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LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
domenica 11 settembre 2011
Unicuique suum
Anno CLI n. 209 (45.854)
.
Lettera di Benedetto
allarcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale statunitense monsignor Timothy M. Dolan nel decennale degli attacchi contro gli Stati Uniti
Ricordo e impegno
di ROBERT IMBELLI Boston, New York e Washington D.C., l11 settembre 2011 era radioso e senza nuvole, una perfetta giornata di fine estate. Chi ha vissuto il suo inizio e poi lorrore che seguito non pu non ricordare quel giorno senza un moto di tristezza. Tuttavia, il ricordo della tragedia, come lanamnesi della liturgia, pu servire da esortazione a un impegno e a una comunione rinnovati. Il beato John Henry Newman ci ha insegnato a distinguere fra comprensione speculativa e reale. La prima, per quanto importante, resta astratta e concettuale. La seconda concreta ed esperienziale, e sprona allazione. La tragedia dell11 settembre evoca la comprensione viva di quattro verit. La prima: la passione e la convinzione religiose possono stimolare il bene, ma possono anche alimentare il fanatismo mortale. Per divenire dono di s, limpegno religioso deve essere temperato dal discernimento della ragione. Un importante testo del Nuovo Testamento, spesso citato da Benedetto XVI, linizio del dodicesimo capitolo della Lettera ai Romani. In esso lapostolo ci esorta a impegnarci nel culto spirituale (logikn latrian). Questo culto secondo il logos comporta che lamore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge lamore (Romani, 13, 10). Per il Papa la fede autentica non pu disprezzare la ragione, ma la purifica e la perfeziona. La seconda verit che molto spesso diamo per scontato e non riusciamo a riconoscere la preziosit del dono della vita e dellamore. Molti giovani, dopo l11 settembre, hanno riletto lenciclica del beato Giovanni Paolo II Evangelium vitae e ci li ha sfidati a fare propria, in modo pi pieno, quella visione di un umanesimo integrale. Sono arrivati a comprendere che una visione veramente cattolica integra la sollecitudine per il feto nel grembo materno, per la vedova e per lorfano, per il rifugiato e per lanziano. Non mette questi interessi in competizione fra loro, ma li inserisce in un impegno unico per il Signore che venuto affinch tutti abbiano la vita e labbiano in abbondanza (Giovanni, 10, 10).
Di seguito una nostra traduzione della lettera del Papa. Grazia a lei e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Ges Cristo! In questo giorno, rivolgo i miei pensieri ai tristi eventi dell11 settembre 2001, quando cos tante vite innocenti sono andate perdute nel brutale attentato alle torri gemelle del World Trade Center e negli altri attacchi a Washington D.C. e in Pennsylvania. Mi unisco a lei nellaffidare le migliaia di vittime alla misericordia infinita di Dio Onnipotente e nel chiedere al nostro Padre celeste di continuare a confortare quanti piangono la perdita dei loro cari. La tragedia di quel giorno resa ancor pi grave dalla rivendicazione dei suoi autori di agire in nome di Dio. Ancora una volta, bisogna affermare senza equivoci che nessuna circostanza pu mai giustificare atti di terrorismo. Ogni vita umana preziosa allo sguardo di Dio e non bisognerebbe lesinare alcuno sforzo nel tentativo di promuovere nel mondo un rispetto autentico per i diritti inalienabili e la dignit degli individui e dei popoli ovunque. Il popolo americano deve essere lodato per il coraggio e la generosit che ha dimostrato nelle operazioni di soccorso e per la sua tenacia nellandare avanti con speranza e fiducia. Prego con fervore affinch un fermo impegno per la giustizia e per una cultura globale di solidariet aiuti a liberare il mondo dal rancore che cos spesso scatena atti di violenza e crei le condizioni per una pace e una prosperit maggiori, offrendo un futuro pi luminoso e pi sicuro. Con questi sentimenti, porgo i miei saluti pi affettuosi a lei, ai suoi fratelli Vescovi e a tutti coloro che sono affidati alla vostra sollecitudine pastorale e imparto volentieri la mia Benedizione Apostolica quale pegno di pace e di serenit nel Signore. Dal Vaticano, 11 settembre 2011 BENEDETTO
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In terzo luogo, l11 settembre ha rivelato in modo traumatico la precariet assoluta della vita umana. Tutte le nostre aspirazioni e i nostri traguardi possono essere spazzati via in un attimo. Come lerba sono i giorni delluomo. Lo investe il vento e pi non esiste lamenta il salmista (103, 15-16). Alla luce di questa consapevolezza tutti possono sicuramente prendere a cuore lesortazione della tradizione buddista: Siate consapevoli!. La sfida spirituale rivolta a ciascuno di essere consapevoli del momento attuale e della presenza preziosa dellaltro. La tradizione biblica, echeggiata quotidianamente nella liturgia delle Ore, insiste: Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore (Salmi, 95, 7-8)! E tanto spesso la voce di Dio parla attraverso la voce del nostro prossimo, attraverso la sua gioia e la sua speranza, il suo dolore e la sua afflizione. Infine, rimane il ricordo pi vivido di quel giorno terribile, non cio lodio dei terroristi, ma il sacrificio coraggioso dei soccorritori, i primi a reagire. Sia che fossero cristiani o ebrei, musulmani o di nessuna fede religiosa dichiarata, quegli uomini e quelle donne hanno osservato linsegnamento di Ges: Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la sua vita per i propri amici (Giovanni, 15, 13). La loro stata una solidariet vissuta, anche fino alla morte. Tuttavia, la speranza cattolica trascende perfino questa generosa solidariet terrena. Non si limita soltanto alla vita attuale. La nostra grande speranza comprende anche la risurrezione dai morti e la vita del mondo che verr. Come scrive Benedetto XVI nella sua splendida enciclica Spe salvi: Dovremmo renderci conto che nessun uomo una monade chiusa in se stessa. Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con laltra. Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo. Continuamente entra nella mia vita quella degli altri: in ci che penso, dico, faccio, opero. E viceversa, la mia vita entra in quella degli altri: nel male come nel bene. Cos la mia intercessione per laltro non affatto una cosa a lui estranea, una cosa esterna, neppure dopo la morte. Nellintreccio dellessere, il mio ringraziamento a lui, la mia preghiera per lui pu significare una piccola tappa della sua purificazione. E con ci non c bisogno di convertire il tempo terreno nel tempo di Dio: nella comunione delle anime viene superato il semplice tempo terreno. Non mai troppo tardi per toccare il cuore dellaltro n mai inutile (48). Queste sono la preghiera e la speranza che i credenti recheranno nel cuore quando si riuniranno nel giorno del Signore per ricordare il decimo anniversario dell11 settembre e per celebrare, ancora una volta, la comunione di tutti in Cristo.
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il Santo Padre ha nominato Vescovo titolare di Zama minore il Reverendo Monsignore Barthlemy Adoukonou, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura.
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In un discorso alluniversit di Richmond in Virginia
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di guerra non adatto. Guerra, da sempre, significa una certa simmetria nel conflitto, una certa conoscenza reciproca delle parti coinvolte. Nel caso in questione uno Stato razionale e moderno, sostenuto dalla societ che lha creato, si trova di fronte a una miriade impalpabile di
gruppi non ben definiti, dei quali mal si conosce il legame reale con societ che si conoscono ancora meno. Come chiedeva lopinione pubblica, e poich bisognava pur reagire all11 settembre, gli Stati Uniti sono entrati in due guerre. In Afghanistan
e in Iraq hanno fatto lesperienza che aveva gi vissuto la Francia in Algeria, quella in cui la vittoria militare si ottiene tramite uninvasione massiccia e tecnicamente ineccepibile, ma che non porta a nulla. La vittoria per parafrasare santAgostino la tranquillit dellordine. Si
La Flag of Remembrance esposta a Battery Park a New York in occasione delle celebrazioni nellanniversario dellattentato
ben lontani da questo. Lasimmetria risalta fra i soldati superequipaggiati, muniti di armi high tech, e una popolazione enigmatica, indifferente, subdolamente ostile, che li guarda come fossero marziani. E che tuttavia produce combattenti capaci di far esplodere bombe, di terrorizzare con attentati alla cieca, pronti a morire e a suicidarsi. Lasimmetria non ha fatto altro che aggravarsi in dieci anni. Le nostre societ democratiche non sopportano pi la morte dei loro soldati, anche se volontari e magnificamente addestrati. La prima guerra mondiale ha fatto morire dieci milioni di giovani. Attualmente, in tutti i Paesi sviluppati la morte in guerra vista come uno scandalo. Si alza quindi il livello di raffinatezza tecnica, si reclutano milizie mercenarie, i droni sostituiscono i vulnerabili elicotteri. Nello stesso tempo questo genere di conflitti asimmetrici obbliga a compiere azioni sporche che feriscono la coscienza e screditano il nostro rispetto dei diritti delluomo. Senza dimenticare che, se dalla nostra parte ci sono pochissimi morti, dallaltra ce ne sono molti, e anche questa unasimmetria che colpisce. Il secondo concetto implement democracy. il fine di questa guerra in quanto ben necessario che una guerra abbia un fine, senza il quale le democrazie non la intraprendono. Che cosa
la Nazione anche una creazione della storia. Un assembramento di clan e di trib sotto uno Stato creato di sana pianta non assimilabile a una Nazione. Al suo posto prospera il nazionalismo, che pu fare a meno della Nazione, e che significa soprattutto odio verso lAmerica e i suoi alleati. Non sappiamo ancora se gli sforzi compiuti per dotare lAfrica e il Medio Oriente di Stati nazionali sani e dignitosi porteranno frutti duraturi. Questi tre concetti hanno determinato un nuovo sistema di alleanze. A causa del primo, e nella prospettiva degli altri due, stato necessario accettare laiuto La terra ha continuato a girare di alleati democratici solo a portandoci una marea di nuovi problemi parole che hanno fatto pagare caro il loro appoggio e di nuove sfide che si accumulano e sostenere a lungo governi corrotti e dittatoriali riteSenza che quella dell11 settembre nuti avversi al terrorismo. sia stata veramente affrontata Non sappiamo a cosa porter la loro caduta. prudende qualcosa di diverso, a volte il suo te sperare che i nuovi dirigenti, di contrario. Implement democracy: cui salutiamo la primavera, abbiapossibile laddove il fondamento no la volont dimplement democracy, quello del mondo orientale o africao la capacit di far progredire la nation building? no? Gli americani citano a volte il caso della Germania nel 1945. Il paLa terra ha continuato a girare in ragone non tiene. La Germania era questi dieci anni, portandoci una una porzione gloriosa della civilt marea di nuovi problemi, di nuove europea. Dopo lorrendo episodio sfide che si accumulano senza che nazista, ha ripreso la sua naturale quella dell11 settembre sia stata veevoluzione e ha accettato ancor meramente affrontata. Un esempio: glio la democrazia in quanto la desisappiamo meglio cos lislam? Posderava da un secolo. Lo stesso si siamo rispondere a questa domanda pu dire della Polonia, che era rimafra mille altre: il terrorismo islamico sta europea sotto la glaciazione so in rottura con questa religione che vietica. Per capire tutto ci la politisi proclama una religione damore, di tolleranza e di pace? Assomiglia cal science non basta. Occorre la stoalla domanda fatta dal Santo Padre ria. nel suo discorso di Ratisbona. Il terzo concetto, nation building, Gli stato risposto? il prolungamento del secondo. Ma significa, a grandi linee, la democrazia? Un regime rappresentativo sottoposto alla regola del diritto. Un regime, insomma, simile ai nostri. I nostri regimi sono chiamati dagli storici Nuovi Regimi, in contrasto con gli Antichi Regimi sui quali sono stati eretti. Sappiamo che hanno impiegato secoli a costituirsi nel quadro di una civilt ben precisa, quella dellEuropa, cattolica e protestante, trapiantati poi in America del Nord. Senza questo fondamento storico democrazia una parola vuota, o piuttosto una maschera che nascon-
Il terreno su cui lattacco ha lasciato le tracce pi consistenti stata la politica monetaria della Federal Reserve
Brothers. Proprio quella banca che subito dopo gli attacchi aveva deciso di spostare il suo quartier generale lontano da Manhattan. Voleva evitare altri crolli.
so la fiducia reciproca, come dimostra proprio lepisodio della cattura di bin Laden, quando gli americani decisero di agire di nascosto piuttosto che avvertire i pakistani. E in questo si esprime una certa contraddizione nella politica della superpotenza a stelle e strisce che, in tutti questi anni, ha abbondante-
di GIULIA GALEOTTI rano le otto in punto quando uscii in strada, le otto di quel mattino dell11 settembre del 2001 solo 45 minuti prima che il primo aereo si schiantasse contro la Torre nord del World Trade Center. Soltanto due ore dopo, il fumo di tremila corpi carbonizzati sarebbe stato portato dal vento verso Brooklyn e si sarebbe posato su di noi in una bianca nube di cenere e morte. Ma per adesso erano ancora le otto, e mentre camminavo lungo il viale sotto quello splendido cielo azzurro ero felice, amici miei, luomo pi felice che sia mai vissuto. Sono le righe finali del romanzo di Paul Auster, Follie di Brooklyn (2005). A differenza, ad esempio, di Luomo che cade (2008) di Don DeLillo o Molto forte, incredibilmente vicino (2005) di Jonathan Safron Foer, Follie di Brooklyn non un romanzo sull11 settembre: il libro di Auster ha un inizio, uno svolgimento e una conclusione che ne prescindono completamente. , infatti, la storia di Nathan Glass, triste e malconcio superstite della propria vita, che torna nella Brooklyn della sua infanzia alla ricerca di un buon posto per morire, scoprendovi invece la forza vitale delle relazioni umane. Ma perch lautore chiude un romanzo gi concluso con lirrompere della tragedia? Forse lo fa non tanto per scioccare il lettore, quanto per affidargli la responsabilit di decidere. Nellimpatto con il dramma che, da un istante allaltro, ha cambiato il nostro modo di pensare, sperare e, soprattutto, guardare il prossimo, quel lungo e accidentato percorso compiuto da Nathan Glass verr incenerito con il crollo delle torri (riportandolo al mesto e cupo naufrago che era)? Oppure, grazie a quellitinerario, egli sar in grado di affrontare la nuova realt? Immaginare la reazione di questuomo dipende dal carattere e dalla storia personale del lettore. E, forse, dipende anche dal suo rapporto con quei lunghissimi minuti di dieci anni fa. Chiunque allora fosse gi nellet della parola, ricorda esattamente dove si trovava quando vide e, poi, realizz
(ma il passaggio non fu immediato) che due aerei avevano disintegrato come panetti di burro le torri simbolo dellOccidente lanciato verso il futuro. Quando vide e, poi, realizz che il lavoro incessante di poche persone corrose dallodio, aveva trasformato il profilo cittadino pi noto al mondo. Quando vide e, poi, realizz che quella crudelmente ordinata implosione in cerchi concentrici era riuscita a scalzare dal nostro immaginario visivo il fungo sopra Hiroshima. Il senso di orrore e di profonda, radicale vulnerabilit, stato sicuramente accentuato dal mezzo (un aereo di linea trasformato in carnefice) e, soprattutto, dal bersaglio. La punta meridionale di Manhattan, tra la Statua della libert e Wall Strett. Novit folle e potente della storia allinizio del terzo millennio, quella scomparsa labbiamo vista in diretta. I giornalisti, scompigliati e in maniche di camicia, erano quasi inutili nellimmediato. I cronisti eravamo noi. Noi, chiamati davanti allo schermo dal tam-tam delle notizie sul primo aereo proprio nel momento esatto in cui si stravolgeva la politica mondiale, abbiamo avuto il tempo di alzarci dalle nostre sedie, di accendere le nostre televisioni e di vedere la storia farsi in diretta. Era l, dinnanzi a noi, il fatto nudo e crudo. Abbagliante, violento, inconcepibile. Tutto stato forte (Jonathan Safran Foer). Tanti di noi hanno visto (immediatamente, solo gi un secondo dopo) il replay infinito del primo crollo (un replay talmente riproposto da diventare familiare nel giro di qualche minuto). Poi, tra un replay e laltro dellattacco alla torre nord, lirruzione del secondo aereo. Lo abbiamo visto l, davanti a noi, comparire dal lato destro dello schermo, avvicinarsi, avvicinarsi sempre pi alla torre sud fino al momento esatto in cui affondato, placido e incandescente, come una taglientissima lama fenderebbe un enorme gelato. Era davvero reale il secondo aereo? Si trattava solo dellennesimo replay o avevamo assistito in tempo reale a una bomba umana che colpiva mortalmente la sua preda di carne e cemento? E noi l, dallaltra parte dello schermo, che tipo di testimoni eravamo? Come ha scritto David Foster Wallace, sembra grottesco racconta-
puoi vedere torri dove torri non ci sono. Come lamputato che sente il dolore delle membra sparite (Smith). Di incredulit, la prima reazione. I miei ragazzi hanno pensato che fosse solo un film alla Independence Day finch poi non si sono accorti che cera lo stesso film su tutti i canali: le parole della cassiera registrate da David Foster Wallace parrebbe unannotazione folcloristica (e molto americana), eppure sono parole drammaticamente vere. L per l, la confusione tra realt e immaginazione venne decuplicata non solo dallincredulit del fatto, ma dalla sensazione di aver gi visto (o almeno intravisto) quelle scene in film o romanzi. Allincredulit, si quindi affiancato lorrore. Sembrava linizio di un inverno nucleare (...). Tutta un tratto calata su di noi una quiete assoluta e ci siamo ritrovati in mezzo a una nebbia chiarissima, accecante, come una tempesta di neve in un giorno di sole (Amitav Ghosh). Infine, a fatica, arrivata la consapevolezza. S, limpossibile era vero: un secondo aereo, la seconda torre. stato proprio quello, lavvento del secondo veivolo (uno squalo che avanzava basso sopra la Statua della Libert), il momento determinante. Fino ad allora lAmerica era stata convinta di assistere a un fatto non pi grave del peggior disastro aereo della storia; ora cominciava a farsi unidea dellinverosimile violenza schierata contro di lei. (...) L11 settembre ha comportato uno schianto morale, a livello planetario; ha anche accorciato la distanza che separa la realt dal delirio (Martin Amis). Delle tremila persone morte in quel marted di dieci anni fa, solo quelle a bordo del quarto aereo conoscevano con certezza che cosa stavano vivendo. Come ha affermato il regista britannico Paul Greengrass, autore di United 93 (film del 2006 che racconta la ribellione dei passeggeri su uno dei voli dirottati dai terroristi), quanti si trovavano sul quarto aereo furono i primi ad abitare il mondo post 9/11. Avviati i soccorsi, planata la polvere, schiarita laria, ci si accorti che davvero tutto quel che resta delle torri la griglia di due facciate rimaste in piedi tra le macerie. (...) Enormi tronchi vuoti di acciaio [che] vengono derisi
dallo sguardo impervio degli edifici confinanti che si stagliano, integri, su quel grande vuoto al centro (Charles Bernsein). Ecco il fumante frammento di filigrana (DeLillo), da Liberty Street vedo il loro scheletro; sembra il quadro di Babele fatto da Brueghel (Smith). Tanto stato detto, viene detto e verr detto sugli effetti di lungo periodo per lOccidente, per lIslam, per lumanit. L11 settembre aveva fatto vittime anche dalla mia parte del mondo ha scritto il medico palestinese Izzeldin Abuelaish . cos che il terrorismo mette radici. Diffondendosi tra i profughi, gli insoddisfatti e gli ignoranti, produce paura, sfiducia e intolleranza (Non odier, Casale Monferrato, Piemme, 2011). Certo che quella mattina ha segnato la storia. Non fosse altro perch credevamo che uomini cremati da altri uomini per odio pazzo, fossero prerogativa degli orrori nazisti. E credevamo che mai altri privati cittadini si sarebbero ritrovati a respirarle. Invece ecco le ceneri dell11 settembre stendere quasi un velo sulla citt di New York. Le ceneri delle torri, degli aerei, della vita nuovamente cremata dalla follia criminale. Eppure, anche qui, c stato chi riuscito a farne poesia. Come ha scritto Hettie Jones, respiriamo cadaveri, li tratteniamo nei nostri polmoni cos come da vivi li stringevamo fra le nostre braccia. Quelle bombe umane lanciate sul World Trade Center non hanno solo tolto la prerogativa dello shock da 11 settembre a un intero Paese, il Cile (l11 settembre 1973 la data del golpe militare di Pinochet). Lhanno democraticamente inoculato in tutti gli uomini e le donne di buona volont. Chi stato a Ground Zero dopo quella data ma prima della ricostruzione, ha indelebilmente impresso quellimmenso cratere, squarcio doloroso in una citt intonsa, come una ferita aperta e purulenta che un corpo sano si porti costantemente appresso. Forse, il mausoleo migliore sarebbe stata curarla, con prati e alberi, quella ferita, ma lasciarla l, nuda. A vera, semplice e speranzosa memoria di quel marted delle ceneri.
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Concluso al monastero di Bose il convegno ecumenico di spiritualit ortodossa Il Congresso eucaristico di Ancona
Messaggi delle comunit religiose per lanniversario degli attentati dell11 settembre a New York
ha la missione di avvicinarsi agli esseri umani esistenzialmente e amabilmente per insegnare agli altri come amare ed essere amati, per guarire gli altri e insegnare loro ad accogliere gli altri, a essere in comunione con gli altri e spronarli al cambiamento. Il fine della spiritualit ortodossa la santificazione e la santit: Dobbiamo stare attenti a non trascurare o ad abbandonare questo fine ha ammonito Elpidophoros assumendo una miriade di altre attivit che sono estranee alla vera natura e al vero scopo della spiritualit. La relazione conclusiva del convegno stata affidata al metropolita di Volokolamsk, Hilarion Alfeyev, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il quale ha sottolineato limportanza della sacra Scrittura nella teologia ortodossa contemporanea. La comprensione e linterpretazione della sacra Scrittura nella teologia ortodossa ha osservato per alcuni aspetti differiscono dal modo in cui la Scrittura concepita nelle Chiese e scuole teologiche occidentali. Questa differenza riguarda an-
In vista delle elezioni parlamentari e presidenziali del 28 novembre nella Repubblica Democratica del Congo
mo con spirito di unit per affrontarle, e preghiamo affinch leredit dell11 settembre non sia la paura, ma piuttosto la speranza in un mondo rinnovato. Nel ricordare gli eventi del 2001, si conclude poi ribadendo: Possiamo quindi mettere da parte le divisioni e unirci nel compito di rinnovare la nostra nazione e il mondo. L11 settembre sar giorno di preghiera in tutte le parrocchie cattoliche degli Stati Uniti, ma anche in quelle della Chiesa ortodossa russa allestero, che ha diffuso una nota invocando preghiere di consolazione. Luned 12 settembre, infine, verr celebrata una giornata di preghiera presso la chiesa cattolica della Sacra Famiglia, sempre a New York, in occasione dellapertura dellAssemblea generale delle Nazioni Unite. Il 9 settembre, fra laltro, la tragedia degli attentati stata ricordata nella sede delle Nazioni Unite con una cerimonia alla quale hanno partecipato rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica, musulmana e buddista, i quali hanno utilizzato quattro diverse candele per accenderne una pi grande, simbolo dellintera umanit. Limam dellIslamic Cultural Center di New York, Shamsi Ali, ha invitato i fedeli musulmani a essere ambasciatori di pace. La commemorazione delle vittime sar al centro della giornata in vari Paesi. L11 settembre verr ricordato fra laltro in Australia, dove il cardinale arcivescovo di Sydney, George Pell, presieder una cerimonia nella cattedrale di Santa Maria. Il Consiglio ecumenico delle Chiese, dalla sede di Ginevra, in Svizzera, si unisce con un messaggio rivolto dal segretario generale, Olav Fykse Tveit. Limpegno per la pace, si osserva,
il modo pi sicuro per vincere su coloro che hanno visto nell11 settembre la nascita di una nuova era di divisione e di morte. Molti di noi sono convinti che la non violenza pu essere la risposta a lungo termine pi efficace verso una pace duratura basata sulla giustizia. E si aggiunge: Facciamo appello ai leader religiosi e alle persone di buona volont a unirsi a noi nella costruzione di solide relazioni basate sulla dignit umana e sul rispetto. Per loccasione, inoltre, il sito del primate della Comunione anglicana, larcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, propone un video con il quale si offre una testimonianza personale dello stesso presule. La commemorazione segner il culmine dellapertura, domani, dellincontro internazionale di preghiera, promosso dalla Comunit di SantEgidio a Monaco di Baviera, in Germania, con la messa presieduta in mattinata nella cattedrale della citt dal cardinale arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx. Dopo la messa, nella cornice della Marstallplatz, avr luogo la cerimonia in memoria dell11 settembre. Lincontro, dal titolo Destinati a vivere insieme. Religioni e culture in dialogo, si articoler, fino al 13 settembre, in un fitto programma di interventi che vedranno come protagonisti leader di varie religioni e confessioni. Liniziativa della Comunit di SantEgidio che precede la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che sar celebrata ad Assisi il 27 ottobre alla presenza di Benedetto XVI e di numerosi rappresentanti religiosi giunta alla sua ventiquattresima edizione.
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