetti da lancio) per il loro valore funzionale mantengono forme sostanzialmente simili per parecchio tempo. Atteggiamento frequente di ritenere tout court le punte di freccia come parte dell'armamento militare. Non escluso che le stesse punte potessero servire per la caccia e quindi entrare nel normale corredo di una qualsiasi abitazione civile, come del resto inducono a pensare anche i rinvenimenti sparsi per il territorio, sia in Friuli (es. a Coseano) sia altrove (es. nella casa n. 5 di Senturju). A partire dall'avanzato Vl secolo i rari, ma ben documentati, casi di frecce comprendenti tutta la serie presente nelIa faretra di un solo individuo dimostrano che presso il singolo potevano essere disponibili contemporaneamente pi tipi. Pertanto la loro differenziazione formale potrebbe dipendere anche da una eventuale specializzazione delle fiecce stess, per specifiche categorie di preda o, se di impiego militare, per colpire determinati

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bersagli. Di fatto, nell'arco alpino orientale la presenza di questi oggetti spesso documentata negli abitati su altura e comunque in zone che non sembrano essere state stabile dimora di soldati.
Stato degli studi

Specialmente a partire dagli anni Settanta sono stati condotti studi fondamentali che si sono occupati in particolare delle punte di freccia a tre alette. Nel 197 lo studio della Erdman sulla quindicina di frecce a tre alette della Saalburg si ampliava a considerare anche le altre presenze nei campi del limes germanico, in Inghilterra e anche nei paesi orientali r. L'A. mette in evidenza come frecce a tre alette, per in bronzo e con immanicatura a cannone, compaiano gi nella seconda met dell'VII sec. in Oriente e siano attestate fino al periodo ellenistico. Col periodo romano cambia radicalmente la forma, in quanto compare il codolo appuntito e si usa esclusivamente il ferro, caratteri che si conserveranno, come vedremo, anche dopo la fine dell'impero romano. La presenza di ben venticinque frecce del genere nell'accampamento augusteo di Dangstetten, frequentato dal 15 al 9 a.C., offre un incontrovertibile punto di appoggio per la cronologia. Sono note altre frecce del genere nel periodo claudio e la loro presenza attestata anche in castella costruiti in epoca flavia, nonch in relazione ad accampamenti di sagittarii 2 e ancora in accampamenti frequentati sicuramente nel corso del III sec. d.C. . A questo proposito gi la Erdman aveva posto in guardia dallo stabilire una facile quanto indimostrabile equazione tra presenza di frecce a tre alette e stanziamenti di sagittarii o di milizie ausiliarie di origine africana od orientale (infatti presso la Saalburg si rinvennero frecce nell'area dell'accampamento militare e parimenti in quella del vicus borghese e perfino nelle tombe). Nel 1977 un saggio del Davies raccoglieva la documentazione relativa alla maggioranza delle frecce a tre alette note dalla Gran Bretagna 3. Nel 1988 I'argomento, relativamente al periodo romano, tra I e IV sec., veniva nuovamente ripreso dallo Zanier, in uno studio fondamentale che fa il punto su tutta la questione. L'A. sulla base dell'esame di oltre treento punte provenienti da pi di cento localit al di fuori d'Italia, stabilisce una prima tipologia. Anch'egli ri-

I
2

3 DavrBs 1977.

EnoulttN 197. Enorr,uNN 1976,p.8

Punte di f reccia a tre alette dal Friuli-Venezia Giuia..,

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tiene provato che non si possa stabilire un legame assoluto tra sqa tre alette, mentre ritiene possibile e ragionevole pensare che ogni legione ne portasse con s una piccola scorta per casi particolari, come assedi etc. a. Con ci rimane evidentemente ancora aperta la questione di una pi precisa defini zione dell'utilizzo di queste frecce. Per il periodo successivo esistono studi di carattere locale che si rifanno al noto contributo del Werner, il quale collegava la diffusione delle punte di freccia a tre alette agli spostamenti e all'influsso dei movimenti delle truppe unne s, oppure accettano, molto spesso acriticamente, la definizione di punte di tipo avaro, che ovviamente deriva dal superficiale confronto con il materiale scavato nelle necropoli avare. A questo proposito rimarr punto di riferimento essenziale, e difficilmente superabile, lo studio che ha in corso di pubblicazione U. v. Freeden ove si tenta per la prima volta di individuare una serie di prodotti locali postromani, ben distinti cronologicamente e tipologicamente dalle autentiche frecce di tipo avaro, e si pongono in evidenza gli influssi mediterranei, suggerendo una possibile derivazione dalle truppe bizantine. Allo stato attuale sembra che si intensifichino gli studi di carattere regionale 7, con il chiaro scopo di pubblicare i materiali anche perch servano a una successiva sintesi. Per quanto sia gi stata messa in evidenza la difficolt di basare una tipologia solo sulle pubblicazioni di disegni, che possono essere imprecisi o riprodurre esemplari pi o meno danneggiati, risulta abbastanza chiaro che i tipi individuati dallo Zanier possono essere interpretati con notevoli variazioni, anche nello stesso luogo e periodo. Cos alla Tav. I si possono vedere punte del tipo I, . Ia e III accanto ad altre che paiono combinazioni diverse o varianti distinte di un medesimo tipo (si considerino ad es. i nn. 10-13, tutti provenienti da Dangstetten). Quando lo stato di conservazione lo permette, si pu misurare il rapporto tra la htnghezza della punta vera e propria, destinata a colpire, e il codolo; esso risulta variabile e pu andare da 2:3 (Tav. I, nn. 1-2) a 1.:2 (Tav.I, nn. 8 e ll-1,2). Abbiamo posto nella prima tavola una punta di freccia da Invillino (Tav. I, 3) per rendere evidente, come osserva anche la von Freeden, la sua vicinanza tipologica e formale ai modelli del periodo classico.

gittarii e punte di freccia

a ZrNrsR.1988. s WBnr.ren 195. v. FnnnneN, in stampa. 7 Sono in corso studi di D. SvotjSak

e T.

Knific (Lubiana) per la Slovenia

di T.

Mantovani (Bologna) per la pianura padana.

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Ai fini della distinzione morfologica risultano importanti non solo l'andamento delle alette e le loro dimensioni rispetto al complesso (non sempre determinabili a causa dello stato talora frammentario), ma anche la sezione, in particolare nella parte superiore e inferiore della freccia. Del tutto ininfluenie risulta invece la sezione del codolo, che molto spesso viene disegnata e riprodotta nelle edizioni di scavo e non d alcuna informazione degna di nota, poich la sua funzione era semplicemente quella di permettere I'inserimento della punta entro il fusto ligneo della freccia.
Rinv enimenti nel
F

riuli-V ene zia Giulia

La Notitia dignitatum assegna a Concordia una fabbrica di armi e precisamente di frecce, attiva dalla met del IV sec. 8; dei lavoranti nella medesima fabbrica ci sono del resto rimaste sicure attestazioni epigrafiche e. Ora nel museo di Concordia documentata esclusivamente la presenza delle punte di freccia a tre alette con una parte terminale rivestita in piombo, un tipo delle cos dette plumbatae. Qui, come in Aquileia e a Smihel la parte in piombo forma una specie di ingrossamento intorno allo stelo, mentre altrove, p. es. a Hruica 10 si osserva una lamina applicata e ripiegata. Non naturalmente da escludere che le frecce fabbricate a Concordia fossero destinate a rifornire truppe stanziate anche molto lontano. Di fatto, al momento non sappiamo quale forma avessero le frecce prodotte a Concordia nel tardo periodo imperiale. Unico rinvenimento databile con una certa sicurezza una punta da Hru5ica, che per non viene propriamente dal territorio dell'attuale regione, bens ai limiti di essa (comunque sempre all'interno della Venetia et Histria della divisione dioclezianea) e dovrebbe essere anteriore al 394 d.C. 11. In Friuli sono note a tutt'oggi 13 punte di freccia a tre alette, mentre la Slovenia ne ha date finora 9. Va altres menzionata la vicinanza di altre punte nelle regioni contermini, come sul Kathreinkogel in Carinzia o in Alto Adige a Tisens-St. Hippolyt. Si nota una forte concentrazione specialmente nella localit di Invillino, oggetto di qcavi sistematici 12, e in quella di Doberd del

8 SrNNrzzrno 1990; cfr. Davns 1977, p.262. e LBrrIcs 1983. r0 Sulla diffusione delle plumbatce nei territori sloveni si veda GuSrrN
Tav. 80, 3-4 e UI-senr 1981, p. 7. 11 Ur-nenr 1981, p. 74,Tav.21, n. 172. 12 Su cui Brensneurn 1987, con precedente bibliografia.

1979,

Punte di freccia a tre alette d.al Fiuli-Venezia Giulia.

lago, forse sede prowisoria di truppe 13; non va sottovalutato il fatto che queste due localit, poste a controllo di importanti strade di transito, sono state oggetto di lunghi e ripetuti scavi, per cui I'effettiva presenza delle punte di freccia nell'intero territorio regionale potrebbe forse assumere aspetti diversi in dipendenza da nuove ricerche. Negli esemplari altomedievali spesso le punte a tre alette si trovano accanto a quelle a coda di rondine o a foglia di lauro, appiattita. forse possibile che allora tutti o parte di questi prodoti venissero predisposti nelle fucine domestiche. Nasce una effettiva difficolt a livello terminologico, poich nei fatti I'espressione di frecce a tre alette si applica a realt morfologicamente ben distinte e cronologicamente differenziate. N contribuisce a chiarirla la definizione di frecce ndi tipo avaro> comunemente adottata ra che talora da elemento di comodo (ma abbiamo gi detto e lo si dimostrer che in realt la tipologia complessa e non unitaria) tende a divenire caratterizzazione etnica, con conseguente formulazione di ipotesi improbabili, almeno per quanto riguarda la regione Friuli e in generale la pianura padana. Con ci non si vuole naturalmente ignorare la ricca presenza di frecce di questo tipo nelle necropoli avare, come ben risulta dalla letteratura rs. Al fine di contribuire a una maggior chiarezza si tenta qui una sommaria classificazione delle frecce a tre alette del Friuli. Lo schema preliminare che qui si presenta attende che ulteriori rinvenimenti permettano di chiarirne meglio la cronologia, se possibile, ed eventualmente l'area di diffusione dei diversi tipi e delle loro varianti.
Le punte a tre alette della regione appartengono ai seguenti tipi fondamentali. convesso nella parte inferiore [tra Ia parte rettilinea, in alto, e quella curvilinea, in basso, il raccordo pu essere ad angolo retto (Tav. II, 1) o arrotondato (Tav. II, 22,26 e27)1. La punta si distin-

A) Punte con profilo a losanga ad andamento generalmente

gue per una sorta di collarino dal codolo, particolare del tutto estraneo alle frecce a tre alette presenti nel primo periodo imperiale. Le dimensioni delle punte variano da circa cm 5,5 a cm 9. tuttavia molto raro che si trovino esemplari integri, su cui si possano effettuare precise misure. In linea di massima la parte appuntita della frecciava da met a due terzi dell'intera lunghezza.
13 Il Carso gorifiano ... 14 Espressione adottata,

tra gli altri in Mslucco Vlccano 1985, p. 109; r-rN 198, p. 27; Mrrosevrc 1989; Cnrssr 1989, p. 143; voH HssspN 1990. f5 Es. Krss 1977, passim.

Toncrl.

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Alcuni dettagli costruttivi (es. l'andamento delle alette e il maggiore o minore sviluppo della loro parte terminale in prossimit delI'attacco del codolo etc.) sono comuni a frecce rinvenute nella medesima localit (si veda in particolare la somiglianza tra gli esemplari 14 e 15 della Tav. II o tra i nn,22,26 e 27 ancora tra i nn. 23
e 24).

Sono del tutto assenti punte simili con cannone cavo che altrove, p. es. nella Germania meridionale, sono considerate prodotti locali t. Il tipo che abbiamo qui descritto appare uno dei pi diffusi in assoluto e anche nel Friuli-Venezia Giulia. Ai sei esemplari qui presenti (Doberd, Tav. II, nn. t4-16; Invillino, Tav. II, nn. 1819 e Udine, Tav. II, 20) si possono accostare altre punte dai territori contermini, es. dall'Alto Adige (Tisens-St. Hippolyt alla Tav. II, 17), dalla Carinzia (es. dal Kathreinkogel alla Tav. II, 21) e dalla Slovenia (Tav. II, 26 da Korinjki Hrib e n. 27 da Limberk), oltre che in generale dalla pianura padana (es. da Modena, Tav. II, 25) o dai territori transalpini (es. da Hammelburg, Tav. II,23-24).

B) Possiamo considerare come punta ancora di tradizione pienamente imperiale una da Doberd del Lago che rientra appieno nel tipo 4 della classificazione dello Zanier (Tav. II, 28). Secondo lo stesso A. il tipo sarebbe attestato prevalentemente nel IV sec. d.c. 17.
C) Punte del periodo tardo-antico. Adottando la terminologia inventata dal Werner, si pu considerare come appartenente al ti po c.d. <sottile" (uschlanke") la punta riprodotta alla Tav. IIl,29, dal colle del castello di Udine, mentre pare appartenere al tipo schiacciato (,gedrchkte") quella disegnata nella Tav. III, 30, da Limberk. Possiamo osservare che la punta di Udine appare molto simile ad altra scavata nel 1987 entro la casa n. 2 di Sinja (non lontano da Spalato) nella parte riconosciuta come appartenente alla teza e ultima fase di vita dell'edificio che rimase in uso almeno fino al VI sec. d.C., appartenendo a un insediamento romano di tipo rurale 18.

D) Punte a sezione piena: tra queste si possono inserire una proveniente da Doberd (Tav. III, 31) te e altra a sezione quadrangolare, che si riproduce alla Tav. III, 32, proveniente dall'ambito della villa rustica di Coseano, non lontano dal corso del fiume Ta-

l v. FneeoeN, in stampa.
17 ZlNren 1988, p.6. 18 MIlosevIc 1989.

re

Il

Carso

gorifiano..., Tav. 12,n. 16.

Punte di lreccia a tre alette dal Frtuli-Venezia Giulia ...

gliamento 20. Per quanto riguarda la villa di Coseano stato ritenuto che l'ultima fase della sua vita si collochi a partire dalla fine del III o dall'ini.zio del IV e continui nel V sec. 21. Inoltre la quantit dei reperti appartenenti al IV e forse alla prima met del V ha fatto supporre una notevole attivit per quel periodo 22.

E) abbastanza facile considerare come ulteriore sviluppo delle punte elencate al precedente punto D) quelle che presentano un triangolo pieno nella parte superiore e tre alette ben distinte tra loro nella parte inferiore; queste possono avere o meno un collarino evidente all'attacco del codolo. Esse corrispondono al tipo "mit massivem Knopfo della classificazione della von Freeden 23 e sembrano appartenere al pieno
VI
sec..

Ci offrono qualche punto di appoggio alcune tombe della Baviera, di recente riconsiderate. La tomba 21 b di Inzing-Hartkirchen, presso Grissbach, conserva una spada che appartiene al gruppo C della tipologia del Menghin e quindi si pu ascrivere al periodo compreso all'incirca tra 530 e 570 d.C.2a: essa conteneva tre frecce del nostro tipo E (Tav. IV, 4l-43) e appare contemporanea alla tomba di Hammelburg, sempre in Baviera, che pure conservava due frecce di tipo apparentemente un po' diverso (qui riprodotte alla Tav. II, 23 e 24)2s.In Italia punte simili compaiono anche nel periodo longobardo. In genere punte a tre alette sono portate anche da guerrieri longobardi che si fanno seppellire con le loro armi, come dimostrano in maniera incontestabile i corredi delle necropoli di Nocera Umbra 2 e di Civezzano 27. Il corredo, molto ricco, della tomba n. 119 di Castel Trosino mostra che frecce a tre alette (qui riprodotte alla Tav. VI! appartenevano alla panoplia di un cavaliere di categoria elevata, i cui finimenti erano in oro massiccio 28. Non molto facile, a causa del loro stato di conservazione, determinare a quale tipo esse possano aver appartenuto. Nella stessa faretra accanto a esemplari con alette molto espanse (si confronti quello riprodotto alla Tav. VII, 69 con quello della Tav. II, n. 1 o n. 23) si
2o VENruRr 1987, c. 123,F 3. 2r VeNrurl 1987, c.87. 22 VpNruna 1987, c. 23 v. FneeoeN, in stampa. 2a MBrlcnrN 1983. 25 MeNcHrN 1983; v. FnreonN, in stampa. 2 Mplucco Veccrno 1985, pp. 116-l 17 (Tomba I diPiazza Medaglie d'Oro). 27 AMlHre Srrraorrlr 1983. 28 O. v. HessnN 1990. I disegni sono tratti dagli originali esposti alla mostra sui Longobardi a Villa Manin di Passariano (UD) nell'estate del 1990.
.

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trovavano altre punte con andamento decisamente allungato. Delle otto frecce rinvenute nella stessa tomba n. 119 di castel Trosino per solo due presentano una sorta di rigonfiamento, non del tutto siiuro n perfettamente evidente (Tav. VII, nn. 64 e 65) e certamente non paragonabile a quello di altre punte; p. es. di Brezac o anche di Nocera Umbra. stata ritenuta non solo del periodo longobardo, ma anche di un cavaliere longobardo la tomba di Brezac in Istria ove compaiono punte a tre alette con evidente terminazione massiccia che abbiamo riproposto alla Tav. IV. facile notare, con la von Freeden, che punte del genere sono presenti a nord e a sud delle Alpi in abitati del periodo altomedievale (Invillino, Rifnik) 2e e in tombe contemporanee (es. Bresaz, tomba longobarda) 30, tomba 2l b di Inzing-Hartkirchen 31 e Kranj 32. Pertanto I'A. ritiene, a nostro awiso molto opportunamente, che punte di questo tipo siano piuttosto da ricondurre all,influsso bizantino ben anteriore alla venuta degli Avari. L'unica freccia del territorio friulano che pu in qualche modo awicinarsi alle punte di questo tipo viene da Invillino (Tav. IV, 44). Molto spesso le punte di questo tipo hanno un andamento allungato, con i lati paralleli o semiparalleli. Ma il corredo della medesima tomba n. 119 da castel Trosino ci mostra come contemporaneamente fossero usate anche punte con alette molto espanse. Proprio questo carattere si riscontra gi in molti esemplari del nostro gruppo A) e richiama le punte della prima met del V sec. dall'area del medio Danubio, rivelate ad es. dalle necropoli di Keszthely (Tav. VI,48-51) o di Oradea (Tav. VL,52-54) o ancora da Wien-Simmering (Tav. VI, 55-l). F) Appartiene a quest'ultimo gruppo una sola punta da Doberd in cui lo sviluppo della parte destinata a ferire rappresenta solo un quarto della lunghezza totale (Tav. V, 45) 33. Essa, oltre che ridotta in lunghezza, appare anche alquanto ristretta. In altri casi alquanto simili, es. da Meizza (Tav. V, 46)3a o da HruSica (Tav. V, 47) lo sviluppo della punta triangolare, generalmente piena e solo con accenno di alette, risulta ancora inferiore, raggiungendo appena un quinto o un settimo della intera lunghezza della punta rnetallica. A HruSica una punta alquanto simile, per con sezione

29 Per Invillino si veda BrrneRAuen 1987, Tav. 59, 1l per e Rifnik Bolra 19g4, Tav.24, n. 91 (testo ap. 44). 30 ToncrI-un 198, pp. 25-26, con precedente bibliografia.

3l

MeNcHrH 1983. 32 Srrnr 1980, Tav. 125,8. 33 Il Carso gorifiano..., Tav. 12, 34 Toncrrr-ar 1986, Tav.5,8.

n. 15.

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triangolare e con cannone cavo (da balista?) stata giudicata pertinente all'armamento romano 3s. possibile che nella parte dello stelo che sporgeva dalle punte del nostro tipo F) si potesse awolgere stoffa o altro materiale infiammabile in modo da creare frecce incendiarie

Il numero delle frecce a tre alette in ambito europeo molto elevato: esse, nelle diverse forme e varianti, sono presenti in un'area vastissima che va dalla Germania orientale (es. Teterow) 3 alle pianure dell'Ungheria, all'Austria, alla Jugoslavia e naturalmente comprende la pianura padana e I'Italia peninsulare. Per quanto riguarda la datazione occorre lamentare che i rinvenimenti dell'area friulana e anche quelli delle zone contermini sono talora di scarso aiuto ai fini di una precisa determinazione cronologica. I rinvenimenti di Invillino e di Udine appartengono a un periodo genericamente inquadrabile tra il IV e il VI sec., con possibilit di estensione all'inizio del VII. Particolarmente interessante il sito del Castellazzo di Doberd ove le ricerche hanno documentato una frequenfazione protostorica e romana, con particolare concentrazione nel periodo tardo-antico. Ad esso dedic la sua attenzione gi il Marchesetti alla fine del secolo scorso: i materiali da lui recuperati, ora ai Civici Musei di Trieste, comprendono due punte che abbiamo inserito nel gruppo A) (Tav. II, nn. 14-15) 37. Recuperi effettuati tra 1965 e 1973 permisero di raccogliere abbondante materiale databile specialmente tra la met del IV e la met del V sec. (es. lucerne africaqe del tipo Atlante X, fr. di anfora tipo L R 1 etc.)3s e monete che non oltrepassano la met del V sec., per cui stato supposto che i difensori del castrum siano stati sopraffatti dagli uomini di Attila nel452 3e. A questa fase appartengono tre punte, di cui una inquadrabile nel tipo 4 Zanier (qui riprodotta alla Tav. III, n. 28) e altre due a sezione triangolare piena (alle nostre Taw. III, 31 e V, 45) che sembrano rientrare nella tradizione classica. I saggi del 1989, in vari luoghi del sito, hanno dato altro materiale. In particolare il saggio 2 <<praticato nel pianoro sommitale" ha dato una punta di freccia (qui riprodotta alla Tav. II, 16) che sembra appartenere al
35 36 37 38 3e

Ur-senr 1981, p. 74, Tav. 21, n. 171. Voss 1989, pp. 528-529 (fine V sec.).

Rrcnr

1989 ,

p. 34.

MessrI-r Scorrr 1989, p. 33. Gonrxr 1989 , p. 44.

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periodo tardo-imperiale. Le monete rinvenute nello stesso saggio risultano databili tra la fine del IV e il primo quarto del V sec. d.C. stato altres sostenuto che .in base a pochi reperti si pu ipotizzare che la frequentazione del sito si lia protratta .rt VII-VIU sec.o oo, ma in base al materiale finora edito I'ipotesi appare lungi dall'essere completamente provata. Al nostro gruppo A) appartiene la punta da Hru5ica (che costituisce la forma 5 delle armi rinvenute col) (Tav. II, 22)at e quindi si pu datare nel corso del IV sec., forse alla fine di esso. Genericamente al IV e V sec. si data il contesto del Kathreinkogel, in Carinziaa2 ove per la punta di freccia ha una forma leggermente diversa (con profilo a losanga e priva del collarino all'attacco del codolo) (Tav. II, 21) che l'awicina piuttosto a quelle dei cavalieri nomadi del medio Danubio, nella fase denominata D 2 e datata al secondo quarto del V sec. d.C. (Tav. VI), owero immediatamente prima della venuta degli Unni in Italia al seguito di Attila a3. Per quanto riguarda le punte della Slovenia si attende lo studio di SvoljSak e Knific che dovr costituire un termine di riferimento essenziale. Si pu osservare, per quanto riguarda Korjniski Hrib e Limberk (che hanno dato le punte riprodotte alla Tav. 1,26 e 27) che qui si solo supposta una presenza di pi fasi abitative, con eventuali distruzioni al tempo degli Ostrogoti e ricostruzioni durante le guerre gotiche, senza per che sia stato possibile discernere i materiali delle diverse fasi aa. Per quanto riguarda Udine si deve mettere in risalto che recenti studi tendono ad accentuare l'importanza della localit nel periodo bizantino, forse in connessione con gli eventi della seconda guerra gotica. A questo proposito indicati vi risultano alcuni frammenti di anfore del tipo <cisterna di Samos, che l'Arthur suppone facessero parte dei rifornimenti che dall'isola venivano inviati ai presidi e alle truppe bizantine as. Essi si accompagnano a rinvenimenti di monete d'oro bizantine, sullo stesso colle e forse a poca distanza dal luogo in cui si rinvennero le punte di cui si discute qui ou. Si aggiunga ancora la presenza di una fibula del tipo a svastica con quattro teste di cavallo, la cui area di diffusione (che significativamente comprende anche la localit di Tisens-St. Hippolyt) a7 pare spiegabile ancora con intensi
40 41 a2 a3 a4 45 4 47 GomNr-MaseLLr

Scorrr 1989, p. 95.

Ul-snnr 1981,p.74

Fucrs 1988. TBrnlr 1988.


CrcleNerr 1985. Anrnun 1990, in stampa.
Benca4rNrr-Buou 1990, p.27, con precedente Brsnsmuen 198, fig. 9,1,p.274.

bibliografia.

Punte di lreccia a re alette dal Friuli-Venezia Giulia ...

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contatti con le zone balcaniche e danubiane, probabilmente nel corso del VI sec. e forse proprio ancora una volta in relazione con
le vicende belliche dell'esercito bizantino a8. Per questa stessa localit il Bierbrauer ha osservato che il materiale sembra indicare una forte presenza di popolazione romana nel corso del VI sec. d.C.4e. Sembra pertanto, allo stato attuale, che si possa stabilire una presenza delle punte di freccia del gruppo A) tra il IV sec. (forse nella sua fase pi tarda cui sembra di poter riferire il rinvenimento carinziano del Kathreinkogel) e il VI sec. (Tisens-St. Hippolyt e forse Modena). In base ai rinvenimenti sembra che le frecce del gruppo F) certamente presenti nell'armamento del periodo tardo-romano, alla fine del IV sec. (Hru5ica) e forse nella prima met del V (Doberd) possano essere state accolte anche nella faretra del periodo longobardo (Meizza).

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a8 Sull'argomento rimando alla mia nota in corso di stampa per "Arheolo5ki ve5tniko 1991. 49 Brrngneuen 1986, p. 262.

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poroilo o raziskovanjih Korinjskega Hriba in rekognosciranjh zahod-

ne Dolenjske (Der Veilauf der alternativstrasse Siscia-Aquileia im Raum vom Westdolenjsko und Notranjsko in der Zeitspanne vom 4. bis 6. Jh - Priiliminarbericht ber die Erforschung des Korinjski Hrib und die Rekqnoszierungen von Westdolenisko), "Arh. ve5tnik" 3, pp.
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P.S.

Dopo che il presente lavoro era stato consegnato in tipografia, ho potuto vedere nel magazzino del museo di Aquileia alcune punte di fieccia apprtenenti al gruppo che qui si considera. Segnalo una del primo periodo imp..iaie (Tipo I za-

nier) e un'altra vicina al nostro gruppo A, di piccole dimensioni. Ringrazio-la dott. F. Scotti Maselli, direttrice del Museo, per 1a cortese segnalazione.

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TAV. IV - Tipo IV: 33-40, da Brezac (ridis. da ToncBr_r_tr 1986);41-43, da Inzing-Hartkirchen (ridis. da MrNorrN 1983);44, da Invillino (ridis. da Bnnuuunn 19g7).

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TAV. v - Tipo v: 45, da Doberd (ridis. da Il carso gorifiano ...);46, daMeizza (ridis. da ToncB-r-r-rl 1986);47, da HruSica (ridis. da ursenr lggl). in basso: presenze di punte di freccia a tre alette nella regione Friuli-Venezia Giuiia.

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TAV. \/I - 48-51, da Keszthely (ridis. da Terur 1988); 52-54, dalla necropoli di Oradea (ridis. da Ternll- 1988); 55-1, da Wien-simmering (ridis. da Ternn 1988).

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Trnr,c, 1990.

TAV. VII _ (2-69) frecce e a rre alette dalla tomba rr. 119 da Castel Trosino. Tutti i disegni sono opera
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