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Comunicazione giornalistica Anno 2007/2008

Caterina Cerini (0000283903)

FUORI Dal CoRo Non Far sentire la tua voce, Scrivila!


La controinformazione delle punkzine

La provocazione ben altra cosa, non il costume del sabato sera o la discoteca ghetto, lattitudine, come vivi da quando apri gli occhi la mattina, a quando li richiudi di notte. Non unetichetta che compri. Allora chi continua a parlare di punk e perch? Chi ne parla un estraneo altrimenti avrebbe vergogna ad usare una parola
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inventata da altri per inscatolare/soffocare/definire chi questa cosa se la vive e basta, qualsiasi nome abbia, quindi il punk non mai morto,perch, per fortuna, un movimento punk non mai nato Dalla Punkzine "XEROX Veleno-Rosso

1.Da Fanzine a Punkzine

I vocaboli fanzine e punkzine vengono spesso usati come sinonimi, ma esprimono realt molto diverse. Il termine fanzine nasce dalla fusione delle due parole inglesi Fan (= appassionato, seguace) e magazine (= rivista) e si riferisce a tutte quelle pubblicazioni realizzate da appassionati, che decidono liberamente di lavorare insieme accomunati dagli stessi interessi. Si tratta di fogli o giornali, stampati a tiratura limitata e senza scopo di lucro, realizzati in proprio e distribuiti direttamente allinterno di circuiti molto ristretti, slegati da logiche e dinamiche editoriali. La punkzine, invece, fa riferimento chiaramente allarea culturale punk di cui diventa portavoce in termini di bisogni, idee e interessi. Gli elementi chiave delle punkzine sono due: il primo la self-communication vale a dire lautoappagamento, la crescita personale che porta lindividuo ad interessarsi di problemi e fatti sociali a lui prima sconosciuti. Il secondo elemento fondamentale la produzione DIY (do it yourself), il fai da te lauto2

produzione. Le punkzine, infatti, sono solitamente prodotte da un numero ristretto di persone, o anche da una sola persona, che si occupa di scrivere gli articoli o le interviste, di scattare fotografie o realizzare semplici disegni, stampare la rivista, assemblarla ed, infine, distribuirla. Queste autoproduzioni, dal 1977 fino agli anni 90, saranno lunico mezzo di comunicazione allinterno della scena punk, la fonte principale di notizie e approfondimenti per tutti coloro che condividevano la stessa passione e le stesse idee. I giovani, cercando di esprimere s stessi, trovavano nelle punkzine lalternativa ad un futuro di alienazione imposto dalla societ del tempo. Le punkzine hanno distrutto i preesistenti moduli di comunicazione artistici e politici, hanno distrutto il giornale politico spacciato per controculturale, perch erano realmente portatrici dinformazione dal basso. Si trattava di uno stravolgimento dei precedenti modelli canonici dimpaginazione, lassenza dei classici schemi editoriali e stilistici; rappresentavano il caos espressivo. La creativit libertaria, senza compromessi o mediazioni politiche.

2.a. Questioni di stile


La scena punk italiana ha origine ufficialmente nel 1977, anno in cui, Raidue, trasmette i primi servizi su questo nuovo fenomeno musicale. In quel periodo il nostro paese era dominato da una situazione incandescente, con ondate di terrorismo, scioperi, violenza per le strade e una sanguinosa lotta politica tra giovani di estrema destra ed estrema sinistra, che riempivano giornali e notiziari. Una situazione, insomma, allinterno della quale il punk, una musica rumorosa e uno stile di vita estremo, passa quasi del tutto inosservato. Alla fine del 1976 i media erano impermeabili a questo nuovo movimento e le fanzine sfruttavano la libert che derivava dalla loro esclusione; la gente
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che le realizzava (spesso nascosta dietro uno pseudonimo per sfuggire allispettorato del lavoro) poteva esprimere qualsiasi cosa le passasse per la testa, senza preoccuparsi di censura, linee editoriali, scadenze. Anche sul fronte del linguaggio, queste riviste inaugurano un nuovo modo di scrivere e comunicare. Lo stile immediato colloquiale, a tratti volgare e scioccante, con unestetica dirompente e assolutamente inedita, accompagnata da contenuti spiazzanti ed estremi. Come ricorda Luca Frazzi, giornalista musicale, autore del documentario sul movimento punk Mamma mia dammi la Benza: del primo punk era bello anche parlare e scrivere, perch questo gi faceva sentire diversi". E con lavvento del punk arrivano le prime punkzine; in Italia non si era mai visto niente del genere: giornaletti scritti a mano o a macchina, ciclostilati o fotocopiati e diffusi per posta, o ai concerti. La voce dei punks sfuggiva alle regole del mercato editoriale, una rivoluzione anche sotto questo punto di vista. Una Rivoluzione che ci ricorda, un altro evento storico importante per il giornalismo. Le punkzine, infatti, per il modo in cui sono nate, ricordano a tratti la rivoluzione del Penny press avvenuta negli Stati Uniti negli anni 30 del 1800. I quotidiani allinizio dell800, erano un prodotto riservato alle elites sociali, agli uomini politici, i quali se ne servivano, per tenersi informati su avvenimenti internazionali. Vi era un unico modello di giornale. Con lavvento del Sun nel 1833, primo quotidiano venduto al prezzo di un solo penny, si manifesta lesigenza di informare e unire tutta la popolazione. Diffondere notizie e, cos, permettere di comunicare, anche a chi, per questioni di soldi o ceto, prima non poteva farlo. Lo stesso le punkzine nascono dallesigenza di rinnovare e di contrastare una stampa sociale che tentava di escludere una parte della popolazione, che seppur di numero limitato, manifestava lintenzione di comunicare e di scambiare informazioni. Il circuito degli anni 80 chiamato Punkaminazione un esempio perfetto di come i punk abbiano tentato di
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creare una rete di collegamento tra le varie punkzines dItalia. Per unire ed esprimersi. Osserviamo ora il primo prototipo di punkzine italiana Dudunata nellottobre del 1977 e poi trasformata nel 1978 con il nome di Pogo: Oltre alla volont di auto-gestirsi, spezzando i monopoli dellinformazione le caotiche punkzine rappresentano la rottura con il segno grafico fin troppo ricercato in cui ricadono i quotidiani attuali (da Dudu). In apparenza caotica e rozza, attraverso luso di caratteri diversi, di disegni sparsi, e di vignette provocanti, Dudu attira lattenzione e colpisce proprio per la libert e la creativit che guida la sua realizzazione: Non ci deve essere divisione tra arte e contenuto, non si pu fare un discorso relegato alle questioni estetiche scivolando nel nazionalismo. La nostra proposta artistica unarte che entra nella vita della gente. Unarte che abbraccia tutti i livelli della quotidianit. Una forma di liberazione dallassillo culturale italiano.

2.b. Lotta continua

Quando i capostipiti della scena punk cominciano a organizzarsi a livello cittadino, e a far circolare le prime punkzine, come fogli scritti a mano o fotocopiati, con notizie strettamente musicali, collage, traduzioni di testi e grafica innovativa; i media e la stampa italiani si soffermano sui lati pi superficiali del punk tralasciando completamente le motivazioni reali della sua nascita. La diffusione di questi fogli auto-prodotti nasce soprattutto dalla necessit di coprire un vuoto informativo lasciato dalle riviste italiane di settore che si occupavano poco di punk, se non per attaccarlo dal punto di vista ideologico e tecnico-musicale. A complicare la vita dei fanzinari di casa nostra, cera inoltre la micidiale legge sulla stampa italiana, che obbligava ogni pubblicazione a essere sottoposta allautorizzazione del tribunale e ad avere la firma del direttore responsabile iscritto allOrdine dei giornalisti. Per aggirare questo ostacolo, fin dallinizio degli anni 70 molti autori di fanzine si avvalgono dellesperienza di Marcello Baraghini, fondatore della rivista Stampa Alternativa di cui centinaia di pubblicazioni auto-gestite figurano come supplementi. Baraghini viene indicato come direttore responsabile di ognuna di queste fanzine, ricevendo in cambio una lunga serie di procedimenti penali per reati dopinione. Osserviamo ora un articolo del Corriere dInformazionedel 4 novembre 1977:

In questo articolo possiamo notare come la Stampa tendeva a recludere lo spirito del movimento punk nel termine, socialmente accettabile, di moda.
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Questo tentativo rispecchiava solo i dubbi e lambiguit che il movimento trasmetteva alla societ. A differenza delle generazioni precedenti, nel punk, dilagava un tono disperato e autodistruttivo, i giovani irrequieti erano gli spettatori del crollo dei miti sociali, e totalmente disillusi proclamavano il no Future!. Non cera futuro, infatti, per chi non riusciva e non voleva inserirsi in una societ, forse troppo conservatrice. Il punk era, anzitutto, una musica veloce e sporca in totale antitesi con il rock tecnico che lha preceduto e, anzi, a volte godeva dellessere privo di tecnica e sovversivo nei confronti del buonsenso musicale dominante dellepoca. Il punk , poi, amore per lassurdo e del nonsense, del fraintendimento ideologico. La censura non poteva essere pi radicale, ma per contrastarla ancora di pi i punk sceglievano di esibire simboli come la svastica e il logo delle SS, simbologie completamente tab, a soli 30 anni dalla fine seconda guerra mondiale. Esibirle era lapice della provocazione. Il realizzatore della punkzine pi famosa di tutti i tempi: T.V.O.R (= testa vuota, Ossa Rotte), del 1981, Stefano Stiv Rottame in un articolo scrive: Teste Vuote, per come ci giudicano gli altri; ovvero ragazzi sbandati vuoti, comunque gente incapace di avere proprie idee, suggestionati da un modo di vivere ereditato da una moda, dato che ogni cosa che fanno i giovani di diverso in Italia viene definita con questa schifosa parola. Ossa Rotte- per molteplici aspetti: perch se non te le rompe la polizia quando per farlo si attacca a stupidi pretesti, se cio le ossa non le rompiamo in scontri e risse, che per altro cerchiamo di evitare, ce le rompiamo rovinandoci sotto i palchi. La Stampa si scaten in una campagna moralizzatrice contro i punk, etichettandoli come giovani guidati solo dalla violenza e dallabuso di droghe, ragazzi con atteggiamenti discriminatori verso gli altri movimenti di quel periodo:
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I punk risposero allaggressione dellarticolo sopra-riportato con un volantino intitolatoLa Rabbia denunciando politici e polizia, rivendicando la mancanza di spazi di aggregazione. Marco Philophat nel suo libroCostretti a Sanguinare racconta: I giornalisti, cronisti, sociologi, studiosi, e sciacalli vari ci hanno rovinato la vita. Non ci sono mai stati dei rapporti diretti con nessuno di loro, non li abbiamo mai cercati, per da qualche tempo gli articoli sul punk appaiono frequenti su giornali e riviste di ogni specie. Uno pi terribile dellaltro. Nelle punkzine noi li attacchiamo frontalmente, non accettiamo nessuna forma di collaborazione con nessuna rivista, diventa centrale solo la realizzazione delle punkzine. La possibilit del fai da te si concretizza e coinvolge tutti. Il baratto diventa una pratica quotidiana, e nasce la -Virus Diffusioni- un banchetto permanente per la vendita di dischi e giornali auto-prodotti.. Uno dei punti pi alti della critica radicale al processo di repressione e spettacolarizzazione dei media nei confronti del movimento, avviene il 7 aprile 1984 quando il convegno dei sociologi sulle bande giovanili metropolitane venne, dapprima, contestato e poi, interrotto dallavvento guerrigliero di punk e creature simili, che simpegnavano a distribuire volantini imbrattati di sangue, dove capeggiava la scritta: Punk: rumore non gioco! Chi si propone di fare contro-informazione sostiene che i media siano asserviti da interessi economici e politici e che non riescano e non vogliano fornire una visione oggettiva della realt. Le punkzine hanno proposto un tipo di realt che, altrimenti, sarebbe rimasto nellombra; sotterrato dalla paura di qualcosa che, per lintensit con cui stato vissuto, e per linfluenza che aveva trasmesso alla scorsa generazione, avrebbe potuto sovvertire le logiche
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mediatiche della societ di massa.

3.Punkzine a Confronto: PoGo


La prima punkzine viene realizzata a Milano nellottobre 1977, e prende il nome di Dudu (Dada+Punk), foglio di agitazione dadaista, che conteneva al suo interno, articoli musicali, collage e racconti. Nel 1978 Dudu cambia nome e diventa, come il nuovo ballo punk, Pogo. Marco Philopat traccia un interessante profilo nel primo capitolo del suo libro: Costretti a Sanguinare: Pogo il primo esempio di rivista con uno stile radicalmente nuovo, gli argomenti trattati sono influenzati dal movimento del 77, i ragazzi dei circoli-giovanili- siamo i Dudu, siamo la rabbia. Vogliamo ribellarci ora!Rifiutiamo il lavoro nelle fabbriche e soprattutto attacchiamo frontalmente la logica della militanza, in fondo a noi, non ce ne frega niente nemmeno della musica punk o del punk, a noi interessa labolizione del futuro e della memoria. Questi sono alcuni pezzi di Pogo, altri erano ancora pi tremendi. Noi duduisti mostriamo la totale disillusione, lunica arma da contrapporre alla valanga della restaurazione! Pogo la prima rivista italiana a pubblicare interamente i testi delle canzoni dei Sex Pistols, dei Clash, degli Slits, un vero schiaffo alla stampa ufficiale che li relegava ad un fenomeno di folclore. Un passatempo. Una moda. Laspetto grafico copiato spudoratamente da Jamie Reid, disegnatore del marchio dei Sex Pistols: il titolo che si distrugge, il continuo uso dei collage, gli interventi grafici infantili. Allinterno della rivista si pu trovare anche un articolo in cui si esprime la teoria del DIY, do it yourself, ossia la disinvolta spiegazione su come costruire un vestito punk individualmente, su come mettere in piedi una vera band musicale
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ecc Questarticolo prendeva spunto da una delle prime punkzine inglesi Sniffing glue, che in prima pagina aveva semplicemente una scritta e un disegno: Questo un accordo, questo un altro, ora fatti una band!

Lultimo numero di Pogo esce alla fine del 1978, molto ridotto rispetto ai numeri precedenti, con tre interviste a gruppi musicali, e gli articoli su Freak Antoni ed Enrico Ruggeri, che concludono lesperienza della punkzine.

3.b ATTACK!
Nel corso degli anni le punkzine hanno subito numerose mutazioni. La grafica spartana e gli articoli semplici di Pogo vengono abbandonati, allinizio degli anni 80, per qualcosa di pi complesso. A Bologna, infatti, si era venuto a creare in quel periodo, uno vero e proprio laboratorio creativo che ha dato origine alla famosa punkzine Attack, realizzata da Giampaolo Giorgetti e Laura Carrioli, rispettivamente cantante e batterista dei Raf Punk. Una pubblicazione che segna un solco profondo col passato e pone le basi per levoluzione del punk italiano. La sua nascita coincide con un momento di grandi cambiamenti e contribuisce alla transizione verso quello che, in seguito, venne chiamato hardcore. A differenza delle punkzine precedenti, Attack propone un editoriale nel primo numero intitolato: A cosa serve questa rivista?che rappresenta una novit rispetto al passato. Questa punkzine serve ad informare, a dichiarare ci che il monopolio della stampa borghese, infarinandoci di solo musica cerca di nascondere. Lottiamo contro la
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misinterpretazione del punk, perch nessuno meglio di noi pu dire ci

che noi siamo.Helena Velena fondatrice di Attack scrive: Volevamo


stampare una rivista anarchica e fantastica, guidata da un sistema di autoproduzione interno dove si potessero stampare le cose a colori bellissime a costo zero. Cos ci siamo riuniti nel centro sociale il Cassero. La redazione di Attack cre qualcosa di veramente originale, anche dal punto di vista grafico, infatti, questa la prima rivista ad adottare luso del colore che la distingue da tutte le altre zines. I temi diventano pi impegnativi, non si parla pi solo di musica, ma anche dargomenti quali, il vegetarianismo, il nucleare, il pacifismo e lanarchia. La diversit rispetto alle precedenti riviste sta anche nel tentativo, da parte dei giovani, di discutere tematiche nuove, nuovi stili di vita che si stavano sviluppando in quel periodo. Un famoso esempio, la teoria Straightedge, una maniera di vivere il punk per astenendosi dalluso di droghe, alcolici o dal sesso promiscuo. Attack era una rivista molto pi politica e per questo si occupava anche di promuovere manifestazioni e comizi come per esempio quelli riguardanti liniziativa di Comiso, in Sicilia. Il governo italiano, in quegli anni, voleva istallare dei missili in una nuova base militare della NATO nella Sicilia Meridionale (a Comiso, appunto). I punk italiani pacifisti reagirono violentemente ad una simile iniziativa, con manifestazioni e attacchi che venivano pubblicati su numerose punkzine. Dis-informare per, poi, contro-informare. Attack combatteva la mancanza di oggettivit dei media ufficiali, e proponeva una visione corretta della realt.

4.Le Silure DEurope: la punkzine giusta!


Le Silure dEurope una rivista realizza, tra il 1979 e il 1980, da un
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gruppo di ragazzi genovesi, che gravitavano intorno alla punk band Dirty Actions ed una delle pi importanti rappresentazioni delluniverso underground italiano. Ne uscirono solo tre numeri: lo 0, lo 0bis e lo 00 (la maggior parte delle punkzine ha questo tipo di numerazioni, partono dallo zero per sottolineare la mancanza di regole). Per la prima volta una punkzine fu riconosciuta a livello internazionale, (ad eccezione di T.V.O.R, unaltra rivista, redatta da Stiv Rottame, che viene apprezzata anche dalla stampa ufficiale) anche se nata da un semplice gruppo di ventenni con la passione per la musica e i fumetti. Il numero zero era un concentrato di umorismo, testi dissacranti, vignette e articoli demenziali. Il tutto arricchito da recensioni di dischi e news vere e fasulle sul mondo della musica. Unimpostazione irriverente e satirica, per un giornale che puntava soprattutto a stupire il lettore. Il Siluro, come lo chiamavano i suoi autori, era una pubblicazione provocatoria e innovativa, che non si limitava a informare, ma stimolava e aggrediva chiunque provasse a leggerla. La parte stilistica organizzata in modo pi preciso e coerente, trasmette la volont di voler emulare le riviste ufficiali. La copertina arricchita con slogan ironici come: La Fanzine pi veloce dello struzzo, o te lo mangi o te lo bevi!oppure: Le journal dinformation dmentiel. Nel giro di pochi mesi arriv anche lo 0-bis, una sorta di speciale dedicato ai Ramones, che gli autori realizzarono proprio in vista dellesibizione a Milano della band newyorkese. Dopo i primi due numeri i media pi attenti alle novit underground italiane, si avvicinarono a questo fenomeno, e il mensile dinformazione culturale Alphabeta diretto da Gino di Maggio dedic la copertina di un suo numero ad un disegno pubblicato sul Siluro.
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I media sembravano ormai, diventati sensibili al talento che trapelava da alcune punkzine, a livello grafico e contenutistico. Lultimo numero della fanzine genovese, (00) venne presentato al Salone del Fumetto di Lucca, insieme al primo numero della ben pi nota rivista, Frigidaire. La rivista venne anche presentata alla mostra MEI (meeting etichette indipendenti) di Faenza, e venne, in seguito, pubblicato un libro- catalogo (G.Greco, Le Silure dEurope. Estratto Concentrato Fratelli Tocci Editore) che raccoglieva le pi belle immagini estratte da Le Silure DEurope. Giovanni Greco attualmente un fumettista apprezzato a livello internazionale. Nel corso di unintervista Grieco dice: Intervistatore: Qual il numero del Siluro a cui sei pi legato? Grieco: Sar banale come risposta, ma quello che non mai uscito. Per il quale faccio fatica ad addormentarmi la notte, eccitato come sono ad immaginarmi la copertina, gli argomenti, gli articoli, la nuova grafica. E poi le idee che sono rimaste nel cassetto: Le Silure dEurope dei piccoli, lActivity Book per Bimbi Punk, il poster-inserto del Catzillo, la posta dei lettori, la rubrica sui vestiti punk, linserto chiuso: Alle origini dei Bimbi PanX: come allevare il proprio figlio allodio e al rancore ed esserne fieri! La Lady Silure del mese.devo continuare? Il Siluro era speciale perch era riuscito a unire la brutalit, drammatica del punk, alla comicit e alla spensieratezza, tipica dei ragazzini. Un potente mix che non passa inosservato nemmeno agli occhi dai media ufficiali, solitamente diffidenti nei confronti di quelluniverso musicale per loro, strano e incomprensibile.

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5. LULTIMA PUNKZINE
Lunica Punkzine, o meglio webzine, ancora in attivit www.troublezine.it. Con lavvento di internet era risultato sempre pi difficile far circolare riviste, fogli, volantini riguardanti luniverso punk. Le istituzioni sono riuscite a sottomettere un movimento che, limitato da unItalia che non offriva appoggio a questo tipo di iniziative, stato poi rinchiuso nei Centri Sociali, che hanno tenuto occupate le frange pi estremiste e pericolose. Questultime essendo responsabilizzate con laffidamento dei CS, si sono trovate a gestire problemi contingenti (ad esempio lorganizzazione di concerti), e di conseguenza si sono racchiuse in un gruppo di appassionati con interessi comuni. Troublezine diventata in breve tempo uno dei portali pi cliccati dItalia. Limpostazione della webzine tornata, come alle origini, quasi esclusivamente a carattere musicale, a parte alcuni articoli dedicati al mondo del cinema, e della politica. Le sezioni pi importanti del sito sono: quella dedicata alle news, quella riguardante i concerti, quella denominata Media dove si possono scaricare mp3 gratuiti, la sezione fotografica, quella relativa al forum e ai contatti con lo staff del sito. Unaltra sezione importante Primo Piano, uno spazio che ogni settimana dedica un approfondimento a un particolare gruppo italiano e straniero. Si tratta di una webzine molto libera, sia dal punto di vista grafico, sia per quanto riguarda i temi trattati. Gli autori curano i rapporti, seppur minimi, con le etichette discografiche e i vari contatti, ma ciascuno scrive quello che preferisce. Matt, uno dei fondatori di Troublezine in unintervista scrive: Intervistatore: Cosa vi spinge a continuare a realizzare Troublezine? M: Passione per quello che facciamo, voglia di migliorarsi,
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divertimento per il tema trattato, possibilit di ascoltare musica anche che non rispecchia i nostri gusti. Senza contare poi, la soddisfazione di veder crescere quello che si fatto in tutti questi anni. E davvero impossibile smettere. In fondo siamo tutti figli della stessa rabbia!.

6. LORO SONO LORO E TU SEI LUNICO TE STESSO.


Sono passati 32 anni e attualmente il punk non fa che affermare le proprie contraddizioni. A distanza di una generazione da un lato abbiamo lespressione di un irriducibile male di vivere e dallaltro uno stereotipo ormai standardizzato che ha portato il punk a diventare semplicemente un prodotto, una merce. E diventato quello che pi temeva. Si tratta di rendere qualcosa che, se non pu sovvertire totalmente il sistema, pu, comunque incepparlo, in qualcosa che dichiarato moda pu diventare familiare e quindi socialmente riconosciuto e accettato. Il massimo della rivolta ormai coincide con il massimo del commercio. Le punkzine non sono del tutto scomparse, ma, con lavvento del web, rimango confinate in un ambito tecnologico. Queste riviste permettono per, ancora oggi, a tutto coloro che ancora credono in questo movimento o che vogliono semplicemente conoscerlo, di entrarne in contatto. Lunica cosa che temiamo che la nostra attivit sia vista come un tentativo di metterci sul pulpito e insegnare una strada. Se, per fare un esempio stupido, noi diciamo che i punk hanno i capelli corti e dritti e (colorati) potremmo venire accusati di voler imporre la nostra linea. Sembra che pretendiamo di insegnare e di essere noi soli i detentori della verit. Siamo stati accusati di esseri predicatori o profeti di ideologie e gi abbiamo risposto di accettare questa parte attiva piuttosto che, quella di vittime
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succubi, del mercato delle merci e delle idee, dei media e del potere. Il punto fermo delle punkzine che PARLA CHI SA, chi ha unesperienza da comunicare, chi pu raccontare ci che ha vissuto. Pu parlare di una citt schifosa come Milano solo chi c stato o chi ci vive, e non qualche POETUCOLO FREAKETTONE che descrive le sensazioni che la lontana citt desta in lui. Perci parler di punk, il punk che AGISCE al suo interno e ne parler perch avr qualcosa da dire e non limbecille che dice di rifiutare gli schemi e le morali solo quando saccorge che c qualcuno che cerca di costruire qualcosa di utile su ci che prima era distrutto. Se volete vivere nel deserto e credere che senza leaders, n padroni significhi non agire mai ed essere scoordinati in nome della piena libert di farsi sfottere dal sistema (che invece organizzato) sono fatti vostri. Noi invece siamo convinti che per arrivare alla conquista pi elementare bisogna organizzarsi e che quindi necessario qualcuno che non dia ordini ma che proponga obbiettivi e metodologia di lotta. Questi qualcuno sono tutti quelli che scrivono sulle punkzine. La punkzine deve essere un mezzo e deve essere usata per comunicare. Ce nest que un debut - M.Philopat-

BIBLIOGRAFIA
Papuzzi,A. (2003). Professione Giornalista. Donzelli Curcio,D. (2007). Rumore di Carta. E-redazione;

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Philopat,M. (1996). Costretti a sanguinare. Einaudi; Frazzi,L.. (2003). Guide pratiche al rumore. Mamma mia dammi la benza. Edizioni Apache;

Webgrafia www.punkadeca.it www.punkwave.com www.benicetomommy.com www.troublezine.it

INDICE

1.

Da fanzine a Punkzine..p.2/p.3

2.a. Questioni di Stile .p.3/p.4/p.5

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2.b. Lotta Continuap.5/p.6/p.7/p.8/p.9 3.a. Punkzine a confronto:Pogop.9/p.10 3.b. Attack!p.11/p.12/p.13 4.Le Silure dEurope..p.13/p.14/p.15 5.LUltima punkzine.......................p.15/p.16 6.Loro sono loro..p.16/p.17

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