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LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
domenica 11 settembre 2011

Unicuique suum
Anno CLI n. 209 (45.854)
.

Citt del Vaticano


XVI

Lettera di Benedetto

allarcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale statunitense monsignor Timothy M. Dolan nel decennale degli attacchi contro gli Stati Uniti

Nulla giustifica il terrorismo


La tragedia di quel giorno stata resa ancora pi grave dalla rivendicazione dei suoi autori di agire nel nome di Dio
Nel decennale degli attacchi terroristici dell11 settembre 2001 il Papa ha inviato allarcivescovo di New York monsignor Timothy M. Dolan, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, la seguente lettera. Grace to you and peace from God our Father and the Lord Jesus Christ! On this day my thoughts turn to the somber events of September 11, 2001, when so many innocent lives were lost in the brutal assault on the twin towers of the World Trade Center and the further attacks in Washington D.C. and Pennsylvania. I join you in commending the thousands of victims to the infinite mercy of Almighty God and in asking our heavenly Father to continue to console those who mourn the loss of loved ones. The tragedy of that day is compounded by the perpetrators claim to be acting in Gods name. Once again, it must be unequivocally stated that no circumstances can ever justify acts of terrorism. Every human life is precious in Gods sight and no effort should be spared in the attempt to promote throughout the world a genuine respect for the inalienable rights and dignity of individuals and peoples everywhere. The American people are to be commended for the courage and generosity that they showed in the rescue operations and for their resilience in moving forward with hope and confidence. It is my fervent prayer that a firm commitment to justice and a global culture of solidarity will help rid the world of the grievances that so often give rise to acts of violence and will create the conditions for greater peace and prosperity, offering a brighter and more secure future. With these sentiments, I extend my most affectionate greetings to you, your brother Bishops and all those entrusted to your pastoral care, and I gladly impart my Apostolic Blessing as a pledge of peace and serenity in the Lord. From the Vatican, September 11, 2011 BENEDICTUS
PP. XVI

Ricordo e impegno
di ROBERT IMBELLI Boston, New York e Washington D.C., l11 settembre 2011 era radioso e senza nuvole, una perfetta giornata di fine estate. Chi ha vissuto il suo inizio e poi lorrore che seguito non pu non ricordare quel giorno senza un moto di tristezza. Tuttavia, il ricordo della tragedia, come lanamnesi della liturgia, pu servire da esortazione a un impegno e a una comunione rinnovati. Il beato John Henry Newman ci ha insegnato a distinguere fra comprensione speculativa e reale. La prima, per quanto importante, resta astratta e concettuale. La seconda concreta ed esperienziale, e sprona allazione. La tragedia dell11 settembre evoca la comprensione viva di quattro verit. La prima: la passione e la convinzione religiose possono stimolare il bene, ma possono anche alimentare il fanatismo mortale. Per divenire dono di s, limpegno religioso deve essere temperato dal discernimento della ragione. Un importante testo del Nuovo Testamento, spesso citato da Benedetto XVI, linizio del dodicesimo capitolo della Lettera ai Romani. In esso lapostolo ci esorta a impegnarci nel culto spirituale (logikn latrian). Questo culto secondo il logos comporta che lamore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge lamore (Romani, 13, 10). Per il Papa la fede autentica non pu disprezzare la ragione, ma la purifica e la perfeziona. La seconda verit che molto spesso diamo per scontato e non riusciamo a riconoscere la preziosit del dono della vita e dellamore. Molti giovani, dopo l11 settembre, hanno riletto lenciclica del beato Giovanni Paolo II Evangelium vitae e ci li ha sfidati a fare propria, in modo pi pieno, quella visione di un umanesimo integrale. Sono arrivati a comprendere che una visione veramente cattolica integra la sollecitudine per il feto nel grembo materno, per la vedova e per lorfano, per il rifugiato e per lanziano. Non mette questi interessi in competizione fra loro, ma li inserisce in un impegno unico per il Signore che venuto affinch tutti abbiano la vita e labbiano in abbondanza (Giovanni, 10, 10).

Dopo lo strappo tedesco la Bce cerca lunit perduta

LEuropa ostaggio dei bond


BRUXELLES, 10. Sembrava finita, invece. Sembrava che le Borse avessero ripreso un po di fiato, che la svolta fosse vicina. E invece, ieri, le dimissioni dellesponente tedesco del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (Bce), Jrgen Stark, hanno riacceso le tensioni. Unondata di vendite ha colpito i listini del Vecchio Continente: in poche ore sono stati bruciati 157 miliardi di euro. Milano ha lasciato sul campo il cinque per cento, Francoforte il quattro, Parigi oltre il tre per cento. Stark si dimesso a sorpresa ieri pomeriggio. Il comunicato ufficiale ha citato, per motivare la decisione, ragioni personali. Ma gli analisti e i commentatori internazionali compresi i mercati hanno seguito unaltra versione: Stark ha lasciato perch contrario alla politica della Bce di sostenere i Paesi in difficolt acquistando i loro titoli di Stato. Ci evidenzierebbe una spaccatura notevole allinterno della Bce, generata dai timori tedeschi di dover pagare la crisi di altri, di dovere risolvere i problemi scatenati da Paesi incuranti di regole e conti. Le dimissioni di Stark seguono quelle di Axel Weber, ex presidente della Bundesbank, che pi volte in passato aveva ampiamente criticato le mosse di Francoforte. Le dimissioni di Stark portano a ipotizzare che il vertice di ieri si sia preparato a interventi pesanti per sostenere in particolare i titoli di Stato italiani e spagnoli. Le Borse europee, gi piuttosto deboli, sono crollate alle prime indiscrezioni sulle dimissioni delleconomista tedesco, con Milano fanalino di coda. Nuovo tonfo anche a Wall Street, dove il Dow Jones che a tratti perdeva oltre il tre per cento a fine giornata si assestato sul meno 2,69 per cento, lasciando sul terreno 303,68 punti. Questo nonostante il piano da 450 miliardi di dollari annunciato dal presidente statunitense, Barack Obama, per rilanciare crescita e occupazione. Lo spread dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi schizzato fino a 370 punti, per poi chiudere sul mercato ufficiale a quota 363. Il differenziale della Spagna ha toccato i 338 punti. Ma le vendite non hanno evidentemente colpito solo mercati e titoli italiani: la Borsa di Madrid ha ceduto il 4,44 per cento, Francoforte il 4,04, Parigi il 3,60. Londra ha cercato di contenere le perdite con i titoli dellenergia e delle materie prime, ma alla fine ha accusato un calo di oltre due punti percentuali. Si salvata solo la Borsa di Atene, alla fine invariata. Le vendite in tutto il vecchio continente, come in Piazza Affari, si sono accanite soprattutto sui titoli bancari (meno 5,25 lindice Stoxx di settore) e sugli assicurativi (meno 4,79 medio). Male in particolare hanno chiuso gli istituti Socit Gnrale, che ha ceduto il 10,58, Barclays (meno 9,43) e Commerzbank, in calo finale dell8,69.

Di seguito una nostra traduzione della lettera del Papa. Grazia a lei e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Ges Cristo! In questo giorno, rivolgo i miei pensieri ai tristi eventi dell11 settembre 2001, quando cos tante vite innocenti sono andate perdute nel brutale attentato alle torri gemelle del World Trade Center e negli altri attacchi a Washington D.C. e in Pennsylvania. Mi unisco a lei nellaffidare le migliaia di vittime alla misericordia infinita di Dio Onnipotente e nel chiedere al nostro Padre celeste di continuare a confortare quanti piangono la perdita dei loro cari. La tragedia di quel giorno resa ancor pi grave dalla rivendicazione dei suoi autori di agire in nome di Dio. Ancora una volta, bisogna affermare senza equivoci che nessuna circostanza pu mai giustificare atti di terrorismo. Ogni vita umana preziosa allo sguardo di Dio e non bisognerebbe lesinare alcuno sforzo nel tentativo di promuovere nel mondo un rispetto autentico per i diritti inalienabili e la dignit degli individui e dei popoli ovunque. Il popolo americano deve essere lodato per il coraggio e la generosit che ha dimostrato nelle operazioni di soccorso e per la sua tenacia nellandare avanti con speranza e fiducia. Prego con fervore affinch un fermo impegno per la giustizia e per una cultura globale di solidariet aiuti a liberare il mondo dal rancore che cos spesso scatena atti di violenza e crei le condizioni per una pace e una prosperit maggiori, offrendo un futuro pi luminoso e pi sicuro. Con questi sentimenti, porgo i miei saluti pi affettuosi a lei, ai suoi fratelli Vescovi e a tutti coloro che sono affidati alla vostra sollecitudine pastorale e imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica quale pegno di pace e di serenit nel Signore. Dal Vaticano, 11 settembre 2011 BENEDETTO
XVI

Assaltata al Cairo lambasciata israeliana


IL CAIRO, 10. Alta tensione in Egitto. Centinaia di manifestanti hanno attaccato ieri lambasciata israeliana al Cairo, costringendo lambasciatore alla fuga. Secondo lultimo bilancio fornito dalle autorit egiziane, nei disordini tre persone sono morte e oltre mille sono rimaste ferite. I manifestanti protestavano per luccisione di cinque guardie di frontiera egiziane da parte dei militari di Tsahal dopo gli attentati di Eilat. Israele ha chiesto aiuto agli Stati Uniti. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha avuto un colloquio telefonico con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e ha chiesto allEgitto di garantire la sicurezza della sede della rappresentanza diplomatica. Oggi si segnalano ancora disordini di fronte alluniversit del Cairo: decine di mezzi blindati dellesercito e della polizia sono confluiti nellarea dopo una sparatoria. Netanyahu ha definito lattacco di ieri un grave incidente che per avrebbe potuto essere ben peggiore se gli assalitori fossero riusciti a superare lultima porta e a ferire le persone. Il ministro dellInterno egiziano ha dichiarato lo stato di allerta, decine di blindati sono accorsi sul posto e ci sono stati nuovi scontri. Il Consiglio supremo delle Forze armate egiziano si riunir oggi per discutere della situazione.

11 settembre 2001 - 11 settembre 2011

Dieci anni di asimmetria


ALAIN BESANON
ALLE PAGINE

Domenica il Papa ad Ancona per la conclusione del

XXV

Congresso eucaristico italiano

La speranza al tempo della crisi


Benedetto XVI conclude ad Ancona, domenica 11 settembre, il XXV Congresso eucaristico italiano. La visita pastorale si apre con la celebrazione eucaristica mattutina nel cantiere navale della citt, a chiusura dei lavori dellassise nazionale, che in questa settimana ha visto riuniti i delegati di tutte le diocesi per riflettere sul tema Signore da chi andremo?. Al termine della messa il Papa recita lAngelus. Successivamente pranza con i vescovi e con una rappresentanza di operai in cassa integrazione e di poveri, nel centro pastorale di Colle Ameno. Nel pomeriggio, il Pontefice incontra le famiglie e i sacerdoti nella cattedrale di San Ciriaco, e i giovani fidanzati nella piazza del Plebiscito.
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In terzo luogo, l11 settembre ha rivelato in modo traumatico la precariet assoluta della vita umana. Tutte le nostre aspirazioni e i nostri traguardi possono essere spazzati via in un attimo. Come lerba sono i giorni delluomo. Lo investe il vento e pi non esiste lamenta il salmista (103, 15-16). Alla luce di questa consapevolezza tutti possono sicuramente prendere a cuore lesortazione della tradizione buddista: Siate consapevoli!. La sfida spirituale rivolta a ciascuno di essere consapevoli del momento attuale e della presenza preziosa dellaltro. La tradizione biblica, echeggiata quotidianamente nella liturgia delle Ore, insiste: Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore (Salmi, 95, 7-8)! E tanto spesso la voce di Dio parla attraverso la voce del nostro prossimo, attraverso la sua gioia e la sua speranza, il suo dolore e la sua afflizione. Infine, rimane il ricordo pi vivido di quel giorno terribile, non cio lodio dei terroristi, ma il sacrificio coraggioso dei soccorritori, i primi a reagire. Sia che fossero cristiani o ebrei, musulmani o di nessuna fede religiosa dichiarata, quegli uomini e quelle donne hanno osservato linsegnamento di Ges: Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la sua vita per i propri amici (Giovanni, 15, 13). La loro stata una solidariet vissuta, anche fino alla morte. Tuttavia, la speranza cattolica trascende perfino questa generosa solidariet terrena. Non si limita soltanto alla vita attuale. La nostra grande speranza comprende anche la risurrezione dai morti e la vita del mondo che verr. Come scrive Benedetto XVI nella sua splendida enciclica Spe salvi: Dovremmo renderci conto che nessun uomo una monade chiusa in se stessa. Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con laltra. Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo. Continuamente entra nella mia vita quella degli altri: in ci che penso, dico, faccio, opero. E viceversa, la mia vita entra in quella degli altri: nel male come nel bene. Cos la mia intercessione per laltro non affatto una cosa a lui estranea, una cosa esterna, neppure dopo la morte. Nellintreccio dellessere, il mio ringraziamento a lui, la mia preghiera per lui pu significare una piccola tappa della sua purificazione. E con ci non c bisogno di convertire il tempo terreno nel tempo di Dio: nella comunione delle anime viene superato il semplice tempo terreno. Non mai troppo tardi per toccare il cuore dellaltro n mai inutile (48). Queste sono la preghiera e la speranza che i credenti recheranno nel cuore quando si riuniranno nel giorno del Signore per ricordare il decimo anniversario dell11 settembre e per celebrare, ancora una volta, la comunione di tutti in Cristo.

NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il Santo Padre ha nominato Vescovo titolare di Zama minore il Reverendo Monsignore Barthlemy Adoukonou, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura.

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LOSSERVATORE ROMANO
In un discorso alluniversit di Richmond in Virginia

domenica 11 settembre 2011

Per Sarkozy serve una governance economica europea

Sulla ripresa Parigi si smarca da Washington


PARIGI, 10. Sarkozy si smarca da Obama. Il piano da 450 miliardi annunciati dal presidente americano molto pertinente ha detto il capo dellEliseo ma lEuropa difficilmente seguir questa strada. Il piano annunciato due giorni fa dal presidente Obama per rilanciare loccupazione negli Stati Uniti riceve dunque lapprovazione di Parigi, ma unapprovazione a met, che fa ben capire la volont europea di seguire una strada nuova. Parlando con alcuni cronisti a margine delle celebrazioni per ricordare le vittime dell11 settembre 2001 presso la residenza dellambasciatore statunitense a Parigi, Sarkozy ha detto di non sentirsi troppo rassicurato dallo stato attuale delleconomia europea. Alla domanda se ci fosse bisogno di un piano simile per lEuropa, il capo dellEliseo ha risposto: No; un piano di rilancio, non chiederemo questo alla Grecia. Per rilanciare leconomia serve una governance economica della zona euro, ha detto il presidentre francese, parlando con i presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G8. Il presidente della Repubblica ha riferito il presidente dellAssemblea nazionale, Bernard Accoyer ci ha ricordato la gravit della situazione finanziaria internazionale ma anche la sua volont e le iniziative che assume nel quadro del G8 e del G20 per sormontare le conseguenze della speculazione. Sarkozy incontrer Obama il 21 settembre prossimo a New York, nellambito della preparazione del G20 di Cannes (3 e 4 novembre). Lincontro bilaterale si svolger a margine dellapertura dellassemblea generale annuale dellO nu. Intanto, il ministro dellEconomia francese, Franois Baroin, e quello tedesco delle Finanze Wolfgang Schuble, hanno presentato ai commissari europei al Mercato interno, Michel Barnier, e alla Fiscalit, Algirdas Semeta, il progetto di legge sulla tassazione delle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax. Lo riferisce il ministero parigino in una nota. I due ministri spiega ancora il comunicato ritengono che tale tassa debba essere messa in atto a livello internazionale o europeo; deve inoltre essere semplice e con un tasso lieve, per preservare la competitivit del settore finanziario europeo, oltre che colpire tutti i tipi di transazione. Limposta dovr inoltre, sempre negli auspici di Baroin e Schuble, essere dovuta da tutte le controparti (acquirenti e venditori) e avere una base imponibile che rifletta il valore delle transazioni tassate. I ministri ribadiscono conclude la nota la loro determinazione a portare a termine con successo il progetto, precisando che la questione sulla sua attribuzione non deve essere un ostacolo a un accordo sulla definizione di una tale tassa, non pi che le supposte difficolt di messa in atto. A confermare lunit dintenti tra Parigi e Berlino stato anche il cancelliere tedesco, Angela Merkel. I due Paesi ha detto remano nella stessa direzione per far fronte alla crisi del debito sovrano in Europa. Berlino e Parigi ritengono che adesso sia necessario un mix di solidariet e solidit di bilancio.

Appello di Obama al Congresso per approvare il piano sul lavoro


WASHINGTON, 10. I tempi sono difficili, non ci possiamo pi permettere di perdere altro tempo. Ecco perch importante che il Congresso approvi subito il piano sul lavoro. Allindomani del suo discorso a Capitol Hill, Barack Obama torna alla carica, esortando il Congresso a far presto nel dare il via libera al piano sul lavoro. Davanti alluniversit di Richmond in Virginia, il presidente ha fatto capire che la sua tesi molto semplice: nel piano ci sono idee e soluzioni che in passato sono state appoggiate non solo dai democratici, ma anche dai repubblicani. Perci bisogna farla finita con il circo politico e agire insieme contro la crisi. E chi non lo far se ne assumer tutta la responsabilit politica del caso davanti agli americani. Obama ha quindi ribadito che lAmerican Jobs Act con i suoi 447 miliardi di dollari destinati alla crescita ha piena copertura e non far aumentare nemmeno di un centesimo il debito americano. Quindi il piano creer pi posti di lavoro nelle costruzioni, nella scuola, per i veterani e per coloro che sono senza lavoro da pi tempo. Ma Obama avverte che c comunque ancora molto da fare anche sul fronte della riforma fiscale: assolutamente iniquo un sistema in cui la segretaria di un miliardario come Warren Buffet paga pi tasse del suo capo; ora di cambiare. Ma proprio questo il punto su cui i conservatori mantengono tutte le loro riserve. Tanto che cominciano a emergere le prime critiche da parte dellopposizione, senza il cui appoggio il piano rimarrebbe lettera morta. Molte delle proposte in campo sono le stesse che sosteniamo da tempo; tuttavia avverte Eric Cantor, capogruppo repubblicano alla Camera se Obama parte con la logica degli ultimatum, del prendere o lasciare, non andr molto lontano.

Dal G7 limpegno per una risposta coordinata alla crisi


PARIGI, 10. Pressati da una recessione incombente e dai rischi di uno stallo del sistema finanziario, i Paesi del G7 hanno deciso nella tarda serata di lanciare un segnale di fiducia ai mercati finanziari. Al termine di una lunga giornata di lavori il G7 ha annunciato una risposta internazionale forte e coordinata e un impegno al taglio del debito e di consolidamento dei bilanci pubblici attraverso politiche che non mettano a rischio la crescita. Il dilemma sempre quello di non deragliare dai piani di risanamento come ha sottolineato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e poi il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, secondo cui molto importante che i Paesi europei e in particolare la Grecia abbiano ribadito limpegno a onorare i propri debiti. Ma Trichet, e prima di lui il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, hanno rassicurato sulla salute e liquidit del sistema bancario europeo grazie anche ai massicci interventi delle banche centrali. Il rischio dicono gli analisti quello di un arresto dei meccanismi di trasmissione tra banche ed economia. Per Trichet infatti cruciale ristabilire subito la fiducia sui mercati mentre per Noyer gli istituti di credito europei possono sopportare questa situazione e anche un suo peggioramento. Quindi i due banchieri centrali hanno smentito qualsiasi altra ipotesi dietro le dimissioni di Stark che non sia quella ufficiale: motivi personali. Per il componente tedesco del Consiglio della Bce si era parlato di gravi dissensi sullacquisto dei bond di Paesi in difficolt. Ma Trichet ha ricordato come Stark sia suo amico da molti anni e come sia stato sempre leale a unistituzione fieramente indipendente. Nessun impegno formale arrivato invece sui cambi, come chiedeva il Giappone. C unicamente un generico impegno a consultarsi strettamente su possibili azioni sui mercati valutari.

Il presidente degli Stati Uniti (La Presse/Ap)

LEliseo detta le priorit sociali del G20


PARIGI, 10. La presidenza francese del G20 punta a quattro priorit per il filone sociale del prossimo G20, che si terr il prossimo novembre a Cannes tra cui la promozione del rispetto dei diritti sociali e del lavoro. quanto si legge in un comunicato diffuso a Parigi dal ministero del Lavoro. Il summit sar preceduto da una riunione preparatoria dei ministri del Lavoro e dellOccupazione dei Paesi del G20, i prossimi 26 e 27 settembre a Parigi, che sar a sua volta preceduta da una riunione specifica con i partner sociali, come ha riferito il ministro francese del Lavoro, Xavier Bertrand. In particolare, Bertrand pensa a quattro priorit. In primo luogo, il miglioramento delle politiche delloccupazione, ponendo laccento sul lavoro dei giovani. Ma anche il rafforzamento della protezione sociale, incitando tutti gli Stati del G20 a impegnarsi progressivamente verso lattuazione di una base di tutela sociale adattata ad ogni Paese; la promozione del rispetto dei diritti sociali e del lavoro e il miglioramento della coerenza tra le organizzazioni internazionali e le politiche economiche, finanziarie, commerciali, di sviluppo e sociali.

Ma ha annunciato che fisser determinate regole per la concorrenza

Lantitrust europeo non bloccher la fusione tra Wall Street e Francoforte


BRUXELLES, 10. Lantitrust Ue non bloccher la fusione tra la borsa di Francoforte e la rete Nyse Euronext, unoperazione che vale nove miliardi di euro. Tuttavia, Bruxelles ha annunciato che imporr aperture alla concorrenza in determinati settori attraverso le nuove regole destinate a governare i mercati. Questo secondo quanto scrive Reuters lorientamento assunto dai servizi della Commissione che vigilano sulla concorrenza e che fanno capo al commissario Joaqun Almunia. Bruxelles il 4 agosto scorso aveva annunciato di aver aperto unindagine approfondita sulla fusione in funzione dei dubbi sorti sulla salvaguardia della concorrenza in alcuni settori specifici, in primo luogo quello della negoziazione dei prodotti derivati. Secondo le informazioni raccolte dallagenzia Reuters, a favorire lindividuazione di una soluzione non traumatica sarebbero le regole allo studio da parte della direzione mercato unico di Bruxelles per garantire la concorrenza nei settori del clearing, degli indici e della vendita dei dati. Le nuove norme dovrebbero essere definite e presentate davanti al Parlamento europeo il prossimo ottobre, quando lassemblea di Strasburgo discuter della riforma della direttiva sugli strumenti finanziari. Il grande risiko delle Borse mondiali scattato lo scorso febbraio, quando a sorpresa il gruppo canadese Tmx, che controlla la Borsa di Toronto, ha annunciato la fusione con la City londinese. nata cos una super Borsa dalla portata complessiva di quasi cinque miliardi di euro, con circa 6.700 societ quotate su diversi listini. Obiettivo, la conquista di un posto di primo piano nel controllo dei mercati finanziari. Le reazioni non si sono fatte attendere: Wall Street, Francoforte e Parigi hanno gi avviato trattative per costruire un asse concorrente. nato cos laccordo tra il Nyse e Francoforte, che diventa fondamentale nella prospettiva del lungo termine. Laccordo dicono gli analisti potrebbe prevedere per gli azionisti di Deutsche Brse circa il 59-60 per cento della societ che nascer dalla fusione, tutta in titoli. Ma gli analisti attendono ancora la risposta pi importante, quella asiatica.

Londra scettica nel tassare le transazioni finanziarie


LONDRA, 10. La Gran Bretagna mantiene la sua posizione di scetticismo dopo la proposta franco-tedesca, presentata formalmente ieri allUnione europea in concomitanza con il vertice G7 finanza a Marsiglia, di tassazione delle transazioni finanziarie. La posizione sarebbe emersa nei colloqui tenuti da ministri e banchieri centrali al vertice. Londra ha pi volte espresso in passato dubbi sulleffettiva utilit e applicabilit della misura, dopo che il precedente Governo laburista laveva invece caldeggiata, specie in un momento di crisi come quello attuale. Se la Gran Bretagna non dovesse aderire peraltro rimarrebbero fuori la seconda piazza finanziaria mondiale e i maggiori gruppi bancari e assicurativi europei sebbene il progetto franco-tedesco parli di applicazione anche se una sola delle parti coinvolte nella transazione europea. Intanto, scatta in Gran Bretagna loperazione rigore a scuola. Il primo ministro David Cameron ha annunciato come riferisce lagenzia Ansa che ritirer gli aiuti sociali ai genitori degli alunni che marinano continuamente nel tentativo di combattere una volta per tutte lassenteismo tra i banchi. La proposta, lanciata dal premier durante un discorso alla Norwich Free School potrebbe essere inclusa nella riforma del sistema sociale che il Governo ha allo studio sullonda anche delle violente proteste di questa estate. Sul fronte delleducazione il premier Cameron ha evocato la necessit di tornare a un sistema elitario per migliorare la societ britannica e assicurare il futuro economico del Paese.

Bruxelles propone unintesa sullestrazione del gas


BRUXELLES, 10. Regole comuni nellUnione europea per lo sfruttamento dello shale gas (metano estratto dalle rocce). la proposta lanciata dal commissario per lEnergia, Gunther ttinger, intervenendo a una riunione del Partito popolare europeo a Wrocaw, in Polonia. Penso che otterremo un alto livello di accettazione ha spiegato il commissario dal momento che uno standard comune europeo presenta un elevato livello di sicurezza nei confronti degli interessi ambientali. Porteremo _ ha aggiunto il commissario per lEnergia alcune proposte per Stati membri forse nella primavera del prossimo anno. ttinger ha fatto riferimento a standard di tutela dellambiente che consentono agli Stati membri di concedere licenze in un quadro chiaro. La ricerca e il successivo sfruttamento di giacimenti di shale gas (da rocce sciste, sedimentarie, situate in profondit e che richiedono un procedimento di frantumazione idraulica, ndr) sono stati per ora affrontati in modo sparso dagli Stati comunitari. La Francia, per esempio, ha congelato i progetti di estrazione e introdotto un divieto generalizzato ai cosiddetti fracking, cio alla frantumazione idraulica in profondit.

Il Guatemala sceglie il nuovo presidente


CITT DEL GUATEMALA, 10. Oltre sette milioni e trecentomila elettori del Guatemala sono chiamati domani alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica. I sondaggi danno per favorito il militare in pensione Otto Prez Molina, leader del Partido Patriota, soprannominato il generale della pace per aver siglato gli atti che misero fine nel 1996 a 36 anni di guerra civile che aveva provocato duecentomila morti, ma che di recente stato accusato di aver violato, in quegli anni, i diritti umani. A Prez Molina i sondaggi danno oltre venti punti percentuali di vantaggio sul suo principale avversario, Manuel Baldizn, candidato da Libertad Democratica Renovada. Possibilit di successo in pratica nulle i sondaggisti danno al premio Nobel per la pace Rigoberta Menchu, che si era gi presentata alle presidenziali del 2007 ottenendo il 3,5 per cento dei voti. A questa tornata, dopo vari negoziati, ha avuto lappoggio dei due pi importanti partiti di sinistra del Paese, sorti dalla guerriglia degli anni 70 e 80. Alla competizione non partecipa invece, per una sentenza della Corte costituzionale, Sandra Torres, che aveva chiesto il divorzio dal marito, il presidente uscente lvaro Colom Caballeros, nel tentativo di aggirare la legge che vieta ai familiari di un capo di Stato di candidarsi. Sia Prez Molina sia Baldizn hanno chiuso la campagna elettorale ribadendo la raccomandazione ai compatrioti di recarsi in massa alle urne. Nelle presidenziali del 2007 andarono a votare solo il 46 per cento degli elettori.

Manifesti elettorali a Citt del Guatemala (Reuters)

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domenica 11 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO

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Mentre scade lultimatum i ribelli libici si preparano alla battaglia decisiva

Violenti combattimenti a Bani Walid e a Sirte


TRIPOLI, 10. Gi da ieri sera si combatte a Bani Walid e a Sirte, a poche ore dalla scadenza dellultimatum posto dal Consiglio nazionale di transizione mentre i ribelli si preparano in forze alle ultime due grandi battaglie nel nord del Paese, prima di dedicarsi totalmente alla caccia a Gheddafi e ai suoi figli, Saif Al Islam e Saadi, che sarebbero asserragliati a Bani Walid, secondo una fonte occidentale coperta da anonimato. La cittadella, inerpicata sullaltopiano che si erge a sud di Misurata, presenta delle difficolt oggettive per lavanzata dei ribelli, che contano di utilizzare i blindati catturati nelle basi della 32 per dare maggior forza allassalto. Intanto, la Nato continua a bombardare la zona per colpire con i missili le postazioni delle truppe lealiste. Nella cittadina sono scoppiati violenti scontri, riferiscono i testimoni, con i Thuwar di Bani Walid che hanno iniziato una vera e propria sollevazione. Forse si tratta di un gesto dimostrativo: i militari di Misurata, che non vogliono entrare a Bani Walid per non fomentare le divisioni storiche tra le due citt su cui ha puntato per anni lo stesso Gheddafi, affermano da giorni che basterebbero due ore per conquistare la citt. Al momento per n loro, n i gruppi arrivati da Zintan che assediano Bani Walid da ovest, hanno in programma un assalto: aspettiamo le decisioni del Consiglio nazionale di transizione, assicurano i responsabili militari. A Sirte, invece, sono gli uomini di Gheddafi ad aver lanciato una controffensiva, a colpi di missili Grad e mitragliatrici pesanti che hanno causato un numero imprecisato di feriti tra gli insorti. Sono finite sotto attacco le postazioni a est della citt natale del colonnello, quelle presidiate dai Thuwar di Bengasi. Si tratterebbe delle forze meno preparate e agguerrite, dicono in Tripolitania, additando come prova la lenta avanzata verso Sirte dal fronte orientale, fermo per mesi tra Ras Lanuf e Marsa El Brega, i due terminal petroliferi strategici per la vecchia e per la nuova Libia. Forse anche per smentire la circostanza, i ribelli dellest hanno risposto allattacco, e ora secondo un portavoce dei ribelli si combatte nei pressi di Sirte. Le notizie in queste ore corrono via radio, con i walkie talkie in dotazione ai ribelli. Le comunicazioni sono difficili, e alle volte contraddittorie. Intorno a Bani Walid gli uomini di Misurata hanno schierato 74 check-point, da circa 150 soldati ciascuno. Quelli del gruppo Nasser si muoveranno nella notte a sud della cittadella nel deserto, per tagliare eventuali linee di fuga agli uomini di Gheddafi. Altre migliaia di soldati ribelli, sempre di Misurata, accerchiano anche Sirte, dalla parte occidentale, e controllano unarea molto vasta a circa 50 chilometri dalla citt. Il check-point pi importante a Sdada, dove gli insorti hanno fatto arrivare i carri armati. Altri carri vengono oleati nella caserma principale di Misurata, e latmosfera al Consiglio militare surriscaldata: il portavoce, Fathi Bashaagha, assicura che oggi previsto larrivo nella citt del presidente del Consiglio nazionale di transizione, Mohammed Abdul Jalil. La tensione quindi sale, anche nel timore di possibili attentati.

Le proteste nella capitale Sana (Reuters)

Oltre milleseicento le liste presentate per le elezioni in Tunisia


TUNISI, 10. Anche se mancano i numeri ufficiali (il termine scaduto ieri sera e sino allultimo momento utile ne sono state depositate di nuove), sono oltre 1.600 le liste di candidati per lelezione dellAssemblea costituente tunisina, il cui voto previsto per il 23 ottobre. Secondo le ultime rilevazioni della Commissione indipendente per le elezioni, riferite dal segretario generale Boubaker Bethabet e riportate dalla Tap, millecinquecento liste sono state presentate per le circoscrizioni nazionali e oltre un centinaio per quelle allestero. Ora le commissioni dovranno completare le verifiche sulla conformit della liste alle condizioni richieste per partecipare al voto. Ma oltre al consistente numero di liste presentate per lAssemblea costituente, la Tunisia guarda con motivata apprensione alle settimane che la separano dal 23 ottobre, cio al primo voto dopo la fuga dellex presidente Ben Ali che dovrebbero gettare le basi per il futuro politico del Paese, perch scontato che, a urne chiuse e a scrutinio ultimato, il Governo in carica nominato e non eletto si far da parte per consentire la nascita di un nuovo Esecutivo, anchesso non espressione del voto, ma certo pi vicino alla volont del Paese. Queste sei settimane sono fonte di pi di un timore perch potrebbero essere segnate da tensioni che oramai ciclicamente esplodono, lasciando intuire una situazione potenzialmente deflagrante. Alle contrapposizione politiche, potrebbero infatti affiancarsene altre, frutto anche di antichi e mai sopiti contrasti tribali, presenti pure in Tunisia. Inoltre, non si attenua, con il passare dei giorni, il confronto dai toni duri che contrappone il primo ministro ad interim tunisino, Beji Cad Essebsi, e le forze di sicurezza e la Guardia nazionale sul tema degli strumenti di contrasto alla violenza che dilaga da settimane nel Paese. Gioved molti appartenenti alla Guardia nazionale hanno effettuato un sit in a Tunisi, per protestare contro il premier.

A favore e contro il presidente Ali Abdullah Saleh

Manifestazioni nello Yemen


SANA, 10. Migliaia di dimostranti hanno manifestato contro il presidente, Ali Abdullah Saleh, in diverse citt dello Yemen, in particolare nella capitale Sana e a Taiz, nel sud ovest. Lo ha riferito lemittente Al Jazeera, precisando che molti manifestanti, sfidando la pioggia, si sono riuniti per la preghiera del venerd in piazza del Cambiamento, a Sana, protetti dalla prima divisione corazzata guidata dal generale dissidente Ali Mohsen Al Ahmar. Non lontano da piazza del Cambiamento si sono dati appuntamento anche migliaia di sostenitori del presidente yemenita che hanno lanciato slogan a favore di Saleh, ancora in Arabia Saudita dove stato ricoverato a giugno a seguito delle ferite riportate in un attacco al palazzo presidenziale. Manifestazioni antigovernative si sono tenute in diverse altre province del Paese, a Taiz, Hodeidah, Ibb, Al Bayda, Aden e Saada. Intanto, di almeno 25 morti il bilancio di nuovi combattimenti registrati nelle ultime ore nella provincia di Abyan, nel sud dello Yemen, tra le truppe dellesercito di Sana e miliziani collegati alla rete terroristica di Al Qaeda che dallinizio delle contestazioni contro il presidente Saleh hanno conquistato diverse zone.

LAfrica il continente con la situazione pi difficile

La desertificazione minaccia un terzo dellumanit


ALGERI, 10. La desertificazione minaccia regioni abitate complessivamente da due miliardi di persone, circa un terzo della popolazione del pianeta, e gli sforzi a livello mondiale per combatterla sono ancora inadeguati, soprattutto sui versanti della lotta ai cambiamenti climatici e della tutela delle risorse idriche e ambientali in generale. Un rinnovato allarme in merito arriva da Algeri, dove in corso una conferenza continentale per la lotta alla desertificazione alla quale partecipano esperti di quaranta Paesi africani. Secondo un rapporto dellOnu e sul quale si stanno confrontando i partecipanti alla conferenza, almeno il 43 per cento dei territori coltivabili in Africa a rischio di desertificazione, il che implica una grave minaccia per il 70 per cento delle attivit economiche nel continente. Il concetto di desertificazione oggi definito dalle Convenzioni dellOnu come degrado delle terre in aree aride, semi aride, e subumide, causato principalmente dalle attivit umane e dal cambiamento climatico. Non ci si riferisce pi, quindi, solo al processo di espansione dei deserti esistenti, ma anche al degrado, pi o meno lento, di terre soggette a sovrasfruttamento e a uso non appropriato. Alcune fra le cause principali della penuria globale di cibo, cio la perdita di risorse naturali, il degrado dei terreni e la desertificazione, sono affrontate con scarsi risultati, ha detto il ministro algerino dellAgricoltura, Rachid Benaissa, aprendo la conferenza. Tra le iniziative in atto nel continente per contrastare tale deriva c quella messa in atto dallAlleanza per il commercio delle materie prime dellAfrica orientale e australe (Actesa), grazie alla quale pi di quattromila agricoltori dellarea hanno beneficiato di un programma di finanziamento rurale con lobiettivo di stimolare la produzione agricola e rafforzare la sicurezza alimentare. LActesa ha distribuito agli agricoltori in questione fondi per 240.000 euro per estendere le aree coltivabili, mentre altri 30.000 euro sono andati a finanziare programmi governativi degli otto Stati membri del Mercato comune dellAfrica orientale e australe, cio Burundi, Etiopia, Malawi, Uganda, Ruanda, Swaziland, Zambia e Zimbabwe. Secondo Chungu Mwila, direttore ad interim dellActesa, i principali obiettivi sono quelli di migliorare le infrastrutture rurali e le competenze commerciali per laccesso al mercato e laumento dellofferta alimentare. La gran parte degli osservatori internazionali concorda ormai sul fatto che se si vuole davvero cercare di garantire sicurezza alimentare alle popolazioni africane necessario modificare profondamente il modello di agricoltura applicato in gran parte del continente. In moltissimi Paesi africani, infatti, si pratica ancora lagricoltura imposta in epoca coloniale e basata sulle monocolture destinate ai consumi del nord ricco del mondo, invece che sulle necessit di sussistenza locali.

Proteste antigovernative nel Bahrein


MANAMA, 10. Circa ventimila persone sono scese in piazza ieri nei pressi di Manama, la capitale del Bahrein, scandendo slogan antigovernativi e precisano che insisteranno nelle loro richieste di riforme democratiche nellisola del Golfo Persico governata dal re Hamad bin Isa Al Khalifa. Slogan contro il sovrano sono stati gridati dai manifestanti che portavano bandiere del Bahrein e mostravano i loro pugni mentre elicotteri della polizia sorvolavano la zona. Proteste di minore entit con scontri con le forze di sicurezza sono esplosi nei giorni scorsi fuori dalla capitale nei villaggi dove risiede la maggioranza della popolazione sciita del Bahrein. La dinastia sunnita degli Al Khalifa che governa in Bahrein ha invece fatto rilasciare gioved una ventina di medici e infermieri che erano in sciopero della fame dopo essere stati arrestati in seguito alle proteste antigovernative tuttora in atto nel Paese, ma bisogner attendere il 29 settembre per la sentenza che entrer nel merito delle accuse contro di loro. Lo ha annunciato lagenzia ufficiale del Bahrein. Nella notte le strade di Manama sono state affollate da cittadini in festa per la liberazione dei medici. Ma la manifestazione stata interrotta da scontri con la polizia. Quattordici medici rimangono in carcere e secondo osservatori vi sono pi di 80 detenuti ancora in sciopero della fame.

Profughi somali in un campo dellUnhcr (LaPresse/Ap)

Dodici bambini uccisi da un ordigno a Mogadiscio


MO GADISCIO, 10. Lesplosione di un ordigno a Mogadiscio ha provocato la morte di dodici bambini e il ferimento di altri quindici. Secondo quanto riferito oggi dallemittente iraniana Press Tv, i bambini avevano trovato lordigno nel mercato di Suuq Baad, nel quartiere settentrionale di Yaqshid, mentre cercavano rottami di metallo nella zona. Sette bambini sono morti sul colpo, mentre altri cinque sono deceduti allospedale in seguito alle ferite riportare. I restanti quindici feriti sono ricoverati in gravi condizioni. Lepisodio tra i pi gravi del genere, purtroppo non insoliti, mai accaduti a Mogadiscio, da decenni teatro di scontri armati tra milizie dei diversi clan e negli ultimi anni ridotta a un vero e proprio campo di battaglia tra gli insorti guidati dalle milizie radicali islamiche di al Shabaab e le truppe del Governo del presidente Sharif Ahmed, appoggiate dai contingenti dellAmisom, la missione in Somalia dellUnione africana. Di recente, le milizie di al Shabaab si sono ritirate da Mogadiscio, il che ha consentito almeno nella capitale di distribuire gli aiuti internazionali. Quella in Somalia, proprio per il persistere della guerra, resta comunque la pi difficile situazione allinterno della pi generale crisi alimentare nel Corno dAfrica, provocata dalla pi grave carestia da oltre mezzo secolo e che coinvolge oltre dodici milioni di persone. In merito, allinterno dei pi generali interventi decisi dieci giorni fa dallUnione africana, il Governo del Sud Africa ha garantito nelle ultime ore particolare impegno. Il vice ministro sudafricano delle Relazioni internazionali, Marius Fransman, nel darne notizia, ha precisato che tale impegno non riguarda la sola emergenza alimentare, ma vuole porre le basi di uno sviluppo continuo e sostenibile.

Intesa tra Khartoum e Juba per smilitarizzare la regione dellAbyei

Schiarita nella crisi sudanese


NEW YORK, 10. Una prima schiarita nella crisi tra il Sudan e il nuiovo stato del Sud Sudan, indipendente dallo scorso 9 luglio, c stata nelle ultime ore con lintesa firmata tra i due Governi ad Addis Abeba sulla smilitarizzazione della regione frontaliera dellAbyei, che tuttora si contendono e che lesercito di Khartoum aveva occupato dallo scorso 21 maggio. La notizia dellaccordo stata data dal responsabile dellO nu per le operazioni di mantenimento per la pace, Edmond Mullet, in una conferenza stampa dopo una riunione a New York del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dedicata appunto alla persistente crisi sudanese. Mullet ha spiegato che laccordo stato concluso dopo negoziati mediati da una delegazione dellUnione africana, guidata dallex presidente sudafricano Thabo Mbeki. Questultimo riuscito a far modificare la posizione del Governo sudanese del presidente Omar Hassam el Bashir, che finora aveva subordinato la disponibilit a ritirare le proprie truppe alla nomina di unamministrazione locale, sulla quale avrebbe avuto di fatto il controllo. Mullet ha specificato che il ritiro avverr entro il 30 settembre e ha aggiunto che in conseguenza dellaccordo, nella regione contesa sono stati dispiegati 1.700 caschi blu. La questione dellAbyei strettamente legata a quella delle risorse petrolifere, concentrate in massima parte nel Sud Sudan. Il Governo sudanese sostiene che la divisione di tali risorse deve rimanere quella prevista dallaccordo di pace del 9 gennaio 2005, che mise fine allultraventennale guerra civile e che pose le basi per lindipendenza sudsudanese proclamata questanno. Le autorit di Juba sono invece intenzionate a gestire in proprio le perforazioni, limitandosi a pagare a Khartoum lutilizzo degli oleodotti. In risposta, il Governo di el Bashir ha imposto tariffe superiori di oltre cento volte agli standard internazionali. Nonostante lintesa sullAbyei, tra Khartoum e Juba la tensione resta alta. Di recente c stata una recrudescenza di scontri armati tra lesercito sudanese e movimenti considerati vicini al Sud Sudan anche nelle regioni politicamente parte del Sudan del Nilo Azzurro e del Kordofan meridionale, nelle quali ci sono state centinaia di vittime e si registrata una nuova ondata di centinaia di migliaia di sfollati. Secondo lalto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, nella sola giornata di marted scorso quattromila persone hanno varcato il confine con lEtiopia per sfuggire ai combattimenti nellarea di Kurmuk, appunto nel Nilo Azzurro.

Successi in Angola nella lotta allanalfabetismo


LUANDA, 10. Oltre mezzo milione di angolani saranno inseriti nei programmi di alfabetizzazione, ogni anno fino al 2015, per raggiungere lobiettivo di sviluppo del millennio sullo sradicamento totale dellanalfabetismo fissato per quella data dallOnu. Lo ha annunciato il ministro angolano dellIstruzione, Mpinda Simo. Sotto questo particolare aspetto, comunque, lAngola ha gi raggiunto importanti risultati. Simo si detta soddisfatta del tasso di alfabetizzazione dellAngola che si attesta all82 per cento. In merito, il ministro ha ricordato che la media in Africa di popolazione alfabetizzata di circa il 52 per cento. Tuttavia, tale percentuale si quasi dimezza nelle zone rurali, dove sono alfabetizzati solo il 44 per cento degli abitanti tra i quindici e gli ottantanni det.

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LOSSERVATORE ROMANO

domenica 11 settembre 2011

domenica 11 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO

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11 settembre 2001 - 11 settembre 2011

Dieci anni di asimmetria


di ALAIN BESANON uando mio figlio, quell11 settembre 2001, mi ha informato di quanto stava accadendo a New York io, incredulo, ho telefonato subito al mio vecchio maestro Marc Raeff, docente alla Columbia University, europeo per formazione. La sua prima reazione stata: Its too much. una scena da grand-guignol. Intendeva dire: manteniamo il sangue freddo, diamo il giusto peso a questo avvenimento inverosimile, non lo sopravvalutiamo. Una settimana dopo sono dovuto andare a Chicago per partecipare a un convegno. Ho trovato il Paese paralizzato. Cerano bandiere ovunque, unorgia di nazionalismo, un clima di mobilitazione patriottica generale, e nello stesso tempo una sorta di panico. La met degli invitati a quel congresso aveva trovato una scusa: avevano paura di prendere laereo. Si pu capire lemozione, o si pu criticare questa over reaction. Sono passati dieci anni. Ground Zero sempre senza grattacieli. Grandi decisioni sono state prese in nome di tre concetti formulati sul momento e accettati senza un vero dibattito. Il primo war against terrorism. Il terrorismo era un fenomeno detestabile, che fino a quel momento aveva portato ad azioni puntuali effettuate dai servizi di polizia, dai servizi dinformazione, da gruppi specializzati ben informati sugli ambienti pericolosi, che operavano con discrezione e in segreto. Evidentemente erano stati tutti sopraffatti da quellattentato spettacolare destinato a sconvolgere il mondo intero. Ma il concetto

di guerra non adatto. Guerra, da sempre, significa una certa simmetria nel conflitto, una certa conoscenza reciproca delle parti coinvolte. Nel caso in questione uno Stato razionale e moderno, sostenuto dalla societ che lha creato, si trova di fronte a una miriade impalpabile di

gruppi non ben definiti, dei quali mal si conosce il legame reale con societ che si conoscono ancora meno. Come chiedeva lopinione pubblica, e poich bisognava pur reagire all11 settembre, gli Stati Uniti sono entrati in due guerre. In Afghanistan

e in Iraq hanno fatto lesperienza che aveva gi vissuto la Francia in Algeria, quella in cui la vittoria militare si ottiene tramite uninvasione massiccia e tecnicamente ineccepibile, ma che non porta a nulla. La vittoria per parafrasare santAgostino la tranquillit dellordine. Si

La Flag of Remembrance esposta a Battery Park a New York in occasione delle celebrazioni nellanniversario dellattentato

ben lontani da questo. Lasimmetria risalta fra i soldati superequipaggiati, muniti di armi high tech, e una popolazione enigmatica, indifferente, subdolamente ostile, che li guarda come fossero marziani. E che tuttavia produce combattenti capaci di far esplodere bombe, di terrorizzare con attentati alla cieca, pronti a morire e a suicidarsi. Lasimmetria non ha fatto altro che aggravarsi in dieci anni. Le nostre societ democratiche non sopportano pi la morte dei loro soldati, anche se volontari e magnificamente addestrati. La prima guerra mondiale ha fatto morire dieci milioni di giovani. Attualmente, in tutti i Paesi sviluppati la morte in guerra vista come uno scandalo. Si alza quindi il livello di raffinatezza tecnica, si reclutano milizie mercenarie, i droni sostituiscono i vulnerabili elicotteri. Nello stesso tempo questo genere di conflitti asimmetrici obbliga a compiere azioni sporche che feriscono la coscienza e screditano il nostro rispetto dei diritti delluomo. Senza dimenticare che, se dalla nostra parte ci sono pochissimi morti, dallaltra ce ne sono molti, e anche questa unasimmetria che colpisce. Il secondo concetto implement democracy. il fine di questa guerra in quanto ben necessario che una guerra abbia un fine, senza il quale le democrazie non la intraprendono. Che cosa

la Nazione anche una creazione della storia. Un assembramento di clan e di trib sotto uno Stato creato di sana pianta non assimilabile a una Nazione. Al suo posto prospera il nazionalismo, che pu fare a meno della Nazione, e che significa soprattutto odio verso lAmerica e i suoi alleati. Non sappiamo ancora se gli sforzi compiuti per dotare lAfrica e il Medio Oriente di Stati nazionali sani e dignitosi porteranno frutti duraturi. Questi tre concetti hanno determinato un nuovo sistema di alleanze. A causa del primo, e nella prospettiva degli altri due, stato necessario accettare laiuto La terra ha continuato a girare di alleati democratici solo a portandoci una marea di nuovi problemi parole che hanno fatto pagare caro il loro appoggio e di nuove sfide che si accumulano e sostenere a lungo governi corrotti e dittatoriali riteSenza che quella dell11 settembre nuti avversi al terrorismo. sia stata veramente affrontata Non sappiamo a cosa porter la loro caduta. prudende qualcosa di diverso, a volte il suo te sperare che i nuovi dirigenti, di contrario. Implement democracy: cui salutiamo la primavera, abbiapossibile laddove il fondamento no la volont dimplement democracy, quello del mondo orientale o africao la capacit di far progredire la nation building? no? Gli americani citano a volte il caso della Germania nel 1945. Il paLa terra ha continuato a girare in ragone non tiene. La Germania era questi dieci anni, portandoci una una porzione gloriosa della civilt marea di nuovi problemi, di nuove europea. Dopo lorrendo episodio sfide che si accumulano senza che nazista, ha ripreso la sua naturale quella dell11 settembre sia stata veevoluzione e ha accettato ancor meramente affrontata. Un esempio: glio la democrazia in quanto la desisappiamo meglio cos lislam? Posderava da un secolo. Lo stesso si siamo rispondere a questa domanda pu dire della Polonia, che era rimafra mille altre: il terrorismo islamico sta europea sotto la glaciazione so in rottura con questa religione che vietica. Per capire tutto ci la politisi proclama una religione damore, di tolleranza e di pace? Assomiglia cal science non basta. Occorre la stoalla domanda fatta dal Santo Padre ria. nel suo discorso di Ratisbona. Il terzo concetto, nation building, Gli stato risposto? il prolungamento del secondo. Ma significa, a grandi linee, la democrazia? Un regime rappresentativo sottoposto alla regola del diritto. Un regime, insomma, simile ai nostri. I nostri regimi sono chiamati dagli storici Nuovi Regimi, in contrasto con gli Antichi Regimi sui quali sono stati eretti. Sappiamo che hanno impiegato secoli a costituirsi nel quadro di una civilt ben precisa, quella dellEuropa, cattolica e protestante, trapiantati poi in America del Nord. Senza questo fondamento storico democrazia una parola vuota, o piuttosto una maschera che nascon-

Facebook stato pi potente di un esercito


di GIUSEPPE FIORENTINO Seimila soldati uccisi; centotrentasettemila civili morti tra Iraq, Afghanistan e Pakistan; quasi otto milioni di sfollati; una spesa, di quattromila miliardi di dollari, pari al deficit di bilancio complessivo degli anni tra il 2005 e il 2010. Sono i costi della guerre lanciate dagli Stati Uniti allindomani dell11 settembre 2001, secondo uno studio diffuso in questi giorni dalla Brown University. Non quindi da unistituzione europea venata di antiamericanismo, ma dal settimo ateneo statunitense per fondazione, risalente al 1764. certo inimmaginabile che negli Stati Uniti stia nascendo un diffuso movimento di opinione contrario alla guerra, come accadde alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso per il Vietnam. Ma indiscutibile che il tema della lotta al terrorismo che sullonda emotiva suscitata dal crollo delle torri gemelle garant a George W. Bush una rielezione plebiscitaria non pi e dai quali la stessa amministrazione di Washington mostra ora una certa fretta a disimpegnarsi? D ellIraq non resteranno certo solo le immagini della prigione di Abu Ghraib o della crudele impiccagione di Saddam Hussein. Il Paese sicuramente un posto migliore rispetto a dieci anni fa, sottratto come stato a una feroce dittatura. E forse anche pi sicuro: Al Qaeda stata colpita duramente, ma in realt la sua minaccia tuttaltro che sventata se vero che, di recente, i terroristi sono stati capaci di compiere in un solo giorno decine di attacchi in tutto il territorio. E quale garanzia Pi che dalla guerra lanciata di democraticit o di rispetto delle minoranze dagli Stati Uniti e dai loro alleati offrono gli attuali goveril vento di rinnovamento nanti di Baghdad? E inoltre: quale sentimento che attraversa il mondo arabo si lascia nella popolazio alimentato dal desiderio ne, vittima di un conflitto le cui motivazioni a di cambiamento delle nuove generazioni partire dalle famose armi di distruzione di massa operazioni per la cattura dei leader sbandierate da Colin Powell al qaedisti, a partire dal blitz per leliConsiglio di sicurezza dellOnu minazione di Osama bin Laden, restano per molti incomprensibili? condotto dai Navy Seals in territoSecondo uno studio ancora una rio pakistano senza attendere volta menzionato dallEconomiparticolare di non poco conto st, lantiamericanismo nei Paesi lautorizzazione di Islamabad. musulmani sarebbe pi diffuso ogMa in occasione del decennale, gi che negli anni di George W. Buoltre a guardare al futuro, anche sh. Se cos fosse, a ben poco sareblecito cercare di proporre un bilanbero serviti i discorsi di Barack cio, per quanto parziale. Cosa riObama inneggianti a una nuova famane di questi dieci anni di guerra se delle relazioni tra Stati Uniti e nei Paesi raggiunti dagli Stati Uniti mondo islamico. A mancare spesin cima allagenda politica. Come sottolinea The Economist, la crisi economica esplosa nel 2008, la susseguente recessione e la perdita di migliaia di posti di lavoro hanno segnato molto pi intensamente la vita degli americani di quanto non abbia fatto il terrorismo. Ed facilmente pronosticabile che il nodo economico-finanziario sar al centro della campagna per la corsa alla Casa Bianca del prossimo anno. Forse, proprio in vista della scadenza elettorale lamministrazione ha impresso unaccelerazione alle mente foraggiato Governi alleati nei quali non pu per riporre piena fiducia. Come in Afghanistan, dove lEsecutivo di Hamid Karzai, coinvolto in una miriade di episodi di corruzione, stato a pi riprese oggetto degli strali lanciati da Washington. Eppure Karzai ancora al suo posto come, in definitiva, lo sono i talebani, con i quali, dopo dieci anni di guerra, Washington, ha deciso di trattare. Forse, quando tutto ha avuto inizio ci si poteva immaginare un decennale diverso. Qualcuno ha anche sinceramente creduto nel modello di democrazia da esportazione diffuso dopo l11 settembre. Invece, pi che dalla guerra lanciata dagli Stati Uniti e dai loro alleati, il vento di rinnovamento che in questi mesi attraversa il mondo arabo alimentato dal solito desiderio di cambiamento delle giovani generazioni e, soprattutto, dalle nuove possibilit di comunicazione offerte dai social network. Affermare che Facebook stato pi potente dellesercito degli Stati Uniti potrebbe apparire paradossale. Invece andata proprio cos.

Lehman Brothers ultima Twin Tower


di LUCA M. POSSATI Gli storici di domani diranno che Osama bin Laden ha raggiunto il suo vero obiettivo. paradossale, certo. Ma, a conti fatti, risulta tragicamente vero. Con la seconda Pearl Harbor americana si aperto un decennio di guerre e di lotta globale al terrorismo islamico: ci sono stati i morti, le minacce, le paure, le rivolte, le polemiche. La grande crisi dei mercati scoppiata nel 2008 non che il riflesso di quella ferita, il suo effetto pi profondo e deleterio: lOccidente che si strozza con il giocattolo prediletto. Il capitalismo anglo-americano crollato insieme alle Twin Towers? In realt quel capitalismo il liberismo selvaggio degli anni Novanta, cresciuto sullonda delleuforia dello sviluppo tecnologico e informatico era gi molto ammaccato. Il vero tonfo della finanza a stelle e strisce si consumato nei mesi immediatamente successivi agli attacchi di New York. Nel dicembre 2001 la Enron, il colosso texano dellenergia con un fatturato di oltre cento miliardi e settimo gruppo americano per ricavi, falliva improvvisamente lasciando una voragine spaventosa di debiti. Le azioni della compagnia passavano dal valore di novanta dollari a poche decine di centesimi. Le pensioni dei dipendenti andavano in fumo. Lamara verit veniva a galla: per anni i conti dellazienda erano stati truccati attraverso le pi raffinate e complesse metodologie contabili, e con il beneplacito della politica. Le banche sapevano tutto. Per la prima volta gli americani scoprivano il lato oscuro del sogno di una crescita spregiudicata. Tuttavia, la new economy aveva iniziato a scricchiolare ben prima del caso Enron. Il campanello era suonato con lInternet Bubble nella primavera del 2000. Fino a quel momento i titoli tecnologici avevano vissuto una stagione doro, facendo segnare rialzi a ripetizione per cinque anni di fila. Tutto inutile, per: il 10 marzo 2000 lindice Nasdaq segnava il suo massimo intraday per poi chiudere a un valore pi che raddoppiato rispetto allanno precedente. Era la goccia che faceva traboccare il vaso: tre giorni dopo iniziava la grande fuga degli investitori e una debolezza congiunturale che avrebbe spinto la Fed ad agire troppo in fretta. C poi un terzo fattore che occorre tenere presente: la crisi argentina. Il Paese sudamericano entrava in recessione nel 1999. Iniziava cos la corsa agli sportelli, con la gente che prelevava grandi quantit di denaro dai propri conti per poi convertirle in dollari e inviarle allestero. Nel gennaio 2002 la gravit della situazione era tale che, dopo undici anni, il sistema di convertibilit che agganciava il peso al dollaro secondo la parit uno a uno il cosiddetto Plan de convertibilidad veniva abbandonato. Il peso perdeva il quaranta per cento del suo valore. Era la palese sconfitta della strategia economica targata Clinton-Bush. Non un caso che Al Qaeda abbia deciso di attaccare proprio nel settembre 2001. Forse Osama e i suoi avevano intuito che cera loccasione di dare un colpo mortale al modello di vita occidentale. Forse avevano capito che la reazione a quegli attacchi (e non gli attacchi in s) sarebbe stata fatale. Gli economisti hanno calcolato che le spese delle due guerre (Afghanistan e Iraq) ammontano a quasi quattromila miliardi di dollari. Troppo, per uneconomia spaventosamente dipendente dal sistema del debito. Troppo, se bisogna tenere conto anche dei costi della sicurezza interna: un documento del Senato ha stimato in circa quattrocento miliardi le spese del Governo federale per bloccare eventuali nuovi attacchi, prevenire ondate di panico, implementare i controlli negli aeroporti. Troppo anche per la Fed. Se c un terreno su cui l11 settembre ha lasciato tracce proprio la politica dei tassi. Nei giorni immediatamente successivi agli attacchi Alan Greenspan rispondeva con una drastica riduzione. Una politica aggressiva per ridare fiducia. Nel novembre 2001 i tassi arrivavano al due per cento (dal 3, 5 per cento di agosto) e a dicembre toccavano l1, 75. Lo stesso trend fino al giugno 2003, quando il dato era modificato allun per cento. A quel punto, non si poteva pi tornare indietro. Greenspan puntava tutto sul settore immobiliare per rilanciare lo sviluppo. La deregolamentazione ha fatto il resto: eccesso di contratti subprime, derivati sempre pi complessi, profitti facili. A nulla servita la scelta di Bernanke, tra il 2005 e il 2006, di rialzare progressivamente i tassi portandoli al 5, 25 per cento. Il resto storia recente: nel settembre 2008 fallisce Lehman Brothers, laustero simbolo del gotha finanziario americano. Proprio Lehman

Il terreno su cui lattacco ha lasciato le tracce pi consistenti stata la politica monetaria della Federal Reserve
Brothers. Proprio quella banca che subito dopo gli attacchi aveva deciso di spostare il suo quartier generale lontano da Manhattan. Voleva evitare altri crolli.

Osama bin Laden

Soldati statunitensi in Afghanistan

so la fiducia reciproca, come dimostra proprio lepisodio della cattura di bin Laden, quando gli americani decisero di agire di nascosto piuttosto che avvertire i pakistani. E in questo si esprime una certa contraddizione nella politica della superpotenza a stelle e strisce che, in tutti questi anni, ha abbondante-

di GIULIA GALEOTTI rano le otto in punto quando uscii in strada, le otto di quel mattino dell11 settembre del 2001 solo 45 minuti prima che il primo aereo si schiantasse contro la Torre nord del World Trade Center. Soltanto due ore dopo, il fumo di tremila corpi carbonizzati sarebbe stato portato dal vento verso Brooklyn e si sarebbe posato su di noi in una bianca nube di cenere e morte. Ma per adesso erano ancora le otto, e mentre camminavo lungo il viale sotto quello splendido cielo azzurro ero felice, amici miei, luomo pi felice che sia mai vissuto. Sono le righe finali del romanzo di Paul Auster, Follie di Brooklyn (2005). A differenza, ad esempio, di Luomo che cade (2008) di Don DeLillo o Molto forte, incredibilmente vicino (2005) di Jonathan Safron Foer, Follie di Brooklyn non un romanzo sull11 settembre: il libro di Auster ha un inizio, uno svolgimento e una conclusione che ne prescindono completamente. , infatti, la storia di Nathan Glass, triste e malconcio superstite della propria vita, che torna nella Brooklyn della sua infanzia alla ricerca di un buon posto per morire, scoprendovi invece la forza vitale delle relazioni umane. Ma perch lautore chiude un romanzo gi concluso con lirrompere della tragedia? Forse lo fa non tanto per scioccare il lettore, quanto per affidargli la responsabilit di decidere. Nellimpatto con il dramma che, da un istante allaltro, ha cambiato il nostro modo di pensare, sperare e, soprattutto, guardare il prossimo, quel lungo e accidentato percorso compiuto da Nathan Glass verr incenerito con il crollo delle torri (riportandolo al mesto e cupo naufrago che era)? Oppure, grazie a quellitinerario, egli sar in grado di affrontare la nuova realt? Immaginare la reazione di questuomo dipende dal carattere e dalla storia personale del lettore. E, forse, dipende anche dal suo rapporto con quei lunghissimi minuti di dieci anni fa. Chiunque allora fosse gi nellet della parola, ricorda esattamente dove si trovava quando vide e, poi, realizz

(ma il passaggio non fu immediato) che due aerei avevano disintegrato come panetti di burro le torri simbolo dellOccidente lanciato verso il futuro. Quando vide e, poi, realizz che il lavoro incessante di poche persone corrose dallodio, aveva trasformato il profilo cittadino pi noto al mondo. Quando vide e, poi, realizz che quella crudelmente ordinata implosione in cerchi concentrici era riuscita a scalzare dal nostro immaginario visivo il fungo sopra Hiroshima. Il senso di orrore e di profonda, radicale vulnerabilit, stato sicuramente accentuato dal mezzo (un aereo di linea trasformato in carnefice) e, soprattutto, dal bersaglio. La punta meridionale di Manhattan, tra la Statua della libert e Wall Strett. Novit folle e potente della storia allinizio del terzo millennio, quella scomparsa labbiamo vista in diretta. I giornalisti, scompigliati e in maniche di camicia, erano quasi inutili nellimmediato. I cronisti eravamo noi. Noi, chiamati davanti allo schermo dal tam-tam delle notizie sul primo aereo proprio nel momento esatto in cui si stravolgeva la politica mondiale, abbiamo avuto il tempo di alzarci dalle nostre sedie, di accendere le nostre televisioni e di vedere la storia farsi in diretta. Era l, dinnanzi a noi, il fatto nudo e crudo. Abbagliante, violento, inconcepibile. Tutto stato forte (Jonathan Safran Foer). Tanti di noi hanno visto (immediatamente, solo gi un secondo dopo) il replay infinito del primo crollo (un replay talmente riproposto da diventare familiare nel giro di qualche minuto). Poi, tra un replay e laltro dellattacco alla torre nord, lirruzione del secondo aereo. Lo abbiamo visto l, davanti a noi, comparire dal lato destro dello schermo, avvicinarsi, avvicinarsi sempre pi alla torre sud fino al momento esatto in cui affondato, placido e incandescente, come una taglientissima lama fenderebbe un enorme gelato. Era davvero reale il secondo aereo? Si trattava solo dellennesimo replay o avevamo assistito in tempo reale a una bomba umana che colpiva mortalmente la sua preda di carne e cemento? E noi l, dallaltra parte dello schermo, che tipo di testimoni eravamo? Come ha scritto David Foster Wallace, sembra grottesco racconta-

Marted delle ceneri


Nella letteratura e nella saggistica limpatto dellattentato sulla vita delle singole persone
re di essere rimasti traumatizzati da un filmato quando le persone nel filmato stavano morendo. Mentre la torre sud crollava perfettamente su se stessa ancora lautore di Infinite Jest ricordo di aver notato che sembrava unelegante signora che sviene, ma (...) sembrava pi la ripresa di un decollo della Nasa fatto scorrere allindietro. Immagini descritte variamente a seconda della propria sensibilit (ho visto quegli edifici crollare su se stessi come cuori spezzati; Suheir Hammad), quel che certo che quando un fumo avvolgente ha iniziato a scendere in enormi volute, un piano dietro laltro, la cosa ha assunto dimensioni cos tremende e devastanti da superare, nel momento stesso in cui accadeva, ogni immaginazione (DeLillo). Quando la pelle del cielo si lacerata (Patti Smith), quel grosso diapason (come Laurie Anderson definisce le Twin Towers) sparito. Continuo ad andare a sedermi in terrazza e a guardare a destra il punto in cui cerano, pensando che ricompariranno. (...) Se guardi la polvere

puoi vedere torri dove torri non ci sono. Come lamputato che sente il dolore delle membra sparite (Smith). Di incredulit, la prima reazione. I miei ragazzi hanno pensato che fosse solo un film alla Independence Day finch poi non si sono accorti che cera lo stesso film su tutti i canali: le parole della cassiera registrate da David Foster Wallace parrebbe unannotazione folcloristica (e molto americana), eppure sono parole drammaticamente vere. L per l, la confusione tra realt e immaginazione venne decuplicata non solo dallincredulit del fatto, ma dalla sensazione di aver gi visto (o almeno intravisto) quelle scene in film o romanzi. Allincredulit, si quindi affiancato lorrore. Sembrava linizio di un inverno nucleare (...). Tutta un tratto calata su di noi una quiete assoluta e ci siamo ritrovati in mezzo a una nebbia chiarissima, accecante, come una tempesta di neve in un giorno di sole (Amitav Ghosh). Infine, a fatica, arrivata la consapevolezza. S, limpossibile era vero: un secondo aereo, la seconda torre. stato proprio quello, lavvento del secondo veivolo (uno squalo che avanzava basso sopra la Statua della Libert), il momento determinante. Fino ad allora lAmerica era stata convinta di assistere a un fatto non pi grave del peggior disastro aereo della storia; ora cominciava a farsi unidea dellinverosimile violenza schierata contro di lei. (...) L11 settembre ha comportato uno schianto morale, a livello planetario; ha anche accorciato la distanza che separa la realt dal delirio (Martin Amis). Delle tremila persone morte in quel marted di dieci anni fa, solo quelle a bordo del quarto aereo conoscevano con certezza che cosa stavano vivendo. Come ha affermato il regista britannico Paul Greengrass, autore di United 93 (film del 2006 che racconta la ribellione dei passeggeri su uno dei voli dirottati dai terroristi), quanti si trovavano sul quarto aereo furono i primi ad abitare il mondo post 9/11. Avviati i soccorsi, planata la polvere, schiarita laria, ci si accorti che davvero tutto quel che resta delle torri la griglia di due facciate rimaste in piedi tra le macerie. (...) Enormi tronchi vuoti di acciaio [che] vengono derisi

dallo sguardo impervio degli edifici confinanti che si stagliano, integri, su quel grande vuoto al centro (Charles Bernsein). Ecco il fumante frammento di filigrana (DeLillo), da Liberty Street vedo il loro scheletro; sembra il quadro di Babele fatto da Brueghel (Smith). Tanto stato detto, viene detto e verr detto sugli effetti di lungo periodo per lOccidente, per lIslam, per lumanit. L11 settembre aveva fatto vittime anche dalla mia parte del mondo ha scritto il medico palestinese Izzeldin Abuelaish . cos che il terrorismo mette radici. Diffondendosi tra i profughi, gli insoddisfatti e gli ignoranti, produce paura, sfiducia e intolleranza (Non odier, Casale Monferrato, Piemme, 2011). Certo che quella mattina ha segnato la storia. Non fosse altro perch credevamo che uomini cremati da altri uomini per odio pazzo, fossero prerogativa degli orrori nazisti. E credevamo che mai altri privati cittadini si sarebbero ritrovati a respirarle. Invece ecco le ceneri dell11 settembre stendere quasi un velo sulla citt di New York. Le ceneri delle torri, degli aerei, della vita nuovamente cremata dalla follia criminale. Eppure, anche qui, c stato chi riuscito a farne poesia. Come ha scritto Hettie Jones, respiriamo cadaveri, li tratteniamo nei nostri polmoni cos come da vivi li stringevamo fra le nostre braccia. Quelle bombe umane lanciate sul World Trade Center non hanno solo tolto la prerogativa dello shock da 11 settembre a un intero Paese, il Cile (l11 settembre 1973 la data del golpe militare di Pinochet). Lhanno democraticamente inoculato in tutti gli uomini e le donne di buona volont. Chi stato a Ground Zero dopo quella data ma prima della ricostruzione, ha indelebilmente impresso quellimmenso cratere, squarcio doloroso in una citt intonsa, come una ferita aperta e purulenta che un corpo sano si porti costantemente appresso. Forse, il mausoleo migliore sarebbe stata curarla, con prati e alberi, quella ferita, ma lasciarla l, nuda. A vera, semplice e speranzosa memoria di quel marted delle ceneri.

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LOSSERVATORE ROMANO
Concluso al monastero di Bose il convegno ecumenico di spiritualit ortodossa Il Congresso eucaristico di Ancona

domenica 11 settembre 2011

Scrittura e Tradizione fonti di uno stile di vita


BIELLA, 10. Non vi pu essere alcuna spiritualit e condotta di vita ortodossa vera e autentica che non sia basata sulla sacra Scrittura e non sia da essa ispirata. La sacra Scrittura costituisce la fonte, il principio e il fondamento di quella che chiamata spiritualit ortodossa. Lo ha detto stamane il metropolita di Bursa, Elpidophoros Lambriniadis, del Patriarcato di Costantinopoli, allinizio della sua relazione tenuta al monastero di Bose (Biella) in chiusura del Convegno ecumenico internazionale di spiritualit ortodossa. Questultima ha spiegato non consiste soltanto in belle idee, sublimi pensieri e gradevoli riflessioni; piuttosto un ethos ecclesiale equilibrato e autentico, uno stile di vita puro, un comportamento retto, un atteggiamento e una condotta di vita precisi. La spiritualit ortodossa non labilit a stare ritto su un alto pulpito, n lapplauso eclatante per il conseguimento di risultati eccezionali, n una forma di nirvana che non esiste nemmeno nellortodossia; e non neppure una qualche condizione impeccabile o una passivit, unimmobilit o una qualche perfezione. Secondo san Gregorio di Nissa la perfezione nella spiritualit ortodossa un viaggio interminabile. La lotta spirituale ha detto ancora Elpidophoros permanente e senza fine, incessante e che dura tutta la vita. In tale lotta ci saranno ritardi, ricadute, sconfitte, esitazioni, interruzioni e deviazioni. Questo il motivo che sta dietro alla verit evangelica della metnoia: pentimento, cambiamento di mentalit, nuovo inizio, rinnovamento sincero della vita umana per opera della grazia divina. Il pentimento non ha niente a che fare con un imbarazzo ansioso n con sensi di colpa, ma piuttosto con il riconoscimento dellessere peccatori, laccettazione della propria inadeguatezza e il profondo desiderio di essere nuovamente uniti a Cristo. unopportunit di esame e di conoscenza di s, riconoscendo la propria prigionia nei confronti delle passioni empie e la propria mancanza delle virt divine, nonch il proprio disperato bisogno di essere liberati dal peccato. Il nostro ritorno a Dio ha aggiunto incontrer sempre le braccia aperte del Padre amoroso e pieno di attesa, pronto ad abbracciare e a baciare affettuosamente il figlio prodigo. La vita spirituale ortodossa rende il cuore del credente compassionevole, soddisfatto, sereno, armonioso e pacificato. Il praticante autentico della spiritualit ortodossa reso simile a Cristo, cio fa della vita di Cristo la propria vita. allora che il credente pu davvero divenire theophoros (portatore di Dio), christophoros (portatore di Cristo) e pneumatophoros (portatore dello Spirito). Secondo il metropolita di Bursa, la spiritualit la grazia di una vita nello Spirito santo; una vita purificata dallo Spirito santo dopo una lotta in vista della purezza. Con purezza non intendiamo unetica sterile con criteri esterni prestabiliti. Una persona autenticamente spirituale una persona adornata con i doni dello Spirito santo. Nella vita spirituale ci che conta non tanto ci che uno pensa o immagina, ci che uno vuole essere o crede di essere, quanto piuttosto ci che una persona davvero nel concreto. pericoloso e discutibile usare come criterio il sentire psicologico o affettivo; questo non un indicatore preciso della reale condizione spirituale di una persona. La vita spirituale non ci che piace a una persona, ci in cui si trova a proprio agio o in cui prova diletto. Una tale spiritualit individualistica afferma centrata su di s ed egoistica, dal momento che cerca di piacere al proprio io, di produrre la propria felicit, che conduce allindolenza e allindifferenza spirituali. I doni dello Spirito santo non sono armi con cui fronteggiare i nemici, simili a unefficace panoplia; sono invece doni di amore che sono riversati su coloro che lottano con umilt e onore. I doni dello Spirito santo non sono concessi affinch qualcuno prevalga o sorpassi gli altri, ma piuttosto affinch qualcuno progredisca spiritualmente e si metta al servizio degli altri. La Chiesa zitutto il rapporto tra Scrittura e Tradizione. Per la consuetudine ortodossa innaturale contrapporre lun laltra Scrittura e Tradizione, come avviene nella teologia occidentale. Per la teologia ortodossa, a differenza dei teologi di Riforma e Controriforma, non importa discutere se il primato spetta alla Scrittura o alla Tradizione, quanto evidenziare lunit di Scrittura e Tradizione nella viva tradizione ecclesiale, dove un ruolo speciale svolto dallinsegnamento ortodosso sullazione dello Spirito santo nella Chiesa. Nella concezione ortodossa la Tradizione comprende non solo i testi (liturgici, dogmatici, canonici), ma anche quello che non riconducibile al testo, ad esempio gli atti dei celebranti e dei fedeli durante la liturgia, lo stile e i canoni delliconografia, le melodie dei canti liturgici, le consuetudini di preghiera. La Tradizione ha ricordato Hilarion sottintende anche quella realt spirituale che non si esprime verbalmente ed custodita nella silenziosa esperienza della Chiesa, tramandata di generazione in generazione. Lunit e la continuit di questa esperienza, custodita nella Chiesa fino ad oggi, costituisce lessenza della Tradizione ecclesiale. Uno dei maggiori teologi ortodossi del XX secolo, Vladimir Losskij, definiva la Tradizione come vita dello Spirito Santo nella Chiesa, vita che comunica a ogni membro del Corpo di Cristo la capacit di sentire, accogliere, riconoscere la Verit nella luce che le propria, non nella luce naturale della ragione umana. Nellortodossia la Scrittura vista come parte della tradizione. Questa visione del rapporto tra Scrittura e Tradizione importante per la concezione ortodossa dellispirazione divina della Bibbia, che si distingue radicalmente afferma il metropolita di Volokolamsk da analoghe concezioni sostenute nella teologia fondamentalista protestante. Per il fondamentalista protestante lispirazione divina legata allinfallibilit letterale del testo scritturale, al dettato Divino. Per la tradizione ortodossa lispirazione divina legata al fatto che la Scrittura una parte della Tradizione, e la tradizione la vita dello Spirito santo nella Chiesa. La Scrittura nasce allinterno della tradizione religiosa (Tradizione), trasmessa dalla tradizione religiosa ed interpretata dalla tradizione religiosa. Secondo linsegnamento tradizionale della Chiesa ortodossa, lesperienza della comunione a Cristo nello Spirito santo superiore a qualunque espressione verbale di questa esperienza, che sia la sacra Scrittura o qualunque altra fonte scritta: I teologi ortodossi sottolineano che Cristo non ci ha lasciato alcuna riga scritta. Il cristianesimo la religione dellincontro con Dio, e non dellinterpretazione razionalistica dei testi scritti. I cristiani credono nella risurrezione di Cristo non perch ne hanno letto su di un libro conclude Hilarion ma perch hanno conosciuto il Risorto nella loro esperienza interiore.

La famiglia per la Chiesa e la societ


ANCONA, 10. Una speciale festa, alla quale hanno partecipato decine di migliaia di famiglie, ha fatto da prologo alla giornata conclusiva, e anche pi solenne, del XXV Congresso eucaristico nazionale di Ancona, dove appunto domani, domenica 11, atteso larrivo di Benedetto XVI. stato un incontro scandito da riflessioni, momenti musicali, testimonianze e conclusosi, a tarda sera, con una veglia di preghiera presieduta dal cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). In precedenza, nel primo pomeriggio, larrivo del IV pellegrinaggio nazionale delle famiglie promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo, in collaborazione con lUfficio per la pastorale della famiglia della Cei e il Forum delle associazioni familiari. Unoccasione hanno spiegato gli organizzatori per rispondere alla profonda crisi spirituale che la famiglia sta attraversando e che, oggi pi che mai, la madre di tutte le crisi. Quello della famiglia, con le sue tante implicazioni, stato insomma il tema dominante della giornata. Dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha ricordato limportante appuntamento in programma il prossimo anno a Milano, dove si terr il VII Incontro mondiale delle famiglie, giunto anche linvito ai coniugi cristiani a partecipare bene e possibilmente insieme alla messa domenicale. Intorno a questo incontro settimanale col Signore nellassemblea liturgica, la famiglia si costruisce come piccola Chiesa missionaria e cellula vitale della societ. Per questo la domenica anche il giorno privilegiato della famiglia. Non bisogna rassegnarsi, quindi, a lasciarlo ridurre a weekend, fine settimana consumista e individualista, disgregazione delle comunit e delle famiglie. Sulla crisi che minaccia la famiglia al suo interno e al suo esterno si soffermato, invece, il cardinale arcivescovo emerito di Palermo, Salvatore De Giorgi. Nel suo interno, infatti, la famiglia indebolita dal degrado o dal crollo dei valori fondamentali dellamore coniugale, come lindissolubilit, la fedelt, la procreazione, leducazione dei figli. Dallesterno, invece, aggredita da forze culturali, sociali e politiche che tentano di scardinarla nel suo fondamento naturale, cio lunione stabile di una donna e di un uomo per una comunione di vita e di amore. Di conseguenza, ha aggiunto, non c amaramente da meravigliarsi se oggi la famiglia, che dovrebbe essere al centro di tutta lazione politica come di ogni manovra finanziaria a concreto servizio delluomo, di fatto venga relegata agli ultimi posti, trascurata se non dimenticata, a danno di tutta la societ e in particolare delle nuove generazioni. Tra i momenti pi significativi della giornata di sabato anche lo spazio dedicato alla riflessione ecumenica. E, soprattutto, la visita di una delegazione, guidata dallarcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, alla storica sinagoga levantina. Qui insieme alla locale comunit ebraica presente il presidente emerito dellassemblea rabbinica italiana, Giuseppe Laras si svolta una comune preghiera per la pace, alternata alla lettura, in ebraico e in italiano, di alcuni salmi. Al termine larcivescovo e il rabbino capo di Ancona, Bruno Coen, hanno sottolineato la necessit di una maggiore conoscenza reciproca e di sforzi comuni per ricercare il bene della pace. Sulla presenza dei cristiani nella costruzione della citt terrena si soffermato, invece, il cardinale Bagnasco nellomelia della messa celebrata venerd sera. Per il porporato lunica bussola da seguire il bene integrale e quinsi trascendente delluomo. In questo senso i cristiani hanno sempre costituito una presenza di coagulo. Sapendo che insieme che si percorrono le vie del servizio se non si vuole essere velleitari ancorch generosi; insieme, senza avventure solitarie, per essere significativi ed efficaci; insieme secondo le forme storicamente possibili, con realismo e senza ingenuit o illusioni, facendo tesoro degli insegnamenti della storia.

Messaggi delle comunit religiose per lanniversario degli attentati dell11 settembre a New York

La speranza in un mondo rinnovato


NEW YORK, 10. Esortazioni a promuovere la pace in uno spirito di rinnovamento giungono da varie comunit religiose in occasione, domenica 11 settembre, della commemorazione delle vittime degli attentati alle Torri Gemelle a New York, avvenuti nel 2001. Leader cristiani, ebrei e musulmani hanno promosso molteplici iniziative per ricordare la tragedia e per invitare tutti a ricercare una cultura di riconciliazione. Una messa di suffragio per le vittime stata presieduta, oggi, a New York, nella cattedrale di San Patrizio, dal nunzio apostolico e osservatore permanente presso lO rganizzazione delle Nazioni Unite a New York, larcivescovo Francis Assisi Chullikatt. Linvito a vivere la giornata come momento per ricordare i sacrifici, per affrontare le sfide in uno spirito unitario e per rinnovare la nazione e il mondo contenuto, in particolare, in un messaggio a firma del presidente della United States Conference of Catholic Bishops, larcivescovo di New York, Timothy Michael Dolan. Il decimo anniversario degli attentati si sottolinea pu essere vissuto come un tempo di rinnovamento. Di fronte alle sfide attuali della disoccupazione, delle difficolt in cui versano le famiglie e dei continui pericoli derivanti dalle guerre e dal terrorismo, reagia-

ha la missione di avvicinarsi agli esseri umani esistenzialmente e amabilmente per insegnare agli altri come amare ed essere amati, per guarire gli altri e insegnare loro ad accogliere gli altri, a essere in comunione con gli altri e spronarli al cambiamento. Il fine della spiritualit ortodossa la santificazione e la santit: Dobbiamo stare attenti a non trascurare o ad abbandonare questo fine ha ammonito Elpidophoros assumendo una miriade di altre attivit che sono estranee alla vera natura e al vero scopo della spiritualit. La relazione conclusiva del convegno stata affidata al metropolita di Volokolamsk, Hilarion Alfeyev, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il quale ha sottolineato limportanza della sacra Scrittura nella teologia ortodossa contemporanea. La comprensione e linterpretazione della sacra Scrittura nella teologia ortodossa ha osservato per alcuni aspetti differiscono dal modo in cui la Scrittura concepita nelle Chiese e scuole teologiche occidentali. Questa differenza riguarda an-

In vista delle elezioni parlamentari e presidenziali del 28 novembre nella Repubblica Democratica del Congo

La condanna dei vescovi allescalation di violenza


KINSHASA, 10. Ferma condanna della Chiesa nella Repubblica Democratica del Congo per i gravi incidenti avvenuti in questi ultimi giorni nella capitale Kinshasa. In un comunicato, firmato dallarcivescovo di Kinshasa, cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, la Conferenza episcopale si detta preoccupata e ha condannato con forza questi atti violenti che minano la pace sociale e il processo elettorale. Gli incidenti ai quali si riferiscono i presuli congolesi riguardano, in particolare, quelli avvenuti nella notte tra il 5 e il 6 settembre, quando ignoti hanno dato fuoco alla sede della Radio Lisanga Tlvision (Rltv), unemittente radio-televisiva di propriet di un deputato dellopposizione. Nelle stesse ore era stata saccheggiata la sede dellUnion pour la Dmocratie et le Progrs Social (Udps), il principale partito di opposizione, e un ufficio del partito di maggioranza, il Parti du Peuple pour la Reconstruction et la Dmocratie (Pprd). Il giorno successivo, durante alcuni scontri tra la polizia e i sostenitori dellUdps, un dimostrante era stato ucciso e altri sono rimasti feriti. Cresce quindi la tensione nel Paese in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari del 28 novembre. Un fatto che viene rimarcato nel suo messaggio dal cardinale Monsengwo Pasinya: In questi ultimi giorni, si sono verificati degli eventi capaci di turbare inutilmente la pace sociale e il processo elettorale che tutti auspicano sia democratico, trasparente e pacifico. I militanti di alcuni partiti politici ha proseguito larcivescovo di Kinshasa hanno dato fuoco alle sedi di altri partiti e quella di una radio locale. Non vi sono dubbi che questi atti siano in grado di provocare un aumento della tensione nel Paese e di distogliere lattenzione dei cittadini dai veri problemi che esigono soluzioni rapide. Per questo prosegue il comunicato del cardinale condanniamo con forza tali atti. Invitiamo gli uni e gli altri, e le stesse forze dellordine, a conservare il sangue freddo, a evitare provocazioni inutili e a dare prova di calma e di misura. Le elezioni non sono una rissa n una guerra per la quale bisogna affilare le armi mette in guardia il porporato ma sono un processo civile, dove la popolazione sceglie i propri eletti sulla base di un programma che sia adatto a risollevare e a sviluppare il Paese. In un precedente documento del 9 agosto, i capi di otto confessioni religiose della Repubblica Democratica del Congo avevano lanciato lallarme perch gli echi provenienti dallinterno del Paese, i diversi messaggi delle segreterie dei partiti politici e le manifestazioni turbolente degli ultimi giorni ci fanno temere elezioni agitate invece di un processo elettorale calmo. Nel documento i leader religiosi (tra i quali vi sono i vescovi cattolici) si sono impegnati ad accompagnare il processo elettorale fino al termine in modo che il Paese non subisca slittamenti e disordini prima, durante o dopo le elezioni. Nel messaggio hanno infine ricordato gli sfortunati, simili esempi di alcuni Paesi dAfrica che sono dei campanelli dallarme dei quali dobbiamo tenere assolutamente conto. Per questo motivo i leader religiosi hanno ammonito tutte le parti ad astenersi a giocare con il fuoco alimentando le divisioni e lodio, invitando invece al rispetto reciproco e alla tolleranza. Gli elettori sono invitati a valutare i candidati in base ai programmi e non in base alle prebende e ai doni offerti o promessi nel corso della campagna elettorale.

mo con spirito di unit per affrontarle, e preghiamo affinch leredit dell11 settembre non sia la paura, ma piuttosto la speranza in un mondo rinnovato. Nel ricordare gli eventi del 2001, si conclude poi ribadendo: Possiamo quindi mettere da parte le divisioni e unirci nel compito di rinnovare la nostra nazione e il mondo. L11 settembre sar giorno di preghiera in tutte le parrocchie cattoliche degli Stati Uniti, ma anche in quelle della Chiesa ortodossa russa allestero, che ha diffuso una nota invocando preghiere di consolazione. Luned 12 settembre, infine, verr celebrata una giornata di preghiera presso la chiesa cattolica della Sacra Famiglia, sempre a New York, in occasione dellapertura dellAssemblea generale delle Nazioni Unite. Il 9 settembre, fra laltro, la tragedia degli attentati stata ricordata nella sede delle Nazioni Unite con una cerimonia alla quale hanno partecipato rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica, musulmana e buddista, i quali hanno utilizzato quattro diverse candele per accenderne una pi grande, simbolo dellintera umanit. Limam dellIslamic Cultural Center di New York, Shamsi Ali, ha invitato i fedeli musulmani a essere ambasciatori di pace. La commemorazione delle vittime sar al centro della giornata in vari Paesi. L11 settembre verr ricordato fra laltro in Australia, dove il cardinale arcivescovo di Sydney, George Pell, presieder una cerimonia nella cattedrale di Santa Maria. Il Consiglio ecumenico delle Chiese, dalla sede di Ginevra, in Svizzera, si unisce con un messaggio rivolto dal segretario generale, Olav Fykse Tveit. Limpegno per la pace, si osserva,

il modo pi sicuro per vincere su coloro che hanno visto nell11 settembre la nascita di una nuova era di divisione e di morte. Molti di noi sono convinti che la non violenza pu essere la risposta a lungo termine pi efficace verso una pace duratura basata sulla giustizia. E si aggiunge: Facciamo appello ai leader religiosi e alle persone di buona volont a unirsi a noi nella costruzione di solide relazioni basate sulla dignit umana e sul rispetto. Per loccasione, inoltre, il sito del primate della Comunione anglicana, larcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, propone un video con il quale si offre una testimonianza personale dello stesso presule. La commemorazione segner il culmine dellapertura, domani, dellincontro internazionale di preghiera, promosso dalla Comunit di SantEgidio a Monaco di Baviera, in Germania, con la messa presieduta in mattinata nella cattedrale della citt dal cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx. Dopo la messa, nella cornice della Marstallplatz, avr luogo la cerimonia in memoria dell11 settembre. Lincontro, dal titolo Destinati a vivere insieme. Religioni e culture in dialogo, si articoler, fino al 13 settembre, in un fitto programma di interventi che vedranno come protagonisti leader di varie religioni e confessioni. Liniziativa della Comunit di SantEgidio che precede la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che sar celebrata ad Assisi il 27 ottobre alla presenza di Benedetto XVI e di numerosi rappresentanti religiosi giunta alla sua ventiquattresima edizione.

domenica 11 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO

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Il Papa conclude il Congresso eucaristico ad Ancona

La speranza al tempo della crisi


di NICOLA GORI Famiglia e lavoro: ruota intorno a questo binomio la visita pastorale che Benedetto XVI compie domenica 11 settembre ad Ancona in occasione del XXV Congresso eucaristico nazionale italiano. Il Papa giunge in una regione fortemente colpita dalla crisi economica e dal problema della disoccupazione. Giovani che non trovano impiego, cassintegrati a zero ore, persone di mezza et che non riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro con tutte le conseguenze che ne conseguono sui bilanci familiari: sarebbero tanti i drammi personali e collettivi da raccontare. Le grandi aziende (come Fincantieri e Antonio Merloni, solo per citarne alcune) che sono state per decenni il motore propulsivo delleconomia locale, si trovano a dover fare i conti con la recessione. Le loro difficolt hanno provocato una reazione a catena che ha trascinato nella crisi anche le piccole aziende terziste che lavoravano per i grandi gruppi. La situazione si poi avvitata: minor produzione dei colossi industriali e sempre meno lavoro per le aziende a carattere familiare dellindotto. Licenziamenti e cassa integrazione alla Merloni e alla Fincantieri hanno significato centinaia di famiglie con problemi quotidiani di sussistenza e chiusura di molte ditte di piccole dimensioni, che sono la ricchezza del sistema Marche. La citt si sempre identificata con i suoi cantieri navali. E quando si parla di cantieri navali, si parla di Fincantieri. Lazienda conta circa 600 dipendenti attualmente tutti in cassa integrazione straordinaria ai quali si affiancano altri 2.500 delle aziende dellindotto. una realt in grande difficolt, soprattutto a causa della riduzione delle commesse delle navi da crociera. Il cantiere da maggio praticamente fermo: e questo ha provocato anche lo stop dellattivit di quanti lavoravano per conto della Fincantieri. qui che la crisi si fa sentire con tutto il suo drammatico peso. Che ricade anche su molti lavoratori extracomunitari, senza impiego e senza ammortizzatori sociali, e con crediti di lavoro da recuperare. Una flebile speranza appesa oggi alla commessa di due navi (o almeno di parte di esse) che potrebbe profilarsi allorizzonte e risollevare, sia pure temporaneamente, le sorti del cantiere di Ancona. Di fronte a questa situazione, la Chiesa non ha soluzioni pronte da offrire, ma propone la sua dottrina sociale, che mostra anche in questo caso una stringente attualit. Del resto, basterebbe soltanto rileggere le parole scritte alla fine dellOttocento da Leone XIII nella Rerum Novarum: Agli operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di preferenza rivolgere le cure e le provvidenze sue. Da allora sono trascorsi centoventi anni ma non si certo affievolita la preoccupazione della Chiesa per quanti in ogni epoca e latitudine sociale finiscono per soffrire pi direttamente le conseguenze della crisi economica e della mancanza di lavoro. Lo dimostrano i recenti richiami di Benedetto XVI alla ricerca di unetica nelleconomia e i suoi ripetuti inviti a non idolatrare il profitto fine a se stesso chiudendosi negli egoismi personali, ma a dimostrare concretamente solidariet nei confronti dei pi deboli. Labbraccio simbolico con le tute blu di Ancona rientra in questa continua attenzione della Chiesa che, attraverso il successore di Pietro, esprime la sua solidariet a quanti soffrono e, oltre al lavoro, rischiano di perdere anche dignit e speranza. Il gesto fortemente simbolico di Benedetto XVI di pranzare insieme con alcuni rappresentanti delle categorie pi deboli della zona anconetana la manifestazione pi evidente di questa solidariet. Con il Papa intorno alla mensa, nel centro pastorale di Colle Ameno, ci saranno tre cassintegrati della Merloni, quattro lavoratori precari, otto cassintegrati della Fincantieri e cinque poveri ospiti della Caritas. Nei giorni scorsi, durante gli incontri e i dibattiti del congresso, il tema del lavoro stato al centro dellattenzione. In particolare, mercoled 7 settembre, a Fabriano, nella giornata dedicata allambito lavoro e festa, sono state elaborate alcune proposte ed stata compiuta unattenta analisi della situazione economica e sociale attuale, non solo della regione marchigiana, ma di tutta lItalia. Ha colpito la frase di santAmbrogio che un relatore ha ricordato: Ciascun lavoratore la mano di Cristo che continua a creare e a fare del bene. E quando il lavoro non c? Quali prospettive future possono avere i disoccupati? Se lo chiedevano anche alcuni cassintegrati che indossavano una maglia gialla su cui avevano scritto: Ieri risorsa, oggi esuberi, e domani?. Una domanda che interpella sicuramente anche la comunit ecclesiale e che invita a riscoprire alcuni valori a volte dimenticati: la solidariet, la sobriet, la coesione sociale, come ha ricordato tra laltro larcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli. Una domanda sorge spontanea: come si inserisce il tema del lavoro nellambito di un congresso eucaristico? E cosa pu dire lEucaristia a tante persone disoccupate, precarie, cassintegrate e sempre pi povere? Sicuramente lEucaristia riguarda il quotidiano della vita delluomo, lo coinvolge e ne coinvolta. D allEucaristia pu venire quel coraggio di sperare, di sentirsi parte integrante di una comunit che supera i limiti familiari e nazionali. Il congresso vuole far riscoprire la dimensione sociale dellEucaristia e da qui ripartire per condividere con gli altri le difficolt e le risorse. La crisi, infatti, una sfida che interpella non solo i singoli, ma tutta la fraternit dei credenti. La visita pastorale del Papa ad Ancona e il suo farsi prossimo e commensale dei precari, disoccupati e poveri limmagine tangibile di quel compatire che esprime al meglio la vocazione della Chiesa a chinarsi sui problemi e a mettersi accanto agli altri per partecipare alle loro sofferenze.

Un momento dei lavori del congresso al Teatro delle Muse di Ancona

A colloquio con larcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Edoardo Menichelli

Chiave di lettura del quotidiano


LEucaristia il Dio con noi che cammina insieme con i suoi figli ogni giorno. E offre delle chiavi di lettura del momento presente con le sue gioie e le sue sofferenze. Parte da questa considerazione monsignor Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, per spiegare al nostro giornale cosa abbia significato per la sua Chiesa ospitare il Congresso eucaristico nazionale. Qual il senso di un Congresso sullEucaristia in una realt come quella marchigiana, nella quale il quotidiano alle prese con problemi di sussistenza? Indubbiamente, il sacramento dellEucaristia offre, se lo si capisce e se lo si vuole vivere, alcune indicazioni che, calate nella vita quotidiana, danno una chiave di lettura diversa alle sofferenze del momento e alle difficolt quotidiane. Se prendiamo il capitolo VI di san Giovanni troviamo il problema della folla da sfamare. Ges che cosa fa? Sollecita gli apostoli a dare loro stessi da mangiare, quindi, limpegno. Cristo, poi, consapevole che gli apostoli non avevano pressoch nulla, accetta il piccolo dono di cinque pani e due pesci. Quelle cose nelle sue mani diventano benedizione per tutti. Ecco un secondo aspetto da considerare: si parte dallimpegno e dalla partecipazione e si arriva alla collaborazione e alla solidariet. Ancora, nellannunciare lEucaristia e nel celebrarla, levangelista dice che Ges prese il pane, lo spezz e lo diede ai suoi discepoli. Questo spezzarsi del Signore, questo donarsi, questo consegnarsi, un altro elemento sul quale si pu riflettere. Nellambito dellUltima cena, Ges lav i piedi agli apostoli per dare lesempio, perch anche noi facessimo altrettanto. Il lavare i piedi non solo un gesto simbolico, ma un gesto da imitare. Se vogliamo concludere questo tracciato evangelico possiamo dire che parteciperemo al banchetto glorioso dei cieli se saremo riconosciuti figli di Dio, che hanno esercitato la fraternit. Ancona ha sempre vissuto in simbiosi con i suoi cantieri navali. La crisi della citt e quella dei cantieri determinano una situazione di scoraggiamento tra la gente. Come pu la Chiesa mostrare la sua vicinanza al popolo? C una situazione di difficolt, di carenza di lavoro, di crisi. Personalmente, custodisco buone speranze che si possa risolvere per il meglio e che possa avverarsi quel miracolo che attendiamo e per il quale stiamo lavorando. La Chiesa non ha strumenti personali per risolvere queste difficolt. La Chiesa non chiamata a risolvere i problemi del lavoro, non questo il compito, tuttavia si mostra sensibile, attenta e, aggiungo, materna. Da questo punto di vista significativo il gesto che noi faremo di invitare al pranzo con il Papa alcuni operai che hanno perso il lavoro. Anche questo un segno di vicinanza e di attenta sensibilit. Ne risente la vita pastorale della diocesi, la gente nutre ancora fiducia e speranza nel sostegno della Chiesa? In un tempo in cui c un grigiore nebbioso sui valori etici, la Chiesa pur consapevole della sua fragilit e anchessa segnata dal peccato, come ci ricorda Benedetto XVI, altrettanto serena e forte. Nella sua maternit capace di offrire alle persone che si rivolgono a lei le parole di speranza che si attendono. Quindi sono convinto e consapevole che nei confronti della Chiesa si nutre molta fiducia. Il gesto che compie il Papa sedendo alla stessa mensa dei poveri vuole essere un segno di questa vicinanza? Sicuramente, come dicevo prima, la Chiesa accanto a quanti hanno perso il lavoro, a quanti vivono un disagio umano e rischiano di perdere lidentit sociale. importante, a questo proposito, labbinamento dei senza lavoro che partecipano al pranzo del Papa con dei poveri assistiti dalla Caritas, dalle associazioni caritative e dalle suore che qui vengono chiamate di padre Guido, in memoria del frate minore francescano che avvi quella mensa. La situazione delle famiglie nelle Marche, ad Ancona in particolare, sta lentamente degradandosi. anche questo un frutto del contesto economico o di crisi spirituale? Quando si parla della famiglia e dei suoi problemi, bisogna stare molto attenti, non si deve dare troppo retta ai numeri. Sicuramente le cifre fanno impressione. Personalmente sono pi abituato a guardare agli aspetti positivi e alla speranza che la famiglia custodisce e di cui portatrice che non alle difficolt. Credo che questa situazione particolare ci debba impegnare in una sorta di evangelizzazione nuova. Nuova non vuol dire rinnovare levangelo della famiglia, tuttaltro, ma rinnovare levangelizzazione nel senso di una Chiesa vicina, accompagnatrice, madre, che educa. Se assumiamo questo atteggiamento la gente ci capisce e accetta anche la parola come dire dura del Vangelo, che spesso in certe situazioni familiari pu sembrare anche escludente. per questo che abbiamo pensato a due incontri singolari con il Papa. Uno riservato agli sposi e ai sacerdoti insieme per recuperare unidentit vocazionale, per ricapire il comune impegno educativo. E poi un altro incontro ancora pi significativo: quello con i fidanzati per manifestare loro la vicinanza della Chiesa. Mi auguro che il Pontefice offra a tutti un progetto sponsale alla luce dellEucaristia. (nicola gori)

Il vescovo Adriano Caprioli spiega gli obiettivi del

XXV

Congresso eucaristico nazionale italiano

Alla riscoperta del ruolo dei laici nella societ


Stimolare i laici cristiani a prendere coscienza del loro ruolo nella societ: questo uno degli obiettivi fondamentali dellassise ecclesiale che si conclude domenica ad Ancona, secondo monsignor Adriano Caprioli, vescovo di Reggio Emilia - Guastalla e presidente del Comitato per il Congresso eucaristico nazionale. Il presule lo spiega in questa intervista al nostro giornale. In un contesto di basse partecipazioni alle messe domenicali in tutte le parrocchie, che senso ha proporre lEucaristia quotidiana? Bisogna chiarire esattamente cosa vuol dire Eucaristia quotidiana. Il tema del congresso Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna. Nelle sue parole c il pane di vita, cio nella vita quotidiana. Il problema nel rapporto tra lefficacia dellEucaristia in quanto tale e la vita quotidiana. Ecco in tal senso il tema del congresso di Ancona non cancella ma riprende quello proposto nella precedente edizione a Bari nel 2005, quando si diceva che senza la domenica non possiamo vivere. Qual il problema? Il rischio? Che anche andando alla messa la domenica ci si dimentica che dobbiamo vivere lEucaristia ogni giorno negli ambiti della vita. Ecco da qui la riflessione suddivisa in cinque ambiti che hanno caratterizzato la settima congressuale: Eucaristia per la fragilit, per laffettivit, per lavoro e festa, per leducazione, per la cittadinanza. Perch bisogna offrire un supplemento danima alla quotidianit? Perch non viviamo pi in una societ cristiana. Il IV convegno ecclesiale nazionale svoltosi a Verona nel 2006 ci ha fatto prendere coscienza che si creata una distanza culturale sempre pi a forbice allargata tra la fede cristiana e la mentalit contemporanea in tanti ambiti della vita quotidiana. Il convegno di Verona ha dato un messaggio molto importante perch invece di considerare questa distanza una sorta di condanna, quasi una disgrazia, una fatalit, al contrario la considera unoccasione, unopportunit, diciamo una grazia per fare scelte prioritarie nella nostra societ. Laspetto fondamentale che abbiamo bisogno di una Chiesa che testimoni il risorto negli ambiti della vita di ogni giorno. La messa quotidiana potrebbe essere una nuova forma di catechesi? Celebrare non esattamente catechesi, perch sono due linguaggi diversi. Un conto celebrare, un conto comunicare e istruire sulla fede. per questo che noi vescovi insistiamo perch liniziazione cristiana non sia solo catechismo, ma deve essere esperienza di festa, di Eucaristia domenicale e poi anche esperienza di carit e di servizio e quindi di preparazione a scelte vocazionali. Il tema parte tutto dallicona biblica del capitolo VI di Giovanni: Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna. Questo testo aiuta a capire che Ges pane spezzato, ma anche e ancor prima, Parola da spezzare. Gi santAgostino spiegava ai suoi catecumeni che lEucaristia il nostro pane quotidiano, ma dobbiamo riceverla non tanto per saziare il nostro corpo, ma il nostro spirito. Aggiungeva poi che anche la predicazione e le letture che si ascoltano in chiesa sono pane quotidiano. C distanza tra la proposta di una vita spirituale e la realt quotidiana? Se s, come si pu superare tale distanza? Questo il punto pi importante del dibattito congressuale, perch lobiettivo del congresso quello di smuovere tutta la Chiesa. Esso non separabile dal cammino delle nostre chiese in Italia e questo cammino di Chiesa un cammino di tutto il popolo di Dio. Allora importante riscoprire il tema delle vocazioni e di tutte le vocazioni, in particolare negli ambiti della vita quotidiana, dove sono impegnati tutti i preti, i consacrati, ma soprattutto i laici. Il congresso fondamentalmente vuole riattivare la vocazione secolare cristiana dei laici senza la quale la comunit fatica ad abitare gli spazi della vita quotidiana. Nella Sacramentum caritatis al numero 83 Benedetto XVI parla della vita quotidiana come luogo di coerenza eucaristica in famiglia, nella comunit parrocchiale, ma anche nella vita civile. Il Pontefice auspica coerenza eucaristica nella politica, quando sono in gioco decisioni fondamentali: rispetto della vita umana, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libert di educazione dei figli e la promozione del bene comune. interessante notare che proprio questa tematica ha segnato diverse giornate, in vari momenti e sedi del congresso. Signore da chi andremo?: quale risposta pu dare il Congresso a questa domanda? Prima di dare una risposta il Congresso deve suscitare la domanda, perch alla fine del capitolo VI di Giovanni, linterrogativo Signore da chi andremo? rivolto da Pietro a Ges. Certo, nel testo c anche la risposta: Tu solo hai parole di vita eterna. Viviamo in un contesto di pluralismo religioso e non solo per il fenomeno dellimmigrazione, ma per la globalizzazione, la comunicazione massmediale pubblica e senza frontiere che mette soprattutto in luce la domanda che Ges faceva ai suoi discepoli: La gente chi dice che sia il Figlio delluomo?. E le risposte sono tante: chi un profeta, chi Giovanni Battista. A Ges, per, interessano le risposte dei suoi discepoli: Voi chi dite che io sia?. Questa la domanda del Congresso eucaristico sullunicit singolare di Ges che deve riflettersi poi nella vita pastorale di una Chiesa, nella catechesi, nella liturgia, nella spiritualit e nella cultura. Credo che il tema della singolarit e centralit del risorto sia il punto di partenza di ogni cammino della Chiesa oggi. (nicola gori)

La cattedrale di San Ciriaco ad Ancona

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