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Sasà Salvaggio, noto showman siciliano, aderisce al

Comitato Promotore “Lingua, Cultura e Media Siciliani”


Palermo, 17 gennaio 2007

L’Altra Sicilia, associazione a servizio


della Sicilia e dei Siciliani, che da qualche
mese ha intrapreso una campagna in
difesa della lingua e della cultura siciliane
con la sua proposta di legge di iniziativa
popolare “Lingua, Cultura e Media
Siciliani”, ha invitato diverse personalità
del mondo dello spettacolo e della cultura
ad associarsi a questa battaglia. Il primo
nel mondo dello spettacolo a rispondere a
questo nostro appello è stato Sasà Salvaggio, noto showman siciliano; forse proprio perché,
contrariamente a tutti gli altri, è a contatto da diverso tempo con le nostre comunità siciliane all’estero,
dove i suoi spettacoli “Siciliani brava gente” 1 e 2 hanno riscosso un enorme successo.

Abbiamo rivolto 3 domande al Siciliano Sasà Sarvaggiu:

Sasà, quali sono le motivazioni di questa tua adesione?


Nelle scuole si studia il latino, il greco, l’inglese, non vedo perché non si dovrebbe studiare il siciliano
che è la nostra lingua. Una lingua, tra l’altro, che rimane pressoché intatta da quasi mille anni:
qualsiasi siciliano di oggi, infatti, non trova alcuna difficoltà nel comprendere gli scritti in siciliano di
qualsiasi epoca, anche i più antichi.
Una lingua che va insegnata e tramandata ai nostri figli: lo dico sempre nei miei spettacoli di non
vergognarsi a parlare siciliano. Quei genitori che proibiscono ai propri figli di esprimersi in siciliano
ignorano la ricchezza culturale di questa lingua; in Sicilia ogni cosa che si fa è cultura, persino il
parlare: il lessico della nostra lingua ingloba prestiti dalle più svariate lingue, a testimonianza della
nostra ricca storia.

Sasà Salvaggio è diventato famosissimo anche presso le nostre comunità all’estero; come
mai?
Mi son trovato spesso a frequentare tali comunità, proponendo vari spettacoli e diffondendo i dvd dello
spettacolo “Siciliani brava gente”. E’ sempre emozionante incontrare i nostri conterranei, constatare
quanto sono legati alla loro madre terra: pur vivendo fuori dalla Sicilia sono molto più siciliani di noi!. Si
è creato un rapporto speciale, molti mi hanno scritto delle e-mail raccontandomi le loro storie di
emigrazione, alcune bellissime, davvero particolari e molto toccanti. Le ho raccolte in un libro che si
chiama come lo spettacolo - “Siciliani Brava Gente” – che ho pubblicato ed è oggi in vendita nelle
migliori librerie siciliane e nelle più importanti città italiane. E’ bello perché è fatto dai siciliani; io, nel
mio piccolo, ho fatto un po’ come faceva Pitrè, sempre attento ad ascoltare la gente per cogliere dalla
loro viva voce e riferire le tradizioni di Sicilia. E’ un lavoro che mi ha inorgoglito anche perché ho
lasciato una traccia mia in tutto il mondo, al di là dell’essere un uomo di spettacolo.

Nei tuoi prossimi impegni artistici continuerai a soffermarti sulle tradizioni e sulla cultura di
Sicilia?

Adesso sto lavorando a un nuovo progetto che si chiama “Racconti di Sicilia”; girerò la Sicilia con una
motolapa, di quelle decorate come i carretti siciliani. Racconterò degli aneddoti siciliani, storie di
Pirandello, di Sciascia, rivisitate in chiave comica. Ce ne sarà una sulle corna, sì, un monologo proprio
sulle corna! Tutte storie condite da musica “sicula” e da gastronomia siciliana, non solo quella
tradizionale stile pasta chî sardi ma anche una più moderna, a testimonianza che la nostra cultura, in
questo caso culinaria, è viva e si rinnova. Del resto, anche nell’attuale spettacolo “Sasao Meravigliao”
parlo delle tradizioni e della cultura siciliane; metto in evidenza tanto i pregi quanto i difetti del nostro
popolo, senza cadere nell’autoesaltazione ma nemmeno nell’autodenigrazione. Un luogo comune dice
che tra i nostri difetti c’è quello di non voler lavorare tanto; e forse è anche vero! Però, come dico nello
spettacolo, il problema non è che non vogliamo lavorare, è che abbiamo un ritmo diverso, dovuto al
clima. Su internet ho scoperto che esiste uno studio scientifico di una università americana che
dimostra che lavorare sopra i 30° è dannoso per la salute e può apportare stress! Quindi è normale
che alle nostre latitudini si lavori di meno. E siccome nel futuro le temperature sul pianeta andranno ad
aumentare… va a finiri chi ‘un travagghia chiù nuddu! Sì, noi siciliani abbiamo tantissimi pregi e
tantissimi difetti ma andiamo migliorando, però “con calma”; infatti l’imperativo siciliano è la Calma!
Tutto quello che c’è da fare, alla fine si fa, però, per favore, con Calma!!

Un ultimo tuo appello…

W la Sicilia e, mi raccomando, andate a firmare per questo progetto di legge!!

www.laltrasicilia.org

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