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.*.
\
D E COSTUMI
D E
PRIMITIVE CRISTIANl
L 1 8 R 1 ?R
COMP05TI DA
. TOMMASO MARIA
M AM A C H I
Dell Ordine de Predicatori
T E O I. OOO CASANATBNSI.
T O M O IJ I.
9 R OMA M D C C I I V.
OME
tiffimi fit*
rono
lu$ri^
* perfonaggi
""
ddla no
Voflra $irpe
(IV)
quail eper lefublimi digni"
ta^ che fqftennero , e per lo
valore , e la fapienza loro
di ragionarne a me , cheper
k grandi obbligazioni ,
che
ui profefjo
J. */ cA/ ,
* febbene
_/
non
debbo io con ejjine per la
eloquenza , rie per la vajla
loro erudizione paragonar-
mi* avrei defiderato,
+J * non
*
3 P~
(VI)
potendo akrinienti ,
dimo-
di Voi
Jlrare almeno verfo
la mi a gratitudine^ con per-
i
petuarne apprejfo po&eri
la memoria Ma giacche .
i nomi de
eglino , quahfo-
no cekbri nella repubblica
delle lettere di tali cofe
,
i
tQjtknziO) indicherojblo
dm nwtiwi Pi qmH mi Jo* TP "T
m
(VII)
no io indotto a fupplicarvi^
che vi degnafte di permet-
tere, che que$o mio terzo
volume compariffe fotto i
Di V. E,
Si videbitur Reverendiflimo Patri Sacri Palatii
.
Apoftolici Magiftro
IN*
(XI)
I N D I C E
DE CAPITOLI, E DE PARAGRAFI
DEL L I B R 6 III;
L I B. III.
E cojluml df Primi Criftiani ,
r/~
. i .
gaardanti ilfrofflmo pag.
C A P. I.
lorofratelli ? 1 8,
. II.
Dtlla carlta di
primi criftiant verfo i
kro frofjlnn . 2 c.
I. Amw d<?
Crijllant verfo i kroproffi-
*** 20,
1!,
(XII) .
II.
Kprimftramtnte verfogli altrl Crl-
jllanl . ivi .
llglonc .
vano
difepeltirc I loro cadaverl . 75.
XV. Amor edeCrifllanlvcr Co thro nc-
J
mci.
Dcllc ccne
CAP. .
,
^ Crljllani
, che fohvano fare
>
k quail cene
I
,
prim-
poiche
da
(XIII)
da loro ff cckbrauano per dimojlrare
P-amore , che ft portavano fcambie-
yolmentc , erano da ejfi appellate aga*
pi . 9**
I. Del nome ,
della origins delle aga-
pi. 98*
>
ogapi d? Criftiani
. .
101*
chefoffefattoaioro. 116.
III.
(XIV)
e
Dtllapiacevolczza , wtwfuetudirit
..?
primi Crifliani nonfolamentc verfo
i loro compagni , ma eziandio verjo i
ncmici dclla loro religions . 2 1
7,
IV* tfon odiavano git altri ,
ne cranb
dalla inuldla . 219*
mojf
V. A% muwcano lite a chi lorofacca del
danno * ,
222.
VI. Dlligenza ufata da Crijliam per di-
menticarji delle wgiurie
ricwute .
C A
Quanto c eccelknte ntf nojflri mag-
fojj
giori la virtu ddla gittftizia 24^*
I. Delia giuflhla dfno/lri maggfori*l4 5 *
II. Onoravano i
noflri maggiori ^
come
dovcano , / Pnnclpl c i
pregauano per ejfi , obbedioano
:*
purche ero comandaio
avcfj cofenoncon*
trarie alia dwina Icgge ^ epagavano i
trtbutit 246*.
Ill* Erano lontam dalle ftdiziwi 2^5.
IV-
(XV)
IV. DfdwtridfPtftwitt de minl/lri
dclla i faro
Cbicfa verfo fudditi , e de*
fitddhi verfo i Prelatl , minifir i. 2, 5 5*
V. De* dovcri d? genitori vcrfo i loro
fi-
e dffglluoli
vcrfo i genttori .
guarda i
cojluml
df prtmitht fedt-
Vautorc mn ha
Caglonl , per le quail
e tutte k tfcriziont che face a no
for tat
>
priwi Criftiani *
dl
Spiritu Sanao^Z/r//^ Ifcrhzone
Gaudenzio e del Aiaf*
, dclfentlmcnto
la magi a . 167*
fcl circa
II. Dcgti onori datl agf Impcradon da"
primifedeli* z?**
III. Dclle ragioni , per k i
quail primi
i Teatri *
Criftiani nonfrequentavano
275.
VI. Dellc fficuh * ivi.
VII. Dellofcafifmo* ^
1/7*
VIII. Delia commons df fanl >
qual
i deli . ^ 9 4*
foffe appreffo primi ft
IX. Sentimenti del Slgnor Marcbefe^*
Maffei circa I Tcatri . 33o
X. Dottrlna di
Tvmmafo Aquino dr^
S> d"
quanto riferivanfi a
Dio , e a loro me-
defimi. Richiedc or
la ragionc , c il mc-
todo , che abbiamo
ftabilito di feguita-
re , che in
ultirnp
luogo ragioniamo de* coftumi riguardanti il
profTimo . Ma poich la carita vcrfo gli altri c
la principale tra le virtu riguardanti il proffi-
mo, da elfadaremo principio a quefto terzo
libro , e vedremo quanto foffc ella ccccllente ,
?
e perfetta ne noilri antichi .
Tomo UL CA-
z, E* C OS TUMI
CAPO I.
OR , fembra
rezza ccrtamente eflcr clhu*
eonvenevol cofa, che rileviamo primie-
ramentc qual foffc la cariti 3 o 1 atnore , chc
vogliam dire , de genitori verfo i loro figli-
uoli ,
e de figliuoli verlb i loro genitori , c
de mariti verfo le mogli loro ,
e delle mogli
5
vtrfo i loro mariti .,
e dc fratclli verfo gli al-
trifratelli, per farci ilrada a difcorrere del-
la carita de noflri maggiori verfo ogni ge-
nerc di perfone ,
e a dimoilare , chc non con-
Meva f
ella ncli affctto folamente * ma ch era,
. i.
!> 1 KMITIVI CKIITIAN1 .
. I.
.
fratelli
\J
da venerator! de flilfi nu mi non Tola- rita de
mente per le moltc altre virtu , ch erano Jo- niton
ro , come di fopra dimodrammo particolari , f*i
,, r i
crudel-
;
^ ^^
i
figliuoli loro u. xxxnr.
mentc abbandonavano , fenza punto curarfi ,
ie capitavanomale ;
per lo contrario Crilliu- i
5
x c x
paflloni , nia per la propagazione dell uman__? js 7 .fqq.
, ftudiavanf] con fomma cura , e dili- (d)A<5>.5$.
i da* loro
genitori ,
non troyino chi gli
alimenti , e non e noi fiamo rei di
perifcano ,
Div. Iniht.
C>XXi>P4Ql*
jc d | L a onde o non ci leghiamo col vin-
| 0>
. / t I
ne d interv.enire agli
ogni genere di perfone ,
fpcttacoli , 116 di vedere le pompe , e dilettard
delle rapprefentazioni di amore , n di ballare,
rji di ,
ne di prenderfi fpaffo
giuocare di fpada
tutto i( giorno , come pur troppo veggiamo
farfi ne tempi nodri da genitori ; ma nel far
loro apprendcre le verita contenute ne facro-
fanti Vangelj , e nell avvezzargli ad efercitarfi
e nelle opere di pieta , e di rcli-
nelle virtu ,
vare
CRISTIANI .
Agapio ,
e Secondino, ma
ficcome non fu di
quella pena contenta la crudelta de tiranni ,
fu a fitelliti ordinato , che dall efilio foflero
alLtcitta principle della Provincia
ricondotti,
per eflere privati di vita . Giunti campion! i
A 3 vanfi
6 I) E* C O S T U Af I
trasferiti da Mu-
campioni del Signorc , i quali
a Cirta ch era la capitale della Numidia
gua ,
,
c glo-
DE* PR1MITIVI CRISTIAN1 .
7
fuo marti-
gloriofamente avca confumato
il
prom"
mo e lo ftudio d iflruire i
proffimi ,
,, pieta
della mia vecchiaja, muoviti a com-
33 frateili ,
non mi recare quefto st grande ,
33 e per me intollerabile difonore . Rammen-
tatide* tuoi frateili , guarda la tua madre ,
33 e la tua zia , abbi pieta del tuo figlitiolino ,
3, il
quale non potra vivere , fe tu farai pri-
vata della vita .
Deponi una volta cotefta
tua animofita ^ e confldera , che fe morrai ,
rifpofe :
,,, Succcdera. in quella catafta o ,
V
Neeli
S
*~^
J
Filippo Vefcovo di *^
atti ancora di S.
*^
an 1
me e trovandofi egli attorniato da alcuni fe- Ton
- -
>
>
>J-
9>
dal Cielo
fopra tutte f ewpietd , e le ingiu-
3> flizic degli uomini . Imperciocche vennc il
fuoco ancora fopra Sodoma per la empiet* ,
e
10 X> Z C O $ T U M I
c alle
3 >
vergini , la
vir-
PR1MITIVI CRISTIAN1. Il
virtu del la picta loro , chc il fuoco medcfi-
9 ,
mo dovette ccdere , c prelhr loro oflcquio,
erevercnza . Ma quantunque
foflc fingo-
3
lare 1 e la pieta , c la carita de figli-
affetto ,
5
Ditori dc fedcli aveano cortro di loro cofpira-
to , flcch farebbe ilata oppreffa la noftra fanta
5>
fupplizj preparati loro da^padroni ; v.ogliono
piuttofto lemogli effere abbandonate, da lo-
ro mariti , che r/nunziare a Crifto, e i fi-
gliuolinulla curandofi della eredita paterna,
5
pa-
ventando le minacce del tiranno ne muoven-
,
5
dofi per le carezze
, ch
erangli fatte , rifpoic
a fuggenmenti dell
iniquo Preflde lo odo :
DE PRIMITIVI CRISTIANI.
qualora fono riprefo pel
mio Redcntore .
ni
III.
profellavano
Non era minore
alle loro mogli
1 affetto
,
, che
e le
i Criftia-
mogli aVg rf /
I ^^
"
il
i or o
loro mariti .
1
4 i> E e o s T u M i
loro mariti , di quello , che i
figliuoli
itravanoa lorogenitori , c i
genitori a* loro
figliuoli . Or Hccome queflo tale amore era__
cafto y e puro, cosi foventenon con aitro no-
mc er^nu le mogli appellate da* loro con for-
ti , chcdi /orelle
, c di conferve , come
leg-
giaino ne lihri, che Tertulliano fcriflTe alla_, -
.an"
fua *g)*(*) tcmeva deJIa Che fe i! mama
coftanza della propria conforte nclla
relfgione,
enellafoda virtu ^ che dee effere
propria del
criiirano , non (fjlamente la cfortava colle
pa-
rofe a effere fcrma nef
priraoproponimento 5
mafeavea abiifra di
comporre icriveale an* ,
r
cora de iibrf ,. lochc free i! fuddetto TertuL
liano , che ne* due librf di fopra mentovati ef-
pofe alia fua i
pericoli a quali farebi>efl
,
cfpo-
(la, ledopola mortedi paf-
lui aveflfe voluto
fareallefeconde nozzee prendere un marito ,
.. . , ,. . . tin t Chnit.
ro avea, per cosi dire,
legato gli ammi , *
jvea fatto che con pace abbiano coabitato 3
si ,
2 regolato la loro
famiglia , per molto tempo .
(mperciocche S. Clemente Romano , che fcrif-
lelafua prima lettera vcrfo la fine del
primo
lecolo della Chiefa , lodando i Corintj, i
quali
avanti la fedizione aveano vifTuto con tanta
pie-
:a 5 e modeftia unione , che ferviano di
, e
S
CC molto P * r *% ella tra mariti , e le_>
oLt" ,
o>ul
mo mentre fapevano i loro doveri , e fc-
1
la Dio . Per la e
giuflizia , la pieta verfo
qual cofa fcrifle elegantemente S. Paolo (^>):
( b)Ep. ad
che le donne attempate debbono avere un__>
lir.c. il.
fanto abito , ed eflere lontane dal calunnia-
re e dal bere molto
, vino, acciocche pof-
fano iftruir le fanciulle e che debbono
,
, (0 feguitate la pace , e
B
j8 i>
R" C O S T U M I
con
la fantificazione
, tutti fenza la quale niu-
. In quefta giiifa vivca
(O Clem, no vcdra Signore (a) il
ro vantaggi , e di
procurare , che fantamen-
te viveiTero e quando foffero fciolti da le-
,
ial era
nv> . amore fraterno de noltri mag- XXI Je 4 ^
p.
giori, i quali non contentidi averlo dimoiira- Ed. Oxon.
to c colle parole, e cogii effetti ,
volevano
ancora , ch-j tbflTe cfpreflfo fino ne manni ,
B . II.
2-o * C O S T U M I
II-
Am*r de -m
/T g n tre Giuda penfava al modo di efe-
erio i loro
j
V
sm re il, , crudel
JL T JL *?. rt
.
tradimcnto del iuo
n- n.
divmo Maeftro , quefti ftando co
j t
fu il
feguente , giufta il Vangelo di S. Giovan
ni : farete allora voi conofciuti per miei , quan-
do darete a diVedere a tutto il mondo di amar.
vi, e di eOTere uniti fcambievolmente
Queflo .
.y
godimento , e ricevea i
piu chiari contrafegni
ed era fovvenuto , fe ne avea bifo-
di aftetto,
Oft. p. 81.
ja a ne jj togljere qucrto pregiudiziale fofpet-
to, cos) loro rifpofe Ottavio appreflb Minucic
(b)p. 31*. Felice (i) : Non ci diftinguiamo per alcun.
5.5 occulti contraffgni , come voi penfate , m<
*
5, fede j
,
e come eredi della beatitudine t
(lefla .
x. noflro propofito
B
Atenagora nella fua Lega-
.
zione al
luogo citato (c) , avendo voluto
dimoftrare la cafita de fedeli del fuo
tempo
particolarmente verfo gli altri , che profef-
favano la ftefla fecondo
religione^ fcrivc :
PR I MI TI VI CRIST I AN I.
J
1>E
gendo che ,
adunandofl i criliiani di notte tem
principi congiuravano
. I nodri per liberarfi
dalle veflazioni , e per tdglicre una si pregiti-
diziale opinione conceputa da popoli contro di
loro , la qual opinione potea in qualche ma-
niera impedire la propag^zione del criftianefi-
mo 5 non mancarono di rifpondere fubito , e_?
didare a divedere a coloro ,
che congiurato
aveano a noitri danni ; che avendo Gesu Cri-
Redeiuor noftro comandato a fuoi di ama-
fto
re
i
il
/r s \ c
pro Hi mo 0?), non potcano i fedeli trala- p e j
i ! i W
,
Ep. xcvu.
i crifliani
5 prendeano inileme cibo , nui par-
poteflfe recar nocumento
p. co, echc non
<j2j>. a vc-
5
runo . Era per tanto crefciuta la carita de cri
fliani verfo i lorocompagni a un fegno tale ,
che coioro, i quali aveano delle pofTeflioni , e_*
abbondavano di ricchezze, credevano , ch el-
leno foiTero a tutti gli altri comuni , ficche
apertamcnte diceano di non avere niuna cofa
di proprio . Qinndi e , che Luciano uomo mal-
dicente , c ncmico loro capitale nel fuo Dia-
(b) 1. e..
logo intitolato il Tellegrino (^) , dice : chc-j
. avtaci ferfiiafo II noflro primo legislator e di
efftre noi fratdli , ondc noi difpregiavamo
tutte lefacolta terrene , e le
ripittavaMo co-
muni. Per la qual cofa S. Giuftino Martirc-5
^
(c)n.Lxvn. ncl a ua
^
prim a Apologia (c), defcrivendo i
P . Srf. coflumi de fedeli dell eta fua attefta die da
,
3, cimento ,
c che com era loro Iccito , pro-
3, curavano di confortarlo , e di fargli animo a
e che
cofa e di male /
55
cffere erudito , e / I
avere coltivato ilproprio
3,
ingegno con frofon-
de , e dotte meditazioni e f e il
, , effere
j, comparire prudente ? come p^ljono 9queflc^y
3, cofi ripugnarc alia cognizione di Dio ? Non
35
giovanoforfepiti, enon conducono ma$gior-
menti
DE PRIMITIVI CRISTIANI. 27
1\
wente a conofcere la verita ? Machi dice
che fla male 1 effere emdito ? Anzi noi altri
criftiani confefilamo , efier ella una via alia
virtu la dottrina ,
c la erudizionc; e nc
5, meno fapienti della Grccia darebbero tra
i
5, ma non gia il
procurare di comparir tale ,, .
3, i
qualipubblicamente alle perfone , che
3, a cafoin qualche luogo fi adunavano , era-
affin-
DE PRIMITIVI CRXSTIANI ..
Ep. .1
al clero , e alia
pJebe de Furnitani (4) . ,, Egli
tv
.p. 3) e qualche tempo, che fu ftabilito in ua,j
i.EJ.Oxon. J5 concilio che niun chierico , o miniftro del
,
3,
che avendo Lcviti nell antica legge ofiTer-
i
,
vato quefta religiofa ordinazione ...... che
3, prefentemente ancora fi offer va nel clero ,
non e ragionevol cofa , die i chierici fieno
3, levati dal fucro miniftero ,
e f?eno obbligati
3, agli uffizj fecolarcfchi ? ma fi contentino delP
3, on-->rc di efferc ammeffi , chc tra fratelli
vivono colle oblazioni , e ricevendo quafi le
3, le dccime de trutti, non fi fcoftino da fa-
crifizj ,
e dall altare
IV. Non minore fu la carita de primi cri-
ftiani verfo coloro , ch erano ftati prefi ,
e
carcerati per motivo di relieione
b- Impcrcioc-
.
r
,
, , , , /-
.
i
33 ezian-
PKIMIT1VI CRIST1ANI .
I)K* 2
T*m*m. C
con-
34 D li C O T U M I
confolarli ,
e rccare loro qualche conforto ,
come coda da patfi di fopra defcritti di Lucia
no , e dalla letcera de Santi Martin di Lione ,
e di Vienna, riferita da Eufebio Cefatt enfe nel
CO c. ii,
quinto libro della
Scoria Ecclefiaftica (d) ,
p-iir. e da Tertulliano hell Apologetico il
5
quale
nel trentanoveiimo capo in quefla guifa ragio-
3*<
na(6): ,, Ognuno di noi ogni thefe , o quan-
3, do vuole^ e fe vuole, e fe pud , offre qualche
35 fomma didanaro. E non e gia egli coftret-
3,
to da niuno a dare,ma fpontaneamente fom-
,j miniftra cio,che gli pare. Tali oblazioni fono
3, come depoflti di pieta . Poiche non fi
fpende
3, ildanaro medefimo per fare de bancnetti ,
,^ ma per alimentare i poveri 5 e per fotterrare
3, i ftiorti ,
e per foftcntare i fanciulli , e !e fan-
3, ciulle 3 lequali fono prive di roba ,
e non >
,.}
hanno parenti che le manterigano , e per
3
re i
quali offrono il facrifizio nellc
preti , i
gl imprigionati
noftri fratelli tutti gli uffizj di
dilezione . Ma rapprefenti la vortra diligen-
5S
deed fare verfo di que Santi
,
i
quali per la
33 divina degnazione fono ilati illuftrati con.j
tanti , e si gran mcriti di virtu , e di fede .
J>
si infame , e turpe contagione .... Poiche
33 uomini .
VI. Ella e inoltre malagevol cofa il defcrive-
re con efattezza lacarita, e T attcnzione de
noftri maggiori verfo gl infermi . Impercioc
che non folamente andavano a ritrovarli quan
to piu fpeflp potevano , ma fomminiftravano
loro ancora tutto cio , ch* era neceflfario per
follevarli , e gli efortavano a foffrire i travagli
con pazienza 5 e adopravano tutti que mezzi ,
che fembrayano opportuni per la loro guarigio-
ne . Ne ritiravanfi punto da un tal efercizio
di pieta , e di mifcricordia verfo gli ammalati,
4 C an cor-
4o I) E* C O S T U M I
Tutti piangono , e
pel grandifllmo numero
de morti , e de moribondi tutta la citti
35 fembra che deplori il fuo lagrimevolifli-
,
le facre fcritture de
primogeniti degli anti-
33 chiEgizj tutti uccifi per caftigo in una not->
3, cuno per la
pefle privato di vita . E Dio
33 volctfe ,
che un fob fi vedefle in ogni cafa .
3, Ma prima , che ci foflTefopravvenuta quefla
3, orribil difgrazia , moke agerbe , c aflai
33 gfavi calamita aveamo noi foffertc , Fummo
in
,3 primoluogodifcacciatidalla citta , e feb-
,3 bene eravamo noi folamente da tutti perfe-
?3 guitati 3 e fcacdati , e opprefli ; nulla
PE PRIMITIVI CRISTIAHI .
"
,
li
per la fingolare ,
e ardentifTirna carita lo-
, ro , non curando la propria loro falute , cd
, efiendofi uniti infieme mentre liberamentc
>
/o 4 .
fq .Edl
Avea pertanto ragione Tertulliano di rir
Taur. proverare agli adoratori degl idoli la grand
verfita,che paflava tra loro , e i
feguaci di C
su C
DE*l>RIMIfIVI CRIST1AN1 .
v
fc non fela pritna fapienza , per
, portia-no , ^V
,
cn run ad.>riaim le op^re dellc altrui mani; y euct. an.*
i
,
1 aftinenza per cui non tocchiamo la roba 1745 .
,
,
dol prqfli no;la continenza, per cui ne manco
, ofla.iv> di contaminarci cogli occhi ; la rnife-
,
frire la m^rte ? Chiunque vuol intenderc ,
:
,
truffittori, necrudeli, mentre riprendetc
, alcuni , che menano una vita diverfa da^
, quella , che menano cotnunemcnte criilia- i
>
ni ,, . Che
qualcuno rnai dimandafle , co-
fe
ic aveffero tanto
coraggio noil-;i anrichi , e i
none e a non
lafciarfi fuperare dalla pau-
,
a : onde
San Cipriano nel libro in-
fcriflTe
olato delta mortalitd Cb} Sebbene moltif- &)??*? :
K n rr j- c ut Edlt.OxoH.
, iimi appreno d: voi , o miei fratelli , abbia-
no foda la mente, e la fede ferma , e Fanirna
>
i flue-
44 ;;> I? COSTUM*
3, i fliuti violent! del fecolo , invecc di ceden-
fuperareda loro ; ondc vince
e di lafciarfi
3,
cd e provata colic tentazioni ; nulla di m
no, perche ho io conofciuto , che fono alcu
,, tra laici ,
i
quali o
per la debolezza dei
animo loroo per la piccolezza della loi
,
35
fcde 3 o per ladolcezza della prefcnte vita
3>
o per la delicatezza del fcffo , o anche p<
a fcritta a S.Policarpo
PE PRIMITIVI CRISTIANI .
47
he non debbono eflere neglette le vedove ,
e
he dopo Dio, il Vefcovo dee prendcre la
ura loro . EfTendo adunque
data cosi patente,e
, non
vi ha
edove e i , maraviglia , fe i
pupilli
entili medeflmi ne rimanevano perfuafi ,
ma
oiche erano accecati, mala
il tutto traevano in
:ere ,
affinch venendo i fedeli a vifitare Pirn-
rigionato per
Gesu Crifto , poteffero efiTere
alia loro carita al folito provvedute . Ma Saa
;iu(Hno Martire , il
quale ben fapea, qual fofTe
i
forgente della compafTione, e della miferi-
ordia de* cf iftiani verfo poveri , e fpecial- i
,
gliono , fecondo cio, che loro pare con-
venevole , danno quel, che vogliono al
Prefidente della Chiefa , e cio , che fi rac-
coglie fuol effere fpefo per le vedove , per
gii orfani 5 per gl infermi , e per gli altri ,
i
quali hanno bifogno di eflere fovvenuti 5
5
come pe carcerati , pe pellegrini &c. .
no
O S T U Mi I
P- 8<r
bandonati ,
ma trattati ugualmente come
altri orfani . Or chi leggendc
i loro figliuoli
dodicellma Epiftola di S. Cipriano non cc
prende fubito T attenzione , che incorno :
,
e percio fi trovano carcere , nulla di me-
in
,
no torno alle volte a farvene premura , e a
, pregarvi di non permettere , che manchi al-
, cuna cofa temporale a coloro , a quali niente
,
manca alia gloria Ne fl neghino da veru-
,
no gli offizj di pieta , che debbonfi efercita-
,
re verfo i morti , nel lavare , e fepellire i
, corpi loro , a quei , che febbene non furono
,
cruciati per la fede , con tutto cio hanno
,
terminate il corfo della loro vita mortale in
, prigione Imperciocche non fu minore la_
.
3
virtu loro , ne inferiore 1 onore , perche
,
fieno efii pure numerati tra martiri . Pati-
,
rono eglino cio , che poterono , e furono
, pronti di patir di vantaggio , fe foflfero itati
>
fottopofti a piu crude li martorj . Onde non
,
cfTi a tormenti , ma i tormenti alia volon-
,
ta , e prontezza loro mancarono ..... Final-
,
mente notate i giorni, ne quali paiTarono
,
alP altra vita , affinche fieno fcritti i loro no-
,
mi tra Santi Martiri ,
e fe ne celebri la me-
moria ; quantunque Tertullo noflro fratello
non manchi di fovvenire con ogni foliecitu-
dine alle neceflita de confeffori di Gesu Cri-
flo , e di fignificarmi il di del paflfaggio di
ognuno di loro . Non raanchi finalmente a
Tomo III. D
ze,
JO &* COSTUMI
ze che potrcbbonfi addurre , ^non folamen
,
fedel b^nigni ver:
raccogliefj, quanto foflero
i
e
VIII. Erano inoltre foliti i ncflri maggiori
fieri
gliefuli.
ricevere con particolarifllmi fegni di anxtrc
criftiani foreftieri , che capitavano nelle Jo
citta ,
che aveano Joro dato ofpizj
e fubito ,
i
5
piedi a flioi difcepoli , e ordino loro , che
avvenire imitafTero ] efempio di lui , e T u. (
defie quefto
contrafegno di umilta , e di for-j
rniflione , ie non tralafciavano di fervire
qu \
9 *
reft
DE rRIMITIVI CRISTI ANI. 51
eilieri ,aver lavato a ianti
e di picdi i . San
jiovanni ancora nella fua terza Epiftola , io-
ando Gajo , il quale feguiva la verita ed ,
Upp, hu. ,. r .
dice II Santo ,
mentre fabbrichiamd delle abi-
tazioni per gli ofpiti , che paflTando per la no-
(tra citta a ritrovarci ? Laonde Giu-
7 vengono
iiano Apoftata moflodalla invidia , e dall odio
contro de criftiani , fcrifle ad Arfacio pontefice
je falfi numi nellaGalazia (4) : Perche vo- .
ft
D fero
54 1> *. C S T U M I
pi fieno conform! ,
e aflfatto convenevoli a_
nai a ca-
jj et ^ fua f c h c a cun cro fratclli erano fhti
me- de
i i I
z. *.. e t / . <
ftezza ,
e il timore del pericolo delle vergi-
ni che cola fono da quelle fiere genti tenu-
,
,
a pro de poveri fchiavi noftri fratelli .
(>)
,
_o fteflb fece nelmedcflmo fecolo San Dionifio .
che
T llltOpp * *
dice egli Dionifio, quel beatifllmo Ve-
fcovo vifito la noflra chiefa di Cefarea , e
conlblo per lettcrc noflri maggiori ,e man-
i
E non c certamente
facile lo fpiegare ,
^uanto foffc a ciiore a
primitivi criftiani 1 aju-
:are poveri , che per la confefTiooe della reli-
i
3,
me co Preti , e cogli altri tutti , che di
3, morano con noi appreflb
iDetalliSiguerfl i
mo ricevuto lafomma
del confaputo danar
3, a titolo di offerta colla lettera da voi fcrit
taci , per cui vi fiete degnato di confortarc
3, colle celefti parole . Ringraziammo noi al
3, lora , e ringraziamo tuttavia Tddio Padr
3, onnipotente per Gesu Crifto figliuolo di lu:t|
55 effendo ftati per 1 allocuzione voftra in :
Ecilt *
ferro rovente in quella delicatiffima parte fcot.
tati ; o erano bruciati con un flmile iftrumento
f *
ricche ajutavano , e foccorrevano con danarole
povere ; poiche non folamente S. Dionifio Co-
rintio nella epiftola di fopra citata , ma ezian-
dio S. Dionifio Vefcovo Aleflandrino , e altri fovere ,
3,
te tutti umili , ne vi lafciavate mai trafpor- p. io.
3) tare dallofpirito della fuperbia,piu foggetti,
3, che defiderofi di foggettarvi gli aitri , e_5
difpoiii a dare piuttofto, che a ricevere .
,, Cos! voi godevate un altilTima pace , c_j
3, avevate un inf-iziabile defiderio di far benc
al proHimo . Eravate di
giorno , e di notte
foiled ti pe* voftri fratelli &c. ,, . Lo fteflb
attefta di tutti i criftiani San Giuftino Marti-
re nella fua
prirna Apologia (c) , il cui pal- (c)n. LXVI.
fo , (I a to da
per e fie re noi altrove defcritto , P- $$
non e neceffario , che fla di nuovo riferito iii?
quefto luogo . Tertulliano ancora oltre 1 avere
cidafferito , come pocanzi , vedemmo nel fuo
Apologetico *, lo conferma ancora nel celebre
i
.
,
>5
adukeriamo il matrimonio di veruno , trat-
3>
*-
tia-
"
4
V mt %^ ^ ** *
Edit.Oxon,
>
5
le limofine ch erano ftate racccoke pe bifo
,
ita
proprja de feguaci del Vangelo ha da ef-
.Te una carita tale
, che fuperi la natura, e
bbraccj que medefimi , che ci ociiano a_-
lorte .
Egli e celebre a
qucdo propofito, oltre 1 ati-
Giuftino Martire, e di altri Padri,
)rita di S.
,, pafciamo ? Io dlco
a voi , am ate ivoftri ne
Apofioli
XX
^
V1I
3
Wmohi
&
dice
quei , che fuccedettero
cfiTere ilati coloro CJ
,
con
PR1MITIVI CRISTIANJ . 65
come veri dilcepoli di cosi ecccilcnti maeitri
alzarono rnagnifiche fabbrichc ibpra lefondamen-
ta, che aveanogettate gli Apoftoli , cpromof-
fero vicppiii la predicazione del Vangelo, fpar-
gendoper tutto il tnondo ifcmf falutari dclia_j
vera fede;poichr accefi dalVerbo Divino di a mo*
re per la flina filoiofia , fegui-tarono 1 cfcmpio del
Redentore,diilribuendo le facolta loroa poveri,
e sbbandonata la patria ,
e intraprefo un lungo
le parti di Evange*-
p.tiJcgrinaggio^derapierono
onunzj dclla paroladi Dio verfo coloro ,
]
1 fti ,
Frattanto mentre
i noliri con incredibilc
ludio procuravano la falute de* lontani , non
?rauo punto negligent! neL procurare ancora
quella de loro concittadini . Que fanti , e dot-t
:i
paftori , ch
nella patria loro fl tratteneano ,
non tralafciavano niuna di quelle occafioni , che
loro fi
prefentavano , per illurninarc i
gentili ,
,
i i
Itro
T /
. E poiche non
r^ w~* / A v *" r i /- T^ w i T^ *
c rr r~ w
lecito al Criftiano
rf^> "% *v i i * *^ *i r \ ^-^
di
*
,
odiare il nemfco , onde piaciamo a Dio, per-
5 ciocche non rendiamo male per male, vi efor-
, tiamo ( finche avrctc tempo , mentre rima-
, ne tuttavia qualche porzione del fecolo ) di
, foddisfare aDia> e di follevarvi dalla nott,c
, profonda , c tcnebrofa della fuperftizione
Tomolll.
66 ?> C o s T u M t
vivete ,
e voi medeflmi , che flno a cert<
zelo
che fpigneva i noftri antichi a illumi-
,
dice, o
Iwperatcri* non Hate ingannatida
voi>
E 2 de.
DKCOSTUMI
5> demon? , da noi fono cfagitati , c no
che
fiateda loro diftoltidal leggcre , e intender
le noftre fcritture , vi avverdamo a riguai
,
ni , c perfecutori ch erano , vinti per la
,
coltanza ,
o per la pazienza ncl foffrire le in-
, giurie , e i tormenti , c ps coftumi de no-
,
flri , mutarono fentimenti , e religione , e
, vita,,.
Xll. Ne ma per gli
folametite pe
, r gentili
, c -. . . . . .
i
,
affinche potefTero crargli alia vera credcnza,
:
Tcrtulliano ,
c altri molti , e colla predicazio*
e , e colle difpute , e coll efempio fidudiava-
odi guadagnarli. Egli edifSoile il defcrivere
uanto (I fieno adopriti ncl fecoado fecolo i Ro-
aani per ridurre Marcioae a rigettare la erefia ,
he avea egli incrodotta nel -lundo . Che fe egli
liferabilmente torno come cane al vomito ,
an perci6 perdctcero eglino i fedeli il merits
ella loro attenzione. Non fu minore la dili-
enza de Ronuni medefimi per indurre Cerdo-
earinunziare alle perverie dottriae, die avea,
Vigato dal diavolo , inventate (4) . Verfo il
rincipio del terzo fecolo della Chiefa , allora-j
uando Severo Imperatorc incrudeliva contro
Griitiani lacerandoli coa difpietati fupplizj 5
E
70 J> E C O S T U M I
ritrovava in Alexandria , il
quale attended
iitruire i e gli cretici , e a trargli al
gentili ,
li
fiefponeva apri una fcuola , e diede a tut
>
martirio il
guiderdone promeffo dal Redent<
aquelli, che confciTato PavefTero avanti iP
fidi,e Regi.Laonde mofTo dalla famadi lui A
i
E 4
J2 D E* COSTUMI
bracciarono il cattolicifmo . Cos! avefic egli fe
>,
nati dallaChiefa; altrettanta fu la noflra a
legrezza , allorche eglinoconofciuto Terror
e fcoperta 1 aftuzia velenofa del
maligno ii
3, gannatore, libcramente alia Chiefa, dalla qu
33 le erano ufciti tornarono , e percio renden
>
,
fchicttamcnte , che con cffi Maffimo Prete
,
ancora bramava di ritornare alia unita delta
, Chiefa... DifTero inoltre , ch erano fhti
, circonvenuti , echenon fapcvano cola, mai
fi conteneffe in quelle letterc , le quail erano
,
,
(tate fcritte a nomc loro , ed eflfendo pienc di
, calunnie 5 e di maldicenza aveano cagiofia-,
,,
ti de difturbi quaff in tuttc le Chiefe ; e che
,
folamente erano colnevoli per aver aderito
,
allo fcifma , ed effere itati autori della divifio-
,,
ne , o erefia , per avere acconfentito , che
,
foiTero impose le mani a Novaziano .
Prega-
,
rono finalmente , che fi cancellaflcro dal-
,,
la memoria de* fedeli quefti loro manca-
menti . Effcndomi (tato tutto cio riferito,
,,
volli io , che fi adunaflTe il Presbiterio ,
e a quefta adunanzainterveniffcro cinque Ve-
fcovi che oggi pure qui fi ritrovano , affin-
,,
che fi ftabilifle concordemente> qualcofa do-
vefle determinarfi circa le loro perfonc. . .
p menon aveflero
fe operato , ne detto alcu-
,,
na cofa di male . , .
Appena fi fparfe la voce ,
che crano venuti all adunanza , che ft
,, quelH
}
, fece grandiflimo concorfodi popolo , per vc-
dere rcftituiti alia Chiefa coloro , chcpocanzi
,,
aveamo veduti,e pianti erranti, e vagabond!,
,,
e tuttiaduna voce ringraziammo il Signorc
tempi >
che qualunque de noftri aveffe corr
meflo qUalfivoglia delitto, fofle cgli compiant
amaraiTi^nte dagli altri Crifliani ,
i
quali per li
prcgavano con iftanze caldiflime il Signer Iddi
che gli facefle conofcere il male, e gli deflTe
graziadi rawederfi e s erali ravveduto , cc :
cbe^
M9-
D E COSTUMI
00 c* x. p. MO iogamta (4): dimmi forella, dice eg! o
** u dimmi o for el I a in pace il tuo n
bafprentfffo
,
"Bold. I.
crizioni
leggono delle efpreflioni , per le qu
li
(!>*)
li dimoftrano i fedeli di
n.c.vii.p. defiderare/dpdcff (^
e il rcfrigerio (r),e // bene (d}
41^. alUfpirito del d
(c) IMJ. f nto Ve on ^ tra le alrre appreflfo il Boldet ^
due nel capo fettimo dd fecando libro , u:
(d) IbiJ. delle quali e quefta (O ^fttonia anima dol( :
\
(^J
1C IbM.
iLlitl
Md to ti refrigeri in pace
*
; e 1 ultra: *Anerini p *
/"
ft qitcfla lapida a l{x$ria faa mvglie cari/J
ma, .. Iddio rtfrigcrl il ttiofpiritd /Eilaeancl \
,
molto angere appreffo il Signore. Dopo
, e a p
,
la orazione, di notte tempo cbbi la feguentc
,
vifione. Parvemi di vedere Dinocrate , che
,
ufciva da un luogo tenebrofo , dove mold
,
altri (1 ritrovavano, aiib di fete , col volto
i>
i
giorni , finche non padammo alb prigione
del
78 . D 1* C O $ T U M I
-
coi
5, del campoj poich quel giornodoveamo 5
batterc colle fierc per dare piacere a folda
3>
mentre celebrava/i il di natalizio di Geta C
,; fare. Feci ioadunque orazione piagnendc
5, e iagrimando giorno , c nocte ; affinche
3,
avea la piaga, mi fembro di vedere una ci( ;
(b) n.
fccoodO che fu loro per tradizionc infegnato .
tx.p.
318. Edit, frnti Apofloli, cosi fcrive :
3 >
3,
ftri ,
che non folamente loro fpirituali frate i
3, decfi lapienezza .
Egli raccoglieva foltanto
cadaveri de fuoi Ifraeliti
,
ch erano ftati u<
cifi,
3>
o gettati nelle flrade per ordine del f
gentile ; ma Cipriano ufava ancor a gent
gli ftefli ufS^j di mifericordiXche ufava u f
3, deli medeilmi ,, . Fotrei io addurre parccch
altre teltimonianze de Santi Padri , che la cu
de Criftiani circa il fepellire i morti riguard;
no , ma per non dilungarmi troppo , ilimo e
fer elleno baftevoli quelle 3 che abbiamo fino \
,
cure gli Dei ,, . E per vero dire , ficcome i
loftri aveano ferma fperanza di dover nel dl i
ii
, la qual
:oia e da Giuliano nella fua Epiitola
Apoihta
juarantefima nona numerata tra le cagioni della
>ropagazione del Criftianefirao . Ma dell uib
le Criituni di fepellire cogli aromi i cadaver!
>arlaii La Ceria
nelle note fopra Tertulliano ,
ri Ouzelio, che dal La Cerda medefimo prefe
e notizie nelle fue annotazioni fopra Minucio
,
"elice
(b) Ragions pure ampiamente deil ufo
.
a
>t
<
F a ,, tiri
Dfc COSTUMI
tiri , fi e diffufa alle volte una certa fragran -
j
33
bras centum . Quefto atto di reiigiofa picta fi
usoanche indifFcrentehiente da fedcli verfo
i cadaveri de loro defbnti , con tal profufione
33
di aromi ch cfagera Tertulliano. . . Con
,
3 ,
mifture parimcnte odorofe fu iepolto il
corpo del S. Martire Euplio ( come fi leg^e
5,
,,
vada S. Grcgorio qualc par-
lando del furerale di Melezio: Syndoncs mun-
NiflTeno(6)>
il
^Mcle
,e
]n
5>
onorare i con ifpargervi
loro fepolcri me i
9
33 Inoltre offerivano pure a SantiMartiri que-
odori per un contra (Tegno di venerazione
55 fti
,
balfamum & , i
>,
pienp di certa miftura liquidaodorofa . I va-
11
pero deftinati alia riferva di tali foavi li-
,, quori 5 vogliono , fi denominafTero anche
., alabartri ? non odante , che gli (leffi odori
F 4 co.
88 BE* C O S T U M 1
JJ come fi legge della Maddalena . QnefH aromi i
5
3> adunque adoperati fovente da noftri antich
33 Criftiani nel lepcllire i corpi do* Santi Marti-
3 ri , e d altri fcdeli , non ho dubbio , che pof.
sf/pcrjaquc myrrbafabaeo
Corpus medicaniine fervat .
3
L unguento di mirra portato dalla fabea
conferva il corpe OOO
Soggiuffne il Boldetti mede-
f i^ w^ *
.
..
1
,
mo unti ,, . Poneano pure Criftiani ne fc- i
BMttti
^ ^
re it (^) , foleano talvolta i Cri- *j"
,,
ftiani collocare fotto , e fopra dc cadaveri ibid,
molt* fronde di lauro, il che ho rinvenuto f S t
,
Poflervo parimcnte il Bofio. Cio coftumaro-
,,
no i noilri maggiori , dice il Durando 5 per
,,
flmbolo della perpetuita 3 e deH immortalitk
delPanima ^ . Sepolti che erano i cadaveri
ceil imbalfamati , eorrati, come abbiamo di
XV. Che fe i
primi fedeli tanto erano pro*
penfi a far bene a Joro amici , ficche non fola-
mentegli ajutavano vivi , ma ufavano eziandio
j
i loro cadaveri
quellc dimoilrazioni che la >
pie-
JO !> S C O S T U M I
no eglino perfiafl ,
e percio a tutto il mond
pubblicamente il
prcdicavarid , che Parnare g
amici e comune a ttitti ^ ma i! Vnler bene , e :
>j
foggiugnervi, o gentiii . Quante volte voi <
ofpi-
BE PRIMITIVI CR1STIANI .
,
o fpir.ti dalPod o, che ciportate , o percb-
,
bedire alle le?gi degl Impcratori incrudelite
,
cortro de Criftiani ? Quante volte , per ta-
,
cere de principal) , fiamo noi dal nemi-
., co volgo afialiti co faffi 3 e cogl incendj ? Nel
, tempo delle furie de baccanali non perdona-
,
no i voftri ne anco a morti Crifliani ; anzi-
chedal ripofo della fepoltura , dall afilo , per
,
morte gli eftraggono 3 e li taglia-
cos) dir$ della
no a pezzi. Or qual rifentirnento avete notato
,
(
an
pe quali ognuno dovrcbbe abbracciarla ,
ivi ,
noilri nntichi 3
maficcome vogliamo efTere bre
vi , ce ne contenteremo di alcuni pochi . Ra<
00 Ibid. p.
^Qj-j-j d avanti al tribunale dell
:
iniquo giudic
J i.n.v.
verfo 1 anno dugento della era Criiliana i San
Martiri Scillitani , fentirono , che poteano tut
5
deflmo foggiunfe Sperato
: ch egli fervit :
;li
altri non acconfentifTero all invitto Spcrato ,
vita (.4;
\ r
S.
^ XT i
che fioa 7 ^
r - ( a) Jkia
i .
GregoriO Nazianzenp a o feow
ie tempi di Giuliano , di Valentc , e di Teodo-
lolmperadori , nella ventefima quinta Orazio-
e, ch e ftriflfe contro gli Ariani, ragionando
lella
crudeltadegli Ariani, e dclla modcrazio.
5
1C (^0 e pazienza , e carita de fedeli qosl di-
>
C>) p.
corre : Rammemora fe puoi la tua umanica ,
che io fon pronto a dimoftrarti la tua
,
fingola-
, re audacia . Moke emolti iibri rap-
lingue >
, portano le crudelta da te ,
o Ariano , com-
, mefTe faranno tramandate alia me-
, le quali
53 me
di penitenza colle tragiche lagrimc
33 Qua! cafa di orazione ho convertito in fepo.
93 lingua 3
e con orrihili invettire la crifliana,
53 religione ? O pudore , e caltita delle Ver^
ni che non comportavi prima Pafpetto deg
3
li facerdoti divifero
a, Pacqua , e il fuoco 3 el
menti tra loro contrarj , facendo lume a qu,
33 fantinaviganti in una maniera affatto infblita
3 /lacuinave come era ufcita dal porto , co
i
1
BE PRIMITIVI CRISTIANI .
QJ
,
fucon efii incendiata. ? E chi di noi , per ta-
,
cere i noflri maggiori mail e ftato accufato di
, crudelta, come fiete ftati accufati voi dagli
, (led! Prefetti , che vi ajutavano? Chieggo
,
iola mia vittima di jeri,cioc quel vecchio pa-
,
dre fomigliante ad Abramo , che tornando
,
dall eillio fu da voi affalito di mezzo di nel
,
cuore dcllacitta co fa(fi . Che facemmo allora
,
noi ? fe non vifembra cio grave , e p^eno
* % <
* . *
| A /** t I *
Tom. HL Q CA-
DM* COSTUMI
CAPO II.
Criftiani le
qudi cene 5 pot c be da lo]
>
"
.
ragionammo della fingolare carita de
primiti^
Criiliani verfo i loro proffimi , fa d uopo , cb
brevemente dimolh iamo quali efle foffero , e oii
de abbia avuto originc il nome loro ; potendo
quindi ancora comprendere da leggitori , quar i
;he fi
portavano fcambievoirnente, era il procu-
ar di vederii fovente,e di premier cibo in com-
3agnia, efiepdo quefto un indizio di amicizia .
3
er la qual cofa ne primi tempi della nafcente
Chiefa non folamente ne giorni fcflivi , e folen-
11
,
ma quafi ogni giorno dopo la orazione fatta
iel tempio, fi univano e con letizia fi ciba- ,
{,) D
agapi furono introdotte nella Chiefa a nag.
rfe le
aitazione de* Giudei,i quali avcano vul. . S
degli ofpizj
elle
finagoghe , ne quali a fpcfe comuni crano
loggiati i viandanti , e pellegrini. Ma erra i
;li certamente
poiche altro i Palloggiare i
,
G 2 e lo
I OO D O S T U M I
5 ,
faceano i fedeli menfe , e celebrat
comuni le
5,
la facra f unzione dopo comunione de fa
,
la
ivJuv.EccI.
ne Grozioapprefloil
"g Boeniero(^) credette
$. ro, che quefta confuetudine delle agapi avef)
trattala fua origine da! feguente coilume del.
loro parenti , ,
o amici . Erano quefl
e vicini
tali cene appreffo loro non profane , ne iftituit
per giuoco 3 ma iacre, irtituite , e preparate i
onore , e gloria del Signore ; onde cclebravan
?
,. ne luoghi vicini al tempio , come attefta File
nel libro De Ttlantat.
i\(0(?(c) dove parla.
"ne
j ^i 1 L/ AA
^C Scrittori , ehe tra fomielianti
^^
(</)
conviti , c_
*
,
ne richiede
., a converfare ? Ma affinche
G 3 pi
102 DE COSTUMI
pi fteffi di Plinio fotto Domiziano , Nerva 3
Trajano Imperadori .
ImpercioccHe leggian
noi nella celebre Epiftola di Plinio ileflb , clr
faminati Ae
furono da lui colla maggior prem
ra 3 e diligenza que fedeli , che gli furono pr
fentati conobbe non eflTere flata altra la col
,
3, iiinuncerto,
e deterirJnato giorno prii
35
che fpuntafle la luce del fole , e di recita
35 unitamentea Crilio , come
a Dio , degl in
r ^ E -ift
prender cibo , comtine per altro , e innoce
tc C^) 5* S. Ignazio Martire nella Epidola
xcvit.T. x!
Folicarpo, dicendo , che procuri di fare km
te Ie adunanze , e di procurare , che ad effe n
folamente ricchi , e i flgnori ,
i ma i fervi a
(K) n.iv. p.
infuperbirfi , modra 5
tente a non come fei
7i.feq.Ed. {3 rer ^ a ua ] CU no , di
q parlare delie agapi (^
Ma di cio noi ragioneremo alquanto dopo , e <
o ci
Pi PRIMITIVI CRTSTIRN1 .
IOJ
,
cia . Cola fi
porci la moltitudine dove com-
,
,
fenza il Vcfcovo () . EtTendo
adunque fta-
CON
J
e fino da princip/ del Criftfanefimo introdotte
2 agapi nella Chiefa , ed eflendo fhte , come
.ppreflb vedremo^molto tempo in ufo ; i
gentili
efalla invidia porta-
,
e dall odio , che ci
,
mo Voi per altro potete
convinti di reita .
la vita , ma non ci
,
toglierci potete offendere .
,
Ed (c) acciocch6 niuno s immagini , che le ( c) n .rii. p .
parole noftre fieno vane , e che noi procuria- 45.
modi occultare, fcufandoci, le noftre colpe,
iicerchi pure con diligenza , fe fiamo rei di
,
fomiglianti delitti , e fe qualcuno de noftri k
convinto , foffra egli la pena , che gli fi deve.
Ma fe iiamo innocenti , richiede certamente
/^ ,
5>
roflbre vietadi nominare , e di cibarci dell
*
(c)n.xxix. . . .
100.
la feconda Apologia 3 , (c/) lo fteflb 3 dice egli :
noitri lontani da
ogni forta di male , flamo
dagli empj perfeguitati c privati delle no- >
ope-
I* E COSTUMI
opere indegne , che il pudorc vieta di me
3, tovare i
quali dclitti fe da noi commc
:
,, ni , e che le mogli , e i
figliuoli noftri infierr
3, con noi leviatc dal mondo. .. Ma fe fiamo c
3, lunniati. .
perche non procuratc , che i
. n<
, N
*
di apportarci que gravi damn che giorna
,
. mente apportano ? . . .
ci (a) E non e da m
ravigliarfi ,che ci attribuifc*no quelle iniqu
3, ta 3 che fogliono attribuire a loro Dei ,
paffioni de quali ardifcono di appellare m
3, fterj . Ma fe flimano un grave delitto
3, vivere difiblutamente , perche non ham
3, Giove in abbominio , che da Rea fua madr
5
3, c da Proferpina fuafigliuola ebbe de fuccc
3, fori , ed ebbe per moglic la propria fua f
gire 1
afpcrtto de Principi , e operare cic
^J .
diavolo 5 e temendo
tormenci, a quali ve-i
>.
Gesu Crirto ,
cioe !a facra Eucariftia del pa
ne , e del calice Cri-
, lo che fi coftutna da
ftiani pertutto , certamen-il mondo fono
te , fecondo 1 oracolo grati a Dio.. Or , .
come era
Tomo III. H ap-
114 i
1) E* C O S T U M I
in ufo e mille
appreffo gPidolatri Perfiani , ir
,,
noi cosl facendo gioviamo a poveretti 3 no
come appreflb voi parafiti afpiraho alia gl( i
,>
Non fi metteniuno a federe prima di aver
}>
guft.ua la orazione Mangiano quanto voglic
.
yy Dio .
Dopo cenato , ognuno fi lava le mi
. .
>,
noftri domeftici . Tutto il giorno flamo aff
tanto fi
afpetta il divin gaitigo ? Se dunquc
iCriltiani non fono i traditori di loro mede-
fimi , dunque lo faranno gli eftranei .
, e congiurato ,
,, col vino, ma
procuriamo i| col!a gravita
3,
dall inccflo 5 che akuni de noftri fi verg<
^
,e;uicimocon
.f V note, e fegni
S^ efteriori, coir
,, voi penfiite , ma colla modeftia , e coll inhc
cenza . Cosl egli Or che dalla Eucarift .
. .
JIfrO
##<"*
1 altra
parte- tra due intiere focaccie;e come al
ra tutti alzavano la patena , o ii tondino 3 dc
era parte della focaccia 5 e cantavano ad atta \
ce : Queflo 2 il pans della povertd , c deWafj *
zione wangiato da noflri maggiori nelTEgiti ,
** c
1
<v
Ca;cap.u.v. c or f nt j ^
fi
^
del vino,
o c ie non folamente dee intend
\
ma
{
(b)v. IL -(^)
^ lcc ? manglando eglino , ovvero dop f
r
PRIM ITIVI CRISTIANI .
I2J
ercuifidava principio ,
alla^ quale
al convito
Ktta il paflfb di S. Luca (a} allora prefo il call- ( n) c . xxu.
v.i 7 .
; , erendutc Icgrazie, diffe f rendete , e di- :
fi dava ter-
idetevelotravoi altra, per cui
: 1
uopo confeffare ,
che non iilimavano gli Apo^
oii , e i fucceflfori loro ,
etfer ella indifpenfa-
ilc la ceremonia delle agapi , allorche do*
ea effere da loro
confagrato il
pane s e il vino
ella facra menfa. Laonde I
eiempio del noftro
Sal-
126 I> B* -
CO S T U M I
to Eucariftico , celebro
la cena Pafquale co fa
della Eucariflia
. Che fe una volta la fettimar
folamente fi faceano le agapi nell Afla Minor
ne tempi di Plinio, quellecongregazioni, dell
quali parla Sant Ignazio Martire contempor*
neo del medefimo Plinio , e inculca , che fi fac
n. LXV.
Noi dopo avere battezzato colui , che ha v
di
J
, e dello
:
;liuolo Spirito Santo , e diffufamen-
e rende
:
35 faccia .
Dopoquefta acclanuzione del pop .;
3,
ftate rcndute le grazie e ne fanno partec
,
3, ,
3>
lato Eucariftia , di cui niun altro puo mai p^
3,
me prendiamo iicomun cibo, comi e le
,
citta ? e ne* luoghi circonvicini ci congrc*-
, ghiamo in un iilcffo luogo, c leggiamo i com-
, mentarj degli Apoftoli dc 3 ovvero gli fcritti
,
Profcti , finchi permetteil tempo. Avcndo
,
di poi terminaro la fua funzione il Icttorc ,
,
chi precede eforta gli adunati a imitare le_j>
,
lezione mcntovati , o a mcttcre in pratica le
,
ma(Tirae che hanno apprcfe fentendo leg-
>
,
gere Quindi tutti alzaftdoci , preghiamo ^
.
,
e terminata la orazione , apportafi del pane >
,
del vino ,
e dell acqua >
e chi prcflede ? prc?-
, ga e ringrazia Dio ; c
, il
popolo acclamando
,
dice 3 amen ; e finita I acclamazione , fi fa
, da preienti la dillribuzione 5 e lacomunione di
,
quells cofe , foprale quali fonofi rcndutc le
cerati, i
pellegrmi 3>
.
Ognuno leggendo
uefto cclebre pafibdi S Giuflino , agcvolmcn,
?coroprendc, paji larfi da queiriliuftrc Apolo?
iih di cio,. che ordinariamcnte una voUala_>
ttimana ficeafi da fcdcli vcrfo la mcta del fc-
)iido fecolo della Ckicfit ^ Or non facendo egli
Tom. III. l men-
j
30 i> E COSTUMI
menzione veruna deile agapi , mentre defcrivc
le facre adunanze , nelle quali era celebrara 1;
.,*
+ che nella eta di Tertulliano folTe la celebra
3, zione della Eucariilia dalle agapi feparata
,, fe dopo que tempi ancora fa ciU con
3>
e(Te congiunta ? Concedo pero , che fti dipo
di cio ,
che nelPeta fua foflfero foliti di fare i
,
convenevole , e dopo la facra adunanza
3,
la comunione de ?
facramenti , cclebravr i
,,
tutti il comune convito apparecchiuto da r -
3, chi ,
i
quali co* poveri unitamente mang
yy vano . Ma quejfinalmente fu tolto ancora
ccitume 55 adunque che . Parla dell ufo ,
5
lea ne tempi di S. Paolo ilGrifoftomo5 e i i
o 3
PIUMXT1VI CRISTI AMI . I
(
gli
e veriilimo , cH egli adduce quefla tal te-
:imonianza ; ma la rifiutadipoi , come contra-
ia al foo fiftema 5 ficcIie medefimo come
a fe ,
entenz"a deil
Albaipinco , il qtiale Albafpinca
ion ha mai negato , che gli Apofloli rrella ulti-
na cena celcbrata col Signor noftroGesu Crirto,
)rima fi cibarono delle altre vivandcj c
dipoi
)refero il
corpo , e il
fangue del Redentore me-
fotto ia fpecie del pane , e del vino nella-
allora iitituita; ne ha meffo in dubbio,
:hc ne* tempiApoitolici qualcuno fi cibaffe in ca-
aprhsa di accofiarfi alia facra mbnfa. Ragiona
I 3 adun-
1^4 !> E* C O S T U M I
>3
vere la Eucariftia i fedeli dopo pranzo ,
goftino?
Come non fi
vergogno di fcnverc :
ibi, fi
prendea la "Eucariltia . 2. Che queftoco-
:ume fu dopo mutato da S. Paolo per tutta la
.hiefa. Ma ognuno , confrontando Pautorita del
>anto Dottore , puo agevolmente cornprendere,
uanto fia Teretico lontano dal vero . In primo
uogo adunque io nego, che Agoflino ftabili-
ca per
regola generate , che da principio , cioe
rima che foflfe da S. Paolo fcritta la citata lette-
a a Corintj ,
per tutto , e fempre dopo gli
Itri cibi fi
prendeffe la Eucariftia . Il Santo par-
a folo della ultima cena del Signore del rcfto
; ,
I 4 non
S f t* M I
>
5 Ancora materia , fe vogliamo pai
in que/la
larecon verita? non troviamo noi niun veil
5
3 , gio della mutazione facta ne tempi Apollo;
ci;anziche cofta dalla ftefsa Epiftoladi S. Pa
>
nigliante confeguenza .
Imperciocche cosl
li fcnVe 00
: Sc qualcuno pare , che ik ( a ) i. Co*,
tro
aggiugnere , che non ripugna che S. Paolo
quel luogo parli della fola Eucariftia : percioc*
ie
egli mentovando 1 efempio del Redentore >
3>
fhmento e nel mio fangue cio fate qualt >
3,
lamorte del Signore , finche egli venga . S
che qualunque perfona avra mangiato que
3, pane , e bevuto queito calice indegnament
3; corpo 3 e del fangue del Signor
fara rea del
mente il
cdlice>dofo
cbe cend.Non lo nego . C
flo pero fu detto dall Apoftolo contando c
che avvenne , rna non gia ordinando 5 che fi
fi
poteffe conchiudere , che ne* tempi Apoftc
la funzione dclle agapi precedefle alia Eucariil
DE* *>RIMITIVI CRISTIANI.
rebbefi anche concludere che nell eta noftra 3
lefuefante, e vencrabili
want, e avendoclc*
occbi a voi, o Dlo Tadrefuo Onipotente >
togli
vendovi parimerte rendute te grazie^benedijfc,
afuoi difcepoli . Ma chi puo eflcre
licde
mai
;} male avveduto , c cieco , che non vegga ,
^r ella affatto da molti fecoli tolta la confuetu*
la impudenza del
nello fpiegare il Boemero
To eftratto dalla celebre Icttera di Plinio SLJ
it. ven.
p artc cij e ffa ? c jj e
riguarda le agapi , e la pri
partc riguardante 1 adunanza delle preghie
rapporta , dicendo , chequel genrilc non trt
a Tertulliano , e affcrma ,
die quefti era ben
brmatodclla prima difciplina del Criftianefi-
,
fa d uopo 5 die noi apportiamo un altro
>
!
qual paflb evidentemente conchiudefi , che
ima fi celcbrava la Eucariftia, e non gia le agapi
fcdcli Egli adunque nel capo trcntctimo no-
.
ta
Preghiamo ancora per gl Imperadori , pe
.
era*
* e e s T u M i
5
vano da Prefidentj a chi ne avea meftiere .
(a)Ibi4.pagi 5>
jni c j no f^ re cenette , e le tacciano come p
} c i
i<i)itTc^r
alia
/
, (4) cbe cofa tu mangi avanti
iua moglie
altro cibo, e avendofaputo ch ifanc non ere
Vt p>
t ^
ct
eglijeffz? quello
di cui fi dice, che fia intinto
v? , quinto
*
libro O) : ., Parimente gli Egizj ( feb
a.
JC3jixxu. (f . \. , i . ., i T< i
.zfo.Edir.
ne f no vlcmi a 1[ Aleilandrim ) e i
"aar. 5 , celebrano U fabato le adunanze ,
ma non \ i
5) tecipano
de facramenti , come fono folit
ufano eg!
5 parteciparne Criitiani . Poiche i i
,, Del convito ,
di ricevere verfo la fera Et 1
3,
riilia . E veramente quefta una prova dt
Concilior. Afrlcana
, (c) dove leggiamo : Che i S; ;
n
gg^^Sf menti dell altare non fl celebrino fe non
3 ? dagliuomini digiunij eccettuato il giorm
:
gnore .
>;>
agapi>
e alle volte nelPeta del Santo Mart
Giuftino perciocche pretende il Boemero c
;
(a.) pt 147, . .
c , ,
.
?
le agapi e percio ne
5
, tempi di S. Giuflino ,
i
,
Tertuliia: o (ubi agit de agapis ) nulfo modp
, fit mentio Enchariftiae ... (^) fed inde minime ., N
H V f r> i f 1
,
inferendum eft? Euchariftiani ab Agapis diftin- V Z4CI ,
J
^ >
, clam fuiife ,,
.
Egli e dunque si inetto , e ridi-
olofo ( benche fia ftimato da fuoi dottifllmo,
dilieentiflimo ) che non folamente difcoftafi ,
ifputando , dal vero ,. ma evidenternente an-
ora licontradlce . (?) Bohem.
E per non dare a nitino motivo di cavilla-
e ? e di
pretendere , che il Boemero concede 5
Herfi alle volte tralufciatc fino da
tempi diS.
Jiuitino martire, e di Tertulliano, le agapi nelle
dunanze, ma aver elleno , qualora fl celebra- ^.
ne
ano(f) preccduto fccnpre alia celebrazione del- fi P^aece-
1 dcnn>
i
Eucariftia , la quale era come una loro ?
appen-
ice: dimoftrero brevemente , che dal modo Ji ^^
arlare di quell autore ii conclude a evidenza , ver ra .
K 2 che
148 I> t G O T U M I
p. 248, ne iduguflini .
Aggiugne , che S. Paolo non m
to queib ordine . Nee Paulus bunc ordinem i
J
( ) P 2-4p. muttwit , quod conftat ex Epiftola ad Corintbit
(d) Anzi che Pordine fleso perfevero in alci
luoghi jfino al
quinto fecolo :
j>)uin fotius in q,
(e) P, 2<t.
bufdam locis veftigia bujus or dints remanferun
(e)Finalmente ilabilifce , che quefto ordine
celebrare le agapi avanti la Eucariftia , fu do
mutato. Ordo tamen hicpofleaper confoetudl*
<.f)15. xv.p. immutatus efl . (/) . E cio egli procura di n
ftrare coU autorita di S. Giuftino . Pretend >
9
pertanto , che ne tempi di S. Giuftino era r
tato quell ordine Bifogna adunque conce .
luoffO
^5
voiendo dimoftrare , che mclte cofe
quantunque non fieno fcritte , debbono con tu
to cio mantenerfi , perciocch provengonoda
Apoilolica tradizione 3
tra gli altri efempli ,
c
adduce per comprovare il fuo fentimento ,
rif
(a^Tert I
tTlx y & (i)Crede adunq
fides obfervatrix ?
Tertulliano che tali adunanze , avanti lo fpi
tie Corona ,
V
DE* PRIMITIVI CRIST1ANJ .
>
i
il
DE* PRIMITIVI CRISTlANi;
convito, e unevidentiiTimo argumento , che
mattina di buon ora non crano da noilri atl-
hi celebrate le agapi * Non ritrovando adun-
e noi altro tempo piu a propofito ,
a cui afle-
ar pofliamo denominazione di cena , ehe la
la
in cui >
i
faceano le adunanze , e celebravanfi le agapi ,
on vi ha, fe non , dubbio veru-
pur m inganno
no>
i
54 D B> c o s T u M i
(fe il
giorto di fabato . Imperciocche fe il gior-
di Domenica^ fecondo Santo Ignazio , che vif-
in quella fteffa eta , fu il giorno di allegria C >
Parimentefedimoilriamo fegni di
a, nel d) appellate da voi del fole non e la vc >
* ni :
(4) Altri, dice , piu umanamente trattar
5,
,,
te giorni avete poflo uno .,
a cui attribuite
nome di giorno del fole e quefto avete pr
>
comunemente fi celebravano . Or a me p
co importa , fe quefle cene furono iftituite
imitazione delle giudaiche , o delle gentilefch
ft
DE PRIMITIVI CRISTIANJ * J
57
bbene io vedo , eflTere fopra cio diverfi i fenti-
enti dcgli autori,e poterfi,ftabilendo di feguita-
gli uni,
o gii altri, prendere quindi qualche lu-
eper determinare il luogodove da Criftiani fa-
anil Imperciocche quando poffa io dalla ftoria
.
^api,
ed acconfentendo al Burmanno ,
al Boe-
ero ,che abbiamo di fopra citati ,
e ad altri ,
3, alcune ufanze
praticate gentilefim nel ,
3>
fent diftiplina , confitlto poftea introdufti
yidctur , ut eadem in verae religionis culti
inffcnderentur . Bensi in ogni tempo la ft i
* 4 *
flenga il Frontone die la Filotefia (4) c a
9,
c faluta^ione ; e ch e ftata r
dipoi ufurpata
,,,
indicare gli fcambievoli brindifi foliti a i J
>r
alia fua cafa 3 e alia fua menfa i convitati
a, che dipoi, accollandofl egli alle labbraili
5 .,
chiere , augurava alPamico vicino tutte
>9
.
profperita ; e quefti vicino amico porg
al
3>
dolo faceva si , ch egli pure bevefle , e qu
lo
3, confegnafTe a chi gli (lava accanto,
DE* PRIMITIVI CRISTI ANI. I
i, o dao;li Ebrei
era provenuu la confuetu^-
ledi cenare in quella guifa .
Ma veniamo luogo , in cui fi
a trattare dal
1
ebravano agapi da fedeli .leS. Giuda nella
Epift )la Cattolica 5 febbene mentova le aga -
, con
tutto c 6 non folamente non accenna il
no apregar
lungamente nel tempio, edi poi
itiravano alia cafa , e quivi rompeano il
pane,
>e
celebravano Ja Eucariftia , e prendeano cibo
n allegrezza , e femplicita di cuore . Or leg-
gen-
D 2 c o s T u M I
3,
tornarono a trovare i fratelli Ioro e raccc >
3,
mente la voce , e diflero , Signore tu fei c ,
3,
do eglino orato fi fcoflfe il luogo , dove er^
5 >
Santo . , ? Racconta inoltre S. Luca nel c:
(t>)v.
12. dodiceiimo dello fteflb libro (i) . che liber >
gregati i foliti
n a
DE PRIMITIVI CRISTIANI ,
?Ila mcdefima Je
facre>o cantatevoli loro adu-
le
D
appellate ? Che fe alia calunnia delle cenc
ieftceinventata da noftri nenaici diedero occa-
3ne le agapi, come il Boemero confeflfa, forza e,
ic le
agapi (lefle Delia Chiefa di Gerufalemme
no da primi
tempi foflero folite di tenerfi, non
a
padri di famiglia nelle Joro private cafe , ma
nitamente da moltilTimi fedeli, i quali in uno,
piu luoghi fi adunaffero . Imperciocche
edemmo noi di fopra dalle teftimonianze di
Giuftino Martire ,
e di Origene , che appena
i
il Redentore
crocififlb , e rifufcito da morti ,
ie
Giudei,avendo. fentito parlarfi de miracoli
i
lui ,
fpedirono degli uomini fcehi a quefto fi-
spertutco il mondo , c flgnificaro.no a oiorta^
Tom. III. L li ,
3 O2 E COSTUMI
li , ch era nata la mifcredentc fetta dc Criftia
i
quali nelle loro adunanze cqmrqetteano t
fere raccontate , ma
ne anche penfate fenza on
re , e vergogna . E clie ? Avrebbero forf
Gitidei si fattamente calunniatq i nouri , c
averne prefa la occafione dalle agapi, feoj
padre di famiglia co fuoi figliuoli in cafu
privatamente cenava ? Egli 6 dunquc certiffinr
chc le agapi da molti, anche in quei primi ten
del Crjitianefimo, foffcro folite a tencrfi in ce :
; ; 3>
go era qucll iflerfb per ayventura , in en i
P
DR PRIMJTIVJ CRISTIANI.
ocura d iotcrpretare, pretende >
che minor di
5
e milafoffe il numero de noffri nella Provin-
a retta aliora da Plinio , e che pcrci6 i fedeli
>lla adunavanoin un luogo per cele-
Bitinia fi
5
lati erano i
templi de falfi numi nella Bitinia
jrciocche la maggior parte degli abiunti erano
iventati Criitiani ella e infalfibil cofa che piu
> >
i tre 5 e di cinque ,
e di venti mila perfone_>
j
Nat.
,, ve aflediate le citta ; eflervi ne campi 5
c, i.pt
,,,
condizione ,, Tertulliano, difli,il quale in q
ilaguifa avea parlato , nel libro medefimo d :
Ii teneffero le
agapi , fa d uopo ofifcrvare prin
ramente 3 ch eflendo ilati confucti i primitivi (
iliani,i quali fiorivano ne tempi de SantiApo( i,
di congregarfl in una cafa 5 e quivi nel cena* o
upao ipii
noi veggiamo varie picture
e (culture, lequ; ,
, , ,
i) 9
dove rnglonando di ic ftcflb cosl fcrive :
g^
fat fetir* ywifaiw m fatovrof ,
ll.opp-Etlir.
$i$iw <r\J* <atocnj<ri Qti<.r an.
3, la notte in cafa ,
e colle ginocchia piegat
3, lungamente pregammo Signore , che ii i
JL "*
,,,
e come fe fofle venuto da un luo;o,dove
*
avei <j
33 flato il
giorno , e il
tempo 3 acciocche, con
3, gregati nell anniverfario del martirio di iui
3, comunichiamo col campione 5 e col valorof
9>
martire di Gesu Crillo , ( che conculco i
ro Signor
^
Gesu
x _, .
n.vii. mg .
3> "
Crifto , per GUI ,
e con cu
507^ T. U. >3
gloria , e potenza al Padre collo Spirito Sant
5
Apoft. pp. ,, nella fanta Chiefa ne fecoli de fecoli . Cos
(llt an.
9J
fla (rf) . Nella medefima maniera furoni
i fedeli delle Chiefe vici
iaviutidagli Smirnefi
n
PE PIUMIT1VI CRISTIANI. ;
quei ,
che combatterono per Gesu Crifto , e
siancora per efercitazione , e gioja degli uo- (b) n. xrx-
mini , che nafceranno (6),, . Congregandofi p
unque nell anniverfario giorno del Martirio di
alcuno de valorofi campioni del Signore, che
irfo aveano in difcfa della fcde il fangue loro,
]tia! giorno anniverfario era da loro appellato
L * ""
TO
vendemmiarc ncl
tempio , C^OL, come eg
dice racccgliere , il
fatigue , che fcorrevra dal
reliquie delia Santa ; onde none almeno ficur
fubfto , ch
fnputa dall Imperatore * e
|) J, raccolgono il
fangue , che fcorre dalle
{ re reliquie . Ma quantunque il paflb di Eva-
g 3 non faceffeal noflro propofito,con tuttocid
c i certo , o almeno probabiliflimo, che nellc
5
( iefe e nc luoghi , ne quali fi celebravano
>
;
ni, fofTe folita di faril ancor quefh delle aga-
j
;
molte alrre tedimonianze degli antichi ab-
.mo in pronto oade ragionevolmente raccol- ,
(i , efsere
Ja noflra opinione E per vera .
5
3, pace , e a tutti gli fpiriti de Santi; primier
5
3, mente in venerazione dell Apoftolo , Is
a, cuifede , e memoriacelebrafte con tanta >
*> sl
moltiplicata devozionc di opulenza , ave
PRIMITIVI CRISTIANI .
:itolatoil
paragrafo centefimo trcntefimo no-
delPanno cinquantafettefimo della era Cri
ana in queitaguifa: Le agapi fi celebravano
U* Ckiefa .
c%mf a
VII, Edaffinche vieppiufi dimoflri,che nellc QQ a *JJJ
negli oratorj,o in altri luoghi facri fa- p er gl in-
,filiche,o
anfi anticamente le adunanze delle agapi>daro convtnie*-
f chf e "
. .
n . . .
i
parecchi tra loro poco ben coltumati , i qua- e C9 ^ .
foliti di cele-
p.^^.T.n
ire e riprovando quella fuperftizio- O pp. Grig*
i
gentili ,
35 vanfi
J> F.* C O S T V M I
vanfi le tentazioni, Celebriamoil giornoch
lamorte, perciocche non muojono colort
,5 che fern bra , che muojano per la qual co ;
e convocavano i
poveri a quefta ul ***
agapi ,
nzione .
Siccome pero collo fcorrere dei tempi s in-
epidirono fedeli , e celebrando le agapi , non
i
> J tt
;
agapi con quella temperanza , che oflTervavau
a maggiori , fembra che fino dal terzo fecolo >
,3
,, carita , come
agape all , ci vcnne incont-
il fanciullo ch era uiiO di quei gcmelli , c
,
^ tr.
giorni av.irti erano itati colla madrelo
9
9 nj.iriirizzati 3 il qual fanciullo portava al c
*
S
DE PIUMITIVI CRISTIANI. I
J <?
.
qual cofaleggefi nella Orazione fatta da San
regorio Nifleno in lode di S. Gregorio Tauma-
irgo(i) , cheil Santo Vefcovo avendo offer-
ato, che gP imperiti rimanevano nella ido- ibid.
^.247
luperftizione pe piaceri de!
trica corpo ,
iinch^ da fimolacri Ci c >nwtiffero al vero
)io,. permife loro, che in memoria de Santi
lartiri deflero allegri c H cfilaralfero ; la qua!
Dfa ebbe un feliciflimo efito , perciocche in al-
uniluoghi almenocoll andare del tempo tutta.
.fcfla
dagli accarezzamcnti del corpo fi trasf^-
i una fempiice fpirituaL allegrezza , Oltre di
a
i6
raccogliefi da quefla te/limonianza 3 che o pru
iu,o ne tempi di S. Gregorio Niileno in alcunc
ihiefc non piu fi celcbravano le agapi da fc deli.
gli Spirit!
>.,
. Ma noi Criftiani abbiamo pofi
9y line a queilo abufo 5 avendo determinate p
noitri Martiri non altre , che le fpirituali adi
5, nanze . Che fe volete fapere qual timor i
5,
Se grati fono i combattimenti a ballerin:
fieno ancora grate le delizie agli atleti , ft
P.IO S, 3>
3 >
^ t
emp,eranza (c) . Non altrimenti pads
C S^ ne ^ Epigfamma dugentefimo vcntefii
104
...
J
primoapprelfo il Muratori (if),, Non mi fh :
aj
della voftra gola . lo fo , che quefto onor
5 >
c -rporale .
Siperractte? chc dopo la facrs
,5 adunarza
tu pofsa cio fare qui vicino a!
,
nnn dovcrii
doveril rnangiare nelk far
,
^ Pagapi,m>
(
Paolino)comc molti da tutte le campigne fi
!
adunino al convito,e quanto piamente errino
le Joro rozziffime menti . Vegliando per
tutta
J
9
3,
i facrifizj de gentili , e gl idoli loro in mart
,3 ri 3 che venerate con voti fomiglianti a que
li, co quali i pagan ipreftavano culto a loi
,, Dei. Placate inoltre col vino, ecollevivai
3, de le ombre dei defonti ,, Ma ad un si en
pio calunniatore del cattolicifzno , rifpofe
t.xx. quefia guifa colla folita fua eloquenza , e for;
cont. Fauft. Santo Agoftino O) 5 , Celebra il
:
popoIoCrifti
.
pg. memorie
^ no con re jjgj fa folennita le d
Santi Martin , e per eccitarfi a im tarli ,
.t*.V
vui. >i pereflere co merit! lorp^ accompagnato ,
5<
afutato colle loro preghfiere , tatche pero c<
>
2ato dal Criftiano a divcnir briaco flelle me-
, morie de Santi Martin ? E forfe ella quefta
, colpa piu leggicra
, che otFrirc un capronc 1
(a) Serm.
&? Paftori(a) , dimoftro dieflere uno di que
li , a qualimolto premeva la riformade cofh
mi delpopolo, mentre fc rifle
ttiI>ort Guardici :
ferm. ttxv.
Signer e , che noi diciamo vlvete comevi :
c.iv.n.vitl- r r .- *
r r %
opp. Edit. 33
tfo/ Mantenete foltanto la fade crifltann
Antuerp. 5, jVow condannerd cgll colorc^pe quali hajpar
an. 1700.
5) H fito fongne* Eftvole te ricrcare i voflri at
,3 mi coglifpettacoli andate : cbe maV e ? j\>
,
?ofh (la non alia carnc ma allo fpirito vo- ,
,
tro ) che moke carnali fporchezze e ma- ,
,
^ochi laChfcfa dell Affrka , poflano elfcre
,
anate colla graviti voitra,e dcVoftri configli.
oiche avendo brevemente I Apoftolo nume-
3
,
,
-ate tre forte di vi^j da deteOarfi, eda fchi-
;io toiicrabili
agli uomini , ficche puo
awe-
lire , che a poco a poco non fi tengano piu
nonnclle crapole ,
e nelle ubriachezze ,
non
nellc ditfblutezze , e impudicizic ; non nel
:ontrallo , e nelPinganno ; ma veititcvi del
Signer Gesu Crido . . . Tra quefti tre vizj ,
queiio delle dilToIutezze >
e delle impudici-
zie e (limato si
grave 5 che niuno di colo-
ro, che ne fono itati macchiati.fembra degno
clell Eucariilico minillcro , e della comunio-
nede* facramenti . . . E giuftamente percer-
to . Ma perclie queflo folo ? Poiche le crapo-
c e le ubbriachezze talmente fono
,
riputate
I) B -COSTUMI
lecitc che in onore de Beatifiimi Martit
,
3 >
tali ncfure mangiaril
fane ? Ma via fbppc
55 tiarao quefte cofe nella difsolutezza don
?, ftica? e di quei conviti , che contengo
3,
nelle private pareti, e prendiamo con colo
5, fe volete, il corpo di Criilo ancora , co qi
li ci vien proibko di mangiareil femplice |
9 ,
Ii
penfavftno alia futura vita 5 levati ; coi
noi flaremo dubbiofi , e fofpefi nel trovi
?, la maniera d imitare 1
efempio loro ,
e
,,cit
DE PRIMITIVI CRISTIANI.
5 :ftirpare una si
gran corrutcla de coflumi?
Abbiamo ben no! un Vefcovo delle medefime
, -egioni oltramarine; per la qual cofa rendiamo
,
*razie alSignore 5 febbene egli e di tanta mo-
,
ieftia , e di tanta piacevolezza * e follecitu-
. line, che ancorche egli fofse Affricano , fa-
, :ilmente gli fi potrebbe perfuadcre colle au-
:
:orita delle facre letcere , che la licenziofa ,
tadi un Concilio. O
fe la medicina dee prin*
-
fpirito di piacevolezza ,
manfuetudine , e di
I
per vero dire mi danno animo a prendermi
Pardire di cosl parlare con voi le voitre let-
tere , chiarifTimi contrafegni della voftra_>
fchiettifftma carita .
Adunque non con af
prezza , come io eftimo , non con durezza ,
non con modo imperiofo , fi
tolgono queftc
cofe; mapiuttoilo infegnando , che coman-
>,
con dolore minacciando co pafli dclla Scr
,
,, pofifa
loro dimoflrarne la turpezza, fe coil s
>3
ramente giovare ,
le quali non fieno di gra
,, de fpefa , e , che ne chiegg
attmi coloro
3 , no, fieno fenza fuperbia e con alkgrezza (
35
(tribuite ; ne fieno vendute, ma volen
XXVI i-Cod.
,vo abufode conviti nelleChiefe , ma mo-
1
I
1 chie Chk fe
portare le vivsnde, Hud.
le agapi , di a
<
riporie fopra le memorie de Martin 5 fen-
i
,
]uj ; dice tgli , rrcflati a Martin da fodcli
,
ne facri luoghi fonoornamenti delle memo-
,
,
rie loro non mifterj , nc facrifizj offerti a
,
,
ftiani , ne in molte citta fi pcrmette )nuila-
j
iimeno orando cglino dopo di avcrle ripoftc ,
,
!
dipot togliendole , per cibarfcne , o per
, iillribuirle a poveri ; vogliono che fieno >
5
i Nel trattato decimo fopra S. Giovan-
(4\>.
i
poiche vedeva che non era toko affatto
>
<
:flo grandiflimo inconveniente daHa Provin-
( 3 cui era, e forfe anche dallaChiefa,
in
( ei
rcggeva , ragfonando contro fomiglianti
;ordi , park in quefta guifa ,, Vedi tu
I
.
j
altri che corrono per volerfi imbriacarc,
,
e cio
j
vogliono fare nt luoghi fanti , la qual
3
:ofa non e convenevole ; procura d impedire
; quelli che tu puoi , acciocche non vadano .
I
!
1
J>E PRIMITIVI CRISTIANI .
,,
icnti , ch etfi crcdono di
are fenza peccato ? Beviamo , dicono cgli-
io. Defiderola faluce degl Imperadori ^ tal-
hecolui ,che non vorra bere , fia reo d in-r
.evozione . Imperciocch.6 fembra , chc non
mil fmperadore^hiunque non beve allafldu.
e di lui... degli eferciti,per la virtu de Conti,
>er la lanita de figliuoii . E pure (limano ,
,
nenticredono di non eGTer cfauditi . ilol? O
, ezze degli uomini , che llimano fagrifiziola
} ibbriachezza ! che giudicano , che piaccia
, crapola a coloro 5 i quali col digiuno impa-
a
o le vivande fbpra i
fepolcri dc Martin , e
E oi le diftribuivano a
bifognofi , lafcialTero
i :al
collume,affinche gi ingordi,e i bevitori (/O
fl abufaflero del loro
r i
f .
c A dittrice di quella per altro giultilSma proibiz
(a) S. Au-> ,
N c ..if s
vi
n ^(^) Sebbene pero tanta fu Ja diligenza<
gft. J.
fefs.
c! vigiJantiiTitno Vefcovo , e tanta la prcmura
pag. tf. abolire affatto inveterato abufo 3 con tutto
1 <
5
che fofle jrapo(b a Vefcovi , e a Curati di f
* s* c ^ e ricer u ta la pia coftumanza delle lime
Vide ^
(Of^\ r ninno l
i r i 11^5 Can.xil
, in Chicfa cant:iodo , pevendo 3 e portandoii
con di0bluteaua>perciocchc con tali voti viene
N ^ o irri-
r> E costUMi
che piacato Iddio ,, E ne
irritato piuttofto ,
:
adunato i anno
Gorcilio Agatenfe 578- ():,
T III. pag".
44?. 5
C he non
>
fa lecito far cori fecolarefchi,e can
, e preparare conviti nell
tici di donzelle
5, , efsendo Chiefe
fcritto la mia cafa fi cbia
di crazione : E nel Sinodo dett
3, meracafa ,?
"
si Cnore , o nelle Ghiefe ficno celebrate quel
5,
le che fono chlamatc agapi , e che fi mari^
,
<
\ \ Padri pieni di zelo ftabilirono di chiede- clef.
can.ix. pag.
1 dagl Fmperadori , che quei conviti, i quali
8*
elebravano in luoehi contro 5?
varj
.... I, r
ii
precerto Concil.
A
mo ( poiche erano tratti aalla idperitizione jj ar j.
fid. .
, . .
.
<
,
e quivi celebraflero religiofi conviti ,
ne*
Jali non aveflc liiogo la intemperai/za (/) . Che .
N
a
.
quefti pure furono levati , non vi ha dubbio
r6 che alcrove rimafero fino al fecolo xv.
,
^ ^
.iando iVefcovi adunati in Balilea determinaro-
3 anno 1435. che fi toglieflfe affatto (c) ,, qutl
I
u
turpe abufo, onde alcuni in certe ftfle del Tan- f iiior,
no colla mitra? e colle veili vefcoviliornati, e
3 tc- N
*> i O & T U M 1
3>
innocent! o de pszzi ; o fuceano rapprtfen
>
infieme >
e di donne ; o preparavano tavoic
e banchctti ne* facri templi r, . Ma tolti co
tante proibizioni defuetudine ta! in 5 e per la ;
tu;
DE PRIMITIVI CRISTIANI ,
re ritrov amo c he le agapi rapprdentano
, ? Ic
tali fecondo 1 ed altri, fo-
Aringo , e il Bofio ,
4
2 CO B* C O S T U M I
[to c. xt. v.
je p L1D bIi c he fi accennino da S.Paolo nella prim
i
per avvcntura letto un paffo ncgli Atti , o
le Epiftole de Santi Apoftoli , in cui fi faccia
lii , a*
quali bafta di nominar le fcritture fenza
re in effetto a queU che dicono , mentre ogni
*o immaginazione alia tradizione della Chiefa,
alle Icriturc altresl antepongono . Laondc_^
anto fono arditi nel tacciare i Cattolici , al-
sttanto fonopervcrd , c temcrarj nello flra-
il vero fenfo delle facre lettere a un al-
>lgere
*
*^MM
di poi cibavand (^) Erant autt-m oerfeverar >9
.
i
, & commumc,
3, tionefradlionis panis &orationibus. Fieb; >
pfum
3>
Cos! S. Luca 5 nel qual teflo non
.
3) :rtare ognunola
fua cena nell adunanza e >
<
205
<
tdum mentre vi congregate permangiare,
5
i
Apoibli prefedeflero alle agapi ftefle , poi
e fi fa quivi commemorazione di loro >
e di-
fi
, che erano perfeveranti i fcdeli neila co-
unicazione della frazione del pane >
cche do-
diavere unanimamente orato nel
>
tempio a
I
>
n.
ra gin are nel paragrafo fefto (a) de dircttor:
xxif.
delle fteffe agapi, e otferva> che ficcome ap-
preflb i Giudei ogni padre di famiglia nella pro-
pria cafa era folito di celebrar tali cene , ed
ufarele confuetc preghiere , c di regolare nor
bevete 3
queflo del mio fonguc &t
e il calice
non fece cio , ch erano foliti di fare nelle cen
loro i Giudei ; forzae, che confefllamo non avc
egli allora ufato la ceretnonia civile del poltceni
Giudaico , ma avere iilituito un rito iacro
proprio della nuova iegge , da ufaril in meraori
di iui, il qual rito 6 (^ non folamente da noi
ma da Luterani ancora ? de quali e feguace i
E i
padre di famiglia,facendo in cafa fua le aga-
ufava \\fioftcenio , che confifteva nella fra-
z le del pane . Ma avendo noi di fupra dimo-
( to > chele agapi fa,tte nelle cafe private da*
[ ridifamiglia fono ideali ,
e inventate a.^
c riccbj eche gli argument! del Boemero ri-
c dalla gran
-ati mo Ititudine de fedeli for.o af-
i oinfufliftensi > non e neeeflario> che dinuo-
imprendiamo a ircpngnarlo. Ma conce-
( oancora 5 che le agapi dette da lui private
I
9 9
i orra a
poftcenj de Gittdei . Noi trattiamo del
i 3vo teifamento , e vogHamo checi fi adduca-
teftimonianze de Santi Evangelifti , e degli
loftoli, o de Santi antichi . Che fe egH non
.
j
5addume veruna 3 non concludera mai nul-
laddove noi avendo provato che qualora >
:
mentova lafrazione del pane nelle facre lette-
del nuovo
teilaaiento^ fi moilra, che a quelia
O fun-
2I D E* COSTUMI
funzione erano prefenti gli Apoftoli,fiamo(icui
di averlo abbaftanza convinto. Verra per altro
tempo opportune di moftrargli difufamente
evidenza nelle noftre Antichita Criftiane la ere
|
:ndano cibo con effi loro. E cio fia detto delle
;
ipifolitedi celebrarfi da primitivi crirtiani ,
i le
quali agapi empiamente tacchte da Giulia-
Apottata C^),^ d& altri nemici del CriftianeC- (*}?***
Edir rerav - -
O 2 CA-
>
CAPO .
m.
lia
pace ? c della concordia de
Primitivi Crijliani . I
99 coi
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
215
combattevamo contro odio , gli altri coll e_>
ci 35 Non
differifcono punto da quefti i fen-
icnti di Eufebio Vefcovo di Cefarea fcrittore
lire del quarto fecolo del Criih anefimo . Egli
primo della fua Evangelica preparazio-
libro
n no ancora
e cos * facendo, gli avvert
.
mentl
?^
Santo ^
Apoftolo Paolo il
quale fcr >
p. zfUit!
& riufciva loro di vedere reftituiu a fedeli
Cantabr. pace , godevano olcre modo e ne rendtv; >
,
leflmi fcntimenti e fono ripieni d incredi-
,
(
)il gioja , per veder eglino renduta al Catto-
, ce(<0
. None
pertanto da maravigliarfi >
3,
21 6 DE -CO STUMI
,j pareva che vi fofTe d avanti agli occhi. In ta
1
.3
Eravate finceri , e femplici
noftri fratelli .. .
5,
e vi dimenticavate .facilmente delle ingiurie
3,
te 5 e divifione .
Piangevate i delitti de no
ilri proflimi 5 riputavate voflri i loro difetti
3)
ne vi pentivate mai di akuna retta operazio
3, ne ; ma era vate pronti ad ogni opera btiona
,, Ornati adunque di una venerabile , e vir
3, tuofa converfazione tutte le cofe operavat ,
fante leeei
JJ di lui foHTero fcolpite ne voftri cuo
t \ O 1t - p
n.i.dcii.
^ r Segno di quefta pace , e della fcam
4^ ^ ^
\ p * *
ji apilt.Ko-
*i.Pont.EJ.
-n% bievoledilezione de fedeli era anticamente
.
amorfraterno , di rifpetto , e di m
1
j
ne quali continuamente fl efcrcit
non vano , e da quali proveniva un si gran bene
"che
4
wleano,cbe
-he n. Tra gli avvertimenti , c i precetti dati c
*
Gesunoftro Redentore a fuoi feguaci , il p
lortt .
CRISTIAK1 J
>
i
i fare agli altri cio che non vorremmo >
.;
i >iftianefimo , pubblicata
an>l57i
rtuttoPimpero(^). ^
f *~
mo pertanto effi , cosi faccndo , Gesu Crifto ^?
cdentor noitro,il quale parlando co fuoi difce- e &andl9
lijdiffe loro,che impara(Tero da luidi effere mi- v erfo i nc-
, e umilri di cuore (6) . E che eglino aveflero mid
upre d avanti Salvator noftro, e loro
agli occhi il
f *
ocuralTero di feguitare gli efempli, ch ei fi^
mpiacque di dare ai mortali , non vi ha chi
gare lo ne Hbri de no- $) Matth.c
poffa 9 trovandofi
3
i
maggiori , che a cio fare efortavano i loro
atelli, e veggendo che quefti puntualmentc (c) n. >
, quando
^* in-
2i 8 DE
j
COSTUMI
95 infegno ( a difcepoli ) la manfuetudine ,].
Atenagora nella fua legazione pe* Criflfani
difendendo la caufa de fuoi fratclli cioe de,
cattolici :
noi, </?re,meniamo una vita mode-
rata , e plena di utnanit^ ^ e piacevolezza <
(b)c.xtvu , ,. x
e condannato,
N ^
Coitjvandc
. >|
i
,)
follevarono ^ e fludiaronfi di torre loro la vi
hiXV V,
j
: Guardi il Signore, dice , che venga in
, mente a* nottri di fare qualcofa di male t
,
mentre da efTi oflervafi la temperanza , e la
continenza. . . e fi abborrifce la ingiuftizia, fi
,
leva il
peccato >
f\ efercita la giuftizia >
fi cu-
ftodifce la legge , e fi ferve a Dio da loroce-
lebrato . Apprcfib loro dcmina la verita ,
ferve di prefi-
protegge la graz a , la pace
dio , conduce allafelicita vera il verbo , in-
,
tiffimo Dio .
.,
I>
,, dannati
a penare neireterno fuoco,, . E
pe
verita efiendo i fedeli lontani da qualunquedefi
derio di farfi nome,c di acquiflar gloria in queft
(b)Tert. monc j
n^^ poiche fapevanodi effere foreftier
Apcl. csp. 11 f i i
flderando j ehe la
5 invid non permettevano
s
impadronifie de loro animi i Non meno erar
alieni dall odio Criftiani * mentre egli e man i
Gantabrigi 3>
perche non fappiamo odiare niuno : onde
chiamiamo fratelli ( della qual cofa voi av
3, te invidia , o gentili ) come partecipi de
fteffa fede, ed eredi della medeflma fperan:
3 , Ma voi non vi amate Tun Taltro , e (iete
,5 cerati dal vicendevole odio , n^ vi rieonofc
PR1MIT1VI CRISTIANI
DE* 221
te per fratelli , fe non che allora, quando
volete fufcitare qualche fedizione . Non ,>
: . ,
... j 9 /i (a)pjtfc f
,
poverocolui >
che non ha di bifogno ? Che
ion defidera gli altrui beni ? Ch e ricco ap-
prefso Dio
Anzi quegli e povero , il quale
?
si
povero, come
, quando nacque * lo era ei
3>
vente della virtu la difciplina. Finalraente .
>,
nelle cofe avverfe ognuno, e pefa co pericc
il valore de fuoi fervi,e cerca fino all*ultiir
5,
3 >
la volonra dell uomo , ficuro, che non j
>,
come T oro col fuoco >
cosi fiamo n<
5 >
nalza fua liberta contro de regime de* pri
la
3 >
me faceano i filofofi , ma colla mente ; n
,>
diciamo gran cofe male facdamo viven >
r
i/f V. Che fe qualcuno toglieva loro la rot
ceaaclaan- ..
no .
c ^ e ^poflfedevano , tanto crano eglmo piet
DE* PRIMITIVI CRIST1ANI.
22J
e ne anco lo chiutnavano in giudizio , per
n recargli danno , edifonore* Quindi e che
GiulUno Martire ntlla fna prima Apologia
fiamo , dice * pazienti , e prcparati
(<O
a(a)n.xvu^;
icrvire a tutti ,
e affatto lontani dalla ira , S3* &<{
pedifci quello,
cbe ti toglie la tunica , oil
fitno da te feguitati
per due. Xifplendano
le vvftre operazioni appreffo gli uomini ,
acciocche veggendole eglina ammirino il
UJ
L>
V
ii
da chiaramente a divedere, che ne tempi
"-*- "
3>
ma perche preme , che non folamente
ci
3, de foli cr.ftiani .
Somiglianci a quefti Ton
i feritimenti efpreffi da lui nell Apologetico
e ne* Libri indirizzati alle nazioni , onde pe
brevica fi tralafciano. Si vede pertanto, ch
si fai
PE* PRIMITIVI CRISTIANI. 22 J
fattamente abborrivano i noilri maggit ri
ni , fervafi
di quefti indizj . Adunque fe voi
dite , che noi fiamo peffimi >
e contaminatif-
fimi di avarizia, di Juffuria, e di malizia ;
fe CriHiani fono
i mifericordiofi ? In quella
la rnifericordia , onde
proveniva, che ne anco
muoveflero lite a chi apportava loro del danno ,
pafllamo a trattare della diligenza, chc ufava-
no per dimcnticarfj delleingiurie , che aveano
ricevute.
DlUgenx.a Vl.Se riguardavanfi i primitivi fedeli non fola-
ufata da mente dal rendere male per male, e dal chiama-
re in giudizio chi avea loro recato del danno,ma
ancora cjal ricordar.fi delle ingiurie, ricevutejnon
.,
, ^i* 15 i
magiche ,
e procuravano di accumulare ric
chezze , e i loro nemici odiavano 5 aHora cono
fciuta la verita del vangelo , non folamente
pieta feguitavanp , e aveano pofte in comune 1
efli
PlUMITIVl CKIST1ANI .
22p
1 ,
poteffero avere la fperanza di dover una
Ita confeguire per fempre la eterna beatitu-
le Spettario pure a quefto propofuo le /-^ n
(d)
Atcnagora da noi pocanzi riferite, ed p. $i[
role di
identemente, a mio credere , dimoftrano,
c i Criftiani dopo la meta ancora del fecondo
olo feguitarono , quali furono a effere tali
anti da S. Giuftino defcritti . Verfo la fine an-
i
*a del fecondo , c del terzo fecolo non furono
quefti different!*
i fentimenti de feguaci di
?su Crifto . Quindi e che Tertulliano nel fuo
t
() n VD)c.XXXVn
.
offeii >
ci 11 comanda non rendere a no o fir i
n
offenditori il contraccambio , afiinthe non
fiamo uguali nel fatto , chi poffiamo noi of-
fendere ? E di cio liate voi i giudici . Quantc
volte incrudelite voi contro de Criftiani, o
fecondando 1 odio, che avete conceputo con
tro di noi 5 o eiequendo le leggi de principi?
Quante volte , lafciando voi a parte 3 il volgo
nemico ci atfale co faffi , e cogl incendj >
3>
zie non fono accrefciute per cagion della r
5, ligione, ma fonofenza fallo diminuite dop
che fi & intefo pel mondo il nome di Grift
35 Poiche avendo una si gran moltitudinequa
ta e quella de Criftiani apprefi gli amnas>
ftramenti di lui
, e imparate le leggi di n
rendere male per male 5 c di foffrire piutt
fto , che rifare
, di perdere
le ingiurie
il
pr
prio piuttofto che 1 imbrattare coll alt!
,
^%
,
,
ci non folamente occnlti , ma ancora potenti*
,
e ben addeftrati ? Noi fiairo recenti , e ve- . .
55 i caftelh ,
i
nuinicipj 5 i
campi di guerra ,
5, tribu >
ledecurie if palazzo 3 il fenato, il f
licita
]
e di
.
,
/-,. ,
TACSdilQ COH
tumelja a van o di maledizioni (/). E confermavanfi vie
niujto>anxj pib nell efercizio di quefta si eccellente vii
/o-
propria certamente del Criflianefimo , ment
5
n. xvr.
3)
lie ,
maledicendoli nelle vo fire Sing goghe.
Che fe non avete potefta veruna di torre a
Criftiani la vita , poiche ve ne impedifcono i
ti,
e Cielo come i profeti aveano
falito al
,
,, zia 3 la
piacevolezza , , fperanz; la fede la
al fenfo , e
, quali effendo ftati prima dediti
,
id ogni fordida azione , per grazia fingolare
,
ii luij fecondo Ja volonta del Padre , ci fia-
,
no fpogliati di tutte quelle iniquita . . . e Ji-
5
,
berati da peccati (&) Egli ci ha chiamati ,
. . . n . cxix. <b}
fupplizj...(<t)Voi
altri Giudei avete fempre le (<l)ncixii
2^
avendo uccifo P*
mani llefe a mal fore , mencre
per-
I)K eOSTUMI
perfeguitati coloro3 a quali non era lecito di r
3 >
rita della innocenza . . . . E ditem per voil i
ru t
alcun male aver commeflb 3 feguendo
5 ne di
ficcome la brcvita ,
che mi fono prefi(To ,
n
lo divieta , fono coflreuo a paiTarli fotto 1
lenzio g
Da
Dfc PRIMITIVI CRISTIAN1 .
237
Dalle tt ftimonianza pocanzi defcritte puo
CJ ndio conchiuderfi che riguardavanfi i no
,
,.
loro qualche parola men propria , an-
i
Ne
folamente non rendeano male per male,
erano eziandio fempre difpoili a vincere col
e i) male , come era ihto loro
b
iniegnato da
C ;u Crifto. La qual cofaoltre 1 efTere compro-
v i colle teftimonianze di fopra arrecate-?
j hn Giuftino , e di Atenagora ? e di Ter-
iano , puo eflere anche confermata colla_*
1
5
primo de quali nella Legazione fcri-
il
a,talche ilpopolo
* *
acclamava alDio degli Dei y
/ 1 \
care
2 Jo J) E* C O S T U M I
cb e il
folopofjentejQ che non negavano iCrifti;
niil depofito,ne adulteravano il matrimonio
alcuno ,
anzi trattavano piamente i
pupilli,e n
frigeravano bifognofi , ma i e non rendevano
per male a veruno . Laonde per la innocenza lc
ro , per la probita 3 per lagjuftizia , per la f
delta, per la pudicizia , per la verita , e per
vero , e vivo Iddio erano bruciati da loro n<
3, manda il
Signore , che noi preghiamo ezia
3>
dio pe nollri nemici . . . Veftiamo pertan
3, gl ignudi , diamo a chi ne ha di bifogno ,
3 ,
beriamo dalla forza, e dalla ingiuria de p
-Potenti
>>
i deboli .
cerita de
9
VIII. Uno de mezzi per ifhbilire 5 e mant
no ft rl mag- nere la pace in una focieta non vi ha dubbic
che fia la fmcerita , e la fchiettezza . Ellen*
adunque data flngolare la pace , e la tranquil
ta che i noilri maggiori godevano , forza
>
3 >
e avevate un infaziabile deflderiodi far b(
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
.a
Apologia (i) ,, Efporro , fcrive^ perche COn.ir.p.
I interrogati con animogrande confefliamo 10
>i
,
vero Dio quelle cofe , ch egli ha creato per (0 p. 3 **
EJlt% an *
, io ufo 5 e rigettero dono di lui ? Saro io
il
,
)sifacendo ingrato , mentre a lui in fagrifi-
o polfo offerire il buon animo , la mente
jra , la flncera cofcienza Supplica adun- .
giaffe >
e bevefle, imperciocche era fuo penfie
di fare s\ , che quel Prelato fofle da lui condo
to al Principe .
Dopo che i foldati fi riftorarom
ti ,
e dipoi compaflfionando chi gli
avea
lautamente trattati dopoeflerfi riguardati >
l*i
<
3
per qual fine erano ftati rtiandati dal Cu-
a re della Provincia >
C 1 1
i
eglino
5 andavano in traccia , febbene potea
i Carole ambigue sbrigarfi da loro , rifpofe
3 n^ potea raentire , n6 tradire coloro ch >
r il
upprefso di lui ricoverati . Fu egli adun*
t
prefo , e condotto davanti al Principe , e
) mold fupplizj lacerato . Ma averijlo
ammi*
i Cefare candidezza e la
la
-
v
;
*
24* * E C S T U M I
.
96. Apologetico (d) , ch erano dileggiati i Criftia
da* loro nemicij poiche potendo eglinofinge
di facrificare agl idoli , e partirfene fenza
(
*
rato r ^P^e non commetter6 mai cio , c
l v ivolete , che io faccia (b} . Racconta inolt
viii. Eufebio neirottavo libro della iua Iiforia(c
Ri^ che mentre gran moltitudine di Criftiani <
I
ardarfida ogni fofp^tto , e ombra , e appa-
iza di fcandalo , e di male ; maeziandioin
i :te le altre occafioni lontani
crano dalla fimu-
ionc 5 c dalla Per la qua! cofa fcri-
menzogna .
fiero,, . Non
percinto da maravigliarfi e >
4
e quei fedeli delPAfla , de
quali parla Plinio
Ha fua celebre lettcra a Trajano (6) , mentre
adunavano per orafe 5 e alfiftere alia fanta Eu- XCVII.L.X
riftia , che ne ceti celebrati avanti lofpuritar p. tfgo
allafineerita,
J 7v
fchiectezza , ch era propria del loro earat-
rc *
4l
.lalcuno , voknTerOjCh egli fofte antepoilo a chi f**f***/
a di
maggiormerito> onde ^adeflero nel di
pe ffane eontro il
tto di eflere acceitatori dell?
ivkto di Gesti Criito . Per la qual cOfa S\ Cle*
.ente Romano f^fiYendoa^ Corliltj 5
244 1> E* C O S T U M I
pag. 10,
noi ,
perfone , perche facciamo per qua i
,, ma da Dio . . . Laonde
fiamo medeflmi i
p<
C.XXXVl.
DE* PRIMITIVI CRISTIAM a
C A P O IV.
E
la giuftizia
da ad ognuno il fuo , e fenza cui noa
ii
ili
\
uccifi per la ^^
eiuitizia O) . La qual cofa era w
^^5 cy ^^ T
nemi- r
i manifefta , .che talvolta i
giudici
i,
rimproveravano a naftri , quad deridendoli ,
eloro mafllnje intorno a queito punto. Leg-
I) Ji C O S T U M I
obbt- va pijorato
p:rej]i t il
pagare i tributi a chi > dcb>
(WWwjorfr,
fro conmn- _ _.
che ibno ftati coftituiti nofiri fuperiori
.- ,.
r ,, . . . .
potefla e d:
vinalfgge, ^chi rcfifle alia potella, refifle alia divin
)fp f
* wavan?
Or ji na2 i one comc , fcrivc S.Paolo nellaEpi
i inbuti n n .
r j i-,
.
ft!
^ a Q uantoerano ^gHno attenti ad adempiere
ad"
^ n r- i i. n. X.P. 199
x )
N/-II -^^>
H<4.an.
,?
ommi pm icellerati e malvagi ? Comanda ,
jj
I Re , chc gli fi paghino tributi ? Noi fiamo i
,,
Tonti a pagarli . Vuole il padrone cflcre
>,
ervito ? ConfelTiamo di effergli fervi . JL uo-
,j
no pero dee eflTere onorato come uomo , c
)io fob dee edere adorato e temuto (^) 5 ,.
,\
t
nagora nella Legazione (c) ; Perche nob
,
W "
*v
ice 9 che iiamo appcllati CriiHani, non fia-
no parimente fovvenuti da yoi , o Principi ? (c) n. j
l *9f
[ I
pure noi , come nel decorfo (ii queita no- )?
,
nente di tutti del vollro Impero . . . e fiamo
,
:on tutto cio tratti a forza pereffere uccifi,,t
! ifilo nel fuo primo libro indirizzato ad Auto*
,j,
Onorero io piuttofto, dice , il Re ,
>C^)
: 9>
j
>ag
pg- v$>
capo deiraccufa , che riguarda la maeftade
Principi, che dicefi offofu da noi ... (&) Nc
*** 33 k)vochi;!mo per la falute degnmperatori Id
^* 3, dio eterno , Iddio vero , Iddio vivo. . . San
9) nominatamente ,
e manifeftaoiente ci vie
ol d nato : wtfe , dice , pe regl. . .
(d) Nc
n>C
,
mentre per la di lui falute piu opero io,ch ef-
, fendo tal.-nente difpofto 5 che la poffo ottene-
re, prego colui , che folo gliela puo dare ?
Ma non diro mai , che 1 Impcradore Ha Dio>
9, Iddio
Principe , e
(la uom il c che non 1
^ J
,
gentefimo Criftiana patirono dell tra , noi
;giamo , che Sperato a nome fuo 3 e de com-
?ni rifpoie al Proconfolo Saturnino (a) Noi 00 : . r.
>
i
>ugnato
alle umane , e divine leggi . Abbia-
) bensl pagati i tributi . Troviamo inoltre
gli
Atti di S. Acacio Martire uccifo verfo I
no 2 50. , che dimandato egli da Marciano uo-
3 coniblare , fe elfendo egli uomo , che vi-
a fecondo le romane leggi >
amava iPrincipi?
pofe : E a chi mai premono tanto i
vantaggi
Principi >
e a chi e piu diletto Plmperadore,
ea Cridiani ? Noi afllduamentc preghiamo
r lui , acciocche egli viva lungameme , e go-
:rni con giufta moderazione i
popoli , e abbia (b) 1^14. n.
I
*P* ii i
mpero in pace(&). Lo fteffo difle S. Cipriano a
uerno Proconfolo dell Affrica verfo anno 1
Cc ) Ibici
;g. di Crifto (c) Negli Atti pure di S. Vitto* . F^
8
, che patl verfo anno 303. della Eradi C n- 1
Va
J p.
fi trova ch epli rifpofe
)
, , (J) fe trattafi :
conr<
Cefare
delle ingiurie di e della Repubblica, >
? ftrignerci
, a un male si grave , obbedirei
3 bene a Jui , ma non gw a te che malamen
>
>
e ingiulhmente
(b) N.iv.p. cpmandcrai, r ^)Quanto a
apud preghiere , non vi ha dubbip , che con que
/^
id
S> E* P*IMITIYI CRIST I AN I.
2 $J
i dice Origenc (a), che prendano (a) I-vnr.
Criftiani ,
7
endo con fingolarc devozione , e confidenza
corfo al Signore , ottennero prodigiofamente
pioggia , licchtf dopo rimafe Tefercico Roma-
3 vittoriofo de fuoi
ncni^ci .
55
mo continue preci per lo i
mpero loro,acci
,
che fia (labile (<i)
. Ma che dico ioDionil
Euf. 1. vn Gli Apoftoli ftefll avendo udito gliordini
H. E. Sinedrio, che proibiva loro di annunziare a*
c. ?i*
.
pregando il
Signore , che defle loro forza
in. p. !
incomodi , e travagli efponevano la vitalo
s>
.
pregaflfe per lo Imperadore , c fi obbediise
DE* PR1MITIVI fTRISTlANI
255
vili leggi pure menaflero una vi-
, affinchd cfli
ic a quefto fine al
magiftrato fi prefentavano.
aonde San Giuftino Martire nclla fua prim a f^)
ntr *-
pologia () attefta , chc fedcli de tempi fuoi j i
^ e ^ e combriccolc
^are .
Origene ancor ,>
% religion ripugnaflero.
doven .
, r, r *. V f
UI^UU Wl UJU Ci*LLi
J.>WtJ iJV^ll cmV.lllJilI
r
K-
VelCWi t
<sk
jr^JLfifeftoro
6 /// /*
flv * gp
*^ ,
verfo quei
* ,
^
.
doveri
che foe^etti
^^
eran
dtllaChicfa aHaloro cura , c verfo quegli ancora , ch eran
.
*-^
.
( i
gravemente punito , c fe non dimoflrava
;ni di.vero pentimerto ,
era depofto , ne gli
i
?erdonava ancorch foffc ftretto parente del
,
1
>n fl tenerezza de*
lafciavano muovcre dalla
3 liuoli ,
Santo \7 eicovo ,
come Itrggiamo del
fu Padre di Marcione (f); ne abbagliavafl T.
<
>
Anr, V
iviiia loro per lo fplendore della dignita im- Chrift. p.
j
ria e , come di un gran Prelato riferifce En- * lS
*
ii mtnore at:enzione de Saccrdoti e de ij ab l >
/)^,-
. obbcdivano (f ) . dS gen
cl&ti Eccltfiallici volentieri
V. Ne
folamente de* Velcovi verfo loro verjo i loro i
.
ocefani ma de parenti ancora verfo i loro figlwol** *
>
ae
liuoli fommaera la cura , affin che e foflera
fi&*<>
.
,1 j; verlo igeni- i .
ToraJII. R
% 5 8 *>
* e a s T u M i
L/JO e neU elercizio delle virtuofe operazioni
come argomentando agevolrncnte potremo rac
corre ddl* lettera di S. Clemente Romano
xxr,
<
^JII.p.277 S. C!cmcnte
fteffa Epi nella
yegganfi Rorpano
(e N.xxr. ilola a Corintj (e) S. Folicarpo nella fuddett
p. i? lettera a FilippeufJ (/) , e S. Giuilino .
con
f^rono v
e
11
i<t.udi<>>
W
temperanza, nel
fantid
re
genio , affind
.,
i t,
n , addetta u lui
qua! cofa , per Ja
i i
3
.
:ome Crifto e capo della Chiefa ... Ma co-
,. ne la Chiefa efbggetta a Crido , cos) fieno
5
e donrie a loro mariti in tutte le cjfe . O
j
amate le voitre mogli , come Criik)
nariti,
s
oro mogli, come loro corpi . Chi a ma la fua
i
fdegno ,
ma educateli nel-
i voftri figliuoli
,
a difciplina e corrczion del Signore
5 . E
i vendo a Colofsenfl eforta le donne a cfsere >
ii ,
infegnare la difciplina del timor di Dio
iovani 5 indurre a cio , ch e buono , le mo-
loro , affiiiGhe Ceno morigerate , e pudi-
fempllci , :nanfuete , e moderate nel par-
,
,5 tc
giudicare per non effcre giudicati . .
T i>
,, O
>.
r
verfo i loro padroni una fedelta fingolare , y * dr
f
iche avcano letto nellc Epiftolc dcilo llelfo
3ttore delle genti , ch eflendo fcrvi , obbedif-
o a* carnali loro fignori con timorc , e tre-
Dre , c con femplicita di cuore (e) , arcorch6 pk c f.
^ aj
a.
2ofc to e r>
s T u M i
^/ foffe
padroni fervivano con picta fingolare il 5
lattenvone
**". VIIL Amavano iroltre tcneramcnte i lo
_
aempiett t 4 . , . .
fmo .
le, i
maggiori padri , e madri , e i minor! di e
, .
r . ,
.
l>f
II I \ i I ! /
35 o.
erano mvolti nelle tenebre del gentileiimo A .
*
C
^T
!X
me co ^
dall Apologetico di Terculiiano (*
j
/d) n xvr.*
^ ^ I u no Martire nella prima Apologia (</)
ladro ,
confeffato di effere
nc cortvinto di vefun altra reita,
Criftiano(<O ? Firtalrnen
ha_>
^ h um .ii,
lentre non
**
?nza che priviamo qualcuno , uccidendolo 5
el!a vita ? Noi flaino talmente difporti che >
y^o n
o loro impofli , con dire , che n^ anco era loro
scitodi vedere gli ammazzamenti . Non ragio-
laaltrinienti Ter tulliano nel quarantellino quin-
o capo del fuo Minucio Fe-
ApologcticoC/)- ft p. f
^ 9s
ice nel
Dialogo intitolato Ottavio (g)
: A noi,
fcrive, non e lecito di vedere , ne di udir o-
I
5
*fe#v*- X. Che
tantoerano contrarj agli omicidl fe
no l * cru ~
non 6 da maravigliarfi , che avcifero in orrorc
... ,L, c in abbominio la prava coafuetudine di alcun
ycniiii 3 L/J * i -. i
efponeano * S non,
la wjtec ma come fi
prcgiavano culte
o uccldevx- e dotte nazioni, ch effendo dedite alia gentile
i loro fc a fuper(Hzione 3 efponeano alle ilradc, c abban
bambini .
d on avano i bambini loro,fe non voleano educat
, e talvolta ancorgli ammazzavano. Abbiam
gli
noi pocanzi riferito un
palfo di S. GiuiVmo
Mar
&) ApoU t re che riguarda quefla crudele , e
>
dctefta
i.n.xxTii. bile coftumanzadegi Idolatri (6). N6 folamcnt
p. 6i. riprova il Martire la condotta di quei crudeli
p
ed empj genitori, perche efponendo fanciulli i
i
prcfcrive il fefto comandamento ; ma He- ^
f
bominavano oltre modo il furto(/) . Lo (lef- ^, "
les^iamo
LJ
noi nceli atti de Santi Martiri Scil-
^ >
;_>
ani
(^) . Nc folamcnte i Crifiiani rendeano
loro compagni una
>J
F ",
585!
proprie erano Ic rapine (/) . XF. Pa-
%66 1 E* C <> * T U M t
Jttt, <^
aveano preflbdi loroPaltrui
Wt- )ft ttP tf^ fV* J
|
interrogati
*
O)n. xx.. P .
Tertulliano antico fcrittore delle cofe Crifti;
6o 7 . T. in,
ne ncl celebre libro indirizzato a Scapula (6)
E cio fla dettodella giuftizia de
primi fedeli
(b) c. iv.p. Piche febbene a quefta virtu
appartengono ar
7j cora i due ultimi comandamenti del Decalogo
ficcome per6 abbiamo di fopra ragionato del
fincerita loro , e della continenza , e dello flu
dio , che ufavano per non ritenere 3 e non tc
gliere Paltrui roba , crediamo , non effer eg
neceffario, che dimoftriamo non aver eglir
teftificatoil falfo ne defiderato le donne , e
>
CA
Dfi PRIMITIVX CRISTIANI.
C A P O V.
x f i firnr
rerno
"
>
cr
e fe mi fl da in qualche maniera a dive-
""
/c>
(/"
". .
* iont *
<
i -i x~ la IiC
efammare miei libn
:ttono a rson per que- i .
/.in
v r j *c j
direndermi
i
. f :
^ 9
10 effi avere a male 5 che joancora gl impu-
i,.. mento atl .
t
i
3 fe mai fi foffero difcoftati dai vero . c/t
1
defimi libri , de qtiali io ftcfso mi era fervi:
. nello llendere quel Capitolo Quanto alia ifcr .
zione >
che riportaiK Haptfg. 21. HI SPIRIT
SAN. MARCFANETI, che pofsa e dico ,
i
<<1)
ihid. p. Santo 5 fe nonfe con un lungo difiorfo (t/^ ; e
.
4. pure , ch? a^ea io letto il p-afso del P. Lupi ,
cui rimette i! fuo letrore , mentre Io cito nel
medefirnap^. 21. del mio LibroTerzo efa ;
1 ;ciarfi dagli
argumenti , che imprende a di-
<
fe il .
iffo I
animogli cfultava* che occtfiwt gli $
frc-
27 *> E> C S T U M I
tura ,
ed
perpetua tradizion della Chiefal;
alia
l
leper avere rirezfentenzi difefx farebbe il
a warico , q ale rorrore di un letterato , // it
i
e nc? fuoi
varj ,
e difficili
ft*dj nierfe fib
I ^ cwore , c/?e di foflenere i Cattolici dogmi 9
f>nicizie
ancora conpercid contrafft animofo ,
|
a difefa de cattolici d^gmi delie nemicizie
I
fuo temporaie fvantaggio ? E forfe egli il
, die ienza pcnfar di far
.<> male , fidandofi
propria capacita,e credcndofi di avere can-
i
c iioni
, fiafi mefso a fcrivere con franchezza
i iun punto rilevantifllmo di Teologia ? Ma
lo Storico premea tanto , che non fofse im-
t iato il Sjg. Marchefe , ne fofse riprefa ISLJ
;
:hezzadi lui nel trattare una tal controver-
i
non ha egli dimoftrato , efser infuffi-
>erche
ontrt
^ ato difenda il fuo amico dalle accufc ?
f* j t
primt &EH annotazione (a) . Avea io ilabilito ncl
t pagina 1^5. delmio tcrzo volume delle Ant
chita , che agl Imperadori non davano aki
i
onorc i Criftiani >
il
qual onore non fofse pur
mcnte civile . I/iftorico per dimoilrare forfi
ch era da me tralafciata una quilche queftion^
che al mio propofito apparteneva , mi fa ofsc
varc:,, Che tra quedi onori civili novera
,5 alcuni Criftiani il coronare d alloro
le port
5, fi
queftionc. 11 Baronio ( an. 201. ) s uniic
a, Tertulliano ,
e d idolatria condanna qued u
L<
DB* PR1MITIVI
etteraria) del libro deli a IdoUtrla^ riprende
, che poneano
uei Criftiani nelle porte loro gli
lori , e le lucerne nclle occafioni di pubblica
iio iftituto i!
ragionarne,avendo io dtterminatg
i non defcrivere i difetti di alcuni,madi riferire.
virtu de mold, che poteano eflere di edifica-
fare di un fomiglian-
one a* leggitori ; non volli
ufo , o abufo che folfe menzione . Redo >
^^
iglianti fpettacoli non iblamente perche
perftiziofi, eimpuri> ma perche ancora non (r
-
imofqne ,
qui amor cm finger ent*recitantes ait-
re ,
atque hoc pafto Icvare a continent* Ubo-
TomMI. S re
274 B * f t T w M i
<Ji
darle ; ma in ogni cafo egli ha ancora q
la bella forte d impugnare il
Sig. Marche
,, Maffei >
e nella dottrina , e nella mifchia a
,j queilo grand u omo e (hto perculfore (Itgg
? >
fa.^p$.
P
JRIMITIVJ CRTSTIANI .
*
rattato fupplic}dc
de Santi Martiri inquel ,?;
i j a. - j 9 * .prte at jup~*
i
*
co
manifeila cofa,chc ho in cio
rifliani t effendo ella
no noitrolftorico.lmperciocche e
alle fidicule il
fcntire (a*
miei lettori .) dove fla la difficult;
dici
PB PRIMITIVI CRisfiAMi. 277
licule >
come fono quelii , che ho riferito , c
ion in quegli altri , dove le fidicttte paffano fi
^ %
Romano p.$i<$.
della Fdiz. dflfannoi^6. u
28. di Lugtio, cos! fcrivet,, Diftuttoputofcal
mum non afcaphis,fedafcapbio e^c.Veg t-
>>
ivcurti&
Jt
m
3, Comando adunque, che Mitridate morifft
iiclk ^/r* Or cgli 4 uie querttf
* fe e * s T u M 1
5, fupplfcio <te//<r
5c4/ff. Prendendo eglfno
,, Pcrfiani ) due Scafe (
cio
due^ gran leg!
incavati ) fatte in tal guifa , che ur
,>, bislunghi
i? corrifponda all altra, in una di e fle pongc
no fupino il condannato ; quindi fopraponer
y, dovil altra, tahtiente 1 adattano allaprima
>,
che tutteduej lafciandone fuora il capo,
a, mani ^ e pied! , il refto del corpo r
i
>,
cuoprono * Danno dipoi all uomo del cibc
j, e s egli non vuole, lo coflringono a mangiar
,,,
llccbe adiinardofi una gran moltitudiue
3, ricuoprono tutto il volto. Face
mofche, gli
,, r.ccefiariamente
fanno gli uomini , che ma
giano 3 e bevono
5>
varj vermi nafcono da >
t
DB P1UMITIVI CRISTlANI.
ticoScrittore,da cui (la un altra fpecie d? fuppli-
5:.
la qual legge e accennata dal dottiffimoPor-
.
Metafrafte medefimo , il
quale piuttofto aggii
gneva , che levava , tfa ftata tolta dagli Atti
parola (cafifmo .
Nella traduzioneadunque degli (tefC At
rifcrira dal Lipomano fag. 27 verfa. Tor,
voltato
.
il Santo martire ,
j ma in niuno fi dice
che queflo tal
fiipplicio foffe appellato icafifmc
I contrafsegni de ? iuddetti codici fbnO ieguen i
t
CRISTIANI
jag. 312. Tom. VIL pag.zSj. Tom. IX. pag. 132.
Tom. XI. pag. 112. T. XXI. pag. 254. Le parole ,
:he leggonfi in tutti quefti codici , fono appref-
b a poco quefte , che tali quali ho ricavate dal
f. PILp. 28?. Deinde in corio recenti vi-
>
tulino nudum eum conftringunt , 8c ad folera
ferventem componunt , fed virtute divina
., corium , ut erat, molle permanfit . Intanto
poi non ifhro qul a riferire tefti degli altri co- i
avvcnne >
io fog^iugruTO che queito e un in >
ti , che
apportano per torcere la parola fcafiftn
a una fignifkazione diVerfa da
quella, che
1
**
pretefo fcafifmo , cosi fcrive :
(4),> Speciem
quamdam fcaphifmi praefefercbat crucia.
mentum illud a Cajo Caligula excogitatum ,
de quo Svetonius fcribit in Cajo cap. xxvu.
quo miferos homines perbrevi cavea cocrcc-
bat , ubifuarum
egeflionum putredine con-
fumerentur . II P. La Ccrda per dimoftrare
Ic ,fucoftrettoa ufare
quafte parole : Porro
fupplicium Reguli hocamplius habuit* quod
cjufmodi area claufus: ma il P. La Cerda non
il Baronio di un
,nzi
parlato genere di tonSpen-
quo quis non fcaphis , vel corio claudeba-
tur, fed intra mortuum animal , fob capite
prominente infuebatur , quale genus iupplicit
Maximinum in miferos fontes exercuiffc ,au-
djr eft Julius Capitolinus in vita ipfius 5 e
endo voluto confermare maggiormentc-^
jfo di un
tal
fupplicio ? aggiunfe de quo
etiam Valerius Maximus lib. ix. caf* !!>*
288 IV E* COS T V M 1
fervulitm ejus ,
(\ui cauffam tanti fceleris lu-
xttriaefuae pracftitcrat , nudum , AC totum
melle perlitum firmiter alligavit .irbori ficul-
neae cujus in ipfi cariofo flipite inhabitant-
>
,
inhaercntesper longi tcmporis crucict-
nit 14 s
,
turn 5 ha. carnibus , atque ipfis vifceribus
,
adefis , bomine confumto , mtmbra nudarunt,
utojjatantumviduatapttlpisy nitorc nimio
, candentia fitneftae cabaererent arfrori : haec
,
ilie . Ma tanto e lontano il Baronio dal chia-
>,
iwcfcafifmo ,
o parte dello fcafifmo quefto talc
,
ritur ab antiquis genus torment! , de quo hie
,
agitur,dium efife Cyphonifmus a Cypho ie ,
,
quod erat vinculum ligneum, fivet^rreum,
,
quo quis ad ignominiam ligatus detineb, tur
,
melle dehbutus , fie expofitus mufc s 3 , Di :
.
s >
ex parte defumtum videtur ab s?pulejo, il L;
Cerda fcrivendo dello fcafifmo,muta videtu
quis dubitat ) lib. vm. ubi haec haben
99 in un
>,
mette la parola confcripta*) *4rreptum fervu
99 lum
qui cauffam tanti fcderis luxuria
e}us ,
tur
PRIMITIVI CR1STIANI
inglne Finalmente il Baronio , e il La Cerda
.
fi<i~
fomigliante oppofizione .
Imperciocche avea
detto nel ter2o Volume p^. 183. delie mie A
tichica, che principalmente apprefso i Perfia
era lo fcafifmo in ufo 9 e die pcrcio leggcnd(
apprefso Sozomeno lib. j i.
cap.x.feqy: permu
tos apud Perfits Martyres ncerbiflimis fupplici
excrtuittjos wortern obiiffe* vert eftferqua . . .
aliijUosfaUemfcaphifmi cruciatu
Avea io adunque creduto per una b
fondata verifiniigliiinza , che alcuni martin er
no ftati crucian collo fcafifmo, fenza^he ave
pret fjdi poter nomjnarne qualcuno in partic
jarc.Nedebbo io efsere confiderato come inve
,
bus excogitandis ingeniofi prae ceteris fue-
,
runt . Inter fupplicia a Perfis inventa ittemo-
,
ratur ab antiquis fxccpft/?/*, de quo Plutar-
,
chus in Artaxerfe , &
Eunapius in vita Ma-
,
ximi Phiiofophi . E per verita fe era que-
tormento in ufo apprefso i Perfiani , fa-
a egli flato tralafciato in quella occaflone ,
Gronov.Edit*
iscap.vit.Tofto.vi. ^ntlq. Grace.
t
Mgd.Bata vor.fAg. $ jo6.l\ Dticnnge- GlofsMed*
frinfim.Latin.atta parola fcapbifmusjl Dreflelio
iefuita . In Trodr. act at. c. \\.f. 54. T. /.
1 Mortier Etymolog. facr. Edit. A ow. an. 1705.
lla
parola fiapbifmus pag. 570. 4
Terminero qucfto paragrafo de fupplizj .,
e il Gallomo .Dico
affaipiilfurono , flu n^efpone
adunque , che perefsermi contentatodi defcri-
ver-e folamente que due non fegue che io c >
fla Icggere il
paragrafo ix. del cap.i, del lib. Ill
jofff appreh r ,,
I
tore c c
" doveano cfsere trattate nella terza
fo primi >
*
propofizioni , e riferendo il mio fcntiracnt
>0
*
nella pri ma, cosl fcrive (O o I Criftiani d
ione . E ccrtamente
egli e padrone di feguita-
che piu gli piace , n^ fono
c quel!a fentenza ,
i
poveri della Chief* (6) . Queflo ^ il mio fen-
timento, e cosi ancora voglio , che s intenda
cio, che ho io fcrirto nel fecondo volume di
mia operetta (c) . Irnperciocche non ho
quefta ^
io
quivi voluto indicarecio, che la maggior ^
{Sf t
llrando il ^
Cap.iv. .54. degli Attide Santi Apo-
(.1) EJir.an. ttoli (4) offervo , che quando S. Lucaparla del-
le cafe , che vendevanfi da* Criftiani , debba.j
intenderfi delle caie 5 che non erano loro nccef-
farie per abitarvi , j^oiche le neceffarie non era-
no vendute ma ,
ii riteneano, non come proprie 3
>gia
n. xiv. fag. 52. Edit. Vene^ae an. 1747.
,
Qui pecuniarum , dice , & potfefTionum via*
omnibus antiquiores habebamus, x** v"v <*
*)(
5
>offedeano , e la comunione de beni perci&
;onfifteva nella diftribuzione volontaria di quan-
o ognuno volea o poteva Ex illo temfore , ,
:
ibundant, &
volunt , fuo arbitrio , quodquif-
jue <vult
, largiuntur . Che fe nella eta del
S. Martrre poffedeano i fedeli , molto piu deefi
:i6 credere de tempi di Tertulliano , quan-
do il numero loro era crefciutoj e moltif-
fimi ricchi , e nobili venuti erano alia vera
credenza.E con tutto cio quelPilluftre difcnfore
3
del Criftianefimo, fcrivendo contro de Gentili ,
nel capo xxxix. del fuo ^ffologetlco pag. 51.
Edit. Vtntt. 4W.I748. Ex fubftantia familian\
dice, fratres fumus, quae penes vos fere diri-
mit, fraternitritcm . Itaque qui anima- ammo
?i que miicen:ur, nihil de rei conaiiuinicationc
5, du-
JOO C O S T IT M 1I> 1*
5, nolit ^ Tajr
vtretf^oFTOifet Vofiotf , x&t ivStwt xoiw-
,. rt/V cum inopibns,& egentihus
e^ ^7/4^ fojjidct
5> commumcarefo quemlibet hominem commu-
,>
nis humanitatis nomine compledi, quemque
3>
tarn q a
vulgo peregrin um habent , eum 11 "n
,
quae vendebunt . Servafi pure di tutto il
igore circa Uomnes 5 che io gli fono confen-
iente . Si fignore : Fomnes fignifica tutti tutti;
ifogna pero non mettere il tutto dove non
lo
nette S. Luca . ^fdunque tutti quant iipojfcjjbri
den*
I> E* $ T U M I
rice
PRIMITIVI CR1STIANI .
r
unicuique ficut opus erat e S. Girolamo nel :
;, rifpofte ,
dice , che daremo alle ingegnof
^ ragioni del P.Mamachi, proveranno la mine
re propofizione di quefto fillogifmo ,, . I
propofizione .
Nego, che fe fi prendano rigc 9
rofamente le teftimonianze de Padri ,figniflch
no , che tutti i fedeli da S. Luca mentovati c
fttttti i loro beni
fpogliavanfi , perch^ ne
San Lu
ca dice , che fpogliavanfi di tutti i loro beni , r
i Padri dicono che tutti i primi Criftiani face
,
? c
3, luogo farebbe loro rimafo da abitare
i
piiicopiofamente al mio oppofltore , chc le
,afe da certuni non fi vendeano, ne fi mettevano
n com une , fe non nel fenfo da me ipiegato di
dopo la
none Santo Stefano , avea la fua caik , ia
di
3 & ci
ITTW
Motf jo,
afpettan le donnc ,
comune r
Guadagn6 egli forfe del danaro per
comprai fene uca dopo la difperilone dt_^
V 2 Cri-
C O $ T U M I
I> E"
,
illos hofpitio reciperet .Ammette dunque
. Gian
che fe foflero ftati alloggia-
Grifoflomo>
cag. vin.v.2.feq.
Maria , quac
cosl fcrive:
3, vocatur Magdalene , de qua feptcm daemo-
3 , nia exierant , & Johanna wxor Chufae Pro-
Jig
quantunquegli ammfravano, quantunque colic
limofinc a/utavano lofo proffimi , nulladimcno i
?
2J4.
^
E C O S T U M 1 1>
tata .
Dunque fe mentovarono Greci fob i
tifti ,
>
che aveano qualche uffizic
e coloro |
n
queflo dedotto dalle parole di S. Luca egli At
ti
( cap. iv. verf. 32. ) tyy svM tie TJ T
fegno e, ch
alcuni pofledeano.,, Rffponde in primo luogo 1
3 , Storico , il poffidebat di S. Luca non dec qi
prenderfi
9>
nel fenfo ftretto , e rigorofo . Sa
5,rebbe vero,che nemo aliquid &c, J5 Cosi eg
quando vuole , dice che tefti di S Luca >
i :
re il
rigore per un verfo, introduce la largehzza
per 1
altro; onde ammettendo la ftrctta po^"
ielfione, muta
ilpofsedeano di S. Luca, c lo fa
divenire aveano poffeduto, c poflcdettero . Ag-
giungafi a ci6 , che ne anco le parole , ch ei ci-
ta del^.34. Qfotquot erantpoffejjores agrorum 9
AHt domorum,i}endente* tfferebantprctia corum*
quae vcndebant ; gli poffano cfsere di gio-
o; poiche fe per queibpaffo prcten-
de,
I>P. COSTUMI
de ,chc i Criftiani primi di Gerufalemmc ven-
deano tutte le cafe , e pofTeflioni loro , allor;
cflendo il
poffidebat anteriore alia rinunzia , av-
rcbbero eglino potuto dire : not per virtu not
Mamlanto noflre abbiamo vendutc le cafe cbe
c quefta una maniera ridicolofa d
fart- bbe ftata
le cafe , e delle
pofscfTioni da S. Luca , dove a
5
dopra pojfidebat, replichero , che fe quc Cri
il
con
rRIMITlVI CRISTIANX .
01
tempo fem-
faritcr
: & babebant onwia communi* . Or io
dicendOjChe i
Criftiani.i quali aveano,ajutavano
i
bifognofilorocompagni,e percio diceanfi di a-
verc anche nel fecondo fecolo tutte le cofe co-
muni , ( vedi ? Apol.medefima n. 14. ). in ogni
tempo adunque , fenza efcludere 1 anno fud-
detto , alcuni fedeli aveano modo di fovvenire
chi nc avea di bifogno.Anzi adoprando S.Giufti-
no le parole fewfcr unafumus, fern bra che allu-
da al tefto di S.. JLuca er ant far it cry e come ncl
eta fua erano molti 5 che pofifedevano 3 quan-
cua
I> E* COSTUMI
tunquc ff protctfaflero, che Ic facolta loro era
no comuni , cosl egli accenni , che alcun
fofscro in Gerufalcmme fomiglianti a queiii ne
primi tempi del Criftianeflmo . Egli & piu chia
ro il teflo di Tertulliano . Quefti nei Libro dt_
Fugain Terfccutfone cap.xn.pag, 543* Apo-
s, floli , dice
perfecutionibus agitati , quan ,
do fe pecunia tra6lantes libcraverunt >
Qua<
,>
volentem parere pofse probemus Jefu dicenti*
vide vende qttac b*bes ,
,
dafauperibus* &
3, Strenuorum autem , &
rerum omnium_? ,
3, quae Epifcopo poti/fimum conveniunt , prae-
j, ditorum hominum parces efsent , eos adhor-
tari ) quibus facu/tas fuppctit ? qufque adhoiv
quatn
,, tempore ApoHolorum fideles agcbant . Sic-r
3,
runt illis omnia communia,, accenna ? che
qualcuno almenotra efTi aveade beni . Anzi nel
libro De Of ere , & Eieewofynis foftiene egli,
che la comunione de beni mentovata da S. Lu-
ca non conflfteffe apprefib tutti nello fpogliarfi
di tiitto il fuo, ma il confervafle ancona appreflb
quelli 3 i
quali ritenendo parte delle lorofuftan*
ze, ne davano ufo a poveri della Chiefa . Im-
1
3,
ibl radiatimber rigat , ventus afpirat
, & >
t tur
:
5
diiln bui /ano a poveri le rendite , e i frutt
delie loro fuftanze . Santo Atanafio nella viti
d
I>E* PIUMITIVI CR1STIANJ.
di Santo Antonio Abate ( T. 1. i\ //.
opp.
Tarts. Montfauc. n. 2.
p. 795. } racconta , che
,5 cum fecum ammo Ancqnius cogitaret y qua
ratione Apoftoli quidem rcliftis omnibus fe-
,, cuti funt Salvatorem , &
qui in Aclibus ( me-
,, moranttir) vendentes , quae ipforum erant,
abbracciavano , Criftianefimo
potea la Iibera-
il
de
iff
fentimenti del
T a
Grifoltomo.
r 12 j i \ r>
fcghadunquene Lxxxv a j.
>
.
nan *
feipfum , nihil eorum , quae poflidebat , fibi
5, ipfi approprians
retinebat 3 fed in communcm
,, utilitatem confercrbat egli adun- ,, . Accenna
que che niuno
,
de primi fedeli ftimava proprie
le cofe , che poflfedeva 5 ma efponea alia co- 1
Ma , fe e vera la in-
dira forfe lo Storico
6 IV E* C O S
in cio feguitato il
piifTimo , e dottiflimo Cardi
nal Tommafi 3 il quale oflferva , che non men-
tovandofi piu dopo il Martirio del Santo Diaco-
no la vita comune tra fedeli di Gerufalemme
da S Luca negli Atti , non fla elia data offerva-
ta dipoi dalla moltitudine di quella ChieTa .
E per verita effendofi difperfi i fedeli per la
gran perfecuzione , che allora nacque, come
racconta S. Luca medeflmo , era elia malagevol
cofa che tornati che furono , fl rinftovaffe tra
>
,ella infufliftente,
1X Pa(fal?do adunquc dalla iloria letterana al
no
Afarcbcf
^ rode Teatri compoflo dal Sig. Marchefe ,
Maffel nV-dicOj che impugnando egli
il Padre Conci-
na. , Io tratta gcntilmente da calunniatore_? ,
perciocche avea quefH fcritto , che fecondo 1 a-
utor della Prefazione del Teatro Italiano 5 gli
antichi Padri deteltarono i Teatri per la idola-
Teatri . * .
Vifleffa imputazione <uibra it T. Ma-
wacbi T. III. \Ant.
.
pag. i8p. Cost egli Or io
avea fcritto nel luogo citato del mio terzo To-
, io faro
pronto a confefsarc di aver errato;
fe no, potro almeno pretendere , che qualo-
ra il Signor Marchefe (1 mette a fcrivere, fi cfl
prim a con chiarezza 5 e non ricerchi , che i fuoi
leegitori tirino a indovinare i fuoi fentimenti .
Egli adunque fcrive in tal guifa nella pagina__
xxxrir. della Prefazione, che non altra cagio-
ne adduce della riprovazione de Teatri fat-
ta da Padri 5 che la idolatria Che fe altrove .
3 >
, &
quibus firmanda
perduratura erat Eccle.
3, fia, hunc modum vivendi non leguntur infli-
pienifTima foddisfazione :
I L FINE.
ER-
355
E R R O R I CORREZIONI .
T O M O II.
T a M o in,
Pag. 7. lin. 10. Dell amor Dell amor de figliuoli
de^genitori veifo i lo^ verfo i Joro genitori .
jo figliuoli .
io. 23. DclTamor de fedeli veif*
gli alrri fedeli
21. 3 1. contrafe- contralfegni
gni
50* 23. contrafe* contraJfegno
gno
16. anno iji. anno 451.
i. i fedeli i bifoonofi fedeli
3^. con poi con cui poflano ,
cuffano
po. }5. E lo ac- E In accenna feco/ido molti
cenna 1 Apoftolo . fcrittori 1
Apoftolo .
in. 34. Che vi Che vidia ia
grazia .
da la
grazia
ii 8. 34. indurigi jndnrgli .
i N.
337
I N D I C E
D ELLE MAT ERIE.
fimbolo da Criftia- Agapi, a Joro orlgine
AQ. nl ufaro
Abele uccifo daCaino fim
. lS8. T. 1.
feg. e 15-7. T. UK Non
furono inrrodotre nelh
bolo , chc adoperavano i Chfefa ad imitazione de-
Criftiani iSi. T. J. fuo ii
gl ofpfzj degl* Hbrei pp.
gnificato ivi feg. In che confilleifero 101.
Abramo c fuo fagrifizJo,>
X- # a^ii slbeii le
I<j^
Joro cadaveri 7>
feg. e il
suCriiio 12.-7.
feg f 131. e 2.40. T. I.
r .-r* f
S.ApoI-
i< B M ATIHIE.
S. Apollonia Martire, Sua tati dai Criftiani ancora
forte 2 z.i per conferva re la JJ. T. qunle mo-
11. Con
Verginita 14$, T. 11. deitia ivi ftavano i xnede-
altri
predicandola47. feg. Barcocheba Giudeo
Loro coltanza nel predi- guita i Criltiani zSo.
carJa 48. feg. Anche col la T. 11.
B .
torno
to
i
i
CrifHani
al
giorno del Saba-
nelqtiale radunavanii
.
3 ip.
Fu egl
Bacio . Baciavanfi i Criftiani di fentimento 3 che le aga-
fraternamcnte nel fagrifi^ pi precedeffero la
cele-
liodelJaMeffa i(?. T. II. brazione della Eucariilia
Bagni. Krano rjuefti frc^ucn- in. feg.
T. 111. Si confu-
2 ti
I K D
ta una tale opinionc 124* grande nc primi Criftia-
feg. Si portano alcune con-
ni & ;
3* feg. 245?. feg, Da
tradizioni di quefto Serif* quefta nafceva in loro la
tore 148. feg, Si dimoilra- fortezza ncl confei^rc la.
noalrri fuoi errori fopra fanta Fede ivf Quanro
le aga^i ?.on.feg.e 107. fg* iia ttata commendata da S.
|5 Bonifazio Martire 350. Paolo 25 1. feg da S. Igna-
T. U, zio Mart ire 2.5 3, da S.Qiu-
|>otti . Loro ftino 254, Quanto Mr?^
T.J. eccellente ne/Martiri 15 J
feg. Vedi Fortez.z*a .
c Carita de
primi Criftiani
verfo ij proifimo 2, feg.
T. JI1. De genitori verfo
Calcldio Gentile parlodella i Joro figliuoli 3. feg. de
tfella veduta da ? figliuoii verfo
Magi 8S. i
genitori
T. J. loro 7. feg, de man ti vci -
CaJunnie contro i C iftiani fo Je loro mogli 15, feg.
inventate di quefte verfo i ioio ma-
pnncipalmcnre
da* Gimiei iv. feg. QnaJi riti 15. feg. de fratelli 18,
foiTeio v. feg. Aqnefte nt feg-
de Criltiani verfo i
lonche >
e nfclle eaverne nemici y4*Ti III*
rvi E fie
Juoghi dove > S. Giiilio di Cefarea .
.
feg. tjfciredi cafa 7* diverfi
i. .
j <
Y 4
344 I N B I C K
moito ?7.non operano al- fuffifte in tre
peifone 14?*
cun miracolo; ma le loro Prefrnza di Dio immenfo>
opere fono preftigie 67. e giufto meditavafi da*
"Demi . Erano
quefti levatt Crilh ani zoi. feg* Egli
ad alcuni martin da*tiran- p incipio e fine dell uo-
>
E no
altri
i
per la fanta Fcde. Era-
qjiefti fovvennri dagl*
Fcdeli Jj./o.lll.
ici . Pieta de* Cri- Eucariftia . Con cruali difpo.
ftiani verfogl Ecclefiafti- iizioni (i dcve
ci zy. fe. ff. 111. da* Criftiani
Ecxileo. Defcrivcfi cofa foffc e a8. feg. to. 11. ) ptinu
l*eculeo> con cui erano Criftiani frequentementc
martiiizzati i Criftiani la ricevevano 19. feg. te.
jltf* feg. /o. 11. 11.
Ogni volta, che afli-
SdeiTeni quanro foflero co ftevano al fagrifizio 15.
ihnri nel confefTare la fan-
feg. Qua li Uifpofizioni
ri
feg.
rifce il decreto d Inno-
4
Educazione de figliuofi . cenzo XI. contro 1
abufo]-,
Fa*
I C E
34*
feg. di
Eufebio r:<j.
F {lanza ancora
145. feg, Quali fnffero gl*
le Donnc_>
ftiani con
grandiffima co- Gentili conobbero 1* inrio-
flanza, per motivo di reli- cenzade Criitiani
Per qual motivo loro di- dell incenfo nel fuoco dai
fpiacefle che i Criftiani foldati , che ricevevano II
to if/feg. zo.
to. 111. gl* Ecclefiaftici
5.9*
^e
g Ic ve d ove >
e i
M
ia voleffero dinotare i
Cn ftianiipr.fo. I,
cofa
fignificaffe appreffo i Magia abbominats da* Cri-
Criftiani i#i. to. 1. ftiani 28^. fo* 1.
Leto prcfetto dell* Egitto fu Maldicenza . Erano da quefta
perfecurorc de* Criftiani Jomani i primi fedeli z ja.
$12. to. 11* feg. to. III.
Lerti di feno , fu de* cjuaH Manichei . Loro crrore con-
rano Icgari i fanti martin tro 1 unita , e bonrk di
515. to. II. Dio t45 .
1
to. I.
Liberti degl Impcradori era- Manfuetudine de* primi Cri
no anchc i Criftiani 74. ftiani 217. to. Ill
to. 11. Marco Aurelio peifcguita
i
M a riti .
Qiiaie folfe i amore Medirazione delle divine co
de mariti verfo le loro quanro conducefFe ac- >
gliavanfi
pe
?
loro
crnamenti Hj. feg. Ta-
i CriiHani i ca.
>
t portavano molri^- Nartece de templi cofa
N fofie
j>elli
mi di loro la barba
per 311. to. 1. Nei narteccL-
nobilta loro 7$. feg to. 11. ni 21,0. feg. to. 111.
Nodritore . Orficio di No- Omicidio abborrito da* piimi
dritore era efercir-uo da* III.
Criftiani 74. to. 11. Onore preftato ai Principi ,
No nelT area , e la colomba e ai Magiftrari dai primi
colramo di ulivo fimbolo Criftiani 146. feg. e 172.
de Criftiani 182. to. 1. T. ill.
Nome di Crifto in qual ma Operazioni . Come <iuefte_
Obbedienza. Obbedivano
O ai
preiTo i primi Crifriani J2
ro.ill.
pinte
o fcolpite da* Cri
>
Poizo . Alcuni Martin erano
T. 1. In una lu-
ftiani 1.904 gettati hcl pozzo 32^,*
cerna di metallo 1.94. to. II.
2 a feg
Le fettimane
I N D ICE
vere ordine di digiuru**
feg. ,di cui 1
Fuggivano
/<>.
}
rova la mirabilc fua pro* re agl Impcratori ivi feg*
pagazione 99. feg. Vedi frcgbitre y Cbieje ,
Re!;oione
n virtu. Cofa ella
iia
feg. ro. J. Quals
1^6". RemiiTiohe de peccati
foffenc primi Crifrisni $olo necelfario a ciederit
26$. fegi Erano q^tfti da Fedli 71. to. I. i\e-
conrrarj all" JdoJatria %v :. .
feg. T. Ill,
niTin conto curate da* Cri-
ftiani 134. feg. to. II. j chiavi . Con fomme 4i da-
l^omani .Molri di loi O conr naro erano qtiefti fovvenu--
vertironfi a Crifto veduta ri da primi Criftiani ^6.
che ebbero la (o. I U. anclie facendofi alle
prodigtofo
vittoria di Coi]:annno 77, Volte m<jttere nelle catene
feg. to. I. per liberarli 57?
fluota . Divcrfi mrmenti di Scure . Colle fcure tronca-
rnota dati ai IVJartiri vano i tiranni il a*
333. capo
leg. to. II, martiri 305?. te II.
S. Rutilio Maitire Secondo Vefcovo Tigiihno
.
Fuggl
cgH la
perfecuzione nega di confegnaie a SoK
to. II. dati i Jibri facri
T. III.
Sedizione . Enno da
S lontani
2 ?? ^e
i
prinii Criftiani
III.
"Jf*
fi
prefenti le veriu della quefto norne 351.
Religione 177. feg. to. I. Stella veduta da* Magi .
gl animali igr.
^
clagralberi 3cc.
altri
feg.
tj
altri prefi da-
altri
iij. feg.
la Te-atro .
T
Non andavano
per fignificare fpe-
ranza 140 Criftiani al ttairo
Simbolo Apoftolico f?i com- t ijo.
feg. to, II. perchi
pofto KC! primo Secolo erano impujichi i gefti de.
cjella Chiefa ij/5".
to. I. gl iftrioni 151. feg. per
1
fteqnentava i team", co n- i vi .
tro i comici 20 1.
feg. GT Tobia fa
figura
di Gesu dri-
Hcclefiaftici noa andavano fto 185. to. I.
SL teatri 204. I Prefidi , S. Tolomeo converte ai Gri-
he concedevano i O siuochi ftianefimo una donna Ko-
te atrali , non Grand lodari tnana di malvagj coftumi
tla Padri zoj. I Crifriani 217. to. I.
aon avsvano i teatri ivl
Topi . J Terfiani facevano t
fi
pote fabbrjcarfc da Gin, Trinita di Dio . Kih e Jo*
perchi an^iito eeli eii fede , infegnato
DE L-I B M AT M:R rjr,
Apofroli, dagli Rvan- de* primitivi
;
gli Vergin ta
elifti , e da Padri 148. ftiani 1 1
41 .
feg. to. 1 .
per acj[ui"ftafe
la eterna_ qwalche grave imprcfa ny
faint* iji g^ Ereticij 1* [I, Dovcri de mede-
che lo ncgavano, fono fein- iimiverfo i loro fudditi
pte maledetti , e fc
frati IT^. T. Jilv
paratidall union
de fedeli Veftiholi de* templi diquatc
1^4. feg. 1* ifteflo mifrero forma foffcr 310. fe>
V Cti-
Vezio Epagaro. Sua
verfoJDio
martiiio 300*
zjf<$".
^.
?<?. If
!
cariri
Sue
Valente perfegmta i
Viaggio . I Criftiani fi face*
ftiani 5 $<<
. to. JI. vano dare da* Joro Vefoo-
Valentinian* Imperatore ii vi , prima d imprendere il
adira , afperfo
pftrche
v i a ggio, Jetteie di racco*
coll acqiia luftrale
dal Sa- mandazione 54. ^o. III.
erdots degl idoli 1*4. Per quale fine ciofaceflero
/o. J. i-vl .
di a ivt
poven .
quanto fofTe lontaha
tJftcini, co*quali eranomar- Criftiani ijj r
tirizzati i Ciriftiani
30^. . II.
to. JI.
Ungule . Colic ungule erano
Jacerati
X. Cofa
X
figJiificafTe
ticolo cfprefTo d^ Criftiani Cfiftiani 188. to. i.
fielle
ifcfizioni, o con va- Con qtiefte due letrere
rie figure i 7 j. fe cofa volevano fignilicare i
g.
Volpi 9 fimbolo ufato da Cri* Ctiftiani t8(J. to. I.
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